Chi altri se non Charlotte Cracker?

di Amiba
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Acconciature ***
Capitolo 2: *** Grandi vittorie ***
Capitolo 3: *** Sostituzioni ***
Capitolo 4: *** Babbo Natale ***
Capitolo 5: *** Un problema di massima emergenza ***



Capitolo 1
*** Acconciature ***


Era più di un’ora che armeggiava coi morbidi capelli nel tentativo di ottenere un’acconciatura soddisfacente. Ne aveva provate veramente tante, ma nessuna sembrava aver portato ad un risultato che si potesse definire buono. Sfortunatamente quella lunga coda che scendeva fino alle spalle concludendosi in un vistoso fiocco rosa non poteva che definirsi l’ennesimo fallimento.
“Non ti piace vero?” Sbuffò sconsolata la piccola Galette.
“Non è che non mi piace, è che…non credo rientri perfettamente nel mio stile ecco.”
La bimba di soli sei anni chinò il capo leggermente delusa da se stessa: Cracker si era procurato una cicatrice enorme sul viso per salvarla da uno dei tanti momenti di furia cieca della loro mamma e una volta guarito, aveva parlato col fratellone Oven di come sarebbe stato più impegnativo riuscire a conquistare belle ragazze ora che si ritrovava con quella enorme ferita in faccia. Questo lei lo sapeva perché qualche giorno prima aveva sentito la conversazione fra i suoi fratelli maggiori quando era andata a trovare Cracker nella sua stanza d’ospedale, per portargli qualche biscotto preparato da lei con l’aiuto della sua sorellona Brulee. Ora, lei era convinta che il suo fratellone fosse bellissimo anche con quella cicatrice sul volto e che se qualche ragazza non avesse voluto uscire con lui solo per quello, allora doveva essere proprio scema e Cracker non avrebbe dovuto perderci tempo, ma la cosa sembrava rendere il suo fratellone di pessimo umore e lei da brava sorellina voleva porvi rimedio. Glielo doveva! Anche a costo di perdere tutto il pomeriggio, avrebbe trovato la capigliatura perfetta, così Cracker non avrebbe più avuto problemi per colpa di quella cicatrice. Almeno questo era quello che lei gli aveva detto quando lo aveva trascinato nella sua cameretta appena il maggiore era stato dimesso dal letto d’ospedale. Dal canto suo Cracker, nonostante non avesse proprio voglia di farsi scompigliare i capelli in quel momento, non aveva alcuna intenzione di declinare un gesto tanto dolce da parte della sua adorata sorellina.
“Dai non fare quel faccino, sono sicuro che troverai presto la capigliatura perfetta!”
Sorrise il maggiore, che infondo si stava divertendo a giocare con Galette.
Proprio in quell’istante la bambina sembrò avere un’illuminazione.
“Resta lì fratellone!” Esclamò tutta contenta prima di disfare la coda che aveva fatto in precedenza e saltare giù dallo sgabello sul quale si era arrampicata per poter arrivare meglio alla testa di Cracker, che nonostante fosse seduto, era ben più alto di lei. Tornò poco dopo con ben tre elastici per capelli in una mano e qualcosa che Cracker non riuscì bene a indentificare nell’altra.
“Chiudi gli occhi fratellone! Vedrai adesso saranno perfetti!”
Per far contenta la sua sorellina, Cracker obbedì. La sentì armeggiare per dieci minuti buoni con la sua testa prima che la bambina annunciasse di aver concluso la sua opera e gli desse il permesso di aprire gli occhi.
“Allora fratellone? Ti piace?” squittì contenta la piccola Galette.
Cracker fissò attonito lo specchio per qualche secondo, prima che un gigantesco ghigno soddisfatto gli si dipingesse sul volto: Galette gli aveva fatto tre trecce, di cui una enorme al centro del cranio e due più sottili e lunghe dietro la nuca, alla fine delle quali aveva infilato delle piccole micce in legno, con le quali avevano giocato il mese prima, la sera che avevano deciso di sparare qualche fuoco d’artificio tutti assieme.
“Così i tuoi capelli brilleranno tantissimo! E noteranno tutti che tu sei il più bello!”
“Sai una cosa Galette? É perfetto!” Esclamò alzandosi in piedi e prendendo in braccio la sua sorellina per sollevarla in aria, la quale rise felice.
“Ti sei proprio meritata dei bei biscotti! Quali vuoi?”
“Quelli al cioccolato! Quelli al cioccolato! Li mangiamo assieme?” Trillò contenta la bambina.
“Certo che sì!” Rispose il maggiore, uscendo dalla stanza e dirigendosi verso la cucina con la sua adorata sorellina fra le braccia e la sua nuova fighissima acconciatura in testa.
 
