Walker ALTERNATIVE VERSION

di Meramadia94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 8 Aprile 2020 ***
Capitolo 2: *** Un anno dopo ***
Capitolo 3: *** Risveglio ***
Capitolo 4: *** Un brusco risveglio ***
Capitolo 5: *** Zoria Porter ***



Capitolo 1
*** 8 Aprile 2020 ***



8 Aprile 2020, Ranch Walker, ore 6.00 p.m

- Natalie, sono arrivata!- fece la voce allegra di Emily Walker. 
Quasi per magia, sul portico del ranch Walker si materializzò una ragazza di ventidue anni, lunghi e fluenti capelli castani che solitamente portava in una treccia, occhi color cioccolata che regalavano al viso i lineamenti di un viso di bambina, carnagione olivastra, abbigliata con una camicetta rossa, jeans chiari e degli stivali da cow-boy. Il suo bagaglio a mano era un giacchino di pelle nera. 
- Ehy ragazzi!!- fece la giovane andando incontro ai figli di Emily per salutarli. Stella, la maggiore si stava esercitando nel palleggiare la palla in quanto stava tentanto di entrare nella squadra di basket della scuola, mentre il fratello, più piccolo di un paio d'anni stava armeggiando con la macchina fotografica.
- Zia, peccato...- fece Stella continuando i suoi esercizi di palleggio - ti perderai la faccia di papà quando gli farò il culo a strisce.- 
Natalie rise, memore di come finivano le serate giochi in casa Walker. Non importava quante voltegli venissero spiegate le regole del gioco. Cordy inevitabilmente, finiva per essere battuto da sua figlia, tra le risate di tutti e la consapevolezza che avrebbe dovuto pagare pegno lavando i piatti per una settimana. 
- Beh, puoi sempre  chiedere a tuo fratello di immortalare la scena.- fece Natalie guardando il nipote che armeggiava con la macchina fotografica di Emily alla ricerca di soggetti interessanti da fotografare - sarebbe una splendida cartolina di Natale.- 
I due ragazzi risero, mentre Emily si avvicinava per dar loro un abbraccio prima di partire, ed Abby prendeva da parte la figlia per farle le raccomandazioni. 
- Naty, mi raccomando...-
- Mamma, tranquilla. Non usciremo dal sentiero tracciato da Cordell, saremo sempre in contatto, vibrazione on e suoneria disattivata.- 
- Lo so tesoro, scusami è che...- fece Abby - mi fa così strano, non saperti a casa... non sapere per delle ore se starai bene...- 
Nat l'abbracciò con un sorriso - Mamma, ne abbiamo già parlato... ho bisogno di fare questa cosa. Non posso vivere rinchiusa per sempre, a domandarmi se sono in grado di affrontare  le situazioni o meno.- 
Abby sospirò. Sapeva che prima  o poi quel giorno sarebbe arrivato. 
Quando, ventidue anni prima aveva realizzato di essere incinta per la terza volta, aveva provato un'emozione fortissima, in quanto riteneva di non poter più avere figli. La notizia del nuovo arrivo aveva portato in casa Walker gioia e felicità.... una gioia che però molto presto, rischiò di trasformarsi in una terribile disgrazia. Dopo i primi sei mesi di gestazione, infatti, sorsero le minacce di aborto spontaneo. 
Abeline aveva iniziato a perdere sangue. Molto più sangue di quanto ne avesse, e di quanto potesse permettersi. Finchè un giorno, Bonham non la trovò in bagno, con tutto il pavimento sporco di sangue, urlando a Cordell di chiamare l'ambulanza e di non far avvicinare Liam. 
Al pronto soccorso, avevano gelato Abby con la peggior sentenza che un genitore potesse udire. 
'' Faremo dei controlli più approfonditi, ma dubito che il bambino sia ancora vivo''.
Contrariamente a ciò che tutti si aspettavano, la creatura che cresceva nel ventre di Abby, e che lottava disperatamente per la propria sopravvivenza, era ancora viva. Da quel momento in poi, Abby si impose di passare il resto della gravidanza a letto. Una specie di condanna, per una donna attiva e dinamica come lei, abituata a fare la lista delle cose da fare alle quattro del mattino.
Dopo tre mesi, aveva avuto una bambina in salute: Natalie Emma Walker.
La sua famiglia lo riteneva un vero e proprio miracolo, ma l'aborto spontaneo a cui era scampata aveva reso tutti molto protettivi nei suoi confronti.
Quasi come se avessero paura che quel destino che ventidue anni prima l'aveva graziata, ci ripensasse, e tornasse sui suoi passi per portarla via. 
Quello che nessuno però notava, era quanto questa condizione facesse sentire Natalie a disagio. Se durante l'infanzia era stato divertente essere vista come una '' principessina nella torre d'avorio'', coccolata e vezzeggiata da tutti, durante l'adolescenza le cose erano cambiate notevolmente. Durante l'ultimo anno di liceo, aveva ascoltato a tratti infelice, a tratti con invidia, i discorsi dei suoi amici che parlavano di andare al college a Yale, Stamford, alla Brown, addirittura Oxford, di prendersi un anno sabbatico per fare un giro del paese in macchina o in moto prima dei quattro anni di università, o di fare un viaggio tutti insieme... quando sapeva benissimo che per lei non ci sarebbero state quelle avventure.
Si era laureata all'università del Texas, cum laude, in psicologia, ed aveva continuato a frequentare abitualmente la casa paterna ed i suoi genitori, a differenza dei suoi compagni che tornavano a casa solo per Natale, Pasqua ed il giorno del ringraziamento, al punto che certe volte Abby e Bonham quasi non si erano accorti che la figlia fosse andata al college.
Da una parte, era molto felice di non essersi separata per troppo tempo dalla famiglia, ma dall'altro si sentiva infelice ed insoddisfatta, come ossessionata dall'idea di essersi persa qualcosa  di importante. 
Emily, sua cognata, era una sorta di ancora di salvezza. Era una di quelle rare persone, e dunque più degne di nota, che si accorgevano quando qualcuno attorno a lei soffriva di qualche malessere emotivo senza che questi fosse obbligato a parlarne. Non era raro che le chiedesse di aiutarla in diverse questioni... come a scegliere i regali per i compleanni, cosa sarebbe piaciuto ad Abby e Bonham per i loro 40 anni di matrimonio, o qualcosa da regalare a Liam e al suo fidanzato, che avevano annunciato di aver deciso di sposarsi.
Poi aveva avuto l'idea di proporle di accompagnare lei e Geri al confine, per rifornire le postazioni nel deserto di acqua e cibo, per aiutare coloro che attraversano a piedi quel deserto che non perdonava, nella speranza del sogno americano.
'' I volontari ci hanno dato buca, le postazioni dell'acqua non si riempiono da sole... una mano in più ci farebbe comodo.'' 
Abby e Bonham inizialmente, avrebbero voluto opporsi... salvo poi ricordare che se l'avessero fatto, sarebbero andati contro la massima con cui avevano cresciuto i loro tre figli.
'' Voltarsi dall'altra parte, quando qualcuno ha bisogno di aiuto, tacere,non aiutare l'oppresso per non avere problemi, è come rendersi complice dell'oppressore''. 
Pertanto, non si opposero al permettere alla figlia di andare... in fin dei conti, ci sarebbero state anche Emily e Geri con lei, cosa mai sarebbe potuto andare storto?
- E poi potremmo trovare il modo per convincere Liam a tornare a casa e sposarsi qui.-
Abby sorrise sognante - Cosa non darei per riaverlo a casa... tutti e tre i miei bambini riuniti.
Bonham si unì alla conversazione di quelle che chiamava '' Le uniche donne della sua vita'' - La macchina è a posto. Mi raccomando, fate attenzione.- 
- Lo faremo papà, promesso. Domattina presto saremo di nuovo a casa.- fece Nat abbracciando il padre. 
Emily la raggiunse in quel momento - Allora... pronta?- 
- Prontissima.- sorrise Natalie con un sorriso. Un sorriso tipico dei vent'anni, carico di inesperienza ma anche d'ansia di dimostrare che ormai era adulta. Augie pensò che quel sorriso meritasse bene uno scatto, e dopo aver chiesto a madre e zia di non muoversi scattò una foto.
Ancora non poteva immaginare che quell'istante immortalato, sarebbe stato l'ultimo momento felice per molto tempo.
...
...
...
New York, 8 Aprile 2020. 
William Edison Walker, chiamato Liam, se n'era andato di casa subito dopo il diploma per proseguire i suoi studi a New York, deciso come non mai a diventare avvocato, complice la spropositata ammirazione per un amico dei suoi genitori che lui ed i suoi fratelli Cordell e Natalie, da piccoli erano soliti chiamare '' Zio Stan''. Dopo la laurea aveva deciso di rimanere nella Grande Mela per lavorare, tanto che a nemmeno trent'anni era in lizza per diventare socio dello studio legale più importante della città... e stava per sposare l'uomo dei suoi sogni.
