Pathfinder: L'Ascesa dei Signori delle Rune

di Justice Gundam
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La luce della Costa Perduta ***
Capitolo 3: *** Goblin all'attacco! ***
Capitolo 4: *** Alla locanda del Drago Arrugginito ***
Capitolo 5: *** Offerte bruciate ***
Capitolo 6: *** Una giornata a Sandpoint ***
Capitolo 7: *** Shalelu, la cacciatrice di goblin ***
Capitolo 8: *** Vetro ed ira ***
Capitolo 9: *** Scontro nella vetreria ***
Capitolo 10: *** Un'amicizia che viene dal passato ***
Capitolo 11: *** Le catacombe dell'ira ***
Capitolo 12: *** Caos nelle catacombe ***
Capitolo 13: *** Erylium passa al contrattacco ***
Capitolo 14: *** Spedizione a Collecardo ***
Capitolo 15: *** Primo approccio ***
Capitolo 16: *** La battaglia per Collecardo ***
Capitolo 17: *** I nuovi goblin di Collecardo ***
Capitolo 18: *** Tsuto e Lyrie ***
Capitolo 19: *** Trappole e battaglie ***
Capitolo 20: *** Duello decisivo ***
Capitolo 21: *** Yan e Nualia ***
Capitolo 22: *** Interludio 1: Avventurieri di Varisia ***
Capitolo 23: *** Ritorno a Sandpoint ***
Capitolo 24: *** Il momento dei saluti ***
Capitolo 25: *** Una nuova spedizione ***
Capitolo 26: *** La trappola di Tethiqqa ***
Capitolo 27: *** Malfeshnekor ***
Capitolo 28: *** Ritorno alla normalità ***
Capitolo 29: *** Omicidi atroci ***
Capitolo 30: *** Indagini ***
Capitolo 31: *** Piaga di ghoul ***
Capitolo 32: *** Orrore nelle fattorie ***
Capitolo 33: *** Le Apprensioni ***
Capitolo 34: *** Fine di una folle corsa ***
Capitolo 35: *** Esorcismi ***
Capitolo 36: *** Magnimar, la città dei monumenti ***
Capitolo 37: *** In visita a casa Foxglove ***
Capitolo 38: *** Nella loggia dei Pathfinder ***
Capitolo 39: *** Interludio 2: L'uomo che non aveva nulla ***
Capitolo 40: *** In arresto ***
Capitolo 41: *** Rovi di ferro ***
Capitolo 42: *** Contro il culto dello Scuoiatore ***
Capitolo 43: *** Capitolo 40 - Duello decisivo sulla torre dell'orologio ***
Capitolo 44: *** Gli eroi di Magnimar ***
Capitolo 45: *** Caccia al killer ***
Capitolo 46: *** Anche gli dei commettono errori ***
Capitolo 47: *** Contro il culto di Shax ***
Capitolo 48: *** Magnimar in pace ***
Capitolo 49: *** Nessuna risposta da Forte Rannick ***
Capitolo 50: *** Incontri pericolosi nella foresta ***
Capitolo 51: *** La fattoria dei Graul ***
Capitolo 52: *** Le stregonerie dei Graul ***
Capitolo 53: *** Sotto la pioggia ***
Capitolo 54: *** Nella Vallata degli Alberi Infranti ***
Capitolo 55: *** Assalto! ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

Benvenuti!

Questo che vi apprestate a leggere è un mio tentativo di trasporre in narrativa gli eventi canonici del gioco di ruolo Pathfinder, ormai arrivato alla sua seconda edizione. Avete già visto che sto pubblicando alcune storie prese dalle mie sessioni di gioco, ma quelle riguardavano le avventure che ho scritto io... qui invece, ci spostiamo su Golarion, il misterioso mondo creato dagli autori della Paizo. Cercherò di intessere una narrativa ispirata agli eventi di diversi Percorsi d'Avventura, cominciando dal primissimo... e arrivando ad un finale che spero sarà sufficientemente epico!

Quindi, prendete un bel respiro, e preparatevi a viaggiare tra i miti e le leggende di Golarion! Mi aspetto che sarà una storia davvero lunga…

Tutti i marchi registrati che utilizzerò in questa fanfiction sono di proprietà della Paizo o della Legendary Games, un gruppo di sviluppatori indipendenti che hanno scritto un bel po' di materiale per la prima edizione di Pathfinder. Tali marchi registrati sono utilizzati in questa fanfiction per puro divertimento e senza scopo di lucro.

Molto bene, amici fan del fantasy! E' il momento di cominciare! Buona lettura!

 

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Prologo

 

"Lady Alaznist. Vogliate perdonare l'intrusione."

Una voce maschile chiara ed eloquente, ma distintamente arrogante e crudele, risuonò nel grande santuario riccamente decorato, un attimo dopo che una figura imponente si materializzasse sull'ingresso. Due paia di occhi indignati si volsero di scatto sull'intruso, che avanzò con una sicurezza che sfociava nella tracotanza, quasi volesse sfidare gli abitanti del santuario a fermarlo.

"Il momento è ormai giunto. Thassilon cadrà oggi." continuò l'uomo, con lo stesso distacco che avrebbe avuto nel parlare delle condizioni atmosferiche. Le fiamme magiche che ardevano nei bracieri disposti ordinatamente nel salone illuminarono in maniera spettacolare la figura dell'uomo - alto, dal fisico prestante e dall'aspetto affascinante, i capelli neri come la notte tagliati corti e un pizzetto ben curato dello stesso colore. Sul torace e sulle braccia erano tatuate delle complesse rune che lo identificavano immediatamente per ciò che era - uno dei sette Signori delle Rune, i potentissimi maghi che governavano le satrapie che una volta erano l'Impero di Thassilon.

La prima delle due figure già presenti nel santuario - una donna di mezz'età dai lunghi capelli rossi, alta e statuaria, avvolta in eleganti vesti rosse e dorate, e con il volto perennemente contorto in un'espressione rabbiosa - avanzò imperiosamente verso l'uomo. "Con quale temerarietà osate violare il mio santuario, Xanderghul?" tuonò. "La vostra tanto decantata superbia vi porterà infine alla morte!"

"Qui non siete il benvenuto, Signore delle Rune!" ringhiò l'imponente creatura ricoperta di squame viola che attendeva in piedi accanto alla donna vestita di rosso.

L'uomo di nome Xanderghul, noto come il Signore delle Rune della Superbia, accolse le minacce con espressione quasi annoiata e si lisciò il lungo mantello verde che lo avvolgeva. Il suo collare di piume di pavone si mosse appena un po' mentre Xanderghul si avvicinava con tutta calma. "Sareste così gentile da far tacere la vostra creatura, Alaznist, prima che io sia costretto a bandirla?" chiese con presunzione. "Trovo corretto da parte mia informarvi che la vostra sala del consiglio non mi impressiona più di tanto. Sono di ritorno dalla sala del trono dell'imperatore di Azlant in persona."

La donna, Alaznist, si avvicinò a Xanderghul fino a stargli quasi ad un palmo dal naso, cercando di invadere il suo spazio. "Azlant?" ringhiò. "Vorreste dunque tornare da coloro che ci hanno esiliati, come un cane preso a calci dal suo padrone? Sapevo che eravate uno stolto egocentrico, Xanderghul, ma non vi facevo anche un traditore!"

Xanderghul rivolse ad Alaznist uno sguardo obliquo. "Azlant è ormai in rovina." rispose. "Non è che un'ombra del suo antico splendore. E l'imperatore è sempre più vecchio e debole. E' arrivato al punto di implorare il sottoscritto di prendere il suo posto sul Trono di Vetro." Fece vagare il suo sguardo attorno alla sala del consiglio. "E devo ammettere che suona bene. Xanderghul, Imperatore di Azlant."

L'ira di Alaznist sembrò quietarsi almeno un po', e la donna si distaccò da Xanderghul e sospirò. "Eppure eccovi qui, dopo aver attraversato nuovamente il mare di Thassilon. Non posso fare a meno di notare che non indossate neanche una corona."

Il vistoso Signore delle Rune della Superbia scosse il capo. "Aroden, l'eroe del culto, ha rovinato tutto." rispose con un'acredine che incrinò appena un po' il suo atteggiamento presuntuoso. "Ha reclamato la spada del comando per sè. E da allora, tutto è piombato nel caos."

Xanderghul alzò una mano e toccò un murale che rappresentava uno strano simbolo, somigliante ad una stella a sette punte. "Ora l'impero è controllato dai signori velati. In realtà, penso che lo sia sempre stato." continuò. "E quando la successione non è andata come speravano, hanno evocato delle pietre infuocate da oltre il cielo. Hanno demolito il palazzo e ridotto il trono in frammenti. Vogliono ricordarci qual è il nostro posto."

Alaznist corrugò la fronte e fissò Xanderghul mentre quest'ultimo si voltava verso di lei con un elegante svolazzo del suo mantello. "Azlant è morta. Tra poco toccherà anche a Thassilon." affermò. "E voi... siete sempre stata la mia preferita, Alaznist. Che gli altri Signori delle Rune restino pure qui a marcire. Io e voi ci salveremo dalla tempesta imminente, e riemergeremo quando la distruzione sarà passata. Sarà allora che voi potrete aiutarmi a restituire la gloria passata a Thassilon."

La donna vestita di rosso non reagì, ma dentro di sè ardeva di rabbia. Quale presunzione, credere davvero che lei, Lady Alaznist, Signora delle Rune dell'Ira, si sarebbe abbassata a fare da tirapiedi a qualcun altro, fosse anche Lord Xanderghul. Ma in quel momento, non conveniva reagire. Con uno sforzo di volontà, Alaznist tenne a freno la lingua e continuò a fissare Xanderghul che, con un semplice gesto della mano, cominciava a svanire.

"E' ormai tempo, Alaznist. Entrate nel vostro pozzo delle rune. Preparatevi ad un lungo riposo. Passeranno molti, molti anni prima del nostro prossimo incontro." con queste parole, Xanderghul svanì del tutto, lasciando Alaznist e il suo servitore da soli nella grande sala del consiglio.

La creatura dalle squame viola scosse la testa cornuta e fece un gesto con la mano, mostrando degli artigli affilati grandi come roncole. "Avremmo fatto meglio ad ucciderlo mentre ne avevamo la possibilità, mia signora." tuonò.

Alaznist appoggiò una mano sulla spalla della creatura, sentendone i muscoli simili ad acciaio temprato. "Ogni cosa a tempo debito, mio castellano." rispose, con un tono più disteso. "Detto questo, per quanto Xanderghul sia un presuntuoso, ha ragione. E' tempo che io vada. E il tuo compito è sorvegliare la fortezza fino al mio ritorno. Quando i tuoni si saranno calmati e le rovine fumanti del nostro regno saranno riemerse, io tornerò dal mio pozzo delle rune per costruire un nuovo Impero di Thassilon."

La donna si incamminò fino a raggiungere una finestra che dava su un desolante paesaggio di rovina e distruzione, una terra devastata dalle pietre infuocate che cadevano senza sosta dal cielo del colore del piombo. "Usa la Chiave che ti ho dato per proteggere la fortezza. La nuova era avrà bisogno di un centro del potere adatto. Piega gli abitanti di questo posto alla tua volontà, e non lasciare mai che dimentichino il dominio di Alaznist, Signora delle Rune dell'Ira!"

Il demone chinò il capo. "Come desiderate, potente Lady Alaznist." rispose. "Quanto tempo resterete nel pozzo delle rune?"

Il volto arcigno di Alaznist si rilassò in un sorriso malvagio. "Non ti preoccupare. Non dovrei metterci più di qualche migliaio di anni."

All'esterno, la pioggia di meteore si era intensificata, radendo al suolo ogni cosa ai piedi della grande montagna... sulla cui fiancata era scolpito il volto della Signora delle Rune, che squadrava con bramosia tutto ciò che le apparteneva.

Per ora, era il momento di ritirarsi. Col tempo, Thassilon sarebbe rinata, e il mondo intero avrebbe dovuto inchinarsi ancora una volta ai Signori delle Rune...     

                            

 

oooooooooo

 

In un altro luogo, nello stesso momento...

"Immaginavo che si sarebbero mossi presto. Se devo essere sincera, mi sorprende che non lo abbiano fatto prima." commento, vagamente divertita, l'arcimaga armata di falcione in piedi al centro della grande sala. Vestita in maniera alquanto rivelante, con una sorta di costume di cuoio rosso e nero che lasciava ben poco all'immaginazione, e tenendo in una mano un'impressionante arma ad asta con una lama ricurva a ciascun capo, la donna raggiunse il centro del grande pentacolo rosso inciso sul pavimento, che sembrava fluire come se fosse stato disegnato con il sangue. Le due figure in piedi al centro del pentacolo attesero la loro padrona senza dire nulla, e la donna fece vagare il suo sguardo per la sala, come se volesse imprimersi nella mente quel luogo a lei tanto familiare prima di doverlo lasciare per un lungo tempo.

"Lord Xanderghul e Lady Alaznist si saranno già ritirati nei loro pozzi delle rune, potente Lady Sorshen." disse uno dei due individui al centro della stanza - un uomo bellissimo e dal fisico degno di un modello, avvolto in eleganti vesti rosse decorate di rune dorate, il petto nudo e le braccia muscolose decorate con segni mistici dello stesso colore del sangue che permeava il pentacolo... e le mura della stanza. "Riteniamo che Lord Karzoug farà lo stesso entro breve... per quanto riguarda Lord Zutha, Lord Krune e Lady Belimarius, stanno prendendo anche loro i provvedimenti necessari."

"Il Cenotafio è letteralmente sommerso di energia magica." rispose l'altro uomo, un giovane dai corti capelli neri vestito di un'elegante toga di seta bianca con un paio di calzari dorati, bracciali argentati ai polsi, e il viso e le spalle decorate da piccole rune nere. "Lord Zutha ha preso dei provvedimenti drastici."

"Capisco..." disse Sorshen, la Signora delle Rune della Lussuria, pensando alla crisi che il suo regno stava attraversando. Non era mai successo prima che Thassilon fosse sull'orlo della distruzione come in quel momento. Prima Azlant, e adesso loro...

La donna scosse la testa e si riavviò i lunghi capelli neri con un elegante gesto. "Ammetto che condividere con Xanderghul e gli altri le mie scoperte sui pozzi delle rune... non è stata la mia idea più intelligente. Ma rammaricarsene non servirà a nulla, a questo punto." Con un gesto del braccio libero, l'arcimaga si incamminò verso un immenso altare di pietra, sul quale troneggiava una colossale statua che rappresentava la Signora delle Rune completamente nuda... e con un rombo agghiacciante, alcuni canali si aprirono nei muri allorchè alcune lastre di pietra si mossero e rivelarono i condotti dalle pareti incrostate di rosso dietro di essi. Un istante dopo, dei fiumi di denso sangue scarlatto cominciarono a fluire dai canali e a riversarsi in un grande canale che attorniava il centro di potere di Sorshen. Il liquido scarlatto cominciò a risplendere di luce propria, immergendo la sala in un malato bagliore cremisi, e un pungente odore ferroso si diffuse ovunque... ma nè la donna nè i suoi due attendenti sembrarono minimamente turbati.

Sorshen abbassò il braccio e voltò il capo verso i suoi due subordinati, picchiettando sul terreno con una delle lame del suo roncone. "E' ora che anch'io mi unisca ai miei... stimati colleghi... nel nostro sonno millenario." affermò. "Quando il Cataclisma sarà cessato, ci sarà molto da ricostruire... e preferirei che sia fatto senza inopportune interferenze. Immagino che voi abbiate già capito cosa voglio dire... giusto, Kazsethil?"

La donna rivolse un sorriso malizioso e seducente all'uomo vestito di rosso, che rispose a tono, chinando la testa. I lunghi capelli castani che incorniciavano il suo viso si mossero lievemente, mentre Kazsethil guardò negli occhi la sua signora. "Conti su di me. Io e Solusen faremo in modo che non ci siano problemi quando lei ritornerà."

Solusen, l'uomo in toga e sandali, disse di sì con la testa... e Sorshen restò per un attimo a fissare negli occhi il suo subordinato, come se volesse leggergli nel pensiero.

"Ottimo." rispose Sorshen. "Mi raccomando, Kazsethil. Conto su di te."

"Ma non al cento per cento." volle aggiungere tra sè.

 

oooooooooo

 

"HEH. STUPIDE SCIMMIE SENZA PELI. ORMAI E' TROPPO TARDI PER VOI. AVRESTE DOVUTO CAPIRE PRIMA CHE NON POTEVATE FARE NULLA PER SFUGGIRE ALLA VOSTRA SERVITU'."

La mente aliena intrappolata tra innumerevoli vincoli magici nell'oscurità impenetrabile degli abissi marini aveva ancora conservato qualche scampolo di coscienza. I suoi enormi poteri psichici reagivano agli avvenimenti che stavano devastando il mondo di superficie, percependo ogni singola vita che veniva spezzata, il loro terrore e il loro senso di impotenza davanti ad una natura che si era rivoltata contro di loro.

Per il potente signore velato Ochymua, alto rappresentante degli alghollthu su Golarion e comandante delle legioni degli ulat-kini, questa devastazione era la sua vendetta.

"IL MIO UNICO RAMMARICO E' CHE NON RIUSCIRO' A VEDERE IL TRAMONTO DELL'UMANITA' PRIMA DI CADERE IN QUESTO SONNO SENZA TEMPO. DI SICURO, D'ORA IN POI PIU' NULLA POTRA' OPPORSI AL DOMINIO DI NOI ALGHOLLTHU..."

Ochymua non riuscì ad articolare altri pensieri, prima di sprofondare in una stasi senza tempo...

 

oooooooooo

 

Quel giorno, il Cataclisma cambiò per sempre la vita su Golarion...

Ma gli alghollthu avevano sottovalutato la razza umana.

Col tempo, anche se gli Azlanti sarebbero stati dimenticati, l'umanità avrebbe ricostruito ciò che era andato perso...

I Signori delle Rune divennero soltanto un lontano ricordo avvolto dalle nebbie del tempo.

Il ricordo dei signori velati svanì dalle menti degli abitanti di superficie...

Diecimila anni dopo il Cataclisma, Golarion era un pianeta ricco di culture e creature di ogni tipo.

Ma la sua storia continuava ad essere travagliata.

Con la morte del dio vivente, Aroden, il mondo entrò in quella che venne chiamata "l'Era dei Presagi Perduti".

Ed in questa era, Golarion si prepara ad affrontare una crisi ancora più grande...

 

oooooooooo

 

CONTINUA...    

 

 

                                 

  

     

 

 

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Capitolo 2
*** La luce della Costa Perduta ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE

Capitolo 1 - La luce della Costa Perduta

 

Anno 4707 del calendario di Golarion. Diecimila anni dopo la caduta di Thassilon.

"Aaaah, certo che fa un certo effetto tornare qui dopo tanto tempo! Quanto è passato... cinque anni?" affermò un giovane sulla prima ventina d'anni, il volto sorprendentemente pulito nonostante un paio di cicatrici - una sulla guancia destra e una sul mento - mentre si incamminava con una certa baldanza su uno dei due ponti di legno che attraversavano il grande fiume che separava Sandpoint dal resto della terraferma. Poco dopo il punto in cui il ponte raggiungeva le strade della cittadina, iniziava una colorata processione di bancarelle, saltimbanchi, festoni ed attrazioni che non lasciavano dubbi circa la gioiosa occasione che si stava celebrando. Già da fuori si sentivano le grida di giubilo di coloro che partecipavano ai festeggiamenti, centinaia di voci che si mescolavano in una confortante confusione.

Yan si sgranchì una spalla, un po' affaticato per il viaggio che lo aveva ricondotto alla sua città natale. Chissà quanto era cambiato, in quei cinque anni? Il suo ultimo ricordo di Sandpoint era stato il clima di tristezza e rabbia che si respirava per le strade - la piccola città sulla costa ovest di Varisia era stata colpita duramente da quel brutto periodo che era adesso conosciuto tra gli abitanti come "Lo Spiacevole Ritardo". Diversi eventi nefasti si erano susseguiti nel giro di pochi giorni, a partire dalla morte ancora poco chiara di una donna di etnia Tian precipitata sugli scogli vicino a casa Kaijitsu. A partire da quella notte, Sandpoint era stata sconvolta da una serie di terribili omicidi, culminati nell'incendio della chiesa locale dedicata a Desna. L'anziano sacerdote era perito tra le fiamme, immergendo la piccola città di poco più di mille anime in un clima di paura e sospetto.

Certo, riflettè Yan con un po' di tristezza, il clima che si respirava adesso era molto più disteso. Le notizie erano circolate. La chiesa di Desna era stata ricostruita a tempo di record, e anche se certo non sarebbe stata la stessa cosa, se non altro si trattava di un simbolo importante per la comunità, un luogo che per la gente di Sandpoint rappresentava qualcosa di più che un luogo di culto. Era una presenza comfortante, come se Desna stessa fosse venuta a proteggere la cittadina dagli orrori del mondo che la circondava.

Non che nei dintorni di Sandpoint, in quegli ultimi tempi, ci fossero chissà quali cose terrificanti. A parte qualche incursione di goblin, di tanto in tanto, la cittadina non aveva avuto grossi problemi, dopo che si era esaurito lo shock per l'incendio della vecchia cattedrale.

"Yan? Ti sei perso con la testa tra le nuvole?" chiese la sua accompagnatrice, una ragazza che doveva avere due o tre anni meno di lui, di chiara etnia Tian - la carnagione pallida, i capelli neri e gli occhi a mandorla la identificavano chiaramente per quello che era. Il giovane fece un salto per lo stupore, poi si voltò verso la sua compagna, che sorrise con fare complice. "Dì la verità, ti sei messo a fantasticare. Beh, non posso darti torto... immagino che per te, tornare nella tua città natale dopo così tanto tempo sia un'esperienza... nostalgica."

Yan alzò le spalle divertito, pur con una punta di malinconia. Il suo equipaggiamento, che consisteva di un pettorale d'acciaio sopra una veste blu scuro, con pantaloni dello stesso colore e stivali da viaggio, era ulteriormente corredato da un paio di schinieri e due manicotti di bronzo che gli proteggevano gli avambracci, e portava al fianco una spada, non troppo ben forgiata ma comunque efficace, ben riposta in un ampio fodero. Per contrasto, la sua compagna era vestita in un modo che favoriva la libertà di movimento, con delle vesti chiare, calzoni neri aderenti e un paio di stivali rinforzati. I suoi lunghi capelli neri erano legati in un'elegante coda di cavallo dietro la schiena, e anche se i suoi vestiti non lasciavano intravedere molto il suo corpo, era evidente che la giovane donna era ben allenata. Un bastone da combattimento era legato alla sua schiena.

"Effettivamente è vero, Reji... Lacrime di Desna, sono passati cinque anni ormai da quel giorno... e ancora mi ricordo questa città come se fosse ieri. Molte cose sono cambiate... ma l'atmosfera è proprio quella che ricordo." affermò, cominciando finalmente ad addentrarsi nelle vie di Sandpoint, la ciitadina conosciuta a Varisia come "la luce della Costa Perduta". Da dove si trovavano lui e la sua compagna, riusciva a vedere la piazza principale di Sandpoint, dove la celebrazione della fine dei lavori stava avendo luogo - il Festival della Coda di Rondine, lo avevano chiamato, un'intera giornata di giochi, festeggiamenti, buon cibo e spensieratezza.

Yan sospirò. C'era una persona in particolare con la quale gli sarebbe piaciuto partecipare ai festeggiamenti. Purtroppo, a volte la vita dispone diversamente. Ormai lei se n'era andata, e tutto quello che Yan poteva fare era guardare avanti e avere fiducia.

"Hm? Va tutto bene, Yan? All'improvviso, mi sei sembrato così triste..." affermò Reji, notando l'espressione del suo compagno di viaggio. Il giovane dai capelli castani fece un sobbalzo, poi si passò la mano sul viso per cercare di nascondere le sue emozioni. Non riteneva il caso di gravare la sua amica con i suoi problemi.

"Oh... no, non è niente... stavo semplicemente pensando a quello che è successo cinque anni fa, quando la chiesa di Desna è bruciata in quel maledetto incendio." affermò. "Ma... ormai è tutto nel passato. Adesso... Sandpoint è una città nuova, e siamo qui per goderci il Festival della Coda di Rondine, giusto?"

La ragazza mora sorrise e volteggiò agilmente su sè stessa. Anche con un gesto così sbarazzino, riusciva a dare sfoggio dell'agilità e della coordinazione che le erano proprie. "Proprio così! E io, per quanto mi riguarda, non vedo l'ora di provare le specialità di Sandpoint! Ho sentito dire che la Taverna del Drago Arrugginito prepara dei piatti deliziosi!"

"Hahahaa! E' sempre stato così! Spero solo che la figlia dei Kaijitsu sia anche lei una brava cuoca!" affermò il giovane, per poi seguire di corsa la sua compagna di viaggio mentre si dirigeva verso il centro della città.

 

oooooooooo

 

"E come sindaco di Sandpoint, voglio dare a tutti il benvenuto nella nostra città, ed augurare a tutti di godersi quanto più possibile il Festival della Coda di Rondine!" La voce gioviale di una donna di mezz'età vestita di verde, con corti capelli ramati, risuonò chiara e decisa nella piazza principale della cittadina. Il sindaco Kendra Deverin aveva aperto i festeggiamenti con un breve ma sentito discorso, e il suo comportamento amichevole si era dimostrato contagioso. "Sarà sicuramente una giornata di festa e di allegria. Mi basti dire che anche il buon vecchio Larz è arrivato a staccarsi una volta tanto dal suo lavoro alla conceria per partecipare!"

Il pubblico rise della battuta del sindaco... e un po' in disparte, una giovane donna mezzelfa dai lunghi capelli rossi scuri sospirò mentre si appoggiava con la schiena l muro della costruzione più vicina. Questi discorsi di apertura erano sempre la parte più irritante di qualsiasi festeggiamento ufficiale. Se non fosse stato per il fatto che doveva accompagnare la sua amica, non si sarebbe certo disturbata di mescolarsi a tutta questa gente, in un luogo così caotico e rumoroso.

"Per quanto mi riguarda, sarei rimasta volentieri a continuare i miei studi a Magnimar..." disse tra sè, aggiustandosi gli occhiali sul naso e mettendosi a posto il cappello a larghe falde che portava sulla testa, e che la identificava subito come una maga. Sotto la sua mantellina verde scuro, indossava delle vesti scure, e i suoi stivali da viaggio avevano un po' di tacco, mentre in una mano reggeva un esile bastone ferrato che terminava con un pomello a forma di falce di luna. "Bah, visto che ormai siamo qui, cerchiamo almeno di trovare qualcosa di interessante. Anche se non so esattamente cosa ci possa essere in una cittadina di campagna come questa..."

Il sindaco di Sandpoint aveva terminato il suo breve discorso e, ritirandosi tra gli applausi dei suoi concittadini, stava lasciando il posto a qualcun altro sul palcoscenico: un uomo alto e dalla carnagione scura, con un'espressione acuta e completamente calvo - tutti segni distintivi di una persona di etnia Shoanti.

"Il nostro stimato sindaco... ha parlato con molta eloquenza. E vi auguro anch'io di passare una buona giornata." disse l'uomo dalla pelle scura. Sfortunatamente, per quanto cercasse di mostrarsi partecipe, il suo tono severo non stava esattamente mettendo il pubblico a loro agio. "Tuttavia, come vostro sceriffo, è mio dovere ricordarvi che anche durante i festeggiamenti vanno osservate delle norme di sicurezza. Se le osserverete scrupolosamente, questa occasione sarà lieta per tutti. Innanzitutto, non avvicinatevi troppo al falò che si terrà questa sera, e prestate la massima attenzione ad oggetti taglienti e a punte di ogni tipo. Inoltre..."

"Aaaah, fa sempre così lo sceriffo Belor... non lasciarti intimorire troppo." disse un'acuta voce maschile, appartenente a qualcuno che era saltato fuori all'improvviso accanto alla mezzelfa. Stupita, la giovane maga si guardò attorno senza vedere nessuno...

"No, no, guarda in basso!" continuò la voce con una breve risata. Abbassando di colpo lo sguardo, la mezzelfa con gli occhiali vide che a parlare era stato un giovane halfling dai corti capelli neri, dal fisico atletico ma relativamente longilineo per gli standard della sua razza, che indossava una camicia bianca impolverata e un paio di pantaloni marroni tenuti fermi con un paio di bretelle. Al contrario della maggior parte degli halfling, questo indossava delle calzature - un paio di stivali neri alti fino al ginocchio, che per qualche motivo sembravano più nuovi rispetto al resto del suo abbigliamento. "Buongiorno, signorina! Il mio nome è Jolan, e sono una guida! Che gliene pare dell'accoglienza che Sandpoint riserva ai suoi ospiti?"

La mezzelfa sbattè gli occhi meravigliata davanti a quell'halfling che le si presentava davanti con tanta naturalezza... poi, si aggiustò gli occhiali e rispose. "Piacere di conoscerla, signor Jolan. Sono Eli Clays... apprendista maga di Magnimar. Sono qui per... accompagnare una mia amica che voleva a tutti i costi vedere le festività."

"Non mi sembra che lei sia troppo entusiasta, signorina Clays." affermò l'halfling, facendo soltanto un po' più serio mentre studiava le reazioni della maga mezzelfa. Eli cercava di mantenere il suo sguardo sul palcoscenico, dove lo sceriffo continuava a fare le sue raccomandazioni sui comportamenti da tenere durante la festa. "Non le piace la festa che abbiamo preparato?"

"Non è che non mi piaccia. Avrei preferito restare a Magnimar per continuare le mie ricerche." affermò Eli, senza prestare troppa attenzione a Jolan. Si chiuse nel mutismo un attimo dopo, sperando che la vivace guida comprendesse e lasciasse perdere.

Sfortunatamente per lei, Jolan non sembrava tipo da farsi scoraggiare tanto facilmente. "Beh... immagino che per adesso i festeggiamenti non siano ancora entrati nel vivo. Abbia pazienza, tra non molto... quando il signor Belor avrà finito di raccomandarsi come se fossimo tanti bambini... sarà la volta del signor Kaijitsu, e poi inizieranno le competizioni. Credo che potrà trovare qualcosa di interessante! Oppure potrà trovare qualcosa di appetitoso tra gli stand, o qualche cianfrusaglia da comprare!"

Eli sospirò. "Se non si tratta di qualche manoscritto sull'antica Thassilon, allora non mi interessa." affermò. "Ma grazie per l'interessamento."

Questa volta, Jolan sembrò comprendere che era di troppo, da quelle parti. "Oookay, come non detto. Va bene, la lascio alle sue... riflessioni. Però... se lei volesse partecipare a qualche gara, fa sempre in tempo." rispose. "Se vuole, ci si vede in giro."

"Va bene..." rispose la mezzelfa con scarsa partecipazione. Jolan fece un saluto con la mano e si affrettò a scomparire tra la folla, grazie anche alla sua statura ridotta che gli consentì di confondersi tra gli abitanti di Sandpoint, per la maggior parte umani.

"Detto questo, credo di non avere altre raccomandazioni da farvi." lo sceriffo era arrivato alla fine del suo discorso, cosa per cui molti abitanti di Sandpoint erano grati. Sembrava che non dovesse mai finire... "Ricordatevi di tenere conto della vostra sicurezza, e che sia una giornata fausta per tutti. Grazie. Ora passo la parola al nostro stimato concittadino, Lonjinku Kaijitsu."

I cittadini di Sandpoint applaudirono allo sceriffo mentre quest'ultimo faceva un cenno con la testa e scendeva dal palco. Anche Eli, malgrado il suo scarso entusiasmo, si trovò a fare un breve applauso, per poi rimettersi a guardare in giro nella speranza di veder tornare la sua amica. La popolazione di Sandpoint stava riprendendo a rumoreggiare, in attesa che Lonjinku salisse sul palco per fare il suo discorso... ma l'attesa si stava prolungando più di quanto previsto.

"Hm? Allora, questo tipo arriva o non arriva?" si chiese Eli. Un piccolo movimento accanto a lei attirò la sua attenzione, e la mezzelfa volse lo sguardo in quella direzione. Vicino a lei, era apparsa proprio la persona che stava aspettando - una graziosa femmina di gnomo avvolta in eleganti vesti bianche bordate di azzurro, con un buffo copricapo sui suoi lunghi capelli biondi e un paio di stivaletti blu alti fino alle caviglie. Camminava con vivacità, ma al tempo stesso con una certa circospezione, come se avesse paura di far cadere qualcosa... e non appena raggiunse Eli, alzò lo sguardo per rivelare un paio di occhi di un blu incredibilmente intenso, che sembrava cambiare sfumatura ogni momento, passando dall'azzurro chiaro di un giorno di sole fino al blu scuro dell'acqua profonda. "Misia? Sei tornata presto, vedo! Hai trovato quello che cercavi?"

La femmina di gnomo annuì energicamente e mostrò alla sua amica una graziosa scultura in vetro che rappresentava una farfalla dai colori sgargianti. "Certamente! Guarda qui che bella, Eli! Questa scultura di vetro non sfigurerebbe certo nella mia collezione!" esclamò quasi festosamente. Eli non riuscì a trattenere una breve risata - doveva immaginare che Misia avrebbe scelto una cosa simile, essendo una devota di Desna (la dea dei sogni, tradizionalmente rappresentata da una farfalla), e considerando che una delle specialità di Sandpoint era la soffiatura del vetro.

"Mi fa piacere che tu abbia trovato qualcosa che ti piace." rispose Eli, per poi riportare la sua attenzione al palco davanti a lei. "Adesso... dovrebbe arrivare il signor Kaijitsu per dire la sua su questa festa, ma vedo che se la sta prendendo comoda."

"Ah, già... a questo proposito, ho sentito dire che il signor Kaijitsu è indisposto, quindi non parteciperà ai festeggiamenti." rispose Misia, facendosi un po' più seria. Ripose accuratamente la sua sculturina in vetro nella bisaccia, in modo che non corresse il rischio di rompersi, e si mise a posto il copricapo. "Non conosco i dettagli, ma... sinceramente, ho l'impressione che sia una scusa da parte sua. Lonjiku è sempre stato un tipo piuttosto... asociale. Avrà addotto qualche scusa perchè non gli piacciono queste occasioni rumorose."

"Sinceramente, non posso biasimarlo..." affermò ironicamente Eli. "Ma... visto che siamo qui, sarebbe davvero un peccato non approfittarne. Hai per caso visto se c'è qualcuno che venda qualche cianfrusaglia magica, da queste parti?"

"Hmm... credo di avere visto delle bancarelle interessanti. Se vuoi ti accompagno, visto che ormai credo che qui non ci sia più nessuno da ascoltare..." rispose la biondina, mentre con una rapida occhiata controllava che non fosse per caso arrivato qualcuno. Il palco era ancora desolatamente vuoto, a parte il sindaco di Sandpoint che stava in piedi vicino al centro della piattaforma sopraelevata, con un'espressione imbarazzata e vagamente infastidita.

"Ehm..." Kendra sospirò e si guardò attorno, sperando di vedere il vecchio Kaijitsu da qualche parte. Niente da fare. A quanto pareva, il vecchio orso si era dileguato. Peccato... aveva sperato di vederlo partecipare ai festeggiamenti, una volta tanto. Lonjiku non era mai stato un tipo molto cordiale, ma da quando sua moglie era morta misteriosamente tanto tempo prima, si era fatto ancora più chiuso ed ombroso. Forse anche per quelle voci maligne che lo accusavano di essere stato lui stesso ad uccidere sua moglie...

"Il signor Lonjiku Kaijitsu... non vuole salire sul palco e parlare?" chiese Kendra. La folla si era fatta di nuovo silenziosa per rispetto a chi stava per parlare, ma adesso aveva ripreso a bisbigliare con un misto di confusione e fastidio. Alcuni si erano aspettati che il vecchio Longinku non si sarebbe presentato... altri, invece, esprimevano chiaramente il loro disappunto, dando al vecchio del misantropo e dell'asociale. Finalmente, Kendra si arrese e scosse la testa in un gesto di frustrazione. "E va bene... signore e signori, mi dispiace dovervi annunciare che il nostro stimato concittadino Longinku Kaijitsu ha deciso di non presenziare alla cerimonia di apertura del Festival della Coda di Rondine. Peccato... speravo che il clima di festa facesse bene al suo pessimo umore. Ma non possiamo costringere a divertirsi chi non vuole."

"Alla fine, chi ci perde è lui... vecchio testardo." si sentì qualcuno mormorare tra la folla. Una voce femminile, che le orecchie acute di Eli colsero appena in mezzo al vociare. La mezzelfa guardò in quella direzione, appena in tempo per vedere una giovane donna sulla prima ventina d'anni, con tratti del viso chiaramente di etnia Tian e vestita di abiti da cucina pieni di macchie, che si allontanava in mezzo alla gente. Eli notò un particolare che la colpì dell'aspetto della giovane donna - un paio di ciuffi di capelli bianchi, in contrasto con il resto della sua chioma nera, che scendevano sulla fronte in due eleganti frangette.

"Già... sembra proprio che a qualcuno non piaccia questo festival. Oltre che a me." pensò tra sè Eli. "Peccato però... se non altro, quel Lonjiku poteva approfittarne per cercare di distrarsi. Mah, affari suoi."

"Eli? Hey, Eli, sei con la testa tra le nuvole?" chiese Misia. La femmina di gnomo controllò i suoi vestiti e la sua bisaccia una volta di più, per essere sicura che fosse tutto a posto... e la sua amica riuscì a sorridere, sinceramente contenta che almeno la sua migliore amica si stesse godendo la giornata. Tanto valeva che anche lei la sfruttasse al meglio, a quel punto.

La mezzelfa si mise a posto il cappello e si guardò attorno, mentre i cittadini di Sandpoint cominciavano a disperdersi per le strade della città e dare inizio ai festeggiamenti. "Tranquilla, Misia, stavo solo riflettendo." affermò. "Sai come sono fatta io... Detto questo, penso che sarebbe il caso di avviarci. Mi fai vedere dove hai trovato quelle bancarelle di cui dicevi?"

"Con piacere!" rispose scherzosamente la biondina. "Prego, Eli... seguimi! Ti faccio da guida!"              

 

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"Prego, signori! Venite numerosi! Qui per voi, una prova di tiro alla fune con il nostro campione!" Un uomo in abiti colorati e buffoneschi stava incitando gli spettatori a misurarsi in una prova di forza... accompagnato da un muscoloso mezzorco dalla mascella squadrata che in quel momento si stava pavoneggiando, mostrando i suoi possenti bicipiti e pettorali. "Non c'è trucco e non c'è inganno! Non costa nulla! Chi vuole tentare?"

"Cavolo, avete visto quel colosso?" si stava chiedendo uno spettatore. "Chi è che riuscirebbe a batterlo in una gara di tiro alla fune?"

"E non c'è neanche un premio... anche se in effetti è anche gratuito..." commentò una ragazza.

"Hmm... beh, sembra un passatempo divertente." commentò con aria sbarazzina il giovanotto che, assieme ad una ragazza mora più giovane di lui, stava rivolgendo lo sguardo allo stand di legno duro sul quale il mezzorco attendeva i suoi sfidanti. "Reji, puoi aspettare qui un attimo? Vorrei vedere come me la cavo!"

"Vai e fagli mangiare la polvere, Yan!" esclamò la ragazza Tian, facendo il segno dell'okay al suo compagno di viaggio. Yan annuì con sicurezza e si fece avanti alzando una mano, mentre il mezzorco già si preparava alla competizione e si sgranchiva le nocche delle mani.

"Bene, bene! Abbiamo un concorrente, signore e signori!" esclamò l'uomo, gettando una fune al suo campione. Con un ghigno, il mezzorco lanciò un capo della fune a Yan non appena quest'ultimo fu salito sul palco, e il giovane lo prese al volo e si piazzò dal lato opposto del quadrato. "Vedo che sono pronti! Sono caldi, sono decisi, e quindi... i concorrenti prendano posizione! Pronti... partenza... VIA!"

"Forza, Yan! Dai che ce la fai!" esclamò Reji, alzandosi sulle punte dei piedi per fare il tifo per il suo compagno.

Entrambi i contendenti iniziarono immediatamente a tirare, fissandosi negli occhi a vicenda con fare di sfida. Yan si trovò immediatamente a dover puntare i piedi a terra per non farsi tirare, e strinse i denti mentre cercava di opporsi alla forza del mezzorco. La forza del suo avversario era notevole... se voleva uscire vincitore da questo confronto, avrebbe dovuto fare ricorso a tutta la sua abilità.

Yan diede un breve strattone, mettendoci tutta la sua forza e impedendo all'avversario di trascinarlo ancora. Sorpreso, il mezzorco sembrò mollare per un beve istante la presa sulla fune, ma la riprese subito dopo e cercò di trascinare nuovamente Yan dall'altra parte. Il giovane non si fece cogliere impreparato e riuscì a trattenere la fune quando il suo avversario tirò ancora una volta verso di sè... poi, con una serie di colpi brevi ma intensi, cercò di far stancare il mezzorco.

"Incredibile, signore e signori!" commentò il proprietario dello stand, mentre la folla cominciava a tifare ad alta voce chi per l'uno, chi per l'altro. "Il nostro campione ha trovato qualcuno in grado di dargli del filo da torcere! Ma non si farà battere tanto facilmente! Vediamo come fa a togliersi dall'impiccio!"

Il mezzorco, dopo un istante di stupore, ghignò con aria sicura e riprese a tirare con tutte le sue forze, in modo da far perdere l'equilibrio a Yan. Il ragazzo strinse i denti e cercò ancora una volta di ancorarsi a terra, poi tirò verso di sè e riuscì a rallentare man mano... fino a fermarsi, poco prima che l'avversario riuscisse a trascinarlo dalla sua parte. Sentendo che il mezzorco iniziava a stancarsi, Yan aumentò gli sforzi e riuscì a recuperare terreno.

"Vai così che ce la fai, Yan!" esclamò Reji con partecipazione.

Entrambi i contendenti erano ormai completamente immersi nella loro competizione e non davano retta alle esclamazioni del pubblico. L'unica cosa a cui pensavano era il tiro alla fune... e finalmente dopo diversi secondi di stallo, Yan riuscì a trascinare il suo avversario qualche centimetro verso di sè! Il mezzorco sgranò gli occhi incredulo e cercò di recuperare il vantaggio... ma il contrasto prolungato lo aveva stancato, e dopo aver opposto resistenza per diversi secondi, venne infine portato sulla metà del palco dove Yan si trovava, decretando la vittoria del ragazzo!

"Stupendo! Una gara davvero combattuta!" esclamò il responsabile. "Incredibile, non succede spesso che il mio pupillo venga messo alle corde in questo modo! Un bell'applauso al nostro sfidante! Come ti chiami, ragazzo?"

Yan sbattè gli occhi stupito quando l'uomo dai vestiti colorati gli si avvicinò di colpo, ma rispose alla sua domanda senza esitazioni. "Ah... ehm... il mio nome è Yan. Yan Gudril. Sono... nato qui a Sandpoint, ma sono stato via un po' di anni..."

"E allora, un applauso al figlio ritrovato di Sandpoint! Hahahaaa!" esclamò il mezzorco, tirando una pacca amichevole sulla schiena di Yan, abbastanza forte da farlo quasi cadere in avanti! Per fortuna, il massiccio individuo dalla pelle verde era un tipo sportivo... "A proposito, sei un tipo tosto! Il mio nome è Kodon! Piacere di conoscerti!"    

"Ah... ehm... piacere mio!" affermò Yan con un pizzico di imbarazzo. Reji ridacchiò tra sè, prima di rivolgere la sua attenzione ad una bancarella dove erano esposte alcune delle specialità alimentari di Sandpoint...

 

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Misia si riavviò i capelli mentre ascoltava rapita il discorso che il capo spirituale di Sandpoint - un simpatico vecchietto dalla barba bianca e dall'espressione mite di nome Padre Zantus - raccontava una delle sue parabole preferite: quella secondo cui Desna, la dea dei sogni, era un giorno precipitata sulla terra sotto forma di una donna mortale, e fosse stata aiutata da un bambino...

"Dovete sapere che quel bambino, fin dalla nascita, aveva avuto la sfortuna di non possedere la vista, che molti di noi immaginano giustamente essere il più utile dei nostri sensi. Eppure... quel trovatello fu il primo a rendersi conto di chi aveva di fronte. E' dunque vero che a volte la vista, il più utile dei nostri sensi, rappresenta non più uno strumento utile, quanto un ostacolo alla conoscenza." stava spiegando Padre Zantus, curvo sotto il peso degli anni, ma ancora agile di mente e pieno di entusiasmo.

Misia annuì rapidamente, mentre accanto a lei, Eli sospirò e alzò le spalle. La mezzelfa non poteva certo dire di essere molto religiosa, a parte qualche invocazione che di tanto in tanto rivolgeva a Nethys, il dio della magia. E se doveva essere sincera, questa parabole le vanivano un po' a noia. Tuttavia, se si trattava di accontentare la sua amica, poteva anche fare uno sforzo e ascoltarle. L'unica cosa che contava era che nessuno cercasse di coinvolgerla in una discussione sulla religione.

"E poi... cosa accadde, Padre Zantus?" chiese con entusiasmo un bambino.

L'anziano sacerdote ridacchiò gentilmente. "Pazienza, pecorelle. Pazienza. Adesso ve lo racconto. Questo bambino, senza aspettarsi nulla in cambio, aiutò la nostra protettrice a riprendere le forze e a fare sì che l'essenza divina scorresse ancora in lei... e quando, acuni giorni dopo, la divina Desna riprese le sue sembianze, ella premiò questo piccolo eroe trasformandolo nel suo araldo - una meravigliosa farfalla colorata che per sempre avrebbe vegliato assieme a Desna su noi mortali, affinchè le crudeli orde dell'Abisso e le spietate legioni degli inferi non possano farci loro schiavi."

"Che bella storia, padre!" esclamò ammirata una bambina. Per Misia, doveva essere la ventesima volta che la ascoltava, in effetti, ma essendo anche lei una devota di Desna, non si stancava mai di risentirla. In particolare, le piaceva sentire come i vari devoti la reinterpetavano o aggiungevano particolari, abbellimenti o episodi. Era una cosa che la affascinava...

"Vero, piccola? Rispecchia perfettamente la misericordia e la compassione della divina Desna." rispose Zantus, mentre alcuni chierichetti vestiti di abiti di seta bianca portavano un carretto sul quale veniva trasportato un carico coperto da un elegante telo ricamato in modo da ricordare un cielo notturno. "Ed ora, miei piccoli amici... per celebrare la nostra protettrice... prego, miei giovani allievi, sollevate il telo!"

"Certamente, padre!" esclamò uno dei chierichetti, sollevando il telo con un gesto deciso. Immediatamente si sentì un frullo d'ali... e il carico si rivelò essere una gabbia di legno piena di colorate farfalle code di rondine, alcune delle quali grandi come la mano di un uomo, che presero il volo verso il cielo in un trionfo di colori sgargianti! I bambini emisero una serie di grida di gioia e meraviglia e cominciarono ad applaudire, subito imitati dai loro genitori... e da Misia, che scattò in piedi con un entusiasmo quasi palpabile. Persino Eli, che non era certo un'entusiasta di questi festeggiamenti, si scoprì essersi alzata in piedi e aver cominciato ad applaudire!

"Hey, compagna! Vedo che anche tu apprezzi queste cose!" disse Misia, rivolta alla sua amica.

Eli chiuse gli occhi e girò la testa dall'altra parte, imbarazzata. "Beh... quando qualcosa è fatto bene, non posso fare a meno di apprezzarlo!" rispose, cercando di non dare troppo a vedere la sua emozione. "E ho sentito dire che questa notte ci saranno anche dei fuochi d'artificio fatti venire direttamente da Tian Xia!"

"Hehehee... già, la tradizione di Tian Xia è molto sentita da queste parti!" fu il commento della femmina di gnomo. "Quindi cerca di tenerti sveglia per stasera! Non vorresti mai perderti lo spettacolo!"

 

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"Hmmm! Fantastico! Avevo sentito parlare bene del salmone al curry di Sandpoint, ma assaggiarlo così... è una favola!" Reji stava parlando con la bocca mezza piena, mentre lei e Yan si stavano godendo le specialità al banco allestito dalla famosa taverna al Drago Arrugginito - un noto ritrovo di amici ed avventurieri. La ragazza dai capelli neri gettò un paio di monete alla proprietaria del bancone, che li accolse con gratitudine.

"Ben gentile. E devo dire, che mi fa molto piacere vedere qualche compagna Tian da queste parti!" rispose allegramente la donna dietro il bancone. Ameiko Kajitsu, la ben nota proprietaria del Drago Arrugginito (nonchè figlia del famigerato Lonjiku), aveva gli stessi lineamenti della sua giovane cliente, resi in qualche modo ancora più esotici dal fatto di avere i capelli di due colori: per gran parte neri, schiarivano fino a diventare praticamente bianchi sulla fronte. "Da quando i lavori per la costruzione del nuovo santuario dedicato a Desna si sono diffusi in tutta Varisia, i visitatori sono aumentati... il che ovviamente significa anche che gli affari della mia locanda vanno a gonfie vele... ma sinceramente, di Tian come noi due non se ne sono visti così tanti."

"Pensare che Varisia ha la fama di essere un luogo dove si incontrano rappresentanti di varie culture..." disse Yan, distraendo per un attimo la sua attenzione dai crostini all'aragosta disposti sul banco davanti a lui. "Beh, l'importante è che i festeggiamenti stiano andando bene. E soprattutto, che il nuovo santuario di Desna abbia miglior fortuna del precedente."

Il giovane guardò nella direzione dove si trovava il nuovo santuario, e sospirò con una nota di malinconia mai del tutto sopita. Ancora ricordava i pomeriggi passati vicino al santuario, quando lui era ancora bambino, passati a parlare e a scherzare con quella malinconia bambina dai capelli bianchi come la neve. Era incredibile pensare che fosse passato così tanto tempo da quella volta. Ancora gli sembrava di sentire la voce severa di Padre Ezakien che redarguiva i ragazzi e ingiungeva loro di essere virtuosi e seguire il cammino dell'abnegazione e dell'obbedienza...

Non era la prima volta che Yan pensava quanto Padre Ezakien potesse essere rigido, almeno per gli standard della dea dei sogni...

Lo spadaccino si riportò alla realtà e gettò uno sguardo verso Reji, che dimostrava di apprezzare le specialità del Drago Arrugginito. "Davvero squisito, tutto quanto!" esclamò la ragazzina mora, quasi in visibilio. "Siete davvero una cuoca fantastica, signorina Kajitsu!"

Ameiko sghignazzò divertita. "Ah, per favore, chiamami soltanto Ameiko!" si schernì. "Non è che mi faccia troppo piacere ricordarmi che... alla fine, sono pur sempre la figlia di uno degli uomini più in vista di Sandpoint. Per quello che può valere..." Il suo tono scherzoso si fece più duro verso la fine. Evidentemente, tra Ameiko e suo padre, i rapporti non erano il massimo. "Ma non pensiamo a queste cose adesso. C'è una festa, ed è l'occasione migliore per tutti per essere contenti e divertirsi! E anch'io voglio fare la mia parte per assicurarmi che sia una giornata favolosa!"

"Ottimo! Grazie, Ameiko! Se è così... allora io non faccio complimenti!" affermò Yan, per poi puntare dritto su un pezzo di salmone al curry che aveva adocchiato un attimo prima...

 

oooooooooo

 

Tra festeggiamenti, esibizioni, parate di uomini in costume, divertimenti e bancarelle di ogni genere, il pomeriggio era passato in un lampo per gli abitanti di Sandpoint, e ora che la sera cominciava a scendere sulla tranquilla cittadina, molti di loro si erano riuniti nella piazza centrale, non molto lontano dal santuario da poco completato. Anche se molti erano stanchi per la festa di cui avevano fatto parte, si leggeva sui volti di quasi tutti la gioia e la speranza che per la loro città fosse finalmente finito il periodo delle sventure, e che il Festival della Coda di Rondine volesse dire un nuovo inizio per tutti.

Jolan sospirò, un po' esausto ma soddisfatto. Tra le attrazioni a cui aveva partecipato, e tutti quei turisti a cui aveva offerto una gita guidata di Sandpoint (per la modica cifra di un pezzo d'argento a persona - hey, un halfling deve pur guadagnarsi la pagnotta!) poteva tranquillamente dire di aver fatto un lavoro che lo soddisfaceva ampiamente... e adesso, mentre si sdraiava tranquillamente su un covone di paglia ammassato ad un angolo della piazza, lo spigliato halfling si rilassò, attendendo fiducioso il momento in cui Padre Zantus avrebbe preso il suo posto sul palco e avrebbe recitato la preghiera di rito - La Preghiera del Primo Sogno, la formula con la quale la cattedrale sarebbe stata consacrata alla divinità che più di ogni altra proteggeva Sandpoint.

"Beh, una cosa è certa. Padre Zantus mi dà l'impressione che sarà molto più popolare di Padre Ezakien, che Desna abbia pietà della sua anima." riflettè tra sè Jolan. Si guardò attorno, immaginando che molti dei cittadini di Sandpoint la pensassero come loro. Non che Padre Ezakien, il sacerdote perito nell'incendio del vecchio santuario, fosse esattamente impopolare... ma non si era nemmeno guadagnato le simpatie di molti di loro, a causa del suo carattere rigido ed inflessibile. Jolan lo aveva conosciuto personalmente, quando era vivo... era il classico bacchettone che badava più alla lettera degli insegnamenti di Desna che non al loro intento. Sempre a criticare qualcuno perchè aveva bevuto un po' di birra, mangiato un po' più del dovuto o andato a letto con qualcun altro. A sentire lui, sembrava quasi che la dea dei sogni se la dovesse prendere con il primo disgraziato che alzava un po' il gomito o voleva godersi la vita.

L'halfling si fece un po' più cupo, ripensando a quella figlia adottiva che Padre Ezakien aveva, e di cui si erano perse le tracce. Probabilmente era perita assieme a suo "padre" nell'incendio del santuario, anche se il suo corpo non era mai stato ritrovato. Davvero una storia triste... quella ragazza dai capelli bianchi... Nualia, se la memoria non lo tradiva... era sempre statacosì sola e triste. L'idea che la figlia adottiva potesse decidere da sola cosa fare della sua vita doveva essere stata aberrante per Padre Ezakien, che voleva a tutti i costi fare di lei una sacerdotessa di Desna...

"Ah, ma che mi metto a pensare..." disse tra sè lo svelto halfling. "Cavolo, certo che più mi fermo a pensare, più mi rendo conto che Padre Ezakien non era certo il sant'uomo che credeva di essere. Beh, speriamo almeno che il suo successore faccia un lavoro migliore. Senza dubbio, mi sembra un tipo molto più alla mano."

Jolan si mise le mani dietro la testa e guardò distrattamente un cane randagio che divorava avidamente alcuni pezzi di carne lasciati per terra accanto ad un carretto pieno di paglia. Finalmente, Padre Zantus aveva concluso la Preghiera del Primo Sogno, e stava richiamando l'attenzione su di sè, tenendo in una mano un sassolino che luccicava lievemente, emanando una debole aura magica.

"Ringrazio tutti coloro che hanno voluto essere presenti a questo importante evento, e faccio le mie preghiere a Desna affinchè ella permetta alla nostra città di superare tutte le avversità che indubbiamente dovrà ancora affrontare." disse l'anziano sacerdote. "Ora, cittadini di Sandpoint... dichiaro che il nuovo santuario è ufficialmente aperto ed usufruibile dal pubblico."

Con un movimento deciso del braccio, Padre Zantus gettò il sasso sul palco, dove si sgretolò ed emise un suono violento e rimbombante, come un tuono lontano. Ufficialmente, quello era il segnale che i festeggiamenti potevano riprendere...

L'urlo che si levò un attimo dopo, però, non aveva niente di festoso.

Tutto accadde in una frazione di secondo.

Si sentì uno strillo di terrore proveniente da una donna vicina a Jolan, e l'halfling scattò in piedi con un verso strozzato, non rendendosi conto di cosa stesse accadendo! Un secondo dopo, si sentì un altro urlo di spavento... poi un altro, e un altro ancora, mentre la folla si disperdeva in preda al panico, e numerose figure verdi altre poco più di un metro sbucavano dai posti più impensati e si lanciavano all'attacco con folli grida di gioia e risate demenziali! Da sotto i banchi, dalla paglia raccolta ai lati delle strade, dalle grondaie, da alcuni sacchi... come un fiume in piena, quegli esseri si riversarono sulla cittadina, precipitando tutto nel caos!

Agghiacciato, Jolan sgranò gli occhi, finalmente concentrandosi sulle creature: piccoli umanoidi sgraziati dalla pelle verde, con la testa esageratamente grande, vestiti di stracci e armati di coltelli arrugginiti e strane armi improvvisate, che si lanciavano a capofitto sulla folla, sulle bancarelle, su tutto ciò che capitava loro a tiro! Le loro urla di gioia maligna erano assordanti, e mentre si scagliavano all'attacco, molti di loro intonavano delle stridenti cantilene!

Jolan vide il cane randagio di un attimo prima crollare a terra in un lago di sangue, la gola tagliata da un orecchio all'altro... e da dietro la bestia emerse una di quelle creature, tenendo in mano un coltello ricurvo e arrugginito, gocciolante di sangue! La creatura stridette e scoppiò in una risata folle, mentre altre due si avvicinavano a Jolan, continuando a ridere come pazzi e a brandire le loro rudimentali ma letali armi!

"Oh, merda..." sussurrò l'halfling. Con movimenti incerti, raggiunse un piccolo fodero appeso al fianco e ne estrasse una piccola spada con un leggero suono metallico. Si mise in guardia, puntando la sua arma contro gli avversari che, per nulla intimoriti, continuavano ad avvicinarsi sghignazzando "I goblin..."

Nel giro di pochi secondi, l'atmosfera di gioia e serenità era svanita... e gli abitanti di Sandpoint si ritrovarono a dover combattere per salvarsi la vita da un'orda di goblin assassini!   

 

oooooooooo

 

CONTINUA...    

 

 

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Capitolo 3
*** Goblin all'attacco! ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

Risposte alle recensioni!

Farkas: Sì, in effetti sono accadute molte cose a Sandpoint. E ti posso dire subito una cosa: non è una coincidenza.

I goblin sono apparsi anche in "L'Ascesa della Follia", ma non hanno avuto un ruolo molto importante.

"Lacrime di Desna" è una semplice esclamazione che si usa spesso su Golarion. Questa, o altre esclamazioni simili, sono state prese dai fumetti ufficiali di Pathfinder.

Nell'universo di Pathfinder, gli gnomi sono più piccoli rispetto ai nani, hanno un aspetto più aggraziato e stravagante, con capelli di colori spesso strani... e soprattutto, gli gnomi sono nativi del Primo Mondo, la dimensione dele creature fatate. Quest'ultimo elemento fa sì che gli gnomi abbiano delle prospettive particolari rispetto alle altre razze, che di solito li vedono come eccentrici.

I Tian sono un'etnia umana esistente su Golarion, e sono in pratica l'equivalente su Golarion dell'etnia mongoloide. In particolare il gruppo asiatico orientale.

Grazie delle osservazioni, e spero che anche questo capitolo ti piacerà!

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE

Capitolo 2 – Goblin all’attacco

 

L’assalto dei goblin era arrivato all’improvviso. La popolazione di Sandpoint si era trovata catapultata nel bel mezzo di un incubo proprio mentre stavano celebrando uno dei momenti più gioiosi della loro storia più recente. Nel giro di pochi secondi, le vili creaturine dalla pelle verde si erano lanciate all’assalto della cittadina, vibrando coltellate a destra e a manca, e cercando di rapinare e devastare quanto più possibile. Alcuni goblin armati di torce stavano dando fuoco ai covoni di paglia e alle bancarelle di legno, ridendo con gioia infantile quando le fiamme avevano cominciato a levarsi!

“Yu-huuuu! Fuoco bruciare! Bello!” stridette un goblin, osservando entusiasta una bancarella avvolta dalle fiamme.

“Forza, goblin! Noi prendere Sandpoint!” esclamò un altro dei goblin, mentre brandiva un'affettacavalli - un’arma simile ad una picca, che consisteva di una lama seghettata montata alla meno peggio ad un capo di una lunga asta di legno.

Altri goblin risero di nuovo, e cominciarono ad intonare una strana ed inquietante nenia mentre si davano al saccheggio.

 

“Goblin graffia e goblin morde,

goblin trita e goblin torce,

infilza il cane ed il cavallo,

goblin mangia senza avallo!

 

Goblin corre e goblin salta,

goblin spacca e goblin squarta,

brucia pelle e brucia orto,

goblin qui e tu sei morto!

 

Prendi il bimbo a capofitto,

colpo in testa e lui sta zitto,

carne cuoci ed ossa spacca,

noi siam goblin, tu sei pappa!”

 

Alcuni abitanti di Sandpoint cercarono di fuggire, ma senza successo – nonostante le piccole dimensioni, i goblin erano veloci, e in poche falcate riuscivano a coprire la distanza che li separava dalle loro vittime. Altri, più coraggiosi o forse soltanto più disperati, misero mano alla prima cosa che potevano usare come arma e cercarono di opporre resistenza. E tra questi c’erano Yan e Reji, che si erano ritrovati all’improvviso circondati da quattro di quei mostriciattoli, proprio mentre si stavano godendo un momento di quiete tra il fragore dei festeggiamenti!

“Hey, ma… ma da dove accidenti sono saltati fuori, questi piccoli mostri?” esclamò lo spadaccino. Sfoderò la spada che teneva appesa al fianco e imbracciò un piccolo scudo di metallo, un attimo prima che uno dei goblin si lanciasse contro di lui con uno strillo infernale! Il giovane reagì con efficacia e colpì il goblin in faccia con lo scudo, rompendogli alcuni denti e facendolo volare per un breve tratto, mentre un altro goblin cercava di prenderlo di fianco, brandendo una bottiglia rotta come se fosse stata un coltello.

“Attento, Yan!” Reji intervenne, brandendo un bastone da combattimento con il quale colpì il goblin sulla spalla, con abbastanza forza da spezzargli il braccio! Il mostriciattolo perse la presa sulla sua arma improvvisata e cadde a terra stridendo di dolore, e Yan approfittò del momento per fare un passo in avanti e sferrare un fendente contro un terzo avversario. Il colpo fu preciso e letale, aprendo uno squarcio nel torace del goblin, che crollò al suolo in un lago di sangue. Il quarto avversario si fece avanti e cercò di mordere la gamba di Reji mentre questa era distratta, ma la ragazza mora lo afferrò al volo e lo sollevò di peso prima di scaraventarlo via!

“Bel colpo, Reji… ma dobbiamo andare a dare una mano! Se non ci sbrighiamo, quei nanerottoli malefici trasformeranno Sandpoint nel loro parco giochi!” esclamò il ragazzo. Reji disse di sì con la testa, e i due amici si precipitarono verso la piazza, dove sembrava esserci la più elevata concentrazione di invasori.

Come avevano immaginato, la situazione da quelle parti era a dir poco caotica - i goblin, sfruttando al massimo l'effetto sorpresa, stavano seminando il panico tra la folla. Alcuni di loro si erano arrampicati sulle bancarelle per abbuffarsi del cibo che trovavano, gettandosi enormi pezzi di carne nelle loro bocche smisurate o mettendoseli in tasca per dopo! Altri si arrampicavano sui tavoli e li usavano come trampolini di lancio per attaccare i passanti... e non appena Yan e Reji si furono avvicinati alla piazza, uno di loro si lanciò sul giovane, brandendo il suo pugnale seghettato!

Yan alzò il suo scudo appena in tempo, e il goblin andò a sbattere su di esso, per poi scivolare a terra confuso e stordito, facile preda per il fendente con il quale il giovane guerriero lo finì. Ma per ogni goblin caduto, un altro sbucava fuori da qualche pertugio impensato per aggredire loro e gli abitanti di Sandpoint, alcuni dei quali giacevano a terra morti o gravemente feriti. I goblin combattevano come se per loro fosse tutto una sorta di gioco crudele, e sembravano non avere alcun senso del pericolo.

"Ce ne sono troppi, Yan!" esclamò Reji, evitando per un pelo un goblin che si era buttato su di lei da un tetto vicino. Il mostriciattolo verde si sfracellò al suolo, scatenando le risate degli altri goblin. "Dobbiamo cercare di trattenerli e fare in modo che i civili si mettano in salvo!"

"Sto facendo il possibile..." rispose il giovane. Con uno scatto, si interpose tra due goblin e un uomo che stava aiutando suo figlio a rialzarsi, e trafisse rapidamente uno dei due mostriciattoli... ma l'altro riuscì a intrufolarsi nella sua difesa e sferrò una coltellata! Yan si scansò appena in tempo, ma la lama riuscì comunque ad infliggergli una dolorosa ferita all'anca destra. "Gah! Piccolo bastardo..."

"Keheheee! Scannare gambelunghe!" sghignazzò il goblin, cercando di avvicinarsi per un nuovo attacco. Ma prima che riuscisse a colpire di nuovo, un sibilo attraversò l'aria... e un dardo di balestra colpì il goblin alla tempia destra, attraversandogli il cranio e uscendo dalla tempia sinistra! Il goblin crollò a terra morto, con un ghigno demente congelato sulle labbra.

"Hahahaaa! Che buffo!" un altro goblin rise sguaiatamente della morte del compagno... un attimo prima che un dardo di balestra più piccolo gli si piantasse nella fronte e lo abbattesse a sua volta. Quando Yan e Reji guardarono nella direzione da cui erano venuti i quadrelli, videro che ad intervenire erano state due ragazze - una mezzelfa con addosso dei vestiti da maga e un paio di occhiali da vista; e una femmina di gnomo vestita principalmente di bianco con lunghi capelli biondi.

"Voi due! Tutto bene?" chiese la mezzelfa, mettendosi in spalla la balestra e prendendo invece un bastone ferrato.

"Ah! Grazie, avevamo bisogno di una mano..." disse Reji, mentre le due nuove arrivate raggiungevano il gruppo. "Cosa succede qui? Come hanno fatto tutti questi goblin ad entrare in città?"

"Non... non ne abbiamo idea! Dobbiamo cercare di mandarli via e proteggere la gente di Sandpoint!" affermò la femmina di gnomo, i cui vestiti sembravano in quel momento svolazzare da tutte le parti, come se fossero agitati da un vento che proveniva da più direzioni. La biondina cercò di trattenere le falde del suo abito con espressione infastidita, poi indicò la piazza, dove alcuni goblin si erano riuniti attorno ad uno dei loro simili che intonava un'altra delle loro atroci nenie. "Là, nella piazza! Se riusciamo ad abbattere quello lì, forse gli altri goblin taglieranno la corda!"

"Andiamo!" esclamò Yan, prendendo la testa del gruppo. "A proposito... il mio nome è Yan, e lei è la mia compagna Reji."

"Eli... e lei è Misia." disse la maga mezzelfa. "Per il resto delle presentazioni, aspettiamo che sia tutto tornato a posto!"

"Attenti, eccone altri che arrivano!" esclamò Misia, indicando un gruppetto di goblin che partivano alla carica, lasciandosi dietro alcuni abitanti di Sandpoint morti o feriti. Yan strinse i denti per la rabbia e il dispiacere. Doveva essere un giorno di festa e di gioia, e invece quelle persone avevano solo trovato la morte. L'avrebbe fatta pagare, a quelle infami creaturine...

"Ho bisogno di un po' di spazio per poter lanciare un incantesimo." disse Eli. "Yan, Reji... riuscite ad impedire a quei vermiciattoli di raggiungermi?"

"Non ne passerà neanche uno!" esclamò Yan, lo scudo sollevato e la spada pronta a colpire.

"Io vi guardo i fianchi! Non permetterò a quei piccoli bastardi di colpirvi!" esclamò Reji. Un primo goblin si scagliò addosso a Yan, stridendo con tono demenziale, ma venne accolto dall'acciaio della sua spada che lo fece cadere a terra, quasi diviso in due! Reji brandì abilmente il suo bastone da combattimento e sferrò un colpo micidiale che raggiunse un attaccante al torace, spezzandogli le costole!

"Prendete orecchie a punta!" strillò il goblin cantore, attorno al quale si erano riuniti altri tre goblin che parevano quasi corroborati dalle sue canzoni inquietanti. Il primo dei tre imbracciò un giavellotto e lo scagliò contro Eli, che sgranò gli occhi e si gettò di lato appena in tempo. Prima che un altro goblin potesse prendere la mira e tentare un altro attacco, la mezzelfa riuscì a lanciare un incantesimo e puntò la mano aperta contro i goblin.

"Getto Acido!" esclamò Eli. Un fiotto di liquido verdastro scaturì dal nulla davanti a lei ed investì un goblin che la stava prendendo di mira, che lanciò un acuto stridio di dolore e crollò a terra contorcendosi! Misia ebbe il tempo di ricaricare la sua balestra e sparò un quadrello contro il goblin bardo in piedi sul tavolo, ma quest'ultimo si scansò appena in tempo, e la femmina di gnomo strizzò un occhio per il disappunto. Sperava di riuscire a sistemarlo...

"Quel goblin! E' un bardo, quando canta infonde maggiore energia agli altri goblin." affermò Misia. "Se lo eliminiamo ci rendiamo le cose più facili!"

Misia alzò una mano e lanciò a sua volta un incantesimo - una tenue aura dorata si accese attorno a lei e ai suoi compagni, che si sentirono leggermente rinvigoriti e avanzarono per attaccare di nuovo. I due goblin accanto al bardo si stavano ora lanciando all'attacco, mentre quello irritato dall'acido era fuggito a gambe levate, alla frenetica ricerca di un po' di acqua fresca. Ma altri due goblin si erano uniti agli attaccanti, e si stavano avvicinando al quartetto di difensori più velocemente di quanto Eli e Misia potessero ricaricare le loro armi o lanciare i loro incantesimi.

"Maledizione! Se continuano ad arrivarne così tanti... Aaaargh!" Reji emise un grido di dolore quando un giavellotto scagliato da uno dei goblin le colpì di striscio il braccio destro. "Non... non riusciremo a raggiungere il bardo! Dobbiamo inventarci qualcosa!"

"Cercherò di prenderlo con un colpo di balestra, ma quel dannato non è tanto facile da colpire..." disse Eli. "Forse è meglio che usi adesso il mio incantesimo Missile Magico..."

"Meglio di no, a meno che non abbiamo altra scelta." disse Misia. Riuscì a ricaricare la balestra e sparò un altro colpo che raggiunse un goblin all'addome. "Cerchiamo di tenerli a bada, per adesso!"

"Io cerco di aprirvi la strada! Voi fate quello che potete per..." Yan si accorse che il goblin bardo stava puntandogli contro una piccola balestra, e alzò lo scudo appena in tempo prima che il mostriciattolo verde premesse il dito sul grilletto. Yan strinse i denti quando il dardo si piantò nel suo scudo, riuscendo quasi a penetrarlo. "Ugh! Presto, adesso è il momento giusto! Eli, lanciagli un incantesimo!"

"Hey, non mi dare ordini! Lo sto già facendo!" esclamò Eli. "Fiotto di... Ah!"

La maga emise un'esclamazione di dolore quando un goblin la colpì ad un braccio con il suo coltello, apparendo da un tavolo rovesciato lì vicino. Si ritirò, tamponandosi la ferita, e la vile creaturina si avvicinò leccando la  lama insanguinata per colpire ancora... ma questa volta, venne intercettato da Misia che si chinò, raccolse un sasso da terra, e lo lanciò addosso al goblin, centrandolo in un occhio. Il mostriciattolo si ritirò premendosi l'occhio e gridando di dolore, mentre Yan cercava di cogliere il momento adatto per aggredire il bardo.

"Hyahahahahaaa! Fuoco brucia! Sandpoint bruciare!" sghignazzò un goblin sotto il tavolo del cantore, brandendo una torcia accesa mentre usciva dal suo nascondiglio. Agitò freneticamente la sua arma improvvisata, disegnando delle scie di fuoco nell'aria... e il goblin cantore smise finalmente la sua nenia e sfoderò il suo coltello, pronto a gettarsi nella mischia a sua volta.

"Gambelunghe fanno sotto! Goblin taglia! Goblin mangia!" sghignazzò il goblin bardo. Stava per scendere giù dal suo podio improvvisato per unirsi alla battaglia...

Quando all'improvviso, qualcosa arrivò alle sue spalle... e un attimo dopo, il goblin cantore sgranò gli occhi ed esplose in un acuto strillo di dolore, per poi cadere in avanti con un pugnale nella schiena! Si contorse per un attimo, poi giacque immobile mentre il suo aggressore si rivelava. Eli e Misia riconobbero immediatamente Jolan, l'halfling che avevano incontrato poco prima!

"Gah! No più musica celebestiale!" esclamò il goblin con la torcia, guardando con disappunto il corpo del bardo.

"Guarda, Eli!" esclamò Misia sollevata. "Quello... quello è l'halfling che abbiamo visto prima, vero?"

Eli annuì, ammettendo di essere contenta di vederlo di nuovo. Non credeva sinceramente che quell'halfling fosse capace di cavarsela, ma a quanto pareva sarebbe stato un aiuto in più per mandare via quei dannati goblin da Sandpoint!

Con rapidità, Jolan tirò fuori un coltello da una manica della sua camicia e lo lanciò contro un goblin che cercava di arrampicarsi verso di lui. La lama colpì il mostriciattolo verde ad un polso e lo costrinse a mollare la presa con un acuto strillo di dolore, per poi correre via urlando e farfugliando.

"Gambelunghe hanno halfling con loro!" stridette uno dei goblin. "Buono per pentola!"

"Ma lui forte! Coltelli fa male!" rispose un altro più prudente, per poi ritirarsi di un passo. Il fatto che il loro cantore fosse caduto in battaglia sembrava aver messo un po' di sale in zucca ai goblin sopravvissuti, alcuni dei quali avevano ben presto deciso di tagliare la corda e non tornare più a Sandpoint. Altri invece avanzarono, cercando di raggiungere Jolan... ma uno di essi venne investito da un altro Fiotto Acido lanciato da Eli, che lo fece scappare in preda a feroci bruciori, e un altro venne abbattuto da un quadrello di balestra scagliato da Misia. La femmina di gnomo cercò di mirare di nuovo... ma la balestra le scivolò tra le mani e cadde a terra con un suono assordante, sparpagliando attorno a lei i quadrelli rimanenti!

"Aaaaah! Ma perchè succede sempre nei momenti meno opportuni?" si lamentò esasperata Misia.

"Non importa, al resto pensiamo noi!" esclamò Yan. Si piazzò rapidamente davanti alle due amiche e caricò i goblin con lo scudo tenuto alto davati a sè, come un ariete da sfondamento. I mostriciattoli verdi, più piccoli e certamente molto meno robusti di un uomo comune, non ebbero altra scelta che scansarsi o essere travolti. Un altro goblin emerse all'improvviso da sotto un tavolo rovesciato e cercò di accoltellare Yan alle spalle, ma venne raggiunto da un micidiale calcio circolare da parte di Reji, che lo scaraventò contro un muro vicino. Il goblin emise un breve grido prima di schiantarsi a terra esanime.

"Ottimo lavoro!" esclamò Eli. "Devo ammettere che non credevo foste così abili."

"Heh. Grazie, ma non c'è tempo per i convenevoli. Ci sono un sacco di altri goblin... dobbiamo muoverci e cercare di bloccarli prima che facciano altre vittime." rispose Yan.

"Aspettate!" esclamò la voce di un vecchio, che Yan e Reji riconobbero subito come quella di Padre Zantus. L'anziano sacerdote stava arrancando dietro il gruppo con tutta la velocità che la sua età gli permetteva... e non appena fu arrivato a qualche passo dai ragazzi, si fermò a riprendere fiato, subito assistito da Jolan.

"Padre Zantus! Non dovrebbe essere qui..." esclamò preoccupato l'halfling. Il resto del gruppo si riunì a sua volta attorno al sacerdote, che adesso sembrava più tranquillo.

"Sì... lo so, ragazzi... ma non potevo restare qui fermo quando... voi stavate rischiando la vita per noi." ansimò. "Ci sono... parecchi goblin che stanno entrando dalla porta a nord della nostra città... vicino alla locanda del Cervo Bianco. Se... se poteste andare a dare una mano da quelle parti, sarebbe più facile respingere questo attacco."

"D'accordo, padre... ma lei si metta al sicuro! Adesso pensiamo noi al resto!" cercò di convincerlo Yan.

Ma Zantus aveva ancora una cosa da fare. Con sguardo deciso, prese il suo simbolo sacro, un medaglione argentato a forma di farfalla, e lo tenne alzato sopra la testa... e subito dopo, un'ondata di energia dorata si espanse dall'anziano e raggiunse i cinque avventurieri. Le ferite e i lividi che avevano rimediato nello scontro con i goblin scomparirono nel giro di pochi istanti, e Yan si guardò per un istante prima di sorridere a Padre Zantus e ringraziare.

"Ecco. Adesso dovreste essere al massimo della forma." disse Zantus. "State attenti, figlioli... e che la benedizione di Desna sia con voi."

Misia strinse una mano a pugno e se la pose sul cuore. "Faremo del nostro meglio per salvare Sandpoint."

 

oooooooooo

 

"Attenti! Ne stanno arrivando altri!" esclamò Ameiko, usando un tavolo rovesciato per ripararsi da una raffica di piccole frecce che i goblin scagliavano contro i difensori di Sandpoint. Stringendo i denti, la giovane locandiera strisciò verso un compartimento nella parte inferiore del suo bancone e lo aprì con un gesto della mano, per poi tirarne fuori uno stocco finemente cesellato la cui lama era fatta di un metallo argentato che sembrava brillare di luce propria.

"Sembra che... dovrò ancora fare uso della mia esperienza di avventuriera." disse tra sè con un piccolo sorriso amaro. I ricordi di quello che era successo tanto tempo prima erano ancora fin troppo freschi nella sua mente... ma in quel momento, non era il caso di fare i sentimentali. Dopo aver preso un bel respiro, Ameiko afferrò l'elsa del suo stocco e si alzò in piedi, appena in tempo per vedere due goblin che si avventavano sulle sue specialità e si stavano riempiendo la bocca, masticando e ingozzandosi senza ritegno.

"Hey! Guardate che quella roba non è a credito!" esclamò Ameiko, per poi raccogliere un sasso e lanciarlo contro uno dei due aggressori. Il goblin prese al volo il sasso e mugolò qualcosa con la bocca piena, ma non ebbe il tempo di finire prima che lo stocco di Ameiko lo passasse da parte a parte. L'altro goblin si gettò addosso alla locandiera brandendo il suo tranciacani - un coltello seghettato come quello usato da molti altri goblin - e sferrò un fendente che lacerò la manica destra del suo vestito, ma per fortuna non riuscì a ferirla. Con un'abilità che pochi avrebbero immaginato in una semplice locandiera, Ameiko sferrò un calcio al suo aggressore e lo mandò a terra, per poi trafiggerlo al cuore con un deciso affondo. Spaventati dall'inaspettata abilità di Ameiko, gli altri goblin scapparono gridando e farfugliando.      

"Uff... e con questo sono due. Meno male che non ho perso la mano." disse tra sè Ameiko. Ma non c'era il tempo di compiacersi - attorno a lei, i goblin continuavano ostinatamente a combattere e a distruggere, anche ora che la gente di Sandpoint si era organizzata e stava opponendo resistenza. "Beh, sarà meglio che dia il mio appoggio anch'io..."

Con un balzo, Ameiko si unì ad un gruppo di persone che, brandendo coltelli e bastoni, si era riunita in un improvvisato gruppetto di combattenti. Con suo sollievo, la giovane Tian si rese conto che stava arrivando anche la milizia cittadina, e con il loro deciso contrattacco, i goblin stavano rapidamente perdendo terreno.  

  

oooooooooo

 

La piazza di Sandpoint era il luogo dove la battaglia continuava ad infuriare con più accanimento. I goblin avevano mostrato un minimo di organizzazione, riunendosi in un punto al centro della piazza dove avevano il vantaggio del numero e della posizione sopraelevata, e stavano cercando di aprirsi un varco tra i difensori di Sandpoint. A capo del gruppetto di umanoidi verdi c'era un goblin particolarmente robusto e feroce, la cui pelle era di un peculiare colore blu-grigio, e che indossava una pelliccia mal conciata e un cappello di cuoio con sopra un elmetto ricavato dal cranio di un cane. In quel momento, stava guidando gli altri goblin dalla groppa di una strana creatura, un quadrupede simile ad un cane oscenamente glabro la cui pelle rosata era infestata di piaghe rossastre, e i cui enormi incisivi ricordavano piuttosto quelli di un ratto.

"Tagliate! Mangiate! Bruciate!" esclamò, agitando in aria una torcia accesa. "Sandpoint dovere bruciare!"

La sua cavalcatura emise uno strano verso, un incrocio tra il ringhio di un cane e lo squittio di un topo, e il suo cavaliere la spronò verso alcune bancarelle, mentre i suoi scagnozzi lanciavano una serie di grida isteriche e tornavano all'attacco, tenuti a bada a malapena dalle lance della milizia cittadina di Sandpoint. Con un gesto dalla mano, il capo dei goblin lanciò la sua torcia contro un bancone di legno sul quale erano esposte delle stoffe colorate, e la merce prese fuoco, trasformando la bancarella, che per fortuna era completamente abbandonata, in un rogo. Poi, il goblin cavaliere imbracciò la sua affettacavalli e caricò contro il primo bersaglio che gli capitasse sotto tiro. Per caso, si trattava di un uomo ben vestito assieme ad un cane da caccia.

"Hahahahahaaa! Cani morire!" stridette il capo dei goblin. L'uomo emise un verso di panico e riuscì per un pelo a schivare l'attacco, ma il suo cane non fu altrettanto fortunato e venne infilzato dalla terrificante lama, morendo un istante dopo.

"No! Primula!" esclamò l'uomo, guardando con orrore il suo fedele compagno a terra morto.

Il capo dei goblin estrasse la sua arma dal corpo del cane e lanciò un grido di trionfo. "Yaaaaah! Glorioso capo Offuk ucciso cane! Offuk eroe!" esclamò con gioia maligna. La sua orrida cavalcatura stridette e si voltò di scatto verso l'uomo a terra, e il goblin puntò la sua arma gocciolante di sangue contro di lui. Con un'esclamazione di paura, l'uomo provò ad indietreggiare, ma non c'era molto che potesse fare prima che Offuk gli fosse addosso.

"Fermo, goblin!"

Con un'esclamazione e un grido di battaglia, Reji si lanciò per prima all'attacco! Offuk non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto del pericolo prima che un calcio volante lo raggiungesse e lo facesse cadere a terra con un'esclamazione di dolore, schiumante di rabbia! La ragazzina Tian saltò indietro e si mise in guardia, la sua coda di cavallo che si muoveva con eleganza dietro la sua testa. Offuk si alzò di scatto e raccolse la sua arma, mentre la sua cavalcatura strideva ferocemente in direzione del quintetto in arrivo.

"Resti dietro di noi, signore!" esclamò Yan rivolto all'uomo. "Ci occupiamo noi di questi due!"

Ancora sconvolto per lo scampato pericolo, l'uomo ci mise un secondo per riscuotersi e si rifugiò dietro una botte vuota piazzata lì vicino, mentre Yan e i suoi compagni si schieravano, pronti a combattere contro il capo dei goblin e la sua cavalcatura.

"Un cane-goblin." avvertì Eli, fissando con disgusto la rognosa creatura che sibilava ferocemente verso di loro. "Attenti a non farvi mordere. La loro saliva contiene un potente allergene."

"Credevo che i goblin odiassero i cani." affermò Misia, tenendo tra le mani una corta lancia che doveva aver preso a qualche goblin caduto. "Invece questo ne cavalca uno..."

"Cane-goblin no cane, gnomo schifido!" ringhiò Offuk indignato. Il cane-goblin, come indignato all'idea di essere scambiato per un cane normale, si lanciò all'attacco e cercò di azzannare la gola a Misia, ma la femmina di gnomo riuscì a scansare il colpo, e rispose colpendo la bestia al fianco con la sua lancia. Il cane-goblin ringhiò e si ritirò di colpo, sanguinando da una ferita sul fianco.

"Offuk no bisogno di aiuto per far fuori gambelunghe!" sghignazzò il capo dei goblin. Alcuni dei suoi scagnozzi si erano fermati per un attimo per fare il tifo per lui, ed Offuk ghignò con aria sicura prima di afferrare la sua affettacavalli - così i goblin chiamavano le loro armi ad asta improvvisate - e mettersi in guardia davanti a Yan.

"Ragazzi, mi occupo io di questo tipo!" esclamò il giovane, lo scudo alzato e la spada pronta a colpire. "Voi tenete a bada gli altri goblin e quella specie di cagnaccio."

"D'accordo. Stai attento." rispose prontamente Jolan. L'halfling si voltò di scatto, parando il colpo di un goblin che cercava di prenderlo alle spalle, mentre Eli sospirò, un po' infastidita dall'ordine, e si preparò a lanciare un altro incantesimo. I goblin si stavano facendo più aggressivi, forse inebriati dall'attacco a sorpresa e dalla presenza del capo, e la mezzelfa pensò che forse fosse il caso di fare uso di qualche incantesimo più potente...

Il cane-goblin stava già tornando all'attacco, eseguendo una finta per poi cercare di prendere Reji al fianco. Con un'imprecazione soffocata, la giovane combattente riuscì a respingere la creatura, che atterrò agilmente a pochi passi da lei e si acquattò per prendere di nuovo lo slancio. La ragazzina spostò il proprio peso all'indietro... e quando la bestia spiccò un salto per attaccare, lei si gettò a terra e lasciò che il cane-goblin le passasse sopra, per poi colpirlo con un preciso pugno al torace. Con un guaito, il mostro cadde a terra accanto a lei, ma riuscì a rialzarsi un attimo dopo, e Reji fu costretta ad interrompere il suo attacco quando un goblin le si avvicinò di scatto e la colpì di striscio alla gamba sinistra con il suo spadino.

"Lasciate fare a me." esclamò Eli. "Missile Magico!"

La maga puntò l'indice e il medio della mano destra contro il cane-goblin... e con un suono sibilante, un proiettile bianco-azzurrrino di pura energia sfrecciò dalle punte delle sue dita in direziione della bestia. Quest'ultima si gettò di lato per evitare il colpo... ma il suo tentativo si rivelò inutile, in quanto il Missile Magico cambiò direzione all'ultimo momento e colpì il cane-goblin al fianco, strappandogli un ringhio di dolore.

"Hah! Un incantesimo Missile Magico non manca mai il bersaglio, stupida bestia." commentò Eli compiaciuta. La sua espressione si fece di nuovo seria quando vide che il cane-goblin si era ripreso molto più velocemente del previsto, e stava già tornando alla carica.

"Guarda che non credo ti capisca!" esclamò Misia. Puntò la lancia contro il cane-goblin e la usò per cercare di tenerlo lontano... e per qualche secondo, l'orrida creatura si tirò indietro incerta, percependo che quella punta era una seria minaccia. "Dobbiamo sferrargli un colpo più deciso, o questa bestiaccia non andrà giù."

Eli strinse i denti per il disappunto. "In quanto ad incantesimi d'attacco, avevo preparato solo quel Missile Magico." affermò. "Posso provare di nuovo con Fiotto Acido, o con Raggio di Gelo, ma non credo gli faranno abbastanza danni da fermarlo."

"Non importa, penso io al resto." affermò Reji. Jolan era impegnato a tenere a bada un paio di goblin che stavano cercando di prendere il quintetto sui fianchi, ma anche se stava facendo un buon lavoro, altri di quei mostriciattoli verdi si apprestavano a dare man forte ai loro compagni. "Potete dare una mano a Jolan?"

"Ugh... ma perchè tutti adesso si mettono in testa di darmi ordini...?" borbottò Eli. Ciò nonostante, si affrettò a fare come Reji le aveva chiesto, e scagliò un altro semplice incantesimo d'attacco, scagliando un raggio di energia congelante contro uno dei goblin. La creaturina verde venne colpita al polso destro, e lanciò un acuto strillo di dolore, le sue dita si intirizzirono di colpo, e fece cadere lo spadino che brandiva.

"Grazie, maga! Ottima mira!" esclamò Jolan mentre parava un colpo da parte di un altro goblin, e rispondeva con un pugno in faccia. Misia arrivò di corsa e trafisse un altro goblin con la sua lancia, mentre Eli cercava di ricaricare la sua balestra il prima possibile.

 

oooooooooo

 

Yan scansò un affondo del comandante dei goblin e lo spinse indietro con un calcio, poi sbattè la lama della sua spada sullo scudo, in modo da intimorire il suo avversario. Con un ringhio infuriato, Offuk cercò di attaccare di nuovo, ma il giovane guerriero riuscì a deflettere la lama. Con uno scatto, il ragazzo cercò di trafiggere il goblin, che però si dimostrò un avversario più scaltro degli altri mostriciattoli verdi, e riuscì a sollevare la sua affettacavalli in tempo per bloccare l'attacco. Reagendo con rapidità, Offuk usò il manico della sua arma per colpire Yan alla milza e fargli perdere l'equilibrio... poi, approfittò del momento in cui Yan era sbilanciato per sferrare un fendente con la sua arma. Yan riuscì per un pelo ad evitare di essere ferito gravemente, ma la lama riuscì comunque ad aprirgli una dolorosa ferita alla coscia sinistra.

Yan aspirò ed emise un grugnito di dolore, poi zoppicò indietro fino a trovarsi con le spalle al muro. Alzò rapidamente lo sguardo e fissò il comandante dei goblin dritto negli occhi, sfidandolo a farsi avanti... ed Offuk, per nulla intimorito dalla determinazione del suo avversario, sghignazzò e puntò nuovamente l'affettacavalli contro Yan, sicuro di avere la vittoria in pugno. Un istante dopo, il leader dei goblin caricò di nuovo e sferrò un fendente... ma questa volta, invece di scansarlo, Yan decise di correre il rischio e portò  avanti il suo scudo, sul quale la lama seghettata si schiantò con un clangore assordante!

"HAAAAAAH!" Con un grido di determinazione, Yan spinse contro il suo avversario, mettendoci tutta la sua forza e ignorando come poteva il dolore della ferita alla gamba. Colto di sorpresa, Offuk sgranò gli occhi e strinse i denti, ma non riuscì a scansarsi in tempo, e la spada di Yan si abbattè su di lui! La lama affilata colpì il goblin al torace e attraversò la misera protezione che indossava, per poi trafiggere gli organi interni... ed Offuk si bloccò di colpo e sputò un fiotto di sangue, per poi cadere in ginocchio e lasciar cadere a terra la sua arma. Con un sibilo colmo di odio, il goblin morente allungò le mani verso il suo avversario, come se volesse trascinarselo dietro. Biascicò qualcosa in quella loro bizzarra lingua... poi, finalmente, perse del tutto le forze e crollò a terra senza vita.

La perdita del loro comandante spezzò completamente il morale dei goblin. I più vicini rimasero in silenzio per un attimo, poi esplosero in una sequela di urla di terrore e si sparpagliarono, urtandosi a vicenda e quasi calpestandosi nel frenetico tentativo di salvarsi la pelle. Le loro urla attirarono l'attenzione anche dei goblin più lontani, che vennero anch'essi colti dal panico e si diedero alla fuga, strillando e farfugliando.

"Capo morto! Noi scappare tutti!"

"Gambelunghe troppo forti!"

"Via via viaaaa!"

Yan tirò un sospiro di sollievo ed estrasse la spada dal corpo senza vita dell'avversario. Guardò verso i suoi compagni per assicurarsi che stessero bene, e fu sollevato nel vedere che in effetti, anche loro erano riusciti a tenere a bada i loro avversari... con Reji che era addirittura riuscita a sferrare un attacco decisivo contro il cane-goblin.

"YAAAAAAH!" Con un ultimo sforzo, Reji sferrò un pugno sul muso del cane-goblin, un attimo dopo aver ricevuto un morso al braccio sinistro. La bestia guaì un'ultima volta e crollò al suolo priva di sensi, mentre la giovane monaca agitava il braccio ferito, che aveva cominciato a prudere in maniera insopportabile. "Ugh... al diavolo, ho abbassato la guardia."

"Ce l'abbiamo fatta! Stanno tagliando la corda!" esclamò Jolan. I goblin avevano ormai abbandonato il combattimento e stavano scappando in disordine verso le porte della cittadina, lasciandosi dietro i loro compagni caduti, inseguiti da diversi abitanti di Sandpoint infuriati. Nel giro di pochi minuti, le voci acute e sghignazzanti dei goblin erano state soffocate dalle grida di vittoria e di liberazione della gente di Sandpoint... ed Eli si rivolse all'uomo che avevano salvato, facendogli cenno che poteva uscire dal suo nascondiglio.

"Ragazzi, va tutto bene? Reji?" chiese Yan, zoppicando un po' a causa della gamba ferita. Reji storse il naso per il prurito, ma riuscì a sorridere e a dire di sì con la testa, mentre anche gli altri tre davano dei cenni di assenso... e l'uomo che avevano salvato finalmente si faceva vedere - un individuo sulla tarda ventina, di bell'aspetto, con lunghi capelli neri raccolti sulla nuca, che indossava un completo di colore neutro, ancora elegante nonostante la polvere che aveva preso nella confusione, una giacca blu con delle decorazioni dorate e un paio di scarpe di cuoio marrone, chiaramente di ottima fattura. Anche ad un'occhiata distratta, dava la netta impressione di essere un nobile, e il suo modo di parlare ricercato non faceva che confermarlo.   

"Sì, tutto a posto... lei, signore? Non si è fatto male, vero?" chiese Reji al nobile, che fece un sorriso educato e annuì gentilmente.     

"Sono illeso, signori, grazie al vostro intervento. Vi sono debitore, e il sottoscritto Aldern Foxglove non dimentica i suoi debiti." affermò il nobile. Si spazzò i vestiti con una mano guantata, cercando di apparire presentabile anche nel bel mezzo di una tale concitazione.

Reji ricambiò il sorriso per un attimo, prima che la sua espressione si facesse contrita. "Ci dispiace per il suo cane, Lord Foxglove." affermò, gettando uno sguardo compassionevole al corpo del fedele animale. "Non siamo arrivati in tempo per salvarlo."

"Primula era un fedele amico. Come se ne trovano pochi ormai." rispose malinconico Aldern. Eli sospirò e raccolse il corpo di Primula, pensando che almeno fosse giusto dargli una degna sepoltura. "Ma non dovete darvi la colpa per quello che è successo. Avete agito giustamente, nel limite delle vostre possibilità, e avete salvato la vita a me e a molte altre persone. Se non fosse stato per voi, credo che saremmo comunque riusciti a respingere questo proditorio attacco... ma ci sarebbero indubbiamente state molte più vittime."

"La ringraziamo della fiducia, Lord Foxglove." disse Misia con un sorriso imbarazzato.

Il nobile mosse una mano davanti a sè. "Per favore, signori. Aldern è sufficiente." disse cordialmente. "E poi, mi devo ancora sdebitare per la cortesia di avermi salvato la vita. Sono venuto qui a Sandpoint per risolvere delle questioni personali che richiederanno la mia attenzione... tuttavia, posso sempre trovare del tempo per voi. Se la cosa vi fa piacere, signori, potremmo incontrarci alla locanda del Drago Arrugginito in una serata a vostra scelta, in modo da poter meglio discutere le circostanze e i modi della vostra ricompensa."

Yan ridacchiò nervosamente, sfregandosi la nuca con una mano. "Beh... le siamo molto grati, Lord Foxglove..." disse, non riuscendo ancora a superare la consapevolezza che l'uomo con cui stava parlando era di una classe sociale più elevata. "In effetti... anche io e la mia compagna pensavamo di restare al Drago Arrugginito. Quindi... sicuramente avremo modo di incontrarci, una di queste sere. E voi, cosa ne pensate? Prendete anche voi una camera al Drago Arrugginito?"

Eli si aggiustò gli occhiali. "La mia idea, in realtà, era di ripartire per Magnimar il prima possibile... ma immagino che restare qualche giorno in più non farà una gran differenza." rispose, dopo un briciolo di esitazione dovuto al fatto che aveva incrociato lo sguardo quasi implorante di Misia. "E va bene. Prendiamoci pure questa camera."

"Sei grande, Eli!" esclamò raggiante la femmina di gnomo. Eli sospirò di nuovo, come a voler far cadere la discussione il prima possibile.

"Per quanto riguarda me, io sono nato qui a Sandpoint... ma non dico mai di no alla possibilità di qualche serata in allegria al Drago Arrugginito." rispose Jolan. "E va bene, sono dei vostri."

Aldern annuì e congiunse le mani. "Allora è tutto sistemato. Conto di ricevere presto una vostra visita, signori, e spero che vorrete farmi l'onore di accettare la mia ricompensa." rispose. "Adesso... se la cosa non vi dispiace, vorrei andare a dare l'ultimo saluto al mio compagno." Indicò con lo sguardo Primula, che Eli teneva ancora con sè.

"Mi sembra giusto, Lord... ehm, volevo dire, Aldern." rispose Reji. Si guardò attorno, osservando le reazioni degli abitanti allo scioccante ed improvviso attacco dei goblin. La cittadina sembrava attonita ed orgogliosa al tempo stesso. Era stato uno shock improvviso, ma che Sandpoint era riuscita a superare senza troppi problemi. Anche se purtroppo, per quanto poche, c'erano state delle vittime. Il clima di festa che si respirava fino a poco prima era venuto meno, e la popolazione ora cercava in qualche modo di riprendere le sue attività e rimettere ogni cosa a posto...

"Forse... è meglio che andiamo a dare ancora una mano." disse Reji, vedendo come i cittadini, passato il momento di shock, cercavano di rimettere a posto ciò che era stato danneggiato dai goblin nel corso della lotta. "Ci... vediamo al Drago Arrugginito, allora."

"Certamente. Oh, e se posso dare una mano, fatemelo sapere, okay?" rispose Aldern. Ognuno dei combattenti disse di sì, prima di unirsi ai volontari che già avevano iniziato a rimettere a posto ciò che i goblin avevano devastato.

 

oooooooooo

 

"Uff... non mi aspettavo un attacco così violento da parte dei goblin. E con simili numeri, poi!" sospirò Kendra. Il sindaco di Sandpoint si era unita a molti altri volontari, e stava aiutando a sgomberare la strada dai detriti mezzi bruciati di una bancarella a cui i goblin avevano appiccato il fuoco. "Quei piccoli stronzi... gli piace tanto dare fuoco alle cose, eh? Hah. Ma gliel'abbiamo fatta vedere! Noi di Sandpoint non ci facciamo spaventare da un branco di omuncoli verdi!"

"Signora Deverin... confido che stiate tutti bene. Non ci sono feriti, vero?" chiese Padre Zantus, arrivando in quel momento dalla piazza centrale, dove aveva appena finito di prendersi cura di alcuni feriti.

"Padre Zantus. No, per fortuna no..." rispose Kendra, contenta di vedere che il sostegno spirituale di Sandpoint era sfuggito illeso a quell'attacco. "Poteva andare molto peggio. Per fortuna siamo riusciti a reagire con prontezza. Anche grazie a quei ragazzi che hanno rischiato di loro per aiutarci. Mi ricordi che meritano un pubblico encomio."

Zantus sorrise lievemente e annuì... ma l'atmosfera di sollievo venne rotta all'improvviso quando uno degli accoliti arrivò di corsa, come se avesse avuto qualche mostro alle calcagna, e attirò l'attenzione con una serie di grida allarmate.

"Padre Zantus! Padre Zantus, è successo qualcosa di grave!" esclamò il giovane chierico. Si fermò accanto al sorpreso sacerdote e al sindaco, e si appoggiò le mani sulle ginocchia per riprendere fiato. Immediatamente, Padre Zantus fu da lui e gli mise una mano sulla spalla per dirgli di riprendere fiato e non agitarsi.  

"Figliolo." disse l'anziano, con voce tranquilla in modo da indurre il suo fedele alla calma. "Con calma. Prendi fiato, e non angustiarti. Cos'è successo? Come mai sei così agitato?"

"Quei goblin... hanno fatto fuori qualcuno?" chiese Kendra. "A parte quelli che abbiamo visto?"

L'iniziato si prese qualche secondo per riprendere fiato e attendere che il battito del suo cuore tornasse a livelli sopportabili. "No... no, almeno... non che io sappia... phew..." affermò. "Ma... quando... quando sono passato davanti al cimitero... ho visto che... le spoglie di Padre Ezakien sono state trafugate!"

Kendra e Zantus sgranarono gli occhi. "Che cosa? Hanno... hanno approfittato del caos di questa aggressione... per rubare il corpo di Padre Ezakien?" chiese il sindaco con evidente apprensione. Quando l'iniziato rispose con un cenno affermativo, la donna guardò verso il terreno e si sfregò il mento per qualche istante. "Padre Zantus... lei... ha idea di cosa potrebbero farsene i goblin... di un corpo trafugato da un cimitero?"

"Molte cose, figliola. E nessuna di queste buona." rispose il bonario chierico. "Effettivamente, il furto di una salma è un fatto molto grave. Dobbiamo parlarne il prima possibile allo sceriffo."

"Che cosa succede qui? Di cosa discutete?" Come se fosse stato evocato dalle parole di Zantus, il massiccio sceriffo di Sandpoint si avvicinò, tergendosi il sudore dalla fronte. Anche lui aveva partecipato alla lotta contro i goblin, e ora presentava un taglio sul braccio destro e uno sulla guancia sinistra. La sua spada era ancora sporca del sangue dei goblin che aveva abbattuto.

Kendra prese un bel respiro, preparandosi a quelllo che doveva dire. "Temo che... quello che sta per sentire non le piacerà per niente, sceriffo Hemlock..."

 

oooooooooo

 

La giovane donna dalla pelle scura e dai lunghi capelli bianchi percepì qualcuno che si avvicinava, e il suo udito fine colse il suono appena percettibile di alcuni passi che si avvicinavano. Inginocchiata davanti ad un altarino di pietra nera macchiato di sangue rappreso, lo sguardo perso nella contemplazione dell'oscurità davanti a sè, la donna strinse il simbolo sacrilego che portava al collo - un talismano a forma di testa di sciacallo, i cui occhi erano costituiti da pietre semipreziose. Dopo aver mormorato qualche parola di preghiera in una terribile lingua gutturale, si voltò verso il nuovo arrivato - un mezzelfo alto, con lunghi capelli neri legati in una treccia, e un'espressione cupa che accompagnava un fisico scolpito.

"Allora... com'è andata?" chiese la giovane donna. Con noncuranza, si riavviò i lunghi capelli bianchi con la mano libera e si voltò del tutto verso il suo complice.

Il mezzelfo entrò cautamente nella cappella improvvisata, e rabbrividì leggermente quando un sensore di malignità lo investì come una folata di vento invernale. "L'attacco a Sandpoint è stato portato a termine, amore mio." disse. "Abbiamo perso diversi goblin. Tra cui anche il comandante della spedizione, Offuk."

"Ma le spoglie. Quelle, sono riusciti a prenderle?" volle sapere la donna.

Il suo interlocutore ghignò sinistramente. "Sì, le hanno prese. E le stanno portando qui mentre stiamo parlando."

La donna si sentì soddisfatta. "Allora le perdite sono accettabili." affermò. "Avrei preferito che quella maledetta città fosse spazzata via dalla faccia di Golarion, ma a questo punto... è solo questione di tempo. Dobbiamo solo avere pazienza, Tsuto."

"Lo so, mia cara." Il mezzelfo, Tsuto, si appoggiò con la schiena al muro, provando una sorta di crudele eccitazione all'idea che il loro piano fosse ancora in piena esecuzione.  "Alla fine, non cambierà molto che avvenga oggi... o tra qualche giorno. Sandpoint pagherà per quello che ha fatto a tutti e due."

Con espressione cupa, la giovane donna si guardò la mano. "E finalmente, potrò liberarmi da questa corruzione angelica che mi porto dentro da quando sono nata..."

 

ooooooooooo

 

CONTINUA...    

 

 

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Capitolo 4
*** Alla locanda del Drago Arrugginito ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

Risposte alle recensioni!

Farkas: In effetti, le canzoncine dei goblin sono state scritte dagli autori di Pathfinder, e io ho solo cercato di tradurle in italiano come venivano meglio. Comunque, visto che gli autori del gioco prendono spunto da molte cose, è probabile che in effetti si siano ispirati a Ruiz Mignone.

Grazie dei complimenti! Sì, in effetti i goblin hanno delle idee molto strane sul concetto di eroismo... e aggiungi che odiano i cani e i cavalli! I cani-goblin sono una specie animale che i goblin hanno addomesticato, e in effetti sono stati loro a dare il nome a questa specie.

Vedremo più avanti lo scopo di questo macabro furto... e anche Aldern Foxglove avrà la sua parte nella trama! Grazie della recensione, e a presto! XD

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE

Capitolo 3 – Alla locanda del Drago Arrugginito

 

Erano passate solo poche ore da quando l'attacco dei goblin a Sandpoint era stato respinto, e nonostante lo shock di quell'evento inaspettato, la maggior parte dei cittadini erano tornati al precedente clima di festa. Molti di loro avevano visto la loro vittoria come un segno del favore di Desna, come se la dea dei sogni li stesse proteggendo e avesse fatto sì che la battaglia andasse a loro favore; e in generale, nonostante, qualche perdita, la gente di Sandpoint si consolava pensando che sarebbe potuta andare molto peggio.

Ma per il sindaco Kendra Deverin, il nuovo leader religioso Zantus e lo sceriffo Hemlock, un particolare inquietante rendeva questa vittoria più amara. Il furto dei resti di Padre Ezakien dal cimitero era stato un evento scioccante ed inquietante... soprattutto per Padre Zantus, che si era già fatto qualche idea di cosa potesse voler dire.

"In effetti, la cosa è abbastanza preoccupante." ammise lo sceriffo, seduto alla sua scrivania in un ufficio arredato in maniera molto semplice. Kendra e Zantus erano seduti davanti a lui, e parlavano alla luce fioca di una candela. "Certo, non penso che i goblin abbiano architettato un piano come questo da soli. Hanno una capacità di concentrazione troppo scarsa per pensare a qualcosa di così elaborato."

"Già... se fosse stato soltanto un attacco di goblin, si sarebbero limitati a danneggiare Sandpoint e a far fuori qualche cane e qualche cavallo." affermò Kendra. Grattò nervosamente con un dito sulla superficie della scrivania, e guardò negli occhi il robusto sceriffo. "Il fatto che alcuni goblin abbiano fatto da distrazione mentre altri rubavano il corpo implica che questo piano è stato architettato da qualcuno che li controlla. Ma la domanda è... chi potrebbe essere, e per quale motivo?"

"Di solito sono i negromanti che hanno bisogno di cadaveri... per rianimarli come scheletri o zombi." affermò Padre Zantus, reprimendo un brivido di orrore al pensiero di un simile oltraggio al corpo di una persona. "Ma in questo caso... non mi spiegherei perchè hanno trafugato un solo corpo. Un singolo scheletro o zombi non può fare una gran differenza. Qualsiasi avventuriero decente può averne ragione."

"Allora... a cos'altro può servirgli un singolo corpo? Magari ad officiare qualche rituale malefico?" chiese Hemlock, immaginando già cosa poteva nascondersi dietro quel misterioso e macabro furto.

"E perchè proprio Padre Ezakien?" si chiese Kendra. "Hanno scelto a caso, o volevano prendere proprio quel corpo? E se volevano prendere lui, qual'è il nesso?"

Zantus si fermò a pensarci su. "In effetti, ci sono diversi rituali sacrileghi per i quali c'è bisogno di un corpo. E sul momento, me ne vengono anche in mente diversi. Ma temo che non siamo in grado di dirlo così, su due piedi. Abbiamo troppo pochi elementi, e soprattutto, non sappiamo chi sia dietro questo attacco dei goblin."

"Avremmo bisogno di qualcuno che possa investigare e scoprire quale sia il nesso che collega i goblin a questo furto." continuò Kendra con un cenno della testa. "E possibilmente, senza che i nostri concittadini sappiano di quello che è successo, almeno per ora."

Hemlock disse di sì. "Sì, capisco cosa vuole dire... tutti hanno già i nervi a fior di pelle per questo attacco improvviso, e scoprire quello che è successo potrebbe dare il via ad un devastante panico collettivo. Non è quello che ci serve, in questo momento. Piuttosto... credo che sarebbe meglio contattare qualcuno di competente per svolgere queste indagini. Quegli avventurieri che si sono distinti durante l'attacco, per esempio."

"Mi sembra una buona idea." diise il sindaco, sentendosi ora un po' più ottimista. "Magari non avranno l'abilità o l'esperienza della nostra Shalelu, ma senza dubbio potranno dare una mano. Credo che alloggino al Drago Arrugginito... è la nostra locanda più popolare, in fondo."

Hemlock e Padre Zantus assentirono, e lo sceriffo si ritrovò a pensare che fosse un peccato che Ameiko si fosse ritirata come avventuriera. Sicuramente, anche lei avrebbe potuto dare una mano con la sua esperienza... tuttavia, dopo quello che era successo, non se la sentiva proprio di biasimare la locandiera del Drago Arrugginito per la sua scelta. In fondo, si poteva dire che ancora adesso Ameiko, a modo suo, lottava per fare sì che i cittadini di Sandpoint non perdessero la speranza. Di tutti gli abitanti di Sandpoint, lei era uno di quelli che con più fervore difendevano lo spirito di comunità della loro città...

oooooooooo

Quella sera, alla locanda del Drago Arrugginito...

"Hahahahaaa! Ma dai, sul serio? Siete di Magnimar, voi due?" chiese uno degli avventori, che probabilmente aveva un po' più di birra in corpo di quanto fosse prudente. "La Città dei Monumenti! Cacchio, mi piacerebbe poterla visitare, un giorno! E come mai vi è venuta voglia di visitare la nostra graziosa cittadina?"

Misia ridacchiò e prese anche lei un sorso di birra. "Beh, mi sembrava ovvio! Si è sentito parlare del Festival della Coda di Rondine fin sulle sponde dell'Irespan!" esclamò, riferendosi ad una delle più grandi attrattive di Magnimar, l'estremità orientale di un immenso ponte ormai crollato, risalente ai tempi dell'antica Thassilon. "Per una come me, era un'occasione da non perdere! E poi... la mia amica Eli era interessata a vedere se in giro si poteva trovare qualche oggettino interessante! Magari qualche reliquia dei tempi di Thassilon! Lei ha una passione per lo studio dell'antichità!"

"Diciamo che questa è stata la scusa che hai addotto per convincermi a venire, Misia..." rispose la mezzelfa con un sospiro. "Se non altro, sono contenta di essere venuta. Almeno ho potuto dare una mano con quei goblin. Anche se... devo ammettere che avere la possibilità di trovare qualche reperto non mi dispiace. So che ci sono un po' di luoghi di interesse archeologico, vicino a Sandpoint."

"Già, ma non vi consiglio di andarci da sole, signorine." rispose Jolan, seduto poco lontano, mentre prendeva fiato tra un boccone e l'altro. "A parte le tribù di goblin che avete visto, ci sono un bel po' di bestiacce a cui piacerebbe fare di voi un solo boccone... e credo che l'aiuto di una guida esperta potrebbe essere fondamentale! Che ne dite, signorine? Potrei essere io, quella guida?"

"Un po' di chiara autopromozione, eh, Jolan?" scherzò un altro halfling.

Il diretto interessato alzò le spalle. "Hey, a questo mondo bisogna pur sapere come vendersi." rispose tranquillamente. "Anzi, credo che l'idea migliore sarebbe di trovare qualche altro compagno... per esempio, i due signori che ci hanno dato una mano a combattere!"

Eli e Misia si voltarono verso i diretti interessati - ovviamente, si trattava di Yan e Reji, che sedevano davanti a loro e stavano attirando un bel po' di attenzioni. Il fatto che accanto al giovane spadaccino sedesse anche il noto Aldern Foxglove, il nobile che i ragazzi avevano salvato dall'attacco dei goblin, non contribuiva certo a farli passare inosservati.

"Sbaglio o... ci stai chiedendo se vogliamo formare un gruppo di avventurieri?" chiese Yan, sentendosi chiamato in causa. Reji rivolse tutta la sua attenzione all'halfling, interessata alla proposta.

"Perchè no?" rispose Eli dopo averci pensato su. "Non che mi piaccia ammetterlo, ma anche se sono orgogliosa della mia magia, sono ancora alle prime armi come maga. Fino a poco tempo fa, mi sono concentrata di più sullo studio del passato di Varisia. Avere due persone che sono in grado di svolgere il lavoro duro quando la magia non è sufficiente potrebbe essere una buona idea."

La tavolata si fece una risata divertita, e Reji ridacchiò nervosamente. "Da come lo dici, dà l'impressione che finiremo per essere manovali, o cose del genere..." disse la mora.

"Vi prego di scusare la mia amica. Non voleva essere irrispettosa, è solo che... a volte ha un modo di dire le cose che dà un'impressione sbagliata." Misia si scusò a nome della mezzelfa. "Quello che voleva dire è... che un gruppo in cui ci siano maghi, guaritori e guerrieri ha migliori possibilità di riuscita, e potrebbe essere un'ottima occasione per guadagnarci tutti quanti."

"Beh... sì, era questo che volevo dire." rispose rapidamente Eli, e si aggiustò gli occhiali per nascondere l'imbarazzo. "Allora... magari, prima che noi torniamo a Magnimar, possiamo tentare una spedizione nei dintorni di Sandpoint. E se voleste accompagnarci, signori... a voi andrebbe una giusta parte del ricavato."

"In effetti, volevo giusto guardarmi attorno per vedere se ci fossero delle opportunità di lavoro da queste parti." rispose Yan. "Mi sembra un'idea interessante. Reji, tu che cosa ne pensi?"

"Sempre che questa quattrocchi abbassi un po' la cresta. Mi sembra un po' troppo altezzosa per i miei gusti." aggiunse tra sè, ma si guardò bene dal dirlo ad alta voce.

La ragazza Tian ruppe un pezzo di pane e lo masticò distrattamente. "Hmm... beh, se il gioco dovesse valere la candela..."

"Il mio modesto parere è che vi converrebbe approfittare di questa opportunità." rispose Aldern. "Dopotutto, un avventuriero deve cominciare a costruire una sua reputazione positiva da qualche parte, e credo che per il signor Yan, cominciare in un luogo così vicino alla sua città natale non possa che essere vantaggioso. Certo, non è una vita scevra da rischi, ma avrete il vantaggio di poter sempre contare su una comunità disposta a farvi da appoggio."

"Hahahaaa! Sicuro! Non sai quanti sono diventati eroi locali prima che avventurieri di fama!" una voce musicale, appartenente alla locandiera Ameiko Kajitsu. La giovane donna dai capelli bicolore era arrivata in quel momento, portando un piatto fumante di gamberi di fiume rosolati e ricoperti di salsa piccante. "E poi, se avete un po' di fortuna, il lavoro di avventurieri paga abbastanza bene... e questo significa che potete trattenervi un po' di più al Drago Arrugginito! Così ci guadagniamo tutti, me compresa!"

"Hai sempre avuto un certo occhio per gli affari, vero, Ameiko?" chiese retoricamente Aldern, mentre prendeva un sorso da un boccale di vino.

La giovane alzò le spalle. "Non per niente gestisco la locanda più popolare di Sandpoint!" affermò. "Comunque, non fate complimenti! Oggi è un'occasione di festa, quindi... prego, servitevi! Anzi, forse è meglio se tolgo di mezzo un po' di piatti..."

Ameiko fece un rapido gesto con la mano, e una tenue aura magica apparve attorno a lei. Un attimo dopo, diversi dei piatti sporchi si sollevarono dalla tavola e fluttuarono accanto ad Ameiko, sollevati da una forza invisibile. La locandiera salutò e, con i piatti che ancora galleggiavano senza peso accanto a lei, si diresse nuovamente verso la cucina, accompagnata dai richiami e dai complimenti del resto della tavolata. "La signorina Ameiko sembra conoscere abbastanza bene l'ambiente degli avventurieri di professione..." commentò Yan, prima di assaggiare un gambero piccante. Il sapore forte gli fece quasi venire voglia di starnutire, e sentì che il suo volto si stava tingendo di una sfumatura di rosso.

"E' vero... ho sentito dire che una volta è stata un'avventuriera anche lei." rispose Jolan, che di loro sembrava essere il più informato riguardo certe voci. "E' stato... non più di un anno fa, credo. E non ho idea del perchè abbia deciso di smettere, ma... so per certo che ha usato tutti i suoi guadagni come avventuriera per aprire questa taverna. E da allora, non ha più voluto tornare a fare quella vita."

"E' una ragazza così giovane..." disse Eli, pensierosa. "Chissà cos'è successo nel suo passato, per farle prendere questa decisione."

Reji scosse la testa. Sicuramente non era affar suo, ma doveva ammettere che provava una certa morbosa curiosità. Si rimproverò per la mancanza di discrezione, e decise di mettere da parte quei pensieri e concentrarsi sugli spiedini arrostiti che ancora attendevano sul suo piatto.

La discussione andò avanti ancora per un po' prima di vertere su altri argomenti. Eli e Misia si ritrovarono da un minuto all'altro bombardate di domande riguardanti la loro città natale, Magnimar, e cosa fosse successo in quegli ultimi tempi, mentre a Yan e Reji veniva chiesto cosa avessero visto nei loro viaggi, e quali avventure avevano vissuto prima di tornare a Sandpoint.

"Beh, allora... io e il mio compagno eravamo là che stavamo cercando di guadare quel fiume, mi spiego?" stava dicendo in quel momento Reji, circondata dagli avventori che ascoltavano rapiti le loro storie. "Insomma, ci eravamo legati con delle corde, perchè la corrente era davvero forte... e quando siamo circa a metà, e finalmente troviamo un fondale un po' più alto dove appoggiare i piedi... non ci vediamo arrivare un drago nero? Era là che volava sopra di noi, e per un attimo abbiamo pensato di essere spacciati!"

"Non era un drago nero tanto vecchio, sia ben chiaro." continuò Yan, non volendo dare false impressioni al pubblico. "Ma... era comunque un mostro inquietante! Sarà stato grande come un cavallo, con queste ali enormi, e questo muso scheletrico... e la puzza di acido era terribile! Se avesse voluto, ci avrebbe fatti fuori in un attimo!"

"Pazzesco... e come avete fatto a sfuggirgli?" chiese una giovane donna lì vicino.

"Ci stavamo appunto arrivando." fu la pronta risposta di Reji. "Allora, dovete sapere che..."

Reji venne interrotta di colpo quando la porta d'ingresso della taverna si spalancò di colpo, accompagnata dalla voce di un uomo chiaramente adirato che esclamava qualcosa in una lingua che Yan e la maggior parte dei suoi compagni vecchi e nuovi non riconobbero subito! Alcuni avventori mormorarono qualcosa tra ii denti quando il nuovo arrivato entrò nella locanda con prepotenza, sbattendo la porta dietro di sè, e ripetendo la frase incomprensibile di prima. Il suo aspetto spiccava decisamente in mezzo agli abitanti di Sandpoint - soprattutto per i suoi vestiti, che certamente non erano di foggia varisiana: una lunga veste di seta gialla e viola, con un paio di leggere scarpe nere e un copricapo dalla forma particolare su un capo stempiato e dai capelli già grigi, il volto rugoso dagli occhi a mandorla - caratteristica tipica dell'etnia Tian - e la bocca stretta in un'espressione rabbiosa. Camminava con fare spedito, anche se era costretto ad appoggiarsi ad un bastone.

Non ricevendo risposta, l'uomo entrò nella sala e diede un colpo per terra con il suo bastone. "Dove diavolo è mia figlia?" esclamò, finalmente degnandosi di parlare la lingua degli avventori. Alcuni clienti mormorarono qualche imprecazione e tornarono al loro pasto, mentre Aldern corrugava la fronte con disapprovazione.

"Ah, fantastico... ci mancava soltanto lui." sussurrò Jolan.

"Lui?" chiese Misia, fissando l'uomo che si guardava attorno con rabbia a malapena trattenuta. "Jolan, vuoi dire che quell'uomo è..."

"Lonjiku Kaijitsu, sì. Il padre della signorina Ameiko." affermò l'halfling. "Uno degli uomini più in vista di Sandpoint. Anche se... non esattamente per i motivi giusti, come potete vedere."

"Il signor Kaijitsu non è mai stato d'accordo con nulla di quello che faceva sua figlia. Non è certo una sorpresa che i rapporti tra i due siano estremamente tesi." commentò Aldern con un sospiro. "Non mi stupirei se fosse venuto qui per cercare di costringere la signorina Ameiko ad abbandonare il suo lavoro."

"Aspetta e spera..." rispose Yan, per poi alzarsi dal tavolo. "Aspettate. Adesso cerco di parlargli io, chissà che non riesca a calmarlo..."

Reji sospirò e si alzò a sua volta. "Ti accompagno, Yan. Io parlo la sua lingua."

"Se avete bisogno di un incantesimo Charme Persone per costringerlo ad andarsene, fatemi un cenno." disse Eli, alzandosi a sua volta. Misia sospirò e alzò gli occhi al cielo.

"Dove è mia figlia?" ringhiò Lonjiku, irritato dal fatto che nessuno volesse dire nulla. "Ne ho avuto abbastanza del suo comportamento disonorevole! Voglio parlare con lei!"

"P-per favore, signor Kaijitsu... non... non c'è bisogno di arrabbiarsi tanto." Un'anziana halfling vestita di abiti semplici ma puliti stava cercando di far calmare Lonjiku. "Se... se volesse accomodarsi, io provvederei a chiamare la signorina Ameiko e..."

"Non mi mischierò a questa volgare plebaglia. Ho un onore da mantenere, io!" rispose Lonjiku, gettando alla vecchietta un'occhiata che la fece retrocedere. Prima che potesse dire altro, tuttavia, Yan era già arrivato e si era fermato a pochi passi da lui.

"Lei è... il signor Lonjiku Kaijitsu, giusto?" chiese retoricamente il giovane guerriero, cercando di essere quanto più diplomatico possibile. "Vedo che... c'è qualche problema. Possiamo darle una mano?"

L'uomo guardò Yan, Reji ed Eli con spocchia, stringendo rabbiosamente gli occhi. "Aaah, voi siete quel branco di incoscienti attaccabrighe che hanno cercato di fare gli eroi quando siamo stati attaccati dai goblin, vero?" esclamò. "Con le vostre prodezze, avete messo ancora più in pericolo Sandpoint e i suoi abitanti! Dovevate lasciare la difesa della nostra città alle guardie cittadine o a dei veri professionisti!"

Eli non cambiò espressione, ma dentro di sè avvampò di rabbia. "Ma come si permette, questo vecchio rimbambito? Chi crede di essere?" pensò tra sè. "E' così che ci ringrazia, dopo tutto quello che abbiamo fatto per aiutare Sandpoint?"

Anche Yan si sentì prendere da uno scatto d'ira, che per fortuna riuscì a reprimere. "Con... tutto il dovuto rispetto, signor Kaijitsu..." affermò. "Anche se non possiamo dire di essere degli esperti, siamo degli avventurieri anche noi, non dei pivelli da quattro soldi. La mia compagna Reji è un'esperta di arti marziali, Eli è una maga, e io stesso sono uno spadaccino. Per non parlare di Misia e Jolan, il cui aiuto è stato fondamentale."

Lonjiku fece un verso sprezzante e alzò gli occhi al cielo. "Sì, certo. Proprio quello di cui Sandpoint aveva bisogno. Una banda di pulciosi vagabondi venuti qui ad attirare ancora più sciagure!" esclamò. Giunto ormai al termine della sua sopportazione, Yan stava per insultarlo a sua volta... quando Ameiko emerse dalla cucina, tenendo ancora in mano un mestolo gocciolante di zuppa.

"Che succede? Cos'è tutta questa confusione...?" chiese la giovane locandiera, un attimo prima che il suo sguardo si posasse sul padre. L'umore di Ameiko, che fino a quel momento era stato allegro e gioviale, peggiorò di colpo. La ragazza fissò il padre con espressione gelida e sostenne il suo sguardo di disapprovazione per qualche istante prima di affrontarlo di petto. "Che cosa sei venuto a fare qui, padre? Se non te ne sei accorto, stiamo festeggiando questi ragazzi che ci hanno salvato dai goblin, e non abbiamo bisogno che tu venga qui a metterci in tensione."

Lonjiku avanzò verso sua figlia e le puntò un indice contro, iniziando a parlare la stessa lingua che aveva usato prima. Ameiko indietreggiò di un passo ma non si fece intimorire e sostenne l'aggressività del padre, mentre il gruppo indietreggiava ed assisteva al drammatico confronto tra padre e figlia. Reji era l'unica che capiva quello che si dicevano... e a giudicare dalla sua espressione e da quelle dei due litiganti, le parole che volavano non erano per niente confortanti. Per un po' di tempo, continuò il botta e risposta tra padre e figlia, che si stava facendo sempre più accalorato...

Ad un certo punto, Lonjiku avanzò di un altro passo verso sua figlia, la cui espressione si fece incredula ed oltraggiata... e un attimo dopo, Ameiko rispose qualcos'altro con decisione ancora maggiore, indicando con una mano la taverna che gestiva ormai da un anno a quella parte. Di qualunque cosa si trattasse, era qualcosa di serio...

"Reji... tu capisci quello che stanno dicendo?" sussurrò Eli alla giovane monaca. "Io parlo diverse lingue, ma il Minkai... temo di no."

Reji disse di sì con la testa. "Lonjiku... vuole andarsene da qui e trasferirsi a Magnimar." rispose. "E' venuto qui per dare un aut-aut ad Ameiko... o andare con lui, o essere disconosciuta e diseredata."

"Cacchio..." sussurrò Yan. "Ameiko non la prenderà bene. Ragazze, teniamoci pronti ad intervenire se serve..."

Il diverbio tra padre e figlia si era fatto ancora più drammatico... e Ameiko ne aveva avuto abbastanza delle ingerenze del padre. Con una serie di insulti in lingua Minkai - abbastanza coloriti da far arrossire Reji - la ragazza cominciò a spingere il padre verso l'uscita, ma Lonjiku non aveva nessuna intenzione di andarsene senza avere ciò che voleva.

L'uomo allungò una mano e afferrò brutalmente la figlia per i capelli, tirandoli con forza tra le esclamazioni di indignazione degli avventori! Ameiko lanciò uno strillo di dolore e sorpresa, e cercò di divincolarsi... e a quel punto, Yan decise che non poteva più stare lì a guardare e si fece avanti per costringere Lonjiku a mollare la presa. Ma Yan non ebbe il tempo di agire - Ameiko reagì con decisione e colpì il padre padrone in pieno volto con il mestolo ancora sporco di zuppa, facendogli mollare la presa!

"Signorina Ameiko!" esclamò Eli, mentre andava a sostenere la locandiera. Ameiko riprese fiato e si rimise a posto i capelli, fissando il padre con gli occhi pieni di lacrime di rabbia... e Lonjiku rimase fermo al suo posto, fremente di collera. Si passò una mano sulla guancia, nel punto in cui Ameiko lo aveva colpito... e poi si guardò il palmo della mano, con la stessa espressione che avrebbe avuto se quella zuppa fosse stata sterco.

Dopo essere rimasto fermo al suo posto per un attimo, Lonjiku disse ancora una cosa nella sua lingua natale - una cosa che fece rabbrividire Reji. La giovane monaca fissò furiosamente l'uomo mentre quest'ultimo si allontanava, sotto un coro di fischi ed insulti da parte degli avventori.

Yan deglutì nervosamente. "Ho... un po' di paura a chiederlo, ma... che cosa ha detto ad Ameiko?"

L'espressione di Reji continuava ad esprimere indignazione... e il motivo divenne chiaro quando diede la sua risposta a Yan.

"Ha detto..." mormorò la ragazza. "Ha detto... 'per me sei morta come tua madre'."

Yan rimase così scioccato che non riuscì nemmeno ad arrabbiarsi. Tutto ciò che gli passava per la mente in quel momento era, come poteva un padre dire una cosa così terribile a sua figlia. Ma dopo alcuni istanti passati a rimuginare, il ragazzo si ricordò di Ameiko, ancora in piedi, rigida come una statua, nell'atrio della locanda. Si avvicinò a lei, cercando di darle conforto... come del resto stava facendo più di qualche avventore, compresi Misia, Jolan ed Aldern.

"Mi... mi dispiace, signorina Ameiko..." disse il ragazzo.

Ameiko si passò la mano libera sugli occhi, poi ispeziosò attentamente il suo mestolo, tolse un capello dalla superficie ancora sporca di zuppa... e rivolse un sorriso ai suoi avventori. "Ragazzi, chi è che mi va a prendere un mestolo pulito?" chiese. "Nel menù di oggi non c'è stufato di somaro!"

I cllienti scoppiarono in una risata liberatoria ed applaudirono alla battuta, cosa che contribuì non poco a risollevare il morale di tutti, Ameiko compresa. Anche Yan e Reji risero brevemente, e la giovane locandiera si voltò verso di loro e il resto del loro gruppetto per ringraziarli con un cenno della testa.

"Grazie mille. Per voi l'alloggio è gratuito per una settimana!" affermò, terminando la frase con un occhiolino.

 

oooooooooo

 

Lonjiku Kaijitsu era al colmo dell'esasperazione quando ritornò nella sua stanza, e si sfogò brevemente sbattendo entrambe le mani sulla sua scrivania e imprecando nella sua lingua natale, per poi passare rapidamente alla lingua taldoriana - il linguaggio tradizionale di Varisia e di molte altre regioni del Mare Interno - quando si sentì sicuro di poterlo fare.

Non era di cattivo umore per quello che aveva detto a sua figlia. Quell'ingrata aveva deciso di restare tra questi villici, e ne avrebbe pagato le conseguenze. E doveva ammettere che non gli dispiaceva di potersi finalmente lavare le mani di lei - Ameiko lo aveva già disonorato abbastanza diventando prima un'avventuriera e poi una locandiera...

No, in quel momento c'era qualcos'altro che lo faceva ardere d'ira...

"Maledizione! Maledizione! Com'è potuta finire così? Abbandonato in questa terra ostile e circondato da gentaglia a cui non potrebbe importare di meno dell'onore e del decoro!" strepitò, cercando disperatamente di pensare a cosa avesse fatto che aveva mandato all'aria la sua vita e tutto quello che lui aveva costruito fino a quel momento.

E per quanto ci pensasse, i suoi pensieri non ritornavano che ad un unico elemento...

Certo, non c'era altra spiegazione. Era stato da allora che tutto era iniziato. Era stata tutta colpa sua... sua e di quella sgualdrina che lo aveva tradito e gli aveva fatto perdere il suo onore! E forse, si convinse con non poca amarezza, lui aveva contribuito... No! Non poteva essere così! Era tutta colpa di quella diabolica seduttrice di Cheliax che gli aveva fatto perdere la ragione! Un uomo d'onore come lui non avrebbe ceduto così facilmente ai volgari piaceri della carne...

Lonjiku rimase a camminare su e giù per la sua stanza, arrovellandosi su quello che era successo ormai più di vent'anni fa. Si disse che avrebbe dovuto essere più drastico, più deciso... se non si fosse lasciato impietosire tanto tempo fa, forse adesso non si troverebbe in questa situazione così compromettente...

L'uomo si avvicinò alla sua scrivania di legno laccato... e con la mano non ben ferma, aprì un cassetto dal quale prese un pugnale dalla lama elegantemente incurvata, forgiato in una maniera che non assomigliava a quella di nessuna arma da taglio creata a Varisia. Era una lama sottile, elegante ma terribilmente affilata, e sembrava riflettere la fioca luce delle candele...

Sì, decise Lonjiku. Ormai non si poteva più cambiare il passato. Ma almeno, fare sì che la causa del suo disonore sparisse per sempre da questo mondo...

l suo sguardo si posò su un foglio di carta spiegazzato posto ad un angolo della scrivania, che recava un messaggio scritto nella lingua del Minkai. Lonjiku prese il foglio e lo rilesse ancora una volta, gli occhi scintillanti di rabbia... poi ne fece una palla e lo gettò in un cestino.

Aveva aspettato troppo tempo, ormai. Doveva risolvere la questione una volta per tutte...

 

ooooooooooo

 

CONTINUA...    

 

 

 

 



 

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Capitolo 5
*** Offerte bruciate ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

Risposte alle recensioni!

Farkas: Sì, in effetti anche nell'avventura originale del gioco da tavolo, il sindaco e lo sceriffo di Sandpoint sono delle persone in gamba. Come ho detto, Pathfinder trae ispirazione da un po' di tutto... l'ultima serie di avventure, "I Pugni della Fenice di Rubino", ha attinto a piene mani da Mortal Kombat, Dragon Ball, I Tre Dell'Operazione Drago... e anche Final Fantasy 7!

Credemi, Ameiko ha ancora molto da raccontare. Più di quanto non immagini. E ti dico subito che più avanti vedremo Magnimar in tutto il suo splendore!

Grazie della recensione!

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE

Capitolo 4 – Offerte bruciate

 

Non era esattamente una buona giornata... o almeno, questa era l'impressione che Tsuto aveva in quel momento, mentre si dirigeva per l'ennesima volta verso quelle stanze che ormai gli erano così familiari, nelle profondità delle catacombe di Collecardo. Il mezzelfo aveva appena ricevuto delle notizie che gli avevano dato da pensare, e se quello che diceva il suo subordinato era vero, allora si sentiva in dovere di fare del suo meglio per non coinvolgere nella sua vendetta l'unica persona in tutta Sandpoint che a suo parere non la meritava.

Senza quasi rendersene conto, Tsuto era arrivato davanti all'ingresso delle stanze private della sua amata. Prese un bel respiro, ripassandosi mentalmente quello che doveva dire... poi bussò educatamente e attese risposta. Ebbe l'impressione di sentire un sospiro esasperato dall'altra parte della porta...

"Avevo chiesto di non essere disturbata. Devo prepararmi per il rituale." rispose una voce femminile chiaramente irritata. Tsuto fece un piccolo passo indietro, cercando di non apparire troppo baldanzoso, e attese che la sua amata aprisse la porta.

Finalmente, la giovane donna dalla pelle bronzea e dai capelli bianchi, vestita di un'inquietante pettorale nero con pantaloni e stivali dello stesso colore, apparve da dietro l'uscio, e i suoi intensi occhi azzurri fissarono Tsuto con un'emozione che il mezzelfo non comprese subito - era rabbia, o magari compatimento... o forse un tentativo di nascondere l'affetto che lei provava per lui? Se non altro, quando aprì bocca, la sua voce era già un po' addolcita. "Ah... sei tu, Tsuto. Dimmi, c'è qualche problema? I goblin ti stanno facendo impazzire?"

Tsuto si schiarì la voce. "No, no... niente di tutto questo, mia cara." affermò rapidamente. "E' solo che... Ripnugget vorrebbe attaccare subito Sandpoint in massa, ma non credo che questo sia l'approccio migliore. Secondo me, dovremmo farci aiutare da Erylium e usare la vetreria come base d'appoggio. Tutti gli altri sono d'accordo con me tranne Bruthazmus."

La giovane donna dai capelli bianchi sospirò. "E allora, quale sarebbe il problema?"

"Ecco... il fatto è che Orik mi ha appena informato che la mia sorellastra vive ancora a Sandpoint." spiegò Tsuto. "Lei è praticamente l'unica persona che non odio in quella maledetta città, e se fosse possibile vorrei risparmiarla. E magari convincerla a passare dalla nostra parte. Certo... questo se la cosa ti va bene, amore mio. So che questa vendetta è importante anche per te."

L'espressione della giovane si fece pensierosa, e lei abbassò lo sguardo verso il terreno. Una persona a Sandpoint che Tsuto voleva risparmiare... sì, se non altro le era rimasta abbastanza empatia da capire questo suo desiderio. Dopotutto, anche lei era in una situazione simile. Anche lei aveva ancora una persona a cui teneva, anche se ormai non viveva più a Sandpoint. Ogni tanto, sentiva ancora qualche rimpianto per averlo perduto per sempre... ma la consapevolezza che non si potesse tornare indietro nel tempo la portò a rassegnarsi e a tornare al presente.

"Amore...?" chiese Tsuto.

La donna dai capelli bianchi sbattè gli occhi, poi scosse la testa. "Chiedo scusa, mi ero distratta... stavi dicendo, Tsuto? Ah, sì... Hai il mio permesso, e se riesci a convincerla a schierarsi con noi, meglio così. Dopotutto, una sola persona in più o in meno non farà una grande differenza per Madre Lamashtu." rispose rapidamente.

Tsuto ringraziò con un cenno del capo, poi guardò la donna dai capelli bianchi con espressione preoccupata. "Allora... hai proprio deciso di portare a termine questo rituale? Non ti ho detto già tante volte che... per me sei tu la donna più bella di tutta Varisia... ma che dico, di tutto Golarion?" continuò. "Perchè vorresti rinunciare al tuo bell'aspetto?"

La donna scosse la testa. "Devo farlo, Tsuto. Devo liberarmi per sempre da questo sangue angelico che non mi ha portato altro che infelicità." spiegò. "Ho lavorato per gli ultimi cinque anni, da quando Madre Lamashtu mi ha dato una ragione per vivere, a questo scopo... e non posso fermarmi adesso. Neanche se me lo chiedi tu."

Tsuto non rispose nulla... e dopo essere rimasto fermo per un attimo con espressione incredula e rammaricata, si rese conto che non c'era modo di far cambiare idea alla sua amata. Aveva già provato più volte a convincerla della sua bellezza, ma senza successo.

Per adesso, era già tanto che avesse accettato di fargli risparmiare la sua sorellastra... e mentre la donna dai capelli bianchi si dirigeva verso un'altra zona delle catacombe, Tsuto la salutò e si affrettò verso l'uscita del covo sotterraneo, sperando che la sua amata sapesse quello che stava facendo.

La giovane donna non si fermò a pensare a lungo a cosa pensava il suo subordinato. Per quanto la riguardava, finchè Tsuto faceva il suo lavoro in maniera decente e le restava fedele, lei non vedeva motivo per negargli nulla... ma rinunciare a quel rituale che finalmente l'avrebbe liberata dalla maledizione che si portava dentro, quella era una cosa che non avrebbe fatto per nessuno.

Tranne forse...

"Ancora questo pensiero che ritorna..." sussurrò tra sè, e affrettò il passo verso la camera dove si sarebbe dovuto svolgere il rituale, decisa a gettarsi alle spalle ogni esitazione ed ogni orpello della sua vita precedente. Dopo aver percorso una serie di corridoi fiocamente illuminati, la giovane donna raggiunse finalmente una sorta di cappella, illuminata da dei bracieri che emettevano un innaturale fumo rossastro.

Entrò in quel luogo sacrilego, guardando gli orrendi bassorilievi che ornavano i muri della stanza. Terrificanti rappresentazioni di violenza e morte, per la maggior parte di demoni che smembravano e squartavano esseri umani, erano in evidenza sui muri di pietra grezza, e vicino all'altare di pietra nera al lato opposto della sala, era stata posta un'oscena statua che rappresentava una figura femminile gravida, con un'orrida testa di sciacallo con tre occhi - il terzo dei quali era posto in mezzo alla fronte.

Davanti all'altare, quattro goblin attendevano, ognuno di essi mostrando un'espressione inquieta che contrastava con la loro tipica energia. Il più grande dei quattro aveva appena finito di stendere qualcosa sull'altare... il corpo che avevano trafugato dal cimitero di Sandpoint, ora poco più che uno scheletro polveroso, parzialmente coperto da un sudario ammuffito e con ancora qualche cenno di baffi e barba grigi sul volto.

La giovane donna strinse gli occhi mentre fissava il corpo disteso sull'altare. Anche se ormai era ridotto in quello stato, lo riconosceva fin troppo bene, e si avvicinò ad esso guardandolo con odio a malapena trattenuto. I goblin si fecero da parte intimoriti, mentre la ragazza dai capelli bianchi si fermava ad appena un passo dal corpo.

Per diversi secondi, la giovane donna restò a guardare freddamente il cadavere... e infine, sfoderò un sorriso che esprimeva rancore e soddisfazione.

"Allora... padre? Che te ne pare? La tua bambina... anzi, no, la tua bambolina... è diventata una sacerdotessa come volevi tu!" mormorò con crudele sarcasmo. "Huhuhuu... certo, una sacerdotessa di Madre Lamashtu invece che della tua tanto decantata dea dei sogni, ma perchè badare a questi dettagli? Come si dice... si ha quello che si merita, giusto? E io questa soddisfazione me la sono meritata!"

Abbassò la testa, emettendo una risata strana ed inquietante, che ai goblin suonò quasi come un singhiozzo addolorato... poi, guardò di nuovo verso il corpo di Ezakien. "Questo è il mio ringraziamento, padre. Per tutto il male che mi hai fatto, per avermi costretta ad una vita da reclusa... per avermi separato dall'unica persona che mi abbia davvero voluto bene! E spero che tu possa vedermi, dall'aldilà al quale sei stato consegnato! Così potrai assistere allo spettacolo di Sandpoint che viene consumata dal fuoco... e potrai guardarmi diventare un'autentica figlia di Madre Lamashtu! Quel sangue celestiale di cui andavi tanto fiero... lo getterò in una cloaca! Questo è l'ultimo regalo che ti fa la tua cara trovatella Nualia!"

Al termine di quel discorso delirante, la giovane donna di nome Nualia abbassò di nuovo la testa e strinse i pugni, ridendo e piangendo al tempo stesso. I goblin rabbrividirono, ma uno di essi si riscosse dal suo timore abbastanza da dirigersi verso uno dei bracieri e inserirvi una torcia che si accese quasi subito. Il bagliore e il vigore delle fiamme lo fecero sentire rassicurato, e il mostriciattolo verde ridacchiò brevemente prima di avvicinarsi alla sua padrona. Nualia non rivolse nemmeno lo sguardo al goblin e prese la torcia accesa con noncuranza... e in quel momento, la statua della donna dalla testa di sciacallo emise un'aura di energia maligna, e i suoi tre occhi si illuminarono, spaventando ulteriormente i goblin!

"E' GIUSTO, NUALIA." sentì la donna dai capelli bianchi. Una voce dal timbro femminile riecheggiò nella mente della giovane, mentre quest'ultima teneva la torcia accesa al proprio fianco. Ma non era certo una voce umana. Sembrava vibrare e pulsare, dando un'impressione di potere e spietatezza... esprimendo un odio atavico e una malvagità primordiale. "TU SEI UN MOSTRO. LORO NON TI ACCETTERANNO MAI. NON SARAI MAI UNA DI LORO. SEI DIVERSA. SEI DISGUSTOSA. ORRIDA. ANORMALE. MA IO... IO TI AMO UGUALMENTE. IO TI ACCOGLIERO' NEL MIO ABBRACCIO, E TI PROTEGGERO'. TUTTO QUELLO CHE TI CHIEDO... E' DI CONSEGNARMI COLORO CHE TI RIFIUTANO!"

"Madre Lamashtu..." sussurrò Nualia, rassicurata dalla voce che solo lei riusciva a sentire. Con lo sguardo perso nel vuoto, avvicinò la torcia accesa al corpo del padre adottivo.

"Io, la tua umile servitrice Nualia, ti offro il corpo di quest'uomo. Ti prego... liberami da questa maledizione angelica... accoglimi nel tuo grembo, e permettimi di diventare una della tua prole... e io sarò una figlia fedele e devota... e diffonderò il tuo verbo in tutta Varisia, così che tutto possano comprendere il tuo amore. Madre Lamashtu..."

Nualia toccò il corpo di Ezakien con la torcia, e il sudario consunto prese immediatamente fuoco. Le fiamme si propagarono rapidamente e avvolsero il cadavere rinsecchito. Un acre odore di bruciato pervase l'orrenda cattedrale, e anche i goblin emisero delle esclamazioni di paura, mentre Nualia restava in piedi accanto al rogo, assaporando ogni singolo momento della sua vendetta...

La statua demoniaca brillò di nuovo, e uno strano, inquietante alone di luce rossastra avvolse il braccio sinistro di Nualia, che sorrise come estasiata.

"Grazie, Madre Lamashtu... E' cominciata..." sussurrò.   

 

oooooooooo

 

La mattina dopo l'incursione dei goblin prometteva essere una buona giornata per Sandpoint. L'eco degli inaspettati eventi del giorno prima non si era ancora spenta, e c'era ancora molto da fare per sgomberare le vie della città dai resti di bancarelle e attrazioni che erano state date alle fiamme o demoliti dagli invasori.

Tuttavia, mentre Yan e il suo nuovo gruppo si muovevano in questo contesto, fermandosi quando potevano per dare una mano a sgombrare o riparare, si percepiva l'ottimismo della gente di Sandpoint. La cittadina aveva già passato le sue traversie, e in confronto al terrore in cui era sprofondata ai tempi dello Spiacevole Ritardo, un attacco di goblin peraltro facilmente respinto sembrava ben poca cosa.

Detto questo, il giovane doveva ammettere che anche la sensazione di venire applauditi e riconosciuti mentre si camminava per le strade era piacevole. Molti dei cittadini avevano riconosciuto lui e i suoi compagni come alcuni di coloro che avevano respinto i goblin e avevano contribuito a salvare molte vite, e molti esprimevano la loro gratitudine verso di loro.

"Grazie infinite! Non so come avremmo fatto senza di voi!" disse un venditore di stoffe, che Eli e Misia avevano appena aiutato con la sua bancarella. "Quei mostriciattoli... cosa gli sarà saltato in mente, tutt'a un tratto di attaccarci e fare questo casino?"

"Le azioni di un goblin hanno senso soltanto per lui... forse." rispose Eli. Mosse agilmente una mano davanti a sè e lanciò un semplice incantesimo Riparare, che fece sparire gli strappi su una sciarpa come se non ci fossero mai stati. "Ma non credo che si faranno vivi di nuovo, dopo la batosta che hanno preso."

"Spero davvero che sia così, Eli..." disse Misia, mentre cercava di raccoglieere alcuni panni. Con sua grandissima frustrazione, le capitava spesso che le stoffe le scivolassero via dalle mani e finissero nuovamente a terra, e la femmina di gnomo borbottò qualcosa tra i denti circa il fatto che le cose non le restassero mai in mano. Alla fine, Eli decise di tagliare la testa al toro e lanciò un altro dei suoi incantesimi più semplici.

"Mano Magica." disse la mezzelfa, facendo un gesto con la mano destra mentre si aggiustava gli occhiali con la sinistra. Le stoffe, sostenute da una forza invisibile, fluttuarono in aria vicino a Misia e vennero elegantemente depositate su un ripiano vicino, impeccabilmente piegate. "Ecco fatto. Ora non dovrebbero più esserci problemi."

"Heh... grazie ancora per il vostro aiuto!" rispose il commerciante. "La prossima volta che passate di qui, vi farò senz'altro uno sconto!"

"Grazie mille! Se avremo l'occasione..." rispose Misia. Eli si limitò a chinare un po' la testa e piegare in avanti il suo cappello con un gesto della mano. "E... scusi la mia imbranataggine! Adesso temo proprio che dobbiamo andare!"

Eli alzò brevemente gli occhi al cielo. Non era proprio colpa della sua amica, ma dei poteri di oracolo di Misia, che ogni tanto davano qualche problema... e se doveva essere sincera, le sarebbe piaciuto restare lì a spiegare i tecnicismi, ma non c'era il tempo. Gli altri le stavano aspettando... "A buon rendere." disse semplicemente la mezzelfa, e le due compagne si affrettarono verso il resto del gruppo, che le attendeva ad un angolo della strada, accompagnato dall'elegante gentiluomo che avevano salvato dai goblin il giorno prima, Lord Aldern Foxglove.

"Scusate il ritardo, ragazzi. Abbiamo cercato di fare il prima possibile..." disse Misia, mostrando i palmi delle mani con fare imbarazzato. Jolan sbattè gli occhi e guardò con fare interrogativo la femmina di gnomo - sembrava avere almeno intuito che Misia voleva dire qualcosa di particolare, ma non aveva idea di cosa potesse essere. D'altra parte, riflettè la guida halfling, gli gnomi erano sempre stati considerati tra gli umanoidi più stravaganti di Golarion, e avevano una forma mentale che a persone più legate al mondo materiale spesso sfuggiva. Probabilmente, pensò Jolan, anche la giovane femmina di gnomo stava dicendo qualcosa che per lei era ovvio...

"Nessun problema, signori. In effetti, vi devo ancora ringraziare per avermi scortato fin qui." disse Aldern, indicando con lo sguardo la strada che conduceva verso le campagne attorno a Sandpoint. "Al momento, ho delle incombenze personali che mi obbligano a trascorrere del tempo fuori città, ma farò in modo di tornare entro stasera. Per quanto riguarda invece la giornata di domani, non sono occupato, perciò... ecco, sarei molto onorato se lei, signorina Reji, volesse concedermi l'onore di accompagnarmi in una caccia al cinghiale."

Concluse la richiesta indicando educatamente con lo sguardo la ragazza dai capelli neri, che puntò un indice verso sè stessa e sbattè gli occhi in un'espressione meravigliata. "Ah? State... state chiedendo a me... di accompagnarvi, Lord Foxglove... voglio dire, Aldern?" chiese. "Io... non so quanto potrei esservi utile. Certo, io e il mio compagno qui presente abbiamo già cacciato, nei nostri viaggi, però..." disse nervosamente. Il sorriso gentile e il bell'aspetto di Aldern la lusingavano e la mettevano un po' in soggezione al tempo stesso.

Yan ridacchiò brevemente e diede una pacca sulla spalla alla sua compagna di viaggio. "Io accetterei il suo invito, se fossi in te!" disse, non resistendo alla tentazione di punzecchiarla un po'. Reji strisciò un piede a terra in segno di imbarazzo. "Non capita tutti i giorni, sai, di poter accompagnare un gentiluomo come Aldern... tra l'altro, devi ammettere che è anche carino!"

"Non... non era quello il punto, Yan!" protestò Reji. Anche Misia e Jolan fecero una breve risata, ed Eli guardò da un'altra parte come per dire che non era cosa che la riguardasse. Tuttavia, quella breve interruzione fece sì che la giovane monaca riuscisse a prendere confidenza e rispondere ad Aldern. "Ne sarei... molto onorata anch'io, Aldern! Va bene, allora attenderò con ansia che arrivi domani, e confido che sarà una caccia proficua!"

"Ringrazio sentitamente, signorina Reji. Sono convinto che anche soltanto la sua presenza sarà di buon auspicio." Aldern fece un elegante inchino, poi infilò una mano guantata nella giacca, e ne estrasse una piccola borsa di stoffa grigia. "Credo altresì che sia giusto ricompensarvi per il vostro aiuto in maniera più concreta. Spero dunque che vogliate accettare questo presente."

"Beh... certo non diciamo di no!" affermò Jolan, ricevendo dal giovane nobile il sacchetto, che tintinnò quando Aldern lo consegnò all'halfling. Dandoci un'occhiata, la guida di Sandpoint si accorse che era piena di monete d'oro. Abbastanza da consentire loro di comprare un po' di equipaggiamento di migliore qualità. "Wow! Beh... che possiamo dire, Lord Foxglove? Che le siamo estremamente grati... e che contiamo di poterle essere ancora utili in futuro!"

"Allora... a domani, giusto?" chiese Reji lusingata. "D'accordo... buon proseguimento, Aldern, e buona giornata!"

"Altrettanto a voi." rispose il giovane nobile, congedandosi. I cinque avventurieri lo accompagnarono con lo sguardo, finchè il giovane nobile non fu lontano. A quel punto, Yan decise che era il caso di discutere con il resto del gruppo cosa fosse il caso di fare.  

 "Molto bene, ragazzi. Diciamo che non è stato un brutto modo di iniziare una carriera." affermò il giovane. "Detto questo... adesso, la nostra prossima mossa quale dovrebbe essere? Ci affidiamo alla tua guida, Eli." Dopotutto, l'idea di restare a Sandpoint e andare alla ricerca di reperti dell'era thassiloniana era stata sua.

La mezzelfa annuì e cominciò a pensare. Per quello che ne sapeva, nelle campagne attorno a Sandpoint si potevano di tanto in tanto trovare dei reperti interessanti, o anche dei resti di costruzioni dell'epoca. In effetti, erano quelli i luoghi in cui di solito si trovavano oggetti interessanti.

Mentre ancora pensava a dove sarebbero potuti andare in esplorazione, Eli prese una mappa dei dintorni di Sandpoint dal suo zaino e cominciò a dare un'occhiata. Per quanto lei ne sapesse, c'era un sito interessante ma sinistro nelle vicinanze di Sandpoint...

"Per adesso, credo che sarebbe una buona idea semplicemente andare in esplorazione, senza fare mosse azzardate." disse la maga, indicando poi alcune locazioni lungo la costa a nord. "Ho i miei sospetti che ai tempi dell'Impero di Thassilon, in questa zona non fosse diffusa la fede di Lissala, che era la religione più in voga a quei tempi... No, ho sentito voci secondo cui da queste parti fosse venerata nientemeno che Lamashtu, la dea-demone, anche conosciuta come La Madre dei Mostri."

"Lamashtu? Quale insano di mente potrebbe venerare una mostruosità simile?" affermò Reji con un brivido. "E chi era questa Lissala, poi?"

Jolan alzò le spalle. "Non sono un esperto di religione, ma so per certo che a quei tempi, a spadroneggiare da queste parti erano Lord Karzoug e Lady Alaznist, che a quell'epoca erano i Signori delle Rune, rispettivamente, dell'Avidità e dell'Ira." affermò. "Già, già... quei due si odiavano a morte, e questa regione era uno dei luoghi in cui si davano battaglia con i loro eserciti. Lady Alaznist, poi, aveva una pessima reputazione anche per un Signore delle Rune! Pare che fosse un'adoratrice di demoni, e che da queste parti siano rimaste molte testimonianze dei culti a cui Alaznist aveva dato vita."

"Per quanto riguarda Lissala, era un'antica divinità di origine Azlanti." spiegò Misia. "Per l'esattezza, era la divinità delle rune e del destino, e la sua venerazione è proseguita anche quando il Primo Re Xin ha fondato Thassilon."

"Prima di essere tradito dai primi Signori delle Rune..." affermò Yan, ricordando bene quella parte di storia. Non era esattamente una pagina ignota del remoto passato di Golarion. Il potente mago Xin, esiliato dall'Impero di Azlant per delle pratiche magiche che non erano piaciute alla casta regnante, aveva fondato il suo impero, che lui aveva chiamato Thassilon, nella regione che in seguito sarebbe stata conosciuta con il nome di Varisia, appoggiato da numerose famiglie Azlanti che erano d'accordo con le sue filosofie magiche. In seguito, tramite contatti con esseri ultraterreni di vario genere (e non tutti di comprovata moralità), Xin aveva sviluppato un nuovo tipo di magia - ovvero, la magia runica, i cui precetti, basati sulle cosiddette sette virtù del comando, avrebbero finito per essere alla base degli studi di magia in tutto Golarion.

Poi, i suoi discepoli più fidati, i Signori delle Rune, lo avevano tradito e avevano corrotto le sette virtù, facendo di esse i sette peccati capitali... ed era cominciato un periodo buio per tutto Thassilon, che ironicamente era terminato soltanto con il sopraggiungere del Cataclisma e un'era di ancora maggiori difficoltà per tutte le specie viventi su Golarion. Era stato soltanto molti secoli dopo, quando Aroden era riuscito a guidare la razza umana attraverso tante avversità, che Golarion aveva potuto prosperare nuovamente. Ma ancora adesso, si sentivano le conseguenze del mal governo dei Signori delle Rune e delle catastrofi di millenni prima...

"Vedo che conosci la storia. Mi fa piacere." rispose Eli, vagamente divertita.

Yan storse il naso. "Hey, solo perchè non sono l'uomo più sveglio di Varisia, non significa che io sia un ignorante." la rimbeccò. "Okay, okay, mettendo da parte la lezione di storia e di religione... vorresti andare in esplorazione per vedere se ci sono dei siti interessanti da queste parti, giusto?" chiese, mentre con la coda dell'occhio notava una figura imponente che camminava con tutta calma nella loro direzione. Ogni volta che un cittadino di Sandpoint incrociava quell'uomo, lo salutava educatamente e con rispetto, e lui ricambiava con un cenno della testa, breve ma deciso. Yan era convinto di averlo già visto da qualche parte, quell'uomo... ma non era sicuro esattamente dove.

Eli stava per rispondere, ma anche lei notò la figura che si avvicinava e la osservò con espressione interrogativa. Fu Jolan a riconoscerlo per primo, e ad avvertire il resto del gruppo.

"Ragazzi, è meglio se riprendiamo dopo il discorso." disse l'halfling. "Lo sceriffo Hemlock sta venendo verso di noi, e credo voglia parlarci."

"Ah? Accidenti, ecco dove l'avevo già visto!" pensò tra sè il giovane spadaccino. Hemlock stava effettivamente avvicinandosi al gruppo di Yan, e i cinque avventurieri novizi rivolsero immediatamente a lui la sua attenzione.

"Buongiorno, signori. Spero di non disturbare." lo sceriffo si fermò a pochi passi dal gruppo, salutandoli con tono educato per quanto distante. Trovandosi di fronte ad una delle maggiori autorità di Sandpoint, i cinque avventurieri cercarono di mantenere un tono formale e salutarono a loro volta.

"Ah... nessun... nessun disturbo, sceriffo Hemlock!" esclamò rapidamente Reji. "Io e i miei compagni qui presenti stavamo... ehm... discutendo cosa andare ad esplorare nei dintorni di Sandpoint! Non... non abbiamo commesso infrazioni, spero."

Il robusto Shoanti la tranquillizzò subito. "Nessuna infrazione, signori. Anzi, devo ringraziarvi per aver tenuto validamente testa ai goblin invasori." rispose, senza cambiare espressione. "Il motivo per cui vi cercavo era un altro. Posso chiedervi di venire nel mio ufficio, in modo da poterne discutere con più calma?"

I cinque si guardarono a vicenda, un po' sorpresi, per qualche momento, ma furono tutti d'accordo sulla risposta. "Certo. Nessun problema. Se possiamo esserle d'aiuto..." affermò infine Eli. Aveva l'impressione che il resto del gruppo le stesse lasciando il ruolo di leader, cosa che in effetti non le dispiaceva.

Hemlock non cambiò la sua espressione severa. "Vi ringrazio. Prego, se voleste seguirmi."

 

oooooooooo

 

Pochi minuti dopo, nell'ufficio dello sceriffo...

"Capisco. In pratica, ci state chiedendo di tenere d'occhio le tribù di goblin nei paraggi di Sandpoint e cercare di scoprire chi possa averle aizzate contro la città." Misia riassunse quello che Hemlock aveva detto.

Lo sceriffo confermò. "Precisamente. Come vi ho detto, il nostro sindaco e la nostra nuova guida spirituale si sono detti d'accordo con me sul fatto che questi goblin non abbiano agito in maniera indipendente. Vorrrei chiedervi gentilmente se poteste collaborare alla sicurezza della nostra città svolgendo delle indagini, e possibilmente scovando e neutralizzando il burattinaio che manipola i goblin." rispose. "Chiaramente, riceverete un adeguato compenso. Non ci aspettiamo certo che voi lavoriate gratis, ma la nostra città, con tutto quello che è successo di recente, avrebbe davvero bisogno di persone di valore come voi. Detto questo, lascio a voi la decisione."

"Il furto di un cadavere dal cimitero di Sandpoint, eh? Ed è proprio il corpo di Padre Ezakien..." disse tra sè Yan. Ancora una volta, ogni volta che quella parte del suo passato tornava a galla, provava un brivido e una sensazione di rimorso e nostalgia. Certo non di quell'uomo, visto che più di una volta era stato costretto ad ascoltare le sue prediche sulla "purezza" e sulla "retta via"... ma non poteva dire che sapere della sua morte gli avesse fatto piacere. Anche perchè, il giorno di quell'incendio, la figlia adottiva di Ezakien, Nualia, era scomparsa senza lasciare traccia. Nessuno aveva mai saputo se era morta o viva... e ormai, a distanza di cinque anni, tutti si erano convinti della prima ipotesi, Yan compreso.

"Non penso ci siano problemi." rispose Jolan, rivolto agli altri membri del gruppetto. "Che dite? Io penso che ci convenga. Teniamo Sandpoint al sicuro, ci guadagniamo qualcosa, ed Eli ha la possibilità di dare un'occhiata a tutte le rovine che le interessano."

Eli storse il naso. "C'è... davvero bisogno di sbandierare i miei affari ai quattro venti, halfling?" lo rimbeccò. "Detto questo... va bene, siamo d'accordo. Cominceremo le indagini oggi stesso."

L'espressione dura di Hemlock si ammorbidì un po', e lo sceriffo fece un piccolo sorriso che durò appena qualche secondo. "Vi ringrazio, signori. I vostri servizi sono molto apprezzati." rispose. "Vorrei tuttavia raccomandarvi di un'ultima cosa. I cittadini di Sandpoint ancora non sanno nulla del furto perpetrato nel cimitero, e se possibile preferirei che per adesso non ne sapessero nulla."

"Motivi di ordine pubblico, immagino." rispose Eli. "Comprendo la necessità. D'accordo, non mi sembra il caso di generare allarmismi. Faremo tutto il possibile per trovare quel corpo prima che i goblin attacchino di nuovo."

"Hai già qualche idea di come fare, Eli?" chiese Reji.

La mezzelfa assunse un'espressione sicura di sè. "Non sottovalutare la mia magia... Reji, giusto? Sarò ancora un'apprendista, ma ho un po' di incantesimi che potrebbero aiutarci a scovarre dove quei mostriciattoli hanno portato il corpo di Ezakien. Detto questo..." la sua espressione si fece più seria. "Sceriffo Hemlock, sa per caso se qui a Sandpoint vive qualche mago? Credo che potrei avere bisogno del suo aiuto, per seguire meglio le tracce del corpo di Padre Ezakien."

"Temo che... qui a Sandpoint non troverà maghi in grado di aiutarla con gli incantesimi di divinazione, signorina." rispose Hemlock sfregandosi il mento. "Tutto quello che posso fare per voi è indicarvi il nostro esperto. Il signor Brodert Quink è il sapiente della nostra città, anche se in effetti è uno un po' difficile da trattare. Se riuscirà a sopportare il suo caratteraccio, credo che il signor Quink potrà dirvi molto sui goblin, sulle loro abitudini e sulla loro storia in questa regione. E poi... beh, se avete un po' di fortuna, la nostra cacciatrice di goblin Shalelu dovrebbe tornare a farci visita, uno di questi giorni. Se avete la fortuna di incontrarla, credo che sarà ben lieta di accompagnarvi."

"Shalelu?" chiese Misia. "E' un'avventuriera di una certa fama, a quanto ho sentito."

"Possiamo tranquillamente dire che è la nostra protettrice!" esclamò Jolan con improvviso entusiasmo. "Non troverete mai nessuno da queste parti che abbia più esperienza sul campo con i goblin."

"Il fatto è che si ferma spesso qui a Sandpoint, ma non ci resta mai molto a lungo. Di solito è occupata a tenere a freno le tribù selvagge di goblin, oppure a informare la loggia dei Pathfinder di Magnimar riguardo le ultime potenziali minacce. So che ha spesso lavorato per Lady Sheila Heidmarch, una dei due fondatori della loggia." spiegò Hemlock.

Eli sgranò gli occhi sorpresa. "Davvero? Non immaginavo che fosse conosciuta anche dai Pathfinder di Magnimar! E per giunta lavora per Lady Heidmarch! Accidenti, ho queste cose sotto il naso e non me ne accorgo neanche..."

"Perchè stai tutto il tempo rinchiusa in quella biblioteca a studiare incantesimi, secchiona." Misia prese amichevolmente in giro la sua compagna d'avventura e le diede un pugnetto senza forza sul braccio.

La maga mezzelfa si schiarì la voce e cercò di non dare a vedere il suo imbarazzo. "Beh... è grazie al mio studio se adesso ho imparato gli incantesimi che ci serviranno! Non prendermi sottogamba!" protestò.

"Nessuno di noi ha mai voluto prenderti sottogamba, Eli... sono sicuro che la tua magia sarà indispensabile per proteggere Sandpoint." affermò Yan. "Comunque... d'accordo, sceriffo Hemlock. Credo che siamo tutti più che disposti a dare una mano."

Reji disse di sì con la testa, riflettendo che forse andare a caccia assieme ad Aldern il giorno dopo sarebbe stato un modo di unire l'utile al dilettevole.

"Ottimo. Vi ringrazio per la disponibilità." concluse Hemlock. "Sto anch'io conducendo le mie indagini, e non appena avrò degli indizi significativi, vi farò sapere quello di cui penso avrete bisogno. Attenderò vostre notizie. Buona fortuna, e che Desna vi sia favorevole."

"La ringraziamo, sceriffo Hemlock. Altrettanto." rispose Misia, mentre il gruppo si alzava per accingersi ad iniziare la loro ronda.

 

oooooooooo

 

Il lavoro, per il gruppo di avventurieri, era iniziato molto presto. Giusto il tempo di verificare l'equipaggiamento e assicurarsi di avere tutto quello che poteva servire loro (Jolan era stato abbastanza insistente a riguardo, dicendo che molti aspiranti avventurieri avevano fatto una brutta fine proprio perchè non si erano disturbati di verificare che il loro equipaggiamento fosse a posto), e i cinque erano partiti per le terre selvagge attorno a Sandpoint, seguendo le indicazioni della mappa di Eli e le sue conoscenze a riguardo.

Se doveva essere sincero, dopo tutta l'azione del giorno prima, Yan si era aspettato qualcosa di un po' più frenetico. Invece, la maggior parte del tempo l'avevano trascorsa cercando di muoversi furtivamente tra erbe alte e formazioni rocciose, organizzandosi per decidere come esplorare un luogo che avevano scoperto, e stando all'erta. Non che non ci fosse stata qualche schermaglia, ma in generale, i goblin non avevano provato ad attaccarli se non un paio di volte, e non avevano incontrato altre creature che qualche animale selvatico.

Non che al ragazzo dispiacesse la cosa. Sperabilmente, questo voleva dire che i goblin non erano ancora abbastanza numerosi e forti da infestare la zona, e questo avrebbe dato a Sandpoint un minimo di fiato.

Dopo una mattinata abbastanza infruttuosa, il gruppo si era addentrato un po' di più nelle foreste attorno alla regione di Sandpoint, e l'esplorazione li aveva portati finalmente a qualche risultato. In una radura dal terreno ricoperto di muschio, Misia aveva trovato una strana gradinata che scendeva in una galleria scavata nel terreno. Immaginando che potesse essere la tana di un gruppo di goblin o simili creature, il gruppo si era nascosto e aveva atteso per un po', senza che nessuno uscisse o tornasse là dentro. Ovviamente, Eli e i suoi compagni avevano immaginato che l'assenza di movimento non volesse necessariamente dire che quel luogo era vuoto - in fondo, era abbastanza noto che i goblin preferivano uscire dalle loro tane di sera o di notte. Perciò, con la dovuta prudenza, il gruppo si avvicinò alla gradinata, e Jolan per primo diede un'occhiata.

L'halfling storse il naso quando l'inconfondibile odore della tana di un gruppo di goblin raggiunse le sue narici - il concetto di igiene personale di quei mostriciattoli era davvero disgustoso.

"Odore di goblin..." disse Jolan, parlando a voce quanto più bassa possibile. "Ma non sento le loro voci. Quei piccoletti sanno essere furtivi quando ne hanno bisogno, ma fanno un gran casino quando pensano di essere al sicuro."

"Una tana abbandonata, quindi?" si chiese Yan. Con cautela, il ragazzo sguainò la sua spada e iniziò a scendere le scale, mentre Eli lanciava un incantesimo Luce per creare una piccola sfera luminosa sopra il palmo della sua mano aperta. Il resto del gruppo seguì a breve distanza, finchè Yan ed Eli non raggiunsero la fine della scalinata.

Alla luce offerta dall'incantesimo che Eli aveva lanciato, il gruppo riuscì a vedere che, in effetti, qualcuno aveva vissuto lì fino a poco tempo prima... e si trattava senz'altro di qualcuno che non aveva molto a cuore l'igiene e l'ordine. Pezzi di legno bruciati, abiti stracciati, ossa di animali arrostiti e spolpati e stranezze varie erano stati abbandonati sul terreno, e l'odore di sudore, urina e fumo permeava l'intera spelonca, facendo mancare il fiato ai meno abituati.

"Ugh... a giudicare dalle condizioni, non faccio fatica a credere che i goblin l'abbiano usata come tana." disse Reji, mentre con una mano si faceva aria davanti al volto. Il fetore era davvero insopportabile. "So che non è un lavoro molto gradevole, ma forse faremmo meglio a dare un'occhiata in giro. Magari troviamo qualcosa che ci può puntare nella direzione giusta."   

"Non è proprio la mia idea di un lavoretto pulito, ma... inutile lamentarsene." affermò Eli. Represse un conato di vomito quando si rese conto che stava cercando vicino ad una buca che i goblin avevano adibito a cloaca e scarico rifiuti, e cercò di non farsi sfuggire nulla che potesse essere interessante.

"Hey, guardate! Credo di aver trovato qualcosa!" esclamò improvvisamente Yan dopo circa un minuto passato a frugare tra i resti dell'accampamento dei goblin. Il giovane spadaccino storse il naso mentre frugava tra i rifiuti che i goblin avevano lasciato... e ne tirò fuori uno strano oggetto che ricordava un medaglione forgiato in acciaio, lavorato in modo da ricordare (in maniera alquanto rozza) una testa di sciacallo con tre occhi, uno dei quali era posto sulla fronte, in mezzo agli altri due. Yan ripulì il medaglione come meglio poteva e lo guardò attentamente, pensando che in effetti aveva visto qualcosa del genere da qualche parte... ma non riusciva a ricordare esattamente cosa fosse e dove. Una cosa era certa, non gli dava l'impressione di essere il simbolo di qualche divinità retta e giusta. C'era qualcosa nel modo in cui era fatto che gli faceva provare un senso di ripugnanza... "Questo strano medaglione... Eli, Misia! Venite a vedere, credo che questo possa essere un indizio!"

"Ottimo lavoro, Yan. Qualsiasi cosa inusuale da queste parti può essere d'aiuto nelle indagini." rispose Misia, sentendosi di colpo più ottimista riguardo le loro possibilità. La femmina di gnomo raggiunse Yan e tese una mano per farsi consegnare il reperto... ma quando cercò di afferrarlo, l'oggetto le sfuggì di mano e cadde a terra con un tintinnio, descrivendo una traiettoria che pareva impossibile! Yan sgranò gli occhi stupito - sembrava quasi che un colpo di vento improvviso avesse strappato il medaglione dalle mani di Misia e gli avesse fatto fare una capriola! "Aaaaah! Ancora! Ma proprio in questi momenti deve scivolarmi tutto di mano?"

"Allora ti succede spesso?" chiese Yan, chinandosi per raccogliere nuovamente il medaglione. Questa volta, giusto per non correre rischi, si limitò a tenere il simbolo sacrilego all'altezza degli occhi di Misia, che lo osservò attentamente. Il ragazzo vide la vivace ragazzina gnomo farsi seria e stringere i denti in un'espressione di sgomento.

"E'... un effetto collaterale dei miei poteri di oracolo. Ma... a dopo la discussione. Adesso... ho visto qualcosa di peggio." affermò. "Quello che tieni in mano... è un simbolo sacrilego di Lamashtu, la dea demoniaca della follia, dei mutanti e degli incubi! So per certo che è una divinità molto diffusa tra certe tribù umanoidi particolarmente depravate... in particolare goblin e gnoll!"

"Maledizione... quindi c'è il caso che dietro tutta questa storia ci sia qualcosa di molto più pericoloso che una scorribanda di goblin predoni." rispose Jolan. "Questo è un elemento che dobbiamo comunicare il prima possibile allo sceriffo Hemlock. C'è qualcosa da queste parti che possa aiutarci a capire da dove sono venuti questi goblin?"

"Oh, ooooh! I gambelunghe sono curiosi! Che fortuna che è venuto qualcuno a dare una mano!" rispose inaspettatamente la voce acuta e stridula di un goblin, che tuttavia parlava la loro lingua con sorprendente proprietà. Allarmata, Misia si girò di scatto verso la gradinata e puntò la lancia contro la piccola figura che stava scendendo in quel momento - alta come lei, avvolta di pesanti vestiti con numerose sciarpe di vari colori legate attorno al volto, alle braccia e al torace, indossava un cappello a larghe falde rattoppato in maniera alquanto rozza e un paio di scarpe chiodate di almeno due numeri troppo grandi. Una parte del suo volto era visibile tra le falde del cappello e le sciarpe che indossava, permettendo di vedere un paio di occhi rossastri e la pelle verde tipica dei goblin. In una mano teneva una marionetta ricavata da dei bastoncini di legno, mentre nell'altra brandiva una torcia accesa, che si soffermava di tanto in tanto a guardare con infantile entusiasmo. "Salve, stranieri! Salve a tutti! Non temete, io sono Tup! E Tup è dalla vostra parte! E con Tup c'è anche il suo fedele destriero, Libertà!"

"Beeeeeeh!" Dietro il goblin arrivò un'enorme pecora ancora tutta coperta di lana di colore bianco-giallino, con il muso scuro e un paio di corna incurvate, completa di una sella e di borse da viaggio. Stava ancora masticando un po' di erba, e il goblin fece cadere a terra la sua marionetta e le diede una pacca sul fianco con espressione orgogliosa, come se si trattasse del più fiero e maestoso stallone mai visto sulla faccia di Varisia!

"Un... goblin?" si chiese Eli, tenendo la sua bacchetta magica sollevata. "Che cosa diavolo ci fai qui? Dove sono tutti i tuoi... compagni?"

"Hah! Non sono più compagni, dopo che hanno buttato fuori Tup!" replicò il goblin imbacuccato, mentre la pecora sbatteva gli occhi e guardava il gruppo di Yan senza capire. "Ora Tup va in giro da solo! Lo dice anche la canzoncina! Volete sentirla?"

"Forse è meglio di no..." cominciò a rispondere Jolan, sentendosi sempre più spiazzato davanti a quello stravagante individuo. Ma Tup non sembrò badare alla risposta della guida halfling, e dopo essersi arrampicato sulla groppa di Libertà, cominciò a fare un balletto, agitando la torcia accesa in maniera casuale, e cantando una canzoncina simile a quelle che avevano sentito durante l'assalto a Sandpoint!

 

"Io son Tup e vo da solo,

sul mio ariete corro e volo!

Faccio un fuoco grosso ed alto,

butto dentro tutto quanto!"

 

Il goblin terminò la sua breve esibizione facendo volteggiare due volte la torcia accesa sopra la testa, e poi facendo un inchino come per ricevere gli applausi del pubblico. E in effetti, un applauso arrivò sul serio - da parte di Misia, che sembrava aver apprezzato l'esibizione!

"Wow, niente male! Per essere un goblin, sa cantare bene!" esclamò la femmina di gnomo.

Reji ridacchiò nervosamente e si sfregò la nuca con una mano, mentre Jolan si toglieva le mani dalle orecchie con un sospiro di sollievo. "Ehm... tutto questo è molto... interessante!" commentò, per poi schiarirsi la voce e guardarle Tup con durezza. "Allora tu non sei con i goblin che hanno attaccato Sandpoint? E come mai ti avrebbero buttato fuori?"

Tup alzò le spalle e tirò fuori una marionetta di legno da una delle sacche della sua cavalcatura. Poi, avvicinò la torcia accesa alla marionetta e la diede alle fiamme, facendola cadere sulla gradinata con una breve risatina soddisfatta. "Oh, al capo Ripnugget non è piaciuto un fuoco che Tup ha appiccato." spiegò con apparente nonchalance... che un attimo dopo si trasformò in un tono acido e risentito. "Ripnugget è un gran pezzo di merda! E Tup vuole fargliela pagare. Voi volete fermare i goblin prima che diano fuoco alla vostra città, vero?"

Yan strinse gli occhi. "A patto che tu non voglia dare fuoco a Sandpoint al loro posto." commentò. Il suo sguardo puntò la torcia che Tup brandiva nella mano sinistra, e il goblin infagottato mosse la mano libera davanti a sè per rassicurare tutti!

"Hahahahahaaaaa! Nononononoooo! Per carità! Neanche per incubo!" esclamò, e Yan ebbe la netta impressione che la sua voce si fosse ulteriormente alzata di un paio di ottave! "Tup vuole vendicarsi! Lui vuole aiutarvi a prendere a calci nel culo gli altri goblin!"

"E allora... dimmi, che cosa sai di questo simbolo sacrilego?" chiese Eli. La mezzelfa si avvicinò a Yan ed indicò il medaglione a forma di testa di sciacallo. "Questo è un simbolo di Lamashtu, la dea demoniaca, vero? Questo... Ripnugget è un suo chierico, per caso?"

Con grande sorpresa di tutti, sia Tup che il suo pecorone sellato scossero la testa, in perfetta sincronia. "Nonononono! Ripnugget non venera Lamashtu! Lui obbedisce ad altri gambelunghe come voi! Un mezzelfo, una donna nera, un tizio tutto sporco e una donna dai capelli bianchi!" rispose. "La donna dai capelli bianchi è quella che prega Lamashtu! Fa venire i brividi! A momenti mi passava la voglia di accendere un fuoco!"

"E quella sarebbe una tragedia, eh?" mormorò sarcastico Jolan, e squadrò con diffidenza il goblin. Per quanto sembrasse più intelligente e più ragionevole di quanto di solito non fossero i goblin, l'halfling non aveva esattamente delle belle esperienze con quei mostriciattoli, e non riusciva certo a fidarsi di lui.

Yan corrugò la fronte ascoltando la risposta di Tup. Una donna dai capelli bianchi? No... non era possibile. Non poteva essere che una coincidenza... la sua amica era morta assieme a Padre Ezakien... in quel dannato incendio che aveva distrutto la chiesa... Doveva smetterla di pensare a certe cose e accettare che quella parte della sua vita se n'era andata per sempre.

"E dove si trovano adesso, questi goblin e questo... Ripnugget, hai detto?" chiese Eli.

Tup sembrò sfoderare un sorriso radioso dietro le sciarpe che nascondevano la sua enorme bocca. "Oh, questa è una domanda facile facile!" esclamò. "Loro si trovano a Collecardo! E' lì che vive una delle più grandi tribù di goblin di Varisia!"

"Collecardo, eh?" chiese Reji. "Non è quell'isola che assomiglia ad una formazione rocciosa perfettamente sferica?"

Yan disse di sì con la testa. "Sì, proprio quella, e si trova nel bel mezzo del Golfo di Varisia. Era esattamente a metà tra il dominio di Lord Karzoug, la regione di Shalast... e quello di Lady Alaznist, la regione di Bakrakhan."

"E sarebbe il caso di aggiungere che, prima che Thassilon cadesse, Collecardo era in realtà un'immensa statua che conteneva un complesso di stanze, usate dagli agenti di Karzoug per condurre delle operazioni contro Bakrakhan." volle aggiungere Eli. "Dopo la fine di Thassilon, la statua ha finito per crollare, ed è rimasta soltanto la testa. E neanche quella del tutto, visto che l'erosione l'ha trasformata quasi in una sfera."

"Ma le stanze interne ci sono ancora, almeno in parte." continuò Jolan.  "Quindi, tu dici che i goblin stanno occupando quelle stanze?"

Tup ridacchiò brevemente. "Hai fatto centro, halfling!" esclamò con quella sua vocetta stridula che faceva venire voglia a Jolan di tapparsi le orecchie. "La donna coi capelli bianchi dice che c'è qualcosa sepolto nelle profondità di Collecardo, ma Tup non sa esattamente cosa possa essere. Loro vogliono quello che c'è là dentro per distruggere Sandpoint!"

"E sai per caso qualcosa di un corpo che hanno rubato dal cimitero di Sandpoint?" volle chiedere Yan, sentendosi stranamente ansioso.

I suoi dubbi erano destinati a rimanere tali, almeno per il momento. "Hey, Tup non sa mica tutto!" rispose il goblin scuotendo la testa. "Tup non sapeva neanche che avessero rubato un corpo... non so, forse vogliono fare un rituale per Lamashtu."

"Okay..." rispose Yan sfregandosi il mento.

"Queesto è tutto quello che Tup sa. Se andate a Collecardo potete scoprire di più... e magari salvare la vostra città!" continuò il goblin. "A Tup non importa di Sandpoint, ma a voi sì... e a Tup importa della sua vendetta! Così vinciamo tutti!" Terminò la frase chiudendo gli occhi e rivolgendo un sorriso ancora più grande al quintetto di amici... anche se l'effetto fu parzialmente rovinato dalle sciarpe pesanti che gli celavano il volto. "Io e Libertà ce ne andiamo ora! Forse ci vedremo più avanti!"

"Beeeeeeh!" L'ariete belò un'altra volta quando Tup si afflosciò sulla sella, e il goblin alzò la torcia ancora accesa per dirgli di andare... ma si fermò quando Misia si staccò dal gruppo e gli rivolse una domanda a bruciapelo.

"Hey, un momento! Guarda che non abbiamo ancora deciso se fidarci di te o no!" volle precisare. "E poi, anche se fosse... una volta che avremo sistemato i tuoi ex-compagni di Collecardo, tu cosa farai?" Immaginava che Tup non avrebbe dato una risposta, ma voleva almeno fargli capire che lei e i suoi compagni non erano burattini nelle sue mani.

Il goblin fece una breve risata, e Misia non era sicura se era per rassicurarli o per minacciarli. "Oh, Tup ha i suoi progetti." rispose. "E non è così stupido da darsi la zuppa sui piedi. Buona fortuna! Giddap, Libertà!"

L'enorme pecora riprese a camminare, poi accelerò il passo e se ne andò al trotto, con in sella Tup che lanciava un grido di eccitazione... e lasciandosi dietro i cinque avventurieri spaesati e stupiti.

"Okay, questa non me l'aspettavo. Un goblin che ci dà una dritta per scovare gli altri goblin." disse infine Yan. "O forse non dovrei stupirmi, visto che quei mostriciattoli sono così vendicativi."

"Non possiamo fidarci di lui..." disse Jolan, ora guardando con apprensione il simbolo sacrilego nelle mani del ragazzo. "Ma allo stesso tempo, non possiamo neanche ignorare quello che dice. Come temevamo, i goblin di Collecardo sono controllati da qualcuno. E le informazioni di quel goblin svitato... mi sono parse troppo precise per essere state inventate così."

"Allora forse è il caso di tornare a Sandpoint e aggiornare lo sceriffo." propose Eli. "Poi, cercheremo più informazioni su Collecardo, e cominceremo a pensare ad un modo di sistemare i goblin." 

Reji annuì lentamente. "Già. Qui la faccenda si fa seria..."             

 

ooooooooooo

 

CONTINUA...    

 

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Capitolo 6
*** Una giornata a Sandpoint ***


 

 

Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

Risposte alle recensioni!

Farkas:

In effetti è vero... ho intenzione di scrivere una storia DAVVERO lunga. E come vedo, hai già intuito qual è lo scopo di Nualia. Sì, la persona a cui pensava era proprio Yan, questo lo posso dire subito. I poteri degli oracoli hanno sempre un prezzo: alcuni oracoli diventano ciechi, altri sordi, altri zoppi (come Bastiano), altri infermi... detto questo, i poteri che ottengono sono spesso incredibili. Vedremo più avanti cosa succederà con Tup... e spero di fare un buon lavoro.

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE

Capitolo 5 – Una giornata a Sandpoint

 

Una delle attività più rinomate di Sandpoint era la soffiatura del vetro. La vetreria era uno dei più vecchi stabilimenti manufatturieri della piccola città, risalente a quando la famiglia Kaijitsu aveva fondato la lega mercantile di Sandpoint assieme ai Valdemar, agli Scarnetti e ai Deverin, più di quarant'anni prima. E ancora in quell'epoca, gli artefatti in vetro di Sandpoint erano molto rinomati nella regione di Varisia.

La vetreria stessa era un grande edificio in pietra che metteva assieme il negozio vero e proprio con i laboratori di soffiatura e lavorazione del vetro. Nei giorni in cui la vetreria era operativa, era possibile vedere grandi volute di fumo che si levavano dal camino della fornace.

Ma quella notte, la vetreria era chiaramente deserta. Con l'eccezione di una lanterna ancora accesa ad una finestra...

Tsuto guardò distrattamente alcune cianfrusaglie di vetro colorato, chiaramente tirate fuori dalle fornaci soltanto quella sera e non ancora esposte per la vendita. Tra non molto sarebbe arrivata l'ora dell'appuntamento... e se c'era una sola cosa positiva di Lonjiku Kaijitsu che Tsuto sarebbe stato disposto ad ammettere, era la puntualità. Quell'uomo aveva una considerazione di sè talmente grande che Tsuto era convinto che non avrebbe tollerato nemmeno una sciocchezza come un ritardo di pochi minuti - l'avrebbe considerato un disonore personale.

Il mezzelfo ghignò amaramente al pensiero. Certo, il concetto di onore di quell'uomo era davvero... particolare, per non dire di peggio. Tsuto controllò ancora attorno a sè, volendo essere sicuro che ogni cosa fosse al suo posto nel caso i suoi sospetti si fossero rivelati fondati. Lo stesso "onore" di cui Lonjiku andava tanto fiero lo rendeva prevedibile... e se doveva essere sincero, sperava davvero che Lonjiku avesse deciso per la soluzione definitiva.

"In questo modo," pensò il mezzelfo. "non dovrò farmi neanche quei pochi scrupoli che mi sono rimasti. Non credo che dispiacerà tanto neanche ad Ameiko."

Un suono di passi attirò la sua attenzione. Sicuro di avere la situazione più o meno sotto controllo, Tsuto si alzò dalla sua panchina e si mise a posto la camicia. Era il momento...

"Ti sento arrivare. Non credere di potermi sorprendere così." disse infine, con un sorriso sarcastico. I passi accelerarono un po', e Tsuto riuscì a sentire la rabbia in ognuno di essi. Meglio, pensò tra sè. Era più probabile che il suo interlocutore facesse qualche passo falso.

Finalmente, dopo qualche secondo, la figura di Lonjiku Kaijitsu apparve sulla soglia. Tsuto riusciva a vedere nella semioscurità abbastanza bene da riconoscere l'espressione cupa sul volto dell'uomo. L'attuale patriarca della famiglia Kaijitsu sembrava fremere per l'indignazione, trattenendosi a malapena dal saltare addosso al mezzelfo... che tuttavia non si scompose, e cominciò a parlare come se volesse fare un po' di piacevole conversazione.

"Puntuale. Non che mi aspettassi nulla di diverso, Lonjiku Kaijitsu." affermò.

L'uomo non era dell'umore giusto per essere stuzzicato. "Ti avverto, Tsuto. Stai giocando con il fuoco, e finirai per bruciarti." affermò, la mano che si contraeva in un pugno al suo fianco.

Il mezzelfo sghignazzò brevemente. "Mi chiedi un appuntamento a notte fonda, nella vetreria di cui vai tanto fiero... e poi mi accogli in questo modo? Forse dovrei chiederti di mostrare un po' più di considerazione per il tuo figlio illegittimo, ma immagino che a quest'ora sia troppo tardi." rispose.

Come aveva previsto, l'espressione di Lonjiku si trasformò in una maschera di rabbia a malapena trattenuta. "Non mi ricordare la scappatella di quella sgualdrina di tua madre con quel dannato elfo che l'ha resa incinta di te!" esclamò furiosamente, e la sua mano cominciò a frugare nelle sue eleganti vesti di foggia Minkai. "E' stato uno dei più grandi insulti al mio onore che io abbia mai ricevuto in tutta la mia vita, e sono venuto qui per correggerlo!"

"Come hai corretto l'infedeltà di mia madre? Uccidendola e buttandola giù da quella rupe per farlo sembrare un suicidio?" domandò Tsuto a bruciapelo, la voce improvvisamente fredda e diretta. "O magari il tuo onore non c'entra niente? Forse vuoi essere sicuro che io non possa dire a nessuno che hai aiutato i miei goblin ad infiltrarsi a Sandpoint. O più semplicemente, non vuoi pagare quello che ti ho chiesto."

"Tu mi hai ricattato, Tsuto! Hai minacciato di rendere pubblico il mio disonore!" replicò Lonjiku, sfoderando il suo pugnale dalle vesti. Tenne la lama dritta davanti a sè, puntandola contro il figlio illegittimo. "E ora mi minacci di rivelare il ruolo che ho avuto nell'attacco a Sandpoint! Ma tu ed io siamo gli unici a saperlo... e ora farò quello che avrei dovuto fare molto tempo fa, e redimerò il mio onore uccidendoti!"

Lonjiku si gettò all'attacco del figlio illegittimo, che tuttavia si era aspettato quella mossa e scansò il fendente rotolando agilmente sopra un tavolo. Lonjiku perse l'equilibrio per un attimo, e alzò lo sguardo per incrociare lo sguardo di Tsuto che lo prendeva silenziosamente in giro. Fu fin troppo facile per Tsuto alimentare la rabbia del patrigno, che alzò di nuovo il pugnale per lanciarsi all'attacco.

Ma ancora una volta, Tsuto evitò il fendente e colpì il polso con cui Lonjiku reggeva la sua arma, con un colpo di taglio a mani nude. Lonjiku perse la presa sulla sua arma e gridò di dolore, sentendo la mano che perdeva sensibilità... un attimo prima che una cacofonia di vocette acute aggredisse le sue orecchie, e quattro piccole figure si gettassero su di lui con dei curvi coltelli tra le mani! Prima che Lonjiku potesse rendersi pienamente conto della situazione, uno dei goblin lo aveva già raggiunto e gli aveva conficcato il coltello nello stomaco.

Lonjiku si irrigidì per il tremendo dolore e sputò un fiotto di sangue, per poi cadere in ginocchio... e gli altri goblin lo raggiunsero e lo colpirono a loro volta. Al fianco, alla schiena, ad una spalla, e le vesti eleganti del patriarca dei Kaijitsu si tinsero rapidamente di sangue, mentre Lonjiku si accasciava a terra agonizzante. Cercò di rialzarsi, di raggiungere nuovamente il suo pugnale, ma Tsuto lo costrinse di nuovo a terra mettendogli un piede sul petto e spingendolo giù. Anche con la vista annebbiata, Lonjiku riuscì a vedere il ghigno di vendetta sul volto del figlio illegittimo.

"Bene, Lonjiku Kaijitsu. Vorrei dirti che è stato un piacere." concluse Tsuto, godendosi gli ultimi istanti di vita del patrigno. "Ma sarebbe una bugia, e le bugie sono disonorevoli... non è così?"

"Male... det... to..." mormorò Lonjiku, un attimo prima che i goblin si lanciassero su di lui come bestie fameliche...

 

oooooooooo

 

Sandpoint, la mattina dopo.

"Hm? Ho... capito bene, signorina? Lei vorrebbe... che io aiutassi lei e suo padre a cacciare via un branco di ratti dal negozio di suo padre?" chiese Yan, guardando con un po' di stupore la bella ragazza dai lunghi capelli rossi e riccioluti, vestita di una camicia verde e una gonna di colore neutro, che gli era venuta direttamente incontro una volta che lui e il suo gruppo si erano dati appuntamento a più tardi nel corso della giornata.

La giovane donna, che certo non poteva avere più di vent'anni, sorrise timidamente e si mise a posto i capelli con una mano. "Sì... in effetti abbiamo un po' di problemi con i ratti, signorino... Yan, giusto? Quelle bestiacce rodono le provviste e rovinano la merce di mio padre. Pensi che soltanto l'altro giorno ne ho visto uno grande come un cane che sgattaiolava dietro un barile nella nostra cantina. Ho sentito il suo nome da alcune mie amiche... Visto che ho avuto modo di ammirare la sua bravura nel proteggerci da quei terribili goblin, ho pensato che per lei sarebbe stato facile eliminare un po' di ratti. Chiaramente, intendiamo pagarla per il suo lavoro."

"Beh... nulla in contrario, ma suo padre ne è al corrente?" chiese Yan. "Voglio dire, si tratta pur sempre di fargli entrare un estraneo in casa..."

La giovane donna fece una breve risata, anche se Yan ebbe come la sensazione che ci fosse un po' di nervosismo nel suo modo di fare. "Oh, se è solo per quello... non si preoccupi, signorino Yan, mio padre sa già tutto. E al momento non è in casa, visto che è dovuto andare a sbrigare delle faccende per conto suo. Tra l'altro, è così occupato a stare dietro alla vita privata di mia sorella, che non gli rimane il tempo di badare ai problemi del nostro negozio." affermò. "Oh, a proposito... temo di non essermi neanche presentata, dove ho la testa... il mio nome è Shayliss Vinder!"

"Vinder?" chiese Yan, riconoscendo il cognome, che aveva già sentito diverse volte nel corso della sua infanzia. "Aaaah, ma certo! Suo padre è il signor Ven Vinder, il proprietario della Bancarella di Sandpoint!"

"Sì, certo, uno dei più importanti negozi della nostra città!" rispose Shayliss con un sorriso radioso, contenta che il negozio di suo padre fosse riconosciuto. "Quindi, lei può capire che per noi i ratti sono un grosso problema, se rovinassero la merce per noi sarebbe un grosso danno."

"Sì, immagino. Va bene, per me non c'è problema." disse il ragazzo, rivolgendo a Shayliss un sorriso di assenso. "Se mi potesse accompagnare fin lì, e al resto penso io."

"Oh, grazie!" esclamò sollevata la giovane donna. "Non ha idea di quanto le saremo riconoscenti!"

 

oooooooooo

 

Il viaggio fino alla Bancarella di Sandpoint era stato breve. Nel giro di cinque minuti, Yan e Shayliss erano arrivati ad un edificio particolarmente grande e dall'aspetto solido, che si ergeva vicino al centro della cittadina. I due giovani si diressero immediatamente alle scale che portavano ai sotterranei, e Yan tenne pronto un pugnale per eliminare i ratti non appena se ne fosse trovato davanti qualcuno.

"Quanti saranno, i ratti nella vostra cantina?" chiese il ragazzo, aguzzando la vista in modo da cercare di cogliere ogni minimo movimento nell'oscurità. Doveva ammettere che se c'era una cosa che invidiava ai goblin, era la loro infravisione, la capacità di vedere oggetti che emettono calore nell'oscurità. Un'abilità del genere gli avrebbe reso la vita molto più facile...

"Oh, non sono tanti, per fortuna. Ecco perchè mi sono rivolta a lei. Non volevo portare via tempo ai vostri colleghi." rispose Shayliss, usando una candela accesa per fare un po' di luce. "Comunque, ormai ci siamo. Prego, entrate pure."

Yan tenne pronto il suo pugnale e aprì con circospezione nella cantina. Alla luce della candela, il giovane spadaccino riusciva a vedere un bel po' di merce non deperibile e scatoloni riposti con ordine addosso alle pareti, alcune ragnatele negli angoli, e un paio di barili piazzati all'altro lato della cantina. Cercando di fare meno rumore possibile, Yan entrò nella cantina e tese le orecchie, cercando di cogliere ogni rumore che i ratti potessero fare...

E sentì la porta della cantina chiudersi con uno scatto dietro di lui.

Fece un salto per la sorpresa e si voltò lentamente verso Shayliss, che per qualche motivo era entrata assieme a lui... e in quel momento, gli sembrava stranamente entusiasta. "Ehm... signorina Shayliss... dove... dove sarebbero questi ratti? Io qui non ne vedo nessuno..." chiese.

La risposta fu una breve risata argentina. "Oh, ma di ratti non ce ne sono mai stati, qui." rispose prontamente la rossa, riavviandosi i capelli e appoggiando la candela ancora accesa su una cassa vicina. Prima dubbioso, poi vagamente allarmato, il giovane spadaccino guardò la giovane donna che si avvicinava con espressione seducente, allentandosi giusto un po' la camicia per mostrare un corpetto bianco sotto di essa che lasciava ben poco all'immaginazione. "In compenso, ci siamo noi due, qui. E siamo da soli. Mio padre e Katrine non verranno a darci fastidio."

"S-Signorina?" chiese Yan, sempre più a disagio. "Che... che significa? E'... è stato tutto un trucco per attirarmi qui, non è vero?"

"Oh... attirare è una brutta parola, potrebbe essere male interpretata!" rispose Shayliss con una risata gioviale, come se stesse semplicemente giocando uno scherzo ad un compagno di classe. "Diciamo che... ho pensato che avrebbe potuto essere un'esperienza eccitante per tutti e due. Ho visto come combatteva, Yan, e sono rimasta affascinata dalla sua abilità, dal suo coraggio... e, se mi posso permettere di essere un po' superficiale, anche dal suo carisma e dal suo aspetto! Qualsiasi donna sarebbe fortunata a trovare un compagno come lei."

"E per questo lei mi ha fatto venire fin qui?" chiese retoricamente Yan.

"Ho il diritto di avere anch'io le mie avventure con un bel ragazzo!" proseguì Shayliss, assumendo ora il tono di una bambina petulante. "Tutti qui a Sandpoint chiacchierano di quanto è bella Katrine, le vanno dietro e fanno le facce da salami quando lei passa per la strada. Che cos'ha mia sorella che io non ho? Anch'io ho il mio fascino, e Katrine se ne accorgerà!"

Tornando ad essere tutta sorrisi e zucchero, Shayliss si avvicinò a Yan, che continuava a guardarla con freddezza. "E sono sicura che sarà una bella esperienza anche per lei." miagolò la rossa. "Quindi non perdiamo altro tempo... assecondiamo la nostra passione!"

Shayliss si sporse in avanti per baciare Yan sulla bocca... ma il giovane, per nulla disposto a stare al gioco, alzò una mano e mise le punte di due dita davanti alla bocca della giovane donna, che non baciò altro che i suoi polpastrelli. Sorpresa, Shayliss aprì gli occhi per incrociare lo sguardo calmo ma deciso di Yan.

"Mi dispiace, signorina, ma questo gioco mi sembra durato già abbastanza. Io ho dei doveri verso Sandpoint, e non posso espletarli qui in sua compagnia." rispose. "Perciò, se non ha un'autentica emergenza da sottopormi, vorrei congedarmi."

L'espressione giocosa di Shayliss, dopo un attimo di confusione, si trasformò in una di irritazione e rimprovero. Per un istante, Yan ebbe la sensazione che la ragazza volesse accampare qualche altra scusa per farlo restare... ma prima che la discussione potesse andare avanti, una serie di passi pesanti cominciò a risuonare, accompagnati da una voce possente che chiamava la giovane donna.

"Shayliss!" esclamò una voce matura, e la ragazza strinse i denti e rabbrividì. "Shayliss, sei in cantina? Che ci fai laggiù?"     

"Oh cielo..." mormorò la ragazza. "Mio padre... non deve trovarla qui o saranno dolori! Ancora mi ricordo di quando Katrine ha detto di essersi fidanzata! Credevo che tirasse giù la casa a forza di imprecazioni!"

Yan deglutì. "Un papà... un po' troppo protettivo, vero?"

"E' meglio che si nasconda! Se la trova qui, non posso garantire per le sue ossa!" mormorò Shayliss, per poi schiarirsi la voce e rispondere al padre che continuava a chiamarla. "Ehm... sì, papà! Un momento! Stavo... ehm... stavo facendo un po' di inventario! Mi sembrava che mancasse qualcosa!"

"Ancora? E io che credevo che quel furfante di un fornitore non avrebbe più cercato di fregarmi sulle quantità!" tuonò Ven Vinder, conosciuto per la qualità delle sue merci, la forza dei suoi pugni e per essere iperprotettivo nei confronti delle sue figlie. "Aspetta che vengo giù a controllare!"

Yan, in tutto questo, non aveva perso tempo e si era nascosto nel posto che più gli sembrava fuori mano: dietro alcuni barili nel retro della cantina, mentre Shayliss si era rimessa a posto la camicia. Appena in tempo, visto che un istante dopo, la porta si aprì, e ne entrò un uomo alto e robusto avvolto in vesti semplici ma pratiche, con un cappello a larghe falde sulla testa e una barba lunga ma ben curata che incorniciava un volto dalla pelle scura e segnato dalle intemperie. A giudicare dall'altezza e dalla muscolatura dell'uomo, Yan aveva già capito che non sarebbe stato il caso di venire alle mani con lui...

"Che succede, Shayliss? Hai scoperto che ci hanno trattenuto di nuovo qualcosa, quei disgraziati?" chiese l'uomo, la voce sempre rude ma almeno adesso un po' addolcita.

Shayliss sorrise un po' nervosamente e cercò di far finta che non fosse successo niente. "Ah... ehm... no, no, papà, è che mi era sembrato che mancasse qualcosa... ma adesso ho controllato, ed è tutto a posto!" disse, con la migliore faccia tosta che le riuscisse. Yan, ben nascosto dietro le botti, attendeva con non poca trepidazione che l'uomo se ne andasse, e pregò con tutte le sue forze che Shayliss riuscisse a convincerlo.

"Hm. Se lo dici tu, mi fido. Non vorrei che quel furfante cercasse di nuovo di raggirarmi. Sono già nervoso perchè sono andato a parlare con quel bellimbusto che sta cercando di incantare Katrine." rispose Ven storcendo il naso.

Shayliss deglutì, ancora una volta cercando di non dare a vedere il suo nervosismo. "E... ehm... com'è andata, papà? Spero che tu non abbia alzato le mani su Benny..."

"No. Non sono un selvaggio." rispose il padre con un'alzata di spalle. "Gli ho semplicemente detto che se dovesse fare del male a Katrine in qualsiasi modo... io gli spezzo le braccia!"

Detto questo, Ven prese un pezzo di legno abbastanza grosso che si trovava lì vicino, e lo spezzò in due con la sola forza delle braccia, facendo cadere schegge e trucioli di legno dappertutto! Yan trattenne a malapena un'esclamazione di paura e deglutì, pregando Desna tra sè che a Ven non saltasse per la testa di andare a guardare da quelle parti.

Shayliss rise nervosamente, guardando i pezzi di legno che si erano sparsi dappertutto, e rabbrividendo tra sè. "Ah... ehm... heheheheheee... sono... sono sicura che Benny abbia capito! Vedrai... sarà un fidanzato fedele e non farà nulla che possa ferire Katrine!" commentò.

"Sarà meglio per lui." affermò l'uomo, mentre si sbatteva via i trucioli di legno dalle mani con assoluta nonchalance. Per fortuna, la sua rabbia si placò un attimo dopo... e Ven rivolse un cordiale sorriso a denti scoperti alla figlia minore. "Allora, figliola, se mi dici che è tutto a posto, io mi fido. C'è qualcos'altro che bisogna controllare, qui in cantina?"

"Ah, va... va tutto bene, papà!" rispose prontamente Shayliss, sperando con tutto il cuore che suo padre la credesse. "Possiamo... possiamo anche tornare di sopra! C'è... qualcosa da controllare nel deposito, credo. Vieni, ti do una mano!"

"Hey, hey... che fretta, Shayliss! Non ricordo che tu sia mai stata tanto entusiasta di dare una mano in negozio..." commentò Ven. Padre e figlia ripresero a salire le scale... e Yan tirò un sospiro di sollievo e attese un paio di secondi, per essere sicuro di potersene andare senza essere visto dal padre iperprotettivo. Ringraziando tra sè tutti gli dei che gli venivano in mente, da Cayden Cailean a Norgorber, per avergli permesso di non essere notato, il giovane spadaccino sgattaiolò fuori dalla cantina e, con estrema attenzione, raggiunse il piano terreno e si dileguò dalla porta sul retro che lui e Shayliss avevano usato. Quando finalmente fu sicuro di non correre più il rischio di incorrere nelle ire del signor Vinder, Yan tirò il fiato... e diede un calcio ad un ciottolo, facendolo finire in un canale di scolo vicino.

"Merda. Tutta una perdita di tempo." mormorò tra sè. "Meglio riprendere a cercare. Spero almeno che Eli e Misia abbiano avuto miglior fortuna."

 

oooooooooo

 

Reji, da parte sua, stava trovando la battuta di caccia abbastanza piacevole. Aldern era una persona affabile e un brillante conversatore, e si era dimostrato curioso nei confronti della giovane e del suo passato.

"Quindi è stato suo padre ad insegnarle le arti di autodifesa, signorina." stava dicendo in quel momento Aldern, mentre il duo - accompagnato da Jolan, che stava facendo loro da guida attraverso la foresta di Tickwood, e da una piccola muta di segugi tenuti al guinzaglio - percorreva una stradina a malapena visibile tra due macchie di erba alta e graminacee selvatiche. Fino a quel momento, la giovane monaca era stata attenta a qualsiasi cosa potesse assomigliare ad un indizio della presenza di goblin o di altri esseri potenzialmente pericolosi, ma senza trovare nulla. La battuta di caccia si stava rivelando semplicemente una piacevole camminata in mezzo alla natura. Detto questo, dal momento che si aspettavano di imbattersi in alcuni cinghiali, Aldern aveva dato sia a lei che a Jolan delle lance particolari, relativamente corte e pesanti, con un paio di speroni di ferro alla base della punta.

"Sì... anche mio padre era un avventuriero, e aveva imparato le arti marziali dal suo sensei, quando ancora la mia famiglia abitava nel Minkai." affermò Reji, sorridendo malinconica al ricordo del genitore. Ormai erano passati... quanti anni, da quando suo padre era morto durante una spedizione sul Monte Uncino? Almeno cinque o sei...  davvero il tempo era passato così in fretta?

Aldern annuì, mentre teneva a freno un cane che sembrava voler vagare per conto suo. "Su, su... buono, Carbone!" disse il giovane nobile, per poi riprendere il discorso. "E... se non sono troppo indiscreto, signorina Reji... potrei chiederle come mai la sua famiglia ha deciso di andarsene dal Minkai?"

"Sarei... curioso anch'io di saperlo." rispose Jolan. Con il manico della sua lancia, l'halfling battè il terreno, in modo da spaventare eventuali serpenti velenosi. "Dopotutto, il Minkai non è esattamente ad un tiro d'arco da qui."

Reji disse di sì con la testa. "Il fatto è che... al momento, la situazione del Minkai non è molto bella." rispose. "Quando sono nata, era in un periodo di relativa pace... ma poi, molte delle isole più piccole, che un tempo erano governate dal nostro imperatore, dichiararono l'indipendenza e fecero sprofondare il Minkai in una guerra civile. L'imperatore venne deposto ed imprigionato, e al suo posto è salito al trono un governatore temporaneo, Soto Takahiro detto il Reggente di Giada, che però si è dimostrato molto impopolare. La nazione è sprofondata nel caos e nella miseria, e molte famiglie, tra cui la mia, hanno deciso di andarsene e cercare fortuna in altre parti di Golarion."

"Capisco..." rispose Aldern con un sospiro. "Mi dispiace che abbia già avuto questi problemi nella sua vita, signorina Reji... e spero che la vostra permanenza qui a Varisia vi abbia permesso di lasciarvi il passato alle spalle e di vivere più serenamente."

"Sicuramente io e la mia famiglia siamo lieti di aver fatto la scelta di stabilirci qui." rispose Reji con un sorrriso un po' stentato. Pochi istanti dopo, la giovane monaca e l'halfling ebbero l'impressione di sentire qualcosa che si muoveva nell'erba alta... e i cani della muta cominciarono ad annusare freneticamente l'aria. Stavano sentendo un odore nuovo...

"Sembra che ci siamo... c'è qualcosa che si sta avvicinando." commentò Aldern, tenendosi concentrato. Lasciò la presa sui guinzagli dei suoi cani, che si piazzarono accanto al padrone abbaiando e ringhiando in direzione del pericolo incombente; poi, prese il suo arco e tenne pronta una freccia, mentre Reji e Jolan afferravano strettamente le loro lance. Il fruscio si faceva sempre più vicino, e i due avventurieri riuscirono a vedere un quadrupede ispido ed irsuto che procedeva verso di loro ad alta velocità...

"Attenti! Sta arrivando!" esclamò Reji. La coraggiosa monaca si fece avanti proprio quando la bestia uscì dall'erba alta con un acuto grugnito di rabbia. Un cinghiale di grandi dimensioni, ricoperto da un'ispida pelliccia grigia, con un paio di terrificanti zanne ricurve che fuoriuscivano dalla bocca, si lanciò all'attacco del gruppetto di cacciatori, stridendo furiosamente prima di caricare a testa bassa! Aldern ebbe un moto di paura, ma recuperò il sangue freddo abbastanza velocemente... e mentre Reji teneva a bada il terrificante animale con la sua lancia, il giovane nobile incoccò una freccia, prese la mira e colpì la bestia al collo! Il gigantesco cinghiale stridette per la rabbia e il dolore, e scosse furiosamente il capo, minacciando di trafiggere Reji con le sue zanne acuminate come pugnali.       

"Signor Aldern, trattenga i cani! Questo bestione li farebbe a pezzi!" esclamò Jolan. Mentre il cinghiale cercava in qualche modo di raggiungere Aldern, Jolan si avvicinò da un lato e sferrò un affondo con la sua lancia. Per un attimo, ebbe l'impressione di averlo colpito, ma il suino selvatico si voltò all'ultimo momento, e la punta della lancia gli inflisse soltanto una ferita superficiale, andando a grattare contro alcune delle ossa più robuste. Aldern indietreggiò nervosamente e scagliò un'altra freccia, che mancò il bersaglio e andò a piantarsi nel tronco di un albero.

Cercando di distrarre l'attenzione della fiera, Reji si fece avanti a vibrò un paio di affondi con la sua lancia. Il cinghiale stridette inferocito e scansò il primo affondo, ma il secondo lo colpì di striscio ad una zampa, con il solo risultato di alimentare ulteriormente la sua furia. Con uno scatto improvviso, il feroce suino si lanciò contro la ragazza, che per fortuna si era aspettata quel tentativo - si gettò di lato sempre tenendo la lancia tra le mani, e sferrò un altro colpo, che questa volta trafisse la belva al torace, appena sotto le costole! Il cinghiale lanciò un altro stridio di dolore e cercò di lanciarsi contro Reji, anche a costo di risalire lungo l'asta della lancia, ma i rebbi di metallo lo trattennero e gli impedirono di avanzare, tenendo Reji al sicuro.

"Jolan! E' il momento!" esclamò Reji, mentre cercava di trattenere il cinghiale. "Presto, finchè riesco a trattenerlo!"

"Subito!" esclamò l'halfling. Con uno scatto, Jolan scattò verso il cinghiale e lo trafisse a sua volta con la sua lancia, cercando di costringerlo a terra. Ma pur gravemente ferito, l'animale era deciso a battersi fino all'ultimo, e si divincolò furiosamente, minacciando di scrollarsi di dosso i due giovani avventurieri. Aldern colse il momento giusto per intervenire, e scoccò un paio di frecce che raggiunsero il cinghiale, nel tentativo di fiaccarlo sempre di più. Finalmente, dopo un tempo che a Reji e a Jolan era sembrato non finire mai, la bestia crollò al suolo, emettendo ancora qualche stridio di furia impotente. Si contorse ancora per qualche secondo, e infine giacque immobile, mentre il suo sangue si mischiava all'erba.

Finalmente, quando furono sicuri che il cinghiale fosse perito, i due ragazzi divelsero le loro lance dal suo corpo ed osservarono impressionati il corpo senza vita della loro preda. Nella foga della battaglia non c'era stato il tempo di osservare certi particolari... ma era davvero un animale terrificante, di dimensioni ben superiori alla media. Un avversario formidabile, così come una preda ambita...

"Signori, va tutto bene?" chiese Aldern, avvicinandosi ai due amici e al cinghiale abbattuto. "E' stato... uno scontro molto acceso. Siete stati impressionanti, dico davvero. E' vero che stavamo dando la caccia ad un cinghiale... ma non credevo che ci saremmo imbattuti in una fiera simile."

"Stiamo... stiamo bene, signor Aldern." disse Reji con un sorriso sollevato. "E' vero... comunque adesso lo abbiamo abbattuto. Credo proprio... che al Drago Arrugginito saranno più che felici di trasformarlo in un arrosto."

"In tutto questo, devo ammettere che la cosa che mi ha più colpito è stato il suo valore, signorina Reji." rispose aldern, rivolgendo alla ragazza mora uno sguardo ammirato che quest'ultima non potè non notare... e apprezzare. "La sua abilità e il suo coraggio sono davvero poco comuni. Pe non parlare della sua bellezza. Lei è veramente una gemma rara, signorina... e sono onorato di aver potuto cacciare in sua compagnia."

Il viso di Reji cominciò a tingersi di rosa. "Sono... sono davvero lusingata, signor Aldern! Non... non credevo di averla impressionata fino a questo punto! E... la ringrazio sentitamente! Anche per noi... è stato un onore e un vero piacere accompagnarla in questa battuta di caccia!"

"E gradirei molto se lei volesse unirsi a me nella prossima, quando ci sarà l'occasione!" replicò il giovane nobile. Si avvicinò a Reji e le prese gentilmente una mano, cosa che fece ulteriormente imbarazzare ed eccitare la monaca. Da parte sua, Jolan fece un'espressione arguta e storse il naso, immaginando già dove Aldern volesse andare a parare. "Per il momento... mi basti dire che sarò lieto di accompagnarla anche mentre portiamo questa ambita preda a Sandpoint."

"Ho l'impressione che qui stia nascendo qualcosa..." disse Jolan tra sè. Reji sembrava troppo eccitata per fare qualsiasi commento...

 

oooooooooo

 

Eli si tolse gli occhiali per un attimo e si sfregò gli occhi, provando un misto di soddisfazione e stanchezza. Lei e Misia avevano passato gran parte della giornata svolgendo ricerche nelle zone limitrofe a Sandpoint, alla ricerca di qualche altro indizio e di potenziali informazioni su Collecardo e sulle tribù di goblin circostanti. Non era stato un compito tanto semplice, ma per il momento avevano trovato abbastanza da riportare allo sceriffo Hemlock. Assieme alle informazioni che erano state loro date da quel bizzarro goblin il giorno prima, Eli nutriva la speranza che ben presto sarebbero stati in grado di infiltrarsi a Collecardo e mandare all'aria i piani dei burattinai che manovravano i goblin.

"E' stata una giornata proficua, non credo anche tu, Eli?" chiese retoricamente Misia, le mani conserte dietro la nuca mentre si guardava attorno e ammirava lo spettacolo di Sandpoint e dei suoi cittadini immersi nella loro quotidianità. Ormai sembrava che la paura dovuta all'attacco dei goblin fosse soltanto un ricordo, e le due ragazze di Magnimar ricevevano regolarmente saluti, ringraziamenti e complimenti per aver aiutato a salvare la città. "Credo che avremo un bel po' di cose da raccontare a Yan e agli altri. Chissà poi com'è andata a loro?"

"Non mi piace fare tante ipotesi su questi argomenti, Misia. Quando li incontreremo, ci faremo dire cosa hanno scoperto." disse la mezzelfa. Si rimise gli occhiali, sentendosi rassicurata dal fatto che i contorni di ciò che la circondava ora le apparissero più nitidi. "Detto questo, credo che più avanti sarà utile consultare il signor Quink. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci sappia fornire maggiori dettagli..."

"Signorine! Signorine, aiutateci!" esclamò improvvisamente la voce di una donna, interrompendo le riflessioni di Eli e facendole fare un sobbalzo. I più vicini cittadini di Sandpoint rivolsero la loro attenzione ad una donna sulla tarda ventina che teneva in braccio un'infante di pochi mesi, ed era seguita a ruota da un bambino dall'aspetto spaventato, che si teneva aggrappato alla gonna della sua mamma come se da questo dipendesse la sua vita. La famigliola raggiunse le due avventuriere, e la donna si fermò accanto ad Eli, tenendola per una manica del vestito mentre riprendeva fiato. "Signorine! Meno male... che voi ho trovato! Aiutateci! Mio marito... mio marito..."

"I goblin! Ci sono i goblin in casa!" esclamò il bambino, tremando visibilmente.

Quella parola fece subito scattare un campanello d'allarme nella mente della mezzelfa e della femmina di gnomo... per non parlare della gente di Sandpoint che stava ascoltando. "Che cosa? Goblin?" esclamò Eli stupita. Si riscosse rapidamente dal suo stupore e cercò di prendere il controllo della situazione. "O-okay, signora... piccolo... che cosa sta succedendo? Dove sono questi goblin?"

"Sono... sono in casa!" esclamò il bambino. "Io... io avevo detto a papà che era sotto il letto..."

"Questa... questa notte... il mio piccolo Aeren ha avuto un incubo..." mormorò la donna, cercando come poteva di tranquillizzare la bambina che teneva tra le braccia, che aveva cominciato ad urlare. "Quando... quando i goblin ci hanno attaccato... Aeren ha visto un goblin appiccare fuoco ad un cane... e da allora non è più stato tranquillo! Quella notte... si è messo ad urlare, e le sue grida ci hanno svegliato. Abbiamo trovato lui che piangeva... e il nostro cane, Petalo, che abbaiava contro un armadio. Mio marito... ha pensato che fosse soltanto un incubo, ed è rimasto con lui... credevamo che fosse tutto finito, ma poi... stamattina... abbiamo trovato Petalo morto!"

"Che cosa?" esclamò Misia, mentre lei ed Eli seguivano la donna attraverso le stradine di Sandpoint. "Accidenti, ma perchè non ci avete chiamato prima? O magari potevate chiamare lo sceriffo..."

"Mio marito... mio marito voleva risolvere il problema da solo...  So che voi... siete molto occupati... e anche lo sceriffo..." cercò di dire. "Ma... ma adesso... è rientrato in casa due ore fa... e non lo vedo più... vi prego, aiutateci! Se... se entriamo in casa... quel goblin ci ucciderà!"

Il bambino, Aeren, si arrotolò una manica della camicia per far vedere la pelle del braccio, e le due amiche restarono rammaricate nel vedere dei piccoli segni di morsi. E dalla forma e delle dimensioni, Eli comprese che si tratta di morsi di goblin. Quella famiglia si trovava in una situazione molto seria... E per quanto lei e Misia non fossero esattamente le più prestanti del loro gruppo... se non altro avevano qualche possibilità di dare una mano.

"Va... va bene! Per favore, portateci fino alla vostra casa... e provvederemo ad eliminare quel goblin e salvare suo marito!" replicò. La piccola famiglia sembrò almeno calmarsi un po', mentre raggiungevano la casa di loro proprietà - una piccola ma comfortevole abitazione ad un solo piano, dal tetto spiovente e dai muri bianchi.

"Ecco... questa... questa è casa nostra... per... per favore, state attenti... trovate mio marito... salvatelo, vi prego!" le pregò la donna. Il bambino, Aeren, si tenne ancora più stretto alla mamma, che fece un cenno di assenso in direzione delle due avventuriere. Misia fece un inchino, in modo da rassicurare la signora, ed Eli aprì con circospezione la porta, spingendola verso l'interno con un lieve scricchiolio. Cercando di fare meno rumore possibile, Eli e Misia si introdussero nella casa, e la maga si aggiustò il cappello e cominciò a darsi un'occhiata attorno.

L'abitazione era stata lasciata in preda alla confusione. La famiglia era evidentemente stata costretta a scappare in fretta e furia, portandosi dietro solo l'indispensabile. Non che le due potessero biasimarli. Alcuni oggetti erano rimasti sul pavimento, e l'atmosfera che regnava all'interno era segnata da un teso silenzio.

"Merda... ho un brutto presentimento..." disse tra sè Misia. "Eli... meglio non restare separate..."

Eli afferrò saldamente la sua balestra e si assicurò di avere un quadrello inserito. Misia fece lo stesso, e le due amiche iniziarono ad esplorare la casa desolata, le armi puntate e pronte a far fuoco. Passarono per il soggiorno, dove erano rimaste delle tracce della fuga precipitosa della famiglia... e raggiunsero la stanzina da dove le tracce sembravano partire. Alcuni suoni soffocati  arrivavano da diettro la porta... e quando Eli si avvicinò, si accorse con orrore di aver calpestato un rivoletto di sangue fresco che scorreva dall'interno della stanza! Represse un'esclamazione di spavento, e si avvicinò lentamente, usando un piede per scostare la porta...

"Oh, Desna misericordiosa..." sussurrò Misia, agghiacciata dallo spettacolo che si trovarono davanti. Un cane di medie dimensioni era riverso sul pavimento, chiaramente morto, con la testa trapassata da una lama di coltello seghettata... e all'altro lato della stanzina, un uomo vestito di abiti neutri era inginocchiato a terra, con la testa infilata in un armadio. Il sangue proveniva da entrambi... "Questo... questo è..."

"E'... il marito della signora... Misia, prepara un incantesimo curativo! Spero che non sia troppo tardi..." mormorò Eli. Si avvicinò all'uomo e lo toccò per cercare di spostarlo da lì...

E l'uomo cadde a terra inerte, ormai cadavere. Eli fece un salto indietro e rabbrividì, fissando con orrore i punti in cui la carne del volto e del torace era stata mangiata... e un attimo dopo, un grido che non aveva nulla di umano riecheggiò nella stanzina, e qualcosa di piccolo e verde si scagliò contro Eli, in preda alla furia più cieca! 

"CAAAAAARNEEEEEEE!" Un goblin vestito di pelli rattoppate si lanciò alla carica, gli occhi spalancati dalla follia, le mani che brandivano rabbiosamente un lungo coltello ricurvo! Eli cercò freneticamente di alzare la balestra e sparare un colpo, ma il goblin fu più veloce e atterrò su di lei, facendola cadere a terra con tutto il suo peso! La balestra di Eli cadde a terra rumorosamente, e la mezzelfa cercò disperatamente di trattenere con le mani il goblin inferocito che la stava inondando di saliva maleodorante. La creatura aveva un aspetto terrificante ed animalesco - gli occhi spalancati, il viso lordo di sangue, cercava furiosamente di mordere il viso di Eli, le mascelle che schioccavano furiosamente a pochi centimetri dal suo naso! Eli era come congelata dall'orrore - non credeva che un goblin potesse essere così spaventoso, e non riusciva a concentrarsi per fare uso dei suoi incantesimi.

Misia era rimasta come ipnotizzata dall'orrore davani a quello scenario agghiacciante... ma vedere la sua amica in pericolo riuscì a scuoterla, e la femmina di gnomo strinse i denti e sparò un quadrello contro il goblin, proprio mentre questo sembrava in procinto di affondare i denti nel volto di Eli. Il dardo sfrecciò in aria e colpì il goblin famelico al braccio sinistro, passandolo da parte a parte... e la creaturina verde strillò per il dolore e la rabbia, e fu costretto a mollare la presa su Eli, che si rialzò di scatto e fece subito appello a tutto il suo autocontrollo per lanciare un incantesimo.

"M-Missile Magico!" esclamò la mezzelfa. Puntò un indice contro il goblin, e dalla punt del dito scaturì un proiettile energetico che centrò il mostriaciattolo verde in pieno petto, facendolo barcollare indietro verso l'armadio. Un istante dopo, il goblin si riprese e balzò di lato, cercando di lanciarsi nuovamente contro Eli. Per una frazione di secondo, la mezzelfa e il goblin si fissarono, e la maga rabbrividì di nuovo nel vedere l'odio e la furia cieca nello sguardo del mostriciattolo. Quel goblin era ridotto a poco più che un animale idrofobo, che voleva soltanto sbranare ed uccidere.

Poi, il goblin stridette famelico e si lanciò di nuovo alla carica, brandendo furiosamente il suo coltello... ed Eli reagì d'istinto, lanciando un nuovo incantesimo!

"Scudo!" esclamò la mezzelfa, una mano alzata davanti a sè. Prima che il goblin potesse essere di nuovo addosso, una barriera semi-invisibile di pura energia apparve davanti a lei, e il goblin si schiantò su di essa, per poi scivolare al suolo e restare intontito per un istante. Un tempo più che sufficiente ad Eli per sferrare un altro attacco.

Gettando al vento ogni prudenza, mossa unicamente dal terrore e dall'istinto di autoconservazione, la mezzelfa si scagliò contro il goblin e riuscì a spingerlo contro l'armadio. Prima che il mostriciattolo verde potesse riprendersi, Eli lo afferrò e cominciò a sbattergli la testa contro lo spigolo del mobile. Con un grido furioso, la giovane raddoppiò i suoi sforzi, e il cranio del goblin andò a schiantarsi contro il legno una volta, due volte, tre volte, quattro, cinque, sei...

Eli aveva ormai perso il conto quando l'ennesimo impatto provocò uno scricchiolio agghiacciante... ma ormai la maga era talmente persa nel suo panico che non se ne accorse neanche e continuò a colpire, senza nemmeno sentire la fatica. Eli non era molto robusta fisicamente, ma la paura, la rabbia e la disperazione moltiplicavano la sua forza...

"Eli! ELI!"

Misia afferrò come una forsennata il braccio della sua amica, cercando di riportarla alla realtà. Con un sobbalzo, la mezzelfa mollò la presa sul goblin, che scivolò a terra ormai morto, il volto sfigurato e il cranio sfondato... e gli occhi di Eli si schiarirono, spalancati in un'espressione di paura ed orrore.

"Eli... è finita... è morto..." mormorò la femmina di gnomo, guardando scioccata il corpo del goblin, che giaceva sul pavimento di legno levigato in un lago di sangue... che si stava mischiando a quello dell'uomo parzialmente divorato. Un silenzio agghiacciante era sceso sulla stanza... e la mezzelfa, pallida e tremante, si allontanò da quello spettacolo orrendo.

Eli fece due passi... poi, ebbe un mancamento e si afferrò al letto vicino, ancora disfatto. Misia fu subito accanto a lei, cercando di farle animo. "Eli!"

Eli si mise una mano davanti alla bocca e trattenne un conato di vomito... poi si staccò ansimando dal letto e riprese fiato. "Sto... sto bene... Misia..." rispose, anche se chiaramente non era ancora a posto. "Per... per favore... usciamo di qui..."

"Merda..." pensò tra sè la mezzelfa. "E adesso... cosa dirò a quella signora e ai suoi bambini?"

 

ooooooooooo

 

CONTINUA...    

 

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Capitolo 7
*** Shalelu, la cacciatrice di goblin ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

Risposte alle recensioni!

Farkas: Come sempre, le tue recensioni mi fanno molto piacere! Il mio scopo è proprio quello i fare sì che anche chi non è un giocatore di Pathfinder possa seguire la trama e immergersi nel mondo di Golarion! Potrebbe sembrare un’ambientazione fantasy abbastanza standard, in effetti… ma vedremo più avanti che ha molte sorprese in serbo!

Purtroppo, gli oracoli non scelgono di diventare tali. E’ una cosa che le divinità decidono, seguendo dei loro ragionamenti imperscrutabili. Certamente, le divinità del bene, come Erastil, Iomedae o Desna fanno in modo che la vita degli oracoli da loro scelti non venga danneggiata troppo da questo “dono”.

E… sì, il Minkai comparirà più avanti. Abbastanza più avanti, in effetti.

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE

Capitolo 6 - Shalelu, la cacciatrice di goblin

 

Era quasi scesa la sera su Sandpoint quando il terzetto composto da Reji, Jolan ed Aldern rientrò, portandosi dietro la carcassa dell'enorme cinghiale che avevano preso. Come c'era da aspettarsi, molti abitanti della cittadina erano subito venuti a vedere la preda del gruppetto di cacciatori, osservandola con ammirazione... e quasi subito, Reji si era ritrovata attorniata da ammiratori e curiosi che le facevano una domanda dietro l'altra.

"Come avete fatto a catturare questo bestione?"

"Allora... tra lei e il signor Foxglove c'è qualcosa, signorina? E' un buon partito, ed è anche abbastanza giovane!"

"Raccontaci! Hai usato le arti marziali per abbatterlo?"

Reji sorrise imbarazzata e cercò come poteva di sottrarsi a quella pioggia di domande, per quanto dovesse ammettere che non le dispiaceva essere diventata famosa così presto. Se non fosse stato per il fatto che lei e il suo gruppo erano ancora in missione per conto dello sceriffo Hemlock e della gente di Sandpoint, forse si sarebbe lasciata prendere un po' la mano dall'eccitazione.

"Sembra che la sua abilità e prodezza abbiano lasciato il segno negli abitanti di questa cittadina, signorina Reji." commentò soddisfatto Aldern.

Jolan alzò le spalle. "Già... certo non mi sembra che stiano prestando molta attenzione al sottoscritto. In fondo, cosa vuoi che conti una semplice guida locale..." affermò, facendo una breve risata alla fine per dire che non provava risentimento. "E' stata comunque una battuta di caccia fruttuosa, e spero che avremo altre occasioni come questa in futuro."

"Altrettanto. Adesso comunque credo che sarebbe il caso di parlarne con la signorina Ameiko, e..." cominciò a dire Aldern, per poi distrarsi quando vide avvicinarsi Yan, con espressione preoccupata a ansiosa. Il giovane spadaccino si fece cortesemente strada tra la folla e raggiunse il terzetto, fermandosi per un attimo a riprendere fiato. "Hm? Buonasera a lei, messer Yan. E'... una mia impressione, o è successo qualcosa che non va?"

"Yan?" chiese Reji, facendosi di colpo seria. Il suo compagno aveva tutta l'aria di aver appena sentito qualcosa di molto preoccupante, e di avere bisogno del supporto di tutti... ma dov'erano Eli e Misia? "Yan, che sta succedendo? Hai scritto in faccia che sta succedendo qualcosa!"

"Signor Aldern... buonasera. E'... un piacere rivederla, anche se speravo in circostanze migliori..." Yan rivolse al giovane nobile un saluto cortese, ma che non riusciva a nascondere l'ansia. "Reji... Jolan... Eli e Misia hanno bisogno del nostro aiuto. Pare che... abbiano avuto a che fare con un goblin che era riuscito a nascondersi in una casa durante la battaglia di pochi giorni fa! Eli... sta cercando di gestire una situazione complicata!"

"Cosa? Uno di quei piccoli bastardi era rimasto in città... e nessuno se n'era accorto?" chiese l'halfling. "Desna misericordiosa... spero che non abbia fatto danni!"

Yan storse il naso. "Purtroppo... ehm... è meglio se venite con me! La cosa è piuttosto delicata. Quel dannato goblin ha fatto in tempo ad ammazzare un uomo, prima che Eli lo facesse fuori..." affermò. Reji, Jolan ed Aldern assunsero tutti delle espressioni contrite, e i due avventurieri si rivolsero rapidamente al giovane nobile.

"Signor Aldern, voglia scusarci. Temo che per quanto la sua compagnia sia stata molto gradita, non possiamo trattenerci oltre." si scusò Reji. "Adesso... temo che delle questioni molto importanti richiedano la nostra presenza."

"Certo, è comprensibile." rispose Aldern. "Prego, fate pure quello che dovete. Ci incontriamo più tardi, se possibile."

"Grazie. A dopo." concluse Jolan, e i tre avventurieri si allontanarono a passo spedito, sotto gli occhi stupiti di vari abitanti di Sandpoint che si chiedevano cosa fosse successo...

"Ma che diamine... cosa succede tutt'a un tratto?"

"Ma come, non hai sentito? Un goblin ha ammazzato il signor Barret!"

"Cosa? Cazzo, ha ammazzato Alergast... e come ha fatto a restare nascosto sotto i nostri nasi?"

Queste voci arrivarono alle orecchie di Jolan e Reji, che sentivano un senso sempre più opprimente di tensione man mano che seguivano Yan... e finalmente, il gruppo raggiunse la casa dove, soltanto qualche ora prima, si era consumata la tragedia. Eli e Misia erano in piedi accanto alla porta d'ingresso ancora semiaperta, e la mezzelfa con gli occhiali era appoggiata al muro, e si reggeva la fronte con una mano. Aveva un'espressione talmente desolata che anche un osservatore distratto avrebbe capito che c'era qualcosa che la tormentava terribilmente... e Misia era accanto a lei, e cercava in qualche modo di farle animo.

Ma a rendere la scena più drammatica c'era una donna in lacrime che stava in piedi vicino alle due avventuriere di Magnimar... accompagnata da un bambino che teneva in braccio un bebè, e una donna un po' più giovane della prima che guardava con disapprovazione Eli e Misia. Lo sceriffo Hemlock era lì vicino, e stava facendo delle domande su quello che era successo.

"Sceriffo!" esclamò Reji, raggiungendo la scena a passi rapidi. "Eli, Misia! Ma... ma che è successo, qui?"

Eli alzò lo sguardo verso Reji come se la pesasse la testa... ma prima che potesse spiegare cosa fosse successo, la donna più giovane andò incontro alla monaca e le toccò il petto con l'indice in tono accusatorio. "Ah, chiedi anche cosa è successo?" esclamò con una rabbia dettata dal dolore, gli occhi che tremolavano visibilmente. "E' successo che voi cosiddetti eroi non siete stati abbastanza diligenti nel fare gli eroi! Avete lasciato scappare uno dei goblin, che poi si è nascosto in casa di mia sorella e ha ammazzato suo marito!"

"Che... che cosa?" esclamò Reji con espressione sbalordita e dispiaciuta. "Sta... sta cercando di dirmi che... uno di quei mostriciattoli ci è sfuggito? E si era nascosto in un'abitazione di Sandpoint?"

Jolan strinse i denti, furioso e contrito al tempo stesso. "Sapevo che riuscivano a nascondersi bene..." affermò. "Ma addirittura arrivare a nascondersi in una casa... Mi... mi dispiace... non immaginavamo che uno di loro si fosse nascosto in una casa, altrimenti... avremmo provveduto a scovarlo e ad eliminarlo!"

"Beh... potete dire quello che volete, ma alla fine la realtà non cambia!" esclamò la donna scuotendo la testa. "Mio cognato è morto, e mia sorella è rimasta da sola a crescere due bambini!"

"Signorina, posso capire la sua rabbia." lo sceriffo Hemlock cercò di calmare un po' gli animi. "Ma questi ragazzi hanno rischiato la loro vita per salvarci dai goblin invasori, e ancora adesso fanno quello che possono. Mi creda, se avessero potuto sapere in qualche modo che c'era ancora un goblin pericoloso nascosto a Sandpoint, avrebbero fatto tutto il possibile per trovarlo."

"Noi... facciamo il possibile. Questa è anche la mia città, e voglio difenderla." affermò Jolan. "Ma... purtroppo non possiamo fare niente se non sappiamo neanche che c'è una minaccia. Al momento... stiamo facendo tutto il possibile per fermare i goblin prima che possano attaccare di nuovo." L'halfling ritenne una buona idea non parlare delle scoperte che avevano fatto fino a quel momento, in particolare dell'esistenza di un culto demoniaco.

"Tutto quello che possiamo dire in questo momento è che... ci dispiace." disse Yan scuotendo la testa. Se non altro, la donna sembrò comprendere le ragioni dei ragazzi, e la sua rabbia sembrò smorzarsi, sostituita da una cupa desolazione.

"Non... non credo che resteremo a Sandpoint, in ogni caso." disse infine la sorella maggiore, mentre recuperava la bambina piccola dalle braccia del figlio maggiore. "Qui... non avremmo altro che ricordi di quando mio marito era ancora in vita. Penso che... noi e mia sorella ci trasferiremo a sud, verso Magnimar. Spero che almeno lì potremo iniziare una nuova vita. Quindi..." raggiunse la sorella minore e le mise una mano sulla spalla. "Per favore, Famra, non te la prendere con questo ragazzi. Se... se vuoi prendertela con qualcuno, prenditela con il goblin che ha ucciso Alergast."

"Amele... capisco, va bene..." disse la sorella minore, decidendo finalmente di lasciar perdere. Non avrebbe certo aiutato sua sorella e i suoi figli a superare la tragedia. "Allora... noi andiamo."

"Grazie... grazie comunque." disse Amele, rivolta sopratutto ad Eli e Misia. La mezzelfa era ancoraappoggiata con la schiena al muro, con espressione quasi impietrita, e si riscosse giusto quel tanto che bastava per annuire e abbassarsi il cappello sul viso. In un'atmosfera cupa e deprimente, la famiglia Barret si allontanò, con il figlio piccolo che ancora mandava qualche sguardo malinconico ai cinque avventurieri. Gli abitanti di Sandpoint cominciarono a disperdersi, ma alcuni di essi si fermarono per rivolgere qualche parola di confronto e di ringraziamento ai cinque amici.

"Non fatevene una colpa." disse un contadino di mezza età. "E' grazie a voi se la mia famiglia è ancora intera."

"Giusto..." disse un ragazzino che doveva avere un paio di anni meno di Reji. "Voi avete fatto del vostro meglio. Non potevate sapere di quel dannato goblin."

Eri non mostrò alcuna reazione, ma strinse i denti ed emise un sospiro rabbioso. Non riusciva a smettere di pensare... al fatto di non aver potuto salvare quel pover'uomo, alla rabbia che aveva provato in quel momento, al modo selvaggio in cui aveva ucciso quel goblin. Non si riconosceva più... davvero lei, una studentessa di un'illustre accademia di magia di Magnimar, era stata capace di scendere a tali livelli di brutalità? Ancora adesso, guardandosi i vestiti, vedeva delle macchie del sangue di quell'essere...

"Eli, andiamo... non... non puoi continuare a darti la colpa." disse Misia. "Quando siamo arrivate, quell'uomo era già morto. Non avremmo potuto fare nulla in ogni caso."

"Non... non è solo questo, Misia." affermò la maga, finalmente riscuotendosi dal suo shock. "Io... ancora non riesco a credere che... che... sono stata capace di una simile ferocia... in quel momento non ero diversa da uno di quei mostri... ero talmente infuriata e terrorizzata... che non riuscivo a pensare ad altro che ad uccidere quel piccolo bastardo..."

"Ascolta... è comprensibile. Tu... non sei abituata alla violenza, immagino. Finora... senza offesa, ma per la maggior parte sei rimasta a studiare magia sui libri. Queste sono le tue prime esperienze come avventuriera." Yan cercò di dare supporto alla sua compagna. "Si tratta solo di fare esperienza. In quel momento eri spaventata, temevi per la tua vita... posso capire che tu abbia perso il controllo per quel momento, non significa che tu abbia un'indole malvagia o violenta..."

Eli sospirò stancamente, e rimase per alcuni istanti a riflettere sulle parole di Yan e Misia... ma fu lo sceriffo Hemlock a smuoverla una volta per tutte. "Purtroppo, la verità è che per quanto ci impegniamo, non possiamo salvare tutti. E quella rabbia e desiderio di vendetta che hai provato sono sentimenti molto umani, che non vanno criminalizzati o considerati sbagliati. Quello a cui bisogna stare attenti è, una volta compreso che ci sono, tenerli sotto controllo, in modo che non esplodano nel momento sbagliato."

"E' vero. Dovreste ascoltare il buon vecchio Belor, è uno che sa quello che dice." intervenne una voce femminile chiara e dall'accento maturo, appartenente ad una donna che stava arrivando proprio in quel momento. Lo sceriffo alzò la testa sorpreso, e un sorriso di piacevole sorpresa apparve sul suo volto normalmente duro e composto. "E' un piacere rivederti, Belor. So che non è passato molto tempo dall'ultima volta, ma... è sempre un piacere, che ti devo dire."

"Shalelu? Non credevo che saresti saltata fuori così all'improvviso!" esclamò lo sceriffo, rivolgendo tutta la attenzione alla nuova arrivata. Si trattava di una donna elfica dai capelli biondi legati in una coda di cavallo, che indossava un corpetto di cuoio borchiato e stivali da viaggio alti fino a metà coscia sopra degli indumenti dall'aspetto abbastanza anonimo, che ossservava il gruppo di Yan con un paio di grandi occhi verdi privi di pupille. Portava a tracolla un arco di squisita fattura, e attorno alla sua spalla sinistra recava una faretra decorata in argento. Le sue orecchie a punta, che in effetti lasciavano ben poche opportunità di confondersi sulla sua specie, le davano un aspetto elegante e delicato, ma anche così si vedeva il suo fisico atletico, sorprendentemente robusto per un'elfa, e il piglio deciso con cui avanzava la rendeva quasi intimidatoria.

Notando il modo in cui Yan e il resto del gruppo la guardavano, con un misto di stupore e contentezza (tranne Jolan, che aveva riconosciuto Shalelu e la stava già salutando con allegria), pensò che fosse il caso di fare le dovute presentazioni. "Bene, signori... vi avevo già parlato della nostra Shalelu, la cacciatrice di goblin ufficiale di Sandpoint, vero? Beh, eccola a voi! Shalelu Andosana, eroina di questa città, e una ranger che ha fatto fuori più goblin di tutta Sandpoint messa assieme. Possiamo tranquillamente dire che è un membro non ufficiale della milizia di Sandpoint."

"Le lusinghe ti porteranno ovunque, vero, Belor? E questi sono i novelli cacciatori di goblin, che vorrebbero rubarmi il mestiere, eh?" chiese la ragazza elfica con un sorriso ironico. Tuttavia, si fece di colpo seria, e decise di giungere al punto della questione. "Detto questo... ho visto che la gente di Sandpoint è molto nervosa di recente, e ho visto che l'attività delle tribù di goblin di questa zona si è molto intensificata di recente. Anzi, ho addirittura avuto modo di confermare che alcune tribù stanno collaborando tra loro."

"Già... e visto che di solito le tribù di goblin si fanno la guerra tra loro, questo significa che c'è qualcosa di grosso che bolle in pentola." disse Jolan. "Abbiamo già svolto delle indagini, e abbiamo scoperto che le tribù sono comandate da... unaa donna misteriosa, molto probabilmente una chierica di Lamashtu."

"Già... me lo aspettavo, in realtà." disse Shalelu, facendo un cenno affermativo con la testa. "Lamashtu è una divinità abbastanza in voga tra i goblin. E se una sua adoratrice ha preso il controllo di una tribù, non credo sarebbe difficile per lei costringere altre tribù a mettersi in riga. Comunque, non credo che questo sia il posto migliore per discuterne. Belor, va bene se andiamo nel tuo ufficio?"

"Certamente, Shalelu." disse l'uomo, parlando come ad una vecchia amica. "Credo che lì avremo tutta la riservatezza di cui abbiamo bisogno."

 

oooooooooo

 

Non più di mezz'ora dopo, nell'ufficio dello sceriffo, il gruppo aveva ragguagliato Shalelu ed Hemlock su quello che avevano scoperto durante le loro investigazioni - e Yan aveva pensato che sarebbe stata una buona idea parlare anche dell'incontro con il misterioso goblin Tup. Come il ragazzo si aspettava, le reazioni dell'uomo e della cacciatrice di goblin erano state di evidente preoccupazione... e una volta che ebbero terminato i loro racconti, Shalelu fece un cenno con la testa, in segno di approvazione.

"Avete fatto un buon lavoro contro i goblin." disse l'elfa. "Ho dedicato diversi anni della mia vita ad impedire che causassero troppi problemi qui attorno, ma quei piccoli bastardi sono tenaci e si moltiplicano come i topi. Sono come erbacce che mordono."

"Ce ne siamo accorti..." sospirò Misia, gettanddo un'occhiata ad Eli, che sembrava almeno essersi ripresa un po'.

Shalelu prese un sorso da un bicchiere d'acqua appoggiato sulla scrivania, poi continuò. "Per quanto ne so, e ho una discreta esperienza della zona limitrofa di Sandpoint, ci sono cinque tribù di goblin particolarmente importanti in questa regione... e di solito, questi goblin sono abbastanza bravi a tenersi sotto controllo a vicenda, tra dispute fra tribù e all'interno delle tribù stesse. Tuttavia, ho scoperto che l'attacco a Sandpoint è stato portato a termine da membri di tutte e cinque le tribù. Diveersi dei goblin che ho incontrato nei Boschi Muschiosi soltanto ieri erano già abbastanza malridotti, e stavano parlando dei 'gambelunghe' che avevano ucciso molti di loro. E ora che vi ho incontrato, mi sembra ovvio dalle... descrizioni che hanno fatto che stavano parlando proprio di voi. Da quanto ho potuto vedere, gli avete fatto proprio paura."

"Dovevamo pur difendere la nostra città, dopotutto." rispose Jolan, gettando uno sguardo di intesa a Yan.

"In ogni caso, ci sono cinque tribù principali... e stanno tutte lavorando assieme." rispose Reji pensierosa. "Quel goblin, Tup, ci ha parlato di quattro individui che controllano i goblin. Per l'esattezza, ha parlato di due uomini e due donne, tra cui un mezzelfo."

"Capisco... temo di non poter aggiungere molto su questo argomento, visto che finora mi sono concentrata su elementi di spicco delle tribù di goblin." rispose l'elfa cacciatrice. "Di solito i goblin vivono delle vite brevi e violente, e raramente si guadagnano autentica notorietà... ma ce ne sono alcuni che riescono, grazie all'abilità, all'intelligenza, al coraggio o alla pura testardaggine, a spiccare tra i loro simili. E in questa regione, ci sono sette goblin che si sono guadagnati questa notorietà. Quel Tup è uno di questi, anche se ora non fa più parte di alcuna tribù."

"Sì, ce ne aveva accennato..." disse Misia. "Ci è sembrato mezzo matto, anche per gli standard dei goblin..."

Shalelu alzò gli occhi al cielo e fece una mezza risata. "Heh... e ciò nonostante, lui è uno dei meno peggio tra i goblin che infestano questa regione. Steteci comunque attenti... ma non credo che lui farà nulla contro di voi, visto che vorrà usarvi per vendicarsi della sua tribù che lo ha scacciato." affermò. "Comunque, stavo dicendo... ah, sì, dei goblin particolarmente notevoli. Oltre a quel Tup, ci sarebbero... Gugmut, un goblin particolarmente alto e forzuto della tribù dei Boschi Muschiosi; Koruvus, un campione della tribù del Settimo Dente, che comunque è scomparso diversi mesi fa; Vorka, un goblin cannibale che vive nella palude di Brinestump; Rendwattle, il capo della tribù di Brinestump; Ripnugget, il capo della tribù di Collecardo... e infine... beh, un mio nemico personale, il bugbear Bruthazmus."

Jolan corrugò la fronte. "Bruthazmus? Ne ho sentito parlare... è un bugbear cacciatore che gode di una fama particolarmente sinistra." affermò l'halfling. Il resto del gruppo mostrò immediatamente segni di inquietudine. Tutti loro avevano almeno sentito parlare della sottorazza di goblinoidi conosciuta come bugbear - dei bestioni pelosi alti due metri e più intelligenti e furtivi di quanto qualunque bestione peloso alto due metri abbia diritto di essere - e tra loro, Yan e Reji ne avevano in effetti affrontati alcuni. Non era stata una bella esperienza...

Shalelu disse di sì con la testa. "Esatto. In effetti, Bruthazmus non fa parte di nessuna tribù, è semplicemente una sorta di cacciatore di taglie che le tribù chiamano per eliminare chi gli dà fastidio... e ovviamente, io sono la sua preda più ambita." affermò. "Bruthazmus ed io ci siamo scontrati diverse volte, e ne siamo spesso usciti malridotti. Ma nessuno di noi è mai davvero riuscito a sopraffare l'altro. E non ho intenzione di essere sopraffatta."

"Comprendo." rispose infine lo sceriffo, per poi schiarirsi la voce e fare un annuncio. "A questo proposito, signori... sarebbe mia intenzione partire per Magnimar con alcuni dei miei miliziani. Vorrei cercare di reclutare ulteriore aiuto per proteggere Sandpoint dai goblin e da altre minacce, magaari anche ricorrendo a dei mercenari. Mentre sarò fuori città, Shalelu, avrei bisogno che tu faccia qualche perlustrazione per i boschi qui vicini, nei luoghi dove vivono i goblin, in modo da tenerli d'occhio ed intervenire se necessario."

"Certamente, Belor." rispose la cacciatrice di goblin. "Stai pur certo che non mi sfuggirà nulla delle loro attività."

Lo sceriffo fece un cenno di assenso, poi si rivolse a Yan ed Eli. "E per quanto riguarda voi,,, gradirei se poteste mantenere una presenza pubblica a Sandpoint, almeno per i prossimi giorni." chiese. "Dopotutto, i miei concittadini sembrano avervi preso in simpatia, e vedervi in città sicuramente aiuterebbe a calmare la loro ansia per quello che sta accadendo."

"Nessun problema." disse Eli con fredda determinazione. La mezzelfa strinse con forza la bacchetta di legno che portava sempre con sè, e che le serviva per lanciare i suoi incantesimi. "Questa volta, farò in modo di non arrivare tardi, per nessun motivo..."

"Conti pure su di noi, sceriffo Hemlock." rispose Yan con un cenno affermativo. Ognuno dei membri del gruppo assentì, con grande sollievo dell'uomo. "Faremo in modo che Sandpoint resti al sicuro anche quando lei non c'è."

"Grazie, amici. Questo... vuol dire molto, per tutti noi." rispose lo sceriffo. "So che non ci deluderete."

"Certo che no, Belor. Mi conosci, e se questi ragazzi sono davvero in gamba come mi hai detto, allora Sandpoint non avrà di che preoccuparsi." affermò Shalelu con un sorriso arguto. "Detto questo... credo che ormai si sia fatto tardi. Che ne dite, ragazzi? Andiamo a cena al Drago Arrugginito? Immagino che conosciate già la mia amica Ameiko... ogni volta che mi fermo qui a Sandpoint, vado al Drago Arrugginito per passare qualche serata in allegria!"

"Ma certo che conosciamo già Ameiko!" rispose Misia con gradita sorpresa. "E chi è suo amico è anche amico nostro, dico bene?"

 

oooooooooo

 

Come c'era da aspettarsi, il ritorno di Shalelu a Sandpoint aveva risollevato gli animi di tutti... e in particolare, la Taverna del Drago Arrugginito aveva ripreso in pieno la sua atmosfera caotica e gioviale non appena Shalelu era entrata. Dopo un attimo di sbalordimento, Ameiko era corsa ad abbracciare la sua amica!

"Shalelu! Vecchia volpe, sei tornata prestino a Sandpoint, questa volta!" esclamò la locandiera con una risata gioviale, quasi non notando la presenza del quintetto di avventurieri e di Lord Foxglove che la seguivano a breve distanza. "Come mai da queste parti, eh? Dì la verita, avevi nostalgia della tua sorellina Ameiko!"

"Hahahaa! Lo sai che torno sempre volentieri da queste parti!" esclamò l'elfa, ricambiando l'abbraccio della sua amica. "Ho sentito che avete avuto qualche problema con i goblin, anche se questi ragazzi hanno fatto un buon lavoro in mia assenza. Quindi ho pensato che avreste apprezzato il mio aiuto."

"Il tuo aiuto è sempre apprezzato, Shalelu." rispose Ameiko, per poi separarsi dall'abbraccio e fare cenno al resto del gruppo di accomodarsi. "E sono convinta che ora che ci sei tu assieme a questi ragazzi, il problema si risolverà in men che non si dica! Per stasera, comunque... accomodatevi! Oggi il nostro stimato concittadino, Lord Aldern Foxglove..." Fece un cenno di ringraziamento e riconoscimento al giovane nobile, che rispose con un elegante inchino. "...e i suoi compagni sono riusciti a catturare una preda ambita, quindi... per stasera, in via del tutto eccezionale, il Drago Arrugginito offre una specialità! Cinghiale arrostito con miele e noci!"

"Scommetto che sarà una squisitezza!" esclamò Reji con gioia, mentre il resto della locanda applaudiva con fare incoraggiante. Nessuno di loro vedeva l'ora di assaggiare la nuova prodezza di cucina della loro locandiera preferita.

 

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Ameiko tirò un sospiro di sollievo nel momento in cui ebbe la possibilità di chiudere le porte del Drago Arrugginito per la notte e ritirarsi anche lei per una buona notte di sonno. Gestire la sua taverna era sempre un piacere per lei, soprattutto quando, come era successo quella sera, gli avventori avevano mostrato di apprezzare la sua cucina un po' innovativa. E poi, la presenza di Shalelu, che aveva condiviso con i clienti le storie dei suoi viaggi più recenti, aveva contribuito a rendere la serata ancora più allegra e movimentata. Tuttavia, quando arrivava l'ora di chiudere, sentiva all'improvviso la stanchezza della giornata che si impossessava di lei.

"Beh, se non altro, quel vecchio testardo non si è più fatto vedere." sussurrò. "E' stata una bella serata, e non ho bisogno di lui che me la rovini."

La giovane locandiera mise la serratura alla porta e usò un semplice incantesimo Luce per vedere davanti a sè e dirigersi verso la sua camera. I cinque avventurieri si erano già ritiirati nelle loro stanze, così come Aldern e Shalelu, e la taverna era tornata stranamente calma e silenziosa... una quiete che Ameiko trovava per certi versi malinconica ed inquietante. Era proprio in quei momenti, quando la baldoria attorno a lei cessava e rimaneva da sola con i suoi pensieri, che Ameiko sentiva tornare l'irrequietezza e la malinconia che l'avevano accompagnata fin da quella disastrosa spedizione...

Ameiko si sollevò la manica della camicia e guardò il tatuaggio che apparve da sotto il tessuto. Un serpente stilizzato con la lingua che saettava fuori dalle fauci, con dei motivi screziati che andavano dal collo alla punta della coda. Sospirò di nuovo e chiuse gli occhi. Ogni volta che veniva presa da quei momenti di tristezza, ricordava quello che era successo nelle Gole della Bruma, e continuava a chiedersi se davvero si sarebbe potuto evitare...

"Non so se riuscirò mai a chiedertelo, Sandru... spero che un giorno tu mi possa perdonare." mormorò Ameiko. Si coprì nuovamente il tatuaggio e cominciò ad avviarsi verso la sua camera, ma si fermò di colpo sentendo una voce che la chiamava. Un'anziana donna halfling, la stessa che aveva cercato di calmare la rabbia di Lonjiku un paio di sere prima, raggiunse Ameiko tenendo in mano una lettera ancora racchiusa in una busta.  "Ah! Bethana, dimmi... c'è qualcosa che non va?"

"No, no, signorina Ameiko... è solo che... ecco... poco fa ho trovato questa lettera indirizzata a lei, vicino alla porta d'ingresso." rispose Bethana, rivolgendo ad Ameiko un sorriso confortante, come una nonna alla sua nipotina preferita. "Ho pensato di attendere che la locanda chiudesse prima di fargliela leggere."

"Grazie, Bethana." rispose Ameiko con un cenno di gratitudine. Alla luce del suo incantesimo, Ameiko iniziò a leggere la lettera, e la sua espressione si incupì quando si rese conto che era scritta nei caratteri della lingua Tian. Che lei sapesse, c'erano solo due persone, a parte lei e Bethana, nella regione di Sandpoint che sapevano leggere e scrivere in quella lingua. Uno era suo padre, e l'altro...  

Non appena gli occhi di Ameiko si posarono sulle prime righe della lettera, la giovane ostessa cominciò a leggere quasi con bramosia, desiderosa di sapere cosa stessa accadendo... e dopo alcuni minuti passati a rimuginare in silenzio, passò nuovamente la lettera a Bethana, che sgranò gli occhi con evidente sorpresa. "S-signorina?"

"Credo che... stanotte avrò da fare." disse Ameiko. "Tieni quella lettera, Bethanaa. Nel caso dovesse accadermi qualcosa. E' una questione personale... e devo cercare di risolverla io."

"C-cosa?" esclamò l'anziana halfling, del tutto interdetta. "Ma... signorina Ameiko, che sta dicendo? Di... di cosa si tratta?"

Ameiko era già scattata verso l'uscita della sua amata locanda, ma si fermò per un attimo... e dopo averci pensato un po' su, decise che almeno era giusto soddisfare quella curiosità della sua fedele Bethana. "Si... si tratta di Tsuto. Mi chiede di incontrarmi con lui. Alla vetreria. Ha una cosa molto importante da dirmi."

"Tsuto...?" mormorò Bethana, restando sbalordita e con la lettera ancora tra le mani...

 

oooooooooo

                 

Tsuto controllò che tutto il suo equipaggiamento fosse a posto, deciso a non correre alcun rischio. Conosceva la sua sorellastra abbastanza bene da pensare che non avrebbero dovuto esserci problemi in quel senso, ma era sempre meglio essere prudenti. Ameiko era stata pur sempre un'avventuriera, tempo prima, e Tsuto non era sicuro di poter avere la meglio su di lei se per qualche motivo la situazione fosse degenerata. Sempre meglio usare prudenza, in questi casi... Sperabilmente, i goblin chee aveva lasciato alla vetreria si sarebbero attenuti ai suoi ordini e non avrebbero attaccato per primi. Sapevano bene quali sarebbero state le conseguenze se avessero avuto qualche colpo di testa...

"Bene... direi che sono pronto." riflettè tra sè, per poi raccogliere ogni cosa e dirigersi verso la strada che portava alla vetreria. Ci sarebbe voluta una certa scarpinata per arrivare fin lì...

Non si aspettava di sentire la voce di Nualia che arrivava da dietro di lui. "Quindi hai proprio deciso di andare a parlare con la tua sorellastra." disse la sacerdotessa di Lamashtu, emergendo dall'oscurità del corridoio dietro di lui. I suoi lunghi capelli bianchi si mossero con eleganza dietro di lei, e Nualia se li riavviò con un gesto del braccio sinistro. "Bene... ti auguro buona fortuna, e spero che riuscirai a convincerla."

"Grazie, amore mio..." cominciò a dire Tsuto, per poi bloccarsi a metà frase quando vide che il braccio con cui Nualia si era pettinata i capelli era... diverso, in qualche modo. Ora che Nualia era più visibile alla luce della sua lanterna, Tsuto vide che il braccio sinistro della sua amata aveva assunto un inquietante colore rosso scuro, come quello del sangue coagulato, con delle strane venature più chiare che attraversavano l'arto dalla spalla fino alle nocche della mano. La pelle sembrava luccicare alla tenue luce della lanterna, un effetto strano ed innaturale che dava a Tsuto l'impressione che quel braccio fosse qualcosa di fuori posto...

"N-Nualia?" mormorò il mezzelfo. "Il... Il tuo braccio..."

La donna sorrise soddisfatta e sollevò il braccio mutato davanti a sè con malriposto orgoglio. "Ti piace, Tsuto? E' un dono di Madre Lamashtu... il suo premio per averle sacrificato quel bastardo." rispose. "Finalmente comincio a liberarmi di quel maledetto sangue angelico... e quando le sacrificheremo l'intera Sandpoint, lei completerà la mia trasformazione, e finalmente mi renderà una delle sue figlie!"

Tsuto non poteva dire di condividere l'entusiasmo della sua amata. Quel braccio demoniaco aveva un aspetto orribile... e l'idea che Nualia sarebbe stata trasformata del tutto una volta che Sandpoint fosse stata distrutta non lo riempiva certo di gioia. Sarebbe stata trasformata in qualche mostruosità rivoltante? Non le interessava stare con lui una volta che la loro vendetta su Sandpoint fosse compiuta?

"Capisco..." sospirò Tsuto, ormai consapevole che nulla che lui dicesse avrebbe potuto farle cambiare idea. "Beh... spero che tutto vada bene. Adesso... devo recarmi alla vetreria. Vedrò di tornare con Ameiko... o comunque, con buone notizie."

Nualia fece un cenno di assenso, ma nei suoi occhi serpeggiò un'ombra di sospetto. "Va bene, Tsuto. Attenderò aggiornamenti. Nel frattempo, darò disposizioni ad Orik e a Lyrie affinchè rafforzino la sorveglianza. Bruthazmus mi ha comunicato che potrebbe esserci una cacciatrice di goblin di sua conoscenza dalle parti di Sandpoint."

Tsuto disse di sì con la testa. "Quindi, Shalelu sta per tornare a Sandpoint? Questo complica un po' le cose." affermò. "Comunque, cercherò di farmi dare quante più informazioni possibili da Ameiko. Se tutto va bene... elimineremo ogni possibile minaccia nel giro di pochi giorni."

"Ottimo." rispose Nualia con freddezza. "Buona fortuna, Tsuto."

Tsuto annuì e salutò Nualia con un cenno della mano, sentendosi stranamente di cattivo umore. Davvero Nualia era disposta a tanto? Rinunciare alla sua bellezza e trasformarsi in un mostro? Anche lui voleva radere al suolo Sandpoint... ma non era sicuro di potersi spingere fino a questo limite...

Il mezzelfo sospirò e accelerò il passo. "Forse avrò fortuna, e la mia amata diventerà una succube. Dopotutto, anche le succubi sono demoni, no?" disse tra sè.

Con passo sicuro ma appesantito, il fuorilegge mezzelfo cominciò a dirigersi verso la vetreria. Fece un piccolo sorriso pensando che sicuramente Ameiko avrebbe gradito il regalo che aveva pronto per lei...

 

oooooooooo

 

La vetreria era un edificio abbastanza rassicurante durante il giorno, o almeno questo era quello che Ameiko Kajitsu pensò mentre tirava fuori la sua chiave personale ed entrava da uno degli ingressi principali... ma ora che era deserta, i corridoi illuminati soltanto dalla luce della luna offrivano uno spettacolo desolante. I passi della giovane risuonavano sinistramente nei corridoi dello stabilimento, interrotti soltanto dallo stridio di qualche insetto o dallo scricchiolio di cocci di vetro o pietruzze sotto le suole dei suoi stivali. La ragazza sospirò, chiedendosi come mai Tsuto avesse scelto un luogo così sinistro per il loro incontro... e dopo tanto tempo, poi? Le ultime parole che si erano scambiati un anno fa non erano state esattamente gentili...

Guidata dal suo istinto, Ameiko entrò in un'altra stanza - la sala mensa che i lavoratori della vetreria usavano per rilassarsi, mangiare e giocare a carte durante le pause. Sentiva nelle ossa che quella sarebbe stata la sala giusta... e infatti, non appena aperta la porta, vide il fratellastro seduto ad un tavolo con fare noncurante.

Non appena sentì la porta che si apriva, il mezzelfo alzò lo sguardo in quella direzione e il suo viso sembrò illuminarsi. Ameiko non ebbe difficoltà a riconoscere il fratellastro, anche con tutto il tempo che era passato... alto e dal fisico prestante, con le orecchie leggermente a punta che non lasciavano dubbi sulla sua natura di mezzosangue, la barba appena accennata e i capelli neri raccolti dietro la nuca, Tsuto indossava una camicia bianca con un corpetto di stoffa verde scura e pantaloni lunghi dello stesso colore, oltre che un paio di stivali di cuoio scuro. Attorno al suo torace era legata una bandoliera, e portava sulla schiena una faretra riempita di frecce.

"Ameiko!" esclamò Tsuto. Si alzò di scatto, senza badare alla sedia che cadde a terra con un forte rumore, e si affrettò verso la sorellastra con una gioia che Ameiko trovò quasi eccessiva. Tuttavia, quando Tsuto la raggiunse e la prese in un abbraccio, la giovane non si fece problemi a ricambiarlo. "E' passato tanto tempo dall'ultima volta che ci siamo visti... ti trovo bene!"

"Beh, sì... gli affari vanno bene, e mi piace gestire il Drago Arrugginito. Alla faccia di quello che dice quel vecchio testardo." rispose Ameiko, con prudente ottimismo. "Ma... sinceramente, non credevo che saresti mai tornati da queste parti. Da quando... da quando la mamma se n'è andata, da quando c'è stato il funerale..."

Tsuto sospirò, resistendo a malapena alla tentazione di dirle, per l'ennesima volta, che secondo lui la morte della loro madre non era stata accidentale. Era sicuro che anche Ameiko la pensasse allo stesso modo, quindi perchè fare finta di niente e comportarsi in quel modo? "Lo so, lo so... diciamo che ci sono stati dei dissapori. Eravamo tutti e due sconvolti per quello che era successo, e il vecchio, con le sue idiozie, non ha fatto altro che peggiorare le cose. Abbiamo finito per dire delle cose che non pensavamo."

"Mi fa piacere che tu sia qui per tentare una riconciliazione, Tsuto." affermò Ameiko. "Ma temo che mio padre non sarà d'accordo. Sai com'è... lui non si è mai messo via questa stupida storia dell'onore, e pensa ancora che la tua nascita sia stata un insulto personale. Ho cercato di farlo ragionare... ma niente da fare."

"Sì... sì, lo immagino." rispose Tsuto, finalmente staccandosi dall'abbraccio per affrontare l'argomento che voleva. "Quell'uomo... non ha mai avuto molto riguardo neanche per te, vero? Ma... ormai non importa più. Ho trovato il modo di farla pagare a lui... e a tutta quella città che ci ha ripudiati e presi in giro!"

L'espressione vagamente ottimista di Ameiko si fece dubbiosa, e la giovane donna aggrottò la fronte. "Prego?" chiese.

"Sai, quando me ne sono andato da qui, un anno fa, mi sono trasferito a Magnimar, sperando di rifarmi una vita." affermò il mezzelfo con crescente entusiasmo. "E pensa te... sai chi ho incontrato lì? Nualia! Sì, proprio lei, la figlia adottiva di quel vecchio rimbambito di Ezakien! Non era morta come tutti pensavano... Finalmente la fortuna cominciava a girare dalla mia parte! Pensa, anche Nualia aveva qualcosa contro Sandpoint... aveva già raccolto un bel po' di fedeli che condividevano la sua rabbia e la sua sete di vendetta! E così... quando si è avvicinata a me per propormi di unirmi alla sua banda... non potevo certo dirle di no, vero?"

Ameiko aveva ascoltato con attenzione tutto quel discorso... e in breve tempo, era passata dalla curiosità, alla confusione ad un'espressione di orrore quando si rese conto di cosa volesse dire il suo fratellastro! Fece un passo indietro e sbattè gli occhi, per poi deglutire a vuoto. "Tsuto... che... che stai dicendo? Non... non è possibile, vero? Questo... questo è uno scherzo, vero? Avevo sentito... che Nualia e suo padre erano morti in quell'incendio!"

Tsuto rise giovialmente, senza rendersi conto dello stato d'animo della sorellastra. "Hahahaaa! Certo, certo, questo è quello che credevano tutti!" affermò. "Ma non è andata così. Nualia... o meglio, la donna che amo... è ora una sacerdotessa di Lamashtu, la dea demoniaca! E grazie ai suoi poteri, e ai goblin che ora lavorano per noi, potremo ridurre Sandpoint in rovine fumanti! Tutto quello che dobbiamo fare è organizzare l'attaacco decisivo! Ma... visto che tu sei l'unica persona in tutta Sandpoint che non si è mai presa gioco di me... Nualia ed io abbiamo deciso di darti una possibilità! Che ne dici, Ameiko?"

La giovane donna rimase come congelata dall'orrore quando Tsuto le sorrise gentilmente e le tese una mano in un gesto che voleva essere di riconciliazione... ma che ora Ameiko vedeva come un gesto di tradimento.

"Unisciti a noi." disse Tsuto. "Assieme, ci vendicheremo di Sandpoint... e andremo ancora oltre! Finalmente, ci attende la nostra giusta rivincita!"               

 

ooooooooooo

 

CONTINUA...    

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Vetro ed ira ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE

Capitolo 7 - Vetro ed ira

 

"Unisciti a noi. Assieme, ci vendicheremo di Sandpoint... e andremo ancora oltre! Finalmente, ci attende la nostra giusta rivincita!"

Queste erano le parole che Tsuto le aveva rivolto, senza un'ombra di ironia. Per Ameiko, fu come sentirsi arrivare un pugno nello stomaco. Era... era vero quello che stava sentendo? Tsuto... stava parlando di vendicarsi di Sandpoint? Sapeva che il suo fratellastro non provava certo una gran simpatia per Sandpoint, con tutte le difficoltà che aveva avuto ad integrarsi fin da quando era bambino... ma aveva pensato che il fatto di essersi rifatto una vita a Magnimar avesse, se non assopito, almeno calmato il suo desiderio di vendetta e lo avrebbe convinto a cercare un'altra strada per riscattarsi dal suo passato.

Ma ora che si trovava davanti Tsuto, che metteva a nudo tutto il risentimento e la rabbia che aveva accumulato negli anni, Ameiko si rendeva conto che qualcosa nel fratellastro era cambiato per sempre... forse da ancora prima di quell'ultimo confronto...

Ameiko scosse nervosamente la testa. "No... Tsuto, tu non puoi chiedermi questo!" affermò, cercando di suonare più ferma di quanto in realtà non fosse.

Tsuto non sembrò cogliere subito quello che la sorellastra aveva detto. Il sorriso affabile rimase sul suo volto, e il mezzelfo continuò a tendere la mano verso Ameiko. Per alcuni secondi, non fece parola, per poi aggrottare un po' la fronte. "No? Ameiko, sorellina... credo di non essermi spiegato bene... avremo la possibilità di vendicarci di Sandpoint! Mi hanno fatto passare un'infanzia terribile... e non rispettavano neanche te! Per loro eravamo sempre i Kajitsu, la famiglia di estranei! E ora che abbiamo l'opportunità di fargliela pagare... perchè non farlo?"

"Tsuto... no! Quello che dici è un'idea che tu ti sei fatto!" esclamò Ameiko, sperando di poter indurre il fratellastro alla ragione. "Ammetto che... ci sono stati dei momenti in cui anch'io ho provato risentimento nei confronti di quelle persone, quando venivamo additati come diversi... ma non è vero che lì a Sandpoint ci odiano! Io... sono riuscita a farmi una vita da quelle parti! Certo, non è perfetta, ma cosa lo è a questo mondo? Sono sicura che se anche tu provassi ad inserirti nel consesto di Sandpoint, finiresti per trovarlo piacevole!"

"Che... che stai dicendo, sorella? Io... io non ti capisco!" continuò Tsuto. Il fuorilegge mezzelfo stava cominciando a perdere la calma. "Quella cittadina da quattro soldi... non significa niente per noi! Nualia ci offrirà di più, molto di più! Diventeremo potenti! Tutti dovranno temerci e rispettarci! E Sandpoint finalmente pagherà per tutto quello che ci ha fatto! Perchè dovrebbe importarti qualcosa di quella miserabile accozzaglia di case?"

"Perchè Sandpoint è anche la città che ha imparato ad accettarmi per quella che sono, nel bene e nel male." replicò prontamente Ameiko. "E tu... tu non puoi desiderare che tutta Sandpoint venga spazzata via... soltanto perchè sei ancora arrabbiato per quello che è successo tanto tempo fa!"

"Non posso? Secondo te non posso?" ringhiò Tsuto, con una tale rabbia che persino Ameiko indietreggiò di un passo, intimorita dal tono del fratellastro. "Quindi... vorresti dire che anche tu mi tradisci, sorella? Che preferisci rassegnarti piuttosto che vendicare i torti subiti?"   

Ameiko riprese confidenza e rispose peer le rime a Tsuto. "Vendicarmi? Su persone che non c'entrano niente? Credevo che tu fossi più saggio di così, Tsuto!" esclamò. "Non capisci che stai parlando di distruggere un'intera città... soltanto perchè non riesci a gettarti alle spalle il passato? Tutte quelle persone che vivono a Sandpoint e lottano ogni giorno per andare avanti... vorresti buttare via tutto questo soltanto per la tua meschina soddisfazione?"

Tsuto guardò verso il pavimento, e il suo volto venne attraversato da un'ombra di cupo furore. "Credevo... credevo che avresti capito, Ameiko. Credevo che fossi dalla mia parte. Ma a quanto vedo, anche tu sei come tutti gli altri. E pensare che mi ero anche premurato di chiedere a Nualia di risparmiarti. Ma se è questo che vuoi, allora... non mi lasci altra scelta."

Con uno scatto fulmineo, Tsuto coprì la breve distanza che lo separava dalla sorellastra, e cercò di colpirla con un pugno al torace. Ma nonostante la mossa fulminea, Ameiko riuscì a gettarsi di lato e ad evitare il colpo, grazie anche all'esperienza maturata dal suo periodo trascorso come avventuriera. La giovane donna raccolse la prima cosa che le capitò sotto mano, uno sgabellino, e lo usò come arma improvvisata per difendersi dal colpo successivo, che andò a vuoto. Ma Tsuto, governato dalla rabbia e dal desiderio di vendetta, continuò il suo assalto e cercò di colpire la sorellastra al volto. Ancora una volta, Ameiko reagì prontamente e usò il suo sgabello per parare il colpo, ma l'arma improvvisata andò in pezzi sotto i colpi del mezzelfo. Con un gesto rapido, Ameiko scagliò addosso al fratellastro ciò che rimaneva dello sgabello, e Tsuto fu costretto a coprirsi il volto perchè i trucioli di legno non gli andassero negli occhi. Ora che finalmente aveva un po' di respiro, Ameiko indietreggiò e cercò di raggiungere la porta...

"Tsuto, io non... AAaaaargh!" La sua frase si interruppe in un grido di dolore quando qualcosa di affilato le penetrò nella parte inferiore della schiena, e la giovane locandiera barcollò in avanti e si voltò di scatto, vedendo dietro di sè, apparso come dal nulla, un goblin sghignazzante armato in una bottiglia rotta le cui punte gocciolavano di sangue - il suo sangue. Altri goblin stavano arrivando, armati di bastoni e attizzatoi di ferro... e Ameiko strinse i denti e afferrò una delle gambe dello sgabello, sperando di poterla usare come un bastone improvvisato. "Ugh... maledizione, Tsuto... allora... sei stato tu... a mandare i goblin contro Sandpoint, eh? Hai proprio deciso... di diventare un nemico di Sandpoint!"

"Sandpoint mi è stata già nemica da molto tempo. Quello che faccio io adesso non ha importanza." rispose freddamente il mezzelfo. "Peccato, Ameiko. Credimi. Io volevo davvero che tu ti unissi a noi. Non era un trucco. Avremmo fatto grandi cose assieme. Varisia sarebbe stata nostra. Ma tu hai voluto schierarti dalla parte di quegli idioti che ci hanno emarginati e derisi. Peggio per te. Nualia saprà cosa fare di te. Avanti, goblin. Prendetela... viva, mi raccomando."

"Subito, capo!" sghignazzò il goblin a capo del gruppo, avanzando minaccioso verso Ameiko.

"Fermati, Tsuto... ugh!" esclamò Ameiko. Uno dei goblin si lanciò su di lei, cercando di sopraffarla, ma la ragazza si difese con tenacia, colpendo il mostriciattolo alla faccia con una bastonata. "Sei ancora in tempo! Arrenditi e consegnati alle autorità! Puoi ancora cambiare strada!"

"No, ormai è impossibile. Ho già deciso che avrò la mia vendetta su Sandpoint, e nulla potrà cambiare le cose!" rispose Tsuto, guardando freddamente i suoi goblin che si avventavano su Ameiko. La ragazza riuscì a difendersi con sorprendente abilità, e i primi goblin vennero colpiti e buttati a terra... ma la superiorità numerica era soverchiante, ed Ameiko si ritrovò ben presto sommersa dall'attacco di quei mostriciattoli sghignazzanti, che iniziarono a prenderla a bastonate e a pugni. "Spiacente, Ameiko, ma sappi che sei tu che mi hai costretto a farlo."

Ameiko cercò disperatamente di liberarsi, ma l'assalto dei goblin aveva fiaccato le sue forze, e la ragazza finì a terra e perse i sensi dopo pochi istanti. I goblin, con un po' di riluttanza, interruppero l'attacco per non rischiare di ucciderla... poi, presero delle corde e cominciarono a legarle i polsi e le caviglie, in modo da impedirle di muoversi nel momento in cui si fosse svegliata.

"Legata, capo! Portiamo subito a signorina Nualia?" chiese un goblin dalla pelle blu che indossava una bandana rossa e un paio di pantaloni verdi.

Con grande sorpresa dei goblin, Tsuto scosse la testa. "No, non subito. Certo, immagino che quel branco di balordi che hanno difeso quel cesso di città verranno a cercare di salvarla. Sarà un'ottima occasione per prenderli in trappola. Nualia mi sarà molto grata quando le porterò le loro teste!" affermò il fuorilegge, aggiustando alcune frecce nella sua faretra. "Piuttosto, due di voi vadano nelle catacombe e convincano Erylium a farsi vivo. Oppure, se proprio non può, a mandare su Koruvus o una delle progenie del peccato."

"Ko... Koruvus?" mormorò uno dei goblin, sgranando gli occhi in un'espressione di paura. "Ehm... sì... sì, certo, capo! Facciamo subito! No punizione, prego!"

Due goblin si affrettarono verso un'altra delle sale della vetreria, e Tsuto diede altre disposizioni agli altri mostriciattoli. "E voi, trovate dei nascondigli, e aspettate l'alba. I lavoratori arriveranno tra poche ore... e possiamo cominciare da loro."   

Questo fu un ordine che la maggior parte dei goblin non ebbe la minima esitazione ad assecondare, e molte delle vili creaturine verdi si affrettarono a cercare un nuovo nascondiglio per attendere il ritorno dei "gambelunghe"...

 

oooooooooo

 

La Locanda del Drago Arrugginito era stranamente silenziosa quella mattina, o almeno questa era l'impressione che Yan aveva avuto non appena si era rivestito ed era sceso al piano inferiore per riunirsi con i suoi nuovi compagni di viaggio. Come immaginava, la sua amica Reji era già pronta e vestita, e stava facendo un po' di pratica sferrando qualche pugno in aria nel bel mezzo della grande sala da pranzo. Anche Eli era già alzata, ed era seduta ad un tavolo a parte, impegnata a studiare il suo libro di incantesimi.

"Buongiorno, ragazze." disse il giovane guerriero, mentre si sgranchiva le ossa e si passava una mano sul viso per svegliarsi del tutto. "E' una mia impressione, o la taverna è un po' vuota?"

"Ciao, Yan..." disse Reji, interrompendo i suoi esercizi. "In effetti è vero. Stamattina non ho visto Ameiko. Forse era un po' stancaa per ieri sera e ha voluto riposarsi un po' più a lungo."

"Ognuno ha i suoi momenti in cui vuole riposarsi un po' di più." affermò Eli, distraendo per un attimo la sua attenzione dal suo libro di incantesimi. Poi, tornò a leggere la pagina alla quale aveva aperto il libro. C'era un incantesimo che le interessava molto - un incantesimo che consentiva di vedere le cose invisibili.

"E' vero, è vero..." ammise Yan. "E' solo che... beh, non siamo qui da molto tempo, ma ricordo che Ameiko è sempre stata solerte, e si è sempre alzata molto presto. Spero che non abbia qualche problema." 

"Ameiko non si è ancora alzata?" chiese Shalelu, apparendo dalle scale seguita a breve distanza da Aldern, Misia e Jolan. Ora che il gruppo si era riunito, pensavano che sarebbe stata tutta questione di tempo prima che la locandiera arrivasse, magari con qualcuna delle sue invenzioni in cucina.

"No, e pensavamo che fosse un po' strano." rispose Yan, sedendosi ad un tavolo e facendo cenno a Reji di sedersi con lui. "Magari è solo un po' in ritardo e tra un po' arriverà."

L'elfa scosse la testa. "Hmm... no, la conosco bene." disse, raggiungendo Yan, Reji ed Eli nella sala. "E' sempre stata puntuale... si è sempre alzata molto presto per preparare la colazione ai suoi clienti e gestire la sua locanda. E'... strano che a quest'ora non sia ancora alzata."

"E' vero." rispose Jolan. "Non vorrei sembrare pessimista, ma ho l'impressione che ci sia qualcosa che non va, Aspettiamo un attimo che arrivi... poi, forse è il caso di iniziare a cercarla."

Il gruppo, già un po' teso per quello che stava accadendo attorno a Sandpoint, si sedette al tavolo e cominciò ad attendere... ma non passò neanche un minuto prima che una piccola figura dai capelli bianchi arrivasse a passo svelto, portando con sè un foglio di carta spiegazzato. Reji voltò lo sguardo verso di lei, riconoscendo subito l'anziana Bethana, l'halfling collaboratrice di Ameiko.

"Signori?" chiese l'anziana, raggiungendo il gruppo al tavolo e alzando educatamente una mano. "Vi chiedo scusa per il disturbo, ma... ho trovato questa lettera nella stanza della signorina Ameiko. Ho... ho paura che sia in pericolo!"

Shalelu fu la prima a rivolgere la sua piena attenzione a Bethana, e quando parlò non riuscì a nascondere una certa ansia. "In effetti, ci stavano chiedendo dove fosse la signorina Ameiko... cos'è successo, non è in camera sua, vero?"

"E' successo qualcosa?" chiese Misia con sincera preoccupazione. "E... quella lettera, cosa dice?"

Bethana porse la lettera al gruppo. "E' scritta in lingua Tian. E... a parte me e la signorina Ameiko, soltanto il signor Lonjiku sa scrivere in questa lingua, qui a Sandpoint." affermò la vecchietta. "O meglio, in realtà esiste un'altra persona... signorina Reji, vorrebbe dare un'occhiata?"

"Come? C'è qualcun altro da queste parti che capisce la lingua Tian?" chiese Reji, ricevendo la lettera dalle mani dell'inserviente halfling. La giovane monaca cominciò a leggere attentamente quello che c'era scritto e tradurlo per il resto del gruppo che stava ascoltando...

 

Salute a te, sorella.

Spero che questa lettera ti trovi in buona salute, e con un po' di tempo libero per le mani, perchè abbiamo un problema che ha a che fare con Sandpoint. Con i recenti problemi che Sandpoint ha avuto con i goblin, comincio a pensare che questo non sia il posto giusto per te.

Se tu potessi incontrarmi alla Vetreria stanotte, io ti parlerei della mia idea e farei in modo che tu possa restare in un luogo sicuro, dove nessun goblin potrà darti fastidio. So che il nostro ultimo incontro non è stato molto edificante, soprattutto grazie alle ingerenze di nostro padre, ma ti posso assicurare che adesso sono una persona nuova, e sono disposto a buttarmi alle spalle i dissapori che ci sono stati tra noi. 

Per favore, non parlare a nessuno di questo nostro incontro. Ci sono già delle complicazioni, di cui preferirei parlare a tempo debito. Per favore, non fare tardi.

Tsuto

 

Reji restò per un attimo sbalordita a guardare la lettera, mentre Shalelu assumeva un'espressione inquieta. "Che cosa? Ameiko ha un fratello?" chiese la giovane monaca, corrugando la fronte.

Jolan si sfregò la nuca con un misto di rabbia ed imbarazzo. Non aveva detto niente perchè sapeva che per Ameiko questo era un argomento abbastanza delicato... ma a quel punto era inutile continuare a nasconderlo. "Sì... in effetti è vero... anche se sarebbe più corretto dire che è un fratellastro." spiegò l'halfling con un sospiro. "Tsuto è nato circa un anno prima di Ameiko... ed è stato motivo di scandalo, dal momento che è un mezzelfo."

"Il signor Lonjiku non è certo un elfo... e non lo era neanche la sua defunta moglie." proseguì Bethana con espressione vagamente imbarazzata. "Era fin troppo ovvio, fin dall'inizio, che il signor Lonjiku non era il padre del bambino, e la sua ira per l'infedeltà della moglie diventò il pettegolezzo di Sandpoint per diversi mesi... e la signora Atsuii, la moglie del signor Lonjiku, non rivelò mai chi fosse il padre di Tsuto."

"E sono rimasti sposati?" chiese Yan, impressionato e stupito. "Accidenti... quel Lonjiku è un tipo testardo."

"Più che altro, era perchè un divorzio, a quel punto, avrebbe significato un disonore sul nome della famiglia..." rispose Jolan alzando le spalle. "Comunque sia, Tsuto venne mandato ad una scuola privata, in modo che crescesse lì, lontano dagli occhi del padre, e Ameiko ha saputo della sua esistenza solo al compimento dei suoi 10 anni di età."

"Da allora, ha cominciato a visitare Tsuto almeno tre volte al mese, per portargli cibo e compagnia, e per rassicurarlo che sarebbe andato tutto bene." continuò Bethana. "Per diversi anni è andata così... finchè un giorno, quando Ameiko aveva diciassette anni, hanno avuto un litigio. Non so esattamente cosa sia successo... ma è stato allora che la signorina Ameiko ha deciso di diventare un'avventuriera e allontanarsi da Sandpoint."

Questa volta fu il turno di Shalelu di parlare. "Ameiko è tornata a Sandpoint un anno dopo, per il funerale di sua madre." proseguì. "E con lei c'era anche Tsuto... che è stato particolarmente insistente nell'asserire che Atsuii era stata uccisa, scaraventata sugli scogli dal marito per vendicare il disonore subito."

Misia scosse la testa. "Chissà perchè non faccio fatica a crederlo..."

"Lonjiku reagì con violenza e battè Tsuto fino quasi ad ucciderlo. Tsuto venne salvato con delle magie curative... e non appena si fu ristabilito, maledisse Lonjiku e se ne andò da Sandpoint." Bethana continuò la storia. "La signorina Ameiko ha spesso cercato di ricontattarlo, ma non ha mai avuto successo... e adesso, Tsuto si ripresenta qui a Sandpoint? Secondo me, ha qualcosa di terribile in mente..."

"E lo sceriffo Hemlock è partito per Magnimar." affermmò Shalelu. "Questo significa che siamo gli unici qui a Sandpoint che possono fare qualcosa."

"In tal caso... credo che la cosa migliore da fare sia dare un'occhiata alla vetreria del signor Lonjiku. E' lì che il signor Tsuto ha fissato l'appuntamento con la signorina Ameiko, dopo tutto." affermò Aldern. "Io... temo però di non potermi unire a voi. Con tutta la mia più buona volontà, non sono un guerriero come voi."

"Non importa, signor Aldern. Penseremo noi a sistemare questa questione." affermò Reji con un lieeve sorriso. "Eli, in pratica sei tu il capo, tra noi. Dai tu le disposizioni."

Inorgoglita dal fatto di essere riconosciuta come leader del gruppo, Eli si aggiustò gli occhiali e rispose senza esitazione. "Bene. Direi che la prima cosa da fare è andare alla vetreria. Se non altro, lì almeno troveremo degli indizi e sapremo dove andare a cercare in seguito. Forza, prepariamoci. Ogni istante che passiamo qui potrebbe compromettere la sicurezza di Ameiko."

"Subito!" rispose prontamente Yan, messe del tutto da parte le sue preoccupazioni. "Andiamo alla vetreria e scopriamo cos'è successo ad Ameiko, il prima possibile!"

Aldern Foxglove guardò con un certo orgoglio il gruppo che, senza perdere altro tempo, raccoglieva il suo equipaggiamento e si preparava a raggiungere la vetreria per scoprire cosa fosse successo ad uno dei cittadini più popolari di Sandpoint. Erano davvero un gruppo affiatato, anche se si erano costituiti da poco tempo, e Aldern doveva ammettere che provava una certa invidia nel vederli così uniti. Se solo avesse incontrato delle persone di valore come loro tempo prima...

Aldern sorrise amaramente tra sè. Passare del tempo con loro, in particolare con quella giovane Tian così decisa e piena di vita, era stato piacevole. Ma adesso che si era distratto abbastanza, era il momento di tornare ai suoi problemi...

Nel giro di pochi minuti, Yan e i suoi compagni erano pronti a partire. Reji si sistemò la bisaccia e fece per raggiungere il resto del gruppo fuori dalla taverna... quando si sentì chiamare da Aldern. "Aspetti un momento, signorina Reji. Prima che lei vada... c'è una cosa che ci terrei molto a darle. Non so quando potrò tornare a Sandpoint, quindi... adesso potrebbe essere l'unica occasione."

Reji rimase ad attendere Aldern, che dopo un istante di esitazione le mise qualcosa in mano. Restò per qualche istante sbalordita, guardando quello che il giovane nobile le aveva dato: una spilla argentata, forgiata nella forma di un fiore a cinque petali. "Ah... S-signor Aldern, questa è..." mormorò la ragazza, per poi guardare negli occhi il giovane nobile con evidente commozione.

"Ecco. Diciamo che è un piccolo ricordo per lei. Quando... quando dovessi tornare a Sandpoint, spero che mi vorrà fare la grazia di concedermi un altro po' del suo tempo." rispose Aldern, sorridendo un po' nervosamente. "Grazie dei bei momenti che abbiamo vissuto assieme."

Reji sorrise gioiosamente. "E avremo ancora dei bei momenti, signor Aldern... quando Sandpoint sarà al sicuro e avremo mandato via gli adoratori di Lamashtu!" esclamò. "Per adesso... andiamo a recuperare la signorina Ameiko e a scoprire come stanno le cose con questo suo fratellastro!"

"In tal caso, vi auguro buona fortuna." rispose Aldern con un cenno della testa. Yan e il resto del gruppo si voltarono prima di uscire dal Drago Arrugginito e rassicurarono Aldern e Bethana che sarebbe andato tutto bene.

"Non ci sarà bisogno di fortuna." disse Shalelu. "Riusciremo a salvare Ameiko e torneremo qui con lei."

"Aspettateci. State sicuri che ce la faremo." concluse Yan. "Okay... Jolan, la vetreria è sempre nello stesso edificio, giusto?"

L'halfling confermò con un cenno energico. "Certamente. Seguitemi, vi porto fin lì."

 

oooooooooo

 

La vetreria di Sandpoint sembrava essere in piena attività quando Yan e i suoi compagni la raggiunsero, a giudicare dalle nuvole di fumo che uscivano dalle ciminiere, che indicavano che le fornaci usate per soffiare e plasmare il vetro erano accese. Tuttavia, gli avventurieri si resero subito conto che c'era qualcosa che non andava - c'era una folla abbastanza consistente attorno all'edificio di pietra grigia, e sia le porte che le finestre erano chiuse e sbarrate. Alcuni abitanti di Sandpoint si aggiravano nei dintorni della vetreria con aria impaziente, parlando tra loro di cosa stesse accadendo.

"La vetreria... è chiusa?" chiese Misia con evidente sospetto. "Però vedo che sta lavorando... come mai?"

"Non ne ho la più pallida idea. A quest'ora dovrebbe essere aperta..." rispose Jolan sfregandosi il mento. L'halfling si rivolse ad uno dei presenti, che si aggirava lì attorno come un animale impaziente. "Mi scusi... che sta succedendo? Sapete per caso perchè la vetreria è chiusa?"

"No, e stiamo veramente perdendo la pazienza. Abbiamo visto entrare i lavoratori, stamattina presto, ma poi uno di loro ha chiuso la porta dietro di sè, e non ha fatto più entrare nessuno." rispose l'uomo, per poi dare un'occhiata alle nubi di fumo che fuoriuscivano dalle ciminiere. "Forse il signor Lonjiku vuole farci una sorpresa e ha chiuso perchè non la roviniamo, ma... non lo so, mi sembra molto strano."

"Sì, davvero molto strano." disse Shalelu. L'elfa e Yan raggiunsero la testa del gruppo, sempre più insospettiti. C'era qualcosa che non andava in tutto questo, e volevano scoprire che cosa fosse... sperando che non fosse già troppo tardi. "Signore, ha per caso visto la signorina Ameiko da queste parti? Non era al Drago Arrugginito stamattina."

Una giovane donna che si trovava lì vicino sbattè gli occhi stupita. "Che cosa? Voi dite... che la signorina Ameiko sia là dentro?" chiese. "Che... che sta succedendo?"

"Probabilmente qualcosa che non vi piacerebbe, signori." affermò Yan. "Ascoltate... io e i miei compagni, assieme alla signorina Shalelu, abbiamo ragione di credere che stia accadendo qualcosa di strano in quella vetreria."

"Avremmo bisogno di entrare là dentro ed investigare. E questo significa che dovremmo entrare scassinando il lucchetto dell'ingresso." affermò Misia. "So che è una richiesta difficile, ma... abbiamo bisogno di chiedervi di lasciarci entrare, e verificare se la signorina Ameiko e i lavoratori sono in pericolo." 

"Che cosa?" esclamò uno dei presenti, allarmato ma ancora non convinto. "Hey, un momento! Che vi salta in mente? State forse cercando di fregarci? Volete entrare là dentro e rubare qualcosa, vero?"

"E' un trucco, vero?" continuò la donna di prima. Alcuni del gruppo indietreggiarono davanti all'aggressività degli abitanti di Sandpoint, ma Misia restò al suo posto e cercò di spiegare la situazione.

"Nessun trucco, signori. Temiamo che la signorina Ameiko sia davvero nei guai." rispose Misia. "So che il nostro modo di fare può sembrare sospetto, ma abbiamo bisogno che vi fidiate di noi. In fondo... vi abbiammo pur salvato dai goblin, giusto? E poi, non saremo soli... la signorina Shalelu ci accompagnerà, in caso ci sia bisogno di qualche garanzia in più."

Shalelu disse di sì con la testa. "Sono pronta a fare da garante." affermò senza esitazione. "E comunque, non ce ne sarà bisogno. Sono tutte persone degne di fiducia... e abbiamo delle prove che la signorina Ameiko si sia trovata in qualche guaio."

Per quanto la richiesta degli avventurieri potesse effettivamente creare qualche sospetto, gli abitanti di Sandpoint si fecero convincere dal fatto che fossero accompagnati da Shalelu, una persona che tutti loro stimavano e di cui si fidavano. Perciò, con ordine, la folla fece spazio al gruppo, e Jolan si fece avantti per dare un'occhiata alla serratura che bloccava l'ingresso alla vetreria.

"Hmm... è stata chiusa dall'interno. C'è veramente qualcosa che non va." disse l'halfling, dopo aver esaminato il meccanismo per diversi momenti. Poi, estrasse un grimaldello e simili attrezzi per scassinare da una tasca dei suoi vestiti e si mise al lavoro, facendo scattare la serratura dopo qualche secondo passato ad armeggiare. Con attenzione, Eli e Misia aprirono le porte e permisero al gruppo di entrare. Shalelu si preparò, incoccando una freccia nel suo arco. "Okay, signori... voi restate qui, e non entrate. Potrebbe essere pericoloso."

"Buona fortuna..." Yan sentì alcuni abitanti di Sandpoint sussurrare. Il ragazzo sorrise e fece un cenno di assenso, poi seguì il resto del gruppo che, con Shalelu e Reji alla testa, si addentrava nella vetreria.

Anche se dall'esterno sembrava che la vetreria fosse in attività, grazie al fumo che proveniva dalle ciminiere, l'interno dell'edificio sembrava terribilmente silenzioso e desolato, cosa che non fece che confermare i sospetti che già da un po' serpeggiavano nel gruppo. Come se non bastasse, man mano che avanzavano, i ragazzi si imbattevano in evidenti segni di lotta: dapprima si trattava di tavoli rovesciati e vetri infranti... ma non appena raggiunsero le stanze più interne, i ragazzi cominciarono a vedere macchie di sangue ed evidenti segni di armi - pugnali insanguinati abbandonati sul pavimento, bastoni infranti e anche uno scudo fatto a pezzi...

"Che... che diamine è successo qui?" sussurrò Eli portandosi una mano davanti alla bocca alla vista di una mano callosa amputata, mezza mangiata ed abbandonata sul terreno, una vista che riportò alla sua mente ricordi fin troppo freschi. Misia si portò rapidamente davanti alla sua compagna per spronarla ad andare avanti... e ben presto, non appena il gruppo raggiunse un lungo corridoio che portava alla camera della soffiatura del vetro, cominciarono a sentire delle grida e delle risatine acute, che non lasciavano alcun dubbio circa la loro provenienza - si trattava di goblin, senza ombra di dubbio.

Shalelu strinse i denti. "Ecco cosa è successo, signorina Eli." affermò la cacciatrice, l'arco sempre teso, mentre Reji si appiattiva contro un muro per avanzare furtivamente, e Yan sfoderava silenziosamente la spada. "Ci sono dei goblin, qui. O Ameiko e Tsuto sono stati aggrediti... oppure, peggio ancora..." si interruppe, lasciando intendere la terrificante alternativa.

"Tsuto odia Sandpoint, giusto?" sussurrò Misia. "Sta dicendo che... potrebbe essere stato lui a guidare qui i goblin per catturare sua sorella..."

Yan corrugò la fronte, mentre il gruppo raggiungeva le porte della camera delle fornaci e si apprestava a fare irruzione. "In effetti, quel goblin... Tup... aveva parlato di un mezzelfo tra quelli che comandano i goblin..." affermò il ragazzo, cercando di non pensare alle implicazioni di quello che Tup aveva rivelato. "Potrebbe essere proprio questo Tsuto, a questo punto..."

"Lo vedremo presto..." rispose Reji. "Okay, signori... adesso apriamo la porta e vediamo cosa sta succedendo. Uno... due... e tre!"

Dopo un istante di pausa, la giovane monaca sferrò un calcio alla porta, che si aprì con fragore, e il gruppo fece rapidamente irruzione nella sala... per trovarsi di fronte uno spettacolo agghiacciante.

La sala di lavorazione del vetro era occupata da una grande fornace addossata al muro alla sinistra del gruppo, con dei tavoli di marmo posti ad intervalli regolari nella sala, e tavoli di legno sui quali si trovavano attrezzi, reagenti ed ingredienti. Sul terreno, giacevano i corpi straziati di non meno di otto uomini, a ciascuno dei quali mancavano uno o più arti o parti del corpo - questo, per colpa di un nutrito gruppo di goblin che stava giocherellando con i cadaveri, divertendosi a tagliarne delle parti con i loro tranciacani e gettarle nella fornace. Altri goblin erano seduti attorno ad un cadavere, facendo orribile banchetto delle sue carni... e su una sedia, posta in un'alcova al centro della sala, c'era un altro cadavere, seduto su una sedia e ricoperto di densi rivoletti di vetro ormai indurito, come una sorta di macabro monumento. Per un attimo, Yan ebbe la possibilità di vederlo meglio... e si rese conto che si trattava del corpo senza vita di Lonjiku Kaijitsu, rimasto evidentemente vittima della vendetta del figlio illegittimo.

Ma non ci fu tempo per restare sconvolti davanti alla vista di quello scempio. Shalelu agì con rapidità incredibile e fece partire una freccia dal suo arco, trafiggendo un goblin mentre questo si alzava allarmato e brandiva il suo tranciacani. Un altro goblin stridette con odio e raccolse dei pezzi di vetro infranto, per poi scagliarli contro l'elfa, che si difese facendo un passo indietro, e poi scagliando un'altra freccia che attraversò la gola del mostriciattolo verde.

"Eccoli lì! Ecco perchè le ciminiere fumavano, quei piccoli bastardi stanno bruciando i lavoratori!" esclamò Reji. Lanciando una serie di grida isteriche, i goblin raccolsero le loro armi e si lanciarono all'attacco... e la giovane monaca se ne ritrovò subito addosso uno che cercava di colpirla al cuore con il suo pugnale seghettato. Reji reagì con rapidità ed evitò il fendente, che tuttavia le fece una ferita superficiale al braccio sinistro... poi, sferrò un calcio circolare al collo del goblin, spezzandolo come un ramo secco! Un altro goblin si lanciò addosso a Yan, che si difese usando il suo scudo... poi, scattò in avanti e spinse il goblin verso la fornace!

"A voi goblin piace il fuoco, vero?" esclamò Yan con un ringhio. "Eccoti accontentato!"

Il guerriero sferrò un poderoso calcio al goblin, sollevandolo da terra e facendolo finire proprio nella fornace, dove prese fuoco con uno strillo assordante. Eli e Misia si unirono allo scontro, scagliando ognuna dei quadrelli con le loro balestre, mentre Jolan sfoderava un pugnale e lo lanciava con precisione contro un goblin che tentava di prendere Reji ad un fianco.

"Aaaaah! Quelli gambelunghe che fermato attacco!" strillò improvvisamente un goblin, che sembrava un po' più sveglio degli altri. "Scappare! Chiamare capo!"

Yan strinse i denti e parò un fendente che un goblin aveva tentato di sferrare con la sua affettacavalli... poi, rispose con un fendente dall'alto verso il basso che lasciò il goblin a terra senza vita. Per un attimo, fu tentato di rincorrere i goblin in fuga e fargliela pagare... ma poi, pensò che forse sarebbe stato meglio affrontare il "capo" in un luogo come quello, che offiva maggiore mobilità, e si ritirò per proteggere i suoi compagni. Shalelu scagliò un'altra freccia con precisione millimetrica, inchiodando un altro goblin prima che questo potesse accoltellare Jolan ad un fianco... e Reji alzò una gamba per poi abbatterla sul cranio di un altro goblin, che crollò a terra con gli occhi quasi fuori dalle orbite.

Gli altri goblin avevano già abbandonato il combattimento e stavano scappando per andare a chiamare il loro leader...

 

oooooooooo

 

Tsuto vuotò del tutto il suo idromele e gettò con noncuranza il bicchiere ad un angolo della stanza quando sentì delle vocine acute che lo chiamavano, con un ben percettibile accento di panico. Pochi secondi dopo, i suoi goblin entrarono nella stanza, spalancando la porta con un tonfo sordo... e il mezzelfo grugnì e si passò una mano sul volto, alzandosi dal suo tavolo.

"Capo! Capooooo!" strillò il goblin a capo del gruppo. "Sono arrivati! Gambelunghe che fermato noi a Sandpoint!"

"Sì, sì... tutto come calcolato, quindi smettila di strillare come un'aquila." rispose Tsuto. Con una decisione che sapeva in parte di fatalismo, il mezzelfo imbracciò il suo arco, controllò le frecce nella sua faretra, e fece un cenno a qualcuno che stava in piedi a lato del tavolo. "Okay, è il momento. Forza, venite. Finalmente c'è da spargere un po' di sangue."

I goblin guardarono stupiti nella direzione in cui Tsuto si era voltato... e subito dopo, rimasero senza fiato nel vedere le due creature, di fattezze umanoidi ma di aspetto del tutto inumano, che stavano in piedi al suo fianco! Due terrificanti mostri alti poco più di un uomo, con arti esili ma muscolosi, comperti da una pelle cerea di un nauseante colore biancastro, con artigli affilati come rasoi sulle mani e sui piedi, e vestiti di stracci puzzolenti - ma il particolare più orribile era senza dubbio la testa, dalla quale due occhi tondi e rossi squadravano il mondo con odio, e sotto i quali si apriva una bocca da incubo. La mascella inferiore si apriva ulteriormente in altre due parti, tutte armate di denti aguzzi e giallastri, con un'orrida lingua muscolosa che guizzava avidamente dentro e fuori dalla bocca, facendola sembrare una sorta di osceno fiore rosso.

"Graaaaaah! Finalmente! Vogliamo sentire il sangue che ci schizza addosso!" ringhiò la prima delle due mostruosità, adocchiando i goblin con bramosia. La sua voce era terrificante quanto il suo aspetto, e sembrava che qualcosa grattasse in continuazione sulle pareti della sua gola, dandogli un timbro aspro e minaccioso. Tsuto, tuttavia, non si fece intimorire dalla voce della creatura nè dal suo aspetto orribile, e si limitò a sogghignare sinistramente.

"Ne avrete l'opportunità. Adesso andiamo a fare a pezzi quei vermi che hanno plagiato mia sorella..."                

 

oooooooooo

 

"Attenti! Altri due lassù!" esclamò Shalelu, vedendo qualcosa che si muoveva su una piccola passerella nella parte superiore della sala della fornace. Due goblin erano arrivati fin lì, e uno di loro aveva subito scagliato una bottiglia vuota contro il gruppo, che Eli riuscì ad evitare per un soffio saltando di lato. La bottiglia si schiantò sul pavimento con un acuto clangore, e i suoi pezzi si sparpagliarono tutt'attorno, mentre la giovane maga alzava la sua balestra e scagliava un quadrello contro il goblin che l'aveva attaccata. Il mostriciattolo verde scansò abilmente il dardo, che si piantò nel muro dietro di lui, e salì sulla ringhiera della passerella per sbeffeggiare il gruppo.

"Hahaha! Gambelunghe mira da schifo!" sghignazzò, per poi tirare fuori un coltello e lanciarlo contro la maga. L'altro goblin prese una cassetta di strumenti e la scaraventò contro il gruppo, ma Eli riuscì ad evitare l'attacco facendo un rapido salto indietro.

"Sì, beh, neanche voi siete proprio dei gran tiratori!" esclamò la mezzelfa. Shalelu rispose abilmente con una freccia che trafisse il braccio sinistro del primo goblin, facendolo scappare in preda al dolore... mentre Reji tirava fuori una frusta di cuoio rinforzato dalla cintura, vi mise un proiettile e lo scagliò con forza contro l'altro goblin, colpendolo ad un fianco in maniera non letale, ma sicuramente dolorosa. Spaventati, i goblin si ritirarono, proprio mentre Yan si accorgeva di qualcosa che stava arrivando di gran carriera dalla direzione in cui i goblin erano fuggiti.

"Okay, credo che arrivi il gran capo!" esclamò il ragazzo. Un presentimento lo avvertì di un pericolo imminente... e il ragazzo alzò lo scudo per istinto, cosa che gli salvò la vita quando una freccia volò nella stanza dal corridoio e si piantò con un forte rumore nella sua protezione, con abbastanza foga da costringere Yan a fare due passi indietro. "Ugh... accidenti, questo sì che si presenta con il botto!"

"Benvenuti alla vetreria, branco di babbei." li accolse la voce chiara e sarcastica di Tsuto Kaijitsu. Il mezzelfo apparve sulla soglia ed entrò nella stanza, con l'arco tra le mani e già puntato contro il gruppo. Dietro di lui, c'erano ancora alcuni goblin sghignazzanti... e, cosa che più di tutte attirò l'attenzione del gruppo, quei due umanoidi disgustosi dalla pelle biancastra e dalla bocca abnorme, che arrancavano famelici dietro il mezzelfo, squadrando Yan e il suo gruppo con evidente desiderio di saltare loro alla gola e strappare loro le carni dalle ossa! "Quindi siete voi quelli che hanno fermato i miei goblin a Sandpoint. Oh, e avete portato con voi anche l'amichetta di mia sorella. Gentile, da parte vostra." Indicò Shalelu con un cenno del capo, e l'elfa cacciatrice corrugò la fronte con evidente disgusto.

Yan, da parte sua, era troppo concentrato su quelle due oscene creature che accompagnavano Tsuto. Il ragazzo aveva già visto una certa varietà di mostri nei suoi viaggi... ma quelle erano le creature più disgustose ed inquietanti che avesse mai visto! La pelle biancastra, la bocca mostruosa con quella lunga lingua viscida, gli occhi rossi e brillanti che sembravano ardere di desiderio di sangue... c'era qualcosa di strano e spaventoso in quelle due... cose. Qualcosa che i goblin non avevano. Magari i goblin potevano essere repellenti d'aspetto, ma davano comunque l'impressione di creature naturali. Quelle due bestie che si reggevano sulle zampe posteriori, grattando il terreno con i loro artigli... sembravano del tutto fuori posto, delle cose che non sarebbero mai dovute esistere!

"Ma... che diavolo sono... quelle... quelle cose?" mormorò disgustato Yan. Una delle due creature gli restituì l'occhiata e sghignazzò crudelmente, non vedendo l'ora di farlo fuori. "Tu... tu sei Tsuto, non è vero? Tsuto Kaijitsu?"

Nessuno di loro era impallidito quanto Misia ed Eli, che stavano fissando i due mostri che accompagnavano Tsuto come se avessero visto un fantasma... e per certi versi, era davvero così! "Lacrime di Desna... non è possibile..." boccheggiò Misia. "Quelle... quelle sono... sono progenie del peccato!"

"Cosa? Progenie del peccato?" esclamò Yan.

"E che diamine sarebbero? Non ne ho mai sentito parlare!" rispose Reji, già in posizione di guardia.

Sfortunatamente, Tsuto non sembrava in vena di dare spiegazioni. "Le avete riconosciute, eh? Purtroppo per voi, chi sta per morire non ha bisogno di avere risposte." rispose con un ghigno arrogante. Indicò il gruppo di avventurieri, e fece un cenno a quelle due orride parodie di un essere umano. "Fateli a pezzi. Ma magari tenete vivi due di loro. Li porteremo alla nostra signora affinchè vengano sacrificati a Lamashtu!"

"Sacrificati a Lamashtu, eh? Allora era vero... ci sono culti demoniaci qui in giro!" esclamò Jolan. "E poi, chi sarebbe questo vostro capo?"

Tsuto alzò le spalle. "Come ho già detto, questa informazione non vi servirà nell'aldilà." affermò. "Forza, progenie del peccato... scatenatevi quanto volete!"

I due mostri umanoidi aprirono le loro mostruose bocche in un atroce grido di giubilo, e si lanciarono all'attacco con crudele entusiasmo, mentre il gruppo si preparava a rispondere...

       

ooooooooooo

 

CONTINUA...    

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Scontro nella vetreria ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

Risposte alle recensioni!

Farkas: Grazie mille per le tue recensioni, come al solito! E grazie anche di quella critica costruttiva che mi hai fatto! In effetti, anche nel gioco vero e proprio, l'avventura è studiata in modo che i giocatori risolvano la situazione alla svelta... però in effetti hai ragione, forse avrei dovuto spenderci un po' più di tempo. Cercherò di fare di meglio più avanti.

Le schede dei personaggi verranno pubblicate più avanti. Forse una verrà pubblicata già con il prosssimo capitolo. Grazie ancora! 

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE

Capitolo 8 - Scontro nella vetreria

 

Ad un cenno di Tsuto, le progenie del peccato fecero due passi in avanti, avvicinandosi a Yan e ai suoi compagni come due predatori che si apprestavano a saltare alla gola delle loro prede. Shalelu tese la corda del suo arco, ed Eli si preparò a lanciare uno dei suoi incantesimi, lo sguardo che saettava da una progenie all'altra. Come due lupi famelici, la progenie del peccato si muovevano in direzioni diverse in modo da precludere alle loro vittime ogni via di fuga. Yan e Reji indietreggiarono un po' e si trovarono schiena contro schiena, poi si scambiarono uno sguardo di intesa. Anche senza dirsi nulla, i due avventurieri si erano già intesi alla perfezione. Non era certo la prima battaglia che sostenevano contro nemici così minacciosi... anche se non avevano mai visto prima le progenie del peccato, sapevano comunque come comportarsi.

Non ci fu il tempo di dire nulla. Le progenie del peccato si lanciarono all'attacco con un ringhio feroce, scattando in avanti come due pantere che si gettavano sulle loro prede! Eli emise un grido di allarme e indietreggiò... ma Shalelu reagì con prontezza e mollò la corda dell'arco, scagliando una freccia diretta verso gli occhi di una delle due bestiacce. Ma la progenie del peccato si rivelò essere un avversario scaltro. Con un'agilità che per un comune essere umano sarebbe stata impossibile, la creatura schivò la freccia, che proseguì la sua corsa e si infilò nel muro!

"Hah! E tu saresti la famosa cacciatrice di goblin?" la prese in giro Tsuto, scagliando un altra freccia dal suo arco. Questa volta mirò a Jolan, che stava cercando di difendersi da un goblin che gli andava addosso con la sua affettacavalli. Jolan si accorse appena in tempo e si spostò, ma la freccia riuscì comunque a ferirlo di striscio alla spalla sinistra. L'halfling grugnì per il dolore, e il goblin cercò di metterlo ulteriormente sotto pressione, spingendolo contro il terreno e facendolo cadere in giocchio.

"Jolan!" esclamò Eli. Stringendo i denti, la mezzelfa lanciò il suo incantesimo e creò uno scudo di energia che fluttuò accanto a lei, poi scagliò un dardo dalla sua balestra che centrò il goblin alla spalla. La creaturina verde stridette per il dolore e fu costretto ad indietreggiare... e Jolan ne approfittò, scattando in avanti per trafiggere il goblin al fianco con uno dei suoi coltelli.

"Bel colpo, Eli!" esclamò Misia, per poi scagliare un dardo contro la progenie del peccato che arrivava dalla sua sinistra. Il mostro schivò il colpo e cercò di abbattere un colpo formidabile sulla femmina di gnomo, che sgranò gli occhi vedendo incombere quelle orrende fauci bavose...

"Haaaaah!" con un grido di battaglia, Reji si lanciò sulla prima progenie del peccato e la afferrò con rabbia, per poi scaraventarla via e farla cadere addosso ad una delle tavole di marmo al centro del laboratorio. Yan usò il suo scudo per intercettare la seconda progenie del peccato, poi la trascinò indietro in modo da dare ad Eli il tempo di lanciare un incantesimo.

"Eli, adesso!" esclamò il ragazzo.

Reprimendo un grugnito irritato, Eli lanciò un incantesimo Getto di Acido che fece scaturire dalla sua mano uno spruzzo di liquido corrosivo che centrò la seconda progenie del peccato ad una spalla con un sibilo agghiacciante. Il mostro ringhiò, irritato dall'acido, e mosse la spalla per far essare la sensazione di bruciore, ma continuò a combattere... e questa volta, riuscì a superare la guardia di Yan e sferrargli un colpo che lo graffiò al torace. Il ragazzo strinse i denti per il dolore e incespicò, finendo a terra... ma prima che la progenie del peccato potesse attaccarlo di nuovo, Yan si alzò e sbattè lo scudo in faccia al suo avversario! Jolan ne approfittò per scivolare alle spalle della progenie del peccato e sferrargli una pugnalata al fianco... ma la creatura, pur ferita, non perse un colpo e afferrò il malcapitato halfling per il collo, per poi usarlo come scudo umano quando Yan sembrava in provinto di attaccare di nuovo!

"Aaaaargh! S-sto... soffocando... a-aiuto..." mormorò Jolan, cercando disperatamente di sfuggire a quella presa. Yan ed Eli indietreggiarono, non disposti a mettere a rischio la vita del loro amico...

Reji era ancora occupata con la prima progenie del peccato, e si trovava anche a doversi difendere da Tsuto, che stava lanciando delle frecce ben piazzate contro lei e Misia. La femmina di gnomo aveva già preso una freccia al braccio destro, e adesso stava indietreggiando, cercando di lottare contro il dolore per lanciare un incantesimo...

