La caduta di un Jedi Dark Obi Wan

di darkjedi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° CAPITOLO ***
Capitolo 2: *** 2° CAPITOLO ***
Capitolo 3: *** 3° CAPITOLO ***
Capitolo 4: *** 4° CAPITOLO ***
Capitolo 5: *** 5° CAPITOLO ***
Capitolo 6: *** 6° CAPITOLO ***
Capitolo 7: *** 7° CAPITOLO ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9° ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 ***



Capitolo 1
*** 1° CAPITOLO ***


I Jedi, Padmé e il capitano Panaka insieme alla squadra d’assalto si diressero verso l’uscita dell’hangar, Anakin li vide passare davanti a sé e alzandosi disse “aspettatemi vengo con voi!”

“Ani resta lì e non muoverti” gli ordinò Qui Gon con tono severo.

Anakin si fermò, era indeciso se seguirli o rimanere lì, il tono del maestro Jedi era stato molto severo. Mentre rifletteva su cosa fare vide il gruppo fermarsi di fronte alla porta, una figura amman- tata di nero era apparsa sulla soglia. Era quel guerriero che li aveva aggrediti su Tatooine, un sith come li aveva chiamati il maestro Qui Gon.

Il gruppo si fece da parte e lasciò passare i due jedi. Padmé si fermò a guardare Qui Gon che disse solo “ci pensiamo noi.”

Padmé annuì dirigendosi da un’altra parte.

Qui Gon e Obi Wan rimasero da soli di fronte al Sith, i due si tolsero i loro mantelli e accesero le spada laser. Il sith fece lo stesso rivelando una micidiale spada a due lame, i suoi occhi ardevano di rabbia repressa e incitò i due Jedi a farsi avanti. Qui Gon e Obi Wan si avvicinarono lentamente e il combattimento iniziò all’interno dell’hangar. Tra salti e capriole i due jedi scoprirono che il sith li stava portando lontano dall’hangar. All’inizio Qui Gon incalzò l’avversario volendo mettere fine in fretta a quel duello ma il loro avversario era molto abile, Obi Wan era al suo fianco attaccando il sith. I due jedi avevano già combattuto insieme e conoscevano ognuno le proprie mosse.

Uscirono dall’hangar e si diressero verso una passerella che portava alla centrale d’energia, conti- nuarono a combattere lungo questa passerella tra i lampi emessi dalle spade laser. Improvvisamente il sith colse Obi Wan di sorpresa e con un calcio lo scaraventò giù dalla passerella. Approfittando dell’attacco Qui Gon spinse il sith giù dalla passerella e questi cadde sopra quella dove era caduto Obi Wan. Qui Gon approfittò di questa occasione per cercare di mettere fine al duello ma il sith fu più veloce e si rimise in piedi e fuggì.

Quando Obi Wan riuscì  a risalire su vide che Qui Gon correva dietro al sith, i due attraversarono una porta ed entrarono in un corridoio.

“Qui Gon aspetta!” gridò Obi Wan ma il maestro Jedi non si fermò. I due attraversarono una piccola porta improvvisamente dai muri scaturirono dei raggi laser che sbarrarono il corridoio. Una barriera ora divideva il maestro Jedi dal sith, Obi Wan, invece si trovava all’inizio del corridoio.

Qui Gon si girò verso Obi Wan lanciandogli un sorriso malinconico poi s’inginocchiò a terra per meditare, in attesa di ricominciare il duello. Mentre il sith  lo fissava furioso dall’altra parte del muro laser.

Obi Wan era arrabbiato con sé stesso perché non era riuscito a raggiungerlo, e con Qui Gon perché non lo aveva aspettato. Era anche preoccupato per il suo maestro, sentiva la sua stanchezza. In quell’istante i fasci laser si disattivarono e con uno scatto Obi Wan si precipitò lungo il corridoio, nello stesso momento Qui Gon so alzava in piedi per affrontare il suo avversario.

Il giovane corse più veloce che poté e supero tutte le barriere tranne l’ultima che ci chiuse a pochi passi da dove voleva arrivare.

Obi Wan osservava, preoccupato il suo Maestro, dall’altra parte della barriera laser. Qui Gon era uno dei migliori schermidori del Tempio, ma stava invecchiando, lo notava ora, mentre stava duellando con il sith, i suoi colpi non erano più potenti come all’inizio del combattimento. Il giovane padawan si guardò intorno alla ricerca di un modo per sbloccare anzitempo la barriera che lo divideva dal suo maestro e infilò la spada laser in uno dei meccanismi cercando di sbloccarlo.

Qui Gon, intanto combatteva con tutte le sue energie contro il Sith, le energie accumulate in quei pochi minuti di riposo si stavano esaurendo.    

Colpo su colpo i due combattenti percorsero l’orlo del pozzo di fusione, ad un certo punto il Sith parò un fendente di Qui Gon e poi si girò di scatto dandogli la schiena. Qui Gon avanzò, ma si rese conto troppo tardi di aver fatto un errore, la lama rossa del Sith apparì dal nulla e gli penetrò nella spalla destra poi Darth Maul la estrasse velocemente e subito dopo trapassò la coscia del Maestro Jedi. Qui Gon non emise un lamento e rimase immobile cercando di reagire al dolore improvviso, fece un passo indietro e incespicando cadde a terra, con un colpo violento Darth Maul fece volare via la spada laser di Qui Gon, poi alzò la spada a doppia lama e la calò sul Maestro Jedi inerme.

Qui Gon Jinn vedeva ormai la sua morte avvicinarsi, era indifeso e inerme, l’unica cosa che gli dispiaceva era lasciare solo Anakin e di non essersi spiegato con Obi Wan, di non avergli detto quanto era orgoglioso e fiero di lui e che quello che aveva detto al Consiglio era vero, per lui Obi Wan  era pronto per il Test finale e avere l’investitura a cavaliere Jedi.

Inaspettatamente la lama rossa fu bloccata da una lama blu in una pioggia di scintille e una voce decisa dichiarò “Non ti permetterò di fargli del male.”

Era Obi Wan. Il giovane padawan attaccò il Sith, con tutta la sua forza ed energia, Darth Maul indietreggiò sotto la pioggia di colpi. Colto in contropiede dall’attacco del giovane padawan, il Sith indietreggiò fino al pozzo di fusione dove combatté per tenere a bada il suo giovane avversario. Intanto Qui Gon era riuscito a strascinarsi in un angolo del pozzo per non ostacolare il combatti- mento del suo allievo e osservava il duello con ansia crescente. Le due spade laser crepitarono incrociandosi una contro l’altra, tra affondi e giravolte Darth Maul  passò al contrattacco usando entrambe le estremità della sua doppia spada laser, ad un certo punto il Sith colpì Obi Wan con ferocia bruciacchiandogli la tunica su un fianco, Obi Wan rispose all’attacco mirando all’addome dell’avversario.

Colpo su colpo il Sith iniziò a logorare il giovane Padawan e spinse a fondo l’attacco facendolo arretrare in attesa di coglierlo di sorpresa. Obi Wan iniziò a sentirsi affaticato e la paura di quello che sarebbe accaduto se lui avesse ceduto iniziò ad affacciarsi nella sua mente.

All’improvviso sentì la voce di Qui Gon risuonare nella sua mente ‘non concentrarti sulle tue paure, Obi Wan, concentrati sul presente. Concentrati  sulla Forza, mio giovane padawan, sii forte.”

Rinfrancato dai consigli del suo maestro Obi Wan s’avventò sul Sith con una serie di colpi tesi a fargli mettere la spada in posizione orizzontale, poi fintò un attacco alla sinistra dell’avversario e alzata la propria spada laser e la calò con una tale violenza che tagliò in due l’arma del nemico. 

Gettando via metà della spada troncata, il Sith passò subito al contrattacco e colpì Obi Wan con tale violenza da farlo sbilanciare di lato poi s’affrettò a colpirlo di nuovo ancora più forte e questa volta il giovane Padawan perse l’equilibrio e cadde nel pozzo di fusione mentre la spada laser gli volava via di mano e cadeva lontano da lui.

Mentre cadeva Obi Wan sentì Qui Gon gridare in preda alla disperazione e allungò le braccia e si afferrò a un piolo di metallo che sporgeva sotto l’orlo del pozzo. Rimase lì a oscillare inerme con gli occhi fissi su Darth Maul che lo guardava trionfante.

“Sei finito Jedi” ringhiò il Sith, “ora finirò il tuo maestro e poi tornerò per vederti precipitare giù.”

Obi Wan guardò il sith allontanarsi e si concentrò al massimo scacciando paura e rabbia, chiamando a raccolta le ultime energie spiccò un balzo sopra l’abisso e si proiettò oltre il pozzo pervaso dal potere della Forza ed atterrò  alle spalle di Darth Maul. Nell’attimo in cui toccò terra la spada laser gli volò in mano. Il Sith si girò di scatto con un ringhio di rabbia ma prima che potesse tentare di difendersi la spada laser di Obi Wan lo trapassò da parte a parte. Colpito a morte il sith precipitò nell’abisso.

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Capitolo 2
*** 2° CAPITOLO ***


Il giovane padawan corse accanto a Qui Gon “Maestro state bene?”

“Si . Obi Wan adesso mi sento meglio. Sei stato eccezionale mio giovane allievo.”  Disse l’uomo posandogli una mano sulla spalla e stringendogliela con affetto.

Il Maestro Jedi tentò di sollevarsi ma Obi Wan si accostò a lui e disse “vieni Maestro appoggiati a me.”

“Sono pesante Obi Wan.” Disse Qui Gon.

“Tu non sarai mai pesante per me, Maestro” disse Obi Wan sorridendo, e si fece passare il braccio di Qui Gon sulle sue spalle e lo aiutò ad alzarsi sostenendo tutto il suo peso.

Camminavano così, il possente Maestro Jedi che zoppicava e si appoggiava al suo padawan, quando incontrarono la regina e un gruppo di guardie che stavano correndo verso di loro.

Appena li vide il sorriso di Padme Amidala si allargò e disse “siete riusciti a battere quel mostro, sono così contenta. Anche noi abbiamo conseguito una vittoria, grazie anche al piccolo Anakin.”

Poi vide che Obi Wan sosteneva Qui Gon e disse “Cosa è successo Maestro Jedi ?”

Gli rispose Obi Wan che disse “il Maestro Qui Gon è rimasto ferito nel combattimento. Bisogna portarlo in infermeria.”

Subito furono chiamati dei medici che caricavano il Maestro Jedi sulla barella e lo portarono nell’infermeria del palazzo reale.

Qualche ora dopo in una stanza del palazzo reale di Theed dove Qui Gon era ricoverato si stava svolgendo una particolare scena: Qui Gon, infine, aveva saputo dalla Regina il ruolo che il piccolo Anakin aveva svolto nella battaglia.

Ora il ragazzino era di fronte al possente Maestro Jedi che lo stava rimproverando. Obi Wan, che non lo lasciava un attimo solo, era in un angolo della stanza con le braccia incrociate sul petto e nascoste nelle ampie maniche della tunica jedi.

“Che cosa ti avevo detto Anakin, non dovevi lasciare la cabina di quel caccia, dovevi rimanere lì dentro al sicuro. Se ti fosse successo qualcosa mi dici come mi sarei sentito.”

Il ragazzino con aria contrita rispose “ma io non ho fatto niente Maestro. Il caccia è partito da solo e mi sono ritrovato nello spazio in mezzo alla battaglia. Diglielo tu R2, non è vero che è andata così?”

Il droide fischiettò appoggiando il suo padroncino.

Qui Gon lo guardò dubbioso. Anakin volse lo sguardo, per sostegno anche al giovane padawan di Qui Gon, che stava lì vicino. Ma anche Obi Wan gli lanciò un’occhiata perplessa. Anakin chinò il capo e strofinando  un piede sul pavimento mormorò “bhe, forse ho spinto qualche pulsante.” Poi continuò guardando Qui Gon. “Ma Padmé era in pericolo Maestro, c’erano quei droidi che le stavano sparando contro e così ho cercato di aiutarla, poi il caccia si è messo in moto e non sono più riuscito a fermarlo. E così mi sono trovato in mezzo alla battaglia.”

Il viso del Maestro Jedi accennò un sorriso “Va bene Anakin ho capito. Ora vai in camera tua e inizia a fare quegli esercizi di meditazione che ti ho insegnato.”

“Va bene Maestro.” Disse il ragazzino uscendo dalla stanza.

“Ne avrai di lavoro da fare con lui, Maestro.” Disse Obi Wan sorridendo, poi continuò “a proposito il Consiglio Jedi  arriverà domani mattina. Vengono per verificare le tue condizioni…”

“E a congratularsi con te Obi Wan. Hai ucciso un sith, non accadeva da molto tempo che un jedi non si scontrasse con un sith. E gli suggerirò di darti il grado di cavaliere Jedi senza farti passare i test.” Lo anticipò Qui Gon. “Sei stato un bravo allievo Obi Wan e sono sicuro che diventerai un grande cavaliere Jedi.”

