La Lanterna Magica

di abyslyme
(/viewuser.php?uid=1200381)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Kaerud ***
Capitolo 2: *** Il primo giorno da Taverniera ***
Capitolo 3: *** Il Mercato dell'Idra ***



Capitolo 1
*** Kaerud ***


KAERUD

Priuma si rivolse nuovamente verso l’orizzonte, nella speranza di veder sorgere il Sole. Lo aveva detto il Cocchiere “ alle prime luci dell’alba ammirerete Kaerud in tutta la sua spensierata bellezza “ eppure il Sole non ne voleva sapere di palesarsi. Malvolentieri dovette tornare alla sua tediosa lettura, un Romazo Rosa d’Avventura comprato 2 giorni prima nel baracchino della stazione, Priuma non era mai stata una fruitrice di opere letterarie, anzi le riteneva profondamente barbose ma dovette scendere a patti con sé stessa se voleva occuparsi nel tragitto. Il mezzo di trasporto era una Rotonave, delle carrozze giganti a due piani trainate da più paia di bestie poderose, anche dette “ Navi Terrestri “, nello specifico, la Principessa Vagante era un fabbricato in Abete Rosso con 4 ruote massicce e un tetto a padiglione in tegole Marine. Gli interni, anch’essi in legno, chiudevano un primo piano composto da due file di sedili interrotti da un tavolo centrale a forma di tronco, per distrarre i passeggeri con biveri, carte e giornali mentre ai lati una dozzina di oblò offrivano il paesaggio. Il secondo piano invece, era scoperto e gestito da dei tendaggi con i quali i clienti potevano coprire l’orizzonte e ripararsi di notte. La Nave era poi trainata da sei Nifàpotami, dei mammiferi lunghi 3 metri e alti 2 dal peso di 3 tonnellate: quattro gracili zampe reggevano un corpo clabro e tozzo di colore Verde Muschio sul dorso e Rosa sull’addome. Narici, orecchie e piccoli occhi mobili erano situati nella parte superiore del muso mentre sul retro del cranio vi erano tre paia di branchie esterne simili a delle appariscenti corna. Erano animali amati dai bambini per il loro essere goffo e mansueto ma schifati dalla maggior parte degli Altauriani per l’odore palustre, ciò malgrado erano discretamente capaci di trainare una Rotonave ad un prezzo abbordabile per l’ottenimento e il mantenimento. Priuma era seduta nell’angolo estremo con i piedi poggiati sul sedile adiacente, in quei 2 giorni aveva conosciuto strade mai percorse, città mai sentite nominare, panorami inimmaginabili come le Rovina di Grima-Hor, una vallata sormontata da titaniche costruzioni in rovina risalenti a ere passate, ruderi di edifici e statue così ciclopiche da essere inamovibile con la conoscenza odierna, figuriamoci imitabili, per anni gli studiosi hanno dibattuto sull’origine senza raggiungere conclusioni, dando carta bianca al folclore popolare che le vedeva sorte dal terreno in testimonianza di una presunta civiltà che un giorno rivendicherà le terre in superficie, pertanto il Feudo Locale di Liambra sfruttava l’eccezionalità rendendola una località turistica. La Gola del Riverbero era una Valle Meandriforme che due ere fà fù la sede della battaglia conclusiva di una guerra civile ove l’Incantatore Valareon trasformò i suoi avversari e con essi il paesaggio, in vetro riflettente, una dote unica, mai ripetutasi che lasciò in eredità una preziosa cava da cui attingere risorse. I teschi vetrificati degli opponenti di Valareon erano ancora oggi oggetti da collezionismo per i facoltosi. La Foresta di Merillia, era un enorme stagno che si estende per chilometri, l’acqua bassa riflette il cielo terso in una veduta onirica, la vegetazione era mutata rassomigliando i fondali marini, gli alberi avevano l’aspetto di coralli e branchi di Rane-Equine brucavano i cespugli di alghe, tuttavia era opportuno non avventurarsi nella boscaglia per evitare l’incontro con i Pitoni Marini. Luoghi da raccontare… Fortunatamente era stato un viaggio clemente, la larga Via Reale in Basalto, sorvegliata dai funzionari del Regno escludeva la presenza di banditi ed i passeggeri erano pochi e non invadenti, Priuma avrebbe senza dubbio preferito un assalto criminale rispetto alla compagnia di un passeggero indiscreto e logorroico, perciò fù grata alla sorte per averle concesso un tragitto distratto unicamente dall’orizzonte e da quel terribile Romanzo Rosa… all’inizio lo reputò anche sopportabile ma quando i due protagonisti dichiararono i loro sentimenti solo a un terzo del racconto avrebbe voluto strozzarli personalmente. Da quel momento la prosa si fece più dolciastra e melodrammatica al punto da spingere Priuma nel patteggiare per l’antagonista, unico vero Eroe della vicenda a suo dire. Non capiva la necessità di un risvolto passionale così lesto, dal canto suo, un accaduto smette di divenire interessante nel momento in cui i due amanti si congiungono… ma forse il suo stato d’animo non era nelle condizioni di giudicare uno scritto con forse più dignità di quanta ne lamentava, non lo sapeva, non le importava, chiuse il libro con un sospiro e si fece strada per parlare col cocchiere.

<< Mi scusi, manca ancora molto? >> Disse Priuma. Il Cocchiere era un paffuto uomo sulla cinquantina con più peluria bianca del dovuto, il naso era largo e Carminio, le sopracciglia folte, occhi rotondi di colore Grigio e dei curati baffoni all’insù. Vestiva con camicia e gilet ordinari coperti da una giacca impellicciata Giallo Pastello per tutelarsi dal vento notturno. Una tonda pipa a forma di Nifàpotamo gli dilettava la bocca. Inclinò lo sguardo lievemente, poi rispose:

<< Soffri di insonnia ragazzina? Vai a dormire, quando le luci dell’alba ti molesteranno il sonno saprai di essere arrivata >>

<< Non sono una ragazzina, ho 23 anni >> Rispose punta Priuma, alchè il Cocchiere si voltò per verificare. I raggi lunari mostravano una figura incappucciata con una vestaglia che celava il volto e il busto in un tessuto blu con curati ricami gialli nei bordi. Ma si poteva intuire l’età dall’altezza della sagoma longilinea.

<< Ahahah, ha ragione, mi perdoni ma non bastasse l’età questo buio non aiuta >>

<< Non è auspicabile ricevere queste parole del Cocchiere della Nave >>

<< No, non lo è ahahah! Fortuna che i Signori Passeggeri non hanno udito, vero? Faccia come loro, si stenda >>

<< Anche volessi non potrei, i miei ringraziamenti >>

<< A-aspetti, se non riesce a dormire può fare compagnia ad un povero vecchio trattenendolo dalle malie del sonno? >> Chiese adulante il Cocchiere, Priuma prese un attimo e poi rispose convinta

<< Io, mi sento in diritto di rifiutare >>

<< Stà bene, però qui nel Ponte di Traino avrei potuto condividere le mie ghiottonerie, abbiamo alcolici, carne essiccata, biscotti… >> Priuma si sentì eccezionalmente arrendevole. Scavalcò la sporgenza e si sedette affianco al Cocchiere mentre rovistava nel cassetto delle vettovaglie

<< C’è qualcosa che non sia già aperta o mangiucchiata? >>

<< Sia quieta, sono trent’anni che conduco passeggeri da ogni dove e non ho mai preso un morbo, sono di ferro! >>

<< Ammesso e non concesso, sono schizzinosa nei confronti della saliva altrui >>

<< Lecito! prenda quei biscotti, quelli al miele di castagno, sono gli unici non ancora aperti, per me prende una bottiglia, quella lì… >>

<< Questa? >>

<< No quell’altra… quella… si esatto, me la dia! >> Priuma porse il bottiglione di Rum senza marca al Cocchiere che poggiò la pipa e stasò il tappo di sughero con i denti per poi sputarlo per strada con l‘intenzione di terminare il contenuto intanto che la fanciulla si accomodò spavalda con i piedi sopra la balaustra masticando i dolciumi. Poi ci fù un silenzio che fece spazientire Priuma, giacché era stato lui ad elemosinare compagnia quantomeno poteva introdurre la conversazione, pensò.

<< E’ stato un traino appagante? >>

<< Quanto basta, come ha visto il tempo è stato clemente, abbiamo giusto dovuto allungare il tragitto il primo giorno per via di quell’epidemia vicino a Città dello Scoglio, ne ha sentito parlare? >>

<< No. E’ mortale? >> Rispose Priuma masticando dissociata

<< Fortunatamente no, ma è spiacevole, è un morbo provenienti dalle Isole Ballerine e si trasmette con le parole, se rivolgi vocaboli portuali come “ acqua, onda, barca “ o “ pesce “ al tuo interlocutore, entro una settimana ti cresceranno dei crostacei sulla cute, lo chiamano “ Il Morbo del Sale “ >>

<< Ma è tremendo! >>

<< Vero! Però quando i molluschi sono maturi si aprono e possono essere staccati, purtroppo rimarranno delle cicatrici ma ho sentito di un bravo dottore che riesce a curare i suoi pazienti con un unguento ricavato dal Grano dei Campi di Fertlbosco… E’ mai stata a Fertilbosco? >>

<< No… dovrei? >> Rispose Priuma assorta nei suoi biscotti

<< E come! La miglior Sangria su cui i miei pellegrini baffi si siano mai imbevuti! Calda e dolce al punto tale da non farmi rimpiangere per una notte l’Idromele Novariano! Hai mai assaggiato l’Idromele Novariano? >> Priuma ignorò la domanda recependola come invadente e la rimpiazzò con una diversa

<< Kaerud è una città affollata? >> Il Cocchiere assimilò lo sgarbo e rispose paziente

<< A dir poco! E’ la prima volta che visita Kaerud? >>

<< Non sono mai andata più a Est di Gralia, perciò… >>

<< Allora le piacerà, è la Città d’Argento del Feudo di Briom-Xalma, anche se è più grande della Città d’Orata Briomia. Sulla carta è un Feudo ma in pratica è una Città Stato. E’ sempre stata un Centro dissidente dalla cultura di Briom-Xalma, affacciandosi sul confine ha subito l’influenza dell’Alleanza di Malva composta dalle 3 Nazioni: Marea, Maggione e Malusa. La sua posizione geografica la pone al centro di un territorio ostile, gli stretti sentieri favoriscono i mercanti ed i pellegrini ma non i grandi eserciti che dovrebbero altrimenti marciare in un terreno paludoso, privo di spazi ove accamparsi ed infestato dagli Iratocandri. >>

<< Iratocandri? >> ripetà Priuma con un filo di inquietudine

<< Sono dei giganteschi Sauropodi dalla Corazza Squamata ma tranquilla, sono Fotofobici e non si avvicinano alle strade o ai centri abitati, ma capisci come tutti questi elementi abbiano reso Kaerud una città avulsa dal rischio di essere assediata per secoli, rendendola un centro cosmopolita che ha assorbito le influenze di quattro Nazioni creando una propria cultura >> Bevve un sorso di Rum, poi proseguì

<< Le Querce Madre sono mastodontici alberi secolari che crescono solo nei pressi della Città e la cui legna viene bramata in tutto il mondo per la sua proprietà flessibile e compatta, non è un legname idoneo all’edilizia, troppo costoso, viene usato come materia prima per la Chiglia delle Navi Militari o per la mobilia dei Nobili Casati, ma la Città ovviamente di quel legno ne è colma e questo ha dato la possibilità negli anni di sviluppare la fantasia degli architetti, oggi Kaerud è una meta moderna, più affine all’Impero Pneumiano che al Regno Altauriano, quando la vedrete rimarrete a bocca aperta… invero, non mi sono ancora impicciato nel domandarvi qual è il motivo del vostro travaglio? >> Priuma terminò i dolci, mise i piedi per terra e si fece più rigida, sfilò dalla tasca dei pantaloni un foglio piegato, lo schiuse mostrando uno scarabocchio di quelle che sembravano essere delle vaghe coordinate

<< Sto cercando La Lanterna Magica, la conosce? >> Il Cocchiere si voltò di scatto con un’occhiata indagatrice

<< Ragazza che cavolo! poteva darmi avviso di essere una Incantatrice, questo vecchio avrebbe moderato i suoi rozzi toni! >>

<< Quindi il nome sull’insegna non è per mero decoro? >> il Cocchiera rimase confuso

<< Hai idea della natura del luogo ove vi state recando? >> Priuma rimase in silenzio adocchiata dall’interlocutore

<< Non conosco i suoi propositi ma lasci che le chiarisca la faccenda: La Lanterna Magica è una località di riposo per Stregoni e Fattucchiere che autorizza l’uso delle Arti d’Incanto sia da parte della clientela che del personale, come sai ogni Nazione ha le sue politiche ma in tutta Altaura è proibito usare le Arti all’infuori dei propri incarichi professionali, o con dei permessi eccezionali, o in situazioni di emergenza ma straordinarie attività chiamate “ Taverne Incantate “ prescindono da queste leggi! Nei limiti della sicurezza può essere praticato qualsiasi Incantamento tu voglia, sia questo generato a scopo feriale o accademico! >> Priuma non si stupì nel non aver mai sentito nominare una simile realtà visto quanto era stata occupata negli ultimi anni, ciononostante ribatté dubbiosa

<< Non è possibile che Il Regno conceda una simile libertà, se dovesse scoppiare un incendio o un intero quartiere si trovasse a respirare zolfo chi pagherebbe i danni? >> Il Cocchiere fece per rispondere prima di accennare un sorriso dopo aver scorto qualcosa

<< Perché non lo chiede direttamente agli interessati… siamo arrivati, guardi >> Il bagliore dell’alba proveniente da Est introdusse il primo scorcio di Kaerud, al di là di un sentiero fatto di colline e macchia palustre la Città d’Argento si estendeva all’interno di possenti Mura da cui sporgevano gli alti edifici Gotici. La Cinta Muraria si articolava per circa 10 chilometri, era formata da una serie di bastioni, da un cassero e da 3 arcate d’ingresso a Nord a Sud ed a Est, inaccessibili se non tramite dei ponti di pietra che solcavano il profondo fossato acquitrinoso. Vista dall’alto la città aveva una forma esagonale da cui si estendevano dei piccoli insediamenti verso Nord, queste erano fattorie agricole, imprese boschive, fabbriche tessili, meccaniche e chimiche allontanate dalla Città per gli scarti tossici eccetera… Priuma per un attimo si lasciò affascinare dalla bellezza che Kaerud prometteva essere da quella distanza, poi tornò a disprezzarla. I passeggeri si destarono incoraggiandosi vicendevolmente a svegliarsi finchè non arrivarono al cospetto delle Mura. I mattoni squadrati erano in solido Granato Nero e Laterizio ma non potevano essere visti poiché una sconfinata massa di Edera rivestiva la fortificazione dandole un’estetica floreale, 2 fasce intervallate da dei lumi tondeggiati attaccati a un gambo ligneo lasciavano il dubbio se si trattasse di Luci Incantate o di strane Corolle locali. L’eminente arcata a sesto acuto si alzava per 20 metri da terra, 10 in meno delle mura, ed era fiancheggiata da colonne decorate con bassorilievi e statue raffiguranti personaggi storici. Liberatosi uno dei posti di blocco il Cocchiere si avvicinò rispondendo all’accenno della Guardia in armatura mostrando un documento, quest’ultimo venne toccato due volte nell’angolo ove era posta la firma per far zampillare delle scintille bluastre finché non venne generata una fiamma istantanea che decretò l’autenticità del documento, dopo questa formalità la Rotonave varcò finalmente le Mura.

Kaerud era umida e odorava di rugiada al mattino, la prima cosa che saltava all’occhio era l’austerità dell’architettura Gotica, le strade erano ampie, i palazzi enormi e suddivisi in isolati irregolari che davano dinamismo a una Città in perenne ristrutturazione ed evoluzione. A questi si alternavano decine di vicoli più stretti e trascurati che non deturpavano ma anzi davano carattere a un percorso ricco di vistosi edifici pubblici, parchi naturali e variopinti mercati. La materia prima usata dall’edilizia Kaerudiana era il Mattone di Calcare Ceruleo, un minerale ricavato dalla vicina Cava di proprietà della famiglia del Sindaco che da anni stava sostituendo la Legna di Quercia Madre per dar profilo a edifici più moderni, inventivi e duraturi. Le carrozze trainate da equini di varia natura, dai più comuni a quelli piumati o con corna artificiose, iniziavano già a calpestare il Bruno Basalto sulle due carreggiate del terreno, in un affollamento crescente e sbalorditivo visto l’orario. I marciapiedi si riempirono di proprietari di bottega che aprivano i portoni delle loro attività, di salariati che uscivano imbottiti per raggiungere i loro mestieri, di massaie che stendevano il bucato e intonavano le prime urla della giornata salutandosi vicendevolmente. Gli indumenti dei Kaerudiani erano tendenzialmente Corvini, indossavano dei gilet e dei pantaloni bretellati, pochi stivali ma molti mocassini ben lucidati e un’assortita verità di cappelli che spaziava dalle coppole, alle bombette ai più privilegiati cilindri spesso addobbati con ornamenti fantasiosi quali bouquet floreali, frutta sintetica, rami di castagno, gemme lavorate, decori in tessuto eccetera.

La modernità di Kaerud le rammentò i racconti che dipingevano le Città dell’Impero Pneumiano. Nascere nella Capitale la aveva resa indifferente a qualunque bizzarria il Regno avesse da offrire, perciò restò sgomenta davanti all’imponenza degli edifici Kaerudiani, forti del loro gusto avanguardista, nell’originale uso del vetro e dei rosoni e nello sterminato adopero di sculture che rendevano la Città un racconto vivente. Dalla via principale fino alle strade secondarie si affacciavano gli imponenti portoni delle abitazioni in Legno di Quercia Smaltato, decorati con vetrate policrome raffiguranti iconografie popolari, scena di battaglia o semplici maschere decorative mentre gli infissi anch’essi tinti si mostravano in delle splendide Campate. Le navate esterne erano formate da archi rampanti e contrafforti sezionando le distanze con pilastri a fascio ogni tre metri ed i marciapiedi erano spesso abbelliti con assemblaggi in Marmo tendenti ai Colori Freddi. L’altezza dei fabbricati sembrava sfidare le leggi della statistica, mediamente elevati 30 metri, alcuni raggiungevano i 50 o i 60 con facciate a mezzorilievo con tetti acuminati e tegole squamate in laterizio verde turchese. Il Gran Mercato Centrale situato sotto il Palazzo di Giustizia utilizzava ancora la vecchia architettura con tende e capanne dozzinali per adattarsi alle esigenze mutevoli dei mercanti che esibivano le merci più disparate, oltre alle più prevedibili spezie, tessuti e alimenti provenienti dall’Occidente vi erano enciclopedie, libri di architettura, di arte, di alchimia provenienti da chissà dove, forse addirittura dall’Impero. Armaioli e Fabbri fieri di mostrare il loro acciaio, animali domestici ed esotici, Priuma distratta da cotanta bulimia riuscì a intravedere dei piccoli anfibi simili a Pesci Rossi a 4 zampe ammassati in gabbie scadenti e poi dei lanosi Ovini Giallo Senape dalle cui corna arbuste ciondolavano delle pigne. La ragazza tradì la sua parvenza impassibile con degli accennati slanci posturali, facendo sorriso il Cocchiere. Nondimeno erano gli altri passeggieri che anzi palesavano il loro stupore con commenti e fonemi deliziati soprattutto da parte dei più giovani.

Prima della destinazione, La Principessa Vagante affiancò diverse opere pubbliche, la Cattedrale di Blackriver era il principale luogo di culto degli Dei Dormienti, si mostrava divisa in 5 navate e alta 113 metri con le sue tre paia di torri campanarie, l’imponente Banca Centrale della famiglia O’Connor, il Parco dei Giganti dove venivano esposte statue astratte in chiave moderna e l’Arcata dell’Idra che dava accesso al Grande Mercato snodato in incontabili viuzze, notato solo di sfuggita. Finchè non arrivarono nei pressi della Piazza della Stazione vicino alla maestosa Sequoia Madre

<< Quello è il luogo che stai cercando >> Disse il Cocchiere. Accostò i Nifàpotami al marciapiede e ringraziò i passeggeri per la pazienza, questi ultimi scendevano felici con i bagagli, pure Priuma andò a prendere il suo, poi scese dalla Rotonave e diede il saluto al Conducente

<< Non le nego che nonostante i miei lunghi anni, gli addii rimangono l’aspetto che meno riesco a gestire >> Priuma non seppe onestamente cosa rispondere così lasciò proseguire il Cocchiere che iniziò a scrivere sopra una carta da gioco delle indicazioni

<< Se dovesse avere bisogno di aiuto o di un posto dove stare, si rivolga a questa persona, è un mio vecchio amico, un Dottore, dica che la ha mandata Arcibald e bhè… lui si sentirà in dovere di offrirle una gentilezza >> Priuma prese il biglietto e lo guardò perplessa

<< C’è da fidarsi o è uno di quei posti dove adescano i senzatetto per asportargli gli organi? >> disse con un tono sarcastico

<< Bhè, Kaerud è uno dei Borghi col più basso tasso di criminalità in tutta Briom-Xalma >> Priuma lanciò un pezzo di rame al Cocchiere

<< Quindi c’è della criminalità >> Arcibald guardò la moneta ridacchiando per poi salutare

<< Signorina, qualunque sia la sorte che la ha condotta in questa Città è stata giudiziosa, si troverà bene all’interno delle Mura glie lo garantisco! >> La Rotonave fece inversione verso la sua prossima meta mentre Priuma non apprezzo quell’auspicio che sbottonò indirettamente le sue recenti preoccupazioni.

Priuma si voltò, davanti a lei aveva l’Antica Quercia Madre, la vista mozzafiato non le impedì di soffrire un vuoto allo stomaco dato dall’apprensione ma avanzando squadrava l’edificio, se così poteva essere nominata un’attività incavata in un mastodontico Albero. Il Boschetto della Lanterna Magica era guidato da un sentiero fatto da due fila di pietre piatte attorniato dal basso prato di trifogli ed erba cipollina. Gli alberi che colmavano l’interno e descrivevano il confine erano perlopiù Pini e Querce mentre numerosi tavolini e panchine tagliate a tronco introducevano l’ingresso. I lati e il cortile posteriore erano invasati dalle grandi radici della pianta, subissate dal fitto muschio, che creavano una composizione ondeggiante. L’Albero era a forma cilindrica alto circa 100 metri i cui rami principali si diffondevano in ogni direzione generandone altri fino a 120 metri di diametro, la corteccia era lucida di colore Castagno, segnata dalle increspature del tempo con solchi poligonali ampi 1 o 2 metri, le foglie apparivano come delle stelle dentate in un bizzarro verde Giada decisamente insolito per quel periodo dell’anno, ma Priuma sul momento non si curò di quell’eccentricità. Il tronco era forato su tre piani per creare dei balconi ad anelli con dei corrimano in Quercia Comune da cui potevano accedervi gli Ospiti. Dopo una breve scalinata che portava a un piano rialzato con altrettanti banchi, pancali, barili e casse di legno vi era la soglia d’ingresso abbinata a delle vetrate pitturate alla cui base erano posti dei vasi rettangolari ricchi di Margherite e Garofani. Il portone ad arco era alto 3 metri in un vissuto Rosso Sangria e mostrava il bianco del legno tra una trave e l’altra. L’insegna citava “ La Lanterna Magica “ con caratteri raffinati. Sulla destra vi era l’elemento peculiare: una formidabile lanterna ovale di almeno un metro di diametro, adesso era spenta ma non era difficile immaginarsi lo splendore suggerito con le tenebre mentre delle lucciole ballerine continuavano a sfarfallare sull’uscio incuranti dell’orario. Priuma osservava intimidita l’ingresso mentre temporeggiava sistemandosi il bagaglio sulle spalle o stirandosi la mano sinistra, poi inspirò e bussò celermente il portone

 << C’è nessuno? >> Non ebbe risposta. Sfiorò la maniglia ad anello con intento indagatore e notò, tramite delle Rune, la presenza di un Incantamento di Protezione

<< Ti evito la fatica di smanacciare col mio Sigillo, non riuscirai ad aprire questa porta >> Priuma si voltò ma non vide alcunché intorno a lei

<< Siamo chiusi, la invito a passare da noi a un orario più consono, grazie >> la creatura fece un balzo sull’apice della lanterna rivelandosi. Era un minuto mammifero, con un manto corto e ben pettinato, Verde Primavera sull’addome e Panna nei lati interni, la coda era folta ad anelli e portava una maschera nel muso, questa rassomigliava un piccolo Procione ma era decorata con molteplici pietre in Quarzo e Topazio con due enormi occhi dall’iride celeste. Un’altra caratteristica erano i fiori che ornavano la gobba dell’esserino con tre Mughetti bianchi sul collo.

