Attimi eterni

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gabriel e Castiel rincontrano i loro genitori ***
Capitolo 2: *** La quasi riappacificazione di Crowley e i suoi figli ***
Capitolo 3: *** La seconda riappacificazione ***
Capitolo 4: *** Dean e Sam e le famiglie di Cas e Gabe ***
Capitolo 5: *** Come una danza sinuosa fatta di amore viola ***
Capitolo 6: *** La vera volontà ***



Capitolo 1
*** Gabriel e Castiel rincontrano i loro genitori ***


La vita di due coppie di genitori era stata stravolta da 18 lunghissimi anni. Era un tempo molto lungo, ma per dei genitori che perdono la vita in un modo così tragico come un’esplosione, che non hanno potuto nemmeno dire loro addio, che quando li hanno visti l’ultima volta, non sapevano che fosse l’ultima volta, può sembrare UN’ETERNITÀ.

Quei genitori AVREBBERO VOLUTO che durasse un’eternità. Avrebbero voluto ripercorrere tutti i momenti passati insieme, per poter assaporare di nuovo il profumo della pelle dei loro figli, sentire le loro voci, per poter tornare indietro e non dire cattiverie, dire frasi gentili al loro posto, per non distogliere più lo sguardo quando passavano accanto a quel figlio troppo ribelle, ma anzi, se avessero saputo..lo avrebbero guardato più a lungo, per imprimersi nella mente ogni fotogramma possibile.

Ma non era più possibile.

Per questi genitori fu dura rassegnarsi alla loro perdita, non ultimo, quello di venire a patti con i loro sensi di colpa, accusandosi di non essere stati dei bravi genitori, di essersi accorti TROPPO TARDI che avevano un figlio meraviglioso.

Castiel e Gabriel avevano pensato molto a cosa fare, anche a provare a rivelarsi tramite una telefonata, ma avevano subito rigettato quell’idea, non gli avrebbero creduto e volevano evitare una scenata isterica per telefono con tanto di denuncia.

Pensavano che forse avrebbero potuto dire loro, che volevano parlare di loro figlio, ma temevano la stessa cosa, quindi risolsero con una missiva, uguale per ognuno.

 

 

Cari signori, quasi vent’anni fa, vi è successa una tragedia indimenticabile.

Non riusciamo a immaginare cosa può significare nella vita, perdere un figlio in questo modo, ma esiste una verità che voi tutti non conoscete e che potrebbe rendere più lieta la vostra pena. Un segreto che finora vostro figlio non ha svelato a nessuno e che riempirebbe il vostro cuore di gioia, Vi prego, venite al luogo dell’incontro. Non ve ne pentirete.

 

Castiel e Gabriel non facevano altro che guardarsi e torcersi le mani nervosamente, mentre in aperta campagna, attendevano l’arrivo delle due coppie.

“E se non venissero? E se non hanno creduto al biglietto? E se avremmo dovuto usare altre parole? E se..” diceva Gabriel.

“Gabriel, sta tranquillo! Fidati di me. Loro verranno.” Disse Castiel tenendogli le mani e accarezzandogliele.

Mezz’ora dopo, due macchine arrivarono e parcheggiarono poco distante.

 

“Siete venuti.” Disse Castiel.

La donna, che era la mamma di Castiel, fece vedere subito il cellulare.

“Sono pronta a chiamare subito i carabinieri e a avvertirli del luogo in cui ci troviamo se solo pensate di farci del male.”

“Buon dio, no. Certo che non sei cambiata, sempre a pensare male del prossimo.” Disse Castiel sorridendo.

“Ma..che sta dicendo? Lei non mi conosce.” D’un tratto sembrava aver paura di lui.

“Conosci mia moglie, ragazzo?” chiese suo marito, parandosi davanti a lei come in protezione.

“Vogliamo parlare del perchè siamo stati convocati qui per parlare dei nostri sfortunati figli? Chi siete? Cosa c’entrate con questa storia?” disse la madre di Gabriel.

“Siete per caso dei loro amici?” chiese il padre di Castiel.

“So che vostro figlio vi disse una volta a cena, che voleva diventare il figlio che meritavate che lui fosse.” Esordì Gabriel commosso e con la voce tremante.

“lo era già! Era già il figlio che ci rendeva orgoglioso!” disse la madre commossa.

“Come fai a sapere di questo discorso? Te ne ha parlato lui??” chiese il padre.

Castiel e Gabriel si guardarono.

“In realtà..lui ci è riuscito, insieme al suo amico…Matt..sono diventati..MIGLIORI..in un modo che credo che questo mondo ne sarebbe orgoglioso e non parliamo de..dell’atto eroico in cui sono morti.” Disse Castiel a fatica.

“Maledizione, volete parlare e decidervi a dire di cosa state parlando? Con quelle dannate lettere avere messo il sale su una ferita durata quasi vent'anni! Non teneteci ancora sulle spine. Cos’è questo segreto??” sbottò il padre di Castiel.

“Credo che più che dirvelo, forse è meglio farvelo VEDERE!”disse Castiel.

 

Gli occhi dei due angeli si illuminarono di azzurro e i loro corpi si illuminarono diventando fosforescenti, due ali fiammanti arrivarono sulle sue scapole, ma i loro visi erano diversi.

Ora al loro posto c’erano i loro figli perduti.

Per dolorosi secondi le coppie si erano immobilizzate e gli angeli credettero che avevano perso la parola per sempre, poi urla disumane riempirono la campagna.

“NON PUÒ ESERE!”

“É UN TRUCCO!”

“Come fate a FARLO!”

“DIMMI CHE LI VEDI ANCHE TU!”

“COME POTETE ESSERE COSÍ CRUDELI!”

 

“Siamo noi, mamma.” Disse Castiel rispondendo direttamente a sua madre.

"Quei ragazzi avevano ragione..me lo avevano detto.” Castiel e Gabriel capirono subito cosa intendeva. Sam quando aveva parlato a entrambe ls loro famiglie, aveva accennato all'ipotesi che loro fossero angeli.

Erano tutti terrorizzati. Nessuno di loro però faceva cenno a fuggire via.

Castiel sorrise e si avvicinò piano a lei prendendole la mano.

“Solo dopo che sono morto, mi sono reso conto di quanto bene davvero si nascondesse sotto il tuo falso disprezzo. Me ne sono andato con il rimpianto di non averti detto che ti capivo..e ti perdonavo.”

"La morte...non è la fine della vita..." diceva il padre di Gabriel.
Gabriel e Cas annuirono.
“Non può essere..non può essere..” continuava a dire la madre e continuava a piangere, insieme agli altri genitori.

“Sono un angelo ORA e lui è il mio FIDANZATO..”

“No..” fu l’esclamazione in coro degli altri tre.

“Salviamo il mondo, salviamo le vite..e serviamo il paradiso.” Disse Castiel.

“È vero? Dice il vero?” disse il padre piangente.

“Sì, è vero..e ci mancate davvero tantissimo.” Disse Gabriel.

I genitori di Gabriel lo abbracciarono stretto, aggrappandosi a lui, mentre il padre di Castiel faceva lo stesso assieme alla madre.

 

Castiel e Gabriel che pure piangevano, erano paralizzati dal terrore. I loro genitori gli piangevano addosso e li stringevano talmente forte che le loro ali, nonostante non venivano neanche toccate, quasi si ribellavano, a una simile presa, forse temendo un probabile assalto.

Le ali frusciarono sopra le schiene dei genitori, e questo gesto li costrinse a sussultare e mollarli.

“Le nostre ali..è come se vivono di vita propria.” Disse Gabriel ridacchiando.

“Non è che non amano gli abbracci, ma è che non sono abituati a niente di più pesante delle nostre schiene e hanno un forte istinto di sopravvivenza.” Disse Cas.

“ANGELI..ma come..come..” il padre di Gabriel era ancora stralunato, quando una luce potente li abbagliò e loro tornarono come prima.

“No..perchè..perchè..” fu la voce della madre di Cas.

“Tornate come prima! Voglio rivedere i vostri volti!” quasi ordinò il padre di Gabriel.

“È la stessa voce che usasti per dirmi: O RIGHI DRITTO O TI CACCIO DI CASA..non funzionò allora..non funzionerà adesso.” Disse Gabriel, sorridendo mestamente e miracolosamente senza piangere. Il padre non fu così forte.

“Perché avete questi volti?" disse la madre di Cas, quasi arrabbiata con lo stesso paradiso. Sconvolta e confusa.

“Perché siamo morti.” Disse Gabriel.

Le coppie fecero un sussulto ferito.

“Siamo morti e non cambierà questo fatto, per quanto possiamo chiedere e OTTENERE il permesso di riavere questi volti..anche se per poco..i nostri veri volti sono macerie..e avere quell’aspetto, anche se per poco..richiede magia e la magia richiede sempre uno sforzo eccessivo..e in questo caso, non duraturo..” disse Castiel.

“Quindi il paradiso esiste? E l’inferno?” chiese il padre di Gabriel.

Loro annuirono.

“Perché non siete venuti da noi prima?” chiese la madre di Gabriel.

“Non potevamo..non..ricordavamo. Ma ora sì.” Disse Gabriel sorridendo.

“E delle persone che amiamo molto..degli AMICI..che ci stanno molto a cuore, ci hanno incoraggiato a venire da voi.” Disse Castiel.

"Le portate...tu...tutto il tempo?" Chiese il padre di Gabriel indicando le loro ali.

"Credo che le facciano sentire a disagio, fratello" disse Gabriel sorridendo.

“Gabriel..possiamo ritirarle.”