Il giovane arrossì leggermente e disse “ti ringrazio Maestro.”

Il giorno dopo Obi Wan e la regina Amidala erano sul campo di atterraggio ad aspettare l’arrivo dei Jedi che facevano parte del Consiglio. Subito prima della loro nave però atterrò un'altra nave. Il giovane Jedi guardò la regina per chiedergli spiegazione e la fanciulla disse “mi dispiace Obi Wan mi sono dimenticata di avvisarvi che Senatore Palpatine, anzi il Cancelliere Supremo ha chiesto di atterrare prima. E’ stato appena eletto ed è venuto qui per congratularsi con me per questa vittoria contro la Federazione dei Mercanti.”

La nave atterrò e ne uscì un uomo di corporatura robusta, Obi Wan l’aveva già visto una volta o due: era il Senatore Sheev Palpatine. Ora indossava gli sfarzosi abiti da Cancelliere  Supremo ed era seguito dalle guardie della Repubblica.

Dietro di lui stavano arrivando il Consiglio dei Jedi quasi al completo.

La Regina Amidala andò verso di lui e sorridendo disse “Mi congratulo per la vostra elezione, cancelliere.”

“Il vostro coraggio ha salvato il nostro popolo, Maestà è con voi che dobbiamo congratularci.” Rispose l’uomo. Poi continuò guardandosi intorno “Dov’è il ragazzo a cui dobbiamo la nostra vittoria sulla Federazione?”

Amidala si girò verso le sue ancelle e mormorò qualcosa e poi disse “L’ho mandato a chiamare. Arriverà subito. Ora Cancelliere vorrei presentarvi il Jedi che ha sconfitto il sith che ci minacciava: Obi Wan Kenobi.”

Obi Wan si inchinò davanti all’uomo che disse “ti siamo debitori per il tuo coraggio Obi Wan. Fai onore al tuo ordine, spero che proteggerai ancora la nostra Repubblica.”

In quel momento arrivò Anakin scortato da una delle ancelle e Palpatine appena lo vide disse “Ecco il nostro eroe! Seguiremo la tua carriera con grande interesse, giovane Skywalker.” E gli posò paternamente una mano sulla spalla. Poi si allontanò mentre la Regina Amidala salutava il Consiglio dei Jedi.

“Vorremo conoscere le condizioni del Maestro Jinn, Maestà” chiese Mace Windu dopo averla salutata, dietro di lui venivano il Maestro Joda e gli altri membri del Consiglio.

“Venite Maestri vi condurrò io stessa dal Mastro Jinn.” Disse Amidala.

“Da fare non avete, Maestà che accompagnare noi potete.” Disse il Maestro Yoda nel suo strano modo di parlare.

“Non vi preoccupate Maestro Yoda.” Rispose la Regina. “E poi devo tornare al palazzo anch’io. Facciamo solo la stessa strada. Sarà Obi Wan che vi accompagnerà nella stanza del Maestro Qui Gon, dopotutto ci passa tutto il suo tempo.” Disse sorridendo amabilmente al giovane padawan.

Obi Wan tentò di parlare ma fu zittito da un’occhiata di Mace.

Quando furono nella stanza Mace Windu disse “Puoi ritirarti nella tua stanza Obi Wan. Vogliamo parlare da soli con il Maestro Qui Gon.”

Quando furono usciti Qui Gon Jinn raccontò ai Jedi quello che era accaduto non tralasciando niente.

Poi disse “Secondo il mio modesto parere, il padawan Kenobi merita il cavalierato. E…”

“Modesto non è mai stato un tuo modo di essere Maestro Jinn” disse Yoda ironicamente.

“E” continuò Qui Gon seriamente come se non l’avesse sentito “ho intenzione di iniziare l’apprendistato di Anakin. Quello che ha fatto dimostra che la Forza è con lui.” Era pronto a lottare contro l’intero Consiglio pur di far diventare Anakin un Jedi.

“Sappiamo cosa ha fatto. E “ disse Mace Windu poi guardo gli altri membri del Consiglio. “E siamo d’accordo con te per entrambe le cose. Quando sarai guarito completamente e tornerai al Tempio sarai tu a investire Kenobi e potrai anche iniziare l’addestramento del giovane Skywalker. Sei d’accordo? Vuoi dirlo tu ad entrambi?”

Qui Gon annuì non sapeva cosa dire, tutto stava andando nel migliore dei modi.

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Capitolo 3
*** 3° CAPITOLO ***


Il giorno dopo conclusa la festa per la vittoria e la seguente parata dell’esercito Gungan, Obi Wan sta tornando da solo verso le stanze dove si trovava Qui Gon.

Darth Sidious, nascosto in una nicchia dei corridoi del palazzo reale, guardava con odio represso il giovane Obi Wan Kenobi. Quel giovane era riuscito ad uccidere il suo apprendista, Darth Maul. Maul era stato addestrato a lungo ed era un forte combattente, feroce ed agile e lui contava molto su di lui per distruggere i Jedi e ora avrebbe dovuto trovare un altro apprendista. Osservò attentamente Obi Wan, era veramente sorpreso dall’abilità e dalla forza del giovane allievo, era potente nella Forza e un abile combattente come ne aveva visti pochi, lui aveva bisogno di uno così, all’improvviso un pensiero malvagio s’insinuò nella sua mente  e se invece di addestrare un nuovo apprendista ne avesse preso uno già addestrato nella Forza. Si, e il giovane Kenobi faceva proprio al caso suo, adeguatamente corrotto e trasformato sarebbe diventato un formidabile sith. Sarebbe stato un piacere immenso corrompere quel giovane innocente e sorridendo con malignità disse “Sarai tu Obi Wan l’artefice della mia vendetta, farò di te uno dei più spietati sith che l’ordine jedi abbia mai incontrato.”

Obi Wan sentì una voce che lo chiamava, si girò e vide il Cancelliere Palpatine che lo seguiva.

Si fermò ed educatamente chiese “cosa desidera Eccellenza.”

“Giovane Kenobi vorrei discutere con te di una faccenda che mi preoccupa particolarmente.”

“C’è il Maestro Windu, Eccellenza lui è molto più esperto di me” disse Obi Wan cercando di allontanarsi, i politici non gli piacevano troppo.

“Si lo so ma vorrei un tuo parere, vieni andiamo lì saremo più tranquilli.” Disse l’uomo indicando un corridoio.

Obi Wan si avviò seguito da Palpatine, improvvisamente crollò a terra svenuto colpito da un lampo lanciato dall’uomo che lo seguiva. Nello stesso momento nella sua stanza anche Qui Gon svenne scivolando a terra.

Prima di ritornare su Corascant Mace  Windu aveva deciso di andare a salutare il suo amico, il maestro Jinn ma appena entrato nella stanza lo vide a terra.

Prese il comlink e disse “presto un dottore nella stanza del maestro Jinn.” Poi si chinò si di lui. Qui Gon si stava riprendendo e Mace chiese “Qui Gon cos’hai?”

L’uomo lo guardò con gli occhi annebbiati e mormorò “non lo so un forte dolore alla testa.” Poi scosse la testa come per riprendersi e disse “Mace, il legame con Obi Wan, non lo sento più.”

I due maestri sapevano cosa significava la rottura di un legame avveniva solo con la morte di uno dei due: Maestro o allievo. Anche quando un allievo diveniva cavaliere il legame rimaneva, lieve, ma rimaneva.

Tutte le guardie di Naboo furono utilizzate per cercare Obi Wan, ma dopo due giorni di ricerca fu chiaro che il giovane era scomparso senza lasciare traccia.

 

Erano passati tre anni da quel giorno e il Maestro Qui Gon era appena tornato da una missione diplomatica, scese dal suo starfighter  e si guardò intorno, nel Tempio Jedi tutto scorreva normalmente, una cosa mancava, di solito il suo padawan lo attendeva accanto alla piazzola d’atterraggio, Qui Gon lo cercò con lo sguardo ma non lo vide.

Si diresse verso i loro alloggi. Erano gli stessi alloggi che aveva diviso con Obi Wan. Al suo ritorno da Naboo era stato particolarmente duro togliere la targa con i nomi Jinn/Kenobi e tutte le cose che appartenevano al giovane, se non fosse stato per Bant non ce l’avrebbe fatta. La giovane guaritrice calamariana si era occupata di tutto e Qui Gon non l’aveva mai ringraziata abbastanza. Bant aveva fatto anche celebrare una breve cerimonia funebre in memoria del suo migliore amico a cui avevano partecipato tutti gli amici che Obi Wan si era fatto in quegli anni. Anche Qui Gon vi aveva partecipato ma nel suo cuore il suo Obi Wan sarebbe rimasto vivo per sempre.

Aprì la porta dell’alloggio ma il ragazzino non era all’interno. Lo chiamò con la mente ma Anakin non rispose, un brivido corse lungo la spina dorsale, era accaduto così anche con Obi Wan. Ogni volta che pensava al suo ex-padawan, il dolore lo colpiva ancora. Lo chiamò ancora una volta e questa volta gli rispose ‘Maestro, eccomi. Sei già tornato?’

‘Dov’eri Anakin è un po’ che ti sto cercando.’

‘Scusami Maestro ero a lezione di Meditazione e non potevo risponderti. Ti vengo incontro così ti racconto cos’è accaduto in questo giorni.’

 ‘Va bene. Ti aspetto in Caffetteria’

 

Intanto molto lontano da lì, all’interno di un asteroide cavo, un giovane, con gli occhi bendati, si stava allenando contro un gruppo di remoti.

Non si ricordava il suo nome e neanche il suo passato. Sidious, l’uomo che gli aveva salvato la vita aveva detto che si chiamava Kane Boniek e una volta era stato un allievo dei jedi. Erano stati proprio loro a tentare di ucciderlo gettandolo fuori dai uno speeder, Sidious li aveva visti e aveva immediatamente salvato il giovane.

Kane non aveva mai dubitato delle parole dell’uomo e non vedeva l’ora di vendicarsi, per ora,

però doveva solo allenarsi e diventare più abile e forte.

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Capitolo 4
*** 4° CAPITOLO ***


All’improvviso sentì il suono dal comlink che lo avvertiva che c’era una chiamata da parte di Lord Sidious. Spense la spada laser e attivò l’oloproiettore e subito una figura ammantata di nero apparve davanti a lui. Kane si inchinò “mio signore.”

“Ho saputo che hai fatto eccezionali progressi nel tuo addestramento. Fett mi ha detto che secondo lui sei pronto per la tua prima missione.”

Kane sorrise tra se e se, finalmente, pensò. Dopo tanti mesi ad allenarsi con il guerriero mandaloriano, poteva uscire da quel satellite-rifugio.

“Fett sta venendo lì da te per parlarti della missione, non mi deludere.”

“No. Non vi deluderò mio signore.”

Kane ripensò agli anni trascorsi. L’addestramento fisico con il guerriero mandaloriano era stato duro ma ora Kane si sentiva pronto ad affrontare chiunque, mentre nell’abilità con la Forza, era stato lo stesso Sidious ad  addestrarlo. Gli aveva insegnato alcuni trucchi che i jedi, gli aveva assicurato, non conoscevano. L’uomo gli aveva promesso, che se Kane gli avesse obbedito e fosse diventato un suo fedele servitore, lo avrebbe aiutato a scoprire il nome del Jedi che l’aveva tradito, e lo avrebbe aiutato a vendicarsi.

Il giovane aveva ripreso ad allenarsi quando sentì dei passi  e una voce che lo chiamava.

Il giovane disattivò la spada laser e andò incontro all’uomo. Jango Fett era uomo alto e muscoloso con lo sguardo duro e severo, ma Kane sapeva che era un uomo d’onore e leale.

“Allora, qual è questa missione” disse Kane cercando di tenere a bada l’eccitazione.

Jango tirò fuori un  datachip, poi disse “dobbiamo eliminare un tizio, spero che tu non abbia nessun scrupolo.”

“Non ti preoccupare. Fammi vedere chi è.” disse Kane.

Jango infilò il chip nel computer e sullo schermo apparve l’immagine di un uomo. “Questo è il Senatore Rand Draken. Voglio che lo uccidiate.” disse la voce incorporea di Lord Sidious. Poi seguiva un file con tutti i suoi movimenti e le sue abitudini.

“Tu lo sai perché vuole ucciderlo?” disse Kane.

“So per esperienza che è meglio non chiedere. Esegui gli ordini e basta.”

Dopo aver passato i giorni seguenti a studiare il file i due partirono per Coruscant sulla nave di Jango, la Slave 1.