<< Un Grim, uno Spirito dei Boschi, non ne ho mai visto uno vigilare una Bettola >> disse Priuma con fare sfacciato mentre il Grim si puliva le zampe come un gatto

<< Se hai incontrato noialtri suppongo tu abbia pellegrinato in tutto il Regno ragazzina >>

<< Oppure ho vissuto in una città molto grande >>

<< Oh! Permettimi di vaticinare, provieni dalla Grande Capitale, giaciglio degli Antichi Dei e Dimora del sangue Reale? Provieni da Lheate, la Città nel Deserto Piangente edificata in Rubino ove sorge il Sole e in Zaffiro ove tramonta? Provieni forse da Nihm, la Città Rosa del Regno di Grandoza rinomata per i suoi Grifocotteri ed i suoi alberi di Ciliegio? Oppure Provieni da Megattera, l’Arcipelago Portuale madrepatria della Pirateria Magenta e della Musica Lucente? >>

<< La prima risposta è corretta >>

<< La Grande Capitale Kamelot! Per anni le spore provenienti dal sud mi hanno raccontato le sue meraviglie. Dicono sia eretta in Cristallo Ancestrale, le strade ed i ponti si ergono sopra i canali d’acqua sorgente ed i Templi adombrano i quartieri abitativi, retti da titaniche statue dei patroni di un tempo! >>

<< Le spore ti hanno raccontato tutte queste cose? Quale garbo, nei miei riguardi hanno offerto solo fastidiose sinusiti Primaverili. Ciò detto, percepisco da parte tua un interesse per queste terre, hai mai pensato di visitarle personalmente anziché lasciare che sia la polvere a narrartele? A Kamelot ho visto diversi Signori accompagnati da un Grim >>

<< Sei ammattita ragazzina!? Noi Grim siamo creature fragili e il Regno è un luogo malsicuro! E poi noi Guardiani conviviamo con principi dissimili da Voialtri, se dovessi abbandonarmi agli istinti non troverei nemmeno produttiva una conversazione con una ragazzina che è destinata a vivere un palpito della mia eternità, non ho urgenza di visitare il Regno, la Secolare Quercia Madre è tuttora giovane, le stagioni non sono ancora in grado di impensierire le sue verdi foglie. Quando verrà il temo abbandonerò la mia dimora e rinascerò in cerca di un nuovo Signore >> Nonostante non vi fosse traccia di arroganza nel tono dello Spirito Millenario, Priuma fù ugualmente infastidita e rispose con acidità

<< Appunto perché né l’uomo né i suoi Regni sono eterni ti suggerisco di intraprendere un viaggio, chissà quanti luoghi di cui ha sentito parlare ti sei perso e ti perderai, questo Arbusto ti deve essere davvero caro >>

<< Infrangere i patti non è nella nostra natura, oltretutto 35 anni fà stipulai l’accordo col Signor Proprietario John Liquirizia Blackwood, garantendogli la benevolenza dell’Albero in cambio della sua attenzione. Senza il favore della Quercia, l’Etere nell’aria sarebbe rarefatto, gli Incantatori incontrerebbero complessità nel praticare le Arti ed i malati non guarirebbero in così prodigiosa abbondanza >>

<< L’albero era di proprietà della famiglia Blackwood? >>

<< L’opposto, il Signor Padrone Blackwood non aveva rapporti genealogici con la Quercia Madre, è una lunga storia, vuoi che ti sia raccontata? >>

<< Non in vero, sono venuta qui per discutere una faccenda col signor Blackwood quindi gradirei essere lasciata entrare >>

<< Mi dispiace ma non faccio eccezioni ragazzina, la prego di rispettare i nostri orari e di ripresentarsi tra 2 ore quando il Locale sarà aperto >> Priuma mosse il capo spazientita, si chinò e iniziò a traccheggiare con la serratura tirando fuori una forcina

<< Ma sei cieca? Non lo vedi il Sigillo posto sulla serratura! >> Strak! Un secco suono annunciò l’apertura della dell’uscio

<< Hei ma come, hei, HEI! >> lamentò il Grim. Priuma spalancò il portone, mise la serratura scassinata nel bagaglio e varcò la sogna ignorando i rimproveri dello Spirito. Roteò su sé stessa col viso alzato persa nella vastità del salone d’ingresso, era una stanza circolare con diverse diramazioni, quelle a destre ed a sinistra conducevano alla Sala da Pranzo mentre due scalinate frontali portavano al Primo Piano con un’impalcatura intagliata nel durame dell’albero, al centro un bancone.

<< Forza fiorellini! I Signori Clienti saranno qui a breve! >> Un uomo dall’abbigliamento eccentrico spronava il personale a svolgere i propri compiti a ritmo di mano. Il silenzio all’esterno era contrapposto da un agitato trambusto interno fatto di passi frettolosi, superfici lustrate e posate sbatacchiate provocato dal personale sia maschile che femminile. Priuma non aveva mai visto degli incantamenti adoperati per i compiti più umili: una decina di scope in Granpiuma saettavano ribelli nel Salone, la giovane dovette schivarne un paio per non inciampare, i cenci danzavano sulle vetrate e venivano affogati da dei Procioni operai che collaboravano nella pulizia e degli spartiti musicali volteggiavano nel soffitto in diverse destinazioni.

<< Jacob non sei ancora andato a prendere il pane dal Forno? Oscar smettila di pulire le sedie, oggi devi lavare l’acquario, Elizabeth, pulisci le sedie! Charlotte inizia ad aprire i crostacei altrimenti non finiamo nemmeno per Cena, Liam dagli una mano. Emma, non ti fermare! >> L’uomo che parlava con tono fermo e metodico aveva un lungo naso pronunciato come se qualcuno gli avesse tirato la faccia in avanti deformandolo, una bocca minuta e dei severi occhi da Falco con delle grinze che lo inquadravano attorno ai cinquanta e poi aveva dei mossi capelli lunghi fino alle spalle e un baffo sotto il naso. Vestiva con un caotico foulard Violastro, una Camicia Panna le cui maniche sporgevano e una lunga giacca squamata Verde con delle smagliature più scure che lo rendevano simile ad un rettile, infine un peculiare Feluca sul capo era decorata per richiamare il dorso di un Camaleonte con 2 globuli rossi ai lati e una Piuma. Il tutto risultava imbarazzatamente pacchiano. Aveva appollaiato sul dorso un Trioceros Cornuto. Occhi Lavanda. Priuma si avvicinò all’individuo, talmente concentrato nei dettagli da non notare né lei né la porta spalancata

<< Salve, sto cercando il signor Blackwood >> L’uomo arrestò le sue esortazioni e con gli occhi fece il quarto grado alla ragazza

<< E tu come sei entrata qui? >>

<< La porta era aperta, così sono entrata >>

<< Smeraldello, quel Grim non riesce nemmeno a tener chiuso un portone! >> Brontolò mentre colse l’occasione per compilare dei fogli dietro il bancone in un’innecessaria efficienza

<< Prima di stamane non mi era mai stata raccontata l’esistenza delle Taverne Incantate, è vero che qui è permesso usare la magia a piacimento? >> Chiese Priuma

<< Ascolta ragazzina siamo chiusi adesso e abbiamo tanto, tanto, lavoro da fare, quindi se ti vuoi accomodare fuori…>> Priuma strafottente, masticava dell’uva offerta in un vassoio e si accorse della presenza di una gigantesca Rana ronfante che indossava un penzolante Cappello Frigio rosso e un Liuto a tracolla, fece per toccarla dispettosa quando venne ripresa dall’uomo

<< Non toccare la Rana! >> Priuma accennò un malo sguardo, poi disse

<< Stringere un Contratto con un Grim, guadagnarsi la proprietà di un un’attività simile, che tipo di persona è il Signor Jackson?  >> Il Caposala sospirò impaziente

<< 35 anni orsono il Signor John Liquirizia Blackwood stipulò un Contratto col Grim della Secolare Quercia Madre, facendole riacquistare il suo antico splendore, questo indusse la Famiglia O’Connor a commissionargli la direzione di un progetto avanguardista che in quegli anni stava germogliando, le Taverne Incantate… un’intuizione vincente, che vide la prima Osteria espandere la clientela anno dopo anno fino al risultato odierno. Posso affermare con orgoglio che la Lanterna Magica è la miglior Taverna Incantata di tutta Altaura di cui io Kamilio Merletto Jackson, ne sono il Caposala, Contabile e Governante! >> Priuma trattenne un sogghigno dovuto alla maniera innecessariamente pomposa con cui tizio si espose

<< Ciò detto siamo chiusi a quest’ora ragazzina, come vedi stiamo ancora allestendo la giornata, indi per cui… >> Priuma tirò fuori un rotolo di pergamena dal bagaglio

<< Sto cercando il signor Jackson, sono la nuova… sono la nuova Taverniera >> disse sforzandosi. L’uomo si sospese eccezionalmente cercando lo sguardo di Priuma che era però coperto dal cappuccio, pure una ragazza affianco ai due interruppe la sua mansione incuriosita dal confronto

<< Spiacente ma non ho ricevuto direttive riguardo nuove assunzioni, e dubito che una ragazzina così giovane e gracilina sia adatta a un mestiere così ostico >> Priuma legò quelle parole al dito

<< Non ravviso nemmeno a quale Arte appartieni, mostratemi i tuoi Occhi! >> La giovane esitò per molto, si morse il labbro inferiore, poi lentamente abbassò il cappuccio facendo sgranare gli occhi al Caposala. Le ragazze attorno a lei intonarono un ululo ricco di stupefazione, una di loro enunciò:

<< Non ci posso credere… Una Bicromaga! >>

Priuma era una giovane donna alta un Metro e 68, dai fianchi slanciati e le spalle atletiche, il collo asciutto che esponeva i muscoli mastoidei presentava un viso nitido dalla carnagione Avorio, il mento era acuminato, le labbra sottile, le guance cave rispetto ai prominenti zigomi, il dorso nasale sporgente con la punta all’insù e le sopracciglia folte. La chioma era Cerulea con ciocche Pantone in una riga al lato che poneva una treccia e una frangia dietro l’orecchio e l’altra lasciata pendere fino alla spalla. I grandi occhi magnetici dalle spesse ciglia erano bicromatici, quello destro si abbinava con i capelli in un Azzurro Vivido mentre il sinistro aveva l’iride di Smeraldo.

Calzava degli stivali da viandante erti fino alle ginocchia in un risvolto spesso 5 centimetri ove vi erano infilati dei calzari in cuoio Bruni. Una cintura e due lacci stringevano una camicia Latte con le maniche incalzate in dei parabracci. Precisamente annodato in vita, un corsetto Marrone dalla pelle di Montone con sopra cuciti dei Gigli Araldici. Sù, una mantella Blu con cappuccio che occultava un fodero nero con all’interno una Spada Larga di terza mano.

Priuma era scomodata dagli sguardi invadenti dei dipendenti che mormoravano sbalorditi. Uno le chiese direttamente

<< Sai lanciare veramente due Incantamenti diversi? >>

Poi un’altra

<< Mio cugino mi ha raccontato che siete in grado di volare, è vero? >>

<< E’ vero che non avete bisogno di dormire perché possedete il doppio dell’Etere rispetto a un comune Incantatore? >>

E ancora

<< E’ vero che non avete bisogno di dormire perché possedete il doppio dell’Etere rispetto a un comune Incantatore? >>

E ancora un altro

<< Verrai a lavorare da noi? Userai le tue Arti? >> Si sentì di affondare nel fastidio, con lo sguardo sfuggente a il respiro affaticato, stava vivendo ciò temeva si sarebbe verificato, cercò di evadere con pensieri contraddittori come “ non sarei mai dovuta entrare “, “ sarei dovuta entrare più preparata “, “ stupida, vattene “ o “ vigliacca, non avere paura “ finchè, un elegante signore dal semplice Frac Blu con risvolti bianchi e filo rosso si infilò nella confusione scendendo dalle scale, era una persona corpulenta, il fisico di che ha curato la forma per tutta una vita ma che negli ultimi anni si era lasciato sfuggire due fori della cintura, un viso infossato da cinquantenne, le guance erano gonfie, il naso adiposo e gli occhi Ghiacciati sottili con grevi borse sottostanti. La barba era colta con dei poderosi mustacchi collegati ai basettoni, scoprendo il largo mento. I capelli Antracite avevano due fasce sbiadite al lato e un ciuffo pendente sulla fronte. Tra le dita, adornate di preziosi, un sigaro odoroso bianco. Sancita la prima parola la sala si mutò istantaneamente

<< I Bicromaghi sono Incantatori consacrati dal dono della doppia Arte, laddove ognuno di voi pur ostinandosi genererà unicamente Arti figlie della Giandola Eterica collegata alle vostre Iridi, loro potranno avere accesso a una seconda scelta, sono degli esseri umani come tutti noi, non mostri, non demoni, non Dei! >> Incise l’uomo

<< Non possono usare le due Arti contemporaneamente, non possono volare, non mangiano bambini e non posseggono il doppio dell’Etere rispetto a una persona normale… ne possiedono almeno il decaplo, quindi ponete attenzione! >> Kamilio accennò un inchino e disse

<< Signor Blackwood, buongiorno >> Seguito dal coro dei presenti.

<< Tu devi essere Priuma vero? Ho ricevuto la lettera da tuo padre, vieni su! >> Il Signor Blackwood curvò all’indietro saltellando vispo la scalinata fino alla porta, Priuma riassestò il bagaglio sulla spalla e lo seguì, dopo aver lanciato una infantile linguaccia a Kamilio che non apprezzò l’offesa.

Dopo aver salito delle scale e svoltati un paio di corridoi si entrava nell’Ufficio. Era una stanza umile, incavata nella Quercia come tutte le altre stanze. Il pavimento ben smaltato in assi di Pino e le pareti erano in sgualcita corteccia naturale. Ai lati, delle librerie, riempite di generici tomi colorati, dizionari, enciclopedie sulla flora e la fauna locali dipingevano il Signor Blackwood non come un avido lettore. Varie statue, sculture e in definitiva soprammobili affollavano la stanza, forse dei regali dei clienti, infine davanti a una larga finestra a 4 ante, giallo limone spalancata, si collocava la scrivania ricca di libri e scartoffie al cui apice sinistro maturava un ramo ove sbocciavano dei bulbi luminosi che facevano da lampade. Il Signor Jackson si sedette e fece cenno a Priuma di fare altrettanto mentre tossì malamente del fumo. Chiese a Priuma se voleva qualcosa ma lei rifiutò con un cenno, indi alzò la cornetta da un condotto di comunicazione

<< Ruth, portami un caffè nero grazie! >> Proseguì

<< Allora, come hai fatto ad entrare? >> Priuma pose sprezzante la serratura sopra i documenti della scrivania

<< Non vi serve a niente un Incantamento di Protezione sulla serratura se poi uno riesce a violare la maniglia >>

<< Ha barato mio Signor Proprietario Blackwood! Il mio Sigillo era impenetrabile ma lei lo ha scavalcato con un gesto criminale >> Smeraldello comparve dalla finestra e iniziò a zampettare indispettito. Il Signor Blackwood lo rabbonì grattandogli il muso

 << Lo so, lo so, non hai colpe tu, è stata quella dispettosa a rovinarti il Sigillo, non è vero? Non è vero? >> Smeraldello iniziava a fare le fusa e queste aumentarono quando il Signor Jackson prelevò del nettare da dei boccioli per zuccherare il palato, poi si rivolse a Priuma

<< Non male come primo giorno ragazzina, sei appena arrivata e hai già corretto una nostra falla nella sicurezza! RUTH! IL CAFFE’ >> Urlò il Signor Jackson all’apparecchio di comunicazione dimostrando quanto fosse esagitato

<< Allora… come è stato il viaggio? >> Disse accendendosi un altro sigaro bianco con un fiammifero

<< Normale >> Rispose monotonale Priuma

<< Non avete incontrato banditi, orsi giganti o qualsialtra diavoleria vada errando in questo Regno? >>

<< No Signore, ho viaggiato nella Grande Via Reale quindi è stato un tragitto sicuro >>

<< Vorrei vedere, con tutte le tasse che pago, RUTH! >>

<< Signor Blackwood, riguardo a quanto detto pocanzi… >> Il Signor Blackwood la interruppe, si mise degli occhiali e tra una tirata e l’altra redigeva dei registri con una piuma di Pavone imbevuta in diversi tipi di inchiostro

<< 5 lune fà ho ricevuto una missiva da tuo padre, mi ha ragguagliato sulla tua… condizione e per me non fà differenza, per quanto mi riguarda puoi avere gli Occhi Azzurri, le pupille da rettile, le ali da pipistrello, non me ne frega un cazzo! Se rispetti gli orari e svolgi il tuo lavoro mi và più che bene >> Il Signor Blackwood iniziò ad incattivirsi già stanco di compilare le scartoffie

<< Questo è un luogo di riposo, di ricreazione, di meditazione, di cura spirituale e fisica per i nostri Clienti, vedi cosa c’è scritto lì sopra? >> Disse indicando un listello in legno appeso a un chiodo con un’incisione scolpita

<< “ Il Capo ha sempre ragione? “ >>

<< Questa è una grande verità ma, no, affianco… >>

<< “ Lasciate i vostri problemi fuori da questa Taverna “? >>

<< Lasciate i vostri problemi fuori da questa Taverna! >> Ripetè il Signor Blackwood guardando Priuma negli occhi, dopo aprì un cassetto e si versò del Liquore in un bicchiere di vetro

<< Non ho bisogno di prodigi, non ho bisogno di Bicromaghi! Ho necessità di persone che svolgano i propri compiti nella maniera più autosufficiente possibile, senza che vengano rotte le palle al sottoscritto! >>

<< Signor Blackwood, se sono richieste delle Arti per compire le mansioni io… >>

<< Serena, ho pensato a dei compiti idonei alla tua circostanza e non ti tormentare sul giudizio altrui, dopo l’arringa di poco fà nessuno oserà porti domande per un pezzo, avrai tutto il tempo per ambientarti. Abbiamo degli orari granitici, il lavoro inizia la mattina alle 6 con una breve colazione, i clienti entrano alle 8, alle 12 c’è il pranzo e il turno finisce alle 16, alle 19 c’è il rancio seguito dalla cena dei Clienti. Per adesso sei assegnata ad entrambi i turni per istruirti, dovrai avere pazienza >> Priuma vuotò la mente nel tentativo di sopportare che quelle parole fossero riferite a lei ed alle sue giornate future, per un istante provò dell’angoscia. Non potendo trascurare quel mutismo, il Signor Jackson aggiunse

<< Come per ogni mestiere, la routine è la migliore maestra, non pretendere di saper fare tutto bene subito e non guardare il lavoro degli altri, gli altri fanno schifo tanto quanto te, solo io posso decretare quando qualcuno fà un buon lavoro. Nel primo periodo sarai istruita da una tua collega e… ah, è arrivata! >> Dall’uscio entrò una fascinosa giovane qualche anno più grande di Priuma. I lineamenti erano aggressivi, gli occhi Castani ed i capelli lunghi Scarlatti con una lunga frangia laterale e dei nodi posteriori. Era difficile non notare le sue curve dalla vita stretta ed i seni sodi. Aveva lo smalto nero e un aracnide stilizzato tatuato sul collo. Indossata, la classica tenuta da cameriera della Lanterna

<< Signor Blackwood lo sa che oggi arrivano i bambini dell’oratorio, ho dovuto spostare tutte le bambole non sia mai che alla Signora Dixie venga un infarto… >> L’occhio le si posò sul bicchiere di Liquore sopra la scrivania. Il Signor Blackwood con le spalle sullo schienale la fissava con uno sguardo che era un misto tra l’occhiata innocente di un bambino e un “ lo vedi cosa hai combinato? “

<< No ma fa schifo però… >>

<< Tu non arrivavi. Ruth, ti presento la tua futura scolara Priuma Fantàsia Pettolilla, Priuma ti presento la tua Tutrice Ruth Tarantola Morton >>

<< Non puoi dire sul serio… >> Ruth non ci provò nemmeno a nascondere l’avversione

<< Andiamo, vi divertirete assieme! >>

<< Perché non la rifili a Kamilio! >>

<< Se la abbandono a Kamilio impazzirebbe dopo 2 ore la poverina, e poi lo sai che questa settimana arrivano i pellegrini dalla Xulvania >>

<< A maggior ragione! >>

<< Dai, fammi questo favore… >> Ruth guardò Priuma incollerita. La Kamelotiana era solita contraccambiare quel tipo di occhiate ma non era il momento, piuttosto fuggì lo sguardo

<< Mi devi un favore, voglio un paio di giorni libero come minimo! Tu, Novellina, vieni ti mostro la tua stanza! >>

<< Ahà, Bene! >> Il Signor Blackwood rise sguaiato e ingoiò il Caffè nero facendo a modo suo l’affogato, in ritardo. La ragazza seguì la Tutrice fino a una carrucola che le portò a un piano superiore dove vi erano i dormitori del personale, ognuno dipendente possedeva un proprio appartamento contrassegnata da un numero, quello di Priuma era il numero 103… e ciò era ben oltre le povere aspettative della fanciulla, fù sollevata nel possedere almeno uno spazio privato.

La stanza era inaspettatamente incantevole e rustica malgrado questi pregi non andassero d’accordo col gusto di Priuma abituata ad architetture più solenni. Il bordo era a Mandorla e aveva una enorme finestra anch’essa Giallo Limone con 2 ante ad arco e delle tende bianche. Il materasso era in discreta piuma d’Oca con due paia di lenzuola, leggere e imbottite in lana color Ocra. Questo era collocato all’interno di una stravaganza strutturale, un arco in corteccia concavo, simulava la cavità di un albero e molti elementi erano rivestiti da rami, dagli appendiabiti ai manici degli armadi. Sul soffitto pendeva un lampadario con candele imbrattato di cera rossa sciolta.

<< Questa è il tuo appartamento, la chiave è nel cassetto della scrivania, è già stata pulita e disinfettata con l’Aceto come senti dall’odore, se hai bisogno di qualsiasi cosa, sapone, sali da bagno, candele, puoi chiedere alla Reception >> Fù incomprensibile come tutte quelle parole uscirono senza una singola pausa tra una virgola e l’altra

 << Dove vanno i panni sporchi? >>

<< Da nessuna parte, la lavanderia è al primo piano, dovrai lavarteli e asciugarli da sola Novellina >> Poi Ruth porse la mano a Priuma con sguardo severo. Priuma non colse

<< La spada >> Disse Ruth. Conservò un attimo di interdizione prima di consegnargliela, non che ci fosse affezionata, glie la fornì il padre 3 giorni prima solamente per il viaggio

<< La potrai recuperare dalla Guardarobiera, la signora Dixie, quando vorrai uscire ma rammentati di riconsegnargliela. Se vuoi un parere non ne avrai bisogno, Kaerud è una città inaspettatamente sicura visto quanto è cosmopolita, in vero c’è da stare più attenti ai forestieri nel qual caso è più conveniente utilizzare un pugnale, se vuoi posso prestartene un paio >> Priuma si rigirò inambientata nella stanza poggiando il bagaglio sul pavimento

<< Grazie… >> Ruth la fissava mentre si mordicchiava le unghie per vizio

<< Ho sentito che vieni dalla Capitale… >> Priuma ringraziò intimamente la ragazza per non essere andata subito a parare sulla Bicromia

<< Si, è la città dove ho vissuto >>

<< E com’è? E’ bella come dicono? E’ vero che è costruita sopra a dei torrenti? >>

<< S… Si, non ci sono strade ma canali, tutti i trasporti ed i rifornimenti viaggiano tramite delle Galere o delle Caorline a remi. Sopra vi sono dei pontili innalzati fino a tre livelli ove vi sono collocate le abitazioni dei Patrizi o i Templi dei Sacerdoti >>

<< Hai visto anche i Sarcofagi degli Dei? >>

<< Si… Sono davanti al Palazzo Reale >>

<< Ma secondo te lì dentro ci sono davvero loro ad attendere nel sonno? >>

<< Io… Io non ho mai aperto per controllare… >> Restarono sospese nel silenzio, quindi Ruth proseguì

<< E perché sei venuta qui? >> Arrivò una delle domande che Priuma desiderava evitare

<< Devo… Devo fare un bagno, la vasca è al piano di sotto? >>

<< La DOCCIA è dietro quella porta… >> corresse Elizabeth

<< Non saremmo ad Altaura ma i condotti idrici non ci mancano, ogni appartamento ha diritto all’acqua calda di mattina, gira tre volte la valvola rossa e solleva la maniglia del condotto principale, la caldaia ci mette un po' prima di funzionare >>

<< Grazie >>

<< Oggi hai la giornata libera per sistemare le tue cose, se vuoi puoi scendere, abbiamo il pranzo alle 12 e la cena alle 19, non andare al quinto, sesto, settimo e ottavo piano senza permesso, intesi? >> Priuma fece un cenno con la testa

<< Il turno inizia domani alle 7, la colazione è alle 6 >> Elizabeth fissò qualche altro attimo Priuma mentre si sistemava, poi concluse la spenta conversazione portando con sé la spada e chiuse la porta. Priuma rimase sola con i suoi pensieri, smise di fingere di avere urgenza di lavarsi e appoggiò la testa al lato del materasso sfinita.

Alle 19 la cucina stava sfornando il rancio per i dipendenti che banchettavano nella lunga tavolata sul retro. C’era un trambusto quasi villano che cozzava con le eleganti uniformi del personale

<< Allora che ne pensate della nuova arrivata? >>

<< Carina vero? >>

<< La prenoto prima io! >>

<< Non si prenotano le ragazze! >>

<< Quelle carine sì! >>

<< E quelle brutte? >>

<< Anche! >> Buona parte della tavolata rise in un coro caciarone  

<< Avete visto che linguata ha tirato a Kamilio? >>

<< E allora, volevi l’avesse mostrata a te la lingua? >>

<< Non datele corda, quella ha gli Occhi Maledetti! >>

<< E’ vero, ci scherzerei su pure io se avesse avuto gli occhi Blu o Celesti, ma Azzurri… quella ti fà saltare in aria con un’occhiata >>

<< Non fate i provinciali che potrebbe sentirci! Piuttosto Ruth, dov’è lei? Non è scesa nemmeno per Pranzo >>

<< E che ne so, non sono la tua fottuta mamma… non ancora perlomeno! >>

<< Tieni, portale questa costata, forse è solo timida, facciamo le persone educate >> Ruth guardava i suoi colleghi collerica sapendo di non potersi svincolare facilmente da una cortesia del genere

<< Che stai facendo? >>

<< Già che deve mangiare che mangiasse salutare piuttosto che questa carne grassa >> disse Ruth accompagnando al piatto dei legumi, del pesce e dei frutti di bosco. Così si alzò aggressiva col vassoio in mano mentre alcuni ragazzi la canzonavano in coro. Di sera i corridoi della Lanterna Magica offrivano un’atmosfera fiabesca col buio illuminato dalle candele in vetro sorvegliate da lucciole e falene. Il Signor Blackwood ricevette la visita di Smeraldello mentre pensieroso si avvinazzava come suo solito nell’ufficio

<< Sei venuto per rimproverarmi? >> Chiese

<< Le assomigli molto, vero? >> Rispose Smeraldello. Il Signor Blackwood sospirò in silenzio e carezzò la schiena del Grim

<< Priuma sei dentro? Non ti abbiamo vista oggi, ti ho portato la Cena… >> Bussò Ruth. Nessuno rispose. “ Perché devo fare io queste cose “ sospirò sottovoce

<< Ti lascio il vassoio davanti alla porta, è tutta roba calda. Scusa il disturbo >> Poi scese di sotto. Pochi attimi dopo Priuma aprì la porta, prese il vassoio, chiuse e si sistemò sulla scrivania per mangiare. Il volto era apatico e con i piedi poggiati sulla seduta portava le ginocchia sul petto, la schiena curva, il braccio poggiato sulla spalla. Prese la forchetta e la infilò in una delle pietanze, la alzò e aveva lo sguardo vuoto. Involontariamente le apparve davanti a lei una rievocazione. Una giovane dai corti capelli Biondo Crema e dall’armatura cavalleresca, stava mangiando davanti a lei in una stanza illuminata, sontuosa, titanica. Entrambi erano felici. Scaraventò il vassoio con violenza, sprecando la cena nel pavimento. Sfogò un pianto rabbioso nelle lenzuola del letto, perché erano tre giorni che non riusciva a stare da sola.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il primo giorno da Taverniera ***


Ruth aveva finito la colazione e stava sciacquando con diligenza i piatti sporchi in uno dei tre blocchi di marmo che fungevano da lavello, intanto che il personale finiva di mangiare. La Mensa della Maestranza era collocata sul retro della Cucina, aveva un lungo tavolo rettangolare in Pino, pressato da pinnacoli di piatti accatastati e ossa avanzate appartenenti alle più disparate creature del Regno. Accanto, un altrettanto lungo tavolo d’appoggio, vissuto da scalfitture e carico di giganteschi ortaggi ornamentali. Sulla parete di sinistra un camino in pietra bruciava del faggio, era rivestito di rampicanti che si diramavano ai lati circondando lo Stanzone, dominato da mensole ove venivano coltivate cipolle, aglio, pomodori, melanzane, zucchine, in definitiva, scorte d’emergenza per la cucina. Al lato destro una piccola area ristoro con una libreria intagliata nella parete era confortevole, con due poltrone in pelle e un tavolino a gamba centrale con sopra una brocca di Thè Verde. Sulle pareti vi erano appoggiate differenti scatole, barili, ruote, scaffali con strumenti da lavoro che mutavano l’ambiente in un disordinato magazzino. Quella mattina si serviva Formaggio di Capra, Prosciutto, Marmellata di Fichi, Crostata di Fragole con Burro e spremuta di Arancia Gialla

<< Lillian cosa hai detto a quella ragazza ieri sera!? >> Chiese alludente Lloyd

<< Non so di cosa stai parlando Lloyd >> Rispose la gemella

<< Non mentire, quella Incantatrice mi ha fatto il filo per tutta la serata e poi a un certo punto ha smesso e siete sparite entrambe! Non è vero Gordon? >> Gordon rispose soffrendo dolori posturali

<< Io non ho avuto tempo per curarmi di certe minuzie! L’assenza del vecchio Angus si è fatta sentire! Non so se stasera sarò in grado di replicare lo sforzo! >>

<< Non iniziare col vittimismo, il Signor Blackwood ha assunto appositamente del nuovo personale >> Rimproverò Ruth

<< A proposito, Ruth, ma non scende la ragazza? >> Chiese Gordon

<< Non iniziate a recapitarmi i vostri interrogativi sulla Novellina, non sono la sua badante! E’ stata ragguagliata sugli orari, se è diligente si presenterà a colazione finita! >> Ruth strofinava con prepotenza intanto che la chiassosa Sala dedicava sempre più attenzione all’argomento

<< Io le persone le intendo al primo sguardo e vi posso già dire che quella è una fannullona! >>

<< E cosa ti ha fatto presumere questa infelice sentenza? >> Immise Lloyd nel mentre spalmava del burro nel pane

<< Bhè, anzitutto viene dalla Capitale quindi è viziata per principio e poi dal suo modo di parlare, non è né educata, né servile, ve lo dico io, quella ragazza non ha voglia di sudare! >>

<< Tu vuoi solo che se ne vada perché sei impaurito dai suoi occhi >> Denigrò Lillian

<< Chi io!? Mi limito a condividere quello che colgo, poi vedrete! >> Si difese goffamente il Cameriere.