- Che ne diresti se questo fine settimana cercassimo un posto per il matrimonio?- 
Liam alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo - Non è prematuro? Voglio dire, ancora non abbiamo fissato nemmeno la data...- 
- Appunto. Sai quanto è difficile trovare un posto per una cerimonia a New York, per cui sarebbe meglio avere PRIMA il posto per la cerimonia e la disponibilità... POI fissiamo il matrimonio.- spiegò Bret. 
Liam avrebbe voluto controbattere qualunque cosa, ma non trovò una sola risposta intelligente da dare in quel momento - Hai già in mente qualcosa?- 
- Un'amico oggi mi ha mostrato una rivista di architettura.... e c'è un palazzo in neo-rinascimento spagnolo  con un'elegante facciata vittoriana, una preziosa testimonianza architettonica nel cuore di Manatthan... e di recente è stato restaurato ed ospita ricevimenti... ed è letteralmente preso d'assalto. Farci un salto, dare un'occhiata in giro, non costa niente.- 
Liam sorrise. 
- Beh non ho nessun impegno questo fine settimana... o niente che non si presenti all'improvviso e che non possa crudelmente abbandonare...- 
In quel momento suonò il cellulare, e vide la foto di Natalie sullo schermo.
- E' mia sorella.- 
Bret sorrise - Dopo passamela, voglio salutarla.- 
- Ciao Nat, dimmi.- fece Liam. Gli ci vollero meno di due secondi per capire che qualcosa non andava. Sua sorella stava correndo, sembrava affannata... e spaventata. 
''Liam, è successo un casino, sono al confine con Em e Geri, mi stanno inseguendo!'' 
- Nat, chi è che ti sta inseguendo?- fece Liam ancora basito per quella telefonata. Bret lo guardava spaventato, chiedendogli con lo sguardo se voleva che chiamasse il 911, per qualche emergenza - Nat, ascolta, devi...-
BANG!
Liam udì il rumore del proiettile che squarciò il silenzio della notte texana, anche a diverse miglia di distanza. Poi la comunicazione venne interrotta. 
Provò a richiamarla immediatamente, ma l'unica risposta che ottenne fu una voce robotica che diceva -'' L'utente da lei chiamato non è al momento raggiungibile, la preghiamo di riprovare''
- Oh no...- fece Liam pallido come un cadavere, cercando freneticamente tra i contatti il numero della cognata. Nat aveva detto di essere con lei e Geri... una delle due gli avrebbe detto cosa stava succedendo. Pregava solo di non aver ascoltato in diretta l'omicidio di sua sorella.
- Liam, che sta succedendo?- fece Bret sempre più agitato.
- Te lo dico tra un attimo...- fece Liam pregando mentalmente '' Dai rispondi, dai!''.
'' Liam ciao, come stai?''-
- Emmy, non ti ho chiamato per chiacchierare... mi ha telefonato Nat, ha detto che ci sono stati dei problemi, mi è sembrato di aver sentito uno sparo... cos'è successo?- in quel momento, l'avvocato non poteva vedere la faccia della cognata ma se la immaginava benissimo. Gli occhi di Bret erano diventati grandi il doppio. 
'' Oddio non saprei, ci siamo separate un'ora fa per rifornire le.... ODDIO NAT! NAT! NAT!!!!''
- EM, EM CHE SUCCEDE?- fece Liam sempre più allarmato.
- Liam, devo richiamarti....- fece Emily in preda al panico.
L'avvocato lasciò cadere il telefono a peso morto, cadendo in ginocchio. Le urla di Bret che gli chiedevano cosa fosse accaduto, se stesse bene, e di nuovo cosa fosse successo facevano tremare i muri del loro appartamento, ma Liam le sentiva ovattate, lontane, a malapena percepibili. 
Tutto quello che riusciva a pensare era di aver appena ascoltato sua sorella che forse veniva uccisa.
Doveva tornare subito ad Austin.
...
...
...
La famiglia Walker era riunita attorno alla sala operatoria dell'ospedale di Austin. Durante la telefonata con il cognato, Emily con sommo orrore aveva scorto una figura a terra, immersa in una sostanza rossa e viscosa. Si era avvicinata ed aveva trovato Natalie, con due ferite da arma da fuoco... ma ancora viva. Subito aveva chiamato Geri, caricato la ragazza in auto per portarla in ospedale e chiamato il resto della famiglia. 
L'intervento era ancora in corso quando Liam e Bret arrivarono in ospedale. 
Cordell, Geri ed i ragazzi cercavano di consolare Emily, sconvolta ed in lacrime.
La donna era totalmente distrutta dall'aver ritrovato la cognata praticamente morta e dall'averla coinvolta. Continuava a dirsi che se non avesse insistito perchè andasse con loro, non le sarebbe accaduto niente.
'' Mamma non  potevi sapere cosa sarebbe successo...''
'' Zia Nat è forte... ci vuole ben altro per buttarla al tappeto...''
Cordell non potè che dare ragione alla figlia. Natalie, quando non era ancora conscia di essere una persona, aveva lottato con le unghie e con i denti che ancora non aveva contro un aborto spontaneo, non poteva farsi buttare giù da un paio di pallottole.
I suoi genitori si erano rifugiati nella cappella, per pregare un'Entità Superiore di prendere la loro vita, se proprio era destino che quella notte un Walker tornasse alla casa del Signore, al posto di quella della figlia.
Cordell ebbe quasi un infarto nel vedere lì il fratello. In tutta quella confusione non aveva ancora trovato modo di prendere il cellulare ed avvisarlo.
- Liam...- -fece correndo ad abbracciarlo.
- Cordell, come... Nat è...?- 
- E' viva. Quando è arrivata era ancora viva, la stanno operando in questo momento... ma tu come...- 
- Natalie mi ha telefonato, ha detto che era al confine e che avevano avuto dei problemi... Cordell, non capisco che diavolo è successo...?- 
- Non lo so, ti giuro, non lo so.- fece Cordell. Francamente non riusciva proprio a spiegarsi cosa potesse essere andato storto. Emily gli aveva detto che aveva trovato Natalie non troppo lontano dalla macchina, quindi era rimasta sul percorso indicato da lui. 
E c'era un'altra cosa che non capiva... perchè Nat aveva sentito il bisogno, in caso di guai, di chiamare Liam, quasi dall'altra parte del paese? Ok, che tra Liam e Natalie vi era sempre stato un rapporto di complicità fin da quando erano piccoli, e che si era rafforzato quando lui si era arruolato nei marines, ma non riusciva a trovare una spiegazione razionale per quella decisione. 
'' Me lo dirai tu Nat. Quando uscirai dalla sala operatoria.''
...
...
...
L'intervento durò in tutto sette lunghe ore.
Alla fine, quella lunga ed interminabile notte finì. 
- Sua sorella ha superato l'atto operatorio in maniera soddisfacente...- fece il medico - tuttavia, durante l'intervento, il flusso di sangue al cervello si è interrotto per alcuni secondi... abbiamo dovuto indurre uno stato di incoscienza.- 
- E' in coma.- appurò Cordell.
Emily, Geri ed i ragazzi sussultarono a quelle parole, mentre Bret prese Liam sottobraccio, quasi a volerlo sostenere
- Coma farmacologico, si.- fece il medico - la sedazione la farà calmare, ridurrà lo shock, e permetterà al corpo di guarire.-
- Ma....- fece Liam con  un filo di voce - si sveglierà vero?- 
- Ha perso molto sangue, ed il suo corpo ha subito uno shock non da poco. Non sempre sappiamo quali saranno le reazioni del paziente... possiamo solo continuare a monitorarla e sostenerla.- 
- Sta parlando di una donna che nel ventre materno, al sesto mese di gestazione, ha lottato ed è uscita vincitrice da un imminente aborto spontaneo.- fece Cordell affrontando il medico a muso duro - Lei si sveglierà. Fine della discussione.- 
Il medico li lasciò soli. 
- Ragazzi.... avvertite Mawline ed il nonno.-
Cordell abbracciò la moglie.
- Non è colpa tua... non è colpa tua...- fece Cordell. 
- Si invece... l'ho lasciata da sola, senza protezione... io sapevo che poteva essere pericoloso, per lei era la prima volta, non dovevo lasciarla andare da sola...- 
- No, ti sbagli. L'unico responsabile è chi ha sparato.- fece Liam, ingoiando più volte per non scoppiare in lacrime, mentre Bret gli teneva forte la mano. 
'' Ma hai la mia parola, Natalie... troverò chi ti ha ridotto così. E ti vendicherò. Fosse l'ultima cosa che faccio.'' - fu il pensiero dei suoi fratelli in quel frangente.

