L'inverno fa schifo

di MaryFangirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. L'inverno fa schifo ***
Capitolo 2: *** 2. Caffè con latte ***
Capitolo 3: *** 3. Squarciagola ***
Capitolo 4: *** 4. Gelosia ***
Capitolo 5: *** 5. Ristorante coreano ***
Capitolo 6: *** 6. Bob ***
Capitolo 7: *** 7. Riproposta ***
Capitolo 8: *** 8. Lutto ***
Capitolo 9: *** 9. Lutto, II ***
Capitolo 10: *** 10. Sorpresa ***
Capitolo 11: *** 11. Fantasia ***



Capitolo 1
*** 1. L'inverno fa schifo ***


Sulla scia dello scorso Flufftober, ho scribacchiato altre flash fic piene di dolcezza e amore con protagonisti i miei adorabili piccoli mentecatti ^_^ lettura non idonea per chi vuole qualcosa di impegnato, con angst e trame intrecciate, consigliata invece a chi ha voglia di romanticismo e assoluta leggerezza, perché ci vuole anche quella.
 
Non c'è uno schema, aggiornerò quando scriverò in base all'idea del momento. Per ora il rating è verde, non è detto che non possa cambiare!
 
Grazie in anticipo a chi dedicherà la sua attenzione, buona lettura ^_^
 
 
"Kaede"
"..."
"Kaede"
"Nnnnh..."
"Scusa se oso disturbarti dal tuo coma profondo...ma ti dispiacerebbe concedermi un po' di coperta?"
 
La massa informe si sposta appena, giusto per dimostrare di essere ancora in vita, e qualche secondo dopo finalmente Hanamichi riesce a recuperare abbastanza del piumino per coprirsi, sospirando.
 
"Non ti sembra di esagerare un po'? Pigiama pesante, calzettoni, sei coperto fino alla testa..."
 
Un altro grugnito è l'unica risposta che Hanamichi ottiene, ma lascia perdere e alza gli occhi al cielo, sistemando la testa sul cuscino per il meritato sonno notturno.
 
Tempo un minuto, Kaede si gira verso di lui e affonda con il viso nel suo petto, stringendosi come ne andasse della sua vita.
 
"Che...?"
 
"Fa. Freddo"
 
"Ok, ora mi sto preoccupando. Hai la febbre?" Hanamichi appoggia le labbra rapidamente sulla sua fronte. "No, niente febbre. Possibile che tu abbia così tanto freddo? Più coperto di così non potresti essere..."
 
"Detesto l'inverno. Detesto questo mese" brontola Kaede con la voce attutita dal tessuto della maglietta del compagno contro le labbra. Una risata fa vibrare il torso di Hanamichi.
 
"Ci sei nato in questo mese..."
 
"Fa schifo comunque. Non si può andare in letargo a fine ottobre e svegliarsi...che so, al tuo compleanno?"
 
Hanamichi cerca di non emozionarsi troppo all'allusione da parte del suo amato che il suo compleanno possa corrispondere a un nuovo inizio, come lo è la primavera.
 
"Beh, non sarebbe male. Ma ci perderemmo il Natale..."
 
"...meglio, niente stupide cene e regali obbligatori"
 
"...il tuo compleanno, appunto"
 
"Capirai"
 
"La neve, la cioccolata calda, gli sci..."
 
"Chi mai è andato a sciare?!"
 
"Ok, mi arrendo. Sì, l'inverno fa schifo."
 
"Nh" il suono di Kaede è di approvazione mentre si accoccola ulteriormente, Hanamichi è sempre così meravigliosamente...caldo. E il profumo del suo dopobarba gli accarezza le narici come un soave massaggio.
 
"Buonanotte" dice Hanamichi lasciandogli un fulmineo bacio sulla testa.
 
"Notte..."

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Capitolo 2
*** 2. Caffè con latte ***


La testa di Kaede sta pericolosamente ciondolando verso il tavolo quando Hanamichi lo salva in tempo, piazzandogli sotto il naso una tazza di caffè fumante e un piatto pieno.
 
"Uova, bacon, fra poco sono pronti anche i pancake...sveglia, sveglia!"
 
"Nnnh..." geme Kaede, lanciandogli un'occhiata che per un istante è letale. Hanamichi replica ridendo.
 
"Ti avevo o non ti avevo detto di evitare di rimanere sveglio fino alle 3 perché dovevi finire la serie?"
 
Kaede, che sta pensando di recuperare del nastro adesivo per tenere aperti gli occhi, riesce ad afferrare la forchetta.
 
Hanamichi non gongola troppo pur avendo chiaramente ragione, anche se Kaede pensa che ne sia valsa comunque la pena. Doveva finire quella serie.
 
Hanamichi porta in tavola il resto di quello che ha preparato e si siede a sua volta per mangiare.
 
"Come cavolo fai..."
 
"Mh? A fare cosa?"
 
"Ad essere così..." Kaede agita la mano un paio di volte, le sue sinapsi stanno facendo davvero troppo fatica per connettersi con il mondo reale, "così...all'alba"
 
Hanamichi mette in bocca una grossa forchettata di pancake affogata nello sciroppo d'acero, e quasi si dà una pacca sulla spalla perché sono proprio buoni. In fondo non ci ha messo molto ad adattarsi alla vita americana e a quel tipo di colazione. Non che sia mai stato troppo fan della colazione tipica giapponese, a base di sottaceti o zuppa di miso...
 
"Tranquillo, so che a te serve arrivare a mezzogiorno solo per abbandonare gli istinti omicidi. Comunque spero ti piaccia la colazione. E il caffè, con un po' di latte"
 
Kaede inspira il profumo proveniente dalla tazza che ha davanti e la porta alle labbra, sperando compia il miracolo. Non può trattenere un sorriso. Nelle uova c'è il formaggio, come piace a lui. Il bacon è super croccante, lo adora. Sui pancake sono sparsi alcuni mirtilli, che ama.
E il caffè, con un po' di latte...
 
Si sporge verso Hanamichi e gli dà un bacio sulla guancia. Hanamichi lo guarda incredulo, è davvero raro che Kaede si attardi in effusioni di prima mattina.
 
"Che c'è?" lo interroga.
 
Kaede non risponde, e comincia a mangiare di gusto.

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Capitolo 3
*** 3. Squarciagola ***


Quando Hanamichi rientra dalla sua corsetta, aprendo la porta fa quasi un salto indietro.
 
La musica è altissima.
 
In genere non gli dispiace troppo, anche a lui piace ascoltarla e quando è preso bene canta e balla, ma si aspettava che Kaede ancora dormisse. La domenica non capita praticamente mai che sia sveglio prima delle 12, e a lui piace preparare un ricco brunch in una giornata di generico, puro e adorabile ozio.
 
Inquadra invece Kaede che sta spolverando il soggiorno, muovendo i fianchi a ritmo delle ultime hit. E sta cantando. È piuttosto coinvolto e, quando si gira e lo vede, ha un moto di stupore e recupera il telecomando per abbassare un po'.
 
"Mmh, pensavo fossi dedito solo al rock e ai grandi gruppi degli anni '70, '80..." commenta Hanamichi distrattamente, apprezzando quella versione di Kaede casalingo, lo trova irresistibile anche con i pantaloni della tuta e un'anonima t-shirt grigia.
 
"Colpevole, Vostro Onore, mi piacciono anche le canzonette che danno continuamente in radio e che mi si sono incollate al cervello"
 
Hanamichi solleva le mani. "Lungi da me giudicare", apre il frigo e recupera del succo di frutta, versandosene un abbondante bicchiere. Poi si butta sul divano in maniera tutt'altro che elegante. "E poi non ho da lamentarmi...ti dispiace se rimango qui a godermi il resto dello show?"
 
Kaede rotea gli occhi al cielo, rialzando la musica ma tenendola a un volume accettabile per consentire il dialogo. Poi riprende a spolverare.
 
"Di che stai parlando?"
 
"Mh..." Hanamichi inclina la testa, ghignando, "il tuo sedere visto così è davvero intrigante..."
 
Kaede lo guarda fingendosi oltraggiato. "Mi stai oggettificando?"
 
Hanamichi annuisce senza vergogna. "Sì. E ho proprio voglia di fare la doccia. Che ne dici?"
 
"Prima devo finire qui..."
 
"Ma prego, non ho fretta. È sottinteso che vorrei farla insieme...sai, per risparmiare acqua, l'ecologia, eccetera..."
 
Kaede, che pur ama assicurarsi che la casa sia ben pulita e ordinata, cerca di sbrigarsi più che può.

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Capitolo 4
*** 4. Gelosia ***


"Ma siete proprio sicuri sicuri che non vi piacerebbe un'esperienza...beh...trasgressiva? Giusto una volta, per provare, per ravvivare un po' il rapporto..."
 
Per l'ennesima volta durante la serata, Kaede evita di tirare un pugno proprio in mezzo ai denti splendenti di Akira Sendo.
 