<< E poi dove la ha scoperta il Signor Blackwood? Kaerud è densa di ragazze zelanti nel lavorare in questa Taverna e non hanno la smorfia presuntuosa di quell’Incantatrice, non rifiuterebbero la prima colazione con maleducazione e… >> Priuma comparve, appoggiato al telaio dell’arco dall’ingresso, con fare disinteressato

<< Non avevo fame. Dove devo cominciare? >> La mensa ammutolì, Ruth si asciugò le mani con un cencio e oltrepassò Priuma senza guardarla negli occhi

<< Vieni, andiamo a vestirti >> Gordon perdurò una faccia intimidita dagli occhi sgranati e le labbra serrate mentre veniva deriso dagli sghigniazzi di Lloyd e Lillian.

Il passo delle ragazze fù muto, Ruth sapeva gestire ma non apprezzava i silenzi imbarazzanti, avrebbe voluto chiederle perché non era scesa la sera prima ma favorì l’omissione rispetto a una risposta di cortesia, il riserbo della nuova arrivata era tangibile e in verità comprensibile, per cui Ruth le lasciò i suoi spazi limitandosi a istruirla. Salirono le scale ed entrarono in una camera nel Primo Piano.

Priuma calpestava un ambiente estraneo rispetto a quanto visto finora, il pavimento era morbido, tappezzato in pelo sintetico con Decorazioni Calde, le pareti erano vestite di carta stagnola Verdi con Araldi Floreali Gialli. Vi era un numero spropositato di Orologi, tutti color Ambra. Le mensole e gli scaffali erano soffocate da Specchi con Cornici color Zafferano, Gemme decorative, Cappelli Piumati e soprattutto Bambole cucite a mano, erano dozzine, forse centinaia. Erano fatte di Lana Acrilica rammendata all’uncinetto, non avevano un volto, solo due bilie colorate per rappresentare le iridi, calzavano delle graziose creazioni in cotone con fiocchi e nastri elaborati. Il tutto risultava essere, oltre che vintage, pesante all’occhio, ubriacato da mille colori ineguali. Un bancone divideva la stanza, dall’altro lato una bambola più umana rispetto alle simili inquietava Priuma

<< Signora Dixie, siamo venute per prendere le misure >> La bambola si mosse e strinse le guance di Priuma tra le mani

<< E’ lei la ragazza? Ma non mi avevate raccontato che era così carina! >> La Signora Dixie Uncinetto Valentine era una paffuta anziana che si dilettava nel truccarsi come una bambolina, col rossetto rosso, le guance ciliegia e un finto neo sul prolabio. Il vestito era un pomposo Pezzo Unico di Velluto Indaco con più fila di stoffa ricamate sulla lunga gonna conclusa da dei pizzi bianchi. Portava diverse collane e una gigantesca cuffia vittoriana abbellita da piume col tipico fiocco legato sotto il mento. Le unghie erano acuminate e Viola intenso, l naso era a maialino, gli Occhi avevano l’Iride Lilla e la voce era disturbatamene squillante, come quella di una bambina. Priuma rimase scombussolata nella morsa della Guardarobiera

<< Non me la stropicci troppo Signora Dixie, deve stare in piedi fini a stasera >>

<< Sono così felice che abbiamo una nuova Taverniera e così giovane e bella per giunta! Hai dei capelli bellissimi, non vedo l’ora di vestirti con la mia nuova linea invernale! >>

<< Prego!? >> Rispose Priuma allarmata da quel sunto possessivo

<< Ora girati! >> La Signora Dixie fece comparire un metro e misurò con smania le proporzioni della ragazza

<< Ma dove la avete trovata? Ruth, questa ragazza ha delle proporzioni eccezionali! Il collo sottile, le gambe dritte, il bacino slanciato e le spalle acute! Mi rievoca il giorno in cui il Signor Blackwood ti presentò anche se eri un po' in carne fin da allora! >>

<< Grazie Signora Dixie >> Sorrise Ruth avvezza alle sparate della Signora. Priuma continuava a venire sballottata con poco tatto, lanciò a Ruth una smorfia come per dire “ ma è matta? “ e Ruth con un altro verso rispose “ sopportala “

<< Fatto! Vado a prenderti l’Abito Provvisorio! >>

<< La Signora Dixie oggi ti cucirà l’uniforme su misura, potrai ritirala domani mattina >> Il ticchettio degli orologi accompagnava la Signora Dixie mentre si dirigeva dietro il bancone alla ricerca di un cassetto specifico

<< Spero di esserne ancora capace, erano anni che non prendevo delle misure per il personale, gli ultimi devono essere stati Lloyd e Lillian più di 5 anni fa… trovato! >> L’uniforme era diversa rispetto a quella indossata da Ruth, più semplice, una comune grembiule bianco legato su gonna scura con un corsetto da cui uscivano gli orli e le spalle della camicia bianca lasciando le clavicole scoperte.

<< Cambiati, ti aspetto nel corridoio >> Priuma rimase sola con la preoccupante Signora

<< C-C’è un camerino dove posso cambiarmi? >>

<< No >> Rispose la Signora con il mento poggiato sulle mani e un’espressione infatuata, poi rinsavì

<< Volevo dire, si, di qui prego! >> Quando Priuma entrò nel camerino la Signora Dixie aggiunse

<< Quasi dimenticavo, mi serve questo! >> E con un gesto, strappò un capello a Priuma tramite un Lazo Etereo

<< Aia! E per cosa? >>

<< Per la tua Bambola! >>

<< La mia ch- >> Non fece in tempo a finire l’esclamazione che le venne chiusa la tenda in faccia. Passò del tempo:

<< Questa è la cucina, qui è dove accade la vera Magia, spezie, cereali, ortaggi, verdure, frutta, pesci e bestiame proveniente da tutto il Regno e non solo, vengono mescolati per generale dei sapori di senso compiuto. Ho la mia dose di aciditá per ogni persona di questa Quercia ma sul Capocuoco non conservo infamia, sia per come cucina che come persona, sono sicura che ti piacerà, Novellina >> Disse Ruth

La cucina aveva un perimetro quadrato con due uscite ai lati della facciata principale per transitale nella Sala da Pranzo coperte da delle Tende Incantate i cui ghirigori si illuminavano e muovevano il tessuta al passaggio. Un arco, nel lato posteriore per accedere alla mensa del personale e una porta di legno infondo a destra per dividere la dispensa. Al centro vi era un enorme forno in mattone costruito a cilindro, aveva penetri in tutti i lati e la legna di Faggio veniva costantemente mantenuta accesa. La parete che affacciava sulla sala era forata con un bancone in legno e una tinto telo, per trasmettere fiducia e pulizia alla clientela. Qui lavorava il Capocuoco con i suoi Assistenti, col piano di cottura principale, quello secondario e il bancone d’appoggio. Il Capocuoco cucinava prevalentemente i secondi piatti più rinomati mentre il Secondo Cuoco pensava alle paste ed agli ordini più numerosi. Sul lato destro si lavavano i piatti, si preparavano gli antipasti e si tagliavano le porzioni sopra un battilardo in Legno di Noce. Nel lato destro si friggeva, si impanava o si cuoceva il pesce con la griglia e nel lato posteriore si mescolava uova, farina e zucchero per i dolci o le colazioni. Dopo aver sfamato i dipendenti, la cucina stava tagliando gli affettati e sfornando i biscotti per gli ospiti, le pentole erano colme di schiuma perché alcune pietanze andavano bollite fin dall’alba. Le Pietre Vampanti erano Piastre Ollari di dimensioni sferica e piatta sopra le quali il Capocuoco e il Secondo Cuoco cuocevano i tegami, erano di color Avorio e si attivavano con un Tocco Eterico, che riscaldava la Piastra e permetteva di regolarne la temperatura. Ogni gancio sulle pareti era ricco di Traccie con Cipolle, Peperoni, Aglio ma non mancavano Piante e Verdure inedite a Priuma, per ‘esempio, affianco al barattolo dei sottaceti, certi tentacoli si dimenavano contorcendosi in un’ampolla, le uova nella farina provenivano da dei tuorli giganti, pitonati, zebrati o leopardati, il pollame appeso sopra il tagliere attingeva ai colori dell’arcobaleno e sulla mensola frontale vi era filettata una creatura per metà Varano color Magenta e l’altra metà non si sapeva più cosa.

<< Ogni turno ha 4 Aiutanti, qui puoi vedere il Lavapiatti, il Friggitore, L’affettatore e il Pasticciere, dopo pranzo daranno il cambio agli altri 4 ma il Capocuoco, il Secondo Cuoco e il Cuoco di Supporto rimangono gli stessi, la loro è più una vocazione che un lavoro >> Il personale era talmente coinvolto dal dovere da non poter dare peso all’incedere di Priuma, si gridavano severi reciprocamente ed i vapori riscaldavano l’aria con aromi stuzzicanti, sia dolci che salati.

<< Brilliana mi avevi concesso una rivincita stamani! >> Un ragazzo inseguiva con aggressività una giovane che nascondeva timorosamente la sua faccia in una cassa di ortaggi

<< I-Io non posso adesso, Damon, devo tagliare la verdura, s-scusami… >> Un soffio delicato e innocente uscì dalle labbra della giovane

<< Chi se ne frega! Sfidiamoci adesso! E’ tutta la settimana che posticipiamo perché tu sei troppo lenta per far avanzare del tempo! Io ho già finito tutti i miei compiti, poggia quella cassa, adesso! >>

<< M-Ma io… >>

<< Damon, non mi molestare Brilliana, quella ragazza è così delicata che stà in piedi per miracolo >> Soccorse Ruth

<< Priuma, lei è Brilliana Mousse Campbell la Seconda Cuoca e la testa calda è Daemon Flambage Carper, il Cuoco di Supporto, detto anche Terzo Cuoco >>

<< Ancora per poco… Sarei già diventato Capocuoco se questa gigantessa mi avesse sfidato con regolarità >>

<< Piacere… >> Disse Brilliana impercettibilmente.

Brilliana era alta quasi 2 metri, quando indossava il Toque da Cuoco bisognava alzare veramente tanto la testa per vederne la punta. La riga centrale divideva la Chioma Limone in due fasce liscissime e morbide lunghe fino ai fianchi. La carnagione era smunta con un naso pantone all’insù, delle orecchie a sventola e un’espressione perennemente vincolata in un cruccio penitente. Damon, contrariamente, trasmetteva irruenza con la sua espressione litigiosa, quasi lupina ed i suoi Capelli Paglierini scarmigliati. Entrambi erano coetanei di Priuma e indossavano la comune divisa da Cuoco con pantaloni, grembiule con 6 bottoni arrotondati e Toque da cuoco, a differenza degli Aiutanti il loro completo era di colore Nero con ricami Rossi. Entrambi avevano le Iridi Castane.

<< Una sfida, quindi vi piace combattere? >> Domandò Priuma quasi istintivamente

<< Naturalmente! Duelliamo almeno 2 volte alla settimana! Certo dipendesse da me avremmo tutt’altra cadenza… >>

<< E che armi usate? >> Ruth iniziò a palesare un volto genitoriale

<< Armi? Dipende dalla sfida suppongo… per ‘esempio nel nostro prossimo incontro batterò Brilliana… con questo! >> Damon sfilò dal gancio un Mestolo in Legno d’Oliva e lo brandì come una Spada

<< Combattete… con dei mestoli? >> L’entusiasmo di Priuma fù fugace e morì lì

<< Il legno d’ulivo è 3 volte più duro della quercia e il 20% più spesso del faggio, ottimo per cucinare Cosce di Salamandra Reale a temperature ardenti! >>

<< Damon vuole sfidare Brilliana per dimostrare i suoi progressi al Capocuoco e convincerlo a farlo salire di grado >> Spiegò Ruth

<< In realtà a me andrebbe bene, non ho l’ambizione di diventare Capocuoco, mi basta stare in Cucina per… >> Il sibilo di Brilliana venne coperto dal mascolino urlo di un uomo che usciva dalla Dispensa con sulle spalle la carcassa di una creatura bizzarra, un cervo a 2 facce con un manto nero a pois

<< Non ci pensare nemmeno Brilliana! Mi serve il tuo talento e non ho bisogno di barattarlo con della comune passione! >> L’uomo si diresse verso il piano di cottura principale, assaggiando, e correggendo le pietanze degli Aiutanti con dei gesti quasi ballerini

<< Tu, le zucchine vanno tagliate più sottili, tu, abbassa la fiammo, lo voglio rosolato e saporito non scottante e insapore, tu, molto bene! >> Afferrò una cocumella e assaggiò uno brodo

<< Tu invece, molto male, è troppo salato >>

<< Ma signore ho messo il quantitativo di sale indicato >>

<< Si ma questo è da aggiungere al sugo di cozze, vuoi far morire i nostri clienti disidratati? >>

<< N-no Capocuoco! >>

<< Il sale è un ingrediente pernicioso, falsa il reale sapore dei piatti e rende irreversibili le proprie scelte, un piatto sciapito può sempre essere salato ma una pietanza salmastra è rovinata per sempre. Rifallo da capo >>

Il Capocuoco era un omone poco più basso di Brilliana. Indossava anche lui l’uniforme nera e aveva una muscolatura possente, la pelle abbronzata, il viso bronzeo e stagionato, una barba tagliata a filo con dei baffoni pronunciati e una riga laterale con frangia destra Arancia. E poi, vi era la coda, lunga circa 80 centimetri nascondeva un ciuffo peloso sotto un Mini Toque da Cuoco e veniva usata come una mano per rimestare gli stufati e speziare le carni. Ai lati del cranio, due orecchie leonine Arance. Iridi Gialle.

<< Damon lascia lavorare il Secondo Cuoco e Brilliana, smettila di farti mettere i piedi in testa e taglia le verdure >>

<< Ma io ho finito di fare tutto! >> Rinfacciò Damon

<< Hai pulito il Pesce Katana? >>

<< Hem… >>

<< Mi devo arrabbiare? >>

<< Vado subito! >> Il Capocuoco fù lesto nell’appendere la carcassa e redarguire i suoi Assistenti per baciare la mano di Priuma

<< Signorina Pettolilla è un piacere fare la vostra conoscenza, sono Astralfo Rivez, Capocuoco della Lanterno Magica, il vostro deve essere stato un lungo viaggio, spero il più agevole possibile >> Astralfo portava avanti le discussioni con la stessa lestezza con la quale cucinava, Priuma, imbambolata riuscì a interagire solo con dei versi monosillabici, non aspettandosi un Uomo-Besta ai fornelli

<< Bhe, io… >>    

<< La Capitale, eccezionale emblema del potenziale Umano, ci ho lavorato, 3 anni, è difficile chiarire a voce quanto raccolto con gli occhi, non è così? >>

<< Hem, credo… >>

<< Certo che lo è. Avete gradito la colazione? >>

<< Veramente… >>

<< Era buona la Crostata alle Fragole vero? Abbiamo provato una nuova ricetta col Lievito di Mandragola, è diverso da quello di Birra, giusto? >>

<< Credo, credo di… >>

<< Accidenti! E’ già arrivato il momento di mungere il Cinghiauro di Vilmonte, si sa che produce il latte più prelibato solo alle 7 del mattino decantandogli una buona poesia, vado a schiarirmi la voce. Signorina è stato un fugace piacere, spero impareremo a conoscerci meglio di persona e tramite i miei piatti >> Priuma rivolse un saluto gestuale e Ruth fece cenno per uscire

<< Ah e Signorina. Mi hanno riferito che avete versato la vostra cena sul legno del pavimento non premurandovi nemmeno di rassettare. Do per scontato che si sia trattato di un incidente ma in caso contrario, qualora trovaste la cucina non di suo gradimento la pregherei di non sprecare il cibo>> Gli Aiutanti spezzarono il flusso lavorativo e alternarono sguardi sdegnati a Priuma, non che le importasse ma fu un momento che avrebbe preferito evitare. Prima di andarsene notò che Brilliana stava intagliando una fetta di Melanzana a forma di Smeraldello…

Uscite dalla Cucina Priuma bisbigliò non poco infastidita

<< Come ha fatto quel Solcanuvole a diventare Capocuoco? >>

<< Dopo il Signor Blackwood e Kamilio, Astralfo è il membro più anziano della Lanterna Magica, credo che inizialmente venne assunto come Cuoco temporaneo a basso prezzo, poi quando il Signor Blackwood si rese conto della qualità dei suoi piatti decise di tenerlo permanentemente >>

<< E le persone venivano a mangiare volentieri? >>

<< Non all’inizio. Ancora oggi assisto a diversi momenti imbarazzanti fintanto che questi verranno offuscati dai complimenti dei Clienti andrà bene. Ti disturba avere un Uomo-Bestia in Cucina? >>

<< Mi è indifferente >>

<< Perfetto, allora prendi questi >> Ruth porse un secchio, una paletta, una scopa e uno cencio a Priuma

<< Tutta la sala? >>

<< Si… E’ già stata lavata ieri sera ma qui passiamo lo straccio pure la mattina per via della Densità Eterica, tu potresti non accorgertene ma molti dei nostri clienti sono sensibili ed è bene tenere l’Etericità della stanza a un livello molto basso >>

<< Quindi stò pulendo cosa esattamente? >>

<< Tu pulisci, i Signori clienti arrivano tra meno di un’ora >>

<< E come dovrei fare? >>

<< In che senso com- hai mai passato il- no aspetta… hai mai spazzato in vita tua >> Priuma curvò le sopracciglia, poi Ruth sbuffò e prese la scopa in mano. Divertiti, Gordon, Lloyd e Lillian osservavano la scena da lontano, indovinando chi tra le due fosse più seccata

<< Novellina, stai sbagliando, devi accompagnare la polvere, non lanciarla in aria come se stessi tirando dei fendenti >>

<< No guarda… Ruth ti chiami, giusto? Ruth, questa scopa o la paletta sono manomesse, la polvere non ne vuole sapere di entrare >>

<< Non è una questione di forza, devi guidarla, dolcemente >>

<< Ti giuro sugli Dei, potessero destarsi in questo momento che per quante volte, con qualsiasi forza motrice, io tenti di infilare questa stupida strisciolina di lercio in questa paletta, rimarrà sempre una scia, guarda, visto c’è ancora! >>

<< Dammi qua >>

<< E’ inamovibile! >> Priuma vide con frustrazione che Ruth con un semplice gesto riuscì a vincere l’ultimo baluardo della striscia di polvere

<< Che tecnica hai usato? >>

<< Sei strana Novellina, non c’è nessuna tecnica solo tanto esercizio, ora pulisci >> Priuma venne lasciata in autonomia mentre Ruth andò ad occuparsi di altre faccende. Questo le diede spazio per concepire l’illogicità di quanto stava accadendo, fù impensierita da una lista di domande, la più preoccupante era quella che chiedeva “sarà questa la mia vita da ore in poi? “, cacciò il pensiero per non stare male e si dedicò alla sua mansione, nell’eventualità che questa potesse rivelarsi meno dolente del previsto.

La Sala da Pranzo era illuminata da un sestetto di infissi ovali i cui raggi erano verdicci a causa della magniloquente chioma della Quercia. Come in ogni stanza, le pareti erano intagliate e smaltate con Mallo di Noce e Zafferano in una gradazione Talpa zigrinata mentre il pavimento era sempre composto da assi di Pino Maggese. Al centro vi era una caratteristica Quercia Roverella sopra un prato circolare che si amalgamava al suolo. Le foglie della Quercia erano Verde Giada ed i suoi rami si intrecciavano alle travi del soffitto dove dei Corvi Bianchi ancora banchettavano delle briciole, dando idea che ci si sedesse a saziarsi puranche in quelle altezze. Due candelabri comuni pendevano ai lati mentre sopra il Bancone veniva calato un Lampadario prodotto intrecciando rami di Tiglio con dei Fiori Incantati che sbocciavano illuminando di Luce Eterea le serate e da cui ciondolavano delle Felci. Sulla destra, tre ampie ceppaie fungevano da palcoscenico con dei funghi nel cardine. Il Bancone di Faggio Bruno era semicircolare, intarsiato con un bassorilievo silvano, sollevava, oltre a svariati fiaschi, Artefatti indecifrabili, Arboscelli esotici dai colori caldi e un paio di Tartarughe con dei Simboli Runici incisi nei gusci pialli. I Liquori erano serbati nei cassetti inferiori del Piano collegato alla Cucina dove venivano serviti gli ordini in uscita. Gli sgabelli erano dei generici tronchi falciati, sedie e tavoli erano al contrario un’opera di stimabile falegnameria, con 3 diverse gradazioni di fascina, sarebbe stato un peccato coprirli con del Lino. L’aria sapeva di brina e delle Lucciole vorticavano spensierate tra un coperto e l’altro mentre Priuma fregava cencio. Smacchiare sotto le sedie era una pena, cominciò evitando di spostare nel dubbio fosse peccato modificare la formazione, lucidava le assi tra una gamba e l’altra con snervo in un processo che le parve interminabile “ è questo ciò che vivevano ogni giorno i servitori a Palazzo? “ si chiese. Mandò al diavolo quell’approccio, scostò le sedie e spolverò sotto i tavoli finquando Lillian non le chiese sorridendo:

<< Hai bisogno di una mano? >> Priuma tenne il broncio

<< Tu ed i tuoi amici pensavo foste impegnati nel beffeggiare >>

<< Perdonaci, non ospitavamo una Novizia da molti anni, abbiamo peccato di scortesia, io sono Lillian e lui è Lloyd, lavoriamo in Sala >>

<< E’ un piacere Signorina >> Si curvò per baciarle la mano

<< Siete… Gemelli? >>

<< Gemelli è una parola asfissiante, diciamo di essere consanguinei >> Disse rivolgendosi alla Gemella. Non ci fosse stato il sesso a dividerli sarebbero state due gocce d’acqua, ambedue i lineamenti erano tumidi con delle piene guancia, una fronte basse e un naso patata. La pettinatura era ordinata e castana, sfumata con la riga al lato per lui e sciolta fino alle clavicole per lei. Uno era tatuato al braccio destro, l’altra al sinistro. Indossavano le 2 distintive varianti dell’uniforme della Lanterna Magica. Occhi Caffè.

<< Invece, il signore infondo seduto è Gordon, il responsabile delle ordinazioni >> Lloyd indicò un uomo attillato nella sua uniforme dall’addome gonfiato e le gambe strette. La pappagorgia era quasi più grande del viso con una alta capigliatura frontale, 3 riccioli sulle tempie e un lungo codino. L’uomo era seduto e salutava distante con un sorriso fasullo

<< Non farci caso, è codardo per i tuoi occhi, gli ci vorrà del tempo per familiarizzare >> Nulla di nuovo per Priuma, la Bicromagia era un’eccezione della natura, ne aveva incontrate di persone diffidenti, pregiudiziose o superstiziose nei suoi confronti e stava bene fintanto che nessuno prendeva l’audacia di importunarla come fin troppo spesso avveniva. Indi per cui quella reazione non fù dissimile se non forse migliore rispetto alla condotta attesa da una Comunità in Provincia.

