Give That Wolf A Banana

di Aky ivanov
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Persecuzione ***
Capitolo 2: *** Ricerca ***
Capitolo 3: *** Studio ***
Capitolo 4: *** Disagio ***
Capitolo 5: *** Niente ***
Capitolo 6: *** Scuse ***
Capitolo 7: *** Paura ***
Capitolo 8: *** Norvegia ***
Capitolo 9: *** Verità ***



Capitolo 1
*** Persecuzione ***


🐺 Give That Wolf A Banana 🍌

- Persecuzione –

 

 

Yuri ruotò la chiave nella toppa schiudendo cautamente il portone del palazzo.
Il silenzio lo accolse facendogli tirare un sospiro di sollievo. Non era mai stato un tipo paranoico, ma per ogni evenienza preferì controllare la tromba delle scale in ogni angolo prima di decidersi a salire i cinque piani con una certa riluttanza. La sua psiche sfiancata pesava come il sacchetto di plastica stretto nella mano, il carico poggiato sulla spalla destra e la restante manciata di frutta stretta nell’altra mano con cui faticosamente manteneva ancora le chiavi. Era stata una giornata movimentata e alquanto strana alla sede moscovita della BBA. Tutti si erano avvicinati a lui per fargli quel regalo, anche i più riluttanti, persino quelli a cui non aveva mai rivolto la parola. Apparizioni stravaganti nella sala degli allenamenti, sulle scale, in ascensore, alle spalle mentre pranzava, nel bagno.
Peggio di una persecuzione.
Ovunque.

Arrivato incolume all’ultimo gradino lasciò finalmente andare tutto l’ossigeno trattenuto nell’essere riuscito ad arrivare a casa sano e salvo. Stancamente aprì la porta muovendosi lungo il piccolo corridoio fino al soggiorno dove trovò Sergey ad accoglierlo, spaparanzato sul divano con un occhio alla televisione e uno a lui. Poi, entrambi su di lui. Le sopracciglia chiare aggrottate e il telecomando abbandonato sulla pancia.

«Yuri…perché sei ricoperto di banane?»

«Non lo so» ammise sconfortato il ragazzo lasciando rotolare a terra i dodici caschi racimolati in tutta la giornata tra i vari dipendenti della sede «A lavoro non smettevano di regalarmele»

 

_._._._

#1 flashfic: 244 parole

Io non sto bene! :D
Mentalmente parlando ovviamente, non preoccupatevi (o forse sì?).

Benvenuti alla brevissima raccolta di flashfic dedicata alla canzone portata dalla Norvegia all’Eurovision: “Give That Wolf A Banana” degli Subwoolfer (link youtube). Non sono riuscita a farne a meno, continuavo a pensare a Yuri non appena sentivo la canzone e in mancanza di una sola idea da portare ho deciso di mettere per iscritto tutti gli sketch (collegati fra loro) che mi sono venuti in mente al riguardo.

Anche se non avete seguito l’Eurovision date un’opportunità a me e a questa raccolta ç.ç
Senza il testo della canzone come riferimento sembrerebbero dei deliri senza senso.


Spero che vi divertiate
ed appuntamento a domani con la prossima!

 

Aky

 

 

Ps: per ovvie ragioni date dalla canzone considero i personaggi inseriti nell’anno in corso senza però includere tutto il disagio connesso alla situazione politica russa attuale.

 

 

 

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Takao Aoki, questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Ricerca ***


🐺 Give That Wolf A Banana 🍌

- Ricerca –

 

 

Perché regalare una banana?

Yuri digitò la frase nel motore di ricerca e attese.
Nessuno in quella casa sembrava intenzionato a spiegargli perché avessero dovuto riempire il ripostiglio di banane neanche avessero uno zoo o un addestramento abusivo di scimmie selvagge in cantina. Sergey continuava a titubare ogni volta che faceva la domanda, segno evidente che sapeva qualcosa ma non voleva metterlo al corrente. Ivan se ne fregava altamente di tutto e tutti mangiando le banane ad ogni ora del giorno, e per Yuri andava bene, almeno a qualcuno piacevano e non avrebbero avuto puzza di frutta marcia per settimane. Boris…lui invece rideva ogni qual volta continuava a riceverle.

Era sicuramente colpa di Boris.

Infastidito scrollò i risultati della ricerca sentendo le sue speranze svanire.
Pagine e pagine di link sul significato delle banane nei sogni e i numeri da associare ad esse scorrevano davanti i suoi occhi ma nulla spiegava quell’anomala situazione. Era ormai chiaro mancasse un tassello, un dettaglio chiave trascurato per la risoluzione dell’enigma.

«Forse devo cambiare la chiava di ricerca…»

I messaggi subliminali delle banane.

Scettico premette inviò restando con il dito sospeso a mezz’aria dinanzi alla miriade di collegamenti web dotati di “x” nell’indirizzo e all’icona dell’antivirus lampeggiante sulla barra superiore. La scelta sintattica non era stata sicuramente delle migliori.
Tutta quella gente non gli regalava banane come invito ad andare a letto con lui.

