Le
cose si muovono più
in fretta di quanto non si fosse aspettata e Kari sente puzza di
bruciato.
Anche
se capita spesso
che le sfuggano le sottigliezze del vivere civile, è
piuttosto
sicura di non aver capito male. Stando a quanto lo zio Lew le aveva
spiegato quando le aveva parlato per la prima volta del suo imminente
matrimonio, Kari si era immaginata che ci sarebbero state alcune
settimane - se non alcuni mesi -
di corteggiamento,
un periodo in cui i due promessi sposi si sarebbero potuti annusare e
misurare a vicenda. Non si era certo illusa che il suo futuro
compagno le regalasse degli oggetti luccicanti o che sfidasse a
duello gli altri maschi per il privilegio di accoppiarsi con lei, ma
aveva comunque dato per scontato che Lord Syntrel facesse qualcosa
per conquistarla.
E
invece no.
L'uomo
aveva offerto un
pranzo discretamente gustoso ai suoi ospiti, ma poi si era
intrattenuto conversando esclusivamente con
lo zio
Lew. Di tanto in tanto aveva rivolto la parola anche alla zia Martha,
ma aveva ignorato nella maniera più completa Kari.
Perché
diamine
dovrei sposarti? Pensa la ragazza incrociando le
braccia
davanti al petto e lanciando al suo promesso sposo uno sguardo carico
di disappunto. E, a maggior ragione,
perché dovrei
sposarti domani?
Nonostante
l'indifferenza mostrata nei suoi confronti, infatti, Lord Syntrel
sembra avere una gran fretta di convolare a giuste nozze. E la cosa
le puzza.
Non
per la prima volta,
si chiede se per caso l'uomo veda in lei una sorta di
curiosità, un
animaletto domestico da ingabbiare e da mostrare ai suoi amici
dicendo ecco, questa è la ragazza
selvaggia allevata dai
lupi. È cresciuta nella foresta, pensate. I suoi genitori
sono morti
in un tragico incidente quando lei era ancora in fasce. Tutti la
davano per morta e invece eccola qui: viva e vegeta e intenta a
servirci un tè.
Rispondendo
a
un'abitudine antica, Kari si porta la mano destra alla bocca e chiude
le labbra sulla punta del pollice destro. Indossa un guanto di raso,
ma non importa: succhia anche quello.
Se
ci pensa meglio,
però, quella ricostruzione dei fatti non la convince. E non
tanto
perché i suoi genitori non sono morti in un incidente o
perché lei non è stata allevata dai lupi,
ma perché il
posto giusto per tenere un animale in cattività è
una gabbia e non
un letto.
Anche
se non lo
conosce, non pensa davvero che Lord Syntrel voglia sposarla per fare
colpo sui propri amici.
Quella
fretta, quindi,
la insospettisce: più ci pensa e più si convince
che i suoi zii le
stiano nascondendo qualcosa.
Finito
il pranzo, gli
occhi del padrone di casa si soffermano brevemente su Kari. "Se
non vi dispiace, mi piacerebbe scambiare due parole con vostra
nipote" dice, rivolgendosi allo zio Lew.
La
zia Martha aggrotta
la fronte, chiaramente presa alla sprovvista da quella richiesta. "Da
soli?" chiede. La voce le trema un po' ed è palese che la
giudichi una cosa inopportuna.
Lord
Syntrel le rivolge
un sorriso indulgente. "Chiedo scusa, Lady Edensaw. Anch'io, al
pari di vostra nipote, sono poco avvezzo a seguire le regole della
società civile."
Quell'affermazione
sorprende Kari. "In che senso?" chiede, sporgendosi verso
di lui e appoggiando entrambi i gomiti sul tavolo.
"Kari!"
la
voce della zia Martha è scandalizzata e la ragazza intuisce
che non
avrebbe dovuto rivolgersi al suo promesso sposo senza essere prima
interpellata da lui. Che idiozia.
Lord
Syntrel ignora
però la donna più anziana. "Nel senso, mia cara,
che in
gioventù non mi sono sempre comportato in maniera esemplare.
Tutto
quello che vedete è mio, ma ho dovuto lottare per averlo. I
metodi
che ho utilizzato per conquistarlo sono considerati da alcuni poco
ortodossi, e mentirei se dicessi che non c'è chi mi
considera un
infiltrato, indegno del ruolo che copro."
Kari
non capisce molte
cose, ma le dinamiche all'interno di un branco le sono invece
piuttosto chiare. Il suo futuro marito viene dal basso, ha
conquistato il potere con la forza e ora gli serve qualcosa che
cementi la sua posizione.
"Quindi
è per
questo che avete tutta questa fretta di sposarmi, giusto?
Nessun'altra fanciulla ha accettato di diventare vostra moglie e
avete paura che cambi idea anch'io."
Il
viso di zia Martha
si fa terreo, quello di zio Lew paonazzo, ma Lord Syntrel non sembra
particolarmente turbato dalle sue parole.
