Non solo musica e parole

di fragolottina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Delusione ***
Capitolo 2: *** Can you speak english? ***
Capitolo 3: *** Tradimento ***
Capitolo 4: *** Treno ed aereo ***
Capitolo 5: *** Sorpresa ***
Capitolo 6: *** Fan heart ***
Capitolo 7: *** ...so kiss me... ***
Capitolo 8: *** Orgoglio maschile ***
Capitolo 9: *** Affetto ***
Capitolo 10: *** Germany vs Italia ***
Capitolo 11: *** Salvami ***
Capitolo 12: *** Dieci giorni ***
Capitolo 13: *** Nella notte ***
Capitolo 14: *** Il poker della pace ***
Capitolo 15: *** La tensione gioca brutti scherzi ***
Capitolo 16: *** Paparazzi ***
Capitolo 17: *** Mai più ***
Capitolo 18: *** Investimento ***
Capitolo 19: *** 100 groupies ***
Capitolo 20: *** Il suo più grande fan ***



Capitolo 1
*** Delusione ***


1. delusione DELUSIONE

Stava cantando sul palco, era un fan-party e voleva regalare alle sue ammiratrici un assaggio di quella che sarebbe stata la loro musica d'ora in poi, quindi si era messo a cantare il primo singolo uscito dal loro nuovo album, "Automatic"; gli piaceva un sacco quella canzone, avrebbe ridefinito il loro stile ed anche le fan sembravano apprezzarla. Le vedeva ad un passo di lui urlare a squarcia gola il loro nome, infondo era per loro che suonavano; sorrise tra un verso e l'altro, ma il suo sorriso si spense.
Incontrò gli occhi di una ragazza che lo fissava a braccia incrociate sul petto, nel suo sguardo qualcosa che inizialmente non riuscì a riconoscere; il ragazzo accanto a lei le disse qualcosa e lei annuì sospirando. Fu in quel momento che capì di cosa si trattava: delusione. Aveva davanti a lui diverse centinai di fan e quella ragazza era l'unica triste e delusa, lo fissava e nei suoi occhi c'era una frase, qualcosa tipo "da te mi sarei aspettata di più!". Lanciò un'occhiata ai suoi capelli ora intrecciati e scosse la testa con un sorriso amaro, poi si voltò verso il suo accompagnatore e fecero per allontanarsi; si voltò un'ultima volta a gurdarlo e lo trovò che ancora la fissava stupito, poi sparì dietro una via.
Ma infondo cosa importava? Di certo non poteva aspettarsi che tutte lo amassero, magari quella era soltanto una di quelle ragazze pronte a definirlo un "frocio del cazzo" o cose così, oppure gli piaceva tutto un altro genere di musica. Poteva essere, il fatto che avessero succeso non significava che avessero il mondo ai loro piedi.
Oppure avevano sbagliato qualcosa...
Una volta finito con la loro comparsa, gli agenti della security li aiutarono a raggiungere il loro hotel grazie ad un passaggio forzato tra i fan; di tanto in tanto si fermavano a firmare qualche autografo e scattare qualche foto.
- Siamo andati bene?
Tom lo guardò prima sorpreso, poi seccato.
- Oh, ti prego, Bill, non ricominciamo con le tue crisi esistenziali! Siamo stati bravi, guardale...
Gli indicò con un braccio le fan in deliro, una in lacrime che mostrava il display con la loro foto ad una ragazza accanto a lei con gli occhi pesantemente truccati; lui incorciò le braccia sul petto, mettendo quasi il broncio, per niente soddisfatto dalla risposta del fratello.
- Beh, è ovvio che quelle qui intorno siano soltanto quelle che ci adorano!
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, sospirando, periodicamente cadeva nel baratro dell'incertezza.
- Di questo ti deve importare, tu devi suonare per quelli che ci amano! È inevitabile...
Si strinse nelle spalle.
- I gusti sono gusti!
Questa volta fu lui a sospirare, se non era una loro fan, che ci faceva lì ad ascoltarli e vederli?
Salì sull'ascensore diretto alla sua suite, si fermò davanti alla porta e bussò; una ragazza in pigiama gli venne ad aprire, bella e sorridente. Entrò chiudendosi la porta alle spalle in fretta, gli sembrava ancora impossibile di essere riuscito a nascondere la sua recente storia con Seline: di averla addirittura portata con lui senza violare la loro privacy. Certo, questo significava fare il viaggio divisi, darle un pass per farla entrare in albergo e barricarla dentro, ma almeno potevano stare insieme.
Gli buttò le braccia al collo posandolgi un dolce bacio sulle labbra.
- Ciao...
Sorrise ricambiando il suo bacio.
- Ti sei annoiata?
Lanciò un'occhiata alle sue spalle: il letto sfatto, il vassoio con la colazione appoggiato per terra, la televisione accesa in una lingua incomprensibile.
La superò sdraiandosi sul letto e guardando le figure dei cartoni animati senza riuscire ad acchiappare nemmeno una parola, lei si stese accanto a lui.
- Tu non capisci l'italiano, vero?
Scosse la testa e la guardò.
- Tu si?
Incredibilmente lei annuì; l'espressione del ragazzo divenne improvvisamente stupita.
- Davvero?
Fece una smorfia.
- Un po'...ho una zia italiana...
Passarono le due ore successive continuando a guardare la televisione, mentre Seline gli traduceva le battute dei personaggi; ma quella ragazza che scuoteva la testa delusa, continuava a rimanere nella sua mente.
- Seli...
La ragazza lo guardò, due occhi verdi come lo smeraldo che lo fissavano.
- Ti piace il nuovo singolo?
Lei sorrise intenerita accoccolandosi al suo petto.
- Certo che mi piace, amore! Che domande fai?
Si arrotolò l'orlo del lenzuolo ad un dito, tenendo gli occhi bassi.
- Sai, una fan se n'è andata mentre cantavo...non le siamo piaciuti...
La ragazza lo guardò piena di apprensione.
- Bill, non dovresti preoccuparti così tanto solo per una ragazza...può darsi che avesse semplicemente un appuntamento, magari non era di qui ed è ovuta andare a prendere il treno!
Sembrava un tentativo così disperato di consolarlo...
Le mani di Seline si intrufolarono piano sotto la sua maglietta.
- Che ne dici se cerco di tirarti su il morale?
Alzò gli occhi e sorrise cercando la sua bocca da baciare.
- Mi sembra un'ottima idea...
Stava per raggiungere i suoi boxer, ma la fermò in preda ad uno strano presentimento.
- Seline, per caso Tom è entrato qui dentro?
- Si, ha detto che ti serviva la matita...
Sospirò.
- Seline, monito per il futuro, mai far frugare Tom tra le mie cose!
Uscì ed andò davanti alla camera del fratello, dovette bussare a lungo prima che lui si degnasse di venirgli ad aprire in boxer; si guardarono in cagnesco per qualche minuto.
- Tom, i preservativi!
Il fratello scrollò le spalle.
- Impossibile...
Non rispose continuando a fissarlo ed aspettare.
- È inutile che mi guardi in quel modo, li ho finiti, erano rimasti 2!
- Cosa? Con chi?
- Sara.
Bill era incredulo.
- Chi è Sara?
Si strinse nelle spalle scuotendo la testa.
- Non lo so...
Fece un gran sorriso.
- Però è carina...
Lo lasciò lì dirigendosi a grandi passi di nuovo nella sua stanza, problemi di avere il "sexgott" come fratello? Il furto dei profilattici diligentemente portati dalla madre patria per evitare problemi. Sospirò e tornò nella sua stanza.
- Seline, come si dice "preservativo" in italiano?
Adesso doveva farsi accompagnare da qualche guardia in farmacia, gli avrebbero scattato miliardi di foto, già immaginava i titoli dei giornali: "Problemi di salute in casa Kaulitz?".
Ovviamente la security non fece storie, erano pagati per quello, e dopo essersi tirato il cappuccio di una felpa enorme sulla testa ed aver inforcato i suoi enormi occhiali da sole di Dior, scese per strada alla ricerca di una farmacia cercando di dare nell'occhio il meno possibile. Passò davanti ad un McDonald's con una parete a vetro e si fermò. Davanti a lui, ferma di fronte ad una vetrina, c'era la ragazza con lo sguardo deluso; fece un cenno all'uomo che lo accompagnava facendogli capire che voleva parlarci, doveva chiederle cosa non le era piaciuto.
Le si avvicinò, inciampò e le cadde addosso, gli occhiali volarono via e quando lo guardò lei rimase senza fiato.
- Wow...e pensare che credevo di essere io a doverti saltare addosso!
Non capì una sola parola di quello che gli disse, poteva anche essere la minaccia di una denuncia, così dopo essersi alzato ed essersi scusato diverse volte in tedesco, rimase a guardare ansioso le due faccie perplesse davanti a lui: quella della ragazza e quella del suo amico. Si trovò davanti un problema metodico di proporzioni apocalittiche: lei non parlava tedesco. Rimase fermo come un baccalà a studiare la mossa successiva, lei si abbassò e gli raccolse gli occhiali, per lo meno, non sembrava ostile. Le porse una mano.
- Bill Kaulitz...
Lei rise ed anche il ragazzo accanto a lei, ovviamente sapeva chi era; ma gliela strinse.
- Alessia...

Ritorno alle origini...è un po' che non bazzico questa sezione quindi se qualcuno avesse già avuto questa idea mi scuso e vi prego di avvertirmi! Provvederò immediatamente ad eliminarla...baci&abbracci...
Se la gradite lasciatami un pensierino...ogni opinione sarà ben accetta!

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Capitolo 2
*** Can you speak english? ***


2. can you speak english? CAN YOU SPEAK ENGLISH?

Non sapendo come fare a farsi capire la prese per mano, sperando che lei avesse l'insana idea di seguirlo; Alessia sgranò gli occhi ed acciuffò al volo la mano di Marco, dove andava uno andava l'altro questo era il patto.
- Credevo che fossimo venuti fin qua su per questo!
- Veramente eravamo venuti su in segno di protesta...
Il moro li condusse davanti ad una caffetteria, poi la guardò sperando che quei pochi libri che aveva aperto gli venissero incontro.
- Can you speak english?
Doveva scoprire il perchè di quella sua espressione, altrimenti si sarebbe tormentato a vita; doveva sapere cosa aveva sbagliato. Lei si morse il labbro inferiore incerta, dubitava che ne sarebbero usciti, ma annuì; Bill disse qualcosa alla sua guardia del corpo che li aveva seguiti fin lì in tedesco.
Si sedettero, lei accanto ad Marco e lui davanti a lei; continuava a gurdarla fisso come se cercasse qualcosa.
- Why...you don't...do you not...
Sbruffò perchè proprio una lingua infame come l'inlese doveva diventare la più parlata al mondo? E pensare che c'era chi la riteneva semplice!
La guardò sperando che fosse una telepate, magari aveva capito cosa voleva chiederle, ma la sua espressione perplessa lo gettò in preda allo sconforto.
- Don't you like us?
Non era affatto sicuro che si dicesse così, ma qualcosa nel suo inglese stentato fece breccia; annuì un po' incerta.
- So, do you not like me?
La frase sembrava ancora più forzata dell'altra, ma visto che le era arrivato il concetto della precedente si sentiva ottimista!
- I like you...
- And why are you...
Arricciò il naso, come cavolo si diceva delusa in inglese? Chiuse gli occhi sputando fuori un:
- Sad.
Lei piegò lentamente la testa di lato.
- Sad? I'm not sad!
Sapeva che non era triste, ma non gli veniva nient'altro; avrebbe dovuto trovare un interprete...momento, lui ce l'aveva un'interprete: Seline! Certo, farla vedere ad una fan sarebbe stato come gettarla in pasto agli squali; però doveva sapere e quello era l'unico modo.
- You promise!
Alessia non ci stava capendo più niente le parole di Bill erano una farneticazione dopo l'altra, lo sapeva, se l'era sentita dal primo giorno che aveva messo piede in quella dannata facoltà: avrebbe dovuto studiare tedesco. E invece no, lei si era impuntata ed aveva deciso per inglese, russo e francese, mai mettersi contro il destino.
- What?
- You will foget everything you see this evening!
Cosa avrebbe dovuto vedere questa sera? La questione si complicava...
Diede una gomitata a Marco che parlava amabilmente con una ragazza del tavolo accanto.
- Vuole che gli prometta che dimenticherò quello che vedrò stasera, ma che cavolo vuol dire?
Lui si strinse nelle spalle.
- Non lo so, ma dì di si!
Guardò il moro deciso di fronte a lei ed annuì.
- I promise.
Lui sorrise palesemente soddisfatto di sè stesso e riferì con parole italiane storpiate l'albergo in cui alloggiavano, le diede anche il suo pass in modo che all'entrata le guardie non facessero storie, le strinse la mano ed uscì. Alessia continuò a guardare la porta dalla quale era appena uscito, non si sarebbe mai aspettata tanto, l'aveva sognato, oh, si che l'aveva sognato, ma i sogni non diventavanp sempre realtà, soprattutto quelli popolati da rock star internazionali. Marco si appoggiò a braccia conserte sul tavolo seguendo i suoi occhi.
- Il cantante dei Tokio hotel, famoso, ricco e ci ha lasciato il conto da pagare?
La ragazza guardò il pass tra le sue mani e lo aprì come un ventaglio di carte dietro il cartoncino una banconota da 50€.
- Credo che ci abbia lasciato anche la mancia...

Quando tornò in albergo si rese conto di una cosa, aveva dimenticato i preservativi.

- Non siamo costretti ad andarci...
Marco rise.
- No, non siamo costretti, ma ti porterò in quell'hotel a costo di tramortirti e metterti dentro un sacco!
La ragazza lasciò perdere la minaccia continuando a fissare l'entrata del lussuoso albergo dall'altra parte della strada.
- Secondo te che vuole?
Lui si strinse nelle spalle.
- Non ho capito quasi  niente di quello che ha detto! Pensa in tedesco, è più difficile!
La security li portò al secondo piano, c'era una sala davanti alle suite; se lì ci fossero stati dei diplomatici avrebbero potuto tenere una conferenza senza nemmeno dover scendere le scale. Ma lì c'erano soltanto un gruppo di ragazzi alle prese con un successo forse più grande di quello che avrebbero potuto immaginare. Bill era lì, insieme agli altri e ad una ragazza che gli teneva la mano: ecco perchè le aveva fatto promettere di non raccontare niente a nessuno, non voleva che si sapesse che era fidanzato. Qualcosa dentro di lei tremò, ma infondo era molto ottimistico pensare che sarebbe rimasto single per sempre e che l'unica che avrebbe amato sarebbe stata lei...forse era anche più che ottimistico...
La guardò e sorrise teso, stava per scoprire cos'è che non andava; strinse più forte la mano di Seline. Se le avesse detto qualcosa tipo che dopo l'operazione alle corde vocali dello scorso anno la sua voce era roca, magari stonava e non se ne rendeva conto: sarebbe potuto morire, anzi, sarebbe potuto morire per molto meno.
Si strinsero la mano salutandosi silenziosamente, la sua fidanzata si presentò e si sedettero in attesa delle spiegazioni per la sua delusione.

Salve...eccoci con il secondo capitolo!
Layla sono contenta che questa storia ti incuriosisca....se non fosse stato per la nostra chiacchierata di qualche sera fa, il mio cervellino distorto non si sarebbe messo in moto! Quindi spero che continuerai a seguirla...
Saluto anche tal  je-tvb che è venuta a cercarmi via e-mail...ecco l'aggiornamento che aspettavi!
Ovviamente invito chiunque voglia a farsi vivo...baci&abbracci...





