La caduta di un Jedi Dark Obi Wan di darkjedi (/viewuser.php?uid=2296)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° CAPITOLO ***
Capitolo 2: *** 2° CAPITOLO ***
Capitolo 3: *** 3° CAPITOLO ***
Capitolo 4: *** 4° CAPITOLO ***
Capitolo 5: *** 5° CAPITOLO ***
Capitolo 6: *** 6° CAPITOLO ***
Capitolo 7: *** 7° CAPITOLO ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9° ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 1 *** 1° CAPITOLO ***
I
Jedi, Padmé e il capitano Panaka
insieme alla squadra d’assalto si diressero verso
l’uscita dell’hangar, Anakin
li vide passare davanti a sé e alzandosi disse
“aspettatemi vengo con voi!”
“Ani
resta lì e non muoverti” gli
ordinò Qui Gon con tono severo.
Anakin
si fermò, era indeciso se
seguirli o rimanere lì, il tono del maestro Jedi era stato
molto severo. Mentre
rifletteva su cosa fare vide il gruppo fermarsi di fronte alla porta,
una
figura amman- tata di nero era apparsa sulla soglia. Era quel guerriero
che li
aveva aggrediti su Tatooine, un sith come li aveva chiamati il maestro
Qui Gon.
Il
gruppo si fece da parte e lasciò
passare i due jedi. Padmé si fermò a guardare Qui
Gon che disse solo “ci
pensiamo noi.”
Padmé
annuì dirigendosi da un’altra
parte.
Qui
Gon e Obi Wan rimasero da soli
di fronte al Sith, i due si tolsero i loro mantelli e accesero le spada
laser.
Il sith fece lo stesso rivelando una micidiale spada a due lame, i suoi
occhi
ardevano di rabbia repressa e incitò i due Jedi a farsi
avanti. Qui Gon e Obi
Wan si avvicinarono lentamente e il combattimento iniziò
all’interno
dell’hangar. Tra salti e capriole i due jedi scoprirono che
il sith li stava
portando lontano dall’hangar. All’inizio Qui Gon
incalzò l’avversario volendo
mettere fine in fretta a quel duello ma il loro avversario era molto
abile, Obi
Wan era al suo fianco attaccando il sith. I due jedi avevano
già combattuto
insieme e conoscevano ognuno le proprie mosse.
Uscirono
dall’hangar e si diressero
verso una passerella che portava alla centrale d’energia,
conti- nuarono a
combattere lungo questa passerella tra i lampi emessi dalle spade
laser.
Improvvisamente il sith colse Obi Wan di sorpresa e con un calcio lo
scaraventò
giù dalla passerella. Approfittando dell’attacco
Qui Gon spinse il sith giù
dalla passerella e questi cadde sopra quella dove era caduto Obi Wan.
Qui Gon
approfittò di questa occasione per cercare di mettere fine
al duello ma il sith
fu più veloce e si rimise in piedi e fuggì.
Quando
Obi Wan riuscì a
risalire su vide che Qui Gon correva dietro
al sith, i due attraversarono una porta ed entrarono in un corridoio.
“Qui
Gon aspetta!” gridò Obi Wan ma
il maestro Jedi non si fermò. I due attraversarono una
piccola porta
improvvisamente dai muri scaturirono dei raggi laser che sbarrarono il
corridoio. Una barriera ora divideva il maestro Jedi dal sith, Obi Wan,
invece
si trovava all’inizio del corridoio.
Qui
Gon si girò verso Obi Wan
lanciandogli un sorriso malinconico poi
s’inginocchiò a terra per meditare, in
attesa di ricominciare il duello. Mentre il sith
lo fissava furioso dall’altra parte del muro
laser.
Obi
Wan era arrabbiato con sé
stesso perché non era riuscito a raggiungerlo, e con Qui Gon
perché non lo
aveva aspettato. Era anche preoccupato per il suo maestro, sentiva la
sua
stanchezza. In quell’istante i fasci laser si disattivarono e
con uno scatto
Obi Wan si precipitò lungo il corridoio, nello stesso
momento Qui Gon so alzava
in piedi per affrontare il suo avversario.
Il
giovane corse più veloce che
poté e supero tutte le barriere tranne l’ultima
che ci chiuse a pochi passi da
dove voleva arrivare.
Obi
Wan osservava, preoccupato il
suo Maestro, dall’altra parte della barriera laser. Qui Gon
era uno dei
migliori schermidori del Tempio, ma stava invecchiando, lo notava ora,
mentre
stava duellando con il sith, i suoi colpi non erano più
potenti come all’inizio
del combattimento. Il giovane padawan si guardò intorno alla
ricerca di un modo
per sbloccare anzitempo la barriera che lo divideva dal suo maestro e
infilò la
spada laser in uno dei meccanismi cercando di sbloccarlo.
Qui
Gon, intanto combatteva con
tutte le sue energie contro il Sith, le energie accumulate in quei
pochi minuti
di riposo si stavano esaurendo.
Colpo
su colpo i due combattenti
percorsero l’orlo del pozzo di fusione, ad un certo punto il
Sith parò un
fendente di Qui Gon e poi si girò di scatto dandogli la
schiena. Qui Gon
avanzò, ma si rese conto troppo tardi di aver fatto un
errore, la lama rossa
del Sith apparì dal nulla e gli penetrò nella
spalla destra poi Darth Maul la
estrasse velocemente e subito dopo trapassò la coscia del
Maestro Jedi. Qui Gon
non emise un lamento e rimase immobile cercando di reagire al dolore
improvviso, fece un passo indietro e incespicando cadde a terra, con un
colpo
violento Darth Maul fece volare via la spada laser di Qui Gon, poi
alzò la
spada a doppia lama e la calò sul Maestro Jedi inerme.
Qui
Gon Jinn vedeva ormai la sua
morte avvicinarsi, era indifeso e inerme, l’unica cosa che
gli dispiaceva era
lasciare solo Anakin e di non essersi spiegato con Obi Wan, di non
avergli
detto quanto era orgoglioso e fiero di lui e che quello che aveva detto
al
Consiglio era vero, per lui Obi Wan era
pronto per il Test finale e avere l’investitura a cavaliere
Jedi.
Inaspettatamente
la lama rossa fu
bloccata da una lama blu in una pioggia di scintille e una voce decisa
dichiarò
“Non ti permetterò di fargli del male.”
Era
Obi Wan. Il giovane padawan
attaccò il Sith, con tutta la sua forza ed energia, Darth
Maul indietreggiò
sotto la pioggia di colpi. Colto in contropiede dall’attacco
del giovane
padawan, il Sith indietreggiò fino al pozzo di fusione dove
combatté per tenere
a bada il suo giovane avversario. Intanto Qui Gon era riuscito a
strascinarsi
in un angolo del pozzo per non ostacolare il combatti- mento del suo
allievo e
osservava il duello con ansia crescente. Le due spade laser crepitarono
incrociandosi una contro l’altra, tra affondi e giravolte
Darth Maul passò
al contrattacco usando entrambe le
estremità della sua doppia spada laser, ad un certo punto il
Sith colpì Obi Wan
con ferocia bruciacchiandogli la tunica su un fianco, Obi Wan rispose
all’attacco mirando all’addome
dell’avversario.
Colpo
su colpo il Sith iniziò a
logorare il giovane Padawan e spinse a fondo l’attacco
facendolo arretrare in
attesa di coglierlo di sorpresa. Obi Wan iniziò a sentirsi
affaticato e la
paura di quello che sarebbe accaduto se lui avesse ceduto
iniziò ad affacciarsi
nella sua mente.
All’improvviso
sentì la voce di Qui
Gon risuonare nella sua mente ‘non concentrarti sulle tue
paure, Obi Wan,
concentrati sul presente. Concentrati
sulla Forza, mio giovane padawan, sii forte.”
Rinfrancato
dai consigli del suo
maestro Obi Wan s’avventò sul Sith con una serie
di colpi tesi a fargli mettere
la spada in posizione orizzontale, poi fintò un attacco alla
sinistra
dell’avversario e alzata la propria spada laser e la
calò con una tale violenza
che tagliò in due l’arma del nemico.
Gettando
via metà della spada troncata,
il Sith passò subito al contrattacco e colpì Obi
Wan con tale violenza da farlo
sbilanciare di lato poi s’affrettò a colpirlo di
nuovo ancora più forte e
questa volta il giovane Padawan perse l’equilibrio e cadde
nel pozzo di fusione
mentre la spada laser gli volava via di mano e cadeva lontano da lui.
Mentre
cadeva Obi Wan sentì Qui Gon
gridare in preda alla disperazione e allungò le braccia e si
afferrò a un piolo
di metallo che sporgeva sotto l’orlo del pozzo. Rimase
lì a oscillare inerme
con gli occhi fissi su Darth Maul che lo guardava trionfante.
“Sei
finito Jedi” ringhiò il Sith,
“ora finirò il tuo maestro e poi
tornerò per vederti precipitare giù.”
Obi
Wan guardò il sith allontanarsi
e si concentrò al massimo scacciando paura e rabbia,
chiamando a raccolta le
ultime energie spiccò un balzo sopra l’abisso e si
proiettò oltre il pozzo
pervaso dal potere della Forza ed atterrò
alle spalle di Darth Maul. Nell’attimo in cui
toccò terra la spada laser
gli volò in mano. Il Sith si girò di scatto con
un ringhio di rabbia ma prima
che potesse tentare di difendersi la spada laser di Obi Wan lo
trapassò da
parte a parte. Colpito a morte il sith precipitò
nell’abisso.
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Capitolo 2 *** 2° CAPITOLO ***
Il giovane
padawan corse accanto a Qui Gon “Maestro state
bene?”
“Si .
Obi Wan adesso mi sento meglio. Sei stato eccezionale
mio giovane allievo.” Disse
l’uomo
posandogli una mano sulla spalla e stringendogliela con affetto.
Il Maestro Jedi
tentò di sollevarsi ma Obi Wan si accostò a
lui e disse “vieni Maestro appoggiati a me.”
“Sono
pesante Obi Wan.” Disse Qui Gon.
“Tu
non sarai mai pesante per me, Maestro” disse Obi Wan
sorridendo, e si fece passare il braccio di Qui Gon sulle sue spalle e
lo aiutò
ad alzarsi sostenendo tutto il suo peso.
Camminavano
così, il possente Maestro Jedi che zoppicava e si
appoggiava al suo padawan, quando incontrarono la regina e un gruppo di
guardie
che stavano correndo verso di loro.
Appena li vide
il sorriso di Padme Amidala si allargò e disse
“siete riusciti a battere quel mostro, sono così
contenta. Anche noi abbiamo
conseguito una vittoria, grazie anche al piccolo Anakin.”
Poi vide che Obi
Wan sosteneva Qui Gon e disse “Cosa è
successo Maestro Jedi ?”
Gli rispose Obi
Wan che disse “il Maestro Qui Gon è rimasto
ferito nel combattimento. Bisogna portarlo in infermeria.”
Subito furono
chiamati dei medici che caricavano il Maestro
Jedi sulla barella e lo portarono nell’infermeria del palazzo
reale.
Qualche ora dopo
in una stanza del palazzo reale di Theed
dove Qui Gon era ricoverato si stava svolgendo una particolare scena:
Qui Gon,
infine, aveva saputo dalla Regina il ruolo che il piccolo Anakin aveva
svolto
nella battaglia.
Ora il ragazzino
era di fronte al possente Maestro Jedi che
lo stava rimproverando. Obi Wan, che non lo lasciava un attimo solo,
era in un
angolo della stanza con le braccia incrociate sul petto e nascoste
nelle ampie
maniche della tunica jedi.
“Che
cosa ti avevo detto Anakin, non dovevi lasciare la
cabina di quel caccia, dovevi rimanere lì dentro al sicuro.
Se ti fosse
successo qualcosa mi dici come mi sarei sentito.”
Il ragazzino con
aria contrita rispose “ma io non ho fatto
niente Maestro. Il caccia è partito da solo e mi sono
ritrovato nello spazio in
mezzo alla battaglia. Diglielo tu R2, non è vero che
è andata così?”
Il droide
fischiettò appoggiando il suo padroncino.
Qui Gon lo
guardò dubbioso. Anakin volse lo sguardo, per
sostegno anche al giovane padawan di Qui Gon, che stava lì
vicino. Ma anche Obi
Wan gli lanciò un’occhiata perplessa. Anakin
chinò il capo e strofinando
un piede sul pavimento mormorò “bhe,
forse ho
spinto qualche pulsante.” Poi continuò guardando
Qui Gon. “Ma Padmé era in
pericolo Maestro, c’erano quei droidi che le stavano sparando
contro e così ho
cercato di aiutarla, poi il caccia si è messo in moto e non
sono più riuscito a
fermarlo. E così mi sono trovato in mezzo alla
battaglia.”
Il viso del
Maestro Jedi accennò un sorriso “Va bene Anakin
ho capito. Ora vai in camera tua e inizia a fare quegli esercizi di
meditazione
che ti ho insegnato.”
“Va
bene Maestro.” Disse il ragazzino uscendo dalla stanza.
“Ne
avrai di lavoro da fare con lui, Maestro.” Disse Obi Wan
sorridendo, poi continuò “a proposito il Consiglio
Jedi arriverà
domani mattina. Vengono per
verificare le tue condizioni…”
“E a
congratularsi con te Obi Wan. Hai ucciso un sith, non
accadeva da molto tempo che un jedi non si scontrasse con un sith. E
gli
suggerirò di darti il grado di cavaliere Jedi senza farti
passare i test.” Lo
anticipò Qui Gon. “Sei stato un bravo allievo Obi
Wan e sono sicuro che diventerai
un grande cavaliere Jedi.”
