Se sei confuso, fai le fusa!

di Bixpaine7
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V ***
Capitolo 6: *** VI ***
Capitolo 7: *** VII ***



Capitolo 1
*** I ***


Un boato.

L'esplosione alle loro spalle era di uno spettacolo disarmante, e loro avanzavano allontanandosi da essa come nelle scene epiche dei film.

Lui, una figura scura dalle forme feline e sinuose.

Lei, minuta e dalla rossa sicurezza.

Battevano il pugno per congratularsi a vicenda per l'ottimo lavoro svolto senza guardarsi.

Una nebbia, o forse del fumo, li raggiunge velocemente dal terreno avvolgendoli, e improvvisamente sono avvinghiati in un vicolo, le labbra che non smettono di cercarsi, i gesti impazienti di chi brama molto di più di ciò che effimeramente stanno provando. Il sudore della pelle, gli ansiti reciproci, il fuoco, la passione.

Le tute spariscono, la seta delle lenzuola avvolge come una delicata e fresca carezza i loro corpi nudi che reclamano e ottengono quel desiderio a lungo celato.

Gli occhi smeraldo rilucono di un bagliore intenso nell'oscurità, e il volto di Marinette lo ricambia con intensità.

 

Buio.

Adrien spalanca gli occhi nell'oscurità della sua stanza. È imperlato di sudore, e ancora davanti ai suoi occhi aleggia l'immagine del volto della sua compagna di classe mentre lo guarda come se per lei non esistesse altro al mondo.

Si solleva in posizione seduta. Plagg dorme profondamente su suo cuscino a fianco del letto. Scosta le lenzuola appoggiando i piedi al pavimento. Prende il volto tra le mani cercando di regolare il respiro affannato. Non era la prima volta che gli capitava di fare un sogno simile.

Da quando aveva parlato con suo cugino Felix per avere una sua versione riguardo all'essere sparito dal treno durante il viaggio con Nathalie e Lila, la sua mente continuava a pensare a Marinette. Il cugino, in maniera del tutto vaga, gli aveva riferito che qualcuno dai capelli neri raccolti in due basse code era andato alla stazione per pregarlo di non partire, e lui aveva collegato immediatamente la figura alla sua migliore amica. Ma non avendo avuto conferma fosse stata davvero lei la ragazza disperata per la sua partenza, non aveva avuto modo di chiederle nulla.

Così la sua testa continuava a renderla protagonista di situazioni poco pudiche e per niente caste. E spesso il suo volto compariva dopo la ritrasformazione di Ladybug.

Forse tutta questa situazione con Monarch lo stava facendo impazzire. Ormai erano rimasti soltanto loro due a contrastarlo, ma allo stesso tempo la vita doveva continuare. Le lezioni procedevano come da programma, così come il lavoro, e faticava sempre più a stare dietro ai combattimenti in aumento.

Si volta verso l'orologio a parete. Le 2:06. Decisamente troppo presto per alzarsi, e troppo tardi per fare qualsiasi altra cosa.

Afferra il cellulare scorrendo foto e immagini per cercare di distrarsi.

I pochi ricordi che ha con i suoi amici racchiusi in quegli istanti felici gli strappano un sorriso amaro. È suo compito proteggerli e fare in modo che non gli accada nulla. Il sorriso dolce e radioso di Marinette spicca in una foto dove si trova tra lei, Alya e Nino. Senza accorgersene l'amaro passa alla tenerezza, e si sorprende a fissare i suoi occhi azzurri.

“..che mi sta succedendo..”

Un mugugno infastidito. Due fessure fosforescenti si dilatano lentamente accompagnate da un sonoro sbadiglio, e Adrian si trova la figura assonnata del suo kwami davanti al volto.

“Adrien, è notte fonda. Dovresti cercare di dormire. Vuoi del Camembert per prendere sonno?”

“Plagg, non riuscirei a riaddormentarmi se mangiassi quel formaggio puzzolente.”

“Allora che fai?” Vola velocemente davanti allo schermo del cellulare che tiene tra le mani. “Volevi chiamare codini?”

“Che? A quest'ora? Per dirle cosa poi?”

“Ah non lo so. Ma nel sonno moccioso hai pronunciato così tante volte il suo nome che mi sono dovuto coprire le orecchie per non sentirti!”

“Cosa?”

“Forse stai considerando di provare un altro tipo di formaggio?”

“Cosa? Plagg, con tutto quello che sta succedendo posso solo preoccuparmi di Ladybug. Non mi sembra il caso di importunare qualcun altro.”

“E chi starà vicino a te invece?”

Adrien spalanca gli occhi fissando quell'esserino nero dagli occhi luminosi con espressione ebete. Già, e lui con chi potrebbe parlare? Deve essere forte per la sua lady, deve sostenerla e aiutarla in tutti i modi possibili. La disperazione sul suo volto gli aveva fatto capire quanto avesse bisogno del suo supporto, ma Plagg ora ha ragione. Lui non ha nessuno ad alleviare i suoi pensieri, e l'unica persona con cui vorrebbe poter parlare è proprio la persona a cui tiene di più.

Sospira sconsolato.

“Plagg, non posso chiamare Marinette parlandogli delle mie preoccupazione per i miraculous, Monarch e Ladybug. Insomma, sono argomenti che nemmeno dovrei conoscere!”

“Se proprio vuoi parlare di queste cose, devi solo farlo come Chat Noir. Non mi sembra così difficile.”, e dicendo questo Plagg vola dentro al suo armadietto, facendo intendere d'aver ingurgitato velocemente un grosso pezzo di formaggio seguito da un rutto contenuto.

“Sei disgustoso..”

“Allora, vuoi restare ancora lì imbambolato?”

Plagg ha ragione. L'idea di svegliare Marinette per un puro capriccio lo disturba, ma è anche vero che in questo momento non riuscirebbe a dormire. Si alza dal letto pronunciando le parole di trasformazione, e nelle vesti del supereroe felino salta fuori dalla finestra sparendo nell'oscurità della notte.

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Capitolo 2
*** II ***


L'aria fresca della notte lo sveglia del tutto.

Rallenta la sua corsa fino a fermarsi sul palazzo di fronte alla casa di Marinette. Come pensava, nessuna luce proviene dall'interno. A quest'ora starà dormendo.

Resta per qualche secondo immobile pensando di tornare indietro, ma poi gli torna in mente il sogno che lo ha svegliato, e si dice che non c'è nulla di sbagliato se per qualche secondo la osserva dalla finestra mentre dorme.

Certo che è sbagliato. È violazione della privacy.

Ma mentre realizza ciò, i suoi piedi toccano senza far alcun rumore la superficie della terrazza. Il silenzio della notte aleggia attorno a lui. Nemmeno la luna è apparsa a fare compagnia alla sua anima solitaria.

Muove un passo in direzione della botola, accovacciandosi per poter guardare al suo interno. Grazie alla sua vista felina, attraverso il vetro la stanza sembra un campo di battaglia. Ci sono abiti e fogli sparsi ovunque, mappe concettuali piene di disegni stilizzati che non comprende da quella distanza, la bacheca piena di foto e i resti della cena appoggiati disordinatamente sulla scrivania. E lei è lì. Si contorce in mezzo a un groviglio di lenzuola, imperlata di sudore. Forse sta avendo un incubo.

Preso da un istinto improvviso di protezione prova ad aprire la botola, trovandola ovviamente chiusa. Prova a fare il giro delle finestre più basse, ma nessuna sembra volergli dare la possibilità di rassicurare la sua principessa.

“Principessa..”

Chissà quando ha iniziato a chiamarla in quel modo. Torna sconsolato alla botola, posando nuovamente lo sguardo sulla sua agitazione. Nel buio, gli sembra di riconoscere alcune parole dal labiale, tra le quali i suoi due nomi (quello civile e quello da supereroe), e Chat Blanc.

Chi è questo Chat Blanc? Non ne ha mai sentito parlare, ed è molto strano dal suo punto di vista che la sua amica abbia incubi in cui compaiono supereroi e lui stesso. Ammesso che questo Chat Blanc sia un supereroe. E se fosse il soprannome del ragazzo che le piace? Di Luka? In fondo, stavano insieme. O forse no?

Sente crescere in lui una sensazione di gelosia e possessione. Non è possibile che a causa delle parole di Felix ora provi tutto questo. No, sicuramente è condizionato dallo strano sogno fatto poco prima.

Batte un pugno frustrato sul pavimento senza accorgersene, e vede Marinette aprire lentamente gli occhi. Sorpreso dalla sua stupidità per essere stato preda di tutti quei pensieri getta un ultimo sguardo alla ragazza che ora sta strofinando gli occhi, balzando velocemente lontano dal balcone. Si volta a guardare nella direzione della sua stanza mentre la luce al suo interno viene accesa, prima di darsi dell'idiota e percorrere la strada verso casa.

Deve darsi una calmata. Se vuole avvicinarsi a lei e avere il suo conforto, può sempre parlarle dei suoi problemi in veste civile. Dopotutto, lei è l'unica che l'abbia sempre sostenuto.

 

* * *

 

Continua a darsi dello stupido anche quando rientra all'interno della sua stanza. Raggiunge velocemente il letto, lasciandosi cadere di schiena e con le braccia spalancate sul materasso morbido, mentre con un sospiro di frustrazione scioglie la trasformazione.

 

“Non so cosa credessi, Plagg. Dovevo saperlo che a quest'ora della notte stesse dormendo, e in effetti è quello che dovrei fare anch'io.”

“Quindi che intendi fare?”

“Nulla per ora. Cercherò di dormire un po' prima della sveglia.”

“Va bene Adrien. Allora voglio essere disturbato solo per una forma rarissima di formaggio, o per qualcosa di urgente! Buonanotte!”