«…o forse sì?»

Yuri ripensò all’addetta sulla cinquantina della sala informatica della BBA reprimendo un brivido lungo la schiena. Si stava sbagliando. Sicuramente. Boris non poteva aver coinvolto in uno scherzo tutta la sede con una motivazione del genere.
Daitenji lo avrebbe licenziato.

Perplesso più di prima saltò diversi risultati aprendo link a caso su strampalate analisi sessuali fra pesche, banane, melanzane e piselli con tanto di immagini correlate, chiudendo tutto nell’immediato quando si ritrovò a domandarsi con troppa serietà come mai mancassero all’appello le carote.

Forse non era stata colpa di Boris…non c’era un senso.

Quasi disintegrò la rotellina del mouse a furia di scendere come un indemoniato tra i suggerimenti meno probabili, finendo per arrendersi accasciato sulla scrivania all’ultimo folle articolo.

Dio è una banana.
Era decisamente fuori strada.

***

Sergey accucciato davanti la porta socchiusa osservò preoccupato la testa del loro capitano incontrare più e più volte la scrivania, contrariamente all’amico accanto a lui che faticosamente tratteneva le risate con una mano premuta sulla bocca e il tremolio sparso in tutto il corpo.

Il mistero più grande era come mai finisse sempre lui al corrente delle sue malefatte senza imparare a farsi i fatti propri lasciando Boris in balia di sé stesso. Era troppo buono.

«Boris» bisbigliò feroce strattonandogli la maglia «Devi dirgli che è tutto a causa tua e di quella maledetta canzone norvegese con cui ti sei fissato»
«Perché mai? È tutto così divertente!»
«Lo devi fare prima che impazzisca del tutto!»
«Mmmh…Domani»

Sergej alzò gli occhi al cielo allontanandosi inquieto verso la cucina.
Era il quarto giorno di fila che Boris gli diceva “domani”.

 

_._._._

#2 flashfic: 500 parole

Ho deciso, per una maggiore comprensione e per chi non segue il folle percorso dei miei deliri, che all’inizio dei prossimi capitoli se necessario metterò alcune strofe della canzone così da rendere chiaro il perché Boris abbia scelto Yuri come sua vittima ^^

Ringrazio di cuore chi ha letto e recensito il precedente capitolo!

Non abbandonatemi proprio ora,
ed appuntamento a domani con la prossima!

 

Aky

 

 

 

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Takao Aoki, questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Studio ***


🐺 Give That Wolf A Banana 🍌

- Studio –

 

“And before that wolf eats my grandma

Give that wolf a banana”

[Subwoolfer]

 

 

«Regalale alla tua fidanzata»

«Yuri no…sembrerebbe ambiguo»

Yuri scrollò le spalle indifferente addentando selvaggio la quarta banana di fila meticolosamente tagliata a cubetti, intinta nella ciotola di cioccolata fondente e adagiata in un piattino con appositi stecchini colorati. Incurante del trauma appena generato, più interessato al quinto capitolo del libro di psicologia acquistato in mattinata.

«L’ambiguità è negli occhi di chi la vuole vedere»

Senza distogliere lo sguardo dalle pagine Yuri leccò via lentamente il cioccolato dalle labbra e dal nuovo pezzo di frutta portato alla bocca, ignorando platealmente l’occhiata scettica di Sergey, i caschi di frutta appesi al lampadario e la corda montata da un angolo all’altro della cucina per spazio insufficiente nel povero stanzino appestato dalla frutta marcita in cui le banane avevano accelerato irrimediabilmente il processo di maturazione.

«Sicuro…»

Non era un suo problema se Sergey non voleva disfarsi della zavorra fruttifera con la ragazza. Lui la sua parte l’aveva fatta regalandola agli altri condomini in sacchetti appesi davanti le porte senza nemmeno premurarsi di bussare.

«Potresti sempre tirarla fuori a sorpresa mentre copulate nella tua stanza»

«Cosa stai-….aspetta, si sente?!»

A Sergey per recepire il muto messaggio bastò il libro abbassato e un’occhiata cerulea eloquente incorniciata dal sopracciglio fulvo inarcato. La prossima volta avrebbe dovuto trovare un altro luogo in cui appartarsi o semplicemente accertarsi dell’assenza di tutti i coinquilini. L’unico lato positivo era che il suo capitano non faceva allusioni come Boris.
Il giorno prima aveva impiegato ore per farlo smettere di ostentare che la lunghezza della propria banana fosse maggiore della sua in presenza della fidanzata.

«In ogni caso perché ora stai leggendo…quello»

Sergey smise di tamburellare le dita indicando sconfortato il libro che Yuri stava divorando più voracemente di tutta la frutta presente in casa. L’unico lato positivo di tutta quella faccenda era la strana loquacità tirata fuori dal più silenzioso e riservato membro della casa.

