Sand Dollars

di Unicornopetaloso15
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sand Dollars ***
Capitolo 2: *** First Kiss ***



Capitolo 1
*** Sand Dollars ***


Sand Dollars
 
Questa è una storia un po’ diversa dalle altre. Era un pomeriggio piovoso e, capitando su questa foto, non ho potuto resistere. Non mi appartiene, appartiene a @lynx_illlustration. Merita tanti complimenti perché è davvero splendida ed è riuscita a rappresentare, per noi fan accaniti di Jacob, quella che avrebbe potuto essere un’alternativa alla vera storia.
Spero che vi possa piacere, io ci ho messo tutto il mio impegno ed il mio cuore. 


 
 
 
 
Era una giornata qualsiasi nella riserva indiana dei Quileute. Il cielo era nuvoloso e il sole andava e veniva. Soprattutto se ne andava. Era una giornata qualsiasi sulla spiaggia di La Push, e non c’era anima viva. Salvo per due persone. Un ragazzo, no, uomo, un nativo che sembrava un gigante ed una ragazza che, solo a guardarla, si capiva che nella riserva non viveva. Ancorata al suo braccio, era talmente bassa che sembrava una bambina. La sua pelle bianca e delicata quanto la neve faceva risaltare quella ramata ed esotica di lui. Nessuno, a primo impatto, avrebbe detto che quel ragazzo e quella ragazza avessero qualcosa in comune.
Bella lasciò il suo braccio e, speranzosa, accorse verso quella piccola sporgenza color crema incavata nella sabbia grigia e umida. Si inginocchiò e l’afferrò con la mano, esaminandola. Una semplice conchiglia portata precedentemente dalle onde. Sbuffò, sia per la delusione sia per quella ciocca di capelli ricaduta davanti al suo viso, e tornò in piedi. La sua risata calda le accarezzò le orecchie. Si voltò, corrucciata, mentre lui la raggiunse. 
-Devi avere fortuna, Bells.
Jacob le prese la conchiglia dalle mani, il suo sorriso bianco non lasciò il suo volto. Bella voleva rispondergli che non ne aveva bisogno perché, lei era già fortunata. Jacob lanciò la conchiglia nel mare. Atterrò fra le onde con un leggero “splash”, inghiottita da quella distesa agitata color grigio scuro. Bella approfittò di quel breve momento in cui lui guardava il mare, per ammirarlo. La lunga chioma color ebano veniva agitata dal vento, le braccia nude non sentivano un brivido e le spalle larghe gli conferivano quella fierezza e virilità che in nessun altro aveva mai visto. E lei gliel’aveva detto, in quel raro momento di audacia in seguito alla sua caduta in moto. Sei molto bello, Jake.
Ovviamente, come si voltò verso di lei e la colse con le mani nel sacco, Bella si sentì arrossire violentemente. Non le piaceva che lui lo notasse, del resto era sempre stata più di fatti che di parole e questo non sarebbe cambiato dall’oggi al domani. Jacob la conosceva meglio delle sue tasche, perciò fece finta di niente e ripresero a camminare l’uno di fianco all’altra. Lui assottigliò lo sguardo davanti a sé, poi con delle lunghe falcate lupine si avvicinò alle onde, dove l'acqua diventava più profonda. I suoi stivali vennero travolti dalle onde, affondando silenziosamente sulla sabbia bagnata. Si accovacciò e immerse la mano nell’acqua. Bella si morse il labbro inferiore, studiando attentamente la sua schiena ampia. Poi, quando si raddrizzò con aria trionfante, notò che la sua mano rinchiudeva qualcosa. Rimase sul bagnasciuga, aspettandolo e osservandolo mentre la raggiungeva nuovamente. Quando le arrivò davanti, fu costretta ad alzare il capo per incontrare il suo sguardo. Lui allungò la mano chiusa a pugno, e con l’altra le prese gentilmente la sua. Bella abbassò il capo e un sorriso le illuminò il volto. Sul palmo della sua grande mano scura, c’era un dollaro della sabbia. Sembrava così piccolo in confronto. Sembrava così chiaro in confronto. Il tipico “fiore” ornava la sua facciata. Con i pollici, tolse gli ultimi granelli di sabbia che lo coprivano.
-Vedi… 
Con la sua forza inumana, la semplice pressione dei palmi delle mani lo spezzò in due. Bella le tenne aperte, e lui vi rovesciò i cinque piccoli denti a forma di colomba. Poi si mise in tasca i rimanenti del dollaro di sabbia.
-Devi cercare bene, altrimenti non trovi.
Bella annuì, assente, e con il pollice sfiorò i denti guardandoli con aria affascinata. Senza esitare, prese tre dei cinque denti fra le dita e glieli porse. La sua piccola mano bianca venne nascosta da quella di lui. 
-La prossima volta me ne devi tre. 
Era il loro gioco. Ogni volta che uno dei due si teneva due denti, quella seguente l’altro ne avrebbe regalati tre e avrebbe tenuto gli altri due per essere pari. Ma visto che il numero totale dei denti era sempre cinque, non lo sarebbero mai stati.  
Jacob le circondò il viso con le mani e si chinò su di lei. Quando il suo naso sfiorò il suo, Bella rabbrividì e il suo cuore iniziò a galoppare impazzito. Jacob sorrise compiaciuto, i suoi istinti da lupo percependo ogni sua piccola sensazione.
-Tutti quelli che vuoi, Bells. – le respirò caldamente sulle labbra. A Bella girava la testa. Con quel briciolo di lucidità che ancora le rimaneva, gli chiese:
-Per sempre?
-Pe sempre. 
E quando le labbra di Jacob toccarono le sue, il resto del mondo sparì. 