Il giovane
arrossì leggermente e disse “ti ringrazio
Maestro.”
Il giorno dopo
Obi Wan e la regina Amidala erano sul campo di
atterraggio ad aspettare l’arrivo dei Jedi che facevano parte
del Consiglio.
Subito prima della loro nave però atterrò
un'altra nave. Il giovane Jedi guardò
la regina per chiedergli spiegazione e la fanciulla disse “mi
dispiace Obi Wan
mi sono dimenticata di avvisarvi che Senatore Palpatine, anzi il
Cancelliere
Supremo ha chiesto di atterrare prima. E’ stato appena eletto
ed è venuto qui
per congratularsi con me per questa vittoria contro la Federazione dei
Mercanti.”
La nave
atterrò e ne uscì un uomo di corporatura robusta,
Obi
Wan l’aveva già visto una volta o due: era il
Senatore Sheev Palpatine. Ora
indossava gli sfarzosi abiti da Cancelliere Supremo
ed era seguito dalle guardie della
Repubblica.
Dietro di lui
stavano arrivando il Consiglio dei Jedi quasi
al completo.
La Regina
Amidala andò verso di lui e sorridendo disse “Mi
congratulo per la vostra elezione, cancelliere.”
“Il
vostro coraggio ha salvato il nostro popolo, Maestà
è con
voi che dobbiamo congratularci.” Rispose l’uomo.
Poi continuò guardandosi
intorno “Dov’è il ragazzo a cui dobbiamo
la nostra vittoria sulla Federazione?”
Amidala si
girò verso le sue ancelle e mormorò qualcosa e
poi
disse “L’ho mandato a chiamare. Arriverà
subito. Ora Cancelliere vorrei
presentarvi il Jedi che ha sconfitto il sith che ci minacciava: Obi Wan
Kenobi.”
Obi Wan si
inchinò davanti all’uomo che disse “ti
siamo
debitori per il tuo coraggio Obi Wan. Fai onore al tuo ordine, spero
che
proteggerai ancora la nostra Repubblica.”
In quel momento
arrivò Anakin scortato da una delle ancelle e
Palpatine appena lo vide disse “Ecco il nostro eroe!
Seguiremo la tua carriera
con grande interesse, giovane Skywalker.” E gli
posò paternamente una mano
sulla spalla. Poi si allontanò mentre la Regina Amidala
salutava il Consiglio
dei Jedi.
“Vorremo
conoscere le condizioni del Maestro Jinn, Maestà”
chiese Mace Windu dopo averla salutata, dietro di lui venivano il
Maestro Joda
e gli altri membri del Consiglio.
“Venite
Maestri vi condurrò io stessa dal Mastro Jinn.”
Disse
Amidala.
“Da
fare non avete, Maestà che accompagnare noi
potete.”
Disse il Maestro Yoda nel suo strano modo di parlare.
“Non
vi preoccupate Maestro Yoda.” Rispose la Regina. “E
poi
devo tornare al palazzo anch’io. Facciamo solo la stessa
strada. Sarà Obi Wan
che vi accompagnerà nella stanza del Maestro Qui Gon,
dopotutto ci passa tutto
il suo tempo.” Disse sorridendo amabilmente al giovane
padawan.
Obi Wan
tentò di parlare ma fu zittito da un’occhiata di
Mace.
Quando furono
nella stanza Mace Windu disse “Puoi ritirarti
nella tua stanza Obi Wan. Vogliamo parlare da soli con il Maestro Qui
Gon.”
Quando furono
usciti Qui Gon Jinn raccontò ai Jedi quello che
era accaduto non tralasciando niente.
Poi disse
“Secondo il mio modesto parere, il padawan Kenobi
merita il cavalierato. E…”
“Modesto
non è mai stato un tuo modo di essere Maestro
Jinn”
disse Yoda ironicamente.
“E”
continuò Qui Gon seriamente come se non l’avesse
sentito
“ho intenzione di iniziare l’apprendistato di
Anakin. Quello che ha fatto
dimostra che la Forza è con lui.” Era pronto a
lottare contro l’intero
Consiglio pur di far diventare Anakin un Jedi.
“Sappiamo
cosa ha fatto. E “ disse Mace Windu poi guardo gli
altri membri del Consiglio. “E siamo d’accordo con
te per entrambe le cose.
Quando sarai guarito completamente e tornerai al Tempio sarai tu a
investire
Kenobi e potrai anche iniziare l’addestramento del giovane
Skywalker. Sei
d’accordo? Vuoi dirlo tu ad entrambi?”
Qui Gon
annuì non sapeva cosa dire, tutto stava andando nel
migliore dei modi.
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Capitolo 3 *** 3° CAPITOLO ***
Il giorno dopo
conclusa la festa per la vittoria e la
seguente parata dell’esercito Gungan, Obi Wan sta tornando da
solo verso le
stanze dove si trovava Qui Gon.
Darth Sidious,
nascosto in una nicchia dei corridoi del
palazzo reale, guardava con odio represso il giovane Obi Wan Kenobi.
Quel
giovane era riuscito ad uccidere il suo apprendista, Darth Maul. Maul
era stato
addestrato a lungo ed era un forte combattente, feroce ed agile e lui
contava
molto su di lui per distruggere i Jedi e ora avrebbe dovuto trovare un
altro
apprendista. Osservò attentamente Obi Wan, era veramente
sorpreso dall’abilità
e dalla forza del giovane allievo, era potente nella Forza e un abile
combattente come ne aveva visti pochi, lui aveva bisogno di uno
così,
all’improvviso un pensiero malvagio
s’insinuò nella sua mente
e se invece di addestrare un nuovo
apprendista ne avesse preso uno già addestrato nella Forza.
Si, e il giovane
Kenobi faceva proprio al caso suo, adeguatamente corrotto e trasformato
sarebbe
diventato un formidabile sith. Sarebbe stato un piacere immenso
corrompere quel
giovane innocente e sorridendo con malignità disse
“Sarai tu Obi Wan l’artefice
della mia vendetta, farò di te uno dei più
spietati sith che l’ordine jedi
abbia mai incontrato.”
Obi Wan
sentì una voce che lo chiamava, si girò e vide il
Cancelliere Palpatine che lo seguiva.
Si
fermò ed educatamente chiese “cosa desidera
Eccellenza.”
“Giovane
Kenobi vorrei discutere con te di una faccenda che
mi preoccupa particolarmente.”
“C’è
il Maestro Windu, Eccellenza lui è molto più
esperto di
me” disse Obi Wan cercando di allontanarsi, i politici non
gli piacevano
troppo.
“Si lo
so ma vorrei un tuo parere, vieni andiamo lì saremo
più tranquilli.” Disse l’uomo indicando
un corridoio.
Obi Wan si
avviò seguito da Palpatine, improvvisamente
crollò
a terra svenuto colpito da un lampo lanciato dall’uomo che lo
seguiva. Nello
stesso momento nella sua stanza anche Qui Gon svenne scivolando a terra.
Prima di
ritornare su Corascant Mace Windu
aveva deciso di andare a salutare il suo
amico, il maestro Jinn ma appena entrato nella stanza lo vide a terra.
Prese il comlink
e disse “presto un dottore nella stanza del
maestro Jinn.” Poi si chinò si di lui. Qui Gon si
stava riprendendo e Mace
chiese “Qui Gon cos’hai?”
L’uomo
lo guardò con gli occhi annebbiati e mormorò
“non lo
so un forte dolore alla testa.” Poi scosse la testa come per
riprendersi e
disse “Mace, il legame con Obi Wan, non lo sento
più.”
I due maestri
sapevano cosa significava la rottura di un
legame avveniva solo con la morte di uno dei due: Maestro o allievo.
Anche
quando un allievo diveniva cavaliere il legame rimaneva, lieve, ma
rimaneva.
Tutte le guardie
di Naboo furono utilizzate per cercare Obi Wan, ma dopo due giorni di ricerca fu chiaro
che il
giovane era scomparso senza lasciare traccia.
Erano passati
tre anni da quel giorno e il Maestro Qui Gon
era appena tornato da una missione diplomatica, scese dal suo
starfighter e si
guardò intorno, nel Tempio Jedi tutto
scorreva normalmente, una cosa mancava, di solito il suo padawan lo
attendeva
accanto alla piazzola d’atterraggio, Qui Gon lo
cercò con lo sguardo ma non lo
vide.
Si diresse verso
i loro alloggi. Erano gli stessi alloggi che
aveva diviso con Obi Wan. Al suo ritorno da Naboo era stato
particolarmente
duro togliere la targa con i nomi Jinn/Kenobi e tutte le cose che
appartenevano
al giovane, se non fosse stato per Bant non ce l’avrebbe
fatta. La giovane
guaritrice calamariana si era occupata di tutto e Qui Gon non
l’aveva mai
ringraziata abbastanza. Bant aveva fatto anche celebrare una breve
cerimonia
funebre in memoria del suo migliore amico a cui avevano partecipato
tutti gli
amici che Obi Wan si era fatto in quegli anni. Anche Qui Gon vi aveva
partecipato ma nel suo cuore il suo Obi Wan sarebbe rimasto vivo per
sempre.
Aprì
la porta dell’alloggio ma il ragazzino non era
all’interno. Lo chiamò con la mente ma Anakin non
rispose, un brivido corse
lungo la spina dorsale, era accaduto così anche con Obi Wan.
Ogni volta che
pensava al suo ex-padawan, il dolore lo colpiva ancora. Lo
chiamò ancora una
volta e questa volta gli rispose ‘Maestro, eccomi. Sei
già tornato?’
‘Dov’eri
Anakin è un po’ che ti sto cercando.’
‘Scusami
Maestro ero a lezione di Meditazione e non potevo
risponderti. Ti vengo incontro così ti racconto
cos’è accaduto in questo
giorni.’
‘Va
bene. Ti aspetto in Caffetteria’
Intanto molto
lontano da lì, all’interno di un asteroide
cavo, un giovane, con gli occhi bendati, si stava allenando contro un
gruppo di
remoti.
Non si ricordava
il suo nome e neanche il suo passato.
Sidious, l’uomo che gli aveva salvato la vita aveva detto che
si chiamava Kane
Boniek e una volta era stato un allievo dei jedi. Erano stati proprio
loro a
tentare di ucciderlo gettandolo fuori dai uno speeder, Sidious li aveva
visti e
aveva immediatamente salvato il giovane.
Kane non aveva
mai dubitato delle parole dell’uomo e non
vedeva l’ora di vendicarsi, per ora,
però
doveva solo allenarsi e diventare più abile e forte.
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Capitolo 4 *** 4° CAPITOLO ***
All’improvviso
sentì il suono dal comlink che lo avvertiva
che c’era una chiamata da parte di Lord Sidious. Spense la
spada laser e attivò
l’oloproiettore e subito una figura ammantata di nero apparve
davanti a lui.
Kane si inchinò “mio signore.”
“Ho
saputo che hai fatto eccezionali progressi nel tuo
addestramento. Fett mi ha detto che secondo lui sei pronto per la tua
prima
missione.”
Kane sorrise tra
se e se, finalmente, pensò. Dopo tanti mesi
ad allenarsi con il guerriero mandaloriano, poteva uscire da quel
satellite-rifugio.
“Fett
sta venendo lì da te per parlarti della missione, non
mi deludere.”
“No.
Non vi deluderò mio signore.”
Kane
ripensò agli anni trascorsi. L’addestramento
fisico con
il guerriero mandaloriano era stato duro ma ora Kane si sentiva pronto
ad
affrontare chiunque, mentre nell’abilità con la
Forza, era stato lo stesso
Sidious ad addestrarlo.
Gli aveva
insegnato alcuni trucchi che i jedi, gli aveva assicurato, non
conoscevano.
L’uomo gli aveva promesso, che se Kane gli avesse obbedito e
fosse diventato un
suo fedele servitore, lo avrebbe aiutato a scoprire il nome del Jedi
che
l’aveva tradito, e lo avrebbe aiutato a vendicarsi.
Il giovane aveva
ripreso ad allenarsi quando sentì dei
passi e una voce
che lo chiamava.
Il giovane
disattivò la spada laser e andò incontro
all’uomo.
Jango Fett era uomo alto e muscoloso con lo sguardo duro e severo, ma
Kane
sapeva che era un uomo d’onore e leale.
“Allora,
qual è questa missione” disse Kane cercando di
tenere a bada l’eccitazione.
Jango
tirò fuori un
datachip, poi disse “dobbiamo eliminare un
tizio, spero che tu non abbia
nessun scrupolo.”
“Non
ti preoccupare. Fammi vedere chi è.” disse Kane.
Jango
infilò il chip nel computer e sullo schermo apparve
l’immagine di un uomo. “Questo è il
Senatore Rand Draken. Voglio che lo
uccidiate.” disse la voce incorporea di Lord Sidious. Poi
seguiva un file con
tutti i suoi movimenti e le sue abitudini.
“Tu lo
sai perché vuole ucciderlo?” disse Kane.
“So
per esperienza che è meglio non chiedere. Esegui gli
ordini e basta.”
Dopo aver
passato i giorni seguenti a studiare il file i due
partirono per Coruscant sulla nave di Jango, la Slave 1.
