Il ritorno di Adam

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ritorno di Adam ***
Capitolo 2: *** Adam parla con Sam e Dean ***
Capitolo 3: *** Le ali di Castiel ***
Capitolo 4: *** Il tentativo di fuga di Dean ***
Capitolo 5: *** Raccontami una favola, Dean ***
Capitolo 6: *** Dean e Sam - voglio guardarti mentre mi baci ***
Capitolo 7: *** Dean da un bacio a Sam in cucina, davanti Bobby, Adam, Castiel ***
Capitolo 8: *** Come Cas e Bobby sono venuti a sapere di Dean e Sam ***
Capitolo 9: *** Adam, i tuoi baci sono da favola ***
Capitolo 10: *** Un amore splendente a quattro ***
Capitolo 11: *** L'amore fraterno di Gabriel e Cas ***
Capitolo 12: *** Il canto del diavolo ***
Capitolo 13: *** Sam e Adam fuori dalla gabbia ma...non sono gli unici! ***
Capitolo 14: *** Un Lucifero nuovo ***
Capitolo 15: *** Chuck e Lucifero ***
Capitolo 16: *** Quello che io scrivo ***
Capitolo 17: *** Ditemi che sarà un bambino buono! ***
Capitolo 18: *** L'aiuto di Crowley ***
Capitolo 19: *** Il ritorno di Kelly ***
Capitolo 20: *** Crowley è affascinante ***
Capitolo 21: *** Bobby e Crowley risolveranno un caso da soli ***
Capitolo 22: *** Weekend da Bobby: L'okami ***
Capitolo 23: *** Nonno Samuel ***
Capitolo 24: *** Il verme - 6 x 16 ***
Capitolo 25: *** Gabriel accudisce il piccolo Jack ***
Capitolo 26: *** Bobby e Crowley in scozia ***
Capitolo 27: *** La trappola ***
Capitolo 28: *** Crowley e Bobby e la fine del viaggio ***
Capitolo 29: *** Castiel e Crowley alleati ***
Capitolo 30: *** La morte di nonno Samuel e il bacio tra Cas e Crowley ***
Capitolo 31: *** Dean e Sam coccolano Adam ***
Capitolo 32: *** Cas e Crowley il primo bacio ***
Capitolo 33: *** Castiel e Crowley bromance ***
Capitolo 34: *** Castiel e Crowley alleati, cercando il purgatorio ***
Capitolo 35: *** 6 x 22 L'uomo che visse due volte ***
Capitolo 36: *** Le allucinazioni di Sam e l'incubo dei leviatani ***
Capitolo 37: *** Come Crowley ha salvato Castiel ***
Capitolo 38: *** Castiel perde la memoria ***
Capitolo 39: *** Inizio del rituale ***
Capitolo 40: *** L'altro Lucifer ***
Capitolo 41: *** Sam e Dean parlano del loro amore alla loro nuova famiglia ***
Capitolo 42: *** Castiel vuole capire chi è ***
Capitolo 43: *** Castiel incontra Kevin ***
Capitolo 44: *** Castiel se ne va ***
Capitolo 45: *** Come il sogno di un altro ***
Capitolo 46: *** Castiel rincontra Lucinda ***
Capitolo 47: *** Adam va a trovare Castiel ***
Capitolo 48: *** Fine dell'amnesia ***
Capitolo 49: *** La prima volta di Bobby e Crowley ***
Capitolo 50: *** la fine di Dick Roman ***
Capitolo 51: *** Nella tela del mostro ***
Capitolo 52: *** Dean, Sam e Benny in Purgatorio ***
Capitolo 53: *** La prima guerra ***
Capitolo 54: *** Castiel e il nephilim ***
Capitolo 55: *** Castiel e Balthazar sulla nave dei sogni ***
Capitolo 56: *** La falla nel sistema ***
Capitolo 57: *** Gabriel e Jack - intermezzo - ***
Capitolo 58: *** I salti quantici di Castiel e Crowley ***
Capitolo 59: *** L'orrore di una vita normale ***
Capitolo 60: *** Fuori dal Purgatorio ***
Capitolo 61: *** Tornare da Bobby ***
Capitolo 62: *** Jack e Gabriel si riuniscono al gruppo e raccontano ***
Capitolo 63: *** Il ritorno di Death ***
Capitolo 64: *** Andrò dovunque tu andrai ***
Capitolo 65: *** Damian, io sono Damian ***
Capitolo 66: *** Come la bella e la bestia ***
Capitolo 67: *** Tre ragazzi e una palla ***
Capitolo 68: *** La festa è finita..gli amici se ne vanno..e poi? ***
Capitolo 69: *** Amara ***
Capitolo 70: *** Alpha e Omega ***
Capitolo 71: *** Amara e Chuck raccontati da Sam e Dean ***
Capitolo 72: *** Fuochi d'amore ***
Capitolo 73: *** Altra festa, altra giostra ***
Capitolo 74: *** I fratellini ***
Capitolo 75: *** I fratellini - seconda parte ***
Capitolo 76: *** La giovinezza ***
Capitolo 77: *** Al mare con Lucifer e famiglia ***
Capitolo 78: *** Lucifer si fa conoscere al mondo ***



Capitolo 1
*** Il ritorno di Adam ***


Pov ADAM
Tornare alla vita è come tornare da un lago ghiacciato, un ventre materno ghiacciato, non bollente.
Buio, freddo, un freddo che mi attanaglia le viscere.
La terra è più disgustosa di quando me la immaginavo quando ero in vita.
Perché stavolta mi va in bocca, mi seppellisce, mi soffoca.
Quasi non respiro.
Voglio uscire..

Non voglio essere seppellito vivo.
Una mano mi afferra.
Ma non mi riporta indietro, mi afferra e mi fa cadere.
Ha una forza bestiale.
Mi fa cadere.
Riesco per pochi istanti a vedere il suo volto.

Ha i capelli neri come quelli di un corvo.
Forse lui è il mio Corvo personale.
Ha gli occhi però, blu come quelli del mare.
Si china su di me.
“Chi sei tu?”
Non sapevo che i corvi parlassero.
 
“Mi chiamo Adam..hanno cercato di seppellirmi..”

“Sì, è quello che si fa quando muore qualcuno.” Disse l’uomo.
Deglutii.
 
“Sono..sono morto?”
“Oh..non lo sapevi? Non ti ricordi?”
“Io non..non..” strizzai gli occhi. Lampi di quello che fu, minacciarono di assalirmi. Non volevo ricordare.
“Forse non voglio ricordare.” Dissi allora.
L’uomo mi guardò ancora.

“Per qualche motivo, gli angeli ti hanno fatto tornare dall’aldilà, alzati.”
“Cosa?? Angeli?” sapevo che a volte i miracoli esistevano ma come potevano aver scelto me? Non ero nessuno. Non uno speciale, che brillasse per intelletto o anche solo bontà. Ero il signor nessuno, un tipetto insignificante che ha fatto della vigliaccheria il suo peggior pregio. Se c’era qualcuno che meritasse di essere salvato quello non ero io, ma cavoli, se ne ero grato.
“E tu chi sei?”
“Un angelo del Signore. Mi chiamo Castiel. Ce la fai ad alzarti?”
Oh, allora questo sa anche essere gentile. Aspetta, cos’ha detto?
“Non sei un corvo?”
“Cosa?”

“Un Corvo. Sapevo che era un animale che riportava in vita le anime dalla terra dei morti.”
“Non che io..sappia.” disse il tizio mettendosi una mano sul mento. “Sono anzi assolutamente certo che non sia così. Chi te l’ha detto?”
“L’ho visto in un film.” Dissi io ed entrambi ci guardammo stupidamente. (Adam si riferisce al film famoso IL CORVO )
“Film..Dean e Sam ne parlano a volte, ma non è una cosa che mi piace, e probabilmente non mi sbagliavo, spartiscono informazioni sbagliate.”
“Va bene, basta, questo dialogo non ha senso! È completamente…” barcollai, sentir nominare i nomi dei miei fratelli mi aveva sconvolto, il tizio mi afferrò per le spalle.
“è per questo che non ti alzavi? Scusami, avrei dovuto capirlo.” Disse l’uomo dagli occhi blu, poi prima che potessi dire altro, mi caricò sulla schiena.
Ehi!! Ehi mettimi giù, subito!!”

“Se lo faccio, potresti franare al suolo e romperti qualche costola!”
Allora fallo dolcemente! Sono in grado di camminare!!”
“Pfff su questo non ne sono convinto!”
“Castiel!!!”
“Dean e Sam pronunciano questo nome con più fervore.”

Ma poi l’uomo si arrestò. Devono essere stati i miei singhiozzi.
“Va bene, calmati, adesso ti metto giù. Ma..ma calmati.”
 
Lo fece, ma non smisi di piangere, mi coprii gli occhi con le mani e piansi come un bambino.
“Non capisco la vostra progenie, come possono desiderare di mettere al mondo marmocchi che intonano questo suono assordante tutti i giorni per mesi?”
Mi tolse le mani dagli occhi, prendendomi i polsi, ma il suo sorriso ora era gentile.
“Ti ho fatto male prima? Mi dispiace, non sono abituato a trascinare di peso cuccioli di umani redivivi.”
Avvampai, guardandolo negli occhi. Era davvero bello, e..mi aveva appena definito cucciolo?
“Hai la febbre? Sei diventato rosso.”
“No!!” strillai. “Io..quello che hai detto..li hai nominati.”
“Chi?”
“Dean e Sam..” non dovevo piangere. Non ancora.
Castiel corrugò le sopracciglia.

“Sono i miei fratellastri..e un mostro mi ha divorato per prendere il mio posto. Per..ingannarli..sono..sono ancora vivi?”
“Sì..” poi Castiel aggiunse “E ora anche tu.”
Scossi la testa.
“Tu..mi hai salvato?”
“Beh, non tecnicamente io..sono stati gli angeli..”
“Perché io? Non sono niente di speciale!”

“Evidentemente sì, invece. Dai, adesso basta con le chiacchiere, dobbiamo portarti via.”
“Ma..No!
Castiel se l’era caricato nuovamente in spalla.
 
 
“Ho sempre sognato di essere preso e portato via da un angelo.” Dissi io dopo qualche minuto che Castiel mi trasportava.
“Beh, ciascuno ha i suoi sogni nel cassetto.”
“Ti ringrazio per avermi tirato fuori.”

“Tecnicamente io non avrei..”
“Lo so, però tu..mi hai afferrato e ..c’eri.”
Castiel si fermò un attimo.
“Questo fa la differenza?”

“Sì. Per me sì. Tornare in vita da solo..sarebbe stato brutto.”
“Sì, suppongo di sì.” Ammise lui e riprese a camminare.
“è stata una fortuna che tu passassi di lì.”
“Non  proprio. Io sono stato chiamato.”
“Chiamato?”

“ho sentito che stava succedendo qualcosa..io..credo che fossi li per te.” Disse lentamente.
Sorrisi e gli accarezzai distrattamente i capelli.
“Ehm..Adam..”
“Cosa?”

“Puoi smetterla di.ehm..toccarmi? Non riesco a ricordarmi la strada così.”
“Scusa..” dissi io “Ma non mi è mai capitato di accarezzare i capelli di un angelo.”
“Tecnicamente sono i capelli del mio tramite, Jimmy.”
“Sono morbidi..così morbidi..”
“Ehm, hai ragione..forse un po’.”

“Grazie per avermi preso..mi sentivo così solo..la sotto..avevo tanta paura..paura..”
Presi a piangere silenziosamente, non volendo distrarre l’angelo, ma dopo un po lui si fermò e mi adagiò di nuovo nel bosco.
“Tu mi fai dannare peggio di Dean, ragazzino.”

“Perché ti sei fermato..io non ho detto niente..” tentati di asciugarmi velocemente le lacrime.
“Sono un angelo, non ho bisogno di sentire dei singhiozzi, per avvertire delle lacrime..siamo abituati dall’alba dei tempi ai pianti degli esseri umani..e mi straziano sempre come se fosse la prima volta..”
“Io..mi dispiace. Perdonami.”
“No, devo chiederti io, scusa.”
“Per cosa?”
“Per questo.”

Mi toccò la fronte e mi addormentai, ma ancora non lo sapevo, perché in quel momento ero privo di sensi già.
 
 
 
 
*

Avevo provato da subito tenerezza per quel ragazzo, ancora prima di sapere chi fosse in realtà, ma poi quando mi disse che era il fratello di Sam e Dean, io..ho avvertito un’emozione ancora più forte.
Desiderai proteggerlo ancora più di quello che avrei pensato, sapevo che dipendeva dal mio affetto per i ragazzi, che associavo lui a loro, ma più passava il tempo e più sentivo questo senso di protezione nei confronti del ragazzo.
Il modo in cui i fratelli mi avevano raccontato che fosse morto, mi aveva straziato il cuore. Come possono questi mostri crudeli non risparmiare neanche un ragazzino?
Non credevo che lo avrei mai conosciuto e neanche loro che lo avrebbero rivisto, credo.

Desideravo riportarlo a Sam e Dean il più presto possibile, quei ragazzi avevano perso così tanto, Adam poteva essere il collante che avrebbe ripristinato ancora di più la loro famiglia.
Non vedevo l’ora di riportarglielo, ma il ragazzo non mi rendeva le cose facili. Piangeva, piangeva e piangeva.
Dicono che gli angeli sono poco sensibili, Dean e Sam in particolare rinfacciano ai miei fratelli il cinismo, continuamente.
Non mi è mai sembrata una cosa grave, ma ora per la prima volta, mi vergogno di questa particolarità, della mia poca sensibilità.
Mentre realizzo che forse tornare dalla morte non è proprio una cosa che ti fa sprizzare felicità da tutti i pori e ringrazio di non aver avuto a che fare con un Dean Winchester appena risorto dalla tomba, realizzo che di solito per acquietare i cuccioli d’uomo, si usa una ninnananna.
Ma Adam sembra troppo grande per questo e io sono stanco di sentirlo piangere. NON VOGLIO sentirlo piangere.
Così lo addormento.
 
   
 
 
 
 
 
 













Note dell'autrice: lo so, sarete sorpresi di vedermi pubblicare una storia nuova e lo sono io per prima, credetemi xd
ma veramente voi non avete idea di come mi sento, vengo da un periodo di mesi di forte stress. un periodo in cui le ff mi stressano invece di farmi star bene, faccio fatica a finire di leggere/recuperare le storie, faccio fatica a scriverle, NON HO VOGLIA di scriverne alcune, soprattutto perchè sono piene di angst e per una volta che mi è venuta in mente una storia leggera non troppo impegnativa, ho voluto cogliere la palla al balzo prima che mi passasse la voglia di pubblicarla.
Non sarà una storia troppo impegnativa ma ci tenevo a scriverla e mi è venuta in mente solo oggi :))  
Sarà perchè Spn è appena iniziato e ho saputo che tornerà Adam..sono tornata a pensare a lui e ho pensato questa cosa :))  
 
Ora visto che nella storia passerò da dei personaggi ad altri, ho deciso di costruire una scaletta per indirizzarvi e farvi capire che è una cosa studiata, intendo parlare di tutti i personaggi e quindi ahimè per un po alcuni dovranno andare sullo sfondo per favorirne altri. Scaletta delle parti che dedicherò ai personaggi di questa storia:  
 
Cas, Adam, Sam e Dean : i primi dieci capitoli si concentreranno su di loro. (1-10)
Lucifero:  ci si sposterà sulla storyline di Lucifero. (10-20)
Crowley e Bobby:  ci si concentrerà sulla relazione Bobby e Crowley. (20-28)

Cas e Crowley: ci spostiamo così all'inizio del tradimento di Castiel, per aprire il purgatorio in cui collaborerà con Crowley. Qui esploreremo meglio il rapporto tra l'angelo e il demone.

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Capitolo 2
*** Adam parla con Sam e Dean ***


Quando Castiel gli mise una mano sul petto per marchiargli le costole, Adam sussultò come se l’avesse bruciato.
“Woah, sta tranquillo, siamo amici.” Disse Sam.
“Voi siete..”
“Sì, siamo i tuoi fratelli. Cas ci ha detto che lo sai già.” Disse pensieroso Dean. “Il che rende la cosa molto strana..”
“Lo so chi siete..lo sapevo anche prima, ma poi mi..mi hanno messo in guardia anche loro.”
“Loro chi?” chiese Sam.

“Sono stati gli angeli. Un tipo con la faccia quadrata di nome Zaccaria.
“Beh, che cazzo ti ha detto??” sbottò Dean.
“Ehi! Sono tornato in vita per subirmi il tuo interrogatorio??” si ribellò l’altro dagli occhi celesti come l’oceano.

Dean, vacci piano! Il ragazzo è appena tornato in vita!” lo difese Castiel.
“Ci tiene tutti sulle spine e bisogna cavargli le parole di bocca! Capisco che è dura per lui ma qui noi stiamo..”
“Che COSA?? Che cosa, Dean? Credi che per voi le cose siano dure eh?? Non sei tu quello che è morto ucciso in maniera orribile da un mostro per prendere le mie sembianze per attirare in una trappola i miei fratellastri! Quindi ti consiglio di fare SILENZIO!!”
Dean boccheggiò per qualche secondo.

“Non so se Cas te l’ha raccontato, ma volevamo proteggerti..non pensavamo che.”
“Ah, volevate proteggermi!! E com’è andata l’opera di protezione?? Fatemi indovinare, malissimo!!”
“Noi..”
“Io sono morto per colpa vostra!! Per il semplice fatto che ESISTETE! Sono morto e voi avete continuato a vivere! Cosa volete che me ne freghi delle vostre cazzate e di come..” gesticolò. “Vi adoperate per salvare il mondo? Sono morto, brutti figli di puttana, quanto mi avete pianto? Un giorno? Poi mi avete scordato, vero?”
“Stai esagerando..” disse Sam, ma si sentiva in colpa, come Dean, si vedeva dal tono.
Adam si voltò verso Sam.
“Fottiti Sam..”
“Ehi, non prendertela con lui!!”

E fottiti anche tu! Fottetevi insieme! Che me ne importa!” gridò, notò l'imbarazzo dei fratelli e le occhiate strane tra di loro, ma era troppo arrabbiato per dare un'interpretazione a quelle espressioni.
Adam!” lo richiamò Castiel, poi si volse verso Dean.
“Non potevi proprio frenarti dal tenere a freno la lingua, eh? È appena tornato dalla morte!”

“Ehi, quel ragazzino non ha fatto che insultarmi!! E poi..” disse un po' stranito. “Anche io sono tornato dalla morte. Ma non ero così nevrastenico con tutti, dopo.”
Castiel si apprestò a lasciare la stanza ignorandolo con uno sbuffo.
“Magari è stato incontrare te che l’ha reso così nervoso, ci hai pensato?” gli gridò dietro Dean ma stavolta in tono canzonatorio, la porta sbattuta di Castiel fu una chiara risposta.
Sam gli rivolse un’occhiataccia.

“Che c’è? Ho smorzato un po' sta tensione! Se l’è meritata. Quel pennuto..deve sempre avere l’ultima parola.”
 
 
 
 
 
*

“Adam..”
Il fratello minore si era appoggiato a uno steccato.
“Prenderai freddo.”
“Ho creduto che non avrei mai più respirato..se anche tira un po' d’aria, è niente in confronto a quella sensazione.” Disse lui.
“Uhm..suppongo tu abbia ragione.”
Adam lo fissò un po' perplesso.

“Non posso andare da nessuna parte..non ho un posto dove andare..quindi se hai paura che scappi..”
“Non ho paura che tu scappi!” disse Castiel velocemente e sembrando anche..imbarazzato? Possibile?
“Sono qui perché sono preoccupato..la tua reazione..mi sei sembrato molto agitato..”

Adam sembrò molto sorpreso di quella risposta.
“Io..uh..sì..Dean..fa saltare i nervi. Se solo non fosse così..irriverente e arrogante..”
“È una sua caratteristica, anche a me ha fatto infuriare spesso e volentieri, ma dopo un po' diventa anche una delle cose di lui che te lo fa amare..”

Adam fece una smorfia incredula. “Mi ha fatto incazzare..”
“Lo so, al tuo posto mi sarei incazzato anche io..”
Adam lo fissò.
“Davvero?”
“Sì, davvero. “
“Ma i Winchester non sono tuoi amici? Credevo che..”

“Essere amico di qualcuno non vuol dire coprirlo anche quando è nel torto. Li amo, ma a volte..loro, specialmente Dean, quando è nervoso, tende ad essere un po' egoista o a non essere eccessivamente sensibile. Ma a sua difesa, devo dire che è molto in ansia per la sorte del fratello, ci sono degli angeli che vorrebbero possederli e..”
“Sapevo della loro esistenza. John mi ha parlato di loro.” disse Adam interrompendolo.
“Oh..” disse solo Castiel.

“John me ne ha parlato con un orgoglio che sapevo non avrebbe mai visto in me..all’inizio ne ero geloso..poi arrivai a desiderare di incontrarli, ma non è mai successo..ho sempre sperato che loro..mi cercassero..”
“Dean e Sam non sapevano che tu esistessi.” Disse Castiel in un tono dolce.

“Lo so. Ora sì, ma prima non lo sapevo..quando..” la sua voce si spense di tonalità. “Quando il mostro mi ha attaccato, non senza avermi detto prima cosa aveva intenzione di fare e perché..io ho sperato stupidamente..che loro arrivassero a salvarmi.
Castiel ascoltò ammutolito.

“Era stupido e senza senso, ma sai..la speranza, soprattutto davanti alla morte, è l’ultima a morire..avrei incontrato finalmente i miei fratelli..e sarei stato salvo..tutto in un colpo solo..sarebbe stato bello incontrarli..dovevano essere davvero SPECIALI se mio padre li aveva preferiti a me no? Sarebbe stato un miracolo..ma i miracoli non accadono mai nella realtà.”
Castiel stette ancora zitto.

“Morii, non a cuor leggero, ma con il senso di colpa che con la mia morte, potevo essere il responsabile della morte anche dei miei fratelli. Ho cercato di ribellarmi..di non morire..se lasciavo che quel mostro prendesse le mie sembianze..ma non ci sono riuscito. Ero..troppo debole.”
“Adam..”
“Quanto li ho aspettati. E alla fine loro sono venuti. Ma non per me, ma per uno che aveva le mie sembianze.”

“Sai, Adam..” disse Castiel dolcemente, appoggiandogli una mano sulla spalla. “ È una cosa che gli esseri umani fanno continuamente. Andare da una persona cercando le sembianze di un’altra che avevano incontrato..non parlo di mutaforma ma di rivedere in qualcuno, tracce di qualcun altro..so che non è il tuo caso, ma accade più spesso di quanto si pensi..sotto certi aspetti gli esseri umani sono molto ciechi..voglio dirti che non accade solo a te.”

“Ma in quei casi la persona non ha proprio le tue sembianze fisiche reali!” disse Adam, dimostrando di aver apprezzato però la metafora. L’aveva distolto dalla sua tristezza.
“A volte però credono di vederla lo stesso. Quante volte è successo che una persona si mettesse con un’altra perché aveva certe caratteristiche fisiche che gli ricordava la sua ex o il suo ex? O anche solo il carattere simile.”
Adam scosse la testa.
“Tu mi confondi il cervello.”

“Meglio. Almeno ti distraggo.” Disse Castiel sorridendo.
Adam ridacchiò, poi scrutò Castiel.
“Credi che loro siano felici di avermi incontrato? Credi che potrei piacergli?”
“ A me piaci.” Adam avvampò ma Castiel non sembrò notarlo.

“Eppure non sembrano molto contenti di questa mia..invasione.”
“Sono molto angosciati,tu non sai molto di quello che sta capitando loro. Una volta Dean è addirittura morto.”
Adam spalancò la bocca incredulo.
“Come me?”

“Beh, non nello stesso modo, ma sì. Era proprio morto. Perché aveva fatto un patto con un demone degli incroci, per riportare in vita Sam. Morto pugnalato da un tizio.”
Adam era scosso e si vedeva.
Castiel gli mise la sua giacca sulle spalle.
“No! non è necessario!”
“Sì invece. Stai tremando.”
“Non è per il freddo che..”

“Non importa.” Sbottò Castiel, poi continuò.
“Sei mesi dopo, Dean è tornato in vita, sono stato incaricato di portarlo via dall’inferno per riportarlo sulla terra, vivo. “
Adam era ormai senza fiato.
“La stessa cosa che è accaduta a me?”

“Non proprio. Tu non eri all’inferno e non posso prendermi il merito di averti riportato fuori, ero solo lì quando sei ..uscito.”
Adam fischiò.
“Ma che razza di vite incasinate hanno i miei fratelli?? Ingannare così la morte più e più volte? E Dean?? È stato graziato dall’aldilà perché ha fatto un gesto nobile per Sam?”
Castiel ridacchiò per via della sua ingenuità.

“Gli angeli non l’avrebbero graziato per cose come questa..l’inferno è pieno di anime dannate, che ci sono finite dentro per salvare la vita a qualcuno, ma non sono state riportate alla vita..lo stesso padre di Dean e Sam è finito all’inferno per aver salvato la vita di Dean, lui era in coma e stava per…”
“John..è all’inferno??”

Nello sguardo di Adam si rifletteva cento anni di dolore. Castiel sperò che non fosse lo sguardo di John, in quei secoli passati li, perché se lo era, era terribile.
“Perdonami.,.ho scordato che era anche tuo padre..è riuscito a scappare alla fine..calcolando il tempo terrestre, è accaduto un anno dopo la sua morte,è successo quando per un periodo la porta dell’inferno si è spalancata..i demoni sono scappati e anche John è riuscito..scusami, mi ero dimenticato che parlavo anche di tuo padre..”

“Va bene, va bene, non importa, lascia stare! Comunque lui adesso è libero vero?”
“Sì, è in Paradiso. Il posto migliore dove potrebbe stare la sua anima.”
Adam sospirò sollevato.
“Quindi Dean non è stato graziato, ma allora perché..”

“Perché gli angeli avevano bisogno di lui.” Disse Castiel e una nota di tristezza gli oscurò lo sguardo. “Volevano che Dean facesse da tramite a un ANGELO per far sì che combattesse contro Lucifero.”
“Lucifero..il diavolo?? Zaccaria mi ha parlato di  lui ma non ha..non ha accennato a..” Adam aveva perso diverse tonalità di colore.
“E questo mentre Sam sarebbe stato posseduto dal diavolo in persona.. aspetta..cosa hai detto?”
Adam spalancò la bocca.

“Avrebbero fatto combattere i miei fratelli INSIEME? Ma..perchè..che razza di gioco malato è questo?”
“Gli angeli VOGLIONO una apocalisse. A quanto pare pensano che sia l’unico modo per epurare un mondo corrotto. Sterminare il genere umano e ricominciare da capo. Naturalmente io non sono d’accordo ma l’ho scoperto in ritardo e mi sono ribellato..al paradiso. PER LORO.” disse fieramente. “Ma Adam..non ti senti bene?”
“Mal..di stomaco..”

“Perdonami, so che è tanto da digerire..ma è bene che tu sappia queste cose..ad ogni modo le avresti sapute comunque..”
“Quello che hanno dovuto passare..avranno sofferto enormemente..ora capisco..” disse Adam tenendosi lo stomaco.
“Aspetta..fammi vedere.”
“Che fai?”
Castiel gli toccò lo stomaco e analizzò brevemente.

“È un dolore psicosomatico, posso lenirlo, ma sarebbe meglio che prima mettessi nello stomaco qualcosa..una camomilla?”
“Le ho sempre odiate.”
“Oh, odiamo tante cose, prima che queste ci salvino la vita. Credimi, dopo questa giornata, una camomilla è quello che ci vuole per tutti.”
“Non puoi semplicemente farlo passare?”

“Preferirei che mettessi qualcosa nello stomaco di caldo, e non vorrei rischiare che la mia magia e la bevanda entrino in conflitto. “
Adam alzò gli occhi al cielo.
“Oh, ora sembri proprio Dean.” Rise.
“Che giornata del cavolo! Dopo gli insulti di Dean, pure i tuoi.”
“A me sembra che sei stato tu a insultare lui..anzi, entrambi.”
“Se l’è meritato.”

“Non posso che dirmi d’accordo. Puoi aspettare qui un po'? Vorrei andare a parlare con loro, un secondo.”
“Non mi piace che si parli di me quando sono presente.” Sbuffò.
Castiel lo guardò per un attimo indeciso.
“Beh, se sei qui, NON sei presente.”
“Castiel..”

“Ti dico la stessa frase che dissi a Dean una volta – sono un angelo , dovresti portarmi più rispetto –“
Adam lo fissò a bocca aperta.
Castiel rise divertito.
“Davvero gli hai detto una cosa simile? Immagino la sua faccia!!”
“Era impagabile.” Convenne Cas.
“Cosa ha risposto?”

“Niente. È rimasto li a guardare come uno stoccafisso. Comunque tu aspetta qui, ok? Non ci metterò molto.”
“Non resterò qui a gelare. A proposito riprenditi la tua giacca! Vado in cucina a preparare la camomilla.” Disse sbattendogliela contro.
“Ragazzo selvatico.” Disse Castiel sorridendo.
“Lo prendo per un complimento.” Sorrise Adam superandolo.
 
 
 
 
*

Quando Castiel tornò da loro, Sam e Dean scattarono come una molla.
“Dov’è Adam?” chiese Sam.
“L’hai lasciato da solo?? Sei impazzito??”
“Calmi. Io e Adam abbiamo parlato. È più tranquillo ora.”
“Scommetto che hai sparlato alle mie spalle per portartelo dalla tua parte.” Disse Dean.
Castiel fece un sorriso seducente.
“Si gioca con le armi che si può.”

Dean aveva già cominciato ad aprire la bocca per ribattere, ma Cas alzò le mani in segno di resa.
“Vi aspettava. Sapeva che esistevate e ha sempre sperato che andaste  a cercarlo.”
“Lui voleva che andassimo da lui?” chiese Sam in tono amareggiato.
“Ma è pazzesco! Gli hai detto che non sapevamo della sua esistenza??” chiese Dean.

“Sì, ma per un ragazzo giovane, solo,è difficile venire a capo con la consapevolezza che i tuoi fratelli potrebbero non sapere neanche che esisti. Non ha smesso di sperare che arrivaste da lui, neanche quando il mostro lo stava..beh, lo sapete.”
“Cazzo..” disse Dean, con lo sguardo a terra.
“Già..”
“Voglio andare da lui.” Disse Sam, che aveva già gli occhi sospettosamente lucidi.

Castiel sorrise, lasciandolo passare.
 
“ADAAAAAM!” gridò Sam.
“Il ritorno al mondo dei vivi non mi ha ancora privato dell’udito. Sono anzi abbastanza certo che durante la ricostruzione del mio corpo, mi hanno ripristinato anche quello.” Disse il ragazzo ai fornelli.
“Scherzi, quindi stai bene. Molla lì.” Disse Sam, togliendogli le mani dal pentolino.
“Ehi, che carattere! Istinto territoriale?”

“Non è casa nostra, ma tu sei un ospite..e non devi lavorare.” Disse Sam. “Ehm, cosa volevi fare?”
“Una camomilla.” Disse Adam sbuffando.
Sam lo guardò stranito.
“Non sarebbe meglio un caffè?”
“Castiel ha proposto una camomilla!!” sbottò l’altro.
Sam lo guardò confuso, poi rise sotto i baffi.

“Oh..ok..allora berremo una camomilla, così il TUO Castiel sarà contento..” si mise a cercare una bustina e la immerse nell’acqua.
“Non è il mio Castiel! E tu sei fastidioso quasi quanto Dean!”
Sam rise, nel mentre erano arrivati anche Sam, Dean, Castiel e Bobby nella stanza.
“Che bello non essere più l’unico a cui urli contro.” Disse Dean con un sorriso che aveva chiarito che aveva sentito tutto.
“Vaffanculo, Dean! Per voi va bene la camomilla?” chiese Sam.

"Io vado a Whisky, ma c'è un ragazzino qui. Dubito possa bere alcolici." "Ehi, sono maggiorenne!" “Io preferirei una birra..ma se lo dice Castiel, allora..” disse Dean malizioso.
Adam sembrava volersi arrabbiare ancora.
Castiel prese la palla al balzo.
“Ciascuno reagisce in maniera diversa, chi prende un tè, chi porta ciondoli al collo da 20 anni, perché regalati dal proprio fratellino minore a nove.”

Dean rifilò un’occhiata inceneritrice a Castiel, Adam non capiva ma quel poco che aveva intuito, lo bastò a farlo sorridere, Sam cercava di non ridere, perchè sapeva che Dean gliel’avrebbe fatta pagare. Quasi si strozzò con il tè pur di non ridere, forse Dean non avrebbe cercato di buttarlo di nuovo ma gliel’avrebbe fatta pagare non indossandolo più per settimane.
 
 
 
 
*

Finito il tè e in un’atmosfera decisamente più rilassata, Adam raccontò finalmente quello che gli aveva detto Zaccaria.
“Credevo fosse un sogno. Uno stuolo di angeli mi parlava e mi diceva che ero il Prescelto. Per salvare il mondo.”
“E come lo farai?” chiese Dean.
“Oh, sembra che io e un arcangelo uccideremo il diavolo.” Disse Adam sorridendo. “Ma nessuno di loro è stato chiaro a spiegarmi le MODALITÀ. Nessuno di loro mi ha detto che avrei dovuto fare da vestitino a un angelo.”

“Quale arcangelo?” domandò Dean basito.
“Michele. A quanto pare sono la sua spada.”
“Penso che vogliano sostituirti, Dean.” Disse Castiel. “Lui è il figlio di John Winchester, è il fratello di Sam, non è la situazione ideale, ma è possibile.”
“Ma come..” disse Sam.

“Beh, forse hanno pensato erroneamente che Dean sarebbe stato in grado di opporsi a loro.” disse Cas, ironico, ignorando la rispostaccia di Dean. Era sempre la stessa. "Fottiti." Dean amava dirlo e solo Sam sapeva come ammutolirlo, quando rispondeva "No, fallo tu." A quel punto il maggiore diventava tutto rosso. Castiel ci aveva messo un po' prima di capire il collegamento, ma Adam non poteva saperlo.
“Dopo tutte le cazzate sul destino, all’improvviso gli angeli hanno un piano B?? Beh, non ho intenzione di perdere Dean per le loro STRONZATE e neanche di cedere Adam a loro, dopo che l’abbiamo miracolosamente ritrovato! Non perderò nessuno dei miei fratelli!!” disse alterato Sam. “Adam tu non mi conosci, ma ti prego, fidati di me..dammi un po' di tempo.”

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Capitolo 3
*** Le ali di Castiel ***


Sam si confida con Adam 


“Sam…” la voce di Adam lo riscosse dai suoi pensieri, si girò a guardarlo.
“Sì?” cercò di sorridergli.
“Sorridere vale solo se sei davvero contento.” Il tono di Adam era sarcastico e il sorriso di Sam si gelò.
“Lo dico solo perché non mi piacciono i sorrisi tristi. Rendono chi è triste, ancora più triste! Avanti. Dimmi cos’hai.” Disse ancora battendogli una pacca sulla gamba.
“Io..è tutta questa questione di Dean...e di Lucifero...ma non dovresti essere tu a consolare me!” disse Sam sentendosi in colpa.

“No, è vero, ma lasciami fare anche a me il fratello protettivo, no? Sono un Winchester, voglio avere gli stessi diritti di voi due.”
Sam lo fissò sorpreso.
“Tu ti consideri nostro fratello?”
Adam fece una smorfia.
“Non mi considerate tale?”
“No, no, non è questo, è che credevo..”

“Bah, se balbettate così tanto, ci credo perché il potere dell’amore non funziona molto bene.”
Sam lo fissò, poi Adam sorrise ed entrambi risero.
“Oddio, l’avevo detto che con un carattere così ti saresti trovato molto bene qui, avevo ragione.”
Adam battè il cinque con Sam.

“Sam…prima ti ho sentito parlare con Dean..”
Sam impallidì come un lenzuolo.
“Cos’hai sentito? Perché ci hai spiati??” sembrava d’un tratto aggressivo e agitato.
“Rilassati, solo qualcosa su un presunto sangue di demone.”
Sam sembrò rilassarsi visibilmente. “Hai detto poco..”
Adam evitò di puntualizzare che per Sam sembrava davvero poco, cosa nascondeva?

“E poi un mucchio di sdolcinaterie tra fratelli, a quanto pare Dean ti vuole molto bene, ti deve aver perdonato un mucchio di cazzate.”
“Sì, Dean fa questo..perchè..è…Dean..ascolta, Adam, quello di cui abbiamo parlato è…molto privato..e..c’è altro??” sembrava molto ansioso, Adam si sentì in dovere di tranquillizzarlo.
“No..volevo solo chiederti se ti andava di confidarti anche con me.”
Sam lo guardò stranamente.
“Perché dovrei farlo?”

“Oh, beh, perché sono tuo fratello, insomma!” sbottò l’altro contrariato.
“Giusto..scusami..e sai che c’è? Forse hai ragione..devo togliermi questo peso ma..se dopo ti facessi..insomma..impressione?”
Adam lo guardò come se fosse stupido.
“Sam, sono appena tornato dal mondo dei morti, dove uno stuolo di angeli mi ha informato che dovrò essere la spada di Michele. Niente può più impressionarmi o farmi schifo.”

Il fratello maggiore, giudicò Adam, aveva tutta l’aria di chi avrebbe voluto tanto smentirlo.
“D’accordo..allora adesso sto per raccontarti una storia..”
 
 
Qualche minuto dopo, Adam fischiò.
“Sei certo che questa Ruby non fosse un uomo?”
Sam lo guardò scioccato. Aprì e richiuse la bocca di scatto.

“Ma che diav..certo che no!” poi lo guardò scioccato. “Di tutta questa storia, questo è quello a cui hai badato maggiormente??”
“Non mi sembra un dettaglio da niente, allora, credi lo fosse o no?”
“Certo che sì!! I demoni sono stati umani una volta, sono certo che fosse donna!”
“Ma non sai quali fossero le sue vere sembianze.”
“Oddio.” Disse Sam passandosi una mano sulla faccia. “Sono riuscito a non sentirmi in colpa per questo, per mesi, ora arrivi tu e…”

“No, no, hai ragione, scusami..lascia perdere quello che ho detto, era solo una curiosità..” poi ci pensò su e disse: “ma gli angeli al contrario dei demoni, NON hanno un sesso vero, giusto?”
Sam tutto a un tratto guardò Adam con un sorrisetto malizioso che irritò il fratellino.
“E come mai ti interessa tanto la cosa?”
“Pura e semplice curiosità!” disse lui paonazzo.
“Ma davvero! Quindi non ha niente a che fare con un certo angioletto di nostra con..”

“Oh, basta con queste illazioni tra me e Castiel!!” sbottò lui.
Sam rise. “Non ho fatto nomi. IO.”
“Io..credi sia stupido? È l’unico angelo che conosca.”
“Non è esatto..non hai parlato anche con Zaccaria?”
Adam lo guardò a bocca aperta.
“Ma è ..DISGUSTOSO. Che schifo., Sam.”
Sam scoppiò a ridere , fino a quando Adam gli buttò un cuscino del divano sulla faccia.

“Ti ringrazio, comunque, non avrei mai pensato che dopo il racconto della più grande cazzata della mia vita, avrei potuto sentirmi così BENE e ridere così..sei speciale, Adam.”
Adam arrossì in maniera molto carina e sorrise al complimento.
“E tu ti dai troppa colpa su quello che è successo. In fondo che eroe saresti se almeno una volta non fossi andato fuori binario? Un eroe molto noioso, te lo dico io. I veri eroi sono tormentati, hanno fuoco dentro che gli brucia lo stomaco e il cuore..”
Sam sembrava lusingato ma anche severo.

“Per colpa mia, Lucifero è arrivato sulla Terra, sono morte delle persone..”
“È l’equilibrio, suppongo, no? Non puoi salvare solo gente, non esisterebbe equilibrio, probabilmente il destino ha voluto riequilibrare dopo che avete salvato tanta gente..”
“Stai dicendo che molte persone sono morte perché abbiamo salvato quelle precedenti?” Sam sembrava indeciso se scoppiare a ridere o rimproverarlo. “Adam quello che dici è pericoloso..”

“La verità lo è sempre. Pensa al fatto che io ora sono qui e al motivo. Non realizzi che esiste tutto un grande disegno, davanti a questo? Che forse Dean era destinato ad essere il tramite di Michele fin dall’inizio?”
Sam ci pensò.
“È stato lui a spezzare il primo sigillo.”
Adam scosse le braccia.

“Siamo tutti parte di un grande disegno, alcune linee sono tracciate già, altre no e siamo noi a decidere che finale dargli e io non voglio avere un finale di merda. E tu?”
Sam per tutta risposta lo abbracciò di slancio, lasciandolo confuso. Dovette inginocchiarsi per farlo, visto che Adam era seduto sul divano come lui poco prima.
“Sam..sei..pieno di sorprese.” Disse Adam con voce soffocata.
“Almeno tu ricambi gli abbracci. A differenza di Castiel!” rise l’altro.
“A proposito dell’angelo..ci sta osservando da un minuto, in maniera inquietante, non volevo dirtelo..”
Sam rise ancora.
“E pensi che io non me ne sia accorto? Comunque non temere, è innocuo, si preoccupa per noi, dovresti vedere come guarda Dean ora che pensa che vuole buttarsi tra le braccia di Michele. Prima sai che gli ha detto? Lo guardava con una faccia arcigna e Dean gli ha detto: Castiel, l’ultima persona che mi ha guardato così, ci ho fatto sesso.”
Adam si irrigidì contro di lui.
“Divertente, molto. E lui?”

“L’ha guardato ancora malissimo e ha sbattuto la porta.” Sam rise contro di lui.
Adam sospirò.
“Il due di picche più epico della storia, sarebbe da attaccare ai posteri.”

“Sam ha qualche problema? Sta piangendo?” chiese Castiel, ormai non fingeva più di non stare lì a spiarli.
“Sto ridendo, Cas.”  disse Sam, alzandosi finalmente dalle braccia del fratellino, con suo grande sollievo.
“Ah..è strano. Di solito vedo Sam attaccato a Dean in quel modo.” Disse l’angelo godendosi l’espressione di Sam.
“Che cosa intende? Vi abbracciate sp..” cominciò Adam, ma in quel momento un cuscino - stavolta di quelli grandi per i letti - volò in direzione di Castiel e lo centrò in faccia.

“Castiel intendeva che vuole morire soffocato nel suo letto.” Disse Dean.
“Oh, ma ci stavate spiando? Siete inquietanti” disse Adam.
“No, è che eravate così cariniiiii.” disse Dean con un sorriso ancora più inquietante.
“Pessimi!! Non si può neanche più avere una conversazione privata. Meno male che non avevamo dei microfoni addosso.” Disse Sam sembrando trattenersi dal ridere.

“Oh, ma forse dovremmo comprarli.” Disse Dean. “Sam, dopo vieni un secondo, devo parlarti.” Disse Dean sempre con quel sorriso inquietante.
Ad Adam sembrò di essersi perso qualcosa , soprattutto quando Castiel disse:
“Quando Dean vuole parlare, Sam non gli dice mai di no.” ma questo glielo sussurrò e Adam faticò a capire il motivo, i fratelli nel frattempo erano troppo impegnati a lanciarsi pizzicotti sul sedere -Dean a Sam- e sul fianco -Sam a Dean- per accorgersi di loro.

“Vado in bagno. Questa è una gabbia di matti.” Disse Adam.
 
 
Fece solo pochi metri e sbattè appena in tempo la porta del bagno davanti a Castiel.
“Adam..credo tu abbia sbagliato le tempistiche, mi hai lasciato fuori!” bussò Castiel.
Oh, non mi dire!!” gridò Adam, aprendo l’acqua della doccia.
“Devo controllarti!”

“Dubito che l’acqua della doccia sia avvelenata o che verrò attaccato da un mostro che uscirà dalle tubature. Ci vediamo dopo! E comunque non so come ti hanno abituato i miei fratelli, ma mentre IO sono in bagno, TU non entri..”
“Non è quello che dice Dean..” ma venne interrotto da una voce adirata:
“Ti uccido!!” mentre una risata allegra di Sam, contaminò l’aria.
Adam sempre con la sensazione di stare perdendosi qualcosa, ma non avendo voglia di rifletterci su, mise la testa sotto il getto dell’acqua.

 
 
 
 

Bobby ed Adam 

Quando uscì, borbottò qualcosa sugli spazi personali, Dean commentò a distanza che era appena diventato il suo fratello preferito e si beccò un pugno sulla spalla da parte di Sam, quest’ultimo fece in tempo a dire ad Adam che Castiel aveva un debole per i pulcini spauriti e bisognosi di aiuto e desiderava proteggerlo. Adam scappò nella stanza al piano di sopra prima che a Sam venissero in mente altri nomignoli, anche se lo ammetteva, anche lui desiderava la compagnia dell’angelo, gli piaceva averlo vicino.
Poco dopo qualcuno bussò alla sua porta. “Ti ho portato degli abiti di Dean, ragazzo.”

Adam rimase esterrefatto, nel veder arrivare Bobby, che gli tendeva degli abiti bianchi e celesti. Quell’uomo era salito con la carrozzella, facendo probabilmente anche fatica, solo per portarglieli. Personalmente. Sentì la commozione salirgli agli occhi.
“Grazie. Ma non doveva..sarei venuto a prenderli io.”
“Hai ricevuto già troppe battute da quei deficienti, volevo evitartene altre. Te li sarei andati a comprare ad un negozio, ma data la mia condizione..”

“Non è detto che non possiamo!” disse Adam precipitoso. “Non mi va di dividere i vestiti con Dean, lui non si tirerebbe indietro, lo so, ma io non voglio pesare su nessuno, almeno sulle cose che posso evitare. E prima che lei dica qualcosa, vorrei che mi accompagnasse, in negozio. Per consigliarmi. Non mi fido del gusto di due che vanno in giro con quelle camicie.”
Bobby sorrise impacciato e imbarazzato.

“Oh, beh, se la metti così..ma dammi pure del tu! E non insultare le camicie a quadri, sono un must dei cacciatori, un po' come un sigillo di riconoscimento.”
Adam sorrise guardando ancora quell’uomo. Era bruttissimo come certe cose capitassero alle persone buone. Sempre.
“Ci sarà bisogno di qualcuno che controlli la scelta del vestiario. Potreste incontrare Raphael o Zaccaria vestiti da commesse che cercano di blandirti per farti dire di sì. E se accadrà, lui non può proteggerti.” Indicò Bobby. “Con tutto il rispetto.”

“Mettiti il rispetto dove non batte il sole, stronzo!” ribattè Bobby.
Adam sembrò sorpreso, ma poi disse malizioso:
“Potrebbero accompagnarmi Dean e Sam al negozio.”
Castiel sembrò gonfiarsi di collera come un pavone.
“Stai per caso paragonando dei cacciatori ad un ANGELO?”
“Io non..”
“Avrò capito male allora. Bobby, andiamo di sotto, il ragazzo deve vestirsi.”

Adam si trattenne dallo scoppiare a ridere e Bobby sembrò fare lo stesso, prima che scomparirono dalla loro visuale, Adam non seppe dove trovò il coraggio di gridare:
“Vieni su dopo, se vuoi, così possiamo PARLARE.”
E si sbattè la porta alle spalle per non esser costretto a vedere le facce sbalordite dei suoi fratelli e le conseguenti battutine, o magari una replica di Castiel su come non avesse bisogno che lui gli insegnasse a farlo, perché sapeva benissimo parlare da solo.

Quello che Adam non poteva sapere era che Cas non avesse comunque una replica pronta, visto che fissava la porta chiusa con la bocca semi aperta con uno sguardo demente.
Dean gli fece un cenno e disse qualcosa come “Stai all’occhio.”
 
 
 
*

Adam e Castiel 

Adam si chiuse la porta alle spalle sentendo il cuore che gli batteva forte come un tamburo.
Cosa gli stava succedendo? Davvero aveva appena invitato un angelo nella sua camera?
Oddio cosa avrebbe pensato Castiel? E i suoi fratelli?
Che figura!

Però lui si sentiva così bene con Castiel! Era da quando lo trasportò in braccio prendendolo in quel bosco, che sentiva la mancanza del suo corpo, di stare tra le sue braccia.
Era diverso rispetto a quando era stato abbracciato da Sam. Era una sensazione diversa.
Quando aveva Cas davanti, non poteva fare a meno di perdersi nel blu dei suoi occhi, aveva dei bellissimi occhi, l’angelo, anche i fratelli avevano dei begli occhi ma non gli davano la stessa emozione che gli dava Castiel.

Non importava neanche se quello di Cas non fosse il suo reale aspetto, non era una cosa solo di bellezza, sapeva che c’era di più, anche i suoi fratelli erano belli, eppure aldilà dell’incesto, non si sentiva di provare attrazione per loro.
Amava il fatto che non doveva pregare Castiel di restargli vicino, ma che fosse lui stesso a farsi avanti.
Pensò e pensò tante cose, ma i pensieri gli facevano venir sonno, perchè chiudeva gli occhi, si era finito di vestire in cinque minuti e quell’idiota ancora non tornava.

Quindici minuti dopo, qualcuno bussò alla sua camera. Adam fece un balzo, si stava quasi per addormentare.
Allora è venuto!!
 
Andò subito ad aprire e cercò di non avere l’aria di uno che era disperato attendendo che salisse in camera.
Forse fallì miseramente.
Ma quel sorriso era così meraviglioso.
“Io..sono venuto.”
“Lo vedo. Ehm..entra.”

“Ti sta..uhm, bene quel pigiama.” Disse Castiel a disagio.
“Sì, mi piace molto. È comodo. Grazie.”
Ora che i convenevoli erano finiti, sembravano entrambi a disagio.
“Uhm..Bobby sta preparando la cena, Dean e Sam stanno aiutando.” Disse Castiel.
“Oh dio santo! Dovrei essere lì con loro! Che idiota!”

“Fermo lì. Vogliono farlo. È una tradizione loro di aiutare Bobby in queste cose e poi non rovinare uno dei pochi momenti in cui hanno voglia di cucinare.”
Adam sbuffò, sedendosi sul letto.
“Ma così mi sento in colpa.”
“Beh, se vuoi possiamo lavare i piatti. Insieme.”
Calcò la parola finale e Adam sorrise.
“Me lo permetteranno?”

“Ceerto! Sei loro fratello! E poi se lo faccio anche io, diranno di sì! Oh, cavolo. Che gaffe!”
Castiel sospirò, chiudendo gli occhi e sprofondando seduto sul letto. Sembrava davvero desolato di quello che aveva detto e Adam pensò che fosse davvero carino. Si chinò davanti a lui e gli sfiorò il viso con le dita delicate come in una carezza.
“Non fa niente. Dunque..Sam e Dean godono nel vederti lavorare?”
“Sì, direi di sì. Oh cavolo!”

Adam scoppiò a ridere apertamente stavolta e così come Castiel, risero per almeno due minuti. Adam sperò non arrivassero Sam e Dean a chiedere il motivo, non ne sarebbero stati molto felici a sapere che scherzavano su cose del genere.
“Sono davvero dei fratelli orribili!” disse Adam.
“Sempre pensato. Hai ragione. Mi sento di farti le mie scuse. Per loro.”
Risero nuovamente.
 
Quando le risate finirono, Adam si sdraiò sul letto e raccontò di quello che aveva parlato con Sam, di come si era confidato e aperto con lui sul sangue di demone e su Ruby, Castiel a quel punto gli ricordò di come fosse stato proprio lui a spezzare il primo sigillo, l’ipocrita, Adam disse in difesa del fratello, che Dean non lo sapeva, Cas disse che anche Sam non lo sapeva ed era fiero di lui che avesse cercato di farlo stare un po' meglio.

“Credo che anche Dean lo abbia perdonato sai…li ho sentiti parlare nella panic room e Dean ha detto qualcosa sul fatto che non importa quanto Sam sbaglierà, lui lo perdonerà SEMPRE.”
Adam stava giocherellando tracciando contorni della coperta e non sentendo risposta, alzò lo sguardo per vedere Castiel e notò che sembrava pensieroso.
“Sì, il loro legame è molto bello. Li amo anche per questo e sono felice che ora tu sia entrato a far parte di tutto questo.”

“E se dovessero vedermi come un invasore? E se alla fine dovessero stufarsi di me? Io..”
“Sono sicuro che non accadrà! Ti hanno già accettato, non hai visto come ti guardano?”
“Come uno che è appena tornato dalla morte, non capita spesso, li capisco.”

Risero ancora e poi parlarono ancora e ancora, Adam si sfogò raccontando il suo imbarazzo ma anche la sua gioia dell’inaspettato abbraccio di Sam, di come lo divertissero e lo sorprendessero gli scherzi e le battute dei due fratelli, di come aveva capito di aver intuito giusto a sperare di incontrarli, non lo avevano deluso , anzi , e anche Bobby era stato una bella scoperta, non era John, non lo sarebbe stato mai, non diceva che era meglio, era solo..diverso e capiva perché Sam e Dean lo amavano tanto. Il fatto che senza dire niente si era presentato e aveva fatto quelle scale solo per portargli dei vestiti, lo aveva quasi fatto piangere. Era solo un giorno e già lo stava trattando quasi alla stregua di quelli che considerava come FIGLI.
Era tanto per lui, forse troppo. E lui d’altrocanto non ci aveva pensato su un attimo prima di chiedergli a lui , no, di VOLERE che lui lo accompagnasse in negozio.

Anche se non avrebbero dovuto. Anche se era rischiosissimo che con un simile laser sulla testa, non si barricasse in casa, ma era l’apocalisse, giusto? Quando incombeva l’apocalisse, significava che il mondo poteva finire da un giorno all’altro, magari proprio il giorno dopo e cosa succedeva poi se morivi e ti accorgevi di non avere vissuto?
E lui dopo essere morto, voleva VIVERE, voleva avere una giornata con i suoi fratelli, con tutti loro, ma non in una casa fredda e che trasudava angoscia e disperazione e paura del futuro, paura della morte.
 
Quasi rimpiansero entrambi quando vennero chiamati da Bobby per la cena.

Durante la cena, Adam aveva l’impressione che Cas non stesse neanche ascoltando quello che dicevano gli altri, come lui, si erano estraniati, era come se gli altri non esistessero ma non in quel modo in cui escludevi tutti, ma come se stessero viaggiando sul trenino di una giostra dl lunapark, tutti i sedili fossero vuoti, ma uno no..quello al tuo fianco era occupato da un altro passeggero, non eri solo nella tua estraniazione.
Era una bella sensazione.

Lavare i piatti in due era ancora più bello. Credette che Dean, Sam e Bobby avevano capito benissimo che avevano bisogno di estraniarsi e di stare soli, e quindi non li disturbarono in nessuna maniera.
 
Quando tornarono su, fu quasi automatico, continuarono a parlare, soffermandosi in particolare sul loro primo incontro, Adam confessò quasi imbarazzato, ma candidamente, come le sue braccia lo avessero cullato e fatto sentire in pace. Nonostante poi la paura e lo shock lo avessero fatto scoppiare a piangere, ma avvertiva anche una forma di pace.
“Credo tu abbia avvertito la mia grazia. Vuoi sentirla di nuovo?”
Adam sembrò terrorizzato al riguardo ma accettò di fare posto a Castiel nel suo lettino, per fare in modo che Cas lo stringesse a chiocciola da dietro.

“Ti batte forte il cuore, non ti stai rilassando, ma sei molto agitato. Forse dovresti prendere un’altra camomilla.”
“S-sì..forse dovrei..” fece per scattare via dal letto, ma Castiel lo trattenne per un braccio.
“O forse” disse “Potrei fare QUESTO.” spalancò le ali bianche e maestose prima che Adam potesse replicare o impedirglielo. Fece un urlo sommesso.

“Sei impazzito?? Ritirale!! Mi hai fatto prendere un infarto!!”
“Schhhhh…la paura è l’emozione principale che ci impedisce di essere felici e in pace con noi stessi, è molto pericolosa e se la lasciamo serpeggiare..è la fine.”

“Io..mi fanno..paura..” disse, sentendo le ali accarezzargli le spalle.
“Quando nella vita hai ricevuto tanto male, hai paura anche di una carezza. “ fece una pausa. “Vale anche per gli angeli, sai?”
Silenzio.
“Non sapevo che anche gli angeli potessero provare dolore.

“Anche chi non esiste, può provare dolore.” Disse Castiel e con quella frase emblematica, Adam decise che non voleva più opporsi, ma aggrapparsi a quella sensazione di pace,che non sapeva se fossero le ali dell’angelo o il peso del suo corpo, il suo ABBRACCIO, a dargliela, non sapeva neanche se meritarselo, che ora quell’angelo meraviglioso fosse lì con lui, ma ne fu molto grato.

Sfiorò con una carezza l’ala che gli batteva sulla spalla e con la sensazione di essere inondato di una coperta meravigliosa fatta di notte e di panna, di cielo e di nuvole di fiaba, si addormentò, sognando di nuvole, di panna, di notti infinite e stelle cadenti e di ali d’angelo.






















Note dell'autrice: come avete potuto notare, n questo capitolo ho cercato di rimediare alla brusca gaffe che ho fatto nello scorso capitolo, che ho raccontato tutto come se Bobby non ci fosse!! AHAHAH XD
perdonatemi, ma anche nella 5 x 18, Bobby a malapena PARLA XD è davvero facile scordarsi di lui, scrivendo una cosa alternativa xd ma ho voluto rimediare e nello scorso capitolo ho modificato appena qualcosina che fa capire che c'era pure lui LOL è stato quando entrano tutti in cucina per bere il tè..niente di che xd
spero vi sia piaciuto questo capitolo, mi sto davvero impegnando per questa storia, in questo capitolo a dire la verità avrebbe dovuto esserci il pezzo in cui Adam parla con Zaccaria ma..non sono riuscita a inserirlo, ma succederà xd non aspettatevi però che seguirò il canon..può darsi anche che cambierò molte cose..anche perchè il paring oltre a Sam e Dean, è Cas e Adam..e quindi...xd
non mi è mai piaciuto che Sam e Dean non avessero mai mostrato amore fraterno nei confronti di Adam, quindi in questa ff li ho fatti essere più dolci xd

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Capitolo 4
*** Il tentativo di fuga di Dean ***


Il giorno dopo fu una giornata all’insegna della spensieratezza, Adam fu anche sicuro di sentire Dean sussurrare a Sam, dicendogli di non parlare di tramiti, apocalissi varie o di Lucifero o di Michele, per non rovinargli la giornata, a sentire questo, Adam si sentì al settimo cielo, come non ricordava di essersi mai sentito. Gli rifilò un abbraccio veloce in corridoio mentre c’era un continuo andirivieni dal bagno, per lavarsi, fare docce e vestirsi, Dean fece appena in tempo a chiedergli per che cos’era quell’abbraccio e Adam disse distrattamente che aveva dormito molto bene, evitando accuratamente di dire che aveva dormito tra le ali di Castiel fino a quando non si era addormentato, l’angelo doveva esser sgusciato via in quel momento.
Avrei voluto che dormisse con me, ma è stato comunque tanto dolce che sia rimasto fino a quando non mi sono addormentato.. pensò Adam.
Dean sembrò intuire i suoi pensieri e Adam per un attimo si preoccupò, ma non disse niente.

“Bobby della malora!! C’è la fila qui fuori!!” si lamentò Dean dando pugni alla porta. Bobby non poteva farsi la doccia per via delle sue condizioni, non in piedi, almeno.
“Non capisco perché dobbiamo farci la doccia se tutti insieme in quella macchina, saremo già tutti sudati prima di stasera.” Disse Sam.
“Ah, non dirlo a me. Sono un angelo, non ho bisogno di lavarmi. Anche se ammetto che l’acqua calda è piacevole sulla pelle.” Disse pensieroso.
 
Il viaggio in macchina fu divertente, si respirava una bellissima aria primaverile e come promesso, come in un accordo silenzioso, nessuno parlò di tragedie bibliche. Adam poteva solo immaginare quanto potesse essere difficile per loro non parlarne. Si trattava di due angeli che volevano impossessarsi di Sam e Dean, due fratelli, farli combattere, poteva solo immaginare cosa questo significasse per i due fratelli, eppure si sforzavano di non parlarne, per lui. Fino a ieri uno sconosciuto. E questa giornata era tutta per lui.
Faceva quasi fatica a respirare per la commozione. Si sentiva quasi tornato un bambino, ma era MEGLIO di quando lo era.
Ad interrompere i suoi pensieri, ci pensò Castiel a fargli appoggiare la sua testa sulla sua spalla, con la scusa che “C’è troppa aria, può farti male.”
Ok, forse non era proprio come quando era bambino, pensò imbarazzato.
 
 
 
L’allegra combriccola andò a mangiare panini al Mc Donalds e presero anche tutti dei milkshake, alla fragola per Adam, al cioccolato per Sam, al pistacchio per Dean, alla crema per Castiel.
Dean rubò la cannuccia a Sam traspirando il suo cioccolato, fino a quando Sam non gli picchiò in testa, ma gli occhi gli brillavano, Adam fece assaggiare il suo milkshake all’angelo, che stabilì che erano tutti gustosi, nonostante gli angeli non avessero bisogno di zuccheri per essere di buonumore.

Perfino Bobby dopo una lunga lotta, prese un modesto milkshake al caffè. Sam e Dean l’avevano praticamente costretto.
“Non sta bene che bevi birra davanti a tutti questi milkshake, tu e Dean siete uguali!” disse Sam, che non ci aveva messo molto per convincere il fratello. Dean amava quelle cose.
“Dean! Sei un traditore!” aveva replicato Bobby.
“Zucchero batte alcool, per stavolta.” Aveva detto Dean divertito.
 
 
Dopo il pranzetto, andarono ad un negozio di vestiti come promesso. Ci fu un solo minuto in cui Adam aveva detto che non sapeva quanto sarebbe rimasto con loro, che aveva rovinato un po' il buonumore a tutti, ma poi Cas gli aveva detto che il suo compito era quello di suggerirgli il vestiario, non si fidava dei gusti di Dean, erano scoppiati a ridere tutti, Dean aveva chiesto con quale coraggio Cas poteva dire una cosa del genere, con quell’impermeabile con cui andava indosso da anni.

Il pomeriggio al negozio fu molto divertente, Cas aveva dimenticato di stare dietro ad Adam, per chiedere a tutte le commesse che cosa ne pensavano del fatto di dire “di sì.” Esse, alcune divertite, altre un po' scandalizzate, gli chiedevano se fosse un pervertito o uno fissato in cerca di donne da sposare.
Bobby gli aveva gridato dietro di guardare “il ragazzo” allora Castiel si era girato ed era rimasto a bocca aperta a fissare Adam uscire dalla cabina vestito di un paio di pantaloni di seta gialli e una maglia viola entrambi di seta.

“Sei vestito di sole.” Disse Cas inebetito.
“Ehm, un po' troppo vistoso.” Disse Adam, tornando poco dopo con un paio di jeans tutti strappati, che gli fasciavano il sedere.
“Non pensavo che anche i vestiti rotti potessero stare bene a qualcuno.” Commentava Castiel.
“Potresti aiutarmi invece di guardarmi solo!” sbuffò Adam, Cas lo guardò atterrito, poi ubbidì continuando a lanciargli vestiti, fino a che Dean gli aveva battuto sulla testa.

“Questi vestiti che gli proponi sono troppo CORTI e ATTILLATI, non esagerare. Non è un escort.”
“Ma io..veramente..”
“Non badare a Dean, tu prendili, Adam, poi se non li metti tu, li metto io.” Aveva detto Sam sfidando Dean con lo sguardo.
Dean era rimasto a bocca aperta e Adam era scoppiato a ridere.
Non si accorse neanche che Dean lo fissava, gli occhi colmi di commozione.

No, non posso permettere che ti usano come tramite di Michele..e non lo permetterò neanche a Sam..loro..sono i miei fratellini..devo proteggerli, pensò cercando di non farsi vedere che stava per lacrimare.
 
 
 
 
Fu una stupenda giornata, Dean alla fine si era incupito un po' e Adam era un po' preoccupato, ma Dean disse solo che era stanco e voleva tornare a casa.
“Cas, grazie per aver fatto tutto questo per me. So che..non è facile..con Lucifero e tutto il resto ma voi..dico solo che..non è per i vestiti. È perché li ho comprati CON VOI…fino a ieri ero morto e ora sono con voi e..” disse Adam in camera.

“Ehi, meriti anche tu di essere felice.” Gli aveva detto Castiel, poggiandogli le mani sulle spalle. “Buonanotte, Adam.” E gli aveva dato un bacio sulla guancia.
Adam era rimasto impietrito. Si chiese se Cas si comportava così anche con i suoi fratelli. Che cosa significava quello?

Doveva stare attento. Non voleva innamorarsi dell’angelo, innamorarsi DI UN ANGELO. Era troppo pericoloso. non sapeva neanche se fosse permesso. E poi..lui era un angelo!
Si addormentò, sperando di sognarlo.
E invece sognò Zaccaria.
Mai una gioia, pensava Adam, mentre si vedeva Zaccaria seduto accanto a lui.

“Questo è il parco in cui tua madre ti portava nel giorno libero, vero? Non verrà, Adam, non ancora. Ma lo farà.Presto. Non riesco nemmeno a localizzarti, quindi mi toccherà tirare a indovinare, sei con Sam e Dean.”
“Sì.”
“Non ne avevamo parlato? Sai che non puoi fidarti di loro e sai che Sam e Dean Winchester dipendono in modo psicotico, irrazionale e anche erotico, l’uno dall’altro, lo sai non è vero?”
Adam boccheggiò.

Ricordi di quella mattina lo tempestarono.
 

“Allora hai finito di farti bella, Samanthaaa!” disse Dean entrando nel bagno, mentre Sam era in accappatoio bianco.
“Dean! Non vedi che sono..”
“In ritardo. Sì. Sei. In ritardo.” Gli disse Dean.

Dean si era piazzato davanti a Sam, come a sbarrargli la strada.
Poi gli stropicciò i capelli.
“DEAN!”

“Ho bisogno..uhm..che tu mi dica dove hai messo il mio rasoio. È importante. Sai..senza barba io sono più sexy..” disse con voce roca.
Adam si chiese come mai Dean usasse quella voce.
“Va tutto bene, ragazzi?”

“Sì!” disse Sam con una strana voce stridula. “Ehm..devo far vedere a Dean il suo..AHIO.”
Rumore di uno scappellotto.
“Avevo detto NIENTE riferimenti. Ora la pagherai.”
Sam lanciò un’occhiata alla porta, poi la sbattè praticamente in faccia a Adam, che rimase sconvolto.
Rumore di risate.

Beh, almeno Dean non aveva intenzione di picchiarlo.
“DEAN!!”
Aveva gridato, forse doveva fare qualcosa?
Rumore di mobili rovesciati.
“Ma cosa..”

“Lasciali perdere! Fanno sempre così. Che ne dici di prendermi la giacca? Vai!” gli disse Bobby con sguardo eloquente.
Adam pensò che in quella famiglia erano tutti pazzi.
“Dean!!” rise Sam dalla porta del bagno.
Una strana sensazione pervase Adam, ma poi si dissolse come nebbia al sole.
 
 
Tornò al presente in un attimo.

“Ecco, loro dicono delle cose su di te.” Non importava se davvero Dean e Sam avevano un rapporto..strano. Erano sempre i suoi fratelli. Mai li avrebbe sbugiardati.
E poi lui forse era innamorato di un angelo! Di cosa stavamo parlando?
Che avrebbe detto Zaccaria se lo avesse saputo?

“Sul serio? Fidati, quando la situazione peggiorerà, non gliene fregherà un bel niente di te, preferirebbero salvarsi la pelle a vicenda, che salvare il pianeta. Loro non sono la tua famiglia, hai capito?”
 
 
Dean nel frattempo si era nascosto nella panic room, non si era fatto trovare da Castiel, costringendolo ad aprire la porta della stanza, quando l’angelo era entrato, Dean l’aveva chiamato. L’angelo aveva appena fatto in tempo a vedere un simbolo enochiano fatto con il sangue, che Dean aveva premuto la mano sul simbolo, facendolo sparire con un grido.
Era così scappato, aveva raggiunto un prete che pregava nella notte, parlando dell’apocalisse, Dean gli si era avvicinato:
“Ciao. Sono Dean Winchester, sai chi sono?”
“Dio santo.”
“Lo prenderò per un sì. Dì una preghiera ai tuoi amici angeli, avvertili che sono qui.”

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome.”
In quel momento comparve Castiel
Preghi troppo forte.”
Poi Castiel aveva preso Dean e l’aveva sbattuto al muro.
“Che fai sei pazzo?”

“Per questo mi sono ribellato? Perché tu potessi consegnarti a loro?”
Lo sbattè di nuovo al muro, picchiandolo.
"Castiel ti prego.” disse Dean con un labbro sanguinante.
 Io ho rinunciato a tutto per te, a tutto. Ti sembra questo il modo per ripagarmi?”

Un pugno, un calcio e Dean finì per terra, non riusciva a sollevarsi e la vista gli si offuscava..
“Fallo, avanti, fallo.”
Castiel sciolse il pugno che aveva contratto, mosso a compassione,andò da lui e lo fece addormentare, toccandogli la fronte.
 
 
 
*

Si era risvegliato nel cuore della notte, con una strana emozione in subbuglio. Era felice. Si era ribellato a Zaccaria, aveva detto NO. non ce la faceva ad aspettare fino al mattino, voleva correre da Cas per dirglielo. Scese le scale e…
Impallidì, vedendo Castiel che reggeva Dean con un labbro spaccato.
“Chi l’ha ridotto così??” chiese Sam.
“Beh, sono stato io.” Disse Cas.

Perché?” chiese Sam, andando a toccare il viso del fratello.
“Ha cercato di vendersi a Michele! Non dovresti vezzeggiarlo e coccolarlo!” lo rimproverò Castiel.
“Oh, certo, perché pestarlo è la soluzione adatta per tenerlo dalla nostra parte!” disse Sam arrabbiato.

Non è possibile! Zaccaria mi ha chiesto..in sogno..mi ha chiesto di dire di sì..di andare da loro..e io no. ho detto di no..e Dean invece voleva?” la voce di Adam era talmente straziante da essere struggente eppure pianissima.
Lo guardarono tutti allibiti.

“E pensare che pensavamo di doverci guardare dal ragazzino!” disse Bobby esasperato.
 
 
 
 
*

Avevano legato Dean al lettino della panic room, Sam però non si dava pace.
“Castiel, è proprio necessario?”
“Hai visto che cos’ha fatto. Che cosa MI HA FATTO.” Disse Castiel.
“Cas..mi dispiace tanto..ma ti prego, liberami..mi hai già pestato..risparmiami almeno le catene.”
Cas si era avvicinato a lui e gli aveva sibilato:

“Ringrazia che non sono Michele.” E se ne andò.
“Che cosa intendeva? Sam?” domandò Dean.
“Beh,poteva andare anche peggio, Dean.” Disse Bobby, sulla porta, ma venne spinto e quasi fatto cadere dal ciclone Adam.
“Adam..” disse Dean.
Adam si piazzò furibondo davanti a lui, con gli occhi che mandavano scintille, senza dire niente.

“Senti, hai ragione, sono pessimo, non avrei dovuto farlo subito dopo la giornata trascorsa insieme ma ho pensato..”
SCIAFF.
Dean fece appena in tempo a riprendersi, che Adam corse fuori dalla panic room, lasciandosi scappare uno struggente singhiozzo.

“A quanto pare il peggio è appena arrivato.” Disse Bobby.






















Note dell'autrice: lo state vedendo il wincest che vi fa l'occhiolino ? ahhah
per chi è interessato, vi assicuro che ci sarà anche il loro pov e...racconterò anche come è nata! Forse prenderò spunto da alcune mie os..vedremo xd
avete capito bene, Adam non ha seguito Zac!
E quindi come faremo? Occhio alla stanza verde..ritornerà xd in un modo imprevisto xd
nel prossimo capitolo, il primo appuntamento di Adam e Cas!!

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Capitolo 5
*** Raccontami una favola, Dean ***


Adam uscì fuori da quella stanza con l’impellente bisogno urgente di vomitare, no, quello di scappare, di cambiare idea e donarsi a Michele!

Dean voleva lasciarsi prendere, era un fratello così orribile lui? Era stata così orribile la giornata trascorsa insieme per lui? Voleva tornare indietro, voleva cambiare idea, voleva fare di tutto per impedire a Dean di farlo, o per impedirgli di farlo di nuovo, e poi ancora, voleva tornare indietro e non dargli quello schiaffo. Lui non aveva nessun diritto di farlo. Era un intruso tra loro. Non aveva alcun diritto di imporsi, di schiaffeggiare chicchessia..di pretendere NIENTE! Era un morto, un morto tornato alla vita l’altroieri e i morti non possono pretendere più niente da nessuno!
Una mano gli afferrò il braccio, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.

“Pensi un sacco di cazzate, lo sai, vero?”
Castiel!
“Lasciami, non hai alcun diritto di parlarmi così! Dean..lui..hai visto cos’ha fatto, no?”
“Sì, lo so, grazie, sono stato io a riportarlo qui!”

“Ecco! Allora..non dirmi che non avrei dovuto dargli uno schiaffo, perché lui..”
Se l’è meritato.”
Adam restò attonito a fissarlo.
“Vieni.” Disse Castiel, trascinandolo in una stanza del piano inferiore.

Quando chiuse la porta alle loro spalle, dopo un secondo, con grande sbalordimento di Adam, lo abbracciò.
“Castiel..ma cosa..”
“Schhh zitto..”
“Ma..”
“Zitto.”

Adam obbedì., seppur con grande imbarazzo, restarono lì per circa un minuto, Adam si stava quasi per addormentare tra le sue braccia, ma poi decise che era troppo e si spostò.
Castiel lo fissò.
“Sei rosso.”
“Lascia perdere!”
“Sei imbarazzato. Ti metto a disagio.”

“Beh, se proprio vuoi saperlo…sì!! Non dovresti..fare così..”
Castiel lo guardò perplesso.
“Dicono che gli abbracci rilasciano ossitocina e..”
“Anche qualcos’altro se è per questo! In ..alcuni casi.” Disse guardando per terra.
Castiel lo fissò ancora.

“Oh, senti, lascia perdere! Volevi..volevi dirmi qualcosa??”
“Volevo farti sentire meglio. Mi sei sembrato agitato, molto.”
“Quanto..agitato?”
“Come uno che vuole buttarsi da una scogliera.”
Questo fece ricordare ad Adam un’altra cosa.

“Hai detto che dico cazzate prima! Non devi farlo! Non devi leggermi nella mente! Te lo proibisco!!”
Cas si guardò la punta delle scarpe, sentendosi in colpa.
“Scusa..ma dopo quello che ha fatto Dean..io..”
“Hai paura che lo faccia anch’io?? Senti, non mi importa!! Quante volte mi hai guardato nella mente??

“Solo stavolta. E sono sincero. Agli angeli non serve mentire.”
Adam fece una smorfia scettica.
“Beh, a quegli stronzi sì. Scusa, davvero.” Disse ancora avvicinandosi a lui e Adam accolse il sottile invito a accoccolarsi ancora a lui.
Castiel sapeva di buono, di pulito, di bucato fresco.
“Adam..lui..”

“Non..difenderlo! L’hai pestato, non si difendono i tizi che si pestano a sangue.”
“Spesso si pestano le persone a cui si vuole bene, per impedire che commettano stronzate, tipo sacrificarsi.”
“Tu..gli vuoi bene?” chiese Adam.
Non riusciva a guardarlo negli occhi.

Castiel,con suo grande orrore, gli accarezzò i capelli.Adam aveva la testa ancora appoggiata al suo petto.
“Voglio bene anche a te, scricciolo.”
“Non – chiamarmi – scricciolo! Non sono un marmocchio!”
Cas rise.
“Perché? “ poggiò di nuovo la testa sul suo petto.
“Perché cosa?”

“Perché mi vuoi bene? Sono un estraneo per te. Non sarà mica perché..mi hai tirato fuori dalla terra eh? “
“Beh..”
“Non trovi che sia una grande ironia che porto il nome del primo uomo sulla Terra e anche lui come me è uscito fuori dal fango?? Se non è destino questo!!”

“Tecnicamente Adam non è uscito da DENTRO la terra, ma è stato plasmato da essa.”
“Dettagli inutili! Fatti di terra! O dentro la terra. È la stessa cosa. Come il sopra così il sotto, recitava la bibbia, giusto?”
 
Adam si era allontanato da lui, guardava la finestra, dandogli le spalle, così Cas trovò il coraggio di rispondergli finalmente.
“Ti voglio bene perché non insisti a ripetere una domanda quando l’altro non ti risponde.”

Adam si voltò di scatto, la sorpresa nel suo volto, palese.
“Ti voglio bene perchè sei ironico,  strafottente e divertente e perché sei loro fratello, sì, ma sei diverso da loro, sei dolce come Sam, ma strafottente come Dean, e ti preoccupi per gli altri, ma non lo fai pesare, e perché nascondi i tuoi sentimenti, in un mondo in cui le persone li mettono in mostra solo per rinfacciarli.

“Io..” Adam era commosso.

“Ti adoro perché non sfoghi il tuo dolore sugli altri, neanche quando vorresti farlo e perché non sommergi di parole l’altro neanche quando sei ferito, perchè parli poco ma dici tanto, perché hai gli occhi di un cucciolo, ma sai essere anche forte, e sei profondo e divertente, ma non te ne vanti. Mai.”
“Ok..ok..basta così..può..può bastare!”
Castiel sorrise.
“Hai una bella anima.” Disse Castiel.

“Gli ho dato uno schiaffo. “ ripetè. “Dopo che era già a terra, quale tipo di persona fa questo?”
“Una persona molto preoccupata, che ci tiene tantissimo. Io credo che Dean sia rimasto più ferito dal tuo gesto che dal mio.”
“Oh, grazie! Ora mi sento meglio!”

“Feriamo continuamente le persone a cui vogliamo bene. Ma puoi andare da lui, adesso, se vuoi.”
“Sei impazzito? Sarò l’ultima persona che vorrà vedere!”
“Oh, Adam, credimi, conosco Dean e in generale gli uomini, lui non vede l’ora che tu vada da lui.”
Lo fissò ancora e disse ancora:

“E anche tu non vedi l’ora. Non ho bisogno di leggerti nella mente per saperlo.”
“Castiel..grazie.
 
 
 
*

Che cosa gli stava capitando?
Era a questo che Castiel pensava, mentre vedeva Adam, uscire dalla stanza da cui avevano appena parlato.
Quel ragazzino gli scatenava sentimenti che non credeva possibile di poter provare, che finora erano così intensi solo per Sam e Dean, i suoi migliori amici.

Ma lui non era Sam, né Dean, con loro non aveva sentito il bisogno di abbracciare così spesso, né era rimasto così abbagliato dalla loro forza, dalla loro aurea, anche l’istinto di protezione era diverso. Non aveva mai dormito abbracciato con loro due.
Con Adam era..come un incrocio tra un figlio, un amico e un fratello.
Era perché lo aveva tirato fuori dalla terra, come diceva lui stesso?
Era diverso, ma non capiva in cosa.
 
 
 
 
*

“Dean..posso entrare? Non ti stai facendo una sega, vero?”
Silenzio, esitazione, poi “Sei un idiota.” Ma detto esitante, quasi con il timore di farlo andar via di nuovo.
“Posso entrare?”
“Ho chiesto a Sam perché mi avevano tolto le manette..lui ha risposto che sei stato tu. Certo, puoi entrare.”

Adam sorrise e lo guardò per qualche secondo, fermo sulla soglia.
“Guarda che i puppy eyes non funzionano con me, a Sam lo dico sempre.”
Ma anche lui sorrideva.
“Allora perché lui insiste a farli?”

“Ha un debole per i casi disperati.” Disse Dean, il suo sorriso era meraviglioso, specchio del suo.
“Dean..io volevo dirti..”
“Alt! Non voglio che ti scusi. Ti ho ferito.me lo sono meritato..io..non devi scusarti.” disse Dean, seduto su una sedia.
“Stavo per dirti che non sono bravo con le parole, ma più con i fatti.”
Detto questo lo abbracciò di slancio.
Dean rimase come uno stoccafisso.

“Beh, almeno non mi hai baciato, pulce!” disse stringendolo.
“Sam l’ha fatto?” gli chiese.
 
Sciolse l’abbraccio, godendosi lo spettacolo della faccia di Dean che sbiancava come vernice bianca fresca.
“Diavolo, Dean, dovresti vedere la tua faccia! Non riuscirei ad ottenere un bianco così neanche se facessi ora una staccionata bianca!”

“Se..se era una battuta, io non l’ho capita!”
“Dean, me l’ha detto Zaccaria.”
“Detto cosa?”
“Che state insieme! Beh, veramente mi ha detto che avete una relazione erotica..”
Dean spalancò la bocca incredulo.

E tu CREDI a quel mostro? A quel viscido serpente??”
“Dean..non voglio litigare..”
Ma stai facendo di tutto per fare questo! Come puoi..è mio fratello..io..”

“Dean, non sei bravo come pensi a mascherare i tuoi sentimenti e neanche lui.”
Dean rimase con la bocca aperta.
“Credo forse di averlo sempre saputo…da quando vi siete chiusi in bagno, ieri mattina..o da tante piccole cose..dalla tua gelosia per lui e viceversa…da come vi guardate, da come vi..amate!”
“Adam..stai prendendo un granchio…i-io…”

“Stai tremando! Hai paura di confessare che ami Sam, ma non hai paura di consegnare il tuo corpo a un angelo. Sei la persona più strana che io conosca. Ma anche..quella che sa amare come io vorrei solo imparare!”
“Adam..”
Adam lo abbracciò nuovamente e fu un nuovo tipo di abbraccio. Fu calore, amore, protezione.
Dean cominciò a singhiozzare contro di lui.

“Schhhh, Dean, a me va bene. Mi va più che bene. Sai, Zaccaria, mi ha fatto un favore alla fine.”
“Che emerita stronzata.”
“No, è vero, invece. Lui..mi ha fatto un favore a dirmi questa cosa. Io sono felice di saperlo, ma Dean, lascia che ti dica una cosa.”
Gli prese il viso tra le mani e gli guardò gli occhi tremanti di lacrime.

Adam li trovò meravigliosi, non gli era difficile capire che suo fratello Sam era rimasto ammaliato da quegli occhi.
“Per vincere una battaglia, una GUERRA, ci vuole coraggio, ci vuole TANTO coraggio, se non riesci neanche a baciare Sam davanti a me, o a Bobby..o a Castiel, come puoi pensare di vincere con gli Angeli?”
“Bobby lo sa..e anche Cas..da tempo..” farfugliò lui.
“Ma non vi baciate davanti a loro. O sbaglio?”
“Per..per rispetto..ma lo sanno e..”

“Perché vergognarsi di una cosa bella? Mio fratello non merita di essere nascosto come un vestito da ballo troppo brutto. Anche perché..” e questa volta sorrise malignamente. “Lucifero non vede l’ora di sfoggiarlo al gran ballo, e vincerà lui alla fine, se tu dimostri di volerlo nascondere.”
“Se è un tentativo di metafora..fa schifo!”

“Davvero? Al ballo di fine anno, credi che vincerebbe colui che esibisce un vestito stupendo, o colui che lo nasconde, a casa sua, in un armadio, dove non è visto da nessuno?”
Dean sembrò per un attimo indignato ma poi poggiò la fronte contro la sua.
“Adam..grazie.”
“Non ti permettere neanche di congedarmi. Lo sapevi che a me piacciono da matti le storie fin da quando ero piccolo?”
Dean lo guardò interrogativo.

Adam prese una sedia dall’angolo e si piazzò davanti a lui.
“Raccontami la favola della vostra storia d’amore.

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Capitolo 6
*** Dean e Sam - voglio guardarti mentre mi baci ***


Sam non può credere all’idea che dopo aver passato mesi, QUATTRO mesi a piangere la sua morte, Dean, il suo Dean, sia tornato dall’inferno, da lui!

Dopo aver passato una giornata insieme, Bobby comprese che i due fratelli avevano bisogno di restare da soli, e disse che tutte le discussioni sarebbero state rimandate all’indomani.

Anche la questione *chi aveva riportato in vita Dean.*
 


Quando Bobby abbandonò la stanza di motel, Sam guardò attentamente suo fratello.

Finalmente erano di nuovo da soli. Come era sempre stato, come avrebbe dovuto continuare ad essere sempre. Loro non avrebbero mai dovuto passare tutti quei mesi lontani. Sam aveva già sopportato SEI MESI di lontananza da Dean per colpa di un fottuto trickster, SEI MESI in cui aveva portato il lutto, e ora era risuccesso, anche se non sapeva a chi dire grazie per avergli risparmiato almeno altri due mesi di agonia…
 
Guardò di nuovo suo fratello. Era bello come prima di morire, malgrado era forse un po’ conciatino, e pallido.

Sam sapeva però che l’inferno doveva averlo segnato.
 
Era andato all’inferno per lui. Sam non riusciva a smettere di pensarci. Come si faceva a superare una cosa del genere? Sia per chi lo faceva, sia per chi lo subiva.

Era una dimostrazione d’amore talmente potente… Sam finora non aveva dovuto farci i conti, o meglio, li aveva fatti da solo, senza Dean, ma lui ora era li….

Sapeva che in quella giornata erano stati isterici, sì, cerchiamo il responsabile del ritorno di Dean, ma..who cares, gridava ogni singola cellula del corpo di Sam, il minore sapeva che tutto ciò si rifletteva nei suoi gesti, in quante volte quella giornata lo aveva toccato e si era aggrappato a lui con una scusa o con l’altra.
Non l’aveva mai fatto, eccetto quand’erano più piccoli e aveva bisogno di sentirlo vicino.

Dean di sicuro aveva capito quant’era fragile e invece di tornare a casa di Bobby, aveva richiesto di passare ancora un po' di tempo con Sam, nell’albergo.
 
“Ma che fai? Cambi le lenzuola?” aveva ridacchiato Dean, cercando di dare alla cosa una parvenza di ilarità.
“Dovremmo dormire insieme. Visto che tu non c’eri, ho preso un letto singolo.” Si giustificò lui senza guardarlo.
Dean aveva annuito.
“Sam..”
“Mh?”
Aveva sobbalzato, trovandoselo davanti.
“Non resterò qui a dormire con te, nel letto dove hai dormito con quella..”
Fece un grande sforzo per non terminare la frase e Sam gliene fu grato.
“Dean..ti prego..io..io non ce la faccio..”

“Ehi, ehi, ehi, easy tiger.” Disse sostenendolo, perché Sam gli crollò quasi davanti.
“S-scusami..sono..non credo di sentirmi..”
“Maledizione, Sam. Aspetta qui.”
Per fortuna c’era un mini frigorifero nella stanza, gli passò un bicchiere d’aranciata.
“Mandalo giù tutto d’un colpo.”

“Pffff, l’aranciata mi piace prenderla a piccoli sorsi.”
Dean alzò gli occhi al cielo.
“Come vuoi tu, principino, ma bevila!”
Sam obbedì.
Poi lo guardò.
“Mi sei mancato.”

Qualcosa si sciolse dentro Dean, si chinò ad abbracciarlo, perché Sam era seduto su letto, lo abbracciò, ma rimase così.
Sam lo strinse forte.
“Non sei un miraggio, vero? Non è che ora mi addormento e tu..tu non..”

“Ehi..se ti metti a piangere, ti affatturo e poi vado a dormire da Bobby.” Gli disse accarezzandogli una ciocca di capelli. “Cazzo, Sammy, i tuoi capelli mi vanno in bocca..ma cosa ti è saltato in mente di farli crescere così..le mie assenze fanno danni.”
“Tu non immagini neanche quanto è stata dura senza di te..”
“Certo che lo immagino! Questo posto fa schifo!”

E Sam rise finalmente per la prima volta da quel giorno.
 
 
 
*
 
Per tutta la serata, Sam e Dean rimasero a guardare la televisione sul divano, con Sam che toccava Dean quasi costantemente, nonostante erano praticamente appiccicati, seduti sul divano.

Non poteva farne a meno. Gli sembrava ancora un miraggio il fatto che fosse di nuovo li con lui.

Sentiva il bisogno di toccarlo per capire che fosse tutto vero, e Dean non sembrò infastidito da quel continuo contatto.
 
Quando si misero a letto. Sam avvertì la presenza di Dean, accanto a lui, più vicina di quello che pensava.
“Abbracciami.” Sussurrò.
Dean rise.
“Sei una femminuccia, Samantha.”
“Oh, sei un co..”

Ma Dean lo zittì con un abbraccio avvolgente, Sam quasi trattenne il respiro. Si era scordato com’erano le mani di Dean.
“Meglio?”
“Sì, grazie.”
“Sam..stai così per colpa mia..ti prego, non fare così..mi fai sentire in colpa..”
“No..non è colpa tua..è colpa mia..se avessi fatto di più..”

“Non potevi fare nulla e neanche avrei voluto che rischiassi qualche cosa per me, tu non hai idea di come mi sono sentito quando credevo che avessi fatto un patto..Sam, non ho provato sollievo ma solo un’enorme preoccupazione.”
Sam si era girato e gli aveva accarezzato gli zigomi della faccia con le dita.
Dean sembrava essersi irrigidito, ma non aveva detto niente.
“Sei veramente tu..”

“Sam..adesso devi andare a letto, dai..” Dean era imbarazzato, si notava, gli aveva preso le dita sempre gentilmente ma con tono fermo e le aveva staccate dal suo viso.
Ma Sam non dava segni di volersi spostare e si era girato verso di lui intrecciando le gambe alle sue.
“Sam, sembriamo..”
“Cosa?” gli sussurrò lui.
“Sembriamo..” ma la vicinanza di Sam gli aveva tolto ogni briciola di lucidità.

 
 
Sam si avvicinò ancora di più con la testa, fino a baciarlo.
 
Lo baciò senza forzarlo ad aprire la bocca, solo giocando con le labbra ma in una maniera morbida e sexy che fece tremare Dean.
“Ti prego, fermati.” Sussurrò in una preghiera.
“Lo vuoi davvero?”
Dean lo fissò anche se Sam non poteva vederlo e poi gli assalì la bocca senza rispondere e stavolta a differenza del primo bacio, questa volta il secondo divenne subito focoso.

Si baciarono e furono subito fiamme, Sam si trovò subito sotto Dean, le sue mani sul corpo che minacciavano di farlo diventare pazzo, togliendogli ogni lucidità.
 
Dean gli sussurrava un mucchio di cose, tra le quali c’era anche che l’inferno era stato terribile ma sopravviveva solo pensando a lui.
Anche se pensare di non poterlo mai più rivedere era stato come morire centinaia di volte.

“Ti prego..” non l’aveva mai sentito pregare. Doveva essere una cosa importante.
“Ti prego, dimmi che non la ami..”
Sam ci mise un po' per capire di chi stava parlando.
“Ci sei sempre stato solo tu..”
“Da quanto tempo?”
“Da sempre. “
“Ma allora Jessica..”

“Le volevo bene, ma non quanto ne volevo a te..io..lo so, è disgustoso..è..perdonami..”
Sam aveva cominciato a piangere, ma Dean gli aveva preso il viso tra le mani.
“Guardami, è tutto quello che ho sempre voluto..”
“Non..non lo stai dicendo solo per farmi star meglio, vero?”
“Sai, c’è stato un momento..quando eri ubriaco..durante il caso della casa delle bambole..lo ricordi?”
Sam annuì.
“Mi hai toccato così..e io ho quasi pensato che..”
Sam lo toccò a sua volta.

“Che volessi baciarti?”
“È stato peccare di presunzione..io..”
“VOLEVO. Io volevo..davvero..ma poi..non ne ho avuto il coraggio..pensavo che tu..”
“Forse sì, forse ti avrei respinto..è vero..ed è terribile che siamo dovuti arrivare all’inferno, perché ci..”
“Dean..dillo..”

Gli aveva toccato la mano e Dean lo guardò sorridendo.
“Ci baciassimo. È terribile perché speravo il nostro primo bacio fosse diverso.”
“Quindi tu ci SPERAVI..”
“Dio..io..no! Io pensavo che fosse impossibile..ma sai com’è quando..fantastichi..” si era scosso i capelli imbarazzati.
“Capisco benissimo.”
“Sam..” era la voce del Dean paranoico. “IO non mi sto rimangiando quello che..ma come faremo? Tu sei mio fratello, è imp..”
Sam aveva acceso la luce spiazzandolo.

“Non ti sto chiedendo di rinunciare alle donne, Dean..”
“Credi che potrei tornare a fare il donnaiolo dopo questo bacio? Non mi conosci bene allora, non potrei mai farti questo..non lo farei mai..non..”
Sam trattenne a forza le lacrime e poggiò la fronte contro la sua, dolcemente.
“E volerlo?”
“Non voglio.” Sussurrò Dean.
“Bene, perché c’era una cosa che volevo fare. Baciarti con la luce accesa. Voglio..guardarti.
 
E quella fu una frase che davvero valse a Sam un bacio da fuochi d’artificio.

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Capitolo 7
*** Dean da un bacio a Sam in cucina, davanti Bobby, Adam, Castiel ***


Dean non aveva dormito un accidente.
Dormire non rientra proprio nelle priorità del tuo corpo, quando confessi al tuo fratellino minore che ti sbatti nel letto il vostro fratello di mezzo – no, che lo ami!! – entrano in ballo un mucchio di cose a quel punto. Senso di colpa, palpitazioni, paura, ancora senso di colpa, terrore!!

Non aveva avuto il coraggio di dirlo a Sam, non sapeva perché ma fu l’unica cosa che Adam gli chiese, di fidarsi di lui e non diglielo, non ancora, e poi..poi aveva avuto un’idea che più folle di così non si poteva, quel piccolo diavolo in calzamaglia!
Era tornato nella loro stanza e aveva stretto a sé Sam con un amore così avvolgente che ebbe paura per un attimo che si frantumasse tra le sue mani.
Ma ovviamente non era così,perché Sammy era stato sempre quello più forte tra di loro. Era stato quello che un giorno a diciassette anni, aveva affrontato loro padre e aveva puntato i piedi perché voleva studiare.
E Dean lo aveva amato e odiato quello stesso giorno, perché era davvero orgoglioso di lui.
Fu con uno stato d’animo alterato quindi, che si alzò la mattina per andare in cucina insieme agli altri, per la colazione.
Naturalmente, c’erano un sacco di cose che sarebbero potute andare storte.

Bobby avrebbe potuto dormire ancora, Cas sarebbe potuto essere in bagno, magari proponevano tutti una bella colazione al bar, magari la colazione era finita!!!
Niente di tutto questo,
 
Dean, nelle ore che non riusciva a dormire, aveva letto su internet il significato di stato d’animo alterato.
 
 Innamoramento
ipnosi
Sonnambulismo
Stato onirico / Sogno
Stato di coma
Meditazione
 

Tale cambiamento coinvolge numerosi fattori, sia metabolici che non. Questi fattori possono essere soggetti a cambiamento solamente in certi di tipi di alterazioni, o restare invariati in altre tipologie.
Alcuni fattori sono:

La memoria
Il tipo di ragionamento
Il senso d'identità

le facoltà motorie
percezione del tempo
percezione dello spazio
percezione del significato delle cose
la memoria
il tipo di ragionamento
la velocità di ragionamento
il senso d'identità
le facoltà motorie
percezione del tempo
percezione dello spazio
percezione dello spazio
 
 
Internet aveva diecimila ragioni di esistere e fu sconvolgente venirlo a sapere. Era tutto giusto.
Infatti Dean sapeva di
Essere innamorato fradicio come un pulcino bagnato.
Essere ipnotizzato dalle parole di Adam.

Aver viaggiato tra quelle ore come un sonnambulo
Soprattutto nello stato onirico, gli sembrava di essere finito nel mondo dei sogni di Remo, l’anime che lui e Sam guardavano da bambini.

Sapeva di essere finito in coma e di camminare fuori da lui
Aveva urgente bisogno di una meditazione per ritrovare il suo equilibrio mentale.

E poi per quanto riguardava il suo corpo:
Non ricordava più chi era
Non ragionava più
Non sapeva più chi era
Si sentiva le gambe di piombo

Non sapeva più che ora fosse, dove si trovasse, né cosa aveva significato.
Tranne una cosa
Sammy.
 
Fu pensando a tutte queste cose che si avvicinò a Sam, mentre era davanti alla caffettiera come un dio greco.
Lo fece voltare e lo baciò come se ne andasse della sua vita.

Sam lasciò cadere la tazza al pavimento che rimbombò come un frastuono, ma non lo lasciò andare, né lo fece Sam.
Un’altra cosa che adorava di lui. Non respingeva mai i suoi baci.
 


Davanti a loro una serie di cori di sussulti strozzati e poi:
“Gesù.”
“Dei del paradiso.”

Dean sorrise tra le labbra di Sam, mentre lo sentiva lasciarsi andare, perse la ragione e lo fece crollare sul tavolo, alchè tutti dovettero spostarsi, allibiti.
“Dean!!” lo richiamò a quel punto Sam, ridendo, ma in tono fermo, guardando allarmati gli altri, che non ridevano, ma neanche gridavano. E forse era un buon segno.
O forse no?
 
“Mi dispiace!” proruppe Dean, guardando Adam, ma a una sua occhiata d’avvertimento, ci ripensò. “Anzi no, sapete che vi dico? Non mi dispiace, amo mio fratello e mi dispiace invece che al mondo questo sconvolga! Ma non mi dispiace affatto amarlo! E non mi dispiacerà affatto neanche impedire che il diavolo lo prenda o che un idiota d’angelo voglia vestirmi come sua SPADA, perché se devo essere il cavaliere dalla scintillante armatura per qualcuno..beh, voglio esserlo per LUI.”

Sam ancora sdraiato sul tavolo, si mise le mani sugli occhi prorompendo in singhiozzi, come se Dean gli avesse fatto una proposta di matrimonio, poi si sentì un leggero battito di mani.
“Beh, congratulazioni alla coppietta felice!”
Era stato Adam e applaudì assieme a Castiel, poi si unì anche Bobby.
“Il ragazzo a quanto pare è riuscito a fare qualcosa che io non sono riuscito a fare. Convincere questi due idioti a fare coming out. Merita un applauso. LUI. Voi due idioti non lo meritate per gli accidenti che mi fate venire, SENZA AVVERTIRMI.”

Dean gli diede un altro bacio, voglioso, ma più corto.
“Mi dispiace, ma..”
“Se lo dici un’altra volta ti affatturo!”
Dean rise. “Io..non so cosa mi sia successo…lui mi ha convinto a fare questo.”

“Dei del cielo, figliolo. Ti voglio dare una medaglia. È almeno un anno che sapevamo di loro, ma questi due IDIOTI hanno continuato a comportarsi come se io e l’angelo qui presente fossimo ciechi. Ci hanno trattato da idioti per tutto sto tempo!”
“Sapevamo che VOI sapevate, solo che non volevamo..davanti a voi. Per rispetto.” Disse Sam imbarazzato, scrollandosi i capelli. Dean si perse a guardarlo. Aveva gli occhi lucidi, le labbra rosse e un sorriso così felice. Amava vederlo sorridere. Sembrava essere ringiovanito di almeno 4 anni.

“Ribadisco la mia opinione! Idioti!” sbuffò Bobby.
 
“Quindi voi lo sapevate? Muoio dalla voglia di scoprire come l’avete saputo!” disse Adam galvanizzato.
Bobby continuava a scrutare Adam incuriosito.
“Davvero per te non è un problema, ragazzo? Voglio dire, perfino noi ci abbiamo messo un po' per..”

“Non mi interessa sapere le persone che amo, con chi vanno a letto. Basta che siano felici.” Disse Adam sicuro.
Dean ebbe una voglia sfrenata di abbracciarlo, che non riuscì a controllare, andandosi così a scontrare con Castiel che aveva avuto la stessa spinta.
“Aspetta il tuo turno, disgrazia in trench!” disse Dean, coinvolgendo Adam in un buffo abbraccio a due.

Dopo che liberarono Adam, fu il turno di Sam di abbracciarlo, ringraziandolo.
“Non mi distoglierete dalla mia curiosità, avanti, raccontate!” continuò l’altro.
Castiel e Bobby a quel punto si guardarono.
“Cominci tu o comincio io?” chiese Bobby.

“Comincio io, sono venuto a saperlo io per primo.” Disse Castiel orgoglioso. “Allora..Dean e Sam evidentemente credendo di essere più furbi di tutto il Creato messo insieme, credevano ovviamente di farla in barba agli angeli, ma….”




- Continua - 

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Capitolo 8
*** Come Cas e Bobby sono venuti a sapere di Dean e Sam ***


Com'è venuto a saperlo, Castiel




Dean e Sam stavano discutendo perché Dean aveva sorpreso Sam a usare dei poteri demoniaci assieme a
“Quella puttana di Ruby.”
“Allora se pensi di essere nel giusto, come mai un angelo mi ha chiesto di fermarti? Sai cosa significa eh? Significa che Dio non vuole che tu faccia questo!”
Sam fece una risata amara.
“Quindi…noi due…tutto regolare..ma IO che uso i miei poteri per salvare la vita alle persone no?”
“Sam..”

“No, Dean, sei proprio SICURO che il problema non sia che lo faccio insieme a Ruby?? Sei geloso di lei?”
“Di una puttana demone?? Mi credi così infantile?”
“Beh, dovresti! Sai, andavamo sempre in giro insieme, una volta!!”
“Che cosa???”

“È stato il mio momento più buio. Tu non c’eri..e lei era lì. Un palliativo, Dean! Questo per me lei è stata quando tu non c’eri! E ora non lo è più, ma è l’unica speranza di poter evitare che Lucifero risorga, tu..tu mi devi credere!”
“Forse sarebbe più facile se non ci fossi andato a letto!!”
“Dean…”
In quel momento una materializzazione segnò l’arrivo dell’angelo Castiel.

“Vi pregherei di non far risuonare così tanto i vostri litigi. Gli angeli hanno chiuso un occhio sulla vostra relazione, per motivi che non mi è concesso dire perché hanno bisogno di voi per impedire l’apocalisse, ma..potrebbero cambiare idea se dovessero capire che il vostro sentimento vi distrae dalla missione.”
“Loro..lo sanno?” chiese Sam sbarrando gli occhi.
Castiel corrugò le sopracciglia.
“L’avete messo in preventivo anche nel vostro discorso. Non è proprio come se fosse una sorpresa.”

Sam stava parlando in codice proprio per evitare di parlare chiaramente. Maledizione, Castiel, ti sembrano notizie da dire a cuor leggero queste? E poi perché diavolo CI SPIANO?”si arrabbiò Dean.
Il minore nel frattempo si coprì la faccia con le mani.
“Non capisco perché vi arrabbiate. A loro non importa e poi non vi spiano. Non quando fate l’amore, almeno.”
Sam e Dean spalancarono la bocca inorriditi e Castiel ne approfittò per dileguarsi.
 
 
 
 
 
*

Com'è venuto a saperlo, Bobby

“Dean..voglio baciarti..ti prego..ho bisogno della tua bocca..”
Era da parecchio che provava a farlo, e Dean lo aveva tenuto a distanza cercando di non dare nell’occhio, ma era chiaro che poi era passato alle PAROLE.
Dean si volse verso Castiel e Bobby.
“Mi dispiace. Lui..non sa quello che dice. Deve essere l’effetto di Carestia.

Questa cosa scatena le dipendenze di ognuno di noi ma non dovrebbe far impazzire la gente riducendogli la lucidità.” Disse Bobby.
“Non direi proprio!! Castiel si è mangiato TRE HAMBURGER in meno di mezz’ora!” disse Dean.
“Sì, ma solo perché il mio tramite ne va matto.”
“Deeeeeean, ti prego, baciami.”
“È ossessionato solo con te.” Disse Bobby sospettoso.

“Certo. Perché ci amiamo tanto. MA NON in quel senso.” Disse Dean cercando di scappare mentre Sam provava ad abbracciarlo.
“Perché non gli dici che non puoi baciarlo perché siete fratelli?” gli chiese ancora Bobby.
Dean lo guardò terrorizzato poi guardò Sam.
“Io..ho paura di ferire i suoi sentimenti!!!” si giustificò.
 
 
Bobby aveva capito che doveva esserci qualcosa che non andava, qualcosa che Dean non gli diceva. Da quando era tornato dall’inferno, la relazione tra loro era molto strana, ambigua per certi versi, morbosa. Certo, Bobby non pensava ll’incesto, ma…decise tuttavia di fingere di andare a comprare qualcosa, per vederci più chiaro.
Fece il giro della casa, beccando Sam e Dean in una stanza a baciarsi SUL LETTO.
Bobby era sconvolto. Anche perché da quello che si vedeva, Dean aveva perso tutta la sua ritrosia apparente, Lo accarezzava , dappertutto, e soprattutto il viso con la tenerezza di un amante.

Non aveva intenzione di interromperli, ma chiamò l’angelo al telefono dicendogli di vedersi.
 
“Da quanto lo sai di loro due che vivono come una coppia, con tutti i crismi?”
“Da..uhm..sempre? Ma cosa intendi esat..”
“Li ho visti baciarsi, Cas!!”
“Ah..ok..uh..cavolo.”

“Non mi sembrava proprio che Dean fosse così scontento come voleva far credere prima. E non dirmi che è per l’incantesimo.”
“Io..okay, non lo dico.”
“Quei due…STRONZI. Nascondermi una cosa simile. Con Lucifero alle porte. Ma cosa..io voglio capire..perchè?? Quand’è nata??”
“Credo che quando uh..Dean è tornato dall’inferno..abbiano capito di non poter più vivere separati.”
Bobby borbottò qualcosa di incomprensibile.

“Forse sarebbe meglio che parlassimo di questo quando avremmo sconfitto Carestia.”
“Certo, certo..”
“Bobby..so che tieni ai ragazzi..e loro hanno perso così tanto. Ti supplico di non giudicarli.”
“E tu? Credevo che un angelo fosse contro queste cose, anche contro l’omosessualità.”

“Queste sono tutte idiozie che ha raccontato l’uomo. Il Cielo e Dio non è MAI stato contro l’amore, noi non giudichiamo, l’uomo lo fa.”
Bobby riflettè su quelle parole.
 
 

*

“Non ha dato di matto?” chiese Adam ridacchiando a quel racconto.
“No, quando abbiamo sconfitto Carestia, ci ha aspettato nel suo salone della sua casetta, ci ha detto di prenderci una birra e poi ha detto con nonchalance di averci visto che ci baciavamo.” Disse Sam.
“Sam ha sputato via la sua birra, io no. Non spreco birra, la amo troppo.” Disse Dean.

“Dean ha provato a giustificarsi dicendo che lo faceva solo per far star tranquillo Sam, ma nessuna smorfia di schifo è comparsa sul suo volto, cosa che ha reso Bobby ancora più convinto. Ha chiesto a Dean se gli avesse fatto schifo baciare Sam.” disse Castiel con un ghigno perfido.
 
 
*

“Ti ha fatto schifo baciare tuo fratello, Dean?”
Un’esitazione di troppo.
“E a te, Sam?”
Si guardarono con la salivazione azzerata.
“Sì. “ dissero in coro.
“Una cosa..disgustosa..sono subito andato in bagno..a..uh..lavarmi..” ma teneva la testa bassa. " Possiamo non parlarne più? Sam non era in sé. e..”

“Dean, Sam, come attori siete davvero pessimi, lasciatemelo dire e poi Castiel mi ha raccontato tutto.”
“Brutto…idiota che non sei altro..io ti..” Dean era scattato per picchiare Castiel, ma Sam lo trattenne.
“Potrei stenderti con un soffio, se volessi, Dean.” Disse Castiel.
“Ha ragione.” Disse Sam tenendolo ancora.
“NON MI INTERESSA, SPORCO TRADITORE, NOI CI FIDAVAMO DI TE..”

“Dean!” ripetè Bobby. “Credete davvero che non sospettassi niente? Anche se devo dire che non mi aspettavo il vostro rapporto fosse così avanti anche a livello fisico ma i vostri comportamenti degli ultimi tempi mi hanno sempre lasciato un po' perplesso..la vostra vicinanza anche fisica..anche se vi sforzavate di non farmelo notare.sono molto deluso..ne abbiamo passate tante insieme..vi ho dato forse prova una volta di no n avere una mente aperta? O di giudicare l scelte di vita di chicchessia? Lasciatemi dire che questo avermelo tenuto nascosto è per me una grossa delusione, forse ancora di più di quando Sam ha scatenato l’apocalisse.”

Rimasero tutti zitti, dopodiché Bobby spalancò la porta e la sbattè alle sue spalle.
 
 
 
*

Vorresti uscire con me, Adam?

“Quanto è rimasto arrabbiato con voi?” chiese Adam.
“La mattina dopo sbraitava già qualcosa a proposito che Lucifero non avesse ancora schiavizzato tutte le locande mattutine e che quindi se si voleva, gli IDIOTI potevano uscire a fare colazione.” Disse Sam ridacchiando.
“Ehi, ho mantenuto il punto per dieci ore di fila, che se le calcolate sotto il calendario luciferino, sono come dieci mesi.” Disse Bobby.
Risero tutti e alla fine fu Dean a prendere la parola.

“Avevamo tantissima paura a dirglielo. Lui è come un padre per noi, non potevamo sopportare di perderlo o di dargli un dolore, credevamo ci avrebbe odiato.” Disse Dean.
“Non a torto lo pensavamo, insomma chi accetta una cosa del genere? Ma ci eravamo scordati di avere delle persone davvero straordinarie accanto.” Disse Sam.

“Voi fate tutto per gli altri, chi sono io per proibirvi di desiderare almeno UNA cosa per voi? Eh? E lasciatemi che vi dica che avete scelto quella più importante. Non riesco a immaginarmi niente di più bello e importante di stare insieme all’altro, di scegliere l’altro come punto d’amore. Entrambi avete scelto la persona migliore che poteste scegliere e lo dico io che vi ho scelto come figli, mica a caso.”
Dean e Sam piansero immediatamente e si fiondarono ad abbracciarlo.

“Ecco, lo sapevo. Le mie parole non presupponevano un abbraccio smielato, IDIOTI.” Ma era commosso anche lui.
“Ti vogliamo bene, Bobby.” Diceva Sam.
 

A vederli, Adam continuava a cercare di asciugarsi gli occhi.
Castiel fece segno ad Adam di andare in cucina.
Adam lo seguì.
“Che c’è? Vuoi lasciarli soli?”
“No, volevo proporti un pranzo.”
Adam lo guardò con tanto d’occhi.
“Ok, sì..ma tra qualche ora..abbiamo appena fatto colazione.”
“No. Volevo dire, domani. Io e te da soli.”
Adam sgranò gli occhi.

“Insomma, per ringraziarti, questo momento bellissimo..non ci sarebbe mai stato se non fosse stato per te, da quando sei arrivato, hai portato LUCE in questa casa e tra di noi..ed era così tanto che non vedevo Sam e Dean così felici..”
“Ma..Cas, mi stai chiedendo di uscire per caso?” gli chiese malizioso.
Castiel lo guardò stranito.

“Beh, sì, non contavo di mangiare qui, ma in un ristorante, almeno.”
Adam scosse la testa sorridendo.
“D’accordo, lascia stare. Comunque, sì, accetto!”
Cas si illuminò.
“Davvero? Cioè, grazie!! Conterò le ore.”
 
E se ne andò lasciando Adam con la tachicardia per l’emozione di quella frase, e un sorriso felice.
Lui e Castiel da soli.






















Note dell'autrice: ciao ragazzi! Come avete notato anche questo capitolo è molto fluff e quasi comico xd
io ve l'avevo detto che questa storia avrebbe avuto tutto un altro stile e vi dico la verità, ho intenzione di farlo anche con le altre mie storie
ultimamente mi è capitato di non riuscire più ad aggiornare o comunque a far fatica, con tutte le paranoie su voler fare una cosa perfetta
mi sono arenata e tante storie sono rimaste incompiute, io non voglio più questo e ho deciso che non mi interessa più fare una cosa PERFETTA, voglio solo scrivere e ritrovare la stessa passione che avevo i primi anni che scrivevo, ma se sto sempre a pensare "oddio questo è realistico da scrivere? Come posso fare per renderlo più realistico ecc?" le mie storie rimarranno sempre incompiute. Vi faccio un esempio, forse se ci avessi pensato meglio, avrei fatto Bobby che facesse una scenata, mi sarei inventata dialoghi più tragici ecc ecc, ma che pesantezza! Invece ho pensato solo al fatto che volevo che Bobby fosse comprensivo e finisse subito sta diatriba!
E vi dirò, sono soddisfatta di com'è venuto questo capitolo e questo DIMOSTRA come pensare troppo danneggia più che aiutare!

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Capitolo 9
*** Adam, i tuoi baci sono da favola ***


“Non è il caso di imbellettarmi come un principino del novecento, che diamine!” disse Adam, mentre quegli “Idioti lo stanno conciando come una principessina al ballo.”
“Sta zitto, questo look è perfetto.” Disse Dean, mirando la sua opera.
Adam sbuffò e il suo ciuffo fece swish, Sam rise, mentre Adam si guardava allo specchio.
Jeans azzurri, camicia bianca a righe celeste e una giacca blu scuro.
“Io mi vergogno..io così non escooooo!” gridò.
“Zitto o Castiel penserà che sei un poppante!” disse Sam.

“Gli angeli non escono con i poppanti.” Disse Dean.
“R-ricevuto, comunque non – non è un appuntamento.”
“Certo, certo come no.” sbuffò Dean.
“Dean, lascialo in pace.”
“Tanto lo so perché voi avete fretta di mandarmi via. Ricordatevi che avete un uomo che ha bisogno di assistenza, in questa casa.”
“Ma non è il NOSTRO uomo.” Disse Dean.

“E non sono UN INVALIDOOO. O Almeno, lo sono solo per metà!” gridò Bobby dalla sala.
“Adesso sbrigati, non vorrai farlo aspettare, vero? E RINGRAZIA che gli faccio guidare la mia baby.” Disse Dean, spingendolo via.
“La farai guidare anche a me?”
“Scordatelo!!”
 
 

*

Quando Adam uscì, trovando Castiel al volante di Baby, gli sembrò proprio un vero angelo.
“Scusami per l’attesa, quei cretini hanno insistito per farmi vestire così.”
“Io trovo che tu stia benissimo.”
Adam lo fissò.
Aveva lasciato il trench per una giacca sobria e una camicia bianca, elegante.

“A-anche tu.” Disse Adam.
 
 
Al ristorante fu tutto squisito, mangiarono una pizza e un buonissimo dessert al cioccolato.
“È strano..non siamo mai stati io e tu da soli..” disse Adam.
“Non è proprio esatto, quando ti ho..raccolto..sì, eravamo da soli.”
“Ma ero appena tornato in vita..non è stato molto..”
“Romantico?”

Ad adam cadde la forchetta dalle mani,
“Scusami..io..”
“Non fa niente..”
“Non volevo dire..” disse raccogliendola.
“Oh, davvero? IO sì.”
Adam lo guardò a bocca aperta.
“La cosa ti mette a disagio?”
“Io..NO. Cioè..che..che cosa esattamente?”

“Lascia stare. Eppure ero così sicuro che..Sam e Dean sembravano sicuri..”
“Sam e Dean??”
“Cosa?”
Mi hai invitato perché te l’hanno chiesto loro?”
“Cosa?? No! Cioè..era da un po' che mi consigliavano di farti uscire, ma QUESTO l’ho deciso io. Giuro.”
Adam si mise le mani nei capelli.
“Stanno cercando di farci mettere insieme?”

“Lo stanno facendo? Adam, non me ne sono accorto..mi dispiace che la cosa ti turbi, io..se vuoi torniamo a casa e..”
“Certo, immagino che tu non veda l’ora di sbarazzarti di me.”
“Prego?”
“Ma sì, io sono un bamboccio. Gli angeli..non escono con i bambocci. Sempre se gli angeli..sono interessati ai ragazzi..cioè ai ragazzini..”
Castiel gli sollevò il mento sorridendogli.

“Se ti riferisci al tuo contenitore, io trovo che hai un BELLISSIMO contenitore, lo sai.”
Adam avvampò.
“E sei anche carino, quando arrossisci. Aspetta, sei sporco qui.” passò un dito sulle sue labbra e poi sulla sua guancia.
Adam si sentì bruciare e si scostò.
“An-ancora?”

“Mmm..no..” disse Castiel, anche se sembrava deluso.
 
 
Tempo dopo stavano uscendo dal ristorante, quando Castiel prese la parola.
“Sai, gli angeli non hanno sesso. Possono innamorarsi di un uomo..o di una donna..certo anche loro hanno dei limiti di età..per te l’età..sarebbe un problema? Mi vedi troppo grande? So che gli umani a volte si pongono questi problemi.”
“Cas..io..”

“Come mi hai..”
Adam prese i lembi della sua giacca e li attirò a sé, premendo le labbra contro quelle dell’angelo, forse in maniera troppo irruente.
“Io..credevo di non piacerti..” disse Castiel confuso.
“Mi piaci da impazzire dal primo giorno..è solo che..non ho mai baciato nessuno e..sono un disastro. Tu sei un angelo e ti meritavi un bacio da favola e io..”

“Anche tu meriteresti qualcuno che non ti deluda mai come farò io..”
Adam lo guardò basito.
“Cosa..”
“Ho intenzione di concedere il mio corpo a Michele!”
“COOOSA?”

“ È l’unico modo per fermare Lucifero, Michele ha promesso che restituirà il corpo di Dean quando avrà finito con Lucifero, l’ha PROMESSO, ma se non mantenesse la parola? Io voglio che Sam e Dean stiano insieme, gliel’ho promesso, che li avrei protetti..”
“Ma..tu..”
Adam ora stava per piangere.

“A me non accadrà niente. Sono un ANGELO e se do il permesso affinchè uno dei miei fratelli mi possieda, posso rigettarlo quando voglio, ho la capacità di farlo.” Disse Castiel sorridendo.
Adam lo guardò boccheggiando.
“Adam, io DEVO proteggerli..è il mio compito. E prima che tu possa dire qualcosa, devo proteggere anche te.”
Adam gli prese il viso tra le mani e lo baciò, ma con più passione stavolta.

Le loro lingue si incontrarono e divampò il fuoco, ma ricco di tenerezza.
“Adam..”
“Mmm sta zitto..”
“I tuoi baci SONO DA FAVOLA.
Adam gli tappò la bocca con la sua.
 
 

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Capitolo 10
*** Un amore splendente a quattro ***


La prima volta di Cas ed Adam




Adam non si sarebbe mai aspettato, dopo quei baci da FAVOLA scambiati con Castiel, di arrivare a casa da Bobby e trovarsi lo spettacolo a cui aveva assistito.
Che spettacolo non era proprio, Adam si era aspettato che non sarebbero stati d’accordo con la decisione di Cas, non era d’accordo neppure lui, ma NON si aspettava che Dean avrebbe perso così tanto le staffe.

“IL SIGNORINO QUI PRESENTE HA INTENZIONE DI SACRIFICARSI. IL SIGNORINO FA LA MORALE A ME SUL VENDERMI A MICHAEL, MA POI LUI VUOLE FARE L’AGNELLO SACRIFICALE AL MIO POSTO. DOVE SONO FINITE TUTTE LE TUE BELLE PAROLE, CASTIEL? SEI SOLO UN IPOCRITA!”

Castiel non era rimasto a subire in silenzio le ingiurie, urlava così tanto che facevano quasi fatica a distinguere le parole, ma Adam e Sam credettero di aver distinto le parole -soldato di dio, angelo, portami rispetto, tutto questo lo sto facendo per proteggervi, per farti stare con tuo fratello. Dovresti essermi grato, qualcuno deve pur farlo. -
“Credo che Dean abbia detto a Castiel di mettersi la sua gratitudine dove non batte il sole.” Disse Bobby, sussurrando, quando il Winchester si sbattè la porta alle spalle.

“Vado da lui.” Disse Sam, prima che Adam lo trattenne per un braccio.
“Sam..quando Cas mi ha detto della sua proposta, io..non ho fatto così tante obiezioni..questo fa di me una persona orribile?”
“No, Adam, non preoccuparti, senti, ne parliamo dopo, ok? Adesso devo andare da Dean, scusami.”

Adam rimase lì come un sacco di patate. Realizzò in quel momento di essere stato un ingenuo a credere che tutto si sarebbe risolto così, che avessero trovato la soluzione. Dean aveva ragione in fin dei conti, il maggiore amava Sam, ma amava anche Castiel a modo suo, era loro amico ed era la persona che Adam amava. Sì, realizzò Adam, neanche lui voleva che prendesse il suo posto, ma aveva scelta?
“Vieni, Adam, andiamo.” Disse Castie, quindi Adam gli porse la mano che gli tese. Andarono in una camera al piano di sopra, tenendosi per mano, per tutto il tempo.
 
 
 
“Mi dispiace per la scena a cui hai assistito.” Disse Cas sedendosi sul letto.
“No, a me dispiace di non averla fatta io.” Disse Adam.
“Cosa???” Castiel era basito.

“Dean aveva tutte le ragioni, Cas, mi sono fidato così tanto di te quando mi hai detto che sarebbe andato tutto bene, che HO VOLUTO crederci.”
“Andrà tutto bene.”
“Ma questo non impedisce che mi preoccupi per te, che tutti noi ci preoccupiamo per te, Castiel! Io non..ho cambiato idea. Mi proporrò io a Michael!”

“NO. È mio fratello. Se c’è qualcuno in grado di batterlo, quello sono io.”
“Ma…”
“Non è in discussione.” Si erse in tutta la sua altezza. Al più piccolo, non sembrò mai come in quel momento, un angelo fiero, combattente e orgoglioso.
Bellissimo.
“Castiel..”

“Non voglio combattere contro di te. Voglio..”
“Sì?” Adam gli accarezzò il viso.
“Baciarti..toccarti.”
“Allora FALLO.”
Il bacio fu inevitabile, languido e intenso, in pochi secondi le loro mani si esplorarono per tutto il corpo, all’inizio solo sopra i vestiti, poi passarono sotto.

“Ahhhh fai l’amore con me, Cas.”
“Sicuro?? Adam io..”
“Sì..fallo..ti voglio..ti desidero..”
 
Castiel lo fece sdraiare e non smise di accarezzarlo, di baciarlo, di coccolarlo, quando entrò dentro di lui, Adam quasi non se ne accorse, solo quando entrò dentro di lui profondamente se ne accorse.
“Oddio..Cas..è bellissimo..perchè non..non fa male?”
Castiel sorrise.

“Sono un angelo. Ti ho evitato il dolore della preparazione.”
“Sei DAVVERO un angelo, allora..muoviti.”
“Non ti hanno mai detto niente sull’appetito degli angeli?”
“Ce l’hanno?”
“Sì ed è..INSAZIABILE..non dovresti provocarmi..”

“Oh..ma io voglio..” e lo spinse contro di sé, fino a che Castiel non si mise a spingere.
 
 
 
 
 
 
 
*

La prima volta di Sam e Dean

(Circa un anno fa)

“Non fermarti..”
“Sam..no..non dirmelo..”
“Sì, invece..se ti fermi..ti uccido!”
Un momento di silenzio.
Scoppiarono tutti a ridere.
“Sono un cretino, perdonami.”

“Sei un adorabile cretino. E io ti amo tanto.”
Dean si sporse a baciarlo e Sam si sentì sciogliere un attimo di più, mentre lo pressava contro il materasso e gli cingeva le mani pressandolo contro di esso.

“Sei..prepotente..” ansimò Sam, mentre Dean continuava a tenergli inchiodati i polsi contro il materasso mentre le mani erano avvinghiate insieme e scendeva con la bocca a succhiare la sua pelle.
“Devo. Se mi tocchi io..perdo la testa..”
“Quindi tu puoi e io no? Incredibile. Sei…AHHHH.”

Dean aveva affondato la bocca nella pelle del suo torace, così tanto che Sam credette che gli avrebbe lasciato un succhiotto.
“Il cuore mi batte forte.” Disse Dean.
“Anche il mio.”

Dean si pressò contro di lui. Erano pelle contro pelle rimasti solo in mutande e Sam sentì il cuore davvero scatenarsi contro il suo.
“Non scherzavi..” disse Sam e finalmente potè abbracciarlo. Ne approfittò per accarezzargli la schiena, languido.
Si accarezzarono per un tempo interminabile, poi entrambi si tolsero gli ultimi indumenti.

“Vuoi davvero fare l’amore con me?” gli chiese Dean, anzi lo biascicò, mentre tornava ad accarezzargli e baciargli al contempo le mani.
“Sono stufo di ripeterlo..” disse Sam, tirandogli il ciondolo contro di lui.
“D’accordo, ma..QUESTO..” e si tolse il ciondolo. “Via. Solo per questo momento.” rispose all’espressione imbronciata di Sam. “Mi da fastidio, cioè..non sarebbe comodo..farebbe male a entrambi.” Rise.

“D’accordo!” disse Sam, con il suo sorriso dolcissimo, allacciandogli le braccia al collo.
 
Sam credette che si sarebbe sentito in imbarazzo, davanti a Dean che gli passava le mani in quella zona così proibita, fu così infatti, ma per poco, poi il piacere prese il sopravvento.
Aveva delle mani hot, Dean, calde e meravigliose e così sexy.
“AHHH..Oddio..oddio..” e quando si spinse in lui, il piacere fu totale.

Fuochi d’artificio e scariche di puro piacere, esplosero nella testa dei due amanti innamorati mentre facevano l’amore.
Ma la parte ancora più bella fu quando finì tutto, sentendo che Dean lo abbracciava ancora.
 
 
 
 
*

La seconda volta di Cas ed Adam


“Cas…Cas..”
“Era tutto incoerente per Adam, razionalmente l’amplesso era finito, quindi anche il piacere, ma o gli angeli potevano prolungare un orgasmo o non si spiegava perché il piacere continuava ancora.
Poi capì che non stavano facendo più l’amore ma qualcosa di simile all’orgasmo lo pervadeva ancora, mentre Cas continuava a tempestarlo di baci.
Capì che doveva essere l’amore.

L’amore degli angeli era meraviglioso.
O forse era solo L’AMORE a esserlo.
Si chiese per pochi secondi se anche Dean e Sam avevano sentito una cosa così quando si erano amati la prima volta.
Per pochi secondi, poi decise che non voleva saperlo più, voleva concentrarsi su Cas.

Si avvinghiò al lenzuolo come una verginella non più vergine alla sua prima volta e con quel lenzuolo candido non innocente come lui, si sporse alla finestra a guardare la notte stellata.
 
Arrossì quasi vedendo come Cas lo stava guardando.
“È una notte stellata bellissima non credi?”
“Sì, è davvero una bella notte, ora però vieni qui.”

“È davvero una bella notte, “ disse tremando appena per il sottotesto. Non doveva cedere, non ancora almeno. “È un peccato sprecarla.
Cas corrugò la fronte.
“Infatti. Non sprechiamola.”
Adam alzò gli occhi al cielo.
“Cas, ti sto proponendo di fare l’amore sotto le stelle!”

Cas sgranò gli occhi solo per un momento, poi i suoi occhi si scurirono.
“È un tuo desiderio?”
“Sul tetto, sarebbe PERFETTO, ma se preferisci il PRATO..”
Non lo lasciò finire che lo prese tra le braccia e con sé il copriletto blu notte portando tutti insieme sul letto.
 
“Wow..hai fatto veloce.” Disse Adam vedendosi atterrare docilmente sulla coperta.

“Potresti sentire freddo..” disse ragionevole Cas.
“Oh..per quello che abbiamo in mente diventeremo presto di nuovo incandescenti, vero?” chiese Adam.
Cas lo guardò e il suo sguardo di nuovo gli diede i brividi. Di eccitazione.
“È per caso una mossa per convincermi a ripensarci?”

Adam si morse il labbro, forse avrebbe potuto giocare quella carta, l’angelo sembrava già meno convinto.
“A dire la verità..è una specie di ricompensa. Per il tuo coraggio.”
“Vuoi premiarmi con il SESSO?”
“Non è brutto come sembra, sai..”
“È MERAVIGLIOSO, direi..”
Adam restò a bocca aperta, poi sorrise malizioso.
“Sdraiati..”

Castiel obbedì subito e Adam sorrise ancora più apertamente, a vedere che il membro di Castiel era diventato duro di nuovo e si stava decisamente ingrossando.
Nella stanza non aveva avuto modo di osservarlo bene.
“Non hai mentito sull’appetito..”
Non gli diede modo di rispondere che fece entrare il membro di Castiel dentro la sua bocca.

Castiel gemette e gli strinse forte i capelli, mentre faceva su e giù con la bocca, usando sia la bocca che la lingua.
Una serie di parole che non capiva – enochiano? Fuoriuscirono dalla bocca dell’angelo.
“Sei sexy quando dici parole scurrili in lingua straniera..” disse Adam.
Si fermò prima che l’angelo potesse esaurirsi in lui, poi lentamente si mise a cavalcioni a lasciarsi prendere da lui.
“Ahhhh sì..così…ecco..così..” ansimò Adam.

Oramai Castiel ansimò così forte che sarebbe bastato quello a far venire Adam.
Prima che potesse aspettarselo, Castiel lo spinse in giù , ancora più in profondità, facendolo gridare.
Ma dal piacere.
Restò poi fermo ancora un po', poi quando vide che Adam si era abituato, cominciò a spingere, con una ferocia animalesca ancora più sexy.
“Aspetta..aspetta..lascia fare a me..” disse Adam.
Castiel si fermò, sembrò costargli un grosso sforzo.

Adam allora riprese a cavalcarlo, non sapeva se stava facendo giusto, ma gli sembrò di vedere la grazia irradiarsi dall’angelo, e capì che quella era l’ESTASI.
Una sorta di patina azzurra si sprigionò dal corpo dell’angelo e questo lo faceva andare avanti senza stancarsi, l’amplesso durò parecchio e quando finalmente Castiel venne dentro di lui, fui immerso dal suo liquido celeste così tanto che lo inondò.
Adam poi crollò su di lui, accorgendosi dopo poco che Castiel aveva sprigionato le sue ali e lo aveva riportato dentro, volando.

La sensazione dell’aria sulla sua pelle, assieme al calore confortevole della braccia di Castiel che lo cullavano, era meraviglioso.
Si chiese se questo era come viaggiare su un tappeto volante.
Si chiese come facessero gli angeli a scendere sulla terra dopo aver provato cosa significava viaggiare nel cielo.
Ma poi pensò, se lui fosse stato un angelo e Castiel un umano, sarebbe sceso sulla Terra per lui?
Sì, probabilmente lo avrebbe fatto.
 
 
 
 
*

Il mattino dopo, Adam soffocò un urlo, mentre vedeva un volto sconosciuto nella sua stanza, prima attraverso lo specchio, poi davanti a lui.
“Chi sei?? Uno di loro?? Va via…io non..”
“Mi chiamo Gabriel e non accetto ordini neanche dai miei fratelli, figurati da un ragazzino.”
“Gabriel?? L’arcangelo Gabriel? Oh, mio dio..”