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Capitolo 2
*** Un anno dopo ***


12 Aprile 2020, due giorni dopo la confessione di Carlos Mendoza.

In casa  Walker, nessuno parlava da quasi due giorni. Non erano passate che 48 ore da quando Natalie era entrata in coma, forse in una lunga agonia che avrebbe preceduto la sua morte, ed un altro dolore li aveva colpiti. 
Natalie era stata quasi uccisa perchè aveva detto di no. Ad una bestia, un rifiuto umano, che aveva provato a violentarla... perchè lui aveva deciso, che l'offerta di un panino ed un bicchiere d'acqua, significava '' Mi piaci, facciamolo''.
Si era costituito alla polizia proprio quella mattina. 
- Ha confessato.- fece Larry - Dice che Natalie lo ha visto mentre vagava senza meta, si è avvicinata... gli ha dato dell'acqua, e gli ha anche indicato dove lei, Geri ed Emmy avevano messo le provviste... lui ha pensato che fosse il suo modo per dire, '' prendimi, sono tua''.... Natalie si è opposta. Ha detto di aver avuto paura che lo denunciasse alla polizia di frontiera... e che era troppo spaventato ed arrabbiato per realizzare che non l'avrebbe mai denunciato, perchè avrebbe significato denunciare anche se stessa Emily e Geri per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.- 
Il sapere che cosa le era accaduto, chi era stato e perchè però non li aveva aiutati a stare meglio.  
Già era impossibile accettare l'idea che la loro piccola Naty avrebbe potuto non esserci più, ma l'idea che a strapparla al loro affetto fosse stato quello stesso buon cuore che tutti le raccomandavano di non perdere mai... lo rendeva impossibile.
- Larry... è.... è certo...?- fece Cordell. 
- Si, non ci sono dubbi. C'erano le impronte di Mendoza sulla pistola che ha sparato, l'esame balistico ha confermato che l'arma del delitto era quella, ed è risultato positivo alla prova del guanto di paraffina... per il procuratore McLawson ci sono abbastanza prove da farlo marcire in galera per il resto della vita.- fece Larry.
- E sarà meglio per voi, che sia così.- fece Bonham guardando i fucili che in quel momento sembravano urlare a gran voce '' Usaci, Usaci'' - o ci penserò io, a far in modo che non faccia più male a nessuno.-
- Bonham...-
- Non dirmi cosa devo fare o cosa devo pensare. Ti ricordo che mia figlia, è stata quasi uccisa mentre cercava di aiutare , da una di quelle persone.- fece Bonham con le lacrime agli occhi, mentre abbracciava la moglie. 
Emily in quel momento abbassò lo sguardo e lasciò la stanza scappando quasi in lacrime. 
- E' colpa mia.- borbottò Emily tra le lacrime, seduta sulla panca, mentre osservava il tramonto. Lei ed il marito erano in silenzio da almeno venti minuti, quando la donna finalmente si decise a condividere i suoi pensieri. 
- Tesoro, no, questo non dirlo nemmeno per scherzo...- 
- Sono stata io ad insistere perchè venisse con me.- fece Emily - le avevo detto di rimanere sul percorso che hai tracciato tu, di non sgarrare, e di tenersi lontana dalla strada, che non le sarebbe accaduto nulla...- ricordava ancora lo sguardo di Natalie quando era passata al ranch per far controllare la macchina, lasciare Stella ed Augie e prendere lei. 
Natalie aveva quell'espressione di fresca innocenza, di bambina che aveva vissuto ancora poco che sembrava felice e allo stesso tempo devastata di poter costruire una strada solo sua, e di gratitudine per l'occasione che le aveva appena offerto.... se solo avesse saputo cosa sarebbe successo, non avrebbe mai nemmeno osato pensare di portare Nat con sè. 
- Emily, di tutto quello che poteva succedere in quel posto dimenticato da Dio, quella era l'ultima cosa che potevamo prevedere...- fece il ranger prendendo la moglie sottobraccio. Cercava di consolarla, di essere forte... ma dentro stava impazzendo per il dolore ed il senso di colpa. 
Non era stata colpa di Emily, se in quel momento la sua sorellina stava morendo attaccata ad un macchinario. La colpa era stata loro. Di tutti loro. 
La loro colpa era stata quella di voler tenere Natalie sotto una campana di vetro, per proteggerla da qualunque pericolo potesse palesarsi, quando invece avrebbero dovuto ricordarle che la sua vita era un miracolo. Perchè non sarebbe nemmeno dovuta nascere, ed invece era viva. Che Dio doveva avere uno straordinario progetto per lei, visto che aveva deciso di salvarla.  Che non doveva sprecarne nemmeno un secondo. Invece avevano permesso alla paura di perderla di dominarli. Non le avevano quasi fatto fare niente se non sotto la supervisione di qualcuno.
Ed ora il loro più grande rimpianto era che Natalie se ne andasse dopo una vita che non aveva vissuto. 
Che loro stessi le avevano impedito di vivere. 
I suoi genitori avevano fatto un fioretto: se Nat fosse uscita indenne da quella prova, pure se avesse deciso di scalare il K2, non avrebbero sollevato obiezioni. Se vivere nell'apprensione, era il prezzo da pagare per concederle una seconda chance di vivere, sarebbero stati ben lieti di pagare quel conto. 
Cordell in quei due giorni aveva continuato a chiedersi, cosa era successo al confine di così grave da spingere Natalie a chiamare prima Liam? All'inizio aveva pensato che i problemi avuti avessero a che fare con la polizia di frontiera, che forse l'avevano scoperta mentre riforniva le postazioni dell'acqua, e che la sorella avesse pensato di chiamare Liam in quanto avvocato... ma la confessione di Mendoza aveva fatto crollare quell'ipotesi in meno di due secondi.
Alla fine era giunto alla conclusione che Natalie si fosse rivolta a Liam, perchè fin da piccola era abituata a rivolgersi a lui in caso di bisogno. 
...
...
...
Due mesi dopo il ferimento di Natalie 

Bret non aveva problemi ad ammetterlo. Il Texas non lo faceva impazzire di gioia. Non che avesse qualcosa in particolare, contro il luogo natale dell'amore della sua vita, ma era cresciuto nella frenesia della Grande Mela, una città che non dormiva mai, faceva una grande fatica ad abituarsi a quel nuovo ambiente. Ad un posto dove si parlava di bestiame, semine, cavalli... 
Però amava Liam incondizionatamente. Non voleva immaginare una vita senza di lui, ora che sapeva com'era la vita assieme. 
Per questo aveva deciso, quasi senza consultare il fidanzato, di prendere una casa in città, a venti minuti dal Ranch, in modo da poter seguire quel casino ed allo stesso tempo avere una parvenza di normalità. 
- Amore, ti va il cinese per cena?- fece Bret chiudendo il laptop su cui stava lavorando. 
Non ottenne risposta. 
- Amore?- fece lo scrittore. Sospirò.
 Sapeva dove trovare Liam. In quella stanza della loro casa che era diventato lo studio personale di Liam. Quando non era in tribunale per qualche causa, al ranch per aiutare i genitori o a dare il cambio ad Emily nell'assistere Nat, si rinchiudeva in quella stanza. Ed infatti, l'avvocato era lì. 
A rileggere per l'ennesima volta la confessione di Carlos Mendoza, la lista delle prove, alla ricerca di non si sapeva bene cosa.
- Almeno accendi la luce.- fece Bret accendendo la luce più grande - ti rovinerai gli occhi.- 
- Ah sei tu... scusami, stavo...- 
- Lo so, Liam, lo so.- fece Bret - quel che non capisco è perchè continui a torturarti in questo modo.- 
Dalla sera in cui Liam aveva sentito la voce di sua sorella che gli chiedeva aiuto, un attimo prima di essere ingoiata, forse per sempre dal buio della notte, l'avvocato non aveva fatto altro che lavorare come un matto a quel caso. Poco importava che vi fosse un reo confesso, condannato per tentata violenza e tentato omicidio, oltre che per essere in America senza Green Card. Quella confessione aveva qualcosa che non gli quadrava. 
Se davvero Natalie si era sentita in pericolo, perchè invece di chiamare lui, a km di distanza, non aveva chiamato Emily, Geri o semplicemente provato a rifugiarsi nell'auto? 
E perchè Carlos Mendoza, se davvero il suo scopo era impedirle di denunciarlo, le aveva sparato due volte? 
- C'erano due ferite d'arma da fuoco, Bret.- fece Liam - ed una pallottola è stata sparata mentre Nat era già a terra. Se davvero Mendoza ha agito in preda al panico, per paura di una denuncia, perchè sparare due volte? Una sola ferita avrebbe potuto causarle la morte per dissanguamento.- nel dir così tirò fuori la copia del referto del pronto soccorso - E guarda... la seconda pallottola era vicina al cuore, poco sotto la spalla destra, quindi è stata sparata frontalmente. Quando Naty era già a terra.-
- Liam...- 
- E quindi i casi sono solo due. O Mendoza non era solo o sta proteggendo qualcuno.- fece Liam - Natalie è una psicologa, ha aiutato tante persone a fare un po' di ordine nella loro vita, ed aveva un'occhio di riguardo per le donne maltrattate, chi ci dice che un marito o un fidanzato violento non gliel'abbia giurata, anche senza che lei ne fosse al corrente?- 
- Liam. E' un ipotesi che non sta in piedi.- fece Bret - E lo sai.- 
- Qualcuno le ha sparato mentre era a terra, come se fosse una cosa personale, un'esecuzione...- 
- E come avrebbe fatto, secondo te, una persona con un conto in sospeso con Natalie a sapere dove trovarla proprio quella notte?- fece Bret. Non ce la vedeva Nat a scrivere sui social che sarebbe andata al confine a rifornire le postazioni nel deserto, sapendo benissimo che stava infrangendo la legge. E di certo non ne aveva parlato con nessuno, eccetto con i suoi - Liam, sul serio. Non dirò so come ti senti, perchè non posso saperlo... ma capisco che sia stato terribile ascoltare quella telefonata... ma la verità è che Nat, è stata gentile con la persona sbagliata.
E so che è difficile da accettare.- 
- No.- fece Liam con i luccicon - è IMPOSSIBILE da accettare.- 
- E quale risposta potrebbe darti pace, Liam?- fece Bret - sul serio. C'è una versione della storia che riusciresti ad accettare più facilmente, nella peggiore delle ipotesi?- 
Liam rimase in silenzio, mentre Bret lo stringeva a sè. 
- Amore, so che stai soffrendo... ma tormentarti in questo modo, non cambierà quel che è successo.-
- E quindi che dovrei fare...?- fece l'avvocato.
- Essere presente quando si sveglierà. Perchè si sveglierà.- 
...
...
...
La famiglia Walker attendeva con ansia il risveglio della piccola di casa.
Da quella tragica notte erano passate molte settimane, che a poco a poco divennero mesi, e quei mesi alla fine divennero un anno. Ma le condizioni di Natalie, continuavano a non migliorare. Era ancora immersa nel buio dell'oscurità, prigioniera di un sonno profondo. 
Dopo il primo mese di coma, Abby e Bonham avevano chiesto ed ottenuto di poter trasferire la figlia a casa. Non volevano che Natalie, al suo risveglio, vedesse una stranza fredda, bianca, piena di macchine e di estranei. 
Il loro amico Stan Morrison aveva procurato loro un'infermiera e fatto in modo che l'ospedale passasse loro i macchinari necessari a monitorare la situazione, e si erano alternati per prendersi cura della ragazza. 
Emily non si dava pace per l'accaduto. Non riusciva in alcun modo a togliersi dalla testa che fosse colpa sua. Nessuno l'aveva accusata, puntato il dito e fatto insinuazioni sul fatto che avesse di buon grado accettato che Nataline, andasse in giro da sola, al confine, con il rischio di incappare in qualche pericolo... in fondo, nonostante tutti la trattassero come se fosse '' la bambina miracolata'', erano consci che era adulta, e che fosse conscia dei rischi che si assumeva decidendo di imbarcarsi in quell'impresa. Eppure, nonostante le rassicurazioni di tutti, non riusciva a darsi pace.
Quella sera, Walker ed i suoi figli cenavano assieme nella casa che il ranger e sua moglie avevano comprato quando avevano deciso di sposarsi e costruire una loro famiglia. Il posto di Emily era vuoto, occupata al ranch a vegliare sulla cognatina.
- Vorrei incentrare il progetto '' Cos'è per me il Texas'' su zia Natalie.- fece August - Pensavo di fare un montaggio con i filmini di te, zio Liam e zia Nat da piccoli... così quando si sveglia, lo guardiamo tutti insieme.- 
Cordell annuì sorridendo, pensando per un momento al giorno in cui Nat si era messa in testa il premio che il padre aveva vinto al suo primo rodeo, ed aveva spaventato a morte Liam, che l'aveva scambiata per un cucciolo di Minotauro. 
- Si, è una bella idea.-
- Domani dopo la scuola ci accompagni al ranch allora?- fece Augie speranzoso - Volevo iniziare a cercare un po' di materiale.- 
Cordell pensò che quella fosse l'occasione giusta per parlare ai figli di ciò che lui ed Emily avevano deciso.
- A proposito di questo, ragazzi... io e vostra madre abbiamo preso una decisione.- fece Cordell - una decisione che riguarda anche voi... sono mesi che io, voi, vostra madre non riusciamo più a condividere qualche momento insieme.- 
Stella ed August annuirono. La loro madre era quella che sembrava aver preso peggio di tutti il coma di Natalie, incapace di perdonarsi per aver convinto la cognata a seguirla nella missione umanitaria che l'aveva quasi uccisa. Era l'unico modo che aveva trovato per avere un po' di pace. 
- Per cui ragazzi, io e la mamma abbiamo deciso di trasferirci tutti insieme nella fattoria del ranch. Mawline ed il nonno l'hanno sistemata perchè diventi una casa...- 
- Ci trasferiamo?- fece Stella. 
Cordell annuì - Si. E quindi temo che dovremo anche farvi cambiare scuola... ragazzi, so che è dura ma dobbiamo sforzarci di rimanere tutti insieme...- 
I due ragazzi si guardarono prima di annuire. Ormai sentivano troppo la mancanza della loro madre, che riuscivano a vedere solo la mattina per un rapido saluto prima di andare a scuola, e l'idea di poter tornare ad essere una famiglia, specie in quel momento, era loro di grande conforto.
Prima che potessero dire o fare qualcunque cosa però suonò il cellulare di Cordell.
- Emmy dimmi...- fece Cordell dopo aver trovato il coraggio di accettare la chiamata. Sgranò gli occhi - Come? Quando..... si, i ragazzi sono qui... si, glielo dico io, arriviamo subito...- 
I due ragazzi si guardarono terrorizzati, al pensiero che fosse arrivata quella notizia che tutti loro tanto temevano.
'' E' morta. La zia Natalie è morta, e papà non ha il coraggio di dircelo!''- fu il pensiero comune dei due ragazzini.
Cordell li guardò con gli occhi gonfi di lacrime, che scalpitavano per poter uscire. 
- Ragazzi... dobbiamo andare subito in ospedale...- fece Cordell per poi accennare un sorriso - Zia Nat è sveglia.-