Durante il viaggio Kane e Jango finirono di mettere a punto il piano: Kane sarebbe entrato nell’appartamento di Draken, mentre Jango gli copriva le spalle, lo avrebbe ucciso usando i suoi poteri oscuri.

“Te la senti? E’ il tuo primo omicidio. Non è facile uccidere.” chiese Jango.

“Non ti preoccupare. Devo a Sidious la mia vita, è ora che inizi a ripagarlo.”

Era notte fonda Kane e Jango si avvicinarono di nascosto all’appartamento del senatore Draken, sapevano che l’uomo lavorava fino a tardi. Atterrarono sul tetto con uno speeder e mentre Jango rimaneva di guardia sul tetto Kane scese nell’appartamento del senatore ed entrò nel suo studio. Il senatore stava seduto alla sua scrivania a leggere dei datapad e dava la schiena a Kane. Il giovane con un leggero movimento della mano spense la luce nello studio. Il senatore si alzò in piedi stupefatto ed esclamò “Ma cosa diavolo...”

Una voce fredda alle sue spalle mormorò “Shh, Senatore, non gridi o renderà tutto più difficile.”

L’uomo si girò e vide soltanto un’ombra tra le ombre, all'improvviso vide un movimento e il respiro gli si mozzò in gola, sentiva come qualcosa gli stringesse la gola, si portò le mani al collo per liberarsi dalla presa ma non trovò niente. La presa si faceva sempre più stretta mentre il senatore cercava di liberarsi, alla fine l’uomo crollò a terra con gli occhi fuori le orbite morto. In quell’istante la porta si aprì ed entrarono due persone.

“Ehi Draken sapevo che stavi ancora lavorando. La Senatrice Amidala ha....” Poi vide la luce spenta ed esclamò “Draken cosa succede. Pochi minuti fa ho visto la luce accesa..” Poi vedendo che il suo amico non rispondeva disse “computer accedi la luce.”

 Ma la luce non si accese, il Senatore Organa non fece in tempo a sorprendersi quando una forza sconosciuta lo spinse contro il muro. L’uomo cercò di reagire ma una voce cupa gli disse “non gridi Senatore o sarò costretto ad eliminare anche lei.”

“Va via Padme, scappa” gridò il Senatore Organa spaventato.

La donna che stava con lui invece di fuggire si diresse verso la direzione dove era arrivata la voce e mormorò  in tono accorato “Vi prego non fategli del male. Non riveleremo la vostra presenza, ve lo giuro.”

Poi sentì un rumore cupo come di un corpo che cadeva a terra e si mosse per avvicinarsi, quando una mano la fermò.

Kane sentiva il forte desiderio di vedere in viso la giovane donna di nome Padmé, creò una piccola sfera di forza che illuminò fiocamente la stanza, vide la giovane allontanarsi leggermente e mormorò “non abbiate paura, non voglio farvi del male.”

Padmé si tranquillizzò al tono gentile dell’uomo e cercò di guardare il suo viso ma era nascosto dalle pieghe del cappuccio.

“Chi siete?” mormorò.

Ma Kane non rispose troppo preso a guardarla. Quel volto gli ricordava qualcosa, un’immagine, un ricordo, forse, si formò nella sua mente; erano in una radura, con lui c’erano altre persone ma non riusciva a vederli bene erano come confusi.

Una voce lo chiamò scuotendolo dai suoi pensieri, era Jango, che, inquieto dalla prolungata assenza di Kane era sceso a vedere cosa era successo.

“Kane, dobbiamo andare” ripete.

“Si  vengo subito” rispose il giovane e dopo aver dato un’ultima occhiata a Padmé si allontanò fondendosi nell’ombra.

Mentre erano sullo speeder Jango notò che Kane era turbato, forse il compito era stato troppo difficile per lui, si diresse verso il suo nascondiglio che aveva lì su Coruscant: un vecchio magazzino nei bassifondi della città.

Una volta che si trovarono nel rifugio Jango gli disse “Ora riposati Kane, lo so che la prima volta è difficile per tutti.”

Il giovane scosse la testa e disse “non è questo, credo che mi stia tornando la memoria. Ho avuto delle visioni.”

Quando Jango fu solo si mise in contatto con Lord Sidious. “Signore mi avevate detto di avvertirvi se c’era qualche cambiamento in Kane. Credo che stia riacquistando la memoria.”

“ Hai fatto bene Fett..Ci penserò io a lui.” disse Lord Sidious.

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Capitolo 5
*** 5° CAPITOLO ***


Quando chiuse la comunicazione Jango quasi si pentì di averlo avvertito si era affezionato a quel giovane, lo considerava il fratello che non aveva mai avuto e non gli era piaciuto il tono di voce dell’uomo, era come se fosse furioso per quello che aveva sentito.

Qualche ora dopo vennero dei servitori di Sidious a prendere Kane e il giovane li seguì senza obiezioni. Jango non sapeva cosa fare se aspettare che il giovane tornasse, se sarebbe tornato oppure andarsene, ma quello era il suo rifugio privato e così rimase.

Intanto al Senato erano state chiamate le squadre di sicurezza della Repubblica  per investigare sull’omicidio del Senatore Draken. Anche i Jedi erano presenti.

Dopo aver raccontato tutto quello che sapeva alle guardie della Repubblica, Padme si avvicinò a Qui Gon.

“Maestro Jinn posso parlarvi.”

“Certo Senatrice.” rispose gentilmente il Maestro Jedi.

“Questo giovane, Kane, a creato tra le mani una sfera d'energia. Un potere che non avevo mai visto.”

“Una sfera d'energia, avete detto? E siete riuscita a vederlo in viso?”

“No, mi dispiace, come ho già detto alle guardie portava un cappuccio che gli nascondeva il viso. Poi quel guerriero in armatura lo ha chiamato e lui è scomparso. Però c'è un'altra cosa che mi è rimasta impressa, quando sono vicina a voi o vi state avvicinando lo percepisco o almeno sento una strana sensazione che non riesco a comprendere. Con lui ho provato la stessa cosa, ma mentre la vostra aura, quella del Maestro Yoda, del Maestro Windu è quieta, la sua era tempestosa, agitata.”

“Grazie senatrice ci siete stata veramente di grande aiuto.”

Dopo aver riferito la conversazione avuta con la senatrice Padmé, Qui Gon disse “Cosa ne pensa Maestro?”

“Inquietante notizia questa è. Tornati i Sith temo siano, attenti dobbiamo essere.” disse Yoda.

“Temo che il maestro Yoda abbia ragione, Qui Gon. Il misterioso assassino doveva essere un Sith, non ci sono altre spiegazioni, se i Sith sono tornati dobbiamo stare in guardia. Ora puoi andare, Qui Gon.”

Quando Kane torno, qualche giorno dopo era completamente cambiato, sembrava più sicuro di se e più sprezzante. Quando Jango gli chiese come stava Kane sorrise e disse “mai sentito meglio. Ma dimmi, nessuno ti ha chiamato per qualche contratto, ho voglia di muovermi.” Detto questo iniziò a giocherellare con la spada laser.

“ Ok. Se proprio hai voglia di muoverti chiamò qualche vecchio amico per vedere se ha qualcosa da offrirci.” sorrise Jango rilassato nel vedere Kane in piena forma.

Nei mesi seguenti il guerriero Mandaloriano e il misterioso guerriero oscuro furono i sicari più ricercati della galassia, ogni missione era portata a termine con successo, alcune volte Kane veniva convocato dallo stesso Sidious per degli incarichi segreti di cui al suo ritorno preferiva non parlarne.

Però dopo qualche mese Lord Sidious gli ordinò di stare nascosto fino a quando i jedi non avessero smesso di ricercare il misterioso Sith assassino e Kane per passare il tempo si continuava ad allenare. In quel momento era fermo al centro della sala d’addestramento con gli occhi bendati e la spada laser rossa in posizione d’attesa, mentre alcuni remoti gli ronzavano intorno, erano già alcuni mesi che il giovane stava nascosto  nell’asteroide-rifugio e iniziava ad annoiarsi.

Grazie a Sidious era diventato molto veloce, letale e spietato e lo sapeva, e le poche volte che si era recato a Coruscant e vedeva da lontano le guglie del Tempio Jedi, l’impulso di entrare lì dentro e vendicarsi di quelli che avevano tentato di ucciderlo era molto forte. Solo la promessa di Lord Sidious che presto avrebbe scoperto il nome del Jedi che lo aveva tradito e quasi ucciso lo teneva tranquillo. 

Mentre parava abilmente i raggi dei remoti sentì una presenza famigliare avvicinarsi.

“Ehi Kane vieni, ho buone notizie per te” gridò una voce.

Il giovane saltò in aria disattivando contemporaneamente i remoti poi atterrò fuori del campo di addestramento e si diresse verso il suo amico spegnendo la spada laser.

“Ben tornato, Jango” lo salutò cordialmente Kane, poi continuò “Dimmi che Sidious ha un’altra missione per me, sono stanco di addestrarmi con questi stupidi remoti.”

“Ho qualcosa di meglio” rispose il cacciatore di taglie lanciandogli un olo-proiettore “ Sidious ha scoperto l’identità del jedi”

Kane lo prese al volo e l’accese, mostrava un uomo di mezza età con una toga Jedi, aveva penetranti occhi blu, la barba e i capelli lunghi legati in una coda da cavallo. In basso c’era scritto un nome: “Qui Gon Jinn,” lesse Kane attentamente ma né il volto e né il nome gli dicevano niente e mise il dispositivo in una delle tasche della cintura,  poi rivolto a Jango disse “hai qualcos’altro?”

“Ehi Kane lo sai che il meglio lo lascio sempre alla fine. Sidious ha un altra missione per te e vedrai che questa ti piacerà molto.” disse Jango porgendogli un datapad.

“Finalmente! Cominciavo ad annoiarmi, dimmi di che si tratta!” disse Kane cercando di trattenere l’eccitazione e facendo scivolare il chip nel computer.

“Sidious vuole che tu entri nel Tempio Jedi, vada nell’archivio e rubi alcune informazione per lui, riguardano un culto chiamato “i Sith”.

“Finalmente una missione facile ed interessante.”

“Hai visto Kane gli hai chiesto più volte che volevi scontrarti con i Jedi e ora ti ha accontentato.”  

Lo schermo del computer iniziò a mostrare delle immagini del Tempio Jedi e la posizione delle sale.

Jango ne indicò una in cui c’era scritto Biblioteca.

“Sidious ha detto che dovrebbe trovarsi qui, in questa sala, ed molto probabile che le informazioni si trovino in un file protetto da un codice, non è riuscito ad ottenerlo  ma ha detto che ci farà avere un dispositivo che analizzerà tutti i codici disponibili fino a quando non troverà quello giusto.”

“Ottimo. Ora che abbiamo sistemato la faccenda del computer, bisogna trovare il modo per arrivare alla sala dove si trovano i computer”.

“Ehi tu eri uno di loro non puoi prendere ed entrare dalla porta principale?” chiese Jango, “di certo con quel tuo ‘potere’ potresti farti passare per qualche altro jedi modificando la tua aura o qualunque cosa è.”

“Primo: ci vuole un enorme quantità di concentrazione per modificare questa ‘aura’ nella Forza;” rispose Kane, “Secondo: si, io ero un Jedi ma se mi riconoscono cercheranno di nuovo di uccidermi e non riuscirò a portare a termine la mia missione, è meglio entrare di notte, così avrò meno jedi tra i piedi, però c’è un problema di notte le porte del Tempio sono chiuse.”

“Createne una allora.” dichiarò Jango semplicemente, “il Tempio ha molte finestre basta trovare quella giusta. Guarda qui nella biblioteca ce n’è una che fa proprio al caso tuo.” disse poi indicando sullo schermo.

Kane lesse sullo schermo “la terza finestra decorata descrive il combattimento tra un Jedi e un Sith.”

“E tu avresti il coraggio di fare un’apertura proprio lì?” sghignazzò Kane

“Si, hai ragione sarebbe proprio una tragedia.” rispose Jango con lo stesso tono, poi entrambi scoppiarono a ridere.

“Ok Aspettiamo che Sidious ci faccia avere quel decodificatore e poi partiamo. Io vado riposarmi un pò, avvertimi se c’è qualche novità”

“Va bene. Io rimango qui ad allenarmi un altro po’, devo essere al massimo della forma nel caso dovessi affrontare i jedi.”

 

In quel momento, al Tempio dei Jedi, il Maestro Qui Gon Jinn scese dal trasporto, all’interno dell’Hangar, facendo un profondo sospiro poi si diresse all’interno del Tempio,

“E’ bello essere a casa non è vero Maestro?” disse una voce accanto a lui. Qui Gon si girò verso il suo padawan e sorrise. Anakin aveva ora 14 anni, era molto alto per la sua età, ed era diventato un eccellente padawan, nonostante avesse iniziato l’addestramento quando aveva già 9 anni. Qui Gon era contento di averlo con se, la sua vicinanza e l’affetto che il ragazzo provava per lui gli aveva fatto superare il dolore della perdita di Obi Wan, tuttavia alcune volte non poteva fare a meno di confrontarli.

