I biscotti della discordia

di Maranuska
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sugar&Beyond ***
Capitolo 2: *** Cozy Cafè ***



Capitolo 1
*** Sugar&Beyond ***


Il telefono suonava senza sosta nella pasticceria “Sugar & Beyond” durante la sua prima settimana di lavoro a pieno regime dopo il tragico incidente dell’esplosione del vecchio forno. Ada, la pasticcera capo nonché titolare, sorrideva felicissima mentre porgeva i dolci ai clienti accompagnando il gesto da un “venga a trovarci di nuovo!” Nonostante le occhiaie e le centinaia di biscotti da infornare, era felice di essere di nuovo nel posto della sua infanzia. Quel negozio l’aveva costruito il suo trisnonno, abile pasticcere inventore dei biscotti doppi con ripieno di crema di mele, cannella e cioccolato bianco. Un successone prima ed anche ora. La riapertura fu faticosa, ma questi biscotti divennero ancora più popolari tanto da diventare il simbolo del negozio.
               Dato che lo scoppio del forno causò dei morti, quel giovedì Ada sarebbe dovuta andare dall’avvocato Ed Zilmann che si era occupato del caso. Al momento del disastro c’erano lei, che riportò solo delle leggere ustioni sulle braccia, l’addetto della manutenzione degli elettrodomestici e suo padre. Entrambi morirono sul colpo a causa delle innumerevoli bruciature che riportarono. Il lutto era stato lungo, faticoso e sentito da tutta la città, talmente tanto che diverse aziende si occuparono di ristrutturare gratuitamente l’edificio e regalare le attrezzature necessarie. Per questo, durante i primi giorni di riapertura, Ada si sentì in dovere di offrire confezioni da sei dei loro biscotti a chiunque li volesse. “Questo è stato un passo azzardato, Ada” le aveva detto Zilmann non appena si accomodarono alla robusta scrivania di mogano scuro. “Lo so Ed, ma cosa avrei dovuto fare? La città mi ha praticamente regalato il negozio di mia proprietà! Qualche chilo di farina non peserà così tanto sulle mie spalle”
Edward Zilmann sospirò “ragionamento che avrebbe fatto anche tuo padre. Ada, nonostante questo, sono contento che Sugar & Beyond abbia riaperto i battenti. Fra poco Kia farà il compleanno e mi serve assolutamente il tuo aiuto! Vuole una di quelle torte a tre piani con tutti i personaggi Disney..” rise pensando a sua figlia che, nonostante avesse appena quattro anni, pretendeva da lui cose sempre più sfarzose.
“Tranquillo Ed, ci pensiamo noi.” Si scambiarono un cenno come per sugellare un patto solenne.
“Ada, parliamo dell’incendio. Come ben sai la polizia pensava fosse colposo ed oggi è arrivata la conferma. Chi pensi possa aver fatto un danno del genere? Se ti viene qualsiasi nome in mente parla, dobbiamo fare giustizia.”
Lei si mise una mano sul volto e sospirò. Era stanca della situazione e, dato che tutta la città aveva contribuito nell’aiutarla, non sapeva proprio chi poteva essere stato. “Ed, ci ho pensato e ripensato da quella sera… non so chi possa mai fare un simile gesto. È vero, abbiamo dei concorrenti molto agguerriti, ma non voglio pensare che qualcuno possa arrivare a tanto.”
Ed passò le fotografie del disastro ad Ada più un modulo da compilare per l’assicuratore che si era occupato del caso. “D’accordo, allora nel frattempo descrivi qui il momento dell’incidente. Le foto, seppur dolorose, ti aiuteranno a ricordare meglio.”
Prese un respiro profondo e frugò nella borsa in cerca degli occhiali. Sfiorò il telefono e sentì che vibrava. Era sua madre che la tempestava di messaggi, ansiosa che anche alla figlia fosse successo qualcosa se non rispondeva nei trenta secondi successivi. In uno avvertiva che avrebbe chiamato la polizia e denunciato la sua scomparsa. Ed erano già passati due minuti. Probabilmente aveva già appeso i manifesti di ricerca. Compose il numero e dopo il primo squillo sentì la voce preoccupata della madre.
“Dove diavolo sei finita!?? Ti rendi conto che sto provando a cercarti da tre ore? Dove sei? Stai bene? Sei ferita?”
“Mamma! Mamma, ascoltami! Sto bene, sono da Ed per parlare dell’incendio. Non ricordi?”
Un silenzio sospettoso fece preoccupare Ada. La madre, Vic, non stava mai zitta. Una risata isterica rispose alle sue preghiere. “Scusa, cara! Non ricordavo proprio. Però tu mi fai sempre preoccupare! Ti aspetto in negozio, a dopo.”
Riagganciò subito, senza darle il tempo di rispondere. Sospirò e notò che Ed sorrideva sotto i baffi, trattenendosi dal riderle in faccia. “Fai pure, tanto devo correre da lei prima che riparta con i messaggi a raffica. Porto questo con me, te lo ridarò il prima possibile promesso.”
Si alzò e l’avvocato la precedette per aprile la porta. “Fai pure con calma, è una pura formalità. Salutami Vic, e dille che la prossima volta le manderò un messaggio per ricordarle i nostri appuntamenti.”
“Molto premuroso Ed, grazie.” Fece un cenno alla segretaria e si diresse verso l’ascensore, pronta per sorbirsi dieci minuti di apprensione della madre.
~

