Il Nodo di Fiamme

di Clodie Swan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 

Il Nodo di Fiamme

 

 

Capitolo 1

 

Gokan strinse le mani al bordo dello scrittoio, dondolandosi il più possibile all'indietro con la sedia per sbirciare dalla finestra, in direzione del palazzo dell'imperatore. Sapeva che era improbabile vederla passare, e che non avrebbe comunque visto granché, se non una figura in rosso, resa minuscola dalla lontananza, eppure non poteva fare meno di continuare a guardare in quel punto, chiedendosi se anche lei stesse pensando a lui...
“Stiamo studiando, signor Shingan?” chiese di colpo una voce alle sue spalle. Gokan si rimise diritto con un tonfo e si ritrovò a fissare l'Augusto Meleket, Capo della Reticenza Ausurpa. Si alzò in piedi e s'inchinò in segno di rispetto.
Un tempo, loro due, erano stati compagni di studi anche se Meleket era di alcuni anni più anziano e gli aveva fatto da tutor nei suoi primi giorni da matricola. Erano anni, ormai, che lo ignorava, preso com'era dal suo ruolo. Forse qualche mese prima, al massimo, gli aveva fatto un cenno in risposta ad un suo saluto. Gokan era certo che non ricordasse nemmeno il suo nome, eppure adesso l'Augusto era lì nella sua stanza senza alcun preavviso, impeccabile nella sua tunica azzurra dalle ampie maniche e con i capelli neri raccolti in una treccia strettissima. D'istinto Gokan si lisciò le vesti e cercò di pettinarsi con le dita, la sua chioma corta arruffata.
Poteva esserci solo un motivo se il rettore si trovava lì.

“Nobile Augusto...” cominciò Gokan chinando il capo.

“Verrò subito al dunque, mio giovane Shingan.” tagliò corto Meleket “Ho saputo del tema che hai scelto per la tua tesi di dottorato. Le Onirjn?Le guerriere danzatrici dell'imperatore?”

“Sì, signore” confermò il giovane “Ho in mente di scriverne la storia: dal mito ai giorni nostri. Penso sia una tematica interessante.”

Meleket rimase impassibile. Posò un breve sguardo sugli appunti sparsi sopra la scrivania e lo guardò con apprensione.

“So che hai chiesto accesso ad alcune sezioni riservate della biblioteca. Sono qui per metterti in guardia. Può essere molto pericoloso. L'imperatore è piuttosto geloso delle sue Onirjn. Oltre ad essere il suo braccio armato, sono anche le sue concubine, come ben saprai.”

“Lo so.” rispose Gokan sforzandosi di non guardare verso la finestra. “Voglio solo onorare l'Impero descrivendo una pagina importante della sua storia e dei personaggi che hanno reso potente la dinastia Attlan.”

“Allora ti consiglio di limitarti solo a questo. Ci sono molte leggende sulle origini di queste donne: vengono definite streghe, demoni, mostri. Tutto questo all'Imperatore non piace. Dovresti quindi limitarti ai fatti conosciuti senza sconfinare nella fantasia e scrivere in modo rispettoso.”

“Ma certo!” esclamò subito Gokan.

“In questo caso ecco i tuoi permessi.” disse Meleket tirando fuori una pergamena e porgendogliela “Ho fiducia in te, conoscendo la tua reputazione immacolata ed il tuo brillante curriculum. La tua tesi verrà presentata in occasione del Giubileo d'Argento dell'Imperatore, per i suoi Venticinque anni di regno. Sua Maestà congederà le Onirjn pronte per l'esilio, dando il benvenuto alle esordienti e nominerà ufficialmente la nuova prescelta destinata a dargli il futuro erede al trono. Hai tre mesi di tempo.”

“Dovrò scrivere la tesi in soli tre mesi?” chiese Gokan allibito.”Ma dovrò fare ricerche e mettere insieme tutto il materiale prima di scriverla e potrebbe volerci molto tempo...”

“Ti consiglio allora di fare qualcosa di semplice. Potresti mettere insieme dei lavori già esistenti e farne una nuova edizione in uno stile più moderno e brillante. All'imperatore piacerebbe sicuramente.”

“Ma...” tentò di protestate Gokan.

“Il nostro incontro finisce qui.” lo fermò Meleket sollevando una mano. “Ricorda bene: sei stato avvertito.” Lo lasciò con quella frase enigmatica e uscì dalla stanza.
 

***
 

Rimasto solo Gokan mise in fretta ordine tra le sue idee e si concentrò sul da farsi. Aveva meno tempo del previsto. Si infilò una veste pulita e stirata color rame e cercò di domare i capelli neri con il pettine. Nonostante fossero lisci e corti, quando la notte prima si era addormentato sui libri, gli si era piegata una ciocca di capelli che non voleva più saperne di tornare giù. Gokan si rassegnò e sperando di essere abbastanza presentabile uscì diretto al palazzo Imperiale.
Si mosse con sicurezza in mezzo al folto gruppo di edifici che formavano la Città Purpurea, nel centro della capitale, l'immenso quartiere in cui risiedeva l'imperatore con la sua corte, si trovavano gli edifici religiosi e la celebre Reticenza Ausurpa, la più antica università dell'Impero. Situata nel punto più alto della città, dominava tutta la vallata circostante e simboleggiava la supremazia dell'Impero. Le case era tutte di colore rosso mentre i tetti erano rivestiti di tegole dipinte di un giallo dorato. Diverse rifiniture che adornavano cornicioni e finestre erano in oro puro, mentre la pavimentazione della piazza era composta da mattonelle di terracotta. Quando scendeva il tramonto tutto si incendiava di rosso e oro e la città sembrava confondersi con il cielo.
Gokan osservò il paesaggio per un lungo momento, ripensando al suo piccolo villaggio in mezzo al verde della campagna, quando i ciliegi fiorivano, il vento sollevava una pioggia di petali e due bambini felici vi correvano in mezzo...Sospirando si alzò e andò a presentarsi ad una porta laterale dove avevano sede gli uffici dell'imperatore. Si annunciò e fu fatto entrare in una stanza luminosa, sontuosamente arredata con mobili laccati in nero su cui erano dipinte a mano decorazioni geometriche e floreali.
 

***

“La Consigliera Barhjusk sarà da lei tra poco.”lo informò un servitore. Gokan annuì e prese posto su una poltroncina rossa, ammirando le librerie colme che arrivavano fino al tetto. La Consigliera dell'Imperatore, Samana Barhjusk era una donna molto istruita, una delle studentesse più brillanti che la Reticenza avesse ospitato e anche dopo la Laurea ed il prestigioso incarico ottenuto, non aveva smesso di studiare per ampliare le sue conoscenze. Gokan era riuscito ad incontrarla e a strapparle quel colloquio, una settimana prima, mentre era assorta a leggere un libro nei giardini dell'Università. Per qualche motivo la donna lo aveva preso in simpatia e aveva accettato d'incontrarlo, a patto che i suoi impegni lo avessero consentito.

“Signor Shingan, eccoci qui.” esclamò una voce squillante in tono di benvenuto.

Gokan si voltò e andò subito incontro alla Consigliera Barhjusk che gli strinse la mano con una presa forte ed energica. Era una donna di altezza media, dai modi giovanili, vestita con sobria eleganza e con i capelli neri acconciati in uno chignon alto su cui spiccava uno spillone di giada.

“Consigliera, la ringrazio infinitamente per aver trovato il tempo di ricevermi.”

“Lei è stato fortunato, Shingan, mi si è liberato un posto proprio all'ultimo minuto. Ma ho pochissimi minuti da dedicarle. In questi giorni siamo sommersi da mille impegni.”

“Posso immaginare..”

“Prego, si accomodi.” disse la donna invitandolo a riprendere posto nella poltrona di prima, mentre lei si accomodava alla scrivania di fronte alla finestra.

“Si è fatto fare i permessi dal Rettore come le avevo detto la volta scorsa?”

“Sì eccoli qui.” rispose subito Gokan porgendole la pergamena.

“Molto bene, si direbbe che gli dei l'assistono, Shingan.” commentò compiaciuta la Barhjusk. “Lei vanta una lunga e rispettabile carriera nella Reticenza Ausurpa. Ha conseguito due lauree e ha terminato da poco gli esami per il suo dottorato, oltre ad aver iniziato l'attività di docente e di ricercatore. Leggo che il nostro Augusto Meleket si è già assicurato che tutto verrà svolto nel pieno rispetto dell'autorità imperiale. E lei potrà avere accesso alle sezioni riservate della biblioteca..perfetto! Per quello che mi compete io, come rappresentante dell'Imperatore, posso darle l'autorizzazione a procedere con la sua tesi. Non vedo motivi per ostacolarla.”

“Le sono grato.” disse Gokan sollevato.

“Dunque...le Onirjn? Come mai questo argomento per la sua tesi?”chiese incuriosita la Consigliera.

“Credo siano delle figure molto importanti della nostra storia e di quella dell'Impero.” spiegò Gokan recitando in tono solenne il discorsetto che si era preparato “Ed il mio scopo è onorare l'Impero.”

Per un attimo Samana Barhjusk lo fissò intensamente negli occhi, con il mento posato sulle mani intrecciate, con aria indagatrice come se non gli credesse.

Gokan s'innervosì come quando doveva sostenere gli esami e trattenne il fiato finché la donna non riprese a parlare.

“D'accordo.” concluse “se c'è qualcosa che posso fare per lei...”

Era il momento che Gokan stava aspettando. “Ecco...crede sia possibile avere un colloquio con qualche Onirjn per arricchire la mia tesi?”

La Consigliera lo guardò sorpresa ma gli sorrise. “Vedrò cosa posso fare. Sono certa che sarebbero liete di collaborare, se è per onorare l'impero.”

Pronunciò quel se con uno strano tono, lasciando Gokan a domandarsi cosa intendesse dire.

“C'è qualcuna di loro che desidera incontrare in particolare, signor Shingan?”chiese la Barhjusk sempre affabile.

Gokan deglutì cercando di dissimulare il più possibile. “Non saprei...lei chi mi suggerisce?”

Samana Barhjusk diede uno sguardo rapido ad alcuni fogli che aveva disposto sulla sua scrivania sfogliandoli velocemente.

“Mi corregga se sbaglio, ma lei viene dalla Valle dello Shingan?”

“Sì, è esatto.” confermò Gokan. “Il mio cognome ha origine da essa: è il più diffuso della regione. Quasi tutte le famiglie si chiamano Shingan.”

“Glielo ho chiesto perché una delle Onirjn viene proprio da lì. Potrebbe essere più facile per lei intervistare una sua conterranea? Le Onirjn possono incutere...soggezione.”

“Penso sia un'ottima idea.” replicò Gokan cercando di nascondere la sua gioia.”Sarebbe un buon punto di partenza.”

“Allora le fisserò un colloquio per domani pomeriggio. Si tratta, inoltre, di una delle più anziane, prossima all'esilio e quindi con una maggiore esperienza. Incontrerà la Nobile Onirjn Aryn Ligon.”