 
 
 
 
 
Angolo Autore: Eccomi qua, a scrivere questa raccolta di sciocchezze nel tentativo disperato di riuscire a sbloccarmi da un tremendo blocco creativo che ho da giorni per poter riprendere a scrivere poi della mia adorata ship Tesoro/Stella e una Long sempre sulla famiglia Charlotte.
Nel frattempo, spero gradiate questa leggerissima scemenza, che cercherò di aggiornare con più costanza possibile per mantenermi allenato, e se volete lasciare un’opinione (sia positiva che negativa) fa sempre piacere ^^.
Alla prossima!
 
-Amiba

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Capitolo 2
*** Grandi vittorie ***


Charlotte Cracker aveva affrontato tante battaglie nel corso dei sui ventun anni di vita, alcune più dure di altre, ma quella che stava affrontando in quel momento era, senza alcun’ombra di dubbio, la più difficile di tutte: seduta nel suo seggiolone davanti a lui c’era la piccola Myukuru, di appena un anno e lui stava disperatamente cercando di farle ripetere il proprio nome, nel tentativo di essere la prima parola della sorellina.
«Coraggio dì Cracker!» sorrise il maggiore alla piccola, la quale però, si limitò a ridacchiare e battere le manine distratta dal buffo sorriso del fratello e dai suoi stravaganti capelli viola.
Il maggiore sbuffò sonoramente; aveva scommesso con sua sorella Amande che sarebbe stato la prima parola di Myukuru, ma le cose non sembravano assolutamente volgere a suo favore. Il punto era che nella loro famiglia le prime parole erano tendenzialmente due: Perospero e Katakuri, con un relativo punteggio di trentuno a ventuno vista la maggiore età di Perospero e al fatto che la prima parola di Moscatto fosse stata “biscotto” e quella di Poire per qualche ragione sconosciuta “gatto”. Charlotte Cracker però, nonostante il suo enorme rispetto per i maggiori, era anche una persona estremamente orgogliosa e in un impeto di spavalderia, aveva scommesso con sua sorella maggiore la bellezza di ventimila Berry che sarebbe riuscito ad essere la prima parola di Myukuru, visto che le altre tre loro nuove sorelline avevano regalato tre punti a Katakuri, nell’ennesima gara a cui lui non aveva alcuna intenzione di partecipare.
«E dai piccola, dì Cracker, sono il tuo fratellone preferito vero?» sorrise nuovamente fissandola con occhi quasi imploranti, oltre ai soldi ora in ballo c’era anche il suo onore, non poteva perdere, ma sembrava decisamente una battaglia senza speranza, perché la bambina se ne stava ferma ad agitare le manine davanti a lui emettendo solo piccoli versetti di gioia.
Emise l’ennesimo sospiro quando sentì chiaramente il pancino della sorellina brontolare e gli occhietti di lei farsi umidi «Hai fame eh?» chiese alzandosi per andare a prendere il biberon da sopra il mobile della cucina per poi poggiarglielo fra le manine e aiutarla a bere. Quando la sorellina ebbe finito il decimo figlio di Big Mom poggiò il biberon sul tavolo e si accasciò sulla sedia sconsolato.
«Non vincerò mai questa scommessa.»
«Checher.»
Il maggiore perse un battito e si drizzò sulla sedia non riuscendo a credere alle proprie orecchie.
“Cosa hai detto?”
«Checher!» rispose nuovamente Myukuru agitando le manine e ridacchiando felice.
«Cazzo sì!» esultò saltando in piedi con uno scatto Cracker, più felice per l’essere effettivamente stato la prima parola della sorellina che dei ventimila Berry vinti da Amande. Quanto si sarebbe divertito a sbatterle la vittoria in faccia.
«Appena potrai mangiarli ti prometto tutti i biscotti che vuoi!»
«Come mai tutto questo entusiasmo?»  Chiese Katakuri, che era appena entrato nella stanza.
«Oh, niente di che, Myukuru ha appena detto la sua prima parola! Ed è stata Cracker!» rispose gonfiando il petto pieno di orgoglio il minore.
«Sono contento per…» gli occhi del comandante sweet si incupirono prima che il misfatto avvenisse, ciò che vide col Kenbunshoku Haki non gli piacque neanche un po'.
«Cazzo!» trillò la bambina dal suo seggiolone.
«E questa parola da dove l’ha imparata?» chiese Katakuri nonostante conoscesse benissimo la risposta.
«Checher!» trillò nuovamente lei tutta contenta facendo sorridere il fratello ancora di più fino a farlo scoppiare a ridere e anche se ora poteva sentire chiaramente lo sguardo per nulla amichevole di Katakuri su di sé ed era ben consapevole della gigantesca strigliata che lo aspettava, quella, per lui, era assolutamente una vittoria su tutti i fronti.
 