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Capitolo 3
*** Risveglio ***



'' Natalie si è svegliata!!!''
Erano bastate queste parole da parte di Emily, per far saltare in piedi tutta la famiglia. Abby e Bonahm corsero immediatamente al piano di sopra per prendere coscienza dell'avvenuto risveglio della ragazza, mentre Liam si affrettava a chiamare un'ambulanza, in modo che Natalie potesse essere portata in ospedale quanto prima e farle tutte le analisi del caso, mentre Emily comunicava al marito la lieta notizia, oltre al recarsi subito all'ospedale.
E da lì, l'attesa ricominciò. 
La famiglia Walker era confortata dall'averla vista sveglia, e non solo per quei pochi secondi causati dai movimenti riflessi ed involontari, ma era allo stesso tempo molto spaventata. In quei mesi, avevano letto un sacco di storie e testimonianze su chi aveva passato degli anni in coma, e che poi si era risvegliato.
Vi erano state persone che si erano viste spaesate e sconvolte nel ritrovare un mondo completamente diverso da quello che conoscevano, alcune non avevano alcuna memoria di chi fossero, quale fosse la loro vita prima dell'incidente, altri ancora avevano perso la sensibilità degli arti... quando la paura di perderla era così vivida, si erano detti che tutto era meglio del niente. Che l'avrebbero rivoluta con loro, anche senza braccia, senza gambe, anche in un polmone d'acciaio, che avrebbero imparato a convivere con il fatto che la Natalie che conoscevano era ''diversa'', e l'avrebbero aiutata ad accettare ed essere serena nella sua nuova condizione, grati e felici del dono ricevuto....
Ora però era cambiato tutto.
Erano terrorizzati dall'idea che Natalie li avesse dimenticati, che avesse perso l'uso delle gambe o qualche funzione vitale...  non erano realmente preparati a vederla affrontare una condizione come l'essere del tutto dipendente da qualcun altro. Proprio lei, che desiderava vivere con tutte le sue forze, affamata di libertà ed indipendenza... 
La morte l'aveva graziata due volte, ma la vita aveva un modo tutto particolare di dire '' E adesso parliamo del conto''. 
Bonham tirò un pugno alla parete.
'' E' possibile che non si possa godere di UNA bella notizia, in questa casa?'' 
Quando videro il medico, fu come svegliarsi da un incubo che durava da troppo tempo.
- Natalie Walker, ventire anni. In coma da undici mesi e tre settimane.- fece il medico - Risvegliata stanotte, vigile, cosciente ed è orientata nel tempo e nello spazio. La paziente respira autonomamente, le ferite fisiche si sono rimarginate, al momento è alimentata via flebo.- 
- Quindi... sta... sta bene vero...?- fece Abby che ancora faticava a crederci. Un anno.
 Un maledetto anno che aveva passato accanto alla piccola di casa a leggerle i suoi libri preferiti, cantarle la sua canzone preferita, ad ascoltare la voce della figlia in segreteria per sentirla ancora ed ancora, a dirle '' Ti voglio bene'', nel terrore di non averglielo detto abbastanza...  dopo tutto quel tempo, aveva iniziato  quasi a rassegnarsi al fatto che non l'avrebbe più vista... invece era sveglia. Viva. E a quanto pare in perfetta salute. 
- Nessun danno. Vostra figlia ha delle capacità di recupero straordinarie.- fece il dottore - Deve solo essere pronta ad affrontare il recupero. E' quasi un anno che non parla, non si muove, e non mangia cibo solido, quindi sopratutto i primi tempi i movimenti più basilari per lei saranno come un doppio turno in una miniera...- 
- Certo, lo sappiamo...- fece Emily - ma... le staremo vicino, la aiuteremo con la fisioterapia...-
- Possiamo vederla?- fece Liam - solo per qualche minuto.
- Signor Walker, comprendo il vostro stato d'animo, ma sua sorella è molto provata...- poi vedendo le espressioni supplichevoli della famiglia Walker acconsentì - e sia. Ma solo per cinque minuti, e a patto che non la facciate stancare troppo.- 
I presenti promisero di non trattenersi a lungo, ed in fila indiana entrarono nella stanza di Natalie. La ragazza aveva un'espressione provata sul viso, pallida, e si guardava attorno confusa e spaventata, come se cercasse di capire cosa stesse succedendo attorno a lei.
- Va tutto bene tesoro....- fece Bonham avvicinandosi con cautela alla figlia, tenendole la mano - E' tutto ok. Sei al sicuro....- 
- Naty, ti riporteremo a casa molto presto.- fece Abby con gli occhi lucidi.
Natalie però continuava a sembrare molto spaventata. 
Cordell a quel punto capì che non avrebbero potuto non dirle niente sul come e sul perchè si trovasse in ospedale - Nat.... sei in ospedale. Sei stata in coma per un po' di tempo, hai avuto un incidente...- 
- E' tutto finito amore.- fece Abby cullando piano la figlia, lanciando a Cordell uno sguardo inequivocabile. Non c'era bisogno di dirle tutto, subito. Avrebbero affrontato la cosa a piccoli passi, valutando quando sarebbe stata pronta a sopportare tutto il carico- è tutto finito. Ora stai bene, e sei qui, con la tua famiglia, è solo questo che conta....- 
- Bentornata sorellina...- fece Liam trattenendo a stento le lacrime di gioia, mentre mandava un messaggio a Bret e Stan per dar loro la lieta notizia.
...
...
...
Natalie si era svegliata da due settimane ormai. Ed una volta stabilito che non vi erano state complicazioni, i medici avevano dato il loro benestare affinchè la ragazza fosse seguita a casa, tramite terapia riabilitativa domiciliare.
Aveva ricominciato a parlare, seppur con una voce che sembrava arrivare dalle viscere della terra. La prima cosa che la sua famiglia ebbe modo di notare, era che la piccola di casa Walker non ricordava assolutamente niente.
Per Natalie, era come svegliarsi dal sonno di una notte. Non ricordava di essere andata al confine con Emily e Geri, e che dunque ad un certo punto un uomo l'aveva aggredita per farle violenza, e che questi sentendosi rifiutato le aveva sparato. 
Ciò li metteva nella non facile situazione di decidere se rivelare, anche se a piccoli passi, a Natalie cosa le aveva causato quello stato, oppure inventare un'altra versione più accettabile... come essere rimasta vittima di un rapinatore mentre era a comprare uova e caffè, il che era tragico ma clemente. 
Natalie non sapeva di essere stata ad un passo dal diventare una vittima. Se glielo avessero detto, lo sarebbe diventata.  Anzi, sarebbero stati loro a renderla tale. 
Decisero di lasciar perdere l'argomento per un po' e concentrarsi esclusivamente sul suo recupero.
- Ancora un passo...- fece Emily sorreggendo la cognata in modo che potesse spostarsi dal letto alla poltroncina.
- Vai alla grande tesoro.- 
- Si...- fece Natalie con voce arrocchita - arranco dal letto alla sedia, e solo perchè qualcuno mi sorregge...-
- Perchè ti sei appena svegliata.- fece Bonham - Naty, so che è dura, ma devi avere un po' di pazienza.-
Natalie annuì, lasciandosi andare contro la spalliera della poltrona, esausta.
- Posso rimettermi a letto per favore....? So che ho dormito per un anno, ma mi sento sfinita.- fece la ragazza.
- Certo tesoro...- fece Liam avvicinandosi alla poltrona per prenderla in braccio. La riadagiò con cura sul letto e le rimboccò le coperte, senza fare troppa fatica. Era una piuma.
- Zia, come ti senti...?- fece Augie. 
- Come se stessi vivendo in una bolla. Ogni giorno è uguale a quello precedente.- fece Natalie guardando verso la finestra della sua camera. La tenda era tirata.