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 

Capitolo 2


 

La missione che l'imperatore aveva affidato loro quella notte, si stava svolgendo senza intoppi. Le sette Onirjn avevano scovato le spie che stavano tramando contro l'imperatore ed erano riuscite a trovare il mandante, un ricco nobile della resistenza, di cui già avevano qualche sospetto. Introdursi nella villa fuori città in cui questi viveva fu semplicissimo. Furtive e invisibile, nella loro tenuta nera con il viso scoperto, si mossero come ombre sul tetto della casa pronte a scendere nel cortile interno con un solo salto. Si mossero tutte insieme come una sola persona e atterrarono leggiadre senza fare il minimo rumore.
Il loro arrivo però doveva essere stato previsto perché si ritrovarono a combattere contro uno stuolo di guardie armate. Le superavano almeno tre volte di numero e non sembravano affatto dei novellini. Dovevano essere degli assassini professionisti.
Bene.” pensò Aryn sorridendo dietro la maschera. “La cosa si sta facendo divertente.” Ad un cenno convenuto le sette giovani donne sciolsero un nodo della loro divisa con un gesto strapparono via il travestimento. Rimasero vestite con il loro costume tradizionale: il corpetto d'oro a maniche corte che lasciava nudo l'addome ed il pantalone rosso ricamato che fasciava stretta la loro vita e cadeva morbido fino alle caviglie. Erano a piedi nudi.
I loro nemici rimasero sconcertati vedendo che i loro avversari erano delle donne dalla straordinaria bellezza, ma in un istante si resero conto di chi avevano davanti. “Le Onirjn!” gridò qualcuno terrorizzato.
Le sette donne sorrisero amabilmente e piegarono un ginocchio in posizione d'attacco ma offrendo la mano verso i soldati come ad invitarli gentilmente a ballare.
“Danzate con noi!” sussurrò ciascuna Onirjn suadente, prima di gettarsi nel combattimento. La punta delle loro dita cominciò ad infiammarsi....
Le Onirjn combattevano come demoni, vorticando come delle girandole infuocate. Con dei riflessi rapidi e pronti, rispondevano a mani nude contro le spade, disarmando i rivali finché non raggiunsero il loro scopo: intrecciare le loro dita insieme a quelle dei loro bersagli.
“Brucia.” mormorarono con dolcezza, mentre una spirale di rosso e oro avvolgeva i corpi di quegli uomini che sospirando di gioia, si tramutavano in cenere. Proprio quando le Onirjn stavano avendo la meglio Sawda decise di fare di testa sua. Lasciò il combattimento per andare in cerca del bersaglio principale all'interno della villa, senza sapere che c'erano altre guardie armate pronte ad accoglierla. Le sue compagne dovettero dividersi per andare ad aiutarla trovandosi in seria difficoltà perché i loro aggressori, vedendole in numero ancora più ridotto, ripresi dallo shock quando avevano visto dissolversi i loro compagni, stavano passando al contrattacco.
Sawda, nel frattempo poteva solo difendersi e parare i colpi senza riuscire a toccare nessuno degli avversari. Le Onirjn la trovarono mentre li teneva a bada facendo ruotare il suo corpo in circolo, sferzando colpi con le gambe, volteggiando sulle mani posate a terra. Quella mossa le era valso il soprannome di Lama Scarlatta. Aryn capì che non avrebbe resistito a lungo e con un salto si librò in aria piombando giù in picchiata facendo cadere in colpo solo una decina di soldati. Se Sawda era la Lama Scarlatta, lei era la Freccia d'oro. Ben presto vennero raggiunte anche dalle altre che nel cortile avevano finito di sconfiggere tutte le guardie e insieme riuscirono a sopraffare i nemici e a farli danzare.

Pochi istanti dopo si ritrovarono in una stanza piena di cenere brillante. Oro e rossa.

“Sei stata incosciente, Sawda!” la rimproverò Aryn infuriata. “Dovevi attenerti al piano.”

“Rischiavamo di farci sfuggire il loro capo! A volte bisogna seguire l'istinto.”la rimbeccò l'altra. “E direi che lo abbiamo perso. Non c'è traccia di lui.”

“Non è ancora detto.” ribatté Aryn. Le Onirjn seguirono la procedura abituale: perquisirono la casa e lasciarono andare tutte le donne ed i bambini. I servi rimasti si arresero. Alla fine trovarono il padrone nascosto in un armadio nella sua stanza da letto.

“Per ordine dell'Imperatore, Wang Jon Attlan, ti dichiaro in arresto.”sentenziò Aryn invitando due delle compagne, Vari e Havi a legare il prigioniero con delle speciali manette. Dorji e Farya trovarono una carrozza e vi attaccarono uno dei cavalli. Se all'andata erano andate senza alcun mezzo di trasporto, ne avevano bisogno ora per condurre con loro il prigioniero. L'uomo tremando salì a bordo terrorizzato e lasciò perfino che gli mettessero un cappuccio sopra la testa. Taka si mise alla guida e si dichiarò pronta a partire. “Procediamo.” disse Aryn preparandosi a salire.

“Chi ti credi di essere Aryn? Il capo?” le chiese furiosa Sawda. “Chi ti ha autorizzato a dare ordini?”

“Sto solo ripristinando il controllo, dopo il tuo colpo di testa. Abbiamo sempre agito come una squadra, seguendo una strategia. Non capisco cosa ti sia preso.”

“Forse dimentichi che presto verrò nominata Onirjn Suprema? Chi ha vinto le selezioni?”rispose fiera l'altra con le braccia incrociate sul petto.

“Lo so bene, ma questo non centra nulla.” osservò Aryn severamente “Partorire il futuro imperatore non ti autorizza a metterci in pericolo.”

Sawda la raggelò con lo sguardo e rimase sorpresa leggendo il rimprovero anche negli occhi della altre compagne.

“Per fortuna, tra un po' ci libereremo di te, dico bene?”

Aryn non si scompose. “Non mi sta cacciando nessuno. Sono io a voler andare in esilio.”

“Bene.” gongolò Sawda “Quando tornerai tra cinque anni, forse sarò io ad addestrare tua figlia. Sarò ben felice di farlo.”

Aryn non rispose alla provocazione e invitò le compagne a salire nella carrozza. “Si sta facendo tardi.” disse con un tono stanco. “Torniamo a casa.”

 

***
 

Aryn si alzò con calma la mattina dopo, nella sua camera, godendosi il giorno di libertà che l'imperatore aveva concesso alle Onirjn per riprendersi dalle fatiche della notte precedente. Dopo un bagno rilassante, si avvolse in una vestaglia di seta bianca e grigia, e mentre sorseggiava una tazza di tè cominciò a sfogliare la corrispondenza che le era stata portata. Di solito erano comunicazioni interne che regolavano gli allenamenti e gli impegni delle Onirjn, non avendo contatti con il mondo esterno, i loro stessi familiari non potevano scrivere loro, per questo fu colpita da una lettera indirizzata a lei dalla Consigliera Samana Barjhusk. Cosa poteva volere? Conosceva Samana da molti anni, ma non erano mai state in confidenza tale da scriversi. Lesse rapidamente il messaggio e rimase allibita. “Gokan?”mormorò incredula.

Era una mattina ventosa quando sua madre l'aveva caricata su una carrozza per portarla nella capitale. Aryn aveva cinque anni e ricordava Rayn, sua madre, nei suoi eleganti abiti rossi ricamati d'oro che le raccomandava di non portare niente perché al palazzo avrebbe trovato tutto ciò che le serviva. Dovette lasciare anche la sua bambola preferita, Chibi, che aveva perso un occhio. Il suo papà ci aveva cucito un bottone per sostituirlo.

Ti prego, non portarmela via!” gemette suo padre all'improvviso. L'avvinghiò a sé come se non potesse lasciarla andare mai più.

Rayn rimase impassibile. “Sapevi che questo giorno sarebbe arrivato, Hitu. Ti avevo preparato.”

Non sarò mai pronto: è la mia bambina.”protestò l'uomo disperato.

Sta andando a servire l'imperatore, come me. È un grande onore.”

Hitu guardò la moglie tra le lacrime. “Che onore c'è in questo? Non la rivedrò mai più. Non voglio che vada via. Che venga l'imperatore in persona a strapparmela dalle braccia.”

Rayn cominciò a muovere le dita nell'aria disegnando dei cerchi e si avvicinò verso il marito. “Sai cosa succederà se non obbedisci.” disse con voce spenta. “Non posso impedire a nessuno, nemmeno a te che gli ordini dell'imperatore siano eseguiti.”

Aryn spaventata si era sciolta dall'abbraccio ed era corsa verso sua madre. “Mamma, no! Verrò con te. Non fare male a papà.”strillò cingendole la vita.

Hitu singhiozzò rassegnato e si inginocchiò di fronte alla figlia. “Sarai sempre la mia bambina, buona e gentile?” le chiese asciugandosi gli occhi.

Aryn annuì e lo strinse forte. “Un giorno tornerò, papà. Te lo prometto.”

Stava per salire sulla carrozza con sua madre, quando una voce familiare cominciò a gridare il suo nome. Un bambino dai capelli neri spettinati e le ginocchia sbucciate, stava correndo trafelato verso di lei. Non appena l'ebbe raggiunta si piegò in due per riprendere fiato. Aveva la sua stessa età ma era molto più basso di lei.

Volevo salutarti.”sussurrò il bambino con gli occhi pieni di tristezza. “Mi mancherai.”Aryn sorrise e lo cinse con le braccia. Il bimbo arrossì.

Tieni.” disse sfilandosi il ciondolo di giada che portava al collo. “Te lo regalo.” Il gioiello aveva una forma rotonda e al suo interno vi era intagliata la forma di un drago.

Il bambino guardò sorpreso il ciondolo. “Io non ho niente da regalarti, ma sarò un tuo amico per sempre. Promesso.”

Questo è un regalo.”replicò lei.

Rayn li interruppe dicendo che non potevano più rimandare la partenza e la fece salire sul carretto. Diverse persone nel frattempo si erano fermate incuriosite ad osservare la scena, fissando suo padre che continuava a singhiozzare, in piedi davanti alla loro casa, senza curarsi di nessuno. Il suo amico andò accanto ad Hitu e gli prese la mano per consolarlo. Aryn agitò la mano verso di loro, continuando a salutarli mentre la carrozza si allontanava. “Addio, papà. Addio, Gokan.”

 

Aryn tornò con la mente al presente e rilesse il biglietto di Samana Berjushk.

Alla Onirjn Aryn Ligon.

Su richiesta dell'Imperatore siete invitata a presentarvV ad un colloquio con il dottor Gokan Shingan, della Reticenza Ausurpa. Oggetto dell'incontro sarà la tesi di dottorato che il Dottor Shingan sta per redigere sulla storia delle Onirjn.

Confidando nella Vostra collaborazione, siete attesa nel salone giallo dell'Ala Est, alle ore sedici pomeridiane.

I miei omaggi, Samana Berjushk. Consigliera dell'Imperatore.

 

“Che cosa hai in mente, Gokan?”mormorò preoccupata Aryn.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3


 

Seduto in un salottino dalle pareti gialle e dai mobili laccati di rosso porpora, Gokan si rigirò pensieroso il ciondolo di giada che non aveva mai lasciato il suo collo, mentre contava i minuti che lo separavano dal suo incontro con Aryn.
Aveva cercato di lei non appena era arrivato alla Reticenza Ausurpa, ma non era stato semplice: le Onirjn avevano un'esistenza blindata e uscivano solo per le missioni o nelle occasioni speciali con la corte imperiale.
Durante la sua prima visita guidata all'Università, Gokan aveva visitato parte del palazzo imperiale insieme alle altre matricole, ed aveva visto esposti i ritratti delle Onirjn più valorose. Il suo cuore aveva sussultato orgoglioso quando aveva riconosciuto quello di Aryn Ligon.
Tutte le Onirjn erano belle, dai capelli scuri e i lineamenti fini e regolari, ma si celebrava soprattutto la bellezza esuberante di Sawda, dai profondi occhi scuri, gli zigomi alti e le labbra sensuali.
Gokan però preferiva sicuramente il volto delicato di Aryn, i suoi occhi verdi a mandorla che sembravano due gemme e la linea dolce delle labbra. Era rimasto imbambolato a fissare il suo ritratto, finché i suoi compagni non avevano dovuto spintonarlo.

