Erede Di Corvonero

di Soleyl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Trama e Personaggi ***
Capitolo 2: *** Prologo ***
Capitolo 3: *** Capitolo 1 - La Bacchetta ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2- Viaggio In Treno ***
Capitolo 5: *** Capitolo 3 - Lo Smistamento ***



Capitolo 1
*** Trama e Personaggi ***


TRAMA COMPLETA

Octavia è la figlia di Rebastan Lestrange, un mago purosangue ed uno dei più fedeli seguaci del signore oscuro. Lei ha solo due anni quando suo padre viene rinchiuso ad Azkaban, assieme agli zii Rodolphus e Bellatrix per aver utilizzato la maledizione Cruciatus sugli Auror Frank e Alice Logbottom.

Con sua madre che morì il giorno della sua nascita in circostanze misteriose, la bambina rimane senza famiglia. Essendo apparentemente gli unici parenti benestanti ancora in vita, il ministero decide di affidarla ai suoi lontani zii: i Malfoy. La bambina cresce, venendo istruita con gli stessi ideali che suo padre per molti anni aveva inseguito. Ma nonostante il tentativo di Lucius e Narcissa, sente dentro di se di non appartenere completamente a quel mondo. La ragazza non riesce ad accettare le tradizioni senza porsi un’infinità di domande. La curiosità ed il dubbio fanno da sempre parte del suo carattere, e uno volta arrivata ad Hogwarts scoprirà il perché. Inoltre, dimostra di possedere la magia fin dalla tenera età, cosa rara nel mondo dei maghi, eppure nessuno sembra rendersi conto della sua forza fino a quando non inizia a studiare nella scuola scozzese. Ma da dove viene tutta quella magia? Da suo padre purosangue? O magari viene dalla famiglia di sua madre, della quale non sa nulla? Nuove rivelazioni riguardo al suo passato e alla sua famiglia, un destino che per tutti sembrava scritto, verrà stravolto sin da subito.

p.s. La protagonista ha un anno in più di Harry, quindi la storia partirà da un anno prima dell’arrivo del golden trio ad Hogwarts. Ci sarà da subito la presenza di personaggi secondari appartenenti alla saga, come Cedric, alcuni dei fratelli weasley, Tonks, ecc…

SCHEDE PERSONAGGI

Personaggi Nuovi

Marie Avgeropoulos as Octavia Lestrange

Marie Avgeropoulos as Octavia Lestrange

Anno: Primo Anno

Casata: Corvonero

Altre caratteristiche: Purosangue, Discendente di Maghi oscuri. Dotata di grande potere magico e un potenziale paragonabile a quello dell'erede di Serpeverde. Predilige lo studio di incantesimi, trasfigurazione e pozioni, ma si applica egregiamente in tutte le materie. Ha un talento innato per il volo e l'astronomia. Nonostante ciò che le viene insegnato dalla propria famiglia, non si fa troppi problemi a mettere tutto in discussione a causa della sua grande curiosità. 

Will Tudor as Brayan Nott

Will Tudor as Brayan Nott

Anno: Primo Anno

Casata: Grifondoro

Rapporto con la protagonista: Rivalità

Altre caratteristiche: Purosangue, Discendente di Maghi oscuri, (per chi ha letto i libri) fratello maggiore di Theodore. Si applica a tutte le materie, prediligendo il volo e difesa contro le arti oscure. Cerca di eccellere negli studi per rendere orgoglioso suo padre. Per questo non va d'accordo con Octavia che sembra fare sempre meglio di lui, rendendolo un eterno secondo. (*sì ok sono cattiva nella descrizione, ma io stessa non lo sopporto per ora.. nella storia gli ho dato un carattere che me lo fa odiare.. vedrò se dargli un po' di redenzione più avanti*)

Peyton e Spencer List as Nathalie e William Rosier

Peyton e Spencer List as Nathalie e William Rosier

Anno: Primo Anno

Rapporto con la protagonista: Amicizia

Casata Nathalie: Tassorosso

Altre caratteristiche Nathalie: Purosangue, Discendente di Maghi oscuri deceduti. Dolce, comprensiva, socievole e leale. Un po' goffa, a volte presa di mira. Predilige lo studio dell'erbologia. è una persona che soffre in silenzio dando priorità ai sentimenti degli altri.

Casata William: Serpeverde

Altre caratteristiche William: Purosangue, Discendente di maghi oscuri deceduti fratello gemello di Nathalie. Introverso, taciturno, ambizioso e arguto. Anche lui, come la sorella, viene preso di mira e soffre in silenzio. Predilige lo studio di storia della magia. Ha una profonda ammirazione per Octavia, in quanto uno dei pochi a sapere fin dall'inizio dell'incredibile potere della ragazza.

*Sì ragazzi, i personaggi che ho creato io sono tutti figli di mangiamorte, ma hey! quelli secondari che conoscete già (e che seguono) sono tutti da famiglie di maghi buoni quindi dovevo mettere un po' di pepe xD*

Personaggi Conosciuti

James e Oliver Phelps as Fred e George Weasley

James e Oliver Phelps as Fred e George Weasley

Anno: Secondo Anno

Casata: Grifondoro

Rapporto con la protagonista: Complesso. Tutta la loro famiglia è diffidente verso di lei a causa del suo cognome e dei  Malfoy. Fred si ammorbidisce in seguito ad alcuni eventi della storia. George è più riluttante ma non le mostra in ogni caso nessuna ostilità.

Altre caratteristiche: Purosangue, ma a loro non interessa. Figli di due genitori amorevoli e improntati al bene. Amano gli scherzi. Diventano battitori di Grifondoro in questo anno scolastico. Si interessano alle materie scolastiche soltanto quando esse possono insegnare loro incantesimi, maledizioni o pozioni che possano essere divertenti. Possono essere considerati, per certi versi, l'opposto di Octavia, ed è per questo che lei spesso si trova ad ammirare la libertà e la totale noncuranza che hanno delle regole.

Robert Pattinson as Cedric Diggory

Robert Pattinson as Cedric Diggory

Anno: Secondo Anno

Casata: Tassorosso

Rapporto con la protagonista: Amicizia

Altre caratteristiche: Purosangue, Anche lui non ci da peso. Leale, amichevole. Con un talento nel volo e un'ottima padronanza nelle trasfigurazioni. Vede sempre il lato migliore delle persone, ed è l'unico a non dar mai peso alle origini di Octavia ed al suo cognome.

Natalia Tena as Ninfadora Tonks

Natalia Tena as Ninfadora Tonks

Anno: Settimo Anno

Casata: Tassorosso

Rapporto con la protagonista: Cugina.

Altre caratteristiche: Mezzosangue, figlia di una purosangue ed un nato babbano. Nonostante la sua natura amichevole, è ostile verso chi ha un pregiudizio legato alle sue origini. Possiede l'abilità di una Metamorfomagus. Un po' goffa, ma abile soprattutto nei duelli.

Tom Felton as Draco Malfoy

(Non metterò anno e casata perchè lui non frequenta ancora Hogwarts in questo primo libro)

(Non metterò anno e casata perchè lui non frequenta ancora Hogwarts in questo primo libro)

Rapporto con la protagonista e altre caratteristiche: Sono cugini. Essendo cresciuti insieme hanno un rapporto fraterno. All'interno della storia, lui è la persona a cui è più legata e la persona che la stima di più. A tratti sembra essere anche l'unico che la conosce bene. Sa sempre cosa sua cugina sceglierà e la appoggia in tutto. La presenza della protagonista porterà un significativo cambiamento nel suo carattere. Rimane ambizioso, arguto, intraprendente, a tratti arrogante e viziato, ma volendo prendere esempio dalla cugina, non sarà sempre del tutto convinto che i purosangue siano superiori ai mezzosangue o ai nati babbani, in quanto Octavia stessa non sembra esserlo.

Altri personaggi Marginali

Professoressa Rowanock: insegnante di Difesa contro le arti oscure

Aurora: Madre della protagonista, morta dopo la sua nascita.

Gildor: Elfo domestico della protagonista.

Percy e Charles Weasley (Rispettivamente, Quarto e Settimo anno.)

Ketie Bell: Primo anno, Grifondoro
ChoPrimo anno Corvonero

GLI ALTRI PERSONAGGI SONO TUTTI BEN DESCRITTI NEI LIBRI.