Shalelu cercò di distrarre Tsuto, scagliando un paio di frecce contro di lui. Il mezzelfo si dimostrò, una volta di più, un avversario scaltro, e riuscì ad evitare la prima freccia... ma la seconda scagliata a breve distanza dalla prima, lo prese di striscio alla gamba sinistra, strappandogli un grugnito di dolore. Rapidamente, l'elfa si girò verso alcuni goblin che stavano avanzando, e ne abbattè un paio con altrettante frecce ben piazzate... poi si voltò verso la prima progenie del peccato e scagliò una freccia con precisione letale, trafiggendo il ginocchio destro della creatura che teneva Jolan in ostaggio! La progenie del peccato emise un acuto ringhio di dolore e cadde in ginocchio, mollando la presa su Jolan... che approfittò per colpire la creatura al torace con uno dei suoi coltelli! Tuttavia, le fasce muscolari della progenie del peccato erano molto più robuste di quelle di un essere umano normale, e la lama non riuscì ad infliggere un danno letale. Jolan, pur ferito, riuscì a mettere una distanza di sicurezza tra sè e la progenie del peccato, che si ritirò in modo da non esporsi ad ulteriori attacchi... e come niente fosse, spezzò la freccia che gli aveva attraversato la gamba e ne estrasse l'asta. Impressionato dal sangue freddo della creatura, Yan si piazzò davanti alla progenie del peccato, sbattendo la spada contro lo scudo per invitare l'avversario.

Tsuto aveva per un attimo distolto la sua attenzione da Yan, e avendo identificato Shalelu come l'avversaria più pericolosa, stava cercando di tenerla sotto pressione scagliando alcune frecce. L'elfa cacciatrice era stata costretta ad indietreggiare, ma anche così, aveva continuato a scagliare una raffica di frecce pressochè costante, e il mezzelfo si era ritrovato a non poter prendere a bersaglio Yan e il suo gruppo quanto avrebbe desiderato. Con un grugnito frustrato, Tsuto usò un tavolo rovesciato per proteggersi da un paio di frecce dell'elfa, e rispose con un dardo che mancò di poco la testa di Shalelu. "Tsk... anche tu contro di me, vero, elfa? Sei anche tu una di quelli che hanno riempito la testa di Ameiko di stronzate!" ringhiò. "Se non fosse stato per voi, Ameiko non mi avrebbe mai tradito!"

"Sei stato tu a tradire la fiducia di Ameiko, marmocchio petulante." rispose freddamente Shalelu. Un goblin cercò di prenderla di lato, credendo che la cacciatrice non fosse in guardia... ma si rese conto del suo errore soltanto quando una freccia scagliata quasi con noncuranza dall'elfa bionda gli trafisse il cuore. "Hai avuto le tue traversie, è vero. E tuo padre non ti ha certo aiutato. Ma neanche tu hai fatto molto per farti aiutare. Ameiko voleva darti una mano! Ma tu l'hai rifiutata... e adesso cosa vorresti fare, eh? Che le hai fatto? Mi auguro per te che tu non le abbia torto un capello!"

Tsuto sghignazzò sinistramente e scagliò un'altra freccia, che andò a vuoto. "Non ti preoccupare, Ameiko ci serve viva e in buona salute. In effetti, ora che ci penso... credo proprio che la mia amata apprezzerà un sacrificio come te! Sei proprio la persona adatta!"

"Prima dovrai catturarmi. E ti informo che non sarà facile." ribattè Shalelu. Con la furtività tipica degli elfi, la ranger si spostò e cercò di prendere l'avversario su un lato, stando bene attenta alle progenie del peccato che stavano combattendo a poca distanza da lei. Per adesso, se non altro, quei ragazzi se la stavano cavando bene...

 

oooooooooo

 

Reji evitò abilmente un fendente da parte della progenie del peccato davanti a lei e scivolò in mezzo alle gambe della bestia, cercando di sferrare un colpo nel momento in cui si rialzava... ma la progenie del peccato aveva i riflessi di un atleta, e riuscì a parare il colpo e a restituire un fendente con i suoi artigli, ferendo la ragazza alla spalla destra. Reji strinse i denti ed incespicò, portandosi la mano sinistra alla ferita per tamponarla... e la progenie del peccato scattò verso di lei per sferrarle il colpo di grazia!

La giovane monaca reagì con uno scatto fulmineo e alzò la gamba sinistra, sferrando un poderoso calcio al torace del mostro... e questa volta, la progenie del peccato sembrò accusare il colpo, venendo scagliata indietro e finendo schiena a terra! Si rialzò rapidamente, ma Reji si era già rimessa in guardia, pur ansimando lievemente, e il mostro aveva perso la sua occasione.

Dopo un istante di stupore, il mostro mosse le sue orride mascelle e fece quello che poteva sembrare un sorriso. "Non male per degli umani. Ma non puoi competere con noi progenie del peccato, i guerrieri dell'antica Thassilon! Noi siamo stati creati per combattere! La violenza è la nostra ragione d'essere! Come potete voi umani sperare di stare alla pari con noi?" ringhiò con quella voce orrida e raschiante.

Misia cercò di puntare la sua balestra contro quella orrida cosa, e incoccò un dardo... ma proprio in quel momento, l'arma le scivolò di mano e cadde a terra con uno schianto metallico. Stringendo i denti per la rabbia e la paura, la femmina di gnomo si chinò per raccogliere la balestra, mentre Reji veniva costretta con le spalle al muro dalla progenie del peccato che stava affrontando.

"M-maledizione..." sussurrò Misia. "Se non intervengo, Reji farà una brutta fine. Quella cosa è troppo forte!"

La biondina sgranò gli occhi quando le venne in mente che aveva lo strumento giusto per dare una mano a Reji. Non avrebbe proprio potenziato Reji e gli altri un granchè, ma forse anche quel poco sarebbe stato sufficiente a rovesciare la situazione... Misia congiunse le mani, e cominciò a intonare una breve litania nella lingua degli gnomi.

Una tenue aura dorata si accese attorno alla femmina di gnomo e ai suoi compagni, e uno sciame di puntini di luce apparirono tra di loro, danzando brevemente prima di essere assorbiti dai loro corpi. Reji si sentì improvvisamente più forte... e con uno scatto di rabbia e determinazione, riuscì a spingere via la progenie del peccato che la stava costringendo al muro! Il mostro emise un ringhio di sorpresa e tornò all'attacco, graffiando Reji sul fianco destro... ma la giovane monaca, dopo aver stretto i denti per il dolore, afferrò il braccio dell'avversario e tirò verso di sè. Una frazione di secondo dopo, il pugno sinistro di Reji impattò con la mascella della progenie del peccato, che ringhiò di dolore e barcollò per un breve tratto... restando del tutto esposta all'attacco che la ragazza Tian sferrò un istante dopo.

Reji scansò un fendente degli artigli del mostro, e lo colpì al torace con due pugni sferrati con una velocità e una potenza impressionanti! Si sentì un agghiacciante rumore delle costole della progenie del peccato che si frantumavano... e il mostro sgranò gli occhi per l'improvviso dolore e sputò un fiotto di sangue. Il secondo colpo terminò il lavoro, e il pugno di Reji sembrò quasi affondare nel torace della bestia, che emise un grugnito gorgogliante e si piegò in avanti! Quando Reji indietreggiò, la progenie del peccato crollò in ginocchio, agitando scompostamente le braccia in aria per cercare di aggrapparsi a qualcosa. Il mostro sibilò orrendamente e aprì la bocca grondante di sangue per cercare di mordere Reji con le sue ultime forze, ma la ragazza spinse indietro l'avversario con un calcio ben assestato, e la progenie del peccato venne scagliata a terra supina.

Con un brivido violento, la progenie del peccato esalò l'ultimo respiro.

La ragazzina si allontanò dal corpo senza vita dell'avversario e tirò un sospiro di sollievo, poi guardò in direzione di Misia e fece il segno dell'okay. "Grazie, piccola... non so che cosa tu abbia fatto, ma ha funzionato splendidamente!"

"Un semplice incantesimo Benedizione." affermò Misia con un sorriso. "E credo che anche i nostri amici ne stiano usufruendo. Guardate là."

In effetti, adesso anche il resto del gruppo combatteva con più vigore e più efficacia. La progenie del peccato superstite, per nulla impressionata dalla morte del suo "collega", stava cercando di strappare lo scudo a Yan per poi sferrare un attacco decisivo... ma il ragazzo stava opponendo una strenua resistenza, e stava riuscendo a trattenere il mostro... in modo che Jolan potesse sferrare a sua volta un attacco furtivo! L'halfling, con rinnovata determinazione, scivolò in mezzo alle gambe di Yan e della progenie del peccato, poi sferrò un fendente alle gambe della creatura malefica mentre si alzava. Il mostro grugnì e si piegò in avanti, e Jolan si alzò di scatto per pugnalarlo al fianco!

"Adesso, Eli!" esclamò Yan. Il ragazzo si staccò dalla progenie del peccato, e la mezzelfa alzò un braccio e si concentrò per un attimo, l'indice puntato verso il soffitto. Poi, indicò la progenie del peccato superstite, e pronunciò il nome dell'incantesimo.

"Dardo Incantato!" esclamò la mezzelfa. Un dardo di energia magica scintillante scaturì dall'indice di Eli e colpì la progenie del peccato alla fronte, attraversandogli il cranio, e il mostro si afflosciò a terra senza vita, con un'espressione incredula su quel suo volto da incubo.

"Wow, niente male." disse Shalelu. La cacciatrice aveva spazzato via quasi tutti i goblin, e anche quei pochi rimasti avevano preferito la fuga ad un combattimento che ritenevano perso fin dall'inizio. "Non credo siano molti gli avventurieri che possono vantarsi di avere ucciso delle progenie del peccato."

Sfortunatamente, era rimasto il pesce più grosso... e non aveva nessuna intenzione di farsi catturare senza combattere. "Tsk... maledizione, Erylium mi deve aver dato delle progenie del peccato fallimentari!" esclamò Tsuto. Non ebbe il tempo di rifletterci su, ad ogni modo, perchè non appena la seconda progenie del peccato fu caduta, Yan scattò verso di lui, tenendo lo scudo ben alzato davanti a sè! Con un'esclamazione di sorpresa, Tsuto scoccò un'altra freccia, che però si piantò nello scudo del suo avversario e non ebbe altro effetto che costringerlo a rallentare per un istante. Con un grido di battaglia, Yan si lanciò contro Tsuto e lo colpì in faccia con il suo scudo!

Con un grugnito di dolore, Tsuto barcollò indietro per un breve tratto, con del sangue che colava dal naso e dal labbro inferiore. Approfittando di quel momento, Yan cercò di afferrare il suo avversario ed immobilizzarlo... ma Tsuto reagì più prontamente del previsto e sferrò un calcio che raggiunse Yan al torace, mozzandogli il fiato!

"Yan!" esclamò Reji sorpresa. "Maledizione, anche quel tipo conosce le arti marziali?"

"Tsk..." Tsuto si passò una mano sul volto mentre Yan cercava di rimettersi in guardia. "Credevi davvero che sarebbe stato così facile catturarmi? Non mi avrete tanto facilmente!" Con uno scatto rapidissimo, Tsuto sferrò una raffica di colpi davanti a sè, non concedendo a Yan altra soluzione se non difendersi come poteva con il suo scudo. Un pugno particolarmente ben assastato ammaccò lo scudo del giovane spadaccino, che puntò un piede a terra per non farsi sbilanciare e rispose con un fendente orizzontale con la sua spada. La lama aprì uno squarcio nella camicia del mezzelfo, che però riuscì a scansarsi all'ultimo momento ed evitare di rimanere ferito.

"Arrenditi, Tsuto Kaijitsu!" esclamò Yan. Il giovane si separò dall'avversario e gli tenne la spada puntata contro. "I tuoi goblin ti hanno abbandonato, e le tue progenie del peccato... o qualunque cosa fossero... sono morte! Non puoi sperare di fuggire! Tutta la città di Sandpoint ti sarà alle costole in men che non si dica!"

"Silenzio, pezzente! Siete stati voi a plagiare mia sorella e a metterla contro di me!" ringhiò Tsuto, che ormai aveva completamente perso la calma. Cercò di colpire Yan alla tempia con un pugno, ma il ragazzo deviò il colpo con il piatto della sua spada e poi sferrò un fendente che aprì un taglio superficiale sulla gamba destra del mezzelfo. Tsuto strinse i denti per l'improvviso dolore e incespicò, ma ritornò presto all'attacco determinato a non farsi catturare. Con un pugno, cercò di colpire Yan al braccio che reggeva lo scudo, e riuscì a superare la sua guardia e colpire lo spadaccino al torace. Stordito, Yan barcollò e fece cadere il suo scudo, che impattò fragorosamente sul pavimento della vetreria. Tsuto ghignò malignamente e tentò un nuovo attacco, questa volta mirando al collo di Yan con un colpo di taglio.

Almeno finchè una freccia non sibilò tra lui e il suo bersaglio, impedendogli di portare a segno il colpo. Shalelu era intervenuta al momento giusto, e solo i riflessi pronti di Tsuto gli avevano permesso di non essere colpito mortalmente. Ma quella breve distrazione gli costò cara in ogni caso: sfruttando al massimo quel mezzo secondo che Shalelu gli aveva permesso di avere, Yan si chinò e diede una spinta al suo scudo, in modo da farlo finire contro le gambe del suo avversario! Tsuto incespicò e cercò disperatamente di rimettersi in guardia... ma Yan fu più veloce di lui e scattò in avanti sferrando un poderoso fendente!

"AAAAAARGH!" Tsuto ringhiò di dolore quando la lama del ragazzo lo raggiunse, aprendogli una profonda ferita nel fianco destro. Il fuorilegge mezzelfo crollò a terra, tenendo una mano prenuta sul taglio per cercare di tamponarlo, e si dibattè con rabbia mentre cercava di rialzarsi. Ma il dolore e la fatica lo avevano ormai sfiancato, e il suo tentativo di rimettersi in piedi finì soltanto per farlo cadere a terra in preda ad una tremenda debolezza. Con la forza della disperazione, il mezzelfo riuscì a mettersi in ginocchio... solo per ritrovarsi con la spada di Yan puntata alla gola.

"Arrenditi, Tsuto Kaijitsu. Non hai più scampo." intimò Yan.  

Il fuorilegge grugnì e cercò di guardarsi attorno alla ricerca di qualcosa da poter usare per togliersi da quella situazione... ma apparve subito chiaro che questa volta non aveva più nulla a cui aggrapparsi. I suoi goblin erano tutti morti o scappati, le progenie del peccato erano state eliminate... e lui era ormai troppo esausto per opporre resistenza. Per quanto la sua rabbia e il suo desiderio di vendetta lo spingessero a combattere fino all'ultimo, alla fine fu la razionalità a prevalere, e Tsuto guardò verso il pavimento e fece cadere il braccio per dire che non voleva più combattere.

"E va bene." concluse Tsuto. "Mi arrendo."

"Saggia decisione, Tsuto." intimò Shalelu, avvicinandosi al mezzelfo con l'arco ancora puntato. L'elfa provvide a sottrarre l'arco a Tsuto, mentre Eli tirava fuori una robusta corda dal suo zaino e lo usò per legare i polsi del fuorilegge dietro la schiena. "Ora, abbiamo bisogno di alcune risposte. Innanzitutto, dov'è Ameiko? E' ancora qui alla vetreria?"

"E da dove diavolo vengono queste... progenie del peccato?" chiese Eli, tirando rabbiosamente un calcio al corpo della progenie che lei aveva ucciso.

"Sì... sì, è ancora qui. Andate nei sotterranei, la seconda porta che troverete nel corridoio. La troverete lì. Mi serviva come esca per attirare voi." grugnì Tsuto. Reji lo fece alzare, e dopo aver lanciato un incantesimo curativo su Yan, Misia fece lo stesso con Tsuto in modo che le sue ferite si rimarginassero almeno in parte. Quanto meno, la ferita al fianco aveva smesso di sanguinare. "Ha funzionato anche troppo bene, direi... Comunque, Ameiko è nei sotterranei della vetreria. Tranquilli, è ancora viva."

"Non capisco... tu e tua sorella eravate così uniti, Tsuto. Lei è sempre stata dalla tua parte." disse Jolan scuotendo la testa e gettando uno sguardo inorridito al corpo senza vita di Lonjiku Kaijitsu. Per un halfling, una razza che dava estrema importanza al valore della famiglia, l'idea che un fratello potesse rivoltarsi così contro la sorella era inconcepibile. "Come hai potuto tradirla così?" 

"Non la considero più mia sorella! E' stata lei a tradirmi per prima!" esclamò rabbiosamente Tsuto. "Io volevo offrirle la possibilità di stare al mio fianco, di prenderci la nostra vendetta su Sandpoint per l'infanzia schifosa che mi ha fatto passare... ma lei ha preferito mettersi dalla parte di quei bastardi! Come ha potuto essere così ingrata? Ma... a questo punto, immagino che non importi." Tsuto si calmò di colpo e riprese fiato, ancora esausto per lo scontro e le ferite. "Già... non importa più... anche se mi avete preso... ora potete farmi quello che volete... mi volete impiccare, vero? O magari mi decapiterete sulla pubblica piazza, vero, branco di vigliacchi? Ma questo non vi salverà. La mia cara Nualia mi vendicherà... e raderà al suolo quel cesso di città!"

Yan si irrigidì di colpo non appena Tsuto pronunciò quel nome... e anche Jolan e Shalelu sgranarono gli occhi in un'espressione di stupore e spavento. Il giovane spadaccino si sentiva come se qualcuno gli avesse improvvisamente dato un pugno in faccia. Aveva sentito bene? Tsuto aveva detto proprio... no, non era possibile... non era possibile! Doveva essere uno scherzo... o un caso...

"Chi... chi è che hai detto... che ti vendicherà?" balbettò Yan.

"Hai detto... hai detto proprio... Nualia? Nualia Tobyn?" continuò Jolan, per poi scuotere violentemente la testa. "Non... non è possibile! La... la figlia adottiva di Padre Ezakien... è morta nell'incendio della chiesa!"

Tsuto rise brevemente. "Hah! Il suo corpo è mai stato recuperato, imbecille?" chiese retoricamente. Dalla reazione muta e sconvolta dell'halfling, Tsuto comprese che Jolan si era finalmente reso conto della verità. "No, certo che no... voi idioti avete pensato semplicemente che fosse incenerita, vero? Un problema in meno a cui pensare, per voi gentaglia di Sandpoint! Ma purtroppo per voi... i problemi non si risolvono voltando la testa dall'altra parte e facendo finta che non ci siano! E adesso... sì, è proprio Nualia il vostro problema, adesso! Che ve ne pare? Io e lei siamo accomunati nel nostro desiderio di vendetta contro la vostra schifosa città!"

Yan perse il controllo di sè stesso, e afferrò Tsuto per il bavero della camicia, sollevandolo di peso sotto gli occhi increduli dei suoi compagni.

"NO! No, non è possibile!" ringhiò in preda alla collera. "Tu menti, bastardo!"

Sgranando gli occhi per l'incredulità, Reji corse a cercare di trattenere il suo compagno di viaggio. "Yan!" esclamò. "Yan, no! Calmati, per favore!"

"Yan! Mettilo subito giù!" continuò Eli. "Non so cosa ti abbia preso, ma non risolverai niente con i colpi di testa!"

Il ragazzo strinse i denti e guardò furiosamente Tsuto negli occhi. Il mezzelfo, da parte sua, si permise un piccolo ghigno, ma non disse nulla.

Dopo alcuni secondi di tensione, Yan sospirò e fece poggiare i piedi a terra a Tsuto, e il mezzelfo riprese fiato per poi sghignazzare in faccia al ragazzo. "Mentire? Io starei mentendo? Hehehee... perchè dovrei mentire, quando la verità è di gran lunga più divertente?" rispose per le rime. "Fammi indovinare... tu eri un altro di quei villici che speravano di poter sposare Nualia per avere le sue... benedizioni, vero? Chissà quante volte le hai preso una ciocca di capelli come portafortuna!"

Yan non rispose, ma Reji lo vide tremare per la rabbia, e la sua faccia stava assumendo delle espressioni che facevano capire che la sua collera stava per esplodere... La giovane monaca temette che il suo compagno di viaggio fosse ad un punto dal prendere a pugni Tsuto, e decise di intervenire prima che fosse troppo tardi.

"Tu non sfottere, e cerca di non peggiorare la tua posizione!" intimò, puntando un indice contro Tsuto. Il mezzelfo si azzittì all'istante, e Yan abbassò lentamente la mano stretta a pugno, imponendosi di calmarsi. "Che significa? Come sarebbe a dire che... la figlia adottiva di Ezakien è dietro a tutto questo? E' stata lei ad organizzare i goblin?"

"Nualia era ancora viva per tutto questo tempo... e nessuno ne sapeva nulla?" si chiese Jolan scuotendo la testa. Anche Shalelu appariva scioccata dalla rivelazione.

"Come... com'è andata, esattamente?" chiese Misia, avvicinandosi a Tsuto e cercando di apparire tanto minacciosa quanto poteva sembrarlo una femmina di gnomo alta appena un metro - il che vale a dire, molto poco. "Com'è possibile che questa Nualia..."

Tsuto ghignò di nuovo, ma questa volta il suo sorriso era amaro. "Hah... dai la colpa a quelli di Sandpoint, biondina. Sono stati loro a fare di me e di Nualia quello che siamo adesso!" affermò. "Perchè non provi a chiedere a Nualia come si è sentita quando quegli idioti cercavano di tagliarle i riccioli pensando che fossero dei portafortuna? Quando quel figlio d'un cane di Ezakien la chiudeva in camera ordinandole di pregare il perdono di Desna perchè aveva fatto una piccola bravata? E io, come mi sarei dovuto sentire? Ero sempre il prodotto del disonore, il problema che nessuno voleva vedere! Come avrei dovuto reagire, secondo voi?"

Shalelu scosse la testa. "Quello che Lonjiku e gli abitanti di Sandpoint ti hanno fatto è stato disgustoso, e questo non lo mette in dubbio nessuno, ma... beh, sicuramente non avresti dovuto reagire in questo modo." rispose l'elfa con gelida calma.

Misia indicò il desolante spettacolo della fornace imbrattata di sangue, quello degli operai, dei goblin, delle progenie del peccato e degli avventurieri. "Perchè non provi a guardare cosa ti sta attorno? Non ti rendi conto di quello che hai fatto... e di cosa state facendo?" esclamò, indignata e scioccata al tempo stesso. "Tutti quegli operai che lavoravano qui... che magari avevano anche delle famiglie da mandare avanti, e che adesso sono tra le braccia di Pharasma... loro che colpa ne hanno, di quello che il tuo patrigno ti ha fatto?"

"Tutta la città di Sandpoint deve pagare. Per quello che mi riguarda, loro sono come tutti gli altri porci che mi hanno maltrattato e hanno sparlato di me e di mia madre." sentenziò Tsuto. "Ed ora, avanti! Cosa aspettate? Perchè non mi ammazzate e non vi prendete la taglia sulla mia testa, branco di ipocriti?"  

Reji scosse la testa. "Oh no, Tsuto Kaijitsu... tu non te la caverai così a buon mercato." rispose. Si tirò fuori un fazzoletto di tasca e lo usò per imbavagliare il bandito, che sgranò gli occhi ed emise una serie di mormorii indistinti di rabbia. "Tu risponderai delle tue azioni davanti ad un giudice, in presenza delle persone a cui hai fatto del male. Ameiko in particolare. E adesso, se permetti, andiamo a recuperarla. Abbiamo già ascoltato abbastanza stronzate da parte tua."   

Tsuto mormorò qualcosa, ma il fazzoletto che gli tappava la bocca rendeva difficile capire cosa stesse dicendo, e il mezzelfo rimase seduto dov'era, mani e piedi legati, in preda alla sua rabbia impotente. Reji e Shalelu diedero un'occhiata alla mappa della vetreria posta su una parete e si diressero verso il magazzino che Tsuto aveva indicato, lasciando il resto del gruppo a fare da guardia in quella stanza ormai semidistrutta.

Dopo qualche secondo di silenzio, Yan si sedette per terra con un sospiro che metteva assieme rabbia e rammarico, e si tenne la fronte con una mano, cercando di non farsi sopraffare dalle sue emozioni. Quello che stava accadendo era al di là di ogni sua previsione, e riapriva delle vecchie ferite che pensava si fossero rimarginate da tempo ormai. Nualia... era davvero lei la mente di un piano così terribile? La sua amica di un tempo, che lui pensava di aver perduto per sempre? Ma come era potuto accadere? Come era sopravvissuta all'incendio della chiesa? A meno che... a meno che non fosse stata lei ad appiccarlo? Più il ragazzo ci pensava, più la cosa aveva senso, a modo suo... dopo tutto quello che le aveva fatto, non lo sorprendeva il fatto che Nualia odiasse il padre adottivo. Ma che fosse disposta a spingersi a tanto? Cosa era diventata, in tutti quegli anni? Come poteva odiare l'intera città di Sandpoint fino a quel punto?

Se solo avesse potuto ritrovarla, e capire cosa fosse successo... in quel momento, si sentiva come se tutte quelle domande gli stessero friggendo il cervello.

Una cosa era certa - in quel momento, desiderava più di ogni altra cosa giungere al fondo della questione, e scoprire tutta la verità. Ma prima di tutto...

"Yan..." disse Eli, rivolgendo al ragazzo un'espressione che sembrava a metà tra la preoccupazione... e il desiderio di sapere cosa stesse nascondendo. "Cosa ti succede? Quando hai sentito quel nome... Nualia... all'improvviso sei impazzito! Che... che significa? Tu conoscevi... o meglio, conosci... la figlia adottiva di quel Padre Ezakien?"

Il ragazzo annuì lentamente, senza neanche alzare lo sguardo... e Jolan lo sollevò dall'onere di dare una risposta. "Non so quali fossero i rapporti tra Yan e Nualia... ma non c'è possibilità di errore. La Nualia di cui parla Tsuto... è senza dubbio Nualia Tobyn, la figlia adottiva di Ezakien Tobyn. Una aasimar che Padre Ezakien ha trovato una mattina, ancora in fasce, sulla soglia della sua cappella."                

"Una aasimar? Dici sul serio? Non... non posso crederci..." chiese Misia con evidente sgomento. L'idea che un aasimar - ovvero, una persona nel cui albero genealogico si poteva trovare un angelo, un arconte o un'altra creatura ultraterrena del Bene - potesse essere parte di un piano così terribile la faceva rabbrividire.

"Vi racconterò come sono andate le cose... non appena Reji e la signorina Shalelu sono tornate." rispose Yan, dopo aver preso fiato ed essersi calmato un po'. "Credo che sia giusto che sappiate tutto... o almeno, quello di cui sono al corrente. Però... sì, io e Nualia ci conosciamo fin da bambini..."

Eli strinse i denti, immaginando che fosse una questione alquanto delicata per il suo compagno...

 

oooooooooo

 

Nei sotterranei della vetreria, Reji e Shalelu non avevano incontrato alcuna resistenza - evidentemente, i goblin si erano già dileguati, e non era rimasto nessun altro a fare da spalla a Tsuto. Seguendo le indicazioni, le due ragazze arrivarono di fronte alla porta in legno di un piccolo deposito, e Shalelu non perse tempo a cercare di aprirla. Tuttavia, la porta non si mosse di un centimetro.

"E' chiusa a chiave." affermò Shalelu scuotendo la testa. "Dobbiamo cercare una chiave, oppure chiedere al tuo compagno halfling di scassinare la serratura."

Reji alzò una mano e propose un'altra soluzione. "Aspetta. C'è un modo un po' più rapido." disse infine. Shalelu si fece da parte, e Reji si piazzò davanti alla porta, si concentrò per qualche secondo... e poi sferrò un pugno con una tremenda forza e precisione, mandando in pezzi la serratura e facendo aprire la porta. Con un cenno di approvazione, l'elfa spalancò del tutto l'ingresso e diede un'occhiata all'interno... e non appena un po' di luce entrò nella stanzina, una figura che giaceva sul pavimento mugugnò qualcosa e cercò di rialzarsi.

"Uuuuh... dove... chi siete...?" mormorò la voce di Ameiko. La giovane locandiera era distesa sul freddo pavimento del magazzino, i polsi e le caviglie legate con delle robuste funi, e sembrava aver perso la cognizione del tempo dopo essere rimasta così a lungo in quel luogo buio. Quando Shalelu si avvicinò per cercare di liberarla, vide che la sua amica era piena di lividi e ammaccature, oltre ad avere una ferita abbastanza recente, medicata alla meno peggio, nella parte inferiore della schiena. "Sh... Shalelu...? Reji...?"

"Sì... siamo noi, Ameiko!" rispose l'elfa con un sorriso sollevato. Mentre Reji entrava a sua volta per rassicurare Ameiko, Shalelu usò un coltello per tagliare le corde che tenevano prigioniera la sua amica, che emise un mormorio di sollievo e cominciò a muovere le mani per riattivare la circolazione. "Come ti senti? Riesci ad alzarti e a camminare?"

"Sì... penso... che ce la posso fare..." mormorò la ragazza. Si appoggiò al muro per darsi una mano a risalire, e barcollò per un attimo prima che Reji arrivasse a sorreggerla. "Ugh... ragazzi, siete venuti... grazie mille... dove... dov'è Tsuto? E mio padre?"

Reji esitò per un attimo prima di dare ad Ameiko la triste notizia. "Beh... ecco... non ti preoccupare per Tsuto. Lo abbiamo catturato. Faremo in modo che non faccia più del male a nessuno." rispose. Shalelu prese una fiala di liquido ambrato - una pozione curativa - dalla sua cintura e la porse ad Ameiko, che ne vuotò il contenuto con un sorso. Immediatamente, diverse delle sue contusioni si riassorbirono, e la ferita alla schiena si ridusse di molto. "Adesso è con noi... lo abbiamo legato e lo consegneremo alle autorità."

"Non... non riesco ancora a credere che Tsuto abbia potuto fare una cosa simile..." sussurrò Ameiko, chiaramente ancora scioccata. "E... mio padre? Che fine ha fatto? Non è qui?"

Dall'esitazione di Reji e Shalelu, Ameiko capì subito di non doversi aspettare buone notizie. Con un sospiro, la giovane monaca scosse infine la testa e rispose. "Mi... mi dispiace, Ameiko." disse infine. "Quando... quando siamo arrivati qui... per lui non c'era già più niente da fare. Mi spiace... davvero..."

Inizialmente, Ameiko accolse la notizia con sgomento - si appoggiò al muro e trattenne il fiato. Per diversi secondi, Ameiko rimase ferma e in silenzio, sentendo un misto di rammarico e tristezza. Anche se i rapporti tra padre e figlia si erano guastati, Ameiko non avrebbe mai voluto che finisse in quel modo. Tuttavia, la sua espressione rimase stoica e decisa.

"Capisco..." disse infine, rattristata anche se non propriamente sconvolta. "Allora... non... non credo che abbiamo molto altro da fare qui. I... i lavoratori sono morti, vero?"

Reji confermò con un cenno della testa. "Sì... quelli che si sono presentati stamattina... sono stati uccisi dai goblin." affermò, mentre il terzetto cominciava a dirigersi mestamente verso il piano terra. "Ce la fai, Ameiko? Adesso andiamo via di qui..."

La giovane ostessa annuì lentamente, mentre sorretta da Reji e a Shalelu cominciava a  risalire le scale per tornare da Eli e gli altri, in un'atmosfera tesa e amareggiata. Anche se avevano vinto, nessuno di loro era esattamente orgoglioso di quella vittoria...      

    

       

ooooooooooo

 

CONTINUA...    

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Un'amicizia che viene dal passato ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Farkas - In effetti, la traduzione italiana è proprio "progenie del peccato", che è del resto una traduzione abbastanza letterale del termine inglese originale, sinspawn. Detto questo, è vero che in effetti è un appellativo un po' lungo e per certi versi... ingombrante. Vedrò di cercare di accorciarlo in qualche modo.

Benedizione è un incantesimo clericale molto semplice, ma usato al momento giusto può essere veramente molto utile. La verità su Nualia è stata in effetti uno shock... e tra non molto vedremo anche il perchè!

Per le schede dei personaggi… temo che bisognerà aspettare un altro po’. Farò in modo che siano quanto più esaurienti possibile. ^^

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE

Capitolo 9 - Un'amicizia che viene dal passato

 

Usciti dalla vetreria, agli avventurieri era toccato il penoso compito di spiegare agli abitanti di Sandpoint cosa fosse successo, e far venire un gruppo di guardie cittadine per portare via i resti di Lonjiku Kaijitsu e dei lavoratori uccisi da Tsuto e dai suoi goblin. Il mezzelfo fuorilegge venne portato via tra scene di disperazione da parte delle famiglie delle vittime e due piccole ali di folla che volevano linciarlo, e solo l'intervento di Yan ed Reji impedì che finisse così.

In tutto questo, l'unica buona notizia era che Ameiko si era salvata - un po' sconvolta ed ammaccata, ma si sarebbe ripresa completamente. In quel momento, la giovane locandiera era in piedi accanto all'uscita della vetreria, e osservava freddamente mentre due uomini portavano via il cadavere incrostato di vetro di Lonjiku. La sua espressione era rimasta bloccata in una smorfia di rabbia e paura - cosa che si addiceva fin troppo al tipo di persona che era.

"Lonjiku... non è mai stato un buon padre. Nè per me, nè tantomeno per Tsuto." affermò Ameiko quando ormai il corpo non fu più visibile. "I nostri rapporti sono sempre stati distanti... e anche ora che è morto, se devo essere sincera... non mi dispiace più di tanto per lui. Piuttosto... mi dispiace che non mi dispiaccia, se capite cosa voglio dire."

"Sì... credo di capire, Ameiko... non è una sensazione piacevole, ma non si può decidere di voler bene a qualcuno. Soprattutto se tuo padre è stato così distante da te per tutto questo tempo." rispose Jolan. Misia si era occupata di lanciare un po' di incantesimi curativi su di lui e sugli altri membri del gruppo, in modo che tutto quello che rimaneva fossero dei graffi e dei lividi di poco conto.

La ragazza alzò le spalle. "Comunque sia, che io lo voglia o meno, adesso sono io l'unica erede dei Kaijitsu. E in pratica, sono ufficialmente una nobile, per quello che può valere." affermò. "Ma se devo essere sincera... ormai il Drago Arrugginito è l'attività della mia vita. Detto questo, farò tutto il possibile per tenere aperta la vetreria, visto che è un'attività così importante per l'economia di Sandpoint. E molte famiglie contano su di essa."

Yan disse di sì con la testa. "Non possiamo fare altro che augurarti buona fortuna, Ameiko."

"Grazie..." sospirò Ameiko dopo un attimo di pausa, sentendosi un po' meglio. "Oh, già, e ricordatemi che finchè siete qui a Sandpoint, al Drago Arrugginito ci sarà sempre un posto per voi."

Nonostante tutto, Yan riuscì a sorridere. "Grazie, Ameiko. Di certo noi non ce ne dimenticheremo." affermò. "Ora... devo andare dai miei amici. Credo di dovere loro delle spiegazioni."

"Anch'io... ho vissuto a Sandpoint per tutto questo tempo. E adesso che questa storia è saltata fuori, non riesco a fare a meno di pensare che se mi fossi mosso prima, avrei potuto fare qualcosa per evitare che finisse in questo modo." rispose Jolan guardando in lontananza.

"Riguardo a Nualia? Certo... posso capire." affermò la giovane locandiera. "Anche se... non so come possa essere colpa tua, Jolan, ma... ecco, buona fortuna anche a te. E grazie di tutto."

"Sei sicura di non volere una mano, Ameiko?" chiese Yan. "Riesci ad arrivare al Drago Arrugginito con le tue gambe?"

Ameiko riuscì a sorridere, e questa volta c'era più decisione nella sua espressione. "Tranquilli, ce la posso fare. Devo solo riprendere fiato... e prendermi una notte di riposo." rispose. "A presto. E mi raccomando, state attenti."

"Anche tu, Ameiko. Ci si vede in giro." disse Jolan con un cenno affermativo.

Yan e Jolan fecero un saluto con le mani e si diressero nuovamente verso il gruppo, che in quel momento era impegnato a dare una mano alle guardie cittadine a mettere in sicurezza ciò che restava della vetreria e raccogliere tutto quello che poteva costituire una prova o un indizio. Yan raggiunse per primo il gruppo, e diede una pacca amichevole sulla spalla di Reji, e la giovane monaca si voltò verso di lui e annuì. "Scusate il ritardo, gente."

"Tutto okay, Yan. Non ti preoccupare." rispose Misia. "Ecco... volevi parlarci di Nualia? Di quello che sai della donna che sta dietro a questo complotto?"

Il giovane spadaccino prese un respiro profondo e guardò verso il terreno per cercare di mettere ordine nei suoi sentimenti. Ancora adesso, a tanti anni di distanza, trovava difficile parlare di queste cose. "Sì... credo che sia il minimo che io possa fare." rispose infine, mentre le ragazze si riunivano attorno a lui per ascoltare. "E' una cosa di cui non parlo volentieri, credetemi... anche adesso, mi sembra una specie di brutto sogno dal quale credevo di essermi svegliato..."

"Mi... mi dispiace, Yan... non credevo che..." mormorò rattristata Reji, vedendo il suo amico e compagno di mille avventure che si sedeva su un muretto vicino. Il giovane e coraggioso guerriero le sembrava ora così triste e vulnerabile...

Quando fu sicuro di avere le sue emozioni sotto controllo, Yan prese fiato e cominciò a raccontare. "Non importa... del resto, io non ho mai parlato di questa parte del mio passato." raccontò il giovane. "Comunque, torniamo a noi. Saprete già che io sono nato qui, a Sandpoint. I miei genitori sono artigiani, e possiamo dire che la mia famiglia viveva dignitosamente. Certo, non vivevano negli agi, ma non eravamo neanche in difficoltà. Insomma, quand'ero piccolo, avevo un bel po' di amici tra i ragazzi e le ragazze della mia età. E una di questa... era appunto Nualia, la figlia adottiva di Padre Ezakien, che alll'epoca era la guida spirituale di Sandpoint."

Eli disse di sì con la testa, spronando il suo compagno ad andare avanti. "Sì... e sappiamo anche che Nualia era... o meglio, è... una aasimar." disse la mezzelfa. "Ma... c'entra qualcosa con tutta questa storia?"

Yan disse di sì con la testa. "Padre Ezakien non voleva davvero bene a Nualia." affermò amaramente. "Per lui, avere una figlia adottiva aasimar era soltanto una cosa di cui vantarsi. Una sorta di premio che Desna gli aveva fatto perchè era un uomo così virtuoso." Si fermò un attimo per scuotere la testa, esprimendo il suo disgusto. "Fin da quando era piccola, Nualia è stata condizionata da suo padre affinchè diventasse una sacerdotessa di Desna e rimanesse pura. Ezakien sperava di mandarla in qualche prestigioso convento, in modo da far vedere a tutti la sua devozione. E per questo motivo, la limitava in tutte le attività che faceva, le proibiva di fare i giochi che gli altri bambini facevano, e le metteva in testa tante idee balorde sul fatto che lei era in qualche modo diversa dagli altri, e che il suo posto non era tra i comuni mortali."

"E... Nualia non aveva amici? Voglio dire, tra i ragazzi della sua età? E gli adulti attorno a lei?" chiese Misia con apprensione.

"Gli altri bambini pensavano che Nualia fosse una specie di fenomeno da baraccone." rispose Jolan. "Molti degli abitanti di Sandpoint erano morbosamente ossessionati dal fatto che lei era una lontana discendente di qualche angelo... o creature simili... e si convinsero che Nualia fosse capace di miracoli di ogni sorta. Dicevano che poteva predire il futuro, che una ciocca dei suoi capelli portasse fortuna... che le sue lacrime aggiunte al tè potessero curare i malanni."

"E Padre Ezakien sapeva... ma non faceva niente per impedire tutto questo." continuò Yan. "Anzi, incoraggiava la gente a chiedere a Nualia di fare altri miracoli. In effetti... io ero l'unico che trattava Nualia come una persona, piuttosto che come un miracolo ambulante..."

 

(FLASHBACK)

"Andiamo, Nualia, è un favore che ti chiediamo!" disse un ragazzo più grande, con un sorriso falsamente amichevole, mentre assieme a tre suoi coetanei avanzava minaccioso verso la bambina dai capelli bianchi e dalla pelle scura che cercava disperatamente di andarsene. "Perchè non piangi un altro po' per noi? Mio padre ha un tremendo mal di schiena, a forza di lavorare nei campi, e tu puoi guarirlo, no?"

La bambina dai capelli bianchi si allontanò di un passo e guardò i tre ragazzi, cercando con lo sguardo una via d'uscita, ma i tre si piazzarono attorno a lei in modo da renderle impossibile la fuga. "E-ecco... io..." cercò di spiegare. "Io non... non posso fare... quello che mi chiedi... io... non sono una... chierica... sono... sono i chierici che sanno lanciare gli incantesimi che curano le persone... io non posso..."

"Come sarebbe a dire che non puoi?" replicò un altro ragazzo, facendosi minaccioso. "Brutta egoista che non sei altro, sei una specie di angelo sceso in terra, e non vuoi fare del bene agli altri?"

"Secondo me si crede meglio di noi!" replicò il terzo ragazzo, che ora si trovava a poco meno di mezzo metro da Nualia. "Crede di essere chissà chi solo perchè è una aasimar ed è la figlia di Padre Ezakien, vero? Secondo me pensa di essere la più bella solo perchè ha questo grazioso faccino e questi capelli del colore della neve!"

"Tuo padre non ti ha insegnato che bisogna badare ai fedeli?" chiese minaccioso il primo ragazzo. "Avanti, Nualia, dacci le tue lacrime, e per oggi ti lasciamo in pace..."

"No, io non posso fare i miracoli... No, fermatevi, mi fate male!" esclamò Nualia, cercando come poteva di divincolarsi quando il più grande dei tre la prese per un polso...

 

oooooooooo

 

La piccola aasimar sospirò tristemente, mentre sedeva sui gradini della piccola chiesa, guardando verso il terreno con gli occhi arrossati e le guance rigate di lacrime. Ancora una volta, erano venuti a cercarla per farsi fare qualche miracolo da lei, malgrado lei avesse detto più volte che non era in grado di fare quello che le chiedevano. Perchè non volevano capire? Perchè continuavano a trattarla come se lei dovesse per forza essere a disposizione di tutti? Lei voleva soltanto vivere come gli altri bambini della sua età... ma suo padre diceva che lei era diversa dagli altri, che lei discendeva dagli angeli ed era un dono di Desna a Golarion... e che quindi non doveva mischiarsi ai bambini del volgo. Non doveva giocare con loro, non doveva andare con loro in giro per Sandpoint...

Però quando loro venivano da lei a prenderle i capelli, le lacrime o brandelli di vestiti, lei doveva accontentarli e non protestare. Le prime volte che aveva detto a suo padre quello che succedeva, ne aveva ricevuto una sgradita ed era stata rinchiusa in camera sua per una giornata intera.

Era davvero così sbagliato che lei volesse essere una bambina normale?

"Nualia...?" si sentì chiamare, e dopo un istante di sorpresa, alzò lo sguardo verso il ragazzino della sua età che l'aveva chiamata. Capelli castani arruffati, vestiti un po' usurati ma dignitosi, il viso un po' polveroso con un paio di occhi profondi... la ragazzina sembrò consolarsi almeno un po' nel vedere che si trattava dell'unica persona a Sandpoint che potesse considerare davvero sua amica.

"Nualia, va tutto bene?" chiese il piccolo Yan. Una domanda che nessun altro lì a Sandpoint si era mai disturbato a farle. "Mi... mi sembri così triste..."

La piccola aasimar non rispose, abbracciandosi le ginocchia e guardando timidamente il suo amico.

Yan deglutì, immaginando che fosse una domanda un po' indiscreta. "Sono... sono venuti di nuovo a chiederti una ciocca di capelli... o un bottone?"

"Volevano le mie lacrime..." rispose lei a voce bassa, chinando di nuovo il capo. 

Yan restò in silenzio, con un'espressione dispiaciuta e al tempo stesso indignata per quello che avevano fatto alla sua amica. Se avesse potuto trovare chi l'aveva offesa, gliel'avrebbe fatta pagare... ma quello che gli importava di più, in quel momento, era di restare vicino a Nualia e farle un po' di coraggio. "Mi... mi dispiace, Nualia. Penso che anch'io... se venissero sempre a chiedermi qualcosa, non mi piacerebbe per niente. Vuoi... vuoi che resti un po' con te?"

Nualia sbattè gli occhi con incertezza. "Io... lo vorrei, Yan, ma... lo sai che se mio padre ci trova, ci sgrida." rispose. "Lui... non vuole che io giochi con te."

Il bambino castano sfoderò un sorriso incoraggiante. "Beh, allora noi non ci facciamo trovare!" affermò. "Perchè non andiamo a vedere il vecchio faro assieme? E' un posto così affascinante!"

Per qualche istante, Nualia restò incerta mentre Yan le tendeva la mano e le sorrideva garbatamente. Poi, riprendendo un po' di speranza, la bambina aasimar prese la mano al suo amico, che la aiutò a rimettersi in piedi e la guidò verso la loro nuova destinazione...

 

(FINE FLASHBACK)

 

Yan esitò per qualche istante prima di continuare il suo racconto. "E' andata avanti così per molto tempo. Anche se pregavo Padre Ezakien di dare un po' più di spazio a Nualia, di proteggerla da coloro che la trattavano come una sorta di santino vivente... lui non mi dava mai ascolto. Io ero l'unico con cui Nualia potesse sfogarsi... almeno finchè Nualia non ha compiuto diciassette anni. Perchè fu allora che a Sandpoint arrivò quel bellimbusto varisiano, Delek Vishkanta."

Gli altri membri del gruppo ebbero la netta sensazione che Yan stesse parlando con un rancore che non si era mai del tutto sopito, ma non fecero commenti e attesero che il giovane spadaccino riprendesse il suo racconto. "Non vi annoierò con i dettagli. Mi basti dire che questo Delek ha subito cominciato a fare la corte a Nualia." continuò. "Potete immaginare come si è sentita Nualia, dopo essere stata trattata in quel modo... disumano... per tutta la vita. Per la prima volta ha incontrato qualcuno oltre a me che la apprezzava per quello che era davvero."

Yan sospirò e strisciò la suola di uno stivale sul terreno. Adesso stava arrivando la parte che gli faceva più male... la parte in cui aveva la netta impressione che avrebbe potuto e dovuto fare qualcosa di più per evitare che tutto precipitasse.

"E se devo dire la verità..." continuò Yan dopo aver messo un po' di ordine nei suoi pensieri. "Non so esattamente come mi sono sentito a questo proposito. Voglio dire, mentirei se dicessi che non ero felice che finalmente Nualia avesse trovato qualcun altro che le voleva davvero bene. Ma... dall'altra parte... ho provato invidia, lo ammetto. Invidia per il fatto di non essere più l'unica persona speciale per Nualia, l'unica sulla quale lei poteva appoggiarsi."

"Eri... eri innamorato di Nualia, Yan?" chiese Shalelu.

Yan sobbalzò, colto di sorpresa da questa domanda improvvisa. Si fermò per un attimo, non sapendo esattamente cosa rispondere. Era una domanda che davvero gli giungeva del tutto inaspettata. Lui... aveva davvero provato verso Nualia qualcosa di più che semplice amicizia o compassione? Non ne era sicuro... gli piaceva stare con lei, e gli dispiaceva quando lei soffriva o si sentiva sola... ma c'era qualcos'altro, forse? Beh, se fosse stato così, allora quei sentimenti di antipatia verso Delek avevano ancora più senso... ma non si era fermato a pensare a questo problema abbastanza a lungo da darsi una risposta come si deve.

"Non lo so." rispose infine, pensando che fosse meglio essere onesti. "So solo che non riuscivo a farmi piacere quel tipo... però Nualia si era affezionata a lui, e chi ero io per negarle quel po' di felicità che era riuscita a trovarsi? Se Nualia era contenta, per me andava bene."

"Ma le cose... non sono andate così bene." continuò Jolan tristemente. "Pochi mesi dopo che Delek era giunto a Sandpoint, Nualia scoprì di essere incinta di lui. Con tutti gli incontri che c'erano stati tra di loro... alla fine qualcosa è successo... E fu allora che Delek si rivelò per il bastardo che era."

"Ecco. Mi sembrava troppo bello." affermò sarcastica Eli.

Ignorando la battuta, Yan continuò il racconto. "Quando Nualia scoprì di stare aspettando il figlio di Delek, andò da lui per dargli la notizia. C'ero anch'io con lei. Avevo pensato che fosse giusto che un suo amico fosse lì per farle da supporto." raccontò. "E quando seppe cosa stava accadendo... Delek insultò Nualia. La accusò di averlo sedotto, le diede della puttana... e a quel punto io non ci ho visto più e gli ho tirato una testata su quella sua faccia da culo!"

Yan sbattè il pugno sul muro in un impeto di rabbia. Ancora a distanza di tempo, il ricordo di come si era comportato Delek lo faceva imbestialire... e le ragazze fecero tutte un passo indietro, scioccate dalla sua improvvisa reazione.

"Wow... ricordami di non farti mai incazzare, Yan..." affermò Misia, per poi deglutire sonoramente.

Jolan riprese il discorso dopo che gli animi di tutti si furono abbastanza raffreddati. "Beh... dopo questo episodio, Delek si squagliò da Sandpoint come il pisciasotto che era." raccontò. "Ma le cose non andarono meglio per Nualia. Ezakien la ripudiò, furioso per il fatto che Nualia avesse... 'gettato via la sua purezza'. La tenne sequestrata in casa e le proibì di uscire, costringendola ad implorare il perdono di Desna ogni notte."

"Io cercai di starle vicino... implorai Padre Ezakien di lasciarmi parlare con lei, di permettermi di darle una mano... ma ogni volta, lui mi cacciava in malo modo, accusandomi di essere stato uno di quelli che avevano corrotto Nualia. Da quel giorno, non fui più in grado di vederla." continuò Yan. "E poi un giorno... quando Nualia era ormai al settimo mese... cominciò a sentirsi male. E divenne ben presto chiaro che stava per fare un aborto spontaneo. Non so come siano andate esattamente le cose... ma credo che sia stato allora che Nualia ha perso completamente ogni speranza. Da allora non ho più saputo nulla di lei... Quando... quando c'è stato quell'incendio, e Nualia è scomparsa... ho sofferto molto per lei... ma... almeno ho provato un po' di consolazione nel pensare che le sue sofferenze erano finite... e invece..."

Yan si passò una mano sugli occhi, in modo da cacciare via le lacrime, e guardò il suo uditorio. Tutti erano rimasti scioccati da quella triste storia, e da come si era evoluta. Il passato di Yan, tenuto nascosto fino a quel momento, ora tornava prepotentemente alla luce... e si rivelava essere strettamente collegato con la crisi che Sandpoint stava affrontando.

Finalmente, Reji mise una mano sulla spalla di Yan, cercando di fargli forza. "Mi... mi dispiace, Yan. Non avevo idea che tu e Nualia aveste passato queste cose..."  affermò.

"Va tutto bene, amica mia. Non potevi saperlo... io non te ne ho mai parlato seriamente. Era... una tragedia nel mio passato che credevo di essermi lasciato alle spalle. Ma... se c'è una cosa su cui quel dannato Tsuto aveva ragione, è che i problemi non si risolvono ignorandoli. Adesso siamo tutti invischiati in questo macello, e l'unica cosa che possiamo fare è scoprire quanto più possibile ed impedire a Nualia di distruggere Sandpoint."

"Lo sai che forse stai parlando di una cosa davvero enorme...? Voglio dire, che per te potrebbe essere un sacrificio che pochi sarebbero disposti a fare!" rispose Jolan. "Forse stai parlando del fatto che per impedire a Nualia e ai suoi scagnozzi di invadere Sandpoint e raderla al suolo... potremmo essere costretti ad ucciderla. Purtroppo, in certe situazioni, non puoi sperare di appellarti all'umanità del tuo nemico."

"E non farti troppe illusioni." continuò Shalelu con un sospiro. "In questo momento, Nualia è la nostra nemica."

Yan restò in silenzio per diversi secondi, riflettendo sulle parole dei suoi compagni. Purtroppo, anche se la cosa non gli faceva certo piacere, avevano ragione. Se fosse stato possibile fermare Nualia senza ucciderla, convincerla a deporre le armi... sarebbe stata una vittoria per tutti. Ma Yan sapeva che doveva essere realista... e prepararsi alla possibilità che lui e Nualia fossero costretti a combattere fino a che uno dei due non fosse morto. Era una prospettiva che lo terrorizzava, e che allo stesso tempo avrebbe potuto essere inevitabile. In quel momento, erano in gioco le vite e la sicurezza delle più di mille persone che abitavano Sandpoint. In confronto a questo... cosa valeva la sua amicizia con Nualia?

Ma se solo fosse stato possibile salvare sia Sandpoint che Nualia... allora perchè non tentare?

Per fortuna, Shalelu si fece avanti. Appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo, e quando Yan alzò la testa, vide che l'elfa cacciatrice gli stava sorridendo. "Detto questo... Nualia è stata anche tua amica, vero?" chiese retoricamente. "Quindi non lasciarti abbattere. Resta aggrappato alla speranza che lei non abbia dimenticato quello che hai rappresentato per lei. Sicuramente sarai uno dei suoi pochi ricordi felici della sua infanzia. Non voglio alimentare false speranze... ma forse per te avrà un occhio di riguardo."

Se non altro, le parole di Shalelu riuscirono a dare a Yan qualche speranza che il problema si risolvesse... e quando si guardò attorno, vide che il resto del gruppo sembrava essere dalla sua parte. Anche Eli fece un piccolo sorriso e strinse un pugno, puntando il pollice verso l'alto per dire che era anche lei d'accordo.

"Sì, sono d'accordo anch'io." affermò Reji. "Vale la pena di tentare. Se c'è qualcuno che può convincere Nualia ad abbandonare i suoi piani, quello sei tu. Riponi fiducia nel fatto che ascolterà almeno te."

"Grazie... spero solo che quando la incontrerò... no,è vero, non devo semplicemente sperare. Devo avere fiducia che riuscirò a salvarla dall'oscurità in cui è caduta." affermò, sentendosi di colpo più deciso.

Eli annuì e si aggiustò gli occhiali. "Ora, detto questo... prima di cercare Nualia e il resto dei suoi collaboratori..." affermò la maga mezzelfa. "C'è una questione che credo meriti la nostra immediata attenzione. E cioè, quelle progenie del peccato che Tsuto aveva con sè. Come ha fatto a procurarsi due dei soldati d'elite dell'antica Thassilon? Non può essere andato tanto lontano..."

"Scusate..." Gli avventurieri si sentirono chiamare da una voce maschile, e rivolsero la loro attenzione alla persona che aveva parlato - una delle guardie cittadine di Sandpoint, un giovane dai capelli neri vestito di un corpetto di cuoio e armato di una corta lancia. "Scusate il disturbo, ma... c'è una questione che penso sia il caso di sottoporvi."

"Se possiamo dare una mano..." affermò Misia. "Di che cosa si tratta?"

La guardia si schiarì la voce e indicò l'ingresso della vetreria. "Mentre io e i miei colleghi stavamo dando un'occhiata al luogo di questo efferato crimine e ai sotterranei... abbiamo scoperto un passaggio che si addentra nel sottosuolo. Abbiamo dato un'occhiata, e sembra che questo passaggio raggiunga delle altre stanze. Ma non abbiamo idea di cosa possa esserci da quelle parti, e vorremmo chiedervi se poteste andare voi in esplorazione. Per adesso, abbiamo messo su delle barricate, in modo che se ci fosse qualcosa da quelle parti, non riuscirebbe a tornare in superficie tanto facilmente. Ma avremmo bisogno del vostro aiuto per verificare che non ci siano rischi... o se ci sono, voi siete senz'altro più qualificati di noi per neutralizzarli."

Reji si sfregò il mento, ripensando ai sotterranei dove lei e Shalelu avevano liberato Ameiko. "Hmm... Quando io e Shalelu siamo andate là sotto per salvare Ameiko, mi è sembrato di vedere una galleria che si inoltrava ancora di più nel sottosuolo. Non c'era il tempo di verificare cosa ci fosse... forse è a questo che ti riferisci?" chiese alla guardia,che confermò con un cenno della testa.

"Quand'è così... non vedo perchè non dare una mano. Se c'è qualcosa là sotto, potrebbe essere un pericolo per Sandpoint." commentò Eli.

"Pensi che quelle... progenie del peccato... venissero dai sotterranei?" chiese Yan, adesso più disposto ad affrontare questo nuovo problema.

Jolan alzò le spalle. "Tanto vale dare un'occhiata." affermò.

"Tra l'altro, se davvero le progenie del peccato vengono da lì, quei sotterranei rappresentano un grave pericolo per Sandpoint." affermò Eli dopo averci pensato su per un attimo. "Cosa ci garantisce che non ci siano altre progenie del peccato o altre mostruosità che potrebbero risalire da lì e mettere in pericolo la città? Dobbiamo essere sicuri. Quindi, prendiamoci un po' di tempo per riposarci, rinnovare gli incantesimi e magari procurarci un po' di equipaggiamento... poi, andiamo a dare un'occhiata a quei sotterranei, e assicuriamoci che ogni pericolo venga neutralizzato."

"Sì, hai ragione, Eli..." affermò Jolan. "Meglio essere sicuri che non ci sia più nulla di pericoloso da quelle parti."

Il soldato fece un cenno di ringraziamento con la testa. "Grazie, signori. Nel frattempo, io e i miei compagni rinforzeremo le barricate e faremo dei turni di guardia. Se dovesse accadere qualcosa, vi avviseremo subito."

Yan annuì lentamente, cercando di prepararsi al compito che lo aspettava. Tra non molto, avrebbe dovuto confrontarsi con Nualia, e sperabilmente convincerla ad abbandonare i suoi piani. Ma prima, anche lui doveva fare la sua parte ed assicurarsi che i sotterranei della vetreria fossero sicuri...

 

oooooooooo

 

Orik Vancaskerkin aveva la netta sensazione che la sua vita si fosse già da tempo trasformata in una barzelletta.

Erano passati già diversi mesi da quando era arrivato lì a Collecardo, dopo aver accettato l'offerta che quella misteriosa donna dalla pelle scura e dai capelli bianchi gli aveva fatto in quella fumosa bettola a Magnimar. Si trattava di un lavoretto semplice, in apparenza. Farle da guardia del corpo, per un salario di non meno di una ventina di pezzi di platino al mese. Come dire di no a venti pezzi di platino? E se c'era una cosa della quale Orik poteva vantarsi, era la sua abilità con le armi. Cosa ci poteva essere di tanto complicato? Nella sua mente, Orik si era già fatto l'idea che avrebbe presto guadagnato abbastanza da tornare a Riddleport, mettere su la sua banda e cacciare via quel dannato Clegg Zincher che l'aveva costretto a scappare.

Ma dopo un periodo in cui era andato tutto liscio, il compito aveva iniziato a complicarsi, e Orik si stava convincendo che mettersi al servizio di quella Nualia Tobyn fosse stata soltanto l'ultima di una lunga lista di pessime scelte. Mettersi al comando delle tribù di goblin della zona? Distruggere Sandpoint e metterla a ferro e fuoco? Era soltanto questione di tempo prima che qualcuno si rendesse conto di cosa stesse preparando, e allora avrebbero avuto alle calcagna tutti gli avventureri di questa parte di Varisia! Nualia lo aveva assicurato che prima che questo potesse accadere, lei sarebbe riuscita ad impadronirsi di ciò che si nascondeva nelle profondità di Collecardo, ma Orik non sapeva di cosa si trattasse, e non gliene importava niente. E se doveva essere sincero, il culto di Lamashtu gli faceva venire i brividi... e quelle volte che c'era stato, Sandpoint gli era sembrata un bel posto. Non meritava di essere rasa al suolo.

Forse, stava cominciando a pensare mentre faceva la guardia all'imboccatura del ponte che collegava il complesso principale di Collecardo alla terraferma, sarebbe stato più saggio lasciar perdere il tutto, farsi dare la liquidazione da Nualia, e raggiungere suo fratello Verik a Korvosa. Aveva sentito dire che Verik aveva avuto successo, ed era persino riuscito ad arruolarsi nella guardia cittadina. E se magari avesse potuto convincere Lyrie a venire con lui... tanto meglio.

I pensieri del mercenario vennero interrotti quando alcuni goblin emersero da dietro un cespuglio, tenendo le mani ben alzate per farsi riconoscere e dire che non erano mal intenzionati. Orik li guardò severamente, ben sapendo che non era il caso di fidarsi troppo di quei piccoli menagramo. Ma per fortuna, i goblin non ebbero colpi di testa - anzi, notò il mercenario, sembravano spaventati e titubanti. Cosa poteva aver spaventato quei mostriciattoli iperattivi fino a quel punto? Erano del gruppo che era andato con quel bellimbusto di Tsuto (che Asmodeus se lo portasse)?

"Voi." esclamò Orik con una voce possente. "Cosa ci fate qui? Che cosa volete?"

"Calma! Calma, gambelunghe! Noi qui per rapporto!" strillò il gobln a capo del gruppo, con evidente agitazione. "Noi... noi qui da vetreria! Andato tutto male! Hanno preso Tsuto!"

Orik corrugò la fronte. Non che gli importasse qualcosa di cosa fosse successo a quel damerino - per quanto lo riguardava, poteva anche gettarsi giù da una rupe. Ma questo poteva voler dire che lo scenario che Orik aveva immaginato si stava già realizzando, e che la situazione stava già precipitando.

"Chi l'ha preso?" chiese Orik. "Dobbiamo sapere chi sono i nostri nemici. Sono quelli che vi hanno bastonato quando avete attaccato Sandpoint, vero?"

Il goblin strinse i denti, per nulla contento di ricordare l'umiliazione che lui e i suoi compagni avevano subito. "Sì... sì, loro! Erano quei cinque che fatto gruppo! E c'era elfa ammazzagoblin con loro!"                             

Orik sospirò e alzò le spalle. Non c'era da aspettarsi che i goblin ricordassero troppe cose. Per loro, i "gambelughe" erano tutti uguali, e chiedere loro se avessero notato qualcosa di particolare o avessero memorizzato dei nomi sarebbe stato del tutto inutile.

O almeno, questo è quello che Orik riteneva, solo per essere smentito poco dopo.

"Noi... noi sentito qualche nome!" esclamò un goblin, che sembrava un po' più sveglio degli altri. "Uno di loro si chiamava Yan... poi c'era donna gambelunghe di nome Eli... ed un halfling di nome Jolan! E poi, ragazza che usa pugni e calci... e femmina di gnomo con strani poteri! Non ricordare altro, giuro!"

Se non altro, era più di quanto si aspettasse da un branco di goblin. "E va bene... andrò subito a fare rapporto a Nualia." affermò. "Voi tornate da Ripnugget e tenetevi pronti per altri ordini. Ora forza, sparite!"

I goblin si affrettarono a disperdersi nella foresta attorno a Collecardo, tornando dal loro capo... e dopo essersi assicurato che i goblin non fossero stati seguiti, Orik attraversò il ponte verso l'ingresso della fortificazione, sperando tra sè che quello non fosse l'inizio della fine anche per lui...        

       

ooooooooooo

 

"Voglio saperlo, Nualia! Perchè non mi hai permesso di accompagnare Tsuto?"

La aasimar corrotta sospirò irritata quando la giovane donna di colore vestita di bianco ripetè per la quarta volta la stessa domanda. Decisa finalmente a far stare zitta una buona volta la sua subordinata, Nualia si voltò verso di lei e la inchiodò con uno sguardo gelido. "Dimentichi con chi stai parlando, Lyrie?" esclamò rabbiosamente. "Questa era una faccenda che riguardava Tsuto, e soltanto lui. Tsuto si è reso utile alla nostra causa, ed è andato personalmente a convincere sua sorella ad unirsi a noi. Gli dovevo un favore, e non credo che avrebbe apprezzato le tue interferenze."

"Non è vero!" esclamò rabbiosamente Lyrie. Una giovane donna di etnia Garundi, con i capelli neri legati in varie trecce, Lyrie indossava una mantellina bianca con tanto di cappuccio, un gonnellino anch'esso bianco al quale erano assicurati i suoi strumenti di lavoro, e un paio di sandali alti fino al ginocchio. Accanto a lei, un gatto bianco dall'aria arrogante fissò con risentimento Nualia e le soffiò contro. "Tsuto e io ci amiamo! Lui apprezza meglio di te il mio contributo!"

"Finora non hai fatto altro che cercare di sedurre Tsuto con qualche stratagemma infantile, e startene chiusa nella tua stanza a tradurre qualche frasetta in Thassilioniano." ribattè Nualia. "Credi davvero di essermi indispensabile? Non ci metto niente a riportarti a Magnimar. Ma immagino che tu non voglia rischiare di farti prendere dalle autorità, vero? Non sarebbero tenere con te, dopo che hai ammazzato quei due aspiranti Pathfinders!"

La donna di nome Lyrie strinse i denti rabbiosamente. Per quanto le seccasse ammetterlo, in effetti era quello il motivo per cui era fuggita da Magnimar. Era convinta di passarla liscia, eliminando due potenziali concorrenti per una candidatura come membro ufficiale dei Pathfinders di Magnimar... eppure, a quanto pareva, non aveva coperto abbastanza bene le sue tracce. Con acredine, Lyrie fu costretta a darla vinta a Nualia, anche se tra sè giurò che gliel'avrebbe fatta pagare, in un modo o nell'altro.

Il suono di passi rapidi interruppe il litigio tra le due donne, e Lyrie alzò la testa nella speranza che si trattasse di Tsuto, e che lui si sarebbe schierato dalla sua parte. Con suo grande rammarico, invece, dall'arcata entrò la figura muscolosa e dai lineamenti rudi per quanto attraenti di Orik Vancaskerkin, che si fermò a distanza di rispetto e alzò una mano per salutare. "Signorina Nualia, signorina Lyrie... chiedo scusa per il disturbo." affermò rapidamente. "Ho ricevuto appena adesso un aggiornamento dai nostri goblin. Il tentativo di persuadere Ameiko Kaijitsu è fallito, e Tsuto è stato catturato dagli avventurieri di Sandpoint."

La reazione di Nualia fu composta, seppur contrariata. La sacerdotessa di Lamashtu strinse i suoi occhi lucenti, e il suo labbro inferiore ebbe un breve movimento che esprimeva rabbia. Non che ricambiasse l'amore, o forse doveva dire l'attrazione, di Tsuto, ma era comunque un valido subordinato e una persona alla quale si sentiva accomunata dal desiderio di vendetta.  

Lyrie, d'altro canto, fu ben più scomposta...

"Che cosa? Hanno catturato Tsuto?" esclamò la donna di colore. Il gatto che si aggirava attorno a lei emise un miagolio irritato quando Lyrie quasi inciampò su di lui per afferrare la manica della camicia di Orik e tirarla furiosamente verso di sè. "Che cosa significa? Chi è stato? Dove l'hanno portato? Dobbiamo correre a riprenderlo! Subito!"

"Un... un momento, Lyrie, calmati!" esclamò Orik, mettendole una mano sulla spalla nel tentativo di confortarla. "Purtroppo, so solo quello che mi hanno detto quei mostriciattoli! Evidentemente, quegli avventurieri si sono rivelati più duri del previsto, e Tsuto non ha avuto altra scelta che consegnarsi a loro. Adesso... sarà probabilmente nella prigione di Sandpoint, in attesa che torni lo sceriffo."

"Anche con le progenie del peccato al suo servizio?" chiese Nualia con irritazione. "Tsk... non ci voleva. Questo vuol dire che abbiamo a che fare con degli avversari pericolosi."

"Dobbiamo subito andare a Sandpoint e farlo uscire di lì!" esclamò Lyrie dandosi un pugno sulla mano.

Nualia alzò il suo deforme braccio demoniaco per intimare ai suoi due subordinati di restare calmi. "Noi non faremo niente di simile!" esclamò la aasimar corrotta. "Il piano è giunto ad un punto cruciale, e nel giro di non più di una settimana dovremmo essere in grado di liberare Malfeshnekor. A quel punto, saremo in grado di attaccare Sandpoint, e per allora, Tsuto sarà sicuramente ancora lì."

"Ma... non puoi dire questo, Nualia! Io non voglio aspettare! Tsuto potrebbe essere in pericolo!" Lyrie cercò di protestare, ma uno sguardo gelido e minaccioso da parte della aasimar corrotta la costrinse al silenzio.

"Lyrie. Non mi ripeterò." sibilò Nualia. Il suo volto era una maschera priva di espressione, tranne gli occhi che ardevano di una gelida rabbia, e la donna di colore rabbrividì e fece un passo indietro. Orik provvide subito a sorreggerla, ma Lyrie si divincolò con rabbia e si allontanò, seguita a breve distanza dal suo gatto.

"Brutta stronza. Questa me la paghi." sussurrò tra sè Lyrie, una volta che fu abbastanza lontana da non farsi sentire.

Nualia fissò la sua sottoposta mentre questa si allontanava, poi si rivolse nuovamente ad Orik. "Hai saputo qualcosa di quelli che hanno preso Tsuto? Riusciamo a farci un'idea delle loro abilità?" chiese. "E magari anche i loro nomi, se quegli stupidi goblin se ne sono ricordati."

Orik annuì rapidamente, sperando di potersela cavare in fretta e andare a dare una mano a Lyrie. "Sì, a quanto ho sentito, sono un gruppo abbastanza variegato. A parte quell'elfa cacciatrice di goblin, Shalelu... so che ci sono un halfling di nome Jolan, una femmina di gnomo dotata di poteri divini... un oracolo, credo... e poi c'è una maga mezzelfa di nome Eli, uno spadaccino di nome Yan, e un'esperta di arti marziali."

Il mercenario non aveva dato troppo peso alle informazioni che aveva riferito... quindi rimase alquanto sorpreso quando vide che l'espressione gelida di Nualia era cambiata di colpo, più o meno quando aveva fatto il nome dello spadaccino. La giovane donna aasimar sembrava sconvolta e scioccata, e per un attimo Orik ebbe l'impressione che stesse per svenire... ma si tenne in piedi aggrappandosi ad un muro con il suo braccio demoniaco e guardò per terra per qualche istante. "S-signorina Nualia, che succede?"

"Orik... hai... hai proprio detto... Yan? Yan Gudril, per caso? Uno spadaccino?" esclamò, infilando una raffica di domande una dietro l'altra, e lasciando il mercenario di Riddleport senza parole. Non aveva mai visto Nualia così agitata. Di solito era così gelida e padrona di sè... cosa voleva dire quel nome per lei, per avere una reazione così esplosiva?

"Non... non so il cognome di quegli avventurieri, signorina Nualia..." rispose infine Orik, incrociando l'espressione frenetica della sacerdotessa di Lamashtu. Era uno sguardo che bramava risposte. "So... so soltanto che si chiama Yan. E che è uno spadaccino. Non sembra che sappia usare la magia."

Nualia fissò rabbiosamente negli occhi il suo subordinato, come se volesse leggergli nel pensiero se aveva detto la verità... poi, con grande sollievo di Orik, si allontanò e si incamminò verso le sue stanze. "Voglio... restare un po' da sola." disse, cercando di suonare quanto più controllata possibile. "Tu... ritorna alle tue mansioni. Subito."

Stupito da questo comportamento, Orik ci mise un attimo per dare una risposta affermativa... e quando rispose, la sacerdotessa demoniaca era già scomparsa. Con passo rapido, Nualia raggiunse la sua stanza e vi si chiuse dentro a chiave, poi raggiunse il suo letto e si sedette su di esso con la testa tra le mani.

Possibile? Dopo che lo aveva perso di vista per tutto quel tempo? Possibile che quello spadaccino fosse davvero il suo più caro e unico amico d'infanzia? Se era uno scherzo del destino, Nualia non lo trovava divertente. Perchè le stava accadendo questo? Era un'altra crudele beffa che la vita le stava facendo? Ancora una volta, le stava venendo offerta una possibilità di sfuggire alla sua infelicità, soltanto per poi strappargliela da sotto il naso? Come mai Yan era tornato? Non riuscire a ritrovarlo era stato il suo unico rimpianto, dopo aver lasciato Sandpoint ed essere diventata una sacerdotessa di Lamashtu. Pensava che ormai fosse un capitolo chiuso, un ricordo di quei pochi momenti di spensieratezza che aveva passato, prima che Delek e quel verme che osava definirsi suo padre le portassero via tutto...

"NUALIA." tuonò la voce di Lamashtu, scuotendo la aasimar corrotta dai suoi pensieri tormentati. "STAI PENSANDO DI ABBANDONARE I TUOI PROPOSITI DI VENDETTA? BASTA IL PENSIERO DI UN INUTILE AMICHETTO D'INFANZIA A DISTRARTI? AVEVI PROMESSO FEDELTA' E AMORE INCONDIZIONATO NEI MIEI CONFRONTI! VUOI FORSE ABBANDONARE IL MIO ABBRACCIO, QUANDO SONO STATA L'UNICA AD AVER FATTO QUALCOSA PER TE?"

"N-NO!" esclamò di colpo Nualia. La aasimar scattò in piedi e cominciò a camminare freneticamente su e giù per la sua stanza, invocando la sua patrona demoniaca. "No, Madre Lamashtu! Non... non voglio tradirti! Io... io so quello che hai fatto per me! Non sarà... un ricordo a sviarmi! Quel ragazzo non significa più nulla per me! Assolutamente niente!"

"ALLORA DIMOSTRALO. QUANDO ARRIVERA', CATTURALO E SACRIFICALO A ME." la voce della dea demoniaca continuò. "FALLO, E CONSIDERERO' QUESTO MOMENTO COME UNA PICCOLA SVISTA DA PARTE TUA. NON MI DELUDERE. NON VUOI RIMANERE DA SOLA DI NUOVO, VERO?"

"Il mio amore va solo ed unicamente a te, Madre Lamashtu!" implorò Nualia, cadendo in ginocchio con delle lacrime di isteria agli occhi. "Io farò tutto quello che vuoi! Tutto quello che vuoi... tutto... tutto..."

Non sentendo più la dea demoniaca che le parlava, Nualia si alzò barcollante, pregando tra sè di non essersi compromessa, e giurando che se il momento fatale fosse arrivato, sarebbe stata pronta ad uccidere ogni sentimento che provava per Yan, e a sacrificarlo. Ma per quanto cercasse di convincersi, non riusciva a soffocare quella sensazione bruciante - quel pensiero che se davvero si fosse trovata davanti il suo vecchio amico, avrebbe finito per tentennare...

Sentendosi improvvisamente esausta, Nualia si accasciò sul suo letto, piombando in un sonno senza sogni...     

 

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CONTINUA...    

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Le catacombe dell'ira ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

Risposte alle recensioni!

Farkas - Hai ragione riguardo il termine 'progenie del peccato', e da questo capitolo in poi cercherò di non usarlo troppo. E... sì, non volevo una riconciliazione postuma tra Lonjiku ed Ameiko, soprattutto visto che Lonjiku non ha fatto nulla per meritarsela. Dopo aver visto il modo decisamente dubbioso in cui questo argomento è stato trattato in serie come Fairy Tail o Your Lie In April... ho voluto essere più realistico.

Beh, Nualia non si è ancora trasformata del tutto. La trasformazione è solo iniziata. Tuttavia, comprendo il senso di quello che dici. Vedremo come andrà...

Ammetto che ho un po' messo da parte i nani in questa parte della storia. Ma più avanti... farò in modo di dare loro il risalto che meritano.

I Pathfinders sono un'organizzazione che presenta basi in tutto Golarion e ha sede ad Absalom, la città più grande di quel mondo. I membri sono per lo più esploratori, avventurieri che viaggiano attraverso tutto Golarion, solitamente in maniera poco appariscente e che sperimentano, approfondiscono ed esplorano le parti altrimenti meno viste del mondo.

Grazie della recensione! Spero che ti godrai questo capitolo! ^^

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE

Capitolo 10 - Le catacombe dell'ira

 

Il gruppo di avventurieri non si era concesso molto tempo per riposare. Sei ore, il tempo necessario per mangiare qualcosa e dormire un po', in modo che tutti fossero abbastanza riposati e potessero recuperare i loro incantesimi per la giornata. Dopo essersi procurati un po' di nuovo equipaggiamento, spendendo un po' della loro paga più recente, i ragazzi erano pronti a scendere nei sotterranei nascosti sotto la vetreria.

"Se siete tutti pronti... io direi che è il caso di partire." disse Eli, dopo aver controllato che il gruppo, Shalelu compresa, fosse al completo. Ognuno di loro sembrava essersi preparato accuratamente - e Yan aveva avuto l'accortezza di portare con sè una corta lancia, un'arma che avrebbe potuto usare con più facilità in un sotterraneo in cui lo spazio poteva essere scarso. Finalmente, quando tutti ebbero dato il segnale convenuto, il gruppo cominciò a scendere nella galleria buia, ed Eli pronunciò qualche parola magica per lanciare un semplice incantesimo Luce. Una sfera luminosa si accese sopra la mano della mezzelfa e illuminò un'area discretamente ampia attorno a lei, in modo che tutti potessero vedere dove stessero andando.

Immediatamente, il gruppo venne investito dall'odore di stantio e di aria viziata del sotterraneo. Chiaramente, era un posto che non era stato visitato da molto tempo, e se davvero le due progenie del peccato provenivano da lì, Yan non potè fare a meno di chiedersi quali orrori si nascondessero ancora in quelle stanze.

Gli occhi di Shalelu brillavano mentre la cacciatrice di goblin si guardava attorno, una freccia già incoccata nel suo arco, in un tentativo finora ammirevole di tenere a bada il proprio nervosismo. L'elfa poteva vantarsi di conoscere bene i boschi e le terre selvagge attorno a Sandpoint, ma in quel momento si trovava nell'ambiente a lei più sconosciuto.

Finalmente, la galleria che si addentrava nei sotterranei terminò, raggiungendo una sorta di atrio dominato da un'impressionante statua di marmo rosso posta al centro di essa. Yan, il primo ad emergere in quel posto sconosciuto, vide che si trattava della raffigurazione di una donna molto bella, ma il cui volto era contorto in un'espressione di collera furiosa, che indossava delle fluenti vesti e teneva tra in una mano una massiccia arma simile ad una picca, la cui testa era però formata da un forcone a tre rebbi. Nell'altra mano, teneva invece un grande libro aperto. La statua era posta in modo che chiunque uscisse dalla galleria se la trovasse davanti, in una sorta di inquietante benvenuto... e i ragazzi non poterono trattenere la loro curiosità, e andarono a dare un'occhiata.

"Okay... chiunque abbia decorato questo posto, non lo ha fatto certo con l'intenzione di far sentire i visitatori a loro agio..." commentò sarcastica Misia. "Questa donna... chi sarebbe?"

"Non ne ho idea..." disse Eli. La maga diede un'occhiata al piedistallo della statua, per vedere se c'era scritto qualcosa, magari nell'antica lingua di Thassilon. Invece niente. "Sicuramente chiunque l'abbia scolpita, è partito dal presupposto che la sua identità fosse ben nota."

"Pensate che si trattasse di una Signora delle Rune?" chiese Jolan, sinceramente incuriosito. "O magari una luogotenente di un Signore delle Rune?"

Eli alzò le spalle. "Può essere. Dopotutto, non sono molte le testimonianze affidabili che ci sono giunte, anche sui Signori delle Rune più recenti." Mentre Eli parlava, Shalelu si guardò attorno per individuare le uscite dall'atrio: due corridoi, ciascuno ad un lato della stanza... e un altro passaggio che invece proseguiva verso l'interno.

"Molto bene, signori... cosa suggerireste di fare, a questo punto?" chiese Misia. "Pensate che sia il caso di separarci, magari dividendoci in coppie, e... beh... esplorare ognuno un corridoio, poi tornare qui per confrontare ciò che abbiamo scoperto?"

Jolan scosse la testa. "Senza offesa, signorina, ma... pessima idea. Se ci separiamo, saremo molto meno difesi, in caso qualche creatura che vive in questo dungeon ci attacchi. Io dico che è meglio restare uniti ed esplorare un po' alla volta. La fretta è una pessima consigliera, in questi casi."

"Sì, sono d'accordo con Jolan. Meglio restare vicini in modo da poter far fronte a qualsiasi minaccia." affermò Shalelu. "Molto bene. Eli, da che parte suggerisci di andare?"

"Hmm... un po' difficile dirlo, visto che mi sembrano tutte e tre uguali, queste uscite." sussurrò la maga mezzelfa. Dopo averci pensato un po' su, indicò infine la strada che andava verso la loro sinistra. "Va bene. Proviamo da quella parte, e poi si deciderà. Ricordiamoci la statua, che è un importante punto di riferimento. Se dovessimo perderci, è un elemento che ci permetterà di sapere che siamo vicini all'uscita."

"Buona idea, Eli." rispose Yan, anche lui a bassa voce. Il gruppo diede una rapida controllata al corridoio, poi lo imboccò, sperando di non incappare in qualche trappola...

 

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"Hmph... e così, quell'imbecille di Tsuto ha fallito. Ha sprecato ben due delle progenie del peccato che gli avevo magnanimamente concesso, si è fatto catturare, e ha portato quei mortali intriganti nelle Catacombe dell'Ira." Disse una voce aspra, appartenente alla piccola creatura alata che stava svolazzando nervosamente attorno ad una pozza triangolare, al cui interno ribolliva uno strano liquido che aveva la consistenza dell'acqua ma il colore della lava incandescente. Una mostruosa figura umanoide si trascinava sul terreno vicino alla creatura svolazzante, emettendo grugniti inarticolati e trascinandosi su un numero esagerato di arti, molti dei quali si agitavano in aria inutilmente... mentre poco più in là, un altro umanoide deforme restava piegato su un ginocchio in segno di sottomissione all'essere più piccolo - uno spettacolo davvero strano a vedersi, dal momento che il mostriciattolo alato non poteva essere più alto di una trentina di centimetri.

"E' così, padrone Erylium. Quali sono i suoi ordini?" chiese la progenie del peccato inginocchiata davanti alla pozza ribollente.

Il mostriciattolo svolazzante si appoggiò a terra grattandosi il mento. "Hmm... non attacchiamo subito. Prima voglio essere sicuro che siano penetrati abbastanza in profondità nelle nostre catacombe." rispose. "Intanto raccogli un po' delle nostre truppe. Quando saranno arrivati vicini al nostro santuario, fai scattare la trappola e blocca tutte le uscite. A quel punto, li prenderemo. Se possibile, vivi. Sono curioso di vedere come ne usciranno, quando gli farò bere il dono di Madre Lamashtu. Sarà uno spettacolo interessante... soprattutto quando li invierò ad attaccare quella misera città che ora si stanno tanto affannando a proteggere."

La progenie fece quello che poteva essere preso per un sorriso, con quella bocca deforme che si ritrovava. "Come desidera, padrone Erylium. Porto con me un po' dei nostri... visitatori precedenti?"

"Sempre utili per seminare un po' di confusione e fare da scudi." replicò Erylium. La creatura malforme al suo seguito emise una serie di ululati e ringhii, come se si sentisse offesa dalla decisione del mostriciattolo... ed Erylium, mal tollerando una sfida alla sua autorità, si volse rapidamente verso l'importuno. "Questa è la mia decisione, Koruvus! Tu resterai qui e mi farai da guardia del corpo nel caso fosse necessario! Non tollero insubordinazioni!"

La creatura emise una serie di ringhii e grugniti, ritirandosi come un cane bastonato. "Così va meglio. Ora... per essere più sicuri di tenere in pugno quei mortali troppo curiosi..." disse Erylium, fissando la creatura deforme chiamata Koruvus con soddisfazione maligna. Quando fu sicuro che non c'erano più discussioni, la creaturina alata svolazzò sopra la strana polla di liquido ribollente, che emetteva uno strano baglione arancione nell'oscurità di quella stanza sconsacrata. Ghignò e si passò un dito artigliato sul polso opposto, aprendo un taglietto superficiale dal quale colò qualche goccia di sangue nero ed oleoso. La ferita si rimarginò dopo pochi secondi, senza lasciare alcuna traccia... e quando il sangue innaturale della creatura finì nella pozza, il liquido prese a bollire con ancora maggior vigore, come se qualcuno avesse acceso il fuoco sotto di esso. La creaturina alata svolazzò indietro e restò ad osservare mentre le acque arancioni sembravano rapprendersi in una massa gelatinosa al centro della pozza, per poi cominciare a mutare, come creta plasmata dalle mani di un artigiano invisibile.

La massa d'acqua sconsacrata cominciò a muoversi con le proprie forze, e delle innaturali luci pulsarono al suo interno, assumendo le sembianze di organi. Con un suono ripugnante, come quello di materia molliccia che si schiantava su un pavimento di marmo, la massa d'acqua, già di dimensioni umane, strisciò fuori dalla pozza. Continuò a cambiare forma, diventando più solida... e ben presto, le sue appendici si trasformarono in due braccia, due gambe e una testa mostruosamente allungata. La massa si solidificò ulteriormente e assunse un colore arancione pallido, quasi rosato. Artigli dall'aspetto minaccioso spuntarono sulle dita delle mani e dei piedi, e il volto della massa si allungò ancora e si deformò, mostrando un'orrida bocca con varie mandibole che si spalancavano come petali di un fiore osceno. Nel giro di meno di un minuto, una nuova progenie del peccato era emersa dalle acque e si stava alzando in piedi, guardandosi le mani con orgoglio e flettendo gli artigli.

"Ottimo, ottimo..." commentò il mostriciattolo alato. Koruvus emise un mugugnio incomprensibile e grattò il terreno con gli artigli. "Neonato, tu resterai con me e mi proteggerai assieme a Koruvus. A te invece, il compito di accogliere gli intrusi. Non deludermi."

La progenie meno recente, evidentemente già del tutto consapevole di sè a pochi istanti dalla sua creazione, fece quello che poteva sembrare un ghigno per la bocca mostruosa che si ritrovava. "Porterò a voi le teste di quei mortali, padrone Erylium." ringhiò.

"Ogni vostro desiderio è un ordine!" replicò la creatura appena uscita, apparentemente già in possesso di tutte le sue facoltà mentali. L'altra uscì dalla stanza, ed Erylium volò pigramente verso la parte opposta della stanza, convinto che non sarebbe stato difficile rimediare agli errori di Tsuto...

 

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"Tutto questo è troppo tranquillo... secondo me si sono già accorti di noi e ci vogliono prendere in trappola." sussurrò Reji. Fino a quel momento, il gruppo si era mosso con relativa facilità attraverso le catacombe, trovandole un posto certamente inquietante... ma senza incontrare alcuna opposizione. Le stanze che avevano visitato fino a quel momento davano l'impressione di essere state delle celle, dei magazzini o addirittura - in un caso - della camere di tortura, ma fino a quel momento non erano riusciri a trovare nulla di valore o allarmante. Stavano semplicemente continuando l'esplorazione, stando bene attenti a cosa ci sarebbe potuto essere dietro ogni angolo.

Eli non rispose, concentrata com'era nel cercare di mantenere la calma nonostante l'ambiente inquietante che la circondava. La mezzelfa aveva la netta impressione che ci fosse davvero qualcosa da quelle parti, e che in quel momento li stesse osservando, preparandosi ad accoglierli non appena fossero sbucati in qualche stanza più interna di quel dungeon.

"State molto attenti." sussurrò Yan, mentre Jolan dava un'occhiata alla rampa di scale davanti a loro per assicurarsi che non ci fossero trappole. "Restiamo assieme... e cerchiamo di fare da protezione ad Eli e a Misia. Ho l'impressone che in questo posto potrebbe arrivare un attacco in qualsiasi momento."

"Grazie..." cominciò a dire Misia, un attimo prima che un fruscio appena percettibile attirasse la sua attenzione. La giovane femmina di gnomo cercò di tendere le orecchie, e avvertì i suoi compagni con un cenno. "Aspettate... mi sembra di sentire qualcosa."

Jolan distolse la sua attenzione dalla rampa di scale e guardò verso l'alto. "Credo... credo di aver sentito qualcosa anch'io." disse a voce bassa mentre indietreggiava, mettendo mano ad uno dei suoi pugnali. Allarmata, Eli alzò la mano appena un po', in modo da puntare la sua luce magica verso il soffitto... e per un attimo, vide che in effetti c'era qualcosa che si muoveva! Un rumore di ali che sbattevano risuonò cupamente nella stanza... e poi cessò.

"Lassù... sopra di noi, state attenti!" sussurrò Yan. I ragazzi si raggrupparono, e Shalelu puntò il suo arco verso la zona dove aveva intravisto un'ombra che si aggirava minacciosa, sbattendo un paio di ali da pipistrello. La stanza ripiombò nel silenzio per alcuni secondi, come se la cosa che si librava sopra di loro si fosse resa conto di essere stata individuata e volesse tenerli sulle spine.

Vedendo che la minaccia restava dov'era, Shalelu propose un'idea. "Infiliamoci nella galleria. Là, dove c'è quella rampa di scale." sussurrò, sperando che l'udito della creatura non fosse così fine. "Il soffitto lì è basso. Quella creatura, qualunque cosa essa sia, non potrà attaccarci dall'alto."

"Okay." rispose Reji a bassa voce. Si slacciò la fionda dalla cintura e mise un proiettile nella sacca, mentre il gruppo si muoveva rapidamente verso le scale e cominciava a salirle. Si fermarono a metà, guardandosi indietro per vedere se la creatura li stava seguendo... e per un secondo, Jolan riuscì a vedere una cosa inquietante che scattava verso l'alto - non aveva mai visto una cosa simile, anche se ricordava vagamente un grosso pipistrello. Dalla forma, gli era sembrato che fosse una sorta di testa umana decapitata, con un paio di grandi ali che spuntavano da dove avrebbero dovuto esserci le orecchie!

"Ugh... attenti, ragazzi! Non so che cosa sia, ma è qualcosa di disgustoso!" l'halfling avvertì i suoi compagni e sfoderò i suoi coltelli, tenendone uno in ciascuna mano. "State attenti, credo che arriverà tra poco..."

"Hm? Attenti... credo che stia arrivando qualcosa anche di là!" disse Shalelu, sentendo dei suoni inquietanti che si avvicinavano sempre di più dalla cima delle scale. Il gruppo divise la sua attenzione, cercando di tenere d'occhio entrambe le posizioni... e dopo qualche istante, qualcosa apparve in cima alle scale con un mugugnio atroce! L'elfa sentì un moto di nausea quando si rese conto che la creatura era un morto vivente - a quella distanza, per fortuna, non era possibile vederne con precisione i particolari, ma la sagoma era certamente quella di un umano o di un umanoide, vestito di stracci consunti e dalla postura ingobbita e sgraziata. Un rivoltante odore di marcio pervase il corridoio, e Shalelu vide un altro di quegli orridi cadaveri ambulanti pararsi sull'uscita delle scale, in modo da impedire loro il passaggio.

"Merda. Mi sa che siamo bloccati qui." imprecò Misia, facendo una smorfia quando la puzza di marcio raggiunse le sue narici. "Shalelu, quelli non saranno per caso..."

"Zombi... o almeno, questo è quello che sembrano da qui..." rispose Shalelu. Nonostante le condizioni visive non fossero proprio il massimo, l'elfa prese la mira e scoccò la sua freccia, che volò con precisione e raggiunse uno degli zombi alla spalla sinistra, quasi trapassandola! Ma lo zombi non era altro che un cadavere animato da qualche magia malvagia, niente più che un burattino senza vita, e non sembrò neanche accorgersi della ferita mentre cominciava a scendere le scale. "Se qualcuno ha qualche idea..."

"Una cosa è sicura. Chiunque si trovi in questo dungeon, non vuole davvero correre il rischio che noi ne usciamo." commentò Yan.

Eli disse di sì con la testa e cominciò a preparare un incantesimo. "Cercate di tagliare la testa agli zombi. O di bruciarli. Un danno minore non li rallenta nemmeno." esclamò. "Yan, Jolan! Voi restate in guardia se arriva quella cosa da dietro di noi!"

"Va bene. Ma state attente." rispose Yan. Misia cominciò a cercare nella sua bisaccia, ma proprio in quel momento, le mani cominciarono a tremarle, e l'oggetto che stava cercando di prendere scivolò in fondo alla sacca... mentre Eli si apprestava a lanciare un incantesimo, e Reji metteva un proiettile nella sacca della sua frombola. "Jolan, di qualunque cosa si tratti..."

"Eccola, sta arrivando!" esclamò la guida halfling, sentendo improvvisamente un fruscio di ali. Un'ombra alata entrò a tutta velocità nella galleria e sfrecciò verso i due ragazzi... e Jolan reagì d'istinto, scagliando uno dei suoi coltelli contro di essa! Con uno scarto quasi raggelante nella sua fluidità, la cosa alata evitò il coltello e si avvicinò a velocità folle, finalmente mostrandosi alla luce dell'incantesimo di Eli: era una vera mostruosità, una testa mostruosa coperta di squame grigio-verdi, con due orride ali membranose ai lati della testa, e numerosi viscidi tentacoli a fare da capelli e barba! Un paio di occhi verdi senza pupille fissava con bramosia Jolan, e la bocca della creatura si spalancò per mostrare due file di denti aguzzi che grondavano veleno. In preda all'orrore, Jolan reagì d'istinto e alzò il pugnale che gli restava, graffiando uno dei tentacoli di quella cosa. "Aaaargh! Ma che roba è?"

"Un vargouille!" esclamò Yan, riconoscendo l'orrenda creatura. "Qualsiasi cosa accada, non farti baciare!"

Jolan stava per fare qualche commento disgustato, quando il vargouille scattò indietro e spalancò la bocca... poi emise uno stridio agghiacciante ed espanse i tentacoli attorno a sè, creando uno spettacolo atroce che costrinse i due amici a restare come congelati. Yan strinse i denti e riuscì a resistere a quel suono innaturale, sentendo i muscoli che riprendevano vigore... ma Jolan restò fermo al suo posto, fissando con orrore quell'aborto che si avvicinava con espressione sadica. Yan restò fermo dov'era, nella speranza che la creatura lo credesse paralizzato.

Poi, quando il vargouille si avvicinò a Jolan, Yan reagì con decisione e sferrò un deciso affondo con la sua lancia... e questa volta, l'essere mostruoso non riuscì a reagire in tempo, e la punta della lancia penetrò nella sua bocca e uscì da quella che sarebbe stata la nuca. Gli occhi del vargouille si spalancarono, e la creatura cominciò a sbattere freneticamente le ali nel tentativo di sfuggire all'arma di Yan... ma i suoi sforzi cessarono dopo pochi istanti, e il vargouille si afflosciò senza vita un istante dopo.  

L'halfling tirò un sospiro di sollievo, libero dalla paralisi. "Phew... grazie mille, Yan."

"Di niente..." rispose il ragazzo. "Ora forza... andiamo a dare una mano alle ragazze."

Uno degli zombi era finalmente crollato dopo che un proiettile ben piazzato da parte di Reji gli aveva sfondato il cranio... ma altri zombi stavano scendendo le scale, formando un muro di carne marcia che scendeva senza tregua verso gli avventurieri. Shalelu riuscì a piazzare un colpo ben assestato, trafiggendo l'occhio sinistro di uno zombi, ma anche questo riuscì soltanto a rallentare la sua avanzata.

"In questo corridoio siamo in svantaggio." affermò Shalelu. "Yan, Jolan! Avete sistemato già quella cosa? Torniamo indietro e aspettiamo che gli zombi scendano, poi li attacchiamo mentre stanno uscendo."

"Va bene... speriamo solo che siano davvero stupidi come si dice." rispose Jolan. Misia riuscì finalmente ad afferrare stretta la cosa che stava cercando - una fiaschetta d'acqua decorata con dei piccoli simboli sacri - e la tirò fuori dalla bisaccia, per poi lanciarla verso lo zombi più vicino in modo da coprire la ritirata al gruppo. La fiaschetta si infranse addosso al mostro non-morto e sparse il liquido consacrato sul suo corpo... e lo zombi emise un mugugnio inarticolato quando le sue carni putrescenti cominciarono a sciogliersi come se gli avessero versato addosso dell'acido. Fece ancora due passi incerti, con delle volute di vapore bianco che si sprigionavano dal suo corpo... e infine crollò e si sciolse in una pozzanghera di marciume.

"Bel colpo, Misia!" esclamò Eli. "Ne hai ancora di quell'acqua?"

"Un paio di fiale." rispose la femmina di gnomo, passandone una alla sua amica. Eli ringraziò con un cenno della testa mentre il gruppo tornava nella stanza precedente e attendeva. Erano rimasti tre zombi, i quali non davano l'impressione di essere rimasti impressionati dalla distruzione degli altri due. In effetti, pensò Eli, era probabile che non se ne fossero nemmeno resi conto.

Ad un cenno di Shalelu, Yan si piazzò ad un lato dell'ingresso degli scalini, mise da parte la lancia e sfoderò la spada, mentre l'elfa si piazzò dall'altra parte, sguainando una spada corta, e Jolan si piazzò accanto a lei con il pugnale alla mano. Il resto del gruppo si mise a distanza di sicurezza dalla soglia, in modo da avere un po' di distanza di sicurezza quando gli zombi fossero arrivati.

Privi di intelligenza com'erano, gli zombi non erano in grado di chiedersi cosa stessero facendo i loro avversari - erano spinti soltanto dall'impulso di obbedire ai loro padroni e soddisfare il loro istinto distruttivo. Dopo diversi secondi, uno degli zombi varcò la soglia... e la lama della spada di Yan si abbattè sul suo collo, separando la testa dal corpo! A scatti, come un automa, il corpo decapitato fece un altro passo prima di crollare a terra e non muoversi più. Un altro zombi apparve subito dopo, e Jolan lo accolse sferrando un fendente alle sue caviglie, che costrinse il non-morto a cadere in ginocchio. La spada di Shalelu terminò il lavoro decapitando il non-morto.

"Ottimo lavoro!" esclamò Reji.

In effetti, non restava che uno zombi, che continuava ad avanzare imperterrito, incespicando ed evitando come meglio poteva i corpi dei suoi "colleghi". Non appena anche quest'ultimo uscì, Eli scagliò la boccetta di acqua santa che Misia le aveva dato, e la femmina di gnomo scagliò un quadrello dalla sua balestra che colpì lo zombi al collo, rallentandolo quel tanto che bastava perchè il colpo di Eli andasse a segno. La scena di prima si ripetè, e il cadavere ambulante si disgregò e crollò al suolo inerte, diffondendo ovunque un fetore nauseante.

Yan si mise una mano davanti al viso mentre guardava i resti degli orrendi non-morti. "Ugh... ecco, direi che li abbiamo tolti di mezzo." commentò. "Che ce ne siano degli altri?"

"E noi come facciamo a saperlo?" commentò Eli. La mezzelfa si fece aria con una mano, sperando di avere l'opportunità di andarsene da lì il prima possibile. "Una cosa è certa, se qui ci sono degli zombi... vuol dire che c'è davvero qualcosa di malvagio all'opera in questo posto. Potrebbe diventare una minaccia per Sandpoint... quindi è meglio essere sicuri che la situazione sia sotto controllo."

Shalelu controllò rapidamente i suoi compagni d'avventura. Per il momento, erano rimasti tutti illesi, e non sembravano aver consumato troppe risorse. Sì, potevano permettersi di correre ancora qualche rischio... quello che la preoccupava era, se sarebbero riusciti a ritirarsi e a tornare in superficie in caso quel luogo si fosse rivelato troppo pericoloso per loro.

"Okay, ragazzi... allora preparatevi, raccogliete tutte le vostre cose... e vediamo cosa ci aspetta in questo dungeon." affermò il giovane, mentre passava in rassegna i suoi compagni con lo sguardo. Quello che sperava era che non ci fosse qualche altra testa volante a dare fastidio...

 

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Ripnugget, il goblin a capo dell'alleanza di tribù di Collecardo, sospirò irritato mentre ascoltava i discorsi di quella donna gambelunghe che si era presentata a lui senza tanti giri di parole, intimorendo i goblin in modo da farsi dare udienza dal loro leader. Seduto su un trono intagliato in un grosso blocco di legno, decorato con le pelli conciate di cani e cavalli che il goblin aveva personalmente ucciso, Ripnugget si sorreggeva la testa con una mano, mentre con l'altra accarezzava distrattamente il suo animaletto domestico - un geco verde più grande di un varano.

"Sicuramente, voi goblin non vedete l'ora di uscire da questo buco e attaccare Sandpoint, vero?" chiese Lyrie con un sorriso falsamente affabile, mentre il suo gatto famiglio si strusciava contro le sue caviglie e di tanto in tanto soffiava a qualche goblin che sembrava averlo scambiato per uno spuntino. "Che cosa state aspettando, allora? Nualia resta qui a perdere tempo, mentre laggiù a Sandpoint gli abitanti si preparano e rafforzano le loro difese. Se restiamo qui ad aspettare i suoi comodi, il nostro prossimo attacco a Sandpoint ci costerà ancora di più in termini di uomini... voglio dire, goblin... e risorse. Quelli di Sandpoint potrebbero anche decidere che non hanno voglia di aspettare, e mandare il loro gruppetto di avventurieri ad attaccarci direttamente! Perciò, a maggior ragione dobbiamo cogliere la nostra occasione finchè è possibile, altrimenti finirete per essere spazzati via!"

"Hmph... credo di averlo già detto prima, ma... Ripnugget trova strano che una gambelunghe come te stia dalla parte dei goblin contro gli altri gambelunghe!" rispose il capo dei goblin. Ripnugget non era molto più alto della maggior parte dei goblin, ma aveva un fisico di gran lunga più allenato, e il modo in cui portava la sua corazza a piastre suggeriva che avesse effettivamente preso delle vere e proprie lezioni. La sua espressione autoritaria era accentuata da una corona di bronzo ammaccata che indossava, dando l'impressione di tanti spuntoni che uscivano dalla sua testa. "Nualia mi ha convinto a seguirla e darle una mano perchè so che libererà il dio dei goblin dai sotterranei di Collecardo. Ma tu cosa offri? Perchè ce l'hai tanto con Sandpoint?"

"Capo Ripnugget!" esordì con voce acuta un altro goblin, avvolto in una veste blu sdrucita e con ai piedi un paio di scarpe marroni. Si alzò dal suo posto e si fece avanti, accompagnato da  un maestoso puma nero con una striscia di pelliccia rossa che andava dalla punta del muso alla base della coda. Il gatto di Lyrie gettò un'occhiataccia al felino più grande, che invece sembrò non accorgersi nemmeno di lui.

"Gogmurt dice che questa femmina umana inganna!" esclamò il goblin, chinandosi su un ginocchio davanti al capo. Ignorò l'espressione truce di Lyrie e continuò. "Lei volere mezzelfo! Lei guidare noi a Sandpoint perchè volere liberare mezzelfo! Se noi seguire lei, lei fare morire tutti noi!"

Lyrie strinse i denti e cercò di farsi valere. "E va bene, anch'io ho le mie ragioni per volere un attacco a Sandpoint! E con questo? Non possiamo darci una mano a vicenda? Voi attaccate Sandpoint, questa volta con più goblin e più forti! E poi... possiamo andare a chiedere ad Erylium di farci avere qualche altra progenie del peccato! Questa volta non finirà come prima!" esclamò rabbiosamente. "Se aspettiamo Nualia... questa possibilità ci sfuggirà!"

Ripnugget grugnì rabbiosamente e fece correre il suo sguardo tra Lyrie e il druido della sua tribù. Nessuno dei due riscuoteva le sue simpatie, se doveva essere sincero. Gogmurt era troppo legato alle sue cosiddette tradizioni e pensava troppo a conservare l'equilibrio della natura, come diceva lui. Per come la vedeva Ripnugget, il tutto era molto semplice. Loro trovavano qualcosa che gli serviva, e se la prendevano. Tutto qui. Che importava di quelle stupidaggini come lasciare che gli animali ripopolassero la zona, e cose del genere? Potevano sempre andare a cacciare da qualche altra parte! E tra l'altro, Ripnugget sospettava che Gogmurt fosse invidioso del fatto che Nualia godesse della sua fiducia.

Detto questo, neanche Lyrie gli piaceva troppo. Gogmurt aveva ragione, quella donna li avrebbe volentieri mandati a morire tutti quanti pur di ottenere quello che voleva. Ripnugget aveva sentito dire che in una delle città dei "gambelunghe", aveva ucciso altri due che avrebbero potuto essere suoi concorrenti per farsi ammettere in... in... un loro gruppo, una loro società... di cui Ripnugget non poteva degnarsi di ricordare il nome in quel momento. Era un nome un po' troppo lungo e complicato per i suoi gusti. Comunque, questo episodio dimostrava in maniera categorica come fosse imprudente fidarsi di quella lì.

Alla fine, dopo averci riflettuto su per un po', decise che per quella volta era meglio essere prudenti. "Hmph... no, no, non ho intenzione di sacrificare altri goblin e rischiare l'ira di Nualia solo per i tuoi capricci!" esclamò infine Ripnugget, guardando Lyrie con espressione severa. "Se vuoi liberare il tuo mezzelfo, ti consiglio di farti venire qualche altra idea, perchè io non ti darò una mano! Cavatela da sola!"

Gogmurt non fece commenti, ma non poteva negare di essere soddisfatto. Se non altro, il suo capo stava finalmente dimostrando un po' di buon senso. Con un'occhiata trionfante rivolta a Lyrie, accarezzò il suo puma addomesticato, che fece un ruggito sommesso quasi volesse esprimere il suo accordo. Lyrie, da parte sua, si sentiva più umiliata e furiosa di prima. Adesso non solo Nualia, ma anche quei miserabili goblin si prendevano gioco di lei? Il suo primo impulso fu quello di dare sfogo alla sua rabbia lanciando qualche incantesimo su Gogmurt e Ripnugget, e riducendoli in cenere... ma si trattenne pensando che se lo avesse fatto, sarebbe stata fatta a pezzi in un lampo dal resto della tribù. No, se voleva togliere Tsuto da quella situazione, doveva giocare d'astuzia e tenere a freno il suo carattere irascibile.     

Dopo essere rimasta ferma al suo posto per qualche momento, in modo da sublimare la rabbia, Lyrie si alzò lentamente e parlò a denti stretti, sentendosi come se stesse masticando qualcosa di amaro. "E va bene. Se è questo che volete, me la caverò da sola." rispose con voce pericolosamente bassa e quasi sibilante. "Ma se pensate che vi lascerò il merito quando avrò eliminato i ficcanaso che intralciano i nostri piani, vi sbagliate di grosso. Credo proprio... che la vostra cara Nualia mi ringrazierà, quando le porterò le teste di alcuni di quegli intriganti. Con il vostro permesso, capo Ripnugget..."

Ripnugget grugnì irritato e fece cenno a Lyrie di togliere il disturbo. Non che la maga dalla pelle scura avesse bisogno di sentirselo ripetere. Senza perdere altro tempo con quella che ormai era evidentemente una causa persa, Lyrie se ne andò dalla sala del trono improvvisata dove Ripnugget le aveva concesso udienza, lasciando i goblin alle loro faccende, con il suo bianco famiglio sempre a breve distanza. Sentì le vocine acute di alcuni dei mostriciattoli verdi che la dileggiavano, ma ancora una volta tenne a freno il suo carattere infiammabile e si impose di ricordarsi chi le aveva mancato di rispetto. Una volta che fosse tornata da Nualia con Tsuto - e avesse dimostrato una volta per tutte a quella sciocca ragazzina aasimar che Tsuto non poteva amare che una vera donna come lei - avrebbe avuto tempo e modo di vendicarsi su di loro.

Ma per il momento, quello che doveva fare era tornare nelle sue stanze, studiare il suo libro degli incantesimi, e preparare le magie che le sarebbero servite per far uscire Tsuto dalla sua cella. Il suo gatto famiglio emise un miagolio infastidito e accelerò il passo per starle dietro, e Lyrie fece un sospiro e lo prese in braccio, immaginando che avrebbe avuto bisogno anche del suo aiuto per riuscire in quell'impresa...

"Ho fatto male ad aspettarmi un aiuto da parte di quell'idiota di Ripnugget." disse, parlando sia a sè stessa che al suo gatto. "Ma adesso ho imparato la lezione. Andrò a liberare Tsuto, e lo farò con le mie sole forze."

"Meow..." Il gatto bianco emise un miagolio che sembrava esprimere dubbio e preoccupazione... e Lyrie, comprendendo il punto di vista del suo famiglio, sorrise sprezzante e alzò le spalle.

"Sì, posso immaginare che Ripnugget farà la spia a Nualia. Ma anche se fosse... per allora, io sarò già lontana. Tanto, quella mocciosetta sta passando sempre più tempo nei sotterranei a pregare la sua dea demoniaca. Da quando hanno preso Tsuto, sembra aver perso la mano." affermò. "Bah, poco male. Chissà, forse se faccio le cose come si deve, potrei addirittura avere la possibilità di farla fuori e prendere il suo posto."

Per un attimo, Lyrie si chiese come l'avrebbe presa Tsuto, visto che era quasi sempre attaccato a quella smorfiosa. Ma ricacciò indietro queste preoccupazioni un istante dopo. Sicuramente Tsuto si sarebbe reso presto conto che era lei la donna giusta per lui, e Nualia sarebbe diventata solo un ricordo.

 

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Shalelu si fermò giusto un attimo per verificare che tutti i membri del gruppo riuscissero a seguirla e stessero bene, mentre si addentravano sempre più in quelle inquietanti catacombe. Lo scontro con gli zombi e il vargouille aveva lasciato tutti un po' scossi, ma per fortuna erano rimasti virtualmente illesi e ancora capaci di combattere. Il fatto era che da quel momento in poi non avevano più incontrato nessun ostacolo... e se doveva essere sincera, Shalelu non era tranquilla da quel punto di vista. Il suo sospetto era che quegli zombi fossero soltanto un modo per testare le abilità del gruppo e farli stancare un po', in predisposizione di uno scontro molto più difficile.

Detto questo, ciò che stava tenendo occupata Eli in quel momento non era il pensiero di quali nemici avrebbero potuto incontrare. La maga mezzelfa era intenta ad osservare alcuni simboli disegnati sulle pareti della stanza in cui si trovavano in quel momento: una camera di forma cilindrica dall'aspetto molto particolare, con numerosi oggetti come libri, pergamene, bottiglie di vino, una bacchetta di ferro contorta con la punta biforcuta... e persino un corvo morto il cui corpo era infestato di larve. I muri erano stati rinforzati con lamiere di uno strano metallo rossiccio, e di tanto in tanto, una scarica elettrica nera percorreva la loro superficie, disegnando delle strane rune, delle parole oppure un simbolo che ricordava una stella a sette punte.

"Che cosa vogliono dire quelle parole? Eli, riesci a leggerle?" chiese Yan, anche lui come molti del gruppo confuso da quello spettacolo inusuale.

Eli non rispose subito. Affascinata da quel fenomeno e da ciò che appariva scritto sui muri, la mezzelfa restò ancora per qualche istante a leggere. Yan si stava accingendo a ripetere la sua domanda quando Eli finalmente disse di sì con la testa e diede una risposta.

"Queste parole sono scritta nell'antica lingua di Thassilon... e per fortuna, io ho avuto modo di studiarla quando ero a Magnimar." rispose. "Sfortunatamente, nessuna di queste parole forma una frase di senso compiuto... hanno tutte a che vedere con concetti come... ira, collera, desiderio di vendetta. Detto questo... trovo che quella stella a sette punte sia più interessante."

"Che cosa rappresenta?" chiese Reji. "Credo di averla già vista anch'io, qualche volta... durante i viaggi che io e Yan abbiamo fatto... ma non sappiamo di cosa si tratti."

Fu Misia a dare la risposta. "Quel simbolo a sette punte... è un simbolo ricorrente nella cultura dell'antica Thassilon." affermò la femmina di gnomo. "Credo... ma non sono sicura al cento per cento... che rappresenti un simbolo del potere di Xin, l'arcimago fondatore di Thassilon." 

"Pensare che un posto simile è proprio sotto la vetreria di Sandpoint..." commentò Jolan, mentre dava un'occhiata dietro ad ogni angolo, forse in cerca di qualcosa di valore. "Ragazzi, non so voi... ma io ho sempre più l'impressiione che ci siamo andati a mettere in qualcosa di grosso. Molto più grosso di un branco di goblin."

"Hah! E hai perfettamente ragione, nanerottolo!" ringhiò una voce aspra, appartenente ad una figura umanoide apparsa in quel momento all'ingresso della stanza! Con un balzo allarmato, chiedendosi come fosse possibile che qualcuno li avesse colti così impreparati, i ragazzi si voltarono di scatto... e con loro grande disappunto, si trovarono davanti un'altra progenie del peccato, identica a quelle che avevano accompagnato Tsuto! E purtroppo, non era da sola. In quel momento, era circondata da un folto branco di zombi, più numerosi di quelli che avevano affrontato in precedenza. I morti viventi si erano piazzati attorno all'umanoide, in modo che non fosse possibile per i ragazzi attaccarlo senza prima farsi strada tra gli zombi. Peggio ancora, avevano bloccato l'unica uscita, e non c'era modo di fuggire da quella stanza senza combattere.

"Maledizione... tre, quattro, cinque... sei zombi." contò Shalelu a bassa voce. "Più una progenie del peccato. Le possibilità... non sono esattamente a nostro favore."

"Chi siete voi? Che cosa volete da Sandpoint... e cosa c'entra Nualia in tutto questo?" esclamò Yan, la spada sguainata e puntata contro la progenie del peccato. "Prendete ordini da lei? O la state semplicemente usando...?"

"Non credo che siano interessati a rispondere, Yan!" esclamò Reji. Ad un cenno della progenie del peccato, gli zombi cominciarono ad avanzare contro il gruppo, e Shalelu scoccò una freccia che centrò uno dei morti viventi ad una spalla, quasi trapassandola. Ma come immaginava, il morto vivente continuò ad avanzare, senza neanche accorgersi del danno subito...

"Siete in trappola. Non avete più dove scappare!" esclamò la progenie del peccato con crudele soddisfazione, mentre i suoi zombi continuavano ad avanzare contro il gruppo...     

         

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CONTINUA...    

 

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Capitolo 12
*** Caos nelle catacombe ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

Risposte alle recensioni!

Farkas - Riguardo alla questione di Fairy Tail e Your Lie In April, ho risposto tramite messaggio privato, in modo da non fare spoiler indesiderati. ^^

Non ti preoccupare, inogni caso i miei capitoli sono lì per quando hai il tempo di leggerli. Certo, gradisco molto le recensioni, ma so che tutti hanno i loro impegni. Prenditi tutto il tempo che ti serve.

Vedremo Koruvus più avanti, e sarà un assaggio di quello che aspetta i nostri eroi in seguito. E... beh, i classici modi di eliminare gli zombi, in questo caso, si sono dimostrati efficaci.

Il bacio di un vargouille provoca un'orrenda e letale trasformazione - a meno che non riceva cure magiche, la vittima muore nel giro di una giornata, e la sua testa si trasforma in un altro vargouille.

Certo che più avanti ci sarà qualche altra canzoncina dei goblin! Ripnugget e Gogmurt avranno il loro ruolo da giocare, ma non saranno certo loro quelli di cui preoccuparsi di più.

Grazie della tua recensione, e a presto! ^^   

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE

Capitolo 11 - Caos nelle catacombe

 

Yan lanciò un grido di battaglia e sferrò un poderoso affondo tenendo la sua lancia con entrambe le mani, trafiggendo lo stomaco di uno zombi con una tale potenza che la punta attraversò le carni marcite e riemerse dalla schiena del non-morto. Ma per il cadavere vivente, questa non era una ferita troppo grave. Senza neanche rendersi conto del danno subito, lo zombi continuò ad avanzare, mentre l'asta dell'arma scivolava in maniera disgustosa sulle sue carni marcite. Con una smorfia di disgusto, Yan mollò la presa sulla sua lancia e cercò di sguainare la spada, ma la stanza era così affollata che c'era appena lo spazio per muovere il braccio, e il ragazzo strinse i denti quando un movimento mal ponderato gli fece sbattere il gomito contro una parete.

"Aaaargh! Merda, qui si mette male..." esclamò Yan, scuotendo il braccio indolenzito mentre cercava di tenersi in qualche modo fuori dalla portata dell'avversario. Ancora trapassato dalla lancia, lo zombi era diventato più impacciato, ma la sua furia omicida non si era placata. "Cerchiamo di proteggere Eli e Misia! Non fate avvicinare questi zombi!"

"Stiamo facendo quello che possiamo... Aaaargh!" disse Reji, interrompendosi per urlare di dolore quando uno zombi la graffiò ad una gamba con le sue sudicie unghie. La monaca barcollò ma non cadde, e rispose caricando lo zombi con una raffica di pugni, talmente veloci che sarebbe stato difficile seguirli ad occhio nudo! Il cadavere ambulante venne investito da una serie rapidissima di colpi, uno dei quali lo raggiunse in piena faccia con abbastanza forza da frantumargli il cranio, e lo fece afflosciare a terra inerte. Ma era soltanto uno zombi... altri cinque, più la progenie del peccato che li comandava, stavano mettendo alle strette il gruppo, e gli oggetti che fluttuavano per magia in quella strana stanza non aiutavano di certo.

Jolan si difese da un colpo di un morto vivente e sferrò un fendente che colpì lo zombi al petto, aprendogli una larga ferita all'altezza della clavicola, ma lo zombi non lo sentì nemmeno e fece scattare l'altro braccio per sferrare un colpo dall'alto verso il basso, con abbastanza violenza che avrebbe spaccato il cranio a Jolan se quest'ultimo non si fosse scansato in tempo. Il pugno dello zombi colpì il pavimento, e si sentì un agghiacciante rumore di ossa che si rompevano, un attimo prima che il morto vivente ritirasse la mano deformata, ancora una volta senza mostrare alcun cenno di dolore.

"Se riuscite a tenerli lontani... ho il tempo di lanciare qualche incantesimo." esclamò Eli, eseguendo già una serie di segni con le mani. Stava cercando di usare il più possibile i suoi incantesimi minori, quelli che poteva lanciare a volontà, e conservare il più possibile quelli più potenti, da usare solo se non c'era altra scelta. "Ecco, questo dovrebbe andare bene! Getto Acido!"

Ancora una volta, la maga mezzelfa puntò la mano contro uno zombi, che in quel momento era occupato con Shalelu, e scagliò contro di esso un fiotto di liquido corrosivo che investì il lato destro del volto del non-morto, rendendolo ancora più orrendo di quanto già non fosse. Con un mugolio, lo zombi indietreggiò, e Shalelu ne approfittò per sferrargli un fendente al collo con il suo spadino, in un punto dove l'acido stava ancora corrodendo le carni marce. Il colpo fu deciso ed efficace... ma non riuscì a tagliare del tutto il collo del morto vivente, la cui testa si mise a penzolare orribilmente da un lato.

Misia scagliò un dardo dalla sua balestra e riuscì a colpire un altro zombi al petto, ma ancora una volta, l'orrendo non-morto non si curò del danno subito e continuò ad avanzare. Shalelu ricevette un colpo secco da un braccio dello zombi, e indietreggiò con un grugnito di dolore... mentre la progenie si muoveva agilmente tra i cadaveri viventi e sferrava una serie di attacchi contro Yan e Reji.

"Attento, Yan! Sta puntando contro di te!" esclamò Reji, sottraendosi all'attacco di uno zombi e notando che Yan stava parando i colpi di un altro nemico con il suo scudo. La progenie si infilò in un'apertura nella difesa del ragazzo e lo colpì al braccio con un morso, aprendogli una dolorosa ferita e facendogli cadere la spada di mano!

"AAAARGH!" Yan gridò di dolore e cercò di usare il suo scudo per colpire l'avversario, che però si allontanò agilmente e riuscì a vanificare quel disperato tentativo di difesa. Il ragazzo barcollò e si portò la mano alla fronte, sentendosi improvvisamente pervadere da un impeto di rabbia inspiegabile. Pestò un piede a terra, mentre con lo scudo cercava di allontanare lo zombi che si stava accanendo su di lui... e con un grido furioso, sbattè lo scudo in faccia al morto vivente!

"Qui si mette male..." ringhiò Shalelu, cercando di mirare alla progenie con una freccia. L'elfa scoccò la freccia al momento giusto e la scagliò contro il mostro artificiale, ma quest'ultimo afferrò lo zombi più vicino e lo usò come scudo per parare il dardo... poi scagliò lo zombi contro Shalelu, che emise un'esclamazione di raccapriccio e cercò di difendersi con il suo arco, usandolo come arma contundente. Lo zombi agitò scompostamente le braccia e colpì Shalelu ad un fianco, ma quest'ultima riuscì a sottrarsi alla sua presa e a sferrare un fendente con la sua spada corta, amputando una mano al cadavere vivente.

Jolan intervenne, sfuggendo alle grinfie di un avversario, e poi sferrando un fendente alle caviglie dello zombi che attaccava Shalelu. Il mostro gorgogliò orrendamente e incespicò, i tendini delle caviglie recisi... e un attimo dopo cadde a terra a faccia in giù, e Shalelu ne approfittò all'istante. Sollevò un piede e lo abbattè con tutta la sua forza sulla testa dello zombi, schiacciandogli il cranio con uno scricchiolio agghiacciante. Si ritirò, guardando con disgusto la poltiglia che una volta era stata la testa del morto vivente... poi ringraziò Jolan con un cenno della testa e riprese il suo arco.

La progenie del peccato si stava rivelando un'avversaria di tutto rispetto. Malgrado l'aspetto bestiale, quell'essere artificiale combatteva con astuzia e rapidità di pensiero, zigzagando tra gli zombi ai suoi comandi e sfruttando ogni elemento a sua disposizione per assicurarsi un vantaggio. Mentre i ragazzi erano impegnati a difendersi dai non-morti, la progenie si fiondava verso di loro, metteva a segno un morso e si dileguava prima che i suoi avversari potessero rispondere. E Yan stava ancora soffrendo gli effetti del morso di quell'essere - la sua mente era annebbiata da un'inspiegabile ondata di collera che gli impediva di pensare lucidamente e lo spingeva a sferrare una raffica di pugni a vuoto, come se cercasse di colpire un gruppo di avversari immaginari.

"Yan! Che stai facendo?" chiese Misia. La femmina di gnomo si spostò appena in tempo per evitare che il ragazzo la investisse nella sua foga, e Yan strinse i denti e cercò di allontanarsi dai suoi compagni, mentre al tempo stesso tentava di recuperare la sua spada e di spingere via lo zombi che lo minacciava. "Okay... credo che sia il caso di intervenire. Desna, dea dei sogni... concedi il tuo potere alla tua servitrice, che possa fare la sua parte nel liberare questo mondo dal male! Distruggi Non Morti!"

Misia puntò il palmo della mano verso lo zombi che stava attaccando Yan, e fece scaturire da esso un tenue raggio di luce argentata che viaggiò per un breve tratto prima di colpire il bersaglio. La creatura non-morta si irrigidì quando la luce sacra lo colpì in pieno, iniziando a dissolvere la magia oscura che lo animava.

Finalmente, Yan si riscosse dal suo momento di smarrimento, e riuscì a concentrarsi di nuovo sugli avversari. La prima cosa che pensò fu di recuperare la sua spada, e si lanciò rapidamente per afferrare l'elsa della sua arma prima che lo zombi potesse riprendersi. Poi, con un grido di battaglia, si alzò e calò la lama sul collo dell'essere immondo, decapitandolo di netto! Il cadavere animato crollò a terra e tornò ad essere un cadavere.

"Grazie, Misia... adesso sono in tre! Ce la possiamo fare..." rispose il ragazzo. Tuttavia, la loro posizione non era migliorata di molto. Anche in tre, gli zombi li stavano mettendo all'angolo, e i colpi dei suoi compagni avevano scarso effetto sulle carni non più viventi. Yan si avvicinò per cercare di colpire uno zombi... ma la progenie del peccato, vedendo che il resto del gruppo era in difficoltà in quegli spazi ristretti, si piazzò davanti al ragazzo, sfoderando un ghigno atroce con quella sua bocca deforme.

"Dove credi di andare, marmocchio?" sghignazzò l'essere artificiale. "Non ti ho dato il permesso di rovinarmi la festa!"

"Te lo do io il permesso!" esclamò Yan. Sollevò la spada e cercò di sferrare un fendente al torace del mostro, che scansò agilmente l'attacco e rispose con un colpo d'artiglio che ferì Yan al braccio destro. Con un'esclamazione di dolore, il ragazzo indietreggiò e cercò di ripararsi dietro il suo scudo, ma l'assalto della progenie del peccato si stava facendo sempre più feroce. Misia cercò di intervenire e tentò un affondo al fianco del mostro con la sua lancia... ma la progenie la intercettò, mandandola a terra con un calcio. La biondina grugnì per il dolore e cercò di rialzarsi, scuotendo il braccio destro indolenzito... e Yan scattò in avanti e cercò di mettere la creatura con le spalle al muro, sbattendole lo scudo sul torace e poi spingendo con tutte le sue forze. La progenie del peccato sibilò rabbiosamente e afferrò lo scudo di Yan con entrambe le mani, spingendo a sua volta e cercando di restare quanto più possibile attaccata a lui, in modo che il ragazzo avesse difficoltà ad usare la spada.

"Siete venuti qui per capire cosa sta succedendo alla vostra ridicola città, e invece troverete soltanto la morte!" esclamò beffardo il mostro, ora talmente vicino che Yan riusciva a sentire il suo fiato puzzolente. "Anche se riusciste a sopraffare me, cosa vi fa pensare che avete qualche possibilità di sopravvivere a ciò che verrà?"

"Non... non lo sapremo finchè... non ci avremo provato!" esclamò Yan. Per un attimo, le forze gli vennero meno, e il giovane si sentì spinto via dalla tremenda forza del suo avversario... ma poi, puntò i piedi a terra e riprese a spingere con ancora maggiore determinazione.

Misia portò la mano alla sua bisaccia e afferrò la boccetta di acqua benedetta che le era rimasta, per poi lanciarla verso uno degli zombi... ma il tentativo venne vanificato quando una pietra fluttuante si scontrò con il proiettile a mezz'aria. Il flacone di acqua santa cadde di lato e si infranse sul terreno, senza fare nulla alle creature non-morte, e la femmina di gnomo imprecò a bassa voce, per poi cercare nuovamente di lanciare un incantesimo Distruggi Non Morti...

 

oooooooooo

 

Kodon grugnì e si sgranchì una spalla mentre controllava che tutto fosse stato accuratamente impacchettato e messo sui vagoni della carovana. Il mezzorco fece un altro controllo, in modo da essere sicuro che non fosse stato dimenticato niente, e mise a posto alcuni bauli che gli sembravano pericolanti, poi fece un cenno agli intrattenitori per dire che era tutto a posto.

"Okay. I vostri bagagli sono pronti. Partite domani mattina, giusto?" chiese rivolto al capo carovana, un uomo alto e snello di chiara origine varisiana che rispose con un cenno affermativo.

"Già... è stato bello partecipare al vostro festival, anche se abbiamo avuto qualche imprevisto con quell'attacco di goblin." affermò. "A proposito, grazie per il lavoro svolto. Ti sei davvero meritato la tua paga."

"Aaah, figuriamoci. Ho fatto il mio lavoro. Voi mi avete pagato, e io ho svolto il mio compito meglio che potevo." rispose il robusto mezzorco, flettendo un bicipite. "Piuttosto, vi consiglio di prestare molta attenzione quando lasciate Sandpoint. Le tribù di goblin sono particolarmente aggressive in questi giorni. Restate sulla strada battuta il più possibile, e cercate di allontanarvi il prima possibile. Quei mostriciattoli non vanno tanto per il sottile quando si tratta di rapinare."

"Grazie, Kodon. Ce ne ricorderemo." affermò il capo carovana. Si aggiustò la bandana sulla testa e salutò ancora una volta, con gli altri membri della carovana di saltimbanchi che seguivano a ruota. Con un cenno della mano, Kodon si allontanò, dirigendosi verso casa mentre contava i soldi che aveva guadagnato con quel lavoro.

"Bene, bene... una dozzina di pezzi d'oro. Non male, ci posso campare per un bel po'." disse il mezzorco, per poi mettersi le monete in una tasca dei pantaloni. Kodon si guardò attorno, godendosi la vista di quel luogo a cui ormai era abituato... e che tuttavia gli era così caro. Sandpoint era stata la sua casa da molti anni ormai. E anche se ogni tanto pensava che gli sarebbe piaciuto un cambio di scenario, trovare un altro posto da chiamare casa... Sandpoint era stato il primo luogo in cui non era stato accolto con sospetto o con rabbia. I mezzorchi erano spesso discriminati, a causa della loro nascita spesso infelice, o del fatto che ricordavano troppo gli orchi... e Sandpoint era stato il primo luogo in cui Kodon era riuscito ad inserirsi. Anche se la città aveva vissuto le sue tragedie, in passato e di recente... era comunque un luogo pacifico e tranquillo.

"Certo, ogni tanto la voglia di avventura si fa sentire." disse tra sè. "Ma se non è nel mio destino, tanto vale rassegnarsi. E poi, una vita semplice qui a Sandpoint non mi dispiace. Il Drago Arrugginito, i nostri mercatini del vetro... in fondo, mi posso accontentare."

"Chiedo scusa, signore...? Ha un momento?" chiese improvvisamente una voce femminile dal timbro giovanile, per quanto Kodon sentisse qualcosa di aspro nel tono della sua voce. Il mezzorco, dopo un primo istante di sorpresa, si voltò nella direzione da cui era provenuta la voce...

A parlare era stata una giovane donna, probabilmente sui 25 anni, dalla pelle scurissima e dai capelli neri legati in elaborate treccine sulla testa - caratteristiche che la identificavano subito come una donna di etnia Garundi. Indossava una leggera veste bianca che contrastava nettamente con la sua carnagione e non cercava minimamente di nascondere le sue forme attraenti... e accanto a lei zampettava lentamente un gatto bianco che osservava Kodon con un'espressione distaccata e sprezzante. "Hm? Beh... certamente, signorina. Se posso esserle d'aiuto..." disse, compiaciuto della bellezza di quella ragazza. Chissà, se ci fosse stata l'occasione di andare a farsi una birra assieme al Drago Arrugginito, più avanti... "Non si tratta di scucire soldi, spero..."

Lyrie rise brevemente. "Oooh, non sono qui per spillare soldi, bensì per offrirne!" rispose tranquillamente, e tirò fuori un sacchetto di cuoio dalla sua veste, scuotendola per far sentire a Kodon il tintinnio delle monete. "Dieci monete d'oro in cambio di un piccolo lavoretto, può andare?"

Kodon sgranò gli occhi, sempre più tentato. Altri dieci pezzi d'oro per un lavoro che sembrava essere abbastanza facile, da come ne parlava quella ragazza. E tra l'altro, era anche carina. Tuttavia... il mezzorco ebbe come un presentimento all'ultimo momento, prima di allungare la mano verso il denaro. "Beh... certo io non dico di no a dieci monete... ma prima vorrei sapere una cosa... è un lavoretto legale, vero? Non vorrei mettermi nei guai..."

Lyrie chiuse gli occhi e sorrise... un po' forzatamente. "Hehehee... perchè mi chiedi se è un lavoretto legale?" chiese quasi scherzosamente. Kodon corrugò la fronte, sentendosi improvvisamente minacciato... e Lyrie aprì gli occhi di colpo, mostrando le pupille che emettevano un tenue bagliore dorato. "Guardami negli occhi, stupido ammasso di muscoli... e non avrà più importanza. Charme Persone!"

Un'ondata di energia magica invisibile si abbattè su Kodon all'improvviso, e il mezzorco si sentì come se qualcuno stesse entrando nella sua mente. La vista gli si annebbiò per un attimo... e tutti i suoi sospetti su Lyrie evaporarono come neve al sole. Che cosa aveva da temere? Perchè si preoccupava tanto? Certamente, valeva la pena di fare un favore a quella gentile signorina... anzi, ora che ci pensava, non voleva nemmeno i soldi... era giusto aiutarla, e non si sarebbe certo fatto distrarre dalla venalità.

Un istante dopo, il mezzorco sorrise gentilmente e fece un formale inchino a Lyrie. "Ha ragione, signorina. Mi perdoni, non volevo sembrarle avido o paranoico... per lei sono disposto a fare qualsiasi favore!" affermò.

Lyrie ghignò sottilmente. Piegare la mente di quel bruto tutto muscoli e niente cervello si era rivelato ancora più facile del previsto. "Molto bene. Allora ascoltami, mezzorco. Tu sai dove si trova la prigione di Sandpoint, vero?" chiese.

Kodon annuì rapidamente. In quel momento, con sua grande sorpresa, tutto quello che gli interessava era fare un favore a quella ragazza. Non era un colpo di fulmine, o almeno, Kodon non ne aveva l'impressione. Era solo che, ll'improvviso, si sentiva premuroso nei suoi confronti. Sembrava quasi una magia... "Sì... certo, signorina, conosco bene Sandpoint. E so anche dov'è la prigione."

"Bene. Allora ascolta quello che ti chiedo di fare..." disse Lyrie. Prese in braccio il suo gatto famiglio, e si avvicinò a Kodon con il dito premuto sulle labbra, per fargli cenno di restare in silenzio. "Mi raccomando, non una parola con nessuno..."

 

oooooooooo

 

Eli evitò di poco un colpo da parte di uno degli zombi rimasti, e si allontanò rotolando brevemente sul pavimento. La maga mezzelfa si alzò di colpo e guardò attorno a sè per cercare qualcosa che potesse aiutare i suoi amici... ma non vide nulla che sembrasse utile per sfuggire ai non-morti. A parte quella bacchetta che fluttuava tra gli altri oggetti, ma se ci fosse stata qualche trappola magica che l'avrebbe colpita se avesse cercato di impadronirsene?

"AAAARGH!" Reji strillò improvvisamente per il dolore quando la progenie del peccato, dopo essere riuscita a sfuggire a Yan che la incalzava, volse la sua attenzione alla giovane monaca e la morsicò ad una spalla. La ragazza Tian riuscì a costringere il mostro ad indietreggiare con un pugno al plesso solare, ma si sentì rapidamente sopraffare da una strana ed innaturale sensazione - una rabbia terribile, un desiderio furioso di rompere qualcosa, di usare la violenza, che le impediva di pensare lucidamente. La monaca cercò di imporsi la disciplina che aveva imparato quando aveva iniziato a praticare le arti marziali... ma anche così, quell'effetto soprannaturale la lasciò barcollante e indebolita.

"Questi zombi ci stanno dando un bel po' di problemi... se qualcuno di voi ha un'idea, adesso sarebbe il momento giusto per metterla in pratica!" esclamò allarmato Jolan. Uno degli zombi cercò di colpirlo, e la guida halfling riuscì appena in tempo ad evitare il grosso del colpo, che gli fece comunque un graffio sul fianco.

"Tch... e va bene, immagino che a questo punto valga la pena di tentare!" esclamò Eli. Pregando tra sè che non ci fosse qualche tipo di trappola magica, Eli allungò il braccio e afferrò quella strana bacchetta quando quest'ultima le ripassò vicino. La mezzelfa si concentrò per un attimo e puntò la bacchetta contro il non-morto che minacciava Jolan... poi fece un rapido movimento con il braccio e scagliò l'incantesimo contenuto nella verga.

Per un attimo, Eli sentì un penetrante odore di ozono, e uno strano formicolio nella mano che teneva la bacchetta. Poi, con un acuto suono crepitante, una scarica elettrica azzurrina scaturì dalla punta della verga e raggiunse lo zombi al collo prima che quest'ultimo potesse tentare un altro attacco contro Jolan. Il morto vivente si irrigidì di colpo quando l'elettricità lo percorse, e un penetrante odore di carne bruciata pervase la stanza mentre le carni marcite friggevano. Lo zombi gorgogliò orrendamente e cadde in ginocchio... all'altezza giusta perchè Jolan, dopo un istante di sorpresa, potesse tradiggergli il collo con i suoi pugnali, tenendone uno in ciascuna mano. L'halfling represse un conato di vomito quando un rivolo di umori nerastri cominciò a sgorgare dal collo del morto vivente, e aprì di colpo le braccia con tutta la forza di cui era capace, staccando la testa dello zombi che andò a schiantarsi sul pavimento.

Questa volta, la progenie del peccato venne messa in allarme. Interruppe il suo attacco e si ritirò, non più convinta delle sue possibilità... e ora, il gruppo aveva abbastanza spazio da muoversi liberamente e ribaltare l'esito della lotta!

"Una bacchetta magica che contiene un incantesimo Stretta Folgorante..." disse tra sè Eli, evidentemente compiaciuta. Quello era un incantesimo che lei non aveva nel suo libro... "Beh, a quanto vedo, ho avuto un colpo di fortuna! Proviamo di nuovo!"

Eli mosse di nuovo la bacchetta e scagliò una scarica elettrica contro uno degli ultimi due zombi, che aveva proseguito imperterrito il suo attacco. Ancora una volta, l'attacco andò a segno, bloccando il morto vivente per un istante e permettendo a Reji di mettere a segno un calcio abbastanza potente da spezzare il collo del mostro e scaraventarlo a terra. Il non-morto continuò ad agitarsi per un po'... finchè la monaca non gli schiacciò la testa sotto uno stivale, mettendolo a tacere per sempre. 

"Grazie, Eli! Quella bacchetta è stata provvidenziale!" esclamò Reji riprendendo fiato. Il morso di quella progenie del peccato l'aveva lasciata senza fiato, e adesso stava cercando di recuperare. Shalelu, ora più libera di muoversi, fece un passo indietro e scagliò due frecce che colpirono l'ultimo zombi alle braccia. Anche se questo colpo non riuscì a danneggiare più di tanto il mostro non-morto, riuscì comunque a fermarlo per un attimo, il tempo sufficiente a Shalelu per sfoderare di nuovo la sua corta spada e sferrare un fendente micidiale che colpì il volto del cadavere ambulante! Il mostro rabbrividì agitando scompostamente le gambe in uno spasmodico tentativo di andare avanti e afferrare l'elfa, che estrasse la sua spada dalla testa semidistrutta e sferrò un calcio che mandò a terra lo zombi. Il morto vivente si agitò ancora per qualche istante, poi tornò alla quiete della morte da cui non avrebbe mai dovuto essere stato strappato.

"Questo... era l'ultimo, direi. Bel colpo, ragazzi." disse Misia con un sospiro. Alzò di scatto lo sguardo e puntò la balestra verso la progenie del peccato... ma il mostro non c'era più. Capendo di aver perso il vantaggio, l'essere artificiale era fuggito, forse sperando di attirare il gruppo verso una trappola nelle profondità delle catacombe. "Tsk... quell'affare ha tagliato la corda."

"Era da solo contro noi sei... non mi stupisce." affermò Eli. "Le progenie del peccato saranno anche stati i soldati d'elite dell'antica Thassilon, ma non sono tanto scriteriati da attaccare quando hanno un simile svantaggio numerico."

"Altrimenti non sarebbero soldati d'elite..." commentò con ironia Jolan. "Okay... abbiamo fatto fuori questi zombi... e quella bacchetta che hai trovato è stata provvidenziale, Eli... ma ora, che facciamo? Forse quella progenie del peccato ha dei compagni, là sotto..."

"Già... e questa battaglia ci ha lasciato già abbastanza esausti..." rispose Shalelu. "Io dico che la cosa migliore da fare è tornare sui nostri passi, avvertire la guardia cittadina di quello che abbiamo trovato... e domani, quando siamo più riposati, torniamo a dare un'occhiata."

Yan avrebbe voluto andare avanti e scoprire cosa si nascondesse in quel posto inquietante... ma si rendeva conto che Shalelu aveva ragione. Tutti loro erano feriti, non troppo gravemente ma abbastanza da rallentarli, e il ragazzo si rendeva conto che se si fossero spinti ancora oltre, c'era la possibilità di finire in una trappola da cui non sarebbero più riusciti ad uscire. Meglio essere prudenti e tornare una volta riprese le forze e recuperati gli incantesimi.

"Va bene..." sussurrò il ragazzo, ripulendo la spada per poi riporla nel fodero e recuperare la sua lancia. "Tra l'altro, avrei bisogno di passare dal fabbro e far affilare un po' la mia spada... vi ricordate da dove siamo passati, vero?"

Jolan strizzò un occhio e fece il segno dell'okay con una mano. "Non sottovalutare il mio senso dell'orientamento, ragazzo mio." affermò. "Non sono diventato la migliore guida del villaggio di Sandpoint per caso. Okay, gente... andiamo, e cerchiamo di non farci scovare."

Shalelu sorrise e disse di sì con la testa. Di tutti i gruppi di avventurieri con cui aveva lavorato, quelli sembravano particolarmente sensati.

 

oooooooooo

 

Tsuto Kaijitsu era rimasto seduto già da un bel po' di tempo su quella scomoda panchina di legno umido, le schiena appoggiata alla parete e le mani incrociate dietro la testa. La cella in cui era stato rinchiuso, in attesa che qualcuno lo portasse a Magnimar per il processo, era scomoda quanto ci si poteva aspettare da quella piccola prigione - uno spazio di non più di tre metri per tre, con una finestra sbarrata troppo piccola perchè vi si potesse passare attraverso, anche se avesse avuto uno strumento con il quale tagliare le sbarre. Non che ne avrebbe avuto la possibilità in ogni caso. La stazione di guardia non era mai lasciata sguarnita. Ogni quattro ore, la guardia di turno veniva sostituita da un'altra, più riposata e più sveglia, e lui non era stato perso d'occhio nemmeno per un attimo. Se non altro, il cibo che servivano era decente...

Tsuto scosse la testa e si alzò, giusto per sgranchirsi un po' la spina dorsale. Ameiko era venuta a visitarlo qualche ora prima, nel tentativo di parlare con lui e cercare di avere delle spiegazioni da lui... ma Tsuto si era rifiutato di rispondere, chiudendosi piuttosto in un cupo silenzio. Per quanto lo riguardava, anche Ameiko lo aveva tradito. Si era dimenticata di quello che lui era stato disposto a fare per aiutarla e per avere la loro vendetta su Sandpoint... se solo avesse potuto immaginarlo, non si sarebbe disturbato a chiedere a Nualia di risparmiarla. Forse sarebbe stata una buona idea fare come aveva suggerito Ripnugget, e attaccare subito Sandpoint con tutte le forze che avevano... così forse sarebbero riusciti ad eliminare quel gruppo di avventurieri grazie ai quali era finito in quella topaia.

Assorto nei suoi pensieri, Tsuto quasi non si accorse di quello che stava accadendo appena fuori dalla prigione. Sentì di sfuggita la guardia di turno che fermava qualcuno e chiedeva di identificarsi...

E un istante dopo, sentì un tonfo sordo e un lamento da parte della guardia, che cadde inerte a terra!

Stupito ed allarmato, il bandito mezzelfo guardò verso la porta d'ingresso... e sentì un rumore di chiavi un attimo prima che la porta si aprisse, e un muscoloso mezzorco entrasse rapidamente nel piccolo edificio! In una mano, aveva il mazzo di chiavi che Tsuto aveva prima visto nelle mani della guardia, e il mezzelfo si chiese cosa stesse accadendo...

Senza esitazioni, il mezzorco raggiunse la cella di Tsuto e la aprì con un penetrante fragore metallico, poi spalancò la porta in modo da permettere a Tsuto di uscire. Per un attimo, il fuorilegge restò a guardare il suo inaspettato liberatore... e notò l'espressione nei suoi occhi vitrei, cosa che riconobbe immediatamente come l'effetto di un incantesimo Charme Persone. E dei suoi complici, in quel momento, ne conosceva una soltanto in grado di usare quel particolare incantesimo...

Detto questo, Tsuto non era certo il tipo da guardare in bocca a caval donato. L'idea di una seconda possibilità di prendersi la sua vendetta su Sandpoint, e di tornare dalla sua Nualia, era per lui irresistibile, e uscì dalla sua cella con passo sicuro. Il mezzorco chiuse la porta, fece cadere le chiavi sul pavimento, e fece cenno a Tsuto di seguirlo, senza dire una parola.

"Un tipo molto loquace, eh?" ironizzò. "Beh, l'importante è essere fuori di qui..."

I due fuggiaschi uscirono rapidamente dalla prigione, e mentre usciva, Tsuto vide la guardia di turno seduta a terra, con la schiena appoggiata al muro. Era chiaramente priva di sensi, e sulla parte destra del viso aveva un grosso livido causato dal pugno del suo salvatore. Sempre senza dire nulla, il mezzorco prese Tsuto per un polso e lo trascinò verso un vicolo stretto, cercando di evitare il più possibile le strade frequentate. Già si cominciava a sentire un po' di confusione: qualcuno dei cittadini si era probabilmente accorto di quel breve momento di disordine vicino alla prigione, e stava affrettandosi in quella direzione per capire cosa stesse accadendo.

Per allora, tuttavia, Tsuto e il suo liberatore erano già abbastanza lontani, nascosti tra i pini della macchia vicina a Sandpoint. Il bandito mezzelfo si sgranchì la schiena, ruotò una spalla per sciogliersi le articolazioni, e guardò negli occhi il mezzorco - giusto per avere la conferma che fosse sotto l'effetto di una sorta di influenza mentale. I suoi occhi erano ancora vitrei, e guardavano verso il nulla - no, non era una sua impressione, quella montagna di muscoli era davvero sotto l'effetto di qualche incantamento.

"Beh... grazie per avermi tirato fuori di lì." disse Tsuto. "Ero disgustato all'idea di aspettare ancora in quella latrina di prigione. Dimmi... è stata Lyrie a mandarti, vero?"

"Questo non posso dirlo." rispose il mezzorco, senza neanche guardare verso Tsuto.

Il mezzelfo storse il naso, ma subito dopo, una ben nota voce femminile intervenne nella conversazione. "Ma te lo posso confermare io, mio caro Tsuto." disse la maga Garundi, facendosi strada tra i rami di alcuni grandi pini accompagnata dal suo gatto bianco. Il bandito tirò un sospiro, immaginando che adesso sarebbe stato in debito con Lyrie. E a Tsuto non piaceva avere debiti... neanche nei confronti di una stalker come quella. "A quanto pare, Nualia non tiene a te abbastanza da mandare qualcuno a liberarti, vero? Io sono qui di mia volontà. E questo mezzorco... beh, adesso non ci serve più." Guardò verso il mezzorco incantato e gli fece cenno di andarsene. "Allora? Te ne vai? I tuoi servigi non sono più richiesti. Smamma. Io e il mio caro Tsuto abbiamo diverse cose da raccontarci."

"Sì, signorina." rispose il mezzorco con un cenno della testa. Fece un inchino educato e si allontanò, tornando verso il centro di Sandpoint e lasciando Tsuto e Lyrie da soli. La maga sospirò e rivolse a Tsuto il suo sorriso più seducente... ma con suo grande scorno, il mezzelfo non le stava prestando attenzione, guardando invece verso il tappeto erboso sotto di loro con espressione cupa.

"Allora, Tsuto, che dici? Hai visto che Nualia non è interessata a te? Per lei sei solo una pedina." disse Lyrie, sicura che ben presto Tsuto avrebbe cambiato idea e avrebbe ricambiato la sua attrazione per lui. "Io mi sono presa la briga di infiltrarmi in questo villaggio da quattro soldi, lanciare un incantesimo a quell'idiota d'un mezzorco e fare in modo che lui ti liberasse. Se fosse stato per Nualia saresti rimasto lì, capisci?"

"Sì... sì, capisco." mormorò Tsuto, con l'aria di uno che non vedeva l'ora di cambiare argomento. "Nualia sa bene che non può permettersi ritardi, okay? Mi ha concesso di tentare di convertire Ameiko perchè voleva farmi un favore, ma sapevo anch'io che... non potevo farla tardare ancora a lungo."

Lyrie corrugò la fronte. Possibile che Tsuto fosse così ciecamente devoto a Nualia? Ci doveva pur essere un modo per farsi notare da lui... e la maga Garundi era convinta che presto sarebbe riuscita finalmente a fare breccia nel suo cuore. Doveva solo insistere su quella strada, e ben presto Tsuto si sarebbe innamorato di lei, e avrebbe dimenticato quell'insulsa aasimar frignona...

"Non... non credi, Tsuto, che la tua fiducia in Nualia sia mal riposta?" chiese Lyrie, stringendo gli occhi. "Sei davvero disposto a farti usare così?"

"Quello che voglio... è che Sandpoint bruci!" esclamò rabbiosamente Tsuto, fissando Lyrie dritto negli occhi con espressione minacciosa. "Nualia me l'ha promesso! Siamo uniti nella nostra sete di vendetta contro Sandpoint! Non abbiamo altra ragione per vivere! Quindi smettila di mettermi contro di lei! Lei mi ha capito meglio di chiunque altro io abbia mai incontrato, in tutta la mia vita! Se non fosse stato per lei... il mio sogno di vendicarmi di Sandpoint sarebbe rimasto tale! Ed ora non perdiamo altro tempo e torniamo a Collecardo. Ti ringrazio per il salvataggio, ma se pensi che questo significhi che ti devo il mio amore, ti sbagli di grosso."         

Lyrie strinse i denti e tremò visibilmente. A quanto pareva, doveva ancora lavorarci un po' su... ma riuscì in qualche modo a tenere a freno il suo carattere irascibile e si disse che era soltanto questione di tempo e di costanza...

 

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Yan non credeva che avrebbe mai provato sollievo alla vista della vetreria abbandonata, mentre lui e i suoi amici, dopo essersi presentati alle guardie, risalivano al piano terra del negozio di proprietà dei Kaijitsu. Non appena gli avventurieri si erano presentati in superficie, ammaccati ed ansimanti, erano subito iniziate le domande, mentre un piccolo plotone di guardie cittadine si affrettava a fare una barricata e mettersi di guardia all'uscita. Il gruppo di amici non perse tempo a ragguagliare i miliziani di Sandpoint su quanto avevano visto là sotto, ponendo particolare enfasi sugli zombi e sulla progenie del peccato.

"State dicendo che c'erano dei morti viventi là sotto... e non lo sapevamo?" esclamò incredula una guardia quando Jolan finì di raccontare. "Maledizione... pensare che delle cose così spaventose si nascondono sotto la nostra città... proprio quando stavamo celebrando il nostro ritorno alla normalità..."

"Che cosa facciamo? Non possiamo ignorare queste minacce." chiese un'altra guardia. "Se volete la mia opinione, dobbiamo far erigere un bel muro di pietra e rinchiudere là dentro tutte quelle mostruosità!"

"Bravo, così magari loro se ne accorgono ed emergono prima." rispose con sarcasmo la prima guardia. "E poi, si tratta di creature soprannaturali. Uno zombi non muore di sete. Se li isoliamo lì e facciamo finta che non esistano, magari questo risolverà il problema sul breve termine... ma cosa succederà se e quando quei mostri riusciranno ad oltrepassare le nostre barriere e a riversarsi in città? E magari saranno anche più forti di adesso."

"E' vero. Questi ragazzi hanno eliminato un bel po' di zombi, a quanto ci dicono..." riferì una terza guardia. "Secondo me, dovremmo accompagnarli quando faranno una seconda spedizione, così possiamo dare loro una mano a ripulire il resto di quel dungeon. Ragazzi, quando pensate di ritornare lì?"

"Il prima possibile." rispose Misia. "Anche domani, se ne abbiamo la possibilità. Il tempo di recuperare le forze, comprare un po' di equipaggiamento in più, e prepararci ad affrontare quei mostri."

"Quelle.. progenie del peccato, o come si chiamano... sono avversari temibili. Da non sottovalutare assolutamente." fu il commento di Reji. "Ne abbiamo vista una sola... ma forse ce ne sono altre andando più in profondità."

Yan strinse i denti in un'espressione imbarazzata. "Dopo tutti i problemi che abbiamo avuto, non amo l'idea di andare ancora più in profondità in quel dungeon. Ma immagino che non si potrà farne a meno. Stavolta saremo più preparati, e speriamo che ci vada bene."

"Faremo in modo di non farci prendere alla sprovvista." affermò Shalelu. "Prima di tutto, direi che..."

"Signori! Signori!" si sentirono chiamare all'improvviso. Un'altra guardia arrivò di colpo dal centro della città, cogliendo di sorpresa tutti gli altri - aveva un occhio nero, ed era evidentemente agitata e quasi in panico. "Signori, meno male che ci siete! E'... è un disastro! Non so più cosa fare! E' scappato! Sono venuti a liberarlo!"

"Cosa?" chiese Eli, cercando di prendere in mano la situazione, mentre il resto del gruppo si scambiava sguardi esterrefatti. "Che... che stai dicendo? Soldato, stai dicendo che qualcuno ha fatto evadere Tsuto?"

La guardia disse rapidamente di sì. "Purtroppo... è così! Sono stato aggredito e messo ko... e quando... quando mi sono svegliato, la cella di Tsuto era vuota! Qualcuno lo ha fatto evadere!"

"Oh, merda..." sussurrò Yan, battendosi una mano sulla fronte. "Di bene in meglio..."      

        

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CONTINUA...    

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** Erylium passa al contrattacco ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

Risposte alle recensioni!

Farkas - In effetti, morire per mano di un vargouille non è una delle morti più dignitose che può fare un avventuriero, anche se su Golarion c'è effettivamente di peggio.

Sandpoint è in effetti una cittadina abbastanza tranquilla e tollerante. Non per niente Orik l'ha trovata gradevole. Detto questo, ha ancora qualche segreto da svelare.

E grazie anche per la correzione!

Tsuto... è più o meno consapevole di dove si trova con Nualia, e che non è proprio ricambiato al cento per cento. Nualia, da parte sua, non è proprio indifferente a lui, visto che aveva comunque intenzione di recuperarlo - però in effetti non era la sua priorità.

Grazie ancora, e spero che questo capitolo ti piacerà! 

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE

Capitolo 12 - Erylium passa al contrattacco

 

Alla notizia che Tsuto era evaso di prigione, tutti i membri del gruppetto di avventurieri, Shalelu compresa, si erano affrettati verso l'edificio in questione, dove si era già raccolta una piccola folla, per lo più umani o mezzelfi. All'esterno non c'erano molti segni di lotta - stando a quello che aveva raccontato la guardia, l'assalitore era semplicemente apparso di fronte a lui e lo aveva steso con un pugno, cogliendolo del tutto di sorpresa. In effetti, non c'erano molte tracce dell'evasione neanche all'interno della prigione. Un mazzo di chiavi gettato a terra, un po' di oggetti spostati nella fretta, e soprattutto, la cella vuota.

"Che diamine è successo qui? Chi è stato ad attaccarla e a far evadere Tsuto?" chiese Eli, dando una prima occhiata alla scena, accompagnata da un paio di guardie che si erano subito messe a cercare tracce ed indizi.      

Il guardiano si massaggiò la mascella inferiore ancora indolenzita. "Un... un mezzorco. Credo di averlo già visto durante il Festival della Coda di Rondine." rispose. "Era uno degli intrattenitori, se non ricordo male. Un tipo alto, muscoloso... con la mascella squadrata e con dei vestiti colorati. Non credo ce ne siano molti, da queste parti..."

"Quello che importa, in questo momento, è cercare di seguire le tracce di Tsuto." affermò Jolan. La guida halfling stava cercando di fronte all'ingresso dell'edificio, ed era in effetti riuscito a vedere delle impronte fangose, per quanto sbiadite, che si dirigevano verso la periferia di Sandpoint. "Lui e il suo liberatore devono essersi allontanati verso i boschi, è quello che farei io se dovessi evadere da una prigione. Da lì... posso solo sospettare che Tsuto si sia diretto a Collecardo per riunirsi con Nualia e il resto della sua banda."

Eli lanciò un semplice incantesimo, e riuscì a percepire qualche traccia di potere magico che era rimasta nell'aria. "Hmm... detto questo, ho l'impressione che il nostro mezzorco fosse sotto l'effetto di qualche incantesimo. Percepisco ancora qualche rimasuglio di energia magica che si è portato dietro." commentò. "Quindi è probabile che abbia avuto dei complici."

"Pensate che qualcuno della banda di Tsuto abbia lanciato un incantesimo al nostro uomo... voglio dire, mezzorco... per facilitargli il compito?" chiese una guardia. "Avrebbe senso, se non voglio esporsi troppo. Ma non possiamo dirlo con certezza finchè non avremo abbastanza prove. Questi che ha trovato, signorina Eli, sono solo indizi circostanziali. Senza nulla togliere alla sua competenza."

"Lo so, per adesso posso solo supporre." rispose la mezzelfa con gli occhiali. "Non credo che troveremo molto di più da queste parti, in ogni caso."

"Forse è meglio andare a cercare il mezzorco che ha liberato Tsuto ed interrogarlo." rispose un'altra guardia. "Per il resto... com'è la situazione, alla vetreria? Ho sentito dire che avete trovato un bel casino là sotto."

"Non ne avete idea... mi stupisco che cose simili siano rimaste sepolte sotto Sandpoint per tutto questo tempo, se devo essere sincero!" affermò Jolan con un sospiro. Anche se aveva ricevuto degli incantesimi curativi da Padre Zantus e le sue ferite si erano per gran parte rimarginate, sentiva ancora un po' di dolori alle ossa. "C'erano un sacco di zombi... e anche una testa alata! Oh, e anche qualche progenie del peccato, tanto per gradire."

La guardia più vicina sbattè gli occhi stupita. "Una... testa alata?"

"Meglio che vi spieghi più avanti, al momento sarebbe un po' troppo lunga..." fu la risposta di Eli. "Piuttosto, andiamo a vedere cosa fare per tenere sotto controllo quelle cose nei sotterranei della vetreria."

L'halfling annuì rapidamente, un po' preoccupato all'idea di dover gestire due problemi allo stesso tempo...

 

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"Ma la cosa secondo me più pericolosa... è stata quella 'progenie del peccato', o comunque si chiamino quei mostri." stava dicendo Yan ad un gruppo di guardie cittadine. Il ragazzo era seduto su una panchina, la sua armatura e le sue armi appoggiate lì vicino, mentre un giovane del luogo si preoccupava di lavare e bendare una ferita sul suo braccio, dove il mostro aveva colpito con le sue fauci. "Questo morso me l'ha fatto lui... e quando mi ha colpito, ho provato... a parte il dolore... una rabbia indescrivibile. Per un attimo, non ho capito più niente e ho cominciato a menare colpi a caso. Credo sia stato un effetto del morso di quella cosa, perchè a Reji è successa la stessa cosa."

"Maledizione, chi poteva immaginare che nei sotterranei di Sandpoint si nascondesse qualcosa di simile?" si chiese uno dei miliziani, intimorito all'idea. "Quindi... da un minuto all'altro potrebbero saltare fuori altri di quei mostri e riversarsi sulla nostra città... Come possiamo fare?"

"Non appena ci saremo riposati, e Misia ed Eli avranno recuperato i loro incantesimi, torneremo lì e finiremo il lavoro." affermò Reji massaggiandosi una spalla. "Non abbiamo esplorato tutto il dungeon, e potrebbero esserci altre sorprese là sotto."

"Non senza un po' di aiuto, ragazzi." La voce di un uomo maturo, nella quale si sentivano già le avvisaglie della vecchiaia, si inserì nella conversazione. "Ho sentito dire che avete trovato un bel po' di reperti riconducibili all'era di Thassilon, giusto?"

A parlare era stato un vecchietto dall'aria vispa, che indossava degli ampi abiti di stoffa di chiaro stampo varisiano, con una giacchetta a righe verticali azzurre e grigie e un paio di ampi pantaloni grigi. I suoi folti baffi bianchi e la corta barbetta a punta gli davano un'aria da maestro, come anche la testa calva tranne che per due radi cespugli bianchi sulle tempie, e i piccoli occhiali da vista che teneva ben fissati sul naso. In una mano, teneva aperto un grosso libro con la copertina rossa, e lo seguiva un gatto rosso tigrato che si sfregava pigramente sulle sue gambe.

"Ah... signor Quink, piacere di vederla..." disse una delle guardie. Dal tono della sua voce, Yan si rese presto conto che il soldato non era esattamente contento di vedere il vecchio studioso, ma cercava comunque di non darlo troppo a vedere. "Ragazzi... il professor Brodert Quink, esperto di storia di Varisia e di ingegneria."

"Già. Non per vantarmi, ma ho passato quasi vent'anni della mia vita a studiare assieme ai migliori genieri nani a Janderhoff. E ho anche lavorato a Magnimar come catalogatore dell'Archivio dei Fondatori, quindi so quello che dico!" rispose il vecchietto con un tono affettatamente severo. Reji ebbe l'impressione del tipo di persona che cerca a tutti i costi di farsi prendere sul serio. "Allora, avete trovato dei reperti dell'era dei Signori delle Rune, vero?"

"Dritto al punto..." disse tra sè Yan prima di dare una risposta. "Beh... la nostra compagna Eli, che tra l'altro viene da Magnimar anche lei, ritiene di sì, che molti dei reperti che abbiamo trovato da quelle parti fossero Thassiloniani. C'era anche qualche oggetto magico ancora funzionante. Ma credo che Eli potrà darle maggiori informazioni."

"Detto questo, non abbiamo trovato solo reperti ed oggetti magici." continuò Reji. La giovane monaca mosse il braccio ormai guarito e provò un paio di pugni a vuoto, per verificare che fosse tutto a posto. "Ci siamo scontrati con alcune progenie del peccato. Immagino che un esperto di storia di Thassilon sappia di cosa stiamo parlando..."

Brodert strinse gli occhi dietro le lenti dei suoi occhialini da vista. "Progenie del peccato? Di che tipo erano? Ce ne sono almeno sette tipi diversi. E non avete visto da dove sono state create? Se non riusciamo a trovare e a neutralizzare il pozzo delle rune minore da cui provengono, potremmo trovarcene davanti una quantità soverchiante."

"Pozzo delle rune minore? E cosa sarebbe?" chiese Yan stupefatto. "Le progenie del peccato... vengono create con quelle cose?"

Con malcelato orgoglio, Brodert cominciò a dare le spiegazioni dovute. "Nessuna creatura di questo mondo potrebbe nascere con l'abilità, l'astuzia maligna e gli istinti di combattente che hanno quei mostri." spiegò. "Le progenie del peccato sono il prodotto corrotto di potenti magie ora perdute, usate dagli antichi Signori delle Rune per creare le truppe d’assalto per le loro armate. Come dice il nome stesso, queste creature sono la personificazione di un peccato, abomini senzienti di ectoplasma distillato marchiati con l’immagine dell’anima delle persone che prediligevano un particolare peccato."

"Ehm... non sono sicuro di aver capito al cento per cento cosa voglia dire, ma comprendo che queste cose sono il frutto di magie proibite." rispose Yan. "E questi... pozzi delle rune di cui parlate creano le progenie del peccato. Quindi... questo vuol dire che probabilmente ce n'è uno, nel dungeon che abbiamo esplorato."

"Questo sì che è un problema. Abbiamo avuto a che fare con una di quelle progenie del peccato, e ce la siamo cavata con difficoltà... non credo che potremmo gestire tre o quattro, figuriamoci di più." rispose Reji con evidente ansia. Tuttavia, la ragazza ripensò alle modalità di creazione delle progenie del peccato, e le venne da fare una domanda. "Professor Quink... che lei sappia, esiste un modo per distruggere un pozzo delle rune, o comunque impedire che funzioni?"

Il vecchietto sembrò pensarci un po' su. "Hm. Se non altro, mi fa piacere che siate disposti ad affidarvi alla mia esperienza per affrontare questa emergenza." affermò, non senza un po' di spocchia. Notò Misia che si avvicinava, tenendo tra le mani alcuni flaconi di acqua benedetta, giusto in caso ci fosse qualche altro zombi rimasto nelle catacombe. La femmina di gnomo cercava di tenere tutti i flaconi in equilibrio, ma stava avendo un po' di difficoltà: i suoi poteri da oracolo si manifestavano di tanto in tanto, e minacciavano di farle cadere le boccette dalle mani. "Comunque, come stavo dicendo... so abbastanza anche dei pozzi delle rune minori, e posso dire che l'unico modo conosciuto per disattivarli consiste nell'usarli per creare il limite massimo di progenie del peccato che possono generare. A parte questo, l'unico consiglio che posso suggerire è di sigillare la stanza dove si trova il pozzo delle rune, in modo che non possa più essere risvegliato."

"Più facile a dirsi che... ops! A farsi..." esclamò Misia. Per un pelo riuscì ad evitare che una delle boccette di acqua santa si schiantasse al suolo. "Uff... detto questo... ci siamo fatti un'idea di come è fatto quel dungeon. Non dovrebbero esserci molte più stanze... almeno spero..."

"A questo proposito, professor Quink, avrei una domanda da farle..." proseguì Yan. "Lei... saprebbe dirci qualcosa su un simbolo che abbiamo visto in quei sotterranei? Una specie di stella a sette punte..."

Il giovane spadaccino potè giurare che gli occhi del professore si erano letteralmente illuminati a quella domanda. "Una stella a sette punte? Voi... voi state parlando del Sihedron, un congegno magico di incredibile potenza che il Primo Re Xin creò millenni fa!" rispose, la voce che quasi tremava per l'entusiasmo. Si ricordò di assumere un po' di contegno, e si schiarì la voce per nascondere il suo imbarazzo. "Ehm... chiedo scusa, immagino che l'abbiate semplicemente visto inciso sui muri di quei sotterranei... ad ogni modo, il Sihedron, o Stella Infranta, è un artefatto magico di incredibile potere creato dall'Arcimago Xin, il fondatore stesso dell'antica Thassilon. È diviso in sette frammenti, ciascuno costituito da un diverso metallo celeste. Se questi frammenti venissero riuniti, sarebbe possibile scoprire le sue abilità complete. Ogni frammento, tuttavia, porta una maledizione relativa al suo peccato associato."

"Metallo celeste?" chiese Reji. "Cosa sono i metalli celesti?"

"Sono metalli molto rari e preziosi, non originari di Golarion ma provenienti da altri pianeti o da stelle." spiegò Misia con orgoglio. "Detto questo... se il Sihedron era rappresentato sulle pareti di quel dungeon, significa che doveva avere una certa importanza, o sbaglio?"

"E' probabile che sia così, mia giovane amica." rispose tranquillamente Quink, aggiustandosi gli occhiali. "Se fosse possibile andare a dare un'occhiata, forse potrei rendermi conto di persona di cosa si tratta..."

"Forse è meglio aspettare che il dungeon sia stato ripulito..." Yan volle precisare. Quel vispo vecchietto gli dava l'impressione di essere capace di entrare nelle catacombe da solo pur di soddisfare la sua curiosità. "C'è sicuramente almeno una di quelle progenie, là sotto... e magari c'è anche un pozzo delle rune minore."

"E con esso, qualcuno che ha creato le progenie. E può essere che le stia ancora creando." osservò Quink, facendosi preoccupato...

 

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Erylium svolazzò nervosamente sopra la pozza ribollente di acqua arancione e usò un piccolo pugnale ricurvo per farsi un taglio sul dorso della mano opposta, poi fece cadere alcune gocce di sangue nero simile a bitume nel pozzo magico. Come ormai era abituato a vedere, le acque presero ad agitarsi con maggiore foga, e da esse emerse un ammasso semi-formato di protoplasma immondo che si issò sul terreno solido e cominciò a contorcersi orribilmente mentre prendeva forma. La materia informe che lo componeva si solidificò, formando muscoli terrificanti e vasi sanguigni robusti come gomene, e cinque appendici si allungarono in modo da formare braccia, gambe e un'orrida testa oblunga...

"Quindi... state dicendo che ormai non manca molto tempo prima che quegli avventurieri e gli abitanti di Sandpoint arrivino e ci attacchino." affermò la creaturina alata. Guardò con indifferenza la sua ferita che si richiudeva nel giro di una manciata di secondi, e rivolse la sua attenzione alle due progenie del peccato già formate che attendevano a pochi metri da lui, inginocchiate sul pavimento di questa sorta di cattedrale sacrilega. I due mostri sembravano a loro volta indifferenti alla terza progenie che ormai si era quasi formata del tutto, e restarono inchinati per qualche istante in segno di sottomissione.

"Sì, grande Erylium." rispose una delle due progenie, e la sua voce raschiante riecheggiò sinistramente nella stanza. "Che cosa possiamo fare? Gli avventurieri e le guardie cittadine di Sandpoint ci daranno senz'altro la caccia. E i nostri zombi sono stati distrutti, dal primo all'ultimo. Se restiamo qui, potremo eliminare qualcuno di quegli umani, ma alla fine verremo sopraffatti dalla loro superiorità numerica."

Erylium ci pensò su per un attimo. Non era certo preoccupato per i soldati semplici, visto che sapeva di poterli affrontare senza troppi problemi... ma quegli avventurieri erano tutt'altro discorso, in particolare l'elfa. Per quanto lo riguardava, tuttavia, la cosa più importante era sopravvivere e magari raggiungere Collecardo. La sua signora poteva avere bisogno di una mano nel tenere sotto controllo Nualia ed evitare che avesse dei ripensamenti. Erylium non poteva dire di conoscere i dettagli, ma una persona proveniente dal passato di Nualia era ricomparsa all'improvviso, e la grande Lamashtu voleva assicurarsi che questo non compromettesse la fedeltà della loro pedina.

Finchè Erylium fosse riuscito a raggiungere Collecardo, ogni altra perdita sarebbe stata accettabile. E a questo proposito...

"Koruvus." gracchiò il demonietto.

Un istante dopo, l'orrenda forma di Koruvus si trascinò verso il suo padrone, emettendo una serie di versi e grugniti inarticolati. Il suo corpo deforme vacillò per un istante quando la creatura si fermò vicino ad Erylium, che annuì con gioia maligna e diede le dovute istruzioni ai suoi schiavi - compresa la progenie del peccato che si era appena formata e che ora attendeva assieme alle altre due.

"Quello che dobbiamo fare adesso è cercare di fuggire da qui e raggiungere Nualia e il resto della banda a Collecardo." Erylium illustrò il suo piano. "E per fare questo, dobbiamo andarcene adesso. Fuggiremo dalle catacombe approfittando del fatto che quegli sciocchi mortali non si sono ancora organizzati. E magari ci porteremo dietro anche qualcuno di loro da sacrificare alla grande Lamashtu. Ma l'importante è raggiungere Collecardo e ricongiungerci con Nualia. Con il nostro supporto, le sarà più facile risvegliare Malfeshnekor. Ed è questo quello che conta, alla fine."

Koruvus emise una serie di grugniti di eccitazione e trascinò una lama sul terreno, provocando un inquietante suono metallico. Per Erylium, era tutta la conferma di cui aveva bisogno - il suo fedele ed orrido servitore era smanioso di tornare in superficie, sfogare la sua furia sugli umani ed ingozzarsi delle loro tenere carni. In altre parole, sarebbe stato ottimo come distrazione. Le progenie del peccato avrebbero fatto anche loro la loro parte, per quanto Erylium ammettesse che almeno loro erano più utili grazie alla loro maggiore intelligenza. Ma, in fin dei conti, l'obiettivo era che lui sopravvivesse, e se qualcuno dei suoi servitori fosse a sua volta riuscito a fuggire con lui, sarebbe stato un bonus.

"Siamo pronti a muoverci, padrone!" ringhiò la progenie più recente. "Per quanto riguarda il pozzo delle rune?"

"Lasciamo perdere. Se l'attacco di Nualia a Sandpoint riesce, tanto meglio, lo recupereremo. Altrimenti, ce ne saranno altri." rispose Erylium. "Adesso, prendere tutto quello di cui avete bisogno, e preparatevi a fare irruzione a Sandpoint. Combattete per fuggire, in ogni caso. Dobbiamo approfittare della sorpresa e andarcene prima che la gente di Sandpoint possa organizzarsi."

"Certamente." esclamarono i tre mostri artificiali, con la stessa convinzione. Forse sospeettavano che Erylium volesse soltanto usarli come distrazione per salvarsi la pelle, ma le progenie del peccato erano fatte così - non erano in grado di opporsi ad un ordine di un loro superiore, e neanche di metterlo in dubbio. Si sarebbero gettati nelle fauci della morte senza alcuna remora.

Soddisfatto, Erylium svolazzò silenziosamente verso l'uscita della cattedrale oscura e fece cenno ai suoi quattro scagnozzi di seguirlo...

 

oooooooooo

 

"Allora, ragazzi? Hanno trovato qualcosa?" chiese Yan, raggiungendo Eli e Jolan vicino alla prigione di Sandpoint. C'era ancora un notevole viavai di persone, e poco lontano, uno dei miliziani stava interrogando Kodon, il massiccio mezzorco che si era reso "responsabile" dell'evasione di Tsuto. Il ragazzo si accorse della sua presenza, e dopo un attimo di riflessione, riconobbe il possente mezzorco con il quale si era misurato nel tiro alla fune il giorno del Festival della Coda di Rondine. "Hey, un momento... quello non è per caso..."

"Ma sì, è Kodon. Quel mezzorco che hai battuto al tiro alla fune!" rispose prontamente Reji. I ricordi di quella giornata erano ancora molto chiari - in fondo, era stato allora che si era scatenato tutto quel caos. "Come mai l'hanno portato qui e lo stanno interrogando?"

"Non lo so, non ho seguito... ma immagino che sia lui il mezzorco che ha fatto evadere Tsuto Kaijitsu." rispose Eli con un sospiro. "Però non sembra che sia stata una sua idea. Le guardie ritengono che qualcuno gli abbia fatto un incantesimo di influenza mentale per convincerlo a far fuggire il prigioniero. In effetti, prima di oggi, Kodon è sempre stato un cittadino onesto e rispettoso della legge."

Misia storse il naso. Se era vero, era stata un'evasione ben architettata. Probabilmente il vero colpevole non aveva dovuto nemmeno mettere piede in città. "E... Shalelu dov'è andata? Sta anche lei cercando tracce?"

Eli annuì rapidamente. "Certo. L'ho sentita dire che le tracce di Tsuto e di Kodon portano fuori città. Ma per maggiori dettagli, dobbiamo aspettare che ritorni."   

"Se permettete, vorrei anch'io sentire cos'ha da dire Kodon." disse Yan. Fece un cenno ai suoi compagni e ricevette da ognuno di loro un cenno di assenso, poi si avvicinò prudentemente al mezzorco e alla guardia che lo stava interrogando. Con suo grande sollievo, l'atmosfera era abbastanza distesa, e il soldato non stava cercando di estorcere confessioni o altro.

"Quindi, dici che questa donna ti è venuta incontro e ti ha chiesto un favore?" stava chiedendo in quel momento. Il mezzorco disse di sì con la testa e grugnì per la frustrazione, forse chiedendosi come poteva essere stato così sventato da farsi ingannare a un trucco così banale.

"Già... mi ha chiesto se volevo fare una cosa per lei... e da qui in poi diventa tutto confuso. Ricordo vagamente di essermi avvicinato alla prigione... poi ricordo che avevo in mano le chiavi e la porta della cella di quel mezzelfo era aperta... ma da lì, fino a quando mi sono ritrovato da solo alle porte della nostra città, non ho nessun ricordo preciso." affermò Kodon. "Mi dispiace non potervi essere più d'aiuto."

La guardia si mise una mano sul mento e annuì. in effetti, anche se quella storia avrebbe comunque dovuto essere verificata, dava tutta l'impressione di essere stato frutto di un incantesimo Charme Persone o simili. "Comunque, riusciresti a farmi una descrizione della donna di cui parli?"

"Sì, lei la ricordo abbastanza bene." rispose Kodon. "Era una donna dalla pelle molto scura, vestita di bianco... con un cappuccio sulla testa, ma sono riuscito a vedere che aveva i capelli neri, legati in delle treccine. E... no, non indossava armature o cose del genere. Però ho visto che aveva con sè un gatto bianco."

Il soldato ci pensò su per un istante. Non ricordava che a Sandpoint vivessero persone di etnia Garundi, come questa donna misteriosa sembrava essere, ma tanto valeva fare un controllo...

 

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Lo spettacolo che accolse Padre Zantus non appena arrivato nella piazza dava un'impressione di tensione - anche se  la gente di Sandpoint aveva mantenuto la calma, si percepiva che avevano paura. L'evasione di Tsuto aveva loro fatto capire che non erano più al sicuro, nemmeno nella loro comunità. In quel momento, la cosa migliore che lui potesse fare come capo spirituale di Sandpoint era cercare di tranquillizzarli ed impedire che si lasciassero prendere dallo sconforto. In breve tempo, il sacerdote di Desna individuò il gruppo di Yan, ancora impegnato a fare domande alle guardie e a tutti coloro che avrebbero potuto essere dei testimoni. In particolare, il giovane spadaccino stava in quel momento parlando con Kodon - e il forzuto mezzorco, avendo riconosciuto il giovane che lo aveva battuto nella gara del Festival.

"Vedo che vi state dando da fare, ragazzo. Mi dispiace di quello che è successo." stava dicendo Kodon in quel momento. "D'altronde... porca miseria, chi si poteva immaginare che sotto Sandpoint esistesse una cosa simile? Che diavolo sta succedendo da queste parti?"

"Non lo so, amico, ma temiamo che sia tutto in qualche modo collegato." ribattè Yan, massaggiandosi un punto in cui era ferito. "Tra la strage alla vetreria, l'attacco dei goblin, e adesso questo posto orribile... posso dirti per certo che qualcuno ce l'ha con Sandpoint, e non si tratta solamente di goblin." Decise che non era il caso di menzionare il suo passato con Nualia: avrebbe potuto creare degli equivoci di cui non c'era davvero bisogno. "Per il resto... sono convinto che tu abbia detto la verità. Quella donna di cui parli ti ha usato per liberare il mezzelfo."

"Allora è proprio vero... avevo sentito dire che Tsuto era evaso, ma speravo che fosse solo un falso allarme..." disse una figura abbastanza ben conosciuta, arrivando a passo spedito. I lineamenti tipici dell'etnia Tian, e i capelli di due colori, con quel ciuffo bianco sulla fronte, rendevano impossibile scambiarla per qualcun altro. E l'ansia che era visibile sul suo volto era più che comprensibile, a quel punto.

"Ameiko!" Reji riconobbe la locandiera, che si fermò accanto a loro e cercò come poteva di rimettersi a posto i capelli. Sembrava essere in buono stato, anche se non si era ancora ripresa del tutto dall'esperienza terribile che aveva vissuto. "Ci... ci dispiace, qualcuno ha fatto evadere Tsuto, e adesso stanno cercando di seguire ogni pista possano essersi lasciati dietro."

"Una donna che non conosco mi ha lanciato un incantesimo... e poi mi ha ordinato di liberare tuo fratello." spiegò Kodon. "Mi dispiace. Anche se non l'ho fatto di mia volontà, posso capire che tu adesso ti senta impaurita..."

"Non ti preoccupare... se è per la mia sicurezza, non mi faccio più cogliere alla sprovvista da Tsuto." rispose Ameiko, sperando di non mostrare troppo le proprie emozioni. Era partita con la sincera intenzione di ricostruire i ponti con Tsuto, e il suo voltafaccia le faceva ancora male. "Quando ho sentito dire che era evaso, ho pensato di venire e collaborare quanto più possibile. Speravo di potervi essere utile in qualche modo."

Misia fece un sorriso rassicurante. "Grazie, Ameiko, ma non c'è bisogno che tu ti faccia questi problemi. Pensa piuttosto a restare al sicuro. Ora che Tsuto si è liberato, credo che tu e noi siamo in cima alla sua lista nera. Non mi sorprenderebbe se volesse vendicarsi."

"Allora cercherò di starci attento anch'io." intervenne Kodon. "Non sarò un avventuriero come voi, ma posso comunque rompergli un po' di ossa se quello Tsuto cerca di fare qualche colpo di testa."

Ameiko riuscì a ridacchiare nervosamente e si grattò una guancia. "Ehm... apprezzo l'offerta, Kodon, ma preferirei che mio fratello fosse tutto d'un pezzo quando apparirà davanti ad un tribunale di Magnimar..."

"Non ci vorrà molto, in ogni caso." affermò Shalelu, arrivando in quel momento. L'elfa arciera stava tornando in quel momento dalla sua esplorazione, e dalla sua espressione decisa e sicura di sè, Yan intuì che doveva aver trovato qualcosa di interessante. "Le tracce di Tsuto e dell'altra persona che era con lui si dirigono a Collecardo, dove sappiamo per certo che si sono riunite le tribù di goblin della regione. E' lì che Nualia ha la sua base operativa."

"Ancora non sappiamo granchè sulla persona che ha aiutato l'evasione di Tsuto. Non c'è nessun abitante di Sandpoint di etnia Garundi." continuò Jolan. "Ma non importa. Una volta che avremo raggiunto Collecardo, avremo la possibilità di scoprire tutto ciò di cui abbiamo bisogno su di lei."

"Allora cercheremo di metterci sulle loro tracce il prima possibile." disse Reji. "Ma prima di tutto..."

"ALLARME! ALLARME!" Un grido interruppe la giovane monaca e attirò l'attenzione di tutti coloro che erano riuniti nella piazzetta. Un membro della milizia cittadina, un giovane dall'aria inesperta che non poteva avere più di vent'anni, arrivò a rotta di collo... proprio dalla direzione nella quale si trovava la vetreria! Si fermò accanto ad Ameiko, che gli mise le mani sulle spalle per calmarlo mentre riprendeva fiato.

"Che... che succede? C'è... qualche problema lì alla vetreria?" chiese la locandiera. I cinque avventurieri e Shalelu si erano immediatamente riattivati, e in breve tempo si erano riuniti lì attorno, pronti ad intervenire in caso di bisogno.

La giovane guardia si tolse l'elmetto per prendere meglio fiato. "C'è... c'è bisogno... di aiuto... un gruppo... un gruppo di mostri... è uscito dai sotterranei... della vetreria! Stiamo... stiamo cercando di tenerli a bada! Abbiamo... abbiamo bisogno del vostro aiuto! Ci... ci sono... tre mostri con una bocca orrenda... e poi c'è un goblin! Un goblin spaventoso! Mai visto un goblin più orrido in vita mia! Li... li abbiamo costretti a rientrare nella vetreria, ma non so quanto riusciremo a tenerli a bada!"

"Che cosa? Tre... tre progenie del peccato?" esclamò Yan, per nulla entusiasta di affrontare di nuovo quei mostri inquietanti. "E un goblin mostruoso...? Presto, ragazzi, raggiungiamo la vetreria! Non possiamo permettere che raggiungano il centro abitato!"

"Siamo già pronti!" esclamò Eli, aggiustandosi gli occhiali e imbracciando il suo bastone.

Ameiko corrugò la fronte e mise mano ad un pugnale che teneva rinfoderato al proprio fianco. "Vengo a darvi una mano. E' il minimo che io possa fare per sdebitarmi!"

"Vengo anch'io!" esclamò Kodon. "Cercherò di rimediare almeno in parte a quello che ho fatto."

"Ameiko, non sei obbligata a farlo." rispose Shalelu, una mano appoggiata sulla spalla della sua amica. "Potrebbe essere troppo per te."

La locandiera cercò di rassicurare la sua amica. "Mi rendo conto che non è uno scherzo. Ma visto che posso fare qualcosa, allora vorrei almeno cercare di facilitarvi le cose. E poi, anch'io devo fare la mia parte per proteggere la vetreria. State tranquilli, non vi sarò d'intralcio."

"Se è così, va bene, ma stai attenta." si raccomandò Jolan. "Presto, amici, alla vetreria!"                  

        

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"Avvicinati a me! Impediscigli di uscire!"

All'ingresso della vetreria dei Kaijitsu, due miliziani armati di lance stavano cercando di trattenere uno di quegli orrendi umanoidi, che ringhiò in preda alla frustrazione quando una punta di lancia gli scalfì il braccio sinistro. Le guardie di Sandpoint, rendendosi conto che non avrebbero potuto competere in uno scontro singolo con una progenie del peccato dopo che queste ultime avevano lasciato cinque dei loro compagni feriti a terra, avevano deciso di tenere intrappolati quegli esseri artificiali, costringendoli all'interno della vetreria dove almeno potevano essere controllati. Era una situazione di stallo. Le creature non si azzardavano ad uscire, sapendo che fuori dalla porta principale le attendeva una selva di lance... ma allo stesso tempo, i miliziani non volevano enrare di nuovo là dentro ed essere fatti a pezzi in quegli spazi ristretti.

All'interno della vetreria, mentre due dei suoi "colleghi" cercavano, ancora senza successo, di forzare l'uscita, il terzo dei mostri artificiali indietreggiò e guardò verso il suo padrone e la sua "guardia del corpo".

"Grande Erylium. siamo bloccati. Gli umani hanno messo guardie alle porte e alle finestre per impedirci di uscire." ringhiò. "Cosa facciamo?"

La creaturina alata uscì dal corridoio dietro il suo scagnozzo con un battito di ali. Alto non più di mezzo metro, Erylium era un mostriciattolo di forma umanoide dalla pelle verde e squamosa, con un paio di sdrucite ali da pipistrello che fuoriuscivano dalla schiena, e braccia e gambe relativamente muscolose, con mani e piedi artigliati. Un paio di corna ricurve fuoriuscivano dalle sue tempie, e il volto era quello di una sorta di bestia carnivora, con una bocca piena di dentini aguzzi che tagliava quasi la testa in due. Indossava degli abiti di stoffa bluastra ormai malconci e consumati, e in una mano brandiva un piccolo pugnale ricurvo dalla lama crudelmente dentellata. I suoi occhi grigi senza pupille si strinsero, mentre cercava di pensare ad un modo di rompere l'accerchiamento.

"Se è la guerra che vogliono, l'avranno." decise infine. "Koruvus!"

La creatura deforme uscì a sua volta dall'oscurità, e dalla sua gola provenne un profondo ringhio che esprimeva il desiderio del mostro di spargere sangue. Si trattava di un goblin, ma era completamente diverso da qualsiasi altro goblin un abitante di Sandpoint avrebbe probabilmente mai visto in vita sua: alto quasi un metro e mezzo, ben più di qualsiasi normale goblin, il suo corpo era rigonfio, butterato ed orribilmente deforme, con una testa esageratamente grande e la bocca era congelata in un ampio, innaturale sorriso che sembrava in procinto di lacerare la pelle delle guance, mentre dalle gengive esposte colavano gocce di bava mista a sangue. Il busto era contorto in maniera apparentemente impossibile per un umanoide, come se la spina dorsale si fosse avvitata su sè stessa, e un terzo braccio spuntava tra le scapole del mutante, tenendo nella mano un'ascia scheggiata e parzialmente arrugginita. Nelle altre due mani, brandiva uno spadino la cui lama emetteva una brillante luce rossa, come se fosse stato appena tolto dalla fucina del fabbro; e un pugnale d'argento la cui elsa era decorata con la rappresentazione di un teschio.

Il goblin mutante sibilò orrendamente, e fece dondolare la testa da una parte e dall'altra, poi emise altri grugniti e si mise in attesa di ordini. "Tocca a te. Fai irruzione tra quei mortali. Scatenati quanto vuoi. Uccidine il più possibile. Tutto il tempo che puoi guadagnare è bene accetto." ordinò Erylium.

"IIIIIIIIIIIIIIIH!" Koruvus emise uno strillo penetrante ed isterico, estatico all'idea di poter finalmente sfogare la sua sete di sangue sui mortali. Le progenie si scostarono, e il goblin mutante si lanciò alla carica con foga irrefrenabile, ululando e farfugliando! Alla vista di Koruvus, i soldati di Sandpoint ebbero un attimo di paura, più che sufficiente al mostro per scansare le loro lance e sferrare un fendente con la sua spada. L'asta si spezzò con terrificante facilità, e il soldato che la teneva tra le mani inciampò e finì a terra. Koruvus si lanciò su di lui e sferrò un fendente con il suo terzo braccio... e il malcapitato soldato crollò a terra con la gola tagliata.

"Attenti! Fatelo fuori... AAAARGH!" un altro soldato cercò di attaccare Koruvus, ma le progenie del peccato approfittarono di quell'istante per fare irruzione fuori dalla vetreria e attaccare le guardie. Non più costrette in uno spazio limitato, le creature artificiali potevano ora fare miglior uso della loro mobilità, e non esitavano a farlo. La guardia che aveva parlato per prima cadde a terra, premendosi una profonda ferita ad un fianco provocata dalla lancia che uno dei mostri stava brandendo. Altri due soldati intervennero aprendo il fuoco con le loro balestre contro Koruvus e la progenie armata di lancia... ma il goblin mutante ricevette il colpo senza quasi fiatare! Il dardo gli si piantò nel torace e lo fece barcollare, ma Koruvus non cadde e se lo estrasse dalle carni senza alcuna esitazione, per poi lanciarsi all'attacco, mentre la progenie subiva soltanto un colpo di striscio alla spalla sinistra.

"Bene... e mentre loro sono occupati con i miei servi, io ho tutto il tempo di dileguarmi." commentò Erylium. Il mostriciattolo eseguì una breve sequenza di movimenti con le mani artigliate, e il suo corpo brillò per una frazione di secondo prima di diventare invisibile. Poi, Erylium infilò la porta principale e volò via, dirigendosi verso Collecardo e lasciando Koruvus e gli altri suoi servitori al loro destino. Per quanto lo riguardava, l'obiettivo minimo era stato conseguito.

 

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Il deforme goblin si stava scatenando. La sua sete di sangue, trattenuta a malapena fino a quel momento, stava trovando sfogo. Koruvus combatteva come una belva idrofoba, sferrando colpi a destra e a sinistra con le sue micidiali armi, e la sua forza inumana faceva sì che, anche se non erano più affilate come una volta, la sua spada e la sua ascia riuscissero comunque a tranciare armature e carne. Uno dei soldati cercò di colpirlo con la sua lancia, ma Koruvus scansò l'attacco e rispose con un fendente della sua spada. Per fortuna, il giovane soldato riuscì a scansarsi in tempo e si fece soltanto una ferita superficiale al braccio destro - se fosse stato un attimo meno rapido, avrebbe perso il braccio.

"Abbiamo bisogno di rinforzi! Queste cose sono troppo per noi!" esclamò la guardia, mentre cercava come poteva di tenere a bada il furioso goblin. Una delle guardie riuscì a cogliere di sorpresa una delle progenie e la colpì al fianco con la sua lancia, ma la creatura era riuscita a scansarsi all'ultimo istante, e fu in grado di rialzarsi e contrattaccare. I suoi artigli strisciarono il pettorale del giovane soldato, ma per fortuna risparmiarono le carni... e un istante dopo, un quadrello di balestra da parte di un'altra guardia trapassò la gola del mostro, che strabuzzò gli occhi e crollò a terra agonizzante.

"Uno di meno." affermò il soldato, per poi lasciar cadere la balestra e sfoderare la spada. Per nulla preoccupati dalla morte del loro compagno, le due progenie rimaste si gettarono all'attacco e cercarono di forzare la barricata e raggiungere il centro della città.

"Gli altri due e il goblin ci stanno... AAAAARGH!" Una delle guardie crollò a terra sanguinante dopo aver ricevuto un fendente da una delle progenie, che passò oltre l'avversario per cercare di allontanarsi...

"Getto Acido!"

Solo per ricevere un fiotto di acido magicamente evocato sul torace! La progenie si fermò e barcollò indietro con un acuto ringhio di dolore, e un proiettile scagliato da una frombola colpì l'altro mostro artificiale e lo fece indietreggiare di un passo... mentre una freccia passò vicina alla testa di Koruvus. Le progenie del peccato ringhiarono irritate e si misero in guardia, mentre Koruvus, avendo trovato nuovi intrusi sui quali sfogare la sua sete di distruzione, si voltò verso Yan e i suoi compagni, che stavano arrivando in quel momento - accompagnati anche da Ameiko e da Kodon.

"Sono loro!" esclamò una delle due progenie del peccato rimaste. Chiaramente, era quella che aveva affrontato il gruppo di avventurieri nei sotterranei.

"Eccoli lì! Bontà divina, che razza di goblin è quello?" esclamò Misia, scioccata dall'aspetto rivoltante di Koruvus. Si fermò giusto un istante per lanciare un incantesimo Benedizione su di sè e sui suoi compagni. "State attenti! Quei mostri sono veramente pericolosi!"

"RAAAAAAAAARGH!" Lanciando una serie di urla animalesche, Koruvus si lanciò sul gruppo prendendo di mira Reji, la più vicina e quella apparentemente meno corazzata. La ragazza venne colta di sorpresa dalla velocità e dalla furia dell'attacco, ma reagì con prontezza e schivò il fendente per poi allontanare il goblin mutante da sè con un calcio. Quest'ultimo incespicò, ma si riprese quasi subito e aprì le sue orrende fauci, dalle quali uscì uno spruzzo di sangue purpureo che investì la giovane monaca strappandole un grido di dolore!

"Reji!" esclamò Yan, piazzandosi accanto alla sua amica. La ragazzina Tian strinse i denti e riuscì a restare in piedi. "Reji, che succede?"

"Merda... questa specie di sangue... brucia! State attenti, non fatevi colpire!" rispose lei. Koruvus cominciò a muoversi attorno al gruppo, sbattendo i denti con fare inquietante, e le due progenie del peccato si affiancarono a lui, pronte a dare battaglia a loro volta. Kodon sollevò la sua arma, un grosso bastone, e si preparò come poteva a ricevere l'attacco, mentre Eli si concentrava per un breve istante, la sua bacchetta elettrificata pronta a colpire...

Sorprendentemente, fu Ameiko ad aprire lo scontro. L'ex-avventuriera pronunciò una formula e lanciò un semplice incantesimo... che fece apparire nelle sue mani uno strumento musicale simile ad un liuto a tre corde, che la ragazza iniziò immediatamente a suonare. Un'improvvisa ondata di energia pervase il gruppo di avventurieri e i loro alleati, e Yan ringraziò Ameiko con un cenno della testa e un sorriso complice.

Con un altro stridio bestiale, Koruvus si lanciò di nuovo all'attacco... ma questa volta, Reji era pronta a riceverlo. Sfruttando un trucchetto da arti marziali, la ragazzina schivò il fendente che le stava arrivando addosso, poi afferrò il braccio del goblin e lo condusse a terra. Seguì immediatamente con un pugno al volto, che infranse alcuni denti di Koruvus e lo lasciò stordito per un secondo. Ringhiando orrendamente e sputando sangue acido dalla bocca, Koruvus si allontanò dalla ragazza e scattò di lato, per poi mettersi a correre a zig-zag in modo che i ragazzi non riuscissero a prevedere tanto facilmente da dove sarebbe arrivato il suo attacco.

Yan si trovava sotto attacco da parte di una delle due progenie del peccato, che cercava in tutti i modi di passargli oltre... ma il ragazzo, spinto dal timore di cosa sarebbe potuto accadere se quei mostri fossero fuggiti, e rafforzato dalle magie di supporto lanciate da Misia ed Ameiko, spinse con tutte le sue forze e riuscì a tenere fermo il suo avversario, che ringhiò rabbiosamente e cercò di colpirlo con i suoi artigli. Jolan riuscì ad intrufolarsi sotto la guardia dell'avversario e lo colpì al fianco con il suo pugnale, ma ricevette subito dopo un fendente che lo scagliò a terra. Con uno scatto improvviso, il mostro spinse via Yan e cercò di superare la sua guardia e trafiggerlo con la sua lancia. Il giovane fece appena in tempo ad usare il suo scudo per deviare l'affondo, che gli fece comunque perdere sensibilità al braccio per un istante. La creatura non perse tempo e continuò cercando di mordere il ragazzo in un punto non coperto dall'armatura... ma Yan si riscosse in tempo e usò l'elsa della sua spada per colpire in faccia il mostro! Si sentì un inquietante rumore di un osso che si rompeva, e la progenie barcollò all'indietro gorgogliando per il dolore e sputando qualche fiotto di sangue dalla sua orrenda bocca. Yan non gli diede il tempo di riprendersi e sferrò un fendente con la sua spada... ma l'essere artificiale si scansò d'istinto, e la lama riuscì soltanto a colpirlo di striscio ad una spalla.

Ma Jolan aveva avuto il tempo di riprendersi. Con uno scatto, raggiunse le gambe del mostro e gli conficcò uno dei suoi pugnali nella caviglia, e la progenie del peccato cadde in ginocchio con un ringhio... esattamente alla portata dell'halfling, che si rialzò con un po' di sforzo e trafisse la nuca del mostro con l'altro pugnale. Senza emettere un fiato, la creatura rabbrividì, poi si accasciò al suolo, il corpo percorso da qualche ultimo fremito.

"Bravo, Jolan! Bel colpo!" esclamò Yan, chinandosi per aiutare l'halfling a rialzarsi.

Con un ruggito rabbioso, Kodon sferrò un tremendo colpo con il suo bastone... che la progenie del peccato rimasta evitò con facilità, abbassandosi di colpo e poi sferrando un colpo con l'ascia che teneva in una mano. Il mezzorco si ritirò barcollando e si tamponò una ferita appena aperta sulla gamba destra. Prima che il mostro potesse contrattaccare, Eli puntò contro di lui la sua bacchetta e scagliò una scarica elettrica che raggiunse il bersaglio alla spalla destra. Il colpo sprigionò un breve lampo di luce azzurrina e costrinse la progenie a mollare la sua arma... ma la creatura, resa ancora più aggressiva dal dolore, caricò contro Eli e la trascinò a terra! La mezzelfa emise un grido di paura e cercò di divincolarsi, mentre l'essere artificiale la tratteneva al suolo con una forza sovrumana. Eli strinse i denti mentre si sentiva arrivare in faccia il fiato puzzolente di quella cosa, e incrociò per un attimo lo sguardo del suo assalitore - un paio di occhi rossi e luminosi, privi di pupille, che mostravano una furia ed una sete di sangue che nessuna creatura naturale avrebbe dobuto possedere. Quella creatura era completamente posseduta dalla bramosia di violenza...

"Eli!" esclamò la voce di Ameiko. Senza badare alla propria incolumità, la locandiera si avvicinò, estrasse un coltello e lo lanciò con sorprendente precisione contro il mostro. La lama colpì la progenie del peccato al torace, ma non riuscì a penetrare abbastanza in profondità la pelle coriacea della creatura. Tuttavia, riuscì ugualmente a costringere il mostro ad indietreggiare e a mollare la presa sulla maga, che strisciò via e afferrò nuovamente la sua bacchetta. Tenendo a bada la paura, Eli si concentrò per un attimo e lanciò di nuovo una scarica elettrica, questa volta mirando alla lama che il mostro si era appena estratto dalle carni. L'elettricità passò attraverso la lama del pugnale e da lì nel corpo del bersaglio, che ringhiò per il dolore e restò stordito per un secondo... il tempo necessario a Shalelu per incoccare una freccia e scagliarla con precisione mortale contro la testa del mostro. Questa volta, la progenie del peccato non riuscì a schivare il colpo: il dardo le attraversò il cranio, e l'essere artificiale crollò al suolo senza vita, il collo piegato in maniera innaturale.

"Grazie, Ameiko." Eli tirò un sospiro di sollievo mentre la giovane locandiera la aiutava a rialzarsi. "Oh, e grazie anche a te, Shalelu. Ti devo un favore."

Kodon fece un segno dell'okay, e l'elfa annuì con decisione. "Dovere. Credo che adesso resti solo quel goblin..."

 

oooooooooo

 

Reji e Misia erano state per tutto quel tempo impegnate in un frenetico scontro con Koruvus, il goblin mutante... e nonostante fossero già riuscite a mettere a segno una notevole quantità di colpi, la mostruosa creatura non demordeva, anzi si batteva con sempre maggiore furia e ferocia, come se i colpi delle due avventuriere gli facessero il solletico. Misia aveva appena colpito Koruvus al fianco con la sua lancia... ma il goblin mutante, con una risata di piacere, aveva afferrato l'asta e l'aveva usata per sollevare in aria la malcapitata femmina di gnomo e ricondurla dolorosamente a terra!

"GRAAAAAAH!" Con uno strillo atroce, Koruvus si lanciò su Misia mentre questa era ancora stordita. La biondina aprì gli occhi per trovarsi il deforme volto del goblin a pochi centimetri dal volto, le fauci spalancate e pronte a chiudersi sulle sue carni... e in preda al terrore, riuscì soltanto a mormorare tra sè un'invocazione a Desna...

"Lasciala stare, mostro!" Reji intervenne con prontezza e afferrò Koruvus per le spalle, strappandolo via a forza dalla sua preda per poi scaraventarlo via. Ringhiando come un cane idrofobo, il goblin mutante si rialzò e si scagliò furiosamente all'attacco, strisciando le sue lame sul terreno. Il suo terzo braccio si contorse, in un modo che appariva impossibile per un arto normale, e sferrò una raffica di tremendi colpi, uno dei quali aprì uno squarcio nei pantaloni di Reji, e costrinse la giovane ad una rapida ritirata. Con un'agile capriola all'indietro, la ragazzina riuscì a mettere un po' di distanza tra sè e Koruvus... e quando l'orrendo mutante caricò di nuovo, berciando e farfugliando, Reji si concentrò su di lui e riuscì a trovare un punto scoperto nella sua carica a rotta di collo! Con eterminazione, la giovane si scagliò contro il suo bersaglio e sferrò un pugno terribilmente potente e preciso, mirando al plesso solare di Koruvus e centrandolo in pieno!

Si sentì un agghiacciante rumore di costole che si incrinavano, assieme al movimento di ossa che non avrebbero dovuto essere in quel punto... e Koruvus venne scagliato indietro, perdendo la presa sulla sua spada, che cadde a terra con un forte clangore! Il mostruoso goblin si schiantò sul terreno, vicino al grosso tronco di un albero vicino, e si contorse furiosamente per un istante, per poi sputare fuori un fiotto di sangue scuro ed acido che formò una piccola pozzanghera fumante. Ma Koruvus non era ancora finito: con un ringhio feroce, il goblin mutato scattò di nuovo in piedi e scagliò il suo pugnale argentato con precisione letale. Reji si era aspettata un altro attacco ravvicinato, una strategia contro la quale era ben preparata... e quindi si ritrovò spiazzata quando il mostro agì in quel modo! Agendo d'istinto, la ragazzina si gettò di lato, e il pugnale le mancò di pochissimo la testa... ma Koruvus non restò fermo ad attendere la mossa successiva, e scagliò un altro fiotto di sangue acido contro di lei, spruzzandole il torace e le braccia. Con un grugnito di dolore, Reji cadde a terra di schiena e cercò di rotolarsi per sfuggire alla sensazione di bruciore... e fu allora che, con uno stridio folle, Koruvus le si lanciò nuovamente con furia inccontenibile. Stordita dall'acido, Reji fece il possibile per tenerlo fermo e lo afferrò per il collo, ma le braccia ustionate la tradirono, e finì per perdere la presa. Con crudele gioia, il goblin mutato scattò verso la sua gola, pregustando il momento in cui le avrebbe strappato la trachea con i denti...

In un attimo di puro terrore, Reji vide ogni cosa andare al rallentatore mentre le fauci di Koruvus si avvicinavano...

Si sentì un suono secco, come quello di una corda che veniva mollata di colpo... e un piccolo quadrello di balestra raggiunse Koruvus all'occhio destro, conficcandosi nell'orbita! Il mostro deforme interruppe la sua folle corsa verso la gola di Reji e si piegò all'indietro lanciando un assordante grido di dolore, mentre altro sangue purpureo cominciava a schizzare dall'orbita! Terrorizzata, Reji scivolò via da sotto Koruvus, che si strappò il quadrello con un verso di rabbia e dolore, e guardò davanti a sè con l'occhio che gli restava. Misia era in piedi accanto a Reji, e con una mano teneva la sua balestra puntata, mentre con l'altra lanciava sulla sua compagna un incantesimo curativo che fece sparire gran parte delle bruciature.

"G-Grazie, Misia..." sospirò Reji. "Attenta... adesso si lancerà su di te!"

La femmina di gnomo deglutì e cercò di tenere a bada la paura che minacciava di prenderla da un momento all'altro. La sua magia era quasi esaurita... e come se non bastasse, la sua mano perse la presa sulla balestra, che cadde a terra. Tuttavia, aveva ancora una possibilità... tutto dipendeva da quell'ultimo incantesimo.

"Lo so... Reji, ascolta... credo di poterlo sistemare, con un pizzico di fortuna..." sussurrò. "Ascoltami... ho bisogno che tu resti accanto a me e ti prepari a colpire se il mio incantesimo fallisce. Colpiscilo il più duramente possibile. Mi raccomando, dobbiamo assolutamente farlo fuori con questo!"

L'espressione della monaca si fece nuovamente seria e decisa. "Conta su di me, Misia. Lo facciamo secco."

"IIIIIIIIIIIH!" Koruvus stridette di nuovo e caricò a testa bassa contro le due ragazze, sfoderando i suoi artigli e facendo schioccare le sue orrende fauci. Il suo terzo braccio teneva ancora stretta la sua ascia e la agitava da una parte e dall'altra, come a cercare di farsi strada a fendenti tra di loro. Si stava avvicinando a velocità folle, senza badare nemmeno per un attimo alla propria incolumità e apparentemente senza neanche risentire dell'occhio che aveva appena perso... e Misia venne quasi colta di sorpresa dalla velocità e dalla furia dell'assalto!

"Maledizione... concentrati, Misia... questo è un incantesimo che non ho mai fatto... ma ora potrebbe salvarci entrambe!" disse tra sè. Aprì la mano destra e si concentrò... e una massa di gelide ombre si raccolse attorno alla mano, avvolgendola in una strana aura nera che sembrava assorbire la luce attorno a sè...

La femmina di gnomo vide arrivare il suo avversario, e vide l'ascia del goblin che descriveva un letale arco, in procinto di aprirle il cranio come un'anguria...

Misia agì guidata unicamente dall'isstinto e chiuse la distanza che la separava da Koruvus. La lama dell'ascia la mancò di qualche centimetro, e la sua mano avvolta di luce nera si appoggiò sul torace del goblin, sentendo le ossa che si muovevano disgustosamente sotto le sue carni flaccide.

Poi, la biondina pronunciò una parola... e la luce nera entrò nel corpo di Koruvus per poi uscirne in maniera esplosiva!

Il goblin aberrante ringhiò orrendamente mentre piccoli raggi di luce nera erompevano dalla sua pelle, risucchiando dolorosamente la sua energia vitale! Ringhiando, Koruvus agitò scompostamente le braccia e vibrò una raffica di colpi alla cieca attorno a sè, mentre faceva appello a tutte le forze rimastegli per restare in piedi. Ogni parvenza di autoconservazione era ormai sbriciolata, lasciando il posto ad una furia incontenibile... e Misia riuscì appena in tempo a spostarsi per evitare ancora una volta la lama della sua ascia. Koruvus strillò di nuovo e schioccò le fauci in aria nel frenetico tentativo di azzannare carne, e cercò di avvicinarsi a Misia...

Solo per essere intercettato quando la gamba destra di Reji si abbattè sulla sua testa, e si sentì uno scricchiolio agghiacciante nel momento in cui la scatola cranica del goblin cedette sotto il colpo.

Koruvus emise ancora un gorgoglio e si accasciò al suolo, con il sangue che usciva a fiotti dal naso e dalle orecchie. Il suo corpo si contorse orrendamente nei suoi ultimi momenti di vita, e i suoi artigli ancora cercavano di abbrancare qualcosa attorno a lui. Finalmente, dopo un tempo fin troppo lungo, Koruvus sussultò un paio di volte, morse l'aria... e infine si immobilizzò.

Stordita e ancora sanguinante per lo scontro, Reji riprese fiato, gli occhi fissi sull'orribile cadavere. Il corpo di Koruvus cominciò quasi subito a decomporsi, trasformandosi in una densa poltiglia grigia che scivolò via dalle ossa e formò un mucchio maleodorante per qualche secondo, prima di essere assorbito dal terreno. In breve, nulla era rimasto del goblin se non uno scheletro che non aveva nulla a che vedere con quello di una creatura normale, le ossa orribilmente spostate e dislocate.

"Ce... ce l'abbiamo fatta... Sono... sono morti tutti, vero?" mormorò la ragazza Tian. I suoi compagni, nonchè la gente di Sandpoint che li aveva aiutati, davano l'impressione di essere altrettanto sconvolti, ma Eli riuscì a sorridere e a fare un segno dell'okay. Attorno a lei, Yan e Jolan davano segno che stavano bene, nonostante tutto... e con loro, anche Ameiko e Kodon, nonostante la comprensibile paura, erano contenti di aver potuto dare una mano. I miliziani di Sandpoint rimasti non persero tempo a complimentarsi con gli avventurieri, prima di dedicarsi al pesante compito di recuperare i caduti e medicare i feriti.

"Sì... sì, ce... ce l'abbiamo fatta... per adesso, Sandpoint è salva..." sospirò la mezzelfa. "Bel colpo, ragazzi... tre progenie del peccato... e un goblin mutante... sinceramente, non credevo saremmo riusciti a fermarli tutti..."

"Già... è stato... uno scontro davvero terribile..." rispose Jolan riprendendo fiato. "Ma... se non fermiamo... chi ci sta dietro... questa cosa si ripeterà. E la prossima volta... potrebbe non finire così bene."

"Non posso crederci... chi vorrebbe fare una cosa del genere... ad una comunità pacifica come Sandpoint? Che cosa gli abbiamo fatto di male per meritare questo?" esclamò Kodon, per poi tirare un calcio in segno di stizza al cadavere di una delle progenie del peccato. Non poteva immaginare che i cinque avventurieri e Shalelu sapessero già la risposta a questa domanda. 

"Nualia... sei giunta davvero ad odiare Sandpoint al punto... che vorresti che scomparisse dalla faccia di Golarion?" si chiese angosciato il giovane spadaccino. "Non puoi uccidere tutta questa gente. Non puoi rovinare le loro vite. Farò quello che devo per impedirtelo. E spero con tutto il cuore che ci sia ancora una parte di te disposta ad ascoltarmi..."

"Allora, non credo che abbiamo molta scelta..." rispose Eli con cupa determinazione, mentre osservava il campo di battaglia sul quale giacevano i corpi dei loro avversari. "Non appena ci siamo riposati e siamo di nuovo al massimo della forma, dobbiamo muovere contro Collecardo e porre fine ai piani degli adoratori di Lamashtu. In un modo o nell'altro..."

Shalelu strinse gli occhi freddamente. Forse per lei sarebbe stata l'occasione di porre fine ad un'inimicizia che durava da anni. "Sei anche tu lì a Collecardo, vero, Bruthazmus? Molto bene... se è così, farò in modo che questo sia il nostro ultimo incontro."

 

ooooooooo

 

Anche se era riuscita a riportare indietro Tsuto, Lyrie non si aspettava esattamente di essere accolta a braccia aperte, una volta che i due, in un inquieto e teso silenzio, fossero tornati a Collecardo. Poco dopo aver attraversato il ponte che collegava il complesso alla terraferma, in effetti, i due si videro arrivare incontro il guardiano che per quella notte era stato assegnato all'ingresso principale... e non era esattamente un volto che Tsuto era felice di vedere.

"Hah! I due piccioncini ritornano dalla passeggiata a Sandpoint! Certo che hai una bella faccia tosta a tornare qui, Lyrie!" esclamò il guardiano - un bugbear, un bestione irsuto dalle orecchie a sventola e dal volto animalesco, coperto da una corta e lurida pelliccetta marrone, con addosso una corazza di pelle borchiata e un paio di pantaloni grigi. Con un ghigno che metteva bene in mostra i suoi denti gialli ed aguzzi, il guardiano si avvicinò di un passo ai due fuorilegge, che sentirono il suo pungente odore di selvatico come un pugno sul naso. "Non ti era stato detto di restare dov'eri ed attendere altri ordini?"

"Anche se fosse, non credo siano affari tuoi, Bruthazmus!" ribattè la donna di colore, mentre si accingeva a rientrare nelle doppie porte che davano accesso alla fortezza. Tsuto seguì a breve distanza, gettando uno sguardo di avvertimento al bestione. "E comunque, Lady Nualia non sa niente di quello che ho fatto, quindi non può punirmi per questo."

Le ultime parole famose. Nel momento in cui Lyrie spalancò una delle due porte per entrare in una stanza piena di trofei di caccia mal conservati - per la maggior parte teste di cane e di cavallo, ma su uno dei muri di vedevano un paio di ali dalle piume nere appese al muro con dei pugnali - si trovò di fronte l'ormai familiare figura di Nualia... e a giudicare dalla posizione in cui la aasimar corrotta stava aspettando, in piedi al centro della sala con le braccia conserte, era chiaro che stava proprio aspettando Lyrie. Tuttavia, quando vide Tsuto entrare, la sua espressione si addolcì almeno un po'.

"Sono tornato, amore mio." esordì il bandito mezzelfo, con un sorriso sincero. "Mi dispiace, quei bastardi di Sandpoint mi hanno catturato, e avevano intenzione di spedirmi a Magnimar per essere processato. Lyrie mi ha permesso di fuggire e tornare da te!" 

"Tsuto! Sei... sei di nuovo qui!" esclamò la ragazza aasimar, sinceramente contenta di rivedere uno dei suoi seguaci più fidati. "Mi fa piacere. Sinceramente, l'idea era di liberarti non appena avessimo ottenuto il supporto di Malfeshnekor e avessimo assaltato Sandpoint. Sono contenta di rivederti qui." I due si scambiarono un abbraccio, con grande scorno di Lyrie.

"La nostra amichetta Lyrie si è presa la libertà di disobbedire ai suoi ordini e recarsi alla città degli umani per liberare il vostro amichetto, Lady Nualia." continuò Bruthazmus. Il bugbear entrò nella sala dei trofei con estrema nonchalance, come se sapesse di non avere nulla da temere a prescindere da come si fosse portato. "Credo che volesse farle un dispetto... o comunque minare la sua autorità!"

"Sì, sapevo già che era andata da sola a Sandpoint." ribattè Nualia, staccandosi soltanto per un attimo dall'abbraccio con Tsuto. "Ripnugget mi ha avvisato che avrebbe potuto tentare qualche colpo di testa. Dimmi, Lyrie... è vero quello che dice Bruthazmus?"

"Hmph... non è affatto vero!" ribattè prontamente Lyrie. "Io... sono andata a salvare Tsuto perchè sapevo che era un nostro valido collaboratore, e credo che avremo bisogno anche del suo aiuto per occuparci di quegli intriganti che hanno respinto i nostri goblin!"

"E speravo che anche Tsuto mi sarebbe stato più riconoscente e ti avrebbe mollato, sgualdrina." pensò tra sè.

La aasimar corrotta si staccò da Tsuto e si piazzò davanti a Lyrie. Il suo sguardo quasi febbricitante incrociò quello altrettanto irato della maga Garundi, che sostenne l'espressione di Nualia e si preparò ad una sfuriata...

"Non mi piace che si disobbedisca ai miei ordini... ma in questo caso, ti devo ringraziare per aver riportato qui Tsuto." rispose poco dopo, il tono di voce già un po' ammorbidito. Lyrie corrugò la fronte e sbattè gli occhi, non comprendendo la reazione della sacerdotessa demoniaca... e rimase ancora più stupita quando Nualia prese una borsetta di cuoio dalla cintura e gliela mise in mano. A giudicare dal tintinnio, conteneva delle monete. "Ecco. Una piccola ricompensa."

Tsuto non potè trattenere una breve risata a mezza bocca nel vedere la faccia stralunata di Lyrie, che osservava il gruzzoletto come se fosse stato una specie di alieno... e anche Bruthazmus, il brutale bugbear, fece un grugnito di stupore. Cos'era successo, Nualia si era svegliata bene? O aveva preso un colpo di sole? Di solito non era così gentile... che fosse successo qualcosa che aveva calmato almeno un po' la rabbia che si portava sempre dentro?

"Tornando a noi..." Nualia cercò di distogliere l'attenzione dei suoi fedeli dal suo cambio di umore. "Tsuto, sono contenta che tu sia tornato... ma ho bisogno di farti delle domande, se sei in grado di rispondere. Hai saputo qualcosa delle mosse di quegli intriganti che ti hanno catturato? Stanno per arrivare a Collecardo?"

"Non posso esserne certo, amore mio..." fu la pronta risposta di Tsuto, che cercò di mettere ordine nei suoi ricordi. "Però, visto che le voci circolano... ho sentito dire che quei cinque e la cacciatrice di goblin, Shalelu, sono andati in esplorazione nelle catacombe dell'ira... e se è così, è probabile che abbiano scoperto il nascondiglio di Erylium e il pozzo delle rune minore."

"Hmph. Lo dicevo io che quel mostriciattolo si sarebbe fatto scoprire, prima o poi." rispose Bruthazmus. "Se è così, che cosa facciamo, Lady Nualia?"

"In effetti, questo complica le cose. Prima di tutto, dobbiamo sveltire le operazioni e liberare Malfeshnekor il prima possibile. Non abbiamo più tanto tempo." affermò la donna dai capelli bianchi. "Okay, Lyrie... so che abbiamo avuto i nostri dissapori, ma adesso non è più il momento di stupide rivalità. Ho bisogno che tu completi quelle traduzioni il prima possibile. Se ci riesci, la tua paga sarà raddoppiata."

"Contaci, Nualia." rispose la donna di colore, che sembrava aver acquisito almeno un po' di rispetto per la sua rivale. "Farò in modo di non perdere più tempo."

"Bruthazmus... tu ed Orik dovete intensificare le pattuglie attorno a Collecardo. E portatevi dietro un po' di quegli stupidi goblin. Che anche Ripnugget si renda conto che non può sperare di lasciare a noi il lavoro sporco." continuò Nualia. "Tsuto... tu ed io dobbiamo restare nel livello inferiore. Io... devo terminare il rituale, e sperabilmente... quando arriveranno quegli stupidi avventurieri... Malfeshnekor sarà disposto a darci una mano."

Nualia guardò verso il terreno e strinse una mano a pugno, cercando di tenere a bada l'ondata di emozioni che minacciava di farle perdere il controllo. Riuscì ad apparire fredda, ma Tsuto si rese conto del tremitio che la stava scuotendo. Nualia era in crisi, e Tsuto non aveva idea di cosa potesse essere... forse il fatto che era in ansia per lui? Sì, certo, non poteva essere che questo!

"Bene, bene... sembra che sono arrivato giusto in tempo per una bella riunione!" esclamò una vocetta sarcastica, dal timbro simile a quello del vetro tagliato. Sorpresa, Nualia guardò nella direzione da cui veniva la voce... e in quel momento, dal soffitto scese un demonietto alato alto non più di mezzo metro, ricoperto di squame verdi-grigie e con due corna ricurve che fuoriuscivano dalle tempie... Una creatura che Nualia conosceva bene. "Spiacente di interrompere questo momento intimo, ma sono qui dalle Catacombe dell'Ira. Quei mocciosi ci hanno messo i bastoni tra le ruote, una volta di più!"

"Erylium!" esclamò Tsuto. "Alla buon ora... hanno scoperto le Catacombe, come immaginavo. E se tu sei qui..."

"Significa che il pozzo delle rune minore è perduto..." concluse Nualia. "Maledizione... qui la situazione peggiora sempre di più!"

Nonostante tutto, il demonietto alato sfoderò un ghigno a denti scoperti, divertito dall'ansia di Nualia. "Vero, mia cara discepola? Sono qui proprio per fare in modo che tu faccia quello che devi... e non deluda Madre Lamashtu! Heheheee..."

            

oooooooooo

 

CONTINUA...    

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** Spedizione a Collecardo ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

Risposte alle recensioni!

 

Farkas – Mi fa piacere che trovi questa storia interessante… e soprattutto, che ti piacciano i personaggi. Io cerco di espandere sul lavoro che hanno fatto i game designers della Paizo, e di fare in modo che la mia caratterizzazione sia quanto più coerente possibile.

L’effetto secondario del morso di una progenie del peccato è in effetti abbastanza simile – la vittima viene sopraffatta da pensieri peccaminosi che la indeboliscono. Comunque, giusto per essere pignolo, la frase detta da Dante è “Con piangere e con lutto, spirito maladetto, ti rimani…”. Ed è Virgilio che dice a Filippo Argenti “Via costà con gli altri cani”. Giusto una precisazione.

Verrà data tra non molto una breve spiegazione della mutazione di Koruvus.

Adesso si sta avvicinando il momento di una serie di scontri nei dungeon di Collecardo. Credo che ci sarà da divertirsi… Grazie per la recensione e a presto! Oh, e a proposito… auguri per il tuo compleanno, anche se in ritardo. XD

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE

Capitolo 13 - Spedizione a Collecardo

 

"Vero, mia cara discepola? Sono qui proprio per fare in modo che tu faccia quello che devi... e non deluda Madre Lamashtu! Heheheee..." La voce sghignazzante di Erylium riecheggiò sinistramente nelle orecchie di Nualia e dei suoi sottoposti. Bruthazmus e Lyrie si ritirarono, provando un'istintiva reazione di disgusto nei confronti della creatura abissale, mentre Nualia sosteneva il suo sguardo maligno.

"So quello che devo fare, Erylium." rispose. Tra sè, la aasimar corrotta sperava che il quasit non si rendesse conto della confusione e dell'incertezza che aveva cominciato a radicarsi in lei da quando era venuta a sapere di Yan. "So già che il pozzo delle rune minore è ormai perduto... questo significa che ti sei lasciato dietro le Catacombe dell'Ira e te ne sei andato con la coda tra le gambe, vero?"

Il quasit sghignazzò di nuovo, ma Nualia sentì a sua volta nervosismo nella sua voce. "Hehehee... lo sai anche tu che combattere non è il mio forte!" si giustificò. "Le mie progenie del peccato sono rimaste indietro, e sperabilmente almeno una di loro ci raggiungerà entro la fine della giornata. Ma l'importante era che sopravvivessi io, no?"

"Hmph... e scommetto che hai lasciato indietro quella specie di aborto, Koruvus." grugnì Bruthazmus. Non che gli importasse molto del goblin mutato... anzi, per quanto ammettesse che era utile per togliere di mezzo certi indesiderati, quel corpo sgraziato e deforme, accompagnato a quella mente atrofizzata, era uno sgradito ricordo di cosa fosse successo ai goblin che erano stati convinti a bere le acque sacre di Lamashtu.

Erylium alzò le spalle. "Koruvus era sacrificabile. Del resto, non è che ci interessasse per qualsiasi cosa che non fosse la pura e semplice applicazione di forza bruta." ricordò il quasit. "Quello che importa, adesso, è prepararci a ricevere i nostri eroi quando verranno a bussarci alla porta. Come va la liberazione del grande Malfeshnekor?"

"Stiamo accelerando i tempi, e conto che riusciremo a liberarlo entro breve. Ma non posso assicurare che sarà pronto per quando quegli intriganti arriveranno a Collecardo." rispose Nualia. Ancora una volta, il suo volto era una maschera priva di espressione.

"Beh, allora vedi di darti una mossa. Siamo in una posizione... alquanto precaria, e a Madre Lamashtu non piacerebbe se il piano a cui hai lavorato per tutto questo tempo fallisse per la tua inettitudine! Heheheheheee..." Erylium svolazzò fastidiosamente attorno a Nualia, le braccia conserte e il volto contorto in un ghigno ironico, e a poco valse il gesto di stizza di Tsuto che cercò di assestare un manrovescio al quasit. Il demonietto alato scattò di un breve tratto verso l'alto ed evitò il colpo. "Ops! Siamo di cattivo umore, eh, caro il mio elfetto?"

"Mezzelfo, sgorbio alato." ribattè Tsuto. "E non prenderti tutta questa confidenza. Se il nostro piano fallisce, anche tu fai una brutta fine!"

"Okay, okay, adesso non sono venuto qui per litigare. Giusto per... mettervi al corrente di come stanno le cose, e per offrirvi il mio aiuto." rispose Erylium, mentre svolazzava verso uno dei trofei appesi alle pareti. Si sedette sulla testa di un cane impagliata, incrociò le braccia e accavallò le gambe. "Insieme, abbiamo più possibilità di avere la meglio sui ficcanaso di Sandpoint, no?"

Lyrie scosse la testa. "Certo, non dai l'impressione di prendere la cosa troppo sul serio."

"Se potessimo avere un aiuto un po' più concreto, non credo avremmo così tanto di cui preoccuparci." continuò Nualia.

Erylium gettò indietro la testa e scoppiò in una risata stridula e sguaiata. "Hyahahahaaaa! Ma insomma, tutto qui il problema? Bastava dirlo prima, no? Se è solo per questo, l'aiuto posso fornirvelo io stesso!" esclamò e prese il volo con un colpo di reni. Vide che l'espressione gelida di Nualia si era fatta dubbiosa, e scese nuovamente verso la chierica demoniaca. "Credo che Madre Lamashtu sarà disposta a concederti l'uso di un paio dei suoi segugi. Non ci vorrà molto. Sai come fare ad evocarli, no?"

Nualia si sfregò la fronte con la mano demoniaca e si fermò a pensarci su prima di rispondere. "Ovvio che so come fare. Se Madre Lamashtu ci dà il permesso... va bene, tanto vale tentare." rispose.

"Posso... dare una mano per evocarli?" chiese Tsuto, probabilmente cercando di mettersi in mostra con Nualia. Lyrie storse il naso - ancora una volta, Tsuto avrebbe finito per passare più tempo con Nualia che con lei - ma si impose di non lasciarsi distrarre.

La aasimar corrotta disse di sì con la testa. "Se te la senti... il tuo aiuto potrebbe permetterci di liberare Malfeshnekor in tempo." rispose. "Ad ogni modo, adesso dobbiamo concentrarci sulla protezione di Collecardo. Quando gli avventurieri di Sandpoint verranno a bussarci alla porta, non voglio brutte sorprese. Ognuno di voi sa cosa fare. Quindi sappiatevi regolare. E se possibile... catturate vivi quegli avventurieri. Se... se possiamo sacrificarli a Madre Lamashtu invece che semplicemente ucciderli, tanto meglio. Ovviamente, se la cosa si dimostra impraticabile, fateli fuori... e chi si è visto si è visto."

"Va bene, Lady Nualia... non vedo l'ora che arrivino!" esclamò Bruthazmus, il bugbear cacciatore, con un ghigno inquietante sul suo volto animalesco. "Quindi c'è anche Shalelu con loro, eh? E' da un bel po' di tempo che desidero scannarla, quella sgualdrina elfa! L'ultima volta mi è sfuggita, ma questa volta porrò fine alla nostra rivalità! Hehehee... immagino che dopo mi sentirò un po' svuotato! E' una degna avversaria, nonostante tutto. La sua pelle vellutata farà una bella figura tra i miei trofei!"

"Fai di lei quello che vuoi, basta che tu non le permetta di interferire!" tagliò corto Nualia. "Ed ora... ognuno al suo posto. Non possiamo permetterci altri errori. E chiamate anche Orik. Devo dare anche a lui i nuovi ordini."

"Hehehee... adesso sì che sono curioso di vedere come te la caverai, mia cara Nualia. Saprai fare buon uso dei doni che Madre Lamashtu ti ha fatto?" sghignazzò Erylium, mentre svolazzava ad appena un metro di distanza dalla giovane donna. "Ovviamente, puoi contare sul mio aiuto, ma... dovrai dimostrare di essere degna dell'amore della nostra signora!"

I sottoposti di Nualia rivolsero tutti uno sguardo disapprovante al quasit, e Nualia mosse una mano per dirgli di non alzare troppo la cresta. "Di questo non ti devi preoccupare, Erylium..." ribattè, cercando di mostrarsi più fredda e sicura di quanto non fosse in realtà. "E ricorda che se morirò io, tu mi precederai."

"Non ne dubito." concluse Erylium. "E questo non farebbe certo piacere alla nostra signora... chissà come ti punirebbe quando la incontrerai nell'Abisso!"

Ignorando la non troppo implicita minaccia di Erylium, Nualia fece un cenno a Tsuto e lo invitò a seguirla verso i piani inferiori di Collecardo, nella speranza di concludere una volta per tutte il rituale che avrebbe fornito loro l'arma vincente per spazzare via Sandpoint dalle mappe, una volta per tutte...

 

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Nello stesso tempo, nello studio di una casa di Sandpoint, di proprietà del brillante ma scorbutico insegnante Brodert Quink...

"Ecco. Come puoi vedere... questo è lo stesso simbolo della stella a sette punte che hai visto nelle catacombe, immagino." stava dicendo l'anziano insegnante, indicando ad Eli un'immagine disegnata sulla pagina del tomo che teneva aperto sul suo scrittoio. Alla luce dello strano oggetto sospeso sopra di loro, una sorta di piccola bacchetta di legno la cui punta emetteva una forte luminescenza, Eli riusciva a vedere il disegno di una sorta di medaglione composto da sette raggi che si dipartivano da un centro, dando l'impressione di una stella stilizzata. Ciascuno dei raggi era di un colore diverso, tutti metallizzati, con dei riflessi vibranti che sembravano quasi fuoriuscire dalle pagine.

Eli osservò con attenzione l'artefatto rappresentato sulla pagina ingiallita. Sì, non c'era alcun dubbio. Quel simbolo a sette punte non poteva rappresentare che quel medaglione. "Esatto... quindi questo... sarebbe il Sihedron, il simbolo del dominio sulla magia, forgiato dal Primo Re Xin durante il periodo d'oro di Thassilon."

"E poi, mi hai detto che avete visto la statua di una donna dalle vesti da mago che teneva in mano un'insolita arma ad asta, vero?" continuò Quink, mostrando un misto di curiosità infantile e allarme man mano che la loro ricerca proseguiva. Quando Eli rispose con un cenno affermativo, il vecchio si sfregò il mento e cercò di richiamare alla mente tutte le sue nozioni di storia antica di Thassilon. "Hmm... capisco... quella che avete visto, ragazzi, era probabilmente una rappresentazione di Lady Alaznist, l'ultima Signora delle Rune dell'Ira, sovrana di Bakrakhan e nemica giurata di Lord Karzoug. E forse sapete già che Collecardo era una volta un avamposto di Shalast nella guerra contro Bakrakhan. Quindi... al suo interno, potrete aspettarvi di trovare ogni sorta di orrore legato a Lord Karzoug, l'ultimo Signore delle Rune dell'Avarizia. Detto questo... se davvero degli adoratori di Lamashtu si sono impadroniti di quel posto, aspettatevi di dover affrontare un bel po' di orrori. Non mi stupirei se i cultisti avessero già evocato qualche demone di basso rango per rafforzare le loro fila."

"Sì... tra i miei studi, ho avuto modo di farne anche sugli abitanti dell'Abisso. E so che sono avversari formidabili." rispose Eli, sempre più preoccupata. Sarebbe stato necessario equipaggiarsi e prepararsi al meglio, se volevano avere qualche possibilità di vincere. "Professor Quink... credo che lei sia più esperto di me in queste cose... non saprebbe darci qualche consiglio su cosa fare se ci dovessimo trovare ad affrontare dei demoni?"

L'uomo sembrò inorgoglito da quella domanda - finalmente qualcuno che si affidava alla sua conoscenza, dopo tutte le umiliazioni che aveva dovuto sopportare. "Oh, non ho nessun problema, mia giovane amica!" affermò con decisione. "Allora... innanzitutto, dovresti sapere che i demoni sono resistenti alla magia mortale, e soprattutto, che gli incantesimi d'attacco basati sull'elettricità non hanno nessun effetto su di loro. Dimostrano una certa resistenza anche ad altri elementi, come il fuoco, il freddo o l'acido, ma l'elettricità è l'unico a cui sono completamente immuni."

"Maledizione... questo vuol dire che quella bacchetta magica che ho trovato nelle catacombe non mi aiuterebbe contro un demone..." Eli riflettè ad alta voce. Pensò per qualche istante a quali fossero le sue opzioni, e infine alzò le spalle. "Immagino che questo significhi che dovrò inventarmi qualche altra strategia. Avete per caso qualche altro suggerimento nel caso dovessimo confrontarci con dei demoni?"

"Sì, c'è qualcosa che potete usare a vostro vantaggio..." rispose Quink con un cenno della testa. "I demoni di rango più basso... e non vedo motivo per cui ci dovrebbero essere demoni di altro tipo lì a Collecardo... sono vulnerabili ai colpi sferrati con armi fatte di ferro lavorato a freddo. E penso che possiate trovare un po' di armi di questo tipo in vendita qui a Sandpoint. Vi consiglierei davvero di procurarvene, perchè potrebbero salvarvi la vita."

"Ce ne ricorderemo, professor Quink. Grazie per la sua collaborazione, e per tutte le informazioni che ci ha dato." concluse Eli con un sorriso sincero. "Io e i miei compagni passeremo il resto della giornata a prepararci e a riposare... e poi, domattina, partiremo per Collecardo e cercheremo di porre fine a questa crisi. Vi prometto che faremo tutto il possibile perchè Sandpoint possa dormire sonni tranquilli."

Il professore chiuse il suo tono, le cui pagine sbatterono tra loro con un soddisfacente suono ovattato. "Ve ne siamo molto grati. State facendo molto per la nostra città... e spero che anche per voi finisca presto questa prova." affermò. "Vi posso solo augurare la migliore delle fortune. Sono un esperto della storia di Varisia, ma temo di non essere nè un guerriero nè un mago."

"Ci ha comunque reso un buon servizio, professor Quink." rispose Eli con tutta calma. "Grazie di tutto!"

 

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Nel frattempo, in una piccola radura poco oltre la periferia di Sandpoint, due dei suoi compagni di squadra stavano facendo un piccolo scontro d'allenamento, in modo da essere pronti per la battaglia che li attendeva una volta giunti a Collecardo. La spada di Yan e il bastone da combattimento di Reji si scontravano ad un ritmo che molti avrebbero trovato insostenibile, e i due giovani si mantenevano concentrati al massimo, ognuno cercando un punto debole nella difesa dell'altro. Erano ormai diversi minuti che si stavano scontrando, ma nessuno dei due dava segno di stancarsi.

Con un grido di battaglia, Reji mosse il suo bastone da combattimento in una traiettoria arcuata sopra di sè e lo abbattè su Yan, che lo intercettò abilmente con il suo scudo. Poi, cominciò a strisciare lo scudo lungo l'asta della sua avversaria e si avvicinò rapidamente, portando la spada alla distanza necessaria per un fendente. Si fermò a pochi centimetri dalla spalla di Reji, che dopo un istante di stupore, fece un cenno di approvazione e strizzò un occhio.

"Bella mossa, Yan. Hai migliorato un bel po' la tecnica." commentò la giovane monaca. "Vedo che ci stai mettendo tutto te stesso."

Yan si rilassò e allontanò la spada, tirando un breve sospiro. "Mi sembra ovvio. Quella che stiamo per affrontare potrebbe essere la nostra sfida più difficile. Stiamo andando direttamente nel covo dei cultisti di Lamashtu per mettere fine alla minaccia dei goblin. E non abbiamo idea di cosa troveremo da quelle parti." rispose. "Inutile dire che dobbiamo essere al massimo della forma per uscirne vivi."

"Hai ragione." rispose Shalelu, avvicinandosi ai due compagni di viaggio. "E non dimenticatevi dell'equipaggiamento. Io ho già provveduto a riempire la mia faretra, ma credo che ci sarà bisogno di qualcosa di più. Avete delle armi fatte di ferro lavorato a freddo?"

Reji sbattè gli occhi meravigliata. "Ferro lavorato a...? Come mai questa domanda?"

"Mi riferisco al fatto che stiamo per attaccare un covo di adoratori di demoni. Penso che ci potrebbero essere dei demoni veri e propri tra di loro. Dopotutto, i cultisti potrebbero avere degli evocatori tra di loro." rispose l'elfa cacciatrice. "Ora, io mi sono specializzata nel combattere contro i goblinoidi, ma ho qualche cognizione anche sui demoni. E vi posso dire che le armi convenzionali non funzionano molto bene su di loro, a meno che non siano fatte di ferro lavorato a freddo."

"Capisco... in effetti ha senso, visto che si tratta di un gruppo di adoratori di demoni." commentò Yan. "Va bene... allora credo proprio che dovrò procurarmi una nuova spada prima che partiamo per Collecardo..."

Il giovane spadaccino sospirò e guardò la lama della sua spada. Non era certo la prima volta che cambiava arma, in effetti. Già un paio di volte, nel corso dei suoi viaggi assieme a Reji, era stato costretto a comprare una nuova spada quando la precedente era andata persa o distrutta. In quell'occasione, però, gli veniva ricordato che la posta in gioco era molto più alta. Dal successo di quella spedizione sarebbe potuta dipendere la sicurezza, o addirittura la sopravvivenza, di Sandpoint. E di tutti i suoi abitanti.

In un modo o nell'altro, pensò cupamente il ragazzo, avrebbe dovuto sistemare le cose con Nualia. Era quasi arrivato il momento della riunione, e non sarebbe stata certo un'occasione lieta.

"Non pensiamo subito a queste cose. Devo tenermi concentrato." decise infine. "Devo restare calmo, trattenere la rabbia e non farmi influenzare troppo dalle mie emozioni. E quando mi troverò davanti Nualia... devo fare tutto il possibile per farla ragionare. E se non funzionerà..."

Yan sospirò. Sapeva fin troppo bene come avrebbe proseguito quella linea di pensiero. Se non fosse riuscito a farla ragionare... la conclusione sarebbe stata tragica ma necessaria.

"Molto bene. Adesso, proviamo a fare uno scontro di allenamento. Voi due contro di me." propose Shalelu, facendo un cenno ad entrambi. "Vi assicuro che non potrete abbassare la guardia nemmeno per un attimo."

Reji sorrise e si sgranchì le nocche delle mani. "Oooh, è una sfida, Shalelu? Perchè noi siamo pronti a raccoglierla!"

"Va bene. Vediamo quanto riusciamo a durare!" proseguì Yan, prima di mettersi nuovamente in guardia.            

           

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Misia chiuse gli occhi e congiunse le mani davanti a sè, alzando la testa in modo da ricevere i raggi del sole direttamente sul viso. Nella sua mente, la femmina di gnomo stava cercando di visualizzare il sole e le stelle e meditare sui reconditi misteri dell'universo e sul significato che avevano le loro posizioni, il loro splendore e i loro colori. Certamente si trattava di questioni su cui una persona comune non si sarebbe mai neanche soffermata, in una situazione normale... ma per un oracolo come lei, uno la cui magia derivava dai misteri delle stelle, era un'azione di ogni giorno.

Se doveva essere sincera, non era ancora sicura di cosa fosse successo quel giorno fatidico in cui si era ritrovata con quegli strani e sorprendenti poteri. Il giorno prima era una normalissima ragazza, che sognava di diventare un'artista... una pittrice, per l'esattezza... e farsi conoscere a Varisia per la sua abilità e il suo stile personale. Il giorno dopo... per qualche motivo, i pennelli e i colori avevano cominciato a fluttuare attorno a lei, la tela sembrava avvicinarsi o allontanarsi da lei in maniera casuale, spinta da qualche forza invisibile... e si era ritrovata con quei poteri magici che le avevano cambiato la vita.

Il desiderio di scoprire il motivo per cui era stata scelta proprio lei per fare da tramite tra gli dei e Golarion, di sapere quale fosse il suo scopo, aveva spinto Misia a cominciare a viaggiare... e ad incontrare il gruppo di avventurieri di cui ora faceva parte. Non sarebbe stato sincero da parte sua se avesse detto che il suo piccolo villaggio a poche miglia da Magnimar non le mancava... ma ora, dopo la preoccupazione di non trovare più un posto da chiamare casa, sapeva di poter contare sui suoi compagni, in particolare Eli. Erano una coppia un po' strana, e la stessa Misia non si sarebbe fatta nessun problema ad ammetterlo... la maga mezzelfa era diretta, forse anche un po' brutale nella sua onestà... e non era certo il tipo che perdeva tempo in frivolezze. Ma non si faceva problemi ad assecondare Misia, e al tempo stesso, la femmina di gnomo apprezzava il carattere schietto della sua compagna di viaggio, e il suo desiderio di conoscenza. Si compensavano a vicenda, formando un equilibrio... un po' come le stelle che si muovevano nei cieli di Golarion seguivano degli schemi imperscrutabili per dei semplici mortali come lei e i suoi compagni...

Mentre i suoi pensieri cominciavano a perdersi in queste elucubrazioni, la ragazzina cominciò a sentire una strana sensazione: delle macchie di luce cominciarono ad accendersi sulle braccia e sulle gambe, trasmettendole un calore che sembrava quasi penetrare nel suo corpo e trasferirle energia. Aveva la sensazione di stare assorbendo la forza e il calore del sole stesso.

Misia aprì di scatto gli occhi, le cui pupille brillarono per un istante come due soli in miniatura...

...e vide Jolan che faceva un balzo indietro per la sorpresa, quasi finendo a terra!

"Ah! Accidenti, ma come fai ad accendere gli occhi...?" esclamò l'halfling, sbattendo le palpebre come se avesse avuto gli occhi irritati. Misia si riscosse dal suo stato di trance e guardò sorpresa il suo compagno, che cercava di riprendere compostezza. "Uff... scusa, scusa... non sapevo dov'eri, e così ti ho cercato. Va tutto bene? Ti ho visto che eri lì imbambolata, e ho voluto vedere se stavi bene!"

"Va tutto bene, Jolan." rispose tranquillamente la biondina, raggiungendo il suo compagno di squadra. "E'... una cosa da oracoli, in pratica. Abbiamo bisogno di meditare per comprendere meglio i nostri poteri magici e imparare ad usarli meglio. E ho scoperto che i miei poteri sono in qualche modo legati al sole." Per illustrare meglio quello che voleva dire, Misia mostrò a Jolan il braccio sinistro, sul quale si vedevano delle piccole "macchie" luminose che venivano man mano assorbite dalla pelle. "Vedi? Non è una cosa facile da spiegare, ma... in pratica, un oracolo è in grado di ottenere nuovi poteri, abilità ed incantesimi meditando sulla fonte dei suoi poteri. Nel mio caso... il potere consiste nel trarre energia e nutrimento dalla luce del sole."

"Un po' come le piante?" chiese Jolan, leggermente confuso. Per lui, che non aveva mai vissuto a contatto con il soprannaturale, era una dimensione del tutto nuova.

Misia rise brevemente. "C'è qualche differenza, ma... andare a spiegare tutto per filo e per segno sarebbe forse un po' troppo complicato in questo momento." affermò. "Senza offesa, spero."

Jolan rispose con una breve risata a sua volta. "Nessuna offesa. Io non me ne intendo molto di questioni di magia, poteri divini e cose del genere." replicò. "Detto questo, spero che meditare sia stato fruttuoso, e che tu sia pronta. Tra non molto, si parte per Collecardo, e lì dovremo farci valere." Si fermò per un attimo e cercò qualcosa nella sua bisaccia. "Hmm... aspetta un momento, avevo portato qualcosa..."

Misia inclinò la testa da un lato e guardò Jolan incuriosita mentre quest'ultimo tirava fuori una borsetta di stoffa e la apriva con attenzione. "Ecco qui! Ho pensato che potevi avere fame, e magari potevamo mangiare qualcosa assieme. Giusto per passare un po' di tempo con una mia compagna di squadra, tutto qui..."

"Oh? Beh, gentile da parte tua, lo apprezzo molto." rispose Misia, mentre dava un'occhiata ai contenuti della borsa. All'interno c'era una notevole selezione di cibi conservati, ben più abbondanti e saporiti di normali razioni da viaggio: frutta secca addolcita, piccole salsicce, formaggio, tortine al miele e noci. "Accidenti, queste sono... quelle che voi halfling chiamate razioni da viaggio?" commentò lei sbattendo gli occhi.

La guida di Sandpoint annuì energicamente. "La pancia piena aiuta gli halfling a concentrarsi e li rende più decisi!" spiegò. "Detto questo, che ne dici? Ti va di pranzare assieme?"

"Certamente! Grazie mille!" esclamò entusiasta Misia. Jolan strizzò un occhio e appoggiò con attenzione la borsetta di stoffa per terra, per poi aprirla e mostrare le vivande. I due avventurieri si sedettero, contenti di condividere quel momento...

 

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La mattina dopo era arrivata in fretta. Dopo una notte di riposo, dopo che ognuno di loro aveva fatto le preparazioni necessarie e aveva comprato l'equipaggiamento che gli serviva, i cinque avventurieri e Shalelu si apprestavano a raggiungere Collecardo e porre fine una volta per tutte agli attacchi dei goblin e del culto di Lamashtu. Molti abitanti di Sandpoint erano andati ad accompagnare gli avventurieri fino ale porte della cittadina, in modo da far sentire il loro supporto ed incoraggiarli in quella che si preannunciava una difficile missione.

Eli prese fiato e fissò la strada sterrata che avevano già percorso diverse volte per svolgere le loro investigazioni. Questo era il momento decisivo. Nel giro di un paio di ore o poco più, sarebbero arrivati a Collecardo... e lì si sarebbe probabilmente deciso il destino di Sandpoint. Cosa li aspettava da quelle parti? Goblin? Progenie del peccato? Demoni? Senza dubbio, dovevano aspettarsi di affrontare Tsuto, Nualia e il bugbear di cui Shalelu aveva parlato. Sicuramente, stavano andando incontro ad una difficile impresa.

La maga mezzelfa rivolse lo sguardo a Yan. Il suo compagno di squadra aveva appena finito di controllare le nuove armi che aveva acquistato, una spada lunga dalla lama ferocemente affilata e una mazza - entrambe, come aveva consigliato Shalelu, fatte di ferro lavorato a freddo, in modo da renderle efficaci contro i demoni di rango più basso. Il giovane spadaccino aveva dovuto spendere un bel po' della sua parte di ricompensa che lo sceriffo Hemlock aveva riservato per il gruppo, ma la cosa non sembrava dargli fastidio. Avere l'arma giusta per affrontare una qualsiasi situazione era la cosa più importante.

Ma non era questo a cui Eli stava pensando più di ogni altra cosa. Piuttosto, era il fatto che anche per lui si stava avvicinando il momento della verità. Quando si fossero trovati di fronte il capo dei cultisti... ovvero la sua vecchia amica d'infanzia, Nualia Tobyn... sarebbe stato in grado di combattere contro di lei? Sarebbe stato il massimo se fosse stato in grado di convincerla, di risolvere questa drammatica situazione senza che nessuno dei due dovesse morire... ma Eli non era così ingenua da assumere che sarebbe andata così. Tutto quello che poteva fare lei in quel momento, come leader del gruppo, era cercare di dargli una mano...

...e se si fosse verificato il caso peggiore, fare quello che andava fatto. Anche se Yan l'avrebbe odiata per questo. Un leader deve pensare alla squadra, prima di tutto.

Sperò soltanto che, quando e se si fosse rivelato necessario, sarebbe stata capace di prendere la decisione più drastica.

"Buona fortuna a tutti voi." disse Kendra Deverin, il sindaco di Sandpoint, avanzando solennemente verso Eli per scambiare con lei una cordiale stretta di mano. La mezzelfa alzò lo sguardo e ricambiò il gesto, cercando di mostrare sicurezza. "Tutta Sandpoint vi è riconoscente per il vostro aiuto, e per quanto purtroppo non siamo ingrado di fornirvi un aiuto più sostanziale... pregheremo Desna e tutti gli dei affinchè vi concedano di tornare sani e salvi."

Il gruppo si guardò attorno, vedendo diversi volti noti tra le innumerevoli facce degli abitanti di Sandpoint. Ameiko, ovviamente... e poi Padre Zantus, Kodon, Bethana... Yan si accorse, con un po' di imbarazzo, che c'era anche Shayliss tra i presenti, e la vide mandargli un bacio di nascosto. Tutte persone che si fidavano di loro e che contavano sul loro successo - un incentivo in più a completare la loro missione e salvare Sandpoint.

L'unico che mancava, notò Reji mentre passava in rassegna la folla riunita, era il signor Aldern Foxglove. Da una parte, la giovane monaca era un po' delusa. Sperava di poterlo vedere ancora prima che si imbarcassero in quella spedizione. D'altro canto, si convinse Reji, anche lui aveva i suoi doveri. E poi, si erano scambiati una mezza promessa di rivedersi lì a Sandpoint, quando fosse tutto finito. La ragazza si toccò la spilla che Aldern le aveva donato, il fiore a cinque petali che si era appuntata sulla camicia come portafortuna. Anche quello serviva a darle confidenza. Il suo dovere era chiaro. Proteggere i suoi compagni di squadra, fermare i goblin e gli adoratori di Lamashtu, e impedire a Nualia di portare a termine i suoi piani. Yan era la persona che meglio di tutte avrebbe potuto far ragionare la sua vecchia amica... ma questo non voleva dire che lei non potesse almeno cercare di dargli una mano.

"Arrivederci! Buona fortuna, amici!" Ameiko salutò affettuosamente, muovendo una mano verso il gruppo. "Quando tornerete, preparerò una grande festa per voi!"

Il vecchio Padre Zantus chinò la testa e fece un saluto. "Che la benedizione di Desna vi assista. E che voi possiate portare un po' di luce nell'oscurità che minaccia queste terre."

"Mi raccomando, date a quei bastardi un pugno sul naso anche da parte mia!" esclamò Kodon. "Buona fortuna a tutti!"

Eli prese un altro respiro e si rivolse alla gente di Sandpoint, abbassando un po' il suo cappello in segno di rispetto. Diede una rapida occhiata ai suoi compagni di squadra, ognuno dei quali si era voltato a sua volta verso la folla e stava ricevendo i loro auguri. "Vi ringrazio, anche a nome di tutti i miei amici." affermò. "Restate qui al sicuro. Non cercate di fare colpi di testa. Faremo tutto il possibile per sradicare questa minaccia."

"Ci sarò anch'io con loro, amici." affermò Shalelu, mostrando la sua faretra riempita di frecce come per dire che potevano fidarsi. Un gruppo di bambini emise delle grida entusiaste, felici di vedere l'eroina di Sandpoint che si apprestava a partire per un'altra avventura. "Non vi preoccupate. Finchè ci sarò io, i goblin non faranno nulla alla vostra città."

"Ci fa piacere sentirvelo dire." concluse Kendra, con un sorriso accennato malgrado la preoccupazione che si percepiva. "Noi tutti di Sandpoint abbiamo fiducia in voi. E so che non ci deluderete. Ancora una volta, buona fortuna a tutti."

"Grazie mille. Ma non ci servirà la fortuna." rispose infine Jolan. L'halfling chiuse una mano a pugno e alzò il pollice, rivolgendo un sorriso arguto alla gente di Sandpoint... e tutti gli altri avventurieri fecero il loro saluto. Per molti di loro, era una sensazione nuova, che li riempiva di coraggio e allo stesso tempo di trepidazione. Fino a quel momento, le loro spedizioni erano state abbastanza tranquille, relativamente parlando... ma ora, dal loro successo dipendeva fin troppo. C'erano centinaia di vite in gioco...

Finalmente, il gruppo si congedò, e con Eli e Shalelu alla guida, uscirono da Sandpoint e si addentrarono nuovamente nelle terre selvagge oltre i confini del villaggio, seguiti dagli sguardi incoraggianti della gente di Sandpoint...

 

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Dopo due ore di marcia prudente attraverso le foreste prossime a Sandpoint, il gruppo era riuscito a trovare una strada sterrata che, stando alle conoscenze di Jolan, arrivava fino a Collecardo, passando lungo la costa e attraverso la macchia costellata di conifere. Ben presto, la sagoma dell'isoletta cominciò a profilarsi all'orizzonte, uno spettacolo ben conosciuto a Jolan e a Shalelu. Era lì che le tribù di goblin messe assieme da Nualia e dai suoi scagnozzi si erano riunite, ed era da lì che partivano i loro attacchi.

"Eccola lì. Quella è Collecardo." disse Jolan, lo sguardo fisso sulla fitta foresta che precedeva il ponte che arrivava fino all'antica fortezza delle forze armate di Shalast. L'enorme costruzione emergeva dalle acque come la testa di un colosso, e sopra di essa, i ragazzi riuscivano già a vedere qualche elemento delle fortificazioni che ora erano diventate le tane dei goblin e i nascondigli degli adoratori di demoni. "C'è un unico ponte che la collega alla terraferma, e sono sicuro che abbiano piazzato un bel po' di guardie. O almeno, dei custodi niente male."

"D'accordo. Credo che sia meglio che due di noi vadano in avanscoperta, e che il resto del gruppo segua a distanza di sicurezza... tenendosi abbastanza lontano da non farsi vedere, ma abbastanza vicino da poter intervenire rapidamente nel caso ci siano dei problemi." propose Shalelu. "E se non avete obiezioni, mi offro io di andare in avanscoperta. Conosco abbastanza bene questo posto... e soprattutto, conosco le abitudini di quei piccoli mostri."

"Allora verrò con lei, signorina Shalelu." rispose prontamente Jolan. "Anch'io conosco abbastanza bene questi posti. Voi... riuscite a seguirci a una distanza ragionevole? Quel tanto che basta a non farvi pescare dai goblin o dai cultisti?"

"Non credo che ci saranno problemi. La macchia mi sembra abbastanza fitta." commentò Reji. La giovane monaca teneva d'occhio i dintorni, pronta a reagire nel caso fosse arrivato qualche pericolo... e per un attimo, ebbe l'impressione che qualcuno li stesse osservando. "A questo proposito... vi dispiace se do un'occhiata da quelle parti? Ho l'impressione che ci sia qualche curioso."

Yan sbattè gli occhi allarmato. "Che cosa? Ci stanno seguendo? E da quando?"

"Da pochi minuti, o almeno spero." rispose la monaca. Si voltò verso la macchia e si mise in guardia, la lunga coda di capelli neri che si muoveva fieramente dietro la testa. "Allora? C'è qualcuno qui? Se c'è qualcuno, che si faccia vedere! Non abbiamo tempo per le buffonate!"

Shalelu, pronta a tutto, incoccò una freccia e mirò verso il punto a cui Reji era rivolta... e il resto degli avventurieri si mise in guardia e attese che l'eventuale intruso venisse fuori o parlasse...

"BEEEEEEH!"

L'espressione severa di Reji si trasformò in una maschera di stupore. "C-Come?" balbettò.

"Calma, calma, gambelunghe! Questo sempre vostro amichetto!" esclamò una vocetta stridula che Reji riconobbe subito... e un attimo dopo, dalla macchia emerse un grosso ariete ricoperto di lana giallina, sellato e bardato come se si trattasse di un destriero da guerra... e sulla sua groppa, a tenere le redini, un goblin tutto imbacuccato che indossava un cappello a larghe falde, abbastanza grande da nascondere in parte i suoi occhi, e una sciarpa che gli copriva la bocca!

"Ciao! Da un po' noi non vedere, eh?" esclamò il goblin, alzando la testa e sfoderando un sorriso che mise in mostra i suoi dentini aguzzi. Immediatamente, il gruppo abbassò le armi con un collettivo grugnito di irritazione, con l'unica eccezione di Shalelu che continuava a tenere incoccata la freccia.

"Tup... che diavolo ci fai qui?" chiese irritata l'elfa ranger. "Sei venuto qui per metterci i bastoni tra le ruote? E cos'è quella specie di pecorone?"

"Beeeeeh!" Libertà emise un belato che suonava quasi come una protesta.  

Tup corrugò la fronte e incrociò le braccia sul petto con fare irritato. "Hey! Libertà è grande destriero! Un po' di rispetto!" stridette il goblin. "Comunque, mette giù arco, orecchie a punta! Tup non qui per combattere!"

"Va... va tutto bene, signorina Shalelu." Yan intervenne per evitare che la situazione potesse sfociare in uno scontro inutile. Gettò a Tup uno sguardo duro, in modo che si rendesse conto che non si era ancora guadagnato la loro completa fiducia. "Tup è nostro alleato. Credo. E spero per lui. Il punto è, che è stato mandato va dai goblin di Collecardo, e adesso vorrebbe vendicarsi. Anche se per motivi diversi... i nostri scopi sono gli stessi."

"A patto che non cerchi di tradirci... credo che possiamo collaborare." continuò Jolan. Tup ridacchiò nel tentativo di apparire innocente e sostenne lo sguardo fiero di Shalelu, che continuava a tenere l'arco puntato e la freccia incoccata. Vedendo il suo padrone minacciato, Libertà strisciò uno zoccolo sul terreno, deciso a caricare nel caso la cacciatrice mostrasse qualche cenno di voler tirare...

"Andiamo, signorina Shalelu, non mi sembra il caso di metterci a litigare con un potenziale alleato proprio adesso..." Misia cercò di mediare.

Finalmente, dopo qualche secondo di tensione, Shalelu decise di fidarsi del giudizio dei suoi compagni di squadra e abbassò l'arma. "Hmph. La signorina Misia ha ragione, abbiamo cose ben più importanti a cui pensare in questo momento." decise infine, senza mai staccare gli occhi dal goblin e dal suo 'fiero destriero'. "Ma ti avverto. Se cerchi di fregarci, sei cascato male. Le mie frecce arrivano molto lontano, e non riuscirai a scappare in tempo."

Tup si fece serio e si schiarì la voce. "No necessario, orecchie a punta. Tup non scemo." affermò con sicurezza. "Tup detto lui aiutare, e lui aiuta. Collecardo è lì... e goblin vivere in covo in foresta prima di ponte. Tup crede che bugbear o uomo sporco fare guardia a passaggio. E capo Ripnugget essere di solito in sua sala trono con suo geco gigante addomesticato."

"Un bugbear, eh?" chiese retoricamente Shalelu. "Bruthazmus, probabilmente."

"Ci sono altri goblin a cui dovremmo prestare attenzione?" chiese Eli.

Tup si grattò il mento, pensando attentamente e cercando di assicurarsi di non aver dimenticato nessuno... e infine sorrise leggermente e alzò un indice, come per dire che si era ricordato di un particolare. "Ah! Certo! Giustamente... Druido Gogmurt essere... o meglio, una volta era... consigliere di capo Ripnugget! Quando donna dai capelli bianchi arrivata, Gogmurt perso orecchio del capo, e adesso lui è invidioso che lei ha sua fiducia."

"Quella donna dai capelli bianchi si chiama Nualia..." volle precisare Yan. Quando Tup e Libertà guardarono stupiti il giovane guerriero, quest'ultimo mosse una mano davanti a sè per chiedere scusa. "Ad ogni modo... non volevo interrompere. Chiedo scusa."

"Tutto ok..." rispose Tup con un sorriso arguto. "Come Tup diceva, Gogmurt non piace che capo Ripnugget non ascolta più lui. Forse lui può aiutare. Se noi dare una mano a deporre Ripnugget... lui in cambio fa che tribù non attacca più umani! Voi piace idea?"

"Uno scambio di favori, eh?" confermò Jolan. "Beh... in effetti non mi sembra una cattiva idea, ma che garanzie abbiamo che questo Gogmurt manterrà la parola e si terrà lontano dai villaggi umani? E semiumani?"

"Gogmurt non ha ambizione di Ripnugget." proseguì Tup. "Lui più cervello. O almeno, più buon senso. Quasi quanto Tup. Forse noi poter avvicinare. Tup non sa cosa faranno uomini di Nualia, ma forse, se Gogmurt dare una mano, noi potere prenderli di sorpresa."

Gli uomini di Nualia... Eli pensò che tra loro c'era molto probabilmente anche Tsuto... e che questa volta, il mezzelfo fuorilegge si sarebbe trovato in una posizione a lui molto più congeniale e in un ambiente che conosceva molto meglio rispetto alla vetreria. Ovviamente, non avevano idea esattamente di dove si trovasse in un posto così vasto... un altro elemento che Nualia e i suoi sgherri potevano usare a loro vantaggio.

"Va bene. Vorrà dire che cercheremo di contattare questo Gogmurt." disse infine Eli. "Sai dove possiamo trovarlo?"

"Lui di solito medita in foresta o fa rituali. Ed è sempre assieme a gatto gigante." rispose Tup con sicurezza. Evidentemente, doveva avere una certa familiarità con il druido dell'alleanza di tribù goblin. "Forse con lui, noi potere convincere altri goblin a lasciar perdere."

"Sarebbe la conclusione migliore." rispose Jolan. "Va bene, Tup... siamo disposti a darti credito. Non abusare della nostra fiducia, okay?"

Il goblin imbacuccato sfoderò un enorme sorriso a denti scoperti e alzò un pollice. "Tutto okay! Allora, voi seguire Tup, lui porta da Gogmurt, sì sì!"

Shalelu sospirò e si massaggiò la testa per cercare di lenire l'emicrania che le stava venendo. "Ho l'impressione che quel pazzoide non sia del tutto sicuro di cosa sta facendo... ma lasciamo perdere, abbiamo cose più importanti a cui pensare al momento." mormorò. "Spero solo che questi ragazzi si rendano conto dei rischi..."

      

oooooooooo

 

La stanza più interna delle catacombe di Collecardo era illuminata da una fossa riempita di fiamme ardenti che immergevano la sala in un inquietante susseguirsi di luci ed ombre. Un acre odore di capelli e peli bruciati permeava la stanza, e negli angoli più a nord si trovavano delle piccole mensole di legno sulle quali erano appoggiate dozzine di candele dorate accese che tuttavia sembravano non consumarsi mai - non c'era traccia di cera sciolta attorno ad esse. Dalla parte opposta, il muro era decorato dall'incisione del simbolo del Sihedron, come nelle Catacombe dell'Ira.

Nualia e Tsuto erano inginocchiati vicino alla pozza di fuoco e guardavano intensamente verso il centro di quest'ultima, dove si ergeva una sorta di pentacolo sul quale attendeva un essere dall'aspetto minaccioso simile ad un lupo - ma con degli elementi umani che rendevano l'insieme inquietante ed innaturale. Le zampe erano esageratamente lunghe, e quelle anteriori sembravano addirittura un paio di braccia, con tanto di pollice opponibile, mentre la sua corta ed ispida pelliccia nera era contrastata da una striscia bianca che andava dalla base del collo fino alla punta della coda. Il suo muso esprimeva crudeltà ed un'astuzia che un comune animale non poteva certo avere, e sembrava quasi umano nella sua espressività, forse anche per i suoi occhi rossi e luminosi che fissavano con impazienza il capo dei cultisti e il mezzelfo.

Nualia alzò lo sguardo, sostenendo l'espressione feroce della creatura, e aprì le mani, rivolgendo i palmi verso l'alto mentre intonava una preghiera sacrilega alla sua dea demoniaca. Ancora una volta, Tsuto diede un'occhiata al braccio sinistro dell'amata e vide la carne demoniaca che sembrava quasi muoversi da sola alla luce delle fiamme, facendogli venire un brivido di repulsione. "Potente Madre Lamashtu, protettrice e guida di tutti noi." intonò, scandendo attentamente ogni singola parola. "Io, la tua umile servitrice Nualia, ho bisogno del tuo aiuto per proteggere me stessa e il resto del tuo gregge da coloro che vorrebbero distruggerci. Ti imploro, Madre Lamashtu... concedici due dei tuoi rapidi e mortali segugi... ne sapremo fare buon uso."

Nualia abbassò lentamente lo sguardo, e per diversi secondi, tutto quello che si sentì fu il ruggito e il crepitio delle fiamme... poi, come per magia, la luce si affievolì, facendo lo stesso effetto di una fugace nuvola che era passata davanti al sole.  La creatura simile ad un lupo mostruoso alzò lo sguardo e cominciò a parlare. "Madre Lamashtu vi risponde tramite me. Io, Malfeshnekor, emissario della Madre e suo servitore sul Piano Materiale, vi annuncio che ha deciso di concedervi una parte del suo potere, e due servitori che potranno aiutarvi a diffondere il suo verbo e punire gli infedeli. Venite dunque, segugi di Madre Lamashtu! Che i nostri fedeli servitori conoscano la generosità di Colei che ci ha generati."

Si sentì un suono simile all'ululato di uno sciacallo in lontananza... e due ombre minacciose apparvero accanto a Nualia e a Tsuto con un suono inquietante e vibrante, per poi prendere forma nel giro di una manciata di secondi. Tsuto emise un grugnito di sgomento quando si vide apparire accanto una delle due creature - due cani oscenamente glabri, con gli occhi sanguigni e zanne fin troppo grandi, i loro corpi emaciati al punto che era possibile contare le costole e le vertebre sotto la pelle. Ringhiando ferocemente, i due segugi mostruosi - segugi yeth, cacciatori ultraterreni che diffondono il terrore con il loro ululato - presero posizione davanti ai due cultisti.

"Questi segugi yeth eseguiranno il tuo volere, Nualia, in conformità con quello di Madre Lamashtu." ringhiò Malfeshnekor, abbassando di nuovo lo sguardo verso la aasimar corrotta. "Fai buon uso di loro. Usali per distruggere gli intrusi e consentimi di camminare di nuovo nel mondo dei mortali, così che io possa aiutarti a consegnare Sandpoint all'oblio! E tu, Tsuto Kaijitsu... sai qual è il tuo compito! Supporta Nualia al meglio delle tue possibilità, e sarai ricompensato anche tu. Ma badate. Il fallimento non sarà tollerato."

Tsuto si schiarì la voce e cercò di nascondere il suo nervosismo. "Avevo... comunque intenzione di fare da supporto a Nualia." affermò in maniera concisa. "Non fallirò."

La aasimar corrotta non disse una parola. Si alzò e appoggiò la mano demoniaca sulla testa del segugio yeth più vicino, che ringhiò crudelmente e fece gocciolare della bava puzzolente dalle fauci, mentre con l'altra mano aiutava Tsuto a rialzarsi.

Era forse giunto il momento di incontrare nuovamente Yan? Nualia aveva il presentimento che fosse così... e che adesso avrebbe dovuto chiudere per sempre quel capitolo del suo passato...

Per qualche motivo, l'idea le fece provare un sentimento che da molto tempo non aveva più sentito - il senso di colpa...

 

oooooooooo   

 

 

CONTINUA...    

 

 

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Capitolo 15
*** Primo approccio ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE

Capitolo 14 - Primo approccio

 

Man mano che ci si avvicinava alla costa, i roveti e i cespugli si facevano man mano sempre più fitti e intricati. Anche se non erano abbastanza fitti da attutire il rumore delle onde che si schiantavano sulle scogliere vicine, i rami e le foglie erano comunque abbastanza folti da impedire di vedere la costa e di raggiungerla... e anche se quel luogo era vicino al mare e non vi crescevano molti alberi, i roveti raggiungevano un'altezza tale da avere più o meno lo stesso effetto.

Il gruppo di avventurieri di Sandpoint stava seguendo la loro guida, il goblin stregone di nome Tup, mentre quest'ultimo li guidava verso la tana dei goblin e l'accesso a Collecardo. Libertà stava cominciando ad agitarsi, innervosito dalle fronde e dalle liane che si impigliavano tra le sue corna e nel suo vello.

"Hmph... se Tup sapeva, faceva tosare un po' Libertà." mormorò il goblin. "Se solo potessi dare fuoco ad un po' di rami..."

"Non ci provare. Se tenti di bruciare la foresta, ti pianto una freccia nel sedere." lo minacciò Shalelu. "Solo perchè sei uno dei pochi goblin decenti che ho visto nei miei 130 anni di vita, non significa che mi fido di te al cento per cento, quindi vedi di rigare dritto."

"Certo, certo... cacchio, elfa ha brutto carattere!" si lamentò Tup, cercando di aggiustarsi gli abiti pesanti in cui era avvolto. Yan si chiedeva come facesse Tup a non morire di caldo, ma del resto, si disse, i goblin avevano un modo di ragionare tutto loro... "Comunque, comunque... goblin vive qui, in macchia prima di ponte di Collecardo. Druido Gogmurt vive in dimora tutta sua, e noi dovere trovarlo."

"Basta che tu sappia da che parte andare, Tup." sussurrò Eli. Con attenzione, il goblin stregone e il suo ariete addomesticato raggiunsero l'imboccatura di una stradina che si addentrava tra i roveti e le liane, creando un angusto passaggio che per un attimo era sfuggito alla vista di Yan, Eli e Reji. Con un ghigno saccente, Tup indicò la stradina e fece cenno al resto del gruppo di seguirlo. "Okay... ricordatemi di non dire certe cose prima di aver visto che strade bisogna imboccare..."

"Ci siamo, Tup. Facci strada. Sono curiosa di conoscere questo Gogmurt." affermò Misia, stando attenta a non inciampare sulle liane che strisciavano sul terreno. Yan si infilò per primo nel passaggio, seguendo la loro guida... e Reji attese che tutti i suoi compagni fossero passati prima di entrare a sua volta, in modo da coprire le spalle al resto del gruppo. Per fortuna, fino a quel momento non avevano incontrato nessun goblin nè altre guardie... quindi, se non altro, c'era qualcosa per cui avrebbero dovuto essere grati a Tup.

Detto questo, il gruppo non fu esattamente entusiasta di doversi fare strada in quel passaggio angusto e a malapena illuminato. Per Tup e la sua infravisione non era un problema, ma i membri umani della squadra erano costretti a camminare lentamente e seguire il goblin a distanza di sicurezza. "Ehm... senti, Tup, non è perchè non mi fidi... ma è lontana la dimora di questo... Gogmurt?" chiese Jolan a bassa voce. Annusò attentamente l'aria, ed ebbe l'impressione di sentire un lieve odore di legna bruciata. "Questo corridoio mi dà l'impressione di volersi chiudere su di noi da un momento all'altro..."

"Ssssh!" sibilò Tup. Adesso il goblin dava l'impressione di essere più serio e concentrato, forse perchè sentiva di essere vicino alla meta. "Okay... okay, Tup crede lui qui. Voi... restare indietro, e lasciare parlare Tup! Se tutto bene, Gogmurt aiutare, e noi già in buona situazione."

"Okay... buona fortuna, Tup." sussurrò Reji.

Il goblin stregone ghignò e fece un segno dell'okay con la mano, poi diede un lieve segnale a Libertà, e l'ariete avanzò lentamente fino all'uscita del corridoio e guardò all'interno della spelonca che si apriva oltre di essa - una stanza decorata con numerosi teschi di uccelli, costole di grandi animali e altri macabri trofei appesi a delle lunghe liane che pendevano dal soffitto. Una sorta di nido di ortiche e liane ricoperte di rovi era ammucchiato addosso ad una parete a sud, e attorno ad esso erano sparpagliate le carcasse di uccelli e topi arrostiti.

Accanto ad un piccolo falò acceso nel bel mezzo della stanzina sedeva a gambe incrociate un goblin dall'aspetto acuto, vestito di una veste azzurro-grigia sdrucita e un paio di scarpe marroni. Con gli occhi chiusi, le mani appoggiate sulle ginocchia e i palmi rivolti verso l'alto, boccheggiava qualcosa in una lingua che Tup non riconosceva, apparentemente in meditazione... e accanto a lui si trovava un grosso felino dal mantello nero, con una striscia rossa che andava dalla base del collo fino a quella della coda. Il felino stava accoccolato accanto al goblin, ma le zampe erano in una posizione tale che l'animale sarebbe stato pronto a scattare non appena si fosse presentato un pericolo potenziale.

Tup si sfregò il mento e sorrise fieramente tra sè. Sì, era proprio lui... il druido Gogmurt e il suo compagno animale, Zannatorta. Il goblin stregone fece cenno al resto del gruppo di attendere e si fece avanti... e come aveva previsto, il puma nero drizzò le orecchie e alzò la testa in direzione dell'intruso! I sensi acuti di Gogmurt lo avvertirono a sua volta... e il goblin druido fece una smorfia e si voltò verso Tup, guardandolo con astio.

"Ehilà! Molto noi non vedere, Gog!" si presentò Tup, con un sorriso che quasi gli tagliava la faccia in due!

Zannatorta ringhiò e si voltò verso Tup, pronto a scattare ad un cenno del suo padrone... e Gogmurt grugnì irritato sentendo il soprannome che Tup gli aveva dato. "Tup! Tu cosa fare qui? Tu esiliato! Se altri goblin sa che tu con me, io essere nei guai!" ringhiò il druido. Pronunciò una formula in quella stessa lingua che Tup non riconosceva... e una spada fiammeggiante apparve nella mano destra del druido, che poi la puntò severamente contro l'ospite indesiderato, apparentemente indifferente al calore. "Tu dire me perchè Gogmurt non dovere avvertire capo Ripnugget! Avanti, Gogmurt attendere!"

"Oooooh! Incantesimo Lama di Fuoco! Tup piace!" esclamò il goblin imbacuccato, i suoi occhi scarlatti che si spalancavano per lo stupore tra tutti i tessuti di cui era coperto! Libertà si fece indietro, spaventato dalle fiamme e dalla vista del puma nero che lo guardava con aria famelica. Dopo un attimo, Tup si ricordò il motivo per cui era venuto, mosse una mano davanti a sè, e si schiarì la voce. Il risultato del loro piano dipendeva da quanto lui avrebbe saputo essere persuasivo... "Ecco... Tup non qui per combattere! Tup e Gog stati amici, no?"

"Prima che tu dessi fuoco a sedere di consorte di Ripnugget!" replicò prontamente il druido.

Nascosti nell'oscurità, Yan e Reji non poterono resistere e sghignazzarono, coprendosi la bocca con le mani. Quello era lo scherzo di cui Tup aveva parlato e il motivo per cui era stato mandato via?

Senza perdere un colpo, Tup alzò le spalle e diede la sua giustificazione. "Tup pensato che quella era suocera! Piccolo errore!" affermò, per poi fare una breve risatina acuta. A giudicare dalla reazione di Gogmurt, che si avvicinò di un passo sollevando la sua lama fiammeggiante, Tup comprese che la battuta non era stata gradita. "Ehm... okay, okay, Tup sta zitto. Comunque... io so che tu non contento, Gog! Da quando gambelunghe con capelli bianchi qui, Ripnugget da più ascolto a lei che a te, vero?"

Gogmurt corrugò la fronte e tenne la spada di fuoco sollevata. Zannatorta, da parte sua, frustò rabbiosamente il terreno con la coda ed emise un ringhio sommesso, cercando di apparire il più minaccioso possibile. "Anche se tu ragione... questo non riguarda Tup, o sì?" ringhiò. "Tu... avere in mente qualche stupido piano?"

"Tup in mente piano geniale!" esclamò. "Perchè tu seguire Ripnugget? Ripnugget sciocco, lui ascoltare Nualia e suoi scagnozzi, e mandare tutti goblin a morire!"

Il goblin druido non cambiò espressione, ma dovette riconoscere che quello che Tup stava dicendo corrispondeva a quello che Gogmurt aveva spesso pensato. Ripnugget non era uno stupido, ma era troppo impulsivo. E soprattutto, non gli piaceva il fatto di aver perso ascendente sul suo capo, a favore di quella aasimar che venerava una dea demoniaca.

Gogmurt non era uno stinco di santo lui stesso... ma come druido, l'idea di venerare i demoni gli riusciva aberrante.

Detto questo, non aveva certo intenzione di stare ad ascoltare Tup senza avere la sicurezza che quello che avrebbe detto fosse sensato.

"E che cosa noi dovere fare, se non eseguire ordini di Ripnugget?" chiese Gogmurt con un sospiro rabbioso. "Lui guerriero più forte di tribù, e con lui tanti goblin, e anche bugbear! Da soli non potere fare nulla contro di lui..." Si fermò con espressione a metà tra l'indignato e l'allarmato, cominciando a capire cosa avesse in mente il goblin stregone. "Oh, no... nonononono, Tup non potere volere dire quello che io credo lui volere dire!"

"E cosa volere dire Tup? Sentiamo, sentiamo!" Tup spronò il druido con un sorrisone cordiale, come se volesse semplicemente spronarlo a trovare la soluzione ad un indovinello amichevole! Anche Libertà volle dire la sua ed emise un belato che alle orecchie di Gogmurt suonava quasi beffardo!

Gogmurt si sbattè la mano sulla fronte e scosse la testa esasperato. "Tu... tu... Gogmurt non potere credere! Tup matto come cavallo!" esclamò, usando quello che alle orecchie dei goblin era uno degli insulti peggiori. "Tu... vuoi andare a chiedere aiuto a gambelunghe di Sandpoint?"

"No, Tup non volere! Tup già fatto!" continuò il goblin stregone, con la sua migliore faccia tosta! Con un elegante gesto del braccio, Tup puntò verso il corridoio in mezzo alla vegetazione... e il gruppo di avventurieri riconobbe che quello era il momento di farsi avanti. Con un briciolo di riluttanza, Yan decise di uscire per primo e raggiunse Tup e il suo ariete, sotto gli occhi increduli di Gogmurt. Il goblin druido era rimasto a bocca aperta... al punto tale che per un attimo Yan ebbe quasi l'impressione che gli stesse per cascare la mascella! E man mano che il resto del gruppo si presentava, Gogmurt cominciò a parlare una strana lingua che aveva appena inventato. Nel momento in cui anche Shalelu apparve, Yan cominciò a temere che Gogmurt svenisse da un momento all'altro.

"Visto? Gambelunghe venuti qui per fermare attacchi a Sandpoint, e anche tu non volere che goblin morire in modo stupido!" esclamò Tup, approfittando del momento in cui Gogmurt era impegnato a boccheggiare come un pesce appena pescato! "Che dici, Gog? Grazie a loro, noi prendere a calci nel sedere Ripnugget, e diventare noi capi di grande tribù!"

"Con l'avvertenza che non dovete più dare fastidio alle comunità di umani e semiumani di Varisia." volle precisare Misia, a scanso di equivoci.

Tup si schiarì la voce e si calmò di colpo. "Ovviamente."

Finalmente, Gogmurt riuscì a recuperare la lucidità che gli serviva per ragionare e per rispondere in maniera coerente. "Io... io non potere credere! Tu proprio pazzo, Tup!" esclamò, passeggiando su e giù per la stanza come un ossesso. Persino Zannatorta sembrava preoccupato per la salute mentale del suo padrone, e lo guardava con evidente preoccupazione. "Goblin e gambelunghe nemici da tempo! E tu portato qui anche elfa ammazzagoblin! Perchè loro aiutare noi a mandare via Ripnugget e i suoi?"

"Perchè, in cambio della promessa che voi non diate più fastidio a Sandpoint e alle altre città di noi umani e semiumani, noi possiamo lasciare a voi due il comando di questa coalizione. E possiamo anche sistemare i cultisti di Lamashtu che stanno manovrando Ripnugget." spiegò Yan, squadrando seriamente il druido negli occhi, in modo che potesse rendersi conto che non era uno scherzo.

"Gog tornare fidato, e noi continuare nostra vita senza timore che gambelunghe viene e ci fa fuori." rispose Tup. Libertà assentì rapidamente, mentre Zannatorta storse il naso e guardò attentamente il pecorone, quasi si stesse chiedendo se farne uno spuntino o no. Gogmurt strinse i denti e si sfregò la fronte... ma doveva ammettere che l'idea che Tup stava proponendo non era poi tanto male. Non gli interessava neanche che Ripnugget fosse mandato via - per quanto fosse uno scriteriato, era abbastanza intelligente ed era un guerriero esperto. Gli bastava che a capo della tribù ci fosse qualcuno che non li mandasse nelle fauci della morte per un suo puntiglio. Tuttavia, non si faceva illusioni su quanto precaria fosse la sua posizione. Fino a quel momento, era riuscito a non mettersi nei guai con Nualia e i suoi scagnozzi... ma adesso che erano coinvolti gli avventurieri di Sandpoint, era solo questione di tempo prima che il suo gioco venisse scoperto.

Sarebbe stato pronto a giurare che Tup lo aveva intrappolato apposta. Aveva calcolato quella mossa per mettere Gogmurt in una posizione in cui non poteva più tergiversare...

Dopo averci pensato un po' su, sotto lo sguardo del gruppo di avventurieri, Gogmurt giunse alla conclusione che forse sarebbe stato meglio assecondare Tup e fare quello che poteva per ostacolare Ripnugget e dare una mano ai "gambelunghe" ad infiltrarsi a Collecardo. Tuttavia, voleva essere sicuro al cento per cento che fosse una buona idea, prima di dare il suo assenso.

"Ooookay, noi ammettere che tu ragione, Tup..." affermò il druido, accarezzando Zannatorta sulla schiena in modo che il puma nero capisse che aveva il permesso di lanciarsi all'attacco non appena gli intrusi avessero fatto qualcosa che non gli piacesse. "Che motivo ho di fidarmi? Perchè Gogmurt non mandare messaggio a Ripnugget che intrusi qui a Collecardo?"

Reji corrugò la fronte. In effetti, doveva ammettere che la loro posizione non era proprio il massimo... se Gogmurt avesse dato l'allarme, avrebbero presto avuto addosso tutte, o quasi, le forze al servizio di Nualia... e non era per niente sicura che sarebbero riusciti a cavarsela sotto un simile assalto.

Per fortuna, ci pensò Shalelu a volgere la conversazione a loro vantaggio. L'elfa ranger incoccò una freccia e, con un'espressione indifferente che faceva capire quanto rapidamente fosse disposta a passare a vie di fatto, la puntò contro la testa di Gogmurt, che strinse i denti e sgranò gli occhi allarmato. "Prima di tutto, il fatto che se cercherai di dare l'allarme, ti infilzerò la testa come uno spiedino." affermò Shalelu, in modo che fosse chiaro che non stava scherzando.

Jolan decise che forse era meglio intervenire per riportare la conversazione su binari più pacifici. "E poi... c'è il fatto che per entrambi noi un'alleanza potrebbe essere un vantaggio. Come dice Tup, voi non date più fastidio alla gente di Varisia, e noi lasciamo  che questa tribù di goblin - che a quanto vedo è davvero forte e ben nutrita - viva per conto suo, senza che nessuno venga a dare loro fastidio. Uno scambio di favori, per così dire." affermò. "Non credi che potrebbe essere conveniente anche per te e i tuoi goblin, Gogmurt?"

"Halfling parla bene. Meglio non in pentola, Gogmurt d'accordo." ammise il druido.

Jolan si sfregò la testa con una mano. "Immagino che sia meglio prenderlo come un complimento..." rispose. "Detto questo... ci saranno pure dei goblin che non sono d'accordo con quello che il capo Ripnugget sta facendo. Saresti capace di contattarli... e di organizzare una ribellione contro Ripnugget e i suoi fedeli? Poi ci occuperemmo noi dei... ehm... gambelunghe... che comandano Ripnugget."

"Idea interessante... rischio sì, ma buona! Parecchi goblin qui no accordo con Ripnugget..." rispose prontamente Gogmurt. Zannatorta si avvicinò al suo padrone ed emise un breve ruggito gutturale mentre il goblin druido cominciava a pensare ad un modo di organizzarsi in modo da isolare Ripnugget quanto più possibile. "Hmm... forse Gogmurt non più tanto sveglio, ma... forse vuole correre rischio. Io potere dirvi qualcosa su chi c'è qui a Collecardo, e voi andare in sala del trono di Ripnugget e cacciare via a pedate in culo, okay?"

"Non credo avrebbe potuto metterla in termini più chiari..." commentò sarcastico Yan. "E va bene, vorrà dire che sistemeremo noi questo Ripnugget... e che cosa mi sai dire del bugbear? Una dei nostri compagni avrebbe dei conti da regolare con lui." Guardò verso Shalelu, che fece un cenno di assenso.

Gogmurt ci pensò un po' su prima di dare la sua risposta. "Di recente, bugbear fa ronde di guardia con umano. Gambelunghe di nome Orik." affermò. "Gogmurt non sa se Orik ha legami con Nualia o altri. Pensa lui solo mercenario."

Tup intervenne nella conversazione. "Orik è umano sporco di cui Tup diceva." precisò. Resosi conto che le sue parole avrebbero potuto essere male interpretate, il goblin imbacuccato si affrettò a muovere le mani davanti a sè. "Tup voleva dire che Orik sporco, non che gambelunghe sporchi! Lui no molto pulito!"

"Ooookay. Immagino che si tratti di un brigante o cose del genere..." affermò Eli, reprimendo un brivido all'idea di collaborare con il goblin druido. I ricordi di quello che i goblin avevano fatto a Sandpoint, e soprattutto di quel terribile incontro con quel goblin impazzito, continuavano a scorrere davanti ai suoi occhi. "Va bene. Se non altro può esserci utile come informazione."

Gogmurt decise che a quel punto, tanto valeva giocarsi il tutto per tutto. Ripnugget stava rapidamente portando la sua tribù ad affrontare una battaglia per la quale non era pronta, e se avesse lasciato che andasse avanti così, sarebbero andati incontro alla rovina. Forse sarebbero stati spazzati via da un contrattacco da parte dei "gambelunghe", o forse si sarebbero rovinati da soli quando il territorio sfruttato fino alla sterilità li avrebbe resi incapaci di sostenersi. In ogni caso, era il momento di rischiare. Gogmurt non si era mai definito un coraggioso, e anche adesso sperava di esporsi a meno rischi possibile... ma a quel punto, non prendersi qualche rischio sarebbe stato ancora peggio.

Finalmente, il goblin druido annuì con decisione. "Va bene. Gogmurt dà voi una mano." affermò. "Qual è vostra prima mossa?"

Jolan si sfregò il mento e sorrise astutamente. "Prima di tutto, lasciamo questo Ripnugget in braghe di tela..." affermò. "Muovere adesso contro Ripnugget sarebbe un problema. Piuttosto... se sai quali sono i goblin che non sono d'accordo con i modi di fare del capoccia, saresti in grado di contattarli e spiegare loro quello che sta per accadere?"

"Sì, halfling buona idea!" sussurrò Tup. "Se Ripnugget non ha suoi seguaci, tutto più semplice! Tu puoi dire loro tutto, Gog?"

Il druido accarezzò il suo puma addomesticato e si mise a pensarci su. "Hmm... sì, io potere fare. Conosco modo per avvertirli senza creare allarme." affermò. "Però io poter avere bisogno di aiuto di gambelunghe... e di Tup, ovviamente. Voi bene come idea?"

"Dicci di cosa si tratta, Gogmurt, e ti daremo una mano." rispose Misia con un sorriso gentile, come se stesse semplicemente parlando con un vecchio amico.

Gogmurt accarezzò Zannatorta su un fianco. "Allora... io potere dire voi goblin che no piace Ripnugget..."

 

oooooooooo

 

Due goblin dall'aria annoiata stavano passando assieme un po' di tempo libero, seduti in una piccola stanza ricavata in una radura... e ora che erano sicuri di essere da soli, si stavano scambiando un po' di punti di vista su quello che stava accadendo.

"Andare avanti così no proprio..." ringhiò uno dei due, un mostriciattolo dalla pelle blu-verdina e un cappuccio di cuoio in testa che in quel momento si stava sgranocchiando un topo arrostito. "Capo troppo fissato su città gambelunghe. Prima noi cacciare in foresta, fare fuoco dove volere... tutto bene. Adesso decide solo lui..."

"Vero. Molti goblin morti accoppati. Anche Offuk fatto splat splat." rispose l'altro goblin, controllando il suo tranciacani. La lama era un po' smussata, notò, ed era il caso di affilarla. "Io no volere essere splat splattato."

"Se avanti così, noi schiattare su cosi affilati di gambelunghe." continuò il primo, per poi ripulire il meglio possibile le ossa del suo misero pasto. "O peggio, loro venire qui con cani e cavalli, e goblin ciao ciao!"  

"Ah, vedo che qualcuno qui non è molto d'accordo con quello che sta facendo il grande capo!" disse una voce chiara dalla galleria più vicina. I due goblin si riscossero di colpo dalla loro distrazione e scattarono in piedi, le mani pronte sulle armi.

"Alt! Chi andare là?" gracchiò quello con la pelle verde-blu.

Si fece avanti dall'oscurità una figura poco più grande dei goblin, avvolta in una mantella un po' malandata, che alzò le mani per far vedere che era disarmato... e quando i goblin diedero l'impressione di non voler fare mosse aggressive, la nuova figura si abbassò il cappuccio per far vedere chi fosse.

"Salve." disse Jolan, cercando di comportarsi in maniera quanto più normale possibile. "Ho sentito che... non siete troppo soddisfatti di come il vostro capo sta guidando questa alleanza..."

Uno dei goblin si avvicinò minaccioso, brandendo il suo tranciacani. "E cosa volete tu mezzuomo ciccione?" stridette uno dei due. Jolan strizzò un occhio, sperando che in giro da quelle parti non ci fossero guardie... poi fece un cenno pacificatore e si avvicinò di un passo.

"Niente di particolare, è che penso che... beh... il vostro druido può spiegarvi meglio cosa intendo dire. Volete... ehm... venire con me?" chiese, sottolineando il concetto con un sorrisso accomodante.

Con suo grande sollievo, i due goblin apparirono incuriositi. "Hmm... forse questo interessa noi!" disse quello col cappuccio...

 

oooooooooo

 

"So che voi non siete molto contenti di come Ripnugget vi comanda." stava dicendo Misia in quel momento al terzetto di goblin - due maschi e una femmina - e al cane-goblin con cui era riuscita a parlare dopo averli trovati seduti su un tronco rozzamente intagliato in un tortuoso corridoio. I tre goblin stavano fissando la femmina di gnomo con evidente attenzione, anche se non si fidavano molto di lei. "Molti goblin sono morti nell'attacco a Sandpoint, e credo che abbiate paura che la prossima volta potrebbe accadere a voi, non è vero?"

Il cane-goblin annusò la femmina di gnomo con sospetto, e Misia represse un brivido di disgusto - la creatura puzzava come un cane rognoso. "Non sarebbe meglio..." continuò la biondina "...mandare via Ripnugget e mettere al suo posto qualcuno che non metta in pericolo la sopravvivenza delle vostre tribù? Ci sarà bisogno di discuterne, ovviamente... ma credo sinceramente che sia la scelta migliore.

I tre goblin si fermarono a riflettere - un'azione a cui non erano molto abituati, Misia notò dalle loro espressioni infastidite -  e risposero dopo quasi un minuto.

"Per noi bene. Dice noi cosa fare, sisì?" affermò uno dei due maschi...

 

oooooooooo

 

Orik sospirò stancamente, mentre gettava un'occhiata sospettosa al massiccio bugbear che faceva il turno di guardia assieme a lui. L'impressione che Bruthazmus avrebbe approfittato del primo momento di distrazione per scannaro e metterlo sullo spiedo non si era mai sopita del tutto, e il mercenario di Riddleport era sicuro che l'unico motivo per cui il bugbear collaborava con lui era perchè Nualia glielo aveva ordinato. Mentre i due riluttanti colleghi si apprestavano ad iniziare il loro giro di perlustrazione, Orik controllò che la sua spada fosse ben riposta nel fodero e che la sua faretra avesse abbastanza frecce in caso di bisogno. Bruthazmus, da parte sua, era impegnato a fare qualche ultimo preparativo, e stava dando un'occhiata alla sua mazza ferrata, per assicurarsi che fosse in buone condizioni al momento di ingaggiare battaglia.

"Okay, grand'uomo... se tu fossi un avventuriero che cerca di intrufolarsi qui, da dove inizieresti?" chiese Orik con fare apatico. Se avesse avuto possibilità di scelta, si sarebbe offerto volontario per fare la guardia all'ingresso delle catacombe, magari al fianco di Lyrie. Ma niente da fare... quel damerino di Tsuto si era accaparrato di nuovo la posizione, e Lyrie aveva ancora una volta preferito stare accanto a quel dannato mezzelfo.

Bruthazmus prese saldamente il manico della sua mazza ferrata e la testò sferrando un paio di colpi in aria - anche soltanto per intimorire Orik. "Hmph... chiunque cerchi di attaccare Collecardo direttamente è uno stupido o un suicida. Quei miseri goblin non saranno un granchè come guerrieri, ma sono in tanti, e non appena troveranno un intruso, non ci penseranno su due volte a scagliarsi su di lui e sopraffarlo con i numeri. Detto questo... ci sono dei punti sensibili che dovremmo tenere d'occhio."

"La spiaggia a sud-ovest mi è sempre sembrato un punto un po' difficile da controllare. Se quegli avventurieri di cui abbiamo sentito vogliono avvicinarsi a Collecardo, non pensi che tenteranno quella strada?" chiese l'uomo, tenendosi sempre attento mentre lui e Bruthazmus si incamminavano lungo un corridoio che si addentrava tra le fronde e i cespugli. Ogni tanto, si sentiva il chiacchiericcio di qualche goblin che risuonava fastidiosamente tra le foglie.

Bruthazmus sghignazzò cupamente. "Oh, qualcuno ha già tentato da quella parte. Non ne è rimasto molto." rispose con fare sibillino e minaccioso. "Abbiamo presto imparato che non c'è bisogno di mettere guardie sulla spiaggia."

Il mercenario corrugò la fronte, immaginando che ci fosse qualche ostacolo naturale o qualche predatore che aveva impedito a qualsiasi intruso di intrufolarsi a Collecardo da quella direzione. Per quello che  lo riguardava, gli bastava che Bruthazmus fosse sicuro di quello che diceva... e che non gli venissero in mente strane idee.

"Quindi... io dico che la cosa migliore da fare è pattugliare le aree centrali." grugnì il bugbear cacciatore. Un goblin arrivò di corsa da un corridoiolaterale e andò a sbattere contro il bestione peloso, che abbassò lo sgardo verso il malcapitato e fece un grugnito che lo fece scappare terrorizzato. "Hmph. Stupidi goblin. Quello che voglio dire, è che se cercano di raggiungere le catacombe, devono passare per forza di lì, e in quel punto sono particolarmente esposti ad un attacco da due lati."

"Capisco..." rispose Orik. Il mercenario guardò verso uno dei corridoi più grandi mentre lui e Bruthazmus ci passavano davanti. Da quella parte c'era la sala del trono di Ripnugget, il leader dell'alleanza di tribù goblin. Orik non lo aveva visto molto spesso, ma aveva l'impressione che, per quanto fosse più intelligente della media della sua razza, non fosse esattamente un leader molto competente. Sempre più spesso, aveva lasciato a Nualia e ai suoi luogotenenti le decisioni più importanti per i suoi goblin, e aveva finito per ignorare li consigli del suo druido di fiducia, Gogmurt. L'episodio in cui Lyrie si era rivolta a lui per chiedere dei goblin come appoggio era stato la classica eccezione che conferma la regola.

Orik non si sarebbe certo stupito se Gogmurt avesse in mente qualcosa per riprendersi il rispetto che riteneva gli fosse dovuto... tuttavia, non aveva le risorse per tentare una ribellione contro Ripnugget, soprattutto con Nualia e gli altri a spalleggiare il capo dei goblin. Detto questo, forse sarebbe stata una buona idea tenere d'occhio il druido...

"Avanti, avanti! Che diamine aspettate, branco di poltroni?" esclamò la voce aspra di Ripnugget. Orik e Bruthazmus rimasero un po' sorpresi quando videro che il leader dei goblin stava arrivando da quel corridoio, a cavallo del suo geco gigante e scortato da un gruppo di goblin armati di affettacavalli. "Quel rompiscatole di Gogmurt vuole comunicarci qualcosa... spero che non sia un'altra delle sue tediose lezioni sull'equilibrio della natura!"

"Un... un momento, sire Ripnugget!" protestò uno dei goblin della scorta. "Noi... dovere essere sicuri che tutto in regola, e che lei protetto!"

"Tsk! Gogmurt è troppo codardo per complottare contro di me. E la tribù sa bene che deve essermi fedele, o se la vedrà con Nualia e gli altri!" grugnì il re goblin, prima di posare lo sguardo su Orik e Bruthazmus. "Voi due continuate a fare la guardia, come al solito. Se succedesse qualcosa, se qualche intruso dovesse intrufolarsi a Collecardo, sareste voi a risponderne!"    

Nonostante fosse più alto e più muscoloso di Ripnugget, Orik fece in modo di prendere sul serio le parole del capo dei goblin. Nonostante le apparenze, Ripnugget era un combattente di tutto rispetto, ed Orik non era sicuro di poter uscire vivo da un combattimento con lui.

"Certamente, sire Ripnugget!" rispose prontamente Bruthazmus. "Posso sapere che sta succedendo? Sembra che le tribù si stiano riunendo..."

"Tch. Gogmurt vuole fare un discorso... spero che non ci metta troppo tempo, abbiamo già fin troppe questioni per le mani." affermò Ripnugget, per poi spronare la sua cavalcatura. "Andiamo, adesso! Non perdiamo tanto tempo! Prima ci togliamo di mezzo questa seccatura, meglio è!"

Orik corrugò la fronte. Un discorso da parte del druido della tribù? Era un po' inusuale... soprattutto da quando Ripnugget aveva man mano estromesso Gogmurt e lo aveva ridotto a niente più che un attendente. Come mai adesso Gogmurt era convinto che il capotribù gli avrebbe dato ascolto? E poi, un discorso a tutta la tribù... i goblin di solito erano troppo disorganizzati per cose simili, ed Orik immaginava che soltanto l'inusuale situazione di alleanza tra varie tribù rendesse possibile un discorso pubblico.

Beh, per quanto lo riguardava, i goblin potevano fare quello che volevano... tuttavia, il sospetto che ci fosse qualcosa di strano continuava a ronzare nella testa del mercenario di Riddleport. Meglio starci attenti...

"Okay, Bruthazmus. Tu continua pure il tuo giro." affermò Orik, piazzandosi vicino all'ingresso del corridoio che Ripnugget e le sue guardie del corpo avevano imboccato. Si sentiva ancora in lontananza la voce acuta del capo dei goblin che continuava a spronare il suo geco gigante e ad insultare i suoi sottoposti. "Io... credo che farei meglio a restare di guardia qui. Se a qualcuno venisse in mente di tentare qualcosa contro i capi dei goblin, questo sarebbe un ottimo momento per farlo."

"Hm?" il bugbear fissò il suo "collega" umano con sospetto. "Cos'è questa, scansafatiche, una scusa per non proseguire la ronda? Ti avverto che sei pagato bene per fare la guardia!"

"Sto solo cercando di fare il mio lavoro al meglio. Venti pezzi di platino non sono pochi, e me li devo pur guadagnare." rispose prontamente Orik. "Tra l'altro, non i risulta che la signorina Nualia mi abbia detto esplicitamente come fare la guardia, e ho un po' di libertà nel decidere i modi e i tempi. Ho pensato che fosse meglio che uno di noi restasse qui."

Bruthazmus era convinto che fosse una scusa per non continuare la ronda assieme a lui, ma sinceramente la cosa gli stava bene. Non gli era mai riuscito simpatico, quel tipo... e in ogni caso, era una scusa abbastanza plausibile. Tutto quello che Bruthazmus doveva fare era restare nei paraggi... e ci fosse stato qualche allarme, sarebbe stato abbastanza vicino da intervenire in tempo.

"Va bene, fai un po' come ti pare." sghignazzò il bugbear. "Basta che tu non venga a frignare da me se ti ficchi in qualche casino."

Orik grugnì e si permise un sorriso sarcastico. Prima che Orik chiedesse aiuto a Bruthazmus, ci sarebbe dovuta essere una bufera di neve nelle giungle del Mwangi...

 

oooooooooo

 

Ripnugget era abituato al servilismo dei suoi goblin... e mentre entrava nel grande salone ricavato in una radura, attorniato da un nutrito gruppo di goblin e cani-goblin, la folla si fece immediatamente da parte per permettergli di passare. Soddisfatto, Ripnugget schioccò le dita per dare un segnale ai suoi sottoposti, che iniziarono subito una delle tipiche canzoncine dei goblin, tanto orecchiabili ed infantili quanto stranamente inquietanti.

 

Goblin siam di Collecardo,

degli umani facciam lardo!

Goblin squarta e poi sbudella,

e si pappa le cervella!

 

Ripnugget fece cenno ai suoi sudditi che per il momento era sufficiente, e spronò il suo geco gigante in modo che prendesse posto davanti al resto dei mostriciattoli verdi. Su un podio ricavato alla meno peggio intagliando ciò che restava del ceppo di una grande quercia, il druido Gogmurt e il suo puma addomesticato Zannatorta avevano già preso posizione, e Gogmurt accolse il leader dell'alleanza di tribù con un cenno della testa. Era un'impressione di Ripnugget, o il druido sembrava allo stesso tempo nervoso e sottilmente soddisfatto? Adesso sì che era curioso di sentire cosa avesse da dire, se non altro per ridergli in faccia una volta che avesse finito.

Non appena il loro capo ebbe preso posizione, i goblin smisero per la maggior parte di chiacchierare e fare confusione. Una vocetta stridula parlò, dicendo qualcosa (forse una battuta) nella lingua acuta dei goblin, e Ripnugget alzò gli occhi al cielo in segno di esasperazione... un attimo prima che la vocetta si interrompesse e si trasformasse in uno stridio di dolore. Un altro goblin aveva pestato il piede all'importuno prima che potesse dire qualcosa di cui si sarebbe pentito.

"Benvenuti, colleghi goblin." esordì Gogmurt, con una tranquillità che Ripnugget trovò stranamente sospetta. "Gogmurt è contento che voi qui in tanti per ascoltare cose che deve dire. Cose molto importanti, sì! Cose che riguarda futuro di tribù!"

L'uditorio cominciò immediatamente a vociare, in una dimostrazione di fastidio e confusione al tempo stesso. Ripnugget stesso corrugò la fronte - la riunione era appena iniziata, e già non gli piaceva per niente come stava andando.

"Lo so, lo so... goblin non pensa a futuro." continuò Gogmurt, facendosi più serio. "Eppure goblin dovrebbe! Noi fare cose perchè divertente, perchè eccitante, perchè fare male a gambelunghe... ma non stare andando molto bene, vero? Molti di noi essere morti-morti in attacco a Sandpoint. Questo non bene per tribù. Se io però fermare e pensare... forse può fare meglio di così, chiaro o scuro?"

"Gogmurt! Cosa significa questo?" stridette Ripnugget, intuendo che il druido stava cercando di minare la sua autorità. "Ti ricordo che sono io il capo di queste tribù! Decido io cosa si fa!"

Gogmurt scosse la testa. "No, io no dimenticato! Tu ricordare ogni giorno!" ribattè. "Ma alcuni di noi pensare che tu non buona idea come capo, Ripnugget! Da quando Nualia venuta qui, tu lasciato incantare da lei!"

"Aaaah, Ripnugget ha capito il tuo gioco!" replicò il capo dei goblin, con un ghigno poco rassicurante. Con un rapido movimento del braccio, Ripnugget sfoderò una tranciacani - un'arma dall'aspetto molto più solido e raffinato delle lame rozze ed arrugginite che un goblin normalmente portava con sè - e la puntò contro il druido e il suo puma. Una tenue aura azzurrina circondò la lama d'acciaio. "Gogmurt è invidioso perchè ora che ascolto Nualia, l'alleanza fra tribù sta prosperando! Gli secca che non è più il mio consigliere fidato, e vuole prendermi il posto! Finchè io sarò capo, nessuno prende le decisioni tranne me e Nualia!"

I goblin, da parte loro, stavano avendo delle reazioni inaspettate alle parole del loro druido. Quantomeno, inaspettate per Ripnugget, la cui sicurezza cominciò a vacillare quando sentì quello che alcuni dei suoi cosiddetti sudditi stavano dicendo.

"Però... druido Gogmurt parla bene." disse uno dei goblin, riflettendo un po' su quello che aveva detto.  "Quello che lui detto... no stupido."

"Cosa stare dicendo?" stridette un altro goblin. "Questo essere trucco! Noi vissuti fino oggi in questo modo! No bisogno pensare altro!"

"Io no volere ucciso da gambelunghe!"

"Io volere scannare gambelunghe!"

"No divertente se morire!"

"Morire parte di gioco!"

"Tu cervello di caccole!"

"No, tu cervello di caccole!"

"Gogmurt ragione!"

"No, Ripnugget ragione!"

"Hey... hey, ma che state facendo?" esclamò Ripnugget con crescente frustrazione. Attorno a lui, i goblin avevano iniziato ad insultarsi, a gridarsi nelle orecchie e anche a venire alle mani... e nel giro di pochi secondi, non appena uno di loro aveva sferrato un pugno ad un altro, tutti gli altri si erano gettati nella lizza, alcuni di loro senza neanche chiedersi il perchè. Tra grida di battaglia, scherzi villani, morsi, graffi, ceffoni e suppellettili usate come armi improvvisate, la scena era ben presto degenerata in una furibonda rissa!

Gogmurt stesso era rimasto basito. Si era aspettato che il suo discorso avrebbe avuto un effetto... polarizzante, per così dire... ma non credeva che avrebbe provocato una simile rissa. I goblin a lui più fedeli e quelli che si erano fatti convincere si battevano con accanimento infantile contro i goblin che erano rimasti dalla parte di Ripnugget... e i risultati erano lì davanti ai loro occhi!

"Gogmurt!" strillò infuriato Ripnugget, per poi buttare via con un calcio un goblin avversario che cercava di agguantarlo. Prese le radini del suo geco gigante e gli diede una sferzata... e il lucertolone si lanciò alla carica, passando letteralmente sopra un gruppetto di goblin che si era piazzato davanti a Ripnugget in un poco ponderato tentativo di rallentarlo. Nello stesso momento, Zannatorta si lanciò alla carica e puntò alla gola di Ripnugget, che però si difese abilmente con un fendente della sua tranciacani incantata. La lama aprì una ferita piuttosto profonda nella spalla sinistra del puma, che ringhiò di dolore e si abbattè al suolo, poi si spostò rapidamente per evitare le fauci del geco gigante.

"Tradimento! Tradimento! Miei fedeli, a me! Difendetemi!" ringhiò Ripnugget. Gogmurt strinse i denti vedendo il suo compagno animale a terra, e lanciò nuovamente il suo incantesimo Lama Infuocata, creando nella sua mano una spada ricurva fatta di ardenti fiamme scarlatte.

E fu allora che si scatenò l'inferno. Con un grido di battaglia, Reji fece irruzione nella sala e colpì un goblin armato di affettacavalli con un poderoso calcio volante, mentre Shalelu scoccava un paio di frecce che raggiunsero una delle guardie del corpo di Ripnugget. Eli apparve subito dopo e creò uno scudo di energia attorno a sè, mentre Jolan si piazzava accanto alla mezzelfa maga, usando i suoi pugnali per eliminare i goblin che cercavano di avvicinarsi a lei. Nel giro di pochi secondi, la fazione di Ripnugget e quella di Gogmurt erano nel bel mezzo di una lotta furiosa!

Ripnugget, al colmo dell'ira, si scagliò verso il gruppo di avventurieri ed evitò una freccia scagliata da Shalelu... e nello stesso tempo, le sue tre guardie del corpo si erano già riorganizzate. Una di esse scagliò un coltello affilato contro Eli, ma per fortuna, la lama rimbalzò sullo scudo magico senza farle nulla. Con un'imprecazione, un'altra delle guardie sferrò un deciso fendente con la sua affettacavalli e abbattè un goblin che si era avvicinato troppo...

"Avanti, goblin! Abbasso Ripnugget! Diamo lui bella lezione!" esclamò una vocetta acuta. Un istante dopo, una figura imbacuccata che Ripnugget riconobbe subito si piazzò accanto a Gogmurt e lanciò un incantesimo Mani Brucianti: dalla sua mano estesa si sprigionò una fiammata che investì una vasta area davanti alla figura, e i goblin che si trovavano lì davanti crollarono a terra strillando per le bruciature! "Hah! Salve, Rip! Tu non creduto io tornare, vero?"

Ripnugget trafisse un goblin nemico che cercava di salire sul suo geco, poi rivolse tutta la sua attenzione al goblin che aveva appena lanciato l'incantesimo. "Tup!" esclamò con stupore e rabbia. "Ne hai di fegato, a far vedere ancora la tua faccia in giro!"

"Almeno su questo, noi d'accordo..." borbottò Gogmurt alzando gli occhi al cielo.

"Hahahaaa! Sentire chi parlare!" esclamò Tup. Un goblin cercò di avvicinarsi a lui per accoltellarlo alle spalle... solo per essere incornato e scagliato via da Libertà, intervenuto per aiutare il suo padrone. Con un cenno di gratitudine, Tup balzò in sella al suo pecorone addomesticato e puntò una torcia accesa contro il suo ex-capo, come a sfidarlo ad una giostra di cavalieri! "Tu no più capo! Gog e io potere fare meglio di te! Tu no più dai fastidio a Sandpoint, amico!"

"Poveri illusi! Vi siete alleati ai gambelunghe per mandarmi via, vero?" ringhiò il capo dei goblin di Collecardo. "Ma non ve la caverete! Adesso vi travolgerò, e poi mi dedicherò a radere al suolo Sandpoint! Nualia ne sarà molto contenta! Miei fedeli, non fatevi spaventare! Noi siamo più di loro!"

Con una serie di grida di battaglia, i goblin fedeli a Ripnugget si riunirono attorno a lui, in modo da creare una barriera attorno a lui ed impedire agli intrusi e ai fedeli di Gogmurt di attaccare. Vedendo che la situazione sembrava farsi più difficile, Tup si alzò sulla sella di Libertà e cercò di incoraggiare il suo piccolo esercito di goblin ed avventurieri. "Forza, amici! Noi vincere! Noi prendere pellaccia!" esclamò, per poi esibirsi in una sua canzoncina, in modo da infondere più coraggio ai suoi compagni.

"Qui con Tup c'è la vittoria!

Combattiamo per la gloria!

Noi vinciamo alla stragrande

e Ripnugget in mutande!"

 

La canzoncina valse allo scopo di corroborare il gruppo di Eli e i goblin che combattevano al fianco di Tup e Gogmurt. Con rinnovata determinazione, Shalelu mirò una freccia alla testa di Ripnugget, che si accorse appena in tempo del pericolo e schivò all'ultimo momento. La freccia mancò i punti vitali, ma tracciò una ferita sulla guancia del capo dei goblin. Un cane-goblin attaccò Eli da un lato e cercò di morderla, ma venne fermato da Jolan, che scivolò al suo fianco e colpì il mostruoso animale alla nuca con uno dei suoi pugnali, facendolo crollare al suolo.

"Ottimo lavoro. Continuate così!" esclamò Reji, in quel momento occupata a mettere fuori combattimento alcuni goblin che cercavano di attaccarla in massa. La giovane monaca ricevette un colpo di striscio alla gamba sinistra, ma si riprese all'istante e mise al tappeto l'attaccante alzando la gamba e poi facendo cadere bruscamente il tallone sulla sua testa!

"Getto Acido!" esclamò Eli, muovendo la mano davanti a sè e scagliando un getto di liquido corrosivo che costrinse alcuni goblin attaccanti a disperdersi. Gogmurt, da parte sua, era corso a dare una mano a Zannatorta, e aveva appena lanciato un altro incantesimo per creare un groviglio di liane che avvinghiò tre goblin nemici. "Restate uniti! Non dategli aperture! Dobbiamo reggere qui... almeno finchè Yan e Misia non si saranno occupati dei rinforzi!"

Shalelu passò rapidamente in rassegna la stanza alla ricerca del suo arcinemico. Non vedendo traccia di Bruthazmus da quelle parti, l'elfa cacciatrice scagliò un'altra freccia e trafisse un altro attaccante, piazzandosi accanto a Tup in modo da proteggere il goblin stregone... e sorridendo tra sè per l'ironia - una cacciatrice di goblin che dava una mano ad altri due goblin...

 

oooooooooo

 

"Lo sapevo. Lo sapevo, dannazione. Era l'occasione perfetta per un agguato!" esclamò Orik Vancaskerkin, mentre due goblin e un cane-goblin venivano di corsa a dargli man forte. "Tu! Vai a prendere Bruthazmus e avvertilo subito del pericolo! Io vado a dare una mano a Ripnugget!"

"Su... subito!" squittì il goblin più vicino, per poi dileguarsi a tutta velocità verso una delle vie d'uscita. Orik fece un cenno al goblin che tratteneva al guinzaglio il cane-goblin, per dirgli di seguirlo... e malgrado un po' di riluttanza, il mostriciattolo verde annuì e strattonò il ripugnante animale per farsi seguire. "A-Avanti! Noi dovere aiutare capo Ripnugget!"

"Non così in fretta, voi!" esclamò la vocetta acuta di Misia... un attimo prima che un quadrello di balestra sfrecciasse attraverso la stanza e raggiungesse il goblin alla spalla destra con precisione chirurgica! Il goblin strillò per il dolore e mollò la presa sul guinzaglio del cane-goblin, poi si portò l'altra mano alla spalla ferita... ed Orik si voltò di scatto nella direzione da cui era provenuto l'attacco, con la spada già alla mano.

"Bel colpo, Misia!" esclamò Yan, apparendo da una galleria a pochi metri da Orik. Il mercenario corrugò la fronte, cercando già di farsi un'idea dell'avversario con cui avrebbe avuto a che fare.

Misia, la bionda femmina di gnomo armata di balestra che si trovava accanto al ragazzo, ridacchiò nervosamente. "In realtà... avevo mirato al cane." disse con imbarazzo.

"Voi. Come avete fatto ad infiltrarvi a Collecardo?" chiese con decisione Orik, brandendo la sua spada. "Beh, non importa. Dovete sloggiare. Questo non è posto per voi."

Yan si rese subito conto che quell'uomo era probabilmente "quello sporco" di cui Tup aveva parlato. In realtà, Orik non gli dava l'impressione di essere particolarmente carente di igiene, almeno non più di quanto non fossero di solito guerrieri prezzolati come lui. Detto questo, doveva ammettere che Orik aveva in effetti un aspetto rozzo. A pelle, Yan ebbe la sensazione di avere di fronte un avventuriero indurito e di pochi scrupoli.