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Capitolo 2
*** First Kiss ***


First kiss
 
Ho voluto cimentarmi in un secondo capitolo. Sono capitoli indipendenti l’uno dall’altro. Il contesto, però, è sempre quello: come sarebbe stato se Bella si fosse data la possibilità di voltare pagina e di apprezzare ciò che aveva attorno a sé? Anche quest’immagine, è stata creata dalla bravissima @linx-illustration. I suoi capolavori riescono a suscitare in me una tale voglia di scrivere che è indescrivibile. Buona lettura!
 
 
 
 
-Bells, stringiti più forte. 
Lei ignorò le sue parole. Strizzò gli occhi già chiusi, ma non le braccia attorno al suo torace. Lasciò che le sue mani si intrecciassero sul suo addome, ma non strinse. Non voleva dargli la soddisfazione di obbedire. L’aria le accarezzava i capelli, mentre seduta dietro a Jacob, sfrecciavano su per il sentiero sterrato che, all’insaputa di Bella, che portava al punto più alto delle scogliere. Attraverso le sue palpebre socchiuse, gli alberi creavano regolarmente giochi di luce ed ombra mentre il rumore della moto accompagnava quello del vento. Il galoppare pesante alla sua destra la convinse quasi ad aprire gli occhi, curiosa di scoprire quale dei lupi avesse incrociato la loro strada e stesse accompagnando la loro corsa in quel breve momento. Ma ancora una volta, non voleva dargli la soddisfazione. Sentì la sua mano bollente appoggiarsi brevemente sulle sue e accarezzarle con il pollice. A quel tocco, un calore ben conosciuto si irradiò al livello del suo cuore. Lo maledisse in silenzio, nascondendo il viso contro la sua schiena ampia, sfiorando con il naso i suoi lunghi capelli color ebano. Un semplice tocco, e la sua rabbia minacciava già di scomparire. Non lo trovava giusto. 
Fu dopo qualche minuto che sentì la moto rallentare, fino a fermarsi del tutto. Nel luogo dove si era fermato, un vento più forte stava scompigliando i loro capelli. Fece per starnutire, quando un capello di Jacob le entrò nella narice, ma non ci riuscì. Grugnì, irritata. Poi aprì gli occhi: erano arrivati. Dalla cima della scogliera, l’oceano si estendeva in tutta la sua maestosità. Nella sua periferia scorse le altre scogliere, quelle più piccole. Erano circondati da alberi, ai margini della foresta. Bella fece di tutto per scendere dalla moto senza appoggiarsi a lui. Barcollò, rischiando di perdere l’equilibrio e cadere; dovette aggrapparsi alla sua spalla per darsi sostegno. Jacob ridacchiò. Sbuffò, piantando i piedi saldamente a terra e allontanandosi dalla moto, ai bordi della scogliera. Riconosceva quel posto. Quel posto era speciale. Ignorò Jacob, mentre scavalcò la moto con la gamba in un gesto disinvolto e diede un calcio al cavalletto. 
-Si può sapere che hai? 
-Niente.  
Jacob sbuffò. Lo sentì avvicinarsi a lei, toccarle il braccio ma lei si scostò con fare stizzito. 
-Niente? Davvero? – domandò lui, l’ironia era chiaramente palpabile nel tono di voce. 
-Niente. – rispose, risoluta. Si rifiutò di lasciare che le emozioni che quel luogo le suscitava, la sopraffacessero. Lei era ancora arrabbiata con lui. Se Jacob non ci fosse arrivato, non era un problema suo. Lui sospirò, fermandosi dietro di lei. Ma Bella non lo aveva ancora realizzato a sufficienza: lei per lui era come un libro aperto. Non c’era persona al mondo che riuscisse a capirla meglio di lui. L’imprinting a Jacob Black faceva un baffo. Se solo il resto del mondo fosse riuscito a vedere, a penetrare nelle loro anime e realizzare quando il loro legame fosse speciale. A quanta chimica quei due avessero. 
-Bells. – tentò lui nuovamente. Lei si voltò, decisa più che mai a non lasciar correre. Scontrò la testa con il suo petto duro e squittì di dolore. Lasciò uscire un grugnito esasperato e lo superò, avvicinandosi alla moto. 