«Perché, il nipote del cugino del fratello dello zio di Daitenji che lavora alla BBA mi ha chiesto preoccupato se avessi intenzione di mangiare sua nonna» la nonchalance con cui Yuri declarò tutto quel giro di parole preoccupò Sergey più del significato insito nella risposta «Mi ha implorato di non farlo, poi mi ha regalato una banana come sacrificio ed infine è corso via …c’è decisamente qualcosa che non va in lui»

«Sì…proprio in lui c’è qualcosa che non va»

Sergey lo ripeté a sé stesso alzandosi di scatto, scostando bruscamente il caso di banane preso in pieno – ora ondeggiante come un boomerang – per uscire a passo di marcia dalla cucina, sotto lo sguardo scettico di Yuri nuovamente sollevato dalle pagine.

«Si può sapere ora dove stai andando?»

«A cercare Boris»

***

Yuri tornò alla lettura scuotendo la testa allo sbattere furioso della porta d’ingresso.

«Meno male lo conosco» bisbigliò a fior di labbra cambiando pigramente pagina, con l’aria di uno psicologo temprato da anni e anni di studi «Fosse stato qualcun altro avrei pensato stesse andando a mettere al sicuro la nonna»

_._._._

#3 flashfic: 496 parole

Mi sta venendo voglia di preparare delle banane al cioccolato…

Bene! Yuri vive ancora nella sua ignoranza mentre Sergey è colui costretto a subirsi tutto il disagio. Ma non temete, nel prossimo capitolo Boris darà il meglio di sé.

Ringrazio nuovamente chi ha letto e recensito il precedente capitolo,
ed appuntamento a domani con la prossima!

 

Aky

 

 

 

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Takao Aoki, questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Disagio ***


🐺 Give That Wolf A Banana 🍌

- Disagio –

 

 

«Ricordami perché siamo dovuti venire in tre a fare la spesa alle ventidue»

Yuri roteò gli occhi aggiungendo i pacchi di pasta nel carrello spinto da Sergey, estenuato dal dover rispondere per la quinta volta alla stessa domanda in un supermercato trovato aperto a tarda ora per pura fortuna. Un comportamento infantile che solitamente teneva Boris e non il membro più posato della squadra.

Dov’era finito Boris?

«Perché Ivan ha aiutato la vicina a verniciare l’appartamento ed era stanco morto» sbuffò controllando la scadenza di un barattolo di pelati «Tu e Boris avete discusso tutto il pomeriggio per non so cosa finendo per dimenticarvene e svuotare l’angolo alcolici».

Sergey raschiò la gola coprendo la bocca con finti colpi di tosse portando tutta la sua attenzione alla lista degli ingredienti di un preparato per noodles. Yuri li aveva risparmiati dalla sua sfuriata continuando una guerra fredda fatta di frecciatine e gelide occhiate.
La capacità di farti sentire in colpa anche di respirare.

«Yuri, non è andata come pensi»

«Non mi interessa»

La colpa era stata di Boris e le sue folli sfide innescate per il solo gusto di non dire a Yuri la verità. Sergey avrebbe voluto tornare indietro e rimproverare il sé stesso del passato per aver assecondato il suo amico idiota senza convincerlo con la forza.

Vince chi beve più shottini.

La vittoria di Pirro più inutile della storia.

«Potevo venire da solo, lo sai»

«E lasciare il bambino ubriaco da solo a casa vicino ai fornelli?»

Bambino attualmente svanito nel nulla con due bottiglie di vodka trangugiate in corpo e l’Alzheimer precoce sui termini del loro patto. Boris non avrebbe detto alcunché a Yuri sullo scherzo ideato ai suoi danni, nemmeno avrebbe ricordato la loro gara l’indomani.

Lo stronzo l’aveva fregato, di nuovo.

Sergey sembrò voler dire qualcosa sull’esagerazione dell’affermazione, inventare una scusa per tirarsi fuori da tutta quella faccenda, ma richiuse prontamente la bocca all’apparizione del suddetto soggetto in corsa verso di loro dal reparto ortofrutticolo.
In mano una banana e sul volto il più folle dei sorrisi.

«No. No. No. Boris. No!»

La supplica sommessa venne coperta dallo strusciare misto di suole e stoffa sul pavimento, accompagnato dal suo esasperato battersi la fronte per non guardare ulteriormente la scena disagiante messa in scena davanti agli altri clienti. Boris inginocchiatosi davanti a Yuri aveva afferrato rudemente la sua mano candida in stile proposta di matrimonio, intonando quel maledetto motivetto tanto familiare a lui e altrettanto sconosciuto per il loro capitano.

«I like the scent of every meal on your breath»

«Boris…cosa cazzo stai facendo?!»

La leggera pressione esercitata sul picciolo della banana dal braccio libero favorì l’apertura di una piccola fessura. Le strisce della buccia vennero tirate giù sensualmente con i denti mentre il tira e molla dei tentativi di fuga di Yuri, sempre più preoccupato per la salute mentale del suo compagno, imperversava rompendo l’armonia dell’apparente dichiarazione.