"Non
esattamente"
replica in tono leggero. "La decisione di prendere moglie è
maturata in me solo in tempi recenti, e voi siete la prima fanciulla
alla quale mi sono rivolto. Ho pensato che il nostro passato non
convenzionale, se così vogliamo chiamarlo, potesse
costituire un
elemento su cui costruire il nostro futuro insieme. Non credete?"
Quella
spiegazione la
convince poco. Molto poco. "Non
saprei"
replica lentamente, scandendo bene le sillabe. "Dipende da quale
futuro state pensando per me: la vostra casa mi sembra molto bella,
ma intendete forse tenermi richiusa tra le sue mura?"
L'uomo
si stringe nelle
spalle. "Non necessariamente, sebbene io ritenga che, dopo la
vostra infanzia movimentata, un po' di comodità non possa
che essere
di vostro gradimento."
Non
è la risposta che
sperava di sentire. "E," continua, soprassedendo
momentaneamente sulle parole dell'uomo, "continua a non essermi
chiaro perché desideriate sposarmi già domani.
Non sarebbe meglio
rispettare un periodo di... corteggiamento, diciamo?"
Lord
Syntrel agita una
mano come per scacciare una mosca. "Non ne vedo il motivo. Voi
mi piacete e sono sicuro che insieme saremo felici."
Kari
non manca di
notare che non ha chiesto il suo parere sulla faccenda. E, a
giudicare da come la sta guardando, è consapevole del peso
della sua
omissione.
"Dunque,
mia
cara?" riprende senza darle la possibilità di replicare.
"Siete
disposta a passeggiare con me in giardino? Vostra zia può
seguirci,
naturalmente, e assicurarsi che la nostra condotta sia impeccabile e
appropriata."
"Ma
certo che lo
desidera" risponde in sua vece lo zio Lew.
Kari
fa le spallucce.
La conversazione appena avuta con lui l'ha quasi convinta del fatto
che sposare quell'uomo non sia una buona idea, ma una passeggiata
gliela può anche concedere.
Dieci
minuti più tardi
si ritrova in giardino a camminare lentamente all'ombra verde degli
alberi che fiancheggiano il viale principale, la mano infilata
educatamente nel cerchio creato dal braccio destro del suo futuro
sposo.
La
zia Martha li segue
a qualche decina di metri di distanza, ma Kari non riesce a
concentrarsi su di lei: la sua attenzione è tutta incentrata
sull'odore amarognolo che circonda Lord Syntrel. È
così famigliare
che il fatto di non riuscire a riconoscerlo la innervosisce.
"Usate
qualche
essenza particolare?" sbotta senza riuscire a trattenersi.
"Chiedo
scusa?"
Kari
si schiarisce la
voce. "Avete un odore che non riesco a riconoscere, come di una
qualche erba aromatica. Usate qualche essenza naturale per la cura
della vostra persona?"
Lord
Syntrel la studia
per qualche istante con la coda dell'occhio, poi scuote il capo. "Non
commenterò il fatto che la mia fidanzata mi annusi come
farebbe il
mio segugio, ma vi risponderò: non ho idea di che cosa
stiate
parlando. Mi lavo con del comune sapone, così come fanno
tutte le
persone civili, e non utilizzo alcun olio o pomata."
Bugiardo,
pensa
lei. È assolutamente convinta che l'uomo le stia mentendo e,
anche
se non riesce a indovinarne il perché, il fatto che lo stia
facendo
è già sufficiente per metterla in allerta e
suggerirle prudenza.
Nella sua mente, Kari attira a sé le zampe e si raggomitola
in un
angolo della sua tela, ostentando indifferenza nel momento stesso in
cui prepara l'agguato.
"Sono
la vostra
fidanzata?" chiede, lasciando cadere l'argomento precedente.
"Non ricordo di avere ricevuto da voi una proposta di matrimonio
formale."
Il
suo fidanzato non
perde un colpo. "Ho chiesto la vostra mano a vostro zio e lui me
l'ha concessa. Capisco che il concetto possa sembrarvi sorprendente,
ma questo è sufficiente per ritenerci fidanzati. Non
abbiatene a
male: ho agito in questo modo solo perché, conoscendo la
vostra
scarsa familiarità con il cerimoniale, ho pensato di
risparmiarvi
uno stress inutile."
"Molto
generoso da
parte vostra" commenta lei, senza preoccuparsi di nascondere il
sarcasmo che gronda dalle sue parole.
"Vero?"
replica lui; e Kari non ha dubbi: la sta prendendo in giro.
Oh,
ma non sai con
chi hai a che fare, buffone, pensa mentre gli rivolge un
affabile
sorriso da volpe.
"Sognate
un
matrimonio sfarzoso?" fa ancora Lord Syntrel.