"Il nostro rapporto è vivissimo" ruggisce, anticipando Hanamichi che sa essere sempre un po' a disagio quando si entra in certi discorsi. Oh, è super appassionato e incandescente nell'intimità. Ma si tratta di, beh...intimità, appunto, e odia parlarne.
 
Akira ridacchia, trangugiando l'ultimo angolo di vino rimasto nel suo bicchiere.
 
"Non scaldarti così tanto, Rukawa-kun...basterebbe che mi prestassi il tuo Hana-kun per una mezz'oretta...ahi!"
 
No, il calcio nello stinco non ha potuto evitarlo.
 
"Gesù, come sei permaloso! Scherzavo..." geme Akira con una smorfia.
 
"No, non scherzavi" lo fulmina Kaede, per nulla pentito.
 
"Ho una partita importante a breve, non puoi prendermi a calci!" si lamenta Akira.
 
"Evita di dire scemenze e vedrai che tornerai a casa sulle tue gambe" sogghigna Kaede versandosi da bere, ignorando l'occhiataccia del cosiddetto Porcospino. Che, per inciso, lo è ancora.
 
"Che noioso...uff, vado in bagno, siete così smielati che mi stanno venendo le carie" si alza e se ne va, con le mani nelle tasche dei pantaloni, e alcuni sguardi femminili lo seguono interessati.
 
Hanamichi mette una mano su quella di Kaede. "Calmati..."
 
"Puoi spiegarmi perché ancora una volta siamo usciti a cena con questo qui? Non è un ex compagno di squadra né di scuola...che ce ne frega?" brontola Kaede.
 
"Beh, in nome del patriottismo...e poi è evidente che cerca l'amore anche se fa lo stupido"
 
"Mi sembra più che cerchi di entrarti nei pantaloni. Praticamente ogni volta che ci vediamo" puntualizza Kaede, che ora sta guardando male anche Hanamichi, il quale si ritrae in maniera difensiva.
 
"E io che c'entro? Io sono quello che viene molestato, non ho colpe!"
 
"Potresti opporti in maniera un po' più convincente" dice Kaede un po' aspro, "o magari, in fondo, non ti dispiacerebbe..."
 
Hanamichi lo interrompe, gli occhi fuori dalle orbite. "Che cavolo stai insinuando? Non ho nessuna intenzione di...con Sendo...sei scemo?!"
 
Kaede si rende conto di suonare lievemente ridicolo e ingiusto, in realtà non ha alcun timore. Si fida ciecamente di Hanamichi e sa che il suo rapporto con Sendo è di affabile amicizia. Per Sendo forse la questione è un po' diversa, ma non ha niente di cui preoccuparsi da parte del suo amore.
 
"Volpe gelosa e possessiva..." borbotta Hanamichi.
 
"Già, ricordatelo" conferma Kaede mentre si alza.
 
"Dove vai?"
 
"Al bar...se sento ancora un'idiozia dalla bocca di quello là, potrebbe davvero non giocare più per un po'"
 
Hanamichi sospira seguendolo con lo sguardo, non troppo preoccupato. E in fondo non può chiedergli molto di più, ha resistito quasi per tutta la cena.
 
Kaede raggiunge il bancone del bar e si accomoda su uno sgabello pesantemente, neanche avesse percorso chilometri. In linea generale Sendo non è così male, ma è una di quelle persone che riesce a tollerare senza irritarsi se deve sorbirselo a piccole dosi. E lui sarà anche votato al mutismo, ma Sendo è logorroico. Invidia la capacità di Hanamichi di sorridere e annuire senza sbuffare come invece viene spesso e volentieri a lui.
 
Ordina un bicchiere di whisky, sperando che nel tempo che impiegherà a berlo, la cena avrà fine.
 
Dopo un primo sorso, una voce femminile e molto vicina a dove si trova parla, e disgraziatamente capisce che si rivolge a lui.
 
“Un uomo così affascinante che beve da solo di sabato sera...aspetti qualcuno? O la tua dolce metà ti ha fatto arrabbiare?” è il commento venato di ironia.
Kaede si disturba a deviare lo sguardo verso la fonte e vede una bella donna, molto bella in realtà, che appoggia la pochette nera sul bancone e sistema il vestito piuttosto corto che indossa sulle gambe, osserva il suo viso, incorniciato da una chioma di lucidi capelli neri ondulati, il trucco ben applicato, specialmente il rossetto acceso sulle labbra, e la sua espressione di chi è abituata ad essere corteggiata di continuo.
 
Kaede muove il bicchiere e il suo contenuto, l'aria lontana dall'essere impressionata.
 
“No ad entrambe le domande”
 
La donna emette una risatina, come se non le importasse affatto della risposta.
 
“Davvero? E come mai qui tutto solo?”
 
“Non viviamo in simbiosi, posso bere qualcosa da solo”
 
“Beh, io sono stata bidonata. Simpatico, eh?”
 
“Nh” fa Kaede con zero interesse.
 
Lei si avvicina un po' a lui, accavallando le gambe. “Ma mi rimane prenotata una stanza d'albergo...che ne dici? Un drink e...”
 
Prima che Kaede possa esplicitarle verbalmente quanto la cosa non lo stuzzichi minimamente, dato che a quanto pare il linguaggio del corpo non è sufficiente, una mano forte e solida si poggia sulla sua spalla. Trattiene un sorrisetto, avvertendo l'aura familiare e la sua colonia che mettono da parte il profumo persistente della donna.
 
Si gira e incontra l'adorato viso sul quale le sopracciglia sono un po' più aggrottate del solito.
 
“Si sta facendo tardi. Andiamo?”
 
Kaede percepisce su di sé, su di loro, lo sguardo confuso della donna. Quello di Hanamichi è su di lei, e non sembra divertito.
 
“Sendo?”
 
“Se n'è andato, ti saluta. Anche se sembra un cretino, è un professionista serio, non fa le ore piccole...”
 
“O forse ci tiene alla vita” replica Kaede improvvisamente di ottimo umore. Finisce di bere in una sorsata, lasciando i soldi sul bancone. Notando la donna sempre più disorientata, le si rivolge, senza nascondere troppo la sua soddisfazione:
 
“Ecco la mia dolce metà. Saluti”
 
Non rimane a guardare la faccia tramortita della tizia, anche se sa che deve essere spettacolare.
 
Fuori, Kaede continua a sfoggiare un'aria tronfia e Hanamichi lo guarda inarcando un sopracciglio, perplesso.
 
“Cos'è quella faccia?”
 
“Nh...niente, quale faccia?”
 
“Quella” Hanamichi alza il dito indice verso di lui.
 
Kaede alza le spalle, senza tentare di negare. “Oh nulla, è soltanto bello constatare ogni tanto che non sono l'unico geloso tra di noi...” risponde proseguendo a gongolare.
 
“Di che stai parlando? Secondo te non sono geloso? Perché ti informo che non mi è piaciuto per niente vedere quella tipa che era a due secondi da strusciarsi su di te. E non mi piace nessuna delle galline che ci prova quotidianamente con te” conferma Hanamichi con tono cupo.
 
“Nh...”
 
“Davvero ti servono conferme?”
 
“Nh...ogni tanto mi sento un po' stupido a ingelosirmi degli altri...come Sendo per esempio...quindi se lo sei anche tu...mi sento meno stupido” è l'eloquente spiegazione.
 
Hanamichi scuote il capo.
 
“Sei proprio scemo”
 
Kaede sorride, grato.

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Capitolo 5
*** 5. Ristorante coreano ***


Pochi istanti dopo essersi infilati sotto le coperte, Hanamichi, che pur stanco non riesce mai ad addormentarsi immediatamente, interpella Kaede:
 
“Ehi, hanno aperto un nuovo ristorante, è coreano, ne ho sentito parlare bene...che dici, lo proviamo?”
 
Silenzio. Hanamichi sbircia verso il compagno e lo vede raggomitolato su se stesso. Dorme.
 
Con uno sbuffo, Hanamichi reclina la testa contro il cuscino.
 
“Non è possibile! Già dormi?!” esclama incredulo, fissandolo per qualche secondo per capire se lo sta prendendo in giro. Ma subito dopo Kaede ronfa. È proprio vero, si è addormentato ancora prima di appoggiare la testa sul guanciale.
 
Hanamichi sbuffa di nuovo. Ma come fa? Sperava di chiacchierare un po', di sciocchezze varie...
 
Lo guarda, ha la bocca socchiusa.
 
Gli è impossibile troncare il sorriso che sorge sulle sue labbra.
 
È adorabile.
 
Gli parlerà domani del ristorante coreano.

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Capitolo 6
*** 6. Bob ***


 
Non è affatto comune vedere Kaede in piedi prima di Hanamichi, tantomeno impegnato ai fornelli.
 
Ma è domenica e dopo una meritata dormita fino a mezzogiorno, essendo rientrato a casa molto tardi dopo la partita di ieri sera, si è svegliato prima del previsto, notando con sorpresa il suo partner ancora addormentato.
 