“Sta sereno, non sono qui per farti del male, né ai tuoi amici..ci sono…ughh per certi versi, affezionato. Voglio parlarti..” fece un sospiro. “Di mio fratello.”
“Tuo fratello??”
Castiel.
Adam lo fissò.
“Credo dovresti parlare con lui..vado a chiamartelo.”

“NO. Non farlo.”
Adam si bloccò.
“Perché? Hai appena detto..”
“Ho detto che voglio parlare DI LUI, non CON lui. So del suo folle piano per vendersi a Michael. Se ne discutessi con lui, sarebbe solo per prenderlo a pugni fino a che non sviene, lo concerei peggio di come ha fatto lui con Dean, te lo assicuro.”

Adam si rilassò visibilmente, aveva trovato un alleato. Un’altra persona che amava Castiel.
Quante persone lo amavano? Ma certo, lui era una persona così eccezionale, che aveva trovato un MUCCHIO di persone che lo amavano.
“Ti vedo sorridere, forse non hai bene in chiaro cosa voglio proporti.” Disse lui.

“Non mi importa. Qualsiasi cosa, pur di evitare che lui si venda a Michael!”
“Ne sei proprio certo? Qualsiasi cosa proprio?”
“Sì. Sì!”

“Quindi saresti disposto anche a prendere il suo posto?

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Capitolo 11
*** L'amore fraterno di Gabriel e Cas ***


“Castiel è sparito.” Disse Adam, andando da Sam e Dean, che stavano ancora dormendo.
Abbracciati. Erano a torso nudo.
“Woaaah, non ti hanno insegnato a bussare, ragazzino?” gli chiese Dean.
Adam sorrise. Malgrado tutto, Dean non spostava il braccio dalla testa di Sam, appoggiata al suo braccio. Non voleva scomodarlo.
“Adam? Che c’è, che succede?” chiese Sam, svegliandosi, assonnato.
“Castiel..”
“È sparito? Ne sei sicuro? Magari è solo andato a fare una..”

“So quello che dico!! Mi ha fatto visita l’arcangelo Gabriel, stamattina!” disse Adam, ricordando quello che era accaduto solo pochi minuti fa.
 
 
 
 
*

“Chi mi dice che posso fidarmi di te e che vuoi il bene di Castiel?”
“Sono suo fratello.”
“Tze. Anche gli altri angeli sono suoi fratelli, ma lo odiano..l’hanno rinnegato.”
“Io – NON SONO – come gli altri.”

“Se vuoi che ti creda, dovrai darmi qualcosa di meglio di questa favoletta, Gabriel.
“D’accordo, vuoi qualcosa di meglio? Allora ti racconterò una storia. La storia di una FALSA MORTE…”
 
 
 
“Tutti i tuoi trucchi li hai imparati da me, FRATELLINO.”
“L-Lucy….”

“Fallo di nuovo. Il trucco della proiezione. Fingerò di ucciderti e non dovrai MAI, mai più preoccuparti di dover prendere una posizione in questa guerra. Tutti crederanno che sarai morto, non sarai mai più costretto a combattere contro di me. So che non lo vuoi, so che ti hanno costretto..”
“Non mi hanno costretto..” delle lacrime solcarono il viso di Gabriel.
Lucifero le asciugò.

“So leggere dentro la tua anima, fratellino. Perché credi ti trattassi diversamente dagli altri? Perché credi il nostro rapporto fosse diverso da quello degli altri angeli? La complicità che credevi di avere con me, solo con me, non era un’illusione, Gabriel.”
“I Winchester credono in me..”
“I Winchester credono nella FAMIGLIA, alla fine quando si tratterrà di scegliere, sceglieranno sempre l’altro, perché è questo che fa una FAMIGLIA.”

“Tu vuoi uccidere il mondo..e anche i nostri fratelli..”
“Non lo farò se non mi costringeranno, ma qui la domanda è: tu vuoi davvero uccidermi? Perché io non voglio farlo, fratellino.”
Gabriel lasciò perdere tutto e lo abbracciò.
Lo abbracciò stretto come non aveva mai fatto per anni, secoli.
“Mi sei mancato.”
“Mi sei mancato anche tu, fratellino.”

L’abbraccio sembrò durare secoli, tutti quei secoli andati perduti, ma poi Gabriel svanì tra le sue braccia, per ricomparire poco più in là.
“Addio, Lucy.”
Lucifero gli sorrise, per poi vedere la sua copia davanti a lui.
L’altro Gabe gli fece un cenno e Lucifero lo trafisse con un pugnale, ma malgrado tutto, pianse.
Alzò lo sguardo come a chiedere conferma, che l’altro Gabriel fu quello giusto, che non lo aveva davvero ucciso, poi riabbassò lo sguardo.
 
“Ehi, io sono ancora qui.” gli accarezzò il viso, arrivando davanti a lui.
“Temevo che tu..mi avessi ingannato..”
“Posso ingannare tutti, ma non te, giusto?”
“Giusto.”
“Lucy, io sono ancora dalla parte dei Winchester. Lo sai, vero? C’era un cd che io dovevo mandare loro..se io..”

La sua voce tremò, Lucifero gli mise un dito sulle labbra.
“Lo so. Lo sapevo.”
“E nonostante questo, tu mi lasci andare?”
“Sì.”
“Perché?”
“Perché ti voglio bene.”

Un ultimo abbraccio, poi l’arcangelo scomparve.
 
 
 
 
 
*

Asmodeus era ormai ridotto a un cumulo di sangue grondante.
“BASTA, CASTIEL, BASTA, SMETTILA, FERMATI!” gridava Dean.
“NO!”
Un altro calcio.
“CASTIEL!”
“NOOOOO!”

“CASTIEL, GUARDALO. GUARDA GABRIEL, GUARDA TUO FRATELLO!”

Sam lo aveva voltato proprio per fargli vedere la figura di Gabriel, accucciata in un angolo, indifesa e spaventata da quello spettacolo.
“Castiel, andiamo via, ti prego.”

Solo allora Castiel si fermò e andò da Gabriel ad abbracciarlo e stringerlo forte.
“Sono rimasto intrappolato qui per un mese, non ANNI, calmati.” Cercava di confortarlo Castiel, anche se l’angelo tremava tra le sue braccia.
“Avrei dovuto capirlo subito..venire prima..invece ci ho messo un maledetto mese per riuscire a capire che quell’impronta delle ali era FALSA..poi ho trovato Lucifero, mi ha spiegato..e un maledetto altro mese per capire dove fossi..”

“Ma sei qui..sei arrivato..smettila di angustiarti, Castiel..”
“Forza, andiamo via..” disse Dean, tenendo sotto tiro il demone.
“Sì, ma prima..” Castiel lasciò il fratello, per andare di filato dal demone e ucciderlo con la sua forza angelica.

“CASTIEL, NON AVRESTI DOVUTO! SEI COSì DEB..” Gabe si era arrabbiato e per lo sforzo, tossì.
Castiel andò da lui e gli mise la giacca sulle spalle.

“Divento forte , anzi una BELVA, quando si tocca la MIA FAMIGLIA. E adesso andiamo via.” Disse Castiel.

Sam e Dean si commossero a vedere i fratelli anticiparli verso l’uscita, abbracciati.
 
 
 
 
*
Adam era scioccato dalla storia che gli aveva raccontato Gabriel.

“Capirai che un debito del genere non è cosa da poco. Castiel mi ha salvato, ha ucciso quel demone, non riesco neanche a immaginare in che condizioni sarei, se fossi rimasto li con lui. Quello è uno dei demoni più sadici..” disse Gabe.
“Capisco.” Adam era davvero senza parole.
“Lui mi ha protetto, ma dovrei essere IO a proteggere lui. Sono il maggiore, ma non l’ho mai fatto. Mai. Ma voglio rimediare adesso.”

“Ma lui SOSTIENE di essere in grado di resistere a Michael, io riuscirò a fare lo stesso?”
“Tu da solo NO, è per questo che io ti darò il mio aiuto..”
 
 
“Quindi Gabriel ti ha avvisato del fatto che Castiel ha deciso di andare da solo a vendersi a Michael?? Figlio di puttana!! Quando lo trovo, lo pesto.”

“Se mi lasci dare una mano al pestaggio, te lo lascio raggiungere, Winchester.” Disse una voce famigliare.
Balthazar.
Sam e Dean sussultarono.
“Ma cos’è?? Il revival della famiglia??” disse Dean scioccato.
“Castiel è già nella stanza verde. Avete bisogno di me, per raggiungerlo.” Disse l’angelo.
Sam si volse verso Dean.
“Io non credo Dean dovrebbe venire..temo sia..”

“Una trappola per farmi dire di sì? Beh, hai ragione a preoccuparti, perché o è una trappola per farmi dire di sì, o non è una trappola e dirò sì comunque e lo farò, ti garantisco che lo farò.”
“Invece no. Quando arriverà il momento critico, prenderai la decisione giusta.” Disse Sam.
 
 
 
 
 
*

“Dean!! Sam!! “ Castiel era in un angolo ad aspettare. “Che cosa ci fate qui?”
“Fai parte della famiglia. Stupido idiota.” Disse Dean.
“Adam..”
Adam scuoteva la testa deluso.
“Balthazar! Non avresti dovuto portarli qui.”
“Avrei dovuto spaccarti la testa anche milioni di volte, fratello. Eppure non l’ho mai fatto.

“Dean, ti prego, credevi sarebbe stato così facile?” Disse Zaccaria.
“E tu?” chiese l'altro.
Sam cercò di colpirlo con un pugnale, ma venne scaraventato da Zaccaria contro un mobile.
“Sai cos’ho imparato da questa esperienza, Dean? La pazienza.
Con un gesto della mano fece sputare fuori sangue al piccolo Adam.
“Lascialo stare, figlio di puttana!”

“Pensavo di essere stato licenziato e per noi un licenziamento è scottante. Nel vero senso della parola.” Disse Zaccaria sorridendo. “Ma mi sarei dovuto fidare del mio capo, sta andando tutto come aveva detto. Tu, io, i tuoi fratelli con un’emorragia.”
Balthazar cercò di colpirlo e venne scaraventato dall’altra parte del muro. Poi, con un gesto della mano, lo fece sparire, spedendolo chissà dove.
“Zecche fastidiose che stanno dalla parte dei traditori.”
Sam sputò sangue anche lui.

“Maledizione, Zaccaria, ti prego, smettila, lo farò.”
“Scusa, che cos’hai detto?”
“Ok, sì, la risposta è sì.”
“Dean..” Sam.
“Hai capito? Fa scendere Michael, bastardo.”
“NO, DEAN, SMETTILA, LO FARÓ IO!” si mise in mezzo Castiel.

Dean fece però l'occhiolino a Sam, quasi come a volergli dire qualcosa di silenzioso.

“NATURALMENTE” disse ancora Dean. “Prima ho delle condizioni. Se Michael vuole un pezzo di questo bel culo, prima deve disintegrarti.” Disse Dean.
Ci fu una colluttazione.
“Tu sei come una larva dentro un verme. Sai cosa sarò io, quando ti avrò consegnato a Michael?”
“Sacrificabile.”
“Michael non ti ucciderà mai.”

“Ma IO Sì.” Castiel lo uccise con il pugnale e una luce sfavillante uscì dagli occhi di Zaccaria
Un fischio acutissimo però segnò l’arrivo dell’angelo imminente.
“STA ARRIVANDO MICHAEL! DEAN, PRESTO, PRENDI ADAM E SAM ED USCITE DA QUI!”

Dean corse a prendere Adam e Sam , tutti e due e si apprestò a portarli fuori.
 
 
 
Pov Adam.
Non so dire come mi sentii quando vidi arrivare Dean e prendermi quasi di peso e portarmi via assieme a Sam, entrambi, come se fossi anche io parte della famiglia.

Una parte di me, scoppiava dalla gioia, potevo quasi vedermi nella macchina di Dean al sicuro, nei sedili posteriori, piangere come un bambino, accudito dalle braccia amorevoli di Sam.
 
 
Pov Dean.
Quelli sono i miei fratelli. E io devo portarli fuori.

Adam ha sofferto già così tanto. È morto già una volta. E ora si sta ricostruendo una vita. è felice. Devo proteggerlo. Così come devo proteggere Sam.
L’ho deluso tante di quelle volte. Non posso deluderlo di nuovo. Devo portarlo fuori.
Devo portare fuori entrambi. Devo proteggere ENTRAMBI.
 
 
Pov Adam
Quando siamo tutti e tre fuori dalla maledetta stanza, posso quasi vedermi in un improbabile futuro.
Posso vedermi in quella macchina, siamo riusciti a scappare da Zaccaria, sono seduto sui sedili posteriori con Sam, Dean sorride, ha un sorriso che illumina tutto, mentre accende la radio e canta una canzone.

Ma in tutto quello c’è una nota stonata, non c’è una persona importantissima per me!
Tutto a un tratto desidero quasi che Dean mi abbia lasciato fuori, desidero che mi abbiano lasciato indietro e mi sento malissimo per quel pensiero, ma non è Castiel la persona che deve rimanere li dentro.
SONO IO.
Riapro la porta.

ADAM, che cazzo stai facendo?”
“Castiel è rimasto dentro.”
Dean impallidisce.
Resta qui, io..”
“No, Dean,…perdonatemi.” Piango e mi richiudo la porta alle spalle, sordo alle grida di Dean.
Alle grida della mia famiglia.

La porta è come se si sprangasse, Dean tenta di ritornare dentro inutilmente.
 
“Adam!! No, cosa stai facendo? Torna fuori..Michael sta..!”
“Non ho mai ubbidito agli ordini neanche di papà!! Non puoi dirmi cosa devo fare!”

Due mani forti si serrano sulle sue spalle, la presa sembra così FORTE, troppo per quel ragazzo così spaventato, lo sguardo è ardente.

Castiel ammutolisce e boccheggia. L’ha riconosciuto.
“Gabriel?”
Lo lascio parlare, non so se è perché so che è giusto così, o perché il magone di averli lasciati indietro mi rende impossibile quasi respirare. Soffoco un singhiozzo dentro anche se non possono sentirlo. Lascio che Gabe parli per me.

“Adam si è sacrificato per te, Castiel, stacce! E per una volta nella tua vita..SMETTILA DI FARE IL COGLIONE!”
Castiel aveva la bocca così spalancata che sembrava dovesse cadergli da un momento all’altro.
“Non ti permetterò di farlo..devo essere io..Gabriel no..ti prego..non farlo..non.”
Il fischio era così assordante che sembrava penetrare nel cervello.

“Mi preghi?? Che carino..usi questo tono così remissivo anche quando fai sesso?” lo canzonò sollevandolo come se non avesse peso.
“DEVI ASCOLTARMI!”
“Questo NON è UNA CONTRATTAZIONE!”
Spalancò la porta e sbattè il corpo di Castiel al di fuori con la forza di mille soli, e come se avesse avuto forza propria, la porta si richiuse alle sue spalle.

Non poteva vedere, Gabriel, che Cas era caduto addosso ai fratelli Winchester quando era precipitato.
Ma aveva comunque altro a cui pensare.






















Note dell'autrice: chi ha visto le ultime stagioni, sa che Gabe è stato rapito da un bastardo di nome Asmodeus, io ho stravolto tutto, facendo finta che fosse rimasto rapito da lui solo per un mese, non ho mai digerito quello che gli è stato fatto, nè che Cas se ne sia almeno apparentemente fregato delle sofferenze che ha passato Gabe, quindi ho voluto rimediare, naturalmente è implicito che essendo stato poco con lui, Gabe non ha subito niente di troppo grave, solo delle torture e non voglio neanche cercare di immaginare cosa abbia subito in realtà il Gabe della serie tivù (ne si sono degnati di spiegarcelo xd ) 
ci teno tantissimo alla bromance di Cas e Gabe, quindi ho voluto approfittarne.
In realtà volevo davvero fare che Cas si sacrificasse per tutti, ma poi mi sono resa conto che per me era impossibile andare avanti, mi saltava la trama..cioè se Adam non cade nel buco, allora chi ci cade? Cas e Sam? Potevo farlo, ma non riesco a immaginare un Cas che si butta volontariamente nel buco! O che si lascia trascinare da Sam, in più se poi deve tirare fuori Sam dalla gabbia..non so..potevo farlo lo stesso, ma non mi convinceva
invece fare che Adam si sacrificasse per Cas, con la complicità di Gabe, mi piaceva di più e alla fine ho optato per questo

Quello che succederà dopo..ho diversi scenari in testa e spero di prendere una decisione in fretta, altrimenti..farò come ho fatto per questo capitolo..nell'indecisione, mi metterò a scrivere di getto e basta xd
Ho finito la pazienza per aspettare LOL

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Capitolo 12
*** Il canto del diavolo ***


Cas era inconsolabile oramai. Piangeva da due notti e alla fine Sam decise.
“Dean, dirò di sì a Lucifero! No, ascoltami prima, ti prego! Se quello che dice Adam è vero..forse lui può davvero controllarlo! E se può farlo, forse vedendomi..potrebbe..potrebbe..rinunciare a combattere! Potrebbe espellere Michele dal suo corpo! Dean, sai anche tu che è solo un ragazzo, non possiamo farlo combattere. Michele non avrà pietà con lui. Lui è convinto di potercela fare..ma quando avrà finito con lui..”

“Io non voglio che quel ragazzino..nostro fratello, corra dei rischi, ma non voglio neanche che TU corra dei rischi, Sam. Sei l’amore della mia vita. Io non posso..non VOGLIO perderti.”
Erano seduti sul letto che si guardavano negli occhi e Dean gli aveva scostato una ciocca dalla fronte.

“Dean..neanche io voglio lasciarti..oramai il tuo letto è diventato anche il mio..non posso e non voglio rinunciare a tutto questo..ascoltami..quando io spingerò, obbligherò Lucifero a tornare nella gabbia, tu..mi riporterai indietro. Puoi fare questo per me?” gli chiese accarezzandogli il viso con una mano, con gli occhi pieni di lacrime.
“Farei di tutto per te, anche morire.” Disse Dean con gli occhi gonfi.
“Oh, Dean..”

Si baciarono. Dean gliele morse anche, forse solo per un dispetto.
“Non pensate di lasciarmi fuori in questa missione, bastardi.” Disse una voce che era soffocata e non più angelica.
Sam e Dean si girarono preoccupati ma Castiel sorrideva, anche se aveva gli occhi rossi pure lui.
Loro allargarono le braccia e lasciarono che Cas li abbracciò.
“Ho permesso che un ragazzino si sacrificasse per me. Che angelo sono? Un disonore.” Soffocò Cas nel pianto.

“Tu non sei un disonore, Cas. Sei il nostro migliore amico.” Disse Dean dolcemente.
“E nostro fratello non è un ragazzino..è un piccolo grande uomo..quello che lui ha fatto per te, Cas..non posso non dire che lo avrei fatto anche io per Dean..ma è che non so se ci sarei riuscito..lui è stato..un eroe.” Disse Sam con gli occhi lucidi.

“Lo amo.” Realizzò Castiel all’improvviso. “So che è pazzesco, che è passato tropo poco..ma so che è così..e non gliel’ho detto..non voglio che il mondo finisca…che lui muoia..senza averlo saputo.. e poi c’è anche Gabriel..amo anche lui, quel folle impiastro di mio fratello. Voglio prenderlo a calci nel sedere fino all’inferno per essersi sacrificato per me senza avermi avvisato prima.”
 
 
 
 
*

E così fu arrivato il momento.
Sam disse di sì e arrivò il momento in cui Lucifero dovette scontrarsi con Michael.
Non sapevano come si sarebbero mossi, non sapevano che Lucifero volesse bene a Gabriel, altrimenti avrebbero giocato quella carta.
Lucifero supplicò Michael di non combattere, quest’ultimo aveva una strana nota dolente nello sguardo, ma rifiutò.

Quindi combatterono, si librarono nel cielo, e Lucifero cominciò a colpirlo e le loro ali scintillarono, ma Lucifero ci vedeva poco chiaro.
Dopo alcuni minuti di quella lotta, si fermò.
“A che gioco stai giocando, Michael? Perché non rispondi ai miei attacchi? Stiamo forse giocando o forse hai bevuto troppo alla taverna? Forse non ti trovi bene con il tramite del sostituto?”
Cercò di canzonarlo.
“Sto benissimo, Lucy, andiamo avanti!” disse, ma fu un errore, Lucifero sgranò gli occhi.

“C’è solo una persona al mondo che mi chiama così.”
“Cos? No, ti sbagli..che fai..”
Ma oramai fu stato smascherato. La sua furia fu agghiacciante. Gridò così tanto che la terra tremò e si alzò da terra.
“AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!”
“Vuoi combattere di nuovo con me, Gabriel? Va bene! Non avrò pietà però con te, stavolta!”
 

“Ma certo.” Disse Dean, guardando Bobby e Castiel. “Gabriel ci disse che Lucifero non era riuscito a ucciderlo perché l’aveva ingannato con una proiezione ma ci ha mentito..non voleva che sapessimo..”
“Che diavolo dici, Dean?” sbottò Bobby.
Lucifero non odia suo fratello! Lo ama! Come lo ama lui e forse di più!” disse Dean.
 


Nel mentre erano tornati a guardare gli angeli che si sfidavano. Le spade che cozzavano l’una contro l’altra. Quell’ostinazione di Gabe nel corpo di Adam.
“Quello con cui stai combattendo è tuo fratello Gabriel ma non solo lui. C’è anche Michael dentro di lui.”
Lucifero sbuffò una risatina.
“Il mio fratellino vuole così tanto vedermi morto, che si fa possedere dal nostro fratello stratega e nel corpo di un ragazzo! Quanto sei sceso in basso fratellino. Non avrei dovuto avere pietà di te. Preferisci questi umani, quello scarafaggio di Michael, a me!”

“No! Ti voglio bene, invece. Ti voglio talmente bene da evitare che venga ferito..ma voglio bene anche a nostro fratello. Castiel. non potevo permettere che si ferisse..che tu cercassi di ferirlo..e volevo salvare questo ragazzo..non potevo lasciarlo a Michael..ma è qui che ti sbagli..Lucy, io non ti voglio morto. Non l’ho mai voluto. Neanche la prima volta.”
Lucifero fece volare via la spada di Gabriel.


“Sarebbe facile ucciderti ora. Troppo facile. E mi libererei anche di Michael.ma non voglio vincere su di lui in questo modo. Era questo il tuo scopo, fratellino? Per questo hai osato tanto?”
“Io non voglio nessuna guerra tra di noi.”
Lucifero mollò la sua spada e lo abbracciò.
L’abbraccio fu così struggente che Gabe si rilassò. Aveva abbassato però la guardia e Lucifero ne approfittò per espellerlo dal suo corpo.
 
“AHHHH NOOOOO.”
Gabe era sparito.
Lucifero capì dal rischiaro degli occhi che ora si trovava davanti solo Michael.

“Non l’ho ucciso. L’ho solo spedito lontano. Vicino al suo corpo. Sarà qui tra poco, ma a quel punto noi staremmo già combattendo, ma voglio rifarti la domanda. Vuoi davvero batterti con me, fratello? Non dobbiamo farlo per forza.”
Michael era molto titubante.
“perché io non voglio.” Disse Lucifero.
“Io..sono un bravo figlio..” disse Michael.

“E un bravo fratello?” disse Gabriel struggente comparso in quel momento davanti a loro.
Michael era impietrito. Tremante. Passarono lunghi secondi e poi alla fine….
“Non voglio farlo. Non voglio.”
Si abbracciarono.
Ma sotto, quello spettacolo era mal digerito dai presenti.
 
 
 
Ma COSA CAZZO FA! DEVONO SCONFIGGERE IL DIAVOLO, NON FARCI AMICIZIA! “ INVEÍ Dean dal basso. Poi accadde tutto velocemente.
Dean balzò in avanti, agguantando Lucifero.
“RESTITUISCIMI MIO FRATELLO, FIGLIO DI PUTTANA!”
Lucifero lo scagliò indietro, ma Dean non si diede per vinto.
RESTITUISCIMELO O FARAI UN LUNGO SOGGIORNO NELLA GABBIA DEI LEONI!”

Lucifero perse la testa e lo scagliò contro l’impala, cominciando a prenderlo a pugni sul viso.
Chi minacci ora tu?? Chi minacci??? Riprovaci!”
Dean era lì che supplicava Sammy con lo sguardo.
“Sammy..g-guardami. Io ti-t-ti perdono…”
Poi all’improvviso lo sguardo di Sam si fece liquido.
“Dean…no..NOOOOO…”
 
Una mossa fulminea e si materializzò l’angelo Raphael al fianco di Sam/Lucifero.
Gli rubò la chiave dalla tasca del giubbotto e la fece cadere per terra.
Poi spinse Sam nel buco.
“Scusa, Sam.” con un’espressione che voleva dire tutto tranne scusa.

“NOOOOO.” Adam/Michael si lanciò contro Sam per agguantarlo e non si capiva se fosse il dolore di Adam o di Michael, forse di entrambi.
Ma non riuscì a fermarlo. Cadde con lui.
Dean si trovò nella scomoda posizione di guardare quell’orrore sotto di lui.
 
“QUEL BASTARDO DI RAPHAEL. IO LO AMMAZZO!” disse Castiel furibondo. Poco distante Bobby aveva visto tutto e aveva le lacrime agli occhi.
Dean si accasciò a quel punto al terreno, devastato. Bobby gli strinse la testa sul suo collo.
Cas si abbassò un po' davanti a lui e gli curò le ferite, sfiorandogli la fronte.
Dean lo guardò con meraviglia ma con occhi da cucciolo sperduto. “Dean..te lo riporterò. " poi si volse verso Bobby. "VE li riporterò entrambi.” Promise .






















Note dell'autrice: pensavate che avessi abbandonato la storia? eh no xd
Vi ho dato anche Lucifero Super Sayan che fa tremare la terra..cosa volete di più ahhah
guardate sono abbastanza soddisfatta di me..credevo che per via della stanchezza non ce l'avrei fatta ad aggiornare anche questo capitolo..e invece mi sono stupita xd
scusate il capitolo abbastanza frettoloso..ma davvero per m l'importante oramai è che riesca a scrivere certe scene e passare ad altro! Non avete neanche l'idea del mio sollievo quando ho visto che FINALMENTE abbiamo superato lo scoglio di questa puntata xd era il mio più grande problema xd
spero Gabe non abbia fatto una cattiva figura,..mi rendo conto non fa molto, ma era l'unico ruolo che ho trovato da fargli fare..non poteva cadere nella gabbia con Lucifero..altrimenti chi riporta indietro Adam? ops Spoiler! ahha xd
in più non avrei potuto fare questa bella scenetta con Michael e Lucifer..pensiate sia stato solo un caso? Vedrete ehehhe
ricordateci che c'è ancora Jack che aspetta da dietro le quinte il momento di arrivare :ppp

non odia suo fratello! Lo ama! Come lo ama lui e forse di più!”
citazione di dylan dog (appena ricordo il numero lo segno lol)

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Capitolo 13
*** Sam e Adam fuori dalla gabbia ma...non sono gli unici! ***


Erano passate diverse ore da quando Dean aspettava in compagnia di Bobby nella sua casa.
Bobby continuava a dirgli che doveva aver pazienza e doveva aver fede.
Poi all’improvviso tornarono Castiel e Gabriel – che si era offerto di accompagnare Castiel nella discesa della gabbia.
Infatti non avevano idea di come Lucifero avrebbe preso il fatto che tentassero di portarli via.

Quando Dean e Bobby si videro Castiel  e Gabriel davanti, videro che non erano i soli, ma che tenevano tra loro due pulcini giganti.
Castiel sosteneva Sam e Gabriel sosteneva Adam, li tenevano tra le braccia e sembravano come due bambini troppo cresciuti. Li poggiarono sul pavimento e Dean si avvicinò.
“Oddio” disse Dean abbracciando entrambi.
Castiel prese poi Adam in braccio, se lo fece dare da Gabriel.
“Stanno bene? Come stanno?” chiese Dean stringendosi Sam come se ne andava della sua vita.
Sembravano coscienti ma deboli.
“Non hanno riportato ferite gravi ma dovrò guardare loro dentro, per constatare che sia proprio tutto a posto. Userò i miei poteri per non arrecare loro più dolore del necessario.”
“DOPO. Adesso i ragazzi hanno bisogno di dormire. Idiota.” Disse Bobby.
Cas e Gabe si guardarono, indecisi se piazzare la bomba.
“Che ci fa lui qui?” chiese Dean guardando Gabriel.

“Scusa? Sono coinvolto anche io in questa guerra.” Disse Gabriel offeso.
“E tu lo vuoi ancora con te dopo quello che ha combinato?”
“IO ti..”
“Calma.” Disse Castiel trattenendo il fratello. “Gabriel ha fatto tutto questo solamente per aiutarmi e proteggermi…ho avuto inoltre bisogno del suo aiuto, temevamo che io non sarei bastato per riuscire a portare via entrambi. Temevamo che Lucifero avrebbe cercato di trattenere almeno uno dei due..”

“A proposito di questo..loro sono..,davvero loro?” chiese Dean circospetto.
“Sì, sono loro, nella gabbia erano presenti due entità angeliche che ho riconosciuto come i nostri fratelli. Per fortuna hanno lasciato spontaneamente i loro corpi e non abbiamo dovuto..costringerli.” disse Cas.
Dean però lo guardò di nuovo.

“Perché ho come la sensazione che non stiamo gioendo per la vittoria? Cosa è successo che io non so?”
“Dean..” cominciò Cas.
“Cas..dimmelo.” implorò Dean. “è successo qualcosa a Sam? Ad Adam?”
“Loro stanno bene..” disse Cas.

“Ma Lucifero è scappato dalla gabbia.” Disse Gabriel con tono funereo.

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Capitolo 14
*** Un Lucifero nuovo ***


Adam si stava baciando con Castiel sul letto, si sdraiò su di lui e riprese a baciarlo, si baciarono a bocca aperta, mugolando, poi il più piccolo accarezzò il petto dell’angelo sotto la maglietta.
“Ti adoro..” disse l’angelo.
Adam ridacchiò.
“Devo insegnarti un po' le parole giuste da usare per rendere felice un ragazzo..”
Cas lo sorprese dicendo:
“Io voglio rendere felice TE.”

Adam si sciolse, arrossendo.
Lo baciò ancora.
“E l’hai fatto. Hai addirittura incanalato la tua grazia per fare in modo che non provassi dolore mentre controllavi se avevo l’anima al mio posto.”
“Non avrei mai fatto del male alla tua anima, né alla tua che a quella di Sam.”
Adam strusciò il naso su quello dell’angelo.

“Lo so..sono contento che le nostre anime sono a posto. Personalmente, sei l’unico a cui permetterei di farmi toccare l’anima.”
“Dici così solo perché ho usato l’anestesia angelica.” Replicò l’altro.
Adam ridacchiò, incrociando le gambe a quelle dell’angelo.
“Dean non la pensa così..ha gridato così tanto che mi ha stordito i timpani.”

"Stupido imbecille..è solo geloso che abbia toccato anche Sam. Come devo dirglielo che non ho mire sul suo fratellino, ma..sull’altro?”
Adam rise contro il suo collo.
“A proposito della grazia angelica..penso ancora quello che ho detto, anche perché tu hai toccato già qualcos’altro di MIO..e senza anestesia. Il mio cuore..” sussurrò prima di baciarlo ancora.
 
 
 
 
*

Dean e Sam si stavano baciando sul letto, strusciandosi l’uno sull’altro, senza interrompere l’abbraccio.
“Dean…calmati..sono qui..sono vivo..” disse il minore con il viso rosso di baci.
“Aspetta, fammi ricontrollare un altro po.” Disse Dean, facendogli un succhiotto sul collo.
“Ahhhh..ti ho già detto che ti amo?”

“Ti costringerò a dirmelo fino a che non avrai la voce rauca. È il minimo dopo lo spavento che mi hai fatto prendere.”
“Senti, Cas ha notizie di Michael?”
Dean sbuffò.
“Pensi a lui adesso??”
“Dean, Cas ha detto che Michael ha approfittato dell’apertura della gabbia, per fuggire anche lui.”
“Bene! Auguri! Spero sia andato all’inferno!”

“Dean..” rise Sam. “Se Michael e Lucifero sono entrambi fuori dalla gabbia, vuol dire che potrebbero cercare di riappropriarsi di nuovo dei nostri corpi.”
“Li investirò con un trattore che peserà 400 chili. Non li farò mai più avvicinare a noi..e se provi  a tirare di nuovo fuori quel piano assurdo..investo anche te.”
Sam non rise, ma sorrise, accarezzandogli uno zigomo con un dito.
Dean se lo mise in bocca.

“Ti amo Sam, ti amo così tanto che a volte penso che tu sia l’aria che respiro.”
Sam per tutta risposta lo baciò appassionatamente.
“Forse non possiamo avere tutta questa felicità..” disse Sam con le lacrime agli occhi.
“Perché dici così?”
“Loro sono ancora là fuori!”

“Ehi, abbiamo Gabriel, abbiamo anche Balthazar, ok? Loro..ci aiuteranno..troveremo un altro modo..hai visto anche te che la cosa della gabbia non funziona..e non acconsentirò mai a lasciarvi là dentro..Cas è d’accordo con me.”
“Odio il modo in cui ti amo così tanto da rendermi egoista, Dean.” Disse accarezzandogli il viso con le dita.

“L’amore lo è SEMPRE.” Rispose l’altro.
 
 

*

Dopo una settimana di infruttuose ricerche, Gabriel arrivò al motel dei Winchester, portandosi dietro niente di meno di Lucifero.
Sam e Dean sbracciarono subito i fucili, ma Gabe alzò le mani.
“Mettete giù i fucili, non è Lucifero. È il suo tramite. È stato lui a cercarmi.”
“COOOOSA?” chiese Castiel assottigliando gli occhi in un’ira furente. “Hai contattato MIO FRATELLO??”

“Ehi, Hulk calmati.” Disse Gabe spiazzato ma un po' compiaciuto.
“Mi dispiace, ma ero a conoscenza dell’enorme affetto che lega Gabriel al diavolo e…”
Dean che stava trattenendo Castiel dal saltargli addosso, a quelle parole non si calmò minimamente, ma anzi, gridò.

L’ENORME AFFETTO CHE LEGA A CHIIIIIIIIIIIIIIIIII?”
Sam e Dean si guardarono e guardarono Gabriel, imbarazzatissimo, a quanto pare Castiel non era a conoscenza dell’affetto che condividevano Lucifero e suo fratello.
 
 
 
*

Quando finalmente Castiel si calmò, Nick spiegò che era riuscito a tornare sé stesso, ma non ricordava più i suoi anni da quando Lucifero era entrato dentro di lui. Aveva un vuoto d’amnesia che gli impediva PERFINO di ricordare che Lucifero l’avesse posseduto e che lui glielo avesse acconsentito. Si presentò a una stazione di polizia per ricevere dell’aiuto, passò una settimana di inferno nella sua vecchia casa, sola. Poi i ricordi ricominciarono a riaffiorare, all’inizio lenti, ogni notte. Credette che fossero allucinazioni o solo sogni, ma dopo la quarta notte, cominciò a ricordare davvero,  a CAPIRE che tutto quello lui lo aveva vissuto veramente.

“Ce ne hai messo di tempo per dircelo.” Ironizzò Dean.

“Cercate di capirmi. Sapere di essere praticamente un bersaglio vivente per dei cacciatori incazzati che cercano vendetta..non è proprio il massimo che mi può spingere a tirare fuori del coraggio. Credete che io fossi cosciente tutto il tempo? Non è così..per la maggior parte DORMIVO…e rivivevo in sogno, quando ero intrappolato dentro il mio stesso corpo..spezzoni di quello che faceva Lucifero..era ORRIBILE..voi non sapete cosa vuol dire essere posseduti? Sei in una specie di stanza BIANCA..su un pavimento, con le persiane alle finestre..Sam, Lucifero mi ha detto che hai avuto già una tua possessione..puoi confermare?”
Dean si volse scandalizzato verso Sam, ma quello si limitò ad annuire.
“Certo, quando Meg mi ha posseduto e confermo.” Disse il minore.

"Confermo anche io." disse Adam
“Beh, quand’ero in quella stanza, a volte ero cosciente e mi era possibile VEDERE se sbirciavo attraverso quelle finestre, ma a volte dormivo..e nei sogni vedevo proprio quello che faceva Lucifero..era terribile. La mia mente le rievocava come se l’avessi fatto io! E quando sono tornato  a casa, ho sognato di nuovo quella stanza..poi sono tornati i sogni..ricordi..non so, è come se fosse un miscuglio di tutto..”
“Arriviamo a Gabriel.” Disse Castiel ancora nervoso.

“Ho rivisto anche gli ultimi momenti di Lucifero..e ho CAPITO che Lucifero voleva bene a Gabriel, la possessione funziona che nel momento della loro debolezza, puoi anche conoscere i pensieri segreti del DEMONE, è uno scambio. E io ho rivisto ricordi che non erano miei, nel sogno..quel giorno della presunta morte di Gabriel..lui era d’accordo a fingere la morte..l'ha lasciato andare. Ho pensato quindi di chiedere aiuto a lui.”
“Perchè sono il migliore.” Sorrise Gabe.

“Con te facciamo i conti DOPO.” Disse Cas minaccioso, dirigendosi verso la cucina e sbattendo ante dei mobili..
“Devi dirgli: l’ultima persona che mi ha guardato così, ci ho fatto sesso. Io gliel’ho detto.” Disse Dean al suo orecchio.
“Ah sì? E cos’ha risposto?” chiese Gabe ancora spiazzato.
“Mi ha guardato con la faccia ancora più cattiva! Grrrrr. E poi mi ha chiuso la porta della panic room in faccia.” Disse Dean.

Ci fu un silenzio di tomba fino a che Cas non prese una merendina e non si trangugiò una lunga sorsata di succo d'arancia del cartone senza offrirlo a nessuno.

Comunque, “ disse Nick, interrompendo quella tensione, nervoso da tutte quelle distrazioni. “Ho voluto contattarvi per evitare che cerchiate di uccidermi..non che non desideri morire dopo quanto mi è stato fatto..e per aver donato il mio corpo al diavolo ma..Lucifero è ancora la fuori!”

“Già..e dovremmo ucciderti anche solo per averci dato questa cattiva notizia.” Disse Sam a braccia conserte.
Nick impallidì.
“Ma come..come..io pensavo di..cioè..farvi un favore!”
Gabe rise e gli battè una mano sulla spalla.

“Scherza. I fratellini Winchester sono appena usciti dalla gabbia, sono un po' nervosi. Abbi pazienza. Hai sopportato mio fratello per un anno. Ne dovresti aver accumulato parecchia ormai.”
 
 
 
 
*

La ricerca continuò infruttuosa, erano tutti perplessi però, Lucifero non si trovava da nessuna parte, o almeno così sembrava. Nessuna fine del mondo, nessun cataclisma, epidemie, pestilenze, genocidio..niente.
Passarono tre mesi e nel silenzio assoluto, un ragazzo all’incirca di vent’anni, biondo e occhi azzurrissimi, si presentò al loro motel.
“Ciao ragazzi, volevo dirvi che sono Io, Lucifero.

Rimasero tutti basiti e stavano già per scaricargli tutte le armi addosso, quando lui alzò le mani:

Ma non ho intenzione di farvi del male. Sono umano adesso, e avevo anche temporaneamente perso la memoria. Ora SO chi sono, ricordo..ma come se quei ricordi appartenessero a un altro. Non so se potrò mai fare qualcosa per scontare quello che ho fatto, forse quando morirò , andrò all’inferno, non lo so. Ma vi chiedo solo una cosa: di lasciarmi vivere. Non voglio più distruggere il mondo, voglio solo farmi una vita. Qui. E riprendere il rapporto con i miei fratelli, se possibile.”

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Capitolo 15
*** Chuck e Lucifero ***


Quello che successe dopo, fu come un lunghissimo ma allo stesso tempo velocissimo film per Sam, ma anche per Adam, dove le sequenze andavano in onda così velocemente che gli era impossibile anche solo metabolizzare cosa stesse succedendo.
Realizzò solo che Dean stava per perdere la testa. Appena si era visto arrivare Lucifero o almeno quello che stava dicendo di essere Lucifero, lo aveva scaraventato fuori dal motel con una faccia invasata e piena di paura, lo portava sempre più lontano.

Adam realizzò in pochi secondi che Sam lo stava stringendo a sé così forte che quasi lo soffocava, eppure, non provava il desiderio di spostarsi, anzi, gli riscaldava il cuore pensare che Sam sentiva il bisogno di proteggerlo. Aveva bisogno di quell’abbraccio così come supponeva ne avesse bisogno Sam.
“Restate qui! Non muovetevi!” aveva gridato Castiel, inseguendo Dean e Lucifero a rotta di collo.

I due fratelli si guardarono terrorizzati e tremanti poi sembrò quasi un dialogo silenzioso tra di loro.
“Sam, non possiamo lasciare Dean da solo.”
“È vero, siamo una famiglia.”
E incuranti del pericolo, li avevano seguiti.
 
 
Dean aveva trascinato l’uomo che si supponeva fosse Lucifero, in un parcheggio e lo stava affrontando.
Udirono distintamente le sue parole.

“Non puoi essere il diavolo. Devi essere per forza un mitomane o un pazzo. O un maniaco. Cosa vuoi da noi? PARLA!”
“Dean, non ho intenzione di farvi del male..”
COME SAI IL MIO NOME?”
“Castiel..”
“NON OSARE RIVOLGERTI A LUI, BASTARDO!”

Sam ed Adam erano atterriti, non volevano credere che quel ragazzo all’apparenza così innocente fosse Lucifero. E se non lo fosse stato , cosa ne sarebbe stato della segretezza?
“Basta così, lasciatelo parlare.” Disse una voce famigliare, seguita da una materializzazione particolare.
“CHUCK???” questa volta il richiamo fu in coro.
Erano tutti sbalorditi.
Ma fu Castiel a prendere la parola.

“Come fai a…i profeti non dovrebbero riuscire a materializzarsi.”
“Già…beh..mi sono dimenticato di dirvi una cosa..io non sono un profeta. SONO DIO.”
Non lasciò neanche il tempo a quei poveretti di farsi venire un infarto, che schioccò le dita e tutti loro scomparirono, insieme a lui.

Ebbero a malapena il tempo di accorgersene e di pensare era uno strano modo buffo di morire.

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Capitolo 16
*** Quello che io scrivo ***


Dean non la finiva di sbraitare contro Chuck, una volta scoperto che l’uomo che si era finto profeta per tutto quel tempo, era in realtà Dio.
Erano in uno spiazzo deserto, che pareva proprio un deserto. Una landa desolata.
Sam era seduto su una roccia vicino ad Adam, il maggiore si accoccolava il minore, stretto a sé, ma guardava ansiosamente Dean, non riusciva a distogliere lo sguardo, pensando che il maggiore stesse tirando troppo la corda e quando vide l’amuleto illuminarsi, chiaramente ulteriore testimonianza che quello che avevano di fronte fosse DAVVERO Dio, si alzò, rivolgendosi a Castiel, che li guardava ansioso. Gabriel invece era arrivato da poco, avvisato telepaticamente dallo stesso Castiel.
“Vado da mio fratello, tu stai pure con Adam, lo so che muori dalla voglia di prenderlo tra le braccia.”
“M-ma veramente io..”
“SAM!”
Sam rise guardando il piccolo avvampare. Era tenero.
Cas prese il suo posto e se lo strinse addosso.

“Forse dovre…uh…quello è pur sempre mio padre.
Era chiaro il suo conflitto.
“Non sono un fanciullo spaurito, andiamo.” Disse Adam stringendogli la mano e Sam fu un’altra volta orgoglioso di lui.
Si incamminarono quindi insieme, anche se Sam piano piano accelerò il passo, sentendo l’ansia aumentare a ogni passo.
 
 
“Credevamo fossi un ometto spaurito, timido e insicuro, ci siamo fidati e come ci hai ripagati!! Con l’imbroglio!!” sbraitava Dean nel frattempo.
Lucifero osservava compiaciuto la scena, a quanto pare non aveva ancora abolito del tutto il rancore verso quel padre che l’aveva ripudiato a lungo.
“Dean, per favore, adesso piantala di gridare. Controllati!” disse Sam, la voce tremante.
“Sam. Come va? E tu Adam? State bene, vedo.” disse Chuck.

Dean mormorò qualcosa che era come “Come se non lo sapessi.”
“Okay, statemi a sentire, comprendo la vostra rabbia, la comprendo, ok? Ma non sono comparso qui per farmi fare un processo, sono qui per testimoniare che DAVVERO il grande diavolo non è più un diavolo, indi per cui non c’è più nessuna apocalisse da sventare!”
“Intendi l’apocalisse che i TUOI angeli volevano far iniziare.” Disse Dean sempre rabbioso.

“Ehi! Io non ho colpa per i peccati di alcuni dei miei figli e prima che tu parli, so ESATTAMENTE cosa stai per dire, Dean. Io SAPEVO però che voi l’avreste fermata o per meglio dire, ci speravo.” Scosse le spalle.
Stavolta intervenne pure Castiel.
“Tu speravi che avremmo fermato l’apocalisse? Che razza di scherzo è questo? è solo questo per te, un gioco?”
“Castiel..”

“NO! NO! Tu sei onnipotente..ti ho venerato. Come ti abbiamo venerato TUTTI NOI e nel momento più brutto tu…te la sei data a gambe! Perché? Perché ci hai abbandonati?”
Castiel aveva le lacrime agli occhi, Chuck andò da lui e gli prese il viso tra le mani.

“A volte il Paradiso..è troppo..soffocante. Avevo bisogno di prendermi una vacanza. Una lunga vacanza. Non credere che non ho a cuore i miei figli, Castiel. Io li amo, amo tutti voi, ma a volte anche io ho dei limiti. Mi è impossibile veder TUTTO, fermare TUTTO.”
“Ma tu sei Dio.” Disse Sam.
Chuck sospirò.

“Anche Dio non può salvare tutti, altrimenti avrei estirpato il male dal mondo, secoli fa, per cento che salvo, altri mille ne muoiono, neanche Dio può essere dappertutto e checché se ne dica in giro, non mi piace essere quello che sceglie chi vive e chi deve morire, è per questo che a volte, sento il bisogno di farmi una LUNGA vacanza. Ci sono delle morti che neanche io posso evitare, perché sono scritte nel disegno della vita, ma non mi aspetto che capiate cose così complicate. Forse vorrete sapere perché sono arrivato sulla Terra. Volevo fare un ESPERIMENTO. Volevo vedere se le mie visioni del futuro potessero subire una catalizzazione MIGLIORE su questo pianeta, anziché in paradiso, volevo capire se potevo vedere MEGLIO, avendo a minor distanza fisica i protagonisti.”
“E com’è andata? Ti sei divertito a vedere i nostri destini, sapendo che non avresti fatto niente per fermarli?” domandò Dean arrabbiato.
“Dean..”lo avvertì Sam.

“Non ho visto subito il finale.” Disse Chuck. “È stato come vi ho detto.Non è stato tutto una bugia, sai, non potevo vedere subito il finale di questa storia, questo perché voi avete il libero arbitrio, non siete delle marionette, il vostro futuro viene scritto in base alle vostre azioni e alle vostre scelte, prima che le facciate, io non posso vedere, poi fate quella scelta e io posso vederne le conseguenze. Una scelta diversa porterebbe a un altro finale. Voi pensate che io abbia il potere di farvi morire o di salvarvi se lo desidero? È probabile, ma se non è il vostro destino..QUESTO..” e materializzò una scheda nella sua mano. “È solo carta straccia.” Disse incendiandola. “Bene, e ora che ci siamo chiariti su questo punto..direi che…”
“Quindi sai tutto di noi. Tutto quanto. Delle nostre vite, quello che facciamo..” ricominciò Sam sentendosi imbarazzato.
Chuck sorrise comprensivo.

“Come potrei saperlo di qualunque altro essere umano del mondo, ma non ho una telecamera posizionata sulle vostre vite H24, se è quello che pensate. Non so ogni particolare di quello che mangiate o bevete o che programma tivù avete visto ieri. So solo le cose più importanti e quando decido di..come dire..interessarmi a voi. Bene" disse battendo le mani " ora che abbiamo stabilito che la vostra privacy è salva, o almeno una parte, possiamo finalmente parlare del più ribelle dei miei figli?”
 
Tutti rimasero zitti senza dire una parola, erano ancora molto storditi dal fatto che Chuck fosse Dio e dal fatto che quello davanti a loro fosse Lucifero.
“Dunque, quando Castiel e Gabriel hanno aperto nuovamente la gabbia, ovviamente Michael e Lucifero sono scappati, Michael però è tornato in Paradiso e ha informato il Paradiso e anche me, di quello che era accaduto. Mi ha raccontato tutto, senza esclusione di colpi, di come Lucifero si fosse commosso e riappacificato ai suoi fratelli..”
Lucifero fece una smorfia, troppo sentimentalismo per lui.
“Testimoniò anche della bella chiacchierata che fece con Lucifero quando vennero rinchiusi tutti e quattro nella gabbia, voi confermate?” chiese rivolto a Sam e Adam.

“S-sì.” Disse Sam. “Credevamo che ci avrebbe torturato fino a farci urlare e invece inaspettatamente se n’è stato tranquillo.” Disse Sam.
“Certo siamo stati pochissimo li dentro..poi sono venuti loro a prenderci.” Disse Adam.

“Questo mi fece realizzare che forse il cambiamento di Lucifero e il suo pentimento fossero sinceri, quindi forse in fin dei conti, c’era ancora della speranza per lui, dopo molto tempo. Ho aspettato, per vedere cosa succedesse, poi all’improvviso, nel mio studio, ho avvertito la scarica fremente che stabiliva le mie visioni, come un sonnambulo, mi sono messo a scrivere cose che…non avrei mai immaginato..”
Adam e Castiel, Sam e Dean si guardarono imbarazzati.

“Non quello!” sbuffò Chuck. “Andiamo, pensate non abbia di meglio da sbirciare che le vostre posizioni quando lo fate? No, lo so che lo fate..ma non sono interessato ad approfondire, diciamo..uh? State più tranquilli, ora?”
“Decisamente.” Disse Dean sospirando.

“Invece sapete cosa ho scritto? La nuova vita di Lucifero come umano, a quanto pare il suo profondo cambiamento l’ha TRASFIGURATO, dandogli un corpo del tutto nuovo. Ho visto..quello che gli è successo. Stava sull’oceano..come morto..delle fiammelle languide che presero a bruciare per poi diventare blu, e formare materia nuova.”
“Questo come è possibile?” chiese Castiel.

“Il male è IMMUTABILE, così è sempre stato, ma se IN CASO questo dovesse d’un tratto cambiare, la stessa sostanza di cui è fatto, è costretta a cambiare. Infatti il male non può essere mutato, ma se succede, si dissolve dall’interno, solo che nel caso di Lucifero non è morto.”
“Ma non è nemmeno tornato un arcangelo.” Disse Gabe guardando il suo vecchio fratellone.

“Non avrebbe più potuto, una volta corrotto non poteva più tornare com’era prima, no, è diventato qualcosa di diverso. Ha abbandonato il male e si è creato da capo..e io sono orgoglioso di lui, dopo tutto questo tempo.” Sorrise e Lucifero lasciò che delle lacrime scivolarono dalle sue guance.
“Ti ho odiato così tanto..” disse.

“Ci siamo fatti del male a vicenda e possiamo guarire solo se ci perdoniamo a vicenda.” Disse Chuck e successe poi l’inaspettato,si abbracciarono.






















Note dell'autrice: è destino che non riesco a finire questa storia a quanto pare ç_ç
allora, questo capitolo sarebbe dovuto essere totalmente diverso, avrei dovuto raccontare solo quello che è successo a Lucifer e invece l'ho fatto solo alla fine e neanche quello che avrei voluto. Il vero capitolo arriverà al prossimo, come al solito i personaggi fanno il cavolo che vogliono loro e mi sono ritrovata a giustificare Chuck per come si è comportato, forse una cosa disperata dal mio bisogno di esorcizzare quello che sta facendo a Dean e Sam in questa stagione, la quindici.
Ho anche spiegato bene una volta per tutte che Sam e Adam non hanno subito danni, avrebbe significato annullare tutti i bei discorsi fatti con Michael e Gabe altrimenti 
io ovviamente secondo il MIO modo di vedere le cose, la gabbia non è l'inferno ma una vera e propria buca nel terreno LOL quindi non c'è alcun motivo per cui Sam e Adam dovrebbero passare 100 anni li dentro il che mi è sempre sembrato, scusatemi se lo dico, una grande e gigantesca cazzata ç_ç
già non ho digerito la cosa dell'inferno, figuriamoci la cosa della gabbia

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Capitolo 17
*** Ditemi che sarà un bambino buono! ***


Dio finì di raccontare ai ragazzi la storia di Lucifero. Lui non aveva più il male dentro di lui.
Era stato visitato da Dio stesso e dalle gerarchie celesti, non possedeva più il male, malgrado avesse conservato in sé qualche residuo potere, ma angelico.
All’inizio non ricordava chi fosse, vagò per le strade stanco e infreddolito, come un randagio, per poi entrare in un ospedale e quasi collassare davanti al banco accettazione.

La segretaria al banco si chiamava Kelly Kline e lo soccorse subito, per poi innamorarsene perdutamente nei giorni che era ricoverato all’ospedale, si frequentarono quando lui uscì, ironizzando sul fatto che i loro primi appuntamenti fossero nel giardino dell’ospedale, poi si baciarono e si innamorarono.
Ma Lucifero aveva degli incubi, incubi in cui sognava di essere Lucifero e piano piano ricordò, piangendo nella notte invocando perdono, ma rifiutandosi di dire la verità su quegli incubi alla sua fidanzata che eppure lo cullava teneramente.

Poi una notte, gli angeli lo rapirono, facendo un incanto affinchè Kelly non potesse svegliarsi per tutto quel lasso di tempo.
Fu li che Dio e gli angeli vollero capire se era vero che era tornato a essere innocente.
Così lo lasciarono andare, con la promessa che avrebbero riparlato ma avrebbe prima dovuto parlare con i Winchester.
E questo è quello che accadde.
 
 
Qualche mese dopo, Kelly rimase incinta con grande felicità della donna e con grande sconcerto dell’uomo.
Si precipitò a casa di Bobby.
Sam e Dean erano li e stavano facendo una grigliata in giardino e Lucifero – ora si chiamava Mark – irruppe durante la festa.

Bobby lo cacciò malamente. Nonostante quello che gli avevano raccontato, non aveva mai digerito che il diavolo avesse cercato di portare via due dei suoi ragazzi e anche se non aveva potuto vedere il volto tumefatto di Dean quel giorno, immaginarlo fu per lui peggio che vederlo.
Per questo quando Bobby chiese “Chi è quest’uomo” e Adam gli bisbigliò che era Lucifero redivivo, Bobby cominciò a strillare e a urlargli di andare via e stare lontano da loro.

“Basta. È un uomo nuovo ora.” Gli aveva detto Castiel, gentile ma fermo.
“Col cavolo!!! Il diavolo è sempre il diavolo!!”
“Speriamo non sia vero. Non voglio che i miei peccati ricadano sul mio povero bambino.” Aveva sciorinato Mark, facendo cascare la mascella a tutti quanti. “Vi prego, ditemi che sarà un bambino buono!!” disse implorante.

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Capitolo 18
*** L'aiuto di Crowley ***


Mark cercava a tutti i costi di proteggere Kelly e il bambino, soprattutto dopo che scoprì che cacciatori e demoni lo stavano cercando.
Dovevano spostarsi in continuazione, per impedire che venissero trovati. I cacciatori avevano scoperto per via dei demoni, che stava per nascere un nephilim e volevano ucciderlo, i demoni invece lo cercavano per farne il nuovo re, visto che da quando Lucifer si era rammollito, non lo riconoscevano più come tale.
Lucifer tentava di proteggere entrambi ma senza dire a Kelly la sua vera natura.
Aveva raccontato alla donna di esser stato un ex agente dell’fbi occupatosi di spionaggio per cose grosse, che aveva perso quasi la memoria il giorno che era capitato in quell’ospedale, poi gli era tornata ma non aveva avuto il coraggio di dire a lei la verità, però ora dei nemici lo cercavano per vendicarsi sulla sua famiglia e quindi avevano bisogno di protezione, ovviamente indicò Sam e Dean e Gabriel e Adam,, e Castiel come difensori e guardie del corpo.
“Tutta questa storia mi fa paura e non mi piace. Tu non mi stai raccontando tutto. Mi mentivi prima e mi stai mentendo ancora adesso!!” aveva urlato Kelly nel salotto di Bobby.

“Mi dispiace. Non volevamo dare altri problemi.” Si scusò Mark passandosi una mano sul viso.
“è normale la sua reazione, anzi io avrei sbroccato peggio. Devi dirgli la verità.” Gli disse Dean.
“Non posso. Sapere che io sono il diavolo..? La perderei e non oso immaginare quello che potrebbe fare al bambino. Lo odierebbe..magari abortirebbe.” Disse Lucifero.
 
 
Quello che non potevano prevedere è che i demoni erano sempre all’erta e un giorno che erano molto lontani dalla casa di Bobby, la donna venne aggredita davanti al supermercato.
“Non gridare. Posso ammazzare tutta questa gente prima che tu possa avere il tempo di dire *incinta * vuoi mettermi alla prova e gridare? Fai pure.”

Kelly perdeva la calma in situazioni come quelle ma stavolta un certo sesto senso la portò a credere ciecamente alla parole della donna e non osò fiatare. Annuì solo con la testa.
“Bene, andiamo giù al parcheggio. Facciamo una chiacchierata.”
Una volta li, Kelly aveva prevedibilmente cominciato a piangere e supplicare.
“Vi prego, non fatemi del male. Sono incinta. Abbiate pietà!”
La demone aveva riso e aveva mostrato gli occhi neri.

“Credi che un demone conosca la pietà?”
Kelly aveva sussultato.
“Chi..COSA sei?”
“Come…non lo sai? Il tuo fidanzatino non ti ha detto COSA è davvero?”
“Lui..è un ex agente dell’fbi..”
Il demone aveva riso ancora più forte.

“Lui è LUCIFERO e quello che tu tieni in grembo è il figlio del diavolo.”
Il grido di Kelly si espanse fino a un chilometro di distanza.
“Piccola puttana..ti avevo detto di non gridare..ora io ti..”
Ma Kelly aveva tirato fuori una bomboletta e l’aveva spruzzata al demone che gridò.

La donna gridò di riflesso , non pensava uno spray per molestatori potesse far bruciare una carne viva o un demone.
Non poteva sapere che Lucifero le aveva fatto credere che quello fosse uno spray antistupro e l’aveva invece sostituito con acqua santa.
Ne approfittò per scappare però e non si separò dalla bottiglietta.
Continuò a correre fino a quando vide un pullman fermarsi e salì con il fiatone.
 
Una volta seduta, cominciò a piangere disperatamente.
 
 
 
*

“Kelly, maledizione, ascoltami. Kelly! No, non piangere..asc..”
Mark non era riuscito a smentire quando Kelly in lacrime era riuscita a chiedergli con mille singhiozzi se era vero che lui era il diavolo.
Questo la fece agitare ancora di più, Mark però non era riuscito a smentire e gli aveva detto solo che ne avrebbero riparlato. Kelly poi non era riuscita a continuare la chiamata e aveva messo giù.

“Abbiamo un problema.” Disse, telefonando al telefono di Dean Winchester.
 
 
*

“Che cosa vi è saltato in mente di coinvolgere questo qui? Lui mi odia.” Disse Mark a denti stretti, vedendo il demone nel salotto di casa Singer.
Crowley rise sprezzante,
“Come cambiano le cose, eh, Luc? Il cattivo ragazzo ha messo la testa a posto e ha messo su famiglia.,poi si lascia scappare famiglia e magari ha perso anche la testa vero?”
“Ora ti…”

“Piantala cowboy..” disse Castiel fermandolo. “È l’unico che può aiutarci.”
“L’unico?? Ma cosa avete nella testa??”
“Di sicuro più neuroni di te, bellezza. Insomma, alce, scoiatolo e la stella del presepe qui di fronte, non sono dei geni di matematica ma di sicuro avrebbero saputo addomesticare un cucciolo e una pulzella incinta di un figlio demoniaco, tu sei stato..distratto.” disse carezzevole.
“L’avete chiamato per far sì che si prendesse gioco di me??”

“Crowley. Lurido verme da quattro soldi, arriva al punto o ho una riserva di proiettili di acqua santa da scaricarti addosso.” Lo minacciò Bobby.
“Quanto amo le tue carezzevoli dichiarazioni d’amore. Ok, arrivo al punto, molti demoni mi hanno tradito, ma ce ne sono MOLTI altri che mi sono ancora fedeli, questi farebbero tutto per me, li ho incaricati di darmi rapporti svelti di avvistamenti della tua preziosa famiglia. Li troveranno.”

“Hai sguinzagliato i tuoi cani da caccia sulle tracce di mio figlio e la mia ragazza?? IO TI UCCIDO!!”
Dovettero arrivare in quattro per fermare Mark.
Crowley scuoteva il capo.

“Non ti dicono mai grazie quando li aiuti. Sayonara boys.”






















mi scuso ancora una volta per il capitolo frettoloso, ma davvero, non serviva per la trama, raccontare del primo incontro tra Sam, Dean, gli altri e Kelly xd tra l'altro non avrei saputo descriverlo, sincerità per sincerità, io mi immagino Kelly semplicemente che arriva nella casa di Bobby e fa le presentazioni xd oramai questa è la storia infinita, ma spero di scrivere un bel capitolo pieno di fluff nel prossimo :)

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Capitolo 19
*** Il ritorno di Kelly ***


Gabriel e Castiel potevano rintracciare Kelly solo se lei pensasse a loro o invocasse una preghiera ma tutto questo non stava accadendo e tutti erano molto preoccupati.
Alla fine una preghiera singolare, calamitò l’attenzione dell’angelo Castiel.
“Mi sembra di avere sentito una preghiera. Vado subito.”
“Aspetta un momento..chi è che…CAS, CAS, MALEDIZIONE!” gridò Dean, preoccupato che fosse una trappola.
 
 


*

Castiel si ritrovò in una casa che non riconobbe. Sembrava un normalissimo appartamento
 semplice, modesto ma carino, con tanti tocchi di viola.
“Ma ciao bel fustacchione. Sei tu, Castiel? Piacere, io sono Meg!”
Castiel guardò stordito la donna mora a braccia conserte, che arrossì appena, guardandolo meglio.
“Beh, non mi aspettavo che fossi così bello, Clarence.”

“Chi sei tu? Avverto…sei un demone..” la guardò male.
Lei mostrò gli occhi neri.
“Perché una feccia come te, prega un angelo di mostrarsi??” chiese sagace.
“Perché sei un bell’uomo, per dirne una.”
Castiel la guardò stordito.
“Prego?”

“E poi perché l’addolorata lì in fondo mi ha detto che era il tuo nome.”
“L’add….KELLY!!” disse correndo verso il divano.
“Sì, ha detto di chiamarsi così. Le ho chiesto di farmi vedere le sue scarpe. Immagina la delusione.” (ND Meg si riferisce alle scarpe lelly kelly LOL )
 
 
Castiel si avvicinò a lei e la vide febbricitante.
“Che cosa le hai fatto?”
“Io..niente! Ma i demoni da cui scappava, volevano farle la pelle. L’ho trovata distesa sotto la pioggia, sotto un ponte. Non ha una carriera da barbona, fammelo dire. Insomma, chi è il barbone che va a dormire sotto un ponte?? Però apprezzo l’originalità…forse..voleva buttarsi giù, le ho detto che in caso doveva saltare, ma non ha capito.”

“Perché diavolo è in casa tua??” urlò, per poi sgranare occhi e bocca. “Tu…sei con Crowley? Volevi..proteggerla?”
“Bingo!! Ma allora sei sveglio, Clarence. Deve essere una piccola vittoria quando il criceto nella tua testa comincia ad azionarsi eh? Scommetto che sei innamorato! Tutti quando lo sono, diventano un po' rimbambiti.”
“Io..non so cosa dire..grazie..”
Meg guardò Castiel e arrossì leggermente.

“Sai, se anche io non fossi un po' rimbambita, ti bacerei, Clarence. Forse. Giusto solo per vedere la tua faccia.” Abbassò lo sguardo e Castiel non potè fare a meno di lasciare che un sorriso comparisse sul suo volto. Era tenera..Meg..
“Un demone innamorato? Di chi?”

“Ehi! Non ho detto di esserlo! Per quanto ne sai, io potrei essere rimbambita da sempre!!” si girò e nascose il suo viso, dicendo ancora: “Devo esserlo per forza, per lasciarmi comandare da uno come Crowley, solo perché un fattorino della pizza dice che sono tanto TENERA con quella..” disse indicandola.
Castiel seguì la sua direzione e vide Kelly, che, aveva fatto finta di dormire, sorridere verso la sua salvatrice.

“Ma che stava succedendo? Che stava capitando al mondo? Si stava capovolgendo ed erano ora tutti impazziti, pensò sempre più felice.
“Kelly..il tuo..ragazzo..è molto preoccupato per te.” Disse Castiel con delicatezza ma una punta di dolcezza.
“Sono fortunata ad avere così tante persone che si preoccupano per me.” disse lei, poi la coperta che la avvolgeva, cadde e continuò a guardare Meg sorridendo.

“Ho assistito a così tanti miracoli in queste settimane..lei mi ha raccolto due mesi fa e mi ha aiutato.. durante il primo mese, ho scoperto la bellezza di conoscere un demone buono e la bellezza di vedere come un essere umano potesse vedere in esso la bellezza, la stessa dolcezza che ci vedevo io..che la consideravo un’amica. Li ho visti creare qualcosa di bello..e non credevo ai miei occhi. Lui non sapeva chi fosse davvero il mio bambino, eppure aveva parole d’amore e di miele per me e per lui. “ si mise le mani sul volto e cominciò a singhiozzare.

“Avresti dovuto avvisarci che lei era con te e non aspettare così tanto tempo.” Disse Castiel, preoccupato di come avrebbero reagito Crowley e Lucifer alla notizia.
“Lei non voleva. Aveva bisogno di tempo per pensare, se l’avrei riportata da voi, sarebbe stata terrorizzata, avrebbe perso ancora più fiducia nelle persone e il tormento interno avrebbe fatto del male al bambino.” Disse Meg.

“Li ho visti piano piano innamorarsi..” disse Kelly come se non fosse stata interrotta. “Ho visto nascere qualcosa di bello..poi ho visto lo sguardo di lui e la sofferenza di lui incrinarsi quando ha scoperto chi era lei..ma poi l’amore, l’accettazione. Ho compreso che non tutto quello che crediamo male, lo è. “ guardò ancora verso Castiel.

“Ho capito di amare Mark. Di amarlo davvero. Ed è terribile, mi sento sbagliata perché amo il diavolo..e ho paura di andare all’inferno ma allo stesso tempo l’unica cosa che riuscivo a pensare durante le ultime notti, è che l’unica cosa che mi importava era sapere se mi avrebbe perdonato. Lui. Non Dio, ma Lui, Mark. Per essermene andata via. Lui mi perdonerà vero?” si mise le mani sulla faccia.
Meg gli posò una mano sulla spalla.
Castiel sorrise.

“Se non dovesse perdonarti sono disposto a prenderlo a calci nel sedere da qui fino alla gabbia e imprigionarlo di nuovo. Che ora sia umano o no.”
 
 
 
 
*

Quando Castiel teletrasportò Kelly a casa di Bobby, lei guardò tutti in lontananza, piena di vergogna e poi Mark, il quale mormorò:
“Kelly.” E gli andò incontro per abbracciarla forte.
“Mark..io..c’è una cosa che devo dirti..”
“Il bambino..sta bene?”

“Sì..sì..ma non è lui che..oh, io non volevo venire. Non volevo farmi trovare. “ disse mettendogli le mani sul petto. “Potrai perdonarmi?”
Mark gli sorrise, incorniciandogli il viso con le mani.
Il suo bacio fu la sua risposta.
“Ora che sei qui, è come se non fossi mai andata via.”

Kelly pensò che dovesse esserci un errore. Non poteva essere il diavolo. Doveva per forza essere un angelo, colui che gli diceva una cosa del genere.






















Note dell'autrice: lo so, lo so che è tutto sbrigativo e forse un giorno racconterò con un missing moment l'inizio dell'amicizia con Meg e l'amore tra lei e questo umano, ma credetemi, in sto periodo non ce la faccio proprio xd
considerate un regalo ogni capitolo che riesco a scrivere, non perchè non mi piace la storia ma perchè davvero ultimamente sono stanca di impegnarmi troppo nello scrivere xd
è una storia che cmq amo molto e che mi impegnerò per renderla più emozionante che posso!
Spero vi sembri credibile! A me non sembra tanto irreale che un demone magari possa passare al lato buono, in fondo non è quello che Meg fa davvero in Spn?
Ho solo cambiato le tempistiche xd
e ho dovuto inventarmi qualcosa per il fatto che non l'avessero ancora trovata xd

KELLY: ho cercato il più possibile di immedesimarmi in lei, accettare di amare chi fu prima Lucifer sembra davvero una cosa troppo incredibile da accettare (anche se ci hanno fatto accettare che Cain potesse rifarsi la vita con una umana ) ma mi metto nei panni di Kelly, se io vedessi un umano e una demone innamorarsi e lei stessa proteggere il mio bambino, magari magari riuscirei a cambiare idea xd

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Capitolo 20
*** Crowley è affascinante ***


Dopo che Kelly riuscì a partorire – la sua gravidanza subì una brusca accelerazione nel giro di poche settimane, tutti erano ben felici di avere a che fare con il piccolo nephilim, Jack.
Jack aveva sei mesi – nel giro di uno – ed era diventato la mascotte della squadra.
Era così dolce e sembrava così PURO, con i suoi occhi azzurri e i capelli castani, con grande sorpresa di tutti, VOLAVA.

Sembrava capire tutto, anche se non parlava e quando ti trovavi nella stessa stanza con lui, ti sentivi come se potessi essere di nuovo felice.
Non solo: ti sentivi come se il mondo fosse una cosa bellissima, come una sorta di castello argentato, meritevole di essere protetto, come se non ci fosse una sola nota di ombra, ma solo luce attorno a te.
Come se finalmente avessi avuto accesso a tutte le verità del mondo che l’uomo aveva dimenticato.
 
“Vieni da zio Crowley, lascia stare questi brutti ceffi, guarda che brutte facce. Lasciali perdere, andiamo a mangiare la pappa con lo zio Crowley. Lo sapevi che da umano ero un adorabile chef?”
“Crowley..”
“Oh, cavolo, vabbè, lo era il mio tramite, ma che differenza vuoi che faccia. Ne ho acquisite le capacità!”
“Crowley, lascia stare subito mio figlio o ti spezzo a due a due.”
Gabriel gli rifilò uno scapaccione che lo stordì per un attimo.
“Perdonami, fratello, le cattive abitudini..”

“Farai meglio a scordarle, altrimenti papà potrebbe anche ripensarci e staccarti di nuovo le ALI.”
“Gabe, andiamo te la prendi per così poco? E dai..stavo solo sch..”
Gabe si chiuse nella stanza al piano di sopra, premurandosi di sbatterla ben bene.
Avrebbe potuto teletrasportarsi ma vuoi mettere la soddisfazione di un porta sbattuta?
 
“Devi proprio minacciare almeno una volta al giorno un essere vivente, altrimenti non ti senti soddisfatto?” gli chiese Dean.
“Essere viv…fai sul serio? Quello è un demone e sta mettendo le mani addosso a mio figlio.”
“E tu saresti in teoria IL DIAVOLO.”
“Sono rinato, imbecille.”

“Peccato che assieme al cambio di corpo non ti hanno fatto anche un cambio di cervello, perché io vedevo un idiota prima e lo vedo anche adesso!” sbottò Dean, facendoglisi davanti.
“DEAN!!” urlò Bobby.
“S-scusa, Bobby..”
“SCUSA UN CAZZO. NON VOGLIO QUESTE SCENEGGIATE IN CASA MIA. ALTRIMENTI ANDATE FUORI.”
Mark lo guardò con curiosità.

“Prendi le parti di quell’essere abbietto? A quanto gira voce, ha ancora la tua anima e non si è degnato di restituirtela, lo sai che quando morirai, andrai all’inferno, vero?”
Bobby gli gettò addosso una pentola, che l’angelo redento riuscì a evitare.
“Come siamo permalosi.” Rise.
Castiel si materializzò in quel momento, afferrandolo per un braccio.
“Cerca di calmarti e chiedi scusa.”

A lui?? Potessi crepare in questo momento, NO.”
“È incredibile quanto un uomo paralizzato riesca a essere pericoloso. Queste sono le bestie che mio padre…”
“LUCIFERO!” sbottò Dean.
“Non mi chiamo più così.” Disse lui basito.
“Non mi interessa. Tutta questa storia del cambio di nome, genera solo una grande confusione, quindi fottiti.”

“Avevate più rispetto di me quando minacciavo di far scoppiare l’inferno sulla terra.”
“Bobby..” disse Castiel, ignorando il quadretto alle loro spalle. “Non puoi scagliare pentole addosso a Lucifero..”
“Perché diavolo no? Questa è la MIA CASA.”

“Senti, lo so che donare la tua anima al demone degli incroci è una cosa che ti ha molto provato, so che sei stressato perché degli angeli, arcangeli e infine il diavolo  e un nephilim, ti hanno invaso casa, ma non puoi minacciare un arcangelo, tra l’altro un arcangelo che Dio ha deciso di far rinascere, rischi..”

Cosa??? La blasfemia? La morte? L’inferno?? Credi che me ne freghi qualcosa?? Che cosa possano farmi di più di quello che ho già passato? Perfino l’INFERNO sarà preferibile che questa dannata SEDIA. “ sbottò Bobby, allontanandosi da tutti.
 
Si guardarono tutti, sentendosi in colpa per la sceneggiata di poco prima.

“Finge di no, ma è terrorizzato dal finire all’inferno e finora siamo stati così presi da noi stessi da non esserci resi conto che sta soffrendo moltissimo.” Disse Sam triste.
“Lucifero..tu sei un angelo ora..credi che potresti..con i tuoi poteri..” provò Castiel.
“Io non posso fare niente, e se anche potessi…l’anima di Bobby è di Crowley, ora. E se la sua anima appartiene all’inferno, un angelo non può guarirla.”

“Cazzo, ma questo è ingiusto!! Bobby non merita di finire all’inferno! Non ha fatto che del bene a questo mondo!! Non sei in grado di annullare questo patto merdoso??” sbottò Dean.
Lucifero lo guardò male, prima di rispondere.
“È stata una sua scelta, dai e avrai qualcosa in cambio, non si possono annullare patti di questo tipo, a meno che il destinatario non rinunci. Nostro padre diede il libero arbitrio per un motivo.”

“E noi sappiamo bene come patti di questo tipo non si possono sciogliere malgrado si faccia di tutto per riuscirci.” Disse tristemente Sam.
Dean lo guardò e strinse Sam dolcemente a sé, capendo a cosa stava pensando.

“Non riesco tuttavia a capire come fa Bobby a non prendersela con Crowley. Insomma, aveva PROMESSO che gliel’avrebbe restituita e non l’ha fatto e mi sembra che stanno andando d’amore e d’accordo. O almeno questa è l’impressione.” Disse Dean, accarezzando i capelli di Sam, che diventò bordeaux ma si lasciò coccolare.
Castiel ci pensò su un attimo.
 
“Crowley è affascinante.” Disse.

Rimasero tutti a bocca aperta. Lucifero gli diede dell’idiota e Adam lo guardò come se l’avesse appena tradito. Sam e Dean lo guardavano con un misto di schifo e pena.
“Voglio dire, che non è la perfezione di un corpo che rende un’anima affascinante. “ si spiegò meglio Castiel. “Il fascino esula dalla perfezione del corpo, se mai esiste. Il fascino è il carisma, è la simpatia, il senso dell’umorismo, il non saper prendersi troppo sul serio, la capacità di cavarsela in ogni situazione..è avere STILE, classe, simpatia e un bel sorriso.”

“Senti, boccetto, io fossi in te comincerei a preoccuparmi.” Disse Lucifero, rivolgendosi ad Adam. “Il tuo angioletto qua presente si è preso una cotta per un demone, oltre all’aggravante di avere un discutibile gusto in fatto di tramiti umani, visto che ha appena detto che questa larva umana che a stento si regge in piedi, HA CLASSE.”
Malgrado tutto, scoppiarono tutti in una fragorosa risata. Le parole di Lucifero ebbero l’effetto di sciogliere la tensione.

“NON SONO innamorato di Crowley, il mio cuore è già impegnato.” Disse Castiel, riservando un sorriso dolcissimo ad Adam. “Nonostante ciò, capisco come un’anima distrutta come Bobby possa trovare affinità e conforto in una personalità irriverente come Crowley. In fin dei conti tutti noi ci siamo affidati a lui, come se…”
“Frena, frena, pennuto, guarda che SIAMO STATI COSTRETTI dalle circostanze ma quello NON è un nostro amico e questo deve essere chiaro. Non mi fido di lui.”

“Eppure gli lasci prendere il piccolo Jack in braccio tutte le volte che vuole o sbaglio?”
Dean si sentì a rischio salivazione.
“Io..non sono mica il padre..se lui non ha niente in contrario..” si difese maldestramente Dean.

“Okay, il punto è un altro. È una situazione difficile, siamo relativamente in un periodo di calma, non abbiamo bisogno di altre guerre, per adesso. Se Crowley non terrà fede alla promessa fatta, ne scateneremo un’altra, ma per ora, cerchiamo di goderci la pace ritrovata. Che ne dite? C’è un bambino che ha bisogno di crescere sereno.”
“Già..e perché deve farlo per forza in questa casa??” chiese Dean.
“DEAN!!!” stavolta tre voci si levarono in coro.
Lucifero invece lo guardava profondamente offeso.

“Cosa???” sbottò lui. “Insomma, non che non apprezzi il moccioso, è un bel moccioso e cresce bene nonostante la crescita strana..in un mese ne dimostra SEI, ma siamo comunque in troppi!! Ok li abbiamo aiutati e tutto quanto, ma non abbiamo mai detto che devono vivere qui!! Questa casa è già affollata, ora possono tornarsene a casa loro!”
“Sta tranquillo, leveremo il disturbo al più presto.” Disse Lucifero, facendo per abbandonare anche lui il quadretto, ma un suono come di un fruscio di ali, attirò la sua attenzione.
“Gabriel..”

“Cosa hai det..” cominciò Castiel.
“A quanto pare l’unico a cui frega qualcosa di me, oltre alla mia donna, è di sopra che mi sta chiamando. Con permesso.” Disse stizzito, lanciando una provocazione a Castiel.






















Note dell'autrice: chiedo scusa a tutti per lo sbalzo in avanti ma non ce la faccio proprio a raccontare pure il parto di Kelly ç_ç
non succede cmq niente di eclatante e al momento non riesco a immaginarlo..forse un giorno lo scriverò, se non leggete niente è perchè non è successo niente che è incisivo per la trama.
Mi dispiace ma il periodo nero continua, spero nel frattempo che questo capitolo vi piaccia. 
Come vedete qui apriamo una nuova parentesi, quella di Crowley e Bobby.
Vi ricordate sì che Bobby è ancora sulla sedia a rotelle? xd
parola mia, non scriverò mai più una storia sulla quinta stagione..chi l'avrebbe immaginato che sarebbe stato così impegnativo? xd

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Capitolo 21
*** Bobby e Crowley risolveranno un caso da soli ***


“Avanti piccoletto, mangia un po' di miele. Bravooo! Lascia che ti spieghi lo zio Crowley come fare per avere successo nella vita. Prendere i nemici per la gola!” disse dando un cucchiaio di miele al piccolo che gorgogliò contento.
“Spera che Lucifero non ti senta mentre cerchi di insegnare a suo figlio come strangolare la gente.”
Crowley finse stranimento.
“E chi ha mai parlato di strangolamento!! Oh, magari lui ne sarebbe perfino felice!! È o non è il diavolo?”
“Lui non è più..”
“Esatto. Esatto! Così come può cambiare lui, perché io no??”
Bobby lo guardò sospettoso.
“Mi riferivo all’arte culinaria , non di certo all’omicidio, vecchio sospettoso.”
“Dici vecchio a me, ma ti sei visto? Vivi da chissà quanti secoli e ti sei comunque preso un tramite che sarà comunque più vecchio di te!
Crowley rise.
“Ti piacerebbe avere il mio charme e la mia eleganza eh??”
“Ma fossi matto! Ma chi ti credi di..”
“Ma io mi chiedo, sei solo invidioso o vorresti averlo in tutti i sensi questo bel corpo?” chiese con voce adulatoria.
Bobby lo incenerì con lo sguardo.
“Direi che c’è già abbastanza omosessualità in questa famiglia non credi? E poi se anche io volessi andare con gli uomini non sceglierei un parassita come te, demone e pure arrivista, squallido e che tiene la mia anima quindi pure bugiardo!”
“Occhio Bobby, non questi insulti davanti ai bambini!”
“Oh, vattene al diavolo.Anzi, vai all’inferno. Vai a casa tua.”
Crowley scoppiò a ridere e Bobby suo malgrado sorrise.
“Ma come fai?”
“A essere così bello e affascinante? Oh, una dote naturale, ci sono nato.”
“No..intendo..” e ora Bobby pareva imbarazzato. “A essere sempre sorridente, anche quando ti insultano..” a Crowley si gelò il sorriso. “A ridere sempre e avere la battuta pronta e a non portare rancore ai miei ragazzi nonostante loro..beh lo sai..volevano ucciderti..”
“Oh, anche io volevo uccidere loro..sapessi quante..”
“Non è vero.”
“Prego?”
“Abbiamo avuto a che fare con i demoni centinaia di volte, loro davvero volevano uccidere i miei ragazzi, fargli del male..tu invece..beh non ti sei mai impegnato così tanto..li hai sempre trattati bene..”
Crowley era sbalordito dalle parole di Bobby.
“Ci hai sempre aiutati..a volte mi chiedo perché ci stai sempre attorno..”
Crowley cercò di suonare sarcastico.
“E così non mi vuoi più tra i piedi?” disse sorridendo.
 
Crowley era seduto per terra, una coperta stesa sotto di lui e Jack in braccio a lui tentava di afferrargli i capelli e gli metteva le mani in faccia.
“Gli piaci.” Considerò guardando il bambino. “I bambini di solito non..non amano il male..”
“Bobby..stai..stai piangendo?” Crowley era basito.
“Oh, non dire stupidaggini!! Non..pensarlo neanche." disse strofinandosi un occhio." Sono solo stanco. Tutta questa faccenda di Lucifero..e di suo figlio..è incredibile..” disse guardando il bambino che gorgogliava facendo le feste a Crowley.
“È un miracolo.” Considerò Crowley. “Bobby, credi che se è cambiato lui..potrei cambiare anch’io..o alla fine..il male è sempre il male? A volte guardo Sam e Dean..e penso che..sì, insomma, loro mi odiano.”
Bobby rimase un attimo zitto.
“Guarda che meraviglia ha creato quel figlio di puttana..quindi..direi..che beh..sì, insomma..se credessi non fosse così..non ti avrei affidato la mia anima..”
Bobby arrossì e Crowley lo guardò intensamente.
“Insomma, è la MIA ANIMA, capisci? Se non ci fidassimo un po' di te, non te l’avrei donata..e anche i miei ragazzi mi avrebbero tormentato allo sfinimento se pensassero che faresti del male alla mia anima o non..me la restituirai alla fine. Quindi pensaci una seconda volta prima di dire simili castronerie, demone figlio di puttana!
Bobby aveva alzato la voce all’ultimo e Crowley rimase sorpreso per un secondo, per poi dire: “Oh accidenti, questa peste mi vuole tirare i capelli..Bobby, che fai? Resti seduto lì?”
“No, guarda, adesso mi metto a ballare.” Disse lui sarcastico.
Crowley guardò Bobby negli occhi.
“Sai, ottieni di più, se formuli il patto nel modo giusto. Nel tuo caso potrei aver inserito un’altra clausola. Allora, Bobby, rimani seduto lì?”
Bobby lo fissò stranito e mosse appena i piedi e poi guardò il demone stranito.
Piano piano si alzò in piedi.
Il suo broncio si aprì in un sorriso.
"Grazie." disse con un sorriso. Poi si gettò sul demone, facendo rotolare entrambi sul pavimento.
“Ahi, Bobby, ma che fai!!!”
 
Il casino fece arrivare il quadretto nel salone che guardò i due rotolare avvinghiati sul pavimento.
“Ahhh gagaga duuuu.” Il piccolo Jack batteva le mani contento e ridendo.
“Tesoro!! Adesso papà ti salva da questo orrendo scenario.” Luc cercò di prendere il bambino ma Jack gli battè le mani sulle sue, con il broncio per non farsi prendere.
Bobby e Crowley sembravano aver dimenticato che li stavano guardando quasi una decina di persone e continuavano nella loro lotta esiliati dall’universo, fino a che Dean non tossì.
Bobby e Crowley li guardavano basiti.
“Volete spiegarci??” chiese Dean.
“Anche quelle.” Disse Sam guardando le gambe di Bobby.
“Io,..posso spiegare!”
“Come mai all’improvviso stai ballando il tip tap con un demone? Senza doppi sensi inclusi.” Disse Dean.
“Lui..mi ha ripristinato le gambe!” esalò Bobby.
“L’ho fatto. Sì.” Disse Crowley sorridendo.
Sam e Dean lo guardarono commossi.
“E perché lo stavi picchiando allora?” chiese Luc che era riuscito a prendere il frugoletto in braccio che ora lo guardava con il sorriso di un piccolo principe ammansito.
“Beh..perchè non credevo potesse!!” disse Bobby giustificandosi ma avvampando.
“Bobby Bobby..dì la verità che non vedevi l’ora di mettermi le mani addosso.” Disse Crowley sorridendo.
“IDIOTA!!”
“Bobby, dopo il bacio, ora questo. Che schifo. Almeno prendetevi una stanza!” disse Dean.
“Ehi, non giudicare le prestazioni sessuali degli altri proprio tu.” Lo minacciò Bobby godendosi il rossore che ne derivò.
“Ti sta bene.” disse Cas.
“Tu sta zitto ex angelo virtuoso.” Disse Sam.
“Ex virtuoso, magari, ex angelo no. è celestiale in TUTTI I SENSI.” Disse Adam sognante.
Castiel diventò bordeaux.
“Che meraviglia, in mezzo a tutte queste coppie alternative io e Kelly sembriamo quasi tradizionali.”
“Tu sei l’ex re dell’inferno e tuo figlio è un nephilim.” Disse Adam.
“Ehi, guarda che posso sempre riaprire la gabbia e rispedirtici dentro.” Disse Luc.
“Ti sfido a provarci.” Disse Castiel andandogli davanti.
Luc si fece indietro.
“Scherzavo fratello..abbiamo fatto pace adesso, no?”
“Bobby è ancora un po' strabiliato da quello che è successo, credo che dovremo festeggiare con un po' di vino rosso stavolta!!” disse Dean raggiante andando ad abbracciarlo e stringerlo forte.
Bobby ricambiò con gratitudine , dopodiché arrivò anche Sam e poi gli altri.
“Ehm..il diavolo non abbraccia.” Disse Luc sventolando le mani.
“Bene, perché io non avrei ricambiato.” Disse Bobby.
“Aspetta, gli hai ridato anche l’anima?” chiese Sam.
“Ehm..ancora no..”
Dean lo guardò male.
“Non è che ti consideri ripagato il debito per via delle..”
“No, no, tigre, sta tranquillo, una promessa è una promessa, no?? L’ho promesso e lo farò..solo che..ho bisogno..coff..di delle pratiche da sbrigare..”
“Quanto?” chiese Sam.
“Qualche giorno..ma ehi, gli ho appena restituito le gambe, non credete che dovreste accontentarvi almeno per adesso?”
“Crowley ha ragione..io..oh, cazzo..” disse Bobby coprendosi gli occhi con le mani.
 
Dean e Sam tornarono ad abbracciarlo, sorridendo delle sue lacrime di commozione. Qualche ora dopo, davanti a una fetta di torta comprata in pasticceria, fresca, Crowley buttò lì la possibilità che lui e Bobby cacciassero insieme un caso che aveva trovato sul web. Dean quasi sputò il suo vino. "Con te da solo? Scordatelo. Ci saremo anche noi!" "Scoiattolo, credo che una gita in solitaria sia una ragionevole richiesta per il dono che gli ho gentilmente concesso." disse Crowley sorridendo  

Dean guardò Sam disperato cercando aiuto.
Prima che Sam potesse dire qualcosa, Crowley sbottò.
"Oh insomma, me la merito una pausa dalle vostre brutte facce! Diglielo anche te, Bobby. Te la meriti anche te una pausa!"
"Ha ragione, boys."
"BOBBY!!" strillò Dean sentendosi quasi tradito, mentre Lucifero scoppiava a ridere, ammonito da un'occhiata di rimprovero della sua donna.
"Sentite, io vi adoro..ma è anche vero che è passato un MUCCHIO di tempo da quando non caccio da solo, e in un certo senso, un po' mi manca.."
"Ma non sarai solo.." disse Dean.
Bobby alzò gli occhi al cielo.

"È questo che sto dicendo. Ultimamente siete stati la mia BALIA, come se fossi un vecchio rincitrullito pronto per l'ospizio, so che l'avete fatto senza rendervene conto ma io ho bisogno davvero di ritrovare la tempra di una volta e ora forse posso farlo. Crowley è uno stronzo, quindi sono sicuro che non gli passerà per niente l'idea di farmi da balia." lo guardò come a sfidarlo a contraddirlo.
"Proprio per niente" confermò lui.
"Se gli succede qualcosa.." disse Dean minaccioso, ma si gelò all'improvviso.
All'inizio nessuno capì cosa stesse succedendo ma il sorriso di Sam e la sua mano sparita misteriosamente sotto il tavolo, bastò per non porre domande.
"B-beh...okay, se questo è il tuo desiderio, non vedo perchè dobbiamo impedirtelo..in fondo non chiedi mai niente..MA al minimo accenno di difficoltà e se la cosa diventa grossa, ci chiami SUBITO." disse Dean.

Bobby risponde con un grande sorriso. "Beh, vorrà dire che dovrò trovare un altro babysitter finalmente, Gabriel? " canticchiò Luc.
Gabriel quasi si strozzò con la sua torta.
Lui babysitter al figlio di Lucifero?

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Capitolo 22
*** Weekend da Bobby: L'okami ***


Avviso: sono talmente eccitata per questa nuova storyline che ho deciso di mettere il trailer del riassunto delle puntate che è la parte segnata in verde ahha




THEN

“Mi chiamo Crowley.”
“Tu sei CROWLEY.”
Sparo.
“Hai sentito parlare di me, posso darti quello che vuoi, mi serve solo..”
“La mia anima.”
“Ti sei venduto l’anima” (Dean)
“Me l’ha data in garanzia. Gliela restituirò.”
“Beh, allora muoviti.”
“Non posso.”
“Non puoi o non vuoi??”
“Non voglio, d’accordo? È un’assicurazione!”
 
 
*

“Rufus Tarner è un cacciatore.”
“Un tuo vecchio amico?”
“Amico? Non è il tipo che ti fa gli auguri a natale!” (Bobby)
“Sono l’agente Jody MIlls non ho il piacere di conoscervi.”
“Parla l’agente Willis.”
“Bobby?”
“Bobby? Resti seduto li?”

“No, adesso mi metto a ballare.”
Bobby si alza.

 
 
 
Tutto il gruppetto felice aveva deciso di sloggiare da casa di Bobby, visto che il rude cacciatore aveva informato loro che doveva ricevere in casa il suo vecchio amico e non poteva presentargli uno stuolo di angeli, arcangeli, diavoli redenti e nephilim, sarebbe stato troppo per lui in un colpo solo, quindi si erano presi tutti una vacanza e Sam e Dean erano andati in cerca di una lamia, tanto per riprendere ad allenarsi.  
 
 
Poco dopo era arrivato Rufus, dicendo a Bobby che doveva aiutarlo a seppellire un corpo che era nel bagagliaio della sua macchina. “Chi è quello?” chiese guardando Crowley.

“Sono il suo nuovo amichetto del cuore.” Disse Crowley.
“È scozzese?” chiese Rufus.
 
Poco dopo i due stavano conversando all'interno del deposito di macchine di Bobby.
“Scozia. Ho la sensazione che lui sia morto proprio li, qualche centinaio di anni prima che fosse strapazzato all’inferno e ne uscisse come demone.”
“Ho qualche contatto da quelle parti, farò un paio di telefonate.” Disse Rufus. “Ma Bobby..tu lo sai perché rivuole le sue ossa, vero?”
“Certo che lo so!”

“E intendi davvero restituirgliele? Certo, non fraintendermi, lo so che la tua anima ne varrebbe il prezzo ma…è pur sempre il RE DELL’INFERNO. Tu sai che potresti liberarti per sempre di lui, vero?”
Bobby sospirò.

“Rufus..devo raccontarti una storia..una storia pazzesca a cui non crederai mai.”
 
 
Poco dopo..

“Cazzo, Bobby…cazzo..cazzo..cazzo…”
“Ok, adesso dacci un taglio..”
Rufus lasciò perdere la pala e si gettò ad abbracciarlo. Ascoltare il resoconto di come il diavolo si fosse redento e avesse avuto pure un FIGLIO era stato troppo per il vecchio cacciatore e si era commosso.
“Oh, quanto sei smielato! Nemmeno quando ti ho confessato che ho perso l’anima, hai fatto tante storie!!” disse Bobby, cercando di spingerlo via.

“Oh lo dici te! E a proposito..” e gli diede uno scappellotto alla testa.
“Ehi!!”
“Questo è per avermi detto una cosa simile per telefono! Brutto stronzo! Dopo che hai attaccato, mi sono incollato alla bottiglia.”
“Oh, allora direi che ce ne serve un’altra, per festeggiare quando la riavrò!!”

“Se vi sbrigate a fare quello che vi ho chiesto, sarà un giorno molto vicino.” Disse la voce di Crowley da lontano.
Rufus si mise vicino a Bobby, bisbigliando.
“Da quanto ci sta spiando quell’essere demoniaco?”
“Ho paura di saperlo.” Disse Bobby.

“Bobby..io ho paura..tu pensi di poter sfruttare un demone, ma..”
“È l’accordo per riavere indietro la mia anima, Rufus..”
“Ma secondo me lui intende fottere TE, e non intendo in modo sessuale.”
Bobby gli gettò una lunga occhiata.
“Sei il mio unico amico, Bobby, quindi ti prego..”

“Va bene, va bene, sai sempre come prendermi, vecchio vegliardo. Hai vinto, ti aiuterò. Ma se l’orrenda creatura cerca di fregarti, lo cerco per ucciderlo di nuovo. Ossa o no.”
Dai, seppelliamo questo Okami ochuto, che poi andiamo a ritrovare il mio vecchio corpo. Mi manca!!” disse la voce di Crowley dall’altra parte del deposito.




La vicina di Bobby bussò alla sua casa.
“Ciao!!! Oh, Bobby, senti da quanto tempo siamo vicini???”
“Tipo sei mesi???”
“Penso sia giunta l’ora di fare le presentazioni!! Questa è la mia famosissima torta alle pesche e zenzero!”
“Oh, grazie..Judith.”

“Se ti va..qualche sabato potremmo..”
“Tesorooo!! Chi è alla porta??”
La donna impallidì guardando Crowley con un accappatoio indosso.
“”Bobby chi è…lui..?”
“Mai visto in vita mia.” Disse Bobby rifilando un’occhiataccia al demone.
“Oh andiamo, tesoro! Da quant’è che siamo amanti??”
La donna fece uno strillo.
“Sei proprio un idiota! Non farci caso, Judith, a questo idiota piace scherzare.”

“Oh..oh beh, non che io abbia qualcosa in contrario all’amore sotto tutte le sue forme ma ecco..beh, allora non c’è alcun problema per te se ci vediamo sabato?”
“Sabato??”
“Ti farei assaggiare i miei famosi popcorn al cioccolato bianco e caramello! E ci vediamo anche un bel film che dici?”
“No, mi dispiace Judith ma io..sono impegnato ecco, tra poco arriva un mio amico e io devo..beh..fare un lavoro per lui.”
“Oh..oh beh, mi dispiace di essere stata..”

“No, ma figurati, non mi disturbi, è che davvero non è un bel momento. Facciamo un’altra volta ok?”
La donna sorrise.
“Ma certo. Ho la ceppatrice rotta, se hai voglia e tempo di sistemarmela, uno di questi giorni, così poi pranziamo anche insieme.”
Bobby sospirò dentro di sé e Crowley cercò di non morire dalla risate.
“Che cos’ha?”

“Oh oh niente, una brutta tosse. È sempre così. Quasi sempre. Lo preferisco rispetto a quando parla e spara stronzate! Senti Judith, va bene, ci mettiamo d’accordo uno di questi giorni e verrò a ripararti la ceppatrice, d’accordo?”
“Oh, d’accordo, sei un amore. Bobby!! Ciao anche a te Crowley!!”
 
 
Dopo che si chiusero la porta alle spalle, Crowley lo aggredì.

Sei rimasto qui per aiutarmi o per farmi impazzire per il tuo divertimento????”
“Ehi rilassati, Bobby, pensa alle tue gambe guarite. Il mondo è un posto bello.”
Bobby lo fissò.
“È una specie di minaccia?”
“No, solo un promemoria..ecco. Io ho fatto questa cosa per te, ma tu mi tratti sempre come..un cane rognoso. Per cosa, poi? Una sconosciuta? Ma andiamo! Davvero hai creduto alla ceppatrice rotta? Lei vuole vedere un altro tipo di ceppatrice da te” disse malizioso.

Bobby battè forte le mani sul tavolo.
“Judith è una brava persona.” gridò.
“Oh, scuuuusami, se ti ho interrotto il flirt, mio caro! Ma sai, com’è, abbiamo una MISSIONE, qui, abbiamo da fare MOOOLTE cose e non abbiamo propriamente TEMPO per farti trovare la fidanzata!!”
Bobby lo guardò poi rise imbarazzato.
“La mia..io non penso a lei in quel modo!”
“Me lo auguro!” disse Crowley stizzito.
“Te lo..ma che stai dicendo??”

“Bobby, andiamo!!! L’amore non è questo!! Non puoi semplicemente cadere come una pera cotta davanti alla prima donnina che ti fa due moine!! L’amore è passione, ossessione, qualcuno senza cui non vivi, non un palliativo perché non hai altro e non sai..”
“NON ACCETTO CHE UN DEMONE MI FACCIA LEZIONI MORALI SULL’AMORE!! HAI CAPITO?? STAI ZITTO! NON METTERE BOCCA SU QUALCOSA CHE NON CAPISCI!!”

Un lungo silenzio accolse quelle parole, Crowley alla fine lo guardò e con un tono che gli spezzò il cuore, parlò di nuovo.

“Ma certo. Come potrebbe un mostro come me, lontanamente capire queste cose. In fondo non è come se anche io una volta non ero umano anche io no? Non è come se ti avessi chiesto un viaggio fino in Scozia per recuperare il mio corpo..”
“Io..io non..”

“Ho bisogno di un momento..”
E dicendo così, uscì.
“Balls!!” disse Bobby.
 
 
 
 
Passarono delle ore, alle 22:00 circa, Bobby andò nel deposito di macchine, Crowley era ancora li che guardava le stelle o forse il nulla, immobile, seduto sul cofano di una macchina.
“Ti ho portato un po' di stufato. Se ti scarichi a causa della privazione di cibo, non puoi più aiutarci. Rufus mi ha detto che è spuntato un nuovo caso, quindi vorrebbe prima..”
“Sono un demone. Questo non è neanche il mio vero corpo. Non ho bisogno di mangiare, lo sai, vero?”
Bobby sospirò.

“Però..dicono che ritempra. Perfino Morte andava pazzo per i cetriolini.”
“È strano.”
“Sì, l’ho sempre detto anch’io.”
“No, non quello! È strano , guardo le stelle da un bel po' ormai ma non sono finito ancora bruciato sotto di loro.”
Bobby scosse la testa incredulo.

“Guarda che sono i vampiri che dovrebbero finire bruciati sotto il sole, cretino. Ma non succede, è leggenda.”
“Appunto.”
Bobby rimase zitto, prima di cogliere il significato delle sue parole.
“È leggenda quello che si pensa della maggior parte dei mostri. Non sono tutti cattivi, così come non esistono umani totalmente buoni. Tutti noi abbiamo oscurità e luce e tutti noi desideriamo..amare..”

“Anche…tu..?”
Crowley sospirò.
“Credevo fosse chiaro con tutto il tempo che sono rimasto con te e i mocciosi..”
“Io..io non..”
“Perché credi che ti abbia chiesto di ritrovare il mio corpo? Perché sono solo un nostalgico? No, sai esiste una cura..per curare i demoni!”
“Ora mi stai prendendo per il culo!”

“No, esiste davvero ti dico.” Disse Crowley, girandosi e l’intensità del suo sguardo lo fece avvampare.
“Io volevo..beh in realtà pensavo che poco dopo averti restituito l’anima, avrei potuto chiedere ai tuoi ragazzi di fare la cura su di me.”
Bobby gli si avvicinò, piano.
“Giura che non mi stai prendendo per il culo.”
“Non mi piace giurare, però, sì.”

“Ma..io..se esiste una cura, davvero, perché…non ne ho mai sentito parlare? Perché i demoni, tutti i demoni al mondo, non la prendono, allora? Non dirmi che vogliono..restare così?”
Crowley rise.

“Conservare la propria umanità…è una cosa a cui ti aggrappi profondamente quando sei in vita, poi quando la lasci andare, la vedi come una cosa che ti terrorizza, un po' come tutte le cose che perdi nella tua vita..che ti mancano ma ti terrorizzano..non c’è niente che spaventa di più un demone, che tornare umano..hanno paura di soffrire, credo. Nessuno sa con precisione cosa gli succede dopo e se il tramite è troppo..devastato..tornato umano non può sopravvivere a lungo in quel corpo.”
Bobby lo fissò.

“Tu credi non potresti sopravvivere in questo?”
“Oh no, è ancora in questo stato..ma forse..non voglio..”
Si girò.
“Se riuscissi ad annullare quello che sono diventato, non so se voglio guardarmi allo specchio ricordando sempre quello che ero.”
Sentì Bobby piangere alle sue spalle.
“Bobby, ma che diav..”

“Ho dovuto uccidere mia moglie perché era posseduta da un demone.”
Crowley rimase zitto.
“Me n’ero dimenticato.”
“Beato te!”
“Bobby..quindi è per questo che tu..tu mi odi..”

“Sam e Dean..hanno avuto i genitori morti per colpa di un demone. Credo che dopotutto puoi giustificarli se si devono ancora abituare a te.”
“Lo capisco..ma penso di aver rimediato ai miei errori no? Con tutto quello che ho fatto..non è stato ancora abbastanza?”

“A volte quello che si fa non è sufficiente per dimenticare.” Disse Bobby malinconico.
Si accorse che Crowley era sparito alla sua vista, solo quando rialzò lo sguardo e non lo vide più li con lui.




















Note dell'autrice: ciaooo ragazzi!!! Allora, per capire bene questa parte è INDISPENSABILE guardare la 6 x 4 weekend da Bobby, e ovviamente dovete partire però dal fatto che li Bobby in realtà cercava le ossa di Crowley per ucciderlo!
Qui la cosa è un po diversa, praticamente nella mia versione è lo stesso Crowley a CHIEDERGLI espressamente di rintracciare il suo corpo, che cosa ci voglia fare non si sa LOL ma gli dice appunto che se lo aiuterà a ritovarlo, gli verrà restituita la sua anima! Bobby chiede aiuto a Rufus che però è impegnato in questo caso e deve prima terminare questo, quindi Bobby si offre di aiutarlo. Sì', lo so, avrei dovuto spiegare tutto questo con dei dialoghi, perdonatemi ma la cronologia mi è venuta in mente soltanto adesso a capitolo terminato xd cercherò di riordinare tutto con dei flashback LOL
vi chiedo solo di fidarvi! ho in mente cose belle, e forse ci sarà anche il purgatorio e probabilmente pure Benny *_*

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Capitolo 23
*** Nonno Samuel ***


Sembrava che Crowley ce l’avesse a morte con Bobby e invece quando poi Bobby si trovò nei guai e purtroppo Rufus non era nelle vicinanze per aiutarlo e salvarlo, Crowley riuscì a salvargli la vita, aiutandolo ad eliminare il mostro una volta per tutte.
C’era di brutto che la vicina di casa non voleva avere più niente a che fare con lui, dopo aver ammesso che la ceppatrice non aveva niente che non andava, perché era una scusa per farlo venire a casa sua, gli diede il ben servito, dicendogli che non voleva vederlo più, perché non voleva avere niente a che fare con i mostri.
 
“Dici che si trasferirà nuovamente per non aver più a che fare con me?” chiese Bobby tornando a casa.
“Non lo so, ma lo spero. Anche se fa delle torte squisite!!”
“Sei un barbaro! Quella torta era PER ME.”
“Non è nobile accettare dolci da una persona che non ti interessa. Non te l’ha mai detto nessuno?”
“Questa regola te la sei inventata!”
“Zitto, ladro di cuori di vecchie zitelle inacidite!”
“Oh, vieni qui, idiota!”
Crowley rimase a bocca aperta, nel sentirsi abbracciato da Bobby.
“Ehm..che questa cosa rimanga tra di noi. Non andarlo a raccontare in giro o ti uccido. Di nuovo.”
Crowley rise.
“Tranquillo, lo custodirò gelosamente nel mio cuoricino.”
Ma cos’era, il vecchio Bobby era arrossito per caso? Crowley pensò di aver visto male.
O forse..forse non si illudeva poi così tanto.
 
 
 
 
*
“Dean…” gemeva Sam tra le sue braccia, mentre il maggiore affondava la bocca sul suo collo.
“Dean…”
Dean gli tappò la bocca con un bacio bagnato di passione e fuoco.
“Ahhh…” Dean entrò dentro di lui ancora e ancora e ancora.
Aveva perso il conto di quante volte lo avevano già fatto.
“Dean…ti amo…” sussurrò Sam.
“Ti amo anche io, fratello.”
Per sempre!!! Pensarono entrambi senza dirlo, le loro mani intrecciate ed unite a testimoniare il tutto, in una sorta di giuramento silenzioso.
L’orgasmo li travolse insieme.
Sam pianse nel cuscino, cercando di non farsi vedere, ma Dean gli prese il viso tra le mani,
“Sono così pessimo da farti piangere mentre facciamo sesso?”
“Al contrario..tu..sei meraviglioso..”
“Wow..grazie. Sì, sono un vero stallone, ma è perché sono pazzo di te.” Gli accarezzò una guancia. “Ma allora perché piangi, amore?”
“Io..stavo pensando che..si dice che quando due persone hanno un orgasmo in contemporanea è perché sono..anime gemelle.” Disse ancora.
A Dean si mozzò il respiro.
“Scusa, è una sciocchezza, lascia perdere.”
“Non posso..” disse Dean, baciandolo di impeto e mozzandogli il respiro.
“Sammy – io non – ti lascerò – mai – perdere- mai – e poi mai.” Le loro mani si intrecciarono ancora di più e Dean riprese a spingersi dentro Sammy.
Il minore si spinse contro di lui a cavalcioni, ripresero a fare sesso in una danza armonica fatta di luce, passione ed amore.
Soprattutto AMORE.
 
 
 
*
“Sì, Dean, durante il nostro simpatico TOUR, ho scoperto anche io che il vostro vecchio nonno materno è tornato dal mondo dei morti.” Disse Bobby al telefono, la voce carica di tensione.
“Davvero, Bobby? E come lo sapevi?” chiese Dean stranito.
“Io e Rufus ci siamo riuniti insieme a dei cacciatori e ho riconosciuto il vostro caro vecchio nonnino, avevo delle foto a casa, la mia amicizia con vostro padre dura da tanti anni, più di quelli che pensate. Ovviamente c’è stata una baraonda, perché quel pezzo di merda, scusate, so che è sempre vostro nonno, non ha voluto dirmi come ha fatto a tornare dal mondo dei morti, ovviamente io dopo l’esperienza con la mia vecchia moglie rediviva, ho un po' di riserve sui morti che tornano dall’aldilà, con tutto il rispetto, Dean, sappiamo che tu sei un caso speciale, tu e tuo fratello Sam, ma nella maggior parte dei casi..”
“Ok, ok, taglia corto, cos’è successo, Bobby?” chiese Dean.
“A quel punto ho cercato di farmelo dire da Crowley, ma quel pezzo di merda, non ha voluto dirmi NULLA, sostiene di non saperne NULLA, io però so che mente, Dean, lo so. Quando ha visto vostro nonno, è impallidito, e lui gli ha rimandato un’occhiata strana, come di un sorriso, anche se non fosse stato proprio lui a farlo tornare indietro..lui..sa qualcosa..quindi ho cercato di saltare addosso a vostro nonno per costringerlo a parlarmi, ma quell’altro pezzo di merda di Rufus, me lo ha impedito..poi ho litigato con Crowley che a quanto pare ha preso molto male l’idea che non ci fidiamo di lui.”
“Capisco, capisco..”
“Dean, ma hai capito cosa ti ho detto? Diosanto, sembri calmissimo..non che mi aspettavo che andassi fuori di testa, ma…insomma..sembra che non ti importi.”
“Quando l’abbiamo incontrato, SONO andato fuori di testa, ma poi..ho avuto tutta la notte per calmarmi..Sammy mi ha calmato..” lasciò la frase a metà.
“NON VOGLIO SAPERE COME.” Disse Bobby dopo un attimo di smarrimento.
Seguì una risatina divertita.
“Sei un pervertito, Dean.” Disse la voce di Sam.
Bobby capì che erano in vivavoce.
“Ascoltatemi, io qui sto uscendo fuori di testa, so che Crowley ha promesso che ci aiuterà, ma..è davvero tanto arrabbiato e io ho bisogno di voi, il caso che mi ha chiesto di risolvere Rifus, è davvero TANTO impegnativo, ragazzi..e Rufus vuole che collaboriamo con i cacciatori amici di vostro nonno, ma io mi sentirei più tranquillo se veniste anche voi, è pur sempre vostro nonno e magari il dna vi aiuta a capirlo meglio, anche se non lo conoscete.”
“L’abbiamo incontrato in un covo di vampiri e stava per lasciar morire Dean, Bobby. Se non c’ero io ad impedire che quel vampiro lo mordesse..ci ha lasciati li abbandonati a noi stessi come se fossimo lava incandescente e putrida.” Disse Sam.
“Il risentimento è una cosa troppo brutta per appartenervi, ragazzi.” Disse Bobby con voce morbida.
“Stai cercando di corromperci, Bobby, per caso?” chiese Sam divertito.
“Un po', lo ammetto.”
“Bobby, adesso piantala. Se vuoi che ti aiutiamo con il caso, dicci il vero motivo! Quello vero! Perché ci vuoi con te??” chiese Dean.
Un momento di silenzio.
“Perché mi mancate, brutti figli di puttana. Va bene così?”
Potè quasi sentirli sorridere.
“E adesso muovete il culo e raggiungetemi!”






















Note dell'autrice:come vedete la storia va avanti! Dunque spero non siate delusi, ma mettetevela via, che i restanti capitoli saranno sempre più vaghi!
Dirò il minimo solo per far capire cosa avevo in mente, ma sarà quasi tutto un riassunto generale e non so neanche se descriverò cosa succederà nel caseificio, che se ricordate bene, mi riferisco alla 6 x 14 "e non ne rimase nessuno." mi dispiace ma o faccio così o questa storia è destinata a rimanere incompiuta.
Non penso vi piacerebbe xd
Ps non mi sono scordata di Adam e Cas! Spero di riuscire a raccontare ancora di loro e di spiegare dove sono finiti LOL xd
Ps ci sarà tempo anche per Bobby e Crowley ma un po alla volta.
E forse un giorno riuscirò a raccontare più nel dettaglio del loro tour! 

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Capitolo 24
*** Il verme - 6 x 16 ***


Un uomo sta facendo benzina quando viene avvicinato da una ragazza, Eva, che dopo aver provato a baciarlo si avvicina a lui per confidargli qualcosa. Arrivato a casa, l'uomo fa una strage uccidendo tutta la sua famiglia, cosa della quale il giorno dopo non ha un minimo ricordo. Studiando i vari percorsi dei "mostri", Sam, Dean e Bobby arrivano proprio alla strage dell'uomo dove, durante le indagini, individuano Eva come la Madre. Continuano così le loro ricerche che li porta ad un'altra strage dove Bobby trova Rufus. 

Sam e Dean raggiungono Bobby al conservificio, dove è avvenuta la seconda strage.
Lì trovano il loro nonno. Samuel.
“Che cosa ci fa LUI QUI?? Che se ne vada SUBITO!!” gridò Dean.
“Dean, è qui per aiutarci!!” disse Castiel.

“Tu non sai cosa ha fatto..io e Sam stavamo per essere attaccati dai vampiri e lui..”
“Dean, adesso basta.” Disse Adam.
Lui non ha fatto NIENTE!! Stavo per morire, azzannato alla gola da un succhiasangue e lui non ha fatto niente!!! Se non fosse stato per MIO fratello..” si coprì la faccia con la mano.
“Dean..non è il momento per i piagnucolii e gli isterismi. Qualcuno ha riportato in vita vostro nonno, non sappiamo come, quando, né perché, ma la psiche di qualcuno che è ritornato in vita dopo la morte è…labile..e confusa..”
“Tu però sembri stare benissimo.” Disse Dean.

“Io..ho avuto Castiel.” Disse Adam con tono accorato e profondo. “Non so cosa sarebbe successo se non ci fosse stato lui..e anche tu, Dean, sei stato portato via da un angelo..conta qualcosa..Samuel non voleva..non si aspettava..probabilmente era ancora in stato confusionale quando..quando vi ha visti.”
“Mi ricordo di te, Dean.” Disse nonno Samuel. “Quando sono tornato in vita è stato come se avessi ricordato quando sei venuto nel passato.”

“Mi dispiace ma essendo morto, non ho ritenuto opportuno azzerargli la memoria. Chi avrebbe mai pensato tornasse in vita.” disse Castiel spalancando le braccia e facendo sorridere tutti.
“Dean, CREDIMI, non voglio male ai miei nipoti. Quando vi ho visti non sapevo chi foste, lo so lo so, avrei dovuto agire lo stesso, ma ero come..paralizzato. Quando quel mostro alfa vi h rinchiusi.ho pensato al discorso che mi hai fatto..vi ho lasciato aperta la porta..” disse.
“Dunque è vero, sei stato tu.” Disse Sam ,illuminandosi.
 
“Dean, guarda, La gabbia è aperta.” Disse Sam d’un tratto.
“Davvero? Oh ma..è una cosa stana.”
“Credo sia stato nostro nonno.” Disse Sam illuminandosi.
“Sam, mi dispiace contraddirti ma se fosse stato davvero lui, perchè nascondersi?”

“Perché è un Campbell e i Campbell fanno così..non si vantano.”
 
“Sam ha ragione, ero stato io.” Disse Samuel.
“Lo sapevo, lo sapevo!” Sam era l’immagine stessa della luminosità.
Oh ma davvero? E dimmi un po', perché non sei rimasto a assicurarti che i TUOI NIPOTI fossero al sicuro e darci anche una mano, magari??” continuò.

“Dean..io avevo fatto già abbastanza dopo gli insulti che mi hai rivolto..”
Adesso basta! Sam e Dean ne hanno passate di tutti i colori! Hanno perso la loro madre, hanno perso loro padre! Hanno fermato il diavolo, l’apocalisse! Hanno salvato il mondo innumerevoli volte! Non hai nessun diritto di trattarli così!” si infervorò Adam, stupendo tutti.
“Figliolo..io sono..”

“Sei tornato in vita da poco, lo so, beh news dell’ultim’ora, principessa,  ANCH’IO, ma non mi comporto di certo da cazzone!!”
Silenzio tombale.
“Mi dispiace ma condivido tutto quello che ha detto Adam.” Disse Castiel.

“Ora se voi principesse avete finito da discutere, qui abbiamo un dannato verme che si diverte a far impazzire la gente! Vogliamo beccarlo prima che banchetti con il nostro cervello O NO??? Non vi ho chiamato per PIAGNUCOLARE. Parlo anche per te.” Disse Bobby a Samuel.
“A dire la verità sono stato io a chiamare TE, ho informazioni su questa MADRE di cui hanno parlato già tre vittime sull’orlo della morte."
“Molto bene, sediamoci a tavolino allora.”
 
 
A quanto pareva, il cosiddetto “verme” era un verme vero e proprio che si intrufolava nel cervello delle povere vittime e le spingeva ad assassinare i propri familiari, e le persone che amavano, era quasi come una possessione ma aveva effetti più disastrosi.
Sull’orlo della morte le vittime dicevano una parola “madre” alcune avevano anche scritto la parola sul pavimento, con le strisce di sangue.
 
“Non sappiamo se siano proprio le vittime a parlare, noi supponiamo che possono esserci DUE IPOTESI, la prima è che il verme invochi questa madre, prima di abbandonare il corpo, la seconda è che la vittima essendo in connessione con il demone, invochi il nome che il virus o la creatura pensi di più.”
“Considerato che alcune vittime scrivono la parola sul pavimento sembra esser buona la seconda.” Disse Dean.

“Sì, è vero, è per questo che dobbiamo stare attenti. Potrebbe contagiare anche noi, è per questo che metteremo queste mascherine per proteggerci.” Disse Bobby. “Coraggio andiamo a caccia del maledetto demone o qualunque cosa sia.”



*

Cominciarono tutti la caccia al verme, Sam e Dean litigarono per diversi minuti, isolati dal resto degli altri.
IO ADESSO VADO Lì E LO PRENDO A PUGNI.”

Ragiona, Dean!! È stato nostro fratello a voler venire, non è colpa di Castiel!”
“AH Sì? ALLORA PRENDO A PUGNI TUTTI E DUE!”
“Ohhh quando fai così, sei davvero impossibile lo sai???”
“Impossibile è il mio secondo nome! Son tornato dalla morte! Un’impresa davvero impossibile! Sai chi altro è tornato dalla morte?? Quello scapestrato figlio di buona..”
“È questo il tuo problema?” gli chiese Sam più tranquillo. “È perché Adam è già morto una volta e pensi che ricapiterà?”
Dean si sentì sconfitto.

“Ritieni strano che io possa preoccuparmi e possa volerlo al sicuro?”
“Dean..siamo i suoi fratelli e siamo dei Winchester, è innamorato di un angelo, che è anche il nostro migliore amico, se non lo avesse fatto per noi, l’avrebbe fatto per lui.”
“ Allora Castiel avrebbe dovuto restare con Adam, porca puttana!! “

“Se Castiel l’aavesse fatto davvero..se non fosse venuto con noi..non sarebbe l’angelo di cui nostro fratello si è innamorato..”
Dean si passò una mano sulla faccia.
“Assomiglio sempre di più a papà., vero?”
“No.” disse Sam sorridendo, avvicinandosi a lui.

“Assomigli al fratello di cui io mi sono innamorato e che amo perdutamente, che mi ha fatto sentire tanto amato, il fratello di cui a volte sono geloso quando vedo che ti preoccupi di lui.”
Dean sghignazzò a quella frase.
“Sei geloso davvero?”
“MA poi l’attimo dopo non posso fare a meno di amarti di più per l’amore che sai dare a tutti, a nostro fratello, ai nostri amici..se non avessi avuto questa famiglia la desidererei..”
“Sammy..” Dean aveva gli occhi lucidi adesso.

“E se TU non fossi mio fratello, ti sarei venuto a cercare..” erano a pochi millimetri ora e Dean gli prese il viso tra le mani e lo baciò.
Si baciarono appassionatamente facendo incontrare le loro lingue come al solito.
“Diosanto, quanto amo baciarti.”
“Anch’io.” Disse Sam allacciando le braccia al suo collo.
“Sammy..se morissimo oggi..il mio desiderio è morire tra le tue braccia..”

“Allora cerca di non farlo, idiota..altrimenti ti raggiungo subito dopo..non provarci a lasciarmi di nuovo da solo, stronzo. Hai capito.” Disse lui abbracciandolo.
 
 
 
*

Mentre camminavano nei labirintici corridoi del conservificio, Adam si avvicinò a Dean.
“Dean, posiamo parlare? Da soli.” Disse Adam.
“Ma..”
“Va tutto bene, Dean, resterò a poca distanza da voi, giusto per non sentire.”

A Dean non piaceva l’idea di avere Sam lontano, quel bastardo di verme poteva essere ovunque.
Ma voleva anche chiarire con Adam.
Sam restò indietro.
“Dean, lo so che sei arrabbiato con me, posso vederlo da come mi guardi.”
“Guardo solo Sammy in quel modo..”

Adam lo colpì con un pugnetto sul braccio.
“Non scherzare, è una cosa seria.”
“Puoi ben dirlo, ragazzino. Hai così tanta voglia di morire di nuovo?? Possibile che..”
“Castiel non sarebbe mai rimasto a casa, con l’attesa di sapere che eravate al sicuro e neanch’io! Vi voglio bene, Dean, è ora che accettiate questo.”
Dean lo fissò sbalordito.

“E se non lo accetti, francamente me ne infischio.” Disse con un sorrisino.
Dean fece una risatina, poi sghignazzò apertamente con una risata liberatoria, poi circondò il collo di Adam con un braccio.
“Hai citato Via col vento. Sei grande, ragazzino.”
“Lo so.”
 
Sam vedeva da lontano che i due avevano fatto pace e si illuminò.
Desiderò raggiungerli quindi e stava per farlo, ma qualcuno lo chiamò.
Rufus.
Sam lo seguì.
Ma era uno sbaglio.
 
 
“Rufus? Dove sei?” chiese Sam.
“Pensi mai a tua madre, Sam?”
“CHE COSA?”per via del rimbombo, Sam pensò di non aver capito bene.
“Tua madre, ci pensi mai?”
“Ma ti sembra il momento?”
Rufus fece per pensarci su.
“Io ci penso. Non a mia madre, certo. Alla nostra VERA MADRE, Sam. Siamo tutti figli della stessa madre, lo sai?”
Sam capì e sbuffò.

“Non mi sembra il momento per fare battute sulla cosa a cui diamo la caccia, comunque ora l’hai detto e che hai fatto il tuo show possiamo ritornare dagli altri?”
“Pensi mai a questi esseri che la cercano? Almeno LORO hanno devozione per la loro madre. Non sono come noi. Loro non vogliono abbandonarla. Sono fedeli. Noi sulla Terra non vogliamo bene alle nostre madri terrene, ,mentre loro si, sono FEDELI e anche LEI ci vuole tanto bene.”

Sam impallidì.
“Rufus..non sei tu a parlare.”
Rufus fece una risata spettrale.
“Sono io, invece..”
“NO. Sei posseduto dal verme! Stai LONTANO!”
“MI chiedo una cosa, Sam, quella immonda creatura che vi portate al fianco, ce l’ha una madre? È la stessa nostra? Credi che la MADRE gli sarà riconoscente, se lui e quell’altro scarto di spazzatura libereranno gli altri suoi figli?”

“Liberare? MA DI COSA CAZZO STAI PARLANDO!”
“Credi che un DEMONE sia degno di chiamare i leviatani, FRATELLI??”
E cercò di attaccare Sam, ma uno sparo risuonò nell’aria, colpì a una spalla Rufus e il verme scappò attraverso la parete, sotto.
SAMUEL.
 
Prima regola: prima si spara e poi si fanno le domande, figliolo.” Disse Samuel, con la canna della pistola ancora fumante.
In quel momento corsero Dean, Adam, poi subito dopo Castiel, Bobby, Crowley.
Dean si buttò subito tra le braccia di Sam, fregandosene del povero Rufus che si teneva la spalla sul pavimento.
Poi guardò Samuel allibito.

“Tu..l’hai salvato. L’HAI SALVATO.” Disse Dean guardando il nonno incredulo, con gli occhi languidi, sorpresi ma riconoscenti.
Samuel sembrava esso stesso sorpreso.
“Sì, l’ho fatto.”
Adam sorrise. Allora forse esisteva redenzione per chiunque.
Ma i guai non erano ancora finiti.
Sam a fatica si alzò e si rivolse a Crowley.

“Rufus ha detto che tu hai intenzione di liberare altri figli di EVA, cosa intendeva dire? Chi vuoi liberare??” lo aggredì.
“Perché lo chiedi a me se l’ha detto lui?” disse Crowley, ma sembrava a disagio.
Sam guardò Rufus.

“Ehi, io ricordo solo di aver ripetuto a pappagallo quello che diceva quello schifoso verme, lasciatemi in pace! Ho appena avuto un verme nel cervello! Ora lasciatemi lavare prima che vomito pure l’anima.”
Ma da quel momento tutti, cominciarono  guardarsi con sospetto.
Bobby cominciò a fare il quarto grado al demone, che insisteva con la stessa frase:

“Non ho fratelli io! Non considero fratelli neanche la feccia con cui condivido l’inferno! Che diavolo ne so di cosa parla una larva parlante che striscia.”
 
 
 
 
*

Un’ora dopo accadde un altro dramma.
Il verme prese il possesso di nonno Samuel, che tentò di uccidere Rufus, che era già ferito a una spalla, poi medicato, aveva già preso diverse botte in testa, e Samuel stava per ucciderlo, ma Crowley lo colpì alle spalle con una mazza da baseball e lo scaraventò dall’altra parte del muro con i suoi poteri, salvandogli quindi la vita.
Dopodichè lo legarono e riuscirono con uno stratagemma a far uscire il verme dalla testa di Samuel dopo che esso continuava a delirare riguardo alla liberazione dei leviatani.

“i nostri fratelli a breve saranno sulla Terra, ci ricongiungeremo a loro. Sono più malvagi di noi e sono tantissimi. I leviatani AHHAHAH. Loro sono le prime creature, le prime ahhaha.”
Poi non ebbe più occasione di parlare perché i nostri eroi lo uccisero.
Sembrarono tutti molto turbati da questa nuova notizia, da questo nuovo nemico da battere, ma quello più nervoso sembrava nonno Samuel, guardato male da Crowley.
 
Ma Rufus aveva qualcosa da dire a Crowley.
“Non mi sei mai stato a genio.”
“Lo so.”
“Ma mi hai salvato la vita.”
Crowley rise.
“Se tu fossi morto, chi l’avrebbe sopportato questo vecchiaccio suonato.”
“Un cacciatore come me, sa cosa è un debito.”
“Va bene, regalami una scatola di sigari e potrei..”

“Intendo PER TUTTA LA VITA, Crowley. Per qualsiasi cosa tu avessi bisogno di me, fosse anche di protezione, sappi che puoi contare su di me. Certo a meno che non fai del male a Bobby Singer.”
Ma c’era ancora qualcosa che non andava.
Bobby era felice ma questa cosa che il verme aveva detto gli frullava nella testa.

Davvero Crowley voleva liberare queste creature? E chi era l’altra persona che voleva aiutarlo? Si augurò che non fosse Samuel, quei ragazzi avevano già sofferto abbastanza.
Intanto tutti, dopo essersi congedati da Samuel, che sembrava abbastanza provato, non vedevano l’ora di tornare da Gabriel che si era occupato del piccolino di Lucifer.
“Chissà come sono stati senza di noi. Ti immagini Gabe con un piccolo da accudire?” rise Sam.

“Sempre se nel frattempo il piccolo non è diventato il doppio di lui.” Disse Cas ridendo.
“Speriamo che tra un po' la sua crescita si stabilizzerà, non vogliamo che diventi più vecchio di noi vero?” disse Dean.
“Non credo succederà, Dean, ho consultato il libro dei nephilim.” Disse Castiel.

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Capitolo 25
*** Gabriel accudisce il piccolo Jack ***


Gabriel era dovuto rimanere con il piccolo Jack a prendersi cura di lui, in compagnia di Kelly e Luc.
Non avrei mai immaginato che nostro fratello si sarebbe innamorato. È nel mondo da poco, non è mai stato con un’umana e la prima che ha scelto..è stata la donna che gli ha dato un figlio. Chi l’avrebbe mai detto che Lucifero fosse un sentimentale dopo tutto?
E un romantico pure.

Sembra seriamente innamorato di lei. La sveglia sempre con un bacio del buongiorno, le porta i cioccolatini svizzeri
“Mmm qualcosa di buono l’hanno fatto allora questi umani!”
Gli mette i fiori tra i capelli e ogni giorno dice il suo nome “Kelly, Kelly, Kelly” come se fosse una poesia.

E poi ama baciare. La bacia appena ne ha l’occasione, i suoi baci sono sempre appassionati.
Lucifero è come fosse una passione, una lava incandescente che non si estingue mai.
Solo che finora questa passione l’aveva usata per il male, mai per il bene.
Chi l’avrebbe detto che avrebbe potuto usarla per L’AMORE?
 
Il figlio, Jack, è adorabile. Ha questi riccioli biondi e occhi azzurri. Mi ricorda Castiel.
Ma ha la grazia di un cupido. Pensa Gabriel mentre gli accarezza un ciuffo dalla fronte.
Potrei portarlo in paradiso a conoscere i nostri simili, mi piacerebbe.
Forse piacerebbe anche a loro.

Sarebbe un insegnamento per tutti noi. La dimostrazione che da qualcosa che era stata cattiva, può nascere anche una cosa meravigliosa.
Aspetta, sto pensando a Jack come a qualcosa di meraviglioso?
Oh, non è da me.
Jack è tremendo, pestifero, svolazza sempre con le sue alette, nelle stanze e nel soggiorno, anche quando uno vorrebbe leggere.

L’altra volta mi ha fatto prendere uno spavento, facendomi cadere dal divano mentre dormivo.
L’altra volta mentre cercavo di prendere la caffettiera, ha rovesciato il caffè sul pavimento.
E quando ho cercato di cambiarlo…
 
“Gabriel, che razza di babysitter sei? Non sei neanche capace di cambiare il pannolino a un bambino!”

“Non è colpa mia. Tuo figlio non si lascia toccare da me, ho provato ma lui..mi ha spinto via.”
“Con il pensiero eh??”
“Esatto!”
Gabriel ricordava ancora come si era sentito quando una specie di spinta invisibile l’aveva affrontato e fatto cadere di schiena.
Jack sembrava non volersi far cambiare o spogliare da lui. Non concepiva questo atteggiamento.

Per il resto si lasciava prendere in braccio, anche se a volte non lo guardava in faccia.
Sembrava quasi ..TIMIDO..
 