“Si, padawan, è vero.” rispose Qui Gon sorridendo.

Avevano appena concluso una missione diplomatica breve ma noiosa e dopo il rapporto al Consiglio si stavano dirigendo verso i loro alloggi. Il Maestro Jedi raggiunse l’alloggio suo e di Anakin, digitò il codice d’apertura ed entrò, si girò ma il suo giovane padawan non era più accanto a lui e chiamò attraverso il legame ‘Padawan, padawan dove sei?

“Mi dispiace maestro”  arrivò la risposta ‘ma ho incontrato Den nel corridoio.’

“Va bene padawan ma la prossima volta dimmelo se vuoi fermarti con uno dei tuoi compagni.’

“ Io te l’ho detto maestro,’ protestò Anakin ‘ma tu non mi hai sentito.’

“Scusami padawan ma ero distratto.’ rispose Qui Gon in tono di scusa.

“Si maestro, me ne sono accorto.’

Qui Gon rise tra se mentre chiudeva la comunicazione, poi si diresse verso la sua camera da letto a riposarsi un po’.

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Capitolo 6
*** 6° CAPITOLO ***


6 CAPITOLO

Kane entrò sbadigliando nella cabina dello Slave 1 proprio mentre la nave faceva il salto nell’iper- spazio. Erano partiti la mattina presto dall’asteroide-rifugio, e si stavano dirigendo verso Coruscant. Kane era andato a riposarsi un po’ nella cuccetta che si trovava in fondo alla nave e si era appena svegliato, 

Appena Jango lo vide gli disse “ti sei svegliato finalmente, ti avverto che abbiamo appena lasciato il sistema Gorman. Questo è l’ultimo salto prima di arrivare a Coruscant.”

Kane annuì, si sistemò alla cintura la spada laser che si era tolto per dormire poi si sedette al posto del copilota. Dopo aver dato un’occhiata agli strumenti disse “Che ore sono?”

“Circa le 15,00” rispose Jango.

“Allora secondo il piano che abbiamo fatto dovrei avere  7 ore prima di iniziare la missione. Come posso passare il tempo, non posso mica allenarmi qui dentro.” disse Kane.

L’occhiataccia che gli lanciò Jango gli disse che era infatti una cattiva idea.

“Allora che ne diresti di una partitina a Sabacc?” continuò Kane con un sorrisino furbo.

“Aspetta che arriviamo a Coruscant poi ti porto in un paio di locali dove puoi divertirti a spellare un po’ di polli.” replicò Jango ridendo.

 

Era notte fonda e Qui Gon Jinn camminava nervosamente nell’area comune dell’alloggio suo e di Anakin. Qualcosa non andava lo sentiva, ‘Ho un brutto presentimento Maestro, gli avrebbe detto Obi Wan’  pensò Qui Gon, e la maggior parte delle volte il suo ex apprendista aveva ragione.

Qui Gon prese la spada laser e l’assicurò alla cintura e si diresse verso la porta.

“Qualcosa non va, Maestro.” Disse la voce di Anakin alle sue spalle, Qui Gon si girò e vide il suo padawan anche lui ancora vestito e con la spada laser fissata alla cintura.

“Pare di si visto che è riuscito a tenere sveglio anche te.” rispose Qui Gon. “Se ti dico di non preoc- cuparti e di andare a letto, so che non mi ascolterai, perciò vieni pure con me, andiamo a fare un giro.”

Anakin sorrise e lo seguì soddisfatto poi dichiarò “io non ti lascerò mai da solo Maestro.” Qui Gon sorrise all’affermazione del ragazzo, a volte Anakin gli ricordava  Obi Wan, sempre preoccupato di non deluderlo. Poi il sorriso si spense, su Naboo era stato lui a lasciare solo Obi Wan e questo non sarebbe più successo.   

Kane scrutava il Tempio Jedi con l’elettro binocolo, era accovacciato sul tetto di un palazzo vicino con Jango al suo fianco. Da dove si trovavano potevano vedere la finestra dell’archivio e Kane notò che accanto alla finestra correva un parapetto abbastanza largo per camminare. ‘Molto bene‘ sussurrò al mandaloriano ‘se puoi portarmi fino lì sarà tutto ancora più facile.‘  Si mise in spalla l’elettro binocolo e Jango lo trasportò velocemente sopra il davanzale, Kane si guardò intorno con attenzione e disse a bassa voce ‘adesso puoi andare ci vediamo dopo.”

“Sei sicuro?”

Kane annui e il mandaloriano volò via.

Tirò fuori la spada laser l’accese e immerse la lama scarlatta nel vetro colorato che raffigurava il famoso duello tra la Jedi Nomi Sunrider e il Signore dei Sith Exar Kun, ne tagliò un pezzo abbastanza grande per poter passare e lo getto di sotto facendolo frantumare  in mille pezzi nella strada che si trovava sotto di lui. Attraversò l’apertura e poi usando la Forza atterrò sul pavimento della grande sala senza fare un solo rumore. Raggiunse uno dei computer e tirò fuori da una tasca il chip che gli aveva fatto avere Sidious.

Kane accese il computer e lo schermo s’illuminò poi inserì il chip nel computer e spinse il pulsante di Avvio, poi si appoggiò indietro sulla sedia aspettando che il programma trovasse il codice di sicurezza di uno dei Maestri, qualche secondo dopo lo schermo lampeggio annunciando che aveva trovato uno dei codici. Kane sorrise e digito su Ricerca  ‘Sith’. Dopo un po’ sullo schermo apparve la dicitura  che erano stati trovati dieci milioni di risultati, Kane ordinò di scaricarli e il contaminuti digitò la durata: cinque minuti.

Preso da un’improvvisa curiosità Kane digitò su ricerca il suo nome o almeno quello che Sidious gli aveva detto che era il suo nome ma la risposta del computer fu negativa, l’unico nome che aveva trovato con l’iniziale K era Kenobi, Obi Wan Kenobi. Ripete tra sé e sé quel nome sentì che gli diceva qualcosa ma non riusciva a ricordare, irritato chiuse la ricerca.

Il computer stava ancora scaricando e mancavano ancora tre minuti, ‘questa missione è davvero  troppo facile ’ pensò. Proprio in quel momento sentì dei passi che si stavano avvicinando, “Fanta- stico, “disse tra se e se ”come dice sempre Jango se una cosa sembra troppo facile stai sicuro che non lo è ” Spense lo schermo del computer e si nascose in un angolo utilizzando un trucco illusorio con la Forza che gli aveva insegnato Sidious.

Qualche secondo dopo due Jedi, un Maestro e il suo apprendista, entrarono nella sala camminando fianco a fianco, i due attraversarono lentamente la sala guardandosi intorno. ‘Una pattuglia,’ pensò Kane, ‘perché diavolo non aveva pensato che potessero esserci delle ronde che ispezionavano l’interno del Tempio, e perché Sidious non l’aveva informato?’

Finalmente i due Jedi si allontanarono e Kane lasciò andare un sospiro di sollievo, ma fu troppo ottimista, i due avevano appena raggiunto l’uscita della sala, quando il computer che stava ancora scaricando emise un forte segnale avvertendo che aveva finito il suo lavoro, naturalmente i due Jedi lo sentirono e tornarono indietro dirigendosi verso la sezione dei computer.

Kane si rese conto che se i due avessero raggiunto il computer avrebbero capito cosa stava acca- dendo, ‘maledizione ‘ pensò ‘sapevo che andava troppo bene.’ Uscì fuori dal suo nascondiglio e saltò davanti ai due, Maestro e apprendista, facendoli trasalire, mentre toccava terra accese la spada laser dalla lama scarlatta. I due Jedi impugnarono le loro spade laser e l’accesero, entrambe avevano una luminosa lama azzurrina.

Kane li attacco subito per non dare loro il tempo di prepararsi. Attaccò per primo il padawan che si trovava alla sua sinistra subito dopo alzò la spada laser per parare il colpo che il maestro Jedi gli aveva portato mirando alla sua testa.

Il duello continuò cosi per alcuni minuti tra parate e attacchi, ad un certo punto il Maestro Jedi gridò senza neanche voltarsi, occupato com’era a combattere contro il misterioso intruso “padawan corri a dare l’allarme.”

“Tu non vai da nessuna parte!” disse Kane allungando una mano e con una spinta della Forza mandò il ragazzo a sbattere contro il muro dove scivolò a terra stordito.

Il Maestro Jedi non ebbe il tempo di controllare le condizioni del suo apprendista, perché Kane lo stava attaccando senza tregua.

‘E’ troppo facile ‘ pensò ‘ ed io che ero preoccupato di affrontare dei Jedi.’ Poi in tono beffardo disse “tutti i Jedi sono così deboli o lo sei solo tu?”

Il maestro Jedi ignorò l’insulto e portò un violento attacco alle gambe di Kane, il giovane saltò sopra di lui e atterrò alle sue spalle e prima che l’uomo avesse il tempo di girarsi immerse la spada laser nella schiena del maestro Jedi. L’uomo cadde a terra e proprio in quel momento si sentì un grido “No!” Il ragazzo appena ripresosi aveva assistito alla morte del suo Maestro, accese la spada laser e corse furioso verso Kane pronto ad assalirlo, Kane lo attese con la spada abbassata parò facilmente il colpo del ragazzo e poi con un lieve movimento lo trapassò, il ragazzo cadde accanto al suo maestro.

Kane spense la spada laser e scavalcò i due corpi e si diresse verso il computer, estrasse il chip dei dati e se lo mise in una tasca della cintura.  

Si guardò intorno, utilizzare di nuovo la finestra per fuggire da lì era fuori questione, come avrebbe fatto a saltare da lì al palazzo vicino, il  minimo errore lo avrebbe fatto precipitare di sotto. Senza l’aiuto di Jango e il suo Jet Pack non ce l’avrebbe fatta. Si pentì di averlo mandato via poi fece un sospiro e mormorò tra se e se “Penso proprio che dovrò attraversare il Tempio”.

Scavalcò nuovamente i corpi dei due Jedi e si diresse verso l’uscita dell’archivio, da quel che si ricordava dalla mappa che aveva visto sul computer, più davanti doveva esserci la stanza delle Mille Fontane, un grande giardino utilizzato dai Jedi per la meditazione e i momenti di riposo, superando- la c’era un lungo corridoio che portava all’entrata principale del Tempio Jedi.

Appena entrò nella grande sala si bloccò, su una passerella a pochi metri di altezza c’erano altri due Jedi, un’altra pattuglia!

‘Maledizione, ce n’è un’altra!” imprecò Kane. Non voleva perdere altro tempo. Si concentrò creando tra le sue mani una sfera di energia, la osservò crepitare per qualche istante poi la lanciò verso la passerella dove si trovavano ignari i due Jedi. Il trucco funzionò meglio di quanto immaginasse, la passerella esplose e precipitò al suolo distrutta, entrambi i Jedi saltarono in aria e atterrarono poco lontano, la loro aura nella Forza brillò leggermente poi si spense, il contraccolpo gettò Kane a terra.

Una donna corse verso di lui e gridò “E’ tutto a posto? Ho sentito un’esplosione e...” poi si fermò quando vide Kane alzarsi in piedi ed accendere la lama scarlatta. Strinse gli occhi e accese la propria di un bel colore verde e disse “chi sei ?”

“Il mio nome non ti deve  interessare, Jedi” disse e poi continuò con freddo sarcasmo “Sappi solo che devo uscire di qui e tu non me lo impedirai.”

“Vedremo!”  rispose la donna alzando la spada laser in posizione difensiva. Kane la attaccò tenendo la spada alta come se volesse colpirla alla testa ma all’ultimo momento cercò di colpirla alle ginocchia la donna parò abilmente il colpo. Il combattimento continuò cosi per qualche secondo Kane si accorse che la donna era molto più abile del Jedi con cui aveva combattuto prima e tentò l’attacco con cui prima era riuscito ad uccidere il suo avversario e saltò in alto mirando alla sua schiena, la donna parò il colpo all’ultimo istante e la sorpresa che vide sul suo viso lo divertì. La donna contrattaccò cercando di colpirlo, Kane parò un attacco diretto alla sua spalla ma proprio in quel momento sentì un colpo che lo gettò a terra, la donna lo aveva colpito a sorpresa con l’impugnatura della spada. Atterrò pesantemente sulla schiena e vide la lama verde della donna calare su di lui, improvvisamente la spada si fermò e Kane si accorse che il cappuccio gli era scivolato via, la donna lo guardava con gli occhi spalancati e mormorò “ Obi Wan”.  Kane approfittò di questo suo attimo di distrazione e saltando in piedi con un veloce movimento la passò da parte a parte, ma proprio in quel momento altri due Jedi entrarono nella Sala correndo. 