La prima occasione in cui aveva potuto incontrare Aryn era stata all'inaugurazione dell'anno accademico, a cui l'imperatore presenziava scortato della sue Onirjn, elegantissime nei loro kimoni dorati ricamati di rosso, con le maniche lunghe fino a terra. Portavano tutte lo stessa pettinatura: uno chignon stretto appuntato in cima alla testa.
Gokan si era trovato nelle prime file davanti al palco e piano piano, facendosi coraggio aveva tirato fuori il ciondolo dal colletto alla coreana della sua divisa lasciandolo in bella mostra. Aveva tenuto gli occhi fissi su Aryn speranzoso, finché lo sguardo di lei non era caduto per caso nella sua direzione e aveva notato il ciondolo. Il viso di lei non aveva tradito alcuna emozione da principio, ma poi Gokan aveva visto le sue labbra schiudersi per la sorpresa e i loro sguardi si erano incontrati. Aryn impassibile lo aveva scrutato attentamente senza farsi notare e senza accennare alcuna reazione. L'imperatore stava portando avanti il suo discorso di benvenuto, ma Gokan non ne stava ascoltando neanche una parola, non lo avrebbe sentito nemmeno se avessero annunciato che gli regalavano il trono. Si era accorto che Aryn aveva gli occhi lucidi. Era appena percettibile, ma lui lo aveva notato. E prima di andare via, lei era riuscita a voltarsi in fretta e a donargli un sorriso. Gokan si era sentito travolgere dalla felicità: lo aveva riconosciuto.
 

***

“Signor Shingan” annunciò un servitore. “La nobile Onirjn Aryn Ligon.”

Gokan si alzò emozionato, facendole omaggio di un inchino e trasalì ancora una volta davanti al volto bellissimo di lei. Indossava un sobrio kimono rosso a maniche corte, attillato come un guanto che le fasciava interamente il fisico flessuoso. I ricami floreali, gialli e verdi, esaltavano il colore del suoi occhi. Era truccata con cura, con i capelli raccolti in uno chignon sopra la testa e portava degli orecchini pendenti d'oro.

Aryn ricambiò il saluto con un cenno del capo e lo invitò a prendere posto ad un tavolino apparecchiato per il tè. Si sedettero entrambi sui cuscini e attesero che il servitore si occupasse del rinfresco, continuando a guardarsi in silenzio.

“Avete cinquanta minuti.” li informò il servitore prima di andarsene.

Gokan aggrottò le sopracciglia, contrariato. Meno di un'ora? Avere così poco tempo e avere così tante cose da dirle... La guardò amareggiato e lei prese per prima la parola.

“Come stai?”disse nervosamente.

“Bene.” rispose lui con un sorriso.

“I tuoi studi stanno procedendo a gonfie vele, immagino visto che sei arrivato al dottorato.”continuò Aryn sollevando la teiera.

“Non mi lamento.”

“I tuoi genitori come stanno?”

“Benissimo. Non fanno più i coltivatori di riso. Adesso hanno una piccola tipografia al villaggio. Sono cambiate tante cose. Il villaggio è diventato una piccola città, ormai.”

Aryn spalancò gli occhi stupita.“È meraviglioso.”

“Sì, infatti.” rispose Gokan con un sorriso triste. Sapeva a cosa stesse pensando.

“Tuo padre sta bene.” le comunicò premurosamente “Mi ha scritto da poco. Gode una buona salute e continua a mandare avanti il suo piccolo emporio.”

“Grazie di avermelo detto.”disse Aryn riconoscente.

“Ho delle altre lettere per te.”disse abbassando il tono delle voce “Puoi tornare quando vuoi da me e te le farò leggere.”

“No, Gokan.” rispose decisa Aryn “È troppo rischioso.”

“Ma sono passati mesi. E tu sei furtiva come un'ombra.”

“Ho detto di no.”ripeté lei. “Attento a quello che dici. Qui anche i muri hanno le orecchie.”

Gokan non insistette e ripensò a quando dieci anni prima, a più di un mese dalla cerimonia di inizio anno, una notte si era sdraiato sul letto e aveva visto Aryn appesa al soffitto come una stella marina. Avrebbe gridato se lei fulminea non gli avesse tappato la bocca con la mano. Aryn gli aveva spiegato che era entrata con la tecnica appresa per andare ad uccidere i suoi bersagli, ma che quella sera voleva vedere se era davvero lui Gokan il suo amico d'infanzia.
Quella notte le aveva raccontato tutto di sé e le aveva mostrato le lettere che si era fatto dare da Hitu tempo prima, con la speranza di farle recapitare alla sua amata figlia perduta. Aryn non poteva portarle con sé al palazzo imperiale e le aveva lette tutte lì, quella notte, seduta sul suo letto. Aveva pianto, lo aveva ringraziato e poi era sparita per diversi mesi.
Erano andati avanti così, per dieci anni, con attimi rubati, che messi insieme non avrebbero formato neanche un giorno, ma per quanto passasse un lasso di tempo incredibile tra un incontro e l'altro, ne valeva la pena e Gokan si aggrappava ad ogni attimo con tutte le sue forze.

“Perché fai questa tesi?” chiese improvvisamente Aryn turbata.

“Per onorare l'Imperatore.”recitò Gokan prontamente.

“Dalla a bere a qualcun altro, Gokan. Vuoi dirmi davvero che io non centro?”

“Voglio scoprire come ha origine il legame dell'imperatore con le Onirjn” mormorò Gokan pronunciando quelle parole con il tono più basso che poté, in modo quasi impercettibile, sapendo che Aryn aveva un udito più fino degli umani.

“Perché?”sussurrò lei di rimando. “Con quale scopo? Gokan ti metterai nei guai non lo capisci? Perché fai questa cosa.”

“Voglio liberarti.” disse lui semplicemente. “C'è qualcosa che tiene legata te e le tue compagne all'imperatore, qualcosa di segreto che vi impedisce di disobbedirgli e di avere una vita normale. Non lo vorresti?”

“Io non so cosa voglio. Non ci ho mai pensato.”protestò Aryn.

“Non ci credo. Se scoprissimo questo segreto, saresti libera di scoprirlo.”

“Nessuno lo ha mai scoperto in migliaia di anni e vorresti riuscirci tu?” disse Aryn scettica “Se esiste un segreto, l'imperatore lo custodisce gelosamente e non permetterà a nessuno di rivelarlo. Ti farebbe uccidere soltanto per averci provato.”

Gokan annuì. Aveva previsto quel rischio.“Per questo mi serve il tuo aiuto.”

“Non posso.” rispose Aryn spaventata “Non potrei neanche se volessi. Come hai detto tu, non posso contrastare la volontà dell'imperatore.”

“Quindi se ti chiedesse di uccidermi lo faresti?”la provocò Gokan.

“Ti prego! Non chiedermelo!” disse Aryn sconvolta. “Non farmi questo. Non mettermi mai in una situazione del genere. Non potrei sopportarlo. Rinuncia a quest'idea, ti prego!”

“Aryn, calmati.” le disse pentito, prendendole la mano. “Non volevo farti agitare. Non ti chiederò di fare nulla di rischioso. Agirò con la massima prudenza. Quello che ti chiedo per ora è solo di rispondere a qualche domanda. Puoi fare almeno questo?”

“Va bene.” concesse lei “Ma non abbiamo molto tempo.”

“Non ne abbiamo mai.”osservò Gokan con un sospiro.

“Cosa vuoi sapere che tu non sappia già?”cominciò Aryn.

“Partiamo dalla tua storia.” propose Gokan tirando fuori un taccuino ed una penna. “Come sei diventata Onirjn e com'è la tua vita?”

Aryn gli rivolse un sorriso amaro ma sembrò contenta di aver cambiato argomento.

“Sono nata in un piccolo villaggio nella Valle dello Shingan, di nome Fanyi.”

“Credo di averlo sentito nominare...” scherzò Gokan cominciando a prendere appunti. Quella battuta sciocca riuscì a strapparle un sorriso.

“Mi madre era una Onirjn e all'età di trentaquattro anni si ritirò in esilio a Fanyi e sposò mio padre Hitu Ligon, proprietario del piccolo emporio del villaggio.”

“Un emporio dove ho comprato i miei primi libri.”precisò Gokan in tono affettuoso. “Tuo padre me li metteva da parte appena arrivavano e quando tornavo da scuola li compravo con la mia paghetta, anche se molti me li ha regalati. Passavo lì un sacco di tempo a leggere o a curiosare... scusa ti ho interrotto.”

“No, mi fa piacere saperlo, comunque mio padre s'innamorò di mia madre Rayn e la sposò. A differenza di altri non aveva paura di lei. Papà aveva un cuore grande e dolce, accoglieva tutti, e si era accorto di quanto fosse sola. Fu mia madre a raccontarmi qualcosa del loro matrimonio, quando mi parlava del mio futuro esilio. Mi disse che non fossi stata scelta dall'imperatore, avrei potuto sposare chi volevo e mettere al mondo una figlia. E sarà così probabilmente. Potrei avere cinque anni di felicità, finché la nuova Onirjn non verrà condotta al palazzo. Come è stato per me. Immagino che te ne ricorderai.”

Gokan annuì rattristato ma proseguì con le domande. “Cosa accadde poi quando arrivasti al palazzo?”

“Iniziai il mio addestramento insieme alle altre Onirjn bambine della mia età. Mia madre rimase con me per qualche tempo poi tornò a Fanyi, fino al giorno della sua morte e le sue spoglie vennero sepolte qui, in una sezione del cimitero dedicate alle Onirjn. Sulle lapidi vi è disegnata una fiamma.”

“Mi dispiace molto per tua madre.”disse Gokan con sincero rammarico. “Ci fu un'epidemia improvvisa nel villaggio e ne furono colpiti tutti, anche i miei genitori e tuo padre. Mi sono sempre chiesto come mai loro tre riuscirono a guarire e Rayn invece no. Voi Onirjn avete una costituzione molto forte.”

“Ci ho pensato molto anch'io. Credo che abbia semplicemente smesso di lottare. Non aveva più il suo fuoco. Dopo l'esilio mano a mano, si spegne.”

“E tu quando hai cominciato ad avere il fuoco? Quando eri piccola ricordo che tua madre ti addestrava ma non ti ho mai visto usarlo.”

“Ho imparato qui. Prima veniamo addestrate alla lotta e alla danza. Abbiamo affinato con gli anni le nostre tecniche di combattimento, ma il potere del fuoco è venuto fuori in modo quasi naturale.”

Gokan rimase colpito dall'ultima affermazione e se la appuntò sottolineandola. Ancora non sapeva perché, ma sembrava importante.

“Voi non sapete che cosa sia il fuoco e da dove abbia origine?”

Aryn scosse la testa. “Si tratta di un mistero anche per noi. Sappiamo solo che è così da generazioni. Di madre in figlia. Fa parte di noi.”

“E cosa puoi dirmi del vostro legame con l'imperatore?”

Aryn si strinse nelle spalle. “Da bambine ci addestriamo e ci esibiamo durante qualche evento speciale, facciamo delle competizioni tra di noi per vedere chi entrerà a far parte della guardia personale dell'imperatore. Siamo in tante ma solo sette fanno parte della sua scorta privata e svolgono delle missioni speciali affidate da lui stesso. Quando compiamo quindici anni, diventiamo di sua personale proprietà, e tra di noi viene eletta la prescelta: la Suprema Onirjn, madre del futuro erede. In seguito possiamo renderci utili anche gli altri uomini della famiglia reale. Non credo sia necessario entrare nei dettagli.”

“No, no.” la rassicurò Gokan “Questa parte non verrà approfondita nella tesi... Puoi raccontarmi di come viene scelta la Onirjn Suprema?”