Quindi ha deciso di alzarsi per preparare la colazione. O meglio, un brunch. Non sapendo cosa fare in realtà ha tirato fuori un po' tutte le cibarie dalla credenza, sia dolci che salate, e in un impeto di follia ha cercato la ricetta per preparare i pancakes, giusto per adattarsi allo stereotipo delle colazioni da film di domenica mattina.
 
In genere la sua pigrizia lo abbatte molto prima dal preparare qualsiasi cosa contenga più di tre ingredienti, ma per lui lo fa quasi volentieri. Dopotutto, Hanamichi ha giocato una partita intensa il venerdì e ieri, sabato, era sugli spalti a sgolarsi per fare il tifo per lui.
 
Due braccia lo stringono dolcemente e non reprime un sorrisetto. Un'altra scena cliché da film, di quelli che in genere vengono proposti durante le vacanze natalizie nei canali minori - ah, e si tratta sempre di un uomo e di una donna -, ma non trova affatto la forza di infastidirsi.
 
Inclina il capo mentre le uniche labbra che lo abbiano mai baciato a parte quelle dei suoi genitori gli divorano il collo con inaudita dolcezza, e si appoggia alla sua spalla.
 
"Buongiorno, baby" lo saluta il suo gigante dai capelli rossi ancora un po' disordinati, in t-shirt e vecchi pantaloncini, a piedi nudi, risultando più sexy di quando indossa uno smoking costoso per qualche evento mondano.
 
Kaede finalmente lo guarda negli occhi leggermente velati di sonno, lo fissano sempre come se fosse il tesoro più prezioso noto all'umanità e gli smuove lo stomaco, facendolo sentire un mocciosetto ridicolo.
 
"Giorno..." mormora finendo di spadellare le frittelle per cui pensava che avrebbe distrutto parte della cucina. In realtà sembrano decisamente edibili, per non dire invitanti con tutte le gocce di cioccolato che ha aggiunto.
 
Hanamichi non attende che il piatto venga portato in tavola e ne afferra subito una, dandole un enorme morso. Fa subito qualche smorfia strana perché è ancora molto calda. Kaede alza gli occhi al cielo.
 
"Perché non aspetti un momento? Animale" lo rimprovera senza forza, sistemando il tutto sulla tavola già imbandita.
 
Hanamichi non risponde e trangugia un sorso abbondante di succo d'arancia.
 
"Che fame" commenta poi, gli occhi che brillano quando nota tutte le cose buone disposte sul piano.
 
Mentre si siede, dà un'occhiata fuori dalla finestra e tamburella con le dita sul tavolo.
 
"Giornata stupenda...potremmo andare al parco a sdraiarci al sole e dormire per il resto della giornata"
 
Kaede alza un sopracciglio. È tentato di fare una battuta sul fatto che forse durante la notte c'è stato uno scambio di corpi, quando la voce di Hanamichi parla ancora, mentre solleva lo sguardo.
 
"Non per tutti è una giornata stupenda, vedo...ma così è la vita...buon appetito, Bob"
 
Kaede segue il punto che sta osservando con aria rassegnata ed è ufficialmente confuso.
 
"Di che stai parlando? Chi è Bob?"
 
"Oh...il nostro ragno" risponde innocente, indicando la parte alta della parete.
 
Kaede, incredulo, nota il ragnetto che sta chiaramente manipolando qualcosa tra le zampe. Stringe gli occhi e capisce che è una sfortunata coccinella.
 
"È la natura" commenta ancora Hanamichi, sollevando le spalle e annuendo filosoficamente come se avesse rivelato la scoperta del secolo. Intanto continua a mangiare, a Kaede non sembra neanche che mastichi.
 
"Il nostro ragno? E gli hai dato un nome?"
 
"Mh? Sì...è lì da parecchio..."
 
"Posso sapere perché gli hai dato un nome? Bob?" Kaede sbarra gli occhi, c'è un limite alle sorprese di cui il suo compagno può essere artefice?
 
"Non so, mi sembrava brutto che non lo avesse...non c'è un motivo per cui mi è venuto in mente Bob"
 
Kaede sospira a lungo, scegliendo di non fare altre domande. Hanamichi troverebbe una risposta per ciascuna.
 
"Cos'è quella faccia? È silenzioso, è pulito, ci libera di qualche insetto fastidioso...non quella coccinella in particolare, ma le mosche, o le zanzare..."
 
"Ok, ode al ragno Bob"
 
"Puoi dirlo forte" approva Hanamichi, sollevando per davvero il bicchiere come per brindare al ragno. Bob. "Allora...parco?" richiede.
 
Kaede tenta con poca convinzione di rimanere serio. Ma sa già che non resisterà a quegli occhi da bambino. Anche Hanamichi lo sa.
 
"Certo, perché no..." acconsente senza mostrare come al solito alcun entusiasmo.
 
L'immediato sorriso di Hanamichi potrebbe oscurare il sole. Subito dopo si alza, rassettando velocemente e riempiendo la lavastoviglie, mettendosi a canticchiare mentre va a cambiarsi.
 
Kaede rimane seduto a finire quello che ha nel piatto, alzando infine la tazza di caffelatte.
 
Dà un'occhiata al ragno, che sta facendo girare la povera coccinella come un pollo sullo spiedo.
 
"Così è la vita...buona giornata, Bob".

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Capitolo 7
*** 7. Riproposta ***


 
Non appena la porta scatta, Kaede emerge dalla cucina senza distogliere lo sguardo dal cellulare, grattandosi seraficamente una chiappa con l'altra mano.
 
"Che fine avevi fatto? Ho pensato di preparare qualcosa ma la pigrizia ha vinto...ho ordinato le pizze" commenta monotono, ma al silenzio che riceve in risposta è costretto a sollevare gli occhi dall'interessante post che sta leggendo per rivolgerlo alla sua dolce metà.
 
Con ancora la mano al di là del tessuto dei pantaloni della tuta che ha all'incirca 100 anni per alleviare il prurito su un gluteo, apre appena la bocca quando vede Hanamichi inginocchiato e con entrambe le mani occupate.
 
In una c'è una rosa bianca, nell'altra una scatola con il logo di una pasticceria. Kaede si limita a inarcare un sopracciglio, sicuro di non essersi perso alcuna occasione speciale.
 
Prima che possa fare altre domande, Hanamichi lo guarda con i suoi occhioni da cucciolo maltrattato mentre, con il sorriso più sdolcinato di sempre, gli chiede:
 
"Kaede Rukawa, vuoi sposarmi?"
 
Kaede apre la bocca un paio di volte, dimenticandosi all'istante del post che lo aveva assorbito, della mano sulla chiappa, delle pizze in arrivo.
 
Aggrotta la fronte, ma pur riflettendo su cosa dire, non può fare altro che esprimersi in un unico modo:
 
"Sei scemo?"
 
Il sorriso di Hanamichi non si arrende: "Rispondi!"
 
"Ripeto: sei scemo? Te l'ho chiesto io una settimana fa e hai detto di sì. Che stai combinando?"
 
Hanamichi abbassa il capo, con aria un po' sconfitta, poi prende un sospiro e dà la sua spiegazione, Kaede sa già che alzerà gli occhi al cielo una decina di volte:
 
"Lo so! Hai fatto una proposta meravigliosa! Ma non mi sembrava giusto non farla a modo mio...insomma, è tradizione che l'uomo lo faccia!"
 
"Doaho...siamo entrambi uomini. Ed è alquanto retrogrado da parte tua ritenere che l'uomo debba fare la proposta. Mia madre lo ha chiesto a mio padre"
 
"Non è essere retrogradi, è...mio padre fece la proposta più romantica della storia! Tu hai preso questi bellissimi anelli e io...non volevo essere da meno!" gli occhi di Hanamichi guizzano sugli anelli che entrambi già indossano orgogliosamente da sette giorni, mentre le sue orecchie diventano rosse e Kaede si sforza per non sciogliersi, inginocchiarsi a sua volta e abbracciarlo. Anche se gli anni sono passati, certe peculiarità del suo amabile e testardo compagno non sono cambiate, come l'abitudine di fare cose ridicole senza alcun motivo.
 
"Quindi...non potendo prendere altri anelli...ho setacciato la città alla ricerca della tua torta preferita, e non è stato facile, quasi nessuna pasticceria l'aveva pronta...per questo ho fatto tardi" dice Hanamichi frettolosamente, agitando la mano con la scatola.
 
Kaede sbircia all'interno e non può impedirsi di sorridere. La Sacher, è proprio la sua preferita.
 
"Puoi alzarti, per cortesia?" gli ordina gentilmente, prendendo sia la torta che la rosa e appoggiandole sul mobiletto all'entrata.
 
Hanamichi si liscia i pantaloni e la giacca, un po' rosso in volto: quando è così, Kaede ha degli incredibili flash del liceo e ne è rasserenato. Hanamichi è sempre il bambinone agitato come un petardo ma dolce come la confettura che farcisce quella torta.
 