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Capitolo 3
*** Tradimento ***


3. tradimento TRADIMENTO

L'intero gruppo più quella Seline la guardavano, in attesa; gli occhi di Alessia andavano nervosi da un viso all'altro senza sapere bene su quale fermarsi. Bill in particolar modo la fissava come se fosse una specie di oracolo a cui chiedere consiglio, si voltò verso la sua ragazza dicendole qualcosa in tedesco, sicuramente qualcosa che la riguardava; ed infatti appena un secondo dopo lei sorrise.
- Bill è preoccupato, dice che te ne sei andata mentre cantava, ha paura di non essere stato bravo!
La ragazza fece una mezza risata, scuotendo la testa.
- Insicurezza...è per questo che sono qui?
Seline riferì al cantante che congiunse le mani sotto il mento.
- Per favore...
Probabilmente non conosceva esattamente il significato delle parole che le aveva appena detto, ma il suo italiano stentato ed il suo sguardo implorante avrebbero commosso perfino Bambi.
- Certo che è stato bravo...
Alessia incrociò le braccia sul petto e lo guardò critica: se davvero voleva la sua opinione doveva prepararsi al peggio.
- Per quanto poteva esserlo...
Aspettò paziente che l'interprete facesse il suo lavoro, Bill ascoltò concentrato, lanciando di tanto in tanto qualche occhiata di fuoco alla proprietaria di quelle parole.
- Puoi spiegarti meglio, cara?
Improvviasamente tutto il gruppo sembrava essersi proteso verso di lei in modo minaccioso; Marco le poggiò una mano sulla spalla.
- Ale, andiamoci piano qui finisce male...
Mentre parlava continuava a guardare Seline come ammonendola di non tradurre tutto, lei annuì e lui le sorrise; Alessia sgranò gli occhi tirandogli una ciocca di capelli e sussurrando per non farsi sentire dall'interprete.
- No, non mi pare il caso!
Si strinse nelle spalle.
- Non è mica colpa mia...
Sospirò alzando gli occhi al cielo. Improvvisamente si sentì come se i problemi fossero tutti intorno a lei: una rockstar insicura, gli amici e parenti della rockstar insicura che non accettavano certe critiche, il suo migliore amico votato al "casanovismo".
- Alessia, cosa non ti è piaciuto?
- La canzone...
Insicurezza, espressione da Bambi e tutto il resto sparirono dal viso di Bill; la guardò freddo.
- Why?
La ragazza si trovò a deglutire.
- Because...I...I prefere you when...you play music...harder than now...
Una serie di balbettii ecco cosa le era uscito! La situazione le stava decisamente sfuggendo di mano; abbassò gli occhi dove una scarpa lucida sfiorava i pantaloni di Marco. Li chiuse, in preda al panico, quando un uomo bussò ed entrò; parlò in tedesco al gruppo di ragazzi. Il suo amico fece un cenno con la testa a Seline.
- Un giornalista vuole intrvistarli, ve ne dovete andare!
Alessia dubitava di poter sentire parole più soavi quel giorno quindi si alzò sollevata: quante notti aveva sognato di poter parlare con Bill Kaulitz? Sospirò, di certo non avrebbe creduto che ne sarebbe uscito un tale pasticcio. Ora se lo avesse sognato di nuovo le sarebbe sembrato un incubo.
- Devo andare in bagno!
Fulminò con lo sguardo Marco e disse a denti stretti.
- Puoi andarci in stazione!
La guardò scettico.
- Non credo proprio!
- Ce lo accompagno io, tanto devo andarmi a nascondere in camera di Bill!
La voce squillante di Seline.
- E io?
Un braccio non desiderato le avvolse le spalle dall'alto, un sorridente Tom le ammiccava malizioso.
- You can hide yourself in my room...with me...
Gli scivolò via.
- No, thanks!
- Wait here...
Guardò Bill, poi Marco e Seline che uscivano dalla porta; trovandosi senza altra scelta, si sedette su una sedia in angolo e rimase ad aspettare.
Seguì tutta l'intervista senza capire una parola, semplicemente studiando i loro comportamenti, erano tutti molto diversi da quando parlavano con lei; congedarono il giornalista dopo avergli concesso una foto. Si alzò e si avvicinò a Bill che le porse un foglio di carta ed una penna.
- Your adress?
Lei lo guardò senza capire.
- I give you a copy of the new album with my expalanation...
Alessia scarabocchiò tutto e lui la condusse davanti alla sua stanza; infilò la chiave nella toppa, appoggiò la mano sulla maniglia ed aprì.
Tra le lenzuola del letto c'erano Marco e Seline molto meno vestiti di quanto avrebbero dovuto, lei e Bill rimasero immobili davanti alla porta fissandoli; aveva sperato che non fosse così stupido da andarci nel suo letto con soltanto un corridoio a dividerli...no, non esattamente...aveva sperato che fosse stato veloce. Il giornalista si scoprì essere decisamente lento a scendere le scale, ma molto veloce a risalirle; quindi nel rubare uno scatto della stanza di Bill Kaulitz si trovò a fotgrafare la sua fidanzata nascosta che lo tradiva: di certo avrebbe ottenuto una promozione.
Il cantante chiuse gli occhi, deglutì e li riaprì, cercando contegno; chiamò una guardia che trascinò via il giornalista in malo modo, poi guardò Alessia.
- Take him far away from here!
La ragazza deglutì desolata.
- Bill, I'm...
Ma lui la interruppe senza ascoltarla.
- AWAY!
E se ne andò a bussare in camera di Tom; le lanciò un'ultima occhiata tra l'arrabbiato ed il disperato, poi sparì.
Marco la raggiunse, mentre si rinfilava la maglia.
- Tutto bene?
Gli lanciò un'occhiata seccata.
- Sei un idiota!
Poi guardò Seline.
- E tu una stupida puttana!

Ehi...pare che vi incuriosisca questa storia...sono strafelice!
Niky 94 buongiorno, si anche per me mentre lo scrivevo, immaginarlo così impacciato mentre Alessia cerca disperatamente di capirlo mi ha fatto ridere abbastanza...grazie anche per l'e-mail!
Layla purtroppo questo incontro non si è concluso molto bene, ma la vita va avanti e di imbrogli linguistici ne avremo a bizzeffe!
Nicegirl sono contenta che ti piaccia, spero che ti interesserà anche questo capitolo...se la pigrizia non mi assale ti verrò a fare un salutino!
Ringrazio anche tutti gli altri lettori, ovviamente chiunque voglia commentare è il benvenuto! baci&abbracci...

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Capitolo 4
*** Treno ed aereo ***


4. treno ed aereo TRENO ED AEREO

Stazione. Alessia comprò un tramezzino ed una bottiglia di thè, mentre Marco la seguiva per la banchina con un panino ed una bottiglietta d'acqua; si sedettero su una panchina: il loro letto e la loro cena per quella sera, mentre aspettavano il treno delle 23 e 17.
- Dai, non tenermi il muso!
- Non ti tengo il muso, ma hai fatto un casino!
Lo sguardo di Bill Kaulitz che la guardava tra il disperato e l'arrabbiato non l'avrebbe mai abbandonata e lui, sospirò, lui l'avrebbe ricordata come l'amica di quello che si era fatto la sua ragazza.
- Come hai potuto? Era dall'altra parte del corridoio...
Sospirò, affondando il viso tra le mani.
- Poverino...
Lui sbruffò.
- Non fare la melodrammatica, non sono suo fratello! E poi dovresti essere contenta che sia di nuovo single...
Gli lanciò un'occhiata scettica.
- Oh si...ora ci sposeremo ed avremo tanti bambini?! Ma per piacere...
- Beh, le tue possibilità si sono alzate del 3%...
Sorrise ironica.
- Per un totale di?
Lui sembrò rifletterci.
- Mm...un 33%...una possibilità su tre non è male!
Diede un altro morso al tramezzino, masticando con calma.
- Mi avrebbe mandato una copia del nuovo CD con le sue spiegazioni...
- Nemmeno ti piace il nuovo CD!
Abbassò gli occhi fissando le rotaie a pochi passi da lei.
- Già, ma me lo avrebbe mandato lui!

Bill si stava passando quel batuffolo d'ovatta sul viso da quasi un'ora, ma lo rilassava e quella sera aveva decisamente bisogno di rilassarsi; era nella suite di Tom, era tornato nella sua camera qualche ora fa a recuperare le sue cose ed incredibilmente Seline era ancora lì. Gli era venuto il voltastomaco soltanto a guardare il letto sfatto, cazzo, su quel letto la notte prima avevano fatto l'amore; ed ora il loro odore era mischiato a quello dell'amico di qualla stramaledettissima Alessia. Quella che era venuta a giudicarli, a lamentarsi perchè il suo gruppo preferito non faceva più musica che le piaceva. Ma chi cazzo era? La reincarnazione di Kurt Cobain?

Poi aveva capito che non era certo di quella ragazza la colpa, era del suo amico, ma più di tutte di quella che considerava la sua fidanzata
, nonostante si sentisse un vero stronzo, aveva chiamato la security e aveva chiesto loro di accompagnare la signorina in qualche night club, dove si sarebbe sentita più a suo agio.
Suo fratello sbirciò dalla porta socchiusa.
- Bill, tra poco ti si cancellerà la faccia se non la pianti!
- Forse sarebbe meglio...
Mogugnò.
- La foto che ha fatto quel giornalista sarà sulle prime pagine di tutte le riviste di gossip domani mattina!
Tom si avvicinò al water, si abbassò i pantaloni e rimase in piedi di spalle, appoggiando una mano alle piastrelle.
- Saremo a casa presto!
Si decise finalmente a buttare l'ovatta nel cestino di fianco al lavandino.
- Cosa ti fa credere che ad Amburgo sarà meglio?
Lo sentì tirarsi su la zip e voltarsi.
- Niente, anzi, forse sarà peggio, ma ci sarà mamma ed Andreas...insomma la tua famiglia!
Uscì dal bagno e si buttò sul letto del fratello.
- Perchè tu non hai mai a che fare con le ragazze...come dire...di facili costumi?
Lui si strinse nelle spalle sdraiandosi accanto al gemello; raccattò il telecomando tra le coperte ed iniziò a fare zapping sulla rete satellitare.
- Perchè in quelle circostanze...come dire...il ragazzo di facili costumi sono io!
Bill rimase a guardarlo scettico, poi gli tirò addosso un cuscino; sentì la sua risata attutita dall'imbottitura, quando riemerse lo guardò riconoscente.
- Grazie di ospitarmi, immagino che tu abbia dovuto cacciare la tipa di turno!
Aggiunse il cuscino che gli aveva lanciato all'altro dietro la sua testa e riprese a fissare lo schermo della tv.
- Niente che rimpiangerò, infondo abbiamo passato i primi nove mesi della nostra vita soli io e te, isolati da tutto nella pancia della mamma, immagino che questo ti dia la precedenza sulle ragazze!
Continuò a guardarlo e ringraziò il cielo di avere un gemello.
- Ma se russi dormi nella vasca da bagno!
La mattina dopo un'auto li stava portando in aereoporto, Bill continuava a sospirare guardando fuori dal finestrino ed immaginando l'orda di giornalisti che li avrebbe aggrediti allo sbraco in Germania; abbassò il finestrino e prese una sigaretta dalla tasca dello zaino che aveva con sè, poi si infilò una mano nella tasca dei pantaloni cercando l'accendino. Tirò fuori un foglietto appallottolato e lesse: il nome di una città che non conosceva, ma che suonava incredibilmente italiana, seguito da qualcosa tipo "via dei gerani 20". Era l'indirizzo di quella ragazza, Alessia, tutta colpa sua se si trovava in quel dramma.
Cara mia, devi un favore a Bill Kaulitz dei Tokio hotel...
Passando davanti alla libreria dell'aereoporto la sua vista captò qualcosa, un libro piccolo in grado di stare sul palmo della mano, ma più spesso del normale: un vocabolario tascabile con tanto di pronuncie, italiano-deutsch e deutsch-italiano. Tom gli si fermò accanto guardando stupito quello che il fratello stava fissando.
- Un dizionario?
Bill non alzò gli occhi, si avvicinò al cassiere e lo comprò.
- Io non torno, aspetto qui che si calmino le acque, tutti crederanno che io sia ad Amburgo e nessuno verrà a cercarmi!
Tom sgranò gli occhi fissandolo.
- Sei impazzito?!
Il cantante scosse la testa deciso.
- E dove hai intenzione di stare, ancora in albergo?
Scosse di nuovo il capo e questa volta sorrise.

Mm...mi pare che tutte vogliate un mondo di bene alla cara Seline...beh, effettivamente il suo comportamento è discutibile, ma ce ne siamo liberati...forse!
Niky94 sono contenta che ti entusiasmi tanto...non preoccuparti: io continuo a scrivere, tu continua a seguirmi e recensire!
Layla la solidarietà femminile è alla base di tutto...
Nicegirl sai quel motto "chi ha il pane non ha i denti e viceversa"? beh, credo che questa sia la prova che dice il vero...
Baci&abbracci...

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Capitolo 5
*** Sorpresa ***


5. sorpresa SORPRESA

Alessia fece una capriola nel suo letto, godendosi per cinque minuti la pace di casa sua, quando nessuno la occupava: sia sua sorella che sua madre lontane. Cercò i suoi occhiali nel cassetto del comodino ed il mondo si rivelò in tutti i suoi particolari; si stiracchiò lanciando un'occhiata al suo riflesso nello specchio, poi alla foto di Bill Kaulitz attaccata alla libreria vicino al suo letto. Com'era stato, senza trecce strane e con i capelli sparati in aria; sospirò, mentre dei passi leggeri si avvicinavano alla sua camera. La sua cagnolina la guardò scodinzolando e saltò sul letto andando a leccarle affettuosamente il viso e le mani che la accarezzavano.
- Sai, Fanfy, ieri l'ho incontrato, ci siamo anche parlati...poi la sua fidanzata gli ha messo le corna con Marco...
Si girò sul letto e si infilò le pantofole, trascinandosi pigra in cucina a prepararsi la colazione con il cane che la seguiva; aprì la porta per farlo uscire e si andò a preparare il caffè. Dopo tutto quello che era successo il giorno prima aveva decisamente bisogno di un caffè.
Mentre metteva piano una cucchiaiata di caffè macinato dopo l'altra nel colino, le rivennero in mente gli occhi di Bill l'ultima volta che li aveva incrociati...e lei che voleva semplicemente andarlo a vedere, sperando al massimo che lui le sorridesse, invece era riuscita a rovinargli la vita: era seriamente distruttiva!
Accese il cellulare per controllatre cosa era successo nel mondo per quelle poche ore che aveva dormito, dopo qualche secondo le arrivò un sms di Marco.
"Ti prego, Ale, midispiacemidispiacemidispiace! Te lo compro io il nuovo cd!"
Fece una mezza risata addentando una brioche, infondo lui era un rockstar internazionale, se la sarebbe cavata benissimo ed avrebbe impiegato meno di tre giorni a trovarsi una nuova ragazza.
Finì di fare colazione, poi si diresse in bagno; guardando le sbavature di mascara sotto gli occhi realizzò che forse avrebbe dovuto struccarsi prima di mettersi a dormire, ma lei e Marco erano arrivati alle quattro di notte e non aveva avuto proprio la forza di farlo. Si tirò indietro i capelli con una fascia e si iniziò a lavare accuratamente, poi passò ai denti. Sentì bussare alla sua porta, inforcò gli occhiali e si diresse all'ingresso con ancora lo spazzolino tra le labbra; bussarono ancora, farfugliò un "arrivo" tra la schiuma del dentifricio ed aprì. La prima cosa che vide fu un trolley immenso alto quasi quanto il ragazzo che stava accarezzando la sua Fanfy, un ragazzo con una chioma mora e bianca...merda!
Richiuse la porta sconvolta e lo spazzolino le cadde di bocca: Bill Kaulitz?!
Il cantante guardò perplesso il portone che aveva sbattuto ad un palmo dal suo naso, poi la cagnolina che alungava le zampette lungo la gamba del suo pantalone in cerca di altre coccole; gli passò per la mente l'idea di aver sbagliato indirizzo, quella ragazza non portava gli occhiali il giorno prima. Bussò di nuovo, ormai c'era, poteva almeno chiedere una telefonata. Dovette aspettare a lungo, prima che la porta si socchiuse e vide la ragazza che sbirciava dall'interno; si avvicinò allo spiraglio, confuso.
- Alessia?
Lei annuì e lui appoggiò le mani sulle ginocchia rimanendo all'altezza dei suoi occhi.
- Can you open the door?
Annuì di nuovo, ma la situazione continuò a rimanere la stessa per alcuni secondi e rimasero a guardarsi entrambi in attesa; poi fece una strana smorfia e i suoi occhi si assottigliarono come se lo stesse studiando.
- Ma sei proprio tu? Non sono impazzita?
Bill deglutì, ok che aveva comprato un bel vocabolario italiano-deutsch, ma capire tutta una frase detta così di corsa era un'altra cosa; Alessia annuì, poi spalancò la porta.
- Già...immagino che in una notte tu non abbia imparato l'italiano...
Ancora un paio di secondi a guardarsi, poi lui si schiarì la voce.
- Io...stare...
Sfogliò le pagine del dizionario in fretta, cercando la parola.
- Chi...cui...nein...
Sbruffò con gli occhi fissi su quella pagina, grattandosi la nuca con una mano; la ragazza si allungò e lui le mostrò la parola interessata: qui...
Lo guardò sconvolta.
- Eh?!
Due lettere ed un suono, comprensibili in tutti gli alfabeti del mondo; il cantante annuì sorridendo soddisfatto.
- I can't come back to Germany...please!
- Ma..but...
Sbruffò infastidita dall'incomunicabilità, gli fece un cenno invitandolo ad entrare.
- Ma non appena sono in grado di fartelo capire te ne torni to Germany...
Quella parola "Germany" gli fece più o meno capire le sue intenzioni, così non appena riuscì a far passare la sua valigia dalla porta di casa della ragazza; la prese per un braccio per farla voltare. Partì con una sfuriata in tedesco che le fece dapprima sgranare gli occhi, poi ridere; lui fece un'espressione sorpresa e confusa, poi si trovò a sorridere, perchè la risata di quella ragazza era contagiosa. Lo guardò da dietro le lenti degli occhiali.
- Please, try again...
Sospirò e lanciò un'occhiata al cagnolino, che lo annusava e di tanto in tanto leccava i suoi pantaloni scodinzolando; prese il suo fedele dizionario ed iniziò a far scorrere le pagine, sussurrò tra se il suono prima di pronunciarlo ad alta voce.
- Col...colp...colpa...
La guardò.
- Colpa!
E la indicò con un dito. Già, la colpa era sua.
- You really want to stay here?
Aveva capito il senso della frase, quindi annuì convinto.