-Maledetto! – borbottò massaggiandosi la fronte. Questa volta le sue mani la presero per la vita e la voltarono, appoggiandola sul sedile della moto. Provò a dimenarsi, ma lei era così piccola in confronto. Incontrò lo sguardo risoluto di Jacob. Pur seduta sulla moto, lui la torreggiava con la sua altezza. Rimase con le mani saldamente ancorate alla sua vita, avvicinandosi a lei. Bella provò ad ignorare il calore estasiante del suo corpo. 
-Hai finito? – inarcò un sopracciglio scuro. Bella incrociò le braccia ai seni, sfidandolo con lo sguardo. -Sei proprio testarda. Perché continui ad insistere? 
-Perché non sono più una bambina! – schiaffeggiò le mani sulle sue cosce, irritata. -Ho il diritto di prendere le mie decisioni. 
-Ti sei dimenticata di come è andata a finire l’ultima volta? Sei punti, Bells. Sei punti! 
-Allora tanto vale che regali la mia moto a Paul. Lui sicuramente non la lascerà a marcire in garage. – rimbeccò Bella. Da quando era caduta dalla moto qualche mese prima, Jacob non le aveva più permesso di salire in sella. Ma adesso era tutto cambiato. Edward era sparito dalla sua mente da un bel po’, così come i suoi sentimenti nei suoi confronti. Per lei, era pura adrenalina e finalmente avrebbe potuto godersi pienamente i giri in moto senza dover più pensare a nulla. 
-Hai rischiato per davvero. Non voglio che succeda di nuovo.
Il nervosismo venne spazzato via come una secchiata d’acqua. Dietro allo sguardo duro di Jacob, si nascondeva la tristezza. Studiò i suoi occhi scuri, incorniciati dalle lunghe ciglia. Non riusciva a resistere a quegli occhi. Era più forte di lei. Si perdeva in quel mare color pece che era Jacob Black, niente avrebbe potuto scatenare del rancore nei suoi confronti. La sua mano bianca andò a posarsi sulla sua guancia. Lui sospirò e chiuse gli occhi. Nessuno dei due aveva menzionato l’incidente da quando era accaduto. Bella non si era resa conto, non aveva realizzato che Jacob avesse potuto essersi spaventato quel giorno. Che sciocca era stata.
-Okay. – sussurrò, mordicchiandosi il labbro inferiore. Lo guardò, abbandonato al suo tocco. Jacob socchiuse gli occhi e le circondò la mano con la sua. Si portò il polso all’altezza delle labbra e, sospirando ancora, le baciò la cicatrice argentea. Il suo respiro caldo, assieme al suo tocco, riscaldarono quella fredda mezza luna. Una folata di vento li riportò alla realtà, ricordando loro dove si trovassero. Bella si guardò attorno, facendo scivolare via la sua mano da quella di lui. -Allora? 
-Allora…- continuò lui, la leggerezza comparve nuovamente nella sua voce. Appoggiò le mani sul sedile, ai lati di Bella. -Riconosci questo posto?
Le labbra di lei si incresparono in un sorriso spontaneo, mentre i suoi occhi passarono da quell’infinita distesa d’acqua alla riva dove la sabbia era scura, ai piedi della scogliera che vedevano alla loro destra. Si voltò nuovamente a guardarlo. Jacob Black nei mesi era passato da essere “molto bello” a “splendido”. Fosse la sua trasformazione ad aver migliorato il suo aspetto? Fosse il fatto che Bella avesse aperto gli occhi? Non lo sapeva. Ma ciò che sapeva, era che l’uomo davanti a sé aveva la capacità di bruciarla all’interno con il suo solo sguardo. Gli occhi sorridenti, neri e liquidi come magma. Gli zigomi alti sotto la pelle color ruggine, i denti bianchi incorniciati dalle labbra piene e scure. I lunghi neri capelli agitati dal vento, sfiorando occasionalmente la maglietta grigia che fasciava il suo fisico atletico.  
-Sì che lo riconosco. – rispose lei, sentendo gli occhi riempirsi di lacrime. 
 