"Allora?"
 
"Allora che?"
 
"Fingiamo che sia stato io a chiedertelo per primo...mi sposi?"
 
Kaede respira profondamente, ma è inutile cercare di trattenersi. Allaccia le mani intorno al suo collo, avvicinandosi.
 
"Sposerò l'idiota più grande del mondo"
 
"Quindi è un sì?"
 
"Oh mio dio...sì, è un sì!"
 
E per evitare che dica qualche altra sciocchezza, gli tappa la bocca in modo molto più piacevole. Una seconda festa di fidanzamento che prevede entrambi nudi e appassionati è sul punto di iniziare quando suona il campanello.
 
"Ah...le pizze!" esclama Kaede staccandosi dal fidanzato -!- con un ultimo schiocco sulle labbra, aprendo la porta.
 
"Buonasera" saluta la ragazza tendendo i due cartoni fumanti, Kaede annuisce chiedendole di attendere un minuto per andare a recuperare il portafogli, ma Hanamichi lo precede schiaffando nella mano della giovane una banconota.
 
"Il resto è mancia!"
 
La ragazza sbarra gli occhi, palesemente non abituata a mance così generose.
 
"Ehm...grazie mille, ma..."
 
"Niente ma, tranquilla! Ha detto sì, mi sposa!" trilla Hanamichi, attirando Kaede e dandogli un sonoro bacio sulla guancia. Kaede non replica, sempre un po' imbarazzato con qualsiasi manifestazione d'affetto davanti a qualcun altro, mentre Hanamichi in questo è decisamente più occidentale.
 
"Oh...congratulazioni! E' fantastico!" risponde la ragazza, dimenticando presto ogni forma di disagio e applaudendo, guardandoli con occhi che ora brillano.
 
-Cavoli, un'altra lettrice di fanfiction gay...- pensa Kaede, facendo un cenno del capo per ringraziare. Hanamichi invece sta quasi per raccontare per filo e per segno ogni idea che ha avuto sul matrimonio, compresi abiti, ricevimento, musica e bomboniere, finché Kaede non sottolinea che le pizze si stanno raffreddando e che è il caso di liberare la fattorina per consentirle di continuare a lavorare (anche se lei chiaramente sembrava molto desiderosa di continuare la conversazione).
 
"Ci mangiamo queste benedette pizze e poi la torta? Muoio di fame" dice Kaede dirigendosi in salotto, l'idea di mangiare sul divano davanti al televisore come dei selvaggi in genere lo disgusta, ma stasera è alquanto invitante.
 
"La torta? Intendi mangiarla tutta?" si sorprende Hanamichi, Kaede è sempre molto attento alla linea, è assai raro che faccia eccezioni, specialmente con i dolci. In genere si concede al massimo una piccola fetta - che per Hanamichi è microscopica.
 
"Nh, sì, perché no...poi smaltiamo, che ne dici?" la luce negli occhi del volpino è ora molto maliziosa e per nulla equivoca. Hanamichi è quasi tentato di saltare la cena.
 
"Volpino pervertito..."
 
"Sì, e tuo futuro marito. Ormai non scappi più"
 
Hanamichi non lo farebbe neanche sotto minaccia di morte. L'intenzione è proprio quella di rimanere per sempre col suo volpino.
 
"E' reciproco" commenta mentre inizia a mordere la prima fetta di pizza.
 
Kaede gli rivolge un sorriso abbagliante e Hanamichi sa di essere l'idiota più fortunato dell'universo.

 

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Capitolo 8
*** 8. Lutto ***


Il silenzio in palestra è anomalo e innaturale e per tutti è chiaro quale sia la causa mentre la squadra si raduna per prepararsi all'allenamento quotidiano.
 
Il coach Anzai è seduto a sorseggiare del the, la sua espressione è come sempre illeggibile.
 
Ryota si guarda intorno, pronto a descrivere gli esercizi con cui cominciare, Haruko leggermente in disparte ha un quadernetto e una penna per prendere appunti. Non c'è Ayako, abbastanza oberata di studio, d'altronde la sua entrata in squadra come seconda manager serve proprio in queste occasioni.
 
Dopo qualche istante di perplessità, finalmente Ryota pronuncia la domanda che sta aleggiando in tutto l'ambiente e sulle teste di ciascun presente.
 
"Dov'è Sakuragi?"
 
I ragazzi si guardano tra di loro. Qualcuno azzarda un'occhiata verso Rukawa, che non batte ciglio, altri verso Anzai, che non alita, ma è la voce dolce di Haruko a rispondere:
 
"Sakuragi-kun era assente anche a scuola, oggi...l'ho chiamato per sapere se stesse bene, ha detto che è l'anniversario della morte di suo padre. Lui e la madre sfruttano questa giornata per fargli visita al cimitero, andare dai nonni paterni, passare un po' di tempo insieme per ricordarlo. Ma per il resto sta bene e domani sarà sicuramente presente"
 
Parte un basso brusio, composto soprattutto di 'Cavoli, non lo sapevo', Ryota appare pensieroso e serio per qualche momento, anche se poi si riprende e batte le mani, invitando tutti a cominciare a fare qualche giro di campo correndo.
 
Kaede non ha ancora fiatato.
 
I suoi pugni si sono involontariamente chiusi, però, e qualcosa nel blu dei suoi occhi è leggermente cambiato. Raggiunge i suoi compagni di squadra con qualche secondo di ritardo.
 
L'allenamento comincia come di consueto, e anche se nessuno lo vede, dietro la sua tazza di the il coach Anzai solleva le labbra in un impercettibile sorriso.
 
Sono le sei del mattino e Kaede si sta dirigendo verso il campetto per allenarsi. E' una tortura alzarsi così presto, ovviamente, ma è anche il momento in cui è quasi sempre sicuro di non trovare nessuno, inoltre durante la giornata fa troppo caldo per stare all'esterno.
 
Mentre l'aria tiepida lo aiuta a svegliarsi maggiormente - per essere praticamente l'alba, la temperatura è già piuttosto elevata -, le aspettative di silenzio assoluto quando toglie le cuffiette dalle orecchie vengono scardinate da un rumore ben noto proveniente dal campetto.
 
Allarga leggermente lo sguardo, ma non può dirsi totalmente sorpreso di vedere Sakuragi che lo ha preceduto nell'occupare il 'suo' spazio.
Passa da dietro un cespuglio, dove si sofferma un paio di minuti, osservandolo.
 
Sakuragi palleggia e tira a canestro, sembra focalizzarsi soprattutto nelle triple, uno dei suoi punti deboli. Poi si allontana e tenta da zone diverse e anche più lontane del campo, con evidenti smorfie di stizza quando sbaglia, alternate a ghigni tronfi quando ce la fa.
 
Indossa solo dei jeans che sono stati tagliati grossolanamente all'altezza delle ginocchia, schiena e torso sono già lucidi di sudore, segno che è qui da parecchio, ormai.
 
Sakuragi non è raffinato, né particolarmente elegante, e ha chiaramente tanto lavoro da svolgere per perfezionare la sua tecnica. Ma è una forza della natura, potente e spregiudicato, come un vulcano in eruzione o un'onda che spazza via ogni cosa sul suo tragitto.
 
In un'altra occasione Kaede farebbe marcia indietro, rinunciando all'allenamento mattutino e approfittandone per trovarsi un angolo dove dormire prima di dover andare a scuola, ma un'altra forza non specificata lo spinge a uscire dal nascondiglio e a farsi vedere.
 
Nota che Sakuragi si accorge di lui, e questa volta fa abbastanza fatica a nascondere lo stupore nel non sentire insulti o epiteti, sghignazzi o ululati oltraggiati.
 
Si limita a rivolgergli una rapida occhiata. Poi riprende a palleggiare, piano, le sue giocate diminuiscono d'intensità. Kaede non sa bene cosa fare, questa versione di Sakuragi è del tutto inedita. Dovrebbe fregarsene e dare inizio al suo allenamento, ci sono due canestri e spazio in abbondanza, ma qualcosa lo stranisce, e la sensazione aumenta quando vede Sakuragi avvicinarsi al borsone che ha lasciato sulla panchina, estrarre la sua borraccia e bere copiosamente, mettendosi poi un asciugamano intorno al collo, tamponandosi il viso con un leggero fiatone.
 
Cautamente si approccia, armeggiando inutilmente con la fascetta nera sul braccio. Assurdamente avverte la voglia di rompere questo silenzio che ritiene asfissiante.
 
"Ehi" sceglie di dire, ritenendo che sia la cosa meno stramba o rischiosa.
 
Sakuragi lo degna di un'occhiata di sbieco.
 
Kaede guarda il cielo, gli sembra di non aver alcun controllo sulle sue azioni, ma non può fermarsi.
 