“Sì, è vero..credo sia meglio.” Disse Gabriel.

Con un movimento fluido le ritirarono.

“Sei un angelo..siete degli angeli..” disse la madre di Castiel.

“E non ve ne andrete più via vero? Promettetelo.” Disse il padre di Castiel, prendendolo per la maglia come fosse un bambino.

“No, papà..mai più.”

Il padre pianse a quelle parole e i genitori piombarono di nuovo su di loro, decidendo di fregarsene in quel momento di avere davanti a loro dei servi del paradiso.

“Abbiamo combinato un bel guaio.” Disse Gabriel.

“Non vedevo tutte queste lacrime da quando è uscito dalla gabbia..” disse Cas.

“Cas, NO!”

Castiel fece una smorfia buffa.

“Da quando è uscito dalla gabbia chi, figlio mio?” mormorò la madre.

“NIENTE. NIENTE DI CHE.” Disse ridacchiando.

“Dobbiamo preoccuparci?” disse il padre.

“Ehm..credo che di questo ne parleremo un’altra volta, uno shock per volta eh?”disse Gabriel.

"Vieni a casa con noi, ti faccio una bella torta di mele e anche una al cioccolato." Diceva la mamma di Castiel.

"Ma cara, nostro figlio è un angelo."

"STA ZITTO!! NON ASCOLTARLO, BAMBINO MIO!!"

Castiel si voltò, cercando sostegno nel suo compagno , che aveva un sorriso impertinente sul volto, quando venne raggiunto anche dalla voce del padre.

"Tu, non fare sorrisi impertinenti e non pensare di cavartela così, credo proprio per stanotte e anche le altre notti a seguire, sei sequestrato anche tu!" Diceva il padre, seguito a ruota dalla madre che annuiva vigorosamente.

I due angeli scoppiarono a ridere e li strinsero più forte. L'amore superava anche la differenza tra razze. È una cosa che veniva da sempre predicata quando erano umani, ma gli angeli sapevano che quando sei umano, molte di quelle cose che ti commuovono, fai comunque fatica a crederci davvero.. e quanto bello era, scoprire che ti esistevano davvero, quando umano non lo eri più. In quel momento stretti ai loro genitori, provarono un sentimento fortissimo di amore anche nei confronti dei loro amici, che tanto avevano insistito per riunirli ai loro genitori.



















Ciao ragazzi, chi segue la mia storia eterno sa di che cosa sto parlando! Questo è un missing moment che avrei voluto mettere già da tanto tempo ma non sono riuscita a metterlo nella storia principale, perché ogni volta bisognava parlare sempre di tante cose ...questo missing momento in particolare accade dopo il capitolo 101

Devo dire che sono molto sollevata di essere riuscita finalmente a scrivere questo missing moment ...temevo davvero che non ce l'avrei mai fatta ...ho trovato davvero tanta tanta difficoltà perché come penso immaginate, non è facile riuscire a mettersi nei panni di un genitore che ritrova suo figlio morto scoprendo che è diventato un angelo xd già è difficile mettersi nei panni di chi si vede davanti una persona che credeva morta e già lì è molto difficile, ma quello è ancora peggio . ..ho fatto il meglio che ho potuto e tutto sommato questo era l'unico missing moment che mi veniva in mente! Avevo anche ipotizzato una telefonata ma ho scartato subito l'idea ...troppo difficile e anche io nei loro panni non lo avrei fatto! Spero vi sia piaciuto! A breve inserisco questa raccolta nella serie

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Capitolo 2
*** La quasi riappacificazione di Crowley e i suoi figli ***


Il quarto giorno, Bobby si ritrovò a sorpresa, Crowley seduto a tavola in cucina.

"Finalmente sei arrivato. Fammi un caffè."

Bobby era davvero stralunato, poi finalmente trovò le parole.
"Che ne diresti di scusarti?" gli disse corrucciato Bobby.
"Speravo in un caffè. "
"Posso darti un pugno."

"O forse un bacio...un perdono.." tentò Crowley.
Bobby lo guardò dubbioso, cercando di capire se stesse scherzando o meno.
"Ho letto la tua lettera."
"Lo so."

"Ecco...devo ammettere che è convincente quello che dici. Sembra vero."
"Perché lo è. "

" Sai, Bobby, per gli umani non è tanto importante che una cosa sia vera, quanto il fatto che sembri vera... è sempre stato così dall'inizio dell'umanità e io credo che lo sia per tutte le creature viventi."

"Perché non mi dici che non accetti di essere giudicato da uno che ti ha sparato addosso facendo soffrire i due ragazzi che noi chiamiamo figli?"
Crowley sorrise teneramente.

"Perché grazie a te ho capito quanto li amo...e quanto amo anche te, Bobby!"

Bobby si avvicinò, andando incontro a Crowley che si aggrappò alla sua felpa per baciarlo.

Bobby si staccò troppo presto per i suoi gusti.
"Perché non ti sento ancora convinto?"
"Io..sono sincero, ma ancora insicuro."

"Allora non fare promesse che non puoi mantenere." fu la voce di Dean.

Crowley si girò verso di loro e vide Dean e Sam, i suoi figli fasciati in pigiamini che li facevano sembrare due bambini piccoli. Erano teneri.
"Non sopporteremmo di avere il cuore spezzato di nuovo." Disse Sam.

"Io...vi chiedo solo del tempo. Potete farlo? Potete...aspettarmi?"

"Se è solo questo...sì." disse Dean e Crowley allargò le braccia invitandoli. Loro non si fecero pregare e si tuffano tra le sue braccia con grande commozione di Bobby.

Crowley poi, quando Dean e Sam tornarono su a vestirsi, approfittò di essere da solo con Bobby, per sussurrargli all'orecchio:

"E tu mi AMI, Bobby? Ho bisogno di sentirmelo dire, ti prego."

"Un demone che PREGA? Sei una vergogna. Potresti essere scomunicato!" disse Bobby, nascondendo un sorriso e cercando di levarselo di torno.

Ma Crowley se lo tenne stretto.

"Potrebbe non importarmi."

"Parli sul serio?"

Crowley gli rispose con un sorriso e Bobby fece una smorfia.

" Ti amo da prima che ti baciassi, STRONZO."

"Anche se ho un pessimo carattere?"

"Soprattutto per quello!" disse Bobby, spingendolo sopra il tavolo facendo cadere tutte le posate e i bicchieri.

Crowley lo guardò con una faccia stralunata e un sorriso compiaciuto.

"Che c'è? Non penserai che non dovrai pagare pegno per quello che hai fatto.."

"Niente mi sarebbe più lieto, ma i ragazzi?"

"Si terranno alla larga." disse Bobby, cominciando a spogliarlo.














Note dell'autrice: spero che non vi confondo ancora di più le idee dopo questo capitolo, ma in sostanza questa riappacificazione è conseguente a questi capitoli di Eterno, quindi avviene dopo questi:

Cap 88, Cap 89, Cap 90

vi chiedo scusa ma io l'avevo già detto che non avrei più fatto missing moment all'interno della storia..l'ultima volta mi hanno sfinita, perchè ho dovuto spostare i capitoli e si è spostata tutta la cronologia, ho fatto fatica a spostarli tutti e non lo farò più almeno nella storia di Eterno, mi spiace

COMUNQUE, sottolineerò nel capitolo nuovo di Eterno, che c'è questo missing moment. Vi assicuro che ai fedelissimi che seguono la storia, farò in modo che sappiano sempre se cambio o modifico o aggiungerò qualcosa, quindi tranquilli

ps ci sarà poi una vera riappacificazione, quindi a breve credo ci sarà un altro missing moment

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Capitolo 3
*** La seconda riappacificazione ***


Crowley aveva già tentato una timida riunione, un timido tentativo, quella volta che era comparso nella cucina di Bobby, poco prima di vedere lui e poi loro in pigiama.

Così timido che era servito a ben poco.

Quando ti manca qualcuno così tanto però, anche un solo abbraccio è sufficiente, anche decidere di non parlare, perché le parole spesso creano disastri e maremoti, sembra importante, sembra..giusto.

Poi però è di nuovo tutto come prima.

Crowley non c'era quando i suoi figli e Bobby hanno combattuto per riportare Webber da loro, quando l'avevano portato davanti al lago magico per farlo guarire. Non c'era perchè non lo sapeva. Era troppo occupato a sconfiggere i suoi di demoni, che facevano molto più male di quelli fisici, perchè più duri da sconfiggere.

Chissà quanto li aveva delusi.

Spesso non sopportiamo il dolore di essere respinti, la prova e la conferma che non saremo perdonati per i nostri sbagli, per non essere stati all'altezza delle aspettative di chi amavamo, e questo ci blocca, ci paralizza e ci congela, impedendoci di stare con le persone che amiamo. Questa trappola si chiama orgoglio .

Quando però ci liberiamo di questo sentimento, l'illuminazione arriva come un raggio di sole a sciogliere una granata di ghiaccio.
Il ghiaccio è praticamente impossibile da sciogliere con un semplice raggio di sole, ecco perchè vuol dire che se quel raggio ne è in grado, è un raggio molto speciale. Fatto più della semplice LUCE. Fatto anche di qualcos'altro, di gran lunga più potente.



Dopo aver promesso al sacerdote che avrebbe fatto quello che più anelava di più, niente lo faceva sentire più felice di rispettare quella promessa. Tramutarla in realtà.

Si materializzò a casa di Bobby, sperando di trovarli lì. Trovò Sam, come prima cosa, che stava portando del cibo da asporto, accompagnato poco distante da Dean.

