Proud to be

di __Dreamer97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In love with both - Bisexuality ***
Capitolo 2: *** I'm not a girl - Transgender FtM ***
Capitolo 3: *** That's supposed to be my thing! - Homosexuality ***
Capitolo 4: *** I am what I am- Asexuality ***
Capitolo 5: *** Learn how not to give a fuck - Lesbianism ***
Capitolo 6: *** Great friends - Transgender MtF ***



Capitolo 1
*** In love with both - Bisexuality ***


IN LOVE WITH BOTH

“La bisessualità raddoppia le tue possibilità di un incontro il sabato sera.”

WOODY ALLEN

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            Se un mese prima gli avessero detto che durante le vacanze di Natale del suo settimo anno avrebbe fatto il grande passo, probabilmente Blair avrebbe riso loro in faccia. Per questo, mentre si dirigeva verso l’ufficio dei suoi, continuava a cercare di mantenere la calma e di fare respiri profondi, neanche stesse andando al patibolo. Tuttavia, sapeva di doverlo fare: aveva passato tutto il pomeriggio in camera sua insieme a tutti i suoi fratelli, che avevano deciso di sostenerlo e di aiutarlo. Nel pensare a loro, Blair sorrise: era grato ai suoi fratelli di averlo accettato subito e persino i più piccoli, Layla e Phobos, dall’alto dei loro tredici anni avevano capito. D’altronde, solo qualche anno prima, suo fratello maggiore aveva fatto coming out come ragazzo omosessuale ed era andato tutto bene.

“Mamma e papà ti vogliono bene e ti accetteranno sempre, ricordatelo.” Aveva detto Bel, ma Blair ancora non ne era convinto. Un conto era amare i ragazzi, ma entrambi? Di sicuro i suoi avrebbero storto il naso. Inoltre, non era un figlio biologico, per cui non sarebbe stato difficile per i suoi mandarlo via.

Si fermò finalmente davanti all’ufficio dei suoi genitori e, prendendo un respiro profondo per farsi coraggio, bussò alla porta, per poi aprirla subito dopo.

-Oh, Blair! Come mai sei qui a quest’ora? – sua madre Catalina lo accolse con un gran sorriso, distogliendo lo sguardo dal libro che stava leggendo, sdraiata comoda sul divanetto dello studio. Alla scrivania, invece, si trovava suo padre Jonathan, intento forse a compilare le scartoffie dell’orfanotrofio. Non appena anche l’uomo ebbe posato lo sguardo su di lui, il ragazzo sentì un brivido gelido corrergli lungo la schiena. Nel notare il suo tentennamento, la madre posò il libro sul tavolino in vetro lì a fianco.

- Qualcosa non va? – domandò la donna, mentre il marito, insospettitosi come lei, poggiava la penna sulla scrivania. Prendendo un po’ di coraggio, Blair scosse la testa.

- Mamma, papà… c’è una cosa che vorrei dirvi. – iniziò a dire, cercando di non far tremare la voce.

- Blair, ci stai spaventando. – commentò suo padre, ma il ragazzo scosse subito la testa.

- Non è niente di spaventoso, tranquilli. Volevo solamente dirvi che… ecco… - più cercava le parole adatte più quelle gli scivolavano dalla lingua. Ad una certa, Jonathan cominciò a perdere la pazienza.

- Per Merlino e i quattro fondatori, se non ti muovi a dire quello che devi –

- Sono bisessuale! – quelle due parole urlate ebbero il potere di mandare la stanza nel silenzio più assoluto. I suoi genitori ammutolirono di colpo e Blair deglutì, trattenendo il respiro nonostante avesse fatto il grande annuncio. Dopo qualche secondo sua madre, con sguardo glaciale, si alzò dal divano e cominciò a dirigersi verso di lui. A quel punto, Blair chiuse gli occhi, aspettandosi di essere colpito. Tuttavia, sentì le braccia della madre stringerlo.