Durante il
viaggio Kane e Jango finirono di mettere a punto
il piano: Kane sarebbe entrato nell’appartamento di Draken,
mentre Jango gli
copriva le spalle, lo avrebbe ucciso usando i suoi poteri oscuri.
“Te la
senti? E’ il tuo primo omicidio. Non è facile
uccidere.” chiese Jango.
“Non
ti preoccupare. Devo a Sidious la mia vita, è ora che
inizi a ripagarlo.”
Era notte fonda
Kane e Jango si avvicinarono di nascosto
all’appartamento del senatore Draken, sapevano che
l’uomo lavorava fino a
tardi. Atterrarono sul tetto con uno speeder e mentre Jango rimaneva di
guardia
sul tetto Kane scese nell’appartamento del senatore ed
entrò nel suo studio. Il
senatore stava seduto alla sua scrivania a leggere dei datapad e dava
la
schiena a Kane. Il giovane con un leggero movimento della mano spense
la luce
nello studio. Il senatore si alzò in piedi stupefatto ed
esclamò “Ma cosa
diavolo...”
Una voce fredda
alle sue spalle mormorò “Shh, Senatore, non
gridi o renderà tutto più difficile.”
L’uomo
si girò e vide soltanto un’ombra tra le ombre,
all'improvviso vide un movimento e il respiro gli si mozzò
in gola, sentiva come
qualcosa gli stringesse la gola, si portò le mani al collo
per liberarsi dalla
presa ma non trovò niente. La presa si faceva sempre
più stretta mentre il
senatore cercava di liberarsi, alla fine l’uomo
crollò a terra con gli occhi
fuori le orbite morto. In quell’istante la porta si
aprì ed entrarono due
persone.
“Ehi
Draken sapevo che stavi ancora lavorando. La Senatrice
Amidala ha....” Poi vide la luce spenta ed esclamò
“Draken cosa succede. Pochi
minuti fa ho visto la luce accesa..” Poi vedendo che il suo
amico non
rispondeva disse “computer accedi la luce.”
Ma
la luce non si
accese, il Senatore Organa non fece in tempo a sorprendersi quando una
forza
sconosciuta lo spinse contro il muro. L’uomo cercò
di reagire ma una voce cupa
gli disse “non gridi Senatore o sarò costretto ad
eliminare anche lei.”
“Va
via Padme, scappa” gridò il Senatore Organa
spaventato.
La donna che
stava con lui invece di fuggire si diresse verso
la direzione dove era arrivata la voce e mormorò in tono accorato
“Vi prego non fategli del
male. Non riveleremo la vostra presenza, ve lo giuro.”
Poi
sentì un rumore cupo come di un corpo che cadeva a terra
e si mosse per avvicinarsi, quando una mano la fermò.
Kane sentiva il
forte desiderio di vedere in viso la giovane
donna di nome Padmé, creò una piccola sfera di
forza che illuminò fiocamente la
stanza, vide la giovane allontanarsi leggermente e mormorò
“non abbiate paura,
non voglio farvi del male.”
Padmé
si tranquillizzò al tono gentile dell’uomo e
cercò di
guardare il suo viso ma era nascosto dalle pieghe del cappuccio.
“Chi
siete?” mormorò.
Ma Kane non
rispose troppo preso a guardarla. Quel volto gli
ricordava qualcosa, un’immagine, un ricordo, forse, si
formò nella sua mente;
erano in una radura, con lui c’erano altre persone ma non
riusciva a vederli
bene erano come confusi.
Una voce lo
chiamò scuotendolo dai suoi pensieri, era Jango,
che, inquieto dalla prolungata assenza di Kane era sceso a vedere cosa
era
successo.
“Kane,
dobbiamo andare” ripete.
“Si vengo subito”
rispose il giovane e dopo aver dato un’ultima occhiata a
Padmé si allontanò
fondendosi nell’ombra.
Mentre erano
sullo speeder Jango notò che Kane era turbato,
forse il compito era stato troppo difficile per lui, si diresse verso
il suo
nascondiglio che aveva lì su Coruscant: un vecchio magazzino
nei bassifondi
della città.
Una volta che si
trovarono nel rifugio Jango gli disse “Ora
riposati Kane, lo so che la prima volta è difficile per
tutti.”
Il giovane
scosse la testa e disse “non è questo, credo che
mi stia tornando la memoria. Ho avuto delle visioni.”
Quando Jango fu
solo si mise in contatto con Lord Sidious.
“Signore mi avevate detto di avvertirvi se c’era
qualche cambiamento in Kane.
Credo che stia riacquistando la memoria.”
“ Hai
fatto bene Fett..Ci penserò io a lui.” disse Lord
Sidious.
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Capitolo 5 *** 5° CAPITOLO ***
Quando chiuse la
comunicazione Jango quasi si pentì di averlo
avvertito si era affezionato a quel giovane, lo considerava il fratello
che non
aveva mai avuto e non gli era piaciuto il tono di voce
dell’uomo, era come se
fosse furioso per quello che aveva sentito.
Qualche ora dopo
vennero dei servitori di Sidious a prendere
Kane e il giovane li seguì senza obiezioni. Jango non sapeva
cosa fare se
aspettare che il giovane tornasse, se sarebbe tornato oppure andarsene,
ma
quello era il suo rifugio privato e così rimase.
Intanto al
Senato erano state chiamate le squadre di
sicurezza della Repubblica per
investigare sull’omicidio del Senatore Draken. Anche i Jedi
erano presenti.
Dopo aver
raccontato tutto quello che sapeva alle guardie
della Repubblica, Padme si avvicinò a Qui Gon.
“Maestro
Jinn posso parlarvi.”
“Certo
Senatrice.” rispose gentilmente il Maestro Jedi.
“Questo
giovane, Kane, a creato tra le mani una sfera
d'energia. Un potere che non avevo mai visto.”
“Una
sfera d'energia, avete detto? E siete riuscita a vederlo
in viso?”
“No,
mi dispiace, come ho già detto alle guardie portava un
cappuccio che gli nascondeva il viso. Poi quel guerriero in armatura lo
ha
chiamato e lui è scomparso. Però c'è
un'altra cosa che mi è rimasta impressa,
quando sono vicina a voi o vi state avvicinando lo percepisco o almeno
sento
una strana sensazione che non riesco a comprendere. Con lui ho provato
la
stessa cosa, ma mentre la vostra aura, quella del Maestro Yoda, del
Maestro
Windu è quieta, la sua era tempestosa, agitata.”
“Grazie
senatrice ci siete stata veramente di grande aiuto.”
Dopo aver
riferito la conversazione avuta con la senatrice
Padmé, Qui Gon disse “Cosa ne pensa
Maestro?”
“Inquietante
notizia questa è. Tornati i Sith temo siano,
attenti dobbiamo essere.” disse Yoda.
“Temo
che il maestro Yoda abbia ragione, Qui Gon. Il
misterioso assassino doveva essere un Sith, non ci sono altre
spiegazioni, se i
Sith sono tornati dobbiamo stare in guardia. Ora puoi andare, Qui
Gon.”
Quando Kane
torno, qualche giorno dopo era completamente
cambiato, sembrava più sicuro di se e più
sprezzante. Quando Jango gli chiese
come stava Kane sorrise e disse “mai sentito meglio. Ma
dimmi, nessuno ti ha
chiamato per qualche contratto, ho voglia di muovermi.” Detto
questo iniziò a
giocherellare con la spada laser.
“ Ok.
Se proprio hai voglia di muoverti chiamò qualche
vecchio amico per vedere se ha qualcosa da offrirci.” sorrise
Jango rilassato
nel vedere Kane in piena forma.
Nei mesi
seguenti il guerriero Mandaloriano e il misterioso
guerriero oscuro furono i sicari più ricercati della
galassia, ogni missione
era portata a termine con successo, alcune volte Kane veniva convocato
dallo
stesso Sidious per degli incarichi segreti di cui al suo ritorno
preferiva non
parlarne.
Però dopo qualche mese Lord Sidious gli
ordinò di stare nascosto fino a
quando i jedi non avessero smesso di ricercare il misterioso Sith
assassino e Kane per passare il tempo
si continuava ad allenare. In quel momento era fermo al
centro della
sala d’addestramento con gli occhi bendati e la spada laser
rossa in posizione
d’attesa, mentre alcuni remoti gli ronzavano intorno, erano
già alcuni mesi che il
giovane stava nascosto nell’asteroide-rifugio
e iniziava ad
annoiarsi.
Grazie a Sidious
era diventato molto veloce, letale e
spietato e lo sapeva, e le poche volte che si era recato a Coruscant e vedeva da
lontano
le guglie del Tempio Jedi, l’impulso di entrare lì
dentro e vendicarsi di
quelli che avevano tentato di ucciderlo era molto forte. Solo la
promessa di
Lord Sidious che presto avrebbe scoperto il nome del Jedi che lo aveva
tradito
e quasi ucciso lo teneva tranquillo.
Mentre parava
abilmente i raggi dei remoti sentì una presenza
famigliare avvicinarsi.
“Ehi
Kane vieni, ho buone notizie per te” gridò una
voce.
Il giovane
saltò in aria disattivando contemporaneamente i
remoti poi atterrò fuori del campo di addestramento e si
diresse verso il suo
amico spegnendo la spada laser.
“Ben
tornato, Jango” lo salutò cordialmente Kane, poi
continuò “Dimmi che Sidious ha un’altra
missione per me, sono stanco di
addestrarmi con questi stupidi remoti.”
“Ho
qualcosa di meglio” rispose il cacciatore di taglie
lanciandogli
un olo-proiettore “ Sidious ha scoperto
l’identità del jedi”
Kane lo prese al
volo e l’accese, mostrava un uomo di mezza
età con una toga Jedi, aveva penetranti occhi blu, la barba
e i capelli lunghi
legati in una coda da cavallo. In basso c’era scritto un
nome: “Qui Gon Jinn,”
lesse Kane attentamente ma né il volto e né il
nome gli dicevano niente e mise
il dispositivo in una delle tasche della cintura,
poi rivolto a Jango disse “hai
qualcos’altro?”
“Ehi
Kane lo sai che il meglio lo lascio sempre alla fine.
Sidious ha un altra missione per te e vedrai che questa ti piacerà
molto.” disse Jango
porgendogli un datapad.
“Finalmente!
Cominciavo ad annoiarmi, dimmi di che si
tratta!” disse Kane cercando di trattenere
l’eccitazione e facendo scivolare il
chip nel computer.
“Sidious
vuole che tu entri nel Tempio Jedi, vada
nell’archivio e rubi alcune informazione per lui, riguardano
un culto chiamato
“i Sith”.
“Finalmente
una missione facile ed interessante.”
“Hai
visto Kane gli hai chiesto più volte che volevi
scontrarti con i Jedi e ora ti ha accontentato.”
Lo schermo del
computer iniziò a mostrare delle immagini del
Tempio Jedi e la posizione delle sale.
Jango ne
indicò una in cui c’era scritto Biblioteca.
“Sidious
ha detto che dovrebbe trovarsi qui, in questa sala,
ed molto probabile che le informazioni si trovino in un file protetto
da un
codice, non è riuscito ad ottenerlo
ma ha detto che ci farà avere un dispositivo
che analizzerà tutti i
codici disponibili fino a quando non troverà quello
giusto.”
“Ottimo.
Ora che abbiamo sistemato la faccenda del computer,
bisogna trovare il modo per arrivare alla sala dove si trovano i
computer”.
“Ehi
tu eri uno di loro non puoi prendere ed entrare dalla
porta principale?” chiese Jango, “di certo con quel
tuo ‘potere’ potresti farti
passare per qualche altro jedi modificando la tua aura o qualunque
cosa è.”
“Primo:
ci vuole un enorme quantità di concentrazione per
modificare questa ‘aura’ nella Forza;”
rispose Kane, “Secondo: si, io ero un
Jedi ma se mi riconoscono cercheranno di nuovo di uccidermi e non
riuscirò a
portare a termine la mia missione, è meglio entrare di
notte, così avrò meno
jedi tra i piedi, però c’è un problema
di notte le porte del Tempio sono
chiuse.”
“Createne
una allora.” dichiarò Jango semplicemente,
“il Tempio
ha molte finestre basta trovare quella giusta. Guarda qui nella
biblioteca ce
n’è una che fa proprio al caso tuo.”
disse poi indicando sullo schermo.
Kane lesse sullo
schermo “la terza finestra decorata descrive
il combattimento tra un Jedi e un Sith.”
“E tu
avresti il coraggio di fare un’apertura proprio
lì?”
sghignazzò Kane
“Si,
hai ragione sarebbe proprio una tragedia.” rispose Jango
con lo stesso tono, poi entrambi scoppiarono a ridere.
“Ok
Aspettiamo che Sidious ci faccia avere quel
decodificatore e poi partiamo. Io vado riposarmi un pò,
avvertimi se c’è
qualche novità”
“Va
bene. Io rimango qui ad allenarmi un altro po’, devo
essere al massimo della forma nel caso dovessi affrontare i jedi.”
In quel momento,
al Tempio dei Jedi, il Maestro Qui Gon Jinn
scese dal trasporto, all’interno dell’Hangar,
facendo un profondo sospiro poi
si diresse all’interno del Tempio,
“E’
bello essere a casa non è vero Maestro?” disse una
voce
accanto a lui. Qui Gon si girò verso il suo padawan e
sorrise. Anakin aveva ora
14 anni, era molto alto per la sua età, ed era diventato un
eccellente padawan,
nonostante avesse iniziato l’addestramento quando aveva
già 9 anni. Qui Gon era
contento di averlo con se, la sua vicinanza e l’affetto che
il ragazzo provava
per lui gli aveva fatto superare il dolore della perdita di Obi Wan,
tuttavia
alcune volte non poteva fare a meno di confrontarli.