Non emise un fiato. Lasciò cadere i cartoni a terra e lo guardò. Crowley sentì una stilettata di sensi di colpa che si preoccupò subito di soffocare. Non era il momento per questo. Si sarebbe vergognato più tardi.

"Noi..ti abbiamo cercato TANTO." disse Sam. Non c'era traccia di accusa nella sua voce, solo tristezza e dolore. Forse.

"Lo so. Mi dispiace..io..non sapevo quello che..era capitato a Webber. Altrimenti.."

In quel momento la faccia di Sam era diventata un'espressione di puro dolore.

"Tu..LO SAPEVI??"

"Non quando è successo, l'ho saputo solo oggi, altrimenti io.."

"Altrimenti  ci avresti detto che accompagnarci per starci vicino, sarebbe significato stare troppo vicino a noi e quindi non potevi??" Ecco, sapeva che la fortuna non era un diritto che quelli come lui potevano anelare e forse era giusto così.

"Avete tutti i diritti di odiarmi. Se fossi stato con voi, non avrei mai lasciato che Azazel vi prendesse. Sarei.."

"Cosa?? Saresti MORTO??" disse Dean.

"Dean!!"

"No, Sam, no!! Non lo accetto. Stavolta no! Abbiamo passato l'INFERNO. Letteralmente. Tutti noii!! E io l'ho già passato da una parte e lo rivivo DI NUOVO!! Ma QUESTO poteva essere evitabile! Non pretendevamo chissà che cosa! Ma dico, dovevi proprio sparire quando il mondo ci crollava in testa come tegole un'altra volta??"

Crowley abbassò la testa. Stille di vergogna lo stavano sommergendo.

"È stata davvero dura..." disse Dean, con gli occhi lucidi. "Ti ho perdonato, quando la prima cosa che hai fatto, appena sono tornato in vita, è stata spezzarmi il cuore di nuovo. Ti ho perdonato quando sei tornato da noi, quella volta, chiedendo un'altra chance.. credevo davvero che ti saresti impegnato...ma poi.. sei sparito di nuovo!! Lasciandoci da soli con un amico soggiogato dal male! Senza aiutarci!!" 


Crowley avvertì un cambio di percezione in quella pioggia torrenziale di sensi di colpa. I sensi di colpa erano pieni non solo di vergogna. Se li ascoltava ancora, se li ascoltava MEGLIO, erano anche pieni d' AMORE!! Suo figlio lo faceva sentire male per fargli recepire quanto lo amava. Questo faceva molto male. Ma allo stesso tempo rischiarava come il sole a Maggio e produceva calore, laddove sentiva solo acqua.

"Ci avevi detto che avevi bisogno dei tuoi spazi ma non pensavamo che sparissi subito dopo avercelo detto. Credevamo..credevamo che non saresti più tornato." disse Sam.

"Beh, io..non sapevo cosa fare, lo ammetto. Non ero del tutto convinto, e mi sono preso del tempo per pensare. Non immaginavo che foste IN PERICOLO." disse Crowley.

"Tu CAPISCI che abbiamo rischiato di NON VEDERCI PIÚ??" disse Dean. C'era dolore nel suo volto.

"Lo so. L'ho capito e sono qui a chiedere perdono." disse Crowley.

"Perchè?? Alla prossima occasione sparirai di nuovo!!" disse Dean e stavolta lo vide disperato.

"VI PROMETTO stavolta che farò tutto quello che posso, per far funzionare le cose. Per far coesistere quello che sono diventato con l'amore che ho per voi. Io non voglio perdervi e adesso posso confessarvelo." disse Crowley.

Prima fu il turno di Dean e poi Sam lo seguì a ruota, lo abbracciarono così stretto che lo fecero quasi cadere e quando se ne accorsero, per dispetto lo spinsero entrambi sull'erba, facendolo ridere e sovrastandolo, riempiendolo di sabbia.

"Ehi, ehi, non vale, due contro uno!" disse lui ridendo.

"Per averlo messo al tappeto, stasera vi meritate anche una doppia porzione di patatine fritte, oltre al kebab." disse Bobby facendo capolino dalla porta sorridendo.

"Sìììììì!" urlarono loro due e a Crowley sembrarono come due bambini felici.

"Papà, papà!!" il piccolo Adam, corse loro incontro e quando vide che i suoi fratelli maggiori lo tenevano a terra, decide all'istante di dare manforte a loro.

"Cativo, cativo papà!!" disse prendendo a picchiarlo.

"Ehi, ma che fai, Adam!"

"Bravo, fratellino. Ha deciso da che parte stare!" disse Dean compiaciuto.






















Note dell'autrice: allora, questo capitolo sarebbe la continuazione del cap 100, di Eterno! 
Lo trovate qui:

Cap 100: Crowley e il sacerdote: 

Lo so, che forse era meglio metterlo nella storia principale, ma in realtà questa raccolta l'ho iniziata proprio perchè non sono riuscita a mettere questi missing moment nella storia xd rimetterli in seguito, mi da molto stress, senza contare che comunque, non da garanzia che chi non li ha visti prima, li veda ora! Almeno qui, ho la garanzia che chi davvero è intenzionato a non perdere niente, li venga a leggere. Potrei comunque integrarli lo stesso nella storia, ma non so se lo farò. Comincio davvero a essere un po' satura di tutti questi spostamenti e modifiche. Non ce la faccio più raga..già mettere questi missing moment è tanto per me.

ps forse scriverò anche una scena d'amore tra Dean e Sam e quindi mantengo la raccolta ancora in corso, poi decido.

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Capitolo 4
*** Dean e Sam e le famiglie di Cas e Gabe ***


"Vi abbiamo odiati dopo che siete venuti da noi.." disse la madre di Castiel, sorseggiando il the.

"È capibile!" Disse Sam comprensivo.

"Non proprio. È un atteggiamento deplorevole! E purtroppo tipicamente umano. Ce l'avevamo con voi perché se nostro figlio non vi avesse mai conosciuto, sarebbe ancora vivo." Disse la madre.

Intervenne a quel punto il padre.

"Solo giorni dopo siamo riusciti a vedere il bello della vostra visita e forse lo abbiamo visto anche allora ma non volevamo ammetterlo altrimenti perchè vi avremmo dato quei diari?"

"E noi vi siamo grati che lo avete fatto." Disse Gabriel sorridendo.

"Dopo la vostra visita, ci siamo contattati a vicenda,prima telefonicamente e poi ci siamo visti di persona! Era incredibile che dopo tutto questo, ancora non ci conoscessimo!" Disse la madre di Gabriel.

"Abbiamo scoperto un mucchio di debolezze, fragilità e sentimenti pieni di vergogna e sensi di colpa, ma la cosa peggiore è che quando ci sei dentro pensi che ti succedono solo a te! Soprattutto che siano sentimenti così vergognosi che devi seppellire sotto la terra ! Solamente quando poi li guardi negli altri, si sviluppa comprensione! Chissà perché siamo sempre così aperti a ammettere e riconoscere le fragilità e debolezze, quando appartengono agli altri. Quando appartengono a noi è molto più difficile aprirsi " disse il padre di Gellert. "Soprattutto quando nostro figlio ci costrinse a parlare della droga." Disse guardandolo.

"È stato un momento molto difficile per me." Disse Gabriel.

"Sei stato molto coraggioso e hai dato una grande lezione anche a me! Finora non avevo dato mai molta importanza al coraggio, avevo sempre pensato che la nobiltà fosse più importante, ma non nobiltà di cuore e di valori, ma la rispettabilità e la normalità dell'apparenza. Pensavo che un problema si potesse seppellire sotto la sabbia e fare finta che non esistesse! Tu mi hai dato una grande lezione figlio mio!"

La commozione stava sopraffacendo di nuovo le famiglie che stringevano i loro figli, all'apparenza fregandosene che i loro figli erano diventati degli angeli.

"Ora siamo così felici che hanno incontrato voi!" Disse la madre di Castiel.

"E noi siamo felici di avere incontrato i vostri figli. Hanno cambiato la nostra esistenza per sempre!" Disse Dean.

"Vostro figlio mi ha aiutato. Se non fosse stato per lui, forse io sarei stato rapito da Azazel!" Disse Sam tremando ancora al pensiero. "E non oso immaginare cosa avrebbe fatto a Dean!"

"Mi sarei fatto uccidere se non ci fosse stato Matt!" Disse Dean.

"Dean, ti prego!"

"Cosa?? Pensi che avrei lasciato che ti prendesse??"

"Per fortuna questa circostanza non si è verificata! È davvero una cosa terribile quello che è capitato a tutti noi, ma un disegno più grande doveva delinearsi a quanto pare! I nostri figli sono diventato angeli e voi rendete il mondo, un luogo più sicuro." Disse il padre di Matt.

"Che è intriso di malvagità ben oltre la nostra immaginazione! È una cosa orribile da digerire. Una mostruosità che certi esseri possano esistere veramente! Perché non ce lo avete detto?" Chiese il padre di Gellert.

Sam e Dean si guardarono. Avevano tirato fuori questo discorso diverse volte.

"Smettetela di fare loro il terzo grado! Non è mica facile andare a dire alla gente che i mostri esistono! Chi mai ci crederebbe??" Disse Gabe.

"Non volevamo turbarvi." Disse Dean.

"Ma potevate almeno dirci che i nostri figli erano vivi!! Noi abbiamo sofferto molto!!" Disse il padre di Cas.

"PAPÀ BASTA!!"

Cas aveva alzato la voce e si erano voltati verso di lui.