 
Gabriel tornò al presente, erano al parco e c’era una bella giornata di sole. Erano davanti alle altalene e Gabriel era sdraiato su un campo di margherite bianche.
“Sembra quasi il paradiso..ohhh..ehi, piccolo squawatch, non allontanarti..ti piace qui? Il paradiso è simile a questo, non c’è neanche bisogno che ti porti, che ne pensi?” con la mano sfiorò la sua schiena minuta. Erano teneri i neonati.
Lui non ne aveva mai visti molti. Erano fragili, tanto fragili.
Doveva essere difficile creare qualcosa di così fragile che poteva rompersi in qualsiasi momento, che poteva esserti PORTATA VIA in qualsiasi momento.

Lui non temeva questo. In quel momento Jack era immerso nel campo di margherite, scompariva attraverso di esse, ma lui sapeva che era li.
All’improvviso la testolina di Jack si intravide. Era gattoni e si vedeva la sua faccia tra le margherite e i steli di erba.

Gabriel non ricordò di aver mai visto un'immagine che gli revocasse tanta purezza e delizia.
“Abauaaaa.” Gorgogliò il bimbo, allungando la manina a toccargli la faccia.

Gabriel sorrise, sdraiato sull’erba senza muovere un muscolo.
Oh, era adorabile.
 
 
 
*

Erano a casa di Bobby e Gabriel stava leggendo ancora una volta un libro sui nephilim, a pancia in giù sul pavimento.
“Tu sei più carino di come vengono rappresentati. Credo siano i geni di tuo padre. Sai che veniva chiamato stella del mattino?”
“Gagagaahhhh.” Disse Jack compiaciuto, svolazzando, era sulla testa di Gabriel e allungò la manina.
Che strano. Sembrava quasi come una carezza..

“Fallo ancora.è rilassante..” disse Gabriel sorridendo.

Il bambino gorgogliò e sembrava come una risata felice.
Gabriel si chiese se Jack non fosse un mix tra un raggio di sole e la luminosità di una stella.






















Note dell'autrice:  Ciao ragazziiiii.. Siete contenti che ogni capitolo c'è qualcosa di diverso? Aahhaha xd
Se notate sto gettando le basi su una futura relazione Jack e Gabe LOL
mi sembrerebbe troppo sbagliato quindi che Gabe cambiasse i pannolini a qualcuno che poi diventerà il suo amante o fidanzato aahha xd
mi sono voluta inventare qualcosa xd
che l piccolo Jack stravedesse per Gabe già da bambino? xd
la cosa è delicata, perchè Jack è piccolo, ma vi assicuro che crescerà e cercherò di fare tutto fatto bene xd
come temevo invece i capitoli si sono allungati e diventati dispersivi, quindi è possibile che tra un po vedrete una cronologia diversa se deciderò di riunirne qualcuno (per rendere più ordinata la storia)

Baci!

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Capitolo 26
*** Bobby e Crowley in scozia ***


Lily e James



“Ancora non riesco a credere che sto per conoscere la Scozia con un DEMONE. Spero che lì vendano della roba abbastanza forte per potermi ubriacare meglio.” Borbottò Bobby.
“Beh, Dean non avrebbe mai accettato di salire su un aereo.” Disse Crowley ridendo.
Bobby borbottò ancora più forte.

“Ancora peggio!! Figli! Tu li cresci una vita e loro..”
“Dai, Bobby, non prenderla così..facciamo così, ti intratterrò con uno spettacolo. Sta a guardare.” I suoi occhi diventarono rossi e lampeggiarono.
Dopo pochi secondi accadde qualcosa di molto strano nell’aereo.
Un ragazzo molto carino, ventunenne, fischiò alla hostess.

Sei molto carina, che ne diresti di uscire insieme dopo questo volo??”
Bobby guardò Crowley allibito, mentre lui ridacchiava.
“Sei stato tu?”
“Zitto e sta a guardare.”

“Forse dovresti concentrarti di più sul volo e a tenere le cinture allacciate.”
La hostess, una venticinquenne con dei riccioli biondi scalati, sembrò fredda, ironica ma con un sorriso sensuale.
Il ragazzo ci rimase parecchio male, fece una faccia delusa, poi scosse la testa come se non si capacitasse di quello che fosse successo.

“Davvero un gran spettacolo.” Disse Bobby a braccia incrociate.
“Aspetta, il meglio deve ancora venire.”
 
La ragazza, che aveva avuto un attimo di indecisione, quando tornò nella cabina, dopo che Crowley si illuminò di nuovo gli occhi, sentì una signora di mezza età lamentarsi.

“Questo caffè non è proprio il migliore di questo mondo! Una vera schifezza.” Poi si coprì la bocca con la mano , incredula di quanto avesse detto, Crowley ridacchiò, mentre Bobby spalancava la bocca incredulo.
Poco dopo si affacciò dalla cabina, la hostess, con un foglietto in mano scarabocchiato, ne fece un origami e lo mandò a planare verso il ragazzo, che rimase scioccato.
Nel mentre la ragazza disse:

“Chiedo scusa, è vero, il caffè è una vera schifezza, ma lo facciamo per non rischiare di tenere svegli i clienti più ansiogeni, le porto un tè e dei biscotti.”
Il biglietto, diceva:
(Bobby e Crowley si sporsero per leggerlo)

Sei strafottente e presuntuoso, ma anche coraggioso.
Questo è il mio numero.
Lily.
James lesse questo biglietto tra sè, poi disse ad alta voce:
“Grazie Lily! Io sono James! Sembriamo fatti per stare insieme!”
La ragazza si nascose dietro la cabina  Bobby e Crowley intercettarono il labiale dove sembrava dire un “idiota” seccata tra sè e sè, sottovoce, ma nascondendo un sorriso imbarazzato.
 
“Pazzesco. Incredibile.” Disse Bobby.

“Che cosa? Che questi due conoscano la saga di Harry Potter, che si sono incontrati o che abbiano gli stessi nomi? Beh, speriamo non abbiano anche la loro stessa fine.” Disse Crowley.
“No, quello che hai fatto tu! Perchè l’hai fatto?”
“Perché sono un benefattore?”
“O per intrattenermi?”
“Che importanza ha? Ora grazie a me è nata una coppia nuova.”
Bobby nascose un sorrisetto.
“Hai obbligato quelle persone.“

“A dire e fare qualcosa che avrebbero voluto dire e fare comunque ma che il loro sciocco orgoglio avrebbe impedito loro di fare!”
Bobby si voltò verso di lui.
“Succede spesso?”
“Oh si, continuamente.”
“E tu come hai il potere di fare questo senza possedere queste persone?” chiese a voce bassissima.

“Beh, essere il re dell’inferno, ha i suoi privilegi, lo sono ancora, anche se hanno cercato di estromettermi dal mio trono.”
Bobby ci riflettè su.
“Ti mancherà non farlo più?”
Crowley restò zitto per un momento.
“Tutti noi dobbiamo lasciar andare via delle parti vecchie di noi per avere qualcos’altro, non esiste cambiamento senza rinuncia, non esiste ottenimento, senza sacrificio.”
Bobby sembrò farsi triste, un’ombra aleggiò sul suo volto.

“È per questo che ho intenzione di godermela prima di dire addio per sempre al mio stato di demone, che dici, sei con me in questa sorta di mio addio al celibato?” scherzò.
Bobby si sforzò di fare un sorriso.
“Se è davvero quello che vuoi, certo.”
“Che ti succede, Bobby, quasi quasi ti dispiacerà vedermi cambiato? Potrei quasi essere commosso.”
“NON DIRE SCIOCCHEZZE. E ricordati che accetto di accompagnarti solo per controllarti. Non per altro.”

Guardò dall’altra parte e così si perse il sorriso un po' triste di Crowley.
“Certo. Lo so che è così. Bob.”
 
 
 
 
*

Il parco



Il soggiorno in Scozia, fu molto bello, Crowley non la smetteva di far vedere a Bobby le attrazioni turistiche del luogo, le passeggiate nei parchi più belli della città.
Fammi gettare anche a me un po’ del pane a queste povere anatrelle, vecchio bacucco, vedono la tua brutta faccia, e non si avvicinano.”
“Hai una bella faccia tosta a parlare a me di brutto muso!”

“Certo, ma almeno io ho la scusante che non è la mia VERA FACCIA.” Disse Crowley sorridendo.
A Bobby il sorriso si gelò sulla faccia, mentre il demone continuava a sbriciolare il pane da dare alle anatre.
Si fidano di lui..si assembrano in massa per andare da lui..gli ispira fiducia..

È disgustato da me..prova ribrezzo.. pensava invece Crowley.
 
 
Poi fu la volta di visitare Edimburgo, Bobby si lamentava che non aveva mai camminato così tanto in vita sua, e non la finiva di insultare il povero Crowley, però ogni insulto diventava più vivace e colorato.

La fontana



“Ti vedo davvero in forma, sai, per essere un vecchio obeso, distrutto dalla vita e..senz’anima.” disse il tremendo demone al suo orecchio.
“In teoria l’anima ce l’ho ancora, vecchio scemo, devi solo togliere quel patto e non capisco cosa aspetti.” Disse, spingendolo.
Crowley rise.
“Se riesci a raggiungere quella fontana prima di me, te la ridò.”
Ci sto.”
“D’accordo, uno…”

Bobby gli diede una spinta, facendolo cadere col sedere e cominciò a correre.
Arrivò ovviamente primo e urlò.
“VITTORIA, VITTORIA, ORA MANTIENI LA PROMESSA. SQUALO.”
“Squalo? Io non vedo acqua qui attorno, o forse sì, ops.” E lo gettò dentro la fontana.
Bobby urlò e poi lo agguantò per la maglia, facendolo cadere anch’esso.

Si gettarono l’acqua come due bambini, mentre due anziane gridarono, dicendo che avrebbero chiamato i carabinieri per preservare il monumento.
Loro continuarono a ridere e uscirono tutti bagnati correndo dal parco.
 
 
 
*

Il golf



“Dai, non puoi venire in scozia e non andare a giocare a golf, non farmi vergognare.”
“Non giocherò a golf, nessuno sa che sono un turista.”
“Sì che lo sanno, puzzi di turista lontano 5 chilometri.”
“Quella che si sente è il tuo tanfo, va bene che sei un tu sai cosa, ma almeno i vestiti potresti cambiarteli eh!”
 
Alla fine l’ebbe avuta vinta Crowley, andarono nel parco più rinomato per giocare a golf.

“Dì la verità che stai barando, non è possibile che con dei polsi così grassocci continui a centrare le buche.”
In realtà Bobby non ‘aveva mai trovato così affascinante, ad onor del vero e pure dimagrito, ma questo non l’avrebbe mai detto. Lui, Bobby, che trovava affascinante un demone??
Crowley ridacchiò e andò dietro da lui.
Che stai facendo? Togliti immediatamente di dinanzi ai piedi!”

“La tecnica è tutta nella postura, continui a sbagliare il movimento del braccio e del polso. Ci vuole calma, sangue freddo, sicurezza, ma più di tutto, non devi pensare a CENTRARE LA BUCA, tu devi SAPERE che LA CENTRERAI.”
Bobby lo guardò nauseato.
“Questi movimenti new age con me non funzionano perché li ritengo tutte STRONZATE.”

Crowley ridacchiò e gli disse che se non ci credeva, avrebbe continuato a perdere.
 
Bobby testardo, continuò a fare come gli pareva.
“Mi faresti rivedere quel movimento del polso?” chiese dopo un po'.
Crowley si avvicinò di nuovo a lui, prendendogli il braccio e ruotandolo piano.
Cerca di sedurmi, è così chiaro, dal modo in cui mi tocca, si fa sempre più vicino.

In realtà Crowley era sempre uguale, ma il fatto è che quando ti senti attratto da qualcuno, lo senti di fatto più vicino a te. Tutti i tuoi sensi e olfatti cambiano, si amplificano e il mondo appare diverso.
“Meglio.” Disse Crowley quando mancò la buca, di poco.
Dopo un po' Bobby disse:
“Ripetimi di nuovo com’era quella tua stronzata new age!”
“Adesso ci credi?” sorrise.
“Stai scherzando? È che pensarci, mi aiuta a distrarmi dall’obiettivo.”

Crowley scrollò la testa, ma disse:
“È una questione di testa, hai mai visto Matrix?”
“Una volta ma non ricordo un’acca. Sam e Dean ne andavano matti.”
“Ricordi la teoria del cucchiaio?”
“No, ma ricordo che una volta da bambini, Sam e Dean cercavano di piegare un cucchiaio con la testa, ovviamente neanche un danno gli hanno fatto, e quindi un cucchiaio gliel’ho dato io in testa, visto che non mi aiutavano con le pulizie. Era di LEGNO.” rise.

Crowley rise. di rimando e recitò il dialogo di Matrix:

Non cercare di piegare il cucchiaio. È impossibile.Cerca invece di fare l'unica cosa saggia: giungere alla verità.
Quale verità?
Bambino: che il cucchiaio non esiste
Neo: il cucchiaio non esiste?
Bambino: allora ti accorgerai che non è il cucchiaio a piegarsi, ma sei te stesso


Bobby restò sbalordito e  disse: “Ma perché?”
Crowley spiegò:
“La tua mente fa esistere e rende vero quello che tu vuoi, non desiderare che lo sia, vedilo come se è già così e lo sarà.”
Bobby chiuse gli occhi.

Una, due volte, tre tentativi, poi si sentì come un’energia nuova e riuscì a centrare la buca!
Quando ci riprovò però, Crowley tornò dietro di lui e cercò di fargli ruotare il polso.
“Secondo me lo devi ruotare più a destra.”
“Sparisci, demone invidioso. Via dalla mia strada.”
Crowley non lo ascoltò e si aggrappò a lui, Bobby rise e lo insultò, ma non fece niente per liberarsi, anzi, sembrò fare di tutto per NON farlo e finirono per capottarsi per terra in mezzo all’erba, con Bobby che cercava di colpirlo con la mazza, poi con il cappello. Un cappello buffissimo che Crowley aveva voluto a tutti i costi comprare. Era SCOZZESE.

“Fanculo a te e al tuo cappello da hippy.” E si misero a ridere come bambini.
 
“Fantastico, Bobby, ora sono curioso. A cosa hai pensato.”
“Non si dicono i propri segreti.”
Un sorriso malinconico increspò le labbra di Crowley.” Ma certo. Ognuno ha i propri segreti.”

Ho pensato che non ci farai del male..che desideri proteggerci e..e anch’io voglio farlo..questo lo rende vero e mi fa una paura fottuta..” pensò Bobby.
 
 
 
Il bacio

Fu una giornata che Bobby considerò quasi di svolta, si sentì cambiato, rinato, quasi RIPULITO. Da un demone, incredibile.
Cominciò a piovere e corsero, a ripararsi sotto una chiesa.
“No, non qui.” disse Crowley esitando a ripararsi sotto la cappella.
Crowley lo prese per il cappotto.
“Non essere ridicolo.”
“Io non potrei stare neanche qui. Bobby, dico sul serio.”
“Non vedo tuoni e fulmini scendere in picchiata e il tetto non sta bruciando. Calmati.”

In quel momento un lampo attraversò il cielo.
“Bob..è..”
“Un normale fenomeno atmosferico, conosco altri fenomeni naturali, vuoi vederne un altro?”
Crowley fece per girarsi interrogativo, e in quel momento Bobby gli diede un dolcissimo bacio sulle labbra.
Crowley strabuzzò gli occhi, ma li richiuse subito.

Le loro sottili barbe sfregarono contro i loro visi, il mento di Bobby era appena un po' più ruvido, ma si sciolse quando Crowley aprì la bocca e approfondì il bacio facendogli aprire la bocca anche a lui.
La bocca di Crowley sapeva di whisky e cioccolatini irlandesi, quella di Bobby appena un po' di liquore, niente whisky anche se aveva lo stesso ancora un sapore forte.
Sapeva di freschezza, non di ansia, inquietudine, ma di partite giocate a golf, di erba fresca dei prati e forse addirittura di acqua piovana.

Bobby approfondì il bacio, preso dalla passione e lo spinse contro una colonna.
Crowley sorrise. Era un buon baciatore in fondo, anche se aveva la sua età.
A Bobby piacevano le carezze di Crowley sul viso, era un gentiluomo e non si sarebbe mai aspettato che fosse così gentile, che avesse un tocco così delicato.

La pioggia continuava a scendere, Crowley gli prese la mano, portandolo via, tuttavia senza intrecciarla alla sua, e a Bobby un po' dispiacque di non poter ricambiare la stretta.
 
 
 
 
 
*

Un brusco risveglio



Non era decisamente così che Bobby si era immaginato andasse la serata.
Non aveva più vent’anni ma un po' si era illuso, certo non che lo avrebbe raccontato ad anima viva, era già piuttosto imbarazzante dover ammettere di aver sperato di essere scopato selvaggiamente da un uomo, ma da UN DEMONE? No si sarebbe fatto seppellire vivo piuttosto di dire una cosa del genere.

Crowley era stato gentilissimo, si era addirittura offerto di dormire sul divano della camera d'albergo che avevano affittato, nonostante Bobby avesse insistito a più riprese, solo verso la notte aveva accettato di andare a dormire nel lettone con lui.
Non si erano toccati ma a Bobby sembrava quasi come se lo avesse fatto, percepiva la vicinanza bollente con il demone.
Come poteva CROWLEY ridurlo a un ragazzino smanioso di contatto fisico? Aveva la sua età e poi dai cazzo, era CROWLEY!

Per fortuna aveva bevuto un po' e quindi si addormentò.
Ma quando si svegliò trovò il letto vuoto e un biglietto sul comodino.
 
 
Dicono che un bacio è come toccarsi l’anima, forse è così e sento il bisogno di ascoltare la mia anima e confessarmi, senza che lo faccia un prete per me. Come dite voi umani, ho bisogno di restarmene un po' da solo con la mia coscienza..ti chiedo di rispettare questo mio desiderio ultimo di solitudine, gli ultimi attimi che mi restano prima di ricordare quella cosa che chiamate RIMORSO.
 
Bobby accartocciò il biglietto e lo appallottolò.
Che significava tutto quello? Rimorso? Non ha fatto riferimento al bacio, dunque anche di quello provava rimorso?

Provava pena per quello che aveva detto, tristezza, un vago senso di solitudine e anche disgusto per sé stesso, perchè tutto quello che avrebbe voluto era solo trovarlo al fianco, anche solo per avere una conferma che fosse piaciuto anche a lui.

“Crowley..Crowley..non ti hanno insegnato niente? Tutti questi secoli e non ti ricordi dunque che se un uomo ti bacia e tu rifiuti di scopartelo e tra l’altro il giorno dopo scompari, questo si può fare due domande, mh?Tutta la tua sapienza, riesci a fare far agli uomini quello che vuoi con uno sguardo, tutti i tuoi poteri non ti dicono questo?”
 
Poi si accorse che sul tavolino c’era una colazione con una rosa rossa che non aveva notato.

“Le brioche e il cappuccino sono freddi, Crowley..e una colazione appena prima di una fuga, sembra quasi come un addio e una richiesta di perdono., Non hai addolcito un bel niente, tu e questa stupida colazione!” sbottò.
Ma la mangiò lo stesso, giudizioso, perché era l’unica cosa che gli rimaneva, di lui, fino a chissà quando,sperando che avrebbe mantenuto la promessa e sarebbe tornato.






















Note dell'autrice:  ragazzi ho amato tantoooo scrivere questo capitoloooo, anche se è stato molto impegnativo xd
comincio con il dire che awwwwwww vi è piaciuta la parentesi di Lily e James? ahhah xd
ovviamente non sono loro, ma mi è sembrata una cosa carina da inserire LOL
vi piacerebbe rivederli? awwww

2) vi è piaciuta la giornata per i due piccioncini? E il bacio awww avrei voluto mettere un titolo romantico ma non volevo spoilerarvi il bacio!!

3) ho cercato di prendere le cose/attrattive più famose della Scozia, anche se su internet non sono riuscita a trovare chissà cosa çç

4) chiamano davvero la polizia se fai il bagno in fontane che sono monumenti storici ahha

5) avete riconosciuto tutti i riferimenti a Harry Potter, vero? ahha

6) perchè Crowley è scomparso? Vedrete ahha volevo andare avanti con il capitolo ma temevo di non riuscire a pubblicare il capitolo entro oggi e ormai mi sono fatta sta scaletta per cui ogni giorno obbligatoriamente pubblico un aggiornamento diverso di una mia storia xd

7) ricordo di aver letto nei libri di FALLEN, che un angelo caduto se entra in una chiesa, essa brucia xd

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Capitolo 27
*** La trappola ***


Bobby aveva telefonato a Sam e Dean per aggiornarli sul fatto che Crowley era sparito misteriosamente nel mezzo della loro vacanza, omettendo quello che era successo sul loro presunto bacio.
“Io non riesco proprio a capire..un minuto prima sembrava felice e poi..chi lo capisce è bravo a quello. Fatemi sapere almeno se si fa vedere a casa.”
Aveva inoltre rifiutato l’invito dei ragazzi a prenotargli un volo in anticipo per far ritorno.

“Magari ha bisogno solo di qualche giorno di tempo, io resterò qui..se dovesse..tornare.”
Ma Scozia senza Crowley non era poi questo granchè.
E Dopo soli due giorni, Bobby stava bevendo in un pub irlandese.
“Non posso mancare due giorni che mi ritrovo una nave affondata invece di un veliero un po' annacquato, Bloody Hell.”
Quella voce…
“Sei qui..o sei solo un’allucinazione?”

“Oh, se non fossi vero, sarei un bellissimo sogno, ma preferirei farti visita in una suite extralusso, invece che in un..beh! è un bel pub, tutto sommato.” Disse ancora.
Bobby gli diede uno scappellotto sulla testa.
“Sparire così per due giorni! Si può sapere che hai nella testa? Per quel che ne sapevo io, potevi anche essere morto!”
Ti sono mancato eh? Ma è un problema tuo se ti sei agitato, nella lettera d’amore che ti avevo lasciato, non ho mai detto per QUANTO sarei stato via.”

“Brutto..bagarospo incosciente irresponsabile! Hai detto che dovevi ascoltare la tua ANIMA ma tu non ce l’hai un’anima.” Disse sottovoce.
“Oh, mi spezzi il cuore, Bobby. Un doppio whisky per due, grazie.” Disse ancora.
“Beh?”
“Beh cosa? L’hai ASCOLTATA, che cosa ti dice?”
“Oh, lei non si è fatta sentire.” Prese tempo lui.
“Ma non mi dire! Lo trovo così strano!”

“Però..un altro muscolo, sì. Si è fatto sentire.”
Bobby fece un sorrisino ironico.
“Non mi sorprende. È l’unico a cui dai ascolto.”
Crowley rise fortemente e gli mise una mano sula spalla. "In fondo ho venduto la mia anima per averne uno con i controfiocchi. Il minimo sarebbe che possa almeno PARLARE, conosci l'eufemismo un sedere che parla?"
"Sei disgustoso!"
Crowley si mise più vicino a sussurrargli.“ In fondo tu sai di quale muscolo parlo.”
No, invece.” Disse Bobby. “Te ne sei andato via..mi hai lasciato solo.”
Crowley sospirò.

“Ci hai pensato almeno. Un po'?” chiese ancora.
“A cosa?”
Bobby gli rifilò un altro scappellotto.
“Ahi!”
“A QUELLO.”
“Oh si si..è proprio di quello che stavo parlando.”
“Quindi??? Ti muovi?”

“Ecco il fatto è che quello..il MUSCOLO..” disse guardandosi il petto. “Continuava a parlare, parlare, parlare, una tempesta di suoni che non capivo, quindi ho deciso che per capirci meglio..devo riprovare..per capire meglio, sai.”
Bobby fece una faccia contrariata, ma poi disse:
“Beh, allora andiamo a provare.”
Fece per alzarsi, ma Crowley lo rimise seduto.
Si alzò e repentinamente lo baciò, poi lo sollevò, facendolo sdraiare quasi sul tavolo, baciandolo meglio.

“C-Crowley…” ma gli allacciò le braccia al collo, ricambiando.
Si baciarono per trenta lunghi secondi.
“F-fammi scendere immediatamente prima che ci sbattano fuori.” Disse Bobby.
Crowley rise compiaciuto.
 
 
 
Durante la notte, ci furono numerosi baci e carezze, ma non andarono aldilà di carezze un po' spinte, l’indomani, Crowley lo svegliò con un caffè fumante e delle brioches calde.
“Per farti perdonare?”
“Per farmi perdonare.” Disse Crowley dandogli un piccolo bacio.
Bobby lo agguantò per farlo durare più a lungo e il demone rimase compiaciuto.
“Ti ridarò la tua anima, quando torneremo dal nostro viaggio. Voglio fare tutta una scenografia speciale.” Disse Crowley.
“Spero che non hai intenzione di restituirmela quando staremo facendo QUELLO, potrei rimanere INCINTO.”

“Oh Bobby..un uomo navigato come te, potrebbe anche decidersi a chiamare le cose con il loro nome, oramai.”
“Ah sì e quale sarebbe il nome?” lo provocò l’altro.
Fare l’amore.”
Bobby lo guardò sbalordito, poi gli scoppiò a ridere in faccia.
“Ok, tu cosa avevi in mente?”
“Mmmm..magari..come dicono i miei ragazzi: scopare?

Crowley lo baciò di slancio.
“Non provocarmi!”
“Non sarebbe male se lo facessi..almeno ti svegli un po'! Cos’è, sei diventato etero tutto d’un tratto?”
Crowley si incupì.
“Ho avuto dei..pensieri..”
“Ha qualcosa a che fare con la tua mini scomparsa?”
“Forse..non mi va di parlarne, scusami.” Disse con un sorriso triste.
 
 
 
*
Crowley scomparve di nuovo, quando disse che sarebbe andato a ordinare delle pizze.
Era in ritardo di DUE ORE, e Bobby si stava decisamente preoccupando, quando la parete dell’albergo, esplose!

“Ma che diavolo..”
Demoni.
Demoni con gli occhi rossi.
“Tenetelo fermo!”
“Col cavolo!” Gettò dell’acqua santa in faccia a loro, che si divincolarono e Bobby ne stava approfittando per scappare, ma uno di loro disse:
Ce la pagherai cara, TRADITORE! Quando morirai, non avremo pietà!”

Questo immobilizzò Bobby, perché lui, poteva essere tutto, ma MAI nella sua vita, nessuno lo aveva chiamato traditore.
“Non ho mai tradito nessuno nella mia vita. Come vi permettete luridi demoni?”
Sì che l’hai fatto. Hai tradito il RE. Sua Maestà, il Re Crowley!”
Bobby spalancò la bocca incredulo.
Non l’ho mai tradito!”
Uno di loro lo agguantò per il maglione.

“Sai che torture sono previste per i bugiardi all’inferno??”
“Non ho paura perché ripeto, non l’ho mai tradito!
Il demone e tutti loro lo guardarono sorpresi.
“Non capisco proprio di cosa state parlando! E dov’è Crowley? Lo aspettavo qui due ore fa ma non è più tornato!”
“Credo che dica la verità, per quanto incredibile, lui davvero non ne sa niente!” disse il demone.

“BASTA! QUALCUNO MI VUOLE DIRE DOVE CAZZO È CROWLEY O DEVO FARE UN ESORCISMO???”
I demoni lo guardarono funerei, poi uno di loro aggiunse:
“I cacciatori lo hanno preso e lo stanno torturando.”
Bobby ebbe quasi un mancamento.
Portatemi immediatamente da lui!”






















Note dell'autrice: neanche stavolta sono riuscita a finire il capitolo. Io non so più come devo fare. Scusatemi ragazzi. Spero di riuscire a scrivere il seguito già stanotte. anche se non credo. Poi ovviamente dovrò riunire tutto. Sopportatemi che sto prendendo misure per aggiornare più spesso e meglio per far finire quest'agonia xd
Ps non ve l'aspettavate che Crowley tornasse di già eh? ahha xd

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Capitolo 28
*** Crowley e Bobby e la fine del viaggio ***


Crowley era insanguinato e tenuto fermo in una pianura deserta, mentre dei cacciatori lo tenevano fermo e lo picchiavano o gli gettavano l'acqua santa in faccia.
Bobby era appena arrivato e vedendolo in quello stato, aveva perso il controllo.

“LASCIATELO STARE.” Urlò, cominciando a far scoppiare delle granate.
I cacciatori sorpresi, cercarono di scappare, alcuni si ferirono con esse.

“Bobby Singer? Quindi è vero? Non ti vergogni a prendere le difese di un demone?” chiese uno di loro.
“Non è più com’era prima. è cambiato. E voi non avete il diritto di farlo. Quel…lui è con me.”

I cacciatori risero in sincrono.

“Quanto sei caduto in basso, Bobby Singer. Magari te lo fai anche, che effetto fa, farsi il re degli inferi? Cosa ti ha promesso, l’immortalità?”
“Perfino i suoi stessi scendiletti dell’inferno gli hanno voltato le spalle.”

“Ti ha detto il tuo amante demoniaco che ha intenzione di aprire il Purgatorio e scatenare così l’inferno sulla Terra? Sei un mostro, Singer!”
Bobby lo guardò e il suo sguardo vacillò incontrando gli occhi del demone, che invece non vacillarono neanche un po', davanti ai suoi.

In quel momento comparirono i demoni che tagliarono, picchiarono e spararono in direzione dei cacciatori, ma a Bobby non importava niente. Cercava Crowley che a fatica si era tolto le corde e si era liberato della trappola del diavolo che uno dei demoni aveva calpestato.
“Vai pure Dawlish, sto a posto così ora..”
“Crowley!”
“Tu – non mi toccare.”

Anche l’ultimo cacciatore collassò sotto il corpo del demone.
“Maestà, sta bene?”
“Sto bene, andate. Lasciateci soli.”
“Non sembra stare molto bene e non è saggio forse che restiate soli.” Disse l’altro.
“Dawlish, ho bisogno di restare da solo a interloquire con questo signore qui. Con cortesia.”
I demoni allora salutarono e andarono via.

“Crowley, io non sapevo che questi maledetti cacciatori ti stavano tendendo una trappola. Credimi!!”
Crowley esplose.
“Eppure sapevi molto bene che Rufus aveva intenzione di eliminarmi, gettando le mie ossa nel fuoco! Ti ho sentito parlarne con lui prima di partire qui!”

Bobby trasecolò.
“Tu..hai sentito?”
“Sono un demone, l’hai dimenticato?”

“Non sono mai stato d’accordo con il pensiero di Rufus, lui è un mio amico, ma non ho il potere di fargli cambiare idea sulle cose che pensa, che diavolo avrei dovuto fare? Non ti basta che non ho acconsentito??”

“Certo che non mi basta!! Che altro potevi fare, dici? MAGARI AVVERTIRMI CHE IL PAZZO DEL TUO AMICO VOLEVA FARMI FUORI?”

“Io non volevo..avevo paura che..”

“CHE COSA? Che lo facessi fuori??? Forse avrei dovuto, sai! Ha fatto un passaparola tra i suoi amici cacciatori per complottare per farmi fuori!!”

“LUI NON LO AVREBBE MAI FATTO! NON È UNA DANNATA SPIA.”

Crowley strinse gli occhi in una fessura.
“Stai dalla sua parte? Ti fidi più di lui, piuttosto che di me?”

“Crowley, ascoltami, io mi FIDO di te, sono venuto qui, in Scozia, con te, da solo, sulla base della fiducia!!” !!” disse cercando di allontanarsi, ma ma Crowley indietreggiò.

Da solo??? Non sei mai stato DA SOLO! “ disse etichettando la parola con le dita. “Dico bene? C’erano i tuoi colleghi cacciatori! Ma non è come se non me lo aspettassi, sai, credevi che fossi uno sprovveduto? Che mi stessi semplicemente godendo la vacanza? Non mi sono mai fidato del tutto. Sono sempre stato con un occhio chiuso e uno aperto… TEMEVO l’imboscata..è stato per questo che dopo il nostro bacio io me ne sono andato..

“Non ti fidavi di me..”

“E come avrei potuto FARLO?” chiese Crowley facendo una risatina amara. “Non mi hai mai detto che Rufus voleva uccidermi e così facendo mi hai messo in grave pericolo. Ti stavo portando dove sono le mie ossa, stavo dando la mia VITA nelle tue mani. Credi che sia una scelta facile per un demone, accettare di tornare a delle spoglie mortali? Avere di nuovo una coscienza? Quanti demoni credi che facciano una cosa del genere? Possibile che hai pensato che.. dicessi sul serio?”

Quell’ultima parola la disse piano e Bobby sentì un tuffo al cuore.
“Era una bugia..tu..mi stavi prendendo in giro.”

“Ti stavo mettendo alla prova.” Puntualizzò Crowley. “Volevo vedere come ti saresti comportato. Ma poi..è successo che..la vita umana in fin dei conti cominciava a PIACERMI..quelle giornate al golf..cadere..inciampare..il tuffo nella fontana..è sorprendentemente incredibile quanto si possa fare del romanticismo su qualcosa di così tanto patetico, come essere goffi, quando non capita a noi, non è vero? Mi sono chiesto a quel punto se..avrei pensato che fosse ancora romantica una cosa del genere, se l’avessi vissuta in delle spoglie perennemente patetiche e limitanti, delle spoglie umane. Ero curioso. Davvero. Mi sono chiesto quindi..se la prova potesse diventare realtà. Ma la realtà è più dura della fantasia. Potevo davvero lasciare tutto? Avevo bisogno di pensare. E quindi me ne sono andato.”
“Ma poi sei ritornato..”
“Avevo bisogno di una motivazione. Quel bacio che ci siamo dati. Sembrava avermelo dato. Eppure non è neanche il primo tra di noi, dico bene? Ma stavolta sei stato bravo, ci hai messo più..come si dice.? Sentimento!

“Sei tornato..quindi hai creduto in ME…” continuava a dire Bobby.
E ho sbagliato! D’accordo, magari non sapevi davvero che quei cacciatori ci stessero seguendo, ma tu mi hai messo in pericolo, non dicendomi del tuo amico, non ti sei FIDATO DI ME.”
“Non è vero! Io mi fido di te!”
Crowley rise.
“E cos’era quel lampo di paura quando loro hanno nominato il Purgatorio?”
Bobby deglutì.

“È vero quello che hanno detto? Vuoi aprirlo?”
“Sì.”
Bobby trasecolò.
“Perché?”
“Non ha importanza. Volevo farlo, ma sai, ho pensato come uno sciocco che potevo lasciar perdere tutto e giocare a due cuori e una capannina in Canadà, invece sai che c’è, ho capito che non ne vale la pena.”
Bobby lo guardò strizzando gli occhi.
“Perché vuoi aprire il Purgatorio?”

“Perché hai bisogno che te lo dica? Non puoi semplicemente fidarti?
Bobby fu titubante, poi sbottò.
“NO.”
Crowley roteò gli occhi al cielo.
“Ci sono ogni genere di minaccia e di mostri là fuori! Lilith..” poi si bloccò.
Ricordò una frase che disse la larva.

“Rufus ha detto che tu hai intenzione di liberare altri figli di EVA, cosa intendeva dire? Chi vuoi liberare??” lo aggredì.
“Perché lo chiedi a me se l’ha detto lui?” disse Crowley, ma sembrava a disagio.
Sam guardò Rufus.

“Non ho fratelli io! Non considero fratelli neanche la feccia con cui condivido l’inferno! Che diavolo ne so di cosa parla una larva parlante che striscia.”

 “i nostri fratelli a breve saranno sulla Terra, ci ricongiungeremo a loro. Sono più malvagi di noi e sono tantissimi. I leviatani AHHAHAH. Loro sono le prime creature, le prime ahhaha.”
 
“No…non puoi farlo..il verme disse che avresti liberato i Leviatani..è quello che vuoi fare? È la tua intenzione??”
Crowley scosse la testa.

“Non so di che cosa tu stia parlando. Levati di torno.”
“Scatenerai un’altra minaccia sulla Terra, non posso permettertelo.”
Crowley lo tenne a distanza puntandogli un coltello contro.
“Vedo che mi hai già giudicato. Ma non è una novità, vero? Pensi che voglio distruggere la Terra? Quindi tutta la tua recita sulla fiducia era una bugia. Fingi di credermi e sei solo un BUGIARDO. E io con i BUGIARDI non voglio avere patti o alleanze.”
“Crowley..”

“Credo ci sia ancora qualcosa che devo restituirti..”
Fece un gesto della mano e un alone luminescente fuoriuscì nell’aria, gorgogliando, come se una luce entrasse dentro di lui scombussolandolo da dentro.
“La tua anima, libera dal nostro accordo siglato, come promesso.” Disse Crowley con voce strascicata. “Ora non hai più debiti con me, ma una cosa volevo provare a farla comunque.”

Crowley posò sulle sue labbra un bacio dolce, intenso e struggente, tutto insieme.
Bobby chiuse gli occhi, respirando con affanno.
“Volevo provare a vedere com’era baciarti senza un accordo di mezzo, senza l’inferno tra noi.” disse, respirandogli tra le labbra.
“E com’è?” chiese Bobby triste.
“Sofferente e doloroso. Come sono le emozioni umane. Come immaginavo.”
“Crowley..io..”

“Addio,Bobby.” Disse sommessamente Crowley sparendo nel nulla.
Bobby singhiozzò nel pianto, subito dopo.
 
 
 

*

Bobby aveva raccontato a Sam e Dean, cos’era successo.
Crowley vuole aprire il Purgatorio..mi ha accusato di non fidarmi di lui..poi mi ha ridato la mia anima..e se n’è andato..mi ha baciato..e se n’è andato..”
Era struggente al telefono.
 


*

“Bobby non ha mai pianto al telefono. Non in questo modo.” Disse Sam..
“Dobbiamo andare a riprendercelo, Sam. O andiamo lì, o ammazzo quel bastardo con le mie mani. O meglio, facciamo così, prima andiamo a riprenderci Bobby e poi DOPO lo ammazzo.”
 
 
 
*

Quando Sam e Dean arrivarono all’albergo, trovarono Bobby ancora seduto alla scrivania, la testa curva, addolorato e sicuramente ubriaco.
“Siamo qui, Bobby, è tutto a posto, si risolverà tutto.” Disse Dean, inginocchiandosi davanti a lui.
“Voi..siete qui?” chiese lui.
“Certo, credevi ti avremmo lasciato da solo?” chiese Dean, abbracciandolo.






















Note dell'autrice:ciao ragazzi!!! Finalmente si conclude anche questa parte di Crowley e Bobby!! Credevo non ne sarei mai uscita! ahhah xd ora toccherà riunire il capitolo. Vi faccio sapere quando lo farò così riunite le recensioni xd 
cmq da qui comincerà la parte del Purgatorio, non sapevo se ci sarebbe stata o no, è stata una cosa rimasta in sospesa per tanto tempo ed è stato anche per questo che non riuscivo mai a decidermi ad aggiornare questa storia ma è proprio vero che l'unico modo x sbloccarsi è SCRIVERE, SCRIVERE, SCRIVERE XD
devo dire che sono abbastanza soddisfatta di questo capitolo :)) è stato bello emotivo come piace a me!
Eh sì Ciuffettina, avevi ragione, Crowley non voleva davvero ritornare mortale, ma ci stava pensando alla fine, ma poi ha cambiato di nuovo idea :)

ps il titolo del capitolo fa schifo e potrebbe cambiare

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Capitolo 29
*** Castiel e Crowley alleati ***


L’assenza improvvisa di Crowley aveva gettato ombre su tutti loro, Dean trovava INCREDIBILE che un DEMONE riuscisse a cambiare l’umore di tutto il gruppo, in negativo, in particolare l’assenza di un demone, faceva dell’ironia, ma la verità era che Crowley mancava anche a lui. Ce l’aveva sempre con lui, per quello che aveva fatto, per come aveva fatto soffrire Bobby, è vero, ma avrebbe preferito semplicemente che tornasse.

“La verità, Sammy, è che da quando è ritornato Adam nella nostra vita, mi era sembrato di riacquistare la spensieratezza di qualche anno fa, quasi risalente a quando papà era ancora vivo. Quando cacciavamo solo i mostri e non dovevamo preoccuparci di ANGELI E DEMONI, quando ancora non dovevamo avere paura di LUCIFERO. La resurrezione di Adam mi ha levato via quello sprazzo di cinismo che stava giungendo in me. Eravamo diventati una famiglia. Perfino Castiel era felice, aveva trovato un ragazzo, in ADAM. Nostro fratello. Castiel!
Castiel che pensavamo che non avrebbe mai avuto nessuno, ora sta con un ragazzo che è per giunta nostro fratello. Due delle persone che amo, non fare quella faccia, non li amerò mai come te, PESTE, stanno insieme e non potevo essere più felice di così, poi Gabriel..è ricomparso Gabriel e io ero ancora più felice. Ora Cas ha vicino anche suo fratello e so come ci si sente ad aver vicino un fratello che ami ed ero felice anche per lui. E Lucifer che si rifà una famiglia, e Crowley che collabora con noi. Queste cose mi hanno quasi fatto ricredere nelle FAVOLE, a pensare che anche il male potesse essere CURATO. E quando ho saputo della luna di miele di Crowley e Bobby, perché era una luna di miele, non diciamo di no...ed è successo quello che è successo invece... come ho fatto a pensare che dicesse sul serio? Che volesse DAVVERO diventare umano? Non avrei mai dovuto lasciarlo andare con lui.”

Sam si alzò dal letto per raggiungere l’altro letto dove era seduto Dean e abbracciarlo teneramente.

“Sono stato felicissimo anche io di riunirci assieme a nostro fratello, Dean. Anche io sono ritornato a credere nelle FAVOLE, dopo gli ultimi avvenimenti, ma forse, dobbiamo solo accettare che il fato ci ha regalato fin troppo e non potevamo pretendere altro, non tutti possono essere salvati o desiderare di esserlo. A pretendere troppo si viene sempre puniti in un modo o nell’altro. Dovevamo accontentarci di quello che già abbiamo avuto che è già tantissimo.”

Dean scosse la testa, stringendo però Sammy più forte.
“Perché allora se qualcuno doveva rimetterci in tutta questa bolla di felicità, doveva essere Bobby? Ha già sofferto così tanto, per sua moglie, e con Jody non è andata mai in porto e sappiamo benissimo che aveva una cotta per lei. Crowley..oddio..non posso credere che lo sto dicendo ma..sembrava proprio che..”

Sam gli sorrise teneramente, accarezzandogli i capelli all’indietro e Dean lo guardò con lo sguardo annacquato dalla tenerezza. “Così, facevi il tifo per loro alla fine?”
“Non è che..li shippavo..oddio sto usando lo slang ridicolo di internet che usa sempre Gabriel..”
“Meno male che non può sentirti!” disse Sam accarezzandogli il viso.

“Già. Non è che lo facevo…ma..ero felice che stessero insieme, che trascorressero il tempo insieme, voglio dire. Non mi aspettavo che gli voltasse le spalle così.”
“Bobby però ha sbagliato a non dirgli tutto.”
“Perché, tu diresti a un demone, che il tuo amico vuole ucciderlo? Davvero?”
Sam lo guardò male.

“Se il cosiddetto demone è diventato un nostro amico anch’esso, se si è dimostrato degno di fiducia, se ci ha aiutati in TUTTI I MODI..perchè no? Se il mio cosiddetto amico ha cambiato idea che male c’è? Dean, aspetta.” Disse perché Dean scocciato si era alzato dal letto. “Dean. Ricordati che Crowley ha fatto in modo che Lucifer potesse ritrovare la sua fidanzata!! È per merito SUO se ora ha una famiglia, se lei non è morta. Io non voglio giustificarlo ..”

E allora non farlo!” sbottò Dean. “No, scusami, non voglio gridare ma..Crowley vuole aprire il Purgatorio, Sammy. Capisci? Tutto quello che Bobby possa aver fatto di sbagliato, si annulla davanti a questo. Non..non ci si può fidare di lui, capisci?”
“Dean..abbiamo perdonato LUCIFER..” disse avvicinandosi.
“Lo so..ma..”

“Se abbiamo perdonato lui, possiamo concedere almeno una possibilità a Crowley che da quando ci ha incontrati la prima volta, non ha fatto altro che aiutarci?”
Dean lo abbracciò dolcemente.
“Ci proverò. Mannaggia a te. Lo sai che non riesco a dirti mai di no, Sammy. Ma..se sbaglia..nessuna pietà.
 
Sam e Dean presero a baciarsi con passione, non sapendo che una figura invisibile li stava osservando.
Nessuna pietà… quella parola riecheggiava nella sua testa, mentre tristemente, si allontanò, tornando nell’ombra.







La figura continuò a camminare, fino ad uscire dalla porta di casa di Bobby e entrare nel suo garage.

Attese nell’ombra, fino a che delle fiammate non presagirono il suo arrivo.
 
“Hai una faccia funerea, angioletto. Che c’è. Ti è morto il gatto?”
“Non ho mai avuto un gatto, né mai lo vorrò. Sono creature fragili, dalla vita breve, ti affezioni a loro, ma loro se ne vanno in una ventina d’anni lasciandoti ancora più solo. “

“Uhhh. Sentimentale.” Disse il demone, accarezzandogli i capelli.
L’angelo si scostò bruscamente.
“Non fare così. Siamo soci adesso. Dobbiamo andare d’accordo. Dobbiamo essere in sintonia.” Disse con voce carezzevole Crowley.
“Certo, d’accordo, ma mantieni le mani a posto.” Disse Castiel.
Crowley rise.

“Sei fedele al tuo umano, vero? Tranquillo, non ho intenzione di attentare alla tua virtù.” Disse sorridendo divertito.
“Possiamo parlare d’altro per favore?” chiese Castiel e il suo imbarazzo divertì ancora di più Crowley che rise.
“Ti vedo agitato, angioletto. Hai cambiato idea?”
“Non osare mettere in dubbio la mia parola. La parola di un Angelo è sacra!” disse l'angelo, puntandogli il dito contro, fiero e combattivo.

“D’accordo, d’accordo. Allora cosa c’è? Perché sei così nervoso?”
Castiel si mosse a disagio sul posto.
“Ho sentito Sam e Dean.. in camera..”
“Uhhhhh mi dispiace.”
Non quello!!” sbottò l’angelo. “Stavano parlando di te..di quello che vuoi fare..dicono che se aprirai il purgatorio , non ti perdoneranno.”
“Ahhh capisco. Beh, quindi cosa ti agita tanto? Parlavano di me in fondo.” Sorrise.

“Sai benissimo cosa intendo!! Non ci perdoneranno mai! Te e neanche me!”
Crowley lo fissò solennemente, avvicinandosi a lenti passi, non era minaccioso, ma aveva un che di ipnotico, quel suo modo di fare.
 
“Ascoltami bene, angioletto. Voglio che tu rispondi a una domanda: ti è piaciuto giocare alla famigliola felice, con il tuo ragazzo, al fratello felice, con i tuoi fratelli angeli, compreso quell’ex demoniaco arrogante dei miei stivali, godere della felicità dei tuoi amici, delle persone che ami?”
“Che domande. Certo che sì!”

“Bene!” sorrise. “Perché le cose belle hanno sempre una fine, si chiamano belle perché sono effimere, è giusto che siano così, in modo che le creature del mondo possono apprezzarle per il tempo che sono a loro concesse, perché capiscano il vero valore di esse quando arrivano, sono belle, solo che..non sono fatte per durare. La felicità non è un sentimento che rimane, e sai perché? Se ne va, per lasciare lo spazio alla cosa GIUSTA. E per poter fare la cosa giusta, devi essere INFELICE, altrimenti se desidererai solo essere felice, non farai mai quello che è meglio per gli altri. L’amante che è innamorata di un uomo sposato, è costretta a lasciare l’uomo sposato, per preservare la felicità di una famiglia, ella non è felice di farlo, ma lo fa affinchè altri siano felici.  Il soldato che lascia la famiglia per andare in guerra non è felice di farlo, se darebbe ascolto al suo cuore, il mondo andrebbe in sfacelo, distrutto dai nemici. Spesso per fare la cosa giusta, bisogna rinunciare alla propria felicità.”

“Sì, ho capito. Ed è per questo, solo perché mi hai detto cosa dobbiamo fare, che ho accettato di seguirti in questa cosa folle, solo per questo.” Disse Castiel, provato.
Crowley lo fissò dritto negli occhi.
“Non ti eccita, Castiel, questa nostra missione clandestina?”

“Mi stai chiedendo se mi eccita mentire ai miei amici, tradirli, tradire loro e il ragazzo che amo? No, neanche un po', Crowley, mi disgusta! Ma lo farò perchè..”

“Non..mentire. Io ti leggo dentro, Castiel. In ognuno di noi esiste una parte oscura, e quando la parte più illuminata di noi, persiste per tanto tempo, noi semplicemente ci annoiamo. Non siamo fatti per vivere troppo nella luce, ci ammosciamo..si dice così? È bello l’amore, sono belli i buoni sentimenti e le feste, ma il BRIVIDO? L’adrenalina del rischio, del pericolo, dei segreti? Sono la cosa che ci rende VIVI!!”

Castiel lo guardò duramente.

“Ho promesso di aiutarti, ma non fare l’errore di pensare che io e te siamo amici. Io non sono come te.
Crowley si leccò le labbra.
“Ma certo che lo sei. Altrimenti perché mai ti avrei scelto come compagno??”
Prima che Castiel ebbe il tempo di replicare, avvennero due cose in simultanea. Adam che lo chiamava dal giardino e Crowley che gli afferrava il braccio, smaterializzando lui e sé stesso, fuori di lì.






















Note dell'autrice: ragazzi, non so dirvi quanto ho amato questo capitolo ahahh
amo scrivere delle coccole di Sam e Dean, e anche di Cas e Crowley alleati ahah
vi prometto che non tradirà Adam, ma io shippo anche loro due, faccio fatica a lasciarli distanziati fisicamente, avete visto anche in questo capitolo ahhah
ps vi è piaciuto il colpo di scena della figura che spiava Sam e Dean? Volevo pensaste che fosse Crowley all'inizio ma non so se la sorpresa è riuscita ahah

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Capitolo 30
*** La morte di nonno Samuel e il bacio tra Cas e Crowley ***


Lucifer e la sua famiglia avevano lasciato casa di Bobby da molto tempo, anche se erano sempre reperibili in caso avessero avuto bisogno di aiuto, nel frattempo era scoppiato il caso Crowley e Castiel, visto che era stato il secondo a scomparire, poco dopo Crowley e non passò molto prima che cominciassero a sospettare anche di lui.
 
“Castiel aprirà il Purgatorio con Crowley! Possibile che sono solo io a volerlo capire? L’unico che vede la realtà?! Sbottò Bobby un giorno.
“Bobby ha ragione. Castiel ha cercato di ingannare un cacciatore, facendogli credere che stesse bruciando le ossa di Crowley, ma non era lui.” Disse Samuel.
“Perché dovremmo fidarci DI TE?” chiese Dean.
“Perché sono vostro nonno, stupido.”
 
“Non hai esitato ad abbandonarci, quando non ti servivamo più o sbaglio??” chiese Dean.
“Sono d’accordo  con Dean.” disse Adam.
Samuel guardò il ragazzo con disprezzo.
“Tu sta zitto. Non c’entri niente in questa famiglia.”
 
Sam boccheggiò, Adam assunse un’espressione ferita e Dean caricò un pugno che andò a colpire la mascella del vecchio.
“DEAN!!” proruppe Bobby, tirandolo indietro.
"È NOSTRO FRATELLO. FIGLIO DI PUTTANA."
“È un SELVAGGIO. Proprio come suo padre John.”
 
“Non mi interessa le tue ragioni, Dean, è sempre una persona anziana ed è tuo..Sam, molla quel coltello.”
“Ha insultato papà..”
“SAM, MOLLA QUEL COLTELLO, PER TUTTI I CAVOLI.”
 
“Siete tutti un branco di barbari. Mi pento di aver collaborato con voi. Se non volete uccidere quel demone traditore del vostro amico, lo farò io.”
 
 
 
*
 
Tempo dopo, Sam, Dean e Adam, furono catturati dal vampiro Alpha, e messi in una grande gabbia, ma la loro sorpresa fu enorme, quando videro Samuel, dall’altra parte della barricata.
“Oddio. Sei qui. Meno male, liberaci!” disse Adam.
Sam e Dean guardarono Adam con rassegnazione.
“Che c’è??” proruppe lui.
 
“Lui non è venuto per liberarci, Adam, non è vero, nonno?” chiese Sam disgustato.
“Mi dispiace, credetemi che mi dispiace, ma è…”
Dean gli sputò in un occhio. Samuel lo guardò allibito.
“Bene, sarà tutto più facile..se fai così…addio ragazzi.”
 
“Aspetta! Dicci perché! Sei nostro nonno, in fondo. Abbiamo avuto i nostri disguidi..ma andiamo..siamo la tua famiglia..in fondo.” Disse Sam.
Lui li guardò.
 
“Siete i miei nipoti, ma non siete la mia famiglia. Mary lo è.”
Lo guardarono allibiti, non si aspettarono quella confessione.
“Hai fatto un patto con il vampiro alpha?” chiese Sam.
Samuel sospirò.
 
“Un alpha! Cosa può fare un vampiro?? Ma ha un CAPO come tutti. “
“Crowley.” Disse Dean, con voce strascicata di disgusto.
Lui annuì.
“Mi ha offerto di riportarla in vita se contribuissi alla vostra cattura.”
 
“E tu gli credi?? Quel viscido demone strisciante è entrato nelle nostre vite, facendoci fidare di lui e ci HA TRADITI. Cosa credi che farà con il tuo misero patto?” chiese Dean.
“Non mi importa come si è comportato con voi, mi basta che tenga fede al nostro accordo.”
Fece per andarsene, ma Sam gli gridò dietro:
 
Crowley non manterrà mai il patto, lui è fatto così.”
“Però a Bobby ha restituito la sua anima.” Disse.
 
“Ma gli ha spezzato il cuore.” Disse Sam triste.
Samuel colto da un’insolita traccia di pietà si avvicinò a lui.
“Quindi è questo avere un’anima, Sam? Soffrire immensamente per te e per qualcun altro? Se è questo, il tuo amico non gli ha fatto questo gran favore a restituirgliela. Quasi ti invidio. Questa umanità che provi.. dimostra che hai un'anima, io sento di non averla più, da quando mia figlia non fa più parte di questo mondo.”
 
“Mary non ti perdonerà mai quando saprà che per far tornare lei, hai ucciso i suoi figli.” disse Dean.
“Se Mary non saprà, Mary non soffrirà” Disse ancora prima di andar via.
 
"TORNA QUI, TORNA QUI FIGLIO DI PUTTANA." gli gridò dietro Dean.  
 
Adam cominciò a piangere e Dean strinse forte a sé i suoi fratelli più piccoli.
 
"Non fare così, Adam, Castiel è un bastardo, ma ci tiene a te. Lui non permetterà che ti facciano del male. Castiel!!! Lurido bastardo piumato, se non ti importa di noi, salva almeno lui! Era il tuo ragazzo, fino a pochissimo tempo fa. Bastardo. Se hai una coscienza non permettere che gli facciano del male. Lui è INNOCENTE!"   
 
Adam si strinse di più a loro. "Sei il solito fratello protettivo..Dean, ma pensi davvero che io me ne andrei, lasciandovi qui da soli? No." disse sorridendo.  
 
Dean guardò i suoi due fratelli, anche Sam, che sorrise.  
 
"Quanto odio avere due fratelli leali e adorabili!"  
 
   
 
*  
 
 
Il vampiro Alpha aveva fatto uscire Sam, Dean, ed Adam, a suo dire per giustiziarli platealmente ma durante uno dei suoi deliri, venne pugnalato da un coltello che volò in aria.
Sam, Dean e Adam si volsero verso di lui, per vedere chi era stato e furono sorpresi di vedere che era l’angelo Castiel.
 
“Castiel! Sapevo che saresti venuto a salvarci!” disse Adam, ma l’angelo volse una mano a fermarlo.
“Castiel..ma cosa..” l’espressione di Adam era disorientata, confusa. Ferita.
“UCCIDETELO.” Cominciò Samuel. “Uccideteli tutti.”
 
Ma pochi secondi dopo, un pugnale trafisse nonno Samuel.
Furono tutti sconvolti di vedere Crowley tenere il coltello.
P-per…chè?” chiese incredulo. “Noi avev-amo un..”
 
“Oh, non ti avevo detto il vero motivo del nostro accordo? Ah già. Tu avresti dovuto dimostrare il tuo VALORE e vedi, dimostrando che sapresti tradire il tuo stesso sangue, hai FALLITO LA PROVA.”
“No..io non volevo..”
 
Certo che VOLEVI. Così come volevi riportare in vita tua figlia, ma vedi..un uomo che tradisce il SUO SANGUE..non merita di vederlo rinascere dalle ceneri di qualcuno che ha amato..ma MERITA di versarlo, se proprio ci tieni. “ Detto questo, affondò di più con il coltello.
“Orrrghhhl.-“
 
“Dimenticavo…non finirai in paradiso dalla tua amata Mary, ti aspetta un altro posto dopo questa tua fantastica performance nel mondo dei vivi.”
Samuel lo guardò in realizzazione.
“Non rivedrai MAI PIÚ, TUA FIGLIA, Samuel.” Furono le ultime parole che il vecchio sentì, prima di morire.
 
Il trio era ancora interdetto, davanti a quello scenario, cercarono risposte con gli occhi, ma Crowley aveva occhi solo per l’angelo.
“Ti ringrazio, angioletto. Sei stato prezioso.
Castiel andò da lui, non guardando neanche Adam.
“Castiel..Castiel..” lo chiamava invano.
 
“Che scopo ha avuto tutta questa messinscena, dimostrare solo che sei sempre un passo avanti a noi? Che sei così potente da poter corrompere un angelo? Sì, ce l’hai fatto vedere, ora perché non ti fotti all’inferno?”
 
“In realtà..sapevo che ci stavate cercando..e volevamo farvi vedere quanto siamo così forti insieme.” Disse accarezzando una guancia dell’angelo. Castiel rispose alla carezza, baciando con ferocia e passione il demone.
Rimasero tutti a bocca aperta, Adam si chiuse la bocca con la mano, e gli occhi gli divennero lucidi.
Prima una mano, quella di Sam, poi quella di Dean, gli artigliarono le spalle.
 
Quasi sapessero che stava annegando, precipitando e poi ancora annegando.






















Note dell'autrice:ciao ragazziiiii. Innanzitutto ho molto da dire LOL
la parte sul vampiro Alpha è stata reinventata da me, fa parte di una puntata della sesta stagione che ricordo vagamente e che non ho avuto voglia di andare a rivedere LOL (mi è bastato lo sforzo che sto facendo con la puntata della possessione di Sam da parte di meg xd ) ma la ricordo vagamente, è la puntata in cui Sam e Dean vengono intrappolati , solo che mi sembra che fu proprio il nonno a intrappolarli, e che il vampiro Alpha sia uno dei prigionieri, io ho voluto modificare la puntata perchè detto sinceramente non ricordavo che andasse in quel modo ahha xd ad ogni modo ho controllato velocemente e sembra che i cambiamenti che ho messo io, non vanno a incasinare la trama del purgatorio xd semplicemente anche qui c'entra Crowley ma decide di ucciderlo per motivi diversi ahha invece nella puntata era perchè voleva sapere del Purgatorio xd come avete visto alla fine ho fatto morire nonno Samuel ahha
Dico sempre che non voglio far morire mai i personaggi se non sono costretta, ma, complice un po il cinismo dilagante che mi perseguita ultimamente, forse anche a causa del brutto periodo che il mondo sta vivendo, complice il fatto che non sapevo che cacchio di fine fargli fare, mi sono detta che era giusto farlo morire anche qui ahhah xd 
dico la verità, da una parte avrei voluto lasciarlo vivere e fare in modo che facesse il nonno per davvero con i loro nipoti, ma...è che non riuscivo a immaginarla come una cosa vera, non riuscivo a vedercelo che faceva il nonno con Sam e Dean, ora capisco perchè certe autrici non fanno risorgere qualcuno dicendo che semplicemente non gli sembrava "realistico" xd
e poi diciamola tutta, a me sta anche un po antipatico, a voi no? xd

Spero abbiate capito quando gli parla dell'anima a Sam, che è un tributo a Sam senz'anima ahah
per il bacio Crowstiel, ci siete rimasti male? ahhah xd giuro che volevo lasciarli solo amici ma avete presente quella cosa che sentite, che non volete mettere perchè volete essere retti e leali e non dare dolore ai personaggi, ma dentro di te la desiderate? xd ecco xd
io mi sentivo così e chi mi conosce lo sa, che io shippo alla grande questi due ahah xd anche se il mio povero Crow viene sempre bistrattato da Cas che lo trattava sempre male nel telefilm xd
cmq non preoccupatevi, ecco, non voglio spoilerare troppo, rovinandovi la sorpresa di cosa accadrà, ma ovviamente ci saranno dei motivi , e non è che i due ora si disinnamorano di chi c'era prima , ecco xd
prendete questa ship come viene, senza farvi troppe domande ahha xd

Una cosa importante, la scrivo anche qua così non mi dimentico: il prossimo capitolo sarà ispirato alla puntata "L'uomo che volle diventare re. 6 x 20

Infine, la trama del purgatorio e delle puntate, restano più o meno invariate, ho fatto anche andare via Lucifer e family e Gabe per non far sì che intralciassero ahha LOL ma non preoccupatevi, ritorneranno xd Ps avrei voluto finire con una bella fan art AL BACIO ma non ne ho trovata neanche una. Certo che una ship più bistrattata di questa non l'ho mai conosciuta ahhah

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Capitolo 31
*** Dean e Sam coccolano Adam ***


Adam piangeva a dirotto, era davvero inconsolabile, piangeva da quando i due “bastardi” come li aveva chiamati Dean, se n’erano andati, pianse per tutto il tragitto in macchina.

Sam si era messo dietro, nei sedili posteriori, a consolare il fratello minore. Dean capì la gravità di cos’era successo, in base a questa cosa. Sam non lasciava MAI, il sedile del passeggero.

“Ehi, ehi, avrai intenzione di far annegare tutta la macchina come Alice nel paese delle meraviglie? Guarda che poi non arriva qualche creatura magica a salvarci. “ disse Sam.
“Ehi..” disse ancora, non lasciandosi scoraggiare da Adam che non rispondeva. Gli prese la testa e la mise sul suo stomaco, lo cullò piano.
Dean li guardò e gli sembrava una scena così tanto surreale.

Si chiese come sarebbe stato se fossero cresciuti insieme, se John fosse andato anche contro alla sua vergogna di aver avuto un altro figlio da un’altra donna e avesse deciso di rivelar loro che avevano un fratello. Sarebbero potuti crescere insieme, magari avrebbe visto più scene come quelle. Sarebbe stato bello.
 
In quel momento gli sovvenne un flashback dei primi giorni in cui Adam era tornato da loro. Era già dopo che Adam sapeva della loro relazione.

Lui e Sam erano nel letto. Avevano da poco finito di fare l’amore e il discorso era vertuto sul minore.

“Odio papà perché non ci ha permesso di..di crescere insieme a nostro fratello. Perché ce l’ha tenuto nascosto, Sam? Oddio, mi sento miserabile, lui ha dato la sua anima per me, ma non ha voluto condividere con noi di avere un fratello. Non l’avremmo probabilmente mai scoperto. Ci ha privato di molte cose belle.”

“Sai, Dean..” disse Sam accarezzandogli il petto, con le dita. “Non mi fraintendere, ma io…sono felice di averti avuto con me, per tutti quegli anni, solo con te.”
Dean lo aveva guardato stupito.
“Qui qualcuno è geloso….”
“No, non è vero..è solo che..”

“Lo sai, che sono solo tuo. Vieni qui.” e gli aveva dato un altro bacio, sovrastandolo con il suo corpo.
 
Tornò al presente come se ci fosse stato stato sbalzato dentro.
“Le favole..ma la nostra vita non è una favola.” Disse Adam.

“Oh, puoi scommetterci, ma se lo fosse stata, Sammy sarebbe stata sicuramente la Bella.” Disse Dean, sghignazzando. “Con quei capelli..”
“Smettila di avercela con i miei capelli. E poi io sarei stata la bestia, casomai.” Disse malizioso.
“Perché sei un animale a letto, Sam?”

“Adam!! Noi due dobbiamo fare un discorso.” Disse Dean, mentre Sam scoppiava a ridere.
“Ci sarei stato anche io nella vostra fiaba?” disse Adam.
“Certo, come potresti non esserci? Ormai sei con noi per sempre, stronzetto.” Disse Dean, Sam annuì.

Adam dopo un po' si addormentò, sempre con la testa sul petto di Sam.
 
 
 
*

Si erano fermati per andare in un autogrill, Adam dormiva in macchina e Sam e Dean si erano fermati per mangiare degli hamburger.
 
“Rilassati, Sammy. Sembra che hai un figlio. Hai paura che scappi?” chiese Dean ridacchiando.
“Un figlio sarebbe meno impegnativo.” Disse Sam.

Dean lo guardò male e Sam lo guardò con i suoi occhi dolci da presa in giro. Gli prese una mano.
“Tranquillo, se sarà, lo sai che lo farei solo con te. E poi avere Adam è già come avere un figlio.”
Dean guardò in giro terrorizzato.
“Puoi ritrarre la mano se vuoi.”

“Non voglio.” Lo sfidò Dean, prendendogliela e intrecciando la mano nella sua, cosa che sciolse il cuore di Sam.
“Dean..quei due…”
“Non farlo, non dobbiamo parlarne per forza. Non dobbiamo spezzare per forza questo momento.”
“Ma nostro fratello sta soffrendo.”

“Certo. E anche molto. Perché è stato tradito da una persona che ama. Io non so cosa significa, perché tu non l’hai mai fatto.”
Sam sorrise ancora sciogliendosi di nuovo.

“Ma Castiel è nostro amico, anche Crowley stava diventando nostro amico e per quanto faccia fatica ad accettarlo, mi sento tradito anche da lui. E nonostante siamo usciti per miracolo da quella situazione e abbiamo appena avuto un lutto da qualcuno che comunque non avrebbe dovuto essere qui in questo secolo..dentro di me penso che Adam ha bisogno di tutto l’amore che noi riusciamo a dargli.”

“Sì..” disse Sam, andandogli incontro per baciarlo dolcemente.
Si staccarono dopo un po'.
“Prendiamo un cheeseburger con patatine anche per lui.” Disse Dean accarezzandogli le guance.
“Anche un dolce.”
“Così ci facciamo perdonare per la clausura.”
“Ehi, lo abbiamo chiuso in macchina solo per poco.”

“Pensi che non potrebbe scappare se volesse?”
“E perché dovrebbe volerlo? Siamo dei fratelli fantastici.” Disse Sam compiaciuto.
"Io sono il fratello fantastico, tu sei il fratello sorprendente. Mmm.." disse Dean rubandogli un altro bacio.  
 
 
 
*

Quando tornarono da Bobby, vide subito la faccia rossa di Adam e lo abbracciò. Era stato informato dai ragazzi di quello che era successo, quindi era preparato, ma vederlo era un’altra cosa.

“Non vale la pena di soffrire per quei due disgraziati. Appena li troviamo gli facciamo il culo così per due metri, non usciranno più dalla panic room.” Disse Bobby, sedendosi sul divano accanto a Adam e viziandolo come se fosse suo nipote, cosa che era più o meno così. “Mangia tutta questa cioccolata, non so più cosa farmene in cucina, alla mia età non devo mangiare tutti questi dolci, se non li mangi, li butto. E voi perché non gli fate compagnia?” li invogliò.

Sam e Dean si sciolsero rendendosi conto che cercava di far star bene anche loro, c’era però un problema che andava ancora risolto e Dean cercò di prenderlo con delicatezza.
“Bobby..” cominciò, raggiungendolo in cucina, mentre metteva nel lavello delle scodelle. “Hai parlato al plurale, ma tu hai messo in conto che ora che Crowley se n’è andato, potrebbe non ritornare più da noi, vero? Potremmo non riuscire più a recuperarlo.”

“Sciocchezze! Non mi sembra che per Castiel valga lo stesso discorso.” Disse Bobby, spostandosi dal lavello per continuare a fare il budino. Nella loro assenza si era impegnato a sfornare dolci e pizza.
Sam e Dean si erano guardati.

“Cas è stato nostro amico fino adesso, Crowley..è un demone, se ha deciso di andarsene spontaneamente, non so quanto sarebbe saggio riportarlo qui da noi.. si tratterebbe sempre di un demone e.”
“Quindi adesso è tornato a essere il cattivo, vero? Avrei dovuto aspettarmelo.”
“Bobby..hai visto quello che ha fatto..” riprese Sam.

“Non bisogna giudicare qualcuno dall’ultima azione che ha compiuto. Proprio tu, Sam, dovresti saperlo molto bene!!” disse chiaramente riferendosi a Ruby.
“Vuole aprire il Purgatorio. Migliaia di persone moriranno e ti ha detto di fidarti senza dirti il perché!!” insistette Dean.
Vi ha salvati! Vi ha salvati dal vampiro Alpha! Poteva non farlo e l’ha fatto!”
Sam e Dean rimasero basiti.

“Sentite, lo so che questa situazione..lo so che fa soffrire il fatto che ci ha voltati le spalle, ma lui ha sofferto perché io non gli ho creduto abbastanza da..”
“Bobby c’è un’altra cosa che devi sapere..”
“Dean, no!”

“Sì, deve saperlo. Altrimenti non può giudicare lucidamente. Bobby, sai perché Adam sta piangendo, te l’ha detto?”
“Dean, non è il momento..”
“In quel magazzino, non abbiamo visto solo Cas e Crowley insieme, li abbiamo visti anche baciarsi.
Bobby lasciò cadere il mestolo sul pavimento.
“Loro..COSA?”

“Davanti di noi. Come una dimostrazione. Ce l’hanno sbattuto in faccia, Bobby. Capisci, capisci adesso? E non pensare che io muoia dalla voglia di attaccare quello che per noi è stato come un fratello, ma lui,  ha fatto soffrire il nostro di fratello! E ci fidavamo anche di Crowley. Gli abbiamo permesso di andare con te in Scozia e ora in un botto solo fa soffrire te e nostro fratello..senza una spiegazione. Per quel che ne sappiamo, questa cosa potrebbe andare avanti da MESI.”

No.” disse Adam, inserendosi in quel momento.
Si voltarono tutti verso di lui.
“Io non ci credo. Non sarebbe mai riuscito a mentirmi. Se mi ha tradito lo ha fatto solo di recente. Almeno questa cosa, lasciatemela.” E detto questo, si infilò al piano di sopra.

“Merda..avrei dovuto parlare a bassa voce. Non sono meglio di un demone.” disse Dean.
“Adesso non esagerare, Dean, abbiamo bisogno di calmarci tutti quanti e poi di capire meglio questa situazione.” Disse Sam.
 





















Note dell'autrice: quando parlano delle favole, è un rimando a un mio ciclo delle storie, sono certa che sia Team che Ciuffettina sanno di cosa parlo, piaciuto il rimando? ahhah 
quanto mi è piaciuto scrivere di Sam e Dean che coccolano Adam <333

ps so che sono in straritardo ma non ricapiterà più

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Capitolo 32
*** Cas e Crowley il primo bacio ***


Quello sarebbe l’Inferno?
“Una lunga, lenta, interminabile fila per andare a sbrigare commissioni che già di per sé, sono una piaga insopportabile. Chi lo vorrebbe? I mortali assaggiano una fetta di inferno e non lo sanno nemmeno, ma lì la cosa finisce, mentre qui..”
“Sei un…”

“Finisce solo un po' più tardi.” preciso Crowley vedendo l’angioletto che si dibatteva. “Che c’è, pensavi che la fila sarebbe stata interminabile? Castiel…TUTTO ha una fine, anche le punizioni.”
“E finito quella, cosa c’è per loro?”
“Tze tze, non è tuo compito indagare su come amministro io qui..”
“Credevo avessi detto che non ti consideravano più il re..”
“Re oggi e re domani…se sei un re, non potrai mai smettere di esserlo. Lo sarai per sempre. Non te l’hanno detto?”
Lo sguardo di Castiel si adombrò.

“Oh, non fare così..angioletto..so che stai pensando a tuo fratello. “ gli disse Crowley, mettendogli un dito sotto il mento. “Quel santo diavolo di Lucifero..quante ne ha combinate..la cosa buffa è che gli attribuivano tutte le disgrazie di questo mondo e lui intanto era rinchiuso in una gabbia..ma dicono che il primo peccato è quello che conta veramente..quello imperdonabile… ed è così, sai? È proprio così. “ disse infine camminando lontano da lui. “Anche i mortali fanno così, fagli un torto e se lo ricorderanno per sempre, il PRIMO torto, è quello che conta e anche se ti dicono che ti hanno perdonato…nossignore, quel PRIMO torto se lo ricorderanno per sempre.” Gli disse avvicinandosi al suo viso.
“Balle!” disse l’angelo. “Dici un mucchio di fesserie..i mortali sanno perdonare se sbagli una volta, due, anche tre, è solo quando il limite viene raggiunto, che smettono di farlo. Quando si oltrepassa la linea.”
Crowly sorrise, scuotendo la testa.

“Castiel....Castiel… ascoltami! Quando tu sbagli UNA VOLTA, sei marchiato! Per sempre! Quando gli umani dicono che hanno perdonato, non è la verità, da allora è tutta solo una prova, una concessione, ti lasciano andare con la speranza interiore di riuscire a dimenticare quel primo sbaglio, quel primo peccato. Fammi dimenticare che hai sbagliato, toglimi il ricordo, fammelo scordare…ma non accade mai. Mai. Anzi, gli sbagli si accumulano, si accumulano, si accumulano e quel primo sbaglio pesa come un macigno. Un macigno che c’era già dalla prima volta, ma che con l’aggravarsi degli sbagli si è appesantito, invece di sbriciolarsi. Solo che in principio il masso era sopportabile e sopportavi la fatica per AMORE, quello sciocco e inutile sentimento effimero che sempre scompare, ma poi dopo.. si fa sempre più pesante e sempre più difficoltoso da sopportare, e gli umani non sono fatti per essere come Hercole e per chi ne vale la pena soprattutto? Ecco quindi che quando il peso diventa insostenibile, quel primo sbaglio torna a pesare come quintali di cemento. “

“Parli bene, ma racconti favole, il tuo è un grosso e gigantesco delirio e…”
Quante volte, gli umani si lasciano, adducendo come motivazioni, cose futili, tipo: è ingrassata, mi trascurava, mi tradiva, non ci parlavamo più. Frottole che raccontano a sé stessi, se vai a VEDERE davvero cosa si nasconde in profondità, il motivo è molto più antico, molto più profondo…a volte risale addirittura a VITE INTERE ..”

“E tu sei un pozzo di scienza su questo, perché hai tanta esperienza in materia di possessioni e di invasioni dell’intimità altrui non è vero?” chiese Cas fremente di collera.
“Oh..sì..e le cose che ho visto Castiel…vedi quelle e saresti sorpreso di sapere che spesso gli umani fanno cose molto più gravi e terribili dei demoni..”
Castiel lo prese e lo sbattè contro il muro.

“La maggior parte delle cose che avranno fatto, saranno state tutte opera tua e dei tuoi demoni!!
Miei? Credi davvero che siano MIEI??? NIENTE è davvero mio, tuo, LORO! Sei sicuro di conoscere questa parola?” chiese Crowley allontanandolo di dosso.
“L’hai sempre detto tu…il tuo regno…i tuoi..demoni..”
“Esprimere il possesso è come esprimere sé stessi.”

“Smettila di parlare come se fossi un dottorato in scienze e psicologia, sei solo un..”
Mi disprezzi, l’hai sempre fatto..e tuttavia sei certo che una sola delle creature che tu ami tanto, sarebbe disposta a fare quello che io VOGLIO fare, per salvare una creatura dal Purgatorio?”
Castiel tentennò.
“Dean e Sam..loro lo farebbero..”

“Ma davvero? Ne sei davvero così sicuro Castiel? Dean e Sam sono buoni, non lo metto in dubbio..ma..rischierebbero davvero per un’anima che non conoscono nemmeno e che è la rappresentazione di tutto quello che hanno sempre cacciato? Se è quello che pensi, torna indietro, raccontagli cosa vogliamo fare e cerca il LORO aiuto! Fallo! ORA!”
Castiel si mosse a disagio sul posto ma non mosse le gambe.

“Come pensavo. Ti dico un’altra cosa ancora, sai cosa penso? Che se, mettiamo caso, Sam e Adam fossero rimasti intrappolati nella gabbia, e Dean avrebbe potuto salvare una SOLA persona, un SOLA, Castiel, chi credi avrebbe scelto, Dean?”
“Dean non avrebbe mai abbandonato di sotto Adam..e neanche io..”
“UNA SOLA persona, Castiel. Non mi fare perdere la pazienza. E la scelta spettava a Dean. COSA . PENSI – AVREBBE FATTO?”

“BASTA! Basta, ti prego!! Smettila di torturarmi! Tu non..non riuscirai a mettermi contro i miei amici!”
Crowley andò da Castiel e gli mise le mani sulla faccia.
“Allora, visto che sono i tuoi amici, va da loro e spera che ti perdonino. Addio, Castiel.
“NO. ASPETTA.”
Crowley si fermò.
“Io..io..mi dispiace. “
“Come hai detto?”

“Mi dispiace! Perdonami. Non voglio andare da loro. Voglio..fare questa cosa. Con te.”
“Uhhhh. Tanta fatica per dire queste poche parole. Ma dovrai fare altro per convincermi che sei davvero sincero.”
“La parola di un angelo non ti basta?”
“U-ehm no!”
“Cosa vuoi ancora? Non posso darti un’anima, io..”

“Non voglio la tua anima, Castiel..ma sai..voglio solo fare le cose per bene. Sei disposto per esempio a siglare un patto con me, con un BACIO?”
Cosa??” Castiel strabuzzò gli occhi.
Crowley ridacchiò.

“L’idea ti sconvolge? È perché sono un uomo più vecchio di te? Perché non ti piace questo tramite? Perché sei IMPEGNATO? O perché..l’idea di baciare un demone ti ripugna?”
“IO AMO Adam! Sono un angelo. E non bacerò un demone. E tantomeno non bacerò TE.”
“Sei un angelo , eppure hai salvato Dean dall’inferno o sbaglio?”
“Era diverso, lì io..”
“Sei un angelo, ma ti confondi con gli umani..STAI con un umano..mangi cibo scadente..devo continuare?”

“No..no..fermati..”
“ Se non ti piace questo tramite posso cercarne un altro..”
“BASTA!”
Silenzio.
“Fallo. E sbrigati.”
Crowley lo fissò stupito.
“Allora?”
“Calma, angioletto, sto un attimo considerando la cosa..mi viene l’ansia da prestazione così..”

“Falla – finita!”
“E va bene-“
Fu uno scatto fulmineo e Castiel si ritrovò Crowley addosso, che premeva le labbra contro le sue.
Sorprendentemente, dolcemente, che contrastava con l’irruenza che il suo viso paventava, poi mosse le labbra contro le sue, senza cercare di forzare l’apertura delle sue labbra, quasi in un accenno di morsi che tuttavia non voleva approfondire.
Le labbra di Castiel tremavano.

Crowley si spostò.
Cas sbattè le ciglia.
“Cos..co..”
“Finito.”
“Finito?”
“Che ti aspettavi, un pomiciamento durato mezz’ora? Il patto è siglato.”
Tu…e questo lo chiami bacio??” chiese Castiel sconvolto.

Crowley strabuzzò gli occhi sorpreso.
“Credevo volessi farla finita in fretta.”
Castiel lo guardò, sembrava scazzato e anche furioso.
“Era…patetico.”
“Scusssaa?”
Castiel si avvicinò a lui guardandolo inclinando la testa con aria sensuale.
“Dal tuo modo di porti, credevo di piacerti.” Disse Castiel.

“Cos..ma..che..” Crowley oramai sembrava si stesse soffocando.
“Ma evidentemente mi sono sbagliato.”
Crowley era ancora zitto.
“Sei soltanto un grosso sbruffone, falso, ipocrita e anche impotente.
Adesso Crowley sembrava furibondo.
“Ora me ne vado. Mi hai stancato.”

“Aspetta un attimo, mi hai dato dell’impotente? Mi hai per caso..Castiel!!
Castiel si voltò solo per deriderlo.
“Non sforzarti di fare il gradasso, oramai abbiamo capito che sei solo tutto fum..”
Una forza sovrumana che non aveva visto neanche arrivare, lo buttò contro il muro.
 
“OUCH.”

“Non voltarmi le spalle!”
“Ohhhh adesso sì che sembri sexy. Non sforzarti di sembrare un duro, che…”
Castiel non potè dire altro perché Crowley attaccò voracemente quelle labbra, poi gliele morse fino a che l’angelo non si costrinse ad aprire le labbra con un gemito, a quel punto Crowley gli tirò i capelli, approfondendo il bacio.

Da lì fu come un bacio aspirapolvere. Un centrifuga di lingue, saliva, mix di sapori così diversi che mai avrebbero pensato di confondersi.
Castiel gemette, stringendosi di più contro di lui, il demone spiaccicato contro l’angelo, le dita dell’angelo si artigliarono contro la sua schiena e trovarono i suoi capelli che strinse.
I due si strinsero così forte che per qualche secondo sembrò quasi dovesse crollare il muro.






















Note dell'autrice: cerco di spiegare molte scelte di questo capitolo senza fare come alsolito uno sproloquio xd
C'è questa lunga coda e se ricordate bene, ho preso spunto da una puntata vera di Spn, dove Crowley presenta l'inferno a Castiel xd ma ci rimasi male quella volta alla prospettiva che quei poveretti non smettevano mai di fare la fila LOL inoltre una cosa che mi chiedo è: ma se all'inferno i dannati subiscono DIVERSE torture, come ci ha raccontato Dean, perchè Crowley presenta l'inferno, come se loro facessero solo la fila per l'eternità? xd non è stato molto chiaro in proposito, insomma, sta cosa della coda mi sembra una gigantesca cazzata xd ma ho voluto salvare qualcosa di quella cosa xd

la frase “Re oggi e re domani… " è tratta dal telefilm Merlin ehhe

Castiel dice questa cosa del fatto che lui non è più re, perchè, vi ricordate che nella ff Crowley disse che i demoni non lo consideravano più il re o una cosa del genere? Non ricordo i dettagli, ma ho voluto riallacciarmi questa cosa, pensando anche al fatto che Crowley è stato spodestato più volte dal suo trono, ma alla fine se ne riappropria sempre xd

il monologo di Crowley sul primo peccato, mi è piaciuto fare una similitudine con Lucifer e il peccato originale e poi sono stata ispirata, non so neanche io perchè mi sono venute certe riflessioni, forse perchè, in realtà mi sono basata sulle mie esperienze, io sono arrivata al punto da pensare che a volte, noi persone non rompiamo mai con qualcuno per via dell'ultimo sbaglio che ha fatto, ma perchè non siamo riusciti a perdonare i primi, i precedenti, l'ultimo è solo la goccia che fa traboccare il vaso, ma non il motivo vero della rottura.Ovviamente spero anche io come Cas, che non tutti hanno messo una croce sopra su una persona già dal primo litigio xd insomma, alcuni lo fanno ma non tutti per fortuna, in questo la penso a metà come Crowley, a metà come Cas! 


IL BACIO: chi mi segue sa che li shippo da sempre ahha e lo so, LO SO, che qui le ship sono altre, in questa storia, ma una piccola gioia..insomma, anche io ora shippo Cas con Adam e Crowley con Bobby ma...mi capite vero? ahhah la prima ship è sempre la prima..(intendo la prima persona con cui ho shippato Cas e la prima con cui ho shippato Crow, non la prima ship di Spn che ho avuto io, perchè la prima in assoluto di spn è stata il wincest ahha ) TUTTAVIA..non vi preoccupate..non voglio spoilerare niente, anzi, vi vorrei chiedere un consiglio importante, voi cosa suggerite, di farli andare a letto insieme o no? Io non ho ancora deciso ç_ç e lo so che chiedere ai lettori è disagio pure, ma davvero sono in alto mare, spero che i vostri consigli mi aiutano.. secondo voi sarebbe troppo brutto se andassero anche a letto insieme?  

Voglio anche divi che questo momento risale a subito dopo che Crowley propone a Cas di allearsi insieme, quindi con molta probabilità tra qualche giorno potrei spostare il capitolo. Tranquilli, il CAPITOLO, quindi non ci sarà bisogno che spostiate le recensioni xd

Ps siete riusciti a capire chi devono salvare dal Purgatorio? ahha sono sicura che non vi aspettavate una cosa del genere!

La frase sul possesso risale al Il libro dell'inquietudine non so essere più precisa perhè non ho più quel libro LOL mi ha messo un'ansia pazzesca, anche se mi ha aperto la testa su tante cose.

“IO AMO Adam! Sono un angelo. E non bacerò un demone. E tantomeno non bacerò TE.”
avete riconosciuto la fras modificata? "Io servo il paradiso non servo l'uomo e soprattutto non servo TE" ahha

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Capitolo 33
*** Castiel e Crowley bromance ***


Era sempre esistita una certa tensione tra angeli e demoni.
L’anima corrotta in fondo desiderava sempre redenzione dall’anima celestiale, raggiungere il Cielo, essere toccato da un ANGELO, consisteva quasi nel raggiungere quel paradiso che era stato a loro da sempre negato.

Per un’anima celestiale, da sempre vigeva un’attrazione e repulsione verso le anime corrotte.
La loro natura, li spingeva a voler dare sollievo alle povere anime sofferenti, ma poi il controllo mentale di Naomi e un certo rigore, le leggi angeliche e tutto il resto, hanno fatto vincere la repulsione.
Ma angeli e demoni, si sono attratti e respinti dall’alba dei tempi.
Castiel odiava ammetterlo, ma era attratto da Crowley.
Non sapeva neanche lui, se era attratto dalla sua natura demoniaca, dal suo carattere strafottente e a tratti divertente, e se questo significava che era corrotto anche lui.

Forse Crowley rappresentava quello che Castiel in fondo era sempre stato.
Castiel infatti sapeva da sempre di essere diverso.
Non si è mai sentito il soldatino del paradiso che stermina le vite umane in favore di un ordine stabilito, senza farsi mai domande.
Si è sempre sentito un ribelle, con un piede nel fosso e con il piede proteso ad aggrapparsi ad un’edera di una montagna.

La natura di Crowley che prometteva di saltare via dai binari, lo attraeva, anche se lo detestava, perché era un demone.
E quando il demone aveva chiesto il suo aiuto, non ci aveva pensato un attimo a dirgli di sì.
Era come se sapesse che di lui si poteva fidare.
Lo sentiva come un amico, anche se non erano amici.
 E amava l’idea che il demone avesse bisogno di lui.

E dentro di sé, sapeva che erano forti insieme. Erano dinamite.
Pensare ai suoi amici, al ragazzo che amava, lo faceva soffrire.
Non voleva perderli, ma Crowley scatenava in lui degli istinti, primordiali, gli faceva dimenticare chi era, lo plasmava creandogli un’altra identità, facendogli scoprire che poteva fare cose che non aveva mai pensato di fare.
Si sentiva LIBERO.

E non riusciva a fermarsi.
 
 
 
Era difficile dire che cos’era per Crowley, l’angelo.
Non lo amava, certo, ma ne era attratto.
Era attratto dal suo candore, dalla purezza della sua grazia, dalla sua ingenuità.
Sapeva che avrebbe fatto tutto per lui.

Ma non come lo farebbe un amante.
Era come se fosse per lui, il suo migliore amico.
Era strano tutto questo.
Questa naturale attrazione tra angeli e demoni.
Come se si potessero capire solo l’uno con l’altro.
Ma in fondo erano davvero forti insieme.
A volte dentro di lui tornavano a risuonare i momenti passati in Scozia con Bobby
E facevano male, eccome se facevano male.

Ma poi pensava che un demone non merita l’amore.
Era logico che era destinato a finire.
E poi, Bobby sarebbe stato meglio senza di lui.
 
 
 
 
Dopo il bacio, era stato tutto un fingere che non fosse successo, fino a quando durante un combattimento, Castiel stava per essere trafitto da un demone, era a terra, sdraiato, ferito, Crowley ammazzò il demone e si chinò verso di lui.



“Stai bene?” gli chiese mettendogli una mano sulla fronte.
“Mi hai salvato.”
Crowley non aveva risposto. Si era chinato e aveva sorriso, alzandogli il mento, per coinvolgerlo in un bacio lento.
Castiel si era aggrappato con le unghie al suo ginocchio, cedendo per pochi attimi a quella strana fusione di passione e amore, che era più del sesso, che comunque non facevano.

“Sto bene, lasciami.”
“I baci ricaricano sempre.”
“Spostati!”
“Va bene, va bene.”
Castiel traballò e Crowley dovette sostenerlo.
“Credevo fossi capace di reggerti in piedi.”
“Evidentemente i tuoi baci non sono così vitali come credi.”

“O forse, è tutta una scusa per buttarti su di me.”
Castiel non potè farne a meno, sorrise, guardandolo.
E Crowley pensò che fosse un sorriso davvero dolcissimo.
 
 
 
*

Crowley era sul letto che guardava una foto, ritraeva il bacio che si erano dati lui e Bobby. Era il primo, quello che gli aveva strappato come sigillo per il patto.

Quando vide che l’angelo era lì, la nascose sotto il cuscino.
“Non devi nasconderla. È bello.
Crowley fece una smorfia. "Non è vero. Fa schifo. Questo almeno. Il secondo..invece. è stato meglio. Quello sì che era bello, è stato il vero nostro primo bacio."disse ancora.
" Non parlavo del bacio. Intendevo quello che avete tu e lui.”
Crowley fece una smorfia.
“Quindi adesso sei diventato un nostro fan?”



“Tu non mi ami, Crowley. Non fingere che sia così. E detto sinceramente..anche io non ti amo.”
“Però adesso sei qui..con me. “ borbottò lui.
Castiel annuì.
“Forse esistono diverse forme di amore.” disse Cas sedendosi sul letto.
“Questo cosa dovrebbe voler dire?”

“Amiamo entrambi altre persone, l’idea di tradirli ci fa soffrire, forse anche noi ci amiamo, ma come amici.
“Beh, per fortuna non sono tuo fratello, guarda Sam e Dean..”
Castiel gli lanciò un cuscino.
“Guarda che il mio ragazzo non si è mai lamentato della mia performance.”
“Lo consideri ancora il tuo ragazzo?”
Castiel venne trapassato da qualcosa che assomigliò al dolore.

“Non mi sono reso conto di amarlo tanto da quando non sono più con lui..amo Sam e Dean, ma con lui..mi smuove emozioni che non pensavo di conoscere, credevo me le smuovessi anche tu, ma era..”
“Emozioni negative?” ridacchiò Crowley.
“No..equilibrio..” sussurrò, alzando la sua mano per sfiorare a mezz'aria le dita con le sue.
Crowley annuì, assecondando il gesto, capendo cosa volesse dire.
 
 
 
 
*

Quando si erano baciati davanti a tutti loro, Castiel era andato in crisi, aveva un’espressione sofferente.
“Sei sicuro che non ti sei pentito?”
“No!” disse lui.
“Adesso ti odierà..”
“Non posso essere distratto. La missione è più importante.”
“Castiel, se dovesse andare male..”
“Non cominciare.”

“SE dovesse andare male..voglio che tu lasci  a me il timone dell’operazione.”
“Crowley..”
“Sono un demone, è giusto che in questa storia sia io a rimetterci di più, dopo tutto quello che hai fatto per i Winchester….non te lo meriti.”
“Io..d’ – d’accordo.”

Ma Crowley sapeva, sapeva perché conosceva bene Castiel, che lui non avrebbe accettato di farsi da parte, sarebbe andato forse oltre il limite e avrebbe dovuto proteggerlo, perché avrebbe rischiato di fare cose come ferire i suoi stessi fratelli, se le cose si sarebbero messe male.
E se ne sarebbe pentito per tutta la vita.
 




















Note dell'autrice:  SCALETTA PRIMO CAPITOLO: ragazzi prima di tutto devo avvisarvi che nel capitolo 1 se guardate le note ho introdotto una piccola scaletta!! Siccome questa storia è diventata molto complicata è divisa in più parti dove ci sono diverse parti dedicate a diverse coppie, ho deciso di creare questa scaletta nelle note del capitolo 1 li potete vedere quanti capitoli sono riservati a ciascuna coppia o a ciascun protagonista , dal momento che questa storia é suddivisa in tante sottotrame !! Xd

CAS E CROWLEY: poi allora voglio dire una cosa, è vero che nell'altro capito lo avevo chiesto ai lettori cosa preferissero e avevo detto che non sapevo che cosa fare con Castiel e Crowley , ero assolutamente quasi certa di volerli fare andare a letto insieme ma vi prego di credermi , quest'altro capitolo non l'ho deciso solo per non attirarmi le antipatie dei lettori ma perché dopo un primo momento di follia mi sono chiesta se era veramente quello che volessi fare e mi sono resa conto che non era forse quello che veramente volevo fare , era stata solo la follia di un momento, ma poi per il resto non riesco neanche a immaginarmeli a letto insieme in questa Fan Fiction xd però mi è piaciuto descrivere dei loro baci <333 voglio che capiate la questione dei baci , é quasi come una fusione, un amore incondizionato tra demoni e angeli <333 come equilibrio appunto , come ho scritto nel capitolo, due forze opposte che si ritrovano a volersi bene ad amarsi! Ma non in quel senso ! Ecco perché non li ho fatti andare oltre , ma volevo creare comunque un legame speciale quel legame che io nella serie vedevo e non riesco a capire perché hanno interrotto così bruscamente e poi non volevo che Adam e Bobby soffrissero troppo :)

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Capitolo 34
*** Castiel e Crowley alleati, cercando il purgatorio ***


Castiel era stato chiamato da Adam, sorpreso di risentire di nuovo quella voce.
“Castiel, ti scongiuro, se mi senti, ho bisogno di parlarti..ti scongiuro, io non ti ho mai chiesto NIENTE, ma stavolta te lo chiedo..me lo DEVI, dopo quello che abbiamo passato..”

Gli angeli non dovevano niente agli umani, ma a Castiel non sembrò il caso di essere pignoli.
Le persone innamorate, non lo sono mai.
Castiel emerse nella cucina di Bobby e lo guardò.
“Adam…”
 
Adam era seduto sulla cucina e si teneva la testa tra le ginocchia, al suono della sua voce, alzò la testa come se stesse vedendo un’apparizione.
“Castiel…”

“Il suono del mio nome, attraverso la tua bocca..agli angeli non è concesso dire il nome di Dio, per cose del genere, ma..Dio..”
“Mi sei mancato! Io non..non credevo che venissi..” disse Adam alzandosi in piedi e facendo un passo in avanti.
“Mi sei mancato anche tu..” disse Castiel e a grandi passi, azzerò la distanza per andare da Adam e lo baciò.
Oh, il bacio dell’angelo!
Sapeva di fresco, di profumo di bucato.
Sapeva di nuvola, di latte.

Credeva di riuscire a farne a meno, ma in quel momento capì che non ci sarebbe mai riuscito.
“Tu mi hai..baciato?”
“Sì..sei così sorpreso che io voglia farlo?”
“A dire la verità sì…tu hai baciato Crowley.
Castiel sospirò.
“Sì, è vero.”

“ È stata una provocazione? Uno scherzo, vero? Dimmelo, Cas.”
“Io…sì, è vero.”
Adam sospirò di sollievo.
“Ma le altre due…no. L’ho baciato perché volevo farlo.”
Adam lo guardò con orrore.
“L’hai baciato altre due volte?”
“Io..mi dispiace..”
Adam fece una smorfia sofferente e lo schiaffeggiò e Castiel accettò lo schiaffo come giusto.
“È giusto che tu sia arrabbiato.”

“Sai che cosa invece non lo è?”
Castiel non rispose.
Rispondimi!!!! Sai che cosa invece non lo è???”
“Ti voglio bene perché non insisti a ripetere una domanda quando l’altro non ti risponde.”
“Io …NO..”

“Non avevo dubbi.” Rispose Adam. “Beh, quello che NON è giusto, è baciare un altro quando hai già un ragazzo. Noi avevamo una relazione, o mi sono sbagliato?”
“No..non hai sbagliato..” disse Castiel remissivo. Qualcosa si riscaldò dentro quando sentì Adam dire quelle parole. Adam pensava che loro avevano una relazione. Non avrebbe dovuto sentirsi così felice, eppure…

Capisco perché Crowley abbia baciato te. Voglio dire, basta guardarti…anche se la bellezza maggiore è all’interno.”
“Adam..non dire..”
Quello che non riesco a capire.. è perché TU abbia voluto baciare lui.”
Castiel sospirò.
“È tutto qui, dunque? Voglio aprire il Purgatorio insieme a Crowley, e QUESTO..è tutto quello che vuoi chiedermi?”

Adam si avvicinò pericolosamente a Castiel  e l’angelo percepì la tensione sessuale aleggiare tra loro, nonostante la furia del ragazzo.


“Castiel..tu per me eri moribondo, dal momento in cui ci hai lasciato.”
Castiel lo guardò basito.
“Non quando hai baciato Crowley, non quando abbiamo sospettato del Purgatorio, ma quando ci hai lasciato. Quando hai lasciato ME.

Castiel non potè fare a meno di pensare a quanto egoisti siano gli umani quando sono innamorati.
E a quanto siano meravigliosi.
“Sapere il MOTIVO, è l’unica cosa che mi rende ancorato a non vederti ancora come morto, per me, se tu non rispondi a questa domanda..io non ho più alcuna ragione per parlarti..”

“Ti voglio bene perchè sei ironico,  strafottente e divertente

“Non che ti importi comunque, visto che..”
Ma Castiel divenne un fiume in piena.
“Ho voluto baciare Crowley perché mi sono sentito solo e diverso.
Adam tacque. Non era quello che si aspettava.

“Credo di esserlo sempre stato. Ma fingevo di non vederlo. “
“AVEVI NOI. AVEVI ME!”
“Credi che BASTI?” si sfogò Castiel. “Credi che L’AMORE a volte basti a salvarci dal sprofondare nell’abisso? Ognuno di noi, ogni essere vivente ha un mostro dentro di sè, che viene prima o poi liberato. Io sono stato sempre un ribelle, Adam. Mi dispiace di averti deluso, ma è quello che SONO. C’è una parte oscura dentro di me..a volte..a volte mi fa paura..”
“è per questo che sei andato con Crowley?”

“Forse è questo che mi ha attratto di lui. Io e lui siamo simili in fondo..siamo anime affini..”
Adam fu scosso dai singhiozzi.
“Ma non anime gemelle. “ puntualizzò Castiel. “Non amo Crowley, come lui non ama me.”
“MA L’HAI BACIATO! PIÚ DI UNA VOLTA!”

“Dal momento in cui sono andato via con lui, sono diventato un reietto per voi! Lo siamo diventati entrambi! Lui si sente molto solo, sai? Nessuno lo capisce..pensano che sia così forte..alcuni lo odiano, altri lo compatiscono..lo deridono..credo che perfino noi lo facciamo, anche se non ce ne rendiamo conto..lui finge che non gli importi, ma credo che in fondo..sogna di avere un amico..ha tanto affetto da dare..lui riesce a farti sentir amato, e a non farti sentire solo.. e non si tratta del sesso..credo che..quando mi ha proposto quello che voleva fare..ci siamo sentiti legati fin da subito..i baci..non sono..quello che tu pensi..si tratta di un legame..angelo e demone..che finora è stato sempre allontanato e respinto..perchè crea un incendio quando accade, il conflitto tra voler perdonare e sapere che non lo sarai mai, ti crea una frizione che.. una relazione di questo tipo è complicata. Genera un impatto emozionale molto forte.”

“E c’era proprio bisogno di BACIARLO per superare L’IMPATTO EMOZIONALE?”
“Adam, mi..”
“Se dici un’altra volta che ti dispiace, ti prendo a pugni.”
Castiel lo guardò basito.

“Io ti ho amato..più di chiunque altro..più dei miei stessi fratelli..morirei per te! E tu..ti pastrugni con un demone, alle mie spalle?”

e perché nascondi i tuoi sentimenti, in un mondo in cui le persone li mettono in mostra solo per rinfacciarli.

“Adam, io..”

“La notte in cui ti ho visto baciarlo, è stata la più brutta della mia vita! Non hai idea di quante ore ho passato a chiedermi COS’ HO SBAGLIATO, mentre Sam e Dean mi abbracciavano nella mia stanza. E loro erano fantastici! Ma io mi odiavo, perchè nonostante tutto, nonostante avrei dovuto essere GRATO che loro erano lì con me, io avrei preferito ci fossi tu con me su quel letto a tenermi tra le braccia, NON LORO!”
Castiel lo guardò stranito.

“Mentre mi chiedevo continuamente perché non ti fossi bastato io! E ho questa sensazione che tu pensi che io sia noioso…o sfigato!”
“Adam, io non penso che tu sia noioso..o sfigato!”
“E NEMMENO IO!” gridò Adam. “Io penso di essere MERAVIGLIOSO, e vorrei che te ne accorgessi, cazzo! Ma tu te ne sei ANDATO, perché era divertente giocare ai ricercati in fuga che si fanno rincorrere in 50 stati, era eccitante e tu te ne sei fregato, hai pensato solo alle tue emozioni, alla VOSTRA missione, fregandovene se ci avete lasciato in un mare di merda, a piangerci addosso, avete fatto soffrire due persone, ci avete lasciato credere che non vi importa nulla di noi e tutto ciò è terribile e io ora ti dico tutto queste cose e sono così pat…”

Ti adoro perché non sfoghi il tuo dolore sugli altri, neanche quando vorresti farlo e perché non sommergi di parole l’altro neanche quando sei ferito


“Sei incoerente.” Lo interruppe Castiel.
Adam restò di sasso.
“Cosa?”

“Una volta ti feci la lista del perché mi piaci, perché nascondi i tuoi sentimenti e non li getti addosso agli altri, perché sai controllarti, e tante altre cose..alcune di esse le hai capovolte durante questo sfogo.”
“Bene. Fantastico. Sai una cosa, me ne SBATTO di essere una completa delusione per te!”

“Non lo sei. Sei MERAVIGLIOSO. Non capisci? È proprio questo..facciamo una lista di tutto quello che amiamo nelle persone, ma poi continuiamo ad amarle e a trovarle meravigliose, anche quando di fatto agiscono totalmente all’incontrario.  Perché l’amore non è una stupida lista che attacchi al frigorifero. Viene dal cuore. Ti innamori di una persona e continui ad amarla anche quando non fa quello che vorresti e anche quando fa quello che non ti aspetti! Non esistono regole! Io ti amo anche così, emotivo, arrabbiato. Furente. Anzi ti amo ancora di più Adam.”
“Io invece ti odio.”
Cas si gelò.

“E ti amo da impazzire. Ma non posso condividerti con un demone.” disse Adam, con una smorfia disperata, che suggeriva che avrebbe voluto riuscirci invece, pur di averlo.
“Qualsiasi cosa ci fosse tra me e Crowley..è svanita o meglio, è rimasta l’amicizia, ma entrambi ci siamo resi conto che amiamo altre persone per poter andare oltre. Credimi.”
Adam annuì.

“E il Purgatorio? Cosa significa questa storia? Cas ti prego, avete scatenato un inferno per questa storia, deve essere importante, voglio sapere cosa c’è dietro.”
“Questo non posso dirlo.”
Non ti giudicherò!”

“Ma l’avete già fatto! Sono stato già condannato no? Li ho sentiti i vostri discorsi, per voi sono già un traditore!”
“Ti vogliono bene, cretino! Dicono certe cose perché sono feriti ma sai benissimo che ti perdoneranno appena tu ti tirerai indietro e dimostrerai di..”
“CHE COSA? Di essere pentito? Oh sapevo che questo discorso era tutto per arrivare a questo, ma davvero credi che vanificherei il lavoro fatto finora per tornare indietro? No..non posso.”

“Castiel, ti prego! Il purgatorio non si può aprire!! Ogni genere di creatura malvagia uscirebbe, sarebbe un disastro per l’umanità, non..”
“Staremo attenti, non lasceremo che ciò avvenga.”
Cosa diavolo c’è di tanto importante lì dentro? Cosa dovete prendere?”
“Non cosa, ma CHI.” Disse Castiel.
Adam restò attonito per un tratto.

“Cosa? Volete far uscire qualcuno? CHI?”
 
 
Prima che Castiel potesse rispondere, la porta si aprì.
“Era vero dunque, avevamo ragione.” Disse Dean minaccioso, seguito da Sam.
“Dean, lascia che me la sbrighi io!!” disse Adam.

“No! Io ho fatto quello che hai voluto. Ti abbiamo lasciato parlare e ho ascoltato te che ti umili per questo stronzo, ma questo, non lo posso accettare.”
“Era tutta una TRAPPOLA? Mi hai attirato qui?” chiese Castiel arrabbiato.
Adam si mise le mani nei capelli.
“Questa volta hai oltrepassato il limite, Castiel. Decidere di far uscire una creatura del Purgatorio sulla Terra..una volta dissi a Sam che era andato oltre l’umano..ma tu..” disse Dean.

“Dean, aspetta, magari non è come pensi..” disse Sam.
“Come puoi ancora difenderlo?” gridò Dean. “Hai sentito quello che ha detto! “ poi si rivolse a Castiel. “Perderai le ali per questo.”
A quelle parole, a Castiel si strinsero ancora di più gli occhi.

“NO. Io voglio dargli la mia fiducia. Castiel, ascoltami.” disse Adam passandogli davanti. “Castiel..io mi fido di te..so che non vuoi fare del male a nessuno..ma ascolta..so che ti rendi conto anche tu..che se farai uscire questa creatura..metterai in pericolo l’umanità..molte persone potrebbero morire..sono sicuro che tu non vuoi questo..”
“Infatti..la creatura che vogliamo far uscire..non è malvagia. Non dovrebbe stare lì.”
 
Dean si sbracciò le braccia esasperato.

“Ma lo sentite? Sentite quello che dice?” disse Dean.
“Forse non sta mentendo.” Disse Sam.
Adam era ancora più combattuto.
“È una persona legata a Crowley? Un suo parente?”

"ADAM!! Quelle creature Non sono persone, " disse Dean incredulo ed esasperato. "e l'idea che possa essere legata a Crowley, mi inquieta ancora di più " concluse.

“NON – chiedetemi altro, vi prego.” disse Castiel, che sembrava pentito di essersi lasciato scappare troppo.
Fanculo! “ disse Dean, liberandosi da Sam che cercava di tenerlo. “ Dicci chi cazzo è! Che razza è? Un DEMONE? Qualsiasi altro mostro? Cosa? COME si chiama?”

Non – posso – dirlo. “ disse Castiel scandendo le parole con aggressività trattenuta. “Se ve lo dicessi e si spargesse la voce, tra angeli e demoni, farebbero in modo di FERMARCI, ostacolerebbero la missione o cercherebbero di approfittarne. Dovete SOLO fidarvi di me.”
Ci fu silenzio per un momento, poi Dean sbottò.
“Col cazzo!”
Castiel scrollò il capo.

Non sai quello che stai facendo. Quel demone ti ha fatto il lavaggio del cervello. Esattamente come Ruby lo fece a Sam!”
“Dean, ti sembra il caso di..” si intromise Sam scocciato.
“Sono esattamente padrone delle mie azioni.
“Hai sentito Adam? È PADRONE DELLE SUE AZIONI. Non è stato circuito. Ha deciso spontaneamente di tradirti, così come di tradire tutti noi.”
“Dean!!” disse Sam.

Dean però stava perdendo la pazienza. Andò da Castiel e lo prese per la collottola.
“DEAN!!” lo richiamarono inutilmente i ragazzi.
“Fanculo a te, al TUO demone, alla tua missione! " disse Dean, sottolineando la parola missione come fosse stata un escremento. "Avete fatto soffrire due delle persone che dopo Sam, amo di più al mondo, hai fatto soffrire ME, che mi fidavo di te.”
Cas aveva gli occhi chiusi.

“Ma puoi porre rimedio. Dicci che creatura  volete liberare, dobbiamo sapere almeno da che razza di mostro dobbiamo difenderci in caso di attacco. Non ti lascerò andare fino a che non ce l’avrai detto.”
“NON posso.”
“ADAM ti ama! Figlio di puttana! Non ti importa neanche di questo? Non vuoi farlo neanche per lui?” gli gridò contro di lui.
“Esistono cose che sono molto più importanti dell’amore.”

Dean sgranò gli occhi. Un ANGELO che diceva che l'amore non era tutto. Dean non era una persona sentimentale da anni, ma si era lasciato andare ultimamente. Era per SAM, che si era lasciato andare, anche se era suo fratello. Si era lasciato andare a quell'amore, poi era riuscito perfino ad amare un ALTRO FRATELLO, cosa che non avrebbe creduto mai possibile, aveva provato cosa significasse essere amati a sua volta da un fratello, che accetta che i suoi fratelli stiano insieme! Si era crogiolato nell'amore paterno di Bobby, che per lui era come un altro padre, lui che pensava che non sarebbe stato mai attaccato a nessuno quanto lo era con John. Aveva assistito alla potenza dell'amore, quando aveva visto che un ANGELO cedeva all'amore con uno dei suoi fratelli, quando un DEMONE, aveva fatto sentire felice Bobby e gli aveva ridato la giovinezza sepolta sotto cumuli di alcool e rassegnazione, aveva visto quanto potente era L'AMORE quando Chuck, Dio..aveva deciso di perdonare Lucifero. LUCIFERO. Aveva compreso quanto beffardo e potente fosse l'amore quando una creatura come Lucifero avesse creato una creatura angelica come JACK. E ora Castiel..CASTIEL gli stava dicendo che l'amore non era la cosa più importante. Si sentì sopraffatto per dolori attimi, la confusione gli piombò addosso come neve mischiata a grandine, ma poi tornò a guardarlo duramente e gli tornò la rabbia. Odiò l'angelo per quello che aveva detto, per stare capovolgendogli il suo intero mondo e sulla base di non sapeva neanche che cosa.

“Sei proprio un..”

Castiel senza neanche toccarlo, lo scaraventò dall’altro lato del muro, I fratelli che gridarono il nome di Dean, fu agghiacciante per l’angelo. Sentì i timpani ferirsi o forse era il dolore del suo cuore.
 
Adam era in lacrime. Erano entrambi sul pavimento vicino a Dean che si lamentava per il dolore, Sam lo teneva tra le braccia, Adam era sul pavimento insieme agli altri due e nonostante il cuore di Castiel sanguinasse, trovava che fossero davvero belli tutti e tre. John Winchester aveva creato dei CAPOLAVORI e poi li aveva divisi. È quello che fa l’uomo. Crea la bellezza e poi vuole disfarsene.
Notò subito dopo che Adam aveva ceduto alle lacrime. Rigavano le sue guance.

ma sai essere anche forte, 

“Non ti perdonerò mai.”gli gridò Adam.

Ti adoro perché non sfoghi il tuo dolore sugli altri, neanche quando vorresti farlo e perché non sommergi di parole l’altro neanche quando sei ferito,

Castiel sentì un crac come se il suo cuore si fosse appena rotto.
Forse era meglio quando continuava a sanguinare.
Strinse i pugni e poi sparì in un battito di piume.

Adam chiuse gli occhi e Sam lo abbracciò mentre continuava a singhiozzare.






*

Mentre Adam stava evocando Castiel, Bobby , in garage, aveva deciso di evocare Crowley.
Andiamo. Dove seiiiii…. Fatti vedere.”
“Sono qui, Bobby.” Disse il demone appena apparso.
Bobby lo guardò come si guarda un’apparizione.

“Che c’è da fare quella faccia, non volevi parlare con me.”
“Non ero sicuro che tu venissi, considerato..”
“Sì?”
“Che sei scappato via. 
“Ti ho già detto..”
“Ascolta! Non mi interessa se quello che è successo tra noi, è stato solo un capriccio per te, MA..”
“Ti sentiresti meglio se dicessi questo?”

“MA.” Lo interruppe Bobby per non sentirlo. “Sam, Dean..Adam…non c’entrano con questo. L’umanità non deve pagare al posto mio. Ce l’hai con me?  Prenditela con me! E lascia stare anche Castiel.”
Crowley lo guardò e proruppe in una risatina.
“Credi davvero che stia facendo tutto a causa di quello che è successo tra noi? Il mondo non gira tutto intorno a te, rilassati. “ pausa. “Avevo già in mente di aprire il Purgatorio.”

“Con Castiel. E pensare che ti ho permesso di baciarmi..di..toccarmi..mi fai schifo. Da quanto va avanti?”
“Con l’angelo? Solo da dopo che è venuto con me, ma ci sono stati solo tre baci.”
Bobby rise.
“Ti aspetti che io ci creda? Tu mi fai…ribrezzo. Non avremmo mai dovuto accoglierti in casa nostra.”
“Bobby, ascoltami..io non amo Castiel e lui..”

“Non capisci??? È ancora più GRAVE. Hai distrutto tutto..per cosa? Forse era divertente vedere come mi umiliavo, come ho creduto alle tue parole..ai tuoi..baci..”
Crowley cercò di avvicinarsi e gli prese il viso tra le mani per baciarlo ma Bobby sussultò e lo spinse via, impedendogli di baciarlo.
“NOOOO.”
“Ti amo, Bobby.”
Bobby boccheggiò.
“Era giusto che lo sapessi.”

“Tu sei..sei un essere ignobile. Un mostro come te, non sa nulla dell’amore!!”
“Ne so ABBASTANZA. Quello che voglio fare..non è per colpa tua. Ero arrabbiato con te, vero, ma non voglio che pensi che sia stata colpa tua. Volevo già aprire il purgatorio, ma tu..mi hai quasi fatto cambiare idea. Volevo davvero..diventare umano ad un certo punto..”

“Ma POI hai pensato che far scendere l’apocalisse sulla Terra fosse più divertente, vero, VEROOO?”
“Ci sono cose più importanti dell’amore!!” disse Crowley. “Come la riconoscenza. Per esempio. Devo un favore a qualcuno. Quel qualcuno si trova nel Purgatorio. Io gli promisi che un giorno lo avrei liberato.”

“Una creatura del Purgatorio?? CHI??” Bobby era stralunato.
“Io..non..”
“CHIIIIIIIIIII?”
“Non posso DIRTELO. Se angeli e demoni lo sapessero, cercherebbero di fermarci.”
Perché sono più sani di mente di te.”
Crowley scosse la testa.

“Non puoi aprire il Purgatorio e far uscire chissà quali schifezze per una sola persona! Non te lo permetteremo!”
“Chissà perché però quando si tratta dei fratelli Winchester, è GIUSTO, smuovere mari e monti per salvarsi, perché per gli altri la questione deve essere diversa?”
Loro hanno salvato il mondo più e più volte, stupido coglione!!!”

“Chi ti dice che la persona che voglio salvare, non sia meritevole di avere una seconda possibilità?”
“È UNA CREATURA DEL PURGATORIO. Se fosse meritevole di uscire non ci sarebbe mai entrata!”
“Esistono anche i mostri BUONI, Bobby.”
Come te??”
Crowley accusò il colpo.

“Ho creduto alle tue parole..e tu mi hai preso in giro..hai detto che mi ami..ma menti. E io dio..mi stavo anche..”
“Cosa? Cosa?”
“Lascia perdere.”
“Bobby.”
“Solo..non aprire il Purgatorio. Qualsiasi cosa devi a questa..creatura..non vale la vita di milioni di anime..”
“Staremo attenti, noi…”

“NOOOOO. NON RISCHIERETE MILIONI DI VITE PER UN CAPRICCIO.”

Bobby non ce la fece più e gli saltò addosso, salendo sopra di lui.
“Vuoi..ufff..uccidermi o baciarmi? Perché ricevo segnali contrastanti!” disse il demone, le labbra a un soffio del cacciatore.
“Se dici la verità..se sei sincero..lascia perdere tutto. E potrei PERFINO pensare di perdonarti.”

Crowley lo guardò per lunghi attimi.
“Non posso.”
Bobby scosse la testa.

“Quindi…devi così tanto a questo mostro, da buttare al vento tutti i giorni passati insieme?"
Crowley gli accarezzò il viso e per un attimo sembrò soffrire come un leone in gabbia.
“Mi dispiace, Bobby. Ci sono cose che..valgono di più di un amore.”
E dicendo così, si volatilizzò lasciandolo solo e confuso.
 






















Note dell'autrice: ragazzi non so dirvi come mi ha emozionato scrivere questo capitolo. Mi ha reso molto felice, ancora non posso svelare il nome di chi vogliono salvare, ma QUALCUNO ha avuto un piccolo spoiler da me LOL chissà perchè vogliono farlo uscire dal purgatorio? Naturalmente io forse mi sono emozionata perchè so già cosa succederà, magari voi lettori non vi emozionerete così tanto.
Mi è piaciuto mettere dentro ancora questo amore fraterno tra i tre fratelli, non mi stancherò mai <3333
perdonate Adam per aver detto che ama Cas più dei fratelli, la persona che consideri il tuo amante..sarà sempre diversa dalla famiglia e il dubbio è sempre quello..amare di più il tuo fidanzato o la tua famiglia? alcuni amano di più la famiglia..altri DICONO di amare di più la famiglia ma diranno la verità? sono da sempre contro il politically correct e credo di averlo dimostrato più volte xd e in fondo per quanto Sam e Dean amano Adam, sappiamo che se dovessero scegliere, sceglieranno sempre l'uno e l'altro, anche se si trattasse di Castiel o Bobby..è così e basta, basta solo accettarlo xd nessuno si deve sentire in colpa pe questo.
Ma lo amano xd a dispetto del telefilm ed è questo che conta xd

Le parole in corsivo, e mi sembra ASSURDO parlare di esse, sottolineandole in grassetto LOL ma tant'è...faccio sempre cose strane..comunque, per chi non avesse capito all'occhio, sarebbero i motivi per cui Cas ama Adam, scritti nel capitolo "Mi racconti una favola, Dean?" non fatemi linkare il capitolo, sono stufa LOL il titolo del capitolo è quello, potete andare a cercarlo..vi giuro che se si trattava di un'altra storia da andare a cercare, avrei linkato, ma dal momento che è presente nella storia stessa mi sembra assurdo dover anche linkare per rendere ai lettori il compito ancora più facile, visto che per me non ci si fa neanche il disturbo di recensire xd scusate ma ad una certa..basta fare la fessa ahhahah xd perdonatemi sta chicca xd

cmq in questo capitolo ci ho voluto mettere anche Dean, ferito, se notate non è ferito solo per Adam e Bobby, ma anche per lui, perchè ci tiene a Cas!
E Adam di contro, seppur ama Cas, ama anche i suoi fratelli e quando Cas fa del male a Dean, gli dice che non lo perdonerà mai, questo perchè ho voluto sottolineare ancora una volta quanto Adam ama i fratelli. Scusate ma non mi stancherò mai di dirlo xd ho fatto questa storia per rimediare anche al dispiacere di non aver mai visto Adam amato dai fratelli e quindi voglio sfogarmi più che posso LOL
e qui ci allacciamo a quando Cas nella sesta serie, sentendosi tradito da tutti, diventa ancora più cattivo, sentendosi non compreso ecc ecc
come vedete, ogni frase è studiata bene, non faccio nulla a caso xd <333

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Capitolo 35
*** 6 x 22 L'uomo che visse due volte ***


Ispirato alla puntata 6 x 22 L'uomo che visse due volte




Sam stava scappando, nella notte. Come se avesse avuto le ali, peggio, come se avesse avuto i cerberi alle calcagna.
Una macchina della polizia, lo stava inseguendo.
Sam a quel punto per sfuggirgli entrò in un bar.
“Ehi, è chiuso.” Disse la barista. Una donna mora.
“Aspetta, un secondo.”

“Mi dispiace ma apriamo a mezzogiorno.”
“No, aspetta, tu non capisci..” e guardò fuori.
La donna vide la macchina della polizia dalla finestra.
“Capisco bene, invece..senti non ho voglia di avere problemi con i piedipiatti, vattene via.” Prese una mazza per difendersi.
“Ti prego, dammi solo un secondo per pensare. Solo un secondo..”
“D’accordo..come ti chiami?”
“Io..io non lo so..io non mi ricordo niente.”

“Ce l’hai la carta di identità?”
“No! Mi ricordo che sono stato svegliato da due poliziotti, mi hanno puntato una torcia in faccia, volevano arrestarmi, io li ho stesi con un cazzotto e sono scappato..non volevo farlo..io..”
“Ascolta, non hai una carta d’identità, non ti ricordi chi sei, ti serve un medico.”
“No no..non mi serve un medico, io..ho l’impressione che devo fermare qualcosa.”
“Cosa? Un treno? Un matrimonio?”
“No..no..è qualcosa di molto più importante.”

Ebbe un flashback in cui vide l’indirizzo di un motel.
“Hai un computer?”
Dopo qualche minuto..
“Sì, esiste! Devo andare lì.”
“Vengo con te. Non guardarmi con quella faccia, non ti lascio andare da solo.”
 
Nel motel, c’era una collezione di foto e di strani casi appesi sul muro. Sembrava la scena di un crimine.

 Sam ebbe un flashback nel vedere una foto di una donna bionda.
 
Sam, Dean, Bobby stavano camminando in strada.
“Ci ha dato appuntamento qui, Provo a richiamarla.” Disse Bobby.
Il cellulare squillò a vuoto. Poi si accorsero che proveniva da un vicolo dove c’era una donna a terra.
“Bobby…”
“Allie!!”

“Forse avrei dovuto accettare il tuo aiuto. Mi hanno ferito..ma sono scappata.”
“Oh Allie..che cosa ti hanno fatto..” disse Bobby.
Lei aveva uno squarcio sul petto pieno di sangue.
“Il demone avrei potuto batterlo..ma quando è arrivato l’angelo, io..”
Bobby si lanciò uno sguardo con Dean.

“Sapeva che io e te..avevamo avuto una relazione qualche anno fa..mi ha fatto delle domande..io gli ho detto che non ti ho contattato con secondi fini..ma..non mi ha creduto.”
“Non..non posso crederci..” disse Bobby, chiudendo gli occhi. “Cosa serve loro per aprire il purgatorio?”
“Gli serve sangue di vergine e sangue di un’anima del purgatorio..come vedi, adesso ne hanno tanto..Mi dispiace tanto, Bobby..”

“Allie..non parlare, non parlare..adesso ci prenderemo cura di te..”
In quel momento arrivò Castiel per alleviare le sue ferite.
“Tu lurido bast..”
Castiel alzò una mano per allontanarlo. “Sono qui per guarirla.”
“Non pensi che abbiate fatto già abbastanza danni!!”
“Mi dispiace, Crowley ha perso il controllo.” Disse mentre Allie sospirò sollevata.
“Ma sì, certo quella è opera di quel figlio di puttana. Ma tu hai collaborato!” Gridò Bobby.

“Vi prego, andate a casa e lasciate che fermi io Raffaele.”
“Sai già la risposta.”
“Allora non mi lasciate altra scelta.”
“Che..che intendi?” chiese Dean stranito.
“Vi assicuro che quando sarà tutto finito, salverò Sam.”
Castiel gli toccò la fronte e finì il flash.
 
“Ehi, ehi, tranquillo.”

“Sam, mi chiamo Sam. Ero insieme a due tizi, uno sembrava il classico modello e l’altro era un uomo anziano..Bobby.”
Guardò un tesserino e capì che abitava in South Dakota.,
“South Dakota? Senti..Sam..non posso più seguirti.”
“Ma si, tranquilla..Non c'è problema”
Nel frattempo erano arrivati alla sua macchina e si stavano per salutare, ma in quel momento una copia identica a Sam, sparò nella loro direzione e Sam dovette buttarsi sulla ragazza per impedire che venisse colpita. A quel punto scapparono entrambi, entrando nella macchina.
 
 
In quel momento Sam era sul letto che dormiva e Dean pregava che reagisse, che si svegliasse.
“Che cosa pensi che gli sta facendo?” chiese Dean a Bobby.
“Castiel gli ha creato un sogno..o delle allucinazioni..non lo so.”
Non sappiamo niente di Crowley e nemmeno di Castiel! Balthazar è sparito e…” Dean gridava come un ossesso ma una scena gli spezzò il cuore.
Adam si era inginocchiato ai piedi del letto per abbracciare teneramente Sam.

Quella scena mozzò per un attimo il fiato a Dean.
“E Sam..” disse incapace di dire altro, guardando quella scena.
Bobby prese del whisky e gli riempì il bicchiere.
“Questo è proprio quello che vorrebbe Castiel, che tu perdessi il controllo, prova a pensare a quello che vorrebbe Sam.”
 
Dean guardò l’occhio di Sam con una torcia e Sam si sentì abbagliato e dovette frenare bruscamente la macchina.
“CHE DIAVOLO SUCCEDE?” chiese la ragazza agitata, uscendo dalla macchina.

“Ma perché è giorno? Prima era notte.”
“Guarda che è stato sempre giorno. disse la ragazza agitata.
“No no no, non è vero.”
"Senti, ne ho abbastanza di follie, io me ne vado."
"Torna alla macchina."
La ragazza si fermò e guardò Sam che gli fece cenno che c'era qualcuno nel bosco.
Aprì il baule della macchina e ci trovò dentro dei fucili, a quel punto cominciò a inoltrarsi nel bosco.
 
L’altro Sam gli piantò la pistola alla testa e poi lo colpì alla testa con la pistola.
“Oddio..oddio.. non è possibile questo.”
“Acqua.”

“È un’allucinazione.”
“Fuochino. Ma vedi normalmente si è svegli quando si è strafatti.,”
“Sto sognando..”

“ il vincitore si porta a casa il gioco in scatola! Siamo nella tua testa, Sam. e credimi, è una poltiglia.,Castiel ti ha creato delle allucinazioni, dell’inferno e tu patetico mollusco che non sei altro, sei esploso in tanti pezzi. Io sono il tuo te senz’anima. Sono forte, senza emozioni che possano distruggermi. Questo perché le anime sono un ostacolo..e ti rendono debole. Ora niente di personale ma io devo prendere il comando e tu..devi toglierti di mezzo.”

Cominciò un inseguimento a due, dove alla fine Sam mise il suo giubbotto sulla riva di un fiume per attirarlo in una trappola, poi gli sparò alla schiena e il falso Sam cadde a terra.
“Credi che io sia terribile. Aspetta di incontrare l’altro.” disse il Sam moribondo.
 
 
 
Nel frattempo nel mondo vero, Sam stava subendo delle convulsioni nel sonno.  
 
“SAMMY Sam!!” disse Dean tenendolo mentre si agitava.
 
Sam tornò dalla ragazza.

“Ricordo chi sono. E tutto quello che ho fatto. E mi ricordo di te.” Disse Sam.
Sangue rappreso sul suo stomaco. La donna ringiovanì, assumendo le sembianze di una ragazzina.
Sam guardava la ragazza di Dean dalla finestra. Sam aveva dodici anni. Puntò il fucile alla finestra, poi lo abbassò, trattenendo le lacrime.
 
“Te l’avevo detto che non ti sarebbe piaciuto quello che avresti scoperto, Sam.”
“Io non ti ho ucciso..” disse Sam, ferito.
“Ma avresti voluto…quel giorno volevi uccidermi. Eri geloso di Dean. Lui era innamorato di me, e tu non lo sopportavi. Lo volevi tutto per te.”
“Io..io non..”

Tacque. Ricordava quella sera. Dean era tornato a casa tardi, avrebbe dovuto andare da Robin quella sera, fermarsi per la notte, ma Sam ebbe una crisi nervosa, gli rinfacciò di non esserci mai per lui, litigarono, poi Dean lo prese accanto a sé e lo tenne stretto. Gli disse che doveva essere più chiaro quando desiderava che stesse con lui. Dormirono abbracciati.
Non vide più Robin. Due mesi più tardi, morì, attaccata da un mostro mannaro.

Dean non volle parlare della faccenda, ma Sam si senti in colpa. Quel giorno desiderò che morisse, si sentisse come se avesse premuto il grilletto.
 
“Chissà..magari se Dean fosse rimasto con me, io sarei ancora viva..ma tu..lo volevi tutto per te.chissà, magari se fossi ancora viva..avrei questo aspetto..” disse lei e per un momento Sam la vide ancora adulta.
“No..non è colpa mia.,”
“Non devi dirlo a me, Sam..ma a te stesso. Sei tu che te lo rimproveri.” disse lei tornando ragazzina. "Io non sono niente, non sono nemmeno un fantasma. Esisto solo nella tua mente, spettro delle tue vergogne e del tuo rimorso."

E svanì come un fantasma.
 
 
Sam pianse. Lasciò che delle lacrime lasciarono il suo viso. Quanto amava Dean, fin da quando era ancora ragazzino! Quanto era stato geloso di lui e delle sue ragazze! Quanto le aveva odiate! E quanto aveva odiato sè stesso, quelle lunghe notti in cui si era chiesto se un pensiero negativo fosse stato in grado di uccidere. Poi si riscosse. Non si piangono i morti e i fantasmi. Sarebbe equivalso a dire che sei morto anche tu. E lui doveva vivere..per le persone che amava..per Dean.  
 
*

Arrivò in casa di Bobby
“E tu quale sei?”
“Non lo sai? Sono quello che ricorda l’inferno.”
“No..no no no.. no..io non devo ricordare. Non ci sono stato la sotto. Castiel e Gabriel sono venuti a prenderci subito!”

“Io sono TE…quello che mi ha fatto l’inferno, per tutto quel tempo, prima che loro venissero a prenderti.”
“No, non è vero, non può essere vero!”
"O forse..sono il tuo te stesso che non è mai andato via!!"
“Non ascoltarlo, Sam.

“ADAM?? Tu..non sei reale. Sei un’altra allucinazione. Tu non puoi essere qui.”
“Posso invece, grazie a Castiel.”
“Cosa?? Lui ti ha mandato qui?”
“No, Sam.”
 
Così cominciò il suo racconto.

Dean si era raccomandato con Adam di restare con lui e di dare a Sam il biglietto con le informazioni di dov’erano andati quando si sarebbe svegliato.
Adam acconsentì con in groppa il segreto, di quello che voleva fare.
Castiel gli aveva raccontato, una delle notti che erano stati insieme, a letto, che c’era una tecnica.

Per infilarti nei sogni degli altri..se mai dovessi essere...trattenuto..da qualcosa..o qualcuno..e non potessi proteggervi,se non ci fossi e succedesse qualcosa a qualcuno di voi..questa è una piuma d’angelo. Con questa, puoi infilarti nelle menti di chiunque tu voglia, nei suoi sogni e dirgli qualsiasi cosa..ma non abusarne, ti prego, Adam.. questa è una delle pochissime cose che può fare anche un umano, con la piuma di un angelo.
“Oh, Castiel..è meraviglioso che tu abbia pensato a me, proprio a me. Non ti deluderò, lo giuro.”
 