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Capitolo 2
*** Prologo ***


PROLOGO
1979
Le urla di dolore della donna si espansero per tutto il corridoio. Era notte fonda, fuori, la quiete tipica della primavera minacciava di essere interrotta da un momento all'altro. L’ospedale era l’unico edificio presente, che rischiarava tramite le luci al suo interno, le tenebre che avvolgevano quel quartiere. Quei rumori strazianti continuarono per una decina di minuti, prima di cessare di colpo e venir sostituiti dal pianto di un infante. L’intera famiglia se n’era andata da qualche giorno, lasciando Aurora da sola con Gildor, un elfo domestico alquanto giovane che si era occupato di portare la ragazza incolume fino alla sala parto e che era rimasto fuori in attesa di ordini da seguire da parte della sua padrona.

“è una bambina” la avvisò avvicinandosi l’anziana signora, che portava un camice bianco, sporcatosi in seguito al parto della giovane. La girò verso di lei in modo che la strega potesse vedere sua figlia per la prima volta. Gli occhi color ghiaccio della neonata si scontrarono con quelli del medesimo colore della madre che sorrise ampiamente “come volete chiamarla?”.

“Octavia” sussurrò sfinita la diciannovenne mentre le palpebre le divennero pesanti “il suo sarà il nome di una guerriera” prese fiato mentre le forze le mancavano “posso prenderla in braccio?”.

“siete troppo stremata, rischiereste di farla cadere. Si riposi, la potrà tenere dopo. Dico all’elfo di chiamare i signori Lestrange.” proclamò subito l’infermiera mentre un brivido le percorreva la schiena. Le era stato detto chiaramente di avvisarli non appena fosse nata e non aveva alcuna intenzione di disobbedire, conoscendo la loro fama.

Non ci sarà un dopo. Pensò la giovane. “la prego” sussurrò implorante mente una lacrima le rigò la guancia sinistra. Il suo unico desiderio era stringerla almeno una volta. L’anziana fu sorpresa e, dopo essersi guardata intorno esitante, la accontentò. Aurora la portò al suo petto e, mentre sentiva il marchio nero pulsare sul suo braccio, le lasciò un lungo e tenero bacio sulla piccola fronte. Fu’ allora che vide tutto. Tanti piccoli flash le occuparono la mente.

Le apparve una bambina di pochi mesi, che ridendo faceva volare gli oggetti attorno a sé, manifestando segni di magia nonostante l’età incredibilmente precoce.
Vide la stessa bambina a 7 anni, mentre leggeva un libro sdraiata per terra, con un’altra decina di libri messi in una pila al suo fianco: essi variavano negli argomenti, dagli incantesimi alle pozioni, dalla trasfigurazione alle arti oscure.

La vide poi a 9 anni mentre allungava la mano verso la spazzola che si trovava dall’altro lato della stanza. La piccola ridusse gli occhi in due fessure come per concentrarsi e poi pronunciò “accio”. E senza l’utilizzo di alcuna bacchetta, la spazzola volò nella sua mano. L’utilizzo degli incantesimi senza bacchetta era qualcosa di difficile da ammaestrare persino per i maghi esperti. Eppure oltre all’incantesimo di appello, la vide domare egregiamente tutti gli incanti più facili.
La vide poi ad 11 anni mentre, con la propria divisa, prendeva l’Hogwarts Express. La vide nel corso della sua adolescenza, mentre diventava incredibilmente potente.

Vide tutta la vita della neonata in un secondo e semplicemente sorrise. Sorrise perché sapeva con certezza che la bambina non sarebbe cresciuta sotto la cattiva influenza del padre e che qualunque fosse stata la sua scelta di vita, l’avrebbe presa da sola. Se avesse scelto di unirsi ai maghi oscuri, lo avrebbe fatto per convinzione personale, se avesse deciso di schierarsi con i buoni, lo avrebbe fatto per lo stesso motivo.

Mentre l’infermiera le prendeva dalle braccia la neonata, la strega si addormentò rassicurata dal fatto che sua figlia poteva farcela anche senza di lei. La magia scorreva nel sangue della piccola come mai aveva visto prima di allora. Qualunque cosa fosse successa, sarebbe stata in grado di difendersi.
Quella stessa notte, mentre la natura sembrava ribellarsi attraverso una tempesta, ed uno stormo di corvi volavano nervosi sopra l’ospedale producendo rumori sempre più assordanti, la donna morì in circostanze misteriose. Il suo corpo fu’ trovato ai piedi del letto privo di vita. L’autopsia rivelò che la causa della morte fu il veleno di basilisco, estremamente raro, che sembrava esserle stato iniettato tramite una siringa, venne quindi aperto un fascicolo dal ministero per l’omicidio di Aurora Lestrange. Nessun colpevole però fu’ mai trovato ed il caso rimase irrisolto.

Passarono 11 anni da quel giorno e tutto ciò che fino ad allora era stato predetto si avverò. Rebastan venne incarcerato ad Azkaban quando la piccola aveva 2 anni. Fu cresciuta da Lucius e Narcissa Malfoy che si presero cura di lei, insegnandole ogni regola che una famiglia purosangue avrebbe dovuto, a loro avviso, seguire. Tuttavia la ragazza, nonostante non esternasse mai i suoi dubbi, non arrivò mai a condividere a pieno il disprezzo nei confronti dei babbani e dei maghi nati da essi. Col passare degli anni il cugino Draco, pieno di ammirazione, si convinse che lei rispecchiasse perfettamente ciò che ogni mago aspirava a diventare. Lucius di tanto in tanto spendeva qualche elogio per lei, sottolineando la grande intraprendenza ed ambizione della ragazza, cosa che a suo avviso aveva tra l’altro ereditato dal padre, di cui le aveva ormai raccontato tutto. Al contrario, nessuno le parlò mai della madre, nonostante le sue continue domande. Almeno, fino al giorno del suo arrivo ad Hogwarts, quando tutto iniziò a cambiare grazie ad una misteriosa serie di diari che qualcuno sembra averle lasciato. Ed è proprio qui, che inizierà questa storia.

Nota dell'Autrice
Buongiornooooo.. eccoci qua col prologo della storia. ho detto che aggiornerò una volta a settimana ma ovviamente non potevo lasciarvi solo con trama e personaggi, almeno il prologo per farvi capire meglio come sarà la storia dovevo postarlo.. grazie per i commenti che mi lasciate sia su EFP che su Wattpad, sono apprezzatissimi :D

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 1 - La Bacchetta ***


CAPITOLO 1 - La Bacchetta

I raggi del sole filtravano dalla finestra da ormai qualche ora. La piccola strinse forte le coperte di seta del suo letto, rigirandosi in esso, con l’intento di dormire almeno un po’. Aveva passato tutta la notte insonne a causa dell’emozione. Quel giorno era il suo compleanno. Non le piaceva affatto festeggiarlo, ma quella volta era diverso: compiva 11 anni e qualche settimana prima le era arrivata la lettera di Hogwarts, il che significava che sua zia Narcissa l’avrebbe portata a Diagon Alley, per poter acquistare la sua prima bacchetta.

“s-signorina Octavia” la richiamò una voce proveniente dalla porta “i s-suoi zii la attendono p-per la colazione”.

Con un colpo di reni, alzò il busto mettendosi seduta sul letto e con estrema calma lo guardò “Dov’è Gildor?” chiese infine alzandosi.

“G-Gildor è in cucina s-signorina Octavia. Per questo i padroni hanno m-mandato Dobby a svegliarla” spiegò il piccolo elfo.

“va bene. Avvisa i miei zii che arrivo subito” ordinò.

La creatura sussultò e sparì oltre la soglia della porta. Lo sguardo della strega rimase fisso nel punto da cui era sparito l’elfo, mentre un ricordo di qualche anno prima le tornava in mente.

 

“S-signorina Octavia!” la salutò allegramente.

“ciao Dobby, come sta andando la tua nuova vita?” chiese calma e parlandogli con lo stesso tono che riservava agli amici. La sua voce sembrava diversa dalla attuale, un po’ più matura. Intorno a loro c’era un enorme cucina, piena zeppa di altri elfi che erano concentrati su ciò che facevano: stavano preparando le più varie pietanze, e dalle quantità sembravano destinate ad alcune centinaia di persone.

“b-bene signorina. D-Dobby la ringrazia per il suo interessamento. E-e Dobby è molto felice che la signorina Octavia non sia arrabbiata con lui dopo quello che è successo col s-signor Malfoy” spiegò dolcemente mentre muoveva le mani tra di loro.

“perché dovrei essere arrabbiata? Ricordi? Sono stata la prima a dire che un giorno saresti stato libero” sorrise dolcemente mentre la creatura ricambiava con un accenno timido.