"Mi dispiace, ma questi goblin e i loro capi stanno complottando per distruggere Sandpoint." rispose prontamente il ragazzo. Altri tre goblin armati di tranciacane erano arrivati e si stavano piazzando dietro Orik, e Misia si concentrò per lanciare uno dei suoi incantesimi. "E io e i miei compagni... siamo qui per impedirglielo. Ora togliti di mezzo. Non voglio combattere inutilmente."

Orik sguainò la spada. "Mi sembri un ragazzo a posto, dico sul serio. E posso capire. Sinceramente, non ho nulla contro Sandpoint." rispose. "Ma il capo vorrebbe farla pagare a quella cittadina per... motivi che sa soltanto lei. E io sono stato pagato per farle da guardia del corpo. Quindi, mi dispiace, ma non posso farti passare."

Yan guardò Orik negli occhi con espressione di sfida, e pensò che quel tizio non sembrava una persona cattiva, in fin dei conti. Certo, era uno che vendeva i suoi servigi e la sua perizia con la spada al miglior offerente, ma in fondo... era una cosa che facevano in molti. Detto questo... erano giunti ad un punto in cui non potevano più tirarsi indietro. "Capisco. Beh, è un peccato. Questo significa che dobbiamo combattere, perchè io non posso abbandonare questa missione. Misia, tutto ok? Restami accanto e cerca di supportarmi con i tuoi incantesimi!"

"Ricevuto, Yan!" rispose la biondina. "Farò tutto quello che posso!"

"Voi scansafatiche pensate alla biondina." ordinò Orik ai suoi goblin. Il cane-goblin si era affiancato al suo addestratore ferito, che si era ritirato in un angolo nel tentativo di estrarsi il quadrello dalle carni. "Fate in modo che non possa dare una mano al ragazzo. A lui penserò io."

I goblin si avvicinarono minacciosi a Misia, brandendo con rabbia i loro tranciacani... e mentre Misia ricaricava la sua balestra il più velocemente possibile, Yan tenne la spada ben salda davanti a sè e si avvicinò ad Orik, pronto a sostenere la sfida...                

       

        

oooooooooo

 

CONTINUA...    

 

 

 

 

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Capitolo 16
*** La battaglia per Collecardo ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

Risposte alle recensioni!

Farkas - Sì, i quasit sono demoni di basso rango, che spesso fanno da famigli per maghi o chierici malvagi e li manipolano in modo da corromperli ulteriormente e far finire le loro anime nell'Abisso. Sì, ci hai preso, lavorare per i demoni o con i demoni è una pazzia. Ma Nualia non è esattamente sana di mente...

Beh, il motivo per cui i demoni sono immuni all'elettricità è il fatto che mi sto attenendo alle regole del gioco da tavolo. Tutte le creature ultraterrene (o "esterni", per usare il termine tecnico) hanno le loro resistenze ed immunità - per esempio, i diavoli sono immuni al fuoco, mentre gli angeli sono immuni all'acido e al freddo. Sì, in effetti ci sono parecchi tipi di creature ultraterrene in Pathfinder...

(E no, 'diavoli' e 'demoni' non sono sinonimi in Pathfinder. Anzi, si odiano a morte...)

Come potrai vedere, Tup avrà il suo ruolo da giocare. ^^

L'infravisione (o scurovisione, come viene chiamata nel gioco) è l'innata capacità di vedere al buio, per dirla in soldoni. In pratica, permette di vedere le fonti di calore, o meglio le variazioni nello spettro infrarosso.

Hehee... sì, so che di solito le guerre civili non scoppiano così in fretta, ma qui stiamo parlando di goblin. XD

Ecco il nuovo capitolo, spero che ti piacerà!

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE

Capitolo 15 - La battaglia per Collecardo

 

"Bene... credo proprio che... sia il momento di fare quello che devo." disse tra sè Aldern Foxglove, mentre con espressione stanca e rassegnata si apprestava a varcare la soglia dell'antico maniero che una volta era stato di proprietà della sua famiglia... e di cui ora non rimaneva che un lugubre rudere. Un mare stranamente gelido si infrangeva sulle scogliere sulle quali sorgeva il grande edificio, il tetto sfondato in diversi punti, i muri cadenti e incrostati di muffa e muschio. La struttura era strangolata in diversi punti da liane di edera grigia dall'aspetto malato, che in alcuni punti si erano ammassate al punto da sembrare trecce di capelli aggrovigliati. La casa sembrava pendere da un lato, i frontoni angolati bruscamente e rotti in vari punti, riparati frettolosamente con assi di legno fradicio. Alcuni camini si levavano da vari punti del tetto, mentre volti ghignanti di gargolle fissavano il mondo attorno a loro da sotto la grondaia. Il fatto che il maniero si reggesse ancora in piedi sulla scogliera era già di per sè notevole, poiché l'intero lato opposto non era altro che un salto a strapiombo sull'oceano sottostante, un salto di più di una sessantina di metri.

 

E lui, Aldern Foxglove, era lì per fare quello che doveva. Non c'era altra scelta. Lui si era ficcato in quel pasticcio, e lui doveva tirarsene fuori in qualche modo. Anche se dentro di sè sapeva che non avrebbe in alcun modo diminuito il senso di colpa che ormai lo accompagnava da molto tempo... Aveva cercato di rimandare questo momento fino all'ultimo, anche cercando svago e distrazione nel Festival della Coda di Rondine a Sandpoint. Questo gli era costato la perdita di Primula, uno dei pochi amici fidati che gli fossero rimasti... e allo stesso tempo, gli aveva permesso di conoscere quel gruppetto di avventurieri di belle speranze. Così giovani, così pieni di volontà... se non fossero stati falciati dai numerosi pericoli che la loro professione comportava... sicuramente sarebbero andati lontano. In particolare, quel giovane di nome Yan... e quella ragazza Tian che lo aveva accompagnato nella caccia...

 

Aldern sospirò e sorrise tristemente. Che cosa lo attraeva a tal punto, in Reji? Forse il fatto che in quella giovane coraggiosa lui aveva visto un ricordo di un periodo più felice? Prima che lui mandasse tutto all'aria per la sua ira e il suo stupido orgoglio? Di qualunque cosa si trattasse, il tempo che avevano passato insieme era stato prezioso, un raggio di sole nella sua tormentata esistenza. La sua speranza era che fosse per loro un'altra occasione di incontrarsi, di parlarsi, di passare del tempo assieme...

 

Questo pensiero lo aiutò a mettere da parte i suoi dubbi, almeno per il momento. Aldern portò la mano al pomello del pugnale che teneva nascosto sotto i vestiti, e si incamminò verso l'ingresso dell'ex-maniero dei Foxglove... La Fratellanza non avrebbe atteso molto più a lungo, e adesso toccava a lui fare la sua parte. In fondo, si disse, Lady Xanesha gli aveva chiesto qualcosa di semplice. Catturare uno dei ratti del maniero e portarlo a lei per studiarlo, per vedere se era possibile scoprire qualcosa di più sul misterioso morbo che aveva quasi spazzato via la famiglia Foxglove decenni prima...

 

Pensando che entro breve sarebbe tutto finito, Aldern passò il più rapidamente possibile davanti ai resti di una dimora della servitù. Raggiunto il maniero, aprì lentamente la porta d'ingresso e guardò all'interno, in una grande sala dal soffitto alto che dava un opprimente senso di vecchiume e decadimento. Il luogo puzzava di umidità e muffa, un odore che pervadeva l'aria ed impregnava il pavimento, i muri, i mobili rosi dai tarli...

 

Aldern entrò con esitazione, pugnale alla mano... e alle sue orecchie giunse un suono lontano, un lamento che sembrava provenire dai piani più alti. Un pianto che alle sue orecchie era terribilmente familiare, e che gli ricordava una volta di più i suoi peccati e le sue debolezze...

 

"Per favore, Iesha... non tormentarmi più." sussurrò Aldern. "Ora tu sei lontana da qui. Sei in un posto dove non ti potrò mai più rivedere."

 

Basta perdersi nei ricordi, decise infine Aldern. Era lì per un motivo, e forse, dopo questa commissione, sarebbe riuscito a dormire sonni un po' più tranquilli...

 

 

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Yan serrò la presa sull'elsa della sua spada e piazzò lo scudo davanti a sè, mentre studiava l'avversario davanti a sè. Orik fece lo stesso, mostrando la sua spada dalla larga lama e il suo scudo decorato con un volto dall'espressione cupa. Con attenzione, i due combattenti si avvicinarono l'uno all'altro, seguendo ogni minimo movimento e tenendosi pronti ad ogni reazione da parte dell'avversario. Giunti a pochi passi di distanza, le loro spade si incrociarono con un lieve clangore... e Yan fece un piccolo scatto all'indietro, anticipando la mossa dell'avversario! Orik sferrò un rapido fendente davanti a sè, e solo la reazione tempestiva dello spadaccino più giovane gli risparmiò di essere morso dalla lama dell'avversario!

 

Cogliendo l'occasione, Yan scattò in avanti e abbattè un poderoso fendente su Orik... che reagì con inaspettata rapidità e sollevò la spada in tempo per difendersi! Le sue lame ottimamente forgiate si scontrarono con un clangore agghiacciante... ed Orik si scansò agilmente, con un trucchetto da lottatore. Yan perse l'equilibrio per un istante ma riuscì ad alzare lo scudo e parare il fendente che seguì. Sferrò un affondo, ma Orik si era già ritirato a distanza di sicurezza, e ancora una volta il suo affondo si risolse in un nulla di fatto. Lo spadaccino più anziano (o almeno, così sembrava a Yan) sembrò voler attaccare di nuovo... e invece si fermò e si mise in una posizione di guardia, pronto a colpire nel caso Yan si fosse esposto. Il ragazzo si fermò in tempo e alzò nuovamente la guardia, studiando meglio il suo avversario in quel momento di stanca.

 

Non era certo un brigante da quattro soldi... quell'uomo era uno spadaccino esperto e un avversario da non sottovalutare. Forse la sua tecnica era un po' grezza, ma compensava abbondantemente con la sua forza fisica e con una notevole rapidità di pensiero. Avrebbe dovuto darsi parecchio da fare se voleva sperare di uscire vincitore. Vicino a lui, Misia aveva lanciato un incantesimo per proteggersi dagli attacchi dei goblin, e ora li stava tenendo a bada con dei rapidi affondi della sua lancia.

 

Orik si avvicinò di nuovo... e questa volta, anzichè tentare un affondo, spinse lo scudo davanti a sè e cercò di sbatterlo addosso al suo avversario. Yan agì d'istinto e usò il suo scudo per parare il colpo, ma il suo avversario, più alto e più esperto, riuscì a trascinarlo via e a costringerlo con le spalle al muro. Orik incalzò il suo avversario, e usò lo scudo per cercare di trattenerlo contro la parete.

"Uuugh... devo... devo cercare... di tirarmi fuori di qui!" grugnì Yan. Orik gli stava comprimendo il torace con lo scudo, e cercava di approfittare di quel momento per sferrare un colpo decisivo... ma con la forza della determinazione, lo spadaccino più giovane riuscì a spingerlo indietro di qualche centimetro - quel tanto che bastava per mettersi in una posizione più stabile e contrattaccare. Yan sferrò un rapido fendente che raggiunse Orik al braccio destro, infliggendo una ferita di poco conto ma dolorosa, che spezzò per un attimo la concentrazione dell'uomo più alto. Con un'imprecazione soffocata, Orik fece due passi indietro, dando a Yan l'occasione perfetta per incalzarlo.

 

"Sei mio!" esclamò il ragazzo, abbattendo la sua spada su di lui. Ma ancora una volta, Orik si dimostrò più abile del previsto: intercettò il fendente di Yan con il suo scudo, e contrattaccò con un fendente orizzontale diretto verso il torace del ragazzo. Yan reagì guidato unicamente dall'istinto e riuscì a spostarsi appena in tempo, ma la punta della spada riuscì comunque a ferirlo ad un fianco. Strizzando un occhio per il dolore, Yan si rotolò a terra per un breve tratto e si rialzò appena in tempo per parare un altro colpo di spada di Orik, ma ricevette un attimo dopo un calcio al torace che lo costrinse nuovamente a terra. Il colpo sembrò tuttavia risvegliare la sua rabbia... e con uno scatto improvviso, Yan usò il suo scudo per far inciampare Orik, infilandogli lo scudo tra le caviglie e poi tirando verso di sè. Il mercenario emise un grugnito di sorpresa e incespicò, cercando di aggrapparsi alla prima cosa che gli capitava sottomano... e ricevette un calcio in pieno volto da Yan, che ne approfittò per rialzarsi.

 

Orik grugnì per il dolore e cercò di allontanarsi, il sangue che colava da una narice e un occhio pesto. Ma la sua autodisciplina gli permise di tenere a bada il dolore e di rialzarsi in fretta, in tempo per parare un altro colpo di Yan che era passato all'offensiva. Orik strinse i denti nel momento in cui le spade dei due si scontrarono tra loro con un clangore infernale. I due combattenti ripresero il loro duello con foga ancora maggiore... ma adesso, Orik aveva perso sicurezza, e il suo avversario ebbe la possibilità di sferrare un attacco più deciso. Cogliendo un punto scoperto nella difesa del nemico, Yan eseguì un'abile finta laterale, poi eseguì un fendente al fianco di Orik nel momento in cui quest'ultimo si sbilanciò per parere l'attacco. L'arma di Yan, più piccola ma comunque affidabile, ferì Orik appena sotto le costole, ma il pettorale del mercenario gli evitò una ferita più grave...

 

Orik lanciò un feroce grido di battaglia e sferrò un affondo che raggiunse Yan alla gamba sinistra, aprendo una dolorosa ferita poco sopra il ginocchio! Yan sentì improvvisamente una bruciante fitta di dolore salirgli lungo la gamba e arrivargli fino al cervello... e la vista gli si annebbiò per un istante, poi si gettò a terra e cercò di allontanarsi da Orik.

Da parte sua, il mercenario non cercò di incalzarlo, e si limitò a piazzarsi davanti a lui, in posizione di guardia. "Ti do la possibilità di andartene, ragazzo." affermò. "Non mi va di uccidere un giovane così in gamba. Se dovessi sopravvivere, un giorno diventerai un grande spadaccino... e sarebbe un peccato impedirtelo."

 

Yan estrasse rapidamente una fiala di pozione curativa dalla cintura e la vuotò d'un fiato. La ferita alla gamba smise di sanguinare e si rimarginò parzialmente, consentendogli di rimettersi in piedi un po' barcollante. Una volta di più, Yan si stava convincendo che quell'uomo non fosse poi così cattivo.

"Mi dispiace, amico... ma ho delle cose da proteggere, e una persona che sto cercando di salvare." rispose prontamente. "Non ho nulla contro di te... ma non posso lasciar perdere. C'è troppo in gioco per me."

Il robusto mercenario provò un breve momento di nostalgia - quand'era stata l'ultima volta che si era permesso un tale idealismo? La sua vita a Riddleport lo aveva costretto a crescere in fretta, e non gli aveva permesso di restare aggrappato a lungo a certe fantasie romantiche. Quel ragazzo combatteva per qualcosa a cui teneva davvero. Anche se ormai per lui era troppo tardi per credere in qualche elevato ideale... Orik provava un misto di rispetto ed invidia per quel giovane.

 

"Non sarò certo io a giudicarti, ragazzo. Se ne sei davvero convinto... fatti sotto!" esclamò Orik. Il mercenario colpì il proprio scudo con il piatto della spada, provocando un tremendo frastuono ed incitando Yan ad attaccare... ma il ragazzo non si fece prendere dalla fretta e cominciò a muoversi di lato attorno ad Orik, cercando di tenersi pronto alla mossa successiva del suo avversario...

 

 

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"Haaaah!" Misia affondò la sua lancia con tutte le sue forze, trafiggendo il torace di uno dei goblin, che si abbattè al suolo con un acuto stridio di dolore. Un altro goblin le si lanciò addosso, agitando a casaccio la sua tranciacani, e la lama aprì un taglio nell'avambraccio della biondina, che strinse i denti per il dolore e si allontanò di due passi. Ben sapendo di non essere troppo portata per il corpo a corpo, Misia agitò la lancia per tenere lontani i goblin... poi lanciò un altro incantesimo, qualcosa che potesse aiutarla ad affrontare i suoi nemici ad armi pari.

 

"Desna, splendente dea della fortuna... ti prego, assisti la tua umile servitrice in questa importante battaglia." esclamò. "Favore Divino!"

L'aria attorno alla femmina di gnomo si fece per un istante più fredda, e la luce si smorzò per un istante... e quando Misia tornò all'attacco, i due goblin che cercavano di incalzarla vennero colti di sorpresa dalla sua velocità e dalla sua potenza. Con un fendente micidiale della sua tranciacani, uno dei goblin cercò di colpirla alla spalla... ma la biondina si scansò rapidamente e rispose sferrando un brutale colpo allo stomaco del goblin con l'asta della sua lancia. La creaturina verde strabuzzò gli occhi e cadde in ginocchio, tossendo e boccheggiando... mentre Misia si voltava di scatto per parare il colpo del terzo goblin. Fece volteggiare la lancia in un arco che colpì il goblin alle caviglie e lo fece cadere a terra... poi si voltò di scatto e sparò un quadrello dalla sua balestra quando vide un cane-goblin apparire ad un ingresso della radura, sbavando e ringhiando con chiari intenti omicidi. Il dardo si conficcò nella spalla della rivoltante creatura, che si abbattè al suolo dolorante.

 

"Per adesso, ce la stiamo cavando..." disse tra sè la biondina. "Spero che Eli e gli altri riescano a tenere a bada il capo dei goblin e i suoi scagnozzi..."             

     

 

 

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"Aaaaargh! Prendete quei traditori! Toglietegli la pelle! Li daremo in pasto al mostro foca della baia!" esclamò Ripnugget in preda all'ira. Il capo dei goblin di Collecardo gesticolava e si sbracciava mentre dava ordini ai suoi sottoposti... ma nella foga della battaglia, non riusciva più a capire quali erano dalla sua parte, e quali invece si erano schierati con Tup e Gogmurt. E nel frattempo, Shalelu continuava a scoccare frecce ben mirate - nemmeno una andava sprecata, e ad ogni tiro, uno dei goblin o dei cani-goblin cadeva. Eli usava la sua magia per creare dei getti di acido che costringevano gli altri goblin a disperdersi... mentre Reji e Jolan impegnavano in un furioso corpo a corpo quei pochi che riuscivano ad arrivare a ridosso di Shalelu.

"Siete piuttosto scarsini!" li prese in giro la giovane monaca. "Allora, non c'è nessuno che voglia mettersi alla prova?"

Un goblin si scagliò su di lei brandendo la sua tranciacani, ma Reji evitò il colpo con uno scarto laterale, e mise al tappeto l'omuncolo verde con un calcio rotante. Jolan era impegnato contro un altro nemico, che riuscì a colpirlo di striscio ad una gamba con la sua affettacavalli... ma Jolan, dopo aver barcollato per un breve istante, rispose afferrando un coltello dalla sua cintura e scagliandolo contro il goblin avversario, trafiggendogli il ginocchio. Il goblin cadde a terra strillando per il dolore, e Jolan rivolse la sua attenzione alla possente figura che si stava presentando in quel momento ad un ingresso: la guida halfling sgranò gli occhi in segno di allarme quando si rese conto che si trattava di un bugbear in armatura di pelle, armato di un arco lungo ben costruito, e con al collo una macabra collana di orecchie di elfo mummificate. 

"Che sta succedendo qui?" ringhiò il bugbear. "Cos'è questa gazarra? Quelli di Sandpoint sono qui!"

Shalelu si voltò, tesa come una corda di violino... e riconobbe il suo nemico. "Bruthazmus!" esclamò, rivolgendo a lui tutta la sua attenzione. Con rapidità, incoccò una freccia e puntò alla testa del bugbear cacciatore... che reagì con prontezza di riflessi straordinaria e si chinò al momento giusto. Quando Shalelu scoccò la sua freccia, questa volò a pochi centimetri dall'orecchio di Bruthazmus e si infranse sulla parete dietro di lui... e il bugbear scoccò a sua volta la sua freccia con precisione incredibile! Shalelu si spostò appena in tempo per evitare di essere trafitta, ma il dardo le graffiò l'avambraccio sinistro provocandole una fitta di dolore.

Come galvanizzati dalla presenza di Bruthazmus, i goblin che si erano schierati con Ripnugget si produssero in un collettivo urlo di isteria e ripresero a combattere con maggior vigore, mentre il druido Gogmurt si ritirava con un'espressione di terrore negli occhi, cercando disperatamente di allontanarsi da Bruthazmus! Con un ghigno malefico, Ripnugget incitò il suo geco gigante addomesticato, che scattò verso Tup con l'intenzione di azzannarlo alla gola! Il goblin stregone si accorse in tempo del pericolo e saltò giù dalla sua posizione prima che il lucertolone potesse azzannarlo... ma prima che potesse lanciare un incantesimo contro Ripnugget, il geco fece scattare la sua coda e fece inciampare Tup, che cadde a terra conun grugnito di dolore e fastidio. Mentre altri goblin cercavano di tenere a bada Eli, Jolan, Reji e Libertà, e Shalelu era impegnata in un frenetico scontro a colpi di arco e frecce con Bruthazmus, Ripnugget fece voltare la sua cavalcatura verso Tup, che sgranò gli occhi per la paura quando si vide trattenere a terra da una delle sue zampe!

"Bravo, lucertolone! Adesso mangialo vivo!" esclamò Ripnugget con gioia maligna. Tup strinse i denti e cercò di divincolarsi, poi puntò una mano aperta verso il muso del geco gigante e cercò di lanciare un incantesimo.

"Ugh... Mani... Mani Brucianti!" strillò Tup. Immediatamente, un cono di fiamme scarlatte si sprigionò dalle sue dita e colpì il geco gigante sul muso. La lucertola si impennò in preda al dolore e usò le zampe per spazzarsi il muso e cercare di calmare il dolore, ma Ripnugget lo frustò con le redini e lo costrinse a proseguire l'attacco.

"I tuoi trucchetti non servono più! Sei morto, traditore!" esclamò Ripnugget. Reso furioso dalle bruciature, il geco gigante calò su Tup, deciso a strappargli la testa con un morso vorace...

"Ah... Z-Zannatorta! Tu prende! Prende ora!" esclamò Gogmurt mentre cercava di ripararsi, usando la sua lama infuocata per difendersi dai goblin nemici. Il puma dalla pelliccia nera obbedì all'ordine del suo addestratore e lasciò perdere il goblin che teneva fermo contro il terreno per lanciarsi contro il geco gigante. Si lanciò sul lucertolone con tutto l'impeto di cui era capace e lo morse ferocemente alla gola, appena in tempo per salvare Tup!

Ripnugget emise un'esclamazione di rabbia e sorpresa quando la sua cavalcatura venne trascinata dall'assalto del grosso puma, e per un attimo, il capo dei goblin si ritrovò bloccato tra il pavimento della sala e il geco gigante, mentre quest'ultimo lottava per liberarsi dalla presa di Zannatorta. Tup riuscì ad allontanarsi dal punto in cui le due belve stavano lottando, e chiamò a sè Libertà con un fischio... ma Ripnugget si era alzato a sua volta, e sembrava deciso a farla pagare a Tup.

"Ora basta! Mi sono stufato!" esclamò il capo dei goblin. "Tu morirai per primo!"    

Pur essendo sotto pressione da parte di un discreto numero di goblin che lo colpivano di striscio con le loro affettacavalli, Libertà ebbe un moto di rabbia e si lanciò contro quello che gli stava davanti, scagliandolo di lato con una cornata ben assestata. L'ariete cercò di caricare contro Ripnugget, ma Zannatorta e il geco gigante, nella loro furiosa lotta, si piazzarono involontariamente tra lui e il suo padrone. Finalmente, nonostante avesse subito dei colpi da parte dell'avversario, Zannatorta era riuscito ad avere la meglio e a costringere a terra il geco gigante, in modo da affondargli meglio i denti nella gola. Il lucertolone venne scosso da un brivido violento e la sua coda frustò l'aria un paio di volte, poi smise di muoversi.

Ma la situazione per Tup non era migliorata molto: furioso per lo smacco subito, Ripnugget lo stava attaccando con dei terribili fendenti, che il goblin stregone riusciva a malapena a tenere a bada. Agendo rapidamente, Tup riuscì a lanciare su di sè un incantesimo Armatura Magica, creando un campo di forza semi-invisibile attorno al proprio corpo, sul quale la lama di Ripnugget rimbalzò senza fargli nulla. Questo però non fece che irritare ancora di più il leader dei goblin di Collecardo, che riprese l'assalto con ancora maggiore determinazione.

"Tu sei una vergogna per il glorioso popolo dei goblin, Tup!" ringhiò Ripnugget. Uno dei suoi fendenti attraversò il campo di forza, ferendo Tup alla spalla sinistra, e il goblin stregone grugnì per il dolore e si ritirò di due passi, tamponandosi la ferita con una mano. "Sei arrivato persino ad allearti con i gambelunghe!"

"Glorioso? Hah! Tu proprio fette di formaggio puzzolente su occhi, Rip!" Tup non resistette alla tentazione di schernire il suo avversario. Vedendo una tranciacani a terra vicino a sè, Tup si chinò rapidamente e la afferrò, usandola per parare il colpo successivo. "Gambelunghe vivere in belle città. Loro fanno feste. Giochi. Dormire in letti morbidi. Buon cibo. Fanno fuochi. Noi vivere in grotte fetide e gambelunghe odiare noi! Tu chiami noi gloriosi?"

"Tup ragione! Lui strambo, ma capo Ripnugget stolto!" Vincendo la sua naturale codardia, il druido Gogmurt si fece avanti e sferrò un fendente con la sua lama infuocata, cogliendo di sorpresa Ripnugget e costringendolo ad interrompere l'attacco. Ripnugget riuscì ad evitare il colpo, ma la spada infuocata gli passò comunque abbastanza vicino da fargli una bruciatura sul braccio destro.

"Aaaaaargh! Come... come ti permetti, Gogmurt? Io sono il tuo re!" strillò un indignato Ripnugget. "Io sono il sovrano dei goblin di Collecardo! Mi dovete fedeltà e rispetto!"

Gogmurt scosse la testa. "Tu mai dato rispetto a noi!" esclamò il druido. Il suo attacco precedente, e il fatto che Tup e gli umani stessero combattendo al suo fianco, gli avevano dato un po' di coraggio. "Io detto che unirsi a donna gambelunghe era errore! Tu no ascoltato! Tu detto che lei aiutare noi a prendere Sandpoint! Ora gambelunghe essere qui! Prima o poi, loro avventurieri venire qui e noi tutti morti, se continua così!"

"Nualia risveglierà il dio dei goblin, e lui ci guiderà alla conquista! Non dovremo mai più temere i gambelunghe!" esclamò Ripnugget. Anche se stava combattendo da solo contro due, Tup e Gogmurt non avevano la sua abilità, e il capo dei goblin riusciva a tenerli a bada entrambi. "Noi goblin potremo prenderci tutto quello che vorremo! Saremo i padroni di Varisia!"

"Lei solo usare voi!" replicò Tup.

Ma Ripnugget aveva ormai da tempo fatto la sua scelta. "Anche se fosse? Anche noi stiamo usando lei per i nostri scopi!"

"Gah! Tu non capire proprio, eh?" esclamò Gogmurt. "Se noi attaccare gambelunghe, altri gambelunghe arrivare per fare fuori noi! Un giorno, loro troppo forti e noi ciao ciao! Tutti morti!"

"Forse goblin dovrebbero cominciare a cambiare, no?" proseguì Tup. Parò un colpo della tranciacani incantata di Ripnugget... poi, con un abile trucco, si spostò di lato trascinando l'avversario con sè e facendogli perdere l'equilibrio. Ripnugget stridette infuriato e replicò con una fitta raffica di fendenti, uno dei quali raggiunse Gogmurt al fianco destro. Zannatorta, vedendo il suo padrone in pericolo, si staccò dal corpo ormai senza vita del geco gigante e balzò verso Ripnugget, che si difese sferrando un fendente che colpì il puma nero vicino al collo...

Ma così facendo, Ripnugget distolse la sua attenzione da Tup, e il goblin stregone non aspettava altro. Con un ghigno, Tup puntò una mano verso il comandante dei goblin... e dal palmo si sprigionarono dei vortici di luci argentate che investirono Ripnugget e lo fecero retrocedere con espressione stupita...

"Hahaa! E ora... io fare te morire da ridere!" esclamò Tup. "Risata Incontenibile!"

Improvvisamente, Ripnugget interruppe la sua azione e cominciò a barcollare, una mano leggermente stretta sul collo come se si sentisse soffocare. Mezzo secondo dopo, Ripnugget cominciò a sghignazzare, battendo i piedi sul pavimento come se cercasse di schiacciare uno scarafaggio particolarmente sfuggente... e infine, si piegò in due ed esplose in un'acuta, isterica, straripante risata di follia! Ripnugget si mise le mani sullo stomaco, facendo cadere tutto quello che aveva per le mani, e si piegò in due in preda ad un'incontenibile isteria, per poi buttarsi a terra e cominciare a rotolarsi su di essa, senza smettere di ridere come un pazzo!

"Buona mossa, Tup!" esclamò sollevato Gogmurt.

"Lo so, ma lui non ridere a lungo!" rispose rapidamente il goblin stregone. "Libertà, tu difendere da nemici! Noi sistemare babbeo Ripnugget!"

"Beeeeeh!" Libertà pestò gli zoccoli a terra e avanzò minaccioso contro i goblin più vicini, agitando le corna. Alcuni dei goblin strillarono in preda al panico e agitarono scompostamente le loro affettacavalli, cercando come possibile di non restare nel raggio d'azione dell'ariete.

Ripnugget continuava a ridere a crepapelle e a contorcersi a terra in preda all'isteria, ma Tup sapeva che l'effetto del suo incantesimo non sarebbe durato tanto a lungo. "Gog! Adesso lui troppo ridente per fermare noi! Noi legare come porchetta!"

Il goblin druido deglutì e sollevò il suo bastone per lanciare un altro incantesimo. "Tu far fare a me! Intralciare!" stridette Gogmurt. Una serie di liane, enormi ciuffi d'erba e altra vegetazione scaturì di colpo dal punto in cui Ripnugget si trovava in quel momento e crebbe a dismisura in un lampo, per poi avvolgersi attorno a Ripnugget, che non poteva fare nulla per impedire alle piante di avvoltolarlo e bloccargli le gambe! Il comandante dei goblin emise un breve grido di sorpresa ma non smise di ridere, anche mentre cercava di divincolarsi per non essere avvinghiato dalla vegetazione che cresceva a dismisura. In qualche modo, riuscì a liberare un braccio e lo usò per afferrare la sua tranciacani, per poi menare una serie di fendenti con i quali fece a pezzi le liane e l'erba che lo trattenevano. Ma l'effetto dell'incantesimo di Tup non si era ancora esaurito, e anche mentre cominciava a sferrare colpi a destra e a manca, il capo dei goblin continuava a ridere istericamente.

Zannatorta si era ripreso e si era avvicinato all'avversario principale per toglierlo di mezzo una volta per tutte... ma una volta di più, la raffica di fendenti di tranciacane, che Ripnugget sferrava con la forza data dall'abbandono completo e dalla disperazione, impedì al feroce felino di raggiungere la sua preda. Tup stesso venne colto di sorpresa dalla rapidità con cui il suo avversario si muoveva, anche se ormai era solo parzialmente in controllo delle sue azioni... e un fendente lo raggiunse al torace, superando gli strati di abiti che lo proteggevano per poi aprirgli una ferita superficiale ma dolorosa allo sterno. Tup barcollò indietro e cercò di alzare il suo tranciacane per difendersi da un attacco successivo. Ancora una volta, la lama incantata di Ripnugget calò su Tup e si impigliò nei suoi voluminosi vestiti... ma questa volta, non riuscì a raggiungere il bersaglio, che si scansò con abilità e lanciò un altro incantesimo con rapidità.

"Mani Brucianti!" esclamò Tup. Ancora una volta, una fiammata scaturì dai palmi delle mani del goblin e colpì Ripnugget, che lanciò un acuto grido di dolore e portò le braccia davanti a sè nel tentativo di minimizzare i danni. Per un attimo, il capo dei goblin si contorse nel tentativo di estinguere le fiamme che gli stavano consumando la camicia e si allontanò barcollando da Tup. Gogmurt comprese che questa poteva essere la loro migliore occasione per sistemare il loro avversario una volta per tutte!

"Ripnugget no più capo di goblin!" esclamò il druido. Tenendosi comunque a distanza di sicurezza, Gogmurt piazzò il suo bastone tra le gambe di Ripnugget e lo fece scattare verso l'alto... colpendo il leader dei goblin in un punto particolarmente sensibile!

La reazione di Ripnugget fu quantomeno spettacolare: il capo dei goblin strabuzzò gli occhi, e per un attimo Tup potè giurare che la sua faccia era passata dal suo normale verde-giallino ad un comico verde smeraldo. Poi, Ripnugget cadde in ginocchio strillando come una femminuccia e portandosi le mani alla parte offesa!

"AAAAAAAARGH!" l'urlo lacerante di Ripnugget riecheggiò in tutta la sala ed interruppe molti dei combattimenti tra i goblin della fragile alleanza. I goblin che si erano schierati con Tup e Gogmurt scoppiarono a ridere sguaiatamente... e anche alcuni dei fedeli di Ripnugget non poterono trattenere le risate alla vista del loro leader che si contorceva a terra!

"Hah! Bel colpo, Gog!" Tup ghignò e fece il segno dell'okay al druido, poi raggiunse Ripnugget prima che quest'ultimo potesse riprendersi e cercò di tenerlo fermo. "Dare mano a Tup ora! Noi legare lui come salame!"

"AAaaaargh! Lasciatemi! Lasciatemi, infami!" Ripnugget cercò di protestare e si divincolò dalla presa di Tup... solo per incappare in un altro incantesimo Intralciare lanciato da Gogmurt, e ritrovarsi con le braccia e le caviglie legate da una selva di liane cresciute all'improvviso da sotto i suoi piedi. Ringhiando, Ripnugget riuscì a liberare un braccio e cercò di usare la sua tranciacani per tagliare le liane.

"Nonononono, no più noi tuoi servi!" esclamò Tup sghignazzando. "Tu no più capo di goblin! Lampo!"

Il goblin stregone puntò due dita contro il suo ex-capo e creò un'esplosione di luce che abbagliò Ripnugget, che strizzò gli occhi con un grugnito di fastidio. Costretto a chiudere gli occhi per un istante, non fu in grado di evitare il colpo successivo quando Tup strinse la mano destra e gli sferrò un poderoso pugno alla mascella, con tutta la forza di cui era capace! In effetti, non era precisamente un colpo troppo poderoso... ma una combinazione della debolezza di Ripnugget e del fatto che il pugno era arrivato in un punto sensibile fece sì che il capo dei goblin non riuscisse più a resistere. Ripnugget emise un grugnito, poi si afflosciò a terra privo di sensi.

La sconfitta di Ripnugget galvanizzò il gruppo dei ribelli. Con un grido di battaglia, Reji caricò contro alcuni goblin nemici e li mise fuori combattimento con una raffica di colpi che li fece cadere a terra priva di sensi... e Shalelu incoccò rapidamente due frecce, una dopo l'altra, e le scagliò contro Bruthazmus. Il bugbear sgranò gli occhi allarmato e si scansò rapidamente, riuscendo per un pelo ad evitare la prima freccia... ma la seconda fu troppo ravvicinata e lo colpì al braccio sinistro, strappandogli un grugnito di dolore.

"Ugh... che tu sia maledetta! Aspetta ad esultare, dannata elfa!" ringhiò Bruthazmus, evitando un'altra freccia che gli stava arrivando incontro. Scattando al momento giusto, il bugbear riuscì ad infilarsi nella galleria da cui era arrivato. "La prossima volta sarà l'ultima! Ti strapperò le orecchie e le aggiungerò alla mia collana!"

Shalelu cercò di scoccare un'altra freccia contro il suo arcinemico, ma Bruthazmus era già riuscito a dileguarsi, e l'elfa cacciatrice sospirò rabbiosamente mentre rimetteva a posto il suo arco. "Tsk... ancora una volta, si conclude con un nulla di fatto." borbottò tra sè. "Beh, non importa. Vorrà dire che la prossima volta non me lo lascerò sfuggire. Per adesso... mi sembra che siamo riusciti a sistemare le cose."

"Bel colpo, ragazzi!" esclamò Eli, iniziando a lanciare un altro incantesimo. "Li abbiamo in pugno! Catturateli! Missile Magico!"

La maga mezzelfa mosse il braccio davanti a sè e scagliò due dardi di energia che sfrecciarono verso un goblin e un cane-goblin, colpendoli in punti non vitali e costringendoli a deporre le armi. Libertà e Zannatorta, da parte loro, stavano costringendo altri goblin a restare fermi dov'erano. Era ormai chiaro che la battaglia era stata vinta dai ribelli.

"Ottimo. Direi che li abbiamo sistemati." disse Jolan, mentre legava tra loro i polsi di un goblin catturato. "Ora... Yan e Misia dovrebbero essere riusciti a sistemare il resto delle guardie! State tutti bene?"

"Noi sì... e anche Tup e Gogmurt, a quanto vedo!" disse Reji, massaggiandosi il punto in cui un cane-goblin l'aveva morsa. Per fortuna, si era trattato di un morso poco profondo, anche se stava comunque sviluppando una fastidiosa eruzione cutanea. Il goblin stregone e il druido dell'alleanza di Ripnugget avevano appena finito di legare il loro ex-capo, che ringhiava e pestava i piedi in preda alla rabbia impotente. Davanti a quella vista, il resto dei goblin scelse di arrendersi e cessare le ostilità, facendo cadere a terra le armi e trattenendo i cani-goblin. La battaglia era vinta, almeno su quel versante...

 

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Il duello tra Yan ed Orik si era fatto sempre più infuocato. I due spadaccini cominciavano entrambi a sentire la fatica, e man mano che lo scontro si prolungava, ognuno dei due si faceva più aggressivo e più disposto a correre rischi per concludere in fretta. Le due spade si incrociarono di nuovo quando Orik parò un colpo del suo avversario, ed entrambi strinsero i denti per il clangore del metallo sul metallo. Il mercenario di Riddleport sferrò un calcio mirando all'addome dell'avversario, ma Yan si era aspettato quella mossa e spostò il suo scudo in modo da parare il colpo.

Stringendo i denti, Yan spinse verso il suo avversario nel tentativo di sbilanciarlo. Orik fu costretto a retrocedere di due passi, dando a Yan un attimo di tempo per prendere fiato... e il ragazzo ne approfittò immediatamente per sferrare un altro fendente, che il mercenario riuscì a malapena a deviare con il suo scudo. Ancora una volta, Orik cercò il combattimento ravvicinato e scattò verso Yan con lo scudo alzato davanti a sè, sferrando un colpo che lasciò il suo avversario stordito per un istante. Ma non riuscì ad approfittare dell'occasione: Yan si scansò di lato e sferrò un rapido ma preciso fendente che superò la guardia di Orik e lo ferì lievemente alla spalla destra.

"Ugh... ci sai davvero fare..." mormorò il mercenario. Il suo braccio tremò per un istante e allentò la presa sulla spada, ma Orik contrasse le dita e riuscì a tenerla stretta. Con la forza della determinazione, l'uomo avanzò e continuò a sferrare una raffica di colpi, che Yan non ebbe altra scelta che parare con il suo scudo... ma questa volta, il giovane cercò di prestare più attenzione al ritmo con cui l'avversario sferrava i suoi colpi. Se fosse riuscito ad approfittare dei tempi morti nella tecnica di Orik, e infilare un attacco al momento giusto...

Grazie ad un misto di osservazione e sangue freddo, Yan riuscì a farsi un'idea dei tempi del suo avversario e cercò di calcolare il momento giusto per partire al contrattacco. Il suo istinto di combattente lo guidò... e il ragazzo scattò in avanti e sferrò un poderoso fendente che superò la guardia di Orik, al tempo stesso scansandosi per evitare la mortale lama del suo avversario. La spada di Orik sfiorò la tempia di Yan, tracciando su di essa un taglio superficiale... e quella di Yan andò a segno e aprì una dolorosa ferita nel costato del guerriero mercenario, che si irrigidì e lanciò un breve urlo di dolore!

"Gaaaah!" Facendo cadere a terra il suo scudo con un frastuono assordante, Orik si portò la mano libera alla ferita per tamponare il sangue che fuoriusciva, e usò la spada, ancora stretta nell'altra mano, per deviare i colpi di spada di Yan. Il più giovane dei due contendenti perse la concentrazione e abbassò la guardia per un attimo... poi vide la lama di Orik sfrecciare verso il suo cuore con precisione letale!

Yan agì in una frazione di secondo e fece tornare indietro la spada. Le due lame cozzarono tra loro con un clangore da spaccare i timpani, e Orik perse la presa sul terreno ed incespicò, dando così modo al suo avversario di continuare l'assalto. Con un altro fendente, Yan ferì Orik al braccio sinistro, poi fece tornare indietro la spada e aprì una dolorosa ferita nella gamba sinistra del mercenario. Finalmente, Orik grugnì di dolore e cadde in ginocchio, stordito e dolorante, e la spada gli cadde di mano per la debolezza che lo pervase di colpo.

"Urgh... m-maledizione..." grugnì Orik, barcollando per il dolore e tenendosi una spalla. Per un attimo, il mercenario si aspettò che Yan scattasse in avanti un'ultima volta per trafiggergli il cuore con un affondo... quindi, rimase un po' interdetto quando Yan si fermò ad appena un metro da lui e allontanò la spada dal suo collo. "Hm? Beh, e adesso? Che cosa fai, non mi finisci?"

"Te l'ho detto. Non ho nulla di personale contro di te. E non mi va di uccidere senza avere un buon motivo." rispose Yan, sempre a distanza di sicurezza dal mercenario. Teneva la spada sguainata e pronta al proprio fianco, nel caso il mercenario tentasse qualche colpo di testa. "Arrenditi, e non ci sarà bisogno di spargere altro sangue."

Di fronte a questa richiesta, Orik non rispose subito. Sembrava quasi impressionato dal fatto che il suo avversario si dimostrasse così generoso nei suoi confronti... sicuramente, nel posto dove era nato e cresciuto, sarebbe stato difficile incontrare qualcuno così ben disposto nei suoi confronti.

Non ci volle molto ad Orik per fare la sua scelta. Il mercenario sospirò e alzò le mani. "D'accordo, sono un tipo ragionevole. Mi arrendo."

Yan sorrise soddisfatto e rinfoderò la spada, per poi avvicinarsi e legare i polsi all'avversario sconfitto. "Bene. Credo che potremo anche venirci incontro." disse, prima di notare Misia che si avvicinava. La femmina di gnomo si stava tamponando una ferita sul braccio sinistro provocata dalla lancia di un goblin, ma a parte quella e qualche ammaccatura sembrava essere in buone condizioni. "Misia, stai bene? Sei riuscita a sistemare quei goblin?"

"Tutti quanti, Yan!" rispose lei, facendo il segno del pollice in alto con la mano libera. "Credo che qui non ci siano altri goblin disposti a darci fastidio!"

Il ragazzo annuì. "Diavolo, dobbiamo ringraziare quel piccolo goblin per l'idea." affermò. "Misia, quando hai finito di curarti... hai qualche altro incantesimo curativo per il qui presente?"

Misia terminò di lanciare un incantesimo Cura Ferite Leggere, che ridusse la sua ferita a poco più che un graffio. "Certamente!" rispose subito dopo. "Chi è il nostro ospite? Mi raccomando, che sia trattato bene."

"E' quello di cui discuteremo più avanti." disse Yan, mentre la biondina si avvicinava per curare le ferite sue e di Orik. "Per adesso posso dire, che è uno spadaccino di tutto rispetto."

Apprezzando l'ironia della sorte, Orik sghignazzò tra sè. Magari avesse incontrato quel gruppetto prima di imbattersi in Nualia e i suoi scagnozzi...                 

 

 

oooooooooo

 

CONTINUA...

 

 

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Capitolo 17
*** I nuovi goblin di Collecardo ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: JusticeGundam

 

Risposte alle recensioni!

 

Farkas - Di niente, sempre disposto a dare spiegazioni!

Come potrai ben immaginare, Aldern Foxglove ha ancora qualcosa da dire. E lo rivedremo... abbastanza presto. Vedremo il mostro-foca in questo capitolo, se può interessarti!

Sì, Tup pensa che civilizzarsi un po' aiuterebbe i goblin. E in effetti, ho voluto ricollegarmi alla seconda edizione di Pathfinder, nella quale i goblin sono diventati una razza giocabile. XD

Risata Incontenibile è uno dei miei incantesimi preferiti. XD

E... beh, per quanto riguarda Orik, la tua speranza si avvererà molto presto. Vorrei inoltre avvertire che entro fine anno spero di pubblicare qualche capitolo ancora di questa storia, in modo da almeno giungere alla conclusione delle vicende di Collecardo, pubblicare le schede di alcuni personaggi... e magari, fare qualche accenno a quello che si vedrà più avanti!

 

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE

Capitolo 16 - I nuovi goblin di Collecardo

 

"E' una mia impressione, o i nostri amichetti goblin sono abbastanza soddisfatti di come sono cambiate le cose?" chiese incuriosita Misia, mentre lei e Yan scortavano Orik nella grande sala delle riunioni che Tup e Gogmurt avevano scelto per far scattare la loro trappola. I due goblin che più di tutti avevano collaborato con il gruppo venivano in quel momento accolti come nuovi capi... con grande scorno di Ripnugget, che tuttavia non poteva fare altro che guardarli come se avesse voluto spellarli vivi, dal momento che era stato legato come un salame... e perchè non rovinasse la festa con il suo sbraitare, un altro goblin gli aveva ficcato una mela in bocca! In definitiva, non erano molti i goblin a cui dispiacesse la nuova disposizione. 

Orik alzò le spalle, un po' infastidito dalle stridule grida di gioia degli omuncoli verdi. "Non credo che ai goblin importi molto di come siano cambiate le cose, da queste parti." spiegò. "Dategli la possibilità di accendere fuochi e combinare le loro stranezze, e tutti i goblin sono contenti."

"Oh sì sì!" esclamò con malcelato orgoglio Gogmurt. "E Gogmurt dovere ringraziare voi gambelunghe per aiuto! Ripnugget no furbo come lui pensava. Con lui capo, noi presto venire attaccati da altri gambelunghe con cani e cavalli. Brrrr, pensiero orrido! Cani schifo! Cavalli paura!"

Eli alzò gli occhi al cielo mentre guardava un goblin che accarezzava un cane-goblin sulla testa. "Si tengono quelle bestiacce, e pensano che i cani facciano schifo?" pensò, rivoltata da quelle creature glabre e dall'odore pungente. "La mente di un goblin dev'essere uno dei più insondabili misteri dell'universo..."

"Quello che ci basta è che voi goblin non attacchiate più gli insediamenti degli umani. O degli elfi, o dei nani... insomma, mi sono spiegato." affermò Yan. "Così forse potremo iniziare a convivere in pace. Sarebbe conveniente sia per noi che per voi."

"Però mi raccomando, non smettete con quelle canzoncine! Sono così divertenti, a modo loro!" Misia volle aggiungere.

Tup e Gogmurt scoppiarono in una risata stridula. "Hyahahahahaaa! Nonononono! Goblin mai smettere cantare!" esclamò lo stregone, accarezzando fieramente Libertà su un fianco. L'ariete emise un belato di approvazione. "In effetti, Tup già pensato ad una! Sentire, sentire!"

"Ehm... Tup, Gogmurt non credere che loro..." il druido cercò di frenare l'entusiasmo del goblin più giovane, ma invano. Tup si era già arrampicato sulla groppa di Libertà e aveva attirato su di sè l'attenzione di tutti i suoi nuovi subordinati, prima di esibirsi in una canzoncina di vittoria!

 

Tup è qui, sa che fare!

Banda goblin sa arruffare!

Col cervello sopraffino

Tup davvero un figurino!

 

Come se seguissero un copione già studiato, il resto dei goblin fecero seguito alla canzoncina di Tup, che si mise in posa sulla groppa del suo pecorone come se fosse stato un cantante celebre su un palcoscenico! Anche Gogmurt, dopo un attimo di esitazione, decise che tanto valeva unirsi alla canzoncina.

 

Collecardo che bravura!

Ai nemici fa paura!

Nuovo capo fa baracca

e Ripnugget solo cacca!

 

"Mrgrgrgrrrrrrr!" Ripnugget espresse la sua disapprovazione con una serie di mormorii incomprensibili, contorcendosi e rodendo la mela con la quale era stato zittito. Tutti i goblin fedeli a Tup e Gogmurt scoppiarono in una risata di giubilo... mentre la reazione degli avventurieri di Sandpoint fu un po' più contenuta: tutti loro restarono fermi dov'erano con espressioni imbarazzate... tranne Misia che applaudì con sincerità, ed Eli che guardò da un'altra parte... per non far vedere che stava sghignazzando!

"Grande! Mi piacciono troppo queste canzoncine!" esclamò la femmina di gnomo. "Perchè non provi a scriverle da qualche parte, Tup? Così ce ne ricordiamo per l'avvenire!"

Questa volta fu Jolan a trattenere una risata, e Tup sbattè gli occhi e guardò Misia come se le fosse cresciuta una seconda testa! "Cosacosacosaaaaa? Nonononono, neanche per incubo!" squittì il goblin stregone. Gogmurt fece una buffa espressione di disappunto, e alcuni goblin ridacchiarono della proposta o guardarono Misia con lo stesso stupore del loro nuovo capo. "Goblin no scrivere! Scrivere mai! Scrivere ruba parole da testa, questo tutti sanno!"

"Tutti goblin sanno!" esclamò un altro goblin. "Noi non volere che parole via da testa!"

"C-come?" rispose Misia, sentendosi improvvisamente molto stupida.

Shalelu sospirò e scosse la testa. Beata l'ingenuità di quella biondina... "E'... una piccola superstizione dei goblin. Così come hanno paura dei cani e dei cavalli, e amano il fuoco." disse l'elfa cacciatrice. "Pensano che se scrivi qualcosa, poi quella parola la dimentichi per sempre, o almeno finchè non la impari di nuovo."

"E' per questo che non scrivono mai nulla, e la loro cultura... o quello che può passare per cultura... è quasi esclusivamente orale." continuò Jolan.

Misia si sfregò la nuca. "Ooookay, come non detto..."

"Okay, okay! Tup comprensibile, lui perdona!" rispose il nuovo leader dei goblin, dandosi un po' di arie per quello che lui riteneva un uso aulico e solenne di una parola poco conosciuta dagli altri della sua specie. Poi, si erse in tutta la sua poco considerevole statura e battè le mani per fare un annuncio a tutti i goblin lì riuniti. "Molto bene, goblin! Ora, Tup essere nuovo capo, e Gogmurt suo consigliatore!"

"Consigliere, Tup." lo corresse il druido con un sospiro. Anche se Tup aveva molto più buon senso di Ripnugget, Gogmurt aveva l'impressione che sarebbe stato parecchio impegnato a correggere certi suoi strafalcioni...

Tup si schiarì la voce. "Ehm... quello che è. Tup diceva, ora noi goblin no più attaccare gambelunghe, sennò loro venire qui con cani e cavalli. Questo no bene! Noi lasciare in pace loro, loro lasciare in pace noi. Giusto così?"

"Se voi non fate del male a nessuno, noi non abbiamo motivi per attaccare briga con voi." rispose tranquillamente Reji. "Giusto, ragazzi?"

Yan disse di sì con la testa. "Sì, sono d'accordo."

Eli, ancora un po' scossa al ricordo di quello che aveva visto fare a certi goblin a Sandpoint, tirò un sospiro rassegnato. "Non so se potrò dimenticare alcune cose che ho visto... ma immagino che sia giusto fare qualche compromesso." commentò. "Va bene, sono d'accordo anch'io."

"Allora noi bene. Noi non attaccare più Sandpoint, nè città di gambelunghe." rispose Tup. "E poi, voi avere permesso di restare qui per fare vostri piani e sistemare tizi che aiutato Ripnugget."

Jolan annuì e guardò con risentimento il capo dei goblin, ancora legato e furioso nero. "E a questo proposito... ho l'impressione che dovremo farci dire un po' di cosette interessanti dal vostro ex-capo." commentò, senza reagire quando Ripnugget strinse rabbiosamente gli occhi. "Quello che ci serve per pianificare un attacco a Collecardo da manuale."

Shalelu disse di sì con la testa. Fino a quel momento era andato tutto bene, ma la parte più ardua arrivava adesso...

 

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Il gruppo di avventurieri si era preso il tempo di riposarsi, recuperare le forze e ripristinare i loro incantesimi prima di organizzare l'attacco decisivo alle catacombe di Collecardo. Yan aveva pensato di approfittare di quei momenti di tregua per sapere un po' di più sullo spadaccino che avevano catturato, e magari cercare di convincerlo a dare loro una mano. Lui ed Eli si erano seduti assieme ad Orik in una stanza un po' appartata rispetto al resto del complesso, vicino ad una rupe che dava sul mare di Varisia, e stavano cercando di far stare Orik il più comodo possibile, anche condividendo con lui un po' delle loro provviste.

"Okay, amico... come ho detto, non serbiamo rancore nei tuoi confronti. Però, ci sono comunque delle cose che vorremmo sapere, se non ti dispiace." esordì la mezzelfa. Orik era seduto davanti ai due avventurieri più giovani su uno sgabello intagliato in un grosso pezzo di roccia, e attendeva che i due facessero le loro domande. I polsi gli erano stati slegati, ma il mercenario era ancora disarmato per prudenza. "Per esempio, come mai lavoravi per i goblin... e, per estensione, per il culto di Lamashtu?"

"E' una storia un po' lunga." esordì l'uomo, picchiettando con le dita sul suo sgabello improvvisato. "Se vi può interessare..."

Yan alzò le spalle. "Abbiamo abbastanza tempo."

"E va bene." il mercenario si prese un po' di tempo per organizzarsi il discorso, e cominciò a raccontare. "Il mio nome è Orik Vancaskerkin, e vengo da Riddleport."

I due ragazzi ebbero un breve sussulto alla menzione della città natale di Orik. Riddleport, anche conosciuta come la Città dei Glifi, era una delle città più malfamate di tutta Varisia, un covo di ladri, contrabbandieri, pirati ed assassini, tenuta assieme da un governo improvvisato che riusciva appena a fare sì che la città non si dissolvesse nel caos più totale. Non era certo un bel posto per crescere...

"Dalle vostre reazioni, immagino che non ci sia bisogno di altre spiegazioni." continuò Orik, con un sorriso che esprimeva un misto di ironia ed amarezza. "La mia famiglia... non è esattamente ricca o potente, quindi abbiamo sempre cercato, per quanto possibile, di arrangiarci e sopravvivere al meglio. Alcuni di noi hanno deciso di lasciare Riddleport e cercare fortuna altrove - mia sorella Natalya si è rifugiata a Magnimar, mentre mio cugino Reginald si è imbarcato su una nave per Absalom... e da allora non ho più saputo nulla di lui."

"Capisco..." affermò Eli con un cenno di comprensione. "Prego, continua pure."

Orik alzò le spalle. "Anch'io prendevo parte ad attività che... in altre città di Varisia non sarebbero esattamente considerate legali. Ed è stato durante una di queste che mi sono messo nei guai con Clegg Zincher, il proprietario dell'arena gladiatoria di Riddleport."

Il mercenario ebbe un moto di rabbia e strinse una mano a pugno, cercando di trattenersi. "Non mi ci sono ficcato io in questa merda, ve lo posso giurare! E' stato quel bastardo di un alchimista che ha cercato di fottermi e di farmi fuori quando ho chiesto spiegazioni!" esclamò. "Fatto sta che l'ho ammazzato prima io... non sapendo che si trattava del fratello di Clegg. E da allora, Clegg Zincher ha messo una taglia sulla mia testa. Non potevo restare a Riddleport, capite? Era solo questione di tempo prima che qualche tagliagole, qualche balordo mi piantasse un pugnale nella schiena e andasse ad incassare la grana. Così ho deciso di tagliare la corda. Mio fratello Verik mi ha dato una mano ad uscire da Riddleport senza farmi scoprire, e poi se n'è andato anche lui, in modo che Clegg non avesse più una pista che lo conducesse a me."

"Certo... certo, posso immaginarlo. E non sai per caso dove sia adesso tuo fratello?" chiese Yan.

"A Korvosa, dove è diventato un soldato della guardia cittadina." rispose Orik, ora un po' più calmo. "Ci siamo tenuti in contatto, e lui mi ha detto che se la cava abbastanza bene, anche se ci sono dei casini anche da quelle parti."

Entrambi gli avventurieri sapevano di cosa Orik stesse parlando. Korvosa, la più grande città di tutta Varisia, ne era una volta la capitale, quando la regione era sotto il dominio dell'Impero di Cheliax. Non doveva essere stato difficile per il fratello di Orik arruolarsi come guardia cittadina da quelle parti. E per quanto riguardava le difficoltà di Korvosa... entrambi avevano sentito voci di corridoio riguardanti la salute non proprio stabile del re Eodred II, e la scarsa popolarità della giovane regina consorte.

"Per diverso tempo, dopo essere fuggito da Riddleport, ho lavorato come mercenario. Mi faccio pagare per combattere per la causa di qualcun altro." ammise Orik. "Ammetto che il mio scopo era di racimolare abbastanza denaro da mettere su la mia banda personale, per poi tornare a Riddleport, cacciare via Clegg e prendere possesso dei suoi affari. E qualche mese fa, mentre stavo facendomi una birra in una locanda di Magnimar... sono stato avvicinato dalla persona per cui lavoro adesso. Una giovane donna aasimar di nome Nualia Tobyn."

Il mercenario notò l'espressione che apparve sul volto di Yan... e lo spadaccino più giovane diede una rapida spiegazione. "Ehm... sì, come immaginavo. Er... diciamo che io e Nualia siamo... vecchie conoscenze." spiegò, senza entrare nei dettagli. "E quindi... Nualia ti ha pagato per combattere per lei, giusto?" Sperò che Orik non lo prendesse come un giudizio nei suoi confronti, dal momento che non era affatto questa l'intenzione di Yan.

"Beh... la paga era ottima, e io ho accettato. Anche se adesso temo che sia stato un errore da parte mia." rispose Orik.

Eli volle saperne di più. "Un errore... in che senso?"

Orik prese di nuovo fiato prima di rispondere a quella domanda. "Beh... non pretendo di essere uno stinco di santo, ma là sotto, nelle catacombe, stanno succedendo un sacco di cose che mi hanno rivoltato lo stomaco. Quella donna è un'adoratrice di demoni. Ho visto io stesso le effigi del culto di Lamashtu." spiegò, e la sua voce normalmente dura venne incrinata da un senso di disgusto. "Immaginatevi... un'aasimar, una creatura che si dice discendere dagli angeli... che adora i demoni. Da non credersi."

Yan represse il dispiacere e l'indignazione per quello che Nualia stava facendo, e si risolse di essere ancora più deciso nel salvarla da quella cattiva strada. Ma per il momento, davanti a lui c'era un'altra persona che aveva probabilmente bisogno di aiuto...

"E quindi... adesso, cos'avresti intenzione di fare?" chiese Eli aggiustandosi gli occhiali.

"In realtà, avevo una mezza idea di mollare questo lavoro e tentare la sorte a Korvosa, come ha fatto Verik." affermò Orik. "Sono stato tentato di provare, ma... poi ho pensato che Nualia non mi avrebbe permesso di andarmene tanto facilmente. Con il fatto che sapevo del suo culto, e tutta questa specie di cose. Se avessi provato, non credo che lei ci avrebbe pensato su due volte a farmi ammazzare."

"Beh, allora... credo proprio che ci possiamo venire incontro." propose Eli dopo averci riflettuto su. "Se... se tu ci dessi una mano a prendere Collecardo e a sconfiggere i cultisti di Lamashtu, non solo ti aiuteremmo a raggiungere Korvosa, ma divideremmo anche con te il bottino che faremo nel corso dell'attacco. Che ne dici? Mi sembra una proposta equa."

"Hmm... in pratica, mi state assumendo a condizioni speciali." rispose Orik con espressione incuriosita. "Interessante. E va bene, sono dalla vostra parte. In fondo, mi avete trattato meglio di quanto mi sarei mai aspettato."

"Grazie per il tuo aiuto, Orik. Sono sicuro che riusciremo a darci una mano a vicenda." rispose Yan. Il ragazzo tese la mano al mercenario di Riddleport, che gliela strinse con convinzione. "Ora... prima di pensare ad un modo di entrare a Collecardo, non è che sai qualcosa di quello che ci attende là dentro? A parte Nualia, Tsuto e quel bugbear, si intende."

"Ah, già, quel bugbear... un bestione di nome Bruthazmus." grugnì Orik. "Allora... in realtà non ho passato molto tempo nelle catacombe, visto che il culto di Lamashtu mi ha sempre fatto venire i brividi. Detto questo, ho delle informazioni che vi potrebbero essere utili. Per esempio, so che in una delle stanze più interne c'è uno strano mostro tentacolare che ha selezionato quella zona come suo territorio di caccia... o meglio dire, è stato messo lì da Nualia e si è adattato. Vi posso dire come evitarlo."

"Ottimo. Questo è già un buon inizio." rispose Eli con un sorriso sicuro. "Va bene. Ci fidiamo di te, Orik. Mi sembri un buon diavolo, tutto sommato. Adesso cominceremo a pianificare l'attacco alla zona più interna di Collecardo... e credo che le tue informazioni saranno un aiuto prezioso."

"Certamente, signorina Eli. Farò tutto il possibile." rispose il mercenario. Per una volta tanto in quel periodo travagliato, Orik sentiva che almeno questa volta stava facendo la cosa giusta...      

 

oooooooooo

 

Nel giro di poche ore, i goblin che erano passati dalla parte di Tup e Gogmurt avevano dato una ripulita alla loro tana, eliminando ogni precedente elemento che ricordasse loro il precedente capo. Tutti i goblin che erano caduti nella battaglia - ed erano meno di quanti Reji immaginasse - vennero messi su delle carriole, e altri goblin si occuparono di portarli verso la costa sud-occidentale dell'isolotto, verso la spiaggia che dava sul mare di Varisia. Reji si era a sua volta offerta di dare una mano, più per far vedere ai goblin la propria volontà di collaborare che per altro.

"Okay... e adesso che siamo arrivati qui, li buttate tutti a mare?" chiese Reji. Cercava di non dare a vedere che era un po' disturbata dalla mancanza di cura che i goblin avevano nei confronti dei loro stessi morti, ma immaginò che per una razza altamente prolifica, nelle cui tane qualcuno moriva praticamente ogni giorno a causa di predatori, malattie, lotte interne o qualche malaugurato incidente, la morte non doveva essere un momento troppo drammatico. Erano tutti abituati alla sua presenza nelle loro vite di tutti i giorni.

Gogmurt, il goblin che aveva saggiamente suggerito di togliere di mezzo i corpi il prima possibile, per evitare che diffondessero malattie, stava in quel momento dando un'occhiata alla superficie del mare. Per come la vedeva Reji, non c'era in realtà molto a cui prestare attenzione: le onde oceaniche si infrangevano con energia sulla spiaggia, e il suono del potente impatto dell'acqua riecheggiava tutt'attorno, ma a parte questo, la giovane monaca non vedeva nulla di particolare.

"Non buttare a mare, nono." rispose il goblin druido con un sorriso saccente. "Qui abita mostro foca di Collecardo. Noi dare cena a lui. Prego!"

Uno dei goblin ghignò e fece una sorta di saluto militare... poi, rovesciò la sua carrucola e fece cadere sulla battigia il corpo che trasportava. Poi si allontanò rapidamente e rimase a guardare

Reji vide una grossa sagoma muoversi sott'acqua, e per un attimo ebbe l'impressione che si trattasse di uno squalo. Ma Gogmurt aveva parlato di un mostro foca, quindi... che cosa poteva essere, esattamente, quella cosa? Reji non era un'esperta di animali, ma non le risultava che le foche fossero ghiotte di goblin.

La ragazzina Tian ci stava ancora pensando su... quando la sagoma emerse di colpo, raggiunse la spiaggia e azzannò il goblin morto, strappando letteralmente via un intero pezzo di corpo per farlo sparire tra le sue fauci voraci! Reji fece un salto per la sorpresa - in effetti, la creatura sembrava una foca lunga circa un paio di metri, ma la sua pelliccia marroncina, che diventava bianca sul ventre, le sue fauci esageratamente ampie e le sue pinne pettorali armate di spuntoni aguzzi, facevano immediatamente capire che si trattava di qualcosa di molto diverso!

"Per... per la miseria, è un bunyip!" esclamò la monaca, riconoscendo il feroce predatore. Questo spiegava perchè i goblin di Collecardo non temevano che qualcuno cercasse di attaccarli da quella direzione. Quella belva sarebbe stata un ottimo deterrente in ogni caso... e magari non era la sola! "E... e voi gli date da mangiare in questo modo?"

"Bene per lui e bene per noi!" replicò quasi fieramente Gogmurt. Sembrava che si complimentasse con sè stesso per aver avuto una buona idea. "Però no, lui di solito mangiare pesci o gabbiani. Questo solo merendina extra!"

"Okay..." Reji ripetè a sè stessa che la mancanza di cura che i goblin mostravano per i loro simili morti la inquietava non poco... ma non era lì per fare discorsi morali. Per adesso, la cosa importante era che i goblin di Collecardo smettessero di attaccare le città di umani e semiumani, e Reji rimase in silenzio mentre i goblin abbandonavano i corpi sulla spiaggia, per poi osservare da distanza di sicurezza mentre finivano nelle fauci spalancate del bunyip. Nel giro di pochi minuti, la belva marina fu sazia e si allontanò con un tuffo, lasciandosi dietro un'enorme chiazza di spuma marina sanguinolenta. "Allora... adesso dovremmo essere a posto, giusto? Possiamo... tornare nella sala del trono?"

Gogmurt fece cenno al resto dei goblin di avviarsi, poi storse il naso e si grattò una tempia. "Ecco... in realtà Gogmurt avere piccolo problema. Forse gambelunghe può aiutare?" chiese, sperando di non aver fatto una richiesta di troppo. Era un problema minore, tutto sommato, ma era comunque una spina nel fianco per il druido...

Reji doveva essersi aspettata la domanda, in quanto si limitò a fare un piccolo sospiro. "E va bene. Sentiamo un po'." rispose.

Il goblin druido apparve per un attimo sollevato. "Ehm... grazie! Allora... tempo fa, ex-capo Ripnugget e alcuni goblin fatto rapina a diligenza. Fatto scappare gambelunghe e fatto fuori uno di cavalli... ma secondo cavallo molto più forte. Ucciso quattro goblin." spiegò. "Poi, Ripnugget portato qui cavallo-mostro per spettacolo. Lui voleva far fuori cavallo-mostro davanti a tutti goblin."

"In modo tale che i goblin fossero impressionati dalla sua abilità come combattente. Sì, posso immaginare." rispose la monaca. "Ma... non è andata esattamente come credeva, vero?"

Gogmurt scosse la testa. "Cavallo-mostro troppo forte. Ripnugget preso calci. Lui furioso, e detto di imprigionare cavallo-mostro in stalla." continuò. "Poi... lui chiesto Gogmurt di domare cavallo-mostro, ma Gogmurt detto no, finchè lui continuare ad ascoltare ordini di donna gambelunghe arrabbiata! Cavallo-mostro... lì da allora. Noi dato mangiare prima, ma... ora qualche giorno non più dare... Cavallo-mostro furioso, uccide goblin se andare in stalla! Voi... potere togliere cavallo-mostro da nostre mani? Voi gambelunghe piace cavalli, sì?"

Reji alzò gli occhi al cielo. Tutto fin troppo chiaro. Gogmurt aveva paura di andare a domare un cavallo particolarmente focoso, e stava cercando di sbolognarlo a lei e ai suoi compagni. Poco male in ogni caso, riflettè la ragazzina. Si trattava di domare un cavallo, giusto? Questo poteva voler dire fare un favore ai goblin di Collecardo, e al tempo stesso procurarsi un cavallo valido per eventuali viaggi. Bisognava soltanto vedere chi dei suoi compagni fosse capace di gestire gli animali...

"Va bene, visto che ci guadagnamo anche noi, non vedo perchè no." rispose infine Reji. "Okay, vado a parlare con i miei compagni... e vediamo di risolvervi anche questo problema."

"Gambelunghe non male come dicono!" sghignazzò Gogmurt. "Grazie per aiuto!"

 

oooooooooo

 

"E così, alla fine, ci siamo dovuti andare noi..." brontolò Yan, mentre assieme a Misia avanzava verso l'ingresso della stalla - una grande porta di legno messa su alla bell'e meglio ed inchiodata in modo da non poter essere più aperta tanto facilmente... e sopra di essa erano state inchiodate altre tavole di legno in modo che non fosse proprio possibile aprirla! A guardarla così, qualcuno avrebbe potuto dire che i goblin stavano cercando di tenere rinchiusa chissà quale belva furiosa, invece che un semplice cavallo un po' focoso.

"Su, su, non te la prendere, Yan! In fondo, tu sei quello che più si intende di cavalli... e io ho i miei trucchi da gnomo per parlare con gli animali!" rispose la biondina, per nulla preoccupata mentre raggiungevano la porta sbarrata.

Quando Reji era tornata dal gruppo, comunicando loro quello che Gogmurt aveva chiesto loro di fare, gli avventurieri si erano subito messi a discutere per cercare chi tra loro fosse il più adatto per cercare di domare il cavallo catturato dai goblin... e dal momento che quand'era più giovane Yan aveva spesso lavorato con cavalli e cani, e che Misia, in quanto gnomo, era capace di parlare con gli animali entro certi limiti... la scelta era caduta su di loro. Il risultato era stato che in quel momento erano loro quelli che si stavano dirigendo verso l'arena improvvisata che i goblin avevano usato come gabbia per trattenere il cosiddetto "cavallo-mostro". 

"Non... sono un po' troppe precauzioni, per un cavallo?" si chiese il giovane spadaccino, guardando tutte le tavole di legno che i goblin avevano usato per bloccare dentro il cavallo.

Misia alzò le spalle. "Ormai dovresti saperlo... i goblin esagerano sempre su queste cose." commentò. Yan appoggiò accanto a sè il sacco della biada che Gogmurt gli aveva dato, poi sguainò la spada e si mise al lavoro per fare leva su una delle tavole di legno ed estrarre i chiodi dai loro buchi. "Hmph... accidenti, ma come li hanno imbullonati, questi cosi? Questi goblin sono proprio matti... Oh, issa!"

Il giovane fece leva con tutte le sue forze e riuscì a sollevare appena un po' il bordo della trave, indebolendone il supporto. Dopo un altro po' di sforzi, finalmente le travi in legno cedettero e caddero a terra con frastuono... e dall'altra parte dell'ingresso, Yan e Misia sentirono un verso acuto che esprimeva rabbia e disperazione - il nitrito di un cavallo, senza alcun dubbio, ma un cavallo che era stato trascurato e maltrattato, e che ciò nonostante manteneva ancora la sua fierezza e il suo spirito combattivo. Il ragazzo si affrettò a scardinare anche il resto delle assi di legno e tolse i chiodi dalla porta, raccolse la biada... poi entrò nell'arena assieme alla sua compagna e si preparò a vedere di che razza di cavallo si trattasse, per spaventare i goblin in quel modo...

Con prudenza, Yan e Misia fecero un passo in avanti, attenti a non fare movimenti troppo bruschi... e sentì il cavallo sbuffare e picchiare con uno zoccolo per terra. I due ragazzi guardarono nella direzione del suono e videro lo stallone di cui aveva parlato Gogmurt che li fissava con evidente animosità, lo sguardo ancora deciso nonostante il periodo difficile che aveva passato.

“Ciao.” Yan parlò al cavallo con calma, sorridendo, senza mostrare paura o tensione. Come era stato abituato a fare prima di iniziare la sua vita di avventuriero, cercò il più possibile di esprimere sicurezza, in modo da non inquietare l'animale già nervoso. Ora che lo vedeva meglio, Yan rimase impressionato dalla stazza e dalla maestà dell'animale. Era davvero uno stallone muscoloso ed impressionante, con un mantello grigio che diventava più scuro sulla testa, sui quarti posteriori e vicino agli zoccoli. Il suo aspetto fiero era però danneggiato dai segni di inedia che cominciavano ad apparire evidenti sul suo corpo, sul quale si cominciavano a vedere le ossa, in particolare la gabbia toracica. Ciò nonostante, i suoi muscoli mantenevano ancora una forza considerevole, che Yan riusciva ad intuire già osservando l'animale da quella distanza. Misia alzò una mano e sorrise, mentre le sue dita si muovevano elegantemente per lanciare il suo incantesimo Parlare Con Gli Animali.

"Hai paura? Sì, immagino di sì..." disse la biondina. I due amici restarono fermi dov'erano, aspettando che fosse lo stallone a fare il primo movimento. "Lo so, credo che tu abbia passato dei brutti momenti da queste parti... hai fame, vero? Vuoi qualcosa da mangiare?"

Con movimenti lenti e graduali, Yan si piegò su un ginocchio e cominciò a spargere un po' di biada sul terreno di pietra levigata. Lui e Misia indietreggiarono di alcuni passi in modo che il cavallo non si sentisse invadere lo spazio personale. Inizialmente diffidente, il cavallo cedette infine ai morsi della fame e iniziò a divorare la biada che il giovane gli aveva lasciato. Incoraggiato, Yan mise un altro po' di cibo sul pavimento e lasciò che il fiero animale si avvicinasse ancora un po'.

"Tranquillo. Non avere paura. Noi siamo tuoi amici, sai." disse Misia, parlando con voce calma e gentile. Yan fece un piccolo tentativo di approcciarsi, tendendo una mano ed accarezzando il collo dello stallone, che non ci badò e continuò a mangiare. Doveva essere rimasto senza cibo già da qualche giorno...

"Va tutto bene. Ti tireremo fuori di qui... e faremo in modo che tu possa ritrovare il tuo padrone." continuò gentilmente Misia. "Ecco... ecco, bravo... ora mangia e recupera le forze, okay? Io e i miei amici sistemeremo tutto... e vedrai che non avrai più nulla da temere!" A proposito... tu non hai un nome, vero?"

Yan diede un'occhiata all'animale, per vedere se aveva qualche targhetta identificativa o qualche segno che lo identificasse. Non trovandone nessuno, il suo sguardo si fermò per un attimo sul manto del destriero - un grigio massiccio, simile al colore della nebbia mattutina, che diventava più scuro, quasi nero, in certe parti del corpo. "Hmm... no, non vedo nomi... allora forse potrei dartene uno io! Che ne dici di... Shadowmist? Mi sembra un nome adatto, no?" chiese il ragazzo.

Il cavallo sbuffò e continuò a mangiare, apparentemente indifferente al nome che Yan gli aveva trovato... ma qualche secondo dopo, si avvicinò al ragazzo e gli fece un cenno con il muso, come se volesse ringraziarlo di essere venuto a sfamarlo. Contento di aver già fatto qualche passo avanti e aver cominciato a stringere amicizia con "Shadowmist", Yan versò il resto della biada accanto a lui, e il cavallo provvide immediatamente a rimediare alla sua fame arretrata...

"Perfetto. E anche questa è fatta." disse tra sè Misia con un sorriso sollevato. Con prudenza, in modo da non provocare l'animale, Yan accarezzò Shadowmist su un fianco. Adesso, se non altro, si sentiva più preparato ad affrontare quello che lo aspettava nella parte più interna di Collecardo...

 

oooooooooo

 

"Hai fatto bene a ritirarti... restare lì e farti ammazzare non avrebbe avuto senso." disse Nualia, passando una mano avvolta da un'aura dorata su alcune delle ferite di Bruthazmus, che si rimarginarono in pochi istanti senza lasciare neanche una cicatrice. Il bugbear grugnì infastidito per la sensazione di pizzicore che accompagnava inevitabilmente un incantesimo di cura, ma restò soddisfatto quando constatò di riuscire a muovere il braccio destro senza problemi. L'umiliazione di aver dovuto ancora una volta lasciar andare Shalelu dopo una cruenta battaglia era stata grande, ma questa volta era sicuro che sarebbe stata la loro ultima sfida, e questa volta sarebbe riuscito a prendere la testa di quella dannata elfa. "Ma questo significa che ormai sono alle porte. Non abbiamo altra scelta, dobbiamo prendere posizioni difensive e preparci ad accoglierli quando arriveranno. Quando pensi che si presenteranno?"

"Domani, forse dopodomani." affermò Bruthazmus. "Dovranno pur riposarsi e riorganizzarsi."

"Non sarebbe meglio attaccarli adesso, mentre sono ancora indeboliti?" disse a voce alta Nualia, cercando una soluzione al problema. Ma dopo averci pensato su rapidamente, la giovane donna aasimar scosse la testa. "No... meglio di no. Se è vero che hanno portato i goblin di Collecardo dalla loro... allora ci troveremmo in netta inferiorità numerica. E non credo potremo più contare su Orik. O è stato ucciso, o anche lui è passato dalla loro parte. I rischi che si corrono quando si assume un mercenario." 

Nualia prese la sua decisione, nella speranza che fosse azzeccata. "E va bene, a questo punto o la va... o la spacca." riflettè. "Li attireremo nel livello inferiore di Collecardo, e faremo in modo che siano già indeboliti ed esausti quando arriveranno a confrontarsi con noi. Noi, d'altra parte, abbiamo bisogno di tutte le nostre risorse."

"Va bene, Lady Nualia. Farò preparare tutte le trappole... e darò disposizioni affinchè tutti i nostri uomini rimanenti si mettano in posizione." rispose Bruthazmus. "E... il nostro demonietto? Darà una mano anche lui, si intende!"

"Hah! Ancora con questa storia? Ve l'ho detto che sono qui per assicurarmi che Nualia non deluda Madre Lamashtu!" una vocina acuta come una lama penetrò nelle orecchie dell'aasimar corrotta e del bugbear, accompagnata da una risatina irritante. "Quando arriveranno quegli sciocchi mortali, anch'io farò tutto quello che devo per toglierli di mezzo."

Nualia storse il naso infastidita. Erylium non faceva davvero nulla per rendersi gradito, e sbandierava senza alcuna vergogna il suo stato di messaggero di Lamashtu. Ma era proprio per questo che doveva stare attenta a come gli rispondeva. "Se fossi così gentile da mostrarti a noi e condividere le tue idee, Erylium... gioverebbe di più anche alla causa di Madre Lamashtu." disse la sacerdotessa demoniaca. Si sentì una sorta di spiffero di vento, e la vile creaturina apparve con un frullo d'ali di pipistrello, sospesa in aria ad appena un passo da Nualia e all'altezza della sua spalla.

"Ti sei fatta mandare da Madre Lamashtu due dei suoi feroci e spietati segugi yeth. e questo è già un ottimo risultato." affermò il quasit. "Quello che suggerirei, adesso, è di svuotare quanto più possibile i piani superiori di Collecardo, in modo che tutto sia concentrato al livello più basso, e i nostri nemici si trovino a dover affrontare tante minacce tutte assieme senza avere la possibilità di ritirarsi o di prendere fiato. Bruthazmus farà in modo di intercettare l'elfa, che mi sembra uno dei più pericolosi. Ma... lo spadaccino, Yan... di lui dovrai occuparti tu, Nualia! Dovrai catturarlo e sacrificarlo, per dimostrare che la tua fedeltà, il tuo amore, vanno alla nostra signora e a nessun altro!"

Nualia non ebbe alcuna reazione, ma dentro di sè si sentì raggelare. "Farò quello che Madre Lamashtu mi richiede. Di qualsiasi cosa si tratti." rispose. Sperò che la sua voce non suonasse nervosa o incrinata in qualche modo. "Per quanto riguarda gli altri... Lyrie e Tsuto tenderanno un agguato a quei ficcanaso appena subito l'ingresso del livello inferiore delle catacombe. Ho visto che Lyrie dà del suo meglio quando c'è Tsuto di mezzo... Meglio per lei, e anche per noi. I segugi yeth resteranno con me, e se sarà necessario ne manderò uno a dare man forte a Tsuto. E tu, Erylium... tu dovrai cercare di disturbarli, distrarli e fargli sprecare risorse."

Con la mano demoniaca, Nualia accarezzò l'elsa della sua impressionante spada, una lama seghettata d'acciaio nero, con un'elsa lunga e bilanciata che permetteva di tenerla con una o due mani. Era una sorta di rituale che le serviva per tranquillizzarsi... e per cercare di affermare nuovamente la sua volontà di tagliare con il suo passato, una volta per tutte. Forse così, Madre Lamashtu l'avrebbe ricompensata e l'avrebbe resa una delle sue figlie. Finalmente si sarebbe liberata una volta per tutte della sua cosiddetta bellezza, di quel sangue angelico che era stato la causa della sua infelicità...

Per un attimo, la aasimar corrotta spalancò gli occhi, rivedendo nella propria mente l'immagine del giovane Yan che le tendeva una mano, la consolava quando era triste, la portava con sè per fare qualche passeggiata spensierata attorno a Sandpoint...

Senza farsi vedere da Bruthazmus e soprattutto da Erylium, Nualia si incamminò verso uno scaffale scolpito nella roccia, nel quale erano custoditi alcuni antichi reperti. Per una manciata di secondi, un sorriso gentile apparve sul volto della sacerdotessa demoniaca, ricordando quei pochi momenti felici passati accanto all'unico che le aveva voluto bene...

Se solo avesse saputo, non avrebbe donato il suo cuore a quel Delek che se n'era dimostrato indegno, e forse adesso...

No!

No, non doveva pensarci! Non doveva! Lei adesso apparteneva a Madre Lamashtu! Non aveva bisogno di quei ricordi! Non aveva bisogno di quel ragazzo... tutto quello di cui aveva bisogno era la sua vendetta! Spazzare via la maledetta Sandpoint e farla pagare a tutti per ciò che aveva sofferto! Madre Lamashtu le aveva dato una ragione per vivere... e lei doveva ricambiare! Yan era soltanto un ricordo del passato... un'amicizia di quando era bambina, a cui lei si era scioccamente aggrappata...

E lui... non c'era più quando le fiamme si erano spente... E forse era meglio così...

"Ooooh! Oh,oh, oh, oh, oh, ci stiamo distreando, Nualia?" gracchiò Erylium, svolazzando vicino all'orecchio della sacerdotessa. Infastiditta ed imbarazzata, Nualia cercò di dargli un colpo con il dorso della mano, e il quasit si scansò con un frullo d'ali. "Hah! Così! Questa è la rabbia che la divina Lamashtu vuole vedere! Ora concentrala su quegli intrusi... e vedrai che andrà tutto bene! Ti farai perdonare per la tua debolezza!"

"Hey, attento a come parli, mostriciattolo!" ringhiò Bruthazmus. Si avventò su Erylium e cercò di afferrarlo nella sua enorme mano, ma il piccolo demone alato ghignò e lanciò un incantesimo Invisibilità su sè stesso, scomparendo sotto gli occhi del brutale bugbear, che agguantò soltanto l'aria. Con un grugnito, Bruthazmus scosse la testa e si rivolse alla sua superiore. "Lady Nualia, chiedo scusa. Non sopportavo più le interferenze di quel piccolo bastardo!"

"Non è il momento di pensare a queste sciocchezze, Bruthazmus." tagliò corto la sacerdotessa, cercando disperatamente di mantenere una parvenza di autocontrollo. "Tu sai cosa fare. Adesso darò tutti gli ordini anche a Tsuto e a Lyrie, e farò in modo che tutto sia pronto per accogliere quei dannati... e non dubitare che li prenderemo! Li prenderemo tutti, dal primo all'ultimo! Li sacrificheremo e permetteremo a Malfeshnekor di camminare liberamente nel mondo dei mortali! Quelli... non significano niente per me... quello Yan non significa niente per me, chiaro? Assolutamente niente! Ora... sono soltanto un'umile serva dell'onnipotente Madre Lamashtu! Non ho bisogno di nessun altro!"

Con queste parole, Nualia voltò le spalle a Bruthazmus e si affrettò verso il piano più basso delle catacombe, continuando a parlare a sè stessa... e lasciandosi dietro il bugbear, che ora più che mai aveva l'impressione che la aasimar stesse cercando di convincere non tanto lui, quanto sè stessa...

"Toccato un nervo scoperto." gli squittì all'orecchio la vocetta di Erylium. Frustrato, Bruthazmus ringhiò e cercò di dargli un manrovescio, ma il quasit si era già dileguato...

 

oooooooooo

 

CONTINUA...

 

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Capitolo 18
*** Tsuto e Lyrie ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

Risposte alle recensioni!

Farkas - Le recensioni rosse, in effetti, danno un certo clima natalizio! E la mia recensione alla tua storia dovrebbe essere stata pubblicata da poco.

In effetti le canzoncine dei goblin sono popolari nel fandom di Pathfinder... anzi, i goblin in generale lo sono. XD Ripnugget è stato risparmiato sia per il motivo che dici tu, sia perchè il nostro gruppo di avventurieri non sono gente che uccide a sangue freddo. Lo avevano battuto, e questo era più che sufficiente.

Sì, vedremo sia Korvosa che Magnimar... e, molto più avanti, anche Absalom. E vedremo un bel po' dei parenti di Orik.

Sicuramente vedremo anche un bel po' di tiefling nel corso della storia. Grazie della tua recensione... e spero che ti piaceranno questi nuovi capitoli!

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE

Capitolo 17 - Tsuto e Lyrie 

 

Il ponte di corde che collegava la terraferma all'isolotto dove sorgeva il complesso principale di Collecardo aveva un aspetto decisamente instabile... e in effetti, a detta del druido Gogmurt, lo era. Prima che Yan e i suoi compagni partissero per la loro destinazione finale, il goblin druido aveva rivelato loro che i goblin avevano sabotato il ponte, in modo che non potessero passare più di tre persone alla volta. Ora che avevano questa informazione, il gruppo di avventurieri la sfruttò per far arrivare tutti sani e salvi dall'altra parte del ponte, e finalmente giungere di fronte al grande edificio nel quale li aspettava la loro più grande sfida fino a quel momento...

 

Tup era rimasto indietro, non avendo particolare interesse ad occuparsi di Nualia o del culto di Lamashtu, e concentrandosi invece sul consolidare il suo potere sui goblin rimasti a Collecardo. Il goblin stregone si era reso conto che c'erano più problemi di quanti pensasse, non ultimo quello di provvedere al mantenimento di tutti quei goblin senza ricorrere a predazioni e saccheggi. Per fortuna, Gogmurt si era rivelato disposto a collaborare, e con passi graduali ma sicuri, il nuovo capo del goblin di Collecardo e il suo consigliere erano riusciti a tenere i loro indisciplinati sudditi sotto controllo.

 

Ma questo, chiaramente, voleva dire che Tup e Gogmurt non avrebbero potuto dare una mano agli avventurieri nella loro incursione. Ciò nonostante, i due goblin erano stati disposti a collaborare, e avevano fornito loro tutte le informazioni di cui erano a conoscenza, oltre che qualche oggetto utile alla loro ricerca.

La cosa, se doveva essere sincera, non dispiaceva a Shalelu. L'elfa non aveva nessuna simpatia per i goblin, ed era contenta di non dover più sopportare le buffonate di Tup. E il nuovo arrivato nel gruppo dava l'impressione di essere molto più abile nel dare una mano... Orik Vancaskerkin, il mercenario di Riddleport che fino al giorno prima lavorava per Nualia e il suo culto, si era unito temporaneamente alla compagnia, in parte per interesse personale, e in parte in segno di solidarietà verso coloro che si erano presi tanto disturbo per un estraneo come lui. In quel momento, il gruppo si era fermato davanti all'ingresso del complesso principale, e stavano preparandosi a quello che li aspettava là dentro.

 

"Molto bene, signori. Qui si nascondono i nostri avversari. E qui, nelle catcombe di Collecardo, sono custoditi alcuni rimasugli dell'era di Thassilon." spiegò Eli, ricordando quello che il professor Quink le aveva detto. "State attenti ad ogni cosa che vedete, e restiamo uniti, qualsiasi cosa accada. Avremo migliori possibilità di vincere se non ci lasciamo separare."

 

Yan prese un bel respiro e guardò la facciata di quella che una volta era un avamposto di uno dei temuti Signori delle Rune. La palizzata attorno all'edificio era fatta di legno spesso. Un'ispezione più attenta rivelò che la maggior parte del legno sembrava essere stata recuperata da alcune navi: alcune targhette erano rimaste attaccate ad alcune travi, mentre altri legni sembravano essere stati un tempo alberi. In effetti, l'intero complesso dava un'impressione di incuria ed abbandono... e ora che sapeva che là dentro si nascondevano degli adoratori di demoni, e probabilmente anche demoni veri e propri... Yan aveva l'impressione che da quell'edificio filtrasse una sorta di aura maligna. Ovviamente, era pronto ad ammettere il ragazzo, poteva essere semplicemente un trucco giocato dalla tensione... 

 

"Almeno per il piano terra, posso darvi io qualche idea di cosa aspettarvi." disse Orik mentre avanzava verso la porta, seguito a breve distanza da Jolan. Il furtivo halfling si avvicinò alla doppia porta in legno di ingresso e la esaminò per assicurarsi che non ci fossero trappole. Non trovandone nessuna, fece cenno ad Orik di aprire, e il mercenario di Riddleport spinse leggermente le porte verso l'interno, in modo da far entrare il gruppo nella sala dei trofei. "Detto questo, non prendete le mie parole per oro colato. E' probabile che Nualia e i suoi uomini abbiano fatto delle modifiche e messo dei guardiani in più in alcune zone. Detto questo... da qui in poi vi posso mostrare dove andare per raggiungere i piani inferiori. Poi... temo di non saper dire altro."

 

"Non ti preoccupare, Orik. Possiamo capire come mai non ti sei spinto troppo in profondità." rispose Misia, le piccole mani strette in maniera convulsa sull'asta della sua lancia.

 

"E poi, anche Ripnugget ci ha descritto quello che dovremmo trovare là dentro." commentò Jolan con nonchalance. "Con adeguata dovizia di particolari."

"Con i tuoi metodi di interrogare? La cosa non mi stupisce." commentò srcastica Eli

 

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(FLASHBACK)

 

"Molto bene, ex-capo Ripnugget..." disse Jolan in tono pericolosamente affabile, parlando la lingua dei goblin mentre gettava uno sguardo persuasivo all'ex-leader dei goblin di Collecardo, in piedi davanti a lui con le mani legate dietro la schiena. Il goblin stava fissando l'halfling come se avesse voluto mangiarlo, ma Jolan avanzò verso di lui senza troppe preoccupazioni. "Ora, ho bisogno di sapere due cose riguardo Nualia e il complesso di Collecardo. Compresi, se possibile, gli scagnozzi di quella donna."

 

"Hah! Non dirò mai niente!" gracchiò Ripnugget, parlando in quel suo Taldanese sorprendentemente corretto.

 

Jolan non cambiò espressione, e si limitò a sfregarsi il mento con fare pensieroso. "Non dirò mai niente. Hmmm..."

Un istante dopo, Jolan schiacciò il piede sinistro di Ripnugget sotto la suola del suo stivale, e il goblin strabuzzò comicamente gli occhi e ringhiò di dolore! "EEEE-YOOOOOWWW!"

 

"No, risposta sbagliata. Ritenta, sarai più fortunato." commentò Jolan.

 

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"L'importante è che abbia funzionato. E non gli ho neanche fatto tanto male." rispose Jolan con fare innocente.  

 "E va bene... ma vedi di non esagerare, okay? Non siamo mica dei barbari, noi." rispose Reji, poi afferrò strettamente il suo bastone da combattimento e diede un'occhiata alla stanza, stando attenta anche agli angoli. Non vedendo nessuno, fece cenno al gruppo di procedere... e finalmente, tutti entrarono nella sala dei trofei con le armi sguainate.

 

"Nualia... Nualia, sei qui? Vieni fuori, per favore... quest'attesa è assolutamente snervante!" pensò Yan, lo scudo e la spada ben alzati davanti a sè. Ma anche rimanendo lì ad attendere, nessuno si faceva vivo... era evidente che l'unico modo di cavare un ragno dal buco era di andare avanti. "Okay, Orik... da qui in poi, per dove si raggiungono le catacombe?"

"Dalla porta ad ovest. Da lì si raggiunge il cortile interno, e poi si deve passare per alcuni corridoi fino a raggiungere le scale per il piano inferiore." spiegò Orik. Nervoso, ma cercando comunque si mostrarsi risoluto, il mercenario strinse la presa sull'elsa della sua spada e si mise ancora una volta alla testa del gruppo per far loro vedere da che parte andare.

 

Ma prima che Orik potesse raggiungere la porta d'uscita, il gruppo si fermò nel sentire un battito d'ali accompagnato da una breve e snervante risatina acuta. Yan alzò istintivamente la spada, mentre Eli alzava una mano per lanciare un incantesimo... e la risata si ripetè, con l'unica differenza che adesso sembrava più vicina e più penetrante... e fu seguita da una frase di dileggio.

 

"Ooooh, ma guardateli! I soldatini di piombo mandati da Sandpoint... ad opporsi al volere della somma Madre Lamashtu!" esclamò la voce senza corpo, acuta e tagliente come il vetro. "Credono di avere visto tutto solo perchè hanno infilzato qualche goblin... e vengono qui con l'illusione di rimettere ordine nel caos che abbiamo scatenato! Sono proprio patetici! Guardateli, tutti bardati come tanti somari, con i loro stuzzicadenti di ferro lucidati!"

 

"Chi ha parlato?" esclamò Reji stringendo il suo bastone. "Avanti, fatti vedere!"

 

"E' qualcuno che conosci, Orik? Qualche altro scagnozzo di Nualia?" chiese Misia.

 

Il mercenario deglutì e scosse la testa. "No... sono sicuro di non aver mai sentito prima questa voce. Ma è strano... ero sicuro di aver visto tutti i complici di Nualia." affermò. "Questa voce, invece... non la riconosco proprio."

 

"Hahahahaaa! Avete paura adesso? Non è andata come speravate, vero? Eravate convinti di potercela fare, solo perchè avete sconfitto quell'inutile branco di goblin? Tale è la presunzione dei mortali! Basta che riescano nella più grande inezia che si possa immaginare, e subito si convincono di poter superare ogni ostacolo!" ribattè la voce. Misia e Jolan sentirono di nuovo un frullo d'ali... e Shalelu tenne la freccia incoccata e osservò attentamente i trofei e i mobili all'interno della stanza. Le sue lunghe orecchie a punta si mossero in maniera quasi impercettibile, in modo da seguire qualsiasi fonte di rumore e cercare di individuare l'importuno.

 

"Avanti, continua a cianciare..." disse tra sè l'elfa cacciatrice. "Fatti uscire il fiato, che così ti posso trovare..."

 

"Non siamo venuti qui per sentirti sparare tutte queste balle!" esclamò Yan, minacciando la creatura invisibile con la spada... ancora una volta, senza successo. "Chi sei, e cosa vuoi da noi? Dov'è Nualia? E' qui, vero?"

"Stai calmo, Yan! Non fare il suo gioco!" Eli cercò di trattenere Yan, senza troppo successo. Il ragazzo stava già agitando la sua spada in quella che gli sembrava essere la direzione dell'essere invisibile che li dileggiava.

 

"Oooooh, ma sentitelo! La nostra piccola Nualia ha un fan! Heheheheheee... sai, ragazzo, i pensieri della tua Nualia... non hanno segreti per me!" sghignazzò la voce apparentemente senza corpo. "Oh, se tu sapessi... io ero lì a guardare quando ha preso quella torcia accesa e ha dato fuoco alla cattedrale di Sandpoint, quella in cui il suo caro paparino cercava di trasformarla nella sua obbediente bambolina!"

 

Yan non ebbe reazioni. Se chiunque stesse parlando sperava di sconvolgerlo con quella rivelazione, non ebbe successo. Da quando aveva scoperto da Tsuto che Nualia era ancora viva, il giovane aveva avuto il forte sospetto che l'incendio nel quale Padre Ezakien era perito non fosse esattamente un incidente.

 

"Ancora nulla? Lascia che ti dica qualcos'altro, mio giovane ed ingenuo amico." I ragazzi sentirono nuovamente un frullo d'ali, e Shalelu strinse i denti per la frustrazione, avendo perso ogni riferimento per individuare la posizione della creatura. "Sai, quando lei se n'è andata da quel patetico mucchio di tuguri che voi chiamate Sandpoint... sai chi è stato il suo primo sacrificio a Madre Lamashtu? Non ti interesserebbe saperlo?"

 

"Tanto tu me lo dirai lo stesso, vero?" ringhiò Yan.

 

La creatura rise di nuovo. "Hahahahahaaaa! Voi mortali siete un vero spasso! Sì, è vero, te l'avrei detto ugualmente. Quel distinto gentiluomo dal quale lei si è trovata ad aspettare un figlio! Lui l'ha ripudiata e l'ha accusata di averlo sedotto... e lei l'ha ritrovato a Magnimar e gli ha aperto la gola! Oh, avresti dovuto vedere che spettacolo! Nulla mi eccita di più che vedere una creatura buona e virtuosa precipitare nel fango e nella depravazione! Mi conferma che questa è la natura di voi mortali! Una creatura nella quale scorre il sangue degli angeli, poi..."

 

"Tu... sei disgustoso!" ringhiò Eli, pronta a lanciare un incantesimo alla prima opportunità. Mentre la creatura parlava, la maga ascoltava attentamente ogni parola - e adesso, il suo interlocutore aveva cominciato a tradirsi, nella sua arroganza. Diverse delle cose che aveva detto lasciavano intendere ad Eli che si trattasse di un demone...

 

Ancora una volta, Yan non ebbe alcuna reazione. Ora che si era calmato, si era imposto di non farsi prendere la mano dalla rabbia, anche soltanto per fare un dispetto a quella carogna che stava parlando in quel momento. Tuttavia, ognuna di quelle rivelazioni gli faceva capire quanto Nualia fosse caduta in basso, e quali terribili azioni avesse commesso in quegli anni... e soprattutto, quanto lui stesso non fosse riuscito a comprendere l'abisso di disperazione nella quale era precipitata.

 

"Beh? Non dici nulla, ragazzino? Sei sconvolto, o stai semplicemente rendendoti conto che non c'è nulla da salvare in questa storia?" la creatura invisibile riprese a cianciare. "Per noi non fa nessuna differenza! Renditene conto, moccioso... la tua cara Nualia è un essere infame, dominato dai suoi più bassi desideri di vendetta e di violenza! Tutto quello che ho dovuto fare... è portarli allo scoperto! E voi, cosiddetti eroi, credete davvero di essere meglio di così? Sappiate che la vostra è solo un'illusione! Una patetica menzogna che raccontate a voi stessi per sentirvi meglio! Tutto quello di cui c'è bisogno... è una scusa per tirare fuori il lerciume che insozza le vostre anime!"

 

Shalelu scattò in azione. L'elfa colse tutti di sorpresa voltandosi verso una testa di cavallo impagliata alla meno peggio e scagliò una freccia dalla punta in ferro battuto a freddo contro il macabro trofeo... e il dardo si piantò nella testa impagliata, con grande scorno dell'elfa cacciatrice.

 

"Maledizione! Era lì, ne sono sicura!" esclamò.

 

La risatina irritante della creatura assalì nuovamente le orecchie del gruppo. "Hahahahahaaa, ma che peccato! Così vicino, eppure così lontano! Le tue orecchie sentono molto, piccola elfa... forse è per questo che il mio amico Bruthazmus le vuole nella sua collezione! Tu diventerai il suo trofeo più ambito, quello di cui si vanterà con i nostri fedeli a distanza di anni da adesso! Una volta che questa regione sarà tornata ad essere il luogo della venerazione dei demoni!"

 

"Non succederà mai!" esclamò Misia rabbiosamente... anche se l'effetto era mitigato dal fatto che la lancia le scivolò di mano in quel preciso momento. "Non... ugh... non permetteremo a te e a Nualia di distruggere Sandpoint e fare di questa regione il vostro parco giochi privato!"

 

"Il vostro ottimismo è così... adorabile, nella sua prevedibilità! Mi commuoverei, se avessi un cuore!" sghignazzò la creatura. "Ma prego... se pensate ancora che qualcosa si possa salvare in questa storia maledetta... e se tu, sciocco ragazzo, pensi ancora che a Nualia possa importare qualcosa di te... prego, venite pure! Vi aspettiamo nelle catacombe di Collecardo... se riuscirete a sopravvivere ai nostri accoliti! Voi avete già conosciuto Tsuto, vero? Lui si strugge tanto dalla voglia di tagliarvi la gola! E poi c'è la mia amichetta Lyrie... Oh, voi non avete idea di quanto sia desiderosa di rendersi utile! Farebbe qualsiasi cosa perchè Tsuto la guardi con... lo stesso ridicolo desiderio che lei prova per lui! O anche soltanto perchè Tsuto se la sbatta, credete che vada tanto per il sottile?"

 

Questa volta fu Orik a farsi prendere dall'ira. "Non... non tirare in ballo Lyrie, lurida carogna!" ringhiò il mercenario. "E neanche quel bastardo di Tsuto! Non è degno neanche di lucidarle le scarpe!"

 

Un altro frullo d'ali, questa volta più lontano. "Hah! E un lercio banditello come te lo sarebbe? Tu che sei scappato da quel mucchio di immondizia che chiami la tua città, e ti sei messo a lavorare come galoppino a pagamento?" sghignazzò l'essere invisibile. "Ci vediamo là sotto... se non state già tremando dalla paura! Hahahahahaaaa!"

 

Questa volta, anche se i ragazzi si misero in guardia pronti ad ogni evenienza, non ci fu nessun seguito. La risata della creatura invisibile perse di intensità e si dissolse in un'eco inquietante... e il gruppo di avventurieri rimase lì, in quella stanza dall'aspetto opprimente, mentre le parole di quell'essere riecheggiavano ancora nelle loro menti.

 

"Mi dispiace, amici..." disse infine Shalelu scuotendo la testa. "Se solo l'avessi preso..."

 

"Probabilmente non sarebbe cambiato nulla." rispose Eli, cercando di essere accomodante. "Resta il fatto che comunque dobbiamo scendere laggiù ed affrontare Nualia e i suoi scagnozzi... compreso Tsuto. E comunque, non credo che quella creatura ci lascerà in pace. Non ora che ha preso gusto a provocarci."

"Hai idea di cosa possa essere, Eli?" chiese Reji, guardando frustrata verso l'alto.

 

La mezzelfa si aggiustò gli occhiali. "Probabilmente un quasit. Un demone di infimo rango, soltanto i dretch sono inferiori." spiegò. "So che i quasit sono in grado di assumere forme di vari animali, e possono rendersi invisibili a piacimento. Potrebbe essere stato uno di loro a parlarci, adesso."

"La prossima volta farò in modo di prenderlo." rispose Shalelu, facendo un rapido conteggio delle frecce in ferro battuto a freddo che le restavano. Ad occhio e croce, un numero sufficiente... nella speranza che non ci fossero troppi demoni là sotto. "Allora, amici... non lasciatevi prendere la mano, e proseguiamo! Yan... va tutto bene?"

 

Il ragazzo disse di sì con la testa. "Sì, va tutto bene... sono... rimasto solo un po' sconvolto da quello che ha detto quella creatura." affermò con un sospiro. "Sto... cominciando a chiedermi se davvero valga la pena di tentare di salvare Nualia."

 

Misia sbattè gli occhi, un gesto di sorpresa ed incredulità. "Yan... ma cosa stai dicendo?"

 

"Io... io voglio ancora credere che Nualia possa essere salvata!" esclamò il ragazzo, passeggiando furiosamente su e giù in preda alla frustrazione. "Ma forse è sbagliato... forse farei meglio a lasciar perdere questa mia folle idea, e fare il mio dovere nei confronti di coloro che hanno sofferto per colpa di Nualia! Che diritto ho io di pensare che la mia amica sia più importante di quelle persone?"

 

"E se anche tu uccidessi Nualia? Che cosa cambierebbe? Le persone che lei ha ucciso resterebbero morte, le sue azioni non verrebbero cancellate, lei sarebbe morta, e tu non ne saresti certo felice!" replicò la femmina di gnomo, alzando la voce in una maniera che lasciò interdetta anche Eli. "Se invece tu riuscissi a convincerla a cambiare... tu e lei avreste una seconda possibilità. E forse anche molti altri. Chi può dire cosa verrà fuori da un atto di compassione? Ovviamente, se poi Nualia dovesse rifiutarsi di ascoltare... sarà necessario fare quello che si deve... ma credo che sia giusto fare almeno un tentativo! Non venirmi a dire che vorresti dare retta alle parole di quel demone! Sta cercando di ingannarci! Vuole scuotere la nostra determinazione, in modo che al momento di vedercela con Nualia e i suoi uomini... noi non riusciremo a dare il massimo. E per quanto riguarda ciò che dice, ammettendo anche che sia vero... chi è lui per giudicare noi? Noi mortali possiamo sbagliare, certo. Non siamo infallibili. Ma i demoni come lui... loro sanno benissimo di sbagliare e continuano a farlo, soltanto per il gusto di vederci soffrire! E vogliamo dargli questa soddisfazione?"

 

Misia scosse la testa. "Yan... segui la tua coscienza. Decidi tu cosa è giusto in questo caso." si raccomandò. "E se pensi che sia giusto tentare di far rinsavire Nualia, nessuno ha il diritto di biasimarti per questo!"

 

"Sì, Misia ha ragione. Non possiamo ascoltare un demone." rispose Jolan. Dietro di lui, Orik annuì in segno di stupore ed approvazione. Davvero, magari avesse incontrato anche lui degli amici fedeli e determinati come quelli, quando ancora viveva a Riddleport. "Facciamogli vedere che lui non è nessuno per noi. Andiamo a salvare Sandpoint! E tu, ovviamente, avrai la parte del leone! Fatti ascoltare da Nualia, e diventa l'eroe della giornata!"

 

"Hey! Non scordatevi che ci siamo anche noi!" replicò Reji con un sorriso di sfida. "Anche noi daremo una mano, giusto?"

 

Yan prese fiato... e dopo aver messo ordine nei suoi pensieri, decise che era finito il momento di avere dei dubbi. "Sì, avete ragione. Quello che io voglio è salvare sia Sandpoint che Nualia. E non voglio credere che questo mio desiderio sia sbagliato. Farò del mio meglio per convincere Nualia a porre fine a questa follia." rispose con energia. "Eli, come nostro caposquadra... noi seguiamo te! Decidi tu cosa fare."

"Come se ci fosse qualche altra possibilità..." rispose la maga mezzelfa con un sorrisetto ironico. "Ovviamente, andiamo avanti, e facciamo vedere a quel ridicolo demonietto che non molliamo. Non ci faremo demoralizzare così! Orik... ovviamente non voglio parlare per te, ma... te la senti ancora di accompagnarci, dopo tutto questo?"       

  

"Certamente." rispose il mercenario con fredda decisione. "Non dirò certo di no alla ricompensa, ma... ho anche un debito di riconoscenza con voi. Proseguiamo pure." 

 

"Grazie, Orik. Forza... andiamo avanti." disse Eli, indicando la porta d'uscita. "Tenete le armi sfoderate e guardate dietro ogni angolo. Ci può essere un'imboscata dietro ogni angolo."          

 

Con rinnovata determinazione, il gruppo di amici seguì le indicazioni di Eli, addentrandosi sempre di più nella tana degli adoratori di Lamashtu...

 

oooooooooo

 

Erylium sghignazzò mentre volava attraverso i corridoi ormai deserti del primo piano delle catacombe e si dirigeva verso i livelli inferiori, infilandosi nella tromba delle scale più vicine. Era sicuro che il suo discorso fosse riuscito  scuotere la loro determinazione... e adesso, quello che doveva fare era fare in modo che fossero anche già stanchi nel momento in cui si fossero trovati davanti Nualia e i suoi fedeli. Il quasit sapeva già cosa fare... grazie a quell'aiuto in più, di quei mocciosi presuntuosi sarebbe rimasto ben poco.

 

"E' stata una buona idea lasciare che qualche... ospite... facesse il suo nido da queste parti!" pensò tra sè il piccolo demone alato. Dopo aver raggiunto il piano inferiore e aver sfrecciato rapidamente attraverso diverse stanze e corridoi, Erylium si fermò davanti ad una grande porta di legno e afferrò la maniglia, spingendola verso il basso con tutte le sue forze. Dopo qualche secondo di fatica, la grande porta si aprì con uno scricchiolio sinistro, facendo penetrare la fioca luce del resto del complesso in una caverna il cui pavimento appariva insolitamente liscio e lucido. Un fitto groviglio di liane ed ortiche penzolava dalla parte superiore di un'apertura sul lato opposto della sala, come delle tende su una grande e spettacolare finestra che dava sul Golfo di Varisia.

 

Erylium entrò svolazzando nella stanza e sciolse l'incantesimo di Invisibilità. Per quello che doveva fare, era meglio essere visibili.

 

Il quasit proseguì il suo volo, indifferente al suggestivo scorcio sul mare, e dopo essersi portato una mano alla bocca, fece un fischio acuto che riecheggiò per un attimo tra le mura della caverna. Poi incrociò le braccia, sapendo bene che l'abitante di quell caverna non sarebbe tardato a lungo ad arrivare. Giusto per non correre rischi, svolazzò all'indietro e tornò nel corridoio, proprio mentre una strana sagoma scivolava giù da una delle pareti della caverna, trascinandosi su una massa di tentacoli neri e gommosi...

 

"Bene. Tutto quello che devo fare è... convincerlo a farsi avanti. E adesso, giusto per essere sicuri..." disse tra sè mentre si dirigeva verso l'ultimo piano delle catacombe. Si voltò giusto in tempo per vedere quell'orrida sagoma tentacolare che si trascinava fuori dalla caverna, le membra prive di ossa che si protendevano alla ricerca di preda...   

 

oooooooooo

 

Shalelu diede un'occhiata oltre la fine delle scale, l'arco ben teso e con una freccia pronta a partire in caso di bisogno. L'elfa cacciatrice aguzzò la vista e guardò attentamente in giro, attendendo qualche secondo prima di ritenere che - almeno per il momento - quella sezione di Collecardo fosse sicura. "Qui non c'è nessuno." disse infine, rivolta ai suoi compagni. "Possiamo proseguire."

Il gruppo di avventurieri raggiunse la loro compagna in una piccola sala illuminata da una singola lanterna appesa ad un uncino vicino all'imboccatura delle scale. C'erano diverse porte che davano nella stanza... e, particolare più inquietante, in un angolo erano ammucchiate delle pelli di cane rozzamente conciate e trasformate in macabri tappeti.

"Okay. Diamo un'occhiata nelle varie stanze... e poi vediamo come proseguire." propose Eli. "Yan, tu guarda nella stanza alla nostra sinistra. Reji, Jolan... voi due controllate quelle lì davanti. Io e Misia cerchiamo a destra. Orik, puoi andare a dare un'occhiata nella porta qui accanto? E magari dirci cosa sai di questo posto?"

"Ricevuto." risposero a bassa voce tutti i diretti interessati.

"Sì, signorina, credo di avere delle notizie interessanti." disse il mercenario. "Ad ovest di qui si trova la cappella di Lamashtu... un posto che sicuramente speravo di non ricevere. Invece la porta centrale a sud porta verso le stanze private di Nualia e dei suoi cultisti."

"Okay..." commentò Yan, mentre dava un'occhiata nella sala che gli era stata indicata, trovando però soltanto un cumulo di casse vuote, barili e rifiuti di vario genere ammassati addosso alle pareti.

Jolan ebbe un po' più di fortuna. Controllando una delle tre porte davanti a sè, trovò una piccola stanza nella quale erano riposte delle piccole gabbie di legno, e il cui pavimento era parzialmente coperto da un mucchio di paglia. Con un certo disgusto, l'halfling si rese conto che quella stanza era l'equivalente di un asilo per i goblin - era comune nelle tribù di goblin mettere tutti i bambini in questi ambienti insalubri, fuori dal contatto con i loro genitori, in modo che imparassero presto a farsi valere con la forza.

"Posso solo sperare che con Tup come capo... le tribù adottino dei metodi un po' più umani." pensò la guida halfling scuotendo la testa. Detto questo, non c'era nulla di interessante da quelle parti. "Trovato qualcosa, Reji?"

"Qui c'è un corridoio che va verso... sud, se non sbaglio." rispose la giovane monaca. "Raggiunge delle altre stanze. Forse sarebbe una buona idea darci un'occhiata."

"Seguiremo il tuo consiglio, Reji..." rispose Yan. Il ragazzo chiuse la porta, vedendo che in effetti non c'era più niente di interessante nella stanza che stava esaminando. "Misia? Eli? C'è qualcosa da quelle parti?"

"Da qui non vedo niente..." rispose la femmina di gnomo. "C'è solo un corridoio, e da lì credo che si acceda alla cappella. Forse sarebbe meglio..."

"AAAAARGH!"

Improvvisamente, sentirono Orik lanciare un grido di rabbia e paura... e il mercenario si ritirò freneticamente nella stanza, agitando la spada davanti a sè. Una forma orripilante, una cosa nera striata di rosso, simile ad un mostruoso calamaro con diversi occhi rossastri che si aprivano in varie parti del corpo, avanzò famelica e minacciò di avvinghiarlo. "Dannata bestiaccia! Togliti di mezzo!"

"Orik!" esclamò Reji. La giovane monaca si lanciò per prima all'attacco e colpì quell'essere grottesco con un pugno ben assestato, costringendolo a mollare la presa su Orik. Ma il mostro tentacolato guizzò via con sorprendente rapidità, usando i tentacoli per attaccarsi alle pareti e scavalcare i suoi avversari... e Reji non potè fare altro che ritirarsi quando il mostro cominciiò a frustarla con le sue orride appendici. "Argh! Ma che... che cazzo è questa cosa?"

"Non lo so, ma non fatevi avvinghiare!" esclamò Shalelu. Non era il tipo di avversario con cui era abituata a trattare, ma l'elfa non esitò comunque ad incoccare una freccia e scagliarla contro quella mostruosità. Con un fruscio sinistro, il dardo si piantò nel cono di carne nerastra che era il corpo principale del mostro, e i tentacoli frustarono violentemente l'aria attorno a loro per il dolore. "Forse è un demone! State attenti!"

"E' quella cosa con i tentacoli di cui vi dicevo! L'hanno liberata!" Orik si spostò da sotto il corpo della creatura e sferrò un fendente che ferì uno dei tentacoli più grandi, ma il mostro rispose colpendo il mercenario al braccio destro con un'altra appendice, e Orik strinse i denti per il dolore quando sentì qualcosa di ruvido ed affilato penetrargli nella carne del braccio. Un bruciore terribile invase il braccio di Orik, come se l'arto stesse per prendere fuoco dall'interno, e l'uomo ringhiò di dolore e cercò di allontanarsi dalla bestia.

"Orik!" esclamò Eli allarmata. Doveva aver già visto quella cosa su qualche trattato di biologia soprannaturale, ma dove? Ma la mezzelfa decise di lasciar perdere le domande inutili e puntò la sua bacchetta elettrificata contro il mostro. "Verifichiamo subito se è un demone! Stretta Folgorante!"

Una scintilla elettrica si dipartì dalla bacchetta e colpì la mostruosa creatura, che si irrigidì ed emise un altro verso gorgogliante. Scivolò a terra contorcendosi orrendamente, ma riuscì a divincolarsi e si diresse con cieca aggressività contro Yan, sferrando un colpo con il tentacolo che si esaurì sullo scudo del ragazzo.

"Hah! Lo ha colpito. Non è un demone." affermò Eli con una certa supponenza.

"Molto interessante, ma adesso pensiamo a farlo secco!" esclamò Yan. Un colpo di spada calò implacabile sulla creatura, che scansò l'attacco aggrappandosi alla parete e scalandola fino quasi a raggiungere il soffitto. Orik, nel frattempo, si stava rialzando.

"Orik, stai bene?" chiese Misia con preoccupazione, guardando il punto in cui il mercenario era stato raggiunto. La ferita aveva un aspetto inquietante - non era grande, ma i bordi erano frastagliati e deformati, come se la pelle fosse stata intaccata dall'acido.

"Me la caverò..." rispose Orik a denti stretti. Il braccio era ancora insensibile, ma con un po' di sforzo riusciva a sollevare lo scudo. Per fortuna, non era il braccio con cui teneva la spada. "Intanto pensiamo a beccare quel bastardo..."

"Lasciate fare a me! Di nuovo, Stretta Folgorante!" esclamò Eli. Un'altra scarica elettrica si dipartì dalla sua bacchetta e raggiunse la cosa tentacolata, che ancora una volta reagì inmaniera scomposta, agitandosi e frustando l'aria con i suoi tentacoli. Alcuni dei numerosi occhi della bestia inquadrarono Eli, identificandola come la fonte di quel dolore, e la creatura si lanciò verso di lei, aprendo i suoi tentacoli come una sorta di mostruoso ombrello! La mezzelfa lanciò un grido di allarme e cercò come poteva di sottrarsi alla creatura, che fece scattare un tentacolo verso di lei e la colpì alla gamba sinistra.

"AAAARGH!" Eli emise un acuto grido di dolore quando il pungiglione posto sul tentacolo dell'orrore le trafisse le carni, iniettando qualcosa nel suo corpo che la fece sentire come se le avessero iniettato dell'acido! La mezzelfa cadde a terra e agitò freneticamente la gamba per cercare di calmare il dolore... e il mostro cercò subito di allontanarsi per evitare Yan e Jolan che lo attaccavano da due lati. Jolan riuscì a colpire di striscio uno dei tentacoli... e un attimo dopo, la pesante spada di Orik si abbattè sul corpo del mostro quasi spaccandolo in due!

Un'ondata di sangue bluastro uscì dal corpo infranto di quell'aberrazione, che si schiantò al suolo e continuò a pulsare e a muoversi per qualche istante, prima che i suoi numerosi occhi si appannassero. Orik si ritirò con il fiato corto, guardando l'orrendo corpo della creatura e stringendo i denti per il dolore. Il bruciore si era un po' calmato, ma il veleno lo aveva lasciato stordito e barcollante...

"Tsk... sarà anche un mostro orribile, ma almeno è fatto di carne e sangue." affermò Orik, per poi rivolgere la sua attenzione da Eli. La giovane maga era riuscita a rialzarsi, usando il muro più vicino a lei per fare da supporto, ma la sua gamba non aveva ancora ripreso la funzionalità.

"Eli!" esclamò Misia, mentre si apprestava a soccorrere la sua amica. "Eli, come stai?"

"Uuuugh... la gamba... mi sento come se avesse preso fuoco!" si lamentò Eli. La maga diede un'occhiata al punto in cui era stata colpita, e vide che l'orrore tentacolato aveva lasciato una ferita dall'aspetto inquietante nel punto in cui i suoi tentacoli avevano colpito. Anche questa sembrava essere stata fatta con una punta acuminata, e i bordi mostravano segni di ustioni. Senza perdere tempo, Eli prese una fiala di pozione curativa dalla sua cintura e la versò sulla ferita, che dopo qualche secondo smise di bruciare... ma non si rimarginò automaticamente come avveniva di solito. "Uff... adesso va meglio. Orik, usa una pozione curativa anche tu."

"Farò come dici." rispose Orik. Stappò una fialetta piena di liquido ambrato e se la versò sul braccio. Il dolore si smorzò man mano... ma prima che il mercenario potesse fare altro, un rumore appena percettibile dietro di lui lo mise in allarme, ed Orik si voltò di scatto alzando lo scudo. Una frazione di secondo dopo, una freccia scagliata da un arco si schiantò contro la sua protezione, facendogli fare un passo indietro! Due figure umane apparvero in fondo al corridoio nel quale Orik aveva guardato in precedenza, evidentemente attirate dal fragore della lotta di prima.

"Heh. Ma guarda un po'. Ancora mezzo secondo e lo prendevo dritto in testa." commentò la figura maschile. Dalla voce, il gruppo di avventurieri capì subito che si trattava di Tsuto Kaijitsu.

"Aspetta, Tsuto. Ci penso io a dargli il benservito." disse una voce femminile. La figura accanto a quella di Tsuto alzò una bacchetta e la usò per lanciare un incantesimo d'attacco. "Missile Magico!"

"L-Lyrie? Sei tu, Lyrie...? Ugh!" Orik cercò di chiamare la donna, ma ne ricevette in cambio soltanto uno strale di energia argentato che sfrecciò nel corridoio, oltrepassò la sua armatura e lo colpì al torace. Orik barcollò e strinse i denti, poi alzò lo sguardo per avere la conferma che si trattasse proprio della persona che gli era sembrato... "Lyrie! Sei tu, vero?"

Il brigante mezzelfo e la maga Garundi si fecero avanti, restando tuttavia a debita distanza. Nel corridoio, il gruppo non sarebbe stato in grado di sfruttare la superiorità numerica per affrontare quei due. "Salve, Orik. Vedo che sei passato dalla parte di quei mocciosi. Ti hanno fatto un'offerta migliore, eh?" disse spocchiosamente Lyrie, come se volesse paragonarlo a lei che invece era rimasta a fianco di Tsuto per fedeltà.

"Aaah, non te la prendere con lui, Lyrie." rispose Tsuto con una breve risata. "Lui è un mercenario. Va dove ci sono più soldi."

"Tsuto!" esclamò Yan rabbiosamente, ricordando fin troppo bene il loro confronto nella vetreria di Lonjiku. "Hai deciso di supportare Nualia fino all'ultimo, eh?"

"Lyrie!" Orik tentò di far ragionare la maga dalla pelle scura. "Lyrie, ascoltami! Non ho intenzione di combattere con te! Deponi quella bacchetta e vieni con noi! Dopo che abbiamo fermato Nualia, tu ed io ce ne andiamo assieme a Korvosa! Sicuramente troveremo un lavoro molto più dignitoso di questo!"

Sentì Lyrie fare una breve risata di scherno. "Bella offerta, ma niente da fare!" affermò la donna. "Sapranno già che mi sono messa nei guai con la loggia dei Pathfinder di Magnimar. Grazie, ma lavorare per Nualia, per quanto lei non mi sia troppo simpatica, è molto più sicuro. E poi, perchè dovrei lasciare il mio caro Tsuto?"

"Hmph..." Orik grugnì per la rabbia. Cosa diavolo aveva quello Tsuto che lui non aveva?

Eli strinse i denti e si mise in piedi, appoggiandosi al suo bastone. La gamba era ancora malferma, ma era tutta questione di stringere i denti per qualche minuto. "E va bene... allora vediamo un po' come se la cavano contro... questo!" disse, mentre ricaricava la sua balestra. Fece un movimento con il braccio e creò una serie di simboli magici davanti a sè con le dita che tracciavano scie luminose in aria. "Immagine Speculare!"

Tsuto stava per scoccare un'altra freccia, questa volta prendendo di mira Misia... e all'improvviso, dove prima c'era soltanto Eli, apparvero altre tre maghe con il cappello conico e gli occhiali! Il mezzelfo esitò quando vide tutte e quattro le immagini di Eli che si piazzavano davanti a Misia per proteggerla e gli puntavano contro le balestre, in perfetta sincronia!

"Merda, un incantesimo Immagine Speculare..." imprecò Lyrie, riconoscendo subito il tipo di magia. "Tsuto, non farti ingannare! Soltanto una di esse è reale!"

"Sì, ma quale?" esclamò frustrato il mezzelfo, l'arco che puntava freneticamente ora all'una, ora all'altra immagine. Quell'attimo di tempo fu sufficiente alle quattro Eli per prendere la mira e sparare tutte assieme i loro quadrelli... tre dei quali passarono attraverso Tsuto senza fargli niente prima che il quarto andasse a segno e lo colpisse al fianco sinistro! "Aaaaargh! D-Dannata!"

"Tsuto!" esclamò Lyrie. "Ugh... maledetta, io ti... Gah!"

Prima che Lyrie potesse lanciare un altro incantesimo, Misia aveva a sua volta ricaricato la balestra e scagliato un quadrello contro la maga Garundi, colpendola di striscio ad una gamba. Lyrie indietreggiò zoppicando ma senza staccarsi dal suo complice, che si riprese dal colpo di prima e riprese a scagliare frecce. Una di esse colpì Reji di striscio ad una spalla... mentre un'altra raggiunse una delle immagini illusorie che Eli aveva creato, che si infranse come se fosse stata di vetro.

"Tsk... non è il caso di restare qui troppo a lungo!" esclamò Tsuto, decidendo che fosse meglio una serie di attacchi mordi e fuggi. "Lyrie, raccogli la tua bacchetta e filiamo! Li prenderemo da un'altra parte!"

"Va... va bene!" esclamò Lyrie, schivandosi apppena in tempo per evitare una freccia che Shalelu aveva scagliato contro la sua testa. La maga Garundi raccolse la sua bacchetta e seguì Tsuto lungo il corridoio, tornando per dove erano venuti.

"Sicuramente stanno cercando di farci cadere in qualche trappola. Non inseguiamoli!" esclamò Jolan. "Ricaricate le armi e avanziamo con prudenza."

Il gruppo seguì il consiglio di Jolan e per diverso tempo non si mosse dalla stanza, prendendosi il tempo necessario per bere qualche pozione curativa. Non appena furono sicuri di poter inseguire i due malfattori, Orik indicò il corridoio che andava verso la cappella di Lamashtu, nella speranza di trovare qualche passaggio che permettesse loro di raggiungere Tsuto e Lyrie cogliendoli di sorpresa.

Senza perdere tempo, il gruppo seguì il mercenario attraverso un corto corridoio e raggiunse una stanza più grande - una sala delle torture, a giudicare dall'inquietante tavolo addossato al muro più distante e dall'orribile vergine di ferro posta lì vicino. Per fortuna, la stanza non sembrava essere stata usata di recente... e non avendo motivo per restare lì, il gruppo uscì da una porta nella parete nord e salì una breve rampa di scale... fino a raggiungere la cappella di cui Orik parlava.

"E' questa... la cappella di Lamashtu?" si chiese Misia, guardando con orrore la grande stanza - i bassorilievi che rappresentavano demoni che commettevano ogni sorta di crudeltà nei confronti di persone indifese, la statua di Lamashtu che troneggiava sull'altare di pietra nera ancora insozzato di sangue rappreso e cenere. L'infame presenza di Lamashtu sembrava qualcosa di vivo, che permeava quella sala come una sorta di miasma.

"Non oso pensare... a quello che è successo da queste parti..." mormorò Eli. La maga mezzelfa, le cui immagini illusorie non si erano ancora dissolte, si fece aria con una mano, comese questo potesse impedirle di respirare l'aria di quel luogo sacrilego. "E' qui che... compiono i loro riti?"

"Sì... anch'io ho partecipato una volta, ma era davvero troppo per me..." rispose Orik con una smorfia. Anche a distanza di qualche settimana, provava ancora disgusto ed orrore per quello a cui aveva assistito in quell'occasione. "Da quella volta, mi sono inventato una scusa per non partecipare più alle cerimonie di Lamashtu... ho detto che qualcuno doveva pur fare la guardia al complesso mentre Nualia e gli altri erano qui. E per mia fortuna, Nualia ha acconsentito. A parte me... tutti gli altri scagnozzi di Nualia hanno partecipato a questi riti, tranne Gogmurt e Ripnugget."

"Comprensibile. Essendo un druido, Gogmurt venera gli spiriti della natura... e il culto di Lamashtu, incentrato com'è sulle mutazioni e sulla perversione della natura, è per lui qualcosa di blasfemo." commentò Shalelu. "Tuttavia, adesso dobbiamo trovare un modo per raggiungere quei due..."

L'elfa si fermò e alzò una mano. Ancora una volta, il suo udito fine aveva sentito qualcosa che si avvicinava... e Shalelu indicò la porta al lato opposto della cappella. "Di là! Sta arrivando qualcuno, tenetevi pronti!"

"Okay!" esclamò Reji, tenendosi pronta a scattare. Due secondi dopo, un potente calcio spalancò l'altra porta... e da dietro essa apparve Tsuto con l'arco teso e una freccia già incoccata! Evidentemente, si era aspettato quella mossa da parte del gruppo... e dopo aver preso accuratamente la mira, scagliò una freccia verso Misia, che si scansò appena in tempo, rimediando solo un graffio su un fianco. Il mezzelfo si voltò di scatto e scagliò una freccia contro Reji con velocità sorprendente, e la giovane monaca riuscì appena a scansare il dardo e scagliarsi con un grido di battaglia contro il mezzelfo. Tsuto restò ad attenderla e alzò le braccia in una posizione di guardia. Avendo già affrontato Reji una volta, il mezzelfo fuorilegge si era già fatto un'idea di cosa aspettarsi...

Reji stava per sferrare il suo primo attacco, quando vide qualcosa che le arrivava addosso dal corridoio... e con orrore, si rese conto che si trattava di un'altra schifosa creatura tentacolare identica a quella che Orik aveva ucciso poco prima! Con un'esclamazione di disappunto, Reji cercò di spostarsi e di respingere la frustata che il mostro le stava per sferrare con i suoi viscidi tentacoli...

"Ah! Attenti! E' un'illusione!" Misia cercò di avvertire il gruppo... ma a quel punto era già troppo tardi.

Tsuto ghignò e incoccò un'altra freccia, questa volta mirando al collo della giovane, senza minimamente preoccuparsi del mostro tentacolare che stava caricando a testa bassa! Reji non potè fare altro che gettarsi di lato con rapidità... ma non fu sufficiente, e la freccia scoccata da Tsuto la colpì alla spalla sinistra, piantandosi nella carne! La monaca strillò per l'improvviso dolore e si abbattè al suolo... mentre il mostro tentacolare scompariva nel nulla sotto gli occhi increduli di tutti tranne che del mezzelfo!

"Reji!" esclamò Yan... un attimo prima che Tsuto scoccasse un'altra freccia e lo costringesse ad alzare lo scudo per difendersi.

Eli imprecò e cercò di usare la sua bacchetta per lanciare un altro incantesimo Stretta Folgorante...

"Missile Magico!" esclamò la voce aspra di Lyrie - che era stata stranamente assente quando Tsuto aveva fatto irruzione nella cappella sacrilega. Immediatamente, tre dardi di energia sfrecciarono verso la mezzelfa, e uno di questi la colpì al braccio con il quale reggeva la bacchetta elettrificata, facendogliela cadere a terra. Un altro colpo raggiunse Eli al torace, ignorando le sue immagini illusorie, e la fece barcollare; mentre un terzo volteggiò in aria per un secondo prima di colpire Jolan al fianco sinistro. Subito dopo, Lyrie riapparve dal nulla a pochi passi di distanza da Tsuto - o meglio, apparvero quattro Lyrie, tutte nella stessa posizione di guardia, con la bacchetta ben salda nella mano destra e un ghigno di vittoria sul viso.

"Tsk... ecco perchè mi sembrava strano che non ci fosse quella donna!" grugnì Reji. Con una smorfia di dolore, spezzò la freccia che le era rimasta nella spalla e indietreggiò, riprendendo fiato.

Le quattro Lyrie sghignazzarono mentre si affiancavano a Tsuto, che teneva nuovamente l'arco teso e un freccia incoccata. "Siete sorpresi? Non basta conoscere gli incantesimi giusti, bisogna anche saperli usare!" spiegò la maga Garundi, le sue quattro immagini illusorie che si muovevano in perfetta sincronia. "In questo caso, mi è bastato usare un incantesimo Immagine Minore per creare quell'illusione di un tentamort... e poi, io mi sono posizionata grazie alla copertura del mio incantesimo di Invisibilità."

"Tsk... avrei dovvuto aspettarmelo..." Misia puntò la sua balestra contro le quattro Lyrie, ma si rese conto di non aver modo di distinguere tra loro. "E per quando l'invisibilità si fosse esaurita, avevi già pronto Immagini Speculari!"

"Direi che il vantaggio torna ad essere nostro." commentò Tsuto. Il mezzelfo scagliò un'altra freccia, poi si gettò dietro una panca di legno, evitando la freccia che Shalelu aveva scoccato contro di lui. Lyrie e le sue immagini illusorie lanciarono un altro incantesimo Missile Magico, e tre strali di energia si dipartirono dalla sua bacchetta colpendo Shalelu, Misia e Yan.

"Uuuugh... dobbiamo bloccarla in qualche modo. E aiutare Reji, già che ci siamo!" esclamò Yan. Aveva cercato di parare il Missile Magico di Lyrie con il suo scudo, ma il dardo di energia aveva semplicemente virato e l'aveva colpito ad un fianco. Reji si ritrasse rapidamente, usando il braccio destro per deviare i colpi che Tsuto sferrava... e finalmente, colse il momento giusto e alzò una gamba per sferrare un calcio sul ginocchio al suo avversario. Tsuto strinse i denti ed incespicò, dando a Reji il tempo di alzarsi e di scagliarsi contro Lyrie con un poderoso calcio circolare.

Lyrie sgranò gli occhi per la sorpresa... ma il calcio colpì una delle immagini illusorie, mandandola in frantumi.

"Hah! Peccato, c'eri quasi! Raggio di Indebolimento!" Con un ghigno di vittoria, la maga Garundi alzò una mano e scagliò un raggio luminoso contro Reji... ma quest'ultima, anche se rallentata dalla ferita, riuscì a gettarsi a terra, e il raggio di Lyrie le passò vicino e si esaurì sul terreno, mentre Tsuto si trovò improvvisamente ad affrontare Orik e Yan che cercavano di prenderlo da due lati. La donna di colore restò per un istante esterrefatta... e Reji si produsse in una devastante raffica di colpi, usando il braccio più integro per colpire con il pugno a velocità folle! Le immagini illusorie di Lyrie non resistettero, e vennero infrante una ad una, lasciando la maga con un palmo di naso... e di fronte ad una Reji che aveva ancora un colpo da dare!

"E adesso che non hai più le tue belle figurine, che cosa fai?" chiese la monaca con un ghigno di vittoria. Lyrie cercò di indietreggiare e lanciare un altro incantesimo, ma Reji coprì la distanza con una rapida falcata e sferrò un pugno devastante che centrò Lyrie alla bocca dello stomaco, mozzandole il fiato in gola.

"Agh... Tsu... to... mi... disp..." Lyrie si piegò e strabuzzò gli occhi per l'improvviso dolore, poi cadde in ginocchio respirando affannosamente mentre la sua bacchetta magica cadeva a terra con un tintinnio... e Tsuto, vista la sua alleata digrignò i denti per la rabbia mentre indietreggiava per evitare un fendente da parte di Yan. Una freccia scagliata da Shalelu lo prese di striscio alla gamba destra e lo fece barcollare... e un istante dopo, Orik lo caricò con un potente grido di battaglia e lo colpì con un pugno al volto!

"Ho sempre voluto spaccartela, quella tua faccetta da damerino." commentò il mercenario con un ghigno soddisfatto.

Tsuto si portò una mano al volto per tamponarsi il sangue che gli usciva dal naso... e rendendosi conto che non poteva sperare di affrontarli tutti quanti adesso che Lyrie era a terra, decise di ritirarsi e tentare in un'occasione più favorevole. Al piano inferiore c'erano ancora Bruthazmus e quei segugi yeth che Nualia aveva evocato... e sperabilmente, Erylium si sarebbe reso utile in qualche modo, invece che restare lì a tirare frecciate al vitriolo.

Senza dire una parola, Tsuto prese la via di fuga nel corridoio, coprendosi le spalle con un paio di frecce. Yan alzò lo scudo per difendersi, ma pensò che almeno per il momento valesse la pena di lasciarlo andare. Del resto, ormai non c'era più molto che potesse fare o dove potesse andare... e nel loro successivo incontro, era sicuro che sarebbero riusciti a catturarlo. Con un'ultima imprecazione, Tsuto scagliò un'altra freccia, che mancò il bersaglio, e si dileguò nel corridoio, cercando disperatamente di raggiungere l'ultimo piano interrato per il confronto finale...

"Accidenti, ci è scappato!" esclamò Jolan, che ora stava aiutando Misia e Reji a legare Lyrie. Non che la cosa fosse proprio necessaria... la maga Garundi era ancora stordita per il colpo preso, e già da sola, anche con un braccio parzialmente fuori uso, Reji era in grado di ridurla all'impotenza.

"Non vi preoccupate. Per adesso l'importante è che abbiamo preso questa donna." affermò la giovane monaca, stringendo i denti quando la punta della freccia ancora piantata nella sua carne le inviò delle acute fitte di dolore. Lyrie stava guardando il corridoio nel quale Tsuto era scomparso, con espressione tradita e al tempo stesso furiosa. Tsuto non si era neanche degnato di rivolgerle uno sguardo, una parola rassicurante...

E pensare che era stato lui uno dei principali motivi per cui si trovava lì, in quel covo puzzolente di Collecardo...

"Molto bene, signorina..." disse Eli, le cui immagini illusorie stavano cominciando a sbiadire. "Adesso... credo che dovremo farle il terzo grado, purtroppo. Se volesse collaborare... faremo in modo che la sua pena sia più leggera!"

"M-maledizione..." ringhiò Lyrie, ancora stordita. "Ugh... non penserete certo... di averla vinta tanto facilmente!"

"Per adesso, abbiamo sistemato te. E non credere che ci metteremo tanto a catturare Tsuto." rispose Jolan. Sentì una breve esclamazione di dolore da parte di Reji, mentre Shalelu si chinava sulla giovane monaca per aiutarla ad estrarsi la punta della freccia dalla spalla. "Credo proprio che collaborare sia nel suo migliore interesse."

 

oooooooooo

 

Ancora sotto l'effetto del suo incantesimo di Invisibilità, Erylium era passato attraverso varie stanze nei piani inferiori del complesso di Collecardo, alla ricerca di qualcosa da usare contro gli invasori. Bruthazmus era già pronto ad agire, e Nualia si era a sua volta asserragliata in una delle sale più interne, accompagnata dai due segugi yeth che aveva evocato. Malfeshnekor era ancora sigillato, e non avrebbe potuto dare una mano, ma il quasit riteneva che, con un minimo di organizzazione, non ne avrebbero avuto bisogno.

"Ora mi manca solo questo... vediamo un po' come se la cavano quei vermi contro questa simpatica bestiola!" disse tra sè, mentre svolazzava in una stanza diroccata e parzialmente allagata, dove una profonda pozza d'acqua marina occupava la parte ovest, filtrando dal mare che circondava Collecardo.

Certamente, quella stanza doveva essere stata magnifica molto tempo prima. Su quel po' che restava dei muri si vedevano dettagliati, impressionanti rappresentazioni di tesorerie colme di oro, gemme, gioielli e altri oggetti di valore - mentre sul muro più ad est era rappresentata una montagna altissima sulla cui fiancata era scolpito un volto di uomo dall'espressione fredda e crudele, che osservava una grande città posta ai piedi della montagna.

All'interno della stanza, tra urne infrante, scrigni di pietra ormai vuoti, rimasugli arrugginiti di armi ed armature, si trovava ancora qualcosa di relativamente intatto: un gigantesco elmo dorato del diametro di quasi un metro e mezzo, che seppur incrostato di corallo manteneva ancora in buona parte lo splendore di un tempo. Ghignando, Erylium terminò il suo incantesimo di invisibilità e si avvicinò all'elmo... dal quale emerse all'improvviso la tenaglia di un granchio gigantesco, che cercò di agguantarlo! Il quasit evitò la presa con un'abile schivata e si piazzò appena fuori dalla portata dell'enorme chela... e dall'elmo emersero numerose zampe segmentate, appartenenti al paguro di dimensioni mostruose che aveva scelto dell'elmo come dimora, chiaramente scambiandolo per un'enorme conchiglia!

Tenendosi appena fuori dalla portata del mostruoso crostaceo, Erylium lo attirò verso le uscite della stanza, in modo che passasse attraverso le porte ed entrasse nel complesso principale...

     

oooooooooo           

             

CONTINUA...

 

 

 

 

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Capitolo 19
*** Trappole e battaglie ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE 

Capitolo 18 - Trappole e battaglie 

 

"Maledizione, questi tipi sono ancora più duri del previsto... dobbiamo trovare un modo di fermarli!" Imprecando tra sè, stando bene attento a non inciampare, Tsuto scese rapidamente le scale che portavano al livello inferiore delle catacombe, la sua mente un vortice di pensieri e di frustrazione mentre cercava di formulare un piano d'attacco... o, a questo punto, anche soltanto di difesa. Con un rapido gesto, il mezzelfo prese una torcia dal muro e la agitò davanti a sè, in modo che chiunque fosse lì ad aspettare sapesse che si trattava di un alleato. "Qui è Tsuto! Hanno preso Lyrie! Preparati, Bruthazmus, stanno arrivando!" 

Il bugbear, in agguato in un'alcova nel corridoio appena dopo la scala a chiocciola, abbassò il suo arco con un grugnito di disappunto. Per un attimo, aveva avuto la tentazione di scoccare la freccia contro quel fastidioso mezzelfo, ma Nualia non avrebbe tollerato una tale insubordinazione... e poi, il suo obiettivo era un altro. "Tsk... come temevo, quella maghetta da quattro soldi si è rivelata inutile." grugnì. "E tu, come mai sei qui invece che essere lassù a darle una mano?" 

"Senti, non c'è tempo per le spiegazioni!" ribattè esasperato il mezzelfo fuorilegge. Controllò la sua faretra, per assicurarsi di avere abbastanza frecce per sostenere un altro scontro. "Stanno arrivando. Se lavoriamo assieme, possiamo fermarli prima che giungano a Nualia! E poi, c'è Shalelu con loro! Non sei tu quello che vorrebbe farla fuori?" 

Bruthazmus fece un cenno con la testa. "Sì, hai ragione. Ma sto seriamente cominciando a stufarmi della tua incompetenza. Questa è la seconda volta che ti fai battere da quegli intriganti, e spero che non ti venga in mente che potrai avere ancora un'altra possibilità solo perchè sei il preferito di Lady Nualia!" esclamò. "Va bene. Piazzati in quell'alcova lì e tieni d'occhio le scale. Io rimango qui e mi preparo. Non appena quei marmocchi si fanno vedere, li riempiamo di frecce come tanti puntaspilli!" 

Tsuto fece un cenno con la testa e si piazzò dove Bruthazmus gli aveva indicato, poi prese una fialetta di pozione curativa, la stappò con i denti e buttò giù d'un fiato il liquido dolciastro. Le forze gli ritornarono almeno in parte, e il mezzelfo incoccò nuovamente la sua freccia. Si acquattò contro il muro e dietro l'alcova, piazzandosi in modo da avere le scale sempre sott'occhio... e cominciò l'attesa spasmodica, con una freccia incoccata e i denti stretti in una smorfia di rabbia. 

"Maledizione... non posso lasciare che finisca così..." sussurrò Tsuto. "Ho giurato a Nualia... che non ci saremmo fermati finchè Malfeshnekor non fosse stato liberato... e la maledetta Sandpoint non fosse diventata cenere! Non lascerò che quei pezzenti me lo impediscano... ho atteso troppo la lungo la mia... la nostra vendetta!" 

 

oooooooooo 

 

"Aaaaargh! Hey... fai piano! Non... non hai esattamente un tocco di fata! Mrrrrrrgh!" Reji si morse una manica del vestito per non urlare quando Shalelu usò la lama riscaldata del suo pugnale per incidere il punto in cui la punta di una freccia era ancora piantata nel suo corpo, in modo da allargare la ferita quel tanto che bastava per estrarre il dardo dalle carni. Reji strizzò un occhio e voltò la testa dall'altra parte quando Shalelu infilò la punta del suo pugnale sotto quella della freccia... e finalmente riuscì a tirarla fuori dalla ferita. Con un sospiro di sollievo, la giovane monaca prese una fialetta di pozione curativa e ne versò un rivoletto sulla ferita aperta, in modo che smettesse di sanguinare e si rimarginasse almeno in parte.  

"Phew... grazie, Shalelu... è stato alquanto spiacevole." affermò Reji prima di bere il resto della pozione. Yan le tese una mano per aiutarla ad alzarsi, ma la ragazzina Tian riuscì a mettersi in piedi da sola. Adesso, se non altro, si sentiva molto più forte e sicura, e il dolore si era attenuato parecchio. "Grazie, Yan, sto bene. E' meglio se ci sbrighiamo... non credo che Tsuto ci metterà molto a riorganizzarsi e partire all'attacco." 

"Mrrrrph! Mmmph! Mmmph!" Una serie di insulti soffocati provenne da Lyrie... che non poteva esattamente fare di meglio, con la mani legate dietro la schiena e la bocca imbavagliata, in modo da non poter lanciare qualche altro incantesimo. 

"Aspettate un momento. Che ne facciamo di... quella lì?" chiese Eli con espressione annoiata. "Se ce la portiamo dietro, anche imbavagliata, darà l'allarme a mezzo complesso. E se la lasciamo qui... non vorrei che se la mangiasse qualche bestiaccia come quel tentamort!" Si guardò la ferita sulla gamba, che aveva ancora un aspetto alquanto ripugnante... 

"Mrrrrrrr!" Lyrie gettò un'occhiata feroce alla mezzelfa. Se gli sguardi avessero potuto uccidere, Eli sarebbe morta già diverse volte di seguito... ma nella situazione in cui si trovava, l'unica cosa che le veniva in mente era che Lyrie aveva un bel po' di fiato nei polmoni.  

Orik rivolse un'occhiata compassionevole a Lyrie. Molti avrebbero trovato insopportabile il carattere della maga Garundi, ma il mercenario di Riddleport lo trovava stranamente attraente... e anche se ormai si era fatto una ragione della realtà che Lyrie non era minimamente attratta da lui, gli sarebbe comunque dispiaciuto abbandonarla lì al suo destino. "Beh... se volete, posso occuparmi io di tenerla d'occhio." rispose. "Oppure, vi posso suggerire un luogo dove sarà relativamente al sicuro. Al piano di sopra, c'è il magazzino nel quale i goblin tengono le loro derrate alimentari. Possiamo lasciarla lì per il momento... e quanto torniamo, possiamo riportare Lyrie alla civiltà... o dovunque lei voglia andare." 

Lyrie commentò questa proposta con un grugnito rabbioso e pestò un piede a terra, ma non c'era molto che potesse fare per opporsi. "Va bene. Non sarà il massimo della sistemazione, ma è meglio che restare qui in questo dungeon a farsi ammazzare da qualche cosa disgustosa." rispose Reji. "Ti accompagno, Orik. Così non ci saranno brutte sorprese." 

"Grazie." rispose il mercenario. Sospirò e aiutò Lyrie ad alzarsi in piedi, e la maga dalla pelle scura scrollò rabbiosamente i polsi in un vano tentativo di liberarsi le mani e lanciare qualche altro incantesimo contro i suoi carcerieri. "Mi spiace, Lyrie... lo sai che ho un debole per te, ma... al momento, sto aiutando questi ragazzi a salvarti, anche se può sembrarti ridicolo." 

"Hmfmfghghgh!" Lyrie fissò Orik come se volesse incenerirlo. "Hohahe hahehuho!" 

"Credo che abbia detto di non fare del male a Tsuto..." rispose Misia. "Non lo uccideremo, se è per quello. Dobbiamo fare in modo che venga consegnato alla giustizia. E chissà, magari anche lui avrà la possibilità di rifarsi una vita." 

La donna Garundi grugnì qualcosa mentre si lasciava portare via da Reji ed Orik, e il resto del gruppo restò nella cappella sacrilega, in modo da prepararsi a quello che li aspettava al piano inferiore. Quello doveva essere il luogo dove Nualia e il resto dei suoi scagnozzi avrebbero opposto l'ultima strenua resistenza... e per essere sicuri di affrontarlo al meglio, dovevano essere al pieno delle forze. 

"Okay. Allora riposiamoci per un attimo... e poi, quando tornano Reji ed Orik, scendiamo giù all'ultimo piano. Chi è ferito beva una pozione curativa. Ma se possibile cercate di conservarne almeno una per dopo. Non abbiamo idea di cosa ci aspetti da quelle parti." Eli diede istruzioni al gruppo, poi prese una delle sue pozioni curative e la vuotò d'un fiato. Immediatamente, la ferita che il tentamort le aveva fatto si rimarginò del tutto... ma la mezzelfa non si sentì ancora del tutto in forma. Quella bestiaccia doveva averle iniettato qualche veleno che l'aveva indebolita... beh, c'era poco da fare al momento, doveva stare attenta a non sforzarsi troppo. La pozione curativa, se non altro, aveva indebolito la tossina, visto che Eli non sentiva più bruciare la gamba. 

Anche Yan, Jolan e Misia bevettero una delle loro pozioni e si rimisero in sesto, almeno quello che bastava per affrontare un nuovo scontro. "Peradesso dovremmo essere in grado di affrontare di nuovo Tsuto... e magari anche quel bugbear. Ma mi chiedo in che condizioni saremo quando dovremo affrontare Nualia. Quei due non ci faranno passare senza lottare fino all'ultimo." 

"Bruthazmus potete lasciarlo a me. Devo regolare i conti una volta per tutte con quel bastardo, e sarò più che lieta di togliervi dalle mani quel fastidio." rispose prontamente Shalelu. "Voi... occupatevi di Tsuto, e qualcuno di voi cerchi di raggiungere Nualia. Yan, questa sarà la tua parte, immagino. Fai del tuo meglio per farla ragionare." 

Il ragazzo disse di sì con la testa. Non c'era bisogno di ulteriori raccomandazioni. 

"Bene. Allora... non appena tornano Reji ed Orik, state pronti. Stiamo per affrontare la parte più difficile... e se c'è ancora quel quasit a rompere le  scatole, dovremo occuparci anche di lui." rispose Jolan. Gettò un'occhiata ad uno dei nuovi pugnali che si era procurato a Sandpoint - seguendo i consigli di Shalelu, ne aveva comprato uno fatto di ferro lavorato a freddo, e sperava che questo almeno gli avrebbe dato un po' di vantaggio se fosse riuscito a mettere le mani su quella malefica creatura. Sicuramente avrebbe cercato di dare loro fastidio di nuovo sfruttando il vantaggio dell'invisibilità, o di nascondersi sotto le spoglie di qualche animale, come aveva detto Eli. Se volevano avere ragione di quel demone, dovevano inventarsi qualcosa per metterlo all'angolo... 

 

oooooooooo 

 

Circa un quarto d'ora dopo... 

"Okay, Orik... restiamo uniti e teniamo gli scudi alzati." sussurrò Yan nelle orecchie del suo avversario divenuto alleato. "Potrebbero tenderci un agguato qui..." 

Orik disse di sì con la testa e guardò con la coda dell'occhio dietro di sè, per assicurarsi che ci fossero tutti. Eli era già pronta con la sua bacchetta elettrificata, e Jolan stava tenendo in mano un piccolo coltello da lancio, tenendolo attentamente per la lama. Reji e Misia restavano indietro, e Shalelu aveva già una freccia incoccata e pronta ad essere scagliata. L'elfa si teneva vicina a Yan, in modo da essere protetta almeno in parte dal suo scudo.  

I due guerrieri avanzarono alla testa del gruppo, gli scudi bene alzati, cercando di fare quanto meno rumore possibile - anche se non era molto facile essere silenziosi, con le corazze che indossavano. Ad un cenno di Orik, entrambi scesero l'ultimo gradino, appoggiando le suole degli stivali sul pavimento di marmo... 

E il suono di due frecce ruppe il silenzio, seguito quasi subito dal suono dei dardi che si piantavano negli scudi! 

"Eccoli! Sono loro!" ringhiò la voce di Bruthazmus. Il brutale bugbear tese nuovamente l'arco e scagliò una freccia contro Yan, mancandogli di pochissimo la testa, e il ragazzo cercò di proteggersi meglio alzando lo scudo davanti a sè. Bruthazmus non gli diede tregua e cagliò un'altra freccia, che Orik intercettò con il suo scudo... ma Tsuto emerse a dare man forte al bugbear, scagliando altri due dardi. Uno di questi colpì Orik di striscio alla gamba sinistra, ma il meercenario strinse i denti e tenne alto lo scudo... 

"Dov'è quella dannata elfa? Ho un conto in sospeso con lei! Fatela venire fuori!" ringhiò Bruthazmus, continuando a scagliare frecce e costringendo Yan ad arretrare. Il resto del gruppo colse il momento giusto per agire, e Shalelu per prima emerse dal corridoio e rispose con le sue frecce all'assalto del feroce bugbear. 

"Sono qui, Bruthazmus! Questa volta non mi puoi scappare!" esclamò Shalelu. Con un'agile mossa, l'elfa cacciatrice fece una capriola di lato e scoccò un'altra freccia, che si infranse sulla colonna dietro la quale il bugbear si riparava. Tuttavia, la mossa ebbe l'effetto sperato: ossessionato dal desiderio di porre fine per sempre alla loro rivalità, Bruthazmus spostò la sua attenzione dal gruppo alla sola Shalelu, e lasciò Tsuto a vedersela da solo con il resto del gruppo. Imprecando per l'inaffidabilità del suo alleato, il fratellastro di Ameiko cercò comunque di tenere sotto tiro i suoi avversari e scagliò altre due frecce in rapida successione, una delle quali raggiunse Jolan scavandogli una ferita abbastanza profonda tra la spalla e il collo. L'halfling strinse i denti e si portò una mano alla ferita per tamponarla, ma riuscì a mantenere abbastanza presenza di spirito da lanciare il suo coltello con precisione. Tsuto grugnì per il dolore quando la piccola lama gli si piantò nell'avambraccio destro, ma si limitò a ritirarsi verso una colonna più lontana e si estrasse il coltello dalle carni, buttandolo a terra con rabbia. 

"Sei mia, sgualdrina elfa!" ringhiò Bruthazmus. "Prenderò la tua testa e la impaglierò! Ne farò un trofeo!" 

"Hah! E delle mie orecchie che dici?" Shalelu ribattè prontamente. L'elfa evitò un'altra freccia e si spostò in modo che Bruthazmus non potesse più attaccarla senza uscire dal suo nascondiglio. "Non volevi aggiungerle alla tua collana?" 

"Stai zitta! Questa volta ti ammazzo!" ringhiò il bugbear. "Ho delle frecce speciali per te! C'è già scritto il tuo nome!"  

Una freccia sibilò in direzione di Shalelu, che riuscì per un pelo ad evitarla e rispose scagliandone una a sua volta. Questa volta, sentì un grugnito quando il dardo riuscì a ferire Bruthazmus ad un braccio... ma si trattava di una ferita superficiale, che non riuscì a rallentare molto il bugbear, e Shalelu se ne rese subito conto. Si spostò rapidamente dietro un'altra colonna ed incoccò un'altra freccia, mentre il resto del gruppo cercava di mettere all'angolo Tsuto. 

"Vieni qui, dannata!" ringhiò Bruthazmus. "Fatti vedere e combatti, se hai un po' di fegato!" 

"Perchè non provi tu a venirmi dietro, se ci riesci?" lo sfidò Shalelu. Quando Bruthazmus emerse dal suo nascondiglio, l'elfa era già pronta e lo bersagliò con un'altra freccia, mirando dritto al cuore. Ma il bugbear, grazie ai suoi riflessi pronti, riuscì a scansare il colpo e si gettò a terra prima di scagliare una seconda freccia. Per fortuna, Shalelu era già uscita dal suo nascondiglio e si era rifugiata dietro un'altra colonna. L'elfa incoccò rapidamente un'altra freccia e si mise ad attendere, mentre Bruthazmus guadagnava rapidamente un altro nascondiglio. Quel duello a distanza si stava preannunciando molto difficile e snervante... 

 

oooooooooo 

 

Per quanto fosse furioso ed abile con l'arco, Tsuto sapeva bene che non poteva sperare di affrontare tutti quegli avventurieri da solo. Senza perdere tempo, il bandito mezzelfo scagliò due frecce dal suo arco corto in modo da coprirsi la fuga, rallentando il gruppo quel tanto che bastava per uscire dal suo nascondiglio e darsela a gambe lungo il corridoio, penetrando nel cuore delle catacombe e avvicinandosi sempre più al punto dove Nualia stava continuando i suoi riti. Portarli fino alla sua amata era fuori discussione... ma se Tsuto aveva un vantaggio, era il fatto di conoscere quei sotterranei molto bene. Neanche Orik era stato spesso lì sotto, quindi non poteva dare alcuna informazione utile al gruppo di invasori... e se avesse fatto uso della sua conoscenza del luogo, Tsuto era sicuro di poter avere la meglio su almeno due o tre di loro. E Nualia e i pericoli della catacombe... avrebbero fatto il resto. Sperava solo che Erylium avesse fatto la sua parte. 

Il mezzelfo entrò nel corridoio, chiudendo la porta dietro di sè, poi proseguì a passo spedito verso due alcove laterali, in ognuna delle quali si trovava una statua di pietra di dimensioni umane, che raffiguravano entrambe un uomo dall'aspetto truce, vestito in abiti eleganti ed armato di un minaccioso falcione. Saltò agilmente la parte di pavimento tra le due statue e atterrò dall'altra parte, poi varcò un'altra porta e si precipitò alla propria destra. 

Pochi secondi dopo, la porta d'ingresso del corridoio venne spalancata da un calcio, e Yan e i suoi compagni fecero irruzione nel corridoio, armi alla mano. Il ragazzo si fece avanti, ed Eli lo affiancò tenendo una sfera di luce magica accesa sulla punta del suo bastone, mentre il resto del gruppo seguiva con attenzione. Il corridoio non era abbastanza largo da permettere a più di due di loro di camminare affiancati... e forse, in uno spazio così ristretto, Tsuto avrebbe avuto la possibilità di eseguire degli attacchi mordi-e-fuggi approfittando della conformazione del corridoio. 

Ma, dopo alcuni minuti di attesa, non si fece vedere nessuno. 

"Sembra che il nostro amichetto voglia tenderci un agguato da qualche altra parte. Chissà che razza di mostri si è portato dietro, questa volta..." commentò Yan. "Okay, ragazzi... proseguiamo. Non potrà fuggire in eterno."        

"Il problema è che probabilmente non ne avrà bisogno..." azzardò Jolan. Grazie all'incantesimo Luce di Eli e alla sua vista acuta, la guida halfling riusciva a vedere quasi come se fosse stato giorno, e mentre il gruppo, con Yan in testa, si incamminava lentamente lungo il corridoio, iniziò a guardare in giro alla ricerca di qualsiasi cosa potesse apparire sospetta. Non vedendo nulla, almeno per il momento, riportò la sua attenzione sul corridoio... 

Improvvisamente, qualcosa colse la sua attenzione: sul soffitto, appena prima delle alcove laterali, c'era qualcosa di aguzzo e metallico. Erano soltanto delle puntine, ma Jolan riusciva a vederle... 

"Hm? Aspettate un momento..." disse la guida halfling.  

Troppo tardi. Yan era passato sotto le punte e sullo spiazzo tra le due alcove, dove si trovavano le due statue armate di falcione. Improvvisamente, si sentì un rumore metallico... e due cancelli di ferro scesero giù di colpo dal soffitto, provocando uno schianto assordante e bloccando Yan ed Eli tra di essi! I due avventurieri fecero un salto per lo stupore e la paura... e un attimo dopo, con un inquietante suono, le due statue sollevarono i loro falcioni e si mossero verso il ragazzo e la mezzelfa! 

"Ma cos... Yan! Eli!" esclamò Misia. "Era una trappola, maledizione!" 

"Merda... Tsuto ci ha attirati qui... lui chiaramente sapeva come evitarla!" imprecò Eli. "E quelle statue che diamine...?" 

"Non c'è tempo di pensare a chi rappresentino! Dobbiamo cercare di sopravvivere!" rispose lo spadaccino. Orik e Reji si chinarono e cercarono di sollevare il cancello per consentire ai loro compagni di fuggire dalla trappola, ma le inferriate si rivelarono più pesanti del previsto... e intanto, le due statue cominciarono a sferrare una serie di colpi contro i due avventurieri intrappolati! Eli riuscì per un pelo ad evitare un fendente dalla statua di destra, mentre Yan deviava l'arma della statua di sinistra con la sua spada. "Attenta, stanno per colpire di nuovo!" 

"Lo vedo, Yan! Non c'è bisogno che tu me lo faccia notare!" esclamò la mezzelfa. Nel poco spazio che era loro disponibile, non era facile scansare gli affondi che le statue animate sferravano... ma Eli aveva in mente qualcos'altro. "Okay, questo è il momento giusto! Fiotto Acido!"  

Eli scagliò un getto di liquido corrosivo contro le sbarre della grata più lontana, che sibilarono al contatto e cominciarono ad emanare uno sbuffo di vapore bianco dall'odore pungente. Eli ripetè l'incantesimo, colpendo una diversa sezione della grata, mentre il resto del gruppo cercava un modo per bloccare la trappola. 

"Presto, ragazzi, più presto!" esclamò Orik. "Yan ed Eli non riusciranno a schivare quei falcioni per sempre!" 

Jolan guardò la sezione di pavimento sulla quale Yan ed Eli si trovavano. Doveva esserci per forza qualche meccanismo che bloccava la trappola... e la piastrella che Yan aveva calpestato era quasi certamente l'innesco. Ma finchè lui ed Eli si trovavano là sopra, era difficile anche solo cercare di disabilitarla... 

"Presto, Eli... più presto!" la pregò Misia. Le due statue si stavano facendo più veloci, e ben presto i suoi due amici non sarebbero più stati in grado di evitare i fendenti... 

"Fiotto Acido!" Eli ripetè il suo incantesimo di prima, sperando di indebolire le sbarre davanti a loro abbastanza da poterle abbattere e mettersi al sicuro. Un fendente da parte di una statua le strappò un lembo di manica, ma la reazione rapida e controllata della ragazza con gli occhiali le evitò di restare ferita. Sfortunatamente, l'altra statua sferrò un altro affondo, e questa volta, Eli si vide arrivare l'arma dritta verso il torace. Tutto cominciò a muoversi al rallentatore entre Eli guardava con orrore quella che poteva essere la sua fine... 

Ma Yan si mosse con prontezza e si piazzò davanti ad Eli. 

Si sentì un terribile rumore metallico quando la lama raggiunse il pettorale del ragazzo e vi penetrò dentro, all'altezza del cuore! Tutti restarono in silenzio, agghiacciati... e Yan guardò la lama del falcione che aveva penetrato la sua armatura, a bocca aperta e con gli occhi sgranati... La stessa espressione scioccata che si vedeva ora sul volto dei suoi compagni. 

"Yan..." mormorò Reji tremante. "Yan, no... non puoi... non puoi..." 

"Yan!" esclamò Eli, talmente sconvolta che quasi si dimenticò dell'altra statua che continuava ad attaccare. Anche Orik restò scioccato ed incredulo davanti a quella scena, e a quella che sembrava essere l'ennesima giovane vita stroncata all'improvviso da uno dei tanti pericoli dei dungeon... 

La prima statua estrasse la lama dall'armatura di Yan... e il ragazzo barcollò in avanti per un attimo, e si appoggiò alle sbarre della trappola. Fu solo allora che Reji e gli altri si resero conto di un particolare: dalla fenditura che la terribile arma aveva aperto nella corazza di Yan non stava uscendo sangue. 

Yan emise un respiro affannoso e si toccò il punto in cui era stato colpito, rendendosi finalmente conto di cosa fosse accaduto. Per un colpo di fortuna, il fendente aveva colpito ma non era riuscito ad affondare nella carne, smorzato dall'acciaio del pettorale. "Ah... sto... sto bene, ragazzi!" rispose il giovane guerriero con un sospiro sollevato, ancora senza fiato per il colpo. "La... la mia armatura mi ha protetto, altrimenti... avrei fatto una brutta fine!" 

"Porca miseria, ragazzo... hai proprio la fortuna del diavolo!" rispose Orik con un raro sorriso sul volto rude.  

"Meno male..." sospirò Misia. "Per un attimo... ho temuto che fosse accaduto il peggio..." 

Reji si impose la calma e tirò a sua volta un sospiro di sollievo... poi richiamò i suoi due compagni con un gesto del braccio. "Voi due! Le statue continuano ad attaccare! Presto, cercate di rompere quelle sbarre! Presto!"  

"S-subito!" esclamò Eli. Schivò per un pelo un altro fendente da parte della statua, poi lanciò di nuovo uno dei suoi incantesimi più semplici contro le sbarre. "Ancora! Fiotto Acido!"  

Di nuovo, il liquido corrosivo colpì le sbarre e le intaccò... e prima che le statue potessero colpire di nuovo, Yan sferrò un calcio all'inferriata, abbastanza forte da deformarla. "Ci siamo quasi, Eli! Ancora un altro, e forse riusciamo a tirarci fuori di qui!" 

"Non serve che tu me lo dica! Fiotto Acido!" continuò la mezzelfa. Ancora un getto di acido, che indebolì ulteriormente le sbarre di ferro... e Yan proseguì con un poderoso calcio che finalmente sfondò le sbarre ormai corrose e aprì nell'inferriata un varco sufficientemente grande da permettere ai due prigionieri di strisciarvi attraverso! Yan schivò il colpo di una statua, che gli aprì una lacerazione sulla manica destra della camicia, e diede una mano ad Eli a passare attraverso, poi si infilò nel varco a sua volta e riuscì a sfuggire alla trappola. Appena in tempo prima che le statue si fermassero, tornassero indietro, e il pavimento si aprisse di colpo per rivelare una profonda botola, nella quale avrebbe fatto cadere i due ragazzi se non si fossero tolti di lì in tempo. 

“Yan! Eli!” esclamò Reji. Quando vide che entrambi i suoi amici si erano salvati, la giovane monaca tirò il fiato e si appoggiò al muro con la schiena, sentendosi d’un tratto terribilmente provata… 

“Ce… ce l'hanno fatta.” Sospirò Misia.   

Tutti si presero un attimo di tempo per riprendere fiato... e alla fine, Jolan si passò una mano sulla fronte. "Phew... questa... non me l'aspettavo. Una trappola niente male... Voi due, state bene?" disse, vedendo le inferriate che cominciavano lentamente a tornare su, con un inquietante tintinnio metallico. Yan si guardò la fenditura che la trappola aveva lasciato sulla sua corazza, e dopo essersi assicurato che sia lui che Eli fossero illesi, fece un cenno di intesa all'halfling, che si mise ad esaminare la trappola. Le statue si erano fermate e stavano tornando nelle loro alcove. “Quando Yan ed Eli sono passati su quella piastrella, quelle inferriate sono scese giù… e le statue hanno cominciato a muoversi!” 

“Già… cavolo, per un attimo ho davvero creduto che sarebbe stata la fine per noi…” rispose Eli. 

Jolan cercò nel suo zaino e tirò fuori una borsa piena di strumenti particolari: grimaldelli, leve ed altri aggeggi di precisione, evidentemente pensati per scassinare serrature e smontare e disassemblare meccanismi. “E va bene… adesso vedo di disarmare questa trappola. Aspettate un momento…” 

 

ooooooooooo  

 

Dopo un po' di tentativi, Jolan era riuscito a trovare i meccanismi che controllavano la trappola e a disabilitarli, facendo in modo che quel marchingegno infernale non potesse più funzionare. E dopo essersi assicurati che tutti fossero in buone condizioni, il gruppo riprese la spedizione, aggirandosi in un groviglio di corridoi che si addentravano sempre di più nelle profondità di Collecardo.

Tsuto non era andato lontano. Non era sua intenzione. Grazie alla sua conoscenza dei sotterranei, il bandito mezzelfo riusciva ad aggirare i suoi inseguitori e attaccarli a colpi di frecce, costringendo il gruppo a fermarsi più volte e a difendersi da un avversario che poteva apparire da qualsiasi direzione. Alcuni di loro erano stati feriti, qualche volta anche gravemente, ed erano stati costretti ad usare le loro pozioni curative per tenersi in piedi.

Finalmente, sembrava che la fuga di Tsuto dovesse finalmente avere termine. Dopo aver attraversato una sorta di sala di osservazioni, una stanza decorata di rune e una cripta, finalmente il gruppo era riuscito a costringere il sempre più disperato bandito mezzelfo in un corridoio che raggiungeva una stanza più ampia. Tsuto si era fermato appena prima di entrare per scagliare qualche altra freccia, ma ancora una volta, Yan ed Orik si erano presi l'incarico di difendere il gruppo con i loro scudi, e Tsuto stava ormai per esaurire le frecce.

"Ora basta, Tsuto Kajitsu!" esclamò Misia. "Arrenditi e consegnati senza fare altre storie! Esigeremo che tu abbia un giusto processo!"

"Non mi avrete mai! Non mi consegnerò mai a quei bastardi di Sandpoint!" ribattè Tsuto. Con la forza della disperazione, scagliò un'altra freccia che mancò di pochissimo la femmina di gnomo, poi aprì di scatto la porta e vi entrò dentro, inseguito a breve distanza dal resto del gruppo...

"Lo teniamo, questa volta. Non ha più dove scappare!" commentò Orik...

...un attimo prima che dalla stanza provenisse un terrificante urlo di terrore, appartenente senza dubbio a Tsuto! Colti di sorpresa, i ragazzi esitarono per un istante, e dalla porta provenì una trafila di esclamazioni, imprecazioni e un inequivocabile rumore di lotta!

"Ma cos...? Ma che diavolo?" si chiese Yan, un attimo prima di spalancare la porta con un calcio e permeettere al gruppo di fare irruzione nella stanza... dove Tsuto, acquattato contro il muro alla loro destra, cercava disperatamente di difendersi da un gigantesco e mostruoso paguro che usava un gigantesco elmo incrostato di coralli come conchiglia! "E... e quella cosa da dove sbuca?"

"Non lo so... ma ho l'impressione che voglia farsi il nostro amico per colazione!" rispose prontamente Eli. Non volendo sprecare i suoi incantesimi subito, la mezzelfa estrasse di nuovo la sua bacchetta e lanciò un altro incantesimo Stretta Folgorante. Una scarica elettrica azzurra scaturì dalla punta della bacchetta, raggiunse l'elmo gigantesco e si diffuse attraverso esso per colpire il mostruoso crostaceo, che agitò le zampe segmentate per il dolore e si voltò rapidamente, allungando una chela verso Eli. La maga riuscì appena in tempo a spostarsi ed evitare di essere agguantata. "Attenti! Tenete quell'affare distratto! Io cerco di arrostirlo a distanza!"

Orik grugnì un affermativo e si lanciò all'attacco, parando un altro colpo di chela con la sua spada. Per quanto lo riguardava, quel granchio troppo cresciuto avrebbe potuto benissimo mangiarsi Tsuto, ma ora che era nel gruppo di Eli, si faceva come voleva lei. Misia sgusciò di lato e scagliò un quadrello dalla sua balestra, che raggiunse il paguro mostruoso senza però ferirlo troppo gravemente, mentre Jolan colpiva una delle zampe del crostaceo con un fendente, tagliandone di netto la parte finale.

"Yan! E' inutile che tutti restino qui!" esclamò Eli, per poi indicare un'altra porta alla parete sinistra di quella stanza relativamente vuota, ad appena qualche metro da loro. "Tu, Reji e Misia continuate a cercare Nualia. Io, Jolan ed Orik ci occupiamo di questa bestiaccia!"

"Hah! E credi davvero che vi lasceremo fare?" squittì la stessa, irritante vocetta di prima. Eli e i ragazzi si guardarono attorno stupiti... un attimo prima che la maga sentisse qualcosa di acuto che le penetrava nel fianco, lacerando i vestiti per poi affondare nella pelle! Emise un breve grido di dolore ed incespicò in avanti, portandosi la mano alla ferita... mentre il responsabile dell'attacco appariva davanti agli occhi di tutti - un mostriciattolo alato con la testa armata di un paio di corna ricurve e un paio di ali da pipistrello che gli spuntavano dalla schiena, e che guardava il gruppo con un ghigno malefico mentre si librava in volo. La sua mano destra gocciolava sangue, confermando che era stato proprio lui ad attaccare Eli. "Siete arrivati fin qui, eh? Ammetto che siete stati abili, ma la vostra fine è comunque segnata!"

"Tu, piccolo bastardo..." ringhiò Reji. "Eli, va tutto bene?"

Per fortuna, Eli non aveva subito una ferita grave, anche se il punto in ci era stata colpita cominciava a pizzicare. "Sì... sì, ce la faccio! Come immaginavo, è un quasit!" commentò, alzando lo sguardo verso il piccolo demone alato. "E' stato lui a fare tutti quei discorsi quando siamo entrati nel complesso!"

"Allora dobbiamo impedirgli di rendersi di nuovo invisibile..." commentò Yan... un attimo prima che Erylium facesse un altro gesto con la mano artigliata e tornasse invisibile. "Tsk, dovevo proprio dirlo..."

"Hahahahahaaa! Vediamo un po' se riuscite ad andarvene da qui! Non finchè ci sarò io ad ostacolarvi, vermi mortali!" sghignazzò Erylium.

"Questi vermi conoscono qualche trucchetto, mostriciattolo!" esclamò Jolan. Come un fulmine, il piccolo halfling si staccò dal paguro gigante che minacciava di afferrarlo, e mentre Orik si piazzava tra il il mostruoso crostaceo e Tsuto, Jolan si diresse a tutta velocità verso la porta che Eli aveva indicato. "Non riuscirai a fermarci tutti! Prima o poi, uno di noi riuscirà ad infilare la porta!"

"Jolan, ma che fai?" esclamò Yan.

Eli alzò una mano per dire al ragazzo di non parlare. Era convinta di aver capito l'idea del suo piccolo ma astuto compagno...

La voce di Erylium emise un'altra delle sue risatine acute, e il quasit lanciò un altro incantesimo. "Hohohoooo! Ma cosa abbiamo qui? Un topolino che cerca di sfuggire al gatto? La tua stupidità è davvero rimarchevole, insignificante halfling! Frastornare!"

Si sentì un flebile schiocco di dita, e Jolan si fermò a pochi passi dalla porta e cominciò a barcollare, portandosi una mano alla testa e stringendo i denti per l'improvviso dolore che gli era esploso nel cranio... e nello stesso momento, Erylium tornò visibile! Sembrava convinto di essere comunque al sicuro, nella posizione sopraelevata in cui si trovava... ed Eli provvide subito a correggerlo!

"Ci sei cascato! Missile Magico!" esclamò la maga. Alzò il bastone, la cui punta brillò per un secondo prima di scagliare tre proiettili energetici contro il quasit, che si rese conto troppo tardi del suo errore. Erylium emise un'esclamazione di stupore prima che i colpi lo raggiungessero e lo facessero cadere a terra, schiantandosi su di lui uno dopo l'altro!

Jolan scosse la testa e mandò via la sensazione di vertigine, poi sorrise soddisfatto nel vedere Erylium che finiva poco elegantemente a terra. "Heh... c'è proprio cascato. Avevo  sentito dire che attaccare o lanciare un incantesimo d'attacco fa cessare l'invisibilità, e a quanto vedo... avevo ragione!"

"Presto, voi tre!" esclamò Eli. "Prima che quel dannato quasit si rialzi, proseguite! Noi restiamo qui e chiudiamo la questione con Tsuto e con questo granchione!"

"Va... va bene! Buona fortuna!" esclamò il ragazzo. Fece cenno a Reji e Misia di venirgli dietro e non appena le due furono passate - facendo a loro volta gli auguri al resto del gruppo - chiuse la porte e si affrettò lungo il passaggio. Erylium si era rialzato in quel momento, e lanciò uno stridio di rabbia nel vedere metà del gruppo che si dileguava.

"RAAAAARGH! Fuggiti! Che voi siate maledetti, mortali! Non dovevate farmi questo scherzo!" esclamò, prima di prendere il volo con un colpo d'ali. "Aver scoperto il punto debole della mia invisibilità non vi servirà a nulla! Non potete sperare di battere me e il mio animaletto!"

Mentre Erylium dava del filo da torcere ad Eli, Orik era ancora impegnato a tenere a bada il paguro gigante. Riusciva a bloccare i fendenti delle sue chele con sorprendente maestria, ma la corazza che copriva quasi tutto il corpo del crostaceo rendeva difficile sferrare un colpo decisivo. Il mercenario strinse i denti quando un fendente di una delle chele lo ferì vicino alla clavicola destra, ma rispose con un colpo di spada che deviò l'altra tenaglia. Jolan si avvicinò al robusto mercenario, cercando il momento giusto per entrare nella guardia del crostaceo e colpirlo con i suoi pugnali... mentre Tsuto restava appiattito contro il muro, cercando come poteva di non essere coinvolto nella lotta. Nonostante tutto, il bandito cercava ancora di trovare un modo di scappare... e ora che aveva visto Yan e le sue due compagne uscire da quella porta e dirigersi verso la sala dove Maleshnekor era sigillato, il suo desiderio di inseguirli si era fatto irrefrenabile. Se avessero continuato ad avanzare così, avrebbero davvero potuto raggiungere Nualia... e questo lui non lo poteva permettere! 

Sgusciando dietro il paguro gigante, Tsuto cercò di muoversi furtivamente verso la porta, nascosto dietro l'enorme stazza del crostaceo e contando sulla distrazione dei suoi avversari...

 

oooooooooo

 

Pregando tra sè che l'altra metà del gruppo e Shalelu se la cavassero, Yan, Reji e Misia erano arrivati davanti ad un'arcata dall'aspetto inquietante, decorata con dei simboli sacrileghi che richiamavano una sorta di testa di sciacallo con tre occhi - un simbolo che la bionda femmina di gnomo aveva subito riconosciuto come quello di Lamashtu. A quel punto, non c'era più nulla ad impedire ai tre di fare irruzione nella sala più avanti... e dopo aver preso un bel respiro, cercando di prepararsi psicologicamente a quello che li aspettava, Yan prese la testa del gruppo e li guidò mentre entravano nella stanza successiva.

Era il momento... e il sentore di malvagità e pericolo che aleggiava nella stanza lo colpì come una folata di vento caldo. Yan si preparò come poteva e avanzò, trovandosi in una grande sala dall'aspetto spoglio, arredata soltanto da una pedana rialzata sulla quale era stato posto un trono di marmo nero, ai cui lati si trovavano due statue di un uomo che teneva in una mno un grande libro, e nell'altra un falcione. Assomigliavano in maniera impressionante alle statue della trappola a cui erano da poco sfuggiti lui ed Eli... e appena dietro il trono, si vedeva un'imponente arcata, sigillata da un grande portone di metallo rosso e nero che emanava una flebile ma comunque percettibile aura luminosa. I motivi metallici che ornavano la porta assumevano delle strane forme, come se cercassero di assomigliare al muso ringhiante di qualche lupo mostruoso... 

Ma in quel momento, non erano nè il trono, nè le statue, nè tantomeno l'arcata ad attirare la spasmodica attenzione del giovane guerriero e delle sue due compagne.

"E così alla fine... eri proprio tu, Yan."

Davanti al trono, a circa una decina di metri da lui, stava in piedi una figura femminile dall'aspetto tragico e freddamente deciso - una persona che gli riusciva terribilmente familiare, e al tempo stesso incredibilmente diversa da come la ricordava. Non c'era più luce in quei suoi occhi azzurri, solo un misto di rabbia, amarezza e disperazione. I suoi lunghi, ondulati capelli bianchi come la neve offrivano un suggestivo contrasto con la sua pelle scura. Era ancora bella come la ricordava... e anzi, ora la sua bellezza era stata accentuata dal passaggio all'età adulta, ma il suo braccio sinistro era orrido, un arto alieno fatto di carne rossastra con una mano armata di lunghi artigli neri. Indossava un pettorale nero dall'aspetto cupo che lasciava l'addome scoperto, rivelando un'orrenda cicatrice che lo attraversava partendo dal fianco destro, appena sotto le costole, e arrivando fin quasi alla parte sinistra del bacino. Quello che aveva sentito dire era vero, allora...

Accanto alla giovane donna, stavano in attesa due terrificanti bestie simili a cani mostruosamente scheletrici, dal tutto privi di pelliccia e con gli occhi rossi, ardenti di furia e sete di sangue. I due segugi yeth si voltarono verso i nuovi arrivati ed emisero una serie di terrificanti ringhii, smaniosi di saltare loro alla gola...

"Yan..." azzardò Reji, in mezzo al silenzio sepolcrale che era caduto. "E'... è lei, vero...?"

Cupamente, il ragazzo castano disse di sì con la testa e fece un passo avanti, la spada rinfoderata. Uno dei segugi yeth fece per lanciarsi contro di lui... ma Nualia lo fermò, trattenendolo con la mano artigliata.

"Ne è passato di tempo, Nualia." disse il giovane, cercando di tenere a freno le emozioni che si agitavano in lui...  

       

oooooooooo             

               

CONTINUA... 

 

 

 

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Capitolo 20
*** Duello decisivo ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE 

Capitolo 19 - Duello decisivo

 

Shalelu si scansò rapidamente, evitando la freccia che Bruthazmus aveva scagliato contro di lei e nascondendosi dietro una colonna, per poi cambiare rapidamente nascondiglio ed incoccare un'altra freccia a sua volta. L'elfa cacciatrice si voltò rapidamente nella direzione da cui era provenuto l'attacco precedente e si accinse a scagliare un altro dardo... ma Bruthazmus decise di restare fermo dov'era e non offrire un bersaglio alla sua nemesi, almeno per il momento.

"Vedo che non ha intenzione di sottovalutarmi." disse tra sè Shalelu. Si piazzò dietro un altro nascondiglio e tese le sue acute orecchie. In situazioni normali, sarebbe stata abbastanza sicura della sua abilità nello scovare avversari che cercavano di tenederle un agguato... ma era ben consapevole delle incredibili abilità furtive dei bugbear, e di quello in particolare. Non era certo quella la prima volta che si confrontavano, e l'elfa sapeva che si trattava di un avversario formidabile. "E va bene... hai intenzione di darmi del filo da torcere fino alla fine, vero, Bruthazmus? Ma farò in modo che questo sia il nostro ultimo scontro."

Con i nervi tesi, l'elfa ranger si sporse appena un po' dal suo nascondiglio. La luce era fioca, ma questo non era certo una difficoltà per gli occhi di Shalelu, in grado di vedere più lontano e con più precisione di quelli di un umano.

Sfortunatamente, anche il bugbear aveva un simile vantaggio. Grazie alla sua infravisione, Bruthazmus riusciva a vedere la sagoma di Shalelu che si muoveva tra i colonnati della catacomba... e l'elfa sapeva che non poteva contare sull'oscurità per difendersi. Si espose soltanto un po', correndo verso un altro nascondiglio... e sperando di avvicinarsi lentamente al suo avversario per coglierlo di sorpresa e piantargli una freccia nel cranio. Ancora una volta, non arrivò nessun attacco da parte di Bruthazmus. Il bugbear stava cercando di occultare il più possibile la sua presenza e attaccare al momento giusto...

Shalelu si acquattò con la schiena contro il muro più vicino e tese le orecchie un'altra volta. Questa volta, sentì dei lievi passi provenire dalla sua sinistra, a diversi metri di distanza... e vide abbastanza chiaramente una figura massiccia ma allo stesso tempo furtiva che scivolava tra le ombre delle catacombe, andando a rifugiarsi dietro una colonna.

"Ah... eccoti lì, ammasso di pelliccia." disse tra sè la ragazza. Finse di non essersi accorta di lui e avanzò con circospezione, tenendo sempre il suo arco pronto a fare fuoco. Poi, quando vide qualcosa muoversi da dietro un riparo improvvisato, alzò di scatto le braccia e fece partire un'ennesima freccia che raggiunse il bersaglio! Dal grugnito di rabbia e dolore che ne seguì, Shalelu si rese conto di aver fatto centro!

Ma l'elfa era una combattente troppo esperta per assumere che la vittoria fosse già sua. Non era riuscita a vedere se Bruthazmus era stato colpito in qualche punto vitale, quindi scattò rapidamente di lato per guadagnare un altro nascondiglio ed incoccò un'altra freccia, attendendo la reazione del suo avversario.

"Uuuugh..." dal corridoio provenì un grugnito simile a quello di un toro infuriato, e Shalelu riuscì a sentire un flebile suono che poteva benissimo corrispondere a quello di una freccia che veniva spezzata e buttata via. "Dannata sgualdrina elfa, come osi? Esci di lì e combatti a viso aperto, se hai un po' di fegato! Codarda e vigliacca!"

La bionda elfa sorrise tra sè. Davvero pensava che sarebbero bastati quegli insulti a farle perdere la testa? Per quello che la riguardava, servivano solo a renderle più facile individuarlo, e Shalelu si avvicinò furtivamente al punto da cui proveniva la voce...

Si fermò di colpo e si piazzò dietro un muretto basso, scavalcandolo con un agile salto per poi acquattarsi dietro di esso. Bruthazmus stava perdendo le staffe, e questo poteva essere un notevole vantaggio per lei... ma non era il momento di farsi prendere la mano. Bruthazmus era ferito, certo, ma era sopravvissuto a colpi peggiori.

"E va bene... vediamo un po' quanto se sei ancora furbo come ricordo." disse tra sè, a voce talmente bassa che quasi non riusciva a sentirla lei stessa. Si mosse furtivamente verso la propria sinistra, restando ben nascosta dietro il muretto... e quando sentì che Bruthazmus era vicino, l'elfa frugò nella sua bisaccia e ne tirò fuori un bastoncino di ferro con una punta dorata. Dopo averlo guardato per un attimo, Shalelu gettò il bastoncino nella direzione opposta e sentì il tintinnio metallico quando l'oggetto toccò terra.

Per alcuni secondi non accadde nulla... poi, Shalelu sentì qualcosa che si muoveva dall'altra parte del suo nascondiglio. Bruthazmus si stava muovendo... e infatti, ecco il suono inconfondibile di un arco che veniva tirato e di una freccia che veniva scagliata dalla posizione in cui aveva stimato trovarsi il suo rivale!

Shalelu agì, rapida come una faina. Si alzò di colpo dal suo nascondiglio, con l'arco teso...

...e improvvisamente, una freccia la raggiunse al braccio sinistro!

La ranger sgranò gli occhi ed emise un breve, acuto grido di dolore. Con disappunto, si rese conto che, sì, Bruthazmus aveva conservato la sua astuzia. Il bugbear aveva fatto finta di cadere nella trappola della sua avversaria, giungendo anche a sacrificare una freccia... e intanto si era preparato a scagliare un'altra freccia non appena Shalelu fosse uscita allo scoperto!

"Sei mia!" ringhiò Bruthazmus con un ghigno malvagio, ricaricando rapidamente il suo arco per poi mirare alla testa di Shalelu.

Ma l'elfa strinse i denti, lottando contro il dolore che si irradiava su tutto il braccio e la spalla sinistri... e riuscì a scoccare per prima la sua freccia! Il dardo sfrecciò attraverso l'aria e trafisse la spalla destra di Bruthazmus, facendogli sbagliare la mira e costringendolo a ritirarsi con un ringhio di dolore! Shalelu approfittò di quel momento per correre via ed allontanarsi dall'avversario, correndo a perdifiato per trovare un nascondiglio abbastanza lontano. Con il fiato corto, l'elfa si acquattò dietro una colonna e si guardò il braccio ferito - la freccia aveva trapassato l'arto a metà tra il gomito e la spalla.

Facendo appello al suo sangue freddo, Shalelu spezzò la punta della freccia che l'aveva ferita e la fece cadere a terra, poi si estrasse l'asta dal braccio e la gettò via ancora gocciolante di sangue. Dopo essersi assicurata di non barcollare, Shalelu scattò verso un altro nascondiglio e vi si piazzò dietro, poi si strappò un lembo di stoffa dalla veste e lo usò per fasciare la ferita alla meno peggio, in modo da almeno arginare la perdita di sangue.

"Maledizione... questo mi costerà un po' di efficienza nel tiro con l'arco." disse tra sè l'elfa, dopo essersi assicurata la fasciatura. "Ma anche Bruthazmus è un po' malridotto... quindi immagino che siamo ancora alla pari, più o meno."

Dopo essersi data un'occhiata attorno ed essersi accorta che Bruthazmus non era più nei paraggi, Shalelu si mosse furtivamente dal suo nascondiglio e tenne pronta un'altra freccia, decisa a porre fine una volta per tutta alla rivalità...

  

oooooooooo             

 

Con una risatina acuta, Erylium si gettò in picchiata e sferrò un fendente con i suoi artigli, ferendo Eli ad un braccio per poi ritirarsi rapidamente oltre la portata della giovane maga. Stringendo i denti, Eli cercò di lanciare un incantesimo contro il demonietto, ma il gigantesco granchio eremita la prese in contropiede e allungò una tenaglia verso di lei. La giovane maga riuscì per un pelo ad evitare di essere agguantata, ed Orik sferrò un fendente all'arto del crostaceo gigante... ma la sua spada rimbalzò sulla robusta corazza naturale della tenaglia. Jolan cercò di infilarsi sotto la tenaglia e colpire il granchio gigante con i suoi coltelli... ma prima di poter attaccare, sentì un dolore acuto alla schiena quando Erylium atterrò sulla sua schiena e lo flagellò con due colpi d'artiglio, per poi scattare via.

"AAAAARGH! Ugh... piccolo bastardo! Non crederai davvero di farla franca, vero?" esclamò Jolan, sfuggendo rapidamente all'enorme granchio, che continuava ad avanzare imperterrito. E in tutto questo, Tsuto cercava quanto più possibile di sottrarsi alle chele del mostruoso crostaceo, e di trovare il momento giusto per scappare.

"Maledizione... qui si mette male!" ringhiò Tsuto. "Devo approfittare di questo momento. Devo cercare di raggiungere Nualia e darle una mano... non possiamo lasciar perdere proprio adesso, siamo ad un passo dalla distruzione della maledetta Sandpoint!"

Ad un certo punto, il mezzelfo fuorilegge ebbe l'impressione che l'attenzione dei suoi avversari fosse completamente sul granchio gigante e su Erylium. Diede un'occhiata alla porta che Yan e le altre due avventuriere avevano infilato, fece un rapido calcolo... e si precipitò verso l'uscita!

Sfortunatamente per lui, Eli se ne accorse in tempo.

"Hey, fermo tu! Non mi risulta che ti abbiamo dato il permesso di squagliartela!" esclamò la mezzelfa. Diede una rapida occhiata per essere sicura che gli altri avversari non potessero raggiungerla, poi sollevò il bastone con il braccio sano, prese la mira... e scagliò la sua arma come se fosse stata un giavellotto! I suoi occhi si illuminarono di azzurro per un istante, e una mano di luce dello stesso colore, non collegata ad alcun corpo, afferrò il bastone e sferrò un colpo che raggiunse l'impreparato Tsuto in piena fronte! Con un grugnito, il mezzelfo cadde a terra di schiena e rimase stordito.

"Ecco. Una cosa di meno di cui preoccuparsi." commentò Eli, per poi riportare la sua attenzione ad Erylium. Il quasit si rese invisibile ancora una volta... e un attimo dopo, lanciò un altro incantesimo, che provocò uno sbuffo di fumo nerastro a pochi passi dal gruppo. Orik era appena riuscito a sferrare un colpo che aveva ferito lievemente la chela destra del paguro gigante... e quando vide il fumo che appariva di colpo, fece un passo indietro tenendo la spada sollevata. Una forma mostruosa cominciò a delinearsi all'interno della nube... e da essa uscì strisciando un orrido ragno nero e peloso, grande come un cane da caccia, con numerosi occhi rossastri e un paio di affilati cheliceri che gocciolavano un liquido velenoso trasparente...

"Un incantesimo di evocazione..." commentò Eli allarmata, e si gettò a terra di scatto quando il ragno gigante prese lo slancio e si gettò su di lei. Per fortuna, Eli aveva reagito in tempo, e l'orrido aracnide finì per atterrare dietro di lei... ma si rialzò rapidamente e cercò di raggiungere nuovamente la ragazza.

"Eli!" esclamò Jolan... un attimo prima che una delle chele del paguro gigante si chiudessero su di lui, mozzandogli il fiato in gola! L'halfling boccheggiò e cercò disperatamente di liberarsi, mentre il granchio usava l'altra tenaglia per tenere a bada Orik. Eli si gettò di lato nel disperato tentativo di intervenire e liberare Jolan... ma il ragno gigante la teneva costantemente sotto tiro, e la mezzelfa era troppo impegnata ad evitare le zanne velenifere del ragno evocato.

"Hahahahahaaaa! Che ve ne pare? Adesso sì che siamo in parità, sciocchi mortali!" sghignazzò la voce di Erylium. Ancora invisibile, il quasit restava a distanza di sicurezza, lanciando incantesimi per dare fastidio ai suoi avversari e rendere le cose più facili al granchio gigante. "Allora, che succede, mocciosa? Non dovevi andare a salvare il tuo amichetto? E intanto il vostro prode guerriero va a farsi ammazzare per cercare di salvare spazzatura come quella aasimar, e le vostre compagne vi ignorano per fargli da babysitter! Che bel gruppetto di avventurieri che siete! Hahahahahaaaa!"

"Uuuuugh... piccolo bastardo... aspetta che ti prendo..." ansimò Jolan. Per un attimo, quando Orik riuscì a colpire il granchio gigante, la presa della tenaglia si allentò e l'halfling cercò di sgusciare fuori... ma la bestia si riprese rapidamente e strinse ancora di più la presa su Jolan. La guida halfling gridò per il dolore quando sentì una costola incrinarsi, e il respiro si fece di nuovo corto...

"Jolan!" esclamò Orik. Con la forza della disperazione, il mercenario sferrò un altro fendente e riuscì a colpire la chela con cui il paguro gigante cercava di stritolare Jolan. Questa volta, l'attacco ebbe successo, e l'halfling venne rilasciato da quella morsa letale, scivolando a terra dolorante. Ma il paguro attaccò di nuovo, con ancora più rapidità, e questa volta fu Orik ad essere afferrato per una spalla. "Uuuugh... brutto bastardo! Adesso ti insegno io a combattere..."

"Oh no, non credo proprio! Tocco di Affaticamento!" sghignazzò la voce di Erylium. Di nuovo invisibile, il quasit si avvicinò ad Orik e lo toccò dietro la nuca. Il mercenario sentì per un attimo la spada diventare più pesante e l'armatura più opprimente... ma strinse i denti e riuscì a vanificare l'incantesimo, poi si voltò verso Erylium e lo colpì con un pugno! Il mostriciattolo alato venne scaraventato via e finì a terra con un grugnito, ma non si fece nulla e ripristinò il suo incantesimo di Invisibilità, per poi riprendere a svolazzare attorno ai tre avventurieri. Eli era ancora impegnata ad affrontare il ragno gigante evocato da Erylium, evitando le sue zanne e cercando in qualche modo di guadagnare tempo e lanciare un incantesimo abbastanza potente...

Jolan restò un istante a riprendere fiato mentre si allontanava dal paguro gigante, e cercò di seguire il suono della risata che Erylium aveva ripreso in quel momento. Quel maledetto quasit si teneva lontano dalla battaglia, e usava le sue magie solo quando era sicuro che nessuno gli fosse vicino. E se possibile, cercava di non usare magie d'attacco, in modo da non far cessare l'effetto della sua Invisibilità. Tuttavia, avrebbe pur dovuto farsi vedere, prima o poi... e quello sarebbe stato il momento giusto per colpire!

Tenendosi pronto con il suo pugnale - una lama di ferro battuto a freddo che l'astuto halfling si era fatto forgiare poco prima che la spedizone per Collecardo partisse - Jolan si avvicinò ad Eli e sferrò un fendente che impedì al ragno gigante di colpirla, aprendo una ferita superficiale ma dolorosa nel fianco dell'immonda bestia. Sibilando orrendamente, il ragno abissale balzò indietro e sollevò le zampe anteriori, mettendo in mostra un paio di terrificanti cheliceri...

Sfortunatamente per lui, Eli non era tipo da farsi impressionare così... e ora che Jolan le aveva dato il tempo di concentrarsi, la mezzelfa indietreggiò di un passo e alzò una mano vicino al viso, tenendo l'indice e il medio alzati mentre pronunciava una formula magica...

"Grazie, Jolan." disse, per poi creare una piccola sfera di fuoco scarlatto sulle punte delle dita. Attese il momento giusto, guardando il ragno gigante che alzava le zampe per minacciarla... e quando l'orrenda creatura spiccò un balzo verso di lei, bramoso di affondarle le zanne velenifere nel collo, Eli puntò il braccio verso di lui e completò l'incantesimo. "Raggio Rovente!"    

Un sibilo terrificante riecheggiò tutt'attorno, e dalle dita estese di Eli partì ruggendo un raggio rosso incandescente che colpì il mostruoso ragno a mezz'aria. Una tremenda esplosione di fiamme scarlatte avvolse completamente la bestia, che prese fuoco all'istante e crollò al suolo, ridotta in un istante in un guscio carbonizzato, mentre una forte puzza di carne bruciata pervadeva la stanza!

"Allora, quasit? Tutto qui quello che riesci ad evocare?" esclamò Eli con tono di sfida, quasi ridendo in faccia all'avversario. La sua speranza era che Erylium si facesse prendere dalla rabbia e dal desiderio di vendicare il suo orgoglio... e per quello che ne sapeva, i demoni dell'Abisso avevano un orgoglio smisurato. "Un ragnetto che può facilmente essere ridotto in un mucchietto di cenere dalla magia di una comune mortale come me! A quanto vedo, è tutto qui quello di cui sei capace! Inutile che tu faccia lo spaccone! Avanti, prova ad evocare qualcosa di meglio, se ci riesci!"

Il quasit invisibile si sentì ribollire di rabbia. Quella sciocca mortale osava prenderlo in giro? Lui, un servitore della potente Lamashtu? Erylium non riuscì più a contenere il suo desiderio di farle capire quale fosse il suo posto, e si abbassò appena un po' per lanciare un altro incantesimo... ma la maga occhialuta non si fermò a cullarsi sugli allori, e mentre continuava a provocare Erylium, prese a lanciare un nuovo incantesimo...

"Allora? Sto aspettando! Fammi vedere di cosa sei capace! Evoca qualcosa di meglio!" Eli mormorò tra sè le parole di un semplice incantesimo... e riuscì a vedere una tenue aura magica provenire da un punto alla sua sinistra, a circa un metro da terra! Senza esitazione, puntò un dito verso quel punto e lo indicò a Jolan. "E' lì! Prendilo, Jolan!"

L'halfling reagì veloce come un lampo. Seguendo la direzione dell'indice di Eli, Jolan soppesò il suo pugnale e lo lanciò con precisione, sperando di indovinare il colpo. Colto di sorpresa, Erylium non riuscì a completare l'incantesimo e venne colpito dalla lama, che gli ferì un'ala e lo costrinse ad atterrare con uno stridio di dolore, mentre il coltello di ferro battuto a freddo cadeva a terra con un tintinnio metallico.

"Aaaaargh! Dannati mortali! La mia ala!" ringhiò inferocito, mentre il suo corpo tornava ad essere visibile. Ben consapevole di essere troppo vulnerabile in uno scontro a terra, Erylium cercò di allontanarsi e prendere tempo per librarsi di nuovo in volo o rinnovare la sua Invisibilità... ma Jolan reagì con ancora maggiore rapidità e si lanciò sul demonietto alato! Con una mano, Jolan afferrò Erylium e lo costrinse a terra, stando bene attento a stringerlo alla gola in modo che non potesse mordere... e con l'altra, recuperò il suo pugnale e lo alzò per colpire il mostriciattolo! Erylium cercò freneticamente di dibattersi per spezzare la presa dell'halfling... e sgranò gli occhi per l'orrore quando si rese conto che la lama del suo avversario era di un materiale che ignorava le sue protezioni magiche! Ferro battuto a freddo, una delle armi più efficaci contro i demoni di basso rango... come lui... Si guardò attorno, nella disperata ricerca di qualcos'altro da mettere tra sè e i suoi avversari, ma proprio in quel momento, Eli aveva usato di nuovo la sua bacchetta elettrificata, colpendo il paguro gigante e lasciandolo stordito per un attimo. E approfittando di quell'occasione, con un grido di battaglia, Orik superò le difese del gigantesco crostaceo e gli ficcò la spada nel ventre, trafiggendo gli organi vitali! Le zampe del paguro mostruoso si rattrappirono per riflesso durante i suoi ultimi istanti... e quando Orik estrasse la sua arma, il crostaceo si afflosciò a terra senza più vita. Adesso, Erylium non aveva più carte da giocare.

"Tanti saluti, miserabile." sentenziò Jolan. Alzò il pugnale e si preparò ad abbatterlo sul quasit...

"A-Aspetta! Un momento! Non colpirmi, possiamo metterci d'accordo!" squittì Erylium, senza alcuna traccia della sua precedente arroganza. Al suo posto c'era soltanto uno svergognato servilismo. "Ascolta... voi... voi siete una squadra molto forte ed affiatata, vero? Sono sicuro che siete più forti di quella stolta di Nualia e dei suoi leccapiedi! E se foste voi a liberare Malfeshnekor e a conquistare Varisia assieme a lui? Io potrei lavorare per voi... e sussurrarvi all'orecchio tutti i segreti che conosco per ottenere il potere!"

"Hm? Dici davvero?" chiese Jolan, fermandosi giusto per un attimo con il pugnale ancora sollevato. "E... di che segreti si tratterebbe?"

Erylium sghignazzò, sollevato del fatto che l'halfling fosse caduto nella sua trappola. I mortali erano tutti così - bastava sventolargli un premio davanti al naso, ed erano pronti a tradire ogni ideale in cui credevano. "Oh, voi non avete idea di quello che so!" affermò il quasit, sicuro che Jolan e i suoi compagni avrebbero creduto a qualsiasi menzogna plausibile ed abbastanza attraente. "Posso rivelarvi quello che so sul Sihedron, l'artefatto di cui avete visto quella rappresentazione nelle catacombe di Sandpoint! Posso dirvi come impadronirvi di enormi ricchezze! E posso svelarvi i segreti di grandi poteri magici, quelli che i Signori delle Rune padroneggiavano millenni fa! Con il mio aiuto e il mio consiglio, diventereste tutti ricchi e potenti! Potreste diventare anche i nuovi padroni di Varisia! Non vi sembra una gran bella idea?"

Eli non disse una parola e si tenne ad una certa distanza da Jolan, mentre Orik finiva di pulire la sua spada. Jolan teneva ancora fermo Erylium a terra, impedendogli di sgusciare via... ma diede l'impressione di voler rinfoderare il suo pugnale, per quanto la sua espressione non fosse cambiata. Dopo qualche attimo di silenzio, la guida halfling cominciò a dare la sua risposta.

"E'... una proposta attraente." ammise. "Sono sicuro che piacerebbe a chiunque."

"Vero?" sghignazzò Erylium, sicuro di averla avuta vinta anche questa volta. "Lo sapevo che avremmo potuto trovare un accor..."

Improvvisamente, Jolan calò il suo pugnale e infilzò Erylium in pieno petto, inchiodandolo al suolo come un insetto in una collezione.

"Sfortunatamente per te, non sono così scemo da fidarmi di un demone." tagliò corto l'halfling, mentre il quasit sgranava gli occhi in un'espressione di orrore. "Come ho detto, tanti saluti."

"Ah... guh... Madre... La... mashtu..." boccheggiò Erylium, un attimo prima che il suo corpo si dissolvesse, trasformandosi in una pozza di densa poltiglia grigia che insozzò per qualche istante il pavimento prima di scomparire a sua volta. La stanza tornò silenziosa, e Jolan si alzò e ripulì il suo pugnale con aria sollevata.

"Bel colpo, amico." commentò Orik massaggiandosi una spalla. "L'hai fatto fuori, vero?"

"Beh, i demoni non possono essere uccisi quando sono nel mondo dei mortali... al massimo è possibile costringerli a tornare nell'Abisso." spiegò Eli, sempre contenta di poter mostrare un po' della sua conoscenza. "Però... sì, adesso quel quasit è dovuto tornare nell'Abisso. E non credo che i suoi superiori saranno contenti di sapere che ha fallito la missione. Sono sicura... che abbiano molti modi per fargli desiderare di essere morto."

"Beh, se l'è andata a cercare." tagliò corto Jolan, per poi dare un'occhiata alla stanza. "Heh... e vedo che, se vogliamo, abbiamo anche di che farci una buona zuppa di granchio per la cena di stasera! Complimenti, Orik! Yan aveva ragione, sei stato un valido alleato!"

"Sì, lo devo ammettere anch'io..." rispose Eli. "Adesso però dobbiamo andare a vedere di Shalelu, e anche di Yan e le altre. Temo che anche per loro non sarà uno scherzo... e poi, dobbiamo riconsegnare questo tipo alla giustizia." Rivolse lo sguardo a Tsuto, ancora disteso a terra privo di sensi per il colpo di prima.

"Sono sicuro che se la stanno cavando bene." rispose Jolan. "Comunque, giusto per essere sicuri, meglio andare a controllare."

 

oooooooooo

 

Il duello a distanza tra Shalelu e Bruthazmus, fatto di attacchi furtivi, astuzie e riposizionamenti, si stava protraendo a lungo. L'elfa e il bugbear, entrambi feriti ma tutt'altro che scoraggiati, continuavano ad inseguirsi a vicenda, scagliando qualche freccia quando avevano l'impressione di poter colpire, ma senza mai mettere a segno un attacco decisivo.

Shalelu sgusciò rapidamente dietro un angolo, evitando le frecce che Bruthazmus aveva scagliato contro di lei... e scattò abilmente verso un corridoio vicino in modo da far credere al suo avversario che stava andando in un'altra direzione. Ma Bruthazmus non si lasciò ingannare e restò fermo al suo posto per aspettare che la sua avversaria si mostrasse di nuovo.

"Hmph... vedo che non si può dartela a bere tanto facilmente." pensò tra sè Shalelu. "Proprio come mi ricordavo... e va bene, sembra proprio che dovrò dare fondo ai miei trucchi per riuscire ad avere la meglio su di te."

Immaginando che il bugbear la attendesse al varco per lanciare un'altra freccia, Shalelu sorrise sottilmente immaginando che questo non voleva dire che Bruthazmus sapesse quando sarebbe saltata fuori, nè come. Con estrema attenzione, la cacciatrice di goblin si avvicinò al bordo del muro che le faceva da nascondiglio e diede un'occhiata. Bruthazmus non si vedeva da nessuna parte. Forse si era già mosso e aveva cambiato posizione per coglierla di sorpresa...

Sperando di coglierlo di sorpresa, Shalelu sgusciò rapidamente fuori dal suo nascondiglio... ma anzichè correre verso un nuovo punto da cui avrebbe potuto tendere un agguato, si mise con la schiena al muro subito fuori e tese il suo arco, sperando che il suo arcinemico saltasse fuori e si esponesse. Niente da fare. Shalelu sentì una raffica di passi sul pavimento, ma il bugbear non si fece vedere.

"Avanti, fai un passo falso..." sussurrò, pronta a lasciare la corda dell'arco non appena fosse il momento giusto. Fece due passi di lato e si guardò attorno... ma ancora una volta Bruthazmus non diede segno di vita. Forse si era ritirato un po' più in profondità nelle catacombe, in modo da prendersi un po' di tempo... o peggio, per farle abbassare la guardia e attaccarla nel momento più opportuno per lui.

Non volendo restare esposta più dello stretto indispensabile, Shalelu corse all'interno di un corridoio più piccolo, stringendo i denti quando la ferita al braccio le inviò una fitta di dolore fino al cervello. L'elfa ranger corrugò la fronte e puntò l'arco verso il corridoio, ma ancora una volta non vide alcuna traccia del suo vecchio nemico. Shalelu cominciava a sentirsi frustrata... ma si impose di mantenere la calma e continuare a cercare il suo nemico. Si infilò rapidamente nel corridoio, sempre con l'arco caricato e puntato davanti a sè... poi, si incamminò verso l'uscita del passaggio, le orecchie tese e gli occhi bene aperti, sfruttando ogni minima traccia di luce ci fosse in quel luogo inquietante...

Per diversi secondi, non accadde nulla...

Poi, improvvisamente, Shalelu sentì qualcosa dietro di sè... e con orrore, si rese conto che il suo nemico era riuscito a scivolarle furtivamente alle spalle, usando qualche passaggio di cui soltanto lui era al corrente! In un attimo di terrore, sentì la corda di un arco che si tendeva e si voltò di scatto...

Una frazione di secondo troppo tardi.

"Ugh... AAAAAAAARGH!"

Il sibilo di una freccia spezzò il silenzio, seguito da un grido di dolore da parte di Shalelu. L'elfa fece due passi indietro e crollò a terra di schiena, afferrando spasmodicamente la freccia dalla punta di metallo nero che le si era piantata nell'addome... e con la vista annebbiata dal dolore, riuscì a scorgere la massiccia figura di Bruthazmus che stava in piedi all'imboccatura del corridoio, l'arco ancora in mano!

"Hah! La fortuna è di nuovo dalla tua parte, sgualdrina elfa! Ma in ogni caso, ormai non hai scampo!" ringhiò il bugbear con maligna soddisfazione. "Ti avevo detto che mi ero preparato per te, vero? Quella che ti ha colpito è una freccia ammazzaelfi!"

"Uuuuugh..." Shalelu si allontanò strisciando da Bruthazmus, e con una mano cercò ancora di estrarsi la freccia dalla pancia. Il dardo emanava delle scariche di energia violacea che penetravano nel corpo della cacciatrice, provocandole altro dolore e prosciugandole le forze. Era vero, allora... Bruthazmus aveva con sè una freccia incantata particolarmente efficace contro gli elfi, e si era assicurato di usarla al momento giusto. Ma nonostante la grave ferita, Shalelu non si diede per vinta. "Non... non mi hai ancora ammazzato, Bruthazmus..." mormorò, sentendo in bocca il sapore del sangue.

"E' vero, ma non credo manchi molto." ghignò Bruthazmus. Shalelu lo vide avanzare minaccioso verso di lei, avvicinandosi in modo da poterle sferrare il colpo decisivo...

L'elfa ferita raccolse tutte le sue forze, si morse il labbro inferiore per resistere al dolore, e si alzò di scatto, guadagnando rapidamente l'uscita dal corridoio prima che Bruthazmus potesse incoccare un'altra freccia. Poi, si mise a correre, sentendo già dietro di sè i passi rapidi e la risata trionfante della sua nemesi. La ferita allo stomaco pulsava ad ogni passo, e la freccia continuava a scaricare energia nociva nel suo corpo... Shalelu sapeva che l'unica possibilità di salvezza era estrarsi quel dardo dalle carni.

Shalelu guadagnò un attimo di respiro svoltando un angolo ed entrando in un corridoio che terminava con una larga porta di legno laccato rosso, che probabilmente dava su qualche altra stanza importante. Appoggiò l'arco al muro, poi usò il suo pugnale per allargarsi un po' la ferita allo stomaco ed estrarre la freccia alla meno peggio. Il sangue iniziò immediatamente a sgorgare dalla ferita, e Shalelu rabbrividì nel vedere la punta frastagliata di ferro nero della freccia. La gettò a terra, riprese il suo arco, e si trascinò alla massima velocità possibile verso la stanza, tamponandosi l'addome ferito come meglio poteva...

Lottando per restare in piedi, Shalelu tirò una spallata alla porta, che si aprì con uno schianto e le pemise di entrare in una stanza di forma ovale, illuminata da alcune torce magiche poste all'interno di alcuni teschi posti agli angoli della sala. Sembrava una sorta di laboratorio, arredato con tavoli di legno e pietra coperti di vecchi libri, pergamene, denti, ossicini, animali imbalsamati... e vasi di vetro nei quali erano conservate creature deformi. Al lato opposto della stanza, si trovava una grande fontana riempita di acqua stranamente limpida...

Shalelu strinse i denti e raggiunse il centro della stanza... ma alla fine, le gambe le cedettero, e la cacciatrice di goblin si accasciò a terra vicino ad un tavolo, contorcendosi debolmente per il dolore...

 

oooooooooo

 

"Huhuhuhuhuuu... hey, piccola elfa, non scappare! Stai solo rimandando l'inevitabile!" sghignazzò Bruthazmus, l'arco già carico e pronto a scagliare il colpo finale. Il bugbear annusò l'aria e percepì chiaramente l'odore ferroso del sangue... e grazie alla sua vista acuta, vide sul terreno le macchie di quello che Shalelu aveva perso. "Allora? Vuoi arrenderti o devo venire a scannarti io? Heheheee... già, già, immagino che non ti arrenderai tanto facilmente, vero? Non è nel tuo stile!"

Seguendo le tracce di sangue, il feroce bugbear si avvicinò alla porta in cui Shalelu era entrata poco prima. Nonostante si sentisse in una posizione vantaggiosa, Bruthazmus conosceva bene la sua avversaria, e sapeva che avrebbe lottato fino all'ultimo... meglio essere prudenti e non gettarsi allo sbaraglio.

Con estrema attenzione, Bruthazmus si avvicinò alla porta e si acquattò contro il muro lì vicino. Poi, dopo qualche secondo, appoggiò una mano alla porta e la spinse verso l'interno della sala, facendo in modo di restare con la schiena al muro - giusto in caso dietro la porta ci fosse Shalelu pronta con una freccia. Non vide arrivare nessun dardo, ma cercò comunque di dare un'occhiata di sottecchi nella stanza, per vedere se Shalelu era appostata lì...

Il bugbear riuscì a vedere la sua avversaria che giaceva a terra immobile, una scia di sangue che andava dall'ingresso fino a lei. Soddisfatto, Bruthazmus entrò nella stanza, lo sguardo fisso su Shalelu nel caso l'elfa cacciatrice si fosse rialzata di colpo. Era improbabile, con una ferita come quella... ma non si era mai troppo prudenti.

Bruthazmus si tenne ad una certa distanza dalla figura immobile di Shalelu, osservando la piccola pozza di sangue che si espandeva lentamente sotto di lei... E per diversi secondi attese, senza che la sua nemesi facesse alcun movimento. Finalmente, convinto che fosse il caso di porre fine per sempre alla loro rivalità, il bugbear ripose l'arco e afferrò un enorme mazzafrusto che portava sulla schiena.

"Sembra finita, ma giusto per sicurezza le sfonderò il cranio." disse tra sè Bruthazmus, mentre si avvicinava a Shalelu. Ancora nessuna reazione. Con un ghigno, il bugbearsi piazzò vicino alla testa della ranger e sollevò il suo mazzafrusto per sferrarle il colpo di grazia... e poi lo calò giù con tutta la sua forza!

Tutto accadde nel giro di un paio di secondi.

Shalelu spostò la testa di colpo, e la testa del mazzafrusto si schiantò sul pavimento scheggiandolo! Bruthazmus sgranò gli occhi per lo stupore e cercò di sollevare di nuovo la sua pesante arma... ma Shalelu si mosse con incredibile rapidità e sfoderò di colpo una corta spada che portava al fianco. Sforzandosi al massimo, ignorando il dolore quanto più poteva, l'elfa scattò in piedi e si scagliò su Bruthazmus...

...e con un fendente rapido e preciso, gli trapassò la gola da parte a parte!

"E' finita. Addio, Bruthazmus." mormorò Shalelu, con un rivoletto di sangue che le colava dall'angolo della bocca. Bruthazmus sgranò gli occhi e venne scosso da un fremito spasmodico, un attimo prima che le gambe gli cedessero... ma Shalelu non demorse e ficcò la spada ancora più in profondità nel collo del suo avversario. Finalmente, dopo pochi secondi, Shalelu sentì che le forze di Bruthazmus venivano meno... ed estrasse la spada dal grosso collo del bugbear, facendo scorrere sulla sua pelliccia un denso rivolo di sangue. Bruthazmus cercò di imprecare, ma riuscì soltanto ad emettere un gorgoglio... e tese debolmente una mano verso Shalelu, come se agguantarla alla gola avesse in qualche modo potuto salvarlo. Ma ormai per lui era finita - un attimo dopo, Bruthazmus si abbattè al suolo, scuotendosi ancora per qualche istante prima di immobilizzarsi per sempre.

Spossata dalla fatica e dalla perdita di sangue, Shalelu barcollò fino a raggiungere il muro più vicino e si sedette lì, riprendendo fiato mentre osservava il corpo senza vita del suo arcinemico. Finalmente, la battaglia si era conclusa... e Bruthazmus non avrebbe mai più minacciato la sua vita e quelle dei suoi cari. Con aria soddisfatta, Shalelu si strappò un altro lembo di tessuto e lo usò per tamponarsi la ferita al ventre. Cercò una fiala di pozione curativa nella sua cintura, e riuscì per fortuna a trovare un'ultima boccetta che non era stata usata e non era stata infranta durante il combattimento. La stappò con i denti e trangugiò il denso liquido ambrato, che attenuò il dolore e fermò la perdita di sangue, poi restò seduta lì per recuperare un po' le forze.

"E' fatta... ce l'ho fatta... ho sconfitto Bruthazmus." sussurrò. "Adesso... non appena mi sento un po' meglio... devo andare a vedere di Yan e gli altri... spero che... stiano andando bene..."     

 

oooooooooo

               

CONTINUA... 

 

 

 

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Capitolo 21
*** Yan e Nualia ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE 

Capitolo 20 - Yan e Nualia

 

"Ne è passato di tempo, Nualia..."

Questa semplice frase fece correre un brivido di nostalgia e di rimorso lungo la schiena della sacerdotessa aasimar. Anche lei, ora che si trovava di fronte al giovane guerriero, sentiva un torrente di immagini, sensazioni e parole che riaffioravano alla sua mente. Ricordi di un tempo lontano, in cui lei ancora osava sperare che un giorno o l'altro, la vita le avrebbe riservato qualcosa di bello senza strapparglielo di mano poco dopo.

Nualia gettò una rapida occhiata alle due ragazze che accompagnavano Yan - la ragazza Tian e la femmina di gnomo - ma non ci badò. Per lei, quelle due non significavano niente. Erano soltanto due avventuriere come tante altre... ma quel ragazzo castano che era con loro, la stessa espressione sicura di sè, pulita, sincera che Nualia ricordava dal suo passato...

Per un attimo, la sacerdotessa demoniaca si sentì tremare, ma mantenne il contegno e trattenne i segugi yeth che premevano per lanciarsi contro gli intrusi. I loro ringhii erano terribili, le fauci sbavanti che azzannavano l'aria bramando la carne e il sangue degli avventurieri.

"Mi avevano detto che eri tu a capo di questo gruppo di adoratori di Lamashtu." disse Yan con tono neutrale, anche se il tremitio della sua voce tradiva la sua angoscia. "E purtroppo... a quanto vedo è così."

Nualia fece appello a tutta la sua forza di volontà per mantenere un'espressione gelida e distaccata. "E' così, Yan. Sono stata io ad ordinare l'attacco a Sandpoint... quell'orrida, disgustosa città. Sarei stata contenta se i miei goblin fossero riusciti a distruggerla già al primo tentativo, ma... beh, il successo della missione, il furto delle spoglie del mio... caro papà... è stato più che sufficiente. E il fatto che tu sia sopravvissuto è stato comunque un bene."

"Perchè, Nualia?" chiese Yan. "Anzi, no... lo so, è una domanda stupida... ricordo com'era la nostra infanzia a Sandpoint. Ricordo come la gente ti considerava... non ti hanno mai trattato come un essere umano. Per loro eri sempre un idolo, o una diversa."

"Sandpoint mi ha fatto patire le pene dell'inferno." disse freddamente Nualia, raggelando Yan e le sue compagne con la rabbia che balenò di colpo nei suoi occhi. "E quel verme che diceva di essere mio padre... per lui ero soltanto una decorazione! Un ornamento da sbandierare davanti a tutti, per farsi lodare e farsi dire che era un grand'uomo! Nemmeno tu hai idea di cosa ho provato quando Delek mi ha rifiutata dopo avermi ingannata per tanto tempo... e non eri lì quando ho dato alla luce una mostruosità abissale!" La sua voce si spezzò per un attimo alla fine della frase, e la giovane donna mostrò l'orrenda cicatrice sul suo ventre, facendo sobbalzare Yan e le sue compagne per la sorpresa e l'orrore!

"Mostruosità... abissale?" mormorò il ragazzo.

Reji fece una smorfia di disgusto vedendo la cicatrice di Nualia. "Di... di cosa stai parlando?" chiese, rivolta direttamente alla sacerdotessa.

"Il figlio di Delek... quello che portavo in grembo..." mormorò Nualia. "Delek ed io... ci incontravamo sempre vicino alla vetreria dei Kaijitsu... nei passaggi che portavano sotto di essa... non sapevamo che lì vicino si trovavano le catacombe dell'ira... mio figlio... mio figlio è stato contaminato... dalle energie abissali che ancora pervadevano quel luogo... e sette mesi dopo..."

Nualia cominciò a tremare e si portò una mano davanti alla bocca, come se volesse trattenere un conato di vomito... e in quel momento, Misia rabbrividì quando si rese conto di cosa volesse dire la giovane aasimar. Il feto di Nualia era stato contaminato dall'energia maligna latente in quel luogo... ed era diventato un orribile mostro demoniaco!

"Mio figlio... nacque morto..." continuò Nualia. "Io... nel delirio... nel dolore atroce che sentivo... ho potuto solo vedere... una massa di carne deforme... che avevo portato dentro di me... e la levatrice che urlava per il terrore... poi... poi... ho sentito la sua voce... Madre Lamashtu..."

Agghiacciati, i tre avventurieri restarono ad ascoltare il discorso di Nualia che si faceva sempre meno coerente. "Lei... per la prima volta allora... mi parlò... e fu allora... che compresi!" esclamò infine la ragazza aasimar, aprendo le braccia e mostrando il braccio demoniaco. "Sì... il sangue angelico che scorreva in me... era quello la causa di tutto! Quel sangue... è una maledizione! E' quello a scatenare tutta questa infelicità su di me! Ma lei... lei mi ha accolto... proprio io, che sono sempre stata rifiutata da tutti tranne che da te, Yan!"

Nualia sembrò calmarsi appena un po' e si toccò il ventre con la mano demoniaca. "Lei... mi ha offerto di liberarmi di questo sangue angelico. Se... se sacrificherò Sandpoint a lei... lei mi donerà un nuovo corpo! Diventerò... una delle sue devote figlie... e diffonderò il suo amore in tutta Varisia! Non soffrirò più... non dovrò più vergognarmi nè nascondermi! Ma per farlo... per farlo ho bisogno di liberare Malfeshnekor, il rappresentante di Madre Lamashtu su questa terra! E lui vuole... lui vuole..." Si interruppe, come se pronunciare le parole successive fosse per lei qualcosa di troppo grande...

"N-Nualia!" esclamò Yan, incapace di sopportare quei discorsi più a lungo, e vedendo lo stesso suo orrore trapelare dai volti di Reji e Misia. Aveva cercato di prepararsi all'impatto del ritrovo con Nualia... ma non si era aspettato che la sua amica d'infanzia si fosse trasformata in una simile mostruosa perversione di quello che era una volta. Nemmeno lui si era reso conto di quanta rabbia, amarezza e rancore si fossero accumulati in lei nel corso degli anni...

"Lo capisci, Yan? Non sono più quella di una volta. Io avevo bisogno di fare tutto questo. Avevo bisogno di vendetta." continuò Nualia, mostrando il suo braccio demoniaco. "E come puoi vedere... la trasformazione è già iniziata. La trasformazione per liberarmi della corruzione angelica che mi porto dentro da quando ero bambina. Non crederai davvero di potermi... redimere, vero?"  

Un suono inquietante riecheggiò nella sala. I due segugi yeth alzarono fieramente la testa quando una mostruosa visione semi-trasparente, simile ad un fantasma, si materializzò dal portale dietro il trono - un gigantesco volto, simile a quello di un enorme lupo che cercava in qualche modo di imitare la forma umana, con gli occhi rossi e crudelmente illuminati, e un sorriso diabolico che andava quasi da un orecchio all'altro. Gli avventurieri fecero un passo indietro, colti di sorpresa... e il gigantesco volto cominciò a parlare, con una voce terribile che Yan e le ragazze ebbero l'impressione di sentire persino nelle ossa, come una folata di vento invernale!

"E' GIUSTO, NUALIA. NON ASCOLTARE QUESTI STOLTI. NON POTRANNO MAI CAPIRE L'AMORE CHE MADRE LAMASHTU CONDIVIDERA' CON LE CREATURE DI QUESTO MISERO PIANETA." tuonò il volto di lupo. "TUTTO QUELLO CHE PUOI FARE PER LORO E' PORRE FINE ALLE LORO SOFFERENZE! ORA FORZA... FAI QUELLO CHE HAI PROMESSO! OFFRI QUEL RAGAZZO ALLA NOSTRA SIGNORA!"

"Quello... dev'essere quel Malfesh... o come diavolo si chiama..." riflettè Reji ad alta voce. La monaca prese fiato e si mise in guardia, mentre Nualia, con visibile riluttanza, lasciava la presa sui suoi segugi yeth. Il volto mostruoso scomparve come se fosse stato fatto di fumo, ma la sua presenza nefasta continuò a farsi sentire nella grande sala...

"Nualia! Non ascoltarlo!" esclamò Yan, mettendo mano alla spada. "Ti stanno soltanto usando... sia lui che Lamashtu!"

Nualia deglutì e afferrò a sua volta l'elsa della sua spada, una crudele arma dalla lama dentellata. Era il momento di fare quello che doveva... e si rendeva conto di essere molto meno preparata di quanto le piacesse pensare. Mentre guardava il suo amico d'infanzia, ora diventato un uomo adulto e un avventuriero affermato, la sua mente continuava ad andare a quei pochi momenti spensierati che aveva passato assieme a lui - gli unici momenti che in seguito non erano stati rovinati da un tradimento, una delusione o un voltafaccia.

Ma... ormai era troppo tardi. O almeno, questo era quello che Nualia cercava di ripetersi. Cercando di prepararsi al compimento del suo dovere verso Lamashtu, la sacerdotessa demoniaca alzò il braccio demoniaco, mentre con l'altro brandiva la sua spada.

"Segugi di Madre Lamashtu... andate e uccidete in nome della nostra signora!" esclamò. Yan sguainò la spada, pronto a combattere, mentre Misia riprese a fare appello ai suoi poteri per proteggere sè stessa e i suoi compagni. Nualia usò poi il braccio libero per afferrare il simbolo sacrilego che portava al collo - un medaglione a forma di testa di sciacallo, con un terzo occhio scavato nella fronte. "Madre Lamashtu, protettrice di tutti noi... aiuta la tua umile servitrice e proteggila in questo momento decisivo! Scudo Della Fede!"

Nualia lanciò l'incantesimo, e una baluginante aura verdina apparve attorno a lei, avvolgendo tutto il suo corpo mentre la sacerdotessa cercava di vincere i suoi dubbi e si lanciava all'attacco. Nello stesso momento, i due segugi yeth gettarono indietro la testa ed esplosero in un agghiacciante ululato che sembrò scuotere le pareti stesse della stanza e riempirla di un terrificante sentore di malvagità e sciagura! Yan strinse i denti e si aggrappò con ancora più forza alla sua spada, mentre Misia corrugò la fronte e si concentrò brevemente, riuscendo a resistere a quell'effetto inquietante... ma Reji non ebbe la stessa fortuna. La ragazza Tian cominciò a tremare lievemente, e il suo volto si contorse in un'espressione di panico e di orrore!

"Reji!" esclamò Yan, piazzandosi davanti alla sua compagna di viaggio. Un istante dopo, vide la spada di Nualia scendere su di lui, e alzò rapidamente la sua lama per bloccare il colpo. Le due lame ottimamente forgiate si scontrarono a mezz'aria con un tremendo clangore metallico... e Yan spinse in avanti, costringendo Nualia ad indietreggiare appena un po'. Deciso più che mai a farsi ascoltare da Nualia, Yan mise ancora più forza e riuscì a spingere indietro la sua avversaria, che però ne approfittò per lanciare un altro incantesimo.

"Potente Lamashtu... concedi alla tua umile servitrice una parte della tua forza, affinchè lei possa fare la tua volontà e distruggere i tuoi nemici!" esclamò la aasimar, mentre i due segugi yeth si lanciavano all'attacco contro Misia e Reji. "Grazia Del Gatto!"

Per una frazione di secondo, il volto di un felino mostruoso dai luccicanti occhi verdi apparve sopra la testa della sacerdotessa abissale, che poi ripartì all'attacco con maggiore velocità, sferrando un rapido fendente che Yan riuscì all'ultimo momento a deviare con il suo scudo. Ma Nualia reagì più velocemente del previsto, sferrando un altro fendente diretto al torace del ragazzo...

...all'ultimo momento, Nualia ebbe un istante di esitazione e non riuscì a sferrare il colpo, deviandolo verso il basso e ferendo soltanto di striscio la gamba di Yan. Il giovane strizzò un occhio per il dolore, ma si riprese in un attimo e sferrò un affondo che mirava a disarmare Nualia e farle cadere la spada di mano. Ma la sacerdotessa demoniaca riuscì a scansarsi all'ultimo momento e cercò di sferrare un altro fendente che Yan intercettò con il suo scudo, prima di usare la sua spada per bloccare quella di Nualia.

"Maledizione, Nualia, ascoltami!" esclamò Yan. "Non deve per forza finire così! Possiamo ancora risolvere questa situazione!" Con un rapido scatto, il giovane sferrò un fendente che colpì il pettorale dell'avversaria, facendola barcollare per un attimo.

"Ugh... puoi... puoi dire quello che vuoi, ma... ormai gli eventi sono stati messi in moto! Il mio sangue... il mio stesso corpo... stanno già cambiando!" esclamò Nualia. "Madre Lamashtu... la tua umile servitrice Nualia ti implora di concederle la forza per farti trionfare! Forza Del Toro!"

Il simbolo sacrilego della aasimar si illuminò, e un muggito assordante, simile a quello di un toro, risuonò attraverso la stanza. Yan ebbe l'impressione che i muscoli di Nualia si stessero irrobustendo... e ne ebbe la conferma quando la sua amica d'infanzia si scagliò nuovamente all'attacco. Questa volta, la forza del colpo si dimostrò molto maggiore, e il tentativo di Yan di parare il fendente riuscì solo in parte. Il tremendo colpo lo fece barcollare, e la lama di Nualia lo ferì lievemente ad un fianco, lasciandolo stordito per un attimo...

Ma invece che proseguire l'assalto, Nualia sgranò gli occhi e fece due passi indietro. La sua espressione di gelida furia si sciolse in una di sgomento, allorchè la realizzazione di aver ferito Yan la colpì...

Il ragazzo si rialzò, premendosi la ferita quel tanto che bastava per fermare il sangue che ne usciva, poi si rimise in guardia. Nualia si era già rimessa in posizione, ma il ragazzo era riuscito a vedere la sua reazione. Forse non era ancora troppo tardi... forse c'era ancora la possibilità di far ragionare Nualia. Sapendo di avere ancora un bel po' di strada da fare, il giovane fece un passo in avanti e sferrò una rapida raffica di affondi che avevano il solo scopo di costringere l'avversaria a restare indietro, e si preparò alla parte successiva dello scontro...

 

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Reji indietreggiò e guardò con orrore il mostruoso cane abissale dagli occhi scarlatti che caricava verso di lei, le fauci spalancate e puntate verso la sua gola. Cercò di muoversi, ma le sue gambe erano come incollate al terreno dalla paura soprannaturale che l'ululato di quelle creature aveva indotto in lei, e mentre il segugio yeth si avvicinava con agghiacciante velocità, puntando alla sua gola, la ragazzina cercò di alzare le braccia per proteggersi...

Ma il segugio non la raggiunse. Quando ormai al mostro mancava soltanto una falcata per raggiungere Reji, un piccolo quadrello di balestra, proveniente da Misia, sfrecciò verso di lui e lo raggiunse, piantandosi nella sua spalla sinistra! Il mostruoso cane perse lo slancio e si gettò di lato dolorante... e il suo compagno si lanciò su Misia per azzannarla alla gola. Per fortuna, l'intervento di Misia aveva permesso a Reji di scuotersi da quella paura soprannaturale che l'aveva colpita... e la ragazzina intervenne per proteggere la sua compagna, correndo verso il secondo segugio yeth e colpendolo con un poderoso pugno che lo fece cadere di lato! Ringhiando, i due mostruosi cani si rialzarono e fiissarono con odio le due ragazze, che si misero in guardia e si tennero pronte ad un nuovo assalto.

"Grazie, Misia. Se non fossi intervenuta... non so come sarebbe andata!" disse Reji alla sua amica.

Misia strizzò un occhio e sorrise. "Allora siamo pari, perchè anche tu hai salvato me!" affermò. "Attenta, adesso partiranno di nuovo alla carica!"

"Sono pronta!" esclamò Reji, già in posizione di guardia mentre Misia lanciava il suo primo incantesimo.

"Io invoco il favore degli dei del bene, affinchè ci proteggano dalle fauci dell'Abisso!" intonò Misia con un lento movimento arcuato del braccio. Immediatamente, una patina di luce dorata illuminò per un istante i corpi di Misia, Reji e Yan, che si sentirono di colpo più forti ed energici... un attimo prima che i segugi yeth attaccassero di nuovo, lanciandosi contro le ragazze con le fauci schiumanti!

"Grazie, Misia! Fai del tuo meglio!" esclamò la ragazza Tian, per poi afferrare al volo il segugio che si stava lanciando su di lei e scaraventarlo via con un abile trucchetto da lottatrice, rivoltando lo stesso impeto della bestia contro di lei. Il cane mostruoso atterrò di schiena con un ringhio e cercò di rialzarsi subito, mentre Misia usava la sua lancia per sferrare degli affondi al muso e alle spalle dell'altro segugio yeth, costringendo la bestia a restare indietro. Il mostro fece una finta... poi un'altra... e quando ebbe l'impressione che Misia si fosse scoperta, scattò in avanti per morderla! Ma la femmina di gnomo si gettò a terra, e mentre le zanne della bestia si chiudevano a pochi centimetri dal suo volto, lei sferrò un altro affondo... che però non riuscì a penetrare la coriacea pelle della bestiaccia.

"Ho l'impressione che dovrò dare fondo ai miei incantesimi per affrontare questo mostro..." disse tra sè Misia alzandosi di scatto. "E va bene. Reji, cerca di coprirmi! Io provo ad usare qualche incantesimo!"

"Ricevuto!" esclamò Reji. La giovane chiuse gli occhi per un attimo e si concentrò... e quando il segugio yeth che stava affrontando le si lanciò contro, la ragazza fece una giravolta su sè tessa e colpì il mostro con un preciso calcio circolare, mandandolo di nuovo a terra! Ma ancora una volta, il mostruoso cane si rialzò senza troppe difficoltà. Reji aveva l'impressione che quella creatura non risentisse dei suoi attacchi tanto quanto avrebbe dovuto...

"E va bene... cercherò di usare qualcosa di più efficace!" affermò la ragazzina, per poi afferrare il bastone da combattimento che portava legato sulla schiena e farlo roteare abilmente tra le mani. Afferrò saldamente la sua arma con entrambe le mani, e sfidò il segugio yeth a farsi avanti. "Avanti, fatti sotto, bestiaccia! Non mi farai paura tanto facilmente, questa volta!"

 

oooooooooo

 

Le spade di Yan e di Nualia si incrociarono di nuovo con un frastuono assordante, e i due contendenti ripresero a spingere l'uno contro l'altra in uno spasmodico tentativo di avere la meglio. Per diversi secondi, i due vecchi amici d'infanzia rimasero fermi dov'erano, girando poi l'uno intorno all'altro e mettendo quanta più energia possibile nella lotta. Per un attimo Yan sentì di aver perso la presa sul terreno... ma si puntellò con l'altro piede e riuscì ad usare lo scudo per deviare la spada di Nualia e infrangere la sua guardia. La aasimar corrotta barcollò all'indietro, e Yan cercò di approfittarne per sferrare un colpo che le facesse cadere la spada di mano... ma Nualia si riprese troppo rapidamente, e con un rapido movimento del braccio mandò a vuoto il colpo di Yan.

"Niente male, Yan..." affermò Nualia, sfoderando un sorriso che appariva quasi strano su quel volto normalmente contorto della rabbia. "Non credevo avresti resistito così facilmente all'ululato dei miei segugi yeth..."

Yan non badò ai complimenti e guardò con la coda dell'occhio dietro di sè, preoccupato per le sue compagne che sembravano essere un po' in difficoltà nell'affrontare i segugi yeth di Nualia. Il ragazzo si rendeva conto che toccava a lui, e soltanto a lui, difendere le sue compagne ed impedire a Nualia di attaccarle mentre erano ancora impegnate contro quei mostri. Se la sacerdotessa demoniaca fosse riuscita a raggiungere Reji o, peggio ancora, Misia prima che potessero sbarazzarsi dei loro avversari, le loro possibilità di vittoria si sarebbero ridotte ad un lumicino...

Nualia approfittò di questo breve momento di distrazione per sferrare un affondo mirato al torace del ragazzo... ma ancora una volta, all'ultimo momento, ebbe un'esitazione e deviò il colpo, limitandosi a ferire lievemente Yan al braccio destro. Il ragazzo strizzò un occhio e strinse i denti, portandosi a distanza di sicurezza mentre la aasimar corrotta stringeva spasmodicamente l'elsa della sua spada.

"Per favore, Yan... vattene, e non tornare più." mormorò Nualia. "Io... mi scuserò con Madre Lamashtu e Malfeshnekor. Addurrò qualche scusa, dirò che sei stato più forte di quanto pensassi e che non ho avuto altra scelta che lasciarti andare!"

"Non posso, Nualia. Non finchè tu e i tuoi compagni continuate a minacciare la gente di Sandpoint!" ribattè il ragazzo. "Io... ho creduto che fossi morta nell'incendio della vecchia cappella. E' stato un periodo orribile per tutta la città... e anche per me... non me la sentivo più di restare a Sandpoint, dopo tutto quello che era successo. Io e la mia famiglia ce ne siamo andati... abbiamo cercato fortuna altrove, e siamo anche riusciti a rifarci una vita. Ma circa due settimane fa, sono tornato a Sandpoint per il Festival della Coda di Rondine... e ho visto quanto quelle persone stessero cercando di andare avanti, ricostruire, gettarsi alle spalle le tragedie del passato. E poi, quando sono arrivati quei goblin... ho provato una grande rabbia... non potevo lasciare che distruggessero quello che la gente di Sandpoint era riuscita a ricostruire con tanta fatica. Ed è stato allora che ho preso la mia decisione! Avrei cercato di difendere Sandpoint, con tutte le mie forze! Anche da te, se necessario!"

"Quella città ha distrutto la mia infanzia! Tutta quella gente che vedeva in me soltanto una sorta di angelo sceso in terra... mio padre che mi usava per i suoi scopi egoistici... tu eri l'unico a trattarmi come una persona!" esclamò Nualia. "Io non posso lasciar perdere! Devo avere la mia vendetta! Ma non su di te... voglio risparmiarti! Voglio che tu possa vivere la tua vita! Non conosco i tuoi amici, non mi importa nulla di loro... ma non voglio farti del male! Lei ha... Io ho bisogno di vendicarmi! Madre Lamashtu è venuta a me nel momento in cui avevo perso ogni speranza... e mi ha offerto la possibilità di farla pagare a tutti coloro che mi hanno maltrattato! Questo... questo almeno dà un minimo di senso alla mia vita! Questo... è tutto quello che ho!"

Nualia attaccò di nuovo, sempre più in preda alla rabbia e alla disperazione, e Yan intercettò la sua spada con il suo scudo prima di rispondere con  una altro fendente che Nualia deviò abilmente. Furiosamente, Nualia scattò in avanti e cercò di spingere Yan contro il muro, facendogli cadere lo scudo di mano...

Ma il ragazzo, dapprima colto di sorpresa, reagì con determinazione. La mano che fino ad un attimo prima reggeva lo scudo si chiuse in un pugno... e Yan sferrò un sinistro che raggiunse Nualia in pieno viso, interrompendo la sua offensiva. Con un grugnito, Nualia barcollò all'indietro e si rimise in guardia, pulendosi con una mano il sangue che le colava dal naso.

"Maledizione, Nualia! Come fai a non rendertene conto? Mi dispiace per quello che hai passato, ma non può essere una scusante per quello che stai facendo!" esclamò il ragazzo in un impeto di rabbia. Nualia non rispose, ma pronunciò una formula in una strana lingua gutturale che Yan non riconobbe, e i suoi occhi si illuminarono di una strana e terribile luce rossa, che fece scomparire le pupille e avvolse quasi del tutto il corpo della aasimar. Con rinnovata determinazione, Nualia riprese l'attacco, e Yan fece appena in tempo a recuperare il suo scudo prima che la sua vecchia amica d'infanzia lanciasse un nuovo attacco. La lama seghettata della sacerdotessa oscura si schiantò sullo scudo del giovane e lo costrinse ad appoggiare un ginocchio per terra. Qalunque cosa avesse fatto Nualia, la sua forza fisica era aumentata ulteriormente, e la sua furia la rendeva più veloce ed imprevedibile... ma ancora, nonostante tutto, c'era qualcosa che impediva a Nualia di sferrare un colpo potenzialmente fatale.

Un ultimo colpo si schiantò sulla protezione di Yan, ammaccando lo scudo ma lasciando il ragazzo illeso a parte qualche ammaccatura. Il giovane spadaccino sospirò quando sentì i colpi di Nualia perdere vigore... quando fu sicuro che Nualia stesse riprendendo fiato, Yan si alzò e si parò davanti a lei, senza fare resistenza.

"Mi dispiace per tutto quello che ti è successo, Nualia. Ma anche tu devi per forza sapere che non è questo il modo giusto di reagire." rispose il giovane. "Puoi ancora cambiare strada. Puoi lasciarti alle spalle tutta la rabbia e l'amarezza che hai provato."

Nualia non rispose, ma restò indietro, il bagliore sanguigno dei suoi occhi che lentamente si spegneva. Yan prese fiato e cercò di fare appello a tutte le sue capacità diplomatiche. Sapeva che se non fosse sembrato convinto al cento per cento, Nualia l'avrebbe percepito, e avrebbe gettato al vento ogni riguardo le fosse rimasto. Se voleva salvarla, non doveva soltanto convincere lei... doveva essere convinto lui stesso, senza alcun dubbio.

"Tu... non meritavi le sofferenze che ti sono capitate. E non posso biasimarti per la tua rabbia. Non sei obbligata a perdonare. Ma non puoi lasciare che la tua rabbia ti trasformi in... in... questa furia cieca che ho davanti ai miei occhi!" esclamò il ragazzo. La aasimar sembrò esitare - pareva che le parole di Yan cominciassero a fare effetto, ma ancora non era stata del tutto convinta. In un disperato tentativo di zittire la coscienza che iniziava a risvegliarsi, Nualia si lanciò di nuovo alla carica e cercò di sferrare un fendente al torace di Yan... ma i suoi movimenti erano diventati più lenti ed incerti, e il ragazzo non ebbe difficoltà a difendersi.

"Tu... tu non capisci, Yan!" mormorò Nualia, la voce che cominciava a spezzarsi. "Non puoi capire... Non... non riguarda più soltanto me! C'è... c'è in gioco più di quanto... voi possiate immaginare! Non finirà con la mia resa... potrà finire solo con la tua sconfitta... o la mia morte!" Attaccò di nuovo, questa volta colpendo il pettorale di Yan... ma il colpo mancava di convinzione, e finì per rimbalzare sull'armatura del giovane. Yan approfittò di questa opportunità per cercare di bloccare la lama della sua avversaria contro il terreno con il suo scudo. Nualia tirò verso di sè, nel tentativo di liberare la sua arma dalla presa di Yan. Ma, per quanto lentamente, anche i tentativi di Nualia stavano perdendo di vigore.

"Hai ragione, Nualia. Non capisco." rispose Yan solenne. "Ma voglio capire. Solo perchè non approvo quello che stai facendo... non significa che non voglia aiutarti. Non devi per forza tornare a Sandpoint. Puoi scegliere qualcos'altro. Fare qualcosa di meglio della tua vita. Mi dispiace di aver pensato di sapere tutto quello che provavi, è stato presuntuoso da parte mia. Ma non posso aiutarti se tu non cerchi di venirmi incontro almeno un po'. Nualia, in nome di Desna misericordiosa, pensa a quello che stai facendo. Davvero credi che ti sentirai meglio, dopo che Lamashtu ti avrà trasformata in una delle sue degeneri creature?"

Nualia restò ferma al suo posto, in silenzio. Nella sua mente, una voce continuava a riecheggiare... la voce della sua patrona demoniaca, che continuava ad incitarla rabbiosamente. "NUALIA... CHE COSA STAI FACENDO? MI STAI DELUDENDO, FIGLIA MIA! AVEVI DETTO CHE QUELLA NULLITA' NON SIGNIFICAVA NULLA PER TE! ALLORA COSA ASPETTI AD UCCIDERLO?"

"ASCOLTA LA VOCE DI MADRE LAMASHTU, STOLTA!" la voce del lupo mostruoso di poco prima tuonò, e Yan fece un sobbalzo quando il mostruoso volto di Malfeshnekor apparve dal portale, una presenza immateriale ma minacciosa che sembrò congelare l'aria della stanza. "UCCIDI QUEL RAGAZZO! ABBIAMO TOLLERATO ABBASTANZA LA TUA INDECISIONE! UCCIDILO! SACRIFICALO A ME! LIBERAMI, E OTTIENI LA TUA VENDETTA! DIVENTA UNA DELLE FIGLIE DI MADRE LAMASHTU, E SII PARTECIPE DEL SUO AMORE!"

Nualia abbassò la spada e si portò la mano libera alla fronte, tremando per lo stress e la tensione. Non ce la faceva... anche con tutta la sua volontà, non ce la faceva a rivoltarsi contro Yan, e solo ora se ne rendeva conto. Il suo amico d'infanzia era lì, davanti a lei... e le stava offrendo un'altra possibilità! Ma lei... lei non riusciva a perdonare Sandpoint per tutto quello che aveva passato...

"Nualia! Non ascoltarlo!" esclamò Yan. "Ti vuole ingannare! Lamashtu pretende da te amore e devozione totale, ma in cambio non dà nulla! Come può essere giusto?"               

Cos'era più importante per lei? La sua vendetta... o il suo amico?

 

ooooooooooo

 

I segugi yeth continuavano ad attaccare, questa volta eseguendo una raffica di attacchi mordi-e-fuggi ai danni di Reji e Misia, che in qualche modo tentavano di respingerli. La monaca si mise in guardia vedendo che uno dei due mostri si stava dirigendo a spron battuto verso di lei, e riuscì a colpirlo con il suo bastone da combattimento prima che potesse esserle addosso... ma l'altro mostro cambiò direzione di colpo e si gettò su Misia, affondandole le zanne nel fianco sinistro!

"AAAAGH!" Reji emise un acuto grido di dolore e sentì le gelide zanne dell'essere abissale che le entravano nelle carni. Il mostro serrò le mandibole e cercò di trascinare a terra la sua avversaria, che reagì con determinazine e sferrò due potenti pugni... ma il segugio yeth continuava a tenere strette le mandibole come se fossero state una tagliola.

"Reji!" esclamò Misia. Si scostò appena in tempo per evitare il morso dell'altro segugio yeth, e cercò di lanciare un incantesimo... ma la creatura le stava addosso con sempre maggiore insistenza, e non le lasciava il tempo di concentrarsi sulla magia che voleva lanciare. "Ugh... resisti, Reji, adesso provo a sbarazzarmi di questa cosa!"

Grazie agli incantesimi protettivi che aveva lanciato in precedenza, Misia riuscì ad evitare il suo avversario e si gettò di lato, poi sparò con la sua balestra contro il fianco del segugio abissale... ma il dardo rimbalzò inutilmente sulla pelle coriacea della bestia, che emise un altro dei suoi ululati raggelanti. Misia sentì un brivido di terrore salirle lungo la spina dorsale, ma riuscì a mantenere la calma e a spostarsi rapidamente quando la bestia si lanciò di nuovo su di lei, cercando di chiudere le fauci sulla sua gola.

La femmina di gnomo si spostò di nuovo e cercò un altro affondo con la lancia, ma non ebbe miglior fortuna. La pellaccia del mostro resisteva agli affondi delle armi tradizionali, e Misia si rese conto che per lei l'unico modo sicuro di sconfiggerlo era usare un incantesimo. Si trattava solo di trovare il momento giusto...

La bestia scattò di nuovo in avanti... e questa volta non cercò di morderla, ma si scagliò su di lei con tutto il suo peso, e Misia venne scaraventata a terra con un breve grido di dolore. Il segugio yeth si voltò di scatto verso di lei... e la biondina ebbe la netta sensazione che la bestia stesse ghignando, pregustandosi la sua morte.

Con un ringhio gutturale, il segugio si scagliò verso Misia prima che quest'ultima potesse rialzarsi e chiuse le sue orride fauci sul braccio sinistro della sua vittima. Un dolore acutissimo pervase il corpo di Misia per un breve istante, e la femmina di gnomo cercò disperatamente di liberare l'arto da quella presa mortale... mentre il segugio la tratteneva strettamente, come se volesse strapparle il braccio! Con un altro grido di dolore, Misia usò il braccio libero per sferrare qualche altro affondo, mirando alla testa del segugio abissale. Ma nella posizione in cui si trovava, era difficile mirare bene... e infatti, la biondina non riuscì a bucare la pelle robusta del mostro.

"Uuuuuugh..." gemette Misia, cercando freneticamente di concentrarsi sull'incantesimo. "Lasciami! Lasciami, bestiaccia! Ugh... aiuto! Reji, aiutami! Non ce la faccio!"

"Misia!" esclamò la monaca, dopo aver colpito il suo segugio yeth al torace con un pugno che lo fece cadere a terra. Il cane mostruoso si rialzò quasi subito, schiumante d'ira... ma la ragazzina Tian non proseguì l'attacco e andò invece ad aiutare la sua compagna. Con un grido di battaglia, Reji colpì il secondo segugio con un calcio volante che lo costrinse a mollare la presa su Misia e lo fece rotolare a terra con un guaito. Misia si rialzò in piedi, tamponandosi una profonda ferita al braccio, e strinse i denti mentre cercava nuovamente di concentrarsi sul suo incantesimo. "Misia! Stai bene? Ce la fai ancora a combattere?"

"S-sì... credo di sì... attenta!" esclamò improvvisamente la femmina di gnomo. Il primo segugio yeth si era ripreso da colpo subito e stava di nuovo caricando verso Reji. Con uno scatto improvviso, la bestia si lanciò su Reji puntando alla gola, e la ragazza riuscì appena in tempo ad evitare il grosso del colpo - ma le fauci del mostro si chiusero sul suo trapezio destro, e il suo peso trascinò a terra la ragazza, cercando di tenerla ferma. Reji strinse i denti per il dolore, ma il colpo subito sembrò moltiplicare la sua decisione, e la giovane monaca sferrò un tremendo pugno al muso della bestia, che fu costretta a mollare la presa con un guaito.

Misia aveva avuto il tempo di completare il suo incantesimo - lo stesso che aveva usato contro Koruvus solo qualche giorno prima. "Che il potere della morte fluisca attraverso me." disse, mentre i suoi occhi diventavano due pozze nere come l'inchiostro, e un'aura nera si accendeva attorno alle sue mani. "Che l'oscurità divori questa creatura abissale! Infliggi!"

La ragazza oracolo si protese in avanti e toccò il corpo del segugio yeth con entrambe le mani per poi aprire la bocca in un urlo silenzioso. L'oscurità che avvolgeva Misia penetrò in un lampo nel corpo della bestia, che lanciò un ruggito agonizzante mentre raggi di luce nera erompevano dal suo corpo... e due secondi dopo, il segugio si accasciò a terra senza vita, mentre l'altro, indifferente alla sorte del suo "collega", riprendeva l'assalto verso Reji.

La monaca, sanguinante ma ancora determinata, si scagliò all'attacco dell'avversario e lo raggiunse a metà strada, cogliendolo di sorpresa. Prima che il mostro potesse attaccare di nuovo, Reji sferrò un affondo con il suo bastone da combattimento e sferrò una raffica di colpi che raggiunsero il mostro, senza però fargli danni eccessivi. Con un ringhio frustrato, il segugio yeth cercò di farsi strada attraverso i colpi per qualche secondo... ma si rese rapidamente conto che non ce l'avrebbe fatta, e scelse invece di ritirarsi, per poi emettere nuovamente il suo soprannaturale ululato!

Una volta di più, Reji provò una sensazione soprannaturale di paura, e le sue gambe rimasero come inchiodate al terreno. Ma questa volta, con uno sforzo di volontà, la monaca riuscì a muoversi dal suo posto e a respingere l'ondata di terrore. Ringhiando, il segugio yeth cercò di lanciarsi di nuovo all'attacco, questa volta cercando di azzannare le gambe della sua avversaria.

"Okay, bestiaccia... stavolta non mi freghi!" disse tra sè la ragazzina. Piegò leggermente le ginocchia, e quando l'avversario si slanciò verso di lei, Reji si diede lo slancio e spiccò un salto altissimo! Il mostruoso segugio morse l'aria e alzò di scatto lo sguardo, colto di sorpresa... ma Reji stava già scendendo, e sferrò un micidiale colpo con il suo bastone da combattimento! "Haaaaaaah!"

Reji sferrò un colpo fenomenale che raggiunse il segugio yeth alla base del collo. Si sentì uno scricchiolio agghiacciante, e la bestia si irrigidì, strabuzzò gli occhi e crollò al suolo, mentre Reji atterrava con una capriola e appoggiava a terra il suo bastone. Si rimise in guardia, giusto per essere sicura che non ci fossero sorprese dell'ultimo istante... ma per fortuna, non ce ne fu bisogno - il segugio yeth era morto. La battaglia si era conclusa, e Reji rivolse la sua attenzione a Misia, che si era appoggiata con la schiena ad un muro, riprendendo fiato dopo la difficile battaglia. "Misia! Misia, stai bene?"

"Certo... certo... devo solo riprendermi!" disse la biondina con un sorriso, nonostante i dolori della battaglia. Misia si rialzò, gli occhi tornati normali, e raggiunse Reji con passo un po' incerto, per poi lanciare sull'amica un incantesimo di cura, che fece rimarginare almeno in parte le sue ferite. "Ottimo lavoro, Reji! Abbiamo fatto un ottimo lavoro, non ti sembra?" continuò mentre lanciava un altro incantesimo curativo, questa volta su sè stessa.

Reji sorrise e fece il segno dell'okay con un pollice. "Altro che! E' stata piuttosto difficile, ma abbiamo vinto... e adesso, mi sembra che manchi soltanto Yan all'appello." affermò, mentre guardava verso il portale. Il confronto tra Yan e Nualia era ancora in corso, e le due ragazze non avevano modo di sapere come stesse andando...

 

oooooooooo

 

Era un momento di estrema tensione. Nualia era letteralmente a metà tra le due parti che cercavano di convincerla. Da una parte, la presenza di Malfeshnekor che cercava di spronarla, incitarla contro il suo amico d'infanzia, e la voce di Lamashtu che continuava a riecheggiare nella sua mente. Dall'altra... il suo amico d'infanzia stesso che le offriva una speranza a cui Nualia desiderava aggrapparsi con tutte le sue forze. Ma... la giovane aasimar era stata delusa troppe volte, e ancora non riusciva a convincersi.

Nualia restò ferma dov'era e, con esitazione, guardò Yan dritto negli occhi, cercando anche il minimo segno di inganno o di doppio gioco.

Ma... no, non c'era proprio nulla. Yan era completamente sincero in ciò che diceva.

Per la prima volta dopo tanto tempo, Nualia si sentì gli occhi tremare... e le lacrime ripresero a scorrerle sul viso, mentre alzava la spada con il braccio tremante...

"Perchè proprio tu... di tutti gli eroi che potevano venire in aiuto a Sandpoint... perchè dovevi essere proprio tu, Yan?" disse Nualia. L'ironia della sorte era incredibile - quell'unico amico che aveva avuto era cresciuto ed era diventato l'eroe che adesso cercava di fermare lei, la rinnegata che stava complottando per distruggere Sandpoint.

"AVANTI, NUALIA! UCCIDILO! LO DEVI A MADRE LAMASHTU!"

Se fosse stato qualcun altro, lei non si sarebbe fatta scrupoli ad eliminarlo. La gente di Sandpoint l'avrebbe ritenuta un mostro, cosa che avrebbe confermato la sua linea di pensiero e le avrebbe permesso di portare a termine il suo terribile piano.

"FINISCILO! LUI NON SIGNIFICA NULLA PER TE!"

Ma Yan... era sempre stato lì per lei. Niente di tutto questo era stata colpa sua. Forse non la conosceva bene come pensava, ma la conosceva... e non aveva nessuna colpa verso di lei. E anche ora, nonostante tutto, era lì davanti a lei e le stava offrendo un'altra possibilità...

"UCCIDILO, NUALIA! PRENDITI LA TUA VENDETTA!"

E in quel momento, tutta la sua rabbia, il suo desiderio di vendetta... tutte le cose terribili che aveva fatto... tutto questo le apparve all'improvviso così dannatamente... inutile!

Sentendosi improvvisamente esausta, Nualia allentò del tutto la presa sulla sua arma... e la spada cadde a terra con un clangore metallico che riecheggiò per diversi secondi nella grande sala del portale.

"No. Basta così." mormorò, il braccio che scendeva senza forza al suo fianco.

Davanti alla decisione della sua amica, Yan fece un sorriso di sollievo. "Nualia..." mormorò.

Gli occhi del volto senza corpo di Malfeshnekor si spalancarono per il disappunto, e la sua bocca si contorse in una smorfia furiosa! "NUALIA! CHE SIGNIFICA QUESTO?" tuonò l'emissario di Lamashtu. "COS'E' QUESTO TRADIMENTO? CHE TI SALTA IN MENTE? DOVEVI SACRIFICARE QUEL RAGAZZO A MADRE LAMASHTU! RACCOGLI LA SPADA E UCCIDILO! SACRIFICALO! SOLO IO POSSO AIUTARTI A DISTRUGGERE SANDPOINT! NON E' QUESTO QUELLO CHE VUOI? ALLORA OBBEDISCI! SUBITO!"

"Ho cambiato idea." sussurrò Nualia, senza neanche voltarsi. "Non voglio più vendicarmi."

"NUALIAAAAAA!" ringhiò il mostro, in preda alla furia cieca. "NUALIA! OBBEDISCI! FAMMI USCIRE DI QUI! RACCOGLI LA SPADA E UCCIDI QUEL VERME! ALTRIMENTI RESTERO' SIGILLATO QUI DIETRO! FAMMI USCIRE! SUBITO! TE LO ORDINO!"

"No... non ti obbedirò! Ora lo so... per me Yan è più importante di qualsiasi vendetta." rispose lei, con più decisione. "Se questo fa di me una traditrice... e sia."

"GRAAAAAAUUUUUURRRRRGH!" L'urlo di rabbia impotente di Malfeshnekor risuonò nella stanza, un attimo prima che la sua immagine scomparisse di nuovo... e Yan e Nualia restarono in piedi in mezzo alla stanza, in silenzio, l'uno di fronte all'altra. Poco più in là, Reji e Misia stavano raggiungendo i due, ma Nualia non le guardò neanche e si limitò a restare davanti a Yan, troppo sconvolta ed esausta per dire qualcosa.

"Yan? Tutto... tutto bene?" chiese Misia, un po' preoccupata per il silenzio dei due. "E'... è andato tutto bene, vero?"

Reji non disse nulla... ma il modo in cui i due ragazzi di Sandpoint restavano lì, in un silenzio carico di comprensione, le confermò che era andato tutto come sperava.

"Yan... io..." balbettò Nualia. Si bloccò subito, pensando che qualunque cosa avesse detto sarebbe stata inadeguata e sarebbe suonata ridicola. Eppure sentiva di dover dire qualcosa... qualsiasi cosa...

Qualche secondo dopo, Yan la prese in contropiede e le si avvicinò, per poi abbracciarla con affetto! Nualia si irrigidì per un attimo, non più abituata ad un gesto così spontaneo... poi, alzò le braccia e ricambiò l'abbraccio, stringendo con tutte le sue forze.

"Y-Yan... io... non... non merito..." balbettò la aasimar, dando finalmente sfogo a tutta l'amarezza, la tristezza e il desiderio di affetto che si era tenuta dentro in tutto quel tempo. La sua rabbia finalmente cominciava a dissolversi, e si sentiva come se il suo cuore avesse ripreso a battere dopo tanto tempo in cui era rimasto congelato. "Io... Yan, io non pensavo che... che tu... Io... non ti ho più trovato dopo... pensavo... di averti perso... per sempre..."

"Va... va tutto bene, Nualia." rispose gentilmente Yan, accarezzandole i capelli e chiudendo gli occhi mentre si perdeva nel ricordo del loro passato. In realtà, era ben consapevole che la storia non sarebbe potuta finire così - Nualia aveva ancora molta strada da fare, e non si faceva certo illusioni che la sua amica d'infanzia si fosse semplicemente pentita così, da un minuto all'altro, di tutto quello che aveva fatto. Ma, se non altro, quello era un inizio. Un primo passo sulla strada per tornare a camminare alla luce del sole. "Sono qui. Non ti lascio. Puoi fidarti di me."

Nualia non disse più nulla, ma continuò a tenersi stretta al suo amico, il viso immerso nel suo torace. Era una sensazione terribile e al tempo stesso estatica... come se un peso mostruoso le fosse finalmente stato tolto dal cuore. Dopo tutto quel tempo, aveva finalmente ritrovato un minimo di serenità. Ora non le interessava più vendicarsi di Sandpoint.

Dopo essere rimasti abbracciati a lungo, Yan e Nualia si separarono con un po' di riluttanza, e il ragazzo volse lo sguardo a Reji e a Misia, che erano rimaste a guardare da distanza di cortesia. La ragazzina Tian alzò una mano in segno di saluto e sorrise garbatamente, mentre Misia sembrava al settimo cielo per come era finita la battaglia.

"Ce l'hai fatta, Yan..." disse Reji con un sospiro sollevato.

Il ragazzo rispose con un cenno affermtivo della testa e un sorriso, prima di presentare a Nualia le due ragazze. "Nualia... loro sono due delle mie compagne." affermò. "Reji è un'esperta di arti marziali proveniente dal Minkai... e Misia è un oracolo di Magnimar. Loro sono... due delle compagne che mi hanno accompagnato fin qui."

Nualia guardò le due ragazze con una certa indifferenza. Personalmente, non le importava nulla di loro, ma se erano amiche di Yan, allora meritavano almeno il suo rispetto. La aasimar fece un cenno con la testa, sentendosi improvvisamente in imbarazzo. Queste erano le persone che lei e i suoi uomini avevano cercato di uccidere fino a poco prima, tutto sommato. "Tsuto... e gli altri... dove sono?" chiese Nualia con un sospiro rassegnato. Anche ora, Nualia non si faceva illusioni su quale sarebbe stato il suo destino.

"Sono sicura che Eli e gli altri li abbiano messi fuori combattimento." rispose Misia. "Ora però... vedo che qui non abbiamo più niente da fare. Andiamo via da qui. Recuperiamo gli altri, torniamo a Collecardo... e da lì si torna indietro."

"Yan, io..." cominciò a dire Nualia, non sentendosela ancora di ritornare a Sandpoint. Anche se non desiderava più la rovina di quella città, non si sentiva ancora pronta a tornare nel luogo della sua travagliata infanzia. Senza prestare attenzione a dove metteva le mani, Nualia si appoggiò su un bracciolo del trono di marmo che dominava la stanza... e, con sua grande sorpresa, lo sentì muoversi. Un istante dopo, lei e Yan sentirono uno strano suono, un ronzio che aumentò lentamente di volume... e sul trono apparve una figura traslucida che i quattro scambiarono inizialmente per un fantasma. Yan mise di nuovo mano alla spada e si piazzò rapidamente tra Nualia e la figura, mentre Misia alzò una mano per preparare un incantesimo mentre la figura seduta sul trono prendeva forma...

"E quello... quello chi diavolo è?" esclamò Reji. "Che sta succedendo?"

La figura incorporea sembrò non accorgersi neanche della presenza di Yan e delle ragazze, e si limitò ad alzarsi con tutta calma. Yan provò a sferrare un colpo con la sua spada... ma la lama passò attraverso il corpo incoerente della figura, e il ragazzo non ebbe altra scelta che restare indietro per osservarla meglio...

"Chi sei tu? Che stregoneria è mai questa?" esclamò Yan. "Nualia, tu ne sai qualcosa?"

La aasimar dai capelli bianchi scosse la testa. "No... no, è la prima volta che la vedo, io stessa..."

"Il tempo è venuto..." disse la figura incorporea. Un uomo alto e longilineo, avvolto in elaborate vesti verdi dalle orlature dorate, con i capelli neri legati in due code dietro la nuca e un volto affilato, dall'espressione intensa, amareggiata, cinica e crudele. Essendo più vicini all'apparizione, Yan e Nualia riuscirono a vedere numerose gemme di vari colori incastonate nella fronte e nei dorsi delle mani dell'uomo, che si alzò dal suo trono e si rivolse ad una platea immaginaria...

"...ma io vi comando di restare. Siate testimoni del mio potere, di come la meschina ira di Alaznist non sia che una fiammella paragonata alla mia forza. Portatevi dietro nella tomba le mie ultime opere, e che le loro memorie siano i vostri ultimi ricordi. Così ha parlato Karzoug, Signore delle Rune dell'Avarizia."

Con queste parole, la figura scomparve, e la sala del trono tornò silenziosa...                              

  

 

oooooooooo

               

CONTINUA... 

 

 

 

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Capitolo 22
*** Interludio 1: Avventurieri di Varisia ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

Ed ora... un piccolo interludio, che si svolge in un universo parallelo...

Vediamo se chi conosce Pathfinder come me riconosce alcuni dei personaggi!  

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE 

Interludio 1 - Avventurieri di Varisia

 

Un altro luogo...

O, per l'esattezza, un altro tempo...

Un'altra realtà...

Un ipotetico universo separato e distinto ma coesistente...

 

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La battaglia era stata ardua e sanguinosa.

I difensori di Collecardo avevano lottato dapprima con decisione, e infine con rassegnata disperazione, cercando di trascinarsi dietro quanti più possibile degli avventurieri che erano intervenuti per proteggere Sandpoint. Ma alla fine, anche la feroce sacerdotessa di Lamashtu era stata sconfitta... e ora, Nualia Tobyn giaceva a terra senza vita davanti all'altare sconsacrato, con un'espressione di pace sul volto, come se nella morte si fosse finalmente liberata da quella rabbia disperata che l'aveva attanagliata in vita. Il corpo della aasimar corrotta mostrava i segni della lotta... e in particolare, il colpo di scimitarra al torace che aveva posto fine alla sua tormentata esistenza.

Trionfante ma provata, la chierica dalla pelle scura e dai lunghi abiti che aveva sferrato il colpo decisivo era in piedi accanto al corpo di Nualia, e la guardava con un misto di tristezza e compassione. Fino alla fine aveva sperato che ci potesse essere un altro modo per risolvere la questione... ma alla fine, le parole non erano state sufficienti, e la soluzione al fine di proteggere gli abitanti di Sandpoint era stata una sola.

Con un gesto solenne, la chierica chiuse gli occhi a Nualia. "E' triste, ma doveva finire così." affermò con un sospiro. "Il tuo dolore non può essere una scusa per fare del male agli altri. Prego comunque Sarenrae dalla misericordia infinita perchè abbia pietà della tua anima."

Un uomo sulla tarda ventina, alto e dal fisico imponente, con lunghi capelli neri, il viso segnato da diverse cicatrici, vestito di abiti consunti ma funzionali e con addosso un pesante pettorale in acciaio, si avvicinò al corpo di Nualia e sospirò a sua volta, scuotendo la testa. "Che brutta fine, povera pazza." commentò con voce profonda.

Poco dietro di lui, una giovane donna vestita di eleganti ma rivelanti abiti rossi, con lunghi capelli bianchi e la pelle del viso e degli arti segnata da intricati tatuaggi mistici di colore azzurro vivo, appoggiò una mano sulla spalla dell'uomo. "Nualia ha fatto le sue scelte, Valeros. Noi abbiamo fatto quello che dovevamo per difendere quante più persone possibile." disse la donna.

Il guerriero di nome Valeros disse di sì con la testa. "Sì, Seoni, hai ragione." affermò. "Però... non significa che non possa dispiacermi per lei."

"Beh, se non altro... il culto di Lamashtu è stato sgominato. E intanto... noi ci prendiamo un bel po' di bottino!" rispose il quarto membro del gruppo - una femmina di elfo alta e snella, con lunghi capelli bianchi e con addosso un costume intero di cuoio rosso e numerosi piccoli foderi, in ciascuno dei quali era riposto un pugnale o un coltello da lancio. "Che ne dite, ragazzi? Credo che varrà la pena di cercare un po' in giro e... beh, visto che questi adoratori di demoni non se ne fanno più nulla di tutte quelle loro belle monetine, ce le pigliamo noi!"

"Merisiel, cara..." rispose la chierica dagli abiti lunghi, con un sorriso che esprimeva pazienza e un pizzico di esasperazione. "Pensavo di averti già avvertito sui rischi che la venalità può comportare."

L'elfa ridacchiò e fece un occhiolino alla chierica. "E dai, Kyra, tesoro, non c'è niente di male se destiniamo quegli oggetti di valore ad uno scopo più degno. Magari per affittarci una camera al Drago Arruginito, noi due da sole..."

Kyra si mise una mano dietro la nuca, imbarazzata, e Merisiel scoppiò in una risata argentina. "Beh, in fondo sono d'accordo con Merisiel... non c'è niente di male se facciamo del bene a Sandpoint e ci guadagniamo anche qualcosa." rispose il guerriero di nome Valeros. "Comunque, diamo un'occhiata in giro. Non si sa mai quali mostruosità possano essersi portati dietro gli adoratori di una dea demoniaca... Hey, Ezren? Harsk? Avete trovato qualcosa di sospetto, per caso?"

Gli ultimi due membri del gruppo - un nano tarchiato e robusto dalla lunga barba rossiccia che portava con sè una minacciosa balestra a ripetizione, e un uomo sulla tarda cinquantina vestito di blu, con i capelli grigi e barba e baffi ben curati - stavano dando un'occhiata in giro per essere sicuri che non ci fossero altri problemi. "No, qui sembra tutto a posto." replicò un po' bruscamente il nano, Harsk. "Anche se immagino che abbiano lasciato qualche brutta sorpresa più in basso. Ezren, tutto ok da te?"

Il vecchio vestito di blu, il mago Ezren, lanciò un semplice incantesimo per verificare se ci fosse qualche magia in atto... e con sua grande sorpresa, una forte aura magica provenne dall'ingresso della cappella sacrilega, un attimo prima che una figura dall'aspetto misterioso apparisse all'ingresso, una mano alzata in segno di saluto. Incuriosito, Ezren si voltò verso il nuovo arrivato e lo fissò con attenzione - era un uomo alto, dal fisico robusto e dall'aspetto affascinante e magnetico.

"Salute a voi, stranieri." disse l'uomo, con una voce profonda, calda e gentile. Mosse due passi all'interno di quel luogo sacrilego, appartemente indifferente alla soffocante aura maligna che proveniva da esso. "Avete svolto un ottimo lavoro. Attaccare Collecardo e spazzare via i cultisti di Lamashtu. Devo ammettere che in voi c'è un notevole potenziale." Gettò uno sguardo sprezzante al corpo senza vita di Nualia. "Non dispiacetevi per lei. Era un'eretica, un'adoratrice di demoni e una pazza furiosa. Nessuno sentirà la sua mancanza."

Kyra corrugò la fronte. "Era un essere umano, e se fosse stata trattata come tale, forse ora non ci troveremmo in questa situazione." ribattè, mentre osservava meglio il nuovo arrivato. Il suo corpo atletico e dai muscoli ben definiti era solo parzialmente coperto da un'elegante veste di seta rossa sulla quale erano ricamati dei complessi segni runici dorati, e decorato da dei tatuaggi rossi che rappresentavano una sorta di pentacolo. I suoi capelli castani scuri, lunghi fino alle spalle e gentilmente ondulati, incorniciavano un volto dallo sguardo intenso, con baffi e barba appena accennati, e un altro tatuaggio rosso attorno all'occhio destro. La sua bellezza era qualcosa di glorioso, e Kyra doveva ammettere che se fosse stata interessata romanticamente agli uomini - e se non avesse già avuto una persona a cui aveva donato il suo cuore - avrebbe anche potuto sperimentare il cosiddetto "amore a prima vista" verso di lui.

"E comunque... tu chi saresti? Come mai sei così interessato a quello che facciamo?" chiese Valeros. Il mercenario aveva rinfoderato le spade, ma continuava a fissare il nuovo arrivato, in modo da fargli capire che non poteva pensare di apparire loro davanti ed aspettarsi la loro fiducia.

Sotto lo sguardo indagatore dei sei avventurieri, l'uomo vestito di rosso si fermò e sorrise garbatamente. "Quello che poteva o non poteva essere non ha importanza in questo momento." affermò, sorridendo tra sè con velata ironia. "Quello che vi interessa sapere è che proprio adesso, mentre stiamo parlando, la ruota del fato sta girando, e un periodo di grandi sconvolgimenti sta per iniziare per Varisia e per tutto Golarion. E sono convinto... che voi giocherete un ruolo fondamentale nel dare inizio ad una nuova era, molto migliore di questa."

"Ma davvero?" chiese l'anziano Ezren, picchiettando per terra con il suo bastone. "E dicci, in cosa consisterebbe il nostro... ruolo? Siamo pur sempre delle persone dotate di una loro volontà. Potremmo non essere disposti ad assumere il ruolo che qualcun altro ha deciso per noi."

"Oh, non voglio certo costringervi. Solo... avvertirvi." affermò il misterioso individuo, tenendosi a distanza di sicurezza dal gruppo. "Non siete certo voi gli unici che potranno avere un ruolo importante nel corso di questa storia, e le possibilità in gioco sono tante che farebbero girare la testa anche al più erudito degli uomini. Ma... per ora, lascerò che siate voi a scoprire qualcosa di più. Col tempo, vi renderete conto della verità delle mie parole. Ci rivedremo più avanti. E ne discuteremo con maggiore dovizia di particolari."

Con un movimento lento ed elegante, l'uomo si voltò per andarsene... ma Seoni, la donna tatuata, lo richiamò con un gesto del braccio destro. "Aspetta un momento, tu!" esclamò con tono autoritario. "Se dici che ci incontreremo ancora in futuro, dovresti almeno farci sapere il tuo nome, non credi?"            

L'uomo si fermò di colpo e guardò verso il gruppo di avventurieri, senza mai perdere quell'espressione cortese ed affabile... ma vagamente sprezzante.

"Il mio nome è Kazsethil." disse infine. "E conto di lavorare con voi all'avvento della nuova era."

 

 

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CONTINUA... 

 

 

 

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Capitolo 23
*** Ritorno a Sandpoint ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE 

Capitolo 21 - Ritorno a Sandpoint

 

"Allora... aspetta un momento, fatemi capire..." disse Eli, mentre si avvicinava al trono di marmo, poco dopo la fine della battaglia che aveva segnato la sconfitta del culto di Lamashtu di Collecardo. "Mi state dicendo... che non appena avete finito di combattere, avete visto questa figura che dava degli ordini a... a... dei servitori che ora non esistono più? E ha detto di essere... nientemeno che un Signore delle Rune? Ow!"

"Stai un po' ferma, Eli! Devo pur medicarti quella ferita!" esclamò Misia con una certa irritazione, vedendo che la sua amica non restava ferma entre lei cercava in qualche modo di bendarle la parte alta del braccio sinistro. La mezzelfa sospirò e si fermò giusto un attimo, chinandosi sulle ginocchia in modo tale che Misia potesse medicarla come si deve.

"Va bene, va bene... fai piano, Misia, okay? Non sei proprio delicata come dovresti!" rispose Eli. Misia alzò le spalle e riprese ad avvolgere delle garze attorno al braccio della sua amica.

"Uff... okay, riformulo la domanda." disse Eli, rivolgendo uno sguardo deciso al gruppo riunito davanti a lei. I suoi compagni d'avventura, compreso Orik, erano in piedi davanti a lei... e con loro. con grande compiacimento della giovane maga, c'era anche Nualia, viva e vegeta anche se ammaccata e con le mani legate dietro la schiena. La aasimar dai capelli bianchi era in piedi accanto a Yan, con espressione illeggibile... ma era evidente che non era più interessata a combattere, e sembrava essersi rassegnata al suo destino.

"Dopo che Nualia si è arresa... voi avete visto una figura simile ad un fantasma apparire su quel trono lì." Eli riassunse ciò che le era stato raccontato. "E questa figura ha detto di essere Karzoug, l'ultimo Signore delle Rune dell'Avarizia, e ha dato degli ordini ai suoi servi? Da come me ne parlate, mi dà l'impressione di essere un'immagine magica programmata per dare disposizioni ai suoi uomini..."

"Beh... detto in poche parole... sì, è proprio questo quello che abbiamo visto." rispose Reji. "Yan ha anche cercato di attaccarlo, ma non gli ha fatto niente, e la figura che è apparsa sul trono non si è nemmeno accorta di essere stata attaccata. Quindi... sì, mi viene da pensare che fosse un'immagine programmata."

Misia finì di avvolgere la benda attorno al braccio di Eli, che ringraziò con un cenno della testa e si diresse verso la persona che probabilmente sapeva di più di quella storia - la aasimar in armatura nera e dal ventre sfregiato che attendeva in silenzio accanto a Yan. Eli guardò in direzione della giovane, che alzò lentamente lo sguardo e incontrò gli occhi della mezzelfa. Ormai non c'era più alcuna traccia di ostilità nello sguardo di Nualia - forse ancora un'espressione rabbiosa, un comprensibile fondo di rancore verso Sandpoint, ma non c'era più il desiderio di combattere. C'era soltanto un'espressione di calma accettazione di ciò che sarebbe venuto in seguito... e probabilmente, anche di sollievo per non aver dovuto concludere lo scontro con la morte sua o di Yan.

"Tu eri il capo di questi cultisti, giusto?" le si rivolse Eli, con fredda e decisa calma. "Nualia Tobyn, la figlia adottiva di Padre Ezakien Tobyn... Yan mi ha parlato di te."

"Inutile negarlo, a questo punto. Sì, ero io a capo di questo gruppo. Ma ormai avete mandato all'aria la mia setta... e io ho rifiutato di obbedire a Lamashtu e al suo emissario. Non credo proprio che mi riprenderebbero." rispose Nualia a voce bassa, come se all'improvviso si sentisse terribilmente stanca e spossata... e in effetti, la verità non era molto diversa. "Ma... non sapevo niente di questo... Karzoug. So soltanto... che è stato l'ultimo Signore delle Rune dell'Avarizia, e che è morto assieme a tutti gli altri nel Cataclisma."

"Ma chiaramente, questo Karzoug si aspettava di ritornare, un giorno." commentò Orik. Il mercenario raggiunse il trono e toccò i braccioli, senza ottenere alcun risultato. "Com'è che avete fatto ad attivare quell'immagine, a proposito?"

Nualia si voltò lentamente verso il trono. "Toccando la parte terminale del bracciolo." spiegò brevemente, con un tono quasi indifferente, e indicò il punto esatto con un dito. L'uomo raggiunse il trono e toccò il punto che gli era stato indicato... ed immediatamente, un ronzio inquietante risuonò nella sala del portale, e l'immagine del Signore delle Rune di nome Karzoug apparve seduta sul trono. Con un'esclamazione stupita, Orik fece un passo indietro e sferrò un affondo con la sua spada, ma anche questa volta il colpo non ebbe alcun effetto sulla visione magica.

"Quello... quello era l'ultimo Signore delle Rune dell'Avarizia?" si chiese Eli. C'era qualcosa in quella figura che la spaventava... era come se riuscisse a percepire la terribile e soverchiante aura magica che si irradiava dal corpo di quell'uomo, anche se si trattava soltanto di un'illusione creata da qualche magia antica.

L'illusione di Karzoug ripetè le parole che aveva detto prima, senza alcuna variazione nel tono, nell'accento, nella cadenza, nemmeno nei gesti che faceva... e infine scomparve, ma le sue parole continuarono a riecheggiare nella sala per diversi secondi.

"Per la miseria... certo che questo Karzoug aveva pensato a tutto." commentò Jolan, guardando con stupore il trono di marmo dal quale la figura illusoria si era alzata. "Ma... Eli, esattamente com'è andata, tutto quel tempo fa? I Signori delle Rune facevano il bello e il cattivo tempo... e poi, sono scomparsi nel Cataclisma?"

"Sì, più o meno è andata così." rispose la maga con gli occhiali. "Evidentemente, questo Karzoug ha lasciato delle istruzioni ai suoi servitori per quando questa posizione fosse caduta. Ma ormai... ormai la cosa non ha più importanza. I Signori delle Rune sono morti da tanto tempo... sono soltanto una pagina antica della storia di Varisia, quando questa ancora si chiamava Thassilon."

Shalelu disse di sì con la testa. "Già... anche se, effettivamente, una scoperta del genere farebbe gola alla società dei Pathfinders... e credo che anche il professor Quink, lì a Sandpoint, sarebbe entusiasta di vedere tutto questo! Basta che ci assicuriamo che non ci siamo altri problemi..." L'elfa strizzò un occhio e si portò una mano allo stomaco, massaggiandosi il punto in cui la freccia di Bruthazmus l'aveva colpita. La ferita si era in parte rimarginata, e Misia aveva fatto il resto, coprendola con delle bende improvvisate.

"Non si sforzi, signorina Shalelu... credo che anche con gli effetti della pozione guaritrice, ci vorranno due o tre giorni prima che quel buco si chiuda del tutto." disse Misia, indicando l'addome della cacciatrice elfa, che la rassicurò con un cenno della testa.

"Tranquilla, Misia. Sono sopravvissuta a cose peggiori. Credo." rispose, per poi prendere un bel respiro e rimettersi in piedi senza alcun apparente fastidio. Detto questo, si fece un appunto mentale di prendersi un giorno di riposo. "Adesso, è più importante sapere se c'è altro a cui dovremmo stare attenti, qui nelle catacombe." 

"Nualia... non c'erano altri mostri nascosti, vero?" chiese Yan alla sua amica d'infanzia, che ancora restava ferma dov'era senza fare nulla nè dire una parola. Anche se ora la sua furia sembrava essersi placata, la aasimar sembrava disinteressata a quello che le stava attorno. La presenza e la voce di Yan la spronavano a reagire e a rispondere meglio di qualsiasi altra cosa.

Dopo un attimo di esitazione, Nualia diede la risposta. "Non... dovrebbero essercene. Erylium ha attirato verso di voi tutti i mostri che vivevano nei sotterranei." affermò. "Ma... se scendete nella cripta, ci potrebbero essere delle ombre, i rimasugli di coloro che combattevano per Karzoug nei tempi appena prima del Cataclisma." Con un gesto esitante, Nualia si portò una mano al collo e afferrò un oggetto che fino a quel momento era rimasto nascosto sotto il suo pettorale di acciaio nero, per poi farlo vedere al suo amico d'infanzia. "E' lì... è lì che ho trovato questo..."

"Cosa? Posso vedere? Di cosa si tratta?" chiese Yan, rivolgendo tutta la sua attenzione a quello strano oggetto: una sorta di medaglione fatto di un metallo sconosciuto, che rappresentava lo stesso simbolo della stella a sette punte che avevano già visto nel dungeon sotto la vetreria dei Kaijitsu. "Accidenti... è lo stesso che abbiamo già visto là sotto! Vieni a vedere, Eli."

La mezzelfa diede un'occhiata al medaglione che rappresentava il Sihedron, ed ebbe la conferma di ciò che sospettava. "Sì... è proprio il Sihedron. Questo non fa che confermare che questo posto fosse importante per il Signore delle Rune che governava questo posto. Permettetemi di fare un controllo..."

Nualia si ritrasse di un passo, guardando con sospetto la mezzelfa mentre quest'ultima lanciava una semplice magia di individuazione. Agli occhi di Eli, il medaglione metallico cominciò ad emettere una strana aura purpurea, il che confermava che in effetti conteneva un certo potere magico. Ma non era ancora in grado di stabilire con esattezza cosa facesse. "Sì, questo medaglione emette una tenue aura magica. Forse è meglio portarla a Sandpoint e darla in consegna al professor Quink. Sono sicura che sarà entusiasta di vedere questo ntico reperto.

Nualia non cambiò espressione, ma si scoprì abbastanza sorpresa nel sentire ancora una volta quel nome dopo cinque anni di esilio volontario dalla sua città natale. Brodert Quink... era quell'eccentrico insegnante con l'ossessione per la storia di Varisia? Lei non aveva mai fatto caso a quell'uomo nel corso della sua infanzia e adolescenza, ma aveva certamente sentito parlare delle sue stravaganze e dei meriti di cui si vantavacome ricercatore e storico. Evidentemente, anche adesso, c'erano delle cose che non erano cambiate, lì a Sandpoint.

"In ogni caso... adesso credo che possiamo dare un'occhiata al resto del dungeon, e vedere se troviamo qualcosa di interessante." continuò Jolan. "Poi... possiamo raccogliere i prigionieri, tornare a Sandpoint e comunicare che abbiamo sistemato la questione."

"Dobbiamo anche tornare a prendere Shadowmist dai nostri amichetti goblin... e c'è anche un'altra questione che deve essere sistemata." disse Yan, rivolgendo uno sguardo comprensivo a Nualia. Ancora una volta, la sua amica d'infanzia non cambiò espressione... ma il ragazzo era sicuro di averla vista tremare alla menzione della sua città natale. Chiaramente, non voleva tornare lì... e sicuramente, per la gente di Sandpoint non sarebbe stata la benvenuta.

"Ascoltate... non... non posso dire di essere un esperto di queste cose..." azzardò il giovane spadaccino. "Ma... portare Nualia a Sandpoint... non credo sarebbe un bene, nè per la gente di Sandpoint, nè tantomeno per Nualia stessa. Potremmo... evitare di farla tornare lì, da quelle parti? Mentre noi... parliamo con la signora Deverin e gli altri, io potrei restare fuori con Nualia e tenerle compagnia. Credo... credo che sarebbe importante."

La aasimar non disse nulla, ma si avvicinò a Yan e si aggrappò al suo braccio destro, tenendolo stretto a sè con la stessa disperata determinazione che avrebbe avuto un naufrago nell'avvinghiarsi ad un pezzo di legno.

"Per me non ci sarebbero problemi. Ma non credo di avere esattamente voce in capitolo." disse Orik con un sospiro. Per quanto lo riguardava, Nualia era semplicemente la persona che lo pagava per combattere prima che il gruppo di Eli gli facesse un'offerta migliore, e non si sentiva emotivamente investito in quella decisione. Era meglio lasciare che fossero gli abitanti di Sandpoint a decidere... e il mercenario guardò in direzione di Shalelu prima e di Jolan poi.

"Che cosa avresti in mente, Yan?" chiese Eli, non senza una certa preoccupazione. "Sai bene anche tu che per quanto noi possiamo offrire compassione a Nualia e darle un'altra possibilità, la gente di Sandpoint esigerà che lei paghi per le sue azioni."

La aasimar non rispose, ma si tenne ancora più stretta al braccio di Yan. Il ragazzo doveva ammettere che Eli aveva ragione... e che per quanto gli dispiacesse per quello che Nualia aveva passato nella sua infanzia, quello che aveva fatto non era scusabile, e Nualia meritava di essere punita. Ma... se avessero lasciato fare a quelli di Sandpoint, Nualia avrebbe avuto senza dubbio la pena di morte, e Yan non voleva che finisse così. Voleva che Nualia avesse un'altra possibilità... ma come fare a convincere il sindaco Deverin e gli altri?

Shalelu guardò a sua volta verso Nualia. "Ammetto che... non credo che questo cambio di bandiera all'ultimo momento basti a riscattare tutto il male che hai fatto. E se la decisione spettasse unicamente a me, lascerei i cittadini di Sandpoint a decidere la tua sorte." affermò. Ancora una volta, non ci fu alcuna reazione da parte della ragazza dai capelli bianchi, che sembrava essersi chiusa in un rassegnato mutismo. "Ma... anche se considero Sandpoint come la mia seconda città natale e ho giurato di proteggerla con tutte le mie forze, non sono propriamente una sua cittadina. Sicuramente il sindaco Deverin e il buon vecchio Belor hanno più diritto di me di decidere."

Jolan si sfregò il mento, mentre Misia lo guardava con espressione ansiosa, e Reji attendeva preoccupata accanto a Yan e alla sua amica d'infanzia. Il ragazzo, dal canto suo, stava cercando di pensare ad una soluzione per quel dilemma. Sicuramente ci poteva essere un sistema per accontentare tutte e due le parti...

Dopo alcuni minuti passati ad attendere in silenzio, il giovane spadaccino ebbe l'impressione che gli fosse venuta un'idea accettabile, e decise di proporla ai suoi compagni. "Sentite... io... vorrei chiedervi se poteste fare una proposta ai cittadini di Sandpoint, quando torneremo lì." affermò. "Io resterò fuori con Nualia... e voi, se poteste chiedere al sindaco e allo sceriffo... ammesso che sia tornato... se si possa mettere in pratica il suggerimento che vi farò..."

"Hai un'idea di come fare, Yan?" chiese Reji con evidente interesse. "Se fosse possibile risolvere tutto questo in un modo che convenga ad entrambe le parti..."

Yan si schiarì la voce e incontrò lo sguardo di Nualia, i cui occhi esprimevano un misto di speranza, confusione e rabbia... una rabbia che ancora una volta non era diretta a lui, ma alla città che aveva reso la sua vita così amara. Nualia abbassò la testa subito dopo, quasi come se volesse rimproverarsi per aver osato sperare in qualcosa di più di quello che le era già toccato in sorte. Sapeva quale fosse la sua posizione... e già ritrovare il suo amico d'infanzia e riconciliarsi con lui era più di quanto osasse aspettarsi.

Ma il giovane spadaccino non si accontentava di aver semplicemente ritrovato la sua amica. Quello che voleva era che Nualia potesse rifarsi una vita... e non si sarebbe rassegnato tanto facilmente. "Okay. Questo è quello che mi è venuto in mente." rispose. "So che è una richiesta un po' egoista, e ditelo pure alla signora Deverin... ma quello che chiedo è di rinunciare alla mia parte di ricompensa, in cambio del permesso di portare Nualia con noi."

Tutti, chi più chi meno, restarono sbalorditi dall'idea di Yan... ma Reji fu rapida a pensarci su e ad assentire. "Ma certo, perchè no?" esclamò la giovane monaca. "Se... se Nualia viaggiasse con noi... forse sarebbe un'occasione per conoscerci meglio e per darle una mano! E lei avrebbe la possibilità di guadagnarsi una vita migliore di quella che ha passato fino a questo momento! Non credete anche voi?"

"Beata ingenuità... ma sono d'accordo, in realtà... potrebbe essere una buona idea." rispose Eli, dopo averci riflettuto su per un attimo. Forse Reji la faceva un po' troppo facile... ma questa idea probabilmente offriva a Nualia maggiori possiblità di sopravvivere e di rendersi conto di quello che aveva fatto. Sarebbe stata la cosa migliore, se davvero Nualia si fosse resa conto di quello che stava facendo, e avesse avuto la possibilità di redimersi. "Tu, Nualia... che cosa ne pensi?"

La aasimar sobbalzò e volse la testa da un'altra parte, come se volesse dire che non se la sentiva di rispondere... ma quando sentì Yan accarezzarle la testa, si fece coraggio e fece la domanda che da un po' le ronzava in testa. "Perchè state facendo questo?" chiese, la voce a malapena più alta di un sussurro. "Perchè vi state prendendo tanto disturbo per me? Tu, Yan... non mi sorprende che tu lo faccia... ma gli altri? Se devo essere sincera... loro non rappresentano niente per me, nè io per loro. Quindi, perchè vi date tanto disturbo...?"

"Non farti troppe illusioni, Nualia Tobyn. Per quanto riguarda me, tu sei una pericolosa minaccia alla città che amo... o meglio, lo eri fino a pochi minuti fa." tagliò corto Shalelu. "Ma anch'io penso che darti un'altra possibilità potrebbe essere meglio nel lungo termine. Se saprai dimostrare di esserne degna..."

Eli annuì tenendo le braccia conserte. "Mi sembra ragionevole. E' una seconda possibilità quella che ti stiamo dando, Nualia. Non è una cosa che capita a tutti... e credo che il nostro amico Orik qui presente possa esserne testimone." affermò. Il mercenario si sfregò la fronte per un istante, un gesto che Jolan interpretò come imbarazzo, e confermò le parole di Eli con un cenno.

Nualia non fece alcun commento, e si limitò a restare ferma dov'era, come se le parole di Yan e del suo gruppo l'avessero scossa. Adesso che aveva abbandonato il suo intento di distruggere Sandpoint, provava una strana sensazione... come se fosse da poco uscita da un labirinto nel quale era rimasta bloccata per tanto tempo, e adesso che vedeva di nuovo la luce del sole, tutto il tempo passato al buio l'avesse lasciata indifesa ed impreparata. In cuor suo, stava probabilmente cercando un altro scopo per la sua vita, qualcosa che non si limitasse alle persone che le avevano dato quella seconda chance.

"Nualia..." Yan la chiamò, una mano sempre appoggiata sulla spalla in segno di supporto. La aasimar dai capelli bianchi alzò una mano con esitazione e la mise su quella di Yan, provando il bisogno di sentire la sua presenza e il suo calore. In quel momento, erano l'unica certezza sulla quale poteva contare.

"Puoi fidarti di loro, Nualia. Anche loro vogliono aiutarti." rispose tranquillamente il ragazzo. "Ma... non sentirti sotto pressione. Ti chiedo solo... di dare loro una possibilità."

Nualia non disse nulla, ma sentì che per la prima volta dopo tanto tempo qualcosa cominciava a muoversi nel suo cuore. Lasciandosi almeno per adesso prendere la mano dalle emozioni da poco riscoperte, la aasimar si avvicinò a Yan e lasciò che una lacrima le scivolasse lungo la guancia. Il suo unico e più grande amico era di nuovo lì con lei, al suo fianco... e adesso, avrebbe fatto tutto il possibile per non essere più separata da lui. Se questo voleva dire seguirlo in chissà quale avventura da qualche parte di Varisia... magari anche rischiare la vita per combattere al suo fianco... era un prezzo che Nualia era disposta a pagare.

"Grazie, Yan..." disse Nualia. "Farò... quello che posso per aiutarti. Non ti lascerò questa volta..."

Yan fece un piccolo sospito. Come immaginava, al momento a Nualia non interessava nulla dei suoi compagni... ma se non altro, era riuscito a sottrarla dall'orribile strada che stava percorrendo, ed era sua speranza che lentamente, gradualmente, la sua amica avrebbe potuto riscoprire quella che era una volta. Forse era un po' troppo ottimista, ma se già era riuscito a farla desistere dai suoi intenti di vendetta... allora c'era qualche possibilità.

"Ascolta, Yan..." disse Nualia in un sospiro. "Il culto che avevo creato... ormai non ha più ragione di esistere. Tutto... tutto quello che io e i miei seguaci abbiamo racimolato... vi posso dire dov'è. Che almeno vi possa essere utile... o se potete restituirlo ai legittimi proprietari..."

"Oh? Beh, sicuramente apprezziamo l'aiuto." rispose Jolan. "Dicci pure dove si trova... a condizione che non sia un trucco per farci fuori, si intende."

"Non potrei mai ingannare Yan. E come ho appena scoperto, non potrei mai fargli del male." rispose la aasimar scuotendo la testa. "E anche se non mi importa nulla di voi personalmente, Yan vi considera suoi amici, quindi... non oserei mai fare del male neanche a voi."

"Beh, è già qualcosa. Un passo alla volta." pensò tra sè Yan.

 

oooooooooo

 

Non ci volle molto, giunti a quel punto, per completare l'esplorazione del dungeon di Collecardo. Come Nualia aveva detto, il culto aveva raggranellato una discreta quantità di soldi e i oggetti utili nella loro breve ma intensa attività. Dopo aver raccolto tutto quello che potevano e aver recuperato i malfattori catturati, gli avventurieri erano tornati alla dimora dei goblin, dove il nuovo capo Tup e il suo consigliere Gogmurt li avevano accolti con tutti gli onori, anche se Shalelu si sentiva, comprensibilmente, ancora un po' a disagio in mezzo a tanti goblin. Non riusciva a togliersi del tutto dalla testa l'idea che i goblin stessero semplicemente cercando di far loro abbassare la guardia per poi tradirli...

Per fortuna, Tup si era rivelato essere più affidabile ed onorevole di quanto non lo fossero normalmente quelli della sua razza. Nonostante ci fosse ancora qualcuno tra i goblin che doveva abituarsi all'idea di comportarsi in maniera più civile e smetterla di fare i predoni, il nuovo capo stava avendo abbastanza successo, e fino a quel momento era riuscito a guadagnarsi il rispetto dei meno convinti. Dopo la difficile ed estenuante avventura nelle catacombe, Yan e gli altri erano stati contenti di potersi prendere un po' di riposo presso degli alleati fidati... e una volta giunta la mattina successiva, Yan aveva recuperato lo stallone Shadowmist - con enorme sollievo di Gogmurt e di tutta la comunità di Collecardo - e il gruppo era partito di nuovo per Sandpoint, salutati da una marea di goblin in pieno delirio, con tanto di canzoncina di arrivederci. Canzoncina che Misia aveva fatto in modo di appuntarsi su un foglio di pergamena, senza farsi vedere dai superstiziosi goblin...

E finalmente, dopo un viaggio che era sembrato molto più lungo di quanto non fosse stato all'andata, il gruppo era tornato a Sandpoint... o meglio, la maggior parte del gruppo, visto che Yan e Nualia erano rimasti fuori, senza neanche farsi vedere dagli abitanti del villaggio costiero. Eli e il resto del gruppo erano rientrati a Sandpoint, portando con loro Shadowmist, e nel giro di pochi minuti, la voce che gli avventurieri erano tornati vincitori, e per di più con due dei capi del complotto catturati, si era diffusa per tutto il villaggio, e gli abitanti erano corsi fuori dalle case in massa per accogliere come si doveva i loro salvatori. Inutile dirlo, i festeggiamenti e gli applausi si sprecavano, e i ragazzi si ritrovarono a doversi destreggiare tra ammiratori ed entusiasti che li ringraziavano per le loro azioni. L'unica cosa che aveva trattenuto solo in parte l'allegria generale era stato il fatto che non vedevano Yan da nessuna parte, e cominciavano a temere che fosse rimasto ucciso durante l'esplorazione di Collecardo - ma era durato soltanto finchè Eli aveva spiegato che il giovane spadaccino era semplicemente rimasto fuori città per motivi personali. 

Una buona notizia attendeva gli eroi al loro ritorno - lo sceriffo Belor stava finalmente per tornare da Magnimar, portando con sè un piccolo squadrone di soldati che almeno per un certo periodo avrebbero dato una mano affinchè la legge e l'ordine a Sandpoint fossero protetti. Tsuto e Lyrie, i due membri superstiti e non pentiti del culto fondato da Nualia, erano stati messi rapidamente in manette e condotti in prigione. Il sindaco Kendra Deverin e il buon Padre Zantus avevano rapidamente fatto i preparativi per accogliere gli eroi e festeggiare il successo della loro missione, e nel giro di appena due ore, dopo che il sindaco e il sacerdote erano stati aggiornati su quanto era successo durante la spedizione, il gruppo era riunito nella piazza principale della cittadina costiera, davanti al santuario di Desna da poco aperto al pubblico.

"Noi tutti di Sandpoint siamo riconoscenti a queste persone che possiamo tranquillamente definire i nostri eroi." stava dicendo in quel momento Kendra, una mano appoggiata sulla spalla di Shalelu mentre con lo sguardo scorreva anche il resto del gruppo. "Quando forze oscure hanno tramato contro di noi, attentando alla pace e alla sicurezza che così faticosamente eravamo riusciti a riconquistare, queste persone, ognuna di loro con le sue abilità e i suoi talenti, si sono fatte spontaneamente avanti per difendere la nostra città e le nostre vite. Purtroppo, abbiamo avuto ugualmente delle perdite... e a questo proposito, ricordiamo in particolare il nostro stimato concittadino, Alergast Barett, e i lavoratori della vetreria dei Kaijitsu..."

Eli e Misia guardarono verso il terreno nel sentire quel nome. Era l'uomo che era stato barbaramente ucciso da quel goblin che si era in qualche modo nascosto in casa sua, e ancora adesso la giovane maga rimpiangeva di non aver potuto fare di più per lui.

"...ma è stato grazie a queste persone che non ci sono state tutte le vittime che avrebbero potuto esserci." continuò Kendra. "Esse hanno messo a rischio le loro vite per aiutarci nel nostro momento più buio. Hanno fatto in modo Meritano quindi il nostro encomio, e un'adeguata ricompensa. Penso proprio che... oltre a quello che siete riusciti a ritrovare nelle catacombe, un ricompensa pari a cinquecento pezzi d'oro a testa sarà ben accetta."

Orik non riuscì a trattenere un gesto di stupore e di gradita sorpresa. Cinquecento pezzi d'oro... la somma che avrebbe guadagnato lavorando due mesi e mezzo per Nualia!

Eli si schiarì la voce e prese la parola, alzando una mano per attirare l'attenzione di tutti i presenti. "Gente di Sandpoint. Anche se inizialmente le mie ragioni per trovarmi in questa città erano del tutto personali, sono comunque lieta di avervi potuto aiutare, e vi ringrazio per la vostra generosità. Detto questo... credo che ci siano un paio di cose di cui vorrei parlarvi, se il vostro sindaco e lo stimato Padre Zantus volessero concedermi il permesso. Sindaco Deverin..."

Kendra guardò verso Padre Zantus, che fece un cenno affermativo con la testa, poi prese di nuovo la parola. "A questo proposito, signorina Clerks... vorrei chiederle di spiegare io cosa sia successo ai miei concittadini. E'... una cosa che riguarda tutti noi di Sandpoint, ed è una lezione di cui potremo, e dovremo, fare tesoro in futuro." spiegò.

Intuendo cosa intendesse la donna, Jolan disse di sì con la testa, ed Eli si mise da parte e fece cenno a Kendra di dire quello che doveva. "Prego, sindaco Deverin..." disse la mezzelfa.

"Grazie." continuò Kendra, prima di rivolgersi a tutti i cittadini di Sandpoint lì riuniti. Dai volti di numerosi dei presenti, si riusciva a leggere un vago senso di allarme e di curiosità, mentre ognuno di essi si chiedeva cosa stesse angustiando il loro sindaco fino a quel punto... e soprattutto, come mai riguardava tutti loro. Avevano l'impressione che sarebbe stato un ammonimento per tutti...

"Come immagino sappiate già, uno dei cospiratori che hanno cercato di arrecare danno alla nostra città era il fuorilegge mezzelfo Tsuto Kaijitsu, il figlio illegittimo del defunto Lonjiku Kaijitsu e fratellastro della nostra amata concittadina Ameiko." disse Kendra. Dando una rapida occhiata alla folla, il sindaco riuscì a distinguere la locandiera del Drago Arrugginito tra la folla grazie ai suoi capelli bicolore. "Al momento, lui e la sua complice Lyrie Akenja sono in custodia e verranno quanto prima trasferiti a Magnimar per essere processati. Tuttavia, come avrete potuto intuire, Tsuto era soltanto uno dei cospiratori. Abbiamo scoperto l'identità della mente di questo complotto, e dopo averci pensato su e averne discusso con il gruppo della signorina Clerks, abbiamo deciso di mettere tutti voi a parte di questa informazione."

Il vociare della folla si quietò gradualmente, e quando fu sicura che tutti stessero ascoltando, il sindaco prese fiato e si preparò rapidamente il discorso. "A capo del complotto per attaccare Sandpoint e distruggerla si trovava una donna amareggiata e rancorosa di nome Nualia Tobyn. Un nome che immagino diversi di noi conoscano. Era la figlia adottiva del nostro precedente pastore, Padre Ezakien Tobyn."

Come Kendra e il gruppo di avventurieri si aspettavano, gli abitanti di Sandpoint restarono stupiti e vagamente sconvolti da quella rivelazione. Molti di loro erano probabilmente tra coloro che avevano bullizzato Nualia quand'era piccola... e adesso quel nome ritornava di colpo nelle loro vite.

"Nualia è giunta ad odiare la nostra città e a complottare contro di essa spinta dal trattamento ricevuto dal genitore adottivo e da molti dei suoi concittadini, che non hanno cercato di aiutarla, bensì hanno incrementato il suo disagio e l'hanno fatta sentire ancora più fuori posto." continuò Kendra. "Non dirò che le azioni di Nualia Tobyn e di Tsuto Kaijitsu siano scusabili, perchè non lo sono. Entrambi riceveranno la punizione che spetta loro, nel modo di cui discuteremo. Quello che dirò, tuttavia, è che se avessero avuto più supporto da parte di tutti noi, se fosse stata data loro una mano invece che emarginarli come abbiamo fatto... allora forse si sarebbe potuto evitare che tutto questo accadesse."

Kendra fece una pausa e attese che l'uditorio assorbisse le sue parole. "E a questo si riconduce la seconda cosa che la signorina Clerks e i suoi compagni vorrebbero comunicarvi." affermò. "Prego... andate pure avanti, se volete."

"Grazie, signora Deverin." continuò Eli, per poi volgersi verso l'uditorio. "Noterete che il nostro compagno, il vostro concittadino Yan Gudril, non è con noi al momento. Tuttavia, ci ha fatto una richiesta. E ha detto che si rende conto che è una richiesta egoistica, ma è qualcosa a cui lui tiene molto... e vorrebbe mettervene a parte." La mezzelfa fece una pausa e sospirò, per poi riprendere il discorso. "Durante l'infanzia, il nostro compagno è stato l'unico ad avere una relazione positiva con Nualia. E adesso, vorrebbe chiedervi il permesso di portare con noi Nualia e fare così noi da suoi... carcerieri, per usare un termine tecnicamente corretto."

La folla rimase in silenzio, come scioccata dalla proposta, e Misia volle intervenire, immaginando di essere un po' più abile in questioni diplomatiche. "Gente di Sandpoint... comprendiamo il vostro sgomento, il vostro smarrimento e il vostro desiderio di ottenere giustizia per quello che vi è successo. Avete il diritto di essere indignati. E' naturale che le persone dalla morale salda siano indignate di fronte all'ingiustizia e alla sopraffazione. Ma... quello che vi chiediamo è un atto di carità e compassione. Se voleste concedere a Nualia la possibilità di venire con noi, noi faremmo del nostro meglio per offrirle una possibilità di riscatto. Sarebbe questa la sua punizione - essere messa di fronte alle conseguenze delle sue azioni e a quello che aveva cercato di distruggere, in modo che si renda conto della gravità di quello che ha fatto."

"Sarebbe... una seconda possibilità non soltanto per lei, ma anche per il nostro compagno Yan e per tutti noi di Sandpoint." affermò Jolan, venendo in aiuto di Misia. "E' giusto che la vicenda di Nualia sia un esempio per noi di Sandpoint, e ci sproni ad essere migliori di quello che eravamo."

Il pubblico era rimasto per lo più in silenzio, a parte alcuni che bisbigliavano tra loro. La rivelazione di chi era stato responsabile dei problemi di Sandpoint aveva lasciato tutti senza parole, e adesso la speranza di Misia era che almeno alcuni di loro si stessero seriamente interrogando sul loro ruolo in quella vicenda...

"Credo che... avranno da discuterne per un po'." disse infine Padre Zantus, partecipando a sua volta alla conversazione. "Ma sono sicuro che alla fine, prevarrà il loro buon cuore. Avete reso un grande servizio a Sandpoint... e sono sicuro che Desna, nella sua munificenza, saprà ricompensarvi e toccare il cuore di quell'anima smarrita."

"La ringraziamo, Padre Zantus..." Reji sorrise e fece il segno dell'okay al sacerdote. "E' una speranza che nutriamo tutti noi."

 

oooooooooo

 

Shadowmist emise uno sbuffo e chinò la testa per brucare ancora un po' d'erba, in modo da rimediare alla fame arretrata della sua prigionia, sotto gli occhi di Yan che sedeva lì vicino e tese un braccio per accarezzare sul fianco il magnifico stallone grigio e nero. Seduta al fianco del giovane spadaccino, su una roccia bassa a poche centinaia di metri dalle porte di Sandpoint, Nualia restava ferma, con lo sguardo perso a guardare il tappeto erboso, la mente persa tra mille domande ed incertezze. Non si sarebbe mai aspettata, soltanto fino a pochi giorni prima, di trovarsi in una situazione simile. E non aveva più un piano in mente. Ormai non apparteneva più nè a Sandpoint, nè a Lamashtu... l'unica cosa che sapeva era che Yan l'aveva accettata e che entrambi loro volevano riallacciare i loro legami.

E gli altri membri del gruppo di Yan l'avevano accettata. Questo era tutto quello che le importava di loro, in quel momento.

"Yan..." disse infine, sperando di infrangere quell'inquietante coltre di silenzio che era scesa tra loro. "Tu... ti fidi di me, vero?"

Il ragazzo distolse la sua attenzione da Shadowmist e appoggiò una mano sulla spalla di Nualia. La aasimar dai capelli bianchi era ancora in armatura, non avendo avuto tempo nè modo di cambiarsi, e sinceramente, in quel momento non se la sentiva neanche di apparire vulnerabile. "Voglio dire... dicevi la verità quando hai detto che non mi lascerai? Anche se potrei ancora essere un pericolo? Sei sicuro di volerlo fare?"

"Nualia, stai calma." disse il ragazzo, temendo che la sua amica d'infanzia stesse cominciando ad infervorarsi. "Va tutto bene... te l'ho detto, non ho intenzione di lasciarti sola. E penso che... se dovessi venire con noi, potresti trovare una nuova strada."

"Non lo so... per il momento, voglio solo stare con te, Yan. Non so dirti se davvero troverò qualcos'altro che mi piacerebbe fare..." disse la giovane dai capelli bianchi. "Non so cosa fare, e non so se resta abbastanza di quella che ero una volta."

Yan sospirò e si sfregò la fronte con una mano. Poteva comprendere il modo di pensare della sua amica d'infanzia - aveva assato tanto tempo ad odiare Sandpoint e il mondo intero, ad essere divorata dall'amarezza e dal desiderio di vendetta, che aveva praticamente dimenticato come vivere normalmente. Quella parte di lei che ancora teneva a Yan era rimasta in vita, tenacemente aggrappata ai suoi pochi ricordi felici... ma adesso, veniva la parte più difficile, cercare di fare in modo che il suo cuore gelido tornasse a battere anche per qualcun altro, ritrovare la Nualia di un tempo, o almeno quello che ne rimaneva.

"E se devo dire la verità..." affermò Nualia, guardandosi la mano demoniaca. "Non riesco a provare tanto rimorso per quello che ho fatto a Sandpoint. Forse tu vorresti che fosse diverso, ma... la verità è che ho abbandonato i miei propositi perchè tu mi hai convinto, perchè tu eri lì in quella città che detesto."

Nualia strinse la mano a pugno e diede un colpo sulla panchina improvvisata su cui era seduta. "Alla fine... alla fine non ho potuto liberarmi del mio sangue angelico... e ho sacrificato il mio braccio sinistro ad una dea demoniaca che si è approfittata di me e del mio desiderio di vendetta." sospirò. "Sono davvero patetica. Se solo avessi saputo... mi sarei messa a cercarti, e non avrei fatto tutto questo! E'... è proprio vero che non riuscirò mai a trovare un luogo a cui poter appartenere? Che sono nata con una maledizione addosso?"                                

Nualia concluse il suo sfogo abbracciandosi le ginocchia e nascondendo il viso... ma si fermò non appena Yan le mise entrambe le mani sulle spalle e la strinse in un abbraccio, cercando di farle sentire la sua vicinanza e il suo supporto.

"Sei... sei ancora convinto di potermi... redimere, Yan? Tu... sei sempre stato troppo buono..." mormorò Nualia. Cercò debolmente di sottrarsi all'abbraccio del suo amico, ma senza eccessiva foga. 

"Io credo in te, Nualia. Tu sei migliore di quello che pensi." il giovane spadaccino cercò di rassicurare la sua amica. "Ora ti senti persa, smarrita... hai vissuto nell'oscurità per tanto tempo che ora che vedi di nuovo un po' di luce ti senti abbagliata e non sai che fare. Ma sono qui per aiutarti. Sono sicuro che la Nualia che ricordo io sia ancora lì da qualche parte. Non avere paura. Non ti farò male, te lo prometto. Anche se tutto il mondo ti rifiuta... io ti accetto. Non dimenticarlo mai."

Nualia prese una mano di Yan con la mano rimasta normale. In quel momento, faceva fatica a credere che davvero fosse rimasto per lei qualche spiraglio di salvezza. Ma se non altro, aveva Yan... e questo almeno le dava la forza di andare avanti. Il suo ottimismo, la sua incredibile fiducia nel prossimo... quelle erano le qualità che nonostante tutto, continuava ad ammirare in lui. Se non altro, Nualia non voleva deluderlo da questo punto di vista... avrebbe almeno cercato di comportarsi bene per lui.

I due rimasero fermi lì a lungo, con Yan che cercava di far sentire a Nualia il suo affetto e la sua vicinanza... almeno finchè non si accorsero del resto del gruppo di avventurieri che ritornavano da Sandpoint, con Eli e Reji in testa. Lo spadaccino alzò lo sguardo verso i suoi compagni, e anche Nualia ebbe la cortesia di accoglierli con un cenno di saluto.

