Lost in the Anime Multiverse

di Giuly_2_21
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Racconto la mia vita mentre mangio del pollo fritto ***
Capitolo 2: *** Tutta colpa dei cheeseburger ***
Capitolo 3: *** Okay, quelli non erano dei cosplay ***
Capitolo 4: *** Facciamo i provini per Fast & Furious ***
Capitolo 5: *** Il mio nome è Elmut, Elmut Alzheimer ***
Capitolo 6: *** É l'ora del teoria time ***
Capitolo 7: *** Operazione JoJo Tequila 2.0 ***
Capitolo 8: *** Salvo una donzella da un branco di porci (bisnonno, sii orgoglioso di me) ***
Capitolo 9: *** Vado a caccia di pizza e fantasmi ***
Capitolo 10: *** Commetto un'effrazione e già che ci sono un rapimento ***
Capitolo 11: *** Noemi.exe ha smesso di funzionare ***
Capitolo 12: *** Me vs. il mio… clone più muscoloso (?) ***
Capitolo 13: *** Facciamo a gara a chi urla di più (vinco io) ***
Capitolo 14: *** Riflessioni e scleri ***
Capitolo 15: *** Per favore, basta horror ***
Capitolo 16: *** Problemi familiari e dove trovarli (parte 1) ***
Capitolo 17: *** Problemi familiari e dove trovarli (parte 2) ***
Capitolo 18: *** Fanservice e figure di m*rda ***
Capitolo 19: *** Giù le mani dai biscotti Luffy!! ***
Capitolo 20: *** Noemi, cosa stai facendo?! ***
Capitolo 21: *** Morpheus mi offre una cioccolata calda ***
Capitolo 22: *** Attuiamo la tecnica segreta della famiglia Joestar