<< Allora, hai mai lavorato in una Taverna? >> Chiese Lillian. Priuma si sentì subito a disagio e rispose con fatica << No… E’ la mia prima esperienza >> Lloyd diede un morso a un Pomo-Lampone e si sedette sul tavolo infastidito << E ti pareva! >>

<< Lloyd! >> Rimproverò la Gemella

<< Perdonami Signorina, il mio astio non è rivolto a te personalmente, credevo solo che qui le cose funzionassero in altromodo, senza favoritismi >> Lillian replicò veloce mentre Priuma incupì lo sguardo

<< Non c’è bisogno di essere malevoli nei confronti del Signor Blackwood, è evidente che è stata una decisione veicolata dall’eccezionalità di questa ragazza… >> Lillian iniziò a camminare attorniando Priuma che sgradiva sempre di più il dialogo

<< Un occhio Verde… e L’altro Azzurro… Entrambi con gradazioni a me sconosciute… Quali sono le tue doti Priuma? Sei una Taumaturga? Una Creatrice? Una Ingannatrice? >>

<< E voi? Vedo degli occhi Castani? Siete dei Creatori della Vampa? >> Temporeggiò Priuma nel mentre si affrettava a terminare la Sala

<< E’ vero, possiamo generare delle Creazioni di Fuoco come Damon e Brilliana ma non è la nostra inclinazione >>

<< Che sarebbe? >>

<< L’arte delle Radici, detta anche la Creazione dell’Origine >> Disse Lloyd generando dal palmo della mano dei filamenti lignei

<< Queste radici hanno una composizione chimica simile alla pianta di Alloro, possiamo produrre unguenti antinfiammatori e sciroppi digestivi, ma il più delle volte serviamo i clienti creando degli infusi aromatici >> Disse Lillian generando pure lei una radice mentre continuava a camminare

<< Ma non è tutto, con l’Arte delle Vampa possiamo dargli fuoco per produrre un concime ricco di Calcare, Potassio e Magnesio per il nostro Orto, senza di noi, la Cucina dimezzerebbe la qualità dei loro prodotto >> Lloyd arse la radice lasciando cadere le ceneri sul pavimento con arroganza

<< Hei! Avevo appena pulito! >> Entrambi ignorarono la lamentela e Lillian si pose davanti a Priuma

<< Ma questa è poca cosa rispetto ai benefici che potrà donare una Bicromaga! Il tuo occhio Verde per ‘esempio, può guarire gli storpi? Può generare delle tempeste? Può rendere fertili i terreni incolti? >> In coda Lloyd

<< E quello Azzurro? Sà padroneggiare le Fiamme Celesti? Sà premonire il futuro? O forse ancora… >> Priuma subiva col grugno quando il Signor Blackwood e Kamilio scesero dalle scale e disturbarono con le loro urla. Entrambi gesticolavano e camminavano spediti, siccome il Signor Blackwood che indossava un giubbotto di pelliccia nera pareva smanioso di uscire.

<< Signor Blackwood dove vuole andare!? Il suo scrittoio è ancora pieno di documenti da firmare! >> Impanicava Kamilio

<< E’ tutta la mattinata che firmo fogliacci Kamillo, mi sono rotto! >>

<< Ma sono le autorizzazioni per usufruire degli Artigli di Arpia Onirica che abbiamo preso per medicare gli incubi della Signora Parker! >> Il Signor Blackwood vide Priuma di sfuggita ed essendo la nuova arrivata la salutò personalmente, palesemente coinvolto da altri pensieri

<< Buongiorno Priuma >>

<< Buongiorno Signor Blackwood >> Rispose a bassa voce. Poi il Signor Blackwood si voltò e a denti stretti si chiarì con Kamilio

<< Ascolta Kamilio non ho tempo stamani! C’è un’asta a Goccia Pendente, un’asta di Produzioni Artistiche del Maestro Ceramista Giottolone Panniccione! Questo qui è un vecchio che stà con un piede nel fosso quindi appena gli Dei se lo porteranno a sé, Pem! Il valore delle sue opere schizzerà vertiginosamente! Qui facciamo un sacco di soldi! >> Disse gesticolando

<< Ma questo non è un pò… >>

<< Un po' viscido? >>

<< Eh! >> Disse Kamilio dondolando col capo

<< Ma tu lo sai che offesa ho dovuto subire dal Signor Cox alla scorsa Festa dell’Associazione? Stava parlando con una vecchiaccia e nel mentre parlava guardava verso di me dicendo “ Lo sà che quest’anno abbiamo aumentato i profitti del 60%, ho comprato il mio terzo fabbricato difronte alla Lanterna Magica “ hai capito quello stronzo! >> Il Signor Blackwood strozzò l’ultima parola tornando a un tono più confidenziale

<< Questo s’è preso na palazzina difronte a noi per farci un dispetto, ma adesso glie la facciamo vedere noi Kamilio! >>

<< Senz’altro Signor Blackwood… >> Disse Kamilio con viso serio e spazientito

<< Ma prima vuole firmare i suoi documenti? >>

<< Kamillino e fallo tu! Fammi questo piacere lo hai fatto tante volte no? Sei l’Incantatore degli Inganni, fai un’Ingannino con la mia firma, copia e incolla e fai anche prima no? >>

<< Le avevo detto che non lo avrei più fatto, se qualcuno dovesse accorgersi della falsificazione e la portasse alle attenzioni dei Prelati, altro che sanzione qui cade tutta la baracca, me compreso! >> Disse sorridendo con superiorità

<< Kamilio… se non lo fai torni a lavare il Maiale della Sauna… >> Kamilio grattato da quelle parole, cambiò attitudine e rispose

<< Dice che mi conviene firmare? >>

<< Ti conviene Kamillo, ti conviene >> Disse il Signor Blackwood con un ghigno

<< E allora firmo >>

<< Bravo Kamilio! Buon lavoro ragazzi! Stasera papà torna con dei regali ahahah >>  Il Signor Blackwood uscì ridendo sguaiato, Kamilio si voltò borbottando qualcosa di poco lusinghiero finchè non si ricordò di avere gegli spettatori, sbattè le mani e disse

<< E voi che avete da guardare! Lloyd, Lillian, Gordon, andate a pulire la Sala Ristoro dei Signori Clienti! Subito! >> Gordon rispose balbettando servile ed i 2 gemelli lanciarono un’ultima occhiata a Priuma prima di andarsene. Rimasero soli lei e Kamilio che le si avvicinò con le mani dietro la schiena. L’espressione era dura, ora che il Caposala aveva conosciuto i ruoli si allietava nel poter comandare la Principiante, era un uomo dall’indole impositoria ed egocentrica e pareva già nutrire particolare gusto nell’infierire su Priuma. Camminava avanti e indietro nel tentativo di essere minaccioso

<< Ho ricevuto l’informazione del tuo tirocinio sotto l’ala di Ruth, ciononostante è fondamentale che tu apprenda la nostra gerarchia. Io sono il Governante di questa Taverna, tutti i Tavernieri devono rispondere a Mè, Ruth compresa e in maggior misura Tu, Signorina Pettolilla. Non mi interessa se sei un Prodigio o una Bicromaga, qui si lavora come fanno tutti! >> Priuma non riusciva proprio a esibire un’espressione neutrale sollevando spesso gli occhi per sfogare l’antipatia

<< Se io ti dico di correre tu corri, se io ti dico di saltare tu salti, se io ti dico di volare cosa fai? >>

<< Io volo… >>

<< Gli esseri umani non volano! Non si dicono panzane al Governante! >> Si rivolse difronte a lei

<< Non so quali circostanze abbiano portato il Signor Blackwood ad assumerti senza il mio consulto ma stai sicura che io non ti toglierò gli occhi di dosso nell’immediato. Io ti osservo… sempre >> Kamilio arretrò fissandola mentre attivava un’Arte illusoria, un Inganno per diventare invisibile. Doveva essere un’uscita di scena teatrale ma il rumore delle assi di legno era echeggiante nella Sala, a tal punto da costringere Priuma a suggerire

<< Può uscire dall’altro lato per cortesia, li ho appena lavato >> Dopo qualche attimo, l’uomo invisibile cambiò percorso e passò davanti in un momento molto imbarazzante.

Con grande sforzo, Priuma finì di lindare, si asciugò il sudore come se avesse duellato per una mattinata e cercò di cancellare l’esperienza dalla memoria. Incrociò Ruth.

<< Ruth ho finito, c’è altro che dovrei… >> Non riuscì a finire la frase che Ruth la prese per un braccio e la posizionò nella tangente tra il lato destro della porta d’ingresso e le scale, in una fila che si venne a formare composta da pressocchè tutto il personale della Lanterna

<< Ma quanto ci hai messo? Poggia queste robe, stanno entrando i Signori Clienti! >> Effettivamente Priuma notò un brusio impaziente fuori dall’entrata e dei passi indigenti arrivare dal corridoio del Primo Piano.

<< Abbassa il capo! >>

<< Come scusa!? >>

<< Benarrivati Signori Clienti! >> Disse il Personale in coro. Dal foro della porta partì una scintilla di luce artificiale che rincorse la sagoma e quando arrivò dall’altro lato spalancò l’entrata lasciando entrare ogni genere di Incantatore diretto nella Sala da Pranzo. Chi giungeva dal primo piano era un Cliente in Affitto oppure un paziente dell’Ala Medica. Gli Incantatori erano individui rari nel Rgno di Altaura, rappresentavano solo il 2% della popolazione ed erano sì dipendenti pubblici impiegati nella creazione di Circuiti Incantati, dipendenti privati che impreziosivano le attività con le loro Arti della Creazione o soldati che avevano fatto giuramento sul Drappo Reale, ma anche Alchimisti, Erboristi, ed Eremiti pertanto il vestiario era notevolmente dissimile dai signori che Priuma aveva ravvisato il giorno prima. La maggioranza copriva il volto con dei cappucci, l’indumento più in voga tra gli Incantatori. Poi vi erano le toghe, lunghe e dai tessuti facoltosi in Raso e Velluto Animale di ogni colore, molti accompagnavano a questi dei cinturoni in pelle aventi dei borsetti con all’interno la qualunque, tendenzialmente oggetti più ordinari di quanto fosse facile supporre, denari, chiavi, note commerciali ma anche erbe medicinali, polveri odorose e carcasse di piccoli animali dal dubbio utilizzo. Non vi era grande differenza tra i costumi maschili e femminili, alcuni si lasciavano accompagnare da una mantella o da un lungo mantello, da dei veli di cotone o del cuoio di camoscio con incisi dei contrassegni e poi c’erano gli orpelli, anelli, collane, catene, cinturini con variopinte ampolle, rotoli giganti, teschi ignoti e infine, le Verghe, i Catalizzatori Eterei erano andati in disuso ma qualche anziano rimaneva ancorato alle tradizioni e amava Castare col Legno di Betulla o Salice Piangente in mano, le Verghe erano la personificazione del Flusso Etereo di un Incantatore per questo erano così varie e distinte, da quelle più naturali, con rami e fogliame a quelle rivestite in metalli colorati, raffiguranti animali o decorazioni astratte. Alcuni erano accompagnati dai loro Famigli che adoravano l’abbondanza Eterica della Quercia Madre e la sfruttavano per fare pieno di Energia. Tutto il personale teneva la testa china, tranne Priuma che col solito sguardo indifferente vedeva passare gli ospiti con un braccio appoggiato sul fianco

<< Novellina, abbassa la testa ho detto! >> Ribadì Ruth

<< Non vedo perché dovrei farlo, non sono mica la loro lacchè! >> Kamilio le comparve affianco e le abbassò forzatamente il capo mentre con un sorrisono fittizio salutava i clienti nominandoli con lusinghe. Fù la prima volta che Priuma dovette inchinarsi per qualcuno che non era di Sangue Reale.

Tre quarti d’ora dopo la Sala era zeppa e indaffarata nel servire le colazioni nei tavoli e sul bancone, chi mangiava in piedi, chi seduto, chi non mangiava ed era venuto per la compagnia. Era sorprendente per Priuma vedere quegli Incantatori liberi di usare l’Etere a piacimento, disegnando col fuoco o creando Arcobaleni con l’Arte dell’Acqua. Non aveva ricevuto direzioni da Ruth che era troppo indaffarata con le ordinazioni, poteva solo aspettare che le acque si calmassero. Nel mentre continuava a ricevere sguardi curiosi, un po' per i suoi occhi e un po' perché molti clienti affezionati si interrogavano sul chi fosse la giovane Bicromaga. Priuma pregò ogni istante di non essere domandata, nemmeno una cosa inusuale come una Sala colma di Incantatori suoi simili riusciva a salvarla dall’indisposizione. Con le mani raccolte davanti non poteva che origliare le discussioni dei Clienti finquando un Petauro di colore Verde e dalle striature bianche con le sacche guanciali gonfie non atterrò sul tavolo davanti a lei fissandola, pensò fosse un Famiglio finchè un Signore Incantatore urlò

<< Il Bollettino! >>  E subito dopo decine di Petauri entrarono dalle finestre librarsi sul soffitto, i Clienti iniziarono a tirare delle monete di Rame nel cielo ed i Petauri li raccoglievano con dei riflessi animali, poi rigurgitarono dei giornali appallottolati in una melma viscida e verdona ed andavano scagliandosi sulle mani dei clienti più accorti, quelli meno se la beccavano in faccia, un’insolita usanza Kaerudiana. Quando i primi Bollettini stampati a caratteri mobili iniziarono ad essere aperti dagli Incantatori uno di loro disse

<< Cosa aspetti! Leggi! >> Presentando a Priuma l’abitudine di far leggere a qualcheduno le notizie principali ad alta voce, e così un anziano dalla folta barba iniziò a divulgare

<< Davanti all’ennesimo rifiuto da parte dell’Impero di Pneumia nell’abbassare i costi d’esportazione del Valorio, il Regno di Altaura si vede costretto a negare il commercio di un’altra materia prima, l’Ottone che nel nostro territorio si trova in grandi quantità mentre l’Impero ne è povero. Questa restrizione è l’ultima di una lunga serie di provvedimenti volti a sollecitare i nostri vicini alla ragione, ad oggi le materie non più smerciabili sono il grano, il sale, le patate, le barbabietole, il carbone ed i pregiati prodotti della nostra viticultura. Tutti i commercianti le cui attività subiranno delle perdite sappiano che riceveranno dei contributi come già avvenuto e apprendano che questa è la conseguenza della perfidia Imperiale. Il Valorio è ad oggi l’unico minerale conosciuto grazie al quale è possibile innestare dei Circuiti Incantati, senza i quali la nostra vita quotidiana sarebbe stravolta, con cosa riscalderemmo le nostre case d’Inverno? Come faremmo a mantenere le nostre fabbriche produttive al calar del sole? I’Impero non si pone queste domande e continua ad alzare il prezzo del Valorio in un avido monopolio >> Tra i brusii avvelenati dalla condotta Imperiale ci fù un Incantatore che sbottò

<< La facessero finita con questa farsa e iniziassero la Guerra! >> Era una figura incappucciata a parlare, oltre i sessanta anni, con un copricapo a forma di Fungo rosso, una tunica marrone con appiccicate foglie giallastre e una lunga barba, veniva chiamato l’Incantatore d’Autunno

<< Eh? Non lo dire nemmeno per scherzo >> Disse un giovane

<< Ragazzo, ho vissuto abbastanza da saper riconoscere la ciclicità di determinati eventi, secondo te perché hanno lasciato invariato il prezzo del Valorio per Riflesso o per il Ducato delle Argille? Perché noi saremmo più ricchi? Sciocchezze, quello a cui stiamo assistendo è lo sviluppo di un clima idoneo al conflitto che come è voluto dai grossi imprenditori deve essere voluto pure dagli agricoltori >> Un altro Signore aggiunse grattandosi la barba

<< Si però… una Guerra di queste dimensioni ai giorni nostri… >> Poi una Signora

<< Dicono che l’Esercito Imperiale non confidi più negli Incantamenti, ma in armi metalliche, con cannoni capaci di creare Esplosioni il triplo più grandi di un Incantatore della Vampa! >>

<< Vorrei ben vedere, loro hanno coltivato il progresso mentre i nostri Governanti sono rimasti a bearsi nella Gloria dei loro padri. Alla fine sapevamo tutti che questo momento sarebbe arrivato, dopo la Peste del Vuoto il Mondo si è ripopolato ed adesso le due più grandi Potenze Militari sono pronte per rubarsi i reciproci territori >>

<< Sono d’accordo col signore là giù, queste tensioni hanno iniziato a maturare da quando il Regno ha assoggettato la Nazione di Grandoza 32 anni fà! Quello è stato il segnale che il Mondo si è ripreso ed è preparato ad un nuovo Grande Conflitto >> In molti tacquero consenzienti

<< Vi è qualche notizia sugli Adombrati? >>

<< No, nulla di nuovo, quei Mostri schifosi continuano ad uscire dall’Antica Barriera come scarafaggi sul confine Occidental del regno, segnalano altre sommosse ma sono interventi penosi… >>

<< Ma il nostro Rè non potrebbe sanare le falle nella Barriera? E’ stato un suo antenato a castarla dopotutto… >>

<< L’Antica Barriera è un Incantamento arcaico e potente! Si dice che non vogliano rivelarlo esplicitamente per non comunicare debolezza alle altre nazioni ed alla sudditanza ma un’Arte del genere tende a prosciugare permanentemente il Sangue Reale… Quando il nostro Principe raggiungerà l’Età da Matrimonio, il Re potrà abdicare e casterà un Incantamento rinforzante con le sue ultime energie, vedrete! >> Tutte quelle chiacchiere resero Priuma pensierosa e in un qualche modo, nostalgica. Un Petauro le si appoggiò sulla punta della testa per pastare una noce, Priuma non apprezzò cotanta audacia e lo avvisò prima vocalmente “ scendi!, vattene! “ e poi passò alla forza quando ragazzino le frenò il braccio dicendole

<< Non lo faccia prego >> Priuma si girò. Era un giovane di qualche anno più piccolo di lei, aveva un caschetto Verde Pisello e dei vestiti leggeri ma raffinati, gilet e pantaloni neri a righe con una camicia Verde Pino e un Papillon Nero. Viso lavato e occhi Verde Acqua. Era intento a riprodurre il roditore su un album da disegno con un’espressione assorta ed estraniata dal resto del mondo

<< E’ sulla mia testa! >> Disse Priuma senza una nota di servilismo

<< Lo vedo >> Rispose lui

<< Senti io adesso lo sposto >>

<< Sei diversa dagli altri dipendenti. Sei nuova? >>

<< Sono stata assunta a partire da oggi >>

<< Non sei di queste parti vero? Vieni da Kamelot >>

<< Come lo hai capito? >>

<< So riconoscere l’accento, mio Padre mi ci ha portato una volta, è il Generale Clorum >>

<< Il Professor Clorum è tuo padre!? >> Sobbalzò Priuma facendo scappare il Petauro

<< Oh… scusa… avevi finito di ritrarlo? >> Il giovane girò l’album mostrando una discreta matita per il poco tempo con cui era stata concepita

<< Lo ho solo abbozzato, domani sei di nuovo qui giusto? >> Priuma concedendosi un attimo di riposo si sedette accanto a lui e rispose sconfortata con la testa poggiata sul tavolo

<< Purtroppo sì… >>

<< Conoscevi mio Padre? Hai fatto una faccia… >> Priuma tacque, pensò e rispose

<< Solo di fama, è il Generale di Briom-Xalma giusto? >>

<< In realtà la sua area di competenza si estende fino all’Alleanza di Malva che comprende Marea, Maggione e Malusa, è praticamente il nostro baluardo sul confine >>

<< Bhè deve essere piuttosto indaffarato con questa storia degli Adombrati >> Disse Priuma alzando la testa

<< Si, sono giorni che gli scrivo ma lui… wow, hai gli occhi bicolore… >>

<< Non lo avevi notato? >> Disse Priuma col viso stanco e gli occhi stretti

<< Stavo guardando il Petauro >>

<< Posso glissare almeno con te? >>

<< Già, immagino saranno giornatine pesanti le tue… cambiamo argomento, tu ami gli animali? io adoro gli animali! >>

<< Per quello stavi ritraendo il Petauro? >> Il ragazzo le porse l’album invitandola a sfogliare

<< Esatto guarda qui, vengo alla Lanterna Magica per disegnare i Famigli di tutti gli incantatori! Questo, è un Cinciquà, lo aveva una Signora di Triliegia e questo è una Silfide del Fuoco, sembra un grosso insetto e questo è un… non conosco il nome lo ho visto di sfuggita ma è bellissimo no! >> Esclamò quasi saltellando

<< Quindi presumo tu stia studiando Zoologia >>

<< Oh bhè… non col mio problema… >>

<< Quale problema? >>

<< Questo >> Dall’arto del giovane uscì del Liquido Gelatinoso dello stesso colore dei suoi occhi, era molliccio e con delle bolle all’interno ma non colava e restava attaccato alla mano

<< Cos’è? >> Chiese Priuma

<< Questo è un composto polipeptidico instabile a base di acido nitrico… è l’Incantamento che la mia famiglia esercita da generazioni e io ho avuto la “ fortuna “ di ereditarlo, si tratta essenzialmente di una gelatina infiammabile, rischio di farmi esplodere la mano ogni volta che la genero, utile vero? >> Disse ironico e sconfortato, poi proseguì

<< Mio padre mi ha iscritto all’Accademia Militare di Kaerud nella speranza che tenga alto il nome del nostro Nobile Casato >>

<< Ma questo non è ciò che vuoi, giusto? >> Il ragazzino ci pensò

<< Rispetto mio padre ma l’idea seguire le sue orme sul fronte non riesco ad accettarla, non con quello che stà succedendo, non con quello che succederà… Tu cosa sai dirmi sugli Adombrati? >>

<< Non dirmi che hai paura di affrontarli >> Disse Priuma tentando un sorriso schernente

<< Si >> Replicò con serietà il ragazzo, rovesciando i toni, Priuma si schiarì la voce e rispose in modo altrettanto serio

<< Si dice che 8 secoli orsono gli Adombrati vissero in una grande Nazione a Nord del Regno, poi uno dei loro Monarca, corrotto dall’ambizione sancì un patto con un Demone, questo gli promise di regalare al suo popolo l’Incantamento del Vuoto, il più potente degli Incantamenti, capace di sottrarre con un semplice tocco l’Etere in ogni essere vivente, in cambio di tutte le altre Arti e l’Anima di ogni abitante del popolo, il patto venne accettato e il Regno conobbe quella Piaga come La Peste del Vuoto, in 8 settimane, l’esercito di quella Nazione si espanse riducendo la popolazione Mondiale, finchè, alle porte di Kamelot, gli Dei Dormienti non Sognarono, fecero discesero i 7 Arcimaghi che ricacciarono gli invasori nelle loro terre e furono Sigillati con l’Antica Barriera della Famiglia Reale. Il Regno disprezzò a tal punto quella calamità da abolire il nome dei suoi abitanti e della loro Nazione che oggi è conosciuta come La Fossa del Vuoto. E’ una terra grigia, arida e sterile perché il tocco degli Adombrati è ancora temibile, possono permanentemente epurare l’Etere di un Incantatore in pochi secondi, ma ormai sono l’ombra di sé stessi, perennemente in guerra tra loro hanno perso ogni forma di Governo in quel luogo di penitenza… >>

<< E… tu pensi che siano veramente senza Anima? Li hai mai visti >>

<< Io… Io li ho… Ah! >> Priuma ebbe un giramento di testa, si toccò la fronte e percepì una mano sulla spalla

<< Novellina, hai riposato abbastanza, ho del lavoro da darti >> Disse Ruth. Priuma rinsavì con una voce stordita

<< Per le colazioni? >>

<< Non c’è tempo per le colazioni, seguimi >> Priuma salutò il ragazzo che le chiese urlando in ritardo

<< Non ci siamo scambiati i nomi! >>

<< Io sono Priuma… Priuma Fantàsia Pettolilla, e tu? >>

<< Oliver! Oliver Carbone Nobel! >>

Priuma si ritrovò in una angusta stanza del Quinto Piano con addosso un grembiule, degli stivali, una stoffa sul viso a mò di mascherina e un enorme Suino difronte a lei. Ruth era affianco e un Signore che ammansiva la putrescente creatura.

<< Novellina, ti presento Il Maiale della Sauna! >>

<< E’ uno scherzo vero? >>

<< No, è il tuo nuovo amico! Tranquilla ci siamo passati tutti di qui, vero Paul? >>

<< Il Maiale della Sauna è una sorta di rito di iniziazione per ogni dipendente della Lanterna Magica. E’ una creatura mansueta, in via d’estinzione, ci sono delle Colonie nell’Isola Grandimpronta. Sono mastodontici erbivori che abitano nel fango e nell’humus, questo spiega l’ambiente in cui ti ritrovi. Noi lo nutriamo con del particolare Fieno Termale, è un’erba ricca di solfuri, calcio e magnesio. Quando viene mangiata il Maiale lo assimila in uno dei suoi 3 stomaci, il primo è un normale organo digestivo, il secondo serve per smaltire la cellulosa in eccesso e il terzo fà al caso nostro perché sintetizza il Fieno e lo trasforma in un liquido terapeutico che secerne dalle proboscidi, è gradito dai Signori Clienti per le sue funzioni antisettiche, mucolitiche e antiallergica. Ogni proboscide entra in una apposita tubatura, il cliente deve nutrire il Maiale con uno dei nostri Involtini di Fieno Termale per ricevere la sua dose di Acqua Terapeutica >> Priuma rimase atterrita.

Se i Nifàpotami la avevano infastidita, il tanfo di quella creatura rischiava di farla svenire, si trattava effettivamente di un enorme Suino con una massa muschiosa e fungosa che vi cresceva sul dorso, aveva una enorme grugno sotto il quale crescevano delle zanne di cartilagine, una barba fatta di proboscidi più lunghe, quasi tentacolari e sul posteriore una coda a forma di pinna caudale. La stanza era arborea con le pareti ricoperte di erbacce e uno strato di fango alto 20 centimetri. Sul fondale Priuma sentiva scivolare dei solidi, meglio non sapere di cosa si trattasse. Il Signore era intorno alla trentina, aveva dei capelli castani con una riga centrale e della barba trascurata, un mento lungo, degli occhi Oliva sonnolenti e del tabacco perennemente masticato.