 
 
 
 
Angolo autore: Sono un po' in ritardo rispetto alle tempistiche che mi era voluto imporre ma, negli ultimi giorni ho avuto veramente tantissimo da fare! Volevo ringraziare tantissimo Yumi_san e Zomi (che ha anche deciso di seguire la serie) per le belle parole nello scorso capitolo <3.
Sono contento perché, bene o male, questo piccolo esperimento mi sta facendo uscire pian piano del mio blocco di scrittura.
Alla prossima!
 
-Amiba
 
 

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Capitolo 3
*** Sostituzioni ***


Il badare a Pudding non era certo un compito imposto loro da mama, ma piuttosto autoimposto da loro stessi, perché il vedere la loro piccola sorellina soffrire nell’essere evitata e derisa dagli altri bambini non era una sensazione piacevole per nessuno di loro, quindi, quando potevano, giocavano loro con lei, alternandosi a turni per poter svolgere anche i loro effettivi doveri come membri dell’equipaggio di un’imperatrice. E Cracker senza dubbio era uno dei più dediti a questo compito, ma, se doveva scegliere se sorseggiare tè insieme a qualche pupazzo oppure sorseggiare birra fresca insieme a qualche bella ragazza era ovvio che la scelta ricadesse sulla seconda opzione.
Per questo non si era fatto troppe domande quando Katakuri, nonostante i suoi numerosi impegni, si era offerto di sostituirlo per badare alla piccola Pudding quel giorno. Chiariamoci: Cracker adorava la sua sorellina, come adorava ogni suo fratello o sorella ovviamente, ma aveva passatempi decisamente più interessanti in programma rispetto al giocare con qualche bambola insieme a una bambina di appena quattro anni.
-  Quindi sei sicuro che non ci siano problemi fratellone? -
- Assolutamente, a differenza tua io mi porto sempre avanti nei miei compiti e li ho già ampiamente terminati. Tu, piuttosto, vedi di sfruttare questo pomeriggio non solo per divertirti, ma anche per concludere i tuoi incarichi. - 
Per tutta risposta il minore, appena il ministro della farina si girò, da bravo uomo maturo quale era, gli fece il verso, mimandolo con la bocca, cosa che Katakuri naturalmente notò, ma ignorò completamente limitandoli a roteare gli occhi prima di chiudere la porta alle proprie spalle.
- Fratellone… -
- Cosa c’è? - chiese il comandante sweet chinandosi sulle ginocchia per poter guardare meglio nel viso la sorellina.
- Il fratellone Cracker ti ha fatto il verso -      
- Lo so, tu non imitarlo ok? -  La bambina annuì convinta, ricevendo in premio una carezza sul capo dalla grossa mano del fratello che la fece sorridere felice.
- Allora, a cosa vuoi giocare oggi? -                                     
Alla piccola si illuminò il viso. - Aspettami qui! - trillò contenta prima di correre fuori dalla porta per recuperare chi sa che cosa facendo nascere sulla bocca di Katakuri, ben nascosta dalla sciarpa, un grosso sorriso.
 