"Era una decisione che spettava a noi e a noi soltanto! Pensate davvero che sia semplice rinascere di una razza diversa e andare dai tuoi vecchi genitori che tra l'altro neanche ricordi e dirgli chi sei? Quando neanche noi ricordavamo chi eravate voi??'"

"Sì, è un po' come dire a uno scimpanzé che una volta eri suo figlio, per intenderci. Da una razza all'altra. Immagina la scena!" Disse Gabriel. I genitori di Gellert fecero una smorfia buffa sforzandosi di non ridere, ma poi scoppiarono tutti insieme agli altri in una sonora grassa risata.

"Sei diventato un comico. E pensare che non ho mai valorizzato la tua vena conica, anzi ho sempre cercato di soffocarla!" Disse la madre facendogli una carezza.

"È un modo carino per dirmi che sono un pagliaccio!" Disse Gabriel facendo l'occhiolino a tutti.

"Scommetto che in paradiso fa ridere tutti gli angeli. " disse il padre gongolandosi. "Cioè nel senso che sei molto simpatico!"

“In realtà faccio parecchio tribulare. Sono un po’ ribelle.” Ammise Gabriel.

“Ohh, Gellert!” disse la madre.

“Lascialo stare!! Complimenti, così si fa! Questo è il mio ragazzo!” rise il padre.

“E così esiste davvero la vita dopo la morte. Raccontateci cosa si prova.” Disse la madre di Castiel.

“Noi abbiamo visto una creatura che crediamo fosse Dio..ve l’abbiamo detto.” Disse Castiel.

“Ma loro dicono che non l’hanno vista.” Disse il padre di Cas.

“Sì, è così, non pensiamo di aver incontrato Dio..ma..può darsi che questo privilegio è riservato agli Angeli.” Disse Dean ridacchiando.

“Mi sembra strana questa cosa. Non è forse vero che Dio disse che gli umani erano più importanti anche di loro??” chiese il padre di Gabe.

“Non ha detto assolutamente questo!!” disse Gabe scandalizzato.

“A me sembra proprio di sì, invece. Anche se non dovresti dire queste cose!!” disse la madre di Gabe dando uno scappellotto sul braccio al marito.

“Ok, a parte che non ha usato proprio queste parole..anche se noi ovviamente non c’eravamo per saperlo..comunque noi eravamo casi SPECIALI. Insomma, non capita tutti i giorni che un essere umano diventa un angelo.” Disse Cas.

“Solo quelli più buoni?” chiese la madre di Cas orgogliosa.

“E noi cosa ne possiamo sapere?” disse lui stizzito.

“Signora, credo che sarebbe meglio lasciarli in pace un po’, sono già stati abbastanza gentili da rispondere a queste domande.” Disse Dean gentilmente.

“Oh sì, è vero, perdonateci..è solo che..i propri figli degli Angeli..è una cosa che..è straordinaria solo da descrivere. Potete mostrarci ancora le ali?”

“NO!!” dissero in coro loro due,

“Siete sicuri che non verrete sgridati per essere qui con noi?” domandò il padre di Gabe con grande buon senso.

“Ehi, credete che siamo ancora dei bambini? Insomma, siamo creature celestiali!! E io in particolare sono stato sgridato, tra virgolette, parecchie volte.” Disse Gabe ridendo.

“Credete che potremmo visitare il Paradiso?” chiese la mamma di Gabe.

I due angeli li guardarono con il respiro mozzo e le loro ali si librarono per un momento, per poi richiudersi velocemente.

“Ohh avete visto?” disse la madre di Cas.

“Non se ne parla assolutamente!! I viventi non possono visitare il CIELO.” Disse Cas alterato.

“Tesoro, ma i tuoi amici lo hanno fatto.” Disse la mamma di Cas con una vocina piccola.

Loro è diverso!! Sono casi particolari!!” disse Gabe sempre alterato come l’amico.

“EHI!!” dissero Sam e Dean in coro, offesi.

“Non sapevamo che Dio facesse preferenze anche sugli umani.” Disse il padre di Gabe.

“Signori, benchè non ci faccia molto piacere essere considerati casi particolari, i vostri figli hanno ragione.” Disse Dean.

“E poi non pensate che sia stata una passeggiata di salute! Noi eravamo in Paradiso perché in principio stavamo per diventare dei vampiri inquietanti..e poi per discutere dell’Apocalisse che ci sarebbe dovuta essere!” disse Sam.

“Che a quanto pare non c’è stata! Credevo che ci sarebbe venuto un colpo a tutti quando siamo stati informati di Lucifer sulla Terra.” Disse il padre di Cas.

“Le nostre mogli hanno dato di matto e pretendevano di fissarsi in chiesa notte e giorno. Abbiamo dovuto portarle via con la forza, prima che intervenissero altre persone con il camice bianca e la CAMICIA DI FORZA.” Disse il padre di Gabe con un sorriso.

“Lucifer non è un pericolo e neanche suo figlio.” Disse Dean sorridendo.

“Va bene ma non credete che il mondo dovrebbe saperlo?” insistette il padre di Cas.

“ASSOLUTAMENTE NO!!” parlarono stavolta tutti e quattro.

“Ma..Con tutto il male che c’è nel mondo..sapere che il diavolo è diventato buono, potrebbe far diventare buoni tutti noi!! Risanare il mondo!!” disse la madre di Gabe.

“Continuate a non capire. Non avete mai smesso dall’alba dei tempi di dare colpa del male del mondo a mio fratello, e ancora continuate! Questa è la ragione per cui il mondo non è ancora pronto!” disse Cas.

“Consideri Lucifer TUO FRATELLO?” chiese la madre di Cas un po’ stizzita.

“Sì, LO È, QUINDI DEVI PORTARGLI RISPETTO!!”

“Cas, calmati adesso!” disse Dean, alzandosi in piedi.

“Io..scusatemi..forse questa riunione è stata uno sbaglio.” Disse Cas allontanandosi dalla cucina e lasciando la stanza, subito seguito da Gabe.



“Aspettate, dove andate!” disse la mamma di Gabe.

“Lasciateli stare. Tutti e due. Hanno bisogno di stare da soli.” Disse Sam.

“Ci dispiace!” disse il padre di Cas. “Siamo stati indelicati, ma venire a patti con tutta questa storia..paradiso, inferno..aldilà..angeli, demoni..è davvero tanta roba da digerire.”

“Ora capirete perché non volevano dirvelo.” Disse Sam.

“Sì, ma ci sforzeremo di capirlo, lo promettiamo..siamo solo..spaventati, ecco tutto. Soprattutto dopo aver saputo dei DEMONI! Potrebbero essere chiunque,, anche il nostro vicino di casa!” disse il padre di Gabe.

“Non credo lui lo sia, forse quella mia vecchia amica delle elementari. È sempre stata molto odiosa e ce l’ha sempre avuta con me.” Disse sua moglie.

Sam e Dean scoppiarono a ridere.

“Non basta questo per essere dei demoni, signora, ma se possiamo farvi stare tranquilli, promettiamo che ci saremo sempre per evitare che possano venire a contatto con voi.” Disse Dean.

“Sì e poi possiamo insegnarvi dei rituali per tenerli lontani, temo che dovrete studiare il latino, però.” Disse Sam ridacchiando.

“Ehi, io ho studiato a Harvard, so un sacco di lingue.” Disse la madre di Cas.

“Non sai il latino però!” disse Cas tornato subito in cucina.

“Ehi, come ti permetti? L’ho studiato dopo.”

“Prova a dire Exorcizamus te, omnis spiritus immundus.”

“Exorcisìzamus te, ominis, ominide..eh com’era?”

“omnis satanica potestasomnis incursio

“Satanica potesta..ehhh..”

infernalis adversarii, omnis Legio..”

et omnis congregatio secta diabolica.” Disse Gabe diabolico.

“Allora ne avete abbastanza?” disse Cas.

“Sì, dire di sì!!” disse la madre di Cas.

“Questa formula non li avrà attirati qui?” chiese la madre di Gabe, sbirciando tra le tendine della finestra.

“Questa formula è per esorcizzarli, non per farli venire!” disse Cas.

"Senza contare che se anche venissero, non li riconoscereste subito! Mica vengono con la loro forma originale!" disse Gabe di rimando.

“Sì, ma io pensavo..”

“Ecco, non pensare. In quello non sei tanto brava!” disse Gabe.

La madre di Gabriel guardò suo marito sconvolta, che scoppiò a ridere.

“Come ci si sente a non poter neanche rimproverare tuo figlio perché è passato di livello?” chiese suo marito, ridendo ancora più forte.

“Oh, sta zitto, idiota!”

“Vedetela così, signori. Questo ci insegna perché dopo un certo periodo i figli dovrebbero andare via dal nido. Tutti quanti.” Disse Dean.

“Beh, dobbiamo concordare con te che hai ragione.” Disse il padre di Cas.
“Nel nostro caso è ancora più importante, considerato che la nostra casa è da un’altra parte oramai. Senza offesa.” Disse Gabe.

“Ma come, ci risulta da un uccellino che tu non stai mai nella tua casa ma che ti diverti ad andare in giro sulla Terra.” Disse sua madre.

“L’uccellino che ve l’ha detto è un bugiardo. Poi faremo i conti, Cas caro.” Disse Gabe al suo orecchio.

“Ohh è ancora difficile da pensare, che quando siete venuti voi qui, i nostri figli stavano assistendo a tutto ed erano a due passi qui nella stessa casa senza che lo sapevamo..di nascosto!” disse la madre di Cas.

“Dai mamma non fare così, adesso..” disse Cas.