“Castiel…se mi hai dato questa piuma..vuol dire che sapevi quello che stavi facendo..prima non adesso..quindi non ti arrabbierai con me, se la uso, vero? Io ti amo..ma proteggerò sempre i miei fratelli. SEMPRE.”
Prese la piuma e la bagnò in un bicchiere d’acqua, poi deglutì per darsi coraggio e bevve il contenuto, mandandolo giù in un sorso. Soffocò immediatamente e stava quasi per vomitare.
“No, ti prego, resisti, resisti stupido corpo!”

Si buttò al collo di Sam e disse in alto. “Dean, perdonami.” E baciò Sam sulle labbra, gli aprì la bocca e respirò il suo stesso respiro, per un po', poi si accasciò su di lui cominciando a sentirsi svanire.
 
 
“Ho fatto tutto questo per riportarti a casa. Non rendere vano il mio lavoro, fratello.”
“Ma..io..lui..” disse Sam indicandolo.

“Hanno preso solo Adam, a te ti hanno lasciato marcire nella gabbia. Perché mi sento così? Non dire che non ci hai pensato. E se..tornando indietro avessero lasciato un pezzo di te? La tua anima magari??”
“NOOOOOOO.”

“Sam!! No! Castiel vuole che pensi questo. Le tue paure vogliono che tu pensi questo. Ma io ti conosco, fratello. La tua anima è intatta, così come il tuo cuore.” Disse appoggiando la mano sul suo petto. “Se non fosse così, avresti saputo come alleviare le mie sofferenze in quella stanza? Se fosse così non staresti soffrendo così tanto..gli angeli ci hanno riportato entrambi via da quella gabbia..”
“Io..non so se sia vero..”

“Ricordi cosa mi dicesti quando gli angeli sono venuti a prenderci? Io me lo ricordo.”
Sam ricordò.
 
“Sam, sarebbe più facile se lasciassi che trasportassimo uno ciascuno.”

Adam si era aggrappato al suo braccio e tuffava la testa sul suo petto. “No. Non lascio Adam.”
Castiel lo teneva per il colletto della maglia, sollevandolo, Gabriel invece faceva lo stesso sollevando Adam per i piedi, visto che il ragazzo non voleva mollare il fratello, dando così vita a un curioso trenino.
“Sam, ho tanta paura. Non lasciarmi.”
“Resisti, Adam. Non ti lascio.” disse Sam, sporgendosi per appoggiare la testa contro la sua e fargli una dolce carezza, per quanto i movimenti fossero resi difficili dal fatto che aveva due angeli addosso e un fratello non più piccolino, ancorato al fianco.

“Sam, devi lasciarlo andare.” disse Gabriel.
“Noooooo.” Adam si strinse ancora di più a lui e Sam pensò con orrore che con tutte le cose che poteva ereditare da Dean, aveva scelto la più terribile. La paura del volo.
Sam lo aveva guardato e aveva detto:
“Non lo lascerò andare. Mai.”
E gli angeli dovettero sbrigarsi a tirarli su, mentre il minore era aggrappato al suo braccio.
 
Sam aveva lasciato perdere il clone e aveva abbracciato suo fratello.

Si erano svegliati abbracciati sul lettino della sala.
“Adam..c’è una cosa che non ti ho mai detto. Quella volta..eri tu a sostenere me.”
“È un modo per dire che sono un dolce peso, fratellone?”
“Ascolta adesso devo andare, tu resta qui.”

“NO. Non accetto di essere lasciato di nuovo indietro. Non ho forse dimostrato che sono in grado di aiutare?”
“In realtà mi hai dimostrato che ci teniamo troppo a te per perderti di nuovo. Adam, ti prego, resta qui.”
Adam stava per interromperlo ma una voce nella sua testa, lo fermò.
Adam, lascialo andare. Devo parlarti. In segreto. Una cosa troppo importante.
“D’accordo, Sam.” disse Adam.



Adam aveva abbracciato ancora una volta Sam e il maggiore gli aveva detto.
“Quindi,,hai dovuto ingurgitare una piuma, ma poi? Come hai sancito il legame?”
“Uh..glub. Tutto qui. è bastato quello!”
“Davvero?” chiese Sam. Sembrava sospettoso.
“Davvero. Adesso vai, non vorrai fare tardi.” disse Adam imbarazzato.
“D’accordo.”
 


Adam si chiese se avesse fatto bene a lasciarlo andare da solo. Ne fu così preoccupato che quando si materializzò Gabriel, quasi gli saltò addosso.
L’ho lasciato andare via da solo! Solo per ascoltarti! Se gli succedesse qualcosa, io..oh..”
Si accorse solo in quel momento, che c’era con lui anche Crowley.
“Tu..lurido verm..” Gabriel lo trattenne per impedirgli di saltargli addosso.
“Calmati. È qui per aiutarci!”
“Ma davvero! Non so perché ma mi viene difficile crederlo!! Hai visto cos’ha combinato Castiel a mio fratello?? E sei stato TUUU a fargli questo! Tu!!”

“Non so se sia del tutto colpa mia..” disse Crowley. “Ma in effetti ammetto che dopo questa, ho capito che Castiel sta intraprendendo una strada pericolosa, ben aldilà delle mie previsioni, mi ha parlato dei suoi sospetti che Balthazar abbia fatto la spia per voi.”
Adam boccheggiò a quelle parole. L’angelo aveva espresso la paura di essere stato scoperto.

“Si è messo quasi a frignare davanti a me, chiedendosi perché tutti lo tradiscono. Alla fine ha detto che i traditori andranno eliminati..TUTTI..”
“NO..non può dire sul serio.”
“Devi fermarlo Adam..fermalo, prima che possa fare qualcosa di cui si pentirà amaramente.”


















Note dell'autrice: spero che siate riusciti a capirci qualcosa xd non era mia intenzione fare un polpettone di ricordi e presente, sono stata scioccata anche io xd
se c'è qualcosa che non capite, chiedete pure xd
ps non era previsto che alla fine anche qui succedesse a Sam questa cosa, ma c'erano in ballo delle cose, qualche capitolo fa, che volevo mettere e rinunciai, ora arrivano ma in un'altra forma, forse era destino che dovesse scrivere anche questa trama xd

Voglio dirvi che mi sono ricordata ora che Adam si fa portare da Cas sul tetto nei primi capitoli quindi li non soffre di vertigini. ...credo farò una revisione oppure un flashback dove racconto meglio.la cosa Xd per quanto riguarda la ragazza se ricordate nella 6 x 20 era una ragazza che Sam aveva lasciato uccidere (si chiamava Robin) ma siccome in questa storia non c è Sam senza anima non potevo mettere questa cosa è mi sono inventata questa cosa della ragazza di Dean Xd e ho deciso di ricollegarmi a lei, e casualmente ho anche scoperto che davvero Dean ha avuto una fidanzata a sedici anni, se ne parla nella 9 x 7, che si chiamava appunto Robin, l'unica cosa è che non mi va di spiegare ora le modalità con cui i due poi continuavno a frequentarsi, quando Sam la vede e la odia, si trova nella casa di Bobby, ecco il perchè riesce a guardarla dalla finestra :)

Ragazzi volevo precisare che è SAM ad avere 12 anni, non la ragazzina xd
non l'avevo specificato perchè pensavo fosse chiaro, ma...nel dubbio xd
per scrivere il chappy ho dovuto x forza prendere alcune citazioni della puntata

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Capitolo 36
*** Le allucinazioni di Sam e l'incubo dei leviatani ***


Adam convince Castiel a perdonare Balthazar




Adam era stato trasportato in un magazzino, dagli angeli. La scena che gli si apparve davanti lo straziò. Castiel seduto su un gradino con le mani sulla faccia.
“Castiel..”

L’angelo alzò la testa e Adam vide gli occhi velati di lacrime dell’angelo. I suoi magnifici occhi azzurri velati di lacrime.
Adam??” L’angelo sembrò aver preso una botta in testa da una mazza. “Tu…tu non dovresti essere qui..non dovresti essere qui..”
“Castiel, calmati.” Disse Adam protendendo le mani, ma l’angelo non lo ascoltò. Lo raggiunse a grandi passi e lo baciò.

Adam si lasciò baciare e allacciò le braccia intorno al suo collo, lasciando che le loro lingue si accarezzassero, che si amassero.
“Come vedi..non riesco mai a respingerti.” Disse Adam.
“Adam..cosa sei venuto a fare qui?”

“Cas..tu devi promettermi che non te la prenderai con Balthazar..”
Cosa? Sei venuto qui per lui?” disse Castiel scostandosi. “Non sei venuto qui per ME.”
“Sono venuto qui per TE. Castiel, ascoltami, non voglio che fai qualcosa per cui tu possa pentirti.”
“Che ne sai di quello che voglio fare io..che ne sai di..” all’improvviso il suo volto si palesò di stupore.

“Oh..ma certo, quel piccolo bastardo inglesino traditore.”
“Lui non..”
“A lui non interessa niente di me, di VOI! Lui vuole tutte le anime del Purgatorio per sé!!” a quel punto sembrava un pazzo, un velo di gioia selvaggia gli illuminava il volto. “Ma io non glielo permetterò! Con lui le anime sono allo sbando, …ma con ME..sono al sicuro..io sarò il nuovo Dio, guiderò il Paradiso..”

“Ma sentilo!! E la persona che dovevate liberare in Purgatorio allora? Che fine ha fatto?”
Castiel parve adombrarsi per un momento.
“Devo la vita a quella persona.” Tornò a guardarlo. “Andrò a prenderlo..ma quando avrò tempo e quando avrò sistemato questa situazione.”

“Continui a usare la gente a tuo piacimento! La sfrutti per i tuoi scopi e quando non ti è più utile la getti via! È quello che hai fatto con Crowley! Ora è quello che vorrai fare anche con tuo fratello?”
Castiel lo guardò furibondo.
“LUI – MI HA – TRADITO! Deve pagare per quello che ha fatto. Adam, ti supplico, non devi intrometterti.”
“Non posso farlo..e sai perché non posso, perché ti amo. Perché amo anche i miei fratelli e so che se tu farai del male a uno degli angeli che ti sono stati più vicino, non te lo perdoneresti mai.”
Castiel lo stava guardando senza fiatare.

“Aveva buone intenzioni..ti prego, non ucciderlo.” Disse accarezzandogli una guancia.
Castiel aveva chiuso gli occhi.
Uno scintillio di luce bianca e apparve Gabriel.
“Mi dispiace, Castiel, ma il tempo dell’esterna è finito.”
“Gabriel.”

“Nella speranza che tu riacquisti al più presto il senno perduto, ci sentiamo quando tutto questo sarà finito. Devo riportare il pupo a casa.”

Castiel giurò di aver sentito una botta e un ahio prima che i due scomparvero.
 
 
 
 
*

“Abbiamo un problema, Dean Winchester sta venendo qui.”
“Oh, davvero. E come fa a sapere dove siamo?” chiese Balthazar.
“A quanto pare abbiamo un traditore tra noi.”
Castiel si girò sconsolato.
“Prima Sam e Dean e Adam, ora questo..sto facendo del mio meglio, eppure i miei amici mi abbandonano..”
“Beh hai sempre me, il tuo vecchio amico.”

Castiel gli apparve alle spalle e lo colpì con una mazza da baseball.
“OUCH.”
Poi lo fece volare contro una parete.
“Cas…tiel..”

“Non lamentarti. Hai rischiato molto peggio per il tuo tradimento, Balthazar.” Disse Castiel a denti stretti.
 
 
Sam nel frattempo stava avendo allucinazioni , la testa gli scoppiava, era in fiamme, come se qualcuno la stesse facendo BRUCIARE.
 
“Non immaginate che effetto faccia. Sono tutte dentro di me. Milioni e milioni di anime.” stava raccontando Castiel a Dean e Bobby arrivati al magazzino.
“Sembra sexy.” Disse Crowley.
“Crowley ti prego, lasci andare un demone e non risparmi me.” disse Raffaele.
“Per quel demone ho altri piani. Per te è finita.”
E lo uccise.
 
Rimasero tutti sconvolti vedendo Raffaele morire. ”
“Ancora una volta vi ho salvati. Avete dubitato di noi e mi avete ostacolato. Ma ho sempre avuto ragione io.”

“Sì, è vero. Ci dispiace ma ora dobbiamo disinnescarti.” Disse Dean.
“Dammi retta ti stanno scombinando il cervello.”
“Devo punire i seguaci di Raffaele.”

“Sta  a sentire, ultimamente non siamo andati d’accordo ma una volta..eravamo come una famiglia. Io sarei morto per salvarti e per poco non è successo, credo di contare qualcosa per te. Ti prego, tutta questa roba non ti serve più, liberatene prima che ci uccida tutti.”
 
 
 
*

Sam era arrivato a sorpresa e tentò di pugnalare Castiel con un pugnale, naturalmente neanche lo scalfì. Dopo che Castiel disse a Sam, Dean e Bobby che potevano vivere nel suo regno, perchè lui era un Dio misericordioso, se ne andò e Sam cadde a terra in mezzo ai vetri, ferendosi una mano.




*

Mentre cercavano ancora di trovare una soluzione per contrastare il Dio Castiel, Sam era nel sottoscala di Bobby che stava studiando dei fogli, quando all'improvviso gli sembrò di sentire delle risate inquietanti, la stanza diventò rossa.
Sam prese un punteruolo e lo puntò contro..
“Sam?”
“Bobby?”

“Stanno parlando di Castiel, vieni a vedere.”
 
 
 
*

Allucinazione di Sam

Era notte fonda e Sam stava studiando le varie notizie, quando all’improvviso fu acchiappato per il collo da una corda e appeso fino al soffitto.
Ma subito dopo si svegliò, accorgendosi che era solo un sogno e che si era addormentato sulla scrivania.
 
 
 
 
 
 
*

Erano disperati e concordarono tutti che avevano bisogno di evocare Crowley, forse il demone era ancora dalla loro parte, dopotutto. Adam aveva raccontato loro che cos'aveva fatto, in accordo con Gabriel, per impedire a Castiel di uccidere Balthazar, decisero quindi di evocarlo, anche se dentro una trappola del diavolo.  
 
Crowley appena se ne accorse, sospirò. "Ohhh andiamo!"  
"Abbiamo bisogno di chiederti una cosa." disse Dean.  
Chiedere???Il il mio nuovo capo mi ucciderà, solo per avervi parlato. Cosa pensate farà quando scoprirà che stiamo cospirando? Perché volete cospirare, dico bene?”
“Ci serve l’incantesimo per assoggettare Morte.”
“Morte?? È uno scherzo?”
“Lucifero lo ha fatto.”
“Non siete Lucifero!”
“È sempre un incantesimo.” Disse Sam.

“Perché dovrei aiutarvi in una missione suicida?”
“Senti, vuoi veramente Castiel a capo dell’Universo?”
Crowley sembrò sbalordito dal fatto che Bobby gli rivolgesse la parola. Rimase un attimo perplesso senza dire una parola. Sam e Dean seppero che avevano vinto. Avevano Crowley dalla loro parte.
 
 
 
 
*

Dopo la discussione sul riuscire o no ad assoggettare Morte, Crowley e Bobby si stavano baciando nella loro camera da letto. Mani dentro i vestiti, baci, strusciamenti. Crowley era seduto su una sedia ma quando Bobby cercò di spingerlo sul letto, Crowley si fece indietro.
“Non ti ricordavo così casto. Hai intenzione di rimanere vergine fino al matrimonio?”
“Pensi che non ti voglio? Ti voglio tanto.” Gli soffiò all’orecchio.
“Beh, dimostralo!”
Crowley schioccò la lingua.

“Preferirei che desiderassi fare l’amore con te, a prescindere di una trattativa."
“Cosa? Credi che mi venderei per questo? Mi stai per caso dando della prostituta, coglione??”
Crowley fece un sorrisetto malandrino. "Non saresti male come prostituita."
“Pervertito!! Se continui a negarti, potrei pensar che hai un amante.”
“Ma non dirmelo. Così, sei geloso.”
"Non sono io quello che ha giocato a centrifugare le tonsille di un angelo e nel frattempo ha torturato la mia amica perchè geloso di un rapporto avuto millenni fa!!"
Bobby sospirò.
"Non volevo ucciderla, solo dargli una lezione. Sapevo che stavate arrivando."
"Hai un modo malato di amare.. e non so se il fatto che io sia qui ancora ad ascoltarti, sia la riprova di quanto sia malato anche io.."

Crowley gli strappò un altro bacio.
"Non te l'ha mai detto nessuno che se ami, devi amare forte? Aspetta..non mi hai mai detto se anche tu mi ami.."
"Sta zitto..e baciami.
"Non mi ami, Bobby? Avanti, ammettilo.
"Non farmi prendere la pistola!"  
 
 
*

Adam si tolse via dalla porta, disgustato.
“Adam!! Ma cosa fai, spii?”
Adam si spaventò.
“Sto solo scappando. Ho sentito cose irripetibili.”
Sam rise. “Hanno diritto anche loro a divertirsi..in fondo..ehm..scusa.” si sbrigò a dire, vedendo Adam ombrarsi.

“Non ti preoccupare, in fondo, non è Crowley quello ad andare in giro incinto di milioni di anime.”
“Adam..vedrai che riusciremo a farlo tornare in sé, hai la mia parola.”
“Sì..beh..lo spero.”
“Voglio ringraziarti ancora per quello che hai fatto per me.”
Adam lo guardò e quasi lacrimò.

“Vedi di ringraziarmi allora prendendoti cura di te.”
“Ma…”
“Credi che non ti veda? Ti guardi sempre in giro come se ci fosse qualcuno. Mi fai paura. Non doveva passarti tutto con la piuma e il mio intervento?”
“Adam..magari ci vuole ancora tempo..io..”

“Sono inutile. Sono stato sempre inutile!!” disse Adam.
“Adam! Ma dove vai, Adam!!”
 
 
 
 
 
 
 
*  
 
Nel frattempo, Adam, fuori la casa di Bobby, decise di fare un altro tentativo disperato e di invocare Castiel. Più di tutto, aveva anche paura per l'angelo, rischiava la vita continuando a insistere a non volersi liberare di quelle creature.  
 
"Castiel, ascolta, io non so se c’è ancora una parte di te a cui importa ma io credo tu sia ancora uno di noi, io credo tu non abbia perso del tutto la testa. Abbiamo poche ore per sistemare tutto. Fatti aiutare, ti prego.” disse Adam.
Non ci fu alcuna risposta e Adam tornò in casa da Sam e Dean. Mentre li guardava parlare, si materializzò l'angelo davanti a loro.  
“Adam…ho sentito la tua chiamata. Mi serve aiuto.”
Castiel era tutto insanguinato e lacerato.  
 
 
 
 
 
 

Cas si libera dei leviatani.


Erano tornati al vecchio magazzino. Sam stava andando a prendere il sangue giusto per aprire di nuovo la porta, Adam nel frattempo stava con Castiel, tenendogli la mano.
“Resisti, tra poco sarà tutto finito.” Gli disse Adam con dolcezza.
“Sì..tra poco sarà tutto finito..davvero..” disse Castiel con la sua ritrovata dolcezza, accarezzandogli le guance.
Adam capì all’istante e scosse la testa agitato.
“No, no, no, non in quel senso, Castiel, ascoltami..” disse mettendogli una mano sul braccio, che era posato sul collo di Adam. “Tu non morirai oggi.”
“Ma è quello che mi merito.”

“Nessuno merita questo. “
“Io sì. Dopo quello che ho fatto..” ansimò lui. “Dean.." disse girandosi verso il maggiore. "Provo del rimorso..per voi e per quello che ho fatto a Sam..se ci fosse tempo e fossi più forte, lo guarirei subito, volevo solo fare ammenda prima di morire..”
“Ti fa sentire meglio?” chiese Dean.
“No. A te?”
“Neanche un po'.”



Allucinazione di Sam
*

“Ciao. Sam. Mi sei mancato tanto.” Disse Lucifero.
“Non sei qui. Tu sei con Kelly e con JACK.”
“Chi è Kelly e chi è Jack?”
“La tua ragazza e.. tuo..figlio!!”

“Figlio? Credi che uno che non è stato un bravo figlio, potrebbe mai generarne UNO?”
Sam sbattè gli occhi.
“Prima gli uncini, poi le catene, ora tu. Niente è reale. Sono solo allucinazioni.”
“Vedi, Sam, la tua teoria è buona, ma è sbagliata. Non è il tuo cervello che va in fumo, ma è tutto il resto! Ogni cosa..da quando sei uscito da quella gabbia..”
“No.. è impossibile..”
“No, scappare era impossibile..credo che questa sia la mia migliore tortura..non sei uscito , Sam, sei ancora nella gabbia..insieme a me..e Adam..”
Sam si voltò e vide suo fratello accasciato al muro, devastato con la bocca spalancata e gli occhi neri, vuoti.
“Saaam.”
“ADAM!”
“M-maledetto il giorno che ho desiderato dei fratelli..”
“No..no..nooo..”
 
 
 
 



*

Castiel era sempre più debole, accasciato al pavimento, era arrivato anche Crowley con loro che tentava di tenerlo sveglio. Gli diede un altro schiaffo.
"E questo è il TERZO. Devi rimanere sveglio. Cosa di queste parole esattamente sua santità non capisce?" 

"Crowley, lascialo in pace!" disse Bobby.
"Col cavolo!! Se lui MUORE, desidererò morire anch'io, visto che sono stato IO ad avere questa brillante idea. E prima che te lo chieda angioletto, sto solo preservando me stesso." gli diede un buffetto. "Quindi, parla con il tuo fidanzato, fai qualsiasi cosa, ma RESTA SVEGLIO. Adam, collabora."

"Sto cercando di fare del mio meglio." protestò il ragazzo.
"Il tuo meglio non è ABBASTANZA. Devi fare di più! Digli che lo ami, che vuoi sposarlo, bacialo, insomma..vuoi che lo baci io?" Bobby intervenne "Aspetto solo che ci provi." e Adam lo guardò ruggendo piano ma Castiel mise fine a quel siparietto.
“Come puoi..anche solo guardarmi ancora..dopo quello che ho fatto..a te..a Sam..a tutti voi..”
“Tutti sbagliamo..e ci comportiamo in modo abbietto, anche solo una volta…Cas, ascoltami..tu volevi agire per il BENE..”
“Tu m..mi hai detto che non mi perdonerai mai..”

Adam si morse il labbro.
“Mi dispiace, ho detto una bugia..”
“No!! Hai detto bene, invece! Adam..tu..sei così puro..sei buono, gentile e generoso e di buon cuore. Ho fatto soffrire i miei amici, e i tuoi fratelli..sono stato arrogante..sono stato superbo..non sono stato meglio di quelli che ho punito..”

“È il rovescio della medaglia dell’opportunità di poter cambiare le cose..pensiamo sempre che avere un simile potere ci renderà persone migliori, ma spesso abbiamo torto. Questo perché NESSUNO dovrebbe possedere tutto quel potere.” Disse Adam stringendogli la mano. “Volevi essere un Dio giusto, ma forse c’è una ragione per cui non possiamo esserlo..perchè nessuno può essere davvero un Dio giusto, al posto suo..e sai perché? Perché esistono ombre e luce in ognuno di noi..nessuno può avere a che fare con tutto questo potere e non impazzire..il MALE ci fa impazzire e ci trasforma..noi pensiamo di comportarci bene anche quando puniamo..ma è solo altro male..ma io SO cosa c’è davvero dentro il tuo cuore, Castiel..” insistette Adam. “Hai sfidato la tua gente per tutti noi, io non lo dimentico..nessuno può farlo. Hai fatto un errore..ma chi non ne fa?”
 
“Crowley..io e Crowley..mi sono comportato male.”

“Sì. È vero. Ma Castiel..sono stato così felice quando un..un angelo come te, mi ha amato, un mortale come me.. che credo di esser disposto a perdonare un attimo di sbandamento per una creatura speciale come te.”
"Sarà meglio che impieghi il tempo passandolo a cercare di farti perdonare da lui. E DA NOI.” disse Dean con uno sguardo eloquente.
 
 
 
 
*  
 
Alla fine il rituale finì per essere compiuto, ma i leviatani non avevano lasciato il corpo di Castiel, come si pensava. Castiel cercò di mandarli via, ma all'improvviso un'altra voce parlò per lui. "Castiel non c'è più. è morto. Ci siamo solo noi adesso."
“Il vostro tramite presto esploderà, è tutto inutile.” Disse Dean.
“NOOOOOOOOOO. CASTIEEEL.”
“Adam!!” disse Dean trattenendolo, a sé.
“NOOOOOOOO.”
“Io se fossi in voi, tornerei a casa subito eh?”
 
 
 
 
 
Nel frattempo, Sam, era alle prese con le sue allucinazioni, nel corridoio del magazzino.  
“Sei la mia puttanella in tutti i sensi, Sam.”

"Sam., Sam..SAM!" lo richiamò Dean.  
“Io..io..che è successo?” chiese Sam vedendo Adam in lacrime.
“Te lo spiego per strada.”
 
 



I leviatani guidarono il corpo di Castiel fino alla risorsa comunale d'acqua, il corpo dell'angelo continuava a camminare fino a che l'acqua non lo sommergeva tutto.

“Lasciatemi, voglio salvarlo. NO. CASTIEEEEEEEEEEEEL.”
Sam e Dean riuscirono a tenerlo con fatica, mentre Adam si buttava per terra.

“Lasciatemi! Non potete fargli questo! Non potete abbandonarlo. “

"Non posso lasciarlo così. Devo salvarlo." disse Crowley.
"Aspetta, che cosa vuoi fare, sei impazzito?" intervenne Bobby, ma Crowley era già sparito e non riuscirono a capire dove fosse finito.
Intanto vedere Castiel con sangue nero, affondare nell’acqua in quella sorta di grande tunnel fu aberrante, anche per i fratelli che si asciugarono le lacrime cercando di non farsi vedere dal minore.
“Quello non era più Castiel, Adam.” Disse Dean stringendoselo addosso.
 
 
 
 



*

Sam parla delle sue allucinazioni



“Sammy, ehi Sammy, calma. Hai dormito 12 ore. Ti sei riposato abbastanza. Adam.. tu..vai a giocare con il mio computer, ci sono dei giochi fantastici, anche quello di Harry Potter installato mh?”
“Non ho voglia di giocarci.”
“Puoi sempre guardare gli anime. Anche quelli yaoi eh! Fila! Senza discutere.”

Sam lo guardò interrogativo, sollevandosi un poco dal divano, mentre uno stravolto Adam con la faccia rossa, si alzava dal tappeto in cui stava fissando Sam, per andare in cucina.
“Ha un aspetto orribile..” disse Sam sconvolto.
“Come dargli torto. Abbiamo perso Castiel solo poche ore fa. “

"Sai, Crowley è sparito per andare a prenderlo, magari..è riuscito a salvarlo.."
"Sam..hai visto com'era ridotto..."
"Senti, sto solo dicendo che forse non è tutto perduto ancora.."
"Senti, anche io vorrei che fosse così..solo.. beh..non dirlo a Adam..stiamo facendo il possibile per cercare di distrarlo, anche se non è facile."
“Forse dovrebbe..insomma, dovrebbe restare con noi, per sorvegliarlo, sai..” disse Sam.
Dean lo fissò.

“Sam, nostro fratello è rimasto a vegliarti come se fossi una sorta di malato terminale, fino adesso.”
“Che cosa???”
“Non ne voleva sapere di lasciare la postazione. Ti guardava e piangeva. Uno spettacolo inquietante. Ho provato ad allontanarlo, a distrarlo, lui continuava a dire che doveva sorvegliarti, io e Bobby abbiamo provato con la torta di mele, ne ha assaggiato un boccone e l’ha lasciata li. A quel punto abbiamo provato con le mele..e questa volta ne ha mangiato una intera, sarà perché Bobby si è incazzato parecchio.”
“Dio, Dean..adesso mi sento in colpa.”

“Per aver dormito? Non è colpa tua, è che quello che è successo..ha sconvolto Adam..ha cominciato a parlare delle tue allucinazioni..ha paura di perdere anche te, adesso..solo che è giovane e troppo incline a non mantenere i nervi saldi. Tieni, prendi un po' d’acqua..e questo cioccolato. Fa bene. E fammi vedere la mano” disse quando Sam finì di bere.
 
“Ohhh vuol tenerti la manina, ma com’è carino.” diceva il falso Lucifero.

Dean gli mise dell’alcool sulla mano e Sam trattenne un gemito di dolore.
“Coraggio..adesso passa..” disse Dean tenendogli la mano e sfiorandola con i polpastrelli. “Va meglio adesso?”
Sam non rispose, troppo impegnato a restare a bocca aperta e con gli occhi semichiusi.
"Sammy..ehm.gli orgasmi..solo quando siamo da soli..e magari non quando ci sono altre persone a poca distanza eh?" disse Dean imbarazzato.
“Le tue mani..fanno sempre miracoli..e tu guardi troppi porno." aggiunse Sam.
"Dean gli gettò un'occhiata maliziosa.
“Ma a te piace che a letto metta in pratica quello che ho imparato da loro no?”
“Non mi piace che lo fai senza di me.”
“Il mio fratellino è geloso..allora d’ora in poi li guarderemo insieme.”
Si abbracciarono e Sam si strinse maggiormente a lui, allacciando le braccia al suo collo intensamente.
“Cosa farei se non ci fossi tu.”
“Guarda che dovrei essere io a dirlo. E ora mi tocca essere forte per due pulci con troppi capelli. Se solo ci fosse..”

Pausa, una specie di singulto scosse Dean. Sam gli accarezzò i capelli.
“Lo so, se non ci fossi io, saresti perso.” Disse Bobby con sguardo eloquente, sapendo che in realtà parlava di Castiel. Cercava di distrarlo.
 
 
 
 
Dopo dieci minuti in cui Sam cercava di spiegare a Bobby e Dean cosa vedeva nelle allucinazioni...  
 
 
“Tu sai che non è reale, vero? “
“Lui dice la stessa cosa di voi.”

“Ho chiamato Gabriel. Lui è andato a chiamare Lucifero. Il vero Lucifero.” Disse Adam, comparso lì in quel momento. “Speriamo che almeno se non credi a noi, crederai a lui.”
 
 
*

Dean doveva allontanarsi per un caso e Sam cercava di convincerlo ad andare anche senza di lui visto che lui al momento era "fuori di testa."  
"Non vi lascio da soli!" disse Dean.  
“Ehi, e io chi pensi che sia, il figlio della serva?? Pensi forse che non ce la faccia  a tenere d’occhio i due marmocchi? Vai, usa i tuoi nervi per qualcosa di utile.” si intromise Bobby.








 

Sono qui, sono reale, Sammy, credi a questo



Dean aveva lasciato Sam a casa di Bobby con la compagnia anche di Adam, decidendo di affrontare quel caso da solo, dopo un po' in macchina, quando già stava investigando sul caso, ricevette la telefonata di Crowley.

"Crowley!! Sei tu, dannato figlio di puttana. Finalmente ti fai vivo." 
"Apprezzo sempre le tue gentili paroline d'amore, Dean." 
"Dove diavolo sei finito?? Ti rendi conto che siamo stati in pensiero fino adesso ad aspettare..."

"Eravate in pena per me o per l'angelo??"
"Crowley...."

"Ok, ok, ve lo dico. L'angelo è vivo." sospirò ma non potè esimersi dal far spuntare un sorriso sul suo viso.
"Cosa??" la sua voce era praticamente incolore, quasi insapore, velata dal sollievo.
"Dean? Scoiattolo, sei ancora lì?" 
"Sì...io...aspetta un momento.." si strizzò la radice dal naso e gli occhi. Deglutì.

"Non ci posso credere..stai piangendo? Oh, è così toccante, ti sei innamorato anche tu di lui allora?"
"Fottiti."
"Quanto sei dolce."
"Vai al diavolo, Crowley. Siamo stati così in pensiero.."

"Che dolcezza...mi verrebbe voglia quasi di dire a lui, QUANTO lo amate e lo adorate..e lo farei..se non fosse che..ops, non si ricorda più di voi."
Dean si sentì mancare il fiato.

"Stai scherzando.,."

"No." poi Crowley cercò di tornare serio. "Dean, non vi ho contattato subito, perchè quando ho tirato fuori Castiel dal'acqua, era messo male."
"Quanto male?" 
"MOLTO male, pensavo che non sopravvivesse. Stava per collassare, Dean."
Dean avvertì una spina al cuore.
"Ho dovuto prendere possesso del suo corpo."
"Cosa?? No..gli angeli non possono essere posseduti."

"Credimi, possono. Se l'angelo glielo permette. Lui era ancora cosciente, mi ha dato lui il permesso , naturalmente avrei potuto semplicemente portarlo via, ma era debole..io temevo..temevo che non ce l'avrebbe fatta se.."
"Va bene, va bene, vai avanti, veloce!!" 

"Dopodichè , ho chiesto aiuto a Gabriel, sono uscito dal suo corpo e gli ho chiesto di..curarlo, lui l'ha fatto, ma quando poi lui si è ripreso..non ricordava più niente. abbiamo preso tempo per capire se era temporaneo, ma sembra permanente."
"Dio..questa non ci voleva.."
"Dean, mi dispiace molto per Sam, mi devi credere."

"E fai bene. Tutto questo è anche colpa tua."

"Dean..mi dispiace..io.."
"Non te l'ho mai detto, ma..eri diventato quasi uno di famiglia per noi, e il tuo tradimento brucia quasi quanto il suo. "
"Dean, ti PROMETTO,. che tutto il mio tempo a disposizione, lo impiegherò per farmi perdonare da voi."
"Io non so più se posso crederti."
"Dean, questo cosa significa? Dean!!" 
Dean aveva messo giù la cornetta.

Bobby era tornato da poco, dopo aver salvato Jody dalle grinfie del leviatano, in quel momento si trovava in cucina con Adam, quando all’improvviso videro che Sam mancava.
“Adam, ma dov’è andato Sam?”
“Io…io credevo fosse in cortile. Bobby.” Disse Adam preoccupato.
In realtà Sam era stato ingannato dalle sue allucinazioni. Credeva che il suo Dean gli avesse detto di scrivere un biglietto dicendo che sarebbe uscito con lui, per andare a caccia di leviatani. Gli aveva detto espressamente di non sprecarsi per dirlo a voce, bastava un biglietto.
 
 




*

“Ci sono 5 leviatani li dentro, non farti venire un crollo psicotico proprio adesso, altrimenti è un casino.”
“Posso controllarlo, Dean!!” disse Sam uscendo dalla macchina e dirigendosi verso il palazzo.
“Controllarlo? Mi dispiace, impossibile. Tu credi che questi siano uffici? Sbagliato.” disse l'allucinazione entrando in un magazzino vuoto.
“Ma..dove siamo?” chiese Sam sbigottito.

“E credi anche che io sia Dean!” disse il falso Dean. “Povero sciocco figlio di puttana, sono io che costruisco il tuo mondo, lo vuoi capire?” disse l’allucinazione di Lucifero.
“NO! LASCIAMI IN PACE!” disse Sam cominciando a sparargli addosso.
“Vuoi puntarla nella giusta direzione, mira alla tua faccia.” Disse il falso Lucifero.
 
Dean nel frattempo era stato informato da Bobby e Adam che Sam era scomparso e l’aveva seguito con il gps fin lì.
 
 
 
"Bobby, sono a casa. Ho delle buone notizie per voi!!!  disse Dean entrando, allegro come non mai.
"Come mai così allegro? " chiese Bobby cauto. La preoccupazione per Sam, messa momentaneamente da parte, non era usuale vedere Dean così di buonumore e quindi si dimenticarono temporaneamente di chiedere dove fosse Sam.
"Ohhh non indovinerete mai. O forse sì...Cas...è vivo. " disse con enfasi plateale.
Adam gettò la testa all'indietro e i suoi occhi si riempirono subito di lacrime.
"Maledetto figlio di puttana." disse Bobby ma sorrideva.

"Dov'è?? Voglio vederlo!!" 
"Calma, Cowboy, è con Crowley in questo momento."
"Crowley?? Adesso sì che sono meno tranquillo." disse Adam.
"A proposito..dov'è il NOSTRO di fratello? Non vedo l'ora di dargli la notizia!!" disse allegro. "Sam...SAm..DOV'è sAM?" chiese un po' preoccupato.

Adam e Bobby si guardarono. Lo shock nel scoprire che Castiel era vivo, aveva annullato per pochi secondi la preoccupazione per l'assenza di Sam, ma ecco che adesso la realtà ripiombava con la sua crudeltà come stalattiti ghiacciate.
"Dean, Sam si comportava un po' stranamente mentre eri via..noi crediamo che le allucinazioni di Lucifero continuino e che siano più forti che mai. Ha lasciato un biglietto, andando via senza neanche salutare"
disse Bobby.
"Lui ha..ha detto che usciva con te per andare a caccia di leviatani, ci ha lasciato un biglietto scritto, ma non sapevamo se crederci o no, ma lui era già andato via." disse Adam mostrando il biglietto..." lui n-non..non era con te, allora?" chiese Adam tremando appena.
"Maledizione, l'avete lasciato andare via da solo??? " 
"Quando ci siamo accorti che non c'era, era già scomparso! Abbiamo provato a chiamarlo ma non rispondeva al telefono! Abbiamo provato a chiamare anche te ma ce l'avevi spento!" disse Bobby.
"Maledizione. Devo subito accendere il gps." disse Dean.

 

Nel frattempo Dean aveva finalmente raggiunto il magazzino deserto, attirato dal gps di Sam ed era entrato.
“Sam che stai facendo?”
Sam gli punta la pistola alla testa.
“Woa..woah.. Calmo!”
“Credevo di essere con te, Dean.” disse Sam disperato.

“Ok, sono qui, eccomi.,”
“Ma come sono arrivato qui?” chiese ancora confuso.

"Guardami, sono io."
"No, no! Come posso esserne sicuro?" chiese, guardando l'allucinazione di Lucifero.
“Guardami, sono Dean e sono reale. Anch’io sono stato all’inferno e so parecchie cose sulla tortura, ne so abbastanza da sapere che quel dolore è diverso.”
Dean gli prese la mano.

“Ehi, questa ferita è reale, non è l’inferno, ti sei tagliato e io ti ho ricucito per bene. Questo dolore è diverso dalle stronzate che ti fanno impazzire, io sono diverso. Giusto?”
Gi strizzò la mano ferita e fasciata e Sam gemette di dolore, l'allucinazione di Lucifero sfarfalleggiò come un televisore guasto.
"È ancora lì?" gli chiese. " Stava per andare via. Quasi. Ma ancora non scompare. ancora lì."
“Sam guardami..” ma Sam non toglieva gli occhi di dosso dall'allucinazione.
Dean decise di passare ai fatti lo baciò e Sam si lasciò andare, l’immagine di Lucifero finalmente scomparve.



“Ne sei uscito…finalmente ne sei uscito, Sammy.”
“Oh, Dean..”
“Ascoltami, ho cercato di chiamarti..ma non mi hai risposto.”
“Io..davvero? Aspetta.”
Sam impallidì guardando il cellulare spento.
“L’ho..spento io?”
“Ti ha detto il falso Lucifero di farlo? Dio..Sam..volevo dirti che Castiel sta bene. È..vivo!”
“COSA? Dici sul serio?”

“Ho provato a chiamarti per dirtelo, ma tu non hai risposto. Crowley è riuscito a tirarlo fuori dall’acqua prima che annegasse. Ma è..è un po' sbattuto adesso. Gabriel si sta prendendo cura di lui..”
“Sbattuto? Sbattuto in che senso?”
“Sam, prima forse dovremmo tornare a casa e..”
Dean! Sbattuto in che senso?”
“Sam..lui..non si ricorda più chi è, adesso.  Non ricorda più…di essere un angelo.”
Sam lo guardò, pallido come un fantasma.

“Ma..ehi, gli faremo ritornare la memoria, vedrai, andrà tutto a posto, sia per te..che per lui..Gabriel mi ha anche detto che Lucifero è disposto a tentare di fare un rituale per scacciare le tue visioni. Ci penserà lui, vedrai. Adesso però dobbiamo andare.”
“Adam! Lui lo sa?”
Dean sospirò.

“Sa che Castiel è vivo, che è..ridotto male, ma non sa i dettagli. Ho voluto aspettare, visto che sono dovuto andare a cercarti e non mi andava di lasciarlo da solo con Bobby a digerire la faccenda, ma adesso andiamo ok? Erano preoccupati notando la tua assenza, dicono che gli hai detto che eri con me."
Dean cercava di usare un tono conciliante ma non si sentiva tranquillo.

E quando arrivarono, videro Adam che piangeva in un angolo e Bobby con la camicia tutta strappata, entrambi avevano dei graffi su tutto il corpo. Vicino a loro, Lucifero e Gabriel, con le ali dispiegate e lucenti.
“Che cazzo è successo????” gridò Dean, spalancando la porta.
 
“Dean!!” Adam si lanciò tra le sue braccia e Dean lo strinse, Sam si unì a consolare il fratello.

“Mi dispiace, ragazzi, sono arrivati i levatani, non ho potuto avvertirvi, ci hanno rotto i telefoni, hanno cercato di incendiare la casa…ma io..non potevo permetterlo..”
“Sei stato bravissimo Bobby.” Disse Dean abbracciandolo a sua volta.
“Siamo noi che dovresti ringraziare, non questi due umani, insomma dopotutto i leviatani li abbiamo scacciati via noi.” Disse Lucifero.
“Ti ricordo che saresti un umano anche tu, in teoria.” Disse Dean.
“Ma con le ali. Fa differenza no?” disse Lucifero.

“Mi dispiace, Bobby, è stata tutta colpa mia..se non fossi andato via..” disse Sam mortificato.,
“A quest’ora, avremmo dovuto occuparci anche di te! È stato un bene che almeno tu fossi fuori, Sam.” lo rassicurò Bobby, “Sta tranquillo, non ce l’abbiamo con te.”

“Però mi hai spaventato a morte quando mi sono svegliato e non ti ho visto. Credevo fossi con Dean, ma lui è tornato e ha detto che non ti ha visto.” Disse Adam.
“Sì..io..credevo di essere con lui.” Disse Sam grattandosi la testa.
Adam e Bobby si guardarono ma evitarono di commentare.
“Non si può andare avanti così, dobbiamo fare qualcosa.” disse Bobby.
“Volete che gli frullo adesso la testa, o posso riposarmi un po' prima?” chiese Lucifero,  attaccandosi al collo della bottiglia.

“Innanzitutto prima dobbiamo cominciare a pensare a trovare un altro posto, non possiamo più stare qui, i leviatani sanno dove abitiamo adesso. “ disse Dean.
“Potremmo andare da Rufus, lui ha lasciato a disposizione la sua casa.” Disse Bobby.
Dean e Sam si guardarono. Il burbero cacciatore avrebbe acconsentito a ospitare 4 cacciatori e due arcangeli? Ma non avevano molta scelta a quanto pareva.
 




















Note dell'autrice: voglio spcificare che nella mia versione Dean non chiede a Morte di uccidere Castiel. Sam non cerca di pugnalare a morte Cas con una lama angelica xd (anche perchè mi sono chiesta sempre come facesse a trovarne una ahha ) come vedete ho salvato Batlhiiii yeee Ragazzi come vedete il capitolo è un mezzo disastro xd perché si vede che mi sono un po' sforzata a scrivere ! Mi dispiace ! Anche perchè si vede proprio che ho tagliato anche dei pezzi perchè non avevo voglia di scruverli, come ad esempio quando contattano Morte e cose del genere. Forse mi sono lasciata un po' andare durante la scena di crowley e Bobby però per il resto ho odiato dover riscrivere le battute della puntata, sono andata a rivedermi certe os indipendenti che ho scritto anni fa, per cercare di capire che cosa sto sbagliando , che cosa mi è successo rispetto ad anni fa e come mai anni fa mi veniva molto più facile riscrivere le versioni delle puntate ! Beh è presto detto, una volta mi limitavo a scrivere la scena che dovevo modificare senza dover riscrivere le battute di tutta la puntata, probabilmente era molto meglio come facevo una volta , scrivevo le cose senza pensieri e non la vivevo così male!
Penso che tornerò a fare così! quindi per favore non odiatemi se vedrete d'ora in poi dei riassunti un po' striminziti in alcuni capitoli, spero vi ricordate le puntate xd non posso ogni volta riscrivere tutte le battute, altrimenti poi comincio a odiare la storia e non mi va xd nel frattempo spero che questo capitolo vi sia piaciuto , anche a me nonostante la fatica di riscrivere una puntata e mezza Xd

Ps penso vi stiate anche chiedendo cosa c'entrano ora le allucianzioni di Sam dopo il dialogo tra Cas e Adam, e se potevo fare a meno di scriverle, vi assicuro che c'è un motivo se le ho inserite, ma non preocupatevi non la tirerò per le lunghe stavolta xd

pps: infatti non ho dovuto rivedere tutta la puntata per scrivere queste scene, (dialogo Cas e Adam e dialogo Lucifer e Sam )anzi ho inventato pratucamente tutte le battute, o quasi, anche se ho preso ispirazione dalla 7 x 1, 7 x 2 xd ne approfitto per dirvi che la scaletta ha preso una deviazione tutta sua xd dovevo cominciare la parte del purgatorio, ma ecco che arriva la parte di Sam e le allucianzioni ma finirà presto, lo prmetto, fate caso al fatto che decidono di chiamare Lucifero, sarà importante questo fatto :) spero che ancora la storia non vi abbia stufato xd

ps per questo capitolo ho usato alcune frasi della puntata, anche se molte invece le ho modificate e ne ho aggiunte di nuove

Allora ragazzi, so che il fatto che avessero tutti e tre i cellulari staccati o spenti potrebbe sembrare poco credibile xd Ma davvero non mi è venuto in mente nient'altro per far combaciare tutto sarebbe stato troppo irreale che Sam scompare e almeno non chiamano Dean per chiedere conferma o non cercano di richiamare Sam , ho dovuto inventarmi qualcosa ma cercherò nel prossimo capitolo di giustificare il tutto, se non sbaglio Ruby o gli angeli avevano manomesso il messaggio della segreteria di Dean nella 4 x 22 quindi penso che ê una cosa che mostri o angeli potrebbero benissimo fare , quella di manomettere il telefono :)

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Capitolo 37
*** Come Crowley ha salvato Castiel ***


Una telefonata a Rufus da parte di un Dean piuttosto tremolante, era già bastato a convincerlo, non c’era bisogno per il vecchio Rufus, che il suo vecchio amico Bobby, gli strappasse il cellulare dalle mani, prendendo la parola con uno stile passivo aggressivo, sulla scia del:
Dean trema come al solito come una femminuccia, non capisco perché, in fondo non è lui quello che si è ritrovato dei leviatani incazzati, che volevano bruciagli casa. “

Rufus si era perso nei meandri della sua mente, immaginandosi la scena, a malapena sentendo quello che il vecchio cacciatore gli stava dicendo, dopodiché cercò di frenarlo.
“Ti chiedo questo grandissimo favore, Rufus..non te lo chiederei se non..”
“Va bene, potete venire!”
“C-cosa?”
“Va bene, potete venire!” non potè fare a meno di lasciarsi scappare uno sorrisetto.

“Bobby, non so che idea hai tu dell’amicizia, lasciami indovinare, quella cosa tutta svolazzi, fiori e romanticherie, ma talmente evanescente che poi scompare alla prima litigata, lasciandosi dietro uno sgradevole profumo? No, perché..sai quanto odio i sentimentalismi, noi gente burbera non siamo sentimentali, ma siamo VERI, onesti e leali, e non lasciamo fuori di casa un amico in difficoltà, né i suoi amici, quindi…che cazzo sono tutte queste manfrine? Il tempo impiegato per telefonarmi, sareste dovuti essere già qui. Diavolo!”

Bobby scoppiò a ridere, una risata liberatoria e sincera.
“Ti ringrazio tantissimo, Rufus. Arriviamo subito.”
“Ci..ci sarà anche il tuo amico demone?”
Silenzio.
“No, Rufus, non ci sarà..ma se dovesse voler venire, per te ci sarebbero problemi?”
“Non ti nascondo che..sì, qualche problemino ci sarebbe. Diavolo, Bobby, quel demone ce l’ha con me per quello che è successo con i cacciatori.”
“Non puoi negare che un po' di ragione ce l'avrebbe pure..”

“Se è disposto a un confronto civile, ci posso anche stare a..ughhh esprimergli le mie scuse.”
Bobby sorrise.
“Ti ringrazio tantissimo Rufus, saremo lì tra poco.”
 
Bobby si volse verso gli altri ma il suo sorriso si congelò, vedendo che lo guardavano male.
“Ehm..c-che c’è?”

“Ti stavi perdendo in convenevoli.” Gli fece presente Sam.
“Siete sicuri che Dottor Jekill qui, non potrebbe peggiorare la sua situazione, con una smaterializzazione? Forse sarebbe meglio per tutti, se lo portassi in VOLO.” Disse Lucifero, guardando Sam al suo fianco, che sgranò gli occhi.
Non farai niente del genere!!” sbottò Dean.
“Calmati, Cowboy, non te lo tocco il tuo fratellino. “
“Avanti, prendetevi tutti per mano.” Sospirò Gabriel.
 
Adam prese la mano di Gabriel, che prese la mano di Sam, che prese la mano di Dean, che tese la mano a Lucifero, che tese la mano a Bobby e quindi partirono.
Riapparvero in uno sbuffo di luce come una cupola, per lo sforzo intenso, si ritrovarono per terra nel cortile fuori casa di Rufus.
“Pappemolli.” Li sbeffeggiò Lucifero.

“Ehi, guarda che la materializzazione non è uno scherzo!” protestò Dean, rialzandosi in piedi.
Rufus che li aveva visti, perché li stava aspettando, sulla soglia di casa sua, rimase impressionato.
“Perbacco. È fantastico. Peccato non aver avuto una macchina fotografica. Entrate, avanti.”
 
 
“Rufus, vecchio caprone! Di solito il tuo salotto è invaso dalle birre.”
“Sì, beh..non devo bere sempre. Uno può anche smettere.”
“Smettere?” gli chiese Bobby, non credendo alle sue orecchie.
“Non direi che il tuo amico abbia smesso.” Disse Lucifero, birichino, alzando il cestino invaso dalle lattine e birre.
“Ehm..”
Bobby lo guardò stranito e andò nella sua stanza.
“Non ci sono i tuoi vestiti sparpagliati in giro!”

“Insomma, piantala, Bobby, sei peggio di una moglie!”
Lucifero si era chinato all’orecchio di Gabe.
“Se avessi saputo che gli umani sono così divertenti, non avrei desiderato eliminarli tutti. Avrei fatto una selezione.”
“Meno male che non c’è Crowley, altrimenti avrebbe fatto una scenata.”

“Crowley?? Che c’entra lui? Devo forse sapere qualcosa?”
“Errrrr..ne parliamo un’altra volta.” Disse Gabriel.
 
“Va bene, piantiamola qui, va bene? D’accordo, dopo la tua telefonata, ho pensato di togliere qualche cianfrusaglia di mezzo! Non sarà mica un crimine.” Disse Rufus.
Bobby continuava a ridere e non voleva smetterla.
“Cerca di capire, Rufus, Sono risate isteriche. L’attacco ai leviatani..sai..” disse Dean.

“Capisco.” Disse Rufus burbero. “Beh, ho preparato il tè, venite in salotto, così mi raccontate per bene.”
 
 
 
*

Al termine del racconto, Rufus sembrava molto bendisposto.
“Potete stare qui tutto il tempo che volete, ma sappiate che non ho gli strumenti adatti per attaccare quelle creature in caso di un alto attacco.”
“Non importa. Io ho scoperto cosa si può usare per sconfiggerli! Sam, il tuo computer..”
“Ehm..l’ho lasciato a casa tua.”
Bobby alzò gli occhi al cielo.

“Ecco, prendi il mio telefonino.” Disse Dean.
“Lo dai a me? Avanti, clicca tu su quell’aggeggio.” si lamentò Bobby.
“Mi sento spoglio senza il mio computer.” brontolò Sam.
“Sia mai che provochi un infarto a tutti. Vado a prendertelo io.”
“Io..davvero lo far..”
Lucifero era svanito in una nuvola di piume.
Subito dopo ricomparve.
“Ecco qua.” disse Lucifero sorridendo porgendogli il computer, tutto cerimonioso come se gli stesse porgendo un cesto di frutta.

“Woww. Grazie.” Disse Sam, riappropriandosi del suo tesoro.
Intanto Dean, che continuava a lanciare occhiate in sbieco a Lucifero e Sam, aveva cliccato sull’immagine del detersivo che corrodeva quegli esseri.
 
“Ecco qui, con questo li sconfiggeremo. Dovremo fare scorta.
“Il mondo si salverà, grazie a un detersivo? “ chiese Rufus nauseato.
I ragazzi sembravano a disagio.

“Io non vado a fare la spesa, comprando questi cosi. Mi vergogno. Ci andrete voi. Sì, anche tu, Bobby.” Disse guardando il vecchio cacciatore che aveva gli occhi sgranati.
“Hai promesso che ci avresti aiutato!
“No, ho detto che vi avrei ospitati, non fare il furbo!”
“Non puoi lasciarmi da solo in questa cosa..”
“Ti sembro per caso una casalinga disperata?”
 
Il clima diventava sempre più goliardico e leggero, Dean e Sam capirono, e lo spiegarono ad Adam, che forse Rufus lo faceva apposta, per risollevarli dopo quello che avevano appena passato.
Dopo un po', però, immancabilmente, l’argomento si spostò nuovamente su Castiel.
“Che cos’è successo di preciso?” chiese Rufus, facendo la domanda che volevano fare tutti.
Gabriel tossì.
“Crowley ci ha raccontato come sono andate le cose..”
E prese a raccontare.
 
 
 
 
*

Per un demone, infiltrarsi in vortici d’acqua, non era poi questo gran problema, i demoni non hanno fobie o limiti umani, sono ben altre le cose che li distruggono o per cui muoiono, nonostante ciò, quando Crowley si tuffò in quel vortice e non trovò subito Castiel, pensò che forse non ce l’avrebbe fatta.
Ma non si concentrò su questo, ma piuttosto sul farcela.
E riuscì ad afferrare un braccio.

Dovette smaterializzarsi subito, per scampare a quel vortice, altrimenti non si sa dove sarebbe finito. Non sarebbe morto, certo, ma avrebbe potuto inabissarsi e perdere i sensi e ritrovarsi chissà dove, perdendo certamente Castiel.
Si concentrò su una baita al mare, molto caruccia.
 
Si smaterializzò con Castiel, però, non lì, ma sulla spiaggia, in riva, travolti entrambe dalle onde.

Il sole era splendido, l’acqua pure, e loro erano coperti da essi, alla riva. Sarebbe sembrato quasi romantico.
“Maledizione a me e al mio romanticismo.” Infatti credeva di essersi concentrato sulla baita ma si vede che, la bellezza per quel posto aveva preso il sopravvento e aveva quindi lasciato che la sua mente vagasse a quel ricordo di quelle onde cristalline.
Stava ancora tenendo Castiel con le mani, ma ad un tratto percepì qualcosa.
La fiamma della vita dell’angelo, debole.

I demoni possono percepire la fiamma della vita che sta per spegnersi.
“Castiel, non farmi scherzi. Non ti ho tirato fuori da quel vortice per perderti adesso. Me lo devi. Castiel. Castiel, muoviti avanti.” Lo schiaffeggiò.
Castiel emise un debole lamento, inclinando la testa in avanti, verso il demone.
“L-lasciami..m-morire..”

“NO. Dopo quello che abbiamo passato, non puoi lasciarti morire, stupido angelo.
“Me lo merito..dopo q-quello che…coff…COFF..”
“Castiel, Castiel, ascoltami.” gli prese il volto tra le mani,
“Sei debole, molto debole, io non so se riesco a trasportarti in queste condizioni..ma..posso fare QUALCOSA, se mi permetti di entrare nel tuo corpo..posso mantenerti IN VITA..fino a quando non trovo qualcos’altro..”
Castiel sbuffò.

“I demoni non hanno bisogno del permesso..”
“È vero” convenne Crowley. “Ma non me la sento di..oddio questo è così svenevole..non me la sento di FORZARTI nelle tue condizioni..quei leviatani ti hanno..scombussolato per bene, ora come ora sei talmente fragile, da sembrare molto più simile a un umano, che ad un angelo. Se cerco di VIOLARTI senza il tuo consenso..potrei..farti..crollare del tutto. Potrei ucciderti, Castiel.”
“Bene, allora.”
“CASTIEL.”

“È quello che mi merito, non lo capisci? Merito..tutto..”

“Va bene, allora ascoltami adesso, stupido angelo. Ho smesso di essere gentile. Sai cosa faremo? Visto che sei così COCCIUTO. Ho MENTITO. Effettivamente SO IL MODO per tenerti VIVO, nonostante tutto. NON HO BISOGNO del tuo permesso. Posso entrare anche adesso dentro di te, COSTRINGERTI a restare vivo, fino a quando vorrò, ma sai cosa proverai? DOLORE. Un DOLORE IMMANE, fino a che non lo deciderò io, puoi scegliere di soffrire ancora e tanto rimarrai comunque vivo alla fine, o puoi..COLLABORARE..con me, puoi FIDARTI di me, scegliere di accogliermi spontaneamente, e dandomi l’opportunità di REDIMERMI per quello che ho fatto a te e a tutti voi. Ti andrebbe?”
Gli porse la mano e Castiel lo guardò con gli occhi lucidi, ancora sdraiato sula riva e lambito dall’acqua.
“Sei un buon demone, Crowley.e di sicuro sarai stato una brava persona.”
Crowley lo guardò stralunato ed evidentemente colpito.

“Mi fido di te!” disse l’angelo, ma invece di prendergli la mano, gli afferrò il braccio.
Dopo pochi istanti, il demone entrò dentro di lui.
 
Quando lo fece, una straordinaria sensazione di freschezza che non aveva mai sentito, prese possesso di lui.
Il candore degli angeli.
Ma c’era anche un altro sentimento, quello di tristezza, disgusto, depressione.

Era il corpo rotto, l’anima rotta di Castiel.
Lo vide proprio poco distante, riverso a terra, con gli occhi gocciolanti lacrime rosse. Lacrime di sangue.
Andò da lui.
Gli asciugò le lacrime rosse con un fazzoletto e gli diede da bere un po' d’acqua dalla brocca che era su un tavolino che era appena comparso.
“No..no..”

“Sì, bevi. Lo so che stavi annegando, ma non tutta l’acqua è fonte di morte, per la maggior parte è fonte di VITA. E fonte di rinascita.”
Castiel bevve avidamente, sostenendosi al braccio di Crowley, come un bambino piccolo.
“Tu sei annegato e ora sei rinato. Te lo prometto. Mi prenderò..ci prenderemo cura di te.”
 
Fuori sulla spiaggia, un angelo molto malandato, stava camminando fino alla baita.
Castiel.
 
 
 
 
*

Gabriel era comparso in quella baita, sorprendendosi di essere stato chiamato da Castiel, in un posto come quello.
“Cassie, ma che diav..” poi lo vide.
Sul divano, sembrava uno spettro, gli occhi spenti, il viso emaciato, il petto sporco di sangue.
“CASTIEL.”

“Fermati.” Disse Crowley, alzando una mano davanti.
Gabe si fermò come paralizzato.
“Non sono lui. Sono Crowley.”
“COSA?”
“Tuo fratello è VIVO. Non preoccuparti. Ho preso possesso del suo corpo per mantenerlo in vita, volevo solo avvisarti chi è che tu ti stai premurando ad abbracciare. Per correttezza, sai.” La voce dell’angelo acquisì una sfumatura gentile.

Gabriel ci mise qualche secondo per riprendersi, poi scosse la testa.
“Non mi importa se tu sei dentro di lui! È sempre mio FRATELLO.” e gli corse incontro, inginocchiandosi ai piedi del divano e abbracciandolo.
Perfino il demone ne fu quasi commosso.

“Castiel, fratellino. Fratellino mio, che cosa ti hanno fatto.” Continuò ad accarezzarlo sulle guance, a stringerlo, ad abbracciarlo, in un modo che non ricordava più di aver mai fatto. Sentiva il bisogno di tastare con le sue mani che lui era lì, era al sicuro, VIVO.
Non si vergognò di lasciare scivolare delle lacrime sulle proprie guance.
“Crowley. Che cosa gli è successo? Dove sono Sam e Dean?”
“Adesso ti racconto tutto.” Disse Crowley con la voce di Castiel.
 
 
 
*

Dopo il racconto, Gabriel respirava affannosamente.
“Avrei dovuto fare qualcosa per fermarlo..per convincerlo ma non..non volevo mettermi contro di lui e ora ha pagato quest’enorme prezzo.” Disse Gabriel accarezzandogli le guance.
“Non avresti potuto fare niente per convincerlo, ci abbiamo provato in tanti, perfino io, e per poco non puniva Balthazar per questo. Senti, puoi smetterla di accarezzarmi?? Ti ricordo che sono sempre IO, quando sarò fuori dal suo corpo, potrai accarezzarlo quanto vorrai!” disse Crowley spostandosi da lui.

Gabriel sbuffò contrariato della presa di posizione del demone.
“E quando sarà?”
“Non ti ho chiamato perché non avevo niente da fare. Castiel è ancora messo male, ha bisogno di essere CURATO. Tu sei un arcangelo, FALLO.”
“Ma..tu sei ancora dentro di lui..potresti avvertire qualcosa anche tu.”
Crowley sbuffò.

“No, invece. I demoni NON POSSONO essere curati dagli angeli, presumo neanche dagli ARCANGELI, quindi non preoccuparti. Inoltre non possiamo fare altrimenti.”
Gabriel annuì.
“Castiel mi ha salvato, quando ero prigioniero di Asmodeus, sarà un grande ONORE poter ricambiare.”
 
 
 
 

Gabriel cura Castiel 

Gabriel continuava a raccontare di come, instancabile, donasse i suoi poteri curativi a Castiel, di come gli stesse sempre appiccicato, sul divano, durante il giorno e perfino la notte, nel letto.

“Se mi avessero raccontato che mi sarei trovato un giorno in questa situazione, non ci avrei mai creduto.” Disse Crowley, la terza notte.

Gabriel, che lo abbracciava da dietro, lo guardò accigliato.
“Ci credo, con questo corpo non penso tu sia un tombeur de femme, o di uomini, per non parlare del carattere.”
“Ho uno splendido carattere e sono anche un bell’uomo, che ti credi? E comunque intendevo QUESTA situazione, a cercare di tenere in vita un angelo e a farmi coccolare da un altro angelo. Che diamine.”
“Dillo a me. Sto coccolando un demone.”
“In realtà staresti coccolando tuo fratello.”

“Lo sai che come l’hai detta, suona ambigua vero?”
“Potreste fare come Sam e Dean.” Sogghignò lui.
Gabe lo colpì con uno schiaffo sulla testa.
“AHI. Guarda che colpisci anche tuo fratello.”
“Devo molto a quei ragazzi. Non prenderli per il culo. E poi tu che ne sai di che relazione hanno?”
“Sono nel corpo di Castiel e nella sua mente. Devo ricordartelo?”
Gabriel sgranò gli occhi.
"Quindi loro due.."
"STANNO INSIEME, anche carnalmente! E la cosa più straordinaria è che quel gran furbacchione di Bobby e quell'angioletto di Castiel, LO SANNO. Quei due stronzi volevano essere gli UNICI custodi del loro segreto. Come se non stessero poi nascondendo il segreto di Pulcinella! Ohhh non fare la finta faccia sorpresa. Io l'ho sempre sospettato. Non dirmi che TU invece, cadi dalla montagna del sapone." sorrise il demone divertito.

Gabriel sbatté gli occhi, riflettendo su quella rivelazione che poi tanto rivelazione non era in fin dei conti. Crowley aveva ragione. Un po' lo aveva sempre sospettato in fondo, che quei due avessero un rapporto che andava OLTRE l'amore solo fraterno. Aveva passato diverso tempo a casa da Bobby vivendo anche in stretto contatto con i fratelli e aveva notato un certo attaccamento fisico che oltrepassava il limite fraterno. Lui stesso aveva avuto dei dubbi in proposito ma mai la certezza. Quella mano che scivolava troppo vicino al sedere di Sammy, quando erano seduti a tavola o camminavano vicini, quelle mani che spesso sembravano sfiorarsi le dita in un modo che non era fraterno, quelle mani del maggiore troppo a lungo sui fianchi del minore...quelle bocche troppo vicine quando i due parlavano, quasi a faticare a respingere l'attrazione inevitabile che sentivano perfino quando erano in pubblico, quel loro guardarsi intorno a volte con timore quando lui o Lucifer passavano. E una sera addirittura, mentre guardavano un film tutti insieme nel salotto di Bobby, Sam aveva appoggiato la testa tra le gambe di Dean, mentre guardavano un film tutti insieme.

"Ecco cosa si nascondeva dietro quella loro codipendenza. In effetti mi sembrava un po' troppa, avevano un po' troppa...vicinanza. Non posso non dire che un po'..avevo pensato male, ma poi..pensavo che magari mi stessi sbagliando" tossí "Quindi si amano..e bravo Sammy..chi l'avrebbe mai detto, lo facevo più puritano. Ma in fin dei conti, fanno così tanto per il mondo che..si meritano di pensare un po' a loro stessi!" sorrise.

"A mio avviso, sono altre le cose di cui il genere umano dovrebbe vergognarsi..e poi quei ragazzi si amano. L'ho visto nella mente dell'angelo..e lo vedo con i miei occhi, tutti i giorni." disse Crowley.
Gabe non potè fare a meno di sorridere.
"Guarda come difende i suoi ragazzi..parla il demone adesso o mio fratello?" gli chiese, accarezzandogli i capelli.
"Forse..sono un po' condizionato da lui? Accidenti mi sto rimbecillendo."
"Forse pure io, visto che mi trovo a dover concordare..è vero, malgrado li prenda sempre in giro pure io, è una cosa che traspare, l'amore che provano l'uno per l'altro. Ma dimmi.. nella mente di Castiel...hai visto anche cosa pensa di ME?”

“Perché? Cosa credi che pensa? Sta tranquillo, le tue coccole gli piacciono.”
Gabriel si imbarazzò e Crowley ridacchiò.
“Platonicamente, certo, è profondamente devoto a quel ragazzino.”
“Certo..naturale..”
“Ma ti vuole un gran bene. Lui è..contento che tu sia qui. Che gli dimostri il tuo affetto.”
“Non mi stai prendendo in giro, vero? Non potrei sopportarlo.”

“Posso lasciargli prendere il controllo per pochi secondi, se vuoi, posso dimostrartelo.”
“Ma..che..”
Gli occhi di Crowley brillarono un attimo di rosso e Gabriel si trovò Castiel che lo abbracciò.
Gli occhi gli si inumidirono dalla commozione.
“Castiel?”
“Gabriel..”

I fratelli si strinsero un po' più forte, stettero così per circa due minuti, poi il demone si alzò.
“Sono di nuovo io.”
“Stronzo. Potevi farmelo restare ancora un po'.”

“Guarda che lo faccio per lui. È il terzo giorno che lo curi, stiamo andando bene, non vanifichiamo il lavoro fatto finora.”
“D’accordo. A proposito..ho controllato il tuo corpo dentro nella cantina, si sta..,uhh conservando bene nella vasca.”
“Grazie a D.. al diavolo. Non ero sicuro di esser riuscito a fermare il processo di decomposizione.”
“Crowley..”
“Mmmh?”
“Pensi mai..a LUI? Al vero possessore di quel corpo?”

“Mmm..a volte. Ma è passato così tanto tempo..non sono più neanche sicuro di sapere chi fosse..” disse lui stranito.
“E al TUO VERO te..ci pensi mai? A chi eri, prima di essere un demone?”
Crowley deglutì e non rispose.
Gabriel pensò che forse quella volta aveva esagerato. Che non avrebbe dovuto fargli domande troppo personali e proprio quando pensò che Crowley non avrebbe più risposto, lui disse:

“Sono da tanto tempo così, che credo di essermi dimenticato chi ero prima..
Gabriel ascoltò confuso quella frase.
“E non..desidereresti ritrovarlo?”
“Cosa? Chi ero una volta? NO.”
Gabriel se ne stupì.
“Perché?”

“Quando perdi una parte di te stesso…non torni più a essere come eri prima. Gli umani passano una grande quantità della loro vita..TUTTA la loro vita..a rimpiangere chi erano, sé stessi e quelli che amavano. Questo lungo processo di macerazione non porta a niente se non a dolore e sofferenza.  Lucifero non pensava ai suoi anni da ANGELO, se ci avesse pensato, non avrebbe potuto essere il diavolo..”

Così cadde il discorso, ma dalla vena malinconica di Crowley, Gabe si chiese se il demone non stesse per caso mentendo.  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

  Note dell'autrice: ciao ragazzi, volevo dirvi che probabilmente l'altra parte del capitolo che posterò - spero domani -verrà riunita a questo capitolo e chissà a quante altre che posterò poi dopo ççç l'ho quasi scritto tutto il racconto, ma mi mancano altre parti fondamentali! Poi devo anche scrivere di Lucifero che cerca di aiutare SAM e non so se scriverlo prima o DOPO che Sam vada con gli altri a trovare Castiel.
Spero che vi piaccia questo capitolo.A me sì ^^
avrei voluto scrivere di più ma non ce l'ho fatta neanche stavolta xd

sono tra l'altro ancora molto indecisa se riunire i capitoli delle allucinazioni di Sam, voi che ne pensate, dovrei? In fondo parlano tutti e tre della stessa cosa xd

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Capitolo 38
*** Castiel perde la memoria ***


Verso il pomeriggio del quinto giorno, mentre Gabriel e Castiel erano seduti sul divano, abbracciati, dopo un po' l’arcangelo disse:
“Ok, io credo che adesso puoi uscire dal suo corpo.”
“Ne sei sicuro?” chiese Crowley.

“Non mi dire che adesso hai preso una cotta per me e non vuoi più.”
Crowley/Castiel si levò subito dalle sue braccia.
“Che cosa dici? Mi preoccupo solo per il tuo fratellino.”
“Che cariiiino. Comunque non c’è più bisogno che tu sia dentro di lui, adesso è abbastanza in forze perché tu possa lasciarlo.”
“Oh, mi spezzi il cuore, sai che non potrei mai lasciare il mio angelo preferito.” Disse il demone mettendosi una mano sul cuore.
“Crowley..” disse Gabriel.
“Ok, ok, ho capito, ma..tu lo sai perché te l’ha detto LUI che sta bene?”
Gabe si mosse a disagio sul posto.
“Lui non mi parla.
“Scusa?”
“Non riesco a percepire i suoi pensieri, le sue parole, sento solo quello che prova, e sento che…sta recuperando le forze, è ancora debole, ma non più in pericolo di vita..e prima che tu lo chieda, SENTO anche che è abbastanza insofferente all’essere ancora posseduto da te, vorrebbe muoversi, parlare e..non credo capisca quello che gli sta succedendo. Quindi..sì..devi ANDARTENE.” Disse determinato.

“Va bene, va bene, messaggio ricevuto, tolgo il disturbo.”
“Mmm..aspetta..”
“Mh?”
Grazie.
“Crowley annuì e prima che la questione diventasse piuttosto imbarazzante, il fumo rosso del demone, uscì dalla bocca dell’angelo.
Gabriel si sentì male a vedere gli occhi sgranati dell’angelo, dilatarsi e la bocca aprirsi così tanto come se stesse morendo dalla paura.
Lo tenne stretto.
“È tutto a posto, è tutto finito ora.” Disse abbracciandolo forte.
Il fumo rosso intanto era precipitato in cantina, dove si trovava il suo corpo immerso in una vasca grande.
 
“È tutto a posto, sta tranquillo.” Continuava a dire l’arcangelo, ma dopo pochissimi secondi, Castiel si dimenò.
“NO. Tu…chi sei??? “ gridò.
L’arcangelo era basito.
“Sono Gabriel e tu sei..Castiel.

“Chi è Castiel? Chi sei tu??? Dove mi trovo?” balzò in piedi.
“Castiel, calmati adesso.”
“NO. non mi CALMO. Voglio sapere dove mi trovo. “ si tenne la testa tra le mani. “Ohhh la mia testa. Cos’ho alla testa.”
“Buongiorno, angioletto, ho sentito i tuoi toni soavi.” Disse Crowley, gocciolando per terra.
Crowley!!! Stai allagando il pavimento.”

“Mi ero SCORDATO di questo piccolo inconveniente, certo che tu potevi anche farmelo presente prima.”
“Chi sei tu?? Chi siete voi??” continuò Castiel.
Crowley guardò Gabriel.
“Sta fingendo?”
“Purtroppo no.”
“È un bel problema.”
“Insomma qualcuno vuole dirmi che cosa sta succedendo??”

Crowley si sedette sul divano e lo invogliò a sedersi.
 
“Calmati, forse sei stato vittima di un’amnesia..”
“u-un’amnesia?”
“Qual è l’ultima cosa che ricordi?
“Io..io..non..”
Flash di un vortice, acqua, tanta acqua, un giubbotto steso per terra…
Castiel si prese la testa tra le mani.

“Acqua..tanta acqua… ci sono in mezzo..c’era un cappotto..io..oddio..sono Annegato??? Ero su una NAVE??”
Castiel e Gabriel si guardarono.
“T-tu hai subito..una specie di naufragio..ecco.”
“Un naufragio esistenziale, angioletto.” Precisò Crowley.
 
 
 
 
 
*

Ora che Castiel poteva muoversi e parlare da solo, ma non ricordava più chi era, non potevano più evitare di mettere in mezzo anche gli altri arcangeli, quindi dopo pochissimo, arrivarono Lucifero, accompagnato dalla sua fidanzata Kelly e dal demone Meg.
“Siamo venuti a prenderlo.” Disse dolcemente Kelly.
“Prendermi?? Io non vado da nessuna parte.” Disse Castiel spaventato.

“Non fare i capricci, Cassie.” Disse Gabriel. “Vogliono solo aiutarti.”
“Perché non puoi aiutarmi tu? Te la stavi già cavando bene da solo!” disse Castiel, questo provocò uno sguardo accigliato da parte dell’arcangelo, ma non fece in tempo a rispondere che la voce di Lucifer, li interruppe.
Perché stai gocciolando per terra?” chiese al demone.

Crowley aveva una faccia così buffa che Gabe dovette resistere all’impulso di scoppiare a ridere.
Crowley infatti sbottò.
Non sto sgocciolando! PRIMA sgocciolavo, adesso no, mi sono cambiato, mi sono VESTITO, asciugato..” disse.
“Ma stai ancora sgocciolando.” Disse Lucifer, guardando i suoi capelli bagnati e la maglia ancora un po' bagnata.

“Beh, scusate TANTO, mi dispiace di SGOCCIOLARE, ma devo tenere d’occhio due BAMBINI qui. Se non l’avete notato!!”
Lucifer sorrise sbracciando le mani con una posa birichina.
“Io non andrò con LORO.” si intestardì Castiel.
“Castiel, sono tuoi amici.” Disse Gabriel.
“Non li conosco!
Gabriel si inginocchiò ai suoi piedi, prendendogli le mani dolcemente.

“Hai bisogno di aiuto e noi non possiamo farcela da soli..io non posso farcela da solo..verrò anche io..ti sentiresti più al sicuro?”
“Io..s-sì..tu mi sei stato vicino..quando stavo male..”
Gabe lo guardò accigliato.
“Dormivo..sentivo che tu..mi abbracciavi..”
Guarda, guarda, questo è molto interessante.” Li prese in giro Luc.
“Luc! Lasciali in pace.” Disse Kelly.
“Scherzi? Ho appena cominciato!”

“Va bene, vogliamo andare tutti? Clarence, ti vuoi muovere? O dobbiamo stare qui a pregarti tutto il giorno?” chiese Meg.
“Non mi piace lei. “ disse Castiel.
“Non piace a nessuno, ma poi diventa simpatica.” Disse Gabe sorridendo.
Meg sbuffò sonoramente.
“Può diventarti simpatica una che prima non lo era?” chiese l’angelo.

“Non lo so, angelo, io sono simpatico a tutti da SEMPRE.” Disse Crowley sorridendo.





















Note dell'autrice: rieccomi, credo qui si conclude la parte di come Cas è stato salvato e ha perso la memoria, ora devo solo decidere quando raccontare il suo soggiorno da Lucifer - un minimo tributo glielo devo - cmq FINALMENTE dopo questo racconto, Luciferi "cercherà" di aiutare Sam, perchè non è detto che ci riesca, purtroppo la cosa temo si protrarrà ancora per due - tre capitoli e mi sto già stufando di nuovo, quindi non so quando aggiornerò di nuovo.
Solo una cosa...visto che questi capitoli ripercorrono tutte le tappe di Cas : salvataggio, cura di Gabe e perdita della memoria, non so più se mi conviene riunirle, forse le lascerò così..
per la parte sulle allucinazioni di Sam, devo ancora decidere

Spero davvero che la storia non vi abbia ancora stufati e mi dispiace se non sto più parlando di Crowley e Bobby T_T
ma credetemi, non li ho dimenticati, solo che devono avere ll loro tempo, fino a quando non si sistema la cosa di Cas e anche di Sam, non è ancora il loro tempo xd
spero non vi sembri troppo irreale, ci ho provato a farli sbaciucchiare un po' nei capitoli precedenti, ma la verità è che non riesco a concentrarmi su più coppie e personaggi allo stesso momento xd

Alla prossima!

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Capitolo 39
*** Inizio del rituale ***


Dopo il racconto di Gabriel, quella notte, erano ancora tutti molto meditabondi su quanto appena accaduto.
Sam e Dean dormivano insieme, nonostante Sam ufficialmente aveva preso possesso di un altro letto, vicino a quello di Dean.
Erano ancora abbracciati e si baciavano languidamente.
“Pensa se Rufus aveva una stanza in più…a quest’ora dovevi sfidare le tenebre tenebrose per venire qui a farti coccolare da me.” disse Dean.

“Credi mi spaventi un po' di buio? E poi..sei felice che Rufus non abbia una stanza in più e quindi viva in una casa modesta? Sei davvero una brutta persona.” Disse Sam languido.
“Beh, perché proprio lui dovrebbe avere una stanza in più e Bobby no?” chiese incoerentemente.
“Sta zitto e baciami.”
Dean lo accontentò subito e poi sospirò.
“Sai..non l’avrei mai detto che sarebbe finita così. Rufus ha addirittura accettato di ospitarci. Chi l’avrebbe mai detto.”
“Sono amici..Bobby è il suo migliore amico.” Disse Sam.

“Ma noi no..non era obbligato e l’ha fatto lo stesso.”
“Credo che anche Rufus si senta un po' solo..e noi siamo una bella compagnia allargata.” Disse Sam ridacchiando.
“Già..con la presenza di Lucifero, poi..incredibile che abbia accettato di ospitare anche lui.”
“Dean..non è più il diavolo.”
“Lo so..ma è comunque un pensiero forte da accantonare, il fatto che un tempo lo sia stato. Secoli di pregiudizio non possono andare via così.”

“Già..così come il pregiudizio dell’amore tra consanguinei..” disse Sam.
Dean lo fissò ombreggiato.
“Scusami, parlo sempre troppo.”
Sam scosse la testa.
“Dean..io ho deciso che voglio fare una cosa..se Luc riuscirà a liberarmi da queste visioni..voglio fargli una proposta.”
“Un patto con il diavolo?” rise Dean.

“Ascoltami. Uno scambio equo. Gli chiederò di far accettare al mondo l’amore omosessuale e quello tra consanguinei consenzienti.”
Dean rimase troppo scioccato per dire una parola.
“È una cosa un po' forte da ottenere. Lui vorrà qualcosa in cambio.”
“Per ringraziarlo, mi impegnerò a fare in modo che il mondo sappia quanto il diavolo non è più cattivo. Una dimostrazione in piena regola. Nazionale. Plateale. Tutte le televisioni del mondo dovranno parlarne.”

“Questo significherebbe esporci alla pubblica piazza e probabilmente alla pubblica gogna.”
“Non mi interessa. Per avere qualcosa bisogna DARE qualcosa in cambio.”
“Allora io ti aiuterò Sam..sono con te.”
“Non avevo dubbi.” Disse Sam baciandolo.
 
 
 
*

Erano passati cinque giorni da quando Sam e Dean erano a casa di Rufus, l’allegra combriccola si divertiva a casa dell’uomo. Aiutava con le pulizie, falciava il prato, faceva giochi di tavola, andava a fare la spesa. Luc in accordo con Sam aveva voluto aspettare di vedere se le visioni tornavano, essendo che entrare in una mente umana, era pur sempre un rischio. Se non ce ne sarebbe stato più bisogno, era meglio lasciare che implodesse in forma naturale.
Alla soglia del quinto giorno, le visioni di Sam tornarono.

“NOOOO. TU NON SEI REALE. VATTENE VIA. VIA. VIA. AHHHH. Non sono nella gabbia. Non sono più lì.”
“SAAAAAAM.”  
Dean era uscito a comprare delle uova e del pane. Appena entrato, sentì le grida di Sam e lo vide a terra. Quell'immagine lo scioccò e fece cadere i sacchetti., rompendo le uova, ma non ci badò, aveva occhi solo per il fratello in quel momento.
Luc lo fermò, prima che Dean si buttasse sul fratello.
“FERMATI.”
“NOOOOO. LASCIAMI. DEVO AIUTARLO.”

“In queste condizioni, se ti butti addosso a lui, potrebbe avere una crisi di nervi!” disse Luc.
Ma non vedi che sta male?? Fa qualcosa! Perché nessuno di voi fa niente???”
Luc guardò gli altri che erano colpiti quanto lui.
“State vicino a Dean e a Sam, tranquillizzateli, io vado a chiamare Gabriel.”
“Hai promesso che lo avresti aiutato!!” protestò Dean.

“E lo farò, bellezza, ma ho bisogno dell’aiuto di un altro arcangelo, per farmi da ANCORA. Sam ha aspettato tutto questo tempo. Può aspettare ancora qualche minuto.” E senza più aggiungere altro, si smaterializzò.
 
 
 
 
*

Dopo qualche minuto comparve Gabriel accanto a Luc.
“Era ora.” Disse Dean, anche se un po' più calmo. Sam era accucciato a un angolo della parete, non gridava più ma sembrava in trance.
“Sam?? Come va?” chiese Gabe.
“Va via. Tu non sei reale. Sei MORTO. Luc ti ha fatto a pezzi!!”
Gabe guardò Dean.
“Non ci avevi detto che la situazione era così grave.”
“NON PENSAVO LO FOSSE.”

“Sam disse che aveva difficoltà a capire cosa fosse reale e cosa no, ma non pensavamo fino a questo punto.” Disse Bobby.
“Così lo zuccherino ha voluto fare l’eroe per non farvi stare in ansia. Eh? Dico bene, Sam?” chiese Luc.
“STA LONTANO. NON FARMI DEL MALE!!”
Luc si ritrasse.

“Era parecchio che non vedevo più qualcuno tremare al mio cospetto, ma ancora più raro che mi gridassero contro per qualcosa di cui non ho idea. Ok ho recepito il messaggio, adesso lo facciamo" disse Luc vedendo l'occhiataccia di Dean." ma dovete fare SILENZIO. Ci vuole MOLTA CALMA.  Gabriel vieni qui.”
Gabriel non si fece pregare e gli prese la mano.
“Quel damerino sputasentenze di Castiel..è messo fuori uso, altrimenti potrebbe venire qui ad aiutarci, lui come collante, ci sarebbero più probabilità di riuscita.” Disse Luc.

“Hai detto che possiamo farcela lo stesso.” disse Gabe.
“Sì, ma le percentuali non sono così alte..è un salto nel buio..oh, facciamolo e basta.” Disse Luc.
Si concentrarono e dalle mani di Gabriel si scaturì una luce bianca che andò a finire nel corpo di Luc, che si avvicinò a Sam.
“Bobby, tienilo fermo.”
Bobby fece quanto ordinato, Sam si dimenò come un ossesso.
“Non mollarlo.” disse Luc, afferrandolo per la maglia, in quell'istante tutti e due sembrarono come se avessero delle convulsioni.

“Non mollarci per nessun motivo, Gabe, fino al mio segnale, fino a quando non te lo dirò io, tu tienici collegati, chiaro?”
"Ma se dovessero esserci delle complicanze?" chiese Gabe.
"Vale la stessa regola." “D-D’accordo.”
“Aspetta, di quali complicanze parl..” iniziò Dean.
“VIA!!” disse Luc toccandogli la fronte accasciandosi al pavimento contro il minore.




















Note dell'autrice: ciao ragazzi, ho fatto il lavoro che vi dicevo dovevo fare in alcuni capitoli LOL ne ho riuniti alcuni, ho dovuto rompere le scatole a Team e Ciuffettina, per il rinnovero delle recensioni LOL per ora sono riuscita ad evitare di romperle anche a Corvinus LOL spostando io stessa le recensioni negli appositi capitoli, ma non credo di riuscire ad evitarlo ancora a lungo LOL Corvinus scusami in anticipo xd
il lavoro di inglobazione dei capitoli, non è ancora finito xd per ora ho riunito quelli in cui Cas e Crowley vengono evocati dagli altri e i primi due che parlano del racconto di come Castiel viene salvato da Crowley, ma mi manca il terzo, senza contare i capitoli sulle allucinazioni di Sam, e i prossimi che parleranno di come Sam viene fuori dai suoi deliri.
Scusate il disagio.

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Capitolo 40
*** L'altro Lucifer ***


Erano nella testa di Sam.
Luc si trovava nella gabbia.
“Ancora?? Ma dai! Sam non sai davvero essere più creativo di così?” chiese lui vedendo le pareti della gabbia, quell’alone luminescente rosso e nero.

“Lui forse no, ma IO Sì.” Disse una perfetta caricatura di Luc, tirando un laccio e facendo cadere Sam carponi.
“AHHH. NOOOO. Lasciami!! Maledetto.”
“Maledetto sì, dall’eternità, ma non ti sembra un po' eccessivo?” chiese Luc ma Sam non lo ascoltava, tutto preso dal cercare di togliersi i lacci e le funi che lo tenevano legato.
“LASCIALO ANDARE!”

“Oh, vuoi che lo lasci andare? Ti accontento!” disse il falso Lucifero e i lacci sparirono per lasciar il posto a Sam che si incatenava alla gabbia.
“Hai detto che lo lasciavi andare.”
“Non ho detto quale pezzo..” disse il falso Lucifero.

“Sam, ascoltami, sono io. Lucifero!”
Sam gemette.
“Non ne bastava uno? Perché ora due?”
No, no, Sam, sono io, sono reale.”
“Non ascoltarlo, Sam, niente è reale, eccetto la gabbia.”
“No, Dean..solo lui..è reale..”
Luc gli diede un ceffone.

“Magari questa sberla ti sembrerà più reale delle carezze che ti sta dando questa brutta fotocopia?? Come ti sembra eh??”
Sam era basito.
“Tu..chi sei?”
“Sono il vero, Sherlock! Sono venuto qui per riportarti indietro! Ma non posso fare nulla se non mi aiuti anche te. Devi volerlo SAM. Tuo fratello..è molto preoccupato.” Disse prendendogli il mento. “Dammi retta, Sam..se io volessi davvero giocare con te, non rimarrebbe niente del tuo corpo qui.”
Questo svegliò Sam.

“è tutta un’allucinazione..ci sono cascato un’altra volta.”
“Sia lodato D…ah no! questo non posso dirlo!”
“Mi dispiace tanto. Io non ne ho il controllo.” Ma in quel momento le funi che sostenevano le sue mani, si dissolsero. Sam guardò i suoi polsi con costernazione.
“Non ne hai potere eh? Sei più forte di quanto credi, devi solo scordarti di essere un imbecille e tutto andrà bene.”
“Grazie, Luc..” gli sorrise Sam.

Fece per prendergli la mano, ma il falso Lucifero li divise con un lampo.
“Non così in fretta, adorati!”
Luc guardò il falso Lucifero e poi Sam con indignazione.
“Hai detto che ora CI CREDI!”
“Non..non è colpa mia.”
Il falso Lucifero rise.

“Ogni volta che adduciamo come scusa che non è colpa nostra, un frammento dell’Universo muore nel mondo, non è vero, Sam?” roteò il pugno nell'aria e Sam si toccò la gola.
“Ahhh..ahhh..”
“SAM, NO, RESISTI.”

“È sempre colpa vostra! Se il vicino tratta male la moglie, è colpa vostra! Se il buco dell’ozono si restringe è colpa vostra, se i bambini africani muoiono di fame, è colpa vostra! Il mondo che siete ora, è colpa vostra!  La colpa dell’Uno ricade su TUTTI. TUTTO il genere umano, che è corrotto dall’alba dei Tempi.”
“No..cofff..non è così..gli sbagli di uno non fanno lo sbaglio di tutti..”
Lucifero strinse di più la presa su di lui.
“AHHHH..”

“Ma è stato quello che TUTTI voi avete predicato. IL VOSTRO PECCATO ERA IL MIO PECCATO. O non ricordi più la bibbia, Sam?”
“LUCIFERO! LASCIALO. LUI NON C’ENTRA!”

“Ma IO devo c’entrare sempre non è vero?  Tutto questo tempo a dare la colpa a ME, di tutto il male, corrotto che esiste su questo pianeta.  GUARDA, SAM, cosa sei miliardi di voi hanno fatto a questo pianeta e quanti di voi incolpano me per questo!”
“Luc..fa qualcosa..”

“COSA? Sei tu che devi sconfiggerlo, siamo nella tua testa!”
“L’ho fatto! Io l’ho sconfitto! Tocca a te adesso.”
“Ma che diavolo stai dicendo?”
“Non l’hai ancora capito?? Non siamo più nella mia testa! Siamo nella TUA!”
 
Fermo immagine su Lucifero a casa di Bobby che aveva la testa immobile e gli occhi vitrei.

“Lucifer.. ti ricordi quello che ha fatto Castiel per te?..quando cercava il Purgatorio con Crowley. Sei stato tu a rivelarmelo.”
“Non so di cosa stai parlando Sam, questo non è il momento.”
“Lucifer, tu non capisci.” Ripetè Sam.
Con la mente andò a quei giorni.
 
Erano i primi giorni che Lucifer stava a casa con Bobby. Aveva preso Dean e Sam e aveva parlato con loro in cortile.
 
“È venuto da ME, mi ha detto che grazie all'alleanza e al patto con Crowley, stava diventando più forte.. e che poteva portarmi via la sofferenza del mio vecchio ME. Non so come faceva ma lui riusciva a percepirla, semplicemente toccandomi un braccio.”
“Cosa gli dicesti?” chiese Dean.

“Gli dissi che non volevo saperne NIENTE, che quello che mi fece mio padre, bastava ed avanzava, che l’avevo perdonato, che non volevo altro. Ma lui disse…
“Come puoi dire che hai perdonato Dio, se non riesci neanche a perdonare te stesso?”
Castiel a quel punto gli toccò il braccio inaspettatamente, immobilizzandolo e sprigionando luce azzurra dagli occhi.
“Il ricordo di cosa hai passato, è con me ora. Ora sei davvero un uomo nuovo, fratello.”
“E suppongo che vorrai qualcosa in cambio.”
“Ti chiedo solo di non ostacolarmi. Io voglio soltanto..creare un mondo nuovo che renderà tutti felici.”
Luc aveva terminato il racconto ai fratelli.
“Figlio di puttana..” disse Dean dopo il racconto.

“Questo è quanto. Ve l’ho raccontato perché non volevo che pensaste che Castiel fosse MALVAGIO. Lui era BUONO. Era talmente buono da pensare di togliermi la sofferenza di secoli nella GABBIA, con tutti i problemi che aveva. E so che magari non significa nulla per voi, ma io..Se posso fare qualcosa, qualunque cosa, per ripagare il mio debito lo farò.”
“Tu non hai debiti, Lucifero. Non con lui. È questo che fanno i fratelli. Si proteggono l’un l'altro, e siamo contenti che finalmente l’abbiate capito. Ma comunque qualcosa puoi ancora fare.” Disse Sam.
 
 
 
 
“Quel giorno Castiel non ragionava, voleva solo fermarmi, crearmi delle allucinazioni, non penso che lui sapesse che quello che aveva tolto a te, era in qualche modo ancora presente..o che il tuo vecchio TE fosse ancora vivo da qualche parte..forse pensava di crearmi solo allucinazioni dell'inferno, non lo so..ma qualcosa è andato storto..ha trasferito quello che aveva tolto a TE, su di me. Solo che io non potevo fare niente contro quello, perchè non era un trauma davvero MIO ma TUO.” Disse Sam.
Luc sgranò gli occhi in realizzazione.
Lucifero prese a ridere sguaiatamente.

“Ci sei arrivato alla fine eh? Bravo Sam! " poi si volse verso Luc. "Sei diventato davvero uno smidollato. La larva umana è più intelligente di te.”

“Luc! Una parte di te, non riesce ancora a dimenticare la gabbia, il passato..” disse Sam.
“No, non è vero. Io l’ho dimenticato.”
“Non c’è niente di male..secoli nella gabbia..provano chiunque..anche il diavolo..”
“No..”
“Secoli nella gabbia..ma non era come se non ti fosse permesso muoverti non è vero?” diceva il falso Luc. “POTEVI. La gabbia è MENTALE. Puoi muoverti all'interno dell'inferno, se lo desideri, ma non puoi intervenire, non puoi uscire dall’inferno! Quale inferno peggiore di essere confinati in una lunga eterna gabbia, vedendo sempre le stesse cose?”
“Luc..”
“Magari sei impazzito, magari CREDI solo di essere fuggito, di esser perdonato, ma lo sai anche tu, che sei imperdonabile. Il tuo peccato è corrotto,  una sporcizia che non può essere lavata via.un male incurabile, “ e rise sguaiatamente."Papino avrebbe dovuto perdonare TE? Quando non perdona neanche loro???" urlò segnando Sam con il dito. " La creatura umana che tanto ama??? QUANTO – CAZZO – SEI ARROGANTE?”
Luc si sedette accasciandosi e Sam riuscì a trovare il modo di farlo alzare.
“Non devi ascoltarlo.”
“Mio padre..non può avermi perdonato..”
Sam lo schiaffeggiò.

“Se siamo riusciti a perdonarti NOI, PUÓ ESSERCI RIUSCITO LUI! NON È FORSE IL SIGNORE ONNIPOTENTE? A COSA CAZZO SERVE ESSERE ONNIPOTENTI SE NON RIESCI A PERDONARE I TUOI FIGLI??”
Luc riuscì infine a vederlo.
“Sam…”
“Tuo padre ti ama, Lucifero. Ma finora non poteva far niente per liberarti dall’odio che tu provi per te stesso. Sei tu che devi riuscire a perdonarti.
“P-perdonarmi? Ma io..”
“Ti sei fatto una famiglia, hai un bambino, un amore..degli amici..ma rinneghi quello che sei stato..e la tua parte oscura ti odia. È giunto il momento che tu ti perdoni.”
Luc si alzò e delle sfavillanti ali bianche si ersero dietro di lui. Ali da angelo.
 
Il falso Lucifero sembrò intimorito, ma poi riprese la sua baldanza.
“Le favole non ti aiuteranno a sconfiggermi. Tu vivi nel tuo mondo di favole, io nella realtà.” disse sfoggiando a quel punto delle ali NERE.

“Non sono io a vivere nelle favole, Lucifer, ma TU. UNA FAVOLA NERA.”
“Tu..come ti permetti..”
“Se sei diventato così..è per colpa MIA. Mi sono rinchiuso in un mondo fatto di carne bruciata, odio, dolore, sofferenza e fuoco. Il fuoco della dannazione, ma esiste un altro fuoco, quello dell’amore, della passione, del PERDONO.”

“Non avvicinarti..sei patetico..ma non lo vedi? Una famiglia. Un amore! Tutte cose che ti hanno reso così DEBOLE. Uno sciocco. Che ti hanno fatto cadere al mio cospetto. Ti senti così forte ma prima sei caduto davanti A ME.”
“È vero, sono caduto, come caddi secoli fa. Eppure sei tu quello che tremi ora davanti A ME.”
“Io..tremo sì..DI RABBIA..perchè quelle ali ERANO MIEEEEE. “
Cercò di colpirlo ma Luc si scansò.

“RIDAMMELLE. MALEDETTO. ERANO MIE. MIEEEEE. “
Luc si scansò ancora.
Lurido Verme. Ti farò a pezzi tu e il tuo amichetto, così tanto che mi implorerete pietààà!”
“No, Lucifer. È la mia pietà che conta adesso.”
“AAAAAAAAAAAAAAARRRRRGHHHHH.”
Luc si mise a volare per scansarlo ancora.

“Bello VOLARE EH?? Tra le nuvole. Nel cielo. Essere ammirati da stuoli di arcangeli, essere visto e venerato come il più bello. Io ERO COSì. E poi tutto mi è stato portato VIA. Le mie ali..sono diventare NERE.” disse Lucifero con gli occhi umidi ed era così struggente la sua malinconia e tristezza, da emozionare i due.
“Le tue ali sono state sempre bianche, Lucifer. Dovevano soltanto far cadere la sporcizia che era caduta sopra.”
“BUGIARDO!” cercò di colpirlo.

Lucifer lo bloccò da dietro, girandogli la testa.
“Guardale.”
“NO. Ti ammazzo., Ti ammazzerò.”
“Guarda le tue ali!” disse passando una mano su una delle sue ali.
Lucifer tremò sotto il suo tocco.
“Le ali di un angelo caduto..diventano nere. Ma rimangono sempre ALI..tremano al tocco di un altro angelo..riconoscono un loro fratello.

Le ali di Lucifer tremarono, una cascata di fuliggine cadde dalle ali, risplendendo di un bianco cupo.
“N. no..è un trucco..prima non era così..non era così..”
“È quello che si cela dietro l’illusione, Lucifer. L’amore e la bellezza. Un diamante che cade nel fango rimane sempre un diamante.”
“Io non sarò mai più un diamante..mai..mai più..sono un mostro..”
Gli occhi di Luc si appannarono.

“No, non lo sei. Sono stato io a fartelo credere. Io, che non riuscivo a perdonarmi. E per questo ho cercato di rifuggire il TUO ricordo. Il ricordo di ciò che eri, che ERAVAMO. Ti ho giudicato. Ti ho rinnegato, ti ho lasciato solo nella disperazione, perché ti odiavo. Volevo dimenticarmi che NON ERA TE che odiavo. Ma Chuck. Dio. Nostro padre. Per avermi abbandonato. Quando qualcuno ti dona un'altra possibilità, ti senti obbligato a perdonare, e lo fai anche quando non sei ancora pronto a farlo.. e io ho cercato di dimenticare, di perdonarlo..di dimenticare che l'ho odiato..ho cercato di scordare che ancora lo odiavo..e quindi ho preferito odiare TE.”
Lucifer lo guardò con rabbia.

“Mi sentivo migliore adesso. È lo sbaglio che condannavo agli umani. E ci sono cascato anche io. Credendo di essere migliore di te, ho finito per essere crudele, peggio forse. E ora però voglio dirti che io finalmente posso farlo. TI PERDONO. Perché posso. Perché voglio. Perché sono il DIAVOLO. Sono Lucifero e posso fare quello che voglio. ANCHE perdonare.”
 Avanzò verso di lui.
“Sta lontano! Sta lontano o ti farò del male!!”
Luc scosse la testa.

“Non ho più paura di te, Lucifer! Male? Ne hai fatto già a te stesso, troppo.”
“N-no. no.”
Luc finì per abbracciarlo e l’altro non si mosse.
Sam si commosse a distanza.
Il vecchio Lucifer, si aggrappò alle sue ali.
“Le ali..le ali..,avevo dimenticato..quanto..erano BELLE..” disse accarezzandole.

Una luce bianca si sprigionò tra i due, accecante e quando Sam riaprì gli occhi, vide che le ali di Lucifer erano tornate a essere bianche, splendenti come la luce, spazzando via quel bianco opaco di poco prima.
Il corno che aveva in fronte si trasformò in un grande terzo occhio.
La parete davanti diventò come uno specchio.
“Guarda, Lucifer, perché ora finalmente VEDI.” Disse Luc, mostrandogli il terzo occhio.

Lucifer si toccò il viso, commosso, lacrime che rigavano il suo viso.
“Grazie.” Disse, guardando lui e Sam.
Sam sorrise, avvicinandosi a lui.
“Perdonami, Sam.”
“L’ho già fatto.” Disse l’altro.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autrice: ciaoooo. Avevate perso la speranza che aggiornassi questa storia vero??? LOOL
confesso che questo capitolo è stato abbastanza inaspettato anche per me, visto che l'idea era quella di seguire il canon e fare in modo che sì, Lucifer tentasse di salvare Sam, ma non ci riuscisse, restando intrappolato con lui, pensando a quel punto di essere malvagio, insomma, inglobandosi in quella stessa allucinazione..fino al salvataggio d Cas..ma poi mi sono innamorata di questa versione invece..anche perchè sarebbe stato un po' assurdo che Lucifer restasse intrappolato li fino a chissà quando xd spero non ci siano troppi errori ç_ç   
 
ps so bene che l'escamotage che ho trovato, di Cas che vuole alleviare la sofferenza di Luc..è un po' tirata per le righe LOL ma non ci posso fare niente..mi è venuta in mente e ho dovuto scriverla..e almeno Cas ha anche una buona ragione per cui è uscito anche fuori di testa xd

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Capitolo 41
*** Sam e Dean parlano del loro amore alla loro nuova famiglia ***


“LUC. LUC LUC.
Luc si ricongiunse con Lucifer, sentendo una gran pace attorno a sé, una luminescenza che non sentiva neanche quando suo padre l’aveva fatto RINASCERE.
E poi…Gabriel lo stava chiamando!!
“SAM. SAM. SAM. SAMMY.”

Quella era la voce di suo fratello. Lo stava chiamando! Quanto era celestiale la sua voce, armoniosa, amorevole, soprattutto dopo quanto era appena successo, era per lui come la LUCE.
Desiderò raggiungerlo, quella voce così preoccupata., e nonostante ciò, restava amorevole.
“Ci chiamano!” disse Sam.
“Sì. Dobbiamo tornare.” Disse Luc, prendendo la mano di Sam.
“Tornate. Tornate. Tornate.” Disse la voce di Gabriel sempre più vicina a lui.
 
 
Era fatta. Erano di nuovo coscienti, uno con la testa dell’altro addosso. Si rimisero subito in piedi, aumentando la distanza, imbarazzati.
Si guardavano attorno. Tutti li stavano guardando come se stessero assistendo alla loro resurrezione.
“Com’è andata?” chiese Bobby.
“Ce l’abbiamo fatto! L’abbiamo scacciato via!” disse Luc.
Tutti lo guardavano allibiti.

Lucifer. Cioè..la mia parte malvagia. Non l’abbiamo proprio UCCISO. Diciamo che io gli ho chiesto scusa..e mi ha perdonato..per averlo..insomma ci siamo..perdonati a vicenda!” disse Luc imbarazzato.
Dean non volle ascoltare altro, fu anzi alquanto buffo, come sia lui che Gabriel, si mossero simultaneamente per buttarsi tra le braccia dei reciproci fratelli.

Dean balzò per gettarsi tra le braccia di Sam, sfogando finalmente un istinto che a lungo si era imposto di preservare, di controllare, lo abbracciò.
Non disse niente, semplicemente gli mise le mani sul viso.
Controllati, controllati..non puoi farlo, non puoi,.
Dean voleva troppo baciarlo. Ma non poteva farlo lì, davanti a tutti. C’era ancora qualcuno che non sapeva di loro..era troppo rischioso..era troppo..
Era SAMMY.

Disperato, gli prese il volto tra le mani, lo sollevò, chiudendo gli occhi, facendo collidere le loro labbra. Sam rispose con un gemito sorpreso, ma si aggrappò ancora più a lui.
Questo entusiasmò ancora di più Dean. Suo fratello non lo stava respingendo, lo stava baciando li davanti a tutti, si sentì come se fossero due ragazzini, adolescenti, incuranti del mondo che li circondava, era pazzesco che si sentissero così, a quell’età, uno a 31 e l’altro a 27 anni.

Lucifero, nel frattempo, avvinto dalle braccia di Gabriel, si era girato alla scena, con stupore dell’altro arcangelo e di tutti che assisterono al bacio più emozionante che si sia mai visto.
I fratelli sembravano quasi una cosa SOLA.
Come un’unica entità. Talmente lucente e splendente che sembrava come se dovessero ad un certo punto splendere come una stella, o vedere sbucare dalle loro schiena un paio di grosse e meravigliose ali ciascuno.

Sì, perché una bellezza tale doveva racchiudere la luminosità di una stella, la preziosità di un’ala, senza dubbio.
Ma non era così, le bellezza più belle non sono sempre visibili, è il cuore che le fa risplendere.
Assisterono al bacio in silenzio, senza dire una parola, per non interrompere la magia. I fratelli si baciarono con passione, come se dalle loro labbra stesse risplendendo una strana luminosità, come polvere di stelle, come coriandoli. Un mix tra magia e fanciullezza.

Un brillio circondava i loro visi e dopo un po' si accorsero che erano LACRIME.
 
Quando il bacio si interruppe, i fratelli sembrarono come tornare alla realtà. Si guardarono intorno imbarazzati.
“Grande Giove.-.” disse Rufus a bocca aperta.
“Scusate..mi dispiace, io..” cominciò Dean, tossendo.
“Non- chiedere- scusa. Non ti azzardare o ti picchio.” Lo ammonì Bobby.

“Lui forse non dovrebbe, ma tu sì, per non avermi detto niente, caprone.” Disse a Bobby, sussurrando, ma con un tono ben udibile.
Dean sorrise, imbarazzato e Sam si intenerì. Aveva le guance rosa come un bambino colto un flagrante. Sam se lo strinse a sé.
“Dobbiamo comunque una spiegazione, a quei pochi che..” disse Sam, lanciando un’occhiata ai due arcangeli, a Kelly che era arrivata li, preoccupata per Luc e a Rufus.
“Io lo sapevo.” Disse subito Gabe.

Io lo sapevo da prima.” si impose Crowley.
Io lo sospettavo.” Disse Luc malizioso.
“Beh, a quanto pare l’unico idiota qui ero io. Ma dopo quello a cui abbiamo appena assistito, vedere due che si baciano sembra quasi normale, nonostante il legame fraterno.” Disse Rufus, che palesemente stava cercando ancora di venirne a capo.
Sam e Dean stavano quasi avendo un giramento di testa. E poi quand’era arrivato il demone?

“C-come..”
“Come facevate a sapere..”
“Rimandiamo questo a dopo, ok? Ora la parte più importante, credo sia sapere come è andata a finire il..”
Bobby non riuscì a finire la frase che una specie di trottola lo investì.
“Ma che..”
La trottola fece praticamente cadere anche Dean a terra e si lanciò sul petto di Sam.

Sam sgranò gli occhi, notando la trottola piena di capelli che si mise a singhiozzare sul suo petto, come un cucciolo di cane.
“Adam..”
“Ero così preoccupato. Davvero adesso stai bene?”

“Ma certo..” disse Sam, accarezzando i soffici capelli biondi. Non si era reso conto di quanto fossero cresciuti in quelle settimane. Gli erano venuti dei boccoli biondi niente male. Quando avevano conosciuto Adam la prima volta, sembrava avere pochi capelli, sfibrati e stanchi, ma ora che erano cresciuti..erano belli. Sam ebbe la riprova di quanto l’amore e avere una famiglia che ti ama, possa trasformarti anche fisicamente e rendere tutto di te più bello. “Sta tranquillo, piccolo.”
“Piccolo? Devo essere geloso? Arriva uno più piccolo di me, e mi tradisci così?”

Sam guardò male Dean, per la battuta, soprattutto davanti a tutti, inoltre Adam si allontanò leggermente, il volto in fiamme, anche se Sam lo trattenne a sé.
“Non farci caso, Dean..è un idiota.” Disse , mentre tutti scoppiavano a ridere.
“C’era da aspettarselo. Prima mi bacia e poi mi tradisce. I fratelli minori sono così.”
“Bene, vedo che nessuno si sbriga a spiegare qui, Forse un po' di whisky vi scioglierà la lingua.” Disse Rufus.
 
 
 
*

Un po' di whisky e qualche tè dopo..
“A quanto pare si è consumato un vero melodramma, nella tua testa, Sam.” disse Bobby meditabondo e impressionato.
“L’ho sempre detto che l’alce e questo qui, sono le regine del dramma.” Disse Crowley, parlando per la seconda volta.
E questo qui chi l’ha fatto entrare?” chiese Luc, guardando storto il demone.
“Ehi! Io sono il benvenuto qui. “ disse il demone.
“Ah sì? E da quando?”

“Da quando salvo giovani angeli azzannati da pesci strani cannibali.” Disse Crowley seriamente.
“Stai davvero paragonando i leviatani ai pesci di mare?” disse Sam.
“Sì, non vi sembrano un po' degli squali?” disse lui.
“Crowley è il benvenuto qui. Se non fosse per lui, Castiel forse non sarebbe più con noi..e poi..è nostro amico.” Disse Dean.
“Però è stata colpa sua, se Castiel ha rischiato di morire..hanno cercato di aprire il Purgatorio.”

“Mi sa che sei rimasto un po'indietro, Sherlock, l’abbiamo effettivamente APERTO.” Disse Crowley.
“Va bene, basta così, quello che è stato, è stato. Dimentichiamo il passato. Anzi, sarebbe una cosa carina, se vi deste la mano. Così..per ricominciare.” Disse Sam.
Luc e Crowley guardarono Sam disgustato.
“Io ti ho salvato la TESTA. Ti sembra questo il modo di ripagarmi?” disse Luc sconvolto.

“Quella è la battuta di Castiel. Non citare Castiel, quando non è presente e non può indignarsi.” Lo redarguì Dean con il mestolo in mano , leccandolo dalla crema.
Dean! Quello è l’impasto per la torta di mele!” disse Sam.
“Davvero? No, non mi sembra. AHIO.” Disse perché Bobby gli aveva dato una cucchiaiata in testa con un cucchiaio di legno. “Sì, che lo è. Torna al tuo posto e non rovinare l’impasto.” disse Bobby.
“Uffa. Era così buono. O-okay, papino.”

Bobby rimase sconvolto di sentirsi apostrofato così, poi capì che erano tutti ormai regrediti all’età infantile. Forse per colpa dei recenti avvenimenti.
 



Continuarono a parlare di quello che era accaduto nella testa di Sam.
“Avresti dovuto metterci in guardia che la tua parte inconscia, era così pericolosa.” Diceva Dean.
“Sì, adesso vi faccio un disegno.” Disse Luc sarcastico.

“Dean, piantala. Luc non poteva saperlo.” Disse Sam.
“Ti tormenta da settimane e lo DIFENDI?”
“Quello non ero io, stupida scimmia.” Disse Luc.
“Luc, piantala adesso.” Disse Gabriel.
“Lo tieni in astinenza da un po', Sam? Lo trovo un po' frustrato il ragazzo.” disse Luc.
“Stupido..io ..” disse Dean alzandosi.
Rufus lo trattenne,

“Calma, tigre. E stai giù, ti stai comportando in maniera irrazionale.” Disse Rufus.
Per un attimo i due si guardarono in cagnesco, poi Luc decise di abbassare l’ascia di guerra.
Gli offrì la mano. Dean lo guardò sospettoso.
“Che significa?”
“Quello non ero io. Ma so che per te, questa cosa..ti ha ripristinato brutti ricordi. Credimi..ho fatto pace con la mia metà..ma non ho intenzione di rispolverarla. Puoi credermi e..perdonarmi anche tu?”

Dean ci pensò su un attimo, Sam gli diede una spallata.
“Oh,beh..se proprio me lo chiedi con questa gentilezza.,” sorrise e gli diede la mano. “Benvenuto in squadra, Luc.”
“Ti ringrazio, Dean. Sappi che passerò i successivi giorni a trovare un modo per farmi perdonare di tutto quello che io..”
“Hai curato Sam. Non desidererei premio più grande.” Lo interruppe Dean.
“Già..a proposito..perchè non ci dite come è nata tra voi? Crowley mi ha detto qualcosa, ma non ho capito bene tutto..” disse Gabe.

Tutti si volsero verso Crowley.
“Te la fai anche CON LUI, ADESSO?” gridò Bobby al demone.
“COSA? NO.” disse Crowley e sia lui che l’angelo, dissero “Che schifo, Bobby!!”
Allora cominciarono a spiegare, come Gabe venne a saperlo, come Crowley venne a saperlo.

“Cazzo..lo sanno proprio tutti..è una cosa TERRIBILE..cioè, non prenderla in quel verso.” Disse notando l’occhiata di Sam. “È solo che..ora sto pensando..se anche altri a cui abbiamo detto che eravamo fratelli..lo sospettassero..gente estranea!” disse Dean sbarrando gli occhi.
“Ma voi non dite mai agli estranei che siete fratelli. Vi spacciate sempre per gente che non esiste, agenti federali.” Disse Bobby.

“Sì, ma..non SEMPRE. Vero, Sammy? Quando andavamo in quei motel e ci volevano dare un letto matrimoniale.” Disse Dean cercando conferma.
“Sicuro non eri tu a chiederlo, Dean?” chiese Crowley.
“CERTO CHE NO. Non..non stavamo..ancora..non era ancora..” disse Dean imbarazzato.
Sam sorrise malizioso. “Comunque il cretino qui, invece di stare semplicemente ZITTO, diceva che eravamo fratelli. Ovviamente questo non bastava a convincerli che non stavano insieme. Anzi. Ci guardavano ancora più strani, dopo questo.”
Scoppiarono tutti a ridere. Dean si mise le mani sulla faccia.
“Piantatela di…RIDERE! Erano questioni..veramente..imbarazzanti..” disse Dean scolandosi la birra.
“E tu invece di approfittarne , rifiutavi il letto singolo. Cavolo, con che broccolo ti sei messo, Sam.” disse Luc ammiccando.

“Date per scontato che fossimo passati tutta la vita a cercare di saltarci addosso..guardate che prendete un granchio..e non ridete su questa cosa..è una cosa delicata..che abbiamo fatto fatica a venirne a capo..” disse Sam, un po' a disagio.
“Dai, si scherza, vogliamo un po' sdrammatizzare, preferivate che dicevamo che fate schifo?” chiese Gabe sincero.
“Forse sarebbe stato meglio..meno imbarazzante..” disse Dean senza guardarli.
“Non dite sul serio.” Disse Adam, arrabbiato.

“Ad ogni modo..è singolare questa cosa che ci racconti..magari anche se non stavate ancora insieme..c’era comunque già della..tensione ..” disse Rufus indagatore.
I ragazzi sembravano troppo imbarazzati per dire altro.
“B-beh..lui..aveva questo modo di guardarmi..forse..beh..” disse Sam sorridendogli.
“No, è lui che usa fare gli occhioni languidi..” disse Dean e per un po' i due si fecero gli occhioni dolci.

“Io credo che dobbiate stare tranquilli. Noi lo abbiamo capito solo perché siamo legati a voi, e ok alcuni di questi motel lo hanno capito..ma sono casi particolari..cercate di non farvi venire le paranoie per niente.” Disse Adam.

“Ancora non riesco a capacitarmi che siamo così fortunati da avere degli amici che ci capiscono e non ci giudicano. E poter parlare di questa cosa così liberamente…il gesto che ho fatto prima..lo so che è una cosa che non..sembra quasi non reale..ma io non mi riconosco più da quando.” Mosse una mano per accarezzare Sam e gli diede un piccolo buffetto sul mento. Dean aveva gli occhi lucidi e non riusciva a parlare.
“Sono d’accordo con Dean..semplicemente..grazie. Sembra di vivere una favola. Anche se sappiamo che è da irresponsabili dire una cosa del genere..dopo i leviatani..dopo tutto.” Disse Sam.

“È proprio questo che sta accadendo nel mondo, forse, che ha reso tutti noi più aperti e comprensivi. Ora più che mai abbiamo bisogno di tutto l’amore da cui dobbiamo trarre nutrimento, più ne abbiamo, più siamo forti per salvare il mondo. Perciò non illudetevi che lo facciamo per voi, lo facciamo per NOI.” disse Bobby.
Tutti risero e a quel punto Adam parlò.
Voglio vedere Castiel.”
Tutti si zittirono, ma il ragazzino non si intimorì.
“Adam..capiamo come ti senti, ma Luc ha detto..” disse Dean.

“Non mi interessa se è senza memoria. È uno di noi. Nessuno viene lasciato indietro.
Dean lo guardò impressionato.
“Non intendevo questo.”
“Bene, perché ho intenzione di vederlo, con o senza il vostro permesso.”
“ADAM.” Disse Sam stranito.
“Che c’è? Forse ve lo siete scordato..ma io e lui..abbiamo una relazione.” Disse il ragazzo arrossendo leggermente.

Dean lo guardò, spalancando appena la bocca. Sam ridacchiò orgoglioso.
“Il ragazzino qui ha del fegato, di certo più del vostro ad esprimere i suoi sentimenti. Bravo ragazzo.” disse Luc.
“Ehi, chi ti ha portato via dalla tua testa poco fa?” disse Sam.
“Dopo che mi ci sono infilato io nella tua per salvarti la pellaccia, vuoi dire?” disse Luc.

“Ok, basta, Adam ha ragione.” Disse Kelly, alzando le mani. “Ha ragione. Non è giusto che qui questo gruppo sia pieno di coppie e proprio un ragazzo così giovane debba stare lontano dalla sua metà. Ha diritto anche lui alla sua favola.” Disse sorridendogli materna.
Adam si imbarazzò ad essere trattato come un bambino.
“Ma nostro fratello non è un bambino che crede alle favole. Detto questo..pagherei per fargliene vivere una.” disse Dean sorridendogli, sorprendendo tutti.

“Bene. Allora andiamoci a prendere il tuo lieto fine.” Disse Kelly al ragazzo.
Rufus si sgranchì la gola.
“Tutto molto bello e favolesco, ma non dimenticatevi che ci sono ancora degli assassini animaleschi mezzi piranha la fuori. Giusto per non..farvelo dimenticare.” Disse scrollando le spalle, in un modo molto buffo che ricordò Bobby.

“Tranquillo, Rufus, non lo dimenticheranno, ma Kelly ha ragione, inoltre Castiel è uno dei nostri..e chissà, magari riuscirà a fargli tornare la memoria..senza contare che penso tutti noi abbiamo voglia di rivedere Castiel dopo averlo perso..”
“LORO.”
“Prego?” disse guardando Rufus.
“Loro. Hanno voglia di vederlo. Non di certo io. Andiamo. Bobby, la mia casa è già abbastanza invasa senza che debba fare anche da babysitter a un angelo smemorato.”

“Oh, oh non preoccuparti Rufus, Castiel non starà qui.” disse lui.
“Ha una casa, dei fratelli che gli vogliono bene,” disse Luc. “Io e Kelly, Balthazar, Meg, ci occupiamo di lui, ma certo, non sarebbe male, se la famiglia si allargasse.” Ammiccò.  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autrice: ciaooooo. Allora, questo sarebbe dovuto essere un capitolo molto più romantico e sdolcinato, era partito così inizialmente, poi non so cosa è successo ahhahahhaha
mi dispiace, non riesco a farli essere seri più di tanto, ci provo, ma poi ecco qua il risultato ahha
non mi dispiace neanche poi così tanto, voglio dire, questa storia è nata per essere una storia leggera, e voglio che rimanga così, sono felice che rimanga così <3333
la scelta di far sapere a tutti loro che Dean e Sam stanno insieme è una scelta precisa per qualche secondo mi sono chiesta se sarebbe una cosa realistica che la prendano bene, poi ho capito che non mi interessa niente di essere realistica :))) voglio dire, sì, è importante, ma non voglio che diventi un'ossessione al punto che io mi impedisco di scrivere cose che mi riempiono di gioia per l'ossessione di rendere tutto reale..e poi se vogliamo dirla tutta, ne hanno affrontate così tante sti poveri cristiani..l'apocalisse, o leviatani, i mostri, che io credo che affrontare cose del genere ti apre la mente, ti fa ridefinire le priorità e anche una relazione tra fratelli non sembra poi questa gran cosa anormale..e poi è sempre di Dean e Sam che stiamo parlando no?

Kelly e Crowley ho voluto che restassero anche loro in modo da non ripetere la scenetta ahha ci sarebbero anche Meg e Balthazar ma loro sono arguti, o lo scoprono e non fanno una piega, oppure lo sospettano da sempre :))

a proposito, con questo si conclude la parte delle allucinazioni di Sam, ora c'è un capitolo intermezzo in cui dovrebbe concludersi la parte dell'amnesia di Cas e spero di stupirvi anche li :))

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Capitolo 42
*** Castiel vuole capire chi è ***


“Avete una casa…molto GRANDE.” Disse Castiel, entrando nella villa di Luc e Kelly.

I suoi occhi corsero al pianoforte in un angolo della stanza, al salone sontuoso, al tappeto persiano, al bambino con dei riccioli biondi e un orsetto di peluche che si teneva stretto al petto, guardandolo stranito.
“Ehi..come va?” gli chiese Castiel, avvicinando una mano a accarezzargli i riccioli biondi. Di certo la curiosità di Castiel sarebbe cresciuta ancora di più, se avesse saputo che quello stesso bambino che ora sembrava avere all'incirca quattro anni, solo poche settimane fa, aveva solo pochi mesi. Il bambino sorrise , ma subito dopo si nascose tra le gambe della madre.
“ È un monello! Da me non si fa mai accarezzare.”
“Mamma dice che quando il diavolo ti accarezza, vuole l’anima.” disse il bambino.
Castiel sembrò sorpreso di sentire un bambino rivolgere certe parole al padre, di certo non poteva sapere del grande amore che provava il bambino per suo padre e di come fosse solo un gioco per lui, provocare il padre, per divertimento. Luc dal canto suo, sembrò un po' ferito da questo, soprattutto che certe parole vennero dette davanti suo fratello Castiel, ma Kelly, sorrise e disse parole di miele:

“Certo. Infatti tuo padre ha rubato la mia.
Luc sembrò lottare per un attimo, tra l’indignazione e sciogliersi come burro, poi andò da Kelly e gli accarezzò i morbidi riccioli castani che sembrarono diventare seta tra le sue dita e la baciò romanticamente. “Puoi dirlo forte, baby.”
Castiel si sentì il cuore gorgheggiare di letizia davanti a tutto quello.
“Clarence! Sei arrivato!”
Castiel si volse interrogativo verso Meg.
“Ci conosciamo?”

“No, mi auguro.” Disse quello che doveva essere il suo ragazzo, cingendole la vita con aria possessiva.
Era un bel ragazzo, aveva capelli neri come la pece, ma occhi gentili, che brillavano come smeraldi, anche se erano marroni come quelli di un cerbiatto.
Meg rise, dandogli un buffetto giocoso.
“Ci siamo visti una volta..ehm..in webcam.”
“Non sono sicuro di sapere cosa sia, mi dispiace.” Disse Castiel sempre più in imbarazzo.

“Oh..è..ehm, durato solo pochi secondi. Breve, ma INTENSO.” Disse Meg, ammiccando.
Castiel era sempre più in imbarazzo e quando vide Gabriel arrivare poco dopo, si aggrappò a lui.
“Non voglio restare qui.” sussurrò al suo orecchio.
“Mi stai stritolando il braccio. Calmati, sei in famiglia.”
“Non mi avevi detto che avevo una famiglia così numerosa!
“Beh, adesso lo sai!”

“Che ne dite se cominciamo a cercare di far tornare la memoria al nostro ANGELO?” chiese Luc.
 


*

“E così, io sarei ossessionato dagli angeli.” Disse Castiel, con la sua tipica aria meditabonda e un po' buffa.
“Certo, li veneri proprio! Pensa che eri addirittura convinto che io fossi la reincarnazione del diavolo! Ti sei inchinato a me chiamandomi STELLA DEL MATTINO!”
“Davvero ho fatto questo?” Castiel sembrava inorridito e mortificato.
Kelly gli diede una gomitata.
“Non è vero! Scusalo, a Luc piace scherzare.”
Luc iniziò a ridere convulsamente, strozzandosi con i biscotti frollini.

“Però è vero tutto il resto. Sei un ricercatore, laureato in angelologia, e ti piaceva andare in giro con un nostro amico archeologo, Chuck,..a cercare reperti in giro..speravi di trovare una qualche prova che esistessero veramente.” disse Gabe.
“Non riesco a crederci.”
“Credici, perché io ti accompagnavo. Noi siamo..inseparabili!” disse Gabriel senza guardarlo. Castiel lo studiò a fondo.
“Perché avrei perso la memoria?”

Gabriel strinse gli occhi, cercando di scacciare dalla sua mente quel ricordo. Volse la testa a fuggire il suo sguardo.
Meg gli venne in soccorso.
“Come eri ossessionato dagli angeli, non era l’unica cosa da cui eri ossessionato, ma anche dal VOLO, come è giusto che sia, presumo. Non vedevi l’ora di provare tutto quello che concerne il VOLARE, volevi avvicinarti di più agli angeli, capire come si sentivano ad essere così vicini al CIELO. Volevi addirittura proporti come ASTRONAUTA.”

Castiel aveva gli occhi fuori dalle orbite, Gabriel la guardò in un modo come per dirle di non esagerare, lei si limitò a scuotere le spalle.
“Bbbeh, meno male che ti sei limitato a quello! Gli astronauti sono gente capace, che ha studiato e ha i mezzi per andare nello spazio! Tu ti sei limitato a fare cose estreme..quando gli aerei non ti bastavano più, hai voluto provare le mongolfiere, quei ganci per passare attraverso i burroni..come si chiamano? Oh, non importa. E li hai fatto preoccupare molto i tuoi amici! Ma quello fu niente. L’apice fu dopo l’incidente con il DELTAPLANO!”

Castiel corrugò la fronte.
“Cos’è accaduto?”
“Un incidente.” Disse Marzio. “C’era troppo vento, il deltaplano è..si è ROTTO, non era molto alto da terra, quindi l’impatto non è stato molto traumatico..c’era inoltre molto fango e quindi.”
“Fango?”
“Eri in una foresta! Per stare più in linea con l’ambiente, e proprio quando stavi per riprendere il controllo, sei caduto. Contro..ehm..un albero.” Disse Kelly.

Castiel era sconvolto.
“Hai avuto un piccolo trauma alla testa.” Disse Meg con più gentilezza. “Da allora hai avuto frequenti episodi di quasi sonnambulismo, dove il tuo cervello era come se si spegnesse, hai cominciato a sparire, facendoti trovare poi con una telefonata in posti impensati, sempre a grandi altezze. Una volta fu stato addirittura in cima a un grattacielo.”
“Non avete pensato mai di RINCHIUDERMI da qualche parte?” disse Castiel indignato.

“Tu eri furente, incontrollabile. Ingestibile. Abbiamo pensato che potevamo gestirla, ci sbagliavamo..” sospirò Luc. “Il peggio è arrivato quando hai cercato di introdurti in una voragine nell’acquedotto dell’acqua comunale! Eri impazzito. Dicevi che dovevi depurarti. Crowley ti ha salvato ma a quel punto ti eri dimenticato anche di noi! ”
Castiel rabbrividì e si mise le mani sulla faccia.
Basta! Non posso accettare questa tortura! Lo state torturando!” gridò Gabriel.

Tutti lo guardarono allibiti.
“Dobbiamo metterlo in faccia alla realtà, più presto lo faremo e più presto lui guarirà.” disse Meg.
“Non è questo il modo! Avete esagerato! Vieni, Cas, andiamo un po' in giardino. Hai bisogno di rilassarti.” Disse Gabe guardando male tutti i presenti.
 
 
Una volta che Gabe e Cas furono fuori, Luc esplose.

“È inammissibile che Gabriel ci parli in questo tono, dopo tutto quello che stiamo facendo per..”
“Per finire di scombinargli il cervello??” finì Balthazar.
Luc lo guardò storto.
“Gabriel ha ragione. Dovevamo tranquillizzarlo e invece adesso è più spaventato di prima.” disse ancora Balthazar.
“Allora cosa suggerisci di fare, Sherlock? Il piano era perfetto! Fornirgli una scusa credibile per cominciare a instillargli pian piano l’idea degli angeli nella sua testa e..”

“Non gli hai instillato la curiosità nel riguardo degli angeli, gli stai insegnando ad averne paura! Senti, mi dispiace non riesco a stare zitto..sei proprio sicuro che tutta questa storia non ti sia venuta in mente per cercare di vendicarti sugli angeli? Dopo quello che ti hanno fatto? Sbaglio o tutti noi ti abbiamo voltato le spalle?”
Luc lo guardò in maniera feroce, subito dopo Meg e Marzio dovettero uscire dalla stanza per cercare in qualche modo di salvare le loro povere orecchie dalle grida inumane di Luc.

Ingrato, bastardo! Hai forse la coda di paglia..?”
 
 
 
“Che cos’hanno da gridare tanto?” chiese Castiel. "E era il rumore di un tavolo sbattuto per terra, quello?"
“Credo di sì, sono degli incivili.” disse Gabe.
“Gabriel..davvero, io, ero una sorta di fuori di testa?” chiese Castiel, seduto sulla staccionata.
“Io preferisco di più pensare a te come adorabile svitato. Un po' strano lo sei sempre stato, buffo diciamo.” disse Gabe, seduto vicino a lui.
Castiel si scrollò le mani nei capelli.
“Se è così, NON VOGLIO, ricordare.”

“Cas, no..”
“Dove sono i miei genitori? Perchè non li ho ancora incontrati?”
Gabriel divenne triste.
“Sono..morti?”
“No..”
“E allora perché non sono qui? Forse non..non gli importa come sono ridotto?”

Gabe si avvicinò di più a lui e gli prese una mano nella sua.
“Cas..tu sei il…il mio migliore amico..da che mi ricordo..sei sempre vissuto con me..i tuoi..non ti volevano..e ti hanno dato ai miei, siamo cresciuti come fratelli. Non volevo dirtelo, ma adesso lo sai. Perdonami.”
Castiel restò ammutolito per un momento, poi appoggiò la fronte contro la sua spalla.

“Ora capisco perché sei così gentile con me. Grazie per avermelo detto. Sai? Mi fido di te più di chiunque altro.”
Ah, grazie, mi sento così riconoscente per essere incluso nel pacchetto, angelo!”
Gabriel lo fulminò con un’occhiata, Balthazar si maledisse mentalmente ed ebbe l’impressione che Cas stesse facendo lo stesso.
“Tu non mi piaci.”

“Ma davvero?? E io che stavo combattendo per te! Sei un ingrato!”
“C’è contrasto con quello che dici e quello che fai..le tue parole dicono una cosa..ma i tuoi occhi..non so perché ma non riesco a fidarmi di te.”
Balthazar rimase attonito per lunghi istanti.

“Mi avete preso e mi avete riempito la testa di strane storie, sembra un libro fantasy! Per quanto ne so, potreste essere dei serial killer e avermi rapito! Ora me ne vado a dormire, ma se al risveglio non mi date I MIEI DOCUMENTI, che testimoniano che la storia che mi avete raccontato è vera, se non mi portate al più presto nel posto in cui VIVO, vado alla polizia e non potrete fermarmi.”
Si allontanò a grandi passi.