Emily intuì quasi subito cosa avrebbe voluto Natalie in quel momento. E doveva dire che non la biasimava. Al suo posto avrebbe voluto la stessa cosa. 
- Oggi non fa così freddo... magari più tardi potremmo provare a portarla fuori... giusto per farle prendere un po' d'aria fresca...- 
Abby storse il naso - Non è un po' presto?- 
- Mamma, andiamo... dopotutto, è rimasta chiusa in una stanza per quasi un anno... un po' d'aria fresca e di luce solare, che male vuoi che possano farle?- fece Liam. 
Nat sperò con tutto il cuore che la madre si convincesse a lasciarla uscire un po'. In quelle settimane, oltre al recupero fisico si stava anche preparando mentalmente all'idea che se prima i suoi familiari fossero spaventati dall'idea che potesse succederle qualcosa... ora si che avrebbero avuto un motivo per preoccuparsi davvero. 
'' Beh, dai loro torto Nat...''- pensava tra se e se -'' esci di casa una volta e ti sparano...''
Ma in quel momento le mancava troppo la sensazione del sole che la riscaldava e dell'aria fresca che le pizzicava la pelle. 
- D'accordo, ma dovrai essere ben coperta ok?- 
- Va bene...- fece Nat. 
Cordell guardò l'orologio.
- Devo andare. Oggi riprendo servizio come ranger, ed arriva anche il nuovo partner.- fece Cordell recuperando il cappello. Era entusiasta all'idea di tornare al suo lavoro, anche se da una parte gli dispiaceva non poter lavorare più fianco a fianco con Larry. SI consolava pensando che l'ex partner aveva meritato la promozione a capitano, a differenza di molti ex comandanti che a volte scambiavano il cane del fucile con quello dei vicini di casa, e che finalmente Austin avrebbe avuto un capitano dei ranger onesto e leale - ma stasera ceniamo tutti assieme...- 
- Voi cenate tutti assieme, vorrai dire.- fece Natalie.
- Oddio scusa...- fece Cordell rendendosi conto solo ora della sciocchezza detta, cosa che gli costò un'occhiataccia dal resto della famiglia che diceva -'' Idiota, lo sai che non può mangiare al momento!'' 
Liam intervenne - Beh, hai la scusa per mangiare tutto il gelato che vuoi per almeno un mese.- 
Natalie sorrise - Grande.... cioccolato e panna, su questo non transigo.- fece la ragazza facendo sorridere il resto della famiglia.
...
...
...
Tornare alla normalità però non era così semplice. Specie quando si aveva l'odioso tarlo nel cervello che rosicchiava dicendo '' Qualcosa non va''. 
- Qualcosa non va?- fece Bret riferendosi al fidanzato. Avevano deciso di passare assieme la pausa pranzo, e magari discutere dell'eventualità di sposarsi ad Austin per poi trasferirsi in pianta stabile e New York subito dopo il viaggio di nozze, ma Liam sembrava con la testa da un'altra parte - per essere uno la cui sorella è appena tornata dall'aldilà, non sembri molto felice.- 
- Ma no, sono contentissimo...-
- Ma?- 
- E' che non riesco ancora a capire...- fece Liam giocherellando pensieroso con i funghi fritti che aveva nel piatto, invece di mangiarli. 
- Liam. Devi riuscire a darti un po' di pace.- fece Bret prendendogli la mano. In quel mesi, il fidanzato non aveva fatto altro che indagare, tormentato dall'idea che la sorella quella notte lo avesse chiamato, per avere un aiuto che non era stato in grado di dargli - Carlos Mendoza ha tentato di violentarla, non c'è riuscito e ha agito in preda alla rabbia e la paura. So che ti sembra illogico ma...- 
- L'avvocato di Mendoza, in questi mesi, ha presentato ben sedici richieste per la libertà vigilata, che il giudice era disposto a concedergli in cambio di pubbliche scuse alla nostra famiglia. E Carlos si è sempre rifiutato, dicendo che è giusto che paghi per quel che ha fatto.- 
- Quindi?- 
- Un potenziale stupratore che preferisce farsi l'ergastolo per tentato stupro e tentato omicidio, quando gli basterebbe versare due lacrime finte e qualche parola di scusa?- fece l'avvocato. 
Oltre a ciò, in quei mesi Carlos Mendoza aveva puntualmente usufruito del suo diritto di telefonare in carcere, per chiamare al ranch, chiedendo di Natalie, delle sue condizioni... certo, a turno gli avevano più volte augurato tutto il male del mondo prima di morire, augurandogli di soffrire come lui aveva fatto soffrire loro e promesso di vendere l'anima al demonio, pur di assicurarsi che non sarebbe mai uscito di prigione... però questo era già segno di pentimento per ciò che aveva fatto. Perchè non ammetterlo pubblicamente? 
Forse aveva ragione Bret, ed avrebbe dovuto godersi il fatto che Naty era uscita viva da quella prova, che per fortuna non aveva avuto gravi conseguenze, ed iniziare a pensare alla vita che lo aspettava da quel momento in avanti...
- Scusami, finalmente è un momento felice, ed io invece di esserne contento e di ringraziarti per essere rimasto per tutto il tempo, continuo a cercare qualcosa che forse non c'è...- 
- Hai attraversato un momento difficile, è normale che tu non abbia ancora realizzato che è tutto finito.- sorrise Bret prendendogli la mano - ma presto tutto tornerà alla normalità.- 
Liam sorrise - Si hai ragione... organizziamo il matrimonio.- 
Prima che Bret potesse dire o fare qualunque cosa, vennero avvicinati da un uomo, molto elegante e ben curato. 
- Perdonate, senza volere ho udito la vostra conversazione... lei è il fratello di Natalie Walker? La donna che si è presa un proiettile giù al confine?- 
- Si...- fece Liam ritrovandosi a stringere la mano di quell'uomo senza troppa convinzione - Ci... ci conosciamo?- 
- Byron Santos. Sono un giornalista.- fece l'uomo - Ho letto la notizia sui giornali e seguito il processo contro Mendoza... e so anche che sua sorella è sopravvissuta ad un aborto spontaneo.- 
- Dunque?- fece Liam, quasi infastidito. 
- Vorrei intervistarla. Anzi, intervistare tutta la famiglia... volevo scrivere un libro, sulla miracolata di Austin.- 
Liam gli avrebbe volentieri sputato in faccia per il disgusto, se Bret non lo avesse preceduto. 
- Ma non si vergogna???- fece lo scrittore attirando l'attenzione del personale e degli altri clienti del Bistrot - Si stanno ancora riprendendo dall'avere quasi dovuto dire addio ad una figlia, e lei pensa di usare la più brutta esperienza della loro vita per tirar su soldi??- 
Byron si difese - Non mi ha capito...  lo scopo è far conoscere la sua storia, può diventare un simbolo di rinascita per molte persone.- 
Liam tirò un pugno al tavolo - Mia sorella in questo momento non riesce nemmeno a spostarsi dal letto alla sedia senza qualcuno che la sostenga, parla a grande fatica, a malapena riesce a mangiare. In questo momento, ha bisogno di supporto e di calma, non di essere sbattuta su una copertina.- 
- Avvocato...- 
- La invito a non dire un'altra parola, o le giuro, la prima cosa che farò al ritorno in ufficio sarà denunciarla per molestie.- fece Liam con il tono di chi non ammetteva repliche. 
A quel punto il giornalista capì che era meglio levare le tende. 
- Ti dispiace accompagnarmi in ufficio? Mi è passato l'appetito.- fece Liam. 
- Certo, nessun problema... che ne dici se stasera passo a trovare Natalie?- 
Liam annuì. Una serata con Bret e la sua famiglia forse gli avrebbe restituito un po' di calma. 

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Capitolo 4
*** Un brusco risveglio ***