Seduti sul bordo della scogliera, le gambe penzolanti nel vuoto, osservavano la vista mozzafiato che si stagliava davanti ai loro occhi. Jacob diede un sorso alla lattina di soda e l’appoggiò al suo fianco. Bella si ritrovò ad osservarlo senza rendersene conto, meravigliandosi di quanto il suo profilo fosse famigliare e sconosciuto allo stesso tempo. Jacob era diventato una parte importante della sua vita in poco tempo e gliel’aveva stravolta. I suoi abbracci erano famigliari, così come i sorrisi solari che le offriva, le parole rassicuranti che le dedicava. Allo stesso tempo, le erano sconosciuti il sapore delle sue labbra sulle sue, il calore delle sue mani al tocco della sua pelle, l’intensità del suo profumo una volta che i loro corpi diventassero un tutt’uno. Da un mese a questa parte, Bella iniziava a chiedersi come sarebbe sentire tutte quelle cose. Come si sentirebbe. Voleva sapere se, una volta che i suoi sogni notturni fossero diventati realtà, avrebbe provato le stesse emozioni che provava mentre lo sognava. 
-Ti piace quello che vedi, Bells? – il tono scherzoso e il sorriso beffardo la ridestarono dalla sua contemplazione. Si sentì diventare viola e, improvvisamente colma di nervosismo, voltò il capo dalla parte opposta. Il Jacob presuntuoso era insopportabile. Era una parte di lui che era fiorita assieme alla sua trasformazione e ogni tanto faceva capolino, presentandosi come una parodia del suo Sole. 
-Sei un idiota, Jacob.
La sua risata calda vibrò nel petto, le sue dita le presero il mento e la voltarono delicatamente verso di lui. -Dai, scherzavo. 
La risata le morì sulle labbra, i suoi occhi erano seri e sinceri. Bella sospirò e chiuse gli occhi, in attesa che il suo angelo comparisse e, ancora una volta, le intimasse di fermarsi e allontanarsi. Ma sorprendentemente, non vide e non sentì nulla. Nessun alone freddo. Solo tanto calore ed un respiro altrettanto caldo sul suo viso. 
-Bella…
Lei aprì gli occhi. Jacob la guardava da vicino, i suoi occhi scuri saettavano dai suoi alle sue labbra. Era sorprendentemente vicino. Un brivido di anticipazione percorse il suo corpo e, sorprendentemente, si ritrovò a desiderare con impazienza quel tocco. I battiti del suo cuore accelerarono, traditori, rendendolo consapevole delle sue sensazioni. Jacob si umidificò il labbro inferiore e, chiudendo la distanza, appoggiò le labbra sulle sue.  
 