Le vostre previsioni erano esatte...come sarà codesta convivenza?
Cara niky ammettiamolo...tutte vorremmo essere al posto di Alessia...soprattutto quando Bill dovrà farsi la doccia!
Layla non preoccuparti...avevo pensato che fossi di fretta...uno come Bill non si scompone...la manda a quel paese dandole del lei! E beh...Marco l'ha fatta grossa, ma le ha anche fatto un gran favore!
Nicegirl ora si che viene il bello!
Baci&abbracci a tutte!


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Capitolo 6
*** Fan heart ***


6. fan FAN HEART

Per un po' di tempo erano rimasti seduti sui divani del soggiorno di Alessia, studiandosi; c'era qualcosa di estremamente innaturale nel vedere Bill Kaulitz seduto su un sofà color salmone, se poi quello era il sofà di casa sua la cosa diventava degna di un film di fantascienza. Lui si guardava intorno curioso: fissò a lungo i quadrucci a mezzopunto con le stagioni fatti dalla nonna, una piccola clessidra in vetro, bomboniera di una comunione, un bottiglietta sigillata con dentro la sottile e chiara sabbia del deserto, pensiero dall'ultima vacanza della mamma. Poi guardò lei. Con tanto di occhiali, fascia verde brillante e il viso struccato; gli piaceva il suo pigiama, azzurro con dei pulcini blu che razzolavano, sembrava quello di una bambina. Si alzò sospirando.
- Immagino che tu voglia sistemarti...
La vide dirigersi verso una porta a vetri e decise di seguirla. Alessia gli fece strada nella sua cameretta, era una stanza estremamente piccola, soprattutto perchè c'erano due letti; si fermò sul tappeto al centro della stanza e scrollò le spalle.
- I'm sorry, my mother's room is closed...you can sleep here or on divan...
Lui annuì e lasciò cadere lo zaino che aveva sulle spalle sul letto intatto.
- Brother?
Lei scosse la testa sorridendo.
- Sister...
Prima dei Tokio hotel anche lui e Tom avevano dovuto dividere una cameretta piccola, ricordava liti semplicemente per tutto; si sedette su quel letto per giudicare la comodità e lo vide. Sarebbe più esatto dire che si vide, in un ritaglio di giornale probabilmente, attaccato accanto al suo letto.
- You love me...
Lei seguì il suo sguardo fino a quell'immagine, sorrise, pensando al giorno in cui la sua migliore amica gliel'aveva portata; l'aveva appesa anche per quello, sua nonna diceva sempre che le cose prendono valore dalle persone che le toccano.
- I loved you...
Sottolineò il passato del verbo con enfasi e lui le lanciò un'occhiataccia.
- Why? What have I done?
Si mise a sfogliare il dizionario alla ricerca...anche se all'inizio nemmeno lui sapeva alla ricerca di cosa. Sospirò.
- Please...can you help me?
Le indicò il vocabolario con la testa e lei si andò a sedere accanto a lui, un'unghia laccata di nero e bianco le indicò il verbo essere, poi la guardò e indicò se stesso.
- Tu sei...
Scosse la testa e si battè un paio di volte sul petto.
- Sono...
La fissò.
- Sono io...
Alessia abbassò gli occhi e deglutì.
- I know, but I need time to accept...
- What?
Fece un mezzo sorriso malinconico.
- That you aren't my you!
La guardò aggrottando la fronte senza capire e lei rise.
- Non appena te lo so spiegare ne riaparliamo, ok?
Continuò a guardare il suo viso ora più allegro, non aveva capito la sua frase, ma infondo dubitava di riuscire a convincerla quel giorno; così lasciò perdere.
- Ok...
Lo lasciò solo nella stanza ad occuparsi delle sue cose, mentre lei componeva in fretta il numero di telefono di Marco; squillò a lungo, sicuramente stava dormendo, se lo sentiva. Sospirò, lui dormiva pacioso nel suo letto, mentre lei doveva sbrigarsela con la rock star straniera, orgogliosamente tedesca. Dall'altra parte della cornetta qualcuno rispose assonnato, ma lei riappese, come se improvvisamente il suo cervello stesse metabolizzando il tutto.
Bill Kaulitz era a casa sua, era lì per rimanere, avrebbe dormito nel letto di sua sorella quella notte a meno di un metro di distanza da lei; rimase a bocca a aperta in soggiorno. Era in casa sua e lei era in pigiama con tanto di pulcini razzolanti, con quella fascia stupidamente verde e gli occhiali...ma cosa caspita le era preso? Quando le sarebbe ricapitata un'occasione del genere?
"Certe cose capitano una volta sola, bisogna giocarsi tutto!"
Era stata proprio lei a dirlo a Marco...
Lasciò occhiali e fascia nel soggiorno, per il pigiama purtroppo non c'era niente da fare, ok, bisognava giocarsi tutto, ma presentarsi nuda da lui non sembrava proprio una buona idea. Tornò nella sua cameretta, Bill stava disfacendo la sua valigia, la maggior parte dei vestiti era rimasta dentro al trolley, ma alcune stampelle con delle giacche erano state appese all'anta dell'armadio; ovviamente per il suo metro e 85 centimetri non era così alto. La guardò incuriosito vedendola così decisa, senza occhiali; si avvicinò, lo vedeva sfocato, ma lo vedeva, gli mise le mani sul viso, si alzò sulle punte e gli diede un bacio sulle labbra.
Il cantante rimase immobile con gli occhi sbarrati, trovandosi a fissare le sue palpebre abbassate sconvolto; era un bacio casto, oltre alla pressione delle labbra di lei sulle sue non c'era niente, però...non se l'era aspettato!
Si ataccò, sorrise e si strinse nelle spalle.
- Mi dispiace, ma dovevo farlo!
Rimase a guardarla, non sapeva cosa dire visto che non aveva capito nulla di quello che aveva detto lei, così continuò a fissarla, mentre tornava sui suoi passi ed usciva dalla stanza; sbruffò una mezza risata tornando ai suoi vestiti: e lei che un secondo prima se ne era uscita con quel "I lovED you"!
Quando Alessia tornò in salotto si sentiva molto, molto accaldata; il suo cellulare stava vibrando sul tavolino, lo recuperò e spinse il pulsante di risposta.
- Ale, tutto bene?
- Marco, ho appena baciato Bill Kaulitz!

Ammettiamolo...era la cosa più logica da fare e se non lo è anche per voi, beh...io mi sarei comportata esattamente così probabilmente...forse sarei svenuta ad un certo punto...ma comunque...
Niky 94 è un bel riconoscimento pe run'aspirante scrittrice sentirti dire una cosa del genere...grazie mille, spero che anche questo ti prenda!
Angelineri salve! Il bello di tornare alle origini è anche quello di ritrovare le prime commentatrici...mi ha fatto piacere la tua recensione, spero questo capitolo non ti deluda!
Layla, probabilmente anche io avrei pensato di morire, poi però...caspita, ho Bill qui fuori e muoio? No, cervellino, non puoi farmi una cosa del genere!
Nicegril fondiamo il club "dizionari tascabili deagostini nel cuore"?...
Un bacio a tutte quante, come procederà la convivenza dopo questo gesto...come dire...affrettato?

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Capitolo 7
*** ...so kiss me... ***


7. bacio ...SO KISS ME...

Dall'altra parte del telefono per diversi minuti ci fu un silenzio carico di significato, poi una risata.
- Bene, immagino che tu abbia fatto un bel sogno...
Scosse la testa decisa anche se si rendeva conto che dal telefono Marco non avrebbe potuto vedrla.
- No, non era un sogno! L'ho baciato sul serio...
Altri minuti di vuoto.
- Eh?!
Per un attimo Alessia pensò che con certe esclamazioni comprensibili ovunque avrebbero dovuto fare un apposito vocabolario, cosa che passò in secondo piano quando Marco continuò.
- Ale, forse ti sei svegliata da poco...capisco che a volte certi sogni sembrano veri, ma vedi...mi dispiace deluderti...non è successo, io ero con te ieri!
La ragazza sbruffò.
- Non ieri, oggi! Bill Kaulitz è venuto a casa mia, non vuole tornare to Germany anche se non ho capito perchè...all'inizio ero troppo sconvolta, poi però mi sono ricordata tutto il discorso che avevamo fatto, sono andata là e l'ho baciato!
Stava ancora cercando di convincere Marco che non era impazzita e non era stato un sogno, quando qualcuno entrò indifferente in soggiorno fischiettando una canzone...canzone incredibilmente imbarazzante in quel momento...canzone che di certo non rientrava nel repertorio dei Tokio Hotel, ma più probabilmente in quello di qualche telefilm adolescenziale.
- Kiss me...out of the berded barley...
Alessia lo guardò a bocca aperta, mentre vagava fingendosi distante per casa sua: Bill Kaulitz la stava sfottendo?! La sua esistenza aveva decisamente preso una piega sbagliata...
- Oh, no Ale...non dirmi che hai rispolverato le videocassette con le puntate di Dawson's Creek! Ecco perchè sei così confusa stamattina...quel telefilm non ti fa per niente bene!
- Non ho rispolverato le registrazioni, è Bill!
Dall'altra parte della cornetta Marco scoppiò in una risata assordante.
- Certo...Bill Kaulitz è a casa tua e sta guardando Dawson e Joey...
Ci fu un momento di pausa e quando riprese a parlare era decisamente serio.
- No, davvero Alessia, se non stai scherzando credo che tu abbia bisogno di aiuto professionale...
Il cantante le si sedette accanto con le mani nelle tasche dei pantaloni sorridendo.
- ...so kiss me...
Gli lanciò un'occhiata fulminante, poi guardò fisso davanti a lei.
- Senti, Marco, se non mi credi vieni qui, Bill c'è davvero!
Spinse il pulsante per interrompere la chiamata e guardò alla sua sinistra, due occhi truccati di nero che la fissavano a loro volta divertiti.
- Ti senti simpatico?
Non si aspettava davvero una risposta, ormai aveva accettato il fatto che non si capissero; lui lasciò che quella frase entrasse dall'orecchio sinistro, facesse un giro nella sua testa e riuscisse semplicemente da quello destro.
- Can I smoke?
Lei sospirò ed annuì.
- I have to dress...
Sorrise felice e solare come un bambino, annuendo.
- Why are you so happy?
- You kiss me, you're a fan!
- Nein, deutsch-boy! I WAS a fan!
La guardò mentre si accendeva una camel light, soffiò via una boccata di fumo sempre studiandola, come se cercasse un segno di cedimento; poi si strinse nelle spalle.
- I don't believe you!
Alessia sbruffò e tornò in camera a vestirsi.
Quella non era più la sua camera. La triste realtà era che il cantante aveva più vestiti dentro quel trolley senza fondo che lei nel suo armadio, quindi il 90% di quella che una volta era stata la sua stanza era diventata per ragioni di spazio "Bill's room"; si trovò a meditare sul fatto che lo spazio vitale era stato il pretesto di Hitler per invadere la Polonia...pensiero quanto mai triste che scacciò via con una scrollata della testa. Dopo aver saltato il filo della piastra, due scatole di scarpe ed una pila di magliette, riuscì ad aprire l'anta del suo armadio.
Agguantò un paio di jeans ed una felpa color prugna, una volta vestita si trasferì in bagno; si finì di lavare e pettinarsi, si diede anche un leggera passata di matita e mascara visto che non era sola, resistendo alla tentazione di mettere a riposo gli occhiali in favore delle lenti a contatto.
Quando tornò in soggiorno, Bill era in piedi davanti alla finestra della cucina, talmente assorto nei suoi pensieri da non sentirla nemmeno arrivare; rimase a guardarlo, il fatto che scherzasse con una sconosciuta non significava che stesse bene, ma solo che non voleva parlarne con lei. In fondo era l'amica del ragazzo con cui l'aveva tradito la sua fidanzata.
- Are you fine?
Sospirò e si voltò, le lanciò appena un'occhiata, poi tornò a guardare fuori.
- This isn't my world...
Il suo mondo era ad Amburgo con Tom, sua madre, Andreas e...Seline. Lì non c'era niente di tutto quello ed alcune cose non le avrebbe ritrovate nemmeno in Germania; era a casa di una fan, una persona che non conosceva. Prese un'altra boccata di fumo, in effetti quella ragazza avrebbe potuto venderlo ad un qualsiasi giornalista, le avrebbero dato un sacco di soldi; pregò la sua buona stella che quella non fosse una persona così spietata. La sentì parlare con qualcuno, si voltò e fissò gli occhi dello stesso ragazzo che era con lei al fan-party, quello che aveva scoperto in intimità con la sua Seline; gli fece un cenno con la testa, sembrava molto più che sorpreso di trovarlo lì.
Raggiunse Alessia, la superò e quando fu abbastanza vicino diede un pugno in faccia al suo amico.

Secondo me è interessante notare come dal bacio del titolo siamo arrivati agli schiaffi...vi invito a riflettere su ciò! Purtroppo tendo ad essere un po' sadica certe volte...quindi vi preannuncio che anche Bill si farà un po' male...
Comunque ringrazio Nicegirl, Layla e Nicky 94 per le recensioni...fatemi sapere cosa ne pensate come sempre! baci&abbracci...
Ps= per chi non ha mai visto Dawson's Creek, la canzone è Kiss me ed è stata la sigla iniziale di una serie del sopracitato telefilm!


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Capitolo 8
*** Orgoglio maschile ***


8. orgoglio maschile ORGOGLIO MASCHILE

Era successo tutto talmente in fretta che inizialmente Alessia non era riuscita a capire perchè dalla bocca di Marco era uscito un gemito, nè perchè improvvisamente tra i capelli di Bill c'era la mano del suo amico che li stringeva, tanto meno perchè Fanfy, che se ne era stata a dormire sotto il tavolo fino a quel momento, aveva iniziato ad abbaiare; lo vide tirare indietro un pugno e colpirlo sul viso. Le sue nocche rimasero macchiate di nero.
Ad un certo punto acquistò lucidità e seppe esattamente cosa fare: si portò una mano alla bocca, ci infilò due dita e fischiò. Gesto non molto femminile a dire il vero, ma ebbe l'effetto sperato di attirare la loro attenzione ed interromperli; guardò Marco a braccia conserte e con l'espressione dura.
- Lascialo!
Diede un altro strattone ai suoi capelli e Bill disse qualcosa in tedesco che aveva tutta l'aria di un'imprecazione.
- Hai visto cosa ha fatto, vero? Io ero qui in pace...
La ragazza sospirò alzando gli occhi al cielo.
- Gli hai rubato la ragazza, che ti aspettavi? Che ti dedicasse un canzoncina?
Guardò il moro, poi gli occhi di lei carichi d'odio; sospirò, poi gli lasciò i capelli dandogli un'ultima spinta all'indietro. Il cantante barcollò, poi se ne andò verso l'altra parte della casa, nella camera di Alessia; chiuse forte la porta alle sue spalle, si sedette sul letto con il fiato corto. Si rese conto che tremava per la tensione, cercò di regolarizzare il respiro e calmarsi; prese una sigaretta dal pacchetto nella sua tasca e cercò di accenderla, dovette fare diversi tentativi, ma finalmente ci riuscì. Avrebbe voluto che Tom fosse lì.
Alessia continuò a guardare la porta che aveva appena attraversato per qualche secondo, poi si voltò irritata verso Marco che si tamponava il labbro sanguinante con il bordo della maglietta; allungò una mano colpendolo dietro la nuca.
- Ahi! Ti ci metti anche tu?
Lei era decisamente più urtata.
- Ti ha dato di volta il cervello? Avevi davvero intenzione di fare a botte con Bill Kaulitz nel mio soggiorno?
- Avrei dovuto lasciare che mi massacrasse?
- Ti sembra il tipo che fa a cazzotti?
Continuarono a guardarsi, era già capitato che battibeccassero per diverse ore, ma il fatto che uno dei due sanguinasse accelerava i tempi; la ragazza sospirò, poi si diresse in cucina.
- Vieni...ti do del ghiaccio...
Lui la seguì e si sedette su una sedia, mentre lei tirava fuori alcuni cubetti dal freezer e li avvolgeva in un panno; gli poggiò l'impacco sul viso con poca grazia.
- Fammi andare a vedere come va l'altro...
Bussò piano alla porta prima di aprirla, Bill era di spalle rispetto alla porta, seduto sul letto.
- Are you fine?
- I want to stay alone.
Rimase sulla soglia della porta senza sapere bene cosa fare.
- Please...
Sospirò, poi richiuse la porta e tornò da Marco; il suo amico era ancora seduto sulla sedia con l'impacco di ghiaccio come l'aveva lasciato. Si sedette anche lei appoggiando braccia e mento sul tavolino.
- Me lo hai depresso...ho una rock star tedesca depressa nella mia camera da letto...ed è colpa tua!
- Dai, non preoccuparti si risprenderà! Non gli ho fatto tanto male...
Lei non rispose così lui riprovò.
- Davvero!
- Pranzi qui? Lui non uscirà da quella stanza per tutto il giorno, sono sicura...
Le sue previsioni erano esatte, se non fosse andata a controllare di tanto in tanto avrebbe potuto dedurre tranquillamente che se ne fosse andato; non uscì nemmeno per cena, così quando fu ora di andare a letto, Alessia non se la sentì di varcare quella porta. Prese una coperta e si accoccolò sul divano con Fanfy.
Bill si svegliò, non si era nemmeno accorto di essersi addormentato; indossava ancora i vestiti del giorno prima, non si era nemmeno struccato. Non aveva più guardato la sua faccia da quando si erano azzuffati con il suo amico, quindi non sapeva esattamente come era ridotto; guardò il letto accanto al suo trovandolo vuoto. Era ora di uscire da quella stanza. La trovò in salotto, addormentata sopra un divano con gli occhiali appoggiati a terra: anche lei era vestita, anche lei era truccata. Rimase a guardarla finché la cagnolina non lo vide ed iniziò ad agitarsi svegliandola; si stiracchiò, poi lo guardò.
- Why you sleep here?
Si strofinò gli occhi.
- You want to stay alone!
Abbassò lo sguardo imbarazzato, si era comportato come una star isterica e viziata.
- I'm sorry...
Alessia si tirò su e si infilò gli occhiali, lo guardò con più attenzione, notando piccoli particolari, come le tracce di sangue secco al lato della bocca ed una traccia scura sotto l'occhio sinistro.
- You need help...
Lui fece una smorfia.
- Really?
- Yes...
Sospirò, toccandosi piano la faccia e scoprendosi alcuni punti che facevano male.
- Would you...
Lo interruppe prima che potesse finire, sorridendo.
- Certo...