«That hunger in you, I’m in danger now, I guess»

«Sarai ancora più in pericolo se non mi lasci la mano»

I pochi occhi estranei dello stesso reparto guardarono altrove e Yuri lasciò perdere il sibilare minacciosamente fra i denti stretti. La mano infilata attorno alla cintola dei jeans l’aveva costretto a piegarsi in avanti facendolo internamente ringraziare di aver indossato una cintura così da non trovarsi denudato.

«Io lo so cosa vuoi tu…Keith

«Chi diavolo sareb

Boris addentò maliziosamente il frutto sbucciato lasciandone il resto tra le mani del suo capitano ringhiante, quasi strozzandosi con lo scoppio di risa ribollente nel torace.

«Yum, yum, yum, yum-yum-yum»

Yuri allontanò la mano dai suoi pantaloni esterrefatto mal celando il rossore dilagato sulle guance nell’essere al centro dell’attenzione per una tale assurda situazione. Due passi indietro, poi quattro, sei, otto, dieci rispetto all’imbecille sul pavimento contorto dalle risate tra sospiri ambigui. Vicino all’unica ancora di razionalità rimasta integra.

«Che cazzo di problemi ha Boris?!»

Sergej dischiuse le dita premute sugli occhi contemplando incerto la rabbia repressa negli occhi fiammeggianti, gli arti tremanti e le dita serrate attorno alla povera banana martoriata. La polpa schiacciata trasbordava dal pugno di Yuri in un plop angosciante sulle bianche ed immacolate piastrelle facendogli salire la pelle d’oca.

«Ehm…ha bevuto?»

Un giorno non molto lontano avrebbe rimpianto tutte quelle bugie.

 

***

«Sono 1078,87 rubli»

Yuri allungò i soldi alla cassiera fulminando con gli occhi il debole sussurro di Sergey sull’essere dei delinquenti per non aver pagato la banana spappolata nel corridoio.

_._._._

#4 flashfic - oneshot: ho sforato di poche parole ma non potevo togliere roba ç.ç

Non sono riuscita a rientrare entro le 500 parole ma tutte le altre lo sono quindi la raccolta resta tale, spero non sia un problema. Ad ogni modo ci avviciniamo alla conclusione, abbiamo orami oltrepassato la metà degli sketch in programma e ne inizio già a sentire la mancanza.

Ringrazio tutti i lettori silenziosi e l’assiduo recensore,
ed appuntamento a domani con la prossima!

 

Aky

 

 

 

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Capitolo 5
*** Niente ***


🐺 Give That Wolf A Banana 🍌

– Niente –

 

 

«Roar!»

Yuri in procinto di togliersi la maglietta restò con le braccia sollevate incrociate sul torso, le mani strette alle estremità e gli occhi fissi sul ragazzo disteso sul letto. Boris ondeggiava il pugno parzialmente chiuso a mezz’aria nell’imitazione di una piccola zampa felina.
Le dita piegate accattivanti verso di lui nell’accompagnamento sonoro più simile ad una gallina strozzata che un leone.

«Tu non sei normale»

Boris ghignò piano facendo attenzione a non stirare i muscoli della guancia contusa, il livido con il quale si era svegliato due giorni prima continuava a fare male. Sergey gli aveva solo detto di avere esagerato con Yuri senza entrare nel merito.

«Alleluia! Mi hai finalmente rivolto la parola»

Per tutta risposta la maglia sgualcita finì scagliata con stizza sulla sua faccia.

«Andiamo Yuri, si può sapere che hai?!»

«Niente»

Boris roteò gli occhi afflosciandosi nel cuscino.
Traduzione Yuri – mondo: sono incazzato nero.

«Certo…e io sono Keith»

Per un soffio la fibbia della cinta non lo prese in un occhio. Yuri toltosi i pantaloni glieli aveva scagliati contro al limite dell’isteria.

«Yuri cosa cazzo pensavi di fare?!»

«Ho sbagliato mira»

«Mi stavi per rendere cieco!»

«Già, peccato non esserci riuscito»

Boris restò a osservare esterrefatto il suo capitano defilarsi in bagno a fare la doccia con una scrollata di spalle noncurante.

«Fanculo Sergey e le sue insistenze di chiedergli scusa»

Il rumore sordo di una vibrazione attirò la sua attenzione sul display illuminato dalla notifica di un messaggio. Julia. Il cellulare di Yuri. Senza pensarci due volte aprì la conversazione osservando scettico lo sticker di un coniglietto che inclinava la testa facendo apparire un enorme cuore.

«Ti sto pensando»

Boris lesse più volte il messaggio immaginando un diavoletto e un angioletto combattere sulle sue spalle. Uno scontro impari.

Il diavoletto aveva sparato con un mitra al povero angelo in un istante.
Aveva una fervida immaginazione e poco controllo sulla sete di vendetta.