Gabe lo guardò andare via con scoramento.

“Non ti preoccupare, sono già pronti i documenti falsi, per la casa, ci inventeremo che è saltata in aria, durante una delle sue crisi e che non volevamo dirglielo, per delicatezza.”
“Balthazar…non è questo, è una follia..non sta funzionando. Mi sento in colpa. Non possiamo mentirgli così..è tutta una gigantesca stronzata.”
“Va bene, sono d’accordo. Piano b? Gli diciamo che è un angelo, che lo siamo anche noi, spalancando le ali e sperando che la prenda bene?”

Ma Gabriel si era fermato a riflettere. Un’idea fece capolino in lui.
“Forse mi è venuta in mente un’altra idea.”
 
 
 
*

Niente andava bene. O meglio, era bello quando erano solo lui, Gabriel e lo strano ometto con i baffi. Gli piaceva sentire le braccia del ragazzo attorno a lui, anche se ricordava ben poco, gli ricordava qualcos’altro.
La stessa cosa che gli affiorava ora che si trovava in un letto da SOLO. Era come se fosse sbagliato. Come se fosse abituato a stringere QUALCOSA a sé. Ma cosa? Non avrebbe potuto sopportare dopo tutto quello, che dormiva ANCHE con gli orsacchiotti.

Rise senza poterselo impedire. La cosa era buffa, ma anche..piacevole, dolce.
Cos’è che stringeva? Era pieno di gente, ma era come se…mancasse qualcuno.
 
 
*

“E così vuoi portarmi fuori.” Disse Castiel sospettoso, la mattina dopo.
“Certo. Gabriel è d’accordo! Crediamo ti farebbe bene, vedere la città, i posti..che potrebbe aiutarti a RICORDARE.”
“Ma non sarebbe meglio andare all’ospedale? E gradirei anche vedere questa mia fantomatica casa BRUCIATA.”

“Non è mica qui! Qui ti sei trasferito dopo quella tragedia, sei venuto qui, in VOLO, noncurante dei casini che già ti erano successi, meno male che non hai avuto nessuna amnesia durante il viaggio in aereo! E comunque il dottore dice che può trattarsi di un vuoto di memoria momentaneo, e che le pillole possono aiutarti! Tu non lo ricordi, ma aveva detto che poteva succedere.”

“Balthazar..io GIURO che se stai cercando di fregarmi, la pagherai cara!” disse Castiel introdotto a forza nella macchina dall’arcangelo.
L’arcangelo sorrise istintivamente.
“Ora assomigli un po' di più a te stesso.”
“Questo vuol dire che non andiamo d’accordo? Non mi stupisce. Dov’è Gabriel?”

“Sempre Gabriel! Lascialo perdere! È così irritante!”
“Se lui non viene, non vengo neanch’io.”
Balthazar sorrise malizioso.
“Oh, per favore! Sai cosa intendo!”
“Le battute a doppio senso però le afferri, per essere uno che ha perso la memoria.”
Ma insomma, dov’è Gabriel!”

“Oh, mamma mia, quanto gridi! Si può sapere qual è il problema?”
“Mi preoccupo per lui.”
Balthazar lo guardò stranito, in quel momento Gabriel saltò sulla vettura.
“Eccomi qui. Tranquillo, Cassie, ci sono.”
Balthazar gli diede una botta in testa.
Bastardo, eri dietro la macchina.”

Castiel lo spinse contro il finestrino della macchina.
“AHI. Ma sei impazzito.”
“Non colpirlo mai più!”
Baltahzar guardò lui e Cas a bocca spalancata.
“Viene a letto con te?”
Entrambi arrossirono paonazzi.
“Smettila di fare il cretino, Balthazar.”
“Dicevo per dire. Fa l’isterico quando si tratta di te.”

“Io..dopo quello che è successo a me..forse temo che gli capiti qualcosa. Mi dispiace, Non posso controllarlo. Ho paura..che gli venga fatto dl male.”

Gabriel si sentì riscaldare la faccia, flash di Lucifero che lo attaccava e del suo rapimento a opera di Asmodeus, gli riempirono la mente. Faceva il baldanzoso ma in quelle due occasioni non era mai stato tanto fragile, era mai possibile che a livello inconscio, Castiel avesse captato quei due avvenimenti e si preoccupasse per lui?  Dopo qualche attimo di smarrimento, Baltahzar scavalcò i sedili posteriori, andò al volante, si scambiò un’occhiata significativa con Gabe e rimise in marcia.  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autrice: ciao ragazziiii come avrete già capito, questo è un missing moment, ebbene sì! State tranquilli però, non la tirerò tanto per le lunghe. Il fatto è che era essenziale almeno per me, spiegare come si comportava Cas una volta raggiunti gli altri, nel prossimo capitolo, potrebbe finire già tutto con lui che finalmente incontra Adam e vi prometto grandi emozioni :)
spero che non vi abbia delusi la storia che si sono inventati tutti per giustificare l'amnesia di Cas, loro fanno del loro meglio ahhah e pensare che  mi sembrava così assurda che per qualche secondo ho anche pensato di cancellare tutto e inventarmi una storia diversa..ma poi ho pensato che era così che mi immaginavo la cosa..loro che si inventavano una cosa assolutamente inverosimile xd e quindi non volevo obbligarmi a pensarla diversamente, facendo leva sulla mia razionalità LOL 

Ps non so se ci siete arrivati da soli o no, ma per scaramanzia ve lo dico lo stesso, chi Cas aveva l'impressione di abbracciare a letto, non era un orso, ma ADAM, con le sue ali :) in quanti ci siete arrivati? LOOOL infine, mi piace da matti scrivere della bromance tra Cas e Gabe aahhah

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Capitolo 43
*** Castiel incontra Kevin ***


“Guarda quella vecchina. È tutta rattrappita, fa fatica a camminare e ha il bastone per reggersi in piedi.”

“Balthazar, sei crudele. Perché mi fai vedere queste cose?”
“Non sono io a essere crudele, ma è la vita! la vecchia porta su di sé, il peso di una vita piena di miseria e angherie. È quello il suo vero peso, quello che l’ha fatta ammalare. Ma tu puoi fare qualcosa per lei.”

“Stai scherzando vero? Io? Sono solo un uomo. Perdipiù un uomo senza memoria!”
“Appunto! Non puoi dare consigli quindi solo sulla base del tuo vissuto come fanno tutti. Tutti noi abbiamo il vizio di pretendere di insegnare agli altri come vivere solo in base alla NOSTRA esperienza. è arroganza e egocentrismo, perché il cammino è diverso per ognuno.”
“Ma..se non si può dare consigli sul nostro vissuto, cosa rimane?”

“Rimane l’amore. Elargire parole d’amore senza bisogno di basarsi solo sulle nostre esperienze. La maggior parte delle volte, la gente ha soltanto bisogno di sentirle. Di sentire che un mondo giusto esiste ancora nel cuore di qualcuno. Siamo stufi di ascoltare persone distrutte e rassegnate dalla vita.” gli sorrise Balthazar.
“Io..io..cosa dovrei fare? E perché io?”
“Va da lei..dille qualcosa..troverai il modo. Quanto al perché…perché no?” gli fece l’occhiolino.
 
La vecchina faceva fatica a camminare, Castiel ne approfittò per andare da lei.
“Signora, vuole ordinare? Lo faccio io per lei.” Disse l’uomo.
“Oh, la ringrazio tanto, ma è meglio che mi avvicino al bancone, preferisco dire io quello che voglio. È un bel ragazzo sa? Così gentile. Anche io ero bella, prima che la mia povera schiena mi rovinasse.”
Castiel gli porse la mano.

“Mi permetta allora di prenderle almeno la mano. Mi chiamo Castiel.
“Oh. Io sono..Lucinda. Grazie, lei è così gentile.”
“Le va bene un cappuccino e una brioche? MI dia pure del tu.”
“Pensavo veramente di prendere solo un caffè. Anche tu chiamami pure Lucinda.“
“Oh, andiamo, un po' di dolci non può farti male. Fammi compagnia.”
 
Dopo qualche minuto..

“Sei davvero tanto caro. Sa? La mia schiena non mi fa più tanto male, adesso.”
“Mi fa davvero molto piacere. A volte si ha bisogno solo di un po' di compagnia.”
“Compagnia..che compagnia può mai pretendere una vecchia rovinata come me.”
“Sai Lucinda..io credo che la maggior parte del tuo dolore, è per via di quello che hai vissuto.”
“Prego?”

“È un male..spirituale. Le delusioni della vita, i dolori, la appesantiscono. Ma esiste anche tanto bene nel mondo, sai? Bisogna essere grati alla vita ogni giorno, anche solo per poter apprezzare una nuova alba. Hai mai visto il sole sorgere? Io sì..ed è fantastico. Quando dimentichi il dolore, riesci ad essere di nuovo felice e il peso..se ne va.”
“Sei molto profondo.”
“Il bastone..è solo un palliativo di forza, ma la vera forza..viene dentro di noi. Dalla nostra anima.”
 


“Ho detto un mucchio di sciocchezze. Neanche so da dove mi sono uscite.”
“Non è vero, hai aiutato quella donna.”
“Come?? Non le posso restituire la sua schiena!”
“Lei ti crede e questo fa la differenza, la fa sentire meglio.” disse Gabe mentre guardavano la signora uscire dal bar.
“Non mi sembra diversa da prima.”
 “ I risultati non si vedono mai all’istante, non li vedrai subito, ma li vedrai.”

“Mmmm..sai, prima mi sembra di aver visto qualcosa..
“Cosa?”
“Mentre aiutavo la signora a camminare…come un’ombra..un’ombra di un..ragazzo..mi fissava..ma forse mi sono sbagliato.”
 
 
 
*

“Quel ragazzino si ferma sempre a chiedere l’elemosina, ma in realtà cerca i soldi per comprarsi della droga. I passanti lo guardano con sdegno, ma a lui non importa. È abituato al disprezzo, lo cerca, non è abituato a un atto di gentilezza. Sa anche che tutti lo sanno, ma a lui sta bene. Ha ricevuto sempre poca fiducia, anche dai suoi genitori. Guarda i suoi occhi, sono cerchiati di pianto. Di sicuro ha passato tutta la notte a piangere. Avrà litigato con i suoi perché è tornato di nuovo a casa, strafatto.”
 
Poco tempo dopo.., il ragazzino, vide scivolare una banconota da 200 euro nel cappello.
“Ma..che cos..” si specchiò negli occhi di Castiel che gli sorrise.
“Oggi volevo andare in ristorante a festeggiare la mia laurea, ma incontrare te, mi ha fatto cambiare idea. Sento che sono molto più spesi bene, fanne buon uso.”
“Oh dio..ma..sono troppi..non..se li riprenda, vada a festeggiare. Lo preferisco. O me ne dia di meno, almeno..”

“No. Quando si fa qualcosa, non la si fa di meno o di più, non si dividono le azioni. Mi fido che li spenderai bene e quindi vado a casa felice.”
“Io..”
Castiel ebbe appena in tempo a voltarsi che il ragazzo gridò.
“Aspetti!!! La prego. “
Castiel si voltò incuriosito.
“La prego..li riprenda,..non voglio i suoi soldi..io..”

“Sono ben spesi. Tu hai bisogno di soldi per mangiare, che è una cosa più importante.”
“Basta! Non li merito, va bene?? Non è vero che sono per mangiare!!” Gridò e crollò a terra, tremava tutto e Cas lo guardò a bocca semi aperta.
“I soldi mi servono per pagarmi la droga..ne ho bisogno..sempre di più..ma i miei mi hanno tagliato la paghetta..e quindi…se li riprenda..vada a festeggiare..non merito la sua bontà! Anzi, torni a odiarmi come fanno tutti. Non merito una cosa diversa.” cominciò a piangere

Castiel si inginocchiò davanti a lui e gli mise una mano sulla fronte. Kevin sembrò sospirare come di sollievo, quasi come se il tocco di Castiel gli desse sollievo. Quando Kevin alzò lo sguardo, Cas gli prese le mani.
“Hai appena dimostrato l’esatto opposto, invece. Potevi prendermi in giro, prenderti i soldi e continuare con la tua vita fatta di autodistruzione, invece hai avuto una crisi di coscienza, questo dimostra che non è tutto perso.”
“Fa anche lo psicologo, adesso? Ci hanno provato in tanti a cambiarmi, ma non ce l’hanno fatta.”

“Questo accade quando non siamo a conoscenza del nostro valore, allora corriamo incontro all’autodistruzione, rifiutiamo coscientemente qualcosa che potrebbe essere di positivo per noi, perché pensiamo di non meritarlo, eppure, è stato nobile da parte tua, rifiutare i miei soldi. Non mi hai preso in giro e questo dimostra del VALORE, invece.”
Il ragazzo rimase senza fiato.
“Non..non abbastanza. “

“Potrebbe allora esserci dell’altro valore, dentro di te, ma non hai ancora scoperto quale sia. Posso offrirti del pranzo? Così ne parliamo, sono con i miei amici e non sono un maniaco. Tranquillo. Inoltre, il ristorante è sulla strada.”
Il ragazzo sorrise.
“Mi chiamo Kevin e comunque quello che potrebbe farmi un maniaco non sarebbe comunque niente di quello che di peggio mi è mai successo. Accetto.Ma solo perchè mi piace come parli.”
 
 
*

“Così, ti piace la musica.” Disse Castiel.
“Più che altro..sono affascinato dagli strumenti. Quando andavo alle elementari sognavo di diventare un musicista, mi sarebbe piaciuto suonare la fisarmonica. L’ho sempre trovata..romantica!”
“perchè non l’hai più fatto?”
“Perché i sogni sono per i bambini.” disse Kevin affranto.

“Facciamo così..se il mio amico riesce a crearti, entro oggi, il disegno di una fisarmonica con il cibo, tu accetti di provarci almeno. Che ne dici?” disse Gabe,  voltandosi verso Balthazar.
Kevin rise.
“Ma è impossibile. Entro oggi? Da chi andreste? Da uno chef?”
“Sono IO lo chef. Sono chef dentro.” Disse Balthazar
Kevin sbuffò.

“Che c’è? Hai paura di perdere la scommessa?” chiese Castiel.
“In questo momento mi avete distratto per almeno mezz’ora dalla droga, quindi ve lo devo e poi sono curioso. Voglio proprio vedere cosa vi inventerete. Spero solo..non mi stiate prendendo in giro.”
“Fino a prova contraria, quello che cercava di pendere in giro il mio amico, sei tu no?” disse Gabe facendogli l’occhiolino.
Kevin arrossì.
“Lascialo perdere. È uno stronzo.” Disse Castiel.

“Che tenerezza. Cas ci sa fare con i ragazzini. Dovresti fare il babysitter, sai?” disse Gabe.
Questo fece venire in mente a Ca una cosa.
Gli angeli..non escono con i bambocci. Sempre se gli angeli..sono interessati ai ragazzi..cioè ai ragazzini..”
Castiel gli sollevò il mento sorridendogli.

“Se ti riferisci al tuo contenitore, io trovo che hai un BELLISSIMO contenitore, lo sai.”

Adam avvampò.
“E sei anche carino, quando arrossisci.

ti meritavi un bacio da favola e io..”
Castiel scosse la testa. Non sapeva da dove venissero quelle strane voci.
“Castiel…mi hai dato una grandissima fiducia..come saprai che non la deluderò? Io..prima ho mostrato un lato di me…e ora questo..come puoi fidarti di me?”

“Anche tu meriteresti qualcuno che non ti deluda mai come farò io..”
“Sei incoerente.” Lo interruppe Castiel.
Adam restò di sasso.
“Cosa?”

“Una volta ti feci la lista del perché mi piaci, perché nascondi i tuoi sentimenti e non li getti addosso agli altri, perché sai controllarti, e tante altre cose..alcune di esse le hai capovolte durante questo sfogo.”
“Bene. Fantastico. Sai una cosa, me ne SBATTO di essere una completa delusione per te!”

Non lo sei. Sei MERAVIGLIOSO. Non capisci? È proprio questo..facciamo una lista di tutto quello che amiamo nelle persone, ma poi continuiamo ad amarle e a trovarle meravigliose, anche quando di fatto agiscono totalmente all’incontrario.

Castiel scosse nuovamente la testa. Gli sembrava di diventare scemo. D’altronde sentiva voci nella sua testa. Parole che non ricordava di aver detto..erano sue quelle parole, giusto? I suoi amici lo guardavano con curiosità, un po' preoccupati.
“Parte di quello che eri, era solo una maschera. È questo che rende meravigliose le persone, il pensiero che puoi sempre cambiare la percezione che hai del mondo e di te stesso. Non per gli altri, no, non devi farlo per me. Né per nessuno, ma perché senti che è GIUSTO. È questo che ci rende meravigliosi, il fatto che alla fine facciamo tutto l’opposto.”disse Castiel cercando di non badare al fatto che aveva quasi ricalcato quelle stesse parole. Sperava solo che fossero la cosa giusta da dire.
Il ragazzino lo guardò con una smorfia e Castiel ebbe l’impressione di aver appena mandato tutto all’aria.
“Non so..se io sono all’altezza di una simile fiducia.”
“Non devi esserlo. Devi solo ascoltare le tue emozioni.”
 
Quando alla fine il ragazzo uscì dal ristorante, Gabe e Castiel si mostrarono molto contenti di come aveva affrontato la cosa.

“Sì, vabbè, ma la cosa del disegno con il cibo, non è stata un’esagerazione anche per te?” chiese Castiel.
“Per niente, ho detto che gli porterò una dannata fisarmonica e lo farò.Sta tranquillo, non ti farò fare delle figure. Gabriel intanto penserà a procurarti una fisarmonica VERA” Disse Balthazar baldanzoso. Castiel cercò di ignorare Gabriel che faceva un gestaccio all'amico.
“Eviterò di chiederti che materiale di cibo userai per renderla somigliante, solo, ti prego, TI PREGO, non fare niente che assomigli vagamente alla pornografia.” Lo supplicò Castiel.

Balthazar e Cas si guardarono e ridacchiarono.
“Che c’è? Che cosa c’è di divertente?”
“Perché…tu…sai cosa significa la pornografia?” chiese Balthazar.
“Ma che razza di domande..”
“Perdonaci, Castiel, ma palare di pornografia con te, è tanto strano, quanto essere qui al ristorante a chiacchierare.” Disse Gabriel.
“Oh..ma perfetto! Quindi nella mia vita sono un chierichetto? Scommetto che vado in chiesa tutte le domeniche!”

“Beh, ti rivolgi molto a Dio..non che lui ti ascolti..” disse Balthazar.
“Oh mio dio..sono un FANATICO. Beh, non mi stupisce, già la storia degli angeli..avrebbe dovuto darmi un indizio.” Disse Cas.
“Cas, sono molto fiero di te.” Disse Gabe.
Castiel lo guardò meravigliato.
“Io..g-grazie?”
“Il modo con cui hai trattato quel ragazzo..hai tirato fuori molta umanità.” Disse Gabe.

“Ho sentito più di questo! Io..ho sentito uno strano vuoto quando Kevin se n’è andato, non è che..conoscevo già un ragazzino prima d’ora? Un ragazzino che non aveva fiducia nel suo potenziale e che io..ho aiutato ad avercelo?”
Cas e Gabe si guardarono.
“Non ricordiamo ragazzini, ne sei certo?”
Gabe lanciò un’occhiataccia a Balthazar dopo quell’uscita, ma lui la ignorò.

Castiel ci pensò su e un viso gli si materializzò nella mente.
“Un volto..un volto con gli occhi blu, mi risuona. Mi da come una struggente sensazione di nostalgia e malinconia. Mi rende..TRISTE..”
“Hai idea di come si chiamava?” sussurrò Gabe.
“Mi risuona un nome..ADAM.”
















Note dell'autrice: il Kevin di cui si parla in questa storia è Kevin Tran, che compare nell'ottava stagione <3333 non chiedetemi perchè l'ho trasformato in un suonatore di fisarmonica, non lo so ahhah

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Capitolo 44
*** Castiel se ne va ***


Quel pomeriggio, Kevin rimase senza fiato, a guardare la sua fisarmonica, tenuta insieme da wurstel attaccati insieme da una sorta di strana gelatina e le due estremità fatte con la base della torta.

“Ma è impossibile!!!” disse Kevin, eppure allungò le mani tutto contento, ma poi si ritrasse.
“Non voglio prenderla, rovinerei il tuo lavoro.” Disse a Balthazar.

Sbagli, l’ho fatta io che sono un incantatore, quindi ti permetto di usarla senza rovinarla. Prendi, l’ho fatta apposta per te.”
Kevin la prese come se fosse un oggetto molto, troppo prezioso tra le mani, come fosse un piccolo fiore.
“Non riesco a crederci..mi sembra di tenere in mano una colomba.” Disse il ragazzino.
“Beh, gli uccelli cantano. Potresti provare anche tu.”

“COSA?? no, no, questo è davvero impossibile. Non penserete che ci provi vero? Mi riderebbero tutti dietro.”
Balthazar si era fatto avanti.
“Se ci credi, puoi farlo.” Disse.
“Ma…”

“Se non crederai che sia possibile riuscire a tirare fuori della musica da questo dolce, non ci riuscirai. Tutto sta in quello che CREDI sia possibile. La maggior parte delle persone non crede più nelle favole e così facendo, ha smarrito sé stessa e ha perso il suo mondo. Siamo NOI a creare la realtà. Avanti.” Castiel non riusciva a credere che avesse detto lui quelle cose, eppure gli sgorgavano dal cuore.

“D-d’accordo.”

Appoggiò la bocca alla fisarmonica dolce e incredibilmente una specie di suono arrivò alle sue labbra.
Ci sono riuscito! Ci sono riuscito! Avete sentito? Ha fatto un suono.”
“Sei grandissimo, Kevin. Continua a suonare.”
 
Restarono li ad ascoltare la musica di Kevin, tutti e tre gli angeli, a Castiel sembrò come essere trasportato in un sogno.

Come se stesse sentendo la musica dell’Universo, all’inizio del suo ciclo, il suono delle nuvole, della pioggia, delle montagne, degli uccelli, delle balene e dei cuccioli.
Gli sembrava di sentire acqua sotto la pioggia e ritrovarsi con Gabriel e Balthazar gli dava strane sensazioni, come se avessero ascoltato come il suono del mondo, insieme.
Poi la sensazione cambiò. Guardare Kevin gli dava strane sensazioni.

“È fantastica..” disse lui e qualcosa come di un dejavu lo colpì.
 

“Sei impazzito?? Ritirale!! Mi hai fatto prendere un infarto!!”

“Schhhhh…la paura è l’emozione principale che ci impedisce di essere felici e in pace con noi stessi, è molto pericolosa e se la lasciamo serpeggiare..è la fine.”

“Io..mi fanno..paura..” disse. “Quando nella vita hai ricevuto tanto male, hai paura anche di una carezza.

 
Castiel voleva fermare il ragazzino, chiedergli di cos’era che aveva paura, c’era come un velo che gli impediva di vedere bene, ma il ragazzino sparì com’era apparso.
 
 
Giorni dopo, la vecchia signora tornò al pub e appena vide Castiel gli andò incontro.

“Tu sei il mio angelo. Non ho più mal di schiena da quando ti ho incontrato. Ti ha mandato Dio, deve essere così.”
“Signora..Lucinda..non sai quanto mi fa piacere sentirlo.”
“Da quando non sento più questo peso che mi agita sulla schiena, ho il cuore libero per preoccuparmi della sofferenza degli altri. Tu pensi di avermi reso un regalo forse, e che questo regalo sia la mia schiena, ma è solo il succursale di un altro regalo che tu mi hai donato. Perché quando ci sentiamo bene noi, abbiamo più amore da dare agli altri. Ti ringrazio.”

E pianse, Lucinda, e pianse anche Castiel. Lacrime rigarono le sue guance, abbracciò la donna di istinto, che sembrò rallegrarsi ancora di più.
“Un giovanotto come te, piange per me? Non rovinare questi begli occhioni.”
“Piango di gioia. Io..”
 
Ma dovette interrompersi, perché un flashback intenso, lo provò molto.

Vide una piuma, bianca e pura come quella di un angelo.

Per infilarti nei sogni degli altri..se mai dovessi essere...trattenuto..da qualcosa..o qualcuno..e non potessi proteggervi,se non ci fossi e succedesse qualcosa a qualcuno di voi..questa è una piuma d’angelo. 
Non potè vedere altro, ebbe quasi un mancamento, stette per cadere, ma a lui sembrò come di salire invece. Era così buffo l’animo umano  e le emozioni.
“Giovanotto, stai bene?”

“S-sì. Sì.”
 
Balthazar e Gabriel si avvicinarono a lui preoccupati ma lui minimizzò l'accaduto, con un'occhiata eloquente. Davanti alla signora era meglio non parlare.  
 
Quando Lucinda andò via, Gabriel e Balthazar presero la parola.  
 
“Castiel, hai avuto un mancamento. Forse dovresti mangiare qualcosa.” gli disse Gabe, sostenendolo.
“No…io..ho immaginato una piuma d’angelo..o meglio, l’ho RICORDATA.” Si voltò verso di loro. “LORO erano con me. Ci ho parlato davvero e li ho anche INCONTRATI. Ho visto gli angeli.” Disse guardando loro che impallidirono. "Vi prego, voi dovete credermi.”

“Ti crediamo. Castiel. Ti abbiamo sempre creduto, anche quando spesso non eravamo d’accordo con te.” Disse Gabriel.

“Sì. Sapevamo che tu eri l’unico in grado di parlarci. Per questo ti abbiamo portato via da Luc, Kelly e Meg, loro hanno paura..e sperano che tu accantoni questa storia, ma noi..abbiamo pensato che sia meglio che tu ricordi TUTTO.”
Castiel li guardò sospettoso, poi sorrise.

“Quello che dite è enigmatico, ma non so perché, io mi fido di voi. Sapete per caso se, il ragazzino che vi dico che ricordo di aver visto, fosse uno di loro? “
“Non sappiamo. Può essere.” Disse enigmatico Balthazar.

Castiel all’improvviso si fece paonazzo e si guardò le mani.

“Come ha fatto quella donna a guarire? Io non ho fatto nulla. Se l’è solo immaginato o davvero io…chi sono io veramente? Non sarò un..”
“Un angelo?” ridacchiò Gabe. “Amico tu sei mortale. Guarda.” Disse e lo punse con un ago.
“AHIA. MA CHE..”
“Gabriel!”

“Convinto? Non sei un angelo, ma sostenevi che loro ti avessero fornito di poteri di guarigione. Per ringraziarti per la tua fede.”
“Questo è…assurdo. Voi mi state solo prendendo in giro.”
“Sbaglio o hai guarito quella vecchia?” disse Baltahazar.

“È stata solo suggestione..io non ho alcun potere.”
“Va bene, se lo dici tu! Non vogliamo discutere con te, Cas, che ne dici adesso di andare a fare un altro giro?”
“Mi state scarrozzando in macchina da due giorni.”

“Il tour non è ancora finito!” disse Balthazar.
 
 


*

Passarono la serata in una sala da biliardo e di poker, Castiel stava vincendo al poker, ma poi il suo sguardo si soffermò sul biliardo e vide le palle da biliardo scontrarsi tra di loro e cadere nelle buche.
Strinse gli occhi e qualcosa di simile sembrò cadere.
Uno, due, tre.
Chiavi.
No, non chiavi..
Anelli…
“Voglio andarmene!!” disse.

“Castiel, ma che ti prende, non si interrompe la partita.”
“Lascio. Non mi importa dei soldi.”
“Castiel! O va beh, prendo io il suo turno.” Disse Balthazar.
Gabriel lo seguì.
Castiel, Castiel, fermati!”

“Lasciami in pace!”
“Che c’è, hai visto qualcosa? Cas, se tu hai visto qualcosa, devi dirmelo.-“
E quello fu il primo sbaglio.
Voi..lo sapevo..il viaggetto..il tour delle città..state solo cercando di manipolarmi..!!”

“Castiel., non è così, calmati adesso.”
“Perché mi chiedi cos'ho visto?? Eri SICURO che avessi visto qualcosa! Perchè?"

"Sei stato tu a dirci di avere delle visioni."

"Ceeerto. O MAGARI, sapete più di quello che avete detto. Non fate mai domande. O siete dei veri SANTI, oppure la spiegazione è che sapete ESATTAMENTE quello di cui io parlo! Chi sono davvero??”

“Castiel..”
“Adesso mi sono stancato di questa..”

Rimase incantato a guardare due ragazzi di vent’anni, spintonarsi tra di loro.
Il maggiore gli scrollò i capelli.
“Stronzetto.”
Rivide altre immagini.
Un ragazzo biondo, uno moro, si baciavano, in un salone.

Ma non erano gli stessi.
“Chi..chi sono il ragazzo moro e quello biondo?”
“CHI??”
“Li ho visti nella mia testa. È come se..fossero un tassello importante nella mia testa."
“Dean e Sam?”

Altro sbaglio.
“Tu sai chi sono?”
“Sì, beh, sono due fratelli..”
“Allora non sono loro..nella mia visione si baciavano..”
Gabriel girò la testa e Castiel si insospettì.
“Davvero? Erano LORO? Ma sono fratelli…cosa..non..”

“Non giudicarli così velocemente. Loro..insomma..il vecchio Castiel non lo farebbe.”
Il vecchio Castiel? LI CONOSCO? Da quanto..come hai potuto nascondermelo? Mi state nascondendo altre persone???”
“Castiel , per favore, meno sai e meglio è..”

“Col cavolo!!! Ora mi dici tutto subito oppure qui finisce male!!!”
 
Gabriel, lo portò in un angolo appartato.
“Va bene. Tu sei un angelo.”
“Che cosa? Mi prendi per il sedere?”

“Non sto mentendo. Hai dei poteri di guarigione..se ci provi te ne accorgerai. Anche io sono un angelo, anche Balthazar e nel Paradiso veniamo considerati FRATELLI.”
“Tu sei solo un sociopatico..come il tuo amico..”

“Dean e Sam, sono dei fratelli che cacciano i mostri , sono tuoi..nostri amici! Il tuo compito era di proteggerli. CASTIEL.”
Cercò di fermarlo con un braccio ma Castiel gli diede un pugno, facendolo cadere per terra.

“CASTIEL! MA CHE CAZZO HAI FATTO! PERCHÈ L’HAI FATTO?” disse Balthazar irrompendo li.
Castiel guardò con orrore sia uno che l’altro.
“Per essere un essere eccezionale, vedo che il tuo amico sanguina che è una bellezza! Sai che c’è, adesso me ne vado per conto mio. Non provate a seguirmi o ve ne farò pentire. “

“Castiel, ma che..” si inginocchiò ai piedi di Gabe.
“SEMPRE diffidare delle acque chete. Mine inesplose. Che cos’è successo fratellino?”
“Gli ho detto la verità.”
“Cosa?”
“Gli ho detto che è un angelo, che noi siamo i suoi fratelli e che Dean e Sam hanno un legame incestuoso e sono suoi amici.” disse bisbigliando per non farsi sentire dai curiosi.

Balthazar annuì e poi gli diede uno scappellotto alla testa.
Ridacchiò guardando i presenti.
“Va tutto bene, il mio amico ha solo un po' esagerato con l’angelo azzurro!” (bevanda alcolica)
Poi gli sussurrò all’orecchio.
“Te la vedi tu con Luc e la sua donna. Io mi chiamo fuori. E adesso ritorno al mio poker!”





















"Sanguini che è una bellezza" cit da il Corvo

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Capitolo 45
*** Come il sogno di un altro ***


Sono in una foresta. Ci sono degli alberi. Gli uccelli cantano una nenia lontana, triste.
I corvi gridano.
Un ragazzo mi guarda. Ha il viso sporco di fango, gli tolgo la terra dal viso.

Sento che ho già fatto qualcosa di simile,ma non ricordo quando, ne COSA.
Una sensazione e un’emozione che avevo già compiuto, ma chissà perché ora è diverso.
Sono io a essere diverso ora.
Diverso è il luogo, ma anche la destinazione.

Non lo so perché, ma il fatto che sia lui a essere arrivato da me, mi sorprende.
 
Quel ragazzo mi è familiare, come fosse prezioso per me…no…c’è di più…
Come se fosse collegato a qualcosa che per me fosse molto prezioso..
 
“Ti turba eh, non sapere chi sono? Allora, guarda là sopra.” Mi dice.
Io guardo il cielo e galleggiano sopra di noi un miniscrigno molto carino e una chiave galleggiante con le ali, molto antica.
Si girano intorno come fossero parte di sé stesse.
“Cosa sono?”

“Non lo so..ma parlano del Paradiso e di anime gemelle. Dicono che le anime gemelle finiscono nello stesso paradiso. Loro lo sono.”
“E tu? Chi sei tu?”
Mi aveva guardato con aria triste.
“Io sono quello che nessuno vuole.”
 
Mi sveglio all’improvviso In piena notte. Conoscevo quel ragazzo, ma non riuscivo a collocarlo a nessun volto conosciuto!

Me ne rammaricai. Sentivo che era molto importante e che avrebbe aiutato a ricostruire il mio passato.
La sua faccia..il suo viso…era così triste.
Era poco più di un ragazzino.
 
 
Altra notte, altro sogno. Durante il secondo sogno, eravamo davanti ad un lago.
“Come ti chiami?”
Lui rise.
“Dimmelo tu. Se tu non ricordi, io non esisto al momento e siccome sono nella tua testa, non posso risponderti.”
Se c’era una cosa che odiavo ancora di più di non sapere chi fossi, erano gli indovinelli.
“Dove sono i tuoi genitori?”
Si intristì.
“Morti. Anche loro…dimenticati. Come se non fossero mai esistiti.”
“No..” dissi.
“Come?”
“Non è vero..uno di loro, rimarrà sempre indimenticabile. “
Lui si alzò.
“Come puoi dirlo??”
“Io..io non lo so, ma è quello che sento. Lui non sarà dimenticato. Tuo padre non sarà dimenticato.”
Lu mi spinse.
Perché lui MERITA di essere ricordato e io no??”
“Ascolta, io..”
“Perché io merito di vivere e lui NO?

Il suo tono era cambiato. Si era fatto all'improvviso disperato ma dolce, in un mix strano che mi soffocò. C'era così tanto AMORE in quel tono.
Allungo la mano verso il ragazzino, sentendomi di colpo inadeguato.
Basterebbe una parola, qualsiasi cosa per confortarlo ma non mi sovviene nulla alla mente.

L’uomo è vulnerabile..così vulnerabile..e io vorrei essere di più di un uomo. Così forse riuscirei a consolarlo.

Ed eccolo li. Il famoso salto quantico. Qualcosa di cui molti parlano ma nessuno conosce mai veramente. Non so come accade, ma accade. Il mio desiderio si avvera e vado oltre l'umano. E parlo, anzi, pronuncio solo una parola, ma è abbastanza.

Adam..
Alza il capo sorpreso.
“Mi hai chiamato per nome!!”
“Cosa..l’ho fatto? No..io..no..”

“Sì, sì, l’hai fatto, anche se non lo ricordi, l’hai appena fatto!”
“Ragazzino..”
“Promettimi che non lo scorderai. Adam..”
“Adam..”
 
“Adam.. chi sei….” Pensò Castiel rigirandosi nel letto.
 
 
 
“Dobbiamo smetterla di incontrarci così, Castiel!” mi disse Adam.
“Cos’è questo posto?”
“Oh..la nostra casa..” disse lui, indicando una casetta modesta che sembrava abitata da una persona sola.
“Non sembra il posto dove vorrei vivere.”

“Non ci vivi tu.” Disse lui enigmatico. E a quelle parole, qualcosa in me cambiò. Improvvisamente mi parve la casa più bella del mondo, piena di calore, gioia, amore! Non so da dove venivano queste sensazioni ma le percepivo.
“E chi? Oh, immaginavo, non vuoi rispondere.”
Lui sorrise.
“Perché mi sento come se dovessi..proteggerti?”
“Non devi farlo.”

“Ma sento che voglio! Perché? Sei..sei..mio figlio, per caso?”
“Oh, santo dio, spero proprio di no!!”
Castiel lo guardò.
“Non nominarlo invano. Non per queste cose.”
Adam rise.

“Ti piacerebbe che lo nominassi in altri contesti?” mi si fece vicino. Troppo vicino.
“Cosa fai?”
Mi allontanai.
Tutto ciò era improprio.

Non potevo.. e non perché era un maschio, ma perché era un..un cucciolo d’uomo e io ero..
 
“Un soldato?” disse lui.
La scena era cambiata così improvvisamente che mi girò la testa per l’improvviso cambio di scenario.
“Dove siamo? Cos’è questa devastazione?”

“È questo, Castiel? È per questo che tu combatti? Per un mondo così?” si accucciò per terra guardando quella landa desolata.
“No..” disse Castiel. “Penso di no. Se questo significa essere un soldato, io non voglio esserlo. “
“Sei sicuro?”
“Sicurissimo. Andiamo via, non voglio stare qui.”
Ma Adam resiste alla presa sul mio braccio.

“Eppure tu eri voluto restare..
“Come??”
“Eri voluto restare. Anche se non è mai accaduto. Ma è accaduto nella testa di mio fratello.”
“Chi è tuo fratello??”
Mi suonò un campanello d’allarme. Volevo chiedergli di più, ma avevo paura anche di ascoltare la verità.
“I croatoan che conquistano tutto. Il 2014.”

Oh, perfetto. In questo delirio ci mancava solo il futuro che doveva ancora venire.
“Cosa succede nel 2014?”
Ma mi pentii di chiederglielo. Non volevo sapere.
Adam si alzò.
“Tu molli. Ed è così triste. Non solo perché molli, ma perché io non ci sono! “
“Cosa?”

Adam si volta e uno sguardo ferito gli trapassa la faccia.
“Io non – ci sono. È un futuro tristissimo. E LORO SONO DIVISI. Come hai potuto permetterlo, Castiel?”
“Loro chi?”
“Non avresti dovuto lasciare che accadesse..”
“Senti, non so di cosa tu stai..”

“Se IO ci fossi stato, non avrei mai permesso che TU ti arrendessi, ma non potevo, ero dieci metri sottoterra. Però per fortuna non è mai accaduto. Ma ci hai mai pensato? A che destino triste sareste andati incontro?”
“Che cos’è successo nel 2014?”

Lui si gira e sembra cambiare espressione. Un'espressione dolce ricolma d'amore.
Adam mi guarda. Un sorriso triste.

“Lo sai. Smettila di pensarci. E di tormentarti. Non eri tu.
 
Quelle parole, anche se non le capii precisamente, mi colpirono con la potenza di un pugno allo stomaco.

Piansi nel letto. Calde lacrime mi rigavano la faccia. Non capivo cosa volesse dire ma la mia coscienza era come se comprendesse. Era esistito davvero un tempo in cui avevo smesso di lottare, in cui LORO erano divisi, ma chi? Ed era così triste, come se il sole avesse smesso di sorgere, la luna e le stelle di brillare e piovesse in un ciclo senza soluzione di continuità per tutto l'anno.
Ora che LORO erano divisi..ma soprattutto non c'era LUI. La cosa che lo sconvolgeva di più è che era come un sogno ma aveva come l'impressione che non fosse un sogno SUO.

Non ero io..devo smetterla di accusarmi.

No..non un sogno mio...ma di un altro.






















Ciao ragazzi , allora, anche se le note sono lunghe, per favore leggetele, perchè spiego diversi particolari del capitolo xd lo so se avete sconvolti come me non pensavo avrei ripreso a breve questa storia, ma confesso che ci pensavo già da alcuni giorni e siccome la storia di Sam che esce dalla gabbia sta avviluppando tutte le mie energie, volevo prendere una pausa , anche perché temo che non finirà presto xd poi ci tenevo tanto a riprendere questa storia e vorrei specificare alcune cose che forse non si capirebbero se non si guardasse la cosa dal punto di vista di un telefilm! Allora , per primissima cosa, quando Cas dice che sa di averlo già fatto, non intende tirare via il fango dalla faccia di Adam xd ma intende tirare via dean dall'inferno xd parla di riportare / riaccompagnare qualcuno che era morto, riportandolo alla vita, ma nel caso di Adam è diverso perchè è stato LUI a venire da lui xd

poi non so se alcuni di voi abbiano capito che la seconda parte finale si riferisce alla puntata the end. Adam o meglio la sua allucinazione nel sogno si riferisce a Sam e Dean quando gli chiede come ha potuto permettere che venissero divisi ! Ovviamente non è molto esplicito ma non solo per tenere la suspense, ma perché è la coscienza di Cas in un certo senso che non si dà pace ! Solo che siccome non ricorda del tutto, ricorda solo alcune cose , lui dentro di se, dopo che Dean probabilmente gli ha raccontato cosa è successo nell'universo alternativo forse dentro di se, gli dispiace di aver ricoperto un ruolo in cui ha permesso che i fratelli venissero separati anche se ricordiamoci che nulla di tutto quanto è successo veramente ma era solo uno scherzo crudele di Zaccaria , allo stesso tempo c'è questa cosa interessante del paradosso temporale che non spiego qui ma mi piacerebbe esplorare più in la, spero vi piacerà ^_^ non la voglio dire ora perchè sarebbe difficile da spiegare e farei sicuramente casini. Me la riservo per il prossimo o i prossimi capitoli ^_^ ps per favore abbiate pazienza per quando arriverà Adam xd vi giuro che è dura anche per me aspettare per farli ritrovare xd

ps Come se fosse collegato a qualcosa che per me fosse molto prezioso.. anche qui, mi dispiace per i romantici, ma si riferisce a Sam e Dean xd all'inizio Cas lo ritiene importante perchè collegato a loro due che sono i suoi migliori amici, poi DOPO, se ne innamora xd

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Capitolo 46
*** Castiel rincontra Lucinda ***


Castiel era ancora turbato da quello che era successo con i suoi “fratelli.”

Gabriel gli aveva confessato di essere un angelo, aveva detto che erano fratelli, ma questo cosa significava? Perché FRATELLI? TUTTI fratelli? Non era a conoscenza che gli angeli venissero considerati fratelli, ma suonava bene, suonava…giusto.

Per qualche attimo, l’idea lo faceva stare bene. Sentì le campane suonare nella sua testa, gli uccellini cantare, sentiva lo scorrere dell’acqua, come se fosse a pochi passi e si concesse il lusso di pensare a come dovevano essere le prime acque del mondo, una sorgente e un’oasi infinita di pace e vita che richiamava la VITA stessa, prima che l’uomo inquinasse l’acqua.

Poi tutto svanì come una bolla di sapone, anzi, una bolla d’acqua! Lo stava rifacendo. Stava di nuovo cadendo nella bolla d’illusione, era di nuovo pazzo.

Ma perché quei ragazzi gli avevano raccontato quella storia assurda a proposito di essere davvero un angelo? Non era un’ipotesi da prendere in considerazione, quindi lo stavano prendendo in giro. Pensavano forse che non era guarito, avevano capito che stava avendo delle allucinazioni e volevano portarlo in manicomio.

Lo assecondavano, come si faceva con i pazzi!!

L’alternativa, cioè credere che gli avessero detto la verità, non era neanche da prendere in considerazione. Se lui era davvero un angelo, cosa ci faceva sulla Terra? Gli angeli veri non si mischiavano certo con gli umani, andando a zonzo sulla Terra, a giocare a poker e a mangiare del fast food scadente.

In quel momento, un incidente terribile nel quartiere dove si trovava Castiel.

Due macchine erano andate a finire una addosso all’altra. C’erano dei feriti. Il conducente di una macchina stava bene, probabilmente era il responsabile dell’incidente, invece la donna e la bambina di cinque anni, erano messe male.

Castiel corse verso il luogo dell’incidente, come stregato da una forza inarrestabile.
“Indietro, state indietro…”

Non sapeva cosa faceva, voleva solo che quel dolore acuto alla base della schiena, smettesse di bruciare così tanto, voleva solo che il cuore smettesse di fare così male.

Il battito della donna e della bambina era molto debole, passò una mano sopra i loro toraci, mentre la folla tutta attorno, era impazzita.

Non sapeva cosa stava facendo, i suoi gesti erano come comandati dalla volontà di un altro.

“AHHHH.” Esalarono la donna e la bambina, prima una e poi l’altra.

Castiel si ritrasse come terrorizzato. Quelle stesse mani ora sembravano bruciare nel suo stesso corpo.

“Lei è un medico?” chiedevano sopra di lui.
“Vi prego, chiamate l’ambulanza, sbrigatevi!” disse Castiel, scegliendo di non rispondere a quella domanda.
 
La donna e la bambina, si ripresero nel giro di pochi giorni, mettendo anche in imbarazzo Castiel più volte, chiamandolo EROE, Castiel non sapeva più come dire che lui non c’entrava proprio niente, anche perché era il primo a non crederci.

Nei giorni successivi continuò a pensare alla misteriosa sensazione che aveva sentito alle sue mani, nel frattempo, i soldi che gli aveva lasciato Gabriel per vivere, diminuivano e lui non aveva un posto dove andare. Non poteva tornare alla casa, anche se avesse voluto, non ricordava più dove fosse.

Cominciò a sentire nostalgia di quegli strani bizzarri individui che lui stesso considerava famiglia da quando li aveva conosciuti la prima volta.

Sentiva nostalgia del ragazzo dei sogni, anche se forse era improprio, considerata la differenza di età, che lo trovasse attraente.

Cominciò a vagabondare come un barbone, si specchiava nelle vetrine dei negozi e a parte un’aria un po’ sfatta, si accorse di riuscire a sopravvivere benissimo senza cibo o acqua per tante ore, ma gli mancava sentirne la consistenza sul palato.
Svenne e venne svegliato dalla stessa vecchietta che aveva mal di schiena e che aveva incontrato in presenza di Gabriel e Balthazar.

Si stupì di sé stesso, quando si ricordò di lei, ma anche lei sembrò ricordarsi di lui.
“Tu sei l’ANGELO che mi ha guarita dal mio mal di schiena.”

“No, signora…io non ho fatto niente. Non credo di essere in grado di aiutare nessuno.”
La vecchietta lo alzò come non avesse peso.

Castiel la guardò bene, ora l’anziana signora, sembrava avere almeno dieci anni di meno.
“Tu sei un guaritore! Perché non me l’hai detto?”
“Signora…Lucinda..io non sono..”

“Non so cosa ti sia successo, ma sembri messo male, forse le persone non sono state buone con te, ma tu devi rimetterti in sesto. Il tuo destino è fare del bene, l’ho capito quando ti ho incontrato. Hai bisogno di soldi per mantenerti? Ti ospito io per un po’.”
Castiel la guardò a bocca aperta.

“Lucinda..no, non devi…sono uno sconosciuto per te.”

“Spesso fanno molto di più gli sconosciuti, che gli amici e i parenti più stretti. Ho bisogno di un po’ di compagnia e tu hai bisogno di qualcuno che ti aiuti…accetta, anche solo per poco. Il destino ci ha messi sulla stessa strada per una ragione.”

Ecco che un’altra volta il destino faceva la sua menzione, Castiel detestava essere concorde con questa versione fatalista delle cose ma doveva ammettere che Lucinda doveva aver ragione e poi dopo il tradimento della sua “famiglia” non gli restava altra scelta.

“Va bene, ti ringrazio, Lucinda.” Si presero la mano e Castiel sentì un’emozione condivisa. L’emozione della solitudine. Pensò a quanto deve essere triste questa emozione negli umani.






















Note dell'autrice:  chi non muore si rivede eh? xd so che avevo detto che avrei aggiornato altre storie ma quella che sto aggiornando adesso, sulla sesta stagione, non ne vuole sapere di finire e io mi tormentavo troppo pensando a queste vecchie che avrebbero potuto non vedere mai la fine xd

vi chiedo di portare pazienza, c'è ancora altro angst e il capitolo è corto ma dopo un lungo periodo di inattività è sempre difficile tornare...prometto che sono comunque intenzionata a sbloccare ALMENO la storia di castiel, perchè non ne posso più di lasciarla sospesa così...già è una vergogna che l'ultimo aggiornamento è di un anno fa ç_ç quindi aspettatevi almeno altri tre capitoli

ne approfitto per ringraziare Teamfreewill che mi sta dando una grossissima mano con le storie, ora non sto ad elencare tutti gli strafalcioni che faccio ma ne faccio veramente tanti e molti non li correggerei se non me li facesse notare e ha anche molta pazienza a ripetermi più di una volta le stesse cose xd ti voglio beneeee <3333

Grazie tantissime anche a Abby  che con le sue recensioni mi scioglie sempre e mi aumenta l'autostima <333

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Capitolo 47
*** Adam va a trovare Castiel ***


Era passata una settimana da quando Castiel viveva a casa di Lucinda, era piacevole vivere a casa sua. Lucinda aveva fatto circolare la voce che fosse un guaritore, all’inizio Castiel ne fu imbarazzato e aveva negato tutto, ma poi scoprì che poteva DAVVERO guarire le persone, anche di malattie abbastanza importanti o addirittura auto degenerative.

Si sentiva sempre più confuso. Avrebbe voluto che i suoi “fratelli” si facessero vedere, per potergli chiedere se dunque tutta quella faccenda dell’angelo fosse vera. Da un lato lo spaventava, dall’altro lo esaltava, ma una parte di sé, continuava a considerarsi non all’altezza, come se non fosse abbastanza, non lo MERITASSE.

Si era anche affacciato al balcone della stanza della sua amica Lucinda, contemplando per qualche attimo come dovesse essere spalancare le ali e volare.

Una serie di immagini di lui stesso a terra, pieno di sangue, lo invase. Immagini di sangue, di morte.
No, non poteva farlo, se non per sé stesso, per Lucinda, che non meritava un simile scenario e un simile dolore.

Diventò abbastanza famoso come guaritore, anche se chiese di non far circolare “troppo” la voce. Non voleva la fama, non voleva finire in televisione, non voleva si parlasse troppo di lui.
Poi un giorno, nella locanda in cui faceva pranzo, si avvicinò un volto che riconobbe immediatamente.

Un ragazzo biondo con degli occhi azzurri, un colore mischiato quasi al cielo e al verde del prato.
Il ragazzo del sogno.
Guardava verso di lui e si stava dirigendo verso di lui.
Per qualche attimo valutò l’idea di fuggire, in fondo tutti erano abituati alle sue stranezze e gliele concedevano senza fare domande.

Ma parte di lui desiderava davvero che si avvicinasse e desiderava porgli tutte le domande che finora si era tenuto per sé.
Chi sei? Sei il passato o sei il futuro?

Sei la mia coscienza?
Cosa vuoi da me?
Il ragazzo si avvicinò a lui e si sedette proprio al suo tavolo. Castiel cominciò a sudare. Il ragazzo era splendente, era vestito con camicia e Jeans di un colore azzurro tenue..

“Ciao Castiel, tu forse non ti ricordi di me, ma io di te sì. Sono Adam e…”

“Senti, è bene che tu sappia che io ho perso la memoria e non ricordo neanche me stesso.”
Il ragazzo sembrò ferito dalle sue parole.
“Ma tu mi devi essere rimasto impresso. Sei il ragazzo dei miei sogni.” Disse Castiel di impulso.

Il ragazzo diventò bordeaux e Castiel si corresse subito.
“Cioè, intendo che ho fatto diversi sogni in cui mi sembrava di vedere proprio te.”
“E…che tipo di sogni erano?” chiese il ragazzo titubante.

Castiel lo guardò incuriosito. Il ragazzo sembrava in qualche modo nascondere qualcosa e avere paura di qualcosa, poi si ricordò delle strane avances che il ragazzo sembrava fargli in sogno e gli sembrò di capire. Forse...c’era qualcosa tra di loro, non sapeva ancora se fosse unilaterale o corrisposto però. Per qualche ragione, alla parola “unilaterale” provò un fastidio strano a cui non voleva dare un nome.

“Sogni STRANI in cui io cerco di capire chi sei, ma tu mi chiedi di indovinare..poi ti chiedo dei tuoi genitori ma non me me vuoi parlare e poi vediamo il futuro. Un mondo desolato e vuoto, una città distrutta…dici che era il 2014 ma che non è mai successo, anzi che è successo nella mente di tuo fratello, qualsiasi cosa volesse dire. A quel punto mi sveglio.”

Il ragazzo sembrava spiazzato e Castiel capì che non aveva la più pallida idea di cosa intendesse.
“Castiel, lascia perdere questi sogni, almeno per ora. Sono venuto da te, perché…beh, ho saputo cosa ti è successo e mi dispiace tantissimo, ma forse…posso aiutarti a ricordare.”

“In che modo?” chiese Castiel curioso.
“Quando ci siamo conosciuti…ero un ragazzo impaurito, che aveva bisogno di ricongiungersi con la sua famiglia. Ti chiesi..di riportarmi a casa.”
Qualche ingranaggio si mosse nella mente di Castiel, ma era ancora tutto troppo nebuloso.
“Ci riuscii?”

“Sì.” Rispose Adam sorridendo felice. “Ti chiedo di rifarlo, vuoi?”
Gli prese le mani e Castiel sentì quelle stesse mani bruciare ma ora forse solo per il calore che emanava quel ragazzo.
“Lasciare questa gente?” chiese titubante.

In quel momento si avvicinò Lucinda.
“Se serve  a ritrovare il tuo passato, devi andare, Castiel. Noi saremo sempre qui ad aspettarti.”

Castiel commosso abbracciò la signora.
“Grazie, Lucinda.”

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Capitolo 48
*** Fine dell'amnesia ***


“Mi dispiace, Castiel, ma tu con me non hai mai parlato della tua famiglia o dei tuoi problemi..non mi hai mai detto che avevi una spiccata passione per l’angeleologia, un giorno ho saputo che hai avuto un brutto incidente, che sei quasi annegato, ma…non so i dettagli.”

Castiel apparve molto a disagio con questo.

“Non sei obbligato a parlarne, se non vuoi.” Disse Adam dolcemente.

“Io..non è una cosa di cui mi piace parlare.”
“Ti ho detto che non importa. Siamo qui per ricordare chi sei, ma tralasciando la tragedia che ti ha portato a dimenticartene. Credo che sia meglio, no?”

Castiel lo guardò con uno sguardo colmo di gratitudine.

“Ma come…come abbiamo fatto a diventare amici noi due?”
“E chi ti dice che lo siamo?”

Castiel lo guardò disorientato e Adam scoppiò a ridere.

“Castiel, ti sto solo prendendo in giro. A dire la verità, mi hai trovato tu…ero in un bosco, in mezzo al fango, per terra, svenuto.”
“D-davvero?”

“Mi ero perso, cercando disperatamente i miei fratelli, quello che restava della mia famiglia, dopo che i miei genitori…” si passò una mano sugli occhi.
“Adam…”

“Scusa…io..dopo che anche mia madre morì, mi ritrovai solo..e tu mi hai trovato..e mi hai aiutato a ricongiungermi ai miei fratelli. “
“In che modo?”

“È stato come se…sapessi esattamente dove andare. Scoprii che..tu sapevi già chi fossi, che eri venuto a cercare proprio ME.”
“Cosa?? Dici sul serio?”

“Sì, mi hai portato in braccio e mi hai portato da loro. Grazie a te, io..ho ancora una famiglia.”

"In..in braccio?"

Adam sorrise, annuendo appena, notando il suo imbarazzo con un certo autocompiacimento.

In quel momento un piccolo ricordo si affacciò nella mente di Castiel.

“Eri voluto restare. Anche se non è mai accaduto. Ma è accaduto nella testa di mio fratello.”
“Chi è tuo fratello??”
 
“Nei miei sogni…nomini tuo fratello. Mi dici che ho mollato, in un futuro che però è accaduto solo nella testa di tuo fratello. Che significa?”

“Non lo so, prova a raccontarmi il sogno.”
 
Castiel però fece di più, gli raccontò parte dei sogni che aveva fatto su di lui, omettendo ovviamente le parti imbarazzanti come alcune battutine a doppio senso.


Sono in una foresta. Ci sono degli alberi. Gli uccelli cantano una nenia lontana, triste.
I corvi gridano.

Un ragazzo mi guarda. Ha il viso sporco di fango, gli tolgo la terra dal viso.

Sento che ho già fatto qualcosa di simile,ma non ricordo quando, ne COSA.

Una sensazione e un’emozione che avevo già compiuto, ma chissà perché ora è diverso.
Sono io a essere diverso ora.
Diverso è il luogo, ma anche la destinazione.

Non lo so perché, ma il fatto che sia lui a essere arrivato da me, mi sorprende.
 
“Ti turba eh, non sapere chi sono? Allora, guarda là sopra.” Mi dice.

Io guardo il cielo e galleggiano sopra di noi un miniscrigno molto carino e una chiave galleggiante con le ali, molto antica.
Si girano intorno come fossero parte di sé stesse.
“Cosa sono?” 


“Non lo so..ma parlano del Paradiso e di anime gemelle. Dicono che le anime gemelle finiscono nello stesso paradiso. Loro lo sono.”

“E tu? Chi sei tu?”
Mi aveva guardato con aria triste.
“Io sono quello che nessuno vuole.”
  
Altra notte, altro sogno. Durante il secondo sogno, eravamo davanti ad un lago.

“Come ti chiami?”
Lui rise.
“Dimmelo tu. Se tu non ricordi, io non esisto al momento e siccome sono nella tua testa, non posso risponderti.”
Se c’era una cosa che odiavo ancora di più di non sapere chi fossi, erano gli indovinelli.

“Dove sono i tuoi genitori?”
Si intristì.
“Morti. Anche loro…dimenticati. Come se non fossero mai esistiti.”
“No..” dissi.
“Come?”

“Non è vero..uno di loro, rimarrà sempre indimenticabile. “
Lui si alzò.
“Come puoi dirlo??”

“Io..io non lo so, ma è quello che sento. Lui non sarà dimenticato. Tuo padre non sarà dimenticato.”
Lu mi spinse.

Perché lui MERITA di essere ricordato e io no??”
“Ascolta, io..”
“Perché io merito di vivere e lui NO?

 
“Un soldato?” disse lui.

La scena era cambiata così improvvisamente che mi girò la testa per l’improvviso cambio di scenario.
“Dove siamo? Cos’è questa devastazione?”

“È questo, Castiel? È per questo che tu combatti? Per un mondo così?” si accucciò per terra guardando quella landa desolata.

“No..” disse Castiel. “Penso di no. Se questo significa essere un soldato, io non voglio esserlo. “
“Sei sicuro?”
“Sicurissimo. Andiamo via, non voglio stare qui.”
Ma Adam resiste alla presa sul mio braccio.

“Eppure tu eri voluto restare..
“Come??”

“Eri voluto restare. Anche se non è mai accaduto. Ma è accaduto nella testa di mio fratello.”
“Chi è tuo fratello??”

Mi suonò un campanello d’allarme. Volevo chiedergli di più, ma avevo paura anche di ascoltare la verità.
“I croatoan che conquistano tutto. Il 2014.”

Oh, perfetto. In questo delirio ci mancava solo il futuro che doveva ancora venire.

“Cosa succede nel 2014?”
Ma mi pentii di chiederglielo. Non volevo sapere.
Adam si alzò.

“Tu molli. Ed è così triste. Non solo perché molli, ma perché io non ci sono! “
“Cosa?”

Adam si volta e uno sguardo ferito gli trapassa la faccia.

“Io non – ci sono. È un futuro tristissimo. E LORO SONO DIVISI. Come hai potuto permetterlo, Castiel?”
“Loro chi?”

“Non avresti dovuto lasciare che accadesse..”
“Senti, non so di cosa tu stai..”

“Se IO ci fossi stato, non avrei mai permesso che TU ti arrendessi, ma non potevo, ero dieci metri sottoterra. Però per fortuna non è mai accaduto. Ma ci hai mai pensato? A che destino triste sareste andati incontro?”

“Che cos’è successo nel 2014?”

Lui si gira e sembra cambiare espressione. Un'espressione dolce ricolma d'amore.

Adam mi guarda. Un sorriso triste.

“Lo sai. Smettila di pensarci. E di tormentarti. Non eri tu.
 
Quelle parole, anche se non le capii precisamente, mi colpirono con la potenza di un pugno allo stomaco.

 
 
“I miei fratelli…sono molto importanti per me, scoprii che anche tu sei affezionato a loro. Sono tuoi amici.

Castiel si ricordò che Gabriel gli aveva detto qualcosa a proposito di due fratelli che stavano insieme e cacciavano mostri, ma non sapeva se si riferiva ai LORO fratelli o a due “umani."
Bastava solo chiederlo ad Adam, bastava solo quello.

“Adam…come si chiamano i tuoi fratelli?”
Adam gli scoccò un’occhiata obliqua.
“non posso dirtelo.”
“Mi nascondi anche tu delle cose!! Credevo potessi fidarmi di te!”

“Anch’io credevo di poterlo fare…credevo tu mi amassi, invece aspiri soltanto a sfruttarmi e basta!!!” gridò all'improvviso Adam.
Castiel lo guardò a bocca aperta.

“Ho fatto così tanto per te…ho preso la tua…piuma. “ una lacrima di Adam gli ricadde sulla sua guancia.
“Io..non capisco.”
 
Ma in quel momento un altro flash gli si affacciò alla mente.



Per infilarti nei sogni degli altri..se mai dovessi essere...trattenuto..da qualcosa..o qualcuno..e non potessi proteggervi,se non ci fossi e succedesse qualcosa a qualcuno di voi..questa è una piuma d’angelo. Con questa, puoi infilarti nelle menti di chiunque tu voglia, nei suoi sogni e dirgli qualsiasi cosa..ma non abusarne, ti prego, Adam.. questa è una delle pochissime cose che può fare anche un umano, con la piuma di un angelo.

“Oh, Castiel..è meraviglioso che tu abbia pensato a me, proprio a me. Non ti deluderò, lo giuro.”
 
“Castiel…se mi hai dato questa piuma..vuol dire che sapevi quello che stavi facendo..prima non adesso..quindi non ti arrabbierai con me, se la uso, vero? Io ti amo..ma proteggerò sempre i miei fratelli. SEMPRE.”


“NOOOOOOO.”

Adam approfittò di quel momento di distrazione per sgattaiolare fuori dalla macchina.
Adam! Adam, dove stai andando??”
Adam si era tuffato a coccolare due cuccioli di volpe ai lati del bosco.
“Le volpi…nessuno pensa a loro, eppure sono fragili e indifese…alcuni pensano che sono cattive, ma sono buone, in realtà, proteggono i FIORI quando nessun altro lo fa.”

“Adam..vieni via, è notte.”
Mi ami, Castiel?

Castiel sbarrò gli occhi, preso alla sprovvista da una domanda tanto esplicita.

“Non so neanche chi sei. Sei un ragazzino..io sono più grande di te.”

“L’età?? Ohh, adesso dai ascolto all’età! Non capisci?? Solo le nostre vite invecchiano! Noi siamo però ancora là! Noi siamo là dove i secoli contano solo come secondi, e dopo un migliaio di vite cominciamo ad aprire gli occhi.”

“Ti prego, non farlo!!”

“Quante volte hai riaperto gli occhi in questo mondo? Quante volte senza poter dimenticare chi eri davvero? Forse ad un certo punto hai ascoltato quella parte della tua coscienza che ti indicava, ti suggeriva di dimenticare tutto, anche i tuoi AMICI…”

“SMETTILAAAAA.”

Il mondo a quel punto, sembrò sfarfallare tra notte e buio, come centinaia di lampioni che si accendessero e spegnessero a ripetizione.

Castiel si guardò intorno, ma Adam era sparito.

“Adam, Adammmmm! Dove sei???”
 
“Quanto è costato, Castiel, quanto?”

“Adam!!”

“Qual è stato il prezzo richiesto per poter dimenticare la tua colpa?”

“Adam, dove sei??”

“Sapevi che avresti dimenticato come è nato il sole e la VITA, le prime acque del mondo, la prima musica…la prima volta che l’uomo ha perdonato…

“Ti prego, vieni fuori…io non so dove sei…è così buio…tutto buio..”

“Dimmi quanto è costato, Castiel… dimenticare i volti dei tuoi AMICI, i volti di coloro per cui ti sei ribellato al Paradiso!!”

“Smettila!! Non esiste nessun Paradiso, nessun Dio!!!”

“Dimmi quanto è costato aver paura del buio…non saper destreggiarsi tra esso, non saper come fare per far ritornare la luce…eppure basterebbe solo una fiammella…basterebbe cercare nella tua ANIMA!!”

Castiel si mise a correre e la strada diventò un bosco, una foresta buia, nera, profonda, e man mano che correva diventava sempre più diversa, un luogo grigio pieno di cose spettrali, un luogo rosso polposo come l’interno di un CUORE, un luogo bianco, trasparente come cristallo.
 

Castiel non lo sapeva, ma la sua mente gli stava rimandando immagini del Purgatorio, dell'inferno e del Paradiso.

“Smettila di farmi vedere queste cose!!!”

“Sei TU che le vuoi vedere. La tua mente si sta ribellando alla costrizione del buio a cui l’hai sottoposta, non te ne sei reso conto, Castiel?”

“Ti prego…io..non ce la faccio più..”

“Anch’io ti ho pregato, Castiel…..quando ti chiesi di non uccidere il tuo migliore amico, tuo fratello…quando ti ho pregato di liberarti di quella roba che ti stava uccidendo, quando ti pregai di farti AIUTARE!!”

BASTA!!”



“Ma non sono l’unico ad averti pregato, Cas." ora Adam era davanti a lui e parlava con una voce normale, senza più quel rimbombo che gli faceva venire i brividi. " Dean ti ha pregato sempre tanto, e tu hai sempre risposto quando lui ti chiamava.”
Castiel si guardò intorno e vide un altro luogo.
“Dove siamo qui?” chiese Castiel, guardandosi intorno. Il paesaggio era cambiato un'altra volta. Si trovava ora in un magnifico GIARDINO, dove il verde predominava, dove il verde sembrava quasi entrarti dentro e colorarti l'anima, gli uccellini cantavano in cielo e sembravano i padroni del cielo e gli alberi erano portatori di frutti giganteschi e bellissimi, di tutti i colori. Un posto in cui tutto gridava VITA, perfino la dura roccia.

“Questo? Suppongo che è la tua idea di Paradiso, com’era una volta. La tua mente rifiuta quello che è diventato dopo, si aggrappa a un’idea di Paradiso che è stato distrutto e che non può essere ripristinato.”

“Smettila di parlare di cose che non esistono!”
“È per quello, vero? Hai creduto che anche tu eri così rotto da non poter essere RIPRISTINATO..ma ti sei sempre sottovalutato..una creatura tanto bella, che guarisce, come può non riuscire a guarire sé stessa?”
Castiel pianse.

“Curare non è la stessa cosa di guarire…altrimenti io sarei…”

Adam gli mostrò la sua piuma, gliela diede in mano.

"Ma questa..."

"fa parte di te...e brilla ancora tantissimo, nonostante non sta più su di te, come fai a credere quindi che una qualsiasi cosa che fa parte di te, sia rotta, se neanche dopo tanto tempo, smette di brillare così tanto?"

In quel momento tornarono al loro mondo.
“Ma..cosa…”

“Sono tornato alla vita perché hai risposto al mio richiamo, Castiel. “Ma le persone smettono di vivere davvero quando vengono dimenticate…e se io non conto niente per te, eccetto dei ricordi fasulli in un sogno…non voglio più vivere.”

“Che stai dicendo? Torna indietro immediatamente, Adam!”

“Addiol, Castiel.”

“NOOOOOOOO.”
 
Adam si buttò in un dirupo sul mare, subito inseguito da Castiel che, stordito da una luce accecante, si buttò comunque, nonostante la luce che avvertiva intorno a lui, era così forte da stordirlo e quasi paralizzarlo.

Quando prese Adam al volo, capì che la luce era lui stesso e che il peso insopprimibile che lo avvolgeva, erano le ALI che lottavano per uscire fuori.

Delle ali incantate che sprofondarono insieme a lui, insieme a loro nell’acqua avvolgendoli in una calda coperta fresca.


Il dolore arrivò puntuale, insieme ai primi sapori del mondo, della natura, alla prima bellezza dei colori, alla prima lingua dell’uomo e alle prime pene, cento ricordi in un attimo, che spazzò via subito, cercandone uno solo. Capì di poterlo fare. Si sentiva sopraffatto, ma stavolta metterli da parte non significava cancellarli, solo non lasciarsi sopraffare da essi, Sam e Dean..era pieno di questi ricordi, ma in quel momento era un altro il ragazzo che era tra le sue braccia e non era né Sam né Dean, né i suoi fratelli, né quell’angelo che lo aveva cullato abbracciato e guarito mentre era malato e sofferente.

Prese la bocca del ragazzo e lo baciò, la bocca di Adam era dolce, bagnata di acqua e di lacrime., le sue mani cariche di dolcezza, le sue ali che rispondevano all’amore che prepotentemente sentiva di nuovo sopraffarlo.

Cominciò a singhiozzare forte, si sentiva sopraffatto e distrutto, dalle emozioni stesse, Adam lo baciò tante volte, dolcemente, accarezzandolo e consolandolo.

“Piangi, Castiel…piangi, amore mio. Sfogati, ti prego, fallo per me. Ma non scomparire mai più. Ti prego.”
“Tu…preghi me? Dovrei essere IO  SUPPLICARTI DI perdonarmi, dopo tutto quello che ti ho fatto, non riesco a credere che tu ancora mi ami…”

“Una creatura eccezionale come te, non dovrebbe stupirsi della potenza dell’amore e del perdono.”
“Allora vuol dire che sono diventato troppo umano..”
“Non fa niente, amore, ti aiuterò io..a ritornare più celestiale.

Si baciarono di nuovo e Castiel pensò che tra tutti i baci con il ragazzo, quello era il più bello, era perfetto.

Sopra, qualcuno gridò.

“Ehiiiii, Adam, che ne dici di riportarcelo?”

Una voce famigliare. Dean.

“Vogliamo strozzarlo per benino.” Disse Sam.

Sam.

“Ho quasi paura a chiedergli di volare, ha imparato solo a precipitare per ora.” Disse Adam, ridendo, abbracciato stretto all’angelo.

Devo andare a prenderlo io??” chiese Gabriel e forse fu per evitare quell'azione che Castiel tornò immediatamente su con Adam, volando.
 
Quando tornarono su, Dean e Sam si fiondarono ad abbracciarlo.
“All’inizio volevamo venire subito a prenderti, ma poi abbiamo pensato che era una cosa che doveva provare a fare il nostro fratellino. Non potevamo negarglielo." Disse Dean.

“Abbiamo voluto dimostrargli che ci fidiamo di lui!” disse Sam.

Adam lo abbracciò riconoscente, premendo la faccia contro il suo petto. Amava Castiel, ma amava di un amore diverso, anche i suoi fratelli.

“Non so davvero cosa dire per farmi perdonare di tutto quello che vi ho causato.” Disse Castiel.
“Beh, puoi cominciare impedendoci un’altra fine del mondo.” Disse Gabriel.

Dean e Sam lo guardarono male.

“Ehh,  prima o poi dovrà venirlo a sapere comunque. Cas, hai lasciato un gran bel casino sulla Terra.”
“Contate su di me, per liberarvi di quelle bestiacce. Sono stato io a portarle sulla Terra, ma prima riportatemi alla villa di..Lucifer.

Lo guardarono tutti per capire se avrebbe dato di matto.

“Sto ancora cercando di smaltire quello che sto appena ricordando..ditemi se sto sbagliando..ma è vero che Lucifer vive qui sulla Terra senza bombardarla?"

"Ehmmm...in effetti facciamo fatica a venirne a patti anche noi." Disse Dean.

"E ha davvero avuto una FAMIGLIA…o è solo un brutto sogno?”

“Ohh, non vedo l’ora di raccontarti di questo piccoletto così adorabile!”
“Gabriel ma ti sembra il momento?”
“Ehi, c’è tempo per il dramma, lasciami un po' di tempo con il fratellone, allora devi sapere che quel gran buzzurro di Lucifer…”

Dean per dispetto gli diede una spinta e i due fratelli finirono di nuovo nell’acqua.

“Sei proprio dispettoso, lo sai?” chiese Sam, grattandogli la testa, Dean cercò di vendicarsi prendendolo di peso, Balthazar li spinse tutti e due nell’acqua e si buttò a sua volta giù.
Sam e Dean gridarono nel buio, nonostante provarono l'ebbrezza di cadere nel buio, avvolti dal nero della notte e dallo splendore delle stelle, quando ad un certo punto, sentirono come un uccello gigantesco prenderli in groppa. Era Balthazar e le sue ali accompagnarono la loro caduta. Cadde nell’acqua fungendo come una specie di scivolo per i due fratelli che all'impatto con l'acqua, risero, emozionati e spensierati.
 
"Questo è meglio di qualsiasi giostra al cardiopalma." Disse Sam.

“Questo salto nel buio è la cosa più pazza che mi è successa da un po' di tempo a questa parte.” Disse Dean.
“Credevo che il tuo salto nel buio fosse stato amarmi.” disse Sam languido.

“Quella è la prima cosa..” disse Dean baciando Sam con entusiasmo.
Tra tutti loro, il mare e le stelle facevano da cornice.
“Dean…guarda..le lucciole.” Sussurrò Sam indicando il cielo.



Uno stormo di lucciole volò poco sopra le loro teste. facendo brillare l'acqua, che alla luce della luna, che quella notte era piena, rendeva quello specchio d'acqua ai presenti, ancora più bello, facendolo sembrare come un paesaggio fatato.

"Se non sapessi che è impossibile, direi che sono felici per noi.' Disse Adam aggrappandosi al collo di Castiel. "Anche loro...volevano darti il bentornato." Aggiunse baciandolo.

"Tu ci credi, Dean?" Chiese Sam, già preparandosi a una battuta ma Dean lo sorprese. "Perché no? È possibile. Stanno festeggiando il ritorno di un loro simile!"

"Hai sentito, Cassie? Ti ha paragonato a una lucciola, io non sarei contento se fossi in te!" Disse Balthazar." Devi sempre rovinare i miei complimenti." disse Dean, buttandogli l'acqua addosso ma Castiel e Adam si stavano guardando con gli occhi dolci e dopo poco si baciarono ancora.



















Note dell'autrice:  ciaooooo sapete ce ancora non mi sembra vero che Castiel ricorda???? ahhaha mammma miaaaaa era un anno che dovevo risolvere questa cosa e ce l'avevo qui, sulla gola proprio xd sono felicissima. Qui la cosa è stata un attimo più scenografica rispetto alla serie tivù, diciamo che ci siamo avvicinati a qualcosa che avrei voluto vedere nel telefllm!!! La scena finale con Sam e Dean e gli altri, non era necessaria, ma...volevo un momento di leggerezza anche per gli altri personaggi, dopo tanto angst xd volevo dirvi che visto che ci stiamo avvicinando alla fine anche qui, è probabile che non dobbiate aspettare molto per avere altri aggiornamenti, anche se al momento sto scrivendo altre storie  

Noi siamo là dove i secoli contano solo come secondi, e dopo un migliaio di vite cominciamo ad aprire gli occhi.” è una frase bellissima di uno dei miei libri preferiti Molte vite un solo amore

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Capitolo 49
*** La prima volta di Bobby e Crowley ***


“Muoviti, ti ho restituito le gambe per un motivo, vecchio mio!”

Non parlarmi così! Io non sono vecchio e tantomeno TUO!” aveva ribattuto Bobby, stizzito.
“Come vuoi, ma sbrigati, dobbiamo andarcene!” disse Crowley ridacchiando.

Bobby gettò un’altra dose di “detersivo speciale” addosso a uno di quei mostri e poi seguì Crowley verso l’uscita dell’edificio.
“Sei insopportabile, lo sai? Chi ti ha chiesto di seguirmi, poi??”

“Sono come Snoopy! Irritante e adorabile!” gli diceva Crowley mentre scappavano attraverso il salone, Crowley con la spensieratezza come se stessero facendo una caccia al tesoro.
Bobby alzò gli occhi al cielo.

“E comunque, i tuoi figli prediletti erano impegnati a rincorrere il pennuto che ha perso il nido, se non ti seguivo io, chi altri?”
Bobby cercò di smorzare una risatina.

“Ah-ah, hai sorriso, ti ho visto!”
“Pensa a correre, idiota!”
 
Riuscirono a raggiungere la macchina fuori dall’edificio.

“Forza, Bobby, dai, dai, dai.”
Dick Roman però prese la mira e sparò e Crowley si parò davanti a Bobby.
CROWLEY!!”

“V-vai alla guida, sbrigati, ti copro io.” Disse spintonandolo.
“La tua testa..”

“CORRIIIII!”

Bobby fece come ordinato e riuscirono a partire via, sfuggendo agli spari di Dick Roman.

Guidarono per qualche chilometro, quando Bobby insistette per fermarsi in un magazzino abbandonato, per riprendere fiato.
Crowley acconsentì.
 

Nel magazzino c’era qualche provvista alimentare, per il resto, era spoglio e semi buio, con un materasso logoro sul pavimento.

“Gesù!!” disse quando vide Crowley con il proiettile in mano.

“Che c’è? Non potevo mica lasciarlo dentro. Bobby, ma che cavolo fai?” disse, dal momento che Bobby stava tastando la sua ferita sulla tempia.

“Fammi vedere la tua ferita.”
“Bobby, sono un demone! Guarirò, non devi avere niente da temere.

“Non voglio vedere del sangue, sulla tua testa…dammi solo..u-un minuto. Il sangue..mi fa impressione.”
Cominciò a medicarlo, con le bende che si era portato dietro.

“Se non sapessi che anche gli ospedali sono controllati..ti chiederei di andare all’ospedale.”
“Sai che non lo farei mai, sono un demone, non posso permettermi che lo scoprano e poi non serve, te l’ho  detto.”
“E i-io non posso permettermi d-di..”

“Bobby? Ma che…” Crowley era esterrefatto dalla sua reazione.
“Quando ho visto quel sangue…non mi sono ricordato che non potessi morire…ho pensato che tu..in quel momento..”

“Oh, Bobby…” disse abbracciandolo stretto.
Bobby si lasciò abbracciare, reprimendo un singhiozzo.
“E così, dovevo rischiare di morire per sapere quanto tu ci tenevi a me.”

“M-ma perché l’hai fatto, dannato idiota? Metterti davanti a me in quel modo..”
“Non potevo rischiare che il proiettile colpisse te. La mia vita, vale certamente meno della tua.”

“Come puoi dire una cosa tanto orribile?”
Crowley si spostò da lui e cominciò a passeggiare in tondo.

“Bobby, io sono un rifiuto della società e non importa quanto io cerchi di coprirlo, con le battutine, il sorriso e un umorismo da vecchio lord inglese..sono quello che sono. Per questo volevo ritornare UMANO! Per stare con te!!"

"Io...io credevo che fosse un tuo desiderio!" disse Bobby totalmente spiazzato.

"Tornare debole, patetico, vulnerabile e mortale?? Chi lo vorrebbe? Io lo volevo perchè ho pensato che almeno così, forse tu avresti potuto amarmi. Forse con un’anima, sarei stato degno di te…” disse quell'ultima frase con tono accurato, sussurrando.

Bobby rimase sconcertato, andò da lui, zoppicando e gli stampò un lunghissimo bacio, inginocchiato accanto a lui.


Io ti amo già..”


“C-cosa?? Ma..io sono un rifiuto della società. Come puoi amarmi??” Crowley era commosso.
Bobby scosse la testa.

“Era da parecchio tempo che desideravo dirtelo, dalla Scozia, almeno..da quando mi hai baciato sotto la pioggia e mi hai fatto sentire…come se fossi ancora giovane.

“Io..ti ho fatto sentire giovane?” gli chiese Crowley accarezzandogli una guancia.
Delle lacrime cominciarono a rigare il volto di Bobby mentre lo guardava felice.

“Sei meraviglioso e non te ne accorgi. Ci sei sempre stato per i miei ragazzi…SEMPRE. Anche quando non potevo esserci..dal primo giorno. Forse un altro demone li avrebbe uccisi, ma tu no..tu li hai AIUTATI.”

“Li ho sfruttati per liberarmi di Lucifer..”

“Ti hanno tradito mille volte e tu li hai sempre perdonati..”

“Ho tradito te e anche loro, aprendo il Purgatorio..”
“L’hai fatto per salvare un amico..”

“Sono solo un essere patetico senza coscienza e senza morale..”

“Sei brillante, simpatico, divertente e sei stato capace di grandi atti di bontà. Volevi riavere le tue vecchie ossa per ridiventare umano, ma se è solo per riavere la tua anima indietro, io penso che tu non l’abbia mai persa, Crowley.

“L-lo dici solo per consolarmi.” Disse Crowley piangendo.

“Lo dico perché ho bisogno di dirti quello che non ti ho mai detto. Quando mi hai abbandonato, restituendomi l’anima in Scozia, mi sono sentito come prima, di nuovo senza qualcosa, Poi ho capito che mi avevi rubato di nuovo qualcosa..ma si trattava di un muscolo, stavolta. Sai qual è?”

“Qualcosa che sta in basso?”
“Idiota.”

Crowley ridacchiò e lo baciò questa volta a lungo, piangendo nuovamente.
“Non devi..provocarmi..i demoni fanno fatica a non cedere alle loro pulsioni e sono particolarmente cedevoli ai complimenti e alle lusinghe, non so se mi spiego..”

“E se non volessi che tu ti trattenga?”
Crowley lo baciò più a fondo e lo fece indietreggiare, fino a quando non sprofondarono sul materasso.
Lì il bacio si fece più intenso e i due si spogliarono a vicenda, parendo dalle giacche e dalle camicie.

“Mmm..vedo che sei ancora in forma. Li nascondevi bene questi muscoli sotto la camicia.”
“E non è neanche la mia parte migliore.” Disse Bobby ammiccante.

Crowley sorrise compiaciuto e cominciò a baciargli il collo.
“Bobby…c’è una cosa che devo dirti.”
“Non dirmi che sei ancora vergine.”

“Non sono …particolarmente romantico durante il sesso.”
Bobby lo fissò.
“Speravo che non lo fossi.”

E la passione divampò.






















Note dell'autrice: scommetto che vi eravate dimenticati che dovevamo ancora chiudere la situazione tra Crowley e Bobby eh? ahhah
  cmq i fedelissimi avranno capito che questo capitolo è ispirato alla 7 x 9...dove si sa cosa accade...no, non mi va di dirlo, fa ancora male anche solo pensarci, figuriamoci scriverlo xd cmq ho voluto cambiare il finale :)

ps non credo ci sia bisogno di specificarlo perchè penso che molti l'abbiano già capito, cmq lo dico per sicurezza: il muscolo a cui Bobby si riferisce è il cuore, ovviamente :)) ragazzi ve lo dico subito, non descriverò la scena tra Bobby e Crowley, non che non voglia, anzi non vedevo l'ora di farlo ma ho capito di non riuscirci, non so come immaginarli, è una coppia su cui mi sto muovendo solo di recente, forse un giorno ci riuscirò :))

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Capitolo 50
*** la fine di Dick Roman ***


 Castiel, una volta recuperato i ricordi, si divertì a chiacchierare con Meg e Marzio, sulla loro vita insieme e sul fatto che angeli e demoni erano infine riusciti a rifarsi una vita sulla Terra.

“Ti ricordi quando ero ossessionata da te, Clarence?” chiese Meg, scoppiando a ridere.

“Tu ti ricordi la faccenda della pizza?” disse Castiel e risero insieme.

“Scusate se mi intrometto ma qui ci sarei anch’io.” Disse Marzio, portando il tè.

“Adoro quando diventi geloso, amore.” Disse Meg spettinandogli i capelli.

“Sono molto curioso di vedere come sarà il figlio di un demone e di un umano.” Disse Castiel.

Meg e Marzio sputarono il tè, imbarazzati.

“Io..non so se posso avere figli.”disse Meg rossa in viso.

“Beh, se ce l’ha fatta Lucifer..” disse Castiel.

“Ma Lucifer è una creatura divina, io sono morta, se non te lo ricordi.”

“Cara, non dire così, per me sei vivissima.” Disse Marzio e Meg gli regalò un sorriso.

“In teoria, sei vivissima, dal momento che sei un’anima senziente, e per quanto riguarda questo corpo..”

“AHI.” Disse lei, visto che Castiel gli diede una pacca sulla gamba.

“Direi che è vivissimo anche questo, quindi..”

“Riprovaci e avremo modo di constatare se anche in basso hai ancora qualcosa che funziona.” Disse lei grugnendo.

“Amico, fossi in te non la sfiderei.” Disse Marzio.

“Auguri, se avrete bambini ne avrai bisogno, ma pure se non li avrete.” Disse Castiel.

In quel momento qualcuno sembrò buttare giù la porta.

“AIUTO! AIUTO!!”

Meg, Marzio e Castiel si alzarono dal divano, all’erta.

“Chi diavolo è?” chiese Meg.

“Vado a prendere la pistola?” chiese Marzio.

“State calmi, vado ad aprire. Sembra…”

“AIUTOOO.”

“Qualcuno che chiede aiuto.”

Castiel aprì la porta e si trovò davanti un ragazzino sconvolto con una tavola grigia in pietra tra le mani.

“Tu…hai un volto famigliare…aspetta, ma tu sei il ragazzino della fisarmonica. Quello che chiedeva l’elemosina.”

“Ma che dice?” chiese Marzio.

“Meglio non chiedere.” Disse Meg.

“E tu sei Castiel! Io…mi ricordo di te. N-non so perché, ma ho sentito che dovevo trovarti e darti questa.

Castiel prese dalle mani la tavoletta.

“Si tratta…questa credo che sia…una tavoletta scritta da Dio.

Meg strabuzzò gli occhi impressionata, insieme a Marzio.

“Chi te l’ha data, Kevin?? Come puoi averla tu?”

“I-io non lo so. Io sono solo un ragazzo che aveva deciso di rimettersi in carreggiata, di riprendere a studiare..di avere una vita normale e invece mi sono ritrovato in piena notte come un sonnambulo a viaggiare chissà dove, con la macchina di mia madre, a fermarmi in un campo e a prendere questa, a leggere di strani mostri in una lingua che ricorda il latino e…”

“Aspetta un attimo, hai detto che l’hai letta??

“S-sì.”

“E che cosa dice?”

“È…è difficile decifrarla, ma sembra un manuale su come uccidere delle strane creature, i leviatani, su come riportarli nel Purgatorio. È uno scherzo, vero?”

“Castiel, che significa tutto questo?” chiese Meg.

“Qualche notte fa, la tivù ha riportato di uno strano meteorite che è sceso sulla Terra, ora sappiamo che cosa ha portato con sé. E se il ragazzo riesce a decifrare la tavoletta.,..vuol dire che…ci troviamo davanti un profeta del Signore.

“Che cosa???” dissero in coro Meg e Marzio.

“M-ma non è possibile! C’è uno sbaglio sicuramente! Non posso essere un profeta io! Non so neanche leggere le carte! Non so neanche che cosa mangerò domani!!!”

“Kevin, ascoltami, tu sei un Profeta, ora è importante che tu ci aiuti a liberarci di queste bestiacce che io ho portato sulla Terra.”

Kevin lo guardò a occhi sbarrati e poi svenne.

“Dovevi proprio dirgli che le hai portate tu qui?” chiese Marzio.

“Beh, dopo i miei recenti peccati, mi sento in vena di fare ammenda, raccontando sempre la verità ma forse ho sbagliato momento.” convenne Castiel.

 



*





Dean e Sam presero bene l’arrivo del nuovo componente del gruppo, Kevin Tran, soprattutto Adam, che strinse amicizia con il ragazzo.

Kevin fu molto felice di vedere tra il gruppo un suo coetaneo e questo lo rese molto più tranquillo nel collaborare con la tavoletta e successivamente scoprì di andare molto d'accordo anche con Charlie, la ragazza nerd che collaborò con Dean e Sam, nel fregare Dick Roman e la sua valigetta, nel quale c’erano diversi documenti dei piani che avevano per schiavizzare l’umanità.

Quando Charlie arrivò per la prima volta a casa di Adam per presentarla a lui, Kevin, Gabriel, Castiel e Balthazar, Kevin pensò subito che era molto simpatica, lei e Kevin si divertirono molto a confrontarsi sul loro sapere e a scambiarsi informazioni, lui sulla tavoletta e lei sull'informatica. Kevin era rimasto anche molto divertito da come lei e Sam e Dean si fossero conosciuti.

“La mia storia è ancora più assurda, incontro un angelo senza memoria senza sapere chi sia davvero, così come lui non sapeva che io ero un futuro profeta.” Disse Kevin.

“Se non possiedi almeno qualche stranezza, non puoi fare parte di questa comitiva.” Disse Adam.





*





Tempo dopo, mentre tutto il gruppo studiava un piano definitivo contro Dick Roman, Crowley era riuscito a ingannarlo, facendogli credere che avrebbe dato ai fratelli Winchester una fiala di sangue qualsiasi in modo che non potessero infine ucciderlo.

“Sei sicuro che Crowley non ci tradirà vero?” chiedeva Dean.

“Ne sono più che scuro, ho piena fiducia in lui!” disse Bobby tutto orgoglioso.

Quando però erano arrivati ormai all’atto finale e Dean e Castiel erano riusciti a raggiungere Dick Roman, Crowley arrivò trafelato da Sam.

“Sam, c’è una cosa che devi sapere.”

“Non è il momento, Crowley!” disse Sam, che aveva appena protetto Adam, da un attacco dei leviatani, mentre Gabriel cercava di liberare loro la strada.

“Sam, ti prego, ascoltami! “ disse Crowley prendendolo per le spalle. “ Dick Roman mi ha ingannato! 

“C-cosa??”

“Che diavolo dici?” si intromise Bobby.

“Sapeva che io ero in realtà dalla vostra parte. Kevin ha finito di decifrare quella tavoletta e ha scoperto che il prezzo per uccidere Dick Roman è quello di trascinare il suo assassino con sé.

“No!! Stai mentendo!”

“Tutto ha un prezzo! Per far entrare qualcosa, devi pagare, così per sbarazzartene! Sam, ascoltami, io non lo sapev…”

Sam gli diede uno schiaffo. Aveva gli occhi lucidi.

“Sam, calmati. “ disse Bobby, mettendogli una mano sulla spalla.

“No!! Io lo sapevo che non dovevamo fidarci di te.”

“Sam, io non lo sapevo, te lo giuro…Sam dove stai andando??”

“Devo salvare Dean!” disse Sam, cercando di prendere le scale dell'edificio per raggiungere il piano superiore a piedi.

Crowley si materializzò davanti a lui.

“Prendi la mia mano. Con me sarai più veloce.”

Sam accettò di prendere la sua mano, ma Adam strillò il suo nome.

Sam si voltò.

“Non lasciare che accada loro nulla.” Disse Adam spaventato.

“Sta tranquillo, Adam, non permetterò che la nostra famiglia venga distrutta.” Disse accettando finalmente la mano di Crowley.

 Quando si materializzarono davanti la porta, Sam la spalancò, in tempo per vedere Dick Roman accartocciarsi su sé stesso e aprire una voragine, un buco nero nel pavimento.

Deeeeeeeaaaan!”

“Sam, no!! Vattene!! Mettiti in salvo!!!”

Noooooooo.”

Castiel e Dean lottavano disperatamente per non finire nella voragine, Sam cercò di tirare su Dean, Crowley cercò di afferrare la mano di Castiel, ma in quel momento Sam scivolò ed entrambi corsero verso il buco.

“NOOOOO.” A Crowley sfuggì la presa e anche Castiel cadde nel buco che si chiuse tra loro.

 Quando Adam, Bobby e Gabriel arrivarono, vedendo il mostro a terra e Crowley a terra inginocchiato, cominciarono a fare domande.

“Dov’è Dean?? Dov’è Castiel??? Dov’è Sam???”

Adam era disperato. Tre delle persone che amava, erano sparite nel nulla.

"Dov'è mio fratello??" Gabriel non era meno sconvolto. Anzi.

“Crowley…” diceva Bobby.

“Sono spariti per colpa mia. Sono solo un fallito.”

Bobby lo fece alzare.

“No, non è vero.” Disse abbracciandolo.




















Note dell'autrice: ehilààààà finalmente ce l'abbiamo fatta che dite? xd ora parto dal presupposto che inserire anche Kevin e Charlie non erano contemplati, hanno anche rischiato di incasinarmi la timeline ahhah però ce l'ho fatta!! lo so che mettere il loro arrivo insieme poi alla fine di Dick sembra un po' stonare ma mi sono accorta che questa storia rischia seriamente di arenarsi di nuovo, dovevo aggiornare da almeno due giorni e sono stata bloccata da altre cose, dividere le situazioni avrebbe significato ASPETTARE ANCORA per scrivere la fine di Dick e io sinceramente ne avevo abbastanza xd volevo finalmente scrivere di Sam che seguiva Dean in purgatorio e che è una cosa che ho progettato da moltissimo tempo xd
qualcuno si ricorda che Crowley e Cas volevano salvare un vecchio amico dal purgatorio? ecco ahhahah
ne vedremo delle belle ma non aspettatevi niente di chissà quanto lungo, questa storia è durata abbastanza e ora che l'ho ripresa dopo un anno, ho fretta di concluderla xd solo, non preoccupatevi se per qualche giorno ., ora, la metterò di nuovo in stand by, perchè devo aggiornare le altre storie e una in particolare è importante, perchè quella della sesta stagione ricalcherà il periodo del purgatorio e devo stare attenta a non fare casini tra le due storie xd

ps è chiaro che per obblighi di trama, la valigetta di Dick non poteva contenere la tavoletta, perchè non potevo ripristinare la timeline in cui Kevin compare la prima volta, ricordate? xd ho dovuto inventarmi altro, quindi mi sono inventata che cmq la valigetta conteneva dei documenti importanti! Però mi sono divertita a far incontrare Kevin e Charlie, ho preferito che nella mia versione non si allontanasse con l'elicottero dopo averli conosciuti.

spero sia tutto chiaro xd

spero vi è piaciuta la sorpresa!!

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Capitolo 51
*** Nella tela del mostro ***


Avviso: non fatevi ingannare dal capitolo strano, vi assicuro che non avete sbagliato storia xd godetevi il capitolo senza farvi troppe domande, vi prometto che poi ci saranno le dovute spiegazioni xd






Dean era disperato.

Il mostro aveva rapito Sammy. Il suo Sammy.
Era stato terribile, quando quella notte di tanti anni fa, gli era stato portato via il suo Sammy, Dean era ancora piccolissimo ma se lo ricorda benissimo.

La mamma bruciò sul soffitto e il bambino fu portato via, da un uomo.

Un uomo cattivo.
Ma Dean non si arrese. Mai.
Continuò a cercarlo per anni, ad andare in giro di notte con il buio, a cercarlo.
In macchina,a piedi..

Quasi pensando che avrebbe potuto mascherarsi e mimetizzarsi nell’Oscurità.
Fece domande a tanta gente, individui loschi in posti poco raccomandabili.
Poi lo indirizzarono in un appartamento fatiscente.
Bussò con il cuore in gola.
“Chi è?”

Gli aprì un ragazzo moro, dagli occhi verdissimi come lo smeraldo.
Dean si era domandato spesso come doveva avere la faccia, un fratello che era stato cresciuto da un assassino.
Non pensava avesse gli occhi di smeraldo e la faccia d’angelo.
“Ciao Sammy.
Sam lo guardò, da incredulo, divenne duro.

“Ha sbagliato persona.”
“No, non ho sbagliato, vedi, tu..”
Se ne vada!”
“No!”
Dean strattonò la porta ed entrò di prepotenza, Sam divenne una maschera gelida.
“Stai cercando rogne, sconosciuto?”

“Non sono uno sconosciuto, sono tuo fratello.” Sam fece una faccia strabiliata solo per un attimo. “Sono venuto a portarti via, vedi, Sam..”
“Io sono figlio solo di Azazel!

Il vento gli scosse i capelli e fece tremare la stanza, mentre gli oggetti volavano intorno a lui.
Dean deglutì.
“Hai paura adesso?” lo derise Sam.
“No.”

Sam lo guardò stranito, Dean continuò a camminare e scivolò su una scarpa.
“No!”
Dean scivolò e cadde tra le braccia di Sam che si fece sotto per impedirgli di cadere.

“Lo sapevo…che sei mio fratello.” sorrise Dean, prima di svenire.
 
 

*

Quando riprese conoscenza, era sdraiato sul divano e Sam gli stava facendo annusare dei sali.
“Mmm..mettili via.”
“Mpf..”
“Quindi sono svenuto eh?” ridacchiò Dean.
Sam storse la bocca.
“Che c’è?”

“Proprio non capisco. Non sei svenuto, vedendo cosa so fare, e svieni dopo essere scivolato? Credevo avessi battuto la testa.”
“Hai controllato che non avessi un livido?” lo prese in giro Dean.
“No!” disse Sam allarmato. “Forse i miei poteri ti hanno impaurito a scoppio ritardato.” disse Sam compiaciuto.
“A dire la verità non mi spaventano sti trucchi da prestigiatore..”
“Cos..” disse Sam offeso.
“No..è stato per quello che hai fatto..ti sei buttato su di me.” disse Dean sorridendo.

Sam lo guardò. Una traccia di imbarazzo gli colorava le guance.
“Era la prima volta che..mi trattavi come un fratello..” disse Dean sfiorandogli la mano con le dita.

Sam la ritirò imbarazzato e subito dopo qualcosa sfracassò la finestra entrando, frantumando il vetro in mille pezzi.

I due si ripararono la testa con le mani e Dean prese la testa di Sam in protezione sul suo stomaco.
“Ma che diavolo..”
“Sam, scappa, è una bomba!” urlò Dean , spingendolo contro la porta.
 
Fecero in tempo a scappare, che la palazzina crollò.
Sam era scioccato oltre ogni limite.
“Ma chi..”

“LUI..” disse Dean guardando degli occhi nel buio che sparirono subito dopo.




Fortunatamente non era presente nessuno nella palazzina, quindi non ci furono morti, ma da quel momento in poi Dean e Sam dovettero fuggire ovunque andavano perché la creatura che li voleva morti, non dava loro tregua e continuava a inseguirli dovunque andassero.
Scappavano perlopiù di notte, in macchina o a piedi, nell’oscurità, ma erano stanchi, erano davvero troppo stanchi, scappavano da troppo tempo, insieme, facendosi forza l’uno con l’altro.

“È il sicario che è venuto a prendermi per riportarmi da Azazel, non mi lascerà venire via con te, Dean!”


Io non glielo permetterò! Ci ha già separati una volta quel mostro, non gli permetterò di separarci di nuovo!”

“Dean..tu non conosci Azazel..crede di essere il mio mentore. In questi anni mi ha dato solo una parziale libertà, ma solamente per tenermi buono e ripresentarsi quando io meno me l’aspettavo, chiedendomi di essere al suo servizio! Dice che sono il suo soldato, lui non mi lascerà andare, finchè sei con me sei in pericolo. Vattene prima che ti ucciderà!”

“Ho già perso la mamma, non perderò anche te! E poi..è buffo che tu dica così, sai? Da quando ti conosco, ho l’impressione di sentirmi finalmente al sicuro, dopo tutti questi anni passati a brancolare nel buio!” disse mentre erano rannicchiati nell’oscurità, seduti su uno spiazzo erboso, uno appoggiato all'altro ricercando un po' di calore.
Gli occhi di Sam brillarono come le praterie di agosto.
“Il tuo sorriso, Sammy..”

Ma non concluse la frase, perché un colpo di fucile squarciò l’aria.
“È lui,è ancora lui!!”
“Non gli permetterò di prenderti, corri!!”
 
Il cacciatore però non si sarebbe dato per vinto, aveva occhi azzurri gelidi, profondi come profondo e inattaccabile era l’obiettivo.
Il suo obiettivo era quello di prendere i due ragazzi che continuavano a scappare e li avrebbe presi, costi quel che costi.

Più la creatura li rincorreva, più i due ragazzi cominciarono ad avere dei dubbi sul fatto che il suo obiettivo era quello solo di portarli da Azazel.
Magari all’inizio, ma oramai lo avevano sfidato troppo e Sam e Dean lo sapevano.
Ora lo scopo era ucciderli e forse divorarli, chi lo sa.

“Non mi sono mai sentito così, Dean, ti dico che quello non è un uomo normale..quella..è una creatura degli inferi ed è assetata di sangue, io ho sangue di demone e lui si comporta come mi comporto io quando sono in astinenza dal sangue demoniaco, ti dico che è così..” disse davanti al suo sguardo scettico.
“Da qualunque inferno proviene, non gli permetterò mai di farti del male, né a te, né a noi. Abbi fiducia in me, Sammy.” Gli disse Dean.

Erano nascosti in un cespuglio fitto, nascosti dalla creatura, fino a quando un colpo alla testa li stordì così tanto dal lasciarli senza fiato e farli svenire.
 
 
 
Dean e Sam stavano cadendo.

Avevano cominciato a precipitare da quando la creatura li aveva colpiti e ora che si erano risvegliati, sentendo male alla testa, si guardarono attorno e la prima cosa di cui si accorsero, era che si trovavano ai piedi di un albero, dove colava una strana sostanza vischiosa e appiccicosa, a pochi metri da loro, che sembrava come una specie di alveare, anzi erano due le sostanze.
“Ma che diav..” disse Dean, senza osare toccare quella roba, poi si immobilizzò vedendo i piedi di qualcuno arrivare davanti a loro.
“Dean..il mostro..” disse Sam.

“Buonasera.” disse la creatura, sorridendo e mostrando i denti appuntiti da vampiro. che aveva l’apparente forma di un uomo, dagli occhi azzurrissimi e molto alto. “Io mi chiamo Benny e questo posto è una tale noia, per fortuna che siete arrivati voi a scuoterlo.” Concluse, lasciandoli basiti.




















Note dell'autrice: buonasera ragazzi, penso abbiate capito dove ci troviamo!! ehheh ! Piaciuta la sorpresa?? Se la cosa non è ancora del tutto chiara, nel prossimo capitolo ci saranno tutte le spiegazioni :ppp

e questo posto è una tale noia, per fortuna che siete arrivati voi a scuoterlo è una frase di un barista in un fumetto di Dylan Dog

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Capitolo 52
*** Dean, Sam e Benny in Purgatorio ***


Dean e Sam rimasero esterrefatti quando videro che la creatura che era davanti a loro, era un vampiro.

“Tu…eri il mostro che ci inseguiva!!” disse Dean puntandogli il dito contro.

“E sei un vampiro!” disse Sam sconvolto.

Benny alzò i suoi azzurrissimi occhi al cielo.

“Vi inseguivo perché eravate preda di un djinn, razza di idioti e infatti guardate alle vostre spalle.”

Dean e Sam si voltarono e videro due oggetti simili ad alveari caduti per terra, come roba marcia.

“Non può essere vero..noi vittime di un djinn..no..noi..eravamo..”

Ma in quel momento a Dean girò la testa, mentre sprazzi di ricordi tornavano a galla a entrambi, loro due che cadono nel buco, dopo la morte di quel bastardo di Dick Roman, i loro amici che tentavano invano di salvarli….

“Tu…stavi cercando di salvarci??” chiese  Sam stranito.

“Ed è stato anche maledettamente difficile! Percepivo come la presenza di due persone estranee e sono entrato nel vostro incubo allucinogeno, vedevo voi nell’illusione ma allo stesso tempo poi ne uscivo per cercarvi veramente..per riuscire a tirarvi fuori. Ovviamente non sapevo dove vi trovavate..fisicamente, intendo, quindi alternavo la ricerca eterea a quella fisica, poi finalmente vi VEDO. Appesi a quell’albero come delle mele mature..quindi vi do..una bella botta in testa.”

“Già…a proposito, grazie amico, ma potevi anche fare un po’ più piano..” disse Dean massaggiandosi il collo.

Sam si voltò subito bruscamente verso di lui.

“Amico?? Amico?? Dean, quello è un maledetto vampiro!!”

“Ehi, vi ho appena salvati. Senza di me..”

“Sam, ha ragione..”

“L’ha fatto solo perché vuole mangiarci..o succhiarci il sangue..o..farci diventare come uno di loro!” disse Sam cocciuto, ma sembrava più incazzato che preoccupato.

Benny scoppiò a ridere fragorosamente.

“Tranquilli, i vostri corpi statuari da modelli sono al sicuro, in Purgatorio non hai stimoli come la fame o la sete che affliggono anche le creature come noi, quando sei sulla Terra..e poi comunque io non mi cibo di persone..”

“Oh, un vampiro vegetariano? Molto conveniente..”

“Sam, la smetti di fare l’antipatico??” disse Dean, per poi voltarsi verso Ben. “Perdonalo, ha i nervi a fior di pelle..noi siamo qui per sbaglio, non siamo neanche morti..siamo solo..finiti qui..”

“M-mh, a quanto ne so, in Purgatorio non ci finisci per sbaglio..” disse Benny.

“Noi sì e a dire la verità, dopo l’Inferno, è la cosa meno grave che poteva capitarci!” disse Dean.

“Che cosa?? Siete stati all’inferno??”

“Sì, per salvare il culo a quella spina nel fianco del mio fratellino.” Disse Dean sorridendo, in realtà voleva omettere che fossero fratelli, ma alla fine era più forte di lui, ne era troppo orgoglioso e poi non credeva che avrebbero pensato a sbaciucchiarsi in una situazione così tragica.

“Dean ha…fatto un patto per salvarmi la vita.” disse Sam, grattandosi la testa. “Ma è acqua passata e questo è un altro casino in cui ci siamo infilati.”

“Woww..esistono persone che fanno queste cose? Sono..wow..ammirato. Beh, dopo esser stato qui, mi dirai se è peggio l’uno o l’altro, io sono stato solo qui, e dire che credevo che per la mia natura sarei passato proprio all’inferno e invece sono finito quaggiù!”

“Sei un vampiro..e noi siamo dei cacciatori..dovremmo ucciderti..” disse Dean quasi dispiaciuto.

Benny strabuzzò gli occhi e poi scoppiò a ridere.

“Ma che..invece di essere spaventato, ridi?” disse Dean spiazzato.  “Sono così buffo?”

“Sì, lo sei..” disse Benny. “Comunque non mi aspettavo..di trovare dei cacciatori a cui avrei salvato la vita..questa è una cosa davvero buffissima..”

“Adesso basta.” Disse Sam. “Ti ringraziamo per l’aiuto, ma da questo momento in poi, proseguiremo da soli.”

“Come fai a nutrirti?” gli chiese Dean.

“Dean!! Non lo starai assecondando!”

“Rubavo sangue dall’ospedale, sono diventato molto bravo in questo.”

“Ah, ah, sei un ladro. La lista dei reati si allunga.”

“Non un ladro, un vampirata!”

“Cosa?”

“Vampirata. Vampiro più pirata.” Sorrise Benny.

“Amico, non capisco se ci sei..”

“No, ci otto.

“Effe 4!”

“Sai di non potermi battere in un combattimento corpo a corpo e speri con una battaglia navale di distruggermi?”

“Posso distruggerti a questo e quello.” Disse Dean sempre con un sorriso divertito.

“ADESSO BASTA!”

Dean e Benny si voltarono a guardarlo.

“Dobbiamo rintracciare anche un nostro amico! Non siamo gli unici qui che si sono persi e se voi due idioti la potreste piantare di…arrrgh, qualsiasi cosa stiate facendo….”

“Guarda, guarda, il fratellino è geloso.” Disse Benny.

Sam divenne paonazzo.

“A meno che non sia tuo fratello…ma qualcosa di più.” disse Benny sorridendo.

“Perché risponderti e toglierti il gusto della scoperta? Allora, vuoi farci strada e magari suggerirci come uscire da questo posto? “

“Tuo fratello..” disse etichettando con le virgolette. “Non si fida di me.”

“Beh, sei la nostra unica opportunità di uscire di qui, quindi dovremmo fidarci per forza, ma ATTENTO, anche se non abbiamo armi, rispondiamo bene al corpo a corpo.”

“Non ne dubito..” disse Benny malizioso.



I ragazzi stavano camminando ormai da diversi minuti, cercando Castiel e si stavano scocciando.

"Ehi, vampirata, sono ormai diversi minuti che camminiamo, non è che ci stai prendendo in giro??" chiese Dean.

"Ho conosciuto delle creature che sono finite in gruppi quaggiù e non è nuovo che alcuni di loro si erano persi. Spesso la loro mente li trasporta nei posti più disparati.” Raccontava Benny mentre camminavano.

“La loro mente?” chiese Sam sbigottito.

“Il Purgatorio è un luogo progettato per torturare l’anima e indurre al rimorso. Non mi sorprende quindi, che abbiate perso il vostro amico. Chissà dove sarà finito.”

“Ehi, aspetta un momento, dobbiamo avere paura??” chiese Dean.

Benny li guardò con compassione e sorrise.

“È buffo che lo chiediate. Accade né più né meno quello che accade quando siamo in vita, quando siamo vivi, la mente è il criminale più sadico e il carceriere più stretto del nostro corpo e della nostra anima, ma poiché poi ci concede qualche breve ora di pace, siamo tutti pronti a dimenticare. L’essere umano è così frettoloso di dimenticare il dolore, che si illude, per qualche momento, tutto questo perché la mente ha un potere limitato sul piano fisico, può torturarti e infliggerti dolore sì, ma non ha molto potere, qui invece sì e se non presti attenzione, rischi di PERDERTI.” Li guardò. “Ma non temete, prima o poi ci si abitua e se riuscirete ad affrontare i vostri demoni interiori, ce la farete.”

“Perché noi vediamo un bosco?” chiese Dean.

“Forse per il vostro stato di cacciatore, ma non fateci l’abitudine, se non mi sbaglio, non siete destinati a starci tanto a lungo. Questo è un luogo in cui chi ci finisce, deve combattere contro i propri demoni interiori, ma spesso non si riesce a resistere e quindi si cerca la lotta, per sfuggire ai propri fantasmi.” Disse Benny.

“Che cosa intendi esattamente con la frase : combattere contro i propri demoni interiori?”

“Lo vedrete. Intanto perché non mi raccontate di voi..avete detto che siete CACCIATORI..io conosco i cacciatori, ma finora non avevo mai saputo di cacciatori che erano tornati indietro dalla morte.”

“Non è divertente come raccontano..” bofonchiò Dean.

“Concordo.” Disse Sam tetro.

“Ricordate qualcosa?” chiese Benny interessato.

“Ma sbaglio o sei curioso?” ridacchiò Dean.

“Ma CERTO che sono curioso..non capita spesso di conoscere chi è tornato indietro dalla morte..ohh..non guardate me, io non faccio testo..noi vampiri.non conosciamo davvero cosa c’è aldilà. Noi semplicemente ci addormentiamo e poi..ritorniamo. Come un lungo sonno. Però se non volete dirmelo, non importa. Mi farò bastare il Purgatorio come unico luogo che conosco.”

Qualcosa in quello che disse Benny, intenerì Dean e Sam e li spinse ad aprirsi, così raccontarono della loro madre morta per via di un demone, dello strano patto che fece Mary all’epoca, dei bambini prescelti, del patto di Dean, del ritorno di Sam, dell’apocalisse e poi arrivarono a Lucifer.

“Il diavolo è tornato BUONO? Incredibile, fino adesso non sapevo nemmeno che Lucifer fosse chiuso in una gabbia, me lo sono sempre figurato come se potesse andarsene a zonzo all’inferno indisturbato".

“E noi non sapevamo neanche che gli angeli fossero così stronzi. Lo sappiamo che è strano, ma la verità è che se ci pensi..abbiamo vissuto cose più assurde di questa e non sai ancora tutto.” Disse Dean.

“Dean, non sarebbe meglio smetterla con le chiacchiere e cominciare a cercarli seriamente??” lo rimbeccò Sam.

“Lo stiamo facendo! Possibile che i poteri di Castiel non funzionano qui??” chiese Dean frustrato.

“Castiel..” disse Benny sovrappensiero.

“Lo conosci?” chiese Sam, ricordandosi che aveva fatto una faccia strana già quando lo avevano menzionato durante il loro racconto di come Castiel, il loro amico ANGELO, aveva impedito a Dean di vendersi a Michael. Aveva sbarrato gli occhi, un gesto che durò pochi secondi ma che i fratelli trovarono sospetto.

“Io..solo di fama. “ disse Benny.

 

 

 

*







Si ritrovarono di nuovo, nel bosco, ma sembrava diverso.

Più bianco.

“Mi avete trascinato in Paradiso? Strana cosa.” disse Benny, vedendo quello strano regno fatto di cristallo.

“No..non è il paradiso..non era così quando ci siamo finiti noi.” disse Sam.

“No..non è il paradiso..è l’idea del paradiso, quella che forse abbiamo.” Disse Dean, toccando le stalattiti di ghiaccio con le ghirlande di fiori.

“Avete ragione, questo non è il paradiso, perché siete all’inferno!” disse una voce famigliare.

Si voltarono e videro Lucifer, con gli occhi rossi e una schiera di demoni vicino a lui.

“No! È soltanto un’altra illusione, sbatteteli fuori, potete farcela.”

“No che non possono, perché loro sono i miei burattini, non è vero, ragazzi? Ditelo a Benny.”

“Noi..noi non..” balbettarono loro.

Non ascoltatelo, è un’altra illusione!”

Dai che siamo grandi amici noi, perché non venite con noi, in fin dei conti..siete pure voi dei peccatori..” disse Lucifer sadico.

Dean si fece avanti.

“No, Sam non c’entra niente, sono io, solo io.”

“Dean..no..”

“Sbagli, ci siete dentro entrambi, siete amanti lussuriosi nel peccato e mi appartenete!”

“Ragazzi…” disse Benny sconvolto.

“Io…io non ti PERMETTO di parlare così del nostro LEGAME!” Dean prese una lama acuminata che era vicino a un albero e si diresse verso Lucifer.

AAAAAAAAARRRRRRRGHHHH!”

Dean infierì ancora e ancora e ancora.

“Lo sapevo che sei uno di noi, Dean.”

Tu non sei il vero Lucifer. Lui è cambiato..

Lucifer rise.

“È un inganno! Non lo capisci? Nessuno cambia mai veramente, è’ la natura che te lo impone e se ci credi, sei uno sciocco.”

“Lo sciocco sei tu, Lucifer! " disse Sam.

“Cosa??”

"Lucifer aveva un disperato bisogno di amore, non l'ha mai rivelato, ma anche lui, soffriva di solitudine e anche lui ha sofferto quando ha perso la sua natura di angelo ed è stato strappato dalla sua famiglia. Anche lui ha provato dolore quando è stato strappato al Cielo!"

"Miserevoli fandonie!! Nessuno può cambiare la sua vera natura e la vera natura del diavolo è il MALE!"

"Dimentichi che..il diavolo prima di essere il diavolo era un ANGELO." disse Sam.

Il finto Lucifer rimase basito. "QUELLO CHE È FATTO NON PUÓ PIÚ ESSERE RESO."

“Come tutte le caricature dell'originale sei poco intelligente, forse nessuno può cambiare veramente qualcuno per costrizione, ma una creatura di Dio può cambiare, se lo desidera…e Lucifer..lui ha avuto una seconda possibilità e lo sai perché? Perché lui vuole essere buono!!” disse Dean duro.

“IIIIIIIIAAAAARGGGGH!”

Un fascio di luce enorme lo disintegrò e non lasciò più niente al suo passaggio.

“Uffff..finalmente..”

“Ragazzi, guardate quell’albero laggiù? È un punto di energia, andiamo lì.”

“Dove ci porterà?” chiese Dean.

“Altrove, lo spero almeno.” Disse Benny.

Si avvicinarono all’albero, Benny mise una mano sul tronco e si sprigionò una luce bianca accecante che li trasportò effettivamente altrove.  “Uffff..finalmente..”

“Benny, quella è un’altra allucinazione???” indicò Dean.

“Purtroppo, no, Dean!” 

In quel momento stavano combattendo contro dei mostri che li accerchiavano, alcuni erano zombies.

 ben presto Sam si trovò in difficoltà.

“DEEEEEEEANNNN!”

“Sam? SAM!!”

Sam era stato accerchiato da uno stuolo di zombies che lo circondavano.

“Vieni con noi, Sam.”

“Sei uno di noi, hai preso il virus croatoan, non puoi rischiare di ammalare gli altri.”

“State lontano da me, mostri!!” disse Sam. “No..nooooo…”

“SAAAAAAAAAAM. ”

Benny arrivò inaspettatamente e morse parecchi di loro che se ne andarono via infuriati e sembrava, morenti.

“Stai bene?” gli chiese Benny.

“Sì, sì.” Disse Sam.

“Quello che hanno detto quei.”

Sam non ha alcun male dentro di sè, me ne sarei accorto."

"Ma loro hanno detto.."

"Quei mostri hanno capito la paura di Sam e stavano solo giocando con lui, sono un vampiro e anche se i miei istinti sono in stand by, qui, le mie sensazioni funzionano BENE, ripeto, se Sam aveva qualcosa di maligno, io lo saprei e comunque.. Qui in Purgatorio, nessuno può fare davvero del male a nessuno e certamente chi è già morto non può fare niente a chi è vivo, anche se può farvi stare male parecchio per ore.”

I fratelli si abbracciarono disperatamente.

Sam toccò la guancia di Dean, con occhi languidi.

“Ehm, ehm..quindi la storia degli amanti è vera?”

“Benny, noi..ti dobbiamo una spiegazione.” disse Dean.

“Forse, se volete, ma per ora, sarebbe utile un bagno.” Disse Benny.

“Non credo ne abbiamo l’umore.” Disse Dean, stringendo a sé Sam.

“Credetemi, l’acqua è la fonte della vita e detto da un vampiro, si può prendere sul serio, vi prometto che non sbircerò.”disse malizioso.

“Benny, senti, ma tu…non hai fame? In questo posto?”

“Sono morto, Sam e quando muori gli stimoli fisiologi vengono azzerati, ma ci viene conservato lo spirito, per fortuna. Fatevi il bagno, poi riprenderemo  a cercare il vostro amico.”





 “Sono stupito..siamo in un posto al confine tra la vita e la morte…mi sento quasi in difetto a trovarlo…BELLO?” disse Sam, guardando le piante selvatiche ai lati del fiume, piante quasi tropicali.

“Perché non dovresti dirlo?”

“Perché siamo in Purgatorio…un posto che trasuda male..”

“Io credo invece trasudi soprattutto espiazione.” Disse Dean, spogliandosi.

“Dean!! Che stai facendo? Rivestiti! Non sappiamo cosa può farci questo luogo!”

Dean andò vicino a un masso e gettò lì la sua maglia, poi si slacciò i jeans.

“Non ho paura di essere giudicato in questo posto. Ho fatto tanti sbagli nella mia vita, ma ho cercato di rimediare, ci sono due cose di cui però non mi pentirò mai. Aver sempre voluto aiutare e salvare le persone e aver amato te, aver deciso di arrendermi a te. “

Sam sorrise e lo seguì sulla riva, gli buttò le braccia al collo e lo baciò.

“Spogliami.”

“Sei sicuro?”

“Sì. Con te, dovunque sarai, io sarò sempre SICURO di seguirti.”

Allora Dean obbedì, poi si presero per mano e si immersero nel fiume, Sam gli allacciò le braccia al collo e si baciarono, e fecero l’amore lì, nel fiume.

 
 
 

 

*

Era sera e i ragazzi si erano addormentati sull’erba.



 “Benny..sei venuto per me.”

“Non cominciare con i doppi sensi.”

“Colpa mia.” Disse Dean stringendoselo addosso.

“Dopo come ti ho trattato, tu..”

“Sam, se mai diventerai un vampiro e ti auguro di non diventarlo mai, capirai quanto è sacro il valore della vita e quanto spesso pensiamo non lo sia, per cose sciocche come l’ego e l’orgoglio. Ma la vita se ne frega e continua a vivere dentro di noi, anche se noi non lo vogliamo, non trovi che sia infinitamente saggia, molto più di noi? Personalmente ritengo che davvero contronatura sia l’omicidio, non l’omosessualità, non la differenza tra specie ma l’odio e il male che ti porta a pensare che un altro individuo possa decidere di porre fine a un’altra vita. Una cosa che non gli è mai stata di diritto, eppure lo fa. Un mondo malato, Sam, che resta in piedi ancora grazie a quei pochi che fanno brillare ancora quei valori assoluti di cui tutti parlano.”

Sam e Dean piansero mentre si guardavano negli occhi, stringendosi l’un l’altro, sotto la luce della luna.

“Una volta, gli uomini primitivi guardavano la luce della luna e pregavano e ballavano sotto di essa, era il loro Dio, poi un giorno il primo uomo è andato sulla luna, l’ha calpestata e ha smesso di essere un Dio e la gente ha smesso di credere nei sogni. Forse era meglio restare ai tempi in cui si facevano danze e balli sotto la luna. Eh già.”



 

 

 

Era passato un altro giorno e Sam, Dean e Benny stavano ancora marciando per il bosco, cercando i loro amici.

“Raccontatemi di più sui vostri amici, il loro carattere, la vostra amicizia..almeno passeremo il tempo.” Disse Benny.

Dean e Sam che fino a quel punto avevano raccontato le loro avventure in modo vago, si confidarono con lui andando più nel dettaglio, su come avevano conosciuto sia Castiel sia Crowley, come entrambi in modi diversi erano diventati sia alleati sia amici, il cambiamento che fece Castiel da soldato integerrimo di Dio a loro amico e anche il ruolo che ebbe nel portare Dean da Sam quando lui fece scattare l’apocalisse – dettaglio omesso fino a quel momento - , e tra le altre cose dissero anche che Castiel e Crowley erano d’accordo nel far uscire una creatura dal Purgatorio.

Ad un certo punto Dean guardò Benny.

“Non è escluso che ora che Castiel è qui, possa cercare questa persona, ma se ci aiuti..potremmo cercare di intercedere anche per te, se giuri che non farai del male a nessuno.”

“È molto nobile da parte vostra, pensare a me.” disse Benny con una strana voce rotta. 

Passarono altre ore e Benny si fermò.

“Sento qualcosa di diverso. Un altro tipo di energia. “ disse.

“Sono loro??” chiesero i due ragazzi.

“Sì, credo di sì, beh, auguratemi buon viaggio.”

“CHE COSA? NO, NOI VENIAMO CON TE!” disse Dean indignato.

“Benny, è un nostro amico, non puoi lasciarci indietro.”

“Mi dispiace, ragazzi, ma voi sareste un intralcio, volete il vostro amico indietro no? Solo io devo andare, in fin dei conti, devo pagare il mio debito.

“Debito?” chiese Dean basito.

“Non capita tutti i giorni, di essere in debito con il paradiso e l’inferno, perché le due fazioni hanno creato un’altra minaccia globale solo per cercare di liberarti dal Purgatorio.

“La creatura che volevano salvare…eri TU!!” disse Dean.

“Come tutto resta a Las Vegas, tutto deve finire al Purgatorio, è così che deve andare.” Disse e la luce accecante che arrivava dal tronco, lo fece svanire.

Dean e Sam cercarono ovviamente di seguirlo, ma non ci riuscirono.

“NO!!! Ci ha bloccati qui!!” disse Dean, picchiando un pugno sul tronco.

“Molto astuto, devo dire.” Disse Sam guardando il sangue del vampiro.

“Non toccarlo, Dean!”

“È solo sangue, Sam..” disse Dean scocciato.

“Già..solo sangue..Chissà che gusto ha ..magari sarebbe meglio di quello di un demone?” chiese Sam, provocandolo.

Dean lo guardò male.

“Mi hai fatto venire una brillante idea..Magari mi servirebbe per capire meglio la tua strana attitudine di anni fa. “ disse Dean puntando un dito sul tronco e macchiandolo di sangue.

Sam gli abbassò il braccio sconvolto.

“Non ti azzardare!

“Oh-oh, sei geloso, Sam?”

“E tu?”chiese l’altro.

Inaspettatamente scoppiarono a ridere nello stesso momento.

“Mi sembra di essere tornato ad avere dieci anni.”disse Sam.

“Mi sembra incredibile che stiamo parlando di GELOSIA con tutto quello che ci sta capitando!” disse Dean.

Sam si avvicinò a Dean.

“Siamo pazzi, lo sai, vero?”

“Te l’ho già detto una volta, per fare questo lavoro, dobbiamo esserlo per forza..e io lo sono. Sono anche pazzo di te.” Si baciarono.

Sono pazzo della nostra famiglia.” Disse Dean, sulla sua bocca.

“Basta che non diventi una relazione troppo affollata.” Disse Sam.

“Cretino.” Disse Dean.

“È sbagliato volerti tutto per me?” chiese Sam.

“Forse dovrei farti ingelosire più spesso.”

Sam lo guardò corrucciato. 

“Tornando un attimo sulla Terra,  la domanda più incredibile è:  ma come abbiamo fatto a non capire che era Benny la creatura che volevano liberare?? La sua espressione quando nominavamo Castiel durante i nostri racconti..oh, siamo così stupidi!!” disse Dean.

“Questo posto..ci confonde. È come se fosse sospeso nel tempo, ma io non ho paura. Sai perché, Dean? Sono sicuro che Benny ci riporterà indietro il nostro amico.” disse Sam.






















e finalmente abbiamo SCOPERTO che la creatura che volevano portare fuori dak Purgatorio era BENNY xd chissà se qualcuno lo aveva capito?? xd

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Capitolo 53
*** La prima guerra ***


Rosso come i mattoni di una casa, come le labbra di un fanciullo, come il sangue, come una promessa d’amore….
In un mondo vuoto..
Una goccia che cade che si tinge di rosso.

PLIC.
PLIC
Plic

Gli angeli sono fatti di bianco, non conoscono il rosso.
Sono fatti di luce, non contemplano il rosso.
Sono fatti di energia, non contemplano la distruzione.
KABOOOOOOOOM
 
È sempre più grigio, sempre più rumoroso, sempre più confuso, quel bianco che tanto adoravi, ora viene usato per confondere, come precursore e accompagnatore di una nebbia distruttrice che annienta decine e centinaia di vite sotto l’orlo degli spari.

BANG
 
Un chiasso che potrebbe essere quasi come il Big Bang, se solo avessi avuto la fortuna o il privilegio di vederlo nascere…
Ma forse se a qualche creatura venisse dato il privilegio di assistere alla nascita del Big Bang, essa diventerebbe pazza, perché come può una creatura che ha visto nascere l’universo, riuscire a esistere ancora e mantenersi sana?

Castiel ha un pensiero strano, nebuloso come quella guerra.
Quegli uomini…non hanno visto il Big Bang, ma…eppure sono pazzi.
 
Milioni di vite distrutte, imperi decaduti…tutto per cosa? Castiel ha sempre pensato che non c’era bisogno di capire tutto, eppure ora, mentre le sue ali erano troppo pesanti e mentre a stento si reggeva in piedi con le sue ali..si chiedeva perché.
Perché l’uomo era diventato così? QUANDO era successo? Che fine aveva fatto l’amore e la bontà?

Era la prima volta nella storia dell’Uomo che accadeva una cosa simile, era forse la fine dell’Umanità?
Dio avrebbe ricominciato un’altra volta da capo?
Che fine avrebbe fatto dunque la bellezza che aveva conosciuto, gli alberi, gli uccellini, le creature innocenti…
I suoi fratelli…

Non riusciva più a trovarli. Troppa devastazione per riuscire a mettersi in contatto con loro.

Camminava in una strada deserta senza sapere cosa stava cercando.

Scoprì di provare dolore, una cosa terribile. Come facevano gli umani a sopportarlo?
Si sentiva solo, come se fosse la fine dell’universo, dell’epoca degli angeli.
 
Forse domani sarebbe stato un giorno migliore, ma come fare a pensare di svegliarsi domani quando vedi TANTA DEVASTAZIONE, tanta morte?
Avrebbe voluto tornare indietro, dire a Gabriel che gli voleva bene, che non odiava le sue battute nei momenti meno opportuni, anzi le AMAVA, odiava non poter essere come lui.

Voleva andare da Raphael e chiedergli di non lasciare che la sua fame d’amore e di famiglia si tramutasse in odio, voleva bene a tutti loro, sarebbe stato un vero peccato se il suo pessimo carattere lo avrebbe fatto diventare come un nemico.
Voleva vedere Lucifer e dirgli che aveva ragione.
Voleva essere ancora un angelo, dimenticare quello che stava vedendo, diventare cieco forse…

Se solo le sue ali non fossero state tanto pesanti..
E poi CADDE.
Svenne e una figura misteriosa, alta, si avvicinò a lui e lo prese in braccio.
 
C’erano spari dappertutto, Castiel era ferito, forse da essi, forse dalla sua anima, non voleva che lo sconosciuto lo tenesse tra le braccia.

“Per favore…mettimi giù…sento tanto dolore.
“Voglio solo aiutarti.”
Castiel sbuffò.
“Sono un ANGELO. Dovrei essere io ad aiutare te, mettimi giù…ti prego.”
Il tizio ridacchiò.

 “In questo momento sembri più simile a uno di quei morti viventi che imbracciano armi e continuano a sparare e poi gli angeli dovrebbero stare in Cielo, non sulla Terra. Ma il mondo sta finendo, dico bene? Le leggi del mondo non hanno più molta importanza.”

Castiel fece una risatina, poi tossì.
Benny lo mise giù.
“Dunque, perché non mi spieghi come ha fatto un angelo a ridursi così?” disse, notando la sua schiena squarciata.

“Io…ho vacillato…la mia fede è mancata..sono stato dilaniato dal seme del dubbio..troppa morte…troppa devastazione…mi sono buttato giù da un palazzo..volevo morire…ma non è successo.”
“Perché un angelo di Dio vuole morire?”

“E perché VIVERE invece, per vedere la razza che ha creato Dio, uccidersi l’un l’altro, per vedere tanta devastazione nel mondo, la perdita dei buoni sentimenti, dell’amore? Nulla ha più senso! La nostra missione è fallita. Lucifer aveva ragione!”
“è vero, quello che sta accadendo al mondo, è terribile e oscuro, tuttavia l’oscurità un giorno se ne andrà e ritornerà il sole, allora altri giorni d’estate rinasceranno come il sole a primavera.”
“Come fai a essere così ottimista?”

“Quando più nulla cambia attorno a te, impari a riconoscere e apprezzare il ciclo della vita che si ripete , a sapere che tornerà sempre, nonostante tutto, nonostante TE.”
Fece vedere i denti aguzzi.
“NO….no…SEI UN….un vampiro..una bestia di Satana!!”
“Buffo, credevo che le bestie di satana, fossero quelli che hanno permesso tutto questo.”

“Io..non lo so..tutto è confuso. Io vorrei solo stare con i miei fratelli..”
“Permettimi di aiutarti.” disse il vampiro facendosi un taglio al polso con la sua unghia.
“No..no..è MALE!”
“Non esiste NIENTE di male alla radice, il male è solo per come si decide di farne uso. Questo sangue può guarire. “

“So quello che può fare ma non..”

“Se perfino voi angeli, siete discriminanti con le razze a voi diverse, come potete pretendere che non lo siano gli umani?”

Castiel a quelle parole si avvicinò al suo polso e bevve.