Eccoci qui...il prossimo capitolo sarà da ridere...mentre lo scrivevo questo mi sembrava un po' malinconico! Beh, ci vuole anche questo per fare una storia...qualcuno (non ricordo esattamente chi) diceva che ogni storia per essere davvero bella ha bisogno di un morto...tranquille, io non ucciderò nessuno!
Un bacio zuccheroso a Layla, Nicky e Nicegirl! Ci vediamo qui...baci&abbracci...


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Capitolo 9
*** Affetto ***


9. essere in te AFFETTO

Erano davanti allo specchio del bagno, lui con una spazzola in mano, lei con ovatta e struccante; aveva lo sguardo fisso nel suo riflesso. Ricordava esattamente il momento in cui Marco l'aveva preso per i capelli e li aveva strattonati: senza ombra di dubbio gliene aveva stroncati un bel po'. Come se non bastasse stava per farsi vedere senza maschere da una fan e lui lo odiava, era come mettere tra le mani di quella sconosciuta qualcosa di estremamente fragile, sperare che ne capisse il valore e che lo trattasse con cura; senza contare il fatto che aveva un occhio nero ed un taglio sul labbro. Spostò lo sguardo dal suo riflesso a quello di lei, si era già struccata e non si era fatta problemi; certo era in ottime condizioni, a parte qualche punto nero e comunque non aveva mica un'immagine come la sua da difendere! La guardò.
- I can't!
Alessia sospirò.
- Yes, che you can!
Si guardò di nuovo, poi chiuse gli occhi ed iniziò a pettinarsi i capelli sciolti, districando un nodo dopo l'altro; stava per riaprirli una volta finito, ma sentì una mano fresca che glieli tappava. La ragazza gli prese di mano la spazzola, se avesse visto tutti i capelli che erano rimasti lì probabilmente avrebbe avuto un attacco di panico e non era il caso. Così la nascose nel cassetto del mobile del bagno, decisa a recuperarla e ripulirla senza di lui.
Gli lasciò il viso e lui guardò in modo critico ed attento il suo riflesso, ma non gli sembrò che ci fossero danni visibili; deglutì ed allungò una mano verso Alessia che gli porse ovatta e struccante, lo vide tentennare prima di passarselo sul viso.
- Do you want do it alone?
La guardò scuotendo la testa, preferiva che ci fosse lei.
Iniziò dalla parte non infortunata godendosi la sua pelle ed il suo viso intatto e pulito dopo il suo passaggio, tamponò piano l'altra parte quasi senza respirare; evitava di guardarsi nell'insieme, procedeva metodico un centimetro di pelle dopo l'altro. Fece una smorfia quando si trovò a ripulire il conotorno delle labbra e l'occhio sinistro, gli facevano male. E finalmente si guardò. Ora che non aveva maschere sembrava quasi che ci fossero due frecce che indicavano il suo labbro inferiore rosso e gonfio ed il suo occhio violaceo.
- Oh mein gott!
Anche Alessia stava guardando il suo riflesso con il cervello in moto; era un taglio piccolo e superficiale, già semi-cicatrizzato e da qualche parte doveva avere una pomata per le contusioni, poi...beh, ghiaccio e tempo l'avrebbero fatto tornare come nuovo.
- No fear!
Uscì dal bagno dirigendosi nello sgabuzzino dove teneva i medicinali; riesumò una pomata per gli ematomi sotto cutanei sperando che fosse quella giusta ed una crema al cortisone. Quando tornò in bagno era seduto sulla tavoletta abbassata del water, si era legato i capelli in una coda bassa; la guardò timoroso.
- I' m orrible!
Lei rise scuotendo la testa.
- You're never orrible!
Si abbassò a raccogliere qualcosa ed Alessia si rese conto che si era portato dietro il vocabolario.
- Nemeno when I sing "Automatic"?
Rise di nuovo. 
- Nemmeno, Bill...si dice nemmeno!
Provò a svitare la pomata con le mani e quando non ci riuscì addentò il tappo.
- Close the eyes!
Lui obbedì abbssando le palpebre e lei iniziò a spalamrgliela tutto intorno.
- You could be a perfect assistent!
- Thanks...
Continuò anche con la bocca, sorrise pensando che aveva sognato così a lungo di toccarlo; avrebbe voluto spiegargli il perchè della sua delusione, ma non sapeva come fare. Non parlava così bene inglese da fare tutto il discorso e forse non l'avrebbe capita nemmeno se avessero parlato la stessa lingua; ricordò quanto si sentiva giù la prima volta che li aveva sentiti, la malinconia delle loro canzoni l'aveva fatta sentire meno sola. Era diventato come un vecchio amico che si chiama dopo una giornata più pesante delle altre, si infilava le cuffie dell'ipod ed ascoltava la sua voce; conosceva il suo viso e la sua musica, cambiando quelle due cose aveva cambiato il "suo sè", ora era uno sconosciuto.
- What do you think?
Scosse la testa tornando al presente, fece un mezzo sorriso.
- Nothing...
Gli si tolse da davanti e lui si guardò, non era esattamente uno spettacolo; la crema intorno all'occhio era trasparente quindi sembrava semplicemente bagnato, ma quella sotto il labbro era bianca. Immaginò le risate di suo fratello ed i suoi commenti "Sai, Bill, la mia groupie ieri sera era esattamente sporca come te!"; quel pensiero gli fece ricordare Seline, anche lui l'aveva vista sporca in quel modo, certo in modo diverso. Ricordò di aver preso un fazzoletto e di averla pulita amorevolmente, poi l'aveva baciata...scosse forte la testa, doveva immediatamente chiudere quello scompartimento.
Il suo stomaco emise un rumore imbarazzante che gli fece ricordare soltanto in quel momento che non mangiava dal giorno prima.
- Breakfast?
Annuì e la seguì in cucina. Lei si avvicinò ai fornelli, doveva ringraziarla per quel che stava facendo per lui: si avvicinò da dietro e le posò le mani sulle spalle tirandola piano verso una sedia. La fece sedere e si posizionò davanti al gas dove prima era lei.
- I cook for you!
Alessia sgranò gli occhi preoccupata, poi lasciò che ogni pensiero le scivolasse via; infondo Bill Kaulitz stava per cucinare per lei!
Fece parecchio casino con uova, farina e zucchero, la ragazza continuava a guardarlo in preda all'ansia del ripulire; versò un liquido giallognolo in una padella, attese alcuni secondi, poi con un rapido, movimento del braccio fece saltare la cialda rigirandola. Lei si alzò sorridendo sorpresa e gli si avvicinò.
- Wow!
Le lanciò una rapida occhiata senza capire.
- I've never known someone who can really do it!
Sorrise, posando quella ormai cotta su un piatto e versando il contenuto per un'altra.
- My mother teach us, but Tom isn't...
Sfogliò qualche pagina del vocabolario che lo seguiva sempre come un'ombra.
- Capace...
Alessia lo guardò intenerita, la sua nostalgia era quasi palpabile; andò in salotto in cerca del cordless e quando tornò gli prese la padella dalla mano, sostituendola con il suo telefono.
- Call their!
Lui scosse la testa, cercando di ridarglielo indietro.
- No, I have to call to Germany...it's too expensive!
La ragazza sbruffò e lo guardò seria.
- Bill Kaulitz, va subito a chiamare tuo fratello!
Non aveva esattamente capito, ma vedeva dalla sua espressione che il costo di quella telefonata non era certo tra i suoi pensieri: era affettuosa, era sicuro che avrebbe fatto la felicità di qualsiasi ragazzo. Uscì dalla cucina componendo il numero del cellulare di suo fratello, sua madre si rifiutava di mettere una linea fissa a casa; mentre squillava tornò sui suoi passi e sbirciò la cucina.
- Alessia?
Lo guardò aspettando che continuasse, sorrise e lei arrossì.
- Grazie...
Gli restituì il sorriso e suo fratello finalmente rispose.

Angeli neri spero che in quanto a spiegazioni questo capitolo ti soddisfi...
Mi rendono very very happy i vostri complimenti...ringrazio per la recensione la mia fedelissima niky94 ed una new entry dark483, grazie per la tua prima recensione, spero che non sia l'ultima!
A tutte le Tom's fan...nel prossimo capitolo c'è anche lui!
Baci&abbracci!


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Capitolo 10
*** Germany vs Italia ***


10. wanted GERMANYvs.ITALY

Tom tornò nella sua stanza dove la ragazza con cui aveva passato la notte era avvolta nel lenzuolo; la vide lanciargli una rapida occhiata sotto la cintura, perchè era completamente nudo, mentre tornava a stendersi accanto a lei sul letto.
- Chi era?
- Bill...
- Dov'è?
Rise, rotolando a pancia in su senza prendersi la premura di coprirsi; gli sembrava ipocrita fare il pudico dopo quello che avevano fatto durante la notte.
- Non sei una mia fan, vero? Quanto ti hanno pagata per essere qui?
Lei non rispose, ma lo guardò intimorita.
- Mi dispiace...
Tom si strinse nelle spalle, non aveva molta importanza chi era.
- Non so precisamente dov'è mio fratello, ma dovunque sia non vuole paparazzi intorno! Quindi se devi continuare a fare domande stupide raccogli le tue cose e vattene!
La ragazza deglutì e lo guardò con gli occhi lucidi.
- No, per favore...io...
Lui gli lanciò un'occhiata dura.
- Mi hai mentito, è una cosa su cui non transigo perchè io non ho mai mentito a nessuna ragazza, nemmeno a te...
- Posso fare qualcosa per rimediare?
Tom incrociò le braccia sotto la testa in attesa.
- Puoi darti da fare!
La ragazza sorrise e fece scivolare la mano sulla pelle del chitarrista, scendendo sempre più in basso, mentre lui seguiva il percorso con gli occhi; sospirò quando raggiunse la sua metà. Si appoggiò su un gomito e con l'altra mano andò a cercare il viso della compagna, avvicinandolo alla sua bocca: no, non aveva assolutamente importanza chi fosse...
Lara Parker cercò di coprirsi di nuovo, mentre guardava Tom dirigersi verso il bagno a farsi una doccia; sospirò, era anche una sua fan, altrimenti non avrebbe mai accettato un incarico del genere. Lavorava per un giornale di gossip, ma il fatto che si fosse laureata in giornalismo con il massimo dei voti non le giovava: lei era la ragazza delle fotocopie. Finchè Bill Kaulitz non era sparito. Molti giornalisti si erano dati da fare per cercarlo, controllando hotel dove era già stato in vacanza, tutte le località della Germania, ma nessuno ne sapeva niente: era sparito nel nulla. Ma ovviamente suo fratello doveva sapere dov'era. Il suo capo le aveva promesso una rubrica tutta sua se si fosse spacciata per sua fan e si fosse infilata nel suo letto.
Guardò la porta del bagno, mordendosi il labbro tesa, aspettando di sentire il rumore dell'acqua; fu accompagnato da un gemito da parte del chitarrista. Prese il suo cellulare cercando l'ultima chiamata ricevuta, poi una penna dalla borsetta; tolse il tappo con i denti e ricopiò il numero sul suo braccio. Quelle cifre li avrebbero portati dritti, dritti al suo nascondiglio; si rivestì in fretta, sentendosi sicura soltanto quando la manica della sua maglietta coprì il suo scoop.
Il ragazzo rientrò in camera avvolto in un accappatoio verde, la guardò come se vestita non riuscisse a riconoscerla.
- Te ne vai?
Annuì e lui si avvicinò a darle l'ultimo leggero bacio sulle labbra.
- Puoi chiamarti un taxi se vuoi, lo pago io!

Tre giorni dopo Bill stava di nuovo preparando la colazione, mentre Alessia si beava della novità guardandolo con una tazza di latte e caffè tra le mani; sospirò, Bill Kaulitz era estremamente sexy quando cucinava: i tabloid non parlavano mai di questo!
Le porse un piatto e si strofinò il viso.
- I need to shave...
Lo guardò studiandolo, effettivamente sotto il naso ed intorno alla bocca aveva un'ombra più scura.
- I can go to the market...
Guardò la bottiglia di latte davanti a lei quasi vuota.
- Maybe I must go to the market...we finished milk!
Il cantante sospirò e si sedette al tavolo accanto a lei, tenendo gli occhi bassi e le mani a lato del piatto.
- I think...
Le lanciò un'occhiata, aveva smesso di mangiare in attesa di ascoltare quello che aveva da dire.
- A lot of people look for me...they can pay you...
La ragazza allungò una mano e la posò su quella di lui.
- Be quiet...I couldn't do it...
Il cantante guardò i suoi capelli un po' arruffati di prima mattina, il pigiama da bambina con i pulcini, chiedendosi perchè si dovesse fidare di lei. Non ne aveva la più pallida idea, ma qualcosa dentro di lui gli diceva che non l'avrebbe tradito.
Tra gli scaffali del super mercato Alessia si sentì una specie di mogliettina che faceva la spesa per il suo uomo, in genere aspirava a molto di più, ma in quella particolare situazione poteva decisamente scendere a compromessi; quando passò di fronte all'edicola si fermò pensierosa: quasi tutte le prime pagine dei giornali di gossip parlavano della scomparsa del cantante dei Tokio Hotel, c'era addirittura uno che avanzava l'ipotesi di un rapimento. Improvvisamente iniziò a sentirsi osservata, come se le persone guardandola potessero intuire che fosse da lei; si sentì immediatamente una sciocca, le persone la conoscevano bene, nessuno poteva sospettare di lei. Fece un mezzo sorriso, mentre caricava la spesa sul miniminiminimini bagagliaio della sua macchina: forse non la conoscevano così bene infondo.

Sto pensando...e vi prego di non offendervi, capite tutte quello che scrivo in inglese? Perchè io ho il dizionario vicino al pc (Nicegirl, mondadori tascabili forever!) ed alcune parole le vado a cercare...se anche voi avete questo problema ditemelo così aggiungo la traduzione vicino!
Dunque io non so se i gemelli Kaulitz si fanno la barba, ma visto che hanno 20 anni a testa ormai credo che siano cresciuti...comunque qui diamo per scontato di si, ok?
Layla, effettivamente somiglia molto all'uomo perfetto...te lo immagini la mattina che ti porta la colazione a letto?! che cosa carina...
Niky94, eccomi continuo continuo!
Nicegirl, sono strastrastrafelice che ti piaccia!
baci&abbracci...




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Capitolo 11
*** Salvami ***


11. protezione SALVAMI

La ragazza aprì gli occhi contorcendosi un pochino, qualcosa non andava.
Sbattè un paio di volte le palpebre, cercando di mettere a fuoco la situazione; un dolore partì dal basso ventre come se le avessero piantato un coltello e si estese fino allo stomaco provocandole un conato di vomito. Nel suo letto lampeggiò la cifra di una data, una di quelle che tutte le donne dovrebbero ricordare sempre: dannato Bill, era uscito a scombinarle così tanto la vita da farle dimenticare l'arrivo del ciclo! Guardò il letto dove dormiva di solito, trovandolo vuoto.
Prese fiato e si mise a sedere, subito un'altra fitta la fece tremare, deglutì: doveva arrivare in bagno, poi nel ripostiglio a cercare gli antidolorifici e poi a mangiare qualcosa. Infilò le ciabatte e si trascinò incerta fuori dalla stanza.