- Razza di idiota, pensavo avessi combinato qualcosa di grave! Sei nostro figlio, ti ameremo sempre e comunque. – gli rispose Catalina e Balir non sapeva cosa dire. Solo quando sentì anche le braccia di suo padre avvolgerlo si lasciò andare alle lacrime, sollevato da tutta la situazione. Rimasero abbracciati per qualche minuto, prima di separarsi.

- Quindi… bisessuale… vuol dire che ti piacciono entrambi, giusto? – domandò suo padre e Blair, sentendosi in soggezione, annuì. Subito, sua madre schiaffeggiò il braccio del marito.

- Ti prego, risparmiati battute del tipo “di sicuro avrai più scelta” e simili. Ho già sopportato le tue battute sull’assenza di rischio di gravidanze con Bel, non posso sopportare altro. Blair, tesoro, sali di sopra, di sicuro i tuoi fratelli ti staranno aspettando per ricevere notizie. – a quelle parole, il ragazzo annuì e, dopo aver abbracciato ancora i suoi genitori, scappò di corsa in camera sua, dove sapeva avrebbe trovato il resto della famiglia. Mentre si dirigeva di sopra, continuava a sorridere: i suoi genitori lo avrebbero amato per sempre.

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Capitolo 2
*** I'm not a girl - Transgender FtM ***


I’M NOT A GIRL

“I can’t begin to express how remarkable it feels to finally love who I am enough to pursue my authentic self.”

ELLIOT PAGE

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            Stava seduto di fronte allo spogliatoio dei Serpeverde, in attesa di ricevere risposte dai suoi compagni di casa più grandi, cercando di capire cosa avesse fatto di sbagliato. Era entrato in squadra da poco come battitore e voleva solamente andare a cambiarsi per poter cominciare l’allenamento, cosa c’era di così sbagliato?

-Stevie? Ci sei ancora? – la voce del suo capitano, Francis Winchester, arrivò dritta alle sue orecchie, costringendolo ad alzare la testa.

- Sì, sono ancora qui. – rispose il ragazzino annoiato. Il capitano gli fece segno di entrare e Stevie lo seguì, portando con sé la sua scopa. Tuttavia, non appena entrò nello spogliatoio, inarcò un sopracciglio alla vista di un’altra persona lì presente, che era sicuro non ci fosse quando Francis gli aveva detto di aspettare fuori. Riconobbe subito il capitano dei Corvonero, Rylan Page, al settimo anno. Prima che potesse dire qualcosa, Francis parlò.

- Mi è sembrato giusto convocare anche Rylan, visto di cosa dobbiamo parlare. Spero non sia un problema. – si giustificò Francis e, dopo qualche minuto, Stevie fece un cenno con le spalle.

- Va bene, anche se non capisco ancora perché io sia qui. – ribatté. Vide i due ragazzi scambiarsi uno sguardo e questo lo irritò ancora di più.

- D’accordo Stevie, ora capirai perché abbiamo chiamato. Stamattina, ti sei chiesto perché i tuoi compagni non ti volevano nello spogliatoio? – gli domandò Rylan e Stevie sbuffò una mezza risata.

- Perché sono degli stronzi. Sono solo al secondo anno, ma posso fare il culo a metà dei membri della squadra. – il tono sicuro che utilizzò fece sorridere leggermente il Corvonero, mentre Francis scuoteva la testa.

- Sicuramente sei più bravo tu di alcuni ragazzi che sono in squadra ma… non è per questo che non sei entrato in spogliatoio. – disse Rylan e, finalmente, Stevie comprese e si infuriò.

- È per il mio corpo, vero? Quante volte lo devo dire?! Sono un ragazzo, perché non lo capite! – sbottò il rosso. Avrebbe dovuto immaginare dove sarebbe andato a parare il discorso: già l’anno prima era successo un casino per via del dormitorio, questione che si era risolta con una camera tutta per sé, visto che quell’anno Serpeverde aveva registrato un numero basso di alunni del primo anno. Vedendo la sua rabbia, Francis si sbrigò ad alzare le mani per negare.