"Ciao, Yan! Ciao, Nualia!" esclamò Reji. Shadowmist strisciò per terra con i suoi zoccoli e si girò lentamente verso il resto del gruppo, guardandoli con curiosità. "Abbiamo delle buone notizie... dopo un po' di convincimento, per il quale dobbiamo ringraziare la nostra amica Misia... quelli di Sandpoint hanno acconsentito a lasciarci portare Nualia con noi. Quindi... da adesso in poi viaggerai con noi, e cerca di fare colpi di testa, okay?" rivolse questa domanda alla giovane aasimar, che rispose con un cenno di assenso a malapena visibile.

"Quello che volete voi." rispose svogliatamente. "E cosa hanno detto che è, la loro scusa per sbolognarmi a voi? Non avevano il fegato di impiccarmi personalmente, quindi vogliono che qualcun altro si prende il disturbo di sopportarmi?"

Jolan alzò le spalle. "Nulla di tutto questo, Nualia. Molto semplicemente, hanno deciso che sarebbe stato più giusto nei tuoi confronti affidarti a qualcuno che è più disposto ad offrirti un'altra possibilità." rispose. "Non è stato proprio una passeggiata convincerli... ma alla fine, abbiamo trovato un compromesso. Basta solo che tu sappia che anche tu dovrai fare la tua parte. Darci una mano ad affrontare gli avversari che ci aspetteranno da questo momento in poi... perchè le nostre avventure non finiranno certo qui. Adesso noi siamo una squadra, anche se all'inizio eravamo dei perfetti estranei."

"E considerando quello che abbiamo visto lì a Collecardo, ho l'impressione che avremo da fare ancora un bel po' di ricerche." rispose Eli. "Sembra che ci sia gente interessata all'antica leggenda dei Signori delle Rune e all'antica Thassilon. E Nualia stessa ci ha detto che c'era qualcosa di più in gioco, stando a quanto ci hanno detto Yan, Reji e Misia. Se dovessimo seguire questa pista, sono sicura che troveremmo qualcosa di interessante. E chissà che non ci sia qualche scoperta sensazionale e un bel po' di soldi in gioco!"

"Nualia... pensi che c'entri in qualche modo il medaglione del Sihedron che indossi?" chiese Yan alla sua amica d'infanzia, che prese nella mano destra il medaglione a sette punte che portava al collo e lo guardò con attenzione. In realtà, quando lo aveva trovato nelle catacombe di Collecardo, non stava pensando a cosa c'entrasse con il passato remoto di Golarion. L'aveva preso perchè le sembrava interessante, ma non aveva ancora capito a cosa servisse.

"Non lo so... ma se quella figura che abbiamo visto era uno dei Signori delle Rune, allora forse sarebbe il caso di fare qualche ricerca in più." rispose infine la aasimar, forse cercando in quella traccia che le era stata data una ragione in più per andare avanti. "Cosa avete intenzione di fare, allora? Andrete a parlare al professor Quink di quello che avete trovato?"

"Sì... credo che lui meglio di chiunque altro ci potrà dare delle risposte!" rispose Misia. "Per adesso, però... ci prenderemo qualche giorno di pausa. Credo... che ce lo siamo meritato, dopo tutto quello che è successo."

"Io... ancora non me la sento di venire con voi a Sandpoint." rispose Nualia scuotendo la testa, mentre rimetteva a posto il suo medaglione del Sihedron. "Se voi volete restare lì, magari al Drago Arrugginito... siete liberi di farlo. Ma... io non ce la faccio..."

Yan annuì lentamente. "Tu non ti preoccupare, Nualia. Io e te possiamo accamparci qui, fuori città." rispose. "Come ho detto, non ho intenzione di lasciarti sola."

Nualia riuscì ad abbozzare un sorriso. "Grazie, Yan." rispose, la voce appena sopra un sospiro.

Reji tirò il fiato e si sfregò il mento. "Bene, se è questo che vi va, allora non ci metterò il becco." affermò la giovane monaca. "Piuttosto... c'è una cosa che mi ha dato da pensare. Siamo tornati a Sandpoint, certo, ma... tra tutti i volti noti che abbiamo rivisto lì, non ho trovato il signor Aldern. Immaginavo che sarebbe tornato, prima o poi, ma non ho avuto modo di incontrarlo."

"Il signor Foxglove?" chiese Yan, ricordandosi in quel momento del giovane nobile che avevano salvato durante l'attacco dei goblin. "Non è tornato a Sandpoint? Pensavo che avesse delle cose da fare qui vicino, ma che avesse comunque intenzione di rientrare. Hai provato a chiedere?"

Eli disse di sì con la testa. "Abbiamo provato, tutti quanti." rispose la mezzelfa. "Ma da quando c'è stato l'incidente alla vetreria, nessuno in città ha più visto il signor Foxglove. Ritengono... che sia ancora impegnato nei suoi affari."

"Ci hanno parlato di un vecchio maniero che una volta apparteneva alla sua famiglia." disse Misia. "Non che il signor Foxglove gliene abbia mai parlato, ma a quanto pare è un luogo abbastanza noto da queste parti."

"Beh... immagino che questo Foxglove abbia i suoi motivi." disse infine Orik, che pure non aveva parlato fino a quel momento. "Tornerà, se vorrà. Ora che i goblin smetteranno - si spera - di dare fastidio, non ci dovrebbero più essere tanti problemi a viaggiare da queste parti."

Reji sospirò e cercò di non pensare in negativo. Dopotutto, avevano da poco ottenuto un'importante vittoria, e non era il caso di farsi venire cattivo sangue per una preoccupazione. "Sì... in effetti avete ragione." rispose la giovane monaca. "Immagino che sia il caso di aspettare un po'. Avrà avuto da fare anche lui, dopotutto."

Yan annuì lentamente, per poi ricordarsi di un altro particolare - il maestoso stallone che avevano salvato da Collecardo, e che in quel momento picchiettava con gli zoccoli sul terreno erboso, come se stesse pregando gli avventurieri di darsi una mossa. "Okay... e per qanto riguarda Shadowmist... avete dato un'occhiata in giro? Sapete a chi appartiene?"

Jolan si sfregò la nuca imbarazzato. "Ehm... in effetti... a Shadowmist non abbiamo proprio pensato." rispose l'halfling. "Domani vedremo di chiedere in giro. Ci sarà pur qualcuno che ha visto la carovana di cui faceva parte..."

Shadowmist nitrì e sventolò nervosamente la coda, e Yan lo accarezzò su un fianco per quietarlo. "Va tutto bene, bello. Troveremo i tuoi padroni... dovrebbero ancora essere qui attorno, credo."

C'erano ancora molti elementi a cui prestare attenzione... ma se non altro, adesso la situazione di Sandpoint era migliorata, e il peggio sembrava cessato...

 

oooooooooo

 

Aldern Foxglove si sedette sullo sgabello messo a sua disposizione e riprese fiato, sentendosi di colpo stanco e sfibrato. Il giovane nobile si passò una mano sulla fronte, aspettandosi di trovarla sudata... e invece, sentì soltanto la pelle secca come cartone, e quando diede un'occhiata alla sua mano, ne vide il colorito giallastro e malato, e le screpolature che iniziavano a segnare la pelle. C'era decisamente qualcosa che non andava, tra quegli strani segni, e quella strana febbre intermittente che lo tormentavano già da un paio di giorni... appena un giorno dopo che quel disgustoso ratto lo aveva morso ad una caviglia mentre essplorava il maniero dei Foxglove alla ricerca di quello che gli serviva

Dopo aver ripreso fiato, il giovane nobile diede un'occhiata al barattolo di vetro che aveva portato con sè - quello che la Fratellanza gli aveva chiesto di prelevare dall'antico maniero dei Foxglove. All'interno del barattolo, una creatura ripugnante, un topo grande come la mano di un uomo, completamente glabro e con la pelle coperta di strane pustole e lesioni, graffiava freneticamente la parete nel vano tentativo di liberarsi, a volte giungendo a mordere il vetro con i suoi mostruosi incisivi. Il suo corpo era chiaramente in preda a qualche strana malattia, e l'animale si agitava convulsamente, in preda ad un dolore atroce di cui non riusciva a comprendere l'origine. Era una visione tanto orrida quanto patetica, e Aldern rabbrividì al pensiero che una sorte simile sarebbe toccata anche a lui, se non fosse stato per i suoi alleati.

Il giovane nobile, nonostante lo stato in cui versava, riuscì ad alzare debolmente le spalle in un gesto di sarcasmo. Certo, alleati... dopotutto era anche colpa loro se si trovava in questa situazione. Sapeva che per loro era solo una pedina, in fondo, e che non avrebbero esitato a sbarazzarsi di lui se si fosse rivelato un problema. Detto questo, avevano pur sempre un accordo... e il fatto che lo rispettassero era una delle poche speranze che gli restassero...

"Aaaaaah! Finalmente il nostro stimato Lord Foxglove ritorna a fare rapporto!" esclamò una voce femminile che però non poteva certo appartenere ad una donna umana. Era una voce acuta e stranamente melodica, che lasciava dietro di sè un'eco al tempo stesso musicale ed inquietante... e dalla porta della sala d'aspetto entrò la persona che Aldern stava aspettando. "Allora... com'è andata?"

Il giovane nobile, spronato dal pensiero che tra non molto sarebbe finalmente tutto finito, si alzò sulle gambe non ben ferme e barcollò per un attimo. Sentì il fiato uscirgli di gola come un soffio di aria calda ed umida, e provò uno strano brivido, come se la sua pelle fosse calda ma dentro stesse congelando. Dopo essersi stabilizzato, Aldern prese il contenitore di vetro nel quale il ratto ammorbato era prigioniero, e lo offrì alla donna che stava entrando...

...se poi era veramente una donna.

In effetti, la nuova arrivata aveva l'aspetto di una donna solo dalla vita in su: bellissima ma dall'aspetto algido e crudele, con lunghi ed annodati capelli neri e un'elegante maschera dorata che le nascondeva la metà superiore del volto, con dei puntini di luce verde che brillavano minacciosi nelle orbite... ma al posto delle gambe aveva delle lunghe e muscolose spire di serpente, ricoperte di squame grigie scure e con un ventre biancastro che riluceva disgustosamente nella tenue luce di quell'ufficio segreto. La creatura serpentina si avvicinò ad Aldern, tenendo protesa un'elegante mano artigliata...

"Lady... Xanesha..." mormorò Aldern con il fiato corto, mentre consegnava il ratto imprigionato alla donna-serpente. Una lamia, senza ombra di dubbio. Una creatura metà donna metà animale, conosciuta per la sua crudeltà e il fatto che si nutriva dell'energia mentale delle sue vittime... in effetti, il corpo serpentino la identificava subito come una lamia matriarca, le più crudeli, astute e letali della loro specie.

"Ho... quello che mi avete chiesto." mormorò il giovane nobile. Senza attendere oltre, Xanesha prese il contenitore con il ratto ammorbato e se lo mise davanti al volto, osservandolo ammirata.

"Aaaaah! Perfetto! E' esattamente quello che la nostra cliente ci ha chiesto!" affermò con un sorriso predatorio, mentre osservava la disgustosa e patetica creatura che graffiava inutilmente le pareti della sua gabbia. "Hai svolto adeguatamente il tuo lavoro, giovane Aldern. La Fratellanza saprà ricompensarti."

"Quello... quello che chiedo... è che mi liberiate da questa febbre che mi divora..." mormorò il giovane nobile. Le gambe gli tremarono, e Aldern fu costretto a sedersi di nuovo, per quanto gli sembrasse piuttosto sconveniente davanti alla sua interlocutrice. "Io... ho fatto quello che volevate, giusto? Allora... anche voi..."

Xanesha mise da parte la capsula di vetro e guardò negli occhi Aldern. Prima che il giovane nobile potesse reagire, la lamia aveva alzato la punta della coda e la stava usando per accarezzargli sinistramente il viso. Nonostante la febbre che invadeva il suo corpo, Aldern sentì un brivido gelido corrergli lungo la schiena...

"Non c'è fretta, Aldern Foxglove..." ghignò Xanesha, godendosi la paura e la tensione del malcapitato. "Abbiamo promesso che ti avremmo sollevato dal tuo debito. Non abbiamo specificato come, esattamente!"

"Che... che cosa...?" balbettò Aldern. La coda di Xanesha si avvinghiò rapace attorno al suo braccio sinistro, e l'erede della famiglia Foxglove scoprì con orrore di non riuscire a distaccare la sua attenzione dagli occhi della lamia matriarca, due sfere di fuoco smeraldino che scavavano nella sua mente, ottenebravano i suoi sensi e promettevano un destino orribile...

E la cosa peggiore, era che in quel momento, almeno una parte di Aldern Foxglove sentiva di esserselo meritato...          

                  

oooooooooo

               

CONTINUA... 

 

 

 

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Capitolo 24
*** Il momento dei saluti ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE 

Capitolo 22 - Il momento dei saluti

 

"Ecco a lei, gentile cliente. Auspico che sarà soddisfatta del ritrovamento." Queste parole, rivolte con una calma serafica che contrastava con l'atmosfera cupa ed opprimente di quel luogo, furono rivolte da Xanesha alla persona con la quale stava trattando, mentre la lamia matriarca consegnava il contenitore trasparente nel quale ancora si agitava un ratto glabro ed ammorbato la cui pelle rosata era ricoperta di disgustose piaghe. Le sue reazioni si erano fatte più lente e svogliate, ma l'orrido roditore continuava a graffiare le pareti e a cercare di morderle, non ancora rassegnato al suo incombente destino.

La figura femminile avvolta in eleganti ma tetre vesti nere allungò un paio di mani pallide e delicate, e ricevette la piccola teca dalle mani di Xanesha. Se la portò davanti al viso e la osservò attentamente, mostrando i suoi lineamenti affilati, la pelle del colore dell'alabastro che contrastava con i suoi capelli neri dai riflessi blu, e un paio di labbre tinte di rosso.

"Aaaaah, ottimo. E' esattamente quello che stavamo cercando. Grazie a questa creatura e alla vostra collaborazione, la Pallida Principessa riuscirà a diffondere la sua benedizione." disse la misteriosa donna vestita di nero, la cui voce suonava calma, suadente e pericolosamente seducente, anche se tinta da un accento di crudeltà e fanatismo. Sembrava che non si preoccupasse più di tanto del fatto che stava dando un'idea dei suoi piani alla lamia matriarca, che alzò le spalle con indifferenza.

"Quello che farete con l'esemplare che vi abbiamo portato sono cose che riguardano soltanto voi." rispose Xanesha. "Ora... spero che non abbiate pensato che la Fratellanza dei Sette si accontenterà di ringraziamenti."

La donna in nero scosse la testa e fece un cenno a due suoi attendenti, un uomo e una donna avvolti in mantelline viola con il cappuccio dello stesso colore, che portavano con loro un forziere abbastanza grande, tenuto chiuso con un grosso lucchetto di ferro. La donna in mantellina viola prese una chiave di ferro da sotto i risvolti dell'abito e la usò per aprire il lucchetto, per poi aprire il coperchio e mostrare a Xanesha dei lingotti d'oro ordinatamente disposti, che luccicavano alla tenue illuminazione della lanterna ad olio appesa al muro vicino.

Xanesha si avvicinò al forziere e afferrò avidamente uno dei lingotti, per poi guardarlo con attenzione. Prese una lastrina di ceramica da una borsa che portava alla cintola e la strisciò sulla superficie del lingotto, sulla quale lasciò una scia chiara... e a quel punto, soddifatta del pagamento, Xanesha ricevette il forziere dai complici della donna in nero. "Bene, vedo che i lingotti ci sono tutti. E' stato un piacere fare affari con voi, sacerdotessa Andaisin." commentò con un sorrisetto maligno.

Andaisin alzò le spalle. "Oh, per noi non sono soltanto affari, Lady Xanesha. Si tratta anche di un favore che vi facciamo volentieri." rispose, con evidente compiacimento. Quando la lamia inclinò la testa da un lato, un po' dubbiosa, la sacerdotessa oscura fu ben lieta di spiegare cosa volesse dire. "In fondo, aiutando voi favoriamo anche la divina Urgathoa. Il vostro... nuovo agente... porterà molti altri nella braccia della nostra dea."

Xanesha ridacchiò sinistramente. "Non posso negare che sia così." ammise, per poi rivolgere uno sguardo obliquo alla figura umanoide, avvolta in consunte vesti nobiliari, che la seguiva a breve distanza. "Sono convinta che prima che tutto sia finito, le genti di Varisia cadranno come mosche falciate dal morbo."

Andaisin e i suoi due attendenti rivolsero la loro attenzione alla figura dietro Xanesha e la videro trascinarsi stancamente, mentre in una mano teneva un lungo rasoio dall'aspetto minaccioso. "Voi fate il volere del vostro dio. Noi facciamo quello della nostra dea." commentò infine con tutta tranquillità. "Detto questo, riconosco come i nostri interessi possano convergere. Buon per noi, oserei dire. E con questo, credo che possiamo congedarci. E' stato un piacere fare affari con voi."

"Altrettanto." rispose Xanesha con un ultimo sorriso falsamente gentile, per poi prendere con sè il forziere dell'oro e fare cenno alla misteriosa figura di seguirla. Con un rapido movimento delle spire, la lamia matriarca si ritirò nell'oscurità della caverna e trascinò con sè il forziere, seguita a ruota dal suo attendente, mentre la sacerdotessa vestita di nero e i suoi due attendenti si allontanavano in silenzio. Andaisin aveva ancora nelle mani la teca con il ratto del maniero Foxglove, e la osservava con intenti oscuri.

"La prima parte del piano è completata, fedeli della Pallida Principessa." affermò la donna in nero, rivolta ai suoi due attendenti vestiti di viola. "Possiamo avviare la seconda fase. La ricerca, lo sviluppo e il perfezionamento dell'eredità di Vorel Foxglove."

"Certamente, padrona Andaisin." rispose l'uomo con tono piatto e privo di emozioni. "Entro quando potremo cominciare la diffusione?"

"Oh, la nostra cliente non ha fretta. Ci lascia il tempo di lavorare." rispose Andaisin. "Non dobbiamo avere fretta, dopotutto questa parte del progetto è ancora in fase di definizione, e ci vorrà tempo perchè si possa completare. Ma state sicuri, miei fedeli... che prima della fine di quest'anno, Korvosa canterà le lodi della divina Urgathoa negli spasimi di morte dei suoi cittadini!"

 

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Era passata ormai un decina di giorni da quando il gruppo di giovani eroi locali era riuscito a sradicare il culto di Lamashtu dalle rovine di Collecardo, e nei dintorni di Sandpoint, era finalmente tornata la tranquillità. Le scorribande dei goblin predoni erano cessate, cosa per cui Eli e il suo gruppo non potevano che ringraziare Tup, che sembrava essere riuscito a tenere sotto controllo gli impulsivi ed irriflessivi goblin suoi sottoposti. La città si era quasi del tutto riprese dalle traversie di quei momenti, e quel giorno, finalmente, doveva essere l'occasione giusta per voltare pagina e lasciarsi dietro la difficoltà per sempre.

E per certi ex-membri del culto di Lamashtu, questo voleva dire riprendere a cercare la propria strada. 

"Allora, hai preso la tua decisione... cercherai di raggiungere tuo fratello a Korvosa." stava dicendo in quel momento Yan, mentre il gruppo si accingeva a salutare Orik Vancaskerkin. Il mercenario di Riddleport aveva approfittato di quei giorni per riposarsi un po' e godersi Sandpoint, che si era rivelata più che all'altezza della buona impressione che si era fatto la prima volta che vi era stato in ricognizione. Ma alla fine, Orik aveva i suoi progetti, e tra questi c'era quello di tentare la fortuna nella lontana Korvosa, dove il fratello minore Verik era riuscito a trovarsi un posto.

Con un cenno della testa, Orik terminò di sellare il suo cavallo e caricò il suo zaino e i suoi effetti personali. "Già... devo dire che mi sono trovato bene qui, e in questi ultimi giorni che ho passato a Sandpoint... mi ha fatto piacere poter dormire in un letto senza temere che qualcuno potesse staccarmi la testa." commentò. "Però... come ho detto, ho anch'io i miei progetti. E tra questi, quello che più mi sta a cuore è di andare a fare visita a mio fratello a Korvosa. Comunque, vi devo ringraziare. Credo che senza di voi, non sarei stato in grado di partire così presto. Se mai ci sarei riuscito."

"E' stato un piacere." disse Misia con un cenno della testa e un sorriso gentile. "Spero che tu ritrovi presto tuo fratello, lì a Korvosa."

"Cercherai ancora di tornare a Riddleport e soppiantare quel Clegg Zincher di cui ci parlavi?" chiese Eli, ricordando il discorso che lei e Yan avevano fatto con Orik poco dopo che Ripnugget era stato destituito come capo dei goblin di Collecardo.

Orik si sfregò il mento con una mano, grattandosi quel po' di barba che gli stava crescendo sul viso. "Se devo dire la verità, ragazzi... non ne sono sicuro." affermò. "Diciamo che fino a poco tempo fa, avrei fatto carte false per farla pagare a quel bastardo, ma... adesso credo che le mie priorità siano cambiate. Vediamo un po' come si mette a Korvosa." Scelse deliberatamente di non dire il motivo che lo aveva portato a cambiare idea - Nualia era ancora con il gruppo, stretta saldamente al braccio di Yan, e Orik non voleva dire davanti a lei che una parte del motivo per cui stava ripensando ai suoi obiettivi era il fatto di aver visto cosa il desiderio di vendetta avesse fatto a Nualia. Forse, si stava convincendo, il modo migliore di vendicarsi di Zincher sarebbe stato quello di restare per sempre al di là della sua portata e negargli la soddisfazione di vederlo morto...

Comunque, al momento la sua priorità era raggiungere Korvosa e ritrovare Verik. In seguito, avrebbe valutato le sue opzioni.

"Capisco. In ogni caso, ti auguriamo buona fortuna e speriamo di poterti rivedere, un giorno o l'altro." disse Reji con un cenno affermativo.

Nualia abbassò lentamente lo sguardo, sempre tenendosi vicina a Yan... poi mormorò un saluto e un augurio di buona fortuna in direzione di Orik. Probabilmente, era quello il suo modo di congedarlo, dopo che lui aveva lavorato per lei con competenza.

Yan fece un passo in avanti per guardare Orik dritto negli occhi prima che quest'ultimo montasse a cavallo. Con solennità, il giovane guerriero tese una mano al mercenario. "Orik Vancaskerkin... sono contento di averti incontrato, anche se all'inizio eravamo da parti opposte." disse il ragazzo. "Ti ringrazio per il tuo aiuto. Sei... una persona di valore, e spero che un giorno potremo incontrarci ancora. Buona fortuna."

Orik prese un respiro, cercando di nascondere i segni di commozione. Era stato grazie a quei ragazzi che adesso guardava al futuro con un po' più di speranza, in fondo...

"Grazie, Yan. E per quanto riguarda lei, signorina Nualia... anche se ho avuto le mie esitazioni a lavorare per lei, le auguro di poter trovare anche lei un po' di pace e serenità." disse infine, rivolgendosi a Nualia. La aasimar dai capelli bianchi restò in silenzio e guardò Orik con espressione indecifrabile. Era una sensazione strana, doveva ammettere il mercenario. Tutte le volte che l'aveva vista da quando l'aveva conosciuta a Magnimar, Nualia era sempre sembrata così tremenda ed imperiosa... e adesso, a parte quell'orrido braccio demoniaco che si portava dietro, ogni aria di minaccia sembrava essere svanita, sostituita da un'espressione di vulnerabilità e confusione. Certo, sapeva quale fosse la storia tra lei e Yan, ed era contento che si fossero ritrovati e avessero anche loro un'altra possibilità.

Tutto quello che voleva dire era che gli riusciva un po' strano vedere Nualia così... umana.

"Grazie..." riuscì a sussurrare Nualia.

"Grazie a te, Orik. Buona fortuna, e che gli dei ti siano propizi." disse infine Yan, mentre salutava il mercenario che montava a cavallo e si allontanava in direzione della città dove avrebbe cominciato la sua nuova vita. Gli avventurieri del gruppo di Eli restarono a salutarlo, e anche Nualia fece qualche cenno di saluto... e Orik si voltò verso di loro ancora qualche volta prima che il suo cavallo si allontanasse definitivamente. I sei compagni restarono a guardare ancora un po' il punto il cui il mercenario di Riddleport era scomparso...

Finalmente, Jolan tirò un sospiro e guardò nuovamente in direzione di Sandpoint. "Bene... e con questo, credo che la storia di Collecardo possa dirsi conclusa... o quasi, almeno." disse l'halfling.

"Come mai dici quasi, Jolan?" chiese Misia, sinceramente incuriosita.

La guida halfling si mise a posto la mantellina. "Perchè potremmo avere ancora qualcosa da fare, da quelle parti." disse. "Il professor Quink ha espresso il desiderio di visitare le rovine di Collecardo, se fosse possibile. Evidentemente, le voci delle meraviglie dell'era di Thassilon che si trovano da quelle parti lo hanno molto incuriosito."

"Capisco. Bene, immagino che non ci dovrebbero essere problemi, se Tup e il resto della tribù ce ne daranno il permesso." rispose Reji. "A questo proposito, credo che potremmo metterci d'accordo con loro se dividessimo con loro gli artefatti e il ricavato della spedizione. E magari anche qualche incantesimo per fare fuoco e fiamme, non credete?"

"Aaah, posso immaginare che ne saranno entusiasti! Tup non starebbe in sè per la gioia!" rispose Jolan con un pizzico di sarcasmo. "Per carità, non fraintendetemi. Ho visto che è un tipo molto più affidabile di quanto sembrasse inizialmente, ed è stato un compagno in gamba. Detto questo... spero che la sua ossessione per il fuoco non lo cacci in qualche guaio."

"Sono sicuro che Gogmurt saprà consigliarlo bene... o almeno, intervenire in caso di bisogno!" affermò Yan. "Nualia, tu... te la sentiresti di tornare lì nelle catacombe? Potremmo... potremmo avere bisogno anche del tuo aiuto per esplorare ciò che resta di quel dungeon. E poi... ho ancora l'impressione che quella creatura... Malfesh... o come diavolo si chiama..."

"Malfeshnekor." disse a bassa voce Nualia, correggendo il suo amico d'infanzia senza troppo entusiasmo. "Io... lo sai che dove vai tu, vado anch'io. Se dobbiamo tornare là dentro, per me non è un problema. Ma... ti chiedo soltanto di restare con me. Non... non vorrei trovarmi a dover avere a che fare con Malfeshnekor da sola..."

"Hai paura che possa tentarti?" chiese Yan, sperando che Nualia non prendesse quella domanda per il verso sbagliato. Per fortuna, Nualia mostrò di interpretare la domanda nel modo migliore, e scosse la testa lentamente.

"No... no, non è questo. Adesso... non voglio più vendicarmi di Sandpoint. Ma... non voglio trovarmelo di fronte... tutto qui." mormorò la aasimar, sperando tra sè che Yan non chiedesse altro. Ancora non era sicura di riuscire a tenere sotto controllo i suoi sentimenti, e anche se sapeva che, senza un sacrificio adeguato, Malfeshnekor era condannato a restare imprigionato nelle viscere di Collecardo... la possibilità di trovarsi di fronte di nuovo un rappresentante della volontà di Lamashtu era un'esperienza a cui non era ancora pronta.

Mostrandosi comprensivo, Yan appoggiò una mano sulla spalla di Nualia, e la aasimar alzò la mano rimasta normale per prendere gentilmente quella del giovane. "D'accordo, Nualia. Non ti preoccupare, ho detto che non ti lascerò... e non ho intenzione di farlo. Come non l'ho fatto in tutti questi giorni."

In effetti era vero - da quando lui e i suoi compagni avevano sconfitto il culto di Lamashtu, Yan era sempre stato assieme a Nualia, anche a costo di non tornare nella città che risvegliava tanti brutti ricordi alla sua amica d'infanzia. E Nualia non poteva che essergli grata per tutto il tempo che le stava dedicando...

...e per quanto non fosse ancora sicura di poterlo ammettere, era grata anche ai compagni di squadra di Yan. A parte una frase un po' brusca che Reji aveva detto in un'occasione, tutti loro si erano mostrati abbastanza comprensivi nei loro confronti e avevano permesso loro di avere i loro spazi, recuperare il tempo perduto e iniziare a ricostruire il loro rapporto. Nualia a volte aveva la sensazione che il suo cuore stesse tornando a battere anche per quel gruppetto di generosi sconosciuti - e non semplicemente per il fatto che erano gli amici di Yan e che si sentiva in dovere di rispettarli per quello. Stava cominciando a nutrire la speranza che forse si sarebbe voluta avvicinare di più a quelle persone... ma forse era ancora troppo presto per dirlo, ed era meglio non abbassare la guardia. Aveva visto cos'era successo quelle volte che aveva deciso di fidarsi, e non si sentiva ancora pronta a farsi ferire di nuovo.

"Comunque, tornando alla questione di cui vi dicevo..." proseguì Jolan. "Il professor Quink ha espresso il desiderio di dare un'occhiata da vicino alle rovine di Collecardo e a ciò che resta delle opere di Karzoug. E sono sicuro che apprezzerebbe se potessimo fargli da guardie del corpo, giusto in caso ci fossero problemi. Ci saranno anche alcuni miliziani di Magnimar, ma il professore ha voluto essere sicuro che non ci fossero problemi... soprattutto considerando che non parteciperà solo lui alla spedizione."

"Da quanto ne so, parteciperanno anche sua nipote Lucendi... e un altro avventuriero, un certo Mersoolian Threce, un mezzelfo chierico di Nethys." continuò Eli. "Anche loro devono essere incuriositi dai segreti che nascondono le antiche rovine di Thassilon, e del resto... come dargli torto?" La giovane maga si aggiustò il cappello sulla testa e guardò in lontananza con espressione quasi sognante. "E poi, se volete la mia, non mi dispiacerebbe un compito relativamente semplice come questo, dopo tutte le... emozioni forti che abbiamo passato. Senza offesa, Nualia."

Nualia alzò le spalle con indifferenza e non disse una parola... ed Eli interpretò la cosa come un tentativo di Nualia di non lasciarsi influenzare da quello che era successo e cercare di guardare avanti. Yan non potè che approvare tra sè.

"Per quello che mi riguarda, mi va bene." disse Misia. "Magari scopriamo qualcos'altro di interessante. Immagino che il professor Quink vorrà sapere se siamo interessati anche noi."

"Beh... allora parlate anche a nome mio e dite che sono interessato anch'io!" rispose Yan. "E... a proposito, potete passare anche agli stabbi a vedere se hanno trovato il padrone di Shadowmist?"

Reji annuì e strizzò un occhio. "Non mancheremo, Yan. Stai tranquillo."

 

oooooooooo

 

Nel frattempo, nella comunità goblin di Collecardo...

Il piccolo Tup sospirò e si permise finalmente un attimo di relax, sdraiandosi su un cuscino un po' consunto che aveva disposto a fianco del trono sul quale Ripnugget era rimasto seduto fino a pochi giorni prima. Essendo un goblin, aveva per natura più energia di un essere umano, ma dal punto di vista mentale, non aveva la stessa freddezza e capacità di mantenere la calma. E tutte le responsabilità che comportava il ruolo di un capo lo avevano colto di sorpresa. Essere diventato il capo della stessa comunità che prima lo aveva scacciato gli dava indubbiamente piacere... ma adesso, si trovava di fronte a dei problemi che non potevano essere risolti lanciando un incantesimo o dandogli fuoco.

"Phew... Tup no sapeva che essere capo così duro." disse tra sè il goblin stregone. Si distese sul cuscino e si stiracchiò come un gatto, contento di quell'attimo di stanca. "Dare da mangiare a tanti senza rubare, e proteggere da predoni, cani e cavalli... Tup così indaffarato che non avuto tempo di fare fuoco!"

"Beeeeeh!" il belato del suo fedele, per quanto sgangherato, ariete lo richiamò, e l'ovino si avvicinò al suo padrone e lo toccò gentilmente con il muso per risvegliarlo. Tup sghignazzò e allungò una mano verso il suo inusuale animale da compagnia per accarezzarlo sul muso, poi si mise seduto a gambe incrociate sul cuscino e gli parlò con sollievo.

"Tutto okay, Libertà. Solo che... essere capo no facile come sembra. Forse Ripnugget sapeva una cosa o tre." affermò. "Voglio dire, lui fesso perchè fidare di gente sbagliata, ma... sai cosa io volere dire."

Non che Libertà fosse esattamente in grado di capire in pieno cosa volesse dire il suo padrone, ma se non altro si mostrò più che disposto a fargli da supporto. Ben sapendo che più che stare dala sua parte non c'era molto che il pecorone potesse fare, Tup attese qualche momento, giusto il tempo di lasciare che un po' di stress scivolasse via dal suo corpo, e poi si rialzò e si sfregò la fronte, cercando di pensare a qualche buona idea per aiutare la tribù di goblin a prepararsi per l'inverno. Le giornate erano ancora abbastanza calde, ma si erano notevolmente accorciate, e nel giro di qualche mese sarebbe iniziato l'inverno di Varisia. Per i goblin, questo avrebbe voluto dire tempi di magra, se non fossero riusciti a trovare una fonte di cibo affidabile e sicura.

Dopotutto, per quanto ai goblin piacesse il fuoco, aveva il piccolo difetto che non si poteva mangiare.

Il goblin stregone rimase per un po' di tempo a rilassarsi, per poi volgere la sua mente alla risoluzione del problema. Un lieve suono di passi attirò la sua attenzione, e Tup riconobbe quasi subito Gogmurt e il suo puma addomesticato, Zannatorta, che si presentavano all'ingresso della sua sala del trono. Immediatamente, si alzò in piedi, un po' imbarazzato all'idea di essersi fatto vedere in quella posizione rilassata, e accolse il suo consigliere.

"Salve, Gog! Io no dormiva! Tup sveglio!" esclamò rapidamente. "Ehm... problemi? Cani in giro? Cavalli? Goblin non potere fare fuoco?"

Gogmurt sospirò. Tup era di gran lunga preferibile a Ripnugget come capo, ma a certe sue stranezze... ci voleva un po' di tempo per abituarsi. "Nulla di tutto questo, Tup... volere dire, capo!" Gogmurt si corresse rapidamente. "Coltivatrice volere parlare con noi. Lei crede trovato cosa utile."

"Beeeeh?" Come se avesse capito quello che il druido aveva detto, Libertà alzò la testa verso Gogmurt e lo guardò incuriosito. Tup stesso, dopo un istante in cui era troppo assonnato per capire, si passò una mano sul viso e guardò stupefatto il suo consigliere.

"Cosa utile? Wow, questo sì potere essere gran cosa!" esclamò Tup. Si alzò di colpo dal suo giaciglio e si mise a posto come poteva i pesanti abiti che indossava. "Dove essere? Tu porta Tup da lei, sì sì!"

"Prego, capo. Seguire me." disse Gogmurt, restando paziente e calmo davanti all'energia frenetica del suo nuovo capo. I due goblin e i loro compagni animali percorsero le gallerie e      i passaggi della tana di Collecardo, ricevendo i saluti ossequiosi e un po' intimoriti dei goblin loro sottoposti, fino a raggiungere una radura di dimensioni relativamente grandi rispetto alle altre aree pubbliche della tana, dove un'apertura tra i rami permetteva ad un filo di luce e umidità di penetrare. Il pavimento era stato accuratamente levigato, e in diversi punti erano stati ricavati degli appezzamenti in cui crescevano degli strani vegetali - degli ammassi di funghi grigiastri dalla forma irregolare, alcuni dei quali avevano raggiunto un'altezza quasi pari a quella di un goblin medio. Alcuni goblin stavano lavorando attorno a quegli strani funghi, e uno di loro, in quel momento, ne stava staccando un pezzo con un piccolo coltello, per poi annusarlo, osservarlo attentamente, e infine mangiarselo senza troppi perchè.

"Hey, Vooz, tu a posto? Non disgustoso, vero?" chiese un altro goblin, rivolto a quello che stava masticando il boccone di fungo grigio con estrema voluttà. Il goblin di nome Vooz deglutì e poi fece un sonoro rutto di compiacimento, che fece scoppiare a ridere il resto degli omuncoli verdi!

"Hahahahaaa! Sembrava tuono!" esclamò in preda alle risate una femmina di goblin vestita di una maglietta a maniche corte e pantaloni - entrambi indumenti che dovevano essere stati bianchi una volta, ma che ora l'incuria e il lavoro avevano trasformato in un ammasso di macchie e polvere. Anche Tup e Gogmurt non poterono fare a meno di fare una breve risata.

"Hahahahaaa, proprio buffo! Questo valeva pena vedere!" esclamò il goblin stregone, mentre Gogmurt si girava dall'altra parte e soffocava una risata.

"Ah! Grande capo Tup, noi volere... parlare di questo! Scoperto fungo molto buono! Cresce in radura, vede?" esclamò la femmina di goblin, indicando con orgoglio la grande massa fungoide grigiastra che cresceva senza apparente criterio in quella zolla di terra. Tup ebbe l'impressione di ricordare il nome di quella goblin... Gika, se non sbagliava, oppure Zigla? "Forse noi può coltivare! Io pensa che questo aiuta noi!"

Per Tup, che aveva avuto da pensare a come procurarsi il cibo per tante bocche, quella notizia era quanto meno interessante... e il capo dei goblin di Collecardo non perse tempo a raggiungere la massa fungoide e annusarla con attenzione. Magari l'aspetto non era il massimo, ma l'importante era che fosse buono e che sfamasse...

"Un momento che Tup prova!" disse il goblin stregone, staccando un pezzetto di massa fungoide. "Libertà, prova anche tu!"

"Momento!" esclamò Gogmurt, non volendo che i suoi compagni goblin si mettessero in bocca la prima cosa che sembrasse commestibile. Il goblin druido raggiunse a sua volta l'enorme fungo e lo osservò con attenzione. In effetti, non sembrava qualcosa di così strano o innaturale. Aveva già visto diverse volte questo tipo di fungo nelle foreste attorno a Collecardo, in particolare nei pressi di Tickwood... e sapeva che si trattava di un fungo commestibile, anche se non molto saporito. Era nutriente e poteva essere coltivato, nelle condizioni giuste... l'unico problema avrebbe potuto essere quello di far accettare questo cibo poco ortodosso al resto della tribù... ma Gogmurt era convinto che sarebbe stata soltanto questione di tempo e di un po' di buona volontà.

Ecco, forse la questione della volontà sarebbe stata un po' più ardua, vista la tendenza dei goblin a vivere esclusivamente nel presente... ma anche quello era un problema risolvibile.

"Quindi, cosa dici, Gog?" chiese Tup. "Noi potere mangiare questo fungo, vero? Noi potere coltivare?"

Gogmurt ghignò e staccò un pezzo di fungo dalla massa. Aveva la consistenza di un pezzo di pane soffice, e quando se lo mise in bocca, ebbe la gradevole sensazione di mangiare qualcosa di carnoso e piacevole da masticare. "Certo che potere! Ma noi dovere trovare luogo adatto... però se va bene, noi risolto un po' di problemi! Ottimo lavoro a tutti! No mangiare tutto, okay? Dovere tenere per coltivare!"

"Va bene, consigliere. Va bene." rispose Tup con una risata gioviale. "Coltivatori! Preparare nuovo campo di coltivazione qui! Sarà grande occasione per goblin!"

I goblin si affrettarono a recintare la zolla di terra nella quale cresceva la massa di funghi grigi, entusiasti per la scoperta, e Tup annuì soddisfatto. Non era proprio sicuro se sarebbe stata un'occasione per loro, ma se non altro era un modo per i goblin di Collecardo di sostentarsi senza dover ricorrere al banditismo o alle scorribande. Il goblin stregone si stava convincendo sempre di più che aveva visto giusto - per i goblin, stava arrivando il momento di staccarsi dalle vecchie e pericolose "tradizioni" e abbracciare nuove vie. Se volevano sopravvivere e prosperare, questo era il modo migliore per farlo.

 

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Un paio di piccoli occhi gialli e luccicanti, tuttavia, stavano osservando con fastidio i goblin che si affrettavano a recintare l'orto dove crescevano i funghi grigi. Per quei goblin, quella scoperta era motivo di gioia e di speranza per il futuro... ma per quanto riguardava lui e i suoi superiori... quella visione era emblematica di quanto fossero caduti in basso i goblin di quel luogo. Da quando in qua i goblin si erano ridotti a coltivatori? A tollerare gli esseri umani? A cessare di fare la guerra con nani ed elfi? Quel Tup e i suoi fedeli erano una vergogna per la razza dei goblin e per i figli di Lamashtu...

"Quale disonore..." sibilò la creatura serpentina, allontanandosi furtivamente dalla caverna. Il suo corpo sinuoso si infilò tra gli arbusti e le rocce, scivolando furtivamente oltre i goblin festanti, cercando di non farsi irritare oltre un certo limite dalle loro buffonate. "Questi goblin hanno dimenticato la loro fedeltà a Lamashtu... ma per fortuna, so per certo che c'è ancora qualcuno disposto a darmi una mano! Qualcuno che... mi sta aspettando e ancora non lo sa!"

La creatura scivolò abilmente sotto le radici sporgenti di un grosso albero e fece saettare fuori dalle fauci la sua lingua biforcuta, "assaggiando" l'aria in modo da orientarsi. Per i suoi sensi acutissimi, ogni goblin aveva un odore particolare, e quello che stava cercando lui... beh, la sua traccia era inconfondibile, anche in mezzo a tanti altri della sua specie. Del resto... Collecardo si era un po' svuotata, dall'ultima volta che c'era stato. Era proprio vero quello che aveva sentito, quindi... quei dannati avventurieri erano arrivati, avevano fatto fuori un po' di goblin e avevano eliminato il culto di Lamashtu. Non sentiva più l'odore di Nualia, nè quello di molti dei suoi scagnozzi. O erano fuggiti, o erano stati uccisi... o, cosa forse anche peggiore, erano stati convertiti.

Mettendo momentaneamente da parte i suoi sospetti, la creatura serpentina continuò nella sua opera di infiltratore e scivolò  in uno degli edifici di legno e paglia che i goblin facevano passare per abitazioni e luoghi importanti. Mormorò qualcosa a bassa voce, e una fitta coltre di nebbia cominciò ad invadere l'interno del luogo, cogliendo di sorpresa il goblin guardiano armato di affettacavalli che si trovava all'interno, impegnato a fare la guardia ad un prigioniero importante. In un attimo, la stanza più interna venne avvolta in una coltre grigiastra, talmente fitta che il goblin di guardia non riuscì più a vedere ad un palmo dal naso. L'essere serpentino sghignazzò sinistramente quando sentì le esclamazioni del goblin di guardia che cadeva in preda al panico e cominciava ad agitare a vuoto la sua arma.

"Gaaaah! Nebbia qui! No vedo nulla!" ringhiò, e il mostro serpentino ascoltò con soddisfazione il suono della lama che fendeva l'aria senza alcun effetto. Con attenzione, uscì dal suo nascondiglio e si avvicinò pian piano alla guardia, ignorando le esclamazioni del goblin tenuto prigioniero là dentro, che a sua volta non si spiegava cosa stesse accadendo... "Questa... questa essere magia! Fare te vedere! No vedo nulla!"

"Hohohohohooo... ma io ti vedo benissimo! Anzi, meglio dire... ti sento!" esclamò il mostro. Evitò con sprezzante facilità i fendenti del goblin guardiano, usando la lingua per sapere quale fosse la sua posizione in mezzo a quella nebbia magica... e quando fu a tiro, scattò in avanti con un rapido e deciso mvimento delle sue spire, aprendo di scatto le fauci e chiudendole sul collo della guardia!

La potenza del morso fu terribile - al punto che la guardia non ebbe nemmeno il tempo di lanciare un'esclamazione di dolore e sorpresa quando le fauci della creatura gli staccarono letteralmente la testa dal collo! Il corpo decapitato del goblin barcollò per un secondo prima di afflosciarsi a terra, percorso da qualche ultimo fremito post-mortem, e il suo sangue inondò il pavimento polveroso, mentre il prigioniero si tirava indietro e guardava con spavento la massiccia figura simile ad un enorme serpente che cominciava a profilarsi nella nebbia.

Ripnugget, l'ex-capo dei goblin di Collecardo, cercò disperatamente qualcosa da poter usare come arma nella sua cella... ma nel giro di una frazione di secondo, lo stesso mostro che era arrivato lo rassicurò, parlando con voce acuta e sibilante. Trascinava la lettera 's', come se un serpente avesse in qualche modo imparato a parlare il linguaggio degli umani.

"Non ti preoccupare, Ripnugget... che c'è, non riconosci più i vecchi amici, eh?" sibilò melliflua la creatura, che scivolò tra le sbarre della prigione improvvisata e si erse in tutta la sua ragguardevole lunghezza, abbastanza da permettergli di torreggiare su quasi tutti i goblin. Ripnugget si rassicurò giusto un po' nel vedere che in effetti si trattava di un enorme serpente, qualcosa di simile ad una vipera troppo cresciuta dalle squame color grigio piombo, con delle striscie rosse che gli scorrevano sui fianchi e il ventre bianco. Era lungo più o meno quanto un essere umano medio era alto, e dello spessore di una gamba umana... ma la sua testa era l'elemento più peculiare: era simile a quella di un goblin, con gli stessi occhi eccitati e le orecchie lunghe ed appuntite, e la sua bocca era dotata di lunghi canini ricurvi, come i denti veleniferi di una vipera. Una lunga lingua biforcuta appariva ad intervalli irregolari tra le fauci della creatura, che osservava Ripnugget con un paio di occhi gialli, tondi e senza pupille.

"Tethiqqa..." grugnì Ripnugget, la sua precedente inquietudine trasformata in irritazione e rabbia. "Certo che ce ne hai messo di tempo per farti vedere. Se tu fossi arrivato quando quegli avventurieri da quattro soldi hanno aiutato l'usurpatore..."

Il serpente dalla testa di goblin (un serpe-goblin, per l'esattezza - una repellente creatura magica che combinava elementi dei goblin e dei serpenti, considerati da molti goblin come reincarnazioni dei loro eroi del passato) sghignazzò senza badare troppo alle accuse di Ripnugget. "Sarebbe andata nello stesso modo, non credere... in quel momento, la mia presenza non avrebbe potuto impedire a quei marmocchi di mettere il tuo ex-subordinato sul trono!" affermò. "Adesso, però, hanno abbassato la guardia. E ho una proposta per te... che ne diresti di completare noi quello che Nualia stava facendo e liberare il dio dei goblin? Adesso i gambelunghe pensano di essere al sicuro. Gli mostreremo che si sbagliano."

Ripnugget corrugò la fronte mentre Tethiqqa lanciava un altro incantesimo - un Fiotto Acido, che raggiunse il lucchetto della cella e lo corrose nel giro di pochi istanti. "L'idea non mi dispiace... e riprendere il controllo della mia tribù da quei traditori mi piace anche di più." affermò. "Ma... come faccio a sapere che non ti sbarazzerai di me una volta che avrai ottenuto quello che vuoi?"

Il mostro di nome Tethiqqa emise uno sghignazzo sibilante e aprì con le spire la porta della cella di Ripnugget. "Keheheheheee... non sei arrivato fin qui fidandoti del primo che capitava, vero? Tranquillo, abbiamo bisogno l'uno dell'altro per il nostro scopo, e comunque non penso che il dio dei goblin sarebbe contento se sacrificassi te!" affermò la serpe-goblin. "E neanche quei rinnegati sarebbero graditi. Ma sono convinto che vedremo presto i gambelunghe, e che molto presto avremo qualcuno da offrire al grande Malfeshnekor! Riusciremo dove quell'incapace di Nualia ha fallito, e riuniremo di nuovo tutte le tribù di goblin di Varisia sotto il nostro comando. Non ti attira, l'idea?"

"Bene... allora andiamocene di qui, recuperiamo il mio equipaggiamento e raggiungiamo le catacombe!" esclamò Ripnugget, e un ghigno malefico si espanse sul suo volto. "Credo proprio che ci sarà da divertirsi!"

Tethiqqa fece un cenno con la testa e guidò Ripnugget fuori dalla coltre di nebbia creata dal suo incantesimo. C'era stato un inaspettato rovescio di fortuna... ma ben presto, i veri goblin sarebbero tornati ad essere i padroni di Collecardo, e avrebbero ottenuto la loro vendetta...  

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CONTINUA... 

 

 

 


 

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Capitolo 25
*** Una nuova spedizione ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE 

Capitolo 23 – Una nuova spedizione

 

I preparativi per la nuova spedizione verso Collecardo fervevano... e per quanto lo riguardava, il professor Brodert Quink non poteva essere più contento di come stesse andando. In effetti, non ricordava di essere stato più entusiasta in tutti i suoi anni di vita. Quello che la giovane Eli gli aveva raccontato delle catacombe lo aveva convinto che finalmente stava per trovare una conferma a molte delle sue teorie sull'antica Thassilon... alla faccia di quelle vecchie mummie dell'Archivio dei Fondatori! Gli avevano praticamente riso in faccia quando aveva avanzato la teoria che l'Antica Luce, il grande faro in rovina sulla costa occidentale, fosse in realtà una macchina da guerra dell'antica Bakrakhan... ma forse, adesso, aveva la possibilità di trovare delle prove concrete nella spedizione a Collecardo. E di tutto questo doveva ringraziare quei ragazzi che erano arrivati lì a Sandpoint quasi per caso, e che per caso erano rimasti coinvolti nell'attacco dei goblin. Certo che la vita sa offrire delle sorprese tanto gradite quanto inaspettate...

L'unica cosa che lo preoccupava un po'... era la presenza nella spedizione della sua cara nipote.

"Lucendi, cara... sei sicura di voler partecipare?" chiese l'anziano ricercatore alla giovane donna che stava raccogliendo oggetti e strumenti, disponendoli ordinatamente sul tavolo vicino a lei. Lucendi Quink era una ragazza di non più di diciotto anni dai capelli biondi, legati in due graziose code che scendevano sulle spalle, vestita in un pratico abbigliamento da avventuriera che includeva camicia e pantaloni dai colori vivaci con stivali da viaggio e una funzionale giacca di cuoio che offriva almeno un po' di protezione. Lucendi non credeva che avrebbero trovato qualcosa di veramente pericoloso nel corso della spedizione... ma non era il caso di farsi trovare impreparati. Aveva visto con quale meticolosità Eli si stava preparando, anche per quella che pareva essere una missione di routine per degli avventurieri di una certa esperienza come loro, e aveva avuto il buon senso di ascoltare chi aveva più esperienza di lei. "Voglio dire, non credo che incontreremo grandi pericoli... Yan e i suoi compagni hanno già praticamente ripulito le rovine... ma non si può mai sapere cosa può accadere in un luogo infido come un dungeon."

"E' per questo che sto cercando di prepararmi al meglio, zio." rispose la giovane donna con tutta tranquillità. Diede un'occhiata alle armi che aveva appoggiato sulla lastra di marmo vicino a lei - una corta spada dalla lama di forma quasi triangolare, e un arco di legno duro, con accanto una faretra ben fornita. Non poteva dire di essere una gran combattente, ma se ce ne fosse stato bisogno, almeno se la sarebbe cavata. "E poi, non dimenticare che non siamo soli. Ci saranno anche i nostri protettori... e il mio caro Mersoolian!"

Il professore alzò gli occhi al cielo e si strofinò la barba. Come ogni sostituto genitore che si rispetti, ogni individuo del sesso opposto e di un'età che si avvicinava a quella di Lucendi doveva superare il suo esame ed ottenere la sua approvazione per poter anche soltanto avere un appuntamento con la sua nipotina. E quel belloccio d'un mezzelfo che veniva da chissà dove dicendo di essere un chierico di Nethys... beh, non aveva ancora superato il suo esame!

"Ti consiglierei di stare attenta a quel tipo, mia cara. Non sai mai cos'abbia in mente." rispose il vecchio aggiustandosi gli occhiali, per poi controllare di avere tutto ciò che gli serviva per prendere appunti. Non era davvero il caso di ritrovarsi senza inchiostro o pergamena proprio quando aveva davanti a sè tutto ciò che gli serviva per dimostrare le sue teorie. "E poi, se devo essere sincero... non mi convince troppo. Un devoto di Nethys che ci capita proprio in questo momento, quando per noi è più conveniente? Ho i miei sospetti che non si tratti di una coincidenza."

Lucendi fece una breve risata. "Ti preoccupi troppo, zio. Secondo me, sei solo un po' troppo sospettoso!" rispose lei. "Mer è una persona di cui ci si può fidare... e poi, a parte te, non conosco nessun altro che conosca meglio di lui il passato della nostra terra!"

"Su questo... devo ammettere che hai ragione." rispose Brodert, con un po' di riluttanza. "Va bene, ma stai pur certa che lo terrò d'occhio ad ogni passo. Se pensa che io sia il tipo di persona che si lascia infinocchiare facilmente, si sbaglia di grosso."

La giovane barda fece un sospiro. Immaginava che non sarebbe stato molto facile convincere quel testardo di suo zio a dare una possibilità a Mersoolian, ma una volta di più, si rendeva conto di aver sottovalutato la leggendaria cocciutaggine del professor Brodert Quink...

 

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Per Ameiko Kaijitsu, quella era una giornata un po' particolare... un momento che per lei era al tempo stesso atteso e temuto. La giovane proprietaria del Drago Arrugginito e, nel giro ormai di pochi giorni, anche delle vetrerie Kaijitsu, diede un'ultima rilettura alla lettera che aveva scritto e, dopo essere rimasta soddisfatta da quello che aveva scritto, la infilò in una busta che sigillò attentamente con un po' di cera rossa. Prese il timbro che fino a poco tempo prima era appartenuto a suo padre e lo appose sul sigillo, poi fece un piccolo sorriso e si alzò dalla scrivania, accingendosi a raggiungere l'ufficio dello sceriffo.

"Signorina Ameiko..." la voce di Bethana, la sua fedele cameriera halfling, attirò l'attenzione della giovane donna, e lei si voltò per rispondere. "Allora, ha proprio deciso così? E' sicura di non avere ripensamenti?"

La locandiera del Drago Arrugginito non ebbe esitazioni e mosse la testa per dire di sì. "Ne sono convinta, mia fedele Bethana... credo che sia il modo più giusto di chiudere una volta per tutte questo capitolo della mia vita. Tsuto... ha fatto le sue scelte, e ormai non mi aspetto più che lui voglia riappacificarsi o anche soltanto comprendere il mio modo di pensare." affermò. "Non voglio più avere a che fare con lui. Ma vorrei almeno che lui avesse un'altra possibilità."

La halfling sospirò e fece un cenno con la testa. Non poteva certo biasimare Ameiko per una tale scelta. In fondo, a modo suo, anche Tsuto era stato una vittima, e per quanto la sua reazione alle circostanze della sua vita non fosse giustificabile, Ameiko riteneva giusto dargli almeno la possibilità di riscattarsi.

"Va bene, signorina Ameiko. Le farò trovare la colazione pronta non appena sarà tornata." disse Bethana con un sorriso confortante, e Ameiko rispose con un occhiolino e si diresse verso l'uscita della sua taverna e le strade di Sandpoint. Erano ancora le prime ore del mattino, e i primi raggi del sole cominciavano ad illuminare la pacifica cittadina... non c'erano ancora molte persone per le strade, ma quelle poche che c'erano si prendevano il tempo per rivolgere un saluto gentile alla loro concittadina e per esprimerle vicinanza in quei momenti difficili.

Ameiko sospirò e sorrise lievemente mentre rispondeva ai saluti di un gruppo di abitanti di Sandpoint. Apprezzava senza dubbio la vicinanza, ma a volte aveva l'impressione che la stessero un po' compatendo. Non lo facevano certo con malizia, questo doveva ammetterlo, ma non le piaceva molto l'idea che qualcuno la vedesse come una vittima. In fin dei conti, quello che stava facendo in quel momento era anche un suo modo per evitare che gli eventi recenti la influenzassero...

La giovane donna raggiunse finalmente l'ufficio dello sceriffo Hemlock e bussò alla porta. Nel giro di pochi secondi, si sentì un lieve suono di passi, un attimo di pausa (evidentemente, il tempo che Hemlock si era preso per guardare dallo spioncino)... e infine, il robusto Shoanti aprì la porta e si presentò agli occhi di Ameiko. La quale non potè fare a meno di notare che sembrava un po' in disordine, in contrasto con l'immagine che cercava di dare di solito alla gente della sua città.

"Oh... buongiorno, signorina Kaijitsu. Posso esserle utile in qualche modo?" chiese lo sceriffo, cercando comunque di essere professionale.

Nonostante tutto, Ameiko non potè trattenere una breve risata. "Heh... Buona mattina, sceriffo Hemlock!" lo salutò gentilmente. "E' una mia impressione, o lei e la signorina Kaye avete passato la nottata assieme?"

La storia d'amore tra il severo ed integerrimo Belor, e la gentile ed elegante Kaye Tesarani, proprietaria del bordello di Sandpoint, era meno segreta di quanto allo sceriffo sarebbe piaciuto, cosa che rappresentava per lui un motivo di imbarazzo... e come Ameiko si era aspettata, lo Shoanti si mise un pugno davanti alla bocca e tossì un paio di volte per cercare di darsi un tono. "Non... so di cosa lei stia parlando, signorina Ameiko. Vorrei precisare che tra me e la signorina Kaye intercorre semplicemente una vecchia amicizia, che non ha nulla a che vedere con le nostre rispettive carriere." affermò. "Detto questo... dicevo, come posso esserle utile?"

Ameiko era abbastanza acuta da cogliere il goffo tentativo dello sceriffo di mantenere la sua privacy, ma ebbe il buon senso di non insistere oltre, e dopo aver preso un bel respiro, consegnò la busta sigillata a Belor. "Ecco... vorrei consegnarle questa richiesta." affermò la giovane donna. "E' una richiesta di clemenza verso Tsuto. Se fosse possibile, vorrei chiedere che questa mia richiesta arrivasse al tribunale di Magnimar presso il quale mio fratello e la sua complice verranno processati. Per quanto mi riguarda... voglio anch'io che mio fratello paghi per i suoi crimini, non soltanto nei miei confronti. Ma trovo giusto che abbia una possibilità di riscatto. Poi, che lui la voglia prendere o sprecare, sono affari suoi."

Lo sceriffo prese la busta con fare rispettoso e la mise accuratamente in una tasca della sua giacca, in modo da non perderla. "Sì... comprendo le sue premure, signorina Ameiko." affermò. "E... se lo desiderasse, suo fratello è ancora in custodia nel blocco celle. E questa volta, abbiamo fatto in modo che non possa evadere tanto facilmente. Se lei desiderasse fargli visita un'ultima volta, posso condurla da lui. Ovviamente, non senza scorta."

Dapprima sorpresa, Ameiko ci riflettè un po' su... e infine decise che valeva la pena di dire ancora due cose a Tsuto, prima di farlo uscire per sempre dalla sua vita. "Sì, credo che... potrebbe farmi bene parlare con lui ancora una volta. Almeno per dirgli addio." disse infine. "Va bene... prego, se volesse guidarmi..."

Lo sceriffo condusse Ameiko verso il blocco celle, passando davanti alla cella dove si trovava la maga Garundi complice di Tsuto, Lyrie. La giovane donna era seduta su una panchinetta di legno nella sua cella e accarezzava distrattamente il suo gatto famiglio, alzando lo sguardo solo per gettare un'occhiataccia ad Ameiko, ma non fece comenti e restò chiusa nel suo mutismo. In una cella poco distante, d'altro canto, si trovava Tsuto, seduto per terra con la schiena appoggiata al muro e l'espressione della persona a cui ormai non importava più nulla di nulla. Il suono dei passi di Belor ed Ameiko gli fece alzare appena un po' la testa, e il mezzelfo guardò con cupa ostilità la sua sorellastra.

"Hai una visita, Tsuto Kaijitsu." annunciò lo sceriffo di Sandpoint. Il fuorilegge corrugò la fronte e storse il naso nel vedere la sorellastra che si piazzava davanti alla sua cella, fissandolo con espressione indecrifrabile. "Avete un po' di tempo per chiarirvi e dire quello che dovete. Cercate di usarlo al meglio."

"Il tempo che vorrà concederci basterà, grazie." rispose Ameiko. Il tono della sua voce restava gentile, ma adesso si percepiva un accento di freddezza e rabbia. Con un movimento fluido che veniva da anni di esercizio fisico, Tsuto si alzò e si avvicinò alla sorellastra, fissandola con un astio a malapena trattenuto.

Per diversi secondi, i due fratelli si guardarono a vicenda, e una sconfortante coltre di silenzio scese su di loro. Per più di una volta, sembrava che uno dei due stesse per prendere la parola... ma poi, si bloccava e non riusciva a dire nulla. Per quanto la cosa gli dispiacesse, Belor stava per concludere lì l'incontro... quando finalmente Ameiko si decise e cominciò a parlare.

"Questa sarà l'ultima volta che ci vedremo, Tsuto." affermò. "Mi dispiace. Io volevo aiutarti, dico davvero. Ma tu non me l'hai concesso. Nè quella volta, nè tantomeno in questa occasione. Tutto quello che adesso voglio è vivere la mia vita senza rimpianti... e fare quello che posso perchè anche tu abbia almeno una possibilità."

"Hah... cos'è questa, la tua vittoria, sorellina? Sei venuta qui per vantarti di essere stata una brava bambina, mentre il tuo fratellone brutto e cattivo resta a marcire in galera?" rispose Tsuto con feroce sarcasmo, cercando di ferire i sentimenti di Ameiko. Tentativo che fallì miseramente, dal momento che la giovane locandiera restò del tutto indifferente.

"Più ti ascolto, più ti compatisco. Continui a serbare rancore per quello che è accaduto tanto tempo fa, e non vuoi accettare che le persone cambiano... e anche Sandpoint. Anche la tua complice, Nualia... da quanto ho potuto sentire, sta cercando di voltare pagina e di passare oltre il suo rancore. Tu sei l'unico che si sia fissato su un passato che ormai non esiste più." rispose Ameiko. 

Tsuto rise amaramente e scosse la testa. "E' ovvio... anche lei, alla fine, mi ha tradito. Non appena ha trovato qualcosa che le conveniva di più, è passata dalla parte dei miei nemici. Ho fatto male a fidarmi di lei." rispose. "E cos'avrebbe quel moccioso, Yan, che io non ho? Sentiamo un po'!"

"Smettila di pensare che soltanto tu sei la vittima!" rispose prontamente Ameiko. "Quello che nostro padre ti ha fatto, quello che hai dovuto passare quando vivevi qui a Sandpoint non è stato giusto, su questo hai perfettamente ragione. Ma il modo in cui hai reagito... non ha fatto altro che fare del male a te stesso e ad altre persone."

"Hah! Ma sentitela, questa ipocrita! Smettila di recitare la parte della brava bambina, Ameiko! Anche tu odiavi nostro padre per quello che mi ha fatto!" replicò il mezzelfo.

Ameiko fissò rabbiosamente il fratellastro negli occhi. "Non c'era affetto tra me e nostro padre, questo è vero." continuò. "E sai come mi sono vendicata di lui? L'ho tagliato fuori dalla mia vita. Per me, lui non era più nessuno. Non aveva più alcun potere su di me. Tu dici di esserti vendicato uccidendolo, ma in realtà non hai fatto altro che... dimostrare che lui continua ad influenzarti. E poi, quei lavoratori che tu e i tuoi goblin avete ucciso... non avevano nessuna colpa. Tutto quello che hai fatto, è stato fare del male senza alcun senso."

Tsuto strinse i denti. "Tsk... Inutile discutere con te, Ameiko. Sei come tutti gli altri. Sei come tutti quei bastardi che vivono in questa cittadina di merda. Se solo non fosse stato per quei dannati ficcanaso che hanno rovinato tutto... Ti pentirai di avermi rifiutato, Ameiko. Assieme, avremmo fatto grandi cose. Saremmo diventati i padroni di Varisia. Ma tu hai preferito rimanere una mediocre. Affari tuoi... Sandpoint verrà comunque rasa al suolo, prima o poi, e allora io riderò della vostra fine! Allora... vorresti ancora mostrarmi la tua... ridicola compassione?"

"No, Tsuto, non si tratta di compassione, ma di umanità." replicò Ameiko. "Anche se disapprovo di quello che hai fatto, mi rendo conto che hai comunque passato delle sofferenze, e che anche tu meriti una possibilità di ricostruire la tua vita. Pensala come vuoi, non cambia quello che ti offro."

Tsuto fece un passo indietro senza dire nulla, ma continuò a fissare la sorellastra con espressione astiosa.

"Tuttavia, questo è tutto quello che sono disposta a fare per venirti incontro." continuò la locandiera. "Non voglio rivederti mai più, e spero che tu riesca un giorno a capire il perchè di questo mio gesto. E con questo, Tsuto... ti dico addio. Le nostre strade si dividono per sempre."

"E credo che tua sorella abbia fatto più di quanto molte persone sarebbero state disposte a fare." commentò lo sceriffo Hemlock. "Se fossi in te, le sarei grato e cercherei almeno di riflettere sulle sue parole."

Chiuso nella sua patetica ostinazione, Tsuto si allontanò dalle sbarre e voltò la testa dall'altra parte con un grugnito... e Ameiko, ormai ben consapevole che non avrebbe ottenuto altro risultato, decise di chiudere lì il discorso e si rivolse allo sceriffo. "Credo proprio... che non ci sia nient'altro da dire. Sceriffo Hemlock... la ringrazio di avermi dato questa possibilità. Era... un confronto di cui avevo bisogno. Un capitolo della mia vita che si chiude una volta per tutte."

"Di niente, signorina Ameiko." rispose lo Shoanti, per poi scortare la giovane locandiera verso il suo ufficio. Ancora una volta, Lyrie non ebbe alcuna reazione al loro passaggio, limitandosi a guardarli di sottecchi. "Io mi occuperò di far pervenire le vostre richieste alla corte di Magnimar, dove verrà tenuta debitamente da conto. Per quanto riguarda altre novità... immagino che lei abbia già sentito della spedizione che tra non molto partirà per le rovine di Collecardo. Andranno a cercare dei reperti risalenti al passato di Varisia, e li accomagnerà anche il nostro stimato professor Quink."

"Sì, ne ho sentito parlare... in effetti, era un po' difficile che la cosa passasse sotto silenzio." rispose Ameiko, già un po' più vivace rispetto a prima. "Immagino che i nostri salvatori parteciperanno a loro volta, vero? E Nualia... cosa si sa di lei?"

"Per quanto ne so... Nualia parteciperà anche lei. Dopotutto, lei conosce bene le catacombe di Collecardo, e il fatto che tenga personalmente al signorino Yan la rende almeno degna di fiducia da questo punto di vista." affermò lo sceriffo. Ormai, i due erano quasi tornati in strada, dove le attività quotidiane di Sandpoint proseguivano. "E penso che verrà anche Shalelu. Non si potrebbe desiderare migliore guardia del corpo di lei, potete starne sicuri."

"Già, posso immaginarlo... in tal caso, sarà meglio che mi metta al lavoro per quando torneranno! Mi sembra giusto offrire loro una festa come si deve, una volta che saranno tornati qui a Sandpoint!" continuò Ameiko. Il suo proverbiale buon umore era tornato, e la giovane donna già pensava alla festa che ci sarebbe stata il giorno in cui la spedizione fosse tornata da Collecardo. "La ringrazio per la sua disponibilità, sceriffo. E mi raccomando... anche lei e la signorina Kaye sarete invitati per quel giorno, quindi... cerchi di tenersi libero, d'accordo?"

"Come... come le ho detto, tra me e la signorina Kaye c'è soltanto..." cominciò a dire Belor. Ma si rese subito conto che non sarebbe riuscito a convincere Ameiko, quindi decise di lasciar perdere. "Hm. Va bene, visto che insiste... credo che per questa volta non ci sarà nulla di male se mi prendo un po' di relax. Sarà un piacere partecipare... e la ringrazio della premura."

Ameiko strizzò un occhio in segno di intesa. "Oh, si figuri, sceriffo! Anche lei sta facendo molto per la nostra comunità!" rispose. "Mi sembra il minimo per mostrarle il nostro apprezzamento!"     

      

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Il giorno della spedizione era finalmente arrivato. Un gruppetto di carovane sulle quali erano stati caricati tutti gli strumenti necessari ad una spedizione archeologica si era diretto verso Collecardo alle prime luci dell'alba, portando con sè, oltre che ai membri del gruppo che aveva sconfitto il culto di Lamashtu, anche il professor Brodert Quink, sua nipote Lucendi... e il giovane chierico di Nethys che la giovane aveva portato con sè - Mersoolia Threce, un mezzelfo dal fisico un po' gracile, con la pelle scura, i capelli castani e uno sguardo acuto e penetrante, che sembrava quasi emanare un'aura di sicurezza e autorità. I suoi abiti grigi e i suoi stivali erano adeguati per una spedizione nei sotterranei, e l'unica protezione che indossava era una pesante stoffa trapuntata a strati di densa imbottitura.

Anche Shalelu era con il gruppo, essendosi del tutto ripresa dallo scontro con il suo arcinemico Bruthazmus... e con loro era venuta anche Nualia, che dopo qualche comprensibile esitazione aveva deciso che tanto valeva accompagnare Yan. La aasimar era più che altro interessata a restare con il suo amico d'infanzia, che lei ancora considerava la sua unica ancora di salvezza per evitare di perdersi e sprofondare di nuovo nella disperazione... ma una parte di lei era curiosa di sapere di più sul gruppetto che lo accompagnava. Se erano amici di Yan, forse erano persone di cui ci si poteva fidare.

In quel momento, Mersoolian e Lucendi erano impegnati in una discussione con Yan ed Eli riguardante ciò che avevano scoperto nelle rovine di Collecardo. Il mezzelfo e la sua fidanzata stavano mostrando ai due avventurieri un libro che si erano portati dietro - un trattato sull'antico Impero di Thassilon e su tutto ciò che si sapeva degli eventi che avevano portato alla sua fondazione, al suo sviluppo e al suo declino.

"Ecco, vedete? Trovo che... sia interessante confrontare i segni dell'alfabeto Thassiloniano con ciò che è pervenuto a noi della scrittura Azlanti. Si vede benissimo il cambiamento che hanno intercorso nei secoli." diceva in quel momento Mersoolian, mentre indicava con entusiasmo appena trattenuto alcune tabelle, sulle quali erano riportati gli alfabeti delle due civiltà così strettamente legate l'una all'altra. "Penso che sarebbe affascinante tentare di scoprire quanto dell'evoluzione di questo alfabeto sia da imputarsi al tentativo del Primo Re Xin di staccarsi quanto più possibile dalle sue radici Azlanti e creare una cultura tutta sua. Certo, non è un mistero che Xin non avesse una grande opinione di Azlant. Pensava che fossero troppo arroccati sulle loro convinzioni, e i suoi studi sulla magia venivano costantemente ostracizzati ed ostacolati."

"Immagino che certi studi e certe verità possano dare fastidio a chi detiene il potere." rispose Eli. Anche lei, come Mersoolian, conosceva abbastanza bene l'antica lingua Thassiloniana, e riusciva a seguire meglio degli altri le spiegazioni dell'altro mezzelfo. "Però... sì, anche questo è un elemento importante della storia del nostro mondo. Se non ci fosse stato il Cataclisma, che ha distrutto quasi tutte le civiltà che allora vivevano su Golarion, chissà come sarebbe ora il nostro mondo. Sicuramente l'Impero di Thassilon aveva fatto dei progressi incredibili per l'epoca. Almeno nel campo delle tecnologie e della scienza."

"E' un po' un peccato che i Signori delle Rune, stando a quanto ne sappiamo, fossero dei tiranni." rispose Lucendi. "Sotto il loro dominio, certamente, le rispettive regioni hanno conosciuto dei progressi incredibili... ma come avranno vissuto le popolazioni sotto di loro? E poi, hanno usato le loro tecnologie principalmente per farsi la guerra tra di loro."

"E' vero... non dimentichiamo l'odio che intercorreva tra Alaznist e Karzoug." rispose Yan, gettando di tanto in tanto uno sguardo a tutti i suoi compagni di squadra. Misia si era appisolata, la schiena appoggiata ad una cassa di legno, mentre Reji sedeva a gambe incrociate vicino alla parte frontale del vagone, e probabilmente stava meditando. La sua attenzione passò poi a Nualia - la aasimar dai capelli bianchi era seduta su un'altra cassa, e sembrava persa nei suoi cupi pensieri, forse chiedendosi se fosse stata una buona idea tornare da quelle parti. Si impose di parlarle, più tardi... la sua amica aveva soltanto fatto i primi passi fuori dalla nefasta influenza di Lamashtu, e aveva paura che se non ci fossero stati lui e i suoi compagni a tenerle la mano in questi delicati momenti, Nualia avrebbe potuto avere dei ripensamenti. Certo, era convinto che in ogni caso Nualia non avrebbe fatto del male a lui direttamente, ma per quanto riguarda gli altri membri della spedizione... gli dispiaceva ammetterlo, ma non poteva esserne sicuro.   

"Lo so, lo so... è una cosa che non si può ignorare." affermò la mezzelfa con gli occhiali. "Detto questo... se i governatori delle satrapie di Thassilon fossero stati più illuminati e avessero pensato a qualcos'altro, oltre che a conservare il proprio potere ed imporlo sugli altri... chissà, forse sarebbero anche riusciti a trovare un modo di evitare il Cataclisma. E oggi... il volto di Golarion sarebbe senz'altro diverso."

"E vero che con i se e i ma, non si fa la storia." disse Mersoolian con un cenno affermativo. "Ma... fare delle ipotesi può essere comunque utile, e può aiutare a fare delle previsioni su come andrà il futuro."

Lucendi avvolse un braccio attorno alle spalle del fidanzato. "E poi, se riuscissimo a scoprire qualcosa di più sulla cultura di Thassilon e sulle loro scoperte... chi può dire che non riusciremo ad usarle a nostra volta? Potrebbe essere quello di cui Varisia ha bisogno per una vera e propria rivoluzione nel campo sia magico che scientifico!"

"Sarebbe una gran bella cosa, in effetti... non nego che l'idea è attraente!" rispose Eli. La maga con gli occhiali stava mostrando un sorprendente entusiasmo, man mano che la discussione andava avanti, e Yan non poteva esattamente darle torto. Quella che era iniziata come una battaglia contro un piccolo esercito di goblin predoni, si stava rivelando qualcosa di molto più grande, e avrebbe forse portato a delle scoperte eccezionali. "Sono sicura che il signor Quink sarà anche lui entusiasta di vedere quali sorprese ci riservano le antiche rovine... quelle che non siamo riusciti ad esplorare prima!"

"Capolinea! Siamo arrivati! Siamo di fronte all'ingresso di Collecardo!" esclamò la voce di Jolan. Il piccolo halfling infilò la testa nella cabina per avvertire i suoi compagni, e il gruppo rivolse immediatamente tutta la loro attenzione al loro compagno. Misia si svegliò di colpo e si sfregò gli occhi, colta di sorpresa. "Preparatevi, ragazzi! Prendete tutto l'equipaggiamento che vi serve! Si scende!"

"Oooh, finalmente... cominciavo ad essere un po' impaziente, se devo essere sincero!" commentò Mersoolian. Il mezzelfo dalla pelle scura attese che la carovana si fermasse, poi scese giù e cominciò a sgranchirsi le articolazioni. Era da poco passato mezzogiorno, a giudicare dalle ombre e dalla posizione del sole... e anche le altre carovane della spedizione si erano fermate e stavano facendo scendere i loro passeggeri. Da una di esse stava scendendo Shalelu, che stava controllando quante frecce avesse nella faretra e che tutto il suo equipaggiamento fosse in buone condizioni. "Così... questa è Collecardo, eh? Devo ammettere che vista da qui, fa il suo effetto."

"Un'antica roccaforte di uno dei Signori delle Rune più famigerati... devo riconoscerlo, ragazzo, sono del tutto d'accordo con te su questo punto. E' una grande emozione per uno studioso ritrovarsi sul punto di esplorare un luogo come questo." disse l'anziano professor Quink, aggiustandosi gli occhiali mentre osservava l'impressionante complesso che emergeva parzialmente dalle acque del Mare di Varisia. "Certo... c'è il particolare che per entrare là dentro dovremo passare attraverso un territorio infestato da goblin... ma a quanto ho sentito, Yan e i suoi compagni sono riusciti a farseli amici, in qualche modo."

"Il nuovo capo della tribù di Collecardo, Tup... e il suo consigliere Gogmurt... sono tutti e due nostri amici. Certo, stiamo attenti che non vengano loro strane idee, ma penso che ci possiamo fidare abbastanza di loro." spiegò Reji, facendo due flessioni dopo essere agilmente scesa dal carro.

"Per adesso, è meglio se ci fermiamo a mangiare qualcosa." affermò Shalelu. "In seguito, chiederemo passaggio a Tup e alla sua tribù. Ammetto che non sono esattamente una fan dei goblin, però sono d'accordo con Reji. Da quando... ehm... da quando il goblin stregone Tup è diventato il loro nuovo capo, sono diventati più affabili e più trattabili."

"Ottima idea! Si esplora meglio a stomaco pieno!" rispose allegramente Jolan.

 

oooooooooo

 

Dopo che i membri della spedizione ebbero consumato un pasto semplice ma nutriente - carne salata, gallette e frutta secca - e che tutti furono sicuri di avere ciò che serviva loro, gli esploratori si accinsero ad entrare nel territorio dei goblin per chiedere passaggio. Tuttavia, quello che non si erano aspettati era che un drappello di goblin (relativamente) ben equipaggiati ed armati, guidati da Tup e Libertà, venisse ad accoglierli. Il nuovo capo della tribù di Collecardo era emerso dalla boscaglia in sella al suo fedele ariete, e accompagnato da non meno di sei guardie del corpo armate di affettacavalli... e dopo essersi assicurato che nella spedizione ci fossero anche Yan e i suoi compagni, fece un sorriso a denti scoperti e si tolse il cappello, mostrando la sua testa calva simile ad una boccia verde!

"Sono... sono i goblin, immagino..." disse Lucendi. La giovane aveva un'espressione a metà tra l'apprensione e la curiosità mentre osservava gli omini verdi che si disponevano davanti a loro, cercando di farsi prendere sul serio. In quel momento, non era sicura di come comportarsi. Aveva sentito dire che i goblin erano creaturine feroci e crudeli, ma questi davano l'impressione di essere accoglienti.

Mersoolian si avvicinò a lei e le tenne delicatamente una mano. "Va tutto bene, Lucendi. Vedrai che non cercheranno di farci del male." la rassicurò, per poi rivolgerla un sorriso e un occhiolino. "E in ogni caso, lo sai che ci sono comunque io a proteggerti!"

"Salve, amici gambelunghe!" esclamò Tup con una mano alzata, riconoscendo Eli e gli altri avventurieri. La maga mezzelfa si tolse a sua volta il cappello in segno di saluto, mentre Yan strizzò un occhio, e Nualia guardò imbarazzata verso il terreno. "Come mai voi qui a Collecardo?"

"Salve, Tup... salute a voi, ambasciata di Collecardo!" disse Misia. "Spero di non chiedere troppo se dico che speravo avreste inventato qualche altra canzoncina per accogliere il nostro ritorno!"

"Misia..." la rimproverò bonariamente Jolan.

La biondina alzò le spalle. "Insomma, lo sai che noi gnomi cerchiamo sempre qualcosa di nuovo e divertente! Ci è indispensabile per mandare via la noia!" affermò. "E io trovo divertenti le loro canzoncine!"

"In effetti, hanno un che di orecchiabile." ammise Mersoolian.

Lucendi ridacchiò nervosamente. "Può essere, ma le parole fanno venire i brividi..."

Nonostante quel momento di leggerezza, Yan ebbe modo di notare che i modi di Tup mancavano della vivacità che gli era solita... in effetti, gli sembrava che il goblin stregone fosse un po' preoccupato per qualche motivo... e quello che Tup rivelò poco dopo gli confermò che in effetti era così.

"Tup contento di vedervi... ma peccato no situazione meglio." esordì il goblin stregone. Si rimise rapidamente il cappello e balzò giù dalla sella di Libertà... ma al momento dell'atterraggio, scivolò e quasi finì con la faccia a terra! Evitò questo umiliante destino solo grazie al suo fedele ariete, che lo agguantò per la tunica e gli permise di rimettersi in piedi. "Ugh... grazie, Libertà! Tutto ok, io voleva farlo!"

"A me non sembrava proprio..." commentò tra sè l'anziano Quink. Tuttavia, la frase con cui Tup aveva esordito preoccupava anche lui. "Ehm... detto questo, spettabile capo di questa tribù... quale sarebbe il problema? Siamo venuti qui per svolgere delle ricerche, ma potremmo essere in grado di aiutarvi. Questi giovani vi hanno già dato una mano una volta, se non sbaglio."

Tup si schiarì la voce e guardò il gruppo di avventurieri, notando che molti di essi avevano già assunto delle espressioni serie e concentrate. "Noi scoperto poche ore fa. Ex capo Ripnugget scappato." spiegò con evidente preoccupazione. "Non sapere come. Noi trovato guardia senza testa, e Rip ciao ciao. Andato via. Non sapere come."

"Come? Volete dire che qualcuno ha fatto evadere Ripnugget? E per quale motivo?" si chiese Misia. Quando botò le espressioni interrogative di Mensoolian, Lucendi e Brodert, la femmina di gnomo si affrettò a dare le spiegazioni necessarie. "Ripnugget era il precedente capo della coalizione di tribù che ha preso residenza fissa a Collecardo. Noi abbiamo aiutato Tup e il consigliere Gogmurt a detronizzarlo... e in cambio, Tup si è impegnato a fare sì che i goblin non attaccassero più le comunità di umani e semiumani. E fino a questo momento, hanno mantenuto la promessa."

"Ma... se Ripnugget è stato liberato, cercherà senza dubbio di riprendere il controllo della tribù. E non gli interessa nulla di qualsiasi accordo gli "usurpatori" potrebbero aver stretto con noi, o con chiunque altro." affermò Yan. Notò che Nualia stava assumendo un'espressione pensierosa, e si voltò verso la sua amica per vedere se stesse bene. "Nualia?"

"C'è.. un'altra cosa..." disse la aasimar in tono pensieroso. "Penso... che Ripnugget e chiunque l'abbia fatto evadere... potrebbe essere interessato a liberare Malfeshnekor, l'emissario di Lamashtu che è rimasto sepolto nelle catacombe."

"C-Come?" esclamò allarmato Mersoolian, e Yan ebbe la netta sensazione che la sua pelle fosse diventata decisamente più chiara in un accesso di paura. Il nome della dea demoniaca, in effetti, era abbastanza ben conosciuto... e anche il professor Quink e la sua nipote si fecero di colpo più ansiosi. "Pensavo... pensavo che aveste ormai tolto di mezzo tutti i mostri che infestavano le catacombe!"

"Malfeshnekor... era rimasto sigillato nel piano più profondo di Collecardo." rispose Misia, che ricordava molto bene quel momento della battaglia decisiva con Nualia e i suoi segugi yeth. "Senza un sacrificio appropriato, non può essere liberato, o almeno questo è quanto mi è dato di sapere. E per sacrificio appropriato... voglio dire un essere umano, o un umanoide. Che non sia un goblin, a questo punto."

Tup scosse la testa. "Rip voleva liberare dio dei goblin per fare grande fuoco con Sandpoint. Questo no bene per voi." affermò. "E no bene per noi, se volere vivere in pace."

"Ma chi sapeva di Malfeshnekor? A parte me, Ripnugget e pochi altri." riflette freddamente Nualia, provando un moto di indignazione che sopraffece per un attimo il suo fare freddo e scostante. L'idea di essere stata presa in giro le dava non poco fastidio. "C'era... qualcun altro di cui non sono al corrente?"

"In effetti, avrebbe anche senso." riflettè Mersoolian ad alta voce, tenendo delicatamente una mano a Lucendi. "Evidentemente, alcuni dei servitori di questo... Malfeshnekor... erano rimasti nascosti, nel caso qualcosa fosse andato storto. E adesso che hanno credut di avere campo libero, si stanno rivelando. Dobbiamo cercare di impedire che riprendano il rituale, o Sandpoint potrebbe essere ancora in pericolo."

"Certamente..." disse Eli con evidente preoccupazione. "Allora, io dico che per oggi sarebbe meglio piantare le tende qui e fare da picchetto da guardia, in modo che nulla possa uscire da Collecardo... e se dovesse accadere qualcosa, potremo vederlo da qui, ed essere pronti ad intervenire. Voi cosa ne dite?"

"Sì... penso che per oggi sia questa la cosa migliore da fare." rispose il professor Quink. Gettò uno sguardo rassicurante alla nipote e al fidanzato di lei, e annuì in direzione di Eli. "Ci affidiamo alla vostra esperienza e alla vostra abilità."

Jolan sorrise leggermente. "E noi sapremo essere degni della vostra fiducia." rispose. "Tra l'altro, possiamo contare anche sull'aiuto di Tup e dei suoi goblin, giusto?"

Il nuovo leader dei goblin fece un ampio sorriso e un segno dell'okay con la mano... mentre Nualia sentì un brivido alle parole di Jolan. Si fidavano anche di lei fino a quel punto? Da una parte, si sentiva stranamente lusingata... ma dall'altra, si chiedeva se davvero la loro fiducia arrivasse fino a quel punto, o se fossero un branco di ingenui...                   

 

oooooooooo

 

Dopo il pasto serale e aver organizzato l'accampamento vicino al ponte di corde che raggiungeva l'isolotto di Collecardo, la spedizione si era ritirata per la notte. Una volta decisi i turni di guardia, e aver messo su una recinzione improvvisata attorno alla carovana, tutti si erano ritirati per riposare... e tra questi, anche Reji si preparava a prendersi un paio d'ore di sonno prima che arrivasse il suo turno. La giovane esperta di arti marziali gettò un'occhiata ai dintorni dell'accampamento, in modo da farsi un'idea di quali fossero i luoghi da cui sarebbe potuta provenire una minaccia con maggiori probabilità. Certamente, la spedizione aveva trovato un punto abbastanza riparato, ma la giovane avventuriera era troppo esperta per pensare di essere del tutto al sicuro. Stava ancora guardandosi attorno, quando si accorse di Eli che si avvicinava, una mano alzata come per chiedere la sua attenzione.

"Reji...?" sussurrò la giovane maga. "Ti rubo solo un secondo. Avrei bisogno... di chiederti un favore."

La ragazzina Tian disse di sì con la testa. "Sì, Eli...? C'è qualche problema?" chiese. "Pensi che... stiamo per fare qualche errore, o ci stiamo per ficcare in qualche trappola?"

Eli fece una risata sommessa e la tranquillizzò con un gesto della mano. "No, no... niente di tutto questo, Reji." affermò, per poi schiarirsi la voce e tornare seria. "Si tratta... di Nualia. Sia ben chiaro che non ho ripensamenti. Approvo che lei viaggi con noi, e abbia la possibilità di ravvedersi. Ma... non voglio correre rischi. Ascoltami bene, Reji... se Nualia dovesse... Nethys non voglia... tradirci e cercare di tornare nelle grazie di Lamashtu... ho bisogno che anche tu la tenga d'occhio. E se ce n'è bisogno... fai quello che devi per fermarla. Anche se dovesse voler dire ucciderla."

Reji non cambiò espressione, ma dentro di sè si sentì gelare. Se questo fosse successo... come avrebbe preso Yan la cosa? Nonostante la faccenda di Nualia fosse personale anche per lui, era stato abbastanza ragionevole, fino a quel momento... ma come avrebbe reagito se il gruppo fosse stato costretto ad azioni drastiche?

Del resto, Eli aveva ragione... ad un certo punto, le necessità del gruppo non potevano essere ignorate, anche a costo di prendere decisioni impopolari. E come leader del loro gruppo, Eli sapeva che era una sua responsabilità.

"Va... va bene, Eli. Terrò d'occhio Nualia... e se sarà necessario, interverrò." affermò. "Anche se... spero che non ce ne sarà bisogno."

La mezzelfa si sedette accanto a Reji e si aggiustò gli occhiali, comprendendo il disagio della sua compagna di squadra. "Credimi... anch'io voglio credere che Nualia sia sincera, e che possa davvero cambiare in meglio." rispose. "Ma... dobbiamo essere pronti a tutto. Soprattutto, dobbiamo tenerci pronti nel caso non vada come vorremmo noi. Capisci cosa voglio dire, immagino."

Silenziosamente, la giovane monaca annuì, preparandosi mentalmente al suo turno di guardia...

 

oooooooooo

               

CONTINUA... 

 

 

 

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Capitolo 26
*** La trappola di Tethiqqa ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

LIBRO 1 - L'ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE 

Capitolo 24 – La trappola di Tethiqqa 

 

 

oooooooooo 

 

“NUALIA.” 

Nualia Tobyn sussultò nel sonno ed emise un verso inarticolato quando sentì nella propria mente una voce che per lei era fin troppo familiare. La giovane aasimar strinse gli occhi, cercando in qualche modo di smorzare lo sconforto che quella presenza le arrecava. Fino a pochi giorni prima, avrebbe trovato confortante quella presenza – la prova che, anche nella sua disperata ribellione al suo destino, c'era lei a darle supporto. Qualcuno che la stava aiutando a prendere la sua vendetta. 

Ma ora… sentire la voce di Lamashtu nella sua mente le dava soltanto una sensazione di paura e minaccia. Sentiva che era delusa ed indignata. Che voleva qualcosa da lei… 

“NUALIA. TI SEI DIMENTICATA DI TUTTO QUELLO CHE HO FATTO PER TE?” tuonò la voce senza corpo, una voce che all'orecchio della aasimar suonava al tempo stesso femminile e profonda, con un timbro alieno che esprimeva crudeltà e freddezza. “QUANDO VAGAVI NELLA DISPERAZIONE, IN PREDA AL DELIRIO E ALLA SOLITUDINE, CHI È STATO AD OFFRIRE UNA SPERANZA ANCHE AD UNA REIETTA COME TE? ED È COSÌ CHE MI RINGRAZI? ANDANDOTENE DAL MIO ABBRACCIO? RIFIUTANDO IL MIO AMORE IN NOME DEL TUO INSULSO AMICHETTO?” 

Nualia sussultò e cercò di muoversi per sfuggire a quella sensazione di terrore ed oppressione, ma si rese conto, con suo grande sgomento, di essere bloccata. Il suo corpo non rispondeva alla sua volontà. Per quanto lei si sforzasse, non era in grado di muovere un dito, e tutto quello che poteva fare era restare a guardare mentre l'oscurità assoluta davanti a lei turbinava e si agitava come le onde del mare in tempesta, e una forma mostruosa cominciava a profilarsi al suo interno. Sulle prime, la ragazza aasimar ebbe l'impressione di vedere una forma affusolata, che ben presto, davanti ai suoi occhi, assunse l'aspetto di una mostruosa e gigantesca testa di sciacallo senza corpo, la bocca grondante di sangue e contorta in un orrendo sorriso che metteva in mostra una selva di zanne affilate. L’inquietante terzo occhio sulla sua fronte sembrava quasi una ferita aperta e grondava lacrime di sangue, e una pupilla che non aveva nulla di naturale fissava Nualia come se volesse entrarle nella mente e mettere a nudo tutte le sue debolezze, le sue paure, i suoi peccati... 

“Io non...” cercò di dire Nualia. “Io... volevo vendicarmi... di Sandpoint...” 

“ESATTO. VUOI FARLA PAGARE A QUEI VERMI PER QUELLO CHE TI HANNO FATTO. VUOI PRENDERTI LA TUA GIUSTA VENDETTA!” esclamò la testa di sciacallo. “NE HAI IL DIRITTO! LORO TI HANNO FATTO DEL MALE, E ADESSO TU LI VUOI RIPAGARE CON LA LORO STESSA MONETA! NON LI PUOI PERDONARE! NON PUOI LASCIARE CHE LE INGIUSTIZIE CHE HAI SUBITO RESTINO DIMENTICATE! TU VUOI FAR VEDERE A QUEI MUCCHI DI SPAZZATURA CHE TU NON DIMENTICHI E NON PERDONI!” 

Nualia esitò per un attimo e deglutì. “Sì... sì, io... io odio Sandpoint per quello che mi hanno fatto...” ammise. 

La testa di sciacallo fece una breve, secca risata. “ECCO. ADESSO COMINCI A RAGIONARE. IL PERDONO È PER I DEBOLI CHE SI FANNO METTERE I PIEDI IN TESTA! E TU NON SEI DEBOLE! TU VUOI FARLI SOFFRIRE MILLE VOLTE QUANTO HAI SOFFERTO TU! TU VUOI MASSACRARLI! SGOZZARLI! BERE IL LORO SANGUE! STRAPPARGLI LENTAMENTE IL CUORE DAL PETTO MENTRE LORO IMPLORANO PIETÀ!” 

“No...” rispose Nualia, anche se si rendeva conto che sembrava un’esclamazione così insignificante di fronte al discorso di Lamashtu... 

La testa di sciacallo si piegò da un lato, senza perdere il suo feroce sorriso. “NO?” 

 “Sì... è vero... io odio Sandpoint... ma... ma c’è una persona che... mi ha voluto bene.” continuò Nualia. “Lui... non vorrebbe che io... continuassi... lui non vuole che io... faccia del male alla gente di Sandpoint.” 

La mostruosa testa di sciacallo rise sguaiatamente. “HAHAHAHAHAAA! POVERA BAMBINA SMARRITA, SEI TALMENTE BRAMOSA DI AFFETTO E RICONOSCIMENTO, CHE ORA RINCORRI QUALSIASI PARVENZA DI AMORE PUR DI RIEMPIRE IL VUOTO NEL TUO CUORE!” esclamò. “QUEL TUO RIDICOLO AMICHETTO NON TI PUÓ AIUTARE! HA FATTO FINTA DI ACCETTARTI PERCHÈ VUOLE CONTINUARE A VIVERE NELLA SUA PATETICA CITTADINA, PER EGOISMO! ALLA FINE, SONO TUTTI COSÌ! ANCHE LUI TI ABBANDONERÀ COME TUTTI GLI ALTRI! COME IL TUO PATRIGNO! COME DELEK! COME TUTTA SANDPOINT!” 

“No...” mormorò Nualia, cercando di scuotere la testa, ma senza successo. “No, non è vero! Yan non mi abbandonerà!” 

“NON È VERO? STAI FORSE DICENDO CHE IO SONO UNA BUGIARDA?” tuonò lo sciacallo. “CHE IO, CHE TI HO ACCOLTO NEL MIO ABBRACCIO E TI HO DATO UNA RAGIONE PER VIVERE, POTREI MENTIRTI? SEI UNA FIGLIA INGRATA E DEGENERE! UNA MADRE PROVA VERGOGNA NEL SENTIRE QUESTE PAROLE! ED È STATO PROPRIO QUEL TUO AMICHETTO A FARTI VENIRE QUESTE STRANE IDEE, NON È COSÌ?” 

La ragazza dai capelli bianchi ebbe un fremito di paura davanti a questa sfuriata... ma un istante dopo, Lamashtu sembrò calmarsi... e l’espressione della testa di sciacallo si fece più calma e distesa. “MA IO... IO SONO UNA MADRE COMPRENSIVA. TI PERDONERÒ E TI ACCOGLIERÒ DI NUOVO NEL MIO ABBRACCIO SE TI SAPRAI DIMOSTRARE DEGNA DI ESSO.” affermò. Nualia ebbe un brivido e sentì di potersi nuovamente muovere... e quando si guardò vide che nella sua mano demoniaca stringeva un pugnale gocciolante di sangue, lo stesso con il quale aveva offerto tante vittime sull’altare della sua patrona abissale. 

“LO RICORDI, VERO?” disse lo sciacallo. “QUESTO È IL PUGNALE CON CUI SACRIFICASTI A ME IL TUO AMANTE TRADITORE. RICORDI IL PIACERE CHE PROVASTI NEL REALIZZARE LA TUA VENDETTA? IMMAGINA... IMMAGINA A QUANTO SARÀ DOLCE SACRIFICARE A ME TUTTI COLORO CHE HANNO CREDUTO DI POTER FARE DI TE LA LORO VITTIMA!” 

 

Nualia restò ferma dov’era, senza rispondere.  

“E TU... TU MI SACRIFICHERAI UNO DEI COMPAGNI DEL TUO AMICO!” continuò l’essere demoniaco. “NON TI PREOCCUPARE... HAI DETTO CHE IL TUO CARO YAN STA DALLA TUA PARTE, VERO? CHE NON TI ABBANDONEREBBE MAI, GIUSTO? ALLORA CAPIRÀ PERCHÈ LO HAI FATTO. TI PERDONERÀ. SARÀ COMPRENSIVO CON TE. E TU LO ASSECONDERAI. GLI FARAI COMPRENDERE CHE HA FATTO MALE A STRAPPARTI AL MIO AMORE. E CHE SE VUOLE, C’È POSTO ANCHE PER LUI AL MIO FIANCO! AFFONDA IL PUGNALE IN UNO DI QUEGLI INSULSI MOCCIOSI! FORSE LUI SIGNIFICA QUALCOSA PER TE, MA GLI ALTRI? NON HAI ALCUN DOVERE VERSO DI LORO... ANZI, SICURAMENTE TU POTRAI ESSERE PIÙ UTILE DI QUELLA FEMMINA DI GNOMO SVAMPITA O DI QUELL’INTRIGANTE HALFLING!” 

“A-Aspetta! Aspetta un momento, mad... Lamashtu!” esclamò Nualia, cercando di richiamare l’orribile apparizione. “Aspettami! Io non sono... Lui non...” 

La testa di sciacallo aprì le sue orrende fauci ed interruppe Nualia esplodendo in un’altra terribile risata, mentre scompariva lentamente nelle nebbie... 

 

oooooooooo 

 

Nualia Tobyn si svegliò di colpo e aprì gli occhi... e l’allucinante visione scomparve di colpo, lasciando spazio al terso cielo notturno sopra Collecardo. La aasimar corrotta cercò di fare mente locale, ancora con il cuore che le batteva forte per lo sgomento... e si chiuse nelle coperte quando sentì la fredda brezza di inizio autunno che le penetrava nelle ossa. Con esitazione, si guardò attorno e vide il resto del gruppo attorno a lei, tutti avvolti nei loro sacchi a pelo che dormivano inconsapevoli... tutti tranne Reji e alcuni dei soldati che accompagnavano la spedizione, facendo la guardia all'accampamento assieme ad un paio dei goblin di Collecardo. La giovane monaca era in piedi ai bordi dell'area che avevano designato come accampamento, e guardava attentamente in giro, la lunga coda di capelli che si muoveva leggermente nel vento e le dava un aspetto fiero e combattivo.  

In quel momento, però, non stava guardando verso di loro... 

E non troppo lontano dal sacco a pelo di Nualia, si trovava quello di Jolan. L'halfling sembrava addormentato, e sicuramente non dava l'impressione di essere preoccupato... o in grado di difendersi se ci fosse stato qualche pericolo inaspettato... 

 

oooooooooo

 

I sensi acuti di Reji non si erano fatti ingannare. La giovane monaca continuava a tenere d'occhio l'accampamento, e si era subito accorta che Nualia si era alzata e stava facendo qualcosa di sospetto.

Con circospezione, Reji seguì la aasimar corrotta, e si tenne pronta ad intervenire nel caso avesse tentato qualcosa. A quella distanza, le sarebbero bastate due falcate per raggiungerla e bloccarla in tempo...

 

oooooooooo

 

Nualia restò per qualche minuto a guardare Jolan che continuava a dormire, e la voce di Lamashtu che continuava a spronarla riecheggiò nella sua mente per tutto quel tempo, assordante e silenziosa al tempo stesso. La giovane dai capelli bianchi sentiva soltanto quella voce, che la spronava a prendere il pugnale e tagliare la gola a Jolan...  

Diceva che doveva fare soltanto questo, e lei l'avrebbe accolta di nuovo... 

Che doveva mostrarsi degna dell'amore di Lamashtu... 

In fondo, cosa rappresentava quel misero mezzuomo per lei? Niente! Un bel niente, ecco tutto! Yan era un suo amico d'infanzia... l'unico che fosse dalla sua parte in tutta la maledetta Sandpoint... ma quel nanerottolo non era proprio nulla! Per lei non sarebbe stato un problema sacrificarlo... 

Eppure... no. Non importa quanto la voce di Lamashtu gridava nella sua testa, c'era sempre qualcosa che impediva a Nualia di alzarsi e compiere il gesto fatale. La ragazza aasimar restava seduta sul suo giaciglio, sudata e tremante, e cercava di tenere le braccia contro il corpo, quasi avesse paura di avvicinarle a Jolan e soccombere alla tentazione. 

Quell'halfling non era nessuno! 

No, era un amico di Yan! 

Che importava? Yan l'avrebbe perdonata in ogni caso... 

No! Anche Yan aveva i suoi limiti... e non avrebbe perdonato un delitto simile!  

Yan le stava dando fiducia... e lei non poteva tradirlo.

Forse... forse quella era la sua ultima possibilità...  

Silenziosamente, Nualia si allontanò dalla figura addormentata di Jolan, la testa che le scoppiava per la pulsante sensazione che le dava la voce che continuava a sentire. I sussurri demoniaci cominciavano a smorzarsi, ma la sensazione di terrore ed impotenza non la abbandonava... 

Nualia si avvicinò al sacco a pelo nel quale dormiva la sua ancora di salvezza. Le dispiaceva disturbarlo, ma... sentiva di avere bisogno di sentire la sua voce... la sua vicinanza... il suo calore... Voleva disperatamente credere che lui sarebbe rimasto con lei, che quello che diceva la voce di Lamashtu fosse soltanto una bugia... Ma tutti, prima o poi, le avevano voltato le spalle. Sarebbe successo lo stesso con lui? 

"Yan..." sussurrò Nualia, finalmente raggiungendo il suo amico e chinandosi delicatamente su di lui. Sembrava quasi che lei stessa non si fidasse di quello che avrebbe potuto fare. Appoggiò con esitazione la mano ancora normale sulla spalla del giovane e gli diede una piccola scossa. "Yan..." 

"Hm? Cosa..." mormorò il giovane guerriero, svegliato di colpo. Si guardò attorno, cercando di orientarsi di nuovo... e quando alzò lo sguardo e si accorse della presenza della sua amica, si svegliò del tutto per vedere il volto di Nualia che si tingeva di un barlume di gioia e speranza. "Nualia... che succede? C'è qualche problema?" chiese Yan, alzandosi finalmente dal suo giaciglio e prendendo delicatamente la mano alla giovane.  

"Yan..." mormorò Nualia con un sospiro di sollievo. Poi, un'espressione di paura apparve sul suo volto, e la aasimar corrotta mise entrambe le mani sulle spalle del suo amico, tenendolo stretto come se fosse stato uno scoglio in mezzo alla tempesta. Un paragone che era alquanto calzante... "Yan, io... io la sento ancora... lei... lei mi sta parlando! La sento ancora!" 

Vedendo che Nualia si stava agitando, temendo che stesse per avere un attacco di panico, il ragazzo mise a sua volta le mani sulle sue spalle. "Nualia! Nualia, calmati. Qui sei al sicuro. Che... che succede? Chi ti sta parlando?" le chiese, cercando di farla ragionare. Il suono della sua voce e il sentore della sua vicinanza riuscirono a trasmettere un po' di tranquillità alla aasimar dai capelli bianchi, che tirò un sospiro di sollievo e abbassò lo sguardo, quasi si vergognasse di quello che stava per dire. 

"L-Lamashtu..." sospirò Nualia, con gli occhi e la voce che tremavano. "La sento ancora... lei... mi sta parlando... voleva... voleva che io..." Si interruppe ad un lieve cenno di Yan, per poi aggrapparsi ancora più saldamente alla sua camicia e versare le sue lacrime. "Lei... voleva che io... sacrificassi uno di voi. Mi ha detto... che se l'avessi fatto... lei mi avrebbe accolto di nuovo! Mi ha detto che... che tu... tu non..." 

"Che io non... cosa, Nualia?" chiese il ragazzo, accarezzandole delicatamente la schiena, in modo da farle sentire la sua presenza e il suo calore. Nualia abbassò lo sguardo e singhiozzò per un breve periodo, prima di riprendere la calma e guardarlo di nuovo negli occhi. La sua espressione ansiosa e gentile la rassicurò, aiutandola a scacciare i presagi nefasti che le parole della dea demoniaca le avevano fatto venire. 

"Ha detto che mi avresti perdonato... che ti saresti unito anche tu a lei, pur di stare con me, ma non... non è vero! Se... se io avessi fatto del male a... tu non me l'avresti mai perdonato, vero? Yan, io... non voglio essere separata di nuovo da te... lo pensi anche tu, vero?" chiese Nualia con un tremitio disperato nella voce. "Non... non mi lascerai sola anche tu, vero?" 

Il giovane restò come congelato per un attimo, come se la sola idea che lui potesse fare una cosa del genere lo spiazzasse dal tutto... poi si avvicinò a Nualia e la abbracciò gentilmente, tenendola ben stretta a sè e permettendole di abbracciarlo a sua volta. "E... E come potrei definirmi un uomo se facessi una cosa simile?" cercò di rassicurarla. "Nualia... io ti voglio aiutare. Non voglio perderti di nuovo... e sono convinto che neanche tu lo voglia. Dopotutto... non hai ascoltato le lusinghe di Lamashtu. Sei venuta da me a dirmi tutto, e non hai cercato di fare come voleva lei." 

"Riuscirò a resistere ancora?" chiese Nualia tremante. "Io... la sentirò ancora, Yan. Lei mi tenterà di nuovo. E se dovesse accaderti qualcosa... se lei volesse che io faccia del male ai tuoi compagni..." 

"Io sono convinto che tu riuscirai a resistere anche questa volta, Nualia. Io... ho fiducia in te. Sono sicuro che in te ci sia sempre stato del buono, e che ci sia ancora. Altrimenti... beh, avresti fatto quello che... ehm... Lamashtu ti aveva detto, giusto?" continuò il ragazzo. "E comunque, ci siamo noi. Noi siamo qui per aiutare anche te." 

La giovane aasimar restò ancora per qualche minuto aggrappata a Yan, sentendo che questo riusciva in qualche modo ad allontanare la voce di Lamashtu che continuava a farsi sentire come un'eco minacciosa nella sua mente. Non poteva dire che le interessasse molto degli altri membri del gruppo, se non come alleati e amici di Yan. Ma ora si rendeva conto di aver fatto bene ad ascoltare la parte migliore di sè e considerare i sentimenti del suo amico d'infanzia. Forse... forse era questo che doveva fare per non lasciarsi strappare di nuovo la speranza dalle mani? Fare quello che doveva, anche accettare dei compromessi, perchè non se ne andasse via? 

 

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Ai limiti dell'accampamento, Reji gettò un'occhiata alle figure di Yan e Nualia abbracciati... e fece un sorriso e un cenno affermativo con la testa. Forse era vero che Nualia cominciava a fare dei progressi... 

"Hm? Va tutto bene?" le chiese improvvisamente una guardia, a voce bassa in modo da non disturbare i dormienti e non farsi sentire. 

Reji non ebbe esitazioni. "Va tutto bene, amico. Tutto sotto controllo." affermò. "Teniamo gli occhi aperti, ci vorrà ancora un po' prima che arrivi il turno di guardia successivo." 

 

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La mattina successiva era finalmente arrivata... e dopo aver raccolto tutti i loro effetti personali e aver verificato che non ci fosse nulla fuori posto, la spedizione si stava accingendo ad oltrepassare il ponte di corde e giungere nei sotterranei di Collecardo. 

"Okay... verificate il vostro equipaggiamento, non vogliamo farci cogliere di sorpresa." disse Eli, ormai abituata a prendere il comando della situazione. "Stanotte non ci sono stati imprevisti, ma può essere che si tratti di un trucchetto da parte di Ripnugget per farci cadere in una trappola. Professor Quink, è sicuro di voler venire con noi? Da questo momento in poi, la spedizione si farà pericolosa." 

"Ripnugget sempre odia gambelunghe." avvertì Tup, come sempre accompagnato dal suo fedele ariete e dalle sue guardie del corpo armate dei loro tranciacavalli. "Lui aspetta noi lì dentro, sì sì!" 

"Hanno ragione, zio. Non per volerti mancare di rispetto, ma non sei più un giovanotto." affermò Lucendi. "Non vorrei mai che incappassi in qualche pericolo." 

L'anziano professore guardò con attenzione alcuni degli avventurieri mentre questi finivano di controllare il loro equipaggiamento. "Certo, comprendo la vostra preoccupazione, e vi ringrazio per la premura." affermò. "Resterò lontano dall'azione, nel caso si dovesse giungere a questo. Ma è un'occasione che sicuramente non posso lasciarmi scappare! State tranquilli, farò quello che mi dite e non vi sarò d'intralcio." 

"Va bene, professor Quink. Allora, credo che possiamo partire." disse Mersoolian, per poi guardare in direzione di Yan, Reji e Nualia. "Tutto bene anche da voi?" 

Malgrado il ragazzo sembrasse ancora un po' assonnato, fece un cenno di assenso e un sorriso, tenendo gentilmente la mano demoniaca di Nualia. "Certamente! Diciamo che... stanotte c'è stato un po' di nervosismo, ma nulla di serio. Possiamo andare." affermò. "Nualia, Reji... ve la sentite, vero?" 

"Tranquillo, compagno! Siamo pronte a tutto... e se Ripnugget cerca di darci fastidio, gli daremo un'altra lezione!" rispose Reji sgranchendosi le nocche delle mani. "Tu, Nualia?" 

La aasimar disse di sì, e ben presto la spedizione cominciò ad attraversare il ponte di corde, stando bene attenti a non caricare troppo peso su di esso. Alcuni soldati di Sandpoint restavano fermi sulla sponda, con le balestre cariche in modo da essere pronti nel caso ci fosse qualche attacco improvviso. Un po' per volta, la spedizione raggiunse la loro destinazione, e si trovarono di nuovo di fronte alle doppie porte oltre le quali si trovava il terrificante dungeon. Con prudenza, il gruppo entrò nella sala principale, aspettandosi un attacco da un momento all'altro... 

Invece niente. I soldati di Sandpoint controllarono con attenzione gli angoli e le zone meno visibili del salone, ma ancora una volta non c'era nulla di sospetto. "Qui non c'è niente, signori." disse un soldato mentre spostava uno sgabello con la sua lancia. "La stanza è deserta... e non credo che sia una buona notizia."  

"Cos'è, questa gentaglia non ha fantasia?" si chiese Misia. Lanciò un semplice incantesimo per vedere se per caso non fosse stata preparata qualche trappola magica, mentre Jolan dava un'occhiata attenta alle porte e ai pavimenti. "Già prima si sono ritirati dai piani più alti per concentrare quasi tutte le loro truppe ai livelli inferiori e sperare di sopraffarci. E non ha funzionato." 

Nualia storse il naso, ma non disse nulla. Dopotutto, era stata sconfitta... 

"Evidentemente pensano che stavolta avrà successo..." disse Reji. "Teniamo gli occhi aperti, e non facciamoci cogliere di sorpresa. Tup... magari tu conosci meglio Ripnugget... cosa pensi che si inventerà?" 

"Beh, lui no molto tempo per preparare. No trappole complessicate." rispose il goblin stregone, che sorvegliava l'intera sala dalla groppa del suo fido ariete. Libertà emise un belato, come se volesse dire di essere d'accordo con il suo cavaliere. "Però lui goblin ribelli con sè. No sapere quanti." 

Yan disse di sì con la testa e toccò con attenzione la porta che dava verso il cortile interno, per assicurarsi che non fosse stata messa qualche trappola ne tempo che avevano passato lontano da quel luogo. "Va bene, non importa." disse. "Sappiamo dove andare per raggiungere i piani sotterranei. E abbiamo anche un'idea di cosa aspettarci." 

Shalelu controllò le frecce nella sua faretra e ne estrasse una, giusto per essere pronta nel caso di un attacco. "Bene. Io farò da avanguardia. Yan, puoi metterti al mio fianco?" chiese. Il giovane guerriero disse di sì con la testa. "Signorina Lucendi, signor Mersoolian... voi restate indietro, e se serve, lanciate qualche incantesimo di supporto." 

"Agli incantesimi d'attacco penserà la sottoscritta." affermò Eli, tenendo ben stretto il suo bastone. Una luce di sicurezza apparve sulle lenti dei suoi occhiali, e la mezzelfa si aggiustò il cappello, per poi rivolgere a Mersoolian uno sguardo di intesa. "Comunque conterò anche su di te, okay?" 

Misia ridacchiò brevemente "Eccola che si monta di nuovo la testa." 

"Non sono molti i maghi conosciuti per la loro modestia." commentò Jolan, per poi dare uno sguardo al cortile e fare cenno che la strada era sgombra.  

Mersoolian prese la cosa con filosofia e annuì in direzione di Lucendi. "La cosa non dovrebbe stupire. In fondo, con la magia si può fare praticamente qualunque cosa... è solo questione di studiarla!" affermò. "Okay, noi siamo pronti. Quando volete." 

Il gruppo si riunì e cominciò a seguire Yan e Shalelu verso i piani sotterranei, ripromettendosi di tenersi pronti ad ogni evenienza... 

 

oooooooooo 

 

"Allora, è tutto pronto? I nostri ospiti saranno qui a momenti!" sibilò Tethiqqa. Il serpe-goblin scivolò sinuosamente attorno all'altare nero dedicato a Lamashtu, illuminato debolmente dalla luce di alcune torce magiche poste agli angoli della sala, e guardava con impazienza i goblin che si affrettavano a preparare il rituale. "E il dio dei goblin non sopporterà di restare sigillato ancora a lungo! Ogni minuto che passa per lui è insopportabile... e anch'io comincio ad esaurire la pazienza! Sbrigatevi e mettete tutto a posto!" 

"Lo avete sentito!" esclamò rabbiosamente Ripnugget. "Noi riusciremo dove Nualia ha fallito! Sacrificheremo quei dannati gambelunghe e libereremo il dio dei goblin! Poi, marceremo su Sandpoint e la raderemo al suolo! Vedrete che faremo un bel falò di quella misera cittadina!" 

I goblin emisero delle brevi grida di giubilo e cominciarono a muovere in aria le loro armi, ma lo schiocco della coda simile ad una frusta di Tethiqqa li riportò all'ordine. "Ma prima di farlo dovremo liberare il grande Malfeshnekor! E quando arriveranno qui... dobbiamo tenerci pronti a prendere uno di loro e sacrificarlo su questo altare! Quattro di noi, tra cui me e Ripnugget, resteranno qui a completare il rituale, in modo che sia tutto pronto! Il resto di voi... prenderà con sè tutte le truppe che ci sono rimaste e intercetterà quei dannati! Mi raccomando, dovete prenderne uno vivo, a tutti i costi! Non mi importa se è privo di sensi, mutilato o che altro, ma deve essere vivo, o il sacrificio non sarà valido!" 

"C-certamente! Noi obbedire!" esclamò uno dei goblin più vicini, che a giudicare dall'equipaggiamento un po' meglio tenuto doveva essere di rango un po' più alto. "Allora, voi? Muovere vostri sederi e dare fuoco a un po' di gambelunghe! Andare, andare!" 

"Un... un momento! Noi soltanto ora finito! Mettere su altare, no?" stridette un altro goblin, armeggiando con alcuni simboli sacrileghi e cercando di metterli al loro posto. Nella fretta, il goblin finì per fare confusione e fece cadere a terra le reliquie con un forte rumore metallico, e si chinò subito a raccoglierle con un'esclamazione di spavento. "Aaaaah! Raccogliere subito! Tutto a suo posto, sì sì!" 

"Ugh... non ti sacrifico perchè non vai bene, idiota!" ringhiò Tethiqqa, ponendosi la punta della coda sulla testa in un gesto di rammrico. "Avanti, non perdete altro tempo! Sbrigatevi e prendete posizione! Saranno qui da un momento all'altro!" 

La stanza venne immersa nella confusione per un breve momento, e i goblin si affrettarono a completare tutti i preparativi per il rituale e si precipitarono fuori dalla stanza per tendere il loro agguato agli avventurieri. Ripnugget osservò i suoi subordinati che si prodigavano per eseguire i suoi ordini e sorrise sinistramente. Se non altro, questa volta avrebbero fatto più attenzione... e avevano le armi giuste per mettere in difficoltà gli intrusi! 

"Bene. Adesso non ci resta che aspettare." rispose Ripnugget, mente Tethiqqa strisciava davanti all'altare e ondulava sinuosamente per qualche istante. Un'aura rossa dall'aspetto inquietante si accese attorno al serpe-goblin, e i suoi occhi risplendettero brevemente prima di tornare normali... e Ripnugget riprese il discorso. "Mi auguro solo che il tuo piano riesca. Se questo tentativo fallisce e il dio dei goblin non viene liberato... tutti i goblin di Collecardo saranno messi in allarme, e allora ci troveremmo con l'acqua alla gola!" 

"Andrà tutto bene. Stai tranquillo." sibilò il serpe-goblin con feroce soddisfazione. "Non saranno preparati ai nuovi trucchi che abbiamo preparato per loro. E quando uno di loro sarà qui... hehehehee... ne vedremo delle belle! Il possente Malfeshnekor sarà liberato, e finalmente avrai la tua rivincita sui gambelunghe! E potrai vedere con i tuoi occhi la rinascita del dio dei goblin!" 

Ripnugget disse di sì con la testa, e mise mano alla sua tranciacani, una lama dall'aspetto crudele, leggermente incurvata, con il bordo seghettato e una runa incisa sul piatto della lama, che in quel momento brillava di un colore rosso vivo. Con un po' di fortuna, Tup avrebbe fatto parte della spedizione, e allora... sarebbe stata l'occasione perfetta per dare una lezione mortale a quel maledetto traditore. 

 

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Chiunque avesse una certa conoscenza di Brodert Quink, avrebbe detto senza alcuna esitazione che si trattava di un vero esperto della storia di Varisia... e soprattutto, un entusiasta ricercatore degli eventi delle ere passate. E in quel momento, in mezzo ad una sorta di sala riunioni abbandonata nel bel mezzo del complesso di Collecardo, si trovava in mezzo a quello che poteva tranquillamente definire il sogno della sua vita.  

Il gruppo era riuscito senza troppi problemi a penetrare nelle profondità del vecchio covo degli agenti di Lord Karzoug. Le trappole che Yan e i suoi compagni avevano affrontato la prima volta non erano state riarmate, evidentemente perché Ripnugget e i suoi collaboratori non avevano l’abilità necessaria, e adesso gli avventurieri e i loro accompagnatori stavano tenendo d’occhio una delle sale più grandi – una sala dall’aspetto inquietante, arredata da tre tavoli bassi ognuno dei quali era disseminato di una strana collezione di strumenti agghiaccianti: coltelli, lame seghettate, pinze ed altri oggetti il cui scopo non era immediatamente (e forse, fortunatamente) evidente. Sul tavolo più vicino, Eli e il professor Quink stavano esaminando con un misto di curiosità ed apprensione una strana collezione di ossa: troppe per un singolo scheletro, ma troppo poche per due. 

“Questa... sembra essere una sorta di sala operatoria. O almeno... una terrificante parodia di una sala operatoria.” commentò Eli, mentre dava un’occhiata alle ossa. Molte di esse erano mutate in maniera agghiacciante, troppo lunghe, con degli spuntoni che uscivano dalla superficie, oppure talmente tozze da rendere qualsiasi movimento una fatica immane per qualunque creatura a cui appartenessero. Non potè fare a meno di pensare al goblin mutante che avevano affrontato vicino alle Catacombe dell’Ira. 

Il professor Quink e Lucendi stavano a loro volta esaminando lo scheletro... e il simbolo inciso su una parete, in piena vista, che ricordava una versione stilizzata di una mano umana che teneva qualcosa tra le dita con aria di bramosia. “In effetti... so per certo che la magia della trasmutazione, nell’antica Thassilon, veniva chiamata anche ‘la magia dell’avarizia’. E se questo luogo apparteneva agli agenti di Karzoug, allora ha senso che conducessero anche esperimenti di trasmutazione.” commentò il vecchio. Brodert doveva ammettere di essere molto combattuto. Il suo entusiasmo all’idea di vedere con i suoi occhi reperti di Thassilon così ben conservati era innegabile, ma la consapevolezza degli orrori che si svolgevano tra queste mura frenava la sua gioia. 

“E a giudicare da questa stanza... non si limitavano a cercare di trasformare i metalli vili in oro.” commentò la bionda Lucendi con un brivido di orrore, mentre osservava il teschio allungato di un goblin, le cui orbite si erano fuse in una sola. “I maghi Thassiloniani non si facevano certo scrupoli a mettere in pratica le loro teorie sugli esseri viventi… e questa camera veniva usata per eseguire esperimenti sugli umani.” 

“Tutti questi oggetti… li usavano per fare delle rapide modifiche nel caso la magia non fosse necessaria, o per eliminare tessuti estranei.” Disse Mersoolian, mentre osservava con aria angosciata alcuni bisturi dall'aspetto terrificante. “Anche se… sinceramente, non vedo che altro scopo potrebbe avere uno strumento simile se non mutilare il paziente.” 

Nualia gettò a sua volta un'occhiata agli strumenti piazzati sul tavolo di tortura. Se non altro poteva dire senza tanti problemi che lei non li aveva mai usati. Quella stanza  non aveva mai avuto nessuna utilità per lei. La aasimar si aggirò con espressione illeggibile tra i tavoli, sui quali si poteva vedere ancora qualche traccia di sangue che ne aveva impregnato le superfici.  

L'idea che in quella sala si fossero realizzate chissà quali azioni abominevoli non diede più di tanto da pensare a Nualia. Aveva officiato lei stessa diversi sacrifici in nome di Lamashtu, e quindi non si stupiva che i devoti dei Signori delle Rune avessero espresso a loro modo la loro devozione agli antichi signori di Thassilon. Anche lei aveva fatto la stessa cosa per compiacere Lamashtu… 

La aasimar corrotta si sentì percorrere da uno strano brivido di dubbio mentre pensava alle implicazioni di ciò che le passava per la mente. I subordinati dei Signori delle Rune avevano sacrificato molta gente alla loro ambizione o per eseguire gli ordini dei loro signori… e che risultato ne avevano ottenuto? Thassilon era caduta in ogni caso. Spazzata via dal Cataclisma. Nonostante tutto, le divinità dell'antico impero non avevano potuto, o voluto, dare ai loro devoti una speranza di salvezza. I Signori delle Rune erano morti, e tutto ciò che avevano fatto per tenersi aggrappati al loro potere si era dimostrato inutile…  

Non era forse lo stesso per lei, su una scala più piccola? Malgrado tutta la sua devozione, Lamashtu non le aveva dato la pace e la serenità che lei desiderava. Solo dopo aver ritrovato Yan e aver abbassato le armi aveva ricominciato a provare un po' di speranza e a sentirsi meglio.    

Tutto quello che aveva fatto... tutti i sacrifici che aveva fatto... le azioni orribili che aveva commesso... non erano serviti a darle la pace...

"Nualia?" chiese improvvisamente Reji, cogliendo di sorpresa la aasimar, che alzò la testa e fece un piccolo sobbalzo di stupore. "Va tutto bene?"

La ex-cultista di Lamashtu si ricompose rapidamente, dando alla monaca una risposta educata ma distante. "Sto bene.  Come mai questa domanda?"

Reji ridacchiò e alzò le spalle. "Voglio dire, non ti fa un certo effetto tornare in quello che fino a pochi giorni fa era il tuo nascondiglio? E adesso stai anche aiutando la spedizione di Sandpoint a scoprire tutti i suoi segreti." affermò.

"Lo sto facendo perchè... perchè non credo di avere altro da fare." affermò Nualia, lo sguardo perso in lontananza. "Yan vuole aiutarvi, e io non voglio deluderlo. Tu... ti chiami Reji, vero? Ti fidi di me?"

La ragazza mora mise una mano sulla spalla di Nualia, senza badare se quello fosse il suo braccio demoniaco o quello normale. "Mio padre mi ha insegnato molte cose oltre alle arti marziali." spiegò, prendendo la cosa un po' alla lontana. "E tra queste, mi ha insegnato che la fiducia è uno degli elementi più importanti di un'amicizia. Bisogna credere che le cose tra due persone funzioneranno... senza necessariamente averne delle prove, se capisci cosa voglio dire."

Nualia corrugò la fronte, immaginando cosa volesse dire la ragazzina Tian. "In altre parole, non sai se potrei tentare qualcosa contro di voi, ma scegli di credere che non lo farò?" chiese. "Non so se questo modo di fare sia ammirevole o stupido."

"Sei libera di chiamarlo come vuoi. Ma Yan è mio amico da un bel po' di tempo, e ho avuto modo di vedere che raramente si sbaglia nel giudicare le persone." rispose lei, mettendosi le mani dietro la nuca. "Tra l'altro... ho già visto qualche prova del fatto che stai cercando di cambiare, Nualia."

"Io sto facendo tutto questo solo per Yan." precisò la aasimar, e rivolse lo sguardo verso il pavimento, e poi verso il giovane spadaccino che restava accanto a Brodert, Lucendi e Mersoolian mentre questo proseguivano le loro ricerche. "Pensavo di essere stata chiara a riguardo."

Reji non si offese e fece un sorriso gentile a Nualia. "Oh, lo sei stata, senz'altro. Ma... sai com'è, può sempre essere che le persone cambino modo di pensare." rispose. "E credo anche che Yan abbia ragione quando dice che c'è ancora la Nualia di un tempo, lì dentro, da qualche parte."

Nualia alzò le spalle con un sorriso amaro. "Ormai sono successe troppe cose. Non posso più essere quella di una volta." rispose. "Ma almeno adesso... penso di vedere qualche barlume di luce nella mia vita."

"Oh, non si dimentica mai del tutto quello che si è stati. Si cambia, certo, ma non si dimentica." rispose Reji. "E mi auguro che questi barlumi di luce diventino qualcosa di più, in seguito. Anche se... non posso giustificare quello che hai fatto... penso che tu possa farcela, se vorrai davvero."

Nualia non rispose nulla. Si limitò a guardare da un'altra parte e a riflettere sulle parole di Reji. Fino a quel momento non le era importato nulla dei compagni di Yan se non per il fatto che Yan era affezionato a loro... ma adesso, si ritrovò a riflettere e a pensare di più a loro. Reji stava cercando di aiutarla a trovare un po' di equilibrio e di pace... senza aspettarsi nulla in cambio. In fondo, riflettè, anche lei era un po' come Yan...

Le riflessioni di Nualia vennero interrotte quando qualcosa le piombò addosso dal soffitto e si aprì di colpo nel momento in cui toccò la spalla della aasimar. Nualia strizzò un occhio per il lieve dolore, e si ritrovò all'improvviso ricoperta di uno strano e denso liquido blu simile a cera semisciolta, che colò rapidamente sul suo corpo... e si irrigidì rapidamente a contatto con l'aria, trasformandosi in una coriacea colla che impedì i movimenti di Nualia! Immediatamente, l'allarmata aasimar cercò di liberarsi, usando la sua mano demoniaca per cercare di liberarsi da quella sostanza... e all'improvviso, altri di quegli strani sacchi cominciarono a piovere addosso al gruppo, ricoprendo diversi di loro con quella strana colla azzurra!

"Ah! E questo che cavolo..." esclamò improvvisamente Jolan quando una di quelle strane borse lo colpì alla schiena. Il liquido appiccicoso gli aveva incollato un braccio al torace, impedendogli di sfoderare un'arma... e la suola di uno dei suoi stivali andò a calpestare una pozza di colla, restando così attaccata al pavimento. Con una serie di risate acute e urla belluine, un gruppo abbastanza nutrito di goblin vestiti di abiti sdruciti apparve agli ingressi della sala e cominciò a scagliare una raffica di quelle strane borse, colpendo diversi dei presenti! "Uuuugh! Ma che diavolo... colla alchemica? Ma da dove cazzo..."

"Attenti, sono goblin! Ci prendono di mira!" esclamò Yan. Il ragazzo alzò di colpo il suo scudo per difendersi dalla raffica di proiettili, uno dei quali si infranse sulla sua protezione e la riempì di colla.  Tup evitò per un pelo un'altra borsa piena di colla e guardò verso gli aggressori - un gruppo di goblin dall'aspetto folle e feroce, che apparivano dalle direzioni più impensate, alcuni di loro addirittura da un paio di botole che si erano aperte sul soffitto della stanza!

"Gah! Loro fatto sorpresa sì!" esclamò Tup. Libertà caricò contro due dei goblin nemici più vicini, sperando di dare inizio ad un contrattacco, e riuscì a scaraventare a terra il primo avversario... ma altri due goblin agitarono delle torce accese in direzione dell'ariete, che si ritirò con un belato di paura. Altri nemici continuavano ad attaccare, lanciando sacchi pieni di liquido adesivo, pietre, borse piene di sterco, e altre armi improvvisate... e pochi istanti dopo, alcuni dei goblin più robusti si lanciarono all'attacco, agitando le loro tranciacani ed affettacavalli.

"Maledizione! Dobbiamo liberarci da questa cosa al più presto!" esclamò Misia, mentre cercava inutilmente di staccare i piedi della pozzanghera di colla in ci si era ritrovata. Tup lanciò un incantesimo per liberarsi da due goblin nemici che stavano cercando di infilzarlo...

"Traditore morire!" sghignazzò un goblin con le orecchie frastagliate, puntando la sua affettacavalli al torace di Tup...

"Mani Brucianti!" esclamò il goblin stregone, i palmi delle mani puntati in avanti verso i suoi aggressori. Una fiammata scaturì dalle mani di Tup investendo un'area di estensione limitata davanti a lui e dando alle fiamme i due aggressori. Mentre questi venivano ridotti in due scheletri anneriti, Tup lanciò un altro incantesimo e creò un campo di forza invisibile ma tangibile sul proprio corpo, in modo da proteggersi meglio dall'attacco nemico. A quel punto, il gruppo di esploratori era riuscito a riorganizzarsi e a prendere le armi per opporre almeno un po' di resistenza... ed Eli agì per prima, scagliando a sua volta un incantesimo contro i goblin aggressori.

"Missile Magico!" la mezzelfa alzò il bastone e scagliò tre strali di luce contro il goblin più vicino, che venne colpito in pieno e crollò al suolo senza vita. Ma un altro goblin si stava già avvicinando a lei e cercava di piantarle la tranciacani nello stomaco... appena in tempo, Yan intervenne e trafisse il goblin attaccante!

"Sono... sono troppi! Non riusciamo ad allentare la pressione!" esclamò Lucendi. La ragazza si teneva vicina allo zio, in modo da proteggerlo, ed era appena riuscita a trafiggere un goblin... ma un istante dopo, un cane-goblin arrivò da un altro ingresso della sala e le affondò i denti in un polpaccio, strappandole un grido di dolore. La spada corta di Lucendi trafisse il collo della bestia rognosa un istante dopo, ma l'effetto allergenico del morso si fece sentire quasi subito, e Lucendi cadde con il ginocchio a terra, con la gamba ferita che diventava rossa ed irritata. "Aaaaargh!"

"Lucendi!" Il professor Quint si chinò accanto alla nipote, e Mersoolian si mise accanto a loro, lanciando un incantesimo difensivo per proteggere tutti quanti.

"Scudo!" esclamò il mezzelfo dalla pelle scura. Uno schermo luminoso apparve davanti a Mersoolian, e i proiettili scagliati dai goblin nemici rimbalzarono su di esso senza fare nulla ai tre studiosi. Reji, appena liberatasi dalla colla, riuscì ad intervenire e sferrò un tremendo colpo di bastone sulla testa del nemico più vicino, mandandolo a terra.

"Signori, restate indietro!" esclamò la giovane monaca, mentre un proiettile di fionda centrava in piena fronte un altro goblin. Altri cani-goblin si riversarono nella stanza e si gettarono contro i presenti, approfittando del fatto che molti di loro non potevano difendersi con efficacia. "Aaaargh! Attenti, ne arrivano ancora!"

"Maledizione, ma quanti sono?" esclamò Yan, facendosi strada tra l'orda di goblin che lo teneva occupato. Con un colpo di scudo, il giovane fece volare via un goblin che si avvicinava da lato, tentando di pugnalarlo, poi ne abbattè un altro con un fendente, e si girò di scatto per scansare il morso di un cane-goblin. Misia cercava di tenere lontani due goblin con la sua lancia, ma gli omuncoli verdi si tenevano a debita distanza, e facevano delle finte per cercare di coglierla alla sprovvista.

Nualia intervenne in quel momento e usò la sua spada seghettata per allontanare uno dei goblin da Yan. Ora che aveva scelto di rinnegare Lamashtu, la aasimar corrotta non era più in grado di usare gli incantesimi che la sua patrona demoniaca le concedeva, e doveva cavarsela semplicemente con la sua spada e la sua esperienza. Afferrando l'elsa con entrambe le mani, Nualia eseguì due poderosi fendenti, uno dei quali falciò un goblin che si era spinto troppo avanti...

Tup indietreggiò, e le sue guardie del corpo si misero davanti a loro per proteggerlo con le loro affettacavalli. Non appena ebbe un istante di respiro, il goblin stregone prese fiato... poi cominciò ad intonare una delle canzoncine tipiche della sua razza!

Un due tre, noi qui ci stiamo,

e cervelli spiaccichiamo!

Contro tipi da strapazzo

facciam muro e poi sconquasso!

Non appena il nuovo capo dei goblin terminò la canzone, gli avversari si ritirarono di un passo, con delle smorfie di fastidio sui loro volti... e un attimo dopo, Yan, Eli e i loro compagni si sentirono rinvigoriti, come se la canzone avesse infuso loro nuova energia! Con un grido di battaglia, Yan si scagliò su un goblin vicino e lo trapassò con un colpo di spada, mentre Misia riusciva finalmente a liberarsi dalla colla che la teneva bloccata e trapassò il cane-goblin più vicino con un preciso fendente della sua lancia. Lucendi riuscì ad afferrare la sua spada corta e trafisse un goblin, mentre Mersoolian puntò la sua balestra contro un goblin che stava per scagliare un'altra borsa di colla. Il quadrello trapassò il contenitore e inondò l'omiciattolo verde di liquido appiccicoso, facendogli emettere un acuto stridio di disappunto.

"Bella canzoncina, Tup!" esclamò Misia con evidente contentezza. "Me la devo segnare!"

"Non è esattamente quello che considererei musica... ma l'importante è che abbia funzionato!" affermò Lucendi, per poi notare il mezzelfo dalla pelle scura che si teneva un braccio sanguinante. "Mer, tesoro, tutto a posto?"

"Sì, Luci... nulla che un po' di sonno non curi." rispose Mersoolian, piazzandosi accanto alla bionda in modo da proteggerla. I goblin stavano cominciando a ritirarsi di fronte alla resistenza opposta dal gruppo... ma con orrore, il gruppo di avventurieri si rese conto che una delle loro guardie era stata presa nella foga della battaglia e adesso veniva trascinata via a forza, mentre cercava disperatamente di dibattersi e fuggire!

"Attenti! Stanno portando via uno dei nostri!" esclamò Reji, la prima ad accorgersi che il loro compagno stava per essere trascinato da qualche parte. "Fermateli! Non permettetegli di andare via!"

"Ci pensiamo noi!" Yan si lanciò coraggiosamente all'inseguimento dei goblin, ma uno dei mostriciattoli verdi era riuscito ad avvicinarsi furtivamente al giovane spadaccino, e quando quest'ultimo fu a tiro, lo colpì alla caviglia con la sua tranciacani, aprendogli una dolorosa ferita! Yan ringhiò di dolore e incespicò, portandosi rapidamente la mano alla ferita, e il goblin cercò di avvicinarsi per trafiggerlo... ma la spada seghettata di Nualia si abbattè su di lui tracciando in aria un poderoso arco! Il goblin stridette e crollò al suolo in un lago di sangue, mentre Reji cercava di raggiungere i goblin in fuga. Ma altri nemici stavano creando un muro davanti alla giovane monaca e ai suoi compagni... in modo che l'ostaggio potesse essere portato via! Il malcapitato si agitava, si contorceva e chiamava aiuto... ma nonostante i loro migliori tentativi, gli avventurieri non riuscivano a raggiungerlo.

"Ugh... dobbiamo prenderli! Presto, prima che..." cominciò a dire Lucendi... un attimo prima che un goblin la raggiungesse furtivamente e vibrasse una pugnalata che raggiunse la bionda allo stomaco. "AAAAAGH!"

"Luci!" esclamò allarmato Mersoolian, per poi sparare un quadrello di balestra che attraversò il cranio del goblin. Si chinò accanto alla sua fidanzata, che era inginocchiata a terra per il dolore e cercava di tamponarsi la ferita, con lo zio che cercava di assisterla in qualche modo. "Aspetta, Luci, adesso ti do una mano io... Nethys, signore della magia, aiuta la mia amata a riemergere dal dolore! Cura Ferite Leggere!"

La mano del mezzelfo si illuminò di un'aura dorata che coprì rapidamente la ferita di Lucendi, facendola richiudere per buona parte e smettere di sanguinare. La giovane si passò una mano sulla fronte sudata e tirò un sospiro di sollievo, ringraziando Mersoolian con una gentile stretta di mano. "Luci, cara... stai bene, adesso?" chiese il professor Quink, aiutandola a rialzarsi.

"Io sto bene..." rispose rapidamente Lucendi, mentre i membri del gruppo che erano in grado di muoversi cercavano senza successo di raggiungere l'ostaggio. "Dobbiamo salvare quell'uomo! Non ho idea di cosa vogliano fare... ma sicuramente non sarà nulla di buono!"

"Non appena ci saremo aperti un varco..." disse Reji con apprensione. Un cane-goblin si lanciò su di lei e cercò di azzannarle la gola, ma la ragazza riuscì ad agguantarlo e a scaraventarlo via. La bestia atterrò poco più in là con uno schianto e uno squittio di dolore, ma si rialzò rapidamente e raggiunse una barricata di suoi simili che stava creando una barriera davanti ai goblin rimasti - e questi ultimi tenevano a bada il gruppo scagliando altri contenitori di colla e armi da lancio improvvisate per tenerli a bada, mentre il loro ostaggio veniva trascinato via.

"No! Lasciatemi! Che volete fare? Lasciatemi, piccoli bastardi..."

Le esclamazioni dell'uomo si fecero sempre più flebili, mentre Yan e Nualia cercavano di raggiungere i cani-goblin ed aprirsi un varco nella loro difesa. Eli continuò a scagliare raggi di energia gelida e schizzi di acido, mentre Jolan e Misia bersagliavano i cani-goblin e riuscivano anche ad abbatterne un paio... ma quando i goblin nemici cominciarono a ritirarsi, i cani-goblin superstiti si lanciarono alla carica tutti assieme, decisi a sopraffare il gruppo... o almeno, a rallentarli quel tanto che bastava...

 

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CONTINUA...       

 

 

 

 

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Capitolo 27
*** Malfeshnekor ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

Risposte alle recensioni!

Farkas - Sì, ho pensato che fosse meglio pubblicare le storie di questo "universo" come una serie, e spero che ti godrai anche "La Maledizione del Trono Cremisi"!

Lamashtu è una dea. Può assumere qualsiasi forma lei voglia per manifestarsi ai mortali. Per fortuna, sembra che Nualia abbia deciso di non cascarci di nuovo.

Sì, devo dire che anche nell'avventura ufficiale, il professor Quink è un personaggio che ho preso molto in simpatia. ^^

Grazie ancora per i complimenti. Conto di scrivere una bella amicizia tra Nualia e Reji.

Anche se Tup è uno stregone, ha anche qualche infarinatura di arte bardica, per questo le sue canzoncine hanno alcuni poteri di supporto. Ad ogni modo... la battaglia riprende adesso! Spero che ti piacerà!

 

LIBRO 1 - L'ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE 

Capitolo 25 – Malfeshnekor

 

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"Lasciatemi! Lasciatemi, maledetti!" la voce del prigioniero riecheggiò nei corridoi, rapidamente zittita da una raffica di colpi che si abbattè su di lui, facendogli perdere i sensi in modo che fosse più facile da trasportare. Il vociare eccitato dei goblin e il verso repellente dei loro cani-goblin sostituì presto le imprecazioni e le invocazioni della loro vittima.

Ripnugget e Tethiqqa non riuscirono a trattenere un ghigno di gioia maligna nel sentire i loro scagnozzi che si avvicinavano, recando con sè la vittima sacrificale - uno dei soldati che erano stati assegnati come scorta alla spedizione da Sandpoint. L'ex-capo dei goblin di Collecardo, in effetti, avrebbe preferito che si trattasse di una vittima un po' più importante, magari uno di quegli avventurieri ficcanaso che avevano aiutato Tup a spodestarlo... o magari, perchè no, anche Tup stesso. Ma il feroce guerriero goblin sapeva che in quella situazione non aveva il lusso della scelta. Un individuo qualsiasi andava bene, a rigore.

"Heh... e comunque, una volta che il dio dei goblin sarà stato liberato, prendermi la mia vendetta su quel dannato Tup e su quegli avventurieri sarà una cosa da niente!" pensò tra sè con feroce soddisfazione. Si voltò verso Tethiqqa e gli fece cenno di assenso, e il serpe-goblin si avvinghiò silenziosamente attorno ad uno degli angoli dell'altare, smanioso di vedere realizzata quella parte dei loro piani.

I passi dei goblin e i versi dei cani-goblin aumentarono rapidamente di intensità... finchè Ripnugget e Tethiqqa non videro ritornare i loro scagnozzi, con la vittima sacrificale trascinata dietro di loro come un sacco di stracci! Il capo dei goblin ghignò e sfoderò rapidamente la sua tranciacani incantata, per poi leccare il piatto della lama.

"Capo! Capo! Noi qui gambelunghe!" esclamò un goblin con una bandana sulla testa e il volto segnato da due orride cicatrici.

Ripnugget indicò lo spiazzo davanti all'altare imbattato di sangue. "Ottimo! Ottimo! Adesso mettetelo lì... e io penso al resto!" esclamò, la tranciacani luminosa tenuta ben stretta davanti a lui. I goblin obbedirono all'istante e scaricarono la loro vittima accanto all'altare... e Ripnugget non perse tempo a compiere l'orribile sacrificio.

"Io, Ripnugget, il comandante dei goblin di Collecardo... sacrifico a te, grande Malfeshnekor, questo misero gambelunghe! Prendi la sua energia, prendi la sua vita, e cammina di nuovo tra i goblin per condurli alla vittoria!" esclamò Ripnugget. Il soldato aveva appena cominciato a riprendere conoscenza... prima che l'ex-capo dei goblin si fiondasse su di lui e gli piantasse il tranciacani nella gola con un fruscio sinistro! Il malcapitato soldato fece appena in tempo a sgranare gli occhi in un'espressione di dolore e sgomento, prima di immobilizzarsi con un ultimo fremito che lo scosse dalla testa ai piedi. Un rivolo di sangue scorse dalla ferita mortale e intrise i gradini di marmo nero davanti all'altare... e Tethiqqa ghignò ferocemente quando vide una strana luce scarlatta cominciò ad accendersi attorno al corpo del soldato sacrificato... l'energia vitale della vittima che usciva dal corpo e veniva trasferita al "dio dei goblin".

"Hahahahahaaaa! Ottimo, Ripnugget! Ce l'abbiamo fatta!" esclamò Tethiqqa con quella sua voce acuta e sibilante. "Questa volta, più nulla può impedire al grande Malfeshnekor di ritornare! Presto, andiamo ad accoglierlo!"

I goblin esplosero in un grido di vittoria che risuonò in tutti i meandri del tempio sacrilego... e Ripnugget estrasse la sua arma dalla gola della sua vittima e la ripulì dal sangue con un'espressione soddisfatta. Poi, fece un cenno al suo complice e rinfoderò la tranciacani, smanioso di vedere i suoi nemici venire travolti dal "dio dei goblin".

 

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Con un grido ed un fendente micidiale, Nualia abbattè un goblin che stava cercando di piantarle uno spadino nel ventre. Il mostriciattolo verde emise un breve stridio di dolore e si accasciò a terra in una pozzanghera di sangue, mentre Nualia osservava con espressione cupa. Era talmente abituata a versare sangue nel nome di Lamashtu, che in quel momento vedere una vittima in più non le faceva nè caldo nè freddo... e quando il mostriciattolo si immobilizzò, la aasimar si guardò attorno e vide che lo scontro si era concluso. La stanza era piena di goblin morti o in fin di vita, ma anche la spedizione di Sandpoint aveva subito dei danni - in particolare, quel soldato che era stato sopraffatto e trascinato via!

"Yan! Tutto a posto?" chiese Nualia, vedendo il suo amico che riprendeva fiato e si tamponava una piccola ma dolorosa ferita ad un sopracciglio. Il resto degli avventurieri aveva riportato solo ferite di poco conto, mentre il professor Quink era rimasto illeso. Anche Lucendi si era quasi del tutto ripresa, e adesso lei e il suo fidanzato si apprestavano a seguire il gruppo di avventurieri nelle sale più interne del tempio.

"Qui tutto okay! Tup porta voi da Rip!" esclamò Tup, indicando il corridoio nel quale i goblin nemici erano fuggiti. "Presto, o noi non riuscire a fermare sacrificio!"

"Merda... presto, Tup, facci strada!" esclamò Yan. "Nualia, tieniti vicino a me! Professor Quink! Lei e sua nipote restate qui, la siruazione si sta scaldando non poco... e venire con noi potrebbe essere troppo pericoloso!"

"Va... va bene!" rispose l'anziano professore, per poi fare cenno alla nipote e al fidanzato di lei. "Lucendi, Mersoolian... è meglio se restiamo qui e lasciamo che siano loro a gestire tutto questo. Noi saremmo soltanto d'intralcio."

"Zio..." mormorò la ragazza bionda, per poi strizzare un occhio e portarsi una mano nel punto in cui era stata ferita, soltanto poco prima. Mersoolian provvide subito a sostenerla, pregandola con lo sguardo di non sforzarsi troppo. "Hmph... sì... forse è meglio lasciar fare a loro... anche se mi fa rabbia non poter dare una mano mentre loro combattono per la nostra città..."

Mersoolian sospirò e mise una mano sulle spalle della sua amata. Anche se era un chierico di Nethys, il dio della magia, doveva ammettere che i suoi poteri erano ancora insufficienti per assistere un gruppo abile e spigliato come quello guidato da Eli. Se solo avessero avuto la possibilità di dare loro una mano, in quel momento il mezzelfo dalla pelle scura non si sarebbe sentito così inutile... ma non c'era nulla che potesse farci al momento. Tutto quello che potevano fare era tenere le dita incrociate e pregare Desna che la vittoria spettasse ai difensori di Sandpoint...

 

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"HAHAHAHAHAHAAAAA! FINALMENTE! FINALMENTE! DA QUANTI SECOLI HO ATTESO QUESTO MOMENTO!" tuonò con folle gioia Malfeshnekor nel momento in cui tutta l'energia spirituale accumulata nei sacrifici si riversò nel portale che lo teneva intrappolato, e lo travolse con la stessa facilità di un fiume in piena spazza via una vecchia porta di legno! Il feroce barghest estese una zampa artigliata e riuscì finalmente a passare oltre quella dannata barriera magica che aveva tenuto confinate le sue ambizioni fino a quel momento. La superficie lucida simile a quella di uno specchio si increspò, come se all'improvviso si fosse trasformata in acqua... e la zampa artigliata di Malfeshnekor si appoggiò sul rigido pavimento di marmo, nella sala dove solo qualche giorno prima si era svolto il furioso combattimento con Nualia e i suoi segugi yeth.

Il mostruoso barghest uscì con studiata calma e lentezza dal portale, sporgendo prima le zampe anteriori artigliate e poi il suo orribile volto, dall'aspetto in egual misura bestiale e terribilmente umano - una ripugnante commistione delle parti peggiori di un volto di uomo e il muso di un lupo, con le mascelle cascanti che facevano colare bava sul terreno, le orecchie esageratamente lunghe che gli davano un aspetto diabolico, la pelliccia corta, di colore grigio-verde che copriva irregolarmente il corpo della creatura.

Davanti allo spettacolo della resurrezione di Malfeshnekor, Ripnugget si mise in ginocchio e si inchinò in segno di devozione. Finalmente... era giunto il momento! Con Malfeshnekor al suo fianco, il momento della vendetta era finalmente giunto... e Tethiqqa, da parte sua, sfoderò un ghigno estatico e si srotolò dalla sua posizione per fare una servile riverenza al possente barghest.

"Bentornato, divino Malfeshnekor, grande dio dei goblin!" esclamò Ripnugget, piegato su un ginocchio e con la testa china, un sorriso di crudele trionfo stampato sulla sua repellente faccia. "Io, il vostro umile servo Ripnugget, vi do il bentornato nel mondo dei mortali!"

"E io, il vostro fedele Tethiqqa, mi unisco al bentornato, e offro i miei servigi!" sibilò la serpe-goblin.

Il possente barghest avanzò di due passi nella sala e si guardò una zampa anteriore, flettendola per provare la sensazione di potenza dei suoi artigli. "AAAAH! CHE SENSAZIONE FANTASTICA, ESSERE DI NUOVO LIBERI!" ringhiò, per poi dare un'occhiata trionfale a suoi due servitori e al piccolo gruppo di goblin che si era riunito davanti a lui. I piccoli mostri erano caduti in ginocchio per adorare Malfeshnekor in un caotico coro di paura e venerazione, e il loro misto di terrore e meraviglia fece apparire un sorriso atroce sul volto della bestia abissale, mettendo in mostra le sue terrificanti zanne da lupo. "ERANO MIGLIAIA DI ANNI, DA QUANDO QUESTO TEMPIO E' RIMASTO SEPOLTO, CHE NON POTEVO PIU' INTERAGIRE CON IL MONDO DEI MORTALI! NUALIA E' RIUSCITA A TROVARMI, MA LA SUA VIGLIACCHERIA E DEBOLEZZA LE HANNO IMPEDITO DI FARE LA MOSSA FINALE CHE SAREBBE SERVITA A LIBERARMI DEL TUTTO! MA ORA... HO TROVATO UN ALLEATO PIU' DEGNO IN TE, RIPNUGGET! E IN TE, TETHIQQA! FINALMENTE E' GIUNTO IL MOMENTO DI MARCIARE SULLE CITTA' DEGLI UMANI, SFAMARCI DELLE LORO CARNI CALDE ED ABBEVERARCI DEL LORO SANGUE!"

I goblin esplosero in un assordante urlo di isteria, e alcuni di loro si alzarono e cominciarono a ballare selvaggiamente, agitando in aria torce accese e coltelli.

"Sììììì! Andare a mangiare bambini gambelunghe!"

"Sandpoint bruciare! Fuoco brucia!"

"Un momento, marmaglia! Ci sono prima due cose da fare!" esclamò Ripnugget, la cui voce gracchiante si levò possente al di sopra del caos. Immediatamente, la maggior parte dei goblin si fermarono per ascoltare quello che voleva dire il loro capo. "Bene! Prima di tutto, dobbiamo far fuori i gambelunghe che hanno aiutato Tup a cacciarmi! E poi, dovremo dare una lezione a Tup! Che ne dite? Quando lo avremo preso, ci sarà una ricompensa per chi si inventa il modo migliore per torturarlo a morte!"

"Hahahahahaaaa! Ottima idea! Sono sicuro che il divino Malfeshnekor approverà!" esclamò Tethiqqa, per poi voltarsi verso il suo "dio" in cerca di approvazione. Con una risata gutturale, il mostruoso barghest si piazzò accanto ai suoi due servitori e annusò l'aria, sentendo distintamente degli odori che, nonostante i millenni di confinamento, gli erano ancora familiari. In particolare, sentiva ancora il dolciastro odore del sangue celestiale di Nualia, parzialmente corrotto dall'influenza della divina Lamashtu...

"NON C'E' BISOGNO DI AVERE FRETTA, FIGLI MIEI." ringhiò Malfeshnekor. I suoi artigli grattarono furiosamente il pavimento di marmo, provocando uno stridio agghiacciante. "LI SENTO. STANNO ARRIVANDO. ENTRO BREVE, VARCHERANNO QUELLA SOGLIA... E VOI SARETE PRONTI AD ATTACCARLI AL MOMENTO GIUSTO! MA NUALIA... LASCIATELA A ME! VOGLIO SBRANARLA PERSONALMENTE PER IL SUO TRADIMENTO!"

"Sarà fatto, divino Malfeshnekor!" sghignazzò Ripnugget. "Possiamo far fuori gli altri come vogliamo, vero?"

Il barghest sghignazzò e sentì gli odori che si facevano sempre più vicini, aguzzando la sua sete di distruzione. "DIVERTITEVI CON LORO QUANTO VOLETE, MIEI FEDELI. MI BASTA CHE MI FACCIATE GUSTARE LE LORO CARNI QUANDO LI AVRETE UCCISI..."

"Non sarà un problema..." Tethiqqa si avvinghiò su sè stesso sopra l'altare e si tenne pronto a lanciare un incantesimo non appena i difensori di Sandpoint si fossero mostrati.

 

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Eli e i suoi compagni stavano correndo quanto più potevano negli angusti corridoi del dungeon di Collecardo, destreggiandosi come potevano tra angoli morti, corridoi che si stringevano all'improvviso e trappole che, pur non essendo state ripristinate, rappresentavano comunque un ostacolo fastidioso. Raggiunsero rapidamente la sala dell'altare... solo per avere la brutta sorpresa che il soldato catturato era già stato sacrificato, e ora giaceva senza vita sull'altare di pietra nera, in mezzo ad orribili rappresentazioni di demoni e mostri. Eli fu la prima a raggiungere la stanza dell'altare... e la vista del cadavere la lasciò per un attimo agghiacciata, riportandole alla mente la scena di diversi giorni prima a Sandpoint - quando aveva visto con i suoi occhi il cadavere di quell'uomo ucciso e sbranato da un goblin. I suoi occhi si sgranarono alla vista della pozza di sangue già parzialmente coagulato che imbrattava i gradini, e i suoi compagni che arrivarono dietro di lei frenarono di colpo, osservando la scena con rammarico.

"No! Merda, siamo arrivati troppo tardi!" imprecò Jolan con evidente orrore.

Giusto per essere sicura, Reji si avvicinò al corpo dell'uomo e provò a controllare se fosse ancora vivo. Tuttavia, non appena riuscì ad avvicinarsi abbastanza, si rese conto che non era possibile che fosse sopravvissuto - il taglio aveva aperto la gola quasi da un orecchio all'altro, e la giovane monaca represse un brivido di raccapriccio mentre si alzava e scuoteva la testa.

"Purtroppo sì, Jolan... Nualia, se il sacrificio è stato consumato, questo significa che..." cominciò a dire Reji, un attimo prima che un ruggito che aveva ben poco di umano riecheggiasse nel corridoio e facesse fare un salto per la paura a diversi di loro. Misia strinse i denti e mormorò tra sè una preghiera a Desna, mentre Yan sfoderava la spada e si piazzava davanti al gruppo.

"Gah! Questo dev'essere dio di goblin!" stridette Tup, la sua solita energia smorzata dalla paura e dal raccapriccio. "Non... noi non... non potete battere lui! Meglio... meglio scappare!"

"Per andare dove?" affermò Jolan, tenendo stretti i suoi pugnali ed affilandone le lame l'una sull'altra. Il nervosismo era ben percettibile nella voce della guida halfling, ma quest'ultimo cercò comunque di restare freddo e tenere la posizione. "Se... se scappiamo adesso, quel dannato scatenerà la sua ira sul villaggio dei goblin che hanno deciso di seguirti! E poi... punteranno dritti su Sandpoint! Sarebbe un massacro... dobbiamo fare tutto il possibile per fermarlo qui!"

Yan annuì rapidamente. "Nualia... tu sai qualcosa di questo cosiddetto dio dei goblin, vero?"

La aasimar dai capelli bianchi prese un lungo respiro, cercando come poteva di calmare i battiti del suo cuore. Ricordava bene quelle volte che era andata a parlare con il cosiddetto dio dei goblin, spesso assieme a Tsuto... e anche se sapeva che non si trattava esattamente di una divinità, era comunque un avversario formidabile. Non era sicura che sarebbero riusciti ad avere la meglio su di lui, anche combattendo tutti assieme... ma Jolan aveva ragione, a quel punto non potevano sperare di sfuggirgli.

"Sì... il suo nome è Malfeshnekor... ed è un barghest, una creatura abissale che condivide molte caratteristiche con i goblinoidi." rispose Nualia. La sua mano si strinse attorno all'elsa della sua spada - era tutto ciò che poteva fare, dal momento che l'aver voltato le spalle a Lamashtu voleva dire che non aveva più la possibilità di lanciare incantesimi. "L'ho visto con i miei occhi, qualche volta. Non sarà un avversario facile."

"Dobbiamo... dobbiamo comunque tentare di fermarlo. Siamo gli unici che possano competere con lui, in questo momento." rispose Shalelu. Anche lei faceva già un po' di fatica a mantenere la sua proverbiale calma. "Immagino... che non sarà un'impresa facile. Ma ho già sentito parlare dei barghest, e ho qualche idea di come fare. Sperando che i testi che ho letto dicessero la verità su di loro..."

"Okay, signorina Shalelu... facciamo quello che possiamo!" rispose Jolan con un sospiro, mentre il gruppo cominciava a seguire Yan ed Eli, avvicinandosi al luogo da dove proveniva il ruggito...

"SO CHE SIETE LI' DA QUALCHE PARTE, VERMICIATTOLI CHE CREDONO DI POTER DIFENDERE LA VOSTRA MISERA SANDPOINT!" tuonò il barghest. La sua voce innaturale rimbombò sulle pareti del corridoio, e Nualia sentì un brivido correrle lungo la schiena e il respiro farsi corto. Quella voce le riportava alla mente i ricordi di quando ancora lavorava per Lamashtu... e in particolare, le ricordava il disappunto e la minaccia con cui Lamashtu l'aveva apostrofata quella notte, in quel folle sogno! "E TU, NUALIA... ADESSO SEI CON LORO, VERO? TI SEI FATTA CONVINCERE DAL TUO AMICHETTO, MALEDETTA TRADITRICE!"

Nualia tremò visibilmente e strinse ancora più forte l'elsa della sua spada, e Yan si avvicinò alla sua compagna mentre si addentravano nel dungeon seguendo la voce. "Nualia ha scelto da sola di non aiutarti più nei tuoi folli piani, mostro!" esclamò il ragazzo. "Io non ho fatto altro che farle capire che aveva la possibilità di scegliere!"

"G-Grazie, Yan..." mormorò Nualia, mentre Eli faceva un segno dell'okay.

La voce di Malfeshnekor rispose con una risata sardonica a questo commento. "HUHUHUHUU... BENE, IN TAL CASO, TI DEVO INFORMARE CHE HAI FATTO LA SCELTA SBAGLIATA, NUALIA! VENITE PURE, VERMICIATTOLI! IO, IL POTENTE MALFESHNEKOR, FARO' DI VOI LE MIE PRIME VITTIME! POI TOCCHERA' AI GOBLIN CHE SI SONO SCHIERATI CONTRO DI ME... E POI A QUELLE QUATTRO CASUPOLE CHE CHIAMATE CITTA'! VENITE PURE AD AFFRONTARMI... SE AVETE CORAGGIO!"

"Non... non facciamoci impressionare, ragazzi. So che... fa abbastanza paura." disse Eli, parlando per esperienza personale. "Ma forse, se usiamo il cervello e abbiamo una buona strategia, riusciremo a batterlo."

"Hai già qualche idea su come fare?" chiese Reji, evidentemente nervosa nonostante cercasse di farsi animo.

L'espressione della mezzelfa si fece più sicura. "Forse sì. Anche se non posso garantire che andrà tutto liscio." rispose. "Nessun piano sopravvive al contatto con il nemico, ma... sono convinta che avremo delle concrete possibilità in più. Okay, adesso devo preparare qualche incantesimo. Nualia ha detto che questo Malfeshnekor è un barghest, quindi... l'incantesimo che farò dovrebbe essere in grado di tenerlo lontano, almeno per un po'. Voi restate vicino a me, e qualunque cosa accada, non uscite dal cerchio protettivo! Misia... tu hai ancora il tuo incantesimo Infliggi Ferite Moderate, giusto?"

La femmina di gnomo dai capelli biondi annuì con decisione. "Sì... non è proprio l'incantesimo più affidabile che ho, ma un barghest non dovrebbe avere particolari resistenze."

"Ottimo. Allora cerca di non sprecarne nemmeno un colpo. Per il resto... restate vicino a me, e qualunque cosa accada... non rompete la formazione! Nualia... avremo bisogno anche di te."

"Non mi dare ordini..." ribattè la aasimar, ma il tono di voce tradiva il suo nervosismo. Yan si schiarì la voce per rimproverarla, e Nualia sospirò e mormorò alcune parole di scusa. "Mi dispiace, ho parlato senza pensare. Va bene. Mi rendo conto che è necessario il mio aiuto."

"E allora noi andare!" affermò Tup. "Tup qui per aiutarvi, noi battere dio di goblin! Così Tup diventa Tup uccisore di dei! No male come idea!"

Prima che il goblin stregone potesse partire per la tangente, Eli fece cenno di seguirla, e Tup si mise rapidamente una mano sulla bocca e seguì il gruppo verso lasala dove avevano sostenuto la battaglia decisiva con Nualia, soltanto qualche giorno prima...

 

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Yan fu il primo a ricevere il contrattacco nemico quando due goblin si lanciarono all'attacco con delle acute grida di battaglia, agitando scompostamente i loro tranciacani mentre puntavano alla gola del giovane spadaccino. Yan si era aspettato di essere aggredito, e replicò con un tremendo fendente che intercettò uno dei mostriciattoli, che crollò a terra diviso in due, sempre con quel ghigno demenziale sul volto. L'altro goblin venne intercettato da uno spettacolare calcio circolare da parte di Reji, e andò a sbattere contro un muro per poi crollare a terra inerte.

"Eccoli! Stanno attaccando!" esclamò Jolan non appena un nutrito gruppo di goblin, alcuni dei quali erano a cavallo di cani-goblin, si lancò contro di loro creando una sorta di barriera di carne attorno ai loro tre leader. Yan riconobbe immediatamente Ripnugget, che stava in piedi accanto ad una colonna e puntava energicamente contro il gruppo la sua tranciacani incantata. Ma quella repellente creatura simile ad un grosso serpente grigio piombo con la testa di un goblin... quella non l'aveva mai vista prima! Cos'era, e dov'era rimasta nascosta fino a quel momento? Sicuramente, dal sorrisetto maligno che occupava quasi tutto il suo volto, il ragazzo aveva già capito che non c'era da aspettarsi nulla di buono.

Ma senza dubbio, la figura che troneggiava su tutta la sala era il gigantesco barghest che attendeva accanto al trono vuoto sul quale Yan e le sue compagne avevano visto la figura evanescente del Signore delle Rune Karzoug - solo che questa volta, Malfeshnekor non era più una presenza incombente ma intangibile, in rado soltanto di urlare tutta la sua rabbia impotente. Ora, il cosiddetto "dio dei goblin" era una presenza fisica, un agglomerato di malvagità e ferocia nella forma di un enorme lupo dalla pelliccia grigia fumante, il volto orrendamente umano e le zampe terminanti in mani artigliate, e quegli occhi, quei terribili occhi verdi che scintillavano per la sete di sangue e mettevano in risalto un sorriso pieno di odio e crudeltà. Il suo potere era quasi palpabile, sotto forma di una tetra aura verde che avvolgeva interamente quella cosa innaturale!

Non poteva essere una creatura del mondo materiale - era un'orribile manifestazione del caos e della follia che è l'Abisso, un'emanazione di Lamashtu in persona.  E anche Nualia, pur essendo abituata ad avere contatti con esseri di altri mondi, ebbe un attimo di stupore e indecisione davanti a quella creatura terrificante. Le altre volte che l'aveva visto, erano in un luogo sicuro, ed erano in rapporti di collaborazione... adesso, non c'era più niente ad impedire a Malfeshnekor di abbeverarsi del suo sangue!

"Gah! Quello... quello è dio di goblin?" esclamò Tup, mettendo mano ad una tranciacani. "Caaaavooooloooo, Tup non pensava lui così! Un po' deluso..."

"UCCIDETELI TUTTI!" tuonò Malfeshnekor, senza perdere tempo in preamboli. "TRANNE IL RAGAZZO CON LA SPADA E NUALIA! QUELLI LI DARETE A ME! LI DIVORERO' VIVI, PEZZO DOPO PEZZO!" 

"Sarà fatto, divino Malfeshnekor!" stridette Ripnugget, la lama magica ben stretta tra le mani, atteggiandosi a condottiero. "Carica a tutti quanti!"

Un istante dopo, Shalelu incoccò una freccia e la scagliò contro Ripnugget, mancandolo di pochissimo e centrando invece un goblin che si stava già facendo avanti, che crollò a terra con uno strillo acuto! Ripnugget e Tethiqqa non rallentarono neanche... e Malfeshnekor gettò indietro la testa e lanciò un mostruoso ululato che riecheggiò sinistramente in tutto il complesso! Un attimo dopo, Ripnugget ghignò sinistramente, e il suo corpo venne avvolto da una luce verdina dall'aspetto innaturale... solo per qualche secondo, prima di cominciare ad espandersi! Yan e i suoi compagni guardarono attoniti mentre Ripnugget cresceva sotto i loro occhi, e i suoi muscoli si espendevano di colpo, dandogli un aspetto ancora più feroce e brutale! Altri due goblin vennero coinvolti negli effetti di quell'incantesimo, crescendo di colpo e trasformandosi in due colossi alti quasi due metri!

"Ma che... diavolo..." esclamò Jolan con evidente stupore e paura. "Un... un incantesimo Ingrandire Persone?"

"Una versione con più bersagli per giunta..." rispose Misia. "Non... non fatevi intimorire! Eli, qualunque cosa vuoi fare, è il momento di farla adesso!"

La mezzelfa stava già agendo, cercando disperatamente di lanciare il suo incantesimo prima che Malfeshnekor potesse aggredirla o comunque impedirle qualsiasi reazione. Con un rapido gesto del braccio, scagliò in aria una pioggia di polvere argentata che ricadde sul gruppo, avvolgendo ognuno di essi in una spettacolare radianza. "Io invoco le forze del Bene affinchè ci proteggano..." sussurrò. "Che il vostro favore ci aiuti a sconfiggere le forze dell'Abisso! Protezione dal Male!"

"Desna, dea dei sogni... la tua umile servitrice Misia chiede il tuo aiuto per prevalere contro la corruzione dell'Abisso! Benedizione!" esclamò la femmina di gnomo. Sollevò in aria il suo simbolo sacro, che emanò un tenue, caldo bagliore dorato e avvolse gentilmente gli altri membri del gruppo nella sua luce. Malfeshnekor annusò l'aria e fece una smorfia di disgusto nel percepire la presenza di magia buona, ma non ebbe la minima esitazione e ordinò ai suoi seguaci di continuare l'attacco. Con due falcate, Ripnugget raggiunse Yan e sferrò un micidiale fendente dall'alto verso il basso, pregustando la vista del ragazzo fatto a pezzi... ma il giovane, rinforzato dagli incantesimi di protezione, alzò di colpo lo scudo e riuscì a parare il terribile fendente, che comunque lo costrinse ad indietreggiare di un passo. Nualia scattò in avanti e sferrò un fendente al braccio di Ripnugget con la sua spada seghettata, ma il comandante dei goblin riuscì a deviare il colpo e colpì Nualia con un calcio che la fece cadere a terra con un breve grugnito di dolore. Un cane-goblin si lanciò immediatamente sulla aasimar, cercando di affondarle le zanne nella gola... mentre Tethiqqa cominciava ad ondeggiare e si sollevò da terra, tracciando nell'aria dei complessi circoli con le sue spire. Guardò in direzione di Jolan e Reji... ma il ghigno di vittoria gli si spense sul viso quando si rese conto che il suo ipnotismo non stava facendo effetto!

"Maledizione! Che significa?" sibilò, mentre il resto dei goblin si lanciava all'attacco. "Bah, non importa! Ho altri trucchi che posso usare! Foschia Occultante!"

Gli occhi del serpe-goblin si illuminarono sinistramente  mentre si staccava dalla sua posizione e scivolava verso il gruppo. Immediatamente, una densa nube di vapore si raccolse attorno al suo corpo serpentino ed occultò la visuale ai combattenti in prima linea! Reji si ritrovò di colpo immersa in una sfera di bruma, e cercò di indietreggiare, chiudendosi in difesa nel caso il nemico stesse cercando di incalzare. Nonostante la vista disturbata dalla nebbia, Shalelu tentò comunque di scagliare una freccia, prendendo di mira Malfeshnekor in persona... e il suo fu un tiro perfetto che centrò il mostruoso barghest alla spalla destra, proprio sulla giuntura tra il corpo e la zampa!

Sfortunatamente, fu come prendere a colpi di freccia un muro di roccia: la freccia si spezzò a contatto con la pelle coriacea e i muscoli possenti di Malfeshnekor.

"Si... si mette male!" esclamò Tup, agitando freneticamente una torcia accesa per evitare di essere aggredito in massa. Il piccolo goblin imbacuccato afferrò un'ampolla da una bandoliera e lo scagliò verso alcuni goblin avversari, facendola infrangere a pochi passi davanti a loro. Con uno schianto, l'ampolla andò in pezzi ed espose il liquido infiammabile in essa contenuto all'aria aperta. Una fiammata scaturì dalla pozza di liquido, e i goblin in prima fila strillarono quando vennero colpiti in pieno volto da una ventata di calore. Questo riuscì quantomeno a rallentare l'attacco dei goblin... ma Tethiqqa e Ripnugget non stavano mollando nemmeno per un istante, e l'ex-capo dei goblin di Collecardo stava tenendo testa a Yan e Nualia assieme.

"Yan! Nualia!" esclamò Reji, mentre usava il suo bastone da combattimento per tenere a bada due goblin. Ne mandò a terra uno con un abile colpo, poi cercò di farsi strada tra la nebbia e raggiungere il suo compagno di avventure. Prima che potesse fare strada, tuttavia, la coda di Tethiqqa si avvinghiò attorno alle sue caviglie, e il serpe-goblin tirò verso di sè per farla inciampare. Il bastone le cadde di mano, e la ragazza Tian portò le mani davanti a sè per attutire la caduta.

"Keheheheheee! Non hai il tempo di preoccuparti per loro!" sibilò Tethiqqa.

Reji strinse i denti e cercò di tirare verso di sè per liberarsi le caviglie. "Mollami, dannato verme!" esclamò, per poi guardare con la coda dell'occhio verso Yan. Ripnugget, inebriato dalla forza che la sua nuova stazza gli conferiva, stava costringendo il ragazzo in ginocchio, usando la sua tranciacani incantata per bloccare con facilità ogni fendente Yan usasse... e mentre il gruppo era impegnato a difendersi dal gruppo di goblin infervorati, Malfeshnekor restava a distanza con espressione di sufficienza, e lanciava qualche altro incantesimo.

"TU, MOCCIOSO!" tuonò il possente barghest, puntando una zampa artigliata verso Yan mentre il suo corpo veniva circondato da una cupa luce verde. "SMETTILA DI PERDERE TEMPO CON RIPNUGGET E COMBATTI PER ME!"

Improvvisamente, Yan provò una sgradevole sensazione di oppressione, come se qualcosa stesse cercando di entrare nella sua mente e plagiarla... ma un attimo dopo, questa terribile sensazione svanì, e il ragazzo, come rinvigorito, si diede una spinta con le gambe e fece vacillare Ripnugget! Colto di sorpresa, il feroce ex-leader dei goblin barcollò e abbassò la guardia per un istante... e Yan cercò immediatamente di sferrare un colpo decisivo! Con uno scatto deciso, il guerriero sferrò un fendente diretto al torace dell'avversario... ma all'ultimo momento, Ripnugget si scansò e la lama di Yan lo colpì soltanto di striscio, sotto le costole. Yan non si arrese e cercò immediatamente di sferrare un altro colpo... ma Ripnugget reagì abilmente e sferrò un altro fendente, ferendo Yan al braccio sinistro.

Con un grugnito, Yan si fermò e alzò lo scudo, rifiutando di indietreggiare... e Nualia, vedendo il suo amico in pericolo, si scagliò furiosamente su Ripnugget e lo trafisse alla gamba sinistra con la sua spada seghettata! Il goblin ringhiò per il dolore e fu costretto a fare diversi passi indietro, ma rispose rapidamente con un fendente dalla sua tranciacani che raggiunse la aasimar ad una spalla!

"Nualia!" esclamò Yan. "Stai bene?"

"E' solo un graffio..." rispose lei. Si accinse a lanciare un incantesimocurativo su Yan... prima di ricordarsi che aveva perso i suoi poteri da chierica. Imbracciò nuovamente la spada e si preparò ad affrontare nuovamente il nemico...

"TCH. I VOSTRI INCANTESIMI VI PROTEGGONO DAL CONTROLLO MENTALE, EH?" ringhiò Malfeshnekor irritato. "VEDIAMO SE VI PROTEGGONO ANCHE DA QUESTO! PROVATE LA DISPERAZIONE DEI DANNATI!"

Tethiqqa emise una risata sibilante, e i goblin ancora in piedi lanciarono un grido di gioia isterica quando Malfeshnekor pronunciò una formula magica in un'orrida lingue gutturale. L'atmosfera sembrò diventare di colpo più pesante... e all'improvviso, Yan ebbe l'impressione di vedere una nube di facce evanescenti che si addensava attorno al crudele emissario di Lamashtu! Erano tutti volti a malapena umani, contorti in orribili espressioni di sofferenza e disperazione, e si accatastavano l'uno sull'altro in un vortice allucinante. Un suono vibrante cominciò a pervadere la stanza, dapprima un rumore indistinto ed inarticolato, ma crescente di intensità... e nel giro di pochi secondi, divenne una orribile cacofonia di urla di dolore che risuonavano tra le pareti! La sensazione di disperazione che trasmettevano era contagiosa... e all'improvviso, tutti i membri della squadra si ritrovarono a dover lottare per impedire a quella soprannaturale sensazione di impadronirsi delle loro menti.

"Ugh... qu-questo è..." mormorò Yan. La spada gli sembrò all'improvviso così terribilmente pesante... e con essa anche lo scudo... sentiva che gli stava passando la voglia di difendersi dagli attacchi di Ripnugget, che al contrario stava attaccando con maggior vigore! "Che... che razza di stregoneria demoniaca è questa...?"

"Un incantesimo Disperazione Opprimente..." disse Shalelu. L'elfa indirizzò una freccia a Tethiqqa, che sibilò per il dolore e mollò la presa su Reji quando il dardo lo graffiò su un fianco. "Cercate... di restare concentrati... fatevi forza..."

"Non... non è facile..." mormorò Jolan, sollevando stancamente i suoi pugnali mentre cercava in qualche modo di respingere un cane-goblin. La belva riuscì a morderlo ad un fianco, e l'halfling si ritirò con un grugnito di dolore. Gli enzimi irritanti contenuti nella saliva della belva cominciarono a fare effetto, provocando a Jolan un bruciore terribile.

Tup si ritirò di qualche passo, stringendo i denti mentre si tamponava una ferita al braccio destro. Davanti ad una simile dimostrazione di potenza e spietatezza da parte di Malfeshnekor, il goblin stregone sentiva che le sue già scarse riserve di coraggio stavano venendo meno. In quel momento, tutti i suoi istinti gli gridavano di voltare le spalle a Yan e ai suoi compagni, di mettersi in salvo, di abbandonare anche Collecardo, se fosse stato necessario per salvarsi la pelle. Cosa si poteva fare contro un essere simile? E per di più, con Ripnugget e Tethiqqa a dargli man forte? Sandpoint era condannata... e dopo Sandpoint, altre città di Varisia sarebbero state travolte dalla furia di Malfeshnekor... ma forse, lui si sarebbe potuto salvare nascondendosi da qualche parte, nelle terre selvagge...

E cosa sarebbe successo a Yan, Eli e gli altri? E ai suoi goblin? A Libertà? Doveva ammetterlo, anche se all'inizio li aveva avvicinati soltanto per tornaconto personale... aveva finito per affezionarsi a loro, anche soltanto per il fatto che erano tra le poche persone che lo avevano trattato con rispetto, senza badare al fatto che lui fosse un goblin...

Ma lui cosa poteva fare? Lui era solo un goblin un po' più sveglio e carismatico degli altri, con dei modesti poteri da stregone e da bardo...

...

Bardo?

Un momento... forse c'era ancora qualcosa che lui poteva fare...

Tup strinse i denti e cercò di controllare la sua paura e resistere all'effetto dell'incantesimo di Malfeshnekor... Poi, dopo essersi assicurato di aver mantenuto abbastanza self-control, si fece avanti e si piazzò a fianco di Eli. La mezzelfa era riuscita a resistere a Disperazione Opprimente, e si era protetta con due incantesimi di fila - Scudo ed Immagini Speculari, in modo da rendersi un bersaglio molto più difficile da colpire. Anche Misia era riuscita a resistere all'incantesimo del nemico, ma gli altri membri del gruppo stavano perdendo vigore...

"Eli, Tup bisogno di una mano!" esclamò il goblin. Comprendendo al volo cosa Tup volesse dire, la mezzelfa trafisse un goblin nemico con un quadrello di balestra, poi si piazzò accanto a Tup per proteggerlo con il campo di forza che baluginava attorno a lei. "Grazie! Tup bisogno solo di attimo!"

"Qualunque cosa tu voglia fare... meglio che tu la faccia subito!" esclamò Misia, zoppicando a causa di un piccolo quadrello di balestra che l'aveva colpita al polpaccio destro.

Tup prese rapidamente fiato, sotto il bombardamento di visioni allucinanti ed urla fantasma che assaltavano i suoi sensi. Si schiarì la voce, e cominciò ad intonare una delle stravaganti cantilene tipiche dei goblin!

 

Fiato puzza ed unghie taglia,

ma noi far di lui frattaglia!

Grandi denti, mostro scuro,

contro lui picchiamo duro!

Non lo ammazzi con la forza,

ma nemmeno noi scamorza!

Zitti zitti noi arriviamo

e il bestione poi scanniamo!

 

Tup terminò la sua canzoncina con un elegante movimento del braccio che reggeva la torcia accesa, e descrisse in aria un arco di fiamme. Immediatamente, tutti coloro che avevano dovuto soccombere all'effetto della Disperazione Opprimente cominciarono a riprendersi - l'ammasso di volti urlanti cominciò a sbiadire, e le loro grida agonizzanti si smorzarono, soffocate dalla canzoncina del goblin stregone. Shalelu strinse i denti e si mosse con rinnovata determinazione, raccattò due frecce dalla sua faretra, e le scagliò contro gli scagnozzi di Malfeshnekor, infilzando due goblin!

Reji strinse i denti e si scagliò contro Tethiqqa, che sibilò rabbiosamente e cercò di difendersi come poteva. Il serpe-goblin non riuscì a difendersi dal primo pugno, che lo raggiunse poco sotto il collo e lo fece barcollare... ma prima che Reji potesse continuare, Tethiqqa aprì le fauci e scagliò contro la ragazza un getto di aria puzzolente di zolfo e marciume.

Reji emise un verso di disgusto e barcollò indietro, sentendosi mancare il fiato. Mentre cercava in qualche modo di respirare, la giovane monaca alzò un braccio per difendersi... e si rivelò una mossa saggia, visto che Tethiqqa cercò immediatamente di attaccare di nuovo, lanciandosi contro di lei con le fauci spalancate! Le zanne del serpe-goblin penetrarono dolorosamente nel braccio di Reji, che reagì prontamente sferrando un pugno con l'altro braccio e costringendo Tethiqqa a mollare la presa! Shalelu scoccò un'altra freccia, e riuscì a colpire la biscia mostruosa, quasi passandola da parte a parte! Tethiqqa sibilò orrendamente e per un attimo sembrò sul punto di crollare al suolo...

"Non... non finisce così, umani! Ci rivedremo!" sibilò nuovamente la serpe-goblin, per poi pronunciare un'altra formula magica... e scomparire davanti ai loro occhi, rendendosi invisibile! Shalelu storse il naso e ripose il suo arco, cercando poi di individuarlo... ma il caos che regnava attorno a lei rendeva impossibile scovarlo, e comunque c'erano Ripnugget e Malfeshnekor a cui pensare...

"Tch... Tethiqqa si è dileguato..." ringhiò Ripnugget. La sua tranciacani parò rapidamente un doppio attacco sferrato da Yan e Nualia, mentre Eli tracciava una serie di segni in aria con le mani e lanciava un altro incantesimo.

"Che l'energia fluisca nelle mie mani, e colpisca i miei nemici! Dardo Incantato!" esclamò la mezzelfa. Dalle punte dell'indice e del medio della sua mano destra partirono tre brucianti strali di luce argentata, due dei quali raggiunsero Ripnugget al torace e ad una spalla. Il terzo invece prese di mira Malfeshnekor e lo colpì ad una zampa, strappandogli un breve ringhio di dolore.

"TSK... AVETE INTENZIONE DI DARMI FASTIDIO FINO ALLA FINE, EH?" esclamò il barghest. Con un agile balzo, Malfeshnekor si piazzò vicino ad un muro e lanciò un altro incantesimo. L'enorme corpo della creatura abissale cominciò a sfarfallare, apparendo e poi sparendo in rapida successione. "CONTINUATE A COMBATTERE! DOVETE SEPPELLIRE QUEI VERMI! LASCIATE VIVA NUALIA, LA SBRANERO' IO!"

"Codardo!" esclamò Yan, sperando di provocare la bestia e spingerla ad attaccare direttamente. "Grande e grosso, e mandi i tuoi goblin a morire combattendo con noi! Perchè non ci mostri di cosa sei capace?"

"Stai combattendo con me, gambelunghe! Non ti puoi distrarre!" esclamò Ripnugget. Un fendente della sua tranciacani si abbattè su di lui, ma il ragazzo se l'era aspettato e riuscì ad intercettare il colpo con il suo scudo. Seguendo il suo istinto di combattente, Yan riuscì a cogliere un'apertura nella guardia del gigantesco goblin, e lo ferì ad un fianco con la sua lama! "Aaaaargh! M-Maledetto! Non finirà così!"

"Io invece dico che finirà proprio così!" esclamò Misia, per poi scagliare un dardo con la sua balestra e trafiggere un goblin nemico in piena fronte. La femmina di gnomo cercò di ricaricare la sua arma, mentre Reji e Shalelu la proteggevano, ma la balestra le scivolò dalle mani come se fosse stata insaponata e atterrò alcuni passi più in là con un forte schianto. Dopo un attimo di disappunto, l'oracolo si concentrò e invocò ancora una volta il potere divino che scorreva nelle sue vene. "Dea dei sogni, richiediamo il tuo aiuto... che la tua luce riveli il nostro nemico, e faccia andare a segno i nostri colpi!"

Gli occhi della biondina si accesero, brillando per un secondo di una strana luce violacea... e subito dopo, alcune sfere di luce viola sfrecciarono verso Malfeshnekor e lo toccarono, circondandolo di un bagliore vivace che continuava a stargli attorno anche quando scompariva. Con un ringhio di disappunto, Malfeshnekor illuminò i suoi occhi di verde e si librò in volo, camminando letteralmente in aria mentre si avvicinava minaccioso al gruppo di eroi.

"Restate uniti! Protezione dal Male funziona meglio se stiamo vicini! Non gli permetterà di avvicinarsi!" esclamò Eli allarmata. Sperò che la sua bacchetta folgorante funzionasse ancora, perchè se doveva essere sincera, non era sicura che i suoi compagni fossero in grado di affrontare quella mostruosità in un combattimento corpo a corpo... e sia Yan che Nualia erano ancora impegnati con Ripnugget.

"Lo tengo sotto tiro... anche se non mi sembra che gli stia facendo granchè!" esclamò Shalelu. L'elfa cacciatrice scoccò altre due frecce, ma una mancò il bersaglio, mentre l'altra centrò la bestia abissale al torace... spezzandosi sulla sua pelle coriacea. "Non ci siamo... le mie frecce sembrano inutili contro quel dannato!"

"Non importa, tienilo comunque sotto tiro!" rispose prontamente Eli, mentre preparava un altro incantesimo. "Jolan, Shalelu... adesso ci penso io! Vediamo se quella bestiaccia ride ancora dopo questo trucchetto!"

"Che cosa hai intenzione di fare, Eli?" chiese Misia. Tup scivolò dietro di lei e scartò Eli, poi sferrò un pugno sui denti ad un goblin che si era avvicinato troppo... infine, mentre Malfeshnekor si apprestava ad attaccare Reji, il goblin stregone lanciò un incantesimo e puntò entrambe le mani contro l'enorme barghest!

"Tup sa cosa fare lui, dare fuoco! Mani Brucianti!" esclamò. Con un ringhiò, Malfeshnekor si voltò verso il goblin e alzò una zampa davanti a sè... un attimo prima che una larga fiammata scaturisse dai palmi delle mani di Tup! Il barghest riuscì ad evitare il grosso del colpo, ma alcune lingue di fuoco riuscirono comunque ad infliggergli una fitta di dolore.

"TRADITORE!" tuonò Malfeshnekor. Con una rapidità che era difficile immaginare in una  creatura così possente, il barghest rispose all'incantesimo di Tup con una tremenda zampata... ma Reji intervenne e fece da scudo al piccolo goblin con il suo stesso corpo. Gli artigli affilati del barghest le sferzarono la pelle, aprendole dei dolorosi tagli nel braccio sinistro e nel torace, e la ragazzina Tian barcollò e si appoggiò a terra con una mano... poi strinse i denti e si lanciò in un deciso contrattacco, sferrando una raffica di calci contro la testa di Malfeshnekor! Tuttavia, nessuno dei colpo riuscì ad infliggere danni seri al mostro abissale, che indietreggiò di un passo con espressione infastidita.

"Reji tutto bene? Temo qui noi in guai..." esclamò Tup. Ormai, i goblin di basso rango e i loro cani-goblin si stavano dileguando, comprendendo di non essere all'altezza degli avventurieri, ma Malfeshnekor e Ripnugget si stavano rivelando degli ossi duri. Il goblin ingigantito era stato colpito un paio di volte, e sia Yan che Nualia cercavano di tenerlo sotto pressione, ma si batteva comunque con ferocia e decisione, e già in più di un'occasione era riuscito a ferire i suoi due avversari. Nualia strinse i denti quando un fendente la raggiunse alla gamba sinistra... poi, un altro affondo la raggiunse al braccio demoniaco, ma la aasimar fu in grado di respingere il colpo grazie alla pelle coriacea che ricopriva l'arto innaturale.

"Attenta, Nualia!" esclamò Yan, e si lanciò furiosamente contro il goblin ingigantito. Ripnugget si voltò di scatto e sferrò un deciso affondo... e anche se Yan si mosse rapidamente, evitando di essere colpito in punti vitali, venne comunque raggiunto sotto la gabbia toracica, ed emise un ringhio di dolore mentre uno schizzo del suo sangue macchiava il pavimento. Come risvegliato da quell'improvviso dolore, il ragazzo vibrò un micidiale colpo con la sua spada, e immerse la lama quasi per metà nel ventre di Ripnugget!

Il feroce goblin strabuzzò gli occhi e cadde in ginocchio, sputando un fiotto di sangue dalla bocca. Yan spinse con tutte le sue forze, cercando di affondare la lama negli organi vitali, ma nonostante il devastante colpo, Ripnugget strinse i denti e sollevò la tranciacani per mirare un fendente alla gola del ragazzo. Stava per vibrare il prossimo colpo... quando la spada seghettata di Nualia si abbattè su di lui in un letale arco dall'alto verso il basso! La lama penetrò nel trapezio, quasi decapitando Ripnugget, che finalmente crollò al suolo in un lago di sangue, agitandosi ancora spasmodicamente negli ultimi istanti della sua vita. Gorgogliò un'ultima imprecazione... e infine diede l'ultimo respiro.

Yan tirò un sospiro di sollievo e barcollò per il dolore e la perdita di sangue... ma riuscì a restare in piedi e si rivolse a Nualia, che a sua volta gli sembrava instabile. "Ugh... ce... ce l'abbiamo fatta... Nualia! Nualia, come stai?" chiese il ragazzo. Si mosse per sostenere la sua amica d'infanzia, che riprese fiato e si passò una mano insanguinata tra i capelli.

"Ce... ce la faccio, Yan. L'abbiamo fatto fuori..." sospirò Nualia, fissando cupamente il corpo di Ripnugget. Ora che il capo dei goblin era morto, il suo corpo stava rimpicciolendo per tornare delle dimensioni normali. "Adesso... adesso dobbiamo occuparci di... Malfeshnekor."

"Un attimo che riprendo fiato, e..." affermò Yan, cercando di stabilizzarsi. Prese una fialetta di pozione curativa e la tracannò d'un fiato, sentendo il dolore che si placava e le ferite che si richiudevano almeno in parte. Nualia fece la stessa cosa, ed entrambi si scambiarono un segno di intesa prima di rivolgere la loro attenzione a Malfeshnekor...

 

oooooooooo

 

"HAHAHAHAHAAAA! TUTTO QUI, QUELLO CHE SAPETE FARE?" Con una risata maniacale, Malfeshnekor caricò a testa bassa contro Shalelu, le cui frecce si spezzavano sulla pelle coriacea del barghest. Con un tremendo colpo, il mostro abissale scaraventò di lato l'elfa cacciatrice, che rotolò per terra per un lungo tratto prima di restare distesa a terra, stordita e sanguinante. Cominciò a rialzarsi, ma il barghest si erse in piedi sopra di lei e si preparò a trafiggerla con i suoi letali artigli. "ADDIO, PICCOLA ELFA!"

"Yaaaaah!" con un grido di battaglia, Reji si scagliò contro Malfeshnekor e lo centrò in pieno petto con un calcio volante, mettendoci tutte le sue forze! Questa volta, il mostro accusò il colpo e venne scagliato all'indietro per un breve tratto, strabuzzando gli occhi per il dolore... ma si rialzò in fretta e scaraventò via la sua avversaria con un micidiale colpo di entrambe le zampe anteriori! Con un breve grido di dolore, Reji andò a sbattere contro una colonna diroccata e scivolò a terra stordita... ma le due avevano dato ad Eli il tempo necessario per concentrarsi e lanciare un altro incantesimo.

"Presto, signorina Eli... abbiamo bisogno della vostra magia, o quel bestione ci massacrerà!" esclamò Jolan. Misia si avvicinò a sua volta, tenendo il fiato sospeso mentre guardava Reji che si rialzava e si puliva il sangue dal volto. La monaca barcollò, ma riuscì a rimettersi in guardia.

Per fortuna, la maga mezzelfa aveva appena finito di formulare il suo incantesimo. "Tranquillo... ci siamo, ora ti chiedo soltanto di passarmi uno dei tuoi pugnali." rispose. Quando la guida halfling le fece vedere uno dei suoi piccoli ma acuti coltelli da combattimento, Eli passò delicatamente la punta dell'indice e del medio sul piatto della lama, e incanalò la sua magia nel freddo acciaio. "Che la mia magia scorra nella tua lama... e che essa possa trafiggere il nostro nemico!"

Jolan sentì una sorta di scarica elettrica scorrere nel suo pugnale, che venne avvolto da una tenue aura rosata... ed Eli si spostò e raggiunse Shalelu, lanciando lo stesso incantesimo anche sull'arco dell'elfa cacciatrice. Jolan e Shalelu ringraziarono con un cenno della testa, poi si diressero entrambi in direzioni diverse, cercando di prendere Malfeshnekor da entrambi i lati! Reji stava facendosi strada a pugni nella difesa del mostro, ed era anche riuscita a colpirlo in faccia, ma era stata costretta a ritirarsi per evitare un morso che probabilmente le avrebbe portato via un braccio.

"ARRENDETEVI, VERMI! LE VOSTRE RIDICOLE ARMI NON POSSONO FARMI NULLA!" ringhiò Malfeshnekor, mentre con un gesto della zampa faceva volare Tup.

"Ne sei proprio sicuro, infame?" esclamò Shalelu. Incoccò una freccia nel suo arco ora intriso di potere magico, e la scagliò con letale precisione, trafiggendo un fianco del barghest, che emise un terrificante ruggito di dolore e rabbia quando il dardo gli penetrò nelle carni!

"RAAAAAARGH! CHE... CHE COSA?" tuonò Malfeshnekor perdendo la calma.

Jolan arrivò dall'altro lato e colpì il collo taurino di Malfeshnekor con il pugnale da poco incantato, aprendo una larga ferita nelle carni di quell'essere soprannaturale. "A quanto pare le nostre armi non sono poi tanto ridicole, eh? Ci hai sottovalutato, e adesso la paghi cara!" esclamò l'halfling. Il colpo lasciò Malfeshnekor stordito e barcollante, ma fu comunque abbastanza forte da afferrare al volo Jolan e scaraventarlo al suolo! Il pugnale incantato rotolò sul pavimento e perse potenza, mentre l'halfling si afferrava il braccio destro ora rotto con una smorfia di dolore.

"UNA LAMA E' FORTE SOLO COME IL BRACCIO CHE LA TRATTIENE!" ringhiò Malfesnekor. Con un grido furioso, Reji si lanciò sul barghest e sferrò un tremendo pugno che colpì il mostro alla fronte, facendolo vacillare pericolosamente!

"Non sei abituato a prenderle, eh, bastardo?" ringhiò Shalelu, scagliando altre due frecce che si piantarono nel torace della bestia abissale. "Oggi impari che le frecce fanno male!"

Un'altra freccia centrò la spalla di Malfeshnekor, che ululò di rabbia e dolore mentre il resto del gruppo si gettava alla carica. Raggi di luce verde avevano cominciato a scaturire dalle ferite del mostro, e quest'ultimo tentò disperatamente di raggiungere Misia che scivolava abilmente attorno a lui. La biondina sgranò gli occhi quando il suo istinto la avvisò che stava per arrivare un attacco... e si scansò appena in tempo per evitare un tremendo fendente diretto al torace, che le lacerò una manica del vestito ma la lasciò indenne. Per un istante, gli occhi di Misia si illuminarono di luce violacea, e la femmina di gnomo toccò il fianco di Malfeshnekor, poi pronunciò una breve esclamazione. "Desna estingua la tua iniquità!"

L'energia negativa entrò di colpo nel corpo del mostro, che ringhiò di dolore mentre altre ferite luminose si aprivano su varie parti del suo corpo. Shalelu mise a segno un altro colpo, e Reji riuscì ad avvicinarsi di nuovo e a colpire con due poderosi pugni, mentre Eli attivava la sua bacchetta folgorante e colpiva Malfeshnekor con due scariche elettriche in rapida successione! Sotto attacco da ogni parte, il barghest cominciò a cedere.

"RAAAAAAARGH! NO! NOOOOO! IO NON POSSO MORIRE COSI'! MADRE LAMASHTU, AIUTAMI!" ululò Malfeshnekor come un forsennato, agitando gli artigli e cercando di chiudere le fauci su Misia, che si allontanò rapidamente. Un fendente ferì Reji ad una gamba, e la monaca barcollò ed emise un grido di dolore... ma Jolan si rialzò in quel momento e afferrò il suo pugnale incantato con il braccio ancora utilizzabile, poi si scagliò contro Malfeshnekor cogliendolo su un fianco e gli piantò il pugnale nella gola!

"Lamashtu non ti aiuterà... non avete più alcun potere qui!" esclamò la guida halfling. "Non minaccerete mai più la mia città!"

Il ruggito di Malfeshnekor si smorzò, trasformandosi in un gorgoglio indistinto, e il barghest barcollò per qualche istante, artigliando il terreno in un frenetico tentativo di restare in piedi. Ma era una battaglia che ormai non poteva più vincere. Il mostro perse ogni vestigio di forza dopo qualche istante, e finalmente crollò al suolo, percorso da un brivido violento prima di esalare l'ultimo respiro.

In un silenzio spettrale, Jolan estrasse il pugnale dalla gola di Malfeshnekor... e si sedette per terra, facendo cadere il suo pugnale e tenendosi il braccio rotto con un grugnito di dolore. Misia fu rapidamente al suo fianco per lanciare qualche incantesimo curativo e prestargli i primi soccorsi... ed Eli abbassò finalmente la sua bacchetta e tirò un sospiro di sollievo.

"Ce... ce l'abbiamo fatta. Finalmente... è morto." affermò la mezzelfa. Il corpo del barghest cominciò immediatamente a sciogliersi, e le sue carni si trasformarono rapidamente in rivoletti di liquido grigiastro che scivolavano via dalle ossa. Nel giro di pochi secondi, di Malfeshnekor non rimase che uno scheletro dalle ossa grigie, che assomigliava a quello di un gigantesco lupo grottescamente mutato. "State... state tutti bene? Tup, dove sei finito?"

"Uuuuugh... Tup qui con gran mal di cranio!" rispose il goblin stregone. La maga guardò nella direzione della voce e vide Tup che si rialzava in mezzo ai corpi di altri due goblin, massaggiandosi la testa. "Tutto okay? Falso dio di goblin fatto splat splat?" 

"Sì, Tup... lui e anche il tuo ex-capo." rispose Yan con un sorriso un po' sofferente. "Hey, gente... ricordatemi che abbiamo tutti bisogno di un po' di vacanza! Questo sì che è stato un avversario temibile."

"A chi lo dici..." disse Reji, dopo essersi data una rapida controllata alle ferite. In effetti, anche con la magia curativa, avrebbe avuto bisogno di qualche giorno per rimettersi del tutto... e questo valeva anche per Jolan e Yan. Gli altri erano feriti meno gravemente... ma di sicuro, neanche a loro era sgradita l'idea di un po' di riposo. "Però... se non altro, questo problema è risolto una volta per tutte. Da adesso in poi... credo proprio che Sandpoint potrà dormire sonni più tranquilli."

"Così pare..." commentò Shalelu con un sospiro di sollievo. "Complimenti, Jolan... è stato un colpo da maestro. Devo ammettere che se continuate così, mi ruberete il posto come eroi di Sandpoint!"

Tutti fecero una breve risata, compreso Jolan a cui Misia stava in quel momento immobilizzando il braccio rotto con delle stecche. "Ah... heheheheee... beh, nessuno ha mai detto che essere eroi popolari sia facile, giusto?" affermò.

"Beh, Tup contento che lui eroe!" rispose il goblin stregone con un ghigno che andava da un orecchio all'altro. 

Nualia restò ferma al suo posto, senza esprimere nè gioia nè tristezza per la vittoria che avevano ottenuto. Certo, era stata soddisfatta di aver aiutato Yan e di averlo protetto... ma per il resto, non era sicura di come sentirsi. Sicuramente... questo voleva dire rompere definitivamente con il culto di Lamashtu. Non sarebbe mai più stata la benvenuta, dopo un voltafaccia simile, e la cosa le provocava delle emozioni contrastanti. Da un lato, questo voleva dire che era libera... e che forse non avrebbe più sentito la voce di Lamashtu che la tormentava. Dall'altro... sentiva un po' di trepidazione nell'abbandonare coloro che per primi l'avevano accettata e le avevano dato una ragione per vivere, anche se era per le loro ragioni egoistiche...

No, non era corretto. Nualia scosse la testa e si ammonì per la sua cecità. Yan l'aveva accettata fin dall'inizio. E fu in quel momento che Nualia si rese conto della verità... era stata lei a deluderlo. Era stata lei a voltargli le spalle. Avrebbe dovuto capire che Yan non avrebbe mai approvato che lei si unisse ad un culto di adoratori di demoni. Si era lasciata accecare dalla sua rabbia, dal suo dolore, dal suo desiderio di vendetta, e aveva perso di vista ciò che contava.

Forse, si disse, era giunto il momento di cominciare a farsi un esame di coscienza...

"Yan..." mormorò infine la aasimar, tirando un breve sospiro. Quando il ragazzo le rivolse la sua attenzione, Nualia riuscì a fare un sorriso un po' stentato, e continuò il discorso. "Ecco... io... spero di essermi resa utile." disse, ancora non del tutto sicura di cosa fosse appropriato. "Grazie... grazie ancora... per avermi dato fiducia..."

Dapprima un po' sorpreso, il giovane appoggiò una mano sulla spalla di Nualia e le fece un sorriso confortante. "Non sono solo io a fidarmi di te.  Anche i miei compagni... sono sicuro che anche loro ti accettano e sono pronti a darti una mano." affermò.

Reji fece il segno dell'okay, mentre Misia strizzò un occhio con decisione, e Jolan disse di sì con la testa. Eli e Shalelu non fecero particolari commenti, ma entrambe avevano un'espressione di approvazione che Nualia non mancò di notare... e che la fece sentire più rassicurata. Forse, in fondo, quei ragazzi meritavano la sua fiducia...

Shalelu si sgranchì una spalla e si rimise a posto i capelli con un gesto della mano. "Bene... credo che possiamo andare, adesso. Il signor Quink e il resto della spedizione ci aspettano." affermò.

Eli sospirò. La morte di quel soldato era stata una tragedia, questo era vero... se non altro, era stata l'unica vittima in quella spedizione, e i loro obiettivi erano stati raggiunti...

       

        

oooooooooo

 

 

CONTINUA...       

 

 

 

 

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Capitolo 28
*** Ritorno alla normalità ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

Risposte alle recensioni!

 

Farkas - Ciao! Tranquillo, so bene cosa voglia dire non avere tempo...

Mi dispiace, anch'io penso che i lupi siano bistrattati... del resto, nel gioco i barghest assomigliano a dei lupi, e volevo tenermi fedele all'ambientazione.

Hai ragione a dire che Tup, a modo suo, è stato un'eroe. Dopotutto, se i nostri sono riusciti ad eliminare Malfeshnekor, è stato anche merito suo! Grazie mille per la recensione... in effetti, ho cercato di far durare un po' più a lungo lo scontro con Malfeshnekor, ma non era mai stata mia intenzione che durasse più di un capitolo.  Comunque grazie ancora, e alla prossima!

 

LIBRO 1 - L'ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE 

Capitolo 26 – Ritorno alla normalità

 

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"Bontà divina... pensare che si trattava di un barghest!" affermò Quink, massaggiandosi la fronte come se avesse avuto un feroce mal di testa.

Il saggio di Sandpoint aveva appena ricevuto un aggiornamento di quello che era successo nella catacombe di Collecardo. Certamente, era stato scioccante per lui veder tornare gli avventurieri malconci ed esausti, e per giunta con il corpo senza vita di uno dei soldati. Il racconto di quanto era successo, poi, era stato quasi incredibile - pensare che una simile minaccia era nascosta così vicino a Sandpoint e alle città di Varisia, e ancora non se ne erano accorti...

"Sì... non ci aspettavamo di trovarci di fronte un avversario simile... sinceramente, ce la siamo cavata per poco." rispose Jolan, strizzando un occhio e facendo una smorfia di dolore. Misia aveva fatto quello che poteva per medicargli il braccio rotto, immobilizzandolo con due pezzi di legno e poi legandolo al collo di Jolan con un bendaggio stretto. Anche gli altri avventurieri apparivano malconci, per quanto Eli e Misia stessero meglio, non essendo state nel pieno della battaglia.

"Brutta bestia quello..." rispose Tup massaggiandosi la testa. "Domattina Tup sentire questo!"

"Ma se non altro... siamo riusciti a farlo fuori. Lui e quel Ripnugget..." affermò Yan. "Quindi... credo che adesso possiamo dire con certezza che la minaccia dei goblin di Collecardo è sventata per sempre. E tu, Tup... non devi più preoccuparti che cerchino di insidiare il tuo posto. Adesso... credo proprio che possiamo dire che questo problema è risolto definitivamente."

Fu Lucendi a dare voce ai suoi dubbi in proposito. "Per adesso, senza dubbio..." rispose la giovane, tenendosi vicina allo zio. "Ma... il fatto che sia stato scoperto un luogo di culto demoniaco in questo posto, e che tra l'altro sia collegato agli antichi Signori delle Rune di Thassilon... questo sicuramente darà da pensare a molti. In questo posto abbiamo sicuramente trovato un bel po' di reperti interessanti e di scoperte allarmanti... e dovremo organizzare altre spedizioni per scoprire quanto più possibile."

"Sicuramente, ci troviamo di fronte ad una fonte di informazioni sul passato di Varisia... quale non abbiamo praticamente mai visto prima." rispose Mersoolian. Il mezzelfo dalla pelle scura stava guardando con aria assorta alcune piastrine di ceramica sulle quali erano incisi dei segni nell'antico alfabeto Thassiloniano... e visto l'interesse di Eli per tale ritrovamento, ne consegnò qualcuna anche a lei.  "Guardate... abbiamo trovato queste tessere sulle quali c'è scritto qualcosa di interessante... almeno per chi sia capace di leggere il Thassiloniano."

"Che cosa dicono?" si chiese Eli, cominciando a leggerne una con avidità. Misia e Yan si sporsero per dare un'occhiata alle tessere e per sentire quello che la loro compagna di squadra aveva da dire. "Hmm... vediamo un po'... il tempo ha fatto sbiadire questi messaggi, ma credo di riuscire ancora a leggere qualcosa. Vediamo un po'... Signore delle Rune... Ira... Nocticula... luogo di venerazione... no... aspetta un momento, questo non ha molto senso..."

"Nocticula? E chi sarebbe?" chiese Yan incuriosito. Notò che Nualia sembrava aver drizzato le orecchie nel sentire quel nome, e si chiese se per caso non si trattasse di qualche altro essere soprannaturale con cui la sua vecchia amica era entrata in contatto...

Fu Misia a dare la risposta. "Beh... non posso dire di sapere molto." affermò la femmina di gnomo. "Ma ho sentito già questo nome. Nocticula è uno dei tanti principi demoniaci dell'Abisso, assieme a gente come Deskari, Baphomet, Shax, Pazuzu, eccetera. Per l'esattezza, Nocticula dovrebbe essere la regina delle succubi, i demoni della seduzione e della lussuria."

"E cosa c'entra Nocticula con Thassilon?" chiese Reji. "Era un altro dei principi demoniaci che venivano venerati in certe zone di Thassilon?"

Brodert Quink si sfregò il mento mentre dava un'occhiata attenta alle tesserine. "Beh, forse qualcuno di voi lo sapeva già, ma la venerazione dei demoni dell'Abisso non era esattamente una pratica sconosciuta tra i Signori delle Rune. Ci sono delle testimonianze, molto vaghe purtroppo, che fosse in voga fin dall'inizio del loro dominio. E questa potrebbe essere una prova importante... Anche se Nocticula non mi suona esattamente come il tipo di principessa demoniaca a cui un Signore delle Rune dell'Avarizia o dell'Ira sarebbe interessato. Se si trattasse di un Signore delle Rune della Lussuria, d'altro canto... ma credo che sia ancora presto per discuterne. Certo... se trovassimo qualche conferma del suo culto da queste parti, potrebbe voler dire molto."

Lucendi sorrise lievemente e scosse la testa. Quando suo zio cominciava a fare ipotesi sui reperti recuperati, chi lo fermava più? Poi, la giovane fissò con espressione dubbiosa una delle tessere e cercò di leggerne il contenuto.  "Hmm... non credo che la mia conoscenza di Thassiloniano sia pari alla tua, zio... ma ho l'impressione che qui ci sia un passaggio interessante. Credo che parli... del Sihedron." affermò la giovane.

Inutile dirlo, Mersoolian non perde tempo a dare un'occhiata. "Il Sihedron? E dice qualcosa di particolare?" chiese il mezzelfo dalla pelle scura.

Lucendi scosse la testa. "Non proprio... dice semplicemente che il Sihedron fu spezzato in sette frammenti quando i Signori delle Rune usurparono il potere del Primo Re Xin, e ognuno di loro prese il frammento che corrispondeva alla sua, per così dire, specialità." rispose. "Credo che se riuscissimo a decifrare qualcos'altro, si potrebbe scoprire qualcosa di molto interessante."

"In tal caso, cerchiamo di portare a Sandpoint quanto più possibile dei reperti che troviamo qui... e non dimentichiamoci di accordare una giusta parte anche ai goblin che hanno collaborato con noi!" affermò il professor Quink. "E ovviamente, ci sarà una giusta ricompensa anche per tutti quelli che hanno dato una mano a questa spedizione. Dobbiamo a voi se adesso Sandpoint è davvero al sicuro."

"Vi ringraziamo per la considerazione. Devo ammettere che nemmeno io immaginavo che quell'attacco iniziale dei goblin potesse nascondere un piano come questo." disse Shalelu sgranchendosi una spalla. "Ma vi consiglio di non abbassare la guardia. Chiamatelo il mio sesto senso di cacciatrice, chiamatela esperienza, ma ho l'impressione che Sandpoint non sia ancora del tutto fuori pericolo."

Tutti restarono in silenzio, osservando l'elfa cacciatrice con serietà. Una cosa sicura era che tutti rispettavano l'esperienza e l'abilità di Shalelu, e tutti davano alle sue parole il giusto peso.

"Detto questo, spero di non avervi allarmato." disse infine Shalelu. "Dico solo che è giusto stare comunque in guardia. Per adesso... abbiamo ragione di pensare che abbiamo rimosso un grande pericolo dalla nostra regione."

"Allora, torniamo pure a Sandpoint, e diamo la notizia che la situazione è sotto controllo." disse Yan passandosi una mano sulla fronte. "E poi, dopo esserci presi un po' di riposo, decideremo su quale sarà la nostra prossima mossa, che ne dite?"

Mentre tutti i membri del gruppo annuivano con entusiasmo, Nualia sospirò e si mise in disparte, passandosi la mano rimasta normale tra i capelli. Ancora non se la sentiva di tornare a Sandpoint... e allo stesso tempo, sentiva che presto o tardi avrebbe dovuto farlo. Sarebbe stato un momento cruciale per lei. Il momento in cui avrebbe dovvuto finalmente decidersi a gettarsi alle spalle il rancore una volta per tutte... ma ancora non pensava di essere pronta.

"Nualia?" chiese Yan, accorgendosi che la sua amica d'infanzia era rimasta in disparte. Non che se la sentisse di biasimarla, in fondo. E non poteva biasimare la gente di Sandpoint per il fatto che molto probabilmente si sentivano anche loro a disagio accanto alla donna che aveva complottato la fine della loro città. C'erano ancora molti passi da fare prima di giungere ad una riconciliazione, e il ragazzo aveva l'impressione che i dubbi e le inimicizie non sarebbero mai svaniti del tutto. Del resto, riflettè, era anche giusto che fosse così. Agli occhi di molti di Sandpoint, Nualia sarebbe probabilmente rimasta sempre la criminale che li aveva minacciati di morte.

"Nualia, tutto a posto?" chiese il ragazzo, avvicinandosi infine a lei e appoggiandole una mano sulla spalla. "Non sei ferita gravemente, vero?"

"No... sto abbastanza bene, credo..." disse la aasimar. Si massaggiò il braccio rimasto normale, e il suo sguardo indugiò sulla pelle rossastra e dall'aspetto innaturale che ricopriva il suo arto demoniaco. Anche questo le ricordava che, comunque fosse andata, non avrebbe potuto sfuggire al suo passato. "Adesso... torniamo a Sandpoint, immagino."

"Come ho detto, non sei obbligata a venire con noi, se non te la senti." rispose Yan. "Però, almeno per questa volta, avrei bisogno di andare anch'io. Per far vedere ai cittadini che anch'io mi interesso alla loro sorte. E poi, anche i miei compagni avranno bisogno della mia presenza."

Nualia non disse nulla, continuando a guardarsi il braccio mutato. Poteva immaginare che questo voleva dire che avrebbe dovuto lasciarla sola, almeno per un po'... e questo non le faceva molto piacere. D'altro canto... anche lei si stava rendendo conto che non poteva approfittare della disponibilità del suo amico. Per quanto la cosa fosse un po' difficile per lei... forse era il caso di lasciargli un po' di tempo con i suoi compagni, e non imporgli la sua presenza. Dopotutto, Nualia si fidava di lui... e lui non l'avrebbe mai tradita... vero?

"Sì... capisco cosa vuoi dire..." rispose lei, cercando di misurare bene le parole e di non farsi trascinare dalla premura. "Hai... hai ragione, Yan. Io... ancora non me la sento di ritornare a Sandpoint. Vorrà dire... che mi accamperò fuori, come abbiamo fatto finora. E... non ti preoccupare, me la caverò. In qualche modo..."

"Hey, Nualia?" chiese Reji, cogliendo di sorpresa i due amici d'infanzia. La aasimar dai capelli bianchi si voltò verso la ragazzina Tian, che si mise a posto i capelli con un gesto e si schiarì la voce. "Resto io con te finchè Yan e gli altri sono a Sandpoint. Non pretendo di sostituire Yan, ma sono la persona che meglio lo conosce in questo gruppo di avventurieri."

"Hm?" L'espressione normalmente cupa di Nualia si ammorbidì e si trasformò in una di curiosità e stupore. "Come mai questa richiesta, all'improvviso?"

"Sinceramente, nemmeno io mi aspettavo che ti saresti offerta, Reji." affermò Yan, anche se tra sè cominciava ad avere qualche idea su quale potesse essere il motivo - voleva tenere d'occhio Nualia nel caso non le venisse in mente di fuggire o rivoltarsi contro di loro? Non poteva biasimare i suoi compagni di gruppo per il fatto che volessero essere sicuri... comunque, decise di non dire nulla a riguardo e assecondò l'idea della sua compagna di viaggio. "Ma... va bene. In fondo, mi sembra una buona idea. Nualia, tu cerca di andare d'accordo con Reji, okay? Ho viaggiato con lei per molto tempo, e siamo grandi amici. Puoi fidarti di lei."

Nualia continuò a guardare dubbiosa la ragazzina Tian mentre quest'ultima teneva un pugno chiuso davanti al viso, lo copriva con l'altra mano aperta e faceva un breve inchino, per poi rivolgerle un sorriso accomodante. La ex-sacerdotessa di Lamashtu appariva sospettosa, forse convidendo l'idea che Yan si era fatto... ma decise che non le sarebbe convenuto fare polemica, e decise di accettare, senza tanto entusiasmo. Del resto, Yan sembrava essere d'accordo, e lei stessa si era ripromessa di non pesargli oltre un certo punto...

"Fai quello che vuoi." disse Nualia rivolta alla monaca. Quest'ultima fece un cenno con la testa, e Yan si sentì già un po' sollevato. Chissà, forse questa sarebbe stata un'opportunità per la sua amica d'infanzia di farsi delle nuove conoscenze, e magari, chissà, anche uscire da quella bolla di rancore e diffidenza che aveva costruito tutt'attorno a sè.

Un passo alla volta...

 

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Il ritorno della spedizione dai dungeon di Collecardo era stata accolta con entusiasmo dalla cittadina. Anche se alcuni dei cittadini erano, comprensibilmente, ancora un po' nervosi all'idea che ci fossero ancora goblin in circolazione, era stata Shalelu (in quello che lei aveva definito un momento di rammollimento verso i goblin) ad assicurare che le tribù, sotto la guida di Tup e del druido Gogmurt, non avrebbero più fatto del male alla gente di Varisia e avrebbero anzi cercato man mano di integrarsi con le comunità di umani e semiumani.

L'idea non era andata subito a genio a tutti, considerata la storica inimicizia tra umani e goblin. Tuttavia, la prospettiva di non dover più temere di essere attaccati da una intera coalizione di tribù di goblin era sembrata comunque allettante, e la maggior parte dei residenti di Sandpoint si era detta disposta a fare almeno un tentativo di mettere da parte i rancori.

I giorni successivi avevano visto un graduale ritorno alla normalità nella comunità di Sandpoint. Ora che il pericolo dei cultisti di Collecardo era stato sventato, lo stato di tensione era man mano venuto meno, e la città tornava ai suoi ritmi normali. Dal punto di vista degli avventurieri, questo era un momento ideale per riposarsi, riorganizzarsi e rinnovare il loro equipaggiamento. Nel caso di Jolan, questo voleva dire anche curarsi il braccio rotto, cosa per cui Misia era stata più che disposta a dare una mano...

"Okay, Jolan, così dovrebbe andare bene." disse la femmina di gnomo, dopo aver finito di lanciare un incantesimo di cura sul braccio della guida halfling. "Allora, dimmi come va. Riesci a muovere bene le dita?"

Jolan provò a muovere prima il pollice, poi tutte le altre dita della mano assieme per vedere se il gesto gli provocava ancora dolore. Per fortuna, sembrava che le ossa si fossero saldate abbastanza a forza di incantesimi curativi. Quando Jolan provò a stringere il pugno, sentì soltanto un lieve dolore che si diffondeva lungo l'avambraccio e sul gomito, e tirò un sospiro prima di sistemarsi la fascia che teneva il braccio ferito appeso al collo.

"Grazie, Misia. Adesso mi sento decisamente meglio. Non mi fa neanche più tanto male." disse l'halfling. "Credo che se va avanti così, tra qualche giorno il mio braccio sarà come nuovo."

"Hey, non sei tu a decidere quando il tuo braccio guarisce!" lo prese il giro amichevolmente la biondina. "Prima di tutto bisogna vedere se... oops!" L'ultima esclamazione fu dovuta al fatto che, una volta di più, i poteri di oracolo di Misia avevano fatto i capricci e le avevano fatto volare via dalle mani quello che stava portando, facendo cadere a terra fasciature e stecche. "Ah... ehm... chiedo scusa, Jolan. Non credevo che sarebbe accaduto proprio adesso..."

"Hehee... tranquilla, Misia, so che non lo fai apposta." disse Jolan. Si chinò per dare una mano alla sua compagna a raccogliere ciò che le era caduto, anche se con un braccio inutilizzabile non era molto efficiente. Dopo qualche attimo passato in silenzio, concentrato sul lavoro che stava facendo, l'halfling si schiarì la voce e cercò di pensare a qualcosa da dire. Magari qualcosa che non riguardasse il loro lavoro di avventurieri. Ora che finalmente potevano prendersi un po' di riposo, Jolan sperava di poter rilassarsi un po' e non pensare ai problemi che avevano afflitto la sua città fino a pochi giorni prima. Detto questo... come fare ad iniziare una conversazione con Misia? Anche lei sembrava un po' impacciata, in questo senso...

"Misia? Posso farti una domanda?" chiese infine Jolan. Non era sicuro che si sarebbe trattato di una buona idea per fare un po' di conversazione, ma non ci perdeva nulla a provarci. "Se non è troppo personale, si intende."

La biondina mise a posto le fasciature che le erano rimaste e rivolse la sua attenzione all'halfling. "Sì... certo, dimmi pure, Jolan. Di che si tratta?" chiese. Si rimproverò di non avere avuto lei tutta questa iniziativa. Com'era che durante le loro spedizioni era pronta ad affidare la sua vita a Jolan, e adesso, durante un periodo di pace, si sentiva così imbarazzata?

La guida halfling sorrise lievemente. "Quello che volevo chiedere... com'è che vi siete incontrate, tu e la tua amica Eli? A quanto ho avuto modo di sentire, lei è una promettente allieva di un'accademia di magia di Magnimar." affermò. "Anche tu frequenti la stessa accademia?"

"Sì... in effetti siamo allieve di una scuola di un certo livello, se mi è permesso dirlo." rispose Misia con fare sicuro. "Hai mai sentito parlare dell'accademia chiamata Roccia dei Profeti?"

La Roccia dei Profeti! Ma certo! Ecco un nome con il quale Jolan aveva una certa familiarità! "Aaaah, certamente! Non è una scuola molto grande, in effetti, ma la sua reputazione la precede!" esclamò. "So che lì addestrano sia maghi che oracoli."

"Proprio così! In effetti, la Roccia dei Profeti è specializzata in magie di abiurazione e divinazione, ma tratta tutte le branche della magia." affermò la femmina di gnomo. "Insegnano ad usare le arti magiche per risolvere misteri e proteggere la vita, come faceva un tempo lo spirito della Fonte dei Profeti."

Ecco, questo era un nome che Jolan non aveva quasi mai sentito prima d'allora. Per quanto ne sapeva, si trattava di una fonte magica dove dimora uno spirito elementale dell'acqua noto per i suoi poteri divinatori... ma a parte questo, non sapeva molto delle origini dell'accademia da cui venivano Misia ed Eli. "Interessante... E quando siete arrivate qui a Sandpoint, ne avete trovati, di misteri da svelare!"

"In effetti... non ce lo aspettavamo neanche!" rispose Misia con una breve risata imbarazzata. "Ehm... ma non parliamo di queste cose! Oggi è una giornata di riposo. Ehm... comunque, se per qualche motivo dovessimo visitare Magnimar, per me sarebbe un piacere farti vedere la nostra città... e magari anche la nostra accademia! Che ne dici? Ti sembra una buona idea?"

"Se ci fosse l'occasione, mi piacerebbe molto!" rispose rapidamente l'halfling, contento di aver finalmente avviato la conversazione. "Comunque... per i prossimi giorni, che programmi avete, tu ed Eli? Immagino che adesso non manchi molto prima che torniate a Magnimar."

Misia sembrò pensare un po' su, prima di dare una risposta. "Per la verità, non ne siamo proprio sicure." affermò. "In effetti, abbiamo fatto quello per cui siamo venute, ma credo che adesso resteremo comunque qui, almeno per un po'. L'accademia ci ha lasciato un tempo abbastanza ampio per fare quello che dobbiamo, e credo anche che Eli voglia approfondire certi argomenti."

"Aaaah, capisco. Immagino che adesso sia a parlare con il professor Quink riguardo quello che abbiamo scoperto lì a Collecardo..." rispose Jolan. "Spero che riusciate a trovare qualcosa di interessante da portare ai vostri colleghi a Magnimar."

"Hehee... conoscendo Eli, sono sicura che riuscirà a portare alla luce qualcosa di clamoroso!" rispose allegramente Misia. "E Yan e Nualia? Come vanno le cose?"

"Nualia... è ancora all'accampamento. Reji è con lei e continua a sorvegliarla, per massima sicurezza." affermò Jolan. "Ti dirò la verità, sono un po' combattuto in questa storia. Anch'io sono contento che Nualia abbia avuto un'altra possibilità, e che possa scontare i suoi errori. Ma spero che Yan non sia troppo ottimista. Se Nualia dovesse avere una ricaduta, per così dire... per lui sarebbe un colpo duro. Ho paura che non sarebbe in grado di combattere con lei."

"Per il momento, però, Nualia mi sembra sincera." commentò Misia con fiducia. "Mi rendo conto che è ancora presto, e che non si cambia da un giorno all'altro, ma l'affetto che lei prova per Yan è una cosa che è rimasta costante nel tempo. Io voglio credere che questo possa essere un punto di partenza."

Jolan annuì lentamente. "Già... immagino che anche tu abbia la tua parte di ragione. Volevo solo dire di non essere frettolosi e di restare in guardia." commentò. "Detto questo... che ne dici se andiamo a fare un giro di pattuglia assieme? Magari lungo il fiume. Ho sentito dire che il cammino offre uno spettacolo rilassante."

La femmina di gnomo soffocò una risatina. Aveva l'impressione che Jolan stesse cercando una scusa per farsi dare un appuntamento da lei... e lei non vedeva motivo per dirgli di no. Dopotutto, adesso che avevano un po' di tempo libero, tanto valeva sfruttarlo al meglio...

"Va bene. Facciamoci pure questo giro!" rispose Misia, offrendo gentilmente la mano a Jolan affinchè lui la prendesse. L'halfling colse l'occasione e tenne la mano delicata della biondina con la sua mano forte e già callosa. Poi, dopo essersi scambiati un cenno di assenso, si diressero verso il fiume che passava accanto a Sandpoint, contenti di potersi godere un pomeriggio tranquillo...

 

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La definizione che Eli Clerks, maga mezzelfa, cittadina di Magnimar, appassionata di storia di Varisia e orgogliosa allieva della Roccia dei Profeti, aveva di un "pomeriggio tranquillo" era alquanto diversa dalla definizione che molte persone avevano dello stesso termine. In quel momento, il relax consisteva nel decifrare una stele trovata durante l'esplorazione di Collecardo, con Lucendi e Mersoolian a farle da supporto. La nipote del professor Quink e il mezzelfo dalla pelle scura condividevano l'entusiasmo di Eli per la storia antica, e si stavano rivelando dei validi aiutanti nel tradurre le iscrizioni sulle targhette ritrovate nelle catacombe.

"Allora, vediamo un po'... qui ci sono delle rune che non conosco, sinceramente." disse la ragazza con gli occhiali, notando al lume di una candela alcune differenze fondamentali tra i grafemi che stava esaminando. "Mersoolian, tu hai qualcosa che possa dare una mano?"

"Aspetti, signorina Clerks. Credo di avere l'incantesimo giusto per questi casi. Un incantesimo Comprensione dei Linguaggi." rispose Mersoolian. Passò lentamente la mano sopra la stele, sui punti in cui lo scritto si faceva più astruso, e intonò una breve litania magica. Un lieve bagliore bianco si accese sulle rune che il giovane mezzelfo voleva tradurre, e l'energia magica infuse la sua mente in modo che potesse, almeno temporaneamente, comprendere quello che leggeva. "Ottimo, ottimo... adesso direi che il significato mi è più chiaro. Lucendi, tesoro, potresti gentilmente trascrivere quello che leggo?"

"Sono già pronta, Mer." rispose la giovane, già pronta con un taccuino sul quale annotare tutto quello che avessero scoperto nel corso dei loro studi.

Il mezzelfo dalla pelle scura annuì gentilmente e cominciò a leggere le rune. "Allora... vediamo un po'... questo grafema vuol dire 'luogo di convivio e di conoscenza'. Mette assieme le caratteristiche di 'sala da pranzo' e 'biblioteca'... quindi immagino che si stia parlando di un simposio, o cose del genere." commentò. "Poi, quest'altro... 'ospite'... 'omaggio'... 'sangue di Jotunn'... hmm... questa parola mi è nuova, sinceramente."

"Jotunn è un'antica espressione con la quale si indicano i giganti." Eli intervenne. "E stando alle testimonianze che ci sono pervenute... i giganti rappresentavano una gran parte dei servitori dei Signori delle Rune e dei loro luogotenenti. Quindi... forse si riferisce al fatto che i rappresentanti delle tribù di giganti di Thassilon rendevano onore ai Signori delle Rune? Dovremmo tradurre qualcosa di più per esserne sicuri, ma credo che sia una possibilità da non scartare."

"In effetti, avrebbe senso." rispose Lucendi. La giovane interruppe solo per un attimo la sua attività di trascrittura per esprimere la sua opinione. "Tuttavia, se la traduzione è corretta, la parola 'ospite' mi dà da pensare. Questa parola implica un livello di autorità e di rispetto che contrasta con la definizione di servitori."

"Giusto... forse è meglio cercare di tradurre le altre parti, e vedere che cosa dicono." affermò Mersoolian...

Seduto alla sua scrivania, con davanti a sè un grande tomo dalle pagine ingiallite che leggeva al lume di una piccola luce magica, il professor Quink guardò con orgoglio i tre giovani che si affaccendavano sulla traduzione delle tavole incise. Magari avesse incontrato più studenti volonterosi come loro, quando insegnava a Janderhoff... magari adesso certe sue teorie sarebbero state prese sul serio, e Varisia sarebbe un po' più preparata al periodo di caos e disordine che forse era già cominciato. L'anziano insegnante aveva la netta sensazione che quei ritrovamenti, e i recenti problemi di Sandpoint, non fossero altro che l'inizio di un nuovo periodo di grandi sconvolgimenti, e sperava con tutto il suo cuore che quei ragazzi non ne sarebbero rimasti travolti. Per quanto distante potesse sembrare, il passato di Varisia continuava ad incombere...

 

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Yan prese un bel respiro e tese la corda dell'arco. prese la mira per un attimo, e poi scoccò la freccia, mandandola a piantarsi nel bersaglio, sorprendentemente vicino al centro.

"Hm. Non male come tiro. Ma si può fare di meglio. Ricorda che quando ti ritroverai sotto pressione, durante un vero combattimento, non avrai il lusso di poter prendere la mira e scagliare la freccia con tutta calma." disse Shalelu. Per dare a Yan una dimostrazione, l'elfa prese il suo arco e incoccò rapidamente una freccia, per poi scagliarla nel centro del bersaglio con precisione stupefacente, senza neanche avere bisogno di tanto tempo per mirare. "Vedi? Certamente l'arco è un'arma letale e potente, ma occorre molto addestramento. Non è come una balestra, che richiede soltanto di premere un grilletto."

"Me ne rendo conto... è per questo che volevo prendere un po' di lezioni da te." disse il ragazzo. Decise di fare un altro tentativo e provò di nuovo a prendere di mira lo stesso bersaglio, questa volta senza perdere tanto tempo a prendere la mira, ma i risultati non furono troppo incoraggianti - la freccia di Yan si piantò vicino a quella precedente, senza avvicinarsi al centro del bersaglio.

"No, no... questo colpo è stato troppo frettoloso." lo corresse Shalelu. "Okay, forse ti ho dato un'impressione sbagliata, e me ne scuso. Comunque, per adesso la cosa più importante è che tu migliori la mira. Poi, quando ti sentirai più sicuro della tua abilità nel tiro, potrai concentrarti sulla velocità. E a questo proposito..."

"Hm? C'è qualche problema, signorina Shalelu?" chiese il ragazzo, mentre guardava la sua insegnante di tiro con l'arco che raggiungeva un tavolo vicino e andava a prendere un grosso arco dall'aspetto minaccioso, fatto in una strana commistione di legno ed osso. Yan aveva l'impressione di aver già visto quell'arco da qualche parte, anche se non era sicuro di dove, esattamente...

Shalelu prese l'arco più grande e lo porse a Yan. "Ecco. Credo che questo potrebbe esserti più utile. Questo arco, se non altro, ti permetterà di andare a segno più spesso." disse con un mezzo sorriso. "Prendilo pure. Te lo cedo volentieri."

Il ragazzo guardò stupito e lusingato l'arco che Shalelu gli stava praticamente donando e se lo rigirò tra le mani. Era un arco pesante ma ben bilanciato, e la sua struttura, grazie anche alla qualità dei materiali e della corda, permetteva di scagliare frecce con più potenza e maggiore precisione. Yan non si sarebbe stupito se qualcuno gli avesse detto che era incantato. "Ah... signorina Shalelu, ma questo arco... non è per caso..." cominciò a dire.

"L'arco di Bruthazmus, dici?" chiese conferma la cacciatrice elfa, non nascondendo un moto di orgoglio al pensiero di aver finalmente abbattuto il suo arcinemico. "Sì, è proprio quello. Gliel'ho preso dopo la nostra prima incursione a Collecardo, dopo averlo sconfitto."

"Allora penso sarebbe più giusto che lo tenesse lei, signorina Shalelu. Dopotutto, è un suo trofeo." rispose il giovane, sentendosi un po' imbarazzato.

Tuttavia, Shalelu non sembrava interessata a queste considerazioni. "Ti ringrazio per la tua premura, Yan... ma se devo essere sincera, non mi interessano questi... trofei. So di aver abbattuto Bruthazmus, e questo per me è sufficiente. Tra l'altro, è un tipo di arco che io non saprei sfruttare al meglio. E' basato più sulla forza fisica di chi lo usa, che non sulla sua agilità, e io non possiedo la forza necessaria ad usarlo come si deve. Tu, invece, penso che possa farne miglior uso. Quindi non ti preoccupare per me... e usa questo arco per proteggere meglio i tuoi compagni, okay? Io... a questo punto ho abbastanza soldi da comprare per conto mio un arco migliore."

Yan guardò con attenzione l'arco che fino a poco tempo fa era appartenuto all'arcinemico di Shalelu. Faceva un certo effetto pensare che adesso era Shalelu stessa che glielo stava donando senza tanti problemi. "Beh... visto che insiste, signorina Shalelu... la ringrazio per la premura. Visto che lei pensa che io saprò usare meglio quest'arma, farò in modo di non deluderla."

L'elfa sorrise e fece un cenno di assenso, poi diede un'occhiata ai bersagli riempiti di frecce. "Bene... credo che per adesso abbiamo fatto abbastanza. Prendiamoci un po' di pausa... e magari andiamo a vedere se hanno trovato i proprietari di Shadowmist? Credo che a quest'ora dovrebbero essersi fatti vivi... se sono ancora vivi."

Yan disse di sì con la testa. "Sì, mi sembra una buona idea." rispose, ricordando lo stallone che aveva recuperato da Collecardo. "E comunque, spero che abbia trovato dei buoni padroni..."

 

oooooooooo

 

"Mi dispiace... temo che non sia arrivato nessuno a reclamare il cavallo." rispose il responsabile dello stabbio, guardando verso il maestoso stallone nero e grigio che stava trottando all'interno di un grande recinto, cercando do sfogare almeno un po' dell'energia che lo pervadeva.

Yan sbattè gli occhi stupito. "Come? Dite... dire sul serio? Non è proprio venuto nessuno a reclamare Shadowmist?" chiese il ragazzo, per poi sospirare e massaggiarsi la fronte con una mano. "Immagino che i suoi padroni, dopo l'attacco di quei goblin, abbiano deciso di restare alla larga da Sandpoint. Non posso biasimarli... ma allora, come ci comportiamo? Shadowmist non può restare qui, un animale così bello e possente dovrebbe avere un proprietario che si prenda cura di lui."

"Non vorrebbe prendersene cura lei, signore?" chiese lo stalliere, un uomo sulla trentina che mostrava sul viso e sulle braccia i segni di una vita passata all'aria aperta, a badare agli animali. "Lei è un avventuriero, in fondo. Un destriero come questo vi servirà per i vostri spostamenti. E poi, lei mi dà l'impressione di una persona che ci sa fare, con i cavalli."

Nel suo recinto, Shadowmist emise un nitrito e uno sbuffo, guardò verso Yan e sferzò l'aria con la coda, come se volesse dire qualcosa al ragazzo. Colto di sorpresa dalla richiesta dello stalliere, Yan si fermò a pensarci su per qualche istante. L'idea non era male. Il giovane si era già un po' affezionato allo stallone, e non poteva negare che avere un cavallo per viaggiare più rapidamente avrebbe potuto essere molto utile. L'unica cosa che lo faceva esitare era il fatto che gli dava quasi l'impressione di impossessarsi di un animale prezioso che non era mai stato suo.

"Hmm... siamo sicuri che sia legale? Voglio dire, questo cavallo è molto bello, e sicuramente è un'ottima cavalcatura. Ma mi sembra quasi di approfittarne." rispose infine. Si avvicinò al recinto, e vide Shadowmist che gli si avvicinava e nitriva incuriosito. Con un gesto affettuoso, Yan accarezzò il possente destriero su un fianco, ammirandone la muscolatura e il manto dal colore spettacolare. Ora che era stato ripulito e sfamato, il cavallo sembrava ancora più spettacolare.

Shalelu alzò le spalle. "Come hai detto tu, Yan, sarebbe un peccato che Shadowmist rimanga da solo, senza un proprietario che si prenda cura di lui." disse l'elfa cacciatrice. "Perchè non potresti essere tu quella persona? Mi sembra che Shadowmist si fidi di te e di Misia più di chiunque altro. Il che è naturale, visto che siete stati voi a liberarlo."     

Shadowmist sbuffò e mosse qualche passo attorno a quel punto. Yan, da parte sua, si sfregò la fronte e prese in considerazione l'idea di Shalelu. Perchè no? In fondo, aveva l'impressione che anche a Shadowmist l'idea non sarebbe dispiaciuta...

 

oooooooooo

 

Nualia dovette ammettere a sè stessa che aveva perso la cognizione del tempo. Il cielo era ancora chiaro quando lei e Reji si erano messe sedute lì, su un soffice tappeto erboso ai piedi di un grande albero dalle larghe fronde che le proteggeva almeno un po' dai raggi del sole ardente. Erano rimaste in silenzio, sedute assieme, con Reji che manteneva quella sua espressione tranquilla e controllata. Ogni tanto, Reji le faceva un cenno o le rivolgeva brevemente la parola, e Nualia rispondeva in maniera succinta, ancora a disagio nel sostenere una conversazione con lei.

Ma Reji non sembrava per nulla risentita. Dopo essersi scambiate due parole, la monaca riprendeva a meditare, stando seduta al suo posto, a gambe incrociate, con quell'espressione serena che Nualia quasi le invidiava.

Nualia doveva ammettere che all'inizio le era piaciuto quel silenzio. Non sentiva ancora di avere abbastanza in comune con i compagni di Yan per avvicinarsi a loro. E non pensava neanche che ne avrebbe sentito il bisogno, se non quel tanto che serviva per collaborare. In effetti, per il momento, i progetti di Nualia si limitavano a: restare con il suo amico d'infanzia e cercare di pensare a cosa fare della sua vita.

Ma in quel momento, il silenzio che era calato le riusciva pesante e quasi opprimente. Anche se Yan non era lì, Nualia sentiva il bisogno di parlare. Quella ragazzina Tian era stata gentile con lei, in fondo...

Nualia cercò di organizzarsi il discorso... ma prima ancora di aprire bocca, si bloccava per la sua insicurezza. Non era sicura di come aprire una conversazione, di cosa avrebbe potuto dire a quella sua ex-nemica per cercare almeno un po' di contatto. Dopo essere vissuta nel rancore per tanto tempo, ed essere stata niente più che il capo di un gruppo di cultisti demoniaci per diversi anni, le abilità sociali tendono a declinare...

 "Maledizione... se solo Yan fosse qui, forse avrei un'idea di cosa fare... o dire... ma è inutile lamentarsene, devo cercare di cavarmela da sola..." pensò la aasimar. Finalmente, decise di prendere in mano la situazione e si schiarì la voce.

"Reji...?" chiese infine.

Come se da un momento all'altro aspettasse l'intervento di Nualia, Reji aprì un occhio, restando in posizione di meditazione con le gambe incrociate e le mani congiunte davanti a sè. "Sì? C'è qualcosa che vorresti chiedere?"

Nualia sospirò e si sfregò la fronte. "Senti... da quanto tempo tu e Yan viaggiate assieme?" chiese infine, sperando che almeno questo potesse dare inizio ad una conversazione decente. "E poi... perchè te ne stai qui con me? Non hai cose più interessanti da fare, lì a Sandpoint?"

Reji non rispose subito. Per un po' di tempo restò ferma al suo posto, a pensare ad una risposta da dare. "Io e Yan? Da quasi un anno, ormai." rispose. "Certo, ci sono stati periodi in cui ci fermavamo da qualche parte, e facevamo qualche lavoro per guadagnarci un po' di soldi, ma a parte questo... siamo sempre stati in viaggio per Varisia."

Un viaggio per Varisia, eh? Nualia aveva viaggiato anche lei... ma nel suo caso, era soltanto per reclutare altri come lei che potessero darle una mano nella sua vendetta. Non si era mai preoccupata di guardarsi attorno, di cogliere quello che il mondo attorno a lei le offriva...

Più ci pensava, più si rendeva conto di quanto il suo desiderio di rivalsa l'avesse accecata. Ancora una volta, si stava convincendo che non era stato soltanto il suo retaggio celestiale ad aver provocato i suoi problemi...

"E... per quanto riguarda stare con me, lo fai perchè vuoi tenermi d'occhio, giusto?" continuò Nualia, ora un po' più sicura. "Non posso biasimarvi. Non posso certo pretendere che vi fidiate di me."

Reji sbattè gli occhi, un po' indecisa su cosa dire... poi alzò le spalle e decise di essere chiara. "Non possiamo certo dire che ci fidiamo di te al cento per cento, Nualia." affermò, senza tuttavia voler dare l'impressione di puntarle il dito contro. "Possiamo capire il motivo per cui hai desiderato vendicarti. E' giusto che tu ti sia sentita oppressa, e posso comprendere il tuo rancore... ma quando cerchi di fare del male a persone che non c'entrano niente per dare sfogo alla tua rabbia... non potevamo permetterti di farlo."

"E ciò nonostante, non avete voluto uccidermi. Me, Tsuto, Lyrie... Orik si è persino convinto a passare dalla vostra parte." continuò Nualia. "Sarebbe stato molto più rapido e più facile farci fuori, no?"

"Forse. Ma non è così che noi facciamo le cose." rispose Reji. "E poi... solo perchè non approvo quello che hai fatto, non significa che non mi piacerebbe se la tua vita andasse un po' meglio. Ma sarai tu a dovertelo meritare, Nualia. Io, Yan e gli altri... possiamo solo cercare di indicarti la strada. Anche se... per quanto mi riguarda, ho l'impressione che tu sia sulla buona strada."

La aasimar sospirò e fece nuovamente vagare il suo sguardo sul terreno, restando in silenzio. Non poteva certo dire di essere cambiata più di tanto, da un giorno all'altro... anche adesso, doveva ammettere che era principalmente per Yan che aveva deciso di rinunciare alla sua vendetta contro Sandpoint. E ciò nonostante... le parole di Reji stavano cominciando a far muovere qualcosa in lei. Non era solo Yan ad avere fiducia in lei... anche se tuttora non le importava granchè del destino che avrebbe avuto Sandpoint, stava cominciando a rendersi conto che c'era anche qualcun altro disposto ad aiutarla. Nualia non si sentiva ancora pronta ad affidarsi del tutto alla speranza, non così presto...

...eppure, adesso cominciava a cambiare qualcosa.

"Reji? Grazie per la fiducia..." disse infine Nualia, prima che la ragazzina potesse rimettersi a meditare. "E... visto che ci troviamo... mi racconteresti qualcosa dei viaggi che avete fatto... tu e Yan?"

La ragazza più giovane sembrò quasi illuminarsi in viso. Questa sì che era una cosa che le piaceva! "Con piacere! Allora, vuoi sentire di quel drago nero a cui siamo sfuggiti? O magari di quel viaggetto che abbiamo fatto vicino a Numeria? Ooooh, lì ne abbiamo viste di tutti i colori..."

Per la prima volta dopo tanto tempo, Nualia fece un'espressione interrogativa e sbattè gli occhi, mentre Reji cominciava a sciorinare i luoghi più disparati che le venissero in mente...

 

           

oooooooooo

 

 

CONTINUA...       

 

 

 

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Capitolo 29
*** Omicidi atroci ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

Risposte alle recensioni!

Falkas - Grazie della recensione! Sì, in effetti alla Paizo non si sono impegnati più di tanto per il nome di quella demone... che comunque avrà il suo ruolo più avanti nella saga. E come ho detto, dal momento che nella seconda edizione di Pathfinder i goblin diventano una razza giocabile, ho pensato fosse una buona idea mostrare qualche inizio del cambiamento che la loro razza sta attraversando, e come iniziano ad essere accettati dalle altre razze che fino ad ora sono state loro nemiche.

Eh, già... in effetti su Golarion esistono tutte le creature del mito che conosciamo sulla Terra. E igiganti non fanno eccezione - ce ne sono numerose sottospecie, dai primitivi giganti delle colline fino ai nobili giganti delle tempeste, ma quasi tutti erano servitori dei Signori delle Rune nel remoto passato. Comunque, li vedremo più avanti...

A presto!

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE 

Capitolo 27 - Omicidi atroci

 

Per Katrine Vinder, la vecchia segheria di Sandpoint era diventata un luogo ormai ben familiare. Per quanto la riguardava, non c'era posto migliore per incontrarsi di nascosto con il suo ragazzo, senza dover temere qualche scenata da parte del suo iperprotettivo papà. Con una piccola lanterna in mano, e uno scialle sulle spalle a proteggerla dal freddo della notte, la giovane donna aveva percorso per l'ennesima volta la strada dal negozio della sua famiglia alla segheria... e lì, come da programma, aveva incontrato Benny, che era arrivato al luogo dell'appuntamento già da diversi minuti.

I due giovani si abbracciarono e si baciarono a lungo, godendosi quei momenti di intimità. Era un loro rituale a cui ormai erano abituati da tempo. Si incontravano, si scambiavano coccole e chiacchieravano... e poi, ben sicuri di essere nascosti agli occhi di tutti gli abitanti di Sandpoint, condividevano la loro passione... e i loro corpi.

Quella notte, tuttavia, Katrine sentiva che c'era qualcosa di diverso. Il suo amato non sembrava più tanto tranquillo o sicuro di sè. Non c'era in lui la stessa spensieratezza e lo stesso ardore con il quale si comportava di solito quando era con lei... piuttosto, c'era una distanza che adesso Katrine sentiva allargarsi sempre di più. Benny sembrava così distratto... come se avesse la testa tra le nuvole... non riusciva più a trasmetterle la stessa sicurezza a cui lei era abituata...

Dopo qualche altro goffo tentativo di scambiarsi un bacio, Katrine sospirò e tenne per le spalle il suo amato, guardandolo seriamente negli occhi. Era giunto il momento di farsi dare un po' di spiegazioni.

"Katrine...?" chiese Benny, non sembrando esattamente sorpreso. Era come se avesse immaginato che da un momento all'altro la sua amata lo avrebbe messo di fronte a questo problema. "Tesoro, che cosa succede? Stanotte mi sembri così strana..."

"Sono io che dovrei dirti la stessa cosa, Benny." sospirò Katrine, mentre si aggiustava lo scialle. "Oggi... sei così strano. Che cosa succede? Si vede lontano un miglio che c'è qualcosa che ti tormenta!" 

Il giovane dai capelli castani arruffati si mise una mano sulla fronte, come se avesse mal di testa, e si avvicinò goffamente alla sua amata. Seduti sulla panchina di legno levigato accanto ad un congegno spaccalegna, i due amanti restarono in silenzio per diversi, interminabili minuti, ognuno alla ricerca delle parole giuste per rompere il ghiaccio.

Finalmente, Benny decise di parlare chiaro e rivelare a Katrine ciò che lo tormentava.

"Ecco... si tratta di tuo padre, Katrine." disse infine. Sentì il sospiro della sua amata, come se quella semplice frase fosse una spiegazione per tutto. Ma ritenne comunque opportuno dire tutto quello che era successo. "Lui... lui sa che noi ci vediamo qui, Katrine. L'altro giorno, mentre controllavamo gli attrezzi, lui è venuto qui e ha chiesto di parlarmi. Certo, io gli ho detto di sì... e cosa dovevo rispondere, dopotutto? E lui mi ha preso da parte... e mi ha detto senza tanti giri di parole... che se dovessi farti del male, o se dovessi oltrepassare certi limiti con te... lui mi spezzerà le braccia."

Katrine scosse la testa con un sospiro rabbioso. Non sapeva se doveva essere più irritata con suo padre o con Benny per essersi fatto intimorire così. "Lo sai com'è fatto papà... per lui, io e Shayliss saremo sempre le sue bambine." commentò. "Ma anche tu, perchè non gli dici chiaro e netto che stiamo assieme, che ci amiamo, e che tu non hai intenzione di mancarmi di rispetto?"

"Più facile a dirsi che a farsi..." Benny cercò di giustificarsi. "Lo sai che tuo padre non sente ragioni quando si arrabbia... e non è tanto difficile farlo arrabbiare."

"In effetti, non hai tutti i torti..." ammise Katrine con evidente rammarico. "Però bisogna pur fare qualcosa, non possiamo continuare a vederci in segreto soltanto perchè abbiamo paura di cosa accadrebbe... ascolta, secondo me dobbiamo parlare tutti e due a papà, e cercare di convincerlo che siamo bene assieme, e che lui non ha bisogno di preoccuparsi. Credo che questo almeno lo rassicurerebbe. Sai che alla fine lui non nega mai niente a me, nè a Shayliss."

"Lo so, lo so... ma non posso fare a meno di essere preoccupato, in ogni caso." rispose Benny, strisciando per terra la suola del sandalo destro. Restò in silenzio per un po', a riflettere su quello che la sua fidanzata gli aveva detto, e le strinse affettuosamente la mano, intrecciando le dita con le sue... poi, dopo aver pensato a quello che avrebbe potuto dire, fece per aprire la bocca ed esprimere la sua opinione...

Uno scricchiolio risuonò nella stanza, e nel silenzio che regnava intorno a loro, sembrò quasi un inquietante rombo di tuono. I due giovani sobbalzarono di colpo e si guardarono attorno allarmati, sperando che si trattasse soltanto di un suono isolato...

"L'hai... l'hai sentito anche tu, Benny?" sussurrò Katrine.

Il suo fidanzato disse di sì con la testa. "Sì... sì, non c'è dubbio... ho sentito anch'io un rumore... qualcosa che scricchiolava... ma non dicevi che nessuno viene qui alla segheria di notte?"

"Infatti..." rispose Katrine, sempre più nervosa. Si sentì un altro rumore dello stesso tipo, questa volta più vicino... e questa volta, era accompagnato da un suono di passi... e da un respiro affannoso, un suono inquietante che suggeriva sofferenza e fatica. "No... non so chi possa essere... forse... forse è meglio se..."

Prima che Katrine e Benny potessero rendersi pienamente conto di cosa stesse accadendo, sentirono qualcosa muoversi nella stanza - una figura umana le cui fattezze erano avvolte nell'oscurità, che si muoveva con feroce determinazione verso di loro. Spaventato, Benny afferrò la prima cosa che gli capitò sottomano, il manico di un'ascia che da un bel po' aveva perso la lama, e la brandì con le mani tremanti, sperando che almeno questo facesse da deterrente. Ma la figura coperta dalle tenebre continuava ad avanzare, e i due giovani, con crescente orrore, sentirono un suono metallico provenire da essa...

"Benny..." esclamò Katrine

"Chi... chi sei?" balbettò Benny, in un disperato tentativo di mostrare coraggio. "Che... che cosa vuoi... da noi? Vattene, noi... non abbiamo... nulla da... da..."

Un istante dopo, la stanza ripiombò nel silenzio. E per qualche secondo, non si sentì più nulla. Al punto che i due giovani cominciarono a pensare che il misterioso assalitore si fosse convinto ad andarsene...

L'oscurità riprese vita all'improvviso, e l'individuo oscurato fu loro addosso in men che non si dica!

Benny non ebbe nemmeno il tempo di urlare, prima che una lama affilata cominciasse a squarciargli il petto.

L'orrore era appena iniziato...

 

oooooooooo

 

Quella mattina, Misia ebbe l'impressione che sarebbe stata davvero una bella giornata.

La femmina di  gnomo era riuscita a dormire meglio di quanto non avesse fatto per diverse notti, in questi ultimi giorni. L'atmosfera al Drago Arrugginito si era fatta più distesa, e anche Ameiko stava man mano recuperando la sua energia, anche se inevitabilmente qualcosa in lei era cambiato, dopo le brutte esperienze degli ultimi tempi.

E Misia non aveva avuto più neanche tanti problemi con i suoi poteri da oracolo. Certo, ogni tanto le facevano volare qualcosa via di mano, oppure le davano fastidio quando doveva scrivere qualcosa, ma in generale era un periodo in cui riusciva a controllare bene la sua magia. E le vittorie sue e dei suoi amici in quegli ultimi giorni avevano dato a tutti loro l'impressione che da quel momento in poi, molte cose sarebbero migliorate lì a Sandpoint. Era stato un momento difficile, ma con la morte di Malfeshnekor e la defezione di Nualia, il culto di Lamashtu non avrebbe più dato loro problemi.

Misia si stiracchiò, si passò le mani sul viso, e guardò l'altro letto nella sua stanza. Eli si era già alzata... una cosa che non sorprendeva davvero Misia. La sua amica era sempre stata un uccello mattutino - a volte, Misia aveva ironizzato che Eli aveva sempre così tanti pensieri ed idee che le frullavano per la testa, che considerava il sonno una perdita di tempo. Con un sorriso ironico, Misia scese giù dal letto e si infilò le pantofole, apprestandosi ad affrontare una nuova giornata.

Ancora immersa nei suoi pensieri e nel suo buon umore, la femmina di gnomo venne colta di sorpresa quando la porta della camera sua e di Eli si aprì di colpo... e la maga mezzelfa entrò senza tanti giri di parole, non di corsa ma con abbastanza fretta e decisione da far capire subito a Misia che c'era qualcosa che non andava.

"Misia! Stavo giusto venendo a chiamarti." disse Eli senza preamboli. "Ascolta... vestiti, preparati e poi raggiungimi al piano di sotto! Dobbiamo andare a chiamare anche Yan e Jolan. Dopo aggiorneremo anche Nualia e Reji, ma adesso dobbiamo correre."

"C-cosa?" Misia sobbalzò e sbattè gli occhi, poi cercò di rimettersi a posto i capelli ancora arruffati. "Ugh... che... che succede, Eli? Ci sono problemi?"

La mezzelfa scosse la testa. "Problemi è dire poco. E' successa una cosa orribile." sussurrò. "Alla segheria di Sandpoint... hanno ammazzato due ragazzi! Lo sceriffo ha dato l'allarme generale... dobbiamo andare anche noi a dare una mano!"

Misia si sentì gelare. "Due... due omicidi...?" esclamò sconvolta la femmina di gnomo. Purtroppo, a quanto pareva, l'incubo in cui Sandpoint era piombata non sarebbe finito tanto presto...

 

oooooooooo

 

Nel giro di pochi minuti, il quartetto composto da Eli, Misia, Yan e Jolan si era preparato e aveva raggiunto la segheria di Sandpoint, dove un piccolo gruppo di soldati sotto la guida dello sceriffo Hemlock stava tenendo sotto controllo la scena del crimine - le operazioni stavano procedendo con ordine e cautela, ma si sentiva nell'aria un comprensibile nervosismo, come se anche quei soldati addestrati ed induriti fossero rimasti sconvolti da quello che avevano visto. Alcuni abitanti di Sandpoint restavano a distanza di sicurezza, osservando le procedure con un misto di preoccupazione e morbosa curiosità. Il quartetto di avventurieri venne accolto con evidente sollievo dalla gente di Sandpoint, ma non si fermò a lungo a ricevere saluti e ringraziamenti prima di raggiungere lo sceriffo... e il massiccio Shoanti provvide personalmente ad accoglierli e ragguagliarli su quello che era successo.

"Sceriffo Hemlock!" esordì Yan, cercando di mostrarsi presentabile. "Buongiorno... chiedo scusa, io e i mie compagni siamo venuti non appena abbiamo potuto."

"La nostra compagna Reji è accampata fuori città... assieme a Nualia." spiegò Misia. "Ci penseremo noi a spiegare loro cosa è successo."

Hemlock sospirò, in parte per il sollievo e in parte per la gravità della situazione. "Lieto che siate potuti venire così rapidamente, ragazzi." affermò. "Mi dispiace di dovervi coinvolgere di nuovo, ma questo è un problema che deve essere risolto quanto prima, per evitare che la situazione peggiori."

"Certo... certo, possiamo capire." disse Misia. "Ci... ci dica, sceriffo, come sono andate le cose, per quanto ne sapete?"

"Proprio stanotte, l'assassino ha ucciso due persone alla segheria. Le vittime sono Benny Harker, uno dei lavoratori della segheria... e la sua fidanzata Katrine Vinder, la figlia maggiore del proprietario della Bancarella di Sandpoint." spiegò lo sceriffo. Yan non potè nascondere un istante di sbalordimento, ricordando il suo breve incontro con la sorella minore della seconda vittima. "Entrambi i corpi sono stati trovati in una delle sale principali della segheria... e qui abbiamo già degli elementi tanto peculiari quanto disturbanti. Il corpo di Harker è stato deturpato in maniera orribile, mentre la signorina Vinder è stata uccisa con soli due colpi, uno al torace e uno alla gola. Il che mi porta a pensare che laddove Harker sia stato deliberatamente massacrato, la signorina Vinder si trovava semplicemente nel posto sbagliato al momento sbagliato, e l'assassino l'ha uccisa rapidamente e senza dilungarsi per non lasciare testimoni."

Jolan deglutì. "Deturpato...? In... in che senso, deturpato?"

Lo sceriffo esitò per un attimo prima di dare la risposta. "Beh... se ve la sentite, posso accompagnarvi all'interno. Vi renderete conto di quello che intendo dire."

Non c'era molto da fare se non andare a rendersi conto di persona di cosa fosse successo... e con un cupo cenno della testa, Yan assentì.

 

oooooooooo

 

Come c'era da aspettarsi, la sala interna della segheria era quasi completamente insozzata di sangue, l'equipaggiamento e gli strumenti scaraventati qua e là nel corso dell'orribile delitto che si era consumato al suo interno. Segatura, impronte, chiazze di sangue... e soprattutto, un'orribile, rivoltante odore di carne marcia che permeava l'interno della sala, costringendo i quattro avventurieri a trattenere i conati di vomito... soprattutto alla vista del corpo senza vita di Harker, che era stato appeso al muro utilizzando gli uncini che normalmente venivano usati per tenere gli strumenti.

Il poveretto era stato atrocemente straziato, la pelle del volto strappata via e la mascella inferiore quasi separata dal resto del cranio. La camicia gli era stata tolta... ma era sul torace, dopo essere riusciti a superare l'orrore della vista del cadavere, che Yan e i suoi compagni videro l'elemento più importante.

Una stella a sette punte era stata incisa nei pettorali dell'uomo.

Per contrasto, il corpo senza vita di Katrine giaceva a terra vicino ad un congegno spaccalegna, e sembrava quasi dormire se non fosse stato per l'enorme macchia di sangue sul suo vestito e le due ferite mortali che le segnavano il petto e il collo. Chiunque fosse stato ad ucciderla, era stato un delitto rapido e relativamente indolore, eseguito con una precisione quasi chirurgica.

"Oh, che Erastil abbia pietà di noi..." mormorò Yan, agghiacciato davanti alla scena del delitto. "Chi... chi può essere stato a fare una cosa del genere?"

"E' quello che... dobbiamo dare una mano a scoprire, immagino." rispose Eli, dopo essersi assicurata che i contenuti del suo stomaco non andassero ad aggiungersi al sangue che inondava il pavimento. "Quel... quel simbolo che hanno inciso... sul corpo dell'uomo..."

"Quello... è senza dubbio il Sihedron..." affermò Misia. Ormai poteva dire di conoscere quel simbolo fin troppo bene. "E... e che altro si sa dell'uomo che è stato ucciso?"

"Nulla di veramente compromettente, in realtà. Sappiamo che Harker lavorava qui, e che era fidanzato con Katrine, l'altra vittima. Ma a parte questo, nulla di strano. Tuttavia, credo di potervi indicare qualcuno che forse potrà dirvi di più." continuò Hemlock. "Si tratta di Ibor Thorn, amico e collega di Harker. E' stato lui a trovare per primo i corpi e dare l'allarme. Detto questo, vi consiglierei di essere prudenti quando lo interrogate. Come potete immaginare, il suo stato mentale non è esattamente il migliore."

"Sceriffo! Scusi se la disturbo, ma abbiamo trovato qualcosa che potrebbe essere importante." esclamò una delle guardie cittadine che stavano esaminando la scena del massacro, in piedi vicino al corpo di Katrine.

Hemlock e i quattro avventurieri raggiunsero immediatamente la guardia, che indicò quello che in effetti poteva essere un particolare molto importante. Accanto al corpo della giovane donna, vicino al suo braccio destro, si trovava un'ascia da legna, chiaramente caduta dalla mano di Katrine. "Guardate. La seconda vittima aveva raccolto quell'ascia, forse per usarla contro l'assassino... e credo sia anche riuscita a sferrargli un colpo, dal momento che mi sembra di vedere qualcosa sulla lama. Sangue rappreso, o cose del genere..."

"Ottimo lavoro, cadetto. In effetti questo potrebbe essere molto importante." disse Hemlock con un cenno della testa. "Ogni indizio, ogni elemento fuori posto, dovete segnarvelo e tenerlo in considerazione. Potrebbe essere indispensabile per assicurare questo efferato assassino alla giustizia."

Jolan attirò l'attenzione del gruppo su un altro elemento. "A proposito di indizi... credo di averne trovato un altro io!" disse la guida halfling, indicando delle orme sul pavimento, ben visibili in mezzo alle chiazze di sangue e alla segatura. Alcune delle impronte non soltanto appartenevano ad una persona a piedi nudi, ma mostravano anche delle sottili ma sensibili differenze rispetto a delle impronte di esseri umani. "Guardate qua... le due vittime indossavano le loro scarpe, giusto? E invece qui abbiamo delle impronte di qualcuno che era scalzo. Mi sembra molto strano, in una segheria, con tutti i trucioli di legno e i vari oggetti che possono ferire i piedi."

"Quindi, l'assassino sarebbe arrivato qui a piedi nudi? Non mi sembra una cosa molto saggia." rispose Eli, andando a sua volta a vedere le impronte incriminate. "Strano... molto strano... e poi, a parte questo... queste impronte hanno qualcosa di strano, anche se non saprei dire che cosa, in questo momento."

"E dove si dirigono, queste impronte? Si riesce a vedere?" chiese Yan.

L'halfling annuì rapidamente. "Sì... vanno nella direzione del fiume Turandarok. E anzi, mi sembra addirittura che vengano da lì." rispose. "Quindi, se le nostre supposizioni sono corrette, l'assassino è venuto da lì, e poi è tornato lì dopo aver commesso il delitto. Forse stiamo già riuscendo a farci un'idea di come siano andate le cose... ma credo che avremo bisogno di più informazioni."

"Certamente." rispose Yan, per poi rivolgersi ad Hemlock. "Sceriffo, noi siamo più che disposti a darvi una mano. Ci mobiliteremo subito per dare una mano alla guardia cittadina di Sandpoint."

Misia ed Eli furono rapide ad assentire. "Andremo subito ad avvertire le nostre compagne... e cominceremo le nostre indagini." rispose la femmina di gnomo.

Lo sceriffo sorrise velatamente. "Vi ringrazio sentitamente." concluse. "Ci troviamo di fronte a qualcosa di ben più pericoloso che dei semplici goblin, e avrò bisogno del vostro aiuto... ma temo che avrete bisogno di aiuto anche voi."

Eli sbattè gli occhi. "In... in che senso, scusi?"

Hemlock sospirò e si tirò fuori qualcosa dalla bisaccia: un piccolo rotolo di pergamena imbrattato di sangue. "Vedete... ho l'impressione che questo assassino conosca fin troppo bene una di voi. Dateci un'occhiata." disse, per poi consegnare ad uno spaesato Yan il foglio. Il ragazzo guardò la pergamena con espressione dubbiosa per un attimo... poi, lo srotolò per leggere cosa ci fosse scritto, e rimase agghiacciato quando vide il nome REJI scritto con il sangue sopra il foglio, a caratteri cubitali!

E sulla pergamena, appena sotto il nome di Reji, si leggeva un cupo, inquietante messaggio intimidatorio...

 

Tu imparerai ad amarmi, a desiderarmi come lei mi ha desiderato.

Consegnati al branco e tutto finirà.

--  Firmato, il tuo signore

 

Il giovane guerriero rilesse due o poi tre volte, con crescente orrore ed indignazione, il messaggio rivolto alla sua compagna d'avventura, e resistette a malapena al desiderio di farne una palla e gettarlo via. Anche quello poteva essere un indizio, dopotutto... e Reji aveva anche lei il diritto di vedere di cosa si trattasse.

"Capisco..." disse infine. "La ringrazio, sceriffo Hemlock... metterò la mia compagna a parte di questo sviluppo quanto prima."

Eli cercò di fare mente locale e di organizzare rapidamente la squadra. "E va bene... sentite, ragazzi, facciamo così: Yan, tu vai da Reji e Nualia, e informale di cosa sta succedendo. Misia... magari tu vai a parlare con questo Ibor Thorn, e vedi se riesci a raccogliere altri elementi. Jolan, tu ed io resteremo qui a cercare altri indizi e dare una mano allo sceriffo e alla guardia cittadina."

"Va bene. Provvederò subito." rispose Yan, prima di avviarsi verso la periferia di Sandpoint. "Sceriffo Hemlock, ragazzi, vi faccio i miei migliori auguri per l'indagine."

Anche Misia si disse d'accordo. "Okay... sceriffo Hemlock, posso provare io ad interrogare il signor Thorn, e vedere se magari riesco ad ottenere qualche particolare in più."

"In bocca al lupo, ragazzo." disse Hemlock rivolto a Yan, prima che il giovane lasciasse il luogo del delitto. "E per quanto riguarda lei, signorina Misia... certo, non ho nessun problema a lasciarti parlare con Thorn. Tuttavia, credo di doverti avvertire di una cosa..."

La femmina di gnomo inclinò la testa, incuriosita. "C'è... qualche problema, sceriffo?"

Hemlock sospirò, con il fare di una persona che aveva visto fin troppe cose per la giornata e non vedeva l'ora che l'incubo finisse. "Ecco... quando abbiamo identificato il corpo della signorina Vinder, mi sono occupato personalmente del gravoso compito di dare l'annuncio alla famiglia." spiegò. "Inutile dire... che il signor Vinder non ha preso bene la notizia."

"Mi sembra normale..." rispose Misia con un sospiro malinconico.

"Fino a questo punto, sì." continuò lo sceriffo. "Ma i problemi sono sorti quando il signor Vinder ha cercato di mettersi a caccia dell'assassino per farsi giustizia da solo. Abbiamo cercato di indurlo alla ragione, ma Vinder si è ribellato e ha malmenato due dei miei uomini prima di essere fermato. A quel punto, non ho avuto altra scelta che mettergli le manette e portarlo in una cella, almeno finchè non fosse indotto a più miti consigli. Ecco. Sappia che adesso il signor Vinder è ancora lì alle prigioni di Sandpoint, e che la sua rabbia potrebbe indurlo a reazioni imprevedibili. Non dico che dovrà guardarsi da un attacco fisico, ma potrebbe inveire o comunque essere verbalmente aggressivo."

"Non... non pensate che sia stato lui a commettere questo delitto, vero?" chiese Jolan.

Lo sceriffo volle subito placare le paure dell'halfling. "No, no... non credo proprio che sia stato lui. La sua rabbia è dovuta alla morte della figlia, non ad altro. E comunque, sapendo quanto sia protettivo nei confronti delle figlie, mi sentirei tranquillamente di escludere che sia stato lui a commettere questo delitto, anche se effettivamente non aveva una gran simpatia per Harker."

Eli disse di sì con la testa. "Del resto," pensò tra sè la mezzelfa. "dubito che il signor Vinder sapesse del Sihedron. Ma è proprio questo che mi preoccupa..."

 

oooooooooo

 

Appena fuori dalla periferia di Sandpoint, nel piccolo accampamento nel quale Reji e Nualia avevano passato la notte, Yan aveva raggiunto le sue compagne, e aveva raccontato loro quello che era successo - includendo anche il particolare del messaggio che qualcuno, presumibilmente l'assassino, aveva lasciato lì per Reji. In quel momento, la ragazzina Tian era impegnata a rileggere quell'inquietante avvertimento, e i suoi occhi esprimevano un misto di repulsione e confusione.

"Se è uno scherzo, è davvero di pessimo gusto." commentò la monaca scuotendo il capo. "E chi sarebbe poi questo 'signore'? Io non sono di nessuno. Se vuole qualcosa da me, perchè non viene a dirmelo in faccia? Ma lasciamo perdere... per adesso, abbiamo un assassino da catturare."

"Eli e gli altri sono ancora a Sandpoint a raccogliere indizi." spiegò Yan. "Non appena avremo qualcosa di solido su cui lavorare, ci incontreremo qui e cominceremo a dare un'occhiata."

"Reji... posso dare un'occhiata a quel messaggio?" chiese Nualia. Con un cenno affermativo, la ragazzina consegnò il foglio alla ex-sacerdotessa demoniaca, che lo ricevette con la mano rimasta normale e lo lesse con attenzione. Dopo aver osservato attentamente la calligrafia e lo stile del messaggio, Nualia scosse la testa e lo riconsegnò a Yan. "No... non è una calligrafia che conosco. Volevo vedere se magari era qualche altro membro del mio culto, qualcuno che era riuscito a scappare... ma no, niente da fare."

"Non importa, siamo già pronti all'idea che non sarà semplice giungere in fondo a questa storia." rispose Yan. "Tra l'altro, abbiamo visto il simbolo del Sihedron inciso sul torace di una delle vittime... e questo mi fa pensare che ci sia qualcosa di più di un semplice, si fa per dire, assassino dietro a questo delitto."

Nualia sospirò e guardò dall'altra parte. Se solo avesse conservato i suoi poteri da chierica, ora forse avrebbe potuto rendersi più utile a Yan... e in un angolino del suo animo, le dispiaceva anche non poter aiutare di più Reji. La giovane monaca le era stata vicino in quei giorni, quando Yan non aveva potuto. Ma soprattutto, si era presa la briga di parlare con lei, di cercare di capirla e di darle una mano. Il che era più di quanto molte persone avessero fatto. Nualia doveva ammettere che cominciava a provare affetto e gratitudine per la giovane Tian... e l'idea che qualcuno la stesse minacciando non le andava per niente a genio.

"Va bene. Sentite, ragazzi, io vado a parlare anche con Eli e Jolan." disse Reji con un cenno deciso. "Spero di poter dare una mano anch'io..."

 

oooooooooo

 

Prigione di Sandpoint, nello stesso momento...

"Fatemi uscire di qui... FATEMI USCIRE, MALEDIZIONE!"

Misia era riuscita a sentire chiaramente le urla e le imprecazioni di Ven Vinder, prima ancora di varcare la soglia dell'edificio. La femmina di gnomo rabbrividì, sperando di essere emotivamente preparata a gestire un padre disperato... e spinse lentamente la porta, in modo da entrare nel blocco carceri dove, fino a pochi giorni fa, Tsuto e la sua complice Lyrie erano in custodia.

Quando la femmina di gnomo entrò, quello che si trovò di fronte fu effettivamente una vista a cui pochi avrebbero potuto restare indifferenti. Nella cella più vicina a lei, Ven continuava a picchiare con il pugno sulle sbarre, il volto contorto in una maschera di furia e disperazione. Il massiccio proprietario della Bancarella di Sandpoint si gettava contro le sbarre con tutto il suo peso, scuotendo la porta della cella ma senza mai riuscire a scardinarla. Ma i suoi fallimenti non lo scoraggiavano neanche un po' - anzi, Ven continuava a scagliarsi contro le sbarre, provocando un infernale frastuono metallico e facendo rabbrividire l'occupante della cella vicina - un giovanotto dal volto pulito e dai capelli neri che sedeva silenziosamente su una panchina di legno, in uno stato di evidente prostrazione.

"Hanf... hanf..." Ven si fermò per un attimo per riprendere fiato e si passò una manica sugli occhi per asciugarsi delle lacrime... e in quel momento si accorse della biondina alta appena un metro che era entrata nel blocco carceri. La riconobbe subito come una degli avventurieri che erano arrivati a Sandpoint non tanto tempo fa, e che ormai si erano fatti una buona fama tra i cittadini. "Hey! Hey, tu! Sì, dico a te, piccoletta! Fammi un favore... devo uscire da questo cesso di cella! Qualche bastardo ha ammazzato la mia piccola Katrine! Devo trovarlo e strangolarlo con le mie mani! Dammi le chiavi, fammi uscire!"

Misia rabbrividì per la veemenza con cui l'uomo aveva parlato. Non c'era bisogno di essere un genio per rendersi conto che quel poveretto era fuori di sè per la morte della figlia, e lei doveva cercare almeno di parlargli e calmare un po' il suo dolore. E poi, da un punto di vista semplicemente pragmatico, doveva cercare di placare Ven prima di interrogare Ibor, altrimenti non sarebbe arrivata da nessuna parte...

"Signor Vinder... signor Vinder, per favore, mi ascolti..." disse Misia, alzando le mani per cercare di calmarlo mentre si avvicinava gradualmente alla cella, in modo da sembrare quanto meno minacciosa possibile. Ven grugnì e squadrò rabbiosamente la biondina, ma sembrò almeno permetterle di continuare a parlare. "Io... mi dispiace, signor Vinder, io... non posso farla uscire. A parte il fatto che non ho l'autorità per farlo... non posso permetterle di inseguire quell'efferato assassino. Se... se lei lo facesse, rischierebbe di perdere la vita a sua volta. Non è già stato sparso abbastanza sangue innocente in questa giornata?"

Ven battè rabbiosamente il pugno sulle sbarre. "Quel figlio di cane ci ha tolto Katrine!" ringhiò, afferrando le sbarre con entrambe le mani e poi tirando furiosamente, quasi volesse strappare via la porta della cella. "Cosa vuoi che mi importi della mia vita? Lo devo trovare! Lo devo ammazzare con le mie mani! Stai a vedere se riesce a fermarmi!"

Misia si morse il labbro inferiore ma restò ferma dov'era, cercando di mostrarsi decisa. Prese un bel respiro e assunse la sua migliore espressione severa, in modo da far vedere che non si sarebbe fatta convincere tanto facilmente. "Signor Vinder. Io... posso almeno immaginare quello che lei sta passando. Mi creda... comprendo che è una cosa terribile. Nessun padre dovrebbe seppellire la figlia, e come ha detto lei... quel bastardo assassino deve essere punito per ciò che ha fatto." Prese fiato ancora una volta e assunse un tono più accomodante. "Ma... per favore, mi ascolti. Lei ha ancora sua moglie... e l'altra sua figlia, Shayliss. Se... se dovesse andare a caccia dell'assassino e dovesse perdere la vita anche lei... chi penserebbe a loro? E loro, come la prenderebbero, ora che hanno già perso Katrine?"

Questa argomentazione riuscì a fare breccia nella cieca rabbia dell'uomo, che allentò la sua presa sulle sbarre e fece un passo indietro, tremando visibilmente. "Io... io..." mormorò, non riuscendo a trovare le parole. "E... e cosa dovrei fare, allora...? Dovrei... dovrei lasciare che quel dannato la passi liscia?"

Misia scosse la testa e rivolse all'uomo un sorriso malinconico. "No... non succederà. Io e i miei amici... stiamo già cercando di capire cosa sia successo e dove sia fuggito l'assassino." rispose gentilmente. "Mi ascolti, per favore... io le prometto che non lasceremo nulla di intentato, e che faremo in modo che l'assassino risponda delle sue azioni. Con la sua stessa vita, se necessario. Ma... lei adesso deve pensare a sè stesso, e al resto della sua famiglia. Voi..." Misia si interruppe e deglutì, e nonostante i suoi tentativi di restare distaccata, le vennero comunque le lacrime agli occhi. "Voi dovete stare assieme e farvi forza a vicenda. E' la cosa migliore che lei possa fare, per adesso."

Convinto dal discorso di Misia, ma ancora in preda alla rabbia e al dolore, Ven si allontanò dalle sbarre e si afflosciò sulla panchina di legno della sua cella, sentendosi improvvisamente vecchio e stanco. Si prese la testa tra le mani, e restò seduto lì, in preda ad un rabbioso rimorso... ma se non altro, la cieca disperazione della quale era stato vittima fino ad un attimo prima si era calmata, e adesso aveva accettato che non c'era più altro che lui potesse fare, in quel momento, se non restare vicino al resto della sua famiglia.

"Andrà tutto bene, signor Vinder..." concluse Misia asciugandosi gli occhi. "Faremo... faremo in modo che tutto si risolva... per il meglio."

Con un sospiro, la femmina di gnomo si staccò dalla cella di Ven, e rivolse la sua attenzione ad Ibor. Tutta la confusione che c'era stata aveva riscossso almeno un po' il giovane dal suo stato di catalessi, e adesso Ibor la stava guardando con un misto di timore e curiosità. L'uomo era vestito in maniera abbastanza semplice, con quello che doveva essere un completo da lavoro - una camicia bianca polverosa, un paio di robusti pantaloni neri e pesanti scarpe dello stesso colore - e sembrava attendere che Misia gli parlasse.

"Voi... voi siete il signor Ibor Thorn, immagino." proseguì Misia, cercando di darsi un po' di contegno. "Perdoni il modo in cui mi sono presentata... io e i miei compagni stiamo al momento svolgendo delle indagini su... su quell'atroce delitto che si è consumato stanotte nella segheria. E... credo proprio che avremo bisogno del vostro aiuto..."

Ibor rabbrividì e si strinse nelle spalle, come se avesse avuto freddo... e Misia fece un passo indietro, temendo di aver fatto una mossa falsa. Poi, cominciò a parlare con voce tremante. "Io... io... ho detto quello che sapevo..." si lamentò, cercando addirittura di evitare lo sguardo di Misia. "Sono... sono andato alla segheria, come tutti i giorni... volevo preparare gli attrezzi e tutto il resto... e ho visto quei due cadaveri... e uno di questi era... era... ugh..."

Il giovane voltò la testa dall'altra parte ed emise un verso di orrore, ricordando la vista del suo amico trucidato. Misia cercò di calmarlo e si avvicinò alle sbarre della sua cella, le mani alzate per dirgli di mantenere la calma. "Signor... signor Thorn, mi dispiace se le ho fatto ricordare... ma purtroppo ho bisogno del suo aiuto. Ne abbiamo bisogno tutti, se vogliamo evitare che qualcun altro venga ucciso come il signor Harker." affermò. "Perciò... ehm... avrei bisogno di farle delle domande. Se lei ricorda qualche elemento particolare, qualcosa che potrebbe aiutarci a svolgere le nostre indagini... mi creda, potrebbe davvero fare la differenza."

Ibor si calmò almeno un po', ma di fronte a quella domanda sembrò esitare, almeno per qualche istante. "Io..." cominciò a dire, per poi sospirare e scuotere la testa, in preda allo sconforto. "Ma cosa... cosa posso dirvi? Io... ho già detto allo sceriffo tutto quello che sapevo... il povero Benny... era fidanzato con Katrine, e si incontravano spesso, di notte, là nella segheria. Ma... Ma anche se il signor Vinder è un tipo irascibile... no, no, non sarebbe mai capace di fare quello che hanno fatto a Benny! Ma chi è stato, mi chiedo? Chi è stato?"

Comprendendo che il giovane era ancora sconvolto per quello che aveva visto sulla scena del delitto, la biondina cercò di essere accomodante. Per qualche secondo, lasciò che Ibor continuasse a parlare e a sfogare la sua confusione e il suo dolore. Poi, si avvicinò lentamente alla cella e lo guardò negli occhi, con calma ma con decisione. "Signor Ibor, io... non sarei venuta qui a parlarle di qualcosa che ancora la sconvolge, se non avessi pensato che fosse davvero necessario." proseguì. "Purtroppo... ci troviamo di fronte ad un assassino che temiamo colpirà di nuovo, e non abbiamo idea di chi possano essere le sue prossime vittime, e con che criterio sceglierà. E' per questo che abbiamo bisogno di ogni particolare che lei può ricordare, anche quello apparentemente più insignificante. Perciò, se dovesse ricordare qualcosa, se pensasse di conoscere qualcosa di rilevante... per favore, non lo tenga per sè. Le vite di altre persone potrebbero dipendere da questo."

Ibor restò ancora per qualche secondo in silenzio, e Misia vide il signor Vinder alzarsi e raggiungere le barre della sua cella. Aveva l'impressione che il massiccio negoziante volesse spronare Ibor a farsi uscire il fiato... ma prima che Vinder aprisse bocca, Ibor sospirò e si sfregò la fronte, come se volesse finalmente farsi uscire un segreto.

"Ecco... in realtà... c'è qualcosa che... dovrei dire... Una cosa che non ho detto... allo sceriffo..." sussurrò.

Un lampo di speranza si accese negli occhi di Misia. Forse quello era l'elemento che avrebbe dato una svolta alle indagini. "Sì... mi dica pure, signor Thorn, se se la sente..." lo spronò gentilmente.

"Avanti, parla! Fatti uscire il fiato!" esclamò Ven. Misia fece cenno al negoziante di calmarsi, in modo che il suo scatto d'ira non intimorisse Ibor e non lo dissuadesse dal rispondere.

Harker esitò ancora per un attimo... poi, prese definitivamente coraggio e rispose. "Ecco... la realtà è che... ho saputo che Benny già da un po' di tempo... falsificava i libri contabili. Io... posso giurare che non ho mai preso parte a questa truffa, ma... Benny... beh, lui è sempre stato piuttosto avido... e potrebbe aver messo via un bel po' di soldi... facendo la cresta sulle vendite e sugli affari degli ultimi anni."

"Facendo la cresta?" chiese Misia. "Vuol dire che dichiarava meno denaro di quanto in realtà fosse stato fatto, in modo da intascarsi la differenza?"

"Precisamente..." rispose Ibor. "Ecco... voi sapete che gli Scarnetti sono i proprietari della segheria, vero? Sono... sono gente che non scherza. Dicono che alcuni dei loro uomini abbiano appiccato il fuoco alle sedi di diversi concorrenti. Forse.... dico forse... hanno scoperto che Ibor li truffava, e si sono vendicati così?"

"Gli Scarnetti, eh?" grugnì Ven. "Io non mi sono mai fidato di quella gente... nè tantomeno del loro capo, quel Titus Scarnetti che ha le mani in tante attività losche. Avrebbe senso quello che dici, ma... non lo so, c'è qualcosa che non mi torna."

Misia annuì lentamente. In effetti, quello che Ibor diceva aveva anche senso... ma questo non spiegava il modo barbaro in cui Benny Harker era stato massacrato, e soprattutto non spiegava il simbolo del Sihedron inciso sul suo petto. La biondina aveva la netta sensazione che ci fosse ancora qualcosa che le sfuggiva. "Okay... va bene, vedremo se queste informazioni possono aiutarci. Se... se dovesse ricordare qualcos'altro, signor Thorn, la prego di comunicarcelo. Stiamo tutti facendo quello che possiamo per cercare di fare luce su questa triste faccenda... e assicuro ad entrambi voi che riusciremo a prendere il killer!"

Entrambi gli occupanti delle celle riuscirono a fare un piccolo sorriso - se non altro, sapere che qualcuno si stava occupando del caso e non li aveva lasciati da parte era una piccola consolazione.

Mentre si ritirava, tuttavia, Misia continuava a pensare a quello che Ibor le aveva detto. "Hmm... quindi, quel tizio... Harker... truffava i suoi superiori. E il signor Thorn mi dice che era piuttosto avido... Che strana coincidenza che mi è venuta in mente... proprio qui vicino si trova Collecardo... un'ex-roccaforte dell'ultimo Signore delle Rune dell'Avarizia." pensò. "Magari non significa niente... è solo una coincidenza un po' strana... ma è meglio tenere a mente questa cosa. Chissà... potrebbe essere significativa..."

            

oooooooooo        

 

"Ragazzi, sono qui. Sono arrivata appena... ho potuto..." disse Reji, restando per un attimo ammutolita nel vedere la scena del delitto, e le guardie cittadine di Sandpoint che lavoravano sui vari indizi. Nell'aria aleggiava ancora quel terrificante odore di carcasse in putrefazione che il resto del gruppo aveva sentito all'arrivo, e Reji si dovette coprire il naso e la bocca con una mano per non dare di stomaco. "Uuugh! Eli, Jolan... avete... avete trovato qualcosa di particolare... oltre a questa puzza nauseante?"

"Abbiamo... degli indizi piuttosto interessanti... ovviamente, per quanto interessante possa essere un massacro così atroce." rispose Jolan, mentre indicava a Reji le impronte di piedi sul pavimento. "Tra quelle impronte di una persona che non portava scarpe, il simbolo del Sihedron e delle macchie sospette sull'ascia con cui la signorina Vinder ha cercato di difendersi... stiamo facendo delle ipotesi alquanto incredibili!"

Lo sceriffo Hemlock volle intervenire per spiegare meglio come stessero le cose. "Abbiamo trovato un'ascia da lavoro assieme al corpo della seconda vittima, Katrine Vindel." affermò. "I miei ragazzi hano trovato dei resti sulla sua lama, e abbiamo ipotizzato che la signorina Vindel l'avesse usata in un disperato tentativo di difendersi dall'assassino. Appena qualche minuto fa, i miei uomini mi hanno confermato che sulla lama sono rimaste delle tracce in uno stato di decomposizione... abbastanza progredito. Non si trattava di sangue o di altri liquidi corporei, no. E quando ho saputo questo, ho fatto chiamare Padre Zantus, dovrebbe essere qui a momenti."

"In stato di... decomposizione?" chiese Reji con evidente stupore, mentre dava un'occhiata alle impronte insanguinate rimaste sul terreno. Anche lei ebbe l'impressione che avessero qualcosa di diverso da un piede umano... erano stranamente allungate, e le dita non erano ben visibili.

Eli annuì rapidamente. "Sì... ci sono diversi elementi che ci fanno pensare che l'assassino, in realtà... non sia umano." affermò. "E non parlo solo della brutalità del delitto, anche se questa è innegabile. Parlo del fatto che potrebbe non essere un umano, un nano, un elfo, o qualche altra razza simile."

"Volete dire che..." la ragazzina si fermò prima di completare la frase e si sfregò il mento. "Beh... in effetti non è una cosa che possiamo escludere. Quindi, voi stareste dicendo che il responsabile di questo delitto potrebbe..." Deglutì, preparandosi a dire la parte successiva della frase. "Potrebbe essere un non-morto?"

"Perchè no? Avrebbe senso... spiegherebbe i resti in decomposizione sulla lama dell'ascia, il fatto che l'assassino non indossasse scarpe... dal momento che i non-morti non sentono autentico dolore fisico, non ne avrebbe avuto bisogno... e soprattutto questa puzza di marciume che si è lasciato dietro!" spiegò Jolan, non nascondendo la sua preoccupazione. Una preoccupazione che Reji conddivideva appieno. Una volta che si comincia a parlare di non-morti, in particolare di non-morti dotati di intelligenza... le possibilità diventano tanto innumerevoli quanto orribili!

Una cosa era certa: Sandpoint era ancora ben lontana dal trovare un po' di pace.

    

 

oooooooooo

               

CONTINUA... 

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Capitolo 30
*** Indagini ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE 

Capitolo 28 - Indagini

 

Come tutti gli abitanti di Sandpoint, anche Padre Abstalar Zantus sperava che fosse tutto finito con la sconfitta dei cultisti di Lamashtu e dei goblin al servizio di Malfeshnekor.

Il fatto che fosse stato chiamato per dare un parere riguardo ad un delitto così mostruoso indicava che, purtroppo, il peggio doveva ancora venire. L'anziano sacerdote di Desna si aggirava meditabondo nella sala dove Harker e Katherine erano stati uccisi, stando ben attento a non avvicinarsi troppo agli elementi più importanti in modo da non rischiare di rovinare gli indizi. Con suo grande sollievo, fu in grado di vedere che quel gruppetto di avventurieri era ancora lì presente, e stavano cercando di dare una mano con le indagini. Questo lo rassicurava almeno un po'... voleva dire che, se non altro, quelle persone non erano i classici mercenari che danno una mano soltanto in cambio di vile denaro. Un po' troppi avventurieri, su Golarion, rispondevano fin troppo bene a tale descrizione.

"Ci fa piacere rivederla, padre Zantus." lo accolse benevolmente Eli. "Ci dispiace di averla dovuta disturbare, piuttosto. Certo non può fare piacere essere chiamati a dare una mano su un fatto così terribile."

Il sacerdote di Desna sorrise ai giovani avventurieri e li salutò con un cenno della mano. "Il piacere è anche mio, ragazzi. Non vi preoccupate di darmi 'fastidio', ragazzi. Come pastore di questa comunità, anch'io ho il dovere di fare la mia parte per mantenere la sicurezza dei suoi cittadini." affermò, per poi guardare cupamente verso la scena dell'orribile delitto. "Purtroppo, non sono stato in grado di impedire che questo accadesse..."

"Non avrebbe potuto impedirlo nessuno, padre..." rispose Jolan con un sospiro. "Chi si poteva aspettare che in una comunità così pacifica saltasse fuori un assassino? Tra l'altro... abbiamo forti sospetti che si tratti di una creatura non-morta."

"Se è per questo, ragazzi... devo darvi ragione. Anch'io ho il forte sospetto che sia come dite voi." rispose Zantus, per poi annusare l'aria e fare una smorfia di disgusto nel sentire l'odore di marcio che ancora permeava la sala. "Questo fetore nauseabondo... e tutti gli indizi che avete raccolto... mi fanno pensare che a commettere questo orribile delitto sia stato... un tipo particolare di non-morto. Ho la sensazione che si tratti di un ghoul. O peggio ancora, di un ghast."

Eli corrugò la fronte con evidente preoccupazione. L'idea di affrontare un ghoul non le piaceva per niente, e quel particolare tipo di non-morto rappresentava una minaccia terribile per la popolazione di Sandpoint. Dotati di un'agilità sovrumana, di una forza devastante e, peggio ancora, di un'intelligenza acuta abbinata ai loro istinti di cacciatori, i ghoul erano non-morti che vivevano, si fa per dire, in branchi numerosi, cibandosi di cadaveri e andando a caccia di animali e di umanoidi. Erano in grado di paralizzare le loro vittime con i loro artigli acuminati, e il loro morso trasmetteva una terribile malattia che spesso portava alla morte anche di coloro che erano stati sottratti vivi a quelle mostruosità... e peggio ancora, coloro che perivano a causa della febbre del ghoul erano destinati a rinascere loro stessi come ghoul a meno che i loro corpi non fossero cremati.

E adesso, padre Zantus stava dando la notizia che il non-morto in questione poteva essere un ghast: una versione più agile, più forte e più feroce di un ghoul, che spesso faceva da capo a branchi di quelle orride creature.

Non c'erano dubbi: l'unico modo di impedire che un simile disastro si abbattesse su Sandpoint era di scovare il ghoul che aveva commesso questo delitto e distruggerlo. E poi, scovare tutti i ghoul del suo branco e riservare a loro lo stesso trattamento. Se anche uno solo fosse riuscito a sfuggire, avrebbe potuto diffondere la sua orribile malattia infettando altri abitanti della città, e costringendoli all'esistenza dannata dei morti viventi.

"E' sicuro di poter dire che si tratti di ghoul, padre Zantus?" chiese Hemlock con voce grave. Anche lui sembrava ben consapevole dei rischi che la presenza di un simile non-morto comportava per la sua città.

"Avrei bisogno di esaminare meglio gli altri indizi che avete trovato... in particolare l'ascia con la quale la povera signorina Vinder ha cercato di difendersi." rispose Zantus. "Ma temo che tutto ciò che sappiamo finora porti a tale conclusione. E' una situazione di grave pericolo, e Sandpoint deve essere preparata ad affrontarlo."

Lo sceriffo annuì lentamente. Questo voleva dire istituire un coprifuoco assoluto nelle ore notturne, imporre ai cittadini di barricarsi in casa e di chiudere bene porte e finestre al calare della notte... e senza ombra di dubbio, affidarsi ancora una volta all'aiuto di quel gruppo di avventurieri. E poi, cercare di fare il possibile affinchè eventuali vittime fossero curate se contagiate dalla febbre del ghoul, o cremate se uccise da tale morbo...

"Quindi si tratta davvero di non-morti..." sussurrò Reji preoccupata. "Merda... come se non avessimo già abbastanza preoccupazioni. Spero che Misia sia riuscita a farsi dire qualcosa dal testimone..."

 

oooooooooo

 

Pochi minuti dopo, la femmina di gnomo si era riunita ai suoi compagni, e li stava aggiornando su quello che aveva sentito da parte di Ibor, l'amico di una delle due vittime. Misia aveva detto tutto quello che era riuscita a scoprire, incluso il fatto che Benny stava portando avanti una piccola truffa a danno della segheria... ma a fronte degli indizi più recenti venuti fuori durante le indagini, la biondina aveva l'impressione che tutto quello che era riuscita a scoprire in realtà non volesse dire molto.

"In tutto questo, temo che questa truffa non c'entri nulla, se ad uccidere Benny e Kathrine è stato un ghoul, come sospettate." affermò Misia, passeggiando su e giù davanti ai suoi compagni ma stando attenta a non camminare sopra i punti più critici. "Ma... su una cosa siamo d'accordo. Dobbiamo scovare quel ghoul e distruggerlo, prima che sia troppo tardi."

"Non sarà tanto facile." rispose Zantus, mentre finiva di esaminare l'ascia che Katrine aveva usato per cercare di difendersi. "Al contrario della maggior parte dei non-morti di basso rango, i ghoul sono molto intelligenti, e soprattutto, sono molto prudenti e furtivi. Di solito sanno bene come far perdere le proprie tracce. Il fatto che questo ghoul sia tornato verso il fiume suggerisce che abbia deciso di camminare nelle acque basse, in modo da non lasciare delle impronte che potrebbero facilmente essere seguite. Potrebbe anche essersi allontanato sott'acqua, dal momento che i non-morti non hanno bisogno di respirare. Ed è difficile che utilizzi lo stesso percorso per introdursi in città per due volte di seguito."

"E allora cosa possiamo fare? Aspettarlo qui, e cercare di neutralizzarlo? Certo, questa sembrerebbe essere la soluzione più logica, ma... non sarà facile tenere sotto controllo tutta Sandpoint, anche con lo sceriffo Hemlock e i suoi uomini a darci una mano." affermò Jolan. "Ed essendo un non-morto... potrà usare delle vie imprevedibili per introdursi qui a Sandpoint."

"Per non parlare del fatto che non sappiamo se abbia già infettato qualcuno con il suo morbo..." rispose Reji. "Maledizione, la situazione si complica sempre di più."

"State calmi, per favore. Perdere la testa non porterà a nulla di buono." rispose Eli. Come leader del gruppo, spettava a lei mantenere un po' di ordine. "Prima di tutto... per adesso non abbiamo la certezza che il responsabile di questo delitto sia un ghoul. Anche se effettivamente, tuttigli indizi ci portano a questo. Se agiamo frettolosamente, potremmo combinare un disastro, e non è quello che ci serve."

Hemlock annuì "Per adesso, credo che la cosa migliore da fare sia una sorta di quarantena per gli abitanti di Sandpoint." affermò. "Chiederemo che tutti coloro che presentano i sintomi di quella malattia si sottopongano immediatamente ad una visita degli accoliti del nostro tempio. Padre Zantus, lei è in grado di preparare degli incantesimi Rimuovere Malattia?"

"Certamente. E potrei usare anche qualche incantesimo di Ristorazione Inferiore per mitigare gli effetti della malattia se ce ne fosse bisogno." rispose il sacerdote. "Ma credo che la cosa migliore da fare sia iniziare a mescere delle pozioni di Rimuovere Malattia. Questo permetterebbe delle cure più rapide per chi venisse eventualmente infettato."

"Per il momento... credo che sarebbe meglio se io e il mio gruppo andassimo in perlustrazione nella zona attorno a Sandpoint." propose Eli. Ognuno dei suoi compagni accettò la proposta con un cenno della testa. "Cercheremo di scovare quel ghoul e il suo branco, se esistono. Vi assicuriamo che non risparmieremo alcuno sforzo."

Misia sorrise tra sè e annuì in direzione di Eli. Niente male, per una che diceva che il suo unico motivo per essere lì a Sandpoint era per cercare dei reperti...

 

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Poco più tardi, nell'ufficio del sindaco Kendra Deverin...

"Quindi, mi state dicendo che ci sono delle concrete possibilità che a commettere questo delitto... sia stato un ghoul." affermò la donna dai capelli ramati, allarmata ma controllata. "E' questo che state dicendo?"

"Temiamo che gli indizi portino in questa direzione, sindaco Deverin." confermò lo sceriffo con un cenno della testa. "Può immaginare il pericolo che una tale creatura rappresenta. So che la situazione è abbastanza complicata già adesso, ma ho bisogno di chiederle il permesso di aumentare le mie pattuglie per Sandpoint e cercare, per quanto possibile, di edificare un perimetro attorno alla città, in modo da controllare più facilmente gli ingressi e le uscite. E' necessario al fine di ridurre il più possibile il rischio che qualche cittadino venga infettato dalla febbre del ghoul. Inoltre sarà necessario istituire un coprifuoco - visto che i non-morti preferiscono cacciare di notte."

Kendra annuì lentamente e sospirò. "E' una misura che si dimostrerà impopolare, ma al momento, credo che sia la cosa più sensata da fare. Un contagio di quel terribile morbo potrebbe sterminare l'intera popolazione di Sandpoint." rispose. "Finora, voi e i vostri uomini avete svolto un ottimo lavoro... mi affido alla vostra esperienza, e all'abilità di quei ragazzi."

Hemlock fece un cenno con la testa. "Non si preoccupi, sindaco Deverin. Eli Clerks e il suo gruppo hanno già cominciato a seguire le tracce del presunto assassino, e cercheranno di fornirci degli aggiornamenti entro breve." rispose. "Per il momento, l'importante è fare sì che nessun cittadino di Sandpoint cada vittima di questo mostro non-morto. So che non abbiamo ancora le prove concrete della sua esistenza, ma in questi casi, non si è mai troppo prudenti. Ora, se permette, avrei bisogno di tornare sul luogo del delitto. Abbiamo convocato Scarnetti per rispondere ad alcune domande, e la mia presenza è richiesta lì, per il momento."

"Sì, sono d'accordo..." concluse Kendra storcendo il naso. Non le era mai piaciuto, quel Titus Scarnetti, e l'antipatia era reciproca, fin da prima che lei lo battesse alle elezioni. "Spero solo che non ci siano ulteriori complicazioni..."

 

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Titus Scarnetti, il proprietario di tutti i mulini e i depositi di legname di Sandpoint, oltre che una delle persone più ricche ed influenti della Costa Perduta, emise un sospiro rabbioso mentre osservava la scena del delitto. Questo inconveniente non ci voleva... uno dei suoi operai e una ragazza che venivano uccisi in quella maniera proprio in una delle sue segherie. Già lui aveva le sue gatte da pelare e le sue ruggini con Deverin, e questo incidente non avrebbe certo giovato alla reputazione della famiglia Scarnetti. Poteva giurare che molti abitanti di Sandpoint non aspettavano altro che un'occasione come quella per potergli puntare l'indice contro.

"Ci dispiace per la convocazione improvvisa, signor Scarnetti." lo accolse lo sceriffo con un inchino educato. "Abbiamo bisogno di porle delle domande, visto il luogo in cui il delitto si è compiuto. Le ruberemo solo qualche minuto."

"Prego. Chiedete pure quello che volete." rispose Titus - un uomo sulla quarantina d'anni, dal fisico ancora prestante, con i capelli biondi un po' sbiaditi e un paio di baffi che, assieme alla sua carnagione pallida e ai lineamenti duri tipici dei Cheliaxiani, gli davano un aspetto rude e diretto.

Lo sceriffo si prese un attimo per pensare a come formulare la domanda. "Molto bene. Chiaramente, lei è il proprietario di questa impresa, dove la vittima Benny Harker lavorava. Che rapporti intercorrevano tra lei e la vittima?" chiese infine.

Titus corrugò leggermente la fronte, intuendo che i sospetti non si erano mai allontanati del tutto dalla sua famiglia. "Che posso dirle, sceriffo? Harker era un mio lavoratore, e come tale, io gli offrivo un posto e gli pagavo un salario. Tutto qui." rispose.

Hemlock annotò qualcosa e annuì, per poi continuare l'interrogatorio. "Molto bene. E non era per caso al corrente di attività potenzialmente sospette svolte dalla vittima? Oppure di contatti con fuorilegge o terze persone di dubbia etica?" proseguì. Anche se cercava di porre le domande con tatto e senza fare illazioni, era chiaro a Titus che lo sceriffo si stava riferendo ai sospetti che già da tempo aleggiavano sulla famiglia Scarnetti, e decise che tanto valeva affrontare l'argomento subito e senza troppi giri di parole.

"Sceriffo, con tutto il dovuto rispetto, vorrei mettere una cosa in chiaro." rispose Titus. "So che ci sono delle voci di corridoio secondo cui una delle due vittime, Benny Harker, si era appropriato indebitamente di fondi dell'azienda. Personalmente, stavo conducendo un'indagine interna a questo proposito, e se tali sospetti avessero trovato conferma, avrei provveduto ad azioni disciplinari e se necessario al licenziamento del lavoratore. E comunque, non avrei avuto motivo di intraprendere... azioni illegali... quando ho a disposizione più di un sistema legale per far valere i miei diritti."

Davanti a tale invettiva, fatta con calma e decisione al tempo stesso, Hemlock decise che non fosse il caso di continuare su quella linea. "Se quanto ho detto le ha dato un'impressione sbagliata, signor Scarnetti, le assicuro che non era mia intenzione. Voglia capire, è una prassi - in un caso come questo, dobbiamo cercare di raccogliere ogni indizio a nostra disposizione, e non trascurare nessuna pista." affermò. "Detto questo, vorrei passare ad un'altra domanda. Da quanto tempo Harker lavorava per voi?"

"A onor del vero, non me lo ricordo bene. Ma non era da molto." continuò Titus. Cercava di nascondere il suo fastidio, ma lui stesso doveva ammettere che non era particolarmente abile nel farlo. "Mi era stato presentato da uno dei miei contatti, e dopo un periodo di prova era entrato regolarmente a far parte della nostra azienda. Per quanto riguarda la sua vita personale, non so praticamente nulla. Gli affari personali dei miei dipendenti non sono cosa che mi interessi."

"Capisco. Per adesso non ho altre domande, signor Scarnetti. Ma la pregherei di restare a disposizione." rispose Hemlock. "Stiamo conducendo indagini ad ampio raggio, e portemmo ancora avere bisogno di lei. In ogni caso le assicuriamo che stiamo facendo tutto il possibile per risolvere questo caso senza ledere il nome della vostra famiglia e della vostra azienda."

Scarnetti annuì lentamente. "Apprezzo la vostra considerazione, sceriffo." rispose, con un tono di voce un po' ammorbidito che esprimeva già una certa gratitudine.

       

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Circa un'ora dopo...

Poco fuori da Sandpoint, nell'accampamento che avevano messo su per consentire a Nualia di restare fuori dalla città, il gruppo di avventurieri si era riunito, in modo da aggiornarsi a vicenda sulle ultime novità, e per decidere cosa fare.

"Data la situazione, credo che dovremmo riequipaggiarci e cominciare a pattugliare i dintorni di Sandpoint, cominciando dal percorso che questo presunto non-morto ha seguito per allontanarsi." stava dicendo Eli in quel momento. "La cosa migliore, secondo me, sarebbe dividersi in due gruppi di tre persone ciascuno. Se restiamo tutti insieme, non riusciremo a pattugliare una zona abbastanza ampia, ma se ci dividiamo in gruppi più piccoli, resteremmo troppo vulnerabili. Credo che due gruppi da tre siano un compromesso accettabile. E ovviamente, una volta che avremo sistemato questa storia... ci concentreremo sul significato di quel simbolo del Sihedron che era inciso sulla vittima."

"E per quanto riguarda affrontare i non-morti... immagino che sarà il caso di equipaggiarci con acqua benedetta e cose del genere." disse Jolan. 

Nualia annuì con una decisione che nessuno dei cinque compagni aveva visto dalla fine della battaglia con lei nei meandri di Collecardo. "Ho una certa conoscenza di ghoul e non-morti simili. Anche se non ho più i miei poteri da chierica... almeno potrò darvi una mano con queste informazioni e con la mia spada." affermò. "E... sì, sono d'accordo con l'idea di Eli. I ghoul non amano gli scontri alla pari. Cercano di aggredire chi rimane da solo, si attarda o sembra più vulnerabile, e di fronte ad avversari che sembrano pericolosi, impiegano tattiche di logoramento e cercano di tenersi quanto più possibile lontano dalla mischia. Un gruppo di tre persone dovrebbe essere ragionevolmente al sicuro. Inoltre, consiglierei di avere con voi delle armi a distanza. I ghoul non hanno una gran portata. Se impediamo loro di giungere al corpo a corpo, le nostre possibilità di vittoria aumentano sensibilmente."

"D'accordo... allora la decisione è presa." rispose Yan, sentendosi al tempo stesso più teso e più sicuro di sè. "Andiamo a prendere l'equipaggiamento che ci serve. Poi prendiamoci un po' di riposo, e questa notte cominceremo a pattugliare i dintorni di Sandpoint. E vediamo se davvero ci sono dei ghoul da queste parti. Se li troviamo, facciamo tutto il possibile per distruggerli. Mi sembra una cosa abbastanza semplice, tutto sommato."

"A dirla così, senza dubbio..." disse Reji con un po' di titubanza. "Ovviamente, immagino che nessun piano regga il contatto con il nemico..."

 

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A partire da quella notte, gli avventurieri fecero quanto era in loro potere per pattugliare la zona intorno a Sandpoint. Per tre notti, concedendosi solo quel po' di riposo che era assolutamente necessario, i cinque compagni e Nualia, esplorarono tutti i luoghi in cui era plausibile che l'assassino si fosse nascosto. In un paiio di occasioni, dovettero difendersi da attacchi di predatori notturni, o di qualche banda di goblin che era sopravvissuta alla sconfitta di Ripnugget e si era messa in proprio... ma in tutto questo periodo, nessuno del gruppo riuscì a vedere nulla che assomigliasse ad un ghoul, o comunque ad un morto vivente. Anche provando a seguire le tracce che il killer aveva lasciato dietro di sè, i ragazzi avevano solo potuto confermare che erano arrivate fino al fiume più vicino... e da lì, il misterioso carnefice aveva camminato nelle acque basse, in modo da non lasciare impronte.

I ragazzi cominciavano ad avere l'impressione che le indagini si fossero impantate. Anche da Sandpoint, dall'ufficio dello sceriffo, non erano arrivate novità. Non c'erano stati nuovi attacchi, e le guardie cittadine non avevano visto nulla di allarmante dalla notte del delitto. Sembrava quasi che il misterioso assassino fosse scomparso nel nulla dopo aver colpito una volta.

Ma il terzo giorno, qualcosa cominciò a muoversi. Il sindaco fece pervenire rapidamente un messaggio al gruppo di Eli, comunicando loro che era richiesta la loro presenza nell'ufficio dello sceriffo Hemlock, per uno sviluppo improvviso che probabilmente avrebbe fornito al gruppo qualche pista in più. Immediatamente, quattro dei cinque avventurieri - con Yan che era rimasto all'accampamento per stare con Nualia e tenerla d'occhio - si prepararono e si presentarono quanto prima all'ufficio, desiderosi di sapere cosa avesse scoperto e come questo avrebbe potuto aiutare a risolvere il caso.

"Mi fa piacere che siate arrivati così presto." commentò Hemlock quando Eli, Misia, Reji e Jolan entrarono uno alla volta, con ordine ma anche con decisione, nel suo ufficio. "Posso confermarvi che per il momento non si sono registrati altri assalti ai cittadini di Sandpoint. E mentre da un lato questa è una bella notizia, dall'altro significa che i nostri concittadini continuano a vivere nella tensione. Abbiamo istituito un coprifuoco e potenziato le pattuglie... e padre Zantus si sta adoperando per tenerci pronti ad ogni eventualità. Ma è chiaro che la popolazione è in fermento, e questo non cambierà finchè non riusciremo a scovare il responsabile del delitto."

"Abbiamo fatto il possibile per tenere sotto controllo il perimetro di Sandpoint, sceriffo Hemlock." rispose Eli. La mezzelfa soffocò uno sbadiglio dovuto al sonno irregolare e si riaggiustò gli occhiali. "Ma non abbiamo ancora trovato tracce di ghoul, non morti... o anche di qualunque cosa potesse condurci al killer. Queste notizie che ci state per dare... potrebbero voler dire molto per la risoluzione del caso."

"Ci dica pure, sceriffo... di cosa si tratta?" chiese Jolan.

Hemlock si schiarì la voce e si alzò dalla scrivania, raccattando alcuni fogli. "Ho da poco ricevuto notizia che due giorni fa, una pattuglia di guardie dispiegata lungo la Costa Perduta è stata aggredita da uno squilibrato vicino ad una fattoria abbandonata a sud della nostra città, lungo le rive del Torrente dei Puma." spiegò, mentre cercava qualcosa tra le carte. "L'aggressore era chiaramente malato, sia nel fisico che nella mente. Era febbricitante, con gli occhi iniettati di sangue, la bocca schiumante e i vestiti insozzati di sangue. Le guardie sono riuscite ad immobilizzarlo, ma quando hanno controllato nella fattoria, hanno trovato i corpi mutilati di tre persone. Nonostante fossero sfigurati, uno di loro aveva con sè un foglio di pergamena... questo, per l'esattezza."

Lo sceriffo consegnò un piccolo foglio di pergamena ingiallita a Jolan, che lo lesse con attenzione e fece un cenno di assenso con la testa...

 

Signori Mortwell, Hask e Tabe,

Si sta profilando un accordo in cui ho bisogno di denaro. Ci sono in gioco proprietà e oro, e anche se non sono libero di dirvi i dettagli esatti, ci renderà tutti ricchi. Venite alla fattoria di Bradley, sul Torrente dei Puma, stasera. Possiamo incontrarci lì per discutere del nostro futuro.

--- Vostra Signoria  

 

"Vostra Signoria? Ha la stessa firma di quel messaggio che quello stalker ha cercato di lasciare per Reji..." commentò Misia. Gettò uno sguardo a Reji, che restò calma e distaccata, anche se per un attimo la femmina di gnomo ebbe l'impressione di vedere un lampo di allarme nei suoi occhi. "E questi Mortwell, Hask e Tabe... qualcuno sa chi sono, per caso? Jolan, tu lo sai?"

"Sì, lo so. Si tratta di Tarch Mortwell... Lener Hask... e Gedwin Tabe. Tre ladruncoli da quattro soldi che vivevano di piccole truffe, furti di poco conto e altri crimini minori." rispose la guida halfling. "Sinceramente, non mi sorprende che siano stati fatti fuori. Era solo questione di tempo prima che pestassero i piedi a qualcuno di più pericoloso di loro."

"E' vero, e in condizioni normali non vi avrei disturbato per questi tre disadattati." Hemlock proseguì il discorso. "Ma in questo caso... alla luce del delitto che si è consumato alla segheria, ho pensato che fosse il caso di parlarne con voi. Vedete... sui loro corpi era inciso lo stesso simbolo della stella a sette punte che avete visto su Harker, oltre che delle ferite molto simili a quelle del lavoratore della segheria."

"Il Sihedron?" esclamò stupita Eli. La giovane maga si aggiustò il cappello e guardò i suoi compagni, in modo da assicurarsi che tutti avessero compreso. "Sì... sì, capisco... e cosa si sa dello squilibrato che ha aggredito le guardie? Immagino che sia stato portato da qualche parte in cui con costituirà un pericolo."

Lo sceriffo annuì di nuovo. "Il suo nome è Grayst Sevilla, ed è un malvivente varisiano. Probabilmente un affiliato agli Sczarni." disse, facendo il nome di una nota organizzazione di famiglie del crimine varisiane. "Al momento è stato affidato alle cure del dottor Erin Habe, curatore di un ospizio chiamato Sacra Dimora del Riposo, a poca distanza a sud di Sandpoint. Non so se potrà darvi una mano parlare con lui, dal momento che sembra completamente pazzo... ma se volete provare, posso scrivere una lettera di presentazione che potete sottoporre al dottor Habe."

"Vale la pena di tentare." rispose Misia. "Grazie, sceriffo... spero che questo sviluppo possa essere la chiave di volta per risolvere il mistero."

"La Sacra Dimora del Riposo, eh?" chiese retoricamente Jolan. Del gruppo, era lui quello che sapeva di più dei dintorni di Sandpoint, e aveva sentito diverse voci riguardo quella sorta di casa di riposo. "Sì, ho sentito parlare anch'io del dottor Habe. So che ha operato per diversi anni come dottore a Magnimar, poi ha deciso di costruire un sanatorio in una regione relativamente remota, dove i suoi pazienti potessero riposare senza lo stress della grande città, e dove lui potesse continuare indisturbato i suoi studi sulla psiche umana."

Reji alzò le spalle. "L'importante è che possa darci qualche indicazione utile. Andremo... a parlare con lui, e vediamo se riusciamo finalmente a cavare qualche ragno dal buco. Voi... nel frattempo continuate ad essere vigili, e state attenti che non torni qualche ghoul." affermò.

Lo sceriffo annuì con decisione. "Certamente. Di questo non dovete dubitare." affermò. "Per adesso, non ci sono stati altri incidenti. E faremo in modo che non ce ne siano neanche andando avanti."

 

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Il giorno dopo, in un pomeriggio di tempo incerto...

Il sanatorio chiamato Sacra Dimora del Riposo era un tozzo edificio di pietra a tre piani con un robusto tetto anch'esso di pietra, costruito all'ombra di una rupe calcarea... e mentre il gruppo di avventurieri si avvicinava a dorso di cavallo, con Yan in sella a Shadowmist, si presero il tempo per ammirarlo da una certa distanza.

"Eccoci. Siamo arrivati." disse Jolan, scendendo agilmente dal suo pony da viaggio. Il gruppo cominciò a condurre le loro cavalcature verso l'edificio, in cerca di un punto dove i cavalli potessero riposarsi, bere e brucare un po' di erba. "Il dottor Erin Habe e i suoi assistenti vivono qui. E a parte Greyst Sevilla, pare che il dottore abbia ben pochi pazienti, in questo periodo. Non dovrebbero esserci problemi."

"Okay... avete la lettera dello sceriffo?" chiese Yan, volendo essere sicuri che fosse tutto in ordine. Eli sfoderò un sorriso arguto e mostrò una busta con un sigillo in cera rossa timbrato in maniera un po' rozza. "Ottimo. Okay, andiamo a vedere questo Greyst Sevilla... e speriamo che riesca a dirci qualcosa che abbia senso."

Nualia gettò a sua volta un'occhiata al sanatorio e si tenne vicina a Yan, come se avesse paura di avere qualche reazione incontrollata. Si calmò un po' quando sentì la mano del ragazzo che le accarezzava la spalla, ma si tenne comunque accanto a lui mentre il gruppo si avvicinava all'ingresso, una pesante porta in legno. Come capogruppo, Eli si mise alla testa dei suoi amici e bussò alla porta, poi si allontanò e si mise ad aspettare...  