Bill mise bene la tazza davanti al piatto della ragazza, la sera l'aveva battuta, schiacciata, sconfitta a battiglia navale, l'unico gioco che potevano fare senza inciampare nello scoglio linguistico e lei aveva messo il broncio come una bambina; quello era praticamente il premio di consolazione. Strano che non fosse ancora sveglia.
Andò a controllare la camera, ma era vuota, la casa era troppo silenziosa perchè qualcun'altro apparte lui e Fanfy fosse sveglio; bussò in bagno senza ottenere risposta, ma qualcosa lo convinse lo stesso ad abbassare la maniglia. Alessia era stesa a terra, rannicchiata e con i pantaloni del pigiama abbassati; per alcuni secondi rimase fermo sulla soglia senza sapere cosa fare, poi gli arrivò un sussurro.
- Bill...
Seguito da un lamento.
Ci mise tre secondi netti per accucciarsi accanto a lei e scostarle i capelli dal viso.
- Alessia...what...
Non sapeva cosa chiedere. Lanciò un'occhiata distratta alle sue gambe con la pelle d'oca e le sistemò il pigiama, arrossì e per poco non si tirò un pizza in faccia: lei stava male e lui si comportava come un ragazzino imbarazzato, suo fratello l'avrebbe ripudiato.
Guardò il suo viso preoccupato, aveva gli occhi dischiusi.
- Alessia, can you walk? Alessia, puoi camminare?
Che domanda del cazzo, se fosse stata in grado di camminare di certo non sarebbe stata stesa sul pavimento del bagno!
- Ale, I bring you at bed! Ale, ti porto a letto!
Le sollevò la schiena con un braccio avvicinandosela addosso e ringraziando che fosse una ragazza minuta, ma lei mugugnò una protesta.
- No, I can't! No, non posso!
Si strinse la pancia appoggiandosi a lui: l'avrebbe portata a letto anche contro la sua volontà!
Le fece passare l'altro braccio dietro le ginocchia e la tirò su; la fece stendere sul letto, la coprì e le accarezzò il viso trovandolo fresco, ma sudato. Doveva chiamare il dottor Ziegler, il suo medico di famiglia, al diavolo se avrebbero scoperto il suo nascondiglio! Magari riusciva a trovare il modo di fargli prendere un aereo privato, avrebbe chiamato Tom, lui l'avrebbe aiutato. Le diede un bacio sulla fronte, poi fece per allontanarsi.
- No, please, stay with me... No, per favore, sta con me...
Si accucciò di nuovo di fronte al suo viso, accarezzandola come se fosse di vetro soffiato.
- I call a doctor... Chiamo un dottore...
Lei scosse la testa decisa, sospirando per il dolore.
- But you need him! Ma ne hai bisogno!
La sentì deglutire.
- No, I need you, please don't leave me! No, ho bisogno di te, per favore, non lasciarmi!
Aprì gli occhi fissandolo e lui non riuscì a lasciarla, sospirò.
- Three hours, and after I call the doctor if you don't feel better! Tre ore, e dopo chiamo il dottore se non ti senti meglio!
La ragazza annuì nei suoi occhi.
Bill fece il giro del letto e si stese dietro di lei, appoggiato ad un gomito in modo da poterle vedere il viso ed ogni cambio di espressione; con l'altra mano prese ad accarezzarle il braccio, impaurito di poterle far male in qualsiasi altra parte del corpo. Lei continuava a stare rannicchiata e stesa, sapeva che stava cercando di trattenere ogni piccolo dolore; aveva bisogno di non pensarci, doveva stare tranquilla.
- Ale...what's your favourite Tokio hotel's song? Ale...qual'è la tua canzone preferita dei Tokio Hotel?
La sentì appena sussurrare.
- Rette mich...
Quella canzone in quel momento sembrava schifosamente appropriata così sottovoce si mise a cantagliergliela un verso dopo l'altro; gliela cantò tre volte e quando smise Alessia si era addormentata. Infilò il braccio che fino a quel momento l'aveva sorretto sotto il cuscino dove appoggiò la testa, chiuse gli occhi sospirando, aveva rischiato un accidente...riaprì gli occhi...aveva rischiato di farsi scoprire, stava per chiamare il dottore, ma non un dottore. Stava per chiamare il suo medico di fiducia, farlo venire dalla Germania fino a casa di quella ragazza e l'avrebbe fatto senza pensarci troppo se lei non l'avesse fermato.
I need you, please, don't leave me!
Quelle parole l'avevano cucito a filo doppio al letto insieme a lei: non poteva lasciarla se glielo chiedeva in quel modo.
La ragazza si svegliò dolorante, si girò con le lacrime agli occhi, appoggiando la testa contro il suo petto; Bill la fissò allarmato, cercando di non toccarla. Forse era stato lui a farla sentire peggio, ma da come stava rannicchiata...le mise il braccio intorno alla schiena, sperando che fosse la cosa giusta; la accarezzò in punta di dita, mentre sentiva la maglietta inumidirsi, stava piangendo. Voleva fare qualcosa, ne aveva bisogno, non poteva continuare a sentirsi così inutile. Si abbassò fino ad avere i suoi occhi dischiusi all'altezza dei suoi.
- Alessia, look at me! Alessia, guardami!
Lei gli obbedì deglutendo.
- How can I help you? Come posso aiutarti?
Lei sospirò, poi gli diede alcune spiegazioni.
Si fece passare un braccio sopra alle spalle per sorreggerla, la portò fino al ripostiglio; frugò tra le medicine, mostrandole di volta in volta quelli che gli sembravano antidolorifici, ma lei scosse la testa in segno di no un'infinità di volte. Finalmente trovò un pacchetto schiacciato e verde e lei annuì, così la accompagnò in cucina. La fece sedere su una sedia, sembrava così piccola e fragile; mangiò appena qualche boccone, poi prese la pasticca con un sorso di latte. La prese in braccio, le istruzioni che gli aveva dato finivano lì, ma lui la portò sul divano; ci si sedette e la fece accoccolare contro di lui, la strinse cullandola.
- It's cold... È freddo...
Raccolse la coperta che il cane aveva fatto cadere a terra durante la notte e gliela mise addosso, avvolgendola bene, poi la strinse e gli diede un bacio tra i capelli.
- I'm here... Sono qui...

Aprì gli occhi, non sapeva quanto tempo era passato, doveva essersi addormentata; sollevò il viso ed incontrò gli occhi carichi di preoccupazione di Bill, la fissava serio. Lei si allontanò sedendosi sul divano.
- Are you fine? Stai bene?
Annuì con la testa, imbarazzata; lui abbassò lo sguardo evitando il suo.
- I had fear... Ho avuto paura...
La guardò negli occhi.
- You were small...and fragile...and...there on the floor...and... Eri piccola...e fragile...e...lì sul pavimento...e...
Sospirò tornando a fissare il pavimento, gli sembrava di aver riassunto tutte le ragioni per cui era quasi morto di paura, però gli era avanzato un "and".
- And I had fear... E ho avuto paura...
Lei allungò una mano e strinse la sua.
- I'm sorry...can you forgive me if I cook for you today? Mi dispiace...puoi perdonarmi se cucino per te oggi?
Il cantante scosse la testa sorridendo.
- Maybe...if you are a good chef! Forse...se sei un bravo chef!

Eccoci qua...ho seguito i consigli un po' di tutti e credo che così grigie non disturbino la narrazione! Se ne stanno lì paciose, soddisfatte di essere traduzioni, pronte ad aiutarvi se ne avete bisogno, magari scrivo io qualcosa di impossibile in inglese e a quel punto le adorerete! ma finiamola con l' "ode alle traduzioni"...
So che per alcune i dolori di Alessia sembreranno esagerati, ma credetemi sono reali e lo dico per esperienza...
Questo capitolo è stato recensito da moltissimi, perciò mi rimbocco le maniche:
Kia_do 87 mi ha fatto molto piacere vederti, grazie e spero che continuerà a piacerti...continua a seguirmi!
Layla è già...Lara non sarà un personaggio che ameremo molto, ma per un po' non ne sentiremo parlare credo...
Niky eccomi!
Nicegirl grazie per i complimente ed il consiglio, spero che così i dialoghi risultino più chiari!
Angelineri non credo che ci saranno altre risse, altrimenti lo distruggiamo povero Bill!
Una bacio zuccheroso anche a tutte le altre!





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Capitolo 12
*** Dieci giorni ***


12. dieci giorni DIECI GIORNI

Passarono alcuni giorni. Da quando Bill viveva da lei, Alessia aveva l'impressione che il tempo si fosse fermato intrappolandoli in un limbo dove loro erano gli unici abitanti; ma il mondo intorno a loro continuava a girare, i giorni a passare...
Quando quella mattina aprì gli occhi ebbe una specie di illuminazione non molto piacevole: lei doveva studiare, aveva gli esami. Si alzò decisa cercando di non svegliare il cantante addormentato nell'altro letto e ciabattò fino in cucina a fissare meditabonda il calendario. Undici giorni, dieci se toglieva la data esatta della prova; dieci giorni per leggere "il paziente inglese", il commento dell'insegnante e guardare il film: dieci giorni erano pochi. Restò a lungo a riflettere, architettando un piano d'azione, ma purtroppo l'unico fu anche il più ovvio: studiare.
Tornò in camera per svegliare Bill, prima facevano colazione, prima si sarebbe messa sui libri, ma il ragazzo era evaporato; tornò sui suoi passi ed abbassò la maniglia del bagno, credendo di trovarla chiusa visto che lui si chiudeva sempre dentro. Ma la porta si aprì, fece un passo incerto all'interno dubbiosa.
- Bill?
Un cappa di vapore la avvolse, e l'idea dell'evaporazione sembrò quasi reale, facendole appannare gli occhiali; se li tolse per pulirli con la maglia del pigiama e fece un altro passo. Inciampò in degli stracci per terra e rischiò di cadere, ma due braccia innaturalmente viscide la afferrarono dai gomiti sorreggendola.
- Ale, are you fine? Ale, stai bene?
Tutto le si riversò addosso come una cascata di acqua gelata; sgranò gli occhi, mentre i battiti del suo cuore acceleravano in modo esponenziale. Fece un passo indietro, i suoi occhi erano frenentici e confusi, ma anche senza occhiali era evidente che il ragazzo non avesse niente addosso: riusciva a vedere il tatuaggio su tutto il fianco sinistro, raggiunse la porta quando il suo sguardo raggiunse la sua stella. A quel punto si girò, uscì ed andò a nascondersi nel ripostiglio.
Bill continuò a guardare la porta da cui era uscita come una furia, poi fece un mezzo sorriso, guardando gli occhiali per terra.
Non sapeva esattamente da quanto tempo era chiusa lì dentro, seduta per terra, con le ginocchia strette al petto; il cuore le rimbombava nelle orecchie, stava aspettando il momento in cui le sarebbe venuto un infarto. E in più stava ritardando il momento in cui si sarebbe decisa ad aprire i libri.
Il cantante aprì la porta vestito, lei era lì rannicchiata sul pavimento del ripostiglio, rossa come un pomodoro, imbarazzata in modo dolcissimo; si sedette davanti a lei a gambe incrociate e chiuse la porta. Le sollevò il suo viso per il mento, infilandole di nuovo gli occhiali.
- You are a fan! Sei una fan!
- You were naked! Eri nudo!
Lui rimase in silenzio soppesando un'idea che non aveva considerato.
- You are...have you never see a boy naked? Tu sei...non hai mai visto un ragazzo nudo?
Lei gli lanciò un'occhiata scettica.
- I've seen a boy naked...but you aren't a normal boy! I've got your photo near my bed! Ho visto un ragazzo nudo...ma tu non sei un ragazzo normale! Ho la tua foto vicino al letto!
- Because you are a fan! Perchè sei una fan!
Sentì la ragazza sbruffare.
- Do you want only that I say its? Vuoi soltanto che ti lo dica?
Il ragazzo rimase a pensare alcuni minuti.
- Maybe not...if you aren't my fan and you like me...you like the real Bill Kaulitz! Forse no...se non sei mia fan e ti piaccio...ti piace il vero Bill Kaulitz!
Alessia lo guardò pensierosa, non doveva essere poi così bello essere l'idolo di una generazione che non lo conosceva davvero.
- Like Seline? Come Seline?
Non avrebbe voluto davvero chiederglielo, ma la bocca le era partita da sola; lui la gurdò sorpreso, era la prima volta che parlavano, o almeno cercavano di parlare di lei.
- Yes...
- Do you love her? La ami?
- I don't know...she isn't bad...we had nice moments together... Non lo so...non era male...abbiamo avuto bei momenti insieme...
La guardò.
- Do you love Marco? Ami Marco?
Si era spesso chiesto cosa li univa, visto che era in vena di confidenza; scosse la testa sorridendo.
- No, it's impossible...maybe he's my missed big brother! No, è impossibile...forse è il mio mancato fratellone!
Si accarezzò il viso ripensando a quando si erano azzuffati.
- Have you a boyfriend? Hai un fidanzato?
Gli sembrava strano, lo avrebbe conosciuto, ma non poteva esserne sicuro.
- No...
- Why? You're pretty and sweet... Perchè? Sei carina e dolce...
La ragazza sorrise arrossendo, quando era Bill Kaulitz a dirle che era dolce e carina, la cosa assumeva un altro significato.
- I've broken recently with a boy... Ho rotto recentemente con un ragazzo...
Continuò a guardarla per alcuni secondi poi si sporse a farle una carezza sui capelli.
- Like me... Come me...
Quando la ragazza alzò gli occhi trovò i suoi estremamente vicini, rimasero a fissarsi dentro quello sgabuzzino per un tempo interminabile, con la mano di lui sul suo viso; poi la parte razionale di Alessia chiese di essere finalmente ascoltata. "È una follia!". Lo era, quello era Bill Kaulitz.
Si schiarì la voce, cercando di riportare entrambi alla realtà e lui si allontanò lasciandola; per un secondo, si era sentito capito da lei ed aveva provato l'irrazionale ed irresistibile tentazione di baciarla. E si sentì uno stupido, visto che lei gli aveva stampato un bacio il primo giorno senza farsi tanti problemi; solo che lei poteva giustificare il tutto con una frase "Il mio idolo in casa, dovevo provarci", mentre lui avrebbe dovuto scavare più a fondo per cercare una spiegazione. Sarebbe stata una follia.
Uscirono dal ripostiglio lasciando quello che era quasi stato lì, andarono in cucina a fare colazione come tutte le mattine; Alessia gli raccontò degli esami, che avrebbe dovuto studiare "il malato inglese", forse non era proprio così. Gli promise che avrebbe cercato di noleggiare il film con i sottotitoli in tedesco così avrebbe potuto seguirlo anche lui, si era fermato, aveva sorriso e l'aveva guardata; lei era arrossita, quando la guardava in quel modo arrossiva spesso, e lui aveva pensato che forse avrebbe dovuto attaccare un suo poster nella sua camera accanto al suo letto ad Amburgo: l'unica non-fan che riusciva a coccolarlo più di quanto avrebbe potuto fare una fan. Sospirò abbassando gli occhi e scuotendo la testa, avrebbe dovuto baciarla, sapeva che avrebbe dovuto.
- Don't you like my idea? Non ti piace la mia idea?
Lui annuì, ricordando una parola.
- Certo...

Scusatemi, ma sono di corsa, volevo mandarvi assolutamente questo capitolo perchè mi piace molto....
Ringrazio Kia_87, Nicegirl e Niky94 che hanno recensito...la prossima volta vi scrivo un sonetto!
Baci&abbracci anche a tutte le altre...

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Capitolo 13
*** Nella notte ***