- No, ti sbagli! Sappiamo tutti che sei un ragazzo, solamente non volevamo crearti problemi in spogliatoio. Ti sei mai cambiato davanti ad un gruppo di ragazzi? O fatto la doccia? – gli domandò il suo Capitano. Fu in quel momento che Stevie realizzò effettivamente la cosa: al di fuori di sua sorella più grande, non si era mai cambiato di fronte a nessuno. Al pensiero, arrossì.

- Effettivamente no… - pigolò quasi sussurrando e Rylan gli sorrise.

- Non devi assolutamente preoccuparti. Gli altri ragazzi di Serpeverde si sbrigheranno a lavarsi e cambiarsi, in modo da poterti lasciare tutto il tempo che desideri. D’altronde, è così che fanno i miei compagni con me. – Stevie annuì a quelle parole ma, dopo aver realizzato il loro significato, alzò lo sguardo scioccato verso il Corvonero.

- Vuoi dire che tu sei… -

- Prima mi chiamavano Riley, l’ho cambiato all’inizio del mio quarto anno. Ci ho messo un po’ a capirlo, ma alla fine mi sono sentito molto meglio. Forza, ora vai a cambiarti, i tuoi compagni dovrebbero aver finito. – continuò il più grande e a quel punto Stevie sorrise, ringraziandoli per quella nuova informazione e fiondandosi poi verso lo spogliatoio dei Serpeverde. Il rosso non riuscì a trattenere le lacrime: era stato accettato.

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Capitolo 3
*** That's supposed to be my thing! - Homosexuality ***


THAT’S SUPPOSED TO BE MY THING!

“Perché rendere così triste l’essere gay?

Fare ciò che vuoi è okay.

Il corpo è solo nostro, quindi lasciateci stare.

Ed oggi con te stesso mettiti a giocare.”

JOHN LENNON

 hhh

 

 

 

 

N.B: Il titolo è la frase che Simon urla a Martin nel film “Tuo, Simon”, quando scopre quello che l’altro ragazzo ha fatto. Inoltre, le frasi in corsivo vengono dette attraverso il linguaggio dei segni.

Avvertenze: linguaggio volgare e omofobo (non volevo inserirlo, però poi ho pensato ai termini che noi adolescenti usiamo, soprattutto quando si vuole offendere qualcuno) e omofobia

 

 

 

Sapeva che tenerlo nascosto per così tanto avrebbe finito per rovinarlo, avrebbe dovuto prevederlo. Ma chi se lo sarebbe mai aspettato che qualcuno andasse in giro a raccontare quello che aveva fatto? Così, sperando di non essere visto da qualcuno – la vergogna sarebbe stata troppa – Kristofer si diresse velocemente nel suo dormitorio, sperando di sparire in un buco nero.

Era cominciato tutto quella mattina quando, entrando nella Sala Grande per colazione, si era ritrovato tutti gli occhi degli studenti, più alcuni insegnanti, puntati addosso. Ovviamente si era stranito, ma iniziò a capire solamente quando alcuni suoi compagni di casa, del sesto e del settimo anno, si avvicinarono a lui con sguardi schifati.

-È vero che ti piace succhiare cazzi negli spogliatoi? – gli chiese un Serpeverde del settimo anno, che Kristofer riconobbe essere uno dei suoi compagni di squadra Esteban Ramirez. Accanto a lui, Lucas Sanders gli diede corda, avanzando per intimidirlo.

- Oltre che sordo pure frocio? C’è qualcosa in cui sei normale? – a quelle parole, Kristofer sentì una picconata al cuore e ringraziò infinitamente di non sentire niente, perché sapeva che la gente in Sala Grande stava parlando di lui. Di colpo, spostò lo sguardo verso il tavolo dei Corvonero e sgranò gli occhi impietrito, quando trovò Emily, sua sorella, che lo fissava dispiaciuta. In quel momento, la sua testa iniziò a vorticare e corse fuori dalla Sala Grande, ringraziando di essere sordo per non sentire le risate di scherno degli altri ragazzi.

Non appena entrò nel suo dormitorio, Kristofer si buttò immediatamente sul suo letto, lasciando finalmente che le lacrime bagnassero il suo viso. Come aveva potuto essere così stupido?