«Anche io»

Precipitandosi in cucina e stando bene attento allo scroscio dell’acqua in bagno ritornò in camera con il suo trofeo gettandosi sul letto. Julia aveva smesso di scrivere, probabilmente piuttosto sorpresa.

«Figurati se Yuri glielo hai mai detto apertamente…»

Sorridendo diabolicamente infilò la banana nei pantaloni avviando la riproduzione video, facendo attenzione a inquadrare il meno possibile per non destare sospetti. Accarezzò adagio il rigonfiamento generato per svariati secondi prima di spostare lentamente le mani alla molla della tuta e tirare giù il tessuto rivelando il frutto giallo maturo sui boxer.

«Chi la fa l’aspetti capitano»

Interrompendo la riproduzione e disattivando l’audio lo inviò su Telegram fermando il nuovo tentativo di scrittura della ragazza, premurandosi di cancellare gli ultimi due messaggi inviati solo dalla cronologia di Yuri.

«Ah, il bello delle applicazioni russe, non lasciano tracce»

Allo sticker malizioso e l’inaspettata immagine, fortunatamente offuscata dal download automatico dei media disattivato, Boris bloccò il cellulare ponendolo di scatto sul comodino.
I colori rosei sfocati non lasciavano adito a molti dubbi.

«Beh…ora ho capito come mantengono la loro relazione a distanza»

 

Era morto.

_._._._

#5 flashfic: 500 parole

Ed ho dovuto alzare il rating ad arancione!
Ops. Peccato aver perso il pendant con il giallo.

Boris non ha ancora capito che il malumore di Yuri è tutta colpa sua.

Ringrazio tutti i lettori e buon fine settimana!
Appuntamento a domani (o lunedì) con la prossima!

 

Aky

 

 

 

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Capitolo 6
*** Scuse ***


🐺 Give That Wolf A Banana 🍌

– Scuse –

 

 

«Boris, non possiamo andare avanti così»

Sergey richiuse sgarbatamente il mobile posando sgraziatamente le verdure sul bancone della cucina. Il sedano sul tagliere venne tranciato di netto, sminuzzato con foga in minuscoli pezzetti quasi irriconoscibili.

«Cos’altro vuoi che faccia?!»

«Diglielo!»

Boris guardò con una certa apprensione la lama affilata sottolineare il punto sulla povera patata.

«Lo sai benissimo che ci ho provato…»

Non era una bugia, dopo lo scherzetto ai danni di Julia rivoltatosi contro – di cui Yuri sembrava fortunatamente non essersi accorto – aveva deciso di svelare indirettamente il motivo di tutte quelle banane. Inutilmente. La canzone incriminata messa a tutto volume in soggiorno non era stata proprio ascoltata da Yuri che proprio quel giorno aveva deciso di gironzolare con le sue cuffiette nelle orecchie.

«Ed anziché riprovarci gli hai regalato un bagnoschiuma alla banana!»

Boris per la soddisfazione di Sergey ebbe l’accortezza di restare in silenzio guardando in un’altra direzione. Un occhio in tralice rivolto alla zucchina decapitata con foga.

«Di un po’…li devo prendere come messaggi minatori?»

«No» il tono soave provocò un brivido lungo la spina dorsale di Boris, insignificante confrontato al successivo sorto all’incontro del coltello disosso con una banana strappata via da un casco penzolante «Questo lo è»

 

***

Boris percorse le scale come un condannato al patibolo.
Il loro appartamento era all’ultimo piano del condominio, collegato ad una piccola mansarda adibita a camera per lui e Yuri. Il luogo ideale in cui ammazzare qualcuno.

Giunto dinanzi alla porta inspirò a fondo prima di spalancarla di getto.

«Yuri mi dispiace! Lo confesso, ti ho preso per il culo!»

In barba a tutte le aspettative non si ritrovò inchiodato al muro, scaraventato giù per le scale o strozzato sul posto. Yuri colto alla sprovvista in boxer e maglietta al centro della stanza lo stava osservando come uno scappato dal centro di igiene mentale più vicino.

«Di cosa stai parlando?»

Le corde vocali non collaborarono e l’udito ignorò la domanda.
Boris sentì un moto di terrore immotivato pervaderlo alla vista del pacco postale scartato sul letto, recante in bella mostra il timbro della dogana spagnola e il contenuto indecifrabile stretto nelle mani del suo capitano.

Oh, cazzo.

«Quando mi avresti preso per il culo?!»

Il bigliettino allegato chiaramente leggibile nonostante la distanza.

«In ricordo della nostra ultima piccante chiacchierata.
Così nei momenti di noia guardandola penserai ad altro :p»

«Boris, parla!»

«Uhm…ehm…nel mio sogno!» articolò in fretta annuendo vigorosamente «Non ho saputo resistere …è capitato! Ma… non ti preoccupare è passato eh!»

«Oh»

«Oh?»

Tutto si era aspettato fuorché quell’unico monosillabo.
Yuri gli aveva creduto così facilmente?