rv gtev NELLA NOTTE

Era sicura che quando era uscita dal Blockbuster diverse commesse avessero sospirato di sollievo; quante persone cercavano "il paziente inglese" in italiano, ma con i sottotitoli in tedesco? Già affittare un film del genere era di per sè strano. Si fermò in pizzeria a prendere due margherite per cena e due bottiglie di birra made in Germany sotto espressa richiesta di Bill: "Let's us the beer, I let you the pizza!". Evviva i clichè internazionali!
Quando tornò a casa lo trovò seduto a terra con gli occhi fissi sullo schermo della Tv, incredibilmente stava guardando un dvd del concerto dei Tokio Hotel; studiava la sua immagine sospirando.
- What are you doing? Cosa stai facendo?
Le lanciò un'occhiata seccata.
- I hate this...look at my mouth! It seems enormous! Odio questo...guarda la mia bocca! sembra enorme!
Alessia rise scuotendo la testa ed appoggiò le pizze sul tavolo della cucina.
- You speak with large mouth... Parli a bocca larga...
Si pentì quasi immediatamente di averlo detto, la raggiunse quasi muovendosi a rallentatore con un'espressione di stupore omicida sul viso.
- What?! Cosa?!
Deglutì in preda al panico.
- I love your mouth! Io amo la tua bocca!
Ma ormai era troppo tardi.
- In every moment? Now? In ogni momento? Ora?
Scosse la testa.
- Maybe...only when you are nervous! Forse...solo quando sei nervoso!
- I hope... Spero...
Rimase pensieroso per tutta la cena e si scolò le due bottiglie di birra come se fossero acqua, senza risentirne minimamente; solo quando si diressero in camera a godersi il dramma de "il paziente inglese", sembrò improvvisamente ricordarsi di qualcosa. Le mise le mani sugli occhi.
- I make you a surprise! Ti ho fatto una sorpresa!
La spinse delicatamente nella stanza, facendole fare alcuni passi all'interno; da come riusciva ad orientarsi al buio dovevano essere più o meno davanti allo spazio tra un letto ed un altro.
- Promise me that you don't open yor eyes! Promettimi che non aprirai gli occhi!
- Okay...
La fece girare, soffocò una risata, poi la spinse per le spalle facendola cadere; Bill aveva previsto una cosa diversa: lei sarebbe caduta ed avrebbe scoperto i materassi che in sua assenza aveva spostato sul pavimento per guardare il film. Ma non andò esattamente così perchè non aveva previsto i riflessi felini di Alessia. Non appena la ragazza sentì il vuoto sotto di sè, allungò una mano acciuffando al volo quella con cui Bill l'aveva spinta.
Trattenne il respiro finchè il suo sedere non toccò qualcosa di morbido, un respiro, per poi ricominciare a trattenerlo quando si rese conto che qualcosa o meglio qualcuno era aggrovigliato a lei; stava ancora tenendo la mano con cui l'aveva trascinato giù. Ci furono esattamente cinque secondi in cui entrambi rimasero immobili e senza parole; Alessia aveva l'impressione di tremeare ad ogni battito del suo cuore da quanto era forte e Bill lo sentiva pulsare contro il suo. Dovette fare forza sul braccio sinistro per tirarsi su visto che l'altra mano stava ancora stringendo la sua; la guardò tutta: i capelli sparpagliati sul cuscino, gli occhiali che le erano calati sul naso, le labbra socchiuse, le loro mani strette e l'altra di lei che stava stringendo in un pugno la sua maglietta.
Evitò i suoi occhi, aveva paura di scoprire quello che ci avrebbe trovato; le loro gambe erano intrecciate in modo poco conveniente, erano decisamente troppo vicini.
Il cantante si tirò su in ginocchio e la scavalcò sedendosi di spalle accanto ai suoi piedi, sospirò un paio di volte, poi si alzò, aprì la finestra e si accese una sigaretta senza dire niente.
Alessia rimase immobile ancora un po' tanto per convincersi a ricominciare a respirare, poi si tirò su come aveva fatto lui, stringendosi le ginocchia al petto ed appoggiandoci sopra la testa; deglutì si sentiva scossa, si sentiva tremare.
Finì la sigaretta incredibilmente in fretta e gettò la cicca giù dalla finestra, avrebbe dovuto voltarsi a guardarla prima o poi; lei fu più coraggiosa: si alzò in un sospiro prese il dvd e lo infilò nel lettore, niente poteva essere meglio de "il paziente inglese" per calmare i bollenti spiriti, ne era sicura. Tornò sul letto e si appoggiò ad un cuscino contro il muro, Bill la seguì poco dopo; erano fermi, sdraiati ed in mezzo a loro passava la cosa più simile al muro di Berlino che il ragazzo riusciva ad immaginare, superare quel confine avrebbe portato alla morte o alla gloria. La cosa più saggia sembrò stare fermi.
- I tought that you would kill me... Ho pensato che volessi uccidermi...
Borbottò Alessia, lui fece un mezzo sorriso.
- Now I would, you destroy my surprise! Ora vorrei, hai distrutto la mia sorpresa!
- Your surprise was dangerous... La tua sorpresa era pericolosa...
Infondo il muro di Berlino era stato abbattuto da parecchio tempo ormai.
Sospirò, poi la tirò verso di sè stringendola; sapeva che se non l'avesse fatto se ne sarebbe pentito come del bacio nel ripostiglio.
- What... Cosa...
Ma lui la interruppe prima che potesse completare la domanda.
- Is it important? È importante?
Alessia rimase in silenzio qualche secondo a riflettere.
- No...
- Good... Bene...
Non disse più nulla, rimase ferma a godersi il suo abbraccio senza fare domande che avrebbero finito soltanto per complicare le cose; infondo un abbraccio che male poteva fare?
Non riuscì a terminare il film, Bill la guardò addormentata tra le sue braccia; spense il lettore dvd ed il televisore con il telecomando e la strinse più forte nel buio della stanza. Quando si era trovato sopra di lei, addosso a lei, contro di lei si era sentito le farfalle nello stomaco; respirò il profumo dei suoi capelli con gli occhi aperti nella notte: avrebbe dovuto iniziare a porsi delle domande.

Eh...che bel momento...
Niky 94...se quello ti è piaciuto così tanto immagino che con questo farai le scintille! O almeno spero...
Nicegirl, già starebbero bene...chissà se ci riusciranno?
Layla, si decisamente è stato un momento piuttosto imbarazzante...ma io vi aveva preannunciato che c'era il rischio che potesse succedere!
Bcai&abbracci a tutti...

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Capitolo 14
*** Il poker della pace ***


14. il poker della pace IL POKER DELLA PACE

Drin...drin...drin...
Bill mugugnò e cercò di scrollare Alessia ancora tra le sue braccia.
- Ale...
- Do you ask? Rispondi?
Il cantante fece una mezza risata.
- I can't! Non posso!
Dalla bocca della ragazza uscì un lamento, poi come se improvvisamente le avessero riattaccato le batterie; si alzò, gattonò fino alla fine del letto, poi tastò la scrivania alla ricerca del telefono. Si schiarì la vocce prima di rirpondere.
- Pronto?
Nel frattempo il ragazzo si era tirato su sbadigliando e la guardava puntellandosi con le braccia; doveva farsi delle domande, l'aveva deciso la sera prima, solo che evidentemente il suo inconscio non era intenzionato a collaborare visto che si era addormentato. La guardò fare un sorriso assonnato contro la cornetta, avrebbe voluto poterla capire.
E se ti stesse tradendo, se quando è andata a prendere quel film si fosse fermata a parlare con qualche reporter?
Scosse la testa, scacciando quell'orrendo pensiero; gli aveva detto che non avrebbe potuto farlo, voleva fidarsi di lei, non tutte erano Seline. Rimise apposto la cornetta e lo guardò, Bill deglutì aveva quasi paura che potesse leggere il suo dubbio.
- A friend, she ask me to study together...I can call Marco, he can stay with you! Un'amica, mi ha chiesto di studiare insieme...posso chiamare Marco, può stare con te!
Sgranò gli occhi guardandolo allarmato.
- What? Do you remember last time? Cosa? Ricordi l'ultima volta?
- But...I don't want leave you alone... Ma...non voglio lasciarti solo...
Sembrava quasi imbarazzata.
- Why? Perchè?
Si strinse nelle spalle, gli lanciò un'occhiata con un sorriso malinconico sulle labbra, poi tornò a guardare in basso.
- Maybe...because I wouldn't stay alone... Forse...perchè io non vorrei stare solo
Sospirò, infondo stava cercando di fare qualcosa di carino per lui.
Erano seduti sul divano, uno di fronte all'altro, il cantante con le braccia incrociate sul petto intento a fissarlo con astio, Marco che accarezzava tranquillamente Fanfy; lanciò un'occhiataccia anche a lei, si sentiva tradito infondo quando non c'era, era da lui che scroccava carezze!
- Che hai da guardare?
Bill sgranò gli occhi sorpreso, come?
- Do you speak deutsch?!
- Pare di si...
Rimase alcuni secondi a bocca aperta per la sorpresa, poi ricordò che Alessia lo aveva accusato di avere la bocca larga.
- Ma tu non hai mai detto niente, Ale mi parlava in inglese, perchè non l'hai aiutata?
Lui si strinse nelle spalle tranquillo.
- Perchè eravate divertenti!
Il cantante gli lanciò l'occhiata più minacciosa del pomeriggio.
- E lei che ti ritiene un suo amico...
Qualcosa fece breccia nel fare disinvolto di Marco, se non fosse stato suo amico di certo non si sarebbe trovato a fare da baby-sitter ad una specie di catantante con la fissa per le tinte! Sospirò, aveva promesso ad Alessia che li avrebbe trovati nello stesso stato di salute di quando era uscita. Si alzò dal divano ed aprì il cassetto dove la sua amica teneva i giochi da tavola, tirando fuori un mazzo di carte ed iniziando a mischiarle.
- Allora, rockstar, vuoi che ti insegni a giocare?
Il cantante alzò le sopracciglia guardandolo scettico, poi sorrise.
- Senza soldi!
Marco lo guardò con aria di sfida.
- Paura?
Bill si alzò ed incorciò le braccia sul petto.
- Potrei comprare questa casa, te ed il cane con la carta di credito che ho in valigia!
Il ragazzo era più che sicuro che fosse vero così entrambi si trovarono a guardarsi intorno e riflettere su qualcosa che potesse sostituire le fiches, quando lo sgranocchiare di Fanfy attirò la loro attenzione. Si sistemarono in cucina, presero due bicchieri con un centimetro d'acqua per spegnere i mozziconi di sigarette, e si divisero i biscotti della cagnolina.
- Hai già pensato al tuo rientro in Germania?
Prese le cinque carte che gli aveva servito studiandole.
- No, perchè?
- Tu ed Alessia resterete amici? Prima o poi dovrai tornare a casa tua!
Già, immaginava fosse inevitabile...che ne sarebbe stato di lui ed Alessia? Finse un'indifferenza che non provava, continuando a sistemare la scala bucata che aveva in mano.
- Potremo scambiarci l'indirizzo e-mail, sentirci ogni tanto! Credo che potremmo essere amici...
- E torneresti qui per lei?
Si fermò e lo guardò, iniziava a sentirsi come ad un'intervista.
- Si farà male, voglio sapere quanto ti farai male tu!
Non lo sapeva esattamente, ma c'erano alcune cose di cui poteva essere sicuro.
- Mi mancherà...
Sorrise.
- Però vorrei farle vedere Amburgo, credi che lei verrebbe su per me?
Il ragazzo scrollò le spalle, come aveva fatto prima lui stava fingendo indifferenza, ma Bill sapeva di aver dato la risposta giusta.
- Le piace viaggiare...
Quando Alessia tornò a casa fu avvolta da una cappa di fumo che la fece tossire, avevano dato fuoco alla casa?!
Ma una volta entrata in cucina scoprì che era fumo di sigarette e che i due erano concentrati davanti ad un ventaglio di carte, sarebbero potuti sembrare seri se al posto di fiches o soldi, non avessere avuto un mucchietto di biscotti del cane; rimase per alcuni minuti a fissarli sbattendo le palpebre senza capire, completamente ignorata.
- What are you doing? Cosa state facendo?
Entrambi la fissarono seccati dall'interruzione, tanto che lei si sentì in dovere di fare un passo indietro per lasciarli ai loro affari; arrivò fino alla porta che divideva la zona giorno dalla zona notte prima di ricordarsi che quella era casa sua e che il fumo nocivo uccideva.
- Ehi! Sono io la padrona di casa!
Bill la guardò ovviamente senza capire, mentre l'altro non si degnò nemmeno di alzare gli occhi.
- Dai, abbiamo quasi finito!
Sbruffò e tossì di nuovo, poi si avvicinò alla finestra e la spalancò, almeno avrebbero ricominciato a respirare ossigeno; poi si sedette sul bracciolo del divano e rimase a guardarli scommettere biscotti frieskies. Passò un bel po' di tempo prima che dichiarassero conclusa la partita ed un attento conto proclamò Bill vincitore; mentre il cantante festeggiava con Fanfy, Marco si infilò il giubotto.
- Vuoi restare a cena?
Scosse la testa.
- Mi vedo con gli altri! Se hai bisogno di aiuto, chiama!
La guardò annuire, poi uscì chiedendosi se quella specie di cantante le avrebbe spifferato del tedesco!
Bill continuò a raccontarle eccitato di come l'aveva battuto per tutta la sera, sembrava molto soddisfatto del suo bottino, tanto da chiederle un sacchetto per conservarlo; a volte si comportava come un bambino, era tenero.

Kia do 87... effettivamente è molto da bravo ragazzo, però non mi piaceva l'idea che provasse subito a saltargli addosso, sarebbe stato più da Tom!
Niky 94 grazie per il tremendamente spettacolare...vedrai il prossimo!
Nicegirl...riusciranno i nostri eroi a vivere felici e contenti forever?
Anglei neri, mi sono diveritita un sacco anche a scriverla...e così carino immaginare Bill imbarazzato!
Ele sono contenta che ti intrighi, spero che continuerà ad appassionarti!
Baci&abbracci...

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Capitolo 15
*** La tensione gioca brutti scherzi ***


15. tensione LA TENSIONE GIOCA BRUTTI SCHERZI

Alessia era nervosa, nervosa a livelli epocali; per questo era la terza volta che si lavava il viso per poi ricominciare la fase trucco daccapo. La sua mano no si decideva stare ferma, quindi, in ordine temporale, si era: quasi ciecata con le lenti a contatto, infilata la matita in un occhio, spennellata il naso con il mascara e scottata con la piastra, che tra le altre cose non sembrava decisa ad allisciarla. Bill fu svegliato dai suoi isterismi, mentre aveva tutta l'aria di imprecare in italiano; si appoggiò allo stipite della porta del bagno sbadigliando. La guardò alcuni minuti, poi si avvicinò e la fece sedere sulla tavoletta abbassata del water; le strappò la piastra di mano, per evitare che sembrasse la miracolosa sopravvissuta di un incendio, ed iniziò ad allisciarle una ciocca dopo l'altra con tutta la calma del caso.
- Why are you so nervous? You've studied! Perchè sei così nervosa? Hai studiato!
Sospirò.
- I have fear... Ho paura...
Lui la guardò per alcuni secondi.
- Do you want me with you? Mi vuoi con te?
Alzò gli occhi disperati sul suo viso.
- But people will recognise you! Ma le persone ti riconosceranno!
- Do you haven't a friend? Non hai un'amica?
Si lasciò convincere, forse perchè era incredibilmente incerta, forse perchè aveva bisogno di qualcuno accanto, o forse semplicemente perchè aveva bisogno di lui accanto e non un qualcuno qualsiasi; durante il viaggio nascosto da un cappuccio e un paio di occhiali dalle dimensioni gigantesche passò in rassegna tutti i suoi cd facendo una smorfia quando si trovò tra le mani quello di Jesse McCarthney.
- Sorry, you like this...this...this. And you criticise my songs...you're crazy, girl! Scusa, ti piace questo...questo...questo. E critichi le mie canzoni...sei pazza, ragazza!
- In music that year was very bad... Musicalmente quell'anno è stato terribile...
Effettivamente si sentiva un po' colpevole per aver comprato una cosa del genere.
Salirono le scale che portavano all'appartamento della sua amica Azzurra e sperò con tutto il cuore che fosse sola. Fortunatamente era così. La abbracciò contenta di vederla, poi guardò il tipo dall'aspetto un po' inquietante coperto in quel modo.
- Lui chi è?
Lei si morse il labbro, sospirò, poi gli fece cenno di togliersi gli occhiali; la sua amica spalancò la bocca sconvolta.
- Bill Kaulitz?!
- Azzy, me lo fai un favore?
L'aveva lasciato lì, chiedendole sulle 1000 volte di non aprire a nessuno, non farlo uscire e soprattutto non dire niente a nessuno con il risultato che ora era mille volte più in pensiero di prima; era stata un'idea del cavolo, era pericoloso, non avrebbe dovuto ascoltarlo.
- Neri?
Si alzò ed entrò incerta nello studio del professore.
Bill era preoccupato per lei, sembrava così agitata quella mattina e sapeva per esperienza che la tensione gioca brutti scherzi; ricordava fin troppo bene quella volta che aveva steccato in Francia, aveva dato la colpa ai tecnici, ma non ci aveva creduto nessuno.
Si sentiva in colpa, infondo era piombato a casa sua con la pretesa di restare, senza ragionare sui suoi progetti, su quello che doveva fare; era stato egoista ed egocentrico, l'aveva distratta con i suoi problemi e se non avesse superato quell'interrogazione la colpa sarebbe stata soltanto sua. Sussultò sentendo una voce familiare alla porta, era così perso nei suoi pensieri da non essersi accorto che Azzurra era andata ad aprire; si alzò in piedi aspettando teso, formulando già le sue scuse in inglese, ovviamente se lei avesse capito il tedesco sarebbe stato più fantasioso...quello scoglio linguistico causava parecchi problemi.
Ma quando sbucò dalla porta della cucina non ci fu bisogno di parlare per leggere la sua espressione felice, fece un passo verso di lei, cercando di trasformare le sue scuse in complimenti; ma lei non gliene diede tempo, perchè non appena furono vicini gli si buttò tra le braccia e lo baciò. Tutta la tensione scaricata in quel contatto.
Stavolta fu diverso, non rimase a guardare i suoi occhi chiusi, ma abbassò le palpebre e le sue braccia si strinsero intorno alla sua schiena quasi automaticamente, come se non potessero fare altro; Alessia si staccò imbarazzata ed arrossì guardando le sue labbra, lui non la lasciò.
- I'm sorry... Scusa?
Sorrise senza rispondere, chissà cosa cavolo pensava di avere da scusarsi...
- Passed? Passato?
Annuì nei suoi occhi.
- Yes... Si...
Salutarono Azzurra e tornarono a casa senza parlare. Non parlarono mentre preparavano da mangiare, non parlarono a cena, non parlarono in camera.
Bill la guardò cercare il pigiama, si cambiava in bagno, ma prima che potesse uscire dalla stanza, la trattenne per un braccio. Si avvicinò fermandosi ad appena un passo da lei, tirandola delicatamente, per il braccio che le aveva afferrato, verso di lui e la baciò di nuovo, con tutta la calma ed il trasporto che soltanto nella propria casa si può avere; si sedette sul letto e la fece sedere sopra di lui, continuando a baciarla, anzi ad assaggiarla, come un nuovo gusto di gelato che scopri migliore di qualsiasi altra cosa tu abbia mai mangiato. Le accarezzò la schiena e strinse la sua maglietta fermandosi a guardarla, a chiederle il permesso; per tutta risposta lei sfilò quella di lui, percorrendo con le dita la traccia del tatuaggio che aveva sul fianco. Il cantante ribaltò le posizioni trovandosi sopra di lei, come quando erano caduti, ma stavolta non era affatto imbarazzato; la spogliò con calma baciando ogni centimetro di pelle nuda che veniva liberata dai vestiti, tornò alla sua bocca e si fermò a fissarla.
- Do you want? Vuoi?
Lei annuì con gli occhi affamati di lui.
- I don't have... Non ho...
Avrebbe dovuto imparare a dirlo in tutte le lingue del mondo, era sicuro che suo fratello sapesse farlo; ma lei sorrise aprì il cassetto del comodino e tirò fuori una scatoletta rossa.
- No problem! Nessun problema...
Rise anche lui, riprendendo a baciarla.
La mattina dopo furono gli squilli del telefono a svegliarli, mentre lui continuava a chiedersi come mai tutti telefonassero così presto a quella ragazza; andò verso l'apparecchio trascinandosi dietro il lenzuolo per coprirsi e rispose con voce flebile.
- Pronto?
- Mara DeSantis, parlo con la sigorina Neri?
Dalla voce e da come aveva risposto sembrava la centralinista di qualche ditta telefonica, non riusciva a credere di essere stata strappata dalle braccia di Bill per una cosa così inutile; il cantante si tirò su appoggiandosi sui gomiti e guardandola interrogativo.
- Si, sono io...
Stava per dirle che non le interessava nessuna nuova offerta, ma lei continuò interrompendola.
- Come definirebbe il suo rapporto con il signor Kaulitz?