 

Era stato un sogno ovviamente. Eppure a volte le sembrava che ci fossero troppe cose reali. Come ad esempio il fatto che avesse visto in faccia ogni singolo elfo presente in quella stanza: nei sogni solitamente si vedono solo persone o creature già viste in precedenza e quello non era il suo caso.

Nonostante quei dubbi però, rimase scettica sul fatto che potesse realmente accadere. Per quanto l’idea di vedere l'elfo libero non la infastidisse affatto, le pareva impossibile che uno come suo zio Lucius potesse concedere un tale privilegio a qualcuno che considerava il suo servo. Sia chiaro, Octavia non aveva nulla in contrario nel fatto di avere un elfo domestico al proprio servizio, ma i suoi zii li trattavano in modo fin troppo duro secondo lei. Li costringevano spesso a punirsi per il più piccolo sbaglio, anzi, a volte anche senza motivo.

Finì di vestirsi in fretta e finalmente uscì dalla sua stanza. Percorse il lungo corridoio per poi scendere le scale ed entrare nella sala da pranzo.

“buongiorno zii, buongiorno Draco” li salutò educatamente prendendo posto nel lungo tavolo, accanto a suo cugino che era posizionato alla destra di suo zio a capotavola.

“buon compleanno cugina!” disse il piccolo dandole una gomitata scherzosa. A quel gesto la ragazza rise lievemente, sotto lo sguardo annoiato di Lucius. Lei e Draco avevano soltanto un anno di differenza, ed essendo cresciuti insieme, avevano stretto un legame fraterno, nonostante non si assomigliassero molto caratterialmente.

“Buon compleanno” ripeté sua zia Narcissa accennando un sorriso.

L’uomo invece mantenne un tono serio “oggi compi 11 anni, è un passo importante. Sei pronta per ricevere la tua prima bacchetta?”.

“certo che sì. Finalmente potrò mettere in pratica tutto ciò che ho studiato nei libri di incantesimi e trasfigurazione che mi avete regalato” constatò ricomponendosi, con tono impassibile per poi aggiungere “ovviamente sotto la tua supervisione”.

L’angolo destro della sua bocca, si spiegò lievemente all’insù mentre rispondeva “certamente. Come sempre dimostri di avere una grande intraprendenza, Octavia”.

Annuì lievemente per poi dedicarsi alla colazione mentre il solito silenzio trovava spazio nella stanza. La verità era che Octavia non aveva affatto bisogno di supervisione, dal momento che ammaestrava già dai 9 anni ogni incantesimo base senza l’utilizzo di alcuna bacchetta. Ma visto che nessuno ne era a conoscenza, portò avanti quella recita. I suoi zii avevano già altissime aspettative su di lei a causa di alcuni 'incidenti' avvenuti qualche anno prima che avevano mostrato il potenziale della ragazza. L’unico a sapere quel suo piccolo segreto era il suo elfo domestico, Gildor.

La mattinata passò in fretta, e ben presto si ritrovò a Diagon Alley. Sebbene da fuori potesse sembrare incredibilmente calma, il suo cuore pareva poter uscire dal petto da un momento all’altro.

Alzò lo sguardo e si perse ad ammirare il negozio antico che si trovava di fronte a lei. Sembrava un posto piccolo e angusto. La vetrina era polverosa e in esposizione c’era un’unica bacchetta adagiata su un cuscino di porpora scolorito. Sopra la porta c’era un insegna d’orata con scritto <>.

“la scelta di una bacchetta è un momento incredibilmente dedicato e personale. Aspetto qui” sussurrò la zia appoggiandole delicatamente una mano sulla spalla con fare rassicurante. Annuì sorridendo ed entrò con calma. Il suo ingresso fu segnalato dal suono acuto di una campanella.

L’interno di quel posto dava la stessa impressione dell’esterno; con sua grande sorpresa, sembrava tutto incredibilmente vuoto, tranne che per un bancone vecchio ed una sedia dalle gambe esili. Le pareti invece, erano gremite di mensole che arrivavano al soffitto dove, impilate in straordinario ordine, vi erano riposte delle scatole al cui interno si trovavano le bacchette.

Dalla penombra del negozio si fece avanti un uomo anziano, i cui occhi sbiaditi sembrarono riconoscerla all’istante.

“ah sì, sapevo che prima o poi avrei fatto la sua conoscenza, Octavia Lestrange” esordì avvicinandosi, mentre in mano sembrava tenere un metro da sarto. Confusione invase la mente dell’undicenne. Come faceva ad averla riconosciuta? La risposta le fu presto rivelata “lei è tale e quale ai suoi genitori. Occhi e forma del viso di sua madre, naso e bocca di suo padre. Siete identica a loro” Si avvicinò misurandole immediatamente alcune parti del corpo come il braccio o la distanza tra l’ascella ed il ginocchio. Nel frattempo emozioni miste la invasero al commento che aveva udito. Assomigliava anche a sua madre? Nessuno glielo aveva mai detto prima. E mentre il metro rilevava la circonferenza delle sua testa e la distanza tra le narici, si accorse che l’uomo non lo stava più reggendo, anzi, stava estraendo una decina di scatole.

“è sufficiente” disse facendo fermare l’oggetto e tornando di fronte alla piccola. Estrasse la prima bacchetta per poi porgergliela. La ragazza la agitò lievemente ma non successe nulla. Non ebbe nemmeno il tempo di realizzarlo che ne aveva già in mano un’altra. Nemmeno stavolta successe nulla, anzi, sentì come una scossa dolorosa alla mano. E così fu anche per tutte quelle che le fece provare. L’ultima creò addirittura una scintilla che si schiantò al suolo. Gliela restituì massaggiandosi la mano a causa del dolore provocato.

“interessante” constatò lui, che sembrava averla presa come una sfida “tranquilla, troveremo quella giusta.”.

Si voltò verso le bacchette e le prese in mano per riporle. Nel sollevare anche le scatole, prese dentro al vaso di fiori che fungeva da unica decorazione al mobile. Esso scivolò, cadendo e dirigendosi verso il suolo. Octavia allungò la mano verso quella direzione e fermò la caduta prima che toccasse terra tramite la levitazione, posizionandolo poi nuovamente al suo posto.

Tornò a quel punto a guardare l’anziano che la stava osservando con aria sorpresa. Quest'ultimo stava per dire qualcosa, quando le luci del negozio si fecero più chiare. Si guardò intorno affascinato per poi voltarsi in direzione dell’angolo più nascosto della bottega. Da lì iniziò a provenire un lieve fruscio. Si diresse verso quel punto e sparì per qualche istante. Tornò con un'ulteriore bacchetta e, con non poca esitazione, la porse.

Una sensazione di calore invase la mano della maga appena impugnò l’oggetto, mentre i suoi capelli neri venivano scompigliati da un lieve vento. La alzò sferzando l’aria e una scia di scintille rosse e oro si sprigionò dall’estremità.

“bene, bene. Certo è interessante” commentò semplicemente quando tutto cessò.

“che cosa?” chiese curiosa.

“conosco molto bene il comportamento delle bacchette. Quelle provate in precedenza sembravano non essere in grado di sopportare la magia che percepiscono in lei” spiegò per poi indicare l’oggetto magico nelle sue mani “quella bacchetta è stata una delle prime che ho creato signorina Lestrange. 11 pollici, rigida, ricavata da un acero. Questo tipo di legno predilige streghe o maghi intelligenti ed ambiziosi: il suo prestigio e i suoi talenti crescono infatti con quelli del suo padrone.” Aveva già sentito parlare delle bacchette di Acero: possederla è uno status symbol in quanto aveva la fama di essere la bacchetta di persone di successo. L’anziano prese una pausa per poi continuare “le bacchette d’acero trovano raramente la loro compatibilità, questa era resa ancora più complicata dal nucleo di crini di thestral, più unico che raro e dai poteri straordinari. Negli anni è stata l’unica volta in cui io abbia utilizzato un nucleo tanto particolare” finì la spiegazione. “quando una bacchetta così potente sguscia fuori dalla sua scatola, perché riconosce il potere del mago prediletto, è chiaro che ci si possa solo aspettare grandi cose” sussurrò infine, continuando ad avere un tono di ammirazione “credo che sentirò parlare presto di lei”.

Si diresse poi verso la cassa e mentre la strega pensava a ciò che le era stato detto, sentì il campanello suonare nuovamente “fatto?” domandò sua zia Narcissa. La diretta interessata annuì solamente mentre le mostrava la bacchetta. Pagò ed insieme uscirono dal negozio ringraziando il fabbrica bacchette.