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Capitolo 7
*** 7° CAPITOLO ***


Mentre si dirigeva verso la Sala delle Mille Fontane, Qui Gon sentì che la fonte del brutto presentimento veniva da là. Entrò nella stanza e vide due figure che combattevano furiosamente. Nonostante la stanza fosse quasi completamente al buio si vedevano chiaramente due lame, una rossa e una verde che si scontravano in un duello di abilità e potenza. Il proprietario della spada verde era senza dubbio la Maestra Allana, una degli insegnanti di spada del Tempio, il suo avversario doveva essere un sith che indossava un mantello nero che lo copriva completamente occultandone l’identità.

Qui Gon e Anakin entrarono di corsa intenzionati ad aiutare Allana, quando videro che la Maestra Jedi era riuscita a gettare a terra il sith colpendolo con l’impugnatura della spada laser, quando all’improvviso la donna si bloccò e l’intruso ne approfittò per rialzarsi in piedi e trafiggerla  con ferocia.

“Noooo” gridò Qui Gon quando vide la donna cadere.

Kane si girò e vide un’altro Jedi  venire verso di lui, seguito da un ragazzo. “Tu!” ringhiò quando lo riconobbe e gli puntò contro la spada laser, la sua voce manifestava una rabbia indescrivibile. “Qui Gon Jinn” disse con un tono di voce sprezzante.

“Chi sei?” chiese Qui Gon sconvolto. No, non poteva essere Xanatos..... Lui era morto quasi quindici anni prima su Talos. Non riusciva a capire chi fosse l’intruso, anche se era evidente che doveva conoscerlo molto bene.

“Non mi riconosci? Non dirmi che non ti ricordi più di me!” disse in tono di scherno, poi continuò “diciamo che sono qualcuno che hai tradito.”

Poi si girò verso Anakin, Qui Gon immaginò che dietro il cappuccio l’intruso stesse sorridendo con disprezzo “ragazzo se fossi in te non mi fiderei di questo vecchio fallito, lo sai che ha tradito due dei suoi precedenti apprendisti? Che mi ha attaccato perché voleva uccidermi?” 

Anakin scosse la testa “no, non è vero. Tu ti sbagli.” disse con decisione.

Il sith lo ignorò e si girò di nuovo verso Qui Gon “però sono sopravvissuto, e non sono più la stessa persona che ero prima, ora sono molto più forte Qui Gon, e adesso te lo dimostrerò.”

Fece un movimento unendo le mani e Qui Gon istintivamente si gettò di lato rotolando su una spalla, in quel momento una sfera di energia lo sfiorò colpendo una fontana proprio dietro di lui riducendola in mille pezzi. Qui Gon la fissò sconvolto, se non si fosse gettato di lato quella sfera avrebbe colpito lui, i suoi ottimi riflessi gli avevano salvato la vita.

Fai attenzione a lui, Padawan, disse ad Anakin attraverso il loro legame è molto pericoloso. Lo attaccheremo insieme dobbiamo cercare di tenerlo in mezzo a noi.

Anakin annuì ed entrambi si lanciarono contro il sith. Anakin portò un colpo in basso alle gambe dell’uomo, invece Qui Gon mirò in alto alla testa dalla parte opposta. Il loro avversario li osservò con molta calma poi con un semplice spostamento parò il colpo di Anakin, poi girandosi su se stesso parò quello di Qui Gon e nello stesso momento portò un attacco ad Anakin, il ragazzo si abbassò e Qui Gon assestò un forte colpo alla vita dell’intruso che parò con un semplice movi- mento.  Il combattimento continuò così, con i due Jedi che portavano i colpi e l’uomo con il mantello scuro che li parava ad una velocità stupefacente. Il jedi oscuro non attaccava ma si muoveva soltanto per parare i colpi dei due Jedi.

All’inizio Qui Gon pensò che agiva così perché cercava di difendersi dalla loro supremazia, ma presto comprese che, anche se sembrava che stessero vincendo, il loro nemico si stava divertendo, li stava prendendo in giro.

‘Sta cercando di ingannarci, per farci sentire troppo sicuri di noi’  pensò. Però il suo avversario non doveva conoscerlo molto bene se sperava che sarebbe caduto in quella trappola. Ma poi capì che il trucco stava funzionando con Anakin. Sentiva l’impazienza e la frustrazione, irradiarsi attraverso il loro legame, che aumentava sempre di più. Qui Gon era sicuro che, in qualche modo, anche il sith ne era conoscenza, visto che lo stava provocando continuamente dandogli l’impressio- ne di non prenderlo sul serio e dandogli spesso la schiena.

Stai attento Padawan disse Qui Gon attraverso il legame non essere troppo precipitoso ti sta solo....

Non fece in tempo a finire la frase perché Anakin attaccò la schiena indifesa del suo avversario, la spada tenuta alta lasciando scoperta la sua guardia. Fortunatamente per lui il sith stava parando un violento colpo di Qui Gon e così non poté girarsi, invece colpì il ragazzo con un brutale calcio all’indietro colpendolo allo stomaco facendolo volare lontano.

Qui Gon scoprì, in seguito, che la situazione si era capovolta totalmente ed un tornado di colpi lo investì. Il suo avversario aveva trasformato la sua debole difesa in un furioso attacco. Mentre lo stava attaccando Qui Gon scoprì che il suo rivale anticipava tutti i suoi movimenti e il suo stile gli era stranamente familiare, come se fosse.... qualcosa si accese nella  mente di Qui Gon, lui cono- sceva molto bene quel modo di combattere, era stato lui stesso ad insegnarglielo quando era soltanto un ragazzo. Improvvisamente il cappuccio del suo nemico scivolò via mentre si chinava per evitare un suo attacco e questo gli tolse tutti i dubbi: i capelli biondo scuri, gli occhi grigio-verdi, i lineamenti di...

“Obi Wan!” mormorò Qui Gon mentre le due spade si agganciarono. Non poteva crederci, non voleva crederci, ma davanti a lui c’era l’evidenza che lo fissava dritto in faccia.

“Ti prego dimmi che non è vero.” Come aveva potuto un ragazzo buono e gentile come Obi Wan  passare al Lato Oscuro? Era impossibile.

Obi Wan sembrò dare un significato diverso alle parole di Qui Gon perché i suoi occhi lampeggia- rono pericolosamente.

“Cosa c’è Qui Gon, sei sorpreso di vedermi ancora vivo?”  L’aura di Obi Wan era così fredda ed oscura che l’uomo non si stupiva di non averla riconosciuta. “Ricordati, “disse il giovane sorridendo sprezzante “che quando attacchi una persona, ti devi assicurare che questa persona sia morta.”

Le loro spade erano ancora legate insieme, quando Qui Gon vide Anakin che si avvicinava di nascosto alla schiena di Obi Wan, all’improvviso il ragazzo accese la sua spada laser e lo attaccò alle spalle. Il giovane girò appena la testa e gli diede un’occhiata noncurante poi, prima che Qui Gon potesse prevedere le sue intenzioni e avvertire il suo padawan del pericolo, Obi Wan fece un passo indietro cambiando la presa sulla spada laser.

Anakin diede un ansito di dolore mentre veniva infilzato dalla spada capovolta di Obi Wan.

“No!” gridò Qui Gon e guardò prima la figura accasciata di Anakin poi passò all’espressione spietata di trionfo che vide sul viso del suo ex-apprendista.

Come hai potuto? dissero gli occhi del Maestro Jedi mentre lo fissava.

Per un lunghissimo e terribile istante tutto sembrò bloccarsi, poi Anakin colpì il pavimento con un rumore sordo, lo sguardo di Qui Gon era diviso tra Anakin a terra ferito e il terribile sorriso spietato di Obi Wan. All’improvviso il giovane lo attaccò di nuovo, portando Qui Gon lontano da Anakin facendolo arretrare fino ad arrivare in cima ad una piccola collinetta da dove scendeva una cascata. Era la stessa cascata da dove Bruck era caduto rimanendo ucciso dopo il suo duello mortale con Obi Wan. Si ricordò Qui Gon. Sembrava fosse successo secoli fa, era un’ironia che anche questo duello sarebbe finito, in un modo o nell’altro, nello stesso posto. Si chiese se Obi Wan se lo ricordasse.

Qui Gon camminava indietro nel letto poco profondo del torrente mentre Obi Wan lo incalzava, entrambi scivolarono ed inciamparono sulle pietre umide e coperte di muschio. I due avversari si scambiavano colpi senza stregua: Qui Gon salì più in alto e tentò un attacco alla testa di Obi Wan che lo parò facilmente poi il giovane contrattaccò con un attacco alla vita, Qui Gon lo parò e cercò di colpire il braccio destro di Obi Wan che parò con prontezza. Qui Gon fece un altro passo indietro e sentì che si trovava sul orlo della cascata. Obi Wan lo attaccò furiosamente e Qui Gon sollevò la spada laser per incrociare la sua, ma proprio quando le due spade stavano per scontrarsi, la lama rossa di Obi Wan scomparve, il giovane aveva disattivato la sua, e il Maestro Jedi si trovò a scontrarsi con il nulla perdendo momentaneamente l’equilibrio, Obi Wan riaccese la sua e con un potente colpo fece volare via quella di Qui Gon che finì tra i cespugli sottostanti. Qui Gon cadde sulle ginocchia sconfitto ed esausto.

“Sei finito!” Ansimò Obi Wan, respirando con affanno e tenendo la spada laser sul collo di Qui Gon

“Se odi i Jedi così tanto perché sei tornato al Tempio?” chiese Qui Gon ansimando anche lui.

“Cercavo qualcosa.”

“E lo hai trovato?”

“Può darsi.”

“Cosa stavi cercando Obi Wan, “ insistette Qui Gon, “vecchi ricordi?”

Una strana ombra passò negli occhi del giovane, poi sussurrò con una voce così fredda che fece rabbrividire Qui Gon “quello che stavo cercando non sono affari tuoi.”

“Hai deciso di uccidermi nello stesso posto in cui hai ucciso Bruck, vero?” chiese Qui Gon.

Per un secondo fu certo di aver visto un riflesso di confusione nello sguardo di Obi Wan ma scom-parve subito.

“Non ho niente da dirti” dichiarò Obi Wan sollevando la spada e tenendola alta sul collo di Qui Gon pronta a colpirlo.

Era pronto ad ucciderlo, era quello che più desiderava più di tutto, uccidere l’uomo che lo aveva tradito, ma qualcosa glielo impediva, non riusciva a portare a termine il colpo.

I due rimasero così per qualche secondo, quando  sentirono dei passi avvicinarsi di corsa e il rumore di alcune spade che venivano accese, sembrava che molte persone si stessero avvicinando di corsa alla Sala delle Mille Fontane.

Obi Wan si immobilizzò, la spada ancora tenuta a pochi centimetri dal collo di Qui Gon, i loro sguardi si legarono, gli occhi di Qui Gon sembrano dirgli scappa non puoi batterli.

“Ci incontreremo di nuovo Qui Gon, e allora...” sibilò il giovane. Si rimise il cappuccio e saltò nel buio sottostante disattivando la spada laser, scomparendo nell’oscurità che li circondava.

Il primo pensiero che colpì Qui Gon fu quello del suo padawan Anakin e saltò dalla scogliera servendosi della Forza per rallentare la caduta e corse al fianco del suo apprendista. La ferita di spada laser aveva attraversato il fianco sinistro, non era una brutta ferita ma doveva essere molto dolorosa.

Gli occhi di Anakin si aprirono leggermente e incontrarono lo sguardo di Qui Gon. “Sei riuscito Maestro....lo hai preso...” disse cercando di parlare.

“Shh, Anakin. Non sforzarti a parlare, concentrati cerca di utilizzare la Forza per guarire. E per rispondere alla tua domanda, no, è fuggito.”

“Mi dispiace Maestro. Io proverò a guarire.” mormorò Anakin.

“Fare o non fare, non c’è provare.” disse una voce autorevole alle loro spalle. Qui Gon e Anakin guardarono in su e videro che si era avvicinato Yoda, senza che loro se ne accorgessero.

Il piccolo maestro verde si chinò su Anakin e posò una mano sulla fronte del ragazzo e con una gentile spinta della Forza lo fece scivolare nell’incoscienza. Yoda chiuse gli occhi e Qui Gon senti che stava inviando delle onde guaritrici nel corpo di Anakin. Qui Gon tirò fuori il suo comunicatore e disse “Presto mandate un guaritore nella Sala delle Mille Fontane.” Poi sentì una voce dietro di lui che disse “Siamo già qui Maestro Jinn.” Qui Gon si girò e vide alla sue spalle Bant, la giovane Mon Calamari, che era, ora, una dei guaritori principali ed era anche stata una dei migliori amici di Obi Wan.