"Chi... chi è là? Fatevi riconoscere!" esclamò una voce maschile smorzata dal legno della porta - una voce che esprimeva nervosismo e un pizzico di irritazione, e che Eli immaginò appartenere al dottor Habe. La maga tenne in mano la busta sigillata dove si trovava la lettera di presentazione dello sceriffo Hemlock e si schiarì la voce.

"Veniamo da Sandpoint, stiamo cercando il dottor Erin Habe per parlare con un suo paziente." esordì Eli. "Abbiamo con noi una lettera di presentazione da parte dello sceriffo Belor Hemlock. Per favore, avremmo bisogno di entrare. E' una questione della massima importanza."

Alle parole di Eli seguì un lungo silenzio colmo di tensione... e solo diversi secondi dopo la porta in legno ebbe uno scatto secco, poi si aprì con un lieve cigolio, rivelando la figura di un uomo di mezz'età dal fisico snello e dai lineamenti affilati, vestito di eleganti panni di foggia varisiana, con una sorta di scialle rosso sulle spalle. Ad una prima occhiata, sembrava abbastanza alto... ma il suo portamento era incerto, quasi barcollante, e il suo nervosismo era percettibile dai rapidi, scattosi movimenti delle dita, e dal fatto che i suoi occhi sembravano voler evitare il contatto con quelli del gruppo. Non aiutava certo il fatto che si fossero presentati così tanti alla porta del  sanatorio...     

"Io sono il dottor Erin Habe." si presentò, con un tono che voleva sembrare sicuro e distaccato. Ma Eli riusciva a sentire fin troppo bene il tono ansioso del medico... come se volesse nascondere qualcosa. "Come... come vi posso aiutare? Non ho molto tempo da dedicarvi, temo... Al momento, sono nel bel mezzo di un'importante sessione di studio e gradirei non essere disturbato a lungo."

Eli consegnò al dottore la busta con il sigillo dello sceriffo di Sandpoint. "Cercheremo di non portarle via troppo tempo, dottor Habe. Ma come ho detto, la questione è importante." affermò. "Veniamo da parte dello sceriffo Belor Hemlock di Sandpoint, per vedere un suo paziente. Un certo Greyst Sevilla. Immagino che questo nome voglia dire qualcosa per lei, giusto?"

Il dottore ricevette la busta dalle mani della mezzelfa, e quel poco colore che aveva in volto scomparve quando vide il sigillo. Aprì rapidamente la busta, estrasse la lettera e ne lesse rapidamente i contenuti, mentre altre due persone accorrevano alla soglia del sanatorio: due individui dall'aspetto piuttosto minaccioso, alti e robusti, con la pelle di un peculiare colore rosso, un paio di piccole corna caprine che fuoriuscivano dalla fronte, e un lieve odore di zolfo che aleggiava attorno a loro...

"Che succede, dottore? C'è qualche problema?" chiese uno dei due individui, che davano l'impressione di essere gemelli. Misia li guardò con attenzione e si sfregò il mento: non c'era modo di sbagliarsi, quei due erano tiefling - persone nelle cui vene scorreva il sangue di un diavolo, un demone, un daemon o comunque qualche creatura malvagia ultraterrena. Nualia ebbe una strana sensazione di disagio percependo la natura inusuale di quei due individui, probabilmente per il fatto che lei stessa era una aasimar.

Il dottore si schiarì la voce. "Va tutto bene, Gortus." rispose, cercando di sembrare più calmo di quanto in realtà non fosse. "Questi signori... sono semplicemente qui per delle indagini. Ci cchiedono soltanto di collaborare... e poi se ne andranno. Per favore, tornate pure alle vostre mansioni."

"Come desidera, dottore." rispose il tiefling che aveva parlato. "Comunque io sono Gurnak. Gortus è mio fratello."

"Appunto." rispose l'altro tiefling.

Il dottor Habe si sfregò la fronte imbarazzato. "Ehm... giusto, giusto. Chiedo scusa. Ad ogni modo... in questo momento, questi signori sono qui per un'indagine importante. Come ho detto, tornate alle vostre mansioni e non disturbateci se non vi chiamo io. E voi..." si rivolse al gruppo di Eli. "Prego, venite pure. Accomodatevi, e vediamo di risolvere la questione."

"Come vuole, dottore." dissero i due tiefling con fare sommesso. Si spostarono e permisero al gruppo di avventurieri di entrare, con Eli in testa. L'interno del sanatorio confermava l'impressione che i giovani avventurieri avevano avuto a guardarlo da fuori - tutte le porte erano di legno robusto, e il luogo era pervaso da un senso di pulizia - i pavimenti erano lucidati e le pareti erano state da poco dipinte di bianco. Strette finestre, larghe non più di una decina di centimetri, permettevano la circolazione dell'aria, ma erano troppo piccole per permettere l'accesso all'interno dell'edificio. Un penetrante odore di incenso bruciato permeava la stanza principale, contribuendo all'atmosfera rilassante. Era chiaro che si trattava di accorgimenti volti a creare un ambiente quanto più calmo ed accogliente possibile per i pazienti.

"Vogliate... scusare lo zelo dei miei attendenti." disse il dottor Habe, cercando come poteva di nascondere il suo nervosismo. "Abbiamo... avuto qualche sgradito incontro di recente, e non si può mai essere troppo prudenti. Ma prego... prego, accomodatevi. In cosa posso esservi utile?"

"Con quello che è successo di recente, non posso darle torto..." rispose Eli. "Detto questo... avremmo bisogno di vedere con urgenza l'internato Greyst Sevilla, un fuorilegge varisiano che è stato affidato alle sue cure dopo essere stato trovato in grave stato confusionale sul luogo di un delitto particolarmente efferato. Riteniamo che Sevilla possa darci delle informazioni che ci condurrebbero alla cattura dell'assassino."

La voce di Habe si tinse di quello che alle orecchie di Yan suonava come sollievo, e il dottore prese fiato prima di dare la sua risposta. "Sevilla, eh? Beh... per quello non ci sarebbe problema... ma vi devo avvertire che oltre ad essere ovviamente infermo di mente - un condizione dovuta ad un trauma di cui ancora non sono riuscito a venire a capo - Sevilla è affetto da una strana malattia che non avevo mai visto prima, un morbo che sta provocando un'orribile mutazione fisica al suo corpo e alla sua mente. Non ho idea di cosa abbia provocato questa condizione, ma temo che possa essere contagiosa. Quindi... vi farò scortare dai miei attendenti, che interverranno in caso di necessità. Vi consiglio comunque... di mantenere una certa distanza tra voi e l'interrogato."         

"La... ringraziamo per l'avvertimento. Ma non ci vorrà molto, davvero." rispose rapidamente Reji. Scacciò un brutto presentimento che minacciava di impadronirsi di lei, e seguì il dottore e i suoi due inservienti assieme al resto del gruppo mentre si incamminavano verso una piccola rampa di scale al lato opposto della sala e salivano ai piani più elevati. Passarono per il primo piano, dove riuscirono a dare un'occhiata di sfuggita ai due pazienti che stavano seduti nelle loro celle - un uomo di una certa età dal volto terribilmente deturpato, e un vecchio decrepito che sedeva su una panca a parlare da solo - poi proseguirono verso il secondo piano, dove si trovava la cella di massima sicurezza...

"Ecco. Qui troverete la persona che state cercando." disse il dottore, indicando la persona che sedeva sul pavimento all'interno della cella, tenuta rinchiusa con tre lucchetti e con sbarre di ferro rinforzate.

Eli si fece avanti e represse un brivido nel vedere le condizioni in cui si trovava il paziente: quello che una volta doveva essere stato un uomo alto e prestante, ora era ridotto ad un misero essere demente, avvolto in una camicia di forza insanguinata e con le carni giallastre e flaccide, la chioma ridotta ad un ciuffo di capelli neri secchi e sfibrati, la pelle ruvida come un foglio di pergamena, e gli occhi bianchi, parzialmente coperti dalle cataratte. Guardava nel vuoto, muovendo la bocca senza che ne uscisse alcuna parola, e la sua lingua era orrendamente lunga e biforcuta. Non ci voleva un genio per comprendere che era sotto l'effetto di qualche terribile afflizione. Forse la "febbre del ghoul" di cui avevano sentito...

"Non... non so esattamente quanto potrà esservi utile..." continuò nervosamente il dottor Habe, mentre Eli si avvicinava alla cella di Greyst. La maga si preparò a lanciare un incantesimo difensivo nel caso l'internato fosse diventato violento, e quando uno dei tiefling attendenti aprì la porta, mosse un primo passo all'interno e attese la reazione di Greyst.

"Greyst Sevilla." esordì Eli, aggiustandosi il cappello. "Ci scusiamo per il disturbo... avremmo bisogno di farti delle domande, se te la senti."

L'uomo alzò lentamente la testa e guardò verso Eli... ma la mezzelfa si rese subito conto che non stava guardando lei, ma qualcosa che soltanto lui riusciva a vedere, e rabbrividì lievemente alla vista di quell'espressione vuota e desolata. "Sevilla...?"

"Rasoi..." mormorò Greyst con voce roca, e dondolò la testa da una parte all'altra. Abbassò lo sguardo, e un filo di bava gli scese dalla bocca semiaperta.

Habe sospirò, a metà tra il dispiaciuto e l'impaziente. "E' stato così fin da quando ci è stato consegnato. Nulla che abbiamo tentato è riuscito a scuoterlo da questa catalessi. E siamo preoccupati anche per l'avanzare della malattia che lo sta debilitando." affermò.

Eli prese fiato. Per quanto flebile, era una delle poche tracce che avevano per cercare di risolvere il nuovo problema che era capitato a Sandpoint... dovevano cercare di cavare qualche ragno dal buco!

"Chiedo... chiedo scusa, so che può essere difficile..." disse Eli, cercando di tranquillizzare Greyst. "Ma... stiamo cercando un'informazione molto importante... forse... se potessi dirci qualcosa sull'assassino che ha ucciso i tuoi compagni..."

Greyst gorgogliò qualcosa di incomprensibile e si contorse penosamente, come se volesse liberarsi dalla camicia di forza che lo teneva bloccato. "Denti... troppi denti... rasoi... lo scuoiatore... sta venendo... è qui... è nell'aria..." biascicò per poi gettarsi per terra e contorcersi, ululando in preda ad orrende convulsioni. Eli guardò con sgomento quel terrificante spettacolo, e fece un passo indietro per evitare di provocare qualche reazione violenta.

"Come potete vedere... non riuscirete ad ottenere nulla da lui." continuò il dottor Habe, mentre i suoi due inservienti recuperavano un paio di piccole balestre cariche per tenere sotto tiro l'internato in caso di necessità. "Posso suggerirvi di cercare un'altra pista per giungere al vostro fantomatico serial killer? Sempre che ci sia un serial killer, da queste parti..."

Con grande sorpresa di tutti, fu Reji a farsi avanti. "Aspettate. Forse, se provassi io..." propose la giovane esperta di arti marziali. "Io sono quella a cui si è rivolto quel... 'vostra signoria'... che poi ha attirato quell'uomo e i suoi compagni in trappola. Forse io ho qualche possibilità in più."

"Sei sicura di volerlo fare, Reji?" chiese Yan, preoccupato per la sua amica. "Rispetto la tua decisione, ma... stai attenta. Non ho idea di cosa potrebbe fare quel tizio."

"Hey! Aspetta un momento! Come medico, devo dare il mio parere negativo..." cercò di intervenire il dottor Habe. Ma era troppo tardi per intervenire: Reji si era già fatta strada nel gruppo, e si era affacciata alla cella di Greyst. E, cosa ancora più strana, l'uomo in camicia di forza ebbe una reazione: alzò lo sguardo verso la ragazzina Tian... e questa volta, i suoi occhi luccicarono in un'espressione di riconoscimento e sollievo!

"Sì... sì..." mormorò Greyst, e si alzò in piedi con sorprendente agilità per un uomo avvinghiato in una camicia di forza. "Lui ha detto... lui ha detto... che mi avresti fatto visita, ragazza..."

Reji sobbalzò, lei stessa sorpresa dalla reazione dell'individuo, e si allontanò di un passo, mentre Yan e Nualia mettevano mano alle spade, e il dottor Habe si ritraeva con un'esclamazione impaurita. "Lui chi? Di... di chi sta parlando, signor Sevilla?" chiese Reji.

Greyst abbassò lo sguardo e scosse la testa mugolando, poi riprese il discorso. "Vostra... Vostra signoria... quello che mi ha... ridotto così... Lui... ha un posto per te, ragazza... un posto speciale, che invidia... Lui... vuole che io mi ricordi... Spero di non aver dimenticato... Vostra signoria non sarebbe contento se... rasoi... rasoi... troppi denti... troppi denti... lo scuoiatore..."

Il volto ingiallito di Greyst si contorse in un'espressione di orrore ed angoscia, e l'uomo barcollò come se fosse stato ubriaco, quasi sbattendo la testa contro uno dei muri della sua cella. Prima che Reji, o chiunque altro, potesse cercare di intervenire, il forsennato alzò la testa e lanciò un grido isterico che fece gelare il sangue nelle vene alla giovane monaca, per poi riprendere a parlare come se avesse avuto una geniale rivelazione! "Aaaaah! Sì! Sì! Lo ricordo! Lui... lui ha detto... che se lo raggiungerai alle sue Apprensioni... se ti unirai al branco... lui porrà fine al raccolto... in tuo nome..."

"Apprensioni? Branco? Raccolto?" chiese Reji, sempre più inquieta. "Per branco intende... un branco di ghoul, vero?"

"Attenta, Reji, non ti esporre..." la avvertì Yan.  

Greyst non sembrò sentire la domanda. Si allontanò di due passi da Reji e abbassò la testa, cercando di rannicchiarsi su sè stesso... poi cominciò a mugugnare.

"Signor Sevilla?" chiese Reji. Eli corrugò la fronte e si preparò a lanciare un incantesimo...

"Perchè... perchè Vostra Signoria... vuole più bene a te... che a me... ha diviso il suo dono con me... non con te..." mormorò Greyst, la cui voce cominciava ad essere alterata dalla rabbia. "Tu... tu... non lo conosci... non conosci Vostra Signoria... come lo conosco... non prenderai il mio posto! Non lo prenderai mai! Mai, hai capito? Mai! MAIIIIII!"

Con un ululato folle, Greyst si drizzò in piedi e, in un accesso di forza infusagli dalla pazzia, lacerò la camicia di forza che gli tratteneva le braccia! Il dottor Habe strillò in preda al panico e si nascose dietro i suoi attendenti, che abbassarono le balestre e si prodigarono per portare al sicuro il loro principale, mentre Greyst si lanciava contro Reji come una belva impazzita, allungando verso di lei un paio di mani scheletriche e dalle unghie scheggiate! La giovane monaca emise un'esclamazione di paura ma reagì con prontezza, e afferrò i polsi di Greyst prima che questo potesse avvinghiare le dita attorno alla sua gola. Sfruttando l'impeto del forsennato contro di lui, Reji gli puntò un piede contro il petto, e lo proiettò abilmente sopra la spalla, facendolo volare per un breve tratto e facendolo infine atterrare dolorosamente sulla schiena!

"GYAAAAAAH! GAAAAH!" Greyst stridette come un maiale che stava per essere scannato e cercò di rialzarsi, ma Reji partì all'attacco prima che potesse farlo lui, e mandò a segno una raffica di colpi a mani aperte che raggiunsero il forsennato all'addome e al plesso solare! Stordito, Greyst barcollò e grugnì in preda alla furia... ed Eli approfittò di quel momento per lanciare un incantesimo che lo calmasse.

"Charme Persone!" esclamò la mezzelfa. Con un elegante gesto della mano, disegnò un cerchio in aria e tracciò una scia di polvere scintillante che raggiunse Greyst. L'internato si bloccò di colpo, e la furia cieca che lo attanagliava fino ad un attimo prima si dissolse, lasciandolo ansimante e senza fiato. "Ascoltami, Greyst! Questa ragazza è mia amica! Non farle del male, okay? Cerca di calmarti... non siamo qui per farti del male!"

"Ah... Ah... amica..." balbettò Greyst, i cui lineamenti rosi dalla malattia riacquistarono un minimo di distensione. Con un tremitio, l'uomo appoggiò la schiena al muro e cominciò a battere un pugno contro la parete, come se volesse sfogare in quel modo il suo desiderio di violenza. "Amica... io non... volevo... le voci... nella mia testa... Vostra Signoria... troppi denti... rasoi..."

"Va... va tutto bene, signor Sevilla... va tutto bene..." Eli parlò con calma e con decisione, in modo da trasmettere all'internato un po' più di sicurezza. La maga prese dalla sua cintura una boccetta della pozione curativa che Zantus aveva preparato per loro, e si avvicinò a Greyst, facendogli cenno di aprire la bocca. "Ecco... questa ti aiuterà... tranquillo... sono qui per aiutarti... davvero."

"A... mi... ca..." balbettò Greyst, un attimo prima che Eli inclinasse la boccetta e gli versasse in bocca il liquido azzurrino. Dopo qualche secondo, la pelle secca e screpolata riprese il suo aspetto salubre, e la luce di furia cieca che brillava nei suoi occhi si affievolì, fino a spegnersi del tutto. La malattia che lo stava divorando era scomparsa dal suo corpo... anche se la pozione non aveva potuto fare nulla per la sua mente torturata, almeno il fatto di non soffrire più fisicamente lo rendeva un po' più mite. "Sto... meglio... non... brucio più..."

"Che... che... che diavolo è successo? Come... come... avete fatto?" balbettò il dottor Habe, guardando con incredulità Greyst che si afflosciava a terra, mormorando qualcosa nel deliquio. "Aaah... oggi... oggi è stata proprio... una giornata troppo movimentata... per favore... vi devo chiedere di andarvene. Vi prego... non dite nulla di quello che è successo... io... io non so come..."

"Dottore!" esclamò Jolan, alzando una mano per imporre ad Habe di non perdere la testa. "Dottore, non siamo qui per farla fallire! Siamo qui per investigare dei delitti misteriosi... a Sandpoint e nei dintorni stanno succedendo cose inquietanti, e noi siamo qui per cercare di capire cosa! Quindi... lei faccia la sua parte e si occupi dei suoi pazienti. Soprattutto del signor Sevilla... quella pozione ha curato la sua malattia fisica, ma credo che avrà bisogno di molto, molto tempo per dimenticare quello che ha visto."

"E con questo... credo proprio che ci salutiamo." disse infine Misia. "La ringraziamo per la collaborazione, dottor Habe... e stia tranquillo, non diremo nulla di quello che è successo qui. Credo proprio che avremo già le nostre rogne nel cercare di evitare che qualcun altro finisca come Sevilla."

"E grazie per avermi fatto parlare col paziente." disse infine Reji con espressione incupita. "Credo che... almeno qualche elemento lo abbiamo. Ora.. si tratta solo di capire cosa siano queste Apprensioni..."           

"Apprensioni...?" si chiese Nualia, per poi guardare Jolan negli occhi. "Dove ho già sentito questo nome? Non mi è per niente nuovo..." 

 

 

oooooooooo

               

CONTINUA... 

 

 

 

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Capitolo 31
*** Piaga di ghoul ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE 

Capitolo 29 - Piaga di ghoul

 

Misia prese fiato a strinse i denti, tenendo stretta la sua balestra e guardandosi in giro, cercando di cogliere ogni singolo movimento attorno a sè. Accanto a lei, Jolan aveva impugnato entrambi i suoi pugnali, e teneva lo sguardo fisso sulle fronde degli arbusti di fronte a lui. Le orride creature della notte erano in agguato, e i due avventurieri sapevano bene che era soltanto questione di chi avrebbe perso la pazienza per primo.

"Resta dietro di me, Misia." mormorò l'halfling. Il suo olfatto fine riuscì a cogliere un lieve odore di putrefazione, e il fruscio delle fronde che si spostavano gli comunicavano che quegli esseri si avvicinavano lentamente, ma senza sosta. "Tsk... incredibile... cerchiamo i ghoul nei pressi di Sandpoint..."

"...e ce li troviamo qui nei boschi di Mosswood." sussurrò la femmina di gnomo. La biondina preparò un incantesimo curativo, pronta a fare una brutta sorpresa a quei mostri non appena si fossero fatti vedere. In quel momento, le stava venendo in mente un'altra questione, ma decise di lasciar perdere e di concentrarsi sui non-morti che sembravano in procinto di aggredirli. Si trovavano in una posizione alquanto snervante: dovevano stare attenti ad ogni mossa che facevano, per evitare che i ghoul li aggredissero nel momento in cui erano fuori guardia. Gli orridi non-morti erano spaventosamente furtivi, come un branco di lupi a caccia, e stavano chiudendo l'accerchiamento sulle loro prede...

Jolan colse un piccolo movimento alla sua destra... e dopo aver atteso un paio di secondi, decise che era il momento di rompere quello stallo. Con un movimento rapido e deciso, la guida halfling estrasse un coltello da lancio dalla sua cintura e lo lanciò contro un cespuglio a circa cinque metri da lui. La lama falciò alcuni ramoscelli e penetrò tra le fronde, ma Jolan non ebbe l'impressione di aver colpito il bersaglio, e fece una smorfia di disappunto.. un attimo prima che una figura umanoide dall'aspetto cadaverico, con la pelle pallida e i denti esageratamente lunghi, saltasse fuori dal cespuglio e si lanciasse alla carica con un'agilità innaturale! I due avventurieri sentirono un sibilo rabbioso provenire attorno a loro... e altri due di quei cadaveri viventi spuntarono fuori dai loro nascondigli, gettandosi su di loro con bramosia di carne fresca!

Uno dei ghoul raggiunse Misia con due larghe falcate e ghignò sinistramente mentre sollevava gli artigli e si apprestava ad agguantarla. La biondina reagì con prontezza e riuscì a scansarsi appena in tempo, ma sentì comunque la tremenda forza di quel fendente che per poco non le squarciò la pelle. Con uno scatto, Misia toccò il costato del ghoul con la mano sinistra, e incanalò in essa un flusso di energia curativa.

"Desna ascolti la mia preghiera! Che la forza della vita bruci le tue carni immonde! Cura Ferite Moderate!" esclamò Misia. Una luce dorata si accese sul palmo della sua mano e penetrò nel corpo del non-morto, che cominciò a ringhiare atrocemente e barcollò all'indietro. Raggi di luce dorata eruppero dalla sua pelle secca come pergamena, e il mostro non-morto gettò indietro la testa e lanciò un raccapricciante strillo di rabbia disperata, prima che l'energia positiva lo consumasse come un foglio di carta in un falò! Il ghoul venne avviluppato da una fiammata bianca e crollò al suolo, ridotto in cenere.

Gli altri due ghoul, riconoscendo il pericolo, interruppero il loro attacco... e Jolan ne approfittò per saltare addosso ad uno di essi e conficcargli entrambi i pugnali nei fianchi. Le lame penetrarono in profondità nelle carni necrotiche del non-morto, che ringhiò rabbiosamente e si divincolò per liberarsi. Immediatamente, Jolan lasciò la presa su uno dei suoi coltelli, ed estrasse l'altro dalla ferita, in modo da potersi allontanare senza indugio dal suo mostruoso avversario.

Pur essendo dei non-morti, i ghoul erano dotati di intelligenza e di istinto di autoconservazione. Vedendo che le loro prede erano più formidabili di quanto la loro piccola taglia potesse far credere, i due ghoul superstiti scelsero di abbandonare lo scontro, e si ritirarono rapidamente nel profondo della boscaglia, emettendo stridule grida di rabbia. Misia imbracciò la sua balestra e cercò di colpirne uno con un quadrello, ma nella fretta non riuscì a prendere bene la mira, e il dardo si piantò nel tronco di un albero. La femmina di gnomo imprecò a bassa voce e corse ad assicurarsi che il suo compagno stesse bene.

"Tutto okay, Jolan? Non sei ferito, vero?" chiese la femmina di gnomo, consapevole che anche una scalfitura avrebbe voluto dire il rischio di contrarre la febbre del ghoul.

L'halfling scosse la testa. "No, ma alla fine li abbiamo trovati, quei dannati ghoul." affermò. "Non perdiamo altro tempo. Dobbiamo tornare indietro e fare rapporto ad Eli e agli altri di cosa abbiamo visto. Poi ci occuperemo di seguire le loro tracce... sperando che non le abbiano occultate."

La femmina di gnomo e l'halfling si affrettarono nuovamente nella direzione da cui erano venuti, stando bene attenti a restare uniti nel caso altri di quegli orrori non-morti fossero nei paraggi...

 

oooooooooo

 

"HAAAAAA!" Con un potente grido di battaglia, Nualia abbattè la sua spada seghettata sul collo del ghoul che cercava di trascinarla a terra, e la lama penetrò nelle carni morte come un coltello incandescente nel burro! La testa del ghoul rotolò a terra, agitando le mandibole ancora per un attimo in un ultimo spasimo... mentre gli altri due ghoul si allontanarono, cercando di cogliere Nualia e Reji ai fianchi.

"Nualia, cerca di far fuori quello!" esclamò la giovane monaca, indicando un ghoul che si stava rapidamente arrampicando sui rami di un albero vicino e cercava di attaccare dall'alto. In preda ad una scarica di adrenalina, Reji mise un proiettile in una fionda di cuoio, la fece girare un paio di volte sopra la testa, e lanciò, cercando di mirare alla testa del non-morto.

Quest'ultimo si accorse in tempo del pericolo e si riparò dietro il tronco di un albero, mandando a vuoto l'attacco di Reji. Poi, mentre la ragazzina si aspettava di vederlo uscire da un lato, il ghoul fece una finta e si gettò dalla parte opposta, cogliendola di sorpresa. Il predatore non-morto si lanciò su Reji, e i suoi luridi artigli si abbatterono su di lei, lacerandole un lembo del suo vestito e tracciando un graffio sul fianco destro. La ferita in sè non era grave, ma la ragazzina si sentì improvvisamente rallentare, come se i muscoli delle sue gambe avessero di colpo perso vigore.

"Ah!" esclamò Reji. "Merda... la paralisi..."

Ghignando, il ghoul gettò un'occhiata a Nualia, che era ancora impegnata a difendersi dagli attacchi dell'altro non-morto. Mentre Reji si accasciava al suolo immobilizzata, cercando disperatamente di muovere le braccia per opporre almeno un tentativo di difesa, il suo avversario spalancò le fauci, mettendo in mostra un'orrida lingua tubolare che sicuramente gli serviva per arrivare al midollo osseo delle sue vittime. Reji si sentiva sempre più rallentata, e sapeva che entro breve non sarebbe più riuscita ad opporre resistenza...

E allora sarebbe diventata cibo per quella mostruosità...

Facendo appello a tutte le sue forze, lottando contro la paralisi soprannaturale che minacciava di sopraffarla, Reji riuscì a scattare in piedi un'ultima volta e sferrò un micidiale pugno alla faccia del ghoul! Impreparato, il morto vivente non potè fare altro che ricevere in pieno l'attacco, e la mano chiusa di Reji impattò contro il suo volto, rompendogli diversi denti! Il ghoul barcollò indietro con un gorgoglio mostruoso, mentre Nualia cercava di difendersi dagli attacchi del ghoul che le stava addosso. Il non-morto si era lanciato su di lei dai rami dell'albero vicino e aveva cercato di morderla, ma la aasimar si era scansata appena in tempo, e rispose con un letale fendente alla base della spina dorsale, trafiggendo il nemico!

Sfortunatamente, il non morto riuscì a restare in piedi, pur con la schiena squarciata, e reagì graffiando le braccia di Nualia con i suoi affilati artigli, per poi cercare di staccarsi dall'avversaria e fuggire. La aasimar alzò la spada davanti a sè, nonostante il dolore dei graffi alle braccia... poi si accorse di Reji, che giaceva a terra paralizzata dagli effetti del graffio del suo avversario. Il ghoul rimasto era ancora stordito dal colpo ricevuto, ma non ci sarebbe voluto molto tempo prima che si riprendesse e tentasse di sferrare un colpo di grazia alla giovane monaca.

E in quel momento, l'idea che quella mostruosità non-morta uccidesse Reji... non andava per niente a genio a Nualia.

Con un grido di battaglia, la aasimar si lanciò sul ghoul già danneggiato prima che questo potesse riprendersi, e sferrò un affondo micidiale che trafisse il morto vivente sul lato sinistro del torace, sfondando le costole e penetrando in profondità nelle carni marcite. Il ghoul ululò per la sorpresa e cercò in qualche modo di districarsi e sfuggire, ma la ex-sacerdotessa demoniaca estrasse la spada dal suo corpo e la abbattè con violenza su di lui, spaccandogli il cranio. Con un gorgoglio, il ghoul si accasciò al suolo, tornando alla morte da cui non sarebbe mai dovuto essere stato strappato.

Nualia scrollò via il sangue e la materia in necrosi dalla sua spada, poi si chinò verso Reji per controllare come stesse. "Reji! Hey, Reji, come ti senti?" chiese, non riuscendo a nascondere un po' di preoccupazione. La giovane monaca sembrava in perfetta salute, tranne per il fatto che era immobilizzata e non riusciva a muovere un dito. Riusciva soltanto a parlare, e anche questo con difficoltà.

"Sto... bene..." mormorò, con un sorriso un po' rigido. "E' solo... una... paralisi... momen... tanea... non... mi ha... morsa..."

Nualia tornò a farsi seria e controllata come era abituata a fare quando era nel culto di Lamashtu. "Bene. Lo sai che Yan ci tiene molto a te." affermò, come se volesse sottolineare che non era a lei che importava qualcosa della sua incolumità. "Se dovessi farti male o peggio, lui non la prenderebbe bene."

Reji ridacchiò, e una luce maliziosa si accese nei suoi occhi. "Eri... preoccupata... anche tu... vero?" la stuzzicò.

La aasimar dalla pelle scura e dai capelli bianchi voltò la testa da un'altra parte, cercando di non dare a vedere le sue emozioni. "Lasciamo perdere... piuttosto, abbiamo trovato dei ghoul da queste parti. Questo è un campanello d'allarme. Finora... a parte l'assassino della segheria... non si sono spinti fino a Sandpoint, ma se dovessero arrivare lì..."

"Sarebbe... un... disastro..." mormorò Reji, cercando senza successo di muovere le gambe per rialzarsi. Nente da fare. Ancora una volta, il suo corpo restava rigido come se fosse stato di pietra. Doveva aspettare che l'effetto del graffio del ghoul si esaurisse. Tuttavia, anche in quella imbarazzante situazione, la ragazzina Tian vide un lato positivo - Nualia sembrava mostrare un minimo di interesse nella salvezza di Sandpoint, non fosse altro che per il fatto che anche lei e Yan stavano lottando per mantenere al sicuro la cittadina. "Torniamo da... Yan... e gli altri... Diciamo quello... che abbiamo... visto..."

"Non appena riesci a reggerti in piedi, raggiungiamo i nostri compagni." rispose Nualia, la spada ancora sguainata e i sensi tesi al massimo, nel caso ci fosse ancora qualche ghoul in giro...

 

oooooooooo

 

Yan alzò lo scudo appena in tempo quando un ghoul dall'aspetto famelico si gettò su di lui, cercando di affondargli i denti nella gola. Si sentì un acuto stridio metallico quando i denti e le zanne della creatura non-morta si scontrarono con lo scudo rotondo del giovane guerriero, che poi sferrò un colpo con il suo scudo e costrinse il ghoul ad indietreggiare. L'orrida creatura sibilò furiosamente e cercò di spostarsi di lato per cercare un modo di assalire le sue prede da lato...

"Grazie, Yan! Qui ci penso io! Raggio Rovente!" esclamò la voce di Eli. La mezzelfa apparve all'improvviso dietro il ragazzo e puntò l'indice della mano destra contro il ghoul... e dalla punta del dito si dipartì un raggio di fuoco scarlatto che raggiunse in pieno petto il morto vivente. Quest'ultimo lanciò uno stridio acuto nel momento in cui il raggio lo colpì, e il suo corpo venne avviluppato da una enorme fiammata rossa, che lo consumò nel giro di pochi secondi! Mentre le ceneri del ghoul si sparpagliavano a terra, un altro di quegli orrendi non-morti sbucò fuori da dietro una roccia e si lanciò contro Eli, nel tentativo di azzannarla prima che potesse lanciare un altro incantesimo...

Con un nitrito acuto, Shadowmist sferrò un colpo di zoccolo che raggiunse il ghoul ad una spalla ed interruppe il suo attacco, costringendolo a rotolare di lato per evitare di essere calpestato. Eli emise un'esclamazione di paura e si allontanò... mentre Yan, con rapidità incredibile, prendeva una freccia dalla sua faretra e la scagliava contro il mostro non-morto, cercando di mirare alla testa. La sua mira non era stata il massimo, in ogni caso, e il dardo si piantò nella clavicola sinistra del ghoul, un colpo che per un morto vivente non era certo un grosso problema.

Tuttavia, la forza del dardo aveva fatto perdere l'equilibrio al ghoul, che incespicò e finì a terra in ginocchio. Si agitò e si contorse nel frenetico tentativo di rialzarsi prima che i suoi avversari gli fossero addosso... ma a quel punto, Yan aveva avuto il tempo di sfoderare la spada e lanciarsi su di lui.

"Non farlo scappare, Yan!" esclamò la mezzelfa.

Yan non aveva bisogno di farselo dire. La sua spada discese sul ghoul in un poderoso arco dall'alto verso il basso e penetrò nel trapezio destro del morto vivente, spezzando ossa e tranciando carni ormai marcite... e l'orrida creatura crollò al suolo, agitando le mascelle ancora per qualche istante prima di immobilizzarsi per sempre.

"Uff... ecco, questo fetido bastardo è ri-morto." affermò Yan, per poi accarezzare il fianco della sua nuova cavalcatura. "Hey, Shadowmist, sei stato grande! Dico davvero! Un intervento brillante!"

Il cavallo nitrì, come se comprendesse le lodi del suo nuovo cavaliere e ne fosse orgoglioso. Yan annuì e si rivolse ad Eli. "Come va, caposquadra? Tutto a posto?" chiese con preoccupazione.

Ora un po' più calma, Eli annuì e si sgranchì una spalla. "Sto bene, Yan. Grazie, è stato un bel lavoro di squadra... e adesso ci sono due ghoul di meno da queste parti."

"Già..." disse Yan, per poi tirare un calcio alla testa del ghoul che aveva abbattuto. "Due di meno. Ma se non riusciamo ad eliminarli tutti, il problema resta. Anche uno solo di questi schifosi non-morti può contagiare altri e provocare un disastro. Dobbiamo raggiungere subito gli altri e fare rapporto allo sceriffo di dove abiamo trovato i ghoul."

Eli annuì rapidamente, e i due giovani controllarono di avere tutto l'equipaggiameto in regola prima di montare su Shadowmist e riprendere la strada verso Sandpoint. Eli si aggrappò saldamente al suo compagno, che diede un leggero colpo di redini ed esortò il suo stallone ad avviarsi.

"Senti, Yan... quando avremo un po' di tempo a disposizione... c'è una cosa che vorrei chiederti." disse la maga, staccando una mano giusto il tempo che serviva per aggiustarsi gli occhiali. Quando il giovane voltò la testa verso di lei per dire che la stava ascoltando, Eli si schiarì la voce. "So che può sembrare una richiesta inconsueta da parte mia, ma... saresti disposto a darmi qualche lezione di combattimento?"

Yan sbattè gli occhi con evidente stupore. In effetti era una richiesta che non si era aspettato da Eli... "Hm? Non per farmi gli affari tuoi, Eli... ma come mai questa richiesta?" chiese.

Eli alzò le spalle. "Diciamo che... anche se vado molto fiera della mia magia, ci sono momenti in cui preferirei potermi difendere anche da un attacco fisico." rispose. "Noi maghi non siamo molto abili in uno scontro corpo a corpo. Se un avversario riesce a starci addosso e ad impedirci di lanciare incantesimi, siamo nei guai."

"Sì, capisco..." disse Yan. Si fermò un attimo per spronare gentilmente Shadowmist, che si era fermato a brucare qualche ciuffo d'erba. "Va bene. Non appena avremo un po' di tempo a nostra disposizione... e spero che sia presto... ti darò qualche lezione. Vorresti imparare a tirare di spada, ad usare l'arco... o magari qualcos'altro?"

"In realtà, vorrei imparare ad usare il mio bastone per difendermi." rispose Eli. "Non credo che mi sentirei a mio agio con un'arma bianca come una spada."

Yan alzò le spalle. "Va bene, per me non è certo un problema." rispose. "Vedrai che nel giro di pochi giorni, anche tu potrai dire la tua in un duello! Non per vantarmi, ma sono un insegnante niente male!"

Eli ridacchiò sarcastica. "Ceeerto, come no! Sai, ho l'impressione che Reji sia più paziente di te! Ma... in effetti non pensavo ad imparare le arti marziali. Soltanto a saper maneggiare un po' meglio le armi." rispose. "Grazie di esserti offerto, Yan."

"Di niente. Siamo una squadra o no?" rispose il giovane spadaccino. In lontananza, cominciava a vedersi la familiare e tranquillizzante sagoma di Sandpoint...

 

oooooooooo

 

Nonostante l'ora tarda, lo sceriffo Belor Hemlock era rimasto nel suo ufficio per ascoltare il racconto fatto da un individuo che si era presentato all'improvviso, balbettando qualcosa riguardo certi spaventapasseri che camminavano da soli. Lo sceriffo aveva subito cercato di mettere a suo agio quell'inaspettato individuo, ma ci erano voluti diversi minuti di rassicurazioni, al termine dei quali il gruppo di Yan si era ripresentato - con l'eccezione di Jolan e Nualia, che erano rimasti accampati fuori città.

Il gruppo di amici si trovò subito davanti uno spettacolo allarmante ma non certo inaspettato: il robusto sceriffo era seduto su una sedia di legno duro davanti alla sua scrivania, e stava cercando di parlare con un individuo dall'aspetto frenetico - un vecchio con i baffi e la barba bianchi che indossava dei consunti vestiti da contadino con tanto di cappelo a larghe falde, e che tremava visibilmente mentre cercava di prendere piccoli sorsi d'acqua da un bicchiere trattenuto nelle sue mani.

"Sceriffo Hemlock?" chiese Eli, alla testa del gruppo. "Siamo... siamo venuti a fare rapporto, ma... cosa succede? C'è qualche emergenza?"

"Ah, eccovi qui... meno male, temo proprio che ci sia bisogno di un vostro intervento, il prima possibile." rispose lo sceriffo. Malgrado stesse mantenendo abilmente la calma, lo Shoanti mostrava dei chiari segni di affaticamento, senza dubbio dovuti allo stress degli ultimi giorni. Eli aveva l'impressione che non dormisse da qualche giorno.

Incuriosita ed allarmata dalle parole di Hemlock, la mezzelfa si volse verso il vecchio seduto accanto alla sedia dello sceriffo, e notò quasi subito il suo aspetto stravolto, gli occhi spalancati ed iniettati di sangue, e le mani ancora tremanti. Sembrava che avesse visto Lamashtu in persona, e la sua voce tremò mentre cercava di dire quello che lo aveva spinto a cercare aiuto.

"Li... li... li ho visti! Gli spaventapasseri... si sono mossi... hanno... hanno... aggredito i contadini..." balbettò. In un impeto di rabbia e terrore, il vecchio si alzò dalla sedia, facendo cadere il suo bicchiere e spandendo l'acqua rimanente per terra, poi afferrò una manica del vestito di Eli e tirò verso di sè. "Li ho visti con questi miei occhi! Che Erastil mi faccia cascare gli occhi se non è vero!"

"Ah! Aspetti... aspetti un momento, signore!" esclamò la mezzelfa, cercando in qualche modo di sottrarsi alla sua presa senza fargli perdere ulteriormente la calma. "Di cosa sta parlando? Chi sono questi... spaventapasseri?"

"Per favore, signor Grump... noi siamo qui per cercare di darle una mano." disse Belor. "Ma... abbiamo bisogno che lei ci aiuti a capire cosa sta succedendo. Per favore, si sieda... prenda un bel respiro e beva un altro po' d'acqua." Prese una borraccia dalla sua scrivania e riempì di nuovo il bicchiere del vecchio, che poi lo vuotò tutto d'un fiato. Tirò un sospiro di sollievo e si sedette di nuovo, sentendosi un po' più tranquillo.

"Che... che sta succedendo, Eli?" chiese Yan, entrando a sua volta nell'ufficio. La maga gli fece cenno di restare indietro, in modo che non ci fosse troppa gente nell'ufficio e il vecchio, già in preda al panico di suo, non si sentisse ancora più sotto pressione.

"Aspetta, Yan. Dopo vi spiego tutto." rispose Eli.

Il vecchio sembrò finalmente aver recuperato abbastanza coerenza da spiegare cosa lo avesse gettato in un simile stato di terrore. "Ecco... io... il mio nome è... Maester Grump... e sono... un contadino... vengono dalla zona più a sud della regione... di Sandpoint... e lì... lì... ci sono degli spaventapasseri che camminano su un paio di gambe e mangiano la gente! Lo sapevo che venivano dai campi degli Hambley! Sono successe delle cose strane da quelle parti, lo sapevano tutti!" esclamò. "Ma nessuno ha fatto niente finchè qualcuno non è andato a vedere!"

"Spaventapasseri che camminano?" chiese Eli, allarmata. "Signor Grump... non sa esattamente che cosa fossero? Non ha sentito delle voci? Si trattava di mostri, o cose del genere?"   

"Non... non sono sicuro..." balbettò il vecchio fattore. "Ma... ma ho visto qualcosa... erano come dei cadaveri che camminavano, travestiti da spaventapasseri! Erano tutti pelle ed ossa, con questa orribile lingua e gli occhi luccicanti, e avevano tutti quei denti... sembravano delle belve, e si sono gettati sui visitatori... si sono mangiati pure i cani, quei bastardi!"

Belor ed Eli erano giunti alla stessa conclusione, e si guardarono negli occhi in una cupa espressione di comprensione. Non c'era modo di sbagliarsi... si trattava con tutta probabilità di ghoul, che probabilmente avevano usato gli spaventapasseri per travestirsi e aggredire gli ignari visitatori... e che adesso stavano terrorizzando la campagna. L'infezione di febbre del ghoul si stava espandendo anche al di fuori della zona di Sandpoint...

"Sì... sì, capiamo quello che vuole dire, signor Grump." disse infine lo sceriffo, mantenendo il sangue freddo malgrado tutto. "Invieremo qualcuno a controllare il prima possibile, e faremo in modo di eliminare ogni possibile minaccia. Per fortuna, abbiamo con noi un valido gruppo di esperti che stanno già occupandosi del caso." Indicò con lo sguardo Eli, e la ringrazio con un cenno della testa. "Quindi... per favore, adesso si prenda un po' di riposo, e cerchi di rilassarsi. Posso immaginare che per lei sia stato un vero shock."

"Uno shock? Uno shock, dice!" esclamò il vecchio, sbracciandosi e respirando affannosamente. "Ho visto quelle cose morte che mangiavano la gente! E quello dice che sono sotto shock!"

Eli si fece avanti e alzò una mano per chiedere all'uomo di calmarsi. Forse questa era la loro migliore possibilità di sapere qualcosa di più sui ghoul e su dove si trovava il morto vivente da cui era partita l'infestazione. "A... Ascolti, signori Grump! In questo momento, noi ci stiamo occupando di eliminare questi morti viventi... e se lei volesse darci qualche indicazione su dove si sono verificati questi fenomeni, io e i miei compagni potremmo andare là e distruggerli. Fare in modo che non minaccino più nessuno. Ma abbiamo bisogno di almeno qualche aiuto. Dove... dove si è verificato tutto questo?"

Il vecchio Grump prese fiato e cominciò a dare indicazioni. "La... la fattoria degli Hambley... vicino al luogo conosciuto come Apprensioni..." disse l'anziano fattore, dopo essersi finalmente calmato. "Sono... sono convinto che quei morti viventi venissero da lì... quel posto... è sempre stato stregato... nessuno ci va mai, tutti hanno paura degli spiriti malvagi che lo infestano!"

"Apprensioni? Spiriti malvagi? Mi dà l'impressione di una sorta di casa stregata..." disse Eli. "Sceriffo Hemlock... lei sa per caso dove possiamo trovare queste Apprensioni?"

Lo sceriffo ci pensò su per un attimo, poi schioccò le dita ricordandosi di cosa si stesse parlando. "Ah! Ma certo! Le Apprensioni! Questo è il nome che viene dato da queste parti... al Maniero Foxglove, un grande maniero situato sulla costa del Golfo di Varisia! Dista circa tre miglia dalla fattoria degli Hambley, e potete arrivarci costeggiando il fiume... ma è un luogo che si è fatto una fama molto sinistra nel corso degli anni!"

"Foxglove?" chiese Eli, pensandoci su per un attimo... e quel cognome le fece subito scattare qualcosa in mente. "Ah! Ma certo! Questo... questo è il cognome del signor Foxglove!"

"Se state pensando al signor Aldern Foxglove... sì, è proprio così. La famiglia Foxglove una volta abitava lì. Parlo di circa 80 anni fa, almeno finchè non è avvenuta una tragedia..." rispose lo sceriffo. "Circa due decenni fa, è scoppiato un incendio nelle abitazioni della servitù, e la mattina dopo, Lady Cyralie Foxglove venne trovata morta, il corpo ridotto a brandelli e parzialmente bruciato. Suo marito, Traver Foxglove, era in camera sua, anche lui morto, con la gola tagliata. Non si è mai saputo esattamente cosa fosse successo... e i figli della coppia, ovvero il signor Aldern e le sue due sorelle Sendeli e Zeeva vennero mandati a Korvosa per essere cresciuti da alcuni loro parenti."

"Fulmini di Nethys..." mormorò la mezzelfa con un brivido. Mentre passava il tempo con il giovane nobile, ad Eli non era mai venuto in mente che Aldern potesse aver avuto un passato così travagliato. "Non immaginavo che ci fosse una storia così terribile dietro il maniero Foxglove... Ma mi scusi, se il signor Aldern era tornato qui a Sandpoint, era proprio per questioni riguardanti l'antico maniero?"

Lo sceriffo disse di sì con la testa, sempre controllando il signor Grump, che restava seduto ad uno sgabellino di legno, senza dare alcuna indicazione che il discorso lo interessasse, o che stesse anche solo ascoltando. "Lord Aldern Foxglove aveva tutta l'intenzione di ristrutturare il posto, ma ha avuto molte difficoltà nel trovare chi fosse disposto a dargli una mano nel ricostruire e riparare il vecchio maniero. Finchè Lord Aldern non è tornato, si occupava del luogo un certo Rogors Craesby, un ex-locandiere, che ogni tre giorni faceva un viaggio da Sandpoint fino al maniero per cacciare via i residenti abusivi, dare aria all'edificio ed eseguire delle piccole riparazioni."

Eli annuì lentamente. "Capisco... e va bene, allora andremo a dare un'occhiata nella campagna attorno al maniero Foxglove... e magari faremo anche visita al maniero! Ho come l'impressione che il modo migliore per venire a capo di questo mistero sia proprio da quelle parti. Ma prima... avremmo bisogno di parlare con Lord Foxglove. Non si è più fatto vedere, da quando siamo partiti per Collecardo per la prima volta?"

"Mi dispiace. Non abbiamo più avuto notizie di Lord Foxglove da quella volta." rispose lo sceriffo scuotendo la testa. Purtroppo, non ha neanche lasciato detto dove sarebbe andato, quindi temo di non potervi dare indicazioni.

La mezzelfa strinse i denti in un'espressione di disappunto e preoccupazione. Reji sarebbe stata senza dubbio preoccupata - non era un mistero che sembrava che ci fosse qualcosa tra lei e il giovane nobile. "Capisco... e a questo proposito, credo che fareste meglio ad inviare delle truppe nella zona che abbiamo pattugliato." proseguì. "Abbiamo incontrato dei ghoul da quelle parti. Siamo riusciti anche a distruggerne alcuni, ma altri ci sono sfuggiti. Devono assolutamente essere eliminati prima che possano provocare altri problemi."

"Certamente." rispose Hemlock. "Non vorrei mai lasciare Sandpoint sguarnita, ma credo di poter organizzare un paio di squadre e pasare in rassegna la zona in cui vi trovavate."

"Va bene. Allora... noi andremo ad eliminare i ghoul dai dintorni del maniero Foxglove, e magari andremo a fare qualche domanda a questo Craesby. Vediamo se è in grado di dirci qualcosa di più. E speriamo anche di trovare il signor Foxglove, o di scoprire dove cercarlo." concluse Eli. "Grazie delle informazioni, sceriffo... speriamo di poterle dare buone notizie quanto prima."

"Vi ringrazio infinitamente, ragazzi. Altrettanto." rispose lo sceriffo, e il vecchio Grump alzò lo sguardo verso la maga mezzelfa, augurando tra sè buona fortuna sia a lei che ai suoi compagni...    

"Buona... buona fortuna. E... state attenti." mormorò il vecchio. "Avete fegato, ragazzi, lo sapete? Io non mi sognerei mai... di andare a caccia di quei mostri."

Eli fece un cenno di assenso e un piccolo sorriso. "E' il nostro mestiere, dopotutto."

 

oooooooooo

 

Poco tempo dopo, una volta che il gruppo si fu riunito con Jolan e Nualia fuori da Sandpoint, Eli aveva provveduto ad aggiornare il gruppo su quello che lo sceriffo aveva comunicato loro...

"State... dicendo sul serio? Il maniero della famiglia Foxglove?" esclamò sbalordita Reji, senza nascondere un certo allarme. Fino a quel momento, pur chiedendosi che fine avesse fatto Aldern, Reji non si era preoccupata più di tanto, immaginando che il giovane nobile avesse le sue questioni a cui pensare, e che una volta sistemato tutto, si sarebbero rivisti. Ma adesso che il nome dei Foxglove finiva per essere collegato a questa brutta storia di non-morti e di delitti, un sentore di paura cominciava ad impadronirsi di lei. "Ma allora... volete dire che anche il signor Aldern potrebbe essere coinvolto?"

"Aspetta, Reji, non cominciare ad allarmarti." rispose prontamente Yan, mettendo una mano sulla spalla della sua amica. "Prima di tutto... non abbiamo nessuna prova che il signor Aldern sia coinvolto. Sicuramente saprà della storia della sua famiglia, ma non significa che sia implicato in qualcosa di losco."

"Sì, sì, lo so... lo so!" esclamò Reji, cominciando a camminare su e giù per il piccolo accampamento e gesticolando nervosamente. "Ma... ma... non lo so, ho un brutto presentimento! Io... vorrei andare subito lì ed assicurarmi che sia tutto a posto!"

Jolan volle mettere le mani avanti. "Okay, Reji... capisco la tua apprensione, ma gettarci a capofitto nella lizza sarebbe un suicidio. Tanto più che in questo caso abbiamo a che fare con dei ghoul." rispose l'halfling.

La giovane monaca strinse i denti rabbiosamente, ma dovette ammettere che il suo compagno aveva ragione. Era già riuscita a cavarsela contro quei ghoul solo per un pelo... non aveva nessuna voglia di ripetere l'esperienza di essere paralizzata e restare in balia di quei mostri.

Nualia sembrò pensarci un po' su, prima di dire la sua. "Ascolta, Reji... io dico che sia meglio equipaggiarsi come si deve, e poi partire alla caccia di quei ghoul." disse la ex-cultista di Lamashtu, comprendendo come si sentiva Reji in quel momento. Anche lei, lo sapeva bene, si sarebbe sentita allo stesso modo se Yan fosse stato in pericolo o coinvolto in qualcosa di sinistro. "Io... so qualcosa di quei mostri, e credo di potervi dare dei consigli utili su che equipaggiamento vi può servire, come affrontarli e come sfuggire agli effetti dei loro attacchi."

"Mi sembra giusto. Dobbiamo prestare attenzione. Dobbiamo partire quanto prima per fermare i ghoul e porre fine a questa serie di delitti... ma dobbiamo anche stare attenti a non rischiare di essere uccisi o trasformati in ghoul noi stessi." rispose Misia. "Eli, tu che cosa dici? Saremo pronti a partire per domani?"

"Se ci sbrighiamo a comprare l'equipaggiamento giusto, senza dubbio. Acqua benedetta, armi a distanza, fonti di luce che non si possano esaurire tanto facilmente, e così via." rispose la mezzelfa. "E dobbiamo preparare anche gli incantesimi giusti. Questa sarà una caccia molto pericolosa, e non possiamo permetterci errori."

"Va bene." disse Yan. "Allora facciamo in modo di essere pronti. E domani sarà il momento della verità. Dobbiamo eliminare quei maledetti ghoul il prima possibile."

 

oooooooooo

 

L'indomani...

Numerosi sentieri, piste polverose larghe circa due metri e circondate da campi di mais e altre colture, collegavano le cascine. La fattoria di Hambley si trova ai margini occidentali del occidentale del Bosco dei Sussurri, una foresta che si diceva essere dimora di gnomi capricciosi, fate ed altri folletti, ma ora oscurato da una minaccia più tangibile. Campi di piante ad alto fusto trasformavano i sentieri che li separavano in gallerie opprimenti, che rendevano pericolosamente facile per i visitatori perdersi.

Quando Yan, Eli e i loro compagni giunsero finalmente nelle vicinanze della fattoria Hambley, ebbero modo di constatare che tutte e cinque le fattorie a sud del fiume Soggy erano deserte - i loro occupanti erano probabilmente fuggiti per cercare riparo o erano stati catturati dai non-morti. Era una bella giornata di sole, e questo voleva dire che i ghoul non si sarebbero arrischiati ad andare a caccia... ma la notte sarebbe stato un discorso completamente diverso.

"Stabiliamo qui il nostro accampamento, ragazzi." disse Eli, non appena il gruppo ebbe trovato un punto in cima ad una collinetta, sulla quale erano abbastanza ben difesi e sarebbero stati in grado di accorgersi presto di eventuali minacce. "E cominciamo subito a fare i turni di guardia. E' solo questione di tempo... prima che quei maledetti ghoul ci siano addosso. Non sarà uno scherzo."

"Temo che questa notte sarà davvero dura..." disse Jolan guardando in lontananza. In un'altra situazione, i campi coltivati che si estendevano a perdita d'occhio gli avrebbero dato un senso di sicurezza e di gioia, nella consapevolezza che quel luogo era abitato e che c'erano delle persone che si occupavano di quel posto. Ma in quel momento, quella vista gli dava soltanto un senso di inquietudine... la consapevolezza che lì, da qualche parte, ci fosse un branco di ferci ed astuti predatori non-morti che stavano per trasformare la regione di Sandpoint nel loro orrido banchetto.

La guida halfling prese fiato e cercò di prepararsi mentalmente alla missione. Che Sandpoint rimanesse al sicuro dalla piaga dei ghoul dipendeva anche da lui e dalla sua abilità... 

             

 

oooooooooo

               

CONTINUA... 

 

 

 

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Capitolo 32
*** Orrore nelle fattorie ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

Risposte alle recensioni!

 

Farkas – A partire da Final Fantasy (credo), gli incantesimi curativi sono sempre stati utili contro i non-morti. E… sì, in effetti è questo che rende i ghoul così pericolosi, più che la loro capacità di paralizzare le vittime: il fatto che sono intelligenti e sanno fare gioco di squadra. Sanno che non possono competere con un avventuriero decente in uno scontro leale… quindi non combattono lealmente.

Come hai potuto vedere con Greyst, la febbre del ghoul è una malattia che porta la vittima alla morte per consunzione, e peggio ancora finisce per trasformarla in un ghoul a sua volta.

Nualia… beh, diciamo che sta facendo dei piccoli passi avanti. Almeno adesso non ha più intenzione di fare del male.

Nel prossimo capitolo vedremo la casa stregata… e allora sì che ne vedremo delle belle. Si fa per dire.

Grazie ancora e buona lettura!   

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE 

Capitolo 30 - Orrore nelle fattorie

 

"Okay, ragazzi... tenetevi uniti... e non dategli l'opportunità di colpire!" sussurrò Eli. Con un semplice gesto, la maga mezzelfa lanciò un basilare incantesimo di luce, ben sapendo che i loro avversari erano in grado di vedere perfettamente al buio, e che quindi cercare di sfruttare le tenebre a loro vantaggio sarebbe stata una perdita di tempo. Il resto del gruppo si ritirò e cercò di formare una barriera protettiva attorno a lei e a Misia, mentre i ghoul si tenevano a distanza di sicurezza, stridendo e farfugliando. Numerose paia di occhi senza vita, brillanti di una luce immonda, fissavano le "prede" con bramosia... ma i ghoul riuscivano benissimo a domare i loro istinti di predatori, e attendevano con pazienza il momento in cui uno degli avventurieri si fosse esposto.

Yan strinse i denti e tese l'arco che una volta era appartenuto a Bruthazmus. Anche se l'incantesimo di Eli dava una mano, era comunque difficile vedere le fattezze dei ghoul nel buio della notte, e il ragazzo doveva affidarsi al bagliore degli occhi di quei mostri, che non era certo una costante, per prendere la mira.

"Maledizione..." mormorò Yan, attendendo il momento giusto di rilasciare la corda dell'arco. "Sapevo che questi ghoul sono avversari pericolosi... ma fino ad ora non mi sono davvero reso conto della loro astuzia diabolica."

Uno stridio penetrante squarciò la notte, e tre ghoul si gettarono sul gruppo, ognuno da angolazioni diverse! Reji trasalì quando uno di quegli orrendi mostri arrivò davanti a lei e spalancò la bocca, deciso ad azzannarla alla gola... ma si difese egregiamente, sferrando un deciso colpo di palmo al plesso solare del non-morto. Il ghoul emise uno stridio rabbioso e fu costretto ad indietreggiare, per poi finire con la schiena a terra. Un altro ghoul cercò di attaccare Shadowmist, ma il possente cavallo da guerra riuscì a sfuggirgli, agitandosi furiosamente e poi scalciando il non-morto con i suoi potenti zoccoli.

Ma Jolan non ebbe la stessa fortuna. L'halfling cercò di colpire il ghoul che lo attaccava con uno dei suoi pugnali, ma la portata del mostro non-morto era più ampia, e riuscì a colpire Jolan al braccio sinistro con i suoi artigli, mentre la lama di ferro battuto a freddo riuscì soltanto ad aprire un taglio sotto la gabbia toracica del ghoul - una ferita che per un morto vivente non era certo problematica. Quasi subito, Jolan fece cadere i pugnali dalle mani e si irrigidì, sentendosi come se le braccia e le gambe fossero diventate di pietra! Il ghoul ghignò ma ebbe l'astuzia di non proseguire l'attacco, e invece si ritirò prima che la spada seghettata di Nualia lo colpisse.

"Jolan, no!" esclamò Misia, mentre cercava in qualche modo di piazzarsi davanti al suo altrettanto piccolo compagno di squadra. "Merda... state attenti! Coprite Jolan, non può difendersi!"

"Credo che questi bastardi non-morti lo sappiano, Misia!" esclamò Nualia. Il terzo ghoul si era lanciato su di lei, tentando un paio di fendenti all'addome scoperto della aasimar, ma quest'ultima si era difesa con efficacia, usando la sua spada per deflettere gli artigli del mostro. "E' per questo che non hanno portato via Jolan... così noi andremo a difenderlo e ci esporremo di più ai loro attacchi."

"E cosa dovremmo fare, allora? Lasciare che questi ghoul se lo prendano?" esclamò Eli, per poi scagliare un dardo di balestra contro un altro ghoul che si stava avvicinando. Il dardo mancò il bersaglio e si piantò in uno spaventapasseri lì vicino, ma Eli reagì con prontezza e lanciò un altro incantesimo. "Che ciò che doveva essere morto torni alla morte! Distruggi Non Morti!"

Eli alzò il suo bastone e lanciò il suo incantesimo, creando una luce bianca attorno alla punta della sua arma e poi scagliandola contro il ghoul più vicino. Questa volta, l'attacco andò a segno, e il morto vivente ringhiò in quello che per lui poteva essere dolore, mentre l'energia magica evocata dalla mezzelfa disperdeva le energie negative che lo animavano. Il mostro riuscì a sottrarsi appena in tempo all'attacco, che comunque lo lasciò indebolito e barcollante.

"Non ho detto questo." rispose Nualia. Con fredda precisione, la ex-sacerdotessa demoniaca sferrò un fendente ad un ghoul che tentava un altro attacco. Per il morto vivente, si rivelò un errore fatale. La lama di Nualia colpì il ghoul appena sopra il bacino, e il predatore non-morto sgranò gli occhi in un'espressione di rabbia e sorpresa prima di crollare a terra tranciato in due. La metà superiore, ancora animata, arrancò rabbiosamente verso Nualia trascinandosi con le braccia, ma la aasimar lo fermò alzando una gamba e poi calandola giù e schiacciandogli il cranio sotto la suola dello stivale.

"Dico solo di non farci prendere alla sprovvista." continuò, per poi voltarsi verso altri due ghoul che cercavano di approfittare di un momento di distrazione. I non-morti ringhiarono ferocemente e si ritirarono, ma il bagliore sanguigno dei loro occhi continuò a seguire Nualia per un attimo... e la giovane dai capelli bianchi si trovò a dover respingere altri di quei mostri che tentavano di aprire un varco nella difesa del gruppo.

Con un fendente, Yan bloccò gli artigli di un altro ghoul e gli sbattè lo scudo in faccia, facendo cadere a terra con un rimbombante suono metallico! Prima che il ghoul potesse rialzarsi, il giovane spadaccino lo trafisse al torace con un affondo magistrale, e poi, dopo essersi assicurato di averlo bloccato per il tempo sufficiente, sferrò un fendente che separò la testa del ghoul dal resto del corpo. La testa azzannò l'aria ancora un paio di volte, e il corpo si agitò spasmodicamente ancora per un attimo prima di immobilizzarsi.

"Ci penso io a proteggere Jolan!" disse Yan, per poi piazzarsi davanti all'halfling che cercava disperatamente di riprendersi e unirsi nuovamente alla difesa. Con il suo scudo, allontanò un ghoul che tentava di agguantare Reji... ma un altro di quei mostri si chinò di colpo e cercò di colpire il giovane spadaccino con un fendente alle gambe. Una delle sue artigliate rimbalzò sullo schiniere di Yan con un tintinnio metallico, ma l'altro riuscì a fargli un graffio appena sotto il ginocchio... un attimo prima che Yan abbattesse il suo scudo sul ghoul e lo schiacciasse al suolo. Diversi ghoul si allontanarono, immaginando che quello non fosse più il momento giusto per combattere, e cercando piuttosto di dileguarsi tra i campi.

Altri ghoul continuarono a muoversi attorno al gruppo, in attesa di un'apertura... e Misia immaginava che questo duello di sguardi e movimenti non sarebbe potuto durare a lungo. La femmina di gnomo si concentrò per un breve istante e alzò le mani davanti a sè, mettendo un palmo contro l'altro e poi aprendole di colpo... mentre, con gli occhi chiusi, iniziava ad intonare la litania di un nuovo incantesimo.

"Che il calore del sole scorra in me... e la luce del mattino spazzi via l'oscurità del male! Sfera Infuocata!" esclamò. Con un sibilo, una sfera di fuoco grande come il pugno di un uomo si accese qualche passo davanti a lei, illuminando l'area tutt'attorno e facendo sobbalzare i ghoul più vicini. Rendendosi conto che la sfera infuocata era un grave pericolo per loro, i ghoul si dispersero ringhiando e cercarono di guadagnare la fuga tra i campi, ma Misia era decisa ad eliminarne almeno uno. L'oracolo del sole prese bene la mira e fece partire la Sfera Infuocata contro uno dei ghoul, colpendolo alla nuca mentre stava voltando le spalle allo scontro. Il ghoul non ebbe nemmeno il tempo di urlare prima che le fiamme esplodessero attorno alla sua testa e la riducessero in cenere, lasciando soltanto un collo ridotto ad un moncherino annerito.

"Bel colpo, Misia!" esclamò Reji. Con un calcio, la monaca riuscì a scaraventare via un ghoul con un calcio alla mascella, ma dovette ritirarsi quando un altro avversario si fece avanti e cercò di morderla al volto. Una raffica di pugni ben assestata fece crollare a terra il secondo ghoul, ma subito dopo Reji fu costretta a ritirarsi per evitare che i non-morti la prendessero ai fianchi. Con un nutrito, Shadowmist atterrò uno dei ghoul e lo calpestò furiosamente sotto i suoi zoccoli.

"Cercate di abbatterne il più possibile!" esclamò Eli. Tirò nuovamente fuori la bacchetta magica che aveva trovato nelle Catacombe dell'Ira, e la attivò con un comando mentale, scagliando una scarica elettrica ad un ghoul che si teneva distante. Il ghoul ringhiò ferocemente quando la scarica di energia elettrica lo investì, ma riuscì a restare in piedi e a rimettersi in guardia. "Anche se... ammetto che non sarà facile. Sono più resistenti e più astuti di quanto immaginassi."

"Purtroppo, alcuni di loro si sono già dileguati. Dovremo cercare di rintracciarli, in qualche modo." affermò Reji, mentre sferrava un potente calcio circolare ad un ghoul che aveva cercato di morderla. Con un grido di battaglia, Reji sollevò l'altra gamba e la abbattè sulla testa dell'avversario, e si sentì uno scricchiolio agghiacciante un attimo prima che il morto vivente crollasse al suolo e si immobilizzasse. Ma altri ghoul continuavano a circondare il gruppo... e mentre erano impegnati a tenere d'occhio la gran parte dei nemici, gli avventurieri finirono per perdere d'occhio altri due nemici che si erano arrampicati su un albero vicino. Prima che il gruppo si rendesse conto di cosa stesse accadendo, i due ghoul si scagliarono su di loro, attaccandoli dall'alto!

"Ah! Attent... Gah!" esclamò Yan, un attimo prima che uno dei ghoul si gettasse su di lui e gli affondasse i denti nel trapezio. "Aaargh! Maledizione..."

"Yan!" esclamò Nualia. La aasimar cercò di intervenire, ma l'altro ghoul piombò su di lei e la trascinò a terra, dove la giovane ebbe difficoltà a rialzarsi a causa della pesante armatura che la proteggeva. "Ugh... togliti di mezzo, dannato ghoul!"

"Attenti! La nostra formazione difensiva sta cedendo!" esclamò Eli. "Proteggete Yan e Nualia!"

Yan strinse i denti per il dolore alla spalla e cercò di rialzarsi e sferrare un fendente al ghoul che lo teneva fermo a terra... ma quest'ultimo, contro ogni aspettativa, evitò di proseguire l'attacco e balzò indietro, evitando la lama della spada. Nualia cercò a sua vlta di trafiggere il ghoul che le stava addosso, ma anche quest'ultimo riuscì ad evitare il colpo e a portarsi a distanza di sicurezza.

"Yan, stai bene?" chiese Nualia, vedendo il suo amico che sanguinava dalla ferita alla spalla. Il ragazzo annuì e cercò di rimettersi in guardia, alzando il suo scudo per proteggere sè stesso e i suoi compagni.

"Sì... ce la posso fare! Dopo darò un'occhiata a questa ferita..." rispose. "Presto, ragazzi, rimettiamoci in posizione, prima che questi ghoul ci circondino!"

"Lo sto già facendo! Scudo!" esclamò Eli. Pronunciò uno dei suoi incantesimi e creò una barriera di pura energia fra sè stessa e due ghoul che cercavano di avvicinarsi. Con un ringhio irritato, i non-morti cambiarono rapidamente tattica e si dispersero, in modo da dare bersagli multipli al gruppo... e in quel momento, Jolan riuscì a liberarsi dalla sua paralisi e si rimise in guardia, pur barcollando un po'.

I ghoul, non avendo ottenuto il vantaggio che si aspettavano, si muovevano con rapidità attorno al gruppo, facendo di tanto in tanto qualche finta per cercare di cogliere alla sprovvista il gruppo. Le spade di Yan e di Nualia facevano in modo che i ghoul non si avvicinassero troppo... e non appena Yan colse l'occasione giusta, lasciò cadere a terra la sua spada ed afferrò il suo arco, incoccò una freccia e la scagliòcontro uno dei ghoul, mirando alla testa. Il ghoul si scansò ed evitò il colpo, ma Yan reagì rapidamente e scagliò un'altra freccia che si piantò nel ventre del non-morto con un fruscio sinistro. Il ghoul barcollò e sgranò gli occhi, poi ringhiò e cercò di lanciarsi addosso a Yan...

"Fuoco distruttore, avvolgi il mio nemico! Raggio Rovente!" esclamò Eli. La mezzelfa puntò un dito contro il ghoul che Yan aveva appena colpito, e dalla punta dell'indice scaturì un raggio infuocato che colpì il morto vivente al torace, passandolo da parte a parte. Con un sibilo, il ghoul prese fuoco e bruciò, finchè di lui non rimase che un mucchietto di cenere.

"Bel colpo, Eli! Ma non sarò da meno." rispose Yan. Tese nuovamente l'arco e prese la mira contro un ghoul che si stava ritirando... e un istante dopo, il giovanotto fece fuoco, e la freccia attraversò il cranio del ghoul, che stridette e crollò a terra per non rialzarsi mai più. "Heh... davvero ottimo questo arco, anche se ci ho messo un po' a prendere la mano."

Vedendo che i loro numeri si stavano assottigliando, i ghoul ebbero il buon senso di abbandonare lo scontro e fuggire, disperdendosi quanto più possibile nelle campagne tutt'attorno. I ragazzi videro gli orribili non-morti che si allontanavano stridendo e farfugliando, correndo a zig-zag in modo da offrire un bersaglio molto più difficile. Ogni tanto, uno di quei mostri non-morti si voltava indietro e faceva una finta, oppure cercava in qualche altro modo di confondere il gruppo di Eli... ma qualunque ghoul si avvicinasse entro un certo limite al gruppo senza averne il permesso veniva immediatamente punito con un incantesimo Distruggi Non Morti, se non da qualcosa di ancora più sostanzioso. Finalmente, i ghoul superstiti decisero di levare le tende e si ritirarono in disordine per le campagne, urlando e farfugliando... e il gruppo di avventurieri rimase al suo posto, cercando di abbattere i ghoul in fuga con le loro armi a distanza. Yan tese di nuovo il suo arco e scagliò una freccia che colpì uno dei ghoul in mezzo alle scapole proprio mentre sembrava in procinto di nascondersi dietro un albero, e il non-morto crollò al suolo a faccia in giù con uno strillo assordante.

"Cercate di farne fuori il più possibile!" esclamò Eli, ben consapevole che anche un solo ghoul che fosse riuscito a sfuggire loro sarebbe potuto diventare un focolaio di una nuova epidemia di febbre del ghoul. La maga mezzelfa alzò la sua balestra e scagliò un quadrello che mancò di poco uno dei ghoul... poi scosse la testa e usò un incantesimo Dardo Incantato, scagliando tre raggi di luce argentata dalla punta di un indice. Senza possibilità di errore, i proiettili magici colpirono un altro ghoul alla testa e alla schiena, trapassandolo da parte a parte... e l'orrido non-morto emise uno stridio soffocato prima di crollare a terra, dove si contorse ancora per qualche istante prima di immobilizzarsi. Tuttavia, due o tre ghoul riuscirono a salvarsi, ognuno correndo in una direzione diversa in modo da rendersi più difficili da inseguire. Misia scagliò un quadrello di balestra contro il meno lontano, ma il dardo mancò il bersaglio e si piantò tra l'erba alta con un fruscio.

"Uff... sembra... che intanto ne abbiamo distrutti un bel po'." commentò esausta Reji mentre tirava un sospiro di sollievo. Si guardò attorno con un brivido, osservando i ghoul a terra immobili. "Come state, tutti quanti? Yan, sei stato ferito?"                       

Il ragazzo si stava tamponando la ferita che uno dei ghoul gli aveva fatto, e Nualia insisteva per darci un'occhiata anche lei. "Ah... sto bene, Reji. Non è una ferita grave." rispose. "Adesso dobbiamo pensare a ritrovare quei ghoul e distruggerli, prima che possano infettare qualcuno."

"A questo proposito, potresti essere stato infettato tu." disse la aasimar, senza nascondere la sua preoccupazione. "Sei sicuro di stare bene? So che la febbre dei ghoul non si manifesta subito, ma comunque... se avverti dei sintomi, non esitare a bere la tua pozione, okay?"

Yan rise brevemente. "Tranquilla, Nualia... ci starò attento. Non lascerò che sia qualche volgare ghoul a farmi fuori. Piuttosto... adesso è meglio cercare di inseguirli, e farlo in fretta prima che facciano perdere le loro tracce!"

"Uno di loro si sta dirigendo verso la fattoria degli Hambley, dove si sono verificati quegli attacchi." esclamò Jolan, indicando il ghoul che era riuscito ad allontanarsi di più. Il predatore non-morto stava correndo a tutta velocità verso degli edifici ad L costruiti attorno ad una sorta di statua, una gigantesca testa di pietra appartenente ad un guerriero con un elmo, che si volgeva leggermente alla propria sinistra. "Forse è di là che i ghoul hanno fatto la loro tana?"

"Lo verificheremo subito." tagliò corto Eli. "Dividiamoci e cerchiamo di eliminare i ghoul! Yan, Nualia... voi andate alla fattoria! Jolan! Tu ed io andiamo a prendere il ghoul al centro, sperando che non trovi i suoi amici... Reji, Misia, a voi l'ultimo! Buona fortuna, e fate presto!"

"Okay! Ci vediamo qui tra poco!" rispose Yan. Lui e Nualia corsero a tutta velocità verso l'edificio nel quale il ghoul si stava nascondendo, mentre il resto del gruppo inseguiva gli altri due non-morti. In breve tempo, i due vecchi amici fecero irruzione nell'abitazione pochi secondi dopo che il ghoul fu entrato, ma si fermarono sulla soglia per evitare di essere attaccati ai fianchi da qualche altra mostruosità.

L'interno della casa era in uno stato disastroso - i pochi mobili erano stati infranti, i pezzi sparpagliati per il pavimento, e ovunque erano sparse macchie di sangue ormai rappreso ed incrostato. Con attenzione, tenendo alto il suo scudo e la sua spada, Yan si fece avanti, sentendo un conato di vomito quando un terribile odore di carne marcia gli assalì le narici. Con orrore a malapena trattenuto, il ragazzo vide un corpo mutilato, già in avanzato stato di decomposizione e ricoperto di mosche, che giaceva riverso sul pavimento, vicino a quella che doveva essere la cucina. Indossava una tunica sdrucita, sulla quale erano ancora visibili i segni degli artigli dei ghoul... e, cosa che attirò ancora di più l'attenzione di Yan e Nualia, sul suo torace era stato inciso il simbolo del Sihedron, esattamente come era successo per le precedenti vittime!

"Aaaah... eccovi qui... Vossssstra Sssssignoria mi aveva detto di asssspettarvi!"

Una voce roca e sibilante accolse i due giovani, e Yan si girò tenendo la spada sollevata, mentre Nualia si piazzò accanto a lui per coprirgli il fianco più esposto.

"Non c'è la vosssstra amica? Peccato... Vosssstra Ssssignoria voleva lasciarle un messssaggio..." continuò la voce sibilante. Pur guardandosi attorno con la massima attenzione, nè Yan nè Nualia riuscivano a vedere dove fosse finito il ghoul che era fuggito da quella parte... e il misterioso interlocutore continuò il suo discorso. "Reji ssssi chiama, vero? E' una giovane molto carina... sssse ssssolo avesssse il coraggio di accettare la febbre e conssssegnarssssi al branco... allora conoscerebbe l'esssstasi di non dover temere la morte!"

Nualia, con sua stessa grande sorpresa, provò un moto di disgusto nel sentire quelle parole. L'idea che Reji, una delle poche persone che avessero mostrato compassione verso di lei, venisse presa da quegli orrori della notte le era intollerabile. "Non... non avrete mai la nostra compagna!" esclamò. "Noi... non ve lo permetteremo!"

"Dovrete prima vedervela con noi!" replicò Yan, avvicinandosi ancora di più a Nualia mentre con una mano frugava nella sua bisaccia. Provò un senso di sollievo quando la sua mano si strinse attorno ad una boccetta di acqua benedetta... ma la creatura continuò a sghignazzare, e ancora i due avventurieri non avevano idea da dove venisse quella voce.

"Oooooh... sssse è ssssolo per quessssto... ssssarò ben felice di... concedere anche voi di unirvi alla nosssstra caccia!"

Improvvisamente, dal soffitto caddero dei pezzi, che Yan e Nualia riuscirono ad evitare solo per un pelo... e subito dopo, due orride figure caddero giù a peso morto e afferrarono i due avventurieri trascinandoli al suolo! Le spade di Yan e Nualia caddero a terra con un forte clangore metallico, e il ghoul che era fuggito poco prima agguantò Nualia per il collo e cominciò a stringere, mozzandole il fiato in gola... mentre Yan si trovò a doversi difendere da una figura ancora più mostruosa, un ghoul particolarmente orrido, dalla pelle di un pallore cadaverico, i capelli lunghi ed unti e la mascella squadrata, con un corpo grassoccio a malapena coperto da vesti sudicie e lacere! Un odore pestilenziale aleggiava attorno al mostro non-morto, che spalancò una bocca armata di denti gialli e marci e cercò di affondarli nelle sue carni!

"Aaaaargh!" gridò il ragazzo, lottando per divincolarsi sotto il peso dell'armatura e del ghast che gli stava addosso. "Mollami! Mollami, ti dico! Nualia! Cerca... ugh... di resistere..." Il ragazzo boccheggiò e tossì in preda alla nausea, sentendosi soffocare dall'odore di putredine del suo assalitore, il cui volto si avvicinava sempre di più a quello di Yan...

"Huhuhuhuuu... non avere paura..." disse il ghast con voce raschiante, leccandosi le labbra con una lingua orribilmente lunga. "Prenderò ssssolo un morsssso della tua tenera carne rosa... poi lascerò che la febbre ti reclami! Presssto... ssssarai uno di noi!"

Yan represse il panico quando sentì la bava del non-morto che gli cadeva sul viso, e il suo respiro caldo e puzzolente sugli occhi e sul naso... e con uno sforzo, riuscì a tirare fuori una boccetta di acqua santa dalla bisaccia e stapparla. Mentre il ghast sembrava ormai ad un passo dal chiudere le mascelle sul suo volto, Yan alzò un braccio e scagliò l'acqua benedetta in faccia al morto vivente.

Il ghast lanciò un ululato atroce, come se gli avessero gettato in faccia dell'acido, e si allontanò da Yan in preda ad orrende convulsioni. Approfittando del momento, Yan si alzò con tutta l'agilità che la sua armatura gli consentiva e raccolse la sua spada. Non ci fu il tempo di prendere anche lo scudo - il furioso ghast si era nuovamente lanciato all'attacco, e Yan riuscì a vedere che l'acqua benedetta aveva letteralmente sciolto la metà destra del volto del non-morto, mettendo a nudo le ossa sottostanti e rendendolo ancora più spaventoso! Ormai ridotto ad una bestia furiosa, il ghast si gettò su Yan schioccando le mandibole, bramoso di vendetta... ma la rabbia gli fece abbassare la guardia, e il ragazzo riuscì a colpirlo al fianco con un affondo della sua spada. Fece un passo indietro ed eseguì un altro fendente, centrando il ghast appena sotto le costole. Ma ormai sapeva bene che queste ferite avrebbero soltanto dato un po' di fastidio al non-morto. Doveva cercare in qualche modo di decapitare il mostro... o almeno, di infliggere un danno abbastanza grande che il morto vivente non avrebbe potuto ignorarlo.

"Ho cambiato idea, verme mortale!" sibilò il ghast, gli occhi insanguinati e dardeggianti di odio. "Non meriti di unirti al branco! Dilanierò le tue carni fino all'ultimo brandello!"

"Non ero comunque interessato ad unirmi al vostro club, grazie infinite!" rispose prontamente Yan. Preso dall'ira, il ghast  si lanciò in avanti sferrando una raffica di artigliate, una delle quali fece un doloroso taglio sulla guancia del ragazzo, e un'altra gli aprì una ferita piuttosto profonda al braccio destro. Immediatamente, il ragazzo sentì che i suoi movimenti rallentavano... ma strinse i denti e cercò di tenersi mobile, sopraffacendo l'effetto paralizzante dei colpi del non-morto. "E non sono neanche interessato a farti da cena, quindi... tanti saluti!"

Con uno sforzo, il giovane spadaccino sferrò un fendente che raggiunse il ghast al torace, aprendo un'altra ferita nelle sue carni marcite, poi scattò in avanti e sferrò un calcio che riuscì a far perdere l'equilibrio al non-morto e lo fece cadere a terra. Il ghast ringhiò e cercò di rialzarsi, ma Yan gli fu rapidamente addosso e usò il bordo del suo scudo per trattenerlo a terra. La forza del morto vivente era spaventosa, e il ragazzo dovette fare uso di tutta la sua resistenza fisica per tenerlo bloccato, mentre il ghast agitava furiosamente gli artigli in aria nel frenetico tentativo di affondarli nelle sue carni.

Finalmente, Yan ebbe l'impressione che i colpi del ghast stessero perdendo di vigore... e quando il non-morto meno se l'aspettava, sollevò lo scudo e sferrò un micidiale affondo con la sua spada, diretto proprio al collo del mostro, che non ebbe altro che il tempo di sgranare gli occhi prima che la lama di ottimo acciaio gli penetrasse nella gola. Con un piccolo sforzo in più, Yan affondò ancora di più la lama, e la testa del ghast si separò dal corpo, che si agitò convulsamente ancora per qualche istante, e infine cessò ogni resistenza.    

Esausto e ferito, Yan si appoggiò con la schiena al muro... ma si ricordò subito che anche Nualia era in pericolo, e afferrò nuovamente la spada per correre ad aiutarla. Tuttavia, le sue preoccupazioni si rivelarono infondate - la aasimar era riuscita a liberarsi dalla stretta al collo del ghoul e aveva recuperato la sua spada per poi sferrare un fendente che aveva portato via l'avambraccio destro al ghoul. Il morto vivente ringhiò per la frustrazione, guardando per un istante il moncherino da cui uscivano sangue e pus, poi cercò di staccarsi da Nualia e fuggire.

La ragazza dai capelli bianchi non gliene diede il tempo. Mentre il non-morto cercava di passare attraverso una finestra divelta, Nualia corse verso di lui e lo trafisse in mezzo alle scapole con la sua spada, facendo uscire la punta della lama dal petto! Il ghoul ringhiò allarmato e cercò di sfilarsi dalla lama, ma le dentature della spada di Nualia rendevano difficile tirarsene fuori, e la aasimar non esitò a trascinare di nuovo il mostro nell'abitazione in rovina. Lo bloccò a terra ed estrasse la lama... poi sferrò un altro, devastante fendente che raggiunse il ghoul alla testa, spaccandogli il cranio. Il morto vivente si afflosciò a terra e sussultò un'ultima volta, mentre del fluido disgustoso si spandeva attorno alla sua testa.

"Nualia!" esclamò Yan, richiamando l'attenzione della sua amica d'infanzia. Immediatamente, Nualia si voltò verso Yan, ripulendo la sua arma dai resti organici.

"Yan! Come stai? Mi sembri malridotto..." affermò preoccupata la ragazza dai capelli bianchi, notando il sangue che macchiava i vestiti e l'armatura dello spadaccino. Per forza di abitudine, Nualia si concentrò e toccò la spalla ferita del suo amico... solo per ricordarsi un attimo dopo che non aveva più i suoi poteri da chierica, e il risultato fu che Yan strizzò un occhio per il dolore. "Ah! Scusa, non volevo! Io... stavo cercando di..."

"Ah, va tutto bene, Nualia... volevi lanciare un incantesimo curativo, giusto? Come facevi con i tuoi compagni del culto." rispose lui, e riuscì a fare una breve risata gioviale malgrado il dolore delle ferite. "Tutto okay, Nualia... sei stata brava! Adesso, se non altro, ci sono due non-morti in meno sulla faccia di Golarion."

Nualia sospirò, pensando tra sè che adesso avrebbe desiderato poter lanciare qualche incantesimo di guarigione. Se solo avesse avuto la possibilità di farlo, si sarebbe potuta rendere più utile a Yan... e al resto del gruppo. "Grazie... ma... adesso devi prenderti cura di te stesso. Non ho dimenticato... che sei stato morso da quel ghoul, e che potresti essere infettato."

"Heh... non ti si può nascondere nulla, vero?" Yan cercò di fare una battuta, che riuscì a rasserenare l'atmosfera. "Ma non ti preoccupare, me la caverò. Ci starò attento... e se dovessi sviluppare i sintomi della febbre del ghoul, prenderò la medicina di Padre Zantus." affermò.

Nualia tirò un sospiro di sollievo e cinse le spalle di Yan con il braccio ancora normale. "Va bene. Mi basta che tu stia attento. Adesso... forse è il caso di dare un'occhiata in giro, che ne dici? Soprattutto a quel corpo..." disse, ricordando bene che il corpo riverso a terra nella cucina aveva anch'esso il simbolo del Sihedron inciso sul petto, come era successo a Benny Harker.

Yan disse di sì con la testa. "Hai ragione. Chissà che non troviamo finalmente la chiave di questi delitti..."

 

oooooooooo

 

Gli artigli del ghoul stridettero quando si scontrarono con lo schermo di pura energia che Eli aveva eretto davanti a sè, sbilanciando il mostro ed esponendolo al successivo attacco della mezzelfa. Con un rapido gesto, Eli alzò la mano libera davanti a sè e alzò l'indice e il medio, per poi tracciare in aria un semplice simbolo magico...

Un istante dopo, Eli pronunciò una breve parola apparentemente incomprensibile e dalle punte delle sue dita scaturirono dei piccoli, acuti strali di energia che trafissero il morto vivente, bruciando la sua pelle avvizzita. Con un ringhio, il mostro cercò di avvicinarsi di più e mordere Eli, ma prima che potesse avvicinarsi abbastanza, Jolan lo raggiunse alla tempia con un coltello ben lanciato, e il ghoul venne scagliato a terra e non si rialzò più.

"Ottimo gioco di squadra, Jolan." disse Eli rilassandosi almeno un attimo dopo lo scontro. L'halfling recuuperò il suo pugnale della testa del ghoul ormai immobile e lo ripulì con attenzione, poi fece il segno dell'okay alla maga. "Adesso speriamo che anche gli altri siano riusciti ad eliminare i loro ghoul..."

"Guarda là, Eli!" rispose prontamente Jolan, intravedendo due figure femminili nell'oscurità che muovevano le braccia verso di loro. "Quelle devono essere Misia e Reji. Credo che abbiano qualcosa di urgente da comunicarci!"

"Come?" chiese la mezzelfa, per poi guardare in direzione delle due figure e riconoscerle subito come le sue due compagne di avventura. "Ah! Sì, sono proprio loro! Andiamo a vedere, Jolan. Ma stiamo attenti, potrebbe sempre esserci qualche ghoul in agguato."

L'halfling annuì e si affrettò dietro ad Eli con tutta la velocità che le sue gambe corte gli consentivano. Giunti abbastanza vicini a Reji e Misia, lui ed Eli videro un po' meglio cosa stava accadendo: vicino alla monaca e all'oracolo si trovavano quelli che a prima vista sembravano due spaventapasseri - due figure umanoidi montate su dei pali di legno, legate con dello spago per balle da fieno, i loro volti coperti con dei sacchi di tela che avevano soltanto un paio di buchi per gli occhi. Assomigliavano a dei macabri spaventapasseri... e peggio ancora, si riuscivano a sentire dei lamenti e a percepire dei lievi movimenti.

"Guardate. Abbiamo trovato delle persone legate a questi pali!" esclamò Misia, mentre Reji si prodigava per liberare almeno il volto delle vittime. Dopo aver slegato lo spago che tratteneva il sacco di tela sulla testa dello spaventapasseri più vicino, Reji scoprì il volto di una donna sulla trentina d'anni, il cui volto apparve subito sfigurato da qualche malattia - la pelle giallastra e secca come pergamena, gli occhi febbricitanti e i capelli sfibrati. Emise un mugugno inarticolato e si guardò attorno, sollevata di vedere finalmente dei volti amici.

"Hey, che succede? Chi sei... e cosa ci fai qui?" chiese Eli allarmata, mentre dava un'occhiata ai sintomi della donna. Febbre del ghoul, senza ombra di dubbio... e anche in stato avanzato. Se lei e i suoi compagni fossero arrivati solo con qualche ora di ritardo, quella povera anima sarebbe stata condannata all'esistenza dannata di un morto vivente.

La donna legata al palo alzò debolmente la testa, mentre Reji si preoccupava di sfilare il sacco dalla testa dall'altra figura - che si rivelò essere un uomo della stessa età della prima vittima, anche lui con i segni del morbo sul viso e sul corpo. "Aaaah... aiu... tateci... i morti... sono venuti... hanno preso... aaah..."

"Aspettate, signora. Prima bevete questa." disse Misia, togliendosi dalla bisaccia la sua dose di pozione di Rimuovi Malattia. La passò ad Eli, che stappò la boccetta e fece scorrere attentamente la pozione in bocca alla donna. Nel giro di pochi secondi, il respiro della vittima si fece più regolare e la pelle cominciò a riprendere il suo colore normale. Jolan fece la stessa cosa e diede a Reji la sua dose di pozione, che la ragazzina Tian provvide poi a smministrare all'uomo.

"Ah... che... che gli dei siano lodati..." mormorò l'uomo, la cui voce stava già cominciando a tornare normale mentre gli avventurieri iniziavano a slegarli. "Credevo... che saremmo morti lì..."

"Quei morti viventi... sono ancora in giro..." mormorò la donna, massaggiandosi i polsi arrossati.

Misia scosse la testa. "Per fortuna no... siamo riusciti a distruggerne un bel po'... e voi non diventerete come loro." li rassicurò. "Ora... cercheremo di trovare quelli che ci sono sfuggiti, e distruggeremo anche quelli."

"Non... non sappiamo come ringraziarvi..." mormorò l'uomo, mentre si alzava barcollando per andare ad abbracciare la donna, che evidentemente era sua moglie. "Ma ora... i morti hanno preso le nostre case... e hanno ucciso... i nostri vicini..."

La donna abbracciò il marito in lacrime, e Jolan sospirò tristemente. In effetti, anche dopo che i ghoul erano stati eliminati, restava il problema che i danni provocati da quei mostri non erano tanto facili da riparare... soprattutto, il fatto che avevano sconvolto molte vite e reso molti posti inabitabili. Non erano problemi che si potevano risolvere con una spada in pugno o un incantesimo...

"Ascoltate..." disse Jolan dopo averci pensato un po' su. "Per adesso, credo che fareste meglio a seguirci a Sandpoint. Lì cercheremo di trovarvi una sistemazione, almeno per il momento. Per adesso, comunque, restate vicini a noi. Non vorrei mai che saltasse fuori qualche altro ghoul e vi prendesse di mira."

"Va... va bene..." mormorò la donna asciugandosi le lacrime. "Grazie... non sappiamo come... sdebitarci..."

"A me bastano le lodi." rispose Eli. Quando Misia le rivolse uno sguardo poco convinto, la mezzelfa alzò le spalle. "Hey, stavo solo cercando di fare un po' di ironia."

"Ooookay..." rispose la femmina di gnomo con un sospiro.

 

oooooooooo

 

Finalmente, dopo essersi assicurati che non ci fossero più non-morti nelle vicinanze, il gruppo si era riunito vicino alla casa diroccata dove Yan e Nualia avevano affrontato quell'orrido ghast. Nonostante le difficoltà incontrate, il gruppo sembrava in buone condizioni, soprattutto dopo che Misia aveva provveduto a lanciare qualche incantesimo curativo a Yan.

"Ecco. Per adesso dovrebbe bastare." disse la biondina, mentre finiva di lanciare un incantesimo Cura Ferite Moderate, che fece rimarginare per buona parte le ferite del giovane. Yan tirò un sospiro di sollievo e mosse la spalla alla quale era stato morso, verificando che in effetti funzionava bene. "Comunque, tieniti controllato, Yan. E se dovessi accusare i sintomi della febbre del ghoul, non esitare a bere la tua pozione Rimuovi Malattie."

"D'accordo, Misia. Ci starò attento." rispose lui, per poi rivolgersi a Reji e tirare un sospiro. "Per quanto riguarda le due persone che avete salvato... avete visto se c'era qualcun altro nei paraggi? Qualcuno che non era ancora stato trasformato in un ghoul?"

"No, questi due erano gli unici ancora vivi di questa zona..." rispose la ragazzina con espressione contrita. Gettò uno sguardo ai due ostaggi appena liberati, che sedevano lì vicino in silenzio, tenendosi abbracciati per sostenersi a vicenda. "Abbiamo pensato di portarli a Sandpoint, dove spero che potranno ricostruire le loro vite."

Yan annuì e guardò il foglio di pergamena piegato che aveva tra le mani - lo stesso foglio che aveva trovato sul corpo senza vita rimasto nell'edificio in rovina, e che ora aveva portato con sè. "Mi sembra una buona idea, Reji... ma a questo proposito... ho trovato questo messaggio. E indovina un po'... è indirizzato a te."

"C-come?" esclamò Reji allarmata. Si era ricordata fin troppo bene dell'ultimo 'messaggio' che qualcuno le aveva fatto pervenire... e nulla le faceva presagire che questo messaggio sarebbe stato in qualche modo meno inquietante. "E... e hai letto che cosa c'era scritto?"

"Ancora no... ho pensato che avresti preferito leggerlo tu per prima." rispose il ragazzo. Nualia fece un cenno affermativo con la testa, e Yan consegnò a Reji un altro foglio di pergamena sul quale era stato scritto il nome della ragazzina Tian a caratteri cubitali... in quello che era senza dubbio sangue! Con un po' di trepidazione, Reji accettò il foglio e lo spiegò davanti a sè, per poi leggere quello che c'era scritto...

 

Tu continui ad ignorare i miei inviti, amore mio.

Non hai sentito il mio bruciante desiderio di te?

Non ricordi più la passione di quel pomeriggio in cui abbiamo cacciato assieme?

---  Vostra Signoria

 

La giovane esperta di arti marziali corrugò la fronte in un misto di irritazione ed allarme. Come il precedente messaggio, anche questo era criptico ed incomprensibile, oltre che inquietante. Di cosa stava parlando? Non ricordava di essere mai andata a caccia con nessuno. A parte...

Improvvisamente, il dubbio si trasformò in realizzazione.

Reji allontanò il viso dal foglio, sgranò gli occhi e aprì la bocca in un'esclamazione di orrore. Ebbe la netta sensazione che il sangue le si fosse ghiacciato nelle vene, e non era soltanto per il freddo della notte.

Anche i suoi compagni dovevano essersi accorti della sua reazione, visto che apparvero tutti allarmati e preoccupati. "Reji?" chiese Yan. "Reji, che succede? Che... che cosa dice quel messaggio..."

Tremando visibilmente, Reji consegnò la pergamena al suo compagno di tante avventure. "Leggi... leggi un po' cosa c'è scritto..." balbettò. Sentendosi sempre più in ansia, Yan prese il foglio di pergamena, e Reji prese qualche respiro profondo per cercare di calmarsi.

Gli occhi del giovane spadaccino divorarono il testo, fino a giungere alla frase finale.

Yan sarebbe stato il primo ad ammettere di non essere il ragazzo più sveglio di Varisia, ma anche lui era capace di fare due più due. E quando si rese conto di chi fosse l'unico che poteva aver scritto una simile lettera, anche lui rimase agghiacciato.

"Cacciato... assieme? No, non è possibile... Lord Foxglove... che significa questo?" mormorò.                   

 

 

oooooooooo

               

CONTINUA... 

 

 

 

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Capitolo 33
*** Le Apprensioni ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

Risposta alle recensioni

Farkas: Grazie infinite per la tua recensione! Purtroppo non riesco a commentare la tua recensione come dovrei per mancanza di tempo, ma ti ringrazio molto per i comenti, e spero che questi due capitoli che verranno siano di tuo gradimento!

Aldern Foxglove è il nome del giovane nobile che Reji ha salvato dai goblin ancora all'inizio di questa storia. XD

Grazie mille e a presto!

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE 

Capitolo 31 - Le Apprensioni

 

Il viaggio era stato estenuante. Tre miglia a piedi lungo uno stretto ed impervio percorso che seguiva un fiumiciattolo, partendo da un ponticello vicino alla Strada della Costa Perduta, fino alle imponenti scogliere che davano sul Golfo di Varisia. Sapendo che il loro scopo era di esplorare un edificio abbandonato, Yan aveva lasciato Shadowmist a Sandpoint, sapendo che almeno lì sarebbe stato più al sicuro. Man mano che il gruppo di avventurieri si avvicinava al maniero dei Foxglove, sembrava quasi che la natura stessa fosse diventata malata e contorta, una perversione dell'ordine naturale. Ortiche e rovi diventavano sempre più fitti, gli alberi erano spogli e privi di vita, e persino il vento stesso sembrava diventare sempre più freddo e penetrante mentre sibilava tra le scogliere a picco sul mare. La strada saliva lentamente, piegandosi ad angoli bruschi verso le scogliere... e infine, dopo una secca svolta, il Maniero Foxglove apparve davanti al gruppo di avventurieri, come una terribile fortezza che dava su un abisso senza fine!

"E' questo... finalmente ci siamo..." disse freddamente Reji, stringendo i pugni. La sua mente era un turbinio di dubbi ed emozioni febbrili, che stavano avendo la meglio sull'autodisciplina che era abituata ad esercitare fin da quando era bambina. In quel momento, la giovanissima esperta di arti marziali si sentiva sempre più dominata dal suo istinto, e tutto ciò che voleva in quel momento era di fare irruzione in quel tetro edificio e farsi strada a pugni e calci fino a ritrovare Aldern. E se non era lì... scoprire dov'era, raggiungerlo e farsi dare tutte le dovute spiegazioni. A malapena, ricordandosi che i suoi amici erano lì e avevano bisogno del suo aiuto, riuscì a dominare i suoi impulsi e restare ferma dov'era.

"Questo è... il Maniero Foxglove." commentò Eli, aggiustandosi gli occhiali e reprimendo un brivido alla vista di quella costruzione dall'aspetto terrificante. Chissà quali mostruosità c'erano al suo interno... e per giungere a capo del mistero della morte di Benny Harker e Katrine Vinder, e liberare una volta per tutte Sandpoint dalla minaccia dei ghoul, sarebbero dovuti entrare là dentro.

La giovane maga mezzelfa deglutì. Il gruppo aveva cercato informazioni sulle Apprensioni, prima di partire nuovamente in missione... e Nualia era stata più che solerte nel trovare quello che serviva loro. Si era ricordata infine che "le Apprensioni" era il nome che la gente di Sandpoint, in particolare quelli di etnia Varisiana, aveva dato all'antico maniero della famiglia Foxglove. Certamente, fin da quando era stato edificato 80 anni prima, aveva avuto una cattiva fama... tutte informazioni che il sindaco Kendra Deverin era stata rapida a confermare...

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(FLASHBACK)

"Le Apprensioni? Volete dire... l'antico maniero della famiglia Foxglove?" chiese Kendra con evidente stupore. Il suo accento tradiva una certa paura, a causa della fama sinistra di quel luogo di pazzia e morte.

Jolan disse di sì con la testa. "Esatto, sindaco Deverin." rispose l'halfling. "Purtroppo, io non sono molto pratico di quella zona, quindi non credo di poter dare le notizie che servono ai miei compagni. Pensavo che magari lei avesse maggiore dimestichezza con queste cose."

Kendra ci pensò su un attimo, poi disse di sì con la testa, sicura di avere le informazioni che il gruppo cercava. Si alzò dalla scrivania e andò a cercare nella libreria che si ergeva vicino alla sua postazione e cominciò a cercare con lo sguardo il volume di cui parlava. Dove poteva essere? Bisognava sempre avere tante cose alla mano...

"Ah! Eccolo qui... la storia recente di Sandpoint e dintorni... sì, qui dovrebbero esserci alcune delle informazioni che cercate." affermò, tirando fuori il volumetto che le interessava. Lo portò alla scrivania e lo aprì davanti a Jolan, per poi mettersi a cercare la parte che interessava al gruppo al lume della candela che ardeva sulla scrivania, ben protetta dal vetro. "Vediamo un po'... Foxglove... Foxglove... Ah, eccolo qui. Il maniero Foxglove, qui dice, è stato fatto costruire circa 80 anni fa per conto dell'allora capofamiglia Vorel Foxglove, un mago conosciuto per esperimenti ai limiti della legalità oltre che un importante membro della gilda dei mercanti di Magnimar. Lui e la sua famiglia sono vissuti nel maniero per circa vent'anni, prima che gran parte della famiglia perisse a causa di una malattia tuttora sconosciuta. I Foxglove sopravvissuti hanno evitato il luogo per più di quarant'anni, finchè il nipote di Vorel, Traver Foxglove, non si è trasferito nuovamente da quelle parti."

"Traver Foxglove... si tratta per caso del padre del signor Aldern?" chiese Misia, cercando di dare un'occhiata al testo e alle rappresentazioni.

"Esatto... ma ancora una volta, la maledizione che sembra gravare sulla famiglia Foxglove si è abbattuta su di lui." spiegò Kendra con un sospiro. "Circa quattordici anni fa, un incendio distrusse parte del maniero... e subito dopo, il corpo di Cyralie Foxglove, la moglie del signor Traver, venne trovato sugli scogli, in pezzi e parzialmente bruciato. E Traver Foxglove stesso venne ritrovato cadavere nella sua camera da letto, con la gola tagliata. Teneva ancora in una mano il pugnale con cui si era suicidato."

Misia rabbrividì. "Posso capire come mai la gente pensa che su quella famiglia gravi una maledizione..."

Kendra disse di sì con la testa e proseguì il racconto. "I figli della famiglia Foxglove, compreso il piccolo Aldern, furono mandati a Korvosa per essere cresciuti da dei loro parenti. Solo un anno fa il signor Aldern è tornato a Sandpoint e ha cominciato a far fare dei lavori di restauro. Ma... qui c'è un elemento che forse non sapete."

Jolan sbattè gli occhi sorpreso. "Di... cosa si tratterebbe, sindaco Deverin?"

La donna passò l'indice su una pagina e trovò la riga che le interessava. "Eccola qui. Circa tre mesi dopo l'inizio dei lavori al maniero Foxglove, il signor Aldern incontrò una giovane varisiana di nome Iesha. I due cominciarono a frequentarsi, e tra loro nacque una passione travolgente... al punto che si sposarono circa una settimana dopo. Ma... purtroppo non durò a lungo. Circa tre mesi fa, Iesha è morta in un incidente... o almeno, così è stato detto, visto che il suo corpo non è mai stato trovato. Da allora, dicono che ogni tanto, attorno al maniero Foxglove, si senta il pianto disperato di Iesha... e questo non ha fatto altro che rafforzare i rumori secondo cui il maniero è infestato dagli spettri."

Terrificati, Jolan e Misia tacquero. Come avrebbero mai potuto immaginare che la storia della famiglia Foxglove fosse così piena di lati oscuri e domande senza risposta?

Chissà come avrebbe preso Reji queste notizie...

(FINE FLASHBACK)

oooooooooo

Reji prese fiato, cercando di prepararsi mentalmente a quello che dovevano fare. Dentro di sè, non vedeva l'ora di ritrovare Aldern e chiedere spiegazioni per tutto quello che era successo... e allo stesso tempo, una parte di lei sperava di non trovare Aldern tanto presto. Non era sicura che sarebbe stata in grado di tenere sotto controllo le sue emozioni nel caso lo avesse incontrato.

Comprendendo lo stress emotivo a cui la sua amica era sottoposta, Yan mise una mano sulla spalla dell'esperta di arti marziali, che espirò e si sentì rilassarsi. Se non altro, avere i suoi compagni pronti a darle una mano le dava un po' più di fiducia.

"Sto bene, ragazzi. Non preoccupatevi per me." disse la ragazzina, mentre alzava lo sguardo e fissava con apparente decisione il Maniero Foxglove che sembrava quasi cercare di intimorirli e costringerli a tornare indietro. "Dobbiamo... entrare là dentro e fare quello che possiamo per chiarire questa faccenda. Temo... che non sarà facile."

"Okay... restiamo uniti, e non lasciamoci separare. Non ho la più pallida idea di cosa incontreremo là dentro, e qualsiasi cosa ci aspetti... avremo maggiori probabilità di uscirne tutti vivi se resteremo uniti." disse Eli. "Se siete pronti, allora andiamo."

Jolan disse di sì con la testa. "Nualia, te la senti anche tu?" chiese alla aasimar, che restava in piedi accanto al gruppo, la spada ben riposta nella sua custodia.

La giovane dai capelli bianchi si passò una mano sulla fronte e annuì. "Sì, non ti preoccupare per me." affermò freddamente. "Anch'io ci sono dentro, ormai."

L'halfling fece spallucce, ormai abituato al tono distaccato di Nualia. Yan e Reji, fino a quel momento, erano gli unici con i quali la ex-sacerdotessa di Lamashtu si era aperta, ma si era comunque dimostrata degna di fiducia, fino a quel momento. "Okay, allora andiamo. State molto attenti, e guardatevi sempre attorno."

Misia deglutì e cominciò a seguire il resto del gruppo, con Nualia che teneva la retroguardia. Con circospezione, gli avventurieri seguirono la stradina sterrata verso l'ingresso del maniero, passando accanto ad un edificio più piccolo che una volta doveva essere stato anch'esso robusto ed imponente, ma di cui ora rimanevano soltanto alcune pietre annerite e imbrattate di cenere. Un pozzo di pietre grigie era posto ad un angolo delle rovine, parzialmente collassato, e su ciò che rimaneva dell'edificio erano appollaiati dei corvi dall'aspetto malato, che fissavano Yan e i suoi compagni con un'espressione stranamente famelica, come se vedessero i sei avventurieri come potenziali prede.

"Ragazzi..." mormorò Misia con evidente nervosismo. "Io... non mi fido di quei corvi..."

Come se uno degli uccelli dalle piume nere avesse sentito, aprì le ali ed emise un verso aspro e fastidioso. Gli altri corvi lo imitarono, scatenando un'inquietante coro che riecheggiò dietro il gruppo mentre si avvicinavano con riluttanza ad un bivio. Entrambe le strade portavano a delle doppie porte che davano accesso al maniero, ed Eli fece cenno di fermarsi prima di dare un'attenta occhiata alle due strade.

"Okay, adesso... da che parte andiamo?" chiese la mezzelfa, lo sguardo che passava rapidamente da una porta all'altra. "Apparentemente, non ci sono differenze tra l'uno e l'altro percorso. Lascio decidere a voi."

"Heh... bella roba, non abbiamo alcun elemento per decidere quale delle due potrebbe essere la meno pericolosa." affermò Yan. "Comunque... hmm... io dico di prendere quella di destra. Non chiedetemi il perchè, ma ho questo presentimento."

"Va bene... sono d'accordo anch'io." affermò Reji, mentre il gruppo si affrettava verso l'ingresso alla loro destra. "Se troviamo qualcosa di pericoloso, gli sbattiamo la porta in faccia e andiamo dall'altra parte." Con attenzione, Yan spinse il portone di legno, stranamente ben preservato nonostante l'abbandono, e sfoderò la spada mentre entrava in una grande sala. Misia lanciò un incantesimo Luce, in modo da permettere al gruppo di vedere facilmente all'interno della sala... e quando gli avventurieri mossero i loro primi passi là dentro, sentirono lo scricchiolio delle travi di legno sotto le suole dei loro stivali, dando alla grande stanza dal soffitto elevato un senso di vecchiume e decadimento. Un forte odore di chiuso e di muffa permeava l'atmosfera, e i muri e i mobili erano segnati dall'umidità, come anche alcuni trofei di caccia montati sui muri alla loro sinistra. Dando una rapida occhiata, Jolan riconobbe un cinghiale, un orso nero, un puma e un cervo... ma tutte queste prede impallidivano di fronte alla terrificante creatura che si trovava in mezzo alla stanza e sembrava venire incontro al gruppo!

"Ah! Attenti..." esclamò Yan. Si piazzò davanti al gruppo e puntò la spada contro la bestia... solo per rendersi conto, un istante dopo, che la creatura era impagliata in modo da sembrare che stesse avanzando verso chiunque entrasse dala porta! Il ragazzo guardò davanti a sè, sentendosi improvvisamente molto stupido, ed esaminò la strana creatura: lunga circa tre metri e mezzo, aveva il corpo di un leone, con delle grandi ali membranose che fuoriuscivano dalla schiena e una coda che terminava in un nodulo ricoperto di aculei acuti come pugnali. Ma la parte più inquietante era senza dubbio la testa, visto che aveva la criniera di un leone, eppure il volto assomigliava fin troppo a quello di un umano, se non fosse stato per la bocca enorme e le zanne affilate. Senza dubbio, si trattava di una manticora, una mostruosa creatura con una ben nota predilezione per la carne umana.

"Non... non c'è da aver paura, gente. Questa manticora è già morta ed impagliata." disse il giovane, mentre il resto del gruppo entrava e guardava incuriosito quell'inusuale trofeo. Era stata preservata davvero bene, al punto che ad un primo sguardo la si sarebbe potuta scambiare per una manticora autentica.

"Wow... quindi i Foxglove avevano anche la passione per la caccia..." disse Misia, per poi ridacchiare tra sè. "Eh... certo, certo. Il signor Aldern è pure andato a caccia con Reji e Jolan."

Reji sorrise tra sè mentre ricordava quella giornata intensa ma divertente, quando lei aveva aiutato Jolan ed Aldern a catturare un possente cinghiale che era poi diventato il piatto forte della serata al Drago Arrugginito. Scuotendo la testa, si impose di restare concentrata, e si guardò attorno. "Okay, gente... adesso vediamo di dare una bella occhiata in tutto questo edificio. Credo che avremo il nostro bel da fare a..."

Improvvisamente Nualia, che stava lentamente chiudendo la porta dietro di sè, sgranò i suoi occhi celesti in segno di allarme, guardando la manticora impagliata dalla cui pelliccia cominciavano a salire delle strane volute di fumo grigio! "Ma cos... ATTENTI!" esclamò, facendo sobbalzare un po' tutti.

In una frazione di secondo, quella che sembrava essere una manticora impagliata si lanciò in avanti, e il suo corpo venne avvolto dalle fiamme, senza che ci fosse alcuna causa apparente! Il suo volto cambiò di colpo, trasformandosi in quello di una bella donna di mezz'età... e la manticora, ora trasformata in un proiettile infuocato, si lanciò contro Eli con un ringhio spaventoso! La mezzelfa sgranò gli occhi in un'espressione di sorpresa ed orrore, e guidata unicamente dall'istinto di sopravvivenza, si gettò di colpo sul pavimento, evitando per un pelo la creatura infuocata ma emettendo comunque un grido di dolore quando il calore periferico le provocò delle ustioni sulla schiena! Nualia si scansò a sua volta, e le fiamme le ustionarono il braccio demoniaco, la cui pelle rossastra raggrinzì con un sibilo, prima di uscire dalla porta e spegnersi in lontananza!

"Aaah! Ma che... ma che diavolo è successo? Eli!" esclamò Yan, vedendo il capo del suo gruppo a terra che cecava di rialzarsi nonostante il dolore della bruciatura. E la cosa ancora più sconvolgente... era che la manticora era di nuovo al suo posto, la pelliccia intatta e la posizione immutata, come se niente fosse successo!

"Eli! Eli, riprenditi, ti prego!" esclamò Misia. Raggiunse la sua amica stesa a terra e versò della pozione curativa nel punto in cui era rimasta ustionata. Immediatamente, la pelle piagata tornò normale, ed Eli tirò un sospiro di sollievo, immaginando che avrebbe potuto toccarle un destino ben peggiore se non fosse stato per l'avvertimento di Nualia. "Eli! Eli, stai bene, vero?"

"Che diavolo è successo?" chiese Jolan. "Eli, tutto a posto?"

La mezzelfa strizzò un occhio e si passò una mano sulla schiena. La fiammata aveva bruciato una parte di vestito e aveva intaccato la pelle, ma almeno ora i danni fisici erano stati riparati. "Sì... sì, sto bene. Misia, dai una pozione anche a Nualia!" affermò. Misia annuì e corse a vedere come stava la aasimar, per poi versarle del liquido curativo sul braccio, mentre Eli si rialzava barcollando, subito assistita da Reji. "Quella... era un'infestazione. Una zona pericolosa creata da spiriti inquieti che reagiscono con violenza alla presenza dei viventi."

"Ma davvero?" esclamò Yan rabbiosamente. Lo spadaccino si voltò verso la manticora impagliata, alzò la spada e la abbattè con violenza sulla creatura, mandandola in pezzi! "Ecco. Adesso questa non reagirà mai più."

"Sistema un po' sbrigativo... ma almeno è efficace." commentò Reji. "Ragazzi, tutto bene?"

Nualia mosse il braccio ora tornato sano. "Sì... adesso stiamo bene. Ma non credo che quella sarà l'unica infestazione che ci troveremo ad affrontare." rispose. "Temo... che tutta questa casa sia stregata. E poi... non vi sembra strano che i muri non abbiano preso fuoco?"

"E' vero anche questo, porca miseria..." disse Yan, notando che non si vedeva traccia di bruciature o altri effetti delle fiamme sui muri e sui soffitti dell'atrio d'ingresso... e persino l'aria era rimasta umida come prima. "Questo posto è maledetto, ora ne sono sicuro."

Eli si ricompose e lanciò un semplice incantesimo di riparazione per ricucire il suo vestito. "Non posso darti torto, Yan..." disse la mezzelfa. "Questo vuol dire che dobbiamo prestare ancora più attenzione quando esploriamo le varie stanze. Qualsiasi cosa vi sembri sospetta, qualsiasi cosa possa assomigliare ad un'infestazione... la distruggete o la evitate! Mi raccomando, massima attenzione!"

Yan alzò le spalle e sospirò. "E' una parola. Adesso tutto mi sembra sospetto, in questo posto..."

"A proposito..." Eli si voltò verso Nualia e le fece un sorriso. "Grazie per l'aiuto, Nualia. Se tu non avessi lanciato quell'avvertimento, forse ora non sarei qui."

La aasimar corrugò la fronte, sentendosi un po' a disagio davanti a quel ringraziamento... poi girò la testa dall'altra parte. "Io... ho soltanto reagito. E' stato... un riflesso condizionato, tutto qui."

"Qualunque cosa sia stata, io sono ancora viva. Quindi grazie." continuò Eli. "Ed ora forza... continuamo a cercare. Massima attenzione, mi raccomando..."

La giovane maga si interruppe quando un gemito sommesso, come quello di una giovane donna che piangeva disperatamente, riecheggiò tra le mura del maniero... e il gruppo si guardò attorno con espressione ansiosa, chiedendosi cos'altro sarebbe successo. Ma il pianto cessò rapidamente com'era venuto, e dopo diversi minuti in cui il gruppo era rimasto fermo dov'era in trepidante attesa, non era ancora successo niente...

 

oooooooooo

 

"Vostra Signoria... sono arrivati!"

Una voce aspra e sibilante, che sembrava provenire da una bocca armata di troppi denti, riecheggiò nella caverna, e la figura umanoide seduta nell'oscurità, intenta ad affilare un paio di enormi rasoi, emise un sospiro, un verso che esprimeva al tempo stesso impazienza, sollievo e un vago rimpianto. Lentamente, il morto vivente che si faceva chiamare Vostra Signoria si alzò dal suo posto e si voltò verso il gruppetto di ghoul che aveva parlato. Molti di questi erano normali ghoul, ma mischiati tra essi ce n'erano alcuni di piccole dimensioni, con la testa esageratamente grande e la pelle verdastra e rinsecchita.

"Ottimo, ottimo... ssssapevo che ssssarebbero venuti!" affermò l'orribile ghast in un sibilo malefico. "Sssstanno avendo difficoltà con le infesssstazioni della nosssstra casa?"

Uno dei ghoul più piccoli sghignazzò e rispose con quella sua vocetta aspra che ricordava le unghie sulla lavagna. "Per il momento solo trovato bestia leone infuocata, vostra signoria!" gracchiò. "Loro esplorare casa, noi catturare, sì?"

"Vostra Signoria" attese qualche momento prima di dare la sua risposta, come se ci stesse pensando su. "Hmm... ssssì, potrebbe essere un'idea. C'è quella aasimar di cui ho ssssentito parlare nel gruppo?" chiese, forse pensando che avrebbe potuto rappresentare un ostacolo per il suo piano.

"Sì... è qui anche lei..." fu la pronta risposta di uno dei ghoul. "Lei... non possiamo convertirla, vero?"

Il capo dei morti viventi scosse la testa. "No, certo che no... allora ssssentitevi liberi di ucciderla e mangiarla." affermò. "Gli altri portateli qui... ma ssssoprattutto la ragazza Tian! Io... non rinuncerò a lei... per nessssun motivo..."

Diversi dei ghoul si chiesero come mai il loro leader fosse così ossessionato da quella ragazzina, ma ebbero il buon senso di non fare domande sciocche. "Sì, vostra signoria... noi... obbediamo..." risposero all'unisono, ma in udibile disarmonia, diverse voci di ghoul, prima che gli orribili non-morti si allontanassero e iniziassero la loro caccia. Soddisfatto, il ghast osservò i suoi servitori che si disperdevano e si sedette su una sporgenza di roccia, guardandosi le mani ricoperte di pelle giallastra dall'aspetto malato, raggrinzita come pergamena...

"Finalmente... amore mio... ssssaremo assssieme!" sibilò. "E nulla, neanche il tempo... potrà mai ssssepararci!"  

Improvvisamente, il ghast fece una smorfia e si prese la testa tra le mani artigliate, come se gli fosse venuta di colpo una terribile emicrania. Strinse i denti e scosse la testa per cercare di sfuggire al tormento... poi parlò di nuovo, con una voce  che, per quanto falsata dai numerosi denti di cui era armata la sua bocca, suonava comunque molto più umana. "No... no... questo è... sbagliato... è malvagio... io non voglio che..."

Il ghast gettò indietro la testa e ringhiò ferocemente, come se qualcosa gli avesse inflitto autentico dolore fisico... e un attimo dopo, la sua voce era tornata quella aspra e maligna di prima. "Tsk! Sssstupido, cosa credevi di fare?" sibilò, riprendendo fiato. "Non mi sssservi più, ssssei una parte di me che non ha più nessssuna utilità! Ssscompari una volta per tutte!"

"Vostra Signoria" restò seduto al suo posto e ghignò sinistramente, soddisfatto di come stessero andando le cose...

 

oooooooooo

 

La ricerca, per il momento, non aveva fornito alcuna indicazione utile al gruppetto di avventurieri. Le sale al piano terra del Maniero Foxglove potevano essere inquietanti, quanto lo poteva essere qualsiasi elemento in una casa abbandonata, ma per il momento non si erano imbattuti in qualche mostruosità o altre infestazioni. Detto questo, quello strano suono di pianto si era ripetuto altre due volte, inquietando il gruppo di avventurieri che pur tuttavia non erano stati in grado di determinare da dove venisse. Sembrava provenire da tutte le parti nello stesso momento, amplificato da qualche effetto soprannaturale... e anche Jolan, pur tendendo al massimo le sue sensibili orecchie, non era riuscito a captarne la provenienza. Passando per la sala da pranzo, ai ragazzi era parso di sentire una voce che chiamava qualcuno di nome Lorey, e ad un certo punto, a Reji e Yan era sembrato di sentire un pianoforte che suonava un allegro motivetto Varisiano... ma la musica era cessata con la stessa rapidità con cui era iniziata.

"Niente..." rispose con un sospiro, mentre il resto del gruppo attendeva attorno a lui. "Non ho mai sentito un suono come questo, e ho l'impressione che non sia un essere tangibile ad emetterlo. L'unica cosa che posso dire per certo è... che mi dà l'impressione di essere un fantasma o cose del genere."

Eli scosse la testa mentre il gruppo continuava, con un po' di riluttanza, ad esplorare la libreria nella quale si trovavano. Era una stanza piccola e comfortevole, arredata con due sedie - una delle quali rotta e rovesciata - davanti a un camino in pietra. Una sciarpa, i cui colori rossi e oro contrastavano con i colori scialbi della stanza, era posta sul lato sinistro di una delle sedie, e un fermalibri in pietra, scolpito in modo da sembrare un angelo in preghiera con ali di farfalla, giaceva su un fianco nel camino stesso.

"Questa sciarpa... ha qualcosa di particolare." disse Nualia, mentre osservava con attenzione il prezioso scialle di seta. "Correggetemi se sbaglio, ma... ho l'impressione che sia di fattura varisiana." La aasimar riuscì a vedere due piccole lettere dorate, scritte in elegante grafia, ricamate su un angolo della sciarpa, e aguzzando un po' la vista vide che si trattava dell'abbreviazione I.F.

"E' vero..." disse Yan, esaminando a sua volta la sciarpa da distanza di sicurezza. Poteva sembrare paranoia, ma in un posto così infido, la prudenza non era mai troppa. "E quelle lettere lì... devono essere delle iniziali. Molto probabilmente della persona a cui apparteneva la sciarpa."

"C'è qualcos'altro che potrebbe essere interessante, da queste parti?" chiese Misia, mentre si chinava verso il fermalibri rimasto nel camino. Aveva visto qualcosa di inquietante in quell'oggetto. Una delle ali sembrava scheggiata, e quel lato era sporco di sangue rappreso, come se il fermalibri fosse stato usato per colpire violentemente qualcuno sulla testa.

"Al momento non vedo nulla di particolare." rispose Reji, che stava esplorando con attenzione la libreria in modo da non farsi sfuggire nulla. "Detto questo, io credo che..."

La monaca si bloccò di colpo quando Nualia lanciò un'esclamazione di allarme... e la sciarpa si mosse da sola, avvinghiandosi attorno al braccio destro della aasimar come una sorta di mostruoso serpente! Come dotata di vita propria, la sciarpa si arramicò sul braccio di Nualia, che indietreggiò con gli occhi sgranati, come ipnotizzata, e cercò di strapparsela di dosso con il braccio demoniaco!

"Nualia!" esclamò Yan allarmato. "Nualia, aspetta! Ti do una mano io!"

La sciarpa si arrampicò sulla sua vittima e cominciò ad avvinghiarsi attorno alla sua gola come un cappio, mentre Nualia cercava in qualche modo di allentarne la presa. "Io... non sono... Nualia..." mormorò con voce tremante, lasciando di stucco i ragazzi. "Mi chiamo... Iesha... Foxglove..."

"Nualia?" chiese il ragazzo. "Nualia, che stai dicendo? E' questa sciarpa, vero? Ha qualche strana magia?"

Immediatamente, Yan cercò di aiutare la sua amica d'infanzia a togliersi quell'indumento stregato... ma Nualia lanciò un grido di terrore e disperazione, e cercò di allontanarsi da lui! "Noooo! No, Aldern! Che stai facendo? Io... io... non ti volevo tradire! Ascoltami, ti prego! Non farlo! Non... farlo..."

"Aldern?" esclamò Eli. "Ma... ma che dici, Nualia? Qui non c'è Aldern! Svegliati, ti prego! Sei vittima di qualche magia!"

Ormai la sciarpa era arrivata al collo di Nualia e si accingeva a stringere per soffocarla... ma la aasimar riprese quel tanto di lucidità che le serviva per rendersi conto di essere in pericolo e tirò con ancora più forza, finalmente allentando la presa della sciarpa animata. Yan le diede una mano e tirò la sciarpa verso di sè... e finalmente, dopo un po' di sforzo, la sciarpa animata cedette. Yan la strappò di dosso a Nualia e la scagliò rabbiosamente verso il camino, dove si afflosciò e smise di muoversi. Misia lanciò un breve grido di allarme, ma ormai la stregoneria si era esaurita, e la sciarpa era tornata innocua.

"Nualia, stai bene?" chiese Reji, raggiungendo la ex-sacerdotessa di Lamashtu. "Sei... sei Nualia, vero? Non sei Iesha Foxglove?"

La aasimar si massaggiò il collo e fece un piccolo sorriso a Yan per dirgli che stava bene e non c'era bisogno di preoccuparsi per lei. "Uff... sì... sì, sto bene... non capisco perchè accidenti mi sono messa a dire di essere questa Iesha Foxglove, ma... immagino che facesse parte di questa strana trappola magica."

"Non ci si può proprio fidare di niente, da queste parti..." mormorò Jolan con evidente nervosismo, mentre esaminava il fermalibri che Misia gli stava presentando. Anche lui notò ben presto le macchie di sangue su un lato dell'oggetto, e comprese subito che doveva essere stato usato per commettere un delitto. "Ma... quello che mi inquieta di più è stato... quello che ha detto Nualia sotto l'effetto di quella trappola."

"Che vorresti dire, Jolan?" chiese Yan. Aveva uno strano presentimento... e sperava con tutto il cuore di sbagliarsi.

"Questa sciarpa... fa probabilmente parte dell'infestazione che aleggia su questo strano posto." cominciò a spiegare Eli. Gettò uno sguardo comprensivo a Reji, e cercò rapidamente le parole giuste per esprimere i suoi sospetti. "Ho l'impressione... che quello che Nualia ha gridato sotto l'effetto dell'infestazione... siano state le ultime parole della proprietaria di quella sciarpa."

Un'espressione di raccapriccio attraversò il volto di Reji. "Cosa... cosa stai dicendo, Eli? Vorresti dire che..." si interruppe e si mise una mano sulla fronte, quasi non osando credere a cosa volessero dire quelle preghiere disperate di Iesha. "Aspetta... aspetta un momento... voi... avete detto che Iesha Foxglove... la moglie di Aldern... era morta in circostanze misteriose, vero?"

"S-sì, questo... questo è quello che ci ha raccontato il sindaco Deverin..." affermò Jolan. I ragazzi stavano cominciando ad intravedere la verità dietro tutti i misteri e gli inquietanti indizi. E a nessuno di loro piaceva quello che si stava delineando, men che meno a Reji.

Improvvisamente, il suono di pianto riprese a riecheggiare nel maniero... e questa volta, quando Misia drizzò le orecchie per cercare di capire da dove venisse, ebbe la netta sensazione che provenisse dal piano superiore della casa abbandonata! Finora, avevano esplorato solo il piano terra, ma forse ai piani più in alto avrebbero potuto trovare qualche elemento in più... e sperabilmente, mettere un po' di ordine in questo caos.

"Ragazzi..." propose la femmina di gnomo. "Sentite, forse è meglio seguire la fonte di questo lamento. Ho l'impressione che troveremo qualcosa di più al piano di sopra."

Lo sguardo di Reji si fece freddo e deciso. "E va bene. Allora cosa aspettiamo?" chiese la ragazzina Tian, decisa ad arrivare fino in fondo, qualunque fosse il costo personale. Senza attendere oltre, Reji uscì dalla libreria e fece cenno ai suoi compagni di seguirla. "Forza, dobbiamo capire che diavolo sta succedendo da queste parti... e se Aldern è davvero implicato in tutto ciò!"

"A... Aspetta un attimo, Reji! Non essere imprudente!" esclamò Yan, piuttosto scioccato dal comportamento della sua amica. Di solito era lei a trattenere Yan quando quest'ultimo abbassava la guardia... Preoccupato per lei, cominciò a seguirla mentre la giovane Tian si dirigeva verso una rampa di scale che portava al piano superiore.

Nel momento stesso in cui Reji iniziò a salire le scale, un rumore improvviso la avvertì di un pericolo... e alzando lo sguardo, la giovane monaca vide due ghoul sul pianerottolo in cima alle scale! I due non-morti stavano ghignando malignamente mentre spingevano una pesante cassettiera di legno scuro lungo le scale, in modo che travolgesse Reji e Yan mentre salivano!

"Attenta!" esclamò Yan. Reji sgranò gli occhi spaventata, ma la sua espressione si trasformò ben presto in un cipiglio rabbioso, e la ragazzina attese al suo posto finchè il mobile non fu ad appena un passo da lei! Piegò le ginocchia e spiccò un agile salto, atterrando sopra la cassettiera mentre Yan si spostava rapidamente dalla sua posizione, atterrando illeso nella stanza sottostante.

Ma prima che il ragazzo potesse rimettersi in guardia, un ghoul emerse da sotto le scale e lo attaccò di sorpresa, mandando a segno un colpo d'artiglio sulla spalla di Yan! Con un breve grido di dolore e di allarme, Yan alzò il suo scudo e parò l'attacco successivo, ma sentì che i suoi movimenti stavano già rallentando, segno che stava per rimanere paralizzato. Reji voltò lo sguardo verso il suo amico e cercò di tornare giù per aiutarlo... ma i due ghoul in cima alle scale si lanciarono su di lei, cercando di bloccarla! Con un rapido movimento del braccio destro, Reji colpì un ghoul in faccia con il pugno rovesciato, scaraventando la creatura non-morta giù dalle scale. L'altro ghoul, tuttavia, giocò d'astuzia e afferrò le caviglie di Reji, per poi tirare verso di sè e cercare di farle perdere l'equilibrio.

"At... tenta... Reji!" Lottando con tutte le sue forze contro le sensazione di torpore che si stava impadronendo del suo corpo, Yan alzò la testa e afferrò il suo arco con le mani tremanti, poi incoccò una freccia e cercò di mirare contro i ghoul che minacciavano Reji... ma un terzo ghoul, apparso all'improvviso sul pianerottolo, agì più velocemente di lui e gli scagliò contro un vaso di porcellana. Yan emise un grugnito di dolore quando il vaso lo colpì alla testa prima di cadere a terra e spaccarsi in due, e si afflosciò al suolo privo di sensi, con un rivoletto di sangue che gli colava dalla fronte. Immediatamente, il terzo ghoul andò a dare man forte all'altro suo compagno, in modo da trattenere Reji.

"Yan! Yan! Lasciatemi, maledetti schifosi!" esclamò la giovane monaca, mentre cercava in qualche modo di liberarsi dalla presa dei due ghoul che la stavano aggredendo. In quel momento, il resto del gruppo fece irruzione nel salone, e Nualia si scagliò furiosamente contro il ghoul più vicino a Yan, separando la testa dal corpo del non-morto con un preciso colpo di spada. La aasimar si piazzò protettivamente davanti al suo amico privo di sensi... ma si rese conto che anche Reji era in pericolo, e che per aiutare l'uno avrebbe dovuto abbandonare l'altra...

Per fortuna, il resto del gruppo provvide subito a risolvere il dilemma. Misia prese la mira con la sua balestra e scagliò un quadrello... che sfortunatamente mancò il bersaglio e si piantò nel muro accanto a Reji, mentre Eli tirava fuori la sua bacchetta folgorante e scagliava una scarica elettrica che raggiunse uno dei ghoul in pieno petto, costringendolo a mollare la presa su Reji. La giovane Tian approfittò subito per sferrare un poderoso calcio alla testa del secondo ghoul, e quest'ultimo mollò la presa con un grugnito e fece cenno al suo "collega" di ritirarsi nel corridoio in cima alle scale.

"Adesso è il momento giusto!" esclamò Reji furibonda. "Io li inseguo! Nualia, tu proteggi Yan!"

"Reji, non andare!" Nualia cercò di avvertirla.

"Ferma! E' quello che vogliono!" aggiunse Eli, pensando di aver intuito il gioco dei ghoul. Ma in quel momento, la giovane monaca era troppo presa dall'emotività perchè le importasse qualcosa. Ignorò completamente quello che Nualia ed Eli stavano dicendo e si lanciò all'inseguimento dei ghoul, forse sperando che l'avrebbero portata dalla mente dietro il caos che stavano affrontando. La ragazzina raggiunse la cima delle scale e fece irruzione in un corridoio più ampio, decisa a non perdere le tracce dei morti viventi.

Sfortunatamente, aveva sottovalutato l'astuzia dei ghoul.

Reji era appena entrata nel corridoio, che subito qualcosa le piombò addosso dall'alto, e mentre veniva trascinata a terra, la ragazzina riuscì a vedere che si trattava di un goblin, la cui pelle verdastra era secca e tirata sulle ossa. Le sue orbite erano vuote, tranne per un paio di piccole sfere di luce rossa, e i suoi denti erano esageratamente lunghi ed affilati, oltre al fatto che un repellente odore di carne marcia aleggiava tutt'attorno a lui! Con uno stridio agghiacciante, altri due goblin ugualmente mutati si calarono giù dal soffitti, e altri due fecero irruzione nel corridoio da due porte laterali, in modo da soverchiarla con la semplice superiorità numerica! Reji rabbrividì e cercò di difendersi come poteva dagli attacchi dei goblin-ghoul... e con un calcio ben assestato, riuscì a mandarne a terra uno. Ma un istante dopo, un altro di quei fetidi mostriciattoli le fu addosso e le affondò gli artigli in una spalla, facendole uscire dei rivoletti di sangue. La sensazione del suo corpo che si irrigidiva la colse, e Reji si agitò debolmente nel tentativo di sfuggire, ma era una battaglia che non poteva vincere. Mentre i suoi muscoli volontari cessavano di rispondere agli stimoli del suo cervello, Reji vide i due ghoul di prima che spingevano una credenza di fronte alla porta dalla quale era entrata, in modo da impedire ai suoi compagni di raggiungerla.

"N-no..." mormorò. "Maledizione... dovevo... ascoltarle... ugh..."

Maledicendo la sua imprudenza, Reji si afflosciò sul terreno, immobile ed indifesa ad attendere quello che credeva sarebbe stato il colpo di grazia. Invece, sghignazzando peer la soddisfazione, i goblin-ghoul si raccolsero attorno a lei e la sollevarono tutti assieme, per poi iniziare a trasportare il suo corpo inerte verso un'altra sala dell'edificio, e verso un'altra rampa di scale che riportava al piano terra. Con crescente terrore, paralizzata ed indifesa, Reji non potè fare altro che restare ferma dov'era mentre i goblin non-morti la trasportavano giù per le scale... e poi raggiungevano un'altra gradinata che portava ai sotterranei del maniero Foxglove. I mostriciattoli, accompagnati da altri ghoul che si univano a loro nel corso della via, passarono attraverso un laboratorio ormai in rovina e un'altra stanza piena di polvere, attrezzi da scavo ormai arrugginiti, e pietre infrante... e infine, verso una scala a chiocciola che scendeva ancora più in profondità...

"M-maledizione..." pensò tra sè Reji. "Che cosa vogliono farmi? Che diavolo significa... tutto questo?"  

 

oooooooooo

 

"L'hanno portata via... maledizione, l'hanno portata via..." ringhiò Yan in preda allo sconforto, picchiando con il pugno sul pavimento non appena la paralisi provocata dagli artigli dei ghoul fu passata. "Tutto perchè non sono stato abbastanza rapido! Mi sono fatto fregare da questi fottuti ghoul!"

"Non... non dire così, Yan! Tu hai fatto quello che potevi, date le circostanze!" disse Jolan, gettando uno sguardo disgustato ai ghoul che il gruppo era riuscito ad abbattere mentre difendevano Yan da ulteriori attacchi. L'espressione di Nualia era collerica e al tempo stesso smarrita mentre si guardava attorno, la spada seghettata ancora sollevata in caso fosse arrivata qualche altra mostruosità non-morta. Era furiosa per quello che i ghoul volevano fare al suo amico d'infanzia... e al tempo stesso, era in ansia per la sorte di Reji.

"Non c'è che una cosa da fare. Inseguire i ghoul e ritrovare Reji. Solo che a questo punto potrebbero essere ovunque, in questa casa." commentò Eli. La mezzelfa maga cercò di prendere il controllo di quella situazione concitata, sperando che ci fosse ancora la possibilità di salvare la loro compagna d'avventura. Yan riuscì finalmente a rialzarsi, malgrado le gambe non fossero ancora ben ferme, e riprese fiato. "Presto, ragazzi, non c'è tempo da perdere. Seguiamo le scale e poi cerchiamo dappertutto!"

Eli non aveva ancora finito la frase che già stava salendo verso il pianerottolo, seguita a ruota dal resto del gruppo. La maga raggiunse una doppia porta alla fine del breve corridoio e cercò di aprirla... ma si rese conto che qualcosa era stata in qualche modo puntellata in modo tale che fosse impossibile da aprire dalla loro posizione! Eli imprecò e resistette a malapena alla tentazione di tirare un calcio alla porta.

"Quei ghoul hanno bloccato la porta! Forse con del mobilio, o con dei detriti!" esclamò mentre il resto del gruppo la raggiungeva. Yan cercò in qualche modo di aprire la doppia porta, ma anche i suoi tentativi si rivelarono fallimentari. "Mi sa che dobbiamo trovare un'altra strada..."

"Proviamo per di qua..." affermò Misia, indicando un passaggio angusto al lato opposto del vestibolo in cui si trovavano. La femmina di gnomo fece strada al resto del gruppo, e gli avventurieri passarono attraverso il passaggio fino ad emergere in una nuova stanza, alle cui pareti erano appesi dei dipinti, ognuno dei quali coperto da uno spesso foglio di ragnatele che oscurava in parte i soggetti alla vista. Ciò nonostante, il gruppo riuscì a vedere che si trattava di ritratti dei membri della famiglia Foxglove - anche se non sarebbero stati in grado di identificarli uno per uno.

Senza perdere tempo, il gruppo cercò di attraversare la stanza e uscirne per cercare Reji...

Ma ancora una volta, l'imprevisto era in agguato. Prima che Yan potesse aprire la porta d'uscita, lo stesso lamento addolorato che avevano già sentito prima riecheggiò nella stanza, e questa volta tutti e cinque furono sicuri di sentirlo molto più vicino e chiaro! Era un verso straziante, colmo di disperazione... la preghiera di una persona che implorava la fine delle sue sofferenze.

"Adesso... sono sicura che viene da lassù..." disse Misia. "Avranno portato lì anche Reji?"

Prima che qualcuno potesse rispondere, tuttavia, qualcosa di innaturale e spaventoso si abbattè sulla sala. I ragazzi sentirono la temperatura abbassarsi sensibilmente, al punto da far provare loro un brivido gelido. Il loro respiro cominciò a fare condensa in aria, e uno strato di brina innaturale cominciò ad incrostare le pareti. Le ragnatele si separarono come se fossero state spostate da una mano invisibile, mostrando i ritratti sotto di esse...

Sulla parete a nord, si vedeva un ritratto di un uomo alto e snello, con il volto affilato e un paio di esili baffi; una donna dai lunghi capelli rossi e dal sorriso arguto, e i loro tre bambini (due femmine e un maschio). E sotto gli occhi spaventati del gruppo, il corpo della donna cominciò a raggrinzire e ad annerirsi, e i suoi arti e la sua schiena si torsero come se fossero rotti in numerosi punti. L'uomo con i baffi impallidì, e all'improvviso si aprì un taglio nella sua gola da cui fluì un rivolo di sangue, che uscì letteralmente dalla tela e imbrattò il muro e il pavimento... mentre il bambino più piccolo, il maschio, cominciò a mutare, diventando in breve tempo un orrendo non-morto dalla pelle giallastra che ringhiò in direzione degli osservatori! Le due bambine restarono invece immutate, cosa che in qualche modo rendeva lo spettacolo ancora più terrificante!

"Aaah! Ma che diavolo...?" esclamò spaventato Jolan. Il resto del gruppo osservava atterrito quell'atroce spettacolo... e un attimo dopo, anche il quadro sulla parete opposta venne rivelato: raffigurava un uomo alto dal volto rasato e dal contegno aristocratico, una donna castana dal viso severo che indossava un grazioso vestito blu, e una ragazza adolescente dai capelli neri con addosso un vestito giallo.

Ma anche su quel quadro, l'iddilio non durò a lungo: la donna e la ragazza fecero delle smorfie di orrore e sofferenza prima che i loro corpi si deformassero di colpo e la pelle diventasse giallastra e butterata... mentre l'uomo esplose letteralmente in una fontana di carne putrescente e materia fungoide! Dal suo corpo squarciato uscì una nuvola di vapore verdastro che uscì a sua volta dalla tela e invase la stanza, con grande allarme da parte degli sconvolti avventurieri, che cercarono di fuggire il prima possibile! Ma Yan si accorse con orrore che la porta restava chiusa, come se la casa stessa volesse trattenerli là dentro e condannarli ad una fine atroce...

"Aaaaah! Attenti! Non respirate quella roba!" strillò Misia in preda al panico, mentre quell'inquietante foschia verdastra e maleodorante cominciava ad invadere la stanza. Yan non perse tempo e si gettò con tutte le sue forze contro la porta d'uscita, cercando disperatamente di buttarla giù. La porta era più robusta del previsto, e nonostante la paura moltiplicasse le forze del ragazzo, resistette senza troppi problemi. Guardando con raccapriccio la nube di vapore verde che si diffondeva sempre di più, Yan si rimise in piedi e provò di nuovo... e questa volta riuscì a far traballare la porta.

"Trattenete il fiato! Adesso vi tiro fuori io da qui!" esclamò il giovane. Nualia si unì ai suoi sforzi, e anche lei cercò di buttare giù la porta sbattendoci contro... mentre Eli lanciava un incantesimo Fiotto Acido sui battenti, sperando di corroderli ed indebolirli. Misia e Jolan si coprirono il naso e la bocca, mentre il vapore dall'aspetto malato circondava completamente il gruppo e occultava loro la vista. I due avventurieri più piccoli sentirono un penetrante odore di marciume che diede loro la nausea, ma cercarono con tutte le loro forze di non respirare quella sostanza ammorbante...

Nel giro di pochi secondi, la stanza era ormai pervasa da quel vapore repellente, al punto che i ritratti sulle pareti si vedevano a malapena nel mezzo di quella nebbia...

Finalmente, dopo una poderosa spallata di Yan, la porta cedette e si schiantò sul pavimento del corridoio... e i cinque compagni di avventura uscirono da lì tossendo e sputando, sottraendosi appena in tempo alla nube di vapore letale. Il giovane spadaccino scosse la testa e prese dei bei respiri, in modo da controllare che quel vapore non gli avesse provocato dei danni... e si guardò attorno per incoraggiare i suoi compagni ad allontanarsi da quella stanza stregata e controllare che stessero bene.

"Merda... questa volta ho davvero temuto che non ce l'avremmo fatta!" ansimò Yan, guardando sconvolto il vapore verdastro che si disperdeva. "Ragazzi, come state? Tutto bene?"

"Io sì, sto bene..." disse Nualia, guardandosi attentamente. "E voi?"

"Un po' stravolta, ma sto bene." rispose Eli, guardando prima sè stessa, e poi Jolan, che tirò un sospiro di sollievo e confermò che anche lui stava bene. "Misia, tu stai bene?"

La femmina di gnomo deglutì nervosamente guardandosi il braccio destro. Sulla pelle delle sue braccia erano comparse delle larghe chiazze gialle di forma irregolare, che sembravano quasi cambiare lentamente colore mentre Misia le osservava ansimando. "Io... non ne sono sicura, ragazzi..." affermò. "Credo... credo che quella sostanza mi abbia fatto degli strani effetti... ci sono queste macchie... e poi mi sembra all'improvviso di avere la febbre... e qualcosa che mi cresce sulla faccia..."

"Che cosa?" esclamò preoccupato Yan. Quando Misia gli mostrò il braccio, il ragazzo e i suoi compagni - in particolare Eli - assunsero delle espressioni preoccupate... e come se non bastasse, videro che il grazioso volto della biondina si era leggermente deformato, come se qualcosa stesse strisciando sotto la sua pelle. "Maledizione... che sia un effetto di quella porcheria da cui siamo appena scampati?"

"Potrebbe essere una malattia magica... Forse è meglio che tu beva adesso la tua pozione di Rimuovi Malattia." affermò Jolan con evidente ansia. "Il tuo viso... sta subendo dei cambiamenti. Non mi piacciono per niente questi sintomi..."

Misia stava per fare come le era stato detto... ma si fermò di colpo quando sentì nuovamente i lamenti di prima che venivano da un piano ancora più in alto rispetto a dove si trovavano loro. "Aspettate... ora... credo di sentirli più chiaramente..." disse la biondina aguzzando le orecchie. "Sì... sì, ma certo... penso... penso di aver capito... prima... prima di fare qualsiasi altra cosa, per favore... seguitemi... forse... forse possiamo trovare delle risposte..."

"Misia!" esclamò Eli, mentre la sua amica, pur messa in difficoltà da quello strano malessere che aveva cominciato già a diffondersi nel suo corpo, svoltò un angolo, raggiunse un altro corridoio, e cominciò a salire una rampa di scale fino all'attico del maniero stregato. Seguendo il suono dei lamenti e il suo istinto soprannaturale di oracolo, la femmina di gnomo percorse un altro angusto corridoio, immerso nell'oscurità e pieno di ragnatele, fino a raggiungere una porta infissa in una parete alla sua destra, ignorando tutte le altre stanze che incrociava. Come aveva previsto, il lamento si faceva sempre più forte e straziante man mano che si avvicinava...

Mentre il resto del gruppo la raggiungeva, Misia afferrò la maniglia della porta con una mano tremante e cercò di aprire la porta... solo per accorgersi che era chiusa a chiave. "Misia!" esclamò Nualia. "Che stai facendo? Non andare avanti da sola! Potrebbe esserci qualche altro ghoul, o peggio!"

"E' qui... lo sento, è qui..." mormorò la femmina di gnomo, indicando la porta. "Ma... è chiusa a chiave, di qui io non entro..."

"Aspetta. Adesso qui ci penso io." rispose Jolan. La guida halfling fece cenno ai suoi compagni di fargli spazio, e tirò fuori dal suo zaino un grimaldello e altri arnesi da scasso, per poi mettersi a lavorare sulla serratura nel tentativo di scassinarla. Dopo un minuto passato ad armeggiare, la serratura scattò, e Jolan ritrasse gli strumenti e fece un sorriso di cupa soddisfazione mentre apriva la porta. Come Misia aveva previsto, i lamenti si fecero più intensi. "Ecco... è qui che c'è la persona che si lamenta. Se poi è davvero una persona..."

"Lo scopriremo subito. Grazie, Jolan..." disse Yan. Nualia fece cenno al suo amico d'infanzia di restare indietro ed entrò lei per prima, la mano sull'elsa della spada in modo da essere pronta a difendersi.

La stanza era fredda e umida, con il soffitto pendente che scendeva fino a un metro e mezzo di altezza lasciando poco spazio per una piccola finestra, mentre sul lato opposto, un pilastro di mattoni incrostato di muffa segnava il passaggio di una canna fumaria. Uno specchio a grandezza naturale era appoggiato a questi mattoni e inclinato verso la piccola finestra... ma in quel momento, tutto ciò che il gruppo di avventurieri riuscì a notare fu la figura umanoide rannicchiata a terra davanti allo specchio, dalla quale provenivano i lamenti. Una donna in un lungo abito dai colori vivaci ma macchiato di sangue, con i capelli neri che fluivano lungo la schiena...

Allarmata, Nualia si piazzò davanti a Yan per proteggerlo, mentre la figura smetteva di colpo di piangere e si alzava con fare minaccioso, per poi voltarsi verso il gruppo.

"Tu... tu chi sei...?" intimò Nualia, puntandole contro la spada. "Che ci fai qui?"

La risposta della donna misteriosa fu di alzare lo sguardo verso i nuovi arrivati e rivelare così il suo volto - un volto di una bellezza tragica, ancora molto attraente ma con i chiari segni della non-morte sulle carni. Lunghi capelli neri incorniciavano un volto di un pallore cadaverico, con le labbra tinte di un rossetto che dava l'impressione di macchie di sangue agli angoli della bocca, e dai suoi occhi vitrei sgorgavano lacrime che si congelavano quasi subito, andando poi a schiantarsi sul pavimento. I suoi abiti e le sue scarpe erano di foggia Varisiana, e anche i lineamenti del suo volto, a parte il suo pallore, davano questa impressione...

"Voi..." mormorò dolorosamente la donna non-morta con voce stentata, come se fosse stata vittima di una tremenda spossatezza e depressione. "Voi... non dovreste... essere qui... Perchè... Perchè siete venuti...? Questo posto... vi porterà solo... morte... e dolore..."

"Abbiamo i nostri motivi per essere qui." rispose freddamente la aasimar.

La donna non-morta fece un sorriso amaro e scosse la testa, guardando Yan e Misia che si piazzavano a distanza di cortesia da lei. Il resto del gruppo rimaneva nelle retrovie, per intervenire in caso di bisogno o evitare attacchi di sorpresa. "Ah... poveri sciocchi... vi spingete così presuntuosamente là dove tutti gli altri hanno timore di muovere un passo... senza sapere nulla dell'oscurità che accompagna la storia di questa famiglia... e una di voi porta già i segni di questa maledizione sul volto..." gemette, lo sguardo rivolto a Misia e ai sintomi del male misterioso che aveva contratto. "Ma vi prego... infrangete questo specchio... lasciate che sia io... a mettere fine a tutto questo..."

Yan si fece avanti, mostrando i palmi delle mani per dire che non aveva intenzione di ricorrere alla violenza. "Aspettate, signora. Di cosa state parlando? Chi siete, e cosa sapete di questa... maledizione... e della famiglia Foxglove?" chiese.

"E in cosa consiste questa maledizione?" chiese Misia, passandosi una mano sul volto e rabbrividendo quando sentì qualcosa muoversi sotto la pelle. "C'è un modo per contrastarla?"

L'espressione della giovane donna sembrò ravvivarsi almeno un po', e Yan ebbe l'impressione di vedere un lampo di curiosità in quei suoi occhi spenti. Finalmente, la donna si decise a spiegarsi, e sospirò prima di cominciare il suo racconto.

"Il mio nome... è Iesha Foxglove..." mormorò. "Ero la moglie... del proprietario... di questa casa... Aldern Foxglove... prima che lui... mi uccidesse..."

 

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Quando Reji cominciò a riprendere sensibilità e potè muoversi di nuovo, la prima cosa di cui si rese conto era di trovarsi in un luogo completamente diverso rispetto al maniero stregato in cui aveva affrontato i ghoul. Si trattava di una buia ed umida caverna, illuminata solo da un paio di lanterne appese alle pareti, che era incongruamente arredata con diversi mobili, una volta eleganti e di qualità, ma che ora mostravano i chiari segni del tempo e della decadenza. Al centro della grotta si trovava un tavolo sgangherato, la cui superficie era ingombra di bottiglie vuote, pezzi di vestiti, pezzi di carta accartocciati e altro ancora, disposti in file ordinate. Un quadro era appoggiato al lato opposto del tavolo, di fronte a una grande sedia di pelle il cui schienale e cuscino erano orribilmente macchiati di carne marcia e sangue.

Un tavolo più piccolo era appoggiato alla parete di fronte a Reji, e su di essa erano appoggiati vassoi d'argento, piatti di porcellana e cristalleria. Ma il cibo contenuto in questi eleganti piatti era orrendo - pezzi di carne marcia, brulicanti di larve, che emettevano un tanfo soffocante, e i bicchieri di cristallo erano riempiti di sangue rappreso.

Tuttavia, il fetore della stanza sembrava più forte sulla destra di Reji: lì la parete della grotta era stata invasa da un'orribile ammasso di muffa verde scuro e funghi gocciolanti, al centro del quale cresceva una macchia di fungo nero tumescente, le cui creste cornee e i bulbi tumorali formavano quella che poteva sembrare una sagoma umanoide. Quella che una volta doveva essere una scatoletta di ceramica finemente scolpita, grande come il pugno di un uomo, giaceva in pezzi ai piedi di quell'orrore fungoide.

Reji cercò di mettersi una mano davanti alla bocca per la nausea... ma si rese conto, con suo grande disappunto, di essere legata per i polsi e le caviglie, seduta con la schiena appoggiata al muro di questa stanza inquietante, ed emise un breve grugnito di dolore quando il suo gesto quasi le costò lo stiramento di un muscolo. Sbattè gli occhi, cercando in qualche modo di capire dove si trovasse e cosa avrebbe potuto fare per riunirsi ai suoi amici...

Un suono di passi attirò la sua attenzione... e la ragazza Tian notò subito la figura umanoide che si stagliava all'ingresso della stanza. Alta, allampanata, dall'aspetto mostruoso, si stava dirigendo verso di lei con fare stranamente gentile, quasi deferente... e con crescente orrore, Reji notò subito che quella creatura indossava degli abiti di foggia nobiliare, consunti ma ancora ricconoscibili.

"Aaaaah... ti ssssei ssssvegliata finalmente, Reji, mia cara..." sibilò il ghast, con una voce che per quanto distorta, suonava comunque familiare alla giovane. A passi lenti, il non-morto si rivelò finalmente agli occhi di Reji, che sgranò gli occhi e sentì un nodo alla gola quando lo riconobbe.

La giacca blu con quegli spettacolari ricami dorati e i pantaloni di seta bianca erano gli stessi che gli aveva visto addosso quel giorno in cui si erano incontrati a Sandpoint... ma i capelli erano quasi scomparsi, e la pelle era di un nauseante colore giallastro, tirata al punto da permettere di vedere le ossa del cranio. La sua bocca era enorme rispetto al volto, colma di denti aguzzi e con una orrenda lingua che guizzava fuori dalle fauci come quella di un serpente, mentre le orecchie sembravano essersi allungate ed appuntite. Non aveva più le scarpe, e i suoi piedi erano deformati, con lunghi artigli sulle dita... ma nonostante tutte le differenze, Reji non ebbe alcun dubbio su chi fosse quella creatura. O meglio, su chi era stata fino a non molto tempo fa...

"Avevi detto che ci ssssaremmo rivissssti..." disse il ghast, rivelando un enorme rasoio legato alla sua schiena. "E ora... possssiamo creare tutti i ricordi che vogliamo, ssssoltanto noi due!"

"Allora... allora era proprio vero..." mormorò Reji. "Che... che cosa ti è successo... Perchè... stai facendo questo... Aldern?"                           

 

oooooooooo

               

CONTINUA... 

 

 

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Capitolo 34
*** Fine di una folle corsa ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE 

Capitolo 32 - Fine di una folle corsa

 

L'espressione di Reji esprimeva fin troppo bene il suo orrore per quello che stava vedendo. Non c'era modo di sbagliarsi. I vestiti, nonostante fossero così sporchi e laceri, erano proprio quelli del giovane nobile che lei aveva salvato dai goblin a Sandpoint, il primo giorno del Festival della Coda di Rondine. E la sua voce, anche se distorta dalla non morte, aveva ancora il timbro e l'eloquenza di Aldern. E poi, c'era la sua presenza... il suo carisma naturale... i suoi lineamenti, che pur devastati dalla corruzione mantenevano quel che di nobile ed elegante che contraddistingueva Aldern Foxglove...

Se Reji aveva sperato in qualche errore fino a questo momento, ora tutte le sue speranze si erano infrante. Quello che aveva davanti era proprio Aldern Foxglove, trasformato in un terrificante orrore non-morto.

"Ssssono cambiato un po', come puoi vedere..." sibilò il ghast Aldern. Con fare quasi gentile, raggiunse Reji e si piegò su un ginocchio, come se volesse farle un inchino. "Ho conosciuto l'esssstasssi dell'eternità. Vivere per ssssempre ssssenza preoccupazioni... ssssenza mai ssssentire il freddo... la ssssolitudine... la paura di dover un giorno rinunciare alle gioie della vita... e lo posssso condividere con te! Grazie alla sssscoperta fatta dal mio antenato, Vorel Foxglove... possssiamo sssstare assssieme per tutto il tempo che vogliamo!"

Reji rabbrividì nel vedere la devastazione che la trasformazione in ghast aveva provocato sul volto del giovane. La pelle era diventata giallastra e ruvida, come una pergamena antica, e i denti erano diventati curvi ed affilati, come quelli di un animale predatore, con una lingua orribilmente lunga e biforcuta, con due buchi sulle punte che servivano chiaramente allo scopo di risucchiare il midollo delle ossa delle vittime. E il fetore... per gli dei, il fetore! Una terrificante puzza di putrefazione, latte irrancidito e carne marcita, talmente fitto da sembrare quasi solido. Reji ebbe un conato di vomito e riuscì a malapena a trattenersi, ma sicuramente il suo stato d'animo doveva apparire più che evidente alla mostruosità che una volta era stata l'affascinante Aldern.

"Heeeeh... sssso come ti puoi ssssentire, mia cara. E' normale, voi non ssssiete abituati a quessssta idea di vita eterna. Credete che ssssia dissssgussstosa. Ripugnante. Ma ssssi tratta ssssolamente di attendere finchè non ti ssssveglierai con quessssto nuovo corpo!" continuò il ghast con un sorriso che cercava di essere accomodante, ma riusciva soltanto a farle ancora più paura. "Allora capirai... che tutte le tue riluttanze ssssono ssssuperficiali... e l'esssstasi che ssssentirai ti farà dimenticare tutti i tuoi timori!"

"A-aldern... no... tu... tu non puoi... volere questo..." mormorò Reji, la voce spezzata dall'angoscia e dal fetore immondo che aleggiava intorno al non-morto. "P-Perchè... l'Aldern che conosco io... non avrebbe fatto cose simili... sei... sei stato tu a mandare tutti quei ghoul a tormentare la gente di Sandpoint, vero? E il ghoul che ha ucciso quei due ragazzi alla segheria di Sandpoint..."

"Non avevo sssscelta..." rispose Aldern con voce improvvisamente più umana. "La mia ssssignora mi ha dato degli ordini precisi... ma ssssono ssssicuro che quando ti ssssarai unita a me... quessste cose non ti preoccuperanno più! Non ti dare tanta pena per loro... erano ssssoltanto degli osssstacoli... dei capri essspiatori che sssservivano alla nossstra ssssignora!"

"Come... come... come puoi parlare in questo modo, Aldern?" esclamò Reji, mentre alcune lacrime cominciavano a scorrerle lungo le guance. "Erano esseri umani... come lo sono io... e come lo eri tu..."

Queste parole ebbero un effetto che Reji stessa non si aspettava. Improvvisamente, il ghast Aldern si fermò e allontanò le mani da lei, con una chiara espressione di sorpresa e confusione... poi, si alzò in piedi e si guardò le mani, come se solo in quel momento si rendesse conto di cosa aveva fatto e di cosa era diventato. Sospesa tra l'angoscia e la speranza, Reji continuò a guardare il volto di Aldern, contratto in una smorfia di incertezza.. e poi guardò verso l'orripilante massa fungoide che infestava il muro alla sua destra. Con orrore, si accorse di una massa simile ad un polipo gigantesco che pulsava sotto la pellicola verdastra che ricopriva il fungoide, come una sorta di cuore nefando.

"Io... io non posso... non posso... oppormi..." mormorò Aldern. Ora sì che Reji riusciva a riconoscere la sua voce, e sui quali lineamenti sfigurati dalla non-morte appariva ancora un accenno della persona che era stata Aldern Foxglove. "Io... questa voce... la fame... non posso tenerlo a freno a lungo... Ma tu... non potevo lasciare... che ti facesse del male..."

Con un grido di angoscia, il ghast Aldern si allontanò da Reji, che lo richiamò con evidente preoccupazione, e si prese la testa tra le mani artigliate. "Aaaaaah! Zitto! Zitto tu! Non ssssei più tu, quessssto corpo! Ora ci sssssono qui io! Comando io!" sibilò orrendamente, con la stessa voce maligna di prima.

Ma la personalità di Aldern Foxglove non sembrava ancora decisa a mollare. "No... no! Tu... tu non sei il benvenuto qui, Scuoiatore!" esclamò. "Vattene! Almeno per un po'... ho bisogno... di un ultimo momento di lucidità... per parlare con questa persona a cui tengo... e non sarai tu ad impedirmelo! Vattene!"

Reji osservava impotente la battaglia che infuriava nella mente della creatura non-morta, mentre quel po' di umanità che era rimasta cercava disperatamente di ritardare l'inevitabile. Dentro di sè non poteva fare a mmeno di provare compassione per quell'uomo, a cui era capitato un destino così orribile... e allo stesso tempo, non poteva non chiedersi cosa gli fosse successo per ridursi in quello stato...

Finalmente, la parte umana di Aldern riuscì aad avere la meglio, almeno per il momento, e dopo aver ripreso fiato, il ghast Aldern si mise con le spalle al muro, a distanza di sicurezza da Reji nel caso lo "Scuoiatore" cercasse di riprendere il controllo. "Hanf... hanf... S-signorina Reji... ha... ha visto anche lei... cosa sta succedendo al mio corpo..." mormorò stancamente. "Io... ho fatto degli errori nella mia vita... dei terribili errori... e per questo sono condannato... a questo orrore che vedi davanti ai tuoi occhi... mi dispiace... io... avrei voluto che ci potessimo ritrovare in una situazione più lieta... Ma purtroppo... ormai tutto questo... è fuori dal mio controllo... persino il mio corpo... non mi appartiene più..."

"Aldern... voglio dire, Lord Foxglove..." mormorò disperatamente Reji, forse pensando che se avesse continuato a parlargli e a fargli forza, sarebbe riuscita a farlo restare in controllo ancora per un po'. "Com'è potuta accedere una cosa così... spaventosa? Chi è stato a farle questo?"

Aldern scosse la testa e fece una breve, secca risata priva di allegria. "Heh... mia cara Reji... tu pensi... che io sia una vittima..." rispose, finalmente prendendo il coraggio a due mani e decidendosi a raccontare tutto. "No, io... io... ho fatto molte cose di cui non vado fiero... E questa... questa... è la mia punizione... per quello che ho fatto..."

Reji cercò di allentare le corde che le legavano le braccia sfregandole contro la parete della caverna per consumarle... e per un attimo, ebbe l'impressione che il fungoide si stesse muovendo. L'orrida massa semi-vivente stava ribollendo e pulsando, come se i tentativi della giovane monaca la stessero irritando. "Lord Foxglove... Aldern... non capisco di cosa lei stia parlando..." disse, comprendendo che Aldern era desideroso di liberarsi del suo terribile segreto, qualunque esso fosse. "E perchè... dovrebbe essere punito? Perchè non mi spiega cosa sta succedendo qui? Forse... forse io e i miei amici potremmo darle una mano, come abbiamo già fatto una volta!"

Il ghast riuscì a fare un sorriso gentile, mentre scuoteva la testa. "Tu... sei davvero... una ragazza dal cuore grande..." sussurrò. "Non... non ti piacerà quello che sto per raccontarti... ma se vuoi tutta la verità... allora sì... io... io... te la racconterò... spero... che questo possa aiutare... te e i tuoi amici... prima che lo Scuoiatore... ritorni..."

Tremando per lo sforzo di tenere la sua personalità malvagia sotto controllo, Aldern si sedette per terra e cercò le parole giuste per iniziare la sua storia. "Tutto... tutto è cominciato... con il mio antenato... un uomo di nome Vorel Foxglove... che desiderava l'immortalità... a qualunque prezzo..."

 

oooooooooo

 

Nella stanzina sequestrata in cui Yan e il resto del suo gruppo avevano fatto irruzione, il resto degli avventurieri avevano ascoltato attoniti la rivelazione che quella misteriosa donna non-morta dall'aspetto tormentato, che si era presentata come Iesha Foxglove, aveva appena fatto. "Come... come sarebbe a dire?" esclamò Eli. "Aldern avrebbe... in... in effetti avrebbe senso... spiegherebbe il perchè di quell'infestazione che ha cercato di strangolare Nualia, in quella stanzina al piano terra!" La mezzelfa gettò uno sguardo alla aasimar, che si massaggiò il collo con espressione pensierosa.

Misia diede un paio di colpi di tosse, sentendo anche ora la malattia che lentamente si impadroniva del suo corpo. Se volevano venire a capo di quel mistero e salvarsi da quella macabra maledizione, dovevano fare in fretta a raccogliere tutti gli elementi. "Quindi... cough... quindi immagino che voi siate... una revenant, dico bene, Lady Foxglove?" chiese la femmina di gnomo, mentre Yan la teneva per una spalla, come se avesse paura che cadesse da un momento all'altro. "Una persona assassinata... che ritorna dall'aldilà... cough... per vendicarsi di chi l'ha uccisa..."

"Sì... è proprio così..." mormorò Iesha. "Ma prima che vi racconti tutto... infrangete questo specchio, ve ne supplico! Questo specchio... mi costringe a restare qui... a non poter prendere la mia vendetta..."

"E se infrangiamo questo specchio..." chiese Yan con prudenza. "Ci prometti che non cercherai di ucciderci? Che non ti approfitterai della nostra disponibilità?"

La revenant abbassò lo sguardo con fare quasi implorante. "Io... non ho nulla contro di voi..." rispose. "Se... se non cercherete di impedirmi di prendere vendetta... allora non ho motivo di farvi del male. L'unica persona che voglio uccidere... è Aldern Foxglove... o meglio... quello che resta di lui... è stato lui ad uccidermi... pochi mesi dopo le nostre nozze..."

"Com'è andata?" chiese Jolan, neanche lui del tutto sicuro di cosa fosse successo tempo addietro. "Sentiamo... e poi vedremo di darle una mano, se possibile."

"Grazie... grazie mille..." sospirò Iesha, i cui lineamenti si stavano ora rilassando in una rara espressione di sollievo. "Sì... sì, certo... vi racconterò tutto... incontrai Aldern non più di un anno fa... Quando la carovana di cui facevo parte... rimase bloccata vicino al maniero della famiglia Foxglove, nel bel mezzo di un furioso temporale." affermò. "Avrete già capito... che io sono Varisiana... e non sempre la nostra razza... è la benvenuta tra le genti di Golarion..."

Eli annuì lentamente, comprendendo quello che voleva dire Iesha. Molto spesso nel corso della storia di Golarion, i Varisiani erano stati perseguitati e rifiutati, o almeno visti con sospetto, a causa delle loro misteriose abitudini, e della magia che si diceva scorrere nelle loro vene. Il loro stile di vita nomade non contribuiva certo a rassicurare gli abitanti dei luoghi che visitavano... e neanche le attività di certi gruppi di Varisiani, in particolare gli Sczarni.

"La nostra carovana era danneggiata... i nostri vecchi e i nostri bambini... erano alla mercè degli elementi... E tutti noi temevamo che il temporale ci avrebbe portato via diversi nostri compagni di viaggio..." Iesha continuò a raccontare. "Ma Aldern... Lord Foxglove, il signore del maniero... ebbe la gentilezza di ospitarci. Ci permise di rifugiarci nel suo maniero... e fu allora che lo conobbi... fu amore a prima vista, e io accettai la sua proposta di matrimonio quella stessa notte."

La donna non-morta chiuse gli occhi e sorrise mestamente, ricordando i tempi felici. "Abbiamo vissuto assieme per tanti mesi... mentre lui continuava a lavorare per riportare il suo maniero ai fasti di un tempo." raccontò, per poi sospirare e guardare verso il terreno. Un'ombra inquietante cadde sul suo volto, e gli avventurieri si resero conto che era il momento in cui sarebbe iniziata la parte più cupa del racconto. "Ma... dopo quei mesi... quella stessa passione che aveva travolto Aldern in quella notte fatale... si trasformò in rabbia e gelosia..."

Nualia deglutì, sentendosi stranamente apprensiva. "Quindi... state dicendo che Aldern vi ha uccisa... durante un accesso di gelosia? E' così che sono andate le cose?"

Iesha annuì lentamente. "E' successo... cinque mesi dopo il nostro matrimonio..."

 

oooooooooo

 

"Vorel Foxglove... il mio antenato... era un membro di un importante club di ricchi mercanti di Magnimar." raccontò Aldern con evidente riluttanza. "Ma all'insaputa di tutti... Vorel era un negromante e un membro del Culto dello Scuoiatore, una setta dedita a Norgorber, il dio dell'omicidio."

Reji annuì lentamente. Sì, aveva già sentito parlare di Norgorber, e soprattutto dei suoi adoratori, fanatici che si infiltrano nei vari strati della società, nascondendosi dietro identità fasulle o facciate rispettabili per destabilizzare la civiltà e controllare le città e i loro abitanti.                

"Vorel desiderava incrementare il suo potere nel culto dello Scuoiatore." continuò a spiegare Aldern. Per un attimo, ebbe l'impressione che la sua personalità di ghast stesse di nuovo per prendere il sopravvento, e restò per diversi attimi ad ansimare e a cercare di tenersi concentrato. "Per questo... ha fatto costruire questo posto... il maniero Foxglove... dove avrebbe potuto continuare i suoi folli esperimenti... in modo da scoprire il rituale che gli avrebbe permesso di trasformarsi in un lich."

"Un... lich? E che... che cosa sarebbe?" chiese Reji allarmata. Aveva già sentito quel nome durante i suoi viaggi, ma non aveva mai avuto modo di scoprire esattamente di cosa si trattasse.

Aldern chiuse gli occhi. "Un lich è un mago... un chierico... o comunque un esperto di magia... che si è trasformato in un non-morto tramite dei complessi rituali di magia nera che gli hanno permesso di trasferire la propria anima all'interno di un oggetto particolare chiamato filatterio." spiegò. "Ma per non dilungarci in eccessive spiegazioni... mi basti dire che Vorel, in qualche modo, era riuscito a designare questo maniero come il proprio filatterio, e stava per ultimare il rituale che gli avrebbe permesso di trasformarsi in un orrore non-morto... quando sua moglie Kasanda riuscì ad interromperlo all'ultimo momento. L'immensa energia magica che si era raccolta durante il rituale sacrilego... si liberò sotto forma di un'orrida cancrena, che consumò Vorel e la sua famiglia. Fu allora che l'anima di Vorel rimase intrappolata nel maniero, che venne abbandonato fino a quando mio padre... Traver Foxglove... non decise di ristrutturare questo posto, forse sperando che questo avrebbe riportato la mia famiglia alla gloria passata."

La ragazzina Tian annuì lentamente. Da come parlava Aldern, si aspettava che la parte peggiore sarebbe venuta molto presto. "E... suo padre... sapeva qualcosa, per caso, degli esperimenti fatti da Vorel e del suo tentativo... di ottenere per sè stesso l'immortalità tramite la non-morte?"

"Non credo..." rispose il ghast Aldern dopo qualche istante. "Almeno... non credo che mio padre sapesse... quello che il mio antenato aveva fatto... Ma... fatto sta che poco dopo che la mia famiglia si fu trasferita qui da Magnimar... mio padre cominciò a passare sempre più tempo nel suo studio privato, a studiare racconti e cronache di spedizioni dei Pathfinders nei paesi più esotici e sorprendenti di Golarion. Per lui... era diventata un'ossessione... e la sua mente venne annebbiata dal rimorso che provava all'idea di tutte le opportunità che si era perso..."

La voce di Aldern cominciava ad incrinarsi, e per un attimo Reji temette che la sua personalità malvagia tornasse ad affermarsi. "Ma... ma... non fu questo a... No, fu mia madre... Cyralie Foxglove... lei... si convinse che il maniero stesso stesse causando la depressione di mio padre... e in preda alla rabbia, diede fuoco alle stanze della servitù... poi tornò nel maniero... e cercò di fare la stessa cosa nello studio di mio padre. Io... io all'epoca... avevo solo sei anni... non sapevo nulla... nè io nè le mie sorelle maggiori sapevamo... della storia della famiglia Foxglove..."

Si prese un attimo di tempo per tenere sotto controllo le sue emozioni... e continuò ancora. "Tutto quello che so... è che mio padre scaraventò mia madre fuori da una delle finestre, mandandola ad incontrare la morte decine di metri più in basso... e poi, forse sopraffatto dall'orrore... si tolse la vita... Io e le mie sorelle maggiori... non ebbimo neanche il tempo di comprendere appieno quello che era capitato... prima di essere affidati ad un orfanotrofio... e poi a dei nostri parenti a Korvosa..."

Aldern fece una pausa, e Reji sentì il suo respiro farsi roco ed affannoso. "Due anni fa... ritornai a Magnimar per cercare di ristabilire il buon nome della famiglia. Ero... riuscito a mettere da parte una considerevole fortuna... così comprai una casa in città e cercai di stabilire dei legami di collaborazione con l'aristocrazia della città... in particolare, con un gruppo che si faceva chiamare la Fratellanza dei Sette." continuò. "Decisi di rinnovare il vecchio maniero... e fu allora che conobbi lei... la prima donna che riuscì a conquistare il mio cuore... Iesha, una ragazza Varisiana la cui carovana era rimasta intrappolata in un temporale..."

Reji sentì un breve tuffo al cuore nel sapere che Aldern aveva già avuto una donna... ma mise da parte le considerazioni personali, e fece cenno al ghast Aldern di andare avanti...

 

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"Cinque mesi dopo le nozze..." continuò Iesha. "Aldern tornò da un viaggio di lavoro a Magnimar e scoprì me e uno dei carpentieri che aveva assunto per ristrutturare il maniero... assieme nella libreria. Lui... lui deve essere stato colto dalla gelosia... perchè uccise il carpentiere con un oggetto che aveva trovato lì attorno... e poi, rivolse su di me la sua furia, credendo che lo avessi tradito... mi strinse al collo la stessa sciarpa che avevo sempre tenuto con me... e mi strangolò con essa."

Le reazioni del gruppo a questa rivelazione passarono rapidamente ad un'espressione di assoluta incredulità... e Nualia si passò una mano sul collo nel punto in cui l'infestazione aveva minacciato di strozzarla.

"Non posso crederci... Aldern sembra una persona così gentile, chi potrebbe immaginare che sia capace di tali atti di brutalità?" si chiese Yan con evidente orrore.

Eli ebbe un brivido ricordando alcuni suoi trascorsi, mentre Iesha, senza badare al commento del giovane, continuò il suo racconto. "Dopo la mia morte... i miei ricordi sono confusi e sbiaditi... ma mi ricordo che mi sono svegliata in questa stanza, trasformata in questa mostruosità che vedete davanti ai vostri occhi." proseguì. "E questo specchio... era davanti a me... mostrandomi l'orrore che sono diventata! Se non... se non rimuovete questo specchio... io non potrò muovermi... aiutatemi, vi prego... devo andarmene di qui... devo... ottenere la mia vendetta..."

"Aspetta." disse Eli, alzando una mano per calmare la non-morta, che sembrava sul punto di cadere in preda all'isteria. "Forse possiamo darci una mano a vicenda, a condizione che tu non ci voglia tradire."

"Non ho nessuna intenzione... di prendermela con voi! Io devo solo... ottenere la mia vendetta su Aldern!" esclamò Iesha con voce roca. "Non vi attaccherò, a meno che non cerchiate di ostacolarmi!"

"Forse possiamo giungere ad un compromesso. Tu sai dove si trova Aldern in questo momento, vero?" chiese Misia, per poi fare qualche colpo di tosse. "Ugh... allora... sono sicura... che adesso Aldern ha la nostra amica... se... se tu potessi guidarci da lui... noi potremmo liberare Reji... sperando che Aldern non le abbia già fatto qualcosa..."

"Siamo d'accordo. Non mi interessa della vostra amica, ma se trovare Aldern vi darà qualche vantaggio... per me va bene!" affermò. "Ora forza... rompete quel dannato specchio! Permettetemi di uscire di qui!"

Nualia gettò un'occhiata alla donna non-morta. "Possiamo farlo... ma tu dovrai mantenere la parola data." la avvertì. "Reji... è mia amica... è una delle poche persone a cui tengo... e se dovesse accaderle qualcosa... non ti garantisco che ti permetterò di vendicarti di Aldern!"

Iesha sibilò per la frustrazione. "Lo giuro! Lo giuro! Su tutto quello che vuoi!" ringhiò. "Ora fatemi uscire!"

Con un sospiro, Nualia guardò verso Yan, che le fece cenno di procedere con espressione ansiosa. Rendendosi conto di non essere l'unica ad essere preoccupata per Reji, la aasimar alzò la spada e la abbattè sullo specchio che impediva a Iesha di andarsene, mandandolo in frantumi con un clangore assordante! I cocci di vetro si sparpagliarono sul terreno, e la revenant si alzò di scatto, lanciando un acuto stridio di rabbia, gli occhi che si illuminavano di un innaturale colore azzurrino!

"AAAAALDEEEEEERN!" strillò, un suono penetrante che fece venire i brividi anche a Nualia. "Ti sento! Sento l'odore della tua paura! Presto sarai tra le mie braccia! E allora... e allora ti pentirai di tutto! ALDEEEEEERN!"

Iesha si alzò di scatto e passò rapidamente in mezzo al gruppo sbalordito, mettendosi freneticamente alla ricerca del marito assassino e lasciandosi dietro agghiaccianti grida di furore. Per un attimo, Yan e i suoi compagni rimasero stupiti, ma si richiamarono subito alla realtà e presero a seguire la revenant, che già aveva incontrato un ostacolo sotto forma di due ghoul che tentavano di bloccarla. Con facilità spaventosa, la revenant prese uno di essi e gli sbattè la testa contro il muro più vicino, frantumandogli il cranio, mentre l'altro si scansò appena in tempo e si rifugiò dietro un angolo, forse per preparare un'imboscata...

"Ho l'impressione che questa nostra... alleata... potrà darci qualche problema." disse Jolan, e Misia non potè fare altro che annuire con un sospiro.

 

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Reji aveva ascoltato la storia di Aldern, provando un sempre crescente misto di orrore per le azioni di Aldern e di pena per la situazione in cui si trovava. E in quel momento, era arrivato il momento per Aldern di confessare il suo delitto, una confessione che aveva lasciato la ragazzina Tian senza fiato e senza parole.

"Heh... lo vedo bene... lo leggo nel tuo sguardo... come ha potuto un uomo così gentile e di buone maniere diventare una bestia capace di uccidere la sua donna a sangue freddo? E' questa la tua domanda, vero?" continuò Aldern, con un sospiro rassegnato. "Tu... sei una ragazza così innocente... non riesci ad immaginare di cosa siano capaci le persone..."

"Aldern, tu..." mormorò Reji, scuotendo la testa con rabbia ed angoscia. "Allora... che cosa significavo io, per lei? Ero... ero semplicemente un modo per farsi passare il senso di colpa? Voleva usarmi per.. per assolversi? Per avere un'altra possibilità, in qualche modo? E come pensava... che io avrei reagito quando avessi scoperto... il crimine di cui lei si è macchiato?"

Queste accuse sembrarono effettivamente scuotere il ghast Aldern, che sgranò gli occhi in un'espressione di shock e compassione. "No! No, io... te lo giuro, Reji! Io... non ho mai pensato di usarti in questo modo! Tu... meriti meglio di questo! Io... fin dall'inizio ho provato ammirazione per il tuo coraggio e la tua forza di volontà... io non..."

Aldern si prese di nuovo la testa tra le mani e ringhiò di dolore. Ormai la sua forza di volontà era stata spinta fino al limite, e la personalità del ghast aveva infranto ogni sua resistenza. Reji rabbrividì quando il mostro non-morto gettò indietro la testa e ringhiò nuovamente, e una luce rossa si accese nelle sue orbite.

"AAAAAARGH!" ringhiò rabbiosamente. "Lei... lei è qui... Il momento... è arrivato... questa sarà... la resa dei conti?"

"Aldern!" esclamò Reji. "Aldern, che succede? Di cosa stai parlando? Chi sarebbe qui?"

Il ghast Aldern si afferrò la gola, come se stesse disperatamente cercando di trattenere la furia e la fame che lo consumavano. "IO... non posso più... Reji... io... ti voglio... Devi unirti al... branco..." mormorò, per poi lanciare un altro strillo acuto e fuggire attraverso la galleria dietro di lui. Reji sentì i suoi passi che si allontanavano, e le sue grida di rabbia e dolore che si affievolivano per poi svanire del tutto e lasciarsi dietro soltanto una tragica, inquietante eco.

"ALdern..." mormorò Reji stringendo i denti. Il suo animo era un turbinio di emozioni che lei stessa non sarebbe stata in grado di definire: rabbia, orrore, pena, delusione... nessuna di queste parole da sola sarebbe stata sufficiente ad esprimere quello che provava. Tutto ciò che lei credeva di sapere su Aldern era stato sconvolto, e non sapeva più nemmeno se l'uomo che aveva conosciuto a Sandpoint era il vero Aldern Foxglove. Non riusciva a capacitarsi che quell'uomo gentile ed affabile fosse lo stesso efferato assassino che aveva ucciso sua moglie... Ora sì che cominciava davvero a capire come si doveva sentire Yan quando aveva saputo di quello che aveva fatto Nualia...

"Aldern... maledizione, perchè?" esclamò Reji. La giovane monaca continuò a sfregare rabbiosamente le corde che la trattenevano contro i muri di pietra irregolare, mentre il mostruoso fungoide riprendeva a pulsare e ribollire, quasi volesse intimarle di smetterla di sforzarsi...

 

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Il gruppo di Yan si precipitò giù per le scale, e il ragazzo si fermò per un attimo solo per difendersi da alcuni ghoul che avevano cercato di prenderlo ai lati. Con un ringhio infastidito, il ragazzo deviò un fendente con il suo scudo, poi sferrò un colpo di spada che intercettò l'artiglio di un ghoul e separò il braccio del non-morto dal resto del corpo. Jolan intervenne un attimo dopo, piantando un pugnale nel cranio del ghoul, che gorgogliò qualcosa prima di crollare al suolo immobile.

Nonostante fosse indebolita da quella strana malattia che aveva contratto, Misia riuscì a farsi largo e lanciò un incantesimo Cura Ferite Leggere contro il primo ghoul che aveva attaccato Yan. Sul non-morto, l'incantesimo curativo ebbe l'effetto opposto, e il ghoul ringhiò quando l'energia positiva sciolse la magia nera che lo teneva animato, riducendolo in polvere. Gli altri ghoul scelsero saggiamente di ritirarsi, disperdendosi per i corridoi e le stanze della casa stregata.

"Ci stanno scappando..." mormorò Nualia.

Eli scossse la testa e interruppe l'incantesimo che si apprestava a lanciare. "Lasciamo perdere, Nualia. Per ora non sono loro i nostri bersagli." esclamò la mezzelfa. "Piuttosto, affrettiamoci e raggiungiamo Iesha prrima che sia lei a raggiungere Aldern! Dobbiamo salvare Reji... e voglio sapere che diamine sia successo da queste parti!"

"Sì, hai ragione..." rispose la aasimar con un sospiro. Non che le importasse molto di fare luce sul passato dei Foxglove, ma di Reji invece le importava molto, e non aveva nessuna voglia di abbandonarla al suo destino. Con Yan in testa, il gruppo raggiunse il piano terra e seguì la scia di distruzione che Iesha si era lasciata dietro. Diversi corpi di ghoul giacevano a terra, e assieme ad essi c'erano delle piccole creature simili a goblin dalla pelle grigia ed avvizzita come un'antica pergamena. Senza badarci troppo, il gruppo raggiunse un'altra rampa di scale che scendeva nei sotterranei del maniero Foxglove, penetrando in una caverna oscura illuminata soltanto da delle luci magiche affisse alle pareti, in cui Iesha era impegnata in un altro furioso combattimento...

"Guardate! E quella cosa... che diavolo è?" esclamò Jolan, indicando l'orrida creatura alata contro la quale Iesha stava lottando: un pipistrello gigantesco il cui corpo sembrava in stato di decomposizione, con gli occhi rossi e il muso ridotto ad un macabro teschio, le ali simili a vele lacerate, e la pelliccia corta e arruffata, sporca di sangue rappreso. L'orrida creatura usava le sue ali per sbarrare la strada alla revenant, gli occhi dardeggianti di innaturale luce verde!

"Uno... skaveling. Un non morto creato da... un pipistrello gigante..." spiegò Misia, tenendosi una mano premuta sul petto. Il suo respiro si stava facendo affannoso, e sentiva ancora qualcosa che si muoveva sotto la pelle - il sintomo principale di quella malattia innaturale che la attanagliava. Barcollò, ed Eli fece appena in tempo ad afferrarla prima che cadesse a terra.

"Hey, Misia! Sicura di farcela?" chiese preoccupato Yan, accorrendo per aiutare la biondina. Misia annuì rapidamente e alzò la testa, mostrando un volto che stava assumendo un colorito giallo-brunastro, con gli occhi che si stavano facendo lattiginosi... e il giovane spadaccino rabbrividì alla vista di quanto rapidamente quella malattia stesse procedendo.

"Io... ce la farò..." mormorò Misia. "Voi... andate a dare una mano a Iesha! Vi raggiungo... appena me la sento!"

"Stai attenta, Misia... non ti sforzare!" esclamò Eli, per poi rivolgere la sua attenzione e tutta la sua rabbia allo skaveling, che stava facendo indietreggiare Iesha a colpi d'ala. Delle urla acute e maligne arrivarono dalla galleria vicina, e da essa emersero altri di quei goblin non-morti, che non persero tempo a scagliarsi sul gruppo con acute risate. "E va bene, amici... qui ci pensiamo noi! Dobbiamo farlo per Reji!"

"Ricevuto!" esclamò Yan. Il ragazzo corrugò la fronte con determinazione e si piazzò accanto ad Eli per proteggerla mentre lei cominciava a formulare un incantesimo... e con precisione e rapidità, la maga mezzelfa raccolse tutte le sue energie e sollevò il suo bastone, sulla cui punta si era accumulata una sfrigolante carica elettrica azzurrina!

"Che la furia del cielo travolga i miei nemici! Fulmine Magico!" esclamò Eli, per poi puntare il suo bastone contro i goblin-ghoul. Con un frastuono assordante, una potentissima scarica elettrica si sprigionò dal bastone e sfrecciò lungo la galleria, travolgendo i mostriciattoli che non avevano fatto in tempo a scansarsi e colpendo anche lo skaveling! Il gigantesco pipistrello non-morto stridette malignamente, mentre i goblin-ghoul che non avevano fatto in tempo a disperdersi prendevano fuoco e bruciavano, trasformandosi in breve tempo in cadaveri anneriti! I mostriciattoli superstiti si dispersero e poi si gettarono addosso al gruppo da varie angolazioni, costringendo Yan e Jolan ad affrettarsi per impedire loro di raggiungere Eli e Misia.

Nualia intervenne in quel momento, usando la sua spada per infilzare un goblin-ghoul. Approfittando di quel momento di stanca, Yan si fece avanti e attaccò lo skaveling già ferito, fendendolo all'addome con un micidiale colpo di spada. Il mostruoso pipistrello si allontanò con un colpo d'ali, e Iesha ne approfittò per rimettersi in posizione e cercare di passare oltre l'avversario... ma Yan non incalzò oltre e si rivolse alla sua amica d'infanzia. "Nualia! Di questi qui ci occupiamo noi!" esclamò. "Tu prosegui per la galleria da dove sono arrivati quei goblin non morti! Sono pronto a scommettere che Reji è lì!"

"Yan!" esclamò la ex-sacerdotessa di Lamashtu, ancora sorpresa che il ragazzo fosse così disposto a darle fiducia. Poi, annuì con determinazione e si affrettò a farsi strada tra i goblin-ghoul. "D'accordo! Ci penso io a salvare Reji! E voi toglieetevi di mezzo, carognette!"

Con un micidiale fendente, Nualia decapitò uno dei goblin non-morti, poi infilò la galleria quanto più rapidamente possibile, con Jolan che la copriva lanciando due pugnali con precisione letale e trafiggendo in pieno un altro avversario. Eli si ritirò per lanciare un altro incantesimo, mentre Yan e Iesha cercavano di tenere a bada lo skaveling che si librava in volo sopra di loro, emettendo una sequela di orribili stridii. Misia prese fiato e raccolse le sue forze per lanciare un incantesimo Benedizione sul gruppo, e tutti quanti si sentirono rinvigoriti dall'energia divina che cominciava a scorrere in loro...

  

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"Ugh..." Reji strizzò un occhio quando un pezzo di roccia affilato tagliò sia la corda che la pelle del suo polso destro, provocandole dolore ma indebolendo ulteriormente i legacci che la tenevano prigioniera. Finalmente, le corde si spezzarono e si sciolsero, per poi scivolare a terra e permettere alla ragazza Tian di muovere le braccia liberamente. Con una decisione che le sconvolgenti rivelazioni recenti non avevano ancora intaccato, Reji cominciò a sciogliere i nodi che le legavano le caviglie, quando sentì arrivare dei passi veloci e temette che Aldern stesse già tornando per trasformarla a sua volta in un ghoul. Si mise in guardia come poteva e si preparò a combattere... ma tirò un sospiro di sollievo quando si accorse che si trattava di Nualia.

"Nualia!" esclamò, alzandosi di scatto e quasi perdendo l'equilibrio. "Nualia, sono qui! Siete venuti a salvarmi!"

"Reji! Meno male... sei salva..." la aasimar sospirò e si mise a controllare che Reji non fosse ferita. "Che cosa è successo? Chi ti ha portata qui? E' stato... quel tipo di nome Aldern, vero?"

Mentre la giovane dai capelli bianchi tagliava il resto delle funi con un pugnale, Reji si sgranchì i polsi e diede la risposta. "Non proprio lui... ma i ghoul che gli obbediscono... Aldern è stato trasformato in un mostro non-morto, un ghast... e ha detto che voleva che io mi unissi al suo branco... mi ha raccontato tutto quello che è successo alla sua famiglia... quello che lui ha fatto..." rispose. La voce si stava alterando verso la fine, e Nualia si rese conto che la sua compagna si stava facendo trascinare dalle sue emozioni.

"Reji... Reji, va tutto bene?" chiese Nualia, ponendo le mani sulle spalle della sua amica. In quel momento, le apparve fin troppo evidente che non era  esattamente portata per fare coraggio alla gente, e le sembrò che quello che stava dicendo fosse del tutto inadeguato. Il suo sguardo andò alla massa fungoide che copriva il muro a diversi metri da loro. "E quella... quella cosa disgustosa, che diavolo è?"

Reji riuscì a calmarsi almeno un po', ma scosse la testa con espressione inquieta. "No... non va tutto bene... e non so bene cosa sia quell'orrore... ma dobbiamo inseguire Aldern..." ansimò. "Yan, Eli e gli altri... ci sono tutti, vero?"

Nualia riuscì a sorridere lievemente e indicò la galleria dalla quale era venuta. "Sì... ci sono tutti! Ma dobbiamo raggiungerli in fretta. C'è... qualcun altro che si è unito a noi, ma non sembra molto disposto a collaborare!"

"Cosa?" chiese Reji. "E di chi si tratta?"

"Sei libera di non crederci..." rispose la aasimar scuotendo la testa. "Ma si tratta di Iesha Foxglove, la moglie di Aldern che lui ha ucciso."

 

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Con un ringhio acuto, lo skaveling si gettò in picchiata contro Iesha mordendola ad un braccio. La revenant si liberò con uno strattone e reagì con un colpo di taglio della mano, mancando però il pipistrello non-morto. Yan afferrò rapidamente l'arco che portava con sè e scagliò una freccia con precisione letale contro la bestia alata, e riuscì a colpirla allo sterno, strappandole uno stridio rabbioso.

"Maledizione... in qualche modo dobbiamo chiudere questo scontro!" esclamò Misia. Con un preciso colpo di balestra, riuscì a trafiggere la spalla di un goblin-ghoul, rallentandolo quel tanto che bastava per darle il tempo di lanciare un incantesimo. "Se continua così, Aldern ci sfuggirà!"

Eli si ritirò prima che un goblin-ghoul potesse colpirla con i suoi artigli... ma un altro di quei mostriciattoli non-morti la morse al fianco e le strappò un grido di dolore. L'odore di cadavere che aleggiava attorno al mostro la nauseò, ma Eli si riscosse dal dolore della ferita e abbattè il suo bastone sulla testa del suo assalitore. "Ugh... Misia, hai qualche incantesimo che possa darci una mano in questo frangente?"

"Forse sì..." rispose la biondina. "Jolan, puoi restare qui vicino? Ho bisogno che tu impedisca ai goblin non-morti di attaccarmi!"

Jolan era già a fianco di Misia prima che quest'ultima potesse finire la frase. "Certamente!" esclamò il coraggioso halfling, usando i suoi pugnali per colpire al torace un altro goblin-ghoul. "Cerca di colpire quel pipistrello troppo cresciuto!"

"Tranquillo... cough... era proprio quella la mia intenzione!" rispose Misia. Concentrandosi come poteva e tenendo sotto controllo gli spasmi di tosse che la scuotevano, la femmina di gnomo alzò la mano destra, e un lungo strale di luce apparve a pochi centimetri dalle punte delle dita, prendendo la forma di un corto giavellotto di energia che sprigionava un bagliore bianco tutt'attorno. Lo skaveling si voltò di scatto verso Misia, che agì con rapidità e scagliò il giavellotto di luce contro il non-morto alato.

"Divina Desna, splendente guardiana dei sogni... consenti alla tua umile servitrice di estirpare il male!" esclamò. "Giavellotto Sacro!"

Lo strale di luce bianca sfrecciò verso lo skaveling, che cercò inutilmente di schivarlo. L'incantesimo di Misia andò a segno e trafisse il gigantesco pipistrello non-morto al torace, bloccandolo a mezz'aria come un uccello infilzato da una freccia. Lo skaveling stridette di nuovo, e la luce si diffuse rapidamente sul suo corpo, inghiottendolo e poi consumandolo! Nel giro di pochi istanti, la bestia era stata ridotta in un mucchietto di cenere che si sparpagliò sul terreno, e i goblin-ghoul ringhiarono per la paura e la rabbia vedendo il mostro che veniva annientato.

"Uff... non sottovalutatemi, ho ancora qualcosa da dire!" commentò Misia, per poi sedersi per terra e riprendere fiato. Yan fece il segno dell'okay alla biondina, ma Iesha non si fermò nemmeno e riprese la sua implacabile caccia ad Aldern, cercando di farsi strada tra i goblin-ghoul rimasti. La revenant sollevò una delle creaturine e la scaraventò via, ma un'altra cercò di prenderla su un fianco e colpirla con i suoi lunghi artigli.

"Yaaaaah!" Un calcio poderoso si abbattè sul goblin non-morto schiacciandogli il cranio con un suono agghiacciante, e il mostriciattolo crollò al suolo e smise di muoversi, mentre la responsabile dell'attacco si faceva avanti con espressione seria. Yan si accorse con grande sollievo che si trattava proprio di Reji, e che Nualia era con lei.

"Scusate il ritardo." disse freddamente la ragazzina Tian per poi scagliarsi su due dei goblin-ghoul ed abbatterli con una tremenda raffica di colpi, talmente veloce che Yan ebbe difficoltà a vedere i pugni della sua amica in movimento. I goblin-ghoul crollarono a terra e si ridussero in mucchietti di polvere. "Yan. Amici. State tutti bene?"

"Reji! Sono felice di rivederti!" esclamò Yan, meentre con la sua spada trafiggeva un altro goblin-ghoul. Ormai le creaturine malefiche erano state molto ridotte di numero, e la battaglia era volta a favore del gruppo.

"Reji..." sospirò Misia, e si alzò un po' incerta sulle gambe. "Stiamo... cough... più o meno tutti bene... beh, insomma... io ho qualche problemino... ma me la caverò... in un modo o nell'altro!"

Reji sgranò gli occhi vedendo il colorito giallastro che il volto della femmina di gnomo aveva assunto... ma Eli interruppe ogni discussione, e Jolan si prodigò per aiutare Misia. "Ne discuteremo dopo! Adesso dobbiamo seguire Iesha... e fare in modo di essere lì quando troverà Aldern!" esclamò la mezzelfa. La revenant si stava guardando attorno con bramosia, smaniosa di trovare il suo marito ed assassino, e fargliela pagare.

Nonostante il caos che regnava nel suo animo, Reji si impose di restare concentrata e indicò un altro tunnel. "Sono sicura che sia andato da quella parte! Visto che voi non lo avete incontrato... c'è soltanto un'altra direzione nella quale può essere andato! Presto, seguiamolo..."

"ALDERN!" stridette Iesha, avvertendo per istinto la presenza del suo assassino. Si incamminò rapidamente in quella direzione, gli occhi accesi di un bagliore rosso che faceva capire fin troppo bene quali fossero le sue intenzioni. Reji prese un bel respiro, cercando di tenersi pronta a quello scontro. Non era ancora del tutto sicura di quale sarebbe stata la sua reazione nel momento in cui fosse stata costretta ad affrontare il mostruoso ghast... ma in quel momento, quello che le premeva di più era che lei e i suoi compagni uscissero vivi da quella follia. Il resto poteva attendere...

"Presto, ragazzi. Seguiamo Iesha. Aldern... non sarà lontano." disse Reji, e prese la testa del gruppo mentre si dirigevano nuovamente verso la superficie...

 

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La furia incontenibile di Iesha si stava scatenanddo su tutto ciò che Aldern cercava di mettere sulla sua strada per ritardare l'inevitabile. La revenant si trovò ad abbattere porte, infrangere pezzi di mobilia e sterminare quel poco che restava dei ghoul servitori dell'ex-marito. I non-morti avevano cercato di eseguire una manovra a tenaglia ed abbattersi sul gruppo in massa non appena questi fossero usciti dal sottosuolo... ma davanti a Iesha e a Reji c'era stato ben poco da fare. La ragazzina Tian, smaniosa di dare sfogo alle sue emozioni, si era lanciata contro i non-morti in un'autentica tempesta di pugni e calci, e Iesha aveva finito a mani nude quei pochi che erano rimasti in piedi, prima di continuare il suo percorso senza neanche rallentare. Stanza dopo stanza, la distanza che separava il gruppo di avventurieri dal mostruoso ghast si accorciava sempre di più...

Finalmente, l'ultima delle porte sbarrate cedette sotto un micidiale calcio circolare da parte di Reji, e il gruppo fece irruzione là dove il ghast Aldern li attendeva. Il mostruoso non-morto era in piedi nel centro della stanza, con in mano la sua arma - un terrificante rasoio di dimensioni spropositate, la lama arrugginata ma affilata che graffiava il pavimento e provocava dei suoni metallici e minacciosi.

La stanza stessa dava l'impressione di essere un osservatorio: al centro si trovavano una sedia e una scrivania, e un paio di finestre decorate con vetrate istoriate di vari colori si aprivano nel muro ad est. La finestra più a nord rappresentava una donna dai lunghi capelli neri e dagli occhi verdi che indossava un elegante vestito rosso e nero, mentre l'altra era danneggiata in diversi punti ma permetteva ancora di vedere l'immagine di un giovane dall'aspetto affascinante, vestito di abiti regali e con sulla testa una corona di avorio e giada. Un telescopio ammaccato e rovinato giaceva vicino alla scrivania, e sul tetto si vedeva una botola che era stata chiusa con diversi giri di corda.

"Benvenuti..." sibilò il ghast Aldern, sollevando il suo rasoio da battaglia mentre il gruppo entrava e si dispondeva davanti a lui. "Non credevo... che ssssaresssste arrivati così lontano! Ssssembra che... dovrò occuparmi io di voi! Potevate andarvene da Sssssandpoint e lasciare che quella missssera cittadina ssssoccombesssse... ma avete voluto ficcare il naso in un affare troppo più grande di voi!"

"Aldern..." Iesha avanzò barcollando verso il ghast che una volta era stato suo marito. Un ghigno atroce apparve sulle labbre dei due non-morti, il loro odio reciproco forte ed implacabile quanto una volta era stato travolgente ed intenso il loro amore.

"Ssssì... ssssei tu, Iesssssha!" ringhiò il ghast, leccando la lama della sua arma con la sua orrida lingua. "Ssssicuramente quessssti sssstolti ti hanno liberata... la Fratellanza avrebbe dovuto fare un lavoro migliore... ma non importa! Non ssssarò io a cadere quessssta volta!" Fece volteggiare la sua lama ancora una volta, e una luce crudele dardeggiò nei suoi occhi. "Quindi vieni, mia cara... vieni, e uccidiamoci a vicenda! Condividiamo una volta di più il nossssstro amore!"

"AAAAALDEEEEEERN!" Ormai incapace di contenere la sua sete di sangue, Iesha si scagliò contro l'orrido rimasuglio non-morto del marito assassino... e nello stesso momento, Reji scattò in avanti, cogliendo di sorpresa il resto del gruppo! Senza ascoltare le voci di Eli e Yan che le chiedevano di aspettare, la ragazzina Tian superò di corsa Iesha e aprì lo scontro eseguendo uno spettacolare calcio ruotato diretto alla testa del ghast! Il non-morto alzò un braccio e parò il colpo, ma fu costretto ad indietreggiare di qualche passo, e non riuscì a difendersi efficacemente quando Iesha lo raggiunse e lo afferrò alla gola, stringendo con tutte le sue forze!

"Non ti intromettere!" stridette Iesha. "La vendetta è mia!"

Reji si rimise in guardia mentre Iesha cercava di trascinare a terra Aldern... e il ghast afferrò i polsi della revenant e tirò con tutte le sue forze per allentarle la presa, poi le sferrò un poderoso calcio nell'addome per scaraventarla via. Iesha atterrò di schiena diversi metri più in là, ma si rialzò in fretta... solo per vedere Reji che si produceva in una frenetica raffica di colpi, spinta dalla rabbia e dall'angoscia.

"Non sarà tua se continui a combattere così!" esclamò Reji. Cercò di colpire il ghast Aldern con un pugno al torace, ma quest'ultimo parò il colpo con il piatto del suo rasoio e ferì la ragazzina al braccio destro con un fendente. Ma Reji sembrò accorgersi appena della ferita, e rispose con un altro pugno, che riuscì a scuotere il ghast. "Aldern! Aldern! Tu ci sei ancora, lo so! Questo mostro non-morto non sei tu!" esclamò rabbiosamente. "Ti prego, vieni fuori! Fatti sentire!"

"Aldern Foxglove non esissssste più, sssstupida mocciosa!" sibilò il ghast. Un altro colpo di Reji andò a segno, ma il non-morto afferrò la ragazzina al collo con la mano libera e la solleevò di peso... poi la scaraventò contro la scrivania, dove atterrò con uno schianto e un breve grido di dolore. Iesha tornò all'attacco, ma questa volta senza lanciarsi fisicamente contro il suo avversario.

La revenant prese fiato e poi spalancò la bocca in uno spaventoso grido di furia primordiale, che riecheggiò in tutto il maniero e fece vibrare le finestre, quasi penetrando nelle ossa dei presenti! Yan stava per afferrare la sua spada ed unirsi alla battaglia... quando il grido di Iesha colse lui e il resto degli avventurieri di sorpresa, costringendoli a restare fermi come se avessero le scarpe incollate al pavimento!

"Uuuuugh... che grido spaventoso..." mormorò Jolan, tringendo i suoi pugnali come se da quelli dipendesse la sua vita. Eli spalancò gli occhi e strinse i denti, mentre cercava di non soccombere a quell'effetto di paura soprannaturale. La revenant Iesha era talmente consumata dal suo desiderio di vendetta che ormai quello era diventato la sua unica ragione d'essere, e non le importava nulla dell'incolumità dei suoi "alleati". Yan e Nualia si aggrapparono alle loro spade... e Reji si rialzò barcollando e massaggiandosi la testa.

"Merda..." sussurrò, guardando Iesha che si scagliava nuovamente contro Aldern. Questa volta, il ghast non riuscì a difendersi con altrettanta efficacia - il grido soprannaturale della revenant aveva influenzato anche lui, e il ghast ricevette una serie di colpi dalla moglie assassinata. Reji non potè fare altro che guardare con raccapriccio la scena - due persone che si amavano, che una volta erano state legate da un sentimento così profondo... ridotte a due mostruosità innaturali che non conoscevano altro che odio e rabbia. Anche per Nualia era uno spettacolo che la toccava da vicino. Riusciva a vedere sè stessa e Yan al posto di Iesha ed Aldern, e non osava pensare a cosa sarebbe successo se non si fosse fermata in tempo, e avesse permesso che la situazione degenerasse fino a tal punto.

Yan era rimasto a sua volta inchiodato dov'era, come raggelato dalla paura soprannaturale provocata dal gemito della revenant. Con un grande sforzo di volontà, il ragazzo riuscì a sollevare lo scudo e afferrò la spada con tutte le sue forze, poi alzò una gamba... e riuscì a fare un passo in avanti!

"Al... all'inferno! Non sono venuto qui... per fare lo spettatore!" esclamò. Strinse i denti per cercare di ignorare la paura, e mosse ancora qualche passo in avanti... e infine, riuscì a lanciarsi alla carica e puntò dritto verso il ghast Aldern, che stava ancora lottando contro Iesha e sembrava anzi in lieve vantaggio. L'orrendo non-morto venne colto di sorpresa da quella mossa improvvisa, e non riuscì a difendersi in tempo - il ragazzo sferrò un fendente micidiale che raggiunse il ghast al torace, tranciando le carni mummificate e spargendo un getto di disgustoso liquido biancastro sul pavimento! Ringhiando per la frustrazione, il ghast agitò gli artigli davanti a sè e cercò di colpire Yan agli occhi, ma il giovane si ddifese in tempo alzando lo scudo. Si sentì un fastidioso stridio metallico quando gli artigli del ghast raschiarono la protezione, e Yan scattò in avanti per sbattere lo scudo in faccia all'avversario. Sfortunatamente, questo non ebbe l'effetto che avrebbe avuto normalmente, visto che il non-morto non era in grado di sentire dolore fisico, ma riuscì comunque a sbilanciare Aldern e dare a Reji e Iesha il tempo di riprendersi.

"Uuuugh!" ringhiò il ghast. "Tu... misssserabile omuncolo... come ossssi? Non immisssschiarti in cosssse che non ti riguardano!"

"Questa è una cosa che mi riguarda... Aldern Foxglove!" esclamò Yan. "Non ti permetteremo di prendere Reji! Non la farai diventare una mostruosità come quello che sei diventato tu!"

"Desna misericordiosa, assisti i tuoi umili servitori in questa lotta... Benedizione!" esclamò Misia. La femmina di gnomo riuscì a fare di nuovo appello ai suoi poteri divini e lanciare un incantesimo che rafforzò i suoi compagni... e anche Iesha. La revenant non sembrò nemmeno rendersi conto di quello che Misia aveva fatto e si limitò a riprendere il suo assalto con rinnovata determinazione. Ormai Iesha non aveva più parole per il marito, soltanto furia... e fu con quella furia che Iesha strattonò via Yan e si scagliò contro Aldern una volta di più!

"Iessssshaaaaaa!" ringhiò il ghast. I due non-morti, uniti in quella folle spirale di amore diventato odio, si scambiarono una raffica spaventosa di colpi, gli artigli che penetravano nelle carni ormai rigide, gli occhi che si illuminavano con sempre crescente furore.

"Maledizione..." imprecò Yan, alzandosi di scatto. "Iesha vorrebbe fare tutto da sola... e Aldern si sta dimostrando un avversario davvero tosto! Non credo che riuscirà da sola ad affrontarlo..."

"Yan!" esclamò Reji con determinazione. Il ragazzo si voltò verso la sua amica che, pur ammaccata e sanguinante, era ancora decisa a combattere... e soprattutto, ad affrontare Aldern ed appellarsi a quel po' di umanità che gli era rimasta.

"Reji!" esclamò il ragazzo, e si piazzò protettivamente davanti alla sua amica. Dopo diversi attimi di incertezza, nei quali Iesha era riuscita a mettere a segno qualche colpo, Aldern aveva ripreso il controllo del combattimento e aveva sollevato di peso la revenant, per poi scaraventarla contro un muro e farla cadere a terra stordita. Ma Iesha si era rialzata abbastaza velocemente, e riuscì a parare l'artigliata con cui il ghast cercava di trafiggerla al torace. Il resto del gruppo sembrava indeciso, non riuscendo a trovare il momento giusto per intervenire nello scontro, e ancora scossi dall'urlo soprannaturale di Iesha. "Reji, come ti senti? Riesci ancora a combattere?" 

"TRanquillo..." Reji rispose, cercando di farsi vedere più sicura di quanto non fosse in realtà. "Io... il signor Aldern... la sua mente è ancora là dentro, sta... sta cercando di appellarsi a quanto rimane della sua umanità... lui mi ha raccontato... di quello che è successo. Ascolta, Yan... ora sono riuscita a capire... Aldern ha fatto molti errori, e non voglio giustificare certe sue azioni... tra cui uccidere sua moglie in uno scatto di gelosia... ma non posso pensare che Aldern sia condannato all'esistenza di un orribile non-morto come quello! Credimi... non ha ancora perso del tutto la sua umanità! Io... l'ho ascoltato, mi ha parlato di quello che è successo... della storia della sua famiglia..."

Reji scosse la testa. "Voglio credere... che ci sia ancora qualcosa da salvare in lui!" esclamò. "Ascoltami... per favore, aiutami a parlare con lui! Forse... forse possiamo ancora salvarlo! E se riuscissimo a convincere Iesha a risparmiarlo... meglio ancora, no? Per favore... io non... non posso lasciare che la sua storia finisca così!"

"Reji..." mormorò Yan, fissando la sua amica dritta negli occhi. La monaca stava mostrando i segni di un crollo emotivo... ma stava ancora controllandosi meglio che poteva. In fondo, come poteva biasimarla? Lui si era sentito allo stesso modo quando aveva cercato di salvare Nualia...

"E va bene." disse infine Yan con decisione. "Andiamo. Dobbiamo distrarre Iesha. Così tu potrai parlare con Aldern quanto vorrai!"

"Aspetta, Yan! Ti do una mano anch'io!" affermò Nualia. La aasimar si fece avanti, probabilmente mettendo a confronto l'attuale problema con la sua condizione. "Reji, ascoltami... anch'io cercherò di tenere Iesha distratta. Tu fai del tuo meglio per parlare con Aldern e tirare di nuovo fuori il suo lato umano!"

"Hey... ci siamo anche noi! Non ignorateci!" affermò Jolan. L'halfling si fece avanti, sostenendo Misia... e anche Eli si mise in guardia, trattendo il suo bastone da combattimento con entrambe le mani. "Cercheremo anche noi... di tenere a bada Iesha..."

Misia annuì stancamente e riuscì a lanciare un altro incantesimo. "Riesco... ad invocare ancora l'aiuto della divina Desna..." mormorò. "Mi raccomando, Reji... fanne buon uso! Divina Desna... concedi alla mia compagna la forza del toro... affinchè possa fare quello che deve per allontanare il male dai suoi cari! Forza Del Toro!"

Misia fece un gesto in direzione di Reji, i cui occhi si illuminarono di luce azzurra per un secondo, e il cui corpo sembrò diventare ancora più forte e scattante di quanto già non fosse. Un paio di grandi ali da farfalla fatte di luce blu si aprì dietro la schiena della ragazzina per poi scomparire in una pioggia di scintillare argentate... e Reji, sentendosi molto più forte, scattò di nuovo verso il ghast e la revenant, decisa a separarli.

"Okay, ragazzi... adesso tocca a noi! TRattenete Iesha quanto più possibile, finchè Reji non ha finito! Immagini Speculari!" esclamò Eli. Incrociò le braccia mentre lanciava un altro incantesimo, e una serie di immagini illusorie di sè stessa apparvero attorno alla mezzelfa, in modo che non fosse più possibile distinguere la vera Eli a prima vista.

"Ricevuto... farò quello che posso! Divina Desna, sostieni la tua umile servitrice, almeno un po', così che lei possa portare il tuo aiuto a chi ne ha bisogno!" rispose Misia. Strinse i denti e lanciò una magia Ristorazione Minore su di sè, recuperando un po' delle forze che il morbo soprannaturale le aveva sottratto. Poi, alzò una mano e creò una sfera di luce attorno ad essa, avanzando con decisione verso Iesha ed Aldern, mentre Jolan e Nualia imbracciavano le loro armi. Yan si preparò e, ad un cenno di Eli, si lanciò contro Aldern e Iesha, ancora impegnati nel loro feroce combattimento. Il ghast aveva subito un duro colpo dalla revenant, che gli aveva ficcato la faccia in una vetrata, ma aveva reagito afferrando un braccio di Iesha e sbattendola contro il muro vicino. Stava per continuare l'attacco quando Yan gli fu addosso, caricandolo con tutte le sue forze e costringendo i due non-morti a separarsi.

"COSA?" esclamò Iesha con voce innaturalmente stridula. "Che cosa state facendo? Vi avevo detto di non interferire! La vendetta contro Aldern è mia!"

Eli si concentrò per un istante... e sia lei che le sue immagini illusorie scagliarono tutte insieme i loro bastoni, uno dei quali - quello vero - colpì Iesha al fianco, senza farle troppi danni ma dandole comunque fastidio ed impedendole di ritornare all'attacco. Yan e Nualia si piazzarono tra Aldern e Iesha, in modo da dare a Reji il tempo di parlare ad Aldern... e Jolan lanciò uno dei suoi pugnali, colpendo Iesha alla gamba sinistra in modo da impedirle i movimenti.

"Temo... che dovremo chiederle di aspettare un po', signorina Iesha." disse Misia con un sorriso gentile. La femmina di gnomo scagliò un dardo dalla sua balestra e raggiunse Iesha al fianco, senza tuttavia infliggerle troppi danni.

"Aldern!" Reji si piazzò davanti al ghast Aldern, che ora la stava guardando con un misto di rabbia ed eccitazione.

"Aaaaaah! Alla fine... ti ssssei decisa!" sibilò Aldern. "Ssssei convinta... che ti offro una vita eterna... e la ssssoddissssfazione di condividere con me l'ebbrezza della caccia nelle notti di luna nuova?"

Reji si mise in guardia e alzò i pugni davanti a sè. "No, Aldern. Questo... non sei tu!" esclamò. "Io... io ho conosciuto Aldern Foxglove... e anche se ha fatto molti errori, non è questo abominio non-morto di fronte a me! E' una persona che ha sbagliato, ma che è capace di grande generosità e affetto! Una persona come lui... non merita questa falsa vita di orrore e sofferenza!"

"Di cosssssa sssstai parlando, sciocca? Non mi ssssono mai ssssentito così bene!" ringhiò il ghast. Con uno scatto da predatore, il non-morto si scagliò contro Reji e cercò di morderla per trasmetterle la febbre del ghoul, ma Reji reagì con prontezza ed evitò l'attacco.

Senza esitare, la giovane esperta di arti marziali si produsse in una spettacolare raffica di pugni e colpi a mano aperta, in modo da confondere Aldern e mandare a vuoto i suoi attacchi. Frustrato, il ghast tentò di sferrare un doppio fendente con i suoi artigli, ma Reji si sottrasse all'ultimo momento eseguendo una piroetta e portandosi a fianco di Aldern. Con un ringhio atroce, il non-morto cercò di attaccare di nuovo, e questa volta Reji fu costretta a farsi indietro per non essere colpita.

"Aldern... so che sei ancora lì!" esclamò Reji. "Per favore, ascoltami! Devi opporti a questa mostruosità! Non permettergli di influenzarti!"

Per un attimo, il ghast Aldern restò fermo davanti a Reji, ringhiando ferocemente. Poi, il bagliore malvagio dei suoi occhi si affievolì, e la ragazzina riuscì a vedere un'espressione contrita e stupefatta che appariva sul volto tetro del non-morto. "R-Reji..." sussurrò. La personalità del ghast riuscì ad imporsi di nuovo pochi secondi dopo, ma Reji sapeva di aver fatto qualche progresso.

"Sì! Sì, Aldern, continua così!" esclamò Reji con un sorriso incoraggiante, anche mentre si rimetteva in guardia. Il ghast Aldern tornò all'attacco, sferrando dei temibili fendenti con il suo rasoio, e due di questi colpirono di striscio la giovane alla spalla destra e al fianco sinistro. Reji strizzò un occhio e sferrò un poderoso calcio che mancò di pochissimo l'agile ghast, che tentò di approfittare di quel momento per attaccarla con il suo raoio e le sue fauci. Muovendosi con rapidità, Reji riuscì ad evitare di poco il morso del ghast, e quando vide la lama del rasoio calare su di lei, calcolò i tempi con attenzione e afferrò la lama prendendola tra i palmi delle mani! Il ghast non si era aspettato una mossa così audace, e restò stupefatto per un attimo decisivo. Con un'abile torsione dei polsi e del corpo, Reji strappò l'arma dalle mani di Aldern e la gettò lontano, per poi colpire il ghast con un calcio al plesso solare.

"Vattene, non-morto!" esclamò Reji. "Lascia andare quest'uomo! Non te lo lascerò mai!"

Il ghast gorgogliò orrendamente e cercò di rispondere con i suoi letali artigli... ma Reji deviò i suoi attacchi e colpì di nuovo, questa volta con un pugno alla fronte che fece barcollare il mostro... e ancora una volta, il bagliore maligno nei suoi occhi si spense, e la monaca sentì nuovamente la voce di Aldern, questa volta libera dagli influssi della non-morte!

"Reji... tu..." mormorò Aldern, per poi emettere un lacerante grido di dolore e afferrarsi le tempie, in preda ad una lotta con sè stesso. "No! Vattene, maledetto! Vattene dalla mia testa! Non te la lascerò! Non la avrai mai!"

"IO ssssono te, Aldern!" sibilò furente la voce del ghast. "Noi ssssiamo una cosa ssssola! Non potrai mai esssere al ssssicuro da me!"

La voce di Aldern tornò normale un attimo dopo. "Mai! Tu non farai quello che vuoi con lei!" esclamò. "Io... farò di tutto per impedirtelo. Hai capito? AAAAAARGH!"

Con un altro urlo spaventoso, Aldern alzò il volto al soffitto e si afferrò le tempie... poi, tutt'a un tratto, si calmò e cominciò a respirare affannosamente. Reji restò a distanza di sicurezza, non volendo dare al ghast, nel caso fosse stato ancora in controllo, la possibilità di un attacco a sorpresa. Finalmente, Aldern alzò lo sguardo... e fece un sorriso riconoscendo la giovane che lo aveva salvato a Sandpoint e che aveva cacciato il cinghiale con lui.

"Reji... io... ce l'ho fatta... sono... sono riuscito a mandarlo via... per adesso..." mormorò Aldern.

"Signor Aldern... io... lo sapevo che non poteva essere scomparso!" rispose Reji con un mesto sorriso. "Sono felice... di vederla di nuovo!" Con queste parole, Reji vinse il suo disgusto e abbracciò il nobile trasformato in non-morto, che ricambiò il gesto con gentilezza.

"Ma cosa... cosa è successo?" chiese Aldern. "No... aspetta... credo di aver capito..."

Il ghast rivolse lo sguardo al punto in cui Iesha era impegnata ad affrontare Yan e il resto del gruppo di avventurieri... e riconobbe nella revenant la moglie che lui aveva ucciso! Con un gemito di orrore e di vergogna per quello che aveva fatto, Aldern si sciolse gentilmente dall'abbraccio di Reji e guardò negli occhi la giovane monaca. "Sì... adesso è tutto chiaro... il mio passato è venuto qui... per regolare i conti, una volta per tutte. E io... stavolta non sarò un vigliacco. Non fuggirò. Se devo concludere la mia vita... che sia almeno in modo dignitoso."

Un brivido di gelo percorse la spina dorsale di Reji. "S-Signor Aldern?" mormorò. "Cosa... cosa vorrebbe dire... concludere la sua vita? Non avrà intenzione..."

Aldern annuì con solennità. "Non c'è altro modo, mia cara... anche ora... sento che lui... sta erodendo la mia determinazione..." sussurrò. "Presto... la sua volontà... avrà il sopravvento sulla mia... e allora non ci sarà altro destino per me che questa orrenda vita fasulla... io... devo fare quello... che è necessario... per proteggere gli altri... per proteggere te... da me stesso..."

"Ma... ma..." balbettò Reji, non ancora decisa ad accettare l'inevitabilità dei fatti. "Ma forse... potremmo trovare un altro modo! Forse c'è un modo per liberarla da questa maledizione... la prego, signor Aldern, non si arrenda così!"

Aldern sospirò e mise le mani sulle spalle della ragazza Tian, dai cui occhi cominciarono a sgorgare le lacrime. "Reji... è per questo... che ti voglio bene... Grazie di tutto... ora tocca a me proteggerti!" Con queste parole, Aldern si mosse verso Iesha, che stava tentando di passare oltre Yan... e stese le braccia artigliate verso di lei, come se stesse per attaccarla! La revenant si allontanò da Yan, che guardò stupito verso il ghast mentre si avvicinava alla moglie assassinata...

"Aaaaah! Finalmente! Finalmente ti fai prendere, Aldern Foxglove!" sibilò, ignorando del tutto gli avventurieri. "Hai deciso di smetterla di fuggire come il codardo che sei! Fatti avanti, e lascia che io..."

Iesha si bloccò di colpo, e sul suo viso ceruleo apparve un'espressione di incredulità quando il marito non-morto le si avvicinò e la avvolse in un abbraccio gentile, appoggiandole la testa su una spalla! Del tutto spiazzata, Iesha arretrò fino a trovarsi a pochi passi dalla finestra sulla quale era rappresentata la figura femminile.

"Perdonami, Iesha. Io... ho sbagliato tutto." mormorò Aldern con voce rotta dall'emozione. "Io... avrei dovuto amarti... proteggerti... e invece ho rovinato tutto per la mia folle gelosia e il mio stupido orgoglio... Ma ora... ora basta. Poniamo fine a questa pazzia..."

"A-Aldern..." mormorò incredula la revenant, spiazzata davanti al pentimento di Aldern. La sua natura di non-morta la spingeva ad ignorare ogni forma di compassione e prendersi la sua vendetta senza badare ad altro... ma l'umanità che ancora restava in lei non riusciva ad ignorare quel gesto di riavvicinamento.

"Reji..." mormorò Aldern. "E'... è il momento. E' giusto... che sia tu a concludere tutto questo..."

Mentre il gruppo, Nualia compresa, guardava incredulo ciò che stava accadendo, Reji restò ferma al suo posto per qualche secondo... poi, si decise a fare quello che doveva essere fatto e si asciugò gli occhi con la manica del vestito. "Sì... hai ragione, Aldern... è... è giusto... che sia così..." mormorò con riluttanza. Si concentrò per un attimo, poi si lanciò verso Aldern e Iesha e colpì il ghast con il pugno più poderoso di cui lei fosse capace! Il corpo scheletrico del ghast e quello della revenant vennero scagliati verso la finestra ed impattarono su di essa, mandandone in frantumi la parte inferiore e aprendo un buco nella vetrata istoriata! I due non-morti, uniti per l'ultima volta, volarono fuori dalla finestra e oltre il bordo di un immenso dirupo che scendeva per più di sessanta metri verso il turbolento mare di Varisia.

"Io... ti ringrazio, Reji... grazie a te... termino questa folle sceneggiata... nei panni di un uomo..."

Questi furono gli ultimi pensieri di Aldern Foxglove, prima che lui e Iesha si schiantassero sulla superficie del mare.

 

oooooooooo

 

Un silenzio attonito ed irreale era sceso sulla stanza, rotto soltanto dall'ululato del vento che penetrava nel buco da cui Aldern e Iesha erano precipitati. Nessuno degli avventurieri riusciva a capacitarsi di quello che era successo. Forse tutti loro, in fondo, si auguravano che quella situazione potesse concludersi meglio...

"Reji..." mormorò infine Yan, facendo un passo verso la sua amica.

Con il pugno ancora esteso, Reji si lasciò scorrere una lacrima lungo la guancia. "Aldern... Iesha... che Pharasma accolga le vostre anime... e vi dia la pace che meritate."          

 

oooooooooo      

               

CONTINUA... 

 

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Capitolo 35
*** Esorcismi ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE 

Capitolo 33 - Esorcismi

 

Quattro giorni dopo la battaglia nelle Apprensioni, un gruppo di soldati provenienti da Sandpoint, appoggiati dal gruppo di Eli ed accompagnati da Padre Zantus, era arrivato a ciò che restava del maniero che una volta era stato di proprietà della famiglia Foxglove. Da quando la presenza di Aldern e Iesha era stata esorcizzata da quel luogo inquietante, non era stata più rilevata la presenza di ghoul nelle campagne circostanti Sandpoint, e lo sceriffo Hemlock aveva ritenuto che si poteva mandare un gruppo di armati a dare una mano ad evacuare ciò che restava del maniero dei Foxglove. In quel momento, il gruppo di avventurieri stava assistendo gli uomini dello sceriffo - per fortuna, con la fine di Aldern e Iesha, gran parte degli effetti dell'infestazione erano scomparsi.

"Certo che da queste parti è successo un gran casino..." disse un giovane caporale mentre assieme ad Eli, Misia e ad un paio di uomini passava in rassegna l'osservatorio in cui si era svolta la battaglia finale con il nobile trasformato in ghast. La stanza era stata messa a soqquadro durante la lotta, e le vetrate istoriate erano danneggiate, i vetri colorati sparpagliati a terra. Per fortuna, le raffigurazioni erano rimaste riconoscibili - in particolare quella della donna dai capelli neri, corrispondente alla finestra da cui Aldern Foxglove e la sua consorte erano precipitati. "Da quanto siamo riusciti a scoprire, è qui che si è consumata la tragedia di Traver e Cyralie Foxglove. C'è una certa triste ironia nel constatare che il figlio e la sua sposa sono morti nello stesso modo."

"E' qui che Cyralie Foxglove ha trovato la morte? Cadendo da quella finestra?" chiese Misia, indicando con lo sguardo l'altra vetrata parzialmente infranta. La femmina di gnomo era ormai tornata del suo colorito normale, liberata dalla malattia soprannaturale che aveva contratto grazie al suo filtro di Rimuovi Malattia - che aveva assunto poco dopo la battaglia nell'osservatorio.

"Così pare... Reji ha semplicemente riportato quello che Aldern le ha raccontato mentre era sua prigioniera." rispose Eli con un sospiro. "A proposito, adesso dov'è Reji?"

Misia fece un cenno con la testa. "Al piano di sotto, assieme al resto del gruppo e a Padre Zantus." rispose. "Ha detto qualcosa circa il fatto che sentiva il bisogno di tenersi occupata."

"Mi dispiace per la vostra compagna... ho sentito che era in buoni rapporti con il defunto Lord Foxglove." disse il soldato.

"Riferirò alla mia compagna. Sono sicura che apprezzerà." Eli annuì malinconica, poi rivolse la sua attenzione alla rappresentazione femminile sulla vetrata. "Tornando a noi... questa rappresentazione mi sembra particolamente interessante, dato quello che siamo venuti a scoprire su Vorel Foxglove e la sua ambizione di trasformarsi in un lich."

"Come c'entra questa raffigurazione, signorina?" chiese uno dei soldati di Sandpoint.

Dare delle spiegazioni era una delle cose che Eli amava di più, e la maga mezzelfa si aggiustò gli occhiali con un sorriso acuto prima di rispondere alla domanda. "Se non mi sbaglio di grosso... la donna che vedete è nientemeno che Arazni, una semidea che era stata l'araldo del famoso Aroden." spiegò. "Questo... prima di cadere in battaglia contro Tar-Baphon, il Tiranno Sussurrante."

Tutti rimasero in silenzio una volta che Eli ebbe pronunciato quel nome. Tar-Baphon il Tiranno Sussurrante era ancora uno dei nomi più temuti in tutto Golarion - il nome di un potentissimo negromante che era stato nemico giurato di Aroden, e le cui sfrenate ambizioni avevano quasi messo in ginocchio la regione di Avistan prima che fosse sconfitto e sigillato.

Eli riprese il discorso. "In seguito, il corpo di Arazni venne trafugato dal suo sepolcro, e ora pare che Arazni esista come regina della nazione di Geb, costretta a diventare una non-morta e a sedere al fianco del Re Fantasma Geb."

"Quel tizio ha dato il suo nome alla sua nazione? Alla faccia della modestia." commentò sarcastica Misia. "Quindi... pensi che la storia di Arazni abbia in qualche modo ispirato Vorel Foxglove e gli abbia fatto in qualche modo venire l'idea di diventare un lich a sua volta?"

Eli alzò le spalle. "Non si può mai dire. Chissà cosa passa per la testa di un mago pazzo..." rispose. "Comunque, diamo un'altra occhiata qui attorno. Forse ci sono ancora degli indizi utili."

"Giustamente." rispose la guardia. "Non appena abbiamo finito qui, daremo un'occhiata allo studio privato..."

 

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I sotterranei delle Apprensioni, anche ora che la presenza dei non-morti era stata quasi del tutto debellata, restavano un luogo inquietante ed infido, con soltanto le luci magiche appese alle pareti a fornire un minimo di luce e visibilità. Per il giovane spadaccino Yan e i suoi compagni, tornare lì era come ripercorrere una strada che aveva lasciato loro soltanto cattivo ricordi. Mentre si aggiravano per quei sotterranei umidi e puzzolenti, ben stretti attorno all'anziano sacerdote che aveva voluto accompagnarli, Yan guardò verso terra e vide le ossa ingiallite dello skaveling che avevano abbattuto poco prima del confronto finale con Aldern. Il pipistrello non-morto era ancora nello stesso punto in cui era caduto, ma ora le sue carni marcescenti si erano dissolte con una rapidità incredibile, lasciando soltanto lo scheletro della mostruosità sul terreno.

"Stia attento, padre Zantus..." disse Jolan facendo cenno a dei gradini di roccia scarsamente visibili. "Ecco, la stanza nella quale Reji ha visto quella cosa mostruosa di cui le diceva è da questa parte. E' qui che abbiamo spazzato via una nutrita schiera di non-morti... grazie soprattutto a quel Fulmine Magico che Eli ha lanciato."

"Dovrò dire ad Eli di avvertirci quando impara nuovi incantesimi..." disse Reji con un lieve sorriso, spezzando almeno per un po' la cappa di silenzio nella quale era rimasta quasi sempre a partire dal giorno della morte di Aldern. Tornò immediatamente seria e silenziosa, e Yan sospirò pensando a come si poteva sentire la sua compagna di viaggio.

Reji non aveva pianto granchè, dopo la morte di Aldern. Non sembrava che la disgrazia l'avesse depressa più di tanto. Il giorno dopo, era già tornata ad allenarsi e a fare la sua parte come menbro del gruppo di avventurieri di cui era orgogliosa di fare parte. Tuttavia, i suoi compagni si erano subito resi conto che c'era qualcosa che non andava in lei: Yan non era sicuro di poterlo descrivere a parole, ma in qualche modo aveva l'impressione che Reji fosse più diretta, meno propensa a chiacchierare... e senza dubbio, non aveva più la vivacità di prima. Certo, non c'era da stupirsene - la sua amica stava ancora elaborando il lutto. Anzi, Yan temeva che Reji si stesse costringendo a tornare alla normalità il più rapidamente possibile. Forse perchè non voleva essere d'intralcio al gruppo nel caso ci fosse stato ancorada intervenire da qualche parte... ma conoscendo la sua amica, Yan era convinto che fosse anche perchè non voleva essere compatita. Per lei, era forse anche una questione di orgoglio personale...

Di qualunque cosa si trattasse, anche Jolan e Nualia avevano compreso che Reji stava ancora cercando di gestire le sue emozioni e tornare ad uno stato di equilibrio.

"Allora, figliola... dove hai detto che si trovava quella mostruosità di cui mi dicevi?" chiese gentilmente Zantus. "Se è come immagino, allora dev'essere quella l'origine della maledizione che grava su casa Foxglove... e se non verrà eliminata, potrebbe prendere altri discendenti di Vorel."

Reji indicò un corridoio oscuro con un cenno della testa e tenne ben alzata una lanterna accesa. "Da questa parte, padre Zantus. Me lo ricordo fin troppo bene... non credo proprio che scorderò quell'affare, neanche se dovessi campare cent'anni." affermò. "Comunque... prego, mi segua. E' qui... da queste parti... che Aldern mi teneva prigioniera."

In silenzio, il gruppo seguì Reji fino a raggiungere quella bizzarra parodia di una sala degli ospiti... e quando Reji rivolse lo sguardo riluttante verso il muro, quell'orrida macchia di materia fungoide era ancora lì, come se li stesse aspettando! La ragazzina fece una smorfia disgustata e cercò di costringersi a guardarlo: poteva giurare che quell'ammasso vegetale senza capo nè coda fosse cresciuto in quegli ultimi giorni, e che avesse cominciato ad estendere un reticolo di tentacoli fibrosi attraverso le pareti della sala. Come se quell'ammasso di materia fungoide si fosse reso conto di aver perso Aldern e cercasse di agguantare il resto del maniero per vendetta.

Alla vista di quell'orrore innaturale, Yan fece una smorfia disgustata, e anche Padre Zantus non potè trattenere un breve verso impaurito. C'era qualcosa di assolutamente rivoltante e... sbagliato... in quella cosa viscida e pulsante, e sembrava radiare malvagità da ogni centimetro quadrato della sua superficie. "Desna misericordiosa... non... non credo di aver mai visto una cosa così... abominevole..."

"Reji, che... che diavolo è? Sono anni che faccio la guida qui attorno a Sandpoint, ma un casino simile..." mormorò Jolan. D'istinto, l'halfling afferrò i suoi pugnali, anche se aveva l'impressione che sarebbero valsi a poco contro quella cosa. "Da dove... è venuta fuori?"

"Non ne ho la più pallida idea... ma ho il sospetto che sia un elemento fondamentale della maledizione della famiglia Foxglove..." rispose Reji. "Padre Zantus... lei sarebbe in grado di dirci di più?"

L'anziano sacerdote si sfregò il mento mentre guardava l'ammasso fungoide da una posizione di relativa sicurezza. "Devo provarci per saperlo." rispose con espressione dubbiosa. "Ma... mi rendo conto che questa è una manifestazione unica nel suo genere. Non sarà tanto facile estirparla."

"Noi siamo con lei, padre Zantus. Mi raccomando, presti attenzione." disse Yan. Lui e Nualia si piazzarono appena dietro il sacerdote di Desna mentre Reji e Jolan prendevano posizione più vicino a quell'orrore pulsante, sulla cui superficie era apparsa una figura umanoide nera che protendeva una mano nodosa verso l'esterno, quasi volesse agguantare la prima persona che gli capitasse a tiro. Padre Zantus si mise in ginocchio a distanza di sicurezza, a pochi metri da quella massa ripugnante, e tenne in una mano il simbolo sacro di Desna che portava attorno al collo, poi iniziò a concentrarsi.

"Divina Desna, il vostro umile figlio chiede il vostro aiuto e la vostra guida." disse il sacerdote. "Mostratemi la radice di questa malvagità e permettetemi di capire come distruggerla."

Gli avventurieri restarono in silenzio ad osservare l'anziano sacerdote di Desna che chiudeva gli occhi e scivolava in una specie di trance, mentre un'aura azzurrina illuminava il suo corpo. Zantus prese un bel respiro e ripetè tutte le procedure che conosceva bene. Mettere da parte tutti i pensieri mondani... concentrarsi su ciò che aveva davanti e cercare di percepire da dove proveniva l'aura maligna che permeava quel luogo maledetto. Era un momento decisivo. Zantus aveva l'impressione che sarebbe stato il momento culminante della sua carriera di guida spirituale...

Per diversi secondi non accadde nulla, e il resto del gruppo restò in apprensione a guardare ZAntus che iniziava il suo rituale. Il sacerdote si concentrò ancora di più, cercando di penetrare la coltre di energia oscura che circondava la massa fungoide. Quest'ultima cominciò a ribollire e a gorgogliare in maniera inquietante, come se la presenza di un sacerdote dall'animo così puro gli provocasse dolore fisico... e alcuni dei suoi tentacoli fibrosi si mossero spasmodicamente, ma non furono in grado di staccarsi dal muro.

"Ancora di più... devo concentrarmi di più... Desna misericordiosa, sostienimi... non ho mai visto nulla di così terrificante. Questa forza del male ha permeato il maniero per decenni... non sarà per niente facile estirparla!" pensò tra sè Zantus. Finalmente, nella sua mente, cominciò a formarsi qualcosa di più coerente... e ai suoi sensi mentali cominciò ad apparire un volto che adesso gli sembrava perfettamente riconoscibile...

Il volto di un uomo dall'aspetto affascinante ma dallo sguardo vagamente sinistro, che sembrava fissare dritto negli occhi il sacerdote di Desna. Zantus avrebbe detto che voleva in qualche modo sfidarlo, cercare di convincerlo che non aveva nessuna possibilità di estirpare la presenza maligna del maniero Foxglove...

Jolan vide la massa fungoide cominciare a protendersi verso Zantus e strinse i denti, tenendo pronta la mano...

Finalmente, Padre Zantus aprì gli occhi, e un'espressione di cupa determinazione apparve sul suo volto. Ora sì che era consapevole di quale fosse il problema, e sapeva anche come estirparlo.

"Certo. Adesso sì che è tutto chiaro." disse infine, attirando l'attenzione del gruppo. "Ascoltatemi, ragazzi... so che quello che vi sto per dire potrà sembrarvi incredibile... ma questa cosa mostruosa non è altro che ciò che rimane del proprietario originale, Vorel Foxglove. In qualche modo... l'energia negativa che si è sprigionata quando il suo rituale è giunto al culmine deve avere consumato il suo corpo fisico, trasformandolo in questa incarnazione di corruzione che cresce sul muro. La casa è diventata in pratica il fillatterio di questa sorta di proto-lich, permettendo a Vorel Foxglove di ottenere una versione rdotta di quell'immortalità che desiderava."

"Ugh... disgustoso..." mormorò Reji. "E noi... come possiamo fare per toglierlo di mezzo?"

Zantus guardò nuovamente la macchia di materia fungoide, i cui tentacoli avevano cominciato a muoversi in maniera spasmodica, quasi fosse nervoso all'idea di quello che i ragazzi e l'anziano sacerdote avrebbero tentato. "Credo di aver trovato un modo per farlo, ma avrò bisogno di un po' di aiuto da parte vostra. Vi avverto che potrebbe essere rischioso... ma non vedo altro modo entro le nostre possibilità di togliere di mezzo questa malvagità una volta per tutte."

"Siamo qui per questo, padre." disse Jolan. "Per favore, ci dica cosa dobbiamo fare, e noi lo faremo."

Yan disse di sì con la testa, e anche Nualia si disse d'accordo con un cenno, al che Zantus riportò la sua attenzione alla massa informe. "Molto bene. La prima cosa da fare è distruggere, o quanto meno ridurre il più possibile, il corpo di quella mostruosità." rispose. "Ma non è prudente farlo con le armi. Dovete cercare di bruciarlo o scioglierlo con dell'acido... o meglio ancora, versargli addosso dell'acqua benedetta. Questo dovrebbe ridurlo quel tanto che basta per poi consentirmi di eliminarlo una volta per tutte."

L'anziano sacerdote estrasse due piccole pergamene dalla veste e le pose davanti a sè, mentre il resto del gruppo cominciava a cercare nelle loro bisacce. Yan ringraziò tra sè che avevano avuto l'accortezza di riequipaggiarsi, poi tirò fuori dalla sua bisaccia una fiala di acqua benedetta e una di fuoco dell'alchemista. Prese bene in mano la seconda e la lanciò contro la massa di materia immonda. La fiala si infranse con un clangore acuto, e una fiammata rossa si espanse e avvolse per un attimo la massa fungoide, ma si estinse quasi subito, come se la superficie di quella cosa disgustosa fosse bagnata.

Tuttavia la mossa non fu del tutto inutile. La fiammata riuscì comunque a bruciare parte del fungo innaturale, aprendo delle ulcerazioni nella sua superficie dalla quale colava un liquido denso di colore arancione malato.

"Sta funzionando... se non altro, gli ha fatto qualche danno." disse Yan. "Okay, ragazzi, continuiamo così!"

"Va bene... ora ci provo io!" disse Nualia. La aasimar scagliò una boccetta di acqua benedetta contro il fungoide, che ribollì ed emise uno stridio inumano nel momento in cui il liquido sacro si sparse su di lui. Reji e Jolan fecero la stessa cosa, scagliando un'altra fiala di acqua santa e una boccetta di acido contro la mostruosità. Questa volta, i rimasugli di Vorel emisero un verso che suonava quasi come un grido di rabbia e di dolore, e l'ammasso di mucillaggine fungoide si ridusse a vista d'occhio, riassorbendosi nella parete mentre numerosi tentacoli sottili si estendevano dalla sua superficie. Il colorito del fungoide cominciò a cambiare rapidamente, passando da un verde malato ad un giallino pallido per poi scurirsi e diventare di un inquietante colore purpureo. In quello stesso momento, Padre Zantus prese una delle sue pergamene e cominciò a leggere i caratteri eleganti in cui era scritto l'incantesimo.

"Divina Desna, splendente dea della fortuna, posa la tua mano benefica su questa terra piagata. Vanifica il tocco del Male, e scaccia la sua nefasta presenza da questo luogo." Zantus intonò, per poi passare una mano davanti a sè. Una tenue luminescenza dorata si posò sulla stanza, facendo sentire in qualche modo più tranquilli i quattro avventurieri. Nualia tese la mano demoniaca, come se volesse in qualche modo catturare le particelle di luce nel palmo della mano...

Ma il fungoide non gradì allo stesso modo quella magia, e cominciò a pulsare con sempre maggiore rapidità. Il sacerdote aveva l'impressione che si trattasse di una sorta di cuore sacrilego che batteva sempre più velocemente, temendo che finalmente fosse giunto il momento dell sua fine.

Con un po' di esitazione, Padre Zantus raggiunse l'altra pergamena... e la aprì con mano tremante. Questo era un incantesimo Dissoluzione Del Male, una magia di livello decisamente più alto rispetto a quelli che era abituato a lanciare... ma era l'unica soluzione per impedire a questa malvagità di tornare a mettere radici in quella terra. Zantus prese un bel respiro e srotolò la pergamena, cominciando poi a leggerne la formula.

L'anziano sacerdote iniziò a leggere in una strana lingua che Yan non riuscì a comprendere... ma Nualia sembrò invece capire cosa stesse dicendo e tirò un sospiro rassegnato. Per diversi secondi, Zantus continuò a ripetere la formula, e la sua voce si fece man mano sempre più affaticata, come se lo sforzo di sopportare l'energia richiesta da quella potente magia lo stesse logorando fisicamente. La fronte gli si era imperlata di sudore, e il respiro si era fatto ansimante... e per un attimo, Yan temette che l'anziano sacerdote stesse per cadere a terra esausto! Il ragazzo si fece avanti e riuscì ad afferrare Zantus un attimo prima che cadesse... e il sacerdote fece un piccolo sorriso e un cenno della testa quando il ragazzo si prodigò per sostenerlo.

"Ce la faremo, Padre Zantus." disse Yan. Reji si mosse a sua volta e sostenne Zantus sull'altro lato, riuscendo a fare a sua volta un sorriso accomodante... e finalmente, il sacerdote di Desna riuscì a ripetere ancora qualche volta la formula magica, mentre l'orrore fungoide sul muro ribolliva e si contorceva orrendamente, tentando disperatamente di sfuggire al suo destino.         

Finalmente, Padre Zantus puntò una mano davanti a sè, e i suoi occhi si accesero di una sacra luminescenza dorata mentre inviava un'ondata di energia sacra contro quella cosa immonda. Gli orridi resti di Vorel Foxglove sembrarono ritirarsi per un breve tratto... poi, la massa fungoide cambiò forma e si trasformò in un volto umano contratto in un'espressione di estremo orrore, che esplose in un terrificante urlo!

La cosa iniziò ad ululare in preda all'agonia, una voce a malapena umana, dall'eco innaturale, che dava l'impressione di provenire da una gola perennemente incrostata di melma! Yan e i suoi compagni strinsero i denti per l'orrore e dovettero fare appello alla loro forza di volontà per resistere all'impulso di fuggire a gambe levate! Per diversi secondi, l'urlo mostruoso di Vorel Foxglove riecheggiò nel maniero, che sembrò addirittura venire scosso da un sisma in miniatura...

Finalmente, l'urlo cominciò a smorzarsi... e i resti di Vorel caddero dal muro e si trasformarono rapidamente in un mucchietto di polvere grigia maleodorante. Il suo ululato si smorzò nel giro di pochi secondi, e il maniero ripiombò in un silenzio spettrale, mentre una brezza marina cominciava a spirare nelle sue sale, come se lo stesso edificio fosse sollevato del fatto che un male così terribile fosse scomparso. Zantus restò fermo al suo posto a riprendere fiato mentre la pergamena si trasformava a sua volta in polvere tra le sue mani... poi, dopo essere sicuro che fosse tutto finito, il vecchio rivolse un sorriso ai suoi giovani compagni.

"Ce l'abbiamo fatta, figlioli." affermò. "Questo incubo è finito."

E con questo, il caso della maledizione della famiglia Foxglove si era finalmente chiuso una volta per tutte...

 

oooooooooo

 

Il giorno dopo, a Sandpoint...

Reji prese un bel respiro e guardò davanti a sè, concentrata e impegnata a contemplare qualcosa che solo lei riusciva a vedere. Restò per qualche istante fema al suo posto... poi sferrò una serie di colpi a mano aperta davanti a sè, per poi concludere con un calcio circolare che raggiunse un pezzo di legno posto sopra una staccionata. Con un secco rumore di legno spezzato, il bersaglio cadde a terra diviso in due metà, e la ragazzina si rimise in guardia... poi tirò un sospiro e si sedette con la schiena ad una parete di legno, guardando verso il cielo. Il tempo era incerto, ma la temperatura era ancora gradevole, e la ragazzina pensava che sarebbe stato il momento ideale per allenarsi un po' ed ignorare almeno per un po' tutti i pensieri tristi che continuavano a fluttuarle in testa.

Ancora una volta, riusciva a vedere davanti a sè il viso di Aldern Foxglove, e non riusciva a scuotersi dalla testa l'assillante pensiero che avrebbe potuto fare qualcosa di più per aiutarlo. Se solo avesse saputo che Aldern si trovava in una situazione così terribile, forse avrebbe potuto aiutarlo... avrebbe potuto salvarlo... Come aveva fatto Yan con Nualia... Forse, se fosse arrivata alla verità un po' prima... prima che Aldern venisse trasformato in quella orrida cosa non-morta... ci sarebbe stata qualche possibilità che quella storia avesse un lieto fine anche per lui.

Reji sentì che gli occhi si stavano inumidendo ancora una volta, e si impose di mantenere il controllo sulle proprie emozioni, poi si passò una manica sugli occhi e si alzò di nuovo per riprendere i suoi allenamenti...

 

oooooooooo

 

Vedere la nuova chiesa di Sandpoint faceva un certo effetto... o almeno, questa era l'impressione che aveva la figura incappucciata che si era avvicinata furtivamente alla nuova cattedrale dedicata a Desna... una nuova versione del luogo in cui la sua infanzia aveva sofferto una morte lenta e penosa. La giovane aasimar era stata attenta a non farsi riconoscere, immaginando che vederla in giro non avrebbe certo giovato al clima che si respirava a Sandpoint... ma in quel momento, aveva proprio bisogno di parlare con qualcuno...

Ma era davvero degna di rimettere piede in quel luogo sacro, dopo tutto ciò che aveva fatto? Lei, che fino a non più di tre settimane prima era la leader di un feroce gruppo di predoni, assassini ed adoratori di demoni... davvero aveva il diritto di rivolgersi a Desna, la dea a cui aveva voltato le spalle tanto tempo fa?

Combattuta, Nualia restò ferma per un po' e poi si mise a camminare su e giù davanti all'ingresso della cattedrale... poi, estese la mano ancora normale verso l'ingresso e spinse con riluttanza. La porta restò ferma ancora per un attimo... poi si aprì con un lieve suono...

Nualia emise un mormorio impaurito e mollò la porta, guardandosi la mano tremante. No, non ce la faceva... non riusciva a capacitarsi dell'idea di essere ancora degna di entrare lì... Forse era meglio tornare indietro e andare a cercare Reji...

"Posso esseri utile, figliola?" la voce pacata di Padre Zantus fece fare un salto a Nualia, che per un attimo temette di perdere il cappuccio con il quale si era nascosta agli occhi degli abitanti di Sandpoint... e la aasimar dai capelli bianchi restò sbalordita a guardare la nuova guida spirituale della città, che sorrideva come niente fosse. L'anziano sacerdote aveva ancora sul viso i segni della fatica del giorno prima, ma non dava segno di volersi fermare, ed era già tornato al suo compito di guida spirituale.

Nualia si nascose il volto sotto il cappuccio. "Chiedo.. chiedo scusa. Non dovrei essere qui." tagliò corto, per poi muovere due passi esitanti ed allontanarsi dalla chiesa...

"Aspetta, figliola. Non avere fretta. Sei venuta fin qui per parlarmi, vero?" chiese Zantus.

La ex-sacerdotessa di Lamashtu sospirò e scosse la testa. "Io... questo non è posto per me. Desna... non sarebbe contenta di vedermi in una sua chiesa." affermò.

L'espressione di Zantus non cambiò, e si limitò a sbattere gli occhi come se si chiedesse cosa voleva dire Nualia con quelle parole. "Come mai non dovrebbe essere contenta di rivedere una sua figlia che si era perduta?" chiese.

Nualia scosse di nuovo la testa e fece una breve risata amareggiata. "Perduta? Perduta, dice lei? Heh... certo che la fa un po' facile..." rispose la aasimar. "Credo di essere perduta ancora oggi... Padre Zantus, lei sa quello che ho fatto, vero? E lo sa che non mi sento ancora pentita di tutto quello che ho fatto, vero? Io... non sono ancora sicura di poter perdonare questa città... Anche se... ammetto che... adesso comprendo che ho sbagliato a voler fare del male a alla gente di Sandpoint... che non c'entrava nulla... e che ci sono delle persone... a cui non vorrei mai fare del male."  

Zantus alzò le spalle. "E' già qualcosa, no?" rispose come niente fosse. "Ma credimi... Nualia Tobyn... quello che hai fatto non è un segreto, ma quello che importa alla fine non è quello che hai fatto... è che tu ti stia rendendo conto dei tuoi errori e cerchi di fare quello che puoi per rimediare. Ma... forse sarebbe meglio discuterne lontano da eventuali occhi indiscreti. Che ne dici, figliola? Penso che questo ti metterebbe un po' più a tuo agio."

Il desiderio di Nualia di parlare dei suoi problemi era grande... e dopo averci pensato su per quasi un minuto, la aasimar cedette e fece un silenzioso cenno con la testa, facendosi accompagnare da Zantus nell'edificio sacro...

 

oooooooooo

 

"Yaaaa-ha!" Con un poderoso colpo di taglio, Reji spezzò il bastone di legno posto tra due estremità, poi si fermò per un attimo... il tempo necessario a prendersi un sorso d'acqua dalla sua borraccia e riprendere fiato. Non voleva fermarsi troppo a lungo, per evitare che i pensieri cupi tornassero alla sua mente, ma si rendeva conto che il suo corpo aveva dei limiti, e che doveva comunque fermarsi a riposare. Per evitare di ripensare agli avvenimenti degli ultimi giorni, la giovanissima monaca decise di tentare qualche esercizio di meditazione, e dopo aver fatto un po' di defaticamento, cercò di mettersi seduta sul terreno nella posizione del loto...

"Reji! Reji, ti abbiamo trovato finalmente!"

La ragazza sgranò gli occhi e si voltò nella direzione di quella fresca voce maschile ormai così ben conosciuta... Come si aspettava, Yan era lì e stava arrivando da lei con espressione premurosa. E non era da solo, visto che era accompagnato da Eli e da Nualia...

"Yan..." sospirò la ragazzina Tian con aria stanca. Si rimise in piedi e cercò di spazzarsi la polvere dai vestiti, in modo da sembrare presentabile e non dare preoccupazioni. "Scusa... mi ero allontanata per allenarmi. C'è qualche problema?"

"No, no, nessun problema..." disse Yan, tirando un sospiro di sollievo nel vedere che la sua amica di tante avventure sembrava stare abbastanza bene, tutto considerato. Ma si ricordò che se fisicamente era a osto, dal punto di vista emotivo era tutt'altra cosa. "Ero solo... un po' preoccupato, non ti facevi più vedere... e anche Nualia ed Eli erano in ansia per te."

"Per l'appunto." disse Eli, aggiustandosi gli occhiali con affettata severità. "Insomma... come capogruppo, credo di avere il diritto di sapere dove sono i miei compagni ed evitare che si ficchino in qualche pasticcio, non sei d'accordo?"

"Beh... vi ringrazio per l'interessamento..." disse Reji, un po' imbarazzata. In effetti, forse avrebbe dovuto informarli di dove stesse andando. Ma prima di poter dire altro, Reji vide che Nualia si era fermata a pochi passi da lei, guardandola con espressione indecifrabile. "Hm? Che... cosa succede, Nualia? Ci sono problemi...?"

Nualia scosse la testa e sorrise tristemente. "No, ecco... la verità è che io..." cercò di dire, fermandosi a metà mentre cercava le parole giuste. Ma il suo incontro con Padre Zantus le tornò in mente, e la aasimar deglutì mentre cercava di farsi coraggio...

 

(FLASHBACK)

"Oooh, e quindi... non sei sicura di cosa dire alla tua compagna." disse Zantus, dopo aver ascoltato una confessione di Nualia, piena di pause, incertezze ed esitazioni. "Sei preoccupata per lei, ti senti triste per quello che sta passando... e non sai come fare per aiutarla."

Nualia annuì lentamente e si massaggiò la fronte, ancora a disagio all'idea di trovarsi in un posto per lei fin troppo simile alla cappella del padre adottivo, il luogo dove riceveva le sue punizioni...

Padre Zantus, da parte sua, si sentiva speranzoso. Nualia stava cambiando, che lei se ne rendesse conto o meno. "Sì, posso comprendere. Lei è stata gentile con te, e adesso vorresti fare qualcosa per lei." affermò. "Sai, Nualia, non c'è un solo modo di stare vicini alle persone a cui vuoi bene. Devi fare quello che tu senti che sarà gradito per farle sentire la tua vicinanza e farle coraggio. Io ho avuto modo di conoscere quei ragazzi, e sono sicuro che lei apprezzerà i tuoi tentativi, se saranno sinceri."

"Ancora... faccio fatica a crederci, padre." rispose Nualia. "Lei deve senza dubbio sapere quello che ho fatto...  e quello che ho cercato di fare a Sandpoint. Eppure... lei è disposto a stare qui e parlare con me, come se fossi una qualsiasi delle persone che vivono qui. Non le importa davvero di quello che ho fatto nel mio passato?"

Zantus scosse la testa e mise gentilmente una mano sulla spalla di Nualia, che rabbrividì al tocco ma non cercò di sottrarsi ad esso. "Figliola... essere mortali significa sbagliare. Desna, nella sua misericordia e saggezza, lo comprende bene. E tu più di ogni altro, in questo momento, hai bisogno di una guida e un sostegno. Stai muovendo i tuoi primi passi fuori dall'oscurità, e sono convinto che le tue intenzioni siano sincere. E so che non ci sono soltanto io. Quei tuoi nuovi compagni, per esempio. Non stanno forse cercando di aiutarti e di starti vicino?"

Nualia non rispose, ma guardò verso il pavimento e si morse un labbro, cercando di trattenere le sue emozioni. Se solo suo padre fosse stato più come quel sacerdote e avesse avuto la stessa considerazione verso di lei, era convinta che non avrebbe fatto le scelte che poi aveva finito per fare...

(FINE FLASHBACK)

 

Nualia sospirò e si decise, appoggiando una mano sulla spalla di Reji. La ragazzina Tian sgranò gli occhi e ricambiò lo sguardo di Nualia, che ora esprimeva rimpianto e compassione.

"Io... mi dispiace, Reji. Mi rendo conto che... tu tenevi molto ad Aldern. Io... non l'ho conosciuto personalmente, ma... comprendo che lui era importante per te... come... come anche tu e Yan lo siete per me... Io... ho pensato a come mi sarei sentita se Yan fosse morto, e... e... mi dispiace, Reji. Io... ho sperato che... potesse finire meglio per te e per lui." disse infine.

Forse Nualia aveva parlato con un po' di esitazione, forse le mancava ancora un po' di sicurezza... ma il tono con cui aveva detto quelle parole non lasciava dubbi sulla sua sincerità, e Reji, dopo un attimo di spiazzamento, fece un sorriso e tenne gentilmente la mano a Nualia, con gli occhi che tremavano visibilmente. "Grazie... Grazie, Nualia... io... apprezzo quello che state facendo per me... dico davvero." affermò. "Non... non preoccupatevi per me. Io... me la caverò. E' solo questione di tempo."

"Non sforzarti di essere forte, Reji." disse Yan raggiungendo le sue amiche. "Io... posso capire quello che stai passando. E capisco che non debba essere facile per te. Ricorda che se vuoi parlare con me, ci sono sempre."

"E anch'io." disse Eli, più diretta ma non meno sensibile alla situazione di Reji. "Dopotutto, sei una mia compagna anche tu... e non posso ignorare quello che stai passando. Non preoccuparti di dare fastidio o cose del genere, e sentiti libera di parlarmi quando vuoi."

Per la prima volta dopo la spedizione alle Apprensioni, Reji riuscì a sorridere di cuore. "Certo... lo so, amici miei. Grazie... lo terrò sempre presente. Ma adesso non mettetevi a preoccuparvi troppo per me." affermò. "Ho solo bisogno di un po' di tempo... e vedrete che sarò di nuovo al cento per cento!"

"Ci fa piacere sentirlo, Reji..." disse Yan con un sorriso sollevato. Era sempre lei, la sua compagna di mille avventure. Non era davvero possibile farla restare depressa a lungo. "Mi raccomando, non sforzarti. E soprattutto, ricorda che ci siamo sempre noi."

Reji si passò di nuovo la manica sugli occhi per asciugarseli e disse di sì con la testa. "Grazie. Lo apprezzo molto... Piuttosto, avete qualche notizia su ciò che è stato trovato nel maniero dei Foxglove? Hanno trovato qualcosa di interessante?"

Dopo che il maniero Foxglove era stato messo in sicurezza, la milizia di Sandpoint aveva raccolto tutti gli oggetti che potevano sembrare utili o interessanti, e molti degli oggetti di valore ritrovati, non avendo più alcun proprietario, sarebbero passati di proprietà al gruppo di avventurieri - e tra questi, tutti gli oggetti magici che erano stati recuperati dal maniero. Tuttavia, tra tutti quegli oggetti, pareva essere stato trovato anche qualcosa di più utile per fare luce su quanto stava accadendo... ed Eli cercò in una tasca del suo abito, da dove tirò fuori un foglio piegato che consegnò a Reji.

"Certamente. Credo che... sappiamo già dove andare a cercare il prossimo pezzo del puzzle." disse la mezzelfa. "Leggi un po'. Aldern aveva conservato questo messaggio, e mi sembra alquanto... illuminante!"

Reji sbattè gli occhi confusa e spiegò il foglio, per poi cominciare a leggere quello che c'era scritto. Yan e Nualia si piazzarono dietro di lei, in modo da poter leggere a loro volta...

 

Aldern,

ci hai servito bene. L'esemplare che hai recuperato dalle caverne sotto il maniero della tua famiglia è di gran lunga superiore a quanto avessi sperato. Puoi considerare estinto il tuo debito nei confronti della Fratellanza. Tuttavia ho ancora bisogno di te, e non appena ti sarai risvegliato dalla morte, scoprirai che la tua mente sarà abbastanza lucida e capace di comprendere il compito che ti sto affidando.

Confido che tu ricordi i particolari del rituale del Sihedron. Eri abbastanza lucido in quel momento. Tuttavia, se dovessi essertene dimenticato dopo il tuo risveglio, ritorna alla tua casa a Magnimar. Io e i miei agenti ti contatteremo lì quanto prima, e nel giro di due giorni ti consegnerò la lista delle vittime per il rituale. Impara tale lista a memoria, poi distruggila prima di cominciare il lavoro. Coloro che ho selezionato dovranno essere marchiati prima della morte, altrimenti non saranno di alcuna utilità al mio signore, e l'avarizia nelle loro anime andrà sprecata.

Tuttavia, se qualcuno cerca di ostacolarti, fai di loro quello che desideri. Divorali, uccidili o trasformali in tue pedine - la cosa per me è irrilevante.

                                                                             ---  Xanesha, Signora dei Sette

 

Reji finì di leggere la lettera e corrugò la fronte. Quindi... questa Xanesha, chiunque essa fosse, era la mente dietro a tutto ciò che era successo. E la lettera menzionava dei particolari inquietanti. "Capisco..." disse Reji a voce bassa. "Questa lettera... parla del Sihedron. Non è lo stesso simbolo che è stato visto sui corpi di quelle persone che sono state uccise? In particolare su quello di Benny Harker?"

"Esatto." affermò Eli con un cenno della testa. "Quindi adesso sappiamo che le persone uccise con questo macabro rituale erano tutte avare... e questa avarizia serviva in qualche modo al signore di questa Xanesha. Ma la cosa più importante è che adesso sappiamo dove cercare. Nel giro di qualche giorno dovremmo essere pronti. Faremo un giretto a Magnimar, la mia città... e cercheremo di scoprire chi è questa Xanesha e cosa sta tramando."

"Sono d'accordo." disse Reji. "Contate su di me. Farò anch'io la mia parte per giungere fino in fondo a questo mistero."

"Ottimo. Avremo bisogno di questa determinazione..." rispose Yan. "Ora però, visto che abbiamo qualche giorno per prepararci... credo che sia il momento giusto per cominciare gli allenamenti, non credi anche tu, Eli?"

La maga mezzelfa si aggiustò gli occhi e sfoderò un sorriso arguto. "Non aspettavo altro che tu me lo chiedessi, Yan!" affermò. "Bene dunque, io sono pronta! Fai del tuo peggio!"

"Hahahaaa! Non mi risparmierò di certo! So essere un insegnante davvero tosto!" rispose tranquillamente Yan, mentre lui ed Eli prendevano posto dove Reji si stava allenando. "Hey, Reji, mi presteresti il tuo bastone?"

"Al volo!" rispose la ragazza Tian. Lanciò abilmente la sua arma a Yan, che la afferrò al volo e si mise in guardia davanti ad Eli.

"Molto bene, Eli! Comincia la tua prima lezione!"

Reji riuscì a ridere brevemente mentre osservava i suoi amici che cominciavano l'allenamento, e sentiva, per la prima volta dopo tanto tempo, che la loro missione sarebbe proseguita senza troppi problemi...        

          

oooooooooo      

               

CONTINUA... 

 

 

 

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Capitolo 36
*** Magnimar, la città dei monumenti ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti  
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam  

  

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE  

Capitolo 34 - Magnimar, la città dei monumenti

 

"E va bene... credo che sarebbe giusto fare in modo che anche queste vittime di questa follia trovino almeno un po' di pace." disse tra sè Misia. Prese un bel respiro e si preparò mentalmente prima di bussare alla porta della Bottega di Sandpoint, poi si allontanò di due passi e attese, sperando che il signor Ven Vinder fosse un po' più calmo dell'ultima volta che lo aveva incontrato. Se non altro, era passato abbastanza tempo da ritenere che i sentimenti di rabbia e disperazione si fossero perlomeno un po' smorzati, e l'uomo fosse un po' più propenso a discutere dell'ultima volta. Non che Misia potesse biasimarlo, ma certamente avrebbe preferito che non ci fossero problemi, almeno da questo punto di vista.

La porta del negozio, da diversi giorni chiuso per lutto, si aprì con uno scatto, dapprima soltanto di un poco, e Misia sorrise lievemente ed alzò una mano in segno di saluto quando intravide la robusta figura del negoziante dietro di essa. L'uomo sospirò e spalancò del tutto la porta, guardando la biondina con espressione che esprimeva al tempo stesso ansia e rassegnazione. Misia ebbe quasi l'impressione che il signor Vinder fosse invecchiato...

"Buongiorno, signor Vinder..." esordì timidamente la biondina, sentendosi ancora una volta terribilmente piccola di fronte a quell'uomo possente. "Spero... spero di non disturbarla... ero venuta... per darle delle notizie."

"Ah. Sei tu, biondina..." rispose Ven, mentre da dietro di lui appariva la figura della sua figlia più giovane, Shayliss, i lunghi capelli rossi ancora spettinati e l'espressione malinconica, con dei cerchi rossi attorno agli occhi per lo sconforto. La ragazza mise le mani sulle spalle del padre, che rispose accarezzandole una mano mentre si rivolgeva di nuovo a Misia. "Beh, grazie della premura. C'è qualcosa di nuovo riguardo... la vostra ricerca?"

Misia annuì lentamente e riuscì a fare un piccolo sorriso. "Sì, per fortuna sì... Signor Vinder... spero che questa notizia possa darle almeno un po' di conforto in questo triste momento..." rispose. "Siamo riusciti ad assicurare alla giustizia l'assassino, e abbiamo fatto in modo che non potesse fare mai più del male a nessuno. Comprendo che questo non potrà ripagarla della sua perdita, ma... spero almeno che sapere questo possa aiutarvi."

Ven e la sua figlia superstite restarono per un attimo in silenzio, guardando Misia con mesta gratitudine... e finalmente, Ven riuscì a fare un piccolo sorriso e accarezzò la testa della femmina di gnomo con la sua enorme mano, arruffandole i capelli. "Mi fa piacere sentirtelo dire, cara. Se non altro, adesso so che la mia piccola Katrine può riposare in pace." affermò. "E se devo dire la verità... spero che anche i familiari di quel Benny possano trovare un po' di consolazione. Devo ammettere che non sono ancora sicuro che sarebbe stato l'uomo giusto per Katrine, ma... immagino che questo non abbia più importanza, ormai."

Shayliss sfregò gentilmente una mano sulla spalla del padre. "Papà... ormai è inutile pensare a quello che avrebbe potuto essere." sussurrò. "A questo punto, dobbiamo essere grati che non ci siano state altre vittime. Dobbiamo... ringraziare Misia e i suoi compagni. Ci hanno protetto prima dai goblin, e poi da questi assassini non-morti... e hanno anche rischiato la vita per farlo."

Ven annuì lentamente. "Questo è vero. E per questo vi saremo sempre grati." rispose, rivolgendo uno sguardo gentile a Misia. "Grazie di tutto... e vi auguro buona fortuna per il vostro futuro. Dovunque vi portino le vostre strade. Noi... andremo avanti, nonostante tutto. Ho ancora una figlia e una moglie a cui devo badare... e non lascerò che quello che è successo ci tolga la speranza."

"E io farò tutto quello che posso per aiutare mamma e papà a portare avanti il negozio." rispose Shayliss. "Grazie di tutto... oh, e quando vedrai il tuo compagno, Yan... salutalo anche da parte mia, okay?"

Misia ridacchiò, un po' imbarazzata. Yan le aveva raccontato, per sommi capi, com'era andata quando Shayliss aveva cercato di attirare il giovane nella cantina del negozio e di sedurlo... e Misia non aveva esattamente fretta di farlo sapere al protettivo Ven. "Ehm... va bene, signorina Shayliss, riferirò al mio compagno." rispose. "Mi fa piacere di aver potuto darvi almeno un po' di conforto... e spero che ci rivedremo presto. Io e i miei compagni dovremo fare un viaggio fino a Magnimar per fare luce su quello che è accaduto di recente... ma torneremo quanto prima possibile, ve lo assicuro."

"D'accordo. Grazie di tutto... e sappiate che qui a Sandpoint avrete sempre un posto dove tornare." concluse Ven, mentre anche sua moglie si affacciava alla porta per salutare mestamente la femmina di gnomo. Misia cominciò ad allontanarsi, ma continuò a voltarsi indietro per salutare la famiglia Vinder. Solo quando li vide chiudere la porta della Bottega Misia si allontanò definitivamente, e sospirò sollevata pensando che almeno dalla tragedia di quella famiglia era scaturita comunque un po' di speranza anche per loro. Purtroppo, a quel punto non c'era modo di riportare in vita Katrine (certo, esistevano incantesimi di resurrezione, ma erano al di là della loro portata o delle sue disponibilità economiche), ma se non altro... la famiglia era rimasta unita, e avrebbero fatto fronte assieme a questa tragedia. In fondo, questo era ciò che più si avvicinava ad un lieto fine per questa triste storia...

Ma Misia non si fermò a rimuginare troppo a lungo su cosa avrebbe potuto essere o meno. Dovevano ancora dare un'occhiata a quello che erano riusciti a recuperare dal Maniero Foxglove e vedere di comprare dell'equiaggiamento un po' più decente, possibilmente anche un paio di oggetti magici... e poi, dovevano prepararsi a lasciare Sandpoint e dirigersi verso Magnimar! Misia ridacchiò ironica, pensando che il ritorno alla sua città, che avrebbe dovuto essere subito dopo il Festival della Coda di Rondine, sarebbe invece avvenuto adesso in circostanze così difficili...

Ma non si trattava di un viaggio di piacere. Quella era la loro migliore occasione di scovare questa Xanesha che aveva fatto di Aldern una pedina succube dei suoi voleri. Misia stava trovando sempre più conferme circa il fatto che quell'attacco di goblin, i cultisti di Lamashtu ed ora questi famelici ghoul... tutto questo fosse soltanto il sintomo di un male ancora più profondo e radicato.

La femmina di oracolo sospirò e si pettinò i lunghi capelli biondi con un gesto della mano. La risposta a queste domande, o almeno così lei sperava, sarebbe arrivata presto, non appena lei e i suoi compagni fossero arrivati a Magnimar. Sicuramente, una volta lì, avrebbero avuto molto da fare...

 

oooooooooo

 

Quasi due settimane erano passate da quando il gruppo di Eli aveva trovato la lettera di Xanesha rivolta ad Aldern Foxglove. Ora i sei avventurieri sapevano quale sarebbe stato il loro prossimo obiettivo, e dopo essersi preparati e aver anche ottenuto del nuovo equipaggiamento e delle cavalcature adatte, si erano presto diretti verso la loro nuova destinazione!

Era ormai l'alba dell'ottavo giorno di viaggio quando Yan, in groppa al suo focoso Shadowmist, aveva visto per primo la loro destinazione dalla cima di una collinetta. Il giovane guerriero aveva gentilmente frenato il destriero non appena arrivati in una posizione da cui potevano vedere la città in lontananza, ed era rimasto non poco sbalordito dallo spettacolo che si dispiegava davanti ai suoi occhi: una grande e popolosa città situata su una tranquilla cosa del Golfo di Varisia, una distesa mozzafiato di case, torri e monumenti dominata da due impressionanti costruzioni. In lontananza, Yan riusciva a vedere il famoso Irespan, l'estremità di un ponte gigantesco che sovrastava anche gli edifici più alti, ciò che restava di una struttura ancora più impressionante risalente all'era dell'antica Thassilon; e la Scogliera, una parete rocciosa alta quasi un centinaio di metri dalla quale si dipartiva l'Irespan. La città era attraversata da un grande fiume (lo Yondabakari, se la memoria non lo ingannava) che sfociava direttamente nel Golfo di Varisia ed era attraversato da alcuni ponti che mettevano in comunicazione i vari distretti della città. Già da quella distanza, Yan riusciva a vedere che Magnimar era una città piena di vita e di attività.

“Siamo arrivati, ragazzi… questa è davvero Magnimar!” commentò meravigliato il ragazzo, in sella al fedele Shadowmist, mentre i suoi compagni d'avventura lo raggiungevano. “Hey, Eli, potevi anche dirmelo che tu e Misia venite da un posto così spettacolare!”

“Sì, lo so, ma volevamo mantenere la sorpresa!” scherzò la maga, mentre si affiancava a Yan e faceva cenno al suo cavallo di fermarsi. “E devo ammettere che ne è valsa la pena. Vedere le vostre facce meravigliate è davvero uno spasso!”

“Devo ammettere che… non ho mai visto una città così grande… e soprattutto, così spettacolare!” commentò Jolan dalla groppa del suo pony. “Sono sempre vissuto a Sandpoint. E adesso, devo ammettere che mi sento un po' spaesato.”

Nualia guardò a sua volta verso l'Irespan e abbozzò un sorriso. “Non è la prima volta che vedo Magnimar. Però è soltanto adesso che mi prendo il tempo di guardarmi attorno…” affermò. Non era ancora sicura di cosa pensare… ma doveva ammettere che era una sensazione nuova e piacevole. Le altre volte non aveva persone come Yan e Reji che la supportavano. “Bene… adesso che siamo arrivati a Magnimar, quale sarà la nostra prossima mossa?”

Eli si fece seria e si aggiustò gli occhiali sul viso. “Sicuramente, la prima cosa da fare è trovare un posto in cui restare in questi giorni.” Rispose con un cenno della testa. “Ci sono già alcuni posti a cui vorrei dare un'occhiata… e tra questi, la loggia dei Pathfinder.”

“Già… mi ricordo che qui a Magnimar c'è l'unica loggia dei Pathfinder qui a Varisia.” Rispose Reji. “Cosa pensi di trovare da quelle parti?”

“Innanzitutto, vorrei appurare se in questa città si sono verificati degli eventi allarmanti. Per esempio, omicidi rituali come quelli che abbiamo visto a Sandpoint.” Rispose la mezzelfa. “Inoltre… beh, sarei interessata a sottoporre una petizione per il nostro gruppo. Se entrassimo ufficialmente a far parte dei Pathfinder, avremmo dalla nostra parte le risorse dell'organizzazione, e l'investigazione sarebbe più facile.”

Jolan fece un cenno con la testa. “In effetti avrebbe senso, Eli. Ma una persona qualsiasi non può certo entrare a far parte dei Pathfinder senza avere dei meriti consistenti.”

“Quello che abbiamo trovato a Collecardo è già qualcosa che potrà interessare a Lady Sheila Heidmarch.” Rispose Misia con sicurezza. “Sicuramente non potrà restare indifferente se dovesse venire a conoscenza del fatto che abbiamo ascoltato un messaggio di un Signore delle Rune proveniente dal remoto passato di Golarion.”

“Ma non credo che Lady Heidmarch accetterà di incontrarsi con una persona qualunque.” Fu la risposta di Jolan. “Sei sicura di avere qualche modo per convincerla?”

Eli annuì orgogliosamente. “Non per vantarmi, ma sono una delle migliori allieve della Roccia dei Profeti.” Affermò. “Non è una cosa da poco. Se mi incontrassi con uno dei miei insegnanti e lo convincessi a scrivere per me una lettera di presentazione per la loggia dei Pathfinder, credo di avere delle buone possibilità di convincere Lady Heidmarch.”

“E se dovessimo riuscire a farci accettare, questo cosa comporterebbe per noi?” chiese Yan.

Misia si schiarì la voce. “Beh, adesso non è il caso di affrettare i tempi.” Disse. “Prima di tutto, dobbiamo vedere se avremo la possibilità di farci accettare. Di solito si richiedono mesi, se non anni, di prove sia fisiche che mentali. La loggia dei Pathfinder fa presto a buttare fuori quelli che dimostrano che non dureranno molto sul campo.”

“Ci penseremo più avanti. Tra l'altro, ci sono altri posti a cui dobbiamo dare un'occhiata. In particolare, la dimora dei Foxglove.” Affermò Eli, per poi volgere la coda dell'occhio verso Reji e vedere la giovane monaca corrugare la fronte in un'espressione determinata. “Ad ogni modo, come ho detto, la prima cosa che dovremmo fare è trovare un posto per rilassarci un po'. È stato un viaggio lungo, e faremmo meglio ad essere al massimo quando cominceremo le nostre indagini.”

Nualia sospirò e si rivolse a Misia. “A proposito… dopo che avremo trovato una sistemazione, volevo chiederti un piccolo favore…” affermò, mentre il gruppo riprendeva ad avvicinarsi ai cancelli di Magnimar. Yan, forse già sapendo di cosa stesse parlando la sua amica ritrovata, fece un cenno di approvazione.

“Hm? Certamente, Nualia. Se posso darti una mano…” disse la biondina.

 

oooooooooo

 

La prima fermata del gruppo di avventurieri era stata, abbastanza ovviamente, una locanda dove avrebbero potuto rilassarsi un po', far mangiare i loro cavalli... e ovviamente, mangiare qualcosa e ripulirsi la bocca dalla polvere. La taverna chiamata "La Vecchia Zanna" era un posto di poche pretese, a prezzi modici, che si trovava in uno dei distretti più indaffarati di Magnimar - la cosiddetta Via del Porto, conosciuta per il suo grande Bazaar delle Vele, dove merci di ogni tipo, provenienti da varie parti del mondo, cambiavano di possesso a tutte le ore.

La Vecchia Zanna, in particolare, era un luogo molto popolare tra i rozzi marinai delle imbarcazioni che facevano tappa nella Città dei Monumenti. La locanda sorgeva vicino ad un pontile, di fronte al grande mare di Varisia, e consisteva di una grande sala dove si servivan i pasti, decorata con innumerevoli accessori nautici. Altrettanto ben conosciuta dai locali era la proprietaria, Mamma Grottle, una donna Varisiana sulla sessantina d'anni ma ancora sveglia e in ottime condizioni fisiche, dal carattere forte e poco incline agli scherzi.

Per il gruppo di avventurieri, era stata una buona occasione per riposarsi e pianificare la loro prossima mossa.

"Allora... cerchiamo di organizzarci, e di vedere quale potrebbe essere la nostra prossima mossa." disse Eli, dopo aver mandato giù un pezzo di pane di rapa. "So che Misia e Nualia hanno un po' da fare. E io, come ho detto, dovrò fare una visita alla mia accademia, e contattare qualche mia vecchia conoscenza. Forse grazie a loro potremo farci ricevere dal capitano di ventura Heidmarch e avere la possibilità di entrare noi stessi a far parte dei Pathfinders."

"Quando parli di vecchia conoscenza, Eli... non starai per caso pensando..." disse Misia storcendo il naso. Appariva chiaro al resto del gruppo che la femmina di gnomo non era tanto convinta dell'idea che aveva in mente...

Eli sospirò e alzò le spalle. "Sì, Misia, so come la pensi sul maestro Ormal, e credimi, non è molto simpatico nemmeno a me." affermò. "Ma non si può negare che sia una figura di grande autorità nella Roccia dei Profeti. Tutti devono passare per almeno uno dei suoi corsi."

"Non me lo ricordare..." mormorò la femmina di gnomo. Poi, notando le espressioni interrogative sui volti dei suoi compagni, Misia provvide a dare qualche spiegazione. "Il maestro Ormal è un insegnante di lingue antiche e sapienza magica alla Roccia dei Profeti. E' un uomo molto intelligente e sa quello che fa come insegnante, ma non è comunque molto popolare. Io ed Eli abbiamo frequentato alcuni dei suoi corsi, e per quanto mi riguarda... io ho avuto più di una volta l'intenzione di mollare."

"Non posso negare che il suo modo di insegnare sia... quantomeno condiscendente. E non è uno che dà seconde possibilità o si lascia sfuggire il minimo errore. Però, se non altro, è uno che pretende altrettanto da sè stesso." rispose Eli. "Certo... non sarei entusiasta di dover fare di nuovo lezione con lui, ma ammetto che è stato anche grazie a lui che sono arrivata fin qui."

"Okay... da come ne parlate, ho l'impressione che non vorrei mai avere a che fare con lui..." rispose Yan con una risatina nervosa.

Eli ridacchiò brevemente. "E non vi costringo a farlo. Preferisco andare io stessa a parlare con il maestro Ormal. Non per offendervi, ma non è uno che sopporta tanto quelli che lui chiama "i vagabondi", e non credo sarebbe molto ben disposto se vedesse Yan, Reji o Jolan con me." rispose.

"Non è un problema. Vorrà dire che io, Reji e Jolan accompagneremo Misia e Nualia... la dove devono andare." rispose Yan. Se doveva essere sincero, non credeva nemmeno lui che si sarebbe trovato a suo agio in un'accademia di magia e studi storici.

Nualia si schiarì la voce e appoggiò gentilmente la mano rimasta normale su una spalla del suo amico d'infanzia. "Se posso chiederti un favore, Yan... preferirei andare da sola con Misia." affermò, forse temendo di aver offeso il ragazzo. "Non che mi dispiaccia la tua presenza... ma, ecco... questa è una cosa che sento di dover fare da sola, per quanto possibile. E'... un momento molto importante per me, e devo cercare di fare chiarezza in me stessa... capisci cosa voglio dire, vero?"

"Oh? Beh... sì, immagino di sì." Rispose. Seppur un po' dispiaciuto all'idea di non accompagnare Nualia, Yan accettò la sua spiegazione. "Va bene... quand'è così... Reji, Jolan, noi magari andremo a fare un giro per Magnimar e cercheremo di prendere qualche punto di riferimento. Magari potremmo cercare la casa dei Foxglove, penso che da quelle parti ci sia la possibilità di cercare un po' di indizi. Che cosa ne dite... Reji, Jolan?"

"Sì, mi sembra una bella pensata, Yan." rispose Eli con un cenno affermativo. Diede un rapido sguardo a Reji, che però rimase calma e non cambiò espressione - si limitò ad annuire alle parole di Yan. "Ci rivedremo qui stasera, e vedremo cosa siamo riusciti a scoprire. Mi raccomando, state tutti molto attenti."

"Anche tu, Eli. Visto che te ne andrai da sola in giro per Magnimar." rispose Jolan. "Sappiamo che sei una maga abile, ma... insomma, sai cosa voglio dire." 

"Non ti preoccupare, Jolan. Non credo di correre il rischio di essere aggredita alla Roccia dei Profeti." disse la maga con un occhiolino. Si alzò e si rimise a posto i vestiti, poi fece un cenno di saluto ai suoi compagni. "Va bene, io mi avvio. Buona fortuna a tutti... e ci vediamo dopo!"

"Ciao, Eli, in bocca al lupo!" rispose Misia. "Mi raccomando, cerca di non farti intimorire da Ormal!"

"A dopo, Eli. Noi ci muoveremo quanto prima." rispose Reji, muovendo una mano in direzione della mezzelfa. Eli salutò un'altra volta il suo gruppo, e poi uscì dalla Vecchia Zanna, mentre i suoi compagni restavano seduti al loro tavolo.

"Va bene... allora io e Nualia andiamo... dove dobbiamo andare." rispose Misia, alzandosi dal suo posto e appoggiò delicatamente unamano sulla schiena della aasimar. Quest'ultima fece un sospiro e annuì, poi rivolse a Yan un sorriso incoraggiante.

"Tranquillo, Yan. Ci vediamo qui all'ora stabilita. E per allora... spero di aver fatto un po' più di chiarezza nel mio animo." disse Nualia. Il ragazzo le prese gentilmente una mano e la guardò dritta negli occhi per qualche secondo.

"Fai quello che devi, Nualia. Hai il diritto di prenderti il tuo tempo." disse il ragazzo, anche se in quel momento si sentiva un po' a disagio. "E come ho detto, ci vediamo qui stasera."

"Grazie, Yan..." disse Nualia con un sorriso abbozzato. Se non altro, Yan aveva l'impressione che, pian piano, la sua amica d'infanzia stesse riuscendo ad aprirsi anche ad altri che non fossero lui. Ma una parte di lui provava un certo disagio - gli sarebbe piaciuto poter trascorrere un po' più di tempo con lei, loro due da soli, in modo da poter ricostruire il rapporto che avevano, conoscersi meglio... aiutarla a superare le sue difficoltà...

E, doveva ammettere Yan, questo suo desiderio non era del tutto disinteressato. Sarebbe piaciuto anche a lui poter stare con Nualia... ma in quel momento, quello che la sua amica desiderava era più importante, e Nualia aveva pur sempre bisogno di mettere a tacere il tumulto che si agitava in lei. Era per quello che stava andando con Misia, dopotutto...

La bionda femmina di gnomo e la aasimar dalla pelle scura restarono ancora un po' a salutare Yan, Reji e Jolan, poi anche loro uscirono dalla taverna, tornando nelle affollate strade di Magnimar... e i tre avventurieri rimasti si rilassarono, guardando fuori dalla finestra più vicina e in direzione delle navi ormeggiate.

"Certo, la nostra prima giornata a Magnimar si sta rivelando... interessante." disse Reji, arrotolandosi una ciocca di capelli attorno ad un indice. "Voi... avete idea di dove iniziare a cercare la dimora dei Foxglove?"

"Credo che dovremmo iniziare a cercare nel Distretto di Naos." rispose Yan riportandosi alla realtà. "Anche se le loro fortune non sono state delle migliori, si trattava comunque di una famiglia nobile, e se Aldern aveva una dimora qui a Magnimar, credo che le nostre migliori possibilità di trovarlo siano nei quartieri più... raffinati."

Jolan annuì rapidamente. "Va bene. Allora finiamo qui, andiamo a pagare il nostro conto... e poi vediamo se riusciamo a cavare qualche ragno dal buco, come si suol dire." affermò.

 

oooooooooo

 

La Roccia dei Profeti era l'accademia di magia più famosa e rinomata di Magnimar... e per la giovane Eli Clerks era sempre stato motivo di orgoglio essere una delle sue migliori studentesse. Adesso, mentre si trovava nuovamente di fronte alle doppie porte del grande e maestoso edificio, dopo essere passata attraverso un sentiero sterrato che passava attraverso gli spettacolari Giardini della Fonte del Profeta, la giovane maga si sentiva ancora come quel giorno di non più di quattro anni prima, quando per la prima volta aveva varcato quelle porte, nei panni di un'apprendista che ancora non aveva visto quasi nulla del mondo attorno a sè. Erano stati anni di studio assiduo, nottate passate a leggere tomi ingialliti a lume di candela (ovviamente, prima che lei imparasse a farsi luce da sola come primo rudimento di magia) e giornate in cui aveva sacrificato momenti di svago e di socializzazione per perseguire il suo obiettivo.

Eli non poteva dire di essersi pentita delle scelte che aveva fatto. Adesso era una maga promettente e una delle studentesse più meritevoli. Molti dei suoi insegnanti avevano ammesso che Eli aveva il potenziale di diventare una delle maghe più potenti e rispettate di Magnimar, se non addirittura di tutta Varisia... e la mezzelfa era sempre stata orgogliosa di questo e aveva fatto del suo meglio per dimostrarsi all'altezza delle aspettative di tutti.

Detto questo, doveva ammettere di essere contenta di aver incontrato quella vivace e gentile femmina di gnomo soltanto qualche giorno dopo il suo ingresso all'accademia. Misia si era ben presto rivelata un'amica a cui Eli non voleva rinunciare, e anche se tuttora Eli non riteneva di essere la persona più socievole sulla faccia di Golarion, era contenta di averla incontrata, e non rimpiangeva le nottate che avevano passato assieme a studiare... o quelle giornate in cui avevano messo da parte lo studio per fare qualche giretto in città per conto loro.

E adesso, eccola di nuovo qui, davanti alle porte della sua accademia, gettando di tanto in tanto qualche sguardo alle persone che passavano accanto a lei, molte delle quali la guardavano con stupore e rispetto... ma raramente con calore. La mezzelfa rispose agli occasionali saluti con dei saluti a propria volta, poi mosse nuovamente un passo nella sua accademia, trovandosi di nuovo davanti tutto ciò che ormai le era familiare - il pavimento di marmo lucido dei corridoi, con elaborati candelabri allineati alle pareti, e tenui luci magiche che brillavano al loro interno; le grandi scale che portavano ai piani superiori; gli studenti che si affaccendavano e si affrettavano ad andare da un luogo all'altro dell'accademia, a volte portando con sè anche i loro esperimenti magici. Alcuni che le passavano vicino la riconobbero, salutandola rapidamente prima di tornare alle loro mansioni.

Eli si schiarì la voce. Se voleva cercare il maestro Ormal, non poteva andare a casaccio. Quell'uomo era talmente indaffarato che poteva essere ovunque in quell'enorme edificio... e magari anche fuori, a fare qualcuna delle sue ricerche o ad esercitarsi con il pianoforte - la musica era una delle poche cose che facevano battere il cuore a quell'uomo di ghiaccio. La mezzelfa vide uno studente passarle vicino, e attirò la sua attenzione alzando una mano. "Chiedo scusa. Sono una studentessa di questa accademia, e avrei bisogno di un'indicazione." esordì. "Posso chiederla a voi?"

"Oh? Certamente, mi chieda pure tutto... Hey! Un momento, voi non siete per caso... Eli Clerks, giusto?" chiese uno studente che portava con sè un kit da alchimista miniaturizzato. "Ma sì, voi siete quella studentessa che si è fatta una certa fama per la sua passione per gli artefatti Thassiloniani, vero?"

"Heh... sì, non posso negare che mi piace molto studiare la storia di Varisia, e soprattutto quella di Thassilon. Era per questo che sono andata a Sandpoint, ma poi sono successe varie cose... ed eccomi di nuovo qui." rispose Eli. "Ad ogni modo... sapete per caso dove posso trovare il maestro Ormal Ardimm? Avrei bisogno di discutere con lui di una questione molto importante."

L'altro studente fece una comica smorfia di spavento. "Davvero? Vorrebbe parlare con il maestro Ormal?" chiese retoricamente, aggiustandosi un po' l'elegante uniforme blu che indossava. "Cavolo, io farei carte false per non dover avere nulla a che fare con quell'individuo... ma se proprio dovete interagire con lui per più di cinque secondi, posso dirvi che oggi dovrebbe trovarsi nel suo ufficio fino all'ora settima della sera. Starà correggendo rapporti e relazioni... ovviamente segnando ogni singola virgola fuori posto."

Eli alzò le spalle e fece una risata a mezza bocca. "Eh... sì, ho frequentato anch'io alcuni dei suoi corsi. So come sono stringenti i suoi metri di giudizio. Detto questo... ho bisogno effettivamente del suo aiuto. So che non è un tipo che lo concede tanto facilmente, ma è la mia migliore possibilità in questo momento."

"Fate un po' come ritenete giusto..." rispose lo studente, per poi controllare la sua borsa ed assicurarsi che tutti i testi e l'equipaggiamento fossero ai loro posti. "Comunque, immagino che voi sappiate dove si trova l'ufficio del professor Ormal. Dove è sempre stato."

"Perfetto. Grazie per l'aiuto." rispose Eli con un saluto. "Buona continuazione."

"Anche a voi. Ne avrete bisogno..." rispose lo studente, senza immaginare quanto quell'affermazione corrispondesse al vero. Conoscendo bene la planimetria dell'accademia, Eli non ebbe problemi a dirigersi verso gli uffici dei docenti, prendendo la prima rampa di scale verso i piani più alti, e poi percorrendo un lungo corridoio che giunse infine davanti ad alcune porte, ognuna corrispondente ad un ufficio. La mezzelfa guardò attentamente le targhe e trovò molto presto l'ufficio che stava cercando... poi prese fiato e sperò tra sè che il temuto insegnante fosse dell'umore giusto per darle la possibilità di spiegare il motivo per cui era lì.

Dopo un attimo di esitazione, Eli bussò alla porta dell'ufficio... ed ebbe quasi l'impressione di percepire l'irritazione di chi si trovava là dentro, prima che una voce dura e dall'accento sicuro di sè rispondesse dall'interno.

"Chi mi desidera? Sono piuttosto impegnato in questo momento."

Eli sorrise nervosamente. Sì, era proprio come se lo ricordava... e questo non era esattamente un complimento per uno come Ormal. "Professor Ormal. Mi scuso per il disturbo e per essere arrivata qui senza essermi prima annunciata. Sono Eli Clerks, e ho frequentato diversi dei suoi corsi."

Il professore non ebbe esitazioni. "Ah, certo. Eli Clerks." rispose con fredda formalità. "Va bene, credo di poterle dedicare un po' del mio tempo. Prego, si accomodi."

Eli era già abituata al tono terso e condiscendente dell'insegnante, ed entrò lentamente e con educazione nell'ufficio, stando bene attenta a presentarsi il meglio possibile. Come immaginava, il professor Ormal era seduto alla sua scrivania di legno duro, e stava passando in rassegna una pila di fogli ben ordinati piazzati accanto a lui, sui quali faceva di tanto in tanto un segno con un lapis rosso. Ogni suo movimento era minimale e meticoloso, riflettendo il carattere dell'insegnante.

Ormal stesso era un uomo sorprendentemente esile e dall'aspetto fragile, alto appena un metro e sessanta, con la carnagione pallida, capelli neri leggermente ondulati che gli arrivavano fino alle spalle, e un paio di piccoli occhiali da vista dalle lenti spesse posti sul suo naso aquilino, cosa che acuiva la sua espressione arcigna e decisa, che sembrava guardare tutti dall'alto in basso. Indossava una tunica blu dalle maniche ampie, che sfumava in un azzurro tendente al grigio sul colletto e sul bordo delle maniche. Non stupiva che si trattasse di uno degli insegnanti meno popolari della Roccia dei Profeti – i suoi modi di fare perfezionisti ed eccessivamente severi non gli avevano procurato molti amici, e lo stesso Ormal rimarcava spesso di non essersi guadagnato la cattedra per farsi degli amici.

“Buongiorno, professor Ormal.” Esordì educatamente Eli. La maga più giovane restò a distanza di cortesia davanti alla scrivania dell'insegnante e si tolse il cappello. “La ringrazio per la cortese attenzione e il tempo che ha voluto dedicarmi.”

“Vorrei ricordarle, signorina Clerks, che non ho tutto il pomeriggio da offrirle. Ho altri impegni e altre questioni che richiedono la mia attenzione.” Rispose Ormal, quasi senza alzare gli occhi dalle carte che stava esaminando. “Le sarei quindi grato se volesse espormi la sua richiesta con sollecitudine, senza eccessivi preamboli. Nel frattempo, si accomodi pure.”

Eli non cambiò espressione, ma si rammaricò privatamente. Non esattamente il modo migliore per iniziare il discorso. “Chiedo scusa.” Rispose, per poi sedersi su una sedia di legno laccato posta davanti alla scrivania. “Sono tornata, con ritardo rispetto alle mie previsioni, dalla mia spedizione a Sandpoint, dove ho avuto modo di trovare evidenza di attività importanti risalenti all'epoca Thassiloniana, e di recuperare artefatti di indubbio valore storico ed archeologico. Oltre a ciò… io, la mia compagna Misia Chen, e un gruppo di nostri associati siamo rimasti coinvolti in una serie di eventi imprevedibili, che ritengo siano stati messi in moto durante il regno dei Signori delle Rune, se non addirittura in precedenza.”

Eli fece una pausa per osservare la reazione di Ormal. Non fu sorpresa di constatare che l'uomo aveva a malapena cambiato espressione, e in effetti sembrava essersi fatto ancora più sospettoso ed arcigno. “Con il suo permesso…” continuò Eli, per poi cominciare a cercare nella sua borsa. “Vorrei sottoporle un rapporto sulle nostre scoperte, che ho compilato con la collaborazione del professor Brodert Quink di Sandpoint.”

Ancora una volta, Eli si rese conto che il professor Ormal non sembrava convinto, ma le fece comunque cenno di proseguire. “D'accordo. Se volesse sottopormi le sue scoperte e la relazione che ha steso, io provvederò a valutarne i meriti. In cambio, potrei chiederle cosa spera di ottenere in cambio?”

“Se lei fosse così gentile da scrivere a nome mio una lettera di presentazione per la Loggia dei Pathfinder di Magnimar… questo sarebbe un grande beneficio sia per me che per i miei associati.” Rispose la mezzelfa, sperando di non sembrare troppo nervosa. “Se riuscissimo ad entrare in contatto con l'organizzazione, sarebbe un grande aiuto alle nostre ricerche, e potrebbe aiutare anche altre persone.”

“Hmm…” il professor Ormal si aggiustò lentamente gli occhiali mentre Eli gli porgeva un taccuino nel quale aveva scritto le sue annotazioni e I suoi rapporti. Poi, la mezzelfa appoggiò sulla scrivania alcuni degli artefatti che aveva preso da Collecardo, in modo che l'insegnante potesse dare loro una buona occhiata. Immediatamente, l'uomo cominciò a passare in rassegna gli scritti, in modo da farsi una prima idea di cisa aspettarsi.

“Tuttavia, signorina Clerks, lei sembra dimenticare che io sono contrario alle spintarelle.” Disse all'improvviso dopo aver letto il rapporto per una ventina di secondi. “E quella che mi sta chiedendo… ha proprio l'aspetto di una spintarella per entrare nei Pathfinder.”

Eli non cambiò espressione, ma Ormal interpretò la sua mancanza di reazione come una conferma della sua supposizione. "Hmph. Lo sa bene che non approvo di queste scorciatoie. Se vuole unirsi ai Pathfinder, dovrà fare molto di più di questo, e rassegnarsi a diversi mesi di prove e test attitudinali."

Eli si schiarì la voce. "Beh... immagino di non poterlo negare. Effettivamente, penso che questi rapporti e queste scoperte che ho fatto potrebbero affrettare la nostra entrata nei Pathfinder. E con noi, intendo io e i miei compagni." affermò. "Tuttavia... non per essere presuntuosa, ma credo che collaborare con i Pathfinder potrebbe contribuire a risolvere un mistero che ha già portato alla morte di numerose vittime, e che temiamo potrebbe mettere a serio rischio la sicurezza di Sandpoint, Magnimar... e probabilmente anche altre città di Varisia."

"Questa è... un'affermazione alquanto audace, se ne rende conto anche lei." rispose prontamente Ormal, serrando gli occhi e dandole quasi l'impressione di un falco che sta puntando la sua preda. "E simili affermazioni richiedono delle prove molto esaustive. Ritiene davvero di poter dimostrare quanto lei afferma?"

Eli prese un respiro profondo. Era il momento di giocarsi il tutto per tutto. "Penso... che se lei volesse esaminare attentamente i reperti che ho trovato e leggere i miei rapporti... concorderebbe che in effetti Varisia potrebbe correre un grave rischio." affermò con quanta più decisione possibile. "Il nostro scopo è cercare di arginare questo pericolo il più rapidamente possibile. Prima che altre persone vengano messe a rischio o perdano quello che hanno di più caro."

Ormal restò per diversi secondi ad osservare la sua allieva, che restava seduta al suo posto con compostezza, ma la cui figura esprimeva decisione e sicurezza. Il professore non era mai stato una persona dotata di grande empatia, e non poteva dire che quello che accadeva a qualcun altro lo interessasse davvero. Tuttavia, pur con un certo fastidio, doveva ammettere che suo malgrado si era formato un certo legame tra lui e quella studentessa. In mezzo a tanti stupidi ed ignoranti, Eli era una delle poche persone che si avvicinavano alla sua intelligenza, e il suo lavoro era sempre stato migliore rispetto a quello di molti altri. Non era propriamente affetto o simpatia, ma quantomeno sentiva di essere per certi versi in dovere nei confronti di Eli. Per Ormal era una questione di onore personale.

Finalmente, con un po' di riluttanza, Ormal decise che tanto valeva dare un'occhiata a quello che Eli aveva portato dai dintorni di Sandpoint. "E va bene. Passerò attentamente in rassegna questi reparti, e leggerò i rapporti che mi ha consegnato. Ripassi domani mattina nel mio ufficio, e le saprò dare una risposta."

Eli si permise un piccolo sorriso. "La ringrazio, professor Ormal. Sono sicura che i miei ritrovamenti saranno degni del suo tempo."

"Lo spero proprio." rispose freddamente l'uomo. "Ora, temo che altre questioni richiedano la mia attenzione. Le faccio i miei migliori auguri."

Eli si alzò dal suo posto, si tolse il cappello e si inchinò educatamente, salutando il professore che rispose con un piccolo cenno della testa, restituendo lo sguardo alla mezzelfa. Se non altro, era riuscita a convincere Ormal a dare un'occhiata a quello che lei era riuscita a fare. Ora, poteva solo sperare che il suo lavoro soddisfacesse i canoni di giudizio draconiani del famigerato insegnante…

 

oooooooooo

 

Il distretto conosciuto come Sottoponte era uno dei posti più miserevoli di una città prosperosa e piena di vita come Magnimar. Un gruppo di abitazioni in rovina, strade polverose e rifugi improvvisati, il quartiere sorgeva sottole ombre che il gigantesco Irespan proiettava sulla città, ed era lì che i derelitti e i disperati sopravvivevano in qualche modo.

“Sei… proprio sicura che quel santuario dedicato a Sarenrae si trovi da queste parti, Misia?” chiese Nualia, guardandosi attorno con incertezza. Attorno alle due ragazze, numerosi accattoni, mutilati e relitti della società, vestiti di stracci e coperti di polvere, si trascinavano qua e là, e ogni tanto, qualcuno di loro gettava qualche sguardo bieco alle due, che chiaramente se la passavano molto meglio di loro. La aasimar teneva il braccio demoniaco legato al collo e avvolto in una fasciatura improvvisata, in modo da non far vedere la sua deformità.

Misia sembrava molto più tranquilla della sua compagna, e dopo essersi assicurata che nessuno stesse guardando verso di lei in quel momento, mise un paio di monete d'oro nelle mani di un uomo che sedeva all’angolo di un vicoletto. Sorpreso e compiaciuto, lo straccione guardò la femmina di gnomo con gratitudine e si dileguò nell'oscurità della stradina dietro di lui. “Ne sono sicura, Nualia.” Rispose con tutta calma. “Il santuario è stato costruito proprio sotto l'Irespan, all'ombra del grande ponte. Un posto come questo ha bisogno di fede e di guarigione più di qualsiasi altro. Sarenrae, la dea del sole e della redenzione, si trova lì dove c'è più bisogno di lei. Okay, ci siamo quasi. Ancora una rampa di scale, una svolta e ci siamo."

Nualia accettò il discorso con un cenno della testa e seguì Misia lungo la strada, salendo una piccola rampa di scale e infine raggiungendo una piazzetta in rovina, davanti a quello che una volta doveva essere un accogliente e rassicurante santuario di Sarenrae, ma che ora era niente più che un gruppo di muri parzialmente crollati e colonne di marmo infrante. Il terreno era disseminato di macerie e polvere, sulle quali le due ragazze lasciavano impronte dei loro stivali man mano che avanzavano verso l'arcata d'ingresso demolita, in un silenzio pieno di tensione.

“Questo posto è in rovina…” commentò Nualia a bassa voce. Ancora una volta, si sentiva a disagio in un luogo consacrato ad una divinità del Bene…

Misia annuì con malinconia. “Già… questo santuario è stato costruito da Volsten, un devoto sacerdote di Sarenrae, molti anni fa.” Cominciò a spiegare. “Padre Volsten e i suoi accoliti si auguravano che questo posto portasse un po' di speranza agli abitanti di questo distretto, ma solo pochi mesi dopo il suo completamento, lui e due dei suoi fedeli vennero uccisi in circostanze tuttora da chiarire. Vennero sepolti qui vicino, e da quel momento il santuario venne abbandonato."

Nualia provò una poco familiare sensazione di tristezza nel vedere la costruzione in rovina, e al pensiero che una persona come Volsten, che aveva sempre cercato di fare del bene alla gente di Magnimar, fosse stata ripagata con tale crudeltà ed ingratitudine. Non meritava una fine simile...

Che strano, pensare che la Nualia di appena qualche settimana fa forse non avrebbe provato nulla davanti ad una storia simile...

Misia raggiunse lo spiazzo davanti al santuario in rovina e si inginocchiò con un sospiro, per poi tirare fuori dalla sua bisaccia un simbolo sacro che ricordava un angelo con le braccia aperte e le ali spiegate. La femmina di gnomo chiuse gli occhi, come se stesse pregando in silenzio... e Nualia la guardò indecisa per qualche istante, prima di prendere la sua decisione ed inginocchiarsi a sua volta. La aasimar si tolse le fasciature dal braccio mutato, chiuse gli occhi e congiunse le mani sulle ginocchia, cercando di pensare a come rivolgersi alla dea del sole.

Per diversi secondi, Nualia si ritrovò con un vuoto d'idee. Come faceva lei, che fino a poco tempo fa aveva conosciuto soltanto la dea demoniaca Lamashtu, a rivolgersi ad una divinità così pura e giusta? Ancora non si capacitava di poterlo fare... nè che Sarenrae l'avrebbe accettata...

"Sarenrae..." sussurrò infine, cercando di fare almeno un po' di chiarezza. "Io... è la prima volta che parlo con te. Non so neanche da dve iniziare. Non dirò quello che ho fatto. Lo sai bene anche tu... non sarei qui se non fosse per il fatto che una persona a me molto cara mi ha aperto gli occhi e mi ha fatto capire che stavo facendo un terribile errore. Ora... ora sono con lui... e i suoi compagni mi hanno accettato... almeno credo... era questo quello che desideravo più di ogni altra cosa, in fondo. Ma adesso... adesso non so cosa pensare. Io... non ho trovato felicità nè in una dea del bene come Desna... nè in una del male come Lamashtu... Come dovrei comportarmi? Cosa sono questi sentimenti nuovi che sento agitarsi nel profondo della mia anima? Io... non so come spiegarli. Mi fanno sentire bene... e allo stesso tempo... mi spaventano. Non ci sono abituata... io... so di non esserne degna, ma... ti chiedo un aiuto. Un modo per fare un po' di chiarezza nel mio animo... Vorrei capire cosa sono queste emozioni... cosa posso fare per gestirle..."

Nualia sospirò e strinse le mani in maniera quasi spasmodica. "Io... so di non essere degna di entrare in un luogo a te consacrato. Ma... ho davvero bisogno del tuo aiuto... tu... non respingi nessuno, vero? Nessuno che sia sincero... ed è tutto qui quello che ti chiedo, divina Sarenrae... un aiuto."

Misia aprì leggermente gli occhi e alzò la testa, tenendo il simbolo sacro vicino alla fronte. "Benedetta Sarenrae. Ti prego, porta la tua luce e la tua speranza alla gente di Magnimar." sussurrò. "Perdona le nostre trasgressioni. La nostra paura e la nostra violenza. La nostra avidità e i nostri peccati. Arricchisci le nostre vite con il tuo amore, e guidaci affinchè noi non perdiamo la strada. In tuo nome, misericordioso Fiore del Mattino."

Era un momento solenne. Le due ragazze erano inginocchiate in preghiera, ognuna delle due, a modo suo, cercando nella dea del sole un appoggio e una guida. Misia alzò ancora un po' il suo simbolo sacro, e permise ad un tenue raggio di sole di riflettersi sulla sua superficie dorata. Sembrava davvero che Sarenrae stesse inviando loro la sua benedizione...

Ma quando Misia si voltò verso Nualia per vedere come stava, ebbe una sorpresa.

Per un attimo, vide la figura di Nualia sbiadire ed essere sostituita da quella di una graziosa femmina di elfo dai lunghi capelli bianchi vestita di un attillato costume rosso, anche lei assisa in preghiera. C'era qualche somiglianza con Nualia, ma le differenze erano evidenti anche ad un osservatore distratto...

E un istante dopo, Nualia era di nuovo al suo posto, gli occhi chiusi in meditazione. Stupefatta, Misia chiamò la sua compagna. "Ah! N-Nualia? Nualia, ci sei ancora?"

"Hm? Misia, che succede..." cominciò a chiedere Nualia, interrompendosi di colpo quando al posto di Misia vide una figura più grande ed impressionante - una giovane donna dalla pelle scura, vestita di un lungo abito azzurro e giallo di foggia Qadiriana che lasciava scoperti solo il volto e le mani, con una scimitarra legata alla cintura e un simbolo sacro di Sarenrae tra le mani! Stupefatta da quell'apparizione improvvisa, la aasimar vide la misteriosa figura sgranare gli occhi in un'espressione incredula...

E un attimo dopo, come se fosse stata un'allucinazione, la donna dall'abito lungo scomparve, e al suo posto riapparve Misia, anche lui sorpresa e dubbiosa...

"Mi... Misia? Misia, che è successo? Ho... ho visto qualcun altro al tuo posto!" esclamò Nualia.

"Anch'io, se è per quello! Nualia, tutto a posto?" chiese la biondina, toccando un braccio e poi la fronte a Nualia per assicurarsi che fosse proprio lei in carne ed ossa. "Sì, sembra che siamo ancora tutte e due al nostro posto... senti, Nualia, forse è meglio se torniamo più tardi da queste parti, che ne dici? Ho come l'impressione che ci sia qualcosa di strano... e non vorrei che ci accadesse qualcosa se restassimo qui troppo a lungo!"

Nualia annuì rapidamente, pur nel rammarico di non essere riuscita a parlare a Sarenrae quanto avrebbe voluto... "Va... va bene, Misia! Magari più avanto torniamo qui e cerchiamo di capire cos'è successo..."

 

oooooooooo

 

Nello stesso momento e in un luogo estremamente simile e al tempo stesso completamente diverso...

"Kyra? Kyra, tesoro, che succede? Come mai all'improvviso sei impallidita?" chiese la graziosa elfa dai capelli bianchi alla giovane dalla pelle scura e dagli ampi abiti da chierica assieme alla quale stava pregando fino a qualche secondo prima.  

"Meri...?" chiese la donna dalla pelle scura di nome Kyra. "Merisiel, sei... sei tu, vero?"

L'elfa sbattè gli occhi in un'espressione di stupore e indicò sè stessa con le mani. "Beh... direi proprio di sì!" rispose con un sorriso ironico. "Sono sempre io, la cara vecchia Merisiel! Perchè, chi ti aspettavi? Per caso una Signora delle Rune?"

Kyra riuscì a ridacchiare della battuta prima di schiarirsi la voce e spiegare quello che aveva visto. "No, no, niente di tutto questo." affermò. "E' solo che... ecco... forse ti sembrerà strano quello che sto per dirti, ma... ho avuto l'impressione, per un attimo, di vedere qualcun altro al tuo posto."

"Beh, con tutto quello che abbiamo visto di recente... non c'è più tanto che possa sembrarmi strano!" rispose Merisiel spensierata. "E... chi ci doveva essere al mio posto, tanto per sapere?"

"E' questo che mi lascia perplessa." rispose Kyra pensierosa. "Per un attimo... al tuo posto mi è sembrato di vedere Nualia, quell'anima perduta che abbiamo incontrato nelle catacombe di Collecardo."

L'espressione gioviale di Merisiel si fece d'improvviso preoccupata. "Nualia? Ne... ne sei sicura, tesoro? Io... sono sicura che Nualia sia morta."

"Anch'io. Io stessa l'ho trafitta al cuore con la mia scimitarra." rispose Kyra con un cenno della testa. "Non penso possa essere stata riportata in vita tanto facilmente. E comunque, si è trattato solo di un'immagine fugace. L'ho vista pregare davanti al santuario di Sarenrae in rovina... e poi ho visto te."

"Una vista senz'altro più rassicurante, vero?" scherzò Merisiel. "Detto questo... anch'io ho visto qualcuno al tuo posto, un attimo fa. Era una femmina di gnomo bionda, vestita di bianco e blu. Non era nessuno che conoscevo, però."

"Strano... cosa potrebbero voler dire queste visioni?" si chiese Kyra. "Ho l'impressione che sia meglio cercare di scoprire di più. Ma adesso... è meglio che torniamo indietro. Non vorrei far aspettare troppo Valeros e Seoni."

Merisiel annuì e si voltò per riprendere la strada che conduceva fuori da Sottoponte...

 

oooooooooo

 

Lady Xanesha serrò leggermente gli occhi, le cui pupille verdi e luminose baluginavano minacciose nelle orbite della maschera dorata che indossava, e attese che il suo ospite si mettesse comodo prima di rivolgersi a lui, con sufficienza a malapena velata.

"Molto bene, piccola canaglia. Immagino che dovrei congratularmi con te per essere arrivato fin qui da Sandpoint." disse la lamia matriarca, le spire che si muovevano sinuose nella semioscurità, in modo che l'altra creatura comprendesse senza equivoci chi fosse quella che comandava. "Ma questo significa che il tuo tanto decantato Ripnugget si è rivelato un fallimento. Dal resto, se quel gruppo di impiccioni sono arrivati fin qui... e sono persino riusciti a portare Nualia dalla loro parte. Quindi... spero che tu abbia qualcosa di utile da portarmi, per il tuo bene se non altro."

Tethiqqa, il viscido e mellifluo serpe-goblin che aveva aiutato a liberare il mostruoso barghest Malfeshnekor nelle profondità di Collecardo, si strinse nelle spire, in segno di sottomissione alla donna-serpente. "Conossssco abbasssstanza bene quel gruppo di avventurieri, potente Lady Xanessssha..." rispose con quella sua voce sibilante. "Ssssono ssssicuro che troverà le mie informazioni molto utili. Anche sssse ho l'impressssione che non potremo usarli per il rituale del Ssssihedron... ssssarà comunque utile eliminarli per la gloria del nosssstro ssssignore."

Xanesha sorrise sinistramente. "Molto bene. Farò convocare quanto prima Ironbriar e il resto della Fratellanza." rispose. "Se le tue informazioni saranno utili, ti potrai redimere del tuo fallimento a Collecardo. Altrimenti... beh, lascio a te immaginare le conseguenze."

Tethiqqa rise nervosamente, e la sua coda guizzò rapidamente dietro di lui, ben consapevole che con questa scommessa si stava giocando il tutto per tutto...

 

 

oooooooooo

                                            

CONTINUA... 

 

 

 

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Capitolo 37
*** In visita a casa Foxglove ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti  
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam  

  

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE  

Capitolo 35 – In visita a casa Foxglove

 

Quel pomeriggio, in uno dei distretti più raffinati di Magnimar.

Il distretto conosciuto come Grandarco, non molto lontano da Starsilver Plaza, era conosciuto a Magnimar come un luogo molto elegante, e uno dei luoghi dove molte delle famiglie più abbienti della città sceglievano di comprare casa. E tra le abitazioni di Grandarco spiccava un maestoso edificio di tre piani, che Yan e i suoi compagni avevano presto identificato come la dimora dei Foxglove semplicemente chiedendo un po' di informazioni in giro. Probabilmente non era una sorpresa il fatto che i Foxglove fossero una famiglia ben conosciuta da quelle parti, in particolare grazie ai contatti di Vorel Foxglove e del suo discendente Traver.

Un'altra cosa che non aveva stupito Yan, Reji e Jolan era il fatto che l'edificio fosse stato posto sotto sequestro. Evidentemente, la notizia della morte dell'ultimo proprietario si era rapidamente diffusa fin lì, e le autorità non avevano perso tempo a mettere i sigilli alle porte e alle finestre.

Quando Yan, Reji e Jolan si erano avvicinati alla dimora di Aldern Foxglove per dare un'occhiata, si erano trovati davanti alcuni individui che portavano l'uniforme tipica delle guardie cittadine di Magnimar, e che si erano subito parati davanti al terzetto di avventurieri per sapere qualcosa in più di cosa fossero venuti a fare.