“Sta zitto!! Sei stato insensibile! Ecco tutto!!” disse asciugandosi con il fazzoletto.

Cas alzò gli occhi al cielo.

“Cara, ragiona, cosa avresti detto se avessimo scoperto degli estranei in casa nostra e uno di loro avesse detto che era nostro figlio defunto? Li avremmo fatti arrestare, chiaro.”

Gabe fece una faccia buffa come a dire: “Volevo proprio vedervi provarci.” Ma non fece in tempo a dire nulla che la moglie sbraitò:

Non prendere le sue parti!!!”

“Io credo che lui abbia ragione.” Disse il padre di Gabe.

“Tu sta zitto e non intrometterti!” disse la madre di Gabe.

“Okk direi che è ora di andare!” disse Gabe.

“Sì, sono d’accordo con te!”

“Ma come, ve ne andate così presto?” disse la madre di Cas.

“Colpa tua.” disse suo marito.

“STA ZITTO!”

“Restate almeno un’altra oretta.” Disse la madre di Gabe.

“Signori, non è per farci gli affari vostri, ma sarebbe meglio che cominciate ad abituarvi. È stato già tanto che loro siano qui, non rendiamogli le cose difficili. Loro..” disse Dean.

“Sono del Paradiso..” disse la madre di Cas.

"Sì, esatto." Disse Sam.

"Saremo sempre anche vostri, ci avete generato voi." Disse Gabe sorprendendo tutti, con Castiel che annuiva.

"Guarda guarda, allora anche Gabriel è capace di grandi slanci romantici e sentimentali!" Disse Dean.

"Sì e a questo proposito, dobbiamo chiederti scusa, Gabriel!" Disse suo padre usando il suo vero nome.

"Hai usato...il mio..." disse lui commosso.

"Sì, non siamo poi così insensibili, lo capiamo che vorreste essere chiamati con i nostri nuovi nomi, anche se non ce lo dicete per sensibilità!" Disse la madre di Cas.

"Ehm...effettivamente." ammise Cas sorridendo.

"Sì, ma comunque perché mi chiedete scusa?" Disse Gabe confuso.

"Non te lo abbiamo mai detto, ma quando hai invitato il tuo...fidanzato a cena da noi, noi.. sospettavamo!" Ammise lui.

"Che cosa??? Lo avevate capito?" Chiese Gabriel preso del tutto in contropiede.

"Sì..." disse lui.

"Non avevi notato la tensione che c'era in casa quella sera? Noi pensavamo che tu dovessi dirci qualcosa.. annunciare il tuo fidanzamento con un ragazzo."

"Ma..."

"Oh insomma, Gabriel! Sei intelligente, capirai che è ben strano che tuo figlio inviti a cena un amico dai suoi genitori se è solo un amico!" Disse la madre.

"Ma che razza di pregiudizi sono questi? Ste cose non le posso sentire!" Disse Gabriel stizzito.

"Tesoro non hanno tutti i torti!" Disse Cas.

"BASTA!!"

"Non vogliamo litigare, solo spiegarti cosa pensavamo quel giorno!" Disse lui.

"Sarebbe stato meglio non saperlo."

"Gabriel, lasciali parlare!" Disse Dean.

"Mpf."

"Ad ogni modo, quello che vogliamo dirti è che pensare di avere un figlio omosessuale ci turbava molto." Disse lui.

Gabriel alzò lo sguardo stupito.

"Eravamo davvero ciechi e bigotti e tu ci hai dato una grandissima lezione di dignità e di coraggio con il tuo discorso! Noi come tanta gente credevamo che Dio fosse contro all'unione di persone dello stesso sesso e invece vedervi qui ora mi fa capire non solo quanto siamo stati ciechi , ma anche quanta bellezza c'è in questo e noi non ce ne siamo accorti!" Disse il padre allargando le braccia.

Gabriel si mise una mano sulla bocca scoppiando a piangere, mentre Cas lo stringeva e Dean e Sam battevano le mani subito seguiti da tutti quanti.

"È giunta l'ora che anche noi mostriamo la nostra parte di coraggio!" Disse la madre di Cas.

"MAMMA!" Cas era sconvolto. Sapeva della loro omofobia mai del tutto ammessa, e questo non se lo sarebbe mai aspettato.

"Quando tu avevi l'impressione che non ci piaceva la tua amicizia con lui avevi ragione."disse la madre di Cas. "Ma quello che non sai, è che tuo padre è sempre stato più aperto di me. "

"Mi hai proibito di vedere Gel...Gabriel." disse lui perplesso.

"Non volevo che frequentassi un ragazzo con problemi di droga, è vero, ma il problema era un altro. Avevamo capito che il vostro rapporto era troppo ..intimo."

"Come?"

"Non ti abbiamo mai visto così prima d'ora! Io temevo che potesse essere.. amore, ma non lo accettavo! Così tuo padre mi ha sostenuto ma è stato solo quando litigammo un giorno ferocemente, che lui ammise...tuo padre ammise che era colpa mia, se aveva litigato con te!"

"Non me l'hai mai detto..." disse Castiel rivolto al padre.

"Lo so...io..non volevo. Avevo il mio orgoglio. Pensiamo sempre che è la cosa più importante. Credevo che in qualità di marito dovessi sostenere mia moglie, tua madre ..che fosse questo che bisognava fare in un matrimonio! Ma sono concetti superati e antichi! Pensiamo sempre che sono la cosa più importante, ma poi diventiamo vecchi, moriamo...e le nostre idee muoiono con noi e..."

"Papà, basta, ti prego!" Disse Castiel visto che il padre stava per piangere. Stava per abbracciarlo ma lui gli disse di fermarsi con le mani.

"Non ci importa di morire, perché quando saremo morti non avremmo più nessuno a cui rendere conto, a dire che abbiamo sbagliato! Ma quando a morire sono i NOSTRI FIGLI...vorremmo..mangiarci le mani, per tornare indietro e non essere più attaccati a quelle idee vecchie, che non conteranno più niente quando i nostri corpi si disgregheranno e le nostre anime voleranno in cielo..."

Cas era un fiume di lacrime oramai.

"Rimarrà invece quello che abbiamo lasciato e non volevamo...non potevamo accettare che l'ultimo ricordo che avresti avuto di noi, sarebbe stato quello di due genitori che non accettano e non riconoscono l'amore." Disse sua madre, coprendo la mano con la sua.

"Ma siete...sicuri di essere i miei genitori, siete così diversi." Disse Cas.

"Senti chi parla!" Disse suo padre.

"Beh adesso però, in tutta questa valle di lacrime noi cominciamo un po' a sentirci di troppo!" Disse Dean.

Alzarono la testa tutti confusi a vedere Sam e Dean alzarsi.

"Dove state andando?" Chiese Cas stupito.

"A casa! Non c'entriamo davvero niente qui anzi non capiamo perché siamo qui, sinceramente. Siamo degli intrusi." Disse Sam.

"Non dite così! Siete parte della famiglia ora!" Disse la madre di Gabe.

"Volete abbandonarci dopo tutto quello che abbiamo passato insieme? Ma siete proprio BASTARDI!" Disse Gabriel anche seppur ironico.

“Smettila, non è per niente così, stronzo.” Disse Dean ironizzando a sua volta.

“Pensavamo solo che voleste restare un po’ da soli. Ci fa piacere essere coinvolti.” Disse Sam.

“Gabriel ama punzecchiare sempre tutti, state tranquilli e poi adesso dobbiamo andare anche noi.” Disse Cas.

“Ma tornerete a trovarci?” chiese suo padre preoccupato.
“Certo, non vi abbandoneremo.” Confermò Cas.

“Vi chiediamo di avere pazienza però. Potrebbe non essere per noi possibile venire proprio tutti i giorni, siamo pur sempre servitori del paradiso.” Disse Gabe.

“L’importante è avervi potuto rivedere.” Disse la madre di Gabriel.

“Sì, state tranquilli. Non vogliamo mettervi nei guai con il paradiso.” Disse suo padre.

I ragazzi li abbracciarono un’altra volta e stavano per congedarsi, quando a sorpresa, la madre di Gabriel disse:

“Siete i benvenuti anche voi a casa nostra, quando volete.”

“Oh, grazie mille, signora.” Disse Dean.

“Anche per noi è lo stesso, ovviamente.” Disse il padre di Cas.

“E ovviamente ad aspettarvi ci sarà una magnifica torta eh?” disse sua madre.

“Questa è una ragione più che sufficiente per tornare!” disse Dean entusiasta.

“Non dovete temere per il posto letto, abbiamo una stanza in più, per gli ospiti e un letto MOLTO accogliente. Inoltre la stanza è piuttosto lontana delle altre, così avrete la vostra privacy.” Disse la madre di Gabe, con una punta di malizia.
Dean e Sam impallidirono e guardarono i due angeli che fischiettavano.
“I nostri figli ci hanno detto tutto.” Disse sempre lei.
“Chi è stato il primo a farlo?” disse Dean con uno sguardo eloquente.

“Pensiamo potete immaginarlo da voi.” Disse il padre di Gabe.
“GABE!!” dissero in coro.
“Scusate, ma se devo raccontare la nostra storia, devo raccontare tutto, non è che posso omettere stralci qua e là!” disse lui.
“Dovevi proprio raccontare i dettagli?” disse Sam.

Le famiglie scoppiarono a ridere.
“Per noi non è un problema, quando hai dei figli angeli innamorati, i pregiudizi verso le coppie che si amano, scompaiono, come abbiamo detto prima.” Disse la mamma di Cas.
“Non è un problema, davvero e poi..siete molto carini insieme!” disse la madre di Gabe.