<< Dovrei pulire questo Pachiderma Nauseabondo che voi chiamate Maiale con questo scopone? >>

<< E’ più facile di quello che sembra >> Disse Ruth

<< Adesso ti apriamo l’acqua calda e ti stappiamo il tombino dello scarico, quello che devi fare è semplicemente scrostare il fango dal Maiale e pulire ciò che rimane sulla superfice della stanza, puoi farcela >>

<< Se c’è l’ha fatta Gordon, possono farcela tutti >> Effettivamente la frase del signore la spronò un pochino. I 2 veterani la lasciarono sola con un’ultima frase

<< E ricordati, non nettare l’interno della sua bocca, lui non… tu non farlo e basta >> “ Ma non era mansueto!? “ si domandò. La visse come una sfida, scrostò con forza e dedizione il sudicio del Maiale, le bruciavano gli occhi e qualche volta dovette abbassarsi la stoffa per respirare, chissà poi cosa, ma almeno respirava. Ebbe il suo momento di panico quando andò a smacchiare il muso del Suino, “ forse doveva ammansirlo di più “ pensò, perché le parve fin troppo in agitazione. Il grugno fù particolarmente arduo, dovette essere delicata ma impavida, si incrociarono spesso gli sguardi e comprese che nemmeno lei doveva essere una compagnia gradita alla bestia, forse raschiava con troppa irruenza per i suoi gusti, ma alla fine Priuma riuscì a concludere pure questo incarico, indebolita, potè tornare a respirare, si fece una doccia, si cambio d’abito e ritrovò Ruth al Piano Terra notando che era scoppiato un diluvio nel mentre

<< Ruth io ho… >>

<< Vieni Novellina, c’è da pulire la Sala da Pranzo >>

<< ANCORA!? E’ uno scherzo vero? >> Ridisse Priuma

<< Mi hai preso per una Teatrante? I Signori Clienti arriveranno per l’ora di Pranzo, mancano 2 ore, io vado a sistemare un’incidente nell’Area Ricreazione, ci vediamo dopo >> Non le venne dato tempo per pensare a una qualsiasi forma di replica che Ruth era già scappata. Restò persa nel suo sgomento.

Era tutto da rifare, anzi era peggio, le briciole, le brioche e le macchie di marmellata la stavano tentando di scappare. Era un’onta troppo grande da sopportare per lei, 2 volte nella stessa giornata, anzi, nella stessa mattinata notò contorcendosi nei pensieri. Ricominciò a pulire con lenta abnegazione, raccogliendo e cestinando gli avanzi più grossi, poi spazzò nuovamente, anche se non era un lavoro d’intelletto le iniziò a bruciare la testa, troppi pensieri, troppo inferociti. Quando riprese il cencio aveva la mente svuotata e agiva con automatismo anche se la testa continuava a bruciarle dal fastidio. Poi c’era quell’aspetto che aveva già imparato ad odiare. Spostare le sedie. Smacchiare. Rimettere le sedie. Per ogni tavolo. Pregò di riuscire a tenere la mente il più disimpegnata possibile per non venire meno dall’emicrania.

<< Allora come procede il primo giorno di rodaggio? >> Priuma lo aveva già notato, era L’Incantatore d’Autunno. Pregò l’uomo di essere accorto in ciò che aveva da dire perché sentiva di non rispondere delle proprie azioni.

<< Sgozzare una Viverna sarebbe stato meno laborioso >> Disse Priuma con poca ironia

<< Non ne dubito, si raccontano tante Epiche sulle Viverne ma alla fine sono solo delle lucertole alate, dalla corazza non troppo spessa, una freccia ben piazzata e via… >> Priuma si voltò sospendendo il movimento dondolante

<< Lei chi è? >>

<< Pomo’Doro Anomalocarius Wilson, Noto come L’incantatore D’Autunno, Ex Ingeniere della Sicurezza Eterica >>

<< Lavorava per il Ministero? >>

<< Ho viaggiato per tutto il Regno, certificavo che le varie attività non abusassero degli Incantamenti oltre i limiti consentiti… tranquilla, non sono più in servizio e anche se lo fossi stato, la Lanterna Magica è un’eccezione anche se mi sarei messo le mani nei capelli per un paio di cose… facciamo una dozzina… Ma non viaggio più e questa Taverna è un perno per molti Incantatori provenienti da tutto il Regno, in un certo senso… ora è il Mondo a venire da mè >> Priuma perse la sua diffidenza e pose una domanda

<< Signor Wilson… >>

<< Chiamami Pomo’Doro >>

<< Signor Pomo’Doro… Mi chiedevo, perché esistono le Taverne Incantate? E’ poco pratico lasciare questa autonomia a dei semplici Tavernieri >>

<< Vedi Signorina… >>

<< Pettolilla, Priuma Fantàsia Pettolilla >> Pomo’Doro non accolse l’Invito della ragazza e la chiamò per nome

<< Signorina Priuma, l’Etere è il flusso vitale del nostro Mondo, anche chi non pratica Incantamenti ha dell’Etere all’interno di sé, è ciò che fà battere i nostri cuori, germogliare le piante e nutrire i mari ma anch’esso in grandi quantità può essere letale. Nella mia vita ho documentato innumerevoli casi di Cittadine plagiate da morbi inspiegabili la cui fonte si è rivelata essere un Addensamento Eterico proveniente da vicine foreste, bestie o monumenti che necessitavano un intervento. L’Addensamento Eterico può procurare dermatiti, dolori muscolari, nausea, anoressia, tumori! Ho avuto la sfortuna di soccorrere famiglie con bambini nati nella Demenza a causa di diverse violazioni all’interno delle fabbriche, taluni Incantamenti se abusati possono incorrere in esiti letalmente inavvertibili. Questo rende i conflitti doppiamente pericolosi! Il mio povero fratello, che partecipò all’Annessione di Grandoza, non morì sul campo ma anni dopo a causa di un Angioma dovuto alla Densità Eterica! Fortunatamente, la maggioranza della popolazione non subisce queste complicazioni ed è ancora materia di studio, eppure ogni attività deve dichiarare tutti gli Incantamenti che vuole utilizzare ed è compito del Ministero stabilire l’approvazione e la quantità d’uso giornaliera. Sebbene questa politica abbia migliorato il tenore di vita Altauriana, ha altresì creato uno spiacevole contraltare, sai citarmi tu quale? >>

<< Suppongo… l’atrofizzazione della Ghiandola Eterica? >> Pomo’Doro schioccò le dita

<< Sei perspicace! Il Flusso Etereo delle ultime generazioni è sempre più disabituato nello sperimentare ed evolvere gli Incantamenti e questo ha flesso la vigoria degli Incantatori che sono molto più fiacchi rispetto ai nostri Antenati e questo non è ottimale per l’incombente conflitto. Io ipotizzo che il Parlamento stia avviando un processo di reintroduzione dell’Etere nella quotidianità, le Taverne Incantate sono un banco di prova, gli esercitanti vengono selezionati con cura e un giorno verranno estesi alle botteghe, alle fabbriche ed a ogni altra attività… >>

<< E questo è… Sbagliato? >>

<< E’ una scempiaggine! Sono degli idioti azzardati! Non tutti gli appezzamenti possono essere depurati come la Quercia Madre! >>

<< Effettivamente, mi chiedevo per quale motivo nessuno qui abbia mai accusato le conseguenze dell’Addensamento Eterico >>

<< Bhe… >>

<< Novellina! E’ urgente rispondi! >> Pomo’Doro venne interrotto dalla voce di Ruth che proveniva da un condotto vocale che sporgeva dal Bancone. L’incantatore si girò con familiarità e indicò il condotto

<< E’ per te >> Disse

<< Dimmi Ruth… >> Rispose Priuma con un filo di ansietà stappando lo sportellino del condotto 

<< Abbiamo un problema nel Repositorio del quinto piano! >>

<< Ma il Salone… Non ho ancora finito di… >>

<< Non importa! Vieni subito! >> Impose la Rossa. Priuma salutò fuggente Pomo’Doro e lui le fece un augurio. Batteva le assi scricchiolanti incuriosita dall’emergenza, evase un paio di Incantatori, salì la Carrucola ed imboccò il corridoio chiedendo informazioni su dove fosse la camera citata da Ruth, quando vi entrò vide la sua Tutrice assorta in un silenzio prevalso solo dal picchiettio del gesso rosso col quale stava scrivendo una Formula Runica sull’intero pavimento.

Era un’iscrizione complessa composta da dei triangoli sovrapposti nei Punti Cardinali e 4 guerrieri stilizzati nei lati diagonali esterni, erano collegati da diverse righe testuali che confluivano in un perimetro centrale con incisa una Runa Maggiore. Il Repositorio era un ordinario tugurio con degli scaffali carichi di libri polverosi e casse con ragnatele ovunque.

<< Si tardiva Novellina! Vieni qui e non calpestare il Sigillo Runico! >>

<< Cos’è questo odore? >> Lamentò Priuma con la mano alla bocca

<< Solfato di Ammonio, ora ascolta! Vai al centro della Runa Maggiore, col braccio Destro reggi quella Candela Scarlatta, col sinistro quel Ramo di Mimosa Sanguigna e con la bocca mordi il cucchino e ponici sopra l’uovo senza farlo cadere! >>

<< Che cosa!? >> Urlò confusa Priuma non adempiendo all’ultima richiesta, alchè Ruth gli forzò la posata nelle fauci

<< Qualunque cosa accada non muoverti! Non spegnere la candela e per la tua incolumità NON frantumare l’uovo! Tornerò tra un’ora! >> Priuma protestò mugugnando con un verso che voleva probabilmente significare “ Perché? Cosa succede se l’uovo si rompe? “. Ruth schioccò 2 volte le dita, alla terza il Sigillo Runico si illuminò, le formule cominciarono a fluttuare in verso antiorario ed i guerrieri stilizzati si drizzarono tenendosi per mano e intonando un canto infantile impaurente, poi batté la porta lasciando sola la Bicromaga. Benché entrassero dei fiochi raggi mattutini dagli infissi sovrastanti, la stanza era spaventosamente diabolica, abbacinata dagli sfavilli rossi delle Rune che con la loro danza terrificarono Priuma, naufragata in un mare di disagio e domande insolute. L’emicrania tornò a pizzicarla. Dopo un niente, Smeraldello discese da uno degli infissi per accomodarsi sopra un tomo, portando una tracolla con delle pergamene

<< Le frasche mi hanno riferito che ti stavi adoperando nel fungere da Catalizzatore per un’Esorcizzazione e una di quelle impegnate vedo… >>

<< Che cosa vuoi? >> Domandò Priuma intollerante con dei versi

<< A causa del tuo sgarbo ho dovuto ingegnarmi per riscrivere il Sigillo d’Ingresso fino all’alba di stamani! La biologia di noi Grim non ci richiede di dormire ma è una gradevole abitudine ed ‘è infelice esserne privati, pertanto, ho deciso di ricambiare la scortesia con… questo! >> Smeraldello vuotò il contenuto della tracolla e aggiunse

<< Queste sono le poesie che il Signor Kamilio scrive al calar del sole! Possiede un talento… Particolare e ho ben pensato di condividerlo con tè visto che hai bisogno di intrattenimento! >> Priuma sollevò la sclera al cielo capendo di essere condannata e mugugnò per certo una volgarità

<< Oh foglia, oh foglia, eri così bella e attaccate, ma è stato l’autunno a coglierti impreparata e ora nel terreno sei cascata, oh albero, oh albero, un tempo eri… >> Dopo un’ora di straziante agonia, l’emicrania di Priuma era svanita, l’accettazione del dolore aveva vinto su ogni cosa ed ora la sua mente era inaridita e il suo viso stremato, imbruttito dalle occhiaie. Le poesie di Kamilio erano inconcepibilmente orribili, vincevano la statistica che avrebbe talora concesso qualche verso riuscito anziché il completo disastro, sia per le strofe che per i temi davvero mediocri, il tutto accompagnato dal molesto canticchio delle Rune

<< Ecco ci siamo! >> Disse Smeraldello preparandosi per saltare all’improvviso di Priuma che non badava più allo scorrere del tempo. Le Rune presero a lampeggiare e si coagularono sul Bianco dell’uovo attraverso il corpo di Priuma che saltellò sbigottita. Quando finirono di lampeggiare il tuorlo era diventato rosso e iniziò a creparsi. Fuoriuscì un verso sofferente di una creaturina che non apprezzava più l’ambiente in cui era nascosta, schiuse definitivamente il guscio e ruzzolò sul legno un rettile Nero Carbone dal deformato viso umanoide, privo di naso con 2 paia di corna sotto un altro paio di giganti orecchie e degli enormi occhi Scarlatti. Il ripugnante tentò di fuggire, ringhiava e si dimenava ma alla fine Smeraldello lo fermò con una zampa e lo ingoiò in un boccone terminando l’Esorcismo. Priuma e il Grim si guardarono muti, lui impassibile lei stomacata

<< Meglio che tu non conosca questa storia >>

<< Novellina! Avete finito li!? >> La interrogò Ruth da un altro condotto vocale. Priuma si accostò sudata alla cornetta

<< Si, l’uovo è diventato rosso è uscita una cosa e Smeraldello la ha divorata ma io… >>

<< Allora vieni subito al Secondo Piano, stanza 036, sbrigati! >> Gesticolò esprimendo l’intenzione di replicare ma sfiatò sconfitta e rabbiosa

<< Con te faccio i conti dopo, razza di Nutria! >> Corse verso il prossimo incarico e all’interno della stanza 036 trovò Ruth, Lloyd e un minuto Incantatore con occhiali tondi e papillon, impanicante, che muoveva i suoi averi fuori dall’appartamento

<< N-non rovinerete i miei, i miei manufatti vero? Ci sono o-oggetti molto preziosi! >>

<< Stia tranquillo signor Collins, ridaremo alla sua stanza la dovuta immagine, Novellina! Come puoi vedere il Signor Collins ha avuto un incidente… >>

<< Esperimento di Collaudo! >> Corresse sfrontato il Cliente

<< Si bhè, ora la sua stanza è tappezzata di Piante Carnivore della Lavanda e dobbiamo estirparle senza nuocere alla mobilia o agli effetti personali ovviamente >>

<< Se è stato lui a creare questo problema perché non se le estirpa da solo le Piante Carnivore? >> Priuma pose una domanda talmente impudente assieme a un tono di voce così naturale da non aver indisposto il Signor Collins incapacitato di concepire che un simile linguaggio provenisse da un dipendente. Viceversa Lloyd intese alla perfezione e fù prima sconcertato con gli occhi sgranati e poi adirato, da quell’espressione si poteva scoprire quanto ci tenesse al suo luogo di lavoro e quanto quelle parole fossero un’offesa personale e agli standard che lui aveva costruito per anni mentre Ruth agì con tempestività, tentando di fuggire dalla situazione imbarazzante

<< “ No Novellina, l’Area delle Contrar Parole è al Settimo Piano, ora prendi le Pinze e dai una mano a Lloyd “ >> “ Ma che ti prende!? “ le sussurrò in un orecchio. Rimase sola con l’inimicizia del collega, entrambi taciturni venivano ripetutamente azzannati dalle Piante Carnivore Violacee in un compito di perseveranza

<< Non puoi usare pure te l’Arte della Vampa per andare più veloce? Hai gli occhi Azzurri, dovresti saper Creare le Fiamme Celesti no? >> A differenza sua, Lloyd accompagnava del fuoco alle pinze che lo aiutavano ad essere più spedito. Priuma tacque

<< Certo, troppo solenni per essere impiegate nell’estirpare delle comuni erbacce >> La accusò Lloyd con cattiveria. Lei continuò a tacere, condividendo la rabbia solo con sé stessa.

Fuori continuava a diluviare e quando ebbero finito Ruth e Kamilio la assalirono di mansioni, dalle più semplici a quelle più impegnative, ma tutte tediose: Scrostare pareti corrotte, riparare complessi manufatti, tosare bestie agitate e altre compiti imperscrutabili come la vicenda dell’uovo. E poi vi era un ricorrente evento che faceva perdere le staffe a Priuma. Ruth o chi per lei le chiedeva di andarle a prendere un’oggetto, un panno, una pietanza, un utensile, quello che era… e la locazione di questi oggetti era molto generica per una Novizia… “ è nella dispensa “ dicevano “ è nella caldaia principale “ dicevano, ma questi luoghi erano Giganti! Era come trovare un ago in un pagliaio. Alchè Priuma il più delle volte tornava chiedendo ulteriori informazioni e visto il ritardo i Tavernieri la guardavano delusi e senza rispondere andavano a procurarsi da soli l’oggetto. “ Ma che ne so io dove devono stare certe cose!? “ Pensò Priuma.

<< Tieni, devi pulire la Sala da Pranzo >>

<< ANCORA!? E’ la terza volta! >>

<< E dopo Cena dovrai pulirla una quarta, questo non è mica un Forno! >> Disse Kamilio porgendo la scopa a Priuma. Non si era seduta dalla mattina, era stanca, ogni incarico era uggioso e l’idea di pulire la Sala da Pranzo ancora una volta la nauseava. Così parlò senza filtri

<< Mi scusi ma questa è una mansione sciocca! A che serve pulire la Sala se poi verrà nuovamente macchiata! Che esistono Colazione Pranzo e Cena non è un segreto, se ne facciano una ragione i Signori Clienti, al più si potrebbero lavare i tavoli quando viene richiesto >> Kamilio si sconcertò per l’insolenza e sorrise dall’imbarazzo della scelta, c’era tanto da replicare ma in che forma? E quale di queste era la più aguzza? Gesticolò prima avvicinando e poi allontanando i palmi delle mani

<< Allora! Se ti sei fatta l’idea di venirmi a insegnarmi come fare il mio mestiere dopo oltre 30 anni di servizio nella ristorazione, parti male. Forse nelle bettole e nei bordelli la pulizia non è importante ma questo è un luogo di grandissima classe! Offriamo solo il meglio per i nostri Clienti non solo in termini di igiene ma anche per tutelare che il loro Flusso non venga minacciato dalla Densità Eterica! >>

<< Se sono così sensibili e non riescono a sopportare nemmeno 4 scintille allora non ci venissero affatto qui! >>

<< Ascolta Signorina, tra poco inizierà la Cena e non ho tempo da perdere con le tue smanie! Vatti a sciacquare la faccia e poi vai a lavare la Sala che essere una Bicromaga non ti rende migliore di nessuno qui! >>

<< Cosa centra adesso la Bicromagia!? E’ da quando sono arrivata che non fate che parlarmi dei miei occhi quando a dire il vero sono io quella che vorrebbe glissare l’argomento! >>

<< Se non è per la tua superbia allora a cosa è dovuto quel tuo atteggiamento inappagato! Cosa ci fai qui! >> “ Già… Che ci faccio qui? “ Si domandò Priuma. Kamilio la abbandonò con quella domanda e lei andò a lavare con furia. Ancora una volta, spazzò, lottò con la striscia di polvere, spostò le sedie, spazzò ancora, rimise le sedie, pulì i coperti, il bancone, i bicchieri e ripose le bottiglie, quando dovette passare il cencio era fuori di sé, la testa la incendiava, troppo stanca ed esasperata, con enorme disprezzo per ciò che stava facendo, affogò lo straccio nel secchio inzuppandolo, allagando così il pavimento, non le importava. Mandata dopo mandata stava sommergendo la Sala, quando Ruth se ne accorse era già troppo tardi perché aveva concluso pure il Salone d’Ingresso

<< Novellina cos’è questo acquazzone? >> Priuma posò il cencio nel secchio e sviò gli occhi della Tutrice

<< Non vi stà proprio bene niente di ciò che faccio eh? >>

<< Devi asciugarlo! i Signori Clienti arriveranno a breve per la Cena e così rischiano di fare uno scivolone e spezzarsi la schiena! >>

<< Fosse! Devi fare questo… Devi fare quello… Per voi stacanovisti è facile, eseguite gli ordini in maniera impeccabile e senza fiatare perché a voi piace questo… Questo Mestierucolo… >> Quella parola ferì Ruth in modo inatteso, perchè trasmetteva tutta la freddezza e l’odio che in questo momento attorniava Priuma. Ruth capì che aveva bisogno di essere schietta se voleva comunicare con lei in quella condizione

<< Ascolta Novellina, non conosco la tua storia e se vuoi stanotte posso offrirti delle raccomandazioni, ma adesso ho bisogno che tu asciughi questo casino e tieni conto… Che non troverai di meglio altrove… Vedo che sei una Chimera in gabbia e La Lanterna Magica è la migliore possibilità per ciò che stai cercando, fidati >>

<< Tu non mi conosci >> Ringhiò Priuma quando l’uscio d’ingresso si spalancò facendo entrare l’acqua e il Signor Blackwood che abbracciava come fosse un pupo del vasellame mediocremente pittato, avvolto da un telo per difenderlo dalla tempesta. Rincasava con un triste viso, esattamente l’opposto rispetto a com’era uscito quella mattinata, piagnucolò rivolgendosi a Kamilio che gli comparve affianco

<< Kamilio, siamo stati sfortunati! I nostri articoli, tutti già venduti! Questo nubifragio maledetto ha tardato la mia carrozza con un fiume in piena sul tragitto e guarda, questo Vasaccio è l’unica cosa che sono riuscito a raccattare… >> Ma Kamilio premeva per avvertirlo del danno di Priuma

<< Mi addolora Signor Blackwood ma vede deve stare attento, il pavimento… >>

<< E le firme? Mi hai aiutato? Hai firmato tutti quei fogli vero? >> Il Signor Blackwood era affranto in maniera quasi parodica

<< Si, li ho firmati ma vede… >>

<< Bravissimo, sei un vero amico Kamilio, sai che farò? Con i ricavi di questo vaso, ti comprerò una nuova cuccia per il tuo Camaleonte, che dici? Quanto ci potremmo ricavare? 5? 10 monete d’argento? >> Nonostante le insistenze di Kamilio, il Signor Blackwood cadde inesorabilmente facendo volare e sfasciando l’unico ricavo della giornata. Si rialzò fradicio, spettinato e scombussolato, guardò il vaso come un padre apprensivo, poi cambiò viso ed esplose di collera con un vocione riecheggiante

<< Cos’è questo casino! Chi è che ha allagato l’ingresso!? >> Kamilio in modo molto viscido slinguazzò inanellando le parole

<< E’StataLaNoviziaSignore,HoCercatoDiAvvertirla,HaAllagatoLaSalaDaPranzoColCencio! >> A Ruth scappò un’occhiata di disapprovazione per il Governante e immaginò il peggio per ciò che sarebbe successo. Il Signor Blackwood fissò Priuma iracondo

<< In 35 anni da quando esiste questa Taverna è la prima volta che qualcuno mi causa una bizzarria simile! Ma che ti dice il cervello! >> Priuma arrivò a fine giornata senza essere mai stata essere umiliata in talo modo e quella fù la valvola di sfogo per rispondere a tono

<< Sapevo eravate un vecchio amico di mio Padre, che gli dovevate un favore! Confidavo di ricevere un trattamento adeguato invece è tutto il giorno che vengo ingiuriata! >>

<< Ma chi ti credi di essere! Io dovere un favore a tuo padre!? Ah! Eventualmente è il contrario! Ho perso il conto di quanto il tuo vecchio si debba sdebitare! E qui non facciamo differenze, puoi essere pure la figlia del Rè, non me ne frega un cazzo, qui lavori come tutti gli altri! >> Le voci di entrambi si facevano sempre più sguaiate

<< Allora lavorare in questo abituro non si confà alle mie aspirazioni! Vivere senza ambizione, servendo il cibo ai villici e chinando la testa spogliandosi della dignità per dei semplici popolani è l’umiliazione più grande che io possa concepire, provo pena per chi conduce uno stile di vita così meschino! >>

<< Fuori di qui! >> Sbraitò il Proprietario

<< Ma Signor Blackwood… >> Disse Ruth nel tentativo di richiamarlo alla ragione

<< Prendi le tue cose e vattene da casa mia ragazzina viziata! >>

<< Avrei filato ugualmente di mia sponte! >> Terminò Priuma con la voce grattata e dopo aver dato tanto spettacolo dovette scansare anche a spallate la folla di curiosi. Andò in camera, gettò il completo nel letto e si cambiò d’abito, raccolse il poco che possedeva e passò dalla Guardarobiera per ritirare la lama. Era poggiata dall’altra parte del bancone, andò a prenderla senza permesso intanto che la Signora Dixie, ignara di ogni cosa la salutò con garbo concentrata nel cucire una bambola che rassomigliava la ragazza

<< E’ raccapricciante >> Asserì Priuma lasciando la Signora Dixie confusa e dispiaciuta. Diluviava, nonostante ciò varcò l’uscita, dietro di lei Lloyd e Lillian sorridevano quasi soddisfatti mentre il Signor Blackwood la vide uscire dalla finestra del suo ufficio, versando del Distillato di Liquirizia con agitazione. Ruth aprì la porta e la esortò a cambiare idea

<< Novellina! Novellina! >> Urlava, ma non vi era rimedio a quanto già deciso. Priuma continuò a camminare nella bufera, fino a smarrirsi nelle strade di Kaerud.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il Mercato dell'Idra ***


Aveva svoltato diverse traverse da quando si era allontanata dalla Lanterna, la pioggia tamburellava ovunque, riflettendo le luci dei lampioni sul terreno. Kaerud era folgorante nell’ acquazzone notturno, come se quella fosse la sua vera natura. Senza rendersene conto Priuma si ritrovava oltre l’Arco Centrale, nel grande Mercato dell’Idra. Si dice prendesse il nome dalla leggendaria creatura per via dei suoi sentieri che si dipanavano come il corpo di una Serpe non finendo mai di moltiplicarsi. I palazzi oscuravano persino le luci nel cielo col loro bagliore e le insegne delle botteghe lampeggiavano variopinte con frasi create col Valorium. I Kaerudiani parevano non curarsi del monsone discutevano nei sottotetti col Bollettino delle diciannove.

<< Hai sentito? Gli Adombrati sfruttando un’altra crepa nella Barriera hanno iniziato una nuova sommossa in occidente poche ore fa. >> Disse uno.

<< Da quando i loro Clan Maggiori si sono unificati hanno preso a diventare bellicosi, ma è tutto inutile, i loro Sovrani sono dei disgraziati. Pure questa azione verrà stroncata sul nascere. >>

Altri entravano in delle Cantine fulgenti da cui uscivano musiche briose. Le vetrine esponevano i prodotti locali, tanta uva e fragole accompagnate da teste di Maiale al forno. Alcuni esercizi offrivano prestazioni per adulti con dame esposte come articoli, coperte con dei veli o del cibo procace. Si offrivano anche liquori di Gargoyle, droghe di Anguane e degli strani Rospi dalle cui fauci usciva del vapore… Priuma non si fece domande. Era grondante e aveva bisogno di asciugarsi al più presto o avrebbe rischiato di affrontare una seria Polmonite, ma voleva evitare di pernottare in un Ostello. Suo Padre l’avrebbe senz’altro lasciata con diverso oro ma era testarda e lasciò la Capitale certa di sapersi arrangiare con autonomia. Pertanto dovette tenersi stretto il poco argento nel suo borsello e senza una meta si perse in viuzze sempre meno affollate alla ricerca di un anfratto dove pernottare. Non faceva che rimuginare sulla parole del Signor Blackwood ma non rimpianse la sua scelta ”che si fottano nella loro pochezza!” pensava. A una certa si ritrovò a incedere da sola. Un uomo con una bombetta e un baffo pettinato stava intagliando un animale nel legno e le domandò sotto un porticato.