«Ora capisco…» la genuina sorpresa sul volto niveo e lo strano tentennamento lo misero in allarme «Il supermercato…Keith…le banane… i versi ammiccanti»

«No aspetta…»

Yuri scostatosi velocemente con i resti del pacco e il regalo posti a copertura dei genitali si era avvicinato alla porta.

«Meglio che vada a vestirmi…non vorrei metterti a disagio»

Boris restò a guardare scioccato l’uscio vuoto prima di correre fuori.

«Cosa cazzo hai capito Yuri?!»

_._._._

#6 flashfic: 500 parole

Ce l’ho fatta a pubblicare oggi!
No, non l’ho dimenticato, non vi ho detto di proposito quale sia il regalo fatto da Julia.
Lo scoprirete nel prossimo capitolo :p

Così capire come mai Boris ha cambiato idea rimangiandosi tutto.

Di nuovo grazie a tutti! Vedo il numero di visual quasi sempre uguale a tutti i capitoli e mi fa piacere che questo delirio vi stia piacendo tanto da seguirlo assiduamente ç.ç
Appuntamento a domani con la prossima!

 

Aky

 

 

 

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Capitolo 7
*** Paura ***


🐺 Give That Wolf A Banana 🍌

– Paura –

 

 

«Senti, non è colpa mia se Yuri non guarda la televisione o segue i social»

«Ivan sei quello meno sospetto, devi dirglielo tu!»

«Non ci penso neanche, tu hai deciso di coprire Boris»

Sergey digrignò i denti frustrato alla chiamata interrotta bruscamente dal nanerottolo della squadra, misteriosamente sempre impegnato in diverse occupazioni lontano da casa da quando tutto quel delirio era cominciato.

La prossima settimana avrebbe avuto inizio il nuovo campionato mondiale.
Non potevano di certo permettere che il loro capitano vi prendesse parte nell’ignoranza assoluta vista l’idiozia degli altri blader. Yuri era stato così assorbito dai suoi studi psicologici inconcludenti da non aver stressato loro nemmeno una volta per un allenamento extra, il che rendeva quella situazione ancora più preoccupante.

«Sarà un completo disastro…»

«Cosa?»

I due occhi azzurri ad un passo dalla faccia per poco non mandarono il suo cuore a fare compagnia al creatore. Yuri l’osservava algido e composto, con indosso una maglia gialla catarifrangente visibile pure dalla luna sul balcone immerso nell’oscurità.

«Nulla…solo Ivan che non torna per cena…piuttosto…» Sergey si mordicchiò il labbro squadrando scettico le mani tronfie poggiate sui fianchi del suo capitano «Non hai mai indossato nulla di giallo, da dove spunta fuori quella maglia?»

«Julia»

«Julia?»

Yuri sembrò soppesare bene le parole prima di dargli una risposta, quasi maledicendo sé stesso per quella confidenza.

«Ad essere sincero non ho ben capito il motivo» esordì infine dopo svariato tempo guardando la strada sottostante «Ma era un regalo molto personale, per compensare la distanza»

Sergej sorrise forzatamente ingoiando la sua apprensione e il desiderio omicida nella parte più celata della sua anima. Il problema non erano le chiare omissioni di Yuri su dettagli che non voleva dargli, ma l’incomprensibile frase di Boris di due giorni prima ancora rimbombante nella testa.

«Ho combinato un casino!»

«Te lo volevo chiedere l’altro giorno» la pacata voce di Yuri con le pause ad effetto lo riportò alla realtà «Boris scherzava davvero sulla sua sessualità? Non ho capito se si sia rimangiato la frase per la mia reazione o se io abbia frainteso come dice»

«Sì, stava scherzando»

Sergey annuì guardando con crescente preoccupazione il musetto stilizzato del lupo tanto amato da Yuri stampato sul fronte della maglia color canarino. Le orecchie buffe drizzate e i denti stretti attorno ad una banana nella classica posa dei gadget diffusi per il duo norvegese e la loro canzone.

Julia l’aveva fatto di proposito?
No, probabilmente aveva solo approfittato fosse in commercio.

«Daitenji ti ha poi detto dove si terrà la prima tappa del campionato?»

«Norvegia»

Il pugno secco laddove il cuore aveva smesso per un istante di battere gli procurò un’occhiata preoccupata di Yuri.

Maledetto Boris. Maledetto il Karma.

Il salto dal balcone per tirarsi fuori dal campionato a causa di un infortunio non gli sembrava più un’idea tanto spiacevole. Di quel passo Boris l’avrebbe mandato presto al manicomio o all’altro mondo.

Tutto dipendeva da quanto Yuri avrebbe impiegato per mettere insieme i pezzi.
Era solo una questione di tempo.

_._._._

#7 flashfic: 499 parole

E siamo quasi alla fine! ç.ç
Mancano uno, forse due capitoli e questa raccolta sarà conclusa!

Un po’ perché il momento che state aspettando si sta avvicinando e un po’ perché ogni volta che vedo banane, anche nel cesto della frutta in cucina, comincio a ridere da sola pensando a questa storia. Non va bene, soprattutto quando in casa iniziano a credere che sia pazza.