- Come mai qui?-fece Geri versando da bere a Cordell - non dovresti essere al lavoro?-
- A quanto pare non sono più un ranger.- fece Cordell con un sorrisetto. Tra una cosa e l'altra, si era completamente dimenticato che a cadenza regolare, i ranger dovevano sottoporsi a dei test per dimostrare che erano ancora idonei a svolgere quel lavoro. Solo che negli ultimi mesi era stato troppo impegnato a preoccuparsi di sua sorella in fin di vita nello stesso letto in cui da piccoli lui, Nat e Liam si accoccolavano con lei per aiutarla a vincere la paura del buio... a presenziare alle udienze per la libertà vigilata di chi l'aveva ridotta così, per assicurarsi che ci morisse in quel buco e  a consolare sua moglie, straziata dal senso di colpa, per preoccuparsi di dimostrare che sapeva ancora cavalcare, sparare e guidare come un pilota di formula 1.
- Devo rifare i test di ammissione, come un pivello.- fece Cordell con un sorriso da ebete che non riusciva a cancellare. 
- Eppure non mi sembri così scocciato.- 
- E perchè dovrei esserlo? Il sole splende... mia sorella è sveglia... sta ricominciando a parlare, a camminare... ah ed è sveglia da dieci giorni e chiede di mangiare i tacos da undici.- 
Geri rise. 
- E volesse il cielo... non ricorda niente di quel che le è successo.- fece Cordell. Certo, non poteva dirsi contento che la sorella avesse perso un pezzo della sua vita, ed era un dolore insopportabile vedere i suoi occhi che chiedevano perchè, e non poterle dire una verità che le avrebbe fatto troppo male... ma al momento non era ancora pronta per re
-Si lo so...- fece Geri - E' come si fosse svegliata dal sonno di una notte...- fece la barista servendosi uno shottino.
- Sai io ed Emily.... non abbiamo mai parlato di quel che è successo quella notte.- fece Cordell giocherellando con la tazza. Era passato un anno dal ferimento di sua sorella, ma lui non aveva mai chiesto a sua moglie cosa fosse accaduto. Cosa avesse visto o sentito prima  dei colpi. Aveva più volte visto negli occhi della sua adorata moglie, il dolore ed un senso di colpa che la divorava viva, ogni istante della giornata, e non aveva avuto il cuore di chiederle informazioni sull'accaduto, temendo di rincarare la dose e farle pensare che in qualche modo la ritenesse responsabile della disgrazia.
Di rimando, la donna, non aveva mai sollevato l'argomento. 
- Se ti consola...- fece Geri - nemmeno tra di noi, ne abbiamo mai parlato.- 
Tuttavia avrebbe mentito se avesse detto che non avevano mai pensato a quel maledetto 8 Aprile. Erano arrivate al confine poco prima del tramonto, e si erano rifugiate alla loro solita postazione, in attesa che calassero le tenebre, per poter iniziare a svolgere il loro lavoro. 
Avevano raccomandato a Natalie di non allontanarsi dal sentiero che Cordell aveva dato loro, e di star lontana dalla strada... poi aveva trovato Emily. Urlava come una pazza, con i jeans e la camicetta pieni di sangue... e Nat a terra, in una pozza vermiglia, che respirava a fatica. 
Poi le urla laceranti di Emmy che la incitava a non preoccuparsi di droni, multe per eccessi di velocità e di portare la ragazza al pronto soccorso... in quei mesi, non ci era stato un attimo in cui il ricordo di quei momenti non l'avesse perseguitata.
In cui non si era chiesta se quella tragedia si sarebbe potuta evitare. 
E ne era certa, che fosse la stessa cosa anche per Emily. 
- Forse non avremmo dovuto lasciarla da sola...- 
Cordell le prese una mano - Non è colpa vostra... sono stato io a dirvi di non girare troppo a gruppo, per evitare di attirare l'attenzione...- 
La loro conversazione venne interrotta da due clienti, che parevano molto interessati a lui. E alla conversazione con la barista.
'' Ma chi è quello?''
'' Il fratello di quella che si è presa un proiettile giù al confine.''
'' Ah quella.... era meglio puttana che morta. Poi capirai... una che aiuta quella feccia in meno.'' 
Geri si allarmò nel sentire quelle parole, mentre negli occhi del ranger si accese una luce omicida, che senza dire una parola si alzò. Picchiettò sulla spalla del tale che aveva dato della sgualdrina alla sorella. 
- SI?- fece quello come per chiedere -''Cosa vuoi da me?''
Nel giro di due minuti, all'interno del bar si scatenò un terribile scontro. 
...
...
...
- Il. Primo. Giorno.- fece Larry con l'espressione di un drago pronto a sputare fuoco -  Primo giorno dopo un lungo permesso. Non sei nemmeno entrato in stazione, firmato il cartellino... eppure sei già riuscito a cacciarti in un guaio.- 
Larry James era abituato alle ''Walkerate'' del suo partner, come era solito chiamarle. Al suo aggirare le regole come niente, al suo '' prima si spara, poi si domanda chi è''. Per certi versi era anche divertente, gli forniva solo più materiale su cui scherzare e prenderlo bonariamente in giro nelle uscite tra colleghi. 
Adesso però era cambiato tutto. 
Era diventato capitano. 
Il che voleva dire che se qualche ranger sotto il suo comando combinava qualche casino, la prima testa che i loro capi avrebbero preteso sarebbe stata la sua. 
Se scendevano al di sotto della media dei casi risolti, sarebbe stato lui a prendersi un rimprovero... e se qualcuno in sala relax fotocopiava il lato b, pure se era esilarante, doveva fare l'adulto e richiamarli all'ordine. 
Dover pure gestire un ex partner/ attuale ranger troppo rissoso, poco incline al dialogo, era troppo. 
- Cosa dovrei dire secondo te?- fece James - No, dimmelo, perchè non lo so. Hai idea di quanti favori ho dovuto chiedere, per non farti sospendere con effetto immediato?- 
- Ne ho una vaga idea, si.- fece Cordell, sentendosi in colpa. La promozione di Larry non aveva fatto fare particolari salti di gioia ai capi del DPS, ad eccezione del loro amico ( nonchè uomo con più agganci di Austin) Stan Morrison, che ne aveva caldeggiato l'avanzare di grado. Da bravi bigotti conservatori quali erano, non avevano visto troppo di buon occhio che un messicano di colore rivestisse una posizione di comando.
Il che voleva dire che Larry avrebbe dovuto dimostrare, in ogni secondo il suo diritto a rivestire tale ruolo. E chiedere dei favori a dei pezzi grossi per non far sospendere, o peggio, un ranger che aveva sferrato un pugno ad un civile, non era il modo migliore per dimostrarlo. 
- Mi dispiace... ho... ho perso il controllo...- 
- Ma che sorpresa eh?- fece Larry sarcastico. 
Cordell alzò le mani in segno di resa - Lo so, hai ragione, e ti chiedo scusa... non volevo causare guai proprio a te.
E' che quando ho sentito quelle parole, pronunciate con tanta leggerezza... è stato come rivivere tutto da capo.- 
Ed aveva visto davanti a sè la sua amata moglie con gli occhi gonfi ed arrossati dal pianto, mentre rifiutava di interrompere le lunghe veglie per occuparsi di Natalie... 
Sua madre trastullarsi sulla sedia a dondolo, tenendo stretta a sè la bambola di peluche che aveva regalato alla figlia per il suo ottavo compleanno...
Suo padre che contava e lucidava i fucili e le pallottole, per essere pronto a dare la lezione che meritava a chi l'aveva ridotta in quello stato, se per caso a qualcuno fosse venuto in mentre che qualche mese in carcere, con vitto ed alloggio garantiti, fossero una punizione sufficente per essersi preso una vita innocente. 
Ripensato a Liam, al dolore che aveva provato nella consapevolezza che forse quel grido d'aiuto a cui non era riuscito a rispondere, potevano essere le ultime parole pronunciate dalla loro sorellna... e al suo terribile rimorso per non poter sopportare quella sofferenza al posto del fratello. 
E ultimi, ma non per importanza... ad Augie e Stella, che erano quasi arrivati al pensiero di imparare a sparare solo per vendicare chi aveva ridotto Natalie in fin di vita e costretto la madre a vivere con un perenne senso di colpa. 
- Lo so.- fece Larry comprensivo - So che tu e i tuoi avete passato un inferno... ed anch'io avrei reagito allo stesso modo... infatti l'ho spiegato ai nostri capi...- 
Cordell si alzò in piedi. 
- Però mi hanno imposto delle condizioni.- 
Cordell si gelò - Ossia?- fece Cordell temendo di dover passare Dio solo sapeva quanto tempo dietro ad una scrivania, ad occuparsi di noiose scartoffie. 
- Puoi rimanere in servizio e lavorare sul campo... ma dovrai sottoporti ad una perizia psichiatrica.- 
- Una che cosa?- fece Cordell con due occhi che parevano due uova sode. Ok ,forse non era tardi per occuparsi di tutte le scartoffie arretrate dell'ultimo anno - Larry, non prendermi in giro...- 
- Mai stato così serio.- fece Larry - Mi dispiace... ma considerato tutto quello che è successo nell'ultimo anno e... questo.- fece Larry lanciando un'occhiata all'uomo che se ne stava andando borbottando qualcosa su come non si potesse più dire qualcosa per parlare senza essere pestati - vogliono essere sicuri che tu sia ancora idoneo a svolgere il tuo lavoro.- 
- E tu hai accettato?-  
- O questo o sospensione con effetto immediato e a tempo indeterminato.- fece Larry - ti farò fare coppia con il ranger appena assegnato, ti aiuterà a tenere un profilo basso, almeno fino a quando non ti fisseranno l'appuntamento.- 
Cordell annuì, rassegnato. 
- E va bene...- fece il ranger alzandosi.
- Ti presento il tuo nuovo partner... Micky Ramirez.- fece Larry aprendo la porta. Sul ciglio della stessa, apparve una donna di circa trent'anni, occhi e capelli castani acconciati dietro la testa, tratti messican. 
- Micky Ramirez... mi aspettavo un uomo.- fece Cordell. 
- Già... anche mia madre.- fece la ragazza stringendogli la mano con fare amichevole - Ho saputo di sua sorella... mi dispiace per l'accaduto. E sono molto felice che si sia ripresa.- 
Cordell sorrise. Non gli erano mai piaciute le frasi di circostanza, meno che mai se erano perfetti sconosciuti, ma qualcosa in quella ragazza lo induceva a pensare che l'avesse detto con il cuore. 
...
...
...
- Non è possibile...- fece Natalie con la voce arrocchita, mentre il padre la rimetteva sul letto in stile sposa - che sia così stanca... a stare seduta sul portico di casa...- era convinta che uscire un po' da quella stanza che l'aveva vista tenere l'anima con i denti per oltre un anno, prendere un po' d'aria l'avrebbe rimessa al mondo. 
Invece, si sentiva come se avesse fatto il giro del mondo a piedi, quando in realtà era stata semplicemente seduta sul portico di casa, su una sedia a dondolo.
- Tesoro...- fece Abby - va tutto bene. Il tuo corpo non è più abituato a fare sforzi, è perfettamente normale, che stare troppo tempo in una postura ti faccia sentire affaticata e spossata... datti del tempo, e tutto tornerà come prima.-
- C'è qualcosa che possiamo fare per te....?- fece Emily - non so... vuoi bere qualcosa, guardare un po' di tv, leggere un libro...- 
Natalie si rivolse ad Emily - Puoi andare al mio ufficio, e prendermi gli appunti sulle sedute di Zoria Porter? Voglio rinfrescarmi un po' le idee...- 
I genitori e la cognata si guardarono sperduti, non troppo certi se e come darle la notizia. 
- Che c'è...?- fece Nat - che succede...?- 
Fu Abby a prendere la parola. Si sedette sul letto della figlia, tenendole stretta la mano - Tesoro... Zoria... si è tirata indietro. Ha deciso di non testimoniare più.- 
Gli occhi di Nat si fecero grandi il doppio quando ebbe collegato ogni parola di quella frase al suo significato - Cosa...?- 
- Vedi Naty... quando ti hanno.... si insomma...- fece Bonham che non sapeva da dove cominciare - e non sapevamo se ce l'avresti fatta... quella ragazza non se l'è sentita di affrontare il processo senza di te....-
- No...- fece Nat sconvolta e con una vocina così flebile che nemmeno lei stessa si udì - no... non è possibile...- 
- Ho cercato di convincerla che andare avanti, anche senza di te, fosse un modo per non rendere inutile tutto il lavoro svolto...- fece Emily - ma è stato inutile...- 
Nat chiamò a sè le forze, e fece leva sulle braccia per mettersi a sedere. Con un altro sforzo mise fuori dal letto le gambe. 
I suoi genitori e la cognata le furono subito attorno, circondandole le braccia. 
- Lasciatemi per favore...- fece Nat con lo sguardo perso nel vuoto - non... non ho perso un anno della mia vita... e non vivrò senza ricordare chi mi ha ridotto così e perchè, per permettere ad un rifiuto umano di farla franca!-  dopo quelle parole, la ragazza sentì le gambe diventarle sempre più molli, mentre lentalmente sprofondava nell'incoscienza, accompagnata dalle urla spaventare di Emily, Bonham ed Abby. 
- E' solo svenuta....presto dammi una mano...- fece Bonham rivolto ad Emily, mentre la moglie correva al piano di sotto per chiamare un medico. Insieme la misero sul letto, e mentre Bonham le rimboccava le coperte, Emily le bagnava viso e collo per aiutarla a rinvenire. 
'' Andiamo Naty... coraggio!''