“Si,
padawan, è vero.” rispose Qui Gon sorridendo.
Avevano appena
concluso una missione diplomatica breve ma
noiosa e dopo il rapporto al Consiglio si stavano dirigendo verso i
loro
alloggi. Il Maestro Jedi raggiunse l’alloggio suo e di
Anakin, digitò il codice
d’apertura ed entrò, si girò ma il suo
giovane padawan non era più accanto a
lui e chiamò attraverso il legame ‘Padawan,
padawan dove sei?
“Mi
dispiace maestro”
arrivò la risposta ‘ma ho incontrato
Den nel corridoio.’
“Va
bene padawan ma la prossima volta dimmelo se vuoi
fermarti con uno dei tuoi compagni.’
“ Io
te l’ho detto maestro,’ protestò Anakin
‘ma tu non mi
hai sentito.’
“Scusami
padawan ma ero distratto.’ rispose Qui Gon in tono
di scusa.
“Si
maestro, me ne sono accorto.’
Qui Gon rise tra
se mentre chiudeva la comunicazione, poi si
diresse verso la sua camera da letto a riposarsi un po’.
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Capitolo 6 *** 6° CAPITOLO ***
6
CAPITOLO
Kane
entrò sbadigliando nella cabina dello Slave 1 proprio
mentre la nave faceva il salto nell’iper- spazio. Erano
partiti la mattina presto
dall’asteroide-rifugio, e si stavano dirigendo verso
Coruscant. Kane era andato
a riposarsi un po’ nella cuccetta che si trovava in fondo
alla nave e si era
appena svegliato,
Appena Jango lo
vide gli disse “ti sei svegliato finalmente,
ti avverto che abbiamo appena lasciato il sistema Gorman. Questo
è l’ultimo
salto prima di arrivare a Coruscant.”
Kane
annuì, si sistemò alla cintura la spada laser che
si era
tolto per dormire poi si sedette al posto del copilota. Dopo aver dato
un’occhiata agli strumenti disse “Che ore
sono?”
“Circa
le 15,00” rispose Jango.
“Allora
secondo il piano che abbiamo fatto dovrei avere
7 ore prima di iniziare la missione. Come
posso passare il tempo, non posso mica allenarmi qui dentro.”
disse Kane.
L’occhiataccia
che gli lanciò Jango gli disse che era infatti
una cattiva idea.
“Allora
che ne diresti di una partitina a Sabacc?”
continuò
Kane con un sorrisino furbo.
“Aspetta
che arriviamo a Coruscant poi ti porto in un paio di
locali dove puoi divertirti a spellare un po’ di
polli.” replicò Jango ridendo.
Era notte fonda
e Qui Gon Jinn camminava nervosamente
nell’area comune dell’alloggio suo e di Anakin.
Qualcosa non andava lo sentiva,
‘Ho un brutto presentimento Maestro, gli avrebbe detto Obi
Wan’ pensò
Qui Gon, e la maggior parte delle volte
il suo ex apprendista aveva ragione.
Qui Gon prese la
spada laser e l’assicurò alla cintura e si
diresse verso la porta.
“Qualcosa
non va, Maestro.” Disse la voce di Anakin alle sue
spalle, Qui Gon si girò e vide il suo padawan anche lui
ancora vestito e con la
spada laser fissata alla cintura.
“Pare
di si visto che è riuscito a tenere sveglio anche
te.”
rispose Qui Gon. “Se ti dico di non preoc- cuparti e di
andare a letto, so che
non mi ascolterai, perciò vieni pure con me, andiamo a fare
un giro.”
Anakin sorrise e
lo seguì soddisfatto poi dichiarò “io
non ti
lascerò mai da solo Maestro.” Qui Gon sorrise
all’affermazione del ragazzo, a
volte Anakin gli ricordava Obi
Wan,
sempre preoccupato di non deluderlo. Poi il sorriso si spense, su Naboo
era
stato lui a lasciare solo Obi Wan e questo non sarebbe più
successo.
Kane scrutava il
Tempio Jedi con l’elettro binocolo, era
accovacciato sul tetto di un palazzo vicino con Jango al suo fianco. Da
dove si
trovavano potevano vedere la finestra dell’archivio e Kane
notò che accanto
alla finestra correva un parapetto abbastanza largo per camminare.
‘Molto bene‘
sussurrò al mandaloriano ‘se puoi portarmi fino
lì sarà tutto ancora più
facile.‘ Si
mise in spalla l’elettro
binocolo e Jango lo trasportò velocemente sopra il
davanzale, Kane si guardò
intorno con attenzione e disse a bassa voce ‘adesso puoi
andare ci vediamo
dopo.”
“Sei
sicuro?”
Kane annui e il
mandaloriano volò via.
Tirò
fuori la spada laser l’accese e immerse la lama
scarlatta nel vetro colorato che raffigurava il famoso duello tra la
Jedi Nomi
Sunrider e il Signore dei Sith Exar Kun, ne tagliò un pezzo
abbastanza grande
per poter passare e lo getto di sotto facendolo frantumare in mille pezzi nella
strada che si trovava
sotto di lui. Attraversò l’apertura e poi usando
la Forza atterrò sul pavimento
della grande sala senza fare un solo rumore. Raggiunse uno dei computer
e tirò
fuori da una tasca il chip che gli aveva fatto avere Sidious.
Kane accese il
computer e lo schermo s’illuminò poi
inserì il
chip nel computer e spinse il pulsante di Avvio, poi si
appoggiò indietro sulla
sedia aspettando che il programma trovasse il codice di sicurezza di
uno dei
Maestri, qualche secondo dopo lo schermo lampeggio annunciando che
aveva
trovato uno dei codici. Kane sorrise e digito su Ricerca ‘Sith’.
Dopo un po’ sullo schermo apparve la
dicitura che erano
stati trovati dieci
milioni di risultati, Kane ordinò di scaricarli e il
contaminuti digitò la durata:
cinque minuti.
Preso da
un’improvvisa curiosità Kane digitò su
ricerca il
suo nome o almeno quello che Sidious gli aveva detto che era il suo
nome ma la
risposta del computer fu negativa, l’unico nome che aveva
trovato con
l’iniziale K era Kenobi, Obi Wan Kenobi. Ripete tra
sé e sé quel nome sentì che
gli diceva qualcosa ma non riusciva a ricordare, irritato chiuse la
ricerca.
Il computer
stava ancora scaricando e mancavano ancora tre
minuti, ‘questa missione è davvero
troppo facile ’ pensò. Proprio in
quel momento sentì dei passi che si
stavano avvicinando, “Fanta- stico, “disse tra se e
se ”come dice sempre Jango
se una cosa sembra troppo facile stai sicuro che non lo è
” Spense lo schermo
del computer e si nascose in un angolo utilizzando un trucco illusorio
con la
Forza che gli aveva insegnato Sidious.
Qualche secondo
dopo due Jedi, un Maestro e il suo
apprendista, entrarono nella sala camminando fianco a fianco, i due
attraversarono lentamente la sala guardandosi intorno. ‘Una
pattuglia,’ pensò
Kane, ‘perché diavolo non aveva pensato che
potessero esserci delle ronde che
ispezionavano l’interno del Tempio, e perché
Sidious non l’aveva informato?’
Finalmente i due
Jedi si allontanarono e Kane lasciò andare
un sospiro di sollievo, ma fu troppo ottimista, i due avevano appena
raggiunto
l’uscita della sala, quando il computer che stava ancora
scaricando emise un
forte segnale avvertendo che aveva finito il suo lavoro, naturalmente i
due
Jedi lo sentirono e tornarono indietro dirigendosi verso la sezione dei
computer.
Kane si rese
conto che se i due avessero raggiunto il
computer avrebbero capito cosa stava acca- dendo,
‘maledizione ‘ pensò ‘sapevo
che andava troppo bene.’ Uscì fuori dal suo
nascondiglio e saltò davanti ai
due, Maestro e apprendista, facendoli trasalire, mentre toccava terra
accese la
spada laser dalla lama scarlatta. I due Jedi impugnarono le loro spade
laser e
l’accesero, entrambe avevano una luminosa lama azzurrina.
Kane li attacco
subito per non dare loro il tempo di
prepararsi. Attaccò per primo il padawan che si trovava alla
sua sinistra
subito dopo alzò la spada laser per parare il colpo che il
maestro Jedi gli
aveva portato mirando alla sua testa.
Il duello
continuò cosi per alcuni minuti tra parate e
attacchi, ad un certo punto il Maestro Jedi gridò senza
neanche voltarsi,
occupato com’era a combattere contro il misterioso intruso
“padawan corri a
dare l’allarme.”
“Tu
non vai da nessuna parte!” disse Kane allungando una mano
e con una spinta della Forza mandò il ragazzo a sbattere
contro il muro dove
scivolò a terra stordito.
Il Maestro Jedi
non ebbe il tempo di controllare le
condizioni del suo apprendista, perché Kane lo stava
attaccando senza tregua.
‘E’
troppo facile ‘ pensò ‘ ed io che ero
preoccupato di
affrontare dei Jedi.’ Poi in tono beffardo disse
“tutti i Jedi sono così deboli
o lo sei solo tu?”
Il maestro Jedi
ignorò l’insulto e portò un violento
attacco
alle gambe di Kane, il giovane saltò sopra di lui e
atterrò alle sue spalle e
prima che l’uomo avesse il tempo di girarsi immerse la spada
laser nella
schiena del maestro Jedi. L’uomo cadde a terra e proprio in
quel momento si
sentì un grido “No!” Il ragazzo appena
ripresosi aveva assistito alla morte del
suo Maestro, accese la spada laser e corse furioso verso Kane pronto ad
assalirlo, Kane lo attese con la spada abbassata parò
facilmente il colpo del ragazzo
e poi con un lieve movimento lo trapassò, il ragazzo cadde
accanto al suo
maestro.
Kane spense la
spada laser e scavalcò i due corpi e si
diresse verso il computer, estrasse il chip dei dati e se lo mise in
una tasca
della cintura.
Si
guardò intorno, utilizzare di nuovo la finestra per
fuggire da lì era fuori questione, come avrebbe fatto a
saltare da lì al
palazzo vicino, il minimo
errore lo
avrebbe fatto precipitare di sotto. Senza l’aiuto di Jango e
il suo Jet Pack
non ce l’avrebbe fatta. Si pentì di averlo mandato
via poi fece un sospiro e
mormorò tra se e se “Penso proprio che
dovrò attraversare il Tempio”.
Scavalcò
nuovamente i corpi dei due Jedi e si diresse verso
l’uscita dell’archivio, da quel che si ricordava
dalla mappa che aveva visto
sul computer, più davanti doveva esserci la stanza delle
Mille Fontane, un
grande giardino utilizzato dai Jedi per la meditazione e i momenti di
riposo,
superando- la c’era un lungo corridoio che portava
all’entrata principale del
Tempio Jedi.
Appena
entrò nella grande sala si bloccò, su una
passerella a
pochi metri di altezza c’erano altri due Jedi,
un’altra pattuglia!
‘Maledizione,
ce n’è un’altra!”
imprecò Kane. Non voleva
perdere altro tempo. Si concentrò creando tra le sue mani
una sfera di energia,
la osservò crepitare per qualche istante poi la
lanciò verso la passerella dove
si trovavano ignari i due Jedi. Il trucco funzionò meglio di
quanto
immaginasse, la passerella esplose e precipitò al suolo
distrutta, entrambi i
Jedi saltarono in aria e atterrarono poco lontano, la loro aura nella
Forza
brillò leggermente poi si spense, il contraccolpo
gettò Kane a terra.
Una donna corse
verso di lui e gridò “E’ tutto a posto?
Ho
sentito un’esplosione e...” poi si fermò
quando vide Kane alzarsi in piedi ed
accendere la lama scarlatta. Strinse gli occhi e accese la propria di
un bel
colore verde e disse “chi sei ?”
“Il
mio nome non ti deve
interessare, Jedi” disse e poi
continuò con freddo sarcasmo “Sappi solo
che devo uscire di qui e tu non me lo impedirai.”
“Vedremo!” rispose la
donna alzando la spada laser in posizione difensiva. Kane la
attaccò tenendo la
spada alta come se volesse colpirla alla testa ma all’ultimo
momento cercò di
colpirla alle ginocchia la donna parò abilmente il colpo. Il
combattimento
continuò cosi per qualche secondo Kane si accorse che la
donna era molto più
abile del Jedi con cui aveva combattuto prima e tentò
l’attacco con cui prima
era riuscito ad uccidere il suo avversario e saltò in alto
mirando alla sua
schiena, la donna parò il colpo all’ultimo istante
e la sorpresa che vide sul
suo viso lo divertì. La donna contrattaccò
cercando di colpirlo, Kane parò un
attacco diretto alla sua spalla ma proprio in quel momento
sentì un colpo che
lo gettò a terra, la donna lo aveva colpito a sorpresa con
l’impugnatura della
spada. Atterrò pesantemente sulla schiena e vide la lama
verde della donna
calare su di lui, improvvisamente la spada si fermò e Kane
si accorse che il
cappuccio gli era scivolato via, la donna lo guardava con gli occhi
spalancati
e mormorò “ Obi Wan”.