 
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Era tardo pomeriggio, quando Cracker aveva deciso di far ritorno al castello.
Aveva bevuto tutto il tempo in dolce compagnia e il suo umore era decisamente alle stelle, doveva proprio ringraziare Katakuri per averlo sostituito quel giorno.
Quando rientrò a palazzo si diresse subito verso la stanza della sorellina, ma quando trovò la porta socchiusa, si fermò a spiare ciò che stava accadendo, d’altronde quando mai gli sarebbe capitata un’altra occasione per vedere il suo fratellone Katakuri vestito come una principessa? Perché sì, quello era precisamente ciò a cui era sottoposto lui ogni volta, con tanto di trucco, tanto che a volte sospettava che Pudding fosse quasi più sadica della loro madre e lo facesse solo per torturarlo. Bhe alla faccia sua, lui era fantastico pure conciato in quel modo.
Quello che vide però, anziché strapparli una risata, gli scaldò il cuore, facendolo sorridere intenerito:
Katakuri e Pudding erano seduti ad un piccolo tavolino, a sorseggiare tazze di tè e mangiare quei biscotti al cioccolato che proprio lui l’aveva aiutata a fare, ma la parte migliore era che la sciarpa del maggiore era abbandonata in un angolo della stanza e la piccola Pudding non stesse nascondendo il suo terzo occhio ed entrambi stessero sorridendo felici.
Quella era una vista che Cracker avrebbe per sempre portato nel cuore.
 
 
 
 
 
 
Angolo Autore: Dunque, non so se essere soddisfatto o meno di questo capitolo XD, sono piuttosto sicuro di essere andato OOC con Kata, ma ci tenevo a troppo a scrivere un momento dolce fra lui e la piccola Pudding!
Spero non sia stato un totale disastro dai!
Ci tengo a ringraziare JewerlyBonney per le belle parole spese nello scorso capitolo  e Giuly_2_21 e Rheingold per aver aggiunto la storia alle seguite!
Menzione particolare voglio rivolgerla a Yumi_San che dopo tutto questo tempo segue ancora ogni mio delirio su questo sito XD.
Grazie, infine anche a tutti voi lettori silenziosi.
Alla prossima!
 
-Amiba

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Capitolo 4
*** Babbo Natale ***


Ah il Natale! Charlotte Cracker adorava il Natale!
Adorava come le luci riempissero tutte le strade dell’arcipelago di Tottoland, adorava l’odore di dolci alla cannella nell’aria, adorava quel clima di leggerezza che, nonostante tutto, riusciva a formarsi ogni anno persino lì da loro e soprattutto Cracker adorava Babbo Natale.
O meglio, adorava travestirsi da Babbo Natale per i suoi fratellini minori e ogni anno ormai, indossava il costume, prendeva un sacco di iuta pieno di regali e faceva la sua entrata trionfale con tanto di barba finta.
E Cracker ghignava soddisfatto tutto il tempo, perché per quella oretta scarsa era lui al centro dell’attenzione dei suoi fratellini, riuscendo a sorpassare persino su fratello maggiore Katakuri.
- Ah! Anche quest’anno sarà un successo enorme! – si sfregò le mani soddisfatto il comandante sweet – e dopo i miei cari fratellini e sorelline Babbo Natale dovrà fare un’altra fermata! – sorrise sornione.
Quell’anno aveva pianificato di portare regali anche a tutte le ragazze del suo locale preferito, ovviamente regali di tipo decisamente diverso da quelli che aveva preparato assieme agli altri fratelli per i loro fratellini più piccoli.
- Cracker sei pronto? I bambini stanno aspettando! – lo chiamò Oven facendo capolino nella stanza.
- Certo che sì arrivo subito. – si sistemò la barba raccolse il grosso sacco e si diresse nella sala da tè dove i suoi fratellini lo aspettavano impazienti, pronto a godere di quei minuti di gloria.
- Oh! Oh! Oh! Bambini! – urlò una volta entrato nella stanza, cercando di modificare il suo tono di voce il più possibile – è arrivato Babbo Natale! –
Eccolo il suo momento preferito di tutte le feste, il suo momento di gloria, quando tutti i fratellini si radunavano attorno a lui, distogliendo l’attenzione dagli altri fratelli maggiori nella stanza.
- Babbo Natale! Babbo Natale! – trillò felice la piccola Pudding di soli sei anni correndo incontro al fratello maggiore.
- Tei Babbo Natale? –  la piccola Wafers si avvicinò accompagnata per mano da Galette – Ti hai portato i regali? – chiese curiosa e con gli occhi carichi di speranza portandosi il ditino alla bocca.
- Ma certo piccola! – rispose fiero il comandante sweet – e ho proprio dei bei regali per tè, che sei stata una bravissima bambina tutto l’anno! – ma, troppo euforico non notò Katakuri scuotere il capo e allontanarsi dalla stanza, pronto a rimediare al disastro che sarebbe potuto avvenire di lì a breve.
Cracker era fermo lì circondato dai suoi fratellini con un sorriso ebete stampato sul volto, sorriso che però si spense non appena aprì il sacco dei regali, il volto del comandante sweet cambiò improvvisamente colore diventando particolarmente pallido: aveva sbagliato sacco e i regali presenti in quello che ora aveva fra le mani non erano decisamente adatti a un gruppo di bambini.
A Galette, che aveva immediatamente capito che Cracker aveva combinato un qualche casino, si gonfiò una vena sulla fronte per il nervoso.
- Che problema c’è Babbo Natale? – chiese a denti stretti
- N-Nessun problema! Vedi è solo che questo sacco è… -
- Babbo Natale! – il pirata si girò e dovette usare tutto il suo autocontrollo per non urlare allo spettacolo che si trovò davanti: Katakuri, completamente vestito da elfo, con tanto di sciarpa abbinata e scarpe coi campanellini, reggeva il sacco dei regali corretto fra le mani – Hai preso per sbaglio il sacco del carbone per i bambini cattivi. –
- Oh Oh Oh! Grazie! Sarà l’età che avanza! – rise grattandosi la nuca mentre internamente tirava il più grosso sospiro di sollievo di tutta la sua vita.
Katakuri si avvicinò a lui per permettergli di scambiare i sacchi e cominciare a distribuire i doni ai bambini.
 