Hanamichi non lo esorta, e può parzialmente capire cosa provino gli altri quando cercano di parlare con lui, ottenendo un muro di silenzio.
 
Non ha mai visto Sakuragi così assorto, serio, è come una bestia selvaggia sotto tranquillanti.
 
Come fanno gli altri con lui, continua a parlare nella speranza di una reazione.
 
"...la seconda manager ieri ci ha detto perché eri assente..."
 
Silenzio.
 
"Mi dispiace. Non lo sapevo"
 
Kaede si morde appena il labbro inferiore, osservando altrove, perdendosi questa volta lo sguardo di Hanamichi su di sé.
 
"Non c'era bisogno che lo dicesse a tutti...comunque grazie" dice con un velo di irritazione, ma senza impeto, sfregandosi il collo con l'asciugamano. Lo ripone nella borsa, e la sta per prendere con la chiara intenzione di sloggiare, ma ancora una volta le parole senza filtro scivolano dalla bocca di Kaede prima di poterle frenare.
 
"Com'è successo? Quando...?"
 
Hanamichi si immobilizza, a Kaede ora non sfugge l'espressione perplessa sul suo viso. Non lo biasima, non ha idea nemmeno lui di cosa stia facendo.
 
"Cosa?"
 
Kaede scuote il capo.
 
"Niente, scusa. Ci vediamo in palestra"
 
Decidendosi finalmente a costringere la propria bocca a tornare chiusa come sempre, si appresta a un breve riscaldamento prima di buttarsi anima e corpo sul basket, in cui riesce sempre meglio che con le relazioni sociali.
 
"...è successo mentre ero in seconda media. Un infarto" dice Hanamichi lapidario, ma la tristezza è difficile da non cogliere.
 
"Oh" beh, non c'è veramente altro da dire.
 
"...e nonostante tutto, non credo che riuscirò mai a smettere di sentirmi in colpa" è l'aggiunta non richiesta, facendo alzare di scatto la testa di Kaede. Non esiste che dica una cosa del genere senza fornire ulteriori spiegazioni, e spera di non doverlo esortare.
 
Cala di nuovo il silenzio, ed è la situazione più assurda che Kaede possa ricordare in tempi recenti. E meno recenti.
 
Hanamichi beve un sorso d'acqua, si gonfia le guance, deglutisce lentamente.
 
Kaede si sente costretto a porre la domanda seguente, quasi scontata, cioè 'Cosa intendi dire', ma Hanamichi lo precede.
 
"Tu non hai mai...subito un lutto importante?"
 
Kaede lo guarda con gli occhi più larghi che abbia mai rivolto verso qualcuno.
 
"Io...sì. Cioè, non ho perso nessuno dei miei genitori..." il solo pensiero in realtà gli fa mancare il fiato, "ma mio nonno...circa un mese fa..."
 
Finalmente Hanamichi sembra destarsi e lo osserva interessato.
 
"Non hai detto niente..."
 
"Era molto anziano e malato...nulla che non si potesse prevedere. È successo venerdì pomeriggio, sabato c'è stato il funerale...e fine" spiega Kaede spiccio.
 
"Mi dispiace"
 
Kaede accenna un'ombra di un sorriso.
 
"Dicono sempre tutti che ero uguale a lui"
 
"Quindi era un musone?" Hanamichi non si fa problemi ad appuntare. Kaede potrebbe prendersela, ma vede che sta gradualmente tornando in se stesso e per quanto sia bizzarro, ne è sollevato.
 
Annuisce. "Sì, silenzioso e sulle sue...ma ricordo tanti suoi gesti per dimostrare che mi voleva bene...quindi...", un improvviso nodo in gola gli impedisce di proseguire mantenendo la voce stabile e devia lo sguardo, fingendo un rapido colpo di tosse.
 
"Già. Anche papà era quel genere di persona. Poche parole, tanti fatti" commenta Hanamichi, che non fa invece appunti sull'emozione di Kaede.
 
Kaede rischia di ridacchiare. Nella famiglia del doaho c'è stata una persona priva del suo grande talento di vomitare un centinaio di parole al minuto?
 
C'è altro silenzio, ma l'imbarazzo si è diradato.
 
"Ok, ti lascio il campo...ci vediamo"
 
Hanamichi ripone la borraccia nella borsa, poi fa per caricarsela su una spalla, ma Kaede interviene, ancora una volta. Questo strattone nel petto, questa minuscola ondata di panico lo porta a desiderare che lui rimanga. Quindi dice la prima cosa che gli viene in mente:
 
"Ti va una sfida?"
 
Hanamichi, già mezzo girato, lo guarda con le folte sopracciglia aggrottate.
 
"Da quando mi ritieni all'altezza?" dice senza nascondere lo scontento.
 
Kaede inizia a palleggiare placidamente, alzando una spalla.
 
"Non sei più lo stesso impedito dei primi mesi...c'è sempre margine di miglioramento, no?"
 
Hanamichi lo fissa, lo scruta, sospettoso. Non è il Rukawa che ha l'abitudine di avere di fronte, non con questo atteggiamento...generoso? Amichevole? Perché la sua proposta non gli suscita voglia di mandarlo al diavolo ma un'impennata di orgoglio? Di felicità...
 
Qualcosa nel blu dei suoi occhi è diverso. Hanamichi ci mette poco a capire che gli va bene accettare il rischio di ciò che c'è oltre, e si tuffa.

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Capitolo 9
*** 9. Lutto, II ***


La testa di Kaede è appoggiata sulla spalla di Hanamichi mentre guardano la puntata di una sit-com che il televisore proietta, il volume non è molto alto, le risatine di Hanamichi di tanto in tanto riempiono l'ambiente e scuotono sia il suo corpo che Kaede, il quale si limita a sorrisini contenuti.
 
Sono circa le nove di sera, è ottobre, la temperatura è mite, ancora non c'è bisogno di infilarsi sotto coperte pesanti.
 
Un brusio dal comodino fa distogliere l'attenzione di Kaede dal televisore, scorgendo sullo schermo del telefono che la chiamata proviene da sua mamma. Con un sospiro, allunga la mano, non è raro che sua madre lo chiami di tanto in tanto la sera, le piace dargli la buonanotte e augurargli la buona giornata per l'indomani. Un piccolo gesto pieno di affetto per cui ogni tanto Kaede alza gli occhi al cielo, ma allo stesso modo lo fa sorridere intenerito.
 
"Pronto?"
 
La voce della madre di Kaede giunge molto attutita alle orecchie di Hanamichi, che non presta molta attenzione, finché, dopo circa dieci secondi, Kaede non si solleva, voltandosi verso il bordo del letto e ghermendo maggiormente il telefono.
 
"Cosa?"
 
Hanamichi prova ad avvicinarsi un po', è impossibile non avvertire il cambio di umore del compagno, da rilassato e tranquillo a teso e disorientato. Scorge il suo viso e lo vede impallidire, attonito.
 
La sua voce si abbassa, mentre mormora qualche 'Sì' e perlopiù ascolta, annuisce anche se la sua interlocutrice non può vederlo, poi intuibilmente la chiamata è al termine quando dice: "Sì, ci vediamo domani...va bene...buonanotte"
 
Il silenzio si impadronisce della stanza, riuscendo ad ovattare anche le battute provenienti dal televisore, mentre Hanamichi, accigliato, fissa Kaede che rimane immobile almeno un minuto prima di girarsi, con gli occhi lucidi.
 
"Cos'è successo?" esala Hanamichi, col cuore in gola, l'espressione del compagno non suggerisce buone notizie.
 
Kaede deglutisce, guarda in basso. "La nonna...la nonna Kaede è morta. La mamma aveva provato a chiamarla più volte, senza ricevere risposta...è andata a trovarla...lei era sulla poltrona, addormentata", mentre la voce si spezza, non si trattiene oltre e si accuccia contro Hanamichi, che rimane immobile un paio di secondi prima di reagire, stringendolo e accarezzandogli i capelli.
 
"Oh...mi dispiace tanto, tesoro..."
 
Un singhiozzo scuote le spalle di Kaede, che cullato dalle mani dolci del compagno non reprime la tristezza e piange silenziosamente, bagnando e macchiando la sua maglietta. Hanamichi lo aspetta con pazienza, il suo dispiacere è sincero e profondo. Non solo vedere Kaede soffrire così gli strappa il cuore, ma ha avuto modo di conoscere bene l'amata nonna di Kaede, non per niente ha ereditato il suo nome, e se non si lascia andare alle lacrime è solo perché in questo momento deve sostenerlo.
 
I sussulti si fanno gradualmente più sporadici, Kaede ci mette un po' a calmarsi, Hanamichi non ha detto nulla né lo ha invitato a smettere di piangere. In momenti come questi è giusto lasciare sfogare la propria sofferenza in maniera naturale e libera.
 
