Finalmente Noi

di elisa nico
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Credo di essermi innamorato di Octavia non appena ho incrociato i suoi occhi.

So che ero solo un ragazzino ma quando l’ho vista per la prima volta il mio cuore ha perso un battito.

 La sua famiglia dopo aver vissuto in campagna aveva deciso di trasferirsi nel nostro piccolo paese dove vivevano i suoi nonni materni.

Io stavo tornando a casa, mia madre mi aveva mandato al negozio a comprare del pane per la cena, suo padre e sua madre stavano scaricando degli scatoloni, lei stava scendendo dall’auto insieme a sua sorella minore, che strano pensai una mora e l’altra bionda.

Mentre mi avvicinavo, una voce chiamò le bambine, Octavia aveva in mano una bambola, l’ha lanciata in aria e si è messa a correre nella mia direzione sorridendo ed è lì che sono capitolato.

Correva felice verso sua nonna che la chiamava, il sole gli illuminava il viso, gli occhi brillavano di felicità, passandomi accanto si voltò verso di me e sorrise, vidi i suoi occhi, sembravano scuri come i capelli ma illuminati dal sole vidi delle sfumature verdi.

Forse non notai così bene i suoi occhi in quel momento, magari lì avrò notati negli anni successivi, quando giocavamo o andavamo a scuola, mentre litigavamo prima di fare pace, o forse quando mi parlava dei ragazzi di cui s’innamorava, non so di preciso quando ho notato questo dettaglio, so solo che quando l’ho vista correre quel giorno io mi sono innamorato di lei.

 

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Capitolo 2
*** 2 ***


Octavia ha tre anni in meno di me, quando è arrivata a Lillianes, era in seconda media mentre io ero già in seconda superiore.

La differenza di età non era tanta ma a quell’età bastava poco per non frequentare lo stesso giro di amici, in un piccolo paese come il nostro alla fine si sta tutti insieme, ma loro erano ancora molto infantili per stare con noi.

Lei era amica di mio fratello, che aveva due anni in meno di lei, la stessa età di sua sorella Valeria.

Passavano i pomeriggi a giocare insieme o a guardare la televisione, spesso li trovavo in camera mia tutti e tre, una parte di me avrebbe voluto unirsi a loro invece mi comportavo da stronzo, sfottendoli e prendendoli in giro, ma si sa chi disprezza ama.

-          Ancora qua branco di ragazzini?

-          Ciao anche a te Ezra.

Mi rispose subito lei imbronciata.

-          Dovete finirla di stare a giornate in camera mia, devo studiare.

-          Scusaci fratellone ce ne andiamo subito. Andiamo via tanto adesso in tele non c’è nulla da vedere. Che ne dite andiamo fuori a giocare a pallone?

Che cosa avrei dato per andare con loro invece di studiare.

-          Che devi studiare?

Mi chiese lei.

-          Economia, domani avrò un compito di classe, l’ultimo prima della fine della scuola.

-          Sono difficili le superiori? Sono un po’ preoccupata, il prossimo anno avrò gli esami e poi devo anche scegliere la scuola.

-          Abbastanza, però se ti piace studiare non avrai grossi problemi.

-          Ecco allora sono apposto, io odio studiare.

-          Strano di solito le ragazze sono brave a scuola.

-          Io non sono come le altre ragazze, sono unica.

Lo disse convinta e forse lo era davvero, poi si mise a ridere, era bellissima e per me era unica davvero.

 Mentre parlavamo mio fratello e sua sorella erano usciti da camera, eravamo da soli.

-          Se avrai problemi, ti potrei dare una mano io il prossimo anno.

Colsi al volo quell’opportunità, potevamo passare del tempo insieme senza che i miei amici mi prendessero in giro, ormai avevano capito tutti che mi piaceva, tranne lei ovvio, che mi vedeva solo come un amico.

-          Grazie mi saresti d’aiuto, ho paura di non farcela da sola, già quest’anno è stato molto duro. Pensi di avere tempo per me tra scuola e calcio?

-          Si, troverò una soluzione. E poi mica è detto che avrai problemi. Sai già che scuola vorresti frequentare?