Grazie a tutti gli audaci lettori di questa storia!
Appuntamento a domani o dopo domani con la prossima!

 

Aky

 

 

 

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Capitolo 8
*** Norvegia ***


🐺 Give That Wolf A Banana 🍌

– Norvegia –

 

 

«Boris, per il bene della tua vita stammi lontano!»

«Ma…Yuri, non lo sapevo!»

Yuri sguisciò via dalla presa dell’amico alzando la zip della felpa a passo di marcia oltre le file del checkout alla ricerca dei bagni. Il cielo stellato si estendeva oltre gli ampi finestroni dell’aeroporto quasi deserto dando un sereno benvenuto sul suolo norvegese.
Saluto del tutto opposto rispetto quello ricevuto dal suo stomaco.

«Ti giuro che non sapevo fossero scaduti otto mesi fa!»

«Vaffanculo!»

Boris soppesò la scatola di biscotti alla banana terminata a metà gettandola con un sospiro nel cestino più vicino. Non bastava aver assecondato l’assurda decisione di arrivare alle due di notte per non trovare la stampa ad attenderli, ora avrebbe dovuto sopportare un nevrotico.

«Complimenti» il vocione solenne alle sue spalle lo costrinse a voltarsi verso l’imponente stazza di Sergey «Ora come pensi di dirgli la verità? Siamo in Norvegia, nella tana dei lupi»

Le sopracciglia argentee si contrassero mentre Ivan passò in mezzo alla loro lotta di sguardi ignorandoli completamente, più interessato al distributore automatico che ad una lotta fratricida.

«Sei allucinante! Ti sei preparato una settimana solo per dire questa battuta orribile!» le monetine tintinnarono nella macchinetta mentre sbuffando Boris continuò passandosi le mani sul viso «Peggio di quest’altro nano che è sparito fino a ieri!»

«Non dire assurdità! È colpa tua se ora siamo in questa situazione!»

«Esagerato…al massimo avrà la dissenteria per uno o due giorni»

Ivan raccolse la terza bottiglietta d’acqua dal distributore infilando i soldi per la quarta.
I viveri erano la prima cosa da preparare in caso di fuga.

«Ma certo, cosa vuoi che sia» borbottò l’amico afferrando la valigia a sua volta per trascinarla con foga nella medesima direzione percorsa da Yuri «Abbiamo solo avvelenato il nostro capitano tre giorni prima dell’apertura del campionato!»

«Tu porti sfiga! Sergej datti una calmata, non succederà niente!»

«Not sure I told you, but I really like your teeth»

Brividi freddi corsero giù lungo le spine dorsali di Boris e Sergey rimasti a fissarsi ad occhi sbarrati. La muta domanda riflessa nelle iridi dell’altro incapaci di esprimerla.

«No…e ora…BORIS! Dove stai andando?!»

«That hairy coat of yours with nothing underneath»

Il carello portabagagli venne rovesciato senza riguardo, la bambina imbambolata prese letteralmente il volo atterrando tra le braccia del padre, il martelletto colpì l’allarme antincendio.

«Not sure you have a name, so I will call you Keith»

Boris corse con un forsennato verso gli uffici direzionali dell’aeroporto ignorando tutto il disastro causato al suo passaggio e le guardie al seguito. In testa la sola idea di fermare la musica divenuta la sua condanna a morte.

«Allarme nel reparto direz--- cosa sta facendo?!»

«Interrompa la musica!»

«Chi è lei?!»

Il miscuglio di voci infervorate negli altoparlanti si unì agli spezzoni della canzone avviata e staccata ogni secondo da urla di ogni genere con l’accompagnamento scrosciante della pioggia degli irrigatori a soffitto.

***

Yuri uscì dalla toilette più pallido di quando ci era entrato, trovando ad accoglierlo soltanto Ivan e Sergey zuppi dalla testa ai piedi. Il primo con bottigliette d’acqua e barrette strabordanti dalle tasche e il secondo sconsolato poggiato ad un muro con l’aria di volersi confondere. Intorno, il sentore della devastazione

«Dov’è Boris?»

_._._._

#8 flashfic: 535 parole

È quasi mezzanotte…
Siate buoni e fatemela passare come flashfic con qualche parolina in più. ç.ç

Oggi è stata letteralmente una giornata di fuoco (i vampiri al sole, ecco come sono io) e non so nemmeno come faccia ad essere qui per aggiornare, dovrei pensare di scrivere la mia autobiografia di “una serie di sfortunati eventi” anziché riversarli nei personaggi delle mie storie future. Perché anche qui… secondo voi non c’è un dettaglio reale? :D

Ehm…sì, proseguiamo che è meglio.
Grazie a tutti i lettori!! Il prossimo capitolo dovrebbe essere quello conclusivo!
Appuntamento a domani o dopo domani con la prossima!