Con una mossa velocissima il kwami si appallottola sul suo cuscino dandogli le spalle. Adrien lo osserva per un istante, poi sposta lo sguardo sul soffitto cercando di regolare il respiro. Chiude gli occhi, ma la figura della sua compagna mentre viveva forse un incubo non lo abbandona. Afferra il cellulare aprendo la chat dei messaggi. Ci terrebbe a farle sapere almeno quanto per lui sia importante. Dopo qualche istante, inizia velocemente a digitare sulla tastiera.

Marinette, ci sono così tante cose che vorrei dirti, cose che ancora nemmeno io comprendo. Ultimamente ho la sensazione che la nostra amicizia sia davvero più profonda, e questo mi fa pensare che forse tra noi ci possa essere qualcosa di più. E lo spero davvero con tutto il cuore. Vorrei poterti raccontare i miei segreti, tenerti stretta e farti capire tutta la confusione dei sentimenti che provo in questo momento”

La linea di scrittura lampeggia per secondi lunghi un tempo infinito, poi scrollando la testa cancella il messaggio. È preda davvero di questi sentimenti contrastanti, ma forse non è il caso di essere così precipitosi. Dopotutto, cedere agli istinti ha portato ad avere la peggio contro Froggy, e a causa di quell'imprevisto ora si trovano in una situazione disperata. Osserva nuovamente lo schermo bianco della chat, poi ricomincia da capo.

Hei Marinette. Ho fatto un sogno, e volevo farti sapere quanto per me la tua amicizia sia davvero importante. Per me ci sei sempre. Mi sostieni, mi dai splendidi consigli. Sei l'unica persona che riesce davvero a farmi stare bene. Come ti ho già detto una volta, sei la nostra Ladybug di tutti i giorni, e se tu lo fossi davvero sono sicuro che questo sarebbe un mondo migliore.

Volevo solo ringraziarti per essere la splendida persona che sei.

Spero solo di non averti svegliata con questo messaggio.

Ci vediamo domani a scuola.”

Un po' troppo sdolcinato forse, però adesso si sente molto più rilassato. Appoggiando la testa sul cuscino, sorride allo schermo dove il messaggio attende ancora di essere inviato, e chiude gli occhi. Il sonno arriva quasi immediatamente, e il cellulare viene afferrato da un ancora sveglio Plagg prima che cada a terra. Il kwami della distruzione, che fingeva di dormire, appoggia l'apparecchio accanto al suo cuscino leggendo il messaggio sullo schermo ancora acceso. La sua non è una vita facile, e anche se non dovrebbe mai interferire in quella del suo portatore, preme il tasto di invio al posto del ragazzo che lentamente si sta trasformando in un uomo.

“Adrien, cercherò di sostenerti anch'io.”

 

Nessuno dei due immagina minimamente che un'altrettanta insonne Marinette sta disperatamente piangendo per il connubio di sentimenti contrastanti dovuti alle calde parole di Adrien in quel messaggio e al fatto di sentirsi la peggior Ladybug della storia.

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Capitolo 3
*** III ***


Troppo presto.

Il trillo persistente della sveglia arriva in anticipo rispetto a quanto si sarebbe aspettato. È stata una strana e lunga notte. Per fortuna altri sogni non sono tornati a tenergli compagnia. Il sistema di comunicazione interno della casa risuona a sua volta, e la voce di Nathalie irrompe nella sua testa come un rombo, ricordandogli tutti gli impegni della giornata. Faticosamente raccoglie le forze e si siede sul bordo del letto. Non avrebbe dovuto cedere alla voglia di vedere Marinette. Ora sente che la giornata sarà tremendamente faticosa.

Si stira per ridare una scossa di energia al corpo prima di alzarsi, rassegnato alla marea di impegni che suo padre continua a imporgli. L'occhio gli cade sul cellulare appoggiato sul comodino, dove un puntino lampeggia a lato dello schermo spento. Un Plagg dall'aria per niente innocente sta fissando l'oggetto senza degnare lui di alcuna attenzione.

“Che stai facendo, Plagg?”

“Voi umani avete uno strano modo di comunicare.”

“Che intendi dire?”

“Spiegamelo tu! Cosa sono quelle cose tonde e gialle che vi scambiate con questi affari? Di certo non è del formaggio, altrimenti lo saprei!”

Non capisce a cosa si riferisca quel kwami impertinente, ma afferra il telefono per controllare la notifica dei messaggi. Nell'anteprima della chat compare l'emoji di una faccina sorridente e imbarazzata sotto al nome di Marinette.

… COSA?

Non ricorda minimamente di averle scritto! O meglio, ha sprazzi di memoria in cui vagamente ricorda di aver scritto, cancellato e riscritto un messaggio indirizzato a lei, ma non di averlo inviato. E se per sbaglio gli fosse scivolato il dito sul tasto mentre si addormentava? Aspetta, ma cosa aveva scritto? L'anteprima dello schermo mostra diversi messaggi, ma la schermata è quasi interamente impegnata dalle notifiche dei suoi impegni giornalieri.

Ormai completamente sveglio e il cuore che martella per un'ansia che pensava di non poter provare, apre lo schermo per poi fiondarsi sui messaggi. In preda al panico legge d'istinto le “risposte” della sua amica.

Grazie Adrien per le tue parole...”

Sono, si ecco, felice di sapere che puoi contare su di me..”

Cioè, certo che puoi contare su di me!”

Non posso pretendere di essere Ladybug, no no! Sono così imbranata che sarebbero tutti in pericolo! AH AH AH”

Però, ecco, se hai bisogno, si io ci sono!”

Ci sarò sempre per te Adrien..”

Oddio..”

Scusa!”

Ci vediamo a scuola!”

Solleva il capo, interdetto. A che tipo di messaggio ha risposto? Scorre lo schermo fino ad arrivare al protagonista incriminato. Rilegge velocemente il contenuto, poi schiaffeggiandosi la fronte si ributta sul letto. E adesso? Non che ci fosse scritto chissà cosa in quelle frasi, ma se avesse inteso di piacergli? E se si facesse qualche strana idea e lo allontanasse? Cavolo, non serve avere un akumizzato come Froggy in giro per fare delle stupidaggini! Gira lo sguardo supplicante verso Plagg, che aveva osservato attentamente tutta la scena in completo silenzio.

“Che disastro Plagg! Ora agli occhi di Marinette sembrerò uno stupido che ha bisogno del conforto degli altri.”

“In qualche modo però è vero. Che ha detto codini?”

“A modo suo, che se avessi bisogno di qualunque cosa, lei per me ci sarebbe.”

“E non è quello che vuoi?”

“Beh, si. Resta il fatto che non potrei comunque farmi avanti più di tanto. Guarda com'è andata con Katami!”

“Che c'entra? Lei non era il formaggio giusto!”

“Plagg, con te non si può mai fare un discorso serio.”

“Sono serissimo invece, moccioso! Quella ragazza non capiva che tu potessi avere altro da fare, e per questo non ha funzionato. Codini è diversa, e ti capisce!”

“E dovrei comunque mentirle. Essere Chat Noir rende tutto così difficile.”

“Il problema è che tu vuoi renderlo difficile. Se davvero tieni a lei, fatti avanti! Penseremo poi a come gestire la tua identità da supereroe!”

“E con il recupero dei miraculus e Monarch come la mettiamo?”

“Impara a dividere le priorità. Entrambe le cose sono importanti per te, giusto?”

“Certo!”

“Allora dobbiamo solo capire come farle stare in equilibrio sullo stesso piatto. A proposito..”

Plagg si fionda nel suo armadietto ingoiando un pezzo di formaggio grosso due volte lui.

“Non cambierai mai.”

“Almeno io ho deciso che il Camembert è la mia priorità!”

 

* * *

 

I suoi amici sono già davanti scuola quando l'auto si ferma per farlo scendere. Saluta con un pugno Nino e Alya, per poi soffermarsi un attimo a osservare Marinette. Sembra stanca. Ha delle profonde occhiaie, ma allo stesso tempo un sguardo tremendamente imbarazzato che cerca di nascondere. Si avvicina d'istinto e, non sapendo bene che fare, le poggia piano una mano sulla spalla sorridendole.

“Stai bene Marinette? Sembri stanca.”

Ottimo approccio iniziale. Formale, non troppo invadente.

“S-si si, sto bene! Cioè, no no, non s-sono stanca! Non potrei mai essere stanca.. cioè non è colpa tua di certo se sono rimasta sveglia questa notte.. No! Aspetta! Ma che dico, certo che non è colpa tua! I-Io..”

Come sempre, Alya arriva in soccorso della dimostrazione verbale stravagante della corvina, prendendola delicatamente per le spalle per poi farla girare verso l'ingresso.

“Marinette non ha dormito molto stanotte, e ora è un po' confusa. Dico bene, amica mia? Dai ragazzi, andiamo in classe!”

Lui rimane un attimo basito. Allora è stata davvero colpa sua se non è riuscita a dormire? L'ha svegliata con la sua presenza a un'ora indecente e così non è più riuscita a prendere sonno? O è stato il suo messaggio? La mano di Nino sulla sua spalla lo riscuote dai suoi pensieri.

“Oggi Marinette sembra più strana del solito, non trovi?”

“Ah, ehm, dici? A-a me sembrava la solita Marinette!”

“Credimi, quelle due non me la raccontano giusta. Stanno certamente tramando qualcosa. E se è qualcosa tra ragazze, possiamo solo tremare di paura!”

“Sei il solito esagerato Nino!”

Tramare qualcosa tra ragazze. Se così fosse, allora potrebbe sentirsi meno colpevole della stanchezza della sua amica.