“Non posso credere a quello che sto facendo..”

“Stai accettando di continuare a vivere. Il tuo spirito te ne sarà grato, non abbandonarlo mai, non ha colpa di quello che fanno gli altri. “

“Chi sei tu?”
“Mi chiamo BENNY.”

“Io sono Castiel! Benny…perchè sei così gentile con me?”

“Perché perfino le bestie di satana, sono scese in campo , in questo periodo buio, e guardano con sgomento e paura, tutto questo. In questo momento io e te..siamo..UGUALI.” disse solenne.

Gli porse la mano e Castiel la accettò.

Si alzò e si sentì cosparso da spirali di energia.

“Siamo stati incaricati di proteggere gli umani e di guidarli in questa guerra, da ormai diverse ore ho perso notizie dei miei fratelli, non potevo sapere se stavano bene, mi sono sentito improvvisamente SOLO.

“Ma non sei solo, la tua anima è sempre con te, gli devi più forza di così.”
Castiel sorrise.

“Come si fa a essere così forti? Dimmelo.”

Nessuno ci da la forza. Ce la prendiamo. Dobbiamo essere forti, Castiel, anche per quelli che non lo sono. Quando il seme del dubbio ritornerà, aggrappati a questo pensiero.

“Funziona davvero?”
“L’ho provato sulla mia pelle.”  
 



Dicono che questa sarà ricordata come la più grande Guerra che il mondo abbia mai conosciuto…

Peccato non essere ancora al mondo per vederla scritta su un foglio bianco…
Già..sarebbe un vero peccato…
Se solo me ne fregasse qualcosa..

Con questi cupi pensieri un uomo si gettò in un fiume, accogliendo con indifferenza e forse un pizzico di curiosità, di sapere cosa sarebbe accaduto dopo…
Non poteva immaginare che dopo sarebbe riemerso dall’acqua, avvolto dalle braccia di uno sconosciuto.
 
“COFF, COFF, SPLUT, SPLUT!”

“Respira, stai bene adesso…starai bene.”
“Mi hai…salvato!!”
“Sì, non c’è di che.”

“Perché diavolo lo hai fatto? “

Benny restò spiazzato da quell’affermazione tutt’altro che grata.
“Perché ti ho visto gettarti nel fiume e mi è venuta una gran tristezza. Un sacco di povera gente sta morendo e non lo avrebbe voluto e tu…”
“Io faccio esattamente quello che dovrebbero fare tutti!! Tutta…TUTTA QUESTA GENTE È MORTA MA ANCORA NON LO SA!”
Benny strinse gli occhi guardando l’uomo.

“In questo momento la tua veemenza e la tua rabbia ti rende piuttosto vivo, malgrado le tue parole.”
“Non sai cosa dici, ti sbagli clamorosamente.”
“Mi sbaglio raramente su queste cose.”
“Ahh davvero?” ridacchiò.
“Che c’è da ridere?”

“Ora te lo mostro.” E fece vedere gli occhi completamente neri.
Benny si irrigidì e si alzò in piedi.
“Sei un demone?”
“Sì, esatto…hai appena salvato un demone, non ti fa ridere la cosa?” e rise ancora.

“Non lo so, a te questo fa ridere?” disse mostrandogli i denti aguzzi.
“BLOODY HELL!!” disse il demone indietreggiando.
“A quanto pare riesco a essere più spaventoso di te.” Disse il vampiro compiaciuto.

“Sei un…un vampiro.
“Sì, mi chiamo Benny.”
“Io..Crowley, sono un..pff demone.”
“Un vampiro e un demone, non ti sembra l’inizio di quello che potrebbe essere un’ottima barzelletta?”
“Se da un umano non avrei accettato lezioni sulla vita, da un vampiro ancora meno. Vattene!”

“E perché? Non credi forse che un non morto ne sa sulla vita molto di più di un umano?”
“Non sei l’unico non morto qui, so benissimo cosa significa la vita e la morte…” disse Crowley stizzito.
“E allora dimmi, perché un demone dovrebbe desiderare di morire ANCORA?”

“Forse per non dover assistere a tutto questo. “ allargò le braccia. “ Forse perché la consapevolezza che esiste un orrore più grande di quello demoniaco, è ATROCE se ti assale all’improvviso, fino a farti desiderare di non provare più niente. Potrei cavarmi gli occhi, ma anche in quel caso, continuerei a sentire…i boati e i frastuoni delle bombe.” disse Crowley chiudendo gli occhi.
Il vampiro, dietro di lui, gli mise la mano sulla spalla.

“Non voglio la tua compassione, voglio solo..che mi dissangui, puoi farlo?”
“Non mi piace il sangue demoniaco e in ogni caso ho visto talmente tanto sangue, da averne un po’ la nausea.”
Crowley ridacchiò.
“Un vampiro quasi umano? Strano.”

“Un demone che vuole sfuggire dal male, è ancora più eccentrico, non credi?”

Crowley si mise seduto sul marciapiede.

“Credo che…non sia il male in sé, il problema, ma la sensazione che vinca. Finchè c’era equilibrio, perfino quelli come me, avevano un qualche scopo, ma quando vedi così tanta devastazione, così poco senso…uno come me, cosa vive a fare?”
Benny si sedette vicino a lui.

“Anch’io appena trasformato, mi chiedevo il senso della mia esistenza, poi mi sono accorto che il mio sangue può guarire le creature viventi…e ho capito che anche uno come me, ha un qualche scopo. Questo vuol dire che anche uno come te, ha uno scopo.”

“Il mio scopo è quello di fare del male e possedere gli uomini, portarli alla corruzione e alla dannazione eterna. Non posso dire di provarne ribrezzo, il senso di colpa se ne sarà andato assieme alla mia anima..ma..dopo un po’ tutto questo ti viene a noia.”

“Se trovi che la strada della tua esistenza non ha uno scopo che a te piace, puoi cambiarlo.”
“E come?”
“Questo non posso dirtelo ma credo lo scoprirai con il tempo. Né oggi, né domani, però.”

Crowley fece una smorfia.
“Un po’ comodo non credi?”
“La dura legge del libero arbitrio.”
“Il libero arbitrio è una stronzata. “

“Anche provare compassione per il diavolo lo è, ma la proviamo comunque. “
Si alzò in piedi.
“Dove vai?”
“A vedere come finirà questa storia.”
“Non potrà finire bene.”

“Ma finirà. E in fin dei conti tutti noi viviamo per vedere come va a finire, perché dopo che una cosa finisce, ne comincerà un’altra e magari sarà peggiore, ma magari sarà anche migliore e accadrà comunque, anche se distruggi te stesso. Il mondo non smetterà di andare avanti se tu non ci sarai, lo farà comunque, ma sai una cosa, esiste un peccato ancora più grave di trucidarsi a vicenda sotto un colpo di fucile.”
“Ah sì e cosa?”

“Distruggere sé stessi volutamente. Riesci a immaginare una cosa più grave? Passare un’esistenza intera a fuggire dal dolore, e poi infliggerlo volutamente a te stesso? Non è pietà, ma è mancanza di AMORE e se non ami te stesso al punto che vorresti distruggerti, non meriti di essere amato da nessuno.

Crowley sussultò.

“Ti saluto, spero che ci incontreremo ancora. In questo mondo o in un altro.”
Benny si allontanò e Crowley si guardò le mani.
Uno scopo…
Non oggi…né domani…

Se non ami te stesso, non meriti di essere amato..

Crowley si abbracciò da solo con gli occhi lucidi.



La guerra è finita, non importa chi ha vinto, chi ha perso, importa solo che è finita. È quello che importa a Castiel.

Ha sentito i suoi fratelli, durante la guerra. È stato quando ha smesso di pensare a loro e ha ritrovato il suo spirito e il suo obiettivo, quando si è ricordato di essere un angelo e di avere lo scopo di guidare gli uomini e qualunque altra creatura che si sentisse sperduta, che li ha sentiti.

Ha capito allora che ogni potere si rischia di perdere se non credi più in te stesso.
Aveva rinnegato il suo spirito e non solo stava perdendo sé stesso, ma anche i suoi fratelli, la sua famiglia.

Troppa rabbia contro il male, TROPPA, avevano spezzato la sua natura di angelo.
L’angelo non deve solo operare per il bene, deve non cedere all’odio, altrimenti perderà la sua natura.

Non i poteri, ma la sua energia, che è una cosa ben diversa.
Non immaginava che una creatura come Benny gli ricordasse chi era.

Ora che l’aveva fatto, non si sarebbe scordato mai più chi era.
Capì che Lucifer era diventato un angelo caduto, il giorno che aveva ceduto al MALE, non il momento che loro padre lo aveva cacciato dal Paradiso.
Ora la guerra era finita e lui e Benny si trovavano l’uno di fronte all’altro.
“È  finita?

“No, fratello. Non lo è mai. Un giorno succederà di nuovo e dovrai essere forte. Ancora. Come è stato oggi che mi hai reso davvero orgoglioso.

Delle lacrime rigarono il volto di Castiel e sorprendendo Benny, si era inginocchiato davanti a lui.

Il corpo dell'angelo, era umano, ma la sua divisa era bianca e preziosa come quella dei soldati. un soldato di Dio. Benny aveva soggezione e malgrado fosse lui inginocchiato davanti a lui, era affascinato di quanto era incantevole e splendesse.

“Castiel..che fai? Alzati.”

“Supererò tutte le guerre di questo mondo, se tu starai al mio fianco.”
 
Parole stupende, che facevano bene al cuore, che commossero il vampiro.  
 
 
 
Quando arrivò anche la seconda guerra mondiale, fu ancora Benny a cercare Castiel, lottarono fianco a fianco stavolta e furono tanti i momenti in cui Castiel lo guardava mentre dava il suo sangue ai feriti.
 
“Sono orgoglioso di te, fratello.” gli disse Castiel.




















Note dell'autrice: chissà se qualcuno di voi l'ha capito, ebbene questo capitolo è ambientato nella prima GUERRA MONDIALE xd spero di non aver scritto troppe cavolate xd ho immaginato fosse stata una cosa così sanguinosa che perfino gli angeli si sono trovati impreparati e scombussolati dagli eventi! Questo capitolo serve a far capire un po' l'intensità del rapporto con Benny e come mai i due si sentono tanto in debito con lui, ma..non è finita qui ^^

ps all'inizio pensavo di descrivere com'era Castiel prima di essere Jimmy Novak ma Cas sta rivivendo il passato con il suo corpo, quindi sono confusa xd ci saranno comunque dei flash in cui ci sarà una descrizione di quale corpo aveva prima. voglio dire una cosa, già dal capitolo scorso, sto ricopiando capitoli di una mia storia che ho scritto sulla sesta stagione, "il salto quantico" anche se alcune parti le devo modificare per forza di cose, ma molte parti che riguardano il Purgatorio ho deciso di lasciarle identiche, per questo da ora in avanti potreste vedere un'accelerazione negli aggiornamenti, perchè i capitoli sono già pronti xd ovviamente cercherò di fare quanto più possibile per finire almeno questa parte sul Purgatorio visto che la storia è già stata ferma fin troppo!

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Capitolo 54
*** Castiel e il nephilim ***


Castiel e i suoi fratelli erano alla ricerca del nephilim, una creatura nata da un umano e da un angelo.

I nephilim non dovrebbero esistere in natura, erano un’aberrazione alle leggi del cosmo. Una cosa da eliminare.

Eppure, Castiel, quando aveva saputo che il nephilim aveva la stessa età di un cucciolo d’uomo, ha sentito qualcosa di molto simile alla sensazione di qualcosa all’interno che si accartocciava dentro di lui. Gli umani avevano una maniera tutta loro, di definire questa sensazione, Castiel sapeva che andava molto di moda questo vocabolo. Gli umani lo definivano cuore spezzato.

Il motivo per cui avevano scelto questa parola, era per Castiel un vero mistero.

Un contenitore umano, non può vivere senza cuore. I contenitori umani avevano BISOGNO di tutti gli organi, altrimenti il contenitore si rompeva.

L’anima no, l’anima era immortale ma non poteva restare depositata, all’interno di un contenitore rotto. Il cuore umano in particolare pulsa di vita, è portatore della vita stessa.

Eppure gli esseri umani, hanno fatto della poesia la loro virtù. Sono arrivati a pensare che si potesse vivere anche con il cuore spezzato. Castiel sapeva che era una metafora, ma la giudicava tutt’altro che bella.



La trovava assurda, senza logica e anche un po’ sinistra, poi aveva saputo del piccolo Joy. Aveva visto una fotografia, perché avevano bisogno di riconoscerlo, dicevano.

Castiel era rimasto scandalizzato quando vide la fotografia di un fanciullo che sembrava avere pochi mesi, vestito di bianco, avvolto in una copertina candida bianco latte.

“Siamo angeli! Non uccidiamo i bambini!” disse scandalizzato.

“Non lasciarti ingannare dal suo volto. Sembra umano, ma è un’aberrazione. Gli ordini sono ordini.” Gli aveva detto l'angelo.

“Non mi interessa che cos’è…è nato come un fanciullo e quindi lo vedo come tale.” L’angelo di fronte a lui lo aveva guardato duramente.

“Non fare l’ipocrita, Castiel. Quante persone hai visto morire? Rispondimi.”

“Solo quelli che non sono riuscito a salvare.” Disse Castiel sfidandolo. “Perché sei un soldato di Dio! I soldati non possono salvare tutti. Il nostro scopo al mondo è quello di obbedire. È il nostro destino!” disse l'angelo seguendo la schiera di angeli che faceva gruppo come una processione.

Balthazar, aspetta…chi lo ha deciso che il mio destino include l’omicidio???

Ma Balthazar era perso nel suo mondo, dove non lasciava raggiungere nessuno e non rispose. Castiel ripensò a queste cose e capì che non era una metafora. Era possibile vivere con il cuore spezzato.





Castiel e gli altri angeli, stavano correndo nel bosco di notte, era un vero e proprio inseguimento, cercando di prendere il bambino nephilim. “Com’è possibile che un’umana riesca a scappare da sola, con un nephilim tra le braccia, nel bosco di notte???” chiedeva un angelo. “Di sicuro è aiutata dai vampiri! Questo è il loro territorio! Non è una coincidenza che sia giunta qui.”

“Io fossi in voi ci penserei bene, prima di metterci contro questi succhiasangue, che succede se ci mordono??” disse Gabriel. “Gabriel!!! Si può sapere da che parte stai?? Vuoi lasciarli scappare??” inveì la voce furente di Raphael.

“Ehi, guarda che mi sto solo preoccupando per noi! Se un vampiro ci morde, neanche i nostri poteri possono fare qualcosa e tu te la sentiresti di abbattere uno dei nostri fratelli??” lo sfidò Gabriel.

Raphael lo guardò basito, farfugliando qualcosa di incomprensibile e Castiel gongolò tra sé e sé, orgoglioso di come suo fratello sapesse sempre tenere testa al pluristratega Raphael. Gabriel…di certo odiava quell’incarico e di certo Raphael lo sapeva, ma evitava di dirlo per evitare di classificare Gabriel come traditore in pubblico.

Perché erano arrivati a questo punto? Perché davano la caccia a un bambino? Era questo che significava essere SOLDATI DI DIO? Se era questo…era una cosa terribile, eppure gli umani erano fieri di farsi chiamare soldati.

Castiel desiderò, non per la prima volta, di essere un soldato UMANO.

“Ma si può sapere perché Balthazar non si fa vedere?? Ci ha indicato lui questo posto, se avessimo lui a farci da guida, non ci saremmo persi e…..EHI, MA CHE FAI??” disse l’angelo andando a sbattere contro Raphael. “Balthazar, non verrà. Ci ha depistati, questo sentiero porta a una strada sbagliata!” “Stai vaneggiando, perché avrebbe dovuto darci delle indicazioni sbagliate??” disse Gabriel.

“Perché…vuole impedirci di trovare il bambino. ACCIDENTI!” sbottò Raphael, poi si rivolse a Castiel. “Sei stato l’ultimo a vederlo. Ti ha detto qualcosa sul suo diabolico piano??”

Castiel era rimasto con la bocca aperta davanti alla piega degli eventi. “Sei pronto, Castiel? Oggi è il GRAN GIORNO.” Diceva Balthazar, mentre lucidava la sua spada in Paradiso.

“Non dirlo come se parlassi di un giorno GLORIOSO. Stiamo per parlare di un assassinio, non della nascita di una stella, Balthazar!” rispose Castiel.Balthazar scrollò le spalle.

“Castiel, ti ricordi quello che ti dissi sull’essere dei soldati?”

Castiel si era girato verso di lui, astioso. “Non ti azzardare a rifilarmi queste cazzate, non oggi, Balthazar! Non le accetto! Io ODIO che tu ci definisci così, non esiste niente di glorioso in quello che stiamo facendo, NIENTE, HAI CAPITO?”

“Cristallino.” Aveva risposto Balthazar piano. “Non c’è gloria nell’uccidere persone innocenti, ma evitati la cazzata dei soldati di Dio o qualunque cosa che ti venga in mente.”

“Volevo solo dirti che hai ragione. “ “Cosa?” “Avevi ragione tu, non esiste onore in un assassinio, vorrei chiederti quindi, una cosa che puoi fare per me. Sulla base dell’onore, insomma, una di quelle cose sentimentali per cui la gente umana va tanto matta. Ok?” “V-va bene, cosa?”

“Dopo oggi, non ritenermi più un soldato.  Puoi farlo, Castiel?

“Mi stai spaventando, Balthazar. Che cosa vuoi dire?”

“Oh, non c’è niente di cui aver paura. “ rise. “Solo quello che sostieni tu, non esiste onore nell’uccidere un bambino, ma su una cosa non sono d’accordo con te, sul fatto dell’innocenza. Castiel tienilo a mente, nessuno è davvero innocente.” 

Il viso e il sorriso di Balthazar, erano l’ultima cosa che Castiel vide di quel sorriso enigmatico.

 





FINE FLASHBACK

 

“Castiel, ehi, Castiel, hai sentito cos’ha detto Raphael?” “Quando parla cerco di non ascoltarlo!” “Ha detto che Balthazar ha tradito.”

“Non mi importa cosa ha detto, è una cazzata.” Gabriel lo aveva afferrato per la giacca. “Ma che…” “Se dovessimo trovarlo, non fargli del male.”

“Mi stai chiedendo seriamente di non fare del male a un nostro fratello? Ma questa missione vi ha davvero rincitrulliti tutti?” “So qual è la legge per chi tradisce, a Lucifer è andata male.” “Noi non siamo come papà.” Disse Castiel, rifilandogli uno sguardo glaciale.

 

 

 

*

Era sera e gli angeli avevano acceso un fuoco per la notte, quando Castiel si era allontanato per cercare altra legna e sentì un rumore.

Si inoltrò per trovare l’invasore e vide Balthazar con un fagotto tra le braccia. Balthazar.”

“Te l’avevo detto che dopo oggi non avresti più dovuto chiamarmi SOLDATO, Cassie? Come ti suona la parola REIETTI?” “Fammi vedere il bambino.”

Balthazar si strinse il fagotto di più a sé. “Balth..se vuoi che mi fidi di te, anche tu devi fidarti di me…” “Chi ti dice che io abbia bisogno della tua fiducia??” lo sfidò. “Sei qui al freddo con un nephilim tra le braccia e ricercato dai tuoi fratelli, non credo ti piaccia restare solo.”

Balthazar cautamente gli porse il fagotto tra le braccia. “È così piccolo.”

“Già..ma crescerà. Non starà così a lungo. Se era un umano, sarebbe restato così di più, almeno credo.”

“Ci pensi, Balth? Anche noi un tempo eravamo così, piccoli..Indifesi, c’è stato un tempo in cui non avremmo potuto materialmente avere il potere di vita e di morte su altri individui.”

“Ma se rimanessimo così..non potremmo avere il potere di salvare altre vite così PICCOLE.” Disse Balhazar, dando una carezza al frugoletto. “Esiste un nome, per queste persone, credo che gli umani li chiamino EROI.

Gli occhi di Castiel si specchiarono in quelli liquidi di Balthazar. “Sei con me, Cas?” “Sono con te.” 

 



*



Tempo dopo, un sacco di voci concitate, svegliarono Gabriel dal suo sacco a pelo. “Che c’è? Che succede?” chiese dopo che uno di quei piedi lo aveva fatto volare via sul prato. “Castiel è sparito.” Disse Raphael.

“Sarà andato solo a fare una camminata, lui adora..” “È scappato come Balthazar! È scappato insieme a lui e al nephilim, quel figlio di puttana!!” sbraitò Raphael.  

 

 

 

*



Castiel e Balthazar stavano continuando a scappare fino a quando un colpo loro in testa non li fece cadere entrambi sull’erba.

“OUCH!!” si lamentarono in coro. Il bambino cominciò a subito a piangere, anche se era illeso. L’individuo prese il bambino e cominciò a cullarlo, intonando una specie di ninnananna.  

“Balth…il bambino. Qualcuno sta prendendo il bambino.” Disse Castiel. Lo sconosciuto aveva preso il bambino che era finito nell'erba e si girò con un sorriso caustico verso di loro. “Ci si rivede, Castiel.”  

Castiel rimase incredulo al risentire quella voce dopo anni e anni. “Castiel, chi diavolo è quell’individuo e perché diavolo ti conosce??”chiese Balthazar, alzandosi a fatica. “Benny…lui si chiama Benny ed è un vampiro.” Balthazar divenne pallido. “Oh, siamo in un grosso guaio.”  

“Muoviamoci, non possiamo perderli.” Disse Castiel, ma venne afferrato dalla mano di Balthazar. “Fagli credere che può seminarci. So dov’è diretto. “

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Capitolo 55
*** Castiel e Balthazar sulla nave dei sogni ***


“Balthazar, sei sicuro di quello che stai facendo?”
“So che la madre aveva intenzione di portare il bambino via mare e questo è il porto. Eccolo lì infatti!”
“Wow…Balthazar, sei GENIALE.”

“Lo so, adesso sta zitto e muoviti, dobbiamo imbarcarci anche noi.”
“Coooosa? Dritti tra le braccia del nemico?”

“L’unico modo per riuscire a riprendere il bambino è salpare su quella nave, Castiel, sarà pure un tuo amico ma io non mi fido a lasciare un bambino tra le mani di un vampiro. Però se preferisci rimanere qui..”
Benny la prenderà molto male…
“No, no, vengo con te!”

“Allora, sbrighiamoci, prima che se ne vada senza di noi!”
 
Balthazar e Castiel salirono sulla nave, muovendosi in circospezione tra i vari corridoi della nave.

“Hai un piano una volta che avremo trovato il bambino?”
“Ci penseremo una volta che avremo trovato il nephilim!”
“Ohh, fantastico, il piano è improvvisare: che cosa può mai andare storto?”

“Nascondiamoci per ora qui tra le provviste, così non ci troveranno.”
Castiel gemette.
“E adesso che hai?”
“Soffro di claustrofobia.”

Balthazar lo spinse nello scatolone.
“Ehiii!”
“La prima classe sarà per la prossima volta.”
“Ehm, Balth, la claustrofobia non è l’unica cosa..”
“Oh dio, aiutami tu.”

“Credo di soffrire il mal di mare!!”
Balthazar impallidì.
“Stai scherzando…è uno scherzo.”
“Per niente!”
 
*Qualche ora dopo.
“Buuaaaaargh.”
“Oh dio, è disgustoso, diceva Balthazar cercando di non guardare castiel che vomitava in acqua aggrappandosi alla nave..”
“Mi dispiace.”

“Presto torniamo dentro, prima che ci beccano, dobbiamo ancora cercare il bambino.”
“Potrebbe essere nella stanza con lui!”
“Sei sempre stato lamentoso, risparmia le energie per cercare.” Continuava a sussurrare Balthazar.

“Balth, non pensi anche tu che la nave sia un po’ troppo silenziosa rispetto a prima?”
“Ma stai sempre a lamentarti di tutto., Castiel!”
Un altro colpo in testa li fece svenire sul colpo.

“Anni passati in MARE e mi hanno sempre infastidito, i passeggeri clandestini.” Disse Benny.
 



Quando Balthazar e Castiel si svegliarono, trovandosi legati come salami seduti sul pavimento, in un luogo che assomigliava a un reparto cucina, si dissero che probabilmente dovevano immaginarlo che il loro piano sarebbe andato a finire così.

“Buongiorno, begli angioletti. È giunta l’ora di suonare l’arpa.”

Castiel gemette cercando di mettere a fuoco il viso di Benny.

“Anzi, perché non facciamo così, IO suono l’arpa e voi mi dite perché diavolo continuate a seguirmi!!!!” urlò Benny.

“Se mi posso permettere di dire una cosa..” disse Balthazar.

NON TI HO DATO IL PERMESSO DI PARLARE!!”
Balthazar fischiò.

“Certo che te li scegli proprio bene gli amici, Castiel. Questo è un tipo tutto schizzato.”
“Come dici??”

“Benny, per favore, lasciaci spiegare, Balthazar non ti conosce e credo che anche tu penseresti lo stesso se un individuo ti legasse come un salame e cominciasse a urlarti contro senza darti la possibilità di spiegare.”

“Adesso sarei io il cattivo?  Chi è che stava pedinando chi? Per cosa poi? Per uccidere un bambino!!”
“È questo il punto, noi non vogliamo fare del male al bambino, vogliamo proteggerlo.
Benny sgranò gli occhi.
“Questa è bella, inventatevene un’altra.”

Benny, tu sei un mio amico, ma giuro su mio padre che in questo momento sei solo un perfetto e completo idiota!!” sbottò Castiel.
Benny rimase sconvolto e pure Balthazar.

“Hai giurato su nostro padre?” poi si rivolse a Benny. “Ha giurato su nostro padre!!”
Aveva un’espressione così buffa Balthazar che Benny represse una risatina.

Prova a ragionare razza di cretino!! Secondo te, se volessimo uccidere il nephilim ci saremmo staccati dagli altri nostri fratelli?? In questo momento siamo dei traditori perché quando tu sei venuto a rubarci il bambino, Balthazar lo aveva già preso per evitare che gli facessero del male!”

“Castiel, sei pazzo a urlare così a un vampiro? Ehm, perdonalo, il ragazzo non sta bene, ha preso troppe botte in testa.”

Castiel però, guardava Benny con aria di sfida. Si conoscevano così bene che Castiel sapeva che Benny apprezzava di più le persone che sapevano sfidarlo e a tratti anche insultarlo, gli davano più l’aria di persone genuine.

“Okay, cerchiamo tutti di calmarci eh? Converrete con me che, la vostra posizione era fraintendibile.” disse Benny alzando le mani.
“Non volevamo fare del male al bambino, guardaci. Saremmo venuti da soli altrimenti?” continuò Castiel.

“B-beh…suppongo che…vista in questo senso..il fatto che siate venuti qui da soli..suppongo che…non abbia molta logica, sì..”
“Grazie al ciel..ehm, sto zitto, è meglio.” Disse guardando Castiel. “Adesso puoi liberarci?”
Benny lo guardò con un sorrisetto.
“Momento. Dovrete meritarvi la mia fiducia.”

“CHE COSA!! Ma è assurdo, LIBERACI IMMEDIATAMENTE, HAI DETTO CHE CI CREDI!”

“Vero, ma ho anche detto che dovete guadagnarvi la mia fiducia..due tizi che tradiscono i loro simili, non potrebbero farsi scrupoli a tradire ME, e voglio essere sicuro di chi mi possa fidare. Ho un bambino  a bordo dopotutto.” Disse con un sorrisetto.

“Senti, razza di succhiasangue montanaro, non tirare troppo la corda, ricordati che siamo angeli, possiamo liberarci con un soffio, e se non l’abbiamo ancora fatto è solo per non rischiare di distruggere la nave, ma se non ci liberi subito…”
“Balthazar!” lo richiamò Castiel e l'angelo si bloccò suo malgrado..

Benny sorrise.
“Tieni a bada il tuo amico, io intanto vado a stilare una lista delle nuove mansioni che dovrete fare in qualità di aspiranti marinai.”
Balthazar rimase così sbalordito che non riuscì ad aprire bocca ma quando Benny se ne andò, esplose.

“VUOLE TRASFORMARCI IN SCHIAVI!! E TU LO ASSECONDI? MA COS’HAI NELLA TESTA? SEGATURA, ECCO COSA, IO NON ACCETTERÓ MAI, HAI CAPITO, CASTIEL..”

“Smettila di fare il pazzo e ascoltami.”
Balthazar lo guardò sbuffando.
“Non capisci? È un gioco.
Balthazar scoppiò a ridere.

“Un gioco. Ma perché non l’ho capito subito..un gioc…ma siete ammattiti tutti qui dentro????
“Balth..”
Balthazar prese un grosso respiro.

“Ci sta mettendo alla prova, dimostriamogli che può fidarsi, sarà divertente, credimi.”
“Io non posso essere un marinaio, al massimo un comandante.”
“Non hai detto che volevi essere un eroe? Gli eroi sono umili.
Balthazar sospirò.

“Se avessi le mani libere, me le metterei sulla faccia.
“Coraggio, amico.”
“vaffanculo, Castiel.”
Castiel sorrise soddisfatto.
 
 

*

Mezz’ora dopo, Benny arrivò da loro.
“Avete deciso? Lasciate l’arrembaggio o vi arruolate?”
“Ci arruoliamo, capitano.” Rispose Castiel soddisfatto.
Balthazar guardò Castiel sbalordito.

“Molto bene, vi accompagno nelle vostre stanze, siete stati ragionevoli e quindi vi siete guadagnati il diritto di essere slegati. Il pranzo sarà pronto a mezzogiorno, potrete consumarlo sul ponte, ma prima dovrete presentarvi al resto dell'equipaggio. Dopo pranzo vi verranno consegnate le vostre mansioni.” disse il vampiro, accompagnandoli nella loro cabina.

“Benny..”

“Benny si fermò a fissare Castiel.
“Possiamo vedere il bambino?”

“Mi dispiace, marinaio, ma dovrete concedervelo questo privilegio.” Disse chiudendo loro la porta.




“Castiel, se pensi che io indosserò questa cosa, hai capito MALISSIMO.

“Ma la stai già indossando.” Disse Castiel ridacchiando, guardandosi allo specchio, che rifletteva Castiel e Balthazar, rispettivamente un ragazzo sui trent'anni biondo e magro e un altro moro e muscoloso, più alto.

Avevano trovato le divise da marinaretti che Benny aveva lasciato loro. Una sorpresa.

“Intendo che non mi farò vedere da NESSUNO con questo addosso! Ma ci vedi bene? Sembriamo dei pupazzi!”

“Secondo me sono carine e poi sembriamo più giovani, non credi anche tu?” disse Castiel mirandosi allo specchio.
TOC TOC.

“Siete pronti per la presentazione ufficiale al resto della ciurma?” chiese Benny.
“Se pensi che mi farò vedere con questo coso..”

“Sapevo che ne sareste stati entusiasti! Vi aspetto sul ponte tra dieci minuti!”
Quando Benny chiuse la porta, Balthazar sbuffò sonoramente.
“Lo faccio solo per il bambino, sappilo.”
 
 


*

Dieci minuti dopo, Benny era andato loro incontro, per presentarli all’equipaggio.
“Come vi chiamate?”
“Io sono Castiel e lui è mio fratello Balthazar.” Disse l’angelo.

“Allora, ragazzi, questi due scappati di casa, pensavano di fare i furbi, non pagando il biglietto.”
“Benny, che cosa dici?” sussurrò Castiel.
“Io questo lo uccido.” Disse Balthazar tra i denti.

“Ma noi non siamo discriminatori e i clandestini, sono passeggeri come tutti gli altri.  Per questo..”
“Buttiamoli ai pesci!” disse qualcuno.
“Ehi, buttati te ai pesci.” Disse Balthazar.

“Qui nessuno finirà a mare, ogni passeggero è uguale all’altro, anche i passeggeri clandestini, perciò siete pregati di trattarli BENE.” disse Benny con un sorrisetto.

Qualcuno sputò per terra, qualcun altro parlò di riservare ai clandestini il doppio del lavoro delle cucine.
“Perché stiamo assecondando questa buffonata?” chiese Balthazar a denti stretti.

“Fidati di me.” disse Castiel, mentre mangiavano insieme agli altri.
Una pallina di carta finì sulla testa di Balthazar.
“Ehi ma che…”
Castiel ridacchiò.

“Stavi dicendo?” disse ironico lui.
 
 
*

Castiel e Balthazar si trovavano nella cucina, a lavare una montagna di piatti.
“Il tuo amico vampiro la pagherà per questa umiliazione.”

“Oh, dai, non è così male…”
“Non è così male?”
“Almeno il cibo non era male, no?”
“Bah, io saprei fare di meglio.”
Castiel sbuffò.

“Ehi, guarda che io a differenza tua, imparo dagli umani e tutti mi invidiano le mie capacità culinarie, anche Gabriel! Se fosse qui te lo direbbe anche lui.” Castiel si adombrò.
“Ehi, sono sicuro che sta bene.”
“Vorrei che lui fosse qui, con noi, lui saprebbe trovare il lato comico della cosa.” aggiunse cambiando tono, sorridendo, come per sfidarlo.

“Ehi, io so essere divertentissimo e te lo proverò!”
 
 


*

Sul ponte i marinai stavano giocando a pallacanestro con una pallina di carta, mentre il campione tra loro continuava a vincere.

“Ehi, credi di essere un durio eh? Vediamo se riesci a battermi.” disse Balthazar proprio al campione tra loro.
Lui rise.
“Ma che vuoi, moscerino? Fila via.”

Balthazar fece finta di annuire, per poi prendergli la palla e fare dieci centri di fila.”
Qualcuno applaudì e qualcuno fischiò.
“Allora, siamo qui per lavorare o per giocare a palla?? Tornate ai vostri lavori, ‘c'è ancora tanto da fare!!” disse Benny.

Tutti si allontanarono tornando ai loro ruoli.
Castiel lo guardava sorridendo.
“Non sai contro chi ti sei messo, moscerino.” disse il tizio prima di seguire gli altri.
Balthazar sorrise.

“Ma sei pazzo a metterti contro quello più grosso?”
“Sai una cosa, Castiel? Avevi ragione! Si trova sempre il lato divertente, se lo vuoi trovare!” si galvanizzò lui.
 
 
*
Era notte e un bambino piccolo si specchiò sopra l’oblò di una cabina, bussando sul vetro.
“Ma che…Per tutti gli angeli, Castiel.
“Che c’è? Che succede??”
“Il bambino, ci stava fissando!”
“Cosa? Dove?”

“Ci guardava dall’oblò, adesso è andato!”
Castiel si precipitò fuori ma non trovò nessuno e richiuse la cabina.
“Avrai sognato, Balthazar.”

“Col cavolo! Era il bambino, ti dico, ma sembrava…cresciuto..tipo di due o tre anni.”
“Come vuoi tu, ma adesso torniamo a dormire.” Sbadigliò mettendosi a letto.
 
 
*
L’indomani, Balthazar cercò di parlare con Benny, che non lo ascoltava.

“Credo che il nephilim abbia altro da fare che guardare voi due che dormite, perché non pensi a sognare una bella fanciulla piuttosto eh?” disse battendogli una mano sulla spalla.
“Ehi, campione, ti dispiace tenermi questa? Grazie!” disse un marinaio ridacchiando.
“Pezzi di..” si lamentò Balthazar tenendo tra le mani un grosso cesto di biancheria sporca.
 


*
Quello stesso pomeriggio, Castiel e Balthazar stavano lavando per terra, quando la ciurma continuava a gettare lattine di birra per terra per dare loro fastidio.
“Adesso vado e picchio tutti.” disse Balthazar.
“Aspetta, Balthazar, non credi che forse dovremmo aver dimostrato di aver imparato la lezione?"

“Ma che stai dicendo? Quale lezione?”
“Per loro, noi siamo i diversi, gli intrusi! Esattamente come per noi, il nephilim era il diverso e se c’è una cosa che gli umani e gli animali sanno fare bene è trattare con disprezzo chi è DIVERSO, allora forse basterebbe…usare un altro approccio.”
“Tipo?”

“Più…allegro. Il leader è chi riesce a ipnotizzare, a incantare e i veri LEADER non fanno le vittimelle.” Disse Castiel.
Balthazar sorrise e prese il mocio come se fosse stato un microfono e cominciò a cantare.
Questa è la mia nave dei sogni…”
Castiel lo fissò perplesso, tutti si girarono.

“Nave di caramello, ha ali di cartapesta che può volare con un po’ di fantasia..”
“Ehi bello, hai esagerato con le canne oggi..”
“Smettila o ti buttiamo in mare..”
“Ma le navi dei sogni non hanno ali né confini, non volano nel cielo, ma nel cuore degli uomini..”
Prese la mano di Castiel e gli fece fare una giravolta.

“La nave dei sogni fa salpare il cuore degli uomini, li porta in terre inesplorate e campi d’oro, alla ricerca di frutti mai visti e di canti melodiosi dei bambini che giocano con gli animali..”
Castiel si rispecchiò nell’acqua del ponte e seguì Benny nel canto.

La nave dei sogni non la troverai mai, è lei a trovare te e quando ti verrà a prendere ti porterà in un'isola dove sarai giovane e per sempre e il tuo corpo sarà il riflesso della tua anima, non la maschera che sei costretto a portare qui. Una terra dove uomini e cavalli , elfi, gnomi, vampiri, ballano tutti insieme sotto la luce della luna..”

“E dove anche gli angeli e i demoni si abbracciano come fratelli..” disse Balthazar.
“E i nostri cuori sono uniti e non avremmo bisogno di parlare per capirci e di toccarci per abbracciarci.”
Ora tutto l’equipaggio stava guardando quel duetto ballare e scivolare sull’acqua bagnata del ponte senza cadere, come se ballassero.

“Sembrano angeli che ballano.” Disse uno.
“Forse lo sono.” rispose Benny guardandoli sorridendo, mentre teneva om braccio il bambini nephilim che guardava lo spettacolo estasiato.
 
“E dove navi con ali celesti ti portano lì, nel mondo dei sogni..” disse Castiel.

“Dove donne vestite di burlesque ballano per te..” disse Balthazar, aggrappandosi al bastione per issare la vela, aiutato da Castiel.
Facevano tutto a passo di danza.
“Che cosa aspettate? Unitevi a noi!! “ gridò Castiel.
L’equipaggio si unì a loro, cantarono, ballarono e issarono le vele che rimanevano e neanche guardavano Benny per chiedergli se era il caso.

Ad un certo punto, Castiel e Balthazar vennero bagnati da Benny che versò loro del vino addosso.
“E troveremo la terra da dove sgorga il latte e il miele e ci innaffieremo in essa.” Disse Benny con tono allegro. “Chi vuole innaffiarsi con il latte e miele?”

“Io..io.-..io…” gridarono tutti e fiumi di vino, sgorgarono nella bocca dell’equipaggio e di Castiel e Balthazar e tutti ridevano, cantavano e ballavano.
 
 
 
*

Castiel e Balthazar stavano guardando l’acqua sotto di loro, era notte, quando Benny si avvicinò a lui.
“è una bella notte.”
“Meravigliosa. Le stelle sembrano salutarci da lassù, mi chiedo se abbiano visto lo spettacolo di oggi.”
“Mi sono divertito molto, grazie per aver divertito i miei uomini.”

“No, grazie a te.”
“Eh??”
“Avevamo bisogno di questo e tu chissà come, lo sapevi. Mi chiedo quante altre cose sai.”
Benny si lanciò su di lui e si abbracciarono.
 
 
*

Il giorno dopo, uno strano ometto con un accento scozzese, si presentò in cucina a battibeccarli.
“Oggi cucinerete! E mi aspetto dei piatti PRELIBATI!”
Castiel lo guardò dubbioso.

“Che c’è? Ti sei preso una cotta per il tipo antipatico?”
“Non dire cavolate, è solo che mi sembra fuori contesto, come se non c’entrasse nulla qui. Chissà chi è.”

“Uno stronzo, di sicuro, ma mi ha sfidato e adesso se la vedrà lui.”
 
*
Qualche minuto dopo, Balthazar stava mescolando della pastasciutta in una padella, mentre nell’altra faceva friggere della carne che sembrava a Castiel molto appetitosa.
“Smettila di guardare me e pensa alla torta!”
“Agli ordini!”

Dopo una buona mezz’ora, Balthazar decise che la carne era al sicuro per un po’ e poteva restare incustodita, voleva essere sicuro che Castiel avesse portato a compimento la sua opera.
“Castiel, spero per te che il dolce…”
Rimase a bocca aperta a vedere farina e latte dappertutto, sui mobili e sul pavimento, Castiel sporco di farina e cioccolato.

“Se fossi gay, credo ti salterei addosso. Fammi dare un’occhiata alla torta.”
Si avvicinò a guardare la montagna di panna che Castiel aveva preparato.
“Credo di aver messo troppe uova.”

“Sicuro, ma può andare, solo che manca un tocco di classe.
Prese dalla dispensa un barattolo marrone e uno verde.
“Guarda attentamente.”
Fece una strisciolina verde.

“Wow..gli umani non sono la razza idiota che a volte penso siano.”
“Sono d’accordo, adesso segui il mio ritmo, avanti.”
“Come una danza, giusto?”
“Esatto.”

Castiel seguì i movimenti di Balthazar creando ondine di salsa al ci9occolato intrecciate con le ondine alla menta di Balthazar.
“Balth…guarda..è INCREDIBILE. Abbiamo creato l’INFINITO.”
 
 
 
*
“Cosa hai detto che è questa cosa?” disse Benny sbalordito.
La torta e i piatti proposti si trovavano su un carrello apparecchiato elegantemente al suo tavolo.

“Salsa verde, tipica delle mie terre con una ricetta speciale fatta da me, con contorno di gamberetti in salsa in umido e carne pregiata condita con erbe scelte dal sottoscritto, pastasciutta di sfilatelli a modo mio e un formaggio capricciosa tutta da leccarsi i baffi.”
“E quella?”

“Io..ehm, ho fatto una torta. Chiedo il permesso di farla assaggiare anche all’equipaggio.,”
Benny assaggiò la carne e sembrava in estasi.
“Sembra che stai per avere un..”
Castiel gli diede un colpo con il gomito.

“Meraviglioso, eccellente, oggi riceverete una sorpresa. Nel pomeriggio.”
 
 
 
Quando Balthazar e Castiel andarono all'equipaggio, rimasero sbalorditi di sentir fioccare un appaluso nella loro direzione.  
 
"Che cosa succede, Balth?"  
 
"Chi lo sa..gli umani sono così strani..un giorno ti odiano e il giorno dopo ti amano."  
 
"Vi stimano."  
 
Castiel e Balthazar si voltarono basiti, trovando Benny a poca distanza a fissarli compiaciuto.  
 
"Vi STIMANO dopo lo spettacolo che avete messo su ieri, avete giocato, ballato e cantato con loro. Avete portato la MUSICA sulla nave e nei loro cuori, i miei complimenti." detto questo andò via.

"Smettila di fare quella faccia, ringrazia e SORRIDI." disse Castiel facendo un inchino con un sorriso fin troppo innaturale e gli occhi lucidi.

"Non posso, ho qualcosa nell'occhio.." disse Balthazar che era messo anche peggio di Castiel.


 
 
*
Nel pomeriggio Castiel  rivide lo scozzese con un bambino di quattro anni, biondo, che giocava con un puzzle sul ponte.
“Non ci credo..è lui?” chiese Castiel.
Sì.” Disse Benny, andando via.

I due si avvicinarono e videro lo scozzese e il bambino giocare.
Guardarono meglio il paesaggio che ritraeva un bosco interamente oro, una dama e un bambino che faceva un inchino a lei.
“Cosa rappresenta?" chiese Castiel.
“Zio Crowley lo chiama l’età dell’oro.” Disse il bambino tutto felice.
Un mondo fatto di oro puro.

“Un giorno potrò andarci?” chiese lui.
“Un giorno potremo andarci tutti.” disse Crowley.
 
 
 


*

Arrivati a sera, il bambino bussò nella cabina dei due angeli, e quando vide che Castiel si era alzato, scappò a perdifiato.
“Muoviti, Balthazar, dobbiamo capire perché scappa sempre.”
Rincorsero il bambino e ad un certo punto Castiel lo afferrò di peso.
“Ci dici perché scappi sempre?”
 

“Timothy!! Che fai? “ chiese Benny arrivato in quel momento.
“Benny!”
Il bambino scappò dalle grinfie di Castiel e si rifugiò dietro Benny, timido, ma facendo un sorriso malandrino.

“Benny, io..non è come sembra.” Disse Castiel.
“Oh, pensavo che Timothy avesse effettivamente trovato gli eroi che vogliono PROTEGGERLO.”

Castiel rimase sbalordito.
“Sì, in effetti, siamo proprio noi! Quando non navighiamo in mare, salviamo teneri fanciulli in difficoltà!”disse Balthazar gongolando.
Timothy si mise a ridere.
 
*
“Dove sono i genitori del bambino?” chiese Castiel.
“Li incontreremo in un bosco appena la nave attraccherà,
“Timothy non ha ben compreso quello che accadde quando avete cercato di prenderlo, in questi giorni ha imparato a parlare e a sviluppare una coscienza, gli ho raccontato che siete angeli e che il vostro scopo è di proteggerlo, gli ho anche detto che avete faticato molto per trovarlo ed essendo ancora un bambino, ha pensato bene di stuzzicarvi per farsi inseguire.”

“È adorabile..” disse Castiel. “Benny, grazie..noi..io ti ho giudicato male.” disse Castiel.
“E io ho giudicato male te, gli amici non dovrebbero mai peccare della fiducia ma sono tempi difficili questi.”

“Una volta un uomo eccezionale mi ha detto che i tempi difficili si sarebbero sempre ripresentati, ma che bisognava avere forza d’anima per riuscire a combattere un’altra guerra, perché sarebbero finiti, per poi ripresentarsi ancora.”

“Sembra un po’ semplicistico per me, sei sicuro che ho detto proprio questo?”
“Mmm..no!” risero entrambi. “Scusa, ma possedendo un corpo umano, mi sottometto in parte alle sue limitazioni, è vero che noi angeli dovremmo avere un potenziale di memoria mille volte superiore…ma..sono comunque tanti anni e possiedo comunque un corpo umano.”

“Perché non mi fai vedere le ali!” disse il bambino.
Balthazar si guardò intorno e spalancò le ali immense, lasciando il bambino allibito.
“BALTHAZAR!!” lo rimproverò l’angelo.
“Lascialo fare.”

“Sono così belle…” disse il bambino accarezzandole.
Ai due si strinse il cuore.
Balthazar le ritrasse e il bambino ne fu contrariato.
“Nooo.” Si lamentò.

“Non possiamo rischiare di essere visti.-Ehi, piccolo, sei capace di giocare a palla?” disse prendendo la pallina al centro.
“Certo!”
“Io sono un vero campione, vediamo se mi batti.”disse Balthazar, rubandogliela e facendosi rincorrere.

“Devo chiederti scusa, Castiel, forse ho sempre saputo che eri INNOCENTE, ma nonostante questo..ho voluto farti credere di aver bisogno di una prova..”
“Perché?” gli chiese Castiel.
“Volevo che restaste.” Disse semplicemente.
“L’avrei fatto comunque.”

Benny chinò il capo, Castiel gli mise una mano sulla spalla.
“Ma sai una cosa? Mi è piaciuto fare il marinaio e voglio farlo fino alla fine di questa traversata.”
“Mi dispiace comunque di aver aggredito te e il tuo amico.”

“A me no, perché vuol dire che mi vuoi bene, che ci tieni a me.”
Benny lo fissò stupito.
“Non credevo che gli angeli avessero bisogno di AFFETTO.”
“Un errore che fanno in molti, in realtà proprio perché siamo caricati di  tanto peso sulle spalle, ne abbiamo un GRAN BISOGNO.”

“E lo ricevi proprio da un vampiro.”
“Già..non è la prova di quanto la vita sia FENOMENALE? Vorrei che gli umani lo capissero..sarebbe stupendo.”
“Un giorno, amico mio, lo faranno.” Disse Benny guardando il mare, con i capelli mossi dal vento.




















Note dell'autrice: ciao ragazzi, volevo trasmettere a tutti che leggevano, la spensieratezza e la gioia di questo capitolo, se anche voi avreste voluto essere su questa nave..beh, ci sono riuscita :))

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Capitolo 56
*** La falla nel sistema ***


“Balth, lo senti anche tu?” disse Castiel mentre guardavano la nave sul ponte.

“Sì..” disse Balthazar con uno sguardo eloquente.

“Ehi, ragazzi, che succede? Ci sono i ragazzi che mi richiedono la vostra presenza per una partita a pallacanestro, quei lazzaroni! Me li avete peggiorati da quando siete venuti qui! Ma che cosa sono quelle facce lunghe?” disse lui avendoli visti bene in faccia.

“Benny, non so come dirtelo, ma..i nostri fratelli sono sulle nostre tracce.” Disse Castiel.

“Cosa?? No..come può essere?? Vi hanno seguito?”

“Non credo, eravamo riusciti a seminarli.” Disse Balthazar.

“Benny, devi capire che tutti noi angeli abbiamo come una sorta di legame tra noi, credo abbiano localizzato la nostra…energia.” Disse Castiel dispiaciuto.

“Quindi se il nephilim e i miei uomini ora rischiano la vita, è colpa mia?” disse lui amaramente.

“No…non permetteremo che accada niente al bambino, soprattutto IO non lo permetterò.” Disse Balthazar, mettendogli le mani sulle spalle.

“E i nostri fratelli non oseranno attaccare nessuno di voi. Non finchè saremo su questa nave. Se per questa missione, ci andassero di mezzo delle vittime, nostro padre non ci perdonerà mai e loro lo sanno.” Disse Castiel pensando di tranquillizzarlo.

“Vostro padre è Dio vero? Lo stesso Dio che ha autorizzato a uccidere un bambino innocente perché nato da un’altra razza?”
Il cuore di Castiel sprofondò un po’ di più a quelle parole. Per fortuna ci fu Balthazar a sostenerlo.
 
 

Castiel e Balthazar, appena scesi dalla nave di Benny e congedato l’equipaggio, avevano dovuto scappare, perché localizzati dagli angeli, si rifugiarono quindi nel bosco e da lì cominciò l’inseguimento.
“Voi andate, io cerco di trattenerli.”
"Fratello, sai che ti segui dappertutto!" Disse Balthazar.

"Sei sicuro ?"

Benny guardò prima uno e poi l'altro, disorientato.

“No, non ve lo lascerò fare.” Disse Benny.

"Che è proprio il modo più efficace per convincermi a fare qualcosa." Sorrise Balthazar.
“Vai!! In questo momento la sicurezza del bambino è più IMPORTANTE!”disse Castiel.
Benny con un ultimo sguardo al suo amico, andò via con il bambino tra le braccia.

Castiel e Balthazar sorridendo, rimasero lì ad aspettare l’arrivo degli angeli.

“FINALMENTE, LI ABBIAMO TROVATI!”
“Dov’è il nephilim? PARLA!”

“PARLA, razza di traditore o te la vedrai brutta.” Disse un altro angelo.

“Non sparare cazzate, Miltuish, ti ricordi quando le hai prese dal sottoscritto eh?”

“Bathazar, dimmi come ci si sente da passare a ladro delle armi del paradiso, a TRADITORE?”

Adesso basta, non abbiamo tempo per questo. A voi due penseremo poi!” disse Raphael cercando di proseguire oltre, ma Castiel e Balthazar si pararono davanti.
“Non possiamo lasciare che lo prendiate, è solo un bambino innocente, Raph.” Disse Castiel.

“Ancora con questa storia?? È un abominio, non importa le sembianze che ha adesso! Ed è un ordine di nostro padre! Non solo volete e avete osato disobbedire! Volete che anche noi lo facciamo, e poi cosa accadrà? Finiremo tutti all’inferno?? Non lo permetterò, lasciami passare fratello o mi costringerai a battermi con te.”

Castiel gli diede un pugno, Raphael non fece in tempo a voltarsi sorpreso che un altro pugno lo colpì allo stomaco da Balthazar, sotto gli occhi allibiti degli altri angeli.

“Dopotutto credo di avere un minuto libero..” disse Raphael.

Si scatenò una vera lotta, dove sembrava che Castiel stesse per avere la peggio e Raphael lo guardò in un modo in cui non l’aveva mai guardato prima, colpendolo poi con la spada angelica. Delle luci azzurre fuoriuscirono dal suo stomaco, mentre Castiel guardava ora la lama ora Raphael terrorizzato.

“NOOOOOOOOOO!”

Quell’urlo straziante, colpì Raphael e gli altri angeli.

Raphael mollò subito la presa su Castiel per girarsi verso quella voce straziata.

Cosa volevi fare, volevi ucciderlo!!” disse Gabriel che sembrava fuori di sé, con le mani sulla testa, gli occhi di fuori, sembrava un pazzo, oppure un cucciolo terrorizzato, smarrito.
“No, solo spaventarlo, Gabriel..”

Raphael cercò di calmarlo, toccandolo, ma Gabriel gridò ancora.
“NO!! NO!!!”

Le sue ali sprigionarono e avevano assunto un colorito GRIGIO spento. Il colore della disperazione.
“Hai detto che ci volevi tutti bene ma era una bugia.”

“No..non è vero..io..qualcuno lo accompagni in Paradiso, è sconvolto.” In un altro momento Raphael si sarebbe sentito umiliato che Gabriel rivelasse particolari segreti del suo animo, parole che a molti non aveva mai rivelato ma stavolta la cosa passava in secondo piano.

“NO!! Io non voglio più far parte del Paradiso!!”
Un coro di “Ohhhh “ si sollevò da loro.

“Gabriel, no..” disse Castiel, ma Balthazar lo bloccò, tenendolo per un braccio.
“Non dici sul serio, sei solo scosso, quando questo finirà..”diceva Raphael.

“NOOO! Io da questo momento rinnego il Paradiso, rinnego me stesso e rinnego VOI.”
Gabriel aveva gli occhi bianco latte rovesciati pieni di luce e un sacco di energia che scappava da lui stesso.
“Non puoi dire sul serio!! Siamo una famiglia!!”

“Io NON HO PIÚ UNA FAMIGLIA!”

Spalancò le ali che sembravano disperate quasi quanto e più di lui, e si innalzò verso il cielo, per poi planare in basso. La luce fuoriuscita da lui aveva quasi abbagliato tutti loro che a malapena riuscirono a vedere la sua sagoma scendere giù verso le montagne. Poi la luce si spense e Castiel e Balthazar erano spariti.

“Quegli altri due bastardi sono scappati!!” gridò un angelo.
“Raphael, hai sentito??” disse un altro.

Raphael in ginocchio sulla terra, si asciugò gli occhi.
“Lasciateli andare..lasciateli stare.”
 
 

Castiel e Balthazar stavano scappando nel bosco mentre il cuore di Castiel era a pezzi.
“Castiel, Cas, se continui a piangere, non vedi la strada ed è già poco visibile di per sé..”

Una frase che Castiel ricordò di aver già sentito, pronunciata da suo padre.
Non vedi la strada..
“Castiel, ci sei? Sei ancora con me??”

Ad un tratto si sentì braccato da due mani.
“Castiel, ti stai lasciando andare al dolore, ti prego, combatti!” lo spronò Balthazar.

“Non c’è più niente per cui combattere..la mia famiglia è distrutta..e anch’io sono..NIENTE..”
“Gabriel e Raphael faranno pace, esiste ancora speranza..”

“No..la speranza..è morta..”
“Non è quello che dicesti quella notte in quel bosco..” disse stavolta una voce famigliare.
“Benny? Che ci fai qui? Cosa? quale volta?”
Castiel si sentì svenire.
 
 


*
Castiel stava camminando in una nebbia piena di foschia.
Ad un tratto sentì la voce di Benny.
Quel giorno avevi il cuore oscurato, sofferente, dilaniato, ma ti fidasti di me, fallo ancora, ti prego..

“Quale volta? Di cosa stai parlando, Benny? E perché non ti fai vedere? Io ho..PAURA.”
 
 
La nebbia si diradò e in quel momento era di nuovo con Balthazar a correre per la foresta.  
 
Cosa...un'allucinazione?

All'improvviso fu fermato da Benny che lo costrinse a fermarsi.

"Che cos'è successo con LORO??"

Castiel però sembrava incapace di proferire parola, era troppo scosso e continuava a scuotere la testa.

"Balthazar..." disse Benny in cerca di sostegno.

"Hanno cercato di bloccarci..Raphael ha lottato con Castiel..ad un certo punto sembrava che...che lui lo avrebbe ucciso...e Gabriel ha gridato.."

"Gridato?" chiese Benny.

"Ha rinnegato il paradiso, ha rinnegato sè stesso, ha rinnegato NOI."disse Castiel scoppiando in un pianto a dirotto.

“Va bene, va bene, calmati adesso, sono qui, sono qui, siamo insieme ora.” disse Benny conciliante, abbracciandolo.
“È finito..è finito tutto.”
“No, Castiel, non è MAI finita.”
Castiel voltò lo sguardo e vide che c’erano altri uomini con loro.
“Chi sono loro?”

“Amici fedeli, anche loro vampiri. “

Castiel guardò tra loro e vide una donna delicata con lunghi capelli biondi a boccoli, stringere il nephilim aggrappato al suo vestito, al loro fianco un uomo che abbracciava la madre.
“Lei è…”
“La madre sì e lui..il padre.”

Castiel si voltò e riconobbe l’angelo come suo fratello.
“Caleb…”

“Castiel..” Caleb sembrò tremare a vederlo.
Si sfiorarono le mani che vibrarono di elettricità pura.
“Fratello, perdonami..” disse Castiel, lacrimando ancora.

“Non fa niente..sono contento che tu sia qui.” disse Caleb, abbracciandolo.
 


*
 
“Perché LUI si trova qui, Benny?” chiese Castiel, avendo riconosciuto il cuoco scozzese della nave, che si aggirava nella foresta  a riscaldare della carne.

“Lui ci aiuterà a proteggere il bambino. Mi fido di lui.”
“Non posso crederci, sa a cosa sta andando incontro?”
“Ehi, pulcino, qui lo sprovveduto sei tu, non io.” Disse Crowley.

Mostrò a quel punto gli occhi rossi e Castiel lo guardò duro.
“UN DEMONE!!”
“Castiel, lascia che ti spieghi.”

“Come puoi fidarti di lui?? Ti ha ingannato. Vuole il nephilim per altri scopi, i demoni ODIANO gli angeli, non lo proteggerà mai!!”

“Oh, perché con i tuoi SIMILI era al sicuro vero? Non è proprio come se voleste fargli una festa di COMPLEANNO, dico bene?” chiese Crowley ironico.
“Non..tu non sai niente..”
“So abbastanza.”
“Benny, tu..davvero ti fidi di lui?”

“È giunto il momento che ti racconti un po' di cose, Castiel.”
 


*

Dopo il racconto, Castiel era bianco come un cencio.
“Un demone…distrutto dalla guerra?”
“Ti stupisci? Sono pur sempre creature viventi e come tutte le creature viventi, possono essere ferite.” Disse Benny accarezzandogli una guancia fraternamente.

“Io non credevo che i demoni..avessero un’anima.”
Benny sbuffò.

“Una cosa da nulla..l’anima. La sottovalutiamo in continuazione, pensiamo sia una cosa da nulla, come se bastasse la MORTE a disfarcene, ma non è così semplice..e per quanto gli uomini facciano l’impossibile per disfarsene, essa resta ancorata a  noi..sempre…non ci lascia mai e se talora trovassimo il modo di sfuggire alla morte, ci rimane attaccata anche dopo, dopo la morte..”

Castiel era molto provato da quei discorsi, neanche suo padre aveva mai osato farli con lui o con i suoi figli.
Decise di camminare un po’ per schiarirsi le idee o forse solo per avere il cuore un po’ meno pesante e poi vide qualcosa che glielo fece sprofondare un po’ di più.
 vide Crowley seduto attorno a un fuoco con il bambino tra le braccia semi addormentato.

Crowley stava cullando il bambino nel bosco, mentre dormiva, intonando sussurrando qualcosa che sembrava una ninnananna.
Balthazar arrivò in quel momento al suo fianco, con della legna tra le mani, lo fissavano increduli, sapendo della sua identità.

“Beh?? Anche i demoni sono stati bambini una volta, sapete? E poi dovevo a Benny un favore.” Disse Crowley solo per un momento, poi finse che non fossero mai stati lì.

Trova un piccolo cerbero, cantagli una canzone e miagolerà come un gattino, perché un cerbero e un lupo sono uguali, entrambi figli della notte e della luna..
 
“State tranquilli, è solo addormentato..” disse Benny divertito.

“Perché un demone protegge un nephilim?” chiese Balthazar.
“E perché invece degli angeli danno lui la caccia?” chiese Benny.
“Benny...“ disse Castiel.

“Perché anche i demoni ricordano cosa vuol dire essere UMANI.”
“Questo cosa c’entra?” chiese Castiel.
Benny sospirò.

“Crowley..quando era umano..era un bambino molto solo..non ha ricevuto molto amore materno.”
“Credevo di averle viste tutte. Ma un nephilim cullato da un demone, mi era nuova.”disse Balthazar.

“E questo come vi fa sentire?”
“Fragile..” disse Balthazar.
Benny li guardò triste.

Castiel prese la mano di Balthazar.

“Davanti alla bellezza..della VITA.” finì per lui, Castiel sorridendo. Sorriso che Balthazar ricambiò, facendo sciogliere anche Benny.

“I vostri fratelli faranno pace, Castiel.”

“No, non è vero..qualcosa si è rotto per sempre.” disse Cas.
“Per sempre è tanto tempo..e il tempo cambia sempre tutto..” disse Benny, poggiando loro una mano sulla spalla.
 

Castiel si ritrovò su un altro piano della realtà, dove un uomo moro e alto, dall'aria scapestrata lottò per entrare in un night lussuoso.

“Ciao, mi hanno detto che per caso qui si trova il bagno?" chiese irrompendo in una camera da letto lussuosa, mentre due guardie lo tenevano a terra.

Gabriel lo guardò duramente.

“Lasciateci soli.” Disse alle due donne seminude che erano con lui e alle guardie.

"Sì? No?" ironizzò l'uomo, vedendolo camminare verso di lui.
“Raphael.”

L'uomo sorrise.

“Direi che il troppo sesso non ti ha fatto diventare cieco. “
“Cosa sei venuto a fare qui? A farmi la predica? A chiedermi di tornare in Paradiso?”
“No.”
“Allora COSA?"

“Io..volevo solo..vederti
Qualcosa toccò il cuore di Gabriel e si lanciò in un abbraccio spontaneo verso di lui.

Castiel si era chiesto spesse volte nel corso dei secoli, quale fosse la cosiddetta FALLA NEL SISTEMA. La chiamavano così, quella cosa che accadeva negli esseri umani, totalmente imprevista, in grado di scuoterli nell’animo e fargli cambiare direttamente rotta, quella cosa che riusciva a toccare le corde del cuore in modo da far sì che quella decisione inequivocabile diventasse d’un tratto, incerta..quella lucetta che era riuscita chissà a come a far breccia in quel muro invisibile in cui nessuno riusciva mai a entrare.

Castiel pensò in quel momento, vedendo i due fratelli uniti in un abbraccio amorevole e toccante, che non funzionava mai cercare di ottenere l'amore, costringendo gli altri a fare o pensare qualcosa, che anzi creavano distanza e che se gli esseri umani avessero imparato nei secoli a non basare il riavvicinamento e il perdono tra loro sulla base dei ricatti morali "Ti perdono se mi chiedi scusa, ti perdono se non fai più quella cosa o se non pensi più questo", limitandosi solo a frasi che toccano il cuore come “Volevo solo vederti” essi avrebbero facilmente trovato il modo di sgretolare quel muro reso apparentemente inscalfibile.

Eccola lì la falla nel sistema.
 
Castiel guardò quella scena in disparte e si commosse.
“Avrei voluto vedere questa scena..avrei voluto..”
Avresti voluto fare tante cose..” disse Benny con un sorriso triste.

Qualcosa si spezzò in Castiel e una tristezza assoluta tornò parte di lui.
“Ma cosa..cos’è questo gelo improvviso che sento..Benny..”
Ma Benny era diventato trasparente quasi.
“Benny..NO..NO!!”
 
Altro cambio di scena Si trovavano nella stanza di Castiel, in Paradiso. L'angelo era seduto su un letto di nuvole che aveva comunque la forma di un letto umano. A Castiel piaceva quella forma.

“I vampiri hanno voluto vendicarsi di lui per quello che ha fatto per aver protetto un nephilim e per aver scelto di non essere più parte del branco. Mi dispiace, Castiel. Castiel? Ma che..”
Castiel aveva lo sguardo vitreo.

“AIUTO, QUALCUNO MI AIUTI!!”

Castiel era caduto in catalessi.
 
 


*

Castiel si trovava nello studio di suo padre, in una stanza ampia in cui non c’era NULLA, ma allo stesso tempo, TUTTO.
Passava su di lui una mano BIANCA, come a visionare il suo corpo.

“Eccolo qui..l’artefice di tutte le nostre sofferenze..IL CUORE..”
Lo illuminò e Castiel sospirò un po’, poi si addormentò.

“Ho ridato un po’ di sollievo alla tua anima..Castiel..adesso dormirai.”
Si sedette su uno scrigno invisibile.

“Ma non ci sarò sempre IO a salvarti dalla sofferenza..le creature viventi sono destinate a soffrire e pagano pegno quando cercano di salvare qualcuno dalla sofferenza…per ogni luce che dai, un po' dell’oscurità cala dentro di te.”
Si guardò la mano che conteneva un alone nero.

“Non si può sconfiggere il MALE..si può soltanto farlo PASSARE, trasferendolo da un’altra parte..tutta la mia arroganza..la convinzione sulla mia onnipotenza..era solo un’illusione..io..il creatore dell’UNIVERSO..HO fallito..”
Chiuse gli occhi.





















Note dell'autrice:  Ciao ragazzi innanzitutto vi dico che sono sconvolta xd alla fine quando ho scritto l'ultima scena avevo il cuore a pezzi anch'io come se fossi stata anche io Cas xd ho vissuto tutto quanto come se fossi Cas in questo capitolo e mi sento svuotata e ho mal di testa xd un capitolo davvero emozionante, soprattutto da scrivere! Vi dico che con questo capitolo credo che abbiamo finito con il viaggio onirico di Castiel e passeremo a Crowley, però spero di non deludervi con il prossimo capitolo ma non ci sarà molto dedicato a lui. Per il resto vi ha spiazzato questa risposta sul perché Dio non elimina il male dalla terra? Xd noi siamo abituati a pensare che non voglia, e se non potesse? Perché nessuno ci ha mai pensato? Vabbè lasciamo perdere xd

Ps mi preme SPECIFICARE, in modo che nessuno fraintenda, che non sono stati i vampiri che hanno aiutato Benny, a tradirlo e ucciderlo, ovviamente e che questa scena accade a distanza di tempo.
pps: voglio anche dire che a partire dal prossimo capitolo vedremo anche una cosa che non vi aspettate assolutamente ma che io avevo anticipato oramai molti capitoli fa xd
ps la stanza di Dio immaginatevela come la stanza dello spirito e del tempo di Dragon Ball ahha

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Capitolo 57
*** Gabriel e Jack - intermezzo - ***


Gabriel era disteso nel cortile della sua pasticceria,  immerso nel verde, a pancia in su, mentre dormiva, quando sentì una voce.

“Gabrieeeel, ho fatto una torta che ti piacerà tanto!
“Non adesso, Jack.

La testa di Jack fece capolino dalla porta, corrucciata, svelando un ragazzino di almeno vent’anni.

“Ma io l’ho fatta apposta per te!”
“Mpf..” disse Gabriel tornando a dormire.
“Come pensi che riusciremo a riportare indietro i nostri amici se non ci sfamiamo di zuccheri?”

Nessuna risposta.

“Quando vedrai la torta, non potrai rimanere indifferente!” disse Jack sogghignante.

A quel punto andò spedito da Gabriel, ma mise un piede in fallo e cadde davanti con la faccia sulla torta.
 
A quel punto Gabriel andò da lui.

“Sei un impiastro, lo sai?” disse, alzandolo con un solo gesto, prendendolo per le spalle.
Jack aveva la faccia piena di crema alle fragole, Gabriel lo fissò sorridendo, prendendo un po’ di quella crema con il dito.
“Mmm..sembra buona.”

Jack arrossì, ma a quel punto, invece di scappare via come aveva fatto innumerevoli volte, decise di dare ascolto a quello che gli diceva sempre il suo amico Adam.
La strategia migliore quando sei timido, è l’attacco.

Allora si fece avanti e stampò un bacio all’arcangelo che rimase immobile come una statua di cera.
“Io..uhm..scusa..ho fatto..qualcosa che non volevi?” si scusò Jack. “Scusa, sono uno stupido!” disse e cercò di scappare via, ma Gabriel lo prese per un braccio.

No..io..dimmi solo perché l’hai fatto.”
Gabriel sembrava davvero sconvolto, ma soprattutto incuriosito e incredulo che Jack avesse fatto una cosa del genere con lui.
“Perché mi piaci!” disse Jack, guardandolo negli occhi.

“Questo non è..è impossibile.”
“Perché?”
“Perché io non piaccio a nessuno.”

“Questa è un’assurdità, ci sono tantissime persone a cui piaci..Dean, Sam..Adam..e Balthazar e Lucifer stravedono per te..e ..e anch’io.”
“Io non pensavo di piacerti..”

“Mi spiace che la cosa ti disturbi.” Gli disse piccato Jack.
“Cosa? Credi mi disturbi?”
Gabriel prese il suo viso a coppa e lo baciò, dapprima lentamente, poi in maniera più passionale.
Jack sospirò, allacciandogli le braccia al collo.

“Jack, no..è sbagliato!” disse Gabriel facendo uno sforzo per spingerlo via, sempre con gentilezza.
“Perché?”
“Perché sei il figlio di mio fratello..sei praticamente mio nipote!” disse lui, voltandosi, mettendosi una mano sugli occhi.

“Gli angeli non sono tutti fratelli? E se non sbaglio vostro padre..colui che dovrei chiamare nonno, non ha una famiglia..non avete una madre..quindi vi ha creati dal nulla se così si può dire, un concetto di famiglia un po’ strano, sicuramente diverso da come lo intendono gli umani.”
Gabriel ridacchiò.

“Pensi sia meno immorale, perché non abbiamo lo stesso sangue?”
“Beh, sì. Se vi considerate fratelli solo perché vi ha creati tutti, allora siete anche fratelli del mondo, dei mari e delle pietre visto che le ha create Lui e pensa l’imbarazzo di un povero prato che si vede distendere uno di voi, magari nudo su di lui. Però non penso vi facciate questi problemi solo perché non possono parlare!”

Gabriel scoppiò a ridere fragorosamente alle provocazioni di Jack.
“Sei un piccolo monello manipolatore.” Disse Gabriel spettinandogli i capelli. “Quasi come me. Hai una lingua bella biforcuta”

“E..ti attira la mia lingua?” lo provocò l’altro.
“Sei proprio come Lucifer. Non si capisce mai se sei un angelo..o un diavolo.” Lo provocò Gabriel, la bocca a due centimetri.

“Sono come mio padre. Entrambe.” Disse malizioso l’altro.
Detto questo, ripresero a baciarsi, sotto la brezza dell’estate, che portava con sé petali viola e rosa di fiori primaverili.





















Note dell'autrice:  FINALMENTE ho scritto di loro due, ho anticipato questa cosa così tanti capitoli fa che non so neanche se lo ricordavate xd comunque nelle altre mie storie Jack è tutto ingenuo e adorabile, anche qui è adorabile ma più malizioso:pp comunque credetemi che sono DAVVERO DAVVERO felice di aver scritto questo capitolo. Non sono adorabili? <333 devo ammettere che quando li avevo immaginati insieme non mi ricordavo della parentela, poi quando me ne sono ricordata, era troppo tardi per tornare indietro, oramai li volevo insieme LOL e poi in fondo Jack ha ragione xd

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Capitolo 58
*** I salti quantici di Castiel e Crowley ***


Il Purgatorio era praticamente come una palazzina molto vicino all'Inferno, se si voleva utilizzare gli stessi eufemismi umani, in un linguaggio più comprensibile.

Ai demoni dell'inferno non era permesso lasciare l'inferno per farsi una passeggiata in Purgatorio, altrimenti tutti i demoni si farebbero una villeggiatura in Paradiso e viceversa e sarebbe il Caos. Teoricamente non si poteva, nella pratica sì, ma chi lo avrebbe voluto? Se entravi in Purgatorio le probabilità di riuscire a uscirvi erano pressoché molto basse, altrimenti tutti potrebbero farlo e poi perché uscire da un luogo di tormento per entrarne in un altro?

Non ne avevi motivo, se non per FAR USCIRE QUALCOSA. Quindi Crowley attraverso un rituale molto potente, era riuscito a trovare il Purgatorio ed ad entrare.

Ora aveva a disposizione poco tempo per salvare tutti. Ce l'avrebbe fatta o sarebbe stato prigioniero anche lui dei suoi incubi? Prima di farlo, aveva tranquillizzato Bobby. Lui non aveva un'anima, quindi niente poteva scalfirlo e ferirlo.
Ma già quando si trovò davanti al portone blu del Purgatorio e lo aprì, avvertì dei tremiti di paura davanti a quello che si prospettava attraverso la nebbia.

Crowley ironizzava spesso sul fatto che i demoni non avessero più un'anima ma la verità era che non sapeva neanche lui se dentro di lui c'era ancora qualcosa in grado di fare male. Ma che sciocchezza, sì che c'è, c'è sempre.
Fino a quando qualcosa dentro di te pulsa ancora, vuol dire che puoi essere ferito.
Era la vita e a quanto pare funzionava così anche con la Non vita.
 
Crowley si svegliò in quella che riconobbe subito come una foresta amazzonica.

Era sdraiato a terra e a poca distanza da lui, c'era, incredibilmente l'angelo Castiel.
Tutti i ricordi gli tornarono alla mente in quel momento. La nave, il bambino nephilim, la guerra...
Benny...
Benny che era la creatura che entrambi volevano salvare e che avevano rinunciato ormai a salvare.
Nonostante fosse cominciato tutto per lui, per liberarlo. "Castiel..."
"Crowley...anche tu qui.."
"Che cosa ricordi?"
"Un naufragio esistenziale..." disse metaforicamente Castiel. Crowley sorrise.
"È stato un onore avervi a bordo." Disse.
" Ci credo. Soprattutto per la cucina di Balthazar." Disse Castiel.

Si alzarono contemporaneamente spolverandosi i vestiti. "Secondo te dove ci troviamo? Dovremo affrontare qualche altra prova del nostro passato?" Chiese Castiel.
"Mi auguro di no! Non sono pronto a farlo da lucido!" Disse Crowley.
"E quello che cos'è?" Chiese Castiel indicando una grossa statua dorata. Rappresentava il Budda.
Crowley aguzzó la vista.

"Sembra...quelle statuine brutte che vengono così tanto mercificate per favorire quella brutta filosofia new age." Disse Crowley.

La statua a quel punto lì si accese. I suoi occhi divennero due fari gialli. I due sobbalzarono.
"Credo che tu l'abbia offesa!"
" Tu dici?"
"NNNNNNNNNMMMMMMMM"

"M- mi perdoni signora statua, signor Dio, non intendevo darle del brutto, solo del poco avvenente!"

OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO

la luce divampó e loro si trovarono nella luce completa. Non esisteva più la foresta né un terreno. Solo la luce.

E dei lampi.
Delle figure bianche e umanoidi.
Che camminavano.
"Alieni?" Domandò Castiel.

"Eravamo i viaggiatori dei mondi, da prima che esistesse la razza umana, da prima che esistesse il vostro Dio. Da prima che esisteste voi...gli ANGELI..."
L'alieno alzò la mano e la visione cambiò.
Castiel e Crowley videro delle figure bianche camminare. "Questi sono...i loro...pensieri." disse Castiel.

Videro gli angeli belli e eterei come elfi, sdraiati sulle nuvole guardare il mondo dall'alto e coccolarsi tra di loro.

"I pensieri loro sono così belli..." disse Castiel sorridendo. Si trovava con Crowley sulla Terra ora, come era la Terra agli inizi.
"Guarda, credo che quelli siano i miei simili!" Disse Crowley indicando delle creature strane simili a umani che guardavano gli angeli con curiosità.
Un angelo dalle nuvole sorrise a uno dei demoni. Un altro che camminava sulla Terra, accarezzò la guancia a uno dei demoni e andò via saltellando.

"Non credo questi demoni sappiano cosa rappresentano per voi." Disse Crowley.
"E questi angeli non sanno cosa rappresentano per voi. È tutto così genuino, puro...non c'è odio." Disse Castiel nostalgico.

"Quando le creature viventi non si percepiscono come una minaccia, siamo tutti uguali e siamo tutti FRATELLI. la consapevolezza di essere è il pericolo più grande ma chi stabilisce che tu sei un pericolo? Finché non sai di esserlo, sei innocente. Anche la tigre che cresce con un umano, non lo mangerà, anche il gattino che cresce con l'uccellino, non gli farà del male. In realtà siamo tutti uguali quando abbiamo bisogno di AIUTO!" Disse Benny stringendo il pugno.

"AHHHHHHHH"
Caddero a terra e all'improvviso angelo e demone vennero separati. Crowley stava di nuovo affogando ma sopra il cielo che era diventato la rappresentazione del suo passato, Castiel rimasto a terra, stava sanguinando in quella che non era più una foresta ma la strada distrutta dalla guerra, il demone in cielo affogava.

"SUPERATE I VOSTRI TRAUMI E VENITE DA ME. VENITE ALLA LUCE!"
"Benny!!"
Cercarono di raggiungerlo ma si sentivano troppo pesanti.

"Avanti! Avete fatto tanto per venirmi a prendere, non mi dite che vi arrendere adesso??" Disse lui.

Castiel vide in alto nel cielo Crowley che stava affogando. "Crowley...devi lottare...devi..."
Ma il demone si stava lasciando andare. Aveva gli occhi chiusi.
Castiel prese uno slancio repentino e spiccò il volo. Infranse il cielo d'acqua, lo prese e lo trascinò su.
La foresta era tornata. Crowley sputò acqua, mentre Castiel si guardava le ali rovinate e spente.
"Non sei più nella guerra." Disse Castiel.
"Neanche tu. Sei un angelo. CAZZO, COMBATTI!" lo scosse. Le sue ali vibrarono al suo contatto e si illuminarono.
"Scusami, io non..."
"N-no, le stai guarendo..."
"No, io non posso farlo!"
Castiel ebbe come una visione mistica, un ricordo.

Dicono di Gesù che non può fare miracoli, che non è possibile."

"Vedi, Castiel, molte persone vogliono essere speciali, eppure sono comuni, per essere speciale non basta desiderarlo, se fai le stesse cose di altri sei solo comune, speciale lo sei, quando vai fuori dal seminato, quando smetti di pensare e agire secondo quello che hai sempre conosciuto ed espandi la tua anima oltre la coscienza, quando il puro istinto supera il raziocinio. È una cosa molto rara. Questo è il salto quantico."


Le ali di Castiel smisero di sanguinare, guarirono e ritornarono splendenti.

Castiel gli prese la mano.

"Hai raggiunto il salto quantico, un demone che guarisce un angelo!" "Ma che diavolo stai blaterando. E lasciami la mano!"

La luce si espanse ancora di più fino a illuminarli.
Tornò la statua.

"Andiamo da lei. Ci indicherà l'uscita!"
Crowley lo guardò e stavolta non fece altre battute. Si presero per mano e camminarono fino alla statua che li illuminò e si trasformò in Benny.
"Benny." Disse Castiel piangendo.

"Mi avete strabiliato! Quando ho saputo che volevate far uscire dei mostri millenari solo per farmi uscire! Non pensavo di meritare tanto e già lì ero commosso, ma non pensavo che mi avreste reso tanto orgoglioso!"
Allungò le mani e loro formarono un cerchio con esse.
"Raggiungiamo gli altri " disse e loro annuirono.
 
 
 


******** Quando si svegliò di nuovo, si accorse di essere sdraiato su un prato, sulla riva del mare.
Alzò lo sguardo e si rese conto con stupore di essere su un’isola.

Quello che sembrava un rapace, intonava un canto meraviglioso.
Seguì il suo canto, fino a quando non individuò un uccello, altissimo, che sembrava un incrocio tra uno struzzo e un cigno.

Era bianco, con delle piume alla coda, meravigliose.

Sembra…sembra come se mi stesse..chiamando..
L’uccello si trovava su un nido e cominciò ad agitarsi e a chiamarlo più forte, Castiel non capì il motivo di tanta agitazione, incantato com’era dalla sua bellezza, fino a quando non vide delle aquile furibonde dirigersi verso di lui.

Sembrava che l’uccello gli stesse dicendo di stare attento, di scappare.
“Yyyyyyyekkkkkk.”

Si mise a correre come un pazzo, mentre i rapaci cominciarono inevitabilmente a volare sopra di lui e a graffiargli i vestiti, strappandoglieli via.
Castiel arrivato alla pianta, si fermò e li fronteggiò con calma.

“Volete continuare a punirmi? Fatelo. Non potete farmi niente di peggio di quello che io non mi sia già fatto da solo. NIENTE!
I rapaci e le aquile lo guardarono con disappunto, poi restarono immobili, senza più attaccarlo.

Castiel sorrise e cominciò ad arrampicarsi verso la pianta per raggiungere il nido.
“Eccomi, sono qui.”
“Yeeeeekk!”

“Che cosa stai cercando di dirmi? Io..”
Ma poi si sentì svenire e crollò dal nido, sotto le grida dell’uccello e dell’indifferenza dei rapaci.

È inutile gridare..per quanto forte gridi, nessuno ti ascolterà.
 
 
***
 
Castiel si era ritrovato su una nave che non aveva riconosciuto, all'inizio era bello, poi triste, con una strana canzone di sottofondo, poi divenne ancora più triste nel momento in cui, cominciò ad affondare.
Castiel si ritrovò a mare, a combattere con l'acqua gelata e la paura a chiedersi come avrebbe fatto ad affrontare anche quella situazione. Perché Crowley non era più con lui? Dov'era finito? Non avevano affrontato il salto quantico insieme? Non dovevano andare a prendere i ragazzi? No, solo Crowley aveva raggiunto il salto quantico, se ne accorse solo adesso. Era stato uno stupido.

Sì però che cosa significava adesso quella nave ? E come mai si trovava li adesso, che cosa doveva imparare ancora? Si mise a pensare se c'era una nave nei suoi ricordi, in realtà ce n'erano tante , come angeli avevano dovuto far fronte a tante situazioni, scendere parecchie volte sulla terra , però la parola nave non gli diceva niente.. era nulla per lui.

E poi gli tornò in mente una frase di Benny: a volte importano di più i pensieri e le intenzioni rispetto a quello che fai veramente, risuonano di più.

Ma certo, quella nave era esistita solamente nei suoi pensieri o meglio era esistita veramente e anche nei suoi pensieri!
Perché quella nave era il Titanic! già solo pensandolo, si era ritrovato li!

C'era stato un momento durante il suo patto con Crowley, in cui per avere più anime e potere, avrebbe voluto chiedere a Balthazar di evitare che la nave affondasse , di cambiare il passato, un sacco di vite si sarebbero salvate e lui avrebbe avuto più potere, prendendole.. inutile dire che le parche - chissà come erano venute a sapere le sue intenzioni- si rivoltarono contro di lui, lo minacciarono. Minacciarono di fare del male soprattutto ai suoi amici.

Castiel avrebbe davvero voluto sfidare Atropo, si era anche immaginato quello che avrebbe detto , lei era la più ardita dei tre , però poi pensò a Dean e Sam. L'idea che non si ricordassero di lui , era abbastanza dolorosa, anche come angelo non aveva il potere di capire come sarebbe stato il futuro modificato, di certo avrebbero potuto poi rimettere le cose a posto ma non era sicuro di voler sapere come sarebbe stato quel particolare futuro e ancora comunque non voleva arrendersi, si era addirittura immaginato a sfidare Atropo se lei avesse osato minacciarli!
Non sapeva perché ma pensava a Sam e Dean come a dei cuccioli. Dispersi, soli, bisognosi di protezione e di qualcuno che li amasse. Incontrarli era stato un regalo. Un regalo di Dio.
L'idea che loro avrebbero potuto scoprire quello che lui avrebbe combinato, era come una stilettata nel petto ...li avrebbe delusi. Di certo salvare tutte quelle vite al solo scopo di usarle non era qualcosa per cui si aspettava che sarebbe stato perdonato e anche se l'avessero fatto , la delusione era inevitabile e poi pensò ad Adam. Cambiare la storia del Titanic avrebbe cambiato anche la sua storia? Sarebbe nato lo stesso? Sarebbe vissuto lo stesso con Sam e Dean? L'idea di strappare ai suoi ragazzi il loro terzo fratello e il ragazzo che lui amava, per un capriccio, peggio, per una smania di potere, fu la cosa che insieme alle altre riuscì a farlo desistere. Il risultato: Crowley lo insultò, Balthazar lo insultò cantando, ma lui non tornò mai indietro.
In quel momento si trovò davanti ad Atropo che come una strega cavalcava una scopa sopra le acque, alla luce della luna piena. La guardò dal ponte.

"Farò del male ai tuoi cuccioli se mi sfiderai." "Hai ragione! Sono i MIEI cuccioli e non ti permetterò di toccarli..." fece una pausa e poi disse " ma non salverò questa nave."
"E perché?"

"Perché adesso ho capito quello che mi sfuggiva. Volevo così tanto salvare il mio amico, portarlo indietro, cambiare il mondo diventando Dio , Questa cosa che non ho mai fatto, salvare questa nave, mi convinceva che fosse una cosa bella, ma non lo era! Il pensiero delle persone che amo, mi ha fermato! Tirarmi indietro, rispetto a questa nave, mi ha fatto capire quanto un gesto nobile e pure egoismo a volte si confondono. Non mi importava davvero di loro, volevo solo usare quelle persone. E allora ho capito, come spesso mascheriamo le nostre azioni, fingiamo di essere buoni per comprare l'affetto degli altri o per avere qualcosa in cambio o come nel mio caso, per averne un guadagno. Mascheriamo le nostre azioni e le travestiamo da altruismo quando l'egoismo è il loro vero volto!"

"Tuttavia eri convinto di agire per il bene!" Disse la falsa Atropo.

Castiel ridacchiò. "La via per l'inferno è lastricata di buone intenzioni! Nasciamo buoni tutti, e spesso la nostra anima si annerisce proprio per l'ossessione del bene! Lo spacciamo per sete di giustizia ma l'arroganza è il suo vero volto! Io pensavo di poter cambiare il passato, pensavo che ripulendo il mondo, avrei potuto fingere che i secoli passati non fossero mai esisti, che HITLER e MUSSOLINI non fossero mai esistiti, non mi importava di uccidere tutti quelli che avessero cercato di ostacolarmi, sentivo che sarei stato un Dio migliore, più giusto, più compassionevole. Per eliminare il male mi figuravo anche a tornare nel passato e a uccidere i grandi dittatori quando ancora non potevano nuocere a nessuno, non mi importava se avrebbero avuto 20 anni o fossero stati addirittura bambini!"
Atropo lo fissava intensamente.

"Non era questo che Benny mi aveva insegnato e forse non è stato il momento in cui ho dato il peggio di me, non è stato come quando volevo uccidere un bambino nephilim, ma di certo ci sono andato vicino. Sarei andato nel passato e avrei ucciso un piccolo Hitler, condannando alla sofferenza una famiglia? Mi credevo un Dio migliore e non ero migliore di chi disprezzavo. Non mi importava di seminare sofferenza per questo. Mi credevo buono, ma ero solo un tiranno!!"

Atropo si dissolse per rimaterializzarsi davanti a lui, gli prese la testa tra le mani e gli diede un bacio sulla nuca.
Castiel pianse di commozione.
"Ehi, Atropo, non è che ora morirò vero? Vero?" L'aveva detto per sdrammatizzare, ma in quel momento, si trovò a precipitare e poi il buio.

Era tornato nell'acqua e le sue spire sembravano ancora più terribili e angosciose adesso.
Castiel faceva fatica a restare a galla. Dove erano finite le sue ali?
" Benny, Crowley, aiutatemi!! Aiutatemi !! "
Non riusciva a capire che cosa aveva sbagliato, allora forse quello che aveva risposto ad Atropo non era giusto ? Non era quella la soluzione?

" Non possiamo aiutarti, Castiel!"

Era la voce di Benny! Guardò il sole, attraverso le nuvole, sembrava vicinissimo , eppure lontano 1000 galassie.

"Eravate lì con me !!" Rispose Castiel.

"Solo perché qualcuno è vicino a te non significa che può aiutarti !"

Poi sentì la voce arrabbiata di Crowley inveire contro il suo amico in una lingua che non capiva, poi rivolgersi a lui.

" Non dare ascolto a questo bestione con l'ossessione della filosofia , ascoltami bene , noi non possiamo raggiungerti perché per riuscire a cavarti fuori da quell'enorme casino devi affidarti alla tua ancora e noi non lo siamo hai capito Castiel??"

Ancora..che cosa significava? Castiel fece vagare lo sguardo sulla nave e sentì Crowley bestemmiare in scozzese.

"Non l'ancora della nave, idiota!! Ancora in senso poetico!! Significa la persona a cui tu ti appoggi quando cerchi aiuto e hai bisogno di essere consolato, per rimanere a galla!!"

Ah ecco, era una metafora, ma Castiel non era mai stato fanatico della poesia.

"Pensaci, Castiel, ce la puoi fare!"

Castiel pensò a Sam e Dean. Sam e Dean che avevano stravolto il suo universo, che l'avevano fatto scendere in una fossa per salvare anime, Sam e Dean che erano i suoi cuccioli e forse non l'avrebbero mai saputo.

Pensò ad Adam, cui nonostante non aveva posto in purgatorio, non c'era stato un momento in cui non aveva pensato a lui , anche se i suoi pensieri erano continuamente dirottati e confusi.

È questo quindi che succede agli esseri umani? pensavano che il solo fatto di non pensare più alla persona amata, significasse non amarla più ? che ingenui, magari fosse così facile!
ADAM!! Era lui l’uccello. Era LUI. Era venuto fino in Purgatorio a prenderlo e lui non l’aveva riconosciuto e come avrebbe potuto? Ciononostante quegli occhi..quegli occhi..
“ADAM..!! LA MIA ANCORA..è..è Adam!” gridò.
 
E poi all’improvviso tutto divenne buio.

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Capitolo 59
*** L'orrore di una vita normale ***


Sam e Dean erano precipitati in un incubo. Un incubo da cui non riuscivano stavolta a trovare una via di uscita. Perché stavolta i mostri da cui dovevano difendersi e che dovevano abbattere erano LORO STESSI.

Sam e Dean si erano sempre ritenuti fortunati a modo loro. Certo, avevano perso la loro madre da piccolissimi e Sam non l'aveva neanche mai conosciuta, avevano vissuto tutta la loro infanzia a cacciare i mostri e non avevano mai potuto coltivare delle amicizie perché erano costretti a lasciare la scuola che frequentavano, quasi ogni anno, poi Sam per conquistare il suo sogno di fare l'università, aveva pagato a caro prezzo questa conquista: aveva rotto i rapporti con suo padre John.
Anni dopo, suo fratello era tornato ma solo per dirgli che loro padre era sparito e per chiedergli di ritornare in quell'abisso di mostri e desolazione, la sera stessa la sua fidanzata morì nello stesso incendio in cui morì sua madre.
Sam e Dean pensavano non potesse esserci niente di peggio ma si sbagliavano.
Arrivò la morte di loro padre, arrivò la confessione che fece a Dean poco prima di morire e poi arrivò la rivelazione di avere sangue di demone nelle vene.
Arrivò il patto di Dean, la sua morte e poi gli angeli, Ruby, l'apocalisse, Lucifero.
Sam e Dean pensavano di fare una vita orribile e solo di tanto in tanto gratificata comunque dal pensiero che salvavano delle vite. Pensavano niente potesse esserci di peggio che questo, ma non fu così.

C'era di peggio ed era l'ORRORE.
E l'orrore non erano mostri né fantasmi né demoni. L'orrore era quel calendario.
Una lunga lista interminabile ed eterna di giorni tutti uguali e senza scopo. A fare sempre le stesse cose, a dire sempre le stesse cose. Senza adrenalina, senza passione, senza eccitazione né il brivido del pericolo.
Sam e Dean avevano abbandonato la caccia.
Si erano chiesti spesso come fosse possibile fare quello che facevano loro e non avere mai un acciacco, una gastrite, un reumatismo o anche solo disturbi mentali o fisici di altra natura. Quello arrivarono quando smisero di cacciare.
A Dean per prima cosa arrivò la pancia.
Le schifezze e tutti gli hotdog di cui si rimpinzava e che sembrava non conservare neanche di un solo etto nel suo stomaco, stavolta si vedevano. Sam invece, era magrissimo, in un modo che Dean sottolineava sempre come osceno.
E aveva i capelli rovinati, tanto che aveva anche smesso di volersi pettinare.
Dean lavorava come meccanico da Bobby e Sam lavorava in un bar. Si vedevano certo ma non più tutto il giorno. Avrebbero dovuto essere felici di essere finalmente come tutte le persone normali e di non rischiare più la vita come una volta.
Eppure una sottile patina di depressione e poi di ansia crescente, crebbe sempre più a dismisura fino a farli rendere conto che forse non avevano preso la decisione giusta.
Sam aveva attacchi di panico e Dean che da sempre sosteneva che la miglior medicina fosse una buona caccia, era infine stato d'accordo con Sam a prendere dei medicinali contro di essi.
Le ragazze cominciarono a essere insistenti, a corteggiarli e le scenate di gelosia furono piuttosto frequenti. Litigarono spesso, anche se poi facevano pace , facendo l'amore. Adam si era lasciato con Castiel ed erano entrambi spariti. Vedevano poco entrambi, Bobby invece si era rifiutato di parlare di Crowley in loro presenza anche se sospettavano che si vedevano ancora di tanto in tanto.
Avevano litigato anche per questo, Sam era convinto che si sarebbero lasciati anche loro alle fine, che il loro rapporto non sarebbe sopravvissuto alla vita normale che avevano scelto di fare.

"Che cosa succederà quando si insospettiranno e si domanderanno i nostri amici come mai abbiano fatto le stesse scelte di non sposarci e di non avere figli? Cosa gli dirai?" Sam era una furia. Stavano litigando sotto casa proprio come una vecchia coppia sposata.
"Niente, non mi importa di cosa dicono gli altri, te l'ho già detto, mi importa solo di quello che pensi tu."

"IO PENSO CHE MI LASCERAI, ECCO COSA PENSO!!"
"Abbassa la voce." Disse Dean guardando il condominio sopra.
"Vaffanculo, Dean"
"Dove stai andando?"
"A dormire da un amico!"
"No, aspetta, parliamo ancora ti prego!" Disse Dean, fermandogli un braccio.
"Di cosa vuoi parlare? Ancora sempre delle stesse cose???"

Ma Sam era lo stesso entrato in macchina con Dean il quale era ripartito e mentre guidava, non aveva smesso di dirgli che lo amava, e che per lui era un tesoro inestimabile, che l'importante per lui era stare insieme in qualsiasi città, qualsiasi scelta di vita avrebbero fatto, che non lo avrebbe mai deluso e che non avrebbe mai smesso di amarlo neanche se lui lo avrebbe fatto.
Dicendo questo gli accarezzò la guancia e Sam che guardava fuori dal finestrino, a braccia conserte, si sciolse.
Si voltò e si gettò tra le sue braccia come se ne andasse della sua stessa vita.

Si baciarono e Dean spalancò la portiera della sua macchina sempre senza smettere di baciarlo per timore di spezzare l'incantesimo, lo fece distendere su quello spazio erboso che sembrava fatto solo per loro e continuarono a baciarsi sotto quel cielo stellato.
Sam continuava a chiedergli perdono mentre lo baciava. Fecero l'amore li sotto le stelle e per qualche ora si sentirono di nuovo se stessi.


I problemi tornarono, la debolezza e altri disturbi. Dean era sempre più nervoso e litigava sempre con Bobby per via del suo caratteraccio.


Dean aveva preso a bere e fu cacciato da un locale per questo. Seduto sul marciapiede da cui era stato doveva cacciato, infine, si era accucciato con la testa sulle ginocchia seduto sul marciapiede, con solo la compagnia della strada deserta di notte.
"Ora sarebbe il momento che tu vieni a prendermi, Castiel, che dici???" Ma Castiel non poteva sentirlo o forse non voleva.
Li aveva ripudiati. forse per la delusione, per il fatto che aveva fatto tanto per loro, era andato a cercarli in Purgatorio e loro per ripagarlo avevano addirittura.. ..
Che cosa avevano fatto?
Era tutto così confuso, Dean non riusciva a ricordarlo, se ne rese conto ma dovevano averla fatta davvero grossa se ora Castiel e Crowley avevano deciso di non volerli più vedere.
Era stato già prima della loro scelta di vivere una vita normale, ne era certo.

Tutto il mondo del paranormale aveva dato loro le spalle. Dal momento che avevano deciso di smettere, era come se avessero perso letteralmente il dono di VEDERE ATTTAVERSO IL VELO.
Non vedevano più i fantasmi, né i demoni.

"FANCULO VOLETE CHE DICIAMO CHE HO SBAGLIATO? LO DICO, LO DIRÒ FINO A QUANDO MORIRÒ, MA VI PREGO, TORNATE INDIETRO! MOSTRATEVI!"
Perdonateci... disse ancora e tornò a gettare la testa sulle sue ginocchia

Arrivò a guardare un fiume gelato su di un ponte. "Chissà se verrai da me se mi buttassi da questo ponte, in fondo sono sicuro che mi stai guardando anche adesso."

Ma il pensiero che Castiel non venisse e che si sarebbe davvero sfracellato, bastò a convincerlo di non farlo. Non per la paura del dolore perché si sentiva già morto dentro, ma per il terrore di fare del male a Sam in un modo irreparabile.


Sam aveva smesso di farsi la barba e anche Dean. Avevano preso in affitto un appartamento troppo caro e che neanche gli piaceva.
Avevano litigato perché Dean non voleva rinunciare a mangiare le sue schifezze e Sam l'aveva rimproverato.

"Vuoi andare anche tu all'ospedale come me??? Vuoi morire??? Forse pensi che ci sarà qualcuno a tirarci fuori anche stavolta, forse non vedi che ci hanno tutti voltato le spalle!!!"
Dean l'aveva guardato duramente
"Guardati, sembri l'ombra di te stesso."
"Ci credo Dean! Se facessi tu, tutte le visite che faccio io..."

"Le tue fobie ti hanno fatto perdere il lume della ragione! È vero, non riesci più a vedere i fantasmi come me, ma tu l'hai presa peggio in certo senso! Ora quello che vedi sono altri mostri, mostri che davvero non esistono..."
"Stai zitto..."

"Fai il giro di ospedali da anni! All'inizio per i capelli, poi per lo stomaco, per dei nei che una volta neanche guardavamo, per il mal di testa, accusi dolori dappertutto, Sam , TU NON HAI NIENTE! Il tuo problema è soltanto uno. SEI DEPRESSO!"
Sam gli aveva tirato uno schiaffo.

"Non dire mai più una cosa del genere...sono sopravvissuto alla caccia di Azazel, sono sopravvissuto a Lucifer e a una fottuta fossa con lui, non ti azzardare mai più a dire che sono depresso ora che niente di tutto questo può toccarmi."


E gli aveva dato le spalle
Ma non era vero che non potevano vedere più niente. Non proprio. Il mondo invisibile tornò, anche se non come avrebbero voluto. Si accorsero di essere spiati.
Da delle figure che riuscivano ogni volta a non mostrare il loro volto, ma di sicuro avevano cattive intenzioni. Spesso si erano sentiti sparare addosso ma riuscivano sempre a farla franca.
Ma non potevano fuggire come una volta in macchina. Non più.
Si erano fatti una vita, una casa. Dei lavori.
Un giorno Sam non andò a lavorare, Dean decise di chiedere un permesso a Bobby per fargli un'improvvisata e portando gli anche un bel mazzo di rose rosse e al diavolo quello che gli altri avrebbero pensato, sì un colpo di testa come quelli che faceva una volta sarebbe stata una cosa che di certo il suo Sam avrebbe apprezzato, ma lui non c'era e gli dissero che era una settimana che non ci andava e gli venne chiesto dove fosse il problema.

Dean aveva trattenuto a stento le lacrime e aveva lasciato locale.

Aveva trovato Sam nel suo letto, pallido e grigio, del colori che avevano notato sempre più spesso sulla loro pelle.
La prima volta che Sam aveva notato di essere grigio, aveva urlato davanti allo specchio e Dean si era preoccupato tantissimo. Aveva visto che aveva ragione.
Avevano notato però che nessun altro si era preoccupato di questa cosa, non avevano coraggio di andare da un dottore perché temevano fosse qualcosa di soprannaturale, Dean aveva cercato tra i loro vecchi libri ma si accorse che li avevano persi, volle andare al bunker ma si accorse che avevano perso le chiavi.
"Ci ha dato le spalle, Dean, è il soprannaturale che ci da le spalle e ci chiude fuori perché noi abbiamo chiuso fuori lui." Aveva detto Sam disperato.
E poi di nuovo nella sua stanza piangeva.

Dean ora mentre lo guardava così grigio si chiese se sarebbe morto di lì a poco, se fosse cosi si sarebbe suicidato. Non avrebbe potuto permettere di vivere senza di lui.
Si sdraiò accanto a lui, percependo subito la sua stretta farsi più salda. Sorrise.
Non importava come stesse, lo cercava sempre.
Poi avvenne una cosa strana. Due invasori fecero capolino nella porta e intuì il pericolo ancora prima di vederli sbracciare i loro fucili.

"Non fate del male a lui. Solo a me. Solo a me, vi prego."
Poi li vide e rimase a bocca aperta. Erano LORO STESSI.

"Chi siete? Dei mutaforma?" Disse rabbioso e in quel momento Sam si svegliò, guardandoli.
"No, siete voi i MOSTRI!" rispose Sam e spararono.
I corpi di Sam e Dean si disgregarono come coriandoli nel vento, mentre i VERI Sam e Dean li guardavano, poi si girarono l'uno verso l'altro e si abbracciarono.

"È stato orribile, Dean, orribile!!"
"Schhh, è tutto finito ora."
"Vedere loro...la vita che avremmo potuto avere. "
"Non è reale e non lo è mai stata, Sam. Erano solo bugie, falsità, menzogne!"
"No...erano PAURE." Disse Sam.
E io che cosa ho detto? Menzogne." Disse Dean alzandogli un mento per guardarlo. " Pensi che io ti incoraggerei mai a prendere dei fottuti medicinali? Pensi che lascerei che Adam e Castiel spariscano dalle nostre vite o che veniamo chiusi fuori così dopo quello che abbiamo fatto per il mondo?? Pensi che ti lascerei spegnere...che rinuncerei alla nostra vita, alla nostra missione.." disse toccandogli il viso. " Non esiste da nessuna parte che io farei mai qualcosa per far accadere....quello. mai. E neanche tu."

"Oh, Dean. Non avrei mai creduto che i veri mostri di cui non ci eravamo accorti erano proprio....questi! Ci siamo sempre detti che avevamo già conosciuto l'orrore e invece..."

"L'orrore era una vita senza scopo." Finì per lui Dean.

Sam fu attratto dalla finestra davanti a loro. Si era fatta illuminata.

"Guarda. Credo abbiamo ritrovato due pesciolini." Disse Sam.
Dean incuriosito si avvicinò e notò con stupore crescente che la città era svanita, si trovavano in una casa sospesa nel vuoto e notò con stupore due figure abbracciate in un mare deserto.
"Ma quelli...SANTI NUMI, SONO CASTIEL E ADAM!"

"Esatto, sembrano proprio loro."

"Ma come diavolo è possibile?? Capisco Castiel, ma cosa c'entra nostro fratello??" chiese Dean sconvolto.

"Credimi, oramai dopo tutto quello che abbiamo visto, non mi stupisco più di nulla."

Dean si voltò e guardò Sam con un sorriso.

"Beh, non possiamo lasciarli affogare, no?"
"Ma Dean...e se fosse un'altra illusione?"

Dean lo fissò.
"Lasceresti morire il nostro amico e nostro fratello solo per questo?" "No" convenne Sam vergognandosi. "Ma con i nostri noi stessi lo abbiamo fatto."
Dean sorrise.
"Non erano noi, non erano neanche degli esseri viventi, erano...erano immagini allegoriche delle nostre paure ancestrali che giocavano con noi, con le nostre anime. "
Si baciarono appassionatamente dopo quelle parole.

"Aiuto..."
Si staccarono.
"Ok, andiamo!" Disse Sam.
E si buttarono dalla finestra.
Si buttarono e in quel momento due ali grosse e d'oro, sbucarono dalla loro schiena.

















Note dell'autrice:  Allora ragazzi, com'è, siete ancora vivi?? Ci avevate creduto? ah ah beh ! A parte gli scherzi, spero che non siate andate subito alle note senza finire di leggere prima il testo perché io a volte lo faccio nelle storie dove i capitoli sono particolarmente dolorosi ma spero davvero che stavolta non l'abbiate fatto, più che altro perché secondo me il capitolo meritava di essere letto senza spoiler nonostante la crudeltà del testo xd
Infatti mi scuso con tutti, chi mi conosce sa quanto mi addolora scrivere cose del genere però l'ho fatto, solo perché sapevo che alla fine era tutta un'illusione e poi consentitemi ogni tanto di essere un po' sadica, ormai tutti mi conoscono per il lieto fine e non sono più credibile nelle mie storie ahahah cioè,è scontato che ci sia xd e io odio essere scontata xd quindi siccome non sarò mai in grado di far soffrire i nostri piccoli nel finale, solo per essere una volta originale, permettetemi di farvi prendere qualche coccolone una volta ogni tanto xd

Mi sa che anche questa era una cosa che avrei dovuto evitare di dire, vero? Eh lo so benissimo mica sono scema ahahahah però non me ne frega proprio niente :Pippo hahaha , perché io sono sincera , non mi va di fare cose solo per acquisire lettori, a me importa solo della mia ship, non faccio le cose per cercare consensi da parte di sconosciuti sul web :))) quello che mi importa è date emozioni e scrivere d'amore ! Far emozionare la gente e chi non si emoziona sti cavoli che cerchi altre storie. :)

SAM E DEAN: la stranezza del capitolo è proprio studiata per fare in modo che all'inizio pensate che sono loro e che possono magari essere ancora intrappolati in Purgatorio però non ne siete del tutto certi :)) per poi arrivare a spiazzare completamente facendo vedere che in realtà Sam e Dean non sono quelli che vengono sparati ma sono quelle che sparano :)) è stata una cosa che avevo in mente di fare da tanto tempo anche se non mi sarei mai immaginata che il capitolo sarebbe venuto così tanto angst Un po' Mi dispiace ma alla fine neanche più di tanto :))
Una cosa ci tengo a specificare questa cosa mi importa veramente tanto , Nessun Sam e Dean è stato torturato e sparato realmente in questo capitolo LOOOL, non dovete dispiacervi per le loro copie perché in realtà non erano proprio niente quindi non hanno neanche sofferto perché non erano essere senzienti, erano illusioni e basta ! Al massimo Sam e Dean hanno sofferto a vedere il futuro che gli avrebbe aspettato ma in realtà erano solo delle paure che loro avevano perché loro in realtà avevano il terrore di morire dentro e credo che sia un po' il terrore di ognuno di noi , l'apatia , la depressione io credo veramente che non esiste orrore più grande, altro che mostri!!

Ho cercato di mettere insieme un po' tutti gli orrori della quotidianità e quindi fare il giro degli ospedali per via di malanni più o meno psicosomatici , Sam mi sembra leggermente più debole a questo punto di vista oppure l'idea che senza una vita sempre in movimento Dean ovviamente con tutte le schifezze che mangia farebbe molta più fatica a stare in linea però comunque nel capitolo non l'ho immaginato grasso xd Ecco Almeno questo, solo con un po' di pancetta in più

Ragazzi ma voi seriamente ve lo immaginate Dean a consigliare a Sam di prendere farmaci per gli attacchi di panico? LOOOL con tutto il rispetto per chi davvero ne soffre e anzi chi sta male li deve prendere, ma io Dean non ce lo vedo proprio, è una cosa talmente lontana da lui..cercherebbe di fargliela passare in un altro modo
Scommetto che non vi aspettavate da come si erano messe le cose, che anche Sam e Dean avrebbero collaborato attivamente..ebbene sono stata titubante fino all'ultimo nell'incertezza se inserirli nell'andare a prenderli o no, ma alla fine ho ceduto LOL

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Capitolo 60
*** Fuori dal Purgatorio ***


Quando Castiel si era ritrovato nell’acqua, aveva pensato che qualcosa non aveva funzionato, eppure lui lo sentiva, lo SENTIVA che Adam era la sua ancora, lo aveva sentito quando lo aveva chiamato quando era resuscitato, lo sentiva quando avevano fatto l’amore la prima volta, lo aveva sentito quando gli aveva consegnato quella piuma speciale che conteneva l’essenza degli angeli, lo aveva sentito anche durante i baci con Crowley e perfino quando si era perso, cedendo al lato oscuro e lo aveva sentito anche quando la sua mente stessa lo aveva abbandonato, lo aveva sentito quando lui era tornato da lui, anche se non sapeva chi fosse e lo aveva sentito quando si erano baciati dopo che aveva ricordato tutto.
Non poteva essersi sbagliato.
“Castiel..”

Sì, lo sentiva che era vero. Era lui, sentiva la sua voce, a meno che non si trattava di un’altra allucinazione.
“ADAM, dove sei??”
“Sono qui..”

Adam poco distante da lui, in carne e ossa, nuotò per raggiungerlo e Adam si aggrappò a lui.
Castiel lo baciò felice.
“Non sei un’allucinazione? Dimmi che non lo sei.”

“Te lo dico se…se tu confermi lo stesso!”
“Non sono un’allucinazione! Come fai a essere qui? Aspetta..l’uccello eri tu?”
“Quanto sei bello con i capelli bagnati, amore, e anche quando fai battute sporche.” Disse Adam spettinandogli i capelli.
“Adam, rispondimi, eri tu??”
“Ma che importanza ha?? Certo che ero io. Ero bello, vero?”

Castiel lo baciò di nuovo.
“Se fai così, mi fai venire dei dubbi sulla mia avvenenza..se preferisci, posso trovare unn costume da carnevale simile e quando siamo a letto..”

“No! No! Ti amo così, come sei..esattamente così. “
Adam lo abbracciò forte.
“Come hai fatto a raggiungermi?”
“Si tratta di una storia lunga.”

“Abbiamo tutto il tempo, ma stai stretto a me, non lasciarmi..”
“Tutto il tempo dici?” disse Adam indicando in alto.
 
Quando li vide sorvolare il cielo come rapaci estinti da millenni, pensò fosse un'altra allucinazione ma sorrise ugualmente. Non poteva impedirselo.

"Castieeeeeel!" gridava la voce di Dean.
“Adaaaam!” gridava Sam.

Entrambi chiamavano a turno i due nell’acqua.

Castiel e Adam si sbracciarono felici, per farsi vedere. Dean afferrò il braccio di Castiel.
"Lui è davvero nostro fratello?" chiese Dean.

“Ehi! Non sapete riconoscere vostro fratello?” chiese Adam offeso.

“Guarda, guarda, allora ci dovrai spiegare cosa ci fai qui, signorino!”

"Lascialo in pace, Dean!" Disse Sam alzandogli l'altro braccio.
“Non pensavo poi che aveste un trauma con l’acqua, anche questo dovrete spiegarci.” Disse Dean.

"Sono così felice di vedervi!! Non sapete quanto!" disse Adam.

"Ci credo! Se non era per noi avreste continuato a fare i pesci!! " disse Dean sollevando Castiel "Che nave è quella?"

"Il Titanic!" Disse lui.

Sam, Dean e Adam, si guardarono senza commentare.

"É una storia lunga." Disse lui. "Comunque sono un angelo, non dovete portarmi voi!"
"Ah, ah, divertente, non sai neanche nuotare e vorresti volare. E saresti un angelo?"

"Perdonalo, Castiel, avere un paio di ali ha aumentato il suo ego terribilmente gonfio." Disse Sam, sollevando a sua volta Adam.

" A proposito mi volete spiegare queste?"

"Non lo sappiamo neanche noi e credo sia per il fatto che questo luogo non ha le stesse leggi fisiche della Terra se riusciamo a trasportarvi da soli senza cadere a fondo con voi.” Disse Sam stupito.

"Ma è per trarre in salvo gli asini come voi, ovvio!!" Disse Dean.
" Dean, che cosa ti sta succedendo, perché sei così pallido?" Chiese Castiel.
" Credo sia perché ha un piccolo problema con le altezze." Disse Sam ridacchiando.
"Ma non sei su un aereo!" Obiettò Castiel.
Dean sbuffò.

" Il mio problema è l'altezza, il fatto di essere in aria senza essere sull'aereo non migliora la situazione visto che a questo punto sono diventato IO l'aereo!"
Sam rise.
"Tranquillo Dean, le ali sono sicure!"
"Ma davvero! Sicure ma inaffidabili vero? Dove sono le tue??"
"Dean, piantala, stiamo perdendo tempo Disse Sam.

Si voltarono verso l'orizzonte dove due figure si stagliavano dentro il sole.
"Benny e Crowley ci stanno aspettando." Sorrise Sam mentre a quel punto volarono in quella direzione.


“A voi non piace sentirvi dire cosa fare, vero?” li prese in giro Benny.
“Se foste andati a prenderli, invece di pensare ad abbronzarvi..” disse Dean.

“Stavamo per andare a prendere questi due impiastri quando abbiamo visto due pterodattili volare e abbiamo deciso di lasciare la precedenza.” Disse Crowley.
“Noi pterodattili? Sempre meglio che assomigliare a un pipistrello o a un’aquila reale.” Disse Dean, guardando le ali dorate di Benny e quelle nere di Crowley.

“Basta litigare, datemi la mano, cerchiamo di formare un cerchio.”
Obbedirono tutti senza fiatare.
“E adesso?” chiese Adam.

“Schhh.” Disse Benny. Subito Crowley recitò una specie di litania che non comprendevano.
"Ecco, lì." Disse indicando un albero.
Oltrepassarono la porticina all'interno e si ritrovarono nuovamente nel bosco bianco.
 
 
 
Una volta oltrepassata la porticina, si ritrovarono nella foresta.
“Siete sicuri che non ci perderemo di nuovo?” si preoccupò Dean.

“Ne dubito, ora siamo tutti uniti in qualche modo, abbiamo formato un legame con i nostri incubi..e sogni, questo dovrebbe permetterci di non perderci di nuovo.” Disse Benny.

“A proposito, Adam, come ci sei finito qui? E perchè c’è anche Crowley?” chiese Sam.
"Io non sono DAVVERO qui, Sam."

"Cosa?? Come sarebbe a dire??" si preoccupò subito Dean.

"Voi potete vedermi, potete anche toccarmi, se volete..ma non sono qui davvero! Sono a casa di Bobby.." disse.

"Come diavolo è possibile?" cominciò Dean.

"Merito della piuma che mi ha regalato Castiel e che permette di collegarsi alle menti delle persone a cui siamo legati in sogno, non sapevo se funzionasse anche per il Purgatorio..ho voluto provare..la piuma è legata al proprietario, e ora che l'ha trovato, mi segna la strada per tornare a casa..è intelligente, neanche la piuma è davvero qui, questa che vedete è solo la sua ENERGIA, io e la piuma ci troviamo entrambi a casa di Bobby,"

"Neanche una piuma d'angelo può avere un tale potere di accedere al Purgatorio..." disse Castiel costernato.

"Infatti non ce l'ha..non avrei potuto fare nulla se Crowley non avesse lasciato che catalizzassi la sua energia mentre faceva il rituale."

Tutti guardarono Crowley con sospetto.

“Oh, andiamo, non dovete preoccuparvi per il cucciolo. Io ho fatto un rituale e ho lasciato che il cucciolo attingesse da esso e io attingessi dalla sua piuma.. ci siamo ricaricati a vicenda, niente di..”

“Che tipo di rituale?” chiese Castiel con sospetto.
Crowley sospirò come a prepararsi a fare una confessione amara.

" Ho fatto un rituale simile a quello che ho fatto per aprire il Purgatorio la prima volta."
"Crowley!! Se hai fatto uscire di nuovo quelle bestiacce, ti faccio sbranare personalmente io stesso!!" Disse Dean.

"So quello che faccio, sta tranquillo, pensi che sia un idiota??" Disse l'altro guardandolo storto.

Dean però aveva notato una macchia rossa sulla camicia del demone, gli scostò la camicia e vide che era imbrattata di sangue.

"Che cosa non ci stai dicendo?? Che cazzo è questo sangue??"
Crowley si sbrigò a nascondere di nuovo la macchia di sangue sul torace.

"Oh, niente, un piccolo effetto collaterale. " disse sbrigativo Crowley.

"Se nostro fratello rischia di farsi male per via di questo piccolo effetto collaterale e per miracolo tu sopravvivi, ti faccio sbranare personalmente dai leviatani." disse Dean con un sorriso pericoloso.

"Non avresti dovuto coinvolgerlo." disse Sam di rimando.

"Se non mi avesse coinvolto, a quest'ora sareste ancora intrappolati qui come dei cretini e lo sareste per chissà quanto tempo, un GRAZIE a volte sarebbe sufficiente! insomma..dopotutto, se siete riusciti a riavere Castiel è anche per merito mio!!" disse Adam.

Dean e Sam rimasero senza parole, mentre Castiel, Crowley e Benny ridacchiavano.

"Non posso dire che abbia torto..lui è la mia ancora." disse Castiel, abbracciandoselo stretto da dietro.

"Credevamo fosse stato Benny a ritrovarti." disse Dean confuso.

"All'inizio sì..ma poi mi sono perso nuovamente in un vero e proprio naufragio esistenziale..però pensare ad Adam, mi ha aiutato.."

"La barca..quando torneremo, ci dirai cosa significa." disse Dean perentorio.

"Io preferivo la mia, se volete la mia opinione era molto più bella di quella..anche se più piccola e non ci hanno fatto un film, almeno era sicura.." disse Benny.

Si voltarono tutti verso di lui.

"Tornando al discorso principale, tu vieni con noi!" Disse Crowley rivolto a Benny.
“Ma no! Ancora con questa storia!!” disse Benny.
“Crowley ha ragione, Benny, in fondo tutto questo casino è nato per farti uscire.” disse Castiel.

“Come farmi sentire una grossa merda..grazie, ragazzi. È questo il ringraziamento per avervi aiutato?? E comunque..” disse prima che loro riuscissero  a ribattere. “Sapete bene che le creature del purgatorio non possono uscire, il portale mi rispedirà dentro!" Disse Benny.
"I leviatani però sono usciti." Osservò Castiel.

"I leviatani sono come dei vermi..." si interruppe perché Crowley lo agguantò per il bavero delle camicia.
"Ho detto che esci ed uscirai. Dean, preparati!"
"A fare che??" Chiese Dean sconvolto.
"C'è un piccolo trucchetto che devo insegnarti per far uscire la merce di contrabbando!" Disse.

Poco dopo un Dean esterrefatto stava facendo entrare l'anima di Benny nel suo braccio, davanti al portale.
“Oh, no stanno tornando gli zombies.” Disse Castiel. “Presto, sbrighiamoci!”
Mentre correvano, Castiel si ritrovò a scivolare dalla scarpata, ma Adam afferrò la sua mano.

“Questa volta non ti lascerò cadere.” Disse lui.
Castiel sorrise e anche grazie al suo aiuto, riuscì a raggiungere gli altri.
"Perfetto, adesso usciamo! Prima il ragazzino.” Disse Crowley.

A quel punto uscì Adam, poi Sam e Dean e Castiel e a quel punto Crowley si avviò verso il portale.

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Capitolo 61
*** Tornare da Bobby ***


Irruppero nella camera di Bobby che stava sorvegliando Crowley e Adam sul pavimento.

"Bobby!!!"

"Oh mio Dio, ce l'avete fatta. Ce l'avete fatta davvero!!"
“ADAM!” dissero in coro, notando i due sdraiati a terra con un senso di straniamento.
“Mmm..” disse Adam risvegliandosi in quel momento.

Dean e Sam non fecero in tempo a registrare la stranezza di vedere Crowley steso a terra e il portale richiudersi, ma prima che potessero chiedersi cosa era successo, videro Bobby correre con furia verso la parete da cui erano a quanto pare, appena usciti.

"No, nooooooo!!" Disse Bobby battendo i pugni sul muro. 
Sam e Dean erano subito andati a bloccargli i polsi per impedirgli di farsi male.

"Maledetto!! Maledetto bastardo! Avevi detto che saresti tornato! Che non volevi suicidarti!!"

"Ti sembra il modo di trattare un eroe???"
Crowley si era appena risvegliato.

"Crowley, sei vivo." Disse Sam.
"Figlio di puttana, non ci hai detto che anche tu non ti trovavi davvero in Purgatorio.” Disse Dean.

"Avevo bisogno che vi concentraste sull’uscire da quel posto, Allora, Bobby, ti sei divertito a vegliare sul mio corpo esanime??"

Bobby prese a rincorrerlo per volerlo picchiare e l'altro si rifugiò dietro il tavolo.
“Andiamo, non è il caso di prendersela tanto, sono già morto in fondo. Cosa poteva capitarmi di peggio??”
“Sei un…SCIAGURATO!!” Inveì Bobby, poi fece dei respiri lunghi per calmarsi e andò ad abbracciare Dean, Sam e Adam.
“Avevo una paura matta che sarebbe andato tutto storto e io..sarei rimasto da solo.” Disse Bobby.
“Dev’essere l’età che lo rende sentimentale.” Scherzò Dean.
Bobby reagì con una botta in testa.
“Ahio e anche suscettibile.” Disse lui.
"Sei ancora in gambissima, Bobby e l'hai appena dimostrato, mi hai tenuto caldo e non intendo in senso sessuale, fintanto che ero là e non hai spezzato la canalizzazione,non so come avrei fatto senza di te." Disse Crowley.
Bobby arrossì.

"Qualcuno vuole spiegarci?" Chiese Dean nervoso.

" Ho deciso di attuare un rituale alternativo rispetto a quello che abbiamo usato per aprire il Purgatorio la prima volta, non potevo rischiare di far uscire di nuovo i leviatani e quindi ho usato la mia energia vitale, il vostro fratellino mi ha aiutato, ci ricaricavamo a vicenda,  ma in questo modo più tempo rimanevo in Purgatorio e più rischiavo di collassare, non so cosa mi sarebbe potuto accadere se fosse successo visto che in teoria sono già morto ma..."

"Sei un disgraziato!! È una fortuna che sia andato tutto bene, altrimenti io....io..."

Lo fissò e poi lo baciò davanti a tutti. Crowley dopo un momento di smarrimento, lo afferrò più forte prendendo il controllo e dirigendo il bacio in qualcosa di infuocato che rimasero tutti sconvolti perché non avevano più chiesto niente a Bobby su Crowley e non sapevano se la loro storia fosse effettivamente ripresa o no e comunque vederli baciarsi in quel modo fu sconvolgente, soprattutto su iniziativa di Bobby.

"Scusate, io..." disse Bobby stravolto e rosso, ma felice.
"Ho bisogno di abbuffarmi." Disse Dean.

"Io di una doccia." Disse Sam.

"Io di giocare ai videogiochi." Disse Adam.
"Io di ricordare a Dean che probabilmente sta dimenticando qualcosa!" Disse Castiel guardando il suo braccio.
Dean lo guardò, spalancando la bocca.
"Ehm, ecco, aspetta, mi stavo dimenticando una cosa." disse Dean.
"Aspettate, siete proprio sicuri che volete farlo qui?..." chiese Adam.

"Ehi, fare cosa? Non è che avete fatto un'orgia in purgatorio vero?"

Lo guardarono sconcertati.
"Scherzavo! Più che altro, sono luoghi strani, possono farti andare via di testa”. Disse Bobby.

"Tornando a noi, Bobby reagirà bene, in fin dei conti, è uno della famiglia anche lui ora!!" disse Dean.

E dicendo così e sotto lo sguardo esterrefatto di Bobby, Dean prese un coltellino e si fece un taglietto sul braccio, facendo uscire Benny che dapprima come fumo, poi prendendo lentamente consistenza, si rivelò di nuovo come Benny.

Bobby lanciò un urlo. "Hai fatto uscire un uomo dal tuo braccio???"

"In realtà sarei un vampiro!"

"Oh, adesso sì che va bene! MA QUEL LUOGO VI HA FATTI USCIRE TUTTI DI SENNO??? E voi l'avete permesso??" Chiese guardando l'angelo e il demone.

Crowley e Castiel si rivolsero un sorriso colpevole.

"Aspetta un attimo...ora che ricordo...quello che farfugliavate tempo fa su una creatura da liberare. Non mi direte che..."

Inaspettatamente a parlare fu Dean.

"Benny ci ha guidato e ci ha aiutati con le nostre paure più profonde! Lui ci ha salvati, Bobby, se siamo qui, lo dobbiamo a lui. Ahi...e a questo bastardo, è chiaro!" Disse visto che Crowley gli stava tirando forte i capelli per dispetto. “EHI!” disse dopo che Adam gli pestò un piede. “Ovviamente è anche merito di Adam, chiaro!”

"Piacere, sono Benny Lafitte!!" Disse il vampiro, parandoglisi davanti mentre Bobby era ancora confuso.

" Quindi è da te che è nato tutto questo casino del Purgatorio!" Disse stringendogli la mano. "Mi chiedevo proprio che faccia avesse uno che avesse tutto questo potere."

"Mi farò perdonare, lo prometto , per tutto quello che questi due mascalzoni hanno combinato "
"Ehi." Dissero i due.
"Ora già mi piace di più! " commentò Bobby allegro.
"In questo momento dopo tanto stress vorrei una torta." Disse Dean senza enfasi.

"Oh, quella è in frigo." Disse Bobby.
"Davvero?" Dean era sconvolto.
"Non faccio altro che fare torte da quando siete spariti in quel buco e sono passate diverse settimane!"
"Settimane???" Squittirono Sam e Dean.

"Beh, sì e io sono ingrassato come un vitello perché le finisco tutte io, questa volta è il turno della torta al caffè."
"Bobby, sei fantastico!" Disse Dean buttandosi a pesce su di lui facendolo cadere per terra e facendo ridere tutti quanti compreso Sam il quale vedere quella immagine di suo fratello con Bobby gli faceva proprio bene al cuore.
 
La torta al caffè era buonissima e mentre la mangiavano come lupi affamati, Bobby ascoltava con crescente apprensione e stupore, i racconti di quello che avevano passato in quello che lui definiva "il nuovo inferno."

"E tu volevi conquistare un posto così." Disse Bobby rimproverandolo.

"Eh, che ci vuoi fare, sono pur sempre un uomo di potere e poi tutta questa cosa delle anime che devono pagare pegno..che vi devo dire...mi intriga! L'inferno è un posto noioso di sola punizione! Sconti in eterno, nulla cambia mai!"

"Mi tocca dare ragione a Crowley." Disse Dean. "Per certi versi il purgatorio è un posto affascinante, se non fosse per il piccolo problema che una volta lì non puoi più uscire. ." Disse Dean.

"In realtà puoi." Disse Benny. " Ma i meccanismi su cui si basa il guadagnarsi l'uscita, è...complicato. i mostri come me possono restare lì anche parecchi secoli."

Dean gli fece una carezza sulla schiena.

"Non definirti mostro, sei più umano di tanta gente umana che abbia mai conosciuto. Devi ancora raccontarci la tua storia, mi interessa conoscerla." Sam gli pestò un piede, chiaramente geloso suscitando le risatine di Crowley.

"Perché non vi andate a lavare adesso, sono settimane che non vi date una lavata."

"Davvero sono passate settimane?? Ci sembra trascorso solo un giorno!!" Disse Dean grattandosi la testa.

"Il tempo sulla Terra trascorre in maniera diversa rispetto a quello in Purgatorio. Lì lo spaziotempo viene piegato secondo le nostre emozioni e in questo modo scorre più lentamente." Spiegò Benny.

"Bene e dopo questa lesione di fisica, torniamo a noi. Adam e Castiel possono usare il bagno di sotto, ma, niente porcate nel mio bagno."

Adam e Castiel arrossirono, avvampando mentre Sam e Dean ridevano a più non posso.

"Vale anche per voi furbetti." Disse sorridendo malizioso. Dean e Sam avevano raccontato a Bobby che Benny li aveva sgamati alla grande in Purgatorio aveva capito che il loro non era solo un rapporto fraterno, e dopo delle grasse risate, Bobby si era lasciato andare sapendo che poteva parlare liberamente.

Sam e Dean tirarono su il broncio.

"Ehi, io sono lì da più tempo di loro! Tranquillo, Bobby, sto scherzando. Io aspetterò. Sono decenni ormai che mi faccio il bagno nel lago del purgatorio."

"Il Purgatorio quindi ha un lago? È come lo stigi?"

"Come te la sei passata da solo, Bobby? Hai sentito la nostra mancanza?" Domandò Castiel e i due fratelli tirarono un sospiro di sollievo, visto che loro nel lago avevano fatto sesso e temevano che le loro espressioni li avrebbero traditi.

"Beh...mi sono fatto dare una mano da Rufus e Crowley con la caccia e allo stesso tempo cercavamo un modo per tirarvi fuori. No, non ho sentito la mancanza dei vostri gran casini! Solo di te, monello, ovviamente. Anche se sei stato via solo poche ore!” disse scrollandogli i capelli, guardando Adam.

I cuori di Sam e Dean sussultarono tristi. Bobby non voleva dare loro soddisfazione ma aveva chiaramente sofferto per la loro prolungata assenza. Si ripromisero di fare qualcosa per lui per farsi perdonare.

"Gabriel?? Non vedo l'ora di dirgli che siamo tornati!!" disse Castiel euforico.

"Ohh, Gabe, ha una sorpresina per voi..sono molto curioso di vedere le vostre facce quando lo saprete.." disse Bobby ridacchiando.

"Non sarà una nuova sua creazione culinaria con la glicemia alla stelle? In tal caso adorerei!" disse Dean.

"A volte non so proprio come fai a mantenerti così BELLO e in forma mangiando schifezze a tutto spiano! Ehm..cioè.." disse Sam imbarazzato di essersi lasciato scappare apprezzamenti espliciti.

"Ma è L'AMORE che mi rende così BELLO. L'amore..universale di TUTTI VOI, chiaro." disse Dean ironico e allegro, prendendo in giro Sam, senza riuscire a nascondere il suo sguardo compiaciuto all'affermazione di Sam, che nel frattempo era diventato viola. Gli diede un bacio sulla guancia e lo attirò più vicino a sè.