 

Aky

 

 

 

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Takao Aoki, questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Verità ***


🐺 Give That Wolf A Banana 🍌

– Verità –

 

 

Yuri infastidito dal rumore simile ad un martello pneumatico impiantato nel cervello aprì stancamente gli occhi mettendo a fuoco la figura dormiente di Boris nel lettino accanto. La bocca spalancata e la pancia rumorosamente alzata e abbassata a ritmo con i crampi al suo stomaco non ancora dissolti.

«Boris….Boris…Boris!» il sussurro alzato velocemente unito alla coperta strattonata ebbe come unico risultato il suo sbilanciamento sul pavimento «Dannazione Boris, taci!»

La carenza di sonno non aiutava il suo umore precario dopo la notte passata in bagno e al commissariato. Il cuscino volò dritto sulla faccia di Boris rischiando di farlo soffocare.

«Cosa sta… gli alieni ci stanno attaccando! I kalashnikov! Tutti ai vostri posti!»

Boris saltò seduto tra le coperte frugando tra veglia e sonno qualche secondo prima di realizzare di avere tra le mani un cuscino e non una granata come nei suoi sogni. Yuri aveva cessato di scompigliarsi i capelli per osservarlo scetticamente con quella maglietta giallo sgargiante.

«Yu…perché sei per terra?»

«Lasciamo stare»

Yuri ricadde pesantemente sul materasso socchiudendo gli occhi alla ritrovata pace, spalancandoli atterrito suo malgrado l’istante successivo. Il martello pneumatico non c’era più, al suo posto erano subentrati i tonfi sordi dei tamburi e gli squilli di tromba.

«Cos’è tutto questo casino?»

Ignorando la domanda assonnata di Ivan e il nuovo linguaggio muto instaurato tra Sergey e Boris da qualche ora per ignote ragioni spalancò la persiana sul grande viale sottostante gremito di persone.

Troppe persone.

L’intera strada era occupata ed ospitava al centro figurine minute danzanti con abiti folkloristici segno evidente di una qualche festa locale che nulla aveva a che fare con il loro sport. Sul procinto di chiudere nuovamente tutto e andare a comprare dei tappi per le orecchie, le sue mani si bloccarono alla vista dei due individui appena giunti all’orizzonte.

Due lupi. Interamente gialli.

«Oh, cazzo» Boris lo mormorò piano deglutendo a fatica, affacciato all’altra finestra della stanza insieme a Sergey «Questi non erano già tornati in Norvegia?! Cosa cazzo fanno qua sotto?!»

Tanto simili al lupo stampato sulla sua maglia.

«Buongiorno principessa» sibilò acido Ivan recluso nell’angolino del letto ormai usurpato dai due compagni ingombranti «Ieri è finito l’Eurovision in Italia»

«E non si potevano stare un altro giorno?!»

Saltellanti attorno ad una banana loro donata.

«Pure una settimana…» aggiunse sconfortato Sergej.

Yuri abbassò lo sguardo sul musetto stampato sul suo pigiama ripercorrendo mentalmente le ultime settimane, distratto dai movimenti dei due animali antropomorfi improvvisati ballerini quattro piani in basso. Ingarbugliato nella fitta rete dei suoi pensieri da ricollegare l’udito con l’ambiente circostante solo al punto del ritornello.

«And before that wolf eats my grandma»

«Give that wolf a banana»

 

«Kuznestov»

 

Ivan seduto sul davanzale scartò una barretta al cioccolato incurante della porta ancora dondolante e i capelli scossi dalla folata di vento artificiale nella stanza improvvisamente vuota. Il tono controllato di Yuri lasciava presagire un lungo pomeriggio al pronto soccorso o nella sala mortuaria.

 

La sua idea di chiedere il cambio stanza al presidente Daitenji era stata perfetta.

_._._._

#9 flashfic: 500 parole

Ed è finita!! ç.ç

Prima che me ne dimentichi, la scena finale non me la sono proprio del tutto inventata. Il duo norvegese è rientrato in patria nel loro Constitution Day (link video) e sono stati accolti con grande festa. Come si dice in questi casi? Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale 😂

Nonostante il mio ritardo dovuto ad una serie di impegni imprevisti ed una serie di eventi da fare invidia ad una serie tv posso finalmente dire di aver concluso la mia prima storia a più capitoli nel fandom di Beyblade!! Voi non avete idea di quanto questa raccolta sia stata una sfida, volevo dimostrare a me stessa di poter concludere qualcosa di diverso da una oneshot.

Ci sono riuscita e sono al settimo cielo.

Ringrazio tutti coloro che hanno seguito questa follia e vi do appuntamento ai prossimi aggiornamenti in questa sezione! Prima o poi finirò tutte le storie lasciate in sospeso, a cominciare dal matrimonio di Hiwatari.

Come ha detto Sergey due capitoli fa: è solo una questione di tempo.
Appuntamento alla prossima storia!

 

Aky

 

 

 

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Takao Aoki, questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro

 

 

 

 

 

 

 

 

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