 

Le ore di lezione passano, e finalmente arriva il momento della ricreazione. Ha rimuginato per tutto questo tempo su cosa poterle dire, mentre ogni volta che cercava di incrociare quegli splendidi occhi blu lei gli sorrideva in un modo incomprensibile per poi nascondersi alla sua vista. Doveva capire quanto quella strana sensazione di disagio fosse causata da lui.

Non la vede immediatamente nel cortile interno della scuola. Sembra non sia nemmeno in compagnia di Alya. Ma la conosce, e probabilmente sarà rimasta in classe con la testa sul banco per cercare di recuperare qualche minuto di sonno, se davvero ha passato la notte in bianco.

Torna sui suoi passi entrando nell'aula deserta. Aveva ragione. Sembra dormire profondamente su quel legno scomodo. La sveglio? Per la seconda volta nell'arco di poche ore? Certo Adrien, provocale ancora più stanchezza!

Si siede al suo posto cercando di fare meno rumore possibile, e la osserva. Osserva i lineamenti distesi, il respiro regolare, i suoi occhi chiusi che fremono leggermente, la bocca rosa socchiusa.. Le sue labbra.. Da quando ha iniziato a pensare alle sue labbra? Sembrano così morbide e delicate. Chissà che sapore avranno.. No! Non è quello a cui dovrebbe pensare! Scuote la testa come per scacciare un pensiero di troppo, e mentre si schiaffeggia le guance per far sparire il rossore che sente essergli salito al volto, la campanella suona richiamando tutti i suoi compagni in classe. Tutti. E non gli sfugge il sorriso malizioso che Alya gli lancia dopo i pochi istanti in cui ha spostato lo sguardo da lui a Marinette. Che avrà pensato? Per una volta Plagg ha ragione, deve capire cosa fare con questi nuovi sentimenti.

Le ore passano, e si costringe a desistere dal cercare di chiamarla mentre consuma a malapena il suo pasto solitario a casa. Forse, se si impegna, riuscirà a trovare qualche minuto prima di andare a scherma per parlarle. Apre la chat, e con una strana sensazione di calore alla bocca dello stomaco mista a quella che potrebbe definire una leggera ansia, scrive poche ma spera semplici parole.

Ciao Mari! Avrei bisogno di parlare con te, se puoi. Ti va se ci vediamo qualche minuto prima della mia lezione di scherma?

I minuti passano interminabili. Eppure non gli sembra di aver scritto nulla di strano. Forse si sta preoccupando troppo. Lei gli risponde sempre. Sospirando si alza dal tavolo senza finire ciò che rimane nel piatto, avviandosi verso la sua stanza per recuperare il borsone per la lezione. Nell'istante in cui si richiude la porta alle spalle, il cellulare che ancora tiene in mano vibra, e lui si trova a correre come un pazzo verso il divano per sedersi, contemplando infine lo schermo ancora spento per lunghi secondi.

“Guarda che se non lo accendi, non puoi sapere se ti ha risposto.”

“Lo so benissimo Plagg.”

Attiva lo schermo mostrando l'icona sotto al nome della sua amica.

È successo qualcosa, Adrien?”

Comunque va bene..”

Aspetto vicino all'aula?”

Positiva. La risposta è positiva, e si scopre a non essere per niente preparato alla situazione! Si aspettava un rifiuto, in fondo lei è sempre impegnata in migliaia di progetti. E invece si è resa disponibile. È una tragedia! No! Un cataclisma! Deve assolutamente pensare a un discorso. Un discorso su cosa? Ha ancora un paio d'ore prima che s'incontrino. Gli verrà in mente qualcosa.

Si, va bene. Ti aspetto davanti agli armadietti.”

“Sono fritto..!”

“Non direi moccioso. Stai affrontando per la prima volta la tua fetta preferita di camembert.”

“Marinette non è un formaggio.”

“Quanto sei ingenuo. Codini È il formaggio!”

“Non si può davvero parlare con te!”

“Mi darai ragione, caro il mio Adrien!”

 

* * *

 

Ansia. Mancano 10 minuti alla lezione, e Marinette ancora non si vede.

Va tutto bene. Lo sa che è una ritardataria.

8 minuti. Le sarà successo qualcosa?

5 minuti. Forse deve calmarsi. In fondo, non è mica un appuntamento..

3 minuti. Sospira. Sarà il caso di avviarsi alla lezione, o il signor D'Argentcourt si arrabbierà.

2 minuti.

1 minuto.

Ottimo! Gli ha dato buca.

Con un gran sospiro sconsolato indossa l'elmo e si avvia lentamente verso il cortile per la lezione. È quasi arrivato alla porta quando la sua voce in lontananza attira la sua attenzione.

Eccola! Trafelata e col fiato corto. Sta correndo un po' troppo veloce nel corridoio, e mentre rallenta per raggiungerlo, inciampa nel nulla cadendo vero il pavimento.

Uno scatto, e lui riesce ad afferrarla per le spalle e sostenerla prima che rovini al suolo.

“Tutto bene?”

“Oh si! Scusami, sono proprio una sbadata! Speravo davvero di non fare tardi, invece mi sa che Adrien è già andato a lezione. L'hai visto per caso?”

Rimane un attimo interdetto, e poi colto da un'illuminazione toglie la maschera protettiva, sorridendole radioso.

“In realtà sono ancora qui, Marinette.”

“A-A-Adrien! Oh, scusa scusa scusa! Lo so, sono in ritardo! Ho dovuto finire un progetto per Alya perché altrimenti non mi avrebbe lasciata più in pace! Poi mio padre mi ha chiesto una mano in negozio, e mia madre..”

“Marinette!” L'afferra per le spalle fermando quel fiume in piena. “Non devi giustificarti! Mi spiace solo che hai dovuto fare tutto di corsa per me.” Malsana idea. Si caccerà nei guai, ma per lei ne vale la pena. “Aspetta un attimo qui!”

No, è decisamente una pessima idea! Suo padre lo scuoierà vivo!

Prepara le sue doti da attore provetto, e con aria decisamente poco rassicurante si rivolge all'insegnante per dirgli di non sentirsi troppo bene, e che quindi non riuscirà a seguire la lezione. Non è sicuro di essere credibile, ma il signor D'Agentcourt gli dice di andare in infermeria a farsi dare un'occhiata. Grandioso!

Appena è fuori dalla sua visuale, corre come per raggiungere nuovamente la sua compagna, che nel frattempo si è seduta su una panchina vicino allo spogliatoio.

“Eccomi! Mi cambio un attimo e ci sono!”

“Ma-ma la t-tua lezione di scherma?”

“Beh.. oggi non la faccio!”

Con una strizzata d'occhio sparisce dietro la porta, e pochissimi istanti dopo riappare vestito normalmente e con il borsone a tracolla. Ha avuto un'idea.

“Senti, ehm.. ti va se andiamo a prendere un gelato?”

“U-Un gelato?”

“Si. Voglio farmi perdonare per averti messo fretta.”

“Ah, ma no. No. No. Non ce n'è bisogno..”

“Ti prego Marinette, è la prima volta che salto una lezione, e so già che mio padre mi punirà per questo!”

“Vuoi dire che stai saltando la lezione di scherma di pro-proposito?”

“Esatto! Ti prego, vieni con me!”

Dopo un attimo in cui lei non sembra credere a quello che ha appena sentito, abbassa lo sguardo annuendo, decisamente imbarazzata. E lui non può far altro che regalarle uno dei suoi più sinceri e grati sorrisi, mentre con una gioia che pensava di non saper provare afferra la sua mano trascinandola velocemente fuori dall'edificio.

Corrono fino all'ingresso del parco, e solo quando si fermano leggermente ansanti si accorge di tenerle ancora la mano. Le osserva per un attimo, godendo del calore della sua pelle. Poi scioglie il contatto lentamente, gentilmente, facendole segno di camminare accanto a lui. Avanzano in silenzio fino alle ringhiere che permettono di ammirare il corso della Senna. Si sente bene. Si sente libero. Alza le braccia stiracchiandosi, per poi appoggiarsi con la schiena alla barra di ferro sospirando contento. I suoi occhi cercano quelli della ragazza.

“Grazie Marinette.”

“Di-di cosa?”

“Per essere qui con me.”

Si volta, questa volta restando appoggiato con le braccia alla ringhiera, osservando il dolce scorrere dell'acqua bagnata dal sole.

“Volevo ribadire quello che ti ho scritto questa notte. Lo penso davvero! Sei una persona speciale Marinette. L'unica che riesca davvero a capirmi.”

Silenzio. Si volta per osservarla, e lei sembra essere in uno stato di shock. Sarà qui sforzandosi di restare in piedi, data la stanchezza che aveva quella mattina. E in fondo, è proprio per quello che le ha chiesto di vedersi.

“Volevo anche scusarmi. Credo che scriverti quel messaggio in piena notte non sia stata una grande idea. A quanto sembra ti ho svegliata. Scusami.”

“Ma-ma no, non è stata colpa tua! Ero g-già sveglia. Avevo fatto un br-brutto sogno. Davvero non devi scusarti.”

Un brutto sogno. Lui. Chat Noir. Chat Blanc. Non può chiederle nulla, ma sa che non gli sta mentendo.

“Vuoi parlarne?” Idea malsana. Non che non gli piacerebbe sapere quali preoccupazioni affliggono la sua amica, però forse si sta spingendo oltre.

“Era solo un sogno.. invece tu?”

Spiazzato. Lui cosa?

“Hai-hai detto che vo-volevi parlarmi.”