“Cos’è successo qui?” chiese quando vide il caos e la distruzione che occupava la grande Sala.

“Un jedi oscuro.” disse Qui Gon con calma, non poteva dirle che a fare tutto quello era stato Obi Wan. Poi si mosse per aiutare i guaritori con Anakin, ma sentì una voce che lo chiamava si girò e vide Mace Windu che gli faceva cenno di avvicinarsi, Qui Gon sbuffò e si diresse verso di lui. Quando lo raggiunse Mace Windu gli chiese a bruciapelo. “Cosa è successo qui? Fontane distrutte, passerelle crollate, tre Jedi morti qui più due nell’archivio....”

“C’è anche un apprendista gravemente ferito” gli ricordò Qui Gon interrompendolo, sperando che cogliesse l’accenno e che lo lasciasse andare, ma sfortunatamente Mace lo ignorò. “Allora cos’è successo?”

“Sembra che un sith abbia fatto irruzione nel Tempio.” disse Qui Gon in tono secco, poi si girò a guardare i guaritori che stavano mettendo Anakin su una barella, il maestro Yoda era ancora vicino a lui con gli occhi chiusi. Allora si girò verso Mace e disse “A parte la distruzione causata da una spada laser, sembra che abbia anche usato una specie di sfera di energia di Forza Oscura per distruggere la fontana, e quasi certamente l’ha usata anche sulla passerella. La stessa che ci ha descritto la Senatrice Amidala tempo fa.”

“Si lo credo anch’io” fece Mace Windu.

Allora doveva essere Obi Wan il jedi oscuro che aveva ucciso il Senatore Draken e anche tutti gli altri. No! non poteva crederci, ma la prova era lì davanti ai suoi occhi. Poi si ricordò di Anakin e fece allontanarsi ma Mace esclamò all’improvviso.

 “Ma chi può essere questa persona ? Che utilizzando la Forza in questo modo ha causato una tale distruzione? E deve essere stato anche qualcuno molto esperto con la spada laser, visto che ha battuto la maestra Alana ed è riuscito a disarmare te.” finì Mace lanciando un’occhiata al gancio vuoto della spada laser.

Qui Gon si mosse a disagio e mormorò “Io... ero distratto.”

Non voleva dire al Capo del Consiglio che l’intruso era nientemeno che Obi Wan, avrebbero detto che era il secondo apprendista di Qui Gon che passava al Lato Oscuro e c’era la probabilità che gli togliessero Anakin. Il ragazzo era la cosa più importante della sua vita, non poteva neanche immaginare di perderlo, era un comportamento egoistico, lo sapeva  ma non gli importava. E poi c’era un’altra cosa, questo era stato un duro colpo alla fiducia di Anakin e quando si fosse ripreso avrebbe avuto bisogno del suo aiuto.

“Sai tu, chi questo ha fatto” dichiarò Yoda alle sue spalle facendolo sussultare, non l’aveva sentito  avvicinarsi, e non era una domanda quella che il vecchio maestro gli aveva fatto, Yoda sapeva che lui era a conoscenza dell’identità dell’intruso?

Qui Gon si girò intorno e vide che i guaritori stavano portando via la barella con Anakin sopra e fece per seguirli. Ma Mace lo fermò posandogli una mano sul braccio e disse “Qui Gon è importante dobbiamo sapere chi è.”

“Anche il mio apprendista lo è “ ribadì Qui Gon irritato, non voleva altro in questo momento che stare vicino ad Anakin.

“Qui Gon.” disse Mace Windu irremovibile.

“Va bene si, l’ho conosco.” il carattere di Qui Gon si stava accendendo. “posso andare dal mio padawan. Voglio essere con lui quando si risveglierà.”

“Preoccuparti non devi, Qui Gon. Il tuo allievo presto non si sveglierà.” disse Yoda con un tono gentile nella voce, ma poi continuò “necessario sapere è l’identità del nostro nemico, dirci chi era tu devi.”

“Va bene! Lo volete proprio sapere? Era Obi Wan.” gridò arrabbiato Qui Gon più forte di quanto volesse.

Tutti nella stanza smisero di fare quello che stavano facendo e si girarono a guardare increduli la scena: un Maestro Jedi che gridava verso due membri del consiglio, ma anche a causa delle parole che aveva detto, tutti nel tempio conoscevano la storia di Obi Wan, e sapevano anche che era il secondo allievo del Maestro Qui Gon che scompariva durante l’ultima missione, prima di diventare cavaliere.

“Era Obi Wan il jedi oscuro che ha fatto tutto questo, siete contenti ora?” continuò a gridare Qui Gon ma ora si avvertiva una  nota di disperazione nella voce del Maestro Jedi. “Per favore, posso ora andare a vedere come sta Anakin.”

Qualunque risposta Mace Windu e Yoda si fossero aspettati non era certo questa. La faccia di Yoda non mostrò nessuna sorpresa, ma le sue orecchie si abbassarono come se avessero dei pesi attaccati. Mace, invece, aveva un’espressione di totale sorpresa, gli occhi aperti e la bocca spalancata, Qui Gon si sarebbe messo a ridere se la situazione non fosse tanto seria. Ma la risposta peggiore venne da Bant, la giovane guaritrice Calamariana gridò “No! non è vero!” Qui Gon si girò e la vide in piedi, doveva essere rimasta a controllare i corpi degli  altri jedi caduti, le lacrime scendevano dai grandi occhi argentei. “Non può essere stato lui, Obi Wan non avrebbe mai fatto tutto questo.” E indicò con la mano la distruzione che regnava nella sala, poi mormorò “Ti sei sbagliato Qui Gon” ma il Maestro Jedi scosse la testa “No, mi dispiace Bant.” Poi usci correndo dietro ai guaritori  prima qualcuno potesse fermarlo.

“Non so se dovremmo sentirci sollevati che Obi Wan sia ancora vivo o sconvolti perché lui è passato al Lato Oscuro” disse Mace, poi continuò “Maestro Yoda non avevate detto che Obi Wan sarebbe stato l’unico capace di fermare il Prescelto quando sarà tentato dall’oscurità.”

Yoda scosse la testa “ se una volta il sentiero oscuro tu prendi per sempre esso dominerà il tuo de- stino. Fermato deve essere il giovane Kenobi, diventato molto potente è, molta distruzione potrebbe portare.”

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8 ***


Il Maestro Qui Gon Jinn camminava lungo i corridoi del tempio, aveva passato tutta la notte accanto alla vasca del Bacta dove stava Anakin, ed ora, dopo aver saputo che il suo giovane padawan era in via di guarigione aveva deciso di andare a mangiare qualcosa alla mensa e poi ritornare nell’ala dei guaritori. Sentiva intorno a se i commenti di ciò che era successo la notte appena trascorsa. All’improvviso sentì qualcuno che lo chiamava, si girò e vide un giovane padawan “Maestro Jinn scusatemi vorremo sapere come sta Anakin.”

Qui Gon guardò il gruppetto di ragazzi, erano tutti compagni di Anakin e disse “Anakin sta bene, Ferus ma sta ancora in una vasca di Bacta.”

“Ma cosa è successo Maestro?  E’ vero che nel tempio è entrato un Sith” disse una ragazza dai capelli rosso fuoco.

“Se il consiglio non ha ancora detto niente ci sarà un motivo, Talia, ed io non posso andare contro il consiglio.”

Poi se ne andò lasciando i ragazzi a parlottare tra di loro.

Entrò nella mensa e si riempì il piatto dal tavolo del buffet, ora che era sicuro che Anakin stesse guarendo il suo pensiero andò ad Obi Wan, cosa poteva essere successo per farlo passare al Lato Oscuro? La mente ripensò a quel giorno, quando aveva dichiarato al consiglio che intendeva prendere Anakin come suo padawan, Obi Wan non aveva preso bene la notizia e avevano discusso.  Qui Gon intendeva dirgli che l’aveva fatto perché a suo giudizio lui era pronto ad affrontare la prova ed essere promosso Cavaliere Jedi, e questo già da un po’ di tempo. Voleva dirglielo dopo la questione di Naboo, ma poi lui era scomparso e Qui Gon si sentiva in colpa per non averglielo detto prima. No, non poteva essere passato al Lato Oscuro per quel motivo, avevano superato a fianco a fianco molti ostacoli, soprattutto dopo il fatto di Melinda/Daan  il loro legame era diventato molto forte, il più forte nel Tempio. Doveva essere successo qualcos’altro per far cambiare Obi Wan in quel modo. I suoi pensieri furono interrotti dal suono del comlink conosceva quel suono era il consiglio che lo convocava, si alzò irritato sapeva di cosa volevano parlare e non intendeva essere troppo gentile .

 

Kane entrò nel rifugio che lui e Jango utilizzavano, quando si trovavano su Coruscant, vide che l’uomo stava leggendo un data pad.

“E’ andato tutto bene?” disse Jango senza neanche sollevare la testa.

“Si.” rispose Kane in tono allegro, “anche se ho dovuto far fuori un pò di jedi. Ho anche affrontato il maestro Jinn”.

“E lo hai ucciso?” disse Jango con aria di finto interesse.

“No, purtroppo in quel momento si è messo in mezzo l’intero tempio e così me ne sono dovuto andare.” rispose Kane imbronciato. “Ma cos’hai Jango? C’è qualcosa che non va?”

“Non mi fido di Sidious, almeno non quanto ti fidi tu” disse l’uomo con l’espressione dura.  

Kane incrociò le braccia. “Non mi ha mai dato nessuna ragione per non fidarmi di lui. E tu perché ti fidi?”

Mentre parlava, però, la sua mente ritornò a ciò che era successo durante la notte appena trascorsa.

Era nel tempio, circondato dai jedi, ed era riuscito a fuggire da una porta laterale. Come faceva a conoscerla? Aspetta, se era stato un jedi forse aveva vissuto lì dentro e perciò doveva conoscerlo bene, si era questa la spiegazione, e poi quel nome che Jinn aveva pronunciato, era il suo o il maestro jedi voleva solo ingannarlo? Fu interrotto dai suoi pensieri dalla risata di Jango, incurante dei pensieri che stavano ossessionando il suo amico.

“Fidarmi? Mi fido fino a quando mi paga bene e subito. E ti dico un’altra cosa, per me Sidious non è per niente interessato ai Sith perché può trovare parecchio su di loro nella biblioteca, perciò o è uno di loro o vuole diventarlo.”

“E allora perché mi ha chiesto di prendergli questo?”

“Io credo che sia stata una prova. Ha detto che se tu avessi superato la missione nel tempio ti avrebbe affidato un’altra missione.”

Il cuore di Kane fece un balzo di gioia, mentre un leggero sorriso gli illuminava il volto, un’altra missione, era questo che aveva sempre voluto fare, passare da una missione all’altra invece di stare ad allenarsi tutto il giorno.

“Che missione è?” disse con impazienza.

“Devi uccidere un mercante di schiavi di nome Taran” disse Jango, “ma come ti ho detto prima, temo che Sidious ti stia usando per i suoi scopi.”

“Ed io ti ripeto che non mi ha mai dato motivi di dubitare di lui” ringhiò Kane.

“Forse a te no, ma ha me si e parecchi anche. Prima di tutto io non ho scoperto niente su di te, quello che Sidious ti ha detto non sono stato io a scoprirlo, anzi è lui che mi dice quello che devo dirti.” disse Jango seccamente.

Lo sguardo di Kane si scuriva mano a mano che Jango parlava “per quanto ne so potrebbe aver inventato tutto, ho controllato le registrazione della Repubblica e non esiste nessun Kane della tua età e poi non ti ha mai detto il tuo cognome o da dove vieni. Non ti ha mai detto niente di te, e questo non lo trovi strano?” disse Jango

“Perché mi stai dicendo queste cose, Jango? Chi ti ha detto di dirmi queste bugie.” disse Kane con la furia nella voce.

“Non ti sto mentendo Kane. Devi credermi, io voglio solo che tu stia attento, questa faccenda non mi piace.”

Kane era confuso sentiva che il mandaloriano era sincero e sentiva anche un accenno del rude affetto che l’uomo mostrava raramente. Ma allora era Sidiuos che gli mentiva, Sidious lo aveva salvato, lo aveva addestrato in modo che potesse vendicarsi. Ma allora a chi doveva credere?

Improvvisamente sentì che la confusione che provava si trasformava in rabbia soprattutto quando sentì Jango mormorare “Kane devi credermi!” Il ragazzo sentì la rabbia trasformarsi in un fuoco che lo bruciava e cresceva sempre di più e gioì di quella sensazione così appagante poi sentì una voce che gli ripeteva di non fidarsi del mandaloriano che lo stava solo ingannando.