Tuttavia, sentendolo sospirare mentre i singulti si placano, continuando a sfiorargli i capelli inizia a parlare piano:
 
"Ti ricordi la prima volta che me l'hai fatta conoscere...'è un mio amico', avevi detto...lei ha sorriso e poi ha detto 'sì, certo, dicono tutti così'. Non ci ha creduto neanche un momento"
 
Kaede tira su col naso, si passa una mano sul viso per eliminare l'abbondante traccia di lacrime.
 
"In diciotto anni non le avevo mai presentato nessun amico..."
 
"Era sorprendente che una donna giapponese della sua età fosse così aperta" commenta Hanamichi, che è sempre rimasto stupito dall'accoglienza immediata che gli era stata riservata, in primis dai genitori di Kaede, poi anche dalla sua adorata nonna.
 
Kaede si concede un piccolo sorriso. "Beh...non te l'ho mai detto, ma un giorno mia nonna mi consegnò una scatola in cui erano contenute decine di lettere...pensavo fossero quelle che aveva scambiato con il nonno. Invece mi disse che erano quelle di suo fratello, Kenta, il quale si era innamorato di un suo amico d'infanzia..."
 
"Davvero?"
 
"Come puoi immaginare, era impossibile che vivessero la loro storia...il ragazzo che Kenta amava andò in guerra, mentre lui non venne arruolato, dato che aveva un leggero problema di udito...ovviamente si sposò con una donna, tuttavia scambiava lettere con lui...ininterrottamente, forse anche sua moglie sapeva e faceva finta di nulla, finché non scoprì che il suo amato era caduto in battaglia. Anche se morto, continuò a scrivere lettere destinate a lui...credo l'abbia fatto fino alla fine dei suoi giorni. Mia nonna mi disse che lo vedeva soffrire in continuazione, e avrebbe fatto qualsiasi cosa per poterlo aiutare..."
 
"Cavoli...che tristezza infinita..."
 
"Già. Finché ne ebbe occasione, la nonna fece di tutto per consentire ai due di avere di momenti di intimità, di vedersi soli anche solo per qualche minuto...per un bacio...mi disse chiaramente che non ha mai pensato fosse strano, e l'unica cosa che voleva era vedere suo fratello felice. Per questo era contenta di vedere felice me"
 
Kaede alza il viso, guardando Hanamichi negli occhi, con le guance leggermente rosa.
 
"S-sono stato io...a renderti felice...?" balbetta Hanamichi, emozionato.
 
Kaede risponde premendo appena le labbra sulle sue.
 
"Sì. E mentre tutti dicevano che forse eravamo troppo diversi per stare insieme, lei ha sempre sostenuto che saremmo durati...esattamente come lei e il nonno. Lui era come me, silenzioso, introverso...lei è", Kaede sospira profondamente, rilasciando un soffio tremulo, "era...più come te...chiacchierona, allegra, vivace. Sai, per l'epoca, la nonna si sposò relativamente tardi rispetto alle altre ragazze, a 25/26 anni...aveva dei pretendenti, ma non accettò mai di sposarsi per convenienza, finché non conobbe mio nonno. Si innamorò di lui e volle solo lui, anche se ci sarebbero stati dei potenziali promessi sposi più ricchi che i suoi genitori cercarono di imporle. Anche il nonno era una specie di mosca bianca, per il periodo di cui parliamo...non le alzò mai la voce né tantomeno le mani. Certo, bisticciavano parecchio, ma in maniera perlopiù innocua"
 
Hanamichi sorride, "Mmh, quindi come noi...dici che dureremo anche noi 60 anni?"
 
Gli occhi di Kaede sono luminosi, anche se un po' arrossati. "Ne sono già passati dieci...tu che ne pensi?"
 
Sì, sono passati dieci anni, ma il cuore di Hanamichi ancora batte forte quando Kaede lo guarda con tutto quell'amore. Dovrebbe esserci abituato, ma non lo è fino in fondo, e forse è proprio questo il motivo del loro successo.
 
Usa la sua stessa moneta e lo bacia dolcemente.
 
Kaede appoggia nuovamente il capo sul suo petto, spossato emotivamente, apprezzando il tocco delicato di Hanamichi sulla schiena.
 
"Domani vorrei andare a vedere la nonna..."
 
"Certo, verrò con te"
 
"Mi piace pensare che non abbia sofferto...e che se esiste un qualsiasi aldilà, sia felice, dopo aver ritrovato il nonno e suo fratello...che a sua volta sarà con il suo amore perduto..." sussurra Kaede, reprimendo una nuova ondata di lacrime mentre si aggrappa ad Hanamichi.
 
"Già...chissà, magari riuscirà anche a conoscere mio padre" aggiunge Hanamichi, per la seconda volta ingoia il groppo, questa volta più voluminoso, "saranno contenti di saperci felici, no?"
 
Kaede, con voce ancora flebile, abbozza un altro sorriso.
 
"Io ti rendo felice?"
 
Hanamichi stringe la presa e lo bacia sulla fronte.

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Capitolo 10
*** 10. Sorpresa ***


Non tutte le fan di Kaede sono delle pazze stalker che gli impediscono di deambulare normalmente per i corridoi e in cortile. Alcune si limitano a timide risatine e occhiate interessate, altre più audaci gli lasciano qualche lettera anonima nell'armadietto dove quotidianamente ripone le scarpe esclusive per il suolo scolastico, niente di preoccupante.
 
Alcune, però, a due anni e mezzo da quando Kaede Rukawa ha fatto il suo ingresso nel liceo Shohoku, non hanno concluso il normale percorso speranza-disperazione-rassegnazione nonostante la totale mancanza di incentivi da parte del protagonista delle loro fantasie, più o meno folli.
 
Ecco perché, in una calda sera di giugno, mentre Kaede sta uscendo dalla palestra per tornare a casa, si ritrova circondato da un gruppetto di questo ramo coriaceo e tutt'altro che richiesto di fan. Un brusio di voci lo stordisce, complici anche la stanchezza e l'afa che si sta impossessando di Kanagawa benché tecnicamente l'estate non sia ancora iniziata, tra chi vuole allungargli di persona lettere, regali e chi insiste per invitarlo a uscire a bere qualcosa, perché se lo merita con questo caldo che sfiora l'infernale e l'impegno mostrato durante l'allenamento, che nessuna di loro si è persa.
 
In bilico tra l'oggettiva spossatezza che avverte e la consapevolezza che se le colpisse fisicamente non si metterebbe bene per lui – anche se non può giurare che alcune di loro non gradirebbero – nota con qualche secondo di ritardo la figura di Hanamichi che si avvicina con il borsone in spalla.
 
Jeans azzurri, t-shirt bianca, capelli umidi, è profumato e fresco di doccia. È magnifico e Kaede non ha idea del perché quello stormo di ormoni non sia ai suoi piedi invece che appiccicato al suo culo pallido.
 
Si fa strada tra le squinzie ignorando i borbottii e fissa Kaede negli occhi, in una domanda telepatica che riceve immediata risposta, mentre le presenze femminili sbiadiscono.
 
Ti porto via da qui.
 
Sì.
 
In un lampo, Hanamichi afferra il polso di Kaede e corre via dalle ragazze che rumoreggiano e insultano lo 'stupido scimmione', e nemmeno Kaede ha capito bene cosa vuole fare quando raggiunge la sua bicicletta e lo incita a sganciarla per potersi allontanare il prima possibile dalla scuola.
 
Kaede si sorprende quando Hanamichi si posiziona sulla sella, facendogli cenno di sistemarsi dietro e di aggrapparsi, e sulla scia delle continue grida oltraggiate delle ragazze, Hanamichi parte, quasi desiderando che alla bicicletta spuntino le ali.
 
Dopo un paio di minuti di guida folle però rallenta, sicuro che nessuno li stia seguendo, mentre Kaede si guarda intorno, serrando le braccia intorno alla sua vita, un po' scomodo perché ci sono i borsoni di entrambi a intralciare i movimenti.
 
“Dove andiamo?”
 
Hanamichi non risponde, Kaede prova a sbirciare il suo viso per capirci qualcosa, ma non riesce a vederlo. Passa un altro minuto e Kaede lascia il viso sulla sua schiena, mentre la guida di Hanamichi diventa calma e piacevole. Intorno a loro, il sole sta concedendo il posto alla sera.
 
Il tragitto dura forse una decina di minuti prima che Kaede, che nel frattempo ha chiuso gli occhi rilassato, li riapra nell'udire il dolce rumore delle onde.
 
Poche stelle punteggiano il cielo, Kaede volta il capo verso il mare e il suo instancabile moto, socchiudendo le labbra per lo stupore, come non lo avesse mai visto.
 
Osserva Hanamichi, che frena del tutto la bici, da cui entrambi scendono. Sempre senza parlare si avviano verso la spiaggia, quasi del tutto buia.
 
Finalmente Hanamichi lo guarda e ha una luce negli occhi che Kaede conosce bene.
 
“Fa caldo oggi, eh?” chiede, mentre si sfila la maglietta. Kaede segue con gli occhi le sue grandi mani che abbassano i jeans e la biancheria intima.
 