Kane approfittò di
questo suo attimo di distrazione e saltando in piedi con un veloce
movimento la
passò da parte a parte, ma proprio in quel momento altri due
Jedi entrarono
nella Sala correndo.
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Capitolo 7 *** 7° CAPITOLO ***
Mentre si
dirigeva verso la Sala delle Mille Fontane, Qui Gon
sentì che la fonte del brutto presentimento veniva da
là. Entrò nella stanza e
vide due figure che combattevano furiosamente. Nonostante la stanza
fosse quasi
completamente al buio si vedevano chiaramente due lame, una rossa e una
verde
che si scontravano in un duello di abilità e potenza. Il
proprietario della
spada verde era senza dubbio la Maestra Allana, una degli insegnanti di
spada
del Tempio, il suo avversario doveva essere un sith che indossava un
mantello
nero che lo copriva completamente occultandone
l’identità.
Qui Gon e Anakin
entrarono di corsa intenzionati ad aiutare
Allana, quando videro che la Maestra Jedi era riuscita a gettare a
terra il
sith colpendolo con l’impugnatura della spada laser, quando
all’improvviso la
donna si bloccò e l’intruso ne
approfittò per rialzarsi in piedi e
trafiggerla con
ferocia.
“Noooo”
gridò Qui Gon quando vide la donna cadere.
Kane si
girò e vide un’altro Jedi
venire verso di lui, seguito da un ragazzo.
“Tu!” ringhiò quando lo riconobbe e gli
puntò contro la spada laser, la sua
voce manifestava una rabbia indescrivibile. “Qui Gon
Jinn” disse con un tono di
voce sprezzante.
“Chi
sei?” chiese Qui Gon sconvolto. No,
non poteva essere Xanatos..... Lui era morto quasi quindici anni
prima su Talos. Non riusciva a capire chi fosse
l’intruso, anche se era
evidente che doveva conoscerlo molto bene.
“Non
mi riconosci? Non dirmi che non ti ricordi più di
me!”
disse in tono di scherno, poi continuò “diciamo
che sono qualcuno che hai
tradito.”
Poi si
girò verso Anakin, Qui Gon immaginò che dietro il
cappuccio l’intruso stesse sorridendo con disprezzo
“ragazzo se fossi in te non
mi fiderei di questo vecchio fallito, lo sai che ha tradito due dei
suoi
precedenti apprendisti? Che mi ha attaccato perché voleva
uccidermi?”
Anakin scosse la
testa “no, non è vero. Tu ti sbagli.”
disse
con decisione.
Il sith lo
ignorò e si girò di nuovo verso Qui Gon
“però sono
sopravvissuto, e non sono più la stessa persona che ero
prima, ora sono molto
più forte Qui Gon, e adesso te lo
dimostrerò.”
Fece un
movimento unendo le mani e Qui Gon istintivamente si
gettò di lato rotolando su una spalla, in quel momento una
sfera di energia lo
sfiorò colpendo una fontana proprio dietro di lui
riducendola in mille pezzi.
Qui Gon la fissò sconvolto, se non si fosse gettato di lato
quella sfera
avrebbe colpito lui, i suoi ottimi riflessi gli avevano salvato la vita.
Fai
attenzione a lui, Padawan, disse ad Anakin
attraverso il loro legame
è molto pericoloso. Lo attaccheremo
insieme dobbiamo cercare di tenerlo in mezzo a noi.
Anakin
annuì ed entrambi si lanciarono contro il sith. Anakin
portò un colpo in basso alle gambe dell’uomo,
invece Qui Gon mirò in alto alla
testa dalla parte opposta. Il loro avversario li osservò con
molta calma poi
con un semplice spostamento parò il colpo di Anakin, poi
girandosi su se stesso
parò quello di Qui Gon e nello stesso momento
portò un attacco ad Anakin, il
ragazzo si abbassò e Qui Gon assestò un forte
colpo alla vita dell’intruso che
parò con un semplice movi- mento.
Il
combattimento continuò così, con i due Jedi che
portavano i colpi e l’uomo con
il mantello scuro che li parava ad una velocità
stupefacente. Il jedi oscuro non
attaccava ma si muoveva soltanto per parare i colpi dei due Jedi.
All’inizio
Qui Gon pensò che agiva così perché
cercava di
difendersi dalla loro supremazia, ma presto comprese che, anche se
sembrava che
stessero vincendo, il loro nemico si stava divertendo, li stava
prendendo in
giro.
‘Sta
cercando di ingannarci, per
farci sentire troppo sicuri di noi’
pensò. Però il suo
avversario non doveva conoscerlo molto bene se sperava che sarebbe
caduto in
quella trappola. Ma poi capì che il trucco stava funzionando
con Anakin.
Sentiva l’impazienza e la frustrazione, irradiarsi attraverso
il loro legame,
che aumentava sempre di più. Qui Gon era sicuro che, in
qualche modo, anche il
sith ne era conoscenza, visto che lo stava provocando continuamente
dandogli
l’impressio- ne di non prenderlo sul serio e dandogli spesso
la schiena.
Stai
attento Padawan disse Qui Gon
attraverso il legame non essere troppo
precipitoso ti sta
solo....
Non fece in
tempo a finire la frase perché Anakin attaccò la
schiena indifesa del suo avversario, la spada tenuta alta lasciando
scoperta la
sua guardia. Fortunatamente per lui il sith stava parando un violento
colpo di
Qui Gon e così non poté girarsi, invece
colpì il ragazzo con un brutale calcio
all’indietro colpendolo allo stomaco facendolo volare lontano.
Qui Gon
scoprì, in seguito, che la situazione si era
capovolta totalmente ed un tornado di colpi lo investì. Il
suo avversario aveva
trasformato la sua debole difesa in un furioso attacco. Mentre lo stava
attaccando Qui Gon scoprì che il suo rivale anticipava tutti
i suoi movimenti e
il suo stile gli era stranamente familiare, come se fosse.... qualcosa
si
accese nella mente
di Qui Gon, lui cono-
sceva molto bene quel modo di combattere, era stato lui stesso ad
insegnarglielo quando era soltanto un ragazzo. Improvvisamente il
cappuccio del
suo nemico scivolò via mentre si chinava per evitare un suo
attacco e questo
gli tolse tutti i dubbi: i capelli biondo scuri, gli occhi
grigio-verdi, i
lineamenti di...
“Obi
Wan!” mormorò Qui Gon mentre le due spade si
agganciarono.
Non poteva crederci, non voleva crederci, ma davanti a lui
c’era l’evidenza che
lo fissava dritto in faccia.
“Ti
prego dimmi che non è vero.” Come aveva potuto un
ragazzo
buono e gentile come Obi Wan passare
al
Lato Oscuro? Era impossibile.
Obi Wan
sembrò dare un significato diverso alle parole di Qui
Gon perché i suoi occhi lampeggia- rono pericolosamente.
“Cosa
c’è Qui Gon, sei sorpreso di vedermi ancora
vivo?” L’aura
di Obi Wan era così fredda ed oscura
che l’uomo non si stupiva di non averla riconosciuta.
“Ricordati, “disse il
giovane sorridendo sprezzante “che quando attacchi una
persona, ti devi
assicurare che questa persona sia morta.”
Le loro spade
erano ancora legate insieme, quando Qui Gon
vide Anakin che si avvicinava di nascosto alla schiena di Obi Wan,
all’improvviso il ragazzo accese la sua spada laser e lo
attaccò alle spalle.
Il giovane girò appena la testa e gli diede
un’occhiata noncurante poi, prima
che Qui Gon potesse prevedere le sue intenzioni e avvertire il suo
padawan del
pericolo, Obi Wan fece un passo indietro cambiando la presa sulla spada
laser.
Anakin diede un
ansito di dolore mentre veniva infilzato
dalla spada capovolta di Obi Wan.
“No!”
gridò Qui Gon e guardò prima la figura accasciata
di
Anakin poi passò all’espressione spietata di
trionfo che vide sul viso del suo
ex-apprendista.
Come hai potuto?
dissero gli occhi del Maestro Jedi mentre lo
fissava.
Per un
lunghissimo e terribile istante tutto sembrò
bloccarsi, poi Anakin colpì il pavimento con un rumore
sordo, lo sguardo di Qui
Gon era diviso tra Anakin a terra ferito e il terribile sorriso
spietato di Obi
Wan. All’improvviso il giovane lo attaccò di
nuovo, portando Qui Gon lontano da
Anakin facendolo arretrare fino ad arrivare in cima ad una piccola
collinetta
da dove scendeva una cascata. Era la
stessa cascata da dove Bruck era caduto rimanendo ucciso dopo il suo
duello
mortale con Obi Wan. Si ricordò Qui Gon. Sembrava
fosse successo secoli fa,
era un’ironia che anche questo duello sarebbe finito, in un
modo o nell’altro,
nello stesso posto. Si chiese se Obi Wan se lo ricordasse.
Qui Gon
camminava indietro nel letto poco profondo del
torrente mentre Obi Wan lo incalzava, entrambi scivolarono ed
inciamparono
sulle pietre umide e coperte di muschio. I due avversari si scambiavano
colpi
senza stregua: Qui Gon salì più in alto e
tentò un attacco alla testa di Obi
Wan che lo parò facilmente poi il giovane
contrattaccò con un attacco alla
vita, Qui Gon lo parò e cercò di colpire il
braccio destro di Obi Wan che parò
con prontezza. Qui Gon fece un altro passo indietro e sentì
che si trovava sul
orlo della cascata. Obi Wan lo attaccò furiosamente e Qui
Gon sollevò la spada
laser per incrociare la sua, ma proprio quando le due spade stavano per
scontrarsi, la lama rossa di Obi Wan scomparve, il giovane aveva
disattivato la
sua, e il Maestro Jedi si trovò a scontrarsi con il nulla
perdendo
momentaneamente l’equilibrio, Obi Wan riaccese la sua e con
un potente colpo
fece volare via quella di Qui Gon che finì tra i cespugli
sottostanti. Qui Gon
cadde sulle ginocchia sconfitto ed esausto.
“Sei
finito!” Ansimò Obi Wan, respirando con affanno e
tenendo la spada laser sul collo di Qui Gon
“Se
odi i Jedi così tanto perché sei tornato al
Tempio?”
chiese Qui Gon ansimando anche lui.
“Cercavo
qualcosa.”
“E lo
hai trovato?”
“Può
darsi.”
“Cosa
stavi cercando Obi Wan, “ insistette Qui Gon,
“vecchi
ricordi?”
Una strana ombra
passò negli occhi del giovane, poi sussurrò
con una voce così fredda che fece rabbrividire Qui Gon
“quello che stavo
cercando non sono affari tuoi.”
“Hai
deciso di uccidermi nello stesso posto in cui hai ucciso
Bruck, vero?” chiese Qui Gon.
Per un secondo
fu certo di aver visto un riflesso di
confusione nello sguardo di Obi Wan ma scom-parve subito.
“Non
ho niente da dirti” dichiarò Obi Wan sollevando la
spada
e tenendola alta sul collo di Qui Gon pronta a colpirlo.
Era pronto ad
ucciderlo, era quello che più desiderava più di
tutto, uccidere l’uomo che lo aveva tradito, ma qualcosa
glielo impediva, non
riusciva a portare a termine il colpo.
I due rimasero
così per qualche secondo, quando sentirono
dei passi avvicinarsi di corsa e il
rumore di alcune spade che venivano accese, sembrava che molte persone
si
stessero avvicinando di corsa alla Sala delle Mille Fontane.
Obi Wan si
immobilizzò, la spada ancora tenuta a pochi
centimetri dal collo di Qui Gon, i loro sguardi si legarono, gli occhi
di Qui
Gon sembrano dirgli scappa non puoi
batterli.
“Ci
incontreremo di nuovo Qui Gon, e allora...” sibilò
il
giovane. Si rimise il cappuccio e saltò nel buio sottostante
disattivando la
spada laser, scomparendo nell’oscurità che li
circondava.
Il primo
pensiero che colpì Qui Gon fu quello del suo padawan
Anakin e saltò dalla scogliera servendosi della Forza per
rallentare la caduta
e corse al fianco del suo apprendista. La ferita di spada laser aveva
attraversato il fianco sinistro, non era una brutta ferita ma doveva
essere
molto dolorosa.
Gli occhi di
Anakin si aprirono leggermente e incontrarono lo
sguardo di Qui Gon. “Sei riuscito Maestro....lo hai
preso...” disse cercando di
parlare.
“Shh,
Anakin. Non sforzarti a parlare, concentrati cerca di
utilizzare la Forza per guarire. E per rispondere alla tua domanda, no,
è
fuggito.”
“Mi
dispiace Maestro. Io proverò a guarire.”
mormorò Anakin.
“Fare
o non fare, non c’è provare.” disse una
voce autorevole
alle loro spalle. Qui Gon e Anakin guardarono in su e videro che si era
avvicinato Yoda, senza che loro se ne accorgessero.
Il piccolo
maestro verde si chinò su Anakin e posò una mano
sulla fronte del ragazzo e con una gentile spinta della Forza lo fece
scivolare
nell’incoscienza. Yoda chiuse gli occhi e Qui Gon senti che
stava inviando
delle onde guaritrici nel corpo di Anakin. Qui Gon tirò
fuori il suo
comunicatore e disse “Presto mandate un guaritore nella Sala
delle Mille
Fontane.” Poi sentì una voce dietro di lui che
disse “Siamo già qui Maestro
Jinn.” Qui Gon si girò e vide alla sue spalle
Bant, la giovane Mon Calamari,
che era, ora, una dei guaritori principali ed era anche stata una dei
migliori
amici di Obi Wan.