Si diressero poi verso il paiolo magico, dove li attendevano Lucius e Draco.

“posso vedere la bacchetta?” domandò il più piccolo non appena le vide arrivare.

Octavia la estrasse ridendo e gliela mostrò “caratteristiche?” domandò lo zio.

“11 pollici, rigida. Legno d’acero e.. nucleo di corde di cuore di drago” mentì con calma sotto il suo sguardo attento. I thestral erano creature generalmente disprezzate nel mondo dei maghi, perciò la ragazza decise di tenere quel particolare per se.

“Il legno d’acero è molto prestigioso. Ben fatto” si congratulò orgoglioso.

“io e papà nel frattempo ti abbiamo ordinato tutto il necessario per la scuola” la avvisò Draco.

Lei li ringraziò entrambi per passare poi il resto del pomeriggio a parlare della sua futura scuola. Toccarono anche l’argomento delle casate, e tutti loro sembrarono talmente convinti che la casata più adatta a lei fosse quella dei serpe verde, che anche Octavia stessa finì per convincersene. La casata dei purosangue. La casata dell’ambizione e dell’intraprendenza. Lei era una purosangue.. Lei era ambiziosa ed intraprendente, perciò credette che forse, alla fine, sarebbe davvero finita dove tutti dicevano. Eppure, in contrasto con ciò che aveva raccontato ai suoi genitori, se qualcuno avesse chiesto al piccolo Draco di descrivere la cugina con la prima cosa che gli fosse venuta in mente, l’avrebbe definita incredibilmente talentuosa ed intelligente. E tutti sapevano che, mentre il primo aggettivo poteva adattarsi a qualunque casata, il secondo apparteneva unicamente alla casata dei corvonero.

 

Angolo dell'autrice.

Rieccomi col primo capitolo! :D grazie a tutte le persone che hanno votato il prologo! Una mia amica che legge fanfiction, mi ha "rimproverata" per aver fatto sapere già nella scheda personaggi la casata di Octavia.. voleva che creassi suspance ma dal momento che il titolo della fanfiction è letteralmente "erede di CORVONERO"  penso che chiunque apra questa storia sappia già che la protagonista è, appunto, una Corvonero :') fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, e se trovate oggi questa storia, magari fatemi sapere cosa ne pensate anche della trama e del prologo <3 grazie a tutti quelli che commenteranno o voteranno :D

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Capitolo 4
*** Capitolo 2- Viaggio In Treno ***


CAPITOLO 2 – VIAGGIO IN TRENO

Era giunto l'1 settembre, Lucius e Narcissa avevano lasciato Octavia ai binari con la promessa di scrivergli ogni settimana per aggiornarli sui suoi risultati accademici. Le avevano persino regalato un gufo, così da non avere scuse.

Si erano poi intrattenuti a parlare con il signor Nott, anche lui era lì per accompagnare qualcuno: il figlio Brayan. Un bambino magro, dai capelli biondo cenere e gli occhi di chi prometteva guai.

Furono tutti sorpresi quando arrivarono anche i gemelli Rosier, maschio e femmina, che erano identici tra di loro eccetto per la lunghezza ed il colore dei capelli: la strega li aveva di un biondo acceso mentre il fratello tendeva più al castano. Octavia trovò quasi adorabile quando questi ultimi, in maniera goffa e per evitare di andare addosso ad una anziana signora che aveva una pila di libri in mano, inciamparono l'uno sull'altro, cadendo rovinosamente a terra. Dopo essersi guardata intorno, accorgendosi che gli altri stavano facendo finta di non conoscerli mentre gli adulti tenevano un'espressione corrucciata nella loro direzione, alzò gli occhi al cielo per poi farsi avanti ed aiutarli ad alzarsi, raccogliendo anche qualche oggetto che era caduto assieme a loro. Nathalie, così si chiamava la gemella, arrossì violentemente per l'imbarazzo nascondendosi dietro al fratello che, dal canto suo, sorrise lievemente nella direzione di Octavia, grato che la ragazza li avesse aiutati.

Entrambi i gemelli Rosier avevano la sua stessa età, così come Brayan, erano consapevoli quindi che avrebbero frequentato le stesse lezioni. Tutti loro venivano da famiglie purosangue, perciò si conoscevano da qualche anno. Nonostante questo, la giovane strega sapeva di loro soltanto le basi. Brayan Nott aveva un fratello minore dell'età di Draco di nome Theodore; la loro madre era morta quando erano molto piccoli. Nathalie e William invece avevano perso i genitori nella prima guerra dei maghi, entrambi erano seguaci del signore oscuro.

I quattro giovani avevano deciso di comune accordo di trascorrere il viaggio per Hogwarts insieme, soprattutto per far contenti il padre di Nott e Lucius. Arrivati al vagone dei loro coetanei, che salutarono Brayan con fare amichevole, notarono però che c'erano solo due posti liberi. Il diretto interessato si sedette senza indugio e invitò soltanto Octavia ad accomodarsi, ignorando completamente gli altri due e, anzi, rivolgendo loro un sorriso di pura presa in giro. Trovando di cattivo gusto quel gesto, la giovane Lestrange aveva rifiutato educatamente per poi voltarsi in cerca di un altro vagone.

"N-non devi per forza venire con noi.. io e mio fratello possiamo trovare un vagone libero se preferisci restare con Brayan" le disse timida Nathalie mentre continuavano a seguirla lungo il corridoio del treno.

"Se avessi voluto rimanere con Brayan, lo avrei fatto" rispose schietta la diretta interessata mentre cambiavano carrozza, facendoli sussultare lievemente entrambi "se sono qui è perché preferisco stare con voi" aggiunse poi continuando a non guardarli, non accorgendosi quindi del sorriso contento che entrambi le avevano rivolto. Non erano abituati ad avere qualcuno che decideva di spontanea volontà di stare con loro, anche solo per una chiacchierata. Gli altri bambini spesso passavano il tempo a prenderli in giro, non provando nemmeno a conoscerli. La sorpresa in loro era resa ancora più grande dal fatto che la diretta interessata fosse Octavia Lestrange! Tra i loro coetanei e non, la sua fama la precedeva. Octavia Lestrange: la brillante purosangue che aveva iniziato a studiare ogni forma di incantesimi e pozioni nel momento esatto in cui aveva imparato a leggere. La stessa che a soli cinque anni aveva fatto esplodere (probabilmente di proposito) ogni giocattolo della bambina che l'aveva presa in giro per l'assenza dei suoi genitori. La stessa che camminava sempre a testa alta quando si parlava del suo cognome, non importava che la gente lo disprezzasse o lo idolatrasse. La stessa che a 8 anni aveva baipassato metà dalle difese magiche che il ministero della magia aveva imposto durante una riunione tra i vertici. E quando le avevano chiesto come avesse fatto, la bambina aveva alzato le spalle dicendo che aveva semplicemente voluto che accadesse e tutti gli incantesimi di difesa erano stati annullati, poi le era bastato far addormentare il drago all'entrata. Sì, il drago. Un drago addestrato dai folletti della Gringott. Lo aveva fatto addormentare con uno schiocco delle dita.

Tutti nel mondo magico sapevano di quella bambina prodigio, e tutti quelli che la conoscevano di persona la volevano dalla loro parte, alcuni per ammirazione e altri per timore.

In silenzio, arrivarono ad un vagone semivuoto in coda al treno. La maga aprì la porta mentre udiva il suono di una risata femminile "possiamo? Il resto del treno è occupato" spiegò domandando il permesso.

"certo, venite pure!" rispose allegra la ragazza in questione, probabilmente dell'ultimo anno, dai capelli rosa e con addosso la divisa con lo stemma di tasso rosso. Con lei c'erano due ragazzi più giovani, ma comunque più grandi dei 3 novellini. Il primo era un altro tassorosso, dai capelli corvini, gli occhi dello stesso colore e un sorriso gentile stampato in faccia. Il secondo aveva lo stemma di grifondoro, i capelli color carota che, nonostante fossero ricci, erano incredibilmente ordinati. Qualche lieve lentiggine era sparsa sul suo viso.

"dove dicevi che sono i tuoi fratelli, Percy?" domandò il ragazzo di tassorosso con voce amichevole tornando alla loro conversazione.

"Charles è nel vagone riservato ai prefetti e ai caposcuola" spiegò "i gemelli saranno in giro a fare qualche scherzo".