“Chiediamo scusa noi a nome delle nostre mogli.” Disse il padre di Cas.
“Massima solidarietà.” Disse il padre di Gabe.
“Gabe..quando pensavi di dircelo che i tuoi genitori e i loro, sapevano.” Disse Dean prendendolo per la collottola.

“Era più divertente aspettare che lo scopriste da voi!” disse Gabe ridendo.
“Caro, credo che angeli o no, questa gliela faranno pagare, una volta da soli.” Disse la madre di Cas.
“Puoi scommetterci, cara.”
“Aspettati una vendetta anche tu, Cas.” Disse Sam.

“Va bene, ora direi che possiamo anche andare, eh.” Disse Cas.
“Ma..siete sicuri che non volete una lasagna??” disse sua madre.

“Niente roba da mangiare, durante il teletrasporto. Devono tenersi stretti a noi e viaggiamo letteralmente attraverso L'ARIA. Le lasagne finirebbero spiaccicate a terra come minimo. Non si scherza con ste cose.” disse Cas, scioccando sua madre. e poi, solo per farli assistere a quello spettacolo, spalancarono le ali, attirando a loro Dean e Sam prendendoli con le mani.
Dean e Sam, un po’ imbarazzati, si trovarono con la testa sul loro petto.

“È ORA!!” dissero in coro, cominciando ad avvolgerli di luce.
“Chiudete gli occhi..noi controlliamo sempre la nostra grazia per evitare di ferire gli umani, ma la prudenza non è mai troppa.." disse Cas.

"Non dovrebbe accadervi nulla, ma un qualche fastidio potreste provarlo lo stesso.” Disse Gabe, mentre la luce cominciava a permeare tutti e quattro, sempre di più.

Tutti loro obbedirono e lo fecero anche Dean e Sam. Nonostante erano abituati da molto tempo alla grazia degli angeli e loro comunque si controllavano per non ferirli, la prudenza non era mai troppa e dopo pochi secondi, scomparvero.






















Note dell'autrice:  prima cosa, importantisima, il capitolo dove Dean e Sam fanno visita alle famiglie, tanto so che ve lo siete scordati che numero è, come me d'altronde xd è il 60 di Eterno!

ciao ragazzi. Si concluse finalmente qui, questo chiarimento!!! O.O per me è stata una prova davvero difficilissima. Dentro di me lo desideravo da tanto tempo, ms sapevo che sarebbe stato difficilissimo da scrivere, anche se non credevo così tanto! Era un capitolo che meritava di essere scritto però, sento che ne vale gli sforzi! Ho sempre trovato la storia di Matt e Gellert affascinantissima e fin da quando Sam e Dean andarono a casa dei genitori la prima volta, sentivo che in futuro avrei voluto tornare a parlare della cosa. Solo che non c'era mai tempo!!! E finalmente il tempo è arrivato! Xd

Non mi era mai successo di spezzettare una sola discussione in tre/quattro capitoli diversi perchè non riuscivo a finire il capitolo! So che non ci ho fatto una bella figura, questo lo so, ma era l'unico modo per sbloccarmi, scrivere a poco a poco, altrimenti non avrei mai trovato la forza di finire questa cosa! Scrivere su Word non bastava. Solo pubblicare, mi dava la forza. è stato difficile ma alla fine ce l'ho fatta.

Non importa il casino con sti capitoli che ho fatto, che finalmente ora ho riunito. La cosa importante è essere riuscita finalmente a finire questo confronto, che ci voleva proprio, per via di tutta la storia dietro di Cas e Gabriel, non potevo non farlo e se questo era l'unico modo, che così sia. Ci sono un sacco di storie incompiute che non vedranno mai la fine, perchè l'autrice o l'autore non riusciva a sbloccarsi. Io preferisco non aspettare che sia tutto perfetto, per scrivere, perchè è così che le storie si arenano e si bloccano per sempre.

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Capitolo 5
*** Come una danza sinuosa fatta di amore viola ***


" Se ora voi lo seguite, sarebbe inutile, non crederà neanche a una parola perché schifa troppo se stesso in questo momento, ha bisogno di stare da solo per metabolizzare tutto e riuscire a perdonarsi e a perdonare anche Crowley. Solo allora potrete parlargli." Disse Cas.

Sam e Dean dovettero ammettere che gli angeli avevano ragione. Dovevano dargli tempo.

“Va bene, credo che dovremmo scusarci con tutti voi, per avere rovinato la festa.” Disse Dean.

“Non farete niente del genere! Non è colpa vostra!” disse Max.
“Anzi, perché non andate a festeggiare in privato?” disse Webber facendogli l’occhiolino.

“Cos…a parte che..sono appena tornato in vita!” disse Dean ridendo.
“Tornare in vita non è come rinascere? Dovresti essere in piena forma.” Disse Sam sorridendo.
Dean era sconvolto.
“Da che parte stai?”

“Sam ha ragione.” Disse l’altro gemello.
“Beh..potrebbero esserci altre complicazioni.”
“Sarebbe?” disse Max.
“Innanzitutto voi siete ancora qui!!”

“Non capisco se è una presa di coscienza o un invito ad andarcene..” disse Andy guardando il gemello.
“Potrebbe essere entrambe le cose.” Disse l’altro gemello.

“Secondo: se sono tornato in vita, tutto il mio corpo si è ricomposto e quindi potrei essere..ancora di nuovo vergine!
Lo guardarono tutti scioccati.
“Cos..cos..cosa?” Sam era sbalordito.

Per fortuna in quel momento arrivò Bobby a dargli uno scappellotto sulla testa.
“AHHI!” si lamentò Dean.

“Come pensavo. La stessa testa di fagiolo che avevi prima, quindi non ci conterei troppo.” Disse, passando oltre, per mettere nuovi aperitivi. “Chi ne vuole ancora?”

“Che fate, venite con noi..o venite..di là?” disse Webber.
“Webber!! Che schifo!” disse Sam.
“Conoscete mio fratello.” Disse Andy sorridendo.
Dean sorrise largamente.
“Sarebbe una scelta difficile..”
Sam lo guardò storto.

“Puoi scegliere quello che vuoi…ma potrei sentirmi non desiderato, ecco..solo un suggerimento.”

Dean lo guardò scioccato.

“Sia mai!” e cominciò a spingerlo quasi correndo verso quella che oramai era diventata la loro stanza.
 
 

Sam ora si stava quasi sbellicando dalle risate. Il disappunto iniziale finì subito com’era iniziato. Dean con tutto l’entusiasmo di un bambino in un parco giochi o un giovane davanti a un capolavoro dolciario, lo sbattè al muro.
“Presto la bocca la userai non per ridere..”
“Quanto sei fine..wow..”

“Cos’hai capito..ci sono tante cose che puoi fare con la bocca..”
Dicendo così, cominciò a baciargli il petto sensualmente.
“Ahhh…mmmm..”
“Sì, ecco..proprio questo…”

Gli infilò poi le mani sotto la maglietta.
“Dean..ti amo..”
“Oppure questo..”
“Ti amo tantissimo…”
“Poi?”
Sam era stordito per un attimo, poi afferrò Dean e cominciò a spogliarlo.
“Wow..che foga..vuoi strapparli?”
“È una delle mie fantasie..” ammise lui.

Dean si appropriò della sua bocca in un bacio appassionato e bagnato, gli accarezzò languidamente i capelli e lo spinse sul letto, mentre Sam gemeva il suo apprezzamento.

“Ti sono mancato così tanto che sei venuto a prendermi?”
“Sarei venuto anche in capo al mondo, lo sai..” disse Sam, mentre Dean gli toglieva i pantaloni.

“Non avresti dovuto rischiare..se a causa di questo..il mio patto non sarebbe stato più valido..io non so cosa..” disse baciandogli le gambe nude.

Sam si inarcò all’insù, mentre Dean risaliva il suo corpo con la bocca, seminandolo di baci e arrivando alla bocca.
“Non avrei potuto sopravvivere senza di te, lo stesso..”
“Sam, quello che ho fatto..”

“Non..parlo del patto..parlo di PRIMA..” disse Sam, tenendogli fermo il viso.

Dean lo guardò e sgranò gli occhi in comprensione.
“Parli di quando..”
“Sì..ero perso prima di conoscerti..quando ero un…una creatura della notte..e tu mi hai ridato LA VITA..”

“A quanto pare una cosa che ero destinato a rifare.”
“E io a ricambiare.”
“Non posso vivere se non ci sei anche tu..”

“Neanch’io..ma adesso..BASTA..questo mio corpo..questo mio cuore torna a pulsare per TE!! Veneralo..”
“Cosa??” disse Dean ridendo.
“Veneralo. Come io venero il nostro amore.”

“Se me lo chiedi così..non posso non farlo.” Disse Dean baciandogli il torace e baciando ripetutamente la parte adibita al cuore, lambendola con la lingua.
Sam si inarcava ancora di più contro di lui.

“Chiedimi qualunque cosa e io la farò.”
Dean lo guardò malizioso.
“Potrei approfittarne.”

“BENE!” disse Sam, salendogli a cavalcioni e togliendogli le mutande.

“Oddio..”
“Ti PIACE come uso la bocca adesso?”
“Sì..sì..mi piace tantissimo!” disse Dean.
 
Quando iniziarono a fare l’amore, Dean non smise mai di dire a Sam quanto lo amava, quasi a ritmo di una canzone, sconvolgendo i sensi di Sam, di lussuria e romanticismo.  






