“Cos’è
successo qui?” chiese quando vide il caos e la
distruzione che occupava la grande Sala.
“Un
jedi oscuro.” disse Qui Gon con calma, non poteva dirle
che a fare tutto quello era stato Obi Wan. Poi si mosse per aiutare i
guaritori
con Anakin, ma sentì una voce che lo chiamava si
girò e vide Mace Windu che gli
faceva cenno di avvicinarsi, Qui Gon sbuffò e si diresse
verso di lui. Quando
lo raggiunse Mace Windu gli chiese a bruciapelo. “Cosa
è successo qui? Fontane
distrutte, passerelle crollate, tre Jedi morti qui più due
nell’archivio....”
“C’è
anche un apprendista gravemente ferito” gli
ricordò Qui
Gon interrompendolo, sperando che cogliesse l’accenno e che
lo lasciasse
andare, ma sfortunatamente Mace lo ignorò. “Allora
cos’è successo?”
“Sembra
che un sith abbia fatto irruzione nel Tempio.” disse
Qui Gon in tono secco, poi si girò a guardare i guaritori
che stavano mettendo
Anakin su una barella, il maestro Yoda era ancora vicino a lui con gli
occhi
chiusi. Allora si girò verso Mace e disse “A parte
la distruzione causata da una
spada laser, sembra che abbia anche usato una specie di sfera di
energia di
Forza Oscura per distruggere la fontana, e quasi certamente
l’ha usata anche
sulla passerella. La stessa che ci ha descritto la Senatrice Amidala
tempo fa.”
“Si lo
credo anch’io” fece Mace Windu.
Allora doveva
essere Obi Wan il jedi oscuro che aveva ucciso
il Senatore Draken e anche tutti gli altri. No! non poteva crederci, ma
la
prova era lì davanti ai suoi occhi. Poi si
ricordò di Anakin e fece
allontanarsi ma Mace esclamò all’improvviso.
“Ma
chi può essere
questa persona ? Che utilizzando la Forza in questo modo ha causato una
tale
distruzione? E deve essere stato anche qualcuno molto esperto con la
spada
laser, visto che ha battuto la maestra Alana ed è riuscito a
disarmare te.” finì
Mace lanciando un’occhiata al gancio vuoto della spada laser.
Qui Gon si mosse
a disagio e mormorò “Io... ero
distratto.”
Non voleva dire
al Capo del Consiglio che l’intruso era
nientemeno che Obi Wan, avrebbero detto che era il secondo apprendista
di Qui
Gon che passava al Lato Oscuro e c’era la
probabilità che gli togliessero
Anakin. Il ragazzo era la cosa più importante della sua
vita, non poteva
neanche immaginare di
perderlo, era un comportamento egoistico, lo
sapeva ma non gli
importava. E poi c’era
un’altra cosa, questo era stato un duro colpo alla fiducia di
Anakin e quando
si fosse ripreso avrebbe avuto bisogno del suo aiuto.
“Sai
tu, chi questo ha fatto” dichiarò Yoda alle sue
spalle
facendolo sussultare, non l’aveva sentito
avvicinarsi, e non era una domanda quella che il vecchio
maestro gli
aveva fatto, Yoda sapeva che lui era a conoscenza
dell’identità dell’intruso?
Qui Gon si
girò intorno e vide che i guaritori stavano
portando via la barella con Anakin sopra e fece per seguirli. Ma Mace
lo fermò
posandogli una mano sul braccio e disse “Qui Gon è
importante dobbiamo sapere
chi è.”
“Anche
il mio apprendista lo è “ ribadì Qui
Gon irritato, non
voleva altro in questo momento che stare vicino ad Anakin.
“Qui
Gon.” disse Mace Windu irremovibile.
“Va
bene si, l’ho conosco.” il carattere di Qui Gon si
stava
accendendo. “posso andare dal mio padawan. Voglio essere con
lui quando si
risveglierà.”
“Preoccuparti
non devi, Qui Gon. Il tuo allievo presto non si
sveglierà.” disse Yoda con un tono gentile nella
voce, ma poi continuò “necessario
sapere è l’identità del nostro nemico,
dirci chi era tu devi.”
“Va
bene! Lo volete proprio sapere? Era Obi Wan.”
gridò
arrabbiato Qui Gon più forte di quanto volesse.
Tutti nella
stanza smisero di fare quello che stavano facendo
e si girarono a guardare increduli la scena: un Maestro Jedi che
gridava verso
due membri del consiglio, ma anche a causa delle parole che aveva
detto, tutti
nel tempio conoscevano la storia di Obi Wan, e sapevano anche che era
il secondo
allievo del Maestro Qui Gon che scompariva durante l’ultima
missione, prima di
diventare cavaliere.
“Era
Obi Wan il jedi oscuro che ha fatto tutto questo, siete
contenti ora?” continuò a gridare Qui Gon ma ora
si avvertiva una nota
di disperazione nella voce del Maestro
Jedi. “Per favore, posso ora andare a vedere come sta
Anakin.”
Qualunque
risposta Mace Windu e Yoda si fossero aspettati non
era certo questa. La faccia di Yoda non mostrò nessuna
sorpresa, ma le sue
orecchie si abbassarono come se avessero dei pesi attaccati. Mace,
invece,
aveva un’espressione di totale sorpresa, gli occhi aperti e
la bocca
spalancata, Qui Gon si sarebbe messo a ridere se la situazione non
fosse tanto
seria. Ma la risposta peggiore venne da Bant, la giovane guaritrice
Calamariana
gridò “No! non è vero!” Qui
Gon si girò e la vide in piedi, doveva essere
rimasta a controllare i corpi degli
altri jedi caduti, le lacrime scendevano dai grandi occhi
argentei. “Non
può essere stato lui, Obi Wan non avrebbe mai fatto tutto
questo.” E indicò con
la mano la distruzione che regnava nella sala, poi mormorò
“Ti sei sbagliato
Qui Gon” ma il Maestro Jedi scosse la testa “No, mi
dispiace Bant.” Poi usci
correndo dietro ai guaritori prima
qualcuno potesse fermarlo.
“Non
so se dovremmo sentirci sollevati che Obi Wan sia ancora
vivo o sconvolti perché lui è passato al Lato
Oscuro” disse Mace, poi continuò
“Maestro Yoda non avevate detto che Obi Wan sarebbe stato
l’unico capace di
fermare il Prescelto quando sarà tentato
dall’oscurità.”
Yoda scosse la
testa “ se una volta il sentiero oscuro tu
prendi per sempre esso dominerà il tuo de- stino. Fermato
deve essere il
giovane Kenobi, diventato molto potente è, molta distruzione
potrebbe portare.”
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Capitolo 8 *** CAPITOLO 8 ***
Il Maestro Qui
Gon Jinn camminava lungo i corridoi del
tempio, aveva passato tutta la notte accanto alla vasca del Bacta dove
stava
Anakin, ed ora, dopo aver saputo che il suo giovane padawan era in via
di guarigione
aveva deciso di andare a mangiare qualcosa alla mensa e poi ritornare
nell’ala
dei guaritori. Sentiva intorno a se i commenti di ciò che
era successo la notte
appena trascorsa. All’improvviso sentì qualcuno
che lo chiamava, si girò e vide
un giovane padawan “Maestro Jinn scusatemi vorremo sapere
come sta Anakin.”
Qui Gon
guardò il gruppetto di ragazzi, erano tutti compagni
di Anakin e disse “Anakin sta bene, Ferus ma sta ancora in
una vasca di Bacta.”
“Ma
cosa è successo Maestro?
E’ vero che nel tempio è entrato un
Sith” disse una ragazza dai capelli
rosso fuoco.
“Se il
consiglio non ha ancora detto niente ci sarà un
motivo, Talia, ed io non posso andare contro il consiglio.”
Poi se ne
andò lasciando i ragazzi a parlottare tra di loro.
Entrò
nella mensa e si riempì il piatto dal tavolo del
buffet, ora che era sicuro che Anakin stesse guarendo il suo pensiero
andò ad
Obi Wan, cosa poteva essere successo per farlo passare al Lato Oscuro?
La mente
ripensò a quel giorno, quando aveva dichiarato al consiglio
che intendeva
prendere Anakin come suo padawan, Obi Wan non aveva preso bene la
notizia e
avevano discusso. Qui
Gon intendeva
dirgli che l’aveva fatto perché a suo giudizio lui
era pronto ad affrontare la
prova ed essere promosso Cavaliere Jedi, e questo già da un
po’ di tempo.
Voleva dirglielo dopo la questione di Naboo, ma poi lui era scomparso e
Qui Gon
si sentiva in colpa per non averglielo detto prima. No, non poteva
essere
passato al Lato Oscuro per quel motivo, avevano superato a fianco a
fianco
molti ostacoli, soprattutto dopo il fatto di Melinda/Daan il loro legame era diventato
molto forte, il
più forte nel Tempio. Doveva essere successo
qualcos’altro per far cambiare Obi
Wan in quel modo. I suoi pensieri furono interrotti dal suono del
comlink
conosceva quel suono era il consiglio che lo convocava, si
alzò irritato sapeva
di cosa volevano parlare e non intendeva essere troppo gentile .
Kane
entrò nel rifugio che lui e Jango utilizzavano, quando
si trovavano su Coruscant, vide che l’uomo stava leggendo un
data pad.
“E’
andato tutto bene?” disse Jango senza neanche sollevare
la testa.
“Si.”
rispose Kane in tono allegro, “anche se ho dovuto far
fuori un pò di jedi. Ho anche affrontato il maestro
Jinn”.
“E lo
hai ucciso?” disse Jango con aria di finto interesse.
“No,
purtroppo in quel momento si è messo in mezzo
l’intero
tempio e così me ne sono dovuto andare.” rispose
Kane imbronciato. “Ma cos’hai
Jango? C’è qualcosa che non va?”
“Non
mi fido di Sidious, almeno non quanto ti fidi tu” disse
l’uomo con l’espressione dura.
Kane
incrociò le braccia. “Non mi ha mai dato nessuna
ragione
per non fidarmi di lui. E tu perché ti fidi?”
Mentre parlava,
però, la sua mente ritornò a ciò che
era
successo durante la notte appena trascorsa.
Era nel tempio,
circondato dai jedi, ed era riuscito a
fuggire da una porta laterale. Come faceva a conoscerla? Aspetta, se
era stato
un jedi forse aveva vissuto lì dentro e perciò
doveva conoscerlo bene, si era
questa la spiegazione, e poi quel nome che Jinn aveva pronunciato, era
il suo o
il maestro jedi voleva solo ingannarlo? Fu interrotto dai suoi pensieri
dalla
risata di Jango, incurante dei pensieri che stavano ossessionando il
suo amico.
“Fidarmi?
Mi fido fino a quando mi paga bene e subito. E ti
dico un’altra cosa, per me Sidious non è per
niente interessato ai Sith perché
può trovare parecchio su di loro nella biblioteca,
perciò o è uno di loro o
vuole diventarlo.”
“E
allora perché mi ha chiesto di prendergli questo?”
“Io
credo che sia stata una prova. Ha detto che se tu avessi
superato la missione nel tempio ti avrebbe affidato un’altra
missione.”
Il cuore di Kane
fece un balzo di gioia, mentre un leggero
sorriso gli illuminava il volto, un’altra missione, era
questo che aveva sempre
voluto fare, passare da una missione all’altra invece di
stare ad allenarsi
tutto il giorno.
“Che
missione è?” disse con impazienza.
“Devi
uccidere un mercante di schiavi di nome Taran” disse
Jango, “ma come ti ho detto prima, temo che Sidious ti stia
usando per i suoi
scopi.”
“Ed io
ti ripeto che non mi ha mai dato motivi di dubitare di
lui” ringhiò Kane.
“Forse
a te no, ma ha me si e parecchi anche. Prima di tutto
io non ho scoperto niente su di te, quello che Sidious ti ha detto non
sono
stato io a scoprirlo, anzi è lui che mi dice quello che devo
dirti.” disse
Jango seccamente.
Lo sguardo di
Kane si scuriva mano a mano che Jango parlava
“per quanto ne so potrebbe aver inventato tutto, ho
controllato le
registrazione della Repubblica e non esiste nessun Kane della tua
età e poi non
ti ha mai detto il tuo cognome o da dove vieni. Non ti ha mai detto
niente di
te, e questo non lo trovi strano?” disse Jango
“Perché
mi stai dicendo queste cose, Jango? Chi ti ha detto
di dirmi queste bugie.” disse Kane con la furia nella voce.
“Non
ti sto mentendo Kane. Devi credermi, io voglio solo che
tu stia attento, questa faccenda non mi piace.”
Kane era confuso
sentiva che il mandaloriano era sincero e
sentiva anche un accenno del rude affetto che l’uomo mostrava
raramente. Ma
allora era Sidiuos che gli mentiva, Sidious lo aveva salvato, lo aveva
addestrato in modo che potesse vendicarsi. Ma allora a chi doveva
credere?