Octavia usò silenziosamente l'incantesimo "Baule Locomotor" per metterlo al suo posto e fece lo stesso con quello dei Rosier, vedendo che le loro facce erano ormai diventate due peperoni a causa dello sforzo. Fatto ciò, si accomodarono senza emettere un fiato.

"siete del primo anno suppongo" si rivolse a loro la ragazza "come vi chiamate?".

"William Rosier" "Nathalie Rosier" pronunciarono all'unisono incerti e in maniera impacciata. I tre si scambiarono uno sguardo teso, riconoscendo il cognome di due dei mangiamorte più violenti della guerra dei maghi. I Gemelli si chiusero immediatamente in loro stessi notando lo sguardo corrucciato e accusatorio che il rosso lanciava loro.

L'altra purosangue però, era tutto fuorché impacciata o timida. Perciò pronunciò sicura, a testa alta, guardando il grifondoro negli occhi quasi a sfidarlo a dirle qualcosa "Octavia Lestrange".

Li vide quasi sussultare, sorpresi dalla reazione della bambina che continuò a guardarli annoiata, non aggiungendo nulla "Io sono al settimo anno, mi chiamo Ninfadora Tonks, ma gli amici mi chiamano solo Tonks." la ragazza fu la prima a parlare e sembrava aspettarsi qualcosa. Tonks... nome molto familiare, eppure per quanto si sforzasse, la strega non riusciva a collegare quel nome a nessuna delle conversazioni avute con i suoi zii, che erano stati i primi a parlarle delle altre famiglie.

"io sono Percy Weasley, quarto anno" continuò il grifondoro dopo un po' di silenzio, con tono ora lievemente imbarazzato. Aveva intuito che il comportamento della più piccola era dovuto alla sua precedente reazione e per quanto non gli piacesse parlare con figli di mangiamorte, aveva capito di aver messo a disagio i 3 novellini.

"ed io Cedric Diggory, terzo anno" finì l'ultimo, che sembrava l'unico a mantenere un sorriso sincero sulle labbra.

Octavia rimuginò su quei nomi. Lucius le aveva raccontato spesso della famiglia Weasley. Ne parlava sempre con tono sprezzante, dicendo che avevano tradito il proprio sangue fraternizzando coi babbani. Se ne usciva sempre con battute al veleno sul fatto che avessero più figli di quanti se ne potessero permettere. Questo era in riferimento al fatto che fossero in tanti e che non avessero molti soldi. E ciò lo si poteva notare anche dalla divisa di seconda mano che il ragazzo portava. Octavia si mise l'anima in pace: i Weasley scattavano sulla difensiva ogni volta che si nominava un mago oscuro ed i Malfoy, e dal momento che lei era figlia di un mago oscuro ed era cresciuta coi Malfoy, non c'era speranza che potesse andare d'accordo con uno di loro..

"siete nervosi?" continuò il riccio, sforzandosi evidentemente di tenere una conversazione per alleggerire quella tensione che si era creata, anche a causa sua.

William fu il primo a rispondere "no, ma sono ansioso di conoscere la mia casata. Come ci smisteranno?" domandò.

"è un segreto" rise il tassorosso "in che casata sperate di finire?" chiese poi.

"mi piacerebbe essere dei serpeverde" rispose tranquillo il gemello.

Nathalie aggiunse poi a sua volta "tutta la nostra famiglia lo era".

Tutti e 5 a quel punto si girarono verso l'altra novellina per attendere la sua risposta. Alzò semplicemente le spalle "chi mi conosce dice sempre che sarei una perfetta serpeverde".

"e tu cosa vorresti?" domandò interessato Cedric.

Sospirò pesantemente guardando fuori dal finestrino "una vale l'altra, mi va bene qualsiasi casata purché mi permetta di imparare cose nuove" rispose rilassandosi, sincera.

"il tuo ragionamento potrebbe adattarsi ad entrambe le casate dei tuoi genitori" le disse pensierosa la più grande.

Gli occhi di ghiaccio della minore si soffermarono sulla sua interlocutrice, lievemente interdetti, mentre una sensazione di fastidio si faceva largo nello stomaco. Quell'ultima, semplice, affermazione, le stava dicendo che la ragazza sapeva la casata di sua madre, informazione a lei completamente sconosciuta. Com'era possibile che dei perfetti estranei sapessero sempre più di lei su sua madre? "forse" disse semplicemente. Il tono che usò, non lasciò spazio a repliche. Qualcun altro avrebbe chiesto informazioni, chiedendo almeno di che casata fosse. Ma in quel caso avrebbe mostrato vulnerabilità, e non era ciò che le era stato insegnato. Dopo quell'ultima parola, sul vagone calò un silenzio alquanto imbarazzante. Passò qualche minuto e fu' lei stessa a romperlo, rivolgendosi ai tre "beh, come sono le varie materie ad Hogwarts? Ho sentito dire che gli insegnanti sono altamente qualificati ed esperti".

I due tassorosso si misero comodi e guardarono con un lieve sorriso Percy, a cui si illuminarono gli occhi "lo sono. Ogni insegnante è il migliore mago inglese nel suo ambito. Il professor Flitwick, l'insegnante di incantesimi e direttore dei corvonero, è stato campione per molti anni di duelli. La professoressa McGonagall, insegnante di trasfigurazione e direttrice di grifondoro..." e così, il rosso passò la successiva ora a parlare delle materie scolastiche. Octavia lo ascoltò, nonostante sapesse già tutto quanto sui professori: quell'argomento l'aveva tirato fuori solo per spostare l'attenzione. Concentrandosi sulla conversazione, imparò che Nathalie aveva una grande passione per l'erbologia, arrivati sull'argomento infatti pose una valanga di domande, dimenticandosi della propria timidezza. William invece sembrava interessato a storia della magia.

"tu a quale materia sei interessata di più?" domandò Ninfadora nella sua direzione. Octavia non era stupida, aveva notato durante l'ultima ora, che la più grande continuava a porre domande soltanto a lei. Probabilmente era dovuto al fatto che fosse quella che parlava di meno. Eppure sentiva che c'era qualcos'altro...

"mi sembrano tutte interessanti: saranno divertenti da studiare" osservò.

I due fratelli risero lievemente "come se ci fosse qualcosa del programma che non sai.." la punzecchiò William, tenendo però uno sguardo di ammirazione.

"già.. ogni volta che nonna ci portava con lei a casa tua, per qualche riunione coi tuoi zii, Draco non faceva altro che idolatrarti, parlando del fatto che sapessi a memoria tutti gli incanti e le pozioni. Senza contare il tuo innato talento per il volo e l'astronomia" la lodò Nathalie sotto lo sguardo stupito degli altri "ogni tanto si lamentava un po' per la noiosità del sentirti studiare ad ogni ora del giorno".

Ok, è un po' inquietante. Alzò poi gli occhi al cielo rendendosi conto che, quando sua zia Narcissa le raccontava delle lodi che il piccolo cuginetto aveva fatto nei suoi confronti con alcuni conoscenti, avevo di sicuro sottovalutato la portata dei suoi discorsi.

La ragazza dai capelli rosa sembrò lievemente incuriosita "ma hai solo undici anni. Come puoi aver studiato già tutte quelle cose? Io alla tua età non sapevo nemmeno impugnare correttamente la bacchetta".

La diretta interessata ammiccò lievemente con una lieve punta d'orgoglio per il complimento, rispondendo "sono una persona curiosa".

Continuarono a chiacchierare beatamente mentre fuori calava la sera. Poi, udirono un rumore di passi molto veloci. La porta si spalancò di colpo, rivelando due gemelli dai capelli rossi che cercavano di prendere fiato.

"che cosa avete combinato questa volta?" domandò Percy rassegnato "non avrete mica trasfigurato l'animale di qualcuno del primo anno in oggetto, vero?".

I due si guardarono come se il fratello gli avesse appena rivelato l'esistenza dell'acqua calda. "trasfigurare gli animali dei novellini?" fece il primo.

"non sarebbero in grado di eseguire il contro incantesimo" finì il secondo "ottima idea Percy!".

E detto ciò, dopo aver lanciato un'occhiata a tutti e 3 i più piccoli, si dileguarono all'istante riprendendo a correre. L'accenno di un sorriso apparve spontaneo sulle labbra di Octavia mentre fissava ancora il punto dal quale erano spariti.

Il rosso sospirò spiegando "quelli sono i miei fratelli Fred e George, secondo anno, se non vi piacciono gli scherzi, vi consiglio di evitarli. Sembrano andare d'amore e d'accordo con Peeves".

"chi è Peeves?".