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Capitolo 5
*** Zoria Porter ***



- Grazie per l'aiuto con quel giornalista, davvero...- fece Liam tra una forchettata difunghi fritti ed un un'altra, quando Bret lo riaccompagnò in ufficio. Aveva a disposizione ancora mezz'ora di pausa pranzo, e Bret aveva chiesto al cameriere di poter avere il pranzo da asporto, in modo che potessero mangiare assieme nell'ufficio dell'avvocato. Lontani da avvoltoi ed altri occhi indiscreti. 
- Non dirlo nemmeno...- fece Bret con un sorriso, ostentando calma. Ancora gli prudevano le mani dalla voglia di dare a quel damerino un ceffone così forte da far venire il capogiro ai suoi antenati - lo sai che mi piace prendermi cura di te.- 
- Non è solo per questo però.- fece Liam. Poco importava il motivo per cui quel tale volesse scrivere un libro sulla vicenda di Natalie, e le sue ''sette vite', se per guadagno, omaggio o qualunque altro motivo potesse venirgli in mente... solo il fatto di essere riuscito ad intervistare colei che era tornata dalla morte due volte, avrebbe dato al giornalista fama e gloria. 
Bret aveva avuto, e disponeva tutt'ora di svariate occasioni per tentare di mettere le mani sulla storia dell'anno, data la natura del loro rapporto. Eppure non aveva mai nemmeno ipotizzato di usare quella tragedia, per la sua carriera. 
- Tu sei un brav uomo Bret Nam.- fece Liam con un sorriso che da solo illuminava la stanza - il mio brav uomo.- 
Bret ricambiò il sorriso, pulendogli la bocca con un fazzoletto. 
- Non solo per oggi...- fece Liam.
- Che intendi dire?- 
- Che non fingo di non sapere quanto ti sia costato...- fece Liam - A New York avevi il tuo lavoro, i tuoi amici...- a volte pensava spesso, con rammarico e senso di colpa a quello che per Bret era significato trasferirsi in Texas. Che vivere lì non gli piacesse non era certo un segreto, anzi. Lui e Bret, per definizione, erano le ultime persone al mondo che si dovevano innamorare e forse sposare. Bret amava il caos di New York, quella città dalle mille luci che non dormiva mai. 
Lui era cresciuto nelle vaste praterie del Texas, con suo padre che gli aveva insegnato prima a cavalcare e poi a camminare,  
Per lui, lasciare una vita che si era costruito lontano da casa per tornare alle origini non era stato un peso, ma per Bret era tutto un altro paio di maniche. 
- Liam... ascolta. - fece Bret - io adoro New York. Amo correre a Central Park, non riesco a dormire senza sentire il rumore del traffico della city, e non sai quanto mi manca vedere i grattacieli mentre attraverso il ponte di Brooklyn... insomma ho decine di motivi per amare la grande mela.
Ma ho una ragione fortissima per essere grato al Texas. In questo stato, dove si parla di cavalli, semine, raccolte e dove a volte sembra che il tempo si sia fermato... è nata la persona che amo con ogni fibra del mio essere, e con la quale voglio passare ogni secondo che mi rimane da vivere. 
Ed andrei a vivere all'inferno, pur di vederla felice.- nel dir così si avvicinò alle labbra del promesso sposo, sfiorandole con un bacio casto che diventava a poco a poco sempre più passionale, che Liam ricambiava con entusiamo.
Interrotto dal procuratore McLawson, entrato nell'ufficio del vice procuratore proprio nel momento in cui i due, erano sul punto di dare un tocco di piccante a quella pausa pranzo, già di per sè movimentata.
- Oh scusate...- fece McLawson.
- Io... io stavo andando via...- fece Bret rosso come un pomodoro maturo. 
- Mi dispiace interrompere la tua pausa pranzo, Liam ma...- fece il procuratore  fingendo di non essersi accorto dello scambio di effusioni tra il suo vice ed il giornalista- credo che sia opportuno che oggi tu torni a casa.- 
- Come prego?- 
- Ho già trovato qualcuno che può sostituirti per gli incarichi della giornata, quindi prendi pure le tue cose e torna a casa, per oggi.- 
- Signore non capisco...- fece Liam. 
- Ha chiamato tua madre.- fece McLawson - Ha provato a chiamarti al cellulare, ma ha trovato staccato. Tua sorella ha avuto una crisi molto forte...- 
Liam non gli diede nemmeno il tempo di finire la frase che si precipitò fuori prima dall'ufficio e poi dal tribunale, seguito a ruota da Bret. 
...
...
...
Liam non aspettò nemmeno che Bret parcheggiasse l'auto nel vialetto di casa. Scese a razzo dalla vettura e si precipitò dentro la casa, dove quasi tutta la famiglia era riunita nei pressi della camera di Natalie. 
- Cordell...- fece Liam pallido come un lenzuolo - Cosa... che è successo....?- 
- Ha avuto un attacco di panico, ma adesso sta meglio.- fece il ranger - Stan ci ha mandato il suo medico di fiducia... le ha perscritto dei calmanti...-
Liam si affacciò sulla porta della stanza della sorella.
Natalie era sul letto della sua camera, pallida e con un'espressione di sofferenza in viso, ma i suoi familiari non furono in grado di dire se quel dolore fosse di natura fisica  o emotiva, mentre Emily continuava a rinfrescarle la fronte per calmarla. 
- Naty, cos'è successo...?- fece Cordell preoccupato. 
- Non ce l'ho fatta... l'ho delusa...- borbottava la ragazza - si è fidata di me, ed io l'ho delusa...- 
- Di chi stai parlando?- fece Bonham. Emily guardò il suocero, e lui capì. Zoria Porter. La donna che aveva deciso di ritirare la denuncia per violenza carnale, non molto tempo dopo il ferimento di Natalie.  A nulla valevano i tentativi di Emily e del resto della famiglia di calmarla. 
Abby, temendo e prevedendo una nuova crisi, versò dell'acqua in un bicchiere, nel quale mise le gocce alla valeriana perscritte dal medico, per poi avvicinarlo alla bocca della figlia. 
- Tieni... bevi questo... ti rilasserà.- fece Abby aiutandola a bere. 
Nel giro di pochi secondi, la ragazza era profondamente addormentata.
...
...
...
La mattina dopo, la vita sembrava aver ripreso il suo normale corso. Abby ed Emily erano intente a preparare la colazione ed il cestino da pranzo per i ragazzi, Liam a preparare centrifugati,  Stella ed August a scambiare qualche parola sui reciproci impegni e Bonham a frignare che a causa dell'imminente trasferimento di Cordell, nuora e nipoti era stato sbattuto fuori dall'unico posto dove poteva lavorare in santa pace.
Con sua moglie, pronta a scongiurare l'ipotesi che il figlio e la sua famiglia optassero per restare in città, a fargli notare che aveva a disposizione un intero ranch per dedicarsi ai suoi lavori.
Nessuno osava parlare di quanto era accaduto il giorno prima. Erano passate poco meno di 24 ore, ma anche quello sembrava un tempo ormai lontanissimo. Quello in cui si erano convinti che ormai il peggio fosse passato. Che la strada da percorrere sarebbe stata lunga, tutt'altro che agevole, ma che il sentiero fatto di sassi e sterpi fosse ormai un brutto ricordo.
Invece, sembrava che non ci fosse due senza tre. Natalie era sopravvissuta ad un aborto spontaneo, e persino a due proiettili... nessuno di loro voleva pensare che l'avrebbero persa per un attacco di cuore. A soli ventitre anni. Proprio nel momento in cui stava ritornando alla sua vita. 
In famiglia, sembrava che tutti avessero tacitamente acconsentito a non parlarne. Quasi volessero seppellire quella paura nel pronfo del cuore, illudendosi che non ci fosse e che tutto sarebbe andato bene. 
Fu August a rompere il ghiaccio.
- Nonno, Mawline, dove posso trovare i filmini di quando papà e gli zii erano piccoli?- fece il ragazzo - oggi inizia il progetto '' Cos'è per me il Texas''... pensavo di fare un montaggio dei filmini di quando erano piccoli... così quando la zia Natalie starà meglio, lo vediamo tutti insieme.
Abby sorrise. 
- In effetti, sarebbe bello rivedere qualche filmino di famiglia...- fece Mawline - peccato che i videoregistratori ormai siano pezzi da museo.- 
Emily intervenne - Di questo non devi preoccuparti. Io e Natalie avevano iniziato a convertire le videocassette in file da leggere al PC... tesoro, dovresti trovare qualcosa di utile tra le pennette USB... la zia le ha messe nel suo cassetto.- poi guardò l'orologio - ragazzi, è ora di andare...- 
- Si anch'io sono in ritardo...- fece Cordell per poi rivolgersi al fratello - ti do un passaggio in tribunale.- 
..
..
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Durante il tragitto, i due fratelli Walker non proferirono parola l'uno con l'altro, entrambi assorti nei loro pensieri. E quei pensieri avevano il volto della loro sorella, con il volto segnato dalla sofferenza e dal dolore per non essere riuscita nell'intento di aiutare una povera anima in pena. 