All’improvviso, una mano si poggiò sulla sua spalla e lui sussultò, voltandosi poi per vedere sua sorella osservarlo preoccupato.

Mi dispiace molto per quello che è successo, non ne avevano assolutamente il diritto. disse Emily sedendosi di fianco a lui. A quelle parole, gli occhi di Kristofer si riempirono nuovamente di lacrime.

Perdonami per non avertelo detto, Em. Hanno ragione, io non sono normale… Il ragazzo abbassò lo sguardo, non avendo il coraggio di guardare la gemella negli occhi, ma la Corvonero gli prese il viso tra le mani.

-Non devi starli a sentire, Kris. Tu sei normale, sei un ragazzo come gli altri che ha la capacità di amare. E chissenefrega se non me l’hai detto, probabilmente non ti sentivi ancora pronto… -

Doveva essere una mia scelta e me l’hanno portata via. Replicò il Serpeverde e, messa di fronte a quelle parole, Emily si spinse ad abbracciarlo, lasciando che il fratello si sfogasse. Passarono così dieci minuti, prima che Kristofer si calmasse completamente.

Grazie. Disse alla sorella ma quella scosse la testa.

-Kris, qualunque cosa accada, sappi che io ci sarò sempre per te. Ora devo andare, o faccio tardi per la punizione. – rispose e Kristofer la guardò incuriosito.

Punizione?

-Sì. Presente Jacob Nicholson, il ragazzo che ti ha fatto outing? – a quella domanda, il Serpeverde annuì.

- Ecco… diciamo che per qualche settimana dovrà camminare con la scritta “sfigato” sulla fronte fatta con le verruche. -

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Capitolo 4
*** I am what I am- Asexuality ***


I AM WHAT I AM

“I don't do that. With anyone." "You're celibate?" "No. Celibacy is a choice. I'm asexual. I don't get those feelings.”

SEANAN MCGUIRE

tttt 

 

 

 

 

                        Madison sapeva che il suo stato di pace non sarebbe durato a lungo. Eppure, ci aveva sperato moltissimo: lei e Jason si erano lasciati nell’Aula di Pozioni, quando non c’era nessuno, perché voleva fare una cosa discreta. Sfortunatamente, a giudicare dalle occhiatacce che stava ricevendo, la notizia della sua rottura con Jason Hawkins, Caposcuola, cacciatore e capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro, si doveva già essere diffusa per tutto il castello.

Cercando di ignorare le mille paia di occhi che la fissavano, Madison entrò nell’Aula di Incantesimi dove, seduta come sempre ai loro banchi, si trovava Olive Parrish, la sua migliore amica. Non appena la vide, la Grifondoro le fece cenno.

-Maddie, pensavo non ti fossi alzata, di nuovo, e che avrei dovuto, di nuovo, prendere appunti per te! – esclamò la sua amica, ma Madison notò subito quanto si stesse trattenendo per non chiederle quello che voleva sapere. Non appena si fu sistemata, la Tassorosso le sorrise tristemente.

- Forza, ti do il permesso di farmi il terzo grado. – provò a scherzare, ma ricevette un’occhiataccia dall’altra.

- Maddie, ti conosco e so bene quanto amassi Jason. Quindi non capisco perché tu l’abbia mollato. Mica ti avrà tradito con un’altra spero?! – fece Olive, mentre la sua mente cominciava a macchinare numerose torture da infliggere al Grifondoro per aver ferito i sentimenti della sua migliore amica. Tuttavia, Madison scosse la testa.

- No, Jason non c’entra niente, anzi. È un ragazzo dolcissimo, davvero, ma… - Olive osservava attentamente la sua amica, cercando qualcosa che l’aiutasse a far luce sulla questione ma, non appena vide lo sguardo colpevole della Tassorosso, realizzò.

- Non gliel’hai detto, vero? – le chiese a quel punto e Madison sospirò affranta, per poi portarsi le mani al volto, come per coprire la sua colpa. Olive sospirò, sapendo perfettamente che fare quel discorso sarebbe toccato proprio a lei.