Dramma...
Angeli neri, mi fa piacere, anche io me li vedevo in quel modo...molto film noir...
Kia 87 si effettivamente anche io...evidentemente le sue corde vocali devono essere molto combattive...
Layla, già molto meglio che si sfoghino a carte piuttosto che a pizze!
Nicegirl magari ce la faranno, ma al momento hanno dei problemi...
baci&abbracci...

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Capitolo 16
*** Paparazzi ***


16. paparazzi PAPARAZZI

Impallidì, mentre Bill la guardava interrogativo; riappese di botto continuando a guardare l'apparecchio allarmata, poi spostò gli occhi su di lui.
- Mi dispiace...
Continuò a fissarla senza capire, poi si allungò a prendere il suo dizionario e cercò quello che le aveva appena detto tra le frasi fatte; il telefono squillò di nuovo, Alessia si morse il labbro, poi alzò la cornetta e se la portò all'orecchio senza parlare.
- Alessia Neri?
C'era qualcosa di strano nel suo nome pronunciato da qulla voce, un accento diverso.
- Si...
Si costrinse a rispondere.
- Tom Kaulitz, Bill?
Deglutì, vedeva al margine del suo campo visivo il cantante grattarsi la nuca confuso, doveva aver trovato la traduzione della frase, avrebbe capito fra un minuto; allungò la mano e gli porse la cornetta del telefono.
- Your brother...
Si sentiva sempre più confuso.
- Tom...
- Bill, ti hanno trovato! Sei sui tabloid di molti giornali tedeschi...in uno di gossip c'è scritto che la signorina Alessia Neri ha rilasciato una dichiarazione...
La guardò non poteva crederci, l'aveva tradito...si coprì gli occhi sospirando, ma certo, chissà quanto le avevano dato...e chissà quanto le avrebbero dato ora che poteva urlare a tutti i giornali scnadalistici i risvolti della vita sessuale del cantante dei Tokio hotel. Come aveva fatto ad essere così stupido?
La ragazza continuò a guardarlo, finché lui non le lanciò un'occhiata carica di rabbia e disperazione, la stessa che aveva avuto in quell'albergo dopo che avevano trovato Seline con Marco: lui pensava che fosse stata lei, che l'avesse tradito! Scosse la testa guardandolo.
- No...you can't think that! No, non puoi pensarlo!
Fece una risata amara e riappese; non era nemmeno una sua fan, non aveva nemmeno il rimorso di aver tradito il suo idolo.
- You're worst than Seline! Sei peggio di Seline!
Si avvicinò alla valigia in silenzio, ma sapeva che quel silenzio era molto peggio di qualsiasi grido; frugò in una tasca interna e le buttò sul materasso un paccheto di banconote.
- Thanks...under bedsheets your better than her... Grazie...sotto le lenzuola sei meglio di lei...
Guardò i soldi sul letto, trattenendo le lacrime, offesa ed arrabbiata; recuperò una manciata di vestiti ed andò a ricomporsi in bagno, una brava puttana? Questo era stata per lui?
Bill rimase per alcuni secondi in piedi al centro della stanza con le mani sul viso, perchè era stato così dannatamente stupido? Perchè era dolce e carina...chiunque sarebbe dolce e carino con qualcuno se quello avesse la capacità di arricchirlo! E pensare che aveva passato la notte, mentre lei dormiva nuda contro di lui ad immaginare come sarebbe stato: lei che scendeva dall'aereo, lui che l'aspettava su una macchina con i vetri oscurati, lei che lo abbracciava e baciava e lui che era così contento di averla lì perchè gli era mancata...tutte cazzate!
Per la prima volta gli sembrò di capire perchè suo fratello si facesse tutte quelle groupies...
Alessia si affacciò dalla finestra, c'era una macchina nera e costosa con i vetri oscurati davanti al suo cancello; Bill entrò in soggiorno con il suo enorme trolley, stava uscendo dalla sua vita esattamente come c'era entrato. La guardò con il viso bagnato di lacrime e per un attimo vacillò, poi però ricordo cosa aveva fatto, scosse la testa e se ne andò senza dire altro.
Lei rimase sola, ferma ed immobile per un'infinità di tempo, finchè qualcuno non suonò al campanello della porta: Marco. Beh, di certo non poteva essere Bill.
- Mi ha chiamato lui, mi ha chiesto di venire a vedere come stavi...
Si era presoccupato per lei, per l'ultima volta.
- Do you want have lunch with me? Vuoi pranzare con me?
Non voleva toccare l'argomento, voleva chiudere tutto quel mese in un angolo lontano della sua mente e pensare ad altro come preparare il pranzo per esempio; si diresse in cucina, frugò un po' nel frigo e tirò fuori il pomodoro per preparare la pasta.
- Per me va bene, ma...
Alessia si fermò, non se ne era nemmeno accorta...
- Io capisco meglio l'italiano dell'inglese!
Appoggiò il pomodore sul piano della cucina ed iniziò a singhiozzare.
Marco non l'abbracciò, non la toccò, ne parlò, non fece niente; rimase lì ad aspettare che si calmasse e quando si diresse nella sua stanza la seguì. Raggruppò i soldi che erano sparpagliati sul letto e glieli porse.
- Io non li voglio, ma tu puoi usarli...
Li prese confuso.
- Ti ha pagato...per cosa?
Sospirò senza guardarlo e non rispose, lui non chiese altro.
- Va bene, andiamo a mangiare?
Lei annuì, ma non aveva per niente fame.

Poprio così cara Nicegirl una giornalista...prima o poi le cose dovevano complicarsi...
Niky 94 non preoccuparti, ma sappi che ti ho registrato sul libro delle assenze...scherzo! Non obbligo nessuno a recensire, ma ovviamente se lo fate mi fa molto, molto, molto piacere!
Kia 87, è vero è il loro lavoro, ma se poi pensi che aspettano un qualsiasi problema di una persona per scriverci su un articolo...credo che molti vip si sentano in prigione...
And now? cosa succederà?
baci&abbracci...

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Capitolo 17
*** Mai più ***


17. mai più MAI PIÙ

Un'intervista, una normalissima intervista. Ma da quando era tornato dall'Italia Bill era tutto fuorchè normale: mangiava, scherzava, passava le ore a pettinarsi e truccarsi. Ma non gli aveva mai parlato di quella ragazza, non aveva la più pallida idea di cosa avesse fatto in quel mese; e nel suo silenzio c'era qualcosa di tremendamente sbagliato. Bill era sempre stato riservato, odiava vedere la sua vita privata sbattuta in prima pagina, ma lui era suo fratello! Gli aveva sempre raccontato tutto, ricordava le ore notturne di lui che logorroico gli raccontava tutto, ma proprio tutto quello che si erano detti lui e Seline una delle prime volte che erano usciti insieme; mentre ora era deciso a tenere quell'episodio, se un episodio poteva essere lungo un mese, per sè.
- Spero che non ci giudicherai indelicati, ma è quello che si chiedono un po' tutti...chi è Alessia Neri?
L'intervistatrice sorrise assecondante; Tom vide distintamente suo fratello annaspare, gli occhi leggermente più allargati di prima, la bocca semichiusa come se da quella fessura potesse entrare un aiuto qualsiasi per uscire da quella situazione. Deglutì, sospirò, poi ritirò fuori il suo sorriso, quello da servizi fotografici o da premiazioni.
- Una fan, dopo l'incidente di Seline volevo ritardare il mio rientro e lei è stata così gentile...
Il gemello lo guardò raccontare il tutto in modo distaccato, ma ovviamente c'era molto di più sotto visto che preferiva parlare del tradimento fotografato della sua ex ragazza piuttosto che di Alessia; se avesse saputo parlare italiano l'avrebbe chiamata.
Non appena l'interrogatorio finì Bill si allontanò in fretta e Tom lo seguì; lo trovò sul tetto dell'edificio, appoggiato al muro accanto alla porta con una sigaretta in bocca, mentre con mani tremanti cercava di accenderla. Si avvicinò, prese il suo accendino e dopo uno scatto deciso gli mise la fiamma sotto la punta, l'accese e sembrò riacquistare lucidità.
- Ne vuoi parlare?
Buttò fuori una boccata e scosse la testa.
- Non saprei cosa dirti...
Era incredibile come fosse rapido ad infilarsi sfilarsi quella maschera solare da rockstar felice, quando stava male.
- Quello che ti passa per la testa, ascolto tutto io...
Bill si lasciò scivolare con la schiena al muro fino a trovarsi seduto rannicchiato a terra.
- Era carina...e premurosa...
Sorrise.
- E l'avresti dovuta vedere mentre cercava di parlarmi con quell'ingelese tremante...all'inizio era strano, poi però c'erano piccole cose che lei faceva...farmi telefonare a te perchè mi sentivo solo, dirmi di non lasciarla quando stava male, cercare un film che doveva vedere con i sottotitoli in tedesco...
Si fermò ci sarebbe stato molto, molto altro da dire, ma non era sicuro di reggere senza sbriciolarsi; Tom lo guardò scrollando le spalle.
- Un sacco di fan l'avrebbero fatto...
Abbassò gli occhi sospirando.
- Lei non era una mia fan...cioè, forse si, ma non a quel livello! Lo faceva per me, non per il cantante dei Tokio Hotel...non mi aspettavo che mi vendesse...
Il gemello gli lanciò un'occhiata scettico, ma si che era una fan.
- Era una stronza, devi lasciarla stare...ora sei solo deluso, ma vedrai che ti passa!
- Già...
Il cantante prese un'altra boccata di fumo.
- Sai qual'è la cosa peggiore?
Tom rimase in silenzio aspettando che continuasse.
- Che mi piaceva, stare lì, vivere con lei, mi piaceva...era bello!
Lei era bella, ma non lo disse.
Tornarono a casa dopo poco, da quando era ricomparso c'era sempre un gruppo di fan appostate sopra il marciapiede davanti a casa che aspettavano il suo rientro tutte le volte che usciva per lavorare; infondo non uscivano per altro, barricati in casa come topi in gabbia. Per fortuna presto avrebbero avuto alcune date per la Germania, gli avrebbe fatto bene un mini tour. Lanciò un'occhiata a quelle ragazze urlanti e si fermò, ce n'era una con i capelli tra il castano ed il biondo...come i suoi...e portava gli occhiali...come lei... Scosse la testa, non era comunque lei...si fermò di nuovo a guardarla; ma che senso aveva? Anche riavesse cominciato la sua attesa per l'anima gemella cosa ne sarebbe uscito? Altra sofferenza, altri tradimenti, altra malinconia, altri paparazzi nella sua vita.
Le fece segno di avvicinarsi, lei si indicò come se non riuscisse a credere che la volesse, poi un passo dopo l'altro si avvicinò.
- Che stai facendo, Bill?
Tom lo stava guardando incerto.
- Mi prendo un diversivo...come fai tu!
Quando fu abbastanza vicina gli passò un braccio intorno alle spalle, conducendola verso casa; il gemello continuò a guardare quel taglio di universo alternativo in modo critico, anche se fondamentalmente era quello che faceva sempre anche lui c'era qualcosa di estremamente triste in quell'immagine. Tom lo faceva per divertirsi, lui lo faceva per distrarsi.
La portò in camera, la baciò senza passione, giusto quello che seriviva per metterla a suo agio, un paio di coccole, una carezza e finirono per scopare; lei se ne andò tutta contenta per aver passato la notte con il suo idolo, lui si godè il senso di benessere post-orgasmo. Forse appena fuori qualcuno l'avrebbe intervistata, forse lei avrebbe raccontato che aveva gusti strani, o che non era bravo, ma cosa importava? Non le aveva nemmeno chiesto il nome, poteva davvero accusare una sconosciuta di averlo tradito? La risposta lo fece sorridere e mentre si infilava sotto le coperte senza vestirsi, pensò che Alessia era stata l'ultima a cui aveva fatto conoscere il vero Bill, l'ultima di cui si era fidato. Si addormentò con due parole che fluttuavano nella sua mente: mai più.

Nicegirl...diciamo che non è stato proprio delicato...
Niky 94...diciamo che i paparazzi hanno voluto rendere più invitante l'articolo...povera Alessia!
Layla, mi sembra inutile dirti che non puoi assentarti! Scherzo...
Kia 87...è stato troppo credulone! Però si è trovato a dover scegliere se fidarsi di una tipa che ha conosciuto da un mese o del fratello...bisogna capirlo!
Sto cercando di scrivere in fretta, perchè la mia battaglia con Bill Gates non è finita, spero di finire prima di dover portare il pc in assistenza, altrimenti dovrete attendere un po'!
Baci&abbracci...I'm working for you!

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Capitolo 18
*** Investimento ***


18. investimento INVESTIMENTO

La madre di Alessia le tolse il piatto da sotto il naso, lei continuò a tenere gli occhi fissi davanti a lei, apparentemente concentrata sul televisore; la realtà era che con la mente era lontana chilometri, con la mente era in un'altra nazione, con una lingua che non conosceva. Le prime pagine dei giornali parlavano chiare: Bill Kaulitz, cantante e frontman del noto gruppo tedesco Tokio Hotel se la spassa con le fan, Alessia Neri era soltanto la prima.
- ...poi quando sei morta di fame, pazienza!
Lanciò un'occhiata di disaccordo alla madre, aveva mangiato, beh, un po', ma non è che fosse mai stata una tipa di appetito; non era il non mangiare che la faceva apparire ogni giorno più spenta e che le consumava tutte le energie, era perchè non dormiva. Aveva iniziato ad odiare la sua camera da quando non c'erano più le cose di Bill sparse in giro, le mancava la piastra in cui inciampava sempre e le sue giacche che doveva spostare per aprire lo sportello del suo armadio. La notte le mancava sentirlo respirare. La prima volta che avevano dormito nella stessa stanza aveva passato ore ad ascoltarlo inspirare ed espirare, un rumorino impercettibile, ma incredibile. Ora era lei che non sapeva come ricominciare a respirare davvero.
Aveva baciato lui, quello che era stato la sua fantasia fino ad "Automatic", quello che poi di prepotenza aveva voluto ricominciare ad esserlo; aveva fatto l'amore con il Bill Kaulitz che le aveva insegnato ad amare, lo stesso che poi l'aveva accusata ed abbandonata.
Sua madre continuava ad urlare, sua madre non faceva altro; da quando aveva divorziato da suo padre aveva deciso di far capire alle sue figlie quanto dovessero esserle grate, perchè lei era rimasta nonostante tutto. Quel nonostante tutto significava che lei non avrebbe voluto, ma che ormai le aveva partorite e l'istinto materno le impediva di abbandonarle. Alessia sospirò e si alzò da tavola dirigendosi in camera, non fece in tempo a chiudere la porta che la donna l'aprì di nuovo.
- Perchè dovrei spendere i soldi per le tue cazzate?
La guardò senza capire, si era persa il passaggio dal suo appetito ai soldi.
- Quali cazzate?
- Vorrei sapere chi hai chiamato in Germania...
La spense di nuovo, smettendo di ascoltarla: per il momento bastava così. Prese il giubotto e le chiavi della macchina, si fermò soltanto quando raggiunse un condominio; scese e suonò al citofono, una voce maschile le rispose.
- Sono Alessia...
Il portone scattò e lei si prepararò ad affrontare tre piani di scale, alla prossima riunione di condominio ci sarebbe andata anche lei ed avrebbe lottato per un ascensore, ma per ora la realtà era faticosa.
Si fermò davanti alla porta e bussò due volte, due colpi soli, come sempre; Marco aprì e la guardò, poi la guardò di nuovo con più attenzione. Le occhiaie profonde, il colorito pallido, i capelli tirati su con un fermaglio, la felpa enorme; era la "felpa da depressione": quando era triste si nascondeva in quei maglioni di diverse misure troppo grandi.
- Sei orrenda...
Lo spinse indietro per entrare.
- E tu poco galante, ma non importa...
Attraversò il corridoio e si diresse in cucina, era stata talmente tante volte a casa sua da non comportarsi più da ospite; lui la seguì e si sedette accanto alla sua sedia.
- Vuoi mangiare?
Scosse la testa.
- Non ho fame...
- Dovresti averne...
Gli lanciò un'occhiataccia che lo intimò a non continuare.
- Mi servono i soldi, quelli che ti ho dato...ha chiamato suo fratello in Germania e a me tocca pagare!
- Non ce li ho...
Lo guardò sbattendo un paio di volte le palpebre sbalordita.
- Come non ce li hai? Erano un sacco che ci hai fatto?
- Li ho investiti!
Conoscendo Marco era più probabile che li avesse messi in un sacco e ci fosse passato sopra con la macchina, piuttosto che si fosse messo a giocare in borsa.
- Tua madre non ti sta dando tregua, eh?
Alessia abbassò gli occhi e sospirò, la conosceva talmente bene, che senso aveva mentirgli.
- Credo che stia di nuovo progettando da mandarmi da uno psicologo...
Lo guardò.
- Allora, che ci hai fatto con quei soldi?
Improvvisamente il suo amico titubò.
- Mi ucciderai...
Scrollò le spalle.
- Magari sono troppo debole per farcela!
Lo guardò uscire dalla cucina e tornare poco dopo con una busta da lettere tra le mani e due biglietti aerei dall'altra, glieli porse entrambi: due biglietti per Monaco...guardò la busta tra le sue mani ed improvvisamente ebbe paura ad aprire, sapeva già cosa contenevano. Lui si accovacciò davanti a lei e le poggiò le mani sulle ginocchia, mentre lei continuava a guardare la busta incantata.
- Tra due settimane io e te prendiamo quell'aereo, andiamo al concerto e ci facciamo due chiacchiere con il signor Kaulitz!
Lei deglutì.
- Non mi vedrà tra 60000 persone...
- Ma tu vedrai lui e credo che sia esattamente quello di cui hai bisogno...e se a quel punto vorrai parlarci ti prometto che troverò il modo di portartici...
- Non parlo tedesco...
Lui rise ed abbassò gli occhi scuotendo la testa.
- Io si...