Aryn sospirò e annuì. “Come saprai il nostro imperatore salì al trono poco più che ventenne, dopo la morte improvvisa di suo fratello. All'epoca ero ancora una bambina ma ricordo che la prescelta fu una Onirjn di nome Candra, la più forte della sua generazione. Vi sono diversi duelli e quella più forte che riesce a battere tutte le sue compagne, viene dichiarata la prescelta. Candra diede alla luce l'erede al trono il principe Saiko, che è stato assassinato appena un anno fa. Quel povero ragazzo non aveva ancora compiuto ventun anni.”

“Ricordo: fu una vera tragedia. Abbiamo osservato il lutto per mesi.”

“Trascorso il lutto, l'imperatore chiese di eleggere una nuova Suprema e diede inizio alle competizioni. Io avevo già annunciato il mio esilio e non vi ho partecipato, anche se qualcuno mi aveva detto che avevo delle ottime possibilità. Le mie compagne, di poco più giovani di me, si sono battute e la ventiquattrenne Sawda, la Lama Scarlatta, si è rivelata la più forte, nonché la più devota verso l'imperatore. È stata pazzamente felice di ottenere quel ruolo. Rimarrà con l'imperatore finché lui lo vorrà, come una sorta di sposa. Quanto a me, ho deciso che ne ho abbastanza. Ho dato venticinque anni della mia vita all'impero e credo sia arrivato il momento di avere un po' di pace.”

Gokan la guardò comprensivo. “Si può scegliere quindi, quando andare in esilio?”

“Tra in trenta e in trentaquattro. Io non ho perso tempo.”

“Tuo padre sarà felice di rivederti. Ha vissuto nell'attesa del tuo ritorno.”

Gli occhi di Aryn s'inumidirono. “E tu?”gli chiese all'improvviso guardandolo intensamente.

“Io cosa?” chiese Gokan sussultando.

“Perché non vieni con me? Torniamo a casa insieme.”gli mormorò Aryn con voce strozzata dall'emozione.

A Gokan cadde la penna di mano per la sorpresa, poi il suo volto si fece cupo. “Per cosa? Per cinque anni di felicità?”

“Lo so che non è molto...”concordò lei trattenendo le lacrime.

“Io voglio di più! Voglio che tu abbia di più.”protestò Gokan. “Per questo devi aiutarmi! In cosa consiste il legame? Quando hai capito di essere totalmente sottomessa all'imperatore.”

“Non lo so...” balbettò Aryn confusa. “Da sempre?”

“Da piccola forse obbedivi perché erano duri con te e non avevi scelta ma crescendo hai mai provato a ribellarti?”

“No, mai. Non ci ho mai pensato.” ammise Aryn pensierosa “Una parte di me forse vorrebbe altro, ma ho sempre svolto i miei incarichi senza protestare.”

“Non volevi essere la Prescelta, però.” le fece notare Gokan.

“Avevo già annunciato il mio esilio. Se l'imperatore me lo avesse chiesto espressamente non so cosa avrei fatto.”

“Quando è stata la prima volta che lo hai incontrato?”

“Chi? L'imperatore? Quando sono arrivata qui c'è stata una cerimonia di iniziazione in cui l'allora giovane imperatore, ha dato il benvenuto alle nuove allieve e noi gli abbiamo giurato fedeltà.”

“In che modo?” Gokan non ne aveva mai sentito parlare con esattezza ma gli sembrò che fosse un punto cruciale in quella storia.

“Consiste in un semplice rituale in cui, una alla volta, ogni Onirjn si inchina davanti a lui, beve un sorso da una coppa di vino e pronuncia il giuramento.”

“Ti sei sentita diversa dopo il rituale?” indagò Gokan.

Aryn lo guardò confusa. “Non lo so... non me lo ricordo...ero troppo piccola.”

Gokan attese poi si rese conto che il loro tempo era agli sgoccioli. “Va bene, indagherò su questa cosa. Forse potrei trovare del materiale nella biblioteca. La Biblioteca Imperiale contiene tutti i testi più antichi e rari di tutta la nostra storia. Ci deve pur essere un libro o un documento che parla dal rituale.”

“Anche se esistesse, l'Imperatore non lo custodirebbe di certo lì. Forse nella sua biblioteca privata...”

Gokan si rianimò “C'è una biblioteca privata? Al palazzo? Tu puoi accedervi Aryn?”

“Sì, certo, rientra tra i miei privilegi. Ci sono già stata.”

“Perfetto, allora abbiamo tre mesi di tempo.” concordò Gokan. “Ci scambieremo le informazioni non appena scopriremo qualcosa.” S'interruppe vedendo l'esitazione di lei. “Aryn, per favore. Ti sto chiedendo solo di fare una capatina in biblioteca. Un'intervista ed una piccola ricerca, non sono certo un tradimento verso l'imperatore. Cosa ti sto chiedendo di così difficile?”

“E va bene.” cedette lei. “Questo lo posso fare. Ma se la cosa diventa pericolosa, si chiude. Promettimelo.”

“Hai la mia parola.”promise lui. “Ma come faremo a comunicare?”

Aryn s'irrigidì sentendo i passi del servitore avvicinarsi. “Ti troverò io.” bisbigliò lei prima di allontanarsi.

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

 

 

La biblioteca imperiale era la più grande mai costruita nella storia, frutto del lavoro di diverse generazioni che l'avevano resa celebre in tutto il mondo. Occupava una parte considerevole della città imperiale ed era costruita su tre livelli che si dividevano ciascuno in centinaia di sezioni, formando un intricato ed affascinante labirinto di corridoi, scaffali e scalette che di tanto in tanto si aprivano su salottini per la lettura, spazi per studiare, punti d'incontro in cui tenere delle conferenze. Ogni sezione aveva il suo direttore, ma si diceva il custode fosse uno solo, un uomo molto anziano che viveva dentro la biblioteca e la notte la percorreva tutta in lungo e in largo, a bordo di una piccola bicicletta.

Dopo diversi giorni di infruttuose ricerche, una sera Gokan rimase fino a tardi nella biblioteca e cadde addormentato con la testa sopra un tavolo. Aveva ispezionato la sezione storica e si era fatto dare tutti i libri sulla nascita della dinastia Attlan e sulle Onirjn, ma non aveva scoperto nulla di nuovo.
Gli Attlan venivano celebrati come grandi guerrieri conquistatori che avevano creato un impero. Le Onirjn avevano sempre fatto parte della guardia imperiale dalla notte dei tempi e vi era solo qualche leggenda sparsa qua è la: si narrava in principio che quelle donne fossero delle streghe, o peggio dei mostri. Taluni sostenevano addirittura che in esse si annidassero i frammenti di un Demone primordiale e che loro un tempo fossero le ancelle che l’avevano evocato e servito. In un altro testo aveva trovato questo passaggio : il fuoco fu il terrore delle tribù primitive del continente, finché gli antenati del clan Attlan non riuscirono a vincolare la volontà di queste donne al proprio sangue.

Gokan aveva letto e riletto quelle informazioni senza venire a capo di nulla ed era crollato esausto finché si era sentito strattonare gentilmente per la manica.

“Signore? Signore? Dobbiamo chiudere. Si sta facendo buio.”disse una voce amichevole.

Gokan si stiracchiò sbadigliando e incontrò lo sguardo di un ometto dai capelli bianchi, tutto vestito di nero. Accanto a sé aveva una specie di triciclo che trainava un carretto colmo di libri.

“Mi scusi.” disse Gokan mettendosi seduto diritto. “Devo essermi addormentato. Stavo facendo una ricerca sulla storia dell'impero e sulle Onirjn” Il custode invece di affrettarsi a mandarlo via, lo guardò interessato. “Ha trovato quello che cercava?”

“Purtroppo non ancora.”sospirò deluso.

Il custode prese posto su una sedia accanto a lui. “Forse è il modo in cui cerca che è sbagliato.”

“Cosa vuol dire?”chiese Gokan perplesso.

“La storia dell'impero è stata raccolta e documentata, secondo le direttive della famiglia reale. Loro l'hanno plasmata e registrata secondo i loro desideri.”

Gokan non aveva mai valutato quell'ipotesi e dovette riconoscere che era perfettamente plausibile.

“Sta dicendo che la storia è stata falsificata? E lo ha scoperto in base a qualcosa che ha trovato?”

“In base a qualcosa che non ho trovato.” spiegò l'uomo. “Vede, io lavoro nelle biblioteche da quando ero ragazzo. Tutta la mia vita sono i libri e ho cercato lavoro molto presto nelle biblioteche. Ho fatto una ricerca sulle biblioteche più antiche dell'impero e ho scoperto che nei secoli passati molte di esse sono state bruciate. Di alcune esistono ancora delle immagini.”

Il custode porse a Gokan un libro aprendogli una pagina che illustrava un edificio in rovina di cui non restava altro che un imponente fila di colonne. Un tempo doveva essere stato un palazzo immenso su due piani, dotato di un'architettura ricca e rifinita, dal ruolo importante a giudicare dagli scalini rimasti di un'ampia gradinata e dalle due statue che indicavano i lati dall'ingresso. Erano due animali possenti, forse leoni, di cui restava solo il corpo.

“Questa era la biblioteca di Luptra. Un centro culturale famosissimo per l'epoca.” spiegò il custode “Fu distrutto dall'esercito imperiale quando venne conquistata la città.”

“Che peccato.” esclamò Gokan dispiaciuto pensando a quanti testi fossero andati perduti. “Una perdita terribile.”

“E ce ne sono molte altre.” continuò il vecchio “Nelle città più antiche l'impero ha cancellato la storia.”

“Perché arrivare a questo? Perché erano dei nemici?”

“Ci sono molte testimonianze storiche di altri popoli nemici, di epoche successive che vennero sconfitti dagli Attlan. Ma è delle culture primitive, precedenti all'impero, che è stato cancellato ogni ricordo.”

“Secondo lei perché?”

“C'era qualcosa che non si doveva sapere.”disse semplicemente il custode aprendo le mani.

“Potrebbe essere legato alle Onirjn?”

Il custode alzò le spalle. “Io dico solo che non c'è nessun altra cosa a cui l'imperatore tenga di più.”

Gokan rimase a fissare pensieroso lo schizzo di quella biblioteca perduta per alcuni istanti mentre nuove teorie prendevano forma nella sua testa. Decise che era arrivato il momento di passare alla sezione riservata. Quando alzò lo sguardo, il custode era scomparso. Poteva solo sentire il cigolio della sua strana bici che si allontanava.
 

***
 

Il giorno dopo Gokan si rimise all'opera con un nuovo spirito, concentrando le sue ricerche in un'altra direzione. Comprendendo che non avrebbe trovato nulla di nuovo sulle Onirjn, pensò che forse avrebbe potuto trovare qualcosa indirettamente da altre fonti. Con sua grande sorpresa furono molte le cose che scoprì, o per meglio dire, che non scoprì.
Per prima cosa si trasferì dalla sezione di storia a quella di arte per cercare altri edifici antichi come le biblioteche scomparse. Non ne erano rimasti molti, ad eccezione di poche rovine. Gokan si consultò con qualche collega che gli fornì alcune informazioni sulle ricerche archeologiche. L'Impero per qualche ragione non finanziava gli scavi nei siti più antichi e leggendari dove poteva trovarsi qualche traccia delle culture millenarie.