"è il Poltergeist di Hogwarts" spiegò Cedric.

"cos'è un Poltergeist?" domandarono in coro i due gemelli.

Al che rispose la coetanea "è un'entità generalmente invisibile che può spostare oggetti, sbattere porte, e generare altri effetti cinetici che i normali fantasmi non possono creare."

Non appena finì di parlare, si udì il suono del treno che iniziava a frenare.

"siamo arrivati" disse entusiasta Nathalie alzandosi.

"è stato un piacere conoscervi" si sforzò di dire Percy, sotto lo sguardo ancora scettico e poco convinto di Octavia.

"suppongo che vi vedremo a cena" aggiunse Ninfadora.

"chissà, magari qualcuno di voi finirà in una delle nostre case" concluse Cedric.

"Suppongo che lo scopriremo presto" rispose, più per educazione che per altro, tenendo però lo sguardo su di lui, al che il suo sorriso sembrò allargarsi. I tassorosso sono tutti così allegri?

Un rumore forte la fece girare di scatto la testa. I due fratelli si trovavano per terra fuori dal vagone, coi bauli che si erano aperti nella caduta e avevano sparso alcune cose in giro.

Alzò gli occhi al cielo e gli diede una mano a rimettere tutto in ordine. Questi due sono parecchio goffi. Pensò "perché avete tirato fuori il baule? L'uomo che ci ha fatti salire ha detto che sono da lasciare sul treno e che verranno trasportati dopo".

I due si guardarono tra di loro per poi grattarsi la testa imbarazzati. Scesero dal veicolo e si trovarono in un marciapiede stretto e buio. Brividi li percossero per l'aria gelida che c'era.

"primo anno! Primo anno! Da questa parte!" urlò una voce, appartenente ad un uomo che era alto due volte il normale, con la barba e i capelli neri e lunghi. Gli occhi del medesimo colore spuntavano da sotto le sopracciglia spesse. Aveva un'aria alquanto selvaggia. "coraggio, il primo anno mi segua e attenti a dove mettete i piedi".

Scivolando ed incespicando lungo il sentiero ripido e stretto, fecero come gli era stato detto. Camminarono senza parlare per qualche minuto, e poi fu di nuovo la loro guida a rompere il silenzio "dopo questa curva, prima vista panoramica su Hogwarts!" proferì.

"ohhh..." fu il coro che si alzò. Il sentiero si era spalancato sul bordo di un lago nero. Sulle montagne, si ergeva Hogwarts illuminato da luci che si intonavano perfettamente con lo sfondo fatto da un cielo stellato.

"non più di quattro per battello" disse indicando una flotta di piccole barche vicino alla riva. Octavia salì sulla stessa dei due fratelli. "tutti a bordo? Bene, si parte!".

A quel punto i mezzi iniziarono ad avanzare. Mentre tutti osservavano il castello avvicinarsi, la ragazza gettò uno sguardo allo specchio d'acqua sotto di loro. Aveva letto che quel lago era infestato da ogni tipo di creatura. Le sarebbe piaciuto vederne qualcuna. Certo, magari non di notte.

Dopo qualche minuto, le barche arrivarono in una specie di porto sotterraneo. Erano circondati da rocce, tra esse però si formava un passaggio, oltre il quale tornava ad esserci erba morbida ed umida. Si trovarono quindi all'ombra dell'immensa struttura. A quel punto l'uomo che li aveva guidati fino a lì bussò, mentre tutti trattenevano il fiato per l'eccitazione.

 

Angolo Dell'Autrice

Ciao a tutti e bentornati nella mia storia! Questo è il secondo capitolo, mi scuso ma come vi avevo anticipato, ho un lavoro che non mi permette di essere molto costante con gli aggiornamenti... come vi è sembrato? in questo capitolo sono stati introdotti alcuni dei personaggi ricorrenti di questo libro.. Nathalie e William Rosier, timidi entrambi (Nathalie di più), Brayan Nott, fratello maggiore di Theodore.. e poi quelli che già conosciamo, Cedric, Percy e Tonks.. per ora cosa ne pensate di Octavia? non ha il carattere "consueto" delle protagoniste delle fanfiction su harry potter, ne sono consapevole.. ma penso anche che questo tipo di carattere possa essere in linea con la famiglia con cui è cresciuta... fatemi sapere con un commento e ricordatevi di votare se vi è piaciuto <3 

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Capitolo 5
*** Capitolo 3 - Lo Smistamento ***


CAPITOLO 3 - LO SMISTAMENTO

Era ormai da una decina di minuti che gli studenti del primo anno attendavano pazientemente in una saletta vuota oltre la sala d'ingresso. Tutti erano tesi come corde di violino ed i fantasmi che parlavano come se non ci fossero, non aiutavano di certo. La professoressa McGonagall, una donna dall'aspetto piuttosto severo con occhiali a forma di mezzaluna ed i capelli neri raccolti in uno chignon, apparve dicendo semplicemente "è tutto pronto, seguitemi e mettetevi in fila". Aveva ovviamente già spiegato loro il funzionamento delle case, definendole come la loro famiglia nel tempo che avrebbero trascorso ad Hogwarts. Aveva detto che infrangere le regole avrebbe tolto punti alla casata, mentre ottenere dei 'trionfi' gliene avrebbe fatti guadagnare.

Uscirono da quella stanza tornando nella sala d'ingresso, per poi varcare un paio di doppie porte e trovarsi nella sala grande. Essa era illuminata da centinaia di candele sospese in aria, sopra quattro lunghi tavoli, attorno a cui erano disposti gli studenti che li osservavano curiosi e quasi divertiti. Tra di loro vi era seduto anche qualche fantasma qua e là. In fondo, potevano intravedere un ulteriore tavolo a cui sedevano solo gli insegnanti e fu' proprio davanti ad esso che li fecero fermare.

Vicino a loro c'era uno sgabello con quattro gambe e sopra un cappello a punta, consumato, rattoppato e pieno di macchie. Probabilmente suo zio Lucius aveva fatto una smorfia di disgusto a vederlo durante il suo primo anno.

Esso iniziò poi a contorcersi e uno strappo vicino al bordo si spalancò come una bocca. Iniziò così a cantare una filastrocca:

"Forse pensate che non son bello
ma non giudicate da quel che vedete
io ve lo giuro che mi scappello
se uno più bello ne troverete.
Potete tenervi le vostre bombette,
i vostri cilindri lucidi e alteri,
son io quello che al posto vi mette
e al mio confronto gli altri son zeri.
Non c'è pensiero che nascondiate
che il mio potere non sappia vedere,
quindi indossatemi e ascoltate
qual è la Casa in cui rimanere.
E' forse Grifondoro la vostra via,
culla dei coraggiosi di cuore:
audacia, fegato, cavalleria
fan di quel luogo uno splendore.
O forse è Tassorosso la vostra vita,
dove chi alberga è giusto e leale:
qui la pazienza regna infinita
e il duro lavoro non è innaturale.
Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio,
se siete svegli e pronti di mente,
ragione e sapienza qui trovan linguaggio
che si confà a simile gente.
O forse a Serpeverde, ragazzi miei,
voi troverete gli amici migliori
quei tipi astuti e affatto babbei
che qui raggiungono fini ed onori!
Venite dunque senza paure
e mettetemi in capo un istante
con me sarete in mani sicure
perché io sono il Cappello Parlante!"

Non appena ebbe finito, un applauso caloroso partì dagli studenti, al che il cappello rispose con un inchino verso i 4 tavoli.

La professoressa McGonagall si fece avanti "quando vi chiamerò, metterete il cappello sopra la testa e vi siederete in attesa di essere smistati".

E da lì, si susseguirono alcuni nomi, seguiti dall'urlo del cappello parlante. Alcuni ci mettevano qualche secondo, altri uno o due minuti.

"Octavia Lestrange" la chiamò poi. Come si aspettava, gli studenti presenti iniziarono a parlottare tra di loro.

"ha detto Lestrange?" "è proprio lei?" bisbigliava qualcuno.

Dal tavolo dei serpeverde si udivano frasi come:

"vedrai che sarà dei nostri" "una purosangue non può che essere la benvenuta"

Al contrario i Grifondoro:

"una figlia di maghi oscuri" "con una famiglia come quella, non può che essere uguale a loro".

Le altre due casate d'altro canto, si astennero dal commentare il suo cognome, esprimendo di fatto il fastidio per quegli stessi pettegolezzi.