<< Cerca indicazioni Signorina? >>

<< Stò bene, mi avvio verso la casa di un conoscente, i miei saluti. >>

<< Stia allerta, Kaerud è una cittadina pacifica ma non esente da malintenzionati! >> Priuma fermò il passo, raccolse aria e indietreggiò domandando imbarazzata.

<< Non ho molto denaro… conosce un luogo dove potrei alloggiare? >> L’uomo interruppe il suo lavoro e guardò in alto per rammentare. 

<< Ci sarebbe lo Spizio della Signora Thompson, non so se ha delle camere vacanti ma vale la pena tentare, è un’anziana cortese, li hai i fogli di dimostro? >> Priuma fece spallucce e rispose.

<< Certo. >>

<< Allora andiamo, la conduco. >> Il Signore si alzò e aprì un ombrello. Dopo qualche passo le chiese:

<< Non vuole favorire? >>

<< Sto bene così. >>

<< Non riconosco l’accento, è scappata di casa? Ha qualche grattacapo? >>

<< Stò solo cercando un impegno… >>

<< Quello di certo non manca all’interno delle Mura, se vuole in mattinata potrei suggerirti il sentiero per il Mercato del Lavoro! >> Priuma iniziò quasi a essere stuccata da cotanta cortesia. Curvati un paio di isolati raggiunsero la destinazione, era un vecchio casolare diroccato, dalle luci spente, il signore entrò per primo aprendo il cigolante portone e non udendo più i passi della giovane disse:

<< E’ da questa parte. >> Priuma fece due passi all’indietro.

<< Io non entro lì dentro. >>

<< Per quale motivo? >> Due figure incappucciate aggredirono Priuma da dietro serrandogli le braccia e forzandogli il passo verso l’entrata. La ragazza dopo una immediata resistenza sfruttò con sagacia la spinta per correre sulla cornice in pietra del portone e capriolare stordendo con un calcio entrambi gli assalitori. Atterrò con le ginocchia piegate, il mantello sventagliò appoggiandosi poi sul terreno e il cappuccio le si abbassò esibendole il retro della nuca. Lo rialzò subito dopo. L’ingannatore le si scagliò contro con dei tirapugli aguzzi riproducenti i quattro Semi delle carte da gioco. Tirava un destro dopo l’altro non riuscendo a incassare Priuma che schivava inafferrabile negli sprizzi della tormenta.

<< Vieni Passerotto! >> Ghignò mostrando un dente d’ottone mentre faceva gesto con le sue mani tozze e villose.

<< Non avere Paura! Non siamo mica degli incivili, volevamo solo conoscerti e se tu lo avessi voluto… >> Priuma schifata, si inclinò verso destra, attese il pugno mancino e pestò la faccia dell’avversario con un calcio rovescio tramortendolo sul terreno. I due complici rialzatisi estrassero dei pugnali serigrafati con un Serpente Marino e azzardarono una controffensiva, Priuma allora estrasse la lama dal fodero e disarmò quei due con un solo fendente esperto, rubando i manici dalla presa delle loro dita, le armi fischiarono e caddero lontane. Sbalorditi dal gesto, i due subirono l’impugnatura avversaria sulla pancia e dietro la nuca atterrando sconfitti. Priuma puntò la spada alla gola del Pugile dicendo:

<< La prossima volta… >> Poi rinfoderò l’arma e si allontanò nella pioggia. L’uomo transitò dallo stupore a una folle risata.

<< Ti troverò Passerotto! Ho amici potenti! Non sei più al sicuro a Kaerud! >> Priuma trascurò e ripeté con le labbra quanto stava rastremando.

<< “C’è da stare più attenti ai forestieri, conviene usare un pugnale” tutte cazzate! >>

Dopo alcuni chilometri aveva già dimenticato l’accaduto, come se fosse stato un comune inciampo. Non era riuscita a trovare un riparo decente, i talloni iniziarono a pulsarle dal dolore, tutti gli incarichi di Ruth la avevano consumata. Senza una soluzione, estrasse la carta da gioco che Arcibald le aveva lasciato con sopra le indicazioni per l’appartamento della sua conoscenza, un Dottore a sua detta, forse lì avrebbe potuto domandare ospitalità. Chiese informazioni a un uomo che attendeva una carrozza e si diresse verso la sua ultima possibilità. L’edificio non era troppo dissimile da quello precedente, con pareti crepate, persiane percosse dal vento e roditori che pattugliavano le sporgenze dell’edificio. Bussò e si accorse che il portone era aperto, non poteva che procedere. Salì le scale con perplessità e picchiò l’appartamento indicato.

<< Dottor Edwards! Dottor Edwards è in casa? Mi manda Arcibald! Dottor Edwards mi sente! >> Non ebbe risposta. Inaspettatamente si aprì la porta dell’appartamento accanto.

<< Cerchi il Dottor Edwards? >> Chiese un’anziana.

<< Si Signora, Mi chiamo Priuma Fantàsia Pettolilla, stò cercando un posto dove passare la notte e sono stata indirizzata qui su consiglio si un amico del Dottore. >> La Signora tirò del fumo dal lungo bocchino per sigarette.

<< Il Dottor Edwards è morto di crepacuore due anni fa! Ci ha lasciati con tre mesi d’affitto non pagati lo screanzato, il lavoro non lo stava retribuendo molto bene eheheh! >> La vecchia Signora aveva un grande naso all’ingiù, un occhio grigio e l’altro di vetro. I vestiti cupi con un foulard di piume corvine appoggiato sul retro del collo, dei guanti con sopra dei preziosi e un copricapo sproporzionatamente largo. Sembrava un abbigliamento innecessariamente pomposo, come se la Signora volesse fingersi una Nobile. All’interno dell’appartamento si poteva vedere un paffuto Signore che si gustava dei dolciumi.

<< Sono la Padrona di casa, per tua fortuna la stanza è al momento disponibile se sei intenzionata ad affittarla… quanto argento hai con te? >> Priuma rovistò nel borsello.

<< Ho questo… >> Tre pezzi d’argento vennero avidamente tolti dalla mano di Priuma senza chiedere permesso. L’anziana li adocchiò, ne morse uno e con sufficienza sentenziò:

<< Andranno bene per stanotte, ti mostro l’alloggio. >> A Priuma le parve esoso ma era tardi, doveva asciugarsi e non voleva comunque circondarsi di impiccioni curiosi dei suoi occhi, quel domicilio isolato faceva al caso suo. Quando varcò la porta capì di essere all’interno di una topaia, le pareti erano fessurate, gocciolava acqua dal soffitto, le ragnatele erano più grandi delle seggiole e vi erano solo tre stanze, la Sala-Cucina d’ingresso, la Camera da letto che pareva più un ripostiglio stretto e polveroso ed il Bagno che la Signora non si scomodò nemmeno di presentare tanto poteva essere penoso. La Proprietaria elencò esigente tutti i dettami del condominio, ma Priuma rifletteva su altro, se il dormitorio della Lanterna Magica la faceva dispiacere questo non era certo un passo avanti. Era troppo fiacca per concepire quanto stesse accadendo e desiderò che la Signora si sbrigasse ad uscire.

<< Queste sono le chiavi, non smarrirle e non tentare di derubarle, qui affianco vive un Incantatore che è lesto a sostituire la serratura! >>

<< Non accadrà Signora. >> Disse Priuma a voce bassa. La Signora batté la porta e liberò Priuma dal fardello della compagnia. Anche i vestiti di ricambio erano fradici, poté solo svestirsi, asciugarsi con un panno e riscaldarsi nelle lenzuola indossando l’intimo. Era stata davvero la scelta giusta? Si chiese. Bastò rimuginare sulla giornata conclusa per rispondersi, ”Senz’altro”. l’indomani avrebbe trovato un nuovo lavoro e tutto sarebbe andato per il verso giusto, pensava. Non trovò difficoltà nel chiudere gli occhi ma prima di assopirsi venne richiamata dal suo bagaglio che cominciò a dimenarsi. Si alzò felina, prese la spada e la puntò contro l’ignota minaccia che dopo aver rantolato uscì rotolando.

<< Smeraldello!? >>

<< S-sei Priuma? >> Chiese in dormiveglia.

<< Che ci fai qui? Dovresti essere a letto. >>

<< No Smeraldello! Che ci fai tu qui!? >>

<< Qui dove, io sono… Aspetta che stanza è questa? Hei ma dove sono!? >> Il Grim perse l’abbiocco e iniziò a iperventilare con ansia.

<< Non siamo più nella Lanterna Magica, è un appartamento nel Centro di Kaerud. >> Disse Priuma. Il Grim urlò disperato:

<< Lo sapevo! Mi hai rapito! Vuoi fare giustizia per averti letto le Poesie di Kamilio! Perdonami non lo farò mai più! >> Era in preda al terrore.

<< Oh cielo, oh cielo siamo veramente lontani dalla Quercia Madre! La Densità Eterica qui è catastrofica! Non riesco a respirare! Sto avendo un attacco di panico! >>

<< I Grim non possono avere attacchi di panico! >>

<< Io Sì! >>

<< Smeraldello hai frainteso! TU eri dentro il mio bagaglio! >>

<< Ero dentro… Ah già è vero… Mi imbarazza ammetterlo nella situazione attuale ma la verità è che adoro la tua esalazione e mi sono appisolato nei tuoi indumenti… >>

<< Non lo fare mai più! >> Disse Priuma severa rinfoderando la spada.

<< Ma perché sei venuta qui? C’è stata una sciagura? >>

<< Tutt’altro, ne è conclusa una, mi sono dimessa. >>

<< Il primo giorno!? Per quale motivo!? Nessuno rifiuterebbe un impiego nella Lanterna Magica! >>

<< Bhè a quanto pare qualcuno lo ha ben fatto, quello è un covo di vipere spocchiose, te compreso! >> Smeraldello rispose con una linguaccia serpentina.

<< Se è un’alternativa che cerchi non ne troverai una migliore della Lanterna. Il personale è comprensivo, permissivo e soprattutto è di compagnia, non c’è mai da annoiarsi… >>

<< Ruth mi ha detto la stessa cosa, siete solo di parte. >>

<< Ah sì e che mi dici dell’ampiezza dell’edificio, la bellezza dell’architettura, gli Incanti e l’aria ricca di Etere, rinunceresti a tutto questo per cosa? Per pelare patate seduta in uno stabilimento? >>

<< Se il personale non è spocchioso come Lillian e Lloyd volentieri! >>

<< A me sembrano i piagnistei di una ragazzina viziata… >>

<< Smettetela di additarmi con quell’aggettivo! E’ irrispettoso nei miei confronti, è normale per me avere certe pretese non è facile cambiare vita dall’oggi al domani io… ci stò provando… ci stò provando con tutto il cuore… >> Priuma si sedette e si incupì intimamente.

<< Scusami… Hai voglia di raccontarmi? >> Chiese Smeraldello.

<< No! >>

<< Bene! Sai cosa mi importa! Rimani sola con il tuo tristo retroscena, in mattinata mi scorterai alla Quercia Madre! >>

<< Perché non ci torni da solo? >>

<< Ecco io… Io sono Agorafobico… >> Priuma soffocò una risata che poi esplose con maleducazione.

<< Il Secolare Spirito della Quercia Madre ha timore di porre il muso fuori dal recinto ahahah >>

<< S-si bhè non credere di essere superiore! Non troverai mai un mestiere che si confà alle tue capricciose aspettative! >>

<< Vuoi scommettere? >>

<< Scommettiamo! Se non riuscirai a trovare un impiego entro domani sera, dovrai raccontarmi la tua storia! >>

<< E tu dovrai resistere una giornata intera in mia compagnia per le strade di Kaerud senza rinunciare! Se vincerò… Dovrai rivelarmi per quale motivo hai stretto il Patto col Signor Blackwood! >>

<< Andat- >>

<< E dovrai mangiare tutte le poesie di Kamilio! >>

<< A-andata… >>

Il giorno dopo le nuvole si erano diradate e sopra Kaerud sorgeva un Sole raggiante. Priuma, ormai da settimane faceva tesoro dei primi istanti del risveglio poiché esenti da i suoi pensieri, quando riprese conoscenza si meravigliò della pattumiera in cui era capitata, ma non si affrancò e iniziò la giornata con ottimismo, sicura che sarebbe riuscita a trovare un impiego ideale. Scostò sul pavimento Smeraldello che le si era insonnolito vicino al ventre e indossò i vestiti. La Proprietaria cominciò a importunare fin da quell’ora bussandole alla porta, con allarme si ricordò di essere una Bicromaga e aprì la porto con una mano sull’occhio.

<< Buongiorno! Ero venuta a controllare che fosse tutto regolare e… Signorina ma ora che noto le sue iridi, lei è un’Incantatrice! Perché non mi ha avvisata… e perché si copre l’occhio sinistro!? >>

<< Mi è… entrato qualcosa nel bulbo, Non pensavo fosse rilevante chiedo venia, fa differenza? >> La Proprietaria la guardava con altezzosità.

<< Non fintanto che pagherete l’affitto, oggi è il secondo giorno, ha con sé altre tre monete? >>

<< Signora ora che ho soggiornato posso dire che trenta denari sono veramente troppi per il tetto che mi ha offerto. >>

<< Mi è per caso irriconoscente!? >>

<< No dico solo… Che due monete d’argento potrebbero essere giuste… Ne ho con me solo quattro… >> La Signora accettò l’accordo prendendole dalle mani il denaro.

<<  E siano due argenti al giorno ma se non troverai denaro sarai costretta a sloggiare cara ragazza, mi dispiace ma ho fatto il possibile. Io e mio marito stiamo andando al mercato, vedi di muoverti, le lancette non si fermano nemmeno oggi! >> Disse scendendo le scale accompagnata da quell’uomo palesemente succube del rapporto coniugale.

Priuma serrò la porta con astio, ma la Proprietaria aveva ragione, doveva affrettarsi. Svegliò Smeraldello toccandolo col piede ed entrambi uscirono alla ricerca di un salario.

Priuma era vestita con una maglia in cotone color cioccolata e dei calzari scuri, un abito retrogrado rispetto alla sartoria Kaerudiana. Retto dalle cinghie, il borsone conteneva Smeraldello che scrutava vigliacco il mondo da una fessura.

<< Potresti pure degnare il terreno con le tue zampe, non è mica pestilenziale! >>

<< Ci sono innumerevoli modi di lesionarsi camminando per strada, potremmo essere travolti da una carrozza, schiacciati da un’insegna, borseggiati da dei malviventi… >>

<< Miei Dei… Per fortuna eri nel sonno la scorsa notte. >>

<< Perché che è success? Priuma! Che è successo ieri sera!? >> Diversi edifici dopo erano entrati nel Mercato del Lavoro seguendo delle indicazioni, era uno spiazzo farcito di bancarella dove i piccoli imprenditori valutavano opportunità di collaborazione. Priuma staccò da una bacheca degli annunci e li sfogliò indagatrice senza suscitarne interesse per alcuno.

<< Che tipo di impiego stai cercando? >> Chiese Smeraldello.

<< Io vorrei un mestiere emancipato, dove poter lavorare in autonomia e senza l’impedimento altrui. >> Il Grim Sorrise.

<< Sai la libertà è un vizio moderno, i tuoi progenitori dovevano accontentarsi del lavoro avuto in eredità e anzi ringraziare di potersi permettere del cibo, nel tempo ho visto fratelli assassinarsi per accaparrarsi il diritto di mietere i terreni dei padri. >>

<< Forse perché quella era la loro ambizione, io avrei ceduto il terriccio e sarei partita per la mia strada. Una vita dedicata a uno scopo malvoluto non merita di essere vissuta. >>

<< E di grazia potrei sapere quale mira è di tuo interesse? >> Priuma sorvolò.

<< Qui vi sono molte domande come camerista, voglio propormi ad uno per vedere la differenze con la Lanterna Magica >> Si diressero nella parte Orientale del Mercato dell’Idra. Kaerud non smetteva di rammentare il suo incanto a ogni ora. Priuma non aveva mai visto così poco verde in un centro abitato, dei vapori artificiali uscivano da i comignoli degli edifici e gli ornamenti tecnologici come orologi e idranti vincevano in numero i costrutti Incantati, pensò che i tempi stavano davvero cambiando e avvertì del turbamento per l’Impero. Giunsero nell’Osteria del Mastro Lettore, descritta come un’attività che offriva sia cibarie stagionali che tomi con cui affiancare gli spuntini. L’edificio faceva parte di un isolato in mattone laterizio, la facciata era fabbricata con del ferro verniciato di amaranto con due vetrine sul lato destro, una su quello sinistro e un ingresso con un’enorme insegna Eterica. L’interno aveva una cinquantina di posti a sedere e un lungo bancone curvo con serviti arrosti farciti, suini e manzi speziati. Difronte centinaia di elisir dai fiaschi colorati e modellati per attirare l’attenzione, delle scale portavano al piano superiore con cortinaggi dello stemma Kaerudiano, due Quercie sorreggevano con le loro radici uno scudo incoronato. La particolarità consisteva in delle gallerie cilindriche sul soffitto dalle quali scendevano delle scale in legno. Queste erano straripanti di tomi ed erano la delizia della clientela. Il Locale era già pieno e chiassoso, le due ostesse correvano tra i tavoli con vassoi fumanti e un Messere robusto e baffuto strofinava un boccale dietro il banco.

<< Mi scusi >> Disse Priuma con dell’incertezza

<< Ho appreso che siete alla ricerca di assunzioni? >> Il Messere le rispose senza degnarle sguardo.

<< Doveva leggere con più impegno Signorina, stiamo assumendo solo uomini, di giovinette ne sono già pieno, posso solo offrirle i nostri servizi, altrimenti mi dispiace dirle che è venuta in vano. >> Priuma non desistette e rispose con fervore.

<< Se è per faccende di possanza allora non vi sono problemi! Può non sembrare ma sono più nerboruta di tutti i marcantoni in questa stanza! >> Il Signore alzò lo sguardo per esprimere un’insistenza quando venne folgorato dalle iridi della ragazza.

<< Per gli Dei, una Bicromaga! >> I Clienti ammutolirono, i menestrelli sospesero le note e l’Osteria si rivolse verso di lei. Volarono disparate domande in una calca maleducata che Priuma non sapeva gestire. L’Oste urlò:

<< Signori non scomodatevi! Questa giovane è venuta per lavorare, non infastiditela! >> Priuma era lieta di aver udito quella ritrattazione ma asfissiava in quel caos. Strisciò nelle pareti fino al piano di sopra, vi erano Impresari, con cilindri, monocoli e pellicce di volpe che facevano carte false pur di trascinarla nelle loro attività, sputacchiando cifre da capogiro. Priuma balbettò del dissenso, poi quando vide che non vi era più ragione in quell’edificio colse un’occasione e saltò spericolata da una finestra atterrando sopra un carro di denti di leone giganti. Smeraldello uscì dal nascondiglio.

<< Wah! Un mezzo in movimento, un arrischiatissimo mezzo in movimento! Dobbiamo scendere subito! Rischiamo il tamponamento in ogni stante! >> Priuma divertita dallo slancio giocava con dei boccioli.

<< I Kaerudiani sono degli ostinati incivili! Non vi era traccia dell’indipendenza che cercavo, dovremo cercare altrove! >> Smeraldello rispose squadrando la stabilità del carro.

<< Anche fosse il problema è alla radice! Sei una Bicromaga, alla Lanterna questa problematica è mitigata ma altrove susciterai sempre delle attenzioni! >> Priuma fissava intensamente il Grim che nel mentre si era coperto metà muso con degli arbusti.

<< Che c’è!? >>

Ore dopo Priuma esplorava le carreggiate della città con una benda nell’occhio appena acquistata con uno dei suoi pezzi d’argento, li avrebbe riavuti al tramonto, pensò. Con quella sarebbe sembrata una comune Incantatrice Verde. Coprire ciò che la aveva resa orgogliosa tutta la vita fu un dolore che dovette cercare di sopprimere. La seconda tappa era una Bottega Alchemica. Predominanti erano tre gigantesche ampolle con dei tappi di sughero nel centro. Le pareti erano occluse a causa delle incontrabili boccette sugli scaffali, nessun colore era escluso ed esposti sulle mensole vi erano anche pergamene, erbe, alambicchi e matracci. Un’incantatrice dagli occhi di Mirto e le lenti ovali ispirava familiarità, fù lei a presentarsi entusiasta.

<< Un’Incantatrice che visita gradita! Mi dica che è venuta per l’annuncio! >> Priuma si sentì lusingata.

<< Si, stò cercando un lavoro… >>

<< Ha esperienze con l’Alchimia? >>

<< Di base… L’annuncio non citava prerequisiti quindi sono passata a domandare… >>

<< E ha fatto benissimo, aspetti qui, vado in giacenza a prendere del materiale! >> La donna entrò nel retrobottega e Priuma approfittando della solitudine fece uscire Smeraldello.

<< Ma che fai!? >>

<< Potrebbero servirmi degli strumenti, come dovrei spiegarlo un Grim sulla schiena? E poi la scommessa non conta se ti adagi tutto il giorno! Esci e fai una girata! >>

<< L-lì fuori!? All’aperto!? >>

<< Si Smeraldello… nella Città dove hai vissuto per secoli, quale azzardo… >> Disse Priuma con occhio sfottente.

<< Ma lì fuori è pieni di Gatti! Potrebbero confondermi con un Cane e graffiarmi! O anche i Cani potrebbero scambiarmi per un Gatto e mordermi! >>

<< Smeraldello tu sei più simile a un Procione! Ora vattene prima che ritorni! >>

<< Ah vero… I Procioni sono preda di quali animali? >>

<< Smeraldello! >>

<< Va bene, vado, vado, che modi! >> L’Alchimista tornò con delle ampolle e spiegò a Priuma il da farsi, era un lavoro meccanico non occorreva esperienza ma bisognava seguire e imparare delle formule chimiche. Si trattava di dover distillare un composto dalla secrezione di un Tritone Briomiano, questo era alto trenta centimetri, nero a chiazze arance sul dorso e arancio a chiazze nere nel ventre. Dopo aver ingerito un frutto di triliegia espelleva un acido ricco di glucosio e fruttosio. Questi zuccheri andavano quindi scomposti tramite dei microrganismi all’interno di delle ampolle, ve ne era una rossa una verde e una blu e in ognuna vi era un batterio diverso da impiegare nell’indicata dose per generare infine dei polimeri sintetici da rivendere. Priuma sudava cercando di mantenere la concentrazione, era un compito metodico ma non privo di imprevisti, doveva seguire le reazioni, alzando o abbassando la temperatura, aggiungendo erbe e sottraendo centilitri. Tutto procedeva regolare tante vero che Priuma smise per un attimo di prestare attenzione e fù in quel momento che produsse una reazione disastrosa, errò la tipologia di batteri e questo generò una mostruosità tentacolare violacea che invase il negozio e fece infuriare l’Alchimista che smarrì la grazia precedente.

<< Fuori di qui criminale! >> Urlò. Priuma scappò offesa e raccolse Smeraldello che nel mentre stava cercando di evitare il filo di una micina.

<< Non è andata come speravi? >> Chiese alla ragazza.

<< Meglio così! Me la facevo più sperimentale l’Alchimia, all'opposto è molto metodologica! >>

<< Se quello è il prezzo della sperimentazione… >>

<< Vieni, questa volta proviamo in fabbrica! >> L’industria tessile non era molto distante, era uno stabilimento piccolo da una dozzina di dipendenti. Ormai di consuetudine, Priuma posò Smeraldello all’entrata e entrò speranzosa. Uscì dopo un quarto d’ora.

<< Hai già fallito? Sono quasi deluso ragazza, niente tentacoli, niente fiamme, pensavo avresti continuato a dare spettacolo! Oh no, forse questa volta ti hanno assunta! Volevo dire… ”Che bello, ti hanno per caso assunta?” >> Priuma rispose con una nota rattristata.

<< Hanno detto che sono troppo lenta con la macchina da cucire… I Kaerudiani sono così esigenti! Non si accontentano della normalità vogliono tutti l’eccellenza ma è chiaro che ci sarà sempre qualcuno più bravo di me a cucire! Non transigono nemmeno un errore! >>

<< Vedila in questo modo, ti fideresti di una lama smussata? E’ normale che ognuno di noi pretenda l’efficienza. >>

<< Si ma io non esigo di combattere col Platino Reale! >> Priuma calcò un sasso e udì il rumore dello stomaco affamato di Smeraldello.

<< Vieni, andiamo a mangiare. >> Disse con un sorriso. Si fermarono al Parco dei Giganti con le sue enormi terrecotte ideali per l’intrattenimento dei più piccoli che correvano nell’erba assieme agli animali da compagnia. Priuma spese il suo ultimo argento per dei cosciotti e una tipicità Kaerudiana, il così detto ”zucchero filato”. Erano dei dolcissimi filamenti attorcigliati a un bastoncino, entrambi lo mangiarono con letizia e si concessero di sprecarlo per giocarvici sopra dipingendo dei baffi al compagno. Si spensierirono correndo, Priuma cercò di rendere Smeraldello pavido, facendolo giocare con degli animali domestici, dopo qualche minuto prese confidenza e lo vedeva correre in lontananza con dei bambini mentre lei rideva. Priuma attraversò i vari angoli della Città, tentò di essere una pellettatrice, una gioielliera, un’armaiola, una cuoca ma ogni attività la ricacciava con indolenza e la cosa che più la scoraggiava era che nessuno di quei mestieri le sembrava interessante. Il sole era calato, le nuvole coprivano la luna, stavano camminando in un vicolo isolato e Smeraldello dichiarò con i volantini tra le zampe:

<< Il prossimo dovrebbe essere un impiego da saltimbanco per un circo… non sarà la tua prima scelta ma il salario non è spregevole guarda… >>

<< Hai vinto. >> Rispose lei.

<< Eh? >>

<< La giornata è terminata e tu non ti sei arreso. Sei stato bravo. >> Smeraldello tacque, si era divertito a tal punto nelle ultime ore da aver dimenticato la scommessa e il disagio.

<< Torniamo a casa… Devi riscuotere la tua vincita, domani mattina ti riaccompagno alla Lanterna. >> Smeraldello concepì che senza monete d’argento Priuma non aveva più un posto dove andare.

<< Priuma ascolta, anche se ho vinto non sei costretta a… >>

<< Sh! >> Disse Priuma chiedendo silenzio.

<< Che modi! Volevo solo… >>

<< SH! >> Insistette. Smeraldello aveva frainteso. Erano circondati, una decina di uomini da un lato e una decina dall’altro. Erano prevalentemente vestiti di nero con una calzamaglia retta da dei lacci, degli stivali stretti, dei guanti forati, una mantella con un cappuccio alzato e una maschera che celava il volto. I cappucci avevano degli occhi da rettile colore acqua marina cuciti ai lati.