“Ah! Si! Beh..” Fregato. Di nuovo. Plagg, perché non sei un dispensatore di buoni consigli? “I-Io in realtà..” Prende un grosso respiro, agganciando i loro sguardi. “In realtà volevo passare un po' di tempo in tua compagnia. Mi sembrava troppo invadente chiederti di uscire, e ho pensato sarebbe bastato qualche minuto per dirti che tengo davvero molto a te.” Il cuore gli rimbalza in gola. Non sa da dove stia tirando fuori tutte quelle parole. “Credo, si insomma, che la nostra amicizia..”

Un boato.

È proprio come quello del suo sogno.

Il problema è che il suono arriva da non troppo lontano da dove si trovano, e la terra trema sotto ai loro piedi.

Istintivamente afferra Marinette correndo in direzione dei bagni pubblici. Non può trasformarsi con lei accanto. Dannazione, su questo Plagg aveva torto. Finché sarà il supereroe di Parigi non potrà avere una vita normale. Apre velocemente una delle porte spingendo dentro la ragazza che lo guarda con aria interrogativa. Non c'è tempo.

“Non muoverti di qui Marinette! Sarai più al sicuro!”

E senza dire altro chiude la porta cercando a sua volta un posto per trasformarsi.


*
Angolino.
Ho iniziato a scrivere questa breve storia molto prima che uscissero i primi due episodi della quinta stagione, e non vorrei aver dato l'impressione di copiare gli eventi che ci hanno mostrato fin'ora. cercherò di pubblicare spesso così da non dare quell'impressione.
Grazie per essere arrivati fin qui.
Bix

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Capitolo 4
*** IV ***


Lo scontro si è dimostrato davvero arduo, ed è durato a lungo. Troppo a lungo.

Nonostante abbia tutti i Miraculous, Monarch non sembra essere diventato più astuto, e se pur con fatica sono riusciti a recuperate il bracciale con le dita che racchiude Roarr. Il Miraculous della tigre è di nuovo nella Miracle Box, e Ladybug è sembrata un po' rincuorata. Anche se non sono mancati i rimproveri da parte sua. Ne aveva tutte le ragioni però, perché lui si era fatto distrarre dal fatto di non sapere se Marinette fosse realmente al sicuro, permettendo al nemico di andare a segno con alcuni colpi.

Ma anche dopo questa piccola vittoria, Adrien non si sente meglio.

Mentre si apprestava a raggiungere il luogo in cui aveva fatto nascondere la sua amica, il Gorilla lo ha intercettato con una precisione degna di un segugio, caricandolo in macchina senza molte cerimonie. E consapevole del fatto che non appena fosse arrivato a casa suo padre lo avrebbe punito per aver saltato la lezione di scherma impedendogli di avere contatti con i suoi compagni per almeno una settimana, ha approfittato del tragitto in auto per accertarsi delle condizioni della sua compagna di classe. L'idea di farsi sentire tramite un messaggio lo disturbava, ma in quel momento non poteva fare altrimenti. Con una breve spiegazione in cui diceva di essere stato recuperato dalla sua guardia del corpo e riaccompagnato a casa dove suo padre lo punirà, le comunica che non potranno sentirsi per qualche giorno, scusandosi. E accertandosi poi che lei fosse rimasta al sicuro durante l'attacco akuma. Marinette non tarda a rispondere, ovviamente comprensiva e dichiarando di essere scappata dritta a casa prima che lo scontro arrivasse troppo vicino a dov'era nascosta, per poi dispiacersi per essere stata in parte la causa della sua futura punizione.

La solita Marinette. Pensa sempre prima di tutto agli altri e poi a se stessa.

Non può fare a meno di ammirare questa sua dote, e mentre un sogno a occhi aperti si dipingeva nella sua mente, l'auto varcava il cortile dove una serissima Nathalie aspettava in silenzio sull'uscio di casa pronta a sequestragli il cellulare.

E naturalmente la ramanzina di suo padre è stata degna di un vero e proprio tiranno. Verdetto finale, due settimane di allontanamento forzato da scuola e amici. Avrebbe seguito tutte le lezioni extrascolastiche a casa.

Perfetto! Era esattamente tutto quello che non doveva succedere. Aveva proprio la sfortuna del gatto nero addosso.

 

Adesso, con la faccia affondata nel cuscino del letto, si sente un perfetto idiota. Che gli era passato per l'anticamera del cervello? Aveva così tanta voglia di passare del tempo con lei da arrivare a compiere un gesto di ribellione simile? Evidentemente era così. Se ne stava rendendo conto, e più i minuti e le ore passavano e meno era convinto che quei sentimenti fossero dettati da quello strano sogno. Pensandoci bene, si è sempre sentito a suo agio con Marinette, l'ha sempre trovata attraente, e nonostante il suo strano modo di comportarsi l'ha sempre ammirata per la forza e il coraggio che dimostra quando si batte per qualcosa in cui crede. Ed è la persona più dolce che conosce.

“Pensi di startene lì sdraiato come uno stracchino per tutto il resto della giornata?”

“Che altro posso fare Plagg. Ho già combinato abbastanza guai.”

“ E che ne è del tuo piano per provare a dichiararti al tuo camembert?”

“Direi che per il momento salta. Non posso contattarla adesso dato che mio padre mi ha sequestrato tutti i mezzi di comunicazione, e comunque vorrei parlarle di persona.”

“Puoi sempre farlo come Chat Noir.”

“Ma non sarei io! Cioè, sono sempre io, ma non potrei parlarle come Adrien. E se mi tradissi?”

“Puoi sempre metterla sul ridere. Andiamo moccioso, non vuoi sapere se anche per lei tu sei una squisita fetta di camembert?”

“Secondo me sei tu a volerlo sapere a ogni costo.”

“Ehi, i gatti sono curiosi per natura!”

* * *

Il cielo è trapunto di stelle, e un lieve spicchio di luna inizia timidamente a mostrasi a coloro che cercano un po' di conforto nel suo piccolo luccichio. La brezza è gentile, e porta il suo profumo ad accarezzargli il volto. Perché lei è lì, sulla sua piccola terrazza a osservare il cielo con aria sconsolata. Una leggera spinta da un soffio di vento più forte lo smuove dalla sua titubanza facendogli raggiungere il tetto dell'edificio appena in tempo per sentirla sospirare affranta. Salta senza alcun rumore alle sue spalle, inebriandosi di quella fragranza che ora circonda tutta l'area.

“Cosa devo fare con lui..”

“Spero di non essere io il protagonista dei tuoi sospiri, Principessa.”

Presa alla sprovvista, per poco non rischia di fare un volo dal terzo piano. Fortunatamente si aggrappa in tempo prima di girarsi e guardarlo completamente sorpresa.

“Chat Noir! Che ci fai qui? Mi hai fatto prendere un colpo!”

“Ti ho vista triste mentre passavo di qui e ho deciso di fermarmi, ma se questo gatto randagio ti disturba, me ne vado subito.”

Marinette rimane qualche istante a fissarlo con i suoi grandi occhi blu spalancati. Le si imporporano le guance, mentre abbassa il viso. “Ma no Chat, mi hai solo colta di sorpresa, tutto qui.”

Disinvolto per quanto quell'atmosfera strana possa permettere, le si avvicina appoggiando schiena e gomiti alla ringhiera, assumendo quasi subito un'espressione beffarda e maliziosa per smorzare la tensione. “Allora, cos'è che affligge l'animo di questa fanciulla? Non saranno mica pene d'amore?” Il suo intento spiritoso si spegne immediatamente, perché lei s'incupisce ancora di più. “N-non volevo essere invadente Marinette, davvero! Scusami, non dovrei fare certe domande.”

Lei sospira, poi si siede a terra portandosi le gambe al petto. “Diciamo che hai centrato il punto.”

Una fitta al petto gli fa capire solo in quel momento di aver fatto il passo più lungo della zampa per l'ennesima volta nell'arco di quell'assurda giornata, e che probabilmente non reggerebbe doverla ascoltare mentre gli parla di un altro ragazzo. Troppo tardi. Si è dato la zappa sui piedi da solo. Prende comunque coraggio e si siede accanto a lei incrociando le gambe. In quanto Chat Noir deve farlo, anche se potrebbe scoprire qualcosa di spiacevole. “Vu-vuoi parlarne? Magari ti farà sentire meglio.”

“È complicato.”

“Potresti provare a spiegarmi. Una persona una volta mi ha detto che è sempre meglio liberarsi dei pesi che ci affliggono affrontandoli di petto, senza paura di chiedere aiuto agli altri.” E questo consiglio arriva in parte da Katami, e in parte da Plagg, anche se sembra strano solo all'idea.

Lei lo osserva con un'espressione smarrita, poi sospira chiudendo gli occhi. “Sono cambiate molte cose negli ultimi tempi. La persona che credevo di essere si è rivelata un fallimento. Ho commesso un errore, e questo mi ha fatto mettere in discussione i sentimenti che fino a quel momento credevo di provare per questo ragazzo. Sono stata ingannata e accecata dalla mia stessa devozione per lui, e questo è risultato in qualche modo fatale. Sto cercando di allontanarlo dai miei pensieri, anche se devo ammettere che la cosa si sta rivelando davvero complicata. E poi oggi.. No, sicuramente ho frainteso tutta la situazione come al mio solito.”

“Di che tipo di situazione parli? Ti riferisci a questo ragazzo misterioso?”

Annuisce prima di alzare lo sguardo verso il cielo e proseguire. “Vedi, è da parecchio tempo che cerco di dichiararmi a lui, fallendo sempre. E adesso che ho deciso di prendere le distanze lui sembra.. diverso, in qualche modo. Improvvisamente è come se si fosse interessato a me. Ma avrò sicuramente frainteso tutto visto che comunque rimane il ragazzo di cui sono innamorata. Sono patetica, vero?”

Un sorriso triste prende vita sul suo volto sull'orlo del pianto, mentre incapace di fare qualsiasi tipo di azione Chat Noir continua ad avere difficoltà a seguire i fili del discorso.