“No!” dichiarò, con voce piena di rabbia e continuò “Vattene via, non voglio più vederti. Tu mi stai solo ingannando.” Poi allungò la mano destra verso Jango e un fulmine di fuoco bianco colpì l’uomo mandandolo a sbattere contro il muro che si trovava alle sue spalle.

Kane vide l’uomo a terra con una smorfia di dolore sul suo viso, si guardo inorridito la mano poi si girò e scappò via scosso per ciò che aveva fatto al suo amico.

Qui Gon entrò nella Sala del Consiglio con aria di voler stare da un’altra parte.

“Maestri” disse chinando appena la testa, se volevano sgridarlo che lo facessero pure.

“Uhm, sento che desideri tu di essere altrove.” disse Yoda.

Qui Gon resistette all’impulso di sbuffare, e disse seccamente “non capisco perché mi abbiate chiamato visto che ho risposto a tutte le vostre domande ieri notte.”

“Si. Fino all’Orlo Esterno sentito penso ti hanno” rispose Yoda con un luccichio negli occhi poi continuò “più forte la prossima volta dovresti gridare.”

Malgrado la situazione Qui Gon lottò per rimanere il più serio possibile, come cercava di fare la maggior parte del  Consiglio, ha parte Mace che rimase completamente impassibile.

Mace Windu si alzò dal suo posto e Qui Gon sospirò “ecco che ora arriva la ramanzina: ti sei comportato peggio di un iniziato, lo sai che non si deve alzare la voce all’interno del Tempio’. Invece Mace disse sentendosi a disagio “ Io…e Yoda ti dobbiamo delle scuse.”

“Che cosa?” esclamò Qui Gon sorpreso. Mace era un uomo molto orgoglioso e delle scuse dette da lui voleva dire che si era reso conto di essersi sbagliato, un evento raro.

Qui Gon sollevò un sopracciglio con fare interrogativo e Mace continuò “Dovevamo sapere che  eri preoccupato per ciò che era accaduto al tuo Padawan e avremmo dovuto darti un po’ di tempo. Di questo ti chiedo scusa.” Yoda annuì d’accordo, poi disse” Tuttavia, più controllo devi avere.” Le ultime parole furono rimarcate dai colpi a terra del suo bastone Gimmer. Qui Gon sospirò solo Yoda sapeva chiedergli scusa e criticarlo con una sola frase.

Yoda guardò il pavimento e disse “ Percepire avrei dovuto il giovane Obi Wan.”

“A proposito, tu che eri il maestro di Obi Wan, hai idea di dove può essere andato?” chiese Mace

Qui Gon scosse la testa e disse “Quello non era Obi Wan. L’Obi Wan che conoscevo io non avrebbe mai ucciso dei jedi senza il minimo scrupolo.” Poi continuò “Non so proprio dove può essere andato, forse su qualcuno dei pianeti che abbiamo visitato durante l’apprendistato: Phindar, Gilter e…” dopo aver esitato un po’ continuò “Melinda/Daan.”

“Umh, nei pressi di Melida/Daan il giovane Reft si trova. Chiedere di investigare a lui faremo.” disse Yoda.

“Nello stesso tempo affideremo a te le investigazioni per cercarlo. Sarai affiancato da Bant Eerin, Siri Tachi e il suo padawan Ferus Olin e gli iniziati Lawrence Teevan, Tru Veld e Talia Darren. Gli iniziati non possono uscire dal tempio, lo sai.”

Qui Gon spalancò gli occhi e disse sorpreso “Hai incluso nell’investigazione tutti i vecchi amici di Obi Wan?”

“Stai mettendo in dubbio la mia decisione e quella del Consiglio?” di Mace Windu con un tono che intendeva  eliminare ogni risposta, ma fallì malamente.

“Si.” rispose Qui Gon. Poi continuò “Bant e Siri sono stati creati cavalieri da poco e sono ancora inesperti.”

“E’ per questo che ci sei tu. Così potrai assisterli e aiutarli nell’investigazione.” rispose Mace Windu

“E Anakin? E’ ancora nell’Ala Guaritori, devo stare vicino a lui.” disse Qui Gon.

“Il tuo Padawan sta guarendo in fretta, sarà un buon addestramento anche per lui.”

“E va bene.” mormorò Qui Gon inchinandosi e andando verso la porta.

“Che la Forza sia con te.” fu l’ultima cosa che sentì mentre usciva dalla Sala del Consiglio.

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9° ***


Kane camminava lungo le strade di Coruscant non si era più fermato  da quando era fuggito dal magazzino.  Non gli importava sapere dove stava andando, tanto con un veloce contatto con la Forza, lo avrebbe scoperto subito. Stava ricordando ciò che era accaduto nel magazzino, come aveva potuto farlo, Jango era un amico. Certo anche nel Tempio Jedi aveva utilizzato la Forza come un arma distruttiva, ma lì l’aveva fatto solo per sbarazzarsi dei Jedi che gli bloccavano la strada, senza nessun sentimento. Anche con Jinn, quando… no quella era un’altra cosa che doveva risolvere, quel nome Obi Wan, e aveva sentito preoccupazione nella voce dell’uomo. Ripensò a Jango, quando l’aveva attaccato era furioso, e aveva voluto ferirlo, farlo tacere, che smettesse di dirgli quelle bugie. utilizzare la forza in quel modo l’aveva sconvolto ma anche eccitato. Improvvisamente sentì una voce nella mente che gli diceva dove andare e la seguì ciecamente. Arrivò ad una costruzione diroccata, scese dei gradini e si trovò in una sala buia, stava per accendere la  spada per poter vedere quando della luci si accesero e una voce disse “vieni qui da me, ragazzo.”

Kane la riconobbe subito: Lord Sidious. ‘Strano che prima non l’aveva riconosciuta’ pensò.

Quando arrivò in fondo alla sala vide un trono con un uomo incappucciato seduto sopra,  posò un ginocchio a terra chinando la testa con deferenza e disse “Sidious, mio Signore.”

“Allora ragazzo mio hai portato a termine il tuo compito?”

“Si, mio Signore.” disse  Kane porgendogli il chip dati.

“Ottimo. Ti ringrazio.” disse l’uomo prendendo il chip, poi continuò “mi sembri turbato, qual è il problema?”

“Non è niente, davvero” rispose Kane scuotendo la testa, ma quello che aveva detto suonava  falso anche alle sue orecchie.

Kane non l'aveva mai visto in volto, il suo volto era sempre nascosto dal cappuccio, però sentì uno sguardo di impazienza. Sospirò e mormorò “ho utilizzato la Forza per creare un fulmine e ho colpito Jango Fett.”

“Perché?” chiese Sidious.

“Ero… ero arrabbiato. Ha detto qualcosa che mi ha sconvolto e l’ho attaccato” poi chinò la testa e continuò "è ancora vivo, ma quando l’ho colpito con il fulmine sentivo che era sbagliato.”

“Non preoccuparti di Fett, ora. Sono sicuro che starà bene. A proposito, ho letto che il fulmine di Forza può essere utilizzato solo dagli Adepti più potenti, se sei riuscito ad usarlo, allora, devi essere molto potente. Ricordati ragazzo mio, le emozioni ti danno la forza e il potere, non evitarle ma controllale. “ La voce di Sidious aveva preso un tono mistico mentre continuava “I Jedi non si rendono conto che sono le emozioni che fanno muovere la galassia, causano conflitti, questo è vero, ma danno la forza di combattere.”

Kane rifletté attentamente su ciò che aveva detto Sidious, poi annuì “penso di capire.”

“Bene” rispose l’uomo. “Non so se Jango te lo ha detto, ma ho un altro incarico per te.”

“E’ un incarico per una persona di nome Draken?” chiese Kane e Sidious annuì.

“E’ un commerciante di schiavi, uno dei più temuti della galassia, la sua sede è a Nar Shaddaa” disse Sidious esprimendo disapprovazione. “E’ un prepotente che, però, abbaia ma non morde. Usa gli altri per fare il lavoro sporco, mentre lui ne esce sempre pulito.”

“Ma se è un criminale perché la repubblica non lo arresta?” chiese Kane.

“Perché, ragazzo mio, è protetto da governi corrotti come la repubblica e nessuno osa toccarlo.”

“Non è affatto giusto.” Mormorò tra sé e sé.

“Mi hanno detto che cerca qualcuno per un assassino e, mi è stato detto che paga molto bene. E’ un lavoro giusto per te.”

Sidious porse a Kane un chip di memoria e disse “queste sono le coordinate di Nar Shaddaa e del suo palazzo, non dovrebbe essere un problema per te portare a termine il lavoro.”

“Grazie, Mio Signore. “ disse Kane prendendo il chip. Stava per andarsene, poi si ricordò qualcosa e si girò di nuovo verso Sidious  e disse “c’è un nome che mi viene in mente continuamente ‘Obi Wan Kenobi’ voi pensate che sia il mio vero nome? Anche Jinn lo ha ripetuto più volte.”

“Può essere” rispose Sidious, “quando tornerai dalla missione controlleremo.”

Quando il giovane si fu allontanato Sidious lasciò andare un ringhio furioso, doveva farlo eliminare subito per timore che tornasse dai jedi, almeno lo aveva usato per rubare i dati che i jedi avevano sui sith, aveva sempre voluto sapere che cosa i suoi nemici sapevano su di lui. Si allontanò dalla sala pensando a come eliminarlo.

Al Tempio Jedi Qui Gon stava in piedi accanto allo striscione laser a fissare la fontana distrutta, Bant era accanto a lui e, insieme stavano aspettando Siri che stava arrivando con gli iniziati.

“Qui Gon” mormorò Bant “non posso credere che sia stato Obi Wan a fare tutto questo, lui non sarebbe mai passato al Lato Oscuro. Mai. Lui era troppo buono.”

“Bant, il problema è che non sappiamo cosa gli può essere accaduto. Finché non lo scopriamo non sapremo come aiutarlo.” Rispose Qui Gon.

“Lo sai che la maggior parte dei jedi crede che quando uno prende il sentiero oscuro non…” La giovane Mon Calamariana non riuscì a finire la frase, sapevano tutti e due cosa accadeva a chi passava al Lato Oscuro.

Il Maestro Jedi gli mise una mano sulla spalla e disse “si lo so. Infatti il Consiglio è convinto che questa sarà una missione per trovarlo e distruggerlo.”

“No. Non possono farlo. Il maestro Yoda ci può…”

Qui Gon scosse la testa. “No. Yoda è stato il primo a non crederci. Forse Mace potrebbe aiutarci, ma sarà solo contro tutto il consiglio.” Poi sollevò le spalle e con un sorriso forzato continuò “temo che dovrò di nuovo sfidare il consiglio.”

“Qui Gon tu pensi che potrà… che lo riavremo indietro?” chiese Bant.

Qui Gon non rispose, intanto dentro se stesso pensava che voleva, doveva credere che Obi Wan sarebbe potuto tornare indietro, non sarebbe successo come con Xanatos questa volta non avrebbe fallito.  

“L’hai già detto a Siri?” chiese Bant, distraendolo dai suoi pensieri. “No. Non glielo ancora detto.” Rispose Qui Gon.

“Quando glielo dirai, immagina come si sentirà quando lo verrà a sapere. Devi dirglielo tu Qui Gon.”

“Dirmi cosa?” disse la ragazza arrivando in quel momento, seguita da quattro ragazzini che si fermarono a poca distanza. Poi si guardò intorno ed esclamò “Non pensavo che ci fosse stata una tale distruzione.” Poi continuò “Salve maestro Qui Gon, Ciao Bant.”

“Ciao Siri.” Fece Bant.

“E’ bello rivederti Siri” disse Qui Gon, “e chiamami Qui Gon.”

“Va bene Qui Gon. Questi sono Lawrence Teevan, Talia Darren, Tru Velt e il mio padawan Ferus Olin.” Disse Siri. “Allora iniziamo questa investigazione?”

Qui Gon annuì “Bene. Bant prendi i tre iniziati e inizia a fare l’autopsia ai jedi caduti. Noi invece, Siri, ci occuperemo di esaminare i nastri della sicurezza.”

“Che bello!” esclamò Siri sarcastica.

“Andremo nell’ala dei guaritori, seguitemi ragazzi” disse Bant agli iniziati mentre passava sotto lo striscione laser ed entrava nella sala delle mille fontane.

Mentre i due jedi camminavano verso la sala delle comunicazioni Qui Gon diceva “Dobbiamo controllare tutte le riprese degli edifici che ci circondano” Siri annuì mentre lo seguiva. Qui Gon si guardò intorno invece della solita calma e pace, nel Tempio si respirava un aria di confusione come quando lui e Obi Wan erano tornati da Melida/Daan e Xanatos aveva sabotato il Tempio. Non avrebbe dovuto riportarlo indietro, pensò Qui Gon, avrebbe dovuto lasciarlo su Melida/Daan. No! La sua vita senza Obi Wan sarebbe stata vuota, il ragazzo gli aveva insegnato a fidarsi di nuovo, lo aveva guarito dopo il tradimento di Xanatos, lo aveva salvato e ora Qui Gon doveva ricambiare il favore, doveva salvarlo.