Kari
finge di pensarci
qualche istante. "In realtà, sì. Sapete, quando
la mia
famiglia mi ha trovata, ero poco più di una bestiola
selvatica. Mi
ci è voluto qualche anno per capire cosa volesse dire essere
una
fanciulla umana e per comprendere quale fosse il mio posto
all'interno della società. Questo ha fatto sì che
io mi perdessi
tanti degli eventi mondani che trasformano in donna una bambina. Ora
che sono un adulta, e una donna come si deve, desidero avere un
matrimonio memorabile: voglio invitati, e balli, e dolci a non
finire."
Lord
Syntrel si mostra
dispiaciuto. "In questo temo di non potervi accontentare, mia
cara. Ci sposeremo troppo presto per poter invitare più
persone di
quante non siano già qui con noi, e le grandi cerimonie
richiedono
dei preparativi più lunghi di quelli che possiamo
permetterci. Ma vi
prometto che non sono queste, le cose che contano davvero in un
matrimonio."
"Avete
ragione,
naturalmente" concede lei. "Posso però chiedervi quali
sono secondo voi le cose davvero importanti?"
"I
figli"
replica lui senza battere ciglio.
"I
figli" gli
fa eco lei. Deve ammettere che quella risposta la prende un po' alla
sprovvista, non ultimo perché non riesce a capire se l'uomo
sia
sincero o meno. Anche se non è ancora riuscita a trovare una
spiegazione convincente del perché desideri tanto sposarla,
non si
aspettava che Lord Syntrel avesse fretta di generare degli eredi.
"Esattamente"
conferma lui. Il suo sguardo muta e si fa più penetrante:
quando i
loro occhi si incontrano, per un breve istante Kari si sente simile a
un cerbiatto al cospetto di un lupo. "Ne voglio almeno una
dozzina."
Lo
smarrimento che si è
brevemente impossessato di lei evapora nel giro di un istante. "Una
dozzina!" ripete, scoppiando in una risata sguaiata.
Qualche
decina di metri
più indietro, zia Martha tossicchia rumorosamente:
è improbabile
che abbia colto i dettagli della discussione, ma è evidente
che non
ha apprezzato quella risata così rumorosa.
Lord
Syntrel rimane
serio. "Non sto scherzando" replica con una ruga profonda
in mezzo agli occhi.
Kari
serra la mascella
nel tentativo di recuperare un certo contegno e lo scruta da capo a
piedi, cercando di indovinare i suoi pensieri. "Mh" si
limita a dire, soppesandolo con lo sguardo.
"Non
desiderate
avere dei bambini?" la incalza lui. Il modo in cui ritorna
sull'argomento stride con il tono casuale, quasi annoiato, con cui
pone la domanda.
La
giovane solleva una
spalla. "Non saprei. Se devo essere sincera, non ci ho mai
pensato."
E
invece ci ho
pensato, eccome, corregge invece il tiro nel privato della
sua
mente. Per ora non mi interessa generare
alcun
marmocchio, soprattutto non con te.
"Non
fa niente"
replica il suo fidanzato. Il suo tono comprensivo le fa scorrere un
brivido freddo lungo la schiena. "Cambierete certamente idea."
Così dicendo, l'uomo contrae il braccio destro quel tanto
che basta
perché la mano di Kari, sistemata nell'incavo del suo
gomito,
rimanga incastrata tra il bicipite e l'avanbraccio.
La
ragazza non ha
bisogno di essere un'esperta di relazioni umane per riconoscere il
gesto per quello che è: un tentativo, forse inconscio e
forse no, di
ancorarla a sé.
Buona
fortuna,
pensa con un sorrisetto.
"Perché
sorridete? La prospettiva vi piace?"
Quell'uomo
la disturba.
Non è in grado di stabilire se sia realmente inconsapevole
dei suoi
sentimenti o se invece abbia intuito ciò che le passa per la
testa e
reciti il ruolo del fidanzato entusiasta solo per provocarla.
Kari
cerca di di dire
che sì, ora che ci pensa la prospettiva le piace molto, ma
è
troppo: la bugia le muore sulle labbra.
Il
suo subconscio le
propone però un'immagine bizzarra: dodici creaturine,
piccole
repliche di lei e dell'uomo che le sta accanto, che si contorcono e
agitano un numero considerevole di braccia, chiedendo di essere
nutrite.
Mossa
dall'istinto,
allunga la mano libera e con due dita tasta il ventre del suo
fidanzato, saggiandone volume e consistenza. Lui sobbalza e Kari
nasconde un fremito di piacere.
"Cosa
state
facendo?" sbotta, guardandola con occhi sgranati.
Lei
si sforza di
emettere una risatina. "Ma niente, mio caro:
stavo
solo sentendo se avete un po' di carne sulle ossa. Se mangiate bene.
I miei futuri bambini avranno bisogno di un sacco di cibo,
soprattutto se avete realmente intenzione di generarne una dozzina."
Stavo
cercando di
capire se la tua pancia può essere un buon posto in cui far
crescere
una dozzina di ragnetti, pensa. Però non lo dice:
anche quello
sarebbe probabilmente troppo.
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