“Non riesco a capire. Perché ti sta dando questa impressione? In che modo ti sembra diverso?”

“Ecco, non so nemmeno io come spiegarlo. Semplicemente è diverso. Ieri mi ha mandato uno strano messaggio, e oggi prima dell'attacco akuma ho avuto.. co-come l'impressione che vo-volesse, si ecco, dichiararsi. Ma non può essere! Sarà stato frutto della mia immaginazione!”

Sbatte gli occhi, incredulo. Gli sta parlando di lui! E di quel discorso sconclusionato che ha provato a farle quel pomeriggio! Passano attimi interminabili di silenzio. Un pugile invisibile ha appena sferrato un destro micidiale direttamente nel suo petto accelerando i battiti fino a fargli male. Una morsa allo stomaco gli sta togliendo il respiro mentre realizza tutto quello che Marinette gli ha appena rivelato. Davvero è innamorata di lui? E lo è da abbastanza tempo per aver provato e riprovato a dichiararsi? Perché non si era mai accorto di niente? Era davvero così ottuso? Chissà quanto doveva essergli sembrato ridicolo quel pomeriggio. Ma la gioia di quella scoperta si sta facendo forza prepotentemente nella sua testa, e decide in un attimo che deve tirare l'acqua al suo mulino, come si sul dire. “Posso darti un consiglio, Marinette? Potrebbe non essere una tua impressione. Forse questo ragazzo si sarà finalmente accorto di quanto tu possa essere speciale, e ha scoperto di provare qualcosa di più nei tuoi confronti. Davvero vuoi perdere l'occasione di scoprire se finalmente i vostri sentimenti sono corrisposti solo perché hai commesso un errore?”

“Non è così semplice, Chat..”

“Si che lo è! Se ne sei davvero innamorata, gli errori del passato non avranno più nessuna importanza, perché è il vostro futuro insieme quello che conta davvero.”

Le brillano gli occhi per lo stupore. È bellissima, e per tutti i gatti, ha il fortissimo istinto di baciarla per farle capire quanto siano sincere le sue parole. Malauguratamente, in quel momento veste i panni del supereroe parigino, e con fatica si alza in piedi porgendo la mano alla sua compagna per permetterle di alzarsi senza sforzo. Le bacia quindi il dorso della mano come un vero gentiluomo, prima di incrociare nuovamente i loro sguardi. “Non farti abbattere, principessa. Questo sogno potrebbe diventare presto realtà, se tu lo vorrai.”

Prima che lei potesse ribattere, con un balzo salta lontano da quella terrazza col cuore che minaccia di bucare la tuta del costume, sparendo dalla vista della ragazza che, adesso ne è certo, ama. Forse ora, è lui a sognare.

* * *

 

Angolino. Chiedo venia per eventuali errori d'ortografia, ma ho modificato e buttato giù di getto questa parte perché mi sto accorgendo che avevo scritto cose decisamente concordanti con gli spoiler degli ultimi giorni. Spero perdoniate.

Bix

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Capitolo 5
*** V ***


Cinque giorni.

Cinque giorni imprigionato nelle mura di casa sua.

Cinque giorni in cui non ha mai smesso di elaborare la dichiarazione di Marinette mentre vestiva i panni di Chat Noir.

Cinque giorni passati a percorrere a ritroso tutti i momenti passati con lei, a ricordare le conversazioni, a rileggere i messaggi. A cercare di interpretare molti dei suoi comportamenti in sua presenza. A disgregare le “letture tra le righe” di alcuni discorsi di Nino e Alya. Senza parlare delle frecciatine e battute che Plagg gli ha rivolto in più di un'occasione.

Davvero, come aveva fatto a non accorgersi di niente? Possibile che la sua infatuazione per Ladybug fosse talmente accecante da impedirgli di osservare tutte le altre persone attorno a lui? Era davvero una causa persa nei rapporti interpersonali.

* * *

La figura al suo fianco ha capelli e occhi scuri. Non è Luka. Lo riconoscerebbe.

Lei è talmente radiosa che sembra risplendere più del sole.

Prova a chiamarla per attirare la sua attenzione, invano. Nessun suono esce dalle sue labbra.

Lui si china per rubarle un bacio, facendole brillare gli occhi di un amore puro.

Le soffici nubi sostengono a mezz'aria un altare fatto di farfalle e fiori rosa, mentre lei avanza in un abito bianco che spezza il fiato.

Si contorce per cercare di raggiungerla, ma le catene lo immobilizzano lontano rendendolo spettatore di una felicità che non gli appartiene. Qualcun altro se la sta portando via.

Un grido di frustrazione e disperazione.

 

Buio. Di nuovo.

L'orologio segna le 1:06, ed è imperlato di sudore. Sta diventando un vizio.

Si mette a sedere, prendendosi la testa tra le mani. Questa è l'ennesima prova del fatto che ormai i suoi sentimenti sono reali, e se non vuole che qualcuno glie la porti via davvero deve darsi una mossa. Però manca ancora più di una settimana al suo effettivo ritorno tra la civiltà, e per il momento l'unica cosa che può fare è agire come Chat Noir. E dovrà essere convincente. Sveglia Plagg senza tante cerimonie, e con un grosso pezzo di camembert come premio lo intima di trasformarlo. Sa che è tardi, ma deve vederla. Ne va della sua sanità mentale.

 

Le campane rintoccano la mezz'ora. Atterra sulla terrazza ansimando. La corsa per raggiungere casa di Marinette è stata impegnativa. Non voleva sprecare nemmeno un minuto. Le luci sono spente e la botola chiusa. Oltre il vetro, di lei nessuna traccia. Sente salirgli un senso di inquietudine che lo porta a fare più volte il giro della casa sbirciando dentro a ogni fessura che riesce a trovare, poi rassegnato si siede sulla sdraio a testa bassa. Possibile che dovesse sempre andargli così male?

Passi attutiti attirano la sua attenzione, e improvvisamente la botola si apre rivelando una Marinette scossa e in pigiama, che non sembra minimamente averlo notato. Gli sfugge un sospiro di sollievo, e lei si volta spaventata. Sembra sul punto di urlare, poi probabilmente realizzando chi ha davanti, la sua espressione si trasforma in un rimprovero.

 

“Lo so, ti ho spaventata.” Si gratta la testa come se avesse appena ricevuto una vera e propria sgridata.

“Direi di si. È un pessimo vizio il tuo!”

“Scusami, non era mia intenzione.”

La vede rilassarsi, per poi sospirare. “Come mai da queste parti?”

“Solito giro di ronda. Ho pensato di passare a vedere se fossi sveglia per farti un saluto.”

“A quest'ora della notte?”

“Perché, è così tardi?” L'aria da finto tonto non inganna proprio nessuno. Lo sa perfettamente.

“A quest'ora di solito la gente dorme, sai??”

“Per un supereroe non esistono orari!”

L'ennesimo sospiro di rassegnazione. Poi, un sorriso. “Sei proprio un gatto randagio.” Scuote la testa mentre si accomoda a terra con la schiena appoggiata alla ringhiera. “Ma devo ringraziarti. Mi stai distraendo.”

“Che ti è successo?”

“Ho solo fatto un altro brutto sogno. Ultimamente mi capita spesso.”

“Vuoi parlarne?”

Diniego. “No, ormai è passato. Come hai detto tu.”

“Eh??”

“Il discorso che mi hai fatto qualche giorno fa, sugli errori passati. Anche il sogno è nel passato ormai, e non dovrebbe più avere importanza.”

“Hmm..”

“A proposito, devo davvero ringraziarti per le tue parole. Mi sei stato di conforto.”

“Ah Principessa, lo so! Sono miaoraviglioso in questo!”

La sua risata cristallina esplode, rilassando l'atmosfera attorno a loro. Adora sentirla ridere, e non se n'era mai reso conto fino a quel momento. Decide di approfittare di quell'attimo di leggerezza. “Allora? Hai deciso cosa fare con i tuoi sentimenti?”

La risata si spegne, ma non sembra essersi rattristata per la sua domanda. “Ancora no. Sto cercando di capire alcune cose, e il non vederlo e sentirlo da qualche giorno sembra aiutare, in qualche modo.”

Panico. Non le chiede nemmeno il perché. Sa benissimo di chi sta parlando. “Qu-questo vuol dire che non ne senti la mancanza?”

“Eh?? N-no, certo che mi manca! È solo che dopo tutto questo tempo mi sento un pochino confusa, e vorrei capirne il motivo.”

Istintivamente si getta accanto a lei afferrandole le spalle, spaventato all'idea che non possa più provare nulla nei suoi confronti. “Non devi arrenderti Marinette!! Credi in ciò che ti dice il cuore!”

La vede arrossire, inducendo il calore in aumento del suo corpo a emanare quel profumo che tanto lo inebria. Le sue labbra sono così vicine..

“Ch-Chat..” La sua voce è poco più di un sussurro. “S-sei tr-troppo vi-vicino..”

La lucidità torna immediatamente, e accorgendosi del suo gesto si affretta ad allontanarsi ponendo le braccia in avanti come a scusarsi. “N-non volevo essere invadente! Te lo assicuro!”

La vede fissarlo stupita per qualche istante, poi scuote la testa ancora rossa in viso appoggiandosi di nuovo con la schiena. “Non preoccuparti. So che volevi solo incoraggiarmi.”

Altro silenzio.

“Senti Chat, posso farti una domanda?”

Lui si alza ancorandosi alla ringhiera con le mani prima di compiere qualche altro gesto stupido, guardando l'orizzonte. “Chiedi pure.”

“Ho l'impressione che tu non voglia che io rinunci ai miei sentimenti per questo ragazzo, anche se non sai nulla di lui. Perché?”