Vi erano pochissime tracce delle tribù che avevano combattuto contro gli antenati dell'imperatore, eppure dovevano aver avuto una qualche importanza dal momento che i primi Attlan indossavano già armature pesanti e spade immense dalle lunghe lame seghettate. Per non parlare dei numerosi scudi giganteschi che i soldati si portavano dietro. Questo almeno era quello che riportavano le miniature di quell'epoca. Ma contro chi avevano combattuto?
Non c'era una risposta precisa e Gokan non poteva fare a meno di pensare che, prima degli Attlan, esistesse una dinastia potente che era stata sconfitta e resa schiava. Poteva trattarsi del popolo da cui provenivano le Onirjn? La famiglia reale si vergognava a tal punto delle proprie origini da rimuovere la storia dei suoi nemici? Gokan si sentì maggiormente spronato da quelle considerazioni, anche se di concreto non aveva nulla in mano.
Continuò imperterrito a cercare nella biblioteca, leggendo, scrivendo e studiando, giorno e notte come non aveva mai fatto. Nessuno si sorprese o s'insospettì: i suoi colleghi e compagni di studio sapevano che stava preparando la tesi di dottorato e che l'avrebbe presentata all'imperatore in persona, perciò trovarono naturalissimo tutto il tempo che passava sui libri.
Gokan nel tentativo di rintracciare la misteriosa civiltà perduta, decise di dedicarsi alle statue prive di testa, di cui esistevano parecchie rappresentazioni.
C'erano alcune delle versioni con la testa di tigre, di leone ma il corpo era sempre lo stesso e ben riconoscibile. Gokan pur avendo studiato arte come materia supplementare, non ci mise molto a comprendere che le teste erano state aggiunte in seguito, forse dopo un restauro? Le zampe, anche se di animali differenti, avevano tutte le stesse caratteristiche, pur trovandosi in luoghi molto distanti tra loro, segno che chi le aveva realizzate aveva ben chiaro di cosa si trattasse. E non sembravano zampe di felini o altri animali conosciuti. Qualcosa gli diceva di averle già viste. Ma dove?

Gokan ebbe un'improvvisa illuminazione e tirò fuori dal colletto della camicia il ciondolo di giada e confrontò le illustrazioni dei libri con l'immagine intagliata che aveva sempre avuto sotto i suoi occhi: un drago. Le zampe e gli artigli erano inconfondibili.
I draghi. Il fuoco. Le Onirjn. Coincidenze forse? Gokan rimise in ordine i libri di arte e si diresse nella sezione dedicata ai miti e alle leggende.

 

***

 

Aryn avanzò nervosa, nella biblioteca privata e pur continuando a ripetersi che la sua presenza lì non aveva nulla di sospetto, che vi era entrata molte volte, si sentiva come se fosse sul punto di essere scoperta da un momento all'altro. L'ambiente composto da sue grandi stanze strette e lunghe era molto più piccolo rispetto alla Grande Biblioteca Imperiale ma aveva un arredamento molto più lussuoso e ricercato, ed i libri sembravano quasi tutti molto antichi con delle delle copertine preziose. Sembravano quasi che li avessero scelti per bellezza invece che per il loro contenuto. Aryn si mosse in mezzo agli scaffali cercando di ragionare come avrebbe fatto Gokan.

Se voleva informazioni sul rituale, dove avrebbe dovuto cercare? Passò alla sezione di testi sacri, ed esaminò attentamente tutti i titoli, quando lesse “Storia del tempio imperiale.” Il giuramento delle Onirjn veniva svolto proprio in quel luogo: poteva essere un inizio. Naturalmente il tempio era sorvegliato, ma tale compito veniva affidato proprio alle Onirjn e c'era la possibilità che presto fosse di turno proprio lei. Si rilassò, sfogliando il libro, pensando alla facilità di una simile missione: ispezionare il tempio mentre lo stava pattugliando non avrebbe comportato alcun rischio.

Aryn ricordava bene quando le avevano fatto indossare il piccolo kimono rosso e le avevano legato i capelli in una crocchia stretta da farle male, per condurla alla cerimonia insieme alle altre bambine. Avevano fatto un'infinità di prove e si erano mosse all'unisono per inchinarsi davanti all'imperatore.
Il sacerdote aveva pronunciato i loro nomi e una alla volta avevano bevuto da una coppa d'oro contenente del vino rosso. A ciascuna era stata detta la stessa frase: “Onirjn, da questo momento tu appartieni all'impero.”

Le vennero i brividi. Non si era mai lamentata, né aveva mai provato a ribellarsi, eppure era l'unica per qualche ragione a non essersi integrata completamente e a rimpiangere una vita diversa. Non aveva mai desiderato essere la favorita, lasciava volentieri un simile ruolo ad una come Sawda.
Come se si fosse materializzata dai suoi pensieri, la Lama Scarlatta le si parò davanti con un libro in mano.

“Ti diletti nella lettura oggi, Aryn?” le disse col suo solito tono arrogante. “Ti stai già preparando a come passare il tuo tempo in esilio?”

“Sì, infatti non vedo l'ora.” rispose tranquillamente Aryn “Tu invece cosa leggi d'interessante?”

Sawda sollevò leggermente il suo libro sorridendo. “Sono le biografie di alcune delle più importanti imperatrici della stirpe Attlan. Alcune di loro erano Onirjn Hanno cominciato come concubine e poi sono diventate reggenti quando l'erede era ancora troppo piccolo. Guarda che svesti sontuose indossavano! Alcune si usano ancora oggi e vengono donate alla Prescelta.”

“Sono sicura che sarai bellissima vestita così.” esclamò Aryn fingendosi compiaciuta. Sawda non parve apprezzare il complimento, come se avesse piuttosto sperato di suscitare la sua invidia, ma riprese subito il suo tono malizioso

“Allora. Come è andata l'intervista?”

Aryn trattenne un sussulto: come faceva a saperlo? Possibile che la notizia si fosse sparsa così in fretta e che fosse così interessante da attirare l'attenzione di Sawda? A corte i segreti non esistevano.

“Bene, grazie.” rispose Aryn senza scomporsi.

“Questo studioso sta scrivendo una tesi sulla nostra storia. Come mai ha intervistato proprio te?” Il tono sospettoso della compagna non le piacque per nulla.

“Non lo so. Un'idea di Samana.” spiegò brevemente Aryn, riportando lo sguardo sugli scaffali.

“E che tipo era?” insistette Sawda. “Dalla finestra sembrava un bel giovane.”

Aveva spiato Gokan mentre entrava? “È stato molto educato. Forse un po' noioso...”rispose cauta Aryn.

“Se vuole ampliare il contenuto della sua tesi, può intervistare anche me. Sto per diventare la Prescelta, in fondo.”

Aryn decise che era arrivato il momento di andarsene. “Dovresti parlarne a Samana, allora.” disse mentre si avviava verso la porta. “Mi sembra un'ottima idea.”

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

 

 

Gokan sapeva che avrebbe avuto bisogno di una doccia e anche di mangiare qualcosa. Non gli avrebbe fatto male nemmeno qualche ora di sonno. Ma sentiva che non doveva fermarsi. Aveva trovato pochissimi libri dedicati ai draghi e alcuni di questi sembravano scritti dalla stessa mano, pur riportando i nomi di autori diversi. Lo stile però era inconfondibile e il suo occhio di studioso aveva colto diversi particolari che gli faceva pensare che l'autore avesse cambiato nome ogni volta. Per quale motivo lo aveva fatto?
Andando a ritroso trovò altri testi di questo presunto scrittore, pubblicati tutti sotto il nome di Onan Yichen. Doveva essere il nome originale. Yichen era stato uno studioso di folclore, vissuto trecento anni prima, che aveva raccolto diversi miti e li aveva analizzati. Gokan confrontando le informazioni, notò che doveva aver raccolto il materiale nelle biblioteche che in seguito erano state distrutte. Doveva aver avuto accesso a del materiale che non esisteva più.
Il giovane lesse a lungo, con interesse, quanto la presenza dei draghi fosse stata forte nella cultura popolare, nonostante l'impero avesse proibito per secoli ogni forma di racconto o di immagine legata ad essi. Nonostante ciò i draghi avevano continuato a sopravvivere nelle fiabe per i bambini, nei nomi di alcune località, in alcune feste dove facevano volare aquiloni a forma di drago e in piccoli oggetti come il medaglione che gli aveva dato Aryn.
Secondo Onan Yichen, i draghi erano vissuti davvero nei tempi antichi e avevano dominato le terre con il potere del fuoco. Poi all'improvviso erano svaniti, proprio quando nella storia avevano fatto la loro comparsa le Onirjn e gli Attlan avevano preso il comando. Gokan ci rimuginò su: se gli Attlan avevano sconfitto dei draghi potenti, perché nasconderlo? Non sarebbe stata una vittoria gloriosa da tramandare ai posteri?
Forse non erano i Draghi i cattivi di quella storia.

***

Dopo alcune missioni di routine, Aryn e le sue compagne si riposarono per qualche giorno svolgendo lavori meno impegnativi come l'addestramento delle giovani allieve Onirjn e i turni di guardia negli edifici più importanti.
Finalmente arrivò anche la notte in cui Aryn, coadiuvata da un manipolo di guerriere alle prime armi, fu incaricata di effettuare la sorveglianza al tempio. Aryn assegnò ad ogni Onirjn la propria postazione da presiedere e annunciò che avrebbe effettuato un giro d'ispezione all'interno, ordinando di non fare entrare nessuno.
Come previsto, nessuna sospettò nulla, ma eseguirono le sue istruzioni alla lettera. Il tempio si trovava sopra una piattaforma circolare formata da tra file di gradinate in marmo bianco ed era un immenso edificio rotondo in grado di ospitare al suo interno ben dodicimila persone.
Le mura esterne erano dipinte in rosso ma dentro le decorazioni che ricoprivano le pareti erano state realizzate con una gamma infinita di colori su cui l'occhio spaziava ammirato, fino al meraviglioso lucernario, sul cui vetro era dipinta una fiamma immensa di colore rosso e oro.
Aryn sospirò, percorrendo le lunghe gradinate fino al centro del tempio e poi lentamente, con il cuore in gola salì i gradini.
Il libro che aveva trovato parlava di uno scomparto speciale che si trovava sotto l'altare su cui i sacerdoti o l'imperatore compivano i rituali. Veniva spiegato che soltanto loro potevano accedervi ma per poterlo fare avevano bisogno del fuoco di una Onirjn. Aryn si abbassò per osservare le lastre di pietra alla base e passò le dita sopra una strana figura scolpita che non aveva mai notato prima: una specie di cerchio formato da fiamme intrecciate tra loro.
Aryn non aveva compreso bene in che modo accendere il fuoco, in quella circostanza, dal momento che lo aveva sempre usato soltanto per uccidere, ma fece quello che faceva di solito: cominciò a danzare.
Non vi era altra luce che quella della luna che filtrava attraverso il lucernario ma Aryn non aveva difficoltà a vedere nel buio e mosse i primi passi in punta di piedi nel silenzio più totale. Ballò una danza che non aveva mai danzato prima. Cominciò pensando ai petali dei ciliegi del suo villaggio e a Gokan bambino che ne raccoglieva una manciata lanciandola in aria felice.