"Alt!" esclamò un uomo dall'aspetto piuttosto insignificante, parandosi di fronte a Yan. Il giovane spadaccino si fermò a distanza di cortesia. "Chi siete, stranieri? Non ricordo di avervi mai visto da queste parti."

Yan si schiarì la voce. "Beh... in effetti per noi è la prima volta qui a Magnimar." affermò. "Se non sbaglio... questa era la dimora del signor Aldern Foxglove, vero?"

"Lo era fino a pochi giorni fa." rispose un'altra guardia, più alta e con un occhio strabico. "Lord Foxglove è morto pochi giorni fa, mentre si accingeva a tornare da un viaggio d'affari a Sandpoint. Non sappiamo esattamente i particolari... ma, sì, questa era la sua casa a Magnimar."

Reji represse un moto di emozione nel sentirsi ricordare la morte di Aldern, e deglutì. "Sì... in effetti è vero, sapevamo già che il signor Foxglove era deceduto." rispose la monaca. "Noi... veniamo proprio da Sandpoint, in effetti. Abbiamo conosciuto personalmente il signor Foxglove, e... beh, diciamo che eravamo presenti quando è successo... quello che è successo. Diciamo che eravamo amici personali del signor Foxglove."

Yan e Jolan gettarono uno sguardo solidale alla loro compagna, che mostrò una notevole autodisciplina e mantenne una calma invidiabile. "Immagino però... che non sia possibile entrare, vero?" chiese la ragazzina Tian, immaginando già quale fosse la risposta.

L'uomo più alto scosse la testa. "No, in effetti non è possibile entrare... tuttavia, se posso darvi un consiglio... dovreste parlare con le sorelle maggiori di Lord Foxglove, le signore Sendeli e Zeeva. Sono tornate di recente a Magnimar anche loro, quando è pervenuta loro la sfortunata notizia. Credo che se parlaste con loro, potrebbero darvi una mano, qualsiasi sia ciò di cui avete bisogno." affermò.

"Oh... giusto, il signor Aldern ci aveva raccontato di avere due sorelle maggiori." rispose Jolan sfregandosi il mento. "E... al momento dove potremmo trovare le signore Sendeli e Zeeva?"

"Beh, siete fortunati. Al momento le signore sono proprio all'interno dell'abitazione." rispose la prima guardia. "Se volete, posso chiamarle e potete discutere tutto quello di cui avete bisogno, senza tanti problemi."

Reji sgranò gli occhi. "Cosa? Le sorelle di Aldern... ehm, voglio dire, del signor Foxglove?" chiese, non riuscendo a nascondere la sua sorpresa. Tuttavia, un attimo dopo, la sua espressione si fece sospettosa, e la ragazzina strinse gli occhi come se stesse riflettendo intensamente. "Ma... quando sono arrivate a Magnimar? Noi stessi siamo giunti qui soltanto... qualche ora fa, più o meno."

Le due guardie si guardarono negli occhi, come se si chiedessero quale fosse il senso di quella domanda. Dopo qualche istante di incertezza, l'uomo più alto si sfregò il mento mentre cercava di ricordare quanti più particolari possibile. "Ecco... in realtà non ne siamo sicuri nemmeno noi." affermò. "Le abbiamo viste per la prima volta soltanto ieri. Sono arrivate qui da Korvosa, dopo un lungo viaggio."

"La signora Zeeva è la proprietaria del Mercato Verde di Korvosa... un negozio che vende vestiti e generi alimentari nel Distretto Sud della città." continuò l'altra guardia. "E la signora Sendeli... beh, non sono molto sicuro di dove viva adesso, ma so per certo che ha fatto un viaggio piuttosto lungo per arrivare fin qui."

"Hmm... capisco..." disse Yan con un sospiro malinconico. "Sì, posso capire che la morte del fratello le abbia spiazzate, e non solo da un punto di vista emotivo. Se fosse possibile parlare con loro... avremmo bisogno di fare loro delle domande... nella speranza che siano abbastanza ben informate sulla vita del loro fratello minore."

La guardia più alta fece un cenno affermativo con la testa. "Hmm... in effetti... sì, penso che potrei farvi parlare con loro. Se voleste attendere qui, andrò a chiamarle. Sono dentro casa, essendo parenti strette del defunto Lord Foxglove non sono soggette a restrizioni o a particolari condizioni per accedere alle proprietà." Fece un piccolo inchino e si diresse verso un'entrata sul retro dell'edificio, lasciando il terzetto di avventurieri a parlare con il primo dei due individui.

"Come mai avete bisogno di parlare con le signore Foxglove, in ogni caso?" chiese la guardia con aria sinceramente incuriosita. "Sapete qualcosa della scomparsa del signor Foxglove che potrebbe essere loro utile, o che potrebbe dare loro un minimo di chiusura?"

Yan esitò un attimo prima di rispondere, e decise di tenersi sul vago. "Diciamo che... siamo a conoscenza di alcuni elementi importanti sulla scomparsa del signor Aldern Foxglove, e vorremmo parlarne prima di tutto con le sue sorelle maggiori, dal momento che sono le sue parenti più prossime." rispose. "E credo che così potremo fare luce su alcuni elementi che ci hanno lasciati... alquanto sorpresi, per dire poco."

"Tra l'altro, il signor Aldern Foxglove era nostro amico personale." rispose Reji. "Credo... che sia anche nostro dovere cercare di fare quanta più luce possibile sulle circostanze della sua scomparsa."

La guardia annuì e si mise ad attendere. Per fortuna, non passarono che pochi minuti prima che l'altro individuo tornasse e facesse un segno dell'okay rivolto ai tre avventurieri. "Okay, le signore hanno detto che sono interessate ad incontrarvi. Vorrebbero sapere tutto delle circostanze in cui il signor Aldern è deceduto... e vorrebero parlarne con voi. Prego, venite. Le signore hanno detto di voler parlare con voi all'interno dell'abitazione."

Jolan sbattè gli occhi stupito. "Dentro l'abitazione? Non posso venire fuori loro a parlare con noi?" chiese. Dietro di lui, anche Yan e Reji assunsero delle espressioni dubbiose.

La guardia alzò le spalle. "Che posso dirvi, signori? Le signore Foxglove hanno detto che dovrebbero comunicarvi delle cose molto importanti, e non vogliono correre il rischio che qualcun altro le senta. Per questo vorrebbero parlarvi nella privacy dell'abitazione." affermò.

Yan storse il naso. Il suo istinto di avventuriero gli diceva che c'era qualcosa di sospetto, in tutto questo... e raramente il suo istinto lo aveva deluso, in tutto quel tempo. Guardò verso Reji, che sembrava altrettanto sospettosa, come se stesse chiedendole se volesse davvero fidarsi di quella evenienza così inaspettata...

"Non lo so, Yan. Non posso dire di fidarmi al cento per cento." sussurrò la giovane monaca.

Il ragazzo annuì rapidamente. "Sì, sono d'accordo. Per me, qui c'è qualcosa di fuori posto." rispose. "Detto questo... secondo me è comunque meglio andare a dare un'occhiata. Alla peggio, potremmo scoprire cosa c'è dietro e farci dare qualche informazione in più."

"Allora, che dite? Corriamo questo rischio?" sussurrò a sua volta Jolan. Dopo averci pensato su un attimo, Yan e Reji gli fecero un cenno affermativo con la testa, e la ragazzina Tian rivolse un sorriso di gratitudine alle due guardie, che sembravano un po' confuse dalla titubanza dei tre amici.

"Va... va tutto bene, signori? C'è qualcosa che non vi torna?" chiese la guardia con l'occhio strabico.

Yan sorrise educatamente. "No, no... va tutto bene. Però vorrei chiedervi di restare all'erta." affermò. "Ho l'impressione che... potrebbe accadere qualcosa di strano, da un momento all'altro."

"Comunque vedremo di non metterci tanto... e soprattutto, speriamo che non ci siano complicazioni." continuò Jolan. "Grazie di averci dato quest'opportunità!"

Anche se erano un po' confuse dal comportamento dei tre avventurieri, le guardie ricambiarono il saluto. "Di niente, figuratevi... l'entrata è sul retro dell'edificio. E' l'unico ingresso che non è stato sigillato. Spero che otterrete le risposte che state cercando. O almeno, qualche indizio su dove cercare."

Reji ringraziò con un cenno della mano e si diresse verso l'ingresso di casa Foxglove assieme ai suoi due compagni, tenendo tutti i sensi tesi nel caso ci fosse stato qualche problema o qualche agguato. Ma quando il terzetto di compagni di viaggio raggiunse l'ingresso, non accadde nulla - non vennero aggrediti da qualche sicario mascherato saltato fuori dal nulla, non si videro piovere addosso frecce o quadrelli, e non vennero bersagliati da alcun incantesimo. Senza mai abbassare la guardia, i ragazzi salirono la breve rampa di scale che portava all'ingresso - una porta di legno scuro, decorata con delle vetrate colorate e delle eleganti intarsiature che ricordavano delle piante rampicanti in fiore. La porta era rimasta semiaperta, segno che chiunque si trovasse all'interno stava invitando il gruppetto ad entrare.

Yan prese fiato e bussò alla porta, dalla quale rispose subito dopo una voce femminile dal timbro raffinato e sicuro di sè. "Oh? Siete voi gli avventurieri che ci sono stati appena annunciati, vero?" chiese. "Prego... prego, entrate pure. Nostro fratello Aldern ci ha parlato di voi. Era rimasto... molto impressionato da come avete combattuto contro i goblin a Sandpoint."

"Eravamo curiose di conoscervi." disse un'altra voce femminile, dal timbro un po' più maturo. "Prego, venite pure. Accomodatevi, credo che... ci sarà molto di cui parlare."

"Beh... in effetti lì a Sandpoint sono successe molte cose." disse Reji, mentre entrava per prima nella dimora di Aldern. Mise a tacere un moto di emozione e si guardò attorno, vedendo per prima le due signore che attendevano all'interno, in piedi accanto ad un tavolino di legno scuro. La più vicina a lei era una donna che probabilmente si stava avvicinando alla trentina, con i capelli biondo-rossicci tagliati corti e vestita in maniera pratica e poco appariscente - una camicia bianca ben tenuta con sopra una giacchetta di stoffa marrone, pantaloni lunghi attillati e un paio di scarpe da lavoro con ancora qualche macchia di polvere. Aveva uno sguardo acuto e penetrante, e le sue labbra erano incurvate in un sorriso un po' triste.

Vicino a lei si trovava una donna un po' più giovane, mora con i capelli un po' più lunghi dell'altra e con dei lineamenti un po' più raffinati, vestita di un abito verde scuro che non sembrava particolarmente adatto per viaggiare. Portava al collo un piccolo medaglione che rappresentava uno stemma araldico, probabilmente il simbolo della famiglia Foxglove. Certamente, notò Reji dopo averle osservate con un minimo di attenzione, c'era qualcosa nei loro modi di fare che ricordava molto Aldern, e non era difficile credere che fossero davvero le sue sorelle.

"Benvenuti, signori." disse la donna dai capelli più corti non appena vide che erano entrati tutti e tre. "Il mio nome è Zeeva Foxglove... e lei è mia sorella minore, Sendeli Foxglove. Abbiamo ricevuto corrispondenza da nostro fratello prima della sua... sfortunata dipartita, e ci ha parlato molto di voi. Provava una forte stima nei vostri confronti... e vi ringraziamo per aver fatto tutto il possibile per salvarlo, anche se alla fine non è stato possibile."

"Noi... vi ringraziamo per le vostre parole. Anche se penso ancora che se avessi compreso prima cosa stava accadendo, avremmo potuto fare di più per il signor Aldern." disse Reji con un sospiro malinconico.

Jolan disse di sì con la testa. "Dopo la malaugurata scomparsa del signor Aldern, abbiamo svolto un po' di indagini." continuò. "Ora, spero che questa notizia non vi colga impreparate... ma sappiamo che il signor Aldern era nei guai con un gruppo che si fa chiamare la Fratellanza dei Sette, e in particolare con una certa Xanesha."

Zeeva disse di sì con la testa. "Purtroppo... è vero. Nostro fratello è sempre stato un tipo... impulsivo... e a volte si è fidato di persone di cui non avrebbe dovuto." affermò con un sospiro. "E' per questo che è rimasto invischiato nei loschi affari di questo misterioso gruppo. E poi... c'è stata la sua relazione con quella Varisiana di nome Iesha."

"Noi abbiamo cercato di avvertirlo. Gli abbiamo detto che era passato troppo poco tempo, e che stava agendo impulsivamente a sposare quella ragazza. Ma nostro fratello... era troppo innamorato di Iesha per ascoltarci, e per certi versi... noi abbiamo pensato che fosse giusto lasciare che lui perseguisse la sua felicità, dopo tutte le tragedie che sono capitate alla nostra famiglia." proseguì mestamente Sendeli. "Ma... forse questo non è il posto giusto per discutere di queste cose. Vorreste farci l'onore di seguirci nel soggiorno? Credo che potremo offrirvi un buon tè e qualche biscotto."

Yan sorrise con gratitudine. "Beh, se la mettete su questo piano... non vedo perchè dire di no." affermò, senza però mai abbassare la guardia. Le sorelle di Aldern sembravano persone a modo, ma ancora non le conosceva abbastanza bene da abbassare la guardia. "Va bene... prego, se voleste farci strada."

"Con piacere." rispose gentilmente Zeeva. "Prego, seguiteci pure."

Le sorelle Foxglove guidarono il terzetto di avventurieri verso una stanza adiacente, decisamente più ampia e comoda dell'altra. Si trattava di un soggiorno ben arredato, il pavimento di marmo parzialmente coperto da tappeti pregiati, e con al centro un grazioso tavolo di vetro ricoperto da una tovaglia intessuta con motivetti zigzaganti rossi e bianchi. Sopra i mobili erano disposti ordinatamente vari oggetti di buona fattura, tra i quali si vedevano brocche, piatti, soprammobili e altri oggettini decorativi, che contribuivano a rendere la stanza più gradevole alla vista.

"Prego, accomodatevi pure." disse Zeeva. "Speriamo che la dimora di nostro fratello sia di vostro gradimento... purtroppo adesso è un po' spoglia. Aldern ha dovuto vendere gran parte delle sue cose per far fronte al debito che aveva nei confronti della Fratellanza."

"Nessun problema, lo comprendiamo..." disse Reji, entrando per ultima nella stanza mentre Sendeli restava in piedi accanto alla soglia dell'entrata, come se volesse assicurarsi che tutti i loro ospiti si fossero accomodati. "In effetti, era proprio di questa Fratellanza che vorremmo parlare. Nella speranza che questo ci aiuti a fare luce sulla morte di Aldern e su quanto è successo in generale."

"Io ho l'impressione che quello che è successo ad Aldern sia solo una parte di un piano molto più vasto." disse Yan. "Non sappiamo ancora chi o che cosa si celi dietro tutto questo. Xanesha, in una lettera indirizzata ad Aldern, parlava di un suo signore, ma non è stata chiara a riguardo. Quello che vorremmo tentare di fare è... scoprire chi è stato a manipolare Aldern e fargliela pagare, poi scoprire qual è la cospirazione che sta dietro a tutto questo, e porvi fine."

"Certo... certo, possiamo capire." rispose Zeeva, sedendosi accanto al tavolino e sfregandosi il mento con una mano. "Bene... in tal caso, credo proprio che possiamo dirvi una cosa molto importante..."

"Una cosa importante?" chiese Jolan. Da un lato, il piccolo halfling era contento che stessero approdando a qualche risultato... ma dall'altro, il sentore che ci fosse qualcosa fuori posto non lo lasciava ancora. "Se può aiutarci a risolvere questo intrigo... noi siamo tutti orecchie."

Improvvisamente, il suono di una porta che veniva sbattuta alle loro spalle fece sobbalzare i tre compagni d'avventura... e quando Reji per prima si voltò, vide con allarme che Sendeli aveva chiuso di colpo la porta e si era posta davanti ad essa, come se volesse tenere Yan e i suoi amici intrappolati in quella stanza. Il ghigno diabolico che troneggiava sul suo volto, in scioccante contrasto con l'espressione serena e tranquilla che aveva fino a pochi istanti prima, non aiutava per niente a fugare i dubbi del gruppo...

"Certo, è una cosa molto importante." continuò Zeeva. La giovane dai capelli corti si alzò dal tavolo e avanzò minacciosa verso il gruppo, e Yan portò rapidamente la mano alla spada e si preparò a sfoderarla. Reji sgranò gli occhi allarmata e guardò da una parte all'altra per tenere d'occhio le sorelle Foxglove, che ora sembravano in procinto di attaccarli da un momento all'altro!

"E cioè... che la vostra stupida missione finisce qui, misere scimmie senza peli!" esclamò Zeeva. Prima che Yan e i suoi compagni potessero reagire, la donna dai capelli corti scattò in avanti... e il suo braccio sinistro sembrò sfaldarsi di colpo, trasformandosi in un mostruoso arto nodoso ricoperto di spessa pelle giallastra spessa come un corpetto di cuoio! Paralizzato dalla sorpresa e dall'orrore, Yan non riuscì a reagire quando una delle mani di Zeeva si trasformò in una mostruosa lama fatta di osso e carne, e sferrò un fendente che lo raggiunse ad un fianco, penetrando in profondità nelle sue carni!

"AAAAAARGH!" Yan urlò di dolore e cadde su un ginocchio davanti agli occhi atterriti dei suoi compagni... ma Reji e Jolan non ebbero il tempo di fare nulla prima che Sendeli partisse all'attacco! La donna mora fece un passo in avanti... e il suo volto si sciolse letteralmente, lasciando posto ad un orrendo ammasso di carne rigonfia e pulsante, con strani vortici e fessure al posto dei lineamenti! Il suo braccio destro cambiò forma, trasformandosi in una sorta di mazza, con un rigonfiamento nodoso dove avrebbe dovuto esserci la mano... e la cosa che fino ad un attimo prima che Sendeli sferrò un poderoso colpo che raggiunse Reji e la fece volare addosso ad una sedia, facendola rovinare per terra! Spaventato, Jolan sfoderò uno dei suoi pugnali e lo tenne alzato davanti a sè... mentre le sorelle Foxglove si trasformavano sotto i loro occhi in due orrori di carne giallastra dalle fattezze umanoidi, ma deformi ed innaturali!

"Mer... da..." ringhiò Yan, cercando come poteva di tamponarsi la ferita al fianco. "Ma che cazzo... che cosa... siete voi?"

"Due senzavolto..." mormorò Jolan, mentre Reji si rialzava dolorante e si rimetteva in guardia. "Sono... sono dei mostri in grado di plasmare i loro lineamenti a loro piacimento per tendere agguati alle loro prede e abbeverarsi del loro sangue!"

"Ora morirete!" gorgogliò la cosa che fino a pochi istanti prima assomigliava a Zeeva Foxglove. Il suo volto sembrò tremolare e poi scomparve, sostituito da un ammasso di carne che ribolliva orrendamente. I vestiti scomparvero, rivelando due corpi contorti e disgustosi, con arti esageratamente lunghi e artigli affilati... e i due senzavolto avanzarono minacciosi contro il gruppo.

"Merda... pensavo che ci fosse qualcosa di strano, in tutto questo... ma che addirittura quelle due fossero dei senzavolto..." commentò Reji.

Il senzavolto che imitava Zeeva si scagliò contro la monaca e sferrò due micidiali fendenti con il suo braccio-lama. Reji strinse i denti quando la lama affilata le aprì una dolorosa ferita sotto la spalla sinistra, e cercò rabbiosamente di sferrare un calcio al mostro per allontanarlo da sè. Il colpo andò a segno, ma la carne molliccia della creatura innaturale sembrò assorbire l'attacco senza difficoltà... e il fatto di aver potuto scartare il travestimento li aveva in qualche modo rinvigoriti.

"Hahahaaa! Ci è stato dato il permesso di abbeverarci del vostro sangue!" esclamò l'altro senzavolto. La sua voce era ripugnante quanto il suo aspetto, e sembrava che la sua gola fosse perennemente incrostata di fango e muco. "Lady Xanesha ci premierà per avervi eliminato!"

"Lady Xanesha?" esclamò Yan. Pur ferito, il ragazzo riuscì a parare gli artigli affilati del suo avversario con la sua spada e cercò di spingerlo via o costringerlo il muro. "Ugh... allora la Fratellanza dei Sette... sa già di noi!"

"Che cosa volete fare? Chi è questo signore a cui obbedisce Xanesha?" esclamò Jolan. Lui e Reji cercarono di sopraffare il loro avversario attaccandolo assieme, ma l'orrore senza volto stava tenendo loro testa con notevole abilità. I suoi artigli si muovevano con velocità quasi innaturale, e stava intercettando tutti gli attacchi dell'halfling e della ragazzina Tian.

"Hah! Non avete bisogno di saperlo! Il vostro destino è morire qui e diventare il nostro pasto, scimmie senza peli!" esclamò la mostruosa creatura. Finalmente, Jolan riuscì a trovare un'apertura nella difesa del suo avversario, e il suo pugnale trafisse il fianco del senzavolto, penetrando nelle sue carni flaccide e provocando finalmente dolore alla creatura innaturale. Il mostro alzò l'altra gamba e sferrò un poderoso calcio che centrò in pieno Jolan e lo mandò addosso a Yan, facendogli perdere l'equilibrio proprio mentre sembrava che stesse per mettere a segno un affondo contro il suo avversario. L'altro senzavolto approfittò subito e sferrò un altro fendente, mirando alla gola di Yan... e solo grazie ai suoi rapidi riflessi il ragazzo riuscì ad evitare un colpo mortale. La lama di carne ed ossa aprì un taglio nella guancia destra del giovane, mentre Reji interveniva con una raffica di colpi contro il primo senzavolto. Ma i pugni della monaca non sembravano avere grande effetto - ogni volta che andavano a segno, la carne innaturale della creatura si piegava come se fosse stata gomma, assorbendo l'impatto.

"Ma che diavolo..." esclamò Reji, un attimo prima che un altro colpo la raggiungesse allo stomaco e le mozzasse il fiato in gola, facendola cadere in ginocchio. Nonostante il dolore, la ragazzina alzò rapidfamente lo sguardo... e vide il mostro che incombeva su di lei, alzando il braccio artigliato per sferrarle un colpo mortale! Strinse i denti e si gettò di lato, eseguendo una capriola per poi alzarsi un po' barcollante... e alzò nuovamente la guardia, appena in tempo per vedere il senzavolto che si lanciava su di lei, ignorando Jolan che giaceva a terra stordito. Yan era ancora occupato a difendersi dall'altro mostro, e non poteva darle una mano.

"Tsk... temo di aver capito. I corpi di queste creature resistono agli attacchi contundenti." disse tra sè la ragazzina. "E va bene, allora userò un altro sistema..."

Il senzavolto sferrò un poderoso colpo diretto al torace di Reji... ma quest'ultima riuscì a reagire in tempo e afferrò l'arto della repellente creatura, in modo da ritorcere contro di lui la sua forza. Con un breve grido, la giovane esperta di arti marziali sollevò il senzavolto e lo proiettò dolorosamente al suolo, poi gli bloccò le braccia e lo costrinse a terra.

"Reji!" esclamò Jolan.

Mentre il senzavolto lottava per liberarsi, Reji cominciò a colpirlo con una raffica di poderosi pugni in quelli che, in un normale essere umano, sarebbero stati punti vitali - e lei sperava che valesse lo stesso per quelle creature aberranti. "Jolan! Vai ad aiutare Yan! Io mi occupo di questo bastardo!"

"Ricevuto!" esclamò Jolan, per poi voltarsi verso Yan e il senzavolto che stava affrontando. Il ragazzo era riuscito a prendersi un po' di vantaggio e stava costringendo l'avversario in ginocchio... ma il mostro, con un sibilo rabbioso, alzò una gamba e sferrò un calcio sul fianco già ferito di Yan, strappandogli un grugnito di dolore. Yan barcollò, e il senzavolto si avventò su di lui per finirlo...

Improvvisamente, l'orribile creatura si fermò, e le carni informi del suo "volto" cominciarono a gorgogliare e ribollire violentemente, come se il senzavolto fosse scosso da degli atroci spasmi di dolore. Jolan era riuscito a scivolare furtivamente alle spalle della creatura e gli aveva piantato entrambi i pugnali nella parte inferiore della schiena, un colpo non mortale ma estremamente doloroso.

"J-Jolan..." mormorò Yan, ancora dolorante.

"Heh... scusa il ritardo! Dovevo pur attendere il momento giusto perchè il mio intervento fosse ad effetto!" affermò. Con un gorgoglio atroce, il senzavolto ferito si voltò verso l'halfling, che estrasse i suoi pugnali dal corpo della mostruosità e cercò di allontanarsi. Il senzavolto reagì con rapidità spaventosa e colpì Jolan con un poderoso fendente, e solo grazie ai suoi riflessi fulminei quest'ultimo evitò di restare ferito mortalmente. L'arto affilato del senzavolto aprì un taglio lungo e sottile su un pettorale di Jolan, che grugnì per il dolore... e un istante dopo, la creatura maligna si voltò verso Yan, che gli stava per abbattere addosso la spada. Un tremendo clangore metallico riecheggiò tutt'attorno quando il senzavolto parò il primo fendente... ma il giovane levò la spada con rapidità e sferrò un altro colpo. Questa volta, l'aberrazione non riuscì a difendersi e la spada di Yan lo trafisse tra il torace e l'addome, facendo sgorgare dalla ferita un fiotto di denso sangue giallastro! Il senzavolto sussultò e cercò di allontanarsi... ma Yan attaccò di nuovo, questa volta sferrando un fendente micidiale che raggiunse il mostro alla base del collo.

Si sentì uno scricchiolio agghiacciante quando qualcosa cedette, e il senzavolto crollò al suolo con un orrendo sibilo, agitandosi spasmodicamente per qualche istante, per poi immobilizzarsi per sempre.

Nel frattempo, lo scontro tra Reji e l'altro senzavolto si era fatto intenso. I pugni della giovane monaca non riuscivano ad infliggere danni consistenti a quell'essere innaturale, che a sua volta cercava freneticamente di farsi strada nella difesa di Reji per sferrarle un colpo mortale. Con un abile movimento, Reji riuscì a scrollarsi di dosso la creatura, dalla cui testa senza lineamenti si erano estesi tre tentacoli tubolari che terminavano con piccole bocche simili a quelle delle sanguisughe, e che probabilmente servivano allo stesso scopo.

Con un gorgolio atroce, il senzavolto riassorbì quelle appendici aliene nel proprio corpo e si alzò in piedi per attaccare di nuovo. Reji si mise in guardia, a distanza di sicurezza dall'orrida creatura, e fece un paio di finte per cercare di costringere il senzavolto ad attaccare. Finalmente, esaurita la pazienza, la creatura si mosse rapidamente per cercare di prendere di sorpresa la ragazzina Tian, che reagì con prontezza. Con un'abile capriola all'indietro, Reji evitò un micidiale fendente dagli artigli del mostro, poi si diede lo slanciò e centrò la testa dell'avversario con un tremendo affondo di gomito.

Il senzavolto barcollò, avendo finalmente sentito il colpo, e Reji ne approfittò per accorciare le distanze. Il suo avversario sferrò un fendente con i suoi artigli e riuscì a ferire Reji al braccio destro... ma la ragazzina non si fece intimorire e afferrò saldamente il suo avversario, per poi rifilargli una serie di ginocchiate al torace, dandosi la spinta con l'altra gamba in modo da fare quanti più danni possibile. Il senzavolto emise un altro dei suoi versi gorgoglianti prima che Reji lo sbattesse contro il muro e lo incalzasse con una tremenda raffica di colpi, ognuno più doloroso dell'altro. Un ultimo pugno raggiunse infine il senzavolto tra testa e collo, e l'orribile creatura venne colta da un brivido violento mentre crollava a terra senza vita.

Esausta e sanguinante, Reji si allontanò dal corpo del mostro, guardandolo con un misto di orgoglio e disgusto. "Hanf... hanf... non posso crederci... l'ho davvero... fatto fuori?" mormorò, osservando come rapita il corpo di quella mostruosità. "Maledizione... non riesco a crederci... ho davvero... fatto fuori un senzavolto..."

Ma i rumori della battaglia di Yan e Jolan che si era appena conclusa le ricordarono cosa stesse accadendo, e Reji si voltò preoccupata verso i suoi compagni... appena in tempo per vedere il secondo senzavolto che crollava al suolo sotto i colpi di Yan, morendo pochi istanti dopo. Anche i suoi compagni erano feriti, e Yan in particolare sembrava aver preso un duro colpo dal suo avversario.

"Yan! Jolan!" li richiamò Reji. "Come... come state? Non siete feriti gravemente, vero?"

Yan riprese fiato e fece un cenno di assenso alla sua compagna, tenendo la mano sinistra premuta sul fianco ferito. "Tranquilla, Reji... sono sopravvissuto a cose peggiori... anche se in quei casi avevo sempre una fiala di pozione curativa." disse il ragazzo, facendo poi una breve risata sarcastica a cui Jolan si unì un istante dopo. Poi, il ragazzo si fece di nuovo serio e guardò preoccupato i corpi senza vita dei due senzavolto. Adeso che erano morti, il ragazzo riusciva a vedere meglio le loro caratteristiche... e in particolare, la carne giallastra e quasi traslucida che mostrava in confuso gli organi interni e il sistema circolatorio di quelle creature: un groviglio di vasi sanguigni ed organi pulsanti che non assomigliava all'anatomia di nessuna creatura proveniente da un mondo sano di mente.

"Ugh... che razza di mostri..." commentò Jolan scuotendo la testa.

"Credimi, ne ho viste di cose disgustose viaggiando per Varisia..." rispose Yan. Diede un calcio al corpo del senzavolto che gli stava accanto, poi guardò verso il soffitto. "Ma non è questo il problema... piuttosto, il problema è che questi mostri sapevano già di noi, e abbiamo finito per dare loro delle altre informazioni credendoli le sorelle di Lord Foxglove."

"Sono pronta a scommettere che questa Xanesha li sta tenendo d'occhio. Da qualche parte al sicuro, maledetta..." sibilò Reji stringendo una mano a pugno. Prese un paio di profondi respiri e cercò di richiamare alla mente gli insegnamenti di suo padre per tenere a bada la rabbia, poi cercò di pensare ad un'altra soluzione. "Questa Fratellanza dei Sette usa dei senzavolto per tenere d'occhio i loro nemici ed eventualmente eliminarli. Temo che qui non ci sia più niente che possiamo fare... tranne che avvertire le guardie di quello che è accaduto. Spero che non venga loro in mente che abbiamo ucciso le sorelle Foxglove."

"Basterà che gli mostriamo questi stronzi senza faccia, e non credo ci saranno problemi." disse Jolan indicando i due senzavolto uccisi. "Intanto, però, credo che sia meglio dare un'occhiata in giro. Forse troveremo qualcosa che ci ricondurrà a questa Xanesha... o almeno, qualche informazione in più."

"Sperando che questi mostri abbiano commesso l'errore di tenere con sè qualche possibile indizio." commentò Yan. Dopo aver verificato che la sua ferita avesse smesso di sanguinare, ed essersi ripromesso di farsi medicare da Misia appena possibile, il ragazzo iniziò a dare un'occhiata in giro, e i suoi due compagni fecero lo stesso, alla ricerca di una qualsiasi indicazione che fossero sulla pista giusta...

 

oooooooooo

 

"E' da un po' che Yan e gli altri sarebbero dovuti arrivare..." commentò Nualia con un sospiro, lo sguardo che spaziava ansioso da una parte all'altra della taverna 'La Vecchia Zanna', tra marinai che intonavano canti osceni e camerieri che servivano birra e pasti caldi. Lei, Misia ed Eli erano da poco tornate alla locanda e stavano attendendo che il resto del gruppo tornasse per ordinare qualcosa da mangiare e scambiarsi degli aggiornamenti su quello che era accaduto in quella giornata intensa. Ma cominciava a farsi tardi, e le tre avventuriere cominciavano a temere che i loro compagni fossero rimasti coinvolti in qualche incidente o comunque si fossero ficcati in qualche guaio.

"Non ti preoccupare, Nualia. Lo sai che quei tre sanno cavarsela." disse Eli con un sorriso rassicurante. "Da un minuto all'altro, sono sicura che li vedremo entrare da quella porta, e ci racconteranno un bel po' di cosette interessanti che sono successe qui in giro!"

Misia prese un sorso di idromele. "Parlando di cose interessanti, Misia... hai poi incontrato il nostro ex-insegnante? Sempre affascinante come al solito?" chiese con tono ironico.

Eli alzò le spalle. "Lo conosci anche tu, Misia. Il maestro Ormal non fa mistero del suo... carattere particolare." affermò. "Ma se non altro, ho potuto consegnargli i miei appunti e i miei ritrovamenti, e lui ha detto che li passerà in rassegna quanto prima. Ora possiamo solo sperare che vada bene."

"Se dovesse andare bene... poi ci rivolgeremmo alla loggia dei Pathfinder di Magnimar, giusto?" chiese Nualia, gettando di tanto in tanto un'occhiata alla porta d'ingresso della taverna. Ancora niente. La ragazza aasimar sperava di essere soltanto paranoica.

"Come ho detto, penso che sarebbe la cosa migliore. Con i contatti che avremmo a nostra disposizione, sarebbe più facile indagare su questa Fratellanza dei Sette, su Xanesha e sul suo fantomatico signore." rispose Eli. "Ovviamente, se il professor Ormal non dovesse acconsentire, forse sarebbe meglio lasciar perdere e fare con i nostri mezzi. Non possiamo aspettare tanto a lungo, la Fratellanza potrebbe avere qualcosa di terribile in mente."

"Faremo come vuoi tu, Eli." rispose Nualia. "Ma prima, vorrei sapere..."

Nualia si bloccò quando sentì la porta della Vecchia Zanna aprirsi, e la piccola figura di un halfling entrò, dirigendosi rapidamente al tavolo occupato dalle tre ragazze. Jolan riprese fiato, alzando lo sguardo verso Eli, Misia e Nualia che lo osservavano con un misto di sollievo ed allarme. "Uff... uff... ragazze, meno male che ci siete già!" ansimò. "Scusate, ma ho bisogno che veniate con me un momento! E' una cosa che non possiamo fare qui nella taverna!"

"Jolan!" esclamò Eli. "Che... che succede? C'entra con le vostre indagini, per caso?"

"State bene?" chiese Nualia, senza preoccuparsi di scegliere le parole. "Yan e Reji? Non sono con te?"

Jolan sospirò e, cercando di ignorare alcune occhiate degli avventori, fece cenno alle ragazze di seguirlo fuori dalla taverna. "Sì, sì, sono con me, ma... è meglio se vi faccio vedere! Questo non è il posto adatto!" sussurrò. Si affrettò nuovamente verso l'uscita, e le ragazze lo seguirono con un pizzico di preoccupazione fuori dalla taverna e verso un vicoletto vicino. Lì, ben nascosti nell'oscurità della stradina, si trovavano Yan e Reji, seduti sul terreno con la schiena appoggiata ad un muro, ed entrambi loro sembravano feriti - in particolare Yan.

"Ehilà, ragazze!" esordì il giovane, strizzando un occhio in un'espressione di dolore ma riuscendo comunque a sfoderare un sorriso. "Scusate se ci presentiamo così... le indagini sono state un po' turbolente!"

"Yan! Reji!" esclamò allarmata Misia, mentre Nualia si chinava ansiosamente accanto al suo amico d'infanzia. "Ragazzi, ma cosa è successo? Avete litigato con qualche banda di strada?"

"Più o meno..." disse Yan massaggiandosi il fianco, sul quale Jolan aveva legato una pezza. "Diciamo che... la nostra indagine su Aldern e la Fratellanza dei Sette ci ha portato alla dimora dei Foxglove qui a Magnimar. E qui... abbiamo incontrato qualcuno che ci ha preso in contropiede."

Nualia sospirò e, come guidata dall'istinto, appoggiò una mano sulla medicazione del suo amico d'infanzia. La aasimar chiuse gli occhi e mormorò qualche parola che Yan non riuscì a sentire... e un attimo dopo, la mano di Nualia venne avvolta da una tenue luce dorata che luccicò attorno ad essa per un istante prima di essere assorbita dal corpo del ragazzo, che guardò esterrefatto mentre la ferita che il senzavolto gli aveva inflitto cominciava a rimarginarsi da sola. La benda improvvisata si allentò e cadde, mostrando che in effetti il taglio si era ridotto e non sanguinava più... e il gruppo, Nualia compresa, guardò con stupore ciò che la aasimar dai capelli bianchi aveva fatto.

"N-Nualia? Hai... hai appena lanciato un incantesimo curativo?" chiese Reji sbalordita. "Ma... io pensavo che non avessi più i tuoi poteri da chierica! Questo da dove..."

Nualia si guardò la mano con la quale aveva lanciato l'incantesimo. "Io... se devo essere sincera... non ne ho idea!" rispose. "Ho... agito d'istinto. Ho percepito una strana energia magica che stava fluendo nella mia mano quando ho visto che Yan era ferito... e poi il resto è venuto da sè! Non... non saprei spiegare il motivo..."

"Questo... potrebbe in effetti essere un segno del favore di Sarenrae, lo sai?" ipotizzò Misia. "Forse il Fiore del Mattino ha accolto le tue preghiere, quando abbiamo visitato il santuario di Sottoponte!"

"Heh... quindi era lì che dovevate andare." disse Eli con un sorriso compiaciuto, mentre Misia si occupava di lanciare qualche incantesimo curativo su Reji e Jolan. La mezzelfa si schiarì la voce e ritornò al problema attuale. "Comunque, ne parliamo dopo. Come stavo dicendo... cosa è successo, Yan? Chi è che vi ha preso in contropiede?"

"Due senzavolto. Avevano assunto le sembianze delle sorelle di Aldern... ed erano nella sua dimora, ad aspettare qualcuno che stesse indagando sulla famiglia Foxglove. Qualcuno come noi, tanto per dire." rispose il guerriero.

Eli corrugò la fronte. "I senzavolto... sono tra le creature create dagli aboleth per tenere la razza umana sotto controllo prima che iniziasse l'Era di Tenebra..." affermò. "Due di loro lavoravano per la Fratellanza dei Sette?"

"Sì, ho come l'impressione che questa Xanesha sappia già un bel po' su di noi. Non escludo che possa averci tenuto sotto controllo a distanza mentre noi cercavamo di ritrovare Aldern." rispose Reji. La monaca flettè il braccio sinistro, compiaciuta del fatto che l'incantesimo curativo di Misia le avesse fatto riprendere del tutto la mobilità dell'arto. "Una cosa è certa, il nostro arrivo a Magnimar non è passato inosservato come speravamo."

Eli annuì lentamente. "Già... questa non è affatto una buona notizia. Dobbiamo muoverci con estrema cautela. E non escludo che questa Fratellanza dei Sette abbia qualche disegno sinistro per Magnimar."

Yan tirò un sospiro di sollievo nel vedere che la sua ferita era già per gran parte guarita, e ringraziò Nualia con un sorriso gentile. "Grazie, Nualia. Sei stata di grande aiuto." disse, e la aasimar guardò imbarazzata dall'altra parte, ringraziando il fatto che la sua pelle scura rendeva più difficile vederne il rossore. "Detto questo, ragazzi... abbiamo trovato qualcosa che potrebbe esserci utile. Quei due senzavolto... avevano con sè una lista di nomi che sono certo vi interesserà!"

"Che cosa?" chiese Misia. "Una lista di nomi? Possiamo vedere?"

Reji tirò fuori dalla sua bisaccia un foglio di pergamena arrotolato e lo porse ad Eli, che lo aprì e cercò di leggerlo. Usò un semplice incantesimo Luce per creare un piccolo globo luminoso sopra di sè, in modo da poter leggere cosa ci fosse scritto, e si rese conto che in effetti quella pergamena era una lista di nomi... alcuni dei quali le erano familiari. Diversi di questi nomi erano stati segnati con una striscia rossa.

"Vediamo un po'... Benny Harker... Tarch Mortwell... Lener Hask... Gedwin Tabe... hey, un momento, ma questi sono i nomi delle vittime..." cominciò a dire Eli, accorgendosi che tutti quei nomi erano segnati in rosso. Si fermò per cercare delle parole più adatte, in modo da non tirare in ballo il defunto Aldern Foxglove. "Queste... sono le persone che sono state segnate con il simbolo del Sihedrom lì nei dintorni di Sandpoint. E i nomi segnati in rosso devono essere quelli che sono già stati sacrificati."

"Già... e leggi più sotto!" disse Reji. "Molte di queste persone non sono ancora state uccise. Sono potenziali vittime, che la Fratellanza dei Sette ha selezionato per la loro avarizia. Se ricordi la lettera ad Aldern, hanno bisogno di uccidere persone avare, per raggiungere gli scopi del "signore" di Xanesha."

"Certo che me lo ricordo!" rispose Eli con un po' di irritazione. "E in questa lista di nomi ci sono... oh no!" La mezzelfa sgranò gli occhi quando lesse un nome evidenziato in fondo alla lista, che per fortuna era tra quelli che non erano ancora stati uccisi. "Maledizione... guardate qua! Tra i nomi delle vittime sacrificali c'è anche quello di Lord Haldmeer Grobaras, il sindaco di Magnimar!"

"Cavolo... questa sì che è una brutta notizia!" commentò Misia. "Se devo essere sincera, non mi stupisce che Lord Grobaras sia tra le potenziali vittime della Fratellanza. Quel ciccione balordo è sempre stato più interessato alla ricchezza e al potere che gli vengono dalla posizione che non a fare il bene dei suoi concittadini. Però... non credo proprio che mi sarà più simpatico una volta che lo avranno sgozzato. Che cosa possiamo fare per salvarlo... e per salvare tutte le altre persone che non hanno ancora ucciso?"

"Prima di tutto, mantenere la calma." disse Jolan, cercando di pensare alla posizione in cui si trovavano. "Abbiamo questa lista tra le mani, ma temo che da sola non sia una prova sufficiente. Se però riuscissimo a convincere le forze dell'ordine che si tratta di una lista di individui che la Fratellanza vuole assassinare, allora forse avremmo qualche possibilità. Eli... com'è andato il tuo incontro con il tuo ex-insegnante?"

"Difficile dirlo. Si è tenuto parecchio sul vago riguardo quello che pensava e mi ha dettodi tornare domani." rispose la mezzelfa. "Se dovesse concedermi la sua raccomandazione, andremo direttamente alla loggia dei Pathfinder con questa lista in mano. Altrimenti, temo che dovremo rivolgerci alle autorità di Magnimar, e a quel punto l'iter burocratico si farebbe problematico."

"Non dicono nulla di membri della Fratellanza, vero?" chiese Nualia, immaginando già la risposta. "Non si riesce a risalire alle loro identità?"

Yan scosse la testa. "Da quello che abbiamo qui, no di certo." affermò. "Però... c'è anche qualcos'altro che abbiamo trovato. Aspettate un secondo..."

Il ragazzo tirò fuori dallo zaino un foglio ingiallito e lo mostrò ad Eli e Misia. "Su questo foglio... sono appuntati alcuni incontri tra Aldern e un misterioso gruppo." affermò. "A quanto pare, ogni settimana, per gli scorsi tre mesi, Aldern si incontrava con qualcuno in un luogo che chiamano 'il mulino dei sette', e consegnava loro l'equivalente di duecento monete d'oro. Gli incontri si svolgevano sempre a mezzanotte... e se vedete come erano segnati, vi farete un'idea del motivo per cui Aldern pagava questa gente."

Eli lesse anche il foglio che Yan le porse... e Reji fece un cenno affermativo con la testa, tirando il fiato. In effetti, la mezzelfa si rese conto che c'erano esattamente dodici voci, ognuna delle quali era segnata come "Viaggio di Iesha ad Absalom". Stando a quanto era stato annotato, Aldern Foxglove aveva pagato duecento monete d'oro ad ogni visita ad un certo G-7, nel luogo chiamato "il mulino dei sette".

"Il resto non è molto difficile da capire... la Fratellanza dei Sette ricattava Aldern per quello che era successo con sua moglie Iesha. Minacciavano di rivelare che era stato lui ad ucciderla, forse influenzato dalla presenza maligna di Vorel." disse Reji. "E da qui è saltato fuori tutto il resto... compresi quegli omicidi che il ghast Aldern aveva commesso..."

"Una cosa è certa, questa Fratellanza è una minaccia per Magnimar e per tutti quanti. Dobbiamo cercare di stroncarla una volta per tutte." disse Yan con un sospiro.

Eli annuì rapidamente. "Okay, gente, ascoltatemi bene. Per adesso non c'è molto da fare, ma... domani mattina, la prima cosa che farò sarà passare nuovamente alla Roccia dei Profeti per sentire la risposta del maestro Ormal." affermò. "Se dovessi avere una risposta positiva... cosa che è tutt'altro che scontata, conoscendo il tipo... allora facciamo quello che ci eravamo proposti in ogni caso: andiamo alla loggia dei Pathfinders e vediamo di parlare con Lady Heidmarch. Altrimenti... beh, al momento non mi viene in mente niente. Per adesso concentriamoci sul problema più immediato, e se non dovesse andare bene... penseremo ad un'alternativa, okay?"

Yan doveva ammettere che un po' gli faceva paura il fatto che Eli, la leader del gruppo, non avesse un'idea nel caso non avesse ottenuto una raccomandazione per i Pathfinders... ma si disse che non poteva aspettarsi che Eli avesse la risposta per ogni cosa. Se non ci fosse stata una risposta positiva... allora toccava a lui, e anche al resto della sua squadra pensare a cosa andasse fatto e cercare di darle una mano a guidare il gruppo.

"Senti, Eli... forse è meglio se ci prendiamo un po' di riposo, adesso." propose Misia. "Domani ci aspetta un bel po' di lavoro. E la Fratellanza dei Sette ci sarà addosso non appena faremo una mossa falsa. Dobbiamo essere pronti ad ogni evenienza."                   

"E poi... credo che ci sia qualcosina da festeggiare." disse Jolan con un sorriso. Si voltò verso Nualia e le fece un occhiolino di intesa. "Dopotutto... ora abbiamo visto che la nostra Nualia sta tornando ad essere una chierica a tutti gli effetti. Il Fiore del Mattino deve aver visto che le intenzioni di Nualia sono buone."

La aasimar abbassò la testa, non sapendo bene come reagire, e Yan le fece un cenno di approvazione. "Io... sto solo cercando di trovare... un modo migliore per vivere." affermò. "Voglio cercare di darvi una mano, se non altro."

Yan notò che Nualia aveva parlato al plurale. La cosa non potè che fargli piacere - ora non era più soltanto lui. Nualia si stava affezionando a tutti i membri del gruppo. Questo non poteva essere che un buon segno.

"E credimi, Nualia... ci stai aiutando, davvero." disse Yan, appoggiando delicatamente una mano sulla spalla della sua amica d'infanzia. Nualia sussultò per la sorpresa, ma non cercò di sottrarsi e appoggiò la mano rimasta normale su quella di Yan. "Comunque, per oggi può bastare. Domani... passiamo alla Roccia dei Profeti, e vediamo se ci sono buone notizie."

Eli annuì gentilmente, contenta di sapere che aveva il supporto di tutto il suo gruppo...

 

oooooooooo

 

"E così, i nostri senzavolto hanno fallito..." sibilò la voce melliflua di Xanesha, i cui occhi inumani erano fissi sulla figura umanoide chinata davanti a lei e sul serpentello dalla testa di goblin arrotolato accanto a questa. "Hai già un'idea di come rimediare a questo errore, inutile schiavo?"

L'alta e regale figura ammantata inginocchiata davanti alla crudele lamia matriarca restò fredda e padrona di sè, nonostante parlasse a Xanesha con evidente rispetto e sottomissione. "Certamente, Lady Xanesha." affermò. "Mi sono già fatto un'idea di quali saranno le loro prossime mosse. Ora che mi sono fatto un'idea delle loro capacità e della loro indole, potrò organizzare un piano più solido per neutralizzarli. Avrò solo bisogno di qualcuno dei nostri uomini... per poter tendere loro un agguato che li toglierà di mezzo una volta per tutta."

Xanesha ci riflettè su, e infine fece un cenno di assenso al suo servitore. "Molto bene. Mi affido alla tua esperienza. E Tethiqqa verrà con te." affermò. Il serpente dalla testa di goblin emise un breve sibilo infastidito, ma non fece alcun commento. "Elimina quegli intriganti, e ti ricompenserò come meriti. Ma fallisci, e ti renderai conto di cosa fa la Fratellanza dei Sette agli incapaci."

"Ho mai fallito, Lady Xanesha, da quando sono entrato al suo servizio?" chiese l'individuo ammantato.

Xanesha sorrise, un'espressione di pura malvagità e trionfo. "No. E cerca di non fallire adesso."                            

          

 

oooooooooo

                                            

CONTINUA... 

 

 

 

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Capitolo 38
*** Nella loggia dei Pathfinder ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti  
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam  

  

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE  

Capitolo 36 - Nella loggia dei Pathfinder

 

In momenti come quelli, Eli Clerks trovava incredibilmente faticoso non tradire il proprio nervosismo. Nonostante avesse affrontato goblin, progenie del peccato e non-morti famelici, quello che trovava più difficile era sostenere lo sguardo inquisitore del professor Ormal, che stava scartabellando alcuni documenti, seduto alla sua scrivania. Era uno dei suoi sistemi più sottili per incutere soggezione negli alunni, e a quanto pareva era efficace anche su chi non partecipava più ai suoi corsi - tenere il suo interlocutore sulle spine, fargli chiedere cosa avesse in mente e quando si sarebbe deciso a dare una risposta. Ciò nonostante, la mezzelfa mantenne il suo autocontrollo e tenne la testa alta - non troppo, in modo da non sembrare troppo sicura di sè, ma allo stesso tempo senza dare l'impressione di essere sottomessa.

Finalmente, l'arcigno docente della Roccia dei Profeti mise i documenti sul tavolo e si aggiustò gli occhiali, fissando il suo sguardo gelido negli occhi di Eli. "Molto bene, signorina Clerks. Ho avuto modo di leggere i suoi rapporti e i risultati della sua investigazione. E devo riconoscere che il lavoto da lei svolto è stato soddisfacente. Perciò, dopo attenta considerazione, ho deciso di concederle questa opportunità. Ho deciso di scrivere per lei e per i suoi associati una lettera di presentazione e di raccomandazione per la Loggia dei Pathfinders della nostra città. Ne faccia buon uso, e faccia onore alla nostra accademia."

Eli resistette a stento alla tentazione di tirare un sospiro di sollevo. Era un passo in avanti nella loro ricerca. "La ringrazio, professor Ormal. Terrò a mente le vostre raccomandazioni." rispose con tono formale. Ricevette dalle mani dell'insegnante la lettera di presentazione e i documenti che aveva sottoposto al professore, racchiusi in una busta sulla quale era stato apposto il sigillo della Roccia dei Profeti. Guardò la busta con attenzione e rispetto prima di riporla accuratamente nella sua bisaccia. "Ancora, grazie per il vostro interessamento. E spero di portarle presto buone notizie."

"Lo spero anch'io." disse Ormal con fare quasi infastidito, come se non vedesse l'ora di chiudere quella storia. "Vi faccio i miei migliori auguri, e vi auguro buon proseguimento."

Ritenendo che questo fosse il massimo della cordialità che potesse aspettarsi dal professor Ormal, Eli fece un ultimo inchino e uscì dall'ufficio con calma, per poi iniziare a dirigersi verso i suoi compagni che la aspettavano nel cortile del campus. Passò vicino a diversi studenti, alcuni dei quali la guardavano con un misto di curiosità ed invidia.

"E' quella la famosa Eli Clerks?" chiese una studentessa.

La sua compagna guardò la mezzelfa con disdegno. "Tsk... sì, è proprio lei. La raccomandata che riesce a parlare a tu per tu con il Professor Cuore di Ghiaccio."

"E' stata una delle studentesse migliori della Roccia dei Profeti." intervenne uno studente a bassa voce. "Non mi stupisce che anche quel pezzo di ghiaccio di Ormal la rispetti."

"Guardatela come se ne va in giro." rispose un altro ragazzo. "Secondo me, si sente importante solo perchè ha dei voti così alti."

La mezzelfa gettò un'occhiata gelida agli importuni, senza che questi neanche se ne accorgessero, e proseguì sulla sua strada. Quelle maldicenze non la toccavano più da un bel po' di tempo, ormai. Che pensassero quello che volevano. Lei aveva la coscienza pulita e sapeva di essersi guadagnata il rispetto del professor Ormal in maniera onesta. E in ogni caso, lei aveva delle cose molto più importanti a cui pensare... e una di queste andava messa a posto quel giorno stesso. Anche se prima, aveva in mente una piccola deviazione...

Eli percorse i corridoi dell'accademia, fermandosi ogni tanto a salutare qualcuno che le rivolgeva qualche parola di autentico rispetto. Qualche minuto dopo, la maga uscì dal campus della Roccia dei Profeti e raggiunse il resto della sua squadra, riunita appena fuori.

"Allora, Eli? Com'è andata?" chiese speranzoso Jolan.

Dopo un attimo di pausa, Eli tirò fuori la busta del professor Ormal dalla bisaccia e la mostrò orgogliosamente ai suoi amici. "Ci siamo, ragazzi. Ho la lettera di raccomandazione che cercavamo!" proclamò, e sfoderò un sorriso di fierezza. "Come potete vedere, il vostro capo non delude le aspettative!"

"Grande, Eli!" esclamò Reji, per poi raggiungere la mezzelfa e abbracciarla con trasporto! Eli sgranò gli occhi e cercò di non perdere l'equilibrio, sorpresa dalla forza della ragazzina Tian.

"Ottimo lavoro, Eli." rispose Yan con un sorriso. Vicino a lui, anche Nualia annuì, tenendo il braccio demoniaco ancora avvolto in una fasciatura e legato al collo. "Con questo, immagino che il nostro lavoro qui a Magnimar si sia fatto almeno un po' più facile, eh?"

Misia annuì entusiasta, orgogliosa della sua amica di studi. "Adesso immagino che sia il momento di fare una visita a Lady Sheila Heidmarch... e sperare che ci ricevano, vero?"

Riuscendo finalmente a districarsi dall'abbraccio stritolatore di Reji, Eli si rimise a posto i vestiti e aggiustò il cappello sulla sua testa. "Esattamente. Per fortuna, il maniero di Lady Heidmarch non è molto lontano... e se abbiamo fortuna, non dovremmo neanche trovare troppi candidati davanti a noi. Tuttavia... se la cosa non vi dà problemi, vorrei prima fare una deviazione, per... sbrigare un po' di affari personali."

"Affari personali?" chiese Nualia, un po' perplessa. Misia disse di sì con la testa, immaginando di sapere di cosa stessa parlando la sua compagna di studi e di avventura.

Eli sorrise e strizzò un occhio in segno di intesa. "Però se volete venire con me, siete i benvenuti. Credo che vi farà piacere conoscere... la mia famiglia!"

 

oooooooooo

 

"Sorellona! Da quanto tempo!" esclamò la voce acuta di un ragazzino dai corti capelli rossicci e dalle orecchie leggermente appuntite che si gettò ad abbracciare Eli nel momento stesso in cui la porta di casa Clerks si aprì. La maga mezzelfa ricambiò l'abbraccio, senza più preoccuparsi di darsi un contegno o di sembrare distaccata davanti ai suoi compagni di squadra.

"Hehehee... in effetti è vero, Caer. Non credevo che sarei mancata per così tanto tempo da Magnimar!" esclamò Eli, mentre con una mano arruffava i capelli del ragazzino mezzelfo - chiaramente il fratello minore. "Sinceramente, non credevo che sarei rimasta per così tanto tempo a Sandpoint... ma ci sono state un po' di complicazioni."

"Oh? Che tipo di complicazioni, sorellona Eli?" chiese il ragazzino, che probabilmente avrebbe avuto dodici o tredici anni se fosse stato un umano - ma essendo un mezzelfo anche lui, probabilmente ne aveva qualcuno in più. I suoi capelli erano di un colore simile a quelli di Eli, e vestiva in maniera piuttosto elegante, con una camicia bianca ben tenuta e un nastrino rosso legato attorno al colletto, pantaloni blu scuro e un paio di scarpe marroni. Un simbolo che ricordava un'ala ricoperta di piume bianche era cucito all'altezza del cuore e quasi si confondeva con il bianco del suo indumento. "E questi ragazzi che sono con te? C'è anche la signorina Misia, vedo!"

"Piacere di rivederti, Caer!" disse allegramente la biondina.

"Beh, in effetti è una storia un po' lunga, e te la racconterò quando avremo un po' più di tempo." rispose Eli, poi si voltò verso i suoi compagni che guardavano con curiosità l'ingresso di casa Clerks. "Ragazzi... lui è il mio fratellino, Caer. E tra non molto immagino che saranno qui anche i miei genitori..."

"Sono già qui, cara!" rispose una voce femminile, appartenente ad una donna dai capelli rossicci che apparve in quel momento da una piccola rampa di scale, accompagnata da un elfo maschio dai lunghi capelli neri e dai penetranti occhi blu notte. Entrambi indossavano dei vestiti di qualità senz'altro superiore rispetto a quello di molte delle persone che avevano incrociato a Magnimar, e davano l'impressione di essere due persone benestanti - il che aveva senso, visto che altrimenti sarebbe stato difficile che Eli si potesse permettere di studiare magia alla Roccia dei Profeti.

"Mamma, papà... scusate se vi ho fatto aspettare!" rispose la giovane maga con evidente gioia, per poi abbracciare anche la madre sulla soglia di casa. Il padre, evidentemente più riservato, restò un po' in disparte, ma anche lui sorrise alla figlia maggiore con orgoglio. "Yan, ragazzi... immagino che ci sia bisogno di un po' di presentazioni. Loro sono i miei genitori... mio padre, Tallasam Nih, delle stirpi elfiche del Kyonin... e mia madre, Saefre Clerks, mercante di tessuti e nativa di questa bella città!"

Saefre ridacchiò brevemente all'affermazione della figlia maggiore. "Beh, diciamo che anche Magnimar non è priva di pericoli, soprattutto in questo ultimo periodo... ma del resto, quale posto su Golarion lo è?" chiese retoricamente la donna. "Ma lasciamo perdere queste considerazioni. Sono felice di rivedere anche te, Misia... e il resto dei tuoi amici, Eli? Non mi dirai che li hai conosciuti tutti lì a Sandpoint..."

"Devo dire che danno l'impressione di persone esperte." affermò Tallasam, guardando ognuno di loro con attenzione e cercando di non farsi sfuggire alcun particolare. Il suo sguardo indugiò in particolare su Yan e Nualia. "In effetti, se posso dire la mia opinione... sembrerebbero proprio degli avventurieri."

"Avventurieri?" chiese Saefre, il cui tono si fece di colpo più allarmato mentre guardava intensamente sua figlia negli occhi. "Eli, non mi verrai a dire che ti sei fatta anche tu prendere dalla smania dell'avventura! Lo sai che è un affare molto pericoloso!"

"Ehm..." Misia si schiarì la voce, sentendosi di colpo imbarazzata. Come dare una risposta decente alla famiglia della sua migliore amica? "Beh, a dire la verità, signora Clerks, sono stata io a convincere Eli ad accompagnarmi a Sandpoint, quindi... diciamo che la responsabilità è in parte anche mia."

"E per quanto riguarda il resto..." spiegò Eli con un sospiro, sperando che la sua famiglia fosse comprensiva. "Non era mia intenzione farmi coinvolgere in qualche vicenda strana o in qualche caccia al tesoro, ma... diciamo che a volte i guai ti trovano anche quando non si va a cercarli."

"Che vuoi dire, sorellona?" chiese Caer. "E' successo qualcosa lì a Sandpoint?"

"E' meglio se entriamo, così possiamo discuterne senza fretta." affermò Eli. "Ad ogni modo... spero che i miei compagni di viaggio non diano fastidio. Staremo qui giusto per qualche ora."

"Chiediamo scusa per essere arrivati qui all'improvviso, senza neanche presentarci." disse Yan facendosi avanti per primo e facendo un'elegante reverenza alla famiglia di Eli. "Il mio nome è Yan Gudril... e lei è la mia amica Nualia Tobyn. Siamo entrambi di Sandpoint." Nualia sbattè gli occhi sorpresa e imitò il saluto, senza dire una parola.

"Il mio nome è Reji Kasano." continuò la giovane monaca. "E come immagino avrete già visto, provengo dalle terre del Minkai. Ho viaggiato con Yan per molto tempo."

Jolan si schiarì la voce. "E infine... ci sono io. Jolan Highbrow, lavoro come guida ed esploratore a Sandpoint." affermò. "Ho cercato di fare del mio meglio per aiutare vostra figlia e i nostri compagni nel corso della nostra ricerca."

Malgrado l'apprensione per quello che stavano scoprendo, Tallasam e Saefre annuirono e fecero cenno al gruppo di avventurieri di entrare in casa. "Beh... visto che ci troviamo, non sarebbe giusto lasciarvi fuori casa." rispose l'elfo dai capelli neri. "Prego, accomodatevi. Così ci potrete raccontare esattamente cos'è successo."

"Vi ringraziamo, signor Clerks." rispose Reji con un sorriso un po' nervoso. Aveva come l'impressione che il padre di Eli non approvasse troppo degli avventurieri come loro, e a volte gli elfi sapevano essere così imperscrutabili...

 

oooooooooo

 

Poco tempo dopo, in un salotto ben arredato e riscaldato da un fuoco che ardeva in un camino, il gruppo di avventurieri e la famiglia di Eli stavano discutendo davanti a delle tazze di tè caldo, e la giovane maga aveva spiegato per filo e per segno cosa era successo a Sandpoint, a partire dal Festival della Coda di Rondine e l'attacco dei goblin, passando poi per le catacombe di Collecardo e il branco di ghoul che aveva terrorizzato la cittadina. L'unica parte che Eli aveva tralasciato era il fatto che Nualia fosse stata la leader del culto di Lamashtu che aveva manovrato i goblin - invece, Eli aveva semplicemente detto che il capo del culto di Lamashtu era il barghest Malfeshnekor, il che in effetti non si discostava molto dalla realtà.

"Questo è quanto... come potete vedere, la situazione è alquanto complicata, e noi ci siamo trovati nella posizione di essere gli unici in grado di fare qualcosa per aiutare Sandpoint, ed impedire ai goblin e al culto di Lamashtu di mietere vittime." stava spiegando in quel momento Eli, tenendo tra le mani una tazza fumante di tè alle erbe. "Purtroppo, abbiamo scoperto che la pista non finisce qui. Le tracce che abbiamo seguito portano qui a Magnimar, e puntano ad un gruppo conosciuto come la Fratellanza dei Sette."

"Non posso crederci. Davvero da non credere..." sussurrò Tallasam scuotendo la testa con evidente rammarico, senza più preoccuparsi di mantenere la sua espressione distante. "Come pensate di fare, allora? A quanto ho capito, questa Fratellanza dei Sette vuole sacrificare persone la cui principale pulsione sia l'avidità. Ma non sapete nulla del loro cosiddetto signore?"

"Magari lo sapessimo. Forse renderebbe più facile prendere dei provvedimenti." affermò Yan. "Ma dobbiamo cavarcela con quello che abbiamo."

"Quello che possiamo dire per certo..." disse Nualia dopo aver vinto la sua esitazione. "...è che in qualche modo questa Fratellanza dei Sette è collegata al Sihedron... il potente artefatto che è stato creato dal Primo Re Xin nei giorni dell'antica Thassilon. Abbiamo trovato il simbolo del Sihedron inciso sui corpi delle vittime..."

"Desna misericordiosa, Eli... ma ti rendi conto che vi siete andati a ficcare in qualcosa di enorme?" chiese Saefre. "Voglio dire... non sto dicendo che avete fatto male, e anzi... il vostro coraggio vi fa onore. Ma... vi renderete conto, spero, che ciò in cui vi siete andati a mettere è un affare molto più grande di voi, se questa Fratellanza dei Sette è coinvolta..."

"Proprio per questo abbiamo pensato a qualche metodo per avere qualche ausilio." rispose tranquillamente Jolan. "Eli, vorresti parlargliene, immagino..."

La ragazza con gli occhiali sorrise con orgoglio e tirò fuori la busta con il sigillo del professor Ormal. "Già... di recente ci siamo rivolti a quel mio insegnante. Vi ricordate, spero, del professor Ormal. Era quel tizio che non rideva mai e che sembrava provare un certo gusto sadico nel tormentare gli alunni. Proprio lui... mi sono fatta di recente scrivere una lettera di raccomandazione per la Loggia dei Pathfinders, qualcosa che ci permette di proseguire le indagini potendo contare sull'appoggio dell'organizzazione." affermò. "E confido che tra non molto, quando andremo a consegnare questa lettera a Lady Heidmarch, anche il problema di non poterci muovere troppo liberamente verrà risolto."

"Io..." mormorò Saefre, deglutendo per cercare di tenere a freno il nervosismo che la pervadeva al pensiero che sua figlia si trovasse in mezzo a questa difficile situazione. Alla fine, immaginando che il senso di giustizia di Eli avrebbe sicuramente prevalso su ogni altra considerazione, la donna diede il suo consenso."Io... rispetto le tue decisioni, Eli. Ma stai molto attenta, e non cercare di fare il passo più lungo della gamba."

"Non si preoccupi, signora Clerks." rispose con sicurezza Misia. "Dopotutto, io sono pur sempre la migliore amica di Eli, ed è anche mio compito fare in modo che lei resti fuori dai guai. O usare la mia magia per risolvere i guai in cui Eli finisce comunque per mettersi. Sapete com'è, quando Eli è curiosa di sapere qualcosa, finisce per non badare ai rischi che corre!"

"Era proprio necessario dirlo, Misia?" borbottò la mezzelfa con un sospiro rassegnato, giusto per far capire che non se l'era presa a male. Ci furono un po' di risate da un po' tutti i membri del gruppo, prima che Tallasam sospirasse e guardasse con serietà verso la figlia maggiore.

"Va bene, Eli. Posso capire che tu lo consideri come un tuo dovere, Eli... e approvo anche dei tuoi interessi nei confronti del passato di Golarion." affermò. "Ma anch'io mi sento in dovere di avvertirti. La strada che hai scelto di seguire potrebbe essere molto pericolosa. Hai già affrontato delle situazioni molto pericolose lì a Sandpoint... e sicuramente da qui in poi, tu e i tuoi compagni sarete sempre più esposti. Stai molto attenta. Se ti succedesse qualcosa, la tua famiglia non saprebbe cosa fare..."

"Papà ha ragione, sorellona. Non vogliamo che tu ti faccia male o peggio..." rispose il piccolo Cael.

Eli sospirò. Era preparata all'idea che annunciare le sue intenzioni avrebbe dato preoccupazione alla sua famiglia, ma trovarsi di fronte a loro e vedere le loro reazioni - che pure erano state abbastanza contenute, almeno fino a quel momento - era molto più difficile di quanto pensasse. La mezzelfa stava cercando di tenere a bada le sue emozioni, e al tempo stesso farsi vedere abbastanza forte e risoluta da tranquillizzare i suoi genitori e il fratello minore. "Me ne rendo conto..." affermò infine. "E ovviamente cercherò di stare il più attenta possibile. Comunque, non sono da sola. Ci saranno sempre questi compagni con me... e vi assicuro che sono tutti molto affidabili. Abbiamo già affrontato un sacco di pericoli assieme... goblin, non-morti, persino un demone dell'Abisso!"

"Era un quasit, signorina Eli!" rispose Jolan, cercando di riportare la sua compagna con i piedi per terra. "Un demone di basso rango! Non era certo chissà quale mostruosità abissale."

Eli si aggiustò gli occhiali imbarazzata. "Beh... sempre un demone era!"

Un'altra breve risata servì ad allentare la tensione, poi Eli tirò un sospiro di sollievo e concluse il suo discorso. "Ad ogni modo, papà... mamma... Cael... vi voglio rassicurare. Non cercherò di fare più di quanto io possa, e non cercherò di ficcarmi in qualche guaio. Ma mi sono trovata in questa situazione prima ancora di rendermene conto, e adesso, che lo voglia o meno, sono coinvolta in questi eventi. Io e i miei compagni dobbiamo fare quello che possiamo per risolvere questo problema... e porre fine a questa serie di omicidi. Avete visto anche voi che hanno in mente di far fuori il sindaco. Il che certo non depone molto a favore del suo personaggio, ma questo è un altro discorso."

"Sì, sappiamo cosa vuoi dire, Eli..." disse Saefre con un sospiro malinconico. Nonostante tutte le rassicurazioni, era difficile ignorare la realtà dei fatti - che sua figlia stava andando a rischiare la vita per mandare a monte un piano malvagio. "E' solo che... ecco... mi viene da pensare che avrei preferito che questa incombenza fosse toccata a qualcun altro."

"Lo comprendo... ma ormai non possiamo cambiare la realtà dei fatti..." rispose Misia con un cenno comprensivo. "Ma non vi preoccupate troppo. Ognuno di noi fa parte di una squadra, e ci aiutiamo a vicenda per raggiungere i nostri obiettivi. Faremo tutto quello che è in nostro potere perchè tutti tornino a casa sani e salvi."

"E finora ci siamo sempre riusciti." affermò Yan. "Faremo in modo che continui ad essere così. Tra l'altro... nel giro di qualche ora dovremo presentarci alla loggia dei Pathfinder per inoltrare la nostra petizione. Se ci fosse consentito di diventare agenti in prova... avremmo dalla nostra parte le risorse di una delle più rinomate organizzazioni di Golarion."

Tallasam disse di sì con la testa. "Grazie, ragazzi. Lo apprezziamo molto." affermò. "E vi auguro buona fortuna. Lady Sheila Heidmarch non è il tipo di persona che accetta chicchessia nei Pathfinders."

"Lo sappiamo." rispose Eli, per poi mostrare la busta che recava il sigillo dell'insegnante a cui si era rivolta. "Ma... credo che questo documento ci aprirà un po' di porte. Non dico che sarà una cosa semplice, ma se non altro, avremo delle migliori possibilità di farci dare udienza da Lady Heidmarch."

"Oooh, una lettera di presentazioni!" esclamò Cael entusiasta. "Sei forte, sorellona! So che non rifiuteranno il tuo aiuto!"

 

oooooooooo

 

Qualche ora dopo, nel primo pomeriggio...

Eli e i suoi compagni erano fermi davanti ad un enorme doppio portone di legno duro che dava accesso all'immenso maniero Heidmarch, sede della loggia dei Pathfinder di Varisia, attendendo con pazienza che Eli finisse di parlare con l'alto e muscoloso alabardiere, vestito di abiti verdi e con sopra un lucido pettorale azzurro, che faceva la guardia assieme ad un suo collega. Era davvero una visione impressionante - le mura che proteggevano il maniero erano fatte di granito, e si levavano fino ad un'altezza di almeno tre metri e mezzo, con spuntoni di ferro piantati in cima, in modo che fosse quasi impossibile per dei malintenzionati scavalcarle ed entrare nel maniero. Il portone stesso era imponente, incredibilmente spesso, e decorato di orlature di bronzo, che lo rendevano più elegante a vedersi e formavano una serie di glifi, immediatamente riconoscibili come simboli del casato Heidmarch.

Oltre le mura, i ragazzi riuscivano già a vedere alcune parti dell'enorme maniero. Il suo tetto elegante e ben tenuto, le forme raffinate, gli alberi dalle chiome perfettamente potate che ornavan il cortile interno... Non c'era da stupirsi che quella fosse la dimora di una persona così importante ed influente.

Ma prima di pensare a come presentarsi a Lady Heidmarch, c'era il problema di convincere le guardie a lasciarli entrare.

"Prego, identificatevi." disse l'alabardiere che stava parlando con Eli, il volto severo che non esprimeva alcuna emozione. "Dite i vostri nomi, e i motivi che vi spingono a richiedere udienza a Lady Heidmarch."

Sapendo bene che questo era il momento decisivo, e che avrebbe dovuto cercare di fare un'impressione migliore possibile, Eli si mise un po' a posto i vestiti e prese brevemente fiato, in modo da guadagnare quanto più tempo possibile ed organizzarsi meglio il discorso. Gettò una rapida occhiata ai suoi compagni, come per assicurarsi che fossero ancora tutti lì e disposti a darle una mano, poi si schiarì la voce e si presentò.

"Il mio nome è Eli Clerks. Mezzelfa, 24 anni, studentessa e diplomata all'accademia della Roccia dei Profeti." affermò. "Io e il mio gruppo siamo qui per chiedere udienza a Lady Sheila Heidmarch in quanto riteniamo di avere le prove di un complotto ordito contro Magnimar e in generale contro tutte le terre libere di Varisia. Vorremmo collaborare con la Loggia dei Pathfinder per fermare questi criminali ed assicurarli alla giustizia."

"Capisco." disse stoicamente  la guardia. Volse lo sguardo verso il suo collega, che storse per un po' il naso, ma decise saggiamente di non fare obiezioni. "Molto bene. Prego, seguiteci all'interno del maniero. Lady Heidmarch vi raggiungerà non appena sarete pronti."

I due individui spinsero leggermente le doppie porte in legno, mostrando agli occhi dei giovani visitatori un grande giardino interno, i prati perfettamente curati e una lunga strada di selciato bianco che portava verso il grande maniero degli Heidmarch. Era un luogo spettacolare e maestoso, e quasi sembrava una reggia... al punto che molti degli avventurieri restarono come incantati a guardare lo spettacolo che si palesava davanti ai loro occhi!

"Woooow!" esclamò Reji ad occhi spalancati. "Che villa stupenda! Davvero Lady Heidmarch abita qui?"

"Quello che vedete davanti a voi è il complesso principale del Maniero Heidmarch." spiegò l'alabardiere più vicino, senza mai perdere la sua espressione severa. "Il complesso principale è riservato a Lady Sheila, suo marito Lord Canayven, e agli ospiti speciali. Di solito i visitatori risiedono in una camera degli ospiti, oppure prendono una stanza in una delle locande più vicine, ma in questo caso, credo che sarebbe più utile che voi spiegaste con le vostre parole e il prima possibile quello che sta succedendo."

"Beh, che possiamo dire... grazie per la considerazione." affermò Yan. La sua attenzione passò a Nualia, che seguiva il gruppo tenendosi a passo, ma sembrava ancora più silenziosa e pensierosa del solito. Chiaramente, aveva avuto interesse, fino a quel momento, ad evitare qualsiasi discorso e ad intervenire a meno che la discussione non si fosse fatta troppo personale.         

Le guardie condussero il gruppo fino alla grande porta d'ingresso del maniero, e scortarono gli avventurieri attraverso una serie di corridoi riccamente decorati ed arredati. Tappeti preziosi coprivano il pavimento di marmo lucido, e appesi alle pareti si vedevano specchi, quadri, armi antiche, simboli araldici e innumerevoli altre amenità che facevano subito capire quanto importante fosse la famiglia a cui appartenevano. Sicuramente molti di quegli oggetti erano stati ritrovamenti che la famiglia Heidmarch aveva scoperto nel corso dei suoi innumerevoli viaggi in tutto Golarion, e che per qualche motivo non erano stati esposti nei musei o comunque destinati a qualche opera pubblica.

"E' un gran bel posto..." sussurrò Misia, quasi inciampando in un gradino quando la sua attenzione fu troppo rapita da ciò che le stava attorno per permetterle di vedere dove andava. "Ehm... spero che non sia una domanda inopportuna, signore... ma ricevete molti visitatori?"

"Abbastanza." rispose con calma l'alabardiere al suo fianco. "Questa, almeno finora, è l'unica sede ufficiale dei Pathfinder a Varisia, quindi è diventata un luogo di incontro."

"Capisco..." rispose la bionda femmina di gnomo. Il gruppo era finalmente arrivato in un elegante salone semicircolare, al cui centro, sopra un tappeto di raso rosso, si trovava un tavolino decorato con un prezioso vaso di ceramica rossa, e abbastanza sedie da pemettere a tutti i membri del gruppetto di accomodarsi. Le due guardie si fermarono appena dentro la sala e fecero cenno ai loro ospiti di entrare.

"Prego, mettetevi pure comodi." disse l'alabardiere che aveva accolto Eli ai cancelli. "Lady Heidmarch arriverà a ricevervi il prima possibile. Sperabilmente, non dovrebbe volerci troppo tempo."

"Vi ringraziamo. Non c'è fretta." rispose Reji con un sorriso cortese. Le due guardie fecero un breve inchino e lasciarono il salone, permettendo ai ragazzi di accomodarsi sulle comode sedie di legno laccato, rese ancora più comfortevoli dai cuscini finemente ricamati posti su di esse. Per un attimo Yan esitò a sedersi, come se si preoccupasse di non sporcare qualcosa...

Una volta seduti intorno al tavolo, con Nualia che si mise appositamente vicino a Yan per controllare meglio il suo nervosismo, gli avventurieri si misero ad attendere in silenzio, approfittando di quei momenti per rilassarsi e darsi un'occhiata intorno. Nessuno di loro aveva mai visto un posto così raffinato, e molti di loro si sentivano quasi a disagio in mezzo a tanta opulenza ed eleganza. Jolan, in particolare, osservava come ipnotizzato i mobili e il soffitto a volta. Vissuto nella cittadina di Sandpoint per tutto quel tempo, avendo lavorato come semplice guida nei boschi attorno alla sua città, non era abituato a vedere interni così riccamente decorati...    

Mentre aspettava, Eli tirò fuori dallo zaino il suo libro degli incantesimi e cominciò a sfogliarlo, attirandosi dietro gli sguardi incuriositi di diversi dei suoi compagni. Era un libro piuttosto piccolo, rilegato in una copertina azzurra con dei complessi glifi argentati che ricordavano la forma di un giglio disegnati su di essa, e già a guardarlo da fuori si poteva capire che c'era qualcosa di particolare in esso. Jolan, che sedeva a fianco di Eli e stava ancora cercando di mettersi comodo su una sedia un po' troppo grande per un halfling come lui, riuscì a sbirciare alcune pagine, ma non riuscì a capire molto dei simboli magici scritti su di esse.

"Scusa, Jolan. Ma temo che il linguaggio magico non sia facilmente comprensibile per chi non ha studiato teoria magica." rispose Eli, notando l'espressione incuriosita del suo compagno. "In fondo, anche la magia è una scienza, per quanto possa sembrare contraddittorio."

"Però gli stregoni riescono ad usarla senza studiarla." rispose Yan. "Come mai loro ce la fanno, e noi abbiamo bisogno di studiare la magia per poterla usare?"

"E'... una spiegazione un po' complessa." rispose la mezzelfa. Aveva la strana impressione che Yan avesse fatto quella domanda non perchè non lo sapesse, ma perchè voleva farle passare il tempo con una delle sue spiegazioni. "Allora, dovete sapere che gli stregoni sono tutti, senza eccezione, discendenti di stirpi che sono magiche per loro natura. Prescelti degli dei. Discendenti di draghi, immondi o celestiali. Pedine del destino o del fato... o anche, semplicemente, discendenti di maghi potenti. Qualunque sia la loro origine, gli stregoni traggono da sè stessi l'energia magica che usano poi nei loro incantesimi, e sono capaci di usarli per istinto, ma non comprendono esattamente come funzionano gli incantesimi. Li usano e basta. Una persona che non possieda per sua natura il dono della magia deve impararla studiandola. E se da un lato questo comporta più fatica ed impegno, dall'altra i maghi sono molto più abili nel manipolare le energie arcane ed ottenere dei risultati molto più versatili."

"Una spiegazione perfetta, devo dire. Come mi aspettavo da un'allieva della Roccia dei Profeti." commentò una voce femminile dal timbro forte e maturo. Eli interruppe il suo discorso e guardò con stupore e riverenza in direzione della grande porta d'ingresso, dalla quale aveva appena fatto il suo ingresso una donna alta e distinta, dai lineamenti aristocratici e dai capelli neri raccolti dietro la nuca, con l'eccezione di due corte trecce che scendevano sulle spalle. Indossava una lunga ed elaborata veste nobiliare di colore azzurro intenso, con orlature verdi sulla gonna e sul petto, con lunghe ed ampie maniche bianche, una tiara di oro bianco sulla testa  e un paio di stivaletti neri. In una mano, teneva un bastone di legno finemente intagliato, che terminava con la raffigurazione di un'aquila appollaiata, ma la donna non dava alcuna impressione di averne bisogno per camminare - era semplicemente un ornamento. Al suo fianco sinistro era appeso uno stocco finemente cesellato e riposto in un fodero dorato, che tuttavia dava l'impressione di essere semplicemente un'arma cerimoniale.

La donna, che non dimostrava molto più di trent'anni, entrò con passi lenti e misurati, guardando gli avventurieri che si erano alzati tutti assieme per salutarla con un paio di acuti occhi castani. "Voi dovete essere il gruppo di esploratori di cui mi hanno parlato." esordì la donna. "Lieta di fare la vostra conoscenza. Io sono Sheila Heidmarch, capitano di ventura della Loggia dei Pathfinders di Magnimar."

"Lady Heidmarch. Il piacere è tutto nostro." rispose Eli mettendosi praticamente sull'attenti. "Io... ehm... mi chiamo Eli Clerks. Maga diplomata all'Accademia della Roccia dei Profeti, e al momento leader di questo gruppo di esploratori. Abbiamo affrontato un viaggio alquanto travagliato per giungere qui a Magnimar e poter parlare con lei."

Lady Heidmarch annuì lentamente e fece cenno al gruppo di seguirla. "Molto bene. Se voleste seguirmi, potremo parlare con più calma nel mio ufficio." affermò. In ordine, con Eli in testa, gli avventurieri seguirono la leader dei Pathfinder di Magnimar lungo un altro lungo ed elegante corridoio fino a raggiungere un altra sala, più piccola del salone in cui avevano atteso, ma non per questo meno impressionante. Si trattava di un ufficio largo, spazioso e ben illuminato, con delle grandi e ben fornite librerie poste lungo i muri, e una scrivania di legno duro tenuta meticolosamente pulita ed ordinata, con soltanto un paio di libri posti in un angolo e una pergamena arrotolata appoggiata accanto alla sedia di Lady Heidmarch. La leader dei Pathfinder di Magnimar aveva già fatto disporre alcune sedie davanti alla sua scrivania, tante quante erano i membri della squadra, e ad un suo cenno, Eli e i suoi compagni presero posto, cercando di mantenersi quanto più composti e formali possibile.

"Molto bene, signori. Immagino che sia giusto cominciare con una presentazione, come in ogni questione." affermò tranquillamente Lady Heidmarch una volta sedutasi al suo posto. "Quindi... visto che la signorina Eli Clerks ha già avuto modo di presentarsi, io passerei la parola ai membri del suo gruppo. Prego, signori... presentatevi pure."

Yan fu il primo a farsi avanti, schiarendosi la voce e cercando di essere più formale possibile. "La ringrazio, Lady Heidmarch. Allora... se fosse possibile, mi presenterei io per primo. Il mio nome è Yan Gudril... ho 22 anni e sono nato a Sandpoint, sulla costa sud di Varisia. Per quanto riguarda il mio ruolo nel gruppo... io mi occupo di impegnare eventuali aggressori in combattimento, e difendere i miei compagni da eventuali minacce. Se c'è bisogno di forza fisica o abilità con le armi, sono io quello che se ne occupa, di regola."

"Mi chiamo Reji Kasano. Ho 17 anni e vengo dal Minkai." proseguì la giovanissima monaca. "Ma sono emigrata qui a Varisia assieme alla mia famiglia diversi anni fa. Ho imparato le arti marziali da mio padre... e da diversi mesi a questa parte ho viaggiato per Varisia insieme a Yan. Quindi, possiamo dire che abbiamo già una certa esperienza. Come Yan, mi occupo del combattimento fisico e, se necessario, anche dell'esplorazione."

"Misia Chen. Ho 54 anni, e sono un'oracolo. Come Eli, che tra l'altro è mia amica di vecchia data, ho studiato all'Accademia della Roccia dei Profeti, anche se il mio rendimento non è certo pari a quello di Eli..." esordì la femmina di gnomo. "Non so esattamente da dove vengano i miei poteri, ma dato che servono ad una grande quantità di scopi, tra cui anche il supporto dei miei compagni e la cura di eventuali ferite da battaglia, immagino che mi sono resa utile in diversi modi."

"Il mio nome è Jolan Highbrow. Anch'io, come Yan, sono nato a Sandpoint. Lavoro come guida ed esploratore, quindi posso dire, senza troppa modestia, che diventare un avventuriero è stata un po' un'evoluzione naturale delle cose." spiegò l'halfling. "Mi occupo di disinnescare trappole, infiltrarmi in luoghi che dobbiamo esplorare, svocare eventuali nemici... insomma, di diversi elementi che potrebbero essere utili ad un gruppo di esploratori."

Lady Heidmarch annuì con espressione accomodante, poi volse lo sguardo a Nualia, che fino a quel momento era rimasta insilenzio ad ascoltare. "Molto bene... e lei, signorina? Sarebbe così cortese da fare anche lei una presentazione?" chiese, notando subito dopo l'espressione stupita della aasimar dai capelli bianchi. Nualia si ricompose quasi subito e, dopo aver gettato uno sguardo a Yan e aver ricevuto da lui un piccolo sorriso incoraggiante, fece la sua presentazione.

"Va bene... il mio nome è... Nualia Tobyn. E... anch'io vengo da Sandpoint." disse, mascherando in qualche modo il suo disgusto nei confronti della sua città natale. "Sono... anch'io un'amica di vecchia data di Yan, e... beh... per il resto, non sono molto sicura di cosa potrei dire. Mi sono unita al gruppo solo da poco, e sto cercando ancora di comprendere che ruolo avrò... in tutto questo... Comunque, mi sto impegnando a sviluppare i miei incantesimi curativi e di supporto. E spero che siano sufficienti a rendermi utile."

"Comprendo." rispose Lady Heidmarch, per poi portare l'attenzione al braccio che Nualia portava legato al collo. "E per quanto riguarda quel braccio, signorina Nualia? E' rmasta recentemente ferita in qualche scontro?"

Per un attimo, l'espressione di Nualia si fece allarmata. Sapeva bene che il suo braccio demoniaco avrebbe scatenato reazioni ostili, o forse anche violente, se qualcuno lo avesse visto, e cercò di inventarsi una scusa per non mostrarlo. "Ecco... se permette, Lady Heidmarch... io preferirei non parlare di questo argomento... almeno, non al momento. E'... qualcosa di abbastanza delicato per me." rispose. "Chiedo scusa. Preferirei non parlare subito del mio passato... non subito... forse... forse più avanti, quando mi sarò guadagnata la vostra fiducia."

Lady Heidmarch restò indecisa per un po' riguardo la aasimar. Non era diventata capitano di ventura dei Pathfinders per puro caso, e si era subito resa conto che Nualia aveva qualcosa di particolare... e non si riferiva solo al fatto che era una aasimar. Tuttavia, decise che si trovava in compagnia di altre persone che parevano assolutamente affidabili, e decise quindi di non costringerla a dire altro. In fondo, si disse, non erano pochi coloro che si univano ai Pathfinders per lasciarsi alle spalle una vita difficile, e finchè non contravvenivano alle regole dell'organizzazione, tutti erano i benvenuti.

"Va bene. Non chiederò altro." rispose Lady Heidmarch. "Bene, dunque... da quanto ne so, la signorina Clerks ha con sè una lettera di raccomandazione, scritta e firmata dall'esimio professor Ormal Ardimm della Roccia dei Profeti. Potrei vederla, per favore?"

Eli annuì e tirò fuori la busta sigillata che conteneva la lettera del suo maestro. "Con piacere, Lady Heidmarch." affermò, mentre porgeva la lettera alla leader dei Pathfinders. Con gesti misurati, quest'ultima ricevette la lettera e controllò che il sigillo fosse autentico e non fosse stato manomesso, poi le aprì e cominciò a leggere quello che c'era scritto. Eli e i suoi compagni restarono seduti in silenzio, attendendo che la donna terminasse.

Finalmente, giunta alla fine della lettera, Lady Heidmarch annuì e appoggiò delicatamente il foglio sulla sua scrivania. "Molto bene. Da quanto ho potuto leggere, le vostre credenziali sono più che solide." commentò. "Non posso fare a meno di sottolineare, comunque, quanto le vostre scoperte nella regione di Sandpoint siano inquietanti, in particolare questa serie di delitti che a vostro dire culminerà con l'assassinio del nostro sindaco, Lord Haldmeer Grobaras."

"E' così, purtroppo." rispose Eli con un sospiro. "Siamo rimasti scioccati dall'entità delle forze oscure che abbiamo incontrato nei pressi di Sandpoint, soltanto a pochi giorni di viaggio da qui. Servitori della dea demoniaca Lamashtu che stavano cercando di risvegliare un potente barghest e distruggere la città... e in seguito, un'ondata di omicidi, tutti accomunati da un particolare inquietante. Il simbolo del Sihedron inciso sui corpi delle persone assassinate che compaiono nella lista che vi ho consegnato."

"E tutti accomunati da un altro particolare, in realtà." proseguì Reji. "A quanto pare, questi assassini stanno cercando di uccidere persone particolarmente avide di denaro, o comunque avare. Da quanto la nostra leader ci ha raccontato, l'Avarizia era uno dei sette vizi capitali rappresentati dagli antichi Signori delle Rune di Thassilon."

Lady Heidmarch annuì con espressione concentrata. Reji aveva l'impressione che si fossse allarmata per quello che aveva appena appreso. "E' proprio così. Per l'esattezza, quando i Signori delle Rune tradirono il Primo Re Xin, le virtù del comando che Xin predicava vennero corrotte nei sette vizi capitali. E l'Avarizia divenne l'antitesi della Generosità. Il fatto che il simbolo del Sihedron sia stato inciso sui corpi delle persone assassinate dà credito alla teoria che i colpevoli stiano in qualche modo cercando di riportare in auge l'antica Thassilon. Stando alle vostre indagini, la leader di questa cospirazione è una tale Xanesha, che vuole usare l'avidità delle vittime per richiamare un non meglio identificato 'signore'. Effettivamente... questo è motivo di preoccupazione. Potremmo essere giunti appena in tempo per fermare un grave atto eversivo."

"Riguardo questo fantomativo 'signore' di cui parla Xanesha..." Yan alzò una mano per dire la sua. "Stavo pensando... che non voglia riportare in vita quel tizio di cui abbiamo visto una proiezione magica nelle catacombe di Collecardo? Vi ricordate, quel Karzoug?"

"Io..." rispose Eli con esitazione. Prese fiato e si fece più convinta. Era una possibilità alla quale non poteva e non voleva credere. "No, lo escluderei. I Signori delle Rune sono morti nel Cataclisma, da più di diecimila anni ormai. Nessuna magia mortale può riportare in vita qualcuno che è morto da così tanto tempo. Solo l'intervento divino potrebbe farlo."         

"Okay..." rispose Yan alzando le spalle.

"Resta comunque il fatto che ci sono dei pericolosi cultisti che stanno commettendo una serie di delitti, secondo un rituale ben preciso." affermò Lady Heidmarch. "Farò presente a Lord Grobaras il pericolo che corre, e cercherò di avvisare anche le altre persone ancora in vita presenti in questa lista."

"La ringrazio sentitamente, Lady Heidmarch." affermò Eli. "Inoltre, io e i miei compagni siamo qui, in virtù della lettera di presentazioni che le abbiamo consegnato, per chiedere una membership in prova nella loggia dei Pathfinder."

Lady Heidmarch sbattè gli occhi, in un'appena percettibile espressione di meraviglia. "Una membership in prova?" ripetè. "Sono un po' sorpresa. Con tutta la corrispondenza che riceviamo dai nostri agenti, è raro che una lettera di esterni all'organizzazione come voi giunga alla mia attenzione, e questo dovrebbe già farvi capire quanto le vostre recenti scoperte siano state per noi importanti. Ma qual è il vostro scopo, per voler entrare a far parte dei Pathfinder?"

"Ci rendiamo conto che la vicenda nella quale siamo rimasti invischiati è molto più grande di quanto pensassimo inizialmente. Da soli, abbiamo ben poche possibilità di risolverla." ammise Eli, con un po' di riluttanza. "Ma se potessimo contare sulle risorse di un'organizzazione come i Pathfinder... allora avremmo qualche concreta possibilità di scavare abbastanza a fondo da risolvere il problema. Saremmo più al sicuro da rappresaglie, e in cambio potremo aiutare l'organizzazione nella sua missione di esplorare Golarion, ritrovare frammenti di conoscenza perduta e scoprire cosa sia davvero accaduto nel nostro misterioso passato. Io... ritengo che un popolo che ignora il proprio passato finirà per ripeterne gli errori. Per questo vorrei dare una mano alla società dei Pathfinder. E ritengo che essere membri di questa stimata società ci permetterà di agire con maggiore sicurezza."

La leader dei Pathfinder di Varisia annuì silenziosamente. L'idea aveva senso, e in effetti anche lei era preoccupata per questa ondata di violenza e paura che stava man mano gettando la sua città e la sua terra nel caos. L'aiuto di quei giovani avrebbe potuto essere importante, forse addirittura decisivo.

"Molto bene." affermò infine Lady Heidmarch. "Posso venirvi incontro. Da questo momento, una volta compilati i necessari documenti, sarete agenti in prova della Società dei Pathfinder. Se vi dimostrerete all'altezza dei vostri compiti, avrete la possibilità di diventare agenti a tutti gli effetti. Per il momento, fate comunque ufficiamente parte della Società, e potrete godere di alcuni importanti vantaggi. Ora, vi spiegherò in maggiore dettaglio cosa comporterà la vostra nuova posizione, e se sarete d'accordo, non dovrete fare altro che rendere ufficiale la vostra decisione con una firma."

Eli si sentì improvvisamente sollevata ed entusiasta alla notizia. "La ringrazio, Lady Heidmarch. Ha tutta la nostra gratitudine... e faremo del nostro meglio per essere degni della sua fiducia. Prego, ci spieghi pure quello che dovremo fare..."

 

oooooooooo

 

"Aaaah... accidenti, non credevo che sarebbe durata così a lungo." commentò Yan, mentre tirava il fiato e si riempiva i polmoni dell'aria fresca della sera. Lady Heidmarch era rimasta molto più a lungo del previsto a spiegare loro cosa comportasse essere agenti dei Pathfinder, anche in prova, e a fare loro delle domande che avrebbero potuto essere importanti per valutare le loro competenze e attitudini. "Per un attimo, ho pensato che non sarebbe mai finita..."

"Lo sai che era necessario che Lady Heidmarch si facesse un'idea di quello che sappiamo fare." rispose Eli. Ciò nonostante, anche lei era contenta di poter finalmente uscire un po' e prendere una boccata d'aria, dopo quella lunga discussione. "In ogni caso... per adesso, siamo riusciti ad avere una posizione temporanea nei Pathfinder di Varisia. Domani riprenderemo le nostre indagini... e questa volta avremo dalla nostra parte un bel po' di risorse in più. Sono sicura che riusciremo a smascherare questa Fratellanza dei Sette, e scoprire cosa c'è dietro."

Mentre il gruppo si dirigeva verso la taverna della Vecchia Zanna, Reji si stiracchiò e prese una boccata di aria salmastra. "Già... non vedo l'ora! Forse, finalmente, potremo rendere un po' di giustizia ad Aldern." rispose con una certa malinconia. "Non ho ancora idea di chi sia questa Xanesha... ma credetemi, non appena la scoveremo... non mi sfuggirà!"

"Non ci sfuggirà, Reji. Dopotutto, siamo assieme in questa faccenda." disse Yan, appoggiando una mano sulla spalla della sua compagna di viaggio.

Nualia sospirò e annuì a sua volta. "Yan ha ragione. Noi ti aiuteremo. Anch'io voglio... che tu possa chiudere una volta per tutte questo capitolo della tua vita." rispose con sincera partecipazione. La aasimar dai capelli bianchi riuscì a fare un piccolo sorriso, che diede una scossa di entusiasmo anche al resto del gruppo.

"Daremo tutti una mano. Ma... stai tranquilla, quella dannata Xanesha la lasciamo a te!" rispose Misia con un occhiolino.

Con un cenno di gratitudine, Reji sorrise a sua volta ai suoi compagni. "Grazie, amici... credo che domani sarà una giornata davvero piena, e non vedo l'ora di..."

"Eli Clerks e il suo gruppo di avventurieri, giusto?" chiese improvvisamente una voce maschile brusca, appartenente ad un uomo che era apparso da un vicolo vicino a loro... accompagnato da altri individui, sia uomini che donne, tutti vestiti in maniera simile: uniformi azzurre con un pettorale d'acciaio, stivali, manicotti e schinieri, un elmetto tondo sulla testa... e soprattutto, il particolare più allarmante di tutti, ciascuno con tra le mani una lancia, in quel momento puntata verso il gruppo. Yan si mise protettivamente davanti ai suoi compagni, chiedendosi cosa stesse accadendo... ma altri soldati armati di lancia apparvero da un altro vicolo, spaventando gli altri passanti e avvicinandosi minacciosi al gruppo.

"Sì... siamo noi..." disse il ragazzo, guardandosi attorno confuso ed allarmato. Nualia allungò la mano verso la spada, e un bagliore feroce apparve per un attimo nei suoi occhi... ma si trattenne, cercando di reprimere i suoi istinti più violenti. "Ma cosa... che sta succedendo? Cos'è questo modo di fare?"

"C'è... per caso qualche problema?" chiese Eli con evidente apprensione.

Il soldato a capo del drappello puntò la lancia contro Yan e lo squadrò ferocemente. "Puoi scommetterci che c'è qualche problema, criminale!" esclamò. "Per la mia autorità come luogotenente della guardia cittadina di Magnimar, vi dichiaro in arresto per l'omicidio di Lord Aldern Foxglove!"     

                

 

oooooooooo

                                            

CONTINUA... 

 

 

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Capitolo 39
*** Interludio 2: L'uomo che non aveva nulla ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti  
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam  

  

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE  

Interludio 2 - L'uomo che non aveva nulla

 

Anno 5816 prima del Computo di Absalom.

Sotto il dominio di Haphrama, settimo Signore delle Rune dell'Avarizia, la satrapia di Shalast manteneva ancora e sempre la sua reputazione di essere la più opulenta e prosperosa delle sette regioni in cui l'Impero di Thassilon era stato suddiviso dopo la morte del Primo Re Xin. Oro, argento, rame, pietre preziose e sconosciuti metalli stellari venivano estratti dalle sue viscere, e nonostante la guerra che andava avanti in continuo con la satrapia di Bakrakhan, la popolazione di Shalast godeva di una qualità di vita sorprendentemente buona, per gli standard di una nazione tirannica ed autoritaria. Per la maggior parte, la popolazione di Shalast teneva la testa bassa, godendosi i benefici della tirannia di Haphrama senza pensare troppo ai problemi che essa comportava.

E tra questi problemi, c'era senza ombra di dubbio il fatto che tale benessere era costruito e mantenuto sulle spalle di innumerevoli schiavi, le cui vite venivano gettate via a migliaia nelle miniere e nei giacimenti.

Nella cittadella di Malistoke, governata dal crudele lich Zinlun, la manodopera schiava era così preponderante che il luogo era conosciuto tra i cittadini di tutta Thassilon come "la fossa di carne", un nome indicativo del disprezzo con cui i governatori dell'impero consideravano coloro che sfruttavano per mantenere la ricchezza delle loro nazioni e il loro decadente stile di vita.

E quel giorno, proprio a Malistoke, una rivolta di schiavi era stata soffocata nel sangue. Più di un centinaio di schiavi, molti dei quali senza neanche un nome, si erano ribellati e, usando i loro picconi e badili come armi improvvisate, avevano ucciso alcune sentinelle, sperando di raggiungere le armerie più vicine e conquistarsi la libertà.

Il loro sogno si infranse ben presto contro un gruppo di mostruosità non-morte ed implacabili golem, intervenuti in breve tempo per sedare la rivolta. Molti dei ribelli, i più fortunati, erano stati barbaramente trucidati. Altri erano stati condotti ai laboratori di Zinlun, dove li attendevano orribili esperimenti di trasmutazione dei corpi, volti a creare altre terrificanti creature al servizio del mago non-morto.

Ma questo era niente in confronto a ciò che attendeva coloro che Zinlun riteneva essere a conoscenza dei dettagli della rivolta...

 

oooooooooo

 

"Tu parlerai. Nessuno si oppone alla mia volontà." sentenziò la voce roca di Zinlun, mentre una delle sue dita ossute penetrava come un coltello rovente nelle carni del prigioniero davanti a lui. Incatenato per i polsi e le caviglie ad un terrificante congegno metallico fin troppo simile ad un tavolo delle torture posto in posizione verticale, con inquietanti arti meccanici che terminavano con aghi, tenaglie, lame, punte arroventate e altri strumenti atroci, l'uomo stringeva i denti per non dare a Zinlun la soddisfazione di sentirlo urlare, anche mentre il dolore consumava il suo corpo.

Il dominatore di Malistoke, una volta un essere umano, era ora niente più che uno scheletro vivente che indossava i rimasugli di una veste nobiliare, sicuramente un tempo elegante e raffinata, ma ora stracciata ed ammuffita. Era avvolto in un lungo mantello viola i cui bordi mostravano evidenti segni di usura, come se fosse stato divorato dalle tarme, e sulla testa portava una corona dorata le cui punte diventavano contorte e serpeggianti verso la fine. Sulla sua fronte era incastonato uno smeraldo grezzo grande come un occhio umano, come una sorta di cuneo che era stato piantato nel cranio del lich senza troppa arte. Ma sicuramente, il particolare più terrificante in quel momento erano gli occhi, due braci ardenti illuminate nelle orbite altrimenti vuote del suo teschio, e che ora fissavano con ferocia lo schiavo davanti a lui.

"Te lo ripeto, inutile schiavo." sibilò Zinlun, immergendo altre due falangi artigliate nel petto del prigioniero e cominciando a stringere, in modo da provocargli quanto più dolore possibile. "Da chi è venuta questa ridicola idea? Parla. Tu devi sapere."

L'uomo, un giovane di non più di vent'anni dai capelli neri lunghi ed incolti, il corpo nudo incrostato di sporcizia e già segnato da anni di sfruttamento, abuso e tortura, ringhiò di dolore quando sentì una strana energia partire dalle dita di Zinlun e diffondersi nel suo corpo, come una scarica elettrica che mandava in fiamme i suoi nervi. Si contorse freneticamente, cercando di sfuggire al dolore e di resistere all'implacabile interrogatorio... ma Zinlun non fece altro che aumentare l'intensità dell'energia, rendendo la tortura insopportabile.

"AAaaaaargh! Tu... tu..." ansimò lo schiavo. Non ebbe il tempo di dire altro prima che Zinlun lo investisse con un'altra ondata di energia magica, e l'uomo ringhiò di dolore e sputò un fiotto di sangue sul pavimento. A quel punto, decise, tanto valeva parlare. Ormai gli interessava soltanto che il dolore finisse, in un modo o nell'altro. E se qualcun altro doveva essere tirato in ballo... tanto peggio per lui. "Uuuuugh... e... e va bene... dirò tutto..."

"Bravo. Così mi piaci." disse il lich con tono falsamente gentile. Estrasse le dita ossute dal corpo del prigioniero, lasciando sul suo torace tre ferite circolari che si aggiunsero ai numerosi sfregi e cicatrici che già lo costellavano. "Allora, sentiamo un po' chi è stato."

"Il... il caposquadra... del gruppo 7 delle miniere... nord..." rispose il prigioniero, mentre cercava di riprendere fiato. "E... il vice capo... del gruppo 5... sempre... miniere nord... Uuugh... Loro... hanno procurato... le armi che abbiamo usato... loro sapevano i turni... e hanno attirato le sentinelle... cough... in un'imboscata..."

"Gruppo 5 e gruppo 7, eh? Ma guarda... ho l'impressione che dovrò prendere un po' di... provvedimenti disciplinari." sibilò Zinlun con soddisfazione maligna. "Bene bene... era tanto difficile, schiavo? Non dovevi fare altro che collaborare, per far cessare il tormento."

Il lich si avvicinò allo schiavo e gli sollevò il mento con una mano ossuta, aspettandosi di vedere un'espressione vuota e priva di speranza. Invece, con suo grande disappunto, incrociò lo sguardo del giovane schiavo e vide che nei suoi occhi ardeva ancora un lampo di decisione e di ribellione. Malgrado fosse ben consapevole che il suo padrone avrebbe potuto ucciderlo con un gesto della mano, quel miserevole schiavo continuava a sfidarlo? Era qualcosa che Zinlun non riusciva a spiegarsi... e che lo irritava oltre ogni misura.

Ma in quel momento, per fortuna del giovane schiavo, Zinlun non era in vena di continuare la tortura. Si limitò a lasciar cadere la testa del prigioniero e ad allontanarsi a passi lenti, gettandogli uno sguardo sprezzante prima di imboccare un'arcata.

"Non alzare troppo la cresta, vermiciattolo." sibilò il mago non-morto. "Tu sei soltanto uno schiavo, una mia proprietà che non ha neanche un nome! Non ti illudere che le cose possano cambiare. Ed ora, resta pure lì a meditare sulla tua inopportuna audacia. Magari alcuni dei miei fedeli servitori provvederanno a... rendere un po' più movimentata la tua punizione!"

Con una risata atroce, Zinlun si allontanò, lasciando il giovane torturato alla sua solitudine.

Ma nonostante il suo corpo fosse piagato e segnato dalla prigionia, la sua mente e il suo spirito erano ancora decisi... e in essi ardeva una feroce determinazione a prendersi un giorno la sua vendetta. Era un'ipotesi che molti dei derelitti di Malistoke avevano già scartato - come opporsi ad un lich potente come Zinlun, un trasmutatore dai poteri sovrumani che ormai non temeva più nemmeno l'implacabile scorrere del tempo?

Ma lui non era come gli altri...

Uno schiavo senza nome, certo. Quando era nato, vent'anni fa, in quell'inferno su Golarion, i suoi aguzzini non si erano neanche presi la briga di dargli un nome. La cosa più vicina ad un nome che possedeva era un numero, tatuato a forza sulla sua spalla destra quando lui aveva soltanto sei anni.

Dopo essere rimasto fermo qualche minuto per riprendere un po' le forze, il giovane sollevò lo sguardo e fissò con acredine la sequenza di cifre che ancora si vedeva sulla sua pelle, anche se sbiadita per le torture e gli abusi subiti...

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Il prigioniero cominciò a pensare. Un'idea si stava facendo strada nella sua mente. Lui non aveva un nome, giusto? Allora... cosa gli impediva di darsene lui uno?

Certo... sarebbe stato perfetto... Se avesse continuato a perseverare, e se Lissala fosse stata dalla sua parte... perchè no? Sarebbe potuto passare da non avere nulla ad avere tutto. E perchè non poteva essere il nome la prima cosa di cui impadronirsi?

Lesse ancora per qualche attimo le cifre tatuate nella sua pelle... e con un sorriso divertito le usò per elaborare un nome per sè stesso.

"Karzoug..." disse. "Sì... ora il mio nome... è Karzoug..."                  

             

 

oooooooooo

                                            

CONTINUA... 

 

 

 

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Capitolo 40
*** In arresto ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti  
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam  

  

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE  

Capitolo 37 - In arresto

 

Yan e i suoi compagni non potevano credere a quello che avevano appena sentito. Che razza di scherzo era mai questo? Loro avrebbero assassinato Aldern? Chi si era inventato quest'accusa infamante, e per quale motivo, poi?

"Che cosa? Noi avremmo... ucciso Lord Foxglove?" esclamò incredula Misia, mentre un soldato le si avvicinava per metterle le manette. "Ma è un'assurdità! Chi si è inventato queste balle?"

"Biondina, il giudice Ironbriar non si inventa balle!" esclamò una soldatessa, piazzandosi accanto alla femmina di gnomo per intimarle di non fare gesti inconsulti.

Eli strinse rabbiosamente i denti mentre un paio di robuste manette di piombo scattavano ai suoi polsi, e un soldato le legava assieme le dita delle mani in modo da impedirle di lanciare incantesimi. "E le prove? Dove sono le prove?" protestò. "Se non avete delle prove, le vostre sono soltanto calunnie! Noi abbiamo la coscienza pulita!"

"Questo è quello che dovrete dimostrare in tribunale." tagliò corto il luogotenente. "Soldati! Prendete questi avventurieri e portateli agli Inferni! Saranno processati quanto prima!"

"No, aspettate un momento!" ringhiò Reji. "Non avete neanche sentito la nostra versione degli eventi!"

Nualia strinse i denti e afferrò l'elsa della sua spada, sentendosi di nuovo pervadere da quella stessa rabbia che aveva provato ogni volta che la gente di Sandpoint le faceva del male. Stava per sguainare l'arma e fare qualcosa di sconsiderato... ma per fortuna Yan intervenne, afferrando gentilmente il polso con cui la aasimar si apprestava a brandire la sua arma.

"Aspetta, Nualia! Non lo fare!" esclamò il ragazzo. Immediatamente, Nualia sembrò rilassarsi e, dopo un attimo in cui sembrò provare sorpresa mista a sgomento per quello che stava per fare, tirò un sospiro di rassegnazione e decise di fare buon viso a cattivo gioco. "Noi abbiamo la coscienza pulita, dopotutto. Dimostreremo che non siamo stati noi ad uccidere Lord Foxglove."

"Bene. Mi auguro che abbiate una buona parlantina, perchè quando il giudice Ironbriar accusa qualcuno, quella persona può già considerarsi spacciata!" replicò il leader del drappello di guardie. "Okay, legateli tutti assieme! Che non gli venga in mente di scappare! E state attenti, questa gente è pericolosa!"

"Oh, certo. Sono sicuro che il piccolo halfling che ti arriva apena alle costole è perfettamente capace di tagliarti la gola e spargere le tue budella per tutta Magnimar." rispose sarcastico Jolan mentre una guardia gli legava i polsi dietro la schiena. Malgrado la loro riluttanza, i giovani avventurieri lasciarono che le guardie di Magnimar li perquisissero e sequestrassero loro le armi, per poi lasciarsi condurre lungo le viuzze della città e verso la prigione conosciuta come "gli Inferni", il luogo in cui erano tenuti prigionieri i più pericolosi malfattori della città. Reji fece solo qualche gesto infastidito quando una delle guardie la strattonò per farla camminare più velocemente, ma cercò di tenersi calma - agitarsi ed opporsi non sarebbe servito a nulla in quel momento. Doveva pensare ad un modo di capire cosa stesse accadendo, chi stava cercando di fregarli, e soprattutto per quale motivo. Forse anche questo era un trucco della famigerata Xanesha della Fratellanza dei Sette?

In ogni caso, forse avrebbero trovato un po' di risposte seguendo i soldati che li stavano conducendo nella tana del leone...

 

oooooooooo

 

"Molto bene, soldato. Hai preparato tutto per il mio incontro con il prigioniero?" chiese l'alta figura avvolta in eleganti ma minacciose vesti da giudice mentre lui e il suo accompagnatore, una guardia in uniforme armata di lancia corta e scudo, scendevano verso una fila di celle in un sotterraneo buio e freddo, recando con sè delle lanterne accese che permettevano loro di vedere abbastanza bene anche ad una certa distanza. Diversi prigionieri, individui dall'aspetto poco raccomandabile, vestiti di stracci e sporchi di polvere e di altre sostanze sgradevoli, si affacciavano alle sbarre delle loro celle per fissare con odio i tutori dell'ordine.

Il soldato che accompagnava l'individuo in vesti da giudice fece un cenno con la testa. "Sì, giudice Ironbriar, Vostro Onore. Tutto è stato preparato." affermò. "Ma se posso darle la mia opinione, credo che parlare con lui sia una perdita di tempo. E' più che deciso a non collaborare... è convinto che in ogni caso prenderà la pena di morte o la prigione a vita, quindi non vede perchè dovrebbe darci una mano. E poi... chiedo scusa se le mie parole le sembrano troppo audaci, Vostro Onore, ma questo non fa parte delle normali procedure. Mi può garantire che tutto questo è legale?"

L'ombra di un sorriso apparve sul volto del giudice Ironbriar, un elfo alto e robusto con i capelli neri ben pettinati e raccolti dietro la nuca, e con addosso un elegante completo rosso e viola che non lasciava vedere nemmeno un lembo di pelle, i drappi di seta rossa assicurati attorno alle spalle che si muovevano lentamente e maestosamente mentre il giudice si avvicinava alla cella in questione. "Se questa interrogazione possa essere utile o meno, soldato, sarò io a deciderlo, se permetti." sentenziò. "Per quanto riguarda la procedura, è tutto regolare. Ed ora... poniti a distanza di cortesia. Io e il nostro ospite dobbiamo parlare di cose molto importanti."   

Il soldato non era troppo convinto degli ordini che aveva ricevuto, ma alla fine, era pur sempre un soldato di Magnimar che non era abituato a discutere gli ordini, e il giudice Ironbriar era una delle figure più rispettate della città, quindi decise di non fare tante domande. Chinò la testa in segno di rispetto e si piazzò di lato per permettere al magistrato di avvicinarsi alla cella.

Con un sorriso soddisfatto, Ironbriar scese un paio di gradini fino a trovarsi di fronte alla grata che teneva imprigionato il criminale al suo interno - un mezzelfo dai lunghi capelli neri, che una volta doveva essere stato elegante ed attraente, ma che ora era vestito soltanto di una veste grigia stracciata, e aveva una barba incolta che certamente non era stata fatta da diversi giorni. Malgrado la degradazione della prigionia, però, nei suoi occhi si poteva ancora vedere una rabbia disperata e un feroce desiderio di vendetta mentre giocherellava nervosamente con la ciotola di legno ormai vuota che teneva tra le mani.

"Molto bene, Tsuto Kaijitsu." esordì Ironbriar, fermandosi vicino alle sbarre e piazzando una mano su di esse. Toccò le sbarre con l'indice e il medio della mano, provocando un lieve suono metallico che si riusciva comunque a sentire molto bene nel silenzio dei sotterranei. "Come puoi vedere, sono venuto qui per parlare con te di persona. Penso che dovresti essermi grato... non sono molti i miserabili della tua risma che possono vantarsi di aver parlato con un magistrato di Magnimar."

Il mezzelfo fuorilegge gettò via la ciotola del rancio ormai vuota con un gesto di stizza. "Tsk! Cos'è questa, la vecchia storia della guardia buona e della guardia cattiva? Io vi ho già detto tutto quello che dovevo! Ora, spicciatevi a farmi il processo... o se volete farmi fuori subito, allora ammazzatemi e non facciamo tante cerimonie!" ringhiò.

Ironbriar accolse le parole rabbiose di Tsuto con divertita indifferenza. "Ho l'impressione che tu abbia frainteso, Tsuto Kaijitsu." rispose. "Io non sono qui per interrogarti, minacciarti o altro... io sono venuto qui per giungere ad un accordo con te."

Tsuto corrugò la fronte in un gesto di sospetto. "Un accordo, dici?" chiese, volgendo lo sguardo verso il magistrato. "Heh... e cosa potrebbe avere uno come me da offrire ad un magistrato? E' legale quello che state facendo?"

"Non immaginavo che un brigante e un assassino accusato di collusione con un culto demoniaco potesse permettersi di fare domande sulla legalità." rispose sarcastico l'elfo, gli occhi che si stringevano in un'espressione sprezzante. "E comunque, se fossi in te, non guarderei in bocca a caval donato. Quello che ti sto offrendo è una possibilità di ottenere uno sconto di pena..." Si guardò alle spalle, per verificare che il soldato che lo accompagnava fosse abbastanza lontano, poi avvicinò ancora di più il volto alle sbarre. "E magari, una possibilità di vendicarti. Non ti piace l'idea?"

Tsuto si alzò lentamente, sgranchendosi le ginocchia anchilosate, e si avvicinò lentamente alle sbarre. Ironbriar storse il naso quando si sentì arrivare addosso un forte odore di sudore e sporcizia. "Vendicarmi, dici?" affermò, tenendo la voce bassa in modo che la loro conversazione restasse segreta. "Hah! E cosa può saperne un pezzo grosso come te di come voglio vendicarmi? E su chi, poi? Sei così ben informato?"

"La Fratellanza dei Sette ha molte più risorse di quanto tu immagino, Tsuto Kaijitsu." sussurrò Ironbriar con fare arrogante. "E comunque, a te cosa dovrebbe importare del modo in cui ci siamo procurati le nostre informazioni? Alla fine, se tu vorrai ascoltarmi, ci potremo fare un favore a vicenda. Chi ti ha fatto finire qui... è stato il gruppo di avventurieri guidato da Eli Clerks, giusto?"

Tsuto grugnì per l'irritazione e cercò di sputare per terra, ma dalla gola secca non gli uscì che qualche schizzo.

"Come immaginavo." sussurrò Ironbriar. "Al momento, quel gruppo di intriganti sta dando non pochi problemi anche a me e ai miei associati. Ma mentre parliamo, i nostri nemici in comune sono diretti proprio qui agli Inferni. Diciamo che... se accadesse un incidente mentre si trovano qui... se per caso ci fossero dei disordini, e dei prigionieri rimanessero uccisi nella confusione... sarebbe un incidente tutt'altro che raro, in un luogo dove si riuniscono tanti individui di scarsa fibra morale e pessima reputazione. E in cambio... tu potresti avere uno sconto di pena, come minimo. Potresti anche avere la possibilità di entrare a far parte della Fratellanza! Basta che tu accetti di partecipare al mio piano per togliere di mezzo Eli Clerks e il suo gruppo di mocciosi."

Tsuto fece un'espressione rabbuiata e afferrò strettamente una sbarra con una mano. "Heh. E così... siete riusciti ad inventarvi una scusa per portare dentro quegli idioti?" commentò beffardo. "Heh... devo ammettere che siete in gamba. E... per caso, c'è anche una certa Nualia Tobyn nel gruppo?"

"Una aasimar con i capelli bianchi e la pelle scura? Segni particolari, una grossa cicatrice sul ventre e il braccio destro mutato?" chiese Ironbriar, giusto per essere sicuro. "Sì, c'è anche lei. Nel suo caso, non ho dovuto neanche avere una gran fantasia per mettere in piedi un impianto accusatorio. Essere a capo di un culto di Lamashtu è già di per sè un'accusa abbastanza infamante."

Tsuto ghignò sinistramente, ripensando con astio al modo in cui Nualia si era gettata tra le braccia di quel dannato spadaccino. A quanto aveva capito, quello Yan Gudril era un altro abitante di Sandpoint che, esattamente come lui, aveva conosciuto Nualia quando erano molto giovani, ma che al contrario di lui aveva avuto il coraggio di aprirsi a lei e di parlarle. E solo per questo, lui aveva avuto il privilegio di conquistare il cuore di Nualia, mentre lui... era rimasto una comparsa nella sua vita, malgrado il desiderio di vendetta che li accomunava?

Ma non era ancora tutto perduto. Adesso Ironbriar gli stava offrendo la possibilità di vendicarsi di quei balordi che gli avevano messo i bastoni tra le ruote, e di farla pagare anche a Nualia per il suo voltafaccia. E chissà... magari avrebbe potuto anche convincerla a tornare dalla sua parte! Con l'unica differenza che questa volta sarebbe stato lui il capo. E la Fratellanza dei Sette... forse con il loro aiuto, avrebbe ancora potuto tornare a Sandpoint e prendere la sua vendetta su quella maledetta città... e su Ameiko, un'altra persona che lui credeva essere dalla sua parte, e che invece al momento del dunque si era tirata indietro...

"E va bene. Accetto." sussurrò Tsuto. "Dimmi cosa devo fare."

Il giudice corrotto annuì con aria di approvazione. "Molto bene. Sapevo che avresti fatto la scelta più intelligente, Tsuto Kaijitsu." rispose. "Comunque, non è il caso di avere fretta. I nostri amici arriveranno qui tra un po'... abbiamo il tempo di stabilire i dettagli del piano, prima di muoverci. E dobbiamo essere sicuri di riuscire al primo tentativo. Lady Xanesha vuole risultati... e li avrà."

 

oooooooooo

 

Poche ore dopo, in un'altra cella degli Inferni...

Jolan fece una smorfia prima di mettere in bocca una cucchiaiata di quella sbobba dall'aspetto inquietante che riempiva fino all'orlo la sua ciotola. Il sapore non era poi disgustoso come temeva... ma vedere quel liquido denso e giallastro che ribolliva lentamente gli dava una sensazione di ribrezzo.

"Beh, in fondo non è poi tanto male." commentò un rassegnato Yan, cercando di mettersi più comodo possibile sul gelido pavimento della cella che era stata assegnata a lui e a Jolan. Poco lontano da loro, un'altra cella era stata riservata alle quattro ragazze, che a loro volta stavano consumando quello che i secondini definivano il rancio: una zuppa densa e dall'odore penetrante, fatta di grano, lardo e formaggio bolliti assieme. Il loro equipaggiamento era stato loro confiscato, ed erano stati rivestiti con delle vesti sporche e stracciate che non riuscivano a proteggerli dal freddo - motivo per cui stavano cercando di consumare il loro cosiddetto pasto mentre era ancora caldo e fumante, in modo da potersi riscaldare almeno un po'. Eli e Misia avevano delle manette ai polsi, e le loro dita erano rimaste legate assieme, in modo che non potessero lanciare incantesimi.

"Ugh... andiamo, Yan, non mi dire che ti piace questa roba." rispose Jolan con fare ironico. "Questa mostruosità è un insulto a quanto di più sacro esista per noi halfling. La nobile arte culinaria!"

Reji non riuscì a trattenere una risata, malgrado la difficile situazione in cui si trovavano. "Hahahaaa! Su questo ti devo dare ragione! Mi fa un po' rabbia che tra tutte le tecniche che ho imparato, non ne esista una per non sentire questo sapore disgustoso!" ironizzò. Anche la cupa Nualia fece una breve risata divertita, prima di rimettersi a mangiare quella sbobba fumante, e Reji cercò di non pensare all'odore sgradevole mentre riprendeva il suo pasto. "Allora... siamo finiti in un bel casino. Ho l'impressione che questa accusa sia soltanto una montatura per trattenerci qui. Questa... Xanesha e questa Fratellanza dei Sette ci vogliono eliminare, e questo è il loro modo di tenerci a bada finchè non avranno trovato una via per toglierci di mezzo."

"Per adesso, non possiamo fare altro che giocare secondo le loro regole." disse Eli con tutta calma. Del gruppo, comunque, era Misia quella che più di tutti riusciva a mantenere la calma. La femmina di gnomo era seduta a gambe incrociate e con la schiena appoggiata al muro, apparentemente indifferente all'umidità che le penetrava nel vestito e nella pelle, e il suo esile corpo era avvolto da una tenue aura dorata che ricordava i raggi del sole. Una piacevole sensazione di calore si stava diffondendo nella cella, spazzando via l'umidità che ristagnava in quel sotterraneo buio e gelido. "Hey, Misia, da quando in qua conosci questo trucchetto?"

"Si chiamano rivelazioni, amica mia. Noi oracoli ci affidiamo a dei 'misteri' divini per ottenere incantesimi e poteri. Un mistero concede varie capacità speciali, e può rappresentare la devozione ad un ideale, le preghiere ad una divinità che ne sostiene il concetto o un richiamo innato a divenire campione di una causa. Indipendentemente dalla sua fonte, il mistero si manifesta in vari modi man mano che un oracolo diventa più esperto." rispose la femmina di gnomo. "Nel mio caso, il mistero da cui traggo i poteri è il sole, ma questo lo sapete già."

"Ooooh, interessante!" affermò Reji, guardando con curiosità l'aura di luce calda che avvolgeva l'esile corpo della biondina. La luce sembrava raccogliersi attorno alle sue mani, ancora tenute ferme dalle manette di piombo che le erano state messe. "Quindi... fammi indovinare, vuoi usare questa rivelazione per fondere queste manette?"

"Non subito. Per adesso voglio essere sicura di poter controllare questa energia al momento decisivo." rispose Misia. Si guardò attorno con attenzione, volendo assicurarsi per l'ennesima volta che non ci fosse nessuno in grado di ascoltare quello che stava dicendo, poi continuò. "Se mi liberassi adesso, sarebbe inutile. Ci riprenderebbero subito e questa volta farebbero in modo che io non possa più usare le mie rivelazioni. Voglio essere sicura che quando mi libererò... sarà una sorpresa per i nostri nemici."

"Sei sicura di farcela, Misia?" chiese Nualia, gettando un'occhiata attenta alla sua compagna di squadra.

Misia fece un cenno affermativo con la testa. "Ci vorrà un po' per far allentare queste manette abbastanza da liberarmi, ma credo di avere tutto sotto controllo." affermò. "Adesso, però, restiamo tutti ai nostri posti e facciamo i bravi. Non posso assicurarvi che la mia idea riuscirà, quindi... cercate anche voi di pensare a qualcosa per uscire da questo postaccio."

"Okay, Misia. La prima cosa da fare sarà recuperare il nostro equipaggiamento e scoprire chi ci vuole fregare e perchè. Anche se abbiamo già i nostri sospetti." continuò Eli. Il gruppo tornò a chiudersi nel silenzio, restando seduti sul pavimento delle loro celle, in attesa che gli eventi dessero loro una migliore possibilità di fuga.

I minuti si trasformarono presto in ore, passate in quel luogo angusto dove la cognizione del tempo si affievoliva sempre di più. Più di una volta, uno di loro si era alzato per camminare su e giù per la cella, cercando almeno di sgranchirsi le articolazioni, e Misia stava seriamente cominciando a chiedersi se l'intenzione della Fratellanza dei Sette fosse di lasciarli in quelle celle a morire di sete. Stava cominciando a pensare che forse avrebbe dovuto elaborare un piano più drastico, quando l'udito acuto di Reji e Jolan colse alcuni passi provenienti da una rampa di scale vicina.

"Credo che stiano venendo per noi." sussurrò Jolan. "Anche perchè non vedo nessun altro da queste parti. Teniamoci pronti."

Yan annuì con decisione e guardò nella direzione da cui provenivano i passi. In effetti, stavano arrivando due individui che sicuramente non potevano che essere membri della guardia cittadina di Magnimar. Il giovane guerriero li tenne d'occhio mentre si avvicinavano alle loro celle, e ognuno tirava fuori un mazzo di chiavi con il quale aprirono le porte e fecero loro cenno di alzarsi.

"Orsù, voi! In piedi, senza fare storie!" intimò una delle guardie. "Siete stati chiamati per essere sottoposti alle dovute procedure, e il giudice Ironbriar preferisce che non ci siano ulteriori ritardi."

"Certo che questo Ironbriar è davvero un pezzo grosso, eh?" ironizzò Yan. "Va bene, va bene... se non altro, almeno adesso possiamo spiegare tutti e farvi capire che state commettendo un errore madornale."

"Tra l'altro, non ci sono state ancora mostrate le prove secondo le quali saremmo stati noi ad uccidere Lord Foxglove." proseguì Eli. "Lo sapete che potremmo accusarvi di abuso di potere per averci ammanettato ed imprigionato senza alcuna prova a nostro carico?"

"Vedremo molto presto se non ci sono le prove, mezzelfa." tagliò corto l'altra guardia. "Ora non fate storie e seguiteci!"

Reji sospirò e aiutò le sue compagne ad alzarsi. "Con calma, signori. Con la fretta e la maleducazione non si ottiene nulla." rispose mentre Nualia si sgranchiva le ginocchia. Ad un cenno delle guardie, il gruppetto di amici si mosse e cominciò a seguirle nei corridoi degli Inferni, guidati unicamente dalle lanterne dei due soldati che illuminavano una tenue area tutt'attorno a loro.

Yan restò in silenzio e si affiancò a Reji e Nualia mentre percorrevano una serie di lunghi corridoi e stanza deserte... fino a raggiungere una stanza più grande che dava l'impressione di essere riservata, per l'appunto, agli interrogatori e ad altre operazioni di questo tipo. Un lungo tavolo di legno duro era stato posto nel bel mezzo della sala, e il pavimento, invece che di mattoni, era costituito da delle lastre di marmo bianco, che davano alla stanza un aspetto un po' più pulito rispetto ad altre sale di quella prigione. Diverse sedie erano state piazzate ordinatamente attorno al tavolo, e alcune di esse erano state già disposte in modo che gli accusati potessero sedersi senza difficoltà. Le guardie fecero cenno a Yan e ai suoi compagni di entrare nella stanza, cosa che i ragazzi fecero senza commenti.

"Accomodatevi, vagabondi. Il giudice Ironbriar provvederà a voi quanto prima." disse una delle guardie. Reji fu l'ultima a passare, e una delle due guardie le diede un colpetto sulla schiena con un manganello per spronarla. La monaca trattenne a stento una rispostaccia e raggiunse i suoi compagni all'interno della stanza, storcendo il naso infastidita quando sentì il marmo duro e freddo sotto le piante dei piedi. "Aspettate qui, e non cercate di fare colpi di testa. Non andreste lontano in ogni caso."

"Tranquilli, non siamo un branco di idioti." rispose con acredine Jolan. Misia non si degnò neanche di rispondere e fissò attentamente la porta dall'altro lato della sala, aspettandosi che il famigerato Ironbriar facesse il suo ingresso da lì da un momento all'altro. "Oookay, aspetteremo qui. Così finalmente sistemiamo questa storia, e chiariamo che noi non c'entriamo nulla con la morte di Lord Foxglove."

"Sarà il giudice a deciderlo. Giocatevi bene le vostre carte, perchè siete davvero in una brutta posizione." concluse la seconda guardia. I due soldati uscirono dalla sala degli interrogatori sbattendo la porta dietro di sè e lasciando il gruppo di prigionieri nel bel mezzo della sala. Con un sospiro rassegnato, Eli fece cenno ai suoi compagni di riunirsi al centro della stanza e si guardò le mani, ancora tenute ferme dalle manette di piombo.

"Molto bene, ragazzi. Per adesso, facciamo come dicono loro." sussurrò. "Tenetevi pronti a tutto, in ogni caso. Nualia, tu sei in grado di lanciare qualche incantesimo, adesso?"

"Credo... proprio di sì." fu la risposta, un po' esitante, della aasimar dai capelli bianchi. "Dopotutto, l'altro giorno ho pur lanciato un incantesimo curativo a Yan."

"Ottimo. Quelli della Fratellanza non lo sapevano, altrimenti avrebbero messo le manette anche a te." commentò la mezzelfa. "Va bene. Gli incantesimi che hai potrebbero essere vitali per uscire di qui... ma per adesso cerchiamo di vedere se si può uscirne con la diplomazia e il dialogo."

"Se questo Ironbriar è un tipo ragionevole... cosa che non è proprio sicura." commentò Reji. Qualche secondo dopo, la porta dall'altra parte della sala emise uno scatto secco e si aprì lentamente, in modo da permettere all'individuo che arrivava da quella direzione di entrare. "Oh, eccolo qui! Okay, chi si offre di parlare con..."

La ragazzina Tian si bloccò di colpo e sgranò gli occhi quando riconobbe la persona in testa al gruppo di loschi individui che si presentò nella stanza pochi secondi dopo. Certo, il suo aspetto era un po' cambiato, i lineamenti più scavati e l'espressione abbrutita dal carcere... ma non era difficile riconoscere nell'individuo davanti a loro il criminale mezzelfo che aveva reso loro la vita difficile a Sandpoint - Tsuto Kaijitsu! E non era da solo, visto che con lui c'erano cinque soldati...

No, un momento!

Nell'attimo in cui Tsuto entrò nella sala, i lineamenti dei soldati sbiadirono, e al loro posto apparvero altrettanti individui dall'aspetto poco raccomandabile, ognuno di essi vestito di abiti dai colori sgargianti, vagamente simile a quelli di un clown e con un cappuccio rosso a celare loro il volto, che li identificavano per quello che erano davvero: seguaci di Norgorber, il dio dei segreti e dell'omicidio! Senza dubbio, avevano usato qualche incantesimo per camuffarsi edinfiltrarsi là dentro... ma in quel momento, la questione più pressante era la presenza di Tsuto, le cui intenzioni erano più che evidenti dall'espressione di gioia maligna che gli si leggeva in faccia.

"Aaaaah, i valorosi difensori di Sandpoint che si accompagnano come niente fosse alla donna che più di tutti aveva desiderato distruggere quella miserabile città!" commentò il bandito mezzelfo con feroce sarcasmo. "Che quadretto edificante... e che vergognosa caduta dalla gloria!"

"Tsuto...?" esclamò un'incredula Nualia.

"Ancora tu? Cosa ci vuole per convincerti a non rompere più le scatole?" esclamò Yan, più irritato che sorpreso. Notò che per quanto Tsuto fosse anche lui vestito degli stessi stracci grigi che loro portavano, aveva comunque con sè un'arma dall'aspetto inquietante, un rasoio enorme dalla lama crudelmente affilata, come del resto la brandivano anche gli accoliti di Norgorber.

Tsuto sghignazzò malignamente e sollevò la sua arma. "Se il destino ha deciso di offrirmi un'altra possibilità di vendicarmi di voi, chi sono io per dire di no?" chiese. "E potrò farla pagare anche a te, Nualia... credevo che fossi dalla mia parte, invece vedo che è bastato che tornasse questo tuo amichetto d'infanzia per farti dimenticare di me e di quello che ho fatto per aiutarti!"  

Yan stava per controbattere con un'esclamazione rabbiosa, ma questa volta, con sua grande sorpresa, fu Nualia a bloccarlo. Con un sospiro che esprimeva rammarico e pentimento, la giovane aasimar si piazzò davanti a Yan, come a volergli fare scudo con il suo corpo. Tsuto inclinò la testa da un lato in quello che Yan intrerpretò come un gesto di curiosità, ma il sorriso non scomparve dal suo volto.

"Io non mi sono dimenticata di te, Tsuto." affermò la aasimar. "La verità è che mi sono resa conto di quanto insensato fosse il mio desiderio di vendetta. Che c'era ancora qualcuno che teneva a me, e io sono stata troppo cieca per accorgermene. Non è ancora troppo tardi, Tsuto. " 

"Dopo aver cercato di risvegliare Malfeshnekor e aver giurato fedeltà a Lamashtu, cambi idea di colpo?" rispose Tsuto. "Tsk... non sperare di incantarmi, Nualia. E comunque... ormai io mi sono spinto troppo oltre per tirarmi indietro adesso. E la Fratellanza dei Sette mi ha offerto un posto nelle loro file se riuscirò a farvi fuori. Addosso!"

"La Fratellanza, eh? Ce l'hanno proprio con noi, a questo punto." commentò tra sè Jolan. Non ebbe la possibilità di pensarci su a lungo prima che Tsuto e i cinque accoliti di Norgorber si lanciassero all'attaco brandendo i loro rasoi... e il gruppo cominciò immediatamente a cercare delle armi improvvisate con cui difendersi. Le sedie dalla loro parte del tavolo furono i primi oggetti sui quali cadde la loro scelta, e Yan corse verso il tavolo per poi sollevarlo da un orlo e rovesciarlo su un fianco, in modo da ostacolare i loro aggressori. I cinque incappucciati si fermarono con aria interdetta, ma Tsuto sfruttò i suoi riflessi per saltare oltre il tavolo e lanciarsi all'attacco del giovane spadaccino. Dal punto di vista di Tsuto, era stato Yan a mettergli Nualia contro - e quindi, Yan avrebbe dovuto pagare per primo.

Un pugno tremendo da parte del mezzelfo fuorilegge raggiunse Yan al volto, quasi fratturandogli uno zigomo e mandandolo a terra. Tsuto ghignò e cercò di tenere sotto pressione il ragazzo con un paio di fendenti con il suo rasoio mentre era ancora a terra... ma Reji intervenne rapidamente e sferrò un calcio alla mano con cui Tsuto teneva l'arma, facendogliela saltare di mano!

"Dimentichi che io non ho bisogno di armi per combattere!" esclamò la ragazzina Tian, mettendosi in guardia davanti a Tsuto. Gli incappucciati stavano aggirando il tavolo per aggredire il resto del gruppo, ma la mossa di Yan aveva fatto loro perdere tempo, e Misia era stata in grado di usare i suoi poteri da oracolo per concentrare il calore attorno ai suoi polsi. Con uno sforzo di volontà, la biondina cercò di fondere il lucchetto che teneva bloccate le sue manette, ma vide che le stavano arrivando addosso due degli accoliti di Norgorber, e uno di questi, giunto a distanza ravvicinata, sferrò un fendente con il suo rasoio, mirando alla gola della femmina di gnomo. Misia reagì abilmente e si scansò, e la lama affilata le tagliò soltanto una ciocca di capelli, mentre il calore si concentrava sulle sue mani e sui suoi polsi.

"Trovate qualcosa! Usate tutte le armi che potete per difendervi!" esclamò Eli. Con le manette ai polsi, la mezzelfa non era in grado di usare incantesimi, e stava cercando come poteva di schivare i colpi dei Norgorberiti e infrangere la serratura delle manette. Uno degli incappucciati vibrò un fendente che la prese di striscio ad una gamba, e la giovane maga incespicò brevemente, incoraggiando il cultista ad attaccare di nuovo. Eli alzò di scatto le braccia e usò le sue stesse manette per parare il colpo, provocando un forte tintinnio metallico al momento dello scontro. Nualia aveva afferrato una sedia e la stava usando per tenere a bada un altro accolito di Norgorber, mentre Jolan schivava i fendenti di un altro attaccante. Ognuno cercava di tenere occupato un avversario, in modo che gli assassini incappucciati non potessero concentrate tutti i loro attacchi su uno solo.

Reji si stava occupando di affrontare Tsuto, che aveva raddoppiato i suoi sforzi per trafiggerla, la rabbia verso Yan e Nualia dimenticata quasi del tutto a favore del desiderio di vendetta contro la ragazza che ancora una volta gli metteva i bastoni tra le ruote. Un fendente ferì di striscio Reji ad una spalla, e fu seguito da un calcio alto che però la ragazzina riuscì a parare. Sbilanciò abilmente Tsuto e lo mandò a ruzzolare per terra contro il tavolo rovesciato, ma il mezzelfo si rialzò rapidamente e cercò di colpire di nuovo la ragazza con la sua lama. Con un'agile capriola all'indietro, Reji si portò a distanza di sicurezza, poi mosse una mano davanti a sè per fare cenno a Tsuto di farsi avanti.

"Non crederai di farmi paura soltanto perchè conosci anche tu le arti marziali, vero?" sghignazzò Tsuto. Il malfattore fece una finta, facendo credere a Reji che avrebbe cercato di prenderla da un lato... poi, quando la ragazza sembrava non essere più in guardia, fece una scivolata e le afferrò le caviglie. Con un rapido movimento, la trascinò a terra e cercò di trafiggerla al cuore... ma Reji si era aspettata questa mossa e, con un tempismo eccezionale, bloccò la lama tra i palmi delle mani.

"C-cosa?" ringhiò Tsuto. "Che diavolo... molla il mio rasoio, dannata!"

"Sarai tu a mollarlo!" rispose Reji, tirando con forza verso di sè per cercare di strappargli l'arma di mano. Tra i due iniziò un feroce tiro alla fune, mentre il resto del gruppo se la vedeva con gli incappucciati. Misia stava cercando disperatamente di usare i suoi poteri di oracolo per concentrare il calore in un punto preciso e fondere la serratura delle sue manette, ma uno degli accoliti di Norgorber le stava addosso e le impediva di concentrarsi. La biondina aveva già ricevuto un doloroso taglio sotto la spalla sinistra e un taglietto su una guancia, e il suo avversario le stava piombando addosso per finirla...

...quando Yan si staccò dal suo aggressore rifilandogli una testata e si gettò con tutto il suo peso contro quello di Misia, cogliendolo di sorpresa e facendolo cadere a terra! Nella sorpresa, il cultista di Norgorber fece cadere la sua arma, e Yan non esitò ad afferrarla, sentendosi così un po' più sicuro.

"Aaaah, adesso va meglio! Fatevi pure sotto, pagliacci di Norgorber! Vi mando a vedere il vostro dio!" esclamò Yan, brandendo l'arma davanti a sè. Non se la sentiva bene come la spada a cui era abituato, e immaginava di brandirla nella maniera sbagliata, ma era senz'altro meglio che essere disarmati. "Adesso, Misia! Approfittane e liberati, presto!"

"Grazie, Yan!" esclamò la biondina, mentre lo scagnozzo della setta cercava di aggirare il ragazzo e raggiungerla, senza successo. Approfittando di quel momento di stanca, Misia concentrò la sua energia nei polsi e sulle dita... e sentì che il lucchetto delle manette cominciava ad indebolirsi e a fondere! Yan sferrò un fendente con il rasoio davanti a sè, e la lama lacerò la veste dell'accolito davanti a lui, aprendogli una ferita superficiale ma dolorosa nel torace... e Misia raddoppiò gli sforzi, riuscendo finalmente a fondere la serratura delle sue manette e a farle aprire con uno scatto secco! Ridotte ad un ammasso di metallo contorto, le manette di piombo caddero a terra con un rintocco da spaccare i timpani.

"Bel colpo, Misia!" esclamò Eli, evitando per un pelo un fendente da parte del Norgorberita che le stava addosso. Diede un calcio allo stomaco all'aggressore, ma il suo attacco non ebbe un grande effetto, e l'accolito si limitò a barcollare per un istante prima di sferrare un altro fendente, che aprì una lieve ferita sulla guancia della giovane maga. "Ugh... presto, Misia, dammi una mano! Liberami dalle manette, o non riuscirò a lanciare incantesimi!"

Con un poderoso fendente, Yan abbattè l'accolito che stava affrontando e si voltò verso la sua capogruppo. Si piazzò davanti a lei e a Misia, e tenne il rasoio alto davanti a sè, in modo che gli adepti di Norgorber non riuscissero a raggiungerle senza dover affrontare prima lui. Misia ne approfittò per raggiungere Eli, e usò nuovamente la sua rivelazione per riscaldare la serratura delle manette. Concentrò la sua energia nel palmo di una mano, e la avvicinò alle manette per fondere la serratura.

"Ecco. Questa rivelazione si chiama... Carezza Ardente." spiegò Misia. Nel giro di pochi secondi, la serratura cedette, e le manette di Eli si aprirono e caddero a terra con un forte clangore metallico. "Okay, Eli... adesso possiamo lanciare tutti gli incantesimi che vogliamo!"

"Ottimo lavoro, Misia! Diamo una mano ai nostri compagni!" rispose Eli. Con un gesto della mano, la maga mezzelfa lanciò un incantesimo Dardo Incantato e creò cinque proiettili energetici argentati che sfrecciarono verso gli incappucciati - uno dei quali venne raggiunto da due dei proiettili e crollò a terra con un gorgoglio strozzato.

"Meno due!" esclamò Misia. Non rimanevano infatti che tre adepti, uno dei quali era impegnato a cercare di passare oltre Yan, laddove un secondo stava avendo più difficoltà del previsto a vedersela con il piccolo Jolan. L'agile ed astuto halfling usava una gamba di sedia rotta per colpire il suo avversario, oppure la usava come un pugnale per colpire le gambe del suo avversario e farlo incespicare.

Il terzo malfattore stava cercando di agggredire Nualia, ma la aasimar si stava difendendo abilmente, scansando di colpi e cercando il momento giusto per disarmare l'avversario. Il momento giusto si presentò quando Nualia si scoprì per un istante, e il Norgorberita alzò la lama per cercare di colpirla al cuore...

Gli occhi di Nualia si accesero di azzurro, e la aasimar alzò una mano, puntando il palmo verso il suo aggressore. "Sarenrae benedetta, colpisci il cuore di questo malfattore! INCUTI PAURA!" esclamò con decisione. Una massa di energia oscura avvolse per un attimo il corpo di Nualia prima di volare verso l'avversario, che sgranò gli occhi e rabbrividì nel momento in cui si sentì percorrere da una sensazione di angoscia che non aveva alcuna origine naturale! Indietreggiò, inciampando su una sedia e finendo seduto per terra, poi si allontanò strisciando da Nualia, fissandola con espressione agghiacciata! 

Tsuto, da parte sua, era ancora impegnato a combattere con Reji. La ragazzina era riuscita a disarmare Tsuto, strappandogli il rasoio dalle mani con un brusco movimento delle braccia, e adesso che erano costretti a battersi a mani nude, i due sembravano essere più o meno alla pari. Con un ringhio feroce, il mezzelfo sferrò un colpo di taglio diretto alla gola della ragazza, che riuscì ad evitarlo abbassando la testa di colpo, per poi colpire Tsuto con un pugno alla bocca dello stomaco. Ma il mezzelfo fuorilegge se l'era aspettato, e riuscì a deviare il colpo con un rapido movimento del braccio. Sferrò un altro pugno, facendo barcollare la sua avversaria, che però rispose con un altro pugno e interruppe il suo attacco. Tsuto incespicò e si afferrò saldamente al bordo del tavolo, poi agguantò la sedia più vicina e sferrò con essa un poderoso colpo che raggiunse Reji al fianco destro e le strappò un breve grido di dolore.

La giovane monaca cadde in ginocchio, e Tsuto sollevò la sua arma improvvisata con l'intenzione di calarla addosso a Reji. Ma quest'ultima reagì con prontezza e sferrò una spazzata con la gamba sinistra, colpendo le caviglie del suo avversario e facendolo cadere a terra. Reji strinse i denti e cercò di attaccare Tsuto mentre quest'ultimo cercava di rialzarsi, sferrando una gomitata che colpì il fuorilegge allo stomaco.

"Aaaargh! D-dannata..." ringhiò, un attimo prima di beccarsi un calcio alla testa da Reji. Afferrò la caviglia della giovane e tirò verso di sè, poi afferrò un pezzo di legno affilato e cercò di usarlo come un pugnale e piantarlo nella gola di Reji. Appena in tempo, Reji spostò la testa da un lato, e il colpo azzannò il pavimento. Con uno scatto improvviso, la ragazzina si alzò e afferrò le spalle di Tsuto, per poi sferrargli una testata in fronte. Tsuto ringhiò di dolore e fu costretto ad indietreggiare, ma Reji non gli diede tregua e lo colpì ancora con una raffica di pugni... e questa volta, Tsuto non riuscì a reggere e crollò al suolo ansimante, il volto pieno di lividi.

"Ora basta, Tsuto Kaijitsu." esclamò Yan, raggiungendo la sua amica e puntando il suo rasoio contro l'avversario sconfitto. Ora che potevano di nuovo ricorrere alla loro magia, Eli e Misia avevano completamente ribaltato le sorti dello scontro: la femmina di gnomo aveva fatto nuovamente ricorso ad un incantesimo Infliggi Ferite, incanalando una gran quantità di energia negativa e scaricandola tutta insieme nel corpo dell'accolito di Norborger più vicino. Rendendosi conto che ormai la battaglia era persa, i due adepti sopravvissuti si affrettarono verso l'uscita, lasciando Tsuto al suo destino e chiudendo di colpo la porta dietro di sè.

"Hey! Quelli stanno scappando!" esclamò Jolan.

Eli scosse la testa. "Ignorali. Meglio per noi. Adesso, se non altro abbiamo il pezzo grosso e possiamo fargli tutte le domande che vogliamo." sentenziò, per poi voltarsi verso Tsuto, che giaceva a terra stordito, con la lama di Yan puntata al collo. "Okay, Tsuto Kaijitsu. Questa è la terza volta che cerchi di farci fuori, e sinceramente mi è venuta a noia, questa storia! Chi ti ha fatto uscire di galera? Chi ti ha mandato ad ucciderci?"

"Per favore, Tsuto, adesso credo che possa bastare." esclamò Nualia, cercando ancora una volta di indurre il suo ex-complice alla ragione. "Ascoltami, ti prego. Non è ancora troppo tardi. Io... io... credevo che il mio futuro fosse ormai deciso... credevo che tutto quello che mi restava fosse far parte della schiera di Lamashtu e diventare uno dei suoi demoni... ma ho scoperto che non è così! Che se solo lo avessi voluto... ci sarebbe ancora stata la possibilità di rifarmi una vita!"

"Già... l'ho visto! Non appena hai trovato qualcosa di meglio, mi hai tradito per il tuo insulso amichetto!" ringhiò Tsuto con acredine. "Come mia sorella. Come tutti gli altri. Alla fine, vengo sempre tradito!"

"Non ti è venuto in mente che potrebbe anche essere colpa tua, piuttosto che credere di essere sempre e soltanto tu la vittima?" chiese Reji. "Ameiko non ti ha tradito. Lei voleva darti la possibilità di riallacciare i rapporti. Sei stato tu a dirle di no e ad aggredirla!"

"Io... io ero come te, Tsuto." rispose Nualia scuotendo la testa. "Ma alla fine ho capito che stavo solo gettando via la mia vita. Che questo rancore... mi stava portando a fare del male a chi non lo meritava, e che avevo ancora la possibilità di fare qualcosa della mia vita... che c'erano ancora delle persone disposte ad aiutarmi... perchè non lo comprendi anche tu?"

"Sì, Nualia ha ragione, Tsuto. Anche per te ci può essere una seconda possibilità." rispose Yan con un sospiro, allontanando giusto un po' la lama dal corpo di Tsuto per dargli la possibilità di alzarsi. "Per favore, ascoltaci. Non deve per forza finire male. Anche tu hai il diritto di riprendere in mano la tua vita."

"Non sei condannato ad essere infelice." continuò Misia. "Ma prima di tutto... devi assumerti la responsabilità delle tue azioni, e comprendere che anche tu devi fare la tua parte per avere un futuro migliore."

Per diversi istanti, Tsuto rimase fermo dov'era, disteso a terra supino a guardare i suoi avversari, come esterrefatto che ancora volessero offrirgli una possibilità di riscatto... e Yan ebbe l'impressione che finalmente stessero facendo breccia nel suo rancore...

Poi, un ghigno sprezzante apparve sul volto di Tsuto... e il mezzelfo afferrò la lama che Yan gli puntava contro, e se la conficcò nel petto, all'altezza del cuore! Yan e Nualia sgranarono gli occhi in un misto di rammarico ed orrore, mentre una macchia di sangue si allargava rapidamente sulla veste di Tsuto.

"No!" esclamò Reji. "Tsuto, pezzo di idiota! Perchè l'hai fatto?"

Un rivoletto di sangue colò da un angolo della bocca di Tsuto. "Io... non ho bisogno... di essere compatito... da voi..." mormorò, un attimo prima che le forze lo abbandonassero del tutto. La luce svanì dai suoi occhi, e il mezzelfo esalò il suo ultimo respiro.

Scioccato per un attimo dalla reazione di Tsuto, Yan mollò la presa sull'arma ed indietreggiò, poi imprecò e scosse la testa. "Che diavolo... pezzo di imbecille! Poteva fare ancora tante cose... e invece si è ammazzato come un coglione!"

Nualia abbassò lo sguardo in un'espressione di vergogna, una sensazione che provava di nuovo per la prima volta dopo tanto tempo. Era stata lei a convincere Tsuto a perseguire la vendetta e a portarlo su quella cattiva strada, e adesso... questa strada lo aveva portato a quella tragica conclusione. La aasimar rabbrividì e si mise una mano sugli occhi, provando disgusto verso sè stessa, mentre il gruppo restava fermo dov'era, in mezzo a quella sala inzuppata di sangue, sul cui pavimento giacevano i corpi senza vita di Tsuto e di tre accoliti di Norgorber.

"Bene... e adesso cosa facciamo? Non ci metteranno molto a scoprire che è successa questa gazzarra." affermò Jolan guardandosi attorno.

Eli sospirò e si massaggiò la fronte, cercando di farsi venire qualche idea. Quello che era successo limitava di molto le loro possibilità. Forse la cosa più sensata da fare sarebbe stata cercare un luogo dove nascondersi, e attendere un momento in cui le guardie degli Inferni avessero abbassato il livello di attenzione. Poi da lì, cercare di recuperare il loro equipaggiamento e tornare alla gilda dei Pathfinder. In quel momento, Lady Heidmarch le dava l'impressione di essere la persona che meglio di ogni altra avrebbe potuto aiutarli a districare quella matassa...

"Vedo che sono arrivata appena in tempo..." si sentì una voce proveniente dalla porta dalla quale Tsuto e i seguaci di Norgorber erano entrati. Eli ebbe un sobbalzo quando si accorse che a parlare era stata proprio Lady Heidmarch, accompagnata da alcune guardie del corpo, due delle quali avevano catturato ed ammanettato i due Norgorberiti cheerano battuti in ritirata. "Scommetto che non vi aspettavate di trovarmi qui, signori. Sono venuta non appena ho avuto notizia del vostro arresto, e a quanto vedo... qualcuno vi ha incastrato bene."

"Lady Heidmarch!" esclamò stupita Misia, per poi lanciare qualche incantesimo curativo per rimettere in senso sè stessa e i suoi compagni. "Ma... cosa sta succedendo qui? Questi adepti di Norgorber... lavorano per la Fratellanza dei Sette, vero?"

"E come hanno fatto ad infiltrarsi qui negli Inferni?" chiese Yan, cercando di apparire presentabile anche con quegli stracci da galera che aveva addosso. "Hanno qualche talpa nel sistema giudiziario di Magnimar?"         

"Su questo non ci sono dubbi." rispose con decisione la leader della loggia dei Pathfinder di Magnimar. "E temo che sia a livello molto più alto di quanto potessimo sospettare. Sperabilmente, questi signori saranno disposti a parlare... in cambio di una riduzione della pena."

Lady Heidmarch fissò gelida i due adepti incappucciati, che ancora cercavano debolmente di liberarsi. "Ma prima di tutto... venite con noi, presto. Dobbiamo uscire di qui, prima che la Fratellanza dei Sette si renda conto che il loro uomo ha fallito." affermò. "Dobbiamo muoverci in fretta, se vogliamo estirpare questo cancro da Magnimar."   

                    

         

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CONTINUA... 

 

 

 

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Capitolo 41
*** Rovi di ferro ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti  
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam  

  

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE  

Capitolo 38 - Rovi di ferro

 

Dopo aver recuperato il loro equipaggiamento ed essersi rivestiti il più in fretta possibile, Yan e i suoi compagni avevano seguito Lady Heidmarch e il suo seguito fino alla grande villa in cui si erano incontrati con lei soltanto poche ore prima. Per fortuna, lì le guardie cittadine di Magnimar non potevano entrare senza un permesso ufficiale... e questo avrebbe dato loro un po' di tempo per organizzarsi e pensare alla loro prossima mossa. Anche se Magnimar stava cominciando a diventare un posto pericoloso...

"Grazie ancora di essere venuta a darci una mano, Lady Heidmarch..." disse Yan, passandosi una mano sul volto appena sbarbato e lavato. Il ragazzo era ancora un po' sconvolto per la morte di Tsuto e per quello che era venuto alla luce di recente, e restò per un attimo a riprendere fiato e a controllare che tutto il suo equipaggiamento fosse a posto. Era un modo per assicurarsi che, nel caso fosse accaduto qualche altro imprevisto, lui sarebbe stato in condizioni di difendere sè stesso e i suoi compagni. "Ma che sta succedendo, qui a Magnimar? Prima quei senzavolto, e adesso quei dannati Norgorberiti... e quell'idiota di Tsuto. Sembra quasi che tutta la città ce l'abbia con noi!"

"E non è tanto sbagliato dire così." affermò Lady Heidmarch. La giovane nobile raggiunse la sua scrivania e aprì un cassetto, dal quale tirò fuori dei documenti. "Per gli dei, che cosa non succede in questa città! I Norgorberiti ce l'hanno fatta sotto il naso, e si sono introdotti in chissà quante posizioni importanti senza che nessuno se ne accorgesse. Non mi stupirebbe se quella Lady Xanesha di cui mi avete parlato li avesse sfruttati per i suoi scopi. Probabilmente collabora con loro... o potrebbe anche controllarli in qualche modo."

"Le guardie che ci hanno portato dentro avevano parlato di un certo giudice Ironbriar." affermò Misia sgranchendosi le mani, ancora un po' intorpidite a causa delle manette che avevano usato per impedirle di lanciare incantesimi. "Voi avete già sentito questo nome, lady Heidmarch?"

A giudicare dall'espressione vagamente allarmata della donna, Misia immaginò che la risposta fosse sì. "Giudice Ironbriar, dite?" chiese, corrugando la fronte. "Sì... è uno dei tredici magistrati della Corte di Giustizia di Magnimar, che viene consultata quando c'è bisogno di un arbitraggio legale che va al di là di quello che le guardie cittadine sono normalmente autorizzate a gestire. Ma... quello che mi state dicendo, signorina Chen, ha delle gravi implicazioni. Vorrebbe dire che i Norgorberiti sono riusciti ad infiltrarsi nella nostra città fino a questi livelli, e hanno la possibilità di far volgere i processi a loro piacimento, eliminando i loro rivali e facendo in modo che la legge non tocchi loro e i loro alleati."

"E questo Ironbriar ha usato la sua posizione per farci sbattere dentro. Tsk, io... una studentessa modello della Roccia dei Profeti, gettata in un puzzolente carcere come una comunissima delinquente!" affermò Eli, per poi lisciarsi gli abiti e aggiustarsi il cappello sulla testa. "Bah, lasciamo perdere le rimostranze... e pensiamo al problema immediato."

"E' vero. Quello che dovremmo fare, in questo momento, è cercare questo Ironbriar e cercare di farci dare un po' di spiegazioni." rispose Reji. "Dove pensate potrebbe trovarsi il nostro beneamato giudice in questo momento?"

"Non lo so, se devo essere sincera. Se c'è una cosa che i seguaci di Norgorber sono bravi a fare, è nascondersi." rispose la Heidmarch. "Ma non dubitate del fatto che mi metterò immediatamente a cercarlo. I miei contatti stanno già passando al pettine Magnimar per scoprire il luogo dove Ironbriar e i suoi uomini si stanno nascondendo. Non dovrebbe volerci molto... non hanno avuto tanto tempo per occultare le loro tracce."

"Certo, se fossimo riusciti a prendere vivo Tsuto, forse avremmo potuto fargli qualche domanda un po' più specifica..." rispose Jolan con un sospiro.

Nualia, che fino a quel momento era rimasta chiusa in un cupo silenzio, voltò le spalle al resto del gruppo e si incamminò nervosamente verso una grande finestra elegantemente ornata che dava sulle strade dei quartieri alti della grande città. Con un sospiro, Nualia appoggiò una mano alla parete e guardò fuori, verso le case avvolte nell'oscurità, rischiarate qua e là soltanto da qualche luce tremante, qualche lanterna tenuta da qualcuno che si arrischiava ad andarsene in giro a quell'ora.

"Nualia?" chiese Yan, voltandosi preoccupato verso la sua amica d'infanzia. La raggiunse e le pose gentilmente una mano sulla spalla, gesto che lei ricambiò ponendo la mano ancora normale sulla sua. "Va tutto bene? Da quando siamo usciti da quella cella... mi sembri sconvolta."

"Sai, potrei dire lo stesso di te, Yan..." rispose lei con un sorriso amaro. Il giovane fece una breve risata a denti stretti, rendendosi conto che Nualia aveva ragione. "Ecco... io... non credevo che avremmo avuto di nuovo a che fare con Tsuto, e... che posso dire..." Sospirò e scosse la testa, la voce tinta da un misto di rabbia, vergogna e rimpianto. "Sono stata io a traviare Tsuto. Io gli ho proposto di prendere la strada della vendetta. Io l'ho spinto a schierarsi contro Sandpoint e l'ho introdotto nel culto di Lamashtu... se non fosse stato per me, forse ora Tsuto sarebbe ancora vivo, e forse avrebbe potuto riconciliarsi con la sorella..."

Yan sospirò e accarezzò la spalla della sua amica, cercando di pensare a cosa dire per rassicurarla. Purtroppo, quello che Nualia aveva detto, se ne rendeva conto anche lui, non era del tutto sbagliato... ma il ragazzo non voleva neanche che Nualia si assumesse tutta la colpa.

"Può essere. O forse no." disse Reji guardando fuori a sua volta. "Con o senza di te, quell'uomo era posseduto dal livore e dal desiderio di vendetta. Tu gli hai dato i mezzi per ottenerla, ma... insomma, è inutile disperdersi con i 'se' e i 'ma'. La verità è che abbiamo cercato di dare a Tsuto più di una possibilità, e lui si è rifiutato ogni volta. Ad un certo punto, non puoi dare la colpa soltanto a te stessa, Nualia."

Yan ringraziò tra sè la sua amica di tante avventure per aver espresso il suo parere meglio di quanto avrebbe saputo fare lui stesso. "Sì, è così... purtroppo la verità è che le conseguenze delle nostre azioni continueranno a venirci dietro, ma non dobbiamo lasciarci scoraggiare." affermò. "E' giusto che tu ricordi a te stessa il tuo passato, in modo da non ricaderci mai più... ma non lasciare che lo sconforto si impadronisca di te."

Nualia annuì e sospirò. "Ci proverò. Grazie, Yan... Grazie, Reji..." sussurrò la aasimar.

"Tornando al nostro amico giudice..." continuò Jolan. "Lei dice di avere dei contatti che potrebbero farci sapere dove si trova. Nel frattempo... noi che cosa facciamo?"               

"Per adesso, approfittate per riposarvi un po'. Ripristinare i vostri incantesimi e recuperate le forze." affermò. "Intanto, cercherò di far pervenire quanto prima un messaggio al sindaco Grobaras. Ho l'impressione che i seguaci del Padre Scuoiatore accelereranno i tempi, ora che sanno che potrebbero essere compromessi."

“E mi piacerebbe anche sapere da dove diavolo sono venuti, quei senzavolto…” rispose Jolan, ripensando allo spiacevole incontro che aveva fatto con le due mostruosità mutanti che avevano assunto le sembianze delle sorelle di Aldern Foxglove.

La Heidmarch sospirò. C'erano un po' troppi elementi che le sfuggivano, e si ripromise che non appena quella crisi fosse cessata (sperabilmente, con meno vittime possible) avrebbe cercato di tenere sotto controllo meglio le zone oscure della sua città. Il culto di Norgorber, questa misteriosa Xanesha, il Consorzio dell'Aspide… queste ed altre organizzazioni e malfattori si erano infiltrati a Magnimar, e stavano già muovendo I fili dei loro burattini. Era necessario essere ancora più vigili di quanto non fossero già stati…

“D'accordo. Se è questo che ci consiglia, resteremo qui per un po'.” Commentò infine Eli, e fece un cenno di assenso a Lady Heidmarch, ringraziandola per l'aiuto che aveva loro concesso.“Ma… quando scoverete questo Ironbriar, chiederemmo di occuparci noi di lui. Credo che… abbiamo delle buone probabilità di prenderlo vivo, e magari farlo cantare un po'.”

"Non sarà facile farlo uscire allo scoperto." riflettè la Heidmarch a voce alta, picchiettando sul pavimento con il suo bastone da passeggio, come se stesse cercando di spronare sè stessa a farsi venire una buona idea. "Comunque, lasciate fare a me, e andate pure nelle stanze degli ospiti a riposarvi. Ve lo meritate, dopo tutto quello che avete passato. Vi aggiornerò su tutto quello che io e i miei uomini riusciremo a portare alla luce. E se c'è un modo di prendere Ironbriar e farlo confessare, vi assicuro che lo troveremo."

Yan riuscì a sorridere sollevato. Dopo tutte quelle vicissitudini, l'idea di riposare in un letto comodo e morbido non gli dispiaceva per niente. Magari dopo aver fatto un bagno caldo ed essersi tolto tutta la sporcizia di dosso...

 

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Da un'altra parte della città, in un covo che era passato inosservato per molto tempo a qualsiasi pattuglia - grazie anche a delle generose "donazioni" che un certo magistrato corrotto elargiva - diversi cultisti di Norgorber si erano riuniti per discutere l'attuale emergenza, e per decidere come comportarsi. Quello che avevano sentito li aveva allarmati, e sentivano che la loro segretezza era in pericolo - cosa che per un culto del dio dell'omicidio era un anatema.

"Maledizione, ma cos'è successo? Fino a poco tempo fa stava andando tutto a gonfie vele... come abbiamo fatto a ficcarci in questa situazione?"

"Non dovevamo fidarci di quello straccione d'un Kaijitsu! Ha mandato al diavolo il piano!"

"Ve lo dico il perchè, ragazzi... è stato da quando il capo si è andato ad impegolare con quella tipa che si fa chiamare Xanesha!"

"Quella ha qualcosa che non va, te lo dico io! Non è umana!"

"Sai quanto me ne frega se è umana o meno... quello che ci frega è il fatto che si sta rigirando il capo come le pare!"

"Non farti sentire dal capo! Credo che stia arrivando in questo momento!"

Una serie di passi rapidi e decisi annunciò l'arrivo nella stanza spoglia del leader di quella cella di assassini e cultisti - un elfo dai capelli neri tagliati corti, avvolto in ampie vesti rosse e purpuree, con un'espressione acuta e spietata nei suoi freddi occhi neri. Il giudice Ironbriar entrò nella sala, e tutti i cultisti fecero silenzio e attesero che il loro leader parlasse.

Con espressione truce, Ironbriar si guardò attorno per assicurarsi che l'attenzione di tutti fosse su di lui... poi si schiarì la voce e parlò con tono autoritario. "Miei fedeli. Ci troviamo in una posizione difficile, su questo non credo ci siano disaccordi." affermò con una sicurezza quasi snervante. "La nostra pedina, Tsuto Kaijitsu, non si è rivelato capace come credevo, o forse ho sottovalutato il valore di quel gruppo di aspiranti Pathfinder. Al momento, Lady Sheila Heidmarch ha cominciato a fare ricerche, e credo che non sia che questione di tempo prima che il gruppo di avventurieri appena menzionato si presenti qui e tenti di catturarci o peggio."

"La cattura equivarrebbe alla morte per noi!" si lamentò uno dei cultisti, forse troppo preoccupato per la sua pelle per considerare un modo un po' meno sconveniente di parlare al suo capo. "A Magnimar c'è la morte per la partecipazione attiva ad un culto di Norgorber!"

"Non è necessario che mi venga ricordato." rispose freddamente Ironbriar, mentre gettava un'occhiata eloquente al cultista che aveva appena aperto bocca. "Ho studiato il sistema legale di Magnimar con la massima dedizione possibile, esattamente allo scopo di infiltrarmi in esso. Detto questo, avete ragione a dire che questo nascondiglio non durerà a lungo. Lady Heidmarch possiede le risorse che le servono per compromettere la segretezza di questo covo... e dubito che a Magnimar ci sarà posto dove nasconderci, se ciò dovesse accadere."

Nonostante dicesse così, Ironbriar restava freddo e padrone di sè, cosa che confermò ai suoi uomini che aveva qualcosa in mente. In quel momento, qualsiasi piano l'elfo giudice avesse in mente era la loro unica possibilità di uscire interi da Magnimar. "Detto questo... abbiamo ancora la possibilità di redimerci agli occhi di Lady Xanesha, il che è senza dubbio la nostra priorità. Non possiamo ritirarci adesso, la nostra signora lo prenderebbe come un segno di debolezza... e comunque ci farebbe eliminare tutti per non compromettersi." affermò.

"E che cosa dovremmo fare, capo?" esclamò un altro dei cultisti dal copricapo colorato, gettando un'occhiata nervosa alla corte spada ricurva rinfoderata sulla schiena del giudice corrotto. "Se non ce ne andiamo di qui, quei dannati ci scoveranno e ci distruggeranno!"

"Che ci scovino, non c'è dubbio... ma è sul fatto che ci distruggeranno che nutro i miei dubbi." affermò Ironbriar, accarezzando l'elsa della sua arma. "Anche se dovessero scoprire dove ci troviamo, questo non significa che sappiano cosa li aspetti... o quanti di noi siano pronti ad accoglierli. E anche se fuggissimo... potremmo sfuggire a quel branco di intriganti, ma certo non a Lady Xanesha."

I cultisti tacquero, chiedendosi cosa volesse dire il loro capo... e quest'ultimo, come se avesse sentito i loro pensieri, diede immediatamente una risposta. "Vi posso assicurare, miei fedeli, che le mie facoltà mentali non sono in alcun modo venute meno." affermò. "Dato il fallimento di Tsuto Kaijitsu, si richiedono metodi più diretti di eliminare Yan Gudril e il suo gruppo, e al momento, loro si trovano sotto protezione nella dimora di Lady Sheila Heidmarch. Introdurci là dentro con il favore dell'oscurità sarebbe puro suicidio, quindi abbiamo bisogno di farli venire a noi. Per fortuna, questo non sarà un problema. Per adesso, lasciamo che facciano. Presto si dirigeranno verso questo nascondiglio per cercare di catturarci. Per allora, i nostri infiltrati ci daranno ampio avviso, e ci metteremo in posizione, pronti ad accoglierli. Lady Xanesha ci ha affidato questa delicata parte della sua missione, e non possiamo deluderla - il nostro prossimo errore potrebbe tranquillamente essere l'ultimo."

Alcuni dei presenti rabbrividirono di paura a quella prospettiva, ma nessuno di loro suggerì l'idea di fuggire. Sembrava che per quanto guardassero con sospetto la famigerata Xanesha, fossero tutti troppo intimoriti da lei per osare opporsi.

"E per essere sicuri di avere in pugno coloro che hanno eliminato Aldern Foxglove..." continuò Ironbriar. "Lady Xanesha ha mandato un nostro... ospite speciale a darci una mano."

Si voltò leggermente dietro di sè, mentre una figura serpentina scivolava furtivamente dietro di lui e si piazzava al suo fianco - un grosso serpente-goblin dalle squame grigio piombo, i cui occhi rossastri scintillavano come due tizzoni ardenti, e la cui lingua scivolava rapidamente dentro e fuori dalla bocca, cercando di captare quante più informazioni possibili. Il serpente dalla testa di goblin guardò con attenzione i seguaci di Norgorber riuniti in quella sala, cercando di darsi un tono e farsi credere più deciso di quanto non fosse in realtà. Tethiqqa sapeva che stava facendo un gioco pericoloso. Se era lì, era perchè Xanesha lo aveva costretto, e perchè pensava che avrebbe potuto essere utile con la sua magia... ma sinceramente, avrebbe di gran lunga preferito restare nelle retrovie e continuare a manipolare la situazione.

"Il mio nome è Tethiqqa..." sibilò di malavoglia la serpe-goblin. "Ssssono una ssserpe-goblin delle tribù della regione di Ssssandpoint. E ssssono qui per proporre il mio aiuto per ssssbarazzarci per ssssempre degli avventurieri che ci sssstanno mettendo i bastoni tra le ruote. Lady Xanessssha mi ha incaricato di assssisssstervi... ed è quello che ho intenzione di fare."

"E' come avete sentito voi." disse Ironbriar con cauto ottimismo. "Con l'aiuto di Tethiqqa e la nostra esperienza, sono convinto che riusciremo ad attirare in trappola i nostri nemici e toglierli di mezzo una volta per tutte. Vi ricordo che Lady Xanesha non è disposta ad attendere troppo a lungo, e se vogliamo evitare rappresaglie, dobbiamo darle risultati concreti."

I cultisti incappucciati annuirono, chi con più, chi con meno entusiasmo, e si alzarono dalle loro sedie prima di ricevere l'ordine di tenersi pronti a tutto, in qualsiasi evenienza...

 

oooooooooo

 

Era incredibile come un bagno caldo ed otto ore di sonno consecutive riuscisseero a far sentire meglio una persona.

Quando Yan si svegliò dopo essere crollato la notte prima su un letto elegante e ben tenuto, il sole era già alto in cielo e illuminava una stanza piccola ma confortevole nell'ala ovest del palazzo degli Heidmarch. Dopo essersi sistemato al meglio delle sue possibilità, Yan restò per qualche secondo a godersi lo spettacolo di quella graziosa sala per gli ospiti. Non si sarebbe mai immaginato che un giorno sarebbe riuscito a passare una notte in un luogo così comodo. Un materasso morbido, coperte calde e senza l'odore di umidità che permeava molti dei luoghi dove aveva dormito in passato. Certo che si trattavano bene, questi nobili... e nel caso di Lady Heidmarch, trattava bene anche i suoi ospiti.

Il ragazzo si alzò e si sgranchì le articolazioni, risvegliandosi del tutto e cominciando a riscuotersi da quel sogno ad occhi aperti. Non era il momento di disperdersi. Molto probabilmente li attendeva una giornata impegnativa. Lui e i suoi compagni dovevano darsi da fare per scovare il giudice Ironbriar e farlo confessare... e questo probabilmente avrebbe voluto dire fare irruzione nel loro nascondiglio e farsi largo tra un bel po' di cultisti.

"Okay... è ora di mettersi al lavoro." disse tra sè, per poi uscire dal letto, lavarsi e rivestirsi in fretta. Dopo essersi assicurato che tutto fosse a posto, Yan lasciò la sua stanza, incrociando Eli e Misia appena fuori dalla porta. "Ah! Salve, ragazze... vi siete svegliate presto anche voi!"

Misia soffocò uno sbadiglio. "Yaaawn... se devo essere sincera, avrei dormito volentieri un altro po'..." mormorò la biondina. "Eli mi ha praticamente trascinato giù dal letto..."

"Visto che prima sei stata tu a trascinarmi a Sandpoint, direi che adesso siamo pari!" scherzò Eli, per poi schiarirsi la voce "Ad ogni modo... spero che tu ti sia riposato bene, Yan. Oggi sarà una giornata di lavoro."

"Sì, immagino... dovremo cercare di dare una mano a Lady Heidmarch per scoprire quanto più possibile sul giudice Ironbriar." rispose Reji, arrivando in quel momento già vestita e completamente sveglia. Misia le rivolse uno sguardo vagamente invidioso. Come faceva quella ragazza ad essere sempre così scattante? "Buongiorno, ragazzi... spero che siate riusciti a riposare abbastanza!"

"Puoi dirlo forte!" rispose prontamente Jolan, arrivando in quel momento anche lui, accompagnato da Nualia. La aasimar dai capelli bianchi sorrise lievemente e salutò i suoi compagni di squadra con un gesto della mano rimasta normale. "Non ricordavo di aver mai dormito così profondamente... certo, immagino che sia naturale, dopo essere stati seduti per ore in una cella."

"Lieta di sapere che le nostre stanze degli ospiti sono state di vostro gradimento." intervenne la voce calma di Lady Sheila Heidmarch. Il gruppo si voltò nella direzione dalla quale stava arrivando la fondatrice della loggia dei Pathfinder di Magnimar, a passo lento e cadenzato, mantenendo il suo portamento altero ed elegante. Era già vestita del suo elaborato abito di seta verde, i capelli raccolti ordinatamente in uno chignon dietro la testa, e con in mano il suo bastone di legno pregiato, e stava guardando i ragazzi con espressione attenta e al tempo stesso accomodante.

"Lady Heidmarch." disse Yan, riscuotendosi dalla sua sorpresa e facendo un formale inchino alla nobildonna, subito imitato dal resto del suo gruppo. "Dobbiamo nuovamente ringraziarla per la sua disponibilità e per l'aiuto che ci ha dato."

"Era mio dovere." rispose prontamente la nobildonna. "Inoltre, penso che potrà farvi piacere la notizia che i miei contatti sono riusciti ad individuare il luogo dove probabilmente si nasconde Ironbriar. Detto questo... è un luogo infido e pericoloso, e non posso escludere che i Norgorberiti si aspettino già un attacco."

"I seguaci di Norgorber imparano presto ad essere paranoici..." commentò Eli alzando le spalle. "Beh, può darsi che si aspettino un attacco, ma non sanno in che modo e quando. Questo ci da un minimo di vantaggio su di loro. Detto questo... sono d'accordo che prima sia meglio sentire tutto quello che avete da dire, Lady Heidmarch."

La Heidmarch annuì in segno di approvazione. "La prudenza non è mai troppa, soprattutto quando si ha a che fare con un culto pericoloso come quello del Padre Scuoiatore." affermò. "In ogni caso... credo che prima di tutto sia il caso di fare una buona colazione. In seguito, se voleste seguirmi nel mio studio, vi illustrerei ciò che i miei contatti hanno scoperto, e potrete regolarvi di conseguenza."

"In effetti, qualcosa da mettere sotto i denti ci farebbe comodo, in questo momento..." disse Jolan con un sorriso sollevato. Scacciò via l'inquietante pensiero di quella porcheria che le guardie carcerarie chiamavano rancio, e seguì il resto del gruppo dietro alla loro benefattrice...

 

oooooooooo

 

La colazione, con grande sollievo di Jolan, era stata in effetti rapida ma gustosa; e subito dopo, il gruppo si era riunito nello studio di Lady Heidmarch, dove la fondatrice dei Pathfinder di Magnimar si era già seduta alla sua scrivania, davanti ad alcuni documenti piazzati in maniera ordinata ad un angolo del mobile di legno laccato. Lady Heidmarch fece cenno agli avventurieri di accomodarsi, e attese che ognuno di loro si fosse seduto prima di iniziare il suo discorso.

"Sono riuscita a scoprire dei particolari molto interessanti riguardo il giudice Ironbriar." disse la Heidmarch. Srotolò alcuni documenti ingialliti dai decenni e mostrò al gruppo alcune sezioni compilate, dove l'inchiostro era evidentemente sbiadito, ma per fortuna ancora leggibile. "Sapevate già, immagino, che Vorel Foxglove faceva parte di una setta di adoratori dell'oscuro Norborger, nella sua identità di Padre Scuoiatore."

Eli annuì con espressione concentrata. Sapeva che il culto di Norborger era suddiviso in quattro parti, ognuna delle quali si focalizzava su un aspetto specifico della malvagia divinità - il Mietitore di Reputazioni, il Padrone Grigio, Ditanere... e quello con cui stavano avendo a che fare al presente, il Padre Scuoiatore, che si concentrava sull'omicidio.

"Molto bene. Quello che forse ancora non sapete è che Ironbriar è uno dei cosiddetti "randagi", ovvero gli elfi che, per un motivo o per l'altro, crescono in comunità non elfiche." proseguì Lady Heidmarch. Alcuni membri del gruppo espressero evidente stupore alla rivelazione, ma la nobildonna decise di non soffermarsi troppo su certi elementi, e invece di proseguire la spiegazione. "Abbiamo scoperto che è nato e cresciuto nella città di Vyre, un decadente covo di vizio ed edonismo posto su un'isola nella parte settentrionale dell'Impero di Cheliax. Ironicamente, è anche il luogo dove il culto ha avuto origine, e Ironbriar è stato da molto tempo un membro prominente di questo culto."

"Capisco... e quindi, la cella di seguaci di Norgorber di cui Ironbriar fa parte si è trasferita qui a Magnimar già da un bel po', ci ho azzeccato?" chiese Yan, osservando i documenti senza riuscire a capirci granchè.

La Heidmarch fece una lieve risata a bocca chiusa. "Possiamo dire così, signor Gudril." affermò. "Caso strano, Ironbriar è diventato il leader del culto subito dopo la scomparsa di Vorel Foxglove... e in quello stesso periodo, Ironbriar è stato nominato magistrato. Tutto questo faceva parte del suo piano per infiltrarsi nelle cerchie più elevate della società di Magnimar."

"Ironico, vero?" chiese Misia. "Che un seguace di Norgorber usi una falsa identità come magistrato per coprire i suoi crimini."

"Decisamente..." confermò Reji. "Ma... questa volta, siete riusciti a sapere qualcosa di più su di lui?"

Lady Heidmarch annuì con decisione. "Sì. Abbiamo scoperto che diversi mesi fa, Ironbriar è entrato in contatto con una certa Xanesha... un nome che immagino a voi dirà qualcosa." affermò. Ebbe bisogno soltanto di un'occhiata al resto del gruppo per rendersi conto che in effetti era proprio così. "Da allora, la cellula di Norgorberiti di Magnimar ha strettamente collaborato con questa misteriosa persona, di cui ancora non siamo riusciti a determinare la vera identità. Se davvero di una persona si tratta, beninteso."

"Capisco... ora tutto ha senso. Sì, i pezzi del puzzle cominciano ad incastrarsi tra loro." rispose Eli con un cenno della testa. "In effetti, con uno scagnozzo di Norgorber infiltrato tra i giudici di Magnimar al suo servizio, questa Xanesha può controllare entro certi limiti le forze dell'ordine della città... e non dev'essere stato difficile per lei intavolare un'accusa di omicidio contro di noi, usando Ironbriar come tramite."

"Beh, a questo punto c'è una sola cosa da fare." tagliò corto Reji con uno sguardo cupamente determinato. La ragazzina Tian si diede un pugno sul palmo di una mano. "Ovvero, andiamo da Ironbriar e ci facciamo dire dove si nasconde la fantomatica Xanesha! E se lui si rifiuta... lo convinciamo!"

"Aspetta un momento, Reji. Non correre troppo." rispose Nualia alzando una mano. "Prima di tutto... considera che noi siamo tuttora ricercati, e il giudice Ironbriar è un magistrato rispettato e stimato, di cui nessuno conosce la doppia vita. Non possiamo agire troppo apertamente."

"Per fortuna, Magnimar è una città nella quale si possono trovare un bel po' di passaggi e strade segrete." disse Misia con un sorriso saccente. "E io, guarda caso, ne conosco un bel po'. Se ci teniamo su quei percorsi, non dovremmo avere troppe difficoltà a raggiungere i posti in cui dovremmo andare."

"Aiuterebbe sapere dove dovremmo andare, Misia..." commentò Jolan con una punta di sarcasmo.

La biondina storse il naso. "Oh, insomma, Jolan! Io sono qui che sto cercando di mantenere un po' di ottimismo nella nostra allegra brigata. Non spegnere l'entusiasmo!" brontolò scherzosamente.

"Per fortuna, i miei contatti hanno già trovato alcuni luoghi dove si potrebbero nascondere Ironbriar e i suoi uomini." disse Lady Heidmarch. "Abbiamo controllato alcuni documenti risalenti a quando Vorel Foxglove faceva parte del culto di Norgorber, e guardate un po' cosa è venuto fuori."

La nobildonna estrasse un documento e lo porse ad Eli, che si aggiustò gli occhiali e cominciò a scorrerlo con la massima attenzione. "Aaaah, il famoso Mulino dei Sette... questo è un nome che ho già sentito da Yan." affermò la mezzelfa. "E' qui che Aldern si incontrava con la Fratellanza dei Sette. Con tutto quello che abbiamo scoperto... non mi stupirebbe se il culto del Padre Scuoiatore si riunisse qui. Okay, allora sappiamo dove andare a cercare."

"Allora prepariamoci. Credo proprio che stanotte dovremo fare una capatina al Mulino dei Sette." disse infine Yan, per poi dare un'occhiata alla mappa di Magnimar appoggiata sulla scrivania davanti a lui. "Misia... hai detto che conosci i passaggi segreti di Magnimar. Sai per caso quali dobbiamo prendere per raggiungere il Mulino dei Sette?"

"C'è un po' di strada da fare..." rispose la bionda femmina di gnomo. Cercò di afferrare la mappa, ma la sua maledizione dell'oracolo scelse proprio quel momento per manifestarsi, e il foglio svolazzò in aria come spinto da un vento magico! Misia sgranò gli occhi, poi brontolò qualcosa tra i denti e richiamò a sè la mappa, spostandola verso di sè tramite telecinesi. Lady Heidmarch annuì, alquanto impressionata dal vedere i poteri di un oracolo all'opera. "Uff... scusate tanto, Lady Heidmarch... era da un po' che i miei poteri di oracolo mi sembravano sotto controllo, e non mi aspettavo che cominciassero a fare i capricci proprio adesso."

"Non è un problema." disse la Heidmarch con una breve risata gentile. "Immagino che non debba essere tanto facile tenere questo tipo di magia sotto controllo. Ma finchè non corriamo pericoli, non è motivo di allarme. Comunque, tornando a noi... posso dirvi che, in effetti, c'è un percorso che arriva abbastanza vicino al luogo di cui parlate. Si tratta di uno dei mulini operativi sulle rive dell'isolotto di Kyver. In effetti, è quello che si trova sulla costa nord-occidentale dell'isola, quindi non c'è possibilità di confondersi da questo punto di vista."

"Perfetto." rispose Eli. "Quand'è così... vediamo cosa si può fare per raggiungerlo..."

 

oooooooooo

 

Quella notte, sulle rive del fiume Yondabakari, il grande fiume che attraversava Magnimar...

L'edificio in legno poggiava su massicce palafitte conficcate nel letto del fiume sottostante, e una passerella di legno avvolgeva il bordo settentrionale dell'edificio, mentre una rampa di scale conduceva a una porta sul lato est, appena sopra il livello dell'acqua. Il movimento di quattro grandi ruote idrauliche sotto il mulino diffondeva tutt'attorno un gradevole sciabordio di acqua, e diffondeva tutt'attorno una graziosa nebbiolina.

Ma mentre si nascondevano abilmente tra le frode e gli alberi che attorniavano la zona, Yan e i suoi compagni si rendevano conto che l'aspetto tranquillo non corrispondeva per niente alla vera natura di quel covo di gentaglia. Quello era senza dubbio il cosiddetto "Mulino dei Sette", il luogo dove speravano di trovare qualcuno che, una volta interrogato a dovere, avrebbe potuto formire loro tutte le informazioni in cui avevano bisogno. Ovviamente, questo voleva dire che dovevano avvicinarsi con cautela. La prudenza suggeriva loro che era meglio aspettarsi che gli scagnozzi di Norgorber si aspettassero già il loro arrivo e si fossero preparati adeguatamente.

"Ci siamo. Quello è il posto." disse Jolan. Il piccolo halfling si era messo alla testa del gruppo, sfruttando la sua furtività e le sue piccole dimensioni per dare un'occhiata riducendo al minimo i rischi di essere scoperto da eventuali guardie. "A guardarlo così, sembrerebbe tutto normale, e non ho visto guardie all'ingresso, ma... beh, sapete meglio di me come non sia il caso di fidarsi delle apparenze. Soprattutto in questi casi."

"Per adesso avviciniamoci e studiamo bene la situazione." affermò Eli. "Anzi, visto che ci siamo... Nualia, vorresti fare gli onori? E voi, ragazzi, mi raccomando... finchè è possibile cercate di metterli fuori combattimento senza ucciderli. Meglio lasciare qualcosa che la guardia cittadina possa interrogare in seguito. Ovviamente, se non vi lasciano altra scelta, li fate fuori e non se ne parla più."

La aasimar dai capelli bianchi tirò fuori un sasso dalla bisaccia e fece alcuni gesti con la mano demoniaca. "Va bene... spero che i miei incantesimi siano sufficienti..." disse, per poi chiudere gli occhi e concentrarsi. "Che il silenzio scenda su di noi... e che nessuno oda il nostro passo... SILENZIO!"

Nel momento in cui Nualia fece un gesto con il braccio mutato, il resto del gruppo si sentì come se all'improvviso tutti i suoni del mondo attorno a loro si fossero zittiti, immergendoli in un perfetto silenzio. Yan si guardò attorno spaesato e cercò di emettere un'esclamazione di sorpresa... ma dalla bocca non gli uscì alcun suono. Il ragazzo fece una smorfia e si sfregò la nuca con espressione imbarazzata, poi si voltò verso Nualia, sorrise e annuì in segno di intesa. La aasimar sospirò e si guardò la mano con un misto di orgoglio e stupore. Stava davvero recuperando i suoi poteri da chierica? E se era così, quale divinità li aveva ripristinati? Sicuramente non Lamashtu... la divinità demoniaca non l'avrebbe certo perdonata per averle voltato le spalle.

Nualia scosse la testa. Non era il momento di pensarci, ne avrebbe avuto tutto il tempo dopo. Con attenzione, il gruppo si avvicinò ad una piccola finestra al piano terra, cercando poi di guardare all'interno del mulino. Reji si avvicinò al vetro, ma si accorse che era troppo opaco - da lì non sarebbero riusciti a vedere alcunchè.

La monaca mosse un dito come per dire di no e fece un cenno con la testa, indicando la porta di legno un po' usurata a pochi passi da loro. Eli fece alcuni gesti con le mani per far loro capire quale fosse il piano, e si avvicinarono alla porta. Jolan spostò uno dei battenti (ancora una volta, l'incantesimo Silenzio fece sì che la porta non facesse alcun suono mentre si apriva), e guardò all'interno, dove tre scagnozzi incappucciati stavano passeggiando distrattamente, tenendo con loro dei rasoi enormi e dall'aspetto letale. Non sembravano ancora essersi resi conto degli intrusi in avvicinamento, e Jolan chiuse rapidamente la porta per non correre il rischio di farsi vedere.

Il piccolo halfling si girò verso i suoi compagni e alzò tre dita per dire loro quante fossero le guardie nella stanza. Eli disse di sì con la testa e fece cenno a Reji di tenersi pronta, mentre Yan si portava accanto all'entrata e teneva stretta in mano la sua spada. Nualia fece un cenno con la testa e afferrò con entrambe le mani la sua spada, immaginando che sarebbe stata necessaria un'azione rapida e decisa per mettere fuori causa i tre Norgorberiti ed evitare che dessero l'allarme al resto del complesso.

Eli fece al gruppo una serie di cenni, e dopo che tutti ebbero preso posizione, la mezzelfa fece un gesto deciso con il braccio destro, e Nualia sferrò un tremendo calcio alla porta, che si aprì di scatto senza tuttavia fare il minimo suono. In un attimo di silenziosa frenesia, Yan e Reji fecero irruzione nella sala, cogliendo del tutto impreparati i tre cultisti incappucciati, che si accorsero del pericolo soltanto quando i due combattenti furono loro addosso! Il più vicino degli incappucciati si vide invadere il campo visivo dallo scudo del giovane guerriero, che lo colpì dritto in faccia, rompendogli il naso e un paio di denti! Il malcapitato cadde a terra con un silenzioso grido di dolore e cominciò a dibattersi, ma dalla gola non gli uscì alcun suono. Preso dal panico, il cultista sputò sangue e agitò freneticamente le braccia, cercando di urlare a pieni polmoni... ma senza successo.

Reji, da parte sua, si scagliò contro il secondo cultista con una poderosa raffica di pugni, per poi concludere con un colpo a mano aperta alla mascella che mise a terra il secondo cultista... e quello rimanente si girò verso una rampa di scale che saliva verso il primo piano e cercò di richiamare i suoi complici. Quando, con sua estrema sorpresa, non gli uscì nulla dalla bocca, il cultista cercò di correre ad avvertire i suoi compagni... ma Jolan lo fermò lanciando un pugnale che colpì l'individuo mascherato alla caviglia sinistra e lo fece cadere a terra con una muta esclamazione di dolore. Il terzo cultista si accasciò a terra in perfetto silenzio e cominciò a rotolarsi e ad afferrarsi la caviglia ferita, nel frenetico tentativo di estrarsi la lama dalla gamba.

Eli raggiunse il terzo Norgorberita e lo colpì con un poderoso colpo di bastone sulla nuca, stordendolo quel tanto che bastava a Jolan per raggiungerlo e legarlo. Yan e Reji stavano facendo lo stesso con gli altri due... e dopo essersi assicurati che fossero stati resi inoffensivi, i due compagni d'avventura si diedero il cinque, poi fecero un cenno di approvazione anche a Nualia. Con un sorriso un po' nervoso, la aasimar si guardò la mano ancora normale e flettè le dita. Non era stata sicura che avrebbe funzionato... e il fatto che i suoi poteri da chierica stessero tornando le dava un senso di speranza e di trepidazione.

Misia indicò le scale che il terzo cultista stava per salire e fece cenno al resto del gruppo di seguirla in quella direzione. Ancora sotto l'effetto dell'incantesimo Silenzio, i ragazzi cominciarono a fare la rampa di scale che andava al piano superiore e si avvicinarono ad una porta di legno un po' cadente che dava su un'altra stanza.

Cercando di sfruutare il più possibile gli effetti dell'incantesimo Silenzio, Misia si avvicinò alla porta e caricò un quadrello nella sua balestra, poi diede un'occhiata all'interno. La femmina di gnomo contò quattro cultisti mascherati che montavano la guardia, ancora del tutto ignari della lotta avvenuta al piano terra. Stavano passeggiando, lentamente e quasi rabbiosamente, su e giù per la stanza, una sorta di magazzino riempito di pile di legna già raccolta ed impacchettata pronta per essere consegnata. Una rete di carrucole su binari copriva il soffitto, con corde che penzolavano qua e là per aiutare per spostare gli oggetti secondo le necessità, e una lanterna ad olio appoggiata su un tavolo contribuiva a diffondere un po' di luce in quella stanza altrimenti buia e fredda.

La femmina di gnomo si ritirò, sperando che la luce della lanterna non avesse permesso ai quattro individui di scoprirla. Alzò quattro dita di una mano, in modo da far capire ai suoi compagni quanti ce ne fossero, e fece dei gesti per far capire loro che in quel momento erano osservati e non era il caso di fare mosse azzardate. Nualia storse il naso e si sfregò la fronte, ben sapendo che l'effetto di Silenzio non sarebbe durato troppo a lungo... ma Misia diede un'altra rapida occhiata all'interno e vide che l'attenzione dei cultisti era ancora rivolta verso la porta d'ingresso del magazzino. E non sembravano esserci altri ingressi, se non una finestra un po' diroccata.

Con attenzione, Jolan si avvicinò alla femmina di gnomo e tirò fuori uno dei suoi coltelli. A quel punto, la cosa migliore da fare era sferrare un attacco il più rapidamente possibile e cercare di abbattere due dei cultisti il più velocemente possibile... poi, sferrare un attacco prima che l'effetto di Silenzio cessasse, e cercare di eliminare o mettere fuori causa gli altri due cultisti prima che dessero l'allarme. A quel punto, era probabilmente inevitabile che il giudice Ironbriar e i suoi sgherri venissero messi in allarme... ma a quel punto, avevano tolto di mezzo un bel po' di Norgorberiti, e il loro lavoro sarebbe stato più semplice.

Misia tenne alta la sua balestra carica e fece cenno a Jolan, che tirò fuori uno dei suoi coltelli da lancio. I due piccoli avventurieri si avvicinarono con prudenza alla porta... e prima che Silenzio potesse concludersi, Misia prese la mira e scagliò un quadrello che sfrecciò silenziosamente attraverso la sala e andò a piantarsi nella gola del cultista più vicino, che strabuzzò gli occhi e si afflosciò a terra, percorso da un ultimo fremito mentre la vita lo lasciava. Nello stesso momento, Jolan lanciò uno dei suoi coltelli e centrò l'altro cultista al ginocchio destro, facendolo incespicare. Come se quello fosse il segnale convenuto, il gruppo fece silenziosamente irruzione nella sala, sotto gli occhi increduli dei cultisti che cominciarono disperatamente a mettere mano ai loro rasoi! Jolan raggiunse il cultista che aveva appena colpito e gli piantò un coltello nella gola, impedendogli di gridare l'allarme non appena fosse cessato l'effetto di Silenzio.

Cosa che in effetti si verificò un attimo dopo. Il  silenzio si infranse di colpo, e nel mulino risuonò improvviso il frastuono della battaglia, e Yan si lanciò con tutta la sua forza contro un altro cultista, che vibrò un colpo alla cieca con il suo rasoio e ferì lievemente il ragazzo al braccio sinistro. Yan strizzò un occhio per il dolore ma non si fece fermare e proseguì la sua carica, spingendo il Norgorberita contro una catasta di legno e sbattendogli lo scudo in faccia! Ora che il Silenzio non impediva più ad Eli e a Misia di lanciare altri incantesimi, la mezzelfa alzò il suo bastone e scagliò un incantesimo Missile Magico, creando diversi strali di luce che piovvero addosso al quarto cultista, non uccidendolo ma lasciandolo stordito e dolorante a terra.

Reji si voltò rapidamente verso alcune scale che portavano ad un piano ancora più elevato, e sentì che qualcuno si stava muovendo. Sentì il rumore di passi rapidi, e lo sferragliare di armi che venivano sfoderate, e si mise in guardia vicino alla scala, infilando un proiettile nella sua fionda non appena un Norgorberita fosse apparso dalla porta di sopra...

 

oooooooooo

 

Seduto nel suo ufficio, all'ultimo piano del Mulino dei Sette, il giudice Ironbriar sentì all'improvviso il frastuono della battaglia ai piani inferiori. Lo sfrigolio dell'acciaio sull'acciaio, le urla e le imprecazioni, il rumore di mobili che venivano sfondati... il capo dei cultisti del Padre Scuoiatore scattò in piedi, vagamente sorpreso. A giudicare dal rumore, dovevano essere già al primo piano, e i suoi uomini al secondo stavano già correndo per intercettare il gruppo.

Doveva ammetterlo, non si aspettava che quei tipi fossero così prudenti. Questo spiegava come mai Tsuto si fosse fatto sconfiggere tanto facilmente.

Ma la sorpresa non durò molto. Un sottile ghigno apparve sul volto dell'elfo chierico, che afferrò una corta spada dalla lama ricurva posta vicino alla sua scrivania e si guardò intorno per un attimo, facendo spaziare il suo sguardo lungo le pareti del suo ufficio, decorate in modo macabro con volti umani allungati su telai di legno da strisce di strisce di cuoio o di spago nero. Ogni volto era contorto in una smorfia di dolore, ma ogni espressione era leggermente diversa rispetto alla precedente.

"Aaaah... ecco che siete arrivati, finalmente. Vi siete fatti desiderare, branco di intriganti." sussurrò tra sè il giudice corrotto, mentre passava due dita vicino al filo della sua spada con un sorriso inquietante. "Mi siete costati un bel po', lo sapete? Ma adesso siete venuti direttamente da me, e potrò eliminarvi come meritate. Consegnerò le vostre teste a padrona Xanesha, e mi redimerò di tutti i fallimenti."

Il leader dei Norgorberiti si guardò attorno e chiamò il nome del suo alleato. "Tethiqqa!"

Si sentì un lieve sibilo, e il serpe-goblin strisciò fuori da una botola sul pavimento, facendo guizzare la sua lingua biforcuta. "Ssssì, ssssignor Ironbriar... ssssono ssssicuro che ssssi tratti di loro!" sibilò con un misto di apprensione e gioia maligna. "Dobbiamo muoverci adesssso, e cercare di coglierli di ssssorpresa! Io vi ssssaprò dire chi ssssono e quali attaccare!"

"Ottimo. Vedi di renderti utile." sentenziò Ironbriar, per poi soppesare la spada nella sua mano destra, e usare la sinistra per disegnare una breve serie di simboli magici a mezz'aria. Una serie di strani suoni riecheggiò nella stanza - prima il ruggito di un orso, poi il ringhio di un felino, e subito dopo, un'aura violacea si accese attorno al corpo del magistrato corrotto, aleggiando attorno a lui in maniera sinistra. Finalmente, Ironbriar fece un altro gesto con la mano sinistra e divenne invisibile, per poi dirigersi verso l'uscita del suo ufficio e brandire la sua spada. Sentì il rumore dei passi dei suoi uomini che si dirigevano verso i piani più bassi, e corrugò la fronte, pronto a combattere, mentre Tethiqqa scivolava lentamente dietro di lui...

 

oooooooooo

 

Altri cultisti incappucciati si erano gettati nella mischia, brandendo i loro rasoi da battaglia e cercando di circondare il gruppo di avventurieri. Rapidamente, Yan, Reji e Nualia si frapposero tra i loro compagni e i cultisti in avvicinamento, e il ragazzo sferrò un colpo di spada che intercettò il fendente del primo avversario che si avvicinava.

"Divina Desna, proteggi la tua umile servitrice e i suoi compagni." esclamò Misia alzando un braccio e tracciando in aria una scia iridata con le punte delle dita. "BENEDIZIONE!"

"Grazie, Misia! Questo ci sarà senz'altro utile!" esclamò Reji, per poi scansare un fendente da parte del rasoio di un Norgorberita. La lama affilata aprì uno strappo nella manica del vestito della ragazzina, ma risparmiò la carne... e un attimo dopo, Reji fece partire un diretto che colpì l'avversario in faccia e lo scaraventò indietro con un grugnito di dolore! Yan bloccò il colpo di un altro cultista, che poi Nualia trafisse con un fendente al fianco... ma un altro avversario riuscì a scivolare oltre la guardia della aasimar e colpirla alla schiena, aprendole una dolorosa ferita sanguinante. Nualia lanciò un breve grido di dolore e si scansò rapidamente, dando a Yan lo spazio che gli serviva per lanciarsi sull'attaccante e trafiggerlo allo stomaco. Il cultista si accasciò a terra sanguinante, e Yan controllò che la sua amica d'infanzia stesse bene per un istante, prima di riportare la sua attenzione ai cultisti incappucciati attorno a loro. Ne erano rimasti sei... se non altro, lo scontro era ad armi pari.

O almeno, questo era quello che sembrava. Mentre Jolan si volgeva verso altri due incappucciati che si avvicinavano minacciosi, una raffica di strali di luce violacea scaturirono dal terreno, e la temperatura si abbassò di colpo - un gelo innaturale che sembrò quasi penetrare nei corpi dei ragazzi e sottrarre loro le energie, ma gli adepti di Norgorber non sembrarono subire alcun effetto negativo.

"Aaargh!" esclamò Eli, perdendo la concentrazione sull'incantesimo che stava lanciando. Un cultista si lanciò su di lei cercando di trafiggerla alla gola con il suo rasoio, ma la mezzelfa si riscosse appena in tempo e alzò il suo bastone, con il quale intercettò il fendente. Un altro cultista raggiunse Reji alla spalla sinistra con il suo rasoio, e la monaca strinse i denti e barcollò, sentendosi pervadere da una strana ed innaturale sensazione di gelo.

"E questo che cosa...?" si chiese Yan, cercando di difendersi e supportare i suoi compagni meglio che poteva. Una voce sibilante richiamò la sua attenzione... e il ragazzo provò all'improvviso una terribile sensazione di paura che lo attanagliava. e minacciò di sopraffarlo. Nualia per prima cercò di capire la situazione, ma quell'innaturale sensazione di spavento le impediva di ragionare lucidamente, e restò ferma dov'era con espressione sbalordita...

Ai gradini superiori della scalinata, Yan e i suoi compagni videro con grande stupore che si trattava di Tethiqqa, il serpe-goblin delle catacombe di Collecardo, e la sua coda era alzata e luminosa, come se volesse lanciare ancora qualche incantesimo...

"Quesssta volta, missssere creature... non riuscirete a cavarvela!" sibilò la creatura con rabbia e decisione...

         

oooooooooo

                                            

CONTINUA... 

 

 

 

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Capitolo 42
*** Contro il culto dello Scuoiatore ***


Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti  
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam  

  

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE  

Capitolo 39 - Contro il culto dello Scuoiatore

 

Galvanizzati dall'intervento di Tethiqqa, i rimanenti cultisti di Norgorber moltiplicarono i loro sforzi e tornarono alla carica. Nualia fece appena in tempo a parare un fendente con la sua spada, mentre Eli cercava di riprendere le distanze, scansando per un soffio una lama affilata che aprì un largo squarcio nella manica del suo vestito. La mezzelfa reagì con un colpo di bastone alla spalla dell'avversario e riuscì a farlo indietreggiare... ma il serpe-goblin era ancora in cima alle scale, fuori dalla loro portata e continuava a scagliare incantesimi.

"Maledizione..." esclamò Yan. Il giovane guerriero si riparò appena in tempo da un colpo diretto all'addome, e reagì con un fendente diretto al cultista più vicino. Quest'ultimo riuscì ad evitare per un pelo di essere colpito a morte e riportò soltanto una ferita lieve sotto una spalla, mentre Misia cercava di cogliere il momento ideale per lanciare un incantesimo contro Tethiqqa.

Jolan, da parte sua, cercò di evitare l'attacco di un cultista... ma la lama affilata lo raggiunse ugualmente ad un fianco e gli strappò un grido di dolore prima che il tenace halfling rispondesse con una pugnalata al fianco e alla gamba sinistra dell'individuo mascherato. Cercò di raggiungere le scale e attaccare Tethiqqa... ma proprio in quel momento, un'altra ondata di gelo innaturale percosse il gruppo, prosciugando loro le forze. Jolan strinse i denti e barcollò visibilmente, ma riuscì in qualche modo a tenersi in piedi... ma ora si sentiva girare la testa e perdere forza nelle gambe, come se avesse perso una gran quantità di sangue.

"Uuuugh... ora... ora ho capito!" esclamò Misia, ritirandosi sotto l'attacco di un Norgorberita. Reji intervenne giusto in tempo prima che il cultista potesse sferrare un affondo potenzialmente fatale per la femmina di gnomo, e sferrò un calcio che ruppe la mano al malfattore e lo costrinse a mollare il rasoio. "C'è qualcuno che sta attaccandoci con delle ondate di energia negativa! Se non lo troviamo in fretta, prosciugherà tutte le nostre energie, e poi saremo alla mercè dei cultisti!"

"Sì, ma dov'è?" esclamò Reji guardandosi attorno. "Io vedo solo quel serpente malefico!"

"Keheheee... vorresssste ssssaperlo, vero?" sibilò Tethiqqa. "Sssspiacente di deludervi, ma non mi ssssento in dovere di dirvelo! RAGNATELA!"

Gli adoratori di Norgorber si allontanarono rapidamente dal gruppo... e un attimo dopo, una raffica di fili appiccicosi apparve dal nulla, scaturendo dal pavimento e dalle pareti, e creando un dedalo di ragnatele che si avvinghiarono attorno a Yan e al suo gruppo. Lo spadaccino vide una massa di seta vischiosa che gli avviluppava il braccio destro, in modo da impedirgli di maneggiare la spada, e altri fili appiccicosi si avvolgero attorno alle sue caviglie per immobilizzarlo sul posto... e anche i suoi compagni si trovarono a dover scansare le ragnatele per evitare di essere bloccati e lasciati all'inesistente mercè dei Norgorberiti. Eli cercò di lanciare un incantesimo contro Tethiqqa, ma le sue braccia vennero avviluppate dalla tela vischiosa proprio in quel momento, e la mezzelfa soffocò un'imprecazione mentre cercava in qualche modo di liberarsi.

Jolan, da parte sua, era riuscito ad evitare di essere catturato, e adesso si trovava in una posizione ideale per attaccare Tethiqqa. Il serpe-goblin si voltò verso di lui e cercò di lanciare un altro incantesimo, ma l'halfling si era dimostrato più veloce e aveva già sfoderato un coltello da lancio per scagliarlo nella gola della vile creatura...

"Norgorber ti faccia conoscere il terrore di essere indifeso!" tuonò una chiara voce maschile. "BLOCCA PERSONE!"

Prima che Jolan potesse lanciare il suo coltello, il suo corpo divenne improvvisamente rigido come un pezzo di legno, e si bloccò con la mano alzata e il coltello pronto a partire, gli occhi che scintillavano per la sorpresa e la paura. Il corpo di Jolan era rimasto completamente immobile, ma la sua mente era attiva... e perfettamente consapevole di cosa stesse accadendo!

"Jolan, no!" esclamò Misia, che in quel momento era riuscita per un soffio a sfuggire alle ragnatele. "Ugh... ma che diavolo... chi è che ha lanciato quell'incantesimo?"

"Lassù!" esclamò Eli, puntando lo sguardo verso la scala visto che ormai le sue braccia erano incollate tra loro. Ormai erano rimaste mobili soltanto Reji e Misia, mentre dalla parte opposta si trovavano quattro scagnozzi incappucciati, Tethiqqa... e chiunque avesse paralizzato Jolan. "Ho sentito che la voce proveniva da lassù! Ma non era quella del serpente... c'è qualcun altro..." Si interruppe per un attimo, realizzando di colpo cosa potesse essere. "Ah! Ma certo, come ho fatto a non pensarci prima! Lassù c'è qualcuno di invisibile che ci ha lanciato quell'incantesimo e ci sta scagliando addosso quelle ondate di energia nociva!"

"Oooh, vedo che c'è qualcuno che ha capito!" si sentì di nuovo la voce dell'uomo misterioso. "Peccato che non vi aiuterà molto se non riuscite a capire dove mi trovo! E ho in serbo per voi un po' di sorprese!"

L'individuo invisibile cominciò a lanciare un nuovo incantesimo. "Io invoco i poteri dei cerchi infernali. Che i servi di Asmodeus vengano e distruggano i miei nemici! EVOCAZIONE!"

Si sentì uno strano ronzio, e un lieve odore di zolfo pervase la sala... un attimo prima che due creature dall'aspetto rivoltante apparissero dal nulla appena sotto la scala che portava al piano superiore: erano di dimensioni umane, ma in effetti non erano niente di più che due orrori di carne sciolta che strisciavano come vermi, e dalla cui massa informe si levava una sorta di imitazione di un torso umano, con due braccia malformi, e dei buchi vuoti al posto degli occhi e della bocca.

"Uuugh, che schifo!" esclamò Reji. "E quelli che diavolo sono?"

"Hai detto la parola giusta, Reji. Diavoli." spiegò Nualia, mentre cercava in qualche modo di liberare la spada dalle ragnatele. "Sono lemuri, diavoli di infimo rango formati dalle anime dannate dei Nove Cerchi dell'Inferno."

"State attenti." esclamò allarmata Eli. "Temo che le nostre armi non possano fare molto contro di loro, a meno che non siano fatte d'argento."

"Credo... che Jolan abbia qualcosa..." affermò Misia. I due lemuri, emettendo una serie di atroci gorgoglii, si gettarono contro il gruppo agitando scompostamente quelle loro braccia deformi. La femmina di gnomo scansò per un pelo un colpo da parte di quegli orrori, e percepì che dietro il movimento di quel braccio c'era una forza innaturale. "Ma al momento è fuori gioco! Maledizione, devo farmi venire in mente qualcosa!"

"Che ne è del trucco che hai usato alle prigioni?" esclamò Yan. Finalmente, il ragazzo riuscì a liberare la spada e parò un colpo da parte di un Norgorberita, ma il secondo lemure riuscì ad avvicinarsi, muovendosi più velocemente del previsto, e lo colpì con un tremendo manrovescio che gli fece sputare un fiotto di sangue. Con un ringhio rabbioso, Yan alzò la spada e la abbattè sul lemure, tagliandolo dalla spalla destra fino a quella che poteva passare per l'anca sinistra. Quell'ammasso di carne si allontanò con un gemito, ma il colpo era stato meno efficace di quanto potesse sembrare, e l'orrenda ferita stava già cominciando a richiudersi. Yan fece appena in tempo ad alzare lo scudo per bloccare il secondo colpo del lemure, mentre l'altro teneva sotto scacco Eli e Misia.

"La Carezza Ardente? E'... è un rischio, Yan..." cercò di spiegare la femmina di gnomo. Con una risata di scherno, Tethiqqa lanciò un altro incantesimo, muovendo la coda come un sonaglio, e i suoiocchi si illuminarono, mentre l'assalitore invisibile cominciava a concentrare su di sè altra energia negativa.

"Giussssto! Resssstate pure lì a farvi masssacrare! Heheheheheee!" sibilò il serpe-goblin. "Anzi, ssssai che ti dico! Sssscappa via! COMANDO!"

Gli occhi di Tethiqqa si illuminarono minacciosi, e un'ondata di energia mentale assalì Misia, facendole provare un irrefrenabile desiderio di mollare tutto e scappare. Facendo appello a tutta la sua volontà, la femmina di gnomo riuscì a rifiutare il comando mentale e rimanere padrona di sè, ma il lemure l'aveva ormai raggiunta e la stava per afferrare con le sue mani semisciolte... e la biondina si rese conto che non c'era altro tempo da perdere. Doveva agire, e in fretta!

"E va bene, allora..." si decise infine l'oracolo del sole. Concentrò brevemente la sua energia nei palmi delle mani... e poi fece scaturire da esse un'ondata di calore che incendiò le ragnatele più vicine e si propagò rapidamente. Diversi degli avventurieri subirono delle dolorose scottature quando le fiamme lambirono la loro pelle, ma riuscirono a liberarsi e partirono vigorosamente al contrattacco! Con un fendente magistrale dall'alto verso il basso, Yan riuscì a colpire alla testa il lemure che gli stava addosso, quasi tagliandolo a metà... e la mostruosità infernale, con un mugugnio spaventoso, crollò al suolo in un ammasso di materia molliccia e puzzolente, per poi cominciare ad evaporare come una pozzanghera sotto il sole cocente! Yan non ci fece caso e proseguì il suo attacco, scagliandosi contro il cultista più vicino e sbattendogli lo scudo in faccia con abbastanza forza da farlo volare all'indietro e rompergli un paio di denti.

Tethiqqa spalancò gli occhi in preda all'allarme. "No! Ssssi ssssono liberati!" esclamò. "Non avevo previssssto che avrebbero corssso quesssto rissschio per liberarssssi!"

"E tu cerca di rimediare, pezzo di incapace!" esclamò la voce dell'uomo invisibile. "Io cercherò di bloccarli e metterli l'uno contro l'altro!" Poi, Yan sentì la voce rivolgersi a lui, ed ebbe la sgradevole sensazione di una compulsione magica che attanagliava la sua mente, cercando di piegarlo alla volontà del nemico. "SUGGESTIONE! Molla quella spada e quello scudo da vigliacchi, e misurati con noi da vero uomo, a mani nude!"

Improvvisamente, il giovane sentì un irrefrenabile impulso di far cadere a terra la sua arma e il suo scudo. La voce che risuonava nelle sue orecchie e nella sua testa sembrava cosìì convincente, calma e suadente... e perchè non avrebbe dovuto farlo? Sì... quella spada e quello scudo non erano degni di un guerriero, era molto meglio fare come la sua amica Reji...

"Yan! Yan, che stai facendo?" esclamò Reji, subito dopo aver messo al tappeto un altro cultista. Il suo amico aveva appena fatto cadere a terra spada e scudo, e si stava muovendo verso i due incappucciati e il lemure rimasti per affrontarli a pugni.

"E' vittima di un incantesimo! In questo momento non sta agendo di sua volontà!" spiegò rapidamente Eli. "Ma per quanto riguarda me... ho già un'idea di come fare! DARDO INCANTATO!"

La mezzelfa alzò il suo bastone e scagliò una raffica di proiettili energetici, dirigendoli tutti verso bersagli diversi. Uno di essi colpì il lemure rimasto, che aveva appena agguantato Yan e stava per avvinghiarli le mani mollicce attorno al collo. Il secondo e il terzo raggiunsero Tethiqqa al torace e gli strapparono un sibilo di dolore... e il quarto raggiunse la figura invisibile, che emise a sua volta un breve grido, e la cui invisibilità venne finalmente compromessa! Davanti al gruppo apparve la figura di un elfo dal volto severo e dall'aspetto elegante e intimidatorio al tempo stesso, che si appoggiò al muro dietro di sè con un grugnito di dolore.

"Eccolo! Era quello lì!" esclamò Nualia.

Disarmato, Yan stava cercando di indietreggiare davanti ad un attacco combinato dei due cultisti ancora in piedi... e un fendente che gli aprì un taglio sull'avambraccio destro lo riscosse dall'influenza mentale di cui era caduto vittima. Con un sibilo malefico, Tethiqqa si rialzò e cercò di lanciare un altro incantesimo...

...quando un coltello affilato gli penetrò nella gola.

Il serpe-goblin strabuzzò gli occhi, e negli ultimi istanti della sua vita riuscì a vedere Jolan che, appena ripresosi dalla paralisi, era sgusciato dietro i cultisti e lo aveva raggiunto. L'halfling estrasse il pugnale dalla gola di Tethiqqa, che si abbattè al suolo e cadde giù dalla scala con un tonfo sordo. L'elfo ammantato imprecò a denti stretti e sfoderò una spada corta dalla lama leggermente incurvata da un fodero nascosto dalle sue ampie vesti.

"Il giudice Ironbriar, immagino." disse Jolan con un sorriso arguto. "O dovrei dire l'ex-capo di questa setta di Norgorberiti?"

Un lampo di rabbia balenò negli occhi di Ironbriar, ma si trasformò ben presto in un'espressione di scherno. "Heh... potrete anche distruggere questa cella, ma i figli del divino Norgorber non verranno fermati con così poco! Non dovrò fare altro che ricostruire questa cella e riprendere le mie attività... anche se ammetto che Magnimar sta diventando un po' troppo calda per i miei gusti."

"Non credere che ti lasceremo scappare!" esclamò Yan. Eli aveva estratto la bacchetta che aveva raccolto dalle Catacombe dell'Ira sotto Sandpoint, e la stava usando per scagliare una scarica elettrica dopo l'altra contro il lemure rimasto, che non sembrava essere in grado di resistere... mentre Reji e Nualia avevano messo già all'angolo gli ultimi due cultisti incappucciati, e li avevano costretti a mollare le armi e a lasciarsi legare.

Yan aveva abbandonato la sua spada e il suo scudo... ma aveva ancora l'arco, e non perse tempo ad imbracciarlo. Prima che Ironbriar potesse lanciare un altro incantesimo, il ragazzo incoccò una freccia e la scagliò con mortale precisione! Il magistrato corrotto si scansò appena in tempo, ma la freccia gli trafisse comunque il braccio destro, strappandogli un acuto urlo di dolore! Jolan si avvicinò e sferrò un fendente che raggiunse Ironbriar sopra il ginocchio destro, ma il giudice rispose con un fendente che raggiunse Jolan al trapezio sinistro, aprendogli una ferita piuttosto profonda e facendo ruzzolare giù per le scale.

"Jolan!" esclamò Yan. Ironbriar approfittò del momento per correre nuovamente nel suo ufficio e chiudere la porta dietro di sè, ma Yan andò a prendere la sua spada e il suo scudo. Diede un'occhiata ai suoi compagni e vide che il lemure era riuscito a raggiungere Eli e l'aveva colpita un paio di volte... ma Nualia era intervenuta e aveva colpito il lemure alla gola con un secco fendente. Non era una ferita mortale per quell'essere immondo, ma fu comunque abbastanza seria da costringere il lemure a mollare la presa su Eli.

"Vai a prendere Ironbriar, Yan!" esclamò Eli, mentre si rialzava barcollando. "Ci pensiamo noi a questa cosa! Se riesci a prenderlo vivo, meglio ancora!"

"Tranquillo, noi qui ce la caviamo!" disse Jolan, sorridendo cordialmente anche mentre strizzava un occhio per il dolore. "Prendi quel bastardo, e chiudiamo qui questa storia!"

"Stai... stai attento, Yan!" si raccomandò Nualia.

"Ricevuto! Tranquilli, ve lo porto quaggiù vivo e vegeto. Con un paio di occhi neri, magari." rispose Yan, per poi affrettarsi su per le scale che portavano all'ufficio del leader dei Norgorberiti. Cercò di aprire la porta, ma si rese subito conto che era stata chiusa a chiave dall'interno... quindi decise di non perdere altro tempo e sferrò un poderoso colpo di spada alla serratura. Uno, due, tre, quattro... finalmente, al quinto colpo, la serratura cedette e Yan spalancò la porta con un calcio, trovandosi finalmente faccia a faccia con Ironbriar. Il giudice corrotto teneva in mano una lunga bacchetta ambrata che ancora riluceva di energia magica, e le ferite che aveva subito prima erano in gran parte scomparse - evidentemente, quella che aveva appena usato era una bacchetta che conteneva un incantesimo curativo. "Fermo dove sei, Ironbriar! Non puoi più scappare!"

"Hah! Non ho nessuna intenzione di scappare!" esclamò l'elfo. "Adesso siamo noi due, faccia a faccia. Mi hai causato più problemi di quanti potessi immaginare, ragazzo, e sarà un piacere scuoiarti e offrire il tuo sangue al divino Norgorber! Padre Scuoiatore, conferisci al tuo umile servo la robustezza dell'orso, che egli possa resistere ai nemici della tua fede!"

Con un gesto della mano, il giudice lanciò un altro incantesimo, questa volta su sè stesso, e il suo corpo brillò per un attimo di una tenue aura rosso acceso, mentre in sottofondo si sentiva un rumore dirompente, come il ruggito di un orso. Yan si fece avanti, aspettandosi che Ironbriar attaccasse con la sua spada corta... invece, il chierico di Norgorber estrasse un'altra arma da sotto le vesti, una balestra già carica, piccola ma comunque mortale! Con un ghigno, Ironbriar puntò la freccia alla testa di Yan e premette il grilletto, e solo agendo d'istinto il ragazzo riuscì ad evitare un colpo mortale. Il piccolo quadrello sibilò accanto al suo viso, scavandogli un taglio nella guancia per poi piantarsi sul muro dietro di lui... e Yan riprese l'attacco, levando la spada per poi abbatterla su Ironbriar. Con insospettabile abilità, Ironbriar scansò l'attacco, e la lama morse il pavimento sollevando alcune scintille, mentre l'elfo gettava il suo mantello addosso a Yan per accecarlo e fargli perdere tempo. Il ragazzo imprecò e agitò la spada per cercare di fare a pezzi quel mantello che gli impediva i movimenti... ma così facendo, non potè evitare il successivo attacco del giudice corrotto, che sferrò un fendente con la sua spada e colpì Yan al torace, in un punto non protetto dal suo pettorale. Solo la sua prontezza di riflessi gli evitò di subire una ferita più grave.

Il dolore riscosse il giovane, che fendette il mantello con due feroci colpi di spada e si lanciò nuovamente all'attacco... ma il suo attacco fu sorprendentemente lento, e il giudice corrotto riuscì a scansarlo con maggiore facilità rispetto a prima. Ironbriar cercò di colpire Yan al collo con un altro fendente, ma il ragazzo si voltò di scatto e parò la piccola ma affilata lama con il suo scudo, per poi menare un colpo che riuscì a superare la guardia dell'avversario, ferendolo ad una spalla!

Ironbriar si fece indietro con un'imprecazione e si rimise in guardia, usando la mano libera per tamponarsi la ferita. Yan alzò nuovamente la spada e la percosse contro lo scudo, provocando un assordante rumore metallico che doveva servire ad intimorire l'avversario. Ma quest'ultimo non dava l'impressione di aver perso sicurezza, e anzi, pur consapevole di non poter competere con Yan dal punto di vista della forza fisica, si faceva avanti con audacia, tenendosi giusto alla distanza di sicurezza per evitare la lama del ragazzo. Yan restò indietro, cercando di tenersi pronto per il successivo trucco dell'avversario, ma il taglio sulla guancia cominciò ad emettere una strana sensazione di prurito e pizzicore... e sentì che le palpebre si stavano facendo pesanti.

"Non attacchi, ragazzo? Va bene, allora attacco io." affermò Ironbriar. Con un abile gioco di gambe, l'elfo fece una finta, tentò un fendente al collo di Yan... e quando il ragazzo alzò un braccio per parare il colpo, Ironbriar cambiò improvvisamente direzione al suo braccio e puntò all'ascella, sotto la spalliera della corazza di Yan. Quest'ultimo, per fortuna, riuscì a reagire in tempo e si girò, in modo che la spada di Ironbriar rimbalzasse sul suo pettorale. Poi, Yan rispose con un fendente all'addome... ma i suoi movimenti si dimostrarono troppo lenti, e riuscì a fargli solo un graffio sul fianco. Ironbriar si fece indietro, passando rapidamente dall'attacco alla difesa... e Yan ebbe la netta sensazione che il chierico di Norgorber stesse cercando di prendere tempo...

Gli occhi di Yan si spalancarono per l'allarme quando la sensazione di torpore cominciò a diffondersi nel suo corpo e i suoi movimenti si fecero sempre più lenti ed impacciati. Ora la spiegazione era fin troppo ovvia. Veleno...

"Che succede, ragazzo? Non riesci a tenere il ritmo?" lo dileggiò il capo dei Norgorberiti, tenendo la spada alzata e agitandola all'altezza degli occhi di Yan. "Oh, giusto... dimenticavo di dirti che quel quadrello era avvelenato. Anche se hai evitato di farti ammazzare da un colpo diretto, quel graffio è stato più che sufficiente a farti entrare il veleno nel sangue. E adesso... quanto a lungo credi di poter resistere?"

Yan indietreggiò, cercando di tenere alto lo scudo nonostante la crescente sonnolenza. "Cazzo..." imprecò, mentre cercava di pensare ad un modo per togliersi da quell'impiccio. Lui non sapeva molto di veleni ed altre sostanze di questo tipo... non poteva sapere se quella sonnolenza fosse indice che gli stava succedendo qualcosa di più, nè se il veleno avrebbe avuto altri effetti... Tutto quello che poteva fare, adesso, era cercare di sconfiggere Ironbriar prima che il veleno facesse effetto. Ironbriar lo sapeva bene... ed era per questo che adesso si teneva quanto più lontano possibile da lui e cercava di prendere tempo.

Spinto dalla consapevolezza di non avere molto tempo a disposizione, Yan decise di tentare un attacco diretto e si scagliò contro il malvagio giudice, tenendo lo scudo ben sollevato davanti a sè. Consapevole di non poter rischiare un corpo a corpo diretto con il giovane, Ironbriar si scansò di lato e tentò un fendente al volto di Yan... ma quest'ultimo si era aspettato la reazione dell'avversario e vibrò un colpo di spada che intercettò la lama di Ironbriar e lo fece barcollare. L'elfo strinse i denti e si allontanò con due rapidi passi, per poi cercare di nuovo un affondo, sperando che il ragazzo fosse ormai indebolito dal veleno e non riuscisse a scansare il colpo. Ma nonostante la sonnolenza che minacciava di fargli perdere i sensi, Yan reagì con decisione e usò il suo scudo per bloccare l'attacco... poi sferrò un poderoso calcio all'addome di Ironbriar, che gli mozzò il fiato in gola e lo fece cadere a terra con un grugnito. Lottando contro la perdita di forze, Yan incalzò il suo avversario e cercò di farlo restare a terra...

Ironbriar parò un fendente e si gettò di lato, rotolando agilmente fuori dalla portata del suo avversario. Yan si ritrasse giusto in tempo, prima che Ironbriar si rimettesse in piedi e cercasse un affondo al torace del suo avversario. La lama fece un piccolo taglio sul collo di Yan... ma l'acuto dolore riuscì a spronare Yan e a riscuoterlo dal torpore che minacciava di impossessarsi di lui. Ironbriar si rimise in guardia e cercò di tenersi pronto alla successiva mossa di Yan... ma quest'ultimo colse di sorpresa il giudice corrotto coprendo in un attimo la distanza che li separava. La daga di Ironbriar rimbalzò sul pettorale di Yan, e il ragazzo si avventò sul giudice corrotto con tutte le forze che gli rimanevano. Anche se indebolito, il ragazzo di Sandpoint era comunque più forte di Ironbriar, e il Norgorberita lanciò un grido di sorpresa quando si ritrovò trascinato via e scaraventato oltre la porta divelta e giù per le scale! Avvinghiati in una strenua lotta, lo spadaccino e il chierico rotolarono giù per le scale, finendo la loro folle corsa contro un muro... e con Yan che si ritrovò sopra il suo avversario, nella posizione per lui più vantaggiosa!

Ora che Ironbriar non aveva più alcuno spazio dove fuggire, Yan afferrò il capo dei Norgorberiti e lo colpì con un pugno in pieno viso... poi un altro, e un altro ancora, ogni colpo più preciso e doloroso del precedente! Ironbriar grugnì per il dolore e cercò di sottrarsi a quella raffica di attacchi, ma Yan era decisamente più forte di lui e lo tenne fermo, colpendolo con un'altra raffica di pugni.

Quando un altro colpo si abbattè sul suo zigomo, lasciandolo stordito, il capo dei cultisti decise che ne aveva avuto abbastanza. "Mi... mi arrendo..." mormorò.

Yan smise di colpire ma tenne fermo Ironbriar contro il pavimento. "Come hai detto, scusa?" esclamò.

"Ho detto... che mi arrendo!" Ironbriar urlò con tutta la voce che gli rimaneva in gola. Yan si alzò e lo sollevò di peso, mentre Reji, che fino ad un attimo prima era rimasta in disparte, pronta ad intervenire in caso di bisogno, afferrò il polso destro del magistrato e gli fece cadere di mano la spada.

"Saggia decisione. Giù le armi, giù le bacchette, giù tutto quello che potresti usare contro di noi!" esclamò la ragazzina Tian. "Yan, puoi staccarti. Qui ci penso io."

"Grazie... credo che... non mi restino più molte forze..." mormorò Yan con un sorriso ironico, mentre lasciava che Reji legasse i polsi di Ironbriar. Ora che l'eccitazione e l'adrenalina del combattimento si erano esauriti, stava facendo i conti con il sonnifero che gli scorreva nelle vene... e infatti, dopo qualche secondo, iniziò a barcollare e dovette sedersi per non cadere a terra come un birillo. Nualia si affrettò verso di lui, e anche il resto degli avventurieri si riunirono attorno a lui per vedere cosa avesse.

"Yan!" Il ragazzo sentì la voce di Nualia, che si chinò su di lui e lo scosse gentilmente perchè restasse sveglio. "Yan, che succede? Va tutto bene?"

Ormai sul punto di addormentarsi, il giovane alzò una mano per fare un gesto rassicurante. "Huh? Ecco... sì, aspetta un attimo chemisentodidoverdormire... zzzzz..."

Yan chinò la testa e la appoggiò sulla spalla di Nualia, cominciando poi a russare lievemente.

"Tsk... veleno dei drow. Non uccide, ma provoca sonnolenza." spiegò Ironbriar con acredine.

Reji, Nualia e gli altri si sentirono sollevati alla notizia che Yan non era in pericolo, e la monaca gettò un'occhiataccia al capo dei Norgorberiti e ai suoi scagnozzi sopravvissuti, seduti addosso ad un muro con polsi e caviglie legati. "Già... ottimo per catturare vittime da sacrificare in seguito, immagino." affermò. "Beh, adesso non sacrificherete più nessuno. Avete finito di terrorizzare la gente di Magnimar... e adesso ci direte tutto quello che sapete su questa Lady Xanesha e sul motivo di questi delitti!"

"Da me non saprete mai nulla." tagliò corto Ironbriar.

"Ma davvero?" chiese Eli, osservando attentamente gli occhi di Ironbriar e concentrandosi per percepire eventuali aure magiche. In effetti c'era qualcosa che non andava in quel tipo... Eli cominciava ad avere il sospetto che Ironbriar fosse sotto qualche effetto di influenza mentale. Quand'era così, tutto quello che c'era da fare era lasciarlo un po' da solo, sotto sorveglianza, ed attendere che l'effetto cessasse. "Beh, non dubitare. Troveranno il modo di farti parlare. Tra non molto le ronde della guardia cittadina arriveranno qui, e avranno a disposizione tutte le prove che vorranno. Per adesso, il nostro lavoro qui è finito. Nualia, come sta Yan?"

La aasimar sospirò sollevata e adagiò gentilmente Yan, in modo che tenesse la schiena appoggiata al muro. "Sta bene..." affermò. "E' solo addormentato. Adesso... credo che... abbia bisogno di un po' di riposo."

"Credo che ne abbiamo tutti bisogno." rispose Jolan sgranchendosi una spalla. "E' stata una nottata piena di azione... e non siamo ancora giunti in fondo a questa storia."

Misia si massaggiò la fronte. Anche lei non vedeva l'ora di farsi qualche ora di sonno... e poi, sarebbe stata pronta ad affrontare ogni altra complicazione...

 

oooooooooo

 

Yan non era molto sicuro di quanto a lungo avesse dormito. Una cosa era certa, sentiva che adesso il suo corpo si era ritemprato, e gli acciacchi che ancora rimanevano erano scomparsi quasi del tutto. Mentre cercava di ricordare le ultime cose che erano successe prima di perdere conoscenza, il ragazzo aprì lentamente gli occhi e cercò di capire dove si trovasse... sicuramente era disteso su un letto comodo, e l'odore che giungeva alle sue narici era abbastanza familiare.

Beh, a giudicare da come erano disposti i letti, gli armadi e il resto dell'arredamento, era di ritorno alla locanda della Zanna, nella stanza che condivideva con Jolan. Questa era già una buona notizia... e senza dubbio, ancora meglio era la vista di un volto dalla pelle scura, incorniciato da ondate di capelli candidi, che lo guardava con ansia e speranza al tempo stesso. Anche se la mano appoggiata sulla sua spalla era rossa e squamosa, per Yan fu una visione più che gradita.

Quando la vista gli si snebbiò, il ragazzo sollevò il braccio destro e appoggiò delicatamente la mano su quella di Nualia, che sussultò lievemente al contatto, non aspettandosi che Yan fosse così disposto a toccare il suo braccio demoniaco. Ma la sorpresa si trasformò quasi subito in sollievo, e la aasimar strinse la mano del suo amico con un sorriso malinconico.

"Non credo che potessi pretendere uno spettacolo migliore al mio risveglio." affermò Yan con espressione sbarazzina. "Buongiorno, Nualia. Come vanno le cose?"

Nualia si avvicinò per abbracciare il suo amico d'infanzia, che ricambiò più che volentieri. "Ben svegliato, Yan... so che potrà sembrarti incredibile, ma hai dormito per almeno 24 ore." spiegò lei. "Abbiamo sconfitto Ironbriar e la sua cella di Norgorberiti, e abbiamo consegnato alle autorità lui e i suoi uomini sopravvissuti. Hanno dato una bella occhiata agli alloggi di Ironbriar... e hanno trovato un bel po' di prove contro di lui, in particolare di vari omicidi commessi nelle scorse settimane qui a Magnimar. Adesso è in carcere... probabilmente in attesa di essere condotto alla forca."

"Heh... hanno trovato delle prove tanto schiaccianti?" rispose Yan, ora del tutto sveglio. Si rese conto di avere addosso soltanto i pantaloni, e che diverse fasciature erano avvolte attorno alle ferite che si era fatto nella battaglia con Ironbriar e i suoi uomini - una attorno al torace, una attorno al collo, alcune attorno alle braccia... e una pezza di lino posta sulla guancia destra. Detto questo, le ferite non gli facevano più tanto male - segno che molto probabilmente aveva ricevuto degli incantesimi curativi e che ormai era solo questione di qualche ora prima di essere ristabilito del tutto. "E... Ironbriar non ha detto nulla di questa Xanesha?"

Nualia scosse lentamente la testa. "Purtroppo no. Almeno per adesso." rispose. "Detto questo, le autorità lo hanno messo sotto osservazione. Non vogliono rischiare che Ironbriar faccia qualche gesto estremo - per esempio, che possa suicidarsi - prima che abbia rivelato qualcosa di utile alle indagini. Le guardie cittadine hanno rovistato l'ufficio di Ironbriar, e hanno trovato anche degli oggetti che potrebbero interessarci."

"Sì... sì, posso capire." rispose il ragazzo. "E... hanno trovato altri elementi che potrebbero esserci utili alle indagini? A capire cosa si celi dietro a questi delitti?"

"Hanno scoperto qualcosa di molto interessante, in effetti. Qualcosa che conferma alcune osservazioni che abbiamo fatto." rispose lei, tenendo la mano di Yan. Il ragazzo aveva la netta impressione che Nualia si sentisse ancora insicura, come se si aspettasse da un momento all'altro di risentire la terribile voce di Lamashtu. "Come... come avevamo immaginato, le vittime del culto dello Scuoiatore in questi ultimi mesi erano tutte persone conosciute per la loro avarizia... e sono state tutte uccise nelle procedure che abbiamo visto, il petto squarciato da una serie di fendenti che formavano il simbolo di una stella a sette punte. Il Sihedron, come già sapete."

"Capisco... quindi sì, è confermato che c'è un legame tra l'avarizia delle vittime e la procedura con cui sono state sacrificate." rispose Yan. "Beh... per adesso credo di essere abbastanza aggiornato. Gli altri, dove si trovano in questo momento?"

"Sono tutti alla villa di Lady Heidmarch. Io sono qui perchè volevo tenerti d'occhio ed essere disponibile in caso di bisogno." rispose Nualia. "La guardia cittadina è lì e sta raccogliendo le loro testimonianze. Se... se te la senti di alzarti, forse sarebbe una buona idea raggiungerli, che ne dici?"

"Certamente, ne sarò felice!" rispose Yan. "Ah, e a proposito... spero che si siano presi cura di Shadowmist, mentre ero via!" Fece una breve risata, che ebbe l'effetto di strappare un piccolo sorriso a Nualia.

"Di questo non ti preoccupare..." rispose la ex-sacerdotessa demoniaca. "Mentre eravamo via, hanno fatto in modo che al tuo Shadowmist non mancasse nulla. Certo, ci sarà un po' da pagare..."

"Beh, non è un problema. Ho l'impressione che ci sarà una discreta ricompensa per aver assicurato Ironbriar alla giustizia." rispose Yan. Il suo tono si fece seccato, e il ragazzo guardò verso il materasso, sfregandosi le bende attorno al torace. "Quello che mi secca è che ancora non sappiamo niente di più di quella dannata Xanesha. Che cosa abbia in mente, per chi stia lavorando... proprio nulla! Se solo riuscissimo a trovare un modo di strappare ad Ironbriar ciò che sa..."

I due restarono in silenzio, pensando a cosa si potesse fare. Poi, immaginando che restare lì seduti senza fare nulla non sarebbe servito a granchè, Yan si sgranchì una spalla e fece per alzarsi dal letto - con attenzione, in modo da non sottoporre il suo fisico ad uno stress eccessivo. "Forse è meglio se raggiungiamo Eli e gli altri. Facciamo il punto della situazione e decidiamo cosa sia meglio fare."

"Certo. Al momento si sono riuniti nuovamente al maniero Heidmarch. Sono sicura che ci stanno già aspettando." Nualia annuì e diede una mano a Yan ad alzarsi, lasciando la stanza solo per permettergli di rivestirsi in tutta calma...

 

oooooooooo

 

Yan si era fermato alla Zanna soltanto il tempo necessario per mangiare un po' di pane e bere un po' d'acqua - visto che era già quasi una giornata intera che non metteva nulla nello stomaco - e poi si era diretto alle stalle, dove alcuni inservienti avevano già fatto sellare il suo Shadowmist e il cavallo di Nualia. Lo stallone emise un acuto nitrito di riconoscimento quando riconobbe il suo nuovo padrone, che gli si avvicinò e gli fece una carezza sul collo muscoloso.

"Scusa se mi sono fatto attendere, Shadowmist." disse il giovane, parlando affettuosamente al suo destriero. "Abbiamo avuto qualche contrattempo... e intanto, siamo anche finiti in galera. Adesso andiamo dai nostri amici, e vediamo cosa si può fare per risolvere questo problema."

Shadowmist sbuffò e permise al ragazzo di salirgli in sella. Poco dopo, Yan e Nualia si erano già avviati, a passo svelto ma tranquillo, verso il maniero Heidmarch. Una volta giunti lì, non fu un problema farsi riconoscere dalle guardie e ricevere il permesso di entrare, lasciare in custodia i loro cavalli, e infine andare a raggiungere il resto del gruppo...

 

oooooooooo

 

Mentre tutto questo stava avendo luogo...

Nella prigione di massima sicurezza conosciuta come Gli Inferni, Ironbriar si trovava, per pungente ironia della sorte, in una delle stesse celle di isolamento nelle quali aveva fatto rinchiudere molte persone quando indossava ancora la toga di magistrato. Va da sè che, una volta scoperte le sue attività illecite, e soprattutto la sua appartenenza al culto di Norgorber, Ironbriar era decaduto dal suo rango, ed ora gli veniva riservato lo stesso trattamento che spettava ai fuorilegge più pericolosi. Era stato messo in isolamento, sorvegliato a vista e con i polsi ammanettati per evitare che facesse ricorso a qualche incantesimo.

All'inizio, Ironbriar era rimasto seduto in un angolo, meditando cupamente su come fare per tornare dalla sua signora Xanesha e cercare di rimediare a quel disastro. In quei primi momenti, la sua mente non pensava che a vendicarsi di quei ficcanaso che lo avevano fatto finire in quella cella puzzolente e probabilmente gli erano costati il favore di Lady Xanesha.

Tuttavia, col passare del tempo, Ironbriar aveva avuto una strana sensazione, come se un velo di apatia si fosse gradualmente sollevato dalla sua mente. Sulle prime, l'ex-magistrato aveva provato un senso di confusione e spiazzamento, mentre cercava di fare mente locale su quanto era successo in quei mesi. Era come se i suoi ricordi non fossero limpidi, come se invece di aver vissuto quei mesi, lui non avesse fatto altro che vedere la vita di qualcun altro. Era sempre stato a capo di quella cella di cultisti del Padre Scuoiatore... ma per qualche motivo, aveva l'impressione che in quegli ultimi tempi, qualcosa fosse cambiato nei suoi modi...

Poi, man mano, i ricordi si erano fatti più chiari... ed Ironbriar aveva finalmente capito. In particolare, un ricordo si era fatto più nitido nella sua mente: quello di quella creatura, metà donna e metà serpente, che lo aveva avvicinato tempo prima, presentandosi come Xanesha e parlandogli come un'amica...

Sulle prime, Ironbriar aveva nutrito dei comprensibili sospetti verso quell'essere. Anche un seguace di un dio oscuro come Norgorber sapeva che non c'era da fidarsi di una creatura empia come una lamia. Tuttavia, quando la creatura gli si era avvicinata, Ironbriar si era sentito stranamente a suo agio. Sentiva improvvisamente che poteva fidarsi di lei, e che collaborare con lei avrebbe potuto tornargli utile. Sarebbe bastato nascondere la loro alleanza al resto dei cultisti, e lei lo avrebbe portato alla gloria nella nuova era che presto sarebbe iniziata. Tutto quello che lei gli aveva chiesto era di uccidere alcune persone secondo un preciso rituale, incidendo quel simbolo della stella a sette punte nei loro corpi... e uccidere, beh, era proprio quello che il culto di Norgorber faceva.

Finalmente, la sua mente si era snebbiata. Era tutto diventato chiaro. Quella dannata lamia gli doveva aver fatto qualche magia per renderselo amico, e lo aveva manipolato sottilmente per fargli fare il lavoro sporco al suo posto. Lo aveva usato come una pedina, e adesso lo aveva abbandonato.

Fremendo di rabbia per il modo in cui Xanesha lo aveva usato e scartato, Ironbriar decise che se era destinato ad andare a fondo, non ci sarebbe andato da solo.

L'elfo alzò lo sguardo e fissò la porta della sua cella. Poi, con un po' di difficoltà a causa delle ginocchia anchilosate, si avvicinò e bussò alla porta con le manette di piombo che gli tenevano bloccati i polsi. Le guardie ebbero un sobbalzo per la sorpresa, e una di esse si voltò di colpo verso il prigioniero, fissando con evidente sospetto.

"Che succede, adesso? Che cosa vuoi?" chiese il soldato, la lancia già puntata verso il criminale.

Ironbriar non diede segno di essere intimorito. "Vorrei che tu dicessi una cosa ai tuoi superiori da parte mia, soldato." affermò. "Dì ai tuoi superiori che io sono disposto a patteggiare. Ho delle informazioni che potrebbero essere loro molto utili."

"Che cosa?" replicò la guardia, ben consapevole di non potersi fidare di quanto diceva un peigioniero. "E così... vorresti cantare, finalmente? Vuoi dirci chi sta dietro a tutti questi delitti?"

"Se è un trucco, sappi che non la passerai liscia." commentò l'altra guardia, per poi rivolgersi al suo collega. "Va bene, qui resto io a controllare questo galantuomo. Avris, tu vai ad avvertire la sergente Kasadei. Credo che avrà un bel po' di domande per il nostro ex-giudice."

"Ci penso io." rispose Avris, e si affrettò verso gli uffici della sua superiore mentre il suo collega restava lì a fare la guardia.

 

oooooooooo

 

Circa un'ora dopo, la sala degli interrogatori era già stata preparata. La sergente Kasadei, investigatrice e membro graduato della guardia cittadina di Magnimar, entrò lentamente nella sala, illuminata soltanto da un paio di lanterne appese ai muri, che proiettavo delle luci inquietanti nella sala. Ad un lato del tavolo di legno che costituiva l'unico arredamento della stanza, era già seduto l'ex-giudice Ironbriar, ora vestito con degli abiti un po' più decenti rispetto agli stracci da carcerato che indossava fino a poco tempo prima - un completo di stoffa grigia a maniche corte, privo di decorazioni, e un paio di sandali di cuoio, con una corda a fare da cintura. Ma il suo sguardo era ancora acuto e penetrante. e la sergente ebbe l'impressione che anche in quel momento stesse cercando di calcolare come togliersi da quella situazione con il minimo del rischio per sè stesso.

Kasadei, una donna sulla trentina d'anni con i capelli castani tagliati corti, vestita di una giacca azzurra a maniche lunghe, un paio di pantaloni verdi e un paio di stivali, con un arco a tracollo e una faretra carica legata alla schiena, si fermò davanti al tavolo e guardò intensamente negli occhi il magistrato decaduto. "Molto bene, Ironbriar. Avete tutta la mia attenzione in questo momento." affermò. "Prima di tutto, voglio appurare una cosa importante. Cosa sperate di ottenere con queste confessioni?"

Ironbriar considerò rapidamente le sue opzioni, che in effetti non erano molte in quel momento. Uno dei vantaggi di essere stato infiltrato nelle alte sfere legislative di Magnimar era il fatto che adesso conosceva bene la legge e sapeva cosa poteva fare per sfruttare i cavilli legali e le scappatoie a sua disposizione. Ma anche così, si rendeva conto che la sua posizione era precaria, e che doveva giocarsi bene le sue carte, o il suo futuro avrebbe avuto durata assai breve.

"Una riduzione di pena, in pratica." rispose infine. "Chiedo che la pena di morte, prevista per i casi come il mio, sia commutata in ergastolo."

Kasadei corrugò la fronte. Non era una decisione che spettava a lei, ma si rendeva conto che un informatore nella posizione di Ironbriar avrebbe potuto essere di grande utilità non solo per liberare Magnimar dalla minaccia del culto di Norgorber, ma anche per spazzare via un po' di corruzione dai loro stessi ranghi. Sicuramente, era una proposta che valeva la pena di prendere in considerazione.

"Una riduzione di pena, capisco." affermò infine, per poi cercare di andare più a fondo. "C'è qualche altra condizione che vorrebbe apporre?"

Ironbriar scosse la testa, ben sapendo che non era il caso di chiedere troppo e di sfidare la sorte. Per il momento, sopravvivere anche se imprigionati era il meglio che poteva ragionevolmente sperare di ottenere. In seguito, una volta che la sua posizione fosse stata un po' più sicura, magari avrebbe potuto fare qualche altra richiesta. Certo, ci sarebbe voluto parecchio tempo... ma come elfo, aveva una lunga vita davanti e conosceva il valore della pazienza.

"No, questo è tutto." rispose.     

Kasadei annuì, riflettendo sulla proposta. "Molto bene. Sottoporrò la vostra richiesta ai miei ufficiali superiori, e vi saprò comunicare la loro decisione il prima possibile." rispose. "Nel frattempo, avete altre dichiarazioni da fare?"

L'ex-magistrato chiuse gli occhi. "Non farò altre dichiarazioni finchè la mia richiesta non sarà stata soddisfatta." affermò.

Kasadei storse il naso. Era una sorta di ricatto, da parte di Ironbriar, ma la legge gli consentiva di farlo. Poteva solo sperare che la richiesta di uno sconto di pena fosse accolta... e che Ironbriar dicesse la verità una volta giunti al dunque. Sperò di potersi procurare qualche mago o chierico in grado di usare un incantesimo di verità... altrimenti, avrebbe dovuto affidarsi al suo intuito e buon senso per assicurarsi che non ci fosse alcun inganno.

"Va bene. Quand'è così, per adesso non abbiamo nient'altro da dirci." affermò la sergente, allontanandosi di un passo. "Detto questo, vi chiedo di restare a disposizione. Soldati, riconducete il prigioniero nella sua cella e fate buona guardia. Io andrò a riferire la sua richiesta ai miei superiori."

"Ricevuto, sergente Kasadei." rispose una soldatessa, mentre lei e un collega riprendevano in custodia l'ex-magistrato. "Le auguriamo buona fortuna."

Mentre si congedava dal prigioniero e dai suoi soldati, Kasadei non potè fare a meno di fare un sorriso un po' amaro. In effetti, un po' di fortuna, in quel momento, le avrebbe davvero fatto comodo.

 

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Maniero degli Heidmarch, il giorno dopo.

Il gruppo di Eli, in particolare Reji, era stato più che felice di rivedere Yan e di aggiornarlo su tutto quello che era successo mentre lui era nel mondo dei sogni. Dopo la battaglia, le guardie cittadine erano arrivate per portare in carcere Ironbriar e i suoi accoliti sopravvissuti, e nell'ufficio dell'ex-giudice erano state trovate prove ampiamente sufficienti del suo coinvolgimento in numerosi delitti avvenuti negli ultimi tempi. Erano stati trovati anche alcuni oggetti che, pur non avendo rilevanza ai fini della risoluzione del caso, erano stati comunque ritenuti utili per il gruppo di aspiranti Pathfinder.

E in quel momento, Misia era completamente assorbita nella lettura di uno di questi.

"Woooow! Non avete idea di quanto è interessante questo libro!" esclamò trasognata la femmina di gnomo. "Mi ci è voluto un bel po' per riuscire a sfogliarlo senza farmelo scivolare di mano... ma ne è valsa la pena!"

Eli sospirò, ormai abituata alle stranezze della sua migliore amica. "E... di cosa parla, esattamente?" chiese, più per abitudine che altro.

Misia mise un segnalibro e si voltò per rispondere, sorridendo quasi da un orecchio all'altro e mostrando un vecchio volume con una splendida copertina in filigrana, contenente numerose illustrazioni disegnate a mano in maniera magistrale e intitolato "I Racconti Fatati degli Antichi".

"Oooh, è una cosa fantastica! Ci sono un sacco di racconti sulle creature fatate del Primo Mondo... in particolare sui Tane! Gli Uccelli Jubjub, la Ciciarimpia, i Chiappabana, il Leviatano..." spiegò Misia, praticamente al settimo cielo. "Se questo non lo vuole nessuno, me lo tengo io! Per me non ha prezzo!"

Eli fece un piccolo sorriso di comprensione. In effetti, non poteva negare che anche per lei era un argomento interessante. E per uno gnomo come Misia, un libro simile aveva una rilevanza tutta particolare. Persistevano ancora le voci secondo cui gli gnomi di Golarion fossero originari del Primo Mondo, il selvaggio reame da cui provenivano le creature fatate, e molti elementi della loro peculiare natura supportavano tale ipotesi.

Il resto del gruppo, attirato dalla conversazione, si volse verso le due amiche per chiedere di cosa stessero discutendo, ma prima che Yan potesse fare qualsiasi domanda, si sentì bussare alla porta, e Lady Heidmarch fece il suo ingresso, salutando il gruppo con un elegante cenno della testa. Immediatamente, tutti gli avventurieri rivolsero a lei la loro piena attenzione, e Misia chiuse rapidamente il volume che stava leggendo.

"Lady Heidmarch." disse Eli, dopo essersi schiarita la voce. "Siamo contenti di rivedervi. Come potete vedere, il nostro compagno Yan si è riunito al gruppo, e siamo riusciti a sgominare quella cella di Norgorberiti che stava minacciando Magnimar."

"Salute a voi, signori." disse la Heidmarch, mantenendo la sua espressione fiera ed aristocratica. "Ho avuto modo di sapere delle vostre imprese. Magnimar vi deve molto... e a questo proposito, sono venuta qui per comunicarvi una notizia importante."

"Una notizia..." cominciò Jolan. "E... potremmo sapere di cosa si tratta, Lady Heidmarch?"

La nobildonna tirò fuori una lettera ordinatamente piegata da una manica del suo elegante vestito e la mostrò al gruppo. "Questo dispaccio mi è arrivato mezz'ora fa dalla guardia cittadina di Magnimar." affermò. "Ironbriar, il leader del culto di Norgorber con cui avete avuto a che fare, ha parlato. Ha detto dove si trova questa misteriosa Lady Xanesha."

Reji spalancò gli occhi in un'espressione al tempo stesso rabbiosa e speranzosa. "Che cosa...?" mormorò.

 

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CONTINUA...

 

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Capitolo 43
*** Capitolo 40 - Duello decisivo sulla torre dell'orologio ***


Pathfinder: L'Ascesa dei Signori delle Rune

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 40 - Duello decisivo sulla torre dell'orologio

 

Nascosti dietro l'imponente, torbida massa dell'Irespan, le opere minori dell'uomo si affollavano come gramigna ai piedi dei grandi pilastri di roccia che ancora, dopo più di diecimila anni, tenevano in piedi il mastodontico ponte.

Accanto ad uno di questi supporti, nel quartiere malfamato di Sottoponte, una decrepita e cadente torre dell'orologio svettava ancora ad un'altezza di più di cinquanta metri, le lancette congelate sulle ore 3 in punto, la struttura pericolante che sembrava sul punto di crollare al primo soffio di vento. Ma in qualche modo, l'Orologio delle Ombre restava in piedi, triste ricordo di un fallito tentativo di dare un po' più di lustro e dignità a quel luogo di miseria. Sulla cima della torre, una statua di pietra di un angelo, le cui ali si stavano sgretolando, si appoggiava precaria, quasi come se stesse preparando un ultimo salto dal suo trespolo in rovina.

Era proprio in questo posto in sfacelo che il gruppo di avventurieri guidato da Eli Clerks si stava dirigendo per mettere fine una volta per tutte all'ondata di efferati delitti che stava investendo Sandpoint e Magnimar.

"Lo sai, Eli? Non riesco più a contarle tutte le taverne di Magnimar che tengono scommesse su quando questo rudere cadrà, e sul numero di strutture che travolgerà." commentò Misia, i suoi occhi vividi fissi sulla cima della torre pericolante e sull'orologio che ne dominava la cima. La torre stessa era fatta principalmente di pietra calcarea, con un intricato scheletro di sostegni di legno, irrobustiti qua e là da fasce di ferro. Le pareti erano incise dal vento, dalla pioggia e dalla sporcizia, segni che contribuivano all'aspetto instabile e pericoloso di quella struttura.

"E così... è qui che si nasconde quella dannata Xanesha." mormorò cupamente Reji, con una luce gelida nello sguardo. "Hmph. Un luogo ideale per spazzatura come lei."

"Sì... stando alle confessioni di Ironbriar, è qui che troveremo l'artefice di tutto questo casino." affermò Eli, la mano destra che stringeva convulsamente il suo bastone. Ancora una volta, il sospetto di quello che voleva fare Xanesha le fece venire un brivido lungo la schiena, ma cercò immediatamente di bandire quei pensieri. Doveva mostrarsi forte, come leader del gruppo... e poi, questi sospetti erano solo certe sue paure irrazionali, giusto? "Occhi aperti, gente. Quella maledetta lamia non è sola da queste parti. Ricordate quello che ci hanno comunicato dalla guardia cittadina."

"Sì, me lo ricordo. Xanesha dovrebbe avere al suo servizio altri di quei senzavolto che abbiamo visto alla vecchia casa dei Foxglove." commentò Yan. Represse un brivido al ricordo di quello spiacevole incontro. "E poi, c'è questo... Spaventapasseri..."

"Cos'è che aveva detto Ironbriar, dello Spaventapasseri? Aveva detto che si trattava di un bestione tutto muscoli, ma che non era nemmeno lui sicuro di cosa fosse..." affermò Nualia, mentre dava un'occhiata al suo equipaggiamento per verificare di essere pronta all'incontro.

Jolan tenne pronti i suoi pugnali. "In ogni caso, non possiamo abbassare la guardia. Lo Spaventapasseri sarà probabilmente il primo ostacolo che ci verrà incontro." affermò, mentre il gruppo sccivolava lungo un vicolo disseminato di spazzatura e si avvicinava alla piazza davanti alla torre dell'orologio. Yan si fece avanti per primo, tenendo lo scudo alzato davanti a sè e la spada al fianco pronta a colpire. Sembrava non esserci alcun problema, ma il ragazzo non abbassò la guardia e fece qualche passo avanti con espressione attenta.

"Qui non c'è nessuno. Per adesso." sussurrò ai suoi compagni. "Avanti con circospezione."

Il gruppo cominciò ad avanzare verso l'ingresso dell'Orologio delle Ombre... e si fermarono quando l'udito acuto di Jolan sentì qualcosa che si muoveva nell'oscurità del passaggio. Il piccolo halfling alzò una mano e sussurrò un avvertimento ai suoi compagni, che si fermarono e si prepararono a qualsiasi evenienza. Reji deglutì nervosamente quando sentì i passi di qualcosa di grosso, pesante e sgraziato che si avvicinava sempre di più...

Qualche secondo dopo, lo Spaventapasseri apparve dall'oscurità, annunciato da una coltre di fetore ammorbante, come una bara scoperchiata di colpo. Le descrizioni che avevano sentito dalle guardie cittadine non rendevano giustizia all'orrore di quella visione: una figura umanoide alta più di due metri e mezzo, il cui corpo era composto di pezzi di carne cuciti tra loro con una precisione ed un'abilità che sembravano quasi incongruenti con il suo aspetto mostruoso. Pezzi di mucca, cavallo e uomo erano stati fissati l'uno all'altro con cuciture, bulloni e legacci di spago, e indossava solamente una casacca logora e un paio di pantaloni sudici, oltre che un cappello di stoffa che sembrava ridicolo su quella testa sproporzionata e dall'espressione idiota. Nelle sue enormi mani prive di pelle teneva una falce dalla lama ancora insozzata del sangue rappreso delle sue vittime.

La creatura aprì gli occhi, rivelando un paio di pupille rosse luccicanti, e spalancò la sua bocca sbavante mentre avanzava per affrontare il gruppo. Disgustati dall'aspetto di quel mostro, i ragazzi si piazzarono a distanza di sicurezza gli uni dagli altri, così che se quell'essere ripugnante avesse cercato di attaccarli, si sarebbe esposto agli attacchi degli altri avventurieri.

"Aaaaah! Piccoli avventurieri!" gorgogliò il mostro, e sul suo orrido volto apparve quello che poteva passare per un ghigno di vittoria. "Padrona Xanesha ha detto a me che voi sareste venuti! Ora io vi uccido!"

"Che schifo... ma cos'è quella cosa, una specie di non morto?" chiese Yan.

"Se è così, allora l'acqua benedetta dovrebbe fargli male." replicò Reji. La monaca estrasse una boccetta di acqua santa dalla sua bisaccia e la scagliò contro il mostro, e quest'ultimo, troppo lento e goffo per schivare un attacco così rapido, non potè evitare che il contenitore lo colpisse e si infrangesse su di lui. L'acqua benedetta si sparse sul suo corpo... ma non ebbe alcun effetto su quella mostruosità, che avanzò a lunghi passi verso Reji e sferrò un fendente con la sua falce. La ragazzina reagì appena in tempo per evitare di perdere la testa, e la lama ricurva le tagliò di netto una ciocca di capelli!

"Ah! Ma cosa... perchè non ha funzionato?" esclamò Reji, per poi riprendere posizione e sferrare un devastante pugno al fianco della creatura mentre questa era scoperta. Ma l'attacco non sembrò fare più di tanto a quell'ammasso di pezzi di carne, che alzò di nuovo la falce e si apprestò a colpire. Reji riuscì appena in tempo a mettersi a distanza di sicurezza... e un istante dopo, un paio di frecce scagliate da Yan colpirono il mostro ad un fianco e al collo. Ma la carne cadaverica si rivelò più coriacea del previsto, e nessun attacco ebbe l'effetto sperato. Una delle due frecce attraversò il collo del mostro, ma quest'ultimo ne prese la punta con una delle sue grandi mani, la spezzò e se la estrasse come niente fosse.

"Ah! Ma certo, come ho fatto a non pensarci prima?" esclamò stupita Eli, per poi fare cenno ai suoi compagni di non attaccare. Il mostro si spostò verso Yan e cercò di colpirlo con un pugno, ma fu abbastanza lento, e il ragazzo riuscì a scansare il colpo, che si schiantò sul pavimento e vi aprì una grossa crepa! "Quell'affare è un golem di carne! Tenetevi lontani il più possibile!"

"Un... un golem di carne?" esclamò Reji. La monaca riuscì a portare a segno un calcio laterale contro il mostro fatto di pezzi di cadaveri, ma quest'ultimo barcollò appena un po' e si voltò verso la ragazzina per cercare di stritolarla tra le sue orride mani. Reji reagì abilmente e fece un salto mortale all'indietro, sottraendosi alla presa. "Ma... io credevo che i golem fossero degli automi senza cervello! Invece questo parla, addirittura!" 

"Hahahaaaaa! Ti sorprendi tanto, nanerottola?" ringhiò il costrutto. Sferrò un colpo di falce diretto alle ginocchia di Reji, ma la monaca saltò all'indietro ed evitò l'attacco, e la lama stridette sul terreno sollevando qualche scintilla. Yan approfittò del momento per scattare in avanti e colpire il golem di carne alla schiena con la sua spada, ma ancora una volta, il danno si dimostrò limitato. Il mostro si voltò di scatto e cercò di colpire Yan con un manrovescio, che il giovane guerriero evitò abilmente acquattandosi al suolo.

"Di solito sì... I golem in generale sono degli automi privi di intelligenza che non fanno altro che eseguire gli ordini dei loro creatori." rispose Eli, facendo cenno al gruppo di allontanarsi dal mostro. "Ma... a volte succede che un golem di carne sviluppi una sua personalità. Non si sa esattamente il motivo, ma succede solo se il cervello del golem è abbastanza ben conservato. E anche in quei casi, molto raramente."

Misia deglutì nervosamente. "Eli, cara, discuterei molto volentieri la teoria della creazione dei golem e tutto il resto... ma prima faremmo meglio ad assicurarci che questo golem non distrugga noi!" affermò. Il golem di carne senziente si avvicinò minaccioso, la falce sollevata e un sorriso gocciolante di bava dipinto sul volto.

"Sai come possiamo fare per contrastarlo?" chiese Nualia. Il gruppo stava indietreggiando, cercando di tenersi fuori dalla portata della falce dello Spaventapasseri. "Non hai qualche incantesimo che possa contrastarlo?"

"I golem sono immuni a molti incantesimi..." rispose Eli. "Ma questo non significa che la magia giusta non sia utile contro questi ammassi di materia! Per esempio... RAGGIO ROVENTE!"

La maga mezzelfa puntò un indice contro lo Spaventapasseri e scagliò un raggio di fuoco scarlatto che centrò in pieno il mostruoso costrutto e diede fuoco alle vesti sdrucite che indossava, avvolgendolo quasi del tutto. Stupito, il golem indietreggiò e si strappò di dosso ciò che restava della camicia... ma si rese conto che i suoi movimenti erano diventati più lenti ed impacciati, e si ritrovò a fare fatica a muovere la sua falce.

"Aaaaah... che cosa... cosa mi avete... fatto?" mugugnò lo Spaventapasseri. "Non riesco più... a muovermi... bene..."

"Quel Raggio Rovente non gli ha fatto danni... ma in compenso lo ha rallentato!" esclamò Jolan. "Eli, come diavolo hai fatto?"

"E' tutta questione di conoscere i punti di forza e i punti deboli dei costrutti." rispose tranquillamente Eli. "I golem di carne non subiscono danni dagli incantesimi basati sul caldo o sul freddo, ma in compenso questi hanno l'effetto di rendere più impacciati i loro movimenti! Forza, ragazzi, è il momento di approfittarne!"

"Grazie, Eli! Cercheremo di non sprecare il vantaggio!" esclamò Nualia. Ad un cenno di Yan, lui, Nualia e Reji si lanciarono all'attacco dello Spaventapasseri da tre lati, e il mostro, rallentato ed indebolito com'era, non riuscì a reagire con la velocità che avrebbe dovuto. Con rapidità, Yan sferrò un fendente che raggiunse il macabro costrutto al fianco destro, penetrando nelle carni necrotiche e tagliandole con precisione e potenza. Ringhiando, lo Spaventapasseri sollevò un braccio e cercò di abbatterlo sul ragazzo, ma non fu abbastanza veloce, e Yan riuscì a scansare il colpo con meno sforzo di prima, per poi rispondere con un colpo di taglio con lo scudo, sferrato alle caviglie del golem di carne.

"Adesso, Nualia!" esclamò Yan.

La aasimar si scagliò furiosamente contro il golem di carne e spiccò un balzo altissimo, per poi abbattere la spada con tutta la sua forza sul trapezio del mostro, nel punto in cui una cucitura teneva assieme i muscoli necrotizzati. La lama incontrò più resistenza del previsto, ma riuscì comunque ad affondare nel corpo dell'avversario.

Lo Spaventapasseri emise un ruggito gorgogliante e afferrò Nualia, per poi scaraventarla con violenza contro una pila di scarti di legno ammonticchiati in un angolo. Furenti, Yan e Reji si lanciarono assieme contro il golem, e il ragazzo sferrò un fendente che raggiunse il costrutto dietro il ginocchio destro, ma non riuscì a penetrare nell'arto. Il golem cercò di colpirlo con la falce, ma fu troppo lento e il fendente venne intercettato sallo scudo di Yan, sollevando una breve pioggia di scintille quando la lama affilata della falce scorse sulla superficie metallica.

"Adesso!" esclamò Reji. Approfittando del momento in cui il golem non era in guardia, la ragazzina si avvicinò a lui e si produsse in una rapida e decisa raffica di calci, mirando all'addome e al torace del mostro. Nonostante la sua robustezza innaturale, lo Spaventapasseri venne fatto sobbalzare dai colpi, e un ultimo potente calcio circolare al petto lo fece barcollare.

Tuttavia, il golem non era così facile da mettere a terra. Fece un deciso passo in avanti e cercò di stritolare Reji tra le sue enormi mani, costringendo la ragazzina Tian ad una ritirata acrobatica, facendo una capriola all'indietro e portandosi a distanza di sicurezza mentre Yan lo colpiva ad una caviglia con la sua spada, e Nualia si rialzava e portava un attacco rapido, portandosi poi fuori dalla portata del mostro. Ringhiando, lo Spaventapasseri gettò via la falce e cominciò ad agitare furiosamente le braccia in aria, e un poderoso pugno raggiunse Yan ad una spalla e lo fece cadere a terra. Jolan intervenne e colpì il golem alle ginocchia con entrambi i suoi pugnali, ma quest'ultimo mosse furiosamente la gamba in aria e scaraventò via il piccolo halfling.

"Yan! Ragazzi, tutto bene?" esclamò Nualia mentre aiutava il suo amico d'infanzia a rialzarsi.

Il giovane spadaccino annuì con decisione mentre guardava Reji che tentava un attacco da lato. Ancora una volta, le carni rigide del golem attutirono i colpi presi, e la monaca venne colpita in pieno da un pugno alla spalla destra! Strinse i denti e cercò di portarsi a distanza di sicurezza.

"Questo bestione ha una resistenza pazzesca." commentò Reji. "Ma ha un grosso punto debole, è lento."

Misia, nel frattempo, stava cercando di pensare a come lei potesse dare una mano in quella difficile lotta. Il golem di carne era un avversario di tutto rispetto, anche se era stato rallentato dalla magia di Eli. E tra i suoi incantesimi, non gliene veniva in mente nemmeno uno che potesse infliggere dei danni a quell'essere artificiale...

A meno che...

Misia sgranò gli occhi per la sorpresa quando si rese conto che le era venuto in mente un possibile punto debole del golem. Certo, quel mostro fatto di pezzi di cadavere poteva essere immune alla stragrande maggioranza degli incantesimi... ma sarebbe stato ugualmente immune a dei trucchetti un po' più mondani?

La femmina di gnomo rovistò freneticamente nella sua bisaccia, sperando di trovare in fretta gli oggetti alchemici che aveva comprato quella mattina. Con rapidità, tirò fuori due sacchi di tela e controllò che il loro contenuto fosse ancora utilizzabile... e con suo grande sollievo, vide che in effetti era proprio così. Mentre il golem di carne era ancora impegnato a cercare, senza tangibile successo, di sbarazzarsi di Yan, Reji e Nualia... Misia si avvicinò al mostro e lanciò una di quelle strane borse ai piedi del golem, che mugugnò orribilmente quando il contenitore si aprì e riversò una massa di denso fluido bluastro ed appiccicoso sulle gambe del costrutto. Lo Spaventapasseri si guardò le gambe, per poi tentare di liberarsi con la pura e semplice forza bruta.

"Che cosa... mi avete fatto...? Liberatemi...!" esclamò. Tirò con tutte le sue forze per cercare di liberarsi dalla colla, ma l'adesivo si dimostrò resistente anche per la sua forza inumana.

Eli sorrise fieramente. "Heh... come immaginavo, l'immunità alla magia dei golem non si estende agli oggetti alchemici!" affermò. "Adesso, ragazzi! E' il momento giusto!"

"Ricevuto, Eli! Ottima pensata!" esclamò Misia, per poi puntare la sua balestra contro il golem assassino. La femmina di gnomo scagliò un quadrello che colpì con precisione sotto il pettorale dello Spaventapasseri, che ringhiò rabbiosamente e rivolse tutta la sua attenzione alla biondina. Imprecò e la minacciò di morte mentre arrancava aggressivamente nella sua direzione... ma i combattenti del gruppo non gli diedero tregua e lo assalirono da più parti. Yan scagliò un paio di frecce che colpirono lo Spaventapasseri alla schiena, mentre Reji e Nualia gli arrivavano addosso dai due lati, colpendolo per poi ritirarsi prima che il costrutto potesse contrattaccare.

"Okay, se è questo che funziona contro di lui... vediamo cosa succede se uso questo!" disse tra sè Misia. La femmina di gnomo prese dalla sua bisaccia una boccetta riempita con uno strano liquido semitrasparente e la scagliò contro il mostro, che lanciò un ululato di rabbia e paura quando il fluido toccò la sua pelle cadaverica... e uno sbuffo di vapore bianco si levò dal punto colpito. Nualia si avvicinò di nuovo, brandendo la spada e mirando alla base del collo del mostro...

"UAAAAAAARGH!" ululò il golem, e Nualia si bloccò di colpo. "Basta, basta! Io mi arrendo! Lasciatemi vivere!"

"Va bene, Spaventapasseri. Ti risparmiamo. Ad una condizione, che tu te ne vada di qui e non faccia più del male a nessuno." affermò Yan stringendo gli occhi, con un tono che faceva subito capire che non stava scherzando. "Tra un po' la colla si sarà seccata, e allora potrai liberarti senza problemi. Faremo finta di non vedere che ti sei allontanato."

"Sei sicuro di quello che fai, Yan?" chiese Eli, un po' dubbiosa. "Non vorrei sembrarti troppo cinica, ma questo bestione ha sicuramente ucciso delle persone innocenti. E vuoi lasciarlo andare così?"

Yan alzò le spalle, richiamando alla mente una frase che Misia gli aveva detto tempo prima. "Anche se lo uccidessimo, non riporteremmo in vita le persone che lui ha ucciso. Mi basta che smetta di fare del male e se ne vada senza causare problemi." rispose, per poi rivolgersi al golem. "Ma sappi una cosa, Spaventapasseri. Se veniamo a sapere che hai ucciso altre persone dopo questa notte, allora verremo a darti la caccia, e questa volta non ci saranno terze possibilità per te. Sono stato abbastanza chiaro?"

Nualia non potè fare a meno di sorridere mentre riponeva la spada nel fodero. Proprio tipico di Yan, dare un'altra possibilità anche a chi sembrava non meritarne nessuna. Lo aveva fatto con lei, e adesso lo stava facendo anche con quel mostro che molti altri non avrebbero esitato a passare a fil di spada.

"Sono d'accordo." disse la aasimar. "Se... se io ho avuto una possibilità, perchè non deve averla anche lui?"

Eli e Jolan, da parte loro, non potevano dire di essere troppo contenti di lasciar andare quel mostro... ma dovevano ammettere che la logica di Yan aveva senso nella sua semplicità, e nessuno dei due era in vena di discutere in quel momento. C'erano cose più importanti da fare. "Mah. Va bene, visto che la metti su questo piano..." affermò la mezzelfa. "Mi basta che non abbiamo di che pentircene in seguito."

Misia strizzò un occhio in segno di approvazione. "Non ti preoccupare, Eli. Ho l'impressione che Yan si sia spiegato bene." 

"Sì... sì... tutto chiaro!" mugolò il golem senziente abbassando la testa. "Io... non farò più male a nessuno... prometto!"

Yan annuì e fece cenno al resto del gruppo di proseguire. "Bene. Vedi di mantenere questa promessa." rispose. "Ora forza, ragazzi, dobbiamo proseguire... e in fretta! Con tutto il casino che c'è stato, Xanesha e i suoi senzavolto si saranno senza dubbio accorti del nostro arrivo."

"Già, ma non sanno ancora cosa abbiamo in serbo per loro!" rispose Reji, sgranchendosi le nocche delle mani con espressione gelida mentre seguiva i suoi compagni all'interno della torre dell'orologio. Lo Spaventapasseri restò fermo dov'era e guardò gli avventurieri che salivano le scale verso le sale interne della torre dell'orologio.

Quando finalmente anche l'ultimo se ne fu andato - e Misia si prese il tempo di gettare uno sguardo al golem, in modo che capisse che non avrebbe dovuto fare il furbo - lo Spaventapasseri tirò un sospiro di sollievo e abbassò la testa, la sua presunzione sostituita dalla consapevolezza che quel giorno era sopravvissuto soltanto perchè i suoi nemici avevano avuto compassione nei suoi confronti. Ormai gli era chiaro cosa avrebbe fatto in seguito. Come prima cosa, si sarebbe rifugiato sott'acqua, dove nessuno lo avrebbe mai cercato, e avrebbe atteso. E poi... e poi avrebbe deciso cosa fare, ma una cosa era certa - non aveva nessuna voglia di mancare alla promessa che aveva fatto.

 

oooooooooo                 

   

Gli occhi da rettile di Xanesha, dal piano più alto della torre dell'orologio e ai piedi della statua dell'angelo che svettava su di essa, scandagliavano avidamente il panorama dei quartieri bassi di Magnimar. La lamia matriarca, che fino a pochi giorni prima si sentiva inarrestabile e riteneva che il suo piano fosse ad un passo dalla realizzazione, provava ora un senso di frustrazione per i continui intoppi in cui era incappata.

Prima quegli intriganti avventurieri di Sandpoint avevano sconfitto Malfeshnekor e la sua pedina non-morta Aldern Foxglove... e adesso, quegli stessi avventurieri erano arrivati lì a Magnimar e avevano annientato la cella di Norgorberiti che lei aveva usato come esecutori del suo volere. E ora che il controllo mentale che lei manteneva su Ironbriar era venuto meno, le possibilità che il giudice corrotto l'avesse tradita e denunciata erano elevate. Xanesha frustò l'aria con la sua coda serpentina, cercando di pensare ad una soluzione. Finora aveva raccolto una considerevole quantità di anime avare, ma se non fosse riuscita a catturare quella del sindaco Haldmeer Grobaras, non sarebbe mai riuscita a superare Lucrecia. E Xanesha non aveva nessuna intenzione di ritornare da Mokmurian solo per diventare lo zimbello di sua sorella.

Mentre era persa tra queste riflessioni, Xanesha sentì avvicinarsi tre figure umanoidi dall'aspetto ripugnante, che si fermarono a pochi metri dalla lamia matriarca e si inchinarono a lei in segno di sottomissione. "Potente Xanesha, ci scusiamo per il disturbo..." disse il primo dei tre con una voce gorgogliante che si addiceva perfettamente al suo aspetto repellente. "Sono... sono arrivati. Gli avventurieri che hanno sconfitto Malfeshnekor ed Aldern Foxglove. Hanno battuto anche lo Spaventapasseri, e adesso si stanno addentrando nella torre campanaria."

La donna-serpente frustò il terreno con la coda, come se volesse sfogare la propria frustrazione. "E va bene. Se insistono a mettere il naso nei posti in cui non dovrebbero, non mi lasciano altra scelta." sibilò rabbiosamente. "Il tempo delle mezze misure è finito. Uccideteli tutti. E mandate i loro corpi a Barl. Magari saprà tirarne fuori qualcosa di utile."

I tre senza volto chinarono il capo e tornarono all'interno della torre campanaria, pronti a cogliere in contropiede il gruppo di avventurieri, mentre Xanesha stringeva una mano a pugno davanti a sè e si leccava le labbra, pregustando il sangue dei suoi nemici...

"Bene. Fatevi pure avanti, stolti avventurieri. Avete finito di darmi problemi." sussurrò tra sè.

 

oooooooooo

 

Con estrema circospezione, Yan tenne alto lo scudo mentre si addentrava nella grande sala interna della torre dell'orologio, lo scudo e la spada sollevati fieramente davanti a sè. Il giovane guerriero guardò rapidamente attorno a sè e si assicurò che non ci fossero altri pericoli lì attorno. L'interno della torre campanaria era buio, freddo ed umido, pervaso da un silenzio inquietante e da una sensazione di gelo che penetrava nelle ossa, e un penetrante odore di muffa aleggiava tutt'attorno.

"Bel posto che si è scelta Xanesha per nascondersi..." sussurrò Misia. Eli aveva lanciato un semplice incantesimo Luce per poter vedere meglio attorno a loro, ma a parte qualche ammasso di legno marcio, alcuni pezzi di pietra e un po' di attrezzi abbandonati, il gruppo non riuscì a vedere tracce di esseri viventi su quel piano. La parete interna di quel vasto spazio era attraversata da una una scala di legno a chiocciola sostenuta da un'intricata rete di travi di legno, ma priva in molti tratti di un corrimano o di altre protezioni. In alcuni punti, due o tre scale alla volta erano parzialmente crollate o del tutto assenti. 

"Ho come l'impressione che dovremo salire quella scala terrificante per salire in cima alla torre campanaria..." disse Jolan con evidente preoccupazione. "Se Xanesha e i suoi sgherri volessero tentare un attacco a sorpresa o qualche trappola... il momento ideale sarebbe proprio mentre saliamo quelle scale! Tra l'altro mi sembrano pericolanti..."

"Allora... dovremo stare attenti a non mettere troppo peso su un'unica rampa di scale." affermò Nualia. "Va bene... cominciamo a salire, e vediamo cosa ci tocca affrontare."

Yan deglutì e prese la testa del gruppo. Rinfoderò la spada e appese lo scudo alla schiena, poi afferrò il suo arco ed incoccò una freccia, puntandola verso l'alto nel caso qualche attaccante si fosse lanciato su di loro dai piani superiori. Che lui sapesse, i senzavolto a cui Ironbriar aveva accennato non erano in grado di volare... ma non si poteva mai sapere che razza di sorprese Xanesha avesse riservato loro.

Con estrema attenzione, il gruppo seguì il giovane guerriero sulle scale pericolanti. Sotto i loro passi, il legno tarlato scricchiolava pericolosamente... ma continuava a reggere il loro peso, e gli avventurieri presero a salire i gradini uno alla volta, evitando le zone pericolanti.

"Okay... state attenti alle scale, amici." disse Yan. "Non so quanto riusciranno a tenere il nostro peso. Passiamo uno alla volta, ed evitiamo le parti in cui il legno sta cedendo."

"Ma facendo così ci metteremo un'eternità." sussurrò Eli. "Se permettete... faccio io. Credo di avere un sistema un po' più semplice!"

La maga mezzelfa si avvicinò a Yan, che stava guardando con circospezione una piccola rampa di scale dai gradini rotti e pericolanti... e lanciò un incantesimo Riparare che saldò magicamente le travi, rendendo più semplice continuare la salita. Nel giro di pochi secondi, i frammenti di legno marcito si incastrarono magicamente gli uni con gli altri e tornarono ad essere delle travi e dei gradini interi, lasciando Yan interdetto.

"Ehm... okay, ammetto che non ci avevo pensato." confessò Yan. "Grazie, Eli. Non per niente sei il capo di questo gruppo."

"Heh. Come dico sempre, non c'è niente che la magia non possa fare." commentò Eli. "Okay, ragazzi. Adesso qui ci penso io. Venitemi dietro mentre riparo la scala, e non dovremo più preoccuparci se reggerà o meno!"

Jolan sembrò ancora un po' dubbioso. "Ma... sei sicura di poterlo fare, Eli? Quante volte puoi lanciare un incantsimo Riparare?"

"Quante volte voglio!" rispose Eli con sicurezza. "Riparare è un incantesimo basilare che può essere usato a volontà. Quindi, basta che io lo usi sulle sezioni pericolanti, e possiamo passare senza preoccupazioni."

"Bella pensata, Eli. Non so cosa faremmo senza di te..." commentò Reji con una breve risata di imbarazzo.

Eli strizzò un occhio e fece un'espressione arguta. "Se non fosse per me, adesso sareste nella merda. E scusate il mio Galtiano!" affermò, cercando di alleggerire un po' la situazione di tensione.

Per diversi minuti, il gruppo continuò a salire a passi lenti e cadenzati, avanzando soltanto quando Eli aveva lanciato il suo incantesimo Riparare sulla sezione di scale davanti a loro, ed erano sicuri che la scala avrebbe retto il loro peso. Il terreno sotto di loro si faceva distante...

Yan non si sentiva per niente tranquillo - il fatto che non fosse successo niente e non avessero ancora subito un agguato lo riempiva di tensione. Da un momento all'altro, era sicuro che Xanesha e i suoi scagnozzi li avrebbero colti in contropiede con qualche trappola letale.

"Okay, ragazzi... non so voi, ma ho sempre più l'impressione che ci stiamo andando a ficcare in una trappola. Da un momento all'altro, quella dannata Xanesha ci farà una brutta sorpresa." sussurrò Misia. "E sta aspettando proprio che noi ci sentiamo sicuri."

Ma il nemico scelse proprio quel momento per colpire.

Sopra di loro, ancora a diversi piani di salita, si sentì il rumore secco di qualcosa che si spezzava... e un attimo dopo, il suono inquietante di qualcosa di enorme e pesante che cadeva! Yan alzò gli occhi di scatto, mentre l'assordante suono di una campana riverberava tutt'attorno... e vide che una delle campane della torre era stata staccata dai suoi sostegni e precipitava inesorabile verso di loro!

"Oh... MERDA!" esclamò Yan. "TUTTI CONTRO IL MURO, PRESTO!"  

Nella concitazione del momento, tutti loro agirono d'istinto per evitare la campana che stava precipitando. Era questione di una manciata di secondi, e non c'era il tempo di pensare: gli avventurieri si misero rapidamente con le spalle al muro e cercarono di appiattirsi il più possibile contro di esso per evitare l'enorme peso, che poco dopo demolì alcuni gradini e si abbattè vicinissimo al punto in cui si trovavano. Nualia emise un grugnito di dolore quando una raffica di detriti la investì in pieno, aprendole diversi tagli e provocandole dei lividi sul torace e sulle braccia... e si sentì un breve grido di Misia quando un pezzo di pietra grande come un pugno umano la colpì in piena fronte, aprendole un taglio sanguinante. Jolan riuscì ad evitare di restare ferito, ma si trovò in una posizione ancora peggiore: la sezione di scale sotto i suoi piedi cedette, e l'halfling si ritrovò a precipitare nel vuoto!

"JOLAN!" esclamò Eli.

In un attimo di puro terrore, nel disperato tentativo di salvarsi la vita, Jolan estrasse uno dei suoi pugnali e sferrò un affondo contro il muro vicino a lui. La fortuna lo assistette, e la lama si infilò in una fessura tra due mattoni, facendo così da appiglio ed impedendo a Jolan di precipitare per qualche decina di metri, un volo che gli sarebbe stato quasi sicuramente fatale! Senza perdere tempo, Jolan estrasse l'altro suo pugnale e lo infilò in un'altra fessura, in modo da stabilizzarsi e restare attaccato al muro, mentre la campana precipitava fino al piano terreno, dove atterrò con uno schianto assordante che fece quasi vibrare le scale e le pareti della torre!

Per diversi secondi, Yan restò fermo contro il muro, tenendo i denti stretti e gli occhi semichiusi, mentre il frastuono infernale della campana gli riverberava dolorosamente nelle orecchie. Finalmente, quando sembrò trnare un po' di calma, e riuscì a sentire in confuso le voci dei suoi compagni, il ragazzo aprì gli occhi per trovarsi accanto Eli e Reji, entrambe visibilmente contuse ed ammaccate...

"Uuuugh... che diavolo... ragazze, tutto okay? Nualia, Misia! Jolan!" esclamò, guardandosi attorno.

"Siamo... siamo qui!" esclamò la voce di Nualia. La aasimar si trovava su una piattaforma un po' più in basso, il braccio e la spalla destri sanguinanti, e la gamba destra abrasa. Accanto a lei, Misia era seduta con la schiena contro il muro, stordita dai colpi presi... e Jolan, pur essendo ancora relativamente illeso, era troppo impegnato a restare aggrappato al muro e a raggiungere una piattaforma stabile per fare qualsiasi altra cosa. "Yan, ragazze! Voi... non preoccupatevi! Io resto qui a badare a Jolan e Misia! Voi andate a prendere Xanesha!"

Eli tirò un sospiro di sollievo nel vedere che Jolan, Misia e Nualia si erano salvati, anche se erano piuttosto malridotti per la caduta della campana e i detriti che li avevano investiti. Anche Yan, Eli e Reji avevano subito delle ferite, ma nulla che impedisse loro di proseguire.

"Ne siete sicuri?" chiese Eli. "Non cercate di fare gli eroi! Non ci mettiamo niente a raggiungervi!"

"Per allora, Xanesha potrebbe avere pronta un'altra trappola!" replicò Misia, cercando di ripulirsi la metà sinistra del volto dal sangue. Nel frattempo, Jolan aveva raggiunto le due ragazze ed era sceso dal muro, sollevato di poter di nuovo mettere i piedi su qualcosa di solido. "Tranquilli, qui ci pensiamo noi! Voi andate e chiudete la questione con quella dannata!"

"Va... va bene, ma voi state attenti!" esclamò Yan con decisione. Nualia gli fece un mezzo sorriso... e si voltò verso Misia, per poi lanciare un incantesimo curativo che fece in parte rimarginare le ferite della femmina di gnomo.  La aasimar tirò un piccolo sospiro di soddisfazione. A quanto pareva, quelle magie curative che ora riusciva a lanciare non erano un caso...

"Mi raccomando, dobbiamo rivederci tutti vivi!" si raccomandò Eli. Reji fece un cenno con la testa, e Jolan rispose con il segno dell'okay prima che Yan e le sue due compagne riprendessero a salire le scale, seguendo Eli che riparava il legno della rampa con i suoi incantesimi, in modo che il gruppo potesse raggiungere la piattaforma più elevata.

Finalmente, dopo aver attraversato l'ultima sezione di scale, Yan, Eli e Reji raggiunsero una piattaforma di legno, per fortuna molto più solida rispetto alla scala che avevano appena affrontato: tre enormi campane di ottone erano appese a dei legni, fissate da catene arrugginite e corde spesse, con un quarto legno simile posto un po' più in là ma completamente vuoto, le catene spezzate e le corde tagliate. Non ci voleva molto per capire che era dà lì che la campana che aveva minacciato di schiacciarli era stata staccata.

Al di sopra delle campane si trovavano immensi ingranaggi e meccanismi, anche se molti di essi sembravano arrugginiti, e molti dei componenti più piccoli erano del tutto mancanti.  Le scale di legno traballanti si snodavano intorno ad essi, ma non raggiungevano mai il soffitto, terminando in un'apertura nel muro. Lì, le scale continuavano a risalire all'esterno della torre.

Ciò nonostante, la cosa che attirò subito l'attenzione dei tre avventurieri furono i tre orrori umanoidi di carne giallastra che si erano piazzati davanti all'unica uscita, le braccia già trasformate in affilate e disgustose lame di carne. Malgrado la loro testa non fosse altro che un nodulo di carne molliccia con una sorta di vortice dai colori malsani al posto del volto, Yan sentiva l'ostilità delle loro espressioni... e soprattutto, riconobbe subito di che razza di mostri si trattava.

"Eccoli qui, Eli. Questi sono i senzavolto di cui ti dicevo." affermò Yan, la spada e lo scudo già alzati per affrontare quelle cose disgustose.

La maga mezzelfa si aggiustò gli occhi e si mise in guardia, mentre Reji assumeva una posizione di guardia. "Affascinante." commentò Eli. "Quindi, questi sarebbero i senzavolto che i signori velati usavano come armi viventi ai tempi di Azlant. Non credevo che avrei mai dovuto affrontarne uno. E va bene, facciamo del nostro meglio! Reji! Tu cerca di passare oltre. Io e Yan li terremo occupati, e tu potrai andare ad affrontare Xanesha, se vuoi!"

La ragazzina Tian venne colta di sorpresa. "C-Come? Ma siete sicuri che..." cominciò a dire, un attimo prima che i tre senzavolto partissero alla carica! Il più veloce dei tre raggiunse yan e cercò di tagliargli il collo con un fendente, ma il ragazzo alzò lo scudo e parò il colpo, per poi rispondere con un fendente al fianco del mostro! Un altro senzavolto provò a colpirlo al fianco, e la sua lama riuscì ad aprire un taglio superficiale sul braccio del giovane, mentre il terzo si lanciava su Eli e Reji!

"Qui ce la facciamo! Scudo!" esclamò Eli. Alzò il suo bastone da combattimento, e una frazione di secondo dopo, il senzavolto andò a sbattere contro uno schermo di energia semi-invisibile che era apparso attorno a lei. "Vai, Reji! Ma stai attenta!"

"Tranquilla, questi sgorbi li sistemiamo, e poi veniamo a darti una mano!" rispose Yan. Parò due fendenti e poi, approfittando di un momento in cui i due mostri non erano in guardia, avanzò verso il primo mentre usava il suo scudo per spingere via l'altro! Un fendente preciso e letale aprì una larga ferita nella spalla destra del senzavolto, che gorgogliò rabbiosamente e barcollò all'indietro perdendo sangue giallastro dalla ferita.

Reji deglutì... ma la sua determinazione ad affrontare e distruggere Xanesha ebbe la meglio sulle sue esitazioni, e la monaca annuì, fece un silenzioso augurio ai suoi compagni, e scattò verso le scale, evitando i senzavolto e poi salendo verso la cima della torre dell'orologio. Finalmente, una volta salito l'ultimo gradino, Reji si mise in guardia, reprimendo un brivido a causa del vento gelido che soffiava sul tetto della torre fatiscente. Tenendo alta la guardia, la ragazzina Tian avanzò con prudenza sul pavimento instabile, gettando un rapido sguardo alla statua dell'angelo che dominava la costruzione pericolante, e si guardò attorno per trovare tracce di Xanesha... ma per quando lei guardasse con attenzione, non vedeva nessuno sul terrazzo. I tetti fumosi e sporchi di Sottoponte si estendevano sotto il vertiginoso pertugio, e all'estremità dell'intercapedine sotto il tetto, all'ombra dell'angelo, si trovava un nido di cuscini, lenzuola di seta e altri oggetti d'arredamento incongruamente raffinati.

"Xanesha!" esclamò Reji. "Dove sei, maledetta? Fatti vedere! Perchè non esci allo scoperto e mi affronti da pari a pari? O preferisci essere chiamata vigliacca?"

La ragazzina Tian aveva appena finito di pronunciare la frase che sentì qualcosa avvinghiarsi attorno a lei e stringerle con forza il collo e il torace, come se qualcuno l'avesse agguantata in una morsa invisibile! Reji si sentì mancare il fiato in gola e cercò disperatamente di divincolarsi, con l'unico risultato che la cosa iniziò a stringere ancora più forte e la sollevò in aria! Solo in quel momento ciò che stava stringendo Reji divenne visibile, e la ragazzina si accorse di essere stata avvinghiata nelle spire di un enorme serpente...

Lo sguardo allarmato di Reji scattò dietro di sè, e vide che in realtà si trattava della coda di una mostruosa creatura metà donna e metà serpente, il cui volto era parzialmente celato da una maschera dorata, nelle cui orbite ardevano due sfere di luce verde che facevano da pupille alla creatura! Il volto era incorniciato da lunghi capelli neri, e la sua metà serpentina era ricoperta di squame grigie che formavano dei motivi elaborati sulla sua pelle.

"Hehehee... vigliacca, dici?" commentò Xanesha, avvicinando a sè Reji per parlarle nell'orecchio. "Mia cara bambina, questo termine per me... non è altro che una lode."

Con una risatina divertita, Xanesha strinse le spire, costringendo Reji e togliendole il fiato. "Non è stato neanche difficile. Un semplice incantesimo di Invisibilità prima che tu arrivassi qui... e sei caduta nelle mie mani senza nemmeno accorgerti del pericolo! Che mocciosa incompetente. Non capisco proprio come abbiate fatto a sconfiggere Malfeshnekor e la mia vecchia pedina Aldern." commentò.

Al sentire il nome di Aldern, e soprattutto al sentire quell'essere malvagio che lo definiva una 'pedina', Reji venne colta dall'ira, e una scarica di adrenalina la percorse, aumentando per un attimo la sua forza. In un attimo di distrazione, Xanesha allentò la presa delle sue spire, e la monaca riuscì a liberare il braccio destro e colpire la lamia matriarca al volto con un pugno poderoso!

"AAAAARGH!" ringhiò Xanesha. La presa delle sue spire si allentò per un attimo... ma Reji non riuscì a spezzarla del tutto, e continuò a colpire l'avversaria con il suo pugno destro nel frenetico tentativo di liberarsi! Sibilando rabbiosamente, Xanesha alzò un braccio per proteggersi e sollevò Reji di peso con le sue spire. "Dannata ragazzina! Cosa credi di poter fare contro di me?" sibilò. "Non mi faccio certo problemi a sbarazzarmi degli intriganti! Addio!"

Con un rapido movimento delle sue spire, Xanesha sollevò Reji e la scaraventò via, facendola finire oltre il bordo della tettoia, con il suolo a più di un centinaio di metri sotto di lei! La ragazzina spalancò gli occhi per l'orrore quando vide il paesaggio di Magnimar dall'alto, senza nulla ad impedirle di scendere ad ammirarlo troppo da vicino! Guidata dal semplice istinto di autoconservazione, prendendo lezione da come aveva fatto Jolan poco prima, Reji allungò un braccio e chiuse la mano sulla prima cosa che le capitò. Riuscì a restare aggrappata ad una sporgenza della tettoia, poco più di un metro sotto il bordo della terrazza, e strinse i denti quando il suo corpo andò a sbattere contro il muro della torre dell'orologio. Una frenata dolorosa, ma di gran lunga preferibile ad una caduta di quel genere.

La paura si trasformò in rabbia, e Reji attese qualche secondo prima di afferrarsi con entrambe le mani alla tettoia e cominciare ad arrampicarsi di nuovo verso il terrazzo. Si fermò vicino all'orlo della terrazza e tese tutti i suoi sensi per rendersi conto di dove si trovasse Xanesha. Per fortuna, sembrava che la lamia matriarca non si fosse accorta che Reji si era salvata, e invece che attenderla al varco, si era piazzata vicino all'ingresso per cogliere di sorpresa i compagni di Reji nel momento in cui fossero arrivati dai piani più bassi.

Sfruttando le sue doti atletiche e la sua agilità, la monaca si arrampicò fino al bordo della terrazza e si issò su di essa, poi lanciò un acuto grido di battaglia e si scagliò contro Xanesha, che venne colta di sorpresa e si voltò verso Reji troppo tardi per evitare o fermare l'attacco. La ragazzina balzò come un felino in caccia contro la crudele donna-serpente e la raggiunse con un calcio volante che la fece barcollare e la costrinse a farsi indietro, mentre Reji atterrava agilmente sul posto e si rimetteva in guardia.    

"Aaaargh!" sibilò Xanesha. "Ancora tu? Ma non eri caduta giù?"

"Permettimi di darti un consiglio, Xanesha." replicò Reji. "Quando uccidi un avversario, dovresti assicurarti che sia davvero morto. Altrimenti, potrebbe accadere questo." 

Con un sibilo malefico, Xanesha si erse sulle sue spire e afferrò con entrambe le mani una lancia alla punta crudelmente affilata. Reji corrugò la fronte, percependo che si trattava di un'arma magica abbastanza potente. "Sciocca ragazzina! Non avrai da darmi lezioni a lungo, visto che ora ti trafiggerò con la mia lancia e farò di te uno spuntino di mezzanotte! HAH!" esclamò Xanesha, per poi sferrare un potente affondo verso Reji, che scansò agilmente la punta acuminata e cercò di accorciare la distanza per giungere al corpo a corpo con la lamia matriarca, ma quest'ultima si spostò rapidamente e sferrò qualche altro fendente con la sua lancia. Un fendente diretto alla testa aprì un doloroso taglio sulla guancia destra di Reji, prima che Xanesha volteggiasse agilmente su sè stessa e cercasse di colpire le gambe della monaca... ma quest'ultima reagì con abilità e balzò in alto, evitando la terribile lama per poi sferrare un calcio davanti a sè. Ancora una volta, Xanesha evitò il colpo e cercò di prendere un po' di distanza, usando la punta della sua lancia per costringere a distanza Reji.

Improvvisamente, Reji vide un ghigno malefico apparire sul volto mascherato di Xanesha, e l lamia matriarca staccò una mano dall'impugnatura della lancia per puntare un indice contro la sua avversaria.

"Brucia, mocciosa! Raggio Rovente!" sibilò Xanesha. Reji sgranò gli occhi ed agì d'istinto, gettandosi a terra per evitare il raggio di fuoco arancione che scaturì un istante dopo dalla punta del dito della lamia! La fiammata passò sibilando accanto a Reji e si schiantò sul terreno, esplodendo e sparpagliando detriti e pezzi di granito ovunque! Ma Xanesha non si scompose e puntò di nuovo l'indice contro la sua avversaria, scagliando un altro raggio di fuoco che raggiunse Reji al fianco sinistro. La monaca lanciò un breve urlo di dolore quando la fiammata le provocò una dolorosa ustione al fianco, ma strinse i denti e si gettò di lato, un attimo prima che Xanesha abbattesse la sua pesante coda su quel punto. Reji si rialzò e si rimise in guardia, ansimando dolorosamente.

Sicura della sua superiorità, Xanesha si fece avanti e sferrò una serie di affondi con la sua lancia, spingendo Reji sempre di più verso il bordo della torre. La monaca cominciava già a sentire la fatica dello scontro, e aveva bisogno di tutta la sua concentrazione per riuscire a scansare gli attacchi della mostruosa donna-serpente. Non poteva continuare a schivare per sempre... e infatti, ad un certo punto, la lancia di Xanesha superò la guardia di Reji e puntò dritta verso il suo cuore. Reji si scansò all'ultimo momento e riuscì ad evitare un colpo mortale... ma il gelido ferro penetrò nella sua spalla, strappandole un grido di dolore mentre Xanesha cercava di inchiodarla al suolo!

"Hahahahaaaa! E' la tua fine, mocciosa!" esclamò la lamia con una risata sguaiata. "Senti la disperazione che si impossessa di te!"

Reji grugnì di dolore e strinse i denti per non dare a Xanesha la soddisfazione di sentirla urlare, mentre la lama della lancia emetteva una strana luce argentata... e una sensazione di terrore cominciava ad impadronirsi di lei. La ragazzina afferrò l'asta dell'arma e cercò di strapparsela di dosso, ma sentiva che le forze le venivano meno, e soprattutto, che una cupa sensazione di terrore si stava rapidamente diffondendo nel suo corpo. Un terribile presentimento che tutto quello che stavano facendo sarebbe stato inutile... che Xanesha era sempre stata tre passi avanti a loro, ed era in grado di contrastare tutti i loro deboli tentativi di fermare i loro piani.

Reji chiuse gli occhi, stringendo i denti ed allentando appena un po' la presa sulla lancia...

Ma la forza di volontà della monaca si ribellò a questa fine. Improvvisamente, la ragazzina si trovò a pensare ai suoi compagni, che stavano ancora lottando ai piani di sotto... e a tutti coloro che avevano sofferto e che avrebbero sofferto a causa delle ambizioni di quell'essere infame... se non fossero riusciti a fermarla, Xanesha avrebbe proseguito il suo piano e sacrificato le anime di innumerevoli persone avare al suo maledetto signore... e Magnimar, con la morte del sindaco, sarebbe precipitata nel caos! Dovevano impedirlo ad ogni costo... e in quel momento lei era l'unica che si trovava nella posizione di affrontare Xanesha. Doveva reagire... e trovare un modo di ribaltare le sorti di quello scontro!

Reji strinse i denti... e immaginò i volti delle persone a lei care.

I suoi compagni di viaggio... Yan... Nualia... Aldern... suo padre...

"Yaaaaaaah!" con uno sforzo di volontà e un acuto grido di battaglia, Reji si estrasse la lancia dalle carni e poi piantò la punta nel pavimento della terrazza, cogliendo di sorpresa Xanesha, i sui occhi baluginanti si spalancarono dietro la sua maschera! Colta di sorpresa, la lamia matriarca non reagì in tempo quando Reji si alzò con un colpo di reni, e poi sferrò un micidiale pugno che colpì in pieno volto la sua avversaria, con una tale forza che la maschera che indossava si spezzò in due e cadde a terra con un tintinnio metallico, rivelando il vero volto di Xanesha - un volto femminile dalla bellezza inquietante e crudele, con tratti vagamente rettiloidi e un paio di labbra rosse tra le quali si vedevano due file di zanne affilate! Xanesha ringhiò, perdendo un fiotto di sangue dal naso, e cercò di afferrare Reji alla gola, ma la giovane monaca riuscì ad evitare l'attacco e si avvicinò di scatto alla sua avversaria, per poi sferrare una raffica di pugni al torace della lamia matriarca e farla barcollare!

"Tu! Tu, mocciosa! Come hai osato? La mia maschera!" esclamò rabbiosamente Xanesha, fissando Reji con uno sguardo ardente di odio e rabbia. Reji si mise in guardia, cercando di ignorare le proprie ferite, e si preparò all'attacco successivo... ma Xanesha lanciò invece un altro incantesimo, questa volta una magia Immagini Speculari, e altre quattro Xanesha apparvero accanto a lei, avanzando tutte assieme contro Reji. Un coro di esclamazioni rabbiose riecheggiò attorno alla ragazzina Tian, che già aveva perso di vista la vera Xanesha, e vedeva cinque donne-serpente assolutamente identiche che sollevavano le loro lance per trafiggerla.

"MUORI!" esclamarono le cinque Xanesha tutte insieme. Le loro lance scattarono in avanti, e Reji cercò di infilarsi tra le lame affilate... ma una delle lame la colpì di striscio al torace, aprendole un'altra ferita, meno grave della precedente, sotto le costole. Questa volta, la sensazione di oppressione e paura non si ripresentò, ma Reji barcollò per un attimo, cominciando a sentirsi debole per la perdita di sangue.

"Il... Illusa!" esclamò Reji, cercando di raggiungere nuovamente la lamia matriarca in un combattimento corpo a corpo. "Se non riesco a capire quale sia la vera Xanesha... mi basterà colpirle tutte assieme! Yaaaaaah!"

Reji si produsse in una nuova raffica di pugni, ancora più intensa, feroce e spettacolare della precedente, colpendo senza pietà le immagini speculari di Xanesha e facendole dissipare! La lamia sgranò gli occhi in un'espressione di rabbia incredula e cercò in qualche modo di deviare i colpi della sua avversaria con la sua lancia magica. Riuscì a deviare il primo attacco... poi il secondo... ma alla fine, il ritmo degli attacchi di Reji si dimostrò impossibile da sostenere, e le immagini illusorie di Xanesha scomparvero come fumo al vento, lasciando la donna-serpente esposta agli attacchi della ragazzina Tian!

Un pugno raggiunse Xanesha al volto. Un altro la raggiunse all'addome, facendola piegare in due... e poi, un poderoso calcio circolare colpì il braccio destro della lamia matriarca, costringendola a mollare la presa sulla sua lancia! Ringhiando per la frustrazione, Xanesha eseguì una poderosa spazzata con la coda... e Reji, troppo concentrata sull'attacco per badare a difendersi, ricevette un colpo di coda all'addome, venendo scagliata a terra con un ringhio di dolore! Reji cercò di rialzarsi, dando qualche colpo di tosse che le fece sputare un po' di sangue... e gettò lo sguardo verso Xanesha, che ghignò sinistramente e sollevò la lancia per cercare di sferrarle il colpo di grazia...

Reji costrinse il proprio corpo dolorante a reagire con prontezza fulminea. Una frazione di secondo prima che la lancia la potesse impalare, la ragazzina si gettò di lato e rotolò via senza difficoltà, poi si rialzò con un colpo di reni. Con velocità innaturale, Xanesha si era già rimessa in guardia, aveva recuperato la sua arma e stava già avanzando di nuovo verso di lei... e un altro affondo della sua lancia magica colpì di striscio Reji alla coscia sinistra. Ma la gamba destra scattò fulminea, e sferrò un poderoso calcio al plesso solare che costrinse Xanesha ad indietreggiare.

Furiosa per quel rovescio di fortuna, la lamia matriarca cercò di indietreggiare per lanciare un altro incantesimo. Questa volta, scelse un incantesimo curativo, in modo da recuperare un po' di forze, e scivolò nuovamente in avanti per aggredire Reji, che scelse questa volta una tattica difensiva, ben sapendo che le forze cominciavano a venirle meno, e che doveva assicurarsi che il prossimo colpo che lei avesse sferrato fosse quello decisivo. La ragazzina scansò abilmente due affondi della lancia di Xanesha, poi colse il momento giusto e colpì la lamia al costato con un pugno ben piazzato, in modo da far perdere all'avversaria l'impeto dell'attacco.

Prima che Xanesha fosse in grado di lanciare un altro incantesimo, Reji scattò in avanti e colpì con un'altra serie di pugni, facendo saltare l'avversaria come se fosse stata colpita da una raffica di proiettili. Ma Xanesha non aveva intenzione di arrendersi: con una spazzata di coda, costrinse Reji a fare un salto per non finire a terra... e poi, nel breve momento di stanca, Xanesha lanciò un incantesimo d'attacco.

"Dardo Incantato!" esclamò la lamia matriarca. Puntò rapidamente un indice contro Reji, e dalla punta del dito scaturirono diversi raggi di energia che colpirono Reji in varie parti del corpo, aprendole altre ferite. La monaca emise un breve grido di dolore quando uno dei dardi energetici la raggiunse allo stomaco, e Xanesha approfittò del momento per lanciare un altro incantesimo. Sollevò un braccio, e il suo indice cominciò a brillare di luce scarlatta... un altro incantesimo Raggio Rovente...

Ma Reji non si era persa d'animo. Con un movimento rapido e deciso, afferrò una pozione curativa e la vuotò con un solo sorso, e diverse delle sue ferite si richiusero o smisero di sanguinare. Poi, chiuse gli occhi e si concentrò per un attimo...

"Muori! Raggio Rovente!" esclamò Xanesha.

Reji agì guidata solo dall'istinto. Fece uno scatto in avanti e abbassò la testa, mentre l'inquietante rumore di una fiammata arrivava alle sue orecchie. La ragazzina Tian sentì un'ondata di calore quando il Raggio Rovente di Xanesha le passò vicinissimo alla testa ma per fortuna la lasciò illesa... e vide la lamia matriarca che sgranava gli occhi in un'espressione di rabbia ed incredulità. Cercò di sollevare la lancia, ma Reji aveva già trovato il punto e il momento giusto per colpire. La mano stretta a pugno, la monaca lanciò un tremendo grido di battaglia e sferrò un pugno poderoso all'addome della crudele lamia!

Xanesha strabuzzò gli occhi e indietreggiò, annaspando disperatamente con le braccia mentre la sua lancia magica cadeva a terra con un tintinnio metallico. Cercò di parlare, ma dalla bocca le uscirono solo dei versi inarticolati mentre cercava di riprendersi... e Reji fece qualche passo indietro e guardò la posizione in cui Xanesha si trovava. Sì, era proprio il punto giusto...

Prima che Xanesha potesse riprendersi e usare qualche altro trucco, Reji si concentrò per un attimo e poi scattò un'ultima volta verso la sua avversaria, spiccò un agile salto, e sferrò un poderoso calcio con entrambe le gambe, colpendo la lamia matriarca in pieno petto, con abbastanza forza da scagliarla indietro. Xanesha perse la presa sul terreno e indietreggiò per un breve tratto... che fu comunque sufficiente a farla andare oltre il bordo della terrazza!

"AAAAAAAAAAAAAAAAAH!"

Xanesha emise un urlo lacerante e precipitò dalla torre dell'orologio, schiantandosi al suolo quasi un centinaio di metri più in basso.

Per un po', Reji restò ferma al suo posto, esausta per lo scontro e quasi incredula che fosse finita così... poi, tirò un sospiro di sollievo e cadde in ginocchio, tirando un sospiro di gioia e sollievo. Se non altro, quello era un capitolo della sua vita a cui era riuscita a dare una chiusura soddisfacente. Aveva annientato Xanesha, e aveva vendicato Aldern. Una vittoria che per lei voleva dire molto.

Con gesti esitanti, la ragazzina Tian cercò a tentoni la spilla che Aldern le aveva regalato e la prese in mano, per poi guardarla con occhi tremanti e un sorriso speranzoso.

"Grazie di tutto, Aldern." sussurrò. "Riposa in pace."

 

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Con un fendente devastante, Yan trafisse l'ultimo dei senzavolto e lo trapassò da parte a parte, poi lo colpì con un calcio e lo scaraventò giù dalla piattaforma. Vicino a lui, Eli stava riprendendo fiato, comprimendosi una ferita all'addome mentre guardava il corpo senza vita del senzavolto che l'aveva aggredita, ora ridotto ad un nero ammasso fumante dall'incantesimo Raggio Rovente della mezzelfa. Il terzo senzavolto era già morto da tempo, la gola e la testa trapassate da due frecce.

"Uff... e con questo abbiamo finito." disse Yan asciugandosi la fronte con una manica. "Eli, tutto bene? Come ti senti?"

La maga prese una fiala di pozione curativa e la bevette in un paio di sorsi, recuperando almeno un po' le forze. Si impose di andare a farsi medicare una volta tornati al maniero Heidmarch. "Me la caverò. Adesso... è meglio andare a dare una mano a Reji. Non si sente più niente provenire da di sopra... non vorrei che le fosse accaduto qualcosa."

"Per come si sentiva all'idea di fare a pezzi quella dannata Xanesha... non può esserle accaduto niente!" rispose prontamente Yan. Eli raggiuse le scale che portavano al tetto e attese che Yan riponesse la spada nel fodero e la raggiungesse prima di salire al tetto della torre dell'orologio.

Con loro grande sollievo, Reji c'era ancora. La ragazzina Tian era in piedi vicino al punto in cui Xanesha era caduta, e guardava verso la città con espressione illeggibile, stringendo qualcosa in una mano. Il vento agitava leggermente i suoi neri capelli lunghi mentre la ragazzina si voltava verso i suoi compagni, rivelando un'espressione stanca ma vincente!

"Reji!" esclamò sollevato Yan. "Tutto okay, vero? Xanesha è...?"

"E' morta, Yan. Ce l'ho fatta." sussurrò Reji, sentendosi come se un grande peso le fosse stato tolto dal cuore. "Adesso la gente di Magnimar non dovrà più temere nulla. Grazie... grazie di avermi dato una mano, tutti quanti!"

Yan disse di sì con la testa, mentre Eli annuì e appoggiò amichevolmente una mano sulla spalla di Reji. "Ottimo lavoro, Reji." affermò la maga. "Che dici... andiamo a raccogliere il resto del gruppo, e ce ne andiamo da qui? Ci staranno aspettando da un po'..."

"Sei stata grandiosa, Reji." commentò Yan. "Davvero grandiosa."

La ragazzina Tian guardò di nuovo verso il punto in cui Xanesha era caduta. Sembrava quasi che si aspettasse di vederla riemergere da un momento all'altro... invece niente. Questa volta, per Xanesha era davvero finita.

Reji sorrise di rimando a Yan, che non potè non notare quell'accenno di tristezza che ancora appariva nel suo sguardo. "Grazie di nuovo... sì, avete ragione. Ora... possiamo andare dagli altri. E' stata una battaglia estenuante..." 

 

oooooooooo

 

CONTINUA...       

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Capitolo 44
*** Gli eroi di Magnimar ***


Pathfinder: L'Ascesa dei Signori delle Rune

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 41 - Gli eroi di Magnimar

 

Ora che la mente dietro gli omicidi era stata sconfitta, la torre dell'Orologio delle Ombre era piombata in un silenzio che sembrava quasi incredulo ed attonito. Yan, Reji ed Eli si stavano guardando attorno, quasi non riuscissero a credere di essere finalmente riusciti a risolvere quel problema che aveva gettato Magnimar, Sandpoint e forse tanti altri luoghi nel caos e nella paura. La quiete della notte contrastava con la furia della battaglia appeena conclusa.

Ma in tutto questo, il sentimento che prevaleva negli animi dei giovani avventurieri era un senso di sollievo e di soddisfazione. Finalmente, erano riusciti a debellare una dei loro più terribili nemici.

"Quindi... è fatta? Abbiamo sconfitto Xanesha e i suoi scagnozzi, e messo fine ai delitti che hanno insanguinato Varisia." commentò Yan. Il ragazzo pulì la spada e la ripose nel fodero.

"Non direi che sia proprio fatta... ma almeno, questo problema è risolto." rispose Eli. "Ci sono ancora diverse cose su cui mi piacerebbe sapere di più... non ultima delle quali, il significato del Sihedron, il perchè Xanesha e i suoi seguaci lo usavano come loro simbolo. Ma... hai ragione a dire che almeno, ora che Xanesha è stata annientata, non ci dovrebbero più essere problemi da questo punto di vista."

"Io dico che adesso... è meglio dare un'occhiata qui intorno e vedere se c'è qualcosa che potrebbe esserci utile." propose Reji. "Poi dobbiamo raggiungere gli altri... spero che Nualia, Misia e Jolan se la siano cavata bene."