 
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Era notte inoltrata quando Cracker fece ritorno dal suo locale preferito, dove aveva passato il tempo in dolce compagnia a bere più che poteva.
Decise prima di andare a dormire, di prendere qualche biscotto al pan di zenzero dalla cucina, per concedersi uno spuntino notturno prima di coricarsi, una volta arrivato vi trovò Katakuri, seduto al grande tavolo, intento a leggere un libro.
- Oh fratellone! Ancora sveglio? Lo sai vero che poi Babbo Natale non ti porta i regali vero? – sghignazzò il minore ricevendo solo un’occhiataccia da parte del fratello.
- Comunque, grazie per il tuo intervento oggi, avrei combinato un bel casino e per i nostri fratellini è un momento importante. –
- Non solo per loro. –
Cracker sorrise.
- Buon Natale fratellone. –
E qui anche Katakuri, sotto la sua sciarpa, sorrise.
- Buon Natale Cracker-
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autore: In ritardo eccolo lo speciale di Natale per questa raccolta su quello scapestrato di Cracker! Tra cene, impegni e blocchi di scrittura vari è stato un po' un parto ultimamente riuscire a proseguire con le varie storie ma, adesso son tornato in pista lo prometto!
Come sempre voglio ringraziare di tutto cuore Yumi che segue sempre i miei deliri su questo sito e spende sempre belle parole. Un grande ringraziamento anche ad Asami Yamamura che ha aggiunto la storia alle seguite!
Alla prossima e Buone Feste!
 
- Amiba
 
 

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Capitolo 5
*** Un problema di massima emergenza ***