"Grifondoro.. sempre i soliti.. non riesco a capire come a volte siano estremamente amichevoli, per poi allo stesso tempo avere sempre questo tipo di pregiudizi" commentava un Tassorosso.

"Non ti da fastidio quando i Serpeverde fanno certi discorsi?" chiedeva un corvonero ad un compagno "è come se valutassero il cognome più della persona stessa.. è del tutto illogico".

Procedette a passi lenti e si sedette compostamente sullo sgabello, adagiando poi il cappello sulla propria testa, facendosi scivolare via ogni sguardo o diceria che le venivano addossati. Ci avrebbe pensato sicuramente dopo il giudizio del cappello parlante, ma quello non era il momento.

"mmm... molto difficile" sussurrò una voce nella sua testa "vedo un'attitudine al duro lavoro ed una lealtà non indifferenti, ed anche un coraggio straordinaro, tipici rispettivamente di tassorosso e grifondoro.. mm.. ma, queste non sono le doti che si notano per prime. Mmm..." il tempo scorreva ma il cappello non sembrava essere convinto "direi di no. La prima cosa che salta all'occhio è di sicuro la tua intraprendenza e l'ambizione. Per non parlare di tutta quella astuzia. Tutte queste sono caratteristiche che brillerebbero nei Serpeverde" si prese un attimo per pensare "eppure la tua ambizione e la tua astuzia non sono altro che una conseguenza della tua enorme intelligenza. Come la tua intraprendenza è uno sviluppo della tua grande curiosità e della tua creatività. Qual è dunque la casa più adatta a te, Serpeverde o Corvonero?" rifletté a quel punto su ciò che le stava dicendo. Tutti i Malfoy e tutti i Lestrange appartenevano ai serpeverde, perciò non era certo contraria alla casata di famiglia; allo stesso tempo però non era nemmeno ossessionata col volerci finire a tutti i costi. Come aveva detto, per lei una valeva l'altra. Le interessava solo poter imparare più cose possibili in ogni ambito della magia, ed era disposta a finire anche in tassorosso o grifondoro, le due casate che più erano odiate dai suoi zii, se ciò le permetteva di raggiungere il suo scopo "interessante.. nonostante le tradizioni della tua famiglia, riesci già a ragionare al di fuori di tutti gli insegnamenti che ti sono stati imposti, il che è sorprendente vista la tua giovane età. Mmm.. Sì, forse la casata che ti si addice di più è proprio quella di coloro che usano l'intelletto per pensare fuori dagli schemi ordinari.. Certo, ora ho capito.." e poi urlò a gran voce "CORVONERO".

Felice di sapere finalmente la sua casata, dopo tutti quei minuti, ammiccò un sorriso furbo e si alzò cautamente, gettando un'occhiata prolungata ai grifondoro, da cui provenivano prima quelle maldicenze. Questi ultimi, proprio come Percy sul treno, la guardarono interdetti e si ammutolirono davanti a quella sfida diretta che c'era negli occhi della bambina.

Poi, togliendosi il cappello dalla testa e porgendolo alla professoressa che la guardava sorpresa, si avviò verso i suoi nuovi compagni di casata, rivolgendo però prima un sorriso più morbido ai Tassorosso ed un cenno con la testa ai serpeverde che si erano anche uniti all'applauso dei Corvonero.

Parlando dell'applauso, quello che si era alzato dal tavolo della sua casata era stranamente rumoroso. Fino a quel punto avevano evitato di fare chiasso, essendo più una caratteristica dei tassi e dei grifoni. Prese posto accanto alla ragazza del suo anno dai lineamenti asiatici che doveva chiamarsi Cho. Prima di riuscire a sedersi però, una decina di persone vollero stringerle la mano. Ma che diavolo..

"non sorprenderti, la tua fama ti precede Octavia Lestrange, e poi, è un evento più unico che raro assistere allo smistamento di un testurbante" le spiegò una ragazza che le stava di fronte.

"testurbante?" chiese non capendo.

Lei annuì "un testurbante è qualcuno che allo smistamento risulta compatibile con più case. Gli ultimi testurbanti più famosi sono stati la professoressa McGonagall e il professor Flitwick. Il cappello impiegò circa 6 minuti per assegnarli. Entrambi erano adatti sia a corvonero che a grifondoro. Con te ci ha messo una decina di minuti quindi devi aver avuto compatibilità, anche minima, con tutte le case. Non era mai capitato prima, è un onore averti con noi".

Sorrise educatamente "come hai detto che ti chiami?".

La diretta interessata sembrò cadere dalle nuvole mentre nel suo sguardo si faceva largo un po' di timore "oh, scusa non mi sono presentata. Penelope Clearwater, quarto anno" disse con un po' di esitazione. Figlia di babbani. Constatò, tenendo per se quel commento. Suo zio Lucius le aveva fatto imparare a memoria i nomi delle famiglie purosangue parlandole anche di quelle che per lui 'avevano tradito' sposando qualche nato babbano. Il suo cognome non lo ricordava, perciò dedusse che fosse una nata babbana. Ripensò poi istintivamente al treno e alla ragazza dai capelli rosa. Tonks... perché continuava a sembrarle così familiare? Non era una famiglia purosangue, ma era quasi certa di aver sentito pronunciare quel cognome da sua zia Narcissa. I suoi pensieri vennero interrotti appena percepì un soffio d'aria alla sua sinistra. Si voltò, per vedere una donna, interamente di colore argenteo, seduta al suo fianco. Il suo sguardo sembrava triste "lei è Elena, conosciuta anche come la dama grigia, è il fantasma della nostra torre."

Quest'ultima parlò con tono pacato "spero che quest'anno avremo più possibilità di vincere la coppa delle case. Serpeverde ha vinto le ultime 5 ed il barone sanguinario non fa altro che pavoneggiarsi".

La risposta di Octavia rimase sospesa quando udì "Brayan Nott" guardò il ragazzo che era appena stato chiamato per lo smistamento: mentre teneva il cappello in testa, il suo volto sembrava corrucciarsi man mano che il tempo passava "GRIFONDORO".

Dire che fosse stupita era riduttivo, perché sul treno le pareva tutto meno che un grifondoro. Pensò al modo per nulla coraggioso con cui aveva cercato di escludere i Rosier davanti ai loro coetanei e si domandò come fosse possibile che la sua casa fosse il grifone.

Ce ne furono altri 7 dopo di lui, 2 corvonero 3 tassorosso e 2 serpeverde.

"Rosier William" udì poi pronunciare. E avrebbe giurato di aver sentito un fremito nella voce della professoressa. Notò anche che alcuni professori sembravano essere impalliditi di colpo. Il cappello ci mise solo qualche secondo prima di urlare "SERPEVERDE". Octavia applaudì lievemente per poi concentrarsi sulla gemella.

"Rosier Nathalie" chiamò subito la donna. Con lei ci volle invece un intero minuto prima che il cappello urlasse "TASSOROSSO".

La sua bocca prese la forma di una 'o'. Applaudì ancora lievemente mentre la osservava prendere posto tra i colori gialli della sua casata. Le sue guancie si tinsero lievemente mentre i nuovi compagni, di qualche anno più grandi, la accoglievano con alcuni abbracci.

Lestrange si fermò poi a riflettere su un particolare: come avrebbero preso quegli smistamenti le loro famiglie? I nonni dei Rosier sarebbe stati fieri di William, e allo stesso tempo indignati per Nathalie. Sì, indignati, visto che nelle famiglie purosangue c'era un disprezzo generale per quella casata. Probabilmente perché, tra le 4, era quella che accoglieva un po' tutti e secondo le statistiche, tasso rosso aveva avuto il minor numero di maghi oscuri. Nemmeno il padre di Nott sarebbe stato contento nello scoprire che suo figlio era stato assegnato ai grifoni.

Per quanto riguardava lei, probabilmente i suoi zii avrebbero un po' storto il naso sapendo che non era finita nella casata di famiglia, ma lo avrebbero accettato, visto che corvonero aveva da sempre molto in comune con i serpeverde. Anche gli studenti delle due case sembrano trovarsi bene ed andare d'accordo. Pensò poi a Draco e sorrise. Lui avrebbe iniziato la scuola l'anno dopo, quindi sarebbe bastato raccontargli qualcosa del castello per distrarlo completamente dal discorso della casata. La ragazza era del tutto ignara che il cugino la conosceva talmente bene, da sapere già che il cappello parlante avrebbe avuto difficoltà a smistarla e che alla fine avrebbe deciso per i corvonero, visto che le loro caratteristiche erano quelle che spiccavano di più in Octavia.