Ha pensato anche a quello in questi giorni. Potrebbe quasi sentirsi preparato nel rispondere. “Il fatto è che essere indecisi in queste cose non è mai la risposta giusta. Se conoscessi il parere e le intenzioni dell'altra persona, le cose sarebbero più semplici. Prendi me, per esempio. Ho perso il conto delle volte in cui ho dichiarato i miei sentimenti a Ladybug, e anche di quelle in cui lei mi ha rifiutato, prima di capire che forse stavo sprecando il mio tempo. Ma se non mi fossi mai dichiarato non avrei mai scoperto cosa invece provasse lei, e il dubbio mi avrebbe distrutto ancora di più del rifiuto stesso. Per questo ti sto consigliando di tentare. Chissà, magari a te andrà bene.” Gli sfugge una risata amara con quest'ultima frase. Anche se è qualche tempo che non pensa più alla sua partner in questi termini, sente comunque il cuore un po' pesante.

“Non-non sei più innamorato di Ladybug??”

La domanda lo coglie alla sprovvista, facendolo girare di scatto a osservarla. La verità è la strada giusta. “Diciamo che ultimamente mi sono accorto di provare qualcosa di più.. per una mia amica.”

“Oh..”

Gli sembra di cogliere una nota di tristezza nella sua voce. È sempre così empatica. “Non preoccuparti per me, Principessa. Sto bene. Sarò per sempre onorato e fiero di combattere al suo fianco, e la proteggerò da ogni pericolo.” Torna con lo sguardo a percorrere la città senza soffermarsi su nulla in particolare. Percepisce un leggero movimento, poi sente la testa di Marinette appoggiarsi alla sua spalla.

“Ti dichiarerai a questa tua amica?”

“Date le mie precedenti esperienze con Ladybug ho deciso di fare le cose con calma. Ma si, mi dichiarerò. Anch'io come te devo capire quanto siano profondi i miei sentimenti, dopotutto. Ma tu non arrenderti. Non farlo mai.”

La sente annuire contro la tuta, poi spostarsi leggermente. I loro sguardi si incrociano per un breve istante, e lei si sporge a lasciargli un piccolo bacio sulla guancia.

“Grazie per le tue parole, Chat. Adesso sarà il caso che rientri. Buonanotte, gatto randagio.”

“Sogni d'oro, Principessa.”

La osserva rientrare nella botola prima di voltarsi nuovamente, questa volta guardando il cielo. Spera di essere riuscito in qualche modo a non farla desistere.

 

 

Angolino. Di nuovo mi trovo a scrivere banalità per portare a termine questa storiella. Purtroppo dai recenti spoiler mi sono ritrovata a scoprire di aver azzeccato diverse cose che mi ero immaginata per questo piccolo progetto, portandomi a dover cambiare praticamente tutta la linea di base. Ma ormai ho iniziato, e almeno questo vorrei finirlo. ^^” Chiedo venia, perché mi accorgo che queste cose sono ormai trite e ritrite. Spero mi perdonerete.

Bix

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Capitolo 6
*** VI ***


Un altro attacco. Questa volta però, nonostante abbia mostrato l'uso dei poteri del Miraculous del Topo, non vi era alcun gioiello addosso al povero akumizzato.

Chat Noir si trova a guardare con impotenza l'espressione pensierosa e corrucciata della sua partner.

“Come pensi sia possibile? Insomma, l'abbiamo battuto!”

“Non lo so Chat, può darsi che dopo l'ultima volta Monarch abbia trovato un modo per usare i Miraculous a distanza di sicurezza. Il vero problema è come.”

“Credi sia possibile che abbia copiato i poteri del tuo yo-yo?”

“Non credo sia possibile. Quando abbiamo combattuto contro i sentimostri apparsi con Froggy, questi erano riusciti a copiare gli attacchi dei nostri Miraculous solo dopo averli toccati o visti. Se davvero Monarch avesse di nuovo usato questo stratagemma, vorrebbe dire che ha incontrato di persona il suo akumizzato a cui ha dato il Miraculous per farglielo copiare, col rischio di essere visto da qualcuno. Non so quanto questa cosa sia da lui. Fin'ora ha sempre agito nell'ombra. No, deve aver escogitato qualcos'altro.”

“Tra tutti i Miraculous ce n'è uno che può copiare i poteri degli altri?”

“Beh, lo stesso Miraculous della farfalla può donare dei poteri simili a quelli degli altri Miraculous, ma non gli stessi. L'unico che potrebbe farlo è quello della Volpe, ma rimarrebbe comunque una illusione che sparisce nel momento in cui la tocchi.”

“Ci troviamo con una bella gatta da pelare, allora.”

“Chat..”

“Ehi! Non era una battuta!”

Un sospiro esasperato e allo stesso tempo frustrato asce dalle labbra di Ladybug, mentre i suoni dei loro gioielli iniziano ad avvisarli del conto alla rovescia prima della ritrasformazione.

“Credo dovremmo pensare a quale sarà la sua prossima mossa e provare ad anticiparla. Fatti venire in mente qualcosa Gattino. Ci vediamo al solito posto domani per la ronda.”

La guarda allontanarsi velocemente aiutata dal suo yo-yo. Che razza di situazione! Monarch non può aver trovato un modo per fregarli! E anche lui non può indugiare ancora fermo su quel palazzo. Se non dovessero trovarlo nella sua stanza, allora sarebbe ulteriormente nei guai!

 

Rientrato a casa, nemmeno aver ripercorso lo scontro con Plagg sembra essergli d'aiuto. Anche il suo kwami non ha idea di come Monarch possa aver usato i poteri del Miraculous del topo senza indossarlo. È terribilmente frustrante! Quanto vorrebbe parlarne con Marinette! Lei ha sempre una soluzione per tutto, e sicuramente saprebbe come aiutarlo con una delle sue geniali intuizioni. Ma ovviamente, anche nelle vesti del supereroe felino non potrebbe raccontare tutto alla sua compagna di classe. La esporrebbe troppo a un possibile attacco.

 

Altri quattro giorni trascorrono dentro quelle mura. Adrien si è ripromesso di non insistere troppo affinché Marinette prenda una decisione sui suoi sentimenti. Plagg ha detto che il “Camambert va fatto stagionare bene”, facendogli intendere che forse sarebbe meglio darle spazio. È difficile però dirottare i pensieri altrove, e quando si accorge che le sue mani non seguono più lo spartito che ha davanti creando una melodia diversa che ricorda la dolcezza di quegli occhi blu, capisce che forse sia il caso di farsi una doccia fredda e cercare di riposare, dichiarando a Nathalie che avrebbe saltato la cena.

 

Il ballo a cui sta partecipando sembra composto da soli invitati mascherati da Monarch. Lui, unico Chat Noir, si destreggia in mezzo a quei travestimenti di pessimo gusto, finché improvvisamente ognuno di essi diventa uno dei supereroi al fianco dei quali ha combattuto diverse volte. Tutti lo guardano con disprezzo. Lui non è degno di stare al fianco di Ladybug. È per colpa sua, di Adrien, se lei si è fatta fregare perdendo l'aiuto di ognuno di loro.

NO! È COLPA DI FELIX!”

Vorrebbe urlare in sua difesa, ma la voce non esce dalla sua bocca, e una risata amara e derisoria arriva da un angolo della stanza, dove Ladybug con una maschera viola lo addita come per accusarlo. Tutto diventa buio, e si sente precipitare verso il nulla quando una timida mano si tende verso di lui, e il volto rassicurante di Marinette cerca di prestargli aiuto.

Andrà tutto bene Adrien.”

Il suo volto è sempre più vicino, e le loro mani si stanno sfiorando.

Adrien..”

Gli sorride.

Adrien..”

Così rassicurante..

Adrien..”

 

“ADRIEEEEEEN!!!”

La voce di Plagg che gli urla nelle orecchie lo desta immediatamente. Spaesato e imperlato di sudore, lo osserva mentre volteggia in maniera convulsa davanti a lui cercando di attirare la sua attenzione.

“Adrien!! C'è un attacco!!”

Ancora stordito dal brusco risveglio si trasforma, ma impiega qualche secondo prima di riuscire a mettere in moto il cervello e decidersi a uscire dalla finestra di quella stanza. Fortunatamente Plagg era abbastanza agitato, e in pochi istanti lui sente tutta l'energia e la lucidità che gli serve.

 

Questa volta Monarch ha elargito più di un potere. Illusione e viaggio nel tempo. Un bel problema. I colpi si susseguono pesanti, più di una volta sono entrambi costretti a proteggersi a vicenda per evitare di subire danni ingenti, colpiti da tremendi déjà-vu. A un certo punto sono costretti a rifugiarsi nel sottosuolo per cercare di elaborare un piano. E questa volta l'aiuto arriva diretto e chiaro dal Lucky Charm.

Senza alcuna spiegazione, l'alone rosso forma un portale al posto del solito oggetto da utilizzare. Lo attraversano per ritrovarsi davanti Bunnix.

Non è la vera eroina del coniglio. Sia lei che la tana sono solo uno sprazzo della possibilità che potrebbero avere contro quel nemico decisamente potente.

Come al solito Ladybug riesce a interpretare l'aiuto del potere della coccinella, e dopo un susseguirsi di scontri tra presente e passato davvero sfiancanti, pur non trovando il gioiello della volpe riescono a ottenere il Miraculous del Coniglio. Fisicamente! E prima di lanciare il potere riparatore, la forma illusoria di Bunnix fa intendere che il momento sia finalmente giunto. Così a scontro finito si presentando dinanzi ad Alix per chiederle il favore più grande della sua vita.

Uno dei Miraculous più potenti e pericolosi è finalmente al sicuro.