-          Sono un po’ indecisa a dire la verità.

-          Cosa ti piacerebbe fare da grande?

-          Vorrei avere un ristorante tutto mio, adoro cucinare.

-          Bello e poi? Cos’altro?

-          Forse la maestra d’asilo ma solo perché adoro i bambini.

-          Sono due cose molto diverse tra loro.

-          Vero. Invece tu stai studiando per diventare …?

-          Ancora non lo so con precisione.

Ridemmo entrambi.

-          Devi assolutamente fami assaggiare qualcosa cucinato da te una volta, sono curioso.

-          Ci sto, un giorno ti farò assaggiare una delle mie torte.

-          Non vedo l’ora.

-          Ezra dovrai essere sincero.

-          Lo sarò.

-          Ok. Vado, chissà dove sono finiti quegli altri due.

Sé né andò cosi senza nemmeno dirmi ciao.

Mi buttai sul letto, la verifica di economia del giorno successivo ormai era un lontano ricordo, non facevo altro che pensare a lei e in qual guaio mi ero cacciato, ma come mi era venuto in mente di offrirgli il mio aiuto, le parole mi erano uscite di getto, non sapevo come avrei fatto ad aiutarla tra il calcio e la scuola ma in qualche modo ci sarei riuscito.

Il prossimo anno i ragazzi avrebbero fatto la fila per lei, le sue forme stavano cambiando, si arrotondavano ma non in modo eccessivo, lunghi capelli castani e un sorriso che avrebbe spiazzato chiunque, dovevo solo aspettarmi il peggio.

Magari si sarebbe accorta di me, chissà …

Passai tutto il resto del pomeriggio a pensare, in quel momento lo studio era l’ultimo dei miei pensieri.

 

 

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Capitolo 3
*** 3 ***


Era passata un’intera estate e Octavia era cambiata molto, la cosa che si notava subito erano le sue forme, si era fatta più donna ma non c’era solo quello.

Era cambiata nell’atteggiamento, la vedevo meno in giro a giocare con i ragazzi più piccoli, preferendo la compagnia di una ragazza che aveva un anno più di lei, aveva iniziato a truccarsi e a vestirsi in modo più curato.

Con l’inizio dell’anno scolastico finalmente avrei avuto l’occasione di passare un po’ di tempo insieme con lei. 

Il giovedì è il giorno più bello della settimana, Octavia veniva da me a studiare, qualche volta ero andato io a casa sua ma di solito era lei che veniva da me.

Da quando sono iniziate le scuole, quello è diventato il nostro giorno, non nego di aver fatto i salti mortali per conciliare tutto ma ne valeva la pena.

Mio fratello e sua sorella sono a scuola il giovedì per un corso e noi potevamo studiare tranquillamente in pace, grazie a questo tempo eravamo diventati molto amici.

Octavia non aveva certo bisogno del mio aiuto, era molto brava anche da sola, ma per paura che questo idillio potesse finire non mi sono mai azzardato a dirglielo, credo che anche lei fosse contenta di stare in mia compagnia.

C’era però un problema, che io avevo già preventivato mesi fa, a scuola era corteggiatissima e ogni settimana dovevo sorbirmi i racconti delle varie cotte.

Morivo di rabbia ogni volta che iniziava il discorso con “sai oggi Marco, oppure sai Giacomo ieri indossava”, sarei voluto tornare alle medie solo per controllore con i miei occhi la situazione.

Il mio amico, che ormai aveva capito da qualche tempo quello che mi stava capitando, mi diceva di voltare pagina di guardarmi in giro, come diceva lui, il mondo era pieno di ragazze, più grandi e carine di lei, ma io non riuscivo a guardare nessun’altra.

-          Che materia facciamo oggi?

-          Ezra secondo te e presto per avere un fidanzato?

-          Eh?

-          Sai c’è questo ragazzo dell’altra sezione che oggi mi ha chiesto se volevo mettermi con lui.

-          Eh tu cosa gli hai risposto?

-          Che ci avrei pensato. Tu ce l’hai una ragazza?

-          No.

-          Ma qualcuna che ti piace?

-          Si.