"Non..non si tratta di un dolce culinario..ma vedrete..vedrete.." disse Bobby scoppiando a ridere da solo.

"Se fai così mi costringi a mollare tutti i presenti e andare a chiederglielo subito!" disse Castiel, alzandosi in piedi.

"Non farai niente del genere, siamo appena tornati, mettiti seduto!" disse Adam perentorio e Castiel lo fece, prendendogli il viso a coppa per baciarlo.

"Hai ragione, scusa amore." disse Castiel.

"Sei uno stupido." disse Adam, con le mani di Castiel ancora su di lui, ma il suo tono era decisamente molto più ammorbidito e lo sguardo molto più in estasi, mentre lo guardava.

"Ah, quindi resti perchè te lo chiede il ragazzo? E a me non ci pensi? Siete sicuri che abbia sofferto per me? Non sembrerebbe, sono tornato da un minuto." disse Benny ironico. "E poi.. chi diavolo è Gabriel?"

Scoppiarono tutti a ridere e Sam e Dean si prepararono a immaginare la faccia che avrebbe fatto Benny, quando gli avrebbero detto che era il fratello di Castiel, ma vennero interrotti da Bobby che cominciò a sbraitare loro di sbrigarsi a farsi un bagno, che aveva già preparato la doccia e la vasca, perché non li voleva sporchi a tavola, che aveva fatto un'eccezione per la torta ma per il pranzo vero e proprio li voleva puliti e freschi come delle rose vergini appena fiorite.

Sam e Dean corsero per andare al bagno al piano di sopra e Adam e Castiel pensarono di imitarli per divertimento anche se dovevano limitarsi al piano terra.

Bobby sospirò sorridendo.

"È bello vedere questa casa rianimarsi. Grazie." Disse dando un altro bacio molto sentito a Crowley.



*

Dean e Sam entrarono al piano di sopra, con l'esaltazione di due bimbi che stavano facendo una marachella.
Quando entrarono nel bagno lucido, sembrava loro di vederlo come per la prima volta, come se fossero ancora dei bambini, che traevano stupore ed esaltazione anche in cose semplici come farsi un bagno.

"È bello essere di nuovo a casa." Disse Sam, guardando suo fratello e l'altro ne approfittò per mettergli le mani sui fianchi e baciarlo. Sam sospirò di felicita. Se c'era una cosa che amava di Dean, era che non si stufava mai di baciarlo e che lo faceva sempre come se fosse la cosa che amasse di più al mondo e anche per lui era lo stesso.

"Spogliami " disse Sam.
"Sì. Desideravo questo momento da tanto." Disse Dean cominciando a levargli la camicia.

I vestiti finirono a terra e si resero conto solo in quel momento di quanto erano sporchi, finora erano troppo presi da altro.

"Vieni!" Disse Sam, spingendolo sotto il getto d'acqua corrente e finendo lì insieme.

"Povero Benny, chissà da quanto tempo è in Purgatorio, dovrebbe avere la precedenza!" Disse Dean.

"Ah, se vuoi faccio uscire te e faccio io la doccia con lui."
Dean gli diede una pacca sul sedere.
"È così eh? Se questa è una strategia...funziona benissimo!!" Disse Dean cominciando a insaponargli la schiena.

Le cose si fecero ben presto incandescenti nel momento in cui Dean gli insaponò la sua virilità già tesa, eccitando ancora di più e poi placidamente il fondoschiena, fino a inserire le dita dentro di esso, come un massaggio sensuale.

Sam ansimò e se lo tirò di più addosso.

"Ti voglio dentro di me."
"Cazzo, non abbiamo il lubrificante, aspetta, dovrei.." Sam lo fermò subito.

"Non te ne andrai a zonzo in accappatoio a cercarlo, se Bobby ti scopre che gli racconti?"

"Che...ehm...cercavo un paio di mutande??"

"Ti voglio adesso. Non mi serve niente. Il mio corpo non vede l'ora di accoglierti!!" Disse lui dolcemente.

"Cazzo, Sam, fratellino, quanto ti amo." Disse accarezzandogli una guancia.

"Mmmm..AMO quando mi chiami fratellino!"

Sam sentì comunque le dita di Dean bagnate di sapone, inserirsi in lui, nel bacio, prima che Dean lo spingesse rudemente contro il muro e gli allargasse le gambe, accecati dalla passione.



*

Adam e Castiel erano passati al bagno di sotto, per fortuna Bobby aveva due bagni. Castiel aveva cominciato a far scorrere l’acqua nella vasca.
“Ehm..preferisci che aspetti fuori che entri nella vasca o..” Disse Adam imbarazzato.
“Non essere stupido, Adam..” disse Castiel cominciando a spogliarsi.

"Voglio che mi guardi." Disse sempre lui, spudorato, mentre rimaneva in boxer.

Adam si girò lentamente e lo studiò dal basso all’alto.
Castiel era davvero bellissimo. Sembravano passati anni da quando avevano fatto l’amore, poi erano stati lontanissimi per un lungo periodo e ora dovevano riprendere una certa intimità. Gli sembrava perfino più bello di prima.
“Vuoi continuare a restare lì e guardarmi solo?” chiese Castiel leccandosi le labbra.
“Non credo.”
“Perfetto, perché neanch’io.” Disse Castiel.

Ora erano davanti uno all’altro e l’angelo aveva cominciato a baciarlo e poi a spogliarlo delicatamente, poi quasi strappandogli i vestiti di dosso, lasciandolo compiaciuto.
Dopodichè lo spinse dentro la vasca.
Non seppero neanche come fecero per infilarsi nella vasca, visto che non riuscivano a smettere di baciarsi.

Durante la foga, Adam urtò un flacone che cadde aperto nella vasca e la stanza cominciò a profumare di muschio e vaniglia.

Si abbracciarono stretti, sospirando e poi Adam prese la saponetta.

"Permettimi." Disse Adam, cominciando a insaponarlo. Castiel lo lasciò fare, lasciò che lo insaponasse proprio dappertutto, mentre gli lasciava dei sensuali succhiotti sul collo.
Ben presto entrambi erano già molto eccitati, la vasca era già quasi piena, scorreva molto veloce e in quell'intrigo di bagnoschiuma e bolle, ai due giovani, sembrava di essere nella fiaba della principessa.

"Sembri una sirenetta. Il MIO sirenetto." Disse Castiel, continuando ad accarezzarlo.

"E tu il mio angioletto. Hai mai visto un angelo e una sirenetta insieme?"

"Credo che con le nostre facce, ci starebbe bene un bel quadro. Lo voglio, voglio un quadro con su scritto il sirenetto e l'angelo!" Disse Castiel.

"Mmmm..eccitante...ohhh." Adam gemette perché Castiel lo aveva attirato vicino a lui e la frizione era meravigliosa.
"È bellissimo essere di nuovo a casa.” Disse Castiel.
 



Quando si presentarono tutti e quattro alla cucina, con i capelli ancora bagnati , Bobby scosse la testa.

"Vi avevo detto di non fare porcherie." "Ehi, non ci inganni, mica puoi leggere nella mente!" Disse Dean.

"Vi si legge in faccia, playboy. Forza sedetevi." Disse portando la pasta al sugo a tavola. "Ho già avvisato Rufus, ha detto che verrà il più presto possibile, è contentissimo che siete tornati, anche se ancora non sa di te." Disse a Benny.

"Fantastico, un altro cacciatore incazzato all'orizzonte." Disse Benny, facendoli ridere.

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Capitolo 62
*** Jack e Gabriel si riuniscono al gruppo e raccontano ***


Lucifer non vedeva l’ora di riferire al suo fratellino Gabriel, che loro fratello Cas era tornato.
Di solito non faceva improvvisate così senza avvisare, ma non stava più nella pelle.

Si materializzò davanti a quella che doveva essere la sua stanza, perché sapeva ancora cosa significava privacy, ma all’ultimo si “dimenticò” di bussare e aprì la porta con uno scatto veloce.

GABRIEL! Sono tornati, sono..
Per qualche secondo fu preso da un senso di straniamento a notare che il suo fratellino stava scambiandosi effusioni con qualcuno nel letto, poi pensò che lo avrebbe preso in giro, era pur sempre Lucifer dopotutto, questo sbalzo di emozioni avvenne tutto in pochissimi istanti, perché poi la testa bionda di suo figlio fece capolino dal lenzuolo, lasciandolo bianco come quel lenzuolo.

“Ehm..ciao, papà.
“J.Jack…??”
Subito dopo il suo fratellino fece capolino dalla testa, sotto Jack che lo sovrastava. Avrebbe perfino potuto essere ammirato dalla cascata di capelli d'oro che su quelle due teste bionde formavano un connubio dorato bellissimo, se non fosse stato per il non trascurabile dettaglio che i proprietari di quel bagliore dorato fossero uno suo fratello e l'altro suo figlio e a quel punto credette di stare davvero per svenire.
Lucifer!! Ma che..sorpresa..ehm..lascia che ti spieghi..” disse Gabriel imbarazzatissimo, cercando di sorridere, mentre Jack sprofondava dentro il letto, come se servisse a far dimenticare a suo padre, che fosse mai stato lì.

“Voi..voi..non..è uno scherzo vero? Ditemi che è uno scherzo!”
“Papà, la cosa non è grave come pensi, credimi..” disse Jack.
Lucifer si era avvicinato pericolosamente a Gabriel e lo aveva sollevato su come se non avesse peso.
Per fortuna ho le mutande pensava lui.
“È MIO FIGLIO, razza di pervertito lussurioso.”
“Non è vero. Sono figlio del mondo, tutti lo siamo!” protestò Jack, rivestendosi sotto il lenzuolo.

"Ha ragione..e poi guarda chi mi parla di perversioni, il diavolo!”

Lucifer rimase un attimo stranito dalla replica del figlio ma si riprese subito.
“È nato meno di un anno fa!”
“È MAGGIORENNE.!” protestò Gabriel.
“Ha ragione, papà!”
“Tu ZITTO! È TUO NIPOTE!”disse rivolgendosi di nuovo a lui.

Nonostante avesse timore per la sua incolumità, Gabriel dovette sforzarsi per non ridere davanti all'espressione buffa di Lucifer.

“Non abbiamo davvero lo stesso sangue, me lo ha ricordato lui stesso!”
Lucifer lo lasciò ricadere sul letto, dopodichè scoppiò a ridere lasciandoli interdetti.

“Ci avete creduto, vero? Vi stavo solo prendendo in giro. Testavo la vostra capacità di tenermi testa.” E dicendo così scoppiò a ridere nuovamente.
“Ora sbrigati, fratellino, preparami un caffè, doppio con crema. Per superare lo shock!”

“Ti direi di fartelo da solo, ma..aspetta..cosa hai detto quando sei entrato prima? Chi è tornato?” chiese spalancando la bocca con aspettativa piena di speranza.
Lucifer finalmente sorrise.
“A quanto pare la ciurma degli sfigati è tornata in questo pianeta celeste sfigato e governato dall’acqua!! Avete più santi voi sulla Terra di quanti ce ne sono in paradiso!”

“Siiiiiiiiiiiiiiiii” gridarono in coro Jack e Gabriel saltando sul letto, felici.
 
   
 
 
 
 
******  
 
Nel cortile di casa di Bobby...

“Voi due..state insieme??” chiese Dean stranito.
“Non è uno dei tuo scherzi, vero?” chiese Sam.

“Ehi, non scherzo mai sulle mie conquiste. Mi piace vantarmene e in questo caso..ne ho ben ragione.” Disse guardando il nephilim al suo fianco.
“E Lucifer non ti ha ucciso?” chiese Sam scettico e ancora incredulo.
“Credo che vorrebbe ancora farlo, ma..ha promesso a papà che non avrebbe più ucciso nessuno. In pratica anche se è uscito dalla sua prigione, la sua condanna continua!” scherzò Gabriel.

“Che ne dici di raccontare a loro cosa è successo prima che venissimo qui?” gli disse Jack, posando la testa sul suo petto e ridacchiando.
“Ah sì..una scenetta divertente.” Disse Gabriel grattandosi la testa.
A ogni parola che Gabriel diceva, gli occhi di Sam e Dean si ingrandivano sempre di più, alla fine le loro risate sonore riempirono tutto l’abitacolo di Bobby.

“Che cosa ci troveranno da ridere tanto?” chiese Bobby curioso, controllando il sugo.
“Glielo chiederemo dopo, adesso vieni qui, sono ancora convalescente, ho bisogno di affetto.” Disse Crowley trascinandoselo sul divano.

















Note dell'autrice:  ciaooooo. Spero non vi sembri troppo strana la reazione di Lucifer ahha all'inizio volevo che si mettesse a fare il pazzo, magari spaccando il tetto della pasticceria, ma tutti lo avrebbero visto xd poi ho pensato di farlo andare via, sbattendo la porta..ma reazioni troppo umane xd alla fine ho pensato che per come lo conosciamo noi, Lucifer se ne fregherebbe bellamente di chi va a letto con chi, anche se questo pè suo figlio xd ricordiamoci che è sempre il diavolo, anche se purificato xd e niente, adoroooo questo capitolo LOL e lo so che questo sembra un capitolo finale ma pazientate ancora un po', ci sono ancora altre due situazioni da mettere a posto prima di finirla xd

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Capitolo 63
*** Il ritorno di Death ***


"Sam attento!!"

Sam fece appena in tempo a proteggersi il capo con le mani, non vedeva niente per via della pioggia scrosciante e non vide il mostro che cercò di assalirlo, in tempo. Benny però in un lampo gli era vicino e tagliò la testa al mostro.

"Stai bene?" Gli chiese guardando l'espressione dei due fratelli allibita.

Qualche minuto dopo, i tre si trovarono a ballare letteralmente sotto la pioggia insieme.

"Benny, sai che sono proprio contento che sei arrivato tra noi!" Disse Sam sorprendentemente."

"Grazie, Sam." Disse Benny, rivolgendogli un sorriso radioso.

"Sei ufficialmente parte della FAMIGLIA!" urlò Dean per sovrastare la canzone sparata a tutto volume dallo stereo. Da quando Benny era tornato, diceva che c'era bisogno di più musica nel mondo e se lo portava dappertutto.

"Solo perché salvo il vostro culo?" Disse Benny muovendosi a ritmo.

"Soprattutto perché salvi il suo " disse Dean indicando suo fratello.
"Penso lo stesso, sai. " disse Sam sorridendogli.
"Non c'è di che. È tutto chiaro. Io salvo i vostri culi in modo che possiate usarli in attività più piacevoli di correre dietro ai fantasmi."

Sam alzò gli occhi al cielo.

"Dean ti sta influenzando troppo con le battute sessuali."







*

Bobby e Crowley avevano deciso di prendersi una giornata tutta per loro, in Scozia. Bobby voleva conoscere il paese natio di Crowley e poi voleva anche fargli una proposta molto particolare e sperò che l'aria scozzese contribuisse a far andare tutto come sperava.

Si stavano rotolando nel lettone di velluto rosso, ancora nudi, quando Bobby all'improvviso lo spiazzò.

"Sai che mi piace il rapporto che hai con Adam e Jack, sei quasi..tenero con loro."

"Mi intenerisce la loro giovinezza. Sono ancora così ingenui e hanno ancora tutta la vita davanti per rendersi conto di quanto faccia schifo..la vita." disse Crowley.

"Comunque sei tenero con loro, ti vogliono bene." insistette Bobby.

"Ah, ma allora insisti. Aspetta che ti faccio vedere io quanto so essere TENERO." lo prese in giro Crowley sbaciucchiandolo.

Bobby però non voleva mollare l'osso.

"Anche Dean lo ha notato e secondo lui, tu avresti cambiato espressione quando lui ha detto scherzando che saresti un bravo papà."

"Figlio di puttana..." disse Crowley, alzando la testa e mettendosi a sedere.

"Ehi, va bene se desideri avere un figlio...è un desiderio che può nascere benissimo anche nei demoni e il fatto di non poterlo avere..."

"Io non desidero un figlio!!" Sbottò lui alzandosi di colpo dal letto.

A Bobby montò d'improvviso il panico e cominciò a parlare velocemente.

"Allora, forse hai reagito in quel modo perché ne hai perso uno, quando eri ancora umano. .sarebbe una reazione più che..."

Stava per dire "giustificata " ma Crowley, che lo stava guardando con un'espressione orribile a ogni parola che diceva, sbottò gridando:

"HAI FATTO INDAGINI SU DI ME????"

Bobby a quel punto decise di smettere di fare la donnetta impaurita e di prendere di petto la situazione.

"Certo che l'ho fatto, certo che ho fatto indagini su di te!! Ho una relazione con un demone!! Sto mettendo la mia vita nelle tue mani, la mia anima l'ho già messa tempo fa e ora ho deciso di farlo anche con il mio cuore! E se pensi che non ho diritto a niente in cambio sei più idiota o più stronzo di quanto tu creda!"

Quella bizzarra dichiarazione d'amore ebbe il potere di calmarlo un po'.

"Non avevi il diritto di farlo..."

"E tu non hai il diritto di sguinzagliare i tuoi scagnozzi a possedere delle povere persone innocenti se è per questo ma mica te lo rinfaccio!"

"Ti ho già detto che ho preso le distanze da questo modus operandi e che sono anche stato praticamente disconosciuto per questo e l'ho fatto per te, per voi, per TE, per guadagnarmi la vostra fiducia e tu vai a indagare sul mio conto? Sono stati loro a dirtelo, vero?? Ti hanno chiesto loro di farlo? Perché?? Cosa gli interessa a loro della mia vita passata da umano inutile???"

"Loro non sanno niente. È partito tutto da me."

"ANCORA PEGGIO!! Ancora peggio, Bobby! Potevi semplicemente chiedermelo!!"

"Potevo, è vero, ma ho avuto una buona ragione per non farlo."

"Oh e sentiamo, che dannata ragione ci sarebbe??"

In quel momento un sassolino picchiò sulla finestra e i due si interruppero.

Bobby andò alla finestra.
"Oh, merda, è già qui!!"
"Chi???"
Crowley andò alla finestra e rimase a bocca aperta.

"IL CAVALIERE MORTE??"

"Ehm, posso spiegarti."

"L'hai chiamato tu??? Ti ha dato di volta il cervello???" "Presto, vestiti!"
"Mi dici che diavolo c'entra Death con mio figlio???"
"Dopo, prima vestiti!"

Riuscirono a malapena a infilarsi le mutande e il maglione, quando Il cavaliere si materializzò.

Crowley sussultò incredulo.

Morte storse il naso.

"Avete fatto sesso??"

"Beh, questi sarebbero anche fatti nostri!" Disse Bobby, sbrigandosi a mettersi i pantaloni, subito seguito da Crowley.

"Singer..."
"Ehm, sì?"

"Prova a chiamarmi ancora come se stessi chiamando un cane e te ne farò pentire." Disse con il suo solito sorriso smielato.

"Ehm, beh, io, ha ragione, sua grazia, mi dispiace."

"Qualcuno ha intenzione di spiegarmi??" Disse Crowley.

"Sono io che cerco spiegazioni, a quanto pare Singer ha pensato, chissà per quale motivo, che sarebbe una buona idea ripagarti per i tuoi servigi, restituendoti tuo figlio e lo viene a chiedere proprio alla morte." Disse Death.

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Capitolo 64
*** Andrò dovunque tu andrai ***


Crowley restò letteralmente basito davanti a quella frase, pronunciata nientepopodimeno che dalla Morte in persona.

"Hai chiesto alla Morte di riportare in vita mio figlio?"

"Lo so che non dovevo intromettermi, ma io..." cominciò l'altro, ma Crowley non lo lasciò finire che lo prese per il colletto del maglione e lo baciò appassionatamente, lasciandolo basito.

"Ehm...ecco..io..." disse Bobby tutto confuso ma felice.
"Puoi farlo? Lo farai??"
"Calma, non ho mica detto di sì." Disse Death.

"Come sarebbe?? Non puoi essere venuto qui solo per dirci di no! Avresti potuto farlo quando ti ho convocato la prima volta!" Disse Bobby.

Death lo guardò male e sembrò chiedersi come osasse un insetto del genere, rispondergli in quel modo, ma soprassedette.

"Voi avete idea di cosa succede dopo la morte? All'anima?"

"Beh, va in paradiso...o all'inferno e anche in purgatorio a quanto hanno detto i miei ragazzi."

"A chi va male, diventa come me!" Disse Crowley.

" Non mi stupisce la vostra visione ristretta, tutti voi siete abituati a pensare alla morte come a un qualcosa di DEFINITIVO, quando non lo è! Dopo la morte, c'é nuovamente la vita, solo dopo molto tempo, l'anima decide di fermarsi, quando ha esaurito il suo bagaglio di ESPERIENZE ed evoluzione."

Crowley e Bobby lo guardarono, in preda a un terribile sospetto.

"Non posso riportare in vita tuo figlio, Crowley non perché sei un demone insopportabile che si nasconde dietro a un umorismo scozzese fuori moda, ma perché non è più tuo figlio! Si è reincarnato in un ragazzino di quindici anno adesso."

Crowley dovette sedersi su una sedia. Aveva la bocca spalancata e gli occhi sgranati.

"Per questa volta decido di fare uno strappo al segreto che bisogna tenere su queste cose e ti rivelerò una cosa che di norma non possiamo rivelare. Non è neanche la prima volta che torna sotto varie incarnazioni." Disse e Crowley alzò la testa basito.

Morte fece una smorfia.

"Sono passati quattro secoli, mi dici che cosa ti aspettavi? Che il mondo si fermasse solo perché tu eri diventato un demone?"

Crowley non rispose e Bobby si risentì.

"Ehi, potresti andarci anche un po' piano, non so...essere, che ne so...almeno un po' gentile? Capisco che sei Death, ma .."

"Proprio perché sono la morte, so che cosa fa sentire meglio e cosa no, e non è quasi mai le parole di circostanze." Disse Death guardandolo male, poi si rivolse ancora a Crowley.

"L'ho visto. È bello. Di una bellezza superiore a quella che aveva quando condivideva i tuoi geni, se posso dire." Disse Death con una strana dolcezza.

"Posso vederlo?" Chiese Crowley, con gli occhi pieni di lacrime.

Death lo guardò per un lungo istante.

"Non ho il diritto di dirti cosa fare, ma sappi che se gli dirai chi sei, molto probabilmente non ti crederà."

"Non mi importa. Mi basta vederlo."

"Quanto possono essere patetici gli esseri umani in nome di quello che chiamano AMORE. Quello che vuoi fare è completamente inutile, e prolungherà solo la tua sofferenza. Ma puoi vantarti di aver commosso anche la morte. Va bene!"

Gli tese la mano ma Bobby si intromise.

" Vengo con voi!"

Death sorrise.

"Sapevo che l'avresti detto, Singer. Non capirò mai cosa spinge gli esseri umani ad essere attratti dalle tragedie più che dalle cose belle."

"Non mi aspetto che tu lo capisca. Sei la morte." Disse Bobby chiudendo gli occhi. A quel punto si avvicinò e si smaterializzarono.





*

"Dove ci troviamo?" Domandò Crowley.

"In Polonia." Rispose Death.

" Mio figlio...un polacco??"

"Non essere razzista." Disse Bobby, con un sorrisetto.

"Proseguite per quella via, dove c'è quel cartello giallo. Lui è lì."

Crowley e Bobby camminarono vicini per la stradina, fino a quando non videro un ragazzo con i capelli neri e lisci, pattinare con lo skate.

"Bobby...è lui." Disse il demone fissandosi a guardare in quegli occhi color pece.

"Mi ha guardato, Bobby, mi ha guardato!"

"Suggerisco io a te di non guardare troppo lui, o potrebbe farsi strane idee, è un ragazzino e non ti conosce!" Ma decise di lasciarlo stare perché riconosceva quello sguardo. Era quello sguardo che avrebbe avuto lui se solo avesse avuto un figlio.

Si può riconoscere uno sguardo come proprio, anche se non l'hai mai avuto? Bobby se lo chiese.

"Cos'hai trovato durante le tue indagini, Bobby? Cosa hai saputo di me e di mio figlio?" Chiese Crowley.

"So solo che il figlio di Fergus mc Leod ha perso la vita in un tragico incidente in nave." Disse lui triste.

"Era uno scapestrato. Era difficile stargli appresso, sempre con questa voglia di viaggiare, di scoprire nuovi posti. Nuovi mondi, diceva lui. Mi chiedeva sempre di andare con lui Alla fine ha trovato davvero un mondo nuovo, ma non su questa terra."

Bobby gli strinse amorevolmente un abbraccio dietro al collo.

"Se solo avessi saputo come sarebbe finita...avrei acconsentito a ogni viaggio che lui volesse fare, anzi, l'avrei accompagnato dovunque lui avesse voluto. "

Il ragazzino fece una piroetta con lo skate con una grazia da lasciare i due basiti, come se non vedesse la strada, come se con la testa fosse da un'altra parte.




















Note dell'autrice:  Allora, ragazzi il titolo è preso da una canzone che amo dei The Calling! "Wherever you will go" all'inizio avevo messo proprio "il figlio di Crowley " ma poi ho amato mettere questo perché sembra che è Gavin che insegue il padre *_* lo so che non vi aspettavate un colpo di scena come questo ma sapere che io amo stupirvi! Ahahah

La frase di Morte su quanto sono patetici gli uomini in nome di quello che chiamano amore, è una citazione presa da Dylan Dog n 88 xd oltre la morte

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Capitolo 65
*** Damian, io sono Damian ***


Crowley tornava sempre a vedere quel ragazzo che era stato Gavin, suo figlio, ma che ora viveva un'altra vita, che ora aveva vissuto così tante vite che Crowley non poteva neanche immaginare. Ogni volta lo guardava da lontano, senza osare avvicinarsi. Aveva fatto delle ricerche sul suo conto, aveva scoperto che suonava, aveva una passione per la musica e che studiava per fare l'esploratore e aiutare gli animali.

Bobby lo accompagnava, Crowley non voleva, sosteneva che doveva essere una cosa noiosa per lui, ma Bobby diceva che gli faceva bene invece, che quello che gli era capitato con le sue gambe gli aveva insegnato che bisogna sempre averne cura e ringraziare sempre della gran fortuna che abbiamo ogni giorno ad andarcene in giro con le proprie gambe.

Quel giorno, uno dei tanti, Bobby e Death stavano guardando Crowley, guardare a sua volta a distanza quello che era stato suo figlio quattro secoli fa. Era al parco che leggeva un libro.

"Devo ricredermi, Singer, forse comincio a capirlo." Disse Death.
"Che cosa?"

"Che cosa vi attira nelle tragedie. C'è qualcosa di assurdamente bello nella rinuncia soprattutto quando è ancora contornata dall'amore. Un amore non egoistico."





Il tempo passò velocemente, dopo due mesi Crowley sembrava reperito, deteriorato e Bobby chiese aiuto a Sam e Dean. Il demone si risvegliò seduto su una sedia al bunker, con Bobby e i due ragazzi che lo guardavano seri e arrabbiati.

"Ma guarda, torniamo ai bei vecchi tempi? Mi mancavano!!" Rise lui.

"Ti abbiamo trovato così al Lotte, ubriaco fradicio semi svenuto. " disse Bobby con disapprovazione.

"Quando abbiamo cercato di portarti via, hai rimesso anche l'anima." Disse Sam.

"Io avrei utilizzato un altro termine se fossi in te." Disse Crowley ridendo.

"Devi riprenderti, vuoi che l'inferno vada all'inferno??" Gridò Dean.

"Oh, sì, che vada all'inferno anche quel postaccio. Compreso me!"

Dean si chinò su di lui. Per un attimo, Bobby e forse anche Crowley pensarono che volesse schiaffeggiarlo, invece assunse un tono dolce.

"Quello che è successo a tuo figlio è stato una tragedia, ma oramai è passata. Tutti noi siamo stati provati da tragedie che credevamo ci avrebbero distrutto, ma siamo ancora qui. Distruggere te stesso, non rende valore a tutte le cose belle che hai fatto, perché sì, le hai fatte, mannaggia a te. Castiel mi ha raccontato quello che hai fatto quand'eri in Purgatorio. Tu lo hai GUARITO. Sai cosa significa questo per un angelo? Il potere di guarigione non è una pratica che può usare chi è malvagio, tu hai dimostrato che i demoni non sono irrecuperabili come si pensa e se perfino il grado ultimo della degenerazione dell'essere umano, può GUARIRE, questo significa che il MALE E l'oscurità non sono impenetrabili, significa che i demoni possono ritornare a essere buoni, significa che esiste ancora speranza per questo mondo in declino!" Disse Dean scuotendolo.

"Che si fotta il mondo e tutto l'Universo. Perché mi guardate così? Tanto in ogni caso poi si ricreerebbe un nuovo mondo, un nuovo universo. Tutto cambia e ricomincia da capo. Perché farne un dramma?"

"Dean ha ragione, Crowley, so che adesso pensi che questo dolore sarà eterno, anche io lo pensavo con mia moglie, ma poi passa! Anche il tuo dolore passerà!" Disse Bobby.

"E poi ritornerà, perché niente passa davvero ma tutto ritorna." Disse Crowley che non riusciva a tenere gli occhi aperti per più di due secondi.

Sam fece una smorfia.

"Non sono sicuro che mi piaccia questo Crowley che si piange addosso."

"Forza, sleghiamolo, tanto in queste condizioni non può andare da nessuna parte, mettiamolo in un letto. Tu guarda che cosa mi doveva capitare, trasportare di peso Crowley."disse Dean che lo aveva preso per le spalle e Sam gli aveva tirato su le gambe.

"Considera che Bobby ci va anche a letto!"

"EHI!! Vi sembra il momento??" Intervenne lui.

"Sai com'è fatto, Bobby, piuttosto cerca di convincere Crowley a stare lontano dal ragazzo almeno per un po', oltre a non fargli bene mentalmente, potrebbe avere dei casini. Non sta bene che un signore anziano, si metta a pedinare un ragazzo giovane di sti tempi "

"Non chiamarlo così davanti a lui, oltre a trovarlo offensivo sarebbe capace di possedere un ragazzo più giovane solo per quello che hai detto. Non è lucido di sti tempi." Disse Bobby.



*

Crowley ci aveva provato a restare lontano dal ragazzo per qualche giorno, ma poi non ce l'aveva più fatta, aveva rassicurato tutti che ora si sentiva molto meglio e non avrebbe più perso il controllo, loro erano scettici ma più di tanto non potevano fare, era comunque un demone che poteva smaterializzarsi come voleva. Crowley quindi di tanto in tanto tornava a guardarlo da lontano. Quella volta però sarebbe stato un giorno diverso.

Crowley lo avvertì nelle ossa che quello sarebbe stato un giorno maledetto.
Si era svegliato male e uno strano malessere lo aveva permeato da cima a fondo.

Continuava ad averlo anche mentre camminava spedito al solito posto dove avrebbe visto il ragazzo aspettare alla fermata del pullman. Ma il ragazzo non si presentò.

I peggiori sospetti di Crowley sembrarono solidificarsi. Qualcosa era andato storto, ma perché pensare a qualcosa di negativo? Magari il ragazzo era stato male, magari aveva marinato la scuola. Restò a gironzolare nei dintorni, sperando di vederlo e lo trovò intento a fare colazione in una tavola calda e a giocare ai videogiochi.

Sorrise. Si era preoccupato inutilmente. Qualcosa lo spingeva però a tenerlo ancora d'occhio e quindi ordinò un caffè, una torta di mele e si mise a leggere un giornale. La tivù era accesa sul telegiornale, i soliti servizi sul tizio che si spacciava per Lucifer, -secondo gli umani- andando in giro per il mondo a guarire le persone dei loro malanni, erano cominciati.

Crowley sorrise.
Come ci siamo ridotti ragazzo, a fare da schiavetti agli umani. Non ci sono più i demoni di una volta eh?

Inaspettatamente, dopo mezz'ora, il ragazzo uscì dalla tavola calda e Crowley dovette correre per riuscire a stargli dietro. Il panico ormai si era impadronito di lui. Aveva notato uno strano sguardo negli specchi del locale. Uno sguardo triste.

Lo sguardo di uno che si era fatto una canna. Era infelice? Per qualche secondo quella sensazione, la sensazione di non poter fare nulla per aiutarlo, lo fece sentire fisicamente male, poi, dovette dimenticarsene, troppo preso dalla furia di non perderlo si vista.

Poi la vide
La macchina .
E quello stupido del ragazzo ci stava proprio davanti, con l'espressione svagata di uno che stava pensando probabilmente a un mare di canne in cui poteva affogare e non pensava a niente altro.

Crowley agì con la veemenza di un fulmine, lo spinse rudemente via, lontano dal mostro meccanico che voleva portargli via suo figlio per l'ennesima volta.

Caddero entrambi sull'asfalto, sentendo il clacson e gli insulti del conducente.

"Stai bene, ragazzo?"
"Io...io..sì, ma che diavolo..."

Il demone degli incroci per l'esattezza, avrebbe voluto rispondere Crowley, ma il ragazzo non avrebbe capito la battuta.

"Se vuoi suicidarti, ci sono altri modi più sicuri per farlo senza la presenza di un pubblico."

Il ragazzo non sembrò avere preso bene quella battuta. Si alzò spolverandosi i vestiti.

"Non posso crederci, sei ancora tu!" Disse, meravigliato e arrabbiato.

"Come??"

"Non fare finta di non capire!! Ti ringrazio per avermi...salvato? Tolto dalla strada? Ok, grazie, ma ciò non toglie che continuo a vederti dappertutto, dovunque vada! Sembra proprio che tu mi segua, si può sapere che diavolo vuoi da me????"

A Crowley mancò la terra da sotto i piedi. Gliel'avevano detto tutti ma lui non aveva voluto prestare loro ascolto.

Stava per parlare, quando il ragazzo lo anticipò.

"Aspetta, prima che tu dica un'altra parola, voglio che tu sappia che io non sono.....sai, quel tipo...non credo sarei il tuo tipo, sai. Non mi piacciono gli uomini!"

Crowley proruppe in una risatina.

"Cosa.....tu credi che io sia..."
"Con tutto il rispetto, ovvio!"

"Non so se scoppiare a ridere o essere offeso perché mi hai preso per una sorta di maniaco, ragazzo, ma devo darti una notizia, non mi interessi, non in quel senso. Semplicemente tu mi ricordi. ..una persona, una persona che non c'è più. Non volevo spaventarti!"

"Chi? Chi è?" Di colpo il ragazzo si era fatto curioso. Troppo.

"A chiunque altro direi di farsi gli affari suoi, ma ....mio figlio. Assomigli in modo incredibile a mio figlio."

Gli occhi del ragazzo divennero tristi. Crowley odiò quel cambio di espressione.

"È...morto?"

"Un tragico incidente in nave. Ci vediamo ragazzo. Sta attento alla strada." "Aspetta, lui...come si chiamava?"

Crowley lo guardò per un lungo istante.

"Con tutto il rispetto, ragazzo, ma questi non credo siano affari tuoi." E sembrò considerare la conversazione chiusa, quindi gli diede le spalle e continuò a camminare.

"Damian! Io sono Damian. ." Quella frase lo fece gelare sul posto. Non osò voltarsi.
"Se vorrai tornare!" Disse ancora il ragazzo.

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Capitolo 66
*** Come la bella e la bestia ***


Era passato un mese. Non vedeva Damian da un mese e non lo vedeva da quando lui si era presentato a lui dicendogli il suo nome.

Che cosa avrà mai pensato il ragazzo? Avrà pensato che lo hai preso in giro, chiaro!
Si tormentava. Crowley aveva deciso così da quando Death lo aveva rimproverato.

Il fato vuole che gli esseri umani non ricordino le loro vite precedenti e avendo capito quello che lui voleva fare, ha fiutato un rischio e ha messo in pericolo Damian, per allontanarlo da lui.

Crowley avrebbe voluto che Death gli dicesse chi era direttamente responsabile di quello, ma Death disse che era una cosa che non erano tenuti a sapere neanche gli angeli, erano perfino più alti delle Parche.

Crowley aveva troppa paura di quello che poteva fare il fato, a Damian e con l'anima distrutta, aveva deciso di non vederlo più ma dentro di sé, si sentiva morire.

Un giorno, poi, qualcuno bussò alla porta della sua nuova casa.

Credeva fosse Dean, Sam o Bobby e invece si trovò davanti quello strano ragazzo.

"Tu????"

Rimase senza fiato.

"Perché non me l'hai detto." Il ragazzo era in lacrime e aveva gli occhi rossi.

"Stai piangendo. Qualcuno ti ha fatto del m..." tentò di mettergli una mano sulla guancia ma lui levò la mano con stizza.

"Perché non mi hai detto che sono TUO FIGLIO?"

A Crowley si mozzò il respiro.

"Non so di cosa stai..."

"BUGIARDO! Io lo so! Sono GAVIN, è questo il mio nome, non è vero!

Crowley ebbe la pelle d'oca.

"Come hai..."

"Non mentire! Guarda che io lo so! I sogni che ho fatto...la nostra vita insieme! Ho sognato di noi, io...io RICORDO!! Solo che non era...non era di questo tempo! So che lo sai anche tu!"

Crowley poteva mentire. Cacciarlo e dirgli che era un pazzo, che non voleva saperne niente di lui, ma non ce la fece. Allargò le braccia e lo abbracciò.

Lo abbracciò stretto come non aveva mai fatto. Era una sensazione nuova, meravigliosa. Sentì qualcosa dentro di sé cantare. Il ragazzo singhiozzò. Lui cercò di calmarlo.

"Sì, hai ragione. Hai ragione."





*

Si erano seduti sul divano, ancora abbracciati, mentre continuavano a parlare di loro due. Damian raccontò che la notte stessa che lo aveva salvato dalla macchina, cominciò a fare strani sogni su loro due, sul loro passato , entrambi avevano delle sembianze diverse ma lui sapeva fossero padre e figlio, i sogni continuarono per tutto il mese che lui non si era fatto vedere, tutte le notti. Non erano più sogni, si erano trasformati in ricordi. Con il passare dei giorni Damian non aveva neanche più bisogno di sognare per ricordare. Si sentiva impazzire, non era la vita che stava vivendo, era qualcosa di troppo lontano perché la sentisse ancora collegata a lui e non aveva nessuno con cui parlare, lui era sparito.

"Avevo paura. Non avevo il coraggio...venire da te e dirtelo...non mi avresti mai creduto. Come avrei fatto? Scusami!" Diceva Crowley.

"Io SAPEVO che c'era qualcosa di strano in te, qualcosa che dovevo sapere. Anche se non mi parlavi mai, era come se la mia anima ti chiamasse!

"Quando l'hai capito?" Gli chiese guardandolo.

"Quando sei sparito la prima volta. Mi sono sentito.... abbandonato!"

Crowley fece mente locale. La prima volta era stata quando Sam, Dean e Bobby lo avevano legato al bunker.

"E così ti stuzzica essere pedinato? È un tuo fetish?" Scherzò Crowley.

"Non essere sciocco! La verità è che....quelle piccole attenzioni mi facevano sentire..coccolato."

"Attenzioni?"

"Stavi a distanza come se non volessi darmi disturbo eppure ti sentivo....mi accorgevo anche delle cose che facevi per me! Magari mi allontanavo per andare in bagno e al mio ritorno alla tavola calda vedevo che avevi cambiato canale su un programma che mi piaceva ! Oppure mi facevi trovare delle monetine sopra il tavolino dove mangiavo!! L'ultima volta sono stati dei popcorn al cioccolato bianco." Rise.

"Ti sono piaciuti? Non conosco i tuoi gusti!" Gli disse accarezzandogli i capelli liscissimi.

"Li ho adorati! Facevi queste cose per me, senza metterti mai al centro...senza avere il coraggio di parlarmi, è stato così che capii che non potevi essere...una brutta persona, poi sei sparito e io mi sono sentito.. .perso...forse la rabbia con cui ti ho assalito quel giorno, è stato perché ero arrabbiato con te."

"E io non l'ho capito. Sono sparito di nuovo, perdonami."

"Sono così confuso, i miei sogni mi rimandano un tempo in cui ti davo del voi. Quanto vecchia é la vita che non ricordo? Mi sembra strano parlare di questo. Non mi sono mai interessato a cose mistiche... sono più tipo da esploratore, da ricerche sugli animali.. Non pensavo mai che un giorno avrei potuto trovarmi coinvolto in qualcosa del genere..."

"Eppure certe cose esistono, esiste praticamente tutto, sai."

"Tutto cosa?"

Crowley sembrò combattuto.

"Tu credi ai mostri?"

"Io...perché me lo stai chiedendo? Dei mostri ti hanno fatto del male?"

"Figlio..c'è stato un motivo per cui io già sapevo della tua esistenza e ti assicuro che non ho fatto nessuna seduta di ipnosi regressiva, quelle cazzate che vanno tanto di moda oggi."

"Quindi lo sai perché hai...fatto anche tu dei sogni su di me?"

"No...lo sapevo."

"Ma allora come..."

" Se ora ti dico chi sono io davvero, ti perderei..."

" Non dire sciocchezze Non puoi essere qualcuno di cattivo..."

"E se invece fossi QUALCOSA di cattivo?"

"Se stai cercando di farmi paura per farmi andare via ..."

" É l'ultima cosa che voglio ma é mio dovere dirti quello che sono per proteggerti, per darti la possibilità di scegliere!"

"Scegliere cosa?"
"Se tu sapessi, se tu davvero sapessi cosa sono, non vorresti più vedermi!"

"So che cosa stai cercando di fare! Tu sei spaventato quanto me e stai cercando di mettermi paura! Ti assicuro che non FUNZIONA! Non me ne andrò ed è inutile che fai i tuoi giochetti con me."

Crowley a quel punto si alzò e lo guardò solennemente.

"Questo ti sembra un trucchetto?" Gli fece vedere gli occhi rossi.

Damian lo guardò, sbarrando gli occhi.

"Si, non è neanche tanto originale." Disse, però tremava.

A quel punto, Crowley chiuse di nuovo gli occhi e si sedette sul pavimento e dopo pochi istanti, uscì dal suo stesso corpo sotto forma di fumo rosso.

Damian aveva gli occhi sbarrati e la bocca aperta. Era terrorizzato.

"No, non può essere. "

Il fumo cominciò a librarsi in alto sotto un Damian paralizzato dal terrore, poi il fumo fece un balzo verso di lui e quella fu l'ultima goccia. Damian si coprì la faccia con le mani e sconvolto si tirò in piedi e scappò dalla casa.

Stava correndo giù per la salita, quando si ritrovò a incrociare Jack e Adam, - che da quando era tornato dal Purgatorio, erano diventati grandi amici- che stavano andando a trovare Crowley. Damian stava correndo senza guardare davanti e andò a sbattere dritto contro Jack.

"Scusa, io..."

"Gavin, stai bene?" gli chiese Jack.

Damian sbarrò ancora di più gli occhi e si allontanò ancora di più correndo via da loro,mentre Adam gli diede un colpetto con il gomito.

"Perché lo hai chiamato così??" Gli chiese il biondo.

"Scusa, mi è venuto naturale."

"Corriamo a vedere che è successo!" Disse Adam.

Quando aprirono la porta, trovarono Crowley in salotto, seduto sul pavimento con la testa china.

"Crowley!"

Si precipitarono da lui e gli tirarono su la testa.

"Abbiamo visto Gavin correre qui fuori! Che cosa è successo?" Chiese Adam.

"Gli ho mostrato...la mia vera natura! I miei occhi e...la mia anima ROSSA, anzi nera."

"Oh, Crowley...perché lo hai fatto? Era qui! Gavin era QUI! Potevate finalmente stare insieme! " Chiese Jack disperato.

"Io e lui non potremo mai stare insieme!"

"Perché??" Chiese Adam.

"Perché....io sono morto e lui è vivo..." disse lui chiudendosi in un silenzio definitivo. I due ragazzi si lanciarono un'occhiata.




















Note dell'autrice:  Allora, ragazzi sono certa che non vi aspettavate tutti questi risvolti en???loool ve lo avevo detto che questa storia era piena di sorprese xd

vi confesso che In un primo momento avevo voglia di mettere tutto in una maniera un po' più leggera ....l'idea era quella che Damian non scappasse a perdifiato dopo averlo visto , ma semplicemente lo abbracciasse , poi mi sono un po' immedesimata in Damian e ho capito che io non avrei reagito così ma sarei scappata via e penso che un po' tutti avrebbero reagito così a prescindere da chi ti trovavi davanti xd anche fosse stato un parente e quindi non ce l'ho fatta a far finire tutto a tarallucci e vino xd ma vedrete che sarà ancora più bello così perché ci saranno ancora tante sorprese

e avete notato anche che ho messo un po' da parte la prima generazione /Sam e Dean / per lasciare spazio alla seconda di ragazzi più giovani ? Un po' mi dispiace metterli da parte, però allo stesso tempo mi fa piacere anche dare più spazio anche a Jack e Adam!

Il titolo è perché la scena mi ricorda troppo quando Belle scappa via dalla bestia la prima volta perché lui la aggredisce, mi sono divertita a mettere questo titolo ahahah , mentre invece la frase finale di Crowley è quasi identica a una frase de "il corvo" detta dalla ragazzina Sarah!

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Capitolo 67
*** Tre ragazzi e una palla ***


Damian aveva finito di giocare a basket con alcuni suoi compagni di squadra, infine rimasto solo continuò a palleggiare con la palla.

"Ho sempre sognato di stracciare qualcuno a basket!" Disse Adam.

Damian si girò e rimase a bocca aperta, riconoscendo in quei due ragazzi, gli stessi che aveva incontrato quando era andato a casa di....

No, non voleva dirlo. Non voleva dirlo.

"Io vi ho già visto. Qualche giorno fa. Ti sono sbattuto addosso." Disse Damian, guardando Jack.

"É vero. Pensavamo che avessi Lucifer alle calcagna." Disse Jack.

Adam gli diede di gomito guardandolo male.

"Che cosa ci fate qui? Mi state seguendo per qualche motivo?"

"Siamo venuti qui per....Crowley, anche se lui non sa che siamo qui. Volevamo essere sicuri che tu stessi bene!" Disse Adam conciliante.

"Non vi manda lui eh? Credete che io sia uno stupido, vero? Beh, potete andare a dire a CROWLEY, di andare a farsi fottere, lui e i suoi trucchi idioti!"

"Non erano dei trucchi." Disse Jack.

"Sì, certo, come no. E quindi cosa sarebbe lui allora? Un mostro? Uno stregone?"

"Un demone!"

Damian li guardò sbigottito, poi scoppiò in una lunga e sonora risata.

"Siete fenomenali, ragazzi, dico sul serio, voi dovreste fare televisione. "

"Hai visto cosa sa fare, perché ti ostini a non credergli o forse è perché hai paura?" Chiese Adam.

"Sì, in effetti sapere che il mio presunto padre di quattro secoli fa è diventato un orrendo mostro, credo abbia qualcosa che potrebbe impensierirmi." Disse sarcastico. "Ma in ogni caso, a voi che vi frega? Che legame avete con lui? Aspettate non sarete mica...anche voi..."

"No! " Dissero in coro loro.

"Non siamo figli di Crowley, tu lo sei." Disse Adam. "Ah, ah, quatto secoli fa, giusto? E dovrei credervi, perché voi sareste..." disse infilando la palla nel canestro.

"Io sono tornato in vita per merito degli angeli." "Io sono un nephilim. Mezzo angelo e mezzo umano."

Damian si girò incazzato.

"Vi diverte così tanto prendermi in giro?"

"Ti stiamo dicendo la verità, Damian!" Disse Adam.

"E io non ho nessun motivo per credervi! Demone dite? Come mai state lottando così tanto per farmi riappacificare con lui, se è vero???"

"Perché Crowley è cambiato molto rispetto a un tempo, è nostro...amico...e sta soffrendo molto per te."

"Da quando i demoni fanno amicizia con gli umani?? E che significa che sta soffrendo?? Mi ha attaccato!! Ha fatto quella cosa orrenda, il suo corpo si è spento ed è uscito quel fumo e ha cercato di aggredirmi!"

"Perché è uno stupido e un idiota e un citrullo e poi un coglione!" Disse Adam.

I due ragazzi lo guardarono sbalorditi.

"Scusate, mi faccio traviare dal linguaggio dei miei fratelli " spiegò.

"Lui non ti avrebbe mai fatto del male! Ti ha attaccato solo per spaventarti in modo che tu scappassi!" Disse Jack.

"Tzk!"

"Pensaci, ti avrebbe salvato da quella macchina, altrimenti?" Chiese Adam.

Damian sembrò cambiare espressione.

"Facciamo così, adesso ti sfideremo a una partita, se vinciamo noi, ci crederai." Disse Adam con un sorrisino.

"Vi darò la possibilità di farvi credere da me." Puntualizzò Damian.

"Accettiamo!" Disse Adam e sia lui che Jack si avvicinarono al campetto. Damian li studiò con attenzione, poi sorrise.

"Ogni canestro un punto. Chi ne fa dieci, vince. Via." Buttò la palla in aria e subito i ragazzi si scatenarono. Adam prese subito la palla, rincorso subito da loro due, cercò di fare canestro ma mancò e la palla la prese Damian che scappò ridendo, in possesso di palla, a sua volta cercò di fare canestro ma stavolta fu Jack a impedirglielo.





Andarono avanti così per un po' quando Adam segnò il primo canestro, Damian ne segnò altri due e Jack ne segnò due di fila.

La partita era ancora tutta da giocare, da capo Adam, Damian e Jack ne segnarono uno a testa, erano due per Adam, tre per Damian e due per Jack.

Damian era caduto due volte, una addosso ad Adam con la testa sulla sua schiena e un'altra volta con le gambe attorcigliate a quelle di Jack, cercando di prendergli la palla. Alla fine Jack riuscì a impossessarsene, alzandosi, dandogli una fuggevole carezza sui capelli mentre correva via. Sia a lui che a Adam faceva tenerezza quel ragazzo.

Quella partita segnava per tutti e tre l'inizio della loro amicizia.

Alla fine, vinse Jack con dieci canestri, mentre Adam era a otto e Damian a sei.

Jack continuava a urlare per la vittoria, poi quasi dispiaciuto diede la mano a Damian, che la prese e con un sorriso, lo guardò.

"Lo sapete, vero, che vi ho lasciato vincere? L'ho fatto perché sono un gentiluomo."

"Dici davvero?" Chiese Jack rimanendoci male.

"Certo che no! Ci sta prendendo in giro, Jack!" Disse Adam, mentre Damian scoppiava a ridere.

A quel punto si sedettero tutti sul muretto, Damian passò loro una bottiglia d'acqua.

"Allora....che dire, non ho mai visto un angelo sporcarsi di fango per giocare a una partita a pallacanestro!" Esordì sorridendo, bevendo dalla bottiglia.

"Mi piace restare umile!" Disse Jack, bevendo a sua volta. Adam pensò che forse tutto sommato Jack stava imparando la sottile arte dell'ironia.

"E io sono contento che nonostante la mia esperienza di resurrezione, non abbia mantenuto traumi con il terreno. Devo ammettere che non ne ero poi così sicuro!" Disse Adam.

"Sostieni ancora di essere tornato dal mondo dei morti?" Chiese Damian con scetticismo. "E come avresti fatto? Scavando?"

"Beh, no, non ho fatto come Eric Draven, quelle credo siano robe da film, insomma..a meno che non torni con una forza sovrumana come Hulk! No, mi ha tirato fuori un angelo..." disse Adam, poi vedendo che Damian guardava Jack, aggiunse: "No, non lui. Un altro."

"Continuo a chiedermi perché vi permetto di prendermi in giro!" Ridacchiò Damian.

"Che cos'hai lì?" Chiese Jack, indicandogli il ginocchio.

"Solo un graffio mentre giocavo. Non mi piace quando cercano di distrarmi cambiando discorso."

"Avevi detto che ci avresti creduto!" Protestò Adam. "No, ho detto che vi avrei permesso di provarci e per adesso non state andando alla grande!"

"Fammi vedere." Disse Jack.

"Perché? È solo un graffio, ma...che..."

Jack gli tenne fermo il ginocchio e i suoi occhi luccicarono di azzurro.

Damian fece un verso strozzato, guardandolo. "Oddio!"

Jack gli lasciò il ginocchio e i suoi occhi tornarono normali.

"Oh mio dio."

"Gradirei non lo nominassi, non in mia presenza almeno.. non voglio sembrare un infedele o blasfemo, ma sai... lui ha dato l'ordine di sterminare me e tutta la mia razza tanto tempo fa , non sono esattamente in buoni rapporti con lui."

"Dici sul serio?? Oh mio...oh cavolo, amico, mi dispiace!" Disse Damian triste. Era sempre un ragazzo e vedere quelli come lui soffrire riusciva sempre ad abbattere le corazze , Adam pensò che se a tutti gli esseri umani sarebbe bastato così poco, avremmo vissuto in un mondo migliore.

"Aspetta, Dio è contro gli angeli??" Si chiese Damian.

"Solo contro i mezzi angeli, ma cambiamo discorso, vuoi? Torniamo a tuo padre." Insistette Adam.

"Aspetta ancora un secondo, non capita tutti i giorni di scoprire che gli angeli esistono...quindi a questo punto volevo chiedertelo visto che non so se avrò un'altra occasione.. se esistono gli angeli, allora esiste anche...il diavolo?" Insistette Damian.

"Se ti riferisci a Lucifer, è mio padre.." disse Jack senza guardarlo.
Damian spalancò la bocca, guardandolo.

"Quindi il tizio che compare in tivù dicendo di essere Lucifer.. è davvero lui??" 
"Esatto." Disse Jack.
"Non è che adesso scappi a perdifiato come l'altra volta eh?" Chiese Adam preoccupato.

Damian scosse la testa.

"Vi ho concesso di giocare con me no? Non so come funziona con voi esseri speciali ma da noi funziona che se chiedi a qualcuno di fare una partita, non scappi da lui mezz'ora dopo. Insomma, non chiediamo mica a tutti di giocare, sapete? È praticamente una prova di fiducia."

I ragazzi lo guardarono perplessi.

"E poi forse mi sento un po' solo...i miei compagni di scuola sono fantastici ma...non posso dire di avere veri amici...non davvero...e la mia famiglia.. .è assente...un po' come lo era il mio vecchio padre... Buffo no?"

Si coprì la faccia sulle ginocchia.
I due ragazzi gli misero le mani sulle spalle, lui alzò la testa.

"Vi credo. Forse vi ho creduto dal primo momento che vi ho visti, ma ho paura. Che cosa ha fatto mio padre di terribile? Perché è diventato un demone?"

"Un patto con il diavolo." Disse Adam.
Damian sbatté gli occhi, stupito.

"Cos...davvero? Esistono veramente queste cose? E cosa...cosa ha chiesto? Ricchezza?"

"Attributi maschili più generosi." Disse sempre Adam imbarazzato, guardando per terra.

Damian lo guardò confuso e spiazzato, poi loro scoppiarono a ridere e lui di riflesso.

"Dai, mi state prendendo in giro. Lo sapevo."

"No, no, davvero....era piuttosto vanesio. Chiedi a lui se non ci credi!" Chiese Jack.

Damian divenne triste.

"Mi ha cacciato. Non mi vuole con lui."
"No, l'ha fatto a malincuore perché ci tiene a te!" Disse Adam.

"Oh, per favore! Non sa neanche chi sono in questa vita! Non può volermi bene per quello che ho rappresentato una volta! E poi se anche fosse...scappando gli ho dimostrato che ha ragione a non fidarsi!"

"Sei troppo duro con te stesso! Ti parlo da nephilim, ok? Io sono un mezzo angelo, ho i poteri, ma se mi fossi trovato, senza essere stato preparato prima, davanti a un demone come Crowley che minacciava di attaccarmi così, sarei scappato pure io!"

"A proposito, com'è possibile che Lucifer ha avuto un FIGLIO??" Damian non riusciva a capacitarsi. "Può procreare? Oddio, può essere chiunque???" Sembrava paralizzato dal terrore.

"Non è mai stato sulla terra, cioè si, ma da poco, pochi mesi...è difficile da spiegare, ma tranquillo, è buono, posso garantirlo, anche se lo conosco solo da qualche mese."

"Lo conosci da qualche mese? Ti ha abbandonato??"

"No, mi ha cresciuto da quando ero piccolo." Disse Jack confuso sotto lo sguardo allarmato di Adam.

"Allora perdonami, ma c'è qualcosa che non mi torna..."
"Adam, aiutami!!" Disse Jack disperato.
"Ok, credo che adesso stiamo davvero andando fuori dal seminato, siamo venuti qui per parlare di tuo padre, non del suo!"

"Ti chiedo di guardarmi come guarderesti un normale ragazzo di questa terra, non come un fenomeno da baraccone." Disse Jack mogio.

Damian cambiò dubito espressione.

"Oh, cavolo, scusami...io..non volevo, mi dispiace, ok, ricominciamo da capo. Certo che tra tuo padre e il mio...non so chi è messo meglio eh?"

Questo fece ridere Jack e anche gli altri due.

"Ti prometto che quando sistemeremo questa cosa di Crowley, ti racconterò anche di lui."

"Se alla fine di questa storia avrò mantenuto a mia santità mentale, ne sarò felice! Non vedo l'ora! Dunque eravamo rimasti a come convincere mio padre che è un demone, a...uhm...accettare le mie scuse?"

"Ci vuole qualcosa di plateale e scenografico! Damian, tu come te la cavi con il canto?" Chiese Adam.




















Note dell'autrice:  Allora, ragazzi, spero il capitolo non vi abbia annoiato ahagah a me è piaciuto molto scriverlo, perché amo l'amicizia tra ragazzi giovani e so che Adam e Jack sono più grandi di lui, ma io me li immagino comunque più bambini come modi di fare e quindi penso che possano fare tranquillamente amicizia con Damian xd

Ce l'ho messa tutta per rendere tutto più realistico plausibile, ma ragazzi, non so davvero come reagirebbe un ragazzo nella situazione di Damian, scoprire che tuo padre è un demone e che ti trovi davanti un resuscitato e un mezzo angelo, non mi è mai capitato ahahah Damian è giovane come tutti i ragazzi giovani a quell'età è più facile accettare stranezze e poteri paranormali E in ogni caso Chissenefrega, non voglio stare troppo a pensare a come creare cose realistiche o no! I dialoghi sono venuti così e basta, avevo detto che non mi sarei fatta più problemi xd

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Capitolo 68
*** La festa è finita..gli amici se ne vanno..e poi? ***


La mattina dopo, erano di nuovo tutti lì, a disquisire sulle domande di Damian su cosa succedesse dopo la morte, Damian voleva sapere nel dettaglio cosa ci fosse, se era vero che c'era un treno e una galleria o una scala, se uscivi fuori dal corpo...e loro due che sghignazzavano per il fatto che non avevano le risposte, perché una volta resuscitati, dimentichi tutto e che Sam e Dean ricordavano solo perché gli angeli lo avevano voluto, loro si erano trovati direttamente in Paradiso, ma dal momento che non erano morti davvero, poteva essere diverso per le altre anime. Probabilmente Damian si era illuso che un resuscitato o un demone potessero rivelarglielo e invece no. Risero per un po' di questa cosa.

L'unica cosa certa era che andavano in paradiso, o all'inferno o in purgatorio, anche se non erano chiare le dinamiche che portavamo a queste collocazioni e che alcune persone ritornavano, ma anche questo per quanto riguardava il come e il perché era avvolto nel mistero!

Damian fu comunque contento e sollevato di sapere che esisteva ancora in qualche modo la vita dopo la morte, un po' meno era contento dell'inferno, ma decise di non pensarci troppo.

Erano le otto del mattino ed erano seduti ad aspettare l'arrivo di un quarto componente.

Quando Damian vide la sagoma di Kevin, sorrise.

"Ma sono due?" Chiese.

"Kevin è arrivato assieme a Gabriel, non può venire da solo in Polonia." Spiegò Adam.

"Però sarebbe divertente provarci! Piacere, Kevin!" Disse il ragazzo.

"Damian."

"Ehi, Damian, io sono Gabriel, sai che sei una sorta di celebrità da noi?" Chiese Gabriel.

"Ehm, mi dispiace, non volevo creare casini."

" Ma quale casino! Ultimamente ci annoiavamo un po' tutti, meno male che sei venuto a scuoterci un po'."

"Gabriel, smettila di farlo sentire a disagio!"

"Non lo sto facendo sentire a disagio, insomma non sto mica facendo così!"

E mostrò gli occhi azzurri.

Damian sussultò e cadde per terra.

"Gabriel!!"

"Non trovi adorabile anche tu che parlino in sincrono come dei gemelli? Ma sono tutto tranne fratelli, il che non importa nella nostra fam.."

Gli tapparono la bocca per impedirgli di dire altre cose, poi Kevin parlò.

"Smettetela, siamo qui per un motivo." Disse Kevin, aprendo la valigetta che si era portato dietro e invitando Damian ad avvicinarsi che, incuriosito, si illuminò di gioia a vedere quello che c'era dentro.

"Fuochi d'artificio??? E sono microfoni questo?" "Sceglierai quello che ti fa più comodo, vuoi o non vuoi fare colpo? Qui ce ne sono di tutti i gusti!" Disse Kevin mostrandogliene una grande quantità e di colori diversi.

"Queste sono tovagliette e queste...sono per dolci?? Gabriel! Ma pensi sempre a mangiare tu??" Chiese Jack prendendo un portauovo per dolcetti.

"Ehi, secondo te come hanno fatto Sam e Dean a convincermi a fare una sorpresa a Crowley senza niente in cambio?"

Damian era con il cuore pieno di gioia. Conosceva questi tizi da meno di ventiquattr'ore e avevano portato il sole nella sua vita. Sperò solo che andasse tutto bene, perché era un passo dall'avere tutto al perdere tutto. Quella era la vita.





*

Gli angeli avevano proposto una bella villa che aveva loro consigliato Balthazar, dalle parti vicine di Sam e Dean.

Jack e Adam si erano divertiti quando avevano visto lo stupore di Damian quando gli avevano raccontato che non conoscevano una briciola di polacco e che era merito degli angeli se erano potuti venire a parlargli senza fare figuracce.

Damian aveva studiato l'americano a scuola, anzi aveva preso direttamente lezioni per questo, perché in qualche modo pensava che gli sarebbe tornato utile. Quando arrivò per la prima volta alla famosa villa, si trovò davanti un altro angelo che non conosceva.

"Tu devi essere Damian, sai che sei molto famoso tra noi? Vieni qui, che devo darti un supplemento di informazioni!"

Gli prese la testa e Damian avvertì come se la sua testa si mettesse a girare come una giostra e allo stesso tempo cantasse come un coro di usignoli. Era fantastico.

"Ora la tua lingua è perfezionata. Come ti senti, ragazzo??"

"B- bene, a meraviglia." Disse lui ancora stupito. "Ottimo! Ora che ne dici se ti faccio fare un giro panoramico della casa? Vieni con me!" Disse prendendolo sotto braccio.



*

Era sera e nella villa di Balthazar si era fatto un pienone, era diventata una vera e propria festa con tanto di buffet in piscina.

Dean, Sam, Castiel e Gabriel erano riusciti a convincere Crowley, che non sospettava nulla, a partecipare. Dicevano loro che aveva bisogno di prendersi una pausa e divertirsi un po', anche Bobby fu determinante per convincerlo.

"Mmm, sì, non c'è male." Disse lui, guardando la piscina.

"Tu stai bene?" Chiese Dean a Benny premuroso e lui annuì.

"Tranquillo, amico mio, ho fatto scorpacciate di sacche a casa e.."

"Ewww, Ben, non rovinarmi l'appetito." Disse facendolo ridere.


Quando entrarono, Crowley si mise subito a stuzzicare Balthazar, anzi cominciarono a stuzzicarsi a vicenda con tanto di insulti bonari, poi si avvicinò BENNY che cominciò a dire che quella villa era più piena di quanto lo fu la sua nave ai tempi e gli altri due scoppiarono a ridere, quando ad un certo punto, Damian si fece coraggio e salì sul palco.

"Che diavolo ci fa lui qui??"
"Buono, Crowley, non essere razzista, qui entrano tutti, umani,angeli,demoni...elfi, principesse, fate.. " disse Balthazar.

"Se è uno scherzo non fa ridere!"

"Sono grato al mio amico BALTHAZAR per avermi invitato come ospite d'onore alla sua festa meravigliosa..."

Crowley si voltò a guardare tutti loro incazzato.

"Mi avete teso una trappola, non è vero??"

"Credevi che dopo aver contattato Death, avessi semplicemente lasciato perdere così facilmente? Mi sottovaluti." Disse Bobby mangiando un'oliva.

"Credete di essere tanto furbi? Vi siete scordati che mi basta fare così per sparire??" Chiese facendo vedere le dita in alto. "Adesso me ne vado e voi rimanete cosi come dei fessi."

"Puoi farlo,certo, ma non saprai mai che cosa è venuto a fare qui tuo figlio." Disse Sam sorridendo.

Crowley strinse i denti e li guardò malissimo, ma non disse più nulla.

"Volevo approfittare di questo palco per dire delle cose a una persona, delle cose che non gli ho mai detto, volevo dirgli che una volta, credevo che il tempo divorasse tutto, credevo che non avrei mai più avuto l'occasione di dirgli certe cose, perché ormai era troppo tardi, troppo tardi per dirgliele, troppo tardi per perdonarci a vicenda, troppo tardi per noi."

Fece una pausa e Dean e Sam sorrisero guardando Crowley guardarlo, ipnotizzato.

"Mi sbagliavo." Disse ancora lui. "Il tempo non divora NULLA, perché alla fine anche se crediamo che non sia cosi, alla fine le persone che perdiamo, trovano sempre il modo di raggiungerci, e quelle PAROLE che tu volevi dire e che pensavi non avresti detto mai più, trovano comunque il suo sbocco e la via per raggiungere la persona che tu speravi le ascoltasse...perché ci sbagliamo, miei cari signori, miei cari ragazzi, miei cari bambini...e lo sapete perché?? Lasciate che vi reciti la parte di un libro che mi piace molto..." prese un libro e recito una frase: E’ passato tanto tempo! Eppure sono ancora la stessa Margaret. Perché solo le nostre vite INVECCHIANO, noi siamo però ancora QUI... Noi siamo là dove i secoli contano solo come secondi, e dopo un migliaio di vite cominciamo ad aprire gli occhi.”

Delle lacrime scivolarono fuori dagli occhi di Sam, Dean, Crowley, Bobby e Benny.

"E ho capito che anche le PAROLE non si perdono mai davvero, sono pazienti e nascono anche quando tu ancora non sei consapevole, magari tu le dici un giorno e pensi di esserti svegliato cosi, e invece erano nate molto prima e hanno aspettato quattro secoli che tu le tirassi fuori. Le parole c'erano anche quando tu non sapevi ancora della sua esistenza.... e quindi adesso voglio tirarle fuori queste parole. Parole rivolte a un uomo che per me è come un padre..."

Crowley sobbalzò a quelle parole.

"Parole che..avrei dovuto dirgli tanto tempo fa...ma che non gli ho mai detto....voglio farlo adesso, tramite la più grande magia che noi abbiamo il lusso di avere su questo pianeta. La MUSICA!"

A quel punto entrò una piccola orchestra e a Damian fu dato un microfono.

L'aveva scelto giallo.

"Signori, ragazzi e bambini, dedico a quest'uomo: WHEREVER YOU WILL GO

Ultimamente mi sono chiesto
chi ci sarà accanto a te a prendere il mio posto
quando me ne sarò andato,avrai bisogno di un amore che illumini quelle ombre sul tuo viso
se un'onda gigante dovesse cadere, e cadere su tutti noi allora tra la sabbia e i sassi, ce la potresti fare a cavartela da solo?
se mi sarà possibile, allora lo farò
andrò ovunque tu andrai
che sia in alto o verso il basso,andrò ovunque tu andrai
e forse, scoprirò
un modo per tornare indietro, un giorno
per guardarti, guidarti attraverso i tuoi giorni più bui
se un'onda gigante dovesse cadere, e cadere su tutti noi
allora spero che ci sarà qualcuno lì
che potrà riportarmi da te
se mi sarà possibile, allora lo farò
andrò ovunque tu andrai
che sia in alto o verso il basso, andrò ovunque tu andrai

scappo via con il mio cuore
scappo via con la mia speranza
scappo via con il mio amore

ora so abbastanza bene quanto
la mia vita e il mio amore possano ancora andare avanti
nel tuo cuore, nella tua mente, starò con te per tutto il tempo
se mi sarà possibile, allora lo farò
andrò ovunque tu andrai
che sia in alto o verso il basso, andrò ovunque tu andrai

Se potessi tornare indietro col tempo
andrei ovunque andrai tu

andrei ovunque andrai tu



Quando la canzone finì, Crowley aveva gli occhi pieni di lacrime.

Damian prese di nuovo il microfono.

"Quest'uomo è seduto a guardarmi, adesso, vorrei che lui sapesse che non lo obbligherò a svelarsi se non vorrà, ma se un MINIMO queste parole per lui hanno fatto effetto...desidererei tanto abbracciarlo."

Dean, Sam, Bobby si girarono verso di lui in trepidante attesa. Furono attimi carichi di pathos, poi lui piano si alzò sorridendo e il pubblico scoppiò in un applauso fragoroso, Damian si lasciò scappare un singhiozzo e sotto l'orchestra che aveva cominciato a intonare una musica dance per l'occasione, si corsero incontro fino ad abbracciarsi in mezzo alla folla.

"Abbiamo scelto i posti migliori." Disse Dean sorseggiando un cocktail arancione.

"Grazie, grazie!!" Sussurrava Crowley all'orecchio del figlio.

"No, grazie a te! Sei stato tu a venirmi a cercare, tu che l'hai reso possibile!!"

Questo fece venire in mente qualcos'altro a Crowley e poco dopo mentre ancora tutti cantavano e ballavano e dopo che riuscì a districarsi dall'abbraccio stritolante di Benny, che si congratulava con lui, riuscì ad intercettare Bobby che sceglieva delle lattine nella macchinetta, lo fece voltare e se lo attirò a sé, sul suo petto.

"Ma che....Crowley, che...fai?"

"Sei stato TU a renderlo possibile!! Bobby, non te l'ho ancora detto, ma sono pazzamente, irrimediabilmente innamorato pazzo di te!!"

Bobby lo guardò paonazzo, ma subito dopo sorrise.

"Era ora che ti decidessi a dirlo, mascalzone!" E si andarono incontro a un bacio appassionato, mentre Bobby faceva cadere le lattine con un gran fracasso sotto gli occhi allibiti di Sam e Dean che li avevano visti a distanza.

Sam e Dean si trovavano nel cortile della villa vicino alla piscina, Sam continuava a guardare la piscina con i ragazzi dentro e a fare battutine.

"Andiamo, Sammy, non siamo più dei giovincelli che si buttano in piscina con i ragazzini."

"Ma che stai dicendo? Siamo giovanissimi, invece." disse Sam.

"Non come loro!"

"Ti dico che siamo dei fuscelli.." disse Sam.

Benny e Marzio arrivarono da dietro e lì spinsero facendoli volare dentro la piscina tutti vestiti.


Dean riemerse con i capelli tutti bagnati appiccicati alla faccia.

"Benny! Ma che. .dovresti essere nostro amico!!" Disse Sam.

"Eravamo stufi di sentire le vostre cazzate!" Disse Benny.

"Concordo." disse Marzio.

"Amore, ti amo tanto, sei fantastico!" disse Meg, in bikini giallo, con gli occhiali da sole.

"Marzio!! Sei...uno stronzo!" Disse Dean ma non sembrava scontento, anzi.

"Un SIGNOR stronzo, prego!" Disse lui, tuffandosi a sua volta, insieme a Meg e Benny.

Dean e Sam gettarono a loro subito l'acqua addosso e loro fuggirono sott'acqua, poi Dean prese Sam da dietro e gli baciò il collo.

"Allora avevo ragione??"

"Tu hai SEMPRE ragione, amore mio!! Sempre!!"

"Dean! Sam! Guardate chi c'è!"

Era la voce di Adam che li chiamava, in compagnia di Gabriel e Jack.

"Vi siete persi il discorso di Damian! Stronzi!" Disse Dean cercando di bagnarli con l'acqua.

"Non ci siamo persi proprio niente! Balthazar ha voluto immortalare il momento registrando la scena. Non ve ne siete accorti??" disse Gabriel.

"Ma cosa dici??" Chiese Sam.

"Un'idea di Balthazar, voleva avere dei ricordi della festa!"

"Aspetta, non avrà mica...ripreso tutti noi?"

"Ma cosa cambia.. .perché...ohhhh. " disse Adam guardando Dean e Sam che erano sbiancati. "Ops!" Disse Gabriel scoppiando a ridere.

Sam per dispetto lo afferrò per la giacca.

"Ehi, no, no, aspetta, la giacca no...molla la giacca!"

Troppo tardi, era caduto in acqua.

"Mi dispiace, me l'ha detto solo cinque minuti fa!" Disse Adam mortificato.

"Non importa, non fa.." aveva cominciato Sam, ma Adam si era alzato in piedi.

"Adam, dove vai???" Gli aveva chiesto Dean.

"Vado a chiedere a Balthazar di farmi vedere le registrazioni. Tranquilli, non dico il motivo!"

"Adam, aspetta, chi se ne frega!! Adaaam!" Lo aveva chiamato Dean inutilmente.

"Lo seguo e cerco di farlo ragionare!!" Aveva detto Jack, che sapeva ovviamente tutto di Sam e Dean, essendo cresciuto con loro, nonostante la sua crescita negli ultimi mesi era stata più veloce.

"Brindo al vostro amore!!" Disse Gabriel, stappò una bottiglia di champagne lo fece bere a Castiel e poi a Sam e Dean.

"Adam è carino a preoccuparsi ma non potremo mica nasconderci per sempre..." disse Dean nuotando all'indietro.

"Ma poi Balthazar lo sa già, gliel'ho detto io..cioè lo aveva intuito già da solo comunque." disse Gabriel.

"Che cosa?? E perchè non l'hai detto prima??" chiese Sam scioccato.

"Era divertente vedere vostro fratello agitarsi così tanto." disse Gabriel facendo una faccia buffa, mentre Dean lo spingeva sotto l'acqua per dispetto.
*

Adam aveva pregato Balthazar di vedere le registrazioni perché temeva che comparissero i suoi fratelli in situazioni imbarazzanti e quando lui aveva voluto insistere per sapere quali, non aveva voluto dirlo, poi disse che si trattava di cose stupide come ubriacarsi o fare gli scemi, Balthazar scoppiò a ridere.

"Va bene, se vedrò delle cose imbarazzanti, te lo dirò." "Non capisci!! Non voglio che tu le veda!! O che Damian le veda!"

Jack non riuscendo a inserirsi tra i due, li guardava a distanza con le braccia incrociate e l'espressione divertita.

"Quante storie, penso che il vostro nuovo amico conosca il sesso no? O forse temi che sia un omofobo??"

"Tu...tu...lo sai?"

"Che cosa?? Che sia omofobo o che i tuoi fratelli ci danno dentro come conigli? Perché, ragazzino ingenuo, tra letti condivisi e corpi attaccati come ventose da qualunque parte si muova l'altro...sarebbe stato strano non capirlo. Poi Gabriel me l'ha confermato."

Adam rimase scioccato e senza sapere cosa dire, Jack rise e andò ad abbracciarlo per consolarlo, mentre Balthazar annunciava che andava a prendere altri alcolici.

Nello stesso tempo Dean stava scoppiando a ridere perché parlavano dello stesso argomento.

"Lo sanno tutti, latin lover!!" diceva Castiel spruzzandogli l'acqua addosso. "Potevi dircelo che lo sapeva anche lui, Gabe!"

"Vabbè, ma siete proprio tonti allora, eh! Balthazar gironzola praticamente sempre attorno a noi e voi non siete stati propriamente discreti quando siete venuti a vedere la casa di Lucifer e Kelly!" gli ricordò.

"Ma che ne so, ormai di noi lo sanno così tante persone che a volte perdo il conto di chi lo sa e chi non lo sa!" disse Dean.

"Ormai credo molto poche." disse Sam ridendo.

"Damian credo ancora non lo sappia." disse Dean.

"Non sarà così ancora per molto." gli fece presente Sam.

"Cosa??"

Castiel scoppiò a ridere e li abbracciò entrambi.

"Sta tranquillo Dean, con la storia che ha, non gli importerà molto di due fratelli che fanno sesso."

"Sam, è ubriaco, vero?"

"Credo proprio di sì!" annuì l'altro.

La festa continuò nel giubilo generale, ad un certo punto arrivarono anche Kevin e Damian a far volare i fuochi d'artificio creando uno spettacolo pirotecnico nel cielo.

Finiti i fuochi era il momento della torta e dei dolci, nonostante fosse l'una passata.

Dean non aveva preso bene il fatto di aspettare così tanto per avere la torta e per vendetta dopo aver assaggiato un cocktail verde smeraldo, prese la mano di Sam incitandolo a salire sul tavolo.

"Ma non avevi detto che non siamo più giovincelli??" Chiese Sam divertito.

"Ho cambiato idea!!"



Cominciarono a ballare sul tavolo e a spogliarsi a vicenda sotto le grida della folla, ad un certo punto Dean prese Sam e lo baciò davanti a tutti, poi Balthazar, Gabriel e Castiel, vestiti solo di piume bianche, recitando il ruolo di angeli, salirono sul tavolo e cominciarono a far gocciolare lo champagne sotto le loro teste.

"Noi angeli benediamo il vostro amore!" Gridò Castiel, palesemente ubriaco.

Kevin e Charlie restarono allibiti, vedendo il bacio.

"Potrei quasi shipparli." Disse lei.
"Che cosa significa shippare?" Chiese lui.

"Era questo che non volevate farmi vedere eh?" Chiese Damian a sorpresa, divertito e decisamente brillo vedendo Sam e Dean.

Adam restò a bocca aperta, vedendo Damian con Crowley che gli teneva un braccio attorno al collo, palesemente divertito.

"Che dobbiamo fare...è testardo." Disse Jack.

"Se può farvi stare meglio, tanto glielo avrei detto io!" Disse Crowley che pareva brillo quasi quanto il figlio.

"Beh, allora, visto che qui vale tutto..." disse Jack, prendendo per mano Adam e salendo sopra al tavolo e baciando appassionatamente l'angelo Gabriel sotto gli sguardi degli altri.

Adam dopo un attimo di esitazione si buttò su Castiel e si baciarono anche loro.

Damian restò un attimo sorpreso, poi levò alto il calice.

"Brindo all'amore multirazze!"





*

Dean e Sam si trovavano nel giardino della villa a guardare la luna, quando all'improvviso comparve Death.

"Davvero una bella festa."
"Death!!"
"Mi dispiace molto non essere stato invitato!"

"T-tu-noi-beh..."

"Respira, Dean, sono venuto in pace, ad ammirare gli esiti del mio fantastico piano!"

"Il TUO piano? No...aspetta un momento, siamo stati noi..." disse Dean.

"Sono stato IO a far incontrare Crowley e suo figlio e il fato ha fatto il resto..."

"Il fato voleva uccidere Damian!" Disse Sam nervoso.

"Oh, per favore..."

"Lo neghi? L'hai raccontato tu stesso a Bobby!" Disse Dean sbalordito.

"Se non fosse stato per quel piccolo incidente, il ragazzo non avrebbe avuto quel trauma che lo avrebbe portato ad avere quegli incubi, non si sarebbe sentito abbandonato e non avrebbe cercato suo padre. Vi ostinate ancora a non vedere il grande disegno?"

"Damian poteva farsi male!" Disse ancora Sam.

"La felicità viene concessa solo al prezzo di grandi rischi. È il giusto prezzo. Sapete, non capita spesso di vedere padre e figlio ricongiunti dopo quattro secoli! Credo che qualcuno dovrebbe scrivere un libro, su questo. Non lo ammetto spesso ma è stato...EPICO. Mi è piaciuto sì. Buonanotte." Disse prima di smaterializzarsi.

Dean e Sam erano ancora sconvolti, tornarono ad abbracciarsi ancora sotto la luna.

"Dean, quello che ha detto Castiel, sul fatto che siamo anime gemelle...."

"Ah, dici quando in piscina ci ha abbracciato e palesemente ubriaco ci ha fatto quella clamorosa dichiarazione d'amore??"



"Dean, Sam, ma lo sapete che voi siete proprio anime gemelle?? Le più splendenti che ho mai incontrato, i vostri destini brillano come fari più di quelle stelle lassù, siete destinati a condividere il paradiso, e io non permetterò mai che possiate separarvi, e se anche fosse che un giorno per incidenza del caso, doveste rinascere, io farò in modo che vi ritrovate... e poi vi verrò a cercare...perché voi avete cambiato la mia vita."

"Dici, la dichiarazione d'amore in cui tu hai pianto come una ragazzina, abbracciandolo dicendogli che gli vuoi tanto bene? Temevo lo avresti baciato ad un certo punto!" Disse Sam.

"Che ti devo dire? Ero felice!"

"E c'è bisogno di piangere??"

"Non piangevo per lui, scemo."

Sam lo guardò felice e lo baciò di nuovo. Restarono minuti interminabili a baciarsi sotto la luna piena.

"Dean...e poi...che succederà?"



*

PLIC

"E poi....basta."

La voce di Chuck.

PLIC

"Tutto senza senso...ho sbagliato tutto...non sono in grado di dare felicità, non sono buono a nulla....sono solo un inetto. L'Eden che volevo costruire era solo un'illusione...il mio impero è un impero di carta...non avrò mai un amore...qualcuno che mi ama ..è giunto il momento...di MORIRE!!"

Chuck si getta nel vuoto.



"NO!! "NO!!"

Lucifer, che guardava da lontano la festa, attraverso le vetrate, in giardino, senza palesarsi, dovette sedersi sul prato per la potenza di quella visione.

"Lucifer!! Calmati!" gli disse Kelly al suo fianco, vestita di un morbido abito di velluto viola.

"No, no, papà!! No!"

"Lucifer, lui non è qui, calmati, calmati! Ci sono io qui, abbracciami!" gli disse Kelly.

Lui lo fece e dopo pochi istanti, prendendo dei grossi respiri, si calmò.

"Sembrava un incubo, Kelly.."

"Sei al sicuro.. con me...ci sono io..." gli disse, poi lo baciò dolcemente.

Lucifer sembrò calmarsi e appoggiò la testa sulla sua spalla.

"Non ero io...a essere in pericolo...era papà!" Disse lui, lasciandola stranita.





*

Chuck si era gettato nel vuoto, andando incontro a una morte fatta d'acqua. La morte era gelata, nebulosa, e bagnata. Aspettò che arrivasse il suo turno, ma arrivò qualcos'altro.

Una mano che cercava di trascinarlo indietro, di impedirgli di anelare alla pace che lui tanto voleva.

"No, lasciami stare...lasciami!"

Nella notte buia, una mostruosa faccia deformata come una gigantesca luna piena blu, lo guardava astiosa, poi parlò.

"Credevi davvero che ti avrei lasciato andare?? Che potevi scappare così alla tua responsabilità?? Sciocco! Hai preso un impegno per l'eternità!! Non potrai mai andartene, non potrai mai scioglierlo!! "



"Ti prego, no.... Universo, ho fatto tutto quello che potevo per il mondo, per la razza umana, anzi ho fatto di più! Ti prego, lasciami andare, liberami!!"

"Sei solo un povero sciocco. Non hai mai ascoltato le preghiere delle tue creature e chiedi proprio a ME di esaudire le tue??"



Un fulmine a quel punto colpì Chuck facendolo gridare.

E poi il vuoto.

Finalmente.

Scoprì di poter aprire gli occhi e lo fece.

La vista gli rimandò un volto umano di una donna, bella, riccia.

"Chi..."

"Mi chiamo Amara e sono Il tuo peggior incubo!! "

E lo schiaffeggiò.

Bella, riccia e piuttosto arrabbiata.




















Note dell'autrice:  allora, siccome ho copiato (come faccio da alcuni capitoli a questa parte ) pezzi di una mia ff, potrebbe essere che qualcosa non torna, in quel caso non preoccupatevi, i capitoli sono spesso in revisione . Allora, ragazzi, avete visto che capitolone? Confesso di esser piuttosto contenta di come è venuto, davvero mi riempie il cuore! Ora preparatevi perché le note saranno molto lunghe, perché devo spiegare parecchie cose!

LA CANZONE: fin da quando ho scritto il capitolo in cui Crowley vede Damian per la prima volta, ho pensato a questa canzone, perché l'ho interpretata come se fosse il figlio a dire al padre che lo seguirà dovunque andrà! Non è meraviglioso tutto questo? In seguito mi è venuto in mente che avrebbe potuto dedicargliela e mi è sembrato come se tutti i pezzi si incastrassero alla perfezione? Non credete anche voi? Vorrei poi che guardaste il video musicale, quello che canta a me sembra proprio Damian, tranne il fatto che è biondo *__* ps ovviamente Damian l'ha resa al maschile per dedicarla al padre e non renderla amorosa, e ho tolto la frase dove dice "ti renderei mia" perché non sarebbe stato adatto ahah

BALTHAZAR: ho voluto che partecipasse perché mi mancava e perché quando penso a villoni e a ricchezza e lusso, penso a lui non so perché ahahha ho voluto approfittare della cosa per chiudere il cerchio e farlo sapere anche a lui Xd

LUCIFER E KELLY: mi piaceva l'idea che si imbucassero nella festa senza farsi vedere, non è un po' stuzzicante come cosa? xd ovviamente non è che sono stati tutto il tempo in giardino eh! ahhah

CHUCK e AMARA: e qui arriviamo a un'altra svolta delle storia! Se notate bene, non e8un caso che il capitolo è finito proprio cosi, infatti di solito tendo a chiudere prima una situazione e poi ne inizio un'altra, ma stavolta ho voluto farla proprio stile telefilm, finirla con un cliffangher, diciamo xd mi piaceva molto l'idea di chiuderla in questo modo e l'idea di non specificare sicuro questa cosa di Amara o cosa è successo a Chuck, è voluta xd

LA LINGUA AMERICANA: è un problema a cui non ho pensato subito ma poi ho capito che era troppo importante e ho voluto sistemare la questione direttamente all'inizio, in fondo ci sono molti italiani che conoscono l'inglese, quindi non ho trovato chissà che irrealistico che Damian a sua volta lo conoscesse e che per andare a trovare Crowley la prima volta, si sia fatto un supplemento di informazioni...xd poi Balthazar ha fatto il resto! Se ricordate bene, Castiel nella serie, ha potuto venire a sapere di tutti i riferimenti a film, telefilm, libri ecc, per merito di Metatron, ma a sto punto non è una cosa poi così strana che un angelo possa fare una cosa simile a sua volta a un umano!

DEAN E SAM ANIME GEMELLE: siccome io li amo sempre e lo farò da qui all'eternità e siccome la questione di Damian può aver sollevato dei dubbi legittimi, ci ho tenuto a precisare tramite Castiel, che loro non saranno mai separati...mai...neanche dovessero rinascere xd

IL RUOLO DI DEATH: pensavate davvero che Death si sarebbe preso la briga di portare Crowley a fargli conoscere Damian o anche solo a andare sa loro se non avesse voluto aiutarli ?? Ahahaha il vecchio Death ne conosce una più del diavolo xd

LA MUSICA la più grande magia che abbiamo qui...cit ALBUS SILENTE *__*

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Capitolo 69
*** Amara ***


Chuck realizzò all'istante di essere VIVO e non solo. Si trovava in un letto, in una stanza di una casa che non conosceva, davanti a una sconosciuta che lo aveva appena schiaffeggiato.

Quand'era stata l'ultima volta che un'umana, anzi che chiunque lo avesse schiaffeggiato? Mai, probabilmente.

La sconosciuta era arrabbiata e anche carina, nonostante l'arrabbiatura e il trucco sbavato, anzi era MOLTO carina.

"Io sono Chuck. Mi scusi, ma non so chi sia, signorina."

Lei lo guardò sbalordita.

"Anche io!! Anche io non ho la più pallida idea di chi tu sia e avrei preferito continuare a fare a meno di sapere della tua esistenza!!"

Ohh, in tanti si ostinano a negare che esisto...ma che mi dicessero che avrebbero preferito che non esistessi...mi giunge nuova...

Chuck sperò che non lo vedesse sorridere.

"Sorridi??? Trovi divertente il fatto che io me me ne vado in giro, passeggiando sul ponte e intravedo un povero disgraziato e anche stronzo che vuole buttarsi di sotto? E come se non bastasse, è scoppiata una pioggia torrenziale! Lo trovi divertente, dopo la giornata del cavolo che ho avuto?" Disse gesticolando con le braccia.

Chuck sbarrò gli occhi. Ah già, in effetti era quello che aveva fatto. Aveva cercato di porre fine alla sua esistenza e probabilmente ci sarebbe anche riuscito se non fosse stato fermato.

"Ricordo che c'era qualcuno che mi tratteneva, ma..." si grattò la testa confuso e imbarazzato. Cosa si era lasciato sfuggire con quella sconosciuta?

A quel punto si ricordò un frammento di quell'orribile momento. Ricordò le braccia della ragazza che lo trattenevano, stringendolo in una sorta di abbraccio da dietro semi disperato.

"Ero io!!!" Gridò lei. "Ero io che cercavo di impedirti di buttarti di sotto, non so neanche con quale forza sono riuscita a convincerti!"

Chuck sentì qualcosa sciogliersi nel suo cuore. Quella donna lo aveva stretto fino a quando non era stato al sicuro, non lo aveva mollato fino a quando non era riuscita a portarlo in salvo. Sentì dentro di sè qualcosa sciogliersi nel torace e gelarsi come fosse l'acqua ghiacciata che non lo aveva mai raggiunto.

"E poi come se non bastasse, quando sono riuscita a convincerti ad allontanarti, mi sei svenuto lì davanti."

Ecco cos'era stato quel salto in vuoto! Credeva di essersi buttato andando incontro alla morte e invece era svenuto. Era stata la ragazza a convincerlo a desistere? Non lo ricordava! All'improvviso un singhiozzo colpì la ragazza e distolse Chuck da quei pensieri.

"Come hai osato...fare quello che non ho osato fare io....e mettermi nelle condizioni di salvarti?"

Ci mise un po' Chuck, ma poi gli ingranaggi cominciarono a girare.

"Tu...volevi suicidarti?"

"Dopo averti visto e aver visto quanto in delirio può uscire uno che fa queste cose, non credo sarà qualcosa che farò mai! Almeno qualcosa di buono, forse lo hai fatto."

"Delirio...ma che..."

"Non te lo ricordi? Hai cominciato a inveire contro l'universo, a rimproverarlo che non volevi più avere a che fare con noi poveri bastardi. Come se all'Universo fregasse qualcosa, poi, delle tue lamentele. Sapessi quante volte l'ho maledetto, a lui e a Dio stesso."

Chuck fece una faccia contrariata, questa donna lo odiava proprio senza conoscerlo e ora che lo aveva conosciuto, lo odiava ancora di più probabilmente, ma...

"Perché volevi suicidarti tu?"

"Perché la mia vita fa schifo e non ho mai combinato niente di bello nella mia vita, perché distruggo tutto ciò che tocco da quando sono nata, cose, relazioni...non si salva niente, perché da che ne ho memoria odio il genere umano e tutti i suoi abitanti, ti basta?"

"Io non credo tu dica la verità!!" "Mi stai dando della bugiarda??"

"Ne ho conosciute tante di persone che mentono a se stesse! Spesso sono bugiardi inconsapevoli, mentono a se stessi! Dici che odi il genere umano ma mi hai salvato! Dici che volevi suicidarti ma sei corsa a salvarmi quando mi sono buttato nel fiume. Forse tieni al prossimo più di quanto tieni a te stessa e questa è la ragione della tua rabbia."

"Basta, non ho intenzione di farmi psicanalizzare da uno che poche ore fa stava parlando con l'universo, appeso al cornicione di un ponte!! "

Fece per chiudere la porta, ma poi si fermò.

"Faccio il caffè, c'è della torta in frigo e se non vorrai che l'acqua piovana sia l'unica cosa che avrai addosso prima di addormentarti, ti conviene prendere entrambe."

"O-okay. Grazie."



*

Mangiarono per un po' la fetta di torta in silenzio, poi Chuck decise che ne aveva abbastanza di tutto quel silenzio.

"Amara, volevo chiederti perdono. Ho avuto un comportamento davvero orribile e tu sei stata davvero...beh, non ci sono parole. Dopo quello che hai fatto, mi hai portato anche a casa tua... io davvero non so che dire...mi dispiace, solo, grazie, grazie, mi farò perdonare per il grande disturbo che ti ho arrecato oggi."

"Mpf...un ottimo modo sarebbe già smettere di farti. Si può sapere che razza di porcheria prendi per conciarti in quel modo. Cos'era, cocaina, allucinogeni o che altro?"

"Non ho preso niente! Ero...solo fuori di me, credo! Ero solo...stanco della mia vita, stanco di dover essere sempre perfetto, stanco che tutti nella mia famiglia pretendessero che fossi perfetto, stanco di deludere le loro aspettative...stanco."

"Povera gente! Li compatisco! Meno male che non ti hanno visto stasera, perché hai fatto, beh, proprio schifo! Stasera sì che hai superato il limite. È stato un bene che non abbiano visto anche questo!"

Chuck sorrise. Stava cominciando ad abituarsi al sarcasmo di Amara.

Si alzò all'improvviso, lasciandola perplessa.

"Amara...non ci sono parole per ringraziarti per quello che hai fatto per me, davvero." la abbracciò e lei dapprima stupita, ricambiò timidamente.

"Andiamo, adesso non è il caso di farne un caso di stato." Disse lei dandogli delle piccole pacche sulla schiena, imbarazzata.

"Troverò il modo di ripagarti!"

"Altolà, dove credi si andare?"
"Ehm a casa mia..."
"A far preoccupare chiunque ti stia aspettando? Perché capiranno quello che ti è passato per la testa appena ti vedranno. No, tu stanotte resti qui."

"Amara, dopo il disturbo che ti ho arrecato, non..."

"Ecco, appunto!! Se una persona ti salva la vita, non la scarichi così come fosse spazzatura..."

"Non volevo dire che tu..."

"E poi....non sarei tranquilla a lasciarti andare così dopo quello che hai fatto, almeno questo me lo devi. Di là c'è la doccia se vuoi lavarti." Disse cambiando espressione, tirandosi una ciocca dietro l'orecchio.

Chuck la fissò intensamente.

"Sei fantastica."
"Lo so!"
Chuck voleva ribattere che non credeva proprio che lei pensasse di essere fantastica, dopo le cose che aveva detto di sé stessa, ma lo sorprese lei, ancora una volta.

"E...Chuck?"

"Sì...Amara?"

Lei l'aveva fissato intensamente e con i suoi occhi verde smeraldo aveva aggiunto:

"Nella mia vita nessuno ha avuto aspettative su di me, le troncavo sul nascere io stessa, deludendo tutti quelli che mi passavano davanti, compresa la mia famiglia. Non so cosa si prova ad avere qualcuno che ti spinge ad essere perfetto, perché tutti quelli che mi circondavano mi hanno visto da sempre come un caso senza speranza, che non ci hanno nemmeno provato."

"Amara..."

" Non so i problemi che hai con la tua famiglia, non so se hai figli, fratelli, una moglie oppure sei divorziato....ma dovresti essere GRATO che hanno tante aspettative su di te, perché vuol dire che per loro tu sei importante ed è una gran cosa, al giorno d'oggi, lo sai? Essere importanti per qualcuno.. .e se hai questa fortuna è un gran PECCATO gettarla via."

Chuck stava quasi per svenire un'altra volta. La capacità con cui quella donna passava dal sarcasmo acido alla dolcezza e allo stesso tempo dargli del PECCATORE, proprio a lui, con tale nonchalance.. anzi con una nota di straniante dolcezza.

Hai ragione, avrebbe voluto dirle, ma non lo aveva fatto, e lei era scivolata su per le scale con la grazia di una danzatrice del ventre. Chuck pensò che era così che facevano gli umani....si tenevano dentro milioni di parole non dette.... che li facevano ammalare ....e poi andavano in bagno a vomitarle.




















Note dell'autrice:  Alloraaaaaa, in anzitutto lo SO che Amara non ha gli occhi verdi tranquilli, ma in questa storia vorrei che li avesse xd e ha anche i capelli rossi LOOOL siete contenti dell'arrivo di Amaraaaaa??? Se siete contenti dovete ringraziare TEAMFREEWILL perché è stata lei a darmi l'ispirazione quando mi ha chiesto di lei, nella storia de "Il salto quantico" a lei devo un enorme GRAZIE! Mi sono innamorata di questo capitolo appena mi è venuto in mente ma confesso che non la avrei mai inserita se lei non mi avesse chiesto di Amara!! <33 di norma sono contraria a scrivere cose che i lettori chiedono, perché mi sembra sempre che non è molto spontaneo, una storia deve prendere vita dall'autrice ma se sono solo suggerimenti o richieste e anzi, se servono a ispirare, io sono contentissima *____*

Dovete sapere che io sono MOLTO coerente, non avrei potuto mai cambiare idea dopo che avevo detto che non riuscivo a vedere Amara in questa storia perché per come era stata strutturata non ce la vedevo imprigionata MA...sotto un'altra veste ce la immaginavo *___*

Siccome vi leggo nel pensiero peggio di Chuck, so già che voi starete iniettando che Dio non può morire ahaaha ma io sono dell'idea che può, se lo vuole, preferisco non scendere troppo nei dettagli, magari lo racconterò o forse no xd

All'inizio volevo fare che Chuck si trattasse proprio ma era troppo complicato da gestire, non poteva essere un ponte troppo alto o ci rimetteva la pelle prima che Amara arrivasse...e mi suonava strano che una donna si gettasse DA SOLA a salvare un uomo...xd e non sono discriminatoria, è proprio una questione di forza fisica xd e poi mi sono ispirata a un link in cui questa scena è successa davvero! <3333 un uomo voleva gettarsi da un ponte e 4 o 5 passanti si sono stretti a lui per impedirglielo! È stato bellissimo !!

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Capitolo 70
*** Alpha e Omega ***


Chuck aveva avuto il permesso da Amara di farsi una doccia e quando ritornò nella stanza che lei gli aveva indicato, aveva trovato un pigiama pulito, blu, con gli orsacchiotti sul letto.

Carino, ma chissà di chi è....e se fosse del fidanzato?? Una strana sensazione lo colse proprio al centro del petto e se si trattasse di senso di colpa? Forse il proprietario non voleva che lo indossasse. Indossò la maglia e i pantaloni e scoprì con grande sorpresa che erano morbidi e poi amava gli orsacchiotti.

L'indomani mattina, Amara entrò nella sua camera senza bussare.

"Chuck, volevo solo dirti che il caffè è...ohh, scusa!!" Disse, voltandosi e coprendosi gli occhi.

Chuck si guardò. Era in mutande davanti allo specchio con la maglia tra le mani.

"Non pensavo fossi senza vestiti!!" Disse Amara ancora voltata.
"Mi stavo appunto vestendo." Disse Chuck, senza fare alcunché per coprirsi. Trovò il suo imbarazzo adorabile.
'Sì, fa con comodo, volevo solo avvisarti che la colazione è pronta!!"
"O-okay, grazie. Tra un attimo scen ..." non aveva fatto in tempo a finire la frase che Amara si era richiusa la porta alle spalle.




Quando era sceso pochi secondi dopo, aveva trovato la tavola già imbandita, con fette di pane e burro e marmellata, brioche, caffè, latte, spremute.

"Tutto questo per me?"

"Oh, non montarti la testa, non sei mica una panna montata, la maggior parte delle cose era tutta roba pronta!" disse lei divertita, già preparata con un elegante cappotto viola che, si rese conto era lo stesso che aveva ieri sera. Gli sembrava ancora di sentire quella morbidezza avvolgerlo. Tornò alla realtà e la fissò. Sembrava allegra, anche se pronta ad uscire.

"Aspetta, non andare via, fai colazione con me. Ti prego." Amara lo fissò combattuta.

"Dovrei correre al lavoro..ma forse riesco a ritagliarmi qualche minuto." Disse, sedendosi di scatto, e afferrando una fetta di pane bianco e bagnandolo nel latte. Chuck restò a fissarla per qualche secondo.

"Ehm...sai, nelle notte, mi sono tornati in mente dei ricordi...di ieri sera."

"Tipo?" Chiese lei.

"Ricordo quello che mi dicevi per...tirarmi indietro."

"Ti prego, non lo fare!! Non è come tu pensi, è vero le persone fanno schifo, ma non l'umanità! L'umanità è piena anche di belle persone!! Non esiste solo l'oscurità ma anche la luce e se tu ti butti ora...non potrai vederla mai più!"


Amara trattenne il fiato.
"Non pensi dovremmo tutti e due cercare di scordare quei brutti momenti?" Disse lei mentre una goccia di latte le bagnava il mento.

"Mi dispiace ma non penso di poterlo fare..."

Amara rimase in silenzio.

"Probabilmente se fossi stata presente ai tempi della creazione del mondo e avessi detto queste cose anche a Lucifer, saresti riuscita a convincere anche lui a mettere da parte il suo odio nei confronti dell'umanità..."

"Ewwww, non credi siano discorsi un po' impegnativi a quest'ora del mattino?"

"Credo la verità non abbia orari."

Amara finì di trangugiare il suo latte in un sorso.

"Forse lei no, ma io sì, quindi adesso ti saluto e me ne vado al lavoro! Prenditela con comodo e chiudi la porta quando vai via, l'altra doppia delle chiavi è sotto lo zerbino."

"Aspetta."

Le aveva afferrato il polso e Amara aveva trattenuto il fiato.

"Inviti uno sconosciuto nella tua casa, di notte, e ora lo lasci a casa tua da solo, con il rischio che potrebbe svaligiarti la casa...sei matta lo sai?" Le chiese con una dolcezza incredibile.

Amara si addolcì.

"Credo di saperli riconoscere i bravi ragazzi."

"E a tutti i bravi ragazzi che conosci, li scarichi? Perché mi sembra questo un addio? A me dispiacerebbe non rivederti più."

Amara sembrò non trovare le parole per un po', poi disse: "Senti, io non credo più alle favole da un bel pezzo.. le nostre strade si sono incrociate per un motivo, forse era destino che io salvassi te, e che tu salvassi me, anche solo per un giorno... sarebbe meglio mantenere questo bel ricordo nella cassetta della memoria e andare ognuno per la propria strada senza farsi stupide illusioni. "

"Ma..."

"Buona fortuna Chuck." Disse lei dandogli un bacio sulla guancia e scappando via da lui.

Chuck rimase come pietrificato. Quella ragazza tanto dolce e bella come il diavolo, lo appena scaricato con un bacio sulla guancia.. c'era qualcosa di troppo strano nel fatto che una divinità come lui fosse scaricata, già ma non è forse quello che capitava ormi continuamente nel mondo? Non lo scaricavano metaforicamente e astralmente continuamente tutti ? come se tutti avessero perso ormai la fede in lui, ma come dare loro torto? Lui per primo se n'era fregato dell'umanità, dei loro problemi, delle loro sofferenze e aveva permesso che tutto questo succedesse, che tutta la popolazione globale perdesse fiducia in lui ed ecco che Amara con la sua dolcezza e il suo sarcasmo e la sua disarmante spontaneità , dava voce a tutti loro.. una globalizzazione di persone sconsolate, tristi e sole che non credono più in Dio.. non credono più in lui.

Basta, basta piangersi addosso, sei il maledetto creatore del mondo, accidenti! Un dio non si piange addosso!!

Era colpa sua, era soltanto colpa sua se l'umanità aveva perso fiducia in lui...lui se ne era sempre fregato e quando finalmente aveva preso coscienza appieno dei suoi fallimenti, invece di fare qualcosa per rimediare, aveva cercato di abbandonarli ancora una volta, l'ennesima, l'ultima...il gesto forse più meschino che avrebbe mai potuto fare, perché non avrebbe abbandonato solo gli uomini e tutte le creature del mondo, ma pure gli angeli, i suoi figli...e Amara era capitata sulla sua strada per ricordargli che razza di essere vigliacco fosse, Amara che era capitata sulla sua strada solo per lasciarlo, affinché lui ricordasse che era il suo destino, era quello che lui aveva seminato, essere rinnegato dagli uomini.....ma lui non voleva più essere così..voleva cambiare, voleva migliorare voleva essere migliore di così, voleva meritarsi d'ora in poi le cose belle! Continuava a pensare di non meritare l'amore, ma ora desiderava essere qualcuno che lo meritasse invece, che MERITASSE una donna come Amara.





*
Quando quella sera Amara era tornata, era a pezzi, aveva mal di testa e aveva continuato a pensare allo sconosciuto che aveva salvato la notte scorsa.

Probabilmente se ne sarà già andato...e forse ti avrà anche svaligiato la casa..ben ti sta Amara, così impari a prenderti in casa dei disperati più disperati di te.

Quando entrò in casa però, rimase costernata trovando la casa lucida come uno specchio e una rosa rosa molto grande anche se finta. "Chuck!! Razza di mascalzone, che cosa hai fatto??? Chuuuckk!" Urlò divertita. Lo cercò per tutta la casa, poi dovette arrendersi all'idea che lui se n'era andato davvero, come le aveva chiesto lei.

Sul tavolo c'erano due biglietti e un pupazzetto a forma di angelo.

Amara non sapeva quale prendere per primo, ma fu attirata dalla rosa luccicante anche se era finta. La voltò e vide che era una di quelle rose giocattolo che si accendono cliccando un interruttore, quella BRILLAVA. Decise di aprire il biglietto sopra di essa.

Ciao Amara, mi spiace non poter vedere la tua faccia quando vedrai questa piccola sorpresa, anzi questo piccolo stuolo di sorprese! Chissà se sarai arrabbiata perché questo dimostra il fatto che ho curiosato in casa tua, oppure sei felice di quanto ho fatto. "

Amara si mise una mano sulla bocca celando una risatina, aveva gli occhi lucidi.

"Sai perché ti ho preso questa rosa? Perché anche se i fiori sono il romanticismo più elevato che si possa dedicare a una donna, mi si è sempre stretto il cuore a strapparli alla loro vita per la felicità di un attimo e se c'è una cosa che ho imparato proprio da te, è che tu sei VITA, Amara...quindi no, non potevo proprio regalarti una rosa vera, perdonami Ho scelto invece di regalarti una rosa che potrà rimanere viva per sempre, che possa accendersi e illuminarsi fino a che tu lo vorrai e poi ho scelto un angioletto perché è così che io ti vedo dopo quella notte. Un angelo che non sapevo esistesse e che il paradiso dovrebbe avere tra le sue schiere.

Amara si rendeva a malapena conto che aveva stretto al suo petto la rosa luccicante e l'angioletto, il biglietto era finito e Amara un po' perplessa, prese l'altro.

" Me ne sono andato, Amara...anche se avrei voluto restare, davvero...me ne sono andato perché tu me lo hai chiesto, ma ritornerò se tu lo vorrai, perché non puoi chiedermi di dimenticarti, io dopo quella notte non posso...e so che non ce la puoi fare neanche tu... È praticamente il corteggiamento epistolare più pessimo di sempre, me ne rendo conto e tu magari sei già fidanzata...il pigiama da uomo...e capirò se non vorrai accettare la mia corte, ti chiedo solo l'opportunità di vederti ancora una volta...magari con un invito a cena.

Sono un gentiluomo, manie suicide a parte! Non sarebbe originale un invito a cena dopo essere stato a casa tua? Solo per questo dovresti dirmi di sì!

È il mio numero.
e di seguito era presente una serie di numeri.

Alla mia salvatrice.

Un po' teatrale.. ..ma tenero....
pensò Amara che ancora non riusciva a capacitarsi che le avesse lasciato il suo numero.

Non riuscì a resistere e gli telefonò.

"Pronto?"

"Tu sei tutto pazzo!!"

"Amara!" Disse Disse Chuck con voce palesemente felice e sollevata.

"E chi, la figlia della serva? Ci sono altre chiamate di donne che stai aspettando? Ma dico io, tu sei tutto svitato! Ma è possibile che dopo quello che ti ho detto, mi dai anche il numero, mi fai dei regali e mi fai le pulizie??"

"Ho voluto fare un gesto altruistico e un gesto egoistico. Il tuo fidanzato capirà!" Disse Disse Chuck sorridendo.

"Chuck, non ce l'ho il fidanzato....è di mio fratello, il pigiama, lo tiene qui per quando viene a trovarmi!" Disse lei divertita.

"Ma è fantastico! Quindi nessun problema!" Disse lui.

"Credevo di esser stata abbastanza chiara sul fatto che tra me e te non può funzionare, perché siamo entrambi due casi umani disperati e con un gran bisogno di un psicanalista. Se vuoi possi rispiegarti il concetto."

"Mi faresti l'onore di cenare con me stasera?" La interruppe lui.

Amara sorrise.

"Era ora che ti decidessi." Rispose lei sorridendo.




















Note dell'autrice:  Allora, innanzitutto spero di essere riuscita a farvi piacere Amara, io stravedo per lei , credo sia l'unico personaggio femminile che mi piace tantissimo in Supernatural e spero di non averla resa troppo antipatica!! vi assicuro che queste schermaglie vogliono essere divertenti, poi lei non è che è così per tutto il tempo, la immagino in coppia molto più dolce :)) Sebbene non perderá il suo sarcasmo divertente :)) ora, sembra che tra i due piccioncini a quanto pare ci sarà del tenero eh??? Eheheh eh si,non credevo avrei mai scritto una Chuck x Amara, ma ho imparato ultimamente a non dare mai troppe cose per scontate, questa coppia mi è sempre piaciuta, anche nel telefilm, hanno una chimica pazzesca e davvero è la prime volta che io mi trovo a shipparli anche togliendoli dal ruolo di fratello e sorella xd se ancora qualcuno non fosse chiaro lo spiego adesso che loro non sono assolutamente fratello e sorella so che nel telefilm amara é la sorella di Dio ma nella mia Fanfiction Dio non ha né fratelli né sorelle xd non mi è mai piaciuta quella storyline e l'ho sempre trovata un po' inverosimile, quindi CONFERMO che finiranno insieme ma purtroppo non racconterò il loro primo bacio ecc ecc ..ragazzi perdonatemi ma non me la sento, non ne ho voglia, ma vi prometto che tramite gli altri personaggi sapremo cosa succederà a loro ok

Per il resto, vi confermo ancora che la storia sta per finire, devo solo chiudere le ultime cose lasciate in sospeso, la storia dovrebbe terminare tra 2 o tre capitoli. Stavolta è sicuro.

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Capitolo 71
*** Amara e Chuck raccontati da Sam e Dean ***


"Sam...ma ci pensi che Dio ha una fidanzata???"
"E tu ricordi quando Castiel ce l'ha detto? Al parco, in pieno giorno!!" disse Dean.

"Tu hai rovesciato la tazza di caffè che stavi bevendo!" ricordò Sam ridendo.

"Tu sei rimasto a guardare Castiel come uno stoccafisso, con la bocca spalancata." disse Dean.

"Era già una fortuna che non fossi svenuto." disse Sam.

"Io a dire la verità se avessi avuto una mazza, avrei rincorso Castiel per vendetta." Disse Dean ripensando a quel giorno al parco.

"Ma Castiel non ne sapeva nulla, poveraccio." Ridacchiò Sam.

"Questo l'ha spiegato dopo, però, in quel fiumi di balbettii in quel momento capivo poco."

"Mi hai anche detto: Sam dobbiamo salvare quella povera ragazza. È in pericolo." Disse Sam imitando la sua voce.

"Beh, se io fossi una donna e avessi una relazione sessuale con Dio, vorrei saperlo. Alla fine mi ha convinto a lasciar perdere." Sbuffò.

"Tanto comunque gliel'ha confessato lo stesso." Disse Sam.



Mentre Castiel li spiava dalla finestra avendo saputo da suo padre che quel giorno avrebbe fatto la dichiarazione ad Amara, Chuck l'aveva fatta sedere sul letto, preparandola alla dichiarazione.

"Amara...devo mostrarti una cosa.. Chiudi gli occhi."

"Ma come faccio a vederla se li chiudo?"

"Fidati di me."

"Come Jasmine con Aladdin?"

"Sì..."

Amara sorrise e chiuse gli occhi. Chuck fece levitare il letto,piano piano, Amara cominciò a sentire qualcosa di strano e si spaventò.

"Ma cosa.....AAAAAAHHHH!"

"Amara, è tutto a posto, sta calma!"

"Cosa stai facendo! Fammi scendere, fammi scendere!!"

"Schhh, hai mai visto il film di animazione di Nemo nel mondo dei sogni? Hai mai desiderato volare sopra il mondo con il letto? Io potrei portarti lì."

Amara si era divincolata subito.

"Ti ho detto di farmi scendere, subito!!!"




"Che tizio assurdo! Se si fosse fumato una sigaretta, sarebbe stato meglio."

"Castiel diceva che pensava di essere romantico, mentre il letto levitava, a citare film di animazione.. ." Disse Dean.

Sam e Dean si guardarono e scoppiarono a ridere.

" Lei ha gridato come un'ossessa, intimandogli di farla scendere subito!" Diceva Sam tra il riso e le lacrime.

" Lui che non riusciva a capacitarsi che lei non apprezzasse il suo gesto romantico." Disse Dean scalciando con le gambe.

"Però alla fine mi dispiace...deve essere dura quando ami qualcuno e speri che ti accetti così come sei e ti rifiuta...povero Chuck, avrà avuto il cuore spezzato." Disse Sam.

"Oh, andiamo, caspita a tutti, anche alle divinità sai? Per me gli ha fatto bene, lo avrà ridimensionato un po' e poi è durato solo la bellezza di una settimana." Disse Dean.

" Balthazar ha detto che per sorprenderla, le ha creato un cielo stellato REALE!" Disse Sam, ricordando come Balthazar aveva detto che Chuck era talmente felice che si era rivelato un gran chiacchierone con gli angeli.

"Ma come si fa a creare un cielo stellato reale?" Chiese Dean perplesso.

" Dice che praticamente era davvero come stare fuori, senza finzioni, con l'eccezione che era in camera sua."

"Il messaggio a letture cubitali sulla parete, poi, quando accendeva la luce, top!" Disse Dean.





"Amara...questo è l'Universo, io sono vecchio tanto quanto esso...e per troppo tempo le stelle erano le sole a farmi compagnia, sapere che quando vi sentite soli, guardate le stelle, è una delle mie enormi soddisfazioni e vanti. Questo incantesimo tra qualche giorno svanirà, ma volevo che potessi vedere anche solo per poco una briciola del mio INFINITO, quello che io potrei e vorrei regalarti."

Amara era emozionata e senza parole. Aveva spento di nuovo la luce e si era persa a guardare di nuovo quelle stelle che erano lontane eppure sembravano così vicine, vedeva anche i pianeti in lontananza o gli sembrava di vederli e dopo un po' le sembrava di sentirsi in uno stato di estasi profonda come se i pianeti le girassero tutti nella testa, come tanti piccoli campanelli. Era la sensazione che dava l'infinito e Amara pensando che in fondo erano tutti connessi nel cerchio della vita, ma lo avevano dimenticato, bastò a farle rigare il viso di lacrime e i satelliti nella sua testa tornarono a girare come graziosi campanelli.






"Da lì, l'ha conquistata." Disse Sam.

"Può darsi, ma io credo, da quel che ci dice Gabriel, che lei ha cominciato ad amarlo, da quando l'ha fatta riappacificare con i suoi..." disse Dean.





Si trovavano al ristorante durante una cena e avevano parlato della profonda tristezza che attanagliava la ragazza, ad un certo punto Chuck le prese le mani.

"Tu non sei una fallita, Amara, hai tantissimo amore dentro, ma purtroppo sei preda di un mostro terrificante, che ti avviluppa e ti imprigiona fin da quando sei piccolissima, i mostri ESISTONO Amara e spesso sono DENTRO DI NOI, questa...oscurità che senti, mina la tua autostima, distorce quello che sei, la tua identità, ti fa credere di non essere NULLA, ma tu sei la persona più meravigliosa che io...CREDIMI, io lo so! L'oscurità che tu percepisci è la sofferenza per la mancanza di amore, ma tu sei amata in realtà! Dai tuoi genitori, da tuo fratello, da tutti."

"Lo dici solo per farmi star meglio..."

"Allora, guarda quello che vedo io." Disse toccandogli la fronte.

Amara allora vide tutta una serie di immagini. Vide sua madre e suo padre, tutte le volte che l'avevano sgridata, che l'avevano rimproverata.

"State sempre a trattarmi male, a criticarmi, io vi odio e quando avrò 18 anni me ne andrò via e non vi vedrò più, mai più!" Diceva lei da ragazzina sbattendo la porta della sua camera.

Sua madre che si stringeva a suo padre.

"Perché non capisce che noi le vogliamo bene? Questo suo chiudersi in sé stessa, non la porterà a niente di buono." "Il problema di Amara è solo che deve imparare ad amarsi di più ma ci siamo noi."


"Loro non ti odiavano, Amara,volevano che tu fossi forte per affrontare il mondo, quello che hai scambiato per disprezzo, era tristezza vedendo il poco amore che tu hai per te stessa. Non riuscendo ad aiutarti hanno ceduto all'incomprensione e allontanamento ma non è troppo tardi per sistemare le cose e perdonare e perdonarsi." Diceva lui, accarezzandole le guancia, mentre Amara piangeva lacrime di commozione.



Quella mattina stessa, Amara si era presentata a casa di sua madre e suo padre con degli acquerelli e con la colazione presa al bar.

"Amara...che cosa fai qui? E che cos'è questa roba?"

"Ho deciso che niente mi rende più felice che dipingere!"

"Ohh, tu e le tue idee stravaganti a cui perderai interesse dopo neanche una settimana..."

"Desidero provare con te, mamma..."

"Cosa? Non se ne parla proprio.. non coinvolgermi in queste stupidaggini..."

"Mamma, non sono stupidaggini, è una cosa meravigliosa!" Le aveva preso le mani.

"Ma che...che cosa ti prende, Amara?"

"Ti chiedo scusa, mamma...tu hai sempre cercato di spingermi a essere ambiziosa, di aprirmi al mondo e io ti trattavo male...non riuscivo a capire che tu e papà cercavate solo di accendere la passione in me, la scintilla della vita...di farmi uscire da questa apatia che mi logorava...ma adesso sono diversa, sono cambiata, voglio VIVERE, mamma! Desidero esprimermi, e voglio vivere di passione, e voglio condividere questa gioia con te. Vuoi colorare con me?"

Gli occhi lucidi della donna furono già una risposta.

"Non so cosa ti è successo, ma è così bello vederti così, figlia mia...certo che lo faccio ma non sono capace..."

"Non importa, impariamo insieme."






"Ma funzionerà? Io temo che tutta questa storia finirà tra le lacrime, insomma, come puoi far funzionare una storia con Dio?" Chiese Dean.

"Mah...la gente é piena di stranezze." Disse Sam, accarezzandogli il torace.

Dean gli baciò il dito e se lo strinse di più addosso.

"Ti amo così tanto."

In quel momento si materializzò Castiel.

"Buongiorno!"

"Castiel!!" Dissero in coro loro.

"Dannato pennuto, non si usa più bussare?" Disse Dean buttandogli una camicia azzurra addosso.

"Sono venuto a darvi una comunicazione, dal momento che state parlando di Chuck e Amara, capita a fagiolo."

"Ma che...ci stavi SPIANDO??" Dean era furioso. "No, solo pareti sottili." Disse Castiel sorridendo.

"Che cosa vuoi dirci su di loro? Amara ha bestemmiato e Chuck ha deciso di rompere con lei?" Chiese Sam.

"Non è divertente." Disse mentre i due fratelli si sbellicavano.

"Oh sì che lo è!" Disse Dean che rideva ancora. "Avanti allora, sputa il rospo."

"Chuck desidera farvela conoscere." Disse lasciando entrambi allibiti.





*

Quando quella sera Dean e Sam si trovarono in quel locale, davanti Chuck, erano piuttosto intimoriti, ma lo fece un gran sorriso e si avvicinò a loro.

"Dean, Sam, che bello rivedervi. Non fate quelle facce. Sono sempre lo stravagante Chuck che avere conosciuto!" Disse lui allargando le braccia.

"Tu ci hai preso in giro..." gli ricordò Sam.

"Ammetto di non aver rivelato la mia identità, quello sì...ma prendervi in giro è un po' esagerato. ."

"Non possiamo credere che minimizzi quello che.. è una cosa pesante da digerire e soprattutto una volta scoperto chi sei davvero non sappiamo neanche come parlarti... Se darti del tu o chiamarti sua magnificenza o qualcosa del genere." Disse Dean.

"Trattatemi semplicemente come trattereste un vostro amico! Io vi adoro, ragazzi, avere raddrizzato il mondo più di quanto sono riuscito a fare io con la magia...e questo io lo tengo in gran conto. Ti ha detto Castiel che gli ho ordinato di tirarti fuori dall'inferno vero?" Gli chiese, passandogli un braccio attorno al collo, come se fosse un grande amico.

"Possiamo non parlare di cose come inferno o paradiso in questo locale pubblico?" Chiese Sam sotto voce e Chuck scoppiò a ridere.

"Siete delle sagome! Non vi fate problemi a baciarvi davanti a tutti, ma avete timore di parlare di cose che conoscono tutti, ve l'ho già detto che siete i miei preferiti? E non fate quelle facce, io sono una divinità, come potrei non saperlo? Devo ammettere che nonostante quasi tutto quello che succede nelle vostre vite, passa sotto la mia giurisdizione, Il vostro amore non era affatto previsto da me, una cosa del tutto sconvolgente e fuori delle mie scelte, forse anche per questo che mi piace tanto.. siete sempre così deliziosamente come schegge impazzite."

"Castiel dice che siamo anime gemelle." Disse Sam.

"Sì, devo dire che anche questo l'ho pensato "

"Come sarebbe a dire che l'hai PENSATO?? Ci prendi in giro?? Sei Dio, come puoi non saperlo?" Chiese Dean.

"Ed ecco che ci risiamo, non siete di certo i primi che mi accusano di prenderli in giro e di certo non sarete gli ultimi..in realtà no, questa stupida convinzione che solo perché sono Dio, sappia per certo chi è l'anima gemella dell'altro, no, non lo so, mi spiace deludervi, se lo sapessi eviterei che certi binomi così rozzamente combinati insieme si manifesterebbero, in fin dei conti la legge che governa l'amore, è sempre stato un mistero inspiegabile per me! D'altronde un'altra delle grandi menzogne che si sono inventati gli uomini , otre al fatto che io li giudichi per chi si portano a letto, è il fatto che io sia onnisciente! Se fossi onnisciente, non avrei mai permesso che venisse mangiata la mela dell'albero proibito! Non avrei permesso il tradimento di Lucifer! Ma forse era DESTINO. Andiamo da Amara. Vorrei presentarvela." Disse Chuck cambiando bruscamente argomento.

"Hai notato come ha cambiato subito argomento appena si parla della mela proibita?" Sussurrava Sam.

"Sarebbe divertente metterlo ulteriormente in imbarazzo chiedendogli come sono davvero andate le cose quel giorno, Lucifer si è lasciato scappare che la verità è molto più divertente della narrazione letteraria.." disse Dean ancora più divertito ma in quel momento si trovarono davanti ad Amara.

"Buonasera."

I due ragazzi la guardarono. Una splendida ragazza con lunghi capelli castani con le onde e un grazioso vestito turchese, era seduta ai tavolini.

"Ciao Amara." Dissero in coro.

"Non guardatemi così, voglio dire, non sono mica io la divinità in questo locale." E rise.

Sam e Dean risero.

"È pure divertente." Disse Sam.

"Non sarà un po' troppo per te, Chuck?" Chiese Dean. "Non dare loro ascolto. Se pensi che loro sono belli, posso sempre cambiare aspetto per te."

"Se non mi piacessi per come sei adesso, non credi che farei prima a cambiare uomo?" Chiese lei.

Sam e Dean applaudirono, mentre Chuck sorrideva.

"Quando ho creato il mondo pensavo la perfezione non esistesse. Mi sbagliavo." Disse Chuck indicandola.

"Tutto il nostro sostegno, Amara, ne avrai bisogno." Disse Dean. "Mi piacciono le sfide."

Risero di nuovo tutti.

"A parte gli scherzi, Amara è stata la luce che mi ha rischiarato il cuore, voi avete contribuito a rendere il mondo un posto migliore rispetto a come era prima, volevo che incontraste la donna che probabilmente mi ha cambiato. Se avrete un dio migliore, lo dovete a lei."

Amara sembrò incupirsi e Chuck si preoccupò.

"Tesoro, ho detto qualche cosa che non va?" Le chiese asciugandogli l'occhio.

"No, io...troppe luci che mi abbagliano. Vado a prendere qualcosa da bere, torno subito!!"

Chuck restò a guardarla perplesso.

"Non pensavo fosse cosi sensibile, si è commossa."
"Sei uno stupido, Chuck!" Disse Dean.
"Come?? Mi hai dato dello stupido?"

"Sì e non fare quella faccia, avrai ricevuto di sicuro più insulti di questo, il problema non è tanto l'insulto, ma te, Chuck, te che non sei capace di capire gli umani, te che li ferisci e non ti rendi conto, a causa della tua scarsa empatia, te che ferisci Amara e neanche lo vedi!"

"Dean , non ti sembra di esagerare??" Disse Sam a bassa voce.

"Ferire??? Io non ho detto nulla di cattivo!! Ho detto una cosa bella!!"

"Non capisci, Chuck, tu, sei troppo..troppo umano!! Sei abituato a essere visto come lo splendore, l'essere perfetto, non puoi capire cosa c'è dentro nel profondo di una persona, quanta oscurità c'è dentro, i mostri che vi abitano!!!" Disse Sam.

"È buffo. Anche io parlando di lei, le parlai di mostri e oscurità."

"Che cosa??? Oh, davvero, complimenti, Chuck, il modo più bello per dare autostima a una donna!"

"Non capite! La mia era una metafora, l'oscurità che lei sente dentro, è la paura di non essere amata! Sapevo che poteva sconfiggerla e infatti l'ha fatto!!"

Dean rise amaramente.

"L'oscurità che vige nel cuore di un uomo non potrà mai essere completamente sradicata e se tu lo credi, ancora dopo tutto questo tempo, sei uno sciocco o un bugiardo!" Disse Dean, sotto gli occhi allibiti di Sam.

"Non ti permetto di parlarmi così. "

  "Quando TU DICI che Amara è perfetta e che grazie a lei avremo un dio migliore, tu carichi di aspettative una donna che non ha ancora imparato ad amare se stessa abbastanza per non temere che queste tue aspettative su di lei verranno disattese." Spiegò Dean.

"Io so che non le deluderà!"

"La parola!! Che cosa conta la parola al giorno d'oggi??? Secoli in cui le promesse vengono infrante e i cuori traditi, secoli in cui le persone deludono, le parole non contano niente, Chuck, niente!" Disse Sam questa volta.

"Ma sono Dio...la mia parola deve pur contare di più." Sussurrò lui pensieroso, senza arroganza.

"Di più? Come quando dicevi che l'amore ci avrebbe SALVATI TUTTI??? Tutti ci hanno creduto, Chuck, una popolazione globale e guardaci, guardaci ora! Un mondo che odia l'amore.....che il deride, lo umilia o lo elemosina. Un mondo globale che ne ha paura. È rischioso al giorno d'oggi sentirsi all'altezza di non deludere qualcuno e non va meglio solo perchè sei Dio, anzi è ancora peggio perché Amara ha paura di crederci davvero alle tue parole e ha una paura fottuta di deluderti." Disse Sam.

"Teme in una maniera pazzesca che tu la guarderai un giorno e non vorrai più saperne di lei e il fatto che tu le dica che ha il potere di migliorare il mondo se solo rendesse felice te...la fa stare male, perché non ne sente in grado. Pensa di non esserne capace." Disse Dean.

"Ma lei non deve fare niente!! Lei non ha nessuna responsabilità, sono io, solo io che devo farlo, io posso solo limitarmi a ispirarmi a lei, alla sua essenza e se non ci riuscirò vorrà dire che IO fallisco, non lei, la responsabilità è mia e di nessun altro!"

Dean e Sam lo guardarono impressionati.

"È meraviglioso, Chuck, ora finalmente hai parlato con il cuore e sarebbe bello che lo dicessi anche a lei." Disse Dean.

Dopo poco tornò Amara e Chuck gli andò incontro prendendole le mani.

"Tesoro, perdonami se ti ho dato l'impressione che ti stessi facendo troppe pressioni addosso, tu non hai nessuna responsabilità, volevo solo che tu sapessi che sei la mia musa, che mi colori e mi illumini,tu non devi fare niente, sono io che.." disse, prendendole le mani.

"Tu non capisci...Chuck! Io sono solo un'umana, se nella mia vita ho sempre deluso chi amavo, come è possibile che non deluda te, un Dio???" Disse lei disperata.

"Amara...se succederà, tu non dovrai chiedermi scusa per nulla al mondo e sai perché? Perché io non ho mai chiesto scusa per ogni persona che ho deluso."

Amara lo guardo impressionata.

"E se dovesse succedere, che io non sarò il dio migliore che penso, non credere neanche per un secondo che è colpa tua, la colpa sarebbe mia che non sono riuscito a vedere i tuoi colori favolosi...non tua, solo mia."

"Insomma, se grazie a me tu diventi un dio migliore, è merito mio e se non lo diventassi sarebbe colpa tua che sei incapace di attingere dai miei colori?"

"Esatto."

"Sei un grandissimo paraculo, lo sai vero?"

"Vedi? Mi piaci cosi tanto anche per questo, perché non ti lasci intortare dalle parole, ma ragioni sulle cose, ed è proprio questo che ti rende PERFETTA ai miei occhi, perfetta per me."

"Chuck, io..."

"Schhh, fa finta che io sia solo un umano. Vuoi ballare con me?" Amara fece un sorriso e il suo sorriso si illuminò di più quando la discoteca grazie a lui intonò la canzone "Fidati di me, non sono un latin lover."

Amara prese le mani che Chuck gli stava porgendo e andarono a ballare sulla pista, subito dopo Sam e Dean.



"Ci credi che Dio ha una donna? Oh, Dean, non credevo che avrei vissuto per vedere questo momento!" Commentava Sam.

" E tu ci credi al fatto che li vediamo anche insieme e che insultiamo lui come se fosse un nostro vecchio amico senza venire fulminati da un albero? Magari è tutto solo un sogno e noi stiamo sognando! Non riesco ancora a credere che mi concede una confidenza simile!"

"Sarà perché ci ha detto che siamo i suoi preferiti?" Chiese Sam languido.

"Chissà se anche Amara sa quello che facciamo a letto!"

"Dean!!!"

"Se stanno insieme, vuoi che non glielo abbia detto? E poi sta con Dio!! Penso che lei sia l'ultima che può giudicare."

"Basta, semplicemente smettila, ok??"

In quel momento Chuck e Amara ballavano, lei guardava distrattamente i fratelli.