Una delle candele sull'altare si accese.
Danzò pensando a loro due bambini che inseguivano una barchetta di carta trascinata dalla corrente del ruscello per vedere dove sarebbe andata. Un'altra candela poco distante si accese.
Aryn cominciò a piroettare più velocemente e ricordò le lacrime di suo padre quando era andata via. Altre tre candele presero vita. Aryn continuò a ballare senza musica ma con la sensazione che intorno a lei ci fosse un'orchestra di archi ad accompagnarla mentre la sua danza diventava impetuosa. Danzò e fece un lungo salto in aria spalancando le gambe. Ricordava le prove e gli allenamenti, le umiliazioni e le percosse. Un'altra candela. I capricci dell'imperatore. Le regole. Le costrizioni. Le persone che aveva ucciso, che aveva visto bruciare. Una fila di candele ne seguì un'altra. Saltò disperata e ruotò su sé stessa tenendosi in equilibrio su una sola gamba. Le candele brillavano tutt'intorno, formando un cerchio intorno alla Onirjn Le porte e le finestre erano chiuse e nessuno poteva vedere quanto stava accadendo. Avrebbero potuto vederla solo dal cielo.
Aryn danzò pensando alla promessa di pace del suo esilio, una breve tregua prima di far ricominciare tutto. Le lacrime presero a scorrerle sulle guance mentre il suo corpo sinuoso incurvandosi e inchinandosi sfiorava il pavimento freddo. E poi le apparve il viso di Gokan adulto che aveva conservato la stessa dolcezza di quando era bambino, i suoi vivaci occhi marroni, timidi ma al tempo stesso curiosi che la guardavano ancora come se lei fosse la cosa più preziosa del mondo. Aryn si fermò, pervasa da un senso di commozione, e sentì il fuoco formicolarle sulla punta delle dita. Si alzò riprendendo fiato e in mezzo alla luce di un centinaio di candele, posò le mani sull'altare.
Lo scomparto si aprì rivelando un piccolo scrigno. Tremando provò a sollevarne il coperchio e vide quello che vi era contenuto. Ciò che vide la lasciò confusa e per un attimo fu colta dalla paura. Respirò e con delicatezza sollevò il prezioso oggetto dalla sua custodia, nascondendoselo sotto le vesti. Le candele si spensero tutte insieme. Aryn trasalì ma riprese subito il controllo di sé e si affrettò ad uscire.
Nessuno si era accorto di niente. Le giovani guardie sembravano annoiate ma non si erano spostate di un millimetro. Aryn annunciò che avrebbe fatto un giro di pattuglia anche intorno alle mura che proteggevano il tempio e che sarebbe andata sa sola. Le Onirjn rimasero ferme ai loro posti e le fecero un breve inchino.
Aryn si mosse nell'oscurità il più velocemente possibile diretta verso gli alloggi del campus

 

***

Non vi erano altri libri sui draghi di particolare interesse e Gokan stava cominciando a perdere le speranze, quando scorrendo con le dita sul dorso di un altra interminabile fila di libri, si accorse di un libricino dalla copertina rossa su cui non vi era scritto nulla. Quando lo aprì si accorse che si trattava di una sorta di diario, scritto a mano. Gokan tornò a sedersi e cominciò a leggerlo assicurandosi di non essere visto.

Se sei arrivato fin qui vuol dire che vuoi scoprire un segreto. Solo chi sta indagando approfonditamente sulle Onirjn avrà potuto cogliere il legame con i draghi e solo tale ricerca poteva condurti in questo luogo sperduto della biblioteca nella sezione riservata. E quale luogo migliore per nascondere un libro di una biblioteca che vanta cinque milioni di volumi? Se sei disposto ad affrontare le conseguenze di quanto scoprirai, prosegui con la lettura oppure rimetti il libro sullo scaffale e torna in pace alla tua vita di tutti i giorni.”

Gokan non aveva alcuna intenzione di farlo e proseguì nella lettura voltando pagina.

Molto bene. Prima di cominciare sappi che chi sta scrivendo queste memorie, nella speranza che un giorno vengano trovate, è l'imperatore Wei Li Jong Attlan, primogenito della casa imperiale.

Che cosa!? Per poco non gli cadde il libro di mano.

Ho avuto un'educazione rigida fin alla nascita e come figlio maggiore sono stato preparato al mio destino. Mio fratello Wang, minore di me di soli due anni invece, fu addestrato per combattere. Mia madre era una Onirjn, e tali sono le mie concubine, tra cui un giorno sceglieranno la madre del mio futuro erede. Ma io amo soltanto una di loro, Meiliu, e voglio che sia lei la mia unica compagna. Poco tempo dopo la mia incoronazione, sono stato introdotto ai segreti del mio ruolo ed ho appreso la verità sulla storia delle Onirjn.

C'è un motivo se sono così fedeli a noi. E non vi é nulla di nobile in esso. Ho appreso anche come rompere questo legame e ho deciso di metterlo in pratica. Le Onirjn hanno un immenso potenziale inespresso che può arrecare del bene a tutta l'umanità, potrebbero servire ogni città, ogni luogo in cui ci sia bisogno di aiuto; non é giusto che siano ridotte ad essere delle schiave mercenarie che ogni imperatore sfrutta per accrescere il proprio potere. Vengono private di tutto: della propria libertà, dei loro bambini che vengono tolti loro e affidati alla nursery imperiale, delle loro famiglie che non rivedono più per lunghi anni.

Non è questo che voglio e contro ogni aspettativa nei miei confronti ho deciso di riunire il clan Attlan, i miei consiglieri, i sacerdoti per annunciare che intendo liberarle. Nessun essere umano dovrebbe essere schiavo di un altro, nemmeno di un imperatore.

Cercheranno naturalmente di farmi desistere dalla mia idea e perfino i miei familiari interverranno per impedirmi di procedere. Sicuramente mi minacceranno ma non ho intenzione di rinunciare. Se c'è un prezzo da pagare, lo pagherò. Ma devo almeno tentare. Per questo motivo, in caso mi succeda qualcosa, ho deciso di affidare a queste pagine il segreto, in attesa che un giorno qualcun altro lo riveli al momento opportuno e possa compiere ciò che non sono riuscito a fare.

Al termine dello scritto l'autore si firmava semplicemente Wei. Nella pagine successive veniva rivelato cosa si nascondesse sotto l'altare del Tempio Sacro e il rituale per sciogliere il legame delle Onirjn. Wei inoltre aveva scritto di suo pugno il racconto delle loro origini e lo aveva chiamato “Il nodo di fiamme.”
Gokan provò il desiderio di piangere. Dunque era così che, tanti anni prima, era morto il loro giovane imperatore, amato da tutti? Non si era trattato di un incidente come tutti credevano. Ed era morto per una nobile causa: rivelare il segreto delle Onirjn e liberale. Qualcuno doveva raccogliere la sua eredità e concludere la sua missione.

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

 

 

Era già buio, quando più tardi rientrò nella sua stanza al campus, ed appena entrato sentì il profumo di lei. Il suo cuore perse un battito. Era lì, ne era certo.

“Devo parlarti” disse all'improvviso la voce di Aryn, uscendo dall'ombra. “Non ho molto tempo.”

Gokan si sedette sul suo letto senza accendere la luce e la guardò nella penombra. “Anch'io ho molte cose da dirti.”

“Sono stata al Tempio.” cominciò lei per prima. “Ho trovato questo, ma non so cosa significhi.” Estrasse dall'interno della sua veste una fiala rossa con un tappo prezioso in oro tempestato di rubini.

“Lo so io.” spiegò Gokan prendendo la fiala in mano. “Ho scoperto qualcosa in biblioteca.”

“No!” lo interruppe Aryn spaventata. “Non dirmi nulla. Ho paura. Siamo arrivati a questo punto e non so se riuscirò ad andare oltre. Se mi interrogassero non potrei tacere, lo sai e non voglio ti succeda nulla.”

“Aryn, ma non possiamo tirarci indietro. Siamo ad un passo dalla meta.”protestò Gokan.

“Devo rimetterla al suo posto stasera stessa.” replicò lei scuotendo al testa. “È troppo rischioso. Se dovesse succederti qualcosa..” Aryn cominciò a piangere. Gokan addolorato le posò un bracciò intorno alle spalle. “Stasera mentre ero nel tempio ho danzato.”spiegò Aryn asciugandosi gli occhi “Ad ogni passo il tuo viso mi appariva di fronte e ho capito che non posso più farlo. Non so nemmeno perché ti ho portato questa cosa.”

“Forse perché vuoi sapere anche tu la verità. Non vuoi essere libera?”

“Tengo di più a te.” esclamò di colpo. “Cosa ne sarà di te, una volta sciolto il legame? Credi di poter sfuggire all'ira dell'imperatore? Lui non ha solo noi a servirlo. Ha un esercito e una guardia armata, anche se noi svolgiamo i compiti più importanti ed abbiamo il potere del fuoco. Non siamo così numerose. Non so se riuscirei a proteggerti.”

“Fuggiremo.” disse lui prendendole la mano. “Andremo a prendere tuo padre, i miei genitori e andremo così lontano da non far più sentire parlare di noi. Non dovresti mai tornare qui con una bambina. I tuoi figli resterebbero tuoi.”

Aryn sorrise amaramente. “Sarebbe bello, se fosse possibile. Ma non dimenticare che sono ancora legata alla famiglia imperiale e non posso tradirla.

Per quanto desideri una vita diversa non posso prendere l'iniziativa di andare contro l'imperatore. Mi sono spinta fin dove ho potuto. Anche se scopri il segreto, Gokan, dovrai tenerlo per te. Devi tenere la bocca chiusa. Non voglio che ti uccidano! Farebbero del male anche ai tuoi genitori e a mio padre! Vuoi questo?”

Gokan scosse la testa. “Vuoi davvero che rinunci?”chiese tristemente.

“Sì, ma non solo.” rispose Aryn con un sospiro. “Non dobbiamo rivederci mai più.”

“Aryn!” gemette Gokan “Io credevo che tra noi due...ci fosse qualcosa.”

“È così.” confermò lei. “Ma ti ucciderebbero se lo scoprissero.”

“Ma non abbiamo mai fatto...niente.” obiettò lui quasi dispiaciuto. “Non hai mai voluto.”

“Non potevo. Non avrei potuto nasconderlo all'imperatore se mi avesse interrogato. Lui scopre sempre tutto. Sono felice di averti rivisto, dei pochi momenti passati insieme, ma adesso dobbiamo separarci. Vivi la tua vita. Sii libero e felice.” Aryn si alzò preparandosi ad andarsene.

Gokan si alzò cercando di trattenerla. “Aspetta.” le mormorò prendendole una mano. Aryn lo guardò intensamente. “Prima che tu vada via, faresti una cosa per me?”

Aryn aggrottò le sopracciglia preoccupata. “Cosa?”

Gokan le rivolse un sorriso timido. “Chiudi gli occhi.”

Aryn esitava ma Gokan insistette. “Fidati di me.” La Onirjn annuì e chiuse gli occhi. Gokan fu veloce come il pensiero e versò una piccola parte del contenuto della fiala in un bicchiere che aveva lì accanto. Richiuse la fiala e nascose il bicchiere sotto un tovagliolo di stoffa.

Poi si avvicinò ad Aryne lentamente, e le sfilò lo spillone che teneva unito il suo stretto chignon in cima alla testa. Un manto nero e setoso, le scese oltre le spalle fino alla vita inebriando Gokan di un delicato profumo di rose. Il giovane le accarezzò trasognato quei capelli neri e lucenti sfiorandoli appena con la punta delle dita. “Non ti avevo mai visto con i capelli sciolti...sei così bella” sospirò riempiendosi gli occhi di lei un'ultima volta.

Aryn senza dire nulla si protese verso di lui e gli posò un leggero bacio sulla guancia. Poi, ripresa la fiala, in un attimo sparì nella notte.



***
 

Aryn tornò al tempio fingendo di aver finito la sua ronda e di dover effettuare un ultimo controllo all'interno. Rimise la fiala al suo posto e appena sorse il sole, poco prima che i sacerdoti si presentassero per cominciare i loro servizi religiosi, ricondusse a palazzo le giovani guardie. Tornò nei suoi alloggi cercando di dormire e di dimenticare Gokan. Ma non poté fare nessuna delle due cose. Quando il pomeriggio stesso si recò ai consueti allenamenti, aveva ritrovato calma ed autocontrollo, ma bene presto capì che non li avrebbe mantenuti ancora a lungo.
Sawda le andò incontro con un ghigno malevolo che non prometteva nulla di buono. Aryn cercò di rilassarsi ripetendo a sé stessa che non poteva sapere nulla, e non aveva commesso alcun passo falso. Ignorò la compagna e cominciò a fare degli esercizi di riscaldamento.