Layla, questa volta ci passo sopra, ma la prossima avverto la mamma! Scherzo...
Nicegirl, si effettivamente è un po' stupido...ma anche lui soffre!
Kia 87...mi informerò, ma forse sto battendo un record!
Angelineri come sempre il tuo intuito non perdona, fai bene a confidare in Tom, ma non ti anticipo niente!
Niky94...è un periodo che viena da dire poveri a tutti...grazie dei complimenti!
Baci&abbracci...

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Capitolo 19
*** 100 groupies ***


100 grupies 100 GROUPIES

Finalmente erano a Monaco, per la goia di Tom da quando erano partiti per il mini tour Bill era più normale; non ancora guarito dalla scottatura, ma ogni tanto tra una chicchierata ed un'altra usciva un "Alessia". Solo che ora c'era un altro problema, perchè era andato con tutte le fan castane e con gli occhiali che aveva visto; gli sembrava che avessero invertito i ruoli: lui era diventato quello bravo e che gli diceva di darsi una regolata, suo fratello il sexgott. Eh no! Di sexgott uno ce n'era e non era di certo Bill, le cose andavano rimesse apposto.
Erano sul palco, stavano suonando "Automatisch" ovviamente in tedesco; nonostante stesse meglio, quella sera Bill era nervoso. Le fan avevano visto bene di fare uno striscione immenso, proprio nel mezzo del pubblico: "Dimentica Alessia, noi siamo qui per te". A volte certe fan erano davvero stupide! Quando era salito, Tom aveva sospirato, poi guardato il fratello con gli occhi fissi su quelle lettere, impanicato per qualche secondo; aveva deglutito e poi sorriso, ma un concerto con quel sorriso ipocrita sul viso non poteva essere tanto emozionante.
Per questo si stava dando da fare per due, Bill aveva bisogno di tutto il suo appoggio e lui glielo stava dando; non ricordava di aver mai suonato così bene, alzò gli occhi dalla chitarra per mezzo secondo per dare un'occhiata al pubblico ed il suo sguardo si fermò su un viso, seminascosto da un cappuccio. Una ragazza, una ragazza famigliare, ma non riusciva a ricordare dove l'aveva vista; così mentre Bill faceva i suoi dieci minuti di prologo per presentare "Durch Den Monsun" lui stette con gli occhi fissi su di lei, frugando nella sua memoria. La ragazza alzò gli occhi e lo guardò a sua volta irrigidendosi. Cazzo, ma quella era Alessia, la vera Alessia Neri, ricordava quando le aveva messo un braccio intorno alle spalle e le aveva proposto di nascondersi nella sua camera; erano poche quello che lo rifiutavano, per questo se le ricordava. Era sempre con quel suo amico, la vide fargli un cenno, poi si dileguarono tra la folla andandosene; Tom iniziò a suonare, ma continuò a pensarla, mentre un'idea prendeva forma nella sua mente: l'aveva tradito e venduto, ma cosa cavolo ci faceva lì?
Lo show finì ed il chitarrista lanciò un'occhiata al gruppo di groupies urlanti, fece loro un sorriso calcolatore, poi si avvicinò ad un uomo della security.
- Lasciale venire da me, me ne servono cento!
Guardò Bill allontanarsi, solo e con una nuvola di depressione sopra la testa.
- Dove vai?
Si voltò a guardarlo, come se si fosse ricordato solo in quel momento di non essere solo.
- C'è una piscina in albergo, ho voglia di farmi una nuotata!
Annuì con la testa, meglio, almeno non sarebbe stato tra i piedi; raggiunse sorridendo Gustav e Georg.
- Devo organizzare un esperimento, mi aiutate?
Circa un'ora dopo le ragazze erano sedute ai piedi del palco, in ascolto, Georg e Gustav sul bordo rialzato e Tom con le braccia dietro la schiena continuava a percorrerlo su e giù a grandi falcate.
- Lasciate che vi illustri il motivo della vostra convocazione!
Qualcuna dal fondo fece un risolino.
- Per farti divertire?!
Il ragazzo le fulminò con lo sguardo resistendo alla tentazione di cacciarle, ma gliene servivano esattamente cento.
- No, signore, stanotte non si scopa, stanotte facciamo un sondaggio!
Si trovò 102 paia di occhi che lo fissavano perplessi, ma il suo piano era così semplice! Infondo Alessia era una fan di Bill, anzi, molto di più visto che, a quanto aveva capito dalle frasi lasciate a metà del fratello, avevano anche fatto sesso: era una specie di groupies e doveva ragionare come almeno una di loro, no?
- Il quesito è questo, se aveste la possibilità di avermi sotto il vostro tetto tutti i giorni, se io vi...amassi...
Pronunciò quella parola, come se fosse un animale estinto.
- Quante di voi butterebbe all'aria il tutto per soldi?
Nessuna alzò la mano, la vedeva dura.
- Vi prometto che questo non interferirà con la mia scelta per il dopo, basta che alziate le mani!
Timidamente un piccolo gruppetto si fece avanti, per l'esattezza 8; un 8% era decisamente scarso...
- Guastav, prendi nota!
Fece loro un segno con la mano, per farle venire davanti a lui in prima fila; si accovacciò e le guardò negli occhi una dopo l'altra.
- Se io suonassi ad un concerto in un'altra nazione, dopo tutto questo, quante di voi verrebbero a vedermi?
Nessuna mano alzata. Tom sorrise, lo 0%...
- Davvero?
Le otto ragazze annuirono.
- Signore, il vostro aiuto è stato prezioso, ve ne potete andare!
Con un brusio si alzarono e fecero per allontanarsi, le seguì con gli occhi, poi allungò un braccio verso l'ultima delle otto, una ragazza con i capelli rossi.
- Tu no...ti va di aspettarmi in camera? Poi ci divertiamo...
Lei sorrise annuendo.
- Ma cosa devi fare?
Correva per l'aereoporto, anzi, probabilmente stava volando, ma perchè continuava ad indossare quei pantaloni tanto enormi se erano così scomodi! Quel cavolo di taxi ci aveva messo una vita a portarlo fin lì.
"Oh dio del rock, se mi senti fa che l'aereo sia in ritardo!"
Tom immaginò quasi un raggio di luce dal cielo che lo illuminava, mentre sullo schermo il volo "Monaco-Fiumicino" veniva segnato come in ritardo; sorrise tra sè.
- Grazie, dio del rock!
Già, ora però a trovarla! Si guardò intorno, mentre continuava a correre e travolse qualcuno, qualcuno che si stava lamentando in un'altra lingua.
- Alessia Neri!
Era talmente felice di averla trovata che non gli fregò niente di essere per terra sopra di lei, ma l'abbracciò lo stesso e le stampò un bacio sulla fronte.
- Devi venire con me...per favore!
Lei lo guardò pensierosa e lui ricordò, che non parlava tedesco; certo, vista la situazione avrebbe potuto impararlo! Mentre stava ancora riflettendo su come comunicare con lei, incurante del fatto che la stava schiacciando, qualcuno lo prese per un braccio tirandolo su.
- Cos'è questa storia?
Guardò il suo amico che aveva parlato con occhi brillanti di riconoscenza: parlava tedesco!
- Devo portarla da Bill, credo che lui la ami e dal sondaggio che ho fatto quella sua fantomatica dichiarazione deve essere stata una truffa!
Marco lo guardò incerto, poi fissò gli occhi di Alessia, che nel frattempo si era tirata su a sedere, pensando all'unica cosa che aveva capito.
- Lui l'ama?
Il chitarrista annuì.
- Non verrà mai, le ha dato della puttana...
Si guardarono, poi guardarono lei con fare poco rassicurante; Marco la prese per le braccia e Tom per le gambe, cercò di urlare e qualche agente di polizia si avvicinò, ma il chitarrista disse loro qualcosa in tedesco e allungò loro un paio di banconote a testa. Erano il primo gruppo tedesco che dopo anni riusciva a sfidare le classifiche europee, erano una specie di divinità lì.
La caricarono su un taxi, ma non capì dove la stavano portando.
- Fidati, Ale, è per il tuo bene!

Layla...direi che ti hanno presa in parola!
Angeli neri non preoccuparti, l'avevo vista comunque...visto che il tuo confidare in Tom è servito?
Nicegirl, problemi tecnici mi hanno ritardata un pochino, ma eccomi!
Kia 87 spero di aver lenito (dio che parolone!) un po' la tua curiosità!
Care lettrice vi annuncio che il prossimo capitolo sarà l'ultimo...baci&abbracci!

 

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Capitolo 20
*** Il suo più grande fan ***


20. il più grande fan IL PIù GRANDE FAN

Bill andò nella sua camera con solo l'accappatoio addosso, fortunatamente in quell'hotel la sicurezza funzionava bene e lui poteva permettersi una cosa del genere senza incappare in giornalisti invadenti; aprì la porta, trovandosi davanti alla stanza buia.
- Tom?
Si fermò con la mano a mezz'aria vicino all'interruttore.
- Sono Bill...
Suo fratello doveva averle portato una ragazza, beh, visto l'umore che aveva quando era sceso dal palco, doveva aver pensato di tirarlo su in quel modo; solo che stanotte non aveva voglia di quello. Nuotando aveva iniziato a porsi le domande giuste, tipo che senso avesse andare con le copie se non si può avere l'originale. Aveva trovato il coraggio di leggere l'articolo la settimana scorsa, portava quelle due pagine di giornale sempre con lui, ma fino a quella sera non se l'era sentita; poi erano partiti per il mini tour e si era trovato nel "TH world", come lo chiamavano lui e suo fratello, lì non c'erano ne Bill ne Tom Kaulitz, lì c'erano il cantante ed il chitarrista dei Tokio Hotel: lì poteva sopportare le parole di quella ragazza. Non erano parole sue, probabilmente era molto ingenuo da parte sua dire che la conosceva dopo appena un mese, ma era così; in quel mese aveva imparato tante di quelle cose...
Conosceva il profumo che usava, lo shampoo per capelli biondi con cui si lavava, che il suo cane si chiamava Fanfulla, ma tutti l'avevano accorciato in Fanfy, che odiava tutto quello che strisciava, compresa una piccola lumachina su una foglia d'insalata, che non uccideva i ragni perchè portava sfortuna, che amava la cioccolata, ma non quella bianca. E sapeva per certo che una frase tipo "Mi sono sempre ritenuta la più grande fan di Bill Kaulitz", dalla sua bocca non sarebbe mai potuta uscire.
- Senti, so perchè mio fratello ti ha portato qui, ma non mi va stasera, prova ad andare da lui se ti piace!
Per un lungo momento lei non rispose, poi sentì appena un sussurro
- Bill...
Scrutò l'oscurità pensieroso, poi deglutì e spinse l'interruttore. E rimase senza fiato.
Alessia Neri era lì, ferma, seduta sul suo letto che lo guardava.
- Che ci fai qui?
Non rispose, fecce un mezzo sorriso amareggiato; già, non parlavano la stessa lingua.
- Marco e Tom bring me here...the door was closed... Marco e Tom mi hanno portata qui...la porta era chiusa...
Chiuse la porta e fece un passo verso di lei, un passo fu come prendere aria dopo giorni di apnea; così ne fece un altro ed un altro ancora, godendosi la picevole sensazione di poterla guardare. Si trovò in piedi a pochi centimetri da lei, la guardò dall'alto, immobile, ma non era quello che voleva, c'era una sola cosa che desiderava fare; si accucciò e strinse le sue mani sulle gambe, cercò i suoi occhi e sospirò.
- Can you forgive me? Puoi perdonarmi?
Alessia sbattè le palpebre un paio di volte, liberando due lacrime che scesero lungo il suo viso; poi lo guardò con le ciglia umide.
- I missed you... Mi sei mancato...
Sorrise e l'abbracciò forte.
- Anche tu...
Lo disse in tedesco, ma era quasi sicuro che avesse capito; tra le sue braccia pianse tutte le lacrime che non aveva pianto in quei giorni. Si lamentò di come l'aveva trattata, lo accusò di essere stato un idiota per non averle creduto, lo spinse via arrabbiata per tutto quello che aveva passato; Bill incassò in silenzio e quando lo spinse, facendolo cadere a terra, rimase lì a guardarla supplichevole. Singhiozzò ancora, poi gattonò accanto a lui e lo baciò; quel bacio ridiede senso a tutto. Rimasero a baciarsi sul pavimento per un tempo lunghissimo, poi la prese in braccio e la portò sul letto; la prese trattandola come se fosse di vetro, le cose preziose, le opere d'arte originali vanno trattate con cura. La tenne abbracciata anche dopo, rendendosi conto di quanto era dimagrita; seguì il contorno delle sue costole ora più in evidenza.
- You'll never do it again...I'm by your side... Non farlo mai più...sono dalla tua parte...
Alessia lo guardò scettica e lui scoppiò a ridere, si mise supina guardando il soffitto.
- I can't understand your fan! Non riesco a capire le tue fan!
- Fortunatly you aren't! Fortunatamente non lo sei!
Lo fissò incuriosita.
- Why fortunatly? Perchè fortunatamente?
- Because you love me, really me... Perchè ami me, davvero me...
La sua espressione diventò seccata.
- I've never said that I love you! Non ho mai detto che ti amo!
- And why you are here...? E perchè sei qui?
Lei non rispose così lui continuò.
- Me too... Anche io...
Si accoccolò contro di lui.
- It's difficult, we can speak the same language... È difficile, non sappiamo parlare la stessa lingua...
- You can learn me italian, I can learn you deutsch! Puoi insegnarmi l'italiano, io posso insegnarti il tedesco!
- Start now! Inizia ora!
Sorrise e la baciò.
- Hich liebe dich! Ti amo!
Risero entrambi.

Diverso tempo dopo Alessia era sdraiata sul suo letto al telefono con Bill, erano tornati da poco da un tour, lei gli aveva fatto da assistente; le aveva detto di restare da lui, ma aveva voglia di starsene un po' a casa sua. Parlavano un misto confuso di italiano, tedesco ed inglese, dialetto che solo loro riuscivano a capire, uscito fuori dopo un corso per corrispondenza di tedesco per italiani e di italiano per tedeschi; lei aveva studiato da sola, i Tokio Hotel in blocco, tanto che Tom chiedeva alle groupies italiane che trovava di aiutarlo dopo ogni prestazione. Per il suo compleanno la scorsa settimana le aveva cantato "Rette mich", la sua canzone preferita, con un testo riadattato in italiano; forse se non fosse stata tanto orribile non le sarebbe piaciuta tanto.
Diede la buonanotte e guardò accanto al suo letto la foto di Bill, ora sotto ce n'era una di loro due insieme, sorridenti.
- Buonanotte Bill...
La stessa scena a diverse centinaia di chilometri di distanza, Bill guardò la foto di Alessia accanto al suo letto e quella in cui erano insieme, sorrise; una volta in un'intervista gli avevano chiesto del loro rapporto, la sua risposta aveva lasciato tutti di stucco e fatto morire dal ridere Tom.
- Mi sono sempre ritenuto il suo più grande fan!

Fine care lettrici! Che ne pensate? Spero che sia il lieto fine che desideravate...un bacione zuccheroso a Layla, Nicegirl, Kia 87, Niky 94 e Angelineri...ed ovviamente un saluto anche a tutte quelle che leggono, mi recensiscono e mi hanno aggiunta tra i preferiti! Grazie dell'appoggio! Baci&abbracci...



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