I vestiti fanno tutti la stessa fine, buttati sulla sabbia, si avvicina a riva e Kaede lo segue, senza fiatare, senza neanche guardarsi intorno per accertarsi che non ci sia nessuno.
 
Vede Hanamichi rabbrividire a contatto con l'acqua, in cui entra gradualmente.
 
Senza riflettere né fare o farsi alcuna domanda, si spoglia a sua volta e lentamente lo raggiunge, finché l'acqua sfiora i fianchi di entrambi.
 
Delicatamente, Kaede gli cinge la vita con un braccio e posa un bacio sulla sua spalla. Anche se c'è poca luce, immagina bene che Hanamichi stia arrossendo, e probabilmente è lo stesso anche per lui, si gira con un sorriso emozionato che arriva agli occhi e si estende fino alle orecchie.
 
Kaede non ha tempo di pronunciare sillaba, Hanamichi ricambia il gesto e si impossessa delle sue labbra. Le bocche e le lingue si divorano, gli odori intensi e unici si mischiano con la salsedine, i corpi si incollano quanto più possibile.
 
Hanamichi gli afferra il viso con entrambe le mani, sfiorandogli coi pollici la bocca che si schiude piano.
 
“Era da tutto il giorno che volevo farlo”
 
Kaede azzarda un'occhiata intorno a loro.
 
“Un bagno nel mare, nudi, di sera tardi?”
 
“...pensavo di fare una cosa diversa dal solito...non ti piace?” domanda senza perdere il sorriso, in realtà piuttosto sicuro della sua scelta.
 
“Mi piace” conferma Kaede. Con le dita bagnate percorre le sue clavicole e le braccia, giungendo all'ombelico. Il suo ventre è perfetto, la sua pelle dorata irradia calore, il suo profumo indescrivibile, i suoi occhi calorosi e grandi...Kaede è pronto a smarrirsi volentieri in essi come in mezzo all'oceano in cui si trovano.
 
Era da ore che entrambi morivano dalla voglia di baciarsi così, ma questo non lo dicono.
 
Hanamichi gli deposita morbidi baci sul collo, poi lo prende per mano ed esce dall'acqua, tornando ai vestiti stropicciati sulla spiaggia. Li sistema un po' meglio in modo da potersi stendere sopra di essi.
 
Kaede riprende a baciarlo, in maniera più sensuale e decisa. Posa la mano sul suo collo, arrivando alla nuca, tira e graffia leggermente, portandolo dove vuole, rapendo la sua lingua in un gioco di intrecci e sfioramenti. Si sdraia e lo trascina sopra di sé, Hanamichi perde l'equilibrio e fa appena in tempo ad appoggiare i gomiti per non schiacciarlo.
 
Istintivamente Kaede si inarca e ogni briciola di lucidità di Hanamichi viene spazzata via mentre il desiderio romba con prepotenza.
 
Lo accarezza languidamente lungo il fianco, vezzeggia la leggera e morbida peluria sul ventre, lo bacia sul collo, sul petto, odorando il mare e la sua essenza. La sua mano arriva tra le sue gambe, Kaede automaticamente tende a chiuderle, un gemito gli scappa. Si aggrappa alle sue spalle mentre Hanamichi lo tocca dolcemente, assorto nei suoi sospiri e nei baci che gli lascia alternativamente sull'orecchio e sulle labbra.
 
Non c'è altro rumore. I loro respiri, il mare, le automobili in lontananza.
 
E ancora il respiro di Kaede, più affannoso, la sua lingua sul suo lobo, la mano di Hanamichi che si bagna. Gli occhi di nuovo si risucchiano a vicenda, le mani di Kaede si allacciano dietro la sua nuca, i bacini si incastrano alla perfezione.
 
Hanamichi si strofina su di lui, sorridendogli e strappando a entrambi un altro gemito. Le mani di Kaede sulle sue natiche lo esortano.
 
Hanamichi, in lui, si morde le labbra per non urlare, sentendolo stringersi intorno a sé, incolla la bocca alla sua e lo stringe forte, e adesso gli unici suoni che sentono sono i loro battiti cardiaci. Poi ci sono le onde, la sabbia che si attacca alle pelli umide, la brezza notturna che viene avvertita a malapena.
 
Hanamichi apre gli occhi e lo fissa, senza riuscire a ritenersi ancora sazio, la voce di Kaede che gli accarezza i timpani è musica, i suoi gemiti gli bruciano il cuore, continua a spingere in lui e lo bacia e lo stringe.
 
I baci e le carezze continuano, l'orgasmo li ha momentaneamente placati, ma sanno entrambi che non ci vorrà molto prima di riprendere.
 
“Quindi ti è piaciuto...” mormora Hanamichi divertito.
 
“Mmh...niente male...” bofonchia Kaede, sorridendo suo malgrado, passando le unghie leggere sul suo petto. Le sue mani si piazzano sulle cosce del compagno, le stringono, e in uno scatto ribalta le posizioni.
 
“Proviamo anche così?” non lo fa rispondere, baciandolo a lungo, proseguendo poi lungo la gola. Giunto all'inizio del torso, ripercorre la stessa scia all'inverso con la lingua, guardandolo negli occhi quando è all'altezza del mento.
 
“Perché no” dice Hanamichi, dandogli un leggero schiaffo sul sedere, ghignando lievemente al suo sussulto.
 
“...qualche richiesta particolare?” sussurra Kaede al suo orecchio, mordendolo con cautela.
 
Hanamichi chiude gli occhi, con espressione che si addolcisce quando sente le sue labbra sul viso, infine sulla fronte.
 
“Tocca a te sorprendermi...” sospira, avvertendo la sua lingua che scende sul petto.
 
Kaede è felice di accontentarlo.

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Capitolo 11
*** 11. Fantasia ***


 
Il coach sta parlando. Kaede sa che dovrebbe concentrarsi ed ascoltare gli schemi che sta minuziosamente illustrando, ma è più forte di lui.
 
Non riesce a staccare gli occhi di dosso da Hanamichi. Dal suo collo, dalla sua schiena, dal suo culo.
 
Cerca di ascoltare il coach anche se tutto ciò che vorrebbe ascoltare è il suo respiro contro l'orecchio, sogna ad occhi aperti che con quelle mani grandi gli strappi la pettorina di dosso, il tessuto della t-shirt, e poi lo prenda in braccio per portarlo altrove, in un posto qualsiasi purché ci siano solo loro due.
 
Hanamichi risulta serio, sta ascoltando il mister. Con il tempo, i suoi scatti dovuti alla sua quasi totale incapacità di controllare gli impulsi sono diminuiti, è maturato, è diventato più affascinante, e Kaede sa di non essere la sua unica vittima.
 
Le fantasie sono iniziate in maniera inconscia, prima di diventare un'assoluta droga di cui Kaede non è in grado di disfarsi. È al limite dell'ossessione e se fosse una persona normale penserebbe anche di parlarne con qualcuno per sfogarsi, ma essendo strambo e asociale, non ha amici con cui aprirsi.
 
Come poter dire, poi, che, come in questo momento, spesso e volentieri immagina il suo viso trasformato in una maschera di piacere, sudato? Come spiegare di voler passare con la mano lungo il suo collo, di voler percorrere ogni centimetro del suo corpo con la lingua?
 
Nello spogliatoio, gli sembra che tutti gli lancino occhiate eloquenti, come se sapessero. Fantastico, adesso è anche paranoico.
 
Hanamichi, ignaro di qualsiasi turbamento stia affollando la mente di Kaede, sembra molto impegnato ad aprire un nuovo docchiaschiuma. Kaede lo osserva, ha solo l'asciugamano intorno ai fianchi, ma è passato un po' da quando, vedendolo uscire dalla doccia, in un momento non meglio precisato è rimasto imbambolato e con la bocca socchiusa – e un sottilissimo filo di bava – a fissarlo, pensando 'Cazzo, sono gay'. Non è solo questo. Non è solo gay, è gay per Hanamichi Sakuragi. Nessun altro gli fa lo stesso effetto. Riconosce la prestanza fisica e l'oggettiva avvenenza di altri compagni e rivali, ma non c'è niente di più.
 
Giorno per giorno, ogni volta che lo vede, il suo cuore si smarrisce da qualche parte, Kaede non sa dove. Ogni volta che lo vede, gli sembra di volare in un'altra dimensione. Sta succedendo anche ora, naturalmente.
 
Vede Hanamichi uscire con calma dalla doccia, sedendosi su una panchina, incurante che il suo corpo nudo possa uccidere qualcuno. Kaede, per inciso.
 
Kaede si sente stordito. L'ha visto nudo infinite volte, ma nei suoi sogni non si limita a guardare. Lì lo tocca, lo bacia, lo lecca, ovunque, lo ha dentro di sé, sopra di sé, sotto di sé.
 