<< Ti avevo detto che ti avrei ritrovata Passerotto! >> Il viscido della sera prima comparve con un ghigno fastidioso, a braccia aperte vantava i compagni che si era portato appresso, ladri e borseggiatori, forse assassini, la accerchiarono, passo dopo passo si avvicinavano a lei.

<< Priuma chi sono questi, cosa facciamo? >> Chiese Smeraldello spaventato, conoscendo la fobia del Grim, Priuma doveva supportarlo.

<< Ci penso io, tu resta nascosto e non fiatare, ti venderebbero senza pensarci! >> Lo impaurì, ma doveva assicurarsi che sarebbe rimasto nascosto.

<< Hei Dennis! Non ci avevi detto che era una Incantatrice Verde! >> Disse uno indicando l’occhio non bendato.

<< Non lo sapevo, avevo intravisto solo i suoi capelli, questo stimola sola la serata, cos’è avete paura di un po' di vento o di qualsiasi altro trucco sia capace quella ragazzina!? >> Minimizzò Dennis.

<< A te stà bene? >> Disse un altro a un omone che doveva essere il Capo. Era pure lui incappucciato ma doveva avere un viso largo come le spalle e robusto come le gambe, indossava un indumento di raso zaffiro con rammendi verdi, delle maniche lunghe al punto da coprire le mani, dei fiancali in cuoio nero e delle cintole con dei coltelli da lancio. Non rispose, si capiva che la faccenda non lo entusiasmava, venti uomini che circondavano una signorina non era certo la più lodevole delle imprese. Nessuno intervenne in soccorso, anzi, qualcuno andò a serrare le finestre non volendo essere coinvolto in una faccenda pericolosa. Quella era una Gilda di Tagliaborse conosciuta in Città, nemmeno la legge poteva dettare nei loro territori. Iniziò a gocciolare, poi a diluviare peggio della sera prima. Priuma estrasse la Spada Larga e la roteò con spavalderia come non faceva da mesi, aveva un sorriso smanioso sulle labbra e urlò mostrando i denti.

<< Cosa aspettate! Cominciamo! >> Un assalitore rispose alla provocazione attaccando frontalmente per patire la base del manico di Priuma sulla sua nuca, quello successivo tentò un fendente orizzontale che venne ricacciato e punito con un colpo nel fianco destro, il terzo non fece in tempo ad agire che subì un calcio verso l’alto, il quarto parò uno, due, tre colpi e poi si inginocchiò con un colpo di gomito, era indomabile. Priuma combatteva come una selvaggia, i criminali non si aspettavano di dover estrarre l’arma quella sera, avevano dato per scontato che i primi due uomini sarebbero bastati, anzi avanzati per quel lavoro ma si ritrovarono costretti a difendersi con dedizione per non soccombere. In pochi istanti rimasero tutti stupefatti, soprattutto l’uomo vigoroso i cui occhi iniziarono a rifulgere.

<< Sarebbe questo il valore dei Tagliagole di Kaerud! Sono profondamente delusa, siete poveri di iniziativa e vigore o semplicemente non avete le palle! >> Sbeffeggiò Priuma con un viso cagnesco. Qualcuno allora si fece più audace e tentò un fendente saldo, Priuma fù costretta a non defletterlo ma a pararlo nel mentre con un calcio allontanò un’infame che se ne stava approfittando e con due tallonate atterrò un secondo malvivente. Face scivolare la spada dell’aggressore e lo stordì con un calcio nello stomaco poco prima di deviare tre fendenti e restituirli con dei tagli punitori nella pelle avversaria. Danzava sotto la tormenta, schivando e contrattaccando, anche se non le era mai mancato l’ossigeno dopo tanto tempo le parve finalmente di respirare. Conseguire un contrattacco era una gioia imparagonabile rispetto al servire uno stufato, distillare un’ampolla o ricamare una sottana, perché avrebbe voluto desiderare altro? Viver in altro modo? Annullarsi in impieghi miserevoli? All’improvviso Dennis comparve rancoroso e le sfiorò con una mossa infida il capo, tagliandole il filo della bandana.

<< Una Bicromaga! >> Urlò uno dei ladri sotto la pioggia. Dennis sgranò gli occhi e il capò alzò il viso con interesse.

<< I-Io non lo sapevo che era una Bicromaga! Se lo avessi saputo non avrei mai… >>

<< Fatevi da parte! >> Disse l’uomo abbassandosi il cappuccio. Scoprì un viso prevedibilmente turpe, dalle labbra larghe, il nasone all’ingiù, lo sguardo arcuato e un cranio calvo con un Serpente Marino tatuato, avente due teste che comparivano minacciose sulle tempie. Occhi lavanda.

<< Sei un Evocatore dico bene? Non ne ho mai affrontato uno, forza! Concedimi almeno tu una sfida! >> L’uomo rimase in silenzio, passeggiava intorno a lei. I sottoposti li lasciarono fronteggiarsi da soli, sia per gli ordini del capo che per lo spauracchio dovuto alla Bicromagia.

<< Finora hai combattuto con destrezza semplicemente con quel pezzo di ferro arrugginito, mi chiedo cosa sei capace di fare con i tuoi Incanti, perchè non me li mostri? >> Priuma non accettò che quell’infame gli rovinasse il momento aprendole la ferita e fù lei ad attaccare per prima. Scagliò un fendente, allora il Capogilda sibilò:

<< Scilla! >> Dalla manica gli fuoriuscì un Serpente Marino che fermò il colpo mordendo la lama. La creatura era squamosa, di colore azzurro e dagli occhi gialli con due baffi e due pinne a cresta ai lati. Priuma non riusciva a divincolarsi e l’avversario ne approfittò per fronteggiarla fisicamente. La ragazza non volle cedergli la lama e quindi parò colpo per colpo i calci ed i pugni che le venivano rivolti contro. Un’apertura le permise di calciare il serpente per liberarsi e passare all’attacco. L’Evocatore si difese con le fauci della creatura marina, lo utilizzava come fosse una frusta ma alla fine venne mozzata da un taglio netto. La testa cadde per terra e gli spettatori furono esterrefatti da quel primo round.

<< Va bene. Abbiamo finito di giocare, ora combattiamo! Tiamat! >> Dalle maniche destra e sinistra uscirono decine di serpenti marini celesti dalla cresta centrale. Priuma non si demoralizzò e scagliò agguerrita una spadata verso i rettili che pararono il colpo rispondendo con del metallo, infatti dalle loro fauci uscirono delle lame per ognuno di loro, a quel punto la giovane fù impressionata e retrocesse.

<< Sai perché questo viene chiamato il Mercato dell’Idra?  >> Urlò Dennis.

<< Non è certo per le sue Vie, ma per la protezione che la mia Gilda esercita in questo territorio! Se ferisci uno di noi, altri verranno per punirti, non puoi vincere Passerotto ahahah! >> Il Capogilda fece gesto a un suo sottoposto di farlo tacere e questo eseguì l’ordine dando un pugno allo stomaco a Dennis.

<< Perdonami. Quando Dennis mi ha raccontato di come hai sbaragliato tre dei miei uomini ero incuriosito dal metterti alla prova, quando ti sei rivelata essere un’Incantatrice ho pensato a un colpo di fortuna ma quando la tua benda è caduta non ho potuto che vedere le mani del fato! E’ da qualche ora che i miei uomini ti hanno seguita, stai cercando un lavoro? Perché non offri le tue abilità a mio servizio? >> Priuma sbuffò una risata.

<< Sai, nonostante sia al verde, mangerei merda, piuttosto che servire una combriccola di codardi mascherati che attaccano le ragazze al buio! >>

<< Non puoi vincere questo scontro senza i tuoi Incantamenti Ragazza! >> Priuma non potette che offendersi davanti a una frase così dura e si lanciò in un attacco disperato. Le creature erano innumerevoli e ferivano in ogni direzione, soffrì tre graffi prima di riuscire a colpirne una, volteggiava evitando la minaccia ma continuava a essere tagliata alle caviglie, l’obbiettivo dell’avversario, dovette ingegnarsi e con una capriola riorganizzò la strategia. Guardava l’avversario negli occhi mentre questo comandava le bestie con movimenti sinuosi e intimidatori.

<< Sicura di potercela fare? >> Chiese Smeraldello

<< Ho affrontato di peggio! >> Rispose Priuma buttandosi alla carica. Finse un assalto e si fermò poco prima per sgozzare tre teste, altre quattro la attaccarono e lei saltò lateralmente parandone le lame per rispondere con una giravolta fatale. Il sangue colava dalle bestie amputate il cui corpo si ritirava, ne parò altre due e una terza la attaccò di lato, Priuma le morse il collo come fosse un animale rabbioso, poi la tagliò con i denti, schivò altre cinque e tagliò pure loro fino a che l’Evocatore non rimase con sole tre teste. Era ansimante e inveì con affanno.

<< C’è altro o posso venire a disarcionarti? >> Chiese.

<< Combatti come una pazza, se stessi combattendo sul serio avresti già le arterie recise. >>

<< Allora fallo! >> Sbraitò Priuma.

<< Leviathan! >> Dalla sua schiena uscirono due enormi bestie, più possenti delle precedenti, di colore blu, avevano delle pinne aguzze nella parte inferiore e tre creste centrali di colore vermiglio, delle corna e un ringhio da Viverna. I rettili sbavavano intimidatori, uno di loro spalancò le fauci e lanciò un’Arte Incantata, un raggio d’acqua dalla pressione tale da infrangere il Basalto, Priuma lo lisciò e corse verso la creatura tirandogli due spadate che generarono null’altro che scintille, l’altro serpente tentò di azzannarla, Priuma si abbassò e in un atto disperato tagliò il ventre dell’evocazione con tutte le sue forze non recidendola del tutto ma sgozzandola quel che bastava per renderlo inoffensivo. La spada larga si spezzò, quel rottame aveva resistito fin oltre le sue aspettative, evitò il contrattacco dell’altra salendole sulla schiena per correre con passi tamburellanti dal Capogilda che cercò di difendersi lanciandole dei pugnali ma inerme davanti a una simile rimonta cadde piegato con la lama smussata alla gola. Lo sconfitto era disteso e rilasciò l’evocazione, lei si alzò per sentire la pioggia sulla pelle. Con enorme fatica aveva atterrato un nemico che pochi mesi prima avrebbe sconfitto in pochi istanti. Era una vittoria insapore. Combatteva con la consapevolezza di essere amputata, senza avere ciò che aveva un tempo e senza la persona che un tempo le era accanto, si interrogò su che significato poteva avere la vita per lei da ore in poi, con all’orizzonte solo palliativi, mestieri infelici, era venuta a Kaerud per dimenticare ma non era riuscita nemmeno in quello, mollò la presa sulla lama e lasciò che questa riecheggiasse sul terreno. Il Capogilda percepì che c’era qualcosa che non andava. Dennis se ne approfittò e la attaccò alle spalle.

<< Fermo! >> Urlò il Capogilda consapevole che quel colpo sarebbe stato fatale. E allora Smeraldello uscì dal bagaglio mordendo il vigliacco alla gola. Dennis strillò dolorante e mollò la lama prima che il Grim mollasse la presa, si mise a ringhiare in difensiva di Priuma.

<< Cos’è quello, un Grim!? >>

<< Ma chi è quella ragazza!? >> Un uomo gli diede un calcio senza problemi e altri lo seguirono.

<< No! >> Urlò Priuma bloccata da uomini che si approfittarono del suo disarmo.

<< Spettro! >> Urlò una ragazza. Un fulmine scarlatto attaccò un membro della Gilda facendolo volare in aria, un secondo fulmine allontanò gli altri, liberando il Grim. Priuma si voltò e vide Ruth maneggiare delle saette. Con la mano destra creò una Ragnatela Elettrica che incarcerò gli assalitori sulla parete. Il Capogilda si rialzò.

<< Non sapevamo che questa ragazza era sotto la protezione della Tarantola Scarlatta… >>

<< Kyle, non credevo che foste caduti così in basso da assalire le fanciulle. >>

<< Non era mia intenzione farle del male, cercavo di reclutarla nei nostri ranghi… >>

<< Bhè non potete, quella è merce mia! >> Esclamò Ruth. Il Capogilda rese un inchino riverente dicendo:

<< La Gilda dell’Idra manda i suoi ossequi alla Tarantola Scarlatta. >> E scomparve nella pioggia assieme ai suoi uomini. Dennis li raggiunse per ultimo, spaventato da un ringhio di Smeraldello.

<< Torniamo a casa Novellina. >> disse Ruth.

A mezzanotte Priuma era tornata riluttante tra i muri della Quercia Madre, si trovava all’interno dell’Ufficio del Signor Blackwood e la Tutrice le stava medicando le ferite con delle garze, dell’aceto del salasso.

<< Aih! >> Si lamentava Priuma.

<< Stai ferma. >>

<< Come avete fatto a trovarmi? >> Dalla scrivania comparve il Camaleonte di Kamilio.

<< Quello è Cornelio, Kamilio lo usa per spiare i dipendenti, ti ha seguito fino al rifugio ieri sera, poi è venuto a riferirci la posizione, ti ho attesa nei dintorni mezza giornata fino a quando non ho udito dei rumori metallici in un quartiere. >>

<< Aspetta, quel Camaleonte è stato a spiarmi tutto il giorno ieri, Aih! >> Ruth strinse una garza.

<< Sei un vero disastro Novellina, hai laceri ovunque! La tua non è inesperienza, utilizzi uno strano stile di combattimento, come se non ti curassi delle ferite subite… >> Priuma ovviamente divagò.

<< E di te che mi dici? Cos’erano quei fulmini dal bagliore rossastro? Non avevo mai visto un Incanto simile e cos’è questa storia della Tarantola Scarlatta? >> Ruth sospirò concentrata nella medicazione.

<< Io discendo… da una Casata di Incantatori abili nella Creazione del fulmine, la nostra Arte è conosciuta come i Fulmini Scarlatti per via dell’azoto presente nel nostro Etere. >>

<< Avevano lo stesso odore del gesso di ieri mattina. >>

<< Si è sempre il mio Etere fuso al solfato di calcio… Sono Scariche Elettromagnetiche più potenti dei comuni lampi, pertanto più dispendiose e difficili da controllare, ho ancora le ginocchia tremolanti… >>

<< Bhè grazie per averle adoperate, se non fosse stato per te a quest’ora sarei diventato una borsetta per le nobili signore! >> Disse Smeraldello.

<< Piuttosto nemmeno io conoscevo questa storia della Tarantola Scarlatta… >> Ruth esitò.

<< Prima di venire qui… Ero il Capo della Gilda dei Tagliaborse di Briomia, la Capitale di Briom-Xalma. >>

<< Tu cosa!? >> Urlò Smeraldello e pure Priuma fù sorpresa.

<< E’ stato tanti anni fa, prima che mi pentissi delle mie azioni e mi curassi degli effetti che queste avevano sulle persone che mi stavano intorno… Per questo sono venuta a cercarti Novellina, in te percepisco lo stesso mio smarrimento di un tempo e non volevo lasciarti. >> Priuma colse quelle parole, poi disse:

<< Smeraldello… Grazie. >>

<< Per cosa? >>

<< Per avermi difesa, sei stato valoroso… Ti ringrazio. >>

<< Eheh… Cos’è questo… Priuma mi ha fatto forse imbarazzare? Oh celo erano secoli che non mi imbarazzavo. E’ un’emozione terribile non farlo mai più. >> Le ragazze sorrisero.

<< Allora hai trovato quello di cui eri alla ricerca? >> Chiese Ruth… Priuma soppesò le parole e rispose.

<< No… Il problema non siete voi e non è La Lanterna… Il problema sono io… >>

<< Perché dici così? >> Allora il Signor Blackwood entrò nell’Ufficio e come vide Priuma la abbracciò.

<< Hei! Ragazzina! >> Aveva un’attitudine completamente differente rispetto a come si erano lasciati, le dedicò una stretta di sollievo, quasi paterna.

<< Mi hanno raccontato tutto! Perdonami! Non avrei dovuto cacciarti in quel modo, sono stato un immaturo, ho avuto una brutta giornata e… Non avrei dovuto cacciarti in quel modo! >> Ripetè il Signor Blackwood. Il soccorso di Smeraldello, le cure di Ruth, le parole del Signor Blackwood, in quel momento Priuma ebbe un crollo, divenne rossa, le scese una lacrima e si mise a piangere tra le ginocchia.

<< No! Sono una deficiente! Voi siete stati così carini e io vi ho detto tutte quelle brutte cose! >> Ruth e il Signor Blackwood si guardarono in faccia. Pure Smeraldello si rivolse a Cornelio anche se percepì l’empatia di un ceppo.

<< Non devi dire così… >> Disse il Signor Blackwood sfregandole le spalle.

<< Come ti dissi, tuo padre mi ha accennato la tua situazione, se ti servirà più tempo per accettare questo stile di vita ti verrà concesso e se questo non dovesse bastare potrai tornare a casa quando vorrai. >> Priuma finì di lacrimare e con una goccia sul naso e lo sguardo perso rispose:

<< Casa… Cosa dovrei trovare lì… Non c’è più niente. >> Il Signor Blackwood che non era abituato a interfacciarsi con l’intimità altrui si bloccò, fù Ruth a prendere in mano la situazione e confessò un pensiero che aveva in testa già da tanto:

<< Novellina… Pure io sono d’accordo sul lasciare a ognuno i propri spazi… Ma questa volta… Voglio che tu ci dica cosa ti affligge… Voglio insistere e starti vicina… Voglio affrontare questo problema insieme a te e non lasciarti sola! >> Priuma rimase sospesa, si asciugò le lacrime e disse:

<< Va bene, vi racconterò tutto… >> Si sistemarono. Priuma era seduta dalla parte degli ospiti, il Signor Blackwood al suo posto e Ruth comoda in piedi mentre Smeraldello litigava con Cornelio per non farsi slinguazzare la pelliccia. Il Signor Blackwood goloso fece per prendere un bicchiere di liquore alla liquirizia ma venne rimproverato dallo sguardo di Ruth evitandogli il gesto maleducato. Protestò con gli occhi e pregò Priuma di cominciare.

<< Ho studiato tutta la vita all’Accademia Militare di Kamelot ed era da tre anni che servivo l’Esercito del Regno. >>

<< Si questo lo avevo intuito. >> Disse Ruth. Priuma fù ingenuamente sorpresa.

<< Come hai fatto a scoprirlo? >>

<< Non fosse bastato averti vista squarciare dei serpenti marini, non avevo già più dubbi da quando hai detto ”brandisco lo scopettone!” >>

<< Hm… Bhè, è così. Il mio sogno è sempre stato servire la Corona sul campo di battaglia ed ero brava… Ero molto brava… Gli ultimi anni come saprete sono stati problematici… L’Antica Barriera ha iniziato ad incrinarsi e la mia unità ha dovuto combattere le infiltrazioni Adombrate sul confine… Poi, un giorno come un altro, senza alcun motivo, non sono stata più in grado di lanciare gli Incantamenti, nemmeno quelli più comuni. Mi sono fatta visitare da un dottore e lui ha riscontrato un disfunzionamento della mi Ghiandola Eterica. >>

<< Ne ho sentito parlare. >> Disse Ruth.

<< Sono complicazioni molto serie, perdonami se te lo chiedo Priuma, ma quali sono le percentuali di guarigione? >>

<< Nessuna. >> Rispose Priuma seguita da un silenzio.

<< Non ci sono possibilità di ripresa, nessuno che abbia avuto la mia patologia è riuscito a curarsi, abbiamo provato di tutto, Incantesimi, medicine, erbe, preghiere, non c’è stato nulla da fare. >>

<< E che mi dici di un trapianto di Ghiandola? >> Chiese il Signor Blackwood.

<< La Ghiandola Eterica non è come un cuore, anche se trovassi un donatore dallo stesso Flusso, il chè sarebbe improbabile visto che Priuma è una Bicromaga, questo non funzionerebbe ugualmente, lo so perché nel mercato nero di Briomia… No, questo forse è meglio non citarlo… >> Disse Ruth mordendosi le unghie.

<< Comunque, a Kamelot non potevo fare altro che deprimermi, mio padre allora ha preso la decisione di inviarmi qui per farmi ricominciare una nuova vita, io non ho avuto niente da ridire, in questo momento mi sento come un sassolino in balia delle onde, non ho grinta per decidere il da farsi… >> Questo concluse lo sfogo di Priuma. Ruth scambiò uno sguardo col Proprietario che con un cenno confermò il racconto della ragazza. La Tutrice costeggiò la scrivania, si chinò a appoggiò le mani su quelle di Priuma.

<< Novellina, non è stata ancora detta l’ultima. La Lanterna Magica è un crocevia per tantissimi Incantatori provenienti da tutto il Regno e non solo, sono certa che qualcuno di loro saprò come aiutarti. >>

<< Ne sei sicura? >>

<< Certo, c’è una persona in particolare che vorrei ti visitasse… >>

<< E come faremo per la questione della Bicromagia? I dipendenti continueranno a domandare. >> Chiese Smeraldello.

<< Potete dirglielo… >> Rispose Priuma indifferente.

<< Potete dirgli tutto. Volevo rinnegare la verità, perché accettare di non poter usare più i miei Incanti era troppo doloroso, ma non ha funzionato, non ho fatto altro che creare degli spiacevoli malintesi, dovrei chiedere scusa a tutti. >>

<< Non c’è bisogno cara, e poi adesso è tardi vai a letto, puoi riprendere a lavorare quando vuoi. >> Disse il Proprietario.

<< No! Voglio tenermi il pensiero occupato. Voglio lavorare, sono ancora in prova per entrambi i turni giusto? >> Disse accennando finalmente un sorriso.

<< Giusto, ti aspetto domani mattina in mensa. >> Rispose Ruth. Spensero le candele e si diedero la buonanotte. Priuma risalì nella sua camera, la centotre. Dopo la sua esperienza nella precedente stamberga fù felice di sdraiarsi infanga in quel letto caldo, l’indomani avrebbe pensato a lavarsi. Affianco al cuscino notò una bambolina che la rappresentava, era la stessa creata la sera prima dalla signora Dixie. Si vergognò per le brutte parole che la aveva rivolto, annusò la bambola e sapeva di lavanda, rise come una bambina e si assopì con quell’aroma.

 

---

 

Priuma seduta sul tavolo con le gambe incrociate mescolava lo zabaione con un mestolo di legno, il grembiule non era riuscito ad impedire alla farina di macchiarle l’elegante abito di raso.

<< Amorino hai messo ancora una volta troppa farina, devi aggiungerla poco alla volta. >> Disse sua madre mentre pelava delle carote seduta affianco.

<< Tanto deve finire comunque tutta nella ciotola. >>

<< Si, ma così si amalgama male. >>

<< Pensa per te, stai pelando quelle carote come se fossero degli insaccati, dammi ti faccio vedere. >> Priuma filettava l’ortaggio con velocità e perizia inumana, versando nel recipiente la pietanza grattugiata.

<< Quando fate così tu e tuo padre non vi sopporto, mi sento sminuiti in questa casa. >>

<< Perché mio padre è incluso nel ramo familiare? >> Disse Priuma con impertinenza.

<< Farvi conciliare è una causa persa… >>

<< Ma è vero! Da quando è tronato da Grandoza non fa che pescare! Praticamente lo vedevamo più spesso durante l’annessione e quando mi rivolge la parola lo fa solo per rimproverarmi! >> La Signora Noctoseraph sospirò, non avendo invero molto da controbattere.

<< Di certo troverà più esaltante decapitare avversario anziché cucinare con noi, probabilmente ci odia, per lui siamo solo del tempo sottrattogli dal campo di battaglia! >> Criticò Priuma prendendo a tagliare con più irruenza. La madre le punse una gamba.

<< Aia! >>

<< Tuo padre ti vuole bene è solo negato nell’esprimerlo. >>

<< Deve piacerti proprio tanto quell’uomo… >> Disse sgarbata.

<< Priuma! >> La porta di casa cigolò e videro entrare il Signor Noctoseraph, portava una canna da lenza e una rete con all’interno una dozzina di pesci, prevalentemente Trote, Carpe e Anguille tutte dai colori vistosi. Era difficile intendere se la giornata fosse stata proficua visto che rincasava con la solita espressione indolente. Lasciò delle impronte umettate nel pavimento e poggiò il pescato sul tavolo.

<< Bentornato Caro! Priuma ti stava preparando una torta alle carote! >> Il Signor Noctoseraph guardò rigido Priuma che non gli stava rivolgendo il saluto.

<< A riguardo, dovrebbe essersi scaldato il primo impasto, tirala fuori dal forno Priuma. >> La bambina sfornò un dolce arancio e dall’aspetto croccante, tagliò una fetta e la porse al padre che dopo averla assaporata disse:

<< Stavate preparando dei dolci il giorno della Cerimonia? Priuma sei sporca, vatti a cambiare. >> Le si inumidirono gli occhi e con rabbia rispose sottovoce.

<< Sciocca io ad averci provato, non mi piace nemmeno cucinare. >> Il Signor Noctoseraph battè un pugno sul muro.

<< Vatti a cambiare, subito. >> Priuma con viso basso e deluso salì le scale ascoltando di sfuggita le parole della madre.

<< Perché fai così Abeloth? E’ solo una bambina! >> Non udì nessuna risposta provenire dal padre, probabilmente non si curò delle parole della moglie, pensò.