Ed entrambi erano consci di una cosa. La loro sorella non si sarebbe data pace per l'accaduto. Non si sarebbe mai perdonata il non essere riuscita a mantenere la promessa, seppur implicita, di aiutare quella ragazza.
E questo significava, che ogni qualvolta che Natalie sarebbe stata lucida e cosciente, avrebbe avuto crisi ed attacchi di panico, peggiorando oltre il suo stato.
'' Dovete riuscire a farla stare tranquilla, specie in questo primo periodo. L'equilibrio fisico ed emotivo di vostra sorella, è altamente precario. E' come se fosse tenuto insieme da nastro adesivo e spille da balia.''- aveva detto loro il medico dopo aver concluso la visita. 
E questo li aveva portati a prendere una decisione importante.
- Dobbiamo pensarci noi.- fece Cordell. Tutto quello che erano riusciti a scoprire senza violare il rapporto terapeuta-paziente, era che Zoria Porter, una studentessa dell'università di Austin, si era rivolta a Natalie dopo aver subito una violenza carnale all'interno del campus. Ed il supporto di Natalie l'aveva spinta a decidere di rivolgersi alle autorità e sporgere denuncia. 
Ma subito dopo che i giornali avevano riportato la notizia di Natalie, Emily aveva ricevuto la visita di Zoria che concitatamente, le aveva detto che non avrebbe sporto denuncia e che quello che le era accaduto era stato solo un malinteso.
- Se è vero che c'è uno stupratore in giro, non posso sopportare di sapere che Emily e Stella potrebbero essere le prossime vittime...- fece Cordell - troviamo questa ragazza e convinciamola a collaborare.- 
- Sarà complicato.- fece Liam, ridendo dentro di sè della ''dabbenaggine'' del fratello.
- Che intendi dire?- 
- Che non abbiamo a che fare con un omicidio o con un furto.- fece Liam - che capisci al volo chi è dalla parte del torto. Nei reati sessuali hai una vittima ed un carnefice, che ti raccontano due versioni diverse della medesima storia, entrambe plausibili, e devi valutare chi dei due dice la verità.
E se a Zoria hanno già affibbiato l'etichetta di bugiarda mitomane, anche se la trovassimo, non è detto che voglia parlare con noi.-
- Ci sarà pure qualcosa che possiamo fare.- sbottò Cordell fermandosi davanti al tribunale. 
- Forse si... io ho detto che non parlerà con noi, perchè avrebbe davanti un vice procuratore ed un ranger... ma come fratelli della donna che la stava aiutando?-
..
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- Se ho ben capito...- fece Larry una volta che Cordell gli ebbe spiegato la situazione - Vorresti ''riaprire'' un caso, su un fatto non comprovato e che non è nemmeno arrivato in tribunale.- 
Cordell annuì. Aveva già chiesto a Connie di svolgere alcune ricerche sull'accaduto, ed erano saltati fuori diversi particolari interessanti. 
- Si, perchè è stato insabbiato... sai dove si  trova Zoria Porter in questo momento? Ospite di una clinica pschiatrica, specializzata in disturbi della personalità.- 
- L'hanno fatta internare?- fece Micky.
- Secondo il rapporto di quella notte, ha avuto una crisi di nervi e la preside dell'università ha ritenuto necessario, per la sua sicurezza e quella degli altri altri studenti, farla ricoverare in un posto dove sarebbero stati in grado di aiutarla meglio di quanto sarebbero riusciti a fare loro.- 
- E...quando sarebbe successo?- 
- A Maggio dello scorso anno.- fece Cordell - Un mese dopo che Natalie è stata quasi ammazzata.- 
- Questo prova solo che tua sorella era riuscita a darle un equilibrio. E quando è successo quel che è successo... lo ha perso.- fece Larry, tenendosi la testa tra le mani. 
Non poteva fingere di non sapere che era stato commesso un crimine e che il suo perpetratore se l'era cavata fino a quel momento, ma non poteva dire che fosse un caso facile. Sarebbe bastato far sapere che la loro vittima era seguita da una psicologa, ancora prima di essere stata internata per mettere un'evenutale giuria nella condizione di pensare che fosse una mitomane o comunque una personalità disturbata.
Eppure sentì la sua stessa voce dire - Va bene. Proviamoci. Andate all'università e cercate di capire se qualcuno sa qualcosa, ed in quel caso QUANTO e perchè non ha detto niente sinora.
E mi raccomando... discrezione.- 
- Certo. Mi conosci no?- fece Cordell ringraziandolo con lo sguardo.
- Appunto perchè ti conosco ti mando con il ranger Ramirez.- fece Larry lanciando un'occhiata alla ragazza che diceva -'' Non fargli fare Walkerate''
'' Farò del mio meglio'' 
...
...
...
- Che ci facciamo qua?- fece Walker seduto in sala d'aspetto della clinica per  disturbi mentali dove era stata ricoverata Zoria Porter, in attesa di sapere se fosse possibile parlare con lei - Gli ordini del capitano erano di andare al college e cercare di capire  cosa fosse successo.- 
- Cos'è successo già lo sappiamo.- fece Micky - E' successo che una ragazza è stata stuprata, ma nessuno l'ha ascoltata o presa sul serio quando ha chiesto di poter raccontare la sua storia.
Per ascoltare le loro giustificazioni abbiamo tempo. Zoria l'abbiamo fatta aspettare anche troppo.- 
- Scusa è che... gli ospedali mi fanno un brutto effetto.- fece Cordell. Ricordava ancora con orrore,  la notte in cui Natalie era stata quasi uccisa. Un minuto prima, era immerso in un clima di allegria generale, suo padre lo stava prendendo in giro perchè il figlio lo stava battendo ad un gioco da tavola, Stella rideva come una matta... poi quella telefonata di Emily, aveva scombinato per sempre le loro vite.
'' Dovevo chiamarti, qualcosa è andato storto! Natalie... le hanno sparato!'' 
Era tornato nel salotto dove lo aspettavano tutti... lui e sua madre si erano guardati, non c'era stato bisogno di parlare. A Mawline, era bastato guardarlo in faccia per capire che qualcosa di tragico era avvenuto. 
Di quella notte ricordava sua moglie che piangeva disperatamente, mentre i loro figli tentavano inutilmente di consolarla, Liam che arrivava di corsa dopo quasi cinque ore di volo alle prime luci dell'alba...  rivedere la corsia di un ospedale, indipendentemente dal motivo per cui si trovava lì riaffiorava un sacco di ricordi che avrebbe voluto chiudere in una scatola, e buttarla in fondo al mare.
- Scusa non... non ci stavo pensando.- fece la ranger - adesso... adesso come sta Natalie?- 
- Si stava riprendendo.- fece Cordell - Poi ha scoperto che Zoria aveva ritirato la denuncia, dopo il suo ferimento... si sente responsabile.- 
In quel momento vennero raggiunti da una dottoressa. on era molto alta, il viso era pulito dal trucco, i capelli color cioccolata ( tintura per capelli, senza dubbio) le arrivavano sino alle spalle, vestita con un tailleur viola, scarpe e calze coordinati con il vestito.
Rivolse un  sorriso ai due ranger ,  mettendo così in risalto i denti leggermente sporgenti.
- Mi dispiace, ma Zoria al momento  non vuole ricevere visite.- 
Cordell fece per dire qualcosa, ma Micky fu più veloce - Ma le ha spiegato che siamo Texas Ranger, e che volevamo parlare con lei riguardo alla denuncia di violenza sessuale che ha sporto?- 
La dottoressa Armon annuì - Si. Ma il modo in cui l'università ha gestito la cosa l'ha traumatizzata e non si fida più dell'autorità, il che è normale visto che quando si è rivolta a chi ne era rappresentante per cercare aiuto... l'unica persona che era riuscita a farla uscire  dal guscio era...- 
- Natalie Walker.- fece Cordell - Mia sorella. Lo so. Forse è proprio per questo che dovrebbe fare uno sforzo e parlare con noi. Natalie è stata quasi ammazzata, eppure il primo pensiero che ha avuto una volta in grado di parlare, è stato chiedere di lei. Le è quasi venuto un attacco di cuore quando ha saputo che a causa del suo ferimento, Zoria ha ritirato la denuncia... era la sua priorità prima, e lo è ancora. Quindi provi a dirle questo...- 
- E' vero?- una voce alle spalle della dotteressa Armon li interruppe - La dottoressa Walker...  sta ancora lottando per me?- 
Micky annuì - Non ha mai smesso. Zoria, so che ti chiediamo molto, e che i tuoi rapporti con chi gestisce la giustizia non sono esattamente idilliaci... ma la dottoressa Walker non ha smesso di combattere un solo istante per te, di perorare la tua causa... non credi che andare avanti, sia un buon modo di ringraziarla?- 
Zoria ci pensò un attimo prima di dire - Va bene. Ma sia chiaro, lo faccio solo per lei.- 

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