"Se si tratta di loro, sono sicuro che non hanno avuto problemi." rispose tranquillamente Yan, la cui ansia era venuta meno ora che la loro missione era stata coronata dal successo. "Comunque, diamo un'occhiata qui intorno, non si sa mai che troviamo qualcosa di utile."

"E io credo di aver già trovato qualcosa!" affermò Eli, chinata accanto al giaciglio di Xanesha. La maga mezzelfa tirò fuori un lungo rotolo di pergamena da un comparto nascosto tra alcuni mattoni, accanto ad alcuni piccoli scrigni, e cominciò a srotolarlo. Su di esso, in una grafia sorprendentemente chiara, erano scritti i nomi di diverse persone, diversi dei quali erano stati in seguito segnati in rosso, un modo per eliminarli dalla lista. "Vediamo un po'... ci sono diversi nomi che non conosco, ma... ah, ecco!" Dopo aver passato in rassegna i nomi per diversi secondi, Eli ne trovò finalmente alcuni, tra quelli già segnati, che riconosceva. "Venite a vedere! Qui c'è il nome di Benny Harker! E poi... e poi... ah, eccoli qui! Se non sbaglio... questi sono i nomi di quei tre furfanti che sono stati uccisi da Ald... voglio dire, dallo Scuoiatore?"

"Vedere." disse Yan, ricevendo la pergamena dalle mani di Eli. Lui e Reji cominciarono immediatamente a scorrere l'elenco dei nomi, e ben presto videro quello di Benny Harker, il giovane operaio delle segherie di Sandpoint ucciso assieme alla sua fidanzata. Pensare che era già passato quasi un mese da quel giorno...

"Ah, eccolo qui! Sì, è proprio Benny Harker... e poi... Tarch Mortwell... Lener Hask... Gedwin Tabe..." Reji lesse alcuni dei nomi sbarrati. "E qui sopra c'è una sorta di titolo... Sacrifici per il Sihedron, eh? Sì, non vedo motivo per dubitarne. Questa è proprio la lista delle persone che Xanesha e i suoi sgherri dovevano sacrificare per ottenere l'avarizia che albergava in loro. Qualunque cosa questo voglia dire."

Eli indicò un nome ancora non segnato, e che spiccava tra gli altri come dimensioni e per l'elegante corsivo in cui era scritto. "Esatto... e guardate bene questo nome! C'è un motivo per cui lo hanno tenuto separato dagli altri."

"Haldmeer... Grobaras? Sì, questo è il nome del sindaco di Magnimar!" affermò Yan dopo aver letto il nome separato. "E' evidente che i seguaci di Xanesha lo consideravano un bersaglio particolarmente appetibile."

"Del resto, il nostro sindaco ha la fama di essere un tipo attaccato al denaro." commentò Eli. "Beh, comunque questa lista è una prova schiacciante, direi. Adesso andiamo a recuperare i nostri amici, verifichiamo il punto in cui Xanesha è caduta, giusto per stare tranquilli... e poi torniamo al maniero Heidmarch per fare rapporto. Credo che Lady Heidmarch saprà cosa fare di questa lista."

"Giusto." rispose Reji, gettando un'ultima occhiata al punto in cui Xanesha era precipitata, come se volesse assicurarsi che la mostruosa donna-serpente non riemergesse all'ultimo momento. Lei, Eli e Yan raccolsero gli scrigni (sette in tutto), sperando che contenessero anch'essi qualcosa di utile alle indagini, o almeno qualcosa di valore, e fecero per tornare nella torre dell'orologio...

All'ultimo momento, Eli si accorse di qualcosa di abbandonato in un angolo del giaciglio di Xanesha, e spinta dalla curiosità, si avvicinò di nuovo e lo raccolse. Era un foglio di carta appallottolato con rabbia, e quando Eli cercò di ripianarlo, notò che in effetti c'era scritto qualcosa. Decise quindi di metterlo via e di leggerlo con calma una volta che fossero tornato al maniero degli Heidmarch. Qualunque cosa avrebbe potuto essere un indizio importante, in quel luogo...

 

oooooooooo

 

Era stata un'occasione di gioia e di sollievo ritrovarsi con Jolan, Misia e Nualia dopo lo scampato pericolo. Per fortuna, nessuno di loro aveva subito ferite gravi, anche se erano un po' delusi di essere mancati al duello con la lamia matriarca.

Una volta scesi nuovamente al piano terra, i sei aspiranti Pathfinder avevano visto a terra l'enorme campana di bronzo che i senzavolto di Xanesha avevano cercato di far precipitare loro addosso. La campana si era schiantata quasi al centro della sala di ingresso della torre campanaria, con uno schianto talmente poderoso da aprire un enorme buco nel terreno e spargere in giro pezzi di granito, legno ed altri materiali. Yan non voleva davvero pensare a cosa sarebbe rimasto di loro se fossero stati travolti da quella micidiale trappola...

"Stavolta ci è andata davvero bene..." commentò impressionata Misia mentre il gruppo usciva di nuovo dalla torre. "Allora... dove dovrebbe essere finito il corpo di Xanesha?"

Reji indicò la facciata est della torre. "Da quella parte, se non sbaglio." rispose. "Sì, sono sicura che ero girata da quella parte quando le ho dato il colpo decisivo."

"Allora vediamo un po' se la troviamo ancora lì..." disse Nualia. Il gruppo si affrettò a raggiungere il punto che Reji aveva indicato, accompagnati dal vago timore di non trovare nulla che confermasse la loro vittoria...

Invece era ancora lì. Il corpo senza vita di Xanesha giaceva infranto sul lastricato a pochi metri dalla parete della torre, circondato da una pozza di sangue verdastro. La maggior parte dei suoi oggetti erano stati frantumati dalla caduta, ma alcuni, se non altro, si erano conservati. A pochi passi dall'orribile cadavere, giaceva ancora intera la lancia dalla foggia particolare che aveva usato contro Reji - e della quale la giovane monaca portava ancora alcuni segni sul corpo; al collo, la donna-serpente portava ancora un medaglione nella forma del Sihedron, e ad un dito indossava un anello argentato che adesso emanava un tenue bagliore azzurrino.

"Eccola qui..." sussurrò Misia con un brivido di orrore. "Bontà divina, che creatura terrificante. Sono... veramente colpita che tu sia riuscita a batterla, Reji..."

"Non è stata proprio un'impresa facile... ma sono soddisfatta. Adesso, se non altro, la sua catena di delitti è spezzata, e Aldern può riposare in pace." rispose. Yan annuì, in perfetto accordo con la sua compagna di mille avventure, mentre Eli dava un'occhiata attenta alla lancia di Xanesha. Era davvero un'arma dalla foggia particolare - antica ma tenuta ottimamente, e probabilmente forgiata con la magia. "Hm? Hai notato qualcosa di particolare in quella lancia, Eli?"

"Hmm... in effetti, sì. Quest'arma è piuttosto particolare." disse la mezzelfa, mentre lanciava un basilare incantesimo sulla lancia. Come immaginava, riuscì immediatamente a vedere un'aura magica di considerevole potenza che la circondava. "Certamente è stata creata in tempi antichi... chissà, forse addirittura ai tempi di Thassilon! Vi va bene se la prendo io? Sarei davvero curiosa di scoprire di più... e sicuramente sarà un arma efficace se ci sarà ancora da combattere."

"Va bene, nessun problema." rispose Yan, mentre riceveva dal resto del gruppo dei segni di assenso.

"Neanche per me..." rispose Nualia. "In effetti, ho visto delle armi simili, lì a Collecardo."

Jolan si chinò per prendere il medaglione e l'anello di Xanesha, in modo da metterli con il resto del bottino... poi il gruppo si allontanò - avevano fatto la loro parte, ora era meglio lasciare alle autorità di Magnimar il compito di fare qualcosa riguardo il corpo di Xanesha.

Ognuno di loro, in quel momento, non vedeva l'ora di prendersi un po' di riposo.

 

oooooooooo

 

La mattina dopo, in un elegante salotto del maniero Heidmarch...

"Mi fa piacere sentire che la spedizione è andata bene, e che finalmente la mente dietro a questi omicidi è stata eliminata." disse Lady Heidmarch, una volta che Eli e i suoi compagni ebbero finito di raccontare quello che era successo. "Sono particolarmente colpita dalla sua narrazione, signorina Reji. Affrontare una lamia matriarca in combattimento fisico non è impresa da poco, e certo non sono molti gli avventurieri che possono farsene un vanto."

La ragazzina Tian si rimise a posto i capelli con un gesto del braccio. "Ho semplicemente fatto uso della mia padronanza delle arti marziali, fino all'ultimo. Non è stato facile, questo lo riconosco... ma alla fine l'importante è che la vittoria è spettata a noi."

"Oltretutto, abbiamo avuto modo di trovare un certo numero di oggetti magici molto utili." contonuò Jolan. "E abbiamo scoperto che la lamia matriarca a capo del complotto, Xanesha, aveva raccolto una notevole quantità di bottino, parte della quale abbiamo già deciso che andrà in donazione alla Roccia dei Profeti."

"Sono sicura che apprezzeranno." rispose la Heidmarch con un sorriso accomodante. "Per quanto riguarda la lista che avete trovato... ho già provveduto a fare sì che venisse inviata al nostro beneamato sindaco, in modo che si renda veramente conto del rischio che ha corso. Forse questo sarà lo shock che lo convincerà a prendere più sul serio il suo lavoro... e soprattutto, sono convinta che vi frutterà dei riconoscimenti sostanziali. Per quanto riguarda invece quella lettera che avete trovato... signorina Eli, avete già avuto modo di leggerne i contenuti?"

Ad un cenno di Yan, Eli si aggiustò gli occhiali ed estrasse il foglio stropicciato da una tasca della sua veste. "Certamente, Lady Heidmarch. E quello che leggo non mi lascia tranquilla. Temo che questa lettera riveli che Xanesha, pur nella sua pericolosità e crudeltà, non fosse altro che un ingranaggio di un piano più vasto. E soprattutto, che aveva qualcuno con cui era in competizione nella loro ricerca di anime avare da sacrificare."

Eli consegnò il foglio a Lady Heidmarch, che lo ricevette con un cenno di gratitudine e cominciò a leggere le righe...

 

Mia cara sorella,

confido che la tua piccola banda di assassini stia facendo un buon lavoro nel raccogliere anime avare per il nostro signore. Magnimar si è dimostrata peccaminosa come speravi? Potrebbe interessarti sapere che il mio piano di coltivare l'avarizia in questo posticino sequestrato ha avuto un grande successo - la qualità dell'avarizia in un'anima è alquanto maggiore quando le viene prestata la cura dovuta.

I tuoi schiavetti incidono ancora il Sihedron sui corpi delle loro vittime mentre queste muoiono? Che metodo grezzo! Il mio metodo di marcare i prescelti è molto più elegante. Ad ogni modo, confido che i tuoi piani di coltivare l'avarizia laddove riesci a trovarla "allo stato brado" stiano procedendo abbastanza bene - spero che le tue vittime grezze, mal tenute e probabilmente inferiori non provochino reazioni spiacevoli in presenza della purezza delle mie vittime. Quando e se dovessi stufarti del tuo progettino, sappi che sei sempre la benvenuta qui a Turtleback Ferry per farmi da assistente, cara sorellina! Quando riceverai questa lettera, dovremmo avere Forte Rannick sotto controllo, e ci sarà un bel po' di posto per te, se volessi accettare la mia generosa offerta.

Oh, già, dimenticavo! Sei già riuscita a far fuori quel simpaticone del sindaco? Da quanto ne so, potrebbe essere il meglio del meglio di Magnimar - la sua anima potrebbe addirittura essere meglio di diverse del mio raccolto!

 

           Cordialmente,

           tua sorella Lucrecia

 

 

Lady Heidmarch concluse la lettura e annuì, rivolgendo uno sguardo serio agli aspiranti Pathfinder, che la osservavano come per chiederle cosa ne pensasse di queste rivelazioni. "Sì, questa lettera parla da sola. La situazione è già abbastanza complicata di suo... e il fatto che questa Lucrecia faccia menzione di Turtleback Ferry e di Forte Rannick non aiuta di certo. So che è un po' di tempo che qui a Magnimar non riceviamo messaggi da quelle parti... e questo potrebbe essere il motivo."

"Certo, comprendiamo." rispose Yan. "Pensate che dovremmo andare a dare un'occhiata a Turtleback Ferry, per vedere se troviamo questa Lucrecia e riusciamo a scoprire cosa è successo?"

"Non subito." rispose la Heidmarch, cercando di non allarmare i suoi ospiti. "Credo che per il momento sarà sufficiente mandare una piccola compagnia di esploratori, e appurare la situazione di Forte Rannick. Avete già vissuto molte peripezie, e credo che sia più che giusto che vi riposiate un po' anche voi."

 

"Non sarò certo io a lamentarmi!" affermò Misia, con percettibile sollievo, mentre appoggiava mollemente la schiena sul divano dove aveva preso posto. Eli storse il naso davanti alla mancanza di compostezza della femmina di gnomo, ma decise di passarci sopra.

 

"Detto questo, avete svolto un ottimo lavoro, e grazie a voi, la popolazione di Magnimar può dormire sonni più tranquilli." rispose la Heidmarch, guardando con gratitudine tutti e sei gli avventurieri. "Per adesso, prendetevi qualche giornata di libertà, e magari usatela per fare una cernita di tutti gli oggetti magici che avete trovato nelle vostre spedizioni. Per quanto riguarda il nostro beneamato sindaco..."

La nobildonna fece un sorrisetto sottile, segno che stava architettando qualche tiro astuto ai danni dell'avido primo cittadino di Magnimar. "Sarei davvero curiosa di vedere la sua faccia, quando vedrà cosa ha rischiato..."

 

I sei amici restarono un po' interdetti nel sentire questo discorso da parte di Lady Heidmarch... e Nualia avvicinò il viso all'orecchio di Yan per bisbigliare una domanda. "Hey, Yan... cosa credi che stia pensando Lady Heidmarch?"

"Non ne ho idea, Nualia." rispose il ragazzo, sempre a bassa voce. "Ma forse è meglio starne fuori. Credo che abbia in mente di giocare qualche brutto scherzo al sindaco Haldmeer..."

 

Misia trattenne una risata. In effetti, l'idea non le dispiaceva...

 

 

ooooooooooo

 

 

Il mattino seguente, nel distretto di Magnimar conosciuto come Stilobate, il quartiere più prestigioso di tutta la città...

 

Haldmeer Grobaras, il sindaco di Magnimar, era un uomo che teneva molto alla forma e alla presentazione... e questo valeva anche per il modo in cui appariva davanti alla popolazione di Magnimar. Per questo motivo, prima di scegliere la tenuta che avrebbe indossato ogni giorno, doveva restare almeno un'ora a provare diversi abiti e ricevere i pareri dei suoi inservienti personali.

Quella mattina, in particolare, la cerimonia quotidiana si stava prolungando più del solito...

 

"Hmph. Niente da fare, non riesco a trovare nulla che mi ispiri." commentò con spocchia Grobaras, guardandosi allo specchio e storcendo il naso. Aveva appena finito di indossare un completo dai colori sgargianti, che mischiava oro, rosso e blu in un insieme alquanto pacchiano, e un ampio cappello rosso con una larga piuma. "Hmph. Certamente, non si trovano più a Magnimar i sarti di una volta. Al giorno d'oggi sembrano essere interessati soltanto a farsi pagare, ed ignorano tutto il resto, con il risultato che ci ritroviamo con questi miseri abitucci fuori moda. Ah, ma quando ero giovane io, le cose andavano diversamente, molto meglio!"

Uno dei servitori che lo stavano attendendo si sfregò la nuca con espressione imbarazzata e cercò di sollevargli un po' l'umore. "Ecco... siamo terribilmente spiacenti che voi non troviate nessun vestito di vostro gradimento per la giornata, milord..." si scusò. "Vorrebbe per caso... che la accompagniamo a fare compere? Sono sicuro che per lei i negozianti sarebbero più che disposti a far arrivare un abito di suo gradimento per questa occasione."

 

"No, no, non andrò a buttare via soldi per queste frivolezze." rispose il sindaco con spocchia. "E' un periodo in cui i commerci di Magnimar stanno andando particolarmente bene, e questo significa più soldi nelle casse della città, e di conseguenza anche nelle mie tasche. Non è il caso di farsi prendere la mano e sprecarli."

Tra sè, alcuni servitori pensarono che Grobaras aveva addotto delle scuse simili anche quando i commerci andavano a rilento per non investire soldi quando questo avrebbe potuto essere utile alla città. In un modo o nell'altro, trovava sempre qualche scusa per non pagare, o per pagare il meno possibile.

 

Ogni ulteriore considerazione, tuttavia, venne messa da parte quando qualcuno, di certo un altro inserviente, bussò alla porta della camera. "Milord! Lord Grobaras, perdoni il disturbo..." si sentì la voce un po' intimorita da dietro la porta in legno pregiato e laccato. "C'è... un dispaccio per lei, da parte di Lady Heidmarch, della loggia dei Pathfinder!"

Ancora impegnato a pensare alla sua apparizione pubblica, Grobaras levò gli occhi al cielo in segno di irritazione. Quelle missive e quei rapporti arrivavano sempre al momento meno opportuno... ma Lady Sheila Heidmarch, come rappresentante dei Pathfinder di Magnimar, non era esattamente il tipo di persona che Grobaras poteva permttersi di ignorare. Con espressione infastidita, il sindaco di Magnimar distrasse la sua attenzione dai vestiti che avrebbe dovuto mettersi uel giorno, e fece cenno agli altri suoi inservienti di aprire la porta... da dietro la quale apparve un altro servo, con in mano dei documenti che sembravano essere piuttosto importanti, data l'attenzione con cui venivano maneggiati.

 

"Un dispaccio dei Pathfinder, eh?" chiese Grobaras con evidente fastidio. "Non si può rimandare a... una o due ore più tardi? In questo momento ho la mente occupata da altre considerazioni!"

Il servitore che portava i documenti deglutì. "Ecco... temo... temo proprio di no, milord! La guardia cittadina aggiunge che è un problema che la riguarda direttamente lei..."

Visto che la seccatura non si poteva evitare, il corpulento sindaco decise che tanto valeva togliersela di mezzo ora.  Prese i documenti senza troppi complimenti e cominciò a leggerli, immaginando che si sarebbe trattato delle solite sciocchezze. Magari qualcuno dei loro esploratori aveva trovato qualche cianfrusaglia che dicevano appartenere alle ere passate di Golarion... O la Heidmarch stava cercando di addurre qualche scusa per convincerlo a sperperare un altro po' di soldi...

 

Improvvisamente, gli occhi del sindaco si spalancarono, e cominciarono a scorrere i documenti più rapidamente, scartabellandoli in fretta e furia come se l'uomo stesse freneticamente cercando qualcosa. Man mano che il sindaco leggeva, i servitori più vicini videro il suo volto grassoccio assumere un'espressione terrorizzata, e il sudore imperlargli la fronte...

 

"M-milord?" chiese il servitore più vicino. Ormai Grobaras aveva cominciato a boccheggiare come un salmone appena pescato, e il colorito rubicondo del suo volto era diventato di colpo pallido, poi paonazzo... e infine, aveva assunto una tinta che nessuno dei suoi attendenti riteneva possibile in un umano - era senza dubbio una sfumatura di verde!

 

E pochi istanti dopo, Lord Haldmeer Grobaras, il sindaco di Magnimar, strabuzzò gli occhi e cascò a terra come un sacco di patate!           

"Aaaaaah! Milord!" gridò l'attendente più vicino, mentre i documenti fluttuavano sul pavimento ricoperto dal tappeto di raso! "Milord, che succede?"

Confusi e preoccupati, i servitori provvidero a sollevare il sindaco (cosa che si dimostrò alquanto laboriosa, considerata la stazza di Grobaras) e di adagiarlo sul letto, tenendogli le gambe sollevate con un cuscino e sbottonandogli la giacca perchè respirasse meglio. Nel giro di qualche attimo, Grobaras cominciò ad ansimare e a riprendere fiato, e i suoi occhi ripresero luce... per rivelare che erano brillanti di terrore!

 

"M-milord?" chiese il servitore che aveva portato i documenti. "Milord, che sta succedendo?"

Grobaras afferrò le coperte con le sue mani gelide e quasi esangui. "Ah... ah... l-leggete! Leggete! Hanno... hanno cercato... di uccidermi... Ah... Ah... povero me... il mio cuore... aria... aria..." ansimò, il volto che si contorceva in espressioni involontariamente comiche, al punto che almeno un paio dei suoi servitori dovette voltarsi per non scoppiare a ridere.

Uno dei servitori raccolse i fogli e cominciò a leggerli... e la sua espressione sconvolta confermò agli altri che c'era davvero qualcosa che non andava! "Che... cosa? Oh... per tutti gli occhi e le membra dello squamoso Rovagug! C'era... un culto di Norgorber che voleva uccidere il sindaco? E... e uno dei loro capi era il giudice Ironbriar? E rispondevano... rispondevano... ad una lamia matriarca che si era... infiltrata qui in città?"

Normalmente, nè Grobaras nè i suoi servitori avrebbero creduto ad un dispaccio così fantasioso... ma i documenti che lo accompagnavano parlavano chiaro. La guardia cittadina aveva verificato che tutto ciò che quei documenti dicevano era vero - c'era persino un sigillo apposto dalle forze dell'ordine!

 

"Ah... accidenti... non posso crederci... povero me..." ansimò Grobaras, mentre il sangue ricominciava a scorrergli nelle vene. "Chi lo avrebbe mai... Oh mamma... io... io... i... i documenti... dicono... dicono chi è stato a... hanf... sventare... il complotto?"

 

I suoi inservienti, ancora scioccati da quello che avevano sentito, rimasero qualche istante imbambolati al loro posto prima di rispondere. "Ehm... ecco... qui ci sono i nomi di un gruppo di aspiranti Pathfinder che hanno seguito questo caso e hanno eliminato Xanesha, la lamia matriarca a capo del complotto." disse infine uno di loro.

Grobaras attese ancora un po', in modo che il suo respiro si normalizzasse e lui riuscisse a parlare in maniera più coerente. "O-okay... uff... allora... allora... fate così... rispondete... a Lady Heidmarch... e ditele... oh, mamma, non riesco a credere che lo sto facendo... che... vorrei conoscere... questi agenti... per ricompensarli di persona! Un... una cena nella mia dimora... e riceveranno... un grosso premio... per avermi salvato la vita!"

 

"Sarà fatto, milord." disse il portalettere, voltandosi per uscire dalla camera.

 

"A... Aspetta! Un... un momento!" ansimò Grobaras, alzando una mano tremante. "Prima... prima non è che potreste... portarmi un cambio... di mutandoni?"

 

 

oooooooooo

 

 

E così, soltanto un paio di sere dopo...

 

Yan sospirò e cercò di sistemarsi il colletto della camicia mentre lui e i suoi compagni venivano ammessi nell'immenso salone di casa Grobaras, una splendida villa posta in uno dei luoghi più suggestivi dello Stilobate. Il giovane guerriero non era abituato ad abiti così eleganti e a luoghi così raffinati, e doveva ammettere che si sentiva un po' strano senza la sua spada al fianco. "Spero solo di fare una buona impressione..." commentò tra sè, mentre si controllava attentamente le maniche per verificare che fossero in ordine. "Sinceramente, non mi aspettavo che avremmo ricevuto un invito dal sindaco di Magnimar."

 

"Se devo essere sincera, nemmeno io." rispose con tutta calma Lady Heidmarch, che stava guidando il resto del gruppo nel grande salone, portando con sè il suo bastone da passaggio con estrema naturalezza. "Ma non posso dire che mi dispiaccia. Sembra che finalmente, il nostro vecchio amico Haldmeer Grobaras si sia deciso ad essere meno avaro, se ha deciso di invitarvi tutti quanti a questo ricevimento!"

"Dite pure quello che volete, ma io in questi abiti non mi ci vedo proprio..." borbottò Reji, visibilmente a disagio nella sua tenuta in camicia bianca, giacca, pantaloni e stivali, i capelli tenuti sciolti rispetto alla sua solita coda. Eli e Misia, da parte loro, sembravano cavarsela un po' meglio, con i loro eleganti abiti da ricevimento - anche se era un po' strano vedere Eli senza il suo cappello!

D'altro canto, Yan doveva ammettere che Nualia aveva un gran bell'aspetto, con quel'abito rosso vivo e quei lunghi guanti di raso - che, per fortuna, le coprivano del tutto il braccio destro demoniaco. E Jolan stava bene con quel completo blu e quelle scarpe che sembravano fin troppo grandi per lui.

 

Ad accompagnare il gruppo, oltre a Lady Heidmarch, c'era un'altra persona che si era aggiunta solo il giorno prima - Lord Canavyen Heidmarch, marito della nobile e co-fondatore della Loggia dei Pathfinder di Magnimar, un uomo alto e di bell'aspetto dai lineamenti Taldanesi, con baffi e barba ben curati, e un completo color argento sopra una camicia bianca. I due coniugi avanzavano con calma ed eleganza, e Yan aveva l'impressione che volessero darsi un po' di arie davanti a Grobaras, giusto per fargli capire che era grazie ai loro agenti che era ancora vivo e Magnimar non era precipitata nel caos.

 

"Lady Sheila Heidmarch e Lord Canavyen Heidmarch si presentano assieme ai recenti aspiranti Pathfinder." Una voce chiara annunciò l'arrivo degli ospiti nella grande sala da pranzo, e un inserviente ben vestito, che dava l'impressione di essere particolarmente spigliato e sicuro, si presentò davanti a loro e fece un inchino formale in direzione del gruppo di Eli. "Permettetemi di darvi il benvenuto a casa Grobaras. Il mio nome è Valanni Krinst, e sono l'assistente personale e messaggero di Lord Haldmeer Grobaras. Ci auguriamo che questo ricevimento sia di vostro gradimento, e che esprima bene la gratitudine del mio signore per i vostri servigi."

 

"Senza dubbio." rispose Canavyen con voce profonda, l'ombra di un sorriso che appariva sul suo volto. Con un cenno, i due coniugi fondatori della Loggia dei Pathfinder autorizzarono i loro agenti a seguirli nella sala da pranzo, dove una tavola imbandita li aspettava... e il Lord-Sindaco Grobaras era in piedi vicino al posto a capotavola, vestito di un elegante abito bianco ed azzurro con i pantaloni azzurri e un bastone da passaggio ingioiellato e di legno laccato. La sua espressione era gioviale, ma Yan ed Eli si resero subito conto che c'era qualcosa di forzato nel suo comportamento. Il sindaco era in piedi accanto al suo posto, e al lungo tavolo imbandito, ricoperto da una tovaglia bianca dalle orlature azzurre, sedevano diversi inservienti e membri della sua famiglia. Yan rimase impressionato nel vedere i piatti e le posate di squisita fattura che erano stati ordinatamente disposti in fila ai lati della lunga tavolata. Ancora una volta, il ragazzo si sentì un po' fuori posto, in mezzo a tutta quella ricercatezza...

 

"Ooooh, bene, bene, bene, molto bene. Vedo che i nostri ospiti sono arrivati in perfetto orario. Ottimo, ottimo... la puntualità è una delle virtù più apprezzabili in una persona." esordì il sindaco con affettata allegria, facendo un gesto grandioso con il braccio sinistro. Yan non potè fare a meno di guardare stupito la strana acconciatura del sindaco - due radi cespugli castani che si collegavano con i suoi esili baffi, accompagnati da un paio di occhi acuti ed avidi che sembravano chicchi di uva passa. "Ovviamente, in questo momento non stiamo celebrando la loro puntualità quanto il loro coraggio e la loro abnegazione, che hanno consentito loro di fermare un vile complotto contro la mia persona, e che avrebbe destabilizzato l'intera città. Signore e signori... permettetemi di presentarvi questi miei graditi ospiti, per l'esattezza... la signorina Eli Clerks, studentessa modello della nostra accademia, la Roccia dei Profeti... e i suoi compagni di avventura! Lo spadaccino Yan Gudril. La guaritrice Misia Chen. L'esperta di arti marziali Reji, proveniente dal Minkai. La guida halfling Jolan... e la misteriosa aasimar Nualia Tobyn. Essi, a rischio delle loro vite, hanno già sventato il piano dei seguaci di Norgorber, e il loro tentativo di uccidermi e sacrificarmi a qualche loro folle progetto. Perciò... ho ritenuto giusto ricompensarli, non soltanto con questa celebrazione ma anche con un premio un po' più... tangibile."

 

Grobaras alzò un braccio e schioccò le dita... e un attimo dopo, un gruppetto di inservienti vestiti di bianco ed argento fecero il loro ingresso nel salone del ricevimento, portando con sè degli scrigni di legno laccato, accuratamente richiusi con dei lucchetti di ottima fattura.

 

"Ho... deciso di mettere da parte qualcosa delle mie risorse, in modo da offrire ad ognuno di voi una giusta ricompensa per le vostre azioni." continuò il sindaco. Con un cenno della testa, diede l'ordine ai suoi inservienti, e a fianco di ciascuno scrigno, un attendente estrasse una chiave dalla veste e lo aprì. Poi, quasi all'unisono, gli inservienti sollevarono i coperchi degli scrigni, rivelando che ognuno di essi era pieni di monete d'oro che quasi luccicavano nella tenue luce della villetta. "Seimila pezzi d'oro ciascuno. Questo dovrebbe ripagare un bel po' di vostre spese... e consentirvi di acquisire miglior equipaggiamento per la prossima impresa che vi attende."

Eli sgranò gli occhi, malgrado cercasse di mantenere il più possibile almeno una parvenza di controllo. Quella era una somma maggiore di qualsiasi cosa lei avesse mai visto nella sua carriera, una somma che avrebbe fatto gola a chiunque. Ed Eli non riusciva quasi a credere che l'avaro ed arrogante Grobaras le sarebbe stato disposto a separarsi dai suoi soldi. Ma a quanto pareva, non desiderava neanche essere in debito con qualcuno. O forse aveva preso tanta paura per lo scampato pericolo che si era convinto ad aprire un po' di più il borsellino...

 

Canavyen fece una recitata espressione di meraviglia. "Caspita... vedo che per questa occasione non ha voluto badare a spese, Lord Grobaras!" commentò. "Mi sembra di capire che lei vuole esprimere la sua gratitudine senza che ci sia possibilità di equivoco."

Il sindaco tirò fuori un fazzoletto da una tasca del suo abito e fece il gesto di asciugarsi il sufore dalla fronte. "Hohohohooo! Beh... certo... non posso non essere grato a coloro che mi hanno salvato la vita!" rispose nervosamente, ancora scosso per quello che era venuto a sapere. "Se... se poi posso esservi utile in qualche altro modo, non esitate a chiedermelo! Qui a Magnimar sarete sempre i benvenuti! Sentitevi liberi di approfittare un po' della mia generosità!"

Valanni alzò gli occhi al cielo in segno di esasperazione, e Misia si mise una mano davanti alla bocca per soffocare una risatina. Definire Lord Haldmeer Grobaras generoso era come dire che il fuoco era freddo, ma in quel momento non se la sentiva di fare commenti troppo pungenti a riguardo. Si erano guadagnati una bella ricompensa, e il favore di diverse figure importanti nel panorama politico di Magnimar... un risultato niente male, a suo modesto parere!

 

Il sindaco battè le mani un paio di volte, richiamando l'attenzione dei suoi ospiti. "Ma... non pensiamo a queste cose! Adesso è il momento di godersi questa serata!" esclamò, mentre un piccolo gruppo di camerieri faceva il suo ingresso nella sala da pranzo, portando con loro piatti ricolmi di arrosti succulenti, verdure cotte nelle maniere più fantasiose e dolci dall'aspetto invitante! "Prego, signori! Accomodatevi! Prendete pure i vostri posti! Adesso è il momento di divertirsi e godersi la vita!"

 

Gli ospiti applaudirono al gruppo di avventurieri e ai fondatori della Loggia dei Pathfinder, che si guardarono attorno un po' sbalorditi, alla ricerca di un posto dove sedersi. "Certo che... il vostro caro sindaco si tratta bene. Non credo di aver mai visto tanta roba da mangiare tutta in una volta..." commentò Nualia con un sospiro, stando bene attenta che il suo braccio demoniaco non si vedesse.

Lady Heidmarch sorrise e alzò le spalle, ormai abituata ai modi di fare di Lord Grobaras. "Beh, in effetti è sempre stato così." rispose. "Comunque, non ci badate troppo. Per adesso, sentitevi liberi di godervi la serata e di intascare la ricompensa."

 

Reji sorrise allegramente. "Non me lo farò dire due volte. Avrei una certa fame, in effetti..."

 

 

oooooooooo

 

 

Nello stesso momento, in un luogo molto distante da Magnimar...

 

"Hm. Capisco. Quindi, Xanesha ha fallito."

La voce calma e suadente di una donna rispose al rapporto che le era stato fatto da una figura umana chinata servilmente dinnanzi a lei, in una piccla stanza polverosa illuminata soltanto da una lanterna ad olio appoggiata su un piano di marmo vicino. Delle lunghe e muscolose spire di serpente si muovevano dietro la figura, i cui occhi verdi ed ipnotici sembravano luccicare malignamente nella semioscurità.

"Sì, mia amata. Mi spiace di doverti recare questa notizia." disse l'uomo inchinato davanti a lei, la voce che tremava leggermente per la paura della sua reazione. La donna-serpente restò in silenzio, cercando di tenere l'uomo sulle spine quanto più possibile.

 

Prima che l'uomo, sempre più preoccupato ed ansioso, potesse chiedere qualsiasi cosa, la creatura sghignazzò con perfidia e si sfregò il mento. "Heh. Ben le sta. Credeva di portarmi via il posto di favorita del potente Mokmurian... ma la sua incapacità le è stata fatale. Per me, questo significa soltanto che ci sarà un po' di competizione in meno. Adesso non ci sarà più alcun dubbio su chi siederà al fianco del potente Mokmurian nella nuova era di Varisia!" affermò.

L'uomo chinato al cospetto della figura misteriosa fece un altro inchino servile. "Sono... sono felice che la cosa ti rallegri, mia amata." affermò. "Ma vorrei chiederti se... ecco... date le complicazioni che ci sono state, cosa ritieni giusto fare? Pensi che il piano sia ancora intatto?"

 

La donna emise una breve risatina sprezzante ed estese un braccio, accarezzando la guancia dell'uomo con due dita artigliate che gli tracciarono due tagli superficiali sulla pelle. "Tutto è ancora intatto, mio caro." affermò con tono mellifluo, per poi avvicinarsi e rubargli un bacio. Per diversi secondi, le loro labbra restarono attaccate, anche se l'uomo cercò debolmente di protestare... prima di rassegnarsi e ricambiare il bacio.

Finalmente, la donna-serpente rilasciò il suo amante, ma gli tenne il mento tra due dita artigliate in modo che si rendesse conto di chi fosse a comandare. "Quei bruti dei Kreeg faranno tutto quello che vogliamo noi. In quei loro cervelli da regrediti c'è giusto lo spazio per il concetto che non possono opporsi al potente Mokmurian... e Barl ci sta dando il suo appoggio nel caso Jaagrath abbia qualche colpo di testa. Non ci saranno problemi... anche grazie alla tua collaborazione! Se non fosse stato per te... non avremmo potuto giungere fino a questo punto con tanta facilità. La tua collaborazione... è stata davvero preziosa, e di questo ti sarò sempre grata."

 

L'uomo sospirò, come se queste parole lo avessero punto sul vivo, e represse un brivido mentre si abbandonava rassegnato all'abbraccio della sua padrona e amante...

 

"E tu... mi sarai sempre fedele, vero?" sussurrò lei alle orecchie dell'uomo. "Anche tu... farai tutto quello che voglio io, vero? Solo io ti posso dare la libertà che desideri... quella che tutti ti vogliono negare. E per questo tu mi seguirai sempre, fino alla fine."

 

"Sì, amore mio..." rispose l'uomo, abbracciando a sua volta la lamia. "Fino alla fine..."

 

Lucrecia sorrise sinistramente. Non poteva andarle meglio...

 

 

oooooooooo

 

 

Qualche giorno dopo...

 

Per la giovane Vesla, iniziata della fede di Sarenrae, quella serata era particolarmente gradevole e tranquilla.

Ora che la serie di omicidi che avevano sconvolto Magnimar era stata spezzata, e le persone si sentivano più sicure nell'uscire durante le ore del crepuscolo, l'atmosfera che si respirava a Magnimar era di gran lunga più distesa. Per la giovane donna, questo voleva dire che aveva più tempo in cui svolgere le commissioni che i suoi superiori le affidavano, e maggiori possibilità di incontrare qualcuno che fosse interessato alle parole di speranza e guarigione del Fiore del Mattino, senza il timore di incontrare qualche malintenzionato, o di doversi guardare le spalle.

 

Aggirandosi con tranquillità tra le persone che ancora affollavano le strade di Magnimar, l'iniziata si guardò attorno, godendosi lo spettacolo dei cittadini che ancora andavano in giro per sbrigare le loro faccende, o anche solo per muovere due passi. Vedere tutti quei volti sereni la rassicurava, e le dava fiducia che il futuro della sua città sarebbe stato radioso.

 

Vesla seguì una serie di strade e vicoli, fino ad arrivare a Sottoponte, dove si trovava il tempio abbandonato che Padre Volsten aveva fondato tanti anni prima. Anche se quel luogo era ormai stato dimenticato dai più, la giovane accolita lo considerava un simbolo della fede e del messaggio di Sarenrae... e visitarlo era un modo per ricordare a sè stessa quale fosse uno dei suoi sogni. Un giorno, le sarebbe piaciuto poterlo ricostruire e ristrutturare, e riprendere il lavoro che Volsten aveva iniziato, in modo che anche i reietti di Sottoponte potessero avere un po' di speranza e dignità... e quel santuario era il simbolo di questa aspirazione. Per il momento non aveva le risorse che le servivano... ma un giorno, chissà.

 

Forse proprio perchè la giovane era così impegnata a pensare alla sua nobile aspirazione che non si accorse della figura che le scivolava alle spalle in perfetto silenzio, aiutata dall'oscurità della sera...

 

E quando Vesla ebbe raggiunto lo spiazzo davanti al santuario, ebbe appena il tempo di bearsi della vista del suo edificio preferito, prima che una lama di freddo acciaio le trafiggesse la gola.

 

L'accolita di Sarenrae strabuzzò gli occhi e venne percorsa da un fremito mentre la vita la lasciava, e l'ultima cosa che riuscì a percepire fu una voce femminile che le sussurrava all'orecchio parole piene di veleno.

 

"La luce di Sarenrae a Magnimar... si spegnerà per sempre."

     

 

 

oooooooooo

 

CONTINUA...          

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Capitolo 45
*** Caccia al killer ***


Pathfinder: L'Ascesa dei Signori delle Rune

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 42 - Caccia al killer

 

Nualia non era sicura di dove si trovasse in quel momento.

L'ultima cosa che ricordava era che lei e i suoi compagni erano tornati alla taverna della Zanna dopo una giornata intera passata a visitare Magnimar e ciò che la grande città aveva da offrire. Finalmente, dopo giornate passate ad investigare, combattere e rischiare la pelle, il gruppo di avventurieri era stato ben lieto di potersi prendere qualche giorno di pausa, magari in attesa che gli esploratori mandati a Turtleback Ferry da Lady Heidmarch tornassero con delle notizie.

Quella sera, il gruppo aveva festeggiato fino a tarda notte, attirando anche un bel po' di clientela che non si era fatta problemi ad unirsi alle celebrazioni per avere qualche bicchierino gratis. Non abituata a questi festeggiamenti allegri e rumorosi, Nualia era crollata a letto verso la mezzanotte, sentendosi comunque contenta come raramente ricordava di essere mai stata.

Ma poco dopo essere sprofondata nel sonno... gli incubi erano tornati, e questo era uno di quelli.

La aasimar stava avanzando lentamente in quello che sembrava essere un corridoio oscuro, le cui pareti sembravano fatte di un denso vapore bluastro che turbinava come sospinto da un vento che non si sentiva. Non c'era nulla, a parte lei, fin dove i suoi occhi riuscivano a vedere... ma se Nualia si concentrava troppo sulle pareti, aveva la sgradevole sensazione che ogni tanto, il fumo si condensasse e formasse volti di demoni ghignanti e artigli che sembravano protendersi verso di lei per agguantarla.

"Che... che cos'è questo?" chiese Nualia, la cui voce riecheggiò per qualche istante in quello strano luogo e finì per perdersi nel vuoto...

Poi più nulla. Non appena l'eco della voce di Nualia si fu perso, la ex-chierica di Lamashtu rimase ferma lì senza che nessuno le desse una risposta.

Nualia prese un respiro, cercando di calmarsi, e ripetè a sè stessa che doveva per forza essere un altro tranello di Lamashtu per convincerla a tornare sulla via della perdizione. Il pensiero dei suoi compagni, in particolare di Yan e Reji, e del buon padre Zantus a Sandpoint sarebbero serviti per resistere ad ogni tentazione...

Ma non fu Lamashtu a rispondere infine alla voce di Nualia.

Un lento suono di passi cominciò a riecheggiare nel silenzio... e la aasimar sentì un brivido percorrerla dalla testa dai piedi. Riconosceva quella camminata... quel passo che suonava così lento e cadenzato... un ritmo che sembrava fatto apposta per farle perdere la calma e metterla in soggezione.

La figura di un vecchio dai lunghi abiti sacerdotali apparve alla fine del tunnel, appoggiato ad un bastone che lo aiutava a sostenersi... ma la sua veste, contrariamente a come la ricordava Nualia, era stracciata ed insozzata di cenere, e la pelle era annerita, secca come cartone, e sembrava quella di un uomo arso vivo.

Lo sguardo accusatorio della figura tenne Nualia ancorata al suo posto, malgrado la sconvolta aasimar cercasse di alzare i piedi ed andarsene da lì. Mentre il cadavere ambulante si avvicinava, Nualia vide la sua pelle tendersi e tornare sana, la veste rammendarsi da sola... ma l'espressione di odio e di accusa sul suo volto, quella non sbiadiva mai.

"Nualia..." disse infine il vecchio, giunto a pochi passi dalla giovane. La sua espressione cupa e severa era esattamente come lei la ricordava, acuita dalla barba e dai baffi bianchi che la occultavano in parte.

Nualia non riuscì a rispondere subito. Colta dallo sgomento, cercò di dire qualcosa, ma non riuscì a spiccicare parola. Quell'espressione aveva ancora l'effetto di renderla incapace di controbattere, soprattutto ora che era ben consapevole delle sue colpe...

"Nualia. Che cosa ci fai qui?" disse Padre Ezakien Tobyn, o forse l'illusione che ne aveva assunto l'aspetto. La sua voce era roca e strascicata, ma conteneva ancora quella monolitica sicurezza con cui diceva quasi ogni cosa.  "Non dicevi che dovevi bruciare Sandpoint? Come hai bruciato la mia chiesa con me dentro?"

"Tu... tu... che cosa sei?" sussurrò Nualia. L'impulso di voltare le spalle alla visione del padre adottivo era soverchiante, ma la aasimar si costrinse a restare ferma dov'era. "Sei... sei un'altra delle manipolazioni di Lamashtu, per farmi tornare indietro? Io ho fatto la mia scelta! Ho capito di aver sbagliato, e ora passerò la mia vita a cercare di rimediare al male che ho fatto!"

Nualia aveva appena finito di pronunciare queste parole, che il braccio demoniaco donatole da Lamashtu cominciò a muoversi da solo... e la aasimar sgranò gli occhi con orrore quando la mano le si chiuse attorno al collo, minacciando di soffocarla o di piantarle le unghie nella gola. Quella visione che faceva finta di essere suo padre adottivo (perchè stava facendo finta, vero?) restò a guardare senza muovere un dito, e se Nualia non fosse stata troppo impegnata a cercare di non farsi strozzare, forse avrebbe potuto vedere un'ombra di meschina soddisfazione negli occhi del vecchio cadaverico.

"Hai capito di aver sbagliato. E ora vuoi rimediare." Il vecchio ripetè le parole di Nualia con un tono severo che non riusciva a nascondere lo scherno. "E credi di poterlo fare? Tu sei già dannata. Hai gettato via la tua purezza. La tua anima è segnata dai tuoi crimini. E adesso credi di poterti redimere per avermi ucciso? Per tutto quello che hai fatto a Sandpoint? Il tuo amichetto ha troppa fiducia in te. Il tuo caro Yan crede di poterti prendere sotto la sua ala protettrice e ricondurti alla strada della virtù, ma è un illuso. Guardati. Il tuo stesso corpo è testimonianza che la tua anima è corrotta nel profondo."

Nualia cercò di parlare, ma la sua mano demoniaca strinse ancora più forte, impedendole di prendere fiato.

"Lo sai, Nualia..." continuò imperterrito 'Ezakien'. "Forse sarebbe stato meglio per te restare nel culto di Lamashtu. Almeno così saresti stata più coerente con te stessa. Adesso che temi per le conseguenze delle tue azioni, hai pensato di tornare sulla retta via? E' troppo tardi ormai. Troppo tardi..."

Il resto del discorso si perse nel vuoto, mentre Nualia scivolava a terra boccheggiando e tendendo disperatamente la mano sana verso qualcosa che potesse salvarla dall'abisso...

E in quel momento, un attimo prima di perdere i sensi, ebbe l'impressione di vedere una figura evanescente, il volto di una donna dalla pelle scura, con i capelli che sembravano lingue di fuoco, che la guardava con un'espressione indecifrabile...

E subito dopo, Nualia aprì gli occhi e si trovò di fronte il soffitto della sua stanza alla Taverna della Zanna. Ancora stravolta da quello che aveva visto, la aasimar restò qualche secondo ferma a guardare il soffitto, lo sguardo perso nell'oscurità.

Pochi attimi dopo, il rumore di Reji e Misia che russavano la riportò alla realtà una volta per tutte.

"Ma... che cos'era...?" sussurrrò, per poi mettersi seduta sul letto e guardarsi attorno. Non che ci fosse molto da vedere, dal momento che tutta la stanza era buia, ma la vista acuta della giovane dai capelli bianchi, capace di cogliere anche le più piccole sorgenti di luce, fu in grado di distinguere le sagome delle sue compagne di viaggio, ognuna distesa nel proprio letto e beatamente inconsapevole di quello che Nualia aveva appena sognato. Reji, in particolare, stava dormendo come un ghiro, in una buffa posizione che la faceva sembrare una rana spiaccicata...

Ma era davvero un sogno? Nualia si guardò il palmo della mano demoniaca, che ora sembrava essere del tutto sotto controllo... e rabbrividì, colta da un improvviso senso di orrore e colpa. Per un attimo, ebbe l'impressione che i palmi delle sue mani fossero bagnati... non di sudore, bensì del sangue che aveva sparso, e per il quale solo ora cominciava a provare rimorso.

La sua prima vittima le era apparsa, condannando le sue azioni. E ora che poteva pensarci a freddo, Nualia non se la sentiva di dargli torto. Yan sembrava davvero convinto che Nualia potesse voltare pagina... e anche gli altri membri del suo gruppo erano stati gentili e tolleranti con lei. Ma... lei meritava davvero tutta questa fiducia? Lei che fino a poche settimane prima era stata una cultista demoniaca che voleva sacrificare un'intera città a Lamashtu per farsi trasformare in una creatura dell'Abisso?

Un moto di orrore e disgusto attraversò il corpo di Nualia, e la giovane aasimar si mise la mano sana davanti alla bocca, mentre si guardava il braccio sinistro ricoperto di coriacea, oleosa pelle rosso sangue.

"I tuoi peccati ti stanno addosso, Nualia." sentì di nuovo la voce nella sua testa che rimbombava. "Non riuscirai mai a liberartene."

Sopraffatta dalla vergogna, Nualia si abbracciò le ginocchia e si nascose il viso.

 

oooooooooo

 

Quella mattina, Yan aveva la netta impressione che la sala principale della Zanna fossse un po' meno indaffarata del solito. Non c'era la stessa mole di gente che andava e veniva, e anche quelli che c'erano tendevano a starsene sulle loro. Normalmeente, al giovane non sarebbe sembrato così strano... ma dopo qualche giorno in cui l'atmosfera a Magnimar si era fatta più rilassata dopo che il piano per assassinare Lord Grobaras era stato mandato all'aria, adesso c'era la netta impressione che si stesse tornando indietro.

"Se stai pensando quello che credo io, Yan... vuol dire che i nostri guai a Magnimar potrebbero non essere finiti." affermò una voce femminile chiara e decisa, che il ragazzo riconobbe subito appartenere alla sua capogruppo non ufficiale. Senza voltarsi, Yan prese un sorso dal suo bicchiere d'acqua e alzò le spalle con un sorriso ironico.

"Tra i tuoi incantesimi, ci sono anche quelli che permettono di leggere nella mente delle persone?" chiese. "Se è così, sarebbe meglio ricordare che alla gente non piace quando ti metti a sbirciare nei loro pensieri."

"Hehehee... niente di tutto questo, Yan." rispose Eli, sedendosi vicino a lui per poi cominciare a sgranocchiare il pane della colazione. "Notavo soltanto... che adesso mi sembra esserci meno euforia. Non vorrei che fosse accaduto qualcos'altro che stia facendo paura alla gente di Magnimar."

"Da una parte, questo vorrebbe dire lavoro per noi." rispose Yan. "Dall'altra... non sarebbe certo una buona notizia. Vorrei sperare che Xanesha non avesse qualche scagnozzo. O che quello Spaventapasseri non si sia messo di nuovo a terrorizzare la gente. Lo avevamo avvertito che non avremmo tollerato altri delitti."

"Non si è ancora parlato di omicidi, che io sappia." arrivò pronta la risposta di Reji, che stava arrivando in quel momento accompagnata dal resto del gruppo. Yan ed Eli alzarono lo sguardo per salutare, e anche se lo halfling e la femmina di gnomo risposero prontamente, Nualia esitò un attimo prima di fare un saluto un po' svagato, il braccio sinistro ancora bendato ed appeso al collo in modo da nasconderne il più posssibile la natura abnorme.

"Ciao..." affermò, la voce poco più forte di un sussurro.

Era evidente che c'era qualcosa a cui stava pensando, qualcosa che non la faceva stare tranquilla... e Yan se ne accorse subito, mettendo da parte la sua colazione. "Ehm... buongiorno, ragazzi. Buongiorno, Nualia... va tutto bene?" chiese il ragazzo.

"Ciao, Yan... Non è niente. Ho solo... dormito un po' male stanotte." rispose lei, cercando di essere evasiva.

Yan non poteva dire di essere il ragazzo più sveglio di Varisia, ma anche per lui era evidente che Nualia non stava raccontando tutto. Un po' preoccupato, il giovane si alzò dal suo posto e si avvicinò alla sua amica d'infanzia. "Ne sei sicura, Nualia? Non vorrei che ti fossero tornati gli incubi..." disse il giovane, ben consapevole di cosa avesse tormentato Nualia nei giorni successivi al loro incontro-scontro nelle catacombe di Collecardo.      

Ma, con suo grande stupore, Nualia non sembrò per niente interessata a chiarire. "Per... per favore, Yan." rispose lei, voltandosi e cercando di non incrociare il suo sguardo. "No, non è questo... è... è... una cosa a cui devo badare io. Per favore, non insistere."

La reazion del gruppo fu una di stupore e sospetto - Nualia non si era mai comportata così con Yan, e anzi, anche quando si era appena unita al gruppo, era sempre stato quello con cui lei si mostrava più gentile e tollerante. Il fatto che adesso lei fosse così scontrosa ed evasiva nei suoi confronti era sorprendente... e anche un po' preoccupante.

"Nualia?" chiese Yan. "Ma... ma che ti prende, Nualia? Ho fatto per caso qualcosa che non ti è piaciuto?"

La ragazza dai capelli bianchi scosse la testa, frustrata ed ansiosa. Non voleva coinvolgere anche lui, e anzi, forse sarebbe stato meglio se Yan non si fosse fatto carico dei suoi problemi. Forse adesso lei era soltanto un peso per loro, anche se Yan e i suoi amici non se n'erano ancora resi conto. "No, no, non sei tu, Yan... insomma, non ho voglia di parlarne adesso! Se... se permettete, vado a schiarirmi un po' le idee, poi torno! Scusatemi..."

"Ah! Hey, aspetta un momento, Nualia!" esclamò Jolan, cercando di richiamare la sua concittadina. Ma a quel punto Nualia si era già allontanata esi era seduta al bancone della taverna, ben lontana da chiunque altro.

"Ma..." commentò infine Yan, rompendo il silenzio. "Ma cosa... cosa è preso a Nualia? Fino a ieri mi era sembrata tranquilla, e adesso..."

Reji sospirò e scosse la testa. Com'era che tra lei e Yan, entrambi finivano sempre per interessarsi alle persone più problematiche? "Non ne ho idea... forse è semplicemente come dice lei, e adesso ha solo bisogno di stare un po' da sola."  

Yan sospirò. Anche in quel momento avrebbe voluto essere lì accanto alla sua amica d'infanzia... ma pensò anche che Reji avesse ragione, e che Nualia avesse diritto ai suoi spazi. In fondo, il motivo per cui aveva finito per odiare Sandpoint era stato in parte anche il fatto che la gente si era rifiutata di lasciarla in pace.

"Sì, hai ragione. Scusa, ho agito senza pensare." affermò il ragazzo, ripromettendosi che avrebbe dovuto cercare di fare di meglio per la sua amica.

Le sue riflessioni furono interrotte quando tre individui inaspettati fecero il loro ingresso nella sala principale della taverna, e molti avventori alzarono lo sguardo dai loro tavoli per vedere di chi si trattasse. Erano tre membri della Guardia Cittadina di Magnimar, le cui uniformi azzurre erano ora anche troppo conosciute al gruppo di Eli... ma al contrario di quanto era successo la notte del loro arresto, questi soldati non sembravano avere intenzioni aggressive, e in effetti la persona a capo del terzetto - una donna mora sulla trentina d'anni che indossava l'uniforme dei graduati - alzò una mano per rassicurare gli avventori sulle loro intenzioni.

"Chiediamo scusa per l'intrusione. Non siamo qui per arrestare nessuno, tornate pure alle vostre diversioni." affermò la donna con voce chiara. "Stiamo solo cercando alcune persone. Per caso, tra di voi c'è un gruppo di avventurieri guidato dalla signorina Eli Clerks?"

La maga mezzelfa corrugò la fronte e si alzò dal suo posto, mentre gli altri membri del gruppo rivolgevano al terzetto di guardie tutta la loro attenzione. "Eli Clerks sarei io." rispose. "Chi ci desidera, e cosa potremmo fare per voi?"

La graduata e le altre due guardie entrarono con compostezza nella taverna e raggiunsero il tavolo a cui Eli e i suoi compagni erano seduti. Nualia, che si era seduta al bancone della taverna a meditare da sola, si voltò di nuovo verso il tavolo dei suoi compagni e sbattè gli occhi incuriosita. Che cosa voleva di nuovo la guardia cittadina da loro? Forse erano venuti per offrire loro un lavoro?

"Buongiorno, signori. Spero di non disturbarvi." esordì la comandante. "Sergente Kasadei, della guardia cittadina di Magnimar. Ho saputo del vostro contributo alla felice risoluzione del caso del giudice Ironbriar, e che avete sventato i piani della setta di Norgorberiti che operava in questa città. E in questo momento, avrei bisogno di parlarvi. Se siete interessati, potrei avere un lavoro per voi. Oltre a ciò, temo che una delle vostre compagne possa essere in pericolo."

Jolan sbattè gli occhi allarmato. "Una nostra compagna? Come mai? Quale sarebbe il problema?"

"C'entra forse il fatto che... la gente sembra essere tornata a chiudersi nel timore?" chiese Yan a bassa voce.

Kasadei annuì lentamente. "La vostra compagna, Misia Chen." affermò, guardando verso la bionda femmina di gnomo, la cui espressione si fece di colpo più attenta e tesa. "C'è stata un'improvvisa impennata di strani attacchi. Omicidi, per l'esattezza. Ci sono state tre vittime tra ieri notte e stanotte, e tutte e tre avevano una cosa in comune. Erano devoti di Sarenrae, la dea del sole e della redenzione... come la vostra amica."

"Che cosa?" chiese Nualia arrivando in quel momento. "Volete dire che potrebbero prendere di mira lei?"

"Purtroppo sì. Non vi nascondo che potreste essere un bersaglio per questo misterioso assassino." rispose la sergente. "Ho parlato con la vostra patrona, Lady Sheila Heidmarch, e da lei sono venuta a sapere che la signorina Misia è una devota di Sarenrae. Mi sono sentita in dovere di avvertirla, e di cercare quante più informazioni possibili su potenziali nemici della chiesa del Fiore del Mattino."

"Cos'è successo, sergente Kasadei?" chiese Eli. Yan e Nualia presero qualche altra sedia per la donna e i suoi due sottoposti, e fece loro cenno di accomodarsi. "Ci racconti. Credo che potremmo darvi una mano."

"Vi ringrazio della disponibilità." continuò Kasadei mentre prendeva posto al tavolo. Quando fu sicura che tutti e sei i membri del gruppo stavano ascoltando, la sergente si organizzò il discorso e cominciò a spiegare. "Come ho detto, sembra che ci sia un serial killer che prende di mira i devoti di Sarenrae. Dovrete stare molto attenti. Questa città non è più sicura per i Sareniti."

"Non vi preoccupate per questo." affermò Reji con cupa decisione. "Finchè ci siamo noi, nessun assassino si avvicinerà mai alla nostra amica."

"Comprendo. Ora, passiamo ai dettagli. E vi devo avvertire che sono... alquanto macabri." proseguì la sergente. "Non ci sono stati testimoni finora, quindi non possiamo dire con esattezza cosa sia successo, ma tutti e tre gli attacchi hanno seguito una procedura molto simile tra loro. Un devoto di Sarenrae è in preghiera o sta andando per la sua strada. L'assalitore è chiaramente molto furtivo e abile a colpire le sue vittime alla sprovvista. Scivola indisturbato dietro il suo bersaglio, e colpisce. Non ci sono tracce di collutazione. Il primo attacco è anche l'ultimo."

Kasadei fece una breve pausa, osservando le reazioni del gruppo. Tutti loro, in particolare Misia, sembravano molto turbati da quello che avevano sentito. Ma la parte peggiore doveva ancora arrivare. "L'omicida non prende oro nè altri beni materiali. Cerca qualcosa di più personale." affermò, e fece una pausa prima di dire il resto. "Il cuore. A tutte le vittime è stato rimosso il cuore."

Misia represse un brivido di orrore. "Misericordioso Fiore del Mattino..." sussurrò, mentre Eli le metteva una mano sulla spalla. "Chi potrebbe fare una cosa simile... e per quale motivo, poi?"

"Una cosa è certa, dobbiamo impedire che faccia altre vittime." rispose Reji. 

Kasadei annuì, poi continuò il discorso. "Dal momento che voi siete avventurieri di una certa abilità, vorrei proporvi di aiutarmi a preparare un'imboscata per catturare questo assassino." affermò. "Purtroppo, i miei colleghi della guardia cittadina sono troppo legati dalla burocrazia per organizzare un piano simile in così breve tempo, per questo mi rivolgo a voi."

"Beh, noi non siamo certo legati da scartoffie e cavilli." rispose Yan. "Che ne dici, Eli? Mi sembra una cosa che possiamo gestire."

"Sono d'accordo." rispose la maga mezzelfa. Poi, parlando di nuovo a Kasadei: "Avete già un'idea di come fare, per caso? Un piano che ci permetta di mettere le mani su questo serial killer?"

Kasadei esitò per un istante prima di rispondere. "Effettivamente, avremmo già un piano, ma comporterebbe dei rischi per la signorina Chen." rispose. Misia non sembrò più di tanto impressionata, e questo diede a Kasadei l'incentivo di proseguire. "Quello che vorremmo fare è attirare in trappola l'assassino. La signorina Misia dovrebbe incamminarsi, apparentemente da sola, in uno dei quartieri dove sono stati consumati i delitti precedenti, in modo che il killer sia invogliato ad attaccarla. E una volta che avrà abboccato all'esca, prima che possa fare qualsiasi cosa a Misia, noi usciremo dal nostro nascondiglio e lo cattureremo."

"Sembra un piano semplice ma efficace. Okay, ci sto. Ma non mi limiterò a fare da esca, ve lo posso assicurare." rispose pronta la femmina di gnomo. "Vi darò una mano, e assieme cattureremo questo assassino, ve lo posso giurare."

"Misia... sei sicura di quello che fai?" chiese Eli, chiaramente in ansia per il rischio a cui l'oracolo del sole si stava esponendo. "Non dubito certo della tua abilità, ma... tu non sei una guerriera come noialtri."

Ma ormai, la decisione era presa. "Ti ringrazio per la premura, amica mia, ma del gruppo sono io quella più adatta ad attirare le attenzioni di questo serial killer." disse gentilmente Misia. "E poi, so che ci sarete voi a coprirmi le spalle. Sono sicura che andrà tutto bene."

"Vi ringrazio per la disponibilità, e vi assicuro che sarete giustamente premiati per la vostra collaborazione." rispose Kasadei. "Ora... fate tutti i preparativi che dovete. Ci vediamo fra dieci ore vicino al distretto di Sottoponte, entrata est. Conoscete il posto?"

"Sì... io e Misia ci siamo state qualche giorno fa." rispose, un po' incerta, Nualia. "Io e lei... beh... eravamo andate lì per vedere il tempio abbandonato di Sarenrae. Quindi credo di sapere dove si trova."

"Certamente. Non sono stata molto spesso a Sottoponte, per ovvi motivi... ma ci so arrivare." rispose Eli. "Va bene, sergente Kasadei. Faremo tutto quello che è in nostro potere per aiutarvi e catturare l'assassino."

Kasadei fece un lieve sorriso e si alzò dal suo posto, seguita immediatamente dai suoi due sottoposti. "Vi ringrazio. E vi auguro buona fortuna per questa operazione. okay, allora ci vediamo fra dieci ore all'entrata est di Sottoponte. Buona fortuna, e a presto."

"A presto, sergente." rispose Jolan, mentre tutti facevano un educato inchino ai tutori dell'ordine, che si alzarono e uscirono ordinatamente dalla locanda, salutando un ultima volta prima di tornare alla loro pattuglia delle strade di Magnimar.

"Bene... sembra che il lavoro non ci manchi proprio!" affermò con ironia Jolan. "Okay, approfittiamo di queste dieci ore per prendere l'equipaggiamento che ci serve e magari preparare gli incantesimi che ci possono essere utili."

"Certamente." disse Yan. "Nualia... vieni anche tu?"

La aasimar alzò lo sguardo, come sorpresa dalla domanda. "Ah! Certo... certo, verrò anch'io, Yan. Scusami per prima, io... non ho dormito bene stanotte, tutto qui."

Yan aveva ancora l'impressione che Nualia non volesse dire tutto, e la cosa lo preoccupava un po'. Non c'era il caso che Lamashtu stesse ancora cercando di tormentarla e convincerla a tornare sulla cattiva strada? Yan era combattuto tra restarle vicino per darle conforto, o lasciarle un po' di spazio per permetterle di restare con i suoi pensieri. Alla fine, decise che forse sarebbe stato meglio prendere una via di mezzo. "D'accordo, Nualia. Scusami se ti sono sembrato troppo invadente... non vorrei mai lasciarti sola se mai dovessi essere in difficoltà." affermò. "Ricordati solo... che se hai bisogno di me, io ci sono sempre."

Nualia annuì, ma in quel momento a Yan sembrò così svagata e distante...

 

oooooooooo

 

Gli avventurieri avevano passato la giornata a cercare di prepararsi. Dopo essersi assicurati di avere l'equipaggiamento e le magie giuste per prepararsi ad uno scontro con il serial killer, i ragazzi si erano diretti al luogo dell'appuntamento, cercando di stare attenti a non essere seguiti. Da come la sergente Kasadei ne aveva parlato, questo assassino era molto abile, e i ragazzi speravano che non avesse già mangiato la foglia.

Una volta giunti sul posto, non avevano perso tempo a delineare il piano.

"Vi ringrazio per esservi presentati tutti. Sperabilmente, assieme avremo migliori possibilità di fermare questa scia di sangue." li accolse Kasadei. "Signorina Chen, sicuramente è lei ad esporsi al rischio maggiore. E' ancora convinta di farcela?"

"Misia sa essere molto testarda quando vuole." affermò Eli, con un cenno di intesa alla sua piccola amica. "Tutto quelllo che posso fare come sua migliore amica è di essere pronta a darle man forte al momento giusto. E comunque, tutti noi siamo pronti a dare una mano. Giusto, ragazzi?"

Ricevette dei cenni di assenso da parte del resto del gruppo, poi rivolse la sua attenzione a Nualia, il cui braccio sinistro era ancora legato al collo e bendato. "Bene, mi fa piacere saperlo. Tuttavia, non posso fare a meno di chiedermi se la vostra amica sarà in grado di dare una mano, con il braccio in quelle condizioni."

Nualia sospirò, ma non si fece scoraggiare. Doveva cercare di rendersi utile in qualche modo... sentiva che solo in questo modo sarebbe riuscita a scacciare la preoccupazione che gravava su di lei. "Grazie per la premura, sergente, ma ce la farò." rispose, cercando di essere quanto più distante e distaccata possibile. Non voleva dare l'impressione di essere troppo coinvolta in quanto stava accadendo, per paura che si sarebbe fatta prendere la mano dalla rabbia e avrebbe finito per fare qualcosa di cui si sarebbe pentita.

Riuscì a vedere che anche Kasadei non era del tutto convinta, ma in quel momento c'erano questioni più pressanti a cui badare. "Va bene. Detto questo, passiamo a definire la nostra tattica." affermò. "Ogni attacco è avvenuto in un punto diverso, quindi non è facilissimo fare un'ipotesi di dove l'assassino colpirà la prossima volta, ma se non altro, abbiamo isolato dei punti in cui è probabile che il colpevole sia invogliato a tentare di nuovo. Punti ben nascosti, in cui ci sono migliori possibilità di introdursi inosservati, e in cui ci sono minori possibilità di avere testimoni scomodi per le mani. Ma, allo stesso tempo, in questi punti c'è una migliore copertura, e ci potremo nascondere meglio nelle vicinanze."

"Ovviamente, quando diciamo vicinanze, intendiamo dire in senso relativo. Ma il pericolo resta comunque, Misia." continuò Jolan. "Per preparare questa operazione, dobbiamo fare in modo di non essere in vista e di trovarci un po' lontano da te. Quindi... c'è sempre il rischio che quel dannato assassino possa sferrare il suo attacco prima che noi arriviamo."

"Sì, Eli mi ha detto la stessa cosa." disse Misia, rigirandosi tra le mani il simbolo sacro di Sarenrae. "Ma come ho detto, io sono qualcosa di più che una semplice fedele del Fiore del Mattino. Io sono un oracolo, e sono in grado di difendermi."

"Signor Yan, voi ed io prenderemo posizione su un tetto lì vicino." disse Kasadei, indicando uno degli edifici più alti, una costruzione a due piani dall'aspetto relativamente solido. "Da lì avremo un'ottima visuale per usare i nostri archi contro il serial killer, se si dovesse giungere a questo."

"Sì, sono d'accordo. Nualia, Reji, Jolan... voi vi occupate di acchiappare il killer, okay? Quando arriva, Eli dovrebbe essere in grado di bloccarlo con la sua magia, e voi lo impegnerete in uno scontro fisico per impedirgli di fuggire." affermò Yan, per poi dare un'ennesima occhiata al suo arco. Ringraziò tra sè Shalelu per quelle lezioni di tiro che gli aveva dato, e si ripromise di metterle a frutto.

"Allora, direi che il piano è concordato." concluse infine Kasadei. "Tutti sanno quello che devono fare, immagino. Ho portato con me altre guardie che possano fare da rinforzo, ma la furtività non è certo il loro forte, quindi... sta a noi cercare di catturare quel bastardo, alla fine."

"Certo, ce ne rendiamo conto." affermò Eli. "Allora cominciamo subito l'operazione. Quell'assassino ha finito di mietere vittime."

Misia annuì prima di lanciare un incantesimo su sè stessa, e un'aura dorata avvolse per un istante il suo esile corpo prima di esserne assorbita. Eli lanciò a sua volta un incantesimo su sè stessa, e per un attimo, i suoi compagni videro una sorta di corazza fatta di tenue luce smeraldina apparire su di lei, come una sorta di pettorale. Ma durò solo qualche istante prima di scomparire, e il gruppo cominciò a muoversi per prendere posizione.

"Reji, Nualia... voi non preoccupatevi, io e Kasadei saremo lì su quei tetti a coprirvi." disse il ragazzo alle sue migliori amiche. "In bocca al lupo, a tutti quanti!"

"Grazie, Yan! Altrettanto!" rispose Reji con un sorriso pieno di decisione. Nualia annuì, ma la sua reazione sembrò meno convinta e quasi meccanica... e Yan, con un po' di esitazione, la appoggiò gentilmente una mano sulla spalla, facendole alzare lo sguardo come per riflesso condizionato.

Quando incrociò lo sguardo di Yan, Nualia ebbe un sussulto quando lo vide farle un sorriso, cercando come poteva di darle conforto e fiducia.

"Non ti preoccupare, Nualia. Qualsiasi cosa accada, ci siamo noi." affermò il ragazzo.

Misia sorrise e annuì a sua volta. "Naturalmente! Ora siamo una squadra... e dopo quello che abbiamo passato, non sarà un accoltellatore da quattro soldi a fermarci!"

La aasimar restò per un attimo ferma al suo posto, non sapendo bene come reagire... poi, sentendo che almeno era riuscita a togliersi un po' di peso dal cuore, tirò un sospiro di sollievo. "Grazie, ragazzi. Buona fortuna anche a voi..." disse. Tra sè e sè, si ripromise che non avrebbe permesso alle sue incertezze di essere d'intralcio ai suoi compagni.

 

oooooooooo

 

L'attesa era cominciata. Ogni membro del gruppo aveva preso posizione e restava all'erta, attendendo il momento in cui il misterioso serial killer avrebbe cercato di colpure di nuovo. Nel bel mezzo della piazzetta ancora vuota durante le primissime ore del mattino, Misia camminava lentamente avanti e indietro, stringendo a sè il suo simbolo sacro, e mormorando tra sè qualche preghiera.

Non troppo lontano da lei, ben nascoste dietro un carro in disuso, Reji e Nualia attendevano ormai da qualche ora. La aasimar teneva la mano a terra e restava acquattata dietro il suo riparo improvvisato, ignorando la gelida brezza mattutina che le soffiava in faccia. Accanto a lei, Reji sembrava quasi una statua. L'autodisciplina della giovane monaca le permetteva di restare ferma dov'era con incredibile pazienza e costanza, mentre attendevano il momento giusto. All'inizio, Nualia avrebbe voluto chiedere a Reji qualche consiglio per gestire le emozioni tumultuose che avevano ripreso ad agitarsi in lei - ma, rendendosi conto di quanto la furtività fosse essenziale per la riuscita del loro piano, era rimasta zitta, ripromettendosi di parlarne non appena avessero avuto la possibilità di farlo lontano da orecchi estranei.

Misia si guardò attorno e cercò di scorgere nuovamente il punto in cui Yan e Kasadei restavano nascosti ma in guardia, pronti con i loro archi in caso di necessità. Sapere di poter contare sull'appoggio dei suoi compagni in quel momento di pericolo la faceva sentire più sicura... soprattutto ora che le strade deserte di quel quartiere di Magnimar cominciavano a farla sentire in soggezione.  

Misia cominciò a passeggiare ancora una volta lungo il centro della strada, mormorando tra sè alcune parole di preghiera. "Sarenrae, benedetto Fiore del Mattino, proteggi la tua umile servitrice e dalle la forza di affrontare questa minaccia ai tuoi fedeli." sussurrò. "Benedici i miei compagni, affinchè anche loro possano trovare la pace interiore e risolvere i loro..."

La femmina di gnomo si interruppe di colpo. Le sue labbra continuarono a muoversi, ma non ne uscì alcun suono... e in quel momento, si accorse che non riusciva più a sentire il suono dei suoi stessi passi! Tutt'attorno era caduto uno strano ed inquietante silenzio... e quando Misia cercò di parlare, si rese conto con allarme che non stava dicendo nulla!

Dal loro rifugio, Reji e Nualia videro che Misia sembrava in difficoltà, e scattarono in allerta.

"C'è qualcosa che non va..." sussurrò la ragazzina Tian.

Tutto accadde in pochi istanti. Misia ebbe uno strano presentimento, alzò gli occhi... e vide la sua assassina incombere su di lei, pugnale alla mano!

Guidata unicamente dall'istinto, la femmina di gnomo si gettò di lato e riuscì ad evitare la lama ricurva che stava scendendo verso la sua gola. Il pugnale aprì una lacerazione nella manica del suo vestito e le fece un taglio sul braccio sinistro, ma la sua pronta reazione le salvò la vita, e Misia si voltò rapidamente e si mise in guardia, affrontando l'aggressore misterioso.

Davanti a lei si trovava una mezzelfa dai capelli rossi che assomigliava abbastanza ad Eli, vestita di pratici abiti da viaggio e un corpetto di cuoio, accompagnati da guanti e stivali di pelle. Nella mano destra teneva ben stretto un pugnale ricurvo, la cui punta era ora gocciolante del sangue di Misia, e la sua espressione era di rabbia e frustrazione. Chiaramente, si era aspettata di abbattere la sua preda in un unico attacco furtivo, senza farsi scoprire.

Un istante dopo, Reji e Nualia uscirono di corsa dal loro nascondiglio e corsero verso la mezzelfa dai capelli rossi, che guardò nella loro direzione ed assunse un'espressione di rabbia e sorpresa. Si guardò attorno, poi sfoderò un altro pugnale e lo lanciò, prendendo come bersaglio la testa di Reji. Con uno scatto fulmineo, la ragazzina Tian inclinò la testa da un lato e scansò il colpo, poi si lanciò con rapidità sull'assassina e sferrò una spazzata con la gamba destra, mirando alle caviglie dell'assassina. Quest'ultima riuscì a sottrarsi appena in tempo, balzando all'indietro in un silenzio innaturale...

Reji cercò di parlare e dire qualcosa a Nualia, ma nemmeno lei riuscì a pronunciare una sola parola. La monaca strabuzzò gli occhi per lo stupore - sentiva le corde vocali che funzionavano, ma non riusciva comunque ad emettere alcun suono. Che razza di magia era mai quella?

Nualia e la mezzelfa sembravano un po' più esperte di queste cose, e la aasimar cercò di fare pressione all'assassina, sfoderando la spada e cercando di colpirla con la parte piatta della lama... ma la mezzelfa reagì con inaspettata prontezza, abbassandosi e facendo passare la lama sopra la testa, per poi allontanarsi con un paio di agili capriole all'indietro...

 

oooooooooo

 

Yan e Kasadei colsero immediatamente l'occasione. Non appena l'aspirante assassina di Misia ebbe messo una distanza decente tra sè e le ragazze, i due appostati sui tetti incoccarono ciascuno una freccia e tirarono, mandando le frecce a colpire il terreno davanti all'assassina. Immediatamente, Yan portò la mano alla faretra per prendere un'altra freccia...

Si bloccò di colpo, sentendo che qualcosa stava incombendo su di loro, e sgranò gli occhi per l'improvviso allarme. Un improvviso frullo d'ali lo avvertì di un pericolo imminente...

E il ragazzo gridò un avvertimento a Kasadei prima di gettarsi di lato appena in tempo!

Qualcosa di enorme e sorprendentemente furtivo scese in picchiata sul tetto dove i due arcieri erano appostati. Yan riuscì a vedere soltanto qualcosa di rosso e massiccio che scendeva a tutta velocità su di loro... e nella confusione del momento, non riuscì ad evitare un pesante arto che si abbattè su di lui, aprendogli due profonde ferite vicino all'occhio destro!

"Aaaargh!" Yan ringhiò di dolore e si afferrò il punto colpito, sentendo subito il sangue che gli colava tra le dita. In quel momento di puro caos e concitazione, vide la cosa rossa ed alata che afferrava Kasadei per il collo e cominciava a stringere...

"N-No! Tenente!" esclamò Yan. Pur mezzo accecato dal sangue che gli colava sugli occhi, Yan sguainò la sua spada e si avventò sul mostro alato vibrando un fendente che raggiunse la creatura ad un fianco. Era stato un colpo perfetto... ma la spada del giovane rimbalzò sulla pelle dura come pietra di quella cosa.

Tuttavia, il suo attacco non fu completamente inutile: il mostro venne distratto e perse la presa su Kasadei, che venne lasciata cadere a terra e cercò immediatamente di riprendere fiato. Sbattendo gli occhi nel tentativo di schiarire almeno un po' la vista, il ragazzo tenne stretta la spada e si apprestò ad affrontare il loro aggressore... un enorme e sinistro umanoide alto più di due metri che sembrava fatto di pietra rossiccia, con un muso rettiloide armato di zanne affilate, due lunghe corna ricurve sopra la testa e un paio di grandi ali membranose che si spiegavano dietro la sua schiena. I suoi occhi erano rossi e accesi, e sembravano due lapilli di vulcano, mentre una lunga coda squamosa si agitava dietro di lui.

Yan soffocò un'imprecazione. Un gargoyle. Una creatura maligna in grado di rendersi simile ad una statua, e un avversario da non sottovalutare assolutamente.

Il mostro ringhiò rabbiosamente e sferrò un fendente con i suoi artigli seghettati, che stridettero sul pettorale del ragazzino lasciando tre segni paralleli su di esso - ma per fortuna, non riuscendo a raggiungere il corpo del giovane. Yan sferrò un altro colpo con la spada e colpì il braccio teso del gargoyle, ma ancora una volta, la sua mossa si rivelò inutile, e la lama rimbalzò sulla pelle della creatura alata senza fargli nulla.

"Merda..." pensò tra sè Yan. "Avevo sentito dire che i gargoyle erano resistenti alle armi non magiche, e a quanto vedo, purtroppo è così."

Kasadei, nel frattempo, era riuscita in qualche modo a rialzarsi e aveva cercato di colpire il gargoyle, sfoderando uno stocco e sferrando un colpo diretto al fianco destro della bestia. Purtroppo, anche il suo attacco si rivelò inefficace, e la punta dello stocco venne respinta dalla pelle innaturalmente robusta di quell'essere mostruoso. Il gargoyle emise un ringhio che suonava quasi come una risata sprezzante, e cercò di colpire la sergente con un manrovescio, che la donna evitò solo grazie ai suoi riflessi fulminei, piegandosi di colpo sulle ginocchia e facendo passare il pesante arto sopra la sua testa. Yan intervenne con un fendente da lato, questa volta cercando di mirare alle giunture tra le scaglie del gargoyle, ma quest'ultimo si rivelò più veloce del previsto, e sferrò un poderoso colpo di coda che scaraventò via Yan e lo fece atterrare con un grugnito vicino al lato opposto del tetto. Poi, il gargoyle riprese il volo, sbattendo furiosamente le sue grandi ali membranose in modo che Kasadei si prendesse in faccia la massa d'aria messa in movimento e la polvere che si sollevava dal terreno. La sergente indietreggiò, tosssendo e strizzando gli occhi, e Yan si rialzò, corse a recuperare il suo arco e incoccò una freccia mentre guardava il gargoyle che si librava in volo. Il mostro si era staccato di appena due metri quando Yan mollò la corda, e la freccia partì verso la testa del gargoyle.

Il dardo raggiunse il suo bersaglio alla tempia destra... e rimbalzò su di essa. Ma questa volta, il gargoyle non ne uscì del tutto illeso. Ringhiò per la furia e il dolore, e si portò una mano artigliata alla tempia, dalla quale aveva cominciato a fluire un rivoletto di sangue nero. Kasadei approfittò a sua volta del momento per raccogliere il suo arco e scoccare due frecce, a breve distanza l'una dall'altra, contro la creatura. Una di esse si spezzò miseramente sul torace della bestia alata, ma l'altra riuscì a colpire l'ala destra aprendovi un buco, e il gargoyle ringhiò per il dolore prima di riprendere quota.

"Sta scappando!" esclamò Yan. Tirò un'altra freccia, ma il nemico si rivelò più veloce del previsto e riuscì ad evitare il colpo. "Presto, cerchiamo di fermarlo! Credo che voglia andare a dare man forte alla donna là sotto!"

"Temo che non sarà facile..." Kasadei commentò. Cercò di tendere di nuovo l'arco, ma lasciò perdere quando si accorse che ormai il gargoyle aveva guadagnato una quota troppo elevata. "Scendiamo giù in strada! Lo affronteremo lì e proteggeremo i nostri compagni!"

Yan annuì e seguì la sergente, sperando che nel frattempo Nualia e gli altri se la stessero cavando contro la misteriosa assassina...    

 

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Eli imprecò a denti stretti, rendendosi conto di cosa fosse successo. Qualcuno - probabilmente l'assassina stessa - aveva lanciato un incantesimo Silenzio nel punto in cui Misia si trovava, in modo che la femmina di gnomo non potesse lanciare incantesimi finchè si trovava nel raggio d'azione dell'incantesimo... e soprattutto, in modo che l'assassina potesse avvicinarsi alla sua vittima senza fare alcun rumore. E ora, in effetti, Misia stava cercando un modo di uscire da lì per supportare Reji e Nualia con i suoi incantesimi, ma l'area d'azione dell'incantesimo Silenzio era più ampia di quanto lei pensasse.

Detto questo, pensò Eli, nulla impediva a lei di fare la sua mossa...

"Che la magia fluisca in me, e colpisca senza fallo chi minaccia le mie compagne! Dardo Incantato!" esclamò la maga mezzelfa. Puntò il bastone contro l'assassina, impegnata a combattere contro Reji, e scagliò quattro strali di luce argentata che sfrecciarono contro l'attaccante di Misia e la colpirono. La mezzelfa dai capelli rossi si contorse silenziosamente, ma anche se non riusciva a sentire alcun suono, Eli comprese subito che il suo incantesimo aveva funzionato.

Jolan scivolò a sua volta fuori dal suo nascondiglio e si affrettò verso il luogo della battaglia. La mezzelfa assassina riuscì a colpire Reji con una pugnalata ad un fianco, e la monaca indietreggiò con una smorfia, ma Nualia incalzò la loro avversaria e sferrò un colpo con la sua spada, mancando di pochissimo la loro nemica.

Vedendo il braccio sinistro di Nualia ancora fasciato e legato al collo, l'assassina cercò di prendere di mira quel punto. Si allontanò abilmente di un passo, in modo da prendere un po' di distanza da Reji e da Jolan che stava arrivando a dare loro man forte... e quando Nualia giunse a tiro, sferrò un fendente con il pugnale che teneva stretto nella mano destra. Nualia non riuscì a scansarsi in tempo, e la lama aprì un largo taglio nella benda, mancando di poco la pelle. Con un sobbalzo, Nualia si allontanò, e le bende caddero a terra mettendo a nudo l'arto ricoperto di pelle rossastra!

Nualia indietreggiò in un misto di sorpresa, spavento e vergogna... e l'assassina sgranò gli occchi sorpresa, mentre attorno a loro, terminato l'effetto dell'incantesimo di silenzio, i suoni riprendevano a farsi sentire.

"N-Nualia?" esclamò Reji.

La battaglia si era improvvisamente bloccata, mentre Nualia e la sua avversaria si guardavano negli occhi come perse... e la mezzelfa dai capelli rossi si riprese per prima dal suo sbalordimento, sfoderando un sorriso amaro.

"Tu sei... una delle figlie di Lamashtu, vero? Non si spiega altrimenti, quel braccio." disse.

"Cosa? E tu chi sei? Come fai a sapere queste cose?" chiese Jolan, che si piazzò davanti a Misia e accanto a Nualia con i pugnali sfoderati. Tuttavia, la mancanza di una risposta da parte di Nualia fu per l'assassina una conferma.

"Poco importa come. Ho avuto modo di impararle, certe cose." rispose, per poi continuare rivolta a Nualia. "Sei una cultista di Lamashtu, eppure collabori con questi schiavetti della falsa alba... come mai?"

"Ex-cultista!" esclamò Reji di rimando, di nuovo in guardia dopo aver bevuto rapidamente una pozione curativa. "E grazie alla sua forza di volontà e all'affetto dei suoi amici ne è uscita! Tu cosa ne sai di Sarenrae, eh? Sei tu quella che prende di mira i suoi fedeli, vero?"

L'assassina fece una breve risata del tutto priva di allegria. "Sarenrae? La vostra cosiddetta dea della redenzione, eh? Piuttosto, dovreste chiedervi che cosa ne sapete voi, di lei!" chiese, non aspettandosi davvero una risposta. "Oh, dovreste vedere le atrocità che il Culto del Fiore del Mattino commette in nome della dolce e benevola dea del sole! Hehehehee... e che mi dite della Fossa di Gormuz? Sapete quanta distruzione e sofferenza ha portato al genere umano, la vostra cara Sarenrae?"

"C-Come?" chiese Nualia, sentendosi il sangue gelare nelle vene. "Stai... stai scherzando, vero?"

Misia, da parte sua, sgranò gli occhi in un'espressione di sorpresa sgradita. Come faceva quella donna a sapere queste cose?

"Meno chiacchiere, tu!" intimò Eli, arrivando a sua volta e puntando la sua lancia magica contro la criminale. "Resta il fatto che hai ucciso delle persone, e quindi ti dobbiamo arrestare in modo che tu venga processata come si conviene!"

La mezzelfa dai capelli rossi ignorò la sua pari razza e continuò la sua diatriba. "E immagino che non ti abbiano detto niente di quello che hanno fatto i seguaci di Sarenrae ad Osirion, o a Qadira... per non parlare delle altre cosiddette divinità del bene! Iomedae, Erastil, Shelyn, Desna... quell'ubriacone di Cayden Cailean... ci sarebbero da riempire interi volumi con le azioni dei cosiddetti dei del bene! Almeno i demoni sono onesti, da questo punto di vista! E tu... hai abbandonato l'abbraccio di Lamashtu per unirti a questo branco di schiavetti della luce? Sei patetica!"

Nualia deglutì, cercando disperatamente di pensare ad un modo per controbattere, ma in quel momento, le parole della mezzelfa la colpivano sul vivo e le impedivano di ragionare lucidamente.

"No, mia cara, Nualia non è patetica!" esclamò Yan apparendo, l'arco puntato sulla killer. Nualia trasalì e guardò speranzosa verso Yan, che le sorrise gentilmente di rimando e poi riprese a tenere sotto tiro l'assassina, aiutato anche da Kasadei che stava tenendo l'arco puntato verso il cielo, nel caso il gargoyle si fosse fatto vivo di nuovo. Per il momento, la bestia alata volteggiava rabbiosamente là attorno, come un rapace in attesa di calare sulla preda. "E comunque, non abbiamo motivo di fidarci di quello che dici!"

Kasadei spostò la sua attenzione sull'assassina, e restò per un attimo sbalordita nel vederla in volto. Ma la sua professionalità ebbe ben presto la meglio sulla sorpresa, e Kasadei puntò l'arco contro la criminale. "Le mani in alto, Zadendi Serina!" esclamò. "Deponi le armi, consegnati e avrai un giusto processo! Abbiamo molte domande da farti!"

"Conosce questa donna?" chiese Reji, sempre tenendo la mezzelfa criminale ben sorvegliata.

Kasadei annuì lievemente. "Sono rimasta piuttosto sorpresa anch'io di vedere che si trattava di lei, ma non ci sono dubbi. Questa donna, Zadendi, era fino a pochi mesi fa una chierica di Sarenrae che era venuta qui a Magnimar per motivi personali. E' scomparsa per diverso tempo... e a quanto vedo, adesso è diventata un'assassina e una cultista."

"Ma... ma... una... chierica di... Sarenrae? Ma... per quale motivo... ha deciso di..." balbettò Nualia, il cui sentore di orrore ed impotenza si faceva sempre più marcato.

Zadendi sorrise, con un misto di crudeltà ed amarezza. "Te l'ho detto. Ho capito quanto sono ipocriti e meschini questi... dei del bene... e ho capito che l'unica alternativa era dare la mia devozione a qualcuno che non distorce i fatti! Il divino Shax non illude i suoi fedeli con belle parole che poi non corrispondono alla realtà!"

"Shax? Il Principe Demoniaco degli Assassini!" esclamò Misia con evidente orrore. "Una devota di Sarenrae che abbandona il suo credo per votarsi ad un mostro dell'Abisso... è stato un asura a plagiarti? Un demodand?"

"Asura? Demodand? Di che sta parlando?" si chiese Jolan, pur restando in guardia.

Ma Zadendi non sembrava interessata a rispondere a questa domanda. Almeno, non in maniera precisa. "Non mi ha plagiato nessuno. Ho solo compreso la verità degli dei e del mondo che ci circonda. Ed ora che vi ho fatto perdere abbastanza tempo... Potente Shax, la tua umile servitrice richiede il tuo supporto per questa ritirata strategica! Santuario!"

Zadendi lanciò il suo incantesimo, e una baluginante sfera di energia violacea si accese attorno a lei. Yan e Kasadei scagliarono le loro frecce spinti dall'istinto, ma la loro visuale era distorta, e Zadendi riuscì ad evitare facilmente il colpo di Kasadei... mentre quello di Yan la ferì leggermente ad una spalla, prendendola di striscio.

"Ugh... Figlio Scarlatto, dobbiamo andarcene!" esclamò la ex-Sarenita, alzando la testa per chiamare il gargoyle rosso che volteggiava attorno alla scena della battaglia. Con un grido rabbioso, Reji cercò di caricare Zadendi e colpire con un pugno il campo di forza che la circondava, ma il suo colpo ebbe lo stesso effetto che se avesse preso a pugni un muro di ferro, e la ragazzina Tian indietreggiò, scuotendo la mano intorpidita.

"Reji!" esclamò Nualia.

"Sto bene, Nualia." rispose lei. "Ma quel campo di forza non mi permette di raggiungerla!"

"Vediamo se resiste anche alla magia! Raggio Rovente!" esclamò Eli. Con un gesto del braccio, la mezzelfa maga scagliò due scie di fuoco, una contro Zadendi, e l'altra contro il gargoyle del colore del sangue che scendeva in quel momento. Zadendi venne colpita alla gamba sinistra ed emise un breve grido di dolore, mentre il gargoyle, pur ricevendo il colpo in pieno petto, non si fece che qualche bruciatura di poco conto. Prima che il gruppo potesse tentare altro, il gargoyle raccolse Zadendi, che si stava massaggiando la gamba ustionata, e prese nuovamente il volo. 

"Per stavolta, la missione è andata male. Non sono riuscita a prendere il cuore di un Sarenita." esclamò Zadendi, fissando il gruppo di Eli con risentimento, e poi puntando lo sguardo su Nualia. "Ma è solo questione di tempo prima che il potente Shax faccia sua questa città! E per te, ex-figlia di Lamashtu... c'è ancora un posto al servizio del mio signore! Torna nelle grazie dell'Abisso... e rinuncia agli dei falsi e bugiardi che ti vorrebbero loro serva!"

Con queste parole, Zadendi e il Figlio Scarlatto si dileguarono nei cieli di Magnimar, lasciandosi dietro il gruppetto di avventurieri, e seguiti dallo sguardo di Nualia, che li fissava con espressione indecifrabile...       

      

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CONTINUA...        

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Capitolo 46
*** Anche gli dei commettono errori ***


Pathfinder: L'Ascesa dei Signori delle Rune

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 43 - Anche gli dei commettono errori

 

Il gruppo di avventurieri era rimasto fermo in mezzo a quella via di Magnimar, gli sguardi fissi sul punto dove Zadendi e il Figlio Scarlatto si erano dileguati. In quel momento, la loro attenzione era concentrata su Nualia, il cui braccio demoniaco era stato esposto durante lo scontro... e in quel momento, la aasimar dai capelli bianchi si stava coprendo l'arto mutato con l'altro braccio, in un tentativo ben poco efficace di nascondere la sua deformità. Yan deglutì nervosamente, non sapendo cosa aspettarsi. Sicuramente, il giovane temeva che Nualia avrebbe reagito con rabbia e violenza, soprattutto considerando quello che Zadendi aveva loro rivelato...

 

Finalmente, dopo diversi secondi di sconfortante silenzio, Nualia fece sentire la sua voce, lo sguardo fisso verso il terreno. "Sì, è così, sergente Zadendi. Io... sono stata una cultista di Lamashtu, la dea demoniaca." confessò, la voce a malapena un sussurro. "Questo braccio... l'ho ottenuto dopo aver celebrato un sacrificio in suo nome. Un sacrificio di una persona che ho odiato con tutta me stessa. Yan... ha avuto fiducia in me, e mi ha convinto a lasciare il culto e cercare un altro modo di dare un senso alla mia vita. Ma ora... ora che ho sentito quello che ha detto quella Zadendi... non so più cosa pensare."

 

"N-Nualia?" chiese Yan. "Nualia, cosa vorresti dire? E'... per le accuse che Zadendi ha mosso a Sarenrae... e alle altre divinità del bene di Golarion?"

 

Nualia abbassò di nuovo lo sguardo, e guardò in direzione di Misia. "Misia... tu... ne sai per caso qualcosa? Cosa... cosa ha voluto dire quella Zadendi? Ha... ha accusato gli dei del bene di Golarion... di non essere poi tanto diversi da quelli del male... che cosa voleva dire? Tu... tu sai per caso... qualcosa di più su Sarenrae?" chiese. Malgrado cercasse di mantenere il sangue freddo, nella voce di Nualia si percepiva un misto di paura, rabbia e confusione. Una sensazione che Misia riusciva benissimo a comprendere. Al posto di Nualia, anche lei si sarebbe sentita confusa e smarrita, e avrebbe avuto il terribile sospetto che tutto ciò che stava facendo per redimersi fosse destinato al fallimento...

 

"Beh... è una storia un po' lunga." affermò Misia, percependo gli sguardi dei presenti su di lei. "E non credo sia il caso di restare qui in strada a raccontarvela. Sergente Kasadei... lei non ha intenzione di prendere provvedimenti contro Nualia per questa... sfortunata scoperta, giusto?"

Kasadei sospirò, non del tutto a suo agio con quello che aveva sentito, ma comprendendo anche che non aveva l'autorità per fare nulla, in quel caso.  "Al momento, non ho motiviper perseguire legalmente la signorina Tobyn. Tutto quello che posso fare, alla luce delle rivelazioni che mi ha fatto, è tenerla d'occhio e assicurarmi che non rappresenti un pericolo. Detto questo... poichè a fare da garanti per lei ci sono delle persone di comprovata moralità, sono disposta a fidarmi senza dover incorrere in tediose pratiche burocratiche e scartoffie che per ora ci farebbero solo perdere tempo."

 

"Vi ringraziamo, sergente Kasadei." affermò Eli sollevata.

 

"Detto questo... sono anch'io curiosa di sentire questa storia, signorina Misia. Non posso dire di essere troppo religiosa, ma comprendo benissimo che c'è qualcosa che mi sfugge, e di cui vorrei sapere di più." affermò. "Quindi, se potesse spiegare anche a me cosa voleva dire Zadendi, le sarei molto grata. Potrebbe aiutarmi a comprendere il motivo che l'ha spinta a lasciare la chiesa del Fiore del Mattino."

Misia annuì con sicurezza e gettò uno sguardo comprensivo a Nualia, che sembrava ancora confusa ed intimorita. "Penso... di potervi dare delle risposte esaurienti. Per favore, venite con me. Troviamo un posto abbastanza appartato, e vi racconterò tutto."

 

"Sei sicura di stare bene, Misia?" chiese Nualia, notando che la biondina presentava ancora i segni dello scontro con Zadendi e il Figlio Scarlatto. "Forse è meglio se ti fermi un po' e ti lasci curare quelle ferite..."

Misia riuscì a fare un sorriso rassicurante. "Grazie, Nualia, ma ce la faccio. Mi basterà un semplice incantesimo curativo per tornare in forma." rispose. "Okay, seguitemi. Credo di dovervi dare un po' di risposte."

Yan annuì, nutrendo la speranza che, qualunque fosse la risposta che la femmina di gnomo avrebbe dato alle loro domande, non avrebbe finito per inficiare l'impegno che Nualia aveva profuso nel suo tentativo di cambiare vita. Quello che lui poteva fare era cercare di supportarla e sostenerla... ma sarebbe stata solo lei a decidere se mantenere la sua fede, o gettarla via come aveva fatto Zadendi. 

 

 

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Misia diede un'occhiata al suo uditorio, ancora un po' stravolto ed ansimante per la battaglia che avevano sostenuto. Il gruppetto si era addentrato nelle anguste vie di Magnimar, seguendo la direzione che Zadendi e il Figlio Scarlatto avevano preso nella loro fuga, e una volta giunti in un luogo abbastanza appartato, Misia si era apprestata a dare le dovute spiegazioni ai suoi compagni. In particolare a Nualia, la cui sicurezza era stata notevolmente scossa dalle affermazioni di Zadendi...

 

"Molto bene, signori..." sussurrò la femmina di gnomo. "Immagino che quello che ha detto quella ex-chierica di Sarenrae vi abbia lasciato perplessi. Per non dire sconvolti. E la verità è che non ha del tutto torto."

"Che... che vorresti dire, Misia?" chiese Yan. "Vorrebbe dire... che Sarenrae ha davvero compiuto delle azioni... ehm... come posso dire... poco pulite? Poco simpatiche?"

 

Nualia ebbe un sussulto ma si impose di restare calma e ascoltare quello che Misia aveva da dire. Non era possibile che Misia l'avesse ingannata, vero?

 

La femmina di gnomo prese fiato e si organizzò il discorso. "Quella a cui si riferiva Zadendi è una storia che parte dalle origini di Golarion, la cosiddetta Era della Creazione." rispose.

Eli pensò che fosse il caso di dare ulteriori spiegazioni. "Per Era della Creazione si intende il periodo di tempo che va dalla creazione del nostro mondo, Golarion, fino all'apparizione delle prime razze mortali." affermò. "Ma... non voglio partire per la tangente. Continua pure, Misia."

 

"Grazie per i chiarimenti, Eli!" rispose l'oracolo del sole con un sorriso radioso. "Ad ogni modo, è durante questa era che gli dei di Golarion combatterono contro Rovagug, la Bestia Impetuosa, una mostruosità apocalittica il cui unico scopo è distruggere tutto ciò che esiste. Fu Sarenrae a radunare un'adunanza di divinità per affrontare quell'orrore. E tra queste divinità c'erano anche Asmodeus, Dahak e Calistria. Tanto per farvi capire quale minaccia rappresentasse Rovagug per il creato e a quali estremi si siano dovuti spingere gli dei per scongiurare la catastrofe. Molte divinità perirono nella battaglia, e i loro nomi vennero dimenticati. Ma alla fine, gli dei sconfissero Rovagug e lo imprigionarono in un semipiano - una dimensione alternativa chiamata la Fossa di Gormuz. Sarenrae sigillò la fenditura nel terreno dove la Bestia Impetuosa era stata scaraventata, e ordinò ai suoi seguaci di evitare quella zona, temendo che l'energia residua di Rovagug potesse condurre i mortali alla pazzia."

 

"Fin qui, tutto bene." affermò Jolan. "Ma allora, dov'è che Sarenrae avrebbe fatto qualcosa di male? Secondo quella ex-sacerdotessa, ovviamente..."

Misia fece cenno di avere pazienza. "Ci stavo giusto arrivando." rispose. "I Sareniti della regione di Ninshabur fraintesero la loro dea, e fondarono la città di Gormuz in prossimità del luogo dove Rovagug era stato sigillato. Per millenni, credendo che Gormuz fosse un luogo sacro, i credenti vi accorsero, senza rendersi conto che la presenza nefasta di Rovagug li stava sottilmente influenzando. Sarenrae cercò di avvertirli, prima inviando dei sogni premonitori, e poi inviando il suo araldo Kohal... ma la gente di Gormuz era talmente corrotta a quel punto che si rivoltarono contro Kohal e lo uccisero a tradimento."

 

Reji annuì, facendo cenno a Misia di andare avanti. "E allora... immagino che Sarenrae non l'abbia presa bene..."

L'oracolo del sole scosse la testa. "E immagini giusto. Convinta che ormai non ci fosse più possibilità di redenzione per la gente di Gormuz, Sarenrae scagliò la sua sciabola contro la città, distruggendola in una spaventosa esplosione di fiamme solari, che illuminarono l'intero pianeta per un giorno intero, come se il sole non fosse mai tramontato." narrò. "Ma questo... ebbe un altro effetto. La sciabola di Sarenrae creò una fenditura che si estese fin quasi alla Fossa di Gormuz, e dalla quale strisciò fuori l'orrenda progenie di Rovagug." La biondina rabbrividì, mentre iniziava a fare nomi. "Il Tarrasque. Xotani Sangue Di Fuoco. Ulunat il Putrescente. Queste ed altre empie mostruosità uscirono dalla Fossa di Gormuz, e seminarono morte e devastazione su tutto Golarion prima di essere fermate e sigillate di nuovo. Quindi... quello che Zadendi ha detto sul fatto che Sarenrae abbia procurato sofferenza a molti... non è del tutto sbagliato."

 

"Non immaginavo... che dietro ci fosse una storia così sconvolgente. Posso comprendere come mai Zadendi abbia perso la fede..." affermò Kasadei, sospirando come se dovesse prendere fiato.

Misia annuì lentamente. "E quello che ha detto sul fatto che anche le divinità del Bene abbiano commesso delle azioni riprovevoli... beh, anche questo è vero. Anche Iomedae, la dea della giustizia, sa essere fredda e manipolatrice se crede che questo servirà al bene maggiore. E anche quello che ha detto su certi fedeli di Sarenrae che hanno compiuto delle crociate contro gli infedeli... anche questo è vero. E' successo a Qadira... ad Osirion... e anche in altri luoghi."

 

Preoccupato, Yan volse lo sguardo a Nualia, che stava guardando verso il terreno, ancora non del tutto sicura di cosa pensare. Finalmente, la aasimar alzò lo sguardo, mostrando un'espressione scioccata... ma ancora speranzosa. "Ma... allora... Zadendi aveva forse ragione quando diceva... che almeno i demoni sono onesti in quello che fanno?" chiese. "Perchè... se è così allora... a cosa vale la pena di credere? Perchè tu credi ancora, Misia?"

 

La femmina di gnomo sorrise gentilmente. "Vuoi la verità, Nualia? Io credo in Sarenrae perchè Sarenrae mi da motivo per farlo." affermò. "Queste storie che ti ho raccontato sono vere... ma raccontano soltanto una parte della verità. Non parlano di quello che i devoti di Sarenrae... i veri devoti, non quel branco di fanatici che fanno la guerra "in nome della giustizia e della luce"... si impegnano per aiutare il prossimo. Non parlano di come Sarenrae abbia provato rimorso per le sue azioni e si sia adoperata per fermare le progenie di Rovagug. Non dicono di tutti i malfattori che hanno voltato le spalle al Male e hanno deciso di cambiare vita, salvando la propria anima e quelle di tanti altri. E' vero che Sarenrae ha sbagliato... come sbagliamo tutti noi, in fondo. L'importante... è rendersi conto dei propri errori, e usarli per migliorarsi."

 

"Mi ricorda un po' una storia che ho sentito una volta da mio papà..." disse Reji con un sorriso speranzoso. "Una volta, mio padre mi raccontò una storia che faceva più o meno così: un giorno, una colomba bianca, incuriosita, scese a terra, verso una pozzanghera di fango... e ci finì dentro, sporcandosi le sue belle piume candide. Un rospo, invidioso della bellezza della colomba, le rise dietro dicendole che anche lei, come lui, era finita nel fango... e la colomba gli rispose: 'Sì, ma al contrario di te, non ci rimango'. E volò via, tornando a solcare il cielo azzurro."

 

Misia annuì in tono di approvazione. "Una storia che si addice alla nostra situazione." rispose. "Vedi, Nualia? Quello che conta, alla fine, non è sbagliare o meno. E' rendersi conto di aver sbagliato e impegnarsi per cambiare. Gli avversari di Sarenrae possono dire quello che vogliono... ma la realtà rimane che è Sarenrae, e non loro, a fare del bene."

Nualia si fermò a riflettere su quello che aveva sentito. Era una storia che l'aveva sorpresa e spiazzata... ma che alla fine, le aveva dato speranza. I suoi dubbi, che ancora la assalivano, stavano man mano perdendo la presa su di lei. La speranza che per tanto tempo era rimasta congelata nel suo animo, sopraffatta dal rancore e dal desiderio di vendetta, adesso si stava risvegliando. Forse, riflettè Nualia, i suoi sforzi avevano davvero senso. Forse anche lei poteva cambiare...

 

Anzi, no. Niente forse. La speranza c'era ancora. Ed era lei quella che doveva impegnarsi per afferrarla e tirarsi fuori dall'abisso in cui era finita.

 

Finalmente, dopo tanto tempo, Nualia alzò la testa... e un sorriso di autentica gioia e speranza apparve sul suo viso.

 

"Mi dispiace. Io... stavo perdendo la speranza." affermò. "Io... ho fatto tante cose di cui adesso mi vergogno... credevo che ormai per me non ci fosse più speranza... ma ora che ho sentito questa storia... ho capito che non devo lasciarmi andare. Che... devo assumermi la responsabilità di quello che ho fatto, e usarlo per diventare una persona migliore di quella che ero."

"Sì... è così, Nualia." rispose sollevato Yan, mettendo una mano sulla spalla della sua amica d'infanzia, che lo guardò con affetto e riconoscenza. "Ma ricordati che non sei da sola. Non dovrai affrontare da sola questo cammino. Ci siamo noi a darti una mano. Non te lo dimenticare mai. Ora... oserei pensare che non siamo più semplicemente una scusa per te per continuare a vivere... ma un gruppo di amici di cui puoi fidarti. Anche se... la vita non ti ha dato molti motivi per fidarti degli altri."

 

Con gli occhi tremanti di lacrime di gioia, Nualia abbracciò Yan, che ricambiò affettuosamente il gesto. "Mi dispiace, Yan. Io... ho sbagliato tante cose... e a volte sono stata un peso per voi... ma sono felice... di avere finalmente degli amici come voi... e farò... tutto quello che è in mio potere... per aiutarvi... e per proteggervi! Ve lo prometto!" affermò. "Ora... non esiterò più... non mi farò più distrarre dalle mie paure!"

 

"Lo so, Nualia." rispose Yan, stringendo forte la sua amica in un caloroso abbraccio, per dirle che lui sarebbe sempre stato lì e non l'avrebbe mai lasciata sola. "Grazie per averci dato fiducia... e anche noi ce la sapremo meritare!"

"Puoi dirlo forte!" rispose commossa Reji, facendo il segno dell'okay. Misia annuì gentilmente, e Jolan sorrise e strizzò l'occhio perdire che era anche lui dalla sua parte.

"Hey, sono io la prima ad ammettere che mi sono trovata nel bel mezzo di questa storia per motivi personali." affermò Eli. "Ma adesso... beh, mi sento anch'io parte di questa compagnia! E se hai bisogno di aiuto, Nualia, puoi fidarti anche di me!"

 

Kasadei sospirò e fece un sorriso soddisfatto mentre osservava il gruppetto di amici che usciva più forte e più unito da quel momento di incertezza e debolezza. Era raro vedere un gruppo di avventurieri legato da qualcosa di più che da un freddo rapporto professioniale... e lei aveva avuto la fortuna di incontrare un gruppo di professionisti che, prima di essere degli avventurieri esperti, erano anche persone di comprovata moralità e unite da un legame più solido del mutuo interesse.

Ma adesso, era il momento di tornare alla realtà ed inseguire Zadendi e il Figlio Scarlatto...

 

"Bene, signori. Mi fa piacere che siate riusciti a chiarirvi, e che adesso abbiate risolto alcuni dei vostri problemi. Ma... resta ancora il problema di una chierica rinnegata e un gargoyle che si stanno nascondendo da qualche parte... e in effetti, credo di sapere dove... e dobbiamo cercare di approfittare del momento per dare loro la caccia e fermarli una volta per tutte." affermò la giovane sergente. "Pensate di essere in grado di continuare la caccia?"

 

"Certamente!" rispose prontamente Misia. Adesso che avevano un po' di tempo, la biondina lanciò una serie di incantesimi curativi su sè stessa e sui suoi compagni, in modo che si riprendessero del tutto dallo scontro precedente. "Quella Zadendi ci ha colto di sorpresa questa volta, ma adesso saremo senza dubbio più preparati... e stavolta non avrà così facile gioco su di noi!"

"Giusto. E... spero di poter parlare con lei. Spero di poterla convincere a deporre le armi e ad ascoltarci... come ha fatto Yan con me!" rispose Nualia, e rivolse al giovane spadaccino un'espressione piena di affetto e gratitudine. "Vorrei... che anche lei si rendesse conto che Sarenrae non l'ha ingannata e non le ha voltato le spalle."

 

"Sono sicura che avrai la tua possibilità, Nualia Tobyn." affermò Kasadei con un cenno rassicurante. "Come l'avrete tutti voi. Okay... adesso dobbiamo riprendere a cercare Zadendi e quel gargoyle. Abbiamo visto che sono andati verso Sottoponte... e come ho detto, credo di sapere dove si siano andati a nascondere. Ha avuto anche lei la mia stessa impressione, Misia Chen?"

Misia sbattè gli occhi stupita... poi il suo viso si illuminò quando intuì quello che Zadendi intendeva. "Ma certo! Se Zadendi disprezza Sarenrae e tutto ciò che rappresenta... e se lei e il gargoyle sono fuggiti verso Sottoponte... volete dire che è probabile che si siano rifugiati nel santuario abbandonato di Sarenrae. E' il loro modo di mostrare il loro sprezzo per il Fiore del Mattino, giusto?"

 

"Non è sicuro al cento per cento, ma ritengo che sia una possibilità concreta." affermò Kasadei con un cenno di assenso. "Allora preparatevi. Tra qualche ora faremo irruzione nel santuario abbandonato, vicino al quale è stata trovata l'ultima vittima."

"Dobbiamo fermarli prima che possano fare altri danni." commentò Jolan. "Ci recheremo lì... e se è davvero lì che si nascondono, sentiranno il nostro fiato sul collo prima di quanto possano immaginare!"

 

"D'accordo. Allora, al santuario di Sottoponte." affermò Eli. "Misia, Nualia... voi siete state lì, giusto? Per favore, guidateci fin lì. Se è lì che Zadendi e quel gargoyle si sono rifugiati, è lì che li coglieremo, prima che possano uccidere qualcun altro."

 

Nualia, ora più sicura di sè, la sua mente sgombra dai dubbi che l'avevano afflitta fino a poco prima, fece un cenno di assenso al resto del gruppo. "Sì, mi ricordo che direzione abbiamo preso io e Misia." disse la aasimar, la cui mente tornò per un attimo alla strana visione che lei e l'oracolo del sole avevano avuto davanti al santuario in rovina. "D'accordo... non appena saremo pronti, andremo a verificare se Zadendi e il suo scagnozzo si sono rifugiati laggiù."

 

"Dobbiamo andare a raccogliere un po' di equipaggiamento... prepararci ad affrontare i nostri nemici, ora che abbiamo un'idea migliore di quello che avremo davanti." disse Reji.

 

Kasadei annuì soddisfatta. Per la prima volta da quando il caso degli assassini di Sareniti era iniziato, sentiva che una risoluzione era a portata di mano.

 

 

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Poche ore dopo, sotto i raggi di un sole brillante, i sei avventurieri, accompagnati dalla sergente Kasadei e da un piccolo gruppo di guardie cittadine di Magnimar, avevano raggiunto il santuario abbandonato di Sarenrae - lo stesso luogo da cui Padre Volsten e i suoi accoliti avevano cercato di diffondere un po' di luce e speranza agli abitanti più disperati di Magnimar, solo per vedere la loro opera di carità bruscamente interrotta dalla mano di qualche volgare malfattore.

 

E la prima cosa che avevano avuto la possibilità di constatare furono le tre tombe profanate appena fuori dalla rampa di scale che scendeva nei sotterranei di quel luogo dissacrato. Tre fosse erano state scavate nel terreno, e tre bare giacevano aperte e desolatamente vuote, i loro occupanti trafugati come se fossero stati merce.

"Profanatori di tombe." sussurrò desolata Reji, china davanti ad una delle fosse mentre esaminava la terra smossa. "E non è passato neanche tanto tempo."

Jolan guardò le lapidi, sulle quali erano state scolpite alcune semplici parole in un'eulogia di coloro che erano sepolti là dentro. E vide subito che una delle tombe, per l'esattezza quella di mezzo, era quella del malcapitato Padre Volsten. "Non è una coincidenza." affermò lo scaltro halfling. "I profanatori stavano cercando le salme di Padre Volsten e dei due accoliti che sono stati assassinati assieme a lui. Dobbiamo intervenire quanto prima, e consegnare quelle carogne alla giustizia. E non possono essere andati tanto lontano, se stavano trasportando dei corpi."

 

Il gruppo e le guardie cittadine guardarono verso la rampa di scale che portava alle catacombe, che scendeva per diversi metri in una galleria oscura. Una sottile traccia di sangue percorreva i gradini, ed Eli volle sperare che si trattasse davvero di quello di Zadendi - sarebbe stata la conferma della loro supposizione.

 

Kasadei controllò il suo equipaggiamento, in particolare due piccole boccette di colore giallo scuro che pendevano dalla bandoliera in cuoio agganciata attorno al suo corpo. "Molto bene. Controllate l'equipaggiamento, poi preparatevi a scendere. Proseguiremo uno alla volta, poi ci disporremo in formazione. Pronti per gli incantesimi." diede istruzioni al gruppo.

Eli alzò una mano per dire la sua. "Aspetti, sergente Kasadei... comprendo che questo fa parte del vostro dovere, ma ho bisogno che chiediate ai vostri soldati di trattenersi, almeno per ora." affermò, suscitando non poco stupore nei membri della guardia cittadina di Magnimar. "Apprezziamo il vostro aiuto, davvero, ma è meglio se io e i miei amici ci occupiamo per primi di questi avversari. Come abbiamo detto, abbiamo a che fare con un gargoyle, un avversario formidabile, soprattutto se non si possiedono armi magiche." Fece un cenno con lo sguardo alla lancia che portava attaccata alla schiena, che fino a poco prima era stata l'arma preferita di Xanesha.

 

Kasadei annuì con un sorriso appena accennato, e guardò le due boccette assicurate alla sua bandoliera. "Proprio per questo io e i miei uomini ci siamo dotati di quese boccette di olio. Permettono all'arma che ne viene cosparsa di colpire come se fosse magica, per un breve periodo di tempo." affermò. "Comunque, forse avete ragione lei, signorina Clerks. Io e i miei uomini circonderemo il perimetro del tempio, nel caso qualche nemico cerchi di fuggire."

 

Eli annuì con fare di approvazione davanti alla previdenza di Kasadei. "Ottimo." disse con un piccolo sorriso. "E se per caso non dovessimo tornare indietro... fate tutto il possibile per vendicarci."

"Sarà fatto." rispose prontamente Kasadei. "Ma pregherò comunque che il Fiore del Mattino vi protegga e vi conceda la sua grazia."

"Lo speriamo vivamente anche noi!" affermò Yan con una risata nervosa. "Anch'io preferirei che questa non sia la nostra ultima avventura. Abbiamo ancora parecchie cose da vedere e da sperimentare."

 

Eli annuì e lanciò un incantesimo Luce, creando una piccola sfera luminosa sopra il palmo della sua mano sinistra, mentre nella destra imbracciava la sua lancia magica. "Okay. Seguitemi, per favore, e rimanete accanto alla luce." disse. "Sono sicura che Zadendi e quel gargoyle ci abbiano già preparato una bella imboscata, e dovremo lottare se vogliamo cavarcela."

 

In ordine e con calma, i sei avventurieri si raccolsero attorno alla luce magica e cominciarono la loro discesa nell'oscurità. Yan e Nualia sfoderarono le loro spade e si misero in guardia, e il ragazzo tenne alzato il suo scudo, cercando di proteggere sè stesso e la aasimar... mentre Reji faceva scorrere il suo sguardo da un angolo all'altro dei corridoi, usando i suoi sensi fisici e mistici per cercare di individuare qualsiasi minaccia. In silenzio, il gruppo attraversò corridoi desolati e polverosi, e piccole sale in abbandono, che una volta sicuramente dovevano essere stati molto più vitali di come non lo fossero in quel momento...

 

Finalmente, quando Eli iniziò a guidare il gruppo attraverso una grande arcata, i sei avventurieri non riuscirono a trattenere un moto di stupore e allarme misti a determinazione - Zadendi e il Figlio Scarlatto erano lì in piedi, nel bel mezzo della stanza, entrambi già in guardia e pronti a combattere... e non erano da soli. Dall'oscurità dietro di loro, arrancarono tre spaventose figure dalla fattezze umane, con la pelle marcia ed incartapecorita che a malapena copriva il teschio, vestite dei rimasugli stracciati di qualche abito sacro e del sudario in cui erano stai avvolti in precedenza. Due sfere di luce rossa brillavano malignamente nelle loro orbite vuote  mentre si avvicinavano... ed Eli riuscì a reprimere un moto di orrore nel vedere le espressioni di odio furibondo congelate sui volti cadaverici di quelle creature.

 

"E così siete riusciti a trovarci, cani di Sarenrae." esordì Zadendi, giocherellando con uno dei suoi pugnali. "Chissà, forse anche a costo delle vostre vite."

 

"Zadendi!" esclamò Reji, già in posizione di guardia. "Che cosa hai fatto? Quei tre non morti... sono quei poveretti che hai tirato fuori da quelle tombe, vero?"

"RAAAAARGH!" ringhiò uno dei non-morti, le cui vesti sacerdotali sembravano un po' più eleganti rispetto a quelle degli altri due, pur stracciate e ricoperte della polvere della tomba. Non c'era bisogno di tanta immaginazione per capire che si trattava di Padre Volsten e dei due accoliti che erano stati uccisi assieme a lui, ora trasformati in un'orrenda perversione di ciò che erano in vita.

L'assassina fece un sottile sorriso e lanciò un incantesimo su sè stessa e sul Figlio Scarlatto. Una tenue aura azzurrina avvolse per un attimo i due malfattori, e il gargoyle sghignazzò malignamente, un suono gutturale che fece accapponare la pelle a Reji. "Non li ho rianimati io, se è questo che pensate." affermò. "E' stata la mia maestra a farlo."

 

"Maestra?" esclamò Jolan, i suoi pugnali ben stretti nelle mani. "Allora sei agli ordini di qualcuno!"

"Probabilmente la stessa persona che ti ha convinto a votarti a Shax!" esclamò Misia con rabbia trattenuta. "Di chi si tratta? Chi è che ti ha raccontato tutte quelle storie a proposito di Sarenrae?"

"Non avete bisogno di saperlo, visto che ora morirete!" ribattè la mezzelfa criminale, il pugnale puntato contro Misia. "E il tuo cuore si unirà a quello dei Sareniti che ho sacrificato al divino Shax, oracolo! Distruggeteli!"  

 

"La vita..." sibilò uno dei non morti, mentre questi ultimi arrancavano contro il gruppo, tendendo le loro mani avvizzite. Era una voce terrificante, che ricordava il sibilo del vento in una gelida mattina d'inverno. "Avvicinatevi... banchetteremo con le vostre anime..."

Il Figlio Scarlatto lanciò un terrificante ruggito, mentre Zadendi tenne ben stretti i suoi pugnali, pronta a fare da supporto ai tre sacerdoti rianimati, che si stavano avventando sulla prima linea del gruppo di eroi. Yan, Reji e Nualia si prepararono a riceverli, e il giovane spadaccino si riparò con il suo scudo e spinse via il suo assalitore.

Reji prese l'iniziativa e sferrò un pugno al non-morto più vicino, che però riuscì a schivare il colpo e afferrò il braccio della ragazzina Tian con la sua mano rinsecchita. Immediatamente, Reji sgranò gli occhi ed urlò come se l'avessero appena marchiata a fuoco, tirando verso di sè per cercare di sfuggire a quella presa mortale. Una sensazione di gelo cominciò a diffondersi nel suo braccio, togliendole la sensibilità...

 

"Reji!" esclamò Jolan, scagliando un pugnale con precisione letale contro il non-morto che stava addosso alla ragazzina. La lama si conficcò nella fronte dell'orrida creatura, che barcollò indietro ma non cadde.

"Voi morirete..." sibilò il terzo non-morto, che se la stava vedendo con Nualia. Eli cercò di lanciare un incantesimo, ma non ebbe il tempo di farlo prima di doversi difendere dal Figlio Scarlatto, che atterrò pesantemente accanto a lei e cominciò a sferrare dei poderosi fendenti con i suoi artigli, tenendo occupati sia lei che Jolan... mentre Misia si trovò a difendersi da un pressante attacco da partedi Zadendi stessa.

 

"Che... diavolo succede?" mormorò Reji, scuotendo il braccio intorpidito. "Mi sento come se mi avesse ustionato il braccio... ma tutt'attorno sento freddo! Non fatevi toccare!"

"Sono wight!" esclamò Misia, scansando un colpo di Zadendi. "Creature non-morte che si nutrono di energia che risucchiano ai vivi!"

 

Con rinnovata determinazione, Nualia sferrò un fendente con la sua spada e riuscì a trafiggere la spalla del wight che la stava addosso. "Padre Volsten e i suoi accoliti trasformati in creature tanto oscene..." commentò scuotendo la testa.

"Riflettono la doppiezza e la vera natura del vostro amato Fiore del Mattino!" esclamò Zadendi. Lo scontro tra lei e Misia si era fatto sanguinoso, e un fendente del suo pugnale aprì un doloroso taglio nella spalla destra della femmina di gnomo. Misia strinse i denti e barcollò, mentre Yan spintonava via il wight che lo attaccava. Con un poderoso fendente dall'alto verso il basso, il giovane guerriero colpì il non morto, tagliandogli il braccio destro all'altezza del gomito. Il wight ringhiò di rabbia e indietreggiò, guardandosi il moncherino con stupore ed oltraggio.

 

"Tu ti senti ingannata, lo so." disse Misia, mentre cercava in qualche modo di allontanarsi e scagliare un incantesimo contro Zadendi. "Sei venuta a sapere delle cose su Sarenrae che ti hanno fatto perdere la fede. E' stata la tua cosiddetta maestra a manipolarti?"

"Quante volte ve lo devo dire, idioti?" esclamò Zadendi. "La mia maestra non mi ha ingannato! Mi ha aperto gli occhi! Mi ha fatto capire la falsità degli ideali in cui credevo! E ora... è mio dovere fare sì che tutti comprendano quanto siano gretti e meschini i cosiddetti dei del Bene!"

Nualia evitò per un pelo un fendente da parte del suo wight e si avvicinò al Figlio Scarlatto, che stava tenendo a bada Eli e Jolan. "Hai ascoltato soltanto una parte della storia, Zadendi! Soltanto la parte che interessava alla tua cosiddetta maestra!" esclamò. "Ascoltaci... lei ti sta solo usando! Anch'io... ho passato quello che hai passato tu, ed è per questo che Lamashtu ha avuto buon gioco su di me. Mi ha fatto credere che mi avrebbe dato l'affetto che desideravo... ma alla fine ho capito che stava solo sfruttando le mie debolezze, e che in realtà mi considerava soltanto una pedina da usare per i suoi scopi!"

"Se devo essere una pedina, tanto vale che lo sia per qualcuno che mi ha permesso di capire la realtà dei fatti!" replicò Zadendi. "Ed ora... resta ferma dove sei, Sarenita! Che Shax abbatta la sua mano su di te! Blocca Persone!"

 

"Ugh... maledizione, questo no..." mormorò Misia, sentendo che i suoi movimenti si erano già fatti più lenti ed impacciati. La femmina di gnomo fece ricorso a tutta la sua forza di volontà e cercò di spostarsi da dov'era, ma Zadendi si mosse con rapidità e sollevò il suo pugnale, mirando alla gola di Misia con un ghigno feroce.

"Oh no, non lo farai!" Eli saltò oltre una spazzata che il Figlio Scarlatto aveva eseguito con la sua coda, e riuscì a scagliare un incantesimo contro Zadendi. "Colpisci... Raggio Rovente!"

 

Un raggio di luce rossa incandescente scaturì dal dito indice della maga mezzelfa e colpì Zadendi alla spalla, facendole cadere il pugnale. Poi, si voltò di scatto e scagliò un altro raggio fiammeggiante contro il gargoyle dalle squame sanguigne, centrandolo in pieno petto! Il gargoyle ringhiò di dolore e barcollò, mentre Zadendi si teneva il braccio ferito.

 

"Tieni giù quelle manacce da cadavere!" esclamò Reji, evitando il tocco letale del wight davanti a lei. Sibilando rabbiosamente, il non morto protese una mano per afferrare la ragazzina Tian alla gola, ma Reji, memore degli effetti nefasti del tocco di quella cosa, scansò l'attacco e sferrò una spazzata con la gamba destra, colpendo le caviglie del wight e facendolo cadere a terra!

"Cavolo, preferivo quando combattevamo i goblin!" esclamò Yan. Il wight che una volta era stato Padre Volsten, pur privato di un braccio, continuava a lottare senza dargli tregua, e stava per costringere il ragazzo con le spalle al muro. Ma il giovane, attingendo alle sue riserve di forza e alla sua determinazione, riuscì a sottrarsi all'attacco incalzante e a colpire il non morto in faccia con il suo scudo.

 

Jolan riuscì a cogliere un momento di distrazione del Figlio Scarlatto e sgattaiolò agilmente tra le sue possenti gambe, per poi sferrare un paio di abili fendenti che raggiunsero il mostro alato alla caviglia destra e dietro il ginocchio sinistro. Il gargoyle ringhiò per il dolore e si piegò in avanti... e un attimo dopo, la lancia magica di Eli volò in aria e colpì il mostro alato al torace, per poi tornare indietro da Eli come trasportata da mani invisibili. Questa volta, la dura pellaccia del gargoyle non potè nulla contro la fattura soprannaturale di quell'antica arma, e il Figlio Scarlatto ringhiò dal dolore, un rivoletto di sangue nerastro che sgorgava da una profonda ferita al costato.

 

Finalmente, Misia riuscì a scrollarsi del tutto di dosso gli effetti dell'incantesimo Blocca Persone di Zadendi... ma la mezzelfa criminale non si dava per vinta. Dopo aver lanciato un incantesimo curativo su sè stessa, Zadendi si lanciò nuovamente all'attacco. Recuperò il suo pugnale da terra e sferrò un colpo che Misia riuscì abilmente a deviare con la sua piccola lancia. Sferrò un colpo con l'asta della sua arma, sperando di far perdere l'equilibrio a Zadendi, che riuscì a scansare il colpo e a lanciare un altro incantesimo.

 

"Ugh... Divino Shax, io invoco la luce della distruzione affinchè consumi i miei nemici!" esclamò la mezzelfa. "Luce Incandescente!"

Zadendi incanalò il potere del suo oscuro signore abissale nella forma di un raggio concentrato di energia solare, per poi scagliarla contro Eli e Jolan. La mezzelfa emise un grugnito di dolore quando il colpo andò a segno facendola cadere a terra a poca distanza dal Figlio Scarlatto. Jolan riuscì ad evitare l'attacco, ma la coda del gargoyle si avvinghiò attorno alla sua gamba destra, e l'halfling venne sollevato di peso e scaraventato contro il muro, per poi scivolare a terra stordito.

"Ragazzi!" esclamò Misia, prima di ricevere da Zadendi un calcio che la fece cadere a terra. La biondina strinse i denti ma non si fece abbattere e si gettò di lato, un attimo prima che Zadendi potesse riprendere ad attaccare... e la cultista di Shax, vedendo che non avrebbe potuto proseguire il suo attacco a Misia, decise invece di dare supporto ai suoi wight, che stavano inesorabilmente perdendo terreno. Per uno di loro, in effetti, era già troppo tardi. Reji aveva colpito il non-morto con un paio di pugni al torace... per poi eseguire uno spettacolare calcio circolare che aveva raggiunto il wight alla base del collo, spezzandolo di netto. La luce scarlatta che brillava nelle vuote orbite del morto vivente si spense, e il wight crollò al suolo e si ridusse rapidamente in polvere.

 

"Uff... fuori uno! Finalmente!" esclamò Reji. Zadendi strinse i denti per la rabbia e alzò una mano, mostrando un simbolo sacrilego del principe demoniaco Shax - un amuleto di legno intagliato nella forma di una piuma d'uccello, che emanava una luce rossastra.

Un impulso di energia si diffuse istantaneamente attorno a Zadendi e venne assorbita dai due wight superstiti, che ne vennero immediatamente rinvigoriti - al punto che persino il braccio amputato di uno dei due si rigenerò come la coda di una lucertola! Yan sgranò gli occhi allarmato e riuscì a scansarsi all'ultimo momento prima che la mano artigliata del suo wight si chiudesse attorno alla sua gola, mentre Nualia strinse i denti in una smorfia di dolore nel momento in cui l'altro wight la afferrò alla spalla.

"Nualia!" esclamò Yan. Sentendo che le sue forze erano state moltiplicate dal vedere Nualia in pericolo, il ragazzo colpì il suo wight al volto con il suo scudo, e poi vibrò un colpo che raggiunse l'avversario di Nualia al fianco. Il non-morto lanciò un ringhio animalesco e si voltò di scatto, cercando di afferrare Yan e graffiandolo al volto con una mano, tracciando tre tagli paralleli sulla sua guancia sinistra.

 

La aasimar si riprese rapidamente e approfittò di quel momento per attaccare di nuovo il wight, colpendolo all'addome con la sua spada. "AAAAARGH!" esclamò il non-morto, folle di rabbia, per poi cominciare ad arrancare verso Nualia risalendo lungo la lama della spada. "La vita... dammi... la tua vita..."

Nualia strinse i denti e alzò una mano, piazzandone il palmo sul volto del wight... poi, si concentrò per un attimo, come aveva fatto tempo prima per curare le ferite di Yan. Sentì per un istante una sensazione di calore che le scorreva lungo il braccio... e un istante dopo, una scarica di energia positiva scaturì dalla sua mano e penetrò nel corpo del wight, che ringhiò di nuovo e cadde all'indietro, scivolando via dalla spada della aasimar. Il morto vivente crollò al suolo e si contorse ancora per qualche istante, cercando disperatamente di resistere all'energia curativa che disfaceva le sue carni... ma durò poco tempo prima che il wight si disfacesse in un mucchietto di polvere dispersa sul pavimento.

 

Nualia riprese fiato per un attimo, indebolita dal tocco necrotico del wight... poi tirò un sospiro e fece un sorrisetto ironico ai resti della creatura non-morta. "Heh... Heh... beh, che hai? Ti ho dato... la mia energia vitale... e ancora non sei contento?" sussurrò.

Con un ampio fendente, Yan intercettò il colpo con cui l'ultimo dei wight cercava di farlo cadere. Ringhiando, il non-morto indietreggiò di un passo, ma non restò stordito a lungo e si scagliò di nuovo su Yan, cercando di afferrarlo alla gola con le sue mani immonde. Con un abile trucchetto, il ragazzo evitò il primo attacco, ma il wight alzò una gamba e lo colpì al fianco con un poderoso calcio, facendolo barcollare e grugnire per il dolore. Bramoso di risucchiare l'energia vitale di Yan, il wight che una volta era stato Padre Volsten si lanciò di nuovo alla carica e cercò di agguantare Yan alla gola... ma il ragazzo reagì con decisione e alzò di scatto la spada, aprendo uno squarcio nel torace del non-morto, che ringhiò frustrato e fu costretto ad indietreggiare.

 

Nel frattempo, Misia aveva ripreso a combattere con Zadendi. Malgrado la differenza di stazza, la biondina stava combattendo con abilità, usando la sua corta lancia per attaccare a distanza Zadendi, e facendola due lievi tagli sulle gambe.

"Ora basta, Zadendi!" esclamò Misia. "Ascoltami, ti prego! Non so cosa ti abbia raccontato la tua cosiddetta maestra su Sarenrae e su ciò che ha fatto... ma ti ha raccontato solo una parte della verità. Lei vuole solo manipolarti. Ascoltami, non è ancora troppo tardi. Se chiedi perdono con sincerità, Sarenrae perdonerà i tuoi peccati, e tornerai a camminare nella luce invece che essere costretta a strisciare nell'oscurità!"

 

"Idiozie! La maestra Avalexi mi ha aperto gli occhi! Non riuscirai ad ingannarmi con le tue belle parole, schiava di Sarenrae!" esclamò Zadendi rabbiosamente. Alzò una mano per lanciare un incantesimo... ma prima che potesse farlo, Nualia intervenne e le afferrò il polso con la mano demoniaca.

"Ascoltami, Zadendi! Non è come pensi tu!" esclamò la aasimar, mentre la mezzelfa cercava furiosamente di liberarsi il polso. "Lo so perchè ci sono passata anch'io... Lamashtu ha approfittato della mia debolezza e del mio bisogno di affetto. Ha sfruttato le mie debolezze, come Shax sta facendo con le tue incertezze! Fanno tutti così, i demoni... adesso che ne sono uscita, me ne rendo conto! Vogliono che tu ti faccia prendere dallo sconforto e ceda alle loro tentazioni... vogliono che tu rinneghi quello in cui credi e ti affidi a loro, in modo da farti sprofondare nella depravazione! Credimi, è quello che è successo a me!"

 

"Tu... tu... come fai a dirlo?" esclamò Zadendi, gli occhi fissi in quelli di Nualia. "Tu... facevi parte delle figlie di Lamashtu! Perchè hai deciso... di andartene e di tornare dagli dei falsi e bugiardi?"

"Perchè, come ti ripeto, la tua maestra ti ha raccontato soltanto una parte della storia!" replicò prontamente Misia. "E' vero che anche la divinità del Bene, a volte, hanno fatto delle azioni riprovevoli... ma fin troppe storie si concentrano solo su quelle e non tengono conto che Iomedae, Sarenrae, Desna e tutti gli altri dei hanno fatto moltissimo per la causa del bene!"

 

"Ugh... tutte... tutte storie! Vieni a raccontarmi questo perchè ti fa comodo, vero?" esclamò Zadendi. Ma ora, tendendo con attenzione le orecchie, Nualia e Misia si rendevano conto che la sua convinzione iniziava a vacillare. "Quello che dite non cambierà nulla! Nessuno degli dei merita le nostre preghiere!"

"Se è così, allora... perchè rivolgi le tue ad un principe demoniaco a cui non potrebbe importare di meno di te?" tagliò corto Nualia. Zadendi rimase per un attimo a mormorare qualcosa in preda alla frustrazione, e Misia fece un piccolo sorriso, rendendosi conto che stavano cominciando a fare breccia nella convinzione della ex-Sarenita.

 

Finalmente, Yan riuscì a fare breccia nella difesa del suo avversario. Il wight sferrò un fendente con i suoi luridi artigli, mirando al volto del giovane, ma quest'ultimo alzò di nuovo il suo scudo ed intercettò il colpo. Con rapidità impressionante, Yan scattò in avanti prima che il wight potesse proseguire il suo assalto, e affondò la sua spada nelle carni marce della creatura, affondando la lama fino all'elsa!

Il wight che una volta era Padre Volsten si piegò in due, e le fiamme sacrileghe che ardevano nelle sue orbite si intensificarono per un istante, in un'espressione di odio ed incredulità... ma un attimo dopo, il non-morto sembrò rilassarsi, e sul suo volto avvizzito apparve un tenue sorriso.

 

"Grazie..." sussurrò il wight, prima di trasformarsi in polvere. Yan sospirò e fece un passo indietro, osservando con rispetto il punto in cui il non-morto era caduto. Non sapeva molto di questioni simili, ma aveva intuito quello che era successo. Poco prima che la sua esistenza finisse, il wight era tornato alla sua personalità originale, e lo aveva ringraziato per aver posto fine alla sua torturata esistenza di non-morto.

Il Figlio Scarlatto lanciò un ringhio feroce quando vide che i wight erano stati annientati. Rendendosi conto che non avevano più il vantaggio, e già ferito dagli incantesimi di Eli e dagli affondi dei due combattenti, il gargoyle prese il volo e costrinse Eli e Jolan a retrocedere. Con uno scatto fulmineo, si lanciò verso Zadendi e la prese in braccio, per poi volare a tutta velocità verso la sezione più interna delle catacombe, attraversando i corridoi fiocamente illuminati!

 

"Ah! Sta scappando!" esclamò Eli, puntando la lancia contro il mostro alato. "Dardo Incantato!"

Si sentì un sibilo argentino, e quattro dardi di luce volarono verso il Figlio Scarlatto, colpendolo uno alla volta mentre si allontanava. Ma nessuno di questi gli inflisse abbastanza danni da costringerlo a fermarsi, e il gargoyle si dileguò portandosi dietro anche Zadendi.

 

"Diavolo... ci è sfuggito!" imprecò Jolan, controllandosi per verificare di non essere ferito troppo gravemente. "Ragazzi, tutto a posto?"

"Sì, più o meno..." disse Reji, guardando con aria ansiosa una chiazza rossastra che era rimasta sul suo braccio sinistro, nel punto in cui il wight l'aveva toccata. L'arto era ancora intorpidito e si muoveva a fatica. "Che diamine è successo? E'... è da qui che quel wight mi ha risucchiato l'energia?"

"Esatto... per fortuna non è riuscito a togliertene troppa, altrimenti avrebbe potuto essere un serio problema per te..." disse Eli, esaminando la strana ferita sul braccio della giovane monaca. "Al momento, la perdita di energia vitale ti farà sentire più debole... e temo che non basterà un semplice incantesimo curativo per farti riprendere."

"Non c'è un modo per ripristinare l'energia vitale perduta?" chiese Yan, preoccupato per la sua compagna di viaggi.

 

Misia sospirò. "Ci sarebbe, ma al momento non ne ho accesso." affermò. "Detto questo, non dovrebbe essere un problema, visto che il risucchio non è stato importante. Gli effetti dovrebbero esaurirsi nel giro di una giornata."

"Una giornata? Beh, non è un problema. Ce la faccio ad andare avanti." affermò Reji. Quando vide le espressioni di Yan e Nualia, sfoderò un sorriso edificante e mostrò un bicipite per far vedere che stava bene. "Dico sul serio, ragazzi. Non sarà un piccolo risucchio di energia a fermarmi. Piuttosto, Nualia... anche tu hai subito questo attacco dai wight. Ti senti bene ?"

"Abbastanza. Piuttosto... sono stupita che riesco ad incanalare energia." disse Nualia. Si guardò attentamente la mano con la quale aveva eliminato uno dei wight. "Ero riuscita a farlo già una volta... ma non so esattamente come sia successo."

 

"Ho la mia idea su come possa essere andata... ma per adesso, concentriamoci su Zadendi e la sua cosiddetta maestra." rispose Misia. La femmina di gnomo vide i mucchietti di polvere che fino a poco prima erano stati tre wight furiosi, e tirò un piccolo sospiro. Se non altro, adesso le anime di Padre Volsten e dei suoi adepti avrebbero potuto riposare in pace. "Il fatto che i vostri corpi siano stati così profanati non cambia che siate stati devoti e virtuosi nelle vostre vite." disse, inginocchiandosi accanto ai resti dei wight. "Che Pharasma accolga le vostre anime, e il Fiore del Mattino vi riceva nella sua gloria."

 

"Già... se non altro, le loro sofferenze sono finite." affermò Jolan chinando il capo. "Ma adesso pensiamo a quella cultista e a quel gargoyle. Dobbiamo impedire che si dileguino."

 

"Certamente! Presto, seguiamo la strada che quel gargoyle ha percorso." disse Yan, incamminandosi lungo il corridoio con passo sicuro. "Spero solo che non ci siano altri non-morti da queste parti e che possiamo..."

"Attento, Yan!" esclamò improvvisamente Jolan, notando solo in quel momento qualcosa sul pavimento che emetteva una tenue luminosità rossa. Un glifo, inscritto su una delle piastrelle del pavimento, composto da linee e curve che si intersecavano formando una complessa trama.   

 

Sfortunatamente, Yan aveva ormai messo il piede sulla piastrella... e il glifo esplose di colpo con un boato assordante, sprigionando una fiammata che illuminò a giorno il corridoio e investì i due avventurieri sotto gli occhi stupiti e spaventati delle loro compagne. Jolan riuscì a sottrarsi appena in tempo e rimediò soltanto qualche lieve scottatura, ma Yan emise un ringhio di dolore quando le fiamme lo lambirono, e si ritrovò a terra, con dolorose bruciature sulle braccia e sul torace. 

"YAN!" esclamarono all'unisono Reji e Nualia, correndo per dare una mano al giovane guerriero. Anche gli altri si avvicinarono preoccupati, tirando un breve sospiro di sollievo quando Yan grugnì per il dolore e si rialzò lentamente, le braccia piene di vesciche e bruciature.

"Aaaah, merda... questo sì che faceva male!" mormorò il ragazzo. Misia si chinò per lanciare un incantesimo curativo sul ragazzo, e al tocco della biondina, la pelle ustionata tornò ad essere sana e tesa a vista d'occhio, mentre Eli andava ad esaminare il pericoloso glifo. "Scusate, ragazzi... sono stato imprudente, e adesso quell'esplosione avrà avvertito tutti..."

 

"Non importa, per adesso quello che conta è che tu stia bene..." disse Eli, mentre si chinava per esaminare il glifo. "Questo è... un glifo magico di protezione. Se si cerca di passarlo senza conoscere una parola d'ordine, il glifo scatena un'esplosione di energia sull'intruso!"

"E' possibile manomettere il glifo?" chiese Jolan.

 

Eli annuì. "Sì, ma bisogna starci attenti." affermò la mezzelfa. "Se vengono toccate le parti sbagliate, la trappola magica si attiverà di nuovo."

Jolan annuì lievemente. "Okay... allora, per favore, tenetevi a distanza. Adesso provo io a sistemare questa trappola." affermò. Immediatamente, Eli annuì e fece cenno al resto del gruppo di stare lontani mentre l'halfling si chinava sul simbolo magico, cercando di disattivarlo come se si trattasse di un congegno convenzionale.

 

Per diversi secondi, Jolan guardò con attenzione il glifo, per poi usare uno dei suoi pugnali per tracciare un segno sul simbolo magico, con lentezza ed attenzione. "Hmm... okay, se faccio le cose come si deve... allora dovrei essere in grado di interrompere il flusso magico che scorre attraverso questo simbolo." disse tra sè. "Ovviamente, questo vuol dire stare attenti che l'energia non esca tutta d'un colpo... va bene, penso di potercela fare! Auguratemi buona fortuna... è la prima volta che devo disarmare una trappola magica."

 

Yan deglutì, guardando ciò che restava delle bruciature che il glifo esplosivo gli aveva provocato. "Buona fortuna, Jolan... e spero che tu sappia cosa stai facendo! Non è divertente farsi colpire da quella dannata trappola..." affermò.

Con movimenti lenti e studiati, Jolan tracciò un solco sulla superficie del glifo, tagliando una delle sue ramificazione più piccole prima di  passare ad una un po' più grande. La punta dell'arma tracciò un evidente segno sul simbolo magico, e una fiammella guizzò dal punto in cui Jolan stava tracciando, allarmando il piccolo halfling. Immediatamente, Jolan interruppe il suo lavoro, in modo da non rischiare che la trappola scattasse... ma quando, atteso qualche secondo, vide che non stava accadendo nulla di allarmante, annuì tra sè e riprese la delicata operazione. Eli annuì lentamente mentre lo osservava passare la lama del pugnale su altre parti del glifo di protezione, cercando di comprometterlo.

 

Finalmente, dopo alcuni snervanti minuti di attesa, Jolan sorrise e annuì tra sè, soddisfatto del lavoro svolto. "Ottimo... è stato pericoloso ma ce l'ho fatta." affermò. Giusto per stare tranquillo ed assicurarsi di essere riuscito nel tentativo, il mezzuomo si allontanò di qualche passo, prese un sasso di dimensioni abbastanza consistenti e lo lanciò sulla piastrella dove il glifo era stato inciso. I ragazzi trattennero il fiato, aspettandosi che ci sarebbe presto stata un'esplosione come quella di prima...

 

Invece niente.

 

"Heh... perfetto! Ce l'ho fatta!" esclamò Jolan, mentre si tergeva un po' di sudore dalla fronte. Si voltò verso i suoi compagni, che lo guardarono con aria riconoscente. "Okay, il vostro Jolan ha intrappolato la trappola! Prego, signori... andiamo a fare una visita alla signorina Zadendi e al suo cucciolotto alato! Dopo di voi, prego!"

"Heh... ottimo lavoro, Jolan!" affermò Misia, per poi prendere fiato e prepararsi mentalmente alla sfida che li attendeva. "Okay, allora possiamo passare?"

"Certo, adesso le energie magiche sono state compromesse. La trappola non scatterà finchè non verrà ripristinata con un incantesimo apposito." spiegò Eli, e fece cenno al resto del gruppo di seguirla. Senza ulteriori indugi, il gruppo passò oltre la trappola magica ormai inattivata, e si affrettò lungo il corridoio per affrontare Zadendi e il Figlio Scarlatto... e probabilmente, anche la misteriosa donna che aveva addestrato Zadendi. Misia sarebbe stata pronta a scommettere che avevano teso loro un'imboscata, nei meandri di quel luogo abbandonato... e che fossero molto più vicini di quanto lei stessa non sospettasse...

 

Cercando di tenersi pronti ad ogni evenienza, i sei avventurieri si addentrarono nei corridoi del covo di Zadendi, armi al fianco e sensi tesi per non farsi cogliere di sorpresa...

 

 

oooooooooo

 

CONTINUA...        

                  

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Capitolo 47
*** Contro il culto di Shax ***


Pathfinder: L'Ascesa dei Signori delle Rune

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 44 - Contro il culto di Shax

 

"Eccoci qui. La nostra amichetta Zadendi dovrebbe essere nascosta qui dietro." disse Yan, la spada già sguainata mentre si avvicinava alle porte del santuario dissacrato di Sarenrae - un paio di impressionanti porte di legno, sulle quali svettava la rappresentazione di un angelo dall'aspetto femmineo, che teneva le braccia spalancate in un gesto di accoglienza e redenzione. Delle grosse macchie di sangue rappreso macchiavano il corpo e il volto dell'angelo, chiaramente un gesto di spregio che Zadendi e il suo superiore avevano commesso.

I sei avventurieri si riunirono davanti alla grande porta e presero fiato, controllando che il loro equipaggiamento fosse in buone condizioni. Poi, Misia si piazzò in mezzo al gruppo e tenne stretto il suo simbolo sacro, mentre una tenue aura dorata si accende attorno al suo piccolo corpo. "Sacro Fiore del Mattino. Benedici i miei compagni prima di questa battaglia, così che possano consegnare alla giustizia chi ha massacrato i tuoi fedeli. BENEDIZIONE!"

Non appena la femmina di gnomo ebbe concluso la sua breve preghiera, la luce dorata si espanse attorno a lei e avvolse i suoi compagni, facendoli sentire più forti e decisi. Reji sorrise e fece il segno dell'okay, poi raggiunse il portone e cominciò a spingerlo, dando accesso alla parte più interna del santuario abbandonato. La ragazzina Tian avanzò per prima, tenendo alta la guardia e aspettandosi un'imboscata da parte di Zadendi e del Figlio Scarlatto da un momento all'altro.

Ma non era preparata per quello che si trovò davanti appena dentro la stanza.

Il tempio della dea del sole era stato orribilmente dissacrato, i muri imbrattati di sangue fresco che in alcune parti formava addirittura il simbolo sacrilego di Shax, il principe demoniaco a cui Zadendi si era votata. Diverse colombe erano state uccise e inchiodate alle pareti, le ali spiegate come se fossero state tanti macabri trofei... e, cosa ancora più terrificante, l'altare posto dalla parte opposta della sala era a sua volta incrostato di sangue coagulato, con tre cuori umani ormai rinsecchiti adagiati su alcuni piatti. Gli organi, chiaramente quelli presi ai Sareniti assassinati, erano disposti a triangolo sopra l'altare, evidentemente seguendo qualche oscuro rituale di Shax.

"Blasfemia..." mormorò Misia, guardando con orrore ciò che restava del tempio...

Ma in mezzo a questo desolante spettacolo, Reji e i suoi compagni videro qualcosa di inaspettato e gradito che riaccese almeno un po' la loro speranza. C'era qualcuno legato ai piedi dell'altare sconsacrato - una giovane donna dai lunghi capelli rossi scarmigliati, che indossava vesti azzurre e bianche tipiche dei sacerdoti del Fiore del Mattino, impolverate e stracciate per il tempo che aveva trascorso in quel posto orribile. La giovane donna si agitava debolmente, nel disperato tentativo di liberarsi dalle corde che le avvinghiavano i polsi, ma i nodi erano troppo stretti e ben eseguiti perchè potesse liberarsi da sola.

"Guardate!" esclamò Jolan. "C'è... una Sarenita ancora viva là davanti! Come mai non l'hanno sacrificata?"

"Non ne ho idea... ma la prima cosa da fare è cercare di salvarla! Attenti alle trappole, gente!" affermò Reji. Si fece rapidamente strada verso la vittima sacrificale, i sensi tesi per cogliere ogni tentativo di agguato... e quando sentì, in maniera indistinta, il suono di un meccanismo che scattava, fece un'agile salto mortale all'indietro, appena in tempo per evitare due lunghe frecce dalla punta frastagliata che partirono dal muro al lato opposto della stanza e si piantarono nel terreno, proprio dove Reji si trovava mezzo secondo prima. Con espressione attenta, la monaca si rialzò e si spazzò la polvere dai vestiti.

"Reji, tutto okay?" chiese Yan, piazzandosi accanto alla sua amica, che rispose con un cenno affermativo.

"Queste misere trappole non ci fermeranno." disse lei. "Forza, andiamo a liberare quell'ostaggio!"

Eli e Misia entrarono dietro i due amici, con Jolan e Nualia a chiudere la fila. Con attenzione, Reji si avvicinò ancora di qualche passo all'altare e all'ostaggio, e Yan si mise accanto alla sua compagna di tante avventure con lo scudo alzato, pronto a proteggerla da qualsiasi altra trappola.

La ragazzina Tian usò il suo bastone da combattimento per toccare le piastrelle davanti a lei... e un istante dopo, due giavellotti attraversarono l'aria, sfrecciando dalle pareti ai lati del gruppo. Con espressione indifferente, come se ormai la cosa non potesse più sorprenderla, Reji guardò i giavellotti che schizzavano ad appena un paio di metri davanti a lei e si schiantavano innocui contro i muri.

"Chi scommette che erano avvelenati?" chiese Reji con un sorrisetto ironico. Ormai erano a due passi dall'altare e dall'iniziata sarenita che era legata sotto di esso. "Hey! Tutto bene, tu? Aspetta, adesso ti liberiamo!"

Un'espressione di sollievo apparve sul volto segnato dai lividi dell'ostaggio mentre Reji le toglieva il bavaglio. Jolan, dopo aver dato un'occhiata attorno per assicurarsi che non ci fossero altre trappole, tirò fuori uno dei suoi pugnali e lo usò per tagliare le corde che la legavano... e la giovane donna tirò un sospiro di sollievo e si massaggiò i polsi addormentati.

"Grazie... grazie... mille volte grazie!" singhiozzò la vittima sacrificale, ancora tremante per la paura. "Io... io... credevo che per me sarebbe stata la fine! Non... non so quanto tempo sia passato... io... mi ricordo solo che stavo passeggiando per una delle vie meno frequentate di Magnimar, quando all'improvviso ho sentito un dolore alla testa... e quando ho riaperto gli occhi, io... mi... mi sono ritrovata qui!"

"Calma, signorina... calma, ora è tutto finito!" disse Misia, toccando gentilmente la donna su un braccio per confortarla. "Aspetti un secondo... adesso penso io a queste ferite."

Misia mormorò qualche parola in una lingua melodica e sconosciuta, poi passò la mano sul volto e sulle braccia della donna, in modo da trasmetterle un po' di energia curativa. Nel giro di pochi secondi, tutti i lividi e i tagli che le erano stati fatti scomparvero come se non ci fossero mai stati, e l'iniziata mosse timidamente un braccio per controllarne le condizioni.

"Scusi se le faccio questa domanda, signorina..." chiese Eli, guardandosi attorno per cercare di trovare Zadendi e il Figlio Scarlatto. Sicuramente, quei due erano ancora lì in giro e stavano cercando di prenderli di sorpresa. "Ma di solito questi seguaci di Shax non uccidevano le loro vittime sul posto? Come mai lei è stata soltanto catturata?"

"Non lo so, sinceramente..." mormorò la giovane donna ancora tremante, chiaramente traumatizzata daa quella brutta esperienza. "Io... non ero in me per la maggior parte del tempo... ma.. mi ricordo che ho sentito i cultisti parlare... dicevano che... che... non era ancora il momento... che mi avrebbero sacrificato... una volta che il rituale fosse pronto... Non... non so davvero cosa avessero in mente... io... io... ero troppo... spaventata..."

"Va bene, va bene... è tutto a posto, adesso. O forse no." disse Nualia, avvicinandosi alla donna con fare protettivo e sfoderando la sua spada. La sarenita gettò un'occhiata al braccio demoniaco di Nualia e sembrò rabbrividire per un attimo ma la aasimar, decisa a non lasciarsi più sopraffare dai dubbi, si tenne concentrata sulla stanza e cercò di cogliere un qualsiasi indizio della presenza di Zadendi e del gargoyle suo scagnozzo.

Dopo qualche secondo, un frullo d'ali appena percettibile tradì la presenza del Figlio Scarlatto... e Jolan, pronto di riflessi, si gettò di lato non appena il suo sesto senso lo avvertì del pericolo imminente. Il piccolo halfling sentì un inquietante frullo d'ali e una grande mano armata di artigli acuminati che sfrecciava a pochi centimetri dalla sua testa! Il gruppo indietreggiò, cercando di tenersi compatto mentre il Figlio Scarlatto si gettava su di loro!

"Eccolo!" esclamò Eli, sferrando un affondo con la sua lancia magica - la stessa che fino a pochi giorni prima era appartenuta a Xanesha. La punta d'acciaio trattata magicamente superò la coriacea pellaccia del gargoyle e gli aprì una profonda ferita nel braccio sinistro, facendolo ringhiare per la rabbia e il dolore. Reji cercò di attaccarlo a sua volta, sferrando un poderoso calcio circolare, ma il mostro alato si scansò con una velocità incredibile per una creatura di quella stazza, e riuscì a riprendere quota mentre il gruppo si stringeva attorno all'ostaggio ancora terrorizzato. "Restiamo compatti, amici! Non permettiamogli di catturarla di nuovo!"

"Non c'è problema! Finchè ci sarò io, non riusciranno mai a passare!" esclamò Yan con determinazione. Il ragazzo percosse il suo scudo con la spada, provocando un clangore inquietante che riecheggiò nel santuario sconsacrato. "Avanti, lucertolone alato! E tu, Zadendi, se non sei una vigliacca, vieni qui a combattere! Vediamo se davvero il tuo Shax ti aiuterà!"

"Chiedi e ti sarà dato, schiavetto della luce!" rispose la voce ormai conosciuta di Zadendi. "Che la mano di Shax cali su di te e ti riempia del terrore della morte!"

L'ex-sacerdotessa di Sarenrae emerse dall'oscurità e alzò una mano per lanciare un incantesimo contro Yan. Immediatamente, il ragazzo sentì un brivido gelido corrergli lungo la spina dorsale, e un sentimento di paura minacciò di impossessarsi di lui e costringerlo a gettare le armi e scappare... ma il giovane strinse i denti, con la fronte imperlata di sudore, e si sforzò di resistere all'incantesimo.

"Siete arrivati fin qui." affermò Zadendi, squadrando con odio il gruppo di Eli e sfoderando una coppia di pugnali ricurvi, uno dei quali, a giudicare dalla foggia, doveva essere stato trattato con la magia. "Devo ammettere che non mi aspettavo una simile tenacia, ma non uscirete mai vivi da qui. Magnimar è destinata a diventare il centro del culto del divino Shax."

"Hah! Non credo proprio che ce la farete!" esclamò Reji. "Tu e il tuo gargoyle siete qui, e non vedo la tua... maestra! Ora ti riempiamo di botte e ti consegnamo alla guardia cittadina!"

"E quello che vedremo..." disse Zadendi con un piccolo ghigno. Passò una mano sul corpetto di cuoio che indossava, e i suoi vestiti si illuminarono per un istante, emettendo una sinistra luce purpurea prima che la Sarenita rinnegata si mettesse in guardia. "Prendili, Figlio Scarlatto!"

Il gargoyle scarlatto ruggì di nuovo e si lanciò di nuovo all'attacco... ma questa volta, anzichè scagliarsi in picchiata, si fermò a mezz'aria e berciò qualcosa in un'orrida lingua gutturale più antica di Golarion stesso! Eli storse il naso quando riconobbe la lingua Abissale... e una frazione di secondo dopo, un'ondata di energia maligna si sprigionò dal corpo del mostro alato e investì il gruppo, percuotendo i giovani avventurieri con ondate di gelo innaturale!

"AAaaargh!" ringhiò Yan, stringendo i denti per il dolore quando l'energia oscura penetrò nella sua armatura e attraversò il suo corpo, facendolo sentire come se lo stessero torturando! La presa del ragazzo sulla spada si indebolì, mentre vedeva Reji che si metteva una mano davanti alla bocca come se cercasse di trattenere un conato di vomito, e Jolan che strizzava un occhio e impallidiva. "Che... che diavolo è... questo...?"

"Un incantesimo... Influenza Sacrilega..." momorò Misia, i cui sensi erano stati annebbiati dall'energia maligna sprigionata. "Sta cercando di... ugh... proteggete... l'ostaggio..."

Nualia, che sembrava essere un po' più resistente a quel maleficio, si rimise in guardia e attese a piè ferm Zadendi e il Figlio Scarlatto. Il gargoyle ruggì e si scagliò all'attacco... e un attimo dopo, i suoi artigli affilati come pugnali si scontrarono con la spada della aasimar, sprigionando una pioggia di scintille! Ringhiando, il Figlio Scarlatto cercò di frustare Nualia con la sua coda affilata, mentre Zadendi si teneva a distanza e scagliava un'ondata di energia negativa contro il gruppo. Una scarica raggelante si sprigionò dal corpo della mezzelfa, penetrando dolorosamente in quello di Eli, che si morse una manica per evitare di gridare dal dolore.

"Siete finiti." sentenziò Zadendi. "Il divino Shax sarà soddisfatto quando vi sacrificherò a lui."

"Sarenrae, beato Fiore del Mattino..." si sentì la voce di Misia. "Guida la mia mano e colpisci i seguaci del caos e del male! Giavellotto Sacro!"

La femmina di gnomo, nascosta dietro Yan e Reji, alzò una mano... e sopra di lei apparve una lancia fatta di pura luce bianca, che sfrecciò verso l'impreparata Zadendi e la colpì in pieno stomaco, senza infliggere alcuna ferita fisica, ma provocandole un intenso dolore, come se fosse stata effettivamente trafitta. Zadendi sgranò gli occhi ed indietreggiò boccheggiando, mentre il Figlio Scarlatto si alzava in volo e poi scendeva nuovamente verso Nualia. I suoi artigli affilati le aprirono una dolorosa ferita su una spalla, ma la aasimar, stringendo i denti, contrattaccò con un abile fendente che tracciò un taglio sul pettorale del gargoyle abissale. Nello stesso momento Yan, come risvegliato dal fatto che qualcuno aveva ferito Nualia, si voltò di scatto verso il Figlio Scarlatto e vibrò un abile colpo di spada che raggiunse il mostro in un punto sensibile appena sopra il ginocchio destro. La lama trafisse la gamba del Figlio Scarlatto, quasi passandola da parte a parte, e il mostro ringhiò nuovamente e cercò di riprendere quota.

"Grazie... grazie, Misia! Adesso a questa qui penso io!" esclamò Eli, che finalmente era riuscita a riprendersi abbastanza da lanciare uno dei suoi incantesimi. "Che la potenza del fulmine travolga la mia nemica! Fulmine Magico!"

Eli puntò la sua lancia, crepitante di energia elettrica, contro Zadendi... e un istante dopo, un poderoso fulmine azzurro scaturì dalla punta dell'arma e colpì Zadendi, trasmettendole una dolorosa scarica e strappandole un acuto grido di dolore. Per qualche istante, Eli mantenne l'attacco, e Zadendi si contorse freneticamente nel tentativo di sfuggire a quel tremendo attacco. Finalmente, il Fulmine Magico di Eli si interruppe, e Zadendi cadde con un ginocchio a terra, bruciacchiata e dolorante.

"Uuuugh... maledetta..." ringhiò la ex-sacerdotessa Sarenita, mentre cercava di lanciarsi un incantesimo curativo.

Misia annuì tra sè, pensando che finalmente fosse il momento di farsi avanti. "Adesso basta, Zadendi!" esclamò la femmina di gnomo. "Questa tua odiosa crociata contro la dea che tu stessa una volta onoravi non può continuare!"

Il Figlio Scarlatto ringhiò ferocemente e si scagliò in picchiata contro la biondina per impedirle di parlare... ma Reji intercettò il gargoyle con un colpo del suo bastone da combattimento, che pur non infliggendogli grandi danni lo costrinse ad indietreggiare e a sbattere furiosamente le ali per non cadere a terra. "Hey, balordo con le ali! Non ti intromettere quando la nostra Misia sta parlando!" esclamò la monaca.

Misia rivolse un sorriso di ringraziamento alla sua amica. "Grazie, Reji... tornando a noi, Zadendi... ascoltami, per favore! Comprendo il motivo per cui la tua fede nella divina Sarenrae ha vacillato. Anche gli dei commettono errori, e lei... ne ha commessi. Ma tu stai ascoltando solo una parte della storia. Chi te l'ha raccontata ha volontariamente tralasciato tutto ciò che di buono Sarenrae ha fatto per le genti di Golarion."

"Balle! Non puoi ingannarmi con questa retorica!" replicò Zadendi ansimante, alzandosi sulle gambe non ben ferme. "Ugh... la tua cara Sarenrae... sta solo cercando di ingannarvi! Lei... lei è come tutti gli altri dei! Loro... giocano con le vite dei mortali senza alcuna considerazione! Almeno i demoni sono onesti! Loro almeno ci danno la possibilità di essere liberi dalla schiavitù degli dei!"

"Ti sbagli! I demoni vogliono soltanto farci loro schiavi!" esclamò Nualia con decisione. "Io lo so... come hai detto anche tu, io sono una ex-cultista di Lamashtu, e facevo la sua volontà! Credevo di essere sola, che a nessuno importasse nulla di me... e che solo Lamashtu mi avrebbe potuto dare l'amore e l'affetto che cercavo! Credevo... che avrebbe potuto liberarmi dal sangue angelico che mi porto dentro! Ma poi... poi ho capito che quello che Lamashtu mi offriva non era affetto, ma solo schiavitù... e che avevo ancora delle persone che tenevano a me!"

La aasimar fece un timido sorriso e guardò prima verso Yan e Reji, e poi verso Eli, Misia e Jolan, che le fecero un segno di approvazione. Zadendi manteneva la sua posizione... ma Misia ebbe l'impressione che la ex-sacerdotessa di Sarenrae cominciasse a vacillare nelle sue convinzioni, e che se lei avesse cercato di convincerla, avrebbe avuto delle buone possibilità di indurla alla ragione.

"Per favore, Zadendi... ascoltami. Posso capire come ti senti. Essere mortali significa avere dubbi, farsi domande... anche sbagliare. Nessuno di noi è perfetto." continuò l'oracolo del sole. "E adesso che hai scoperto delle cose sulla divina Sarenrae che ti hanno lasciata sorpresa e sconvolta, tutto quello in cui credevi è stato messo in discussione. E' normale. Sono cose che capitano nella vita di una persona. Ma i demoni cercano di approfittare di questi nostri momenti di debolezza per... Ugh!"

Misia si interruppe di colpo e sgranò gli occhi con un'espressione di puro orrore quando un acuto dolore le esplose nella schiena... e una lama gocciolante del suo sangue emerse dal suo corpo, a metà fra il torace e l'addome! Il resto del suo gruppo, Nualia compresa, restò a guardare senza fiato quello che era successo. Mentre Misia stava parlando con Zadendi, e Yan e Reji tenevano a bada il Figlio Scarlatto, l'iniziata sarenita appena liberata si era avvicinata, e aveva colpito Misia alla schiena con una lama ricurva che aveva estratto dalle vesti!

"Ma... che... cazzo...?" boccheggiò Misia, prima di scivolare a terra in una pozza di sangue sotto gli occhi inorriditi dei suoi compagni, mentre il cosiddetto ostaggio sfoderava un atroce ghigno di vittoria. Una frazione di secondo dopo, la figura dalle vesti stracciate e dal corpo pieno di lividi ondeggiò e poi scomparve... e al suo posto, apparve una figura bellissima e terrificante al tempo stesso!

Una donna talmente bella da mozzare il fiato, che teneva in una mano la scimitarra gocciolante di sangue con la quale aveva trafitto Misia. Le sue forme conturbanti erano avvolte in un attillato costume di cuoio nero che lasciava ben poco all'immaginazione, e le sue gambe lunghe e atletiche erano a loro volta coperte da degli schinieri neri che avvolgevano le cosce e i polpacci come se ci fossero stati dipinti sopra. La sua pelle era bronzea e priva di qualsiasi imperfezione, e lunghi capelli rossi fluivano delicatamente dietro la sua schiena, ma il suo fisico tonico le dava un'aria da guerriera. Tuttavia, questa visione idilliaca era disturbata da alcuni particolari inquietanti: i suoi occhi erano completamente azzurri e privi di pupille, e sembravano emanare una tenue luminescenza nel tempio oscurato; un paio di lunghe corna nere e ricurve fuoriuscivano dalla fronte della donna e si elevavano per diversi centimetri sopra la sua testa; e soprattutto, un paio di grandi ali da pipistrello fuoriusciva dalla schiena della donna, facendo capire subito che non si trattava di un essere di questo mondo...

"Stolti, patetici mortali. Io sono Avalexi, fedele servitrice del divino Shax." si presentò la donna alata con un sorrisetto di superiorità, in piedi sopra il corpo inerte di Misia. La sua voce era incredibilmente calma, melodica e suadente, e suonava quasi come un assolo di musica celestiale... che contrastava con la crudeltà delle sue parole e del suo animo. "Credevate di averci messo all'angolo. Come fugge lo scoiattolo dal serpente, finchè non gli cade in bocca da solo." 

"Una... una succube..." mormorò Nualia con aria sconvolta. "Un demone della lussuria..."

"MISIA!" Eli gridò in preda all'angoscia, correndo verso la sua migliore amica che giaceva a terra inerte e sanguinante. Avalexi non cambiò nemmeno espressione e vibrò un fendente che aprì un profondo taglio nella spalla destra della maga mezzelfa, facendola cadere a terra con un grido di dolore... mentre Jolan cercava di attaccare la donna demoniaca con i suoi pugnali. Avalexi non indossava armature, ma le lame affilate dell'halfling rimbalzarono sul corpo della donna alata come se indossasse una corazza a piastre, ed Avalexi rispose con un calcio poderoso che mozzò il fiato in gola a Jolan! L'halfling barcollò, sputando un fiotto di sangue, mentre il Figlio Scarlatto ghignava sinistramente e si gettava in picchiata contro Yan e Reji, impedendo loro di aiutare i loro compagni. Reji venne afferrata alla gola dal gargoyle scarlatto e lanciata via, atterrando dolorosamente di schiena, mentre il ragazzo tentò un fendente all'ala della bestia, solo per vederselo respinto dagli artigli della creatura.

"Lieta di vedervi, maestra Avalexi." affermò Zadendi con un sorriso di sincera gratitudine.

"Avalexi..." mormorò Yan, mentre si rialzava in piedi dopo aver ricevuto un colpo d'artiglio al torace dal Figlio Scarlatto. "Maledizione, lei è... quella che tira i fili a Zadendi!"

"E noi... ci siamo fatti fregare come dei grulli..." esclamò Reji, rialzandosi a sua volta con un po' di fatica. Il Figlio Scarlatto si gettò di nuovo all'attacco contro i due combattenti indeboliti e li colpì con violenza, facendoli di nuovo cadere a terra.

Eli cercò dolorosamente di strisciare verso Misia - la femmina di gnomo era ancora viva, ma con quella ferita non sarebbe durata a lungo, e Avalexi stava in piedi su di lei, come se sfidasse Eli a cercare di salvarla. Jolan si rialzò a sua volta e tirò fuori qualcosa dalla sua sacca per lanciarla verso la succube...

"Io invoco il potere di Lord Shax, affinchè blocchi il mio nemico e lo renda indifeso!" esclamò Zadendi, lanciando un altro incantesimo. "Blocca Persone!"

La sarenita rinnegata puntò una mano verso Jolan, che stava cercando di colpire Avalexi al fianco con uno dei suoi pugnali. Prima che l'attacco potesse andare a segno, l'halfling si congelò di colpo, rimanendo bloccato con il braccio a metà traiettoria e il volto che esprimeva coraggio e determinazione. Avalexi guardò con sufficienza l'halfling rimasto paralizzato e si avvicinò ad Eli, per poi sollevare la scimitarra. Dal ghigno di sadica gioia dipinto sul volto della succube, Eli non ebbe dubbi sul fatto che Avalexi stava per usarla per tagliarle la testa... o comunque trafiggerla e lasciarla a morire.

"Non sei una sarenita... ma non importa. Sarà comunque piacevole vederti crepare." sentenziò Avalexi. "Addio, maghetta."

La succube sollevò la lama e la calò su Eli...

...ma all'ultimo momento, qualcosa si interpose tra Avalexi e la sua vittima. In un disperato tentativo di salvare la loro amica, Yan e Nualia erano scattati insieme contro la demone, e il ragazzo aveva intercettato il fendente con la sua spada, fissando Avalexi dritta negli occhi con espressione furente! 

"Eli! Raggiungi Misia e cerca di aiutarla! Io mi occupo di questa qui!" esclamò il ragazzo. Avalexi sfoderò un ghigno sprezzante e mise ancora più forza nel braccio con cui reggeva la scimitarra, e per un attimo Yan fu costretto a toccare terra con un ginocchio sotto la forza inaspettata della succube... ma con uno sforzo di volontà, il giovane riuscì a rimettersi in piedi e spingere via la scimitarra di Avalexi. I loro sguardi si incrociarono, e Yan strinse furiosamente i denti mentre si apprestava alla lotta. "Ti rispedirò nell'Abisso con tutte le ossa rotte, puttana demoniaca!"

"Hahahahaaaa! Sì, questo mi piace! Odiami! Detestami! Brama il mio sangue!" rise Avalexi con un ghigno maniacale. "La tua collera è inebriante, ridicolo moccioso! Voglio vedere tutto il tuo odio! Così che il tuo cuore ne grondi quando te lo strapperò dal petto e lo offrirò al divino Shax!"

"Quel bastardo del tuo capo si prenderà da me solo un bel vaffanculo!" esclamò Yan, mettendo tutta la forza che aveva in quel terrificante contrasto.

Nualia, nel frattempo, aveva cercato di raggiungere Misia per tentare di salvarle la vita... ma non aveva ancora fatto i conti con Zadendi, che intervenne per bloccare la aasimar. Un'ondata di energia negativa percosse la ex-cultista di Lamashtu, che si bloccò per un attimo e diede a Zadendi la possibilità di attaccarla. La lama del pugnale magico di Zadendi scattò verso il cuore di Nualia, che reagì in tempo e riuscì a scansare l'attacco, ma non potè evitare alla lama affilatissima di aprirle una dolorosa ferita sotto le costole. Nualia strinse i denti e reagì con un calcio che raggiunse Zadendi allo stomaco, facendola barcollare... ma la ex-sarenita si rialzò rapidamente e lanciò un altro incantesimo.

"Divino Shax! La tua umile servitrice Zadendi ti prega di aiutarla! Concedimi un frammento della tua forza per distruggere i tuoi nemici!" esclamò la mezzelfa criminale. "Arma Spirituale!"

Ci fu un lampo di energia che circondò Zadendi per una frazione di secondo, e Nualia riuscì a vedere il volto di una sorta di mostruoso uccello da preda che si materializzava per una frazione di secondo sopra la figura della sarenita rinnegata. Un istante dopo, due pugnali fatti di pura luce purpurea presero forma e iniziarono a fluttuare sopra la testa di Zadendi, che ghignò sinistramente e mosse una mano verso Nualia. Le due armi fatte di pura energia sfrecciarono verso la aasimar dai capelli bianchi, che usò la sua spada per deviare il primo con un'esclamazione di allarme, e scansò agilmente il secondo. Sentì la lama che le falciava una ciocca di capelli, e cercò di avvicinarsi a Zadendi per attaccarla in corpo a corpo, dove avrebbe avuto un minimo di vantaggio.

Nualia vibrò un fendente, mirando alla gamba sinistra di Zadendi. La cultista di Shax, aspettandosi un attacco al petto, non riuscì a proteggersi del tutto e venne colpita di striscio, una ferita non grave ma senza dubbio dolorosa. Con un'esclamazione, Zadendi fece due goffi saltelli all'indietro, mentre Nualia cercava di difendersi dai pugnali fluttuanti che stavano tornando indietro verso di lei. La aasimar si protesse come poteva dall'attacco, mentre Zadendi, con un ringhio furioso, raddoppiava i suoi sforzi per colpirla al cuore.

"Credi davvero che i tuoi amichetti possano darti quello che cerchi?" esclamò la mezzelfa. "Voi tutti siete soltanto schiavi degli dei, e non ve ne rendete neanche conto!"

"Quello che volevo... era che qualcuno mi volesse bene. Che mi accettasse per quella che sono." replicò Nualia, stringendo i denti quando uno dei pugnali luminosi le strisciò la guancia destra. "Lamashtu... mi ha manipolato... ha usato questo mio desiderio disperato per convincermi a diventare un mostro. E io... ho fatto molte cose di cui adesso mi pento... E adesso, Shax fa lo stesso con te. Vuole alimentare i tuoi dubbi e usarli per farti fare quello che lui vuole!"

Zadendi strinse i denti, non del tutto incredula di quello che la aasimar stava dicendo. "E... E non è lo stesso per tutti gli dei? Per tutti coloro che siedono sui seggi del potere? Sfruttano le emozioni e le convinzioni di chi sta loro attorno per i loro scopi, mentendo spudoratamente sulle loro intenzioni! Sembrano generosi, e in realtà sono egoisti! Sembrano onesti, e in realtà stanno già pensando a come ingannarti! Almeno i demoni non fanno mistero della loro malvagità! Almeno loro concedono libertà di scelta! E io ho deciso che non sarò mai più una schiava di Sarenrae, o degli altri cosiddetti dei del Bene! E se questo vuol dire che mi dovrò schierare dalla parte di quelli che voi definite malvagi perchè la pensano diversamente... allora così sia!"

Nualia fece un'espressione di dolore e compassione. Sì, quella ragazza era come lei. Persa, sola, disperata e confusa, disposta a compiere qualsiasi azione, non importa quanto bassa e spregevole, pur di trovare un senso alla sua esistenza. E adesso... quello che lei poteva fare per Zadendi era convincerla che si era abbandonata troppo presto alla disperazione. Forse c'era ancora la possibilità di salvarla... e ora, quello che Nualia voleva era darle una mano.

"Sì... ti capisco. Comprendo la tua rabbia, la tua confusione... il tuo rancore. Ci sono passata anch'io." affermò. Quando vide Zadendi che serrava gli occhi in un'espressione furibonda ed incredula, Nualia fece un sorriso malinconico e mostrò il suo braccio demoniaco, facendone cadere le fasciature rimanenti. "Lamashtu... mi ha dato questo perchè la servissi. Lei... mi ha promesso che mi avrebbe dato uno scopo. Che mi avrebbe permesso di trovare un senso alla mia vita... ma no, tutto quello che voleva da me era che io la servissi. Usarmi come una pedina, e poi gettarmi via. Ma ero talmente disperata che non riuscivo a rendermene conto. Per me... qualsiasi amico era meglio che nessuno!"  

Zadendi strinse i denti, rendendosi conto di non avere la risposta pronta come avrebbe voluto...

"Quando... quando Yan mi ha fatto capire che aveva ancora fiducia in me, malgrado tutto quello che avevo fatto... mi sono resa conto della follia di cosa stavo facendo!" continuò Nualia con voce rotta dall'emozione, mentre guardava con crescente angoscia verso il corpo inerte di Misia. Vide i pugnali di luce di Zadendi che tornavano indietro, e si staccò da Zadendi per evitarli, ma uno di essi riuscì a ferirla ad un fianco. "Ugh! La mia amica... lei mi ha raccontato la storia di Sarenrae... Avalexi, o chi per lei, ti ha raccontato solo una parte della verità!"

"E... e come faccio a sapere che non sei tu quella che mi sta ingannando?" esclamò Zadendi, ormai in preda alla confusione. "Lo... lo stai dicendo soltanto per farmi abbassare la guardia, vero? Io... io non posso..."

Reji, nel frattempo, era riuscita a prendersi un istante di tempo per tirare il fiato. Un colpo ben assestato riuscì a far barcollare il Figlio Scarlatto per un attimo, consentendo alla monaca di riprendere le distanze e alzare la guardia. Con un ringhio feroce, il gargoyle demoniaco ripese quota e si gettò in picchiata, puntando una mano artigliata verso la gola di Reji... ma questa volta, la ragazzina era preparata e riuscì a scansare il colpo. Il Figlio Scarlatto riprese quota troppo rapidamente perchè Reji potesse rispondere, ma ormai lei era riuscita a rendere le misure del suo avversario, ed era pronta a controbattere efficacemente all'attacco successivo... che in effetti non tardò ad arrivare.

Il Figlio Scarlatto eseguì una cabrata, mostrando notevole agilità anche in quegli spazi angusti, e si lanciò di nuovo in picchiata... e Reji, calcolando i tempi con precisione letale, spiccò un salto ed eseguì una capriola all'indietro, scalciando con entrambe le gambe e colpendo il mostro alato alla testa e al volto! Con un grugnito di dolore e sorpresa, il Figlio Scarlatto venne scagliato indietro sbattendo le ali alla rinfusa... e Reji approfittò di quel momento per agguantare il mostro. Gli afferrò la coda e, facendo appello a tutte le sue forze, lo scaraventò via, mirando dritto a Zadendi che ancora cercava di impedire a Nualia di soccorrere Misia ed Eli. Quando la sarenita rinnegata si rese conto del pericolo, era già troppo tardi, ed ebbe soltanto il tempo di sgranare gli occhi incredula prima che il massiccio gargoyle si schiantasse su di lei, scaraventandola di lato e lasciandola a terra intontita! Nello stesso momento, le armi spirituali che Zadendi aveva creato scomparirono nel nulla in uno sbuffo di fumo violaceo. Nualia emise un'esclamazione di sorpresa, e guardò verso Reji, che le fece il segno dell'okay per dirle che era il momento giusto per raggiungere le loro compagne.

La aasimar non se lo fece dire due volte. Con tutta la velocità di cui era capace, Nualia raggiunse la mezzelfa maga e la femmina di gnomo, entrambe a terra. Eli cercava come poteva di prestare aiuto a Misia, ma la ferita era seria, e la perdita di sangue non si fermava.

"Eli!" esclamò Nualia.

Di fronte all'incombente morte della sua migliore amica, ogni parvenza di razionalità era scomparsa da Eli, che sembrava sul punto di soccombere ad un attacco di panico. "Io... io... ci sto provando, Nualia! Ma.... non ce la faccio... io... io non sono... una guaritrice!" balbettò la maga. "No... no, Misia, no! Non morire, ti prego! Qualcuno... qualcuno ci aiuti! Io... Io... io non ce la faccio!"

"Misia!" esclamò Nualia, chinandosi sul corpo della femmina di gnomo, e rendendosi conto che ormai non ne aveva per molto. "No... no, Misia, io... non lascerò che tu muoia! SVegliati, Misia, ti prego!"

La ex-cultista demoniaca chiuse gli occhi e tentò di concentrarsi. Era pur riuscita a incanalare energia positiva per curare le ferite di Yan non molto tempo prima... come aveva fatto? Nella frenesia di quel momento, Nualia cercò di concentrarsi e ricordare come ci era riuscita. In quel momento, la vita o la morte di Misia dipendevano da questo.

"Sarenrae... Divina Sarenrae, ti supplico... So di non essere degna dei tuoi miracoli..." mormorò, tenendo la mano tremante sul corpo di Misia. "Ma... io non lo chiedo per me... è per la mia amica... lei... non merita di morire in questo posto orribile... lei è una persona migliore di quanto... potrei mai essere io... e io non posso... non posso lasciarla morire!"

La mano di Nualia cominciò a brillare, emanando una tenue ma calda luce bianca... e una lacrima scese dai suoi occhi. "Io sono l'unica qui... che possa fare da tramite per il tuo potere... Divino Fiore del Mattino, ti supplico... concedimi di salvare la vita della mia amica... e risparmia ai miei compagni di dover piangere la sua fine..."    

E, un attimo dopo, il miracolo avvenne.

L'energia positiva che si era accumulata nella mano di Nualia straripò, come un fiume che aveva rotto gli argini, e fluì vigorosamente nel corpo di Misia. La ferita mortale che Avalexi le aveva inferto cominciò immediatamente a rimarginarsi, e persino il sangue che aveva perso tornò indietro e venne riassorbito dal piccolo corpo della biondina. Nel giro di pochi secondi, la lesione si era chiusa abbastanza da permettere a Misia di riprendere conoscenza, e infatti Misia riaprì gli occhi con espressione stupita.

"M-Misia?" chiese Eli in un misto di sorpresa e sollievo.

L'oracolo si toccò il punto in cui era stata colpita e sbattè gli occhi mentre riprendeva a muoversi. "I-io... che cosa... mi hanno trafitto... sono... sono ancora viva?" mormorò. Finalmente, la vista le si schiarì abbastanza da permetterle di vedere Nualia ed Eli che le stavano addosso, guardandola con sollievo. "Ragazze... voi... come avete fatto a..."

"Misia!" esclamò Eli, abbracciando la sua amica tra lacrime di gioia. "Meno male, sei salva! Credevo che ti avrei perso! E'... è stata Nualia a salvarti, sai? Lei... lei è riuscita a lanciare un incantesimo curativo... ed ora eccoti qui!"

La biondina restò ancora ferma un attimo per riprendersi del tutto. Infine, alzò lo sguardo e sorrise a Nualia in segno di gratitudine. "Grazie... grazie ancora, Nualia. Sarei stata persa... senza il tuo aiuto."

"Io... ho solo fatto... quello che dovevo..." rispose Nualia con evidente sollievo. "Sarenrae... la divina Sarenrae... ha risposto alle mie preghiere... è lei che dobbiamo ringraziare." Ma pochi istanti dopo, l'attenzione della aasimar tornò allo scontro che infuriava ancora. Il Figlio Scarlatto si era ripreso e aveva di nuovo attaccato Reji, mentre Yan ed Avalexi stavano duellando furiosamente... e Zadendi era a terra priva di sensi. Jolan era ancora sotto l'effetto dell'incantesimo Blocca Persone di Zadendi, e non sarebbe stato in grado di dare una mano. "Misia, ascolta... quell'iniziata che credevamo di aver salvato... era in realtà una succube sotto mentite spoglie. E' quella lì che ti ha colpito, e che ora sta combattendo con Yan!"

Con un ringhio rabbioso, Yan spinse via Avalexi e sferrò un colpo di spada, che la succube non riuscì ad evitare del tutto - la lama raggiunse al braccio destro la demone, aprendole un taglio da cui uscì un fiotto di icore nero simile a pece. Come stimolata dalla ferita, Avalexi saltò all'indietro e si rimise in guardia, leccandosi le labbra in maniera inquietante.

"Ooooh... interessante! Vedo che non sei tutto chiacchiere, mortale!" sibilò malignamente. "Tuttavia, ora mi sono stancata di giocare. E' giunto il momento di finirti!"

La succube pronunciò una parola nella gutturale lingua dell'Abisso, e la lama della sua scimitarra venne improvvisamente avvolta da una fiammata rossa che ardeva senza fondere l'acciaio nè intaccare l'elsa. Ghignando, Avalexi si fece avanti e sferrò un fendente, che Yan riuscì ad evitare per un pelo con un movimento rapido e scattante. "Hahahahaaaa! Che ne dici di questa scimitarra fiammeggiante, moccioso imbelle? Proprio adatta, per me che porrò fine alla luce di Sarenrae qui a Magnimar, no?"

Avalexi sferrò un poderoso fendente ad arco, dall'alto verso il basso, e Yan riuscì ancora una volta ad evitarlo per un soffio. La lama fiammeggiante passò vicina al torace del ragazzo,  scavando un solco dai bordi frastagliati sul pettorale in acciaio che indossava... e Yan strinse i denti e cercò di allontanarsi, in modo da trovare un punto debole nella guardia della demone. Ma Avalexi avanzava senza tregua, e ad ogni suo fendente, Yan sentiva un'ondata di aria calda sbattergli sulla faccia. La succube ghignava con evidente gioia sadica, divertendosi a giocare con il suo avversario come il gatto con il topo.

"Ormai per voi è finita." sentenziò Avalexi. "Mi mancano solo due cuori per compiere il rituale. E il primo lo prenderò alla vostra amichetta! Ormai sarà già morta stecchita!"

Yan provò un brivido di orrore all'idea che Misia potesse essere morta... ma strinse i denti e decise di credere che non fosse ancora troppo tardi per lei. "Tsk... Misia non morirà così facilmente! E comunque... ti manca ancora un cuore, no?"

"Oh, no, quello ce l'ho già!" sghignazzò la demone. "La mia cara Zadendi sarà l'ultima che sacrificherò al divino Shax per dedicare a lui questo santuario! Così, il mio signore si impossesserà di Magnimar, e io lo servirò come oscuro riflesso della vostra insipida dea del sole!"  

"Tu dici? Io credo proprio di no!"

Una voce femminile cristallina e decisa colse di sorpresa Avalexi, e un lampo bianco illuminò il santuario. L'aria di superiorità della demone svanì all'istante mentre si voltava di scatto, con una smorfia di incredulità stampata su quel volto attraente e crudele. Pur ancora barcollante, Misia si era rialzata e aveva alzato una mano per lanciare un incantesimo di incredibile potenza. La biondina era avvolta da una radianza sacra, le vesti e i capelli che si agitavano come sospinti da un vento magico, e i suoi occhi brillavano di luce argentata.

"COSA?" ringhiò Avalexi, schermandosi gli occhi con il braccio libero e stringendo i denti come se la luce le provocasse dolore fisico. "Tu, maledetta... come hai potuto? Ero... ero sicura che stessi morendo! E voi non avete altri guaritori!"

"Non ne avevamo, infatti. Fino a pochi attimi fa." rispose Eli, indicando Nualia con un sorriso e un cenno della testa. La aasimar non disse nulla, e annuì in direzione di Avalexi, che grugnì rabbiosamente e mosse un passo verso la femmina di oracolo...

E si ritrovò all'improvviso con una spada gocciolante di icore nero che le spuntava dal torace! Furiosa ed incredula, la succube voltò la testa e incrociò lo sguardo di Yan, che le rivolse un sorrisetto di scherno.

"Che incredibile dimostrazione di leggerezza." affermò il ragazzo. "Distrarsi mentre si combatte contro di me. Adesso, Misia!"  

"Con piacere." rispose l'oracolo del sole. "Demone! Tu brucerai nella luce della verità di Sarenrae per gli orrendi crimini che hai commesso! Sacra Punizione!"

L'energia sacra che si era raccolta attorno a Misia esplose all'improvviso e investì Avalexi, che lanciò un urlo agghiacciante e si contorse come se la stessero torturando a morte. Anche il Figlio Scarlatto, ancora impegnato a combattere con Reji , ringhiò di dolore quando la scarica di potere benefico lo colpì di striscio... ma la succube fu quella che ne risentì di più.

"AAAAAAAAAH!" stridette Avalexi, divincolandosi dalla lama di Yan e facendo cadere a terra la sua scimitarra fiammeggiante, mentre scariche di luce bianca e dorata percorrevano la sua pelle. "No! No! Maledetti vermi! Non potete farmi questo!"

Vedendo la sua padrona in tali condizioni, il Figlio Scarlatto spalancò gli occhi e, dopo un istante di esitazione, si scagliò furiosamente contro Reji, nel tentativo di finirla il prima possibile. La ragazzina Tian non si fece cogliere di sorpresa e fece un'agile capriola all'indietro che le permise di evitare gli artigli del mostro alato. Poi, chiamò a raccolta tutte le sue forze e scattò in avanti, chiudendo la distanza con il gargoyle in un batter d'occhio. Prima che il mostro potesse attaccarla ancora, Reji lo colpì alla bocca dello stomaco con un pugno avvolto da una scintillante aura energetica! Il Figlio Scarlatto spalancò gli occhi e si piegò in due, stordito... e la monaca sferrò una poderosa raffica di colpi che si abbatterono uno dopo l'altro sul gargoyle. Un ultimo colpo si abbattè sul suo torace e penetrò letteralmente nel corpo muscoloso della creatura, che lanciò un ringhio di dolore e si schiantò al suolo un istante dopo.

Con un brivido violento, il Figlio Scarlatto morì.

"Uff... certo che eri resistente, brutto bastardo." commentò la ragazzina. "Beh, adesso mi sembra che resti soltanto la tua padrona... e neanche lei per molto."

Barcollante, Avalexi si appoggiò ad una colonna portante e alzò lo sguardo furiosa verso il gruppo di Pathfinders che avanzava verso di lei, Yan con la spada sollevata, ed Eli e Misia pronte a lanciare un altro incantesimo. La situazione si era ribaltata... e la succube non pensava che fosse più tanto divertente quando era lei ad essere in difficoltà. L'incantesimo Sacra Punizione di Misia l'aveva seriamente danneggiata... e la succube sapeva fin troppo bene che non era il caso di tornare da Shax con un fallimento.

"Maledetti... maledetti mocciosi... come avete osato..." sibilò, tenendosi una mano sulla ferita al torace che Yan le aveva inflitto, dalla quale continuava a sgorgare un liquido nero che aveva ben poco di naturale.

"Qui l'unica maledetta sei tu." esclamò Eli. Con la lancia ben stretta tra le mani, la maga mezzelfa si avvicinò, decisa a prendere vendetta su Avalexi per quello che aveva fatto a Misia. "Ora pagherai per tutto!"

Eli vibrò un affondo, mirando al torace della succube... ma quest'ultima aveva ancora una carta da giocare. Gli occhi di Avalexi si illuminarono per un attimo, e la demone scomparve davanti agli occhi della giovane maga, la cui arma fendette soltanto l'aria. Eli strinse i denti e frenò il proprio impeto appena in tempo per non cadere a terra. Afferrò la sua lancia con entrambe le mani, e guardò rabbiosamente il punto in cui Avalexi era scomparsa.

"Teletrasporto." spiegò Eli ai suoi compagni. "Temo... che non l'abbiamo vista per l'ultima volta."

"Non importa. Vorrà dire che ci terremo pronti per quando tornerà. E non ci coglierà di sorpresa questa volta." affermò Yan con un sospiro di sollievo.

In quel momento, l'effetto di paralisi su Jolan si esaurì finalmente, e l'halfling barcollò in avanti con un'espressione sorpresa ed infastidita, ma si rimise in equilibrio rapidamente e scosse la testa per schiarirsela. "Aaaah! Cavolo, finalmente riesco a muovermi! Scusate, ragazzi, non sono stato per niente utile..."

"Jolan! Bentornato tra noi!" lo salutò Reji con un sorriso cordiale.

La guida halfling ridacchiò e si sgranchì una spalla. "In realtà ero consapevole di tutto quello che mi accadeva attorno... ma non potevo muovere un muscolo. Non è stata una bella sensazione, credetemi." commentò. "Tuttavia... ho potuto vedere quello che è successo... e ho visto che la nostra Nualia ha fatto un gran bel lavoro!"

L'halfling si voltò verso Nualia e fece il segno dell'okay. "Sei stata grande, Nualia. Senza di te... avremmo fatto un brutta fine, temo." affermò.

"Già... grazie di nuovo, Nualia! Mi hai salvato la vita." rispose la femmina di gnomo. Misia si era seduta per terra per prendere fiato, ancora indebolita e con il fiato corto, ma riuscì a rivolgere alla aasimar un'espressione di gioia e gratitudine. Davanti a quel gruppo di persone che si congratulavano con lei e la ringraziavano, Nualia non potè fare a meno di provare un misto di imbarazzo ed orgoglio, guardandosi la mano dalla quale aveva lanciato l'incantesimo curativo che aveva salvato Misia. "E' proprio così, Nualia. Sarenrae ha scelto te... e io non avrò la presunzione di voler capire la sua volontà, ma credo che abbia visto che il tuo desiderio di redimerti è sincero."

"Io... ho semplicemente voluto difendere i miei amici... coloro che mi hanno dato fiducia, anche quando credevo di non meritarla..." rispose Nualia, con Yan che si sedeva al suo fianco e le metteva una mano sulla spalla in segno di cordialità. "Grazie... grazie a tutti voi!"

Reji annuì soddisfatta, poi volse la sua attenzione a Zadendi, ancora stesa a terra. La ex-sarenita stava cominciando a riprendere i sensi, mugugnando per il dolore alla testa. "Bene, credo che adesso ci sia qualcun altro di cui dobbiamo occuparci." affermò la monaca.

"Uuuugh... che diavolo..." mormorò Zadendi. Scosse la testa per mandare via il tintinnio che le risuonava nelle orecchie, poi alzò lo sguardo... e, con suo grande scorno, vide il gruppetto di avventurieri riunito vicino a lei, con il Figlio Scarlatto a terra privo di vita, ed Avalexi che non si vedeva da nessuna parte.

"No... no, non è possibile... maestra Avalexi..." mormorò la mezzelfa criminale. Un attimo dopo, si voltò verso il gruppo di Pathfinders, e rivolse uno sguardo colmo di odio ad Eli. "Voi! Voi! Come avete potuto? Avete rovinato tutto! La maestra Avalexi è... è..."

"Se n'è andata via, lasciandoti da sola." affermò Yan scuotendo la testa. "E non è tutto. Ha detto che avrebbe sacrificato te per ultima. Una volta raccolti tutti i cuori che le servivano, avrebbe usato il tuo per completare il rituale e dedicare questo santuario a Shax."

Zadendi rabbrividì, e il suo volto perse quasi del tutto il suo colore. "Che... che cosa? No... no, tu stai mentendo!" esclamò. "La... la maestra Avalexi... aveva detto che... che... sarei diventata il suo braccio destro... che... avrei guidato il culto del divino Shax assieme a lei..."

"Ovviamente mentiva. Cosa puoi aspettarti da un demone?" disse Misia con un sospiro, appoggiando gentilmente una mano sulla spalla di Zadendi. La feroce assassina di sareniti ora non le sembrava nient'altro che una ragazzina sperduta e confusa. "Ti stava soltanto usando. Ti ha ingannata. Ti ha raccontato quello che voleva riguardo gli errori dei nostri dei, in modo da far sembrare i principi abissali come la scelta migliore. Ma Sarenrae non volta le spalle a noi mortali. Lei capisce che noi mortali sbagliamo. Si rende conto che anche lei ha commesso i suoi errori, ed è sempre pronta ad offrire a chi se ne rende conto un'altra possibilità."

"E' la stessa cosa che è successa a me." disse Nualia, avvicinandosi a Zadendi, che la guardava con un misto di paura e confusione. "Anch'io ho creduto alle lusinghe dei demoni, e ho fatto delle cose che hanno segnato la mia anima. Nulla potrà cancellare le cose terribili che ho commesso... ma almeno mi sono fermata in tempo, grazie a una persona che mi voleva bene..." Rivolse uno sguardo di gratitudine a Yan, che sorrise con approvazione. "E ora... ora almeno sono convinta di poter diventare una persona migliore di quella che ero una volta. E credo... che la divina Sarenrae voglia offrire anche a te questa possibilità."

"No... no, non posso crederci... io... io..." balbettò Zadendi. Le certezze che si era ricostruita erano crollate come un castello di sabbia, lasciandola incredula e sconvolta... e quando realizzò finalmente che Avalexi l'aveva tradita ed abbandonata, ogni resistenza venne meno. La mezzelfa lanciò un grido angosciato e sbattè i pugni sul terreno, per poi scoppiare in singhiozzi. "NOOOO! Io... io... che cosa... ho fatto... tutto... tutto questo... per niente... per niente..."

"Forse non è stato per niente." disse Yan, chinandosi vicino a Zadendi per cercare di darle un po' di conforto. "A volte, impariamo più dai nostri errori che da qualsiasi altra cosa... e sta a noi fare in modo che le nostre esperienze diano frutto."

"E' vero." rispose Reji, rimettendosi a posto i capelli con un gesto della mano. "E oggi... abbiamo combattuto tutti con valore. E' stata una bella lotta... ora raccogliamo tutto quello che ci serve, e portiamo via Zadendi da questo posto. La sergente Kasadei e i suoi valorosi uomini ci aspettano al piano di sopra."

Nualia sospirò e aiutò Zadendi a rialzarsi. Il suo sguardo si posò sulla scimitarra che Avalexi aveva usato nello scontro, che ora giaceva a terra inerte, le fiamme ormai spente. La aasimar si chinò a raccoglierla e se la assicurò dietro la schiena, con il presentimento che le sarebbe servita, presto o tardi.

La battaglia si era conclusa, e una terribile minaccia era stata estirpata da Magnimar.      

 

 

oooooooooo

 

CONTINUA...        

                   

 

    

        

 

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Capitolo 48
*** Magnimar in pace ***


Pathfinder: L'Ascesa dei Signori delle Rune

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 45 - Magnimar in pace

 

Quando il gruppo di Eli tornò dalle catacombe, piuttosto malconci ma vincitori e con una Zadendi legata e sconfitta al seguito, ricevettero gli applausi della sergente Kasadei e del resto dei soldati che erano venuti con lei per fare da supporto. Alla fine, il loro intervento non era stato necessario, ma la cosa non dispiaceva loro - alla fine, il caso del serial killer di sareniti si era risolto per il meglio - anche se Misia aveva rimediato una vistosa cicatrice che probabilmente non sarebbe mai svanita del tutto. I soldati della guardia cittadina di Magnimar applaudirono con evidente sollievo quando videro il gruppo che tornava vittorioso, e Kasadei in persona andò a congratularsi con Eli.

"Ottimo lavoro. Avete fatto più del dovuto per mettere fine a questo incubo." affermò la sergente mentre stringeva la mano alla giovane maga, che replicò con un cenno della testa che esprimeva al tempo stesso sollievo e stanchezza. Poi, Kasadei rivolse la sua attenzione a Zadendi, che restava ferma dov'era, a testa bassa, con espressione esausta e sconfitta. "Molto bene. Con l'autorità che mi compete come sergente della guardia cittadina di Magnimar, dichiaro in arresto Zadendi Serina con l'accusa di omicidio volontario plurimo. Verrà processata e giudicata in base alle leggi di Magnimar e in concomitanza con la chiesa di Sarenrae che lei ha abbandonato."

"Se posso fare una richiesta, a nome mio e del resto dei miei compagni..." esordì Eli, incrociando lo sguardo di Yan che le fece un gesto di approvazione. "Vorrei chiedere clemenza nei confronti di Zadendi. Riteniamo che, per quanto gli omicidi siano effettivamente stati commessi da lei, Zadendi sia stata plagiata dalla vera leader del culto di Shax, una succube di nome Avalexi."

Zadendi alzò lo sguardo, e la sua espressione sconfitta ed apatica sembrò illuminarsi almeno un po'. Aveva sentito bene? Quelle persone stavano parlando in sua difesa?

"Una succube? Dite davvero?" chiese Kasadei incredula. "Vi renderete conto che questa vostra affermazione è... alquanto audace, e non posso credervi a prescindere."

Misia annuì con decisione. "Ce ne rendiamo conto. E' per questo che chiediamo di essere in seguito interrogati tramite la magia."

"Vorremmo fare almeno questa deposizione in favore di Zadendi, in modo che non le venga data la pena di morte, e abbia la possibilità di redimersi dei suoi peccati." continuò Yan.

Nualia non potè fare a meno di sorridere commossa. "Io ho avuto la fortuna di ricevere una seconda possibilità, quando Yan e i suoi compagni avevano tutto il diritto di giustiziarmi per quello che avevo fatto." affermò. "Mi sembra giusto che anche Zadendi riceva la stessa possibilità che ho avuto io.". Tra sè, Nualia pensò che sarebbe stata anche una consolazione, dopo che non era riuscita a salvare Tsuto dal destino infausto a cui lei stessa lo aveva avviato.

"Io... non capisco... voi... fareste davvero questo... per me?" mormorò Zadendi, finalmente ritrovando la parola dopo essere rimasta così a lungo in silenzio. "Perchè...? Per quale motivo? Eppure io ho cercato di uccidervi... e ho ucciso delle persone della mia vecchia fede..."

"Perchè pensiamo che meriti una seconda possibilità. E perchè Sarenrae predica di cercare la redenzione per coloro che possono averla." affermò Misia. "Se possiamo evitare di spargere sangue inutilmente, io dico che dovremmo cogliere al volo questa possibilità. In questo modo, ci potrà essere un lieto fine per più persone... anche per te, quando avrai scontato la tua pena."

Kasadei annuì lentamente, colpita dal discorso. "Sì, mi sembra corretto. Va bene, terremo conto delle vostre testimonianze. Vi chiedo solo di tenervi disponibili in questi giorni. Anche perchè vi dobbiamo una giusta ricompensa per aver impedito ulteriori delitti." affermò. "Magnimar sarà sempre in debito con voi per la vostra collaborazione... grazie di tutto, e permettetemi di guidarvi fino alla vostra locanda. Mi sembra davvero il minimo, dopo tutto quello che avete fatto per noi."

"Heh... io temo di non essere riuscito a fare granchè, in questo caso..." affermò Jolan. Ruotò la spalla, come se volesse assicurarsi di potersi ancora muovere bene dopo aver subito quell'incantesimo Blocca Persone. "Cercherò di fare meglio la prossima volta."

"Cambiando argomento..." continuò Nualia. La ex-cultista di Lamashtu prese la scimitarra che era stata di Avalexi, mostrandola a Kasadei. "La succube che guidava i servitori di Shax usava questa come arma. Credo che appartenga alla chiesa di Sarenrae."

"Ah, quella." disse Kasadei. "Va bene, per il momento la terremo noi. Vi ringraziamo per averla recuperata. Se quest'arma fosse rimasta in mano ai servitori di Shax, sarebbe stato deleterio per il morale della chiesa del Fiore del Mattino."

Nualia consegnò l'arma magica a Kasadei, che la prese con sè mentre riprendeva a guidare il gruppo di Eli verso la Taverna della Zanna...

 

oooooooooo

 

L'atmosfera che regnava alla Taverna della Zanna, quella sera, non poteva che essere definita di festa e celebrazione!

"E ora, signore e signori clienti..." disse l'ostessa Mamma Grottle, una donna anziana ma ancora robusta e in buone condizioni di salute, sollevando un boccale di birra. "Un brindisi agli eroi di Magnimar! Può sembrarvi incredibile... ma questi baldi giovani hanno risolto il caso degli omicidi di sareniti, e hanno mandato all'aria un complotto che avrebbe incasinato per bene la nostra gloriosa città! Per Yan Gudril, Eli Clerks e i loro compagni... Alla salute!"

"ALLA SALUTE!" esclamarono gli avventori, quasi ad una sola voce! La grande sala risuonò del rumore dei boccali che si scontravano tra loro e delle risate dei presenti, e Yan per primo alzò il boccale e prese un bel sorso di birra di malto.

"Grazie! Grazie! E' stata una battaglia come poche altre che abbiamo affrontato!" esclamò Reji, già un po' rossa in volto dopo soltanto due generosi sorsi di birra. "E dobbiamo ringraziare soprattutto la nostra Misia e la nostra Nualia per questa vittoria! Anche se ognuno ha fatto la sua parte!"

"E propongo un brindisi anche per la sergente Kasadei e i suoi valorosi soldati!" esclamò Eli con entusiasmo. "Loro ci hanno aiutato e hanno fatto in modo che potessimo mettere all'angolo i capi di questi infami complotti!"

"Alla salute dei difensori di Magnimar!" concluse Jolan. Si versò un altro po' di birra e ne tracannò una sorsata, con una tale foga che un po' di birra gli si riversò sul viso, facendolo tossire e sputacchiare. Misia scoppiò a ridere e cercò di prendere a sua volta un sorso di birra...

Purtroppo per lei, i suoi poteri di oracolo scelsero proprio quel momento per manifestarsi, e il boccale le sfuggì di mano e le si rovesciò sulla testa!

"Gah! Pfffft..." La biondina cercò come poteva di pulirsi il viso con le mani, e scoppiò a ridere ancora grondante di birra. "Hahahaaaa! Forse oggi ho imparato qualcosa! L'ilarità può essere un'arma a doppio taglio!"

Un'altra risata collettiva riecheggiò nella taverna, e la serata venne nuovamente vivacizzata dai rumori della festa. Yan prese un altro senso di birra, poi si sedette a fianco di Nualia, che sembrava sentirsi un po' fuori luogo in quell'atmosfera di gioia e di celebrazione. La aasimar dai capelli bianchi sorrideva, ma la sua era un'espressione di incertezza e di esitazione.

"Hey, Nualia, tutto a posto?" chiese Yan, sedendosi accanto alla sua amica d'infanzia ritrovata. "Ti senti bene? Non è che hai ancora qualche strascico della battaglia?"

Nualia si riavviò i capelli con un gesto imbarazzato. "Ah... no, no, va tutto bene... non sono esattamente abituata a tanto caos e rumore, ma... sono contenta che siamo qui, e ci siamo tutti!" affermò.

"E' stato anche grazie a te." affermò Eli con tono riconoscente. "Per... per un attimo ho davvero avuto paura che Misia... dovesse morire... Se... se siamo ancora qui, tutti quanti, è perchè tu le hai salvato la vita."

"Già... ti devo la vita, Nualia." rispose la femmina di gnomo, cercando come poteva di ripulirsi dalla birra. Mamma Grottle le passò un altro boccale di peltro ricolmo di birra, e Misia lo sollevò e prese un buon sorso, per poi ripulirsi la bocca con il dorso della mano. "Ho rischiato davvero grosso, questa volta... io sono convinta che Sarenrae abbia ascoltato le tue preghiere, perchè ha capito che vuoi davvero cambiare. Credo... che il Fiore del Mattino abbia voluto dirti che sarai sempre la benvenuta tra i suoi fedeli, e che sarà contenta di conferirti il suo potere se vorrai continuare a percorrere la via della luce e della redenzione."

"Se è vero quello che dici, Misia... allora io sono disposta a votarmi a Sarenrae." rispose Nualia, sentendosi soddisfatta e consolata come raramente le era successo in vita. "E' stata lei a mostrarmi che, anche se non potrò mai cancellare quello che ho fatto, ho ancora tempo per fermarmi e per cominciare a fare del bene al prossimo. Mi sembra... il minimo che io possa fare per sdebitarmi con lei e continuare ad aiutarvi."

"Mi fa piacere sentirtelo dire, Nualia... e ti auguro buona fortuna!" rispose Yan, e con un braccio cinse gentilmente le spalle della ex-cultista. "E ricorda che ci siamo sempre, se hai bisogno di una mano o di un consiglio."

Nualia chiuse gli occhi e sorrise commossa, quasi non osando credere che la sua vita fosse arrivata a questo punto, dopo tutte le sofferenze della sua infanzia e le cose terribili che aveva fatto per cercare di sfuggire alla maledizione che credeva di avere addosso. E adesso, soltanto qualche settimana dopo aver rinunciato al culto di Lamashtu... stava venendo accolta dal Fiore del Mattino come sua sacerdotessa. Se ai tempi le avessero detto che sarebbe andata così, Nualia non ci avrebbe mai creduto...

Una cosa era certa, quella notte non sarebbe stata tormentata dagli incubi...

 

oooooooooo

 

La festa era durata fino a notte fonda, e solo allora il gruppo di coloro che ormai si erano guadagnati la fama di eroi di Magnimar aveva potuto ritirarsi nelle loro camere. Reji era crollata sul letto senza neanche svestirsi e aveva cominciato quasi subito a ronfare, e anche Eli e Misia si erano tenute sveglie soltanto il tempo di cambiarsi, augurare la buona notte e infilarsi sotto le coperte. Nualia, ancora emozionata per gli eventi della giornata, ci aveva messo un po' di tempo a prendere sonno, ma questa volta lo aveva fatto nella consapevolezza che non ci sarebbero stati altri sogni come quello della notte precedente...

Tuttavia, la giovane aasimar era riuscita solo da poco ad addormentarsi, prima di trovarsi nello stesso tunnel oscuro del suo incubo precedente. Sorpresa ed allarmata, la giovane si era messa subito sul chi vive, immaginando che ancora una volta l'ombra del suo odiato padre adottivo si sarebbe manifestata per biasimarla. Questa volta, Nualia sapeva cosa rispondere alle sue accuse...

Nualia restò paziente ad attendere. Entro breve, sarebbe arrivato... e infatti, ecco che cominciò a sentire quel familiare suono di passi, e una familiare figura che si avvicinava claudicante, curva sotto il peso degli anni, ma con quel cipiglio severo ed inflessibile che lei conosceva fin troppo bene.

Ezakien Tobyn, la pelle grigia e rugosa come pergamena, il volto ancora segnato dalla morte che lo aveva colto per mano della figlia adottiva, si avvicinò a Nualia, che questa volta non mostrò alcuna esitazione e sostenne il suo sguardo accusatorio. Ormai solo pochi passi separavano il vecchio e la aasimar, che restarono fermi a guardarsi senza muovere più un altro passo.

"Sei ancora qui, padre." affermò Nualia, rompendo finlmente quel teso silenzio. La aasimar sospirò, e abbassò la testa. "Beh, in effetti ci speravo. Perchè ho una cosa molto importante da dirti."

Ezakien non battè ciglio, e attese di sentire cosa avesse da dire la aasimar dai capelli bianchi. La sua espressione accigliata si fece improvvisamente sorpresa e quasi delusa quando Nualia abbassò la testa e si inchinò umilmente, con il chiaro intento di scusarsi per le sue azioni. "E cioè... che mi dispiace. Quello che ho fatto non ha scusanti. Anche se provavo rancore, e ne provo ancora, verso di te per come mi hai trattato, la mia reazione è stata sbagliata, come quello che ho fatto in seguito. E passerò il resto della mia vita a cercare di scontare il male che ho fatto."

"Tsk... e credi che questo ti valga il perdono, Nualia?" ribattè Padre Ezakien con rabbia, tenendo il suo sguardo gelido sulla figlia adottiva. "Io ti ho raccolta, nutrita, ti ho dato un futuro e ti ho preparata a diventare una servitrice della divina Desna... e tu mi hai ricompensato con slealtà e morte. Ti sei votata ai demoni dell'Abisso... e poi, quando hai incontrato di nuovo quel tuo amichetto che ti ha trascinata fuori dalla retta via, hai pensato che ti sarebbe convenuto di più, e hai deciso di andare con lui. Sei una delusione, Nualia. Sei corrotta. Malvagia. Sei già condannata, quindi perchè ti ostini a cercare di scontare i tuoi peccati?"

"Immaginavo che avresti risposto così, padre." rispose Nualia, senza più esitazioni. "E' vero. Non potrò mai cancellare tutto il male che ho fatto. E non pretendo di essere perdonata. Tutto quello che posso fare ora è vivere la mia vita il meglio possibile, non fare più del male a nessuno, e anzi prodigarmi per chi mi sta attorno. In particolare per Yan e i suoi amici, che hanno avuto fiducia in me."

"E tu tradirai la loro fiducia!" ribattè Ezakien con rabbia. "Ormai è troppo tardi per te! Il tuo amichetto e i suoi compagni si illudono! Tu li stai illudendo! Smettila di fare finta, Nualia! Tu sei malvagia! Ormai mi è tutto chiaro... non c'è più speranza per te!"

"Puoi pensarla come vuoi su di me, padre. Ormai non mi interessa più quello che pensi di me. Ho capito già da tempo che non mi guadagnerò mai il tuo affetto... il tuo vero affetto." rispose lei. "Ma questo non mi impedirà di seguire la mia strada. E le tue parole sono soltanto questo, parole. La verità dipenderà unicamente da quello che io farò di questa seconda possibilità che ho avuto la fortuna di ricevere."

"E' PROPRIO COSI'. QUESTO E' QUELLO CHE SPERAVAMO DI SENTIRE."

Nualia ed Ezakien sobbalzarono quando una voce femminile armoniosa e possente al tempo stesso intervenne nella conversazione, e la galleria buia venne avvolta da una gentile luminescenza, trasformandosi in un cilo notturno punteggiato da milioni di stelle. Una sensazione di calma e di tranquillità pervase l'intera scena, mentre una figura celestiale cominciava a scendere dall'alto, avvolta in una gloriosa aura di luce lunare. Una figura dall'aspetto femmineo che sembrava fatta di ombre solide, con un volto dall'espressione estatica e stoica al tempo stesso, avvolta in un'aura di luce bianca che formava una sorta di vestito etereo sul suo corpo. Lunghi, morbidi capelli neri ondeggiavano maestosamente dietro di lui, come sospinti da una brezza magica, e stelle bianche dalla gentile luminescenza apparivano e scomparivano sulla pelle del colore della notte, mentre un paio di grandi ali da farfalla, risplendenti di tutti i colori dell'iride, si muovevano lentamente dietro la sua schiena, spuntando dalle scapole. Nonostante l'aspetto delicato, un'aura di potere quasi palpabile circondava il suo esile corpo, e tutt'attorno ad essa si percepiva una sensazione di pace, gioia e tranquillità...

Ezakien trasalì e cadde in ginocchio, lo sguardo fisso verso la donna dalle ali di farfalla. "Divina Desna... siete... siete venuta... a ricompensarmi, non è vero? Io... io, il vostro umile servitore Ezakien, ne sono... immensamente onorato..."

Ma la donna dalle ali di farfalla non badò a lui. Appoggiò lentamente i piedi sul "terreno" del sogno, e si incamminò verso Nualia, che era rimasta incredula a guardarla, come ipnotizzata dall'aura divina che risplendeva attorno al corpo della dea dei sogni...

Perchè di questo si trattava. Era una manifestazione di Desna in persona.

"BENVENUTA, NUALIA. SONO CONTENTA DI VEDERTI QUI, ADESSO, IN QUESTA OCCASIONE SPECIALE." affermò Desna con un sorriso gentile, mentre la aasimar si metteva in ginocchio in segno di rispetto e pentimento. "UN'ANIMA SMARRITA, ARRABBIATA E CONFUSA CHE HA AVUTO IL CORAGGIO E LA VOLONTA' DI TORNARE SUL CAMMINO DEL BENE E DELLA GIUSTIZIA. MI DISPIACE CHE LA MIA FEDE SIA STATA PER TE MOTIVO DI SOFFERENZA... E TI FACCIO UN ENCOMIO PER ESSERE RIUSCITA A COMPRENDERE I TUOI ERRORI E AVER CERCATO DI PORVI RIMEDIO."

"Divina Desna... io..." mormorò Nualia, cercando le parole giuste.

"Divina Desna, aspettate!" esclamò Ezakien, scioccato ed allarmato per essere stato ignorato così dalla dea che lui aveva servito per tutta la vita. "Ci... ci deve essere un errore, o immacolata protettrice dei sogni! Nualia... Nualia è un'anima malvagia. Lei... ha venerato i demoni e ha commesso azioni imperdonabili. Ha disprezzato i doni che voi stessa le avete fatto... e ha cercato di farsi trasformare in una delle orride figlie di Lamashtu!"

Desna voltò appena un po' lo sguardo verso Ezakien, che restò inginocchiato e tese le mani verso di lei, come se volesse che le sue virtù fossero riconosciute. "Io... io vi ho servita come nessun altro, o divina!" affermò. "Io ho cercato di portare mia figlia sulla retta via, anche se lei ha disprezzato i miei insegnamenti... Io ho portato il vostro verbo alla gente di Sandpoint... Ho diffuso in vostro nome virtù e solide morali... ho fatto tutto quello che era in mio potere perchè foste amata e venerata!"

Alle parole di Ezakien seguì un cupo silenzio... e dopo diversi, snervanti secondi, Desna ruppe il silenzio.

"TU CHI SEI?" chiese, quasi infastidita. "IO NON TI HO MAI CONOSCIUTO."

Questa semplici parole spezzarono completamente Ezakien. Incapace di credere e di comprendere quanto stava accadendo, il vecchio cadde in ginocchio, una mano ancora tesa verso Desna che ora gli voltava le spalle, e la sua bocca si mosse senza emettere un suono. Poi, iniziò a sprofondare silenziosamente nel terreno, ancora incredulo di quanto stava accadendo davanti ai suoi occhi. Vide Nualia che si volgeva ancora una volta verso di lui... e restò ancora più sconvolto ed oltraggiato nel vedere che negli occhi della figlia adottiva non c'era più odio nè rancore, e neanche affetto... soltanto una profonda tristezza per quello che avrebbe potuto essere e non era stato.

"Addio, padre." sussurrò infine la aasimar. "Spero che tu possa trovare la pace."

Con un ultimo sguardo di rancore, Ezakien sprofondò nel terreno, uscendo per sempre dalla vita della figlia adottiva. Dopo aver chinato la testa in tono di scusa, la aasimar sospirò e si voltò verso l'apparizione di Desna, mettendosi di nuovo su un ginocchio. "Divina Desna, io... sinceramente non so che cosa posso dire. Io... davvero lei è convinta che io abbia iniziato a rimediare ai miei peccati? Che adesso... sto cominciando a trovare la strada giusta?"

La dea dei sogni non rispose subito, restando in silenzio come se stesse ponderando le parole della aasimar. Infine, rivolse alla sua mancata adepta un sorriso rassicurante. "MIA CARA NUALIA... PER QUANTO IO SIA LIETA CHE TU ABBIA RITROVATO LA TUA STRADA, NON SONO IO LA PIU' ADATTA A GIUDICARE E A RISPONDERE A QUESTA DOMANDA." affermò. "CREDO PERO' CHE UNA MIA CARA AMICA POSSA DIRLO CON PIU' SICUREZZA."

Nualia sbattè gli occhi, chiedendosi cosa intendesse Desna... e pochi istanti dopo, una fiamma si accese di colpo a mezz'aria, senza che ci fosse nulla da bruciare, con una vampata di calore che accarezzò il volto della aasimar. Sbalordita, Nualia fece un passo indietro e osservò la fiamma che si diffondeva e cresceva di dimensioni, cambiando forma sotto i suoi occhi. All'inizio sembrava soltanto una piccola palla di fuoco... ma nel giro di pochi secondi, alcune lingue assunsero l'aspetto di braccia e gambe, e un'altra fece da testa alla nuova apparizione. Le fiamme ardevano con fervore... eppure a guardarle si sarebbe avuta l'impressione che ci fosse qualcosa di gentile in esse. Alcune fiammelle dorate guizzavano ai bordi della fiammata, proiettando attorno ad essa una luce sacra...

E con un'altra ondata di calore accogliente, la fiamma prese forma, e da essa apparve un'altra figura femminile: alta, maestosa, dalla pelle scura, con un paio di ali angeliche che si spiegavano dalla sua schiena, non indossava niente più che una leggera cotta di maglia dorata che non faceva mistero delle sue forme, una lunga gonna dai colori sgargianti, e un paio di schinieri di cuoio nero sulle gambe altrimenti nude. I suoi capelli erano una viva fiamma rossa che guizzava sulla sua testa, e portava rinfoderata ad un fianco una scimitarra ingioiellata la cui lama non era altro che una fiamma solida che sprigionava luce e colore. I suoi occhi, due lapilli di vulcano incandescenti ma rilucenti di compassione e virtù, osservavano con approvazione le due persone davanti a lei... e come per istinto, Nualia comprese che si trovava di fronte a nientemeno che una manifestazione di Sarenrae, il Fiore del Mattino, la dea del sole e della redenzione!

"QUELLO CHE DICE LA MIA CARA DESNA E' CORRETTO, NUALIA TOBYN. E TU HAI DIMOSTRATO ABNEGAZIONE E DESIDERIO DI CAMBIARE." affermò Sarenrae con una voce calda e rassicurante malgrado il timbro possente e riecheggiante. Nualia si volse verso di lei e si inchinò con umiltà, reprimendo un tremitio di ansia. "VOLEVO VEDERE DA ME QUALE FOSSE LA TUA CONVINZIONE. SE DAVVERO IN TE STESSE ARDENDO IL SACRO FUOCO DELLA REDENZIONE, O SE INVECE SI TRATTASSE SOLTANTO DI UNA FIAMMELLA CHE SI SAREBBE ESTINTA AL PRIMO SOFFIO DI VENTO. SONO CONTENTA DI VEDERE CHE HO FATTO BENE AD AVERE FIDUCIA IN TE."

"Dite... davvero... divina Sarenrae?" chiese Nualia, guardandosi il braccio demoniaco e mostrandolo alle emanazioni delle due divinità. "Eppure... come potete vedere... il mio passato mi sta letteralmente cucito addosso. Questo braccio di carne abissale che Lamashtu mi ha dato in cambio delle azioni malvagie che ho commesso..."

"E' VERO, HAI PECCATO, NUALIA. TERRIBILMENTE." rispose Sarenrae. "MA TI SEI RESA CONTO CHE STAVI SBAGLIANDO, E TI SEI FERMATA. HAI OFFERTO IL TUO AIUTO A CHI TI HA TROVATA, INIZIALMENTE PER SCOPI EGOISTICI, MA POI PER UN PURO DESIDERIO DI RIMEDIARE ALLE TUE AZIONI. ED E' PER QUESTO CHE POSSO DIRE CON TUTTA TRANQUILLITA' CHE HAI PRESO LA STRADA DELLA SALVEZZA. SII FIERA DI TE STESSA, NUALIA. E SAPPI CHE D'ORA IN POI, SE LO VORRAI, IL FIORE DEL MATTINO CONFERIRA' A TE IL SUO POTERE PER DIFENDERE LE GENTI DI VARISIA, E DI TUTTO GOLARION."

"Golarion?" chiese la aasimar, chiaramente stupita. "Cosa... cosa volete dire? Che c'è una minaccia che incombe sul nostro intero pianeta?"

"IN QUEST'ERA DI INCERTEZZA, LA' DOVE LA PROFEZIA NON PUO' PIU' DARE RISULTATI SICURI, SI AVVICINA UN MOMENTO DI GRANDI PROVE, IMPORTANTI CAMBIAMENTI E DIFFICOLTA' PER LE GENTI DI GOLARION." rispose Desna con fare misterioso, piazzando gentilmente le punte di un indice e di un medio sulla fronte di Nualia. La giovane dai capelli bianchi provò una piacevole sensazione di frescura, come se si stesse godendo una gentile brezza durante una calda serata estiva. "E TU E I TUOI COMPAGNI SVOLGERETE UN RUOLO IMPORTANTE IN TUTTO QUESTO. MOLTI VI AFFIANCHERANNO, MOLTI VIVRANNO LE LORO VICENDE IN ALTRI LUOGHI DI QUESTO MONDO... MA NON CI E' DATO SAPERE SE CAMBIERANNO LE COSE IN MEGLIO O IN PEGGIO. NEMMENO A NOI DIVINITA' E' DATO DI SAPERE TUTTO. MA INFINE, COLORO CHE DECIDERANNO IL FUTURO DI GOLARION NON SARANNO GLI DEI, MA I MORTALI. NOSTRO COMPITO E' SOLO QUELLO DI GUIDARE I NOSTRI FEDELI, NELLA SPERANZA CHE COMPIANO LE SCELTE GIUSTE PER IL BENE DI TUTTI."

Le due divinità si raggiunsero e si presero per mano, cominciando lentamente a sbiadire davanti agli occhi di Nualia. "ADDIO PER ORA, NUALIA." continuò Desna. "AUGURI A TUTTI VOI."

"A-aspettate!" esclamò Nualia, tendendo inutilmente una mano verso Desna e Sarenrae mentre l'intero sogno cominciava a sbiadire. "Ho... ho ancora molte cose da chiedervi..."

Sarenrae sorrise e annuì in direzione di Nualia, inviandole un ultimo pensiero telepatico.

"A VOI AFFIDEREMO IL FUTURO, GIOVANI EROI. SIATE CORAGGIOSI, FEDELI A VOI STESSI, E PORTATEVI CON L'ONORE CHE E' STATO VOSTRO FINORA."

 

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Quando Nualia aprì gli occhi di colpo, si rese conto di essere di nuovo nella camera che condivideva con Reji, Misia ed Eli alla Locanda della Zanna. Stava guardando verso il soffitto, distesa supina sul suo materasso, i capelli del colore della neve fresca che formavano una sorta di aureola attorno alla sua testa - una visuale appena un po' disturbata dai suoi occhi azzurrini e scintillanti, prova del sangue ultraterreno che scorreva nelle sue vene.

Per diversi secondi, Nualia resto ferma dov'era, ripensando a quell'incontro inaspettato. Desna e Sarenrae le avevano inviato quel sogno... per rassicurarla, sostenerla e darle un'idea della sua importanza in un futuro che non doveva neppure essere remoto?

Sicuramente, ora Nualia si sentiva molto più sicura. I suoi dubbi si erano in gran parte smorzati, e la sua risolutezza a non farsi più influenzare dal suo passato era cresciuta. Finalmente, dopo tanto tempo, Nualia Tobyn si sentiva libera e padrona del suo fato.

Il rumore di Reji che stava russando nel letto vicino, i capelli sciolti e un filo di saliva che bagnava il cuscino, distrasse Nualia dai suoi pensieri... ma vedere la sua amica che dormiva scomposta nel letto vicino al suo strappò un sorriso alla aasimar, che si alzò e guardò in direzione di Misia ed Eli. La femmina di gnomo riposava tranquilla, e nessuno avrebbe mai detto che soltanto poche ore prima aveva visto la morte in faccia... e la sua amica appariva altrettanto rilassata.

"Grazie, amiche mie... e grazie soprattutto a te, Yan... e a te, Jolan..." sussurrò Nualia con un sorriso commosso e le lacrime agli occhi. "Qualunque cosa ci aspetti da qui in poi... sono sicura che la affronteremo assieme."

 

oooooooooo

 

Pochi giorni dopo, il processo a Zadendi per gli omicidi di tutti quei sareniti si era concluso. Diversi avevano reclamato la pena di morte per la sacerdotessa rinnegata, ma altri, in particolare Yan e Nualia, si erano opposti e avevano chiesto che a Zadendi venisse inflitta una punizione che le lasciasse comunque tempo e modo di riflettere sulle sue azioni e le desse la possibilità di rimediare al male che aveva fatto. Alla fine, per fortuna, la via della compassione aveva prevalso - Zadendi era stata condannata ad un lungo periodo di reclusione, ma avrebbe più avanti potuto compiere dei lavori per reinserirsi nella società, e fare penitenza secondo i riti della chiesa del Fiore del Mattino per ritrovare la fede perduta. Il fatto che, grazie agli interrogatori di Yan, Eli e del loro gruppo fosse stato confermato che Zadendi era stata effettivamente influenzata da una succube aveva aiutato molto a giungere a questo verdetto finale.

Una volta concluso il processo, Kasadei aveva chiamato i sei avventurieri nel suo ufficio, dove gli eroi di Magnimar avrebbero finalmente ricevuto la loro giusta ricompensa per il lavoro svolto. Ognuno di loro aveva ricevuto due borse di cuoio, una piena di monete d'oro e l'altra di monete di platino - una somma più che sufficiente a restare alla Zanna per diversi mesi senza farsi mancare nulla!

Ma era stato dopo che erano arrivate le ricompense davvero interessanti. Kasadei aveva consegnato personalmente a Yan una nuova spada - un'arma magica splendidamente forgiata, incredibilmente rapida e maneggevole, e dalla lama mortalmente affilata, soffusa di sfumature argentate. Mentre per Nualia c'era stata una sorpresa: la scimitarra dalla lama fiammeggiante che Avalexi aveva brandito nel combattimento con Yan, e con la quale aveva trafitto Misia, ora sarebbe stata la sua arma, se lei avesse voluto.

"Ne siete sicura, sergente Kasadei?" aveva chiesto la aasimar. "Voglio dire, sono convinta che un'arma come questa non potrà che essermi utile, ma... mi sembra quasi di approfittare della generosità della chiesa di Sarenrae. Quest'arma apparteneva a loro, tutto sommato."

Ma per fortuna, la sergente era stata rapida a tranquillizzare Nualia. "Va tutto bene, signorina Tobyn." affermò. "La chiesa di Sarenrae ha voluto fare don di quest'arma a te... sei stata una degli eroi che hanno impedito al principe demoniaco Shax di fare di Magnimar il centro del suo culto. E perciò, la chiesa del Fiore del Mattino ha voluto lasciarle questa in segno di ricompensa."

"Visto che va tutto bene, Nualia?" disse Yan strizzando un occhio alla sua amica d'infanzia mentre lui riponeva con cura la sua spada nel fodero. "Avevo una mezza idea che ti avrebbero dato una ricompensa importante... e soprattutto, una che si addice ad una persona che ha fatto un grande favore alla chiesa di Sarenrae!"

"E come leader di questo gruppo... anche alla signorina Eli va una ricompensa." affermò Kasadei, facendo un cenno a due dei suoi soldati, che si fecero avanti per consegnare alla maga mezzelfa un cofanetto aperto nel quale erano contenute due pietre preziose dall'aspetto peculiare: entrambe erano di forma sferica, non più grandi di un acino d'uva, ma mentre in una si mischiavano dei vivaci rosso scarlatto e blu oltremare, l'altra aveva delle tonalità un po' più chiare, e mostrava dei riflessi rosati e del colore dello smeraldo.

Eli e Misia sgranarono gli occhi meravigliate, quasi non osando credere a quello che vedevano. "Sergente Kasadei... queste sono..." mormorò la femmina di gnomo.

La donna dai capelli corti sorrise e annuì con decisione. "Pietre ioniche? Sì, sono proprio pietre ioniche! Immagino che due studentesse della Roccia dei Profeti ne abbiano sentito parlare. Soprattutto due che sono così interessate ai misteri dell'antica Thassilon." affermò.

"Pietre ioniche? E cosa sarebbero?" chiese stupita Reji. "E perchè c'entrano con la storia di Thassilon?"

"Beh... non posso dire di saperne molto." rispose Yan, guardando con un certo stupore mentre Eli toccava la sfera rossa e blu, e questa cominciava ad orbitare attorno alla sua testa, fluttuando a pochi centimetri da essa! "Ma posso dirti quello che so: le pietre ioniche, anche chiamate pietre degli eoni, sono delle gemme intagliate ed infuse di magia che, una volta attivate, fluttuano e girano attorno alla testa di chi le usa. A seconda delle forme e dei colori, hanno effetti diversi... anche se non ho idea di quali possano essere!"

"Avevo sentito dire... che gli Azlanti sono stati i primi a sfruttare il potere delle pietre ioniche." commentò Jolan. "Quindi non mi sorprende che siano in qualche modo collegate alla storia di Thassilon."

Misia toccò a sua volta la sfera rosa e verde, che si mise a girare attorno a lei come un piccolo satellite. Sulle prime, le due amiche non sentirono alcun effetto... poi, entrambe percepirono uno strano brivido che le percorse dalla testa ai piedi, infondendo loro una nuova forza e facendole sentire più potenti di prima. Con espressione stupita, Eli alzò una mano davanti a sè e si concentrò per un istante... e una scarica di energia magica percorse il braccio della giovane donna e si accumulò nel palmo della mano, tenuto a bada soltanto dalla disciplina e dalle conoscenze magiche di Eli.

"Formidabile... mi sento cambiata, in qualche modo! Non solo più potente, ma anche... più accorta. Più capace di controllare la mia magia!" affermò Eli. "Beh... sinceramente, non credevo di meritare addirittura una pietra ionica come ricompensa! Sono davvero lusingata!"

"Lo stesso vale per me..." rispose Misia. "Ma devo dire anche che questa pietra ionica mi dà un aspetto grandioso! Mi fa sentire più potente e più importante!"

Jolan ci rise su. "Basta che non ti dia alla testa, Misia!"

Ci fu una breve risata generale, prima che Kasadei si avvicinasse a Reji e Jolan per dare anche a loro delle meritate ricompense: due bracciali argentati decorati da un paio di gemme rosse intagliate a forma di scudo per la giovane monaca, e una bandoliera con diverse fiale di pozioni, ognuna etichettata ed identificata, per l'halfling. "E ovviamente, non possiamo esimerci dal dare un'adeguata ricompensa anche a voi." affermò. "Signorina Reji... credo che troverà questi bracciali protettivi molto utili. E lei, signor Jolan... queste pozioni le potranno essere molto utili nelle sue prossime esplorazioni. Questa bandoliera vi permetterà di tenerle al sicuro, nascoste ma a portata di mano. Spero che questi oggetti vi siano graditi... sono veramente il minimo che possiamo fare per averci liberato da non uno, ma due complotti che avrebbero potuto mandare in rovina la nostra città."

Jolan si mise la bandoliera con le pozioni, e notò con compiaciuto stupore che sia essa che le fiale erano diventate semitrasparenti, in modo che fosse difficile per qualcun altro a parte lui accorgersi di esse. Un ottimo modo per cogliere di sorpresa gli avversari con qualche pozione tirata fuori all'ultimo momento. "Grazie mille, sergente Kasadei." ringraziò, mentre Reji si aggiustava i bracciali sui polsi. Uno schermo di energia semi-invisibile avvolse il corpo della ragazzina Tian, come un campo di forza protettivo. "Faremo buon uso di queste ricompense."

Kasadei annuì in segno di approvazione. "Di niente. Come ho detto, era giusto che esprimessimo la nostra gratitudine nei vostri confronti." affermò. "Ora, vi chiederei soltanto di togliermi una piccola curiosità. Avete già qualche programma per la vostra prossima destinazione?"

"Per la verità, al momento stiamo aspettando che gli esploratori mandati da Lady Heidmarch a Turtleback Ferry mandino un rapporto di cosa hanno visto." rspose prontamente Jolan, per poi sfregarsi il mento e guardare verso il terreno. "In effetti... spero che non sia successo nulla da quelle parti. Due miei cugini vivono proprio a Turtleback Ferry..."

"Sono sicura che non ci saranno problemi." disse Kasadei, volendo rassicurare l'halfling guida. Jolan annuì e riprese il discorso.

"Nel frattempo... credo proprio che ci godremo ancora un po' la vostra bella città!" affermò. "E ci prenderemo anche il tempo di allenarci un po' per le sfide che ci attenderanno. Sono sicuro che Eli non vede l'ora di imparare qualche nuovo incantesimo!"

"Si chiama curiosità scientifica, Jolan, e per noi studiosi, la magia è una scienza come tutte le altre!" volle precisare Eli con un sorriso arguto.

"Non posso darle torto. Anch'io vorrei allenarmi un po'... sono convinta che adesso potrei riuscire ad eseguire diverse mosse che prima non mi riuscivano." continuò Reji.

"E io... ho bisogno di addestrarmi un po' ad usare questa arma. E magari, allenarmi a lanciare incantesimi e vedere se davvero sono portata a farlo." disse Nualia. "Pensavo che... sarebbe una buona idea se non buttassi via del tutto il mio addestramento di chierica, ma lo usassi per rendere servizio alla divina Sarenrae."

"Credo che... sarebbe davvero una buona idea, Nualia. L'importante è che tu ne sia convinta." rispose Misia. "Se è così... allora saremo più che felici di poter contare sulla tua assistenza e sulle tue abilità in battaglia!"

"Mi sembri molto più convinta del solito, Nualia." notò con piacere Yan. "Ho l'impessione che quest'ultima nostra avventura e quello che hai avuto modo di vedere con i tuoi occhi... abbiano fugato una volta per tutte i tuoi dubbi."

La aasimar dai capelli bianchi si pettinò con un gesto elegante della mano rimasta normale, e fece un raro sorriso a Yan. "Diciamo che... ho avuto delle persone che mi hanno aiutata." affermò, strizzando un occhio. Il ragazzo si fece rosso in volto ma cercò di non dare a vedere il suo imbarazzo e fece il segno dell'okay alla sua amica d'infanzia. "E sono convinta che addestrarmi meglio mi permetterà di aiutarli, di ringraziarli per quello che hanno fatto per me..."

"E io vi auguro la migliore delle fortune." disse Kasadei, mentre lei e gli avventurieri si scambiavano degli eleganti inchini. "Ancora una volta, vi siamo riconoscenti per tutto... e speriamo di poterci incontrare ancora, in circostanze più favorevoli."

"A buon rendere, sergente Kasadei." disse infine Eli, prima che il gruppo di avventurieri si congedasse, deciso a godersi qualche giorno di quiete e serenità nella Città dei Monumenti.

Finalmente, dopo tante battaglie ed incertezze, l'immediato futuro appariva un po' più roseo.                                          

 

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Lady Heidmarch guardò con vaga apprensione i rapporti che erano arrivati sulla sua scrivania, nella speranza di leggere le notizie che già da qualche giorno stava attendendo. Ancora niente. La squadra di esploratori che si era diretta a Turtleback Ferry per cercare di capire cosa stesse accadendo non aveva ancora mandato alcuna risposta. La Heidmarch si tranquillizzò pensando che in fondo la loro destinazione era piuttosto lontana da Magnimar, ed era possibile che gli esploratori non fossero neanche arrivati. Dopotutto, in viaggi come quello, gli imprevisti erano all'ordine del giorno.

Detto questo, leggere di quella misteriosa Lucrecia che parlava di avere Forte Rannick sotto controllo era... preoccupante, nella migliore delle ipotesi. L'ordine delle Frecce Nere, uno dei gruppi militari più noti di Varisia, aveva mandato degli uomini come rinforzo, e la Heidmarch sapeva che i nuovi arrivati erano soldati altamente addestrati e competenti... ma si chiedeva se sarebbe stato abbastanza per tenere Forte Rannick al sicuro da una lamia matriarca e dai suoi subdoli piani. Xanesha era quasi riuscita a far precipitare Magnimar nel caos grazie alla sua astuzia e sottigliezza, ed era stata fermata soltanto perchè il nuovo gruppo di Pathfinders si era imbattuto per caso in una pedina dei suoi piani. Di cosa sarebbe stata capace quella Lucrecia?

Meglio non soffermarsi troppo su certe possibilità, soprattutto non quando non si era nella posizione per fare nulla. La leader della loggia Varisiana dei Pathfinders si sedette alla scrivania e accese un paio di candele, quel tanto che bastava per leggere senza sforzare troppo la vista. Come immaginava, non era nulla di davvero nuovo - anche se le fece piacere leggere che la recente ondata di omicidi era stata fermata, e che ancora una volta Magnimar doveva ringraziare Eli Clerks e il suo gruppo.

"Immaginavo di trovarti ancora qui a lavorare, mia cara." disse la voce calma di suo marito, Sir Canayven Heidmarch. Sorridendo ironica, la Heidmarch alzò la testa e vide il consorte sulla soglia dello studio, con addosso dei comodi vestiti da casa. "Immagino che non abbiano anccora inviato alcun rapporto da Forte Rannick."

"Ancora no, purtroppo." affermò Lady Heidmarch. "D'altro canto, forse sono io che sono troppo apprensiva, da quando la nuova squadra di Pathfinders ha trovato quel messaggio."

Canayven raggiunse la scrivania alla quale la moglie era seduta, e prese posto vicino a lei. "Sì, posso capire le tue ansie. In effetti, in base a quello che abbiamo visto, non è un problema da sottovalutare. Comunque, per ora non è il caso di angustiarsi eccessivamente. Attendiamo ancora qualche giorno. Se per allora non arriveranno notizie, allora immagino che sarà il caso di decidere se inviare la nostra nuova squadra a dare un'occhiata. A proposito... stando a quella lettera, questa Lucrecia dovrebbe trovarsi a Turtleback Ferry, giusto?"

"Sì, menzionava proprio quella cittadina." rispose Sheila. "Per caso sai qualcosa che potrebbe essere utile?"

"Non tanto, in realtà." rispose Canavyen. "A parte quello che immagino sappia già anche tu... che la comunità di Turtleback Ferry è entrata a far parte della contea di Magnimar meno di cinquant'anni fa, in cerca di protezione dagli ogre e dalle famiglie di mezzi-ogre che terrorizzano tuttora la regione."

"E da allora, gli ogre non sono mai riusciti a sferrare un'offensiva efficace contro Turtleback Ferry." disse Sheila, e represse un brivido alla menzione di quelle abominevoli creature. Aveva sentito parlare della cieca brutalità degli ogre e delle atrocità di cui erano capaci, e sperava con tutta sè stessa di non doverne mai essere testimone. "Ma... c'è la possibilità che questa Lucrecia stia cercando di prendere il controllo delle famiglie di ogre che vivono nei pressi di Turtleback Ferry? Potrebbero tornarle utili, se davvero volesse cercare di prendere il controllo di Forte Rannick, come scrive nella lettera."

"Anche così... dovrebbe avere qualch modo per controllare tutte quelle famiglie." affermò Canavyen. "Ovviamente... se questa Lucrecia assomiglia almeno un po' a sua sorella Xanesha, sicuramente avrà già formulato un piano prima di fare le sue prime mosse. Anche se al momento non mi viene in mente cosa potrebbe usare per costringere gli ogre a fare quello che vuole lei."

"Temo che in questo momento non abbiamo abbastanza elementi per fare ipotesi..." concluse Sheila con un sospiro. "Forse hai ragione... meglio tenersi pronti ma non angustiarsi prima del tempo. Quando i nostri esploratori ci manderanno aggiornamenti da Turtleback Ferry, allora prenderemo i dovuti provvedimenti, se sarà necessario."

Canavyen appoggiò delicatamente una grande mano callosa sulla spalla della moglie, che ricambiò tenendogli a sua volta la mano. "Che ne dici se andiamo a farci una delle nostre passeggiate in giardino, mia cara? E' da un po' che non troviamo più il tempo di farne una." propose il marito. "Comprendo che gli impegni e i nostri doveri si prendano gran parte del nostro tempo... però ad un certo punto, è anche giusto metterli da parte e svagarsi un po'."

"Hai ragione anche tu. Domani avremo più tempo e saremo più rilassati per gestire tutti questi problemi." disse la Heidmarch, gettando un'occhiata alla piccola pila di documenti che giaceva sulla sua scrivania. Appoggiò un elegante fermacarte d'argento sulle scartoffie, in modo da non correre il rischio che andassero perdute, e si sgranchì la schiena. "Accidenti... non mi ero neanche resa conto di essere rimasta seduta e curva su quella cartaccia tanto a lungo. Ho davvero bisogno di fare un po' di movimento..."

"Beh, adesso ci prendiamo un po' di tempo per noi, e facciamo quattro passi." rispose Canavyer. "Sai... sono piuttosto curioso di vedere se il vecchio albero di acero ha fatto ancora i fiori fuori stagione. Se andiamo a vederlo in due... magari assieme riusciamo a vedere i fiori più facilmente, non ti sembra logico?"

Sheila fece una breve risata divertita. "Detto da te, suona terribilmente romantico."

"Allora sto raggiungendo il mio scopo." commentò il marito, facendo eco alla risata divertita di sua moglie.

 

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Circa una settimana dopo...

Dopo la felice risoluzione del caso degli omicidi di sareniti, e la dissoluzione della setta di seguaci di Norgorber a cui Xanesha faceva capo, Magnimar si stava godendo un periodo di pace come raramente i suoi cittadini ricordavano. Adesso le persone si sentivano più sicure anche ad andare in giro di notte, e il clima che si respirava in generale era più disteso e tranquillo. I negozi sembravano più indaffarati, e la guardia cittadina aveva aumentato gli sforzi per mantenere l'ordine sulle strade - grazie anche ad una riluttante ma generosa donazione da parte del sindaco, Lord Haldmeer Grobaras.

Era saltato fuori che essere presi di mira per un sacrificio perchè qualche malfattore era attratto dall'avarizia faceva miracoli nel rendere la mancata vittima più generosa e disponibile.

Quel giorno, le due guardie di turno davanti ai cancelli di villa Heidmarch non si aspettavano niente di diverso. Per tutto quel tempo, non si era verificato nulla di fuori dal comune. Gli unici momenti in cui questa piacevole monotonia era stata spezzata erano state le visite da parte di quel gruppo di nuovi agenti, quelli che ormai si erano fatti la fama di eroi della città. Quando venivano a fare visita a villa Heidmarch, si fermavano sempre a chiacchierare un po' con loro. E le guardie apprezzavano che quei ragazzi non facessero gli sbruffoni per la loro popolarità. Insomma, la vita proseguiva tranquilla.

Ma anche così, i soldati sapevano di non dover mai abbassare la guardia. E quando videro un gruppetto di sconosciuti che si avvicinavano lentamente e con prudenza ai cancelli, i soldati si attivarono immediatamente, intimando l'altolà con le lance puntate.

"Fermi! Chi siete? Identificatevi!" esclamò uno dei due, dando un'occhiata ai tre individui che erano arrivati in quel momento: due uomini e una donna... anzi, per l'esattezza, due uomini e una ragazza elfica dai lunghi capelli biondi e dallo sguardo serio. Tutti e tre erano vestiti con abiti di colore neutro e indossavano dei pettorali di cuoio borchiato che lasciavano comunque una certa libertà di movimento. Come armi, portavano tutti degli archi ben costruiti e delle faretre piene sulla schiena, oltre che delle corte spade rinfoderate ai loro fianchi.

Uno dei due uomini, un tipo robusto con i capelli neri e barba e baffi un po' incolti, avanzò con le mani in alto. "Va tutto bene, soldato! Rechiamo notizie da Turtleback Ferry... e abbiamo bisogno di parlare con Lady Heidmarch e con il gruppo di Pathfinders istituito più di recente!" affermò. "Temo che avremo bisogno anche del loro aiuto!"

"Cosa? Che notizie da Turtleback Ferry? E chi è la ragazza elfica che è con voi?" esclamò l'altra guardia, dando un'occhiata alla diretta interessata. Rimase un po' impressionato dalla corporatura dell'elfa, che era decisamente alta ed atletica anche paragonata ad un umano medio.

L'elfa non si fece pregare e si presentò. "Accompagno io questi messaggeri." affermò. "Il mio nome è Shalelu Andosana... e siamo qui per dare un messaggio da parte degli esploratori che si sono recati a Turtleback Ferry. Non ci sono più stati contatti con Forte Rannick da almeno quattro settimane."

Le guardie sobbalzarono per la sorpresa. "Che cosa? Ne siete sicuri? E voi, signorina Andosana... come mai siete qui? Non facevate parte delle squadre di esplorazione, se la memoria non mi inganna." disse una di esse.

Uno degli uomini che erano con Shalelu sospirò. "E'... una storia un po' lunga, in realtà." affermò. "La signorina Shalelu ha i suoi motivi per essere qui con noi... e se quello che abbiamo sentito dire è vero, allora temo che la situazione a Forte Rannick sia già compromessa."

Il tono di Shalelu si ammorbidì, e l'elfa cacciatrice sospirò prima di fare la sua richiesta. "So che Eli Clerks e la sua squadra sono di recente entrati a far parte delle fila dei Pathfinders." affermò. "Ho bisogno di parlare con loro. Temo che in questo momento, loro siano gli unici che conosco in grado di risolvere questo problema..."    

 

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CONTINUA...

 

 

 

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Capitolo 49
*** Nessuna risposta da Forte Rannick ***


Pathfinder: L'Ascesa dei Signori delle Rune

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 46 - Nessuna risposta da Forte Rannick

 

Eli Clerks si aggiustò il cappello mentre lei e i suoi compagni di squadra, tranne Nualia che al momento era assente, attendevano Lady Heidmarch nel soggiorno della sua villa, chiedendosi se questa chiamata improvvisa non c'entrasse qualcosa con il misterioso messaggio che Reji aveva trovato nel covo di Xanesha. Dopo alcuni giorni in cui il gruppo si era goduto Magnimar e aveva fatto tutte le dovute preparazioni per quando il loro viaggio sarebbe ripreso, era arrivato un messaggero alla Locanda della Zanna, richiedendo la loro presenza alla dimora degli Heidmarch, per una questione molto importante, che riguardava la situazione a Forte Rannick.

La maga mezzelfa prese un bel respiro e guardò i suoi compagni, già equipaggiati e vestiti per l'occasione. Yan strizzò un occhio e si sgranchì una spalla, un po' infastidito dal peso del suo pettorale d'acciaio. Reji restava ferma e dritta in piedi, mostrando la sua disciplina come maestra di arti marziali. La piccola Misia muoveva le gambe irrequieta mentre aspettava che arrivasse Lady Heidmarch, mentre Jolan controllava di tanto in tanto il suo equipaggiamento, stando bene attento di avere tutto iò che poteva servire ben nascosto ma a portata di mano. Per quanto riguardava Nualia... beh, era curiosa di vedere come avrebbero reagito Yan, Reji e Misia una volta che l'avessero vista. Sicuramente, pensò la mezzelfa, il suo nuovo look sarebbe stato molto più adatto ad una nuova devota di Sarenrae...

"Benvenuti. Mi scuso per avervi convocato così all'improvviso." esordì la voce di Lady Sheila Heidmarch, che fece il suo ingresso nel soggiorno in quel momento con passo lento e maestoso, vestita dei suoi abiti eleganti e vivaci al tempo stesso... e accompagnata da due signori che al gruppo di Eli erano già conosciuti - suo marito Canavyen, e il sindaco di Magnimar, Lord Grobaras. Il corpulento sindaco camminava impettito, picchiettando davanti a sè con un bastone da passeggio di legno laccato, e guardandosi attorno con aria infastidita, come se in quel momento volesse essere da tutt'altra parte. "Tuttavia, sono emerse delle novità che ho ritenuto allarmanti, e ho voluto comunicarvele quanto prima. Come avrete già sentito dal messaggio che vi ho fatto pervenire... riguardano Forte Rannick, la fortificazione nei pressi del Monte Uncino, quartier generale dell'ordine dei ranger delle Frecce Nere."

"Siamo arrivati appena abbiamo potuto, Lady Heidmarch." esordì Eli con un inchino. Il gruppo aveva già drizzato le antenne, e si stava preparando mentalmente ad ascoltare quali notizie fossero giunte da quel fortino isolato. "Ci dica... si tratta di un'emergenza? Ci sono problemi a Forte Rannick?"

"Per la verità... non ne siamo del tutto sicuri." affermò Canavyen. "La cosa allarmante, in effetti, è che non sono arrivate comunicazioni da Forte Rannick già da parecchio tempo."

Il sindaco alzò le spalle, indifferente al problema. "Beh, non vedo cosa ci sia di tanto allarmante, in realtà." affermò. "E comunque, non avevo soldati da mandare in giro a perdere tempo soltanto per parlare con quegli stronzi delle Frecce Nere."

"Signor sindaco, per favore. Un po' di rispetto per le Frecce Nere. Quei ranger si occupano di tenere a freno gli ogre e i troll del Monte Uncino, e se non fosse per loro, villaggi come Turtleback Ferry sarebbero già stati presi d'assalto da quei bruti." lo redarguì rispettosamente Canavyer, reprimendo un brivido all'idea delle orribili torture e sevizie che gli ogre infliggevano alle loro vittime.

"Io... non ho mai avuto la sfortuna di incappare in un gruppo di ogre." affermò Yan, in modo da rafforzare le parole di Canavyer. "Ma se quello che ho sentito dire di loro è vero anche solo in parte... beh, è davvero una fortuna che finora le Frecce Nere li abbiano tenuti a bada."

"E' vero. Hai perfettamente ragione, Yan." rispose prontamente una voce femminile dal timbro forte e sicuro di sè. Ad un cenno della Heidmarch, la persona che aveva appena parlato si fece avanti... e il giovane spadaccino trasalì leggermente quando riconobbe Shalelu Andosana, l'elfa cacciatrice di goblin che aveva dato loro una mano quando avevano assaltato Collecardo! Dava l'impressione di essere anche più spavalda e sicura di sè di come la ricordassero... e del resto, non potevano fargliene un torto, visto che il suo aiuto si era dimostrato prezioso nel porre fine alla minaccia del culto di Lamashtu. "Le Frecce Nere hanno sempre svolto un compito ingrato ma necessario. E se è successo qualcosa a Forte Rannick... allora è necessario che qualcuno vada a dare loro una mano."

"Signorina Shalelu!" esclamò Misia, piacevolmente sorpresa. "Non ci aspettavamo di vederla qui! Come mai da queste parti?"

L'elfa sorrise lievemente, riavviandosi i lunghi capelli biondi con un gesto della mano. "Beh... diciamo che anch'io mi tengo aggiornata su quanto concerne le Frecce Nere e Forte Rannick... e quando ho saputo che non arrivano più notizie da loro, e che voi avevate espresso interesse nell'andare a controllare cosa fosse successo... ho pensato che mi sarei potuta rendere utile se mi fossi unita a voi. E poi... diciamo che ho dei motivi più personali per i quali sono interessata alle Frecce Nere." rispose.

Grobaras si schiarì la voce, cercando di riportare la conversazione sui giusti binari, in modo da potersene andare da lì quanto prima. "Eh-hm! Ad ogni modo... la società dei Pathfinders e certi organi di governo hanno spesso cercato di convincermi a mandare delle pattuglie verso Forte Rannick e Turtleback Ferry, anche per investigare il tempo atmosferico inusuale che si sta verificando da quelle parti." proseguì. "In effetti... il rapporto dei nostri esploratori dice che la stagione delle pioggie si è prolungata oltre ogni ragionevole misura."

"Pare che ormai non passi un solo giorno in cui non piova... e i fiumi della regione di Turtleback Ferry si stanno ingrossando a dismisura, minacciando inondazioni." proseguì la Heidmarch, leggendo un foglio dove erano stati stesi i rapporti. "E come se non bastasse, il brutto tempo sta influenzando anche l'umore della gente di Turtleback Ferry." 

"Turtleback Ferry è l'insediamento più vicino a Forte Rannick, quindi ci sono delle buone possibilità che qualcuno lì in città sappia perchè non arrivano più notizie dal forte." disse Jolan, il cui volto si illuminò leggermente mentre pensava ai suoi parenti che vivevano in quel villaggio. "Magari potremmo rivolgerci ai miei cugini che vivono lì... Drelb e Makaya. Sono sicuro che sapranno dirci qualcosa di più. Loro sono sempre molto informati su tutto quello che avviene da quelle parti! Spero soltanto che non gli sia successo niente..."

"Possiamo solo augurarvi la migliore delle fortune, signor Jolan..." disse Canavyer. "Spero che quando arriverete a Turtleback Ferry, i vostri cugini stiano bene."

"Appunto, perchè è questo quello di cui abbiamo bisogno." borbottò Grobaras, tirando un sospiro di sollievo all'idea di avere finalmente la possibilità di concludere il discorso. "Vi chiediamo di andare a dare un'occhiata direttamente a Forte Rannick, cercare di capire come mai quei campagnoli non hanno risposto ai nostri messaggi... e se ci sono guai, li risolverete come sapete già! Dopotutto, non sarebbe la prima battaglia in cui vi imbattereste, no?"

Reji storse il naso davanti alla spocchia del sindaco, ma non fece commenti.

"Ora..." proseguì Grobaras con un altro colpo di tosse. "...vista la situazione... ho pensato che sarebbe stato opportuno finanziare la vostra ricerca. Per questo motivo, ho deciso di mettere da parte una discreta quantità di denaro che voi potrete usare per rendervi più agevole il viaggio verso Turtleback Ferry." Terminò la frase con una smorfia disgustata, come se avesse appena mandato giù un boccone amaro.

"E sarà lì che vi attende la vostra nuova missione. Cercate di scoprire cosa è successo alle Frecce Nere e a Forte Rannick." proseguì Lady Heidmarch. "Se scoprite che c'è un pericolo, e la cosa è nelle vostre capacità, allora cercate di riportare la situazione alla normalità. Altrimenti, fate il possibile per scoprire quanto più possibile, e fate ritorno qui a Magnimar quanto prima, in modo che si possano prendere delle contromisure adeguate. La signorina Shalelu verrà con voi. Sono sicura che la sua esperienza e la sua abilità in combattimento vi saranno molto utili per la missione che vi apprestate a compiere."

"E noi accettiamo la sua presenza con grande piacere!" rispose prontamente Eli. La mezzelfa estese una mano verso Shalelu, che ricambiò il gesto, e le due si scambiarono una decisa stretta di mano. "Piacere di averti di nuovo con noi, Shalelu! Sono sicura che il tuo aiuto sarà determinante anche questa volta."

Shalelu annuì senza dire nulla, poi guardò con attenzione i membri del gruppo. "Farò senza dubbio tutto quello che è in mio potere." rispose. "Comunque, mi pare di vedere che avete fatto dei significativi progressi, dall'ultima volta che ci siamo visti. A questo proposito, però... non vedo la aasimar cultista di Lamashtu che abbiamo fermato lì a Collecardo. Non avevate deciso di portarla con voi?"

"Nualia è ancora con noi." confermò Yan, rispondendo un po' frettolosamente. "E' solo che... in questo momento è stata convocata dalla chiesa di Sarenrae per una questione che la riguarda."

Misia annuì rapidamente. "Nualia si è rivelata una preziosa compagna di squadra. E ormai mi sembra evidente che ha scelto di cambiare vita." assicurò, con un sorriso sollevato. "Posso dire con sicurezza che su di lei possiamo contare."

"Hmm... Va bene. Mi fido del vostro giudizio. State solo attenti a non dimenticare il buon senso." rispose Shalelu. "D'accordo. Quando siete pronti, possiamo già partire per Turtleback Ferry. Da qui dovremmo impiegare circa una settimana per arrivare lì a dorso di cavallo... sempre ammesso e non concesso che il clima inclemente non ci ostacoli troppo."

Eli annuì con decisione. Evidentemente, a quel punto era giunto il momento di salutare Magnimar e i suoi segreti, e partire di nuovo per l'avventura nel bel mezzo delle terre selvagge. "Per noi va bene." disse infine la mezzelfa, dopo aver dato un'occhiata ai suoi compagni ed essersi assicurata che fossero d'accordo con lei. Yan le fece il segno dell'okay, e la mezzelfa guardò di nuovo verso Lady Heidmarch e i suoi accompagnatori. "Partiremo quanto prima. Credo già domani in prima mattina. E torneremo con notizie da Turtleback Ferry il prima possibile."

"Siamo contenti di sentirvelo dire..." rispose la Heidmarch, mentre il marito annuiva lentamente. "In tal caso, vi auguro buona fortuna, e spero che la vostra spedizione trovi buone notizie. In questo momento... abbiamo bisogno più che mai della protezione delle Frecce Nere."

"Non preoccupatevi, Lady Heidmarch." affermò solenne Reji, una mano stretta sul petto. "Scopriremo cosa sta succedendo lì a Turtleback Ferry... e lo risolveremo! Okay, ragazzi... andiamo ad avvertire Nualia e cominciamo a fare i preparativi!"

"Vi ringraziamo. Il vostro aiuto è sempre ben accetto, in una situazione precaria come questa." affermò Canavyer. Si scambiò uno sguardo di intesa con sua moglie, che strizzò un occhio e fece un lieve sorriso, mentre Lord Grobaras tirava fuori un fazzoletto bianco e lo usava per massaggiarsi il naso con espressione spocchiosa.

"Riconosco che... quei ragazzi hanno svolto un lavoro encomiabile e mi hanno salvato la vita." affermò. "Ma non state riponendo un po' troppa fiducia in loro, milady? Alla fine, si tratta pur sempre di un gruppo di avventurieri. Attaccabrighe prezzolati. Non saranno certo questi plebei a dare il buon esempio per le genti di Golarion."

Lady Heidmarch fu tentata per un attimo di dargli una risposta pungente - Haldmeer Grobaras era davvero una delle ultime persone ad avere il diritto di parlare di buoni esempi. Ma la nobile trattenne la sua risposta e si rivolse invece a lui con tutta calma. "Al contrario, Lord Grobaras... ho l'impressione che questi ragazzi scriveranno presto una pagina molto importante nel futuro di Golarion."

"Se lo dite voi..." rispose il sindaco di Magnimar con evidente scetticismo.

 

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Circa un'ora dopo, il gruppo di Eli era arrivato davanti al vecchio santuario di Sarenrae che avevano liberato dalla presenza della succube Avalexi soltanto pochi giorni prima. Un nutrito gruppo di accoliti del Fiore del Mattino si era prodigato per consacrare nuovamente il tempio, seppellire nuovamente Padre Volsten e i suoi adepti, e ripulire il luogo da tutti i segni blasfemi che la succube aveva lasciato dietro di sè... e adesso, ancora una volta, il piccolo santuario sembrava nuovo, ed esprimeva ancora una volta i valori di giustizia, compassione e speranza che Sarenrae propugnava. Sicuramente, riflettè la piccola Misia mentre si guardava attorno ammirata, Padre Volsten sarebbe stato orgoglioso di vedere che finalmente il suo lavoro veniva continuato e stava ritrovando lo splendore di un tempo.

Il quintetto di compagni si avvicinò, scambiandosi saluti con gli accoliti e i sacerdoti di Sarenrae... e dal gruppo di accoliti, una figura dai capelli bianchi si staccò e si presentò davanti ai cinque amici. Fu Yan il primo ad accoglierla... e a restare impressionato davanti a ciò che stava vedendo.

"Yan! Ragazzi, va tutto bene?" chiese Nualia, un po' nervosa. Il motivo della sua titubanza apparve chiaro quando i ragazzi poterono guardarla meglio: la aasimar indossava una tunica sacerdotale azzurra lunga fino alle caviglie, con un paio di stivaletti leggeri e una corazza a piastre che proteggeva il torace, l'addome e le spalle. Un paio di manopole d'acciaio coprivano le sue mani, e sulla piastra frontale della sua corazza era stato apposto un simbolo araldico che ricordava un sole nascente. Al suo fianco, al posto della spada seghettata che aveva di solito con sè, la aasimar portava quella scimitarra incantata che Avalexi aveva usato nel corso della battaglia nelle catacombe... e appeso alla schiena, Nualia recava uno scudo di metallo con sopra inciso il simbolo sacro di Sarenrae, un angelo femminile con le braccia aperte e le ali spalancate.  Il braccio sinistro della aasimar, quello che era stato mutato nei rituali dedicati a Lamashtu, era tenuto nascosto con delle fasce di seta bianca che si integravano in maniera quasi perfetta con il suo abito sacerdotale. Nualia sembrava quasi un'altra persona adesso: la sua figura irradiava speranza e decisione, e Yan stesso non potè fare a meno di restare come ipnotizzato a guardarla per un attimo, pensando che quell'abbigliamento le si addicesse molto di più della corazza nera che aveva usato fino a poco tempo prima.

"Wow... Nualia, stai benissimo così!" commentò Yan, arrossendo leggermente. Per qualche istante, il giovane restò lì ad ammirare la sua amica d'infanzia e il suo nuovo abbigliamento... e Nualia stessa, altrettanto imbarazzata, si schiarì la voce e guardò in giro.

"Vi piace? I sacerdoti del Fiore del Mattino... hanno pensato che sarebbe stato opportuno un cambio d'abito... e visto che mi erano ancora riconoscenti per aver catturato Zadendi e averle impedito di fare altri danni, hanno voluto... ricompensarmi anche con questo." spiegò la ex-cultista demoniaca. "Io... mi sento un po' strana con questi vestiti, però... al tempo stesso mi fanno sentire bene!"

"Credimi, ti stanno molto meglio di quella corazza nera di prima!" rispose Reji con una strizzata d'occhio. "Ti si addicono molto di più!"

"Grazie..." affermò la giovane aasimar con un sorriso rassicurato. "I sacerdoti del Fiore del Mattino mi hanno insegnato a tirare di scherma con la scimitarra... e a lanciare qualche incantesimo. Spero che questo... ci sarà d'aiuto, quando riprenderemo il nostro viaggio."

"Sono sicura che ci sarà d'aiuto, Nualia." rispose Jolan. "Anche perchè... dobbiamo riprendere il viaggio il prima possibile. Dobbiamo raggiungere Turtleback Ferry... e scoprire cosa è successo alle Frecce Nere di Forte Rannick."

La aasimar guardò il resto del gruppo, che le rispose con dei cenni affermativi e delle espressioni di assenso. "E non saremo da soli. Con noi ci sarà anche... una nostra vecchia amica di Sandpoint." affermò Eli. "Shalelu, la cacciatrice di goblin. Credo... che abbia dei motivi personali per voler scoprire cosa è successo alle Frecce Nere."

Nualia sbattè gli occhi con espressione incerta. Non aveva avuto molti contatti con Shalelu, anche perchè erano state da parti opposte, ma immaginava che l'elfa non avesse un buon ricordo di lei. Dal punto di vista di Shalelu, lei era il capo dei cultisti demoniaci che avevano cercato di radere al suolo la sua amata Sandpoint, e Nualia non pretendeva certo che Shalelu la perdonasse e dimenticasse tanto facilmente. "Capisco... va bene, mi preparerò quanto prima e vi raggiungerò alla Taverna della Zanna. Quanto ci vorrà per arrivare a Turtleback Ferry a partire da qui?"

"Più o meno una settimana." rispose Yan. "E prima partiamo meglio sarà. Se è davvero successo qualcosa alle Frecce Nere, dobbiamo impedire a tutti i costi che gli ogre e i troll del Monte Uncino si riversino sui centri abitati. Sarebbe una strage se accadesse..."

Nualia annuì. "Va bene. Parlerò subito ai miei superiori, e gli dirò che devo riprendere il viaggio." rispose. "Aspettatemi alla taverna. Sarò pronta nel giro di un paio d'ore al massimo."

Yan sorrise e fece il segno dell'okay. "D'accordo, Nualia. Saremo pronti anche noi, per allora."

"Perfetto." concluse Eli. "Avviseremo Shalelu di trovarci lì. A presto!"

 

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Due ore dopo, alla Taverna della Zanna...

Il gruppo di Eli aveva raccolto tutto il suo equipaggiamento e si apprestava a riprendere il viaggio. Faceva uno strano effetto, dovevano ammetterlo, lasciare quella taverna che per loro era diventata una sorta di casa nelle settimane che avevano trascorso a Magnimar... e la locandiera, malgrado il suo tono un po' rude, aveva fatto i suoi saluti a quei ragazzi che avevano movimentato le cose nella sua taverna con i loro racconti e le loro eroiche imprese. Da parte sua, Yan si era diretto alle stalle, dove un suo fedele amico non aspettava altro che il momento di tornare all'avventura...

"Ehilà, Shadowmist. Vecchio mio." Yan raggiunse il suo magnifico stallone e lo accarezzò su un fianco. Il cavallo fece uno sbuffo e strisciò uno zoccolo per terra, come se volesse dire al ragazzo che si era stancato di restare lì senza fare niente. "Heh... immagino che anche tu volessi muoverti un po', vero? Beh... adesso ci sarà davvero da muoversi. Dobbiamo fare un bel viaggetto fino a Turtleback Ferry. Una settimana di tempo per sgranchirsi le zampe... e poi, immagino che ci sarà da fare un bel po' di lavoro da quelle parti. Allora, che ne dici? Ti senti pronto a questo viaggetto?"

Shadowmist alzò la testa e nitrì fieramente, come se avesse capito perfettamente quello che il suo cavaliere stava cercando di dirgli. Con un cenno della testa e na pacca amichevole sul garretto, Yan cominciò a sellare il suo cavallo per poi slegarlo e condurlo verso la strada principale... dove i suoi compagni, già in groppa ai loro destrieri (o ai loro pony, nel caso di Misia e Jolan), lo aspettavano. Shalelu era con loro, in groppa ad un fiero cavallo bianco, l'arco e le frecce assicurati ad un fianco della cavalcatura, e il suo viso esprimeva un misto di decisione e trepidazione - a Yan appariva chiaro che quel viaggio voleva dire molto per lei, e che non vedeva l'ora di arrivare a destinazione. E doveva ammettere che era curioso di sapere il perchè... ma non si aspettava certo che l'elfa cacciatrice, notoriamente reticente sul suo passato, avrebbe risposto volentieri ad una tale domanda.

"Okay, ragazzi. Io ci sono... e anche il mio fedele Shadowmist!" esclamò Yan, per poi salire agilmente in groppa al suo destriero. Shadowmist sbuffò e diede un paio di colpetti per terra con il suo zoccolo ferrato, per comunicare a tutti che era pronto a partire.

Un raro sorriso apparve sul volto serio di Shalelu, e l'elfa si riavviò i capelli con un gesto della mano. "Ottimo... siamo tutti in perfetto orario." disse, mentre un gruppetto di avventori usciva dalla taverna e si riuniva lì vicino per dare un ultimo saluto ai valorosi avventurieri. "Grazie per avermi permesso di unirmi a voi. Per me significa molto, e farò in modo di rendermi utile."

"Siete stata una compagna preziosa già la prima volta, signorina Shalelu." rispose Eli, tirando appena un po' le redini del suo cavallo. "Sono convinta che anche questa volta, il vostro aiuto si dimostrerà indispensabile. Bene, ed ora... tutti in viaggio verso Turtleback Ferry! Una volta lì, avremo molto da fare."

"Aspettate un momento, ragazzi!" esclamò una voce ormai nota. Quando Eli rivolse la sua attenzione alla piccola folla che si era riunita davanti alla taverna per salutare i nuovi eroi della città, vide che Mamma Grottle si era fatta strada tra gli avventori, con un grosso sacco sulle spalle. Con una naturalezza che sembrava incredibile per una signora della sua età, la locandiera lanciò il sacco a Yan, che lo afferrò al volo.

"Signora Grottle!" esclamò Jolan. "Un regalo per il viaggio?"

"Un po' di provviste! Qualcosa per ricordarvi di questa simpatica locanda quando sarete lontani a cavalcare verso l'orizzonte! Hehehee!" rispose la vispa anziana facendo il segno dell'okay. "E mi raccomando! Ricordatevi che quando passerete di nuovo per Magnimar, ci saranno sempre due stanze per voi nel mio locale!"

"Grazie, signora Grottle! Non ce ne dimenticheremo! Arrivederci a tutti!" esclamò Yan. Con un nitrito, Shadowmist si impennò fieramente e cominciò ad incamminarsi con passo deciso verso i cancelli di Magnimar. Eli e il suo cavallo si affrettarono dietro il giovane guerriero, e uno all volta, anche il resto del gruppo cominciò a prendere la strada verso Turtleback Ferry.

"A presto! Ricordatevi di noi!" salutò Reji con un sorriso radioso.

"Grazie di tutto!" rispose Nualia, con un tono più contenuto ma altrettanto caloroso. Shalelu, non esattamente un tipo di tante parole, si limitò a fare un cenno con la testa e fare un saluto agli avventori.

Misia strizzò un occhio mentre dava il segnale di partenza al suo pony. "Non mancheremo di tornare in questa graziosa locanda!"

"Augurateci buona fortuna!" concluse Jolan con un gesto sbarazzino. Chiudendo la fila, lo scaltro halfling e il suo pony seguirono il resto del gruppo, e dietro di lui, ancora per diversi secondi, riecheggiarono i saluti e le esclamazioni di incoraggiamento degli abitanti di Magnimar.

Cavalcando con calma lungo le strade della città in quel pomeriggio insolitamente tranquillo, il gruppo di Eli restò a guardare ancora per un po' il panorama di Magnimar che scorreva con calma e lentezza attorno a loro. Da quella distanza, Reji riuscì ancora a distinguere la cima dell'Orologio delle Ombre, dove aveva sostenuto la battaglia decisiva con la feroce Xanesha. Con un sospiro, la giovane monaca sorrise tra sè e rivolse un pensiero ad Aldern e a Iesha, augurandosi che avessero trovato la pace ora che il mostro che aveva manipolato Aldern era stato annientato.

"Tutto bene, Reji?" chiese Nualia con un cenno della testa. Adesso che Reji la vedeva ancora meglio, in sella al suo cavallo e con gli abiti e l'armatura tipici di una sacerdotessa guerriera di Sarenrae, la aasimar penitente dava ancora più l'impressione di una paladina valorosa.

La ragazzina Tian fece il segno dell'okay. "Tutto bene, Nualia. Solo... un po' di sciocco sentimentalismo da parte mia. Nonostante tutte le disavventure che abbiamo vissuto, Magnimar mi è piaciuta un sacco. Chissà quando ci torneremo..." affermò. "Ho l'impressione che il nostro viaggio a Turtleback Ferry sarà tutt'altro che una scampagnata."

"Del resto, se lo fosse stato non avrebbero chiesto il nostro aiuto." commentò Yan con un'alzata di spalle. "Ma non importa. Non appena avremo posto rimedio ai problemi di Turtleback Ferry e avremo scoperto cosa è successo a Forte Rannick, torneremo qui... e questa volta, spero che ce la potremo prendere più comoda!"

"Ottimo! Questo sì che è un progetto che mi piace!" esclamò Jolan. Anche la severa Shalelu si permise una risata a mezza bocca, prima di dare alcune indicazioni al gruppo.

"D'accordo. Come prima cosa, una volta che avremo lasciato Magnimar attraverso le porte a sud-est, cominceremo a cavalcare lungo le rive del fiume Yondakabari. Spero che riusciremo a percorrere una buona distanza prima di doverci fermare per la notte. Poi, per i due giorni successivi, continueremo a seguire il fiume, e dovremmo arrivare alle porte della Foresta di Sanos. Se riusciamo ad arrivare lì entro quel lasso di tempo, saremo in grado di raggiungere Turtleback Ferry con un buon anticipo." affermò l'elfa cacciatrice. "Che ne dite, vi può andare bene come itinerario?"

"Ottimo! Grazie per la tua guida, Shalelu!" rispose Misia. La femmina di gnomo si guardò indietro, ammirando ancora una volta la sua città natale, quasi volesse fissarsi in mente lo spettacolo degli edifici e dei monumenti di Magnimar prima di lasciarla per chissà quanto tempo...

Yan e Shadowmist si fermarono per un attimo e si voltarono indietro per ammirare a loro volta la Città dei Monumenti. Sarà stato il suo lato sentimentale a parlare, ma aveva la netta impressione che la grande città stesse salutandoli mentre partivano ancora una volta verso l'ignoto...

"Arrivederci, Magnimar." sussurrò il ragazzo, prima di rimettersi in viaggio assieme ai suoi compagni.

 

ooooooooooo

 

Otto giorni dopo...

Turtleback Ferry, una piccola città che sorgeva sulle rive piovose del lago Claybottom e il centro di scambio e commercio più importante di quella piccola regione. Nominalmente soggetta al governo di Magnimar, in realtà Turtleback Ferry era una città indipendente sotto molti punti di vista, e il fatto di essere sotto il controllo di Magnimar era più che altro una formalità, un accordo per proteggere la piccola città dalle devastanti incursioni degli ogre del Monte Uncino, in cambio di favori commerciali. Certo la città non aveva lo splendore di Magnimar, e ricordava più un posticino tranquillo ed ameno come Sandpoint.

Quando Eli e i suoi compagni giunsero nella piccola città, nel primo pomeriggio del loro ottavo giorno di viaggio, notarono quasi subito che, in effetti, c'era qualcosa di strano. I locali, incuriositi dall'arrivo di stranieri, si erano disposti su due file ai lati della fangosa strada principale che attraversava il villaggio, e nell'atmosfera aleggiava una strana tensione, che non era dovuta unicamente al clima piovoso. Il cielo era ingombro di nubi scure cariche di acqua, e dalle pozzanghere che costellavano il terreno si poteva facilmente capire che c'erano stati dei rovesci soltanto qualche ora prima. La stagione delle pioggie era arrivata presto quell'anno, con effetti deleteri sullo spirito degli abitanti del luogo.

Finalmente, uno degli abitanti di Turtleback Ferry si fece avanti con un po' di titubanza, e alcuni gli vennero dietro, incoraggiati dal suo esempio. "Non siete di queste parti, stranieri." disse l'individuo, un uomo alto e snello con i capelli neri tagliati cort e le mani coperte di piccole cicatrici, segno di una vita dedicata alla pesca. "Benvenuti a Turtleback Ferry. Possiamo esservi utili in qualche modo?"

Jolan si schiarì la voce e fece cenno ai suoi compagni di lasciar parlare lui e Shalelu. Con un agile balzo, l'elfa e l'halfling scesero da cavallo, in modo da parlare con gli abitanti di Turtleback Ferry da una posizione paritaria. "Buongiorno." rispose Jolan sgranchendosi la spina dorsale dopo la lunga cavalcata. A parte i momenti in cui avevano mangiato o dormito, i ragazzi avevano passato a cavallo quasi tutto quel tempo. "Potrei chiedere se Drelb e Makaya Hearthfire vivono ancora qui in città? Sono un loro cugino, e sono venuto a fare loro visita... assieme ad un gruppo di miei compagni!" Rivolse lo sguardo ai suoi compagni, che salutarono con dei cenni amichevoli. Nualia si schiarì la voce in segno di imbarazzo, notando come molti stavano già facendo caso ai suoi setosi capelli bianchi e alla sua carnagione bronzea.

"Inoltre... beh, avremmo bisogno di informazioni un po' specifiche." affermò Shalelu, nella cui voce si poteva avvertire un pizzico di tensione. "Ma immagino che per quelle dovremo rivolgerci a qualcuno in una posizione un po' più elevata... avete un sindaco, o comunque qualcuno che faccia da autorità in questa cittadina?"

Una donna anziana con un pesante vestito verde-grigio e i capelli grigi raccolti dietro la nuca sputò per terra prima di dare una risposta. "Aaaah, già! Per quello dovreste parlare con il nostro sindaco, il buon vecchio signor Shreed!" esclamò con voce roca. "Ma... se state cercando i cari Drelb e Makaya, loro vivono ancora qui! Si sono trasferiti un po' più lontano dalle acque dopo che Makaya si è ammalata di malaria, circa due mesi fa."

"Che cosa? Makaya ha avuto..." esclamò Jolan, sbalordito e dispiaciuto come lo apparivano anche i suoi compagni di viaggio. "Ma... ma se l'è cavata, vero?"

"Certamente! Altrimenti non ve ne staremmo qui a parlare!" rispose un altro abitante di Turtleback Ferry, un uomo dai capelli rossicci con un occhio strabico. "Grazie ad Erastil, il signor Shreed è stato in grado di curarla. Forse non lo sapete, ma lui è un chierico del divino Erastil."

Shalelu tirò un piccolo sospiro di sollievo. Se non altro, quella piccola comunità dava l'impressione di sapere il fatto loro e di essere pronti ad ogni eventualità. "D'accordo, vorrà dire che andremo a parlare con il signor Shreed come prima cosa... e poi andremo a far visita ai cugini di Jolan e a cercare di capire cosa stia succedendo da queste parti." rispose Eli, prendendo una rapida decisione. La maga mezzelfa fece un cenno a Yan, Nualia, Reji e Misia, e il gruppo smontò da cavallo e si sgranchì le gambe dopo la lunga cavalcata. "Grazie del vostro benvenuto, già che ci siamo. Il mio nome è Eli Clerks, maga della Roccia dei Profeti ed agente della società dei Pathfinder di Magnimar."

"Magnimar ha mandato addirittura dei Pathfinders?" chiese la vecchietta di prima. "Heh... che dire, spero che almeno loro riescano a venire a capo di quello che sta succedendo da queste parti..."

"Ci era stato parlato del problema delle Frecce Nere, prima che partissimo da Magnimar." affermò Yan. Prese gentilmente la mano a Nualia mentre quest'ultima scendeva da cavallo, e si accingeva a fare lo stesso con Reji, che però riuscì a smontare con un'agile capriola ed atterrare in piedi accanto al suo destriero. "Ma... forse è meglio che ne parliamo con questo signor Shreed, una volta che ci saremo un po' riposati."

"Vorremmo chiedere se fosse possibile che uno di voi ci annunci al vostro sindaco." chiese Eli con tono formale. "Per favore, ditegli che alcuni Pathfinder sono qui dietro richiesta di Lady Sheila Heidmarch e Lord Haldmeer Grobaras, il sindaco di Magnimar."

"Oh, certo... nessun problema." disse l'uomo che aveva parlato per primo, con un barlume di speranza nella voce. "Se... se da Magnimar hanno mandato dei Pathfinder, allora forse c'è qualche speranza di risolvere questa brutta situazione... ma immaginoche il signor Shreed vi dirà tutto quello di cui avete bisogno. Nel frattempo... stavate cercando gli Hearthfire, vero? Credo proprio che ci sia qualcuno qui in grado di portarvi da loro. Tabitha?"

Dalla folla si staccò una graziosa bambina di non più di nove o dieci anni, con i capelli rossi legati in una lunga treccia, un vestito di tela azzurra che portava i segni dell'umidità di quel luogo, scarpette di cuoio dall'aria rozza ma funzionale e un viso tondo spruzzato di lentiggini. "Sì, signor Henkerson!" esclamò. "Porto io i signori dagli Hearthfire."

"Grazie, piccola!" rispose Eli. "Allora, ragazzi, facciamo così: Jolan, Misia e Shalelu vadano con la piccola. Io, Yan, Reji e Nualia vedremo di parlare con il signor Shreed. Vi va bene?"

"Nessun problema, capo!" rispose prontamente Jolan, pronunciando l'ultima parola con amichevole ironia. "Anzi, grazie per la considerazione! Avevo una gran voglia di rivedere il vecchio Drelb. Sarà un'occasione per scambiarci le ultime notizie."

"Perfetto! Quando avete finito, raggiungeteci davanti al municipio." rispose Yan, mentre il gruppo consegnava i cavalli per farli portare in una stalla dove potessero finalmente riposarsi e sfamarsi. "E già che ci siamo, dove lo possiamo trovare, il municipio?"

"Non è troppo lontano da qui. Seguite la strada principale e poi svoltate alla seconda a sinistra. Proseguite ancora fino a superare il negozio di alimentari...  e da lì dovreste essere in grado di vedere il municipio. E' un edificio alto, di pietra bianca, con un doppio portone di legno scuro... non potete sbagliare!"

"Grazie mille! Okay, gente, ci vediamo dopo!" disse Reji, salutando i due avventurieri più piccoli e Shalelu mentre questi seguivano la piccola Tabitha verso l'abitazione dei cugini di Jolan...

             

oooooooooo            

 

"Ecco, signori, siamo arrivati!" disse Tabitha con un sorriso smagliante, indicando la loro destinazione con un gesto un po' teatrale.

L'abitazione degli Hearthfire, un piccolo edificio dal tetto spiovente che mostrava già diversi segni di riparazioni, era proprio quello che molti si sarebbero aspettati dalla casa di un halfling - un posticino modesto che poteva tranquillamente passare inosservato in una città come Turtleback Ferry. Le finestre erano chiuse, con i vetri appannati dalll'umidità, e diversi strumenti da agricoltura o da pesca erano riposti accuratamente in alcuni scatoloni di legno, coperti con dei teli per proteggerli meglio dal clima non troppo salubre. Jolan si avvicinò e tirò un sospiro nostalgico nel vedere la nuova casa dei suoi cugini, poi storse il naso con fastidio quando alcuni goccioloni di pioggia cominciarono a scendere dal cielo grigio sopra di loro. "Grazie, piccola... Ah, cavolo, adesso sta riprendendo a piovere! Meglio che corri a casa, tesoro, non è davvero il caso che tu ti prenda un malanno stando qui sotto l'acqua!"

"Aspetta..." disse Shalelu, per poi cercare nel suo zaino e tirare fuori una coperta che consegnò alla bambina. "Ecco. Usa questa per proteggerti dalla pioggia, e torna a casa il prima possibile."

"G-grazie, signorina... E arrivederci!" la piccola Tabitha ringraziò, coprendosi frettolosamente la testa e le spalle con la coperta. Mezzo secondo dopo, era già partita a razzo verso casa sua, mentre la pioggia cominciava ad intensificarsi. Non volendo restare sotto l'acqua più a lungo del necessario, Jolan raggiunse la porta della casa dei suoi cugini e bussò energicamente.

"Chi bussa?" esclamò una voce maschile un po' arrochita proveniente dall'interno.

Jolan fece un cenno di assenso a Misia e a Shalelu prima di rispondere. "Un amico!"

"Quale amico?" rispose prontamente la voce di una giovane donna.

"Andiamo, voi due! Non ditemi che non riconoscete più vostro cugino!" replicò Jolan con una risata divertita.

"Cosa? Sei davvero tu, Jolan?" chiese la voce maschile, ora già un po' addolcita. Una finestrella scorrevole sulla porta si aprì di scatto, facendo intravedere un paio di occhi dall'interno della casa.

"Ma sì, certo, Drelb, vecchio sciocco, chi vuoi che sia?" rispose Jolan, "Sono io, Jolan, il tuo cuginetto di Sandpoint!"

Finalmente, la porta si aprì e ne uscì un halfling piuttosto grassoccio, con la pelle che recava ancora qualche segno di abbronzatura, i capelli neri spettinati e un paio di folti baffi, che indossava una camicia bianca che aveva chiaramente visto tempi migliori e una sorta di tuta da lavoro completa di pantaloni sdruciti. Dietro di lui, sedeva una giovane donna halfling con i capelli castani scuri spettinati e lunghi fino alle spalle, che indossava una camicetta azzurra dalle ampie maniche e una gonna colorata lunga fino quasi alle caviglie. Nessuno dei due indossava scarpe o altre calzature, come del resto era prassi comune per gli halfling.

"Aaaah, che sorpresa! Jolan, vecchio mio!" esclamò l'halfling baffuto, andando ad abbracciare il cugino, che ricambiò il gesto. "Non ci avevi detto che saresti passato di qui! E chi sono queste due signorine? Non mi dirai che hai fatto conquiste, in questi ultimi tempi!"

"Jolan! Che bello rivederti! Come mai da queste parti?" esclamò la halfling castana, che senza dubbio doveva essere Makaya. Si alzò di scatto dalla sua sedia e andò ad accogliere calorosamente il cugino.

"Diciamo che... sono qui per una serie di affari molto importanti!" rispose Jolan, un po' imbarazzato per la precedente domanda di Drelb. "Ah, e scusate se vengo all'improvviso con queste due compagne... vi presento Misia Chen, oracolo del sole, e Shalelu Andosana, cacciatrice di goblin!"

"Piacere di conoscervi, signori Hearthfire!" rispose Misia con un saluto amichevole, mentre Shalelu si limitava a fare un cenno della testa e un lieve sorriso.

"Aaaah, un oracolo del sole! Esattamente quello che ci vorrebbe di questi tempi!" rispose Drelb mentre si scambiava una stretta di mano con Misia. "Ma non restiamo qui sotto la pioggia! Presto, venite dentro! Mi racconterete tutto con calma! Makaya, prepara qualcosa per i nostri ospiti! Questa è un'occasione speciale!"

"Grazie, cuginetto! Ne approfittiamo almeno per ora!" rispose Jolan. Lui e Misia entrarono senza problemi, ma Shalelu fu costretta a piegarsi sulle ginocchia per passare sotto lo stipite della porta. "Aaah, e così questa è la vostra nuova casa? Beh, mi sembra abbastanza simile alla vecchia, anche se ci sono delle differenze."

"Sì... due mesi fa ho contratto la malaria, e per fortuna che il nostro sindaco, che è un chierico di Erastil, aveva a disposizione un incantesimo Rimuovi Malattia che mi ha davvero salvato." rispose Makaya. Si avvicinò ad un focolare posto nel bel mezzo della stanza e vi gettò dentro un po' di legna secca, in modo da ravvivare il fuoco e riscaldare meglio la casa. "Da allora abbiamo deciso di trasferirci in un posto un po' più distante dall'acqua. Almeno così è un po' meno facile essere punti da qualche zanzara..."

"Sì, beh... non mi avevi mai detto che hai avuto questi problemi di salute." affermò Jolan. "Se l'avessi saputo, sarei corso qui per cercare di aiutarti."

Drelb sospirò. "Sì, probabilmente avremmo dovuto informarti. Ma ultimamente non è tanto facile scambiarsi notizie nella maniera tradizionale, qui a Varisia." rispose. "Eri a Sandpoint, quindi hai visto anche tu cosa sta succedendo in questi ultimi tempi. La tua città è stata attaccata dai goblin negli ultimi tempi... e in effetti ero preoccupato per la tua salute. Quei piccoli bastardi hanno cominciato ad attaccare abitazioni e villaggi dappertutto. Sembra quasi che qualcosa li abbia spinti ad una frenesia che non avevamo mai visto prima."

"Abbiamo anche sentito parlare degli ogre e dei troll del Monte Uncino..." intervenne Misia, mentre Makaya faceva bollire un po' d'acqua sul focolare. "Qual è la situazione? Anche loro sono in attività, immagino..."

"Purtroppo sì..." rispose Makaya con un brivido di orrore. "Fino a un paio di mesi fa, eravamo sicuri che quei mostri assetati di sangue non sarebbero arrivati fin qui. Le Frecce Nere li tenevano a bada... ma adesso non riceviamo più aggiornamenti da Forte Rannick, il loro quartier generale, e abbiamo paura che sia successo qualcosa da quelle parti. Senza... senza l'aiuto delle Frecce Nere, sarà solo questione di tempo prima che quelle orribili creature arrivino fin qui e facciano razzia... di provviste, animali e persone."

"Quanto di frequente arrivavano qui in città, le Frecce Nere?" chiese Shalelu. L'elfa ranger aveva drizzato le orecchie alla sola menzione della divisione incaricata di proteggere la regione.

Drelb versò un bicchiere di idromele a Jolan e uno per sè, e i due halfling fecero un piccolo brindisi al loro ritrovo. "Normalmente, oltre alle loro visite quando erano in licenza, arrivava ogni fine settimana una delegazione di ranger delle Frecce Nere." rispose. "Però, quando sono passate due settimane senza che arrivasse alcuna notizia di loro, abbiamo deciso che sarebbe stato meglio inviare dei messi a Forte Rannick per vedere cosa stesse accadendo. Ma... nessuno di loro è tornato, e ormai temiamo il peggio. Credetemi, l'idea di dover essere travolti da un'orda di ogre e troll è davvero... terrificante."

"Preferirei di gran lunga essere mangiata viva da un troll, se si dovesse giungere a questo." sospirò Makaya. "Ho sentito quello che gli ogre fanno alle loro vittime... e qualsiasi morte sarebbe di gran lunga preferibile a cadere nelle loro mani."

Shalelu annuì lentamente, mentre la halfling castana le passava una tazza di acqua calda nella quale aveva messo in infusione delle erbe. "Grazie..." sussurrò l'elfa. "Posso... comprendere le vostre paure. Io detesto i goblin, e ho dato loro la caccia per anni, ormai... ma anche i goblin più crudeli che io abbia mai visto sembrano degli agnellini in confronto agli ogre." Fece una pausa e prese un sorso di tè caldo, per poi chiudere gli occhi e godersi la sensazione della bevanda calda che le scongelava le membra. "Però... in tutto questo, vorrei chiedere una cosa."

Drelb corrugò la fronte con evidente curiosità. "Huh? Se posso dare una mano, prego, chiedi pure."

Shalelu prese fiato prima di porre la sua domanda - e Jolan e Misia non poterono non notare come l'elfa cacciatrice sembrasse in qualche modo emozionata e trepidante. "Ecco... tra i ranger delle Frecce Nere che venivano di tanto in tanto a fare visita qui in città... non vi ricordate se per caso c'era un certo... Jakardros Sovark?"

"Jakardros...?" si chiese Misia. "E chi sarebbe? E'... un nome che mi giunge completamente nuovo."

Shalelu non sembrò sentire la domanda, e continuò a fissare con trepidazione appena percettibile prima Makaya e poi Drelb. L'halfling baffuto si grattò il mento, cercando di ricordare se per caso avesse sentito un nome simile da qualche parte. "Jakardros... Jakardros... hmm... strano, sono sicuro di avere già sentito questo nome da qualche parte..." affermò.

"Fatemi pensare. Ho anch'io l'impressione di aver sentito questo nome, da qualche parte..." Makaya si sedette accanto a Misia e cominciò a pensare, sentendo lo sguardo speranzoso della femmina di gnomo fisso su di lei. Qualche secondo dopo, la halfling castana spalancò gli occhi e si diede un colpo sul palmo della mano in un gesto di improvvisa realizzazione! "Ah! Ma certo! Certo che l'ho sentito! Ora ricordo! Drelb, non ricordi cosa è successo alcuni mesi fa? Alcuni ogre erano riusciti ad aggirare Forte Rannick e stavano arrivando qui per razziare... ma per fortuna, c'erano alcuni ranger delle Frecce Nere che li hanno fermati e fatti fuori tutti! E tra loro... ce n'era uno di mezza età, con una benda sull'occhio destro, e i baffi e la barba neri! Non ti ricordi di lui?"

"Una benda sull'occhio destro..." sussurrò Shalelu, i cui occhi si erano spalancati in un'espressione di stupore, indignazione e preoccupazione al tempo stesso. "La barba e i baffi neri... sì... sì, è proprio lui! Ne sono sicura! E' quel disgraziato! Allora... è stato qui per tutto questo tempo... e non si è più fatto sentire!" esclamò all'improvviso, sorprendendo Jolan e Misia con quell'improvvisa dimostrazione di rabbia ed ansia. Erano abituati a vedere Shalelu sempre così seria e controllata... ma da quando la missione era iniziata, la sua maschera stoica era più di una volta scivolata via, dando modo alle sue emozioni rimaste sotto controllo di emergere per qualche attimo. E adesso, questa maschera si era sgretolata.

"S-signorina Shalelu?" chiese Jolan stupefatto, guardando la loro alleata con crescente stupore. "Che... che sta dicendo? Chi sarebbe questo Jakardros? Io... non l'ho mai sentita pronunciare questo nome, da quando siamo partiti da Magnimar!"

Shalelu prese fiato, sentendosi improvvisamente affaticata dopo che le sue emozioni erano salite alla superficie come l'eruzione di un vulcano che da troppo tempo era rimasto in silenzio. L'elfa strinse una mano a pugno e restò ferma dov'era, fremente di rabbia... per poi sedersi di nuovo e massaggiarsi la fronte.

"Io... chiedo scusa. Mi... mi sono lasciata prendere la mano." affermò. "Vi ho detto che avevo i miei motivi per venire con voi a Turtleback Ferry, no?"

"Beh... certo, questo me lo ricordo..." replicò Misia, allo stesso tempo confusa e curiosa di saperne di più. "E a questo punto, mi sembra ovvio che riguarda questo Jakardros... ma chi sarebbe costui? E'... una questione molto importante per lei, questo mi sembra più che evidente..."

"Sì... è la verità, è una questione... molto personale." rispose Shalelu con espressione gelida. "E ora vi dirò anche il perchè... Jakardros Sovark è il mio patrigno!"

 

oooooooooo

 

Il sindaco di Turtleback Ferry, Maelin Shreed, era un uomo di colore di mezza età, non più nel pieno della forma fisica ma con uno sguardo acuto e una parlantina svelta, che aveva ricevuto gli avventurieri provenienti da Magnimar non appena gli era stato possibile, e non aveva potuto nascondere un misto di sorpresa e sollievo quando li vide entrare nel suo ufficio.

"Grazie ad Erastil siete arrivati presto. Stavo cominciando a temere, visto che il sindaco Grobaras mi aveva più volte risposto che non aveva nessuno da mandare." esordì, scambiandosi una stretta di mano con ciascuno dei quattro avventurieri. Privatamente, era rimasto un po' sorpreso dal fatto che Yan fosse l'unico uomo del gruppetto - la fede di Erastil, di cui il sindaco Shreed era un chierico, era notoriamente un po' maschilista.

"Siamo venuti non appena abbiamo potuto. Abbiamo avuto a che fare con un po' di prolemi anche lì a Magnimar, e temiamo che quanto sta accadendo qui a Turtleback Ferry sia collegato." rispose Eli aggiustandosi gli occhiali. "Ma... perdonate i miei modi, non mi sono neanche presentata. Il mio nome è Eli Clerks, maga della Roccia dei Profeti... e loro sono i miei compagni: Yan Gudril, spadaccino di Sandpoint; la sua compagna di viaggio Reji, nativa del Minkai... e Nualia Tobyn, sacerdotessa guerriera del Fiore del Mattino. Altri tre dei nostri compagni stanno al momento facendo visita a conoscenti in città."

"Come ho detto, sono felice che siate venuti. Turtleback Ferry sta attraversando dei momenti molto difficili, e temiamo che la situazione potrebbe peggiorare entro breve, se non si troverà una soluzione." affermò Shreed. "Fino a poche settimane fa, potevamo contare sulle Frecce Nere per proteggerci... ma adesso non abbiamo più avuto risposta da loro. Non sappiamo più neanche dove si trovi il loro leader, il comandante Lamatar Bayden."

"A proposito di Forte Rannick... temo di non poter dare buone notizie." affermò Yan, tirando fuori da una tasca un foglio stropicciato e passandolo al sindaco. "Questa lettera, che abbiamo trovato durante le nostre investigazioni a Magnimar, fa menzione di Forte Rannick, e l'autrice afferma che ormai dovrebbe essere sotto il loro controllo."

Con evidente preoccupazione, Shreed prese il foglio e cominciò a leggere, scuotendo la testa una volta giunto alla fine. "Beh, questo conferma le mie paure. Non so come sia successo... ma pare che Forte Rannick sia stato attaccato da qualcuno... o qualcosa... e mentre parliamo, in questo momento, potrebbe già essere sotto il controllo del nemico. A chi era indirizzata questa lettera?"

"Ad una lamia matriarca di nome Xanesha, che aveva preso il controllo di un culto di Norgorberiti a Magnimar." spiegò Reji. "I seguaci di Xanesha incidevano il simbolo del leggendario Sihedron, la stella a sette punte che tradizionalmente è associata all'antica Thassilon, sui corpi delle loro vittime."

"E c'è di più... le loro vittime erano praticamente tutte delle persone note per la loro avarizia, o per la loro avidità di denaro." continuò Nualia, cercando di evitare di incrociare lo sguardo del sindaco. "Sembra... che facendo così riescano a raccogliere le loro anime... per qualche scopo che al momento ci sfugge."

"Capisco..." affermò il sindaco, e restituì la lettera a Yan. "Quindi anche questa Lucrecia, con ogni probabilità, è una lamia matriarca... A proposito, dove si trova Xanesha in questo momento?"

Reji fece un sorrisetto fiero. "Sono contenta di poterle dire che quella stronza è due metri sotto terra. Me ne sono assicurata io stessa." affermò, ancora orgogliosa della sua vittoria sulla crudele donna-serpente. Eli strizzò un occhio imbarazzata per il modo di esprimersi della ragazzina Tian, ma il sindaco si limitò a fare una risata a mezza bocca "Almeno di lei non dobbiamo più preoccuparci. Ma resta ancora questa Lucrecia."

"Ovviamente, immagino che non sappiate se in città c'è una persona che si chiama Lucrecia..." azzardò Eli. No, in effetti la cosa era impossibile. Se Lucrecia era astuta quanto lo era stata Xanesha, sicuramente si era ben premurata di nascondere le sue tracce, e non si era lasciata dietro nulla che potesse permettere di risalire a lei tanto facilmente.

E infatti, come la mezzelfa si era aspettata, il sindaco Shreed scosse la testa. "Purtroppo no... temo di non potervi aiutare da questo punto di vista. E non mi risulta di aver visto segni particolari sui miei concittadini. Quindi... davvero non so da dove potreste iniziare." affermò.

Eli si fermò a pensarci su per qualche istante. In effetti, sul momento non le veniva in mente nulla di particolare. Avevano ben poco da cui partire, e la sola cosa sensata da fare era molto probabilmente andare a controllare di persona cosa stesse accadendo. "Hmm... va bene, capisco. Allora... credo che io e i miei compagni non possiamo fare molto altro che cercare di raggiungere Forte Rannick e renderci conto noi stessi del motivo per cui non danno più risposta. Se sarà possibile, cercheremo anche di risolvere il problema. Se per voi va bene, ragazzi... io partirei anche domani."

"Sì, credo che siamo tutti d'accordo." rispose Yan. Anche Reji e Nualia fecero un cenno per esprimere il loro accordo. "Più aspettiamo, più quelle bestiacce che vivono sul Monte Uncino hanno il tempo di organizzarsi e scendere su Turtleback Ferry per razziarla. Dobbiamo fare il possibile per risolvere questa situazione quanto prima."

"Allora prendiamoci il tempo di comprare un po' di equipaggiamento per il viaggio... e poi partiamo." rispose prontamente Reji. "Se c'è la possibilità che abbiamo a che fare con dei troll... dobbiamo procurarci un bel po' di fuoco dell'alchimista. Spero che ne vendano, da queste parti..."

Shreed li rassicurò con un breve sorriso e un cenno del capo. "Di questo non dovete preoccuparvi. Non saremo una grande città come Magnimar, ma abbiamo tutto l'equipaggiamento di cui potreste avere bisogno, e anche qualche oggetto magico se è necessario." rispose. "Detto questo... state molto attenti mentre vi dirigete verso Forte Rannick. Le terre selvagge attorno a Turtleback Ferry sono diventate molto più pericolose di recente. A parte animali selvaggi come orsi, puma e cinghiali, pare che di recente siano aumentate anche le attività dei Graul, una famiglia di mezzi-ogre particolarmente crudele e depravata che caccia nei dintorni della nostra città. Vi auguro di non incontrarli mai sulla vostra strada..."

"Beh, certo non saremo noi ad andarli a cercare..." affermò Eli, trattenendo una smorfia di disgusto al pensiero dei mezzi-ogre, mostruosi ibridi nati dall'unione - mai consenziente - tra un umano (o un semiumano, o un umanoide) e un ogre. "D'accordo. Cercheremo di stare il più attenti possibile. E avvertiremo anche i nostri amici. Coraggio, ragazzi... avremo bisogno dell'aiuto di tutti quanti, se vogliamo uscire interi da questa crisi."

Shreed si permise un sorriso speranzoso mentre osservava Eli e i suoi compagni che si scambiavano cenni di intesa e decisione. Dopo tutte quelle settimane di incertezza e paura, almeno adesso sapeva che quei ragazzi erano pronti a dare una mano...       

 

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CONTINUA...

 

 

 

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Capitolo 50
*** Incontri pericolosi nella foresta ***


Pathfinder: L'Ascesa dei Signori delle Rune

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 47 - Incontri pericolosi nella foresta

 

"Jakardros Sovark... è il mio patrigno."

La rivelazione di Shalelu arrivò come un fulmine per i suoi compagni di viaggio e i cugini di Jolan. In effetti... questo spiegava come mai Shalelu avesse delle motivazioni personali, e più che condivisibili, per averli voluti accompagnare in questa impresa. "Che cosa? Il tuo... patrigno?" chiese Jolan stupefatto, per poi mettersi una mano davanti alla bocca, come se avesse voluto dire che gli dispiaceva per questa brusca domanda. In effetti, non era poi così sorprendente, se ci pensava bene. Shalelu non aveva mai parlato loro del suo passato, e questa rivelazione improvvisa non era necessariamente priva di senso. "Sì... sì, certo... capisco... Quindi... il tuo patrigno è uno dei ranger di Forte Rannick?"

"Ma come è capitato da quelle parti?" chiese Misia, altrettanto stupita. Temendo di aver toccato un tasto falso, la femmina di gnomo si schiarì la voce e guardò da un'altra parte. "Se... se vuoi parlarne, si intende. Immagino che per te sia una faccenda... molto personale."

Shalelu si sedette e prese un paio di respiri, in modo da calmarsi. Si era fatta prendere la mano dalla rabbia che ancora provava, e aveva rischiato di perdere il suo autocontrollo. Un errore da principianti, si rimproverò. Se quella fosse stata una situazione di autentico pericolo, avrebbe seriamente rischiato di rimetterci la pelle. "No... no, avete ragione. E' una cosa personale, certo, ma visto che stiamo lavorando assieme... e che ritengo che ci siano dei legami tra noi che vanno oltre la reciproca convenienza... allora credo che sarebbe giusto farvi sapere come stanno le cose." affermò. "Sì... Il ranger Jakardros Sovark è il secondo marito di mia madre. O almeno lo era, prima che mia madre morisse per colpa di un drago verde che aveva preso di mira la nostra comunità..."

Shalelu guardò verso il pavimento, i suoi grandi occhi neri che tremavano per un residuo di amarezza, rabbia e dolore. Ci fu un attimo di silenzio mentre l'elfa raccoglieva i pensieri e cercava di tenere le sue emozioni sotto controllo, e poi Shalelu riprese a spiegare. "Prima... prima di entrare a far parte delle Frecce Nere, il mio patrigno era un avventuriero come voi due." spiegò, dando un'occhiata di intesa a Misia e Jolan. L'oracolo e la guida annuirono assieme, e fecero cenno a Shalelu di proseguire, mentre anche Drelb e Makaya ascoltavano con attenzione. "Lui e il suo gruppo sono venuti a difendere il mio villaggio da un tirannico drago verde e dai suoi servitori, un branco di ettercap... ma lo scontro è stato terribile, e il drago ha ucciso tutti i compagni di Jakardros, e lo ha ridotto in fin di vita. Il mio patrigno... si è salvato solo perchè un gruppo di arcieri del mio villaggio ha messo in fuga quel mostro a colpi di arco e frecce. Mia madre... si è occupata di curare Jakardros, ed è stato in quel frangente che è scoccata la scintilla tra i due... Mio padre era morto alcuni anni prima, e ho ritenuto giusto che mia madre trovasse qualcun altro da amare per riempire il vuoto nelle nostre vite... e nei nostri cuori."

"Certo... è comprensibile..." rispose Drelb, temendo di sapere cosa sarebbe venuto dopo. "Ma... se siete qui adesso, signorina Shalelu, e in questa condizione, immagino che non sia andata esattamente come speravate tutti..."

Shalelu scosse la testa. "Tre anni dopo quella battaglia... il drago verde tornò, questa volta con più alleati e più risorse. Con l'aiuto di Jakardros, i difensori del nostro villaggio sono riusciti ad ucciderlo... ma mia madre è perita nello scontro." raccontò. Tirò un sospiro pieno di rabbia ed angoscia alla fine, e dovette fare una pausa per tenere le sue emozioni sotto controllo. Era passato molto tempo da allora, ma il ricordo e il dolore erano ancora troppo freschi. Un cupo silenzio era sceso sull'uditorio, e lo scroscio della pioggia che batteva sulle finestre creava un sottofondo spettrale al racconto della ranger elfica.

"Mi dispiace..." sussurrò Drelb con un sospiro.

Shalelu ringraziò con un cenno della testa, e poi proseguì il suo racconto. "Non... non era nemmeno finito il funerale di mia madre... che Jakardros se ne andò, facendo perdere le sue tracce. Per anni ho cercato di rintracciarlo, senza successo... e ora... ora scopro che è diventato un membro delle Frecce Nere di Forte Rannick! Da non crederci! Pazzesco! E adesso che so dov'è finito... potrebbe essere già morto. Ammazzato. Squartato da qualche ripugnante ammasso di muscoli. Semplicemente incredibile. Io... io speravo di concludere un po' meglio questo capitolo della mia vita! E invece..."

"Calma... calma, signorina Shalelu! Non sappiamo ancora se è morto o meno... e non sappiamo neanche cosa è successo a Forte Rannick, se è per questo." rispose Jolan. Non poteva dire di essere sorpreso che la stoica elfa avesse perso la calma davanti ad un evento che la toccava così da vicino, ma era comunque inusuale vederla cadere preda delle sue emozioni.

Shalelu prese un bel respiro e si sedette di nuovo accanto al focolare, cercando di calmarsi. "Sì... sì, è vero... mi dispiace, non volevo fare una scenata, ma... vogliate capirlo, per me è una questione... molto sensibile..." affermò.

Misia sospirò malinconica. Non era difficile comprendere il perchè i sentimenti di Shalelu fossero così tumultuosi - nonostante il risentimento nei confronti del patrigno per essersi allontanato senza dire una parola, la femmina di gnomo comprendeva che Shalelu gli era ancora affezionata, e l'idea che potesse essergli successo qualcosa, soprattutto ora che sembrava in procinto di trovare finalmente delle risposte, la faceva impazzire per l'ansia.

"Che cosa... avete intenzione di fare, allora?" chiese Makaya, guardando prima Shalelu e poi Jolan dritti negli occhi.

Jolan si schiarì la voce e si avvicinò di qualche centimetro al focolare, cercando di trovare un po' di riparo dall'umidità del posto. All'esterno, la pioggia continuava a cadere insistente, e qualche spiffero d'aria penetrava all'interno della casa, dando una sensazione di fastidio. "Come ho detto... credo che la prima cosa che faremo domattina sarà di prendere la strada che porta fuori da Turtleback Ferry e va verso Forte Rannick." affermò. "Una volta arrivati lì, cercheremo di esaminare la situazione e renderci conto di cosa sia successo. E faremo tutto il possibile per salvare le Frecce Nere, se sarà necessario."

"Non vi preoccupate, i nostri compagni sono dei veri professionisti." rispose Shalelu, ora un po' più controllata. "Potete contare su di loro. Faremo tutto il possibile per risolvere questa difficile situazione... e fare in modo che Turtleback Ferry possa dormire di nuovo sonni tranquilli."

Drelb non potè fare a meno di sorridere. "Vi ringraziamo, ragazzi... è ormai fin troppo tempo che la nostra città vive nella tensione, da quando è successo quel disastro al Paradiso..." affermò. Jolan annuì, evidentemente sapendo già di cosa il cugino stesse parlando, ma Misia e Shalelu fecero delle espressioni vagamente dubbiose.

"Il Paradiso? E che cosa sarebbe?" chiese la femmina di gnomo.

Makaya scosse la testa e rispose con evidente disgusto. "Si trattava di un postaccio. Un luogo di malaffare. Era una bisca che si trovava a bordo di una nave passeggeri che viaggiava per il lago Claybottom e che occasionalmente si fermava qui a Turtleback Ferry per qualche notte." rispose, per poi scuotere la testa in tono di disapprovazione. "Gioco d'azzardo, prostituzione... davvero, io non ci sarei andata neanche se mi avessero pagato per farlo."

"Non sei un po' troppo severa, sorellina? In fondo, case da gioco, bordelli e fumerie si trovano praticamente in ogni città di Varisia che superi il centinaio di abitanti!" rispose Drelb con una breve risata gioviale. "Certo... c'è da dire che molti disapprovavano di questo luogo. Almeno finchè non c'è stato quell'incidente, e il Paradiso è affondato nelle acque del lago Claybottom."

"Non ci sono stati superstiti." continuò Jolan con un sospiro. "In effetti, se non fosse stato per il fatto che un cacciatore ha visto le luci della nave che si spegnevano mentre affondava, è probabile che nessuno si sarebbe accorto della tragedia prima della mattina dopo."

"Ventiquattro persone. Molte delle quali della nostra città." affermò tristemente Makaya. "Sono morte ventiquattro persone nell'affondamento del Paradiso. E la nostra città non si era ancora ripresa da quello shock quando sono arrivate queste preoccupanti notizie da Forte Rannick. Abbiamo davvero bisogno di buone notizie... e se sarete voi a darcele, sarà una gran bella cosa."

"Non vi preoccupate." Jolan volle rassicurare i suoi cugini. "Vedremo di giungere in fondo a questa storia, e non risparmieremo alcuno sforzo."

"Grazie, Jolan. Io... non posso fare altro che augurare buona fortuna a tutti voi." rispose Drelb, sollevato e al tempo stesso frustrato di non poter aiutare in maniera più concreta. "E ricordatevi che qui a Turtleback Ferry avrete sempre qualcuno dalla vostra parte. Non vorreste fermarvi qui per la notte? Non avreste nulla da pagare."

"Hehee... Ti ringrazio, cuginetto, ma temo che... ci sarebbe qualche problema di spazio! Senza offesa, si intende." rispose prontamente Jolan con una breve risata. "E comunque, io e i miei amici non abbiamo problemi di denaro. Possiamo permetterci qualche stanza nella locanda."

"Se riuscirete a risolvere questo problema, credo proprio che sarete i benvenuti in qualsiasi negozio di Turtleback Ferry!" scherzò Makaya. Pochi attimi dopo, il suono della pioggia che batteva sui vetri e sul tetto venne sovrastato dal suono di qualcuno che bussava energicamente alla porta di casa... e Jolan strizzò un occhio ai suoi cugini, per dire loro che si trattava proprio dei suoi compagni.

"Eccoli, sono loro." affermò la guida di Sandpoint. Drelb si era già alzato ed era andato ad aprire, trovandosi di fronte un quartetto di avventurieri che cercavano di schermarsi dalla pioggia. Eli teneva in una mano un grande ombrello di tela, sotto il quale Reji aveva trovato riparo... e Yan aveva con sè un altro ombrello sotto il quale lui e Nualia si riparavano.

"Buonasera." esordì Eli strizzando un occhio. "I cugini di Jolan, immagino."

"Siamo i suoi compagni di gruppo." si presentò Yan. "Credo che Jolan vi abbia parlato di noi."

Drelb restò per un attimo sbalordito a guardare il gruppo... poi sorrise e ridacchiò brevemente. "Altrochè! Ma non restate lì sotto la pioggia, gente! Venite almeno a scaldarvi un po', prima di andare alla locanda. Avete già deciso per un piano d'azione, immagino."