La giovane seguì in silenzio il resto dello smistamento e notò che erano in perfetto equilibrio: 10 per casata. In tutte c'erano 5 femmine e 5 maschi. La McGonagall nel frattempo, aveva portato via il cappello parlante e arrotolato la pergamena. Albus Silente si era alzato in piedi, sorridendo a tutta la sala. Lo sguardo che Octavia gli lanciò era pieno di curiosità. Aveva letto molte cose su di lui. A partire dalla sua battaglia contro il mago oscuro Gallert Grindelvald, passando per le sue varie scoperte negli anni come i dodici usi del sangue di drago, o i vari riconoscimenti ottenuti, finendo con tutte le materie in cui si era specializzato. Silente era il mago più potente al mondo, l'unico alla pari, se non più potente, di Voldemort.

"Benvenuti!" iniziò "benvenuti ad Hogwarts per un nuovo anno. Vorrei dare il benvenuto alla professoressa Rowanock, che prenderà il posto di insegnante di difesa contro le arti oscure" la presentò, indicando una donna dai capelli lunghi, che cadevano a boccolo e biondi. Poi il preside iniziò a dire qualche parola a caso e sconnessa l'una dall'altra. Molti risero battendo le mani e una quantità enorme di cibo si presentò davanti a loro.

L'ora successiva, la ragazza la passò mangiando e chiacchierando con alcuni suoi compagni e con il fantasma della torre, anche se quest'ultima non sembrava propensa alla socializzazione. Per tutto il tempo ebbe però la strana sensazione di essere osservata. Si rese presto conto che quegli sguardi, venivano direttamente dal tavolo dei professori. Sembravano fissarla a turno. La prima era stata la McGonagall, a seguire fu il professore di incantesimi e direttore dei corvonero, Flitwick. Vista la sua statura doveva avere dei lontani parenti Goblin. Poi fu il turno di una donna di colore, che doveva essere la professoressa di astronomia, Sinistra. L'ultimo fu' un uomo, seduto all'estremità del tavolo, dai capelli neri e lunghi, avvolto in un mantello dello stesso colore. Ma dal momento che dopo un battito di ciglia stava già guardando altro, la ragazza suppose che in realtà stesse solo osservando tutti gli studenti.

Aveva appena finito il dolce, quando Silente si alzò di nuovo per parlare e nella sala calò il silenzio. "ora che siamo tutti sazi di cibo, ho da darvi alcuni annunci di inizio anno" cominciò "gli studenti del primo anno devono ricordare che l'accesso alla foresta qui intorno è proibito a tutti gli alunni".

La foresta proibita. Si diceva che girassero le più strane creature al suo interno: dagli Unicorni alle Chimere, dalle Fate ai Centauri. Ed essendo una persona molto curiosa, Octavia ne era ovviamente affascinata.

"il signor Flich, il custode, mi ha chiesto di ricordare a voi tutti che è vietato usare la magia nei corridoi tra una lezione e l'altra" a quel punto scoccò un'occhiata ai due gemelli Weasley nella tavolata dei grifondoro.

"le selezioni di Quidditch si terranno durante la seconda settimana dell'anno scolastico. Chiunque sia interessato a giocare per la squadra della sua casa è pregato di chiedere a Madame Hooch".

Uno sbuffo lasciò le labbra dell'undicenne a quelle parole "non ti piace il Quidditch?" domandò sottovoce curiosa Cho.

"certo che mi piace, è proprio questo il punto" le spiegò tenendo un tono basso "è un peccato che quelli del primo anno non possano partecipare alle selezioni".

"sono d'accordo con te. Tu per che squadra tifi? Io per i Tornado" la ragazza sembrò sull'orlo di esplodere di gioia.

"Holyhead Harpies" ammiccò lievemente sapendo già quale sarebbe stata la sua reazione.

Lei infatti si rabbuiò "All'ultima partita ce le avete suonate di santa ragione" commentò ripensandoci.

Si ammutolirono non appena sentirono gli altri studenti iniziare a cantare. Volsero lo sguardo verso il nastro orato sospeso a mezz'aria che formava le parole del motto di Hogwarts e si unirono poi al coro.

Quando tutto cessò, ogni studente del primo anno seguì i propri prefetti. I corvonero, si diressero nel lato ovest del castello. La loro sala comune, a quanto pareva, era su una delle torri. Dovettero camminare una decina di minuti, salendo anche una scala a chiocciola, prima di poter arrivare davanti alla porta d'entrata. Notarono con stupore che non vi era nessuna maniglia. C'era solo un'aquila di bronzo e quando il prefetto bussò, essa iniziò a parlare "ho sette chiavi, ma non riesco ad aprire le serrature. So essere veloce, alta e allegra. Cosa sono?".

Era un indovinello. È questo il modo per entrare nelle Sale comuni? Si chiese Octavia

"la musica" rispose il prefetto, e a quel punto la porta si spalancò "le altre case hanno delle parole d'ordine, noi abbiamo un indovinello. Può sembrarvi un metodo poco sicuro, eppure nessuno che non fosse di corvonero è mai riuscito ad entrare in mille anni" spiegò mentre camminavano.

I novellini del primo anno, spalancarono la bocca, incantati dalla sala comune che dava l'idea di una stanza vasta e ariosa. 

Alle pareti si ergevano enormi finestre ad arco

Alle pareti si ergevano enormi finestre ad arco. Sulla moquette, c'era lo stesso motivo decorativo del soffitto: un cielo stellato. Il tutto era arredato con un tessuto di bronzo, un tavolo e dei divanetti. Dritto di fronte a dove erano entrati, si ergeva una scultura di marmo levigato. "quella è Priscilla Corvonero, una delle quattro fondatrici. Il suo motto, e quindi anche il nostro, era 'un ingegno smisurato per il mago è dono grato'" spiegò. La donna era stata scolpita con un sorriso ironico sulle labbra: bello ed intimidatorio.

Mi piace! Pensò la giovane.

"vi avviso già, essendoci un solo piccolo camino, d'inverno la nostra sala comune è soggetta al freddo e alle intemperie. Se non avete portato nulla di pesante ad Hogwarts, vi consiglio di farvelo mandare dalle vostre famiglie" poi indicò delle scale a chiocciola "i dormitori sono in fondo alle scale. A sinistra i ragazzi e a destra le ragazze. Troverete una porta con scritto il vostro anno" spiegò "vi consiglio di andare a letto. Sarete stanchi e domani dovrete essere pronti per le lezioni. L'orario lo trovate sulla bacheca".

Si diressero immediatamente a guardare l'orario per scoprire le materie del giorno seguente e poter preparare il materiale.

"oh... iniziamo subito con pozioni" si lamentò un ragazzo "ho sentito dire che il professor Piton favorisce sempre la propria casata.. dicono anche che sia molto severo".

Lessero poi a fianco, dove videro che per quell'ora sarebbero stati coi tassorosso. "poi che cosa abbiamo?" domandò Octavia, avendo 5 teste davanti.

"storia della magia coi serpeverde. Il pomeriggio invece abbiamo Incantesimi e Difesa Contro Le Arti Oscure, entrambe assieme ai grifondoro." Le rispose uno dei compagni.

Lo ringraziò, per poi avviarsi su per le scale. Trovò facilmente la sua stanza ed entrò senza indugio. Per terra la moquette era blu, come il colore delle coperte dei 5 letti a baldacchino presenti. Qua e là c'era qualche decorazione nera, che completava i colori della casata. I bauli erano già posizionati davanti ai corrispettivi letti.

Octavia aprì subito il baule estraendone una pergamena ed una piuma, con cui scrisse una lettera ai suoi zii per informarli della casata in cui era stata smistata. Non la completò, in quanto, dovendola spedire il giorno dopo, poteva già aggiornarli anche sulle prime lezioni.

Si cambiò, per poi passare una decina di minuti a chiacchierare con Cho ed un'amica di quest'ultima di nome Marietta. Presto però le palpebre iniziarono a farsi più pesanti e, lentamente, si addormentò.

 

Angolo Dell'Autrice

Ciao a tutti! volevo ringraziare soprattutto chi segue la storia su EFP Fanfiction che mi sta dando un supporto immenso tra recensioni, preferiti ecc... grazie anche alla decina di persone che cotninua a seguire la storia su Wattpad <3 un Grazie doppio all'utente Amore Proibito che commenta tutti i capitoli su entrambi i siti <3 mi raccomando ricordate la stella se il capitolo vi è piaciuto <3 fatemi sapere fino ad ora cosa ve ne pare

 

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