E Chat Noir vede finalmente sul volto sorridente della sua partner uno sguardo carico di speranza.

 

Anche lui è euforico per la loro vittoria. Monarch quindi non è riuscito a trasmettere tutti i poteri a distanza come aveva ipotizzato Ladybug. E se anche per altri Miraculous l'uso fosse solamente fisico, allora avrebbero avuto molte più chance di recuperarli! Anche Plagg è dello stesso avviso.

L'agitazione per quel risultato lo spinge a voler condividere con Marinette la sua felicità, anche se si era ripromesso di lasciarle spazio, e lanciando uno sguardo veloce all'orologio che segna le 23:46 si ritrasforma lasciando nuovamente quella stanza.

 

Eccola! È sveglia e sulla terrazza, e sta.. cantando?

La sua compagna intona una melodia allegra che raggiunge subito le sue orecchie feline, e il suo buon umore aumenta ancora.

È di spalle sulla sdraio con un blocco da disegno in mano, e non sembra averlo notato. Rimane per qualche minuto a contemplarla appoggiato all'esterno della ringhiera con aria sognante, finché decide che il momento di interrompere quella melodia spensierata è arrivato.

“Qualcuno è di buon umore!”

Lei abbassa il blocco da disegno voltandosi senza fretta. Il sorriso che gli regala è radioso, e gli occhi sono più luminosi che mai.

“Ciao Chat.”

Non sembra affatto sorpresa di vederlo. Che lo stesse aspettando? Ma no, che idea assurda!

“Si, oggi è stata una buona giornata.” Si alza avvicinandosi alla ringhiera. “E la tua? Anche tu sembri di buon umore.”

Lui assume un'espressione furba e maliziosa mettendosi in posa come un eroe dei film mostrando i muscoli. “Sono un grande supereroe, e oggi sono stato gattastico!”

La sua risata li avvolge. “Oh, quante arie ci diamo!”

“Ehi! Abbiamo ottenuto una grande vittoria oggi! Dovrebbero crearci un altro monumento!” Mette un finto broncio come un bambino a cui è stata negata una caramella, per poi sorridere di nuovo allo scoppio di una nuova risata di lei. “E dai Marinette! Lo so che in fondo sei una mia grande fan.”

Si asciuga una lacrima per l'eccesso di risa, rimandandogli uno sguardo sornione. “Oh, e da quando sarei una tua fan?”

“Beh, cara la mia principessa, ma dal momento in cui ti ho salvato la prima volta!”

Lei si avvicina appoggiando un dito al mento fingendo di pensarci. “Si è vero. Mi hai salvata diverse volte.”

“E quindi non sono il tuo supereroe purreferito?”

Lo fulmina con lo sguardo, avvicinandosi ancora con un sorriso di sfida. “Allora vorresti un premio, oh grande eroe?”

Questo tira e molla di sguardi, frecciatine e battute lo sta talmente intrigando che non vorrebbe mai smettere. Lei è stupenda in una veste che non sia quella della timida compagna di classe. “Ovvio! Me lo merito!”

Marinette mette le mani sui fianchi con sguardo deciso. “Bene! Allora chiudi gli occhi, così posso mostrati il tuo premio.”

Convintissimo che l'avrebbe spinto dalla ringhiera, si appoggia con i gomiti tenendosi alla barra di metallo prima di chiudere i suoi occhi da gatto per stare al gioco. Era pronto a tutto!

La sente avvicinarsi, le mani che lentamente toccano il suo viso, e.. le sue labbra che con timore sfiorano le sue rimanendo immobili per diversi attimi infiniti. Gli erano passate per la testa un milione di cose, ma quella no! Marinette lo stava baciando! Sgrana gli occhi aspettandosi di vedere l'espressione divertita della sua compagna di classe, invece lei teneva gli occhi serrati e un'aria di timore.

Oh Mari..

Accetta il bacio senza pensarci, e un po' impacciato risponde al gesto, raddrizzandosi quel tanto che basta a cingerle la vita per avvicinare anche i loro corpi separati soltanto dal freddo metallo della ringhiera. In quel momento, sentendola rilassarsi sotto al suo tocco, lui non si sente Chat Noir. E non si sente nemmeno Adrien Agreste. In quella piccola bolla che appartiene a loro, lui è solo il ragazzo più felice dell'intero cosmo. Lei porta le braccia sopra le sue spalle affondando le dita nei suoi capelli, mentre la sua fragranza li avvolge facendo perdere ancora di più il senno al povero ragazzo, che in tutta risposta rende ancora più audace quel bacio che probabilmente dura da diverse ore. I respiri si fanno più pesanti mentre i fiati si mescolano danzando in perfetta armonia, finché entrambi ansanti non terminano quel contatto con i cuori che rischiano di esplodere. Senza aprire gli occhi, Chat appoggia la fronte alla sua, portandosi le mani delicate dell'amica al petto.

Ora, la lucidità e la consapevolezza tornano nella sua mente, e si rende conto di quanto quel gesto fosse stato.. sbagliato. Lo voleva con tutto se stesso, ma non in quel modo. Non mentre lui vestiva i panni del suo alter ego. Ora capiva che Chat Noir è stato il motivo per cui Marinette stava avendo dei ripensamenti su Adrien. E tutto questo è tristemente ironico. La maledizione del gatto nero.

Perso nei suoi pensieri non si accorge del leggero allontanamento del viso della sua compagna, tenendo ancora gli occhi chiusi e assumendo un'espressione triste.

“Chat..”

Il suo nome sussurrato dalle splendide labbra di Marinette lo scuote, portandolo a guardarla addolcendo leggermente l'amaro che sentiva.

“Sono proprio un eroe fortunato..”

E senza pensarci un attimo di più, si slancia all'indietro, allontanandosi velocemente da quella terrazza che poco prima gli aveva permesso di vivere un sogno meraviglioso.

 

Affondando la testa nel cuscino rilascia la trasformazione, rimanendo immobile nell'oscurità della sua stanza.

“Mmmmm! Alloooora?? Com'era questo Camambert??”

“Lasciami stare Plagg. Non è il momento.”

“Ma come? Non è quello che volevi? Che lei si accorgesse di te?”

“Si. Di me però. Non di Chat Noir.”

“La differenza è davvero sottile.”

“Ma lei non lo sa. E ora mi trovo in un gran bel guaio.”

“Non dire così Adrien.”

“Ah no? E dimmi, cosa dovrei fare? Tornare da lei, togliere la maschera e sperare che tutto vada per il verso giusto?”

“No. Io stavo pensando a qualcosa di più.. stagionante!”

“Ancora i tuoi discorsi sul formaggio..”

“NO MOCCIOSO, ASCOLTA! Adesso la tua fetta di Camambert crede di essere finita nel piatto giusto. Giusto?”

“Hm, credo di si.”

“Bene, allora ti basta farle capire che il piatto giusto è un altro, e lei si è semplicemente persa.”

“Non ho testa per i tuoi enigmi Plagg. Ti prego, se vuoi darmi un consiglio, fallo e basta.”

Il Kwami si fionda a prendere un pezzo di formaggio nel suo armadietto,

“Questo delizioso formaggio ora è la tua Marinette.”

Con uno sbuffo infastidito, Adrien li alza a sedere per guardare quell'esserino volante.

“Adesso io, che sono Chat Noir, lo tengo tra le mie braccia amandolo come se non esistesse altro. Mi segui?”

“Si..”

“Bene. Ma se io dico a questa fetta di essermi sbagliato perché in realtà il mio cuore è di un'altra fetta, lei si ritroverà sola. Giusto?”

“Plagg, dove vuoi arrivare?”

“Oh, insomma! Adrien, devi dirle come Chat Noir che tra voi non può esserci niente, così tu potrai farti avanti per consolarla!”

“Ma è da meschini! E poi, se in tutto questo tempo ha perso interesse per me, è perché forse non riesce più a vedere quello che sono.”

“Ed è proprio qui che volevo arrivare! Forse adesso Codini pensa di essere innamorata dell'affascinante, irriverente e seducente Chat Noir, ma non sa che in realtà sei tu! Quindi ti basterà comportarti come lui quando sei con lei, e il gioco è fatto!”

“Non so Plagg. Non mi sembra una cosa giusta da f..”

“SMETTILA DI PIANGERTI ADDOSSO MOCCIOSO! Se vuoi davvero che Marinette si innamori di nuovo di te, allora devi mostrarle tutto te stesso! Beh, a parte il supereroe chiaramente.”

Adrien si rituffa sui cuscini pensando alle parole del felino. Non ha tutti i torti. Fin'ora tutti quanti hanno sempre conosciuto la parte impeccabile e impostata pretesa da tutta la vita da suo padre. Nessuno conosce davvero la sua anima ribelle e giocosa. Forse, se davvero si mostrasse per come vorrebbe essere in realtà, allora Marinette potrebbe innamorarsi ancora di lui. Sorride nell'oscurità.

“Grazie Plagg. Ci dormirò su.”

“Puoi sempre contare su di me, ragazzo.”

 

 

Angolino. Se state seguendo questa storia, devo delle scuse a ognuno di voi. Purtroppo il tempo è poco, e cercare di seguire sia gli eventi fin'ora rilasciati della quinta stagione che quello a cui avevo pensato inizialmente sta diventando davvero complesso. Però l'ho promesso, e questa la finirò!

Grazie per essere arrivati fin qui!

Bix

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Capitolo 7
*** VII ***


Codardo.

In questi ultimi giorni di prigionia in casa sua non ha fatto altro che nascondere la testa sotto alla sabbia come fanno gli struzzi.

Ha pensato e ripensato a quel bacio, a quali delle sue parole abbiano fatto intendere che il suo alter ego fosse interessato a lei. Ma più pensava, più non riusciva a darsi una risposta.