-          Chi è? Una ragazza che viene a scuola con te? Ti sei già dichiarato? Dai racconta

-          Non te lo dirò mai. No e no. Non ti racconterò mai queste cose e adesso basta con questi discorsi studiamo. Da cosa iniziamo?

Octavia tirò fuori il libro di matematica e il discorso si chiuse lì, ripassammo poco, non riuscivo a contentarmi ripensavo a quello che mi aveva detto prima, e se avesse accettato la proposta di questo ragazzino, oddio non potevo nemmeno immaginarlo, dovevo sapere.

Quindi con nonchalance chiesi.

-          Che cosa intendi fare con questo ragazzo?

-          Credo che mi metterò con lui. È Carino e mi sembra di piacergli.

Lo sapevo.

-           Ah. Sicura? Stai attenta i ragazzi vogliono solo una bella ragazza intorno per passare fichi agli occhi degli amici.

-          Forse hai ragione. È che non ho mai baciato nessuno a differenza delle mie amiche e vorrei sapere cosa si prova.

-          E tu ti metteresti con un qualsiasi ragazzo solo per un bacio?

-          Non fanno che parlare di questo a scuola, sono l’unica a non aver mai avuto un ragazzo e a non aver mai baciato nessuno.

-          Dovresti metterti con qualcuno che ti piace davvero non solo perché non hai mai avuto un ragazzo.

-          Forse hai ragione.

-          Ovvio.

-          Ezra posso farti una domanda?

-          Dimmi.

Questa conversazione stava prendendo una brutta piega.

-          Quando hai dato il primo bacio?

-          Come?

-          Dai hai capito benissimo. Eri innamorato?

-          No.

-          No cosa?Non eri innamorato?

E adesso come uscivo da questa situazione? Dovevo raccontargli delle mie disastrose esperienze?

Avevo baciato alcune ragazze con le quali avevo provato a mettermi insieme ma purtroppo per quanto mi sforzarsi Octavia, era sempre nei miei sogni e quindi le ragazze ben presto si stancavano di me.

-          Non ero innamorato, di nessuna.

-          Però le hai baciate comunque?

-          Te l’ho detto alle volte i ragazzi fanno cose solo per vantarsi con gli amici.

-          La ragazza di cui sei innamorato non sa quello che provi per lei?

-          Non sa nulla. Non mi vede in quel senso.

-          È lei che ci perde, sei un ragazzo fantastico, alla fine lo capirà.

E se confessassi tutto, ora, adesso, come reagirebbe? Mi rifiuterebbe? La perderei definitivamente anche come amica, non voglio questo.

So che non è giusto per me ma mi accontento anche delle briciole del suo tempo pur di starle accanto.

-          Ehi che ti è preso? Stai pensando alla tipa che piace? Scusa se sono stata invadente.

-          Non preoccuparti adesso mi passa.

-          Com’è? Bella?

-          La ragazza più bella che abbia mai visto. Potrebbe illuminare tutto il mondo con i suoi occhi e il suo sorriso.

In un certo modo mi ero dichiarato, forse.

-          Sai non credo che mi metterò con questo ragazzo.

-          Come mai hai cambiato idea?

-          Voglio essere innamorata davvero, come tu sei di questa ragazza sconosciuta.

Forse non tutto era perduto, avevo ancora una piccolissima possibilità.

-          E come la metti con la questione bacio?

-          Per ora così, lascio perdere.

O la va o la spacca.

-          Potrei baciarti io se muori dalla curiosità?

-          Dai non scherzare sarebbe come baciare mio fratello.

Si mise a ridere mentre dentro stavo lentamente morendo.

-          Hai ragione.

Fu l’unica cosa che riuscii a dire, mi considerava un fratello, non mi avrebbe mai visto in altro modo.

-          Finiamo di ripassare veloce che oggi ho un altro impegno.

-          Si scusa ti ho fatto perdere tempo con i miei discorsi.

Ci mettemmo a studiare senza più parlare di altro. Non avevo altri impegni ma non potevo ignorare quello che mi aveva detto.

Ero a pezzi.

I miei amici avevano ragione dovevo dimenticarla.

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