- Maddie, ascoltami attentamente. Jason ti ama alla follia e tu lo ami alla follia. Fin qui ci siamo arrivati tutti. Il punto è: ha diritto di saperlo. Non puoi rifilargli la solita scusa del “non siamo compatibili” o “non sei tu, sono io”, perché si vede lontano un miglio che siete fatti l’uno per l’altra. Se non ti accetta per quello che sei, il problema è solo suo, tu non hai niente che non vada. Ma non puoi lasciarlo con il dubbio che abbia fatto qualcosa di male, non lo merita. – Madison ascoltò attentamente quelle parole, concludendo alla fine che sì, la sua migliore amica aveva pienamente ragione. Così, si decise: a fine lezione, avrebbe cercato Jason e gli avrebbe detto tutto. Meritava di sapere.

-Allora, avevi urgenza di parlarmi, giusto? – domandò Jason non appena chiuse la porta di una delle aule del secondo piano. Nel notare però il silenzio della sua ormai ex- ragazza, il Grifondoro sospirò esasperato.

- Maddie, è qualcosa che ti ho fatto? Qualcosa che ho detto? Ti prego, dimmelo, perché io ti amo e non riesco a capire cosa io possa aver –

- Sono asessuale! – sbottò ad un certo punto la mora e Jason ammutolì.

- Non-non volevo dirtelo all’inizio, ma poi ho capito che volevi iniziare a spostare la relazione anche sul piano fisico e io non potevo... Non meriti una persona come me, meriti qualcuno che sappia darti quello che cerchi e non sono io! - continuò Madison ormai sull’orlo delle lacrime. Di fronte a quella confessione improvvisa, Jason non seppe cosa dire all’inizio, ma poi si buttò in avanti per abbracciare la Tassorosso, lasciandola impietrita.

- Perché questo? – domandò lei, confusa da questo gesto così improvviso. Tuttavia, Jason la strinse ancora, sollevato.

- Maddie, pensavo di aver combinato qualche casino! – disse quasi ridendo e la mora lo fissò ancora più confusa.

- Non sei arrabbiato con me? – chiese ancora ma il Grifondoro scosse la testa.

- Io ti amo per quella che sei, perché sei una ragazza fantastica, dolce e gentile con tutti. Una relazione non si basa solamente sul sesso o altro. Ti amo, Madison Ross, e per te farei di tutto. – dopo la confessione di Jason, Madison scoppiò definitivamente a piangere, stringendosi ancora di più tra le braccia del suo non-più-ex ragazzo. Passarono qualche secondo abbracciati, prima che il ragazzo si allontanasse.

- Aspetta, gli abbracci vanno bene, giusto? Perché altrimenti ci teniamo solo per mano. O nemmeno quello va bene? – cominciò a domandare Jason e la ragazza scoppiò a ridere intenerita.

- Scemo, gli abbracci vanno bene, e anche tenersi per mano. – rispose e, a quel punto, Jason sorrise ancora di più, tornando ad abbracciarla.

Da quel momento in poi, nessuno li avrebbe più separati.

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Capitolo 5
*** Learn how not to give a fuck - Lesbianism ***


LEARN HOW NOT TO GIVE A FUCK

“Il femminismo è la teoria, il lesbismo è la pratica.”

TI-GRACE ATKINSON

 hhhh

 

 

 

 

                        In ventitré anni della sua vita, mai si sarebbe aspettato di trovarsi sua sorella di fronte alla porta di camera sua.

-Pietro, posso chiederti una cosa? – aveva domandato Tanya mentre, nervosamente, continuava a giocare con una ciocca dei suoi lunghi capelli castani. Pietro le fece cenno di entrare e la ragazza si fiondò subito sul suo letto.

- Felikz dov’è? – domandò lui e la ragazza alzò le spalle.

- Probabilmente a rompere le scatole a Dorjan. Ha detto che doveva lavorare, quindi per forza sarà lì. – rispose Tanya, riferendosi all’altro fratello maggiore.

- Quindi hai approfittato del suo momento di distrazione. – fece ancora Pietro e a quel punto la ragazza sospirò esasperata.