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Capitolo 2
*** Cozy Cafè ***


Ben si affacciò dalla finestra del locale proprio nel momento in cui iniziava una zuffa fra due gatti randagi. Con una brioche di pasta frolla in mano ed un caffè nell’altra, iniziò a godersi la scena facendo il tifo per il gatto arancione, che gli ricordava un po’ una ragazza dai capelli ramati molto guerrigliera. Scattò una foto ai due che, con l’arrivo di un gattino arancione e nero, cessarono la lite giusto in tempo per la fine della sua breve pausa. Il timer del forno lo chiamava, annunciando la fine dell’infornata di torte di mele, che dei clienti al bancone aspettavano con impazienza. Una volta serviti i due turisti dal curioso abbigliamento con cappellino NY, sistemò la vetrina degli sconti con i dolci del mattino. “Benvenuti! Accomodatevi dove preferite, arrivo subito!” disse all’udire il suono della campanella attaccata alla porta. “Tranquillo Ben, prendo solo un thè da portare via.” La voce della conosciutissima chioma ramata gli fece alzare la testa. “Ada! Come mai da queste parti?” chiese all’amica di vecchia data mentre preparava il bollitore del thè. “Quando c’è di mezzo Vic, ho sempre bisogno di un tuo thè esotico per riprendermi!” sorrise. Effettivamente il bar della famiglia di Ben era sempre stato luogo di conforto per entrambi. Al contrario della pasticceria di Ada dove regnava sempre il caos, il Cozy Cafè era luogo di ristoro, lavoro e relax. Di lì passavano studenti in preda a crisi d’ansia da esami, lavoratori con un capo stronzo e coppiette felici. Gente dalle mille sfaccettature, ma tutte con una cosa in comune: il caffè dalla miscela speciale, o i thè d’Oriente. Marchi di fabbrica che gli conferirono il titolo di miglior bar del la città, ma al secondo posto come pasticceria. Gli inventori dei super biscotti erano, ovviamente, al primo posto. “Quale mostro ha inventato stavolta la zia Vic?” zia per così dire; le famiglie erano in rapporti d’amicizia dall’epoca dei trisnonni, e così è stato fino alla generazione di Ada e Ben. “Ormai è piena di paranoie. Se prima della morte di papà giudicava tutti come mostri approfittatori, ora vede nemici anche nei sassi!” sospirò per la stanchezza e per raffreddare il thè verde proveniente dal Giappone. “Ora è convinta che qualcuno molto vicino a noi possa aver causato l’incendio. Pensa che ha fatto anche il tuo nome, Ben!” Il ragazzo si irrigidì leggermente, ma si accorse che Ada non aveva prestato attenzione a questa sua reazione e perciò fece finta di dare una pulita sul bancone, cercando di rimanere il più calmo possibile. “Assurdo, non farei mai una cosa del genere. Dovresti portare Vic da qualcuno, secondo me ha bisogno solo di sfogarsi un po’. In fondo, il periodo non è stato dei più gioiosi per voi, è comprensibile sia in questo stato d’animo confuso.” “Mh-mh… forse hai ragione. Ma conosci il motto della nostra famiglia: “i panni sporchi vanno lavati in famiglia”. Ma per estremi casi, estremi rimedi..” bevve un lungo sorso di thè dalla sua tazza take away e sorrise all’amico. “Grazie, mi sai sempre risollevare il morale. Ora vado, ma dobbiamo organizzare una partita a Jumanji il prima possibile!” fece un grande gesto di saluto con la mano attraversando la sala semi vuota, ed uscì dalla porta. Ben ricambiò con un sorriso e, non appena la vide ormai lontana, sospirò e si accorse di avere il cuore che batteva all’impazzata. Corse nel retro del negozio, accasciandosi contro una parete e maledicendo il giorno in cui ebbe l’idea di sabotare il negozio della sua amica d’infanzia. E della donna che amava.

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