Improvvisamente
sentì che la confusione che provava si
trasformava in rabbia soprattutto quando sentì Jango
mormorare “Kane devi
credermi!” Il ragazzo sentì la rabbia trasformarsi
in un fuoco che lo bruciava
e cresceva sempre di più e gioì di quella
sensazione così appagante poi sentì
una voce che gli ripeteva di non fidarsi del mandaloriano che lo stava
solo
ingannando.
“No!”
dichiarò, con voce piena di rabbia e continuò
“Vattene
via, non voglio più vederti. Tu mi stai solo
ingannando.” Poi allungò la mano
destra verso Jango e un fulmine di fuoco bianco colpì
l’uomo mandandolo a
sbattere contro il muro che si trovava alle sue spalle.
Kane vide
l’uomo a terra con una
smorfia di dolore sul suo viso, si guardo inorridito la mano poi si
girò e
scappò via scosso per ciò che aveva fatto al suo
amico.
Qui Gon
entrò nella Sala del Consiglio con aria di voler
stare da un’altra parte.
“Maestri”
disse chinando appena la testa, se volevano
sgridarlo che lo facessero pure.
“Uhm,
sento che desideri tu di essere altrove.” disse Yoda.
Qui Gon
resistette all’impulso di sbuffare, e disse
seccamente “non capisco perché mi abbiate chiamato
visto che ho risposto a
tutte le vostre domande ieri notte.”
“Si.
Fino all’Orlo Esterno sentito penso ti hanno”
rispose
Yoda con un luccichio negli occhi poi continuò
“più forte la prossima volta
dovresti gridare.”
Malgrado la
situazione Qui Gon lottò per rimanere il più
serio possibile, come cercava di fare la maggior parte del Consiglio, ha parte Mace che
rimase
completamente impassibile.
Mace Windu si
alzò dal suo posto e Qui Gon sospirò
“ecco che
ora arriva la ramanzina: ti sei comportato peggio di un iniziato, lo
sai che
non si deve alzare la voce all’interno del Tempio’.
Invece Mace disse sentendosi
a disagio “ Io…e Yoda ti dobbiamo delle
scuse.”
“Che
cosa?” esclamò Qui Gon sorpreso. Mace era un uomo
molto
orgoglioso e delle scuse dette da lui voleva dire che si era reso conto
di
essersi sbagliato, un evento raro.
Qui Gon
sollevò un sopracciglio con fare interrogativo e Mace
continuò “Dovevamo sapere che
eri
preoccupato per ciò che era accaduto al tuo Padawan e
avremmo dovuto darti un po’
di tempo. Di questo ti chiedo scusa.” Yoda annuì
d’accordo, poi disse”
Tuttavia, più controllo devi avere.” Le ultime
parole furono rimarcate dai
colpi a terra del suo bastone Gimmer. Qui Gon sospirò solo
Yoda sapeva
chiedergli scusa e criticarlo con una sola frase.
Yoda
guardò il pavimento e disse “ Percepire avrei
dovuto il
giovane Obi Wan.”
“A
proposito, tu che eri
il maestro di Obi Wan, hai idea di dove può essere
andato?” chiese Mace
Qui Gon scosse
la testa e disse “Quello non era Obi Wan. L’Obi
Wan che conoscevo io non avrebbe mai ucciso dei jedi senza il minimo
scrupolo.”
Poi continuò “Non so proprio dove può
essere andato, forse su qualcuno dei
pianeti che abbiamo visitato durante l’apprendistato:
Phindar, Gilter e…” dopo
aver esitato un po’ continuò
“Melinda/Daan.”
“Umh,
nei pressi di Melida/Daan il giovane Reft si trova.
Chiedere di investigare a lui faremo.” disse Yoda.
“Nello
stesso tempo affideremo a te le investigazioni per
cercarlo. Sarai affiancato da Bant Eerin, Siri Tachi e il suo padawan
Ferus
Olin e gli iniziati Lawrence Teevan, Tru Veld e Talia Darren. Gli
iniziati non
possono uscire dal tempio, lo sai.”
Qui Gon
spalancò gli occhi e disse sorpreso “Hai incluso
nell’investigazione
tutti i vecchi amici di Obi Wan?”
“Stai
mettendo in dubbio la mia decisione e quella del
Consiglio?” di Mace Windu con un tono che intendeva eliminare ogni risposta, ma
fallì malamente.
“Si.”
rispose Qui Gon. Poi continuò “Bant e Siri sono
stati creati
cavalieri da poco e sono ancora inesperti.”
“E’
per questo che ci sei tu. Così potrai assisterli e
aiutarli nell’investigazione.” rispose Mace Windu
“E
Anakin? E’ ancora nell’Ala Guaritori, devo stare
vicino a
lui.” disse Qui Gon.
“Il
tuo Padawan sta guarendo in fretta, sarà un buon
addestramento
anche per lui.”
“E va
bene.” mormorò Qui Gon inchinandosi e andando
verso la
porta.
“Che
la Forza sia con te.” fu l’ultima cosa che
sentì mentre
usciva dalla Sala del Consiglio.
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Capitolo 9 *** CAPITOLO 9° ***
Kane camminava lungo le strade di Coruscant non si era più fermato da quando era fuggito dal magazzino. Non gli importava sapere dove stava andando, tanto con un veloce contatto con la Forza, lo avrebbe scoperto subito. Stava ricordando ciò che era accaduto nel magazzino, come aveva potuto farlo, Jango era un amico. Certo anche nel Tempio Jedi aveva utilizzato la Forza come un arma distruttiva, ma lì l’aveva fatto solo per sbarazzarsi dei Jedi che gli bloccavano la strada, senza nessun sentimento. Anche con Jinn, quando… no quella era un’altra cosa che doveva risolvere, quel nome Obi Wan, e aveva sentito preoccupazione nella voce dell’uomo. Ripensò a Jango, quando l’aveva attaccato era furioso, e aveva voluto ferirlo, farlo tacere, che smettesse di dirgli quelle bugie. utilizzare la forza in quel modo l’aveva sconvolto ma anche eccitato. Improvvisamente sentì una voce nella mente che gli diceva dove andare e la seguì ciecamente. Arrivò ad una costruzione diroccata, scese dei gradini e si trovò in una sala buia, stava per accendere la spada per poter vedere quando della luci si accesero e una voce disse “vieni qui da me, ragazzo.”
Kane la riconobbe subito: Lord Sidious. ‘Strano che prima non l’aveva riconosciuta’ pensò.
Quando arrivò in fondo alla sala vide un trono con un uomo incappucciato seduto sopra, posò un ginocchio a terra chinando la testa con deferenza e disse “Sidious, mio Signore.”
“Allora ragazzo mio hai portato a termine il tuo compito?”
“Si, mio Signore.” disse Kane porgendogli il chip dati.
“Ottimo. Ti ringrazio.” disse l’uomo prendendo il chip, poi continuò “mi sembri turbato, qual è il problema?”
“Non è niente, davvero” rispose Kane scuotendo la testa, ma quello che aveva detto suonava falso anche alle sue orecchie.
Kane non l'aveva mai visto in volto, il suo volto era sempre nascosto dal cappuccio, però sentì uno sguardo di impazienza. Sospirò e mormorò “ho utilizzato la Forza per creare un fulmine e ho colpito Jango Fett.”
“Perché?” chiese Sidious.
“Ero… ero arrabbiato. Ha detto qualcosa che mi ha sconvolto e l’ho attaccato” poi chinò la testa e continuò "è ancora vivo, ma quando l’ho colpito con il fulmine sentivo che era sbagliato.”
“Non preoccuparti di Fett, ora. Sono sicuro che starà bene. A proposito, ho letto che il fulmine di Forza può essere utilizzato solo dagli Adepti più potenti, se sei riuscito ad usarlo, allora, devi essere molto potente. Ricordati ragazzo mio, le emozioni ti danno la forza e il potere, non evitarle ma controllale. “ La voce di Sidious aveva preso un tono mistico mentre continuava “I Jedi non si rendono conto che sono le emozioni che fanno muovere la galassia, causano conflitti, questo è vero, ma danno la forza di combattere.”
Kane rifletté attentamente su ciò che aveva detto Sidious, poi annuì “penso di capire.”
“Bene” rispose l’uomo. “Non so se Jango te lo ha detto, ma ho un altro incarico per te.”
“E’ un incarico per una persona di nome Draken?” chiese Kane e Sidious annuì.
“E’ un commerciante di schiavi, uno dei più temuti della galassia, la sua sede è a Nar Shaddaa” disse Sidious esprimendo disapprovazione. “E’ un prepotente che, però, abbaia ma non morde. Usa gli altri per fare il lavoro sporco, mentre lui ne esce sempre pulito.”
“Ma se è un criminale perché la repubblica non lo arresta?” chiese Kane.
“Perché, ragazzo mio, è protetto da governi corrotti come la repubblica e nessuno osa toccarlo.”
“Non è affatto giusto.” Mormorò tra sé e sé.
“Mi hanno detto che cerca qualcuno per un assassino e, mi è stato detto che paga molto bene. E’ un lavoro giusto per te.”
Sidious porse a Kane un chip di memoria e disse “queste sono le coordinate di Nar Shaddaa e del suo palazzo, non dovrebbe essere un problema per te portare a termine il lavoro.”
“Grazie, Mio Signore. “ disse Kane prendendo il chip. Stava per andarsene, poi si ricordò qualcosa e si girò di nuovo verso Sidious e disse “c’è un nome che mi viene in mente continuamente ‘Obi Wan Kenobi’ voi pensate che sia il mio vero nome? Anche Jinn lo ha ripetuto più volte.”
“Può essere” rispose Sidious, “quando tornerai dalla missione controlleremo.”
Quando il giovane si fu allontanato Sidious lasciò andare un ringhio furioso, doveva farlo eliminare subito per timore che tornasse dai jedi, almeno lo aveva usato per rubare i dati che i jedi avevano sui sith, aveva sempre voluto sapere che cosa i suoi nemici sapevano su di lui. Si allontanò dalla sala pensando a come eliminarlo.
Al Tempio Jedi Qui Gon stava in piedi accanto allo striscione laser a fissare la fontana distrutta, Bant era accanto a lui e, insieme stavano aspettando Siri che stava arrivando con gli iniziati.
“Qui Gon” mormorò Bant “non posso credere che sia stato Obi Wan a fare tutto questo, lui non sarebbe mai passato al Lato Oscuro. Mai. Lui era troppo buono.”
“Bant, il problema è che non sappiamo cosa gli può essere accaduto. Finché non lo scopriamo non sapremo come aiutarlo.” Rispose Qui Gon.
“Lo sai che la maggior parte dei jedi crede che quando uno prende il sentiero oscuro non…” La giovane Mon Calamariana non riuscì a finire la frase, sapevano tutti e due cosa accadeva a chi passava al Lato Oscuro.
Il Maestro Jedi gli mise una mano sulla spalla e disse “si lo so. Infatti il Consiglio è convinto che questa sarà una missione per trovarlo e distruggerlo.”
“No. Non possono farlo. Il maestro Yoda ci può…”
Qui Gon scosse la testa. “No. Yoda è stato il primo a non crederci. Forse Mace potrebbe aiutarci, ma sarà solo contro tutto il consiglio.” Poi sollevò le spalle e con un sorriso forzato continuò “temo che dovrò di nuovo sfidare il consiglio.”
“Qui Gon tu pensi che potrà… che lo riavremo indietro?” chiese Bant.
Qui Gon non rispose, intanto dentro se stesso pensava che voleva, doveva credere che Obi Wan sarebbe potuto tornare indietro, non sarebbe successo come con Xanatos questa volta non avrebbe fallito.
“L’hai già detto a Siri?” chiese Bant, distraendolo dai suoi pensieri. “No. Non glielo ancora detto.” Rispose Qui Gon.
“Quando glielo dirai, immagina come si sentirà quando lo verrà a sapere. Devi dirglielo tu Qui Gon.”
“Dirmi cosa?” disse la ragazza arrivando in quel momento, seguita da quattro ragazzini che si fermarono a poca distanza. Poi si guardò intorno ed esclamò “Non pensavo che ci fosse stata una tale distruzione.” Poi continuò “Salve maestro Qui Gon, Ciao Bant.”
“Ciao Siri.” Fece Bant.
“E’ bello rivederti Siri” disse Qui Gon, “e chiamami Qui Gon.”
“Va bene Qui Gon. Questi sono Lawrence Teevan, Talia Darren, Tru Velt e il mio padawan Ferus Olin.” Disse Siri. “Allora iniziamo questa investigazione?”
Qui Gon annuì “Bene. Bant prendi i tre iniziati e inizia a fare l’autopsia ai jedi caduti. Noi invece, Siri, ci occuperemo di esaminare i nastri della sicurezza.”
“Che bello!” esclamò Siri sarcastica.
“Andremo nell’ala dei guaritori, seguitemi ragazzi” disse Bant agli iniziati mentre passava sotto lo striscione laser ed entrava nella sala delle mille fontane.
Mentre i due jedi camminavano verso la sala delle comunicazioni Qui Gon diceva “Dobbiamo controllare tutte le riprese degli edifici che ci circondano” Siri annuì mentre lo seguiva. Qui Gon si guardò intorno invece della solita calma e pace, nel Tempio si respirava un aria di confusione come quando lui e Obi Wan erano tornati da Melida/Daan e Xanatos aveva sabotato il Tempio. Non avrebbe dovuto riportarlo indietro, pensò Qui Gon, avrebbe dovuto lasciarlo su Melida/Daan. No! La sua vita senza Obi Wan sarebbe stata vuota, il ragazzo gli aveva insegnato a fidarsi di nuovo, lo aveva guarito dopo il tradimento di Xanatos, lo aveva salvato e ora Qui Gon doveva ricambiare il favore, doveva salvarlo.