- Sei l’unico in questa casa capace di ascoltare un intero discorso senza distrarsi o fare battutine stupide. E poi… sei l’unico con una relazione stabile. – sentendo quella piccola confessione, il ragazzo si voltò verso di lei, guardandola allibito: se prima era sorpreso che la sorella avesse deciso di rivolgersi a lui, ora era scioccato, perché Tanya era sempre stata molto riservata sulla sua vita sentimentale. Si sedette accanto a lei, sorridendole per cercare di confortarla.

- Parla tranquillamente, ti ascolto. – le disse e la mora prese un respiro profondo.

- Come sai, da un paio di mesi mi frequento con Aisha, la compagna di casa di Feli… - iniziò a spiegare la sorella e Pietro annuì, capendo perfettamente a chi si riferisse: sapeva che sua sorella fosse lesbica da due anni ormai e non era mai stato un problema, contando anche che gli altri due facevano parte della comunità LGBT, - ogni tanto i quattro fratelli scherzavano sul fatto che lui fosse l’unico “sano” della famiglia. Per questo, non si era stupito più di tanto quando, alla stazione di King’s Cross, aveva visto sua sorella in compagnia di Aisha Fallon, Tassorosso del sesto anno, come Tanya. Era evidente ai suoi occhi che quelle due fossero qualcosa di più di semplici amiche, cosa che poi aveva confermato la stessa Tanya.

- Certo che lo so. Allora, qual è il problema? – domandò il ragazzo, sistemandosi meglio sul proprio letto.

- Vorrebbe rendere la nostra relazione pubblica, e lo vorrei anche io, ma… Ho paura della reazione della gente. Ovvio, non linciano più i ragazzi e le ragazze queer, ma ancora qualcuno fa qualche commento di disprezzo… - la spiegazione di Tanya fece capire subito al più grande il motivo per il quale lei si fosse recata proprio da lui: sia Dorjan che Felikz non avevano fatto ancora coming out, il primo in una relazione clandestina con un suo collega del Ministero e il secondo che flirtava implicitamente, - ma non troppo, - con un ragazzo della sua età Serpeverde. Ovviamente Tanya non poteva chiedere agli altri due fratelli.

- Ascolta, Nya, - iniziò a dire Pietro, - il mio unico consiglio è… Non te ne deve fregare un cazzo del pensiero degli altri. Ad alcuni non piace che tu baci una ragazza? Fanculo. La cosa più importante è la tua felicità e quella di Aisha. Se avete voglia di mostrare al mondo tutto il vostro amore, fatelo! – Tanya aveva ascoltato attentamente ogni singola parola di suo fratello, leggermente sorpresa e divertita dal linguaggio colorito che aveva utilizzato. Poi, sorridendogli, si lanciò per abbracciarlo. –

- Grazie mille Pietro! Mi sei stato utilissimo! – esclamò la mora e, dopo avergli lasciato un bacio sulla guancia, si fiondò fuori dalla camera, probabilmente per chiamare Aisha. Pietro sorrise tra sé e sé: e chi lo avrebbe mai detto che l’unico fratello etero sarebbe stato d’aiuto?

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Capitolo 6
*** Great friends - Transgender MtF ***


GREAT FRIENDS

“The best thing about being a girl is, now I don’t have to pretend to be a boy.”

AVERY JACKSON

 ddd

 

 

 

 

            -Va bene, respira. Puoi farcela. Sono solo i tuoi amici, non mostri. – il piccolo mantra che Nicole si ripeteva in testa dalla sera prima era riuscito a rilassarla fino alla colazione ma poi, man mano che si avvicinava alla Stanza delle Necessità, stava svanendo ad ogni passo.

- Nicky, finalmente! Pensavo di dover fare il barbagianni per tutto il giorno! – a riscuoterla dai suoi pensieri ci pensò Jonah, seduto esattamente di fronte al muro dove, come loro sapevano, sarebbe apparsa la porta della Stanza delle Necessità.