“Abbiamo dormito male stanotte.”notò subito la Lama Scarlatta.

“Ho svolto il turno di guardia al tempio.”rispose semplicemente Aryn guardando altrove.

“Sì, l'ho sentito.” disse Sawda divertita. “Ho saputo che è stata una sorveglianza diversa dal solito. Voglio dire: di solito non entriamo mai nel tempio e non facciamo mai un giro di ronda all'esterno.”

Aveva interrogato le novelline? Possibile, conoscendo Sawda. Aryn non si scompose e cominciò a fare delle flessioni.

“Sai, è un compito così noioso. Ho fatto qualcosa di diverso per una volta...”

“Interessante quanto stia accadendo in queste ultime settimane...Ricevi la visita di uno studioso che vuole scrivere di noi Onirjn Ti vedo con in mano un libro del tempio. E durante il tuo turno di guardia ci vai a frugare dentro e ti aggiri in perlustrazione nei dintorni del campus. Coincidenze? Per non parlare del tuo aspetto pietoso...”

“Stai fantasticando” ribatté Aryn.

“Quel giovane viene dalla tua stessa città. Se posso chiamare città un villaggio di quattro case. Dimmi: è anche questa una coincidenza?”

Aryn cominciò a innervosirsi ma cercò di dominarsi. “E anche se fosse? Vuole solo scrivere una tesi su di noi. Tutto qui.”

“Non mentire.” Sawda con un calcio la colpì agli addominali facendola rotolare sul pavimento. Le altre onirjn sussultarono sconvolte e interruppero le loro attività per assistere alla scena. Aryn gemette di dolore ma si riprese in fretta e appoggiandosi sulle mani ruotò una gamba e fece lo sgambetto a Sawda.

“Non sto mentendo.” le disse quando la rivale fu a terra.

Sawda si rialzò subito infuriata e le andò sotto. Aryn schivò ogni colpo con agilità. “Cosa stai complottando con il tuo amico?”chiese rabbiosa Sawda sferrando l'attacco. Aryn con una capriola all'indietro le sfuggì di nuovo.

“Niente!” ringhiò contro l'avversaria. Avrebbe tanto voluto polverizzarla in quel momento ma non era possibile. Usare il fuoco contro le proprie compagne era proibito.

“Se non me lo dirai tu” riprese Sawda avanzando di nuovo verso di lei. “Me lo farò dire da lui!”

A quel punto Aryn non ci vide più. Contrattaccò e lottando come non aveva mai fatto prima scatenò una raffica di pugni contro Sawda evitando al tempo stesso di farsi colpire. Le altre Onirjn non l'avevano mai vista muoversi con tanta velocità. Sawda stessa stupita, cominciò ad allentare la sua difesa. Aryn approfittò di quell'attimo di esitazione e la colpì al centro dello stomaco facendola finire con la schiena a terra. Subito dopo con un balzo le piantò un piede sulla gola. “Ti arrendi?” le chiese ansimando. Sawda ancora spaventata annuì con il sangue che le colava dal naso.

“Che cosa succede qui?”chiese una imponente voce maschile all'improvviso facendo vibrare l'aria nella stanza. Tutte si voltarono verso la figura che era comparsa sulla soglia: era l'imperatore.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

 

 

Wang Jong Attlan, Imperatore dei sette regni, Astro Luminoso, Difensore della terra e una decina di altri titoli, che Aryn aveva dovuto imparare a memoria, fece il suo ingresso avvolto in una lunga veste di seta blu aperta sul petto nudo. I capelli neri pettinati all'indietro e stretti in una lunga coda di cavallo, la barba sottile e curata, gli davano un'aria ancora più giovane. Di solito non entrava nella palestra dove si allenavano le Onirjn ma se voleva poteva farlo: era l'imperatore, dopotutto, poteva fare quello che voleva.
“Che cosa sta succedendo?” Wang Jong ripeté la domanda. “Ero venuto per chiedervi di danzare per me, ma a quanto pare ho assistito a qualcosa di ancora più interessante.”
Fu Sawda la prima a parlare. “Mio Signore, so che Aryn qui sta complottando con uno studente. Vogliono scoprire i nostri segreti. Dovete punirli entrambi per..”
Wang Jong alzò la mano per indurla a tacere. Sawda si zittì, restando con la bocca aperta.
“Lo studente della Reticenza Ausurpa? So tutto. Gokan Shingan. Ha chiesto il permesso per fare questa tesi. Gli è stato accordato. Ha chiesto il permesso per intervistare Aryn. Gli è stato accordato. Ha chiesto il permesso per fare ricerche in biblioteca. Anche questo gli è stato accordato. Quindi esattamente, per cosa dovrei punirlo?”

“Vuole scoprire il segreto delle Onirjn” ribadì Sawda tornando di nuovo all'attacco. “E Aryn lo sta aiutando.”

“Molti hanno cercato di scoprirlo.” disse l'imperatore senza scomporsi. “E nessuno ci è riuscito finora. Che cos'è che avrebbe fatto Aryn?”

“È entrata nel tempio durante la sorveglianza a curiosare.” spiegò la Onirjn puntando il dito contro la rivale.

“Può farlo. Voi Onirjn avete accesso al tempio. Che altro?” L'imperatore si mosse lentamente verso Aryn mentre Sawda sembrava essere rimasta a corto d parole.

“Aryn.” disse l'imperatore chiamandola in causa. Lei fissò lo sguardo negli occhi freddi e penetranti dell'uomo e cercò di farsi coraggio. “Cosa ha scoperto questo giovane?”

“Non lo so.”

“Hai una relazione con lui?”

“No.” rispose Aryn sollevata al pensiero che stava dicendo la verità. Se avesse mentito l'imperatore lo avrebbe capito, e Gokan sarebbe finito nei guai.

“Hai dei sentimenti per lui?” chiese ancora Wang Jong.

Aryn rimase in silenzio e strinse i pugni. Non riusciva né a dire di no né a confessare la verità ed iniziò a piangere.

“Aryn, rispondi al tuo imperatore.”le intimò lui.

La giovane cadde in ginocchio. “Sì, ma non abbiamo fatto niente...lo giuro. Lo conosco da quando ero bambina, è una brava persona...”

“Silenzio!” ordinò Wang. Stavolta sembrava piuttosto irritato. “Adesso ti dirò cosa dovrai fare. Scriverai una lettera al tuo amico, dicendogli che la sua tesi dovrà rispettare i parametri richiesti o dovrà pentirsene amaramente. La presenterà durante il Giubileo d'Argento, come stabilito. Sarà l'occasione adatta per onorare voi Onirjn, visto che alcune andranno in esilio e nuove reclute prenderanno il loro posto.

“E vi sarà la mia presentazione come Prescelta.” aggiunse Sawda col petto gonfio d'orgoglio.

“Verrà proclamata la Prescelta, sì.” confermò Wang accarezzando con dolcezza la guancia di Sawda. “Ma non credo che sarai tu, mia splendida fiamma.”

Aryn trasalì cominciando a temere il peggio.

“Tu sei la più forte delle Onirjn, Sawda. E se Aryn ti ha appena battuto, di conseguenza è più forte di te. Spetta a lei dunque il titolo di Prescelta.”

Sawda sbiancò letteralmente mentre Aryn si sentì mancare la terra sotto i piedi. “No, io...è stato un caso...io devo partire per l'esilio tra poco...”cerco di schernirsi.

“Il tuo esilio viene revocato.” replicò l'imperatore “Ho sempre sentito che ti trattenevi, Aryn, mia fulgida gemma.” Le si avvicinò e le sfiorò il viso, provocandole dei brividi lungo la schiena. “Sapevo che potevi dare di più. E adesso sarai tu a dare alla luce il mio erede. E farai quanto ti ordinerò. A cominciare dalla lettera al tuo amico.”

Aryn era sconvolta ma fu colpita ancora di più dalla reazione di Sawda. Tremava con gli occhi pieni di lacrime, guardando al tempo stesso, con occhi adoranti Wang Jong. La sua non era solo ambizione: lo amava davvero. Quando si volse a fissare lei invece, il suo sguardo traboccò d'odio.

“Ci sono obiezioni?” domandò infine l'imperatore rivolgendosi a tutte le Onirjn presenti. Tutte accennarono un profondo inchino e non osarono rispondere.

Wang Jong annuì compiaciuto. “Molto bene. Adesso verrete tutte con me nella mia camera da letto e festeggeremo l'avvenimento.”

Tutte, comprese Aryn e Sawda, non poterono fare altro che inchinarsi di nuovo e recitare la solita frase: “Viviamo per servirLa, Signore.”
 

***
 

Gokan strinse la lettera fino ad accartocciarla. Non voleva distruggere l'ultima cosa che gli avrebbe mai scritto Aryn, ma non sapeva come sfogare la sua rabbia. Non poteva credere che fosse avvenuto tutto così in fretta. Aryn che veniva nominata prescelta. La minaccia dell'imperatore. Tutto il suo lavoro perduto. L'addio della sua amata che lo supplicava di rinunciare e di tenere la bocca chiusa. Gokan respirò a fondo. Guardò il libricino rosso di Wei Li, gli appunti dell'intervista di Aryn e il liquido rosso che aveva riposto in una boccetta. Possibile che fosse tutto finito?
All'improvviso prese la sua decisione con la consapevolezza che una volta imboccata quella strada non sarebbe più potuto tornare indietro.

Nelle settimane che precedettero la discussione della tesi Gokan non tornò più in biblioteca ma si chiuse nella sua stanza e scrisse senza sosta giorno e notte.
Finì il lavoro nei tempi previsti e ne consegnò una copia all'Augusto Meleket ed una alla Consigliera Barhjusk. Ricevette approvazione da entrambe le parti e fu confermato il suo invito a leggere la tesi durante il Giubileo.
Gokan si occupò anche di inviare delle copie alla sua famiglia e di confezionare un regalo speciale che aveva destinato a ciascuna delle Onirjn: dei graziosi calici di vetro, color rosso e oro, decorati con delle minuscole perline bianche. Scrisse tramite Samana, alla cortese attenzione dell'Imperatore, dicendo che erano un ringraziamento per l'aiuto ricevuto nella sua tesi e che sperava potessero usarli per brindare insieme alla salute di Sua Altezza Imperiale, durante i festeggiamenti. Il giorno dopo, un biglietto firmato da Samana in persona lo informava che il dono era stato molto gradito e che l'imperatore stesso, riconoscente per la sua squisita cortesia, si sarebbe unito con piacere a quel brindisi. Gokan sorrise. Stava andando tutto come aveva progettato. Non gli restava che continuare a tenere la bocca chiusa e ad attendere il gran giorno.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


 

Capitolo 8


 

La Sala delle Cerimonie era addobbata a festa. Dal soffitto a cassettoni, rivestito d'oro, scendevano lampadari scintillanti, con centinaia di candele. Festoni tempestati di gemme preziose decoravano le colonne di marmo rosso. I presenti, nei loro abiti più eleganti dai vari colori, circondavano in gruppi perfettamente ordinati il palco, su cui era posato il trono dell'imperatore. Tutt'intorno vi erano le Onirjn con indosso la loro tenuta da cerimonia: un abito lungo e attillato di seta rossa ricamato in oro. Seduta accanto al trono imperiale vi era Aryn, talmente bella da offuscare ogni altra cosa. Anche il suo abito era rosso ed oro, ma aveva un taglio principesco, dalla gonna ampia che si allargava fino a terra, e dalle maniche lunghissime a farfalla. Portava una corona d'oro sulla testa e un trucco vistoso che ne esaltava i lineamenti delicati. I suoi occhi però erano vuoti e le sue dolci labbra erano immobili. Sembrava una perfetta statua priva di vita.