Sentì una voce chiamarlo e vide che erano arrivati alla sala delle comunicazioni e vide Siri e il suo padawan fermi davanti alla porta che lo aspettavano. “Qui Gon?” disse Siri esitante, “va tutto bene?”
‘Doveva dirglielo, adesso, subito’ pensò Qui Gon guardandola.
“Va tutto bene, Siri. Però devo parlarti, da sola.” Disse Qui Gon guardandola in viso e poi guardando il ragazzino al suo fianco.
La ragazza annuì e disse “Padawan, aspettaci dentro” mentre il ragazzino entrava, Siri disse “Di che cosa volevi parlarmi?”
Qui Gon fece un lungo sospiro poi iniziò a parlare “Questa investigazione è su qualcuno, Bant ed io pensiamo che devi saperlo.”
“Mi hanno detto alla riunione informativa che dobbiamo trovare un Jedi oscuro che è penetrato nel Tempio.” Disse Siri.
“Si è esatto. Però è qualcuno che entrambi conosciamo, un tuo amico.”
“Non mi dire che è Garen? So che ha abbandonato i Jedi anni fa. Ma non avrei mai immaginato che avrebbe attaccato il tempio.” Disse Siri appoggiandosi al muro.
“Siri non è Garen.”
“Se non è Garen, chi è?” chiese Siri sorpresa.
“E’ qualcuno che credevamo che fosse morto, come…” disse lentamente Qui Gon, non sapeva come avrebbe reagito alla notizia.
“Come chi?” chiese Siri esitante poi mormorò. “Non Obi Wan.”
Qui Gon non rispose e chinò la testa.
“Con tutto il rispetto Maestro Qui Gon, lei è pazzo. Obi Wan è il ragazzo più corretto e leale che abbia mai conosciuto.” Disse Siri alzando la voce. Poi ritornando calma continuò “Sta scherzando, vero? Se è così non è affatto divertente.”
“Siri, non è uno scherzo, credimi. Quelle distruzioni, quelle morti è stato lui.” Mormorò Qui Gon con lo sguardo angosciato “è stato Obi Wan. Non so cosa gli è accaduto.”
Siri si appoggiò al muro coprendosi il viso con le mani “No. Non Obi Wan. Non lui.” Poi continuò “Chi altro lo sa?”
“A parte me e Bant, il Consiglio, Reeft e Anakin.” Rispose Qui Gon, “Perché?”
Siri scosse la testa “non lo so, così. Lo sai che la missione è chiara: identificare il soggetto inseguirlo e poi eliminarlo.”
“Si. Ma io e Bant pensiamo che gli è accaduto qualcosa e voglio prima parlargli.”
“Sono d’accordo. Una persona non può cambiare così. Sono così contenta che lui è vivo ma sconvolta che abbia potuto fare una cosa simile. Mi chiedo perché il consiglio ha proprio assegnato a noi, i suoi amici di cercarlo. A proposito dov’è Reeft?”
“E’ andato su Melida/Daan a vedere se trova qualche indizio su cosa può essergli successo.”
“Lo troveremo Qui Gon. Troveremo Obi Wan e lo riporteremo a casa. “
“E se il Consiglio volesse diversamente?” disse Qui Gon.
“Tanto ci sei tu a non preoccuparti degli ordini del Consiglio.” Disse Siri sorridendo, “andiamo altrimenti Ferus farà tutto il lavoro.”
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Capitolo 10 *** CAPITOLO 10 ***
Kane camminava
nel astroporto
affollato di Coruscant, per andare su Nar Shaddaa aveva bisogno di una
nave. Le
persone importanti o i funzionari del governo di solito avevano le loro
piattaforme di atterraggio e lì non era prudente andare, ma
nel astroporto
poteva facilmente trovare e prendere una nave doveva solo cercare
quella
giusta, piccola, veloce e facilmente accessibile, doveva esserci fra le
numerose navi parcheggiate lì. All’improvviso
trovò quello che cercava,
una nave piccola e scura nascosta
tra le moltitudini di navi. Doveva solo trovare il blocco
d’accesso, mise il
suo palmo sulla fusoliera e percepì attraverso la Forza
dove si trovava. Lo
aprì e vide un pannello con delle lettere, la Forza gli
avrebbe detto in che
ordine doveva premerle. Provò qualche combinazione e alla fine trovò
quella giusta, e così
O.N.A.B.O. diventò NABOO, non si fermò a pensare
di chi poteva essere la nave
che aveva come parola d’ordine il nome di un pianeta e dopo
aver digitato il
nome il portello si aprì con un sibilo. Kane
entrò e vide da una parte una
piccola camera da letto con una scrivania e dall’altra un cucinotto, davanti
a sé c’era la cabina di pilotaggio. Kane si
sedette al posto del pilota e
iniziò le procedure di partenza, le sue dita volavano sui
controlli, digitò sul
navicomputer le coordinate per Nar Shaddaa che gli aveva dato Sidious.
La nave
decollò e una volta nello spazio aperto entrò
nell’iperspazio, allora Kane si
appoggiò sul sedile godendosi il viaggio.
“Guarda
qui!” esclamò Qui Gon
indicando un immagine sullo schermo.
Stavano
controllando le riprese
della olomacchina della sicurezza da mezz’ora. Tre Jedi: un
Maestro, un
Cavaliere e un Padawan.
In quel momento
stavano controllando
le riprese effettuate all’esterno del Tempio che
appartenevano alla Polizia di
Coruscant. Siri si avvicinò e guardò
attentamente. L’immagine era granulosa e
si vedeva il traffico che passava, però
all’improvviso due figure nere
attraversarono il cielo, le notarono grazie al leggere chiarore di un
Jet Pack mandaloriano.
Una figura scura
rimase in cima al
Tempio e l’altra volò via. La figura scura si
mosse poi sentirono il sibilo di
una spada laser che tagliava qualcosa, e questo qualcosa cadde di sotto
e la
figura saltò all’interno della sala.
“Peccato”
mormorò Siri “quella
vetrata era la cosa più interessante degli
archivi.”
Qui Gon la fissò. “Bhe
devi ammettere
che è piuttosto noioso lì dentro.”
Con una scossa
divertita della
testa Qui Gon continuò a guardare il filmato della
sicurezza. Questa volta il
filmato mostrava Obi Wan all’interno del Tempio seduto
davanti ad un computer e
stava digitando qualcosa, ma non si vedeva cosa. Rimase seduto davanti
al
computer per qualche minuto continuando a digitare poi
all’improvviso si alzò e
si voltò alla sua destra, spense lo schermo e
scivolò nell’ombra della sala. Subito
dopo un jedi e il suo allievo entrarono nella grande sala, Qui Gon
capì che era
una pattuglia di controllo. Mentre i due camminavano nella tenue luce
tra i
grandi scaffali pieni di olovideo, Qui Gon si sorprese a trattenere
il
respiro. Scosse la testa poi lasciò andare il respiro che
stava trattenendo e
guardo di nuovo il filmato. Nel momento in cui i due jedi stavano
uscendo dalla
sala lo schermo del computer si riaccese ed emise un forte segnale
acustico. I
due jedi tornarono indietro mentre Obi Wan usciva dall’ombra
ed accendeva una
lama scarlatta.
Qui Gon
sentì Siri al suo fianco
irrigidirsi, sapevano entrambi cosa significava: fedeltà al
Lato Oscuro.
Distolsero
entrambi gli occhi dalla
scena mentre si iniziavano a sentire i suoni di una battaglia. Dopo
quasi più
di un minuto di intenso combattimento si sentì un grido
angosciato seguito da
un rumore di spade che indicava
sicuramente la fine del combattimento. Qui Gon guardo di
nuovo lo schermo
e vide Obi Wan che si agganciava di nuovo la spada laser alla cintura,
prendeva
un chip dati dal computer e poi si rimetteva il cappuccio con un
totale
disinteresse a ciò che era appena accaduto. Accanto a lui,
Qui Gon poteva
sentire i respiri tremolanti dei suoi due compagni, anche lui era
scioccato da
ciò che aveva appena visto. Si
girò
verso il padawan di Siri, Ferus Olin che stava con gli occhi spalancati
mentre
non riusciva ad assimilare ciò che aveva appena visto.
“Bhe…”
disse Siri poi s’interruppe
e mormorò “maledizione!” E si
chinò a stringere a sé Ferus cercando di
incoraggiarlo
ad affrontare ciò che aveva appena visto. I tre rimasero in
silenzio per qualche
secondo. Poi Qui Gon si schiarì la voce e disse
“Dobbiamo sapere cosa c’è in quel
chip.”
Subito Ferus
andò a sedersi davanti
ad un altro computer, Qui Gon e Siri lo guardarono mentre batteva sui
tasti
qualcosa, dopo qualche minuto il ragazzo sollevò la testa e
disse “Nella
memoria non c’è niente riguardo le ultime 24 ore,
è stato cancellato tutto Maestri.”
“Tutto?”
chiese Siri sorpresa.
Il ragazzino
annuì “Si.”
“Non
è possibile cancellare tutti i
dati nell’Archivio” disse Siri
“Doveva
essere impossibile anche
riuscire ad entrare negli archivi senza avere un codice
d’accesso, eppure l’ha
fatto.” rispose Qui Gon.
“Però
lui non si è ricordato di una
cosa.” disse Siri
“Lui?
Lo conoscevi maestra” disse Ferus
guardando Siri con aria sorpresa.
“Si.”
rispose Siri con aria triste.
“Si, lo conoscevo.”
“Lo
conoscevamo entrambi…. una volta.”
aggiunse Qui Gon con tono
calmo poi continuò
“anni fa.”
Poi disse
“Anche se la memoria dei
dati è stata cancellata, è possibile che alcuni
dati siano ancora all’interno
della memoria principale? Dobbiamo trovare qualcuno che è
capace di trovarli.”
disse Qui Gon alzandosi.
“Il
mio padawan può farlo” disse
Siri, “lui è il primo nella sua classe di
computer. È certamente meglio di me.”
Qui Gon
annuì. “Va bene. Noi
intanto dobbiamo scoprire dove è andato dopo aver lasciato
il tempio.”
Mentre Ferus si
sedeva in un’altra
postazione per trovare i dati rubati, Qui Gon e Siri si sedettero
davanti allo
schermo dell’oloproiettore per continuare a controllare le
registrazioni. Qui
Gon impostò dalla ripresa all’ingresso del Tempio.
“Pensi
davvero che sia uscito dalla
porta principale?” chiese Siri incredula.
“Non
si sa mai” dichiarò Qui Gon. “Una
cosa è sicura non è uscito dalla stessa parte da
cui è entrato. Questo lo
sappiamo.”
I due jedi
controllavano le
registrazioni mentre i minuti passavano, ad un certo punto Siri disse
“Eccolo,
torna un po' indietro Qui Gon.”
Ad un lato dello
schermo videro una
figura scura che attraversò la porta del Tempio e girando
un’angolo scomparve
nel buio.”
Qui Gon
controllò un elenco poi
disse “Presto Siri passa alla camera 7589D.”
Siri
digitò il codice e un attimo
dopo lo schermo mostrò l’esterno del Tempio.
Videro Obi Wan correre lungo una
strada e lo seguirono cambiando telecamera continuamente fino ad
arrivare ad un’area
di magazzini e fabbriche in disuso, distante alcuni chilometri dal
Tempio Jedi.
Obi Wan si fermò e si guardò intorno.
“Cosa
sta facendo?” si chiese Qui
Gon.
La risposta
arrivò subito quando il
giovane si girò verso la telecamera allungando una mano e la
telecamera si
spense improvvisamente.
“Dannazione!”
sbottò Qui Gon. Verificò
le altre telecamere che si trovavano nella zona, ma erano tutte
disattivate.
“Bhe
almeno sappiamo la zona dove
si è nascosto.” dissi Qui Gon in tono scoraggiato.
“Pensi
che si nascosto in uno di
questi magazzini” chiese Siri, ma fu interrotta dal suo
padawan.
“Cosa
c’è Ferus?” chiese.
“Sith!
Stava cercando tutto sui
Sith!” disse il ragazzo.
Qui Gon si
sentì crollare l’universo
addosso. Il ragazzo aveva ragione, Qui Gon guardò lo schermo
e vide la lista di
file, c’era tutto: i sith holocron, le battaglie combattute
durante i secoli
passati e c’era scritto ‘copiato su dispositivo
personale’.
“Perché
cercava i sith?” chiese
Siri. Per un momento nessuno parlò poi Qui Gon
sussurrò “non rinuncerò a lui,
mai. Non importa quello che è diventato o progetta di
diventare.” Poi rivolgendosi
alla donna al suo fianco continuò “Dobbiamo andare
a controllare quei magazzini
Siri, mentre il tuo padawan rimarrà qui per vedere se trova
qualcos’altro nel
computer.”
Mentre stava
uscendo Qui Gon si
fermò, si sentiva in colpa a lasciare il tempio mentre
Anakin era ancora
svenuto nell’ala dei guaritori, ma dovevano seguire quella
pista finché era
calda.
Siri
finì di istruire Ferus so ciò
che doveva cercare, poi si girò verso Qui Gon e
disse” Andiamo.” “Si andiamo”
rispose il maestro jedi.
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