- Ciao Jonah, felice di vederti. Bello il colore dei capelli. – rispose la ragazza, riferendosi alla chioma riccia dell’amico che, in quel momento, era un misto tra rosso e rosa, con qualche macchia arancione. Uno sano di mente avrebbe capito che quei colori erano un pugno in un occhio, soprattutto considerando la divisa blu-argento, ma a Jonah sembrava non importare. Infatti, si passò una mano tra i capelli, scompigliandoli ancora di più.

- Che ci posso fare, ho stile da vendere. Forza andiamo, gli altri ci stanno già aspettando. – e dicendo queste parole, il Corvonero si spostò dalla parete, permettendo così alla porta di apparire. I due entrarono subito, per evitare di essere visti dai prefetti oppure da Gazza, e Nicole venne investita dall’odore del tè e dei pasticcini, di sicuro idea di Elias, suo coetaneo Grifondoro e gemello di Jonah. Nella stanza vide già tutti i suoi amici: Annabeth era seduta su una sedia in broccato scuro, sorseggiando una tazza di tè mentre ascoltava i discorsi senza senso di Elias, impegnato a raccontare l’ultima partita di Quidditch; poco più in là, Dustin disegnava sul suo taccuino e Edison e Marianne giocavano a scacchi. La prima ad accorgersi dell’ingresso dei due fu proprio quest’ultima, che li salutò con la mano destra.

- Finalmente arriva la nostra principessa! Pensavamo di doverti aspettare in eterno! – esclamò la Serpeverde ridendo e gli altri iniziarono a ridere. Nicole scosse la testa sorridendo, avvicinandosi all’amica per abbracciarla.

- Tutta colpa di Jonah, mi ha distratto qui fuori. – replicò e il ragazzo emise un verso indignato, facendo ridere ancora di più i ragazzi.

- Bene, dopo aver decretato quanto sia stupido il nostro clown preferito, - non guardarmi così, i tuoi capelli sono davvero brutti, - possiamo scoprire il perché di questa riunione improvvisata? – Dustin mise da parte il blocco da disegno e si passò le mani sulla divisa giallo-nera, osservando poi attentamente gli altri componenti del gruppo.

- Beh, dobbiamo chiedere a Nicky, visto che è lei l’ultima arrivata. – rispose Annabeth e l’attenzione di tutti si rivolse sulla Grifondoro. Nicole sentì la gola secca, capendo che quello era il momento adatto. Prese un profondo respiro, prima di iniziare a parlare.

- D’accordo. Vi ho chiesto il favore di riunirvi tutti qui perché ho delle cose molto importanti da dire. Io… non sono stata molto sincera con voi. – la Grifondoro pronunciò quelle ultime parole timidamente e notò subito gli sguardi che gli altri si scambiarono. A quel punto, Edison le sorrise dolcemente.

- Continua pure, ti ascoltiamo. – disse il ragazzo rassicurandola. Nicole prese un altro respiro.

- Ci conosciamo ormai da sei anni e posso dire con certezza che siete le persone più importanti della mia vita. È per questo che ho deciso oggi di rivelarvi una cosa sulla mia vita, sul mio passato. So che sarà difficile da capire, per questo vi chiedo la massima attenzione per –

- Nicky, lo sappiamo. – il commento improvviso di Elias, che ricevette occhiatacce da tutti gli altri, ebbero il potere di zittire la ragazza, che spalancò gli occhi. Per risolvere la situazione, Marianne prese parola.

- Quello che Elias cercava di dire è che non ti devi preoccupare di nulla. Abbiamo capito la tua “situazione”, se così vogliamo chiamarla e ti ameremo per sempre. Sei e rimani la nostra migliore amica. – spiegò la Serpeverde e Nicole sentì gli occhi pizzicare.

- Quindi… a voi sta bene? Non mi considerate un mostro? – pigolò la corvina e gli altri negarono.

- Fai parte della nostra famiglia, accettalo! – esclamò Jonah correndo ad abbracciarla, imitato poi da tutti gli altri. Così, avvolta da tutto l’amore dei suoi migliori amici, Nicole non poteva desiderare di meglio.

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