Kaede sta litigando con l'armadietto, il dannato lucchetto sembra non volersi aprire, e all'improvviso Hanamichi è accanto a lui.
 
Ora Kaede sente chiaramente gli sguardi curiosi di tutti, mentre Hanamichi dà l'impressione di non essersene affatto accorto.
 
“Tutto bene, volpe?”
 
“N-no, questo coso non si apre...”
 
Hanamichi posa la mano sulla sua. Kaede non ha idea di come faccia, ma con un paio di movimenti netti e precisi, lo aiuta ad aprire il lucchetto. La combinazione è banalmente la sua data di nascita, e il fatto che Hanamichi lo sappia causa un piccolo maremoto nel suo petto.
 
“Grazie...”
 
Hanamichi gli fa l'occhiolino e Kaede si sente andare a fuoco, abbassa leggermente la testa, ma è ancora peggio. Hanamichi è ancora nudo.
 
Hanamichi gli solleva il viso, lo accarezza, Kaede si paralizza come una statua. Hanamichi si china appena, lo bacia.
 
Non è un bacio a fior di labbra. Hanamichi sposta la mano dietro la sua nuca, mentre subito gli cerca la lingua. Kaede non pensa, non è in grado di farlo, gli allaccia le braccia al collo e risponde al bacio. Dura tantissimo, nella solita dimensione priva di spazio e tempo che Kaede ha creato appositamente ed esclusivamente per loro due, molto in lontananza gli pare di avvertire applausi e fischi.
 
Qualcuno si schiarisce la voce, Kaede sbatte le palpebre come un cerbiatto, torna in sé.
 
Hanamichi si è allontanato e ha cominciato a vestirsi. Nessuna carezza, nessun bacio. Un'altra assurda fantasia, che è sfrecciata nella sua mente senza che potesse prepararsi minimamente. Cazzo, sta peggiorando.
 
“Rukawa, ti stai addormentando? O stai pensando a qualcuno di molto speciale?” risuona la voce di un nuovo compagno, Seto o Sato, con una punta di malizia che fa accapponare la pelle di Kaede, il quale si accerta immediatamente di non aver avuto un'erezione mentre sognava ad occhi aperti.
 
“Lascialo stare” commenta Hanamichi con un tono pacato, ma che non ammette ulteriori repliche. Questo Seto – o Sato – si è fatto subito riconoscere per l'indole che ha di stuzzicare chiunque con battute, frecciatine e provocazioni, nulla con cui valga la pena sporcarsi le mani, ma in molti si sono dimostrati insofferenti ai suoi continui pungoli, e Hanamichi, con la sua innata schiettezza che poco tollera il vago e il sottinteso, non fa eccezione.
 
Non è neanche la prima volta che Seto/Sato lancia commenti su Kaede, e non è la prima volta che Hanamichi interviene per allontanarlo e farlo smettere. Kaede sa che è totalmente pazzo a pensarlo, ma a volte gli sembra che Hanamichi sia...beh, possessivo, nei suoi confronti. Come se lui e lui solo fosse nel diritto di bisticciare con lui e rivolgergli osservazioni, ma gli altri no. E non solo con Seto/Sato, ma anche con diversi rivali nel basket che hanno incontrato sul loro cammino. Un po' come succede con i genitori o i fratelli...uno ci può litigare senza tregua e dirgliene di tutti i colori, ma gli altri non devono permettersi affatto.
 
C'è un che di familiare che gli scalda il cuore al pensiero, ma Kaede sta ben attento a non lasciar trapelare nulla. Anche se diventa sempre più difficile.
 
Fuori dagli spogliatoi, tutti si dileguano con velocità, con le divise nere sembrano tanti insetti che sgambettano via nelle loro piccole tane.
 
Kaede rimane appena indietro e, mentre passa davanti ai parcheggi delle biciclette, con sua somma sorpresa la voce di Hanamichi lo interpella.
 
“Non vedo la tua bici, volpe”
 
Kaede cerca di placarsi, il fatto che si ricordi di come sia la sua bici non significa niente, dopo due anni e mezzo è normale, specie dato che più di una volta lo ha investito.
 
“Ho avuto un piccolo incidente, deve essere aggiustata” si sente rispondere.
 
“Ti sei di nuovo schiantato contro un palo?” ridacchia Hanamichi, la fossetta sulla sua guancia causa strani movimenti nello stomaco di Kaede, per cui stringe maggiormente il borsone come uno scudo protettivo.
 
“Non proprio...uno che faceva retromarcia mi ha quasi messo sotto, ho frenato di botto e sono caduto in avanti, la bici è rimasta danneggiata più del solito”
 
Il sorriso di Hanamichi svanisce abbastanza rapidamente, le sue sopracciglia si uniscono in un'espressione inquieta.
 
“Quando è successo?”
 
Kaede alza una spalla, non volendo soffermarsi sul fatto che Hanamichi Sakuragi sembri dannatamente preoccupato. Per lui.
 
“Venerdì scorso”
 
“E tu...ti sei fatto male?”
 
“Solo un paio di graffi...il borsone ha attutito la caduta”
 
Il silenzio che segue si prolunga troppo, così Kaede si muove a disagio, facendo per andarsene.
 
“A lunedì...”
 
“Ehi, che ne dici di mangiare una pizza? Io e i ragazzi abbiamo appena scoperto un posto che le fa buonissime” dice Hanamichi nello stesso momento, ammutolendo del tutto Kaede, che trova fiato dopo infiniti secondi.
 
“C-cosa?”
 
Ok, il loro rapporto è molto più civile ora, e da parecchio...ed è anche capitato di uscire insieme al resto della squadra per festeggiare qualche vittoria o compleanno, e per quanto Kaede non possa negare di essersi smarrito troppe volte per la sua stessa salute mentale in film immaginari in cui cominciava a frequentare Hanamichi, non ha mai lontanamente immaginato potesse accadere realmente.
 
Sa che sta correndo troppo, Hanamichi ha un sacco di amici con cui esce frequentemente, ha stretto ottimi rapporti anche con i più grandi rivali dello Shohoku, da parte sua non c'è sicuramente nulla di strano nel chiedere a un compagno di squadra di mangiare un boccone insieme. Ma per Kaede, è tutto un altro discorso.
 
“Allora?” il suo sguardo limpido e onesto scaccia via la diffidenza di Kaede, non sembra trattarsi di uno strano scherzo di cattivo gusto.
 
Sente il cuore martellare nelle orecchie, quando parla teme che la sua voce non sia udibile.
 
“...non posso. Mia madre è venuta a prendermi...”
 
Hanamichi lancia un'occhiata oltre i cancelli della scuola, come a cercare l'auto in attesa.

“Ha avuto un po' paura per la scorsa settimana, si è fatta prendere dall'ansia e ha deciso di accompagnarmi...ma durerà poco, non appena la bici sarà a posto, riprenderò a venire e tornare a casa da solo” si affretta a spiegare, non volendo apparire un bamboccio che per due graffi è andato a nascondersi dietro la gonna di sua madre.
 
“Oh, capisco. Beh, domani è sabato, magari ci becchiamo per due tiri al campetto”
 
Kaede è tentato di correre in macchina da sua madre a dirle che ha dei progetti per la serata e andare con Hanamichi a mangiare questa pizza eccezionale di cui ha parlato, ma ormai gli ha detto di no e non vuole apparire disperato. Non lo è.
 
Solo un pochino, forse.
 
“Nh, ok” scrolla le spalle come se non gli importasse, non si scompone neanche quando Hanamichi sorride ancora, dandogli l'impressione di oscurare la magnifica luna che adorna il cielo.
 
“Allora ci vediamo” conclude Hanamichi, sollevando una mano per salutare e girandosi.
 
Kaede quasi geme vedendolo allontanarsi con quella camminata disinvolta e sexy, inclina la testa mentre segue fin quanto può i movimenti del suo fondoschiena.
 
Scuote il capo, avviandosi verso l'auto di sua madre.
 
“Ciao tesoro, com'è andata?”
 
Kaede mugugna, ma ovviamente sua madre lo conosce e non insiste, mette in moto sapendo che non otterrà alcuna risposta che possa definirsi umana.
 
Kaede cerca di non pensarci, ma sa già che passerà tutto il weekend al campetto sperando che Hanamichi si faccia vivo.
 
Non è disperato.
 
È solo che Hanamichi Sakuragi non è più uno con un bel corpo che ogni tanto occupa le sue fantasie adolescenziali. Kaede schiaccia la fronte sul finestrino, emettendo un lieve sospiro.
 
È molto peggio. È terrificante.
 
Se ne è innamorato.
 
Consapevole di tutto ciò, chiude gli occhi durante il tragitto. Ripensa all'invito di Hanamichi, alla specie di appuntamento per il weekend, nel campetto, al suo sorriso dolce e sincero, e sorride a sua volta.
 
La consapevolezza di essersi innamorato di Hanamichi Sakuragi è terribile, ma non può fare a meno di sentirsi felice.

 

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