Note dell'autrice:  ciao ragazzi, questo è il momento mancante del capitolo 89 di Eterno! Avevo accennato al fatto che Dean e Sam facessero l'amore ma non avevo mai raccontato questa scena .ho pensato che ci volesse! preannuncio già che non so se inserire questa scena nella storia principale o no ...in caso la inserisco adesso e la toglierò magari in un secondo momento.. devo ancora decidere. per il momento rimane qui...sono indecisa sul rating, però per andare sul sicuro metto arancione.

Voglio specificare che i capitoli che parlano di Dean e Sam con le famiglie di Cas e Gabe, saranno riuniti in un capitolo solo.

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Capitolo 6
*** La vera volontà ***


“Fin dall’alba dei tempi, ci insegnano che dobbiamo seguire la nostra volontà!! Ma sappiamo davvero che cosa significa volontà?” chiese Sam.

“Quando preghiamo e diciamo: sarà fatta la tua volontà, non sappiamo davvero che cosa significa..e se non sappiamo che cosa vuole Dio, come possiamo pretendere di sapere che cosa vogliamo NOI?” disse Dean.

Sam restò in silenzio, ascoltando il tumulto, l’emozione del suo cuore. Suo fratello..era così orgoglioso di suo fratello. Dopo quel breve momento di commozione, riprese:

“Ora voi ci direte che ci sbagliamo, che voi TUTTI, avete la piena coscienza ci cosa volete..ebbene voi signori, vi sbagliate!”
Un mormorio intenso percorre la sala.

“O sarebbe meglio dire che ci siamo TUTTI sbagliati, fino adesso. Signori, siamo pieni di contraddizioni e di menzogne che raccontiamo a noi stessi..pensavamo che la cosa peggiore era il non sapere davvero che cosa noi vogliamo..ecco, quello.” Sam annuì. “Pensate che sia quello di cui voglio parlarvi vero? Magari pensate che vi voglio parlare dell’accettazione di un sentimento..o forse della morte di un sentimento, non è così? Sì. Posso leggerlo nella vostra mente, che popolo di romanticoni che siamo, vero?”

La platea rise.

“È molto più di questo.” Continuò Dean. “Si tratta di una cosa difficilissima da accettare..pensiamo sempre che quello che facciamo sia la nostra VERA volontà..pensiamo che quando rinunciamo a qualcosa è perché davvero lo vogliamo..ma che cosa significa davvero , volere qualcosa?” disse Dean.

“Forse la testimonianza di Susan può aiutarvi a capire meglio.” Disse Sam, che fece uscire dal retro della tenda una ragazza.
Fece capolino una ragazza dai capelli rossi, con lo sguardo vivo e una treccia lunga che le incorniciava i capelli.

“Prego, Susan, porta pure la tua testimonianza.” Disse Dean, lasciandole imposto davanti al palco .
“Ecco..io..mi dicevano sempre tutti che io dovevo camminare, perché fa bene alla salute..ma io non ne avevo voglia..mi sforzavo, mi sforzavo, ma mi stancavo subito.”

“Puoi dirci che cos’è successo poi, Susan?” chiese Sam, pensieroso.

Ho cambiato stile di vita!” rispose lei, lo sguardo acceso di felicità. “Ho iniziato a fare una vita più sana, meno sedentaria, a cambiare la mia alimentazione e tutto a un tratto non mi sentivo più priva di forze..mi sentivo piena di energie!! E il mio corpo si è acceso all’improvviso come non lo era mai stato..all’improvviso ho avuto voglia di muovermi, camminare..

“Puoi dirci quanto cammini adesso, Susan?”
“la media è di almeno un’ora al giorno.” Disse Susan.
“Ti pesa molto farlo?” chiese Dean.

“No! Non lo faccio per la salute, né perché devo, ma perché VOGLIO! Camminare mi piace tantissimo..adoro sentire il vento sulla pelle..il mio corpo in movimento, l’energia che fluisce attraverso il mio corpo..” disse la ragazza.

“Ma prima ci hai detto che non volevi camminare.” Disse Sam.
“Perché mi stancavo troppo..” disse Susan. “Per questo non volevo, ma ora che non sento più alcuna stanchezza, adoro farlo!”
La platea era ammutolita dal racconto di Susan.

“Capite cosa intendiamo dire, signori? Pensiamo sempre che la nostra volontà è la nostra VERA volontà, non mettiamo mai in dubbio che sia una volontà influenzata da qualcos’altro! Susan non voleva camminare, perché la sua scarsa forza vitale, la faceva stancare molto. Ma quando ha risolto questo problema, ha capito che LE PIACE camminare, quindi la sua VERA volontà è quella di camminare, ma circostanze avverse le hanno fatto credere erroneamente che in realtà non le piacesse per niente!” disse Dean.

“Prima di stabilire se una cosa ci piace o non ci piace, dovremmo chiederci: mi piacerebbe se non ci fosse questo piccolo intoppo? Se la risposta può essere sì, questo svela molto su noi stessi. Questo significa VOLONTÀ VERA e la separa dall’illusione.” Disse Sam.

La folla proruppe in un appaluso fragoroso e rumoroso, ma che sapeva di musica. Sam e Dean avevano conquistato il pubblico e da un lato del palco, Jack e Adam li ascoltavano fieri e commossi.

"Fate anche voi come Susan e non abbiate paura di raccontare le vostre storie! Sappiamo che le avete! Raccontatecele!" Disse Dean con tono potente, illuminando gli occhi di Sam.

Un ragazzo stava alzando la mano.
“Qual è il tuo nome?” chiese Sam.

“Paul!”
“Paul, vuoi portarci anche tu la tua testimonianza?” chiese Dean.

“Io ho sempre pensato che detestassi studiare. Mi sono sempre sentito un perdente per questo.” Disse.
“Sbagli, ragazzo. Nella vita si vince da una parte e si perde dall’altra. Non significa essere perdenti in ogni campo della vita.”
“Grazie alle vostre parole, ho avuto la conferma di un dubbio che mi attanagliava da anni..” disse il ragazzo.
“Illuminaci, Paul.” Disse Sam.

“Non è vero che odiavo studiare. Io..a scuola soffrivo di un disturbo dell’attenzione..non riuscivo a concentrarmi sulle lezioni, proprio non ci riuscivo..a scuola ero continuamente bullizzato per questo..”

Sam guardò Dean e sapeva che il fratello si stava sforzando, come lui, di non commentare. Anche lui trovava difficile non inveire contro quei mostri. Il bullismo era una brutta piaga della società.
“Vai avanti, Paul.” Disse Dean.
“È da un po’ che ci penso..io..se non avessi avuto questo disturbo, SE i miei compagni non mi avessero bullizzato..sarebbe stato tutto diverso.”

“In che modo, Paul? Noi l’abbiamo capito, ma raccontalo anche al pubblico.” Disse Sam.

“Io AMO la ricerca! Avrei voluto diventare un dottore! Oppure uno scienziato!” disse Paul alzandosi in piedi. “Ma la mia eccessiva timidezza e la brutta esperienza con la scuola, mi hanno fatto chiudere in me stesso..odiavo la scuola e tutto quello che ne conseguiva..ma io in realtà AMO informarmi..e scoprire cose nuove, quindi..”

“Quindi hai scoperto che non è poi così vero, che odi studiare, anzi, lo AMI, è stata l’ambiente scolastico ostile e una certa difficoltà di apprendimento a farti credere il contrario.” Disse Sam.
“Complimenti, Paul. Hai appena scoperto la tua vera volontà..e questo difficilmente lo scopri se non sei intelligente."

"Vorrei...io vorrei riprendere gli studi...andare all'università! Mi piacerebbe!!" Disse lui.

"DEVI! Abbiamo il dovere di rincorrere i nostri sogni, a maggior ragione quando possono fare del bene agli altri! Tu saresti un grande ricercatore.” Disse Dean.

Il ragazzo si commosse e tutta la platea cominciò ad applaudire sonoramente.
Un’altra ragazza alzò la mano e Sam e Dean le diedero la parola.
“Mi chiamo Anna e fino a due mesi fa credevo di non amare più il mio ragazzo.”
“Tasto delicato.” Disse Dean facendo una smorfia molto buffa che fece ridere tutti, smorzando la tensione.

“L’ho pensato anche io..il mio ragazzo ha tentato di riconquistarmi per ben quattro mesi!”
“Un nobel glielo diamo a questo povero ragazzo? Di ragazzi così ne sono rimasti pochi.” Disse Sam e poi sorrise guardando Dean che gli fece l’occhiolino.

“Io credevo di non amarlo più, ma poi…mi sono chiesta cosa ci tenesse lontani..ho capito che era la paura di litigare ancora..e di soffrire..per i litigi continui..e mi sono chiesta..se non fosse così, io lo amerei ancora? La risposta è stata sì..e siamo tornati insieme. “

La folla era eccitata, ma Sam e Dean li invitarono a fare silenzio.
“Come va adesso tra voi?” chiese Sam.

“Alla grande! Mi confessò che era sempre così arrabbiato con me, perché non mi aprivo mai davvero a lui, ma gli nascondevo ciò che avevo nel cuore! Ho capito che era davvero così, che io non ero mai stata tanto aperta con lui e che lui non era mai stato tanto esplicito così con me..allora mi sono domandata se ero per caso arida di sentimenti. Mi sono accorta che anche quello non era vero, che in realtà temevo di esprimermi per paura di essere derisa o giudicata infantile..ma non ho mai perso questo mio lato. E il mio ragazzo lo adora. Adesso ci capiamo in un modo che non abbiamo mai fatto prima!”