"Certamente! E saremo felici di illustrarvelo!" rispose Eli con fare sicuro. Gli avventurieri chiusero i loro ombrelli e li appoggiarono appena fuori dall'ingresso prima di entrare per discutere di quanto avevano deciso...

 

oooooooooo

 

Quella sera era trascorsa senza imprevisti - certo, c'era stata sorpresa da parte di Eli e del resto del gruppo quando Shalelu aveva rivelato il segreto di cui aveva parlato in precedenza con Misia e Jolan, ma il resto della serata era stato tranquillo, e i cugini di Jolan si erano dimostrati cordiali e gentili. Alla fine, il gruppo si era congedato per andare alla locanda, in modo da cenare e prendersi una notte di riposo prima di iniziare il loro viaggio. Drelb e Makaya, da parte loro, erano riusciti a strappare al gruppo la promessa che, una volta tornati a Turtleback Ferry, avrebbero raccontato loro tutto quello che era successo nella loro avventura.

Ma la mattinata non si era rivelata esattamente gradevole. Non c'era pioggia, se non altro, ma una fitta coltre di nebbia si era posata su Turtleback Ferry e sulle zone circostanti, immergendole in una fastidiosa coltre di umidità. In quella scomoda situazione, il gruppo di avventurieri aveva deciso di restare quanto più possibile sulla strada sterrata che usciva da Turtleback Ferry e andava verso Forte Rannick. Tuttavia, restava il problema della fitta vegetazione nella quale si sarebbero comunque dovuti inoltrare...

"Restate dietro di me." disse Shalelu, usando la sua corta spada per falciare alcuni arbusti che erano cresciuti in maniera incontrollata e stavano ostacolando loro il cammino. Dopo essersi aperti un varco nelle fronde, gli avventurieri raggiunsero la sponda di un grande corso  d'acqua circondato da alberi dalle ampie fronde. "Okay... seguiamo la riva di questo fiume. Restate tutti all'erta, non ho idea di quali pericoli si nascondano da queste parti."

L'elfa prese fiato e incoccò una freccia, per poi guardarsi attorno ed assicurarsi che non ci fossero minacce nei dintorni... e Yan preparò a sua volta il suo arco, mentre Eli teneva pronta la bacchetta che aveva recuperato nelle Catacombe dell'Ira. La mezzelfa ripetè a sè stessa che avrebbe dovuto controllare quante cariche fossero rimaste - aveva perso il conto di tutte le volte che l'aveva usata.

"Sembra tutto tranquillo, ma è proprio per questo che non mi piace..." sussurrò Yan. Il gruppo cominciò a farsi strada tra le fronde e ad incamminarsi lungo la riva del fiume, e Nualia si avvicinò a Misia per fare sì che la biondina avesse qualcuno di più robusto a proteggerla nel caso di un agguato. Reji osservò con attenzione le fronde degli alberi che sovrastavano il gruppo, poi la sua attenzione andò allo specchio d'acqua dalle acque stranamente calme che si estendeva vicino a loro. Le acque erano quasi del tutto ferme, ingombre in più punti di alghe verdastre che formavano dei fitti grovigli, e dal pelo dell'acqua emergeva in parte un tronco infranto dalla forma irregolare che fluttuava a pochi metri dalla riva.

La ragazzina Tian stava per rivolgere la sua attenzione altrove... quando un movimento improvviso sotto il pelo dell'acqua attirò il suo sguardo, e il tronco si inabissò di colpo. Reji spalancò gli occhi quando si accorse che c'era qualcosa che non andava, e cercò di lanciare un grido di avvertimento...

"Atten..." riuscì a dire, prima che una cosa massiccia emergesse di colpo dal lago e si lanciasse con velocità insospettabile contro il gruppo di avventurieri! Reji era la più vicina al punto in cui l'attaccante era emerso, e non riuscì a spostarsi in tempo prima che un paio di fauci affilate si chiudesse attorno alla sua gamba destra! Con un'esclamazione di dolore e sorpresa, la ragazzina cercò di indietreggiare, solo per essere trascinata a terra dalla forza immane dell'aggressore: una testuggine grande come una casa, con una lunga coda sferzante simile a quella di un coccodrillo e un collo insolitamente lungo e serpentino. La sua bocca era enorme, e ricordava una sorta di becco dai bordi affilati come rasoi, che in quel momento minacciavano di staccare la gamba a Reji! Stringendo i denti per il dolore e la paura, la ragazzina Tian sferrò un pugno alla testa della mostruosa testuggine, cercando di farle mollare la presa! "AAAAAAGH! Lascia... lasciami!"

"Reji!" esclamò Yan. Agendo d'impulso, il giovane incoccò una freccia e la scagliò contro la testuggine gigante, mirando al collo. Il dardo penetrò nelle carni del mostruoso rettile, che sibilò di dolore e mollò la presa su Reji, facendola cadere a terra con la gamba sanguinante. Ma la pelle della testuggine gigante era coriacea, anche nei punti in cui non era protetta dal suo guscio impenetrabile, e la freccia non riuscì a penetrare abbastanza in profondità da colpire a morte il possente rettile. Con una rapidità che colse molti di sorpresa, la testuggine indietreggiò... poi fece scattare nuovamente il collo serpentino e puntò al collo di Yan, che alzò appena in tempo lo scudo per proteggersi. Le fauci simili ad una tagliola gigante si chiusero sullo scudo del giovane, i cui bordi si piegarono visibilmente, e Yan fu costretto a far cadere l'arco per proteggersi.

Reji strinse i denti e grugnì per il dolore mentre cercava di allontanarsi strisciando e riprendersi, ma stava perdendo un'allarmante quantità di sangue dalla ferita alla gamba. Nualia si piazzò davanti a Reji per cercare di tenere a bada la testuggine, mentre Misia raggiunse la monaca e lanciò un incantesimo curativo.

"Resisti, adesso ci penso io!" esclamò la femmina di gnomo. "Divina Desna, ti prego, guarisci la mia compagna, che possa ancora combattere al nostro fianco in tuo nome!"

L'incantesimo Cure Ferite andò a buon fine. Quando Misia toccò la gamba ferita di Reji, l'emoraggia si arrestò quasi subito, e la lesione cominciò immediatamente a rimarginarsi, come se stessero passano giorni interi in pochi istanti. Un attimo dopo, la ferita si era rimarginata abbastanza da permettere a Reji di rialzarsi, anche se un po' a fatica. "Phew... grazie, Misia! E' stato... alquanto sgradevole."

"Quel morso ti aveva reciso l'arteria femorale. Se non avessimo avuto delle magie curative, saresti morta dissanguata in poco tempo..." spiegò Misia con evidente sollievo per il fatto di essere arrivata in tempo. "Ora stai attenta, la gamba non si è ancora ristabilita del tutto."

"Qui ci penso io! Stretta Folgorante!" esclamò Eli. Puntò la sua bacchetta contro la testuggine gigante e scagliò una scarica elettrica che colpì in pieno l'enorme rettile e lo fece grugnire per il dolore. Yan approfittò di quel momento per liberarsi dalla presa delle fauci e sferrare un fendente che aprì un taglio superficiale ma doloroso vicino al collo della testuggine, mentre anche Shalelu scagliava un freccia ben piazzata che ferì l'animale ad una zampa. Nualia si fece avanti, brandendo la sua scimitarra con abilità... e quando la testuggine cercò di mordere lei, la aasimar pronunciò una parola magica in una lingua che Yan non riuscì a riconoscere, e la lama ricurva venne avvolta da una fiammata rossa. Nualia sferrò un paio di fendenti a vuoto, che arrivarono comunque abbastanza vicini alla testuggine gigante da farle sentire il calore sul muso.

Furiosa ma ancora decisa a non farsi sfuggire una preda, la testuggine gigante indietreggiò e diede una rapida occhiata al gruppo, cercando un bersaglio che fosse isolato rispetto agli altri. La sua testa armata di fauci mortali scattò fulminea verso Eli, che si spostò appena in tempo. La mezzelfa storse il naso, sentendo il pestilenziale fiato della bestia che le arrivava dritto in faccia.

"Stretta Folgorante!" ripetè Eli. Agitò la sua bacchetta e diresse un’altra scarica elettrica contro la testuggine gigante. Troppo grande e lenta per potersi spostare in tempo, la testuggine venne colpita sul guscio e ringhiò di rabbia e dolore quando l'elettricità la percorse, mentre Jolan si faceva avanti e sferrava due fendenti con i suoi pugnali. Il primo fendente venne respinto dalla pelle coriacea del rettile, ma il secondo riuscì a raggiungere un punto vulnerabile, e la lama penetrò fino quasi all'elsa nelle carni della testuggine, a metà tra la spalla e il collo, mentre Shalelu mandava a segno un'altra freccia che colpì la zampa sinistra del bersaglio.

Ferita e dolorante, la mostruosa testuggine ringhiò e cominciò a ritirarsi, in cerca di prede più facili. Sferrò ancora un paio di morsi, in modo da scoraggiare l'inseguimento, e poi si immerse nel lago e scomparve sotto il pelo dell'acqua. I sette avventurieri si misero in guardia e attesero a pochi passi dalla riva, nel caso il mostro avesse voluto tornare all'attacco.

Invece niente. La superficie dell'acqua si fece nuovamente liscia e tranquilla, e Yan tirò un sospiro di sollievo prima di andare a vedere se i suoi compagni - in particolare Reji - stavano bene. "Phew... questa è stata davvero una sorpresa sgradita. Come state? Reji, tutto bene? La tua gamba?"

"Per poco non me la staccava... o non morivo dissanguata..." replicò la ragazzina, mostrando la gamba lesionata. La ferita aveva un aspetto terrificante, anche ora che si era parzialmente rimarginata, e la gamba dei pantaloni di Reji era stata ridotta a brandelli. "Per fortuna che c'era Misia, altrimenti me la sarei vista brutta..."

"Meno male... grazie, Misia, non so proprio come ce la caveremmo senza di te..." replicò Nualia.

"Già... grazie anche da parte mia." disse la monaca con un sorriso accomodante. "Ricordami che ti devo un favore!"

Misia fece un segno dell'okay, mentre Shalelu teneva ancora l'arco armato e puntato contro il fiume. Quando ormai fu sicura che la testuggine gigante se ne fosse andata per davvero, l'elfa cacciatrice tirò il fiato e si assicurò che il gruppo fosse ancora intero. "Ecco... nel caso fosse stato ancora necessario, questo incontro ci ha ricordato che in questo posto non dobbiamo mai abbassare la guardia. Reji... sei sicura di stare bene? La tua gamba?"

Reji cercò di non far pesare al gruppo la sua ferita. "Va... va bene, ho solo bisogno di un momento di... Ow!" La ragazzina emise un'esclamazione di dolore quando cercò di muoversi a passo svelto sulla gamba ancora lesa, e Yan e Nualia si affrettarono a sorreggerla per evitare che cadesse. "Ehm... okay, forse avrò bisogno di più di un momento."

"Direi proprio di sì... so che forse non è proprio il momento più adatto, ma... è meglio se ci fermiamo per un po' e lasciamo che Reji si riposi." disse Shalelu. "Dobbiamo essere certi di essere in forma per la continuazione del nostro viaggio. Troviamo un posto sicuro... e aspettiamo che la gamba di Reji si sia ristabilita prima di continuare."

"Okay, a medicare Reji ci penso io." si offrì Misia, mentre il gruppo si avviava verso una piccola radura vicina, un punto dove gli alberi erano meno fitti e c'era abbastanza spazio per accamparsi e riposarsi un po'. "State tranquilli che entro domani sarà di nuovo pronta a correre e saltare dove vuole!"

"Beh, allora siamo a posto!" Reji ridacchiò brevemente, appoggiandosi a Yan e Nualia per camminare meglio. "Scusate, ragazzi... vi sto rallentando."

"L'importante è che tu ti rimetta presto." disse Jolan ripulendo i suoi pugnali. Cercò nella sua bandoliera e diede alla monaca una fiala di pozione curativa che aveva estratto apparentemente dal nulla. Reji la accettò, la stappò e verso una parte del liquido ambrato sulla ferita, per poi tracannare il resto in un unico sorso. "Per adesso, restiamo fermi per un po'... quando Reji sarà a posto, riprederemo la marcia."

"Ottimo." disse Eli, per poi verificare che la sua lancia - la stessa arma di foggia Thassiloniana che fino a poco prima era appartenuta a Xanesha - fosse ancora al suo posto. "Stabiliamo un perimetro e accampiamoci qui. Io faccio il primo turno di guardia. Misia, tu occupati di Reji e fai in modo che si riprenda del tutto."

"Faccio il turno di guardia con te, Eli." disse Shalelu.

Yan e Nualia aiutarono Reji a distendersi per terra, e Misia estrasse dalla sua bisaccia un kit da guaritore. Per qualche attimo, la biondina si ritrovò ad armeggiare goffamente quando le medicazioni cominciarono a muoversi da sole come sospinte da alcune mani invisibili... poi riuscì a prendere ciò che le serviva e si inginocchio accanto a Reji per medicarle e fasciarle la gamba...

 

oooooooooo

 

Qualche ora dopo, la squadra aveva ripreso il cammino non appena la ferita sulla gamba di Reji si era rimarginata del tutto grazie a un altro incantesimo curativo che Nualia aveva usato su di lei. Dopo qualche attimo di incertezza, la monaca aveva ripreso a camminare come prima, e ormai la ferita non le faceva più male e si era lasciata dietro soltanto una cicatrice sulla coscia, quindi la squadra aveva potuto riprendere il viaggio senza altre interruzioni.

Una volta giunti in corrispondenza di una parte meno profonda del fiume, il gruppo lo aveva guadato legandosi con attenzione e cercando di evitare i punti in cui il fondale era più cedevole. Per Jolan e Misia, molto più bassi del resto dei loro compagni, era stato più difficile, maalla fine, grazie alla collaborazione di tutti, anche questo ostacolo era stato superato, e il gruppo aveva potuto addentrarsi nella foresta e proseguire il loro cammino. Tuttavia, erano passati soltanto dieci minuti prima che un suono inusuale facesse drizzare le antenne al gruppo, costantemente all'erta per qualsiasi cosa potesse costituire una minaccia.

"Aspettate." disse improvvisamente Shalelu, che per prima aveva sentito qualcosa di strano grazie al suo udito fine. Il gruppo si fermò di colpo e piombò nel silenzio, affinando l'udito per cercare di sentire cosa ci fosse di strano...

"Non vi sembra di sentire... una canzoncina?" chiese Shalelu. In effetti, Reji per prima riuscì a sentire che una strana nenia si stava sovrapponendo ai suoni della natura. E non era esattamente una canzoncina piacevole: era una voce roca e stonata, ma a chiunque appartenesse, stava mettendo tutto sè stesso nella canzone come se fossestato un bardo famoso.

"Sì... adesso la sento anch'io!" sussurrò Jolan. "Che sia uno di quei Graul? Se è così, meglio che cerchiamo di evitarlo..."

"Aspettate, sento qualcos'altro..." affermò Reji, sentendo qualcos'altro che si sovrapponeva ai suoni della foresta... "Mi sembra... come un miagolio... o un verso di dolore!"

"Cosa?" chiese Shalelu, che cercò immediatamente di sentire quel lamento e capire da dove provenisse. In effetti, riusciva a sentire qualcosa che proveniva da un'altra parte - un verso che suonava come quella di un grosso felino ferito. "Sì... adesso lo sento anch'io! Viene da quella parte!" affermò, indicando poi una stradina che passava per gli alberi. "Che cosa ne dite? Andiamo a dare un'occhiata? Potrebbe essere importante..."

"Sì, sono d'accordo con la signorina Shalelu." rispose Yan. "In ogni caso, se c'è qualcuno che ha bisogno di noi, gli diamo una mano... e se è una trappola, stiamo attenti e vediamo di non cascarci come dei fessi."

"La fai un po' facile tu, Yan..." rispose Eli alzando gli occhi al cielo. "Ma va bene, andiamo a vedere di cosa si tratta. Seguitemi!"

A passo svelto ma senza mai abbassare la guardia, il gruppo di avventurieri seguì il percorso che Shalelu aveva indicato, ascoltando il lamento che si faceva sempre più forte e chiaro. Pochi secondi dopo, il gruppo raggiunse un bivio nella stradina, dove ai piedi di un albero si trovava la fonte di quello strano verso - un grosso puma era accovacciato ai piedi un grande albero di acero dalle foglie ormai rosse e cadenti, e lottava disperatamente per liberarsi la zampa posteriore sinistra da una crudele trappola - una tagliola di ferro arrugginito che gli stringeva la zampa, provocandogli un dolore lancinante. L'animale soffiava e strideva, mentre cercava un modo di liberarsi da quella presa terribile. 

"Un puma..." sussurrò Misia. "Sono abbastanza comuni qui, nei pressi del Monte Uncino... ma non mi aspettavo che scendessero così a valle..."

Immediatamente, il felino si accorse della presenza del gruppo di Yan e cominciò a miagolare e a lamentarsi, rivolgendosi direttamente a loro. Il ragazzo stava guardando l'animale intrappolato, combattuto tra cercare di aiutarlo e non voler rischiare di essere aggredito... ma mentre lo osservava, Yan notò qualcosa di strano nel suo comportamento. Il felino non stava esprimendo ostilità o paura verso il gruppo di avventurieri armati che era apparso all'improvviso... in effetti, Yan aveva l'impressione che stesse cercando di chiamarli e di implorare il loro aiuto. E poi, c'era il fatto che, come aveva detto Misia, era un po' inusuale che un puma fosse sceso dalle montagne fino a raggiungere quasi il livello del mare.

Il puma emise un altro miagolio, e Yan si riscosse dai suoi pensieri e si avvicinò con prudenza al felino intrappolato, cercando di tenerlo calmo e senza mai guardarlo direttamente negli occhi - sapeva che il puma avrebbe potuto considerarlo un gesto di sfida. "Ragazzi, provo a liberarlo. Ho l'impressione... che ci sia qualcosa di strano qui." affermò.

Eli annuì e imbracciò la sua lancia, tenendosi in guardia. "Sì, sono d'accordo. Un puma di solito non scende fino a quote così basse."

"Io proverò a lanciargli un incantesimo di cura... ma stai attento, Yan. Non vorrei mai che ti aggredisse..." rispose Nualia. Con passo lento e calmo, la aasimar dai capelli bianchi i avvicinò al puma... che ancora una volta non mostrò segni di paura, come se fosse già abituato da tempo alla presenza dell'uomo.

Yan e Shalelu si piazzarono accanto al puma, e il ragazzo cominciò ad accarezzare il felino sulla schiena mentre l'elfa si metteva ad esaminare la trappola. Si trattava di una semplice tagliola, nulla di veramente complicato... ma i denti arrugginiti e sporchi facevano temere che si sarebbe potuta sviluppare un'infezione. Sarebbe stato meglio tenere d'occhio quella ferita, ammesso che il felino si lasciasse toccare...

In effetti, il puma non dava l'impressione di aver paura del gruppo. Come se si rendesse già conto che stavano cercando di aiutarlo, il felino si quietò e si accucciò cercando di restare il più tranquillo possibile mentre Jolan si apprestava a librarlo dalla tagliola. Yan si chinò sulla trappola e cominciò a tirarne le fauci metalliche da due parti opposte, in modo da allentare la pressione sulla zampa del felino e rendere il lavoro un po' più facile ai suoi compagni. Jolan, nel frattempo, aveva già tirato fuori alcuni arnesi da scasso e si era messo al lavoro, manovrano i meccanismi della tagliola in modo che restasse aperta. Ci furono diversi secondi di attesa mentre l'halfling armeggiava attentamente sulla tagliola... e finalmente, con uno scatto acuto, il meccanismo di chiusura si guastò, e i crudeli denti della trappola si aprirono senza più forza, permettendo sl puma intrappolato di allontanarsi zoppicando dalla trappola. Con un cenno della mano, Shalelu chiese al felino di non andarsene e lo aiutò a sdraiarsi a terra... poi, estrasse una fialetta di pozione curativa dalla tinta ambrata dalla sua bandoliera, e versò il liquido guaritore sull'orrida ferita che la tagliola gli aveva inferto.

Il sangue smise quasi subito di sgorgare, e la ferita cominciò a rimarginarsi rapidamente; non si chiuse del tutto, ma sicuramente adesso era molto meno preoccupante di prima. Ma prima che il gruppo potesse fare altro per medicare l'animale ferito, Shalelu e Reji sentirono di nuovo qualcosa di strano - la stessa canzone di prima, una nenia stonata, cantata con una voce gutturale e sgradevole, che parlava di caccia, di trappole e di carne grigliata. Il latrato di alcuni cani accompagnava la canzoncina, che stava aumentando di intensità...

"La la laaaah! Un cacciatooooore io sonooooo! La la laaah! E mangio tutto quello che trovooooo!" cantilenò il misterioso individuo. Misia dovette ammettere che preferiva di gran lunga le canzoncine dei goblin.

Si sentì il rumore di qualcosa di grosso ed affilato che falciava rami ed erbe alte, e qualcosa di grosso che si muoveva tra la vegetazione... e un attimo dopo, il cacciatore emerse dalla foresta, accompagnato da non meno di quattro cani da caccia neri, dall'aspetto feroce e famelico.

Yan sgranò gli occhi quando vide l'aspetto del cacciatore - era una creatura che incuteva al tempo stesso ribrezzo e compassione. Era un bruto dalla pelle grigiastra, chiaramente sovrappeso, il ventre prominente e la faccia tonda ed appesantita, dominata da una bocca fin troppo grande riempita di grossi denti marci. Era calvo, e indossava soltanto un paio di pantaloni rossi sfilacciati e un bracciale di ferro pieno di punte al polso destro, e recava numerosi tatuaggi violacei sul torace e sulle braccia. Nella mano sinistra, teneva con decisione una lancia rozza ma ben affilata, mentre la sua mano destra era malformata, e consisteva in effetti di un unico enorme dito con fin troppe falangi.

Un mezzo-ogre, si disse il giovane guerriero. Uno sfortunato risultato delle depredazioni degli ogre. E probabilmente, questo inquietante individuo era uno di quei Graul di cui avevano sentito parlare...

"Hm? E voi... chi siete?" chiese il mezzo-ogre, parlando lentamente ma in maniera corretta, con espressione a metà tra il divertito e l'irritato, agitando la lancia in direzione di Yan. Quattro grossi cani dalla pelliccia nera e lurida si erano piazzati accanto a lui e ringhiavano ferocemente al gruppetto di Pathfinders, che sfoderarono le armi e si tennero pronti a difendersi... e il puma che avevano appena liberato soffiò con aggressività in direzione del mostruoso cacciatore. "Io sto dando la caccia al puma! Non sono affari vostri! O volete essere cacciati anche voi?"

Shalelu puntò l'arco contro l'individuo deforme per intimargli di non avvicinarsi. "Fermo!" Esclamò l'elfa. "Non ti avvicinare! Noi siamo qui per ritrovare dei ranger! Vattene e non ci importunare, e non ci sarà bisogno di usare la violenza."

Il mezzo-ogre sghignazzò. "Hehehee... ma a Rukus piace la violenza! Mamma mi darà un bel premio quando io le porterò voi...o le vostre teste!" esclamò. "Prendeteli!"

I quattro cani si lanciarono all'attacco come furie scatenate, spalancando le fauci sbavanti e puntando alla gola degli avventurieri. Shalelu mollò la corda dell'arco e la freccia partì verso il mezzo-ogre di nome Rukus, che si spostò d'istinto e riuscì ad evitare di essere colpito a morte... ma rimase comunque ferito quando la punta della freccia gli graffiò il braccio destro. Uno dei cani si scagliò su Shalelu, che riuscì a toglierselo di dosso con un abile trucco da lottatore e lo fece cadere a terra tra le fronde di un cespuglio vicino.

"Hmph... inutile discutere! Scudo!" esclamò Eli. Uno dei cani si stava lanciando su di lei, ma la mezzelfa riuscì a lanciare il suo incantesimo, e il feroce segugio rimbalzò su uno scudo energetico apparso improvvisamente davanti a lei. Jolan, nel frattempo, era stato preso di mira da un terzo cane, e riuscì per un pelo ad evitare che le sue fauci sbavanti si chiudessero sul suo braccio, poi rispose sferrando un fendente con i suoi pugnali, e aprendo un taglio sopra la zampa anteriore sinistra della bestiaccia.

"Grrr! Non dovevate venire qui! Questo è il territorio dei Graul!" ringhiò Rukus. Anche se poteva usare soltanto una mano per brandire la sua lancia, il mezzo-ogre combatteva con notevole abilità, e riusciva a parare i colpi che Shalelu sferrava con la sua daga. L'elfa stava cercando di saggiare l'abilità dell'avversario, e di avvicinarsi man mano per sferrargli un colpo decisivo... mentre Yan, dopo essersi assicurato che i suoi compagni fossero in grado di affrontare i cani, si avvicinava da lato e sferrava un fendente. Rukus reagì prontamente e riuscì a scansare il fendente che gli arrivò un istante dopo, poi fece volteggiare la sua lancia sopra la testa, in modo da tenere lontani i suoi avversari. "Io e i miei fratelli vi faremo la pelle e vi metteremo tutti su uno spiedo! E poi la mamma rianimerà i vostri scheletri!"

"Che cosa? E chi sarebbe questa mamma?" chiese Shalelu, sperando che il bruto si lasciasse sfuggire qualche particolare che potesse aiutarli. Rukus colse il momento giusto e sferrò un affondo diretto al torace di Shalelu, che lo deviò con un abile colpo di daga e cercò di avvicinarsi. Ma con il braccio libero, Rukus sferrò un manrovescio che fece cadere a terra la cacciatrice, poi fece di nuovo roteare la sua lancia, la cui punta ferì lievemente Yan al braccio destro.

"Hehehee... vorreste saperlo, vero?" sghignazzò il mezzo-ogre. "Non vi preoccupate! La vedrete molto presto! Alla mamma piace di più quando le porto gli intrusi vivi! Urlano di più quando lei li tortura! Come quei tre delle Frecce Nere!"   

"Tre Frecce Nere? Che stai dicendo?" chiese Yan parando un affondo con il suo scudo per poi avvicinarsi di colpo e sferrare un fendente con la sua spada. Rukus indietreggiò rapidamente e riuscì ad evitare il grosso del colpo, ma la lama aprì comunque un taglio nel suo ventre ballonzolante. Con un grugnito di dolore, Rukus si fece avanti di colpo e cercò di trafiggere Yan con la sua lancia, costringendolo a tirarsi indietro. "Avete catturato tre delle Frecce Nere, vero? E gli altri?"

"Non so dove sono gli altri, e non me ne frega niente! Mamma dice che Jaagrath sarà molto contento quando lei gli consegnerà quei tre!" replicò Rukus. Con un abile trucco, Yan attese che il mezzo-ogre sferrasse un altro affondo e schivò quel tanto che bastava per impedire alla punta dell'arma di ferirlo. Si sentì un penetrante stridio metallico quando la punta della lancia strisciò il pettorale del giovane, che fece un rapido passo in avanti e sferrò un altro fendente con la sua spada, mirando alla spalla del bruto! Ma quest'ultimo, pur colto di sorpresa, riuscì a reagire con prontezza e si scansò di lato. La lama della spada di Yan riuscì comunque a ferirlo, tracciando un doloroso taglio sul trapezio e uno sulla guancia destra.

Ma Shalelu si era ripresa più in fretta del previsto. Dimostrando ancora una volta la sua mira eccellente, la cacciatrice incoccò rapidamente una freccia e la scagliò, passando da parte a parte l'avambraccio sinistro di Rukus, che ringhiò per il dolore improvviso e lasciò cadere la sua lancia. Un'altra freccia mortalmente precisa colpì il mezzo-ogre alla gamba sinistra, poco sopra il ginocchio, facendolo incespicare e cadere a terra.

"Graaaaah!" ringhiò Rukus, cercando di estrarsi le frecce dalle carni. Sfortunatamente per lui, la sua mano destra malformata non gli consentiva di fare molto. "Uuuugh... voi... voi! Maledetti, cosa volete farmi?"

Yan puntò la spada al collo di Rukus. "Per ora niente. Basta che tu non cerchi di fare scherzi." affermò, mentre dava un'occhiata a come se la cavavano i suoi compagni. Come immaginava, dopo un primo momento di difficoltà, i suoi amici erano riusciti ad avere la meglio sulla muta di cani. Reji, nonostante la gamba ancora malferma e la debolezza, era riuscita a mettere fuori combattimento un cane che aveva cercato di aggredire Eli. Nualia, agitando la sua scimitarra fiammeggiante, stava costringendo un altro dei cani a restare indietro. Altri due cani erano morti, uno trafitto alla gola da un pugnale di Jolan, e un altro azzannato a morte dal puma appena liberato. "Come puoi vedere, i nostri amici hanno battuto i tuoi cani... ti consiglierei di arrenderti e non tentare colpi di testa!"

"Uuuuugh! La mamma vi farà a pezzi, vermiciattoli!" piagnucolò Rukus alzando le mani. Con attenzione, Yan si avvicinò al bracco ferito di Rukus e spezzò la punta della freccia che lo aveva trafitto, per poi estrarre il resto del dardo e avvolgere la ferita con uno straccio in modo da arrestare la perdita di sangue. I due cani superstiti si ritirarono uggiolando, piazzandosi accanto al loro padrone.

"Sì, certo, come no." rispose Reji senza troppa preoccupazione, metre si avvicinava al mezzo-ogre sconfitto. "Però prima di andare a farle visita... abbiamo bisogno che tu risponda ad alcune nostre domande."

"Prima di tutto..." cominciò Shalelu, calma ma minacciosa. "Hai detto che avete catturato tre Frecce Nere! E' vero? Dì la verità, ti conviene!"

Rukus ebbe un sogghigno mentre Nualia si chinava per estrargli la freccia dalla gamba. "Heh... hehehehee... Sì, abbiamo preso tre di quegli omuncoli!" affermò. "Stavano vagando qui dopo che i Kreeg hanno preso il loro bel fortino! E noi Graul li abbiamo cacciati! Erano dei duri, questo è vero! Hanno ucciso tre dei miei fratelli, ma noi alla fine abbiamo preso tre di loro... e gli altri ce li siamo mangiati!"

Con un improvviso scatto di rabbia, Shalelu si avvicinò a Rukus e lo guardò dritto negli occhi, cercando di intimorirlo e di invadere il suo spazio. "Ora... attento a come rispondi a questa domanda, perchè da questa risposta potrebbe dipendere la tua vita!" lo minacciò, avvicinando la sua daga affilata alla gola rigonfia dell'ibrido per fargli capire che non era una vuota minaccia. "Fra i tre che avete catturato... ce n'è uno con i capelli neri... e una benda nera sull'occhio sinistro? Pensaci bene, palla di grasso!"

"Shalelu, aspetta!" esclamò Eli. "Non farlo fuori così alla leggera!"

Rukus rabbrividì e strinse i denti, cominciando a sudare freddo mentre seguiva la lama che gli era stata puntata alla gola. Per un attimo, il bruto sembrò esitare, diviso tra la paura di essere giustiziato subito e quella di cosa gli avrebbero fatto i suoi fratelli se si fosse lasciato scappare qualcosa. Ma alla fine, l'istinto di autoconservazione ebbe la meglio, e Rukus deglutì e cominciò a dare una risposta. "E-Ecco... io... non... non ho visto tanto bene i tre... prigionieri... ma... ma uno di loro... aveva i capelli neri e... e sì... aveva una benda nera sull'occhio!"

"E' lui." sibilò Shalelu con un misto di sollievo e rabbia. "E'' proprio lui. Il mio patrigno. Quindi era vero... è diventato una delle Frecce Nere! E cosa ne avete fatto, di lui? Parla o ti ammazzo!"

Rukus rabbrividì di nuovo, e Nualia fece per richiamare Shalelu, temendo che volesse davvero tagliargli la gola. "La... la mamma... dice che... loro le servono... perchè li vuole dare a Jaagrath!"

"E chi è questo Jaagrath? Un altro di voi bestioni?" chiese Misia.

"N-no... no, lui... è il capo dei Kreeg! Gli ogre che hanno preso il forte!" esclamò Rukus scuotendo la testa. "La mamma... vuole fare un favore a Jaagrath... vuole dargli quei tre vivi, così Jaagrath e i suoi ogre li posso torturare e mangiare vivi... e allora li ha chiusi... nella cantina di casa nostra!"

"E casa vostra dov'è?" chiese Nualia, calma ma ferma.

Rukus deglutì rumorosamente. "Ecco... è un po' più a nord di qui. Non più di mezz'ora di cammino." spiegò, indicando una stradina tortuosa che si inoltrava tra gli alberi con un gesto dell'enorme dito che aveva al posto della mano destra. "Ma... non vorrete andare là, vero? Dovete essere pazzi! La mamma e i miei fratelli vi spelleranno vivi e vi mangeranno allo spiedo!"

"Dobbiamo andarci. Una delle Frecce Nere che avete catturato è il mio patrigno, e io non ho intenzione di lasciarlo in preda a dei degenerati come voi... anche se ho le mie ragioni per essere arrabiata con lui!" rispose prontamente Shalelu. "In quanto a te... potresti sempre farci da guida. Ci puoi condurre direttamente alla vostra casa, e noi libereremo i soldati che avete catturato!"

"Ma... ma se la mamma non può dare quei soldati a Jaagrath, si arrabbierà molto! Potrebbe anche decidere di uccidermi e trasformarmi in uno zombi! E Rukus non vuole essere uno zombi!" si lamentò il mezzo-ogre, ora terrorizzato al punto da cominciare a tremare visibilmente. "Rukus ha visto quello che la mamma ha fatto a Benk, a Kunkel e a Hadge! Lui non vuole essere come loro!"

Il gruppo restò non poco sorpreso e sconvolto da questa rivelazione, e Reji volle saperne di più. "Aspetta, aspetta... come hai detto? Che... che la tua mamma ha trasformato in zombi alcuni dei tuoi fratelli?" chiese la monaca. "Che... che razza di modo di fare è questo? Quale madre farebbe una cosa così orribile?"

Nonostante il terrore, Rukus rivolse alla ragazzina uno sguardo perplesso, come se Reji avesse fatto chissà quale domanda assurda. "Ma... che dici? Tutte le mamme picchiano i loro figli! Se i figli fanno male i loro lavori... allora la mamma li batte. Li uccide. Li trasforma in zombi. Tutte fanno così..."

Nonostante la rabbia e l'ansia che provava in quel momento, Shalelu non potè fare a meno di provare un po' di compassione per quel mezzo-ogre. Per quanto fosse un carnefice, per molti versi era anche una vittima... e del resto, non aveva scelto lui di nascere con quel corpo rivoltante, il risultato di un abominevole atto di violenza.

"N-no... le mamme non fanno così. Le mamme vogliono bene ai loro figli. Li sgridano se sbagliano, ma lo fanno per il bene dei loro figli." spiegò Jolan. "Una vera madre non maltratta i suoi figli... e certamente non li uccide, nè li trasforma in zombi! Una che fa così non ha il diritto di definirsi madre!"

Rukus scosse la testa, sempre più confuso. "Huh? Perchè no? La mamma ci dice sempre... che tutti i genitori fanno così!" esclamò. Nualia, per la quale si trattava di una questione molto personale, abbassò lo sguardo e sospirò, cercando di tenere a bada le proprie emozioni

"E tuo padre, allora?" volle chiedere Yan. Il giovane spadaccino di Sandpoint appoggiò una mano sulla spalla di Nualia per farle sentire che le era sempre accanto. "Che cosa dice tuo padre di questo modo di fare della 'mamma'?"

"Io non ho mai visto mio padre. La mamma lo ha ucciso e lo ha mangiato prima che nascessi io." spiegò Rukus senza alcun cenno di emozione o di partecipazione, come se si trattasse della normalità.

Misia si mise una mano davanti alla bocca per il disgusto. "Uuuugh! Ucciso e mangiato? Ma che razza di famiglia è?" esclamò la femmina di gnomo.

"Beh, sicuramente... corrisponde a quello che ho letto sulle usanze degli ogre e dei mezzi-ogre." affermò Eli con evidente orrore. "Sono pronta a scommettere... che tutti i fratelli di questo tizio hanno padri diversi. E che nessuno di loro ha mai visto il rispettivo padre."

Nualia scosse la testa. "Ascolta... Rukus, hai detto di chiamarti, vero?" gli chiese, parlandogli con calma e facendo del suo meglio per empatizzare. "Ascoltami... forse noi ti possiamo aiutare. Sia te che i tuoi fratelli. Se... se tu ci portassi alla tua casa e ci dicessi dove si trovano le tre Frecce Nere che avete catturato... allora noi potremmo aiutarvi a cercare un altro modo di vivere. non dovreste più fare del male a nessuno... e col tempo, potreste far vedere alla gente di Turtleback Ferry che non siete più i mostri mangiatori di uomini che tutti credono. Ma... abbiamo bisogno che tu ci aiuti a farlo."

"Non siamo noi a dover fare il lavoro al vostro posto... Ma almeno possiamo cercare di dirvi cosa potete fare per migliorare la vostra condizione." continuò Shalelu. "Allora, che cosa ne dici? Tu dai una mano a noi, noi diamo una mano a voi. Può andare?"

Rukus guardò verso terra, confuso e sorpreso da come stessero andando le cose. Era stato convinto che quegli avventurieri lo avrebbero ucciso senza pensarci su due volte... ma questi sembravano, se non fidarsi di lui, almeno dargli una possibilità. Che cosa avevano in mente? Doveva esserci per forza qualcosa dietro... oppure erano così stupidi da non sapere di cosa fosse capace la mamma.

Eppure, se gli davano la possibilità di uscire vivo da questa difficile situazione... perchè non dare loro una mano? Nella peggiore delle ipotesi, avrebbe convinto la mamma che li aveva condotti lui fin lì in modo che cadessero in trappola. Forse si sarebbe ripresentata l'occasione di rifarsi agli occhi della mamma e dei suoi fratelli...

"Va bene..." mormorò Rukus. "Vi porto dalle Frecce Nere... e voi mi lascerete andare... tutto bene?"

"Certo! E giusto per essere sicuri..." affermò Eli, per poi muovere rapidamente la mano davanti a sè ed intonare una melodiosa litania magica nell'elegante lingua degli elfi. Rukus sbattè gli occhi meravigliato, e i suoi due cani superstiti guardarono stupiti verso il loro padrone... ma durò soltanto un paio di secondi prima che Rukus si riavesse e si schiarisse la voce.

"Oh... okay! Okay, nessun problema! Adesso vi porto... seguitemi!" affermò il mezzo-ogre, che adesso sembrava un po' più amichevole.

Yan si avvicinò ad Eli per bisbigliarle una domanda in un orecchio. "Ma cos'era quella cosa che hai fatto?"

"Un semplice incantesimo Charme Persone." sussurrò la mezzelfa con uno sguardo di intesa. "In modo da renderlo più amichevole ed assicurarmi che non ci avrebbe tradito. Tutto qui."

"Bella pensata, Eli." rispose Shalelu. "E va bene... allora seguiamolo! Speriamo di essere in tempo per salvare Jakardros..."

E con questo, il gruppo di avventurieri si mise a seguire il mezzo-ogre e i suoi cani verso la dimora dei Graul, preparandosi mentalmente ai pericoli e agli orrori che li attendevano in quel luogo sperduto...  

 

oooooooooo

 

CONTINUA...

 

 

 

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Capitolo 51
*** La fattoria dei Graul ***


Pathfinder: L'Ascesa dei Signori delle Rune

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 48 - La fattoria dei Graul

 

A circa mezz'ora di cammino dal luogo in cui il gruppo di Eli aveva attraversato il fiume, sorgeva la cupa fattoria dei Graul, un posto che sapeva di degrado e di animalesca crudeltà, di proprietà di una mostruosa famiglia di mezzi-ogre che da molto tempo ormai terrorizzava la regione di Turtleback Ferry. Conosciuti per essere una delle famiglie di mezzi-ogre più disgustose ed aggressive, i Graul vivevano in una fattoria decadente in un punto in cui gli alberi secolari si sfoltivano per dare spazio ad una prateria di erbe alte, punteggiata da numerosi inquietanti spaventapasseri. Un piccolo campo di granturco cresceva in un angolo della radura, assieme ad un gruppo di altre piante abbastanza resistenti da crescere in un posto così inospitale. Nella sezione nord della fattoria si trovavano due edifici cadenti ma ancora robusti: il cottage di proprietà dei Graul, e il loro granaio. Le finestre di entrambi gli edifici erano state sigillate con delle travi di legno rozzamente inchiodate, e muschi e licheni crescevano nelle sezioni in ombra di quelle decrepite strutture.

E quel giorno, toccava a Mangiacorvi e a Gukkor fare il giro di ispezione.

"Hmph... ma quanto ci mette, quell'idiota di Rukus? Non si sarà mica fatto scappare quel gattaccio spelacchiato, vero?" grugnì infastidito il primo dei due mezzi-ogre. Una ripugnante creatura tutta muscoli, la testa deformata da un groviglio di tumori che crescevano sul lato destro del cranio e della faccia, Mangiacorvi raccolse da terra un corvo morto, ucciso da un dardo di balestra, e staccò un grosso pezzo di carne cruda con un morso vorace, per poi mandarlo giù, penne e tutto.

"Hmm... beh, lo sai che nostro fratello si prende sempre un po' di tempo per andare a caccia..." disse Gukkor con fare accomodante. Gukkor aveva un aspetto meno impressionante del suo fratellastro, ma non per questo meno disgustoso. Aveva le braccia fuori asse che gli davano un aspetto sbilenco e goffo, e la sua pelle giallastra e dall'aria malata si squamava sui gomiti e sui dorsi delle mani, come se fosse stato affetto da una forma esagerata di eczema. La sua bocca era a sua volta sbilanciata, e sembrava essere più ampia sul lato sinistro del corpo. Una foresta di lunghi ed unti capelli neri gli scendeva lungo la schiena, arrivando quasi alla vita, e sulla schiena portava un'ascia da battaglia che aveva visto giorni migliori, con la lama parzialmente smussata e insozzata di schizzi di sangue rappreso. "Gli piace fare le trappole... mi dispiace per quei poveri animaletti che ci finiscono dentro, ma per lui è divertente..."

"Ancora con questa storia?" grugnì Mangiacorvi. "Te l'ho detto già tante volte! Noi qui siamo i padroni! Non vogliamo animali qui! Tranne quelli che macelliamo per divorarli... ma questo è un altro discorso! Lui li caccia via, e noi stiamo bene qui senza seccature!"

Gukkor si avvide di aver toccato un discorso che a Mangiacorvi non piaceva, e decise di cambiare immediatamente discorso. "Ah-ehm... scusa, scusa, fratellone... mi sa che oggi non ne dico una giusta!" affermò. "Spero che... ehm... il fratellino Rukus abbia preso quel gattaccio, sennò siamo nei guai!"

"Non ti preoccupare, nostro fratello sa cavarsela. Nessun animale gli è mai sfuggito." ribattè il mezzo-ogre con la testa deformata. Storse il naso quando staccò un altro pezzo di carne dal suo volatile morto e gettò il piccolo cadavere in mezzo alle erbe alte. "Bleah. Ora fa schifo. Mangiacorvi non vuole più questo corvo." commentò pulendosi la bocca dal sangue rappreso e dalle piume. Gukkor fece per alzare una mano e chiedere se potesse mangiarlo lui, ma ormai il corvo morto era già sparito tra l'erba. Con un sospiro di frustrazione, il mezzo-ogre dalla pelle gialla pensò tra sé che in ogni caso non glielo avrebbe lasciato mangiare.

Il mezzo-ogre dalla testa deforme si guardò attorno, sperando di vedere finalmente qualcosa di nuovo. "Hmph... certo, bisogna ammettere che ci sta mettendo un bel po'." grugnì infine, accarezzando in maniera inquietante l'arma che portava appesa sulla schiena - un enorme uncino arrugginito e macchiato di sangue coagulato posto in cima ad un'asta, come una sorta di grezza alabarda. "Quando Rukus ritorna, gli devo dire che non deve più andare a bighellonare nella foresta. Dovrebbe ricordare cos'è successo la scorsa volta che ci hanno visto i ranger."

"Ma... i ranger non sono... ehm... tutti morti? A parte quei tre che abbiamo imprigionato..." chiese Gukkor con una smorfia. Sperò che Mangiacorvi non si fosse accorto di quel suo gesto. Gukkor non era mai stato sanguinario come il resto della sua "famiglia", e forse era per questo che non era mai riuscito a farsi rispettare granché...

Mangiacorvi alzò le spalle, poi si chinò per raccogliere un grosso lombrico e se lo mangiò in un boccone come niente fosse. "Così pare, ma non si può mai sapere. Magari qualcuno di loro era da un'altra parte, o ci è sfuggito come quel gattaccio... oh, ecco che torna Rukus, finalmente! Ce ne ha messo, di tempo!" esclamò, voltandosi verso il sentiero fangoso quando finalmente Rukus emerse dalla foresta, ansimante ed affaticato, tenendo in spalla la sua lancia dalla punta ancora gocciolante di sangue.

"Rukus, meno male..." esclamò Gukkor, preoccupandosi un po' quando vide che era accompagnato soltanto da due cani. "Ehm... allora... hai ucciso quel puma?"

"Sì... sì, ma mi ha dato... del filo da torcere." rispose Rukus un po' nervosamente. "Ha fatto fuori due dei miei cani prima che riuscissi a trafiggerlo con la mia lancia. Ma non è riuscito... ehm... a farsi vedere da nessuno."

"Hm. Una volta tanto hai fatto un lavoro decente, Rukus." rispose Mangiacorvi con astio. "Se quel gattaccio fosse riuscito a farsi vedere lì a Turtleback Ferry, ci sarebbero potuti essere dei problemi. E lo sai che la mamma non vuole problemi."

Rukus e Gukkor rabbrividirono, e il mezzo-ogre cacciatore si schiarì la voce. "Ecco... a questo proposito... avrei bisogno di chiederti un favore, fratellone..." affermò. "Credo... che ci siano degli avventurieri che bazzicano lungo la sponda del fiume. Potresti andare a dare un'occhiata?"

"Avventurieri? Non sanno di noi, vero?" ringhiò Mangiacorvi, mentre Gukkor socchiudeva gli occhi, come se fosse insospettito.

Rukus scosse rapidamente la testa per rassicurare il fratello maggiore. "No, no, per niente! Non mi hanno visto, altrimenti non sarei qui! Ma... è meglio se dai un'occhiata... non vorrei che si avvicinassero troppo e ci vedessero..."

Mangiacorvi si convinse e afferrò saldamente la sua arma uncinata. "Hmph. E va bene, immagino che potrei andare a dare un'occhiata." grugnì, e si incamminò verso la foresta. "Sarò di ritorno tra un paio d'ore al massimo."

"Aspetta, vengo anch'io!" si lamentò Gukkor. Fece per seguire il suo deforme fratello, ma quest'ultimo si girò di scatto e gli puntò contro l'uncino.

"Neanche per idea, marmocchio! Tu resti qui e fai la guardia! E se ti pesco mentre non sei al tuo posto, ti taglio la lingua e me la mangio bollita!" ringhiò. Gukkor rabbrividì e incespicò all'indietro, per poi tirare un sospiro rabbioso e farsi indietro. Sempre così, pensò tra sè. Mangiacorvi approfittava che era uno dei più grandi per fare il prepotente. A Gukkor non sarebbe dispiaciuto che qualcuno gli desse una lezione... ma chi avrebbe potuto farlo, se non la "mamma" e Hucker?

"Aspettatemi qui." sghignazzò Mangiacorvi. "Stasera, quando torno, ci mangiamo carne di avventuriero arrostita! Anche tu, Gukkor, così diventi anche tu un vero uomo!"

"Uuuuuh, mi piace a me la carne umana arrostita!" esclamò Rukus, mentre Gukkor riusciva a malapena a trattenere un'esclamazione di disgusto...

 

oooooooooo

 

Ben nascosto tra le fronde di un albero, Jolan aveva tenuto d'occhio la discussione tra Rukus e i suoi due fratelli, e riuscì a vedere quello con la testa deforme - Mangiacorvi, lo aveva chiamato Rukus - che si avviava verso il loro nascondiglio, tenendo ben stretto tra le mani il giavellotto uncinato che gli faceva da arma. L'halfling annuì e si calò rapidamente giù dal ramo, raggiungendo i suoi compagni riuniti sotto il tronco del grande albero.

"Tutto a posto. Sta arrivando quello che il nostro... nuovo amico... ha chiamato Mangiacorvi." sussurrò Jolan. "Adesso cosa si fa?"

"Ora tocca a me e a Yan." sussurrò Eli. "Yan, non appena è abbastanza vicino, tu lo attiri, e quando lui si avvicina io lo sistemo con un incantesimo ben piazzato. Se quel bestione mangia la foglia, Misia lo può fermare con un incantesimo Blocca Persona, e Reji lo può raggiungere in velocità e metterlo fuori combattimento con una raffica di colpi. Nella peggiore delle ipotesi, Shalelu è pronta ad abbatterlo con le sue frecce prima che possa tornare alla fattoria." 

"Bene." sussurrò Reji, cominciando a ritirarsi e a nascondersi tra le fronde degli arbusti attorno a loro. "Buona fortuna, ragazzi."

Nualia si ritirò appena un po', in modo da essere fuori vista del mezzo-ogre, ma comunque abbastanza vicina da intervenire in caso di bisogno. Il puma che avevano salvato dalla trappola di Rukus sembrava in procinto di saltare alla gola di Mangiacorvi, ma Yan gli fece gentilmente cenno con una mano di restare fermo... poi, quando il mezzo-ogre fu abbastanza vicino, il giovane spadaccino emerse dalla folta vegetazione, cercando di dare l'impressione di essere lì per caso.

Non ci volle molto prima che Mangiacorvi si accorgesse di lui. Il disgustoso mezzo-ogre lanciò un ringhio furioso e brandì la sua arma uncinata, avvicinandosi a Yan, che fece un piccolo salto per la sorpresa - una sorpresa che non ebbe bisogno di fingere, sbalordito come fu dall'aspetto rivoltante di Mangiacorvi.

"RAAAAARGH!" ringhiò il mezzo-ogre, mentre avanzava a passi pesanti verso il giovane. "Che cosa abbiamo qui, eh? Un moccioso che crede di essere coraggioso? Ti farò a pezzi e ti mangerò per cena, omuncolo!"

Yan era già pronto. Si mise in guardia, tenendo lo scudo alzato, e puntò la spada contro il suo avversario. "Ah sì? Avanti, provaci, montagna di carne! Porterò la tua testa a Turtleback Ferry, e mi daranno una bella ricompensa!" esclamò.

Il bestione sollevò la sua arma e caricò come un toro infuriato, mentre Yan restava al suo posto e si apprestava a sostenere l'assalto. Un tremendo fendente si abbattè sul ragazzo, che lo intercettò con il suo scudo ma si trovò a retrocedere con il braccio intorpidito. Il mezzo-ogre aveva una forza tremenda, e il ragazzo sapeva che non avrebbe potuto restare in difesa a lungo...

Facendosi forza, Yan si avvicinò al suo avversario e sferrò alcuni fendenti con la sua spada, mirando a stuzzicare Mangiacorvi e a fargli perdere la calma piuttosto che ferirlo. Il mezzo-ogre, non abituato ad un avversario che fosse in grado di tenergli testa, indietreggiò con espressione stupita, ed emise un breve grugnito quando un fendente particolarmente accurato gli aprì una ferita superficiale nel pettorale sinistro. Fece roteare di nuovo la sua arma, questa volta mirando alle ginocchia del ragazzo, che si ritrasse appena in tempo per evitare di perdere una gamba o restare comunque azzoppato.

Facendo finta di essere stato messo in difficoltà, Yan fece qualche passo indietro, tenendo d'occhio l'arma del suo avversario e scansandola al momento giusto. Intercettò un altro fendente con la sua spada e sferrò un affondo che ferì lievemente Mangiacorvi ad una gamba, ma questo ebbe l'effetto di irritare ancora di più il mezzo-ogre, che alzò le braccia per sferrare un colpo micidiale! Yan si rese subito conto che era il caso di schivarlo, o per lui sarebbe potuta finire male. Si avvicinò al tronco di un grosso albero e calcolò il tempo con una precisione data dall'esperienza, e il gigantesco uncino mancò il suo collo di pochi centimetri e si piantò nel legno, restando incastrato!

Ululando per la frustrazione, Mangiacorvi tirò come un somaro per cercare di liberare la sua arma. Era il momento che Eli aspettava. Ben nascosta tra i cespugli, ma comunque abbastanza vicina a dove si svolgeva lo scontro, la maga mezzelfa alzò una mano davanti a sè e intonò una breve formula magica.

"Il sonno scende su di te e ti avvolge nel suo abbraccio." sussurrò. "Sonno Profondo!"

Una scia di tenui bagliori argentati fluttuò dalla mano aperta di Eli e cominciò a girare delicatamente attorno a Mangiacorvi, che ancora per qualche secondo cercò di estrarre la sua arma... poi, la sua presa perse vigore, e il mezzo-ogre dal volto deforme cominciò a barcollare. La testa gli si fece pesante, e le palpebre gli scesero come se fossero diventate di piombo... e dopo un futile tentativo di resistenza, Mangiacorvi scivolò a terra e cominciò a russare, facendo il rumore di decine di seghe che tagliavano tutte nello stesso momento!

"Perfetto. È andata liscia al primo colpo, senza bisogno di piani di emergenza." sussurrò Misia uscendo dal suo nascondiglio. Il puma si avvicinò guardingo al mezzo-ogre dormiente e lo annusò, mentre Reji e Nualia si occupavano di legarlo per bene, in modo da evitare che desse l'allarme nel caso si fosse svegliato. Dopo aver legato i polsi e le caviglie a Mangiacorvi e avergli tenuto ferma la bocca con un fazzoletto perchè non desse l'allarme, i ragazzi si rivolsero ad Eli. "Okay, questo qui lo abbiamo sistemato. Adesso... viene la parte più difficile. Dobbiamo trovare gli ostaggi e liberarli."

"Andiamo a sentire cos'ha da dire il nostro... amichetto." rispose Shalelu con una punta di sarcasmo. Il gruppo uscì dal bosco dopo essersi assicurato che Mangiacorvi non potesse più dare loro fastidio - per fortuna, il mezzo-ogre dalla testa deforme stava ancora dormendo, e avrebbe continuato a farlo ancora per una mezz'oretta buona. 

Il gruppo emerse dalla vegetazione e cominciò a guardarsi attorno, restando alquanto sconvolti da quello che vedevano. Anche da quella distanza, si poteva vedere che la fattoria era in preda all'incuria e al degrado, i campi infestati di erbacce e le costruzioni cadenti e ricoperte di muschio.

"E' un posto davvero terribile." sussurrò Reji. "Ci credo che i Graul non si sono fatti una buona reputazione..."

"Hey, un momento! E voi chi siete?" esclamò la voce aspra di un altro mezzo-ogre. Fu allora che Yan e i suoi compagni si accorsero della presenza di un altro individuo assieme a Rukus - un mezzo-ogre dalla pelle giallastra e dall'aspetto sbilenco, con lunghi capelli neri e scarmigliati, che li stava guardando sgranando un paio di occhi dalle iridi rossastre. "Cosa... cosa avete fatto a nostro fratello?"

"Stai calmo, Gukkor!" esclamò Rukus, alzando una mano per fare cenno al fratello minore di non mettere tutta la casa in allarme. "Questi tipi sono amici, vogliono solo parlare con i nostri prigionieri! Dopo se ne andranno, ovviamente."

"Certo... certamente!" affermò Eli senza indugio. "Ma... potrei sapere chi è il tuo... fratellino?"

"Ah... lui è il mio fratellino sciocco, Gukkor!" rispose Rukus, battendo una mano con fare condiscendente su una delle spalle incurvate di Gukkor. "Vi accompagneremo noi, giusto per stare tranquilli e fare in modo che voi non facciate sciocchezze! Gukkor, con noi! Facciamo vedere ai nostri ospiti dove teniamo i prigionieri!"

"Ehm..." mormorò il mezzo-ogre di nome Gukkor, non del tutto sicuro di cosa diamine stesse accadendo. Diede una rapida occhiata al gruppo, e batté gli occhi incerto. Non sembravano persone cattive... e certo avevano un'aria molto più rassicurante della "mamma" o di molti dei suoi fratelli. Ma persone come loro di solito venivano per cercare di distruggere la loro famiglia. Già tre dei suoi fratelli erano stati uccisi da avventurieri... questi ultimi, però, non davano l'impressione di voler usare la violenza.

"Vi... vi posso accompagnare, sì!" affermò Gukkor. Fece per aggiungere altro, ma un'occhiataccia da parte di Rukus lo convinse a restare zitto. Guardando di nuovo verso il gruppetto di avventurieri, notò che tra loro c'era anche... lo stesso puma che Rukus aveva inseguito! Che significava tutto questo? "Prego... ehm... seguitemi, vi faccio strada! I... I prigionieri sono... nel magazzino!"

Shalelu prese fiato e pregò tra sè che il patrigno fosse tra loro e fosse ancora vivo, mentre Gukkor e Rukus si avvicinavano alle doppie porte del magazzino. Con un gesto un po' incerto del braccio malforme, Gukkor aprì la porta di legno cadente che dava accesso all'interno dell'edificio. Si sentì uno scricchiolio inquietante quando il mezzo-ogre dalla pelle giallastra fece strada al gruppo... e Yan, entrando per primo dietro Gukkor, storse il naso per il pungente odore di alcol di pessima qualità che assalì le sue narici. All'interno del magazzino si trovavano balle di paglia inumidita, sacchi pieni di grano in dubbio stato di conservazione, e anche una grande distilleria arrugginita e cadente. Diverse cucce per cani sporche e puzzolenti erano state costruite lungo i muri del magazzino.

"Hm? Che ci fai qui, sgorbietto?" esclamò una voce aspra proveniente dalla parte opposta del magazzino. Gukkor sobbalzò quando vide che c'era qualcuno vicino alla distilleria... tre dei suoi fratelli, che in quel momento erano occupati a bere dei bicchierini di un liquore talmente insozzato e disgustoso, che Yan non lo avrebbe usato neanche per pulire i pavimenti.

E nessuno dei tre aveva un aspetto gradevole. Quello che aveva parlato, e che adesso si avvicinava minaccioso brandendo un grosso bastone, era un bruto imponente con la testa enorme, apparentemente priva di collo, e un terzo braccio vestigiale che spuntava dal suo gomito sinistro. Sghignazzò e gettò via il suo bicchiere di alcol ripugnante, per poi avvicinarsi con espressione maligna. "Lo sai cosa facciamo agli intrusi noi Graul, vero?"

"Giuuuuusto! Li spelliamo e ce li mangiamo a cena arrostiti sullo spiedo!" esclamò un secondo mezzo-ogre, alto poco più di un metro e mezzo, con le gambe storte e gli arti percorsi da una raffica di tic nervosi. Un terzo individuo, più grande degli altri, con un paio di occhi fin troppo grandi e la pelle del colore del latte andato a male, sputò per terra un coagulo di muco, poi fissò il gruppo di avventurieri e si leccò le labbra con una lingua simile ad un pezzo di bistecca. Tutti gli avventurieri si avvicinarono l'uno all'altro e si tennero pronti nel caso i mostruosi ibridi avessero deciso di attaccare, ma lasciarono che fosse Gukkor a parlare - se non altro, lui era quello che aveva più possibilità di farsi ascoltare.

Gukkor deglutì e cercò di organizzarsi il discorso. "E-Ecco... fratelli, queste persone sono qui..." Pensò rapidamente ad una bugia plausibile, una che potesse convincere i suoi più brutali fratelli a far passare quegli avventurieri. "Ehm... sono qui perché il potente Jaagrath ha bisogno di informazioni che i prigionieri possiedono! E ha deciso di mandare un gruppo di servitori umani in modo da mettere i nostri prigionieri a loro agio!"

"Non è esattamente una scusa plausibile... spero che questi mezzi-ogre siano stupidi come sembrano." pensò tra sé Misia.

Per sua fortuna, Eli non se ne era rimasta con le mani in mano. Stando bene attenta a non attirare troppo l'attenzione su di sé, la giovane maga mosse una mano dietro la schiena per lanciare un altro incantesimo... e il mezzo-ogre con un terzo braccio sbattè i suoi occhi porcini, come se fosse rimasto stupito di qualcosa.

"Non c'è bisogno di essere così sospettosi." affermò la mezzelfa con un sorriso accomodante. "Abbiamo solo bisogno di vedere i prigionieri e di fare loro qualche domanda. Tutto qui, davvero. Non avete bisogno di tenerci d'occhio o cose del genere."

Il mezzo-ogre con il terzo braccio si grattò una tempia, incerto sul da farsi... poi, influenzato dall'incantesimo che Eli gli aveva lanciato contro, alzò le spalle e diede al gruppo il via libera. "Ehm... va... va bene, ma non state troppo tempo a chiacchierare con loro, okay?" affermò infine. "Abbiamo... da fare con loro, e devono essere intatti per quando li consegniamo... a Jaagrath."

"Heh... se le cose vanno come spero, non consegnerete a questo Jaagrath che i vostri cadaveri, branco di schifosi." pensò tra sè Shalelu. Questi mezzi-ogre non meritavano la stessa compassione che lei aveva concesso a Rukus.

"F-Fratellone Hograth?" chiese il mezzo-ogre dalla pelle bianca. Anche l'altro fratello, quello basso con le gambe corte, sembrava stupito dalla decisione, ma un'occhiata severa da parte di quello chiamato Hograth li convinse a restarsene al loro posto. Eli fece tanto di cappello mentre il suo gruppo, sempre accompagnato a breve distanza da Gukkor e dal puma che avevano salvato, si avvicinava alla doppia porta di legno mal tenuto che portava al retro del magazzino. Il felino annusò l'aria, sentendo delle tracce di un odore familiare mischiate tra tutti gli umori nauseanti che aleggiavano in quel luogo decadente... ed emise un paio di ringhi speranzosi.

"Chi sono quelli, fratellone Rukus?" chiese il mezzo-ogre più basso.

"Gente amica che ho trovato nella foresta, fratellino Sugar." disse Rukus, mentre i suoi due cani superstiti andavano a rifugiarsi nelle rispettive cucce infestate di parassiti. "Anche se... in realtà non li avevo mai visti prima da queste parti."

"Aspettate... vediamo un po' se c'è qualche trappola." disse Jolan non appena il gruppo di avventurieri si accingeva ad aprire le doppie porte. Si avvicinò e diede un'occhiata alla serratura, non riuscendo a vedere nessun meccanismo strano... ma quando fece un primo tentativo di aprirla, si accorse che la serratura era bloccata dall'interno da qualcosa che non poteva raggiungere. "Ugh... temo che questa porta sia un po' difficile da aprire." affermò, mentre armeggiava con la sbarra di ferro arrugginito che la teneva chiusa. "Ci vorrà un po' di tempo per..."

"No, aspetta! Non toccare quella..." esclamò improvvisamente Gukkor, spalancando gli occhi allarmato.

Troppo tardi. Da dietro la porta si sentì un rumore inquietante, e uno strano ticchettio che si avvicinava con rapidità allarmante... e Jolan fece appena in tempo a mollare la presa sulla sbarra prima che qualcosa di enorme colpisse la doppia porta dall'interno della stanza! Il gruppo si allontanò allarmato... e un secondo colpo ancora più tremendo fece cedere definitivamente la porta, facendola cadere a terra con uno schianto assordante, e rivelando la mostruosità che si nascondeva là dentro!

Da una stanza polverosa e piena di ragnatele, uscì un terrificante e gigantesco ragno delle dimensioni di un elefante, ricoperto di una fine peluria nera, il cui corpo chitinoso era principalmente nero, con delle sfumature bluastre, marroni o color prugna sulle sue otto robuste zampe e sull'addome rigonfio. Un carapace lucido e senza peli copriva il cefalotorace, dal quale numerosi occhi compositi fissavano famelici il gruppo, e un paio di cheliceri uncinati, grandi come pugnali, spuntavano da quella che doveva essere la bocca, gocciolanti in un liquido chiaro dall'aspetto letale!

Eli si rialzò, scuotendo la testa per schiarirsela... e rabbrividì. Un ragno dei cunicoli gigante. Otto zampe inarrestabili, due zanne affilatissime, un veleno fulminante... il tutto controllato da un cervello incapace di provare rimorso.

Con un sibilo agghiacciante, il ragno gigante scattò verso il bersaglio più vicino... che in quel momento era Jolan! Appena in tempo, l'halfling scattò indietro, e i cheliceri velenosi della bestia scintillarono a pochi centimetri dal suo collo. Con una smorfia nauseata a causa del fiato pestilenziale del ragno, Jolan sferrò un fendente con i suoi pugnali, uno dei quali riuscì a tracciare una ferita sanguinante sul muso del ragno. Ma il dolore improvviso sembrò dare ancora più vigore alla bestia, che si ritirò di un passo, poi si lanciò nuovamente contro il gruppo. Questa volta, il mostro cercò di azzannare Nualia, che alzò di scatto lo scudo e parò il colpo.

"Attenta, Nualia!" esclamò Yan. Cercò di correre verso la sua amica d'infanzia per darle una mano, ma una grossa zampa pelosa si abbatté su di lui, minacciando di schiacciarlo contro il suolo. Con un abile movimento, Yan si sottrasse all'attacco e sferrò un fendente che ferì la zampa della bestia, mentre Nualia faceva accendere la sua scimitarra con una semplice parola magica. La lama ricurva venne avvolta da una lingua di fuoco scarlatta... e questa volta, il gigantesco ragno dei cunicoli si ritirò con uno stridio, tenendo le due paia di zampe anteriori alzate in un atteggiamento di minaccia.

"Hahahaaa! Non sapevano del ragno gigante, che fessi!" sghignazzò il mezzo-ogre di nome Hograth, godendosi lo spettacolo assieme ai suoi due fratelli. Rukus restò fermo a guardare, come imbambolato... e Gukkor strinse la mano callosa sul manico della sua ascia, indeciso se intervenire o meno. Non gli sarebbe piaciuto veder morire quei coraggiosi avventurieri... ma i suoi fratelli non avrebbero preso bene se il loro divertimento fosse stato interrotto...

"Forza, Biggins, avvelenali e succhiali!" sghignazzò Sugar con una risatina infantile. Reji cercò di giungere sotto l'addome del ragno gigante per sferrare una raffica di colpi, ma la bestia si mise a sferzare l'aria con le sue zampe anteriori, creando una vera e propria barriera che la ragazzina Tian non riuscì a superare. Yan si allontanò e incoccò una freccia... poi prese accuratamente la mira e scagliò una freccia che raggiunse il mostro al basso ventre, mentre Shalelu scoccava un altro colpo e trafiggeva uno degli occhi compositi dell'orribile bestia.

"Credo che sia il caso di concludere alla svelta!" esclamò Eli. "Raggio Rovente!"

La mezzelfa puntò il dito della mano libera contro il ragno gigante e scagliò due raggi ardenti che colpirono la bestia in pieno! Il primo colpo si limitò a fargli qualche bruciatura... ma il secondo riuscì a colpire il mostro al cefalotorace e a trapassarlo con un terrificante rumore di fiamme crepitanti! Il ragno mostruoso si contorse nei suoi ultimi spasmi, e cercò di scattare in avanti per azzannare Eli... ma le zampe cedettero, e la bestia crollò al suolo, le zampe che ancora si agitavano debolmente.

Ma non ci fu il tempo di tirare un sospiro di sollievo. Eli aveva appena abbassato il braccio, quando sentì un dolore improvviso e lancinante ad un fianco, e lanciò un grido di dolore barcollando in avanti! Solo in quel momento, distratta com'era dal suo bersaglio principale, la mezzelfa si rese conto che a colpirla era stato Sugar, usando una bottiglia rotta come arma improvvisata!

"Eli! Maledizione, ci stanno..." esclamò Misia, rifugiandosi dietro un muretto di pietra quando si vide arrivare addosso una roncola lanciata con violenza da Hograth. Con dei grugniti rabbiosi, i tre mezzi-ogre attaccarono, furiosi per il fatto che il gruppo aveva rovinato il loro divertimento!

"Brutti bastardi! Come avete osato uccidere Biggins?" ringhiò il terzo mezzo-ogre, quello più basso con le gambe storte. Con un ringhio di rabbia, prese una falce dalla lama arrugginita e la agitò furiosamente contro gli avventurieri.  Jolan si trovò a schivare la micidiale lama con un agile scatto, ma non riuscì ad evitarla del tutto, e la punta acuminata tracciò un taglio sottile sulla parte superiore del suo braccio sinistro! Hograth si lanciò a sua volta all'attacco, usando un sacco di grano come scudo improvvisato mentre si avvicinava a Yan e Shalelu, in modo da proteggersi dalle loro frecce.

"Hey, ma che fate?" esclamò Gukkor, alzando una mano per richiamare i suoi altrettanto mostruosi fratelli maggiori. "Fermi! Non attaccateli! Rukus, fratellone, dammi una mano! Dobbiamo fermarli!"

Rukus guardò spaesato la scena che si svolgeva davanti a lui. I loro tre fratelli erano arrivati a ridosso del gruppo, e Sugar cercava di stare addosso ad Eli, incalzandola per impedirle di fare incantesimi. Misia sparò un colpo dalla sua balestra, ma il dardo mancò il bersaglio e si piantò nel muro accanto ad esso... e la femmina di gnomo si avvicinò di colpo a Sugar, concentrandosi per lanciare un incantesimo davvero potente...

"Attenti, ragazzi! Questi non scherzano mica!" esclamò Yan, facendo cadere il suo arco e usando il suuo scudo per parare un colpo di falce del mezzo-ogre più basso. Il ragazzo indietreggiò, fino quasi a giungere con la schiena addosso al cadavere del ragno gigante, poi sfoderò la spada con un fluido movimento del braccio e sferrò un fendente che colpì di striscio l'avversario sul trapezio, facendolo grugnire di dolore. Il mezzo-ogre sollevò di nuovo la sua falce e vibrò un altro fendente, mirando al collo del ragazzo... ma il fendente si scontrò a mezz'aria con la scimitarra ardente di Nualia, intervenuta per proteggere il suo amico. "Hey, bel colpo, Nualia!"

La aasimar fece un piccolo sorriso e spinse via il mezzo-ogre... e Shalelu approfittò del momento per piantare una freccia precisissima nell'avambraccio del mostruoso ibrido, che sobbalzò ululando di dolore. La falce dalla lama arrugginita gli cadde di mano, e il mezzo-ogre fece due salti indietro, squadrando con rabbia l'elfa che aveva già incoccato un'altra freccia.

"Ti avverto. La prossima te la infilo nel cranio." minacciò Shalelu.

Questo sembrò scuotere Rukus dal suo sbalordimento. Con un ringhio feroce, il mezzo-ogre cacciatore afferrò la sua lancia e fece per scagliarsi contro il gruppo e dare man forte ai suoi fratelli...

Ma prima che potesse raggiungere il gruppo, Gukkor lo afferrò alle spalle, cercando di trattenerlo! "Gah! Ma cosa... Gukkor, che stai facendo? Lasciami andare! Devo fermare quegli intrusi!"

"Fermo!" protestò il mezzo-ogre dalla pelle gialla. "Non attaccarli! Adesso basta, non ti sei stancato di tutto questo?"

Rukus ringhiò e si agitò convulsamente per sfuggire alla presa di Gukkor, ma nonostante le deformità, quest'ultimo era forte quanto Rukus, e non aveva nessuna intenzione di mollare la presa. "Che... che stai dicendo, Gukkor? Stancato di cosa?"

"Di questa vita! Rubare, uccidere e terrorizzare la gente!" esclamò Gukkor. "Eppure, mi sembrava che quei ragazzi ti fossero simpatici! Che tu non pensassi che erano intrusi! Non credi che potremmo fare una vita migliore se solo non la smettessimo di fare del male agli altri?"

"Ecco..." mormorò Rukus, cominciando a sentirsi confuso. Era vero che quei ragazzi si erano mostrati più gentili verso di lui di molti altri, anche se all'inizio si erano battuti... ma adesso stavano combattendo contro i suoi fratelli... "Ma... ma noi... abbiamo sempre fatto così... tu sei l'unico che non ha mai voluto... è per questo che Mangiacorvi dice che non sei uomo..." balbettò. Tuttavia, lui stesso si rendeva conto di non essere del tutto sicuro di quello che stava dicendo, e che stava cominciando ad avere dei seri dubbi.

Reji e Jolan, da parte loro, stavano lavorando assieme per affrontare Sugar ed impedirgli di aggredire Eli... mentre il puma che avevano salvato si era piazzato accanto al gruppo e ringhiava minaccioso ai cani che si avvicinavano, costringendoli a restare al loro posto. La giovane monaca evitò abilmente i fendenti che Sugar sferrava con la sua bottiglia rotta... e una volta che vide il suo avversario abbassare la guardia, sferrò un fenomenale calcio che raggiunse Sugar alla mano, rompendogli almeno un paio di dita. Il cocco di bottiglia cadde a terra, infrangendosi in tanti piccoli frammenti ormai inutili come armi... e il piccolo Jolan scivolò abilmente dietro il massiccio mezzo-ogre, per poi pungolargli le natiche con i suoi pugnali!

Sugar emise uno stridio di dolore e di sorpresa, e sobbalzò portandosi le mani alle natiche doloranti... solo per poi imbattersi nel pugno esteso di Reji, che lo colpì in piena faccia e lo fece cadere a terra stordito. Misia, da parte sua, si era avvicinata ad Hograth, la mano destra avvolta da turbinanti ombre nere... e dopo aver schivato un tremendo colpo, aveva lanciato il suo incantesimo.

"Desna, patrona dei sogni, la tua umile servitrice richiede il tuo aiuto per fermare chi vuole fare del male ai tuoi fedeli!" esclamò. "INFLIGGI!"

L'energia negativa accumulata sul palmo della mano di Misia fluì come un fiume in piena nel corpo del mezzo-ogre, che emise un gorgoglio di dolore quando sentì una devastante sensazione di gelo che si diffondeva in lui. Sferrò un fendente che colpì di striscio la femmina di gnomo, aprendole una ferita dolorosa ma superficiale sulla spalla destra... poi, una scarica di raggi di luce nera eruppero dal suo corpo, e Hograth crollò a terra in preda a feroci dolori, si agitò convulsamente per qualche secondo, e infine perse i sensi, restando a terra inerte.

"Uff... ammetto che questa non me l'aspettavo." affermò Yan, andando ad aiutare Eli a rialzarsi. I cani, spaventati dal puma che ringhiava loro contro, corsero fuori dalla baracca e si dileguarono. "Tutto a posto, ragazzi? Nessuno è stato morso da questa bestiaccia, vero?" chiese il ragazzo, gettando un'occhiata disgustata al cadavere del ragno. Una pozza di umore verdastro si stava espandendo sotto la carcassa, e un liquido velenoso trasparente stillava dalle zanne.

"Io... sto bene, Yan. Più o meno." disse Eli. Si voltò verso Misia in modo che l'oracolo del sole potesse lanciarle un incantesimo curativo che riuscì a far rimarginare quasi subito la sua ferita. "Ma restano ancora... due mezzi-ogre."

"Voi... che cosa avete fatto ai miei fratelli?" chiese Rukus, più confuso e frustrato che veramente arrabbiato. "Mi... mi avevate detto che volevate soltanto... parlare con i prigionieri!"

"Voi siete amici di quei prigionieri, vero?" chiese Gukkor, mentre con una mano faceva cenno al fratello di calmarsi.

"Beh, noi non avremmo aggredito i tuoi fratelli se questi non ci avessero aggredito!" rispose prontamente Eli, sentendosi un po' meglio. Il gruppo stava provvedendo a legare i mezzi-ogre sconfitti e ad imbavagliarli in modo che non potessero gridare per chiedere aiuto. "Abbiamo cercato di raggiungere i vostri prigionieri e sallvarli senza dover fare del male a nessuno... ma a quanto pare, i tuoi fratelli hanno cercato di farci mangiare da quel ragnone!"

"Quello è Biggins." rispose Gukkor, riferendosi al ragno gigante. "Lo tenevamo nel magazzino per fare la guardia ai prigionieri..."

"E adesso... i prigionieri sono sempre lì, vero?" chiese Shalelu con tono minaccioso. "Sono vivi, non è così? Ti avverto, se non lo sono..."

I due mezzi-ogre rimasti alzarono le mani, con delle espressioni spaventate sui loro volti repellenti. Shalelu non dava certo l'impressione di scherzare... ma per fortuna, Jolan intervenne a calmare l'elfa. "Aspetti, signorina Shalelu!" la pregò. "Non mi sembra il caso di ucciderli a sangue freddo... tanto più che uno di loro mi sembra migliore degli altri."

Con un pizzico di esitazione, Gukkor si fece avanti. "E-ecco..." disse dopo essersi schiarito la voce. "Il mio nome è... Gukkor Graul. Sono... il quinto figlio di Mamma Graul. Però... ecco... non mi è mai piaciuto vivere qui. La mamma dice... che non possiamo vivere da nessun’altra parte e che i mezzi-ogre sono odiati dappertutto a Varisia... è per questo che sto qui... ma credetemi, non ho mai preso parte alle torture che i miei fratelli e mia madre infliggono alle loro vittime!"

"Hm... sembri sincero, Gukkor." disse Yan, sporgendosi giusto un po' per guardare il mezzo-ogre dalla pelle gialla dritto negli occhi. Dopo qualche secondo in cui Yan non ebbe modo di vedere alcun segno di inganno o menzogna, il ragazzo fece un piccolo sorriso e annuì. "Sai, mi voglio fidare di te. Mi sembri diverso dal resto della tua famiglia. Okay, portaci tu dai prigionieri... e anche tu, Rukus, non credere che ti lasciamo andare così. Ho l'impressione che correresti ad avvertire tua madre e i tuoi fratelli se te ne lasciassimo la possibilità."

"E... E allora cosa faccio? Per me è finita in ogni caso!" ululò il mezzo-ogre cacciatore. "Mamma non mi perdonerà per avervi portato qui! E non perdonerà neanche te, Gukkor! Ci torturerà e ci trasformerà in zombi!"

"Non succederà. Non glielo permetteremo." ribatté prontamente Reji. "Intanto liberiamo gli ostaggi... e poi vedremo di andarcene di qui prima che arrivino gli altri Graul!"

Il puma che avevano portato con loro annusò l'aria della sala nella quale "Biggins" era stato rinchiuso... e poi drizzò le orecchie e cominciò ad agitare la coda, avanzando per primo nella sala coperta di ragnatele. La seta del ragno copriva gran parte dei muri e del pavimento, espandendosi da un cunicolo scavato per terra, e numerose prede erano intrappolate nei fili appiccicosi, ormai avvizzite e svuotate degli umori vitali. Polli, maiali, addirittura una mucca... e purtroppo, Yan e i suoi compagni videro che tra le prede del ragno gigante c'erano anche alcune persone. Gukkor rabbrividì alla vista dei corpi umani avvizziti intrappolati nei bozzoli di seta, mentre il gruppo proseguiva, e il felino emetteva una serie di acuti ringhii, come se sentisse che c'era qualcuno là dentro e volesse chiamarlo.

Shalelu deglutì, attendendo con ansia di vedere se davvero ci fossero prigionieri in quella stanza... e se davvero uno di loro era il suo patrigno. Non riuscendo più ad attendere, l'elfa cacciatrice usò la sua daga per tagliare alcune ragnatele che ormai erano diventare coriacee come corde, e avanzò verso un angolo della sala in cui c'erano meno filamenti. I suoi occhi, abituati a cogliere ogni singola fonte di luce, riuscirono a vedere tre figure umane incatenate al muro per i polsi e le caviglie, vestiti di stracci ed apparentemente inerti... almeno finchè uno di loro non alzò la testa, con fare esausto ma al tempo stesso deciso a non arrendersi.

"Siete... siete ancora qui, maledetti Graul?" ringhiò il primo dei tre uomini, con voce arrochita dal tempo passato in quel posto orribile. "Vi abbiamo già detto che da noi non saprete mai nulla! Se volete ammazzarmi... fatelo e non ne parliamo più!"

La voce... la voce suonava in qualche modo familiare a Shalelu... ma la conferma la ebbe quando il puma corse verso le figure incatenate e si fermò accanto a quella che aveva parlato, strusciandosi su di essa come un gattino affettuoso!

"K-Kibb?" mormorò l'uomo. "Kibb, sei... cough... tornato? Questo significa che..."

Eli e Shalelu avanzarono per prime, e la giovane maga usò un semplice incantesimo Luce per vedere meglio. "Siamo... siamo un gruppo di Pathfinders! Siamo venuti qui da Magnimar per fare luce su quello che succede da queste parti." affermò. "Voi... voi siete quei membri delle Frecce Nere che sono stati catturati, vero?"

Grazie all'incantesimo Luce, Eli e i suoi compagni furono in grado di vedere meglio i tre individui... in particolare quello più vicino, un uomo non troppo alto ma dal fisico robusto malgrado la non più giovane età, con folti capelli neri che mostravano già qualche sfumatura di grigio, e baffi e barba neri dello stesso colore. Una benda di cuoio nero copriva il suo occhio destro, particolare che la mezzelfa notò immediatamente... e il resto del suo "abbigliamento", come era lecito aspettarsi da qualcuno che era rimasto imprigionato tutto quel tempo, consisteva di vesti stracciate e un paio di stivali consunti, che non riuscivano a nascondere i tagli e le ferite che aveva sul corpo. Jolan raggiunse l'uomo e iniziò a scassinare le serrature che lo tenevano prigioniero, e i lucchetti di bassa qualità scattarono con un sonoro clac sotto le mani esperte dell'halfling, permettendo al prigioniero di scendere a terra. Il puma, Kibb, si strusciò affettuosamente sul prigioniero appena liberato, che ricambiò il gesto chinandosi su di lui per accarezzarlo.

È bello rivederti, Kibb. Vedo che... sei riuscito a trovare qualcuno che ci aiuti! Ma voi, come... sapete delle Frecce Nere?" chiese l'uomo, facendo un passo in avanti con le gambe ancora malferme per quei lunghi giorni in cui era rimasto immobile ed incatenato.

Shalelu aveva tenuto lo sguardo fisso sull'uomo che era stato appena liberato. La voce le era sembrata così terribilmente familiare, ma adesso che riusciva a vederlo bene...

Sì. Sì, non c'era dubbio. Era proprio lui. Jakardros Sovark. Il suo patrigno. La persona che lei aveva tanto cercato e per la quale si era disperata... e ora era lì, come niente fosse! Un misto di rabbia, sollievo e gioia si impadronì dell'elfa, che senza aspettare oltre si fece avanti... e mentre Yan e Jolan si adoperavano per liberare gli altri due prigionieri, Shalelu raggiunse il suo patrigno e il suo puma addestrato.

Jakardros, ancora un po' malfermo sulle gambe, stava ancora cercando di orientarsi nel tempo... e si vide apparire davanti la giovane elfa che lo guardò dritto negli occhi, facendogli fare un sobbalzo! Per un attimo, Jakardros non capì chi avesse di fronte... ma subito dopo, riconobbe i suoi bei capelli biondi, i suoi splendenti occhi e i lineamenti delicati del suo volto, che contrastavano con il suo corpo atletico! E il suo occhio buono si spalancò per l'incredulità quando si rese conto di chi era quell'elfa che lo guardava con un turbinio di sentimenti contrastanti che si agitavano nella sua anima...

"Sh-Shalelu?" boccheggiò Jakardros. "Shalelu, sei... sei proprio tu? Come... come hai fatto ad arrivare fin qui, figliola?"

"Padre..." mormorò Shalelu, cercando di tenere a freno le sue emozioni. Ma il tentativo era destinato a fallire. Le lacrime cominciarono a scenderle lungo le guance... e Shalelu si gettò ad abbracciare il patrigno, ancora incredulo ed inebetito. "Papà! Sei vivo... sei vivo!"

"Sh-Shalelu..." mormorò il ranger, ancora incredulo. Ma la felicità di rivedere la figlioccia ebbe ben presto la meglio su ogni ulteriore incertezza, e Jakardros abbracciò Shalelu con tutte le sue forze, ringraziando Desna e tutti gli dei che conosceva per quella inaspettata riunione. "Shalelu, cara... non sai quanto sia felice di rivederti! Ma... come hai fatto, tesoro? Sei... sei riuscita a trovarmi nonostante tutta la distanza che avevo..."

Dopo essersi sfogata per qualche istante, Shalelu si staccò solo di un po' dall'abbraccio e alzò lo sguardo per guardare il patrigno negli occhi... e gli affibbiò un sonoro schiaffo che riecheggiò per una frazione di secondo in quella cella ingombra di ragnatele! Anche Kibb sembrò strizzare un occhio in segno di partecipazione, e la piccola Misia sgranò gli occhi per la sorpresa.

"Ma... signorina Shalelu!" esclamò la biondina, un po' indignata. "Le sembra questo il modo di trattare suo..."

Con un sorriso amaro, sempre tenendo Shalelu abbracciata, Jakardros alzò una mano per dire a Misia che non c'era bisogno di intervenire. "No. Io... me lo sono meritato." affermò, per poi tornare a guardare la figlioccia dritta negli occhi. Fece un cenno con la testa, per dire a Shalelu che aveva tutto il diritto di sfogarsi... e l'elfa, le cui lacrime non si erano ancora arrestate, appoggiò delicatamente una mano sulla spalla del patrigno.

"Perchè te ne sei andato via, papà?" chiese Shalelu. L'elfa cacciatrice strinse i lembi di quella misera camicia stracciata che Jakardros portava ancora addosso e scosse leggermente il patrigno, in modo da esprimere il suo affetto e al tempo stesso la sua frustrazione. "Io... mi sono sentita persa... dopo che la mamma è morta, e non ti ho più avuto al mio fianco! Hai... hai idea di come... di come mi potevo sentire? Perchè sei andato via da Foglia Piangente?"

Jakardros sospirò, restando in solenne silenzio per qualche istante... e infine, con un tono che lasciava trasparire tutto il suo senso di colpa e la sua vergogna, diede la sua risposta. "Io... ho fatto una cazzata, figliola." rispose con un altro sospiro. "Io... mi ero convinto che ormai non meritassi più di stare in quel villaggio. Avevo fallito troppe volte. Non avevo protetto i miei compagni... non avevo protetto tua madre... e ora non sono riuscito nemmeno a proteggere i miei commilitoni. Vale e Kaven che vedete qui... assieme a me sono tutto ciò che rimane dell'ordine delle Frecce Nere."

"Beh, capo... sono anch'io molto sorpreso di scoprire che hai una figlioccia." affermò uno dei due uomini che erano con Jakardros - un robusto uomo di colore dalla testa calva con baffi sottili e un corto pizzetto nero, che indossava i rimasugli di un'uniforme verde. "Ma credo che tutte le spiegazioni dovranno attendere quando saremo andati via da questo postaccio. Anzi, forse sarebbe meglio che prima recuperassimo il nostro equipaggiamento, se quei dannati mezzi-ogre non lo hanno già distrutto."

"Giusto. Mi sembra giusto." rispose Jakardros con un sorriso amaro. Poi, rivolgendosi di nuovo al gruppo di Eli: "Chiedo scusa, signori. Nella concitazione del momento, non ho neanche presentato i miei compagni. Vale Temros e Kaven Windstrike. Come ho detto, assieme a me sono gli ultimi rappresentanti delle Frecce Nere."

"Piacere di conoscervi..." disse l'uomo di nome Kaven Windstrike, che dava l'impressione di essere più giovane degli altri due. Vestito di una camicia bianca ormai consunta, un paio di pantaloni rossicci e stivali di cuoio, aveva i capelli castani chiari lunghi fino alle spalle, con baffi e barba ancora piuttosto corti, e la sua faccia era quella di una persona che ancora non aveva visto molto conflitto. "Vi ringrazio anch'io di averci salvato... ma adesso, come facciamo per recuperare il nostro equipaggiamento? Dovremo entrare nella casa dei Graul... e sinceramente non me la sento davvero!"

"Considerando quello che c'è dentro... non posso darvi torto." rispose Gukkor facendosi avanti. Kaven rabbrividì alla vista di un mezzo-ogre, ma Vale e Jakardros si limitarono a guardarlo con attenzione, e Yan pensò che probabilmente avessero già avuto a che fare con il mezzo-ogre dalla pelle gialla, e sapevano che era più gentile degli altri.

"Che... che cosa sperate di fare?" si lamentò Rukus, stringendo convulsamente la sua lancia. "Quando... quando i nostri fratelli e la mamma sapranno cosa è successo... non ci sarà scampo per nessuno! Non potete mica entrare in casa!"

"Possiamo, Rukus. E dobbiamo!" insistette Gukkor. "Non capisci che questa è la nostra occasione? Io non voglio più vivere così, costretto a guardare senza reagire mentre la mamma e i nostri fratelli fanno del male alla gente inerme! Non è la vita che voglio!"

"C'è la possibilità di cambiare vita. Per te, Gukkor. Per te, Rukus... e anche per i vostri fratelli e vostra madre, se lo vorranno." esordì Nualia. "Credetemi... io lo so perchè ci sono passata. Io pensavo che sarei stata costretta a seguire la via del male per tutta la vita... ma poi ho capito che non era così. E se io ho avuto un'altra possibilità... perchè non dovreste averla anche voi?"

"Nostra madre... non ce lo permetterà mai..." rispose Rukus. Yan e Gukkor videro il mezzo-ogre obeso rabbrividire per il terrore. "Lei... lei vuole che noi..."

"Che diamine è successo qui?" ringhiò improvvisamente una voce aspra proveniente dall'ingresso del magazzino. Con un misto di sorpresa e paura, Reji, Misia e Jolan corsero fuori dalla sala dei prigionieri, aggirando l'enorme carcassa del ragno gigante... e videro che stavano arrivando altri mezzi-ogre, e che adesso stavano liberando quelli che erano stati sconfitti poco prima! A capo del gruppetto di mezzi-ogre c'era un orrido individuo dalla mascella storta, con i capelli che crescevano dal lato destro della testa invece che dalla sommità, e il cui collo taurino era deformato da una mostruosa escrescenza di carne sulla quale si vedeva a malapena un volto mezzo formato. Teneva in mano un enorme uncino ancora incrostato di sangue rappreso, e sbavava in direzione degli intrusi mentre altri due mezzi-ogre si occupavano di slegare Hograth, Sugar e l'altro.

"Sono... sono venuti quei tizi assieme a Rukus e a Gukkor! Vogliono liberare i prigionieri! Non so dove sia Mangiacorvi!" esclamò sbavando quello di nome Sugar. "Fratellone Hucker, possiamo farli fuori e mangiarli?"

Gukkor e Rukus rabbrividirono di nuovo. Quel mezzo-ogre dal volto mostruoso era Hucker, il più grande dei fratelli Graul... e il più temuto senza alcun dubbio! E assieme a lui erano venuti anche altri due individui poco raccomandabili, che loro due conoscevano fin troppo bene... Maulgro, un bruto dalle gambe storte, con la pelle bianca come il latte e i denti storti e marci... e Lucky, che per essere un mezzo-ogre aveva un aspetto abbastanza gradevole, quasi umano se non fosse stato per il modo in cui le sue braccia e le sue gambe si piegavano in modo inquietante. Ora il gruppo si trovava di fronte sei mezzi-ogre agguerriti, e non avrebbero potuto contare sull'aiuto delle Frecce Nere...

"Hrrrrr..." Hucker si fece avanti, ringhiando e sbavando come un cane idrofobo, e guardando il terrorizzato Rukus e il nervoso Gukkor con aria famelica. "E così... voi sputacchietti vorreste dare una mano a queste ripugnanti creature pulite e lavate? Li avete portati dai prigionieri... e adesso volete aiutarli a liberarli?"

"Hucker..." mormorò Gukkor, alzando le mani callose in segno di pace. "Per favore, ascoltaci! Questi stranieri non vogliono farci del male! Hanno combattuto con Hograth e gli altri perchè Hograth li ha attaccati!"

"Hah! Certo che li abbiamo attaccati! Erano nemici. Prede. Perciò noi li uccidiamo e li mangiamo! Mi sembra logico!" affermò Hograth, rimettendosi in guardia. Sghignazzando malignamente, i mezzi-ogre cominciarono ad avanzare, mentre gli avventurieri si schieravano davanti all'ingresso della cella e si preparavano ad una lotta terribile.

"Ascoltateci, per favore! Non deve per forza finire con la violenza!" esclamò Yan.

Nualia annuì e cercò di dargli man forte. "Non vogliamo farvi del male, ma ci difenderemo se dobbiamo." affermò. "Ma preferirei che ci ascoltaste. Per favore, deponete le armi e discutiamone. Forse possiamo trovare un compromesso. Qualcosa che vada bene ad entrambe le parti."

"A noi importa solo che vada bene a noi!" esclamò una roca voce femminile. "E l'unica cosa che ci va bene è che voi crepiate tutti!"

Una frazione di secondo dopo, qualcosa sembrò vibrare nell'aria stantia di quel posto... e di punto in bianco, una massiccia e repellente figura femminile apparve davanti al gruppo di Yan, armata di un nodoso bastone!

"Aaaah! È arrivata anche la mammina!" gongolò Hucker con un sogghigno malefico.

Yan e i suoi compagni rabbrividirono per l'orrore. Erano convinti di aver visto il peggio che i mezzi-ogre fossero in grado di offrire... e in quel momento, si resero conto che si erano sbagliati di grosso!

Mamma Graul era una donna mostruosamente obesa ed orribile, un ammasso di strati di grasso che la deformavano e la facevano sembrare un cumulo di carne informe ricoperta da una pelle macchiata ed unta, e circondata da un pestilenziale odore di sudore, sangue e latte stantio. Il suo volto grasso ed appesantito era incorniciato da una lurida criniera di capelli neri, i suoi occhi erano neri e piccoli, simili a quelli di un maiale, e aveva una bocca cavernosa ed armata di denti appuntiti e quasi tutti cariati. Le sue braccia grassocce, simili a due pezzi di carne marcita, terminavano in mani untuose dotate di unghie nere simili ad artigli, e tutto quello che indossava era una sorta di enorme, lurido drappo rosso avvolto attorno ai suoi rotoli di grasso, che riusciva a malapena a nascondere quel corpo abominevole! E accanto a lei c'erano altri tre mezzi-ogre... con l'unico particolare che questi erano chiaramente morti, degli zombi creati con qualche magia nera!

"Quella... è la matriarca di casa Graul, immagino!" esclamò Shalelu, già pronta con le sue frecce. Quell'ammasso di grasso informe sembrava un bersaglio fin troppo facile... e per questo Shalelu aveva la netta impressione che non sarebbe stato così facile.

"Hahaaa! È arrivata la mamma! E quindi voi siete morti!" cantilenò il mezzo-ogre di nome Lucky. "Lei vi farà fuori, e noi vi mangeremo!"

"O lei vi trasformerà in zombi!" esclamò Hucker. "Allora, quale delle due, eh, mammina?"

La mostruosa donna mezza-ogre si alzò su due gambe ridicolmente corte, chiazzate di vene varicose e a malapena in grado di sostenere quel corpo deforme. Mamma Graul alzò il suo bastone, e un'aura magica iniziò a brillare attorno a lei, formando una sorta di armatura di forza.

"Lascerò decidere a voi, figlioli cari!" sghignazzò la strega deforme. "Prendete quegli intrusi e i vostri due fratellini ingrati... ma mi raccomando, non uccideteli troppo in fretta! Desidero che crepino soffrendo!"

"Con piacere, mammina!" boccheggiò Maulgro con un sorriso atroce, sollevando il suo uncino...                

        

oooooooooo

 

CONTINUA...

 

 

 

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Capitolo 52
*** Le stregonerie dei Graul ***


Pathfinder: L'Ascesa dei Signori delle Rune

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 49 - Le stregonerie dei Graul                 

 

"Attenti! Eccoli che arrivano!" esclamò Yan non appena i mezzi-ogre si scagliarono all'attacco. I tre mezzi-ogre trasformati in zombi trascinarono orrendamente le loro membra infrante mentre si scagliavano contro il gruppo. Un orribile cadavere con la testa ridicolmente piccola, una terza gamba vestigiale che gli spuntava dall'anca sinistra e tre frecce ancora piantate nel torace si scagliò sul ragazzo, che usò il suo scudo per respingere i colpi e rispose poi con un fendente diretto al collo dello zombi. Ma quest'ultimo si rivelò più veloce del previsto e riuscì ad evitare di essere decapitato. La punta della lama gli aprì una profonda ed orrenda ferita al collo, ma per lo zombi, un danno del genere era tutt'altro che fatale.

"Voi due! Andate a proteggere gli ostaggi!" esclamò Eli, scagliando una raffica di Dardi Incantati contro la mezza-ogre deforme. I dardi energetici andarono a segno... ma oggnuno di essi si infranse contro le protezioni magiche di Mamma Graul, senza farle un graffio.

Lucky ridacchiò ed estrasse una vecchia balestra arrugginita, poi caricò un quadrello e lo scagliò contro Nualia, che si scansò appena in tempo. La punta del dardo le aprì un taglio sotto lo zigomo sinistro e andò a piantarsi nel muro dietro di lei, vicino al cadavere del ragno gigante... e attorno a loro, l'intero gruppo - compreso il malcapitato Rukus e un frenetico Gukkor - cercava come poteva di difendersi da quel massiccio attacco. Gukkor raggiunse i tre prigionieri e li invitò a rifugiarsi di nuovo nella stanza in cui si trovavano,usando il corpo del ragno gigante per proteggersi come potevano... e Rukus si infilò rapidamente dietro l'addome rigonfio della bestia, sperando che sarebbe stato sufficiente per proteggerlo.

"Okay, tenetevi lontani! Adesso provo io a fare qualcosa!" esclamò Misia. Gli occhi della femmina di gnomo si illuminarono, e una luminescenza simile ai raggi del sole dell'alba cominciò ad irradiare dal suo corpo, lasciando di stucco i mezzi-ogre, che interruppero il loro assalto e diedero a Misia il tempo di concludere l'incantesimo. "Che la luce di Sarenrae mi assista in questa prova, e il suo sole purifichi le vostre anime malvagie! Sacra Punizione!"

La luminosità si espanse e investì i mezzi-ogre che cercavano di sopraffare il gruppo con la forza dei numeri. I tre zombi vennero immediatamente avvolti da fiamme scintillanti che si accesero spontaneamente e li ridussero in mucchietti di cenere in pochi attimi, mentre i mezzi-ogre ancora vivi ringhiarono di dolore, e alcuni fecro cadere le loro armi e si coprirono gli occhi doloranti, sentendosi come se fossero stati di colpo immersi nell'acqua bollente. Misia fece un piccolo sorriso di soddisfazione. Contro creature viventi, Sacra Punizione era meno efficace che contro demoni o altri esseri del Male, ma era comunque utile per tenere a bada quella mandria di mezzi-ogre inferociti.

Vedendo i suoi figli che indietreggiavano barcollando ed imprecando, Mamma Graul esplose in una roca risata. "Beh, che cosa state facendo, figlioli cari?" esclamò con voce stridente. "Tornate all'attacco e fateli fuori... sennò sapete cosa vi aspetta, vero?"

Una freccia di Shalelu sfrecciò verso la testa della grassona, ma si fermò e si infranse a pohi centimetri dal bersaglio, come se avesse colpito un muro invisibile. L'orribile mezza-ogre obesa ridacchiò di nuovo, e una luce maligna si accese dei suoi occhi porcini. "Oooh, sei decisa, vero, piccola elfa! Non affannarti... ti darò ai miei ragazzi, in modo che si divertano un po'! Per ora... Immagini Speculari!" sibilò. Con un gesto del suo braccio flaccido, Mamma Graul creò una serie di immagini illusorie di sè stessa tutt'attorno a lei, in modo che il gruppo non riuscisse più a distinguere quella vera... e poi continuò, questa volta con un incantesimo offensivo.

"Ed ora... che il gelo della morte invada i vostri corpi, e che il vostro passo vi sia greve!" ringhiò. "Lentezza!"

Quando Mamma Graul alzò il bastone in aria, dietro di lei apparve l'immagine sfocata di una sorta di meridiana la cui ombra si muoveva sempre più lentamente... e subito dopo, diversi membri del gruppo di salvataggio si sentirono come se i loro muscoli avessero improvvisamente perso forza, e le loro giunture si fossero fatte più pesanti. Nualia strinse i denti e cercò di alzare un braccio per lanciare un suo incantesimo... ma i suoi movimenti si erano fatti lenti e scoordinati, mentre i mezzi-ogre erano ancora rapidi come prima!   

"Ugh... maledizione, non riesco più a muovermi velocemente! Che razza di trucco è questo?" esclamò Yan, che si sentiva come se all'improvviso l'armatura, lo scudo e la spada pesassero il doppio.

"Un incantesimo Lentezza..." spiegò Eli. Con una mano, la mezzelfa impugnava la sua lancia, mentre con l'altra cercava di lanciare qualche incantesimo... e in effetti, lei era una dei pochi del gruppo che non erano stati influenzati dall'incantesimo di Mamma Graul. "Così saremo bersagli più facili!"

"Voglio proprio vedere se sarò un bersaglio facile!" esclamò Reji, alzando le braccia alla massima velocità che le era possibile per dfendersi da un fendente che Hucker stava sferrando con il suo uncino. Riuscì a deviare il colpo ed evitare che la raggiungesse in punti vitali, ma il colpo la raggiunse comunque di striscio ad un fianco. Con un'esclamazione di rabbia e di dolore, la monaca sferrò un rapido calcio che raggiunse al plesso solare il deforme mezzo-ogre e lo costrinsead indietreggiare. "Ugh... accidenti, temo che abbia rallentato anche me!"

"Va bene... credo che sia il caso di renderci le cose un po' più facili!" esclamò Eli. Con un rapido scatto, la mezzelfa evitò un fendente da parte di Lucky, e alzò la mano libera, sulla quale apparve una sfrigolante sfera di energia elettrica. Immediatamente, il resto del gruppo si disperse... e prima che Lucky facesse un'altra mossa, la mezzelfa aveva lanciato il suo incantesimo. "Fulmine, travolgi i miei nemici!"

L'espressione spocchiosa di Mamma Graul si fece improvvisamente allarmata, e la mostruosa mezza-ogre incrociò le braccia davanti a sè e creò uno scudo di energia per cercare di resistere al colpo. Eli puntò la mano verso i nemici... e una poderosa scarica elettrica azzurra partì ruggendo verso i Graul, colpendo Lucky e Hograth in pieno. I due mostri deformi gridarono in preda al dolore e restarono in piedi ancora per qualche secondo, percossi dalla scarica elettrica che travolgeva tutto quello che incontrava sulla sua strada. Gli altri Graul erano riusciti a scansarsi e ad evitare gli effetti peggiori della scarica... ma quando il fulmine finalmente si esaurì, lasciandosi dietro un pungente odore di ozono, videro che Lucky e Hograth erano rimasti a terra, i loro corpi orribilmente bruciati dalla folgore magica.

"Hmph. Che due buoni a nulla." grugnì Mamma Graul. L'effetto delle sue parole era amplificato dalle immagini illusorie di sè stessa che sfarfallavano minacciose attorno a lei. "E voi, piccoli avventurieri. Venite nella mia dimora, rubate i miei prigionieri, uccidete la mia prole e credete di essere forti? Potrò sempre fare altra prole! E ora vi farò vedere la forza della mia magia!"

Da un risvolto del suo sudario, l'orribile mezza-ogre tirò fuori una bacchetta di osso intagliato e la puntò verso il gruppo, scagliando da essa un raggio di luce grigia che colpì Yan e lo fece rabbrividire. Le gambe del ragazzo tremarono, e Yan si sentì improvvisamente il fiato corto e i muscoli fiacchi. Con una roca risata, Mamma Graul lanciò un altro incantesimo... e questa volta prese di mira Eli.

"Che le tenebre calino su di te, piccola mezzelfa!" sghignazzò. Eli era appena riuscita a colpire Maulgro di striscio con la sua lancia, e il mezzo-ogre era stato costretto a ritirarsi di due passi... ma subito dopo, Eli lanciò un improvviso grid di paura e dolore, esi portò la mano libera agli occhi, sentendosi come se i bulbi oculari le si fossero improvvisamente congelati nelle orbite. La mezzelfa barcollò indietro, premendosi la mano libera sugli occhi... e quando se la tolse, i suoi compagni restarono scioccati nel vedere che gli occhi di Eli erano diventati completamente grigi e privi di pupille, e la mezzelfa brancolava come se fosse stata cieca...

"I... I miei occhi..." mormorò. "Non... non ci vedo più!"

"Maledetta puttana! Come hai osato uccidere i miei fratelli?" ringhiò Hucker, alzando il suo uncino ed apprestandosi ad abbatterlo su di lei. "Ti squarterò come un agnello e userò il tuo cadavere come pisciatoio!"

La mezzelfa rabbrividì ed emise un gemito spaventato, alzando la lancia in un debole tentativo di difendersi... ma prima che Hucker potesse mandare a segno un attacco, una freccia di Shalelu, scagliata con precisione chirurgica, gli attraversò il braccio sinistro all'altezza del gomito, e un coltello da lancio scagliato da Jolan gli si piantò nel fianco destro! Ringhiando, Hucker indietreggiò e mollò la presa sul suo uncino, mentre altri mezzi-ogre cercavano di avvicinarsi dall'altro lato. Jeppo, il mezzo-ogre dalla pelle pallida e dagli occhi lattiginosi, cercò di aggredire Yan, ma il ragazzo riuscì a parare il colpo con il suo scudo e rispose con un fendente al costato dell'avversario... che subito dopo venne aggredito ed azzannato alla gola da Kibb, il puma addestrato di Jakardros, e trascinato a terra! Un altro mezzo-ogre cercò di avvicinarsi da lato e trafiggere il felino con una falce arrugginita... ma Yan, ora ripresosi dalla magia di Mamma Graul, riuscì a mettersi in piedi, imbracciare il suo arco, e spedire una freccia nella gola del deforme individuo!

Nualia si fece avanti, pur rallentata anche lei dalla magia di Mamma Graul, e parò un fendente di Hucker con la sua scimitarra. Gli occhi della aasimar si accesero di luce azzurra... e Nualia pronunciò una parola magica, col risultato che la lama della spada ricurva venne avvolta da una fiammata mistica che scottò Hucker con il calore periferico. Ora Yan era in grado di prendere la mira contro Mamma Graul e le sue immagini illusorie... e senza perdere tempo, il ragazzo incoccò una freccia e fece fuoco contro la mostruosa negromante. Il colpo andò a segno... ma colpì soltanto un'immagine illusoria, che evaporò come neve al sole, e non riuscì a rallentare l'assalto della matriarca dei Graul.

"Crepa, moccioso! Sarai il piatto principale al banchetto di stasera!" sibilò Mamma Graul con un ghigno atroce su quel suo volto grasso e butterato.  Yan cercò di scagliare un'altra freccia... ma Mamma Graul lo fissò, e i suoi occhi si illuminarono sinistramente! "Carne che marcisce. Ossa che si sbriciolano. Che il tuo vigore venga meno, e le tue mani perdano la presa sulla tua spada!"

Mamma Graul spalancò la sua orrida bocca e lanciò uno stridio innaturale, un suono orribile che penetrò nella mente e nell'animo del ragazzo come un ago incandescente! Le ginocchia tremarono, e la sua mano perse la presa sull'arco, che cadde a terra inutile mentre Hucker e i pochi Graul rimasti continuavano l'assalto. 

"Yan!" esclamò allarmata Nualia, vedendo il suo amico cadere in ginocchio e cercare disperatamente di rialzarsi. Hucker sferrò un poderoso fendente con il suo uncino, ferendo la aasimar ad un braccio... ma Nualia, come inferocita, rispose con un fendente che colpì il torace del mezzo-ogre, aprendogli una dolorosa ferita dai bordi frastagliati. Ringhiando, Hucker indietreggiò e sollevò di nuovo la sua arma, incrociandola con la scimitarra fiammeggiante di Nualia...

"Tienilo occupato, Nualia! Io penso al resto..." esclamò Shalelu. L'elfa cacciatrice riuscì a scoccare un'altra freccia dal suo arco e centrò in pieno petto uno degli ultimi Graul rimasti, che crollò a terra in fin di vita... e Misia ebbe il tempo di lanciare un incantesimo Benedizione, conferendo un po' di vigore ai suoi compagni.

"Bel colpo, Misia! Adesso tocca a me..." affermò Jolan. Un altro mezzo-ogre (un bruto completamente glabro e dalla pelle biancastra, con le gambe troppo corte e la bocca esageratamente grande che Jolan aveva sentito chiamare Maulgro) cercò di colpirlo alla testa con una pietra frastagliata trattenuta con entrambe le mani... ma lo scaltro halfling si scansò all'ultimo momento e scivolò sotto le gambe dell'avversario. Con uno scatto fulmineo, Jolan piantò uno dei suoi pugnali nell'inguine di Maulgro, che strabuzzò gli occhi e cadde in ginocchio lanciando uno spaventoso ululato di dolore! Giunto alle spalle del mezzo-ogre, Jolan gli piantò l'altro pugnale nella nuca, affondandolo fino all'elsa, e Maulgro venne colto da un brivido violento e crollò al suolo senza vita.

Vedere i suoi figli morire uno dopo l'altro non sembrò minimamente scuotere Mamma Graul, che invece continuò il suo assalto contro Yan. Mentre il giovane spadaccino cercava in qualche modo di rialzarsi, la mezza-ogre negromante continuava a fluttuare vicino al soffitto, orrido ammasso di grasso e carne deforme che scatenava contro i Pathfinders una raffica di incantesimi malefici.

"Yan! Ti do una mano io!" esclamò Reji. La monaca saltò sul cadavere di uno dei Graul per cercare di raggiungere Mamma Graul con un agile balzo... ma ancora una volta, la negromante si rivelò un'avversaria più formidabile del previsto. Un colpo di bastone di Reji infranse una delle immagini illusorie di Mamma Graul, che poi afferrò al volo il braccio di Reji e fissò negli occhi la ragazzina, per poi lanciare un altro terribile incantesimo.

"Ora... la tua vita e il tuo sangue sono miei, mocciosa!" sibilò. "Tocco del Vampiro!"

Una scarica di energia negativa percorse il braccio di Mamma Graul e scorse nel corpo di Reji, che gridò per l'improvviso dolore quando una serie di ferite si aprirono spontaneamente sul suo corpo, come se fosse stata colpita da un coltello invisibile. Una serie di brillanti sfere di luce verde volò da Reji fino a Mamma Graul, che le assorbì come una spugna assorbe l'acqua e scaraventò la monaca ferita ad un angolo della stanza fatiscente. Reji strinse i denti e si contorse, tamponandosi le ferite mentre cercava di rialzarsi.

"No... Reji..." Yan riuscì ad alzarsi sulle gambe tremanti e arrancò verso Reji... solo per essere colpito alla testa dal nodoso bastone di Mamma Graul. La mezza-ogre lanciò una risata stridente e attaccò di nuovo, ma Yan riuscì a malapena a deviare il colpo con la sua spada...

"Raggio Rovente! Colpisci!" Eli scagliò il suo incantesimo, puntò un indice contro Mamma Graul e fece scaturire dal polpastrello alcuni raggi di fuoco scarlatto che raggiunsero le immagini illusorie create dalla mezza-ogre. Una alla volta, le false Mamma Graul si infransero e scomparvero nel nulla, ed Eli si fece avanti per attaccare di nuovo, con Shalelu che le dava man forte con una raffica di frecce. Due frecce volarono verso la mezza-ogre obesa, che creò uno scudo di energia davanti a sè per proteggersi e riprendere quota... ma uno dei dardi riuscì a superare la guardia e colpire il suo flaccido ventre.

"GAAAAAAH!" Mamma Graul stridette per il dolore, ma apparve presto chiaro che la ferita non era poi così grave - la negromante era talmente obesa che gli strati di grasso avevano protetto gli organi vitali e i vasi sanguigni principali, e dopo essersi strappata la freccia dal ventre, la spezzò con le mani e fissò rabbiosamente Eli e Shalelu. "Voi, come osate? Volete morire per prime, vero?"

"Io non credo proprio che moriremo così facilmente." esclamò Eli. La maga mezzelfa brandì la sua lancia e la puntò verso Mamma Graul, dando l'impressione di voler scagliare la sua arma contro la mezza-ogre... e Shalelu si piazzò davanti a Yan, dando al ragazzo il tempo di recuperare il suo arco. Facendosi forza, il giovane riuscì a raggiungere la sua arma ed incoccò una freccia, subito imitato da Shalelu, mentre Mamma Graul ghignava, sicura che sarebbe riuscita a respingere anche questo attacco.

Ma per prestare attenzione a Yan e Shalelu, Mamma Graul la distolse da Eli.

"Vediamo... se riesci a scansare anche questo!" esclamò la maga mezzelfa. Fece una rapida serie di gesti e si concentrò su Mamma Graul, cercando di sciogliere la magia che la proteggeva e la teneva sospesa in aria. Il ghigno vittorioso della mezza-ogre si spense e venne sostituito da un'espressione di rabbia e sorpresa quando una serie di nastri di luce bianca partirono dal braccio teso di Eli e la raggiunsero, compromettendo le protezioni magiche di cui si era circondata.

"Hah! Sorpresa, vero?" esclamò Eli. "Ti aspettavi un incantesimo d'attacco... ma un vero mago è molto più versatile di così! Dissolvi Magia!"    

Con un ultimo sforzo di volontà, Eli infranse i delicati legami magici che mantenevano attivi gli incantesimi di Mamma Graul, e la crudele negromante lanciò un urlo di rabbia impotente quando il suo corpo malforme si abbattè al suolo come una pietra! Lo schermo di energia che la proteggeva sfarfallò e poi scomparve... e sia Yan che Shalelu mollarono le corde dei loro archi, scagliando le loro frecce che si conficcarono profondamente nel corpo piriforme della mezza-ogre.

"AAAAARGH!" esclamò Mamma Graul, agitando furiosamente le braccia attorno a sè mentre cercava di indietreggiare. "Hucker! Hucker, pezzo di stupido, che stai facendo? Vieni qui! Vieni a darmi una mano!"

Hucker era in quel momento occupato a tenere a bada Nualia, che stava ricevendo aiuto sia dal puma Kipp che da Jolan e Misia - il mezzo-ogre superstite aveva ricevuto un'artigliata ad un fianco dal felino, e un colpo alla spalla destra dalla scimitarra fiammeggiante di Nualia, ma anche la aasimar aveva dei tagli alle braccia e alle gambe a causa degli attacchi subiti. Approfittando di un momento in cui la aasimar, rallentata dal precedente incantesimo, non poteva incalzarlo, Hucker si staccò da lei e tenne il suo uncino da combattimento in alto davanti a sè per cercare di difendersi... ma Jolan non aveva ancora finito con lui. L'halfling fece una capriola, portandosi rapidamente a lato di Nualia, e al momento dell'atterraggio estrasse un coltello da lancio e lo scagliò contro l'avversario, mirando alla testa.

Hucker ringhiò allarmato e si difese abilmente, colpendo il proiettile a mezz'aria e facendolo volare via senza alcun danno. Jolan imprecò a denti stretti, e prima che qualcuno potesse impedire ad Hucker di allontanarsi, il feroce mezzo-ogre raggiunse Mamma Graul e cercò di aiutarla ad alzarsi. La mezza-ogre obesa fece un gesto con il braccio libero... ma prima che potesse lanciare il suo incantesimo, Rukus emerse dal suo nascondiglio, tenendo le mani alzate e con la lancia ben stretta nella destra.

"Rukus!" esclamò Gukkor. "Che stai facendo?"

"Mamma! Mamma, sono qui! Ti do una mano anch'io!" disse Rukus, passando accanto al resto del gruppo. "Aspettami, vengo anch'io..."

"Tu non mi servi più!" sentenziò Mamma Graul. Rukus spalancò gli occhi inorridito quando vide la madre estrarre una bacchetta di metallo contorto e scagliargli contro una raffica di dardi energetici che lo colpirono alle braccia e alle gambe, facendolo cadere a terra con un grugnito di dolore. La lancia atterrò con un clangore metallico, e Rukus strinse i denti e cercò di arrancare verso la madre e il fratello maggiore...

"Ah! Aspetta, mamma!" Hucker cercò di dire. "Rukus e Gukkor..."

Ma Mamma Graul non era dell'umore di stare ad ascoltare. "Porta Dimensionale!" pronunciò, per poi muovere un braccio davanti a sè. La mezza-ogre e il figlio maggiore scomparvero sotto gli occhi del gruppo indebolito ma vincitore, e Reji grugnì e scosse la testa mentre cercava di rialzarsi.

"Uuuugh... dove cacchio è finito il carro che mi ha investito?" chiese la monaca. "Ragazzi, che è successo? Dov'è finita quella botte di lardo?"

"Non tanto lontano. Scommetto che è tornata in casa." rispose Eli. Nualia sospirò e si concentrò per un istante, in modo da incanalare un po' di energia curativa e far riprendere i suoi compagni, soprattutto Yan e Reji. "Porta Dimensionale è un incantesimo che permette il teletrasporto a corto raggio."

"Quindi starà cercando di riorganizzarsi e tornare all'attacco, vero?" mormorò Shalelu, guardando con orrore appena trattenuto i corpi dei mezzi-ogre rimasti a terra. Volti repellenti, arti deformi, pelle cancerosa, bubboni e rigonfiamenti... queste ed altre macabre malformazioni rendevano ognuno di essi uno spettacolo unicamente disgustoso nel suo genere. Lucky, che ora giaceva a terra non troppo lontano da Rukus, era quello che se l'era cavata meglio da questo punto di vista...

E a proposito di Rukus, il pingue mezzo-ogre cacciatore era rimasto fermo lì, come scioccato all'idea che sua madre lo avesse abbandonato così. Dopo qualche istante di incredulità, Rukus lanciò un roco grido di angoscia e cominciò a colpire il pavimento con la mano deformata, imprecando contro la cattiva sorte e chi gliel'aveva attirata contro.

"RAAAAAARGH! Siete contenti, adesso? Soddisfatti? Per colpa vostra, la mamma mi ha rifiutato! Se non foste venuti a salvare i vostri amichetti, non sarebbe successo nulla! La mamma avrebbe continuato a volermi bene! Ora invece mi ha ripudiato, e non mi concederà neanche di essere trasformato in uno zombi! Ed è tutta colpa vostra!" esclamò, in preda alla rabbia e alla frustrazione. "Ma io cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?"

"Ora basta, Rukus!" esclamò Gukkor, prendendo la rabbia e il coraggio a due mani. "Come fai a non rendertene conto? Nostra madre non ci ha mai voluto bene! Per lei non siamo mai stati altro che dei servi! Altrimenti perchè pensi che avrebbe trasformato Benk, Kunkel e Hadge in quelle orribili cose morte? E questi ragazzi... sono venuti qui per salvare i loro simili! Loro sì che tengono agli altri! Ma a te non importa nulla, vero? Preferisci servire una madre che non è degna di definirsi tale, e vivere come una bestia, senza pensare a nient'altro che a riempirti lo stomaco? Io sono stufo di questa vita... e credevo lo fosti anche tu! Altrimenti perchè avresti aiutato questi ragazzi?"

"Noi siamo qui per salvare il mio patrigno e i suoi compagni delle Frecce Nere..." affermò Shalelu. "E non permetterò a nessuno di impedirmelo. I tuoi fratelli e tua madre hanno cercato di uccidere noi e i nostri compagni, e noi ci siamo difesi. Quindi adesso non cercare di dare la colpa a noi per quello che ha fatto tua madre!"

Rukus grattò il terreno con l'unico enorme dito che aveva al posto della mano destra, piagnucolando per qualche attimo... poi scosse la testa e fece una breve, roca risata. "E' tutto inutile, in ogni caso. Adesso la mamma e Hucker andranno a prendere tutto quello che gli serve, e poi torneranno qui a farci il culo a tutti quanti!" ringhiò. "Siamo già morti, noi e tutti quelli che siete venuti a salvare!"

"Io dico... che non è ancora detto." rispose Yan, facendo un cenno affermativo ai suoi compagni, che si andavano ad assicurare che stesse bene. Le sue ferite erano per la maggior parte guarite, ma si sentiva ancora goffo e rallentato, come se le sue giunture si fossero di colpo bloccate. "Avete detto che è probabile che siano rientrati in casa, vero? E allora li seguiremo fin lì, e li sistemeremo una volta per tutte, prima che tornino qui a finire il lavoro!"

Misia volle mettere le mani avanti. "Prima di tutto, Yan, è meglio se ti fai dare un'occhiata." affermò. "Come ti senti? Mi sembra che i tuoi movimenti siano un po' strani..." 

"Un incantesimo di quella megera, probabilmente..." disse Yan con una smorfia di fastidio. Cercò di sgranchirsi le articolazioni facendo un movimento circolare con il braccio, ma notò con fastidio che l'articolazione era ancora bloccata. "Tsk... non riesco più a muovermi bene, accidenti..."

Misia chiuse gli occhi e passò una mano sul torace di Yan, concentrandosi per cercare di capire cosa stesse accadendo al suo compagno di squadra. "Hmm... aspetta, fammi capire che razza di maleficio può essere..." affermò la femmina di gnomo. Per un attimo, Misia si concentrò sulle aure magiche attaccate al ragazzo... e dopo qualche attimo, aprì gli occhi e annuì. "Sì, non c'è dubbio. Un incantesimo Scagliare Maledizione. Yan ne è rimasto vittima."

"Non puoi rimuoverlo, Misia?" chiese Reji, controllando che le sue ferite fossero sotto controllo. "Non hai un incantesimo che contrasti una maledizione?"

L'oracolo del sole scosse la testa. "Non è una cosa tanto semplice. Una maledizione è un'afflizione particolare, e ci vogliono incantesimi specifici per rimuoverla. E purtroppo... al momento io non ho gli incantesimi che servono. Finchè non saremo tornati a Turtleback Ferry, credo che Yan dovrà compensare in qualche modo." rispose.

Yan non era tipo da abbattersi per così poco, e fece un sorriso rassicurante, rivolto soprattutto a Nualia. "Ce la farò, state tranquilli. Per adesso, non è il caso di perdere tempo." rispose. "Dobbiamo entrare nella casa di quei mezzi-ogre, e sistemare quella strega una volta per tutte."

"Vi aiuto io... conosco bene quella casa, e so che i miei fratelli e mia madre... hanno messo un sacco di trappole diaboliche." affermò Gukkor. Senza troppi preamboli, afferrò Rukus per una spalla e lo tirò su... e il mezzo-ogre cacciatore emise un flebile gemito di protesta, ma si alzò sulle sue tozze gambe. "Ma... per quanto riguarda i prigionieri..."

Gukkor guardò verso i tre superstiti delle Frecce Nere che erano stati da poco liberati... e vide che tra essi, Jakardros si era riavvicinato alla sua figlioccia Shalelu. I due si stavano guardando con espressioni indecifrabili, come se volessero dirsi tante cose e non sapessero trovare le parole giuste...

Finalmente, Jakardros ruppe il ghiaccio, abbracciando con affetto l'elfa arciera... che a sua volta abbandonò ogni esitazione e abbracciò con gioia il patrigno, finalmente liberandosi da quel rancore e da quella rabbia che l'avevano accompagnata per tanto tempo.

"Papà..." sospirò Shalelu, non trattenendo più le lacrime. "Sei uno sciocco. Mi sei mancato, lo sai? Ho avuto paura per te. Non sapevo dove fossi. Come tu stessi. Ho temuto che tu fossi morto."

Jakardros non cercò di difendersi. "Hai ragione, figliola. Ho sbagliato. Non avrei dovuto lasciarti. Ho pensato soltanto al mio dolore e al mio fallimento. A punirmi per non essere riuscito a salvare la mamma, e la gente di Foglia Piangente che mi aveva salvato."

"Tu volevi bene alla mamma. E quando è morta... ti sei sentito perso, come me. Ma ora... è tutto a posto, papà. Adesso sistemiamo questi mezzi-ogre... e ce ne andiamo da qui. Torniamo a Turtleback Ferry... e poi andiamo a scoprire cosa è successo a Forte Rannick, okay?" proseguì Shalelu con un sorriso sollevato. Yan e i suoi compagni non poterono che essere piacevolmente sorpresi - raramente avevano visto l'elfa cacciatrice sorridere, e mai con tanta gioia.  "Adesso... voi restate qui, va bene? Senza armi, nè armature... temo che non potreste fare molto."

"Aaaah, se solo avessi qui le mie fidate asce... allora farei io vedere a quegli sgorbi come combattono le Frecce Nere!" esclamò Vale, l'omone di colore, con espressione feroce. Ma il buon senso ebbe rapidamente la meglio sul sangue caldo, e Vale prese fiato e si calmò. "Ma... d'accordo, faremo come dite voi. Rischiare la vita e gettarla via sono due cose diverse, immagino."

"Ma... come faremo con questi due mezzi-ogre?" chiese il giovanotto castano di nome Kaven Windstrike. Indicò con espressione impaurita Gukkor e Rukus. "Loro... siamo sicuri che non ci tradiranno? Quel... quel mezzo-ogre grasso ha cercato di... di riunirsi alla sua famiglia..."

"Non ci proverà più." rispose Jolan, con un pizzico di amarezza dopo aver visto una madre abbandonare i suoi figli al loro destino. "Ora sa che non vale la pena di combattere per Mamma Graul. Quello in cui credeva... gli si è rivoltato contro."

Gukkor sospirò e mise una mano giallastra e malforme sulla spalla del fratello. "Rukus, ascoltami... adesso hai visto che a nostra madre non importa nulla di noi. Non sei obbligato a fare quello che vuole lei. Non dobbiamo aiutarla. Adesso ci sono questi ragazzi che possono aiutarci... liberarci da lei una volta per tutte. Non saremmo più costretti a fare del male... ad uccidere, a torturare, a vivere in questo posto orribile." affermò. "Allora, fratellone, che cosa dici? Non pensi che... sarebbe giusto dare loro una mano?"

Dopo qualche istante di incertezza, Rukus tirò su con il naso e si passò la mano deformata sugli occhi... e finalmente, si convinse e fece un cenno affermativo con la testa. "Sì... d'accordo, seguitemi." affermò. "Vi... vi dirò come fare a trovarla... e a sconfiggerla."

"Grazie, Rukus. A quanto pare... alla fine abbiamo fatto bene a darti fiducia!" rispose Eli con un sorriso arguto.

 

oooooooooo

 

Nell'orrenda stanza che Mamma Graul chiamava camera da letto, l'aria vibrò per un breve istante prima che la strega mezza-ogre e il maggiore dei suoi figli riapparissero appena sopra l'enorme letto... e Mamma Graul cadde pesantemente su di esso, sfondandolo con il suo immane peso e sparpagliando in giro un mucchio di coperte luride, insozzate di muffa, sangue e peggio. Hucker atterrò vicino a lei e scosse la testa, colto da una breve vertigine - succedeva sempre quando lui e sua madre si teletraportavano, lui non era abituato a queste diavolerie magiche.

"Ugh... maledizione, questa proprio non ci voleva." mormorò Hucker, storcendo il naso per la puzza abominevole che permeava la camera da letto. Era un posto orribile persino per gli standard di quella famiglia diabolica, pieno di secchi riempiti di lerciume, infestato di mosche edarredato con mobili tarlati sui quali erano stati posti, sennza alcuna parvenza di ordine o di buon gusto, numerose cianfrusaglie e orrendi feticci: un pennello fatto di capelli, un teschio scoperchiato, un pettine ricavato da una mascella umana...

"E ora che siamo qui, cosa..." cercò di chiedere Hucker. Il fiato gli morì in gola quando Mamma Graul lo prese brutalmente per il collo e cominciò a stringere, come se volesse strozzarlo. Hucker spalancò gli occhi incredulo e cercò di divincolarsi, trovandosi di fronte i neri occhi porcini della madre che lo fissavano con odio.

"Sta zitto, pezzo di merda!" strepitò l'orribile grassona, scuotendo il figlio maggiore come una bambola di pezza. Hucker rabbrividì quando una pioggia di saliva puzzolente lo investì in piena faccia. "Se quei vermi sono arrivati fin qui è colpa vostra! Non siete nemmeno capaci di fare un lavoro così semplice! Tu e i tuoi fratelli siete dei falliti!"

"M-mamma..." Hucker cercò debolmente di discolpare sè stesso e i suoi fratelli. "I... I miei fratelli... Jeppo... Sugar... Lucky... Maulgro... loro sono morti per difenderti!"   

"E pensi che me ne freghi qualcosa? Anzi, meglio così! Da zombi saranno più utili!" ringhiò Mamma Graul, per poi mollare la presa e scaraventare Hucker contro il muro. "E ricordati che io ti ho dato la vita, e che io te la posso togliere quando voglio! Ora vai a prendere Muck! Ora torniamo lì e ammazziamo tutti quegli intrusi!"

Hucker deglutì in preda all'orrore, ma non ebbe il coraggio di rifiutarsi, e del resto, anche lui voleva farla pagare a quegli intrusi per aver invaso la loro fattoria, liberato i loro "giocattoli" e aver fatto arrabbiare sua madre. "Sì... va bene! Muck li farà sicuramente a pezzi!" affermò.

Mamma Graul si alzò sulle sue gambe ridicolmente corte. Più che camminare, sembrava quasi strisciare sui suoi rotoli di grasso. "Te lo auguro... altrimenti io farò a pezzi te!" ringhiò. Hucker non si fermò neanche ad ascoltare e si dileguò quanto prima possibile...

 

oooooooooo

 

Ancora rallentato dalla fattura che aveva addosso, Yan strizzò un occhio, stando bene attento a dove poggiava i piedi mentre lui e i suoi compagni si avvicinavano alla fatiscente casa dei Graul, una costruzione decadente e insozzata di muschio e muffa, le finestre tenute chiuse con spesse tavole di legno. Un porticato circondava quasi per intero l'abitazione - per quanto fosse raccapricciante l'idea che qualcuno, o qualcosa, abitasse in un posto come quello - e sotto di esso, si muoveva ancora una sedia a sdraio fatta di ossa e legna. Le colonnine di legno che tenevano il tetto erano decorate con quelli che sembravano essere disegni fatti da bambini... ma che rappresentavano orribili scene di violenza, massacri, infanticidi e cose ancora più allucinanti. Un fetore nauseante, un misto di carne marcia, urina e sudore, circondava la stamberga... al punto che Misia non riuscì più a reggere, e si diresse verso un cespuglio di rovi lì vicino per dare di stomaco.

"Misia, tutto bene?" chiese Reji, dirigendosi verso la biondina. "Ce... ce la fai a seguirci in questo... ugh... buco infernale?"

Misia si pulì la bocca come meglio poteva. "Credo... credo di farcela." affermò. "Dobbiamo... dobbiamo pure entrare là dentro e finire il lavoro."

"E quando avremo finito... credo che sia meglio bruciare questo posto disgustoso." affermò Shalelu, facendosi aria con una mano. "Yan... ce la fai, anche con quella magia che ti dà problemi?"

Yan fece una smorfia, ma riuscì a sorridere con tono rassicurante, mentre Jolan dava un'occhiata ai pavimenti del porticato. Le fessure tra le travi di legno erano un po' troppo larghe, e l'halfling ebbe la netta sensazione che ci fosse qualche trappola nascosta tra di esse. "Okay... Gukkor, Rukus, c'è un altro ingresso oltre alla porta principale, immagino." disse Jolan, rivolto ai due mezzi-ogre ribelli. "Perchè qui mi sembra evidente che ci sono delle trappole."

"Sì... sì, è così... noi usiamo una porta laterale che dà sulla cucina." spiegò Gukkor. "Però anche lì c'è qualche trappola. Vi diciamo noi come evitarle, okay? Quando usciamo dalla cucina... premete l'interruttore accanto alla porta. C'è una falce ondeggiante che vi colpirebbe se tentaste di passare senza premerlo."

"Grazie, Gukkor..." rispose Nualia, piazzandosi accanto a Yan e Reji mentre il gruppo seguiva i due Graul verso la fiancata della casa. Shalelu tenne pronto il suo arco, gli occhi fissi sulle finestre nel caso qualcuno dei Graul superstiti cercasse di attaccarli da lì. Rukus si avvicinò ad una porta più piccola sul lato della catapecchia e la aprì di scatto, facendo entrare il gruppo in una repellente cucina infestata di cibo stantio, mosche e scarafaggi.

Con attenzione, le mani davanti al viso in modo da trattenere i contenuti dello stomaco, il gruppo entrò nella cucina, e Jolan raggiunse l'unica porta che portava al resto della casa. Il piccolo halfling si voltò verso Rukus, che indicò un piccolo pannello vicino alla soglia, e Jolan lo premette con la punta di uno dei suoi pugnali. Era una delle trappole da cui Gukkor li aveva messi in guardia, senza dubbio... e infatti, quando Jolan passò sotto la soglia e guardò in alto, vide che sopra di lui incombeva la lama arrugginita di una falce, tenuta ferma da un meccanismo rudimentale ma efficace che le impediva di scendere.

"Wow... davvero una bella trappola..." commentò Jolan, impressionato e spaventato al tempo stesso. "Chi è... che ha inventato questo meccanismo? Anche se è stato fatto in maniera un po' approssimativa, mi sembra comunque molto ingegnoso."

"Il fratellone Hucker fa queste trappole. Non vuole che nessun intruso entri in casa e vada a parlare con la mamma..." rispose Rukus, mentre il gruppo entrava nel soggiorno... che in effetti non era molto meglio rispetto al resto dell'abitazione, per quello che avevano potuto vedere - una sorta di sala da pranzo buia e puzzolente, pervasa dall'odore di carne marcia e arredata con un tavolo di legno marcio, ricoperto da una tovaglia che in effetti non era niente più che una pelle di pecora conciata alla meno peggio, e alla quale erano ancora attaccate la testa e gli zoccoli. Numerose sedie circondavano il tavolo, decorate con teschi umani, e le ossa ancora sparpagliate sul tavolo appartenevano a vari animali. Eli non volle avvicinarsi troppo, per paura di trovarci anche ossa umane...

"Meglio... che proseguiamo. Questo posto è nauseante..." mormorò Nualia. "E io ho condotto riti sacrificali per Lamashtu, quindi se lo dico..."

"Aspettate..." disse Rukus, per poi tendere le orecchie e cercare di sentire se dal resto della casa provenisse qualche rumore. Dopo qualche secondo di quiete apparente, il mezzo-ogre cacciatore riuscì a sentire dei passi... seguiti dal suono di qualcosa che si apriva di scatto, e corrugò la fronte allarmato. "Oh no... non ditemi che..."

Gukkor sgranò gli occhi allarmato, mentre il gruppo di Eli metteva mano alle armi nel caso ci fossero stati problemi. "Che sta succedendo?" chiese Yan, la mano stretta sull'elsa della sua spada - anche se le sue dita facevano fatica a chiudersi bene. "C'è... qualcos'altro che Hucker e vostra madre potrebbero avere in serbo per noi?"

"S-sì... purtroppo sì..." mormorò il mezzo-ogre dalla pelle gialla, chiaramente innervosito. "In effetti... non avete ancora visto tutti noi fratelli... ce n'è ancora uno..."

"Si chiama Muck... ed era uno dei più forti di tutti noi..." affermò Rukus. "Ma un giorno, è tornato a casa con la pelle tutta coperta di muschio... ha detto che aveva catturato una ninfa e l'aveva torturata fino a farla morire. Forse... forse lei lo ha maledetto prima di morire... fatto sta che nel giro di qualche giorno si è trasformato in un ammasso vegetale... e la mamma lo ha fatto rinchiudere in cantina perchè non voleva che sporcasse tutta la casa di muschio!"

"C-come?" esclamò Misia. "E allora adesso..."

Si sentirono degli schianti inquietanti dal piano di sotto... e il rumore di qualcosa di enorme ed ingombrante che si avvicinava, accompagnato da un grido spaventato. Qualcosa di grosso e mostruoso si stava avvicinando, e non dava l'impressione di essere molto amichevole...

"Maledizione... ma quanti trucchi ha in serbo per noi, quella megera?" si chiese Jolan, mettendosi in guardia con i pugnali alzati davanti a sè. Nualia alzò la sua scimitarra e pronunciò la parola magica che fece accendere la lama. Misia pronunciò un semplice incantesimo Benedizione, in modo che i suoi compagni avessero migliori possibilità contro la cosa che sarebbe arrivata dalla porta.

I colpi si fecero sempre più forti, al punto che i muri cominciarono a vacillare... e finalmente, la porta al lato opposto della sala da pranzo venne sfondata da qualcosa di enorme! Un corpo sgraziato e rigonfio, lungo non meno di tre metri, tutto coperto di erba e muschio, con funghi, licheni, escrescenze vegetali ed ammassi di muffa simili a verruche che spuntavano qua e là, le braccia trasformate di un paio di tentacoli che frustavano frenetici l'aria attorno a quel mostro vegetale. Una testa dall'aspetto vagamente umano spuntava da quella cosa repellente, quasi spezzata in due da una bocca esageratamente grande armata di lunghi denti di legno contorto! Con un gorgoglio mostruoso, il mostro vegetale spazzò l'aria davanti a sè con un tentacolo, mancando di pochissimo Reji e mandando in pezzi due sedie!

"Ah! Ma è mostruoso!" esclamò Reji.

"Desna benedetta, proteggici..." sussurrò Misia, mentre il combattimento aveva inizio. Reji riuscì per prima ad avvicinarsi e a sferrare due poderosi pugni e un calcio circolare contro il mostro... ma i suoi attacchi vennero assorbiti senza problemi dal corpo flaccido della mostruosa creatura, che reagì con un altro manrovescio e colpì in pieno la monaca, scagliandola dolorosamente contro una parete!

"Reji!" esclamò Yan. Il mostro vegetale avanzò inesorabile, trascinandosi con i suoi tentacoli e spalancando le fauci in direzione di Misia e Jolan. Il coraggioso halfling si piazzò davanti a Misia e alzò i suoi pugnali... ma prima che il mostro vegetale potesse cercare di attaccarli, Gukkor intervenne, smontando una falce dalla trappola sulla porta e sferrando con essa un colpo che ferì quella cosa famelica al tentacolo sinistro!

"Bel colpo, Gukkor!" esclamò Nualia, per poi sferrare un altro colpo con la scimitarra fiammeggiante, aprendo un'altra ferita sul corpo del mostro. Muck gorgogliò di nuovo e frustò di nuovo davanti a sè con i tentacoli, centrando in pieno Gukkor e Nualia, e scaraventando la aasimar contro ciò che restava del tavolo, dove si fermò stordita e disorientata.

"Aiuto! Questa cosa ce l'ha con me!" esclamò Misia. Yan, ancora non abituato alla sua condizione, cercò di colpire la bestia sul fianco, e la sua spada magica affondò nella materia vegetale, riuscendo finalmente a ferire seriamente Muck... ma quest'ultimo reagì con decisione e colpì anche il ragazzo, mandandolo a terra proprio mentre Reji si rialzava barcollando. Con rabbia, la monaca si rese conto che le ferite della creatura vegetale stavano già cominciando a rimarginarsi, a vista d'occhio!

"Merda... se solo potessimo trovare un modo per farlo fuori in un colpo solo..." riflettè tra sè. Il suo istinto la avvertì di un altro pericolo... e Reji saltò via appena in tempo per evitare di essere arpionata da un enorme uncino di acciaio rugginoso che stava arrivando da lato! Una risata maligna annunciò il ritorno di Mamma Graul, che entrò nella sala da pranzo ormai devastata accompagnata dal figlio superstite Hucker, che brandiva ancora il suo uncino.

"Hahahahaaa! Allora, che ve ne pare del mio piccolo Muck? E' un po' cambiato, è vero, ma direi che il risultato finale è stato impressionante! Forza, piccolo Muck! Sbrana quei vermi, un pezzo alla volta! E noi ci occupiamo di questi altri qui! Allora, moccioso, che ne dici? Ho l'impressione che la mia maledizione ti stia facendo un certo effetto!" sghignazzò Mamma Graul, fluttuando in aria davanti a Yan e fissando il ragazzo con sguardo famelico. "E intanto, i miei ragazzi si occupano dei tuoi amichetti..."

"Reji... tu vai a dare una mano a Nualia e agli altri! A questa grassona ci penso io!" affermò il ragazzo, tenendo ben stretta la sua spada mentre aiutava la sua amica di tante avventure a rialzarsi. "Fatti sotto, ammasso di lardo! Puoi scagliarmi tutte le maledizioni che vuoi, ma non riuscirai mai ad indebolirmi abbastanza da farmi fuori!"

"Hohohooo, siamo un po' troppo presuntuosi, eh? Non importa... tutto quello che devo fare è farti capire quanto sei debole in questo momento!" esclamò Mamma Graul. "Per ora... che la vita ti lasci e scorra nel mio corpo! Tocco del Vampiro!"

La mezza-ogre obesa scese in picchiata su Yan e lo toccò alla fronte con il suo bastone... e un attimo dopo, una serie di ferite si aprì di colpo sul suo corpo, mentre la sua energia vitale veniva assorbita e trasferita a Mamma Graul. La megera ghignò e sferrò a Yan un colpo con il suo bastone, facendolo barcollare... mentre Reji, che stava cercando di aiutarlo, veniva ostacolata da Hucker.

"Ferma lì, ragazzina! Il tuo avversario sarò io!" ghignò il mezzo-ogre.

Reji non aveva voglia di perdere altro tempo in quella casa degli orrori. "Levati di mezzo, tu!" esclamò, producendosi in una spettacolare raffica di pugni che costrinse Hucker in difesa. Colto il momento giusto, il mezzo-ogre sferrò un fendente che graffiò la gamba destra di Reji. La monaca trattenne un grido di dolore e si ritirò di qualche passo, mentre il resto del gruppo cercava di affrontare Muck...

"Reji, ti do una mano io!" esclamò Shalelu. Con uno scatto, l'elfa cacciatrice sferrò un fendente con la sua daga e colpì Hucker di striscio ad un fianco, costringendolo a tirarsi indietro. Ringhiando furiosamente, il mezzo-ogre tenne ben stretto il suo uncino e si apprestò ad affrontare di nuovo le due ragazze...

Eli era riuscita a prendere in mano la situazione, usando i suoi incantesimi a ruota libera per proteggere i suoi compagni e tenere a bada il mostro vegetale. Misia faceva da supporto, lanciando alcune magie per aiutare i suoi compagni... e scagliando qualche magia d'attacco contro Muck quando ne aveva l'occasione.

"Che il potere della morte scorra in me... e colpisca il mio nemico! Infliggi!" esclamò la femmina di gnomo. Con la mano circondata da una gelida aura nera, Misia toccò il fianco di Muck e fece scorrere nel suo corpo una massiccia quantità di energia negativa, indebolendo notevolmente il mostro, che si contorse rabbiosamente, e frustò i suoi assalitori con i tentacoli. Misia venne colpita in pieno da una delle sue appendici mentre cercava di evitare l'altra... e il colpo fu abbastanza potente da lasciarla a terra stordita e dolorante.

Ma questa volta, Eli non si fece cogliere dal panico. Con un grido rabbioso, la maga mezzelfa si lanciò su Muck e trafisse il suo "braccio" con la sua lancia. Il vegetale mostruoso ringhiò e ritirò immediatamente l'appendice, ma Eli e Jolan videro che le ferite si stavano già richiudendo.

"Eli, questo affare non crolla mai!" esclamò Jolan. "Se continua così, ci farà fuori per esaustione!"

"No, ci sarà di sicuro un punto debole..." affermò la maga, restando vicino a Misia per proteggerla. Nualia colpì il mostro con la sua scimitarra fiammeggiante... e ancora una volta, Muck ringhiò di dolore e si allontanò. Uno dei suoi tentacoli raggiunse Nualia e la scaraventò a terra... mentre l'altro afferrò Jolan e, con rapidità agghiacciante, lo sollevò di peso e lo scaraventò nella bocca di Muck, che lo ingoiò come fosse stato un confetto!

"JOLAAAAAN!" esclamò Eli agghiacciata. Il mostro vegetale abbassò di nuovo la testa e riprese l'assalto, cercando di travolgere la mezzelfa e arrivare alla biondina stordita ed indifesa dietro di lei... ma Eli strinse i denti e restò ferma dov'era, cercando di pensare a come fare per sconfiggere quella terrificante creatura malgrado sembrasse indistruttibile...

"Un momento..." si disse tra sè, notando una cosa importante. I danni che Muck aveva subito si erano già riparati da soli... tranne i due fendenti che Nualia gli aveva sferrato con la lama fiammeggiante. Forse era quello il punto debole del mostro... ma certo, aveva senso, in fondo. Era una pianta vivente, quindi doveva per forza temere il freddo o il fuoco. "Okay, forse ho capito come fare... ma prima di tutto, devo tirare Jolan fuori di lì!"

La maga afferrò saldamente la sua lancia e affrontò Muck, che si sollevò in tutta la sua altezza e spalancò le fauci per cercare di ingoiarla... ma prima che l'attacco potesse andare a segno, Muck si bloccò di colpo e cominciò ad ululare di dolore. Il suo addome rigonfio sembrò pulsare dall'interno... e una piccola lama spuntò dalla massa vegetale, tagliandola da dentro! Un'altra lama apparve subito dopo, e qualcosa... o meglio dire qualcuno... emerse dal corpo di Muck, che continuava a contorcersi e a ringhiare! Un istante dopo, Jolan emerse dallo squarcio nel ventre del mostro, dolorante e gocciolante di liquido verdastro, i vestiti lacerati e i capelli arruffati... ma vivo e ancora deciso a combattere!

"Jolan!" esclamò Eli. "Meno male, per un attimo ho davvero avuto paura!"

L'halfling si allontanò da Muck, il quale aveva già ripreso a rigenerarsi... ma questa volta, ci stava mettendo un po' più di tempo. "Tranquilla, questo stronzo vegetale ha commesso l'errore di ingoiarmi vivo!" affermò. "Ma... continua a rigenerarsi! Anche dopo che l'ho squarciato dall'interno, non muore!"

Nualia si rialzò scuotendo la testa... ed Eli sorrise con aria sicura. "Tranquilli, adesso so come fare in modo che crepi!" affermò. "Nualia! Colpiscilo con la spada fiammeggiante! Quanto più possibile!"

"Eh? Va... va bene!" rispose la aasimar, brandendo la scimitarra infuocata e avvicinandosi a Muck, mentre quest'ultimo si rialzava e riprendeva ad arrancare verso i suoi nemici. Jolan fece un altro passo indietro... ed Eli alzò una mano e lanciò il suo incantesimo, puntando alla testa del mostro vegetale!

"Raggio Rovente!"

Due raggi infuocati sfrecciarono dalle dita di Eli e colpirono Muck alla testa, mentre Nualia immergeva la scimitarra infuocata nel ventre del mostro, affondandola fino all'elsa! Muck lanciò un ruggito spaventoso e frustò l'aria con i suoi tentacoli, ma questa volta Nualia riuscì a scansarsi in tempo, estrasse la scimitarra dal corpo del mostro vegetale e colpì di nuovo, aprendogli uno squarcio frastagliato nel fianco. Jolan si rialzò, scuotendosi in modo da ripulirsi quanto più possibile dai fluidi digestivi della creatura... e afferrò un'ampolla di fuoco dell'alchimista dalla sua cintura, per poi lanciarla contro Muck e colpirlo al fianco. La fiala si infranse ed esplose, avvolgendo il fianco del mostro in una enore fiammata puzzolente di zolfo... e Muck urlò di nuovo, un suono che non aveva ormai più nulla di umano, mentre le fiamme si propagavano rapidamente e cominciavano a consumarlo. Eli si scansò appena in tempo quando il mostro vegetale si schiantò nel punto in cui lei si trovava, minacciando di schiacciarla sotto il suo peso.

Nualia si lanciò su Muck e gli trafisse il cranio con la scimitarra fiammeggiante, mentre Eli scagliava un altro Raggio Rovente, mirando al corpo rigonfio di quella cosa... e finalmente, con un ultimo ululato angosciato, l'orribile creatura crollò, agitandosi ancora per qualche istante prima di soccombere! I suoi tentacoli si agitarono ancora per un attimo, poi si afflosciarono senza più forza, e le fiamme avvilupparono gradulamente il corpo della mostruosità vegetale, mentre Eli si riparava il volto dal fumo con una manica della sua veste. Tossendo e storcendo il viso, Nualia recuperò la sua scimitarra e la estrasse dal corpo della creatura, ancora avvolta di fiamme scarlatte.

"Bene. E questo è andato. Andiamo a vedere come se la stanno cavando gli altri..." affermò Jolan, per poi andare a vedere se Misia stava bene. "Misia! Misia, come stai? Tutto a posto?"

"Uuugh... abbastanza..." rispose la femmina di gnomo, scuotendo la testa mentre si rialzava. "Ma che diavolo... era quella cosa?"

"Ne discutiamo dopo. Adesso è meglio controllare come stanno andando Yan e gli altri..." affermò Nualia, riportando la sua attenzione allo scontro di Reji e Shalelu contro Hucker...

 

oooooooooo

 

"Yaaaah!"

Con un grido di battaglia, Reji si scagliò sul feroce mezzo-ogre e sferrò un possente pugno a mani unite che raggiunse l'avversario in mezzo alla fronte, facendolo barcollare e mandando quasi con la schiena contro il muro. La battaglia era volta rapidamente a sfavore del mezzo-ogre: davanti alla perizia e al gioco di squadra di Reji e Shalelu, la semplice forza bruta del nemico non poteva fare che fino ad un certo punto. Nonostante Hucker fosse riuscito a mettere a segno qualche colpo all'inizio dello scontro, le due ragazze si erano prestofatte un'idea del suo modo di combattere... e ora che avevano capito come fare a contrastarlo, la battaglia era volta rapidamente a loro favore. Hucker digrignò i denti e afferrò saldamente il suo uncino... mentre Reji e Shalelu, in posizione di guardia davanti a lui, si guardarono in segno di intesa e si scambiarono un cenno prima di scattare entrambe verso l'avversario.

"Voi... dannate! Vi mangerò per cena fatte allo spiedo!" ringhiò Hucker, vibrando un fendente con il suo uncino, diretto alla gola di Reji. La monaca reagì con prontezza ed eseguì una scivolata, afferrando le gambe di Hucker in mezzo alle sue in modo da fargli perdere l'equilibrio... poi, con una torsione, sbilanciò il feroce mezzo-ogre, che andò a finire a terra e perse la presa sulla sua micidiale arma. L'uncino affilato rotolò via, arrivando vicino al corpo ardente di Muck... e Hucker ringhiò ferocemente mentre cercava di districarsi dalla presa di Reji. Ma così facendo, non riuscì a difendersi dall'attacco di Shalelu - l'elfa cacciatrice arrivò di colpo al fianco del mezzo-ogre e lo colpì con forza alla tempia con l'elsa della sua spada, e Hucker spalancò gli occhi in una maschera di rabbia e dolore prima di crollare a terra tramortito.

Reji si rialzò con un colpo di reni e controllò che l'avversario fosse stato battuto... poi, dopo essersi scambiata un cinque con Shalelu, si voltò verso Yan per vedere come il suo compagno se la stesse cavando, ed eventualmente correre in suo aiuto...

 

oooooooooo

 

Yan strinse i denti, sentendosi arrivare un altro colpo da parte di Mamma Graul. Anche senza usare la magia, l'orribile strega mezza-ogre aveva una forza fisica strabiliante, e ogni colpo andato a segno faceva barcollare il giovane guerriero, che sembrava non riuscira più a difendersi da quella raffica di attacchi. In quel momento, Yan si limitava ad usare lo scudo per proteggersi, cercando di prevedere da dove sarebbe arrivato il colpo e di intercettarlo quanto la sua condizione gli permettesse di farlo.

I due Graul rimasti, Gukkor e Rukus, si erano ritirati momentaneamente, guardando con orrore e soggezione la loro madre che combatteva contro quel ragazzo. Non era la prima volta che erano testimoni della forza e della crudeltà della madre... ma ogni volta che la vedevano trastullarsi sadicamente con un avversario, era per loro un'esperienza scioccante, un modo per ricordare loro che lei aveva diritto di vita e di morte su di loro, e che nulla avrebbe potuto cambiare questa realtà. Rukus era il più spaventato dei due: si era già trovato più volte a subire le punizioni della madre, e l'esperienza lo aveva lasciato ogni volta atterrito e traumatizzato. E ora, toccava loro guardare Yan che stava per andare incontro alla stessa morte di tante persone che erano finite nelle grinfie dei Graul...

"Al... al diavolo! Io non sono qui per stare a guardare!" esclamò improvvisamente Gukkor. Spinto unicamente dalla rabbia e da un disperato desiderio di salvare le persone che avevano avuto un minimo di compassione per loro. Brandendo la falce come poteva con le sue braccia deformi, Gukkor cercò di attaccare la sua madre degenere mentre questa fluttuava sopra Yan... ma nonostante il suo corpo sgraziato e rigonfio, Mamma Graul evitò il colpo senza problemi, e rispose brandendo la sua bacchetta di metallo contorto, da cui lanciò un altro doloroso incantesimo contro Yan e i suoi figli ribelli.

"Vorresti minacciare tua madre, piccolo Gukkor? Credo di doverti insegnare un'altra lezione di rispetto!" gracchiò la grassona. "Dardi Incantati, colpite ancora!"

Dalla bacchetta scaturì una raffica di dardi energetici che si diressero verso Yan, Gukkor e Rukus, colpendoli con precisione incredibile. Un dardo attraversò il braccio destro di Yan, facendogli quasi cadere la spada, e il giovane guerriero barcollò con un grugnito di dolore... mentre gli altri due dardi raggiungevano Gukkor al torace, e Rukus all'anca sinistra. Ridendo, Mamma Graul scagliò un'altra raffica di Dardi Incantati, infliggendo ancora più dolore ai suoi figli ribelli... ma Yan riuscì a reagire in tempo e alzò lo scudo per parare il Dardo Incantato.  Mossa che si rivelò inutile, visto che il dardo di energia passò attraverso la protezione e colpì Yan ad una spalla.      

"Argh!" grugnì il ragazzo barcollando. "Yan, pezzo di stupido... Eli ti aveva detto che non si sfugge ad un Dardo Incantato! Tsk... okay, così non si può andare avanti! Devo trovare il modo di sistemare questa grassona una volta per tutte..."

Mamma Graul non dava l'aria di volersi esporre a rischi eccessivi. Fluttuando vicino al soffitto, la laida mezza-ogre brandiva con arrogante sicurezza la sua bacchetta, scagliando altri Dardi Incantati. Altri proiettili magici colpirono Rukus e Gukkor, facendoli ringhiare di dolore, e la loro degenere madre sghignazzava con fare maligno, godendo del dolore che provocava.

Stringendo i denti per il dolore e la rabbia, e ancora indebolito dal maleficio che gli stava addosso, Yan si rialzò e tenne ben stretta la sua spada incantata. "E va bene, dannata megera cicciona... vediamo un po' se riesci ad ignorare questo!" disse tra sè, pescando nella sua bisaccia un ogggetto che potesse essergli utile. Strinse la mano su di esso e lo estrasse...

Una boccetta di acqua benedetta. Yan grugnì. Del tutto inutile contro quella grassona...

...o forse no.

Altri due Dardi Incantati raggiunsero il ragazzo, ma Yan strinse i denti e sopportò il dolore...

"Hey, vecchia palla di lardo! Prendi questo!"

...poi prese la mira e scagliò la boccetta di acqua benedetta verso la grassona, che sgranò gli occhi in un'improvvisa espressione di allarme e si scansò con una virata a mezz'aria. Tuttavia, era troppo grossa ed ingombrante per scansare del tutto il colpo, e la boccetta di infranse su di lei, facendole qualche taglio superficiale... e infradiciando il drappo rosso che le faceva da veste. Mamma Graul si era aspettata che si trattasse di acido o di qualche altra sostanza dannosa, e rimase per un attimo sbalordita quando si rese conto di essersi allarmata per una boccetta di innocua acqua santa...

Quell'attimo era tutto quello di cui Yan aveva bisogno. Con un rapido gesto, il ragazzo afferrò nuovamente il suo arco, incoccò una freccia e fece un tiro magistrale che raggiunse Mamma Graul tra il collo e la spalla sinistra, in un punto che tutto quell'adipe superfluo non poteva proteggere! La mezza-ogre strillò per il dolore e il braccio le si rattrappì improvvisamente, costringendola a mollare la presa sulla bacchetta e a scendere di quota, a portata della spada del giovane guerriero, che ne approfittò immediatamente. Lasciò cadere di colpo l'arco e raccolse al volo la spada, poi caricò e sferrò un poderoso fendente che colpì l'orribile megera al fianco destro, penetrando i rotoli di grasso e colpendo in profondità!

Mamma Graul ringhiò di nuovo, contorcendosi come una bestia mostruosa, e si schiantò pesantemente a terra, dove si mise ad annaspare nel disperato tentativo di riprendere quota. Yan si fermò e strinse i denti, cercando di girarsi e tornare alla carica il prima possibile, prima che Mamma Graul riprendesse quota e scatenasse nuovamente i suoi incantesimi contro di loro. I movimenti si erano fatti lenti e scattosi, ma il ragazzo si sforzò di essere quanto più veloce possibile...

In suo aiuto arrivarono improvvisi una sedia divelta che si schiantò su Mamma Graul, costringendola ad alzare il suo bastone per difendersi... e due proiettili di fionda, che raggiunsero la mezza-ogre alla fronte e al petto, facendole uscire un rigagnolo di sangue! Rukus e Gukkor erano intervenuti, ostacolando la madre quel tanto che bastava per dare a Yan tutto il tempo che gli serviva... e il ragazzo, dopo essersi preso giusto un istante per fare un cenno di ringraziamento ai due mezzi-ogre ribelli, si trascinò verso la sua avversaria, che fece un'orrenda smorfia di odio e alzò il suo bastone per colpire Yan al momento giusto...

Ma il ragazzo non si fece cogliere impreparato. Con un movimento tanto rapido quanto gli era possibile, il ragazzo alzò lo scudo e parò il colpo di Mamma Graul, poi spinse verso di lei con ancora più forza, in modo da penetrare la sua guardia. La mezza-ogre passò rapidamente dalla rabbia al panico quando si accorse che il ragazzo le stava arrivando pericolosamente vicino...

Yan vibrò un colpo fenomenale che superò la guardia di Mamma Graul e raggiunse l'orribile strega al collo, tagliandolo con un colpo netto che penetrò nelle carni flaccide e tagliò vasi sanguigni e muscoli. Quasi decapitata, Mamma Graul crollò al suolo, mentre il sangue usciva fuori dalla ferita mortale con un denso spruzzo che inondò il volto del ragazzo. Yan si ritirò disgustato, ma tenne lo sguardo fisso sulla massa deforme di Mamma Graul che si contorceva a terra nei suoi ultimi istanti, artigliando l'aria e muovendo la bocca senza emettere un suono. La negromante agitò scompostamente le braccia mentre cercava di trascinarsi verso Yan con le sue ultime forze... ma ormai per lei era finita, e un istante dopo, Mamma Graul si accasciò al suolo e si spense con un brivido violento.

Ansimante ma vincitore, Yan restò fermo al suo posto e attese per qualche secondo... poi si avvicinò al cadavere flaccido di Mamma Graul e, giusto per essere sicuro che non ci fossero sorprese, le troncò la testa con la spada. In piedi accanto al corpo decapitato della sua avversaria, Yan riprese fiato... e poi si voltò verso i suoi compagni facendo il segno dell'okay con una mano.

"Ce l'hai fatta! Bel colpo, Yan!" esclamò Reji. "Heh... sapevo che quella megera non avrebbe mai potuto sconfiggerti!"

"Ce... ce l'hai fatta davvero..." mormorò Rukus. Incredulo, si avvicinò al corpo inerte di Mamma Graul e lo punse con la sua lancia, quasi aspettandosi che l'orrenda mezza-ogre si rialzasse di colpo per agguantarlo alla gola. Per tanti anni aveva subito i maltrattamenti e le sfuriate della madre, e la vedeva come una dominatrice di cui lui non sarebbe mai riuscito a liberarsi. Ed ora, era morta... e lui, Gukkor e i loro fratelli sopravvissuti erano liberi.

Gukkor, da parte sua, tirò un sospiro di sollievo e scivolò in ginocchio, quasi sopraffatto dal sollievo per la fine di Mamma Graul. "Grazie... grazie a tutti voi... sentivo di non poter più vivere come voleva nostra madre... noi tutti qui... eravamo schiavi, piuttosto che figli."

"Ho visto come vi trattava... scommetto che questa strega non ha versato una lacrima per la morte dei vostri fratelli." rispose Misia. Con un gesto della mano, l'oracolo del sole evocò una cascatella d'acqua che spense le fiamme che avvolgevano il corpo senza vita di Muck, per evitare che bruciassero l'intera casa. "Bene... con questo, direi che il problema dei Graul è risolto. Adesso... andiamo a cercare le armi dei nostri amici delle Frecce Nere. Tra non molto... ci aspetta la parte davvero difficile. Scoprire cosa è successo a Forte Rannick, e cercare di porvi rimedio."

Shalelu annuì e sorrise leggermente. Se non altro, ora stava andando molto meglio... e forse adesso, lei e il suo patrigno avrebbero avuto la possibilità di parlarsi e chiarirsi, una volta per tutte.   

 

oooooooooo

 

CONTINUA...

 

 

 

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Capitolo 53
*** Sotto la pioggia ***


Pathfinder: L'Ascesa dei Signori delle Rune

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 50 - Sotto la pioggia

 

Esplorare la casa dei Graul si era dimostrato un compito ben più complesso di quanto potesse sembrare. E ancora più sgradevole.

Sembrava che, anche con la morte di Mamma Graul, il sentore di morte e decadimento che aleggiava sulla sinistra tenuta fosse soltanto diminuito di un po'.

Una stanza era arredata di luridi materassi decorati con teschi umani e corna di cervo. In un'altra, la malcapitata Reji aveva trovato i resti di pelli umane scuoiate che Hucker Graul aveva preso alle vittime di quell'orrida famiglia. Un'altra ancora era stata relegata ad ossario, e i giovani avventurieri avevano scoperto con raccapriccio ed orrore che molte delle ossa avevano un aspetto umano ma erano troppo piccole per appartenere ad adulti...

"La mamma... voleva solo figli maschi..." aveva spiegato Gukkor con evidente vergogna. Il mezzo-ogre dalla pelle gialla non aveva voluto dire altro, ma le implicazioni della sua risposta erano fin troppo chiare.

"Dei misericordiosi..." era stato il commento di Yan, mentre richiudeva quella porta trattenendo un conato di vomito. "Non mi pentirò mai di averla uccisa."

Finalmente, in una stanza dal soffitto basso, misericordiosamente vuota e priva di qualsiasi trofeo, il gruppo aveva trovato un po' di cose preziose, tra cui diverse armi ed armature segnate con un simbolo che non lasciava dubbi circa la loro appartenenza: due frecce nere incrociate.

"Guardate... queste sono senza dubbio le armi e le armature dei prigionieri!" affermò Misia dopo aver dato una rapida occhiata all'equipaggiamento.

L'attenzione di Shalelu andò subito ad un arco di legno scuro, intagliato in maniera semplice ma funzionale. L'elfa lo guardò con attenzione - anche se il legno era solido e resistente, il colore era davvero particolare, come se fosse stato preso da un albero colpito da un fulmine. Tra questo particolare e l'emblema delle Frecce Nere inciso su di esso, Shalelu non ebbe alcun dubbio.

"Sì... è proprio così. Questo è l'arco di mio padre... quello con cui ha abbattuto il drago che ha ucciso mia madre." confermò con sollievo. "Sono sicura che sarà lieto di riaverlo."

"E qui ho trovato altre cose..." disse Jolan, indicando un paio di asce da battaglia finemente forgiate, una delle quali era evidentemente più grande dell'altra. "Anche queste armi sono delle Frecce Nere."

"E poi, ci sono molti altri oggetti che non hanno nessun segno..." disse Nualia, dando un'occhiata ad altri oggetti che erano stati abbandonati alla rinfusa sul pavimento e su alcuni scaffali di legno marcio. Tra questi, la giovane aasimar trovò un sorta di amuleto di legno, intagliato in modo da rappresentare una sorta di elmetto - con una tale arte che non poteva certo essere stato fatto dai Graul. "Scommetto che... molti di questi sono il bottino che i Graul hanno preso ad altre loro vittime."

"E' vero." confermò Rukus, grattandosi la nuca con il grosso dito deforme che aveva al posto della mano destra. "Mamma prima aveva molti più tesori, ma ne ha dati molti ai Kreeg come tributo."

"I Kreeg sono la famiglia di ogre che ha preso Forte Rannick." rispose Gukkor, anticipando le eventuali domande del gruppo.

Yan annuì, strizzando un occhio per il fastidio che il maleficio di Mamma Graul, che ancora gravava su di lui, gli provocava.  Notando il suo malessere, sia Nualia che Reji vollero assicurarsi che fosse tutto a posto. "Hey, Yan! Come ti senti?" chiese la ragazzina Tian. "E' ancora per quell'incantesimo che quella grassona ti ha lanciato addosso?"

"Sì, ho l'impressione che rallenti i miei movimenti... e non mi consente di muovermi bene come vorrei." rispose Yan. Cercò di ruotare una spalla, ma ebbe qualche difficoltà a compiere il movimento. "Hmph... sì, mi sembra di avere le articolazioni bloccate..."

"Aspetta, adesso provo a rimetterti a posto." disse Misia. Con un gesto della mano, Misia lanciò uno dei suoi incantesimi, sentendo la familiare sensazione dell'energia divina che scorreva nel suo corpo, come un raggio di sole estivo che la riscaldava. "Gentile Desna, sciogli questo malvagio incantesimo che opprime il mio valoroso compagno. Dissolvi Magie."

L'energia magica fluì nel corpo di Yan, cercando di eradicare il maleficio... ma, con sorpresa di Misia, il suo controincantesimo non ebbe l'effetto sperato e si dissolse senza rimediare al problema del ragazzo. Yan sbattè gli occhi confuso, e anche Misia restò per un attimo sbalordita e cercò di concentrarsi di più, pensando che forse non aveva messo abbastanza convinzione nel lanciare l'incantesimo.

"Non... non sta funzionando?" chiese Gukkor.

Misia scosse la testa con rammarico. "No, e non so il perchè..." affermò. "Credevo che sarebbe bastato un incantesimo Dissolvi Magie per rimediare."

"Aspetta, Misia, fai provare me..." disse Eli. Yan restò fermo dov'era mentre la mezzelfa chiudeva gli occhi e si concentrava per capire quale fosse il problema... e dopo non più di mezzo minuto, ebbe finalmente una risposta. "Certo... adesso si spiega tutto. Yan è sotto l'effetto di un'incantesimo Scagliare Maledizione. E non è sufficiente un normale Dissolvi Magie per sciogliere questo particolare tipo di magia."

"Hm? Come mai? E' una magia come ogni altra, no?" chiese Yan. "Okay, ammetto che non ci capisco quasi niente di magia..."

Eli fece un sorriso un po' spocchioso e mosse un dito come per dire di no. "Appunto. Non sai niente di magia, Yan. Altrimenti sapresti che è una materia complessa e piena di ramificazioni." rispose. "Perchè credi che esistano intere accademie dedicate al suo studio? Ma lasciamo perdere... in pratica, Scagliare Maledizione è un tipo di magia particolare, ed è necessario un incantesimo specifico per annullarla. Ci vuole qualcosa come Rimuovere Maledizione o Spezzare Incantamento. E io non ho questo tipo di incantesimi. Qualcuno di voi ce l'ha?"

"Io potrei... chiedere alla divina Sarenrae di concedermi un incantesimo Rimuovere Maledizione." rispose prontamente Nualia. "Ma ci vorrà un po' di tempo, non sono in grado di farlo subito." Guardò Yan con fare dispiaciuto, ma il ragazzo le rivolse un sorriso rassicurante per dirle che per lui non era un problema.

"Sopravviverò. In fondo si tratta di aspettare solo un giorno, giusto?" chiese, per poi riportare l'attenzione di tutti all'attuale situazione. "Okay, ragazzi. Se volete la mia, dovremmo prendere tutto quello che possiamo e tornare da Jakardros e dagli altri. Restare in questo posto... mi mette i brividi."

"E Rukus e Gukkor... che cosa faranno? Ho il timore che non verrebbero accettati dalla gente di Turtleback Ferry." dise Jolan, facendo notare un problema che in effetti era passato per la testa a molti di loro. L'halfling gettò un'occhiata interrogativa ai due mezzi-ogre, e videro Rukus che grattava il pavimento con il manico della sua lancia, mentre Gukkor passeggiava su e giù come se cercasse anche lui una soluzione al dilemma. Prima che qualcno degli avventurieri proponesse una soluzione, fu Rukus a prendere la parola.

"Adesso... non penso che io e Gukkor vivremo in questa casa." affermò il mezzo-ogre più grasso. "Però potremmo sempre cercare di adattarci a vivere in questi boschi. Io sono un cacciatore, so come sopravvivere in questi posti, e Gukkor mi darà una mano. Lui si occupava dei campi. E poi, ci sono ancora Mangiacorvi e gli altri nostri fratelli che non sono morti. Chiederemo anche a loro di aiutarci."

Eli volle dire la sua. "Per noi non ci sono problemi. Ma vorrei sperare che i vostri fratelli siano disposti per davvero a darvi una mano. Dopo tanti anni in cui sono vissuti depredando e facendo del male agli altri... potrebbe essere difficile per loro adattarsi ad una vita normale."

"Però, se avessero bisogno di un aiuto in questo senso, potremmo dargli una mano." continuò Nualia. "Anch'io ero su una pessima strada, e sono riuscita a trovare una via d'uscita."

Gukkor fece un cenno di assenso. Per la prima volta dopo tanto tempo, il mezzo-ogre si sentiva libero, senza più dover sottostare agli ordini crudeli del resto della sua famiglia. E chissà... forse anche il resto dei suoi fratelli sarebbe stato disposto a cambiare vita? Era una possibilità un po' remota, ma valeva la pena di tentare.

"Bene, intanto pensiamo a tornare da Jakardros e gli altri." disse Yan sollevato. "Poi credo che sarà il caso di pensare a cosa fare con Forte Rannick... e continuare le nostre ricerche, già che ci siamo."

 

oooooooooo

 

Jakardros non potè trattenere un sorriso che riuniva mestizia ed orgoglio mentre riguardava il suo fidato arco, quello con cui aveva scoccato la freccia che aveva posto fine alla vita di quel maledetto drago. C'erano stati giorni in cui non credeva che l'avrebbe più tenuto in mano, e altri in cui aveva pensato di non meritarlo neanche. Ma ora che Shalelu era qui e che l'ordine delle Frecce Nere aveva qualche possibilità di rimettersi in piedi, qualcosa era cambiato anche nel suo animo.

"Ero convinto che ormai fosse finita per l'ordine delle Frecce Nere." affermò, mentre i suoi due compagni controllavano attentamente il loro equipaggiamento e indossavano con orgoglio le loro armi ed armature. "Sinceramente, ero ormai pronto da tempo a morire. Ma il vostro arrivo ha cambiato le cose."

Jakardros guardò negli occhi la figlia adottiva, che era rimasta ferma ad attendere la sua reazione... e dopo soltanto un paio di secondi, l'uomo abbassò la testa in segno di scusa. "Mi dispiace, figliola. Mi sono lasciato accecare dallo sconforto e ho dimenticato che avevo dei doveri anche nei tuoi confronti. Ho pensato solamente al mio dolore e al mio fallimento, e non mi sono fermato a pensare che tu potessi avere bisogno di me. Spero che potrai perdonarmi, un giorno."

"Io ti ho già perdonato... papà." rispose Shalelu, con un sorriso gentile. Finalmente, il rancore che aveva provato per tanto tempo se ne stava andando, e lei si sentiva molto più leggera. "Anzi... anch'io ti devo chiedere scusa. Io... ho provato rabbia verso di te. Ti ho biasimato per essertene andato così, ma non mi sono neanche fermata a pensare a quello che stavi provando. Tu amavi la mamma, e quando non sei riuscito a proteggerla, è stato un colpo terribile per te come per me. Mi dispiace di non aver pensato a questo."

Shalelu e il patrigno si abbracciarono, finalmente liberi da ogni senso di colpa e da ogni motivo di rabbia... e Kibb, il puma addomesticato di Jakardros, si strofinò su di loro come un gattino affettuoso, e ricevette in cambio un po' di carezze da entrambi. Era un momento di gioia e di sollievo per tutti - il gruppo di Eli era riuscito a risolvere un altro problema, e i due Graul che erano con loro erano finalmente liberi dalla loro famiglia, e avevano la possibilità di scegliersi un futuro migliore.

Kaven, il giovanotto dai capelli rossi, rinfoderò al proprio fianco le sue armi, uno stocco e un pugnale di ottima fattura, e riportò l'attenzione del gruppo su un problema più immediato. "Scusate se mi intrometto, ma... ecco, forse sarebbe meglio se ora tornassimo a Turtleback Ferry. Lì potremo rilassarci meglio e... magari discutere della prossima mossa da fare, non credete?"

"Sono d'accordo." rispose laconico Vale, le sue asce ben riposte dietro la schiena.

"Anch'io." fu la risposta di Eli. La mezzelfa si aggiustò gli occhiali e si passò un dito davanti agli occhi, come se volesse essere sicura di non perdere la vista all'improvviso. Restare cieca, anche se solo per breve tempo, a causa dell'incantesimo di Mamma Graul l'aveva scioccata non poco. "Lì avremo tutto il tempo di parlare di cosa è successo a Forte Rannick, e prendere delle decisioni più assennate."

"Growr!" Kibb emise un ringhio di approvazione.

"Sono... ehm... d'accordo!" rispose prontamente Kaven. "Ma penso che prima di tutto dovremmo..."

"VOI! Che cosa avete fatto?"

Una voce roca ed aspra interruppe la conversazione, e Yan storse il naso quando vide uno dei Graul sopravvissuti, il mezzo-ogre dalla testa orribilmente asimmetrica di nome Mangiacorvi, che faceva irruzione nella stanza, brandendo un grosso randello e guardando ciò che restava dei suoi fratelli. "Avete... avete ucciso Lucky, Maulgro e gli altri! Avete ucciso nostra madre! E voi due! Rukus! Gukkor! Li avete persino aiutati! Come avete potuto tradirci?" strepitò.

Jakardros non perse tempo ad incoccare una freccia e puntarla contro Mangiacorvi, ma attese prima di tirare. "Fermo dove sei, infame." esclamò, calmo ma deciso. "Un altro passo, e ti mando a raggiungere i tuoi fratelli."    

"Grrrr..." Kibb ringhiò ferocemente e si acquattò a fianco del suo padrone, pronto ad attaccare se Mangiacorvi si fosse avvicinato ancora.

Mangiacorvi si fermò di colpo, ma continuò a tenere stretta la sua clava e squadrò furiosamente il gruppo di "intrusi", ancora circondati dai corpi senza vita dei suoi fratelli. Era da solo, e loro erano in tanti, e anche se non era molto intelligente, lo era abbastanza da capire che non avrebbe avuto nessuna speranza di vincere se avesse attaccato.

"Bene. Ora allontanati. Resta a qualche passo di distanza da noi. Tutto quello che vogliamo adesso è andarcene, e non siamo interessati a spargere altro sangue." affermò Jakardros. "Se non farete più del male a nessuno, allora non avremo motivo di attaccarvi ancora. Vai a prendere quel tuo fratello che abbiamo lasciato nella vostra casupola... e poi non fatevi mai più vedere. Siamo disposti a darvi questa possibilità di tirare avanti. Se fossi in te, la prenderei."

Mangiacorvi grugnì ed emise una serie di ringhii minacciosi, lottando contro il suo impulso di caricare a testa bassa. Il suo sguardo feroce si spostò su Rukus, che rabbrividì brevemente... e poi su Gukkor, che invece restò impassibile e sostenne l'espressione furente del fratello maggiore.

"Voi... razza di traditori!" ringhiò Mangiacorvi.

"Non mi è mai piaciuto questo modo di vivere." affermò Gukkor scuotendo la testa. "Ora posso andarmene di qui... e dovresti pensarci anche tu, fratellone. Pensa a come staresti meglio... ora che non devi più avere paura di essere punito se non fai esattamente tutto quello che la mamma ti ordina."

"Anche... anche Hucker è ancora vivo." affermò Rukus. "Tu e lui potete continuare a vivere qui. O dovunque volete."

"Esatto. Basta che non facciate più del male a nessuno." continuò Shalelu, anche lei con una freccia incoccata. Sempre tenendo Mangiacorvi sotto tiro, il gruppo si allontanò e uscì da quella cupa stanza, con Shalelu a chiudere la fila. Quando fu sicura che Mangiacorvi non aveva più intenzione di dare problemi, l'elfa chiuse il portone di legno tarlato dietro di sè, lasciando il deforme mezzo-ogre là dentro.

Mangiacorvi gettò indietro la testa ed esplose in un inumano ruggito di rabbia impotente, poi alzò la clava e diede un colpo sul muro vicino con abbastanza potenza da infrangere le travi di legno marcito.

In una sola giornata, il clan dei Graul era stato decimato. I loro sogni di gloria a fianco dei Kreeg si erano infranti, ed erano rimasti con in mano un pugno di mosche.

 

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Nonostante la pioggia sferzante che cadeva su Turtleback Ferry, rivedere jakardros e i suoi compagni, e avere la rassicurazione che almeno qualcuno delle Frecce Nere era sopravvissuto aveva risollevato il morale degli abitanti della piccola città. Immediatamente, il sindaco aveva chiesto di dare un'occhiata ai tre sopravvissuti dell'ordine, per assicurarsi che non avessero contratto qualche malattia. Rukus e Gukkor avevano preferito sistemarsi in una baracca abbandonata alla periferia della città, in modo da restare ben riparati dalla pioggia e al tempo stesso non scatenare il panico a causa del loro aspetto e della loro natura di mezzi-ogre. Per quanto riguardava il gruppo di avventurieri che li aveva salvati, i ringraziamenti e le congratulazioni erano fioccati da tutte le parti, ed era passata qualche ora prima che finalmente, a notte fonda, il gruppo potesse riunirsi con le Frecce Nere nella locanda dove Yan e gli altri avrebbero passato la notte.

"Accidenti... credevo che non saremmo più venuti fuori, da tutti quei festeggiamenti!" commentò Eli. La maga cercò come poteva di sistemarsi i capelli ormai pregni di umidità e si aggiustò il cappello prima di cominciare il discorso, rivolta ai tre ranger sopravvissuti. "Okay, signori... mi rendo conto che è un po' presto, visto che siamo da poco tornati da quella casa degli orrori, ma... temo di avere bisogno di farvi delle domande. Comandante Jakardros, posso rivolgerle a lei?" 

"Tecnicamente, non sarei io il comandante delle Frecce Nere, ma finchè non avremo scoperto cosa è successo al comandante di Forte Rannick... sì, il leader sono io per via del mio rango." volle correggerla Jakardros. L'uomo si sgranchì una spalla, ancora indolenzita per i rigori della prigionia. "Ma questo è un altro discorso. Tutto è cominciato quando io, Vale e Kaven eravamo in perlustrazione. Era il nostro turno di fare il solito giro di controllo e fare in modo che gli ogre e i troll del Monte Uncino non sconfinassero da noi... e di recente, quelle bestiacce si erano mostrate fin troppo audaci."

Shalelu annuì. Non erano gli avversari con cui aveva avuto più spesso a che fare, ma sapeva bene quanto pericolosi potessero essere gli ogre, e soprattutto i troll.

"Questa volta, però... ci sono state delle complicazioni." continuò Jakardros. "La nostra pattuglia è stata aggredita da una coppia di troll. Io e i miei compagni qui presenti siamo riusciti ad avere la meglio su quei bastardi, ma non abbiamo potuto arrivare a Forte Rannick in tempo... prima che un piccolo esercito di ogre apparisse all'improvviso dal Monte Uncino e si riversasse sul nostro quartier generale come furie cieche. Abbiamo... abbiamo visto da lontano il massacro che quei bruti senza cervello hanno compiuto, e non abbiamo potuto fare niente per salvare i nostri compagni!"

Frustrato, il ranger sbattè un pugno sul tavolo di legno duro e riprese fiato, poi proseguì il racconto. "Avrei... avrei voluto gettarmi in mezzo a quei dannati ogre... e ammazzarne il più possibile prima di essere ucciso." affermò. "Ma... non avrei fatto altro che morire inutilmente. Abbiamo cercato di arrivare a Turtleback Ferry ed avvertire il resto della popolazione. Speravamo che forse, se fossero stati mandati rinforzi da Magnimar, avremmo potuto riprendere Forte Rannick e scacciare via gli ogre. Ma... eravamo stanchi ed indeboliti dopo quella lunga marcia, e quando quei dannati mezzi-ogre ci sono saltati addosso e ci hanno aggredito, siamo riusciti appena ad opporre un po' di resistenza. L'unico motivo per cui non ci hanno uccisi subito era perchè volevano consegnarci vivi a Jaagrath, il patriarca degli ogre che hanno preso Forte Rannick." 

"Certo, tecnicamente, è stata un po' una fortuna nella sfortuna." intervenne Kaven, un po' nervosamente. "Così almeno noi siamo sopravvissuti. Tutti gli altri membri delle Frecce Nere che in quel momento erano al Forte... beh, preferisco non pensare a quello che gli ogre gli hanno fatto."

Jakardros guardò Kaven con la coda dell'occhio buono... e per un attimo, Shalelu ebbe l'impressione che il patrigno disapprovasse di ciò che aveva detto il suo compagno.

"Ma quello che mi dà più da pensare..." continuò Jakardros. "...è il tempismo di questo attacco. Quei bruti senza cervello hanno attaccato con delle tattiche troppo precise. Gli ogre sono degli ammassi di muscoli. Non c'è un briciolo di logica o senno in quello che fanno. Invece, in questo caso, era come se sapessero perfettamente dove attaccare, quando era il momento giusto, quanti soldati erano assegnati a quali postazioni, di quali armi disponessimo..." Si interruppe e si chiuse in un cupo silenzio... ma a questo punto, le implicazioni erano ben chiare, e lasciarono Yan e i suoi compagni agghiacciati.

"Volete dire... che qualcuno delle Frecce Nere ha tradito." sussurrò cupamente Reji.

"Esatto. E' questo che temiamo." rispose Vale, il taciturno omaccione di colore.

"L'attacco era troppo perfetto, sia come esecuzione che come tempistiche... perchè qualsiasi altra spiegazione abbia senso." aggiunse Kaven, grattando nervosamente il tavolo con un dito. "Gli ogre saranno anche degli idioti, ma sono idioti che possono essere addestrati."

"Se questi ogre sono stati in grado di travolgere l'intera guarnigione delle Frecce Nere... non credo che tre uomini in più o in meno avrebbero fatto una gran differenza. Soprattutto se come avete detto voi c'è stato un tradimento." affermò Eli, comprendendo che Kaven aveva fatto un discorso sensato. "E poi... Kaven non ha torto, è stata in effetti una fortuna. Ora... grazie alla vostra conoscenza di Forte Rannick, possiamo elaborare un piano per eliminare quei dannati ogre e dare il benservito a quel Jaagrath che ha commesso questo massacro!"

Vale annuì con aria compiaciuta. "Bene. Non vedo l'ora. Ma ci sarà bisogno di un piano."

"Certamente, non possiamo sperare di vincere attaccando Forte Rannick così, senza criterio." volle aggiungere Kaven. "Credo che... avremo bisogno di tempo per... elaborare un piano che possa riuscire, e anche di rinforzi!"

"Non volevamo certo partire subito, e senza neanche essere sicuri di essere in piena forma." rispose Nualia. Vide Kaven che si rilassava, come tirando un sospiro di sollievo. "Intanto... potremmo tentare di inviare un dispaccio a Magnimar, per avvisarli della situazione e chiedere se possono mandare altre truppe a Forte Rannick?"

"Temo che non sia una buona idea, Nualia." rispose Yan dopo averci pensato su. "Ho l'impressione che il buon vecchio sindaco Haldmeer non sarebbe molto contento di mandare altri soldati qui."

"Temo anch'io che non sarà tanto semplice. E poi, con il maltempo che si è abbattuto su questa regione, ho paura che ci vorrebbe troppo tempo per raggiungere Turtleback Ferry e organizzare un attacco contro Forte Rannick." continuò Shalelu. "No... temo che almeno su questo, dovremo cavarcela da soli."

Kaven deglutì e strinse un bicchiere di idromele mezzo vuoto. "State dicendo... che dovremo assalire Forte Rannick da soli? Vedercela con tutta quell'orda di ogre assassini?" mormorò. "Questa... questa è pazzia! Non... non possiamo sperare di vincere contro quei bestioni con un attacco diretto! Sarebbe un suicidio!"

"Ha detto la parola giusta, signor Windstrike. Un attacco diretto." rispose Eli. Con un sorriso acuto, la mezzelfa si aggiustò gli occhiali, sulle cui lenti brillò per un attimo una luce un po' inquietante. "Esatto, un attacco diretto sarebbe un suicidio. Ma se non abbiamo i numeri e la forza fisica degli ogre, possiamo ovviare con la tattica e la strategia. Dobbiamo farci un'idea di come è fatto Forte Rannick, quali sono le sue difese, quanti ogre ci sono... da che punti ci si può infiltrare... E visto che abbiamo i tre membri superstiti delle Frecce Nere con noi, credo che ci possiamo fare una buona idea della posizione e della struttura di Forte Rannick."

Vale, che fino a quel momento era stato per lo più in silenzio, sembrò animarsi di colpo, e una luce entusiasta brillò nei suoi occhi scuri. "E su questo punto... potete contare su di me! Non faccio per vantarmi, ma ho un certo pallino per l'ingegneria, e ho passato un bel po' del mio tempo libero ad esplorare Forte Rannick. Lo conosco bene... al punto che credo proprio di potervene fare una mappa, anche se un po' approssimativa, e indicare quelli che secondo me sono i punti deboli del luogo." affermò.

"Sarebbe perfetto, signor Kamros!" affermò Misia. "Quindi, se sappiamo con abbastanza precisione come e dove attaccare quei bestioni, come loro hanno fatto con voi, allora abbiamo delle concrete possibilità di vittoria!"

Jakardros fece un cenno con la testa e si permise un piccolo sorriso. Sì, forse sarebbe stato possibile. Era da tanto tempo che non provava una simile determinazione e non si sentiva così speranzoso... ma forse, si disse, adesso avevano qualche possibilità.

"Resta il fatto... che gli ogre sono comunque più forti e più numerosi di noi." continuò Jolan. "Non per spegnere il vostro entusiasmo, ma... anche se riuscissimo a sferrare un attacco a sorpresa iniziale, gli ogre verranno a prenderci... e allora dovremo fare i conti con un branco di bestioni che non si fermeranno di fronte a niente pur di prenderci e farci a pezzi."

"Proprio per questo dobbiamo ridurre quanto più possibile il numero di ogre presenti a Forte Rannick prima che si riorganizzino e ci attacchino." rispose Nualia. "Ma... Jolan ha ragione, ad un certo punto dovremo misurarci con gli ogre sul loro piano, invece che sul nostro. E allora sì che saremo in svantaggio."

"Ci serve un po' più di potenza distruttiva, dite? Beh... non che io possa darvi torto." rispose Eli pensandoci su. "Vedrò se Rukus e Gukkor ci potranno dare una mano in questo senso... o se magari sanno qualcosa che può aiutarci. Reji, puoi andare tu a parlare con loro?"

"Nessun problema. Ormai credo che Rukus non abbia più alcuna tentazione di fare colpi di testa." rispose Reji. "E anche se dovesse tentare, posso sistemarlo da sola."

"Bene. Allora domani partiremo per Forte Rannick. La prima cosa da fare sarà raccogliere quante più informazioni possibile, e pianificare attentamente un attacco. E per questo avremo bisogno anche del vostro aiuto... mi rendo conto che non sarà facile, e che ci sarà da rischiare la vita." disse Eli, rivolta ai tre membri superstiti delle Frecce Nere.

Vale alzò le spalle. "Sapevo quali erano i rischi il giorno in cui mi sono arruolato." affermò. Anche Jakardros e Kaven annuirono, per dire che erano pronti ad intraprendere quella che si preannunciava come una missione molto pericolosa.

"Va bene. Allora sappiamo quale sarà la nostra prossima mossa." disse Eli. Fece un cenno ad ognuno dei suoi compagni, con l'intenzione di dare loro l'idea di quanto sarebbe stata importante e difficile la parte successiva della loro missione. "Yan, tu non dimenticare di farti rimuovere la maledizione di quella grassona. Misia, Nualia, avremo bisogno anche dei vostri incantesimi, oltre che dei miei. E soprattutto, domattina ognuno si procuri quante più armi a distanza possibile. Archi, balestre, fionde, qualsiasi cosa purchè permetta di colpire a distanza. Meglio ancora se è incantata. Gli ogre favoriscono di gran lunga lo scontro corpo a corpo, e dobbiamo cercare per quanto possibile di negare loro questo vantaggio."

"D'accordo, Eli. Vedrò anch'io di procurarmi qualcosa di efficace." rispose Reji. Yan aveva l'arco che una volta era stato del bugbear Bruthazmus, e sia Shalelu che il suo patrigno erano abili arcieri, ma lei e Nualia avrebbero probabilmente avuto bisogno di qualcosa di più efficace da usare sul lungo raggio. "Anche tu, Nualia. Se i tuoi incantesimi non dovessero essere sufficienti, è meglio che ti procuri qualcosa per attaccare a distanza."

La aasimar disse di sì con la testa, senza pronunciare parola.

"Va bene." concluse Yan, massaggiandosi la fronte in segno di stanchezza. "Visto che questi sono i piani per domani, siamo d'accordo. Adesso direi di mangiare qualcosa e poi andare dritto a dormire. Ho l'impressione che domani sarà una giornata... molto impegnativa."

Nualia sorrise lievemente e appoggiò la mano rimasta normale sulla schiena del suo amico d'infanzia, e ognuno dei presenti si disse d'accordo. Dopo una spedizione così stancante, e in previsione di una giornata forse ancora più faticosa, l'idea di una notte di riposo non suonava per niente male.

"Okay... io vado dai miei cugini. Vorrei approfittare di questa occasione per passare un po' di tempo con loro." disse Jolan. La guida halfling si alzò dal tavolo e fece un inchino ai suoi compagni. "Comunque, ci vediamo qui domattina. Sarò puntuale."

"Okay, Jolan. A domattina." rispose Misia. Il gruppo diede la buonanotte al loro compagno, che salutò cortesemente e uscì dalla taverna. Pioveva ancora, quindi Jolan si alzò la mantellina sulla testa e si affrettò verso la casa dei suoi cugini, usando la sua vista acuta per orientarsi nell'oscurità.

"Maledizione, questo tempaccio comincia a preoccuparmi." pensò l'halfling. "Se dovesse continuare così... beh, non vorrei che si verificasse un'alluvione. Per la gente di Turtleback Ferry, sarebbe un disastro..."

 

oooooooooo

 

Poco dopo, in casa Hearthfire, Jolan era seduto attorno al focolare assieme ai suoi cugini, raccontando loro quello che lui e i suoi compagni avevano visto nel corso della loro avventura. Drelb e Makaya erano rimasti senza fiato quando Jolan era arrivato al punto della battaglia contro i Graul... e in particolare, quando Jolan aveva raccontato loro dell'esperienza alquanto raccapricciante di essere stato ingoiato vivo da un mostro vegetale, ed esserne uscito con le sue stesse mani.

"Sei... davvero incredibile, Jolan. Sembra quasi che tu non sappia cos'è la paura!" scherzò Makaya, nascondendo la sua ansia per il cugino. "Ora quando parliamo con i nostri concittadini, possiamo vantarci che il nostro cuginetto di Sandpoint ha aiutato a sistemare i Graul una volta per tutte!"

"Hahahaaa! Puoi dirlo forte, sorellina!" replicò Drelb. "E grazie a te e ai tuoi compagni per aver tolto di mezzo i Graul. Tutti avevano paura di quella famiglia di mezzi-ogre assassini, e adesso se non altro la gente non avrà più tanta paura di avventurarsi nei dintorni."

Jolan ridacchiò a sua volta. "E' già qualcosa... anche se sono ancora preoccupato per quei dannati ogre che hanno occupato Forte Rannick. Ma non preoccupatevi, io e i miei amici non daremo loro il tempo di organizzarsi e di attaccare il vostro villaggio. La prima cosa che faremo domani sarà andare a Forte Rannick e formulare un piano per fermarli, una volta per tutte." affermò. "Piuttosto... sono un po' in ansia per questa pioggia. Già quando siamo arrivati, il tempo era bruttino... e adesso sembra quasi che non smetta più di piovere."

"In effetti, questa pioggia è una gran bella seccatura..." disse Drelb. Con un attizzatoio, mosse le braci in fondo al focolare e ravvivò il fuoco. "La fortuna è che il Guado del Teschio riesce ancora ad arginare la Fossa Storval, ma non vorrei che questi rovesci perdurassero ancora a lungo. Il Guado del Teschio è una diga efficace, ma neanche quello può durare per sempre."

Anche lei preoccupata come il fratello, Makala annuì. "Purtroppo è vero. Se la Fossa Storval dovesse straripare, l'inondazione potrebbe essere disastrosa per la nostra città... per non parlare del fatto che potrebbe liberare il Magga Nero." affermò.

Jolan sbattè gli occhi. Ecco un nome che non aveva mai sentito prima. Sapeva del Guado del Teschio, l'antica diga, risalente ai tempi dell'Impero di Thassilon, che teneva Turtleback Ferry al sicuro dalle acque limacciose del lago chiamato Fossa Storval... ma non aveva mai sentito parlare di questo Magga Nero. "Hm? Scusa, Makala, chi è che potrebbe essere liberato?" chiese.

"Magga Nero, un orribile mostro che vive negli abissi della Fossa Storval." rispose Makala con un fremito di paura nella voce. "Dicono che sia immortale, che sia più antico di molti dei nostri dei e che possa invocare le tempeste per trascinare vittime nel suo mondo senza luce. E se la Fossa Storval dovesse straripare per davvero... se le sue acque dovessero invadere la nostra città... non oso nemmeno pensare al massacro che Magga Nero compirebbe!"

"Andiamo, Makala... questa storia del Magga Nero è una bufala che si sono inventati! Uno spauracchio per i bambini, niente di più." affermò Drelb. "Già se il Guado del Teschio non reggesse più, saremmo nei casini... oltre che nell'acqua... fino al collo. Non mi va di stare qui a pensare ad un mostro che probabilmente è tutta un'invenzione."

"Spero che sia come dici tu, Drelb." rispose la sorella con un sospiro.

Jolan fece scorrere il suo sguardo dall'uno all'altro dei suoi cugini. "Non li invidio davvero... vivere qui a Turtleback Ferry, con i tempi che corrono, dev'essere un'esperienza stressante. Già hannno l'ansia di dover lavorare per sfamarsi, e questo tempaccio che potrebbe avere conseguenze nefaste per tutti... Ma adesso che le Frecce Nere sono state decimate, e che quei dannati ogre possono venire a rapinare e ad uccidere quando vogliono, hanno una preoccupazione in più. Drelb mi diceva di quella casa da gioco che è scomparsa nel lago Claybottom... la Paradiso, se non ricordo male... non mi sorprende che un luogo come quello fosse diventato così popolare. In un posto come questo, è il modo migliore per mettere da parte i propri problemi."

"Beh, inutile arrovellarsi tanto su quello che potrebbe accadere. Io e i miei compagni faremo tutto il possibile per mandare via gli ogre da Forte Rannick, ma temo che non ci sia molto che possiamo fare contro la pioggia e il clima." rispose infine. "Quello che possiamo fare per ora è cercare di risolvere i problemi che siamo in grado di risolvere... e prepararci il meglio possibile per quelli per cui non si può fare niente."

"Andrete di nuovo a rischiare l'osso del collo..." commentò Drelb con evidente preoccupazione. "Jolan, non voglio cercare di dissuaderti, anche perchè so che i tuoi compagni contano anche su di te, e che il tuo aiuto sarà indispensabile perchè tutti sopravvivano... ma stai attento. Già affrontare i Graul è stata una pazzia... e adesso andate a mettervi contro un'intera fortezza di ogre."

"Comprendo le vostre preoccupazioni." rispose Jolan con un sorriso sottile. Poi, con sicurezza, estrasse due dei suoi coltelli e li affilò l'uno sull'altro, provocando un acuto suono metallico. La luce del focolare si riflettè sulle lame tirate a lucido dei pugnali.

"Ma state tranquilli. Non saremo noi a farci ammazzare."

 

oooooooooo

 

Per essere un rifugio di fortuna, il casolare abbandonato in cui Rukus e Gukkor avevano passato la notte non era poi tanto male, notò Reji mentre i due mezzi-ogre le permttevano di entrare. Certo, c'erano segni di incuria, e un odore di muffa e di chiuso permeava molte stanze... ma dopo aver visto la fatiscente dimora dei Graul, anche quel luogo normalmente scomodo sembrava una stanza d'albergo di lusso. Il gruppo aveva provveduto a fornire loro dei giacigli e delle coperte per la notte, e i due mezzi-ogre si erano accomodati, riparandosi dalla pioggia e accendendo un fuoco nel camino.

In quel momento, Gukkor e Rukus stavano discutendo con Reji per quanto riguardava la sua domanda...

"Hm? Vorresti chiederci... se sappiamo di qualcuno che può aiutarvi?" chiese stupefatto Gukkor. "Non volete chiedere direttamente a noi?"

Reji sospirò e appoggiò la schiena al muro, poi strizzò via l'acqua dai suoi lunghi capelli corvini. "Non vogliamo che voi due rischiate la vita in un assalto ad una fortezza piena di ogre. Non sarà uno scherzo vedersela con quei bruti." spiegò. "Perciò, piuttosto che coinvolgere voi in una battaglia pericolosa, volevamo chiedervi se conoscevate qualcuno a cui potremmo rivolgerci. Qualcuno di abbastanza forte da poter fare la differenza."

Gukkor si grattò il mento mentre pensava a qualche idea... ma fu Rukus ad anticiparlo. "Allora... credo che dovreste parlare con Razmus." affermò.

La monaca sbattè gli occhi e inclinò la testa da un lato. "Razmus?" ripetè.

Il pingue mezzo-ogre fece un cenno di assenso. "Sì... Razmus. E' un gigante delle colline che vive nella Valle degli Alberi Infranti, non molto lontano da Forte Rannick." spiegò. Vedendo l'espressione poco convinta del fratello e di Reji, Rukus si schiarì la voce e riprese a spiegare. "Sì... so che sembra molto strano, ma lui è diverso da molti altri giganti delle colline. Lui è un tipo più cordiale, e a volte si presta come mercenario per certi lavoretti. Promettetegli una ricompensa abbastanza buona, e lui vi darà una mano."

"Capisco..." disse Reji, ancora non del tutto sicura. I giganti delle colline erano tra i più primitivi e brutali dei Jotunn, e certo non erano conosciuti per la loro intelligenza. Tuttavia, uno come Razmus poteva essere esattamente quello di cui lei e i suoi compagni avevano bisogno per affrontare la minaccia degli ogre, e se questo avesse voluto dire rinunciare ad una parte di ricompensa, sarebbero stati soldi ben spesi. "Va bene, parlerò ad Eli di questa vostra idea. Avete bisogno di qualcosa? Siete sicuri di stare bene, in questa casetta abbandonata?"

Gukkor sfoderò un sorriso gentile che tuttavia riusciva a sembrare inquietante sul suo volto giallo ed appesantito. "Beh, in confronto al luogo in cui siamo vissuti fino ad adesso... questo mi sembra un paradiso!" affermò.

"Sì... devo ammetterlo, rispetto alla nostra fattoria... qui ci sentiamo meglio." ammise Rukus, un po' riluttante. "Almeno non dobbiamo più avere paura dei nostri fratelli o di nostra madre."

"D'accordo..." rispose Reji. La ragazzina cercò nella sua bisaccia e tirò fuori alcune pagnotte ancora croccanti. "Ma almeno permettetemi di darvi qualcosa da mettere sotto i denti. Così una volta tanto non dovete accontentarvi di sgranocchiare un po' di selvaggina o di verdura. Che ve ne pare?"

I due mezzi-ogre presero le pagnotte e le guardarono stupiti prima che Gukkor ne mordesse una e cominciasse a sgranocchiare il pane fragrante con evidente compiacimento. "AAaaah, delizioso!" esclamò estasiato, e si leccò le labbra per non farsi scappare neanche una briciola. "Provalo anche tu, fratellone! Non ho mai mangiato niente di simile!"

Rukus storse il naso, non abituato a quella sorta di cibo. Infine, si convinse e azzannò la prima delle sue pagnotte con un soddisfacente rumore di pane sbriciolato. Il sapore piacque molto anche a lui, e il mezzo-ogre dalla pelle grigiastra cominciò a divorarlo con gioia.

"Mi sembra di capire... che è di vostro gradimento!" affermò soddisfatta Reji, la cui voce era quasi soffocata dal rumore che facevano Gukkor e Rukus mentre divoravano il pane. Gukkor interruppe per un attimo la sua abbuffata giusto per fare il segno dell'okay alla ragazzina Tian, poi rivolse nuovamente la sua attenzione alle pagnotte... e al suo pasto.

  

 

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La mattina dopo, la pioggia era cessata, ma il clima era ancora umido e sgradevole mentre l gruppo si preparava ad affrontare la loro nuova spedizione.

"Okay, Yan. Resta fermo e lascia fare a me. Adesso provo a rimuovere quel maleficio." disse Nualia. La aasimar appoggiò delicatamente una mano sulla fronte del suo amico, che a sua volta chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi, ignorando la sgradevole sensazione delle articolazioni bloccate. Nualia si concentrò e fece appello alla sua nuova divinità per rimuovere l'afflizione dallo spadaccino, e nel giro di pochi secondi, una tenue luce azzurrina si accese attorno a lei.

"Misericordiosa Sarenrae, concedimi di aiutare questo giovane dall'animo nobile e di liberarlo dal male che lo affligge, nel tuo nome." Dopo che Nualia ebbe pronunciato queste parole, una scarica di energia sacra penetrò nel corpo del giovane Yan, che strinse i denti e strizzò gli occhi nel momento in cui il dolore alle articolazioni si intensificò per qualche istante. Pensò che si trattasse dell'effetto della magia divina di Nualia che cercava di contrastare la maledizione di Mamma Graul, e restò seduto al suo posto cercando di non muoversi malgrado la sensazione di bruciore che gli stava attanagliando i muscoli.

Le sue mani si aggrapparono saldamente al tessuto dei suoi pantaloni, e Yan si morse il labbro quando il dolore si intensificò al punto da diventare quasi insopportabile... ma come era iniziata, la sensazione di tormento se ne andò con altrettanta rapidità, e il ragazzo rilassò i muscoli e tirò un sospiro di sollievo. Finalmente, quella maledizione se n'era andata.

"Allora, come stai, Yan?" chiese Reji, andando a dare un'occhiata al suo amico. "Ti è passata?"

Il giovane fece il segno dell'okay. "Sì, Reji... tutto bene, grazie! Quell'incantesimo è stato davvero provvidenziale. Grazie per l'aiuto, Nualia."

La aasimar, imbarazzata, guardò verso il terreno. Per ironia della sorte, adesso era in grado di fare i miracoli che la gente di Sandpoint le chiedeva una volta... e soprattutto, di farli secondo la sua volontà invece che dover seguire le imposizioni di qualcuno. "Di niente... lo sai che per te farei questo ed altro, Yan..." rispose. Si guardò la mano rimasta normale e flettè le dita - doveva ammettere che in quel momento, per la prima volta nella sua vita, era contenta del sangue angelico che scorreva nelle sue vene.

Yan si alzò e provò a fare un po' di movimenti. Tutto era tornato alla normalità, per fortuna. "Perfetto. Adesso sì che mi muovo bene. Sento che potrei affrontare un battaglione di ogre!" affermò, mentre mostrava scherzosamente un bicipite.

"Hai detto la parola giusta, ragazzo. Perchè dovremo affrontare un battaglione di ogre, se le cose vanno come immagino." disse Jakardros. Il ranger delle Frecce Nere raggiunse Yan e gli diede una pacca sulla spalla, ma nel suo tono di voce, il giovane guerriero colse la tensione e il timore che quella avrebbe potuto essere la loro ultima missione. "Comunque, come abbiamo detto, sarà meglio prima andare in esplorazione e cercare di sapere quanto più possibile sui nostri nemici."

"Sono andata a parlare con Rukus e Gukkor." continuò Reji. "E mi hanno dato una dritta che potrebbe esserci molto utile. Mi hanno parlato di un certo Ramzus, che è in pratica un mercenario che offre i suoi servigi a chi lo paga. Anche se... in effetti sarebbe un gigante delle colline. Se gli promettessimo una parte uguale di ciò che di prezioso troviamo nella spedizione, credo che sarebbe disposto ad aiutarci."

"Un... gigante delle colline? Siamo sicuri che sia una buona idea?" chiese Jolan. "Voglio dire, non per sembrare che abbia dei pregiudizi, ma non ho sentito parlare molto bene di quei bestioni."

Eli sospirò e si aggiustò il cappello. "Jolan ha ragione, Reji. Sei sicura che possiamo fidarci di quello che ci dicono di lui?"

La monaca alzò le spalle. "Io posso dirvi solo quello che mi hanno risposto Rukus e Gukkor. E se devo essere sincera, io mi fido di loro." affermò. "Certo, staremo attenti. Diamo un'occhiata a questo Razmus da distanza di sicurezza, e se ci da l'impressione di essere un tipo a posto, andiamo a parlarci e cerchiamo di metterci d'accordo con lui."

La capogruppo annuì e sorrise con decisione. "Perfetto. Ottima idea, Reji. Allora, ognuno di voi si prepari... e tra un'ora ci vediamo all'imboccatura della strada principale. Lo stesso posto da cui siamo partiti l'ultima volta. Equipaggiatevi bene, perchè non sarà un'impresa facile, e non possiamo permetterci errori." affermò.

 

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Il gruppo aveva preso a cuore gli avvertimenti di Eli. Yan e Shalelu avevano fatto scorta di frecce per i loro archi, e anche Nualia era rimasta per un po' di tempo a cercare un arco che andasse bene per lei. Reji aveva avuto la fortuna di trovare una fionda particolarmente ben costruita, che in effetti dava anche l'impressione di essere leggermente incantata - un arma semplice ma efficace che si addiceva al suo modo di combattere. Ognuno di loro aveva anche comprato un po' di oggetti alchemici e di pozioni, in modo da essere pronti ad ogni emergenza.

Una volta che ognuno fu convinto di avere l'equipaggiamento necessario, il gruppo si riunì nel punto stabilito... e prima di partire verso la loro destinazione, decisero di passare accanto alla nuova dimora di Rukus e Gukkor. Come Reji aveva sperato, i due mezzi-ogre erano sulla soglia del loro rifugio per salutare i loro salvatori e augurare loro buona fortuna. Yan non credeva che sarebbe mai stato contento di vedere due di quelle creature mostruose, ma evidentemente, la vita si era dimostrata sorprendente anche da quel punto di vista.

Rukus e Gukkor emisero una serie di esclamazioni e di incoraggiamenti mentre il gruppo passava vicino a loro, e malgrado qualche espressione un po' infastidita da parte di Jakardros e dei suoi compagni, il gruppo si sentì incoraggiato mentre proseguiva lungo la strada che portava a Forte Rannick e alla Valle degli Alberi Infranti.

Quell'incoraggiamento era più che gradito. Avrebbero avuto bisogno di tutto l'aiuto possibile per riuscire nella loro missione, pensò Yan mentre Turtleback Village si allontanava sempre di più...      

                   

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CONTINUA...

 

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Capitolo 54
*** Nella Vallata degli Alberi Infranti ***


Pathfinder: L'Ascesa dei Signori delle Rune

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 51 - Nella Vallata degli Alberi Infranti

 

La Vallata degli Alberi Infranti, ad appena tre ore di cammino da Forte Rannick, si era guadagnata il suo nome dal fatto che gli alberi facevano fatica a crescere nel suolo povero di nutrienti, e quei pochi che riuscivano ad attecchire venivano di solito abbattuti dagli ogre del Monte Uncino, che sfogavano sulle malcapitate piante i loro istinti distruttivi quando non potevano farlo sugli umani o sugli altri ogre. Ma in quegli ultimi anni, la situazione era un po' migliorata, almeno dal punto di vista della vegetazione. Anche se restava un luogo aspro e difficile, alcuni arbusti particolarmente resistenti avevano cominciato a crescere sulle rupi, e stavano dando un aspetto un po' meno desolato a quel luogo. Non era un caso che in quello stesso periodo, gli ogre avevano smesso di usare la valle desolata come loro parco di divertimenti, e quei pochi ogre che ancora si azzardavano ad addentrarsi non facevano più ritorno.

Era qui che, quella mattina, stava avendo luogo un incontro molto particolare.

Seduti sulla nuda roccia accanto all'ingresso di una sorta di enorme tenda, vicino a quanto restava di un fuoco da campo, tre esseri dall'aspetto umanoide ma di dimensioni gigantesche stavano discutendo in maniera molto animata, parlando in una lingua dal timbro aspro e dal tono spiccio, piena di suoni forti e gutturali. Due di essi erano dei giganti dalla pelle grigia simile a roccia e dal corpo completamente privo di peli, vestiti in maniera semplice con abiti grezzamente intessuti. Erano alti un po' più di quattro metri, e loro teste avevano una forma strana, come se il cranio fosse stato allungato, e i loro occhi erano bianchi e privi di pupille. Ognuno di essi portava una grossa clava di pietra assicurata alla schiena, e una borsa di cuoio ben assicurata a tracolla.

L'individuo con cui stavano parlando era più basso di loro - circa tre metri e mezzo - ma non per questo meno robusto. In effetti, aveva un aspetto truce e scimmiesco, con braccia muscolose ed esageratamente lunghe, capelli bianchi radi ed incolti, e un volto dall'espressione feroce, gli occhi neri e porcini e la bocca piena di denti irregolari. Indossava un paio di laceri pantaloni beige, un paio di sandali di cuoio e un pettorale d'acciaio forgiato apposta per una creatura delle sue dimensioni, decorata con strani feticci ed oggetti di vario genere - un timone, alcune tegole di pietra grigia, un paio di teschi deformi. Stava osservando con sospetto i due giganti dalla pelle grigia, e accanto a lui era appoggiato un grosso maglio di pietra, la cui testa era decorata con delle rune dalla forma angolare.

"Quindi, il sommo Mokmurian è convinto che tu possa avere un posto nel nuovo impero dei Jotunn, possente Razmus degli Alberi Infranti." disse in quella loro aspra lingua uno dei due giganti dalla pelle di roccia, rivolto a quello pù basso. "Presto, sotto la guida illuminata del sommo Mokmurian, i nostri eserciti marceranno su Varisia e travolgeranno tutti i villaggi e le città della gente piccola. E marciando al nostro fianco, anche tu avrai un posto d'onore nel nuovo mondo che verrà! Non ti riempie di gioia, questa idea? Non dovremo più nasconderci agli umani. Non dovremo più obbedire a regole ridicole che ci impongono di stare lontano dalle loro terre, quando sono loro per primi a non rispettare la nostra storia e i nostri valori! Pensaci bene, possente Razmus! Combatterai per la gloria dei Jotunn, e grazie a te saremo nuovamente temuti e rispettati in tutto Golarion!"

Razmus, il gigante tarchiato, accolse la proposta con indifferenza. Schioccò le labbra, mostrando per un attimo i suoi denti gialli ed irregolari, e si infilò un mignolo nell'orecchio sinistro, grattando via il cerume. Si pulì il dito su uno straccio di pelle di pecora, e fissò i due giganti delle rocce senza particolare interesse.

"Sembrerebbe una buona idea, a sentirla così." rispose infine Razmus, notando in quel momento uno strano particolare. Sulle teste calve dei due giganti delle rocce era stato inciso uno strano tatuaggio nero che rappresentava una sorta di stella a sette punte.

"Ma... perchè dovrei essere tanto sicuro che il piano di questo Mokmurian, come lo chiamate voi, riuscirà? Perchè, ve lo dico subito, non è la prima volta che sento questo nome, e se devo essere sincero, non sono proprio convinto che sia una buona idea." continuò Razmus. "Il motivo per cui me ne sono andato dalla mia tribù e ho trovato rifugio in questo posto è proprio perchè mi stavano allarmando tutti i loro discorsi. Parlavano di seguire questo Mokmurian e dare vita ad un esercito di Jotunn per conquistare le terre delle gente piccola. Ma se volete la mia opinione... e anche se non la volete... questa è un'idea pericolosa. Ci faremo soltanto un sacco di nemici, e ci renderemo la vita difficile. Nah, lasciate perdere questi sogni di gloria."

I due giganti delle rocce  non presero bene il rifiuto. Corrugarono la fronte, e un sottile strato di pietra polverizzata scese giù dalle loro fronti... poi, con lentezza, il più grande dei due si alzò dal suo posto, ergendosi in tutta la sua ragguardevole statura per far capire a Razmus chi comandava da quelle parti. 

"Possente Razmus, ho l'impressione che voi non abbiate ben chiara la situazione." replicò il gigante delle rocce, il cui sorriso si era fatto vagamente minaccioso. Non avevano nessuna intenzione di accettare un rifiuto. "Il sommo Mokmurian sta unendo tutte le tribù di giganti delle rocce e giganti delle colline sotto la sua egida. Coloro che si uniranno a lui e lo aiuteranno nella sua nobile impresa saranno giustamente ricompensati e potranno regnare sulla gente piccola assieme a lui, in una nuova era in cui i Jotunn avranno finalmente l'onore e il rispetto che meritano. Ma coloro che rifiutano di aiutarlo... saranno considerati alla stregua di nemici che si oppongono all'ascesa del popolo dei Jotunn, e verranno trattati come tali!"

"Ci pensi bene, prima di rifiutare." continuò l'altro gigante delle rocce. "Potrà tornare con tutti gli onori alla sua tribù e guidarli verso la gloria. Con la vostra forza, potrete presto diventare uno dei più fidati luogotenenti del sommo Mokmurian. Rifiutate... e sarete dichiarato un nemico, e annientato assieme alla gente piccola che cercherà di opporsi alla nostra rinascita."

A Razmus non sfuggirono le implicazioni nel discorso dei suoi interlocutori. I giganti delle rocce guardavano i giganti delle colline come lui dall'alto in basso - e non senza un motivo comprensibile. I giganti delle rocce erano più intelligenti, più organizzati, più civilizzati... e anche, almeno da un punto di vista generale, più grandi e fisicamente più forti. Che un gigante delle rocce fosse disposto ad offrire un incarico così importante ad un gigante delle colline era tutto dire.

Ma Razmus aveva la netta sensazione che se un'offerta sembra troppo bella per essere vera, è proprio perchè lo è.

"Ho già dato la mia risposta. Non mi unisco a voi semplicemente perchè mi promettete gloria e onore." rispose. "Ora, se avete intenzione di pagarmi per i miei servigi e di lasciarmi stare una volta che avrò finito, allora se ne può parlare. Ma non cercate di incantarmi con queste storie di onore o gloria, perchè io non mangio onore e gloria."

Razmus ebbe la sensazione che i due giganti delle rocce avessero soppresso uno scatto di rabbia. Immaginava cosa dovevano pensare - come osava un misero gigante delle colline rifiutare una simile occasione che gli viene offerta da creature a lui superiori? Davvero non si rendeva conto della sua fortuna e aveva deciso di dare un calcio alla buona sorte? Ma i giganti delle rocce non fecero mosse ostili, e si limitarono ad alzarsi dai loro sgabelli improvvisati, squadrando Razmus con spocchia e risentimento.

"Molto bene. Visto che questa è la vostra risposta, Razmus, ne prendiamo atto." rispose quello che aveva parlato per primo. "Non siamo venuti qui in cerca di guai, perciò siamo più che disposti a togliere il disturbo senza che si debba giungere alla violenza. Tuttavia, rendetevi conto che avete gettato via una grande occasione, e che il sommo Mokmurian non prenderà bene il vostro rifiuto."

"E voi dite al vostro Mokmurian, o come diavolo si chiama, che Razmus non si fa spaventare tanto facilmente." affermò Razmus, per nulla impressionato dalle minacce di quei due. "Se ha qualcosa da ridire su di me, allora che venga pure a dirmelo in faccia, se non è un codardo!"

I giganti delle rocce raccolsero i loro pochi effetti personali e cominciarono ad allontanarsi. "Vi pentirete della vostra testardaggine. Addio, Razmus." affermò il primo dei due con un ghigno di sufficienza. Il gigante delle colline non fece cenno di reazione, e si limitò ad emettere un verso di fastidio mentre osservava i suoi "ospiti" che si allontanavano.

"Hmph. Di tanto in tanto, salta fuori qualche sciocco che si mette a parlare della gloria di noi Jotunn e che vorrebbe trascinarci in guerra. Questo Mokmurian, chiunque egli sia, è uno di questi megalomani." affermò tra sè. "Comunque, inutile stare a pensarci. Se vogliono che io combatta per loro, sanno quali sono le mie condizioni. Ed ora... andiamo a procurarci un po' di cibo. Per pranzo avrei giusto una certa voglia di montone arrosto..."

Razmus raccolse il suo martello da guerra e una rozza borsa di cuoio che conteneva alcune pietre da lancio, poi si alzò, si sgranchì le robuste gambe e si avviò verso uno dei suoi territori di caccia preferiti.

 

oooooooooo

 

Due ore dopo, Razmus era di ritorno, portando con sè un grosso muflone da poco abbattuto. La caccia era andata bene, e il gigante non vedeva l'ora di sedersi davanti al fuoco e arrostire a dovere la sua preda. Non si aspettava altre "visite" per la giornata... motivo per cui rimase non poco sorpreso quando vide un gruppo di umani e semiumani che attendevano il suo arrivo poco lontano dalla sua tenda, con alla testa una mezzelfa dai capelli bruno-rossicci che indossava gli abiti tipici di una maga e recava con sè una lancia dalla foggia elaborata. Razmus si fece subito sospettoso. Non aveva avuto modo di incontrare molti maghi nel corso della sua vita, ma quei pochi che aveva incontrato gli avevano insegnato un salutare rispetto e timore verso la magia. 

Il gigante fece cadere al suolo la sua preda e afferrò il suo martello da guerra con entrambe le mani... ma la mezzelfa a capo del gruppo alzò una mano e abbassò l'arma, in modo da comunicare di non avere intenzioni ostili, ma che sarebbe stata pronta a difendersi se necessario.

"Non veniamo per combattere, possente Razmus." disse la mezzelfa, parlando anche lei nella lingua dei giganti. Un altro membro del gruppo, una buffa femmina di gnomo dai capelli biondi e dalle vesti bianche, si fece avanti e salutò Razmus con un inchino, mentre il resto del gruppo restava fermo dov'era, rispettoso ma non intimorito.

"Chi siete voi?" ringhiò Razmus. Con grande sorpresa di Misia, il gigante delle colline parlava Taldanese in maniera abbastanza corretta, anche se un po' lentamente. "Come avete trovato il posto dove vivo?"

Misia prese un bel respiro, apprestandosi a fare uso di tutte le sue capacità diplomatiche. La femmina di gnomo cominciò ad esporre il loro problema. "Possente Razmus, veniamo qui per proporle un'alleanza e per offrirle un impiego." rispose con educazione. "Vorremmo chiederle di aiutarci in una missione che dobbiamo intraprendere. Ovviamente, abbiamo intenzione di ricompensarla adeguatamente per il suo aiuto."

Yan e Reji, pur non conoscendo la lingua Jotunn, ascoltavano con attenzione quello che Misia stava dicendo. "La lingua dei giganti è un po' strana." sussurrò il giovane spadaccino a Vale, che era in piedi accanto a lui. "Ho l'impressione che non abbia molte parole."

"Come si addice ai giganti, del resto." sussurrò Vale di rimando. "E' una lingua apparentemente semplice, ma in realtà complessa, in cui ogni cosa è importante. Cadenza, accento, numero di sillabe, posizione della parola... anche una piccola differenza nella pronuncia può stravolgere il senso di una frase."

Yan annuì lentamente. Aveva senso, in effetti. Il ragazzo sapeva che i Varisiani chiamavano i giganti "i costruttori" per il loro modo di fare metodico. Riportò la sua attenzione alla conversazione tra Misia e Razmus, che per fortuna dava ancora l'impressione di essere pacifica. Il gigante grugnì e si sfregò il mento con le grosse dita. Pareva ben disposto, anche grazie al fatto che le ragazze gli avevano parlato nella sua lingua, ma non era ancora convinto del tutto.

"Dipende da cosa volete che io faccia." rispose Razmus, ora parlando in lingua Jotunn. "Qual è la vostra missione?"

"Dobbiamo... scacciare gli ogre da Forte Rannick." spiegò Eli. "E credo che avremo bisogno di una mano per affrontarli. Siamo venuti a sapere di voi, e abbiamo pensato che voi, meglio di chiunque altro, avreste potuto darci una mano in questa impresa."

"Hmmm... quindi, ci sarà da combattere." rispose il gigante delle colline. Le sue riserve stavano man mano facendo posto ad un cauto interesse. "Avete già un piano per attaccare quegli sporchi ogre?"

"Ancora no, ma non abbiamo intenzione di attaccare alla cieca." fu la volta di Misia. "Stiamo collaborando con i superstiti delle Frecce Nere per cercare un modo di attaccare gli ogre alla sprovvista e costringerli a lasciare il forte, e ci muoveremo soltanto dopo che avremo un piano che ci garantisca delle ragionevoli possibilità di vittoria. Detto questo, avremo in seguito bisogno di affrontare gli ogre in uno scontro fisico, e il vostro supporto ci sarà prezioso per avere la meglio su di loro."

Razmus annuì lentamente. "Certo. Certo, capisco. E per quanto riguarda il mio pagamento, come avete intenzione di fare?"

Questa era la domanda che entrambe si aspettavano, e forse quella che richiedeva più flessibilità. "Ovviamente, dal momento che si tratta di una missione pericolosa... per quanto riteniamo che sia perfettamente nell'ambito delle vostre capacità... abbiamo intenzione di pagarvi adeguatamente." continuò Eli.

"Vi consegneremo un quarto del bottino che prenderemo agli ogre." disse Misia. "E in ogni caso, vi assicuriamo che il pagamento che riceverete sarà commisurato alla missione e ai rischi che incontreremo. L'unica condizione che vorremmo apporre è che eventuali oggetti magici che appartenessero alla Frecce Nere siano restituiti agli ultimi rappresentanti di tale gruppo. Cosa ne pensate, possente Razmus? Vi sembra un accordo accettabile?"

"Hm..." Razmus restò ancora per un attimo a pensarci su, poi prese la sua decisione. "E va bene. Ma voglio un terzo del bottino che farete." Poi, si rivolse al resto del gruppo, stavolta parlando nella loro lingua. "Avete sentito? Io prendo un terzo del bottino. Va bene così?"

Jolan, ben nascosto tra il resto del gruppo, non riuscì a trattenere un'espressione di disappunto. Peccato, questo voleva dire un po' meno di bottino per ciascuno di loro... però, se si trattava di avere un valido aiuto contro gli ogre, tanto valeva accettare qualche fastidio. Sperava soltanto che Eli e Misia avessero ben riposto la loro fiducia.

Dopo averci pensato su per un attimo, Eli guardò i suoi compagni di avventura e i tre uomini delle Frecce Nere, e decise di accettare la condizione di Razmus. "D'accordo, accettiamo. Le accorderemo un terzo del bottino."

Soddisfatto, Razmus fece un sorriso che mise in mostra diversi dei suoi denti ingialliti e storti. "Ottimo! Sono pronto a partire anche adesso, se volete." affermò con decisione, prima che il suo sguardo tornasse al montone che aveva abbattuto durante la caccia. "Ma prima... che ne direste di dividere questa bella preda con me? Non c'è modo migliore per prendere confidenza gli uni con gli altri, prima di andare in missione!"

Sotto gli occhi stupiti del gruppo, Razmus raccolse la sua preda, tirò fuori un coltello di selce intagliata dai suoi rozzi vestiti, e cominciò a fare a pezzi il caprone selvatico, apprestandosi a metterlo sul fuoco e farne un delizioso arrosto...

 

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Nel primo pomeriggio, il gruppo era tornato sui suoi passi, ora accompagnato dal gigante delle colline che aveva accettato di aiutarli. Forte Rannick non era molto lontano dalla Vallata degli Alberi Infranti, e il gruppo riuscì a raggiungere senza eccessivi problemi un altopiano da dove avrebbero potuto godere di una vista migliore della fortificazione.

Forte Rannick era posizionato in un luogo facilmente difendibile, all'estremo nord di un'ampia vallata sul lato sud delle montagne - un paesaggio cupo e brullo che si addiceva bene al carattere spiccio dei suoi precedenti guardiani.

"Molto bene..." disse Eli, mentre spiegava sul terreno una mappa che Vale aveva procurato di Forte Rannick. La mezzelfa sgranò gli occhi con ammirazione nel vedere quanto precisa e dettagliata fosse la mappa - Vale aveva una memoria e un occhio per i dettagli che anche la giovane maga, notoriamente orgogliosa del proprio intelletto, considerava impressionanti. "Signori, sapreste darci qualche indicazione che possiamo utilizzare per cogliere di sorpresa quegli ogre o per spiarli senza rischiare di farci notare?"

"Certamente. Quei bruti non possono sapere dei tunnel segreti che sono stati scavati sotto Forte Rannick." rispose Jakardros. Il nuovo leader dei sopravvissuti delle Frecce Nere era chino sulla mappa, con il fedele puma Kibb al proprio fianco, e stava indicando varie posizioni al gruppo di avventurieri. "Questi tunnel sono stati scavati durante la costruzione del forte, ma sono molti anni ormai che non vengono utilizzati. Sono ideali come sistema per infiltrarci nel forte senza allertare gli ogre."

"Io però non credo di poterci passare." affermò Razmus scuotendo la testa. "Quei tunnel sono stati scavati per voi gente piccola."

Nualia provvide subito a rassicurare il loro gigantesco alleato. "Non ti preoccupare, Razmus. Il momento di entrare in azione sarà quando gli ogre saranno in allarme, e allora potrai scatenarti su di loro quanto voi." rispose. "Bene, visto che ci sono questi passaggi segreti, credo che dovremmo approfittarne. Tuttavia... vorrei aggiungere che gli ogre vedono bene al buio, quindi infltrarci di notte non ci darà necessariamente un vantaggio. Dobbiamo fare uso dei sistemi di occultamento che abbiamo."

"Non per vantarmi, ma io sono un mago della furtività." rispose Jolan.

Shalelu annuì. "Gli ogre non sono la mia preda più classica, ma non credo che sia più difficile nascondersi da loro che dai goblin." affermò l'elfa cacciatrice. "Con un piccolo drappello di individui furtivi, potremo entrare dai tunnel segreti, scoprire quanto più possibile degli ogre, e poi colpire al momento giusto."

"Perfetto! Quei grossi pezzi di merda non sapranno neanche cosa li ha colpiti." rispose Jakardros. "Quand'è così, io mi offro volontario per far parte del gruppo che andrà in avanscoperta."

Kaven alzò una mano e si fece avanti per fare una proposta. "Mi... permetterebbe invece di offrirmi volontario io, comandante Sovark?" chiese il giovane ranger. Quando Jakardros e Shalelu lo guardarono come per chiedergli il perchè, Kaven si schiarì la voce e spiegò. "Una missione di infiltrazione... potrebbe essere pericolosa, e visto che voi siete il nuovo comandante delle Frecce Nere... perdervi sarebbe un rischio che non possiamo correre. Se invece... ehm... io non dovessi farcela, potrete sempre rifarvi."

"Considerando che, per quanto ne sappiamo, siamo rimasti soltanto noi tre di tutte le Frecce Nere, anche perdere te sarebbe una sfortuna." spiegò Jakardros sfregandosi la barba. Dopo averci pensato su un po', il leader dei ranger sospirò e annuì. "Però... va bene, Kaven, mi fido del tuo giudizio. Ma usa estrema cautela. E... anche tu, Shalelu. Vedo che tu sei già un'avventuriera esperta, e non hai bisogno di qualcuno che ti guardi le spalle... ma in ogni caso..."  

"Certamente, comandante Sovark. Mi conoscete, ormai." rispose Kaven, e Shalelu disse di sì con la testa.

"Perfetto. Comunque, mi sembra il caso di avvertirvi... poco prima che gli ogre ci attaccassero, ho scoperto che i tunnel e i passaggi segreti erano diventati il territorio di una piccola colonia di lucertole folgoranti, quindi state attenti quando vi infiltrate nella fortezza da quell'ingresso." continuò Vale.

"Lucertole folgoranti, eh? In effetti potrebbero dare non poco fastidio..." affermò Reji. Quando Shalelu la guardò come per chiederle se ne sapeva qualcosa, la ragazzina Tian raccontò brevemente il problema. "Io e Yan ci siamo imbattuti in un paio di lucertole folgoranti, un po' di tempo fa... prima ancora che arrivassimo a Sandpoint. Non è stata un'esperienza gradevole. Da sole non sono tanto pericolose, ma se sono in gruppo, possono mettere assieme la loro carica e provocare delle scosse fatali."

"Ci staremo attenti." affermò Jola. "E poi, potrebbero essere anche un altro elemento che possiamo usare per combattere gli ogre, no?"

"Va bene. Se per voi va bene, io, Jolan e il signor Kaven andiammo in avanscoperta. Cerchiamo di scoprire quanto più possibile sugli ogre, e torniamo indietro a darvi tutte le informazioni possibili. Saremo di ritorno verso sera." rispose Shalelu, per poi rivolgere al patrigno e al suo puma addomesticato uno sguardo di intesa. "Non ti preoccupare per noi, papà... vedrai che saremo di ritorno, tutti quanti."

"Io... non credo di doverti dire altro, figliola." affermò Jakardros. Era evidente che si preoccupava di quello che sarebbe potuto accaderle in quella pericolosa spedizione, ma allo stesso tempo voleva avere fiducia in lei... e il fatto che assomigliasse così tanto a sua madre gli rendeva le cose più difficili da un lato, mentre dall'altro lo rassicurava. "Ti prego però di stare attenta."

Shalelu fece un sorriso e appoggiò una mano sulla spalla di Jakardros. "Stai tranquillo, papà. Non ci siamo ritrovati dopo tanto tempo soltanto per perderci di nuovo." affermò.

"Lo credo bene." rispose l'uomo, nascondendo la sua preoccupazione dietro un sorriso fiducioso. "Assomigli davvero tanto alla tua mamma... anche come spirito e come coraggio. Sono sicuro che andrà tutto bene."

Shalelu annuì e si preparò mentalmente ad affrontare la loro prima esplorazione...

 

oooooooooo

 

Jolan diede un'occhiata al tunnel che si apriva davanti a loro. Lui e Shalelu erano in grado di sfruttare la loro vista acutissima per trarre vantaggio anche dalla più piccola sorgente di luce a loro disposizione... e questo era senza dubbio un vantaggio, nell'ambiente in cui si muovevano. Kaven seguiva i due esploratori a breve distanza, usando una candela per farsi luce quel tanto che bastava per ridurre i rischi di essere scoperti dagli ogre.

"Fin qui tutto bene. Non vedo ostacoli." sussurrò la guida halfling, abituata a muoversi in ambienti difficili come quello. "Ora... vediamo un po'... dovremmo trovarci vicino alle caserme costruite più di recente. Vale ha detto che quel posto non veniva più utilizzato dagli uomini della guarnigione."

"In effetti è vero..." affermò Kaven ,sempre stando attento a parlare a bassa voce. "In effetti, quando diciamo che sono state costruite più di recente, vuol dire che sono state erette circa vent'anni fa. E allora non c'erano architetti decenti tra di noi... E' stato Vale a rendersi conto che quegli edifici avrebbero potuto prendere fuoco facilmente e trasformarsi in una trappola mortale."

"Bene. Quindi forse gli ogre non lo sanno." sussurrò Shalelu. "Ricordiamocene. Potrebbe essere un elemento importante."

Jolan si avvicinò con prudenza ad un gruppo di gradini che davano verso un cortile esterno. Sentì alcune risate dementi provenire dall'esterno e si nascose dietro un angolo, mentre Shalelu tratteneva il respiro e avvicinava una freccia al suo arco, giusto in caso ci fosse stato bisogno di difendersi. Un paio di massicce figure passarono vicino all'ingresso, emettendo una serie di grugniti animaleschi e lasciandosi dietro un rivoltante odore di carne marcita, ma per fortuna non si accorsero di nulla.

Jolan riuscì a gettare un'occhiata di sfuggita agli ogre che erano passati di lì in quel momento, e contorse il volto in una smorfia di disgusto. Pensava di aver fatto il callo alla deformità dei mezzi-ogre, ma vedere degli ogre purosangue era un'esperienza ancora più rivoltante: erano degli ammassi di muscoli deformi e sovrasviluppati, alti quasi il doppio di un essere umano, puzzolenti, luridi ed animaleschi, e ognuno di essi era un ammasso di malformazioni, in modo tale che non ce ne fossero due simili tra loro: volti appesantiti e malformi, mascelle sporgenti piene di denti aguzzi, pieghe di pelle in eccesso, foruncoli, nei, porri, occhi troppo grandi o troppo piccoli... ma in nessuno di quei volti si vedeva il benchè minimo barlume di intelligenza o di bontà.

Trattenendo il fiato, Jolan attese che quei bruti si allontanassero e si voltò verso Shalelu e Kaven. "Okay... adesso provo a dare un'occhiata." sussurrò. "Se in quella caserma ci sono davvero degli ogre, potrebbe diventare una trappola mortale per loro."

"Ti aspettiamo qui, Jolan." rispose Shalelu. "Ma non correre troppi rischi."

"Tranquilla. In ogni caso, quando torno mi sentirete dire una... parola d'ordine, diciamo così. La parola d'ordine sarà... Viva Sandpoint!" L'halfling strizzò un occhio e cercò tra le pozioni sulla sua bandoliera, tirando fuori una fialetta riempita di liquido azzurrino. Ne tolse il tappo e tracannò il liquido in un solo sorso, e un attimo dopo il suo corpo sbiadì e divenne quasi del tutto invisibile. Soltanto una leggera distorsione nell'aria indicava il punto in cui Jolan si trovava, e dopo che Shalelu gli ebbe fatto il segno dell'okay, lo sfuggente halfling uscì dal nascondiglio e si aggirò furtivamente nel cortile esterno di Forte Rannick, sperando di scoprire quanto più possibile prima che l'effetto della pozione di esaurisse.

Lo spettacolo che lo accolse fu ancora peggiore di quanto si fosse aspettato, e a peggiorarla ulteriormente pensò il terrificante puzzo di carne marcia, escrementi, cucina e rifiuti che aleggiava nel cortile. Diversi ogre ciondolavano nel cortile esterno o giacevano mezzi addormentati accanto alle mura, circondati da macabri resti umani e morbosi feticci. Jolan trattenne un conato di vomito quando vide uno di quei mostri che allungava pigramente una mano verso i miseri resti di un soldato umano letteralmente spezzato in due all'altezza della vita. Prese il cadavere per un polso e cominciò a muoverlo come se stesse agitando una marionetta, emettendo una serie di risatine dementi.

"Omuncoli morti beli!" gorgogliò il bestione, per poi ridacchiare di qualcosa che solo lui trovava divertente. Un altro ogre gli passò vicino e afferrò distrattamente l'altro braccio del cadavere, per poi morderlo e staccare un pezzo di carne che divorò come se fosse stato un pezzo di bistecca.

"Bona pappa!" gorgogliò l'ogre leccandosi le labbra in maniera disgustosa. L'altro ogre scattò su e gli mostrò i denti, ringhiando come un cane idrofobo.

"Tu roto mio giocatolo!" esclamò. "No più belo ora!"

"Me fame. Me mangiare." replicò l'altro.

"Me spacca te!"

Ringhiando, i due ogre si avventarono l'uno sull'altro e cominciarono a picchiarsi selvaggiamente, scatenando un polverone e attirando l'attenzione degli altri bestioni, che si riunirono attorno ai due litiganti e cominciarono ad esultare come dei bambini contenti. Con la differenza che stavano assistendo all'atroce spettacolo di due bruti che cercavano di massacrarsi a vicenda... Jolan ebbe il buon senso di andarsene, non volendo perdere altro tempo ad assistere, mentre i due ogre cominciavano a malmenarsi a sangue.

Cercando di ignorare i rumori della rissa e l'esultanza degli spettatori, Jolan si guardò attorno e cercò di notare quanti più particolari utili possibili. Vide che dalla caserma che aveva notato in precedenza stavano uscendo in tutta fretta diversi ogre per assistere alla rissa tra i loro simili, e per un attimo ebbe paura di essere stato scoperto... prima di ricordarsi che era ancora invisibile. Si diede dello stupido per essersi fatto prendere dalla paura, e si affrettò a dare un'occhiata all'edificio della caserma prima che l'effetto della pozione di Invisibilità si esaurisse.

Come aveva immaginato, l'edificio era in legno ed era facilmente infiammabile. Certo, a causa della pioggia recente, il legno si era inumidito, e ora non sarebbe stato più tanto semplice dargli fuoco dall'esterno. Ma forse, se qualcuno fosse riuscito ad intrufolarsi là dentro ed appiccare il fuoco dall'interno... magari quando là dentro ci fossero stati abbastanza ogre... 

Nel tentativo di sfruttare al meglio la copertura che l'invisibilità gli offriva, Jolan sgusciò a ridosso di un muro e cercò di contare gli ogre che stavano raggruppandosi attorno alla risssa tra i loro due simili. Uno dei due litiganti aveva preso l'altro per i capelli e gli stava sbattendo la faccia sul terreno, riducendogli il volto ad una maschera di sangue... ma Jolan ignorò lo spettacolo e si sforzò di contare gli ogre. Compresi i due contendenti erano quattordici, diversi dei quali erano usciti dalla caserma... e la guida halfling dubitava che fossero tutti.

Mentre si allontanava, cercando di riguadagnare il nascondiglio prima di tornare visibile, Jolan vide una doppia porta su un lato del cortile che si apriva di botto, e dall'interno del forte uscì con passo pesante un terrificante ogre obeso che non indossava nient'altro che un perizoma e un paio di bracciali d'acciaio, con un'orrida dentiera di metallo arrugginito, simile ad una tagliola, infilata in bocca al posto dei suoi denti. Teneva tra le mani una di quelle strane armi ad asta che Jolan aveva visto nella fattoria dei Graul, con un grosso uncino affilato posto in cima all'arma, e i suoi capelli erano una criniera nera ed unta che gli scendeva fino alla vita.

Immediatamente, gli altri ogre si zittirono e si misero sull'attenti con evidente apprensione... e l'ogre con le mascelle di ferro cominciò a strillare qualcosa in lingua Jotunn, sempre però parlando lentamente e con frequenti pause. Ciò nonostante, gli altri ogre sembravano spaventati... e anche i due litiganti si separarono immediatamente e si misero in attesa, cercando di mantenere un minimo di dignità malgrado avessero i volti tumefatti e coperti di sangue.

"Quello forse è il capo..." disse tra sè Jolan. "Certo mi sembra persino più tosto degli altri... ma per il momento, è il caso che me ne vada da qui!"

Mentre l'ogre con le mascelle di ferro continuava a gridare in faccia ai suoi sottoposti e minacciarli con il suo uncino, Jolan si intrufolò dietro la baracca di legno e riuscì a raggiungere Shalelu e Kaven, che erano rimasti ad attenderlo nel loro nascondiglio. Non essendo ancora tornato visibile, l'halfling attirò la loro attenzione sussurrando la parola d'ordine che aveva dato in precedenza. "Viva Sandpoint."

"Jolan, sei tu? Bentornato... stavo cominciando a temere che fosse successo qualcosa, con quei versi che sentivo..." rispose l'elfa cacciatrice. "Allora, hai scoperto qualcosa di utile?"

"Senza dubbio! Anche se ho visto delle cose che avrei preferito non vedere..." rispose Jolan a bassa voce. Anche se Shalelu e Kaven non potevano vedere il suo volto, il tono della sua voce rendeva evidente che quello che aveva visto là fuori non era stato per niente piacevole.

L'halfling ebbe un breve istante di vertigine e ritornò visibile, poi indicò il corridoio che si addentrava ancora di più nella fortezza. "Ma... vi riferirò tutto quando saremo al sicuro. Per adesso... continuiamo ad esplorare."

"Giusto. Abbiamo bisogno di ben più di un punto debole per progettare il nostro attacco." sussurrò Shalelu. Kaven deglutì, e l'elfa riuscì a vedere un lampo di nervosismo nei suoi occhi, ma il ranger delle Frecce Nere recuperò presto la padronanza di sè. "Va... tutto bene, signor Windstrike? Se non se la sente di continuare, potremmo finire qui per oggi, e riprendere l'esplorazione domani."

"No, no, va... tutto bene." sussurrò Kaven, mentre il terzetto si allontanava con in sottofondo le urla e le imprecazioni dell'ogre con la dentiera di ferro. "Si è trattato solo... di un po' di nervosismo, tutto qui. Continuiamo pure."

"Va bene..." rispose Shalelu. Mentre si allontanavano, l'elfa vide di sfuggita che Kaven si era infilato una mano in un risvolto della camicia e aveva armeggiato con qualcosa che teneva là dentro, un gesto rapido e casuale...  

 

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Diverse ore dopo, nella posizione che il gruppo di Eli aveva scelto per pianificare l'attacco...

Yan appoggiò con attenzione un altro ramoscello secco nel fuoco da campo che lui e i suoi compagni avevano preparato, stando bene attenti a piazzarsi in un luogo che fosse fuori vista rispetto a Forte Rannick. "Che cosa ne dite, ragazzi?" chiese il giovane spadaccino, mentre lui e Nualia si occupavano di tenere vivo il fuoco quel tanto che bastava per scaldarsi senza il rischio di farsi scoprire. "Non sarà successo quaalcosa a Jolan e agli altri? E' da un po' che dovevano tornare, e io comincio a preoccuparmi."

"In effetti sono piuttosto in ritardo..." affermò Jakardros, che era rimasto in silenzio per quasi tutto il tempo. Yan e i suoi compagni immaginavano che fosse perchè era preoccupato in particolare per la sua figlia adottiva. "Non vorrei mai che avessero avuto dei problemi... o che magari si siano imbattuti in qualche pattuglia di ogre."

Poco lontano, Reji espirò e congiunse le mani davanti a sè in una posa di meditazione. La ragazzina Tian aveva passato buona parte di quelle ultime due ore a fare pratica di pugni, calci e altre tecniche di arti marziali, mettendoci tutta la concentrazione che le era propria, mentre Misia era rimasta a meditare. Su che cosa esattamente, Yan non ne era del tutto sicuro, ma immaginava che anche per un oracolo come Misia fosse importante tenersi in allenamento...

Il loro nuovo alleato, il gigante delle colline Razmus, era in piedi vicino alle tende e guardava qua e là con attenzione, sfruttando la sua statura per scrutare meglio i dintorni. Fino a quel momento, Razmus si era dimostrato un alleato taciturno ma rispettoso, e Yan non aveva avuto nulla da lamentarsi riguardo a lui. C'era solo da sperare che si sarebbe dimostrato altrettanto affidabile al momento di affrontare gli ogre...

"Hm?" Improvvisamente, il possente gigante corrugò la fronte e si voltò verso la stradina contorta dalla quale il gruppo di esploraziione si era allontanato. "Vedo qualcuno che si avvicina. Forse sono loro."

"Davvero? Ah, lo spero proprio..." disse Eli, che era rimasta seduta accanto al fuoco a pensare a chissà cosa. La mezzelfa si alzò e si avvicinò a Razmus, mentre dalla stradina provenivano tre figure ormai familiari... una delle quali tenne alto il suo arco in segno di riconoscimento. Sentirono la voce di Kaven che emetteva un verso simile al cinguettio di un uccello, un segnale di riconoscimento per i membri delle Frecce Nere.

"Sì, sono loro!" esclamò Vale con evidente sollievo. "Finalmente! Eccovi di ritorno! Avete avuto problemi?"

"Non... non siete stati scoperti, spero..." chiese Nualia mentre andava ad accogliere Jolan, Shalelu e Kaven assieme al resto del gruppo.

"Salve, ragazzi! Siamo contenti di rivedervi..." rispose Jolan con un sospiro di sollievo. "Scusate per il ritardo. Dovevamo stare attenti a non farci scoprire, e abbiamo dovuto attendere il momento giusto per dare un'occhiata in giro e tornare indietro senza correre troppi rischi."

"Intanto siete tornati sani e salvi, e questo è già un buon risultato." rispose Eli con un sorriso sollevato. "Allora, dite pure... avete scoperto delle cose interessanti su quei bestioni? Cose che possiamo sfruttare a nostro vantaggio?"

"Un bel po' di cose, in realtà!" affermò l'halfling, sentendosi sempre più convinto che ora l'attacco a Forte Rannick avesse delle concrete possibiltà di riuscita. "Abbiamo dato un'occhiata in giro, e anche se non possiamo dire di sapere tutto su come si sono organizzati quei bruti, posso dire con una certa sicurezza che abbiamo scovato un po' di punti deboli."

"Heh. Immaginavo... quei dannati ogre non possono sapere granchè della nostra base." rispose Jakardros.

"Prima di tutto, posso dire con certezza che gli ogre non hanno le nostre armi. Dobbiamo cercare di mantenere la distanza da loro il più possibile. Se riusciamo ad ucciderli a colpi di frecce, quadrelli e pietre... o meglio ancora con la magia... prima che si arrivi al corpo a corpo, meglio per tutti." affermò Shalelu.

"Allora cercherò di essere pronta con quanti più incantesimi d'attacco possibili." affermò Nualia.

"C'è altro, ovviamente..." continuò Kaven dopo essersi schiarito la voce. "Abbiamo... abbiamo scoperto che molti ogre si sono stabiliti nelle caserme in legno. Se... se appiccassimo il fuoco a quell'edificio, ne potremo eliminare parecchi in un colpo solo, senza neanche dover combattere."

"Ma non sarà facile dare fuoco a quella catapecchia, se non dall'interno." continuò Jolan. "Bisognerebbe intrufolarsi là e gettargli qualche flacone di fuoco dell'alchimista."

 "A questo penserò io." rispose Eli. "Mi basterà memorizzare gli incantesimi giusti... e potrò entrare là dentro senza difficoltà. Certo, forse uscire non sarà altrettanto semplice, ma... insomma, qualche rischio bisognerà pure correrlo, no?"

"Sei... sei sicura di potercela fare da sola?" chiese Misia con evidente preoccupazione.

Eli si sfregò il mento, come se ci stesse pensando su. "Da sola... non ne sono proprio sicura. E' per questo che vorrei chiedere il tuo aiuto." rispose la mezzelfa. Sorrise e strizzò un occhio alla sua migliore amica in segno di intesa. "Conosci qualche incantesimo che permetta di resistere al calore?"

"Ooooh, mi piace il tuo modo di pensare!" esclamò Misia. "Quand'è così... certo che ne conosco! Non lo so ancora usare al massimo della sua capacità, ma sarà più che sufficiente a proteggerti dal calore per il tempo necessario. Attenta però al fumo, Resistenza Al Fuoco non è in grado di proteggerti dall'asfissia."

"Se va tutto bene, resterò là dentro per un tempo troppo breve per dovermi preoccupare di quello." rispose Eli con sicurezza. "Okay, allora questa dovrà essere una delle nostre prime mosse, e con questa dobbiamo eliminare quanti più ogre possibile... e poi, cercare di farne uscire quanti più possibile dai confini di Forte Rannick!"

"E qui entro in gioco io, giusto?" affermò Razmus, picchiettando per terra con il suo maglio. "Bene, allora non appena la caserma ha preso fuoco, io lancio un attacco frontale e ne attiro a me quanti più possibile."

"Ti darò una mano anch'io, Razmus. So che sei forte, ma da solo potresti essere sopraffatto dal numero." rispose Yan. "Quello che mi chiedo è se gli ogre saranno così stupidi da farsi ingannare da un diversivo così ovvio."

"Non sottovalutare la stupidità degli ogre, Yan. Ci cascheranno. E' estremamente probabile." affermò Reji.

"Comunque, vengo anch'io con voi due a darvi una mano." rispose Jakardros con un cenno della testa. Il suo puma addomesticato, Kipp, lanciò un ruggito di intesa.

"E anch'io. Ho un conto in sospeso con quegli ammassi di carne, e non mi farò certo sfuggire questa occasione!" continuò Vale. Fece scorrere una pietra dentata sulla lama di una delle sue asce, e sfoderò un piccolo sorriso eccitato all'idea di una battaglia degna di questo nome.

"Okay, allora faremo così..." disse Eli, indicando la mappa, e in particolare i passaggi segreti che Vale aveva evidenziato. "Il primo gruppo di attaccanti consisterà di Yan, Nualia, il signor Jakardros, il signor Vale e Razmus, che sferreranno un attacco frontale. Dovrete eliminare tutti gli ogre che escono.  Quando quei bestioni cominciano ad uscire... Io, Misia e Shalelu saremo in posizione. Raggiungeremo le caserme, e li mi occuperò di dare fuoco all'edificio e tagliare la corda. Misia si occuperà degli incantesimi difensivi, e poi di scatenare la furia del sole su quei dannati ogre, e Shalelu ci coprirà con il suo arco e abbatterà tutti gli ogre che dovessero sfuggire alle fiamme. Nel frattempo... Reji, Jolan, Kaven... voi due passerete dall'altra parte ed eliminerete quanti più possibile degli ogre che si trovano dalla parte opposta del cortile. Se riusciamo a coordinare come si deve il nostro attacco... gli ogre cadranno in preda alla confusione, e finiremo per dover affrontare soltanto dei gruppetti disorganizzati invece che un'orda compatta."

"Mi sembra... una buona tattica. Ma richiederà coordinazione e gioco di squadra per riuscire." affermò Jakardros. "Comunque, siamo d'accordo. Il mio gruppo sferrerà il primo attacco. Se gli ogre sono così stupidi come dicono, diversi di loro usciranno per cercare di farci fuori... e quello sarà il segnale per dare inizio alla festa."

"Visto che abbiamo deciso di fare così, non ho obiezioni da fare." affermò Nualia. "Chiedo solo a Yan e al resto del nostro gruppo di non allontanarsi troppo da me, visto che mi occuperò di lanciare incantesimi curativi e di supporto. Per il resto... va bene, sono d'accordo con il piano. Credo che... così abbiamo delle discrete possibilità di farcela."

"Mi sembra un buon piano." affermò laconico Razmus. "Per me va bene. Sarà divertente buttare giù come birilli quei puzzolenti ogre!"

"Ottimo, ragazzi... allora, adesso mangiamo qualcosa, e poi andiamo a riposare. Domani ci aspetta una giornata intensa... e dobbiamo essere al massimo della forma." rispose Yan. "Razmus, se vuoi mangiare qualcosa assieme a noi, sei il benvenuto."

Il gigante delle colline sbattè stupito i suoi occhi porcini. Era la prima volta che qualcuno gli chiedeva spontaneamente di passare del tempo con loro, e si trattava di umani, per giunta. Il suo primo istinto sarebbe stato di rifiutare educatamente e mangiare qualcosa delle sue provviste standosene in disparte, come era abituato a fare... ma per qualche motivo, l'idea di passare una serata in compagnia tanto per cambiare gli piacque, e il gigante alzò le spalle e fece un cenno di assenso.

"Va bene. Non farebbe parte del mio ingaggio, ma se a voi non dà disturbo..." affermò tranquillamente.

Reji rise giovialmente e diede una pacca sull'anca del possente mercenario. "Hahahaa! Nessun problema! Siamo una squadra, dopotutto!" affermò. Nualia sorrise e mise un altro po' di rametti sul falò in modo da ravvivare il fuoco, prima che il gruppo si disponesse tutt'attorno per la cena...

Anche se l'indomani dava l'impressione di essere una giornata intensa, e pur sapendo che stavano per gettarsi in un'impresa ardua, il gruppo sentiva una disposizione vincente. Se non altro, erano convinti che il loro piano avrebbe dato loro delle buone possibilità di uscirne vincitori...

 

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In una stanza privata nei meandri di Forte Rannick...

Lucrecia, la crudele lamia matriarca al comando delle operazioni riguardanti Turtleback Ferry, sentì una lieve e familiare pressione nella sua mente - una sensazione che non provava da un po' di tempo, in effetti. Con un sorrisetto esasperato, chiuse gli occhi e si appoggiò con la schiena al muro, cercando di ascoltare il messaggio telepatico che le stava arrivando.

"Avventurieri in arrivo domani, amore mio. Attacco frontale, poi doppio attacco da gallerie segrete. Tenetevi pronti. Gigante con loro. State attenti, sono forti."

Lucrecia annuì e sorrise malignamente tra sè. Purtroppo, i limiti imposti dall'incantesimo non permettevano alla sua pedina di essere troppo specifico, ma almeno adesso lei non si sarebbe fatta cogliere di sorpresa. Per quanto riguardava quegli stupidi ogre... beh, non era il caso di far capire a quegli stupidi avventurieri che lei aveva mangiato la foglia.

"Ottimo lavoro, mia cara marionetta." sussurrò tra sè, sollevando le labbra in un sorrisetto maligno. "Lasciamo che quegli stolti si illudano di averci colti impreparati. Ci costerà un po' di ogre, ma tanto, più che forza bruta non sono. Anzi... credo che il potente Barl sarà contento di avere un po' più di... materiale con cui lavorare!"

Lucrecia pensò per un attimo ai pro e ai contro... e decise che a questo punto, tanto valeva non avvertire Jagraath e gli altri Kreeg. Avrebbe preso i dovuti provvedimenti per sè stessa, questo era ovvio... ma non sarebbe stato un problema se quegli avventurieri avessero dato una sfoltita al numero degli ogre. Sarebbe stato un modo per tenere Jaagrath e la sua disgustosa "famiglia" sotto controllo, avrebbe fornito al suo signore un bel po' di anime (anime grezze e di seconda scelta, ma pur sempre anime) e comunque, visto l'esercito che il potente Mokmurian stava raggruppando, non sarebbe stata una gran perdita. Sì, decise infine, a quel punto, la maggior parte degli ogre sarebbero stati più utili da morti che da vivi. E poi, se Tevexia e le sue sorelle avessero fatto il loro lavoro come si deve, non sarebbero serviti tutti quegli ogre per spazzare via Turtleback Ferry. Ormai, il suo lavoro era praticamente terminato, e i semi erano stati gettati. Il potente Mokmurian e la somma Ceoptra l'avrebbero senza dubbio premiata a dovere.

Tuttavia, decise che sarebbe stato meglio avvertire Barl. Si avvicinò ad una scrivania tarlata e ne estrasse una pergamena ingiallita, sulla quale era scritta la formula di un incantesimo in antico Thassiloniano, e lesse le parole lentamente, scandando ogni sillaba...

 

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Pochi istanti dopo, in un covo scavato nella roccia sulla sommità del Monte Uncino...

Seduto su un enorme trono scolpito nel granito, il gigante delle pietre Barl Spaccaossa corrugò la fronte quando ricevette un richiamo mentale che ormai gli era familiare. Quella donnaccia di Lucrecia doveva avere delle notizie importanti... quindi, con un po' di riluttanza, Barl rispose al richiamo e ascoltò il messaggio che la sua collaboratrice voleva consegnargli, nel frattempo mettendosi un po' più comodo sul suo trono.

Barl Spaccaossa era un gigante delle pietre decisamente impressionante, anche se paragonato ad altri suoi simili. Con i suoi quattro metri e mezzo di altezza, la pelle grigia simile a roccia e il suo fisico corpulento con il ventre prominente, il leader dei giganti delle pietre del Monte Uncino era subito riconoscibile come un individuo formidabile, grazie anche all'enorme maglio di pietra inciso di simboli magici appoggiato alla destra del suo trono. Per quanto riguarda l'abbigliamento, era ridotto a poco più che l'essenziale - una fascia attorno ai lombi con un drappo che scendeva fino a poco oltre le ginocchia, una colonna decorata con ossa intagliata e un paio di bracciali alle caviglie. Come la stragrande maggioranza dei suoi simili, il suo corpo era completamente glabro, ma la sua testa era un po' più tozza e squadrata rispetto ad altri giganti delle pietre - cosa che era facile da constatare se lo si paragonava alle sue due guardie del corpo, che attendevano a pochi passi da lui. L'unica decorazione presente sul suo corpo era un tatuaggio nero, simile ad una stella a sette punte, sul trapezio destro...

Dopo essere rimasto in ascolto del messaggio telepatico per qualche istante, Barl ghignò sinistramente... e una volta che la comunicazone si fu interrotta, annuì e si alzò di scatto dal trono, torreggiando sui due giganti delle pietre vicini a lui.

"Miei servitori, Lucrecia ci porta notizie interessanti. Tra non molto, non avremo più bisogno di quegli stupidi Kreeg." tuonò, facendo sobbalzare i due giganti più piccoli. "Lucrecia mi comunica che entro breve, degli avventurieri attaccheranno Forte Rannick. E quando avranno finito, ci saranno un bel po' di ogre morti di cui potrò disporre a mio piacimento."

"Ne... ne siete sicuro, potente Barl?" chiese uno dei due giganti, chiaramente innervosito. "Possiamo... possiamo permetterci di sacrificare i Kreeg?"

"Se lo dice Lucrecia, vuol dire che lei ha già fatto i suoi calcoli." tagliò corto Barl, squadrando severamente le sue guardie del corpo. "E poi, una volta che avrò trasformato in zombie gli ogre morti, saranno senz'altro più facili da controllare, e non correremo più il rischio che Jaagrath si faccia venire strane idee."

Le due guardie del corpo restarono in silenzio per un po', come scioccate dalle parole di Barl... e quella che finora non aveva ancora parlato alzò una mano per chiedere la parola. "Ma... perdonate il mio ardire, grande Barl... ma penso che dovremmo eseguire gli ordini del potente Mokmurian. Lo sapete che... beh, lui è piuttosto intransigente con i tempi, e credo che ci siamo attardati un po' troppo da queste parti."

La risposta di Barl fu quanto mai eloquente. Con uno scatto improvviso, tese un braccio e afferrò per la gola la guardia del corpo che aveva appena parlato, strappandogli un gemito strozzato.

"No, Ezurt, io non perdono il tuo ardire." sentenziò. Con un singolo movimento del polso, piegò il collo della sua guardia del corpo ad un angolo innaturale, e le vertebre si spezzarono con un agghiacciante scricchiolio. Il malcapitato gigante delle pietre venne scosso da un brivido violento e poi si afflosciò a terra come una marionetta a cui erano stati tagliati i fili, sotto lo sguardo inorridito del suo compagno, a cui Barl rivolse uno sguardo feroce. "Molto bene, Agrurn... hai qualcosa da dire anche tu?"

La guardia del corpo sopravvissuta abbassò lo sguardo e scosse la testa, non osando nemmeno incrociare lo sguardo del suo capo.

"Lo immaginavo." concluse Barl annuendo. "Bene, dunque... restiamo qui, e vediamo cosa sa fare Lucrecia. Quando sarà il momento, sono sicuro che il potente Mokmurian apprezzerà i risultati che ho raggiunto."     

 

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CONTINUA...

 

 

 

 

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Capitolo 55
*** Assalto! ***


Pathfinder: L'Ascesa dei Signori delle Rune

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 52 - Assalto!

 

I primi raggi del sole dovevano ancora cominciare ad illuminare il cielo quando il gruppo di avventurieri, aiutato da Razmus e dai superstiti delle Frecce Nere, aveva completato i preparativi per l'attacco a Forte Rannick. Ognuno di loro aveva la propria parte da fare, e tutti sapevano quale fosse il loro compito.

"D'accordo, ragazzi. Questa è forse la nostra migliore occasione di raggiungere Forte Rannick e spazzare via gli ogre." stava dicendo Eli in quel momento. "Sapete cosa fare. Yan, tu e il tuo gruppo vi muoverete per primi. Sarete la prima linea d'attacco... ma mi raccomando, non spingetevi troppo in avanti. All'inizio non dovete fare altro che tenere l'attenzione degli ogre fissa su di voi. Poi, quando vedrete il mio segnale... potete scatenarvi quanto volete."

"D'accordo..." affermò Razmus con un cenno della testa. Il gigante mercenario aveva appena finito di raccogliere un sacco di grosse pietre che avrebbe usato per attaccare gli ogre a distanza. "Ma quale sarà il segnale?"

"Non ti preoccupare, Razmus. Se conosco Eli bene come credo... allora lo riconosceremo subito!" affermò Yan con un sorriso arguto, per poi rivolgersi alla sua compagna d'avventura. "Reji, tu fai parte della squadra di infiltrati. Mi raccomando, stai attenta. So che sei un'abile combattente, ma tu, Jolan e Kaven vi ritroverete nel bel mezzo di quella fortezza, e sotto attacco da parte di quei bruti senza cervello."

"Noi ce ne attireremo dietro il più possibile, e sicuramente Eli e Misia ne faranno fuori un sacco... ma non saremo in grado di sistemarli tutti." disse Nualia. "Mi raccomando, amici... se vedete che rischiate di essere sopraffatti o tagliati fuori dalle vie di fuga, non esitate a tagliare la corda."

Jolan annuì con decisione. "Non vi preoccupate, ragazzi. Ci siamo già fatti un'idea di come sono strutturati i passaggi segrti di Forte Rannick, e sappiamo come fare per ritirarci." affermò. Kaven annuì prontamente, con l'aria di una persona che era contenta di non doversi trovare nel bel mezzo della mischia. "Allora, quando iniziamo?"

"Ancora qualche minuto." disse Misia. La femmina di gnomo chiuse gli occhi e si voltò verso i raggi del sole nascente, sentendosi come rinvigorita quando la luce cominciò ad accarezzarle il viso. I suoi vestiti ondeggiarono lentamente, come sospinti da un vento magico. "Gli ogre ci vedono altrettanto bene di giorno e di notte, ma è meno probabile che si aspettino un attacco alla piena luce del sole... e questo sarà un elemento che dovremo sfruttare a nostro favore, il più possibile."

"Okay, adesso ogni gruppo cominci a prendere posizione." affermò Eli. L'allieva della Roccia dei Profeti diede uno sguardo al sole nascente e fece qualche rapido calcolo. "Dobbiamo muoverci in sincronia, altrimenti finiremo per andare in confusione, e le nostre possibilità di vittoria diminuiranno sensibilmente. Abbiamo questa possibilità... non sprechiamola."

"Certamente, signorina Clerks." affermò Jakardros, mentre controllava il suo arco e tutte le frecce nella sua faretra. il suo puma addestrato, Kibb, si strofinò su di lui come per incoraggiarlo in questo momento decisivo, e l'uomo ricambiò grattando il grande felino dietro un orecchio. "Ma non falliremo. Non possiamo fallire. Lo dobbiamo a tutte le Frecce Nere che sono state massacrate da quei bastardi. Shalelu... mi raccomando, stai attenta... e copri il più possibile Eli e Misia."

L'elfa sorrise al suo patrigno. "Anche tu, papà... stai attento. Non voglio perderti proprio ora che ti ho ritrovato."

L'ufficiale delle Frecce Nere diede una pacca amichevole sulla spalla della figlioccia. "Non ti preoccupare. Fino... fino a pochi giorni fa, speravo di trovare qualcuno che riuscisse ad uccidermi per redimermi dal mio fallimento a Foglia Piangente... ma ora ho trovato una ragione per vivere... e un motivo per continuare a combattere. Grazie a te."

"Non posso garantire che ne usciremo tutti vivi..." affermò Vale con un sorriso amaro. Le sue asce stridettero in maniera inquietante quando l'uomo le affilò l'una sull'altra, facendo scaturire anche qualche scintilla dal punto in cui sfregavano tra loro. "Ma sicuramente non ci faremo ammazzare senza trascinarci dietro quanti più possibile di quegli schifosi sacchi di budella."

"Non parliamo di morire adesso, okay? Facciamo del nostro meglio per uscire tutti vivi!" ingiunse Eli. "Okay, è il momento di muoversi. Yan, Nualia, Razmus, signor Jakardros, signor Vale... e Kibb, ovviamente. Voi siete la squadra d'attacco. Cominciate a prendere posizione. Tra poco si comincia."

Yan e Nualia si presero per mano e si guardarono negli occhi per augurarsi reciprocamente buona fortuna, poi si rivolsero a Reji, Jolan e Kaven per fare anche a loro i migliori auguri.

"Mi raccomando, Reji... tutti voi... state attenti, e buona fortuna!" si raccomandò la aasimar, non riuscendo a nascondere la sua inquietudine.

Reji ghignò e fece il segno dell'okay. "Ne abbiamo passate tante, finora... non sarà un branco di ogre a fermarci!" affermò. "Ora muoviamoci. Quel dannato patriarca Jaagrath avrà presto una brutta sorpresa!"

 

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Su ciò che restava delle mura di Forte Rannick, una coppia di ogre assonnati ed annoiati stava montando la guardia - o meglio, stava facendo finta di montare la guardia. n realtà, quei due ammassi di carne stavano in piedi dietro alcune delle postazioni difensive, grattandosi la testa ed emettendo di tanto in tanto dei grugniti annoiati.

"Me stanco stare qui." grugnì uno dei due, fissando svogliatamente lo spiazzo davanti a Forte Rannick, in quel momento desolatamente vuoto. "Quando noi va a pappare picoleti?"

"Papi Jaagrath dice quando..." grugnì l'altro ogre. "Ma anche me stanco. Me vuole ucidere ancora."

Il primo ogre si grattò la testa e prese con sè il grosso randello chiodato che teneva appoggiato al fianco, poi riprese a guardare lo spiazzo... e notò che in effetti qualcuno si stava avvicinando! La prima cosa che i suoi occhi annebbiati notarono fu il possente gigante delle colline armato di clava che marciava deciso verso l'ingresso della fortezza... e poco dopo, gli ogre riuscirono a distinguere tre uomini, una donna e un puma che camminavano a fianco del gigante!

"Huh?" grugnì il primo ogre, guardando il gruppo di intrusi con aria melensa, come se stesse cercando di capire cosa stesse accadendo. Il gruppetto di Yan e Razmus continuò ad avvicinarsi lentamente ma con decisione, tenendo pronte le armi per quando le ostilità fossero inevitabilmente iniziate...

"Cosa fare loro?" si chiese il secondo ogre mentre afferrava la sua clava chiodata. "No importa. Me fame. Loro pappa. Noi mangiare!"

Yan si fermò a circa una decina di metri dalle mura e alzò la spada, puntandola verso i due ogre sulla postazione di guardia. "Hey, sacchi di budella!" esclamò il ragazzo. "Scommetto che vi sentite dei duri là sopra! Fate i buffoni perchè credete di essere i più forti, eh? Siete soltanto dei mucchi di immondizia!"

Gli ogre spalancarono gli occhi in espressioni furiose quando i loro cervelli primitivi riuscirono a comprendere che Yan li stava insultando, e si produssero in due ruggiti di rabbia incontrollabile.

"Picoleto deto male me! ME SPACCA!" ringhiò l'ogre di sinistra. Afferrò un grosso blocco di pietra e lo scaraventò contro Yan, ma il ragazzo si scansò e il proiettile si schiantò al suolo e si spezzò in due su di esso. Yan afferrò il suo arco e scagliò una freccia contro l'ogre, colpendolo di striscio ad un braccio e facendolo mugolare di dolore!

"Arivano nemici! Noi spacca loro!" ululò l'altro gre, chiamando a raccolta alcuni dei suoi simili che stavano oziando nel cortile del forte. Alcuni degli ogre si alzarono e afferrarono le loro armi mal tenute, ma altri sbadigliarono e restarono fermi dov'erano.

"Stanno arrivando!" esclamò Jakardros, preparando a sua volta il suo arco. Non appena incoccò la freccia, una scarica elettrica avvolse la punta del dardo, e un lieve odore di ozono si diffuse attorno ad essa...

 

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Dal loro nascondiglio nello stesso passaggio segreto che il gruppo aveva usato per andare in avanscoperta, Eli, Misia e Shalelu si accorsero che alcuni ogre erano andati in fermento, e che c'era un po' di confusione. Questo voleva dire senz'altro che Yan, Razmus e gli altri avevano cominciato l'attacco... e infatti, pochi attimi dopo, le ragazze sentirono il rumore delle pesanti porte di ingresso che si aprivano per far uscire gli ogre. Una raffica di esclamazioni, gorgoglii ed imprecazioni riecheggiò vicino a loro, mentre diversi dei bestioni si affrettavano per uscire e aggredire chi aveva avuto l'ardire di sfidarli.

"Okay, ci siamo! Yan e gli altri hanno iniziato! Adesso dobbiamo fare in fretta noi!" esclamò Misia. Quando Eli le fece segno di essere pronta, Misia chiuse gli occhi e fece scorrere le mani davanti a sè, con il corpo avvolto da una tenue luce azzurrina. "Sarenrae, dea del sole, la tua umile servitrice ti prega di proteggere la sua amica, perchè nessun fuoco sfiori la sua pelle. Protezione dal Fuoco!"

"Grazie, Misia. Ed ora tocca a me..." disse Eli, i cui sensi magici riuscivano già a percepire l'aura protettiva che la magia divina della sua amica aveva innalzato attorno a lei. "Ora... che le forze occulte vengano a me e nascondano il mio corpo ai miei nemici. Invisibilità!"

Nel giro di un secondo, l'immagine di Eli sbiadì fino a scomparire alla vista, e la maga, dopo aver ricevuto un segno di assenso da parte di Shalelu, uscì dal nascondiglio e si diresse verso la caserma di cui Jolan aveva parlato dopo l'avanscoperta. Vide alcuni ogre correre verso i cancelli del forte... e una grossa pietra, scagliata sicuramente da Razmus, che centrava in pieno uno di quei bestioni e lo faceva cadere a terra con il cranio sfondato. Un altro ogre crollò a terra poco dopo, aggrappato alle frecce che Yan e Jakardros gli avevano piantato nel torace.

Gli ogre stavano cominciando a sospettare che la minaccia che stavano affrontando fosse seria, e altri di loro stavano raccogliendo le loro armi. Se Eli voleva agire, era questo il momento giusto. Per fortuna, lei era ancora in grado di vedere sè stessa e il suo equipaggiamento, e tirò fuori alcune boccette di fuoco alchemico mentre si intrufolava nella caserma.

L'odore di sudore, escrementi e peggio assalì il suo olfatto quando entrò nella caserma, in quel momento occupata da non meno di una decina di ogre che sembravano ancora chiedersi se fosse il caso di intervenire. Eli trattenne a malapena un conato di vomito nel vedere quei bestioni immondi che si alzavano dai loro luridi giacigli, in mezzo ad un mare di rifiuti e sporcizia che incrostava anche i loro corpi.

"Huh? Cosa c'è? C'è qualcuno là?" chiese uno degli ogre con tono melenso.

"Me no sa..." rispose un altro. "Forse tornati picoleti."

"Me dice noi va a pappare picoleti." affermò un terzo.

Eli, ancora invisibile, fece una smorfia di disgusto mentre prendeva la mira con i suoi flaconi incendiari. "L'unica cosa che farete adesso è bruciare e soffocare, grossi stronzi." disse tra sè. Senza altre esitazioni, la mezzelfa scagliò la prima boccetta contro una colonna portante in legno secco. Si sentì un acuto clangore di vetro in frantumi nel momento in cui il flacone colpì il bersaglio... seguito subito dopo da una vampata e un improvviso colpo di calore quando le fiamme avvolsero il sostegno!  

Gli ogre trasalirono e guardarono stupefatti la colonna in fiamme... ed Eli, ancora invisibile, scagliò altre fiaschette di fuoco alchemico sui materassi, sui mobili consunti e negli angoli della caserma. In ogni punto in cui il preparato veniva esposto all'aria, si accendeva ed incendiava ogni materiale con cui entrava a contatto, e iniziò a propagarsi rapidamente e a riempire la stamberga di una fitta coltre di fumo plumbeo, che entrò negli occhi degli ogre e  li fece tossire e starnutire. La temperatura salì di colpo, ed Eli venne lambita da una fiammata... che per fortuna non riuscì ad attecchire e scivolò sui suoi vestiti come niente fosse.

"Non ringrazierò mai abbastanza Misia per quel suo incantesimo di protezione." disse tra sè la maga. "Ma ora è meglio andarsene di qui... il fumo si sta facendo soffocante, e quei bestioni potrebbero travolgermi senza neanche accorgersi che ci sono."

Eli corse verso la finestra più vicina, approfittando della sua temporanea immunità al calore, mentre gli ogre venivano colti dal panico e cominciavano a correre su e giù, urtandosi a vicenda e buttandosi a terra l'un l'altro come tanti birilli. Con un balzo, Eli si lanciò fuori dalla finestra e atterrò con una capriola sul terreno, mentre tutt'attorno gli ogre restavano come esterrefatti a guardare le fiamme che iniziavano a consumare la caserma... e all'interno dell'edificio, quelli rimasti dentro cercavano freneticamente di guadagnare l'uscita, spintonandosi e calpestandosi a vicenda, ognuno cercando unicamente di salvare sè stesso.

"Me fuori prima!"

"No, me prima!"

"Fuoco bruciare!"

"Levare te da palle!"

"Me spacca te!"

Nella loro frenesia, i bestioni finirono per ostruire l'uscita e cominciarono a picchiarsi ed ostacolarsi l'un l'altro... con il risultato di respirare il fumo e cominciare ad asfissiare ancora prima di quanto Eli avesse previsto. In breve tempo, gli ogre caddero in ginocchio boccheggianti e cercarono di prendere fiato... senza rendersi conto che così non facevano altro che inalare ancora più fumo ed affrettare la loro fine.

Ma Eli e le sue compagne non restarono a vedere come sarebbe andata. La maga raggiunse in un lampo Misia e Shalelu, e interruppe l'incantesimo di Invisibilità per fare cenno alle sue compagne che era andato tutto come previsto.

"Qui tutto a posto! Quei dannati ogre stanno arrostendo... e Yan e gli altri stanno sistemando quelli all'ingresso!" esclamò Eli.

"Ottimo. Adesso diamo loro una mano... e speriamo che anche Reji e gli altri siano in posizione!" esclamò Shalelu. L'elfa uscì allo scoperto e scoccò una freccia contro un ogre che si era appena accorto di loro. Il dardo solcò rapidamente l'aria e trafisse la spalla del bestione, che ringhiò per il dolore e lasciò cadere la sua mazza, per poi essere messo a tacere per sempre da un'altra freccia che gli attraversò la gola...

 

oooooooooo

 

Razmus lanciò un assordante grido di battaglia e si lanciò con violenza addosso agli ogre che erano appena usciti dai cancelli per affrontare il suo gruppo. Gli invasori di Forte Rannick, trovatisi improvvisamente di fronte ad un avversario più grande ed imponente di loro, vennero per un istante colti dalla paura, ma poi si scagliarono ugualmente all'attacco, contando sul numero per sopraffare Razmus. Il gigante afferrò stretto il suo martello da guerra e cominciò a farsi largo tra gli ogre. Il primo ogre che si avvicinò a lui venne accolto con un micidiale colpo dall'alto verso il basso che gli fece quasi esplodere il cranio. Un altro ogre cercò di colpire Razmus al fianco con una rozza lancia di pietra, ma il gigante si voltò di scatto e tirò un colpo di maglio che frantumò il volto dell'attaccante e lo fece volare per diversi metri.

"Quello spaccare noi!" ululò un ogre dalle mura.

"Tirare! Tirare tuti!" ringhiò un altro di quei bestioni. Tre ogre presero le loro lance e le scagliarono contro il gigante delle colline, che era un bersaglio troppo grande per sfuggire loro. Razmus riuscì a deviare il primo giavellotto e a parare il secondo con il suo maglio, ma il terzo riuscì a colpirlo ad un fianco e ad aprirgli una dolorosa ferita. Gli ogre presero altri giavellotti per tentare di nuovo, ma questa volta non ebbero il tempo neanche di prendere la mira. Una freccia scagliata dall'arco incantato di Jakardros colpì in pieno petto uno degli ogre, che venne percorso da una violenta scarica elettrica prima di precipitare dalle mura. Un altro si ritrovò all'improvviso con una freccia di Yan piantata nella gola e fece la stessa fine del primo, mentre il terzo riuscì a scagliare il suo giavellotto, ma mancò il bersaglio di diversi passi... e Razmus lo ripagò prendendo una pietra dalla sua sacca e scagliandogliela contro con abbastanza potenza da scaraventarlo giù dalle mura.

"Bel colpo, amico!" esclamò Vale, mentre si metteva in guardia tenendo strette le sue asce da battaglia. "Ma credo che il bello debba ancora arrivare..."

"SPACCARE PICOLETI!" Un ululato di furia cieca annunciò l'arrivo di un altro gruppo di ogre che dava man forte a quello appena decimato. Brandendo clave e lance, i bestioni si gettarono alla carica come una mandria di bufali inferociti, senza tattica nè strategia. Yan, Jakardros e anche Nualia tirarono tutti assieme, e uno degli ogre cadde al suolo morente, ma ormai era chiaro che giungere al corpo a corpo sarebbe stato inevitabile.

Razmus si fece avanti, pronto a tenere a bada quell'orda di bestioni ululanti... ma il resto della squadra si affiancò a lui per dargli man forte.

"Combattiamo insieme, ragazzone!" esclamò Yan brandendo la sua spada incantata. "Abbiamo detto che dev'essere un lavoro di squadra, no?"

"Giusto! E poi, non vogliamo lasciare a te tutto il divertimento!" esclamò Vale. Il primo ogre lo raggiunse, cercando di spaccargli il cranio con un tremendo colpo di mazza... e Vale si scansò appena in tempo e sferrò un preciso colpo d'ascia che raggiunse il bruto al ginocchio destro. Azzoppato, l'ogre incespicò e crollò a terra con un ruggito di dolore, ma cercò immediatamente di rialzarsi e di afferrare Vale, solo per essere messo a tacere per sempre da un fendente alla gola. "Mirate alle ginocchia! E' il loro punto debole!"

"D'accordo!" Nualia pronunciò una parola nella lingua Celestiale, e la sua scimitarra venne avvolta da una fiammata magica, prima che la aasimar si affiancasse al suo amico d'infanzia, che già stava cercando di tenere a bada due ogre.  Il ragazzo riuscì ad evitare un colpo di clava da parte di un ogre e deviò la lancia del secondo con il suo scudo, per poi sferrare un fendente che ferì il secondo ogre al braccio destro e lo fece indietreggiare. Il primo ogre, un bestione dalla mascella sporgente e dal grugno porcino, cercò di schiacciarlo con la sua clava, ma la lama fiammeggiante di Nualia lo colpì ad un fianco e lo fece ringhiare di dolore.

"Nualia!" esclamò Yan con un sorriso compiaciuto. "Sono contento che stiamo combattendo insieme! Restiamo vicini, facciamo vedere a questi bruti come si combatte!"  

"Con piacere, Yan." rispose lei. Muovendosi con tutta l'agilità di cui era capace, Nualia agitò la scimitarra fiammeggiante davanti a sè in un ampio arco, e l'ogre che le stava davanti indietreggiò con un ringhio, ma riprese l'attacco e cercò di colpirla con la clava. "Sarenrae, sacro Fiore del Mattino, ti prego, assisti la tua umile servitrice e i suoi compagni in questa battaglia!"

"SPACCAREEEEE!" ringhiò l'ogre con la clava. La sua arma calò con violenza e mancò Nualia di pochissimo allorchè la aasimar si spostò di lato e completò il suo incantesimo. Tenui raggi di luce dorata scaturirono dal terreno e avvolsero Yan, Nualia e i loro compagni, che si sentirono di colpo più forti e decisi. Con uno scatto, Nualia coprì la distanza che la separava dall'ogre e sferrò un poderoso fendente che trafisse il ventre del bestione, che crollò in ginocchio con un gorgoglio atroce. Yan scattò di lato e riuscì a deviare un affondo della lancia dell'altro ogre, poi si chinò di colpo e sferrò un fendente al ginocchio sinistro dell'avversario, ferendolo gravemente e costringendolo a cadere in ginocchio. Furente e dolorante, l'ogre con la lancia incespicò e cercò di colpire Yan al collo con un altro affondo, sferrato con precisione e ferocia. Yan riuscì per un pelo ad evitare l'attacco, ma la punta affilata gli graffiò ugualmente il volto aprendogli un taglio sanguinante su una guancia.

Ma il ragazzo, per nulla intimorito, replicò con un fendente che fece saltare la lancia dalle mani del bruto, poi proseguì e colpì l'ogre con un devastante fendente dall'alto verso il basso. L'ogre urlò orrendamente e crollò al suolo, lacerato dalla spalla destra al fianco sinistro.

Jakardros, da parte sua, stava tempestando gli ogre di frecce elettrificate, e già tre di quei bruti giacevano senza vita sul campo di battaglia, finiti da frecce ben piazzate che avevano trafitto loro il cranio, gli occhi o la gola. Un quarto ogre, con già due frecce in corpo, riuscì a colmare la distanza e ringhiò mentre si apprestava a schiacciare Jakardros con la sua clava... ma il ranger, che si era già accorto del pericolo, schivò il colpo e scagliò una freccia nella gamba sinistra del bestione. L'ogre cadde su un ginocchio, ringhiando di dolore, e il puma Kibb gli saltò alla gola, mordendolo ferocemente alla giugulare.

"Sembra... che stiamo andando bene, per ora." affermò Yan mentre puliva la sua spada dal sangue dell'ogre appena ucciso e volgeva lo sguardo ai cancelli di Forte Rannick, nel cui cortile regnava il caos. "E i nostri compagni là dentro stanno facendo scintille, mi pare di capire..."

 

oooooooooo

 

"Hah! Avevo giusto bisogno di fare un po' di movimento, mi sentivo un po' arrugginita!" esclamò Reji, mentre schivava abilmente l'attacco di un ogre. Il bestione afferrò un barile e lo scaraventò contro la giovane monaca, ma quest'ultima si scansò abilmente e il proiettile andò a schiantarsi contro un muro vicino con un tremendo frastuono di legno frantumato. L'ogre cercò di attaccare Reji usando una grossa trave divelta come clava e la calò con violenza su di lei... ma la ragazzina riuscì a spiccare un abile balzo e atterrare sull'arma mentre questa era a terra. Mentre l'ogre guardava basito la sua avversaria illesa, quest'ultima corse lungo la trave e raggiunse la testa e il torace del bruto, tempestandoli di pugni.

Jolan, ben sapendo di non poter fare molto in un corpo a corpo contro degli ogre, sfruttava la sua velocità ed agilità per schivare gli attacchi e dare loro quanto più fastidio possibile. Il piccolo halfling scattava da un avversario all'altro, deconcentrandoli ed impedendo loro di prendere di mira Reji o Kaven, e usava i suoi pugnali per colpire le gambe e i piedi degli ogre, in modo da rallentarli ed azzopparli.

"Me spacca picoleto!" ringhiò un ogre armato di una grossa mannaia. "Adeso me ucide e pappa te!"

"Se riuscirai a prendermi. Cosa di cui dubito, ammasso di lardo!" esclamò Jolan. Schivò abilmente un colpo di mannaia del bestione e poi afferrò qualcosa dalla sua bisaccia - una boccia di vetro riempita di uno strano, denso liquido blu, che l'halfling scagliò sotto i piedi del bestione. L'ogre calpestò la boccetta e la mandò in frantumi, spargendo quello strano fluido blu tutt'attorno... e ringhiò rabbiosamente quando si rese conto che si trattava di colla alchemica, e che aveva attaccato a terra il suo enorme piede! Ringhiò nuovamente e tirò verso di sè nel frenetico tentativo di liberarsi, ma ormai la colla aveva fatto presa, e l'ogre non ruscì a muoversi in tempo prima che Kaven prendesse la mira e gli piantasse un coltello da lancio alla base del cranio con precisione letale. L'ogre crollò a terra morente, e i tre combattenti si riunirono e si prepararono ad affrontare altri due di quei bruti. Ma il forte era in preda al caos, e gli ogre si stavano facendo prendere dalla rabbia cieca ora che dovevano vedersela con tre minacce tutte nello stesso momento.

"Sembra... che il piano stia funzionando!" affermò Kaven. Aveva il tono di una persona che si era aspettata uno scontro massacrante, e che era contenta che invece tutto si stesse risolvendo con relativa facilità. "Meno male... il piano che avete architettato è stato davvero efficace!"

"Già... se non altro, mi sembra che ce la stiamo cavando bene!" esclamò Reji. Con uno spettacolare flic-flac all'indietro, evitò una grossa pietra che un ogre le aveva lanciato contro, poi mise un proiettile nella sua frombola, la fece girare un paio di volte sopra la testa, e scagliò il colpo, raggiungendo il bruto alla spalla destra. "Ma non abbassate la guardia, ho l'impressione che questo fossero soltanto gli scarti... e che dobbiamo ancora vedercela con gli ogre più tosti!"

"GRAAAAAH!" Un ringhio feroce raggiunse i timpani dei tre avventurieri, e Jolan trasalì con un'espressione di orrore quando lo stesso ogre con le mascelle di ferro apparve da un passaggio, brandendo la sua terrificante picca uncinata. Accompagnato da altri due di quei bruti, l'ogre comandante si fece largo tra ciò che rimaneva dei suoi scagnozzi e guardò il fumo nero che si levava dalla caserma in fiamme dall'altra parte del cortile.

"Accidenti, dovevo proprio aprire bocca..." affermò Reji mentre si metteva in guardia. Kaven rabbrividì e si piazzò a fianco di Reji, mentre Jolan puntava i suoi pugnali gemelli contro il bestione, che aprì la bocca di scatto, e poi la richiuse con un terrificante rumore metallico.

"Capo Harlok qui! Ora voi morti!" esclamò uno degli ogre superstiti con la gioia di un bambino sadico che brucia le formiche con una lente.

"Come osate uccidere miei ogre? Me vi mangiare vivi!" ringhiò l'ogre mutilato di nome Harlok. Senza altri indugi, il bestione caricò a testa bassa e sferrò un fendente micidiale con il suo uncino, mirando al fianco destro di Reji, che riuscì a reagire solo all'ultimo momento! La ragazzina non si era aspettata una simile velocità da quella montagna di carne e acciaio arrugginito, e la punta dell'uncino le aprì una dolorosa ferita al fianco. Jolan scattò in avanti, cercando di tenersi nel punto cieco di Harlok... ma quest'ultimo reagì con prontezza e sferrò un poderoso calcio che fece volare il malcapitato halfling e lo fece atterrare con uno schianto secco in mezzo ad ua catasta di legno.

"Jolan!" esclamò Reji mentre si tamponava la ferita al fianco. Harlok ghignò e scattò verso di lei, aprendo le sue orride fauci arrugginite nel tentativo di azzannarla alla gola. Ancora una volta, il bestione si mosse più rapidamente di quanto Reji si fosse aspettata, e la ragazzina riuscì a malapena ad evitare di fare una brutta fine. Si scansò all'ultimo momento, e il fiato pestilenziale dell'ogre deturpato la colpì in faccia come un pugno.

"Uuuugh! Come mai ti porti dietro quell'affare di ferro? Basterebbe il tuo alito ad ammazzare la gente!" esclamò Reji storcendo il naso. "Kaven! Tu vai a vedere di Jolan! Ci penso io a questo grosso stronzo!"

"Sì... sì, subito!" esclamò l'esploratore delle Frecce Nere, correndo in aiuto dell'halfling. Un ogre cercò di fermarlo, ma Kaven scansò il colpo e rispose con un fendente del suo stocco, ferendo il bestione ad una gamba mentre Reji si preparava a ricevere il successivo attacco di Harlok. Il mostruoso ogre deturpato si lanciò alla carica, agitando freneticamente il suo uncino da battaglia, ma Reji riuscì a saltare via prima che la temibile arma le portasse via un braccio o una gamba. Reji eseguì una spazzata con la gamba sinistra, cercando di far cadere Harlok con un colpo al ginocchio... ma quest'ultimo si rivelò più scaltro degli altri ogre e riuscì a saltare al momento giusto per evitare il colpo. Poi, Harlok sferrò un mortale fendente con il suo uncino, e Reji riuscì a scansarsi appena in tempo. La punta acuminata le aprì uno strappo nella manica, ma per fortuna risparmiò la carne.

"Ugh... questo è un duro! Altra classe rispetto a quegli ammassi di carne!" commentò la monaca, mentre con uno scatto si sottraeva ad un morso vorace. Ancora una volta, la tagliola in acciaio che aveva al posto dei denti si chiuse poco lontano dalla sua testa con un orrendo clangore metallico, e Harlok riprese l'attacco con brutale determinazione.

"Tu bona! Me vuole mangiare te!" ringhiò Harlok. Tirò indietro il suo uncino e cercò di attaccare di nuovo, mirando alla gola di Reji...

 

ooooooooo

 

Shalelu stava scoccando una freccia dopo l'altra, coprendo Eli e Misia mentre queste ultime facevano del loro meglio per tempestare gli ogre di incantesimi d'attacco. Un Raggio Rovente scagliato da Eli colpì un ogre alla fronte e trapassò la testa da parte a parte, riducendo gran parte del cranio in cenere.

Misia scagliò un altro incantesimo e creò una sorta di giavellotto di luce nella sua mano, per poi scagliarlo con precisione contro l'ogre più vicino, che stava cercando di bersagliarla con una grossa pietra. Il giavellotto luminoso trafisse l'ogre, non provocando alcun danno fisico, ma infliggendogli un dolore feroce e facendolo cadere a terra in preda alle convulsioni. Misia si scansò a sua volta per evitare la pietra... ma non riuscì a scansarsi del tutto, e il proiettile la prese di striscio alla spalla sinistra e le strappò un breve grido di dolore e sorpresa.

Una freccia di Shalelu pose fine alla minaccia costituita dall'ogre, che emise un verso strozzato e cadde a terra agonizzante quando l'elfa cacciatrice gli sparò una freccia nel collo... ed Eli, vedendo che non c'era più il rischio di colpire le sue compagne, e che gli ogre si erano avvicinati abbastanza l'uno all'altro, alzò la sua lancia e cominciò ad intonare una formula magica.

"Che la potenza del fulmine venga a me! Che la forza del cielo scorre nel mio corpo e abbatta il mio nemico! Fulmine Magico!"

Con un assordante sfrigolio elettrico, una diropente scarica elettrica scaturì dalla lancia di Eli e attraversò il cortile e ben tre ogre che si erano piazzati l'uno dietro l'altro. I mostri ringhiarono in preda al dolore quando la scarica elettrica percorse i loro corpi, bruciandoli e facendo ribollire loro il sangue. Quando la scarica cessò, i tre bestioni crollarono a terra e si scossero convulsamente ancora per un paio di secondi prima che si immobilizzassero per sempre.

Davanti a quella dimostrazione di potere magico, i pochi ogre superstiti trasalirono e vennero colti dal panico, dandosi ad una fuga a rotta di collo verso l'interno del forte!

"Me scapa! Picoleta ha magia!"

"Me no vole che muore!" 

"Lei no giusta!"

"Magia cativa! Fare male me!"

Gli ogre superstiti fuggirono in preda al panico e alla confusione, incespicando e cozzando gli uni contro gli altri nel tentativo di salvarsi... e dall'esterno di Forte Rannick, altri ogre arrivavano di corsa, costretti ad una fuga precipitosa dopo essere stati sconfitti e ricacciati indietro da Yan, Razmus e i loro compagni... che ora stavano facendo irruzione dal cancello principale di Forte Rannick. La vista del possente gigante delle colline che entrava di colpo nel cortile della fortezza fece perdere quel po' di coraggio che era rimasto agli ogre ancora vivi, che fuggirono verso gli angoli del cortile nella speranza che Razmus li ignorasse.

Il gigante delle colline, da parte sua, entrò nel forte con tutta calma, per nulla interessato a finire chi non voleva più combattere. "Ce l'abbiamo fatta. Ed è stata un'ottima strategia quella che avete suggerito. Abbiamo eliminato o messo in fuga gran parte degli ogre."

"Yan! Ragazzi, ci siete!" esclamò Misia. "Vedo che siete riusciti a sistemare tutti quegli ogre!"

"Eccoci qui! Pare che la tattica abbia funzionato, almeno per ora!" affermò Yan. Jakardros scagliò due frecce in rapida successione contro un ogre, colpendolo prima alla gamba destra e poi alla testa. Kibb stava trattenendo a terra un altro ogre morente, mentre Vale, Yan e Nualia, un po' ammaccati ma in buone condizioni, varcavano i cancelli del forte.

"Heh... devo dire che fa un certo effetto." affermò Vale. Il guerriero dalla pelle scura si guardò attorno tenendo ben salde le asce, ancora grondanti del sangue degli ogre abbattuti. "Voglio dire, stiamo praticamente prendendo d'assalto il nostro stesso quartier generale."

Il cortile era pieno di ogre morti o in fin di vita... ma da qualche altra parte provenivano ancora suoni di battaglia. "Fin qui tutto bene, ma c'è ancora qualcuno che sta combattendo, da quelle parti." affermò Eli, indicando l'ala opposta del cortile. "Forse Reji, Jolan e Kaven si sono imbattuti in qualcuno di più tosto!"

"Presto, andiamo a vedere!" esclamò Nualia. La aasimar si massaggiò un braccio indolenzito e fece un cenno di intesa a Yan quando quest'ultimo andò ad assicurarsi che stesse bene. Poi, i due amici d'infanzia si affrettarono per primi versi quell'ala di Forte Rannick...

Dove un combattimento era ancora in corso. Reji, Jolan e Kaven stavano affrontando un terrificante ogre con una specie di tagliola di ferro arrugginito al posto dei denti, che si stava rivelando un avversario di tutto rispetto. Con un ringhio, Harlok cercò di piantare il suo uncino nella testa della monaca, che riuscì per un pelo ad evitarlo rimediando però una ferita sul trapezio. Reji strinse i denti per l'improvviso dolore, ed indietreggiò, piazzandosi davanti a Jolan.

"Ora me uccide te!" ringhiò Harlok con una risata demente. Afferrò il suo uncino con entrambe le mani e sferrò un colpo micidiale diretto al torace di Reji... ma la ragazzina fece una capriola all'indietro e schivò il colpo, mentre Jolan scattava in avanti e si dirigeva proprio verso Reji, che voltò leggermente la testa verso di lui e abbassò le braccia...

Facendo da scaletta, Reji permise a Jolan di salirle sulla schiena e da lì sulle spalle, e si alzò di colpo per aiutare la guida halfling a spiccare un balzo verso il suo bersaglio. Harlok sgranò gli occhi incredulo e si scansò rapidamente, ma non riuscì ad evitare del tutto Jolan, che sferò un fendente con uno dei suoi pgnali, piantandolo nel fianco dell'ogre. Harlok ringhiò per il dolore e Jolan piantò l'altro suo pugnale nella pelle simile a cuoio del gigante, che si agitò e ringhiò ferocemente mentre cercava di togliersi di dosso quel maledetto ospite sgradito.

"RAAAAARGH!" ruggì Harlok. "Venire qui, codardo!"

"Grazie, non credo che sia nel mio interesse!" ribattè prontamente Jolan. Con uno scatto, l'halfling usò i suoi pugnali per arrampicarsi letteralmente sul suo brutale avversario, che ululò per il dolore e la frustrazione, e cominciò a darsi delle tremende manate sul corpo.

"UAAAAAAAH! ME UCCIDE TE! ME MASTICA CARNE E STRAPPA BUDELA!"

"Voi ogre avreste davvero bisogno di darvi una calmata e farvi un tè!" esclamò Jolan. Con una serie di agili movimenti, Jolan raggiunse le spalle dell'ogre e gli piantò un pugnale nel collo, facendolo contorcere per il dolore. Sanguinante e in preda alla frenesia, Harlok cercò di scrollarsi di dosso Jolan, lanciando una serie di ululati spaventosi. "Okay, eccolo qui! Adesso lo finisco!"

Jolan estrasse i suoi pugnali dalla pelle coriacea di Harlok, solo per poi piantarglieli negli occhi. Il bestione ruggì in preda all'agonia e annaspò in un disperato tentativo di afferrare Jolan e stritolarlo, ma ormai il suo destino era segnato. Dopo aver barcollato e agitato le braccia per più tempo di quanto avrebbe potuto fare qualsiasi essere umano, Harlok emise un ultimo grugnito e si schiantò a terra con un tonfo assordante, sussultò ancora un paio di volte, e infine giacque immobile, mentre Jolan atterrava con una elegante capriola.

"Bel colpo, Jolan!" esclamò Reji. "Certo, non era un bel modo di morire per quell'ogre... ma in fondo, non siamo qui per fare amicizia con loro."

Jolan ripulì i pugnali dal sangue e dagl umori che li insozzavano, e li rinfoderò. "Perfetto. Ora mi sembra che non ci siano più nemici, da queste parti." disse l'halfling, lo sguardo fisso verso il fumo nero che si levava dalla caserma in fiamme. Un tenue odore di carne bruciata aleggiava attorno al luogo, segno che gli ogre avevano già fatto una brutta fine. "Raggiungiamo gli altri... Kaven, qui abbiamo finito, dobbiamo andare a..."

"Un momento! Dov'è finito Kaven?" esclamò Reji, improvvisamente allarmata. Il terzo membro superstite delle Frecce Nere era scomparso, come se avesse improvvisamente messo le ali e fosse volato via! Erano sicuri che un attimo prima li stesse aiutando a tenere a bada gli ogre... ma adesso non lo vedevano più da nessuna parte. "Kaven! Signor Kaven, ci sentite? Dove... dove siete? Non vi vediamo più!"

"Reji!" esclamò la voce di Yan. La ragazzina Tian si voltò verso il suo migliore amico, che stava arrivando di corsa dal cancello di entrata di Forte Rannick, accompagnato dal resto del gruppo, Razmus e dalle altre due Frecce Nere. Per fortuna, la tattica d'attacco si era rivelata efficace, e nessuno di loro dava l'impressione di essere ferito gravemente. "Reji, abbiamo sentito che c'era un po' di trambusto dalle vostre parti! Che succede? State tutti bene?"

"Yan! Ragazzi, ce l'avete fatta!" esclamò soddisfatta Reji. Ma la sua contentezza si trasformò ben presto in ansia quando guardò nel punto in cui aveva visto Kaven per l'ultima volta. "Noi... noi stiamo bene, direi. Ma il signor Kaven... non lo vedo più! E' come scomparso!"

"Cosa?" esclamò preoccupato Jakardros. Ma l'esperto ranger non restò fermo a lungo, e si mise immediatamente a cercare tracce del suo compagno. Non poteva essere andato troppo lontano. "Okay, era qui che lo avete visto per l'ultima volta, vero? Ho l'impressione che quei dannati ogre lo abbiano semplicemente sollevato di peso e se lo siano portato dentro... per qualche motivo. Vedo che quei dannati si sono allontanati verso un altro passaggio!"

Razmus guardò con evidente preoccupazione nel punto in cui Jakardros stava indicando. "Lo hanno preso vivo? Allora... dobbiamo andare a salvarlo quanto prima. Immagino che sappiate cosa fanno gli ogre ai loro prigionieri..."

L'idea di quello che quei bruti senza cervello facevano a chi aveva la sfortuna di essere preso vivo da loro fece rabbrividire Eli e Yan. "Non lascerei neanche il mio peggior nemico nelle loro mani." esclamò il ragazzo. "Presto, ragazzi! Dobbiamo seguire quegli ogre e salvare il signor Kaven!"

"Aspetta! Non correre troppo!" Eli estese un braccio, in modo da dire a Yan di non farsi prendere la mano. "Capisco che sei preoccupato, e anch'io lo sono... ma anche se abbiamo fatto a pezzi un bel po' di ogre, non possiamo abbassare la guardia e caricare a testa bassa. Se ci facessimo catturare da quei mostri... ti ricordo che finora abbiamo affrontato solo la carne da macello."

"In realtà, penso che quello a cui ho fatto due buchetti negli occhi fosse uno dei pezzi grossi degli ogre." rispose Jolan, giusto per voler essere preciso. "Ma avete ragione, non è il caso di farsi catturare vivi da quei bruti. Come facciamo, Eli?"

Eli diede una rapida occhiata a Forte Rannick. Era una struttura piuttosto grande, ma con un gruppo così nutrito su cui potevano contare, non sarebbe stato troppo difficile passarlo tutto in rassegna. Detto questo, aveva bisogno di sapere dove cominciare a cercare. "Hmm... Signor Jakardros, lei ha per caso idea di dove quegli ogre possono aver portato Kaven? C'è qualche luogo nel forte che è particolarmente adatto per tenere prigionieri?"

"Ce ne sono diversi, in realtà." affermò l'attuale leader delle Frecce Nere. "Ma sicuramente il luogo più adatto è il sotterraneo. E' lì che si trovano le celle adibite a tenere prigionieri. Se vogliono portare Kaven da qualche parte, allora quello è il posto migliore."

"Allora andremo direttamente lì... e speriamo di essere ancora in tempo a salvare Kaven!" esclamò Misia. "Mi sembra giusto così, no?"

"Così sembrerebbe..." disse Reji tra sè. "Ma... non so, io non riesco a togliermi dalla testa che finora l'attacco a Forte Rannick è stato... un po' troppo facile."

"Ehm... piccolo problema." azzardò Razmus.

Eli alzò gli occhi al cielo. Cos'altro c'era di cui dovevano preoccuparsi? "Ugh... qual è il problema, Razmus?" chiese, con palpabile impazienza.

Il gigante delle colline sospitò e indicò l'edificio principale di Forte Rannick. "Ecco... io non ci passo, là sotto." disse, riferendosi alla doppia porta di legno massiccio che dava ingresso all'interno di Forte Rannick.

Stupiti, i membri del gruppo di avventurieri guardarono verso il punto che il possente mercenario stava indicando... e si resero conto che, in effetti, il portone di ingresso era stato costruito per creature di taglia umana, e non per un gigante delle colline di quasi quattro metri!

"Ecco... devo dire che Razmus ha ragione." commentò Misia, sentendosi piuttosto stupida.

 

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"TU SAPEVA! PERCHE' TU NON AVVERTITO?"

La lamia matriarca Lucrecia restò fastidiosamente calma e distaccata mentre Jaagrath Kreeg, il patriarca della tribù di ogre che aveva conquistato Forte Rannick, le ringhiava letteralmente in faccia. Come sua sorella Xanesha, Lucrecia era una creatura dall'aspetto impressionante, con la metà superiore di una donna bellissima, con i capelli rossi che scendevano elegantemente lungo le spalle, i lineamenti affilati e gli occhi verdi e penetranti, fin troppo luccicanti per essere naturali. Indossava un elegante corsetto verde con sopra una veste purpurea, ma dalla vita in giù il suo corpo diventava quello di un enorme serpente dalle squame rosse, con complessi motivi gialli e neri sul dorso. Del tutto indifferente alla collera dell'ogre patriarca, Lucrecia prese un calice di vino bianco dal tavolo accanto a lei, e lo sorseggiò come niente fosse.

"Perchè, mio caro Jaagrath, non era necessario." rispose semplicemente, mentre restituiva un'espressione indifferente al suo interlocutore - un terrificante ogre alto quasi tre metri, con le braccia grosse come le spire di un pitone ed altrettanto muscolose, la pelle color ocra e i capelli neri, unti e lunghi fino alla vita. Un paio di corte corna ossee fuoriuscivano dal suo cranio, e i suoi occhi erano rossi e privi di pupille, incavati in un volto da incubo con una barba incolta e la bocca piena di denti aguzzi, luridi ed irregolari. Non indossava altro che un perizoma rosso e un paio di bracciali di ferro grezzamente forgiati, e reggeva tra le mani un enorme gancio acuminato, sulla cui lama incurvata erano incisi dei simboli nell'antica lingua Thassiloniana. 

"Come fai a dire che non necessario?" ringhiò il capo degli ogre, pestando un piede a terra in un vano tentativo di spaventare la lamia matriarca. Benchè non parlasse ancora con troppa padronanza del linguaggio, Jaagrath dava l'impressione di essere molto più sveglio e di saper parlare meglio degli altri ogre. "Loro ucciso molti dei miei ogre! Più di metà! Cosa succede ora a mia tribù?"

"Quando avremo eliminato questi intriganti e il sommo Mokmurian avrà raggiunto il suo scopo, Varisia sarà sotto il nostro completo controllo, e potrai ricostruire la tua tribù. Sarà forte come e anche più di prima." spiegò Lucrecia. "Ma la morte dei tuoi ogre era necessaria. Il sommo Mokmurian ha bisogno delle loro anime per la parte decisiva del nostro piano. Pensa che si sono sacrificati per il bene della tribù."

Jaagrath ringhiò come un cane inferocito, non convinto dalle argomentazioni della lamia matriarca. "Tu dici questo, ma in realtà vuoi sbarazzare te di noi, vero?" esclamò. "Dire me perchè me non deve ora masticare tue carni e schiacciare tua testa!"

Questa minaccia fece finalmente rompere gli indugi a Lucrecia. La sua espressione spocchiosa si fece di colpo fredda e decisa, e Lucrecia allungò una mano verso il patriarca degli ogre e gli afferrò un fianco. Immediatamente, la mano di Lucrecia divenne rovente come un marchio da bestiame, e Jaagrath lanciò un ruggito di dolore quando le fiamme soprannaturali gli bruciarono la pelle. Con un grugnito, Jaagrath si ritirò zoppicando e soffiando sul punto ustionato per tentare di lenire il dolore.

"Ti devo ricordare chi è che comanda qui?" affermò lapidaria. "Il sommo Mokmurian e la divina Ceoptra hanno affidato a me il comando delle operazioni a Forte Rannick, tutto per la gloria del nostro signore! Non la prenderebbero bene se sapessero che tu ti sei ribellato ai loro ordini, e ricorda che hai accettato di tua volontà di sottometterti al sommo Mokmurian!"

Jaagrath rabbrividì e lanciò un altro grugnito. Solo perchè quel dannato Barl Spaccaossa aveva ucciso il precedente patriarca, e lui non voleva fare la stessa fine di quell'insensato... Ma in effetti, non sarebbe stata una buona idea ribellarsi in quel momento. Forse avrebbe potuto sistemare Lucrecia, ma non certo Barl. E Jaagrath non ci teneva a ficcarsi in una battaglia che sapeva di non poter vincere - era diventato uno degli ogre più temuti del Monte Uncino proprio perchè era uno dei pochi ogre capaci di afferrare il concetto di 'non provocare chi può schiacciarti come uno scarafaggio'.

"Ugh... Me capito... Che fare noi ora? Gente piccola è venuta qui ed invade nostro forte! Noi cosa fare?" esclamò Jaagrath.

Lucrecia gli mostrò di nuovo quel suo inquietante sorriso, e per un attimo Jaagrath potè giurare che le pupille della lamia matriarca erano diventare verdi ed ellittiche. "Fa anche questo parte del piano. Dopo un inizio così brillante e dopo che hanno eliminato Harlok e tutti quegli ogre, inizieranno ad abbassare la guardia, saranno più imprudenti e si addentreranno nel nostro fortino, senza pensare ai pericoli che corrono... e sarà allora che li intrappoleremo, e voi Kreeg li assalirete e li farete a pezzi!"

"Sì, ma... c'è anche gigante con loro!" protestò Jaagrath. "Noi come facciamo con gigante?"

"Non ti preoccupare, non credo proprio che sarà in grado di entrare qua dentro." affermò la lamia. "Intanto pensiamo a quegli avventurieri e ai superstiti delle Frecce Nere, e poi... se non se ne andrà da solo, il resto di voi Kreeg potrà fare di lui carne da macello! Oh, ma guarda un po' che sorpresa! Stanno arrivando un po' di ospiti, vedo! E portano con loro una sorpresa!"

Una serie di passi pesanti riecheggiò nel corridoio che conduceva alla stanza, e da esso arrivò una corpulenta femmina di ogre dal corpo piriforme, coperta da un vestito di pelliccia mal conciato, che in effetti era poco più che la pelliccia di un orso bruno che era stata scuoiata, rappezzata senza un minimo di arte e avvolta attorno alla creatura in modo da preservare un minimo la sua dignità. I capelli della ogre erano castani e annodati, e il suo sguardo vacuo e idiota.

Ma Jaagrath non stava prestando attenzione a lei... bensì alla figura umana che la femmina di ogre recava con sè, tenendola sotto il braccio sinistro come se fosse stata un cagnolino o un gattino. Con una risatina demente, la femmina di ogre gettò a terra l'individuo... un giovanotto dai capelli castano-rossicci e dall'espressione intimorita.

"Ah. Giocattolino di Lady Lucrecia è tornato." grugnì Jaagrath con palpabile sarcasmo. "Allora, fatto bel lavoretto? Portato qui tutti avventurieri!"

Kaven Windstrike scosse la testa per schiarirsela, e alzò la testa verso il capo degli ogre guardandolo con timore reverenziale. "Ah... ecco... ci sono stati degli imprevisti, signor Jaagrath..." affermò con una risatina nervosa. "Io... io e la squadra a cui sono stato assegnato... siamo stati aggrediti da quei Graul... e ci siamo salvati solo io... un mio compagno e un mio superiore... è per questo che non mi sono fatto sentire!"

"Me può pappare lui ora?" chiese la femmina di ogre con la bava alla bocca.

Jaagrath pestò un piede a terra, facendo rabbrividire la gigantessa. "No, Dorella! Quante volte io deve dire? Lui è di Lady Lucrecia, no per pappa!" ringhiò. Gettò uno sguardo obliquo a Kaven, che ringraziò con un sorriso nervoso e si avvicinò a Lucrecia. Con un sorriso soddisfatto, la lamia matriarca accarezzò il volto dell'uomo, strisciandogli leggermente una guancia con un'unghia.

"Aaaah, bentornato, mio caro!" affermò la crudele lamia. "Mi spiace per questo... disdicevole imprevisto. Quei buzzurri dei Graul hanno voluto strafare, e adesso stanno ingrassando i vermi. Non mancheranno a nessuno, stai tranquillo."

"Mi... mi fa piacere sentirlo, amore mio." affermò Kaven, avvicinandosi a Lucrecia con l'espressione di un cane pronto a tutto pur di soddisfare il padrone. "Ho... ho portato qui tutti quegli avventurieri che hanno ucciso tua sorella e hanno spazzato via i Graul. Non hanno... mai sospettato di me."

Lucrecia sfoderò un ghigno mellifluo e sollevò delicatamente il mento di Kaven, in modo da guardarlo dritto negli occhi. Il suo ghigno si trasformò in un sorriso apparentemente gentile, e la lamia afferrò le labbra di Kaven in un bacio predatorio, nel quale il ranger delle Frecce Nere si lasciò andare. Dopo qualche secondo, abbastanza da stuzzicare la sua preda ma non abbastanza da soddisfarla, Lucrecia si staccò e guardò negli occhi Kaven, che continuava a fissarla adorante.

"Bravo, mio adorato Kaven." sussurrò Lucrecia. "Sapevo che potevo fidarmi di te. I nostri Kreeg non sarebbero mai riusciti a prendere Forte Rannick se non fosse stato per la tua collaborazione e tutti i dettagli che ci hai procurato. Ci hai detto esattamente dove attaccare e quando il forte era più sguarnito. Questo favorirà parecchio i nostri piani."

"Per te... questo ed altro, amore mio!" rispose Kaven, quasi trasognato. "Tu mi hai dato la libertà che volevo... quando tutti volevano sottrarmela! E io per questo ti sarò fedele per sempre!"

"Certo. Io sola ti posso capire. Io sola comprendo il tuo desiderio di libertà, e non posso tollerare che tutti attorno a te vogliano impedirti di vivere come preferisci. Ma..." continuò Lucrecia, facendo sobbalzare il ranger traditore. C'era qualcosa che si era dimenticato? Un particolare nei suoi piani che a lui era sfuggito?

"Ma... cosa, mia cara?" chiese Kaven, fremente. "Dimmi... dimmi tutto, ti prego!"

Lucrecia e Jaagrath si scambiarono uno sguardo di intesa, e il mostruoso ogre ghignò mentre passava un dito sul piatto del suo uncino. "Manca ancora un piccolo particolare. E dopo, sia Forte Rannick che Turtleback Ferry saranno nostri. Dobbiamo eliminare quel gruppo di avventurieri. Compresa la aasimar. Adesso sono diventati un problema, e la somma Ceoptra non vuole che ci mettano nuovamente i bastoni tra le ruote. Tra l'altro..." la lamia ghignò sinistramente. "Hanno ucciso la mia sorellina, e anche se dovrei ringraziarli per avermi tolto di mezzo una concorrente così formidabile, credo che mi convenga di più ucciderli e portare le loro teste alla somma Ceoptra e al potente Mokmurian. Ci daranno sicuramente una bella ricompensa, non trovi? E anche quei tuoi compagni sopravvissuti, che ne dici?"

Senza esitazione, Kaven disse di sì con la testa. "Certo... Certo, amore mio!" ribattè. "Non sbaglierò... se... se i Kreeg mi danno una mano, sono sicuro che non si salverà nemmeno uno di quei ficcanaso!"       

     

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CONTINUA...

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