Plagg in tutto questo non è riuscito a essergli di nessun aiuto, asserendo che i Kwami non conoscono i sentimenti umani. Bella comodità.

L'indomani sarebbe finalmente tornato a scuola dai suoi compagni, ma prima di affrontarla come Adrien doveva assolutamente risolvere la cosa da Chat Noir. Si è preparato diversi discorsi, uno meno convincente dell'altro, ma doveva tentare a costo di far terminare la loro amicizia.

E in quel momento, nell'oscurità della sua stanza, l'attesa era finita. Doveva rimediare assolutamente ai suoi danni istintivi.

 

* * *

 

Il secondo rintocco lo scuote dal suo stato di trans. Ha passato un'ora d'orologio a guardarla mentre lei passava dalla sdraio alla ringhiera della terrazza con aria sconsolata. Non poteva più attendere. Ora o mai più, e come andrà a finire dipenderà solo da lui.

Sente l'animo pesante come un macigno mentre la loro distanza si accorcia. Mai avrebbe pensato di potersi sentire tanto frustato e al contempo meschino e ipocrita per quello che stava per fare.

Un piede, e poi l'altro. Il pavimento della terrazza gli sembra una lastra di ghiaccio. Fatti forza, Adrien.

“Ciao Marinette.” Un sorriso colmo di tristezza è l'unica espressione che riesce ad avere in quel momento. “Mi spiace non essere più riuscito a passare.”

Lei al contrario, si volta con un sorriso radioso, gli occhi blu che rilucono come se fossero cosparsi di stelle. Gli si chiude lo stomaco.

“Chat! Dov'eri finito? Ho iniziato a pensare di averti messo in imbarazzo!”

Dio, è così bella e spontanea! Come può anche solo pensare di farle una cosa del genere?

“In effetti, è stato proprio così.” Niente da fare. Non riesce proprio a farsi spuntare un sorriso decente sul volto. “Ed è anche per questo che sono qui adesso. Per.. parlarne.”

La perplessità offusca lievemente la radiosità del volto della sua compagna. “Cosa vuoi dire?”

“Che..” Forza Adrien, ce la puoi fare. Prende fiato. “Che anche se sono stato davvero sorpreso e lusingato del tuo gesto, ecco.. in realtà non avrei dovuto ricambiarlo.”

Le sue orecchie si abbassano come se fosse stato appena sgridato, mentre il sorriso di Marinette si spegne così come il luccichio che prima aveva reso quegli occhi meravigliosi più di due gemme preziose. Anche lei abbassa lo sguardo lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.

“Cosa stai dicendo..?” La sua voce è poco più di un sussurro, ed è come una pugnalata al cuore.

“Sto dicendo che mi sono fatto prendere dal momento, e ne ho approfittato. Ma non voglio illuderti Marinette, e mi dispiace davvero se invece posso averti dato un'idea sbagliata.”

“Cosa vorresti dire con idea sbagliata?” La sua voce è leggermente tremante.

Vai fino in fondo. “Marinette, Mari.. sei una ragazza davvero in gamba, e sono stato molto bene in tua compagnia. E per questo, non vorrei averti dato l'impressione..”

“L'impressione di cosa.” La voce di lei ora è atona. Dura. Vorrebbe sprofondare.

“Hm! Beh, ecco.. si, insomma.. non vorrei che ti avessi fatto pensare, sai..” Devi continuare Adrien, anche se fa male. “.. di essermi innamorato di te.”

“Non ti sembra un po' tardi per questo?”

“Tu.. non mi conosci. Non sai chi o cosa sia sotto a questa maschera..”

“NON M'IMPORTA!” Il suo viso rigato dalle lacrime lo guarda, furioso. “Pensi che m'importi? Mi hai sempre mostrato io tuo carattere, ed è per questo che io.. che io..”

Devi essere duro con lei. Le si avvicina lentamente, ascoltando quel pianto che diventa più isterico di attimo in attimo. Le afferra le spalle con gentilezza, obbligandosi a tenerla ferma mentre cerca di divincolarsi dalla sua stretta. È arrivato il momento di finirla, anche se sa benissimo che se un domani la sua maschera dovesse cadere, lei l'avrebbe odiato per sempre. Sono proprio un ipocrita doppiogiochista.

“Marinette, ascolta.” Cerca di addolcire il tono il più possibile. “Ricordi la conversazione sui nostri sentimenti?” Lei annuisce tra le lacrime. “Bene. E ti ricordi che ti ho confidato di essere innamorato di una ragazza?” Un altro assenso. “Questo non è cambiato. Con te mi sento a mio agio Marinette, e sei un'ottima amica. Non era mia intenzione approfittarmi di te. O illuderti. Devi credermi.”

“Per-perché o-ogni volta che-che mi sento felice de-deve sempre andare così?”

Il suo pianto disperato lo spinge a cingerle le spalle per serrarla in un abbraccio, mentre anche lui inizia a sentire gli occhi inumidirsi sotto la maschera. È straziante vederla così, e ancora di più perché è lui a causarle quel dolore.

“S-sono pro-proprio una ragazza patetica..” Lei si fa piccola in quell'abbraccio che cerca comunque di trasmettergli un po' di conforto. “Sono u-un vero disa-disastro con le relazioni..”

“Mari..” Anche la sua voce è roca. “Non sei un disastro. Sei una ragazza forte e coraggiosa. Ammiro la tua determinazione e come sei in grado di aiutare gli altri. L'ho visto. Sono sicuro che riuscirai a essere felice, se te ne darai ancora l'occasione.”

Marinette non risponde. Continua a piangere tra le sue braccia, finché poco a poco i singulti si placano, rilassando leggermente le spalle. I secondi diventano minuti, e quando anche le sue lacrime si placano sente di volere ancora una piccola speranza.

“Posso chiederti una cosa Marinette?” Semplicemente annuisce ancora nascosta sul suo petto. “So che non sono affari miei, ma potresti dirmi come si chiama il ragazzo di cui mi hai parlato? Quello che ti ha dato l'impressione di volersi dichiarare?”

“Perché vuoi saperlo?”

“Beh, mettila così. I gatti sono curiosi.” Non ha smesso di sentirsi male, per questo il suo tono è normale, e non giocoso. Semplicemente vorrebbe lasciarla senza il rischio che venga presa di mira da Monarch. Se c'è una cosa di cui lui e Ladybug continuano a essere sicuri, è che il loro nemico continua a prendere di mira le emozioni negative. E lui non può smettere di essere Chat Noir nemmeno in quella scomoda situazione.

Lentamente lei cerca di scostarsi per spostare lo sguardo lontano dal suo. “A-Adrien..”

Il suo nome sussurrato con titubanza, gli da una lieve speranza. “Credi che non potresti provare a dargli una chance? In fondo, se davvero hai provato questi sentimenti per lui una volta, non è detto che ora non possano tornare, e magari rinforzarsi.”

“Non lo so Chat.. Ho fatto tanti errori a causa dei miei sentimenti..”

“Ehi, agli errori si rimedia, e tu sei una ragazza straordinaria! Vedrai che andrà tutto bene.” Azzarda un leggero bacio sulla sua fronte, prima di prenderle il mento per farsi guardare di nuovo negli occhi. “Sono sicuro al cento per cento che le cose miglioreranno, adesso che anche lui si è accorto dei suoi sentimenti per te.”

“Come fai a esserne sicuro? Posso aver frainteso tutto e essermi costruita un altro castello in aria..”

“Mettila così. Puro istinto felino.” Finalmente riesce a concedersi un sorriso. E lei sembra leggermente più serena.

“Va bene Chat. Proverò a fare un tentativo.”

“Bene.” Ora può lasciarla. Non dovrebbero esserci più pericoli. “Mi perdoni Marinette? Per averti ferita?”

Silenzio.

Poi, volgendo lo sguardo verso la città, annuisce con un lieve e triste sorriso.

“Meglio che vada ora. Posso lasciarti, tranquillo che non ti accadrà nulla?”

Lei ha un leggero sussulto, spalanca gli occhi come se avesse appena compreso qualcosa di importante, poi si volta verso di lui distendendo il volto in un sorriso leggero. “Si. Sarò al sicuro. Te lo prometto.”

“Allora, buonanotte Marinette.”

Con un salto sparisce dalla sua vista e da quella terrazza che in pochi giorni ne ha viste e sentite di tutti i colori.

 

* * *

 

Si getta sul letto osservando il soffitto. Rilascia la trasformazione senza cambiare posizione.

“Adrien..”

Plagg gli si avvicina lentamente, quasi non sapesse cosa dire.

“Hai sentito tutto come al solito, vero?”

“Si.”

“Credi che abbia fatto la scelta giusta?”

“Solo il tempo te lo dirà, ma in questo caso non potevi fare in altro modo.”

Le lacrime tornano a rigargli il volto.

“È così ingiusto Plagg! Perché deve essere sempre tutto alla rovescia?”

Il piccolo Kwami si appoggia sul suo petto, appallottolandosi e facendo le fusa.

“Che stai facendo adesso?”

“Ho imparato nei secoli che questa cosa è di conforto agli esseri umani. Vedrai che andrà meglio, Adrien.”

E lui si abbandona a un pianto silenzioso, portando un braccio a coprirsi il volto mentre il leggero tremolio del gatto nero lentamente lo tranquillizza, facendolo sprofondare in un sonno senza sogni.

 

 

Angolino. O non pubblico mai, o ne faccio fuori uno vicino all'altro! Chiedo venia. Personalmente ho pianto con loro, anche se negli episodi usciti fin'ora questo si è già visto. Spero di non impiegare troppo tempo a pubblicare il prossimo capito.

Come sempre, grazie per seguire questa piccola cosa.

Bix

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