Sentì una voce chiamarlo e vide che erano arrivati alla sala delle comunicazioni e vide Siri e il suo padawan fermi davanti alla porta che lo aspettavano. “Qui Gon?”  disse Siri esitante, “va tutto bene?”

‘Doveva dirglielo, adesso, subito’ pensò Qui Gon guardandola.

“Va tutto bene, Siri. Però devo parlarti, da sola.” Disse Qui Gon guardandola in viso e poi guardando il ragazzino al suo fianco.

La ragazza annuì e disse “Padawan, aspettaci dentro” mentre il ragazzino entrava, Siri disse “Di che cosa volevi parlarmi?”

Qui Gon fece un lungo sospiro poi iniziò a parlare “Questa investigazione è su qualcuno, Bant ed io pensiamo che devi saperlo.”

“Mi hanno detto alla riunione informativa che dobbiamo trovare un Jedi oscuro che è penetrato nel Tempio.” Disse Siri.

“Si è esatto. Però è qualcuno che entrambi conosciamo, un tuo amico.”

“Non mi dire che è Garen? So che ha abbandonato i Jedi anni fa. Ma non avrei mai immaginato che avrebbe attaccato il tempio.” Disse Siri appoggiandosi al muro.

“Siri non è Garen.”

“Se non è Garen, chi è?” chiese Siri sorpresa.

“E’ qualcuno che credevamo che fosse morto, come…” disse lentamente Qui Gon, non sapeva come avrebbe reagito alla notizia.

“Come chi?” chiese Siri esitante poi mormorò. “Non Obi Wan.”

Qui Gon non rispose e chinò la testa.

“Con tutto il rispetto Maestro Qui Gon, lei è pazzo. Obi Wan è il ragazzo più corretto e leale che abbia mai conosciuto.” Disse Siri alzando la voce. Poi ritornando calma continuò “Sta scherzando, vero? Se è così non è affatto divertente.”

“Siri, non è uno scherzo, credimi. Quelle distruzioni, quelle morti è stato lui.” Mormorò Qui Gon con lo sguardo angosciato “è stato Obi Wan. Non so cosa gli è accaduto.”

Siri si appoggiò al muro coprendosi il viso con le mani “No. Non Obi Wan. Non lui.” Poi continuò “Chi altro lo sa?”

“A parte me e Bant, il Consiglio, Reeft e Anakin.” Rispose Qui Gon, “Perché?”

Siri scosse la testa “non lo so, così. Lo sai che la missione è chiara: identificare il soggetto inseguirlo e poi eliminarlo.”

“Si. Ma io e Bant pensiamo che gli è accaduto qualcosa e voglio prima parlargli.”

“Sono d’accordo. Una persona non può cambiare così. Sono così contenta che lui è vivo ma sconvolta che abbia potuto fare una cosa simile. Mi chiedo perché il consiglio ha proprio assegnato a noi, i suoi amici di cercarlo. A proposito dov’è Reeft?”

“E’ andato su Melida/Daan a vedere se trova qualche indizio su cosa può essergli successo.”

“Lo troveremo Qui Gon. Troveremo Obi Wan e lo riporteremo a casa. “

“E se il Consiglio volesse diversamente?” disse Qui Gon.

“Tanto ci sei tu a non preoccuparti degli ordini del Consiglio.” Disse Siri sorridendo, “andiamo altrimenti Ferus farà tutto il lavoro.”

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10 ***


Kane camminava nel astroporto affollato di Coruscant, per andare su Nar Shaddaa aveva bisogno di una nave. Le persone importanti o i funzionari del governo di solito avevano le loro piattaforme di atterraggio e lì non era prudente andare, ma nel astroporto poteva facilmente trovare e prendere una nave doveva solo cercare quella giusta, piccola, veloce e facilmente accessibile, doveva esserci fra le numerose navi parcheggiate lì. All’improvviso trovò quello che  cercava, una nave piccola e scura nascosta tra le moltitudini di navi. Doveva solo trovare il blocco d’accesso, mise il suo palmo sulla fusoliera e percepì attraverso la Forza dove si trovava. Lo aprì e vide un pannello con delle lettere, la Forza gli avrebbe detto in che ordine doveva premerle. Provò qualche combinazione  e alla fine trovò quella giusta, e così O.N.A.B.O. diventò NABOO, non si fermò a pensare di chi poteva essere la nave che aveva come parola d’ordine il nome di un pianeta e dopo aver digitato il nome il portello si aprì con un sibilo. Kane entrò e vide da una parte una piccola camera da letto con una scrivania e dall’altra un cucinotto, davanti a sé c’era la cabina di pilotaggio. Kane si sedette al posto del pilota e iniziò le procedure di partenza, le sue dita volavano sui controlli, digitò sul navicomputer le coordinate per Nar Shaddaa che gli aveva dato Sidious. La nave decollò e una volta nello spazio aperto entrò nell’iperspazio, allora Kane si appoggiò sul sedile godendosi il viaggio.

“Guarda qui!” esclamò Qui Gon indicando un immagine sullo schermo.

Stavano controllando le riprese della olomacchina della sicurezza da mezz’ora. Tre Jedi: un Maestro, un Cavaliere e un Padawan.

In quel momento stavano controllando le riprese effettuate all’esterno del Tempio che appartenevano alla Polizia di Coruscant. Siri si avvicinò e guardò attentamente. L’immagine era granulosa e si vedeva il traffico che passava, però all’improvviso due figure nere attraversarono il cielo, le notarono grazie al leggere chiarore di un Jet Pack mandaloriano.  Una figura scura rimase in cima al Tempio e l’altra volò via. La figura scura si mosse poi sentirono il sibilo di una spada laser che tagliava qualcosa, e questo qualcosa cadde di sotto e la figura saltò all’interno della sala.

“Peccato” mormorò Siri “quella vetrata era la cosa più interessante degli archivi.”  

 Qui Gon la fissò. “Bhe devi ammettere che è piuttosto noioso lì dentro.”

Con una scossa divertita della testa Qui Gon continuò a guardare il filmato della sicurezza. Questa volta il filmato mostrava Obi Wan all’interno del Tempio seduto davanti ad un computer e stava digitando qualcosa, ma non si vedeva cosa. Rimase seduto davanti al computer per qualche minuto continuando a digitare poi all’improvviso si alzò e si voltò alla sua destra, spense lo schermo e scivolò nell’ombra della sala. Subito dopo un jedi e il suo allievo entrarono nella grande sala, Qui Gon capì che era una pattuglia di controllo. Mentre i due camminavano nella tenue luce tra i grandi scaffali pieni di olovideo, Qui Gon si sorprese a trattenere il respiro. Scosse la testa poi lasciò andare il respiro che stava trattenendo e guardo di nuovo il filmato. Nel momento in cui i due jedi stavano uscendo dalla sala lo schermo del computer si riaccese ed emise un forte segnale acustico. I due jedi tornarono indietro mentre Obi Wan usciva dall’ombra ed accendeva una lama scarlatta.

Qui Gon sentì Siri al suo fianco irrigidirsi, sapevano entrambi cosa significava: fedeltà al Lato Oscuro.

Distolsero entrambi gli occhi dalla scena mentre si iniziavano a sentire i suoni di una battaglia. Dopo quasi più di un minuto di intenso combattimento si sentì un grido angosciato seguito da un rumore di spade che indicava  sicuramente la fine del combattimento. Qui Gon guardo di nuovo lo schermo e vide Obi Wan che si agganciava di nuovo la spada laser alla cintura, prendeva un chip dati dal computer e poi si rimetteva il cappuccio con un totale disinteresse a ciò che era appena accaduto. Accanto a lui, Qui Gon poteva sentire i respiri tremolanti dei suoi due compagni, anche lui era scioccato da ciò che aveva appena visto.  Si girò verso il padawan di Siri, Ferus Olin che stava con gli occhi spalancati mentre non riusciva ad assimilare ciò che aveva appena visto.

“Bhe…” disse Siri poi s’interruppe e mormorò “maledizione!” E si chinò a stringere a sé Ferus cercando di incoraggiarlo ad affrontare ciò che aveva appena visto. I tre rimasero in silenzio per qualche secondo. Poi Qui Gon si schiarì la voce e disse “Dobbiamo sapere cosa c’è in quel chip.”

Subito Ferus andò a sedersi davanti ad un altro computer, Qui Gon e Siri lo guardarono mentre batteva sui tasti qualcosa, dopo qualche minuto il ragazzo sollevò la testa e disse “Nella memoria non c’è niente riguardo le ultime 24 ore, è stato cancellato tutto Maestri.”

“Tutto?” chiese Siri sorpresa.

Il ragazzino annuì “Si.”

“Non è possibile cancellare tutti i dati nell’Archivio” disse Siri

“Doveva essere impossibile anche riuscire ad entrare negli archivi senza avere un codice d’accesso, eppure l’ha fatto.” rispose Qui Gon.

“Però lui non si è ricordato di una cosa.” disse Siri

“Lui? Lo conoscevi maestra” disse Ferus guardando Siri con aria sorpresa.

“Si.” rispose Siri con aria triste. “Si, lo conoscevo.”

“Lo conoscevamo entrambi…. una volta.” aggiunse Qui Gon con  tono calmo poi continuò “anni fa.”

Poi disse “Anche se la memoria dei dati è stata cancellata, è possibile che alcuni dati siano ancora all’interno della memoria principale? Dobbiamo trovare qualcuno che è capace di trovarli.” disse Qui Gon alzandosi.

“Il mio padawan può farlo” disse Siri, “lui è il primo nella sua classe di computer. È certamente meglio di me.”

Qui Gon annuì. “Va bene. Noi intanto dobbiamo scoprire dove è andato dopo aver lasciato il tempio.”

Mentre Ferus si sedeva in un’altra postazione per trovare i dati rubati, Qui Gon e Siri si sedettero davanti allo schermo dell’oloproiettore per continuare a controllare le registrazioni. Qui Gon impostò dalla ripresa all’ingresso del Tempio.

“Pensi davvero che sia uscito dalla porta principale?” chiese Siri incredula.

“Non si sa mai” dichiarò Qui Gon. “Una cosa è sicura non è uscito dalla stessa parte da cui è entrato. Questo lo sappiamo.”

I due jedi controllavano le registrazioni mentre i minuti passavano, ad un certo punto Siri disse “Eccolo, torna un po' indietro Qui Gon.”

Ad un lato dello schermo videro una figura scura che attraversò la porta del Tempio e girando un’angolo scomparve nel buio.”

Qui Gon controllò un elenco poi disse “Presto Siri passa alla camera 7589D.”

Siri digitò il codice e un attimo dopo lo schermo mostrò l’esterno del Tempio. Videro Obi Wan correre lungo una strada e lo seguirono cambiando telecamera continuamente fino ad arrivare ad un’area di magazzini e fabbriche in disuso, distante alcuni chilometri dal Tempio Jedi. Obi Wan si fermò e si guardò intorno.

“Cosa sta facendo?” si chiese Qui Gon.

La risposta arrivò subito quando il giovane si girò verso la telecamera allungando una mano e la telecamera si spense improvvisamente.

“Dannazione!” sbottò Qui Gon. Verificò le altre telecamere che si trovavano nella zona, ma erano tutte disattivate.

“Bhe almeno sappiamo la zona dove si è nascosto.” dissi Qui Gon in tono scoraggiato.

“Pensi che si nascosto in uno di questi magazzini” chiese Siri, ma fu interrotta dal suo padawan.

“Cosa c’è Ferus?” chiese.

“Sith! Stava cercando tutto sui Sith!” disse il ragazzo.

Qui Gon si sentì crollare l’universo addosso. Il ragazzo aveva ragione, Qui Gon guardò lo schermo e vide la lista di file, c’era tutto: i sith holocron, le battaglie combattute durante i secoli passati e c’era scritto ‘copiato su dispositivo personale’.

“Perché cercava i sith?” chiese Siri. Per un momento nessuno parlò poi Qui Gon sussurrò “non rinuncerò a lui, mai. Non importa quello che è diventato o progetta di diventare.” Poi rivolgendosi alla donna al suo fianco continuò “Dobbiamo andare a controllare quei magazzini Siri, mentre il tuo padawan rimarrà qui per vedere se trova qualcos’altro nel computer.”

Mentre stava uscendo Qui Gon si fermò, si sentiva in colpa a lasciare il tempio mentre Anakin era ancora svenuto nell’ala dei guaritori, ma dovevano seguire quella pista finché era calda.

Siri finì di istruire Ferus so ciò che doveva cercare, poi si girò verso Qui Gon e disse” Andiamo.” “Si andiamo” rispose il maestro jedi.

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