Jacob andò a incastrare una sua ciocca color mogano agitata dal vento dietro al suo orecchio, e si avvicinò fino a toccare la moto con il bacino. Bella si morse ancora il labbro, agitata, rimanendo immobile. Ancora non si era abituata alla sua vicinanza e alle emozioni che essa scaturisse in lei. Era tutto troppo. Mai aveva provato qualcosa di simile. -Allora, sei contenta? – mormorò roco, i suoi polpastrelli bollenti le sfiorarono il lato del collo. Bella sentì una piccola fiamma nascere all’interno del suo ventre, bruciando lentamente e in modo dolorosamente piacevole. Un’altra folata di vento gelido, ma il suo tocco sovrastava il freddo. Jacob non aveva molto da offrirle. Gli abitanti della riserva indiana erano economicamente molto svantaggiati, perciò facevano come potevano. Ma a Bella tutto questo non importava. Jacob non aveva molto da offrire ma le offriva tutto ciò che aveva. Un lupo di legno lavorato a mano, una lattina calda, una passeggiata in un posto speciale. La sua anima. 
-Sono felice, Jake. – rispose lei, senza accorgersi gli stava offrendo uno sguardo d’amore puro. L’espressione estasiata con la quale lo guardava doveva essere particolarmente convincente, perché Jacob invece la guardò con occhi scuri di passione. La sua mano andò a circondarle la guancia. Appoggiò le labbra alle sue, catturandole in un bacio dolce ma deciso. A quel punto Bella perse ogni tipo di controllo sulle proprie azioni e si aggrappò alle sue spalle larghe, abbandonandosi completamente al bacio. La piccola fiamma che aveva iniziato a bruciare, si trasformò in un fuoco prorompente. Le mani di lui si spostarono sulla sua vita, attirandola contro di sé. Le labbra di lui separarono quelle di lei per approfondire il bacio e le loro lingue si incontrarono. Bella gemette e le sembrò che il fuoco la stesse letteralmente mangiando viva. Come al solito, anche ciò che li circondava sparì. Non si rese conto che il suo cuore batteva a ritmi frenetici, che le stesse mancando ossigeno. Le labbra di Jacob, il suo profumo, il suo calore. Erano le uniche cose che le servivano.  
Jacob si staccò dalla sua bocca, con un sorriso. 
-Bells, respira, piccola. – sussurrò, giocoso. Bella rimase con le labbra socchiuse e gonfie, gli occhi che a momenti si sarebbero incrociati per la vicinanza con il suo viso e il giramento di testa che stava provando. Le stampò un bacio sulle labbra, umido e caldo. Poi il suo sguardo si spostò per un breve momento dietro di lei, verso il mare. Bella strinse le dita attorno al colletto della sua maglia, già desiderosa di più, già in mancanza di contatto. Tornò a guardarla, trattenendo una risata. -Charlie e papà ci aspettano. Dobbiamo essere lì per pranzo, lo sai. 
Bella sollevò gli occhi al cielo, frustrata. 
-Va bene. – borbottò, attirandolo a sé per il colletto della maglia e premendo le labbra un’ultima volta sulle sue, con forza. Come una bambina indispettita, voleva averne un ultimo assaggio. Jacob le solleticò il naso con il suo e sorrise di un sorriso caldo. 
-Magari prossimamente possiamo riprovarci, con le moto. 
A Bella si illuminò lo sguardo di tante scintille. Dopo tutto con Jacob, poteva essere quello che altrimenti non avrebbe mai potuto essere: umana, libera, sé stessa. Quattro mesi prima, senza rendersene conto, Jacob Black l'avrebbe fatta rinascere. 

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