Gokan aveva assistito amaramente alla sua entrata trionfale al braccio dell'imperatore, cercando inutilmente di incrociare il suo sguardo. Il pubblico aveva esultato quando era stata proclamata Onirjn Suprema mentre Sawda non era riuscita a nascondere molto bene la sua delusione per aver perso quel titolo tanto ambito. Diverse volte Gokan si era sentito addosso il suo sguardo accusatorio.

Teso come una corda di violino, assistette al saluto rivolto alle Onirjn in partenza per l'esilio, ricordando che subito dopo sarebbe stato il suo turno di parlare.

Sistemò le carte che aveva preparato, ripassò il suo piano mentalmente e quando fu chiamato per nome si diresse in modo calmo e controllato davanti al leggio sui cui erano puntati gli occhi di migliaia di persone. L'imperatore lo scrutava compiaciuto, con l'aria sicura di sé, arrivando perfino a sorridergli mentre Aryn, col capo basso, non osava guardarlo. Gokan si schiarì la voce e cominciò a leggere. Espose a grandi linee gli argomenti della sua tesi: ripercorse la storia delle Onirjn, delle loro grandi gesta, ne esaltò la dedizione, il coraggio, lodando anche l'imperatore e la sua saggia guida. In pratica disse esattamente quello che Wang Jong Attlan voleva sentirsi dire e che l'uditorio apprezzò immensamente, affascinato dalla sua abilità narrativa, nonostante fossero discorsi triti e ritriti.

Quando ebbe terminato, gli fu rivolto un applauso scrosciante che non gli provocò il minimo piacere. Gokan si limitò a sorridere e accennò un inchino mentre osservava l'espressione trionfante dell'imperatore. “Credevi di poter cambiare la cose.” sembrava dire il suo sguardo. “Ce ne sono stati altri prima di te e nessuno ci è mai riuscito.”

Subito dopo Wang Jong si alzò e con un gesto della mano fece calare il silenzio. Gokan lo sentì complimentarsi con lui anche a nome delle Onirjn e diede ordine di portare i rinfreschi. Decine e decine di servitori fecero il loro ingresso portando vassoi d'argento colmi di ogni prelibatezza e carrelli carichi di bottiglie e bicchieri di cristallo. Alle Onirjn vennero serviti i calici che lui aveva donato loro. Perfetto. Gokan trattenne il fiato e attese mentre anche a lui venne versato del vino pregiato.

“Propongo un brindisi alle mie Onirjn: alle più anziane per il loro rispettato servizio, alle nuove leve per la loro futura carriera, alla mia nuova prescelta che metterà al mondo il mio erede.”Aryn trasalì quando si sentì chiamare e fece solo un cenno col capo.

“E un brindisi a questo brillante studioso che ci ha onorato con la sua tesi. Confido di poter vedere altri suoi lavori.”

Tutti alzarono i calici e bevvero. Gokan controllò che tutte le Onirjn avessero bevuto almeno un sorso da quel bicchiere e preso coraggio, si rivolse direttamente all'imperatore.

“Mio signore.” esordì tradendo nervosismo nella propria voce. Wang lo guardò, alzando un sopracciglio ma gli diede il permesso di parlare.

“Desidero ringraziarVi per avermi fatto discutere la tesi qui nel Vostro Giubileo d'Argento.” cominciò Gokan usando il tono più umile e ossequioso che poté. Wang annuì soddisfatto. I ringraziamenti erano appropriati. “E a tal proposito, con il Vostro permesso, se avete apprezzato le mie doti letterarie... “ un mormorio d'approvazione seguì le sue parole. L'imperatore sembrò insospettirsi invece, ma non lo interruppe.

“Vorrei concludere leggendovi una poesia, un poema per l'esattezza, un antico poema della mia terra che ritengo appropriato per l'occasione.”

Alla parola poesia Wang sembrò rilassarsi, e con la mano gli fece segno di proseguire. Gokan estrasse le carte che teneva in fondo al suo plico ed anche se ormai aveva imparato a memoria quel testo, prese a narrare la storia che aveva appreso dal rimpianto Wei.

 

In un tempo lontano, all'alba della civiltà, in una regione prospera e verdeggiante, vivevano delle creature misteriose chiamate draghi. Avevano immensi poteri, erano forti e aggraziati, volavano leggiadri e dominavano il mondo con il loro fuoco mortale, dolce quanto letale. I loro corpi erano ricoperto di scaglie color oro o di color rubino ed i loro occhi erano verdi come gli smeraldi.
Gli esseri umani ne erano terrorizzati e vivevano nascosti, ma un giorno, un coraggioso giovane, Talon Shingan, decise di tentare un contatto con loro. Sua convinzione era che fossero esseri dotati di raziocinio e con un animo simile al suo.
Il re dei Draghi ascoltò le parole di Talon e gli rispose che mai avrebbero vissuto in pace perché avevano visto la malvagità nel cuore degli uomini. Talon non si arrese e continuò a studiare i draghi e i loro usi, da lontano finché un giorno assistette ad un incidente in cui il Re dei Draghi, rimase ferito e si ritrovò in pericolo di vita.
Il giovane offrì il proprio sangue per salvarlo e grazie a lui il drago si riprese in fretta. Colpito dalla generosità del giovane che aveva risposto con amore alla sua durezza, il re dei Draghi con voce commossa, dichiarò che lo avrebbe servito fedelmente, lui ed i suoi discendenti. Insegnò al ragazzo un rituale, “il nodo di fiamme” con cui avrebbe potuto assoggettare i draghi e scioglierli dal loro legame quando lo avesse voluto, pregandolo di non abusare di quel potere, e di non adoperarlo per scopi malvagi.

Talon era un uomo di buon cuore e mantenne la promessa. Fu un capo saggio e giusto, imparò a cavalcare i draghi, creò un regno prospero e forte. Costruirono città imponenti, edifici maestosi dove statue ed immagini di draghi spiccavano. La popolazione aveva imparato ad amarli ed i draghi cominciarono a mescolarsi con le persone rivelando un altro dei loro poteri: potevano assumere sembianze umane.

Ma ben presto tutto finì. Un popolo di guerrieri era invidioso dell'alleanza degli Shingan con i draghi perché li aveva resi invincibili e decise di ricorrere all'inganno. Fingendo di voler stringere amicizia, il loro capo Shou Jong entrò in confidenza con Talon e organizzò un matrimonio tra i loro rispettivi figli.Una volta imparentati, riuscì a strappargli il segreto del rituale e dopo aver assassinato Talon, fece bere di nascosto il suo sangue ai draghi e li sottomise al suo dominio. Ma non si limitò a questo: Shou Jong fece uccidere tutti i maschi e obbligò le femmine a restare nella loro forma umana.

La maggior parte di esse fu sterminata, Shou ne tenne un numero ristretto solo per sé facendole diventare le sue guerriere e concubine. Proibì loro di avere relazioni al di fuori della famiglia reale per non avere nemici abbastanza potenti da sfidarlo. Col tempo si accorsero che dall'unione delle donne drago con gli umani, soltanto le figlie femmine ereditavano il potere del fuoco e che superati i trent'anni cominciavano a perderlo del tutto. Le generazioni successive non furono più in grado di trasformarsi in draghi, né di eruttare fuoco: potevano solo evocarlo sulla punta delle dita.
Non poterono più neanche volare e da quel momento cominciarono a danzare.

Shou Jong Attlan diede vita ad un impero ma cancellò ogni traccia del suo crimine. Fece abbattere le immagini dei draghi. Fece togliere dai libri la storia degli Shingan, il cui nome rimase soltanto su una vallata. Le donne drago venivano tolte alle madri fin da piccole affinché perdessero il ricordo delle loro origini. Passarono i secoli e tutti se ne dimenticarono. Solo la famiglia imperiale tramandò il segreto, per poter continuare a tenerle soggiogate.

Il loro nome divenne quello di Onirjn.

 

Gokan concluse il suo discorso e alzò gli occhi per vedere la reazione dei presenti. Le persone in sala erano incuriosite e perplesse, e mormoravano tra loro. Le Onirjn sembravano sconvolte. Sawda era furiosa. Aryn sembrava sul punto di vomitare. L'imperatore non era arrabbiato, sembrava al contrario deluso ma non dava l'impressione di sentirsi minacciato da quanto aveva appena sentito. Bene. Gokan aveva ancora una carta da giocare.

“Una storia interessante.” esordì Wang Jong. “Peccato che non abbia un briciolo di autenticità. Non esiste alcuna prova di questa fiaba. Apprezzo la tua bella immaginazione, tuttavia.” Un coro di risate seguì le parole dell'imperatore.

Gokan non si scompose. “Le prove, a dire il vero, le ho.” estrasse il libricino rosso aprendone le pagine. “Immagino che Sua Maestà riconosca la calligrafia di suo fratello.”

Gokan si godette per un attimo il brusio confuso della folla e il viso impallidito dell'imperatore.

“Wei Li, era il legittimo imperatore e apprese tutta la storia come voleva la tradizione.” cominciò a spiegare Gokan rivolto a tutta la sala. “Ma lui amava una Onirjn e aveva deciso di liberarle tutte. Ha scritto tutto in questo quaderno e ha spiegato come deve essere compiuto il rituale. Quando le Onirjn giurano fedeltà devono bere del vino da una coppa in cui viene messa una goccia di sangue dell'imperatore. Nello stesso luogo deve essere presente un'ampolla con il sangue del Re Drago, per rievocare l'antico rito di Talon. Non potrebbe funzionare senza, altrimenti l'ampolla sarebbe stata distrutta molto tempo fa. Per rompere il legame basta compiere il processo inverso, bere anche una minuscola parte del sangue di drago alla presenza dell'imperatore. Ma la famiglia imperiale non voleva perdere le Onirjn e fece assassinare Wei Li.
Lo hanno ucciso prima che potesse agire e suo fratello ha preso il suo posto. Nessuno ha mai provato a sciogliere il Nodo di Fiamme. Fino a stasera.”
Wang Jong stava fremendo ma si conteneva senza alcun segno di volerlo interrompere o farlo arrestare. Forse, non voleva insospettire nessuno con una reazione violenta. Gokan prese fiato e concluse il suo discorso.
“Nei bicchieri che ho donato alle Onirjn, vi era nascosta una piccola capsula che conteneva il sangue di drago. Si confondeva con le perline della decorazione, solo che si trovava all'interno. Si scioglie con qualsiasi liquido e nel corso dei secoli stando alle istruzioni di Wei, non dovrebbe aver perso il suo potere. Adesso le Onirjn sono libere. Se vogliono continuare a servire l'imperatore posso farlo. Se vogliono andarsene e cominciare una nuova vita possono farlo. Saranno loro a decidere della loro vita. Quanto a me, ho solo voluto fare la cosa giusta, e come ha detto lo stesso Wei se ci sarà un prezzo da pagare per quello che ho fatto, lo pagherò. Ma tutti sapranno questa storia. In questo momento la mia vera tesi viene stampata e distribuita in tutto lo Shingan. Ne stanno facendo copie su copie. L'ho spedita pochi giorni fa. La verità non potrà più essere nascosta.”

Gokan concluse il suo discorso mentre la sala era piombata in un silenzio di tomba. Si concentrò solo su Aryn che lo stava guardando piena di riconoscenza, ma con il volto rigato di lacrime. Piangeva per lui, forse?
Gokan le sorrise, con un groppo in gola. Adesso lei era libera. Qualsiasi cosa valeva quel momento. Qualsiasi cosa stesse per accadere. Respirò a fondo e si preparò ad incontrare il suo destino.

 

 

Fine

 

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