L’Antica Torre Celeste era la più imponente opera architettonica di Altaura, si trattava di tre piani circolari rialzati dal diametro di una intera città, l’acqua sgorgava da una corrente centrale e cadeva nei piani adiacenti con delle cascate intervallate da titaniche statue, ogni piano aveva un anello di edifici costruito sopra il livello dell’acqua e all’ultimo piano vi era il Giardino Reala con i Sacri Sepolcri degli Dei Dormienti, il Palazzo Reale e un ponte che conduceva alla Città di Platino dove abitavano le famiglie del Calice, i Consiglieri Reali. Il Palazzo Reale era costruito in selenite ancestrale dandogli un colore bianco avorio che quasi abbagliava se colpito da i raggi solari. Una cinta murarie accostate da imponenti baluardi difendevano una alta roccaforte con alti torrioni dal tetto a cono in mattonelle marine. La musica era festosa e si intensificava dopo che la famiglia ebbe varcato il Cancello Reale, giunti nel Salone dei Desideri l’Annunciatore urlò:

<< Giunge a palazzo l’Eroe Abeloth Alanera Noctoseraph accompagnato da sua moglie Lucerna Lilium Noctoseraph e da sua figlia Priuma Fantàsia Noctoseraph. >> Il Padre di Priuma era il punto di riferimento di ogni soldato Altauriano, i lineamenti ruvidi e la pelle mulatta mostravano le sue origini Occidentali, il viso era bislungo, le guancia sciupate e gli occhi incavati, anche se i capelli corvini erano legati tendeva a lasciarli mossi e trascurati fino alle spalle assieme a una colta barba. Sua Moglie era famosa in tutta la corte per la sua bellezza. Portava un lussuoso abito rosa da i ricami in seta bianca e delle ornamentali candele rosate poste sulle spalle con una gigante nel copricapo. Il Signor Noctoseraph era un uomo riservato e di rado partecipava alla movida pubblica, le sue umili origini scaturivano antipatia da parte dell’aristocrazia più conservatrice che applaudì per costrizione. Priuma era farcita all’interno di un gonfio abito color perla e azzurro dal corsetto soffocante e una maschera bianca dagli artifici alati e floreali con del vetro che le copriva gli occhi. Di colpo si spensero le luci e venne interrotta la musica, un occhio di bue illuminò un giovane sul palco che iniziò a suonare con uno strumento musicale, era una liara di pioppo bianco con più paia di corde colorate e da cui tramite una fessura uscivano dei fumi variopinti, si trattava della Musica Lucente dell’Arcipelago di Megattera, un’Arte che permetteva di trasformare le note musicali in immagini tramite il Flusso Eterico. Il ragazzo indossava una maschera di platino e suonava una melodia dolce e lenta che affascinò fin da subito gli astanti, Priuma parve sonnecchiare quando dei Do maggiori incalzarono il ritmo in un’esibizione aggressiva, il palco e gli ospiti si ritrovarono all’interno di un campo di combattimento, del fumo vermiglio ricordava il sangue e delle figure antropomorfe si uccidevano reciprocamente mentre il Compositore scendeva dal palco per suonare tra la folla. Alcune nobildonne parvero spaventarsi davanti a una messinscena così interattiva mentre Priuma sorrideva coinvolta, la violenza e l’orrore riproposto in quell’esibizione la stregò fino a quando il ragazzo non si fermò davanti a lei, allora la melodia cambiò nuovamente con accordi più stretti, il salone si riempì di fumo ceruleo e un coro accompagnava l’entrata in scena della rappresentazione di un guerriero con una sola ala, questo volava abbattendo i suoi nemici saettando da una parte all’altra e lanciando raggi infuocati. L’esibizione culminò infine con l’araldo Altauriano, una dama incappucciata, che rappresentava un’Incantatrice, teneva nelle mani una serpe e una spada, proteggeva nel suo mantello un ricettacolo raffigurante i membri del Calice, posto sotto un fiore di loto, il simbolo della Famiglia Reale. Le luci si accesero e pertì un applauso, il misterioso ragazzo fissava Priuma, lei distolse lo sguardo con disagio e con un’occhiata fugace le parve che le iridi di quel giovane fossero di colore platino.

<< Non vi era modo migliore di celebrare il primo anniversario dell’annessione di Grandoza che con l’esibizione del mio Primogenito, il Principe Màel Caledos Zan Pendragon Tredicesimo. >> Il Monarca, Rè Thoranum Persona Zan Pendragon Diciottesimo comparve da un’arcata scortato dalla Regina e dalle Guardie di Platino. Indossava un’armatura forgiata su più falde, con coppe alte e spigolose avvolte da drappi celesti, una lunga cappa impellicciata e la sua intimorente maschera reale, era in platino e scopriva solo gli occhi, formava un’aureola raggiante che incoronava il capo, portava due corna cadenti ai lati e una lunga barba decorata con diamanti.

<< Questo giorno continuerà a essere ricordato per la competenza, l’intuito e la perseveranza dei nostri Generali. Per il coraggio dei nostri fanti, dei nostri cavalieri, dei nostri Incantatori. Per la fiducia che l’aristocrazia ha riposto in questa causa tramite i suoi contributi. Oggi la Casata Joliefleur è ora nostra alleata e il matrimonio del loro primogenito con la Casata Burnstone sancisce la loro fedeltà. >> Il Casato Joliefleur rispose inchinandosi. Erano i cugini dei precedenti sovrani di Grandoza che sostenendo l’annessione offrirono le loro figlie in matrimoni ai feudatari Altauriani.

<< Le risorse minerarie di Grandoza, da sempre invidiate dalle nostre Gilde, non devono più essere importate. Acciaio, piombo e sale possono essere ora venduti a Riflesso e al Ducato delle Argille. Con i nuovi tributi stiamo costruendo strade, ponti, chiese e università per il Regno. Una nuova era germoglia dal sangue dei nostri caduti e dal sudore di chi ha prevalso. >> Il Rè mise una mano sulla spalla del figlio e fissò il Signor Noctoseraph.

<< Maestà. >> Abeloth si inchinò e così fecero pure sua moglie e sua figlia.

<< In molti tra cui mio padre, non avrebbero mai concesso un titolo nobiliare a un immigrato delle Lande Occidentali, ma io non ho ignorato i vostri traguardi Generale, ho ricompensato ogni vostra vittoria con una promozione e questa benevolenza mi è stata sempre ricambiata, quindi io vi chiedo, Ser Noctoseraph, è pronto a offrire nuovamente  la sua ala nelle avversità future? >> Abeloth fece attendere il Salone Reale e rispose:

<< Sempre mio signore. >> Il Rè prese il braccio di Abeloth e lo alzò in cielo urlando:

<< Altaura è forte! >> Urla e applausi orgogliosi impazzarono verso quel momento memorabile. Minuti più avanti Abeloth e il Rè si stavano intrattenendo col resto della Borghesia mentre Lucerna assisteva alle esibizioni dei saltimbanchi con altre Nobildonne. Priuma era seduta vicino a un tavolo, cercava di combattere la noia mangiando dei dolciumi.

<< L’esibizione è stata di suo gradimento? >> Disse il Principe Màel comparendo da dietro la ragazza mentre sbucciava un frutto. Era scortato da una ragazza poco più grande e alta di lui, indossava un’armatura e aveva i capelli biondi e le pupille abbassate.

<< Mio Principe! >> Priuma si alzò di scatto per fare un inchino.

<< Stia seduta la prego, non era mia intenzione scomodarla. >> Priuma si risedette con soggezione provando un inesplorato nervosismo. Poi rispose:

<< Invero, sono stata trascinata dalla vostra melodia. >>

<< Ne sono lieto… Mio padre era inizialmente contrariato nel lasciarmi esibire in pubblico, ma si è ricreduto dopo aver constatato i miei progressi, approfittandone così per ostentare il prestigio della sua discendenza. Devo l’ispirazione alle gesta di vostro padre, è stato un onore comporre sull’Eroe di Grandoza. >>

<< E’ un onore sentirglielo dire, sono sicura che pure lui abbia apprezzato. >>

<< No, non credo. Vostro padre mal sopporta queste cerimonie, basta osservarlo per capire che stà soffocando in quel jabot… E questo vale pure per voi dico bene? >> Priuma non rispose, poi il Principe aggiunse:

<< Posso chiederle cosa ne pensa dell’Annessione? >> Priuma diede una risposta formale come le era stato insegnato.

<< E’ stata una vittoria gloriosa, la dimostrazione del nostro potere militare, i nobili Generali del Re hanno vinto la disputa riportando l’ordine in quelle terre. >> Il principe parve scontento della risposta.

<< E’ questo quello che credete? Che il conflitto sia stato voluto da entrambi i Regni? Che i Generali abbiano ricacciato i barbari invasori e consacrato quelle terre alla ragione? >>

<< Non è così mio Principe? >> Il giovane diede un ultimo morso al frutto e disse:

<< Prima della Peste del Vuoto vi era l’Età del Ferro e del Sangue, il Regno Altauriano non esisteva, era un continente in perenne conflitto, esattamente come le Lande Orientali, piccole Casate si derubavano le proprietà incessantemente. Ma quando l’esercito degli Adombrati insorse devastando eserciti, fortificazioni e campi, gran parte di quelle famiglie furono decimate e costrette a unificarsi nell’odierno Consiglio del Calice incoronando il Re che ricacciò gli invasori con i suoi Arcimaghi e creò l’Antica Barriera grazie al volere degli Antichi Dei. Così venne fondato il Regno di Altaura. La storia umana è composta da un interminabile susseguirsi di latrocini, vogliamo possedere ciò che non abbiamo e per farlo siamo disposti ad uccidere. Se facciamo un confronto col regno animale scopriamo di vivere in un mondo impietoso, i carnivori mirano ad i cuccioli, i vecchi e gli ammalati per derubare loro le interiora con cui saziarsi. E’ un mondo che ci comunica a squarciagola che il debole deve soccombere al forte. Abbiamo sviluppato un’autocoscienza e una morale ma questo non ci ha impedito di esimerci dal razziare vicini e fratelli, anzi, in assenza di un organo legislatore ogni comunità è libera di fare ciò che vuole del prossimo, esattamente come è successo per Grandoza. Abbiamo rubato le loro risorse perchè le volevamo. >> Quel discorso disorientò Priuma, si chiese come delle parole tanto strane potessero venire fuori dalla bocca del Principe Altauriano.

<< Questa vostra visione della guerra intesa come l’atto dell’uomo di rubare ciò che non gli appartiene mi squilibra, sono cresciuta con questo conflitto e lo ho sempre dato per scontato, uccidere è scontato, è il gioco dei grandi. >>

<< Dare per scontato la realtà è il più grande vizio della nostra specie, assumere che tutto ciò che ci è stato insegnato sia empirico ed assoluto: i conflitti sono naturali e inevitabili, il mondo su cui viviamo è piano, le luci in cielo sono l’etere con cui gli Antichi Dei illuminarono le nostre notti. Non smetta mai di farsi domande Priuma, di mettere in discussione l’ovvio. >> Priuma guardava il Principe affascinata dalla sua dialettica.

<< La Peste del Vuoto ha interrotto per breve tempo i nostri istinti, ora che Altaura ha dato la sua dimostrazione di forza ci stiamo organizzando per attaccare l’Impero, per questo ci servivano le risorse minerarie di Grandoza. >>

<< Perdonatemi questa domanda, ma voi sarete il Rè, non siete spaventato? Come intendete affrontare questo conflitto? >>

<< Mio padre mi ha educato a non essere pavido ma a dire il vero, sono terrorizzato dal futuro ahahah. >> Ridette il giovane stupendo Priuma.

<< Tuttavia mi sono fatto un’idea ben precisa sul da farsi, ci ingelosiamo delle nostre credenze e culture, creiamo degli spazi tra noi ed i nostri simili, finchè queste barriere non saranno eradicate non saremo mai liberi e per fare ciò avrò bisogno della vostra Bicromagia Signorina Priuma. >>

<< Come fate a sapere… >>

<< Non immaginereste mai quanto io sappia di voi. Posso vedere i vostri occhi? >> Aveva promesso a suo padre che non si sarebbe mai abbassata la maschera, ma davanti alla richiesta del Principe entrò in conflitto, interdetta, lasciò che il ragazzo le alzasse l’indumento fissandola intensamente. La giovane guardia del corpo accanto a loro distolse lo sguardo disturbata.

<< Sono meravigliose. >> Priuma arrossì. Il Signor Noctoseraph fece un passo verso di loro.

<< Disturbo mio Principe? >>

<< Ser Noctoseraph, ci ha colto nel momento più intimo. >>

<< Mi spiace disturbarla ma stà per cominciare la Cerimonia. >>

<< Molto bene allora. >> Disse il Principe Màel rivestendo la coetanea baciandole poi la mano.

<< E’ stata una conversazione importante Signorina, stia certa che non la dimenticherò. >>

<< I-io nemmeno Vostra Altezza. >> Priuma fece un inchino e si allontanò col padre.

Un uomo si inebriava sopra un divano circondato da donne di ogni genere, la possanza del suo pettorale attillava il velluto che indossava, aveva dei corti capelli bruni con una leggera stempiatura, delle sopracciglia folte e una fitta barba, le labbra erano carnose e il naso adiposo. Quando il Rè si fece avanti le sue compagne fuggirono. Ser Goldenfaust lo guardò provocatorio.

<< Non perdi occasione per mancarmi di rispetto. >> Disse il Rè.

<< Io non giudico la tua condotta mio Rè, gradirei tu facessi altrettanto. >>

<< Fossimo degli allevatori ti lascerei morire di crepacuore tra le cortigiane ma abbiamo un nome da mantenere e dei doveri da onorare che tu così facilmente rifuggi. Nostro padre non ha mai smesso di moderarti fino al giorno della sua morte, al contrario io non ho più niente da dirti se non incaricarmi di intervenire quando dai spettacolo in modo così sfrontato. >>

<< Non avrei mai creduto che saresti riuscito nell’ardua impresa di divenire più cinico di nostro padre, almeno lui almeno amava nostra madre ma tu? Non hai altro all’infuori del tuo Regno. >>

<< E così deve essere, io ho accettato il mio dovere molti anni fà. Tu ti dedichi ancora a vilipendere la nostra autorità. >>

<< A quale proposito? Per rimanere immacolati nei libri di storia? Per tenere virtuoso il nostro nome per qualche decennio prima che i nostri nipoti tornino a fare ciò che più gli aggrada? >>

<< Stai delirando. Sei ubriaco. Rincasa e sciacquati il viso. >>

<< Perdonami mio Rè ma non prendo più ordini da un uomo che sacrifica i propri fratelli mentre lui giace morbido su di un trono. >>

<< Queste affermazioni dimostrano quanto sia infantile il tuo capriccio e quanto i nostri caratteri siano inconciliabili, il Calice mi attende, non sfigurarmi ulteriormente. >> Il Rè voltò le spalle e si fece seguire dalla moglie e dalle guardie. Ser Goldenfaust bevve dell’assenzio, fece cadere il bicchiere per terra e guardò il fratello allontanarsi con disprezzo.

In un piano sotterraneo si teneva la celata Cerimonia. All’interno di un imponente stanzone austero. Priuma era inginocchiata, davanti a lei vi era seduto su un trono il Rè accompagnato dai i sei membri del Calice, questi saggi erano i più fidati consiglieri del Rè, detenevano il ruolo Amministrativo del regno e custodivano gli Incanti Proibiti. Indossavano delle vestaglie nere con cuciture rosse e delle maschere cremisi risembranti diversi volatili sotto un cappuccio. Suo padre era dietro di lei con accanto altri sei uomini che accompagnavano la loro prole. Costoro vestivano una toga e ognuno aveva una toppa gialla decorata da vessilli differenti.

<< Nove anni orsono il grembo di sette madri è stato benedetto col dono della Bicromagia, questa è una grazia che non può essere ignorata né sottovalutata, alzatevi. >>

Il Rè li nominò uno per uno e questi rispondevano scoprendosi il viso:

<< Callisto Spina Rosegarden. >> Era una ragazzina pallida con delle profonde occhiaie, aveva una frangia netta e bruna. Un occhio era ametista e l’altro di smeraldo.

<< Fergus Cratere Giraluna. >> Era un ragazzino impassibile dai corti capelli rossi e con dei grandi occhiali tondi. L’occhio destro era di rubino e l’altro di cobalto.

<< Priuma Fantàsia Noctoseraph. >> Priuma non aveva un cappuccio da abbassare e si interrogò su i suoi simili, dove avevano vissuto fino ad allora? Forse fuori da Kamelot?

<< Riordan Raggio Tyrone. >> Era un ragazzino intimorito da i capelli mori con un ciuffo boccoloso. Iridi di rubino e topazio.

<< Dillòn Tomomastro Whiteheart. >> Era un giovane dal viso dolce e dal caschetto bianco, sembrava una ragazza. Aveva gli occhi di cobalto e topazio.

<< Kirya Ricciospino Wyvernaste. >> Era una ragazza dal sorriso impavido con degli spettinati capelli castani. Occhio sinistro topazio, occhio destro ametista. E in fine:

<< Avalon Amarezza Filiufulmi. >> Il cappuccio scoprì un ragazzino da i corti capelli paglierini e le guance paonazze. Iridi di topazio e smeraldo.

<< Da oggi in poi sarete dei fratelli e vivrete all’interno delle Mura Reali, dove verrete segretamente istruiti come Incantatori. >>

Qualche giorno dopo, nel giardino interno del palazzo Priuma stava malmenando Dillòn, lo colpiva con pugni e calci e urlava:

<< Non ti vergogni a non aver ancora risvegliato nessuna delle tue arti! Sua Maestà ci ha offerto l’onore di servirlo, ci fa vivere a palazzo concedendoci i più lussuosi dei pasti e tu lo ricambi così!? >> Dietro di lei Riordan e Kirya sghignazzavano perfidi, quei tre avevano formato in poco tempo un gruppetto con Priuma a capo.

<< Tu e Avalon siete gli unici a non avere ancora nessuna Arte! Fate schifo, siete feccia! >> Dillòn piangeva raggomitolato, incassando i calci nello stomaco.

<< Io a sei anni sapevo già dominare entrambe le Arti, che imbranato! >> Disse Riordan.

<< Ma se la settimana scorsa ti vantavi di averle assimilate a sette anni! Perché il tempo diminuisce a ogni accenno? >> Aggiunse Kirya provocando il ragazzino. Dillòn urlò:

<< Non sono un irriconoscente! Un giorno ripagherò la fiducia offertami da Rè Thoranum, mi esercito ogni giorno con la scherma, medito seguendo le nozioni dei nostri maestri, prima o poi questo esercizio darà i suoi frutti e potrò servire il nostro Sovrano, perciò non temo le vostre percosse! >> Priuma sorrise stuzzicata.

<< Uh, se dunque non ti importa più essere menato allora cambierò pena! >> Priuma si abbassò i pantaloni e si posizionò per bagnare la sua vittima, Kirya saltellava divertita mentre Riordan si coprì gli occhi con una mano dischiudendo però le dita. Arrossì e disse:

<< C-che cosa vuoi fare? >> Si udirono dei passi.

<< Lascialo stare! >> Priuma si voltò e vide Avalon.

<< Altrimenti? Cosa dovrei temere da un altro incapace? >>

<< Dillòn non è un incapace! Si allena ogni giorno come voi, anche più di voi e presto risveglierà le proprie iridi, non v’è alcun dubbio! In oltre non ci sono solo le Arti, Dillòn è un grande studioso e sa riconoscere più incantamenti di tutti noi messi insieme! >>

<< E con questo? Sua maestà ne può avere quanti ne vuole di letterati, ciò che vuole da noi è la nostra Bicromagia, senza quella siamo inutili! >> Disse Priuma.

<< Io posso dimostrarti il contrario! >>

<< Mi stai sfidando Avalon? >>

<< Se vincerò io smetterai di tormentare Dillòn se vincerai tu potrai seviziarmi quanto vorrai, ogni giorno, senza che io mi opponga, finchè non avrò risvegliato le mie Arti! >> Priuma sorrise.

<< Accetto. >>

<< Bene, ora però rimettiti i pantaloni! >> Urlò Avalon con un tono imbarazzato visto che Priuma era rimasta tutto il tempo in mutande. Lo scontro si tenne nel chiostro del Palazzo, da un lato Kirya faceva il tifo per Priuma, dall’altro Dillòn patteggiava per Avalon, al centro Riordan faceva da giudice.

<< Sei sicura che non dovremmo informare le guardie? >> Chiese Fergus seduto accanto a Callisto.

<< Questa è un’imperdibile occasione per raccogliere dati ed arricchire le mie ricerche! >> Disse la ragazza con appunti alla mano. Priuma guardava Avalon ridendo, smaniosa di potergli dare la lezione, entrambi impugnavano una spada di legno e attendevano il gesto di Riordan.

<< F-fratelli siamo qui riuniti per… >> Priuma gli passò davanti e scattò colpendo ripetutamente la spada d’allenamento di Avalon che si difendeva a fatica.

<< V-v-via! >> Quando Riordan abbassò la mano, Priuma aveva già picchiato il fianco destro e sinistro dell’avversario e gli aveva violentemente alzato il mento con un montante.

<< Come pensi di battermi privo di Arti se ti sono superiore pure nel corpo a corpo! >> Disse Priuma con le mani alzate pronta a scendere con un fendente. Avalon si parò e Priuma lo allontanò con un calcio.

<< Forza Avalon! Non farti intimorire dalla sua velocità, la tua manovrabilità con l’elsa è superiore! >> Urlò Dillòn a squarciagola visto il suo basso timbro.

<< Fallo esplodere Priuma! Attiva il tuo Incantamento e fai esplodere tutto ahahah! >> Strillò Kirya. Priuma ripartì all’attacco non concedendo ad Avalon nessuna apertura costringendolo a rimanere sulla difensiva colpo dopo colpo. Sentiva di avere la padronanza del campo di combattimento e calciò Avalon in volto, poi alzò pure l’altra gamba serrandogli il collo tra i suoi piedi e buttandolo per terra con un volteggio, tutti i fratelli sbigottirono davanti all’impetuosità della Bicromaga ma Avalon non doveva concederle tempo, parò in ginocchio le sue spadate, diede un calcio per farla scivolare ma Priuma saltò e atterrò il ragazzo con una tallonata.

<< Sai picchiare Dillòn iniziava ad annoiarmi ma con te potrei non stancarmi per un po'! Sei finito! >> Priuma scagliò la spada verso il basso ma Avalon, come se fosse stato in attesa di quell’azione, alzò la spada nella direzione opposta e fece scivolare il manico all’avversario, diede un calcio a Priuma, prese la spada al volo e retrocesse, volteggiando entrambe le armi per poi assumere una posizione di combattimento.

<< Adesso posso combattere davvero. >> I fratelli rimasero di stucco, Priuma si asciugò una striscia di sudore e disse:

<< Bastardo, stavi cercando di sottrarmi la lama per avere una difesa contro la Fiamma Cerulea? >> Avalon mantenne la posizione mentre gli altri ragazzi urlavano delle infamie al contendente avversario.

<< Credi di vincere riuscendo ad avvicinarti a me!? Non succederà! >> L’occhio destro di Priuma si illuminò e fuoriuscirono da esso dei raggi di luce cerulea contro Avalon, il ragazzo agitò le spade e passo dopo passo si avvicinava a Priuma parando tutti gli Incantamenti. Il legno prese a bruciare con del fuoco azzurro e delle scintille accecanti invasero il campo di combattimento, le spade si deterioravano sempre più fin quando la ragazza non si controllò e lanciò un raggio più violento degli altri che incenerì una delle armi, Avalon tentò un fendente verticale ma lei distrusse pure l’altra spada con un raggio ancora più rumoroso, allora Avalon afferrò con violenza la maglia di Priuma tirandola a sé per darle un pugno, Priuma esplose di rabbia e un’enorme vampa cerulea riempì il campo di combattimento, si alzò un enorme polverone ed i fratelli si ripararono spaventati. Quando il fumo si diradò Dillòn si avvicinò con timore al centro dell’arena per verificare se i suoi fratelli stessero bene e li, tutti quanti li videro ancora duellare. Mostravano delle gravi ustioni, Priuma alla gamba e Avalon al braccio. Priuma era sopra di lui e gli stava mordendo il braccio a sangue mentre Avalon gli dava dei violenti pugni in testa, entrambi ringhiavano come degli animali feroci.

<< Arrenditi incapace! >> Diceva Priuma.

<< Mai! >> Dillòn prese in mano la situazione e corse con tutto il fiato che aveva in corpo urlando preoccupato:

<< Professor Celadon! Professor Celadon Priuma e Avalon sono feriti! >> Quel pomeriggio vennero tutti puniti. Il Professor Celadon li rimproverò aspramente dopo aver fatto medicare Priuma e Avalon da un taumaturgo di corte tramite degli Incanti e delle bende. Nel mezzo della ramanzina Priuma e Avalon se la filarono sonnecchianti dalla finestra, fuggendo in una delle torrette del castello.

<< Il Professor Celadon è troppo apprensivo, non riesce a comprendere che per noi quello era solo un gioco, se avessi voluto ferirti seriamente saresti morto e il castello avrebbe un cratere nel pavimento. >> Disse Priuma in equilibrio tra i merli.

<< Non ne dubito, ma anche se è stato divertente il Professore ha ragione, questo modo di giocare è troppo pericoloso. >>

<< Ma dai, che vuoi che sia! Se dovessimo ferirci nuovamente ci penserà il taumaturgo a medicarci. >>

<< Priuma, il taumaturgo non ha medicato le nostre ferite, ha solo velocizzato la rimarginazione, sono i nostri corpi ad avere proprietà rigeneranti anormali, non ci sono rimaste neppure le cicatrici, guarda. >> Avalon scoprì le bende intorno al braccio, le ustioni erano completamente sparite. Priuma sorrise.

<< Tu pensi che siano stati gli Antichi Dei a donarci questi poteri? >> Chiese Priuma.

<< Non credo di essere capace di concepire come un tale privilegio mi possa essere stato concesso. >>

<< Infondo è quello che pensano tutti i nostri fratelli. Forse pure i sette Arcimaghi erano Bicromaghi, forse siamo destinati alla grandezza. >>

<< Mi auguro di no, ciò farebbe presagire la venuta di un’altra calamità. >> Priuma ancora col sorriso sulle labbra fece un saltello verso il pavimento.

<< Si stà facendo buio, dobbiamo muoverci a rincasare o rischieremo di scivolare tra le tegole. >>

<< E questo tuo lato giudizioso da dove viene fuori? Ti dipingevo perennemente impavida. >>

<< E lo sono, ma anche le Bicromaghe impavide inciampano se non ci vedono, su andiamo. >>

<< Aspetta. Non c’è motivo di sbrigarsi, ci posso pensare io a fare luce. >> Avalon unì i palmi a conchiglia e dalle sue mani crebbe un germoglio lucente di colore topazio.

<< Allora li sai usare gli incantamenti! Perché hai mentito! >> Urlò Priuma stupefatta.

<< Se Dillòn fosse rimasto l’unico di noi a non saper utilizzare le Arti si sarebbe demoralizzato e non c’è motivo di farlo penare. A breve pure diventerà un eccellente Incantatore, vedrai. >> Priuma abbassò le palpebre disapprovando quella posizione, ma il bagliore del germoglio era mistico al calar del sole, si potevano vedere le ultime luci nel cielo sopra la bellissima Kamelot, la vista la rasserenò a tal punto da accomodarsi accanto ad Avalon.

<< Sai, non è affatto malvagia come Arte. Sono certa che pure te diventerai un eccellente Incantatore. >>

<< Grazie… Ma a dire la verità, io sono una ragazza. >>

<< EH!? >>

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3999144