La folla finalmente scoppiò in un appaluso fragoroso con Dean e Sam che incitavano a fare di più.
Mano a mano che passava il tempo, sempre più testimonianze venivano raccolte.

“Il mio ragazzo credeva di odiare i cani, non voleva che prendessimo un cagnolino..alla fine ho scoperto che aveva una gran paura delle malattie e dello sporco..gente ignorante lo aveva convinto che portassero germi e malattie in casa..” disse un’altra ragazza di nome Laura.

“Il mio ragazzo non voleva saperne di prendere un gattino. Alla fine ho scoperto che soffriva della sindrome di abbandono, pensava che tutti quelli che amava, lo abbandonassero e quindi temeva che io mi affezionassi di più al gatto e avrei smesso di amarlo. Quando gliel'ho detto, si è arrabbiato molto e abbiamo litigato. Si è trasferito sul divano per dormire lì."

"Voleva punire te, ma rinunciando al sesso, mi sa che ha sofferto più lui di te." Disse Dean, scatenando altre risate generali.

"Fidati, siamo uomini. Entriamo in empatia." Disse Sam non volendo lasciare l'esclusiva a Dean di mattacchione del gruppo. Poi lo avrebbe preso in giro dicendo che era un puritano!

La folla scoppiò in altre risate, Sam diede un'occhiata alla ragazza che sorrise.

"La sera stessa gli ho scritto una lettera che ha letto sdraiato sul divano. Si è messo a piangere s ci siamo stretti forte a lungo!"

"Spero non avete fatto solo quello dopo." Disse Dean e tutti scoppiarono in grasse risate. La ragazza sorrise imbarazzata.

"Cos'è successo dopo?" Chiese Sam.

"L'indomani mattina mi ha portato subito a prenderlo! Adesso il gattino dorme con noi nel nostro letto!”

“Anche il nostro cagnolino. Ho scoperto che non è poi così schizzinoso come sembrava. “ rispose la ragazza che aveva parlato del cane.

“Io credevo di odiare cucinare, di non aver per niente VOGLIA di stare lì a imparare..ma in realtà era la paura di non riuscire, la paura del fallimento, a farmi pensare questo. Adesso sono diventata una maestra della cucina e non mi pesa inventare sempre nuovi piatti, anzi mi diverte!” disse un’altra ragazza di nome Lucille.

“Litigavo fino a poco tempo prima con la mia fidanzata, perchè lei voleva adottare un arredamento e una mobilia retrò alla nostra casa, ma io non volevo! Le dicevo continuamente che era brutto, credevo di odiare lo stile retrò, ma in realtà poi ho scoperto che non era vero. Ero solo influenzato da quello che pensavano amici e famigliari nel vedere una casa diversa dalle altre. Tolto quel pensiero, mi sono reso conto che non mi dispiaceva. Avevo talmente paura del giudizio della mia famiglia, da ragionare senza volerlo, come loro, arrivando a fare loro i miei pensieri! Ho messo da parte allora il terrore del giudizio altrui e ho scoperto che non era vero che odiavo quello stile, anzi, adesso sono il primo ad accompagnare la mia ragazza nei mercatini tipici per arricchire la nostra casa!" disse Mark.

C’era però spazio anche per argomenti più profondi, come la religione.

“Mio fratello è sempre stato non credente. Non ha mai creduto in Dio e per questo abbiamo sempre discusso, per questo sono rimasta attonita, quando l’ho sentito piangere al telefono, riguardo a questo argomento.” Disse un’altra ragazza.
“Puoi dirci cosa ti ha detto?” chiese Dean.

“Accadde l'anno scorso. Era molto turbato da tutte queste teorie degli scienziati per spiegare l’origine della vita sulla Terra..mi ricordo che mi disse: Annabelle, è incredibile, in pratica danno per scontato che Dio non ha mai portato la vita sulla Terra..e quindi non esiste! Rimasi turbata dalle sue parole, che mi aspetterei da un religioso, non da mio fratello..ricordo che cercai di rassicurarlo e lui continuava a dirmi: ma come possono dire certe cose, Annabelle. Ma ci pensi, Annabelle? Se davvero non esistesse..se la vita è arrivata in un altro modo, significherebbe che..siamo soli. SOLI! La prospettiva di essere soli al mondo lo fece scoppiare a piangere..e piansi anche io..per la sua tristezza..perchè sentivo la sua sofferenza..eravamo collegati..piangemmo come bambini, a, telefono per allo stesso modo rimanemmo abbracciati a dormire quella notte. Quel giorno io capii che lui in realtà non è che non amava Dio..il suo comportamento era tale perché non era sicuro della sua esistenza! Ma nel momento in cui gli si è palesata l’idea che davvero non esistesse..è venuta fuori una grande tristezza. Lì ho visto la sua vera anima. Non è facile vederla..così come riconoscere quello che vogliamo davvero!” disse Annabelle.

Non per la prima volta, sentire parlare di Dio e della religione, senza poter dire la verità, metteva a disagio Sam e Dean. Si sentivano in colpa a non poter dare quelle conferme e quel bisogno di sapere, che turbava tutta l'umanità. Spesso il modo per sentirsi meno in colpa per non condividere una Risposta, di quelle con la erre maiuscola, soprattutto dopo parole così pregne d'amore - era quello di rifugiarsi nell'ironia.

“Portaci anche tuo fratello, siamo curiosi di conoscerlo, sarà bello, Sam non vede l'ora di parlare di angelologia con chiunque è disposto ad ascoltarlo.” Disse Dean.

Una risata generale scosse la platea.

"Scommetterei che riuscirei a scioccarlo ancora di più...la mia parte preferita riguarda l'angelo chiamato STELLA DEL MATTINO." disse Sam con ironia.

La folla esplose in un altro applauso fragoroso, anche se diviso a metà. C'era chi aveva compreso l'allusione al mitico Lucifer, infatti, e apprezzava la citazione, ma c'era anche chi trovava piuttosto sconveniente tirare in ballo il diavolo, e temeva chissà quali possibili ripercussioni divine, anche solo parlarne.

“Ehm..ehm..cambiamo argomento, ok?” disse una voce dall’altra parte della sala con uno sguardo eloquente. Era Jack. Intercettò lo sguardo di Sam che gli fece l'occhiolino, ma servì poco a tranquillizzarlo. Forse Sam pensava che a lui facesse piacere che parlasse di suo padre. Forse credeva che lo facesse sentire vicino al suo mondo, ma lui sentiva ancora una certa soggezione a sentire parlare di lui nel mondo terreno.

“Ehm..passiamo ai prossimi testimoni.” Disse Dean.

La platea non poteva sapere che Jack era il figlio di Lucifer. Era stata nascosta la sua natura per la sua protezione, per evitare che venisse studiato, o ostacolato o che qualche folle volesse fargli del male. In ogni caso non avrebbe avuto mai pace. Jack dal canto suo sapeva che la sua gente e suo padre non se la prendevano, visto che gli umani parlavano di loro costantemente dall’alba dei tempi..ma in qualche modo, ora che sapeva di essere uno di loro, ma anche uno degli umani..adesso era tutto diverso. Non voleva che si creassero dei precedenti. Gli angeli sembravano abbastanza tolleranti, ma non si sa mai.
 
Alla fine del loro corso, si erano buttati tra le braccia di Dean e Sam.
Dean sosteneva in braccio Adam, Jack si era buttato tra le braccia di Sam.

Erano così tanto felici che gli avevano fatto quella sorpresa ed erano venuti ai loro corsi.
Dean e Sam dal canto loro, adoravano quei ragazzi.
Adam era loro fratello e Jack..era diventato per loro come un altro fratello!

“Ho capito perché hai parlato di mio padre! L’hai fatto per me..grazie!” disse Jack abbracciando teneramente Sam.

E Sam lo capì, come lo capì anche Dean, che avrebbero amato il piccolo Jack, anche se non fosse stato il meraviglioso fidanzato del loro adorabile fratellino, rendendolo così tanto felice.
 
 
















Note dell'autrice:  e meno male che dicevo nel precedente capitolo, che erano finiti i missing moments! ahahha xd con me non si può mai sapere xd oggi ho avuto questa botta di saggezza e ho pensato che sarebbe stato perfetto se venisse dalla bocca di Sam e Dean e che questa storia era perfetta per fare recepire questo messaggio xd diciamo che tutto parte da alcune mie riflessioni..mi sono resa conto tante volte che metto da parte delle cose, e sembra magari a un occhio esterno che io non voglio più continuarle, tipo alcune mie storie, ma io non è che NON VOGLIO, è che NON RIESCO, insomma, non ho tempo, ho difficoltà..ci sono un miliardo di motivi..e questo vuole riallacciarsi ai ragionamenti di questo capitolo..molto spesso pensiamo che l'azione di una persona corrisponde a una sua volontà, ma non è così, questo è importante che venga capito, molto spesso per esempio, si pensa che certe storie non mi piacciono più o che non voglio pi+ aggiornarle perchè mi sono stancata, ma non è la verità..sarebbe tutto diverso SE non dovessi aggiornarne più di una decina, insomma xd e comunque non le abbandono, rimando solo al momento in cui sarò più tranquilla per continuarle.. questo per dire che dobbiamo sempre cercare di capire qual è la nostra vera volontà, perchè se togliamo di mezzo un ostacolo, se cambia la visione d'insieme significa che quella che pensavamo che era la nostra volontà, non lo era davvero ma era influenzata da altri fattori, come per il pensiero, il ragionamento ecc!!

Vorrei poi dire che questo corso è uno di quei corsi che avevano affermato di voler fare Adam e Jack :))

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