"Ma siamo sicuri che siano davvero fratelli? Si comportano più come amanti...."

"Non saprei, non sono mica onnisciente, io..."

Chuck poi si voltò di scatto con un sorrisino e puntò il dito su di loro da cui ne scaturì un lampo magico.

Subito dopo piovvero coriandoli rosa e petali a forma di cuore solo sotto le teste di Sam e Dean.

Loro imbarazzati si guardarono e guardarono Chuck scioccati, lui immediatamente si nascose il collo contro Amara, sghignazzando apertamente.

"Sei cattivo." Disse lei, divertita.

"Tesoro, avessi un penny per ogni persona che me l'ha detto.."

"Dean, che figura..." diceva Sam ridendo abbracciato al suo collo, mentre tutti nella pista applaudivano, pensando in qualche trovata dell'organizzazione della discoteca.

"Che ne dici di farne una ancora più scenografica?" Chiese Dean alzandogli il mento e dando via a un bacio spaziale e emozionante.

"Ti amo, ti amo tantissimo." Disse Sam.

"Io di più." Disse Dean.

"Tu mi fai sentire come in una favola."disse Sam.

"E dal momento che siamo costantemente circondati dai mostri, la prendo come un complimento." Disse Dean. "Ti amo anche io, baby."




















Note dell'autrice:  ciaoooo , ragazzi, spero vi piaccia questa narrazione vista dal punto di vista di Sam e Dean, lo so che loro hanno già parlato con Chuck nel capitolo 16 "Quello che io scrivo" ma comunque stavolta era una cosa più confidenziale xd

il prossimo dovrebbe essere l'ultimo capitolo e direi che i copia e incolla, sono finiti. Il finale non sarà un capitolo già pronto

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Capitolo 72
*** Fuochi d'amore ***


Dean e Sam si trovavano in una tavola calda e Dean si stava strafogando di frappè, in compagnia di Sam che non riusciva a trattenere un sorriso, mentre Castiel, Benny e Crowley giocavano al biliardo, quando ad un certo punto entrarono Charlie e Kevin, nel locale.

Per un attimo Sam e Dean li fissarono, notando che c’era qualcosa in loro di strano, che non capivano cosa fosse, poi videro che i due sembravano stranamente più vicini del solito, poi che Kevin aveva la mano sul fianco di Charlie, che sembrava più radiosa del solito e con il rossetto leggermente sbavato.

“Ehi, rossa, non dirmi che il nostro Kevinuccio..è meno nerd di quello che pensavamo, alla fine?” disse Dean.
Loro due si guardarono e ridacchiarono, senza smentire.

“Sempre gentile come tuo solito, Dean, questo sarebbe un complimento?” chiese Kevin attirando a sé più vicino Charlie che sorrise tirandogli via un pelucco immaginario sulla frangia.
“Ragazzi..che bello.” Disse Sam.
Adam, Jack e Castiel si avvicinarono a loro.

Davvero state insieme? Oh, è fantastico!” disse Adam, abbracciando Kevin, poi  a turno si abbracciarono tutti.
“Mi ha fatto la dichiarazione dopo una cena a base di sushi, sapendo che è il mio punto debole, ma non ne aveva bisogno.” Disse Charlie con gli occhi che luccicavano.
Era chiaramente pazza di lui senza sushi.
“Ho intenzione di portarla in Giappone, fargli vedere dove vivo, lei dice che ama il Giappone.”

“Beh, benvenuti in famiglia, ora se permettete, torniamo al nostro biliardo!” disse Crowley. “Volete vedere che vinco anche questa, mezze calzette?” li sfidò Gabriel.
“Sai chi sono. Dovresti portarmi più rispetto.” Disse Castiel, con finta teatralità.
“Uhhhh, che paura. “ lo scimmiottò Crowley di rimando. “Sembra ieri che mi supplicavi di guarirti con i miei fantastici poteri quando eravamo in Purgatorio.”

“Sicuro di sapere cosa significa supplicare?” chiese Cas, sorridendo.
“Quello che fate tu e il tuo ragazzo a letto, immagino.”
“Ok, piantatela e torniamo alla partita, ok?” disse Benny alzando gli occhi al cielo.
 
Dean e Sam scuotevano la testa, avendo assistito alla conversazione.

“Dovremmo insegnargli meglio come ci si comporta, almeno in pubblico.” Disse Dean.
“Tu credi davvero di poter dire a un angelo, un demone e un vampiro, di fare qualcosa?” chiese Charlie ridacchiando.
Sam scoppiò a ridere.
“Charlie in fondo ha ragione.”

“Eh sì, però si vogliono bene, lo ammetto. Questa storia del Purgatorio ha portato qualcosa di buono in fondo.” Disse Dean.
“Anche l’inferno, sbaglio o ci ha fatto conoscere Cas e ci ha ridato nostro fratello?” chiese Sam.
“Hai proprio ragione!” disse Dean.

“Siete una famiglia di pazzi, ma sono orgoglioso di farne parte. Sapete, prima di conoscervi, mi sentivo molto solo.” Disse Kevin, mentre Charlie gli accarezzava i capelli.
“Anche noi siamo felici di averti conosciuto, Kevin, senza di te non avremmo fatto fuori i leviatani. Ahio.” Disse quando Kevin gli tirò un pugno sul braccio. “Ti insegno io a rispettare i più grandi.” Disse sollevandolo di peso.

“Ahhh, no, Dean, no, mettimi giù, mettimi giù!!”
 
 
Nel frattempo Bobby era tornato vicino al biliardo con tre boccali di birra,
“Patetici!! Avanti, fatemi posto, vi insegno io come si lanciano quattro palle!” disse con tono di sfida.
“U-uhhhh.” Disse Crowley fischiettando.




§§§§§§§

“Ohh, ma guarda chi si vede, Sam, Dean!!” disse Dorotea al bancone dell'albergo.
“Ciao Dory!” la salutarono loro, entrando.

Dorotea era la mamma di Amara, sia lei che il padre gestivano l’albergo e Sam e Dean erano voluti andare proprio lì per una visita.

Sapevano che i genitori si erano gradualmente abituati al fatto che la loro figlia stesse con Chuck, anche se all’inizio avevano fatto fatica ad accettare il fatto che Amara ormai risiedeva quasi in pianta stabile in Paradiso.

“Una stanza e due letti, grazie.” Disse Dean.
La donna li guardò stranita e poi rispose, sbuffando.

“E che serve il secondo? A riempire lo spazio per i vostri vestiti?”

Dean rimase talmente scioccato che non seppe cosa replicare, Sam non potè astenersi dal ridacchiare sotto i baffi, divertito.

“I ragazzi sono fratelli, Dory.” Disse il marito Matt, che non guardò neanche in faccia i ragazzi mentre scribacchiava qualcosa alla scrivania.

“Ah già, è vero.” Disse lei con finto tono sorpreso. “Vogliate scusarmi. Arthur!! Occupati delle valigie dei signori, per favore.” disse lei rivolgendosi all'uomo incaricato di portare le valigie.
“Non ce n’è bisogno, facciamo da soli.” Disse Sam.

“Insisto, per una volta che venite a trovarci..questa è la vostra chiave per la stanza matrimoniale.” Disse dando loro la chiave con un sorriso.

L’espressione di Dean fu così comica che il marito di Doris scoppiò  a ridere.

“Ragazzi, noi non siamo giudicanti, non lo eravamo neanche prima, ma suppongo che avere una figlia, fidanzata con una divinità, apri ancora di più la mente.” Disse il marito, all’orecchio di Dean.

Dory si avvicinò con un sorriso.

“E poi vi abbiamo visti baciarvi dalla finestra. Che rimanga tra noi, io lo sospetto da quando vi ho conosciuti.”

Questa volta anche Dean si lasciò andare a un risolino.

“Scusateci, ma ci avete sorpreso…noi, non..ci aspettavamo, siete delle persone davvero ECCEZIONALI.” Disse Dean commosso.

“Non dovrebbe esserci niente di eccezionale nell’accettare l’amore, anzi..purtroppo la società di oggi è stata brava a farci disprezzare cose che se ci pensiamo bene, sono la normalità e ad amare cose che una mente davvero illuminata, ripugnerebbe. Magari un giorno il mondo sarà diverso.” Disse Matt.

“Non saprei stare senza averlo al mio fianco. So che è difficile da capire, ma…ci amiamo davvero tanto.” Disse Dean, prendendolo sottobraccio, mentre Sam lo abbracciava di riflesso.

“No, non è difficile, in realtà.” Disse Matt sorridendo.
 
 
 
Dean e Sam fecero di corsa le scale, trovando le loro valigie già in camera, Sam non fece in tempo a girarsi, che Dean lo buttò sul letto matrimoniale dalle candide lenzuola arancioni.
 
“Ouch. Pensa che se ti avesse dato retta, questo non lo avresti potuto fare, Dean.”

“Questo lo dici tu.”

“Non ti senti neanche un po’ in colpa per aver chiesto due letti singoli?”

“Ehi, non sapevo che i genitori di Amara fossero aperti fino a questo punto, ma ti posso promettere una cosa: non chiederò mai più dei letti singoli, mai più.” Disse riprendendo a baciarlo.
Sam ricambiò con dolcezza.





§§§§

Il mattino dopo...

 “Dean, Sam!”
Una peste bionda era saltata nel loro letto, reclamando attenzioni.

“Adam?? Ma che ci fai qui??” domandò Sam assonnato, vedendo il fratellino sdraiato sul loro letto.

"Volevo vedervi e Castiel mi ha portato qui..è alla tavola calda a pochi isolati, a proposito!"

“Potevi bussare..Potevo essere..impresentabile.” scherzò Dean. In effetti erano entrambi a petto nudo, si intravedeva dalle lenzuola.
Adam lo guardò basito.
Sam gli diede uno scappellotto sul braccio.
“Non scioccare nostro fratello.”

“Ehi, è grande..non è che non sa cosa succede tra le lenzuola tra due persone che si amano.” Disse Dean.

“Ehi, io sono ancora qui.” Disse Adam e per rendere ancora più tangibile la sua presenza si addossò con la testa sulle gambe di Dean e i piedi su quelle di Sam, mentre i due ridacchiavano.

“Sam, il nostro fratellino mi sta facendo paura..non è che vuole proporci qualcosa a tre?” domandò Dean scherzando.

“Noi?? Perché vorrebbe avere NOI quando può avere un angelo??” domandò Sam.

“Ah è così?? Allora vai da Castiel, se la pensi così!!” disse Dean spingendolo via, facendolo ridere.
Adam sbuffò.
“Visto che fate gli stronzi, io me ne vado..”

Sam e Dean però lo acciuffarono per le braccia e lo tirarono giù.

“Stai qui, lo sai che Sam deve fare lo stronzo già di mattina presto, lo fa per tenersi in allenamento.”
“Dean ha ragione..lo faccio per tenere il suo passo!”

Adam sbuffò, ma poi lasciò che i suoi fratelli maggiori si accoccolassero meglio contro di lui.

“Così volevi un po’ di coccole dai tuoi fratelli maggiori?” chiese Dean.
“No.”
“Di certo non da te!” disse Sam, abbracciandolo.

“La volete smettere?” chiese Adam e i due risero di nuovo.
“In realtà..volevo chiedervi di fare una giornata in campeggio, con tanto di fuochi d’artificio. Kevin mi ha dato le confezioni..non li ho mai fatto volare io in cielo.”

Sam e Dean si guardarono e il loro viso si illuminò.
“Che c’è?” domandò Adam.

“No..niente, un ricordo..un ricordo volante. “ disse Dean guardando Sam, sempre sorridendo. “Adam..se vuoi vedere i fuochi, vedrai i fuochi..in realtà è una cosa che piace tanto anche a noi.”

“Una volta Dean mi portò a far scoppiare i fuochi quando ero piccolo.” Gli sussurrò Sam.
“Davvero??” chiese Adam.
Loro annuirono.

“Fu una serata magica. Papà non era d’accordo, ma noi lo facemmo comunque. Fu..bellissimo. Fu magico.” Disse Dean.
Sam aveva lo stesso sguardo sognante di Dean mentre ricordava l’episodio.
Adam sospirò.

“Quindi io senza saperlo..vi ho proposto la stessa cosa..figo! Quante cose avrei voluto vivere insieme a voi..”

“E le vivremo, Adam..te lo abbiamo promesso, no? Una cosa alla volta.” Promise Sam.
“Sono contento di essere vostro fratello.” Si lasciò scappare Adam. “E voglio che voi sappiate che anche se sono molto innamorato di Castiel, questo non cambierà MAI. Vi voglio nella mia vita, sempre..sempre..sempre. Non vi dovete mai staccare da me.”

Sam e Dean boccheggiarono.

“Ma anche mentre noi..”
Dean si beccò un altro schiaffo da Sam, sulla spalla.
“No..quello no. NO!” disse Adam ridendo.

“Questo non avresti dovuto dirlo..non sai cosa ti aspetta..abbiamo una definizione dell’amore più morbosa di quello che ti puoi immaginare.” Disse Dean, stringendolo a sé.
“Lo so, invece! Zaccaria mi aveva avvertito!” rise.

“Quel figlio di puttana, non si faceva mai i cavoli suoi.” Sussurrò Sam.
“Però aveva ragione.” Disse Dean.
“Dai, cominciamo a progettare questo campeggio.” Disse Sam.
“Progettare? Che c’è da progettare? Subito. Adesso!” disse Adam.
“Adesso??” dissero in coro loro.
“Perché, che c’avete da fare?”

Dean fece una faccia maliziosa e Sam gli gettò un cuscino sulla faccia.
“Ma sempre a quello pensi???” urlò Sam.
“Sono pur sempre un uomo!”
“Ho capito, chiederò anche a Castiel di accompagnarmi, non voglio certo fare la candela.” Disse Adam.

“Adam, guarda che Dean scherza..” disse Sam, non voleva certo che il fratellino si sentisse trascurato.
“Confermo.” Disse lui.
“No..dai, è giusto così, e poi mi piacerebbe che anche Cas partecipasse. Davvero. Voglio che sia una cosa anche romantica.

“Noi non l’abbiamo vista come una cosa romantica la prima volta..” disse Sam, ma già quando lo disse, gli sembrò come una cosa non vera.
“Davvero?” chiese Adam, con un sorriso, notando le loro espressioni.
Dean e Sam si guardarono e sorrisero.

Lo sapevo!! Dai, prepariamoci, si parte oggi stesso!” disse Adam saltando sul letto.
“Ehi, un attimo, calma e le tende??” rise Dean.
“Gabe ha già preparato tutto!” disse Adam.
“Guarda, guarda, il fratellino. Dai un sacco di cose per scontate. Chi ti diceva che avremmo detto sì?” chiese Sam.

“Soprattutto visto che non lo abbiamo detto agli angeli.” Gli disse Dean divertito.
“Beh, magari non lo direte a loro, ma alla famiglia non lo negate.” Disse Adam fischiettando. “Vi aspetto alla tavola calda quando sarete PRESENTABILI!”
Dean e Sam si guardarono.
“Ha preso da te.” Disse Dean.

“Non dirlo neanche per sogno, ha preso DA TE!” disse Sam.
Dean lo attirò di nuovo tra le sue braccia.
“Baciami!”
“Prepotente! Mmmm..”
 
 
  ******

I fuochi d’artificio erano stati FENOMENALI, un tripudio di colori gialli, rosa, blu celeste, rossi e verdi. Dean e Sam avevano visto una varietà di fuochi diversi quando erano piccoli, erano pur sempre altri anni, ma la bellezza dei fuochi era un qualcosa che esisteva e si autoalimentava in ogni epoca, questo dovevano riconoscerlo.
Guardare la meraviglia di un qualcosa campeggiare nel cielo, soprattutto in una notte stellata, era qualcosa di UNICO, meraviglioso.

Adam e Castiel si erano appartati in un angolino e loro due erano rimasti soli, nei sacchi a pelo, accoccolati l’uno all’altro.
“Dean, devo assolutamente raccontarti cosa mi ha detto Lucifer prima..” gli disse Sam, ridendo ancora.
“Ahhh..sì, Lucifer..cosa diceva di tanto divertente da farti sganasciare in quel modo?”

Aveva notato che Lucifer aveva chiamato e non vedeva l’ora di chiederglielo, ma era comunque bello che Sam glielo volesse dire, senza che lui glielo chiedesse. Oramai la loro relazione era a un livello tale di confidenza, che erano lontani i tempi in cui si nascondevano le cose l’uno con l’altro.
“Veramente..non so da dove iniziare.” Disse ancora Sam ridacchiando.

“Che ne dici dall’inizio?” chiese Dean sempre più curioso.
“Ecco, non avrei saputo trovare parole migliori!”
A questo punto la curiosità di Dean era alle stelle.
“Dean, ricordi quando abbiamo conosciuto Amara..e Chuck ha preso quel discorso alla larga, sulla mela proibita, e noi abbiamo constatato che aveva una voglia matta di cambiare argomento?”

“Certo, ci era sembrato strano..ma cosa c’entra questo..ohhh..oh cavolo, non dirmi che Lucifer ti ha raccontato DAVVERO come sono andate le cose!!”
Dean si era drizzato a sedere ormai totalmente coinvolto.
Sam continuava a ridacchiare.
“Sam, tu DEVI dirmelo. Sono tuo fratello!”
“Anche i veri responsabili, erano fratelli!”
Dean oramai lo guardava totalmente confuso.

“Senti..tieni presente che Lucifer sembrava palesemente ubriaco al telefono, mi ha rivelato che in REALTÀ, Cain non aveva assolutamente intenzione di uccidere suo fratello Abel!”
“Ma l’ha fatto!!” disse Dean a sto punto totalmente confuso.
“No, non l’ha fatto, in realtà è stato manipolato psicologicamente per farlo! Tieni presente che a quel tempo erano tutti immortali..e non sapevano cosa significasse..LA MORTE.”
“Ma..”

“Zitto e ascoltami! Lucifer mi ha detto, che Lilith , era innamorata pazza di Cain, certo a suo modo, non credo che un demone, soprattutto a quel tempo sapesse cosa significasse davvero amare..”
“LILITH??” squittì Dean.

“Esatto, vedo che mi segui..Cain e Abel però..non è vero che si odiavano, anzi, si amavano. Di un amore fortissimo!! Capisci?”
Dean intercettò lo sguardo eloquente di Sam e sgranò gli occhi.
“Ohhh..”

"Ecco."

"Comincio a capire quando dicevano che siamo i loro discendenti." disse Dean.

“Lilith era gelosissima, voleva le attenzioni di Cain tutto per sé e manipolata anche da Lucifer, convinse Cain a ucciderlo..gli disse che era l'unico modo..per salvarlo dall'essere plagiato dal diavolo.”
“Lucifer ha fatto questo?? È..è disumano.”

“Non ne è fiero, ma credo non sapesse neanche lui..cosa sarebbe successo, non fino in fondo. Pensava di fare un qualche scherzo..che poi è riuscito male. Neanche lui sapeva cosa fosse la morte, non esisteva ancora l’omicidio.”
“Terribile, ma quindi l’ha ucciso, anche se manipolato, lui..”

“NO, NO! Quando Cain ha capito che gli aveva fatto del male, lo portò in una montagna altissima, dove era conservato il frutto proibito e spezzò in due la mela, una metà la mangiò lui, l’altra..la mangiò Abel.”
“No..”
“Sì e non è tutto. Abel..sopravvisse.”
“Per una mela??”

“Era una mela molto potente, Conteneva l’amore universale.”
“L’amore..ma dai!! Lucifer ti ha solo preso in giro!”
“Forse..o forse no. Fatto sta che, Dio non prese bene tutta questa storia, voleva punirli, ma EVA chiese di essere punita al suo posto e accettò di essere incolpata lei.”
“E loro che fine hanno fatto?”

“Lucifer dice che la mela li trasformò in delle specie di divinità, che avrebbero potuto eguagliare Dio o forse anche più potenti di loro, ma per paura di quello che avevano scatenato, se ne andarono..facendo perdere le loro tracce. Fuggirono.”
Dean sbattè gli occhi.
“Pazzesco.”

“Tra gli angeli si mormora..che loro viaggino ancora attraverso le galassie, i pianeti, i mondi..ascoltando tutto, vedendo tutto, come dei viaggiatori galattici troppo curiosi.”
“Non può essere vero..ci hanno sempre detto che siamo diventati mortali, per un omicidio..e alla fine, l’omicidio non c’è mai stato? Abbiamo perso il paradiso..per niente?”
“Ti sbagli amore mio. Un omicidio c’è stato.”
“Mh??”

“La perdita dell’innocenza.” Sussurrò Sam.
Le loro bocche erano vicinissime.Dean lo baciò.
“L’ho già detto una volta..ma forse tu non hai potuto sentirlo..ma te lo dico ora..se il prezzo da pagare è questo, per averti con me..non voglio nessuna pace, nessun paradiso..” disse tenendogli le mani sul viso.
“Neanch’io.” Disse Sam felice e baciandolo più appassionatamente, spalmandosi su di lui. Dean gli concesse solo pochi secondi prima di cominciare a spogliarlo dei vestiti.
 
Nel frattempo, in cielo, non visti, due personcine curiose, li stavano osservando, in cielo, in una notte blu stellata.
“Pazzesco. Dopo così tanto tempo…hanno ancora voglia di parlare di noi! È un argomento così interessante da superare i secoli?”
“È Storia.” Ribadì una seconda voce.

“Mah..l’omicidio è ritenuto ancora una cosa così interessante?”
“Tanto quanto l’amore.” Disse l’altra voce con dolcezza, abbracciandolo teneramente da dietro, le labbra sul suo collo.
Cain si girò e sorrise, abbracciando a sua volta Abel, seppellendo il viso nel suo collo, mentre sparivano nel cosmo.



















Note dell'autrice: ciaoooooo!! Confermo che questo è l'ultimo capitoloooo!! Dopo quasi TRE ANNI, è finita xd devo ammettere che un po' la malinconia mi assale, questa è stata la prima storia in cui ho voluto fare l'esperimento Adam/Castiel, non sapevo come sarebbe venuto fuori ma fin dal primo momento mi sono innamorata di questa storia, ho voluto rendere Adam più protagonista, curiosa di vedere se la cosa funzionava, anche con una storia d'amore per lui, ho voluto rivoluzionare la quinta stagione, dando un finale lieto anche a Lucifer e una mamma per Jack <3333 e per la prima volta ho immaginato Gabriel con qualcuno che non fosse Cas ahhah xd LOOL il finale è il più dolce che poteva venirmi in mente xd mi sento così emozionata che mi sento bloccata in un limbo in cui sono ancora qui che medito su come completare le note e come completare la storia, nonostante ho già scritto il capitolo infatti, non potete saperlo ma ho continuato ad aggiungere cose che mi venivano in mente xd purtroppo ad un certo punto certe cose bisogna lasciarle andare, anche per far spazio a cose nuove ma spero comunque che vi ricorderete sempre di questa storia <333

Ci sono delle cose che voglio dire prima di salutarvi, il rapporto tra Dean e Sam con Adam..mi sono messa proprio di impegno e con entusiasmo per renderlo affettuoso, a tratti mi sembrava di esagerare, perchè io poi non mi regolo e confesso che a tratti mi controllavo per non dare la sensazione che fosse addirittura erotico LOL ma non c'è niente da fare, io amo le coccole tra fratelli anche se non sfociano poi nell'elemento erotico e quindi è per questo che non riuscivo a fare a meno di rendere Adam così tanto fisico con loro xd amavo immaginarli che coccolano il loro fratellino, a maggior ragione per il fatto che Adam non è stato trattato benissimo nella serie tivù! 

Crowley, Cas e Benny, dopo aver dedicato quasi metà della storia a questa storyline e al loro rapporto, non li ho fatti stare insieme molto tempo nella storia, perchè a quel punto era finita ahhah loool però almeno uno spazietto a loro dovevo dedicarlo xd lo dovevo a voi lettori e anche a me stessa xd

Quando Dean solleva di peso Kevin, in realtà era un omaggio a una puntata della ottava serie dove Dean di fatto lo soleva in braccio, scena pazzesca <333 chissà se ve la ricordate :)

Ci sarebbero tantissime altre cose da dire su tutti gli altri personaggi ma non voglio che queste note diventano lunghissime, quello che penso dei personaggi l'ho già detto, a parte forse di Kevin e Charlie, non so perchè ma ho avuto sto flash di vederli insieme, credo che finora non ci sia stato ancora nessuno , almeno su efp che abbia reso Charlie etero LOOL spero nessuno si offenda, d'altrocanto è solo perchè volevo vederla con Kevin, mica c'è una cosa discriminatoria dietro, in fondo noi continuamente rendiamo slash tutti i personaggi xd

Per quanto riguarda il finale, ci conosce le mie storie, sa che la storia di Cain e Abel ricorre spesso nelle mie storie, la mia rivisitazione della mela ec ecc..è una idea che mi ha sempre stuzzicata e che quindi è ricorrente. Penso tutti abbiano inteso quello che Lucifer ha confessato su Cain e Abel, non sono riuscita a trovare un punto dove inserirlo ma vi posso dire adesso che anche se non lo metto per iscritto, di certo Dean e Sam chiederanno conferma a Castiel di quello che ha detto Lucifer LOL e come reagirà Castiel?? Cercherà di fare il vago, confermando di fatto xd Pensate che vorrei addirittura metterci un sequel ma non so se avrà mai luogo, e ovviamente nel sequel si vedrebbero Cain e Abel, ma ripeto, non so se avrà mai luogo, tantissimi sequel che volevo mettere, aspettano ancora di vedere la luce e non voglio davvero che vi facciate illusioni per niente xd molte altre ff hanno la priorità xfd

Quando nel finale dico che Cain e Abel spariscono, non è che "spariscono" davvero xd intendo che loro possono smaterializzarsi e materiallizzarsi come vogliono in qualsiasi luogo, sono delle divinità e mi piace tanto questa peculiarità.

“L’ho già detto una volta..ma forse tu non hai potuto sentirlo..ma te lo dico ora..se il prezzo da pagare è questo, per averti con me..non voglio nessuna pace, nessun paradiso..”
Dean l'ha detto veramente nel telefilm ed è precisamente nella quinta serie :))

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Capitolo 73
*** Altra festa, altra giostra ***


“Quanto ci metteranno Dean e Sam ad arrivare?” chiedeva la madre di Damian, mentre preparava la tavola con ogni sorta di prelibatezze.

“ Avevano detto che sarebbero andati a prendere dei pasticcini, magari stanno facendo fatica a trovare una pasticceria aperta.” Disse il padre di Kevin.

“Sì, lo so io che tipo di dolci preferiscono.” Disse sempre la madre di Damian.

“Tesoro! Non essere volgare!” la redarguì il marito.

“Stavo solo scherzando, amore..” rispose lei.

“Che cos’è questa storia?” domandò la madre di Charlie.

La madre di Damian si guardò intorno imbarazzata senza rispondere.

“Lei pensa che Dean e Sam abbiano una relazione.” Rispose la madre di Amara per lui.

“Ohhhh.” Ci fu un coro di sorpresa.

“Io..dicevo solo per dire..hanno un rapporto piuttosto stretto..” disse lei, facendo finta di controllare i panini.

“Anche se fosse non è una cosa che ci dovrebbe riguardare, questi pettegolezzi di bassa lega non li accettiamo, io e mia moglie!” rispose il padre di Amara.

“Sono sicura che Gianine non intendeva offendere nessuno.” Disse il padre di Damian.

“Sparlate anche di mia figlia quando lei non può sentire??” domandò la madre di Amara.

“Perché se è così, la nostra amicizia finisce qui.” Disse il marito.

“Come potete pensarlo?? Sentite, io e mia moglie siamo tra le persone più aperte del mondo. Siamo amici di un demone, cavolo!” disse il padre di Damian.

“Solo perché tuo figlio ne è affezionato e solo perché ti ha scoperto quel tumore o sbaglio??”

Tra Crowley e il padre di Damian le cose andarono male, fino a quando nel giardino della sua stessa casa, Crowley non aveva detto che tutta quella rabbia era spia di qualcosa di malevolo al suo interno e quindi aveva voluto fare una dimostrazione pratica di cosa era capace di fare. Aveva posseduto l’uomo, perché aveva notato le spie di qualcosa di malevolo all’interno e quando ne era uscito fuori, lo aveva informato. Questo gli aveva salvato la vita.

“Trovo davvero inopportuno tirare fuori questa cosa, Madeleine, è davvero un colpo basso.” Rispose l’uomo.

“Va bene, va bene, chiedo scusa..” rispose la donna.

“Lasciate che anche io faccia le mie scuse, è tutto così nuovo per noi, e se anche Dean e Sam si amassero in una maniera non..convenzionale. non importa. Io adoro quei ragazzi e anche mio marito li adora.” Rispose.

“Che abbiano cambiato le nostre vite non c’è alcun dubbio. Mi sono ritrovato con un figlio traduttore delle Sacre Scritture..e grazie a loro ho incontrato la donna che mi ha rubato il cuore.” Disse il padre di Kevin.

“Oh, tesoro..la famiglia che stiamo costruendo è il regalo più grande che avrei potuto mai ricevere.” Disse lei accarezzandogli una mano.

Il clima divenne più disteso e tutti si rasserenarono, facendo domande alla coppia.

“Come hanno preso Charlie e Kevin il fatto che i loro genitori siano una coppia?” chiese la madre di Amara.

“Noi abbiamo faticato un po’ ad accettare la relazione tra nostra figlia e..Chuck, dopo questo, credo tutto sia possibile.”

La coppia rise insieme.

“Sono contenti per noi, anzi, se vi devo dire la verità, avevo una gran paura di Charlie..lei è stata sempre molto possessiva con me, invece straordinariamente ha accettato Jonathan con una facilità che mi ha stupita.”

“Credi sia solo altruismo il suo?” chiese Jonathan con un sorriso furbo.

“Oh, Jonathan, non ricominciamo con la stessa storia.”

“Quale storia?” domandò il padre di Amara.

“Jonathan insiste nel dire che i nostri figli abbiano una sorta di relazione segreta!”

“Uhhhhh.”

“Oh piantatela, siete maliziosi come lo è lui!” disse la donna pulendosi la bocca con un tovagliolo.

“Che succede, Dorothy, la tua apertura mentale non funziona quando si tratta della tua famiglia?” domandò Gianine sorridendo.

“Ti odio, Gianine.” Disse lei.

“Anche io ti amo, tesoro.”

Dopo due secondi le due scoppiarono a ridere.

“Fatti abbracciare, come potrei odiarti.” Disse lei andando ad abbracciare la sua amica.

“Comunque Dorothy non sarebbe contraria a una simile evoluzione della nostra famiglia, anzi, sarebbe anche interessante.” Disse il padre di Kevin.

“Dovremmo fare una classifica della famiglia più strana tra di noi, che ne dite? Sì, lo so cosa state per dire. Vincerebbero a mani basse loro, per via di Amara. Ma non lo trovo giusto. Credo che nessuno potrebbe battere avere una divinità in casa. Quindi chiedo che vengano esclusi.” disse il padre di Damian.

“Ti piacerebbe.” Disse lei.

“Pensi di poter vincere tu?” disse il padre di Amara.

“Beh, sì, di sicuro vinceremmo noi! Stiamo parlando del nostro bellissimo bambino che abbiamo scoperto avere un padre di tre epoche diverse!” disse la moglie.

“Anche mio figlio ha un fratello di un’altra epoca, ma resta umile.” Disse il padre di Kevin.

A quella battuta risero tutti.

“Il premio come padre più simpatico va di diritto a Jonathan.” Disse la madre di Amara.

“Tu e Crowley prendete e portate a casa.” Rispose lui guardando il padre di Damian.

A quella frase un altro scoppio di risa esplose nella tavolata.

“Jonathan è davvero il più simpatico.” Disse il padre di Amara.

"In realtà ci sarebbero anche la famiglia di Lucifer e Meg e Marzio." disse la madre di Amara.

"Sei riuscita a convincerli a venire?" chiese il padre di Damian.  


"Sarebbe stato sciocco che venisse solo lui e loro no. A dire la verità inizialmente hanno rifiutato, credo pensassero di non essere..i benvenuti." disse la madre di Amara.

"Ohh, siamo una famiglia bizzarra, ma proprio per questo, ricca di colori e poi..Jack è adorabile!" disse la mamma di Damian.

"Sì, a questo proposito, credete che riuscirà a tenere lontano Gabriel fino a quando non sarà tutto pronto?" chiese il padre di Damian.

"Oh, credo che ce la farà."disse Gianine sorridendo.

"Gianine, sei un vero demone!" disse la madre di Amara.

"Al giorno d'oggi, lo prendo come un complimento, mia cara!" rispose lei.


 
 

“Fate in fretta che ci stanno aspettando e si chiederanno dove siamo finiti!” disse Adam, in pasticceria.

“Ma sentilo! Non era lui quello che ci ha messo un’ORA per scegliere una fottuta torta? Che dici, Sam?”

“Credo che fosse proprio lui, Dean.”

“La pasticcera ci guardava con un misto di perplessità e tenerezza, mentre io cercavo di spiegarle che fosse stato per me, le avrei prese TUTTE!” disse Dean.

“Volevo scegliere una torta che assomigliasse il più possibile al paradiso! Quelle che vedevo non avevano abbastanza panna, ora è perfetta!” disse Adam, mentre Castiel teneva tra le mani un pacchetto voluminoso con un gran sorriso.

“Non è romantico? L’ha fatto per me.” Disse Castiel raggiante.

“A parer mio, sembra che stiamo organizzando una festa per il vostro anniversario..o per il compleanno di Castiel!” disse Dean.

“Wow, non ho mai festeggiato un compleanno!” disse Castiel, esaltato all’idea.

Adam si illuminò subito.

“E io non vedo l’ora di farlo, solo speravo fosse una sorpresa!” disse Adam saltandogli con le braccia al collo.

Sam sospirò ridacchiando.

“Spero non ci metterai così tanto tempo per scegliere una torta!”

“Oh, ci metterò di più! Stiamo parlando del mio fidanzato, no?”

Cas sembrava il ritratto della gioia, abbracciandolo stretto.

“Ok, adesso direi che possiamo andare, piccioncini.” Disse Dean.

“Peccato solo che solo Gabriel, Lucifer e Balthazar avranno la sorpresa, Cas ha dovuto rovinare tutto, scoprendolo prima del tempo.” Disse Sam.

“Ehi, non è colpa mia se ormai viviamo in simbiosi, e quando mi allontano un po’ da lui, subito mi viene a cercare.” Disse Adam.

“Vi concederò di farmi una sorpresa un’altra volta.” Disse Cas pensandoci un attimo.

“E i tuoi doveri in Paradiso?” domandò Dean.

“Beh..per quelli..c’è sempre tempo!” farfugliò Cas, ancora abbracciato ad Adam.

“Ecco, lo sapevo, oramai si è rincitrullito!” disse Dean.

“Cas, lo sai che ti amo, ma non voglio che tu venga rimproverato a causa mia!” disse Adam.

“Vuoi rimproverarmi solo tu?” gli chiese Castiel facendogli l’occhiolino.

“Forza, adesso andiamo o la mamma di Damian comincerà a pensare male, penserà che stiamo facendo chissà cosa!” disse Dean.

“Non è vero!” ridacchiò Adam.

“Quella ci odia!” disse Dean.

“Non ci odia..” disse Sam abbracciandolo da dietro.

“Forse no, ma non mi piace come ci guarda..come se..avesse intuito qualcosa.” Disse Dean.

“Non si può cambiare un pregiudizio durato secoli in poco tempo. Anche grazie al nostro intervento, ci vuole un po’…” disse Adam.

“Sentilo come si gasa il fratellino.” Disse Dean.

“Stare con un angelo gli ha montato la testa.” Disse Sam facendogli il solletico.

 

 

 

La festa a casa di Balthazar fu apprezzata da tutti, in particolare Balthazar, Gabriel e Lucifer, che tornarono a casa senza aspettarsi nulla, rimasero letteralmente senza parole a guardare la casa addobbata con striscioni, palloncini, coriandoli dappertutto e Damian e Kevin che suonavano le trombette da party in sincrono.

Avevano preso molto sul serio la riscoperta del loro legame fraterno e per renderlo più vivo, decidevano di fare quasi tutto insieme, come gemelli siamesi.

La festa era stata decisa da Kevin, Damian, Adam e Jack, e messa in pratica da Charlie. Era una festa pensata per festeggiare gli angeli e addobbata con tappezzeria bianca e blu notte e un sacco di dolci.

“Perché non ci mettiamo anche delle nuvole e dei cancelli?” aveva chiesto Kevin, ma Adam aveva subito bocciato l’idea, visto che alla festa sarebbe stato presente anche Lucifer e non pensava avrebbe preso bene avere un Paradiso monumentale 3d sul muro, che gli ricordasse quando fu cacciato dal Paradiso.

Sam e Dean notavano che la mamma di Damian sembrava più tranquilla e sorridente con loro, qualsiasi cosa fosse successa, li aveva resi più benevoli ai loro occhi e ne erano contenti.

Dopo cena, decisero tutti di andare a fare un giro alle giostre e i tre ragazzini presero il largo, senza farsi più vedere.

Mentre camminavano ancora in giro e Dean dimostrava di non essere ancora sazio di dolci, facendo scorpacciata di frittelle con la nutella, si accorse che Sam sembrava sovrappensiero e gli si avvicinò.

“Sammy, va tutto bene? Sei stanco? Annoiato?”

“Non preoccuparti, va tutto bene, Dean.”

“Non me la dai a bere, quando ti vedo con questi occhietti provo un bisogno insopprimibile di baciarli fino a tornare a vederli luccicare.” Disse Dean.

Sam si scostò ridendo avendo paura che Dean lo avrebbe fatto davvero.

“Così va meglio.” Disse Dean.

“Non sono triste, ma mi sento strano a dover pensare di dover conquistare qualcuno..non mi sento me stesso. Non è questa la nostra vita, ecco."

“Conquistare?” chiese Dean, il cervello scollegato a quella parola.

Sam rise.

“Non essere geloso, mi riferisco alle famiglie dei nostri amici..non ti sembra che ultimamente li stiamo coinvolgendo molto?”

“Sono le famiglie dei nostri amici..pensavo fossimo d’accordo che..”

“Sì, sì, lo so quello che abbiamo detto..e deciso..e trovo che sia nobile che ci preoccupiamo che anche i genitori di Damian, Kevin, Charlie..Amara..Marzio..Kelly, siano vicini a loro e che loro non abbiano segreti con le loro stesse famiglie..so perché abbiamo deciso questo, è solo che..”



"Ti manca la vita che facevamo prima? Noi due da soli?" 



"Sì, beh...con nostro fratello, chiaro..adesso c'è anche lui.." 



"Però senza parenti acquisiti intorno, tutto chiaro e la sai una cosa, la penso anche io come te, anzi, se non l’avessi detto tu, l’avrei fatto io.”

“Davvero?” gli chiese Sam con gli occhi che gli brillavano.

“ Fa le valigie, fratellino, si torna a girare di motel in motel a salvare il mondo."

Sam lo guardò stupito e raggiante e grato.

“Tutto qui? Basta così poco?”

“Tutto quello di cui mi importa è noi due insieme e poi sai una cosa..anche io non sono fatto tanto per le famiglie allargate, quindi..”



"Finalmente!" disse Sam allegro.

Era bello, avere una famiglia tanto numerosa, era stupendo poi, che le famiglie dei tanti amici che avevano al loro fianco, li accettassero, era stupendo vedere Bobby con Crowley e loro fratello con Castiel, ma non era quella la loro vita..loro erano fatti per viaggiare, vedere il mondo, salvare vite, mantenere il fuoco dell'adrenalina, vivo, che viaggiava a ritmo stesso della loro passione, perchè loro erano tutto quello e sapevano che potevano amare tutti loro, anche così, senza fermarsi in un posto, perchè quello era il loro destino, amare, viaggiare, non importava dove, quello che era importante, era non fermarsi mai.



















Note dell'autrice:  ciao ragazzi! lo so che avevo detto che sarebbe stato l'ultimo capitolo, quello scorso, ma il mio desiderio di far essere felici Sam e Dean senza il minimo disagio, è stato più forte xd detto questo, magari qualcuno di voi si sta chiedendo quando esattamente la pausa è iniziata, a dire la verità non lo so nemmeno io ahhah cioè non è che i bros si fossero ritirati a una vita domestica, ma come ho mostrato in questo capitolo, che andavano al supermercato e organizzavano torte, si capisce che c'era una certa quotidianità di base, che non è durata comunque molto, non ci sono sbalzi temporali lunghi, a meno di qualche mese in avanti, loro si stavano godendo un po' di tranquillità, ma alla fine si sa che non riescono a restare fermi a fare una vita casalinga, giusto? :)) inoltre il MONDO ha bisogno di loro!

Su Adam e Cas, li ho un po' trascurati, ma è ovvio che stanno ancora insieme, così come Jack e Gabe, mi dispiace di non aver scritto molto su di loro, ma ero presa da altri personaggi ççç ma anche tra loro va tutto bene ^^

Voglio specificare una cosa, Nick è in Paradiso, mi sono dimenticata di dirlo in questa storia, ma è assolutamente così, quindi non è più prigioniero di Lucifer! Di Jimmy anche. Diciamo che entrambi non sono sopravvissuti con tutti i danni che hanno ricevuto sia Cas, sia Lucifer xd lo so che Sam e Dean non ne parlano, ma nella mia testa hanno già chiarito questa cosa con i diretti interessati e non so se mi va di scrivere un altro missing moment su questo çç non saprei neanche dove collocarlo O.O con questo credo di aver finito le spiegazioni, se poi mi verrà in mente altro, farò altri missing moment, ma mi auguro davvero di no, non ne posso più xd

Tutto quello che ho detto sui ringraziamenti, l'ho già fatto in quello che pensavo fosse l'ultimo capitolo e quindi non mi ripeto LOL ci vediamo nelle prossime storie!

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Capitolo 74
*** I fratellini ***


Erano passato già un anno ed era mattino prestissimo e Jack era entrato nella casa dei suoi genitori mentre tutti all'interno dormivano. La casa era ancora dormiente, compresi i due cuccioli d'uomo che ancora dormivano.

Seth e Soraya erano arrivati dopo, erano arrivati inaspettatamente, come arriva Giugno sugli alberi, come cadono le foglie tra gli alberi.

Come una tempesta fatta di fiori, di germogli. Come l'innocenza furibonda.

Un sentimento di tenerezza dolente si impossessò di Jack così forte da essere quasi doloroso, mentre li guardava in penombra dormire nella loro stanza.

Loro erano i suoi fratellini.

Soraya aveva capelli ricci biondi e vaporosi e occhi come due ampolle d'acqua. Il nome gli era stato dato perché simboleggiava luna e sole insieme. Seth aveva occhi verdi che a volte viravano verso il grigio. Erano gemelli e avevano ereditato i poteri di guarigione come lui.

Si sporse a guardare i piccoli dormire, davanti al letto del piccolo. Forse troppo vicino perché potessero non accorgersene e infatti il piccolo Seth allargò subito le braccia verso di lui facendo un "mmmm " di sonno.

Jack rise e lo accontentò, chinandosi ed abbracciandolo.

A poca distanza Soraya lo chiamò.

"Fratellino!" Benché lui fosse il maggiore.

Jack non sapeva descrivere il sentimento di tenerezza e affetto che circondava il suo cuore, quando li guardava. Quando guardava tutti loro.

Era così grato ai suoi genitori che loro gli avessero dato dei fratellini.

"Dormite adesso. È ancora presto." Disse ridacchiando visto che loro avevano dato segni di volersi alzare.

Loro infatti sbuffarono.

Lui rise.

"Ma tu non andrai via vero?" Domandò Soraya.

"No, non vado via. Adesso dormite, sono soltanto le 6:00."

Neanche tempo di dirlo, i due crollarono di nuovo in un sonno profondo e Jack lasciò la loro stanza.



Una breve visita nelle stanze gli permise di capire che non erano gli unici svegli.

Jack si diresse verso il salotto, andando a vedere gli altri due pestiferi che a quell’ora stavano guardando la playstation!

“Jack!!” i due fratellini Dylan e Brandon, corsero incontro al loro fratello maggiore e gli finirono in braccio.

“Schhh. Siete proprio dei monelli. “
“ Che bello vederti! Giochi con noi?” chiese Dylan.

“Sì, gioca con noi! Il draghetto ha quasi catturato tutte le uova al livello uno!” disse Brandon.
Jack con una risata li mise giù.

“ Oggi pomeriggio faremo tutti i giochi che vorrete. Sono qui con Castiel, c’è anche lui. Siete contenti!”
“Sìììììì!” urlarono in coro i due bambini.

Jack sorrise. Dylan e Brandon avevano 8 e 10 anni. Erano arrivati dopo i gemelli, ma erano cresciuti in un modo che sembravano loro i maggiori. Non erano riusciti a trovare una spiegazione a questa cosa, ma il loro sviluppo era andato così. Adesso sembrava che la loro crescita si era stabilizzata, rispetto a com’era successo a lui e ne era contento. Erano così teneri da piccoli.

“Ma..dov’è Castiel?” chiesero in coro. Un vizio che avevano preso dai gemelli.

“In garage a parlare con gli altri vostri fratelli. Anzi, adesso li raggiungo. Volete venire con me?”
“Sììììì.” Dissero loro.

“Non gridate!” ma sorrise. Erano così pieni di gioia che era un piacere sentirli così.
 






Jack uscì portandosi i bambini al seguito. Era una giornata fresca ma che preannunciava la bellissima giornata con un sole splendente, che sarebbe arrivata di lì a poco.  
 
Ciao!! Guardate chi è sveglio a quest'ora!" disse Jack, mentre i bambini trotterellavano fuori.  
 
"Castiell!!!" i bambini corsero subito incontro a loro.  
 
"Ehi!! Venite qui!" disse lui, prendendoli in braccio e facendogli fare delle piroette.  
 
"Che beeellooo!"  
 
"Questo, miei cari ragazzi, è il VOLO DELL'ANGELO!"  
 
"Possiamo rifarlo?" chiese Brandon.  
 
"Te li sta già rubando. Abituati!" disse uno dei due ragazzi che era con lui.  
 
"Ehi, mi ha già rubato il cuore, non lo lascerò prendere anche LORO!" disse Jack.  
 
I due ragazzi scoppiarono a ridere.  
 
"Come state, ragazzi?" chiese Jack.  
 
I due ragazzi più adulti, non erano davvero loro fratelli, ma ANGELI, che avevano preso a cuore quella famiglia ed erano praticamente stati quasi adottati da loro.

Aniel aveva capelli biondi fino alle spalle, Beren capelli rossicci leggermente più corti e scalati. Gli sorrisero.

"Noi alla grande! E dicci, come stanno Sam e Dean?" Chiese Aniel.

"Ci mancano!" Disse Beren.

Jack e Castiel li guardarono con sguardi sornioni.

"Non dovete dirci nulla voi?" Chiese Castiel.

"Che cosa?"chiese Aniel.

"Oh andiamo, non fate i finti tonti!" Disse Jack.

"Non sappiamo proprio di cosa state parlando!" Disse Beren.

"Quindi il fatto che Dean, Sam e Adam, si siano ritrovati più giovani improvvisamente di quattro/cinque anni, non vi dice nulla?" Disse Jack.

"Più GIOVANI?? Oh andiamo e come sarebbe possibile?" Disse Aniel.

"L'essere umano non ha ancora inventato la fonte dell'eterna giovinezza se non ricordo male!" Disse Beren.

I due bambini risero.

"Basta con gli scherzi . Voi gli avete fatto qualcosa!" Disse Jack.

"E perché dovremmo c'entrare proprio noi due? Magari semplicemente invecchiate con sorprendente lentezza!" Disse Beren.

"E va bene. Dean e Sam hanno passato molto tempo con voi ultimamente e al termine della vacanza che hanno trascorso con voi, dove c'era anche Adam, quando si è svegliato la mattina dopo, disse che c'era qualcosa che non andava decisamente nel suo viso..era più..riposato, più giovane se così si può dire..credeva fosse un effetto delle Terme..ma poi.. Sam si è risvegliato con un taglio di capelli un po' più decente di quello che aveva ultimamente, più muscoloso e Dean invece era decisamente più magro!" Disse Castiel.

"Ehi! Dean non è grasso! Se ti sentisse Dean..." disse Jack.

"Non dico questo, ma dopo il Purgatorio gli è preso una fame nervosa e ha cominciato a divorare spaghetti!" Disse Cas.

























Note dell'autrice: ciao ragazzi! Non ve la aspettavate una cosa del genere? Vero? Beh, neanche io xd date la colpa a Teamfreewill che ha desiderato un fratellino o una sorellina per Jack, da allora non sono pii riuscita a togliermi di torno loro loro due ahahah solo che temevo non si incastrasse bene come cosa. Alle fine mi sono arresa e mi sono anche commossa nella scena della stanza, devo dirvi la verità. La storia però non è ancora finita, continua nel prossimo capitolo, perché adesso questa l'ho scritta dal cellulare e non riesco a scrivere più di tanto in questo modo e anche perché forse sono troppo emozionata per scrivere altro xd

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Capitolo 75
*** I fratellini - seconda parte ***


Risero tutti a quella battuta.

“Okay, voi sapete che i nephilim hanno poteri un po’ particolari, giusto?” chiese Aniel.

“Non ci è sfuggito, no.” Disse Castiel sorridendo.

“Hai presente la vacanza insieme a Sam e Dean e loro fratello Adam, al centro benessere, Terme D’oro, insieme ai bambini.” Disse Beren.

“È stato bellissimooo.” Dissero i due bambini.
“ Sì?” disse Jack.

“Bbbehh, quando eravamo lì, ci siamo divertiti davvero tanto..e abbiamo fatto delle considerazioni.” Disse Aniel.
“Del tipo?” chiese Cas.

“Del tipo che era un peccato che da quando era tornato Adam, non avessero avuto il tempo per costruire un loro legame famigliare, in modo spensierato, perché non avete fatto che tribulare, per colpa di Lucifer..e poi per il fatto della gabbia.” Disse Beren.

“Ma..che cosa c’entra adesso in questa storia??” chiese Jack stupefatto.

“I bambini..ci hanno sentiti!” disse Beren sorridendo.
I due monelli si misero la mano sulla bocca.
“Cos’avete fatto?” chiese Castiel.
“Nulla!!” dissero loro ridendo.
“Le bugie non si dicono.” Disse Jack.

“I bambini hanno sentito anche quando parlavamo del fatto che era un peccato che avevano passato i primi tre anni del loro ricongiungimento, a lottare contro mostri maligni, diavoli e purgatorio..visto che il tempo, soprattutto, non torna mai indietro…” disse Beren aspettando che loro capissero.

“Li avete fatti ringiovanire ai tempi in cui Adam è resuscitato in pratica.” Disse Castiel con un sorriso di ammirazione e le mani sui fianchi.
“Ma…cosa..come..” Jack era sconvolto.
I bambini si misero a ridere.

“Come è possibile che loro da soli..” disse Jack sconvolto.
“Non siamo stati solo noi!!” disse Dylan.

“No! C’erano anche Soraia e Seth a farlo. Le nostre mani sono diventate d’oro e la nebbilina gialla è arrivata da noi!” disse Brandon.
“Nebbiolina gialla?” disse Cas perplesso.

“Credo parli della nostra energia. Abbiamo avuto modo di notare che i nephilim possono canalizzare l’energia degli ANGELI e amalgamarla con la loro magia.” Disse Beren.

“Voi volevate farlo, le lucine sono venute da noi!” disse Brandon indicandoli.
I due angeli sotto lo sguardo sospettoso di  Jack e Castiel si schermirono.

“È stato solo un pensiero..niente di più..abbiamo pensato che sarebbe stato bello se non avessero perso neanche un anno da quel momento..” disse Aniel.

“Solo che queste pesti non possono notare nulla, che prendono tutto sul serio e devono giocare a canalizzare, e quelle altre pesti al piano di sopra non sono meglio!” disse Beren.
I bambini fecero loro la linguaccia.

“Non dare la colpa ai bambini adesso..ammettete che siete felici della cosa.” Disse Jack, stringendo i piccoli in un abbraccio.
“Beh, non possiamo dire di esserne tristi..” disse Beren.
“Quello che avete fatto, non è corretto e potreste finire nei guai per questo..non pensavamo neanche che si potesse fare..ma se si venisse a sapere..” disse Castiel.

“Non vorrai denunciarli, Castiel?? Vero?” chiese Jack allarmato, come gli altri.
“No..però..”

“Metteremmo nei guai anche questi piccoli angeli e Dio ha solo da poco cambiato idea sui nephilim..” continuò Jack.
“Il nipotino ha ragione..” disse Aniel sorridendo.
I bambini si strinsero a Jack cercando protezione.
“Questo è un ricatto emotivo e lo sapete bene..”

“Andiamo, Cas, non sei contento che il tuo fidanzato abbia goduto di tale privilegio?” chiese Jack.
“Lo amo in qualunque forma sia, non importa quante rughe o meno abbia.” Disse Cas.
“Facile parlare per chi non invecchia mai..” disse Beren. “Ops sto zitto, ok.”
Castiel continuò a guardarli e poi distese il viso.

“Siete proprio dei..stronzi manipolatori. Tutti quanti. Ringraziate solo che vi amo troppo.” Disse Cas, sciogliendo la tensione.
“Adam potrebbe essere geloso.” Disse Jack.
“D’ora in poi prenderò in giro Gabe e te ogni volta che ne avrò l’occasione!”
“Fai pure tanto sai che perderai contro di lui!”

I bambini andarono incontro a Cas e lo sbaciucchiarono di baci.
In quel momento arrivarono gli altri due monelli che urlarono “Coccole!” e si buttarono addosso a Castiel quasi tramortendolo.

“Lo zio Castiel ha scoperto cosa abbiamo fatto agli altri zii alle Terme.” Li informò subito Dylan.
“Sei arrabbiato?” disse Soraia.
“Ma che dite, voi siete gli unici con cui non potrei mai arrabbiarmi.” Disse Castiel.
Quando riuscì a mettersi in piedi e spolverarsi i vestiti, Aniel riprese la parola.

“Noi comunque non lo sapevamo..non subito. Ce l’hanno confessato il giorno dopo.” Disse Aniel.
“A parte tutto, avete fatto tutti un gesto bellissimo. Consapevoli o no.”
“Lo pensi davvero?” chiese Beren.
“Lo penso anch’io. Gli avete fatto un regalo bellissimo.” Disse Jack.
“Ma spiegateci bene cosa avete fatto.” Disse Cas.
“Dunque, volete spiegarlo voi bambini?” chiese Aniel.

Intervenne a quel punto Soraia giocando con i suoi ricci biondi.
“Le lucciole sono venute da noi sulle nostre mani..”
“Lucciole?” chiese Jack.
“Credo parli dell’energia.” Disse Cas.
“E poi sono andate a finire nell’acqua.” Disse Seth.
“Avete..creato una specie di fonte della giovinezza.” Disse Cas stupito.
I bimbi risero come se avessero fatto una marachella.

“Aspetta un attimo..c’erano anche altre persone lì in quel momento?” chiese Jack.

"Pensavate forse che si fossero comprati le vasche utilizzandole a scopo personale e a loro uso e consumo?" Chiese Beren.





















Note dell'autrice: ciao ragazzi. So che sembra una barzelletta, ma non riesco a finire sta parte dei fratellini..ogni volta che penso manca poco..i dialoghi si allungano -.- ma oramai siamo quasi alla fine. Siamo arrivati alla rivelazione che volevo fare, finalmente! Ora manca solo da vedere come reagiranno Sam e Dean alla cosa. Beh, ci metterò qualcosa di comico e fluff per compensare tutto sto brodo che sto portando avanti ahhah TEAMFREEWILL guarda cosa hai combinato ahhahah

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Capitolo 76
*** La giovinezza ***


“Aspetta un attimo..c’erano anche altre persone lì in quel momento?” chiese Jack.

"Pensavate forse che si fossero comprati le vasche utilizzandole a scopo personale e a loro uso e consumo?" Chiese Beren.

“Ma questo..è gravissimo!!” disse Castiel.

“Adesso non esagerate! L’incantesimo, se così si può chiamare, di ringiovanimento, era per Dean, Sam ed Adam, e per loro soltanto. Dubito che abbia toccato anche gli altri. Per chiunque altro, non avrebbe fatto effetto.” Disse Aniel.

Castiel sembrò sollevato, ma poi li guardò nuovamente storto.

“Non puoi saperlo con certezza.” Disse e lo sguardo birichino che si scambiarono Beren e Aniel, gli mise ulteriori dubbi.

“Del domani non v’è certezza, in fondo..” disse Aniel.

“Citazione tratta da Lorenzo de Medici, detto anche il Magnifico, se non mi sbaglio. Ti senti magnifico come lui?” chiese Beren.

“No, molto di più!”
“Vi conviene cominciare a correre..” disse Castiel.

“Avete finito di complottare alle nostre spalle da circa un’ora? Siete peggio dei galli che cantano all’alba!” disse la voce di Lucifer che li raggiunse dalla finestra, ma sembrava più divertito che arrabbiato.

“E anche più imprevedibili…” disse poi, notando, perplesso, che suo fratello Castiel rincorreva i loro due fratelli Aniel e Beren.

“Giochiamo anche noi a rincorrere Beren e Aniel?” diceva Soraia ridendo.
“Possiamo provarci, ma dubito che saremo più veloci di Cassie” Disse Dylan.
 
 
 
Due orette dopo…

“Ma dai!! Non mi stai prendendo in giro, vero???”

“Dean, ma cosa gridi?” chiedeva Sam, dal bagno, divertito.
Ripetimelo un’altra volta, dai! E su Cas, voglio sentirmelo dire!”

Ok, questo stava diventando decisamente strano. Forse avrebbe fatto meglio ad andare di là a vedere, pensò Sam, mentre si pettinava.

Ok, giura che è la verità, perché sei il mio angelo preferito e non mi mentiresti mai!”

Con due lunghe falcate, Sam gli strappò il telefono dalle mani.
“Da qua!”
“Ehh??”

“Hai trenta secondi per spiegarmi di cosa state parlando, prima che sarai ucciso in maniera molto dolorosa.”
“Sam??? Stavo parlando con Dean!”

“Esatto! Con il MIO ragazzo, dicendo frasi ambigue. SPIEGA!” disse Sam, ignorando le risatine attraverso la cornetta. “Sei con qualcuno?” chiese stranito.

“Sono a casa di Lucifer e Kelly! Stavo spiegando a Dean cosa è successo quando siete andati alle terme con vostro fratello!”

“Ahh..quello..” disse guardando Dean che continuava a fare dei sorrisi esaltati. “Perché la spiegazione rende Dean così euforico?”

“Forse perché queste piccoli pesti.. i figli di Lucifer, hanno trovato il modo, decisamente non convenzionale, di costruire una specie di fonte della giovinezza!”

“C-co..co…CHE COSA?” Sam continuava a balbettare.
“Esatto.”

“Ma…non capisco..noi cosa c’entriamo?”

“A quanto pare i miei PERFETTI fratelli, Aniel e Beren hanno pensato che sarebbe stato bello se aveste potuto godervi il ricongiungimento con vostro fratello Adam, senza troppi mostri di mezzo, con più spensieratezza..ricorderete sicuramente che lui è tornato in vita, quando eravamo tutti così preoccupati per Lucifer!”

“Sì, sì, me lo ricordo..ma questo cosa..”

“ Beh..i bambini..hanno sentito queste parole e hanno deciso di agire materialmente..riportandovi fisicamente a quell’età.”

Sam aveva la bocca spalancata dalla sorpresa, Dean gli fregò di nuovo il cellulare.

“Dì a quei bambini che lo zio Dean è pazzo di loro e che quando ci rivediamo, MOLTO PRESTO, faremo tutti quanti una scorpacciata di torte. Ah, digli anche che..no, aspetta, dì a Lucifer che sono contento che si è riprodotto!”

Sam mise il vivavoce per parlare anche lui.

“Cas, questo effetto stile eterna giovinezza..quando finirà di preciso? Perché finirà, giusto?”
“Sam, perché vuoi fare il guastafeste?”
Sam gli fece cenno di fare silenzio.
“Ehm..non..lo sappiamo.”
“Che cosa?” chiese Dean.

“Per saperlo, dobbiamo visitarvi..” disse Cas.
Non se ne parla proprio!!”
Cas levò la cornetta dal suo orecchio.
“Dean..” disse Sam.

Ho visto come grida chi viene visitato dagli angeli, come se fosse torturato a morte! Non accetteremo!”
“Non ha tutti i torti, Cas..” disse Sam.

“Non è come quando gli angeli toccano l’anima. Fidatevi. Vi aspettiamo qui, tra mezz’ora..ah, ci penso io ad avvisare Adam.”

“Perché tu? Perché non noi?” chiese Dean.
“Sono il suo fidanzato!” disse Castiel, mettendo giù la linea, quasi offeso.
Dean fece una smorfia.
“Pensavo che avremmo festeggiato da soli e invece dobbiamo andare da Lucifer a farci mettere le man addosso..”

“Ma Castiel ha detto che verrà a prenderci tra una mezz’ora..”
“È dietro l’angolo..”
“Davvero? Beh, allora che dici di passare questo tempo in maniera più..piacevole?” chiese Sam, malizioso.

Non aveva finito di parlare, che Dean si era spalmato su di lui.
 
 
 
 
Per fortuna, Sam e Dean erano già usciti dal bagno, con degli accappatoi indosso, quando Castiel fece capolino con Adam, nella loro stanza da motel.

Subito alzò gli occhi al cielo. Mentre Adam si chiudeva gli occhi con una mano.
“Sapevate che avrei portato anche lui.” Disse.

“A dire la verità, non lo hai mai detto.” Disse Dean, mettendosi le mutande da dentro l’asciugamano.
“E poi quante storie. Sapessi quante volte abbiamo visto queste scene, da quando state insieme.” Disse Sam.
 




****

Per fortuna l’operazione non si rivelò dolorosa.

Castiel aveva passato la mano dentro il loro stomaco e non avvertirono nulla, se non la sua mano che passava sul torace, come facendo scorrere acqua calda dentro di loro.
“Beh, non è stato così spiacevole come pensavo.” Disse Dean sorpreso.

“Io non avevo paura. Dopo aver avuto Lucifer nel mio corpo, potevo sopportare qualunque tortura.” Disse Sam.
Lucifer gli fece la linguaccia.
“Cosa hai sentito, Cas?” chiese Dean.

“Come se mettessi le mani dentro un termosifone..anzi, una caldaia. Una caldaia molto potente.”
“Questo..è un male?” chiese Jack preoccupato.
“No. Non è un male. Solo..insolito.”

“Che cosa vuoi dire, Cas? Non farci stare in pena, parla!” disse Adam.
Cas si sciolse.

“Quello che è successo, non vi danneggerà in alcun modo. Anzi, vi ha rigenerati..e fortificati. L’energia angelica è un qualcosa di potentissimo, molto di più di un’energia umana e quindi più duratura. Non vi ha semplicemente riportati indietro di quell’età, ma vi ha FERMATI a quell’età..”
“Per sempre?” domandò Sam basito.

"Adesso non esagerate! Prima o poi tornerete a invecchiare, quello sì, ma tra molto, molto tempo!” disse Aniel.
“Non chiedeteci se si tratta di anni..di decenni..o di più. Non lo sappiamo! Comunque anche quando l'energia angelica si esaurirà, non riprenderete ad invecchiare in maniera normale." Disse Beren.

"Che significa?" chiese Adam.

"È molto probabile,che anche quando l'energia angelica si esaurirà, invecchierete molto più lentamente rispetto alla media, perchè nel frattempo anche il processo di invecchiamento sarà cambiato, abituato ad arrestarsi per molto tempo.” disse Cas.

"In pratica anche senza il nostro aiuto, rimarrete giovani ancora per molto tempo." Disse Beren.

“Potete dire ai piccoli..che anche lo zio Sam è pazzo di loro.”

"E anche lo zio Adam!" commentò l'altro.

“ E io sono chi? Il figlio della serva??” disse una voce.
“Jack??” dissero Sam e Dean.
“Oh, che bello! Vi siete ricordati che esisto!” commentò.

“È ME che dovreste ringraziare! Insomma, in fin dei conti questi piccoli portatrici di giovinezza, li ho generati io.” Disse Lucifer.

"Sempre modesto come al solito, papà!" disse Jack.

“Che ne dite di andare tutti a festeggiare al lago?” chiese Adam.

L’urlo dei bambini riempì l’aria.
“Porteremo anche i panini?” chiesero i gemelli.
“Senza dimenticare la torta.” Disse Dean.
“Ovviamente ti aiuteremo, Kelly.” Disse Sam.

“Oh, non preoccupatevi di questo. Già avervi qui è una bella sorpresa. Ci mancavate.”
“Come va la vita qui? Abbiamo saputo che avete avuto un po’ di difficoltà all’inizio con i bambini..” disse Dean preoccupato.

“Ohh..niente di grave. È solo che i bambini crescevano..com’è giusto che sia..in fondo..è solo che sarebbe stato difficile spiegarlo alla gente, così per un po’ abbiamo dovuto spostarci di continuo. Quando io e Lucifer ci siamo innamorati, sapevo che sarebbe successo così e l'ho accettato.”

“Fino a quando non abbiamo trovato questa magnificaaa casetta! È anche vicino a un lago. Cosa volere di più?” disse Lucifer abbracciandola da dietro.
Kelly sorrise radiosa.

“Lucifer, non l’avremmo mai pensato, ma hai creato davvero qualcosa di bello, da quando sei sulla Terra.” Disse Dean.
“Grazie, Dean.”
“Ohh, cielo. I miei genitori.” Disse Kelly.

“Non era un’altra la battuta? Insomma, mi hanno detto che di solito le mogli dicono: oh cielo, mio marito! Spero tu non lo dica mai o dovrei uccidere il tuo presunto amante. Non che qualcuno oserebbe davvero esserlo..basterebbe solo pensarlo per finire incenerito!”

“Smettila! Stavo pensando che loro di sicuro non ci perdonerebbero mai, se sapessero che ci divertiamo tutti insieme al lago, senza di loro!”
“Loro non devono assolutamente sapere cosa è successo oggi.” Disse Castiel perentorio.

“Oh, non preoccuparti, Castiel, manterremo il segreto. Lo manterremo, vero, tesori?” chiese Kelly ai bambini.
“Certo!” dissero loro.
 
 
"Ma i tuoi genitori non vivono molto lontano da qui? Andate a prenderli con il teletrasporto?" chiese Sam.

Kelly rise.

"Loro non lo amano molto, ogni volta dicono che gli viene il mal di mare..ma non ce ne sarebbe comunque bisogno, visto che abitano a pochi passi da noi."

Sam e Dean erano scioccati.

"Eh sì, i miei suoceri volevano stare vicino alla loro unica figlia..e io ho acconsentito. è così bello vedere dei genitori che vogliono stare sempre vicino ai figli, mica come il mio..che gironzola sempre per l'universo, scomparendo per mesi."

Kelly gli diede un piccolo schiaffo sulla testa.

"Ahio! Tesoro, ma che.."

"Niente riferimenti a Dio o alla religione quando ci sono i miei..non farmeli sentire in imbarazzo!"

"E va bene! Lo farò!"

"Sarebbe anche ora che tirassi via questo cordone ombelicale, Lucifer..insomma, la vita va avanti, non sei più un bambino, anche tuo padre ha compagnia adesso..le cose si sono EVOLUTE." disse Dean ironico.

"Non me lo ricordare! è già abbastanza grave che io mi sia rammollito in questo modo, almeno lasciatemi la mia parte di figlio ribelle del Cielo..quello non dovrà cambiare. Mai e poi mai!!" disse Lucifer.

"Mamma, non è che se andiamo a fare un volo con l'aereo, papà si metterà a volare tra le nuvole, vero?" chiese Soraia.

Si voltarono tutti verso la bambina. Sam trattenne le risate.

"Perchè se lo facesse, potrebbe provocare un incidente!" disse Dylan mimando l'aereo che cadeva.

Dean scoppiò a ridere, mentre Lucifer li guardava con un sorriso furbo. "Perchè rischiare dii far cadere un aereo, quando sono IO l'aereooo. Vrooooom." disse facendoli ridere mentre cercava di acchiapparli tutti quanti facendoli ridere mentre cercavano di scappare.





 
**

Tempo dopo, dopo una lunga preparazione, Dean e Sam stavano giocando a pallone nell’acqua insieme ai bambini, mentre Lucifer stava spaparanzato sulla spiaggia, senza neanche l’uso del lettino o di un asciugamano. Diceva che amava restare a contatto con la natura.

“Ti saresti mai immaginato che saremmo finiti al lago, con Lucifer e la sua famiglia, Dean?” diceva Sam, tirando il pallone.
“E tu ti saresti mai immaginato quello che i suoi figli avrebbero fatto per noi? Roba da non crederci.” Disse Dean.
Sam si avvicinò a Dean, per sussurrargli in modo che i bimbi non sentissero.

“Però sono pronto a scommettere che non capirebbero, se sapessero che una volta davamo la caccia a suo padre.”
“Non dovranno mai saperlo. Un giorno forse..quando potranno capire! Per adesso..lasciamogli godere la giovinezza. È così bello, essere spensierati..da fanciulli.” Disse Dean.
“Rimpiangi qualcosa?” chiese Sam sorridendo.
Dean guardò gli occhi di Sam.

“I tuoi occhi brillano così tanto, che sembra che il lago li ha attraversati.”

“Cosa? Ma cosa c’entra adesso?” chiese Sam ridendo.

“C’entra! Questo..vedere Bobby felice, vedere Lucifer con una famiglia..vedere nostro fratello felice con il nostro migliore amico..” disse, guardando Adam che sulla spiaggia faceva mordere un panino a Castiel “Vale tutto..non rimpiango i tempi in cui solo pochi anni fa, venivo a prenderti per ricominciare a cacciare..ho conosciuto l’inferno..ma non mi sarei mai aspettato che dopo quell’esperienza le cose sarebbero diventate belle così tanto..”

Sam si avvicinò ancora a lui.
“Sono contento che tu lo dica perché in realtà io..mi sento spensierato da quando stiamo insieme.” Disse languido.
“Beh..io lo vedo più come essere felici..ma forse, se la intendi in questo modo..allora..an…ch’io..” disse mentre Sam lo baciava piano, facendogli assaporare l’acqua del lago.

Dean ricambiò, mettendogli una mano sulla guancia.
“Ti sei accorto che i bimbi non ci chiamano più per tirarci il pallone?”
“Per forza. Tu fai così tanto lo smielato.” Disse Sam.
Dean fece una smorfia divertita.
“Sbaglio o questa frase mi sembra di averla già sentita.”
“Davvero? A me non sembra!” disse Sam ironico.

“Sì, sì..quando dissi che non capivo perché ci credono gay e tu dicevi che io faccio tanto il macho..”
“Ti ricordi ancora le mie battute da anni?”
“Perché proprio battute?”
“Mah..la vita non è tutta un palcoscenico in fondo?”
“Allora, sarà che noi dobbiamo recitare la parte degli innamorati per sempre..non mi dispiacerebbe..”
Sam gli mise una mano sulla bocca.

“Recitare?”
“Recitare quello che il mio cuore dice..interpretare quello che è dentro di me.”

“Se diventi ancora più romantico di adesso, e vai ancora più indietro con gli anni, magari i bambini ci fanno ringiovanire ancora di più..” disse Sam ridendo.
“TU mi rendi giovane!” disse Dean.
“Hai appena perso altri cinque anni..”

Dean lo prese di forza, facendolo galleggiare tra le sue braccia, mentre Sam rideva.
“Vieni a comprare i gelati con me?”
“Non vuoi una torta?”

“Non sfidarmi..con questo caldo propendo per il gelato, ma se proprio vuoi ricordarmelo..facciamo torta e gelato!”
Sam lo accarezzò dolcemente.
“In questo momento..voglio restare solo con te, qui..senza muovermi di qui..”

“Credo di essere d’accordo con te..” disse Dean riprendendo a baciarlo.





















ciao ragazzi, vi anticipo che neanche stavolta siamo alla fine XD LOL ce l'ho messa tutta ma non ce l'ho fatta..il finale non mi ha convinto e quindi ho deciso di fare un altro capitolo, perchè..vabbè il fluff è bello e carino, ma io preferisco un finale un po' più epico ecco xd con maggiore profondità. Spero che non vi sembri tutto un po' campato in aria, per il fatto che sono a casa di Lucifer che nuotano..io penso che dopotutto con tutto quello che hanno passato insieme, ci sta che si possono manifestare situazioni che solo poco tempo fa, si riteneva impensabili. Inoltre in questa storia lucifer ha anche aiutato Sam a sconfiggere le allucinazioni..non è come nella serie, non del tutto almeno xd e perfino nella serie, ad un certo punto hanno collaborato con Lucifer come fossero grandi amici LOL detto questo, nel finale, ci sarà un confronto con Lucifer..anche se non aspettatevi che ripercorrano tutto quello ch hanno passato, parola per parola, fase dopo fase, anche perchè dopo tuto sto tempo..chi si ricorda più oramai ahhah scherzo, quasi xd

detto questo, spero abbiate preso bene anche il regalo per Sam e Dean LOL vi spiego, questa storia è nata per far parte della quinta stagione, e quindi mi sembrava un po' strano finirla con loro dopo gli eventi dell'ottava, nientedimeno! Volevo tornare un po' nel mood della storia che mi sono prefissata dall'inizio! :)

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Capitolo 77
*** Al mare con Lucifer e famiglia ***


“Così tanti sforzi..per cercare di evitare che uscissi, per evitare l’Apocalisse…e poi alla fine io sono uscito..e l’apocalisse non c’è stata. Che senso ha tutto questo?” chiese Lucifer, mentre guardavano il tramonto insieme.

“Beh, anche nel 2012 avrebbe dovuto esserci la fine del mondo e non c’è stata..” disse Dean.

Lucifer rise.

“Ho sentito..e voi non avete fatto nulla? Nessuna iniziativa strana?”

“Che avremmo dovuto fare? Ci abbiamo pensato..all’inizio..a fare qualcosa..volevamo affrontare questa profezia, come un qualsiasi altro mostro..combattendo.” disse Dean.

“Ma poi abbiamo pensato che non potevamo fare niente contro le stronzate umane..no..possiamo sconfiggere i licantropi, i fantasmi, i vampiri..ma contro le stronzate umane..no, su quello siamo proprio inermi.” Disse Sam.

“Oh, non prendetevela troppo. Le stronzate non sono un’esclusiva degli umani, purtroppo..altrimenti vivremmo in un mondo perfetto..” disse Lucifer amareggiato. Sam e Dean si accorsero di quella traccia di amarezza nella sua voce. “Ho saputo che i miei fratelli hanno fatto il tifo per me. Ne ero contento all’inizio..poi ho ricevuto i dettagli.”

Dean e Sam lo guardarono, incuriositi da quella tristezza.

Volevano che facessi implodere questo mondo! Vi rendete conto? Vi sembra possibile? Il mondo che ha creato nostro padre! Un mondo che prima era l’Eden! Il luogo di tutti i nostri ricordi! Collegavano il mio ritorno a una distruzione di massa! Mi pensavano proprio come un mostro!”

“I tuoi fratelli ti amano, Lucifer..” disse Sam.

“E l’hanno dimostrato..in ritardo, in una maniera poco consona e molto contorta, il giorno che sono finito in una gabbia..ma l’hanno fatto. “

“Raphael diceva di volere l’Apocalisse, ma poi ti ha buttato giù. Non siamo mai riusciti a capire perché.” Disse Dean.

“Parlai anche con lui. Ero molto arrabbiato..ero così arrabbiato..alla fine confessò che nostro padre lo minacciò. Se non fosse intervenuto a impedirmi di nuocere, lo avrebbe fatto lui..e non ci sarebbe andato leggero.”

“Stai forse cercando di dire che..” disse Dean.

“Sì, Sam..quel giorno un’esplosione di amore fraterno, colpì quel campo. Solo che non era solo IL VOSTRO AMORE a esplodere, sparpagliando tutti i pezzi in giro..ma anche il NOSTRO. Castiel, Gabriel..Michael..e infine perfino Raphael! Colui che aveva voluto l’apocalisse per primo, fu costretto a rimangiarsi tutto, a confinarmi di nuovo laggiù, solo per proteggermi! Non credo neanche che mio padre volesse davvero distruggermi o anche solo ferirmi..no, lui ci ha messo alla prova quel giorno. Ha messo alla prova tutti noi e tutti noi abbiamo scelto..la famiglia.” Disse infine.

Un lungo silenzio accompagnò quelle parole e per lungo tempo stettero tutti zitti a contemplare il tramonto.

“Quando stavo nella gabbia..potevo ancora vedere il mondo, lo sapevate?”

“No!” dissero Sam e Dean.

Finora non si erano mai chiesti come facesse Lucifer, a conoscere già il mondo e a non andarsene in giro come un bambino spaurito, se era rimasto nella gabbia per millenni, fin dalla creazione del mondo.

La risposta fu presto detta. Nella gabbia, esistevano delle finestrelle.



Finestrelle fatte a oblò da cui si poteva vedere il mondo.



“Non rappresentavano tutte la stessa cosa, a volte ti affacciavi a una di quelle e vedevi il DESERTO e come era cambiato nei secoli e nei secoli, ti affacciavi in un’altra e vedevi come erano nati i dinosauri, a partire dalle prime uova, come erano piccoli una volta e come si sono evoluti poi diventando giganteschi. Vedevi le prime pozzanghere, diventare laghi. Potevi vedere il futuro, il passato e il presente, semplicemente volendolo. Sapete, Una volta anche loro sono stati cuccioli un tempo.” Disse Lucifero.

“Cosa?” chiesero in coro.

“Loro. i dinosauri. “ rispose Lucifer. “Una volta erano cuccioli, come i piccoli di panda. Erano teneri. Mi piacevano. Li cullavo, cercando di farli addormentare.”



Dean cercò di scacciare dalla sua testa l’immagine di Lucifer che cullava cuccioli di dinosauri.

“So cosa stai pensando, ma una volta ero molto diverso. ADORAVO prendermi cura dei cuccioli, soprattutto vedendoli così PICCOLI. Ma la vita di un angelo è molto, molto lunga, il per sempre è tanto, tanto tempo e il tempo tende sempre a cambiare le cose.”

Sam e Dean lo fissarono, ipnotizzati e Lucifer chiuse gli occhi.



“Un organismo vivente non rimane mai uguale per sempre, ma tende ad evolversi, per migliorare, per spadroneggiare nel proprio ambiente, fu così che molti animali cominciarono a cambiare. I dinosauri divennero alti metri e metri e larghi altrettanto.”



“E tu questo non riuscivi a sopportarlo.” Disse Dean lentamente.



Lucifer fece un cenno con la testa.



“All’inizio lo accettavo, con riservo. Mi confrontai con i miei fratelli e con mio padre stesso, esprimevo i miei dubbi. Lui mi diceva però che il cambiamento era il sale della vita, che la VITA per rimanere tale aveva bisogno di essere innaffiata continuamente e che non poteva esistere innaffiamento senza fioritura e che la fioritura arrivava sempre a cambiare le cose. Non era possibile cristallizzare qualcosa senza romperla, alla fine. Il rinnovamento era l’unica soluzione.”

I fratelli stettero zitti, ma lo studiarono  con attenzione.



“Non gli ho creduto.” Disse Lucifer furioso. “Lui era solo…un maniaco della curiosità. Ha CREATO TUTTO e poi ha lasciato TUTTO a sé stesso, perché era troppo curioso di scoprire che cosa potevano diventare ANCORA le cose da lui stesso create. Non gli bastava quello che aveva fatto lui, desiderava scoprire cosa c’era ancora OLTRE.”



Sam e Dean stettero zitti.



“Mi sono chiesto spesso il perché. Una volta pensavo fosse cattiveria..o ignoranza. Ma ora credo di aver capito. Mio padre è stata la prima fonte della Vita e si sentiva SOLO. Non riusciva ad accettare che non ci fosse qualcuno prima di lui..o DOPO di lui. Non riusciva ad accettare di avere la responsabilità del mondo sulle sue spalle, ecco perché desiderò alla fine, che ciascuno fosse responsabile di sé stesso. Tutti andavano da lui chiedendogli quale sarebbe stata la cosa che avrebbe creato dopo, lui doveva stupire, ma mai nessuno stupiva lui, nessuno accendeva in lui la curiosità. Per questo donò il libero arbitrio. Per noia o per curiosità. Forse per solitudine.”



Lucifer fece una pausa, solo per pochi attimi.



“Un tempo non capivo il suo modo di fare, non lo accettavo. Quando poi sono arrivati gli umani..mi resi conto subito che erano diversi dagli animali. Gli animali, i dinosauri, gli..pterodattili, erano inquietanti, ma privi di raziocinio, almeno apparentemente. Gli umani all’inizio erano degli orrendi mammiferi su due gambe, poi mio padre ha voluto dare loro la parola, l’intelligenza, la FORZA. I PENSIERI. E questi ultimi, erano la cosa che mi faceva più paura di tutti. Il fatto che fossero così volubili..confusi, nebulosi, così capaci di cambiare velocemente…e così NUMEROSI. ”



Sam e Dean erano completamente rapiti dal suo racconto.



“Ma soprattutto, cambiavano velocemente. Cambiavano forma, cambiavano postura, atteggiamento, tutto. Erano in perenne evoluzione, un attrito e una tensione che tuttavia non riuscivano ad accettare, in sè stessi e nell'ambiente circostante. Mi spaventava questa velocità nel cambiare e allo stesso tempo questa insofferenza al cambiamento, che tendeva a trasformarsi in odio. Se odi qualcosa prima o poi cercherai di distruggerla, quindi diventerai un pericolo. Lo dissi a mio padre, che c'era un errore di fabbricazione: Padre, queste creature reagiscono male ai cambiamenti, potrebbero un giorno avere reazioni sempre più violente e ribellarsi a noi, ma lui mi rise in faccia. Disse che era quello che voleva. Vedere fin dove si sarebbero spinti. Sono troppo avidi, dissi io, e se riuscissero anche a raggiungere il Cielo e spodestarci un giorno? Se così fosse, così sia, disse lui.”



Sam e Dean erano interdetti.



“Pensai che avesse perso il lume della ragione. Mio padre era impazzito. Non avrei mai permesso che delle sporche scimmie distruggessero tutto quello che avevamo costruito. Avrei dimostrato LORO che avevo ragione io. La storia della mela immagino che la conoscete.”



“Sì…Dio ti ha punito.” Disse Dean.



“Solo dopo numerosi giorni qui dentro, capii che ero stato uno sciocco. Dio aveva dato il libero arbitrio a tutte le creature esistenti, quindi anche a me! questo significa che se LUI non mi ha fermato, voleva dire che anche lui voleva vedere fin dove mi sarei spinto. Eravamo tutti giocattoli nelle sue mani, in questa grande scacchiera che era il mondo. L’ho odiato sapete? Molto. Ma poi dopo un po' l’ho perdonato. Ho supplicato molte volte che venisse a prendermi, ho chiesto scusa, poi perdono, ma lui non è mai venuto. Però c’erano le FINESTRE. Ad un certo punto pensai che era la mia punizione perché Dio voleva che mi rendessi conto che il mondo governato dagli umani era un posto meraviglioso. Quindi guardai queste finestre sempre e sempre, ogni giorno, li studiai, perché sapevo che LUI voleva che li guardassi, nonostante ciò, lui non è mai venuto a prendermi. Mi dissi che le cose in fin dei conti erano sempre in mutazione quindi perché non poteva mutare anche la mia condanna? Ebbi la mia risposta, a quanto pare ci sono certi peccati per cui il karma è così grave che devi scontare tutta la vita. Non cambierà mai, è immutabile. Pensavo spesso a quando abbracciavo i cuccioli di dinosauro, in tutto questo tempo, questo ricordo mi è rimasto indelebile, ma una volta i dinosauri erano piccoli, poi sono diventati grandi.”

 

Dean e Sam erano sconvolti. Lucifer aveva dato a loro molte sorprese, ma non avrebbero mai pensato che fosse anche così profondo. E sentimentale.

 

“Oh, non preoccupatevi..” disse Lucifer sorridendo, notando il loro turbamento. “Tutta questa amarezza è alle spalle, adesso..sai, Sam, all’inizio mi è dispiaciuto averti preso di mira..”

Dean e Sam rimasero spiazzati dal repentino cambio di discorso.

“Come, scusa?” chiese Sam stranito.

“Sì, tutta quella roba sulla possessione del diavolo e sul fatto dell’essere il mio tramite..” ridacchiò.

“Ah, quello..” disse Sam a disagio. “Non pensarci più, non è più importante.”

“Insomma..non so te, ma io non lo scorderò per un bel pezzo.” Borbottò Dean.

Lucifer rise.

“Mi dispiace di avervi provocato un trauma.”

“È stato molto di più di un trauma! Quel pezzo di merda di Zaccaria, mi aveva già scombussolato abbastanza con quell’ignobile scherzo, di cui poi Castiel, mi ha informato!”

“Ehi, è sempre di mio fratello che stai parlando..per quanto stronzo fosse, concordo.” Disse Lucifer con una smorfia.

Dean sembrò aver perso le parole. Dopotutto Zaccaria, lo aveva ucciso lui, ma prima che Sam potesse toglierlo dall’imbarazzo, Lucifer proseguì.

“Chissà, magari nella sua prossima vita, sarà meno bastardo.”

Dean e Sam sbatterono gli occhi in confusione.

“Quindi anche gli angeli possono rinascere?” chiese Sam.

Lucifer lo guardò perplesso.

“Come ogni demone, o mostro e organismo vivente al mondo. Credete forse di avere solo voi questo privilegio? Dovrei pensare che avevo ragione sull’arroganza.”

“No! Cas ci aveva detto..che anche la fine degli angeli, non era proprio la FINE, ma non pensavamo..che da angeli si potesse ritornare UMANI..non è una specie di..involuzione per voi?” chiese Sam sperando di non offenderlo.

Lucifer si mise a ridere più forte.

“In effetti, credo non ci sia punizione peggiore, per chi pensi di essere migliore di voi. Di certo per Zaccaria è una punizione azzeccata..è di certo un modo per imparare la sottile arte dell’umiltà..mi piacerebbe farlo presente a Zaccaria, se dovesse un giorno rinascere..e ricordare chi è, glielo farò presente…o glielo ricorderò io, giusto per farmi quattro risate.”

“Hai mai pensato..che..forse..Dio avrebbe potuto..insomma..” disse Dean.

“Cosa??” chiese Lucifer sulla difensiva.

“Credo che Sam si stia chiedendo, perché allora Dio non abbia propeso per questa ipotesi..sai..con te. Al posto della gabbia.”

Lucifer sospirò.

“A volte, quando vedevo il mondo andare avanti, mi sono ritrovato a sperarlo. Una volta capito che paparino si era dimenticato di me, ho solo desiderato di marcire, in modo da non vederlo più questo fottuto mondo che continuava a cambiare, mentre io rimanevo solo così. Però poi..siete arrivati voi e ho capito. Ho capito che mio padre non voleva che io voltassi pagina, voleva che io anzi, la guardassi, e mi rendessi un giorno conto, dell’enorme sbaglio che avevo commesso..e così siete arrivati voi due, tu soprattutto, Sam, mi hai aperto gli occhi..quel giorno, sono venuto da te, accogliendo la vostra richiesta di aiuto, credendo che avrei salvato te, e tu saresti stato in debito con me..e invece alla fine sei stato TU  A SALVARMI.”

“Ohh, ti riferisci a quando avevo le allucinazioni.” Disse lui.

“Non potrò mai scordare quei momenti..rimarranno impressi nella mia memoria, per sempre.”

 

“Se siamo riusciti a perdonarti NOI, PUÓ ESSERCI RIUSCITO LUI! NON È FORSE IL SIGNORE ONNIPOTENTE? A COSA CAZZO SERVE ESSERE ONNIPOTENTI SE NON RIESCI A PERDONARE I TUOI FIGLI??”

Luc riuscì infine a vederlo.

“Sam…”

“Tuo padre ti ama, Lucifero. Ma finora non poteva far niente per liberarti dall’odio che tu provi per te stesso. Sei tu che devi riuscire a perdonarti.

“P-perdonarmi? Ma io..”

“Ti sei fatto una famiglia, hai un bambino, un amore..degli amici..ma rinneghi quello che sei stato..e la tua parte oscura ti odia. È giunto il momento che tu ti perdoni.”

Luc si alzò e delle sfavillanti ali bianche si ersero dietro di lui. Ali da angelo.

 

Il falso Lucifero sembrò intimorito, ma poi riprese la sua baldanza.

“Le favole non ti aiuteranno a sconfiggermi. Tu vivi nel tuo mondo di favole, io nella realtà.” disse sfoggiando a quel punto delle ali NERE.



“Non sono io a vivere nelle favole, Lucifer, ma TU. UNA FAVOLA NERA.”

“Tu..come ti permetti..”

“Se sei diventato così..è per colpa MIA. Mi sono rinchiuso in un mondo fatto di carne bruciata, odio, dolore, sofferenza e fuoco. Il fuoco della dannazione, ma esiste un altro fuoco, quello dell’amore, della passione, del PERDONO.”



“Non avvicinarti..sei patetico..ma non lo vedi? Una famiglia. Un amore! Tutte cose che ti hanno reso così DEBOLE. Uno sciocco. Che ti hanno fatto cadere al mio cospetto. Ti senti così forte ma prima sei caduto davanti A ME.”

“È vero, sono caduto, come caddi secoli fa. Eppure sei tu quello che tremi ora davanti A ME.”


 

“Alla fine, forse ti volevo come mio tramite, perché inconsciamente SAPEVO che avevi da regalarmi qualcosa, ma non era il tuo corpo, ma ridarmi me stesso. Forse era destino che ti incontrassi, affinchè tu mi facessi capire la verità!”

“Ok, è tutto molto bello e strappalacrime, ma  sappi che c’è un’altra persona in realtà, a cui è destinato Sam, e sarei io!” disse Dean puntandosi l’indice contro.

“Dean..” disse Sam arrossendo, con un sorriso imbarazzato.

“Non ti preoccupare, Dean, non ho nessuna intenzione di rubartelo, con Kelly e i miei figli, mi sento pienamente realizzato.”

“Sarà meglio..”

“E dai, Dean..” disse Sam ridacchiando ancora, abbracciandoselo.

“Piuttosto, voi cosa avete intenzione di fare adesso?”disse Lucifer guardando il sole infuocato.

“Eh? Cosa intendi dire?” disse Dean staccandosi dalle labbra di Sam.

“L’ultima minaccia globale per il mondo, dopo di me, ovviamente..” disse con un sorriso. “Erano i leviatani. Potreste prendervi una vacanza, rilassarvi, godervi un po’ la vita, insomma..,” disse Lucifer guardando l’orizzonte.

“E lo facciamo, infatti. Siamo qui a goderci questo panorama pazzesco, no??” disse Sam.

“Non intendevo questo..” disse Lucifer.

Sam sbuffò.

“Castiel ti ha raccontato cosa abbiamo visto nel Purgatorio, vero?”

“Beccato.” Disse Lucifer.

Dean lo guardò offeso.

“Quel pennuto spelacchiato non si fa mai gli affaracci suoi.Beh, a maggior ragione, se ti ha raccontato BENE tutto quanto, saprai cosa abbiamo visto!”

“Me l’ha detto infatti. Uno scenario davvero infernale, che perfino io faccio fatica a immaginare..ma..” disse Lucifer voltandosi verso di loro. “Credo che siate adulti e intelligenti abbastanza da saper distinguere l’immaginazione e la paura, da un vero futuro! Laggiù stavate vivendo le vostre più grandi paure moltiplicate per mille. Non andrà per niente in quel modo. Il Purgatorio è l’espressione delle paure più ancestrali, non un oracolo sul futuro! Tu e tuo fratello, per esempio..potreste vivere insieme, alla luce del sole! Il mondo è molto più aperto verso l’amore tra persone dello stesso sesso, e non dovete dire per forza che siete fratelli. “

“Perché ci stai dicendo queste cose?” chiese Dean.

“Non lo so. Forse perché ho assaggiato cosa significa una vita normale e mi rendo conto dei vantaggi..”

“Tu non hai una vita normale, Lucifer, sei stato in fuga per due anni, per non far sì che le persone intorno a te si accorgessero della crescita anomala dei tuoi figli. Hai dei nephilim come figli. Hai incantato il medico affinchè non si accorgesse che Kelly portava dei mezzi angeli nel suo ventre!” disse Dean.

Lucifer scoppiò a ridere.

“Questi sono dettagli.”

“Non direi proprio..” disse Dean.

“Senza contare che io e Dean abbiamo già parlato di questa possibilità!” disse Sam.

Lucifer si voltò a guardarli stranito.

“Davvero?”

Dean lo guardò raggiante.

“Dopo che siamo tornati dal Purgatorio..cioè non proprio subito..diciamo dopo che..”

“Ehm ehm..” disse Sam simulando un accenno di tosse.

Lucifer ridacchiava sotto i baffi.

“Beh, insomma..ho chiesto io a Sam cosa pensava di quello che avevamo visto. Se lo riteneva plausibile oppure no. In fin dei conti, lui aveva sempre desiderato una vita normale, almeno da ragazzino era così! Mi sono stupito che lui avesse certe paure inconsce.”

“Così io e Dean abbiamo cominciato a snocciolare tutti i pro e i contro e abbiamo capito che..è NO!” disse Sam.

“Insomma, quello che dici tu è giusto..il mondo è cambiato..potremmo facilmente dire che siamo una coppia e nessuno ci disturberebbe mai..ma..non è solo questo che ci preoccuperebbe! Innanzitutto ci sono i documenti!” disse Dean.

“Abbiamo cambiato così tante volte identità, siamo stati così abituati a cambiare sempre nomi, con i nostri tesserini, che semplicemente dover esibire sempre LO STESSO IDENTICO NOME E COGNOME davanti a valanghe di burocrazie, è semplicemente noioso!” disse Sam con fare teatrale.

Lucifer rise.

“Ma dai! Non ditemi che dopo tutti i mostri che avete affrontato..dopo ME, vi spaventa la burocrazia!”

“Ehi!! La burocrazia è forse la cosa più infernale che esista! Peggiore di tutti i demoni del mondo del creato!” disse Dean.

“Non state dicendo sul serio.” Disse lui.

“Ah sì?? Hai IDEA della valanga di tesserini che noi possediamo? Un’autentica collezione! Non ve ne accorgete mai perché li teniamo custoditi gelosamente nelle nostre valigie! Dove mai metteremmo una simile collezione? Non certo potremmo metterle negli scaffali in soggiorno tra la libreria e il divano! La gente farebbe domande!” disse Dean.

“Parliamo del lavoro! Dovremmo inventarci un curriculum tutto nostro! Di certo non possiamo scrivere acchiappamostri, nel nostro inventario!” disse Sam.

“E vogliamo parlare del furto delle carte di credito? Quanto ci metteranno a scoprire che non possediamo un conto corrente veramente nostro? Prima di finire nei guai? Ancora meno! Prima che vengano a scoprire che siamo gli stessi Sam e Dean che sono stati dichiarati morti tanto tempo fa? Ancora meno dello zero!” disse Dean con voce teatrale.

“Non crederò mai che dei ragazzi in gamba come voi, si facciano fermare da simili inezie. Se ce l’ho fatta io, che sono il diavolo, e non sono registrato da nessuna parte su questo pianeta..”

“Okay, la verità è che tutte queste cose potremmo aggiustarle facilmente, e i nostro amici angeli ci darebbero certamente una mano a sistemarle, ma è che..”

“Non ci interessa! Non lo vogliamo!” disse Dean.

“Questo era chiaro.” Disse Lucifer sghignazzando.

“Insomma..tre pasti caldi al giorno e un posto dove tornare, ogni giorno, sono una rassicurante certezza, non lo mettiamo in dubbio..” disse Dean.

“Ma poi dovremmo fare i conti con come ci sentiamo, nel mentre, quando torniamo a casa e anche fuori!” disse Sam.

“Siamo abituati da troppi anni, a non avere orari, ad essere..dei cavalli selvaggi, se vogliamo fare una sintesi. Ormai siamo abituati che vediamo il sole tramontare e l’alba sorgere, dai finestrini della nostra macchina, o da fuori..dipende se siamo dentro o fuori..la maggior parte delle persone non ha questa fortuna. È così abituata a rinchiudersi in casa, quando piove, che non gli importa neanche di vedere sorgere il sole, tutto questo è triste. “ disse Dean.

“Quando sai che ogni giorno sarà uguale all’altro, non hai quasi motivi per alzarti dal letto. Noi ci svegliamo, pensando a come fare per rendere il posto un luogo più sicuro. Non stiamo a..guardare le lancette dell’orologio, sperando che la giornata passi più velocemente o più lentamente..abbiamo altre cose a cui pensare.” Disse Sam.

“E la cosa più tremenda da affrontare, sarebbe rinchiuderci IN CASA. Là fuori ci sono ancora mille cose da fare, mille cose da vedere. Forse qualcuno penserà che dopo tutto quello che abbiamo visto, due come noi, possono odiare il mondo..ma non è vero. Ci sono ancora tante meraviglie che ancora noi non conosciamo..e l’idea di viaggiare e conoscerle tutte..è semplicemente,.,.beh, questo davvero da valore ai nostro giorni, assieme a quello che facciamo.” Disse Dean.

“Abbiamo capito che ognuno di noi, è un potenziale salvatore del mondo..nasciamo tutti con la sindrome dell’eroe, poi cresciamo, e semplicemente questa indole scompare..non possiamo fare cose grandiose, quindi scegliamo di non fare NULLA, di voltare le spalle al prossimo..e ci ammaliamo..quello che abbiamo visto laggiù..era..spaventoso..semplicemente perché era VERO..” disse Sam.

“Era la rappresentazione di quello che succede a tutti noi, a tutto il mondo, solo che non se ne accorgono. Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, diceva qualcuno.” Disse Dean.

“Noi non vogliamo essere così. Sì, potremmo riuscire ad avere una vita normale..se ci impegnassimo..potremmo avere un lavoro e sappiamo che non finiremmo come i Sam e Dean che abbiamo visto, ma come ci sentiremmo noi? Ce lo siamo domandati! Insomma, io e Dean ci siamo immaginati davanti a una tivù, a vedere un programma sugli ultimi omicidi di cronaca, a disquisire sulla crudeltà umana e su quanto il mondo stia andando alla scatafascio. Insomma, le classiche cose che dicono tutti.” Disse Sam.

“Peccato che noi non siamo TUTTI. E pazienza se risultiamo un po’ arroganti. Non potremmo mai accanirci sull’umanità, rendendola colpevole di ogni male, quando sappiamo che cosa c’è là fuori. Potremmo mai dire che non c’è niente di peggio della crudeltà umana, quando sappiamo che esistono i demoni, che possono corromperli facilmente?” disse Dean.

“Ogni volta, ogni singolo giorno che vedremmo qualcuno impazzire o comportarsi in maniera malvagia, avremmo il dubbio, che possa essere affetto da un DEMONE. Ogni volta che vedremmo un servizio su un fantasma o una casa infestata, penseremmo: vabbè è un problema loro.” Disse Sam.

“Oppure meglio ancora: chissà se dice la verità o no! Beh, ma chi c’ha più voglia di andare a controllare oramai..” disse Dean ridacchiando.

“Può far ridere, ma spaventa anche tantissimo. Ogni volta che diciamo a noi stessi che quella cosa non la faremo mai più, ricordando quando ancora la facevamo, è il ricordo preciso di quella volta che siamo morti e lo stiamo ricordando..” disse Sam triste.

“E vogliamo pensare ai miei cheesburger? E alle mie crostate? Oramai sono il mio marchio di fabbrica! Come lo sono per Sam, le insalate! Mi ci vede qualcuno a mangiare i piatti pronti al supermercato?”

“Alla carbonara però, non sai dire di no..” disse Sam.

“La cucina italiana è quella che preferisco, Mai tradire la cucina italiana.” Disse Dean leccandosi i baffi.

“Okay, okay, è tutto chiaro..avete bsogno del brivido e del pericolo ogni giorno, per sentirvi VIVI e non volete rinunciare a viaggiare in continuazione, in nome di una vita noiosa atta a fare sempre le stesse cose. Piantatela ora, o mi farete scappare al più presto tra le nuvole e non ritornare mai più!” disse Lucifer ridacchiando. “Scherzo, non potrei mai abbandonare la mia famiglia..anche se..quello che avete detto, mi fa pensare..e anche io temo di non essere portato per la vita casalinga..beh, vedremo, no? Vedremo cosa ci riserva il futuro!” disse sibillino.

“Come sempre! Beh, adesso direi che è ora di comprare quei famosi gelati, che ne dici, Dean?” chiese Sam.

“Stavo per chiedertelo io, Sammy. Andiamo!” disse Dean.

“Vi siete già stancati di stare qui insieme a me, vero?” disse Lucifer ridacchiando.

“Nah..non vogliamo privarti per troppo tempo, di stare da solo, con la tua immagine riflessa.” Disse Dean.

Lucifer lo guardò perplesso e poi scoppiò a ridere quando Sam indicò il sole.

“Molto, molto divertente! Ora andate..e non scordatevi il gelato alla nocciola, ne vado matto!”

Dean gli fece un brutto gestaccio con il dito medio.

“Una volta gli umani avevano più rispetto delle divinità!” sospirò lui.

 

Lucifer rimase lì ancora per un po’, a contemplare l’orizzonte, quando a sorpresa arrivò Castiel.

“Ehi, fratello..posso sedermi qui con te?”

“Ehi..Cassie..accomodati.” disse facendogli posto vicino a lui.

“Dean e Sam mi hanno detto che oggi ti sentivi particolarmente filosofico.”

“Ora comincio a capire perché siete amici! Anche loro non si tengono un cecio in bocca!”

“Mi hanno anche detto che hanno parlato con te di vita normale e non..anche te non ti tieni un cecio in bocca..”

Lucifer rise con il filo d’erba ancora n  bocca come una sigaretta.

“C’è qualcosa di cui abbiamo parlato che non ti abbiano già detto?” ironizzò.

“Qui non conta quello che hanno detto a me, ma ciò che non hanno detto a te.”

Lucifer lo guardò perplesso.

“Quando ho chiesto loro se ti avevano detto la grande novità, mi hanno detto che sono stati distratti dalle tue chiacchiere e mi hanno chiesto di essere io a dirtelo.”

“Per i cieli del paradiso! Cosa può esserci? Aspetta..volevano davvero fare una vita normale, poi solo perché glielo ho detto io, hanno pensato non fosse una buona idea!”

“Sei un idiota..” disse Cas ridendo.

“ Dopo aver visto me, hanno pensato che qualsiasi idiota può avere dei bambini e hanno deciso di averne uno!”

“Lucifer..”

“Non dirmi che hanno intenzione di adottare Adam! O Jack!”

“LUCIFER!” disse alzando la voce e zittendolo. “Dean e Sam hanno una casa!”

Lucifer sbattè gli occhi.

“Hanno COMPRATO una casa?”

“Non esattamente..”

“Credevo non avessero intenzione di fare una vita normale.”

“È così infatti.”

“Perdonami, ma sono molto confuso..”

Castiel sospirò.

“Alla fine di una caccia, di recente, Dean e Sam, mentre scavavano, hanno scoperto una piccola scatola con dentro una chiave. Essa portava a un bunker. Un bunker sotterraneo.

“Un..bunker?”

“Un bunker ENORME come una casa. Un’eredità, di loro nonno. Il padre di loro padre. Lui faceva parte dei letterati. Un gruppo che si riuniva insieme nel 1900 per sconfiggere..i demoni..e qualsiasi altra forma di creatura sovrannaturale.”

“Cacciatori..”

“No, sono diversi dei cacciatori..loro erano..degli studiosi.. il bunker è una casa, ma è anche una gigantesca libreria, su ogni genere di creatura sovrannaturale che il mondo abbia mai incontrato. Sam e Dean hanno fatto delle ricerche e hanno scoperto che Henry lasciava in eredità, a loro, i suoi futuri nipoti..tutto questo.”

“Come hanno fatto a rivendicarlo?”

“Non ne hanno avuto bisogno. Il bunker è..strepitoso. Ha ancora la luce corrente..e l’acqua..e questo è uno dei più grandi misteri. Suppongo che ai tempi si siano occupati di questo per assicurarsi che rimanesse segreto. Non so come facciano, ma è grandioso..”

Lucifer era senza parole.

“C’è solo una cosa..”

“Cioè?”

“Il bunker, ha un sistema di protezione..in pratica per difendersi dalle creature sovrannaturali..solo i proprietari possono decidere di interromperle, o di confinarle ad alcune piuttosto che ad altre.”

“Capito..beh, adesso è tutto chiaro. Ho capito perché non hanno voluto dirmi niente.”

“Lucifer..”

“No, no..non c’è bisogno che tu dica niente, è chiaro..non mi aspettavo certo che..tu è un altro discorso..e anche Gabriel..o Jack..ma io..”

“Lucifer!”

“Guarda che io non mi offendo se non mi vogliono! È del tutto naturale!” disse Lucifer alzandosi in piedi.

“Dean e Sam non lasceranno mai la caccia..ma sono molto contenti ed esaltati di avere finalmente una casa, che possono considerare la LORO CASA..per quando vogliono tornare..e  mi hanno detto di dirti, che il bunker sarà sempre aperto per me..e anche per te.

“Non è vero..non..non può essere..”

“Loro ti hanno perdonato. Sei il benvenuto lì dentro, Lucifer.”

“Questo..questo è..” disse Lucifer con gli occhi luccicanti per poi buttarsi tra le braccia di Castiel.

“Dai su, su, non svuotarti tutto di colpo, che mi servi pieno di forza, per l’altra cosa che dovrai fare.”

“Ecco, lo sapevo che c’era il trucco!”

“Andiamo, sarà una cosa che ti consentirà di avvalorare il tuo grandissimo ego!”

“Lo avvaloro ogni singolo giorno!”

“Non così.” Disse Castiel birichino.

“Castiel, sputa l’osso!”

“D’accordo, allora..che ne diresti di mostrarti al mondo??”

CHE COOOOOSAAAA??”

 

 

 

L’urlo di Lucifer si sentì anche a distanza.

“Credo che Cas gli abbia appena dato la notizia e non credo sia quella del bunker!” disse Dean gustandosi la sua birra.

“ Te l’avevo detto che gliel’avrei chiesto prima o poi.”

“È che..con tutto quello che abbiamo passato, me ne sono dimenticato!” disse Dean.

 

“Dean..io ho deciso che voglio fare una cosa..se Luc riuscirà a liberarmi da queste visioni..voglio fargli una proposta.”

“Un patto con il diavolo?” rise Dean.



“Ascoltami. Uno scambio equo. Gli chiederò di far accettare al mondo l’amore omosessuale e quello tra consanguinei consenzienti.”

Dean rimase troppo scioccato per dire una parola.

“È una cosa un po' forte da ottenere. Lui vorrà qualcosa in cambio.”

“Per ringraziarlo, mi impegnerò a fare in modo che il mondo sappia quanto il diavolo non è più cattivo. Una dimostrazione in piena regola. Nazionale. Plateale. Tutte le televisioni del mondo dovranno parlarne.”



“Questo significherebbe esporci alla pubblica piazza e probabilmente alla pubblica gogna.”

“Non mi interessa. Per avere qualcosa bisogna DARE qualcosa in cambio.”

“Allora io ti aiuterò Sam..sono con te.”

“Non avevo dubbi.” Disse Sam baciandolo.



"Pensi che io sia pazzo, vero?" gli chiese Sam, nel presente.

"Penso che sia una follia..per questo ci credo!" disse Dean baciandolo di nuovo.





















Note dell'autrice: ciao ragazzi! Avete visto che capitolone eh?? xd LOL spero non sia troppo pesante da digerire, ma sinceramente consideravo peggio dire ogni volta che era l'ultimo capitolo..mi sentivo di prendere in giro la gente, anche se ogni volta ci credevo io per prima xd allora stavolta mi sono imposta proprio di non lasciare il capitolo incompleto, piuttosto di fare sempre i soliti teatrini..e poi riunire i capitoli!! xd Sono tante le cose che voglio spiegare qui.. innanzitutto:

LUCIFER E LA GABBIA: l'avevo spiegato anche in un'altra mia ff sulla sesta stagione, pensavo quindi di averlo spiegato anche qui, e invece no! Lucifer conosceva già il mondo..lo vedeva attraverso delle finestrelle della gabbia...mi è sembrata la spiegazione più semplice da dare.

TUTTO RINASCE: mi sarebbe sembrata un'ingiustizia razziale LOL se gli umani hanno un'altra possibilità, perchè i demoni e gli angeli no? xd però non avevo voglia di altre spiegazioni immense e infinite e ho riassunto il più possibile xd

SAM E LA SUA PROPOSTA: anche se alla fine l'ho riassunta con un flashback a fine capitolo, chi vuole sapere a cosa faccio riferimento, è il cap 39! So che se non avessi messo il numero, non l'avreste mai individuato. Ho fatto una fatica matta a trovarlo io, figuratevi voi ahhaha xd una proposta che mi ero dimenticata io per prima! xd ma non mi piace tralasciare niente..e sono fan delle imprese quasi disperate LOL

IL BUNKER: a dire il vero, non era previsto..è stato un colpo di genio dell'ultimo minuto xd volevo mettere anche Henry, ma..troppo complicato se avessi dovuto ricalcare quella puntata..troppe cose che avrebbero potuto andare storte ahhah e nonno Henry?? In teoria non c'è, ma..chissà..forse in futuro potrei cambiare idea xd non a breve, però! xd per ora è NO XD

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Capitolo 78
*** Lucifer si fa conoscere al mondo ***


Durante il grande giorno, due tipi qualunque, mentre assistevano a quell'entrata in scena gloriosa avevamo detto: "Presto, chiama la televisione. Dì loro che gli angeli sono scesi sulla Terra."

"Ma ti sembra il momento di pensare a queste cagate?"

"Sì! Sono gli angeli! Fottuta porca puttana! Chiama le fottute televisioni, sbrigati!"

E così le chiamarono. Lucifer era comparso in piazza di Spagna, la piazza più grande degli Stati Uniti d'America e la sua voce si era amplificata per mille affinché tutti potessero sentirlo.

Era raggiante e aveva capelli che ricordavano il colore dell'oro ma questo passava in secondo piano rispetto a quello che doveva dire.

La televisione incurante del pericolo non si era fatta attendere e benché tremassero, i giornalisti non si tiravano indietro ma anzi si avvicinavano sempre di più per riprendere meglio e da più vicino.

Lucifer venne ripreso a reti unificate ....., e ogni altra trasmissione venne interrotta, parlò del male, Lucifer e parlò di amore, parlò dei demoni e di come essi divennero tali per mancanza di amore! Della necessità di combattere il male con l'AMORE! Della crudeltà di perseguitare qualcuno solo perché ama! E poi alla fine si arrivò anche alla proposta di Sam.

Fu un giorno che venne definito GLORIOSO per tutti.
Sam e Dean ne furono lieti di poter assistere a tale giorno.
Altro che 2012!!

"Mi interrompono per CHIEDERMI se in paradiso ci vanno anche gli animali!! Ma cosa dice loro la testa eh?? Qui dentro dico!" Disse Lucifer al bunker, indicandosi la testa, mentre raccontava loro.

"Dovevi mettere in conto che avrebbero fatto domande!" Disse Sam versandogli una bevanda che producevano gli angeli e che chiamavano AMBROSIA.

"Ma non avevo idea che potessero chiedermi cose tanto stupide e scontate!"

"Non è una cosa stupida! Nè in paradiso ne all'inferno abbiamo mai visto animali!" Disse Dean dandogli un cheeseburger.

"Ma cosa dici? Sei stato praticamente sbranato da dei cani!" Disse Lucifer.

"Questo... non avresti dovuto ricordarmelo e poi in teoria non era un cane!" Disse Dean.

"Vabbè, cani, varianti o altre mutazioni, poco importa. Dicendo che tutto rinasce pensavo fossimo abbastanza chiari! Comunque l'importante è che sembrano aver compreso più o meno. Queste presuntuose formiche vorrebbero sfidarmi opponendosi alla mia brillante proposta. A un mio ordine!"

"Lucifer, non vorrai tornare indietro speriamo. Ricordati che hai famiglia!" Disse Sam sorridendo.

"E pure una società dove fabbricate vino di dubbia provenienza!" Disse Dean brindando con un calice, alla cosiddetta ambrosia.

“Lo sai che ti stanno ancora cercando, vero?” chiese Castiel preoccupato, stavolta serio.
“Sì, lo so.”

“Perché sparire così all’improvviso? Hai fatto quell’apparizione e poi sei sparito di nuovo nel nulla."

“Io e papà abbiamo parlato di quello che è successo..lui..teme non sia ancora giunta l’ora di confrontarci con il mondo e la riprova ne è il casino che ne è scaturito. Troppa gente spaventata, troppa gente che sta rinnegando Dio in questo momento o che dubita perfino che esista, perché mi lascia camminare sulla Terra. Troppa gente spaventata da me o che dubita che io sia davvero Lucifer.. troppa gente che si fa la guerra, adesso, divisa in due fazioni, coloro che proteggono la religione e coloro che la mettono in dubbio..”

“Mi dispiace, Lucifer, è tutta colpa mia.” Disse Sam amareggiato.

“No, tu hai fatto bene, Sam..era giunto il momento che finalmente si costringesse gli umani ad accettare l’amore tra persone libere e consenzienti..ora moltissima gente ha preso coraggio per battersi in nome dell’amore, e molti detrattori hanno molta più paura a contrastarli, per timore della mia ira o di quella di papà…non siamo ancora davanti a un nuovo mondo, questo no..ma intanto è l’inizio del cambiamento.." disse Lucifer.

"Quest’odio senza senso, doveva fermarsi prima o poi..e il fatto che sia stato proprio tu..beh, credo ci sia un disegno dietro a tutto ciò e noi siamo felici di farne parte.”disse Dean.

“E io sono FELICE di aver visto questo giorno, papà.” Disse Jack abbracciandolo.
 
 
“È stato davvero magnifico quello che hai fatto, Lucifer. Adesso molte persone avranno una possibilità grazie a te. “disse Cas.
 
“Voi dite? Il fatto che sia stato io a dirlo, fa pensare a maggior ragione che sia una cosa sbagliata e che stia cercando di corrompere l’animo degli uomini. Forse se avessi detto di essere un ANGELO senza fare il mio vero nome..sarebbe stato meglio. Sono stato un cretino. Perlomeno ho trasfigurato il mio viso in modo che non potessero riconoscermi altrimenti a quest'ora non potrei andare più in giro senza essere braccato o senza rischiare che qualche fanatico credendo di fare del bene, cerchi di uccidermi. Auguri poi a fargli capire che anche questo è sbagliato, che anche questo sarebbe MALE.” disse bevendo l’ambrosia, poi fece una faccia pensierosa. "Non vi sembra strano che papà abbia accettato la mia proposta senza battere ciglio? Forse dopo la gabbia, ha pensato che la punizione più adatta a me, sarebbe stata quella di gettarmi direttamente in pasto alla folla inferocita e risolvere il problema una volta per tutte."
 
"Quanto sei cattivo." disse Gabriel facendo una smorfia.

"Potresti dirlo un'altra volta per favore?" disse Lucifer sorridendo.

“Andavi già in giro a guarire la gente, a dire di essere Lucifer..se avessi detto di essere un angelo, non ti avrebbero creduto o si sarebbero chiesti perché hai mentito..e la fiducia nella religione sarebbe venuta meno.” Disse Cas.
 
“E voi non pensate che in questo modo abbia provveduto a farla venire meno ugualmente?” disse Lucifer.
 
“Non direi proprio. È il contrario. Proprio il fatto che sia il DIAVOLO a dire tali cose, dà un sacco di speranza all’umanità..a tutti noi. Se si è redento anche il diavolo, molti penseranno che c’è ancora speranza per il mondo.” Disse Gabe.
 
“Ma Jack..non deve pagare per il mio egocentrismo. Non dovranno mai sapere che ho un figlio..voglio che venga custodito questo mio segreto come il tesoro più prezioso che ho.”
 
Jack arrossì.
 
“Ma sentilo. Noi possiamo pure essere messi alla forca, ma suo figlio non si tocca.” Disse Cas.
 
“Eh? Ma..”
 
“Non credi di essere un po’ egoista, Lucifer?” disse Dean.
 
“Veramente, io..”
 
Scoppiarono tutti a ridere.
 
“Ti stiamo solo prendendo in giro, Lucy.” Disse Dean.
 
“E poi ci sarò io a proteggerlo. Con me sarà sempre al sicuro.” Disse Gabriel stringendoselo addosso da dietro.
 
“Mi trattate come un eroe, ma in realtà nemmeno io sono riuscito ad abbattere via i vecchi pregiudizi.”
 
“Non importa. Avranno paura della tua ira e di quella di nostro padre e smetteranno di dare fastidio alle persone che vogliono solo amarsi non facendo nulla di male. Smetteranno di perseguitarle.” Disse Dean.
 
“E chissà forse un giorno potranno perfino CAPIRE. Anche gli ignoranti più abbietti.” Disse Sam.
 
“La strada è ancora lunga da fare però. Mi duole dirlo ma finora il genere umano si è sempre sbagliato. Credeva che Lucifer fosse così POTENTE da corrompere l’animo degli uomini e invece c’è stato chi addirittura osa contraddirlo. Sono quasi deluso, fratello.” Disse Gabriel prendendolo in giro.
 
“Beh, io avrei fatto alla mia maniera, ma QUALCUNO ha sostenuto che non fosse educativo che i miei bambini vedessero.” Obiettò lui.
 
“Volevi fare una carneficina, con tanto di esplosione NUCLEARE per mandare il MESSAGGIO. Il verbo di Dio, così l’hai chiamato e non sarebbe stato poco educativo solo per i TUOI bambini.” Disse Balthazar.
 
“Ricordatevi che papà ha fatto ben di peggio, durante i suoi più grandi momenti di ira.” Disse lui.
 
“Lucifer, TU NON C’ERI, quando papà ha avuto i suoi momenti.” Disse Cas alzando gli occhi al cielo.
 
“Ti sbagli! Vedevo TUTTO e gongolavo come un matto.” Disse ridendo.
 
“Mi sa che dobbiamo tenere d’occhio questo ribelle o si farà espellere nuovamente dal Paradiso.” Disse Balthazar.
 
“Oh, non possono più mandarmi laggiù. I miei simili sono così incazzati per quello che ho detto..mi hanno disconosciuto.” Disse.
 
“Ci sono anche molti che stanno dalla tua parte.” Disse Cas.
 
“Bah, come fidarsi di qualcuno che cambia bandiera così dall’oggi al domani?”
 
“Anche tu lo hai fatto.” Disse Cas.
 
“Infatti non mi fido neanche di me stesso.” Disse ridendo.
 
“Molto, molto consolante, adesso se volete muovervi, c’è una pizza che ci aspetta. “ disse Dean.
“Approfittatene finchè è di buon umore e vuole pagare, e anche fino a che ci saremo, che poi partiamo di nuovo.” Disse Sam.
 
“Ehi, siamo angeli, vi siete scordati che possiamo trovarvi dovunque andrete?” chiese Cas.
“Lo sanno, Cas, se la stanno solo tirando.” Disse Gabe.
 
“Andrò dovunque tu andrai, non era una canzone? Ci state forse facendo una dichiarazione?” chiese Dean.
 
“No, più che altro una manifestazione del nostro ENORME potere.” Disse Cas gongolando.
 
“Ricordati quello che è successo l’ultima volta che ti sei gongolato.” Disse Adam, sbucato all’improvviso dal salone, facendo chiaramente riferimento al suo periodo buio con i leviatani.
 
“Ma io non temo alcunchè, fino a che ci sei tu a proteggermi.” Disse Cas, mettendogli un braccio attorno al collo. Adam intenerito appoggiò un dito sul suo torace, seguendone i lineamenti.
 
“Vabbè, qui qualcuno dovrebbe chiudere il bunker.. sapete com’è.” Disse Dean spazientito con le chiavi in mano.
 
“Bobby non viene?” chiese Sam.
 
“Crowley mi tiene il muso perché ho accennato al mondo la questione sui demoni.”
“Gli esseri umani non hanno la possibilità di scoprirli.” Disse Sam.
 
“Crowley crede che qualcuno potrebbe averla, invece e io li ho messi in allarme. Ovviamente vostro zio Bobby gli tiene le parti.”
 
“Ehi, lascia stare Bobby.” Disse Dean.
 
“Anche Meg è infuriata nera con il sottoscritto.” Disse Lucifer ridacchiando.
 
Sam spalancò la bocca in realizzazione.
 
“La rissa al ROSE BLU, ecco perché..”
 
“Esatto. Mi ha rinfacciato di averle rovinato la vita. Che esagerata. Poi si è messo in mezzo quel damerino a difendere la sua ragazza. Lascia stare, Milord, Sailor Moon può difendersi da sola. Vuoi anche lanciare qualche rosa per aiutarla? Qui ce  ne sono tante, gli ho detto.” Non c'era bisogno che specificasse il perchè di quella battuta. Marzio assomigliava incredibilmente al fidanzato di Sailor Moon e si trovavano in un locale che parlava di ROSE.
 
“Li ho portati fuori per allontanarli da te. Se avessi saputo il motivo, li avrei aiutati.” Disse Dean.
 
“Insomma, ma non siete contenti che ho dato al mondo un’occasione per proteggersi da solo? O forse siete invidiosi?” chiese lui malizioso.
 
“ Credo tu non ti RICORDI che Benny è un nostro amico e in questo modo hai messo in pericolo anche lui.” Disse Dean.
 
“E anche Meg è nostra amica..e anche Crowley!” disse Sam.
 
“Ewww.”disse Dean facendo una smorfia disgustata.
 
“Puoi nasconderlo quanto vuoi, ma..” disse Sam sorridendo.
 
“Vabbè, ragazzi, ora non prendiamo questa situazione troppo sul serio. Ora il mondo è in allarme ma lasciate passare qualche mese e tutto si sgonfierà..è comunque tanta roba credere che davvero Lucifer è sulla Terra e soprattutto che abbia questa faccia da scemo.” Disse Gabriel indicandolo.
 
“Ehi, la mia è una bellissima faccia e nell’Eden era ancora più bella. Mi chiamavano stella del mattino.”
 
“E poi sei finito in una Gabbia e sei diventato la stella dell’Isola che non c’è.” Disse Gabe.
 
“Vaffanculo.” Disse lui sorridendo.
 
“Io non sono così sicuro che il mondo non la prenderà sul serio, le televisioni non fanno che parlarne su tutti i canali..” disse Cas.
 
“Tempo un anno e si stancheranno di parlarne...ma spero che non dimentichino! Se davvero non mi prenderanno sul serio, sarò costretto a fare un'altra piazzata plateale e sarà più furente stavolta. Sarà come il diluvio universale." Rise Lucifer.

"Oh cavolo, l'uccellino che è uscito dalle gabbia si è montato la testa." Disse Gabriel per poi beccarsi uno scappellotto da Lucifer.

"Tanto comunque hai intenzione di continuare ad andare a guarire la gente no? Quindi resterai nei paraggi." Disse Cas.

"Beh...adesso vediamo! Forse rallenterò un po' il ritmo eh. Una volta ogni tanto diciamo. Non sono il messia! Guaritele voi queste scimmie senza peli se proprio volete!" Disse Lucifer.

"Sei sempre il solito. Un po' come il tuo lavoro da poliziotto."

"Quello era perché ho un'idea di GIUSTIZIA un po' diversa dagli umani!" Disse Lucifer.

"Ok, ok, messaggio ricevuto, non c'è bisogno che vai avanti!" Disse Balthazar.

"Spero solo che quello che ho detto risuoni così forte da andare anche contro allo scetticismo e che facciano riflettere.” disse Lucifer sbadigliando.
 
“Beh, direi che quando l’hai messa sul ricatto morale, dicendo che stavano dimostrando tutti che tu AVEVI RAGIONE su di loro, dal momento che continuavano a disprezzare l’amore, mi sono ribaltato dalla sedia. Sei un Genio del male.” Disse Gabe.
 
“Pungi gli umani sul loro orgoglio. Magari non ne ricaverai niente ma è così divertente vederli incazzati.” Disse Lucifer.
 
“ Tutto il mondo ecclesiastico è rivoltato e non fanno altro che continuare a interpretare di nuovo la Bibbia, ancora e ancora e ancora, cercando riferimenti a un possibile ritorno di Lucifer sulla Terra per avere la conferma o la smentita che si trovano davanti a un impostore.” Disse Adam.
 
“Cazzo, è ancora più noioso di quando facevano la stessa cosa per il Salvatore. La cosa incredibile della vostra razza è che rifà sempre le stesse cose in un loop continuo, invece di progredire fa cose sempre inutili, come cercare affannosamente cose che non ci sono, nei punti in cui non ci sono e mai ci saranno!” disse Lucifer.
 
“Cercano anche nelle profezie di Nostradamus.” Disse Cas.
 
“Povero Nostradamus! Non fanno altro che metterlo in mezzo, pover'uomo. Si starà rivoltando nella tomba..o in cielo…dovunque sia, maledicendo il momento in cui ha deciso di fare una previsione e metterla su inchiostro.”
 
“Sta zitto, vuoi pensare a cosa hai fatto tu?” chiese Gabe.
 
“Vabbè ma ora sono diventato GRANDE!”
 
“Sentite, se continuate così mi fate sentire in colpa, in fin dei conti è stata una idea mia, anche se non pensavo sarebbe diventata una cosa così grande.” Disse Sam.
 
“Infatti tu non ti devi sentire in colpa di nulla, Sam..anzi è molto bello quello che hai fatto.” Disse Cas.
 
“Sono orgoglioso di te, fratellino.” disse Adam abbracciandolo.
 
“Comunque ad ogni modo, voi state attenti, ok? Se si viene a scoprire anche di voi, non vi lasceranno più in pace.” Disse Cas.
 
“Beh, ci sarebbe una cosa positiva. Almeno verremmo PAGATI per quello che facciamo.” Disse Dean sorridendo.
 
“Potrebbero non essere gli unici a farlo! Se attiriamo l’attenzione su di noi, quanto ci metteranno a  scoprire tutte le azioni illegali che facciamo, comprese le carte di credito?” chiese Sam.
 
“Sam e Dean Winchester, professione salvatori del mondo..e ladri di carte di credito. Vedo già i titoli sui blog!” disse Adam.
 
“Ripensandoci, è molto meglio lavorare nell’ombra..e più umile e onorevole.” Disse Dean. “E tu..stai troppo sui social.” Disse Dean dandogli una capocciata sulla testa.
 
“Bene, direi che adesso è giunto il momento per questa pizza, eh? Muoviamoci prima che Dean ci ripensi!” disse Sam.
“Perchè dovrebbe? Non sono suoi i soldi dopotutto.” Disse Cas.
“Vaffanculo, Cas..”
“Dite a Bobby che è uno stronzo, per non essere venuto..e a Meg che è la regina delle stronze.” Disse Lucifer.
“Lei ne sarebbe solo orgogliosa.” Disse Sam, dal finestrino della macchina, mentre Cas, Lucifer e Jack si posizionavano nella machina a fianco.


















Note dell'autrice: ciaooo ragazziiii <33333 allora sappiate che le note per dire quanto ho amato questa storia, le ho già fatte e non ho intenzione di rifarle LOL poi, prima cosa..GLI ANIMALI...,in spn non se ne parla mai, ma è ragionevole pensare che se ESISTONO I CANI INFERNALI, vuol dire che anche gli animali vanno nell'aldilà (i cani infernali sono cani? Boh) e d'altronde i lupi mannari sono in purgatorio, che sarebbero in parte animali..cmq tutto questo non è importante, mi sono immaginata che ci vanno..mica solo noi umani abbiamo sto privilegio..e che è??? Ovviamente nella mia mente, Dean e Sam hanno già fatto queste domande, quando hanno conosciuto gli angeli..ma la gente che si trova davanti all'improvviso un angelo, è ovvio che voglia chiederlo



allora, finalmente mi sento in pace con me stessa! LOL infatti prima, quando meditavo di far finire la storia, non mi sentivo del tutto in pace. Era come se sapessi che mancavano ancora delle cose, ora mi ci sento! xd Ringrazio infinitamente Teamfreeewill per avermi dato l'idea di dare dei fratellini a Jack, perchè, lei non lo sa, ma è stato merito di questa idea, se poi mi è venuto in mente questo regalo che poi i fratellini hanno dato a Sam e Dean, e se poi mi sono "ricordata" che Sam aveva ancora da chiedere a Lucifer quella cosa ahahh il finale è volutamente un po' fumoso..innanzitutto scusatemi se sono rimasta sul vago, sul discorso di Lucifer. Credetemi, io ci ho provato a immaginarmi il suo discorso..ma era qualcosa di troppo grande per me..non me la sono sentita di rischiare..ho preferito rimanere sul vago e già scrivere delle possibili reazioni della gente è stato molto difficile. Ho cercato di immaginare cosa accadrebbe davvero se Lucifer si presentasse al mondo..in realtà credo che il mondo la prenderebbe anche peggio di quello che ho scritto ahhah ma non importa, mi importava solo di non scrivere troppe cose campate in aria xd per quello che volevano fare Sam, Dean e Lucifer..anche lì ho preferito mantenermi sul vago, perchè da un lato mi sembra difficile che Lucifer riesca con una parola..a spazzare via millenni di pregiudizi, anche se è Lucifer..e quindi ho scelto una via di mezzo! Da ora in poi le cose andranno meglio..più libertà. So che vi chiederete se è riuscito a legalizzare i rapporti d'amore tra fratelli xd argomento spinoso..io mi immagino di sì, ma ci saranno comunque sempre pregiudizi..mica può spazzare via credenze e leggi di mille anni, con una parolina? Però almeno le persone verranno lasciate libere di amare chi vogliono ed è già qualcosa..e non vale solo per i consanguinei, ma anche per tutte le coppie che si amano e non possono perchè appartenenti a culture diverse. Verranno lasciate libere di amarsi per paura della reazione del diavolo/angelo ahhaha 

Lo so, tutto questo sembra una fiaba, ma non importa..è il mio lieto fine xd 

Non preoccupatevi per Bobby e Crowley, si divertono a fare gli scontrosi, ma non saranno arrabbiati a lungo xd il locale "Rose blu" è stata una perla dell'ultimo minuto xd un bacetto che ho voluto dare a una mia ff che ho nel cuore..i fedelissimi sapranno quale xd LOL <333

Cmq questa storia adesso è terminata davvero, cinque capitoli dopo aver detto che l'avevo finita LOL ma non pensate che non futuro non possa esserci qualche sequel o spin off..ho lasxiato molte cose aperte ancora..come per esempio la famosa storia di Meg e Marzio..ho sempre sognato di raccontare di come un demone come Meg possa innamorarsi di un umano <3333 ma non sarà a breve eh. Non sperateci troppo..magari tra un anno o di più xd

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