- …Quindi proseguiremo gli accordi commerciali seguendo le tracce degli scorsi anni… - lo sguardo di Oven si posò nuovamente su Cracker, seduto composto, mani intrecciate sotto il naso, comiti appoggiati al tavolo ed una delle espressioni più serie che il maggiore gli avesse mai visto in volto.
Cracker non era mai così serio, mai, men che meno alle assemblee che svolgevano per ricapitolare i compiti e le missioni del mese.
- …Degli scorsi anni sì e… -
- Maledizione! –
Tuonò furioso Cracker, scattando in piedi e sbattendo con violenza i palmi di entrambe le mani contro l’enorme tavolo di marmo attorno al quale erano radunati facendo trasalire tutti i presenti ad eccezion fatta di Katakuri, che, ovviamente, aveva già visto la scena qualche secondo prima che avvenisse.
- Come cazzo fate a parlare di queste stronzate in un momento così critico eh?! –
Urlò furibondo osservando tutti i presenti con gli occhi sbarrati: quella che stavano vivendo era una situazione di massima emergenza e loro cosa facevano? Parlavano di scemenze inutili come “tratte commerciali” e “possibili alleanze”.
- Di cosa stai parlando Cracker? – chiese a questo punto un ormai allarmato Perospero.
- Beh, non è ovvio?! – ma era possibile che in quella stanza cogliesse l’estrema gravità di quella situazione? – Della nostra sorellina! –
- Oh, per l’amor del cielo non di nuovo con questa storia… - sbuffò Amande portandosi una mano al volto esasperata.
Oven gettò uno sguardo confuso alla sorella poi di nuovo al minore.
- Cosa intendi dire Cracker? –
- Galette! Come fate a stare tutti così calmi mentre lei è nelle mani di quel…di quel viscido polipo! –
A questo punto gli sguardi confusi si fecero sempre di più e tutti erano puntati su di lui.
- Cracker… - sibilò Amande sempre più innervosita da quello stupido teatrino a cui lei aveva già assistito – ha sei anni ed ha preso un gelato con un amichetto, la vuoi far finita una volta per tutte? –
La cosa però non sembrò assolutamente calmare l’animo del viola, che anzi si infuocò ancora di più.
- Ah, ma quello lì è uno che allunga le mani eh! Lascia stare cosa ne vuoi sapere tu! Katakuri! Tu che hai un po' di sale in zucca aiutami! –
Il rosso roteò gli occhi al cielo.
– Non coinvolgermi in questa scemenza Cracker. – rispose piatto, senza nemmeno scrociare le braccia dal petto.
- Ma siete tutti impazziti! Come fate a essere tanto ciechi! – ennesimo urlo, ennesima scenata, con tanto di mani fra i capelli.
Ora, il punto era che tutte le sorelline della famiglia Charlotte quando erano piccole esprimevano il desiderio di sposare un solo uomo: il loro fratellone Katakuri, che faceva loro pressoché da padre.
Tuttavia, da quando Cracker si era procurato quella cicatrice sul viso per salvare Galette da uno dei momenti di furia cieca di mama questa aveva stabilito che una volta cresciuta avrebbe sposato lui.
Lui sapeva naturalmente che era l’innocente desiderio di una bambina che non era ancora in grado di distinguere bene i diversi tipi di amore, ma non per questo l’avrebbe lasciata a un bell’imbusto qualsiasi, soprattutto dopo la colossale soddisfazione di aver trionfato per una volta su Katakuri.
Era fuori discussione!
- Ma di che bambino sta parlando? – sussurrò Mondée alla gemella seduta al suo fianco
- Di Thomas, il figlio del gioielliere che sta in piazza, lui e Galette han fatto amicizia e Cracker li ha visti prendere un gelato assieme è da giorni che questa scenata va avanti, non ne posso più. –
Brontolò la donna scuotendo il capo esasperata, mentre in sottofondo Cracker proseguiva a urlare le sue lamentele.
Fu proprio la piccola Galette, accompagnata per mano da Compote a interrompere il trambusto che si stava consumando nella stanza.
- Ciao! – salutò agitando la manina.
Il viola a questo si zittì immediatamente, si voltò e salutò la sorellina di rimando.
- Oggi io e Compote siamo state al parco! Ci siamo divertite! –
- Ah sì? -  chiese in tono gentile Oven, non aveva senso a questo punto rimproverarla per aver interrotto la riunione, tanto ci aveva già pensato quell’imbecille di Cracker.
- Sì! Thomas mi ha chiesto se volessi essere la sua fidanzata! –
Gelo.
- E tu cosa gli hai risposto? -  chiese Amande guardando il fratello con un sorriso sadico, mentre la vita gli volava via dal corpo.
- Che non posso perché io l’ho già un fidanzato! –
- E chi è? –
- Il fratellone Cracker naturalmente! –
Il colore ricomparve improvvisamente sul volto del viola, come un enorme sorriso a trentadue denti.
- Esatto! E non devi tradirmi o lasciarmi mai capito? –
La bambina annuì.
- Bravissima! Adesso vai a giocare che, quando abbiamo finito, il tuo fratellone ti prepara i biscotti che ti piacciono tanto! –
- Evviva! -
Galette sorrise felice e seguita da Compote zampettò verso la sua cameretta.
- Allora Oven… - disse Cracker gettandosi scomposto sulla sedia e poggiando i piedi sul tavolo, per poi fissare il maggiore con un ghigno idiota – Cosa stavi dicendo degli accordi commerciali? –
 
 
 
Angolo autore: E niente XD mentre il prossimo capitolo di My Sweet Little Cupcake procede, ma procede molto a rilento ho scritto questa cacatina, nel tentativo di sbloccare sempre di più uno dei tanti blocchi che mi capitano e di far tornare questa piccola raccolta che ormai avevo abbandonato da troppo tempo!
Spero vi sia piaciuta!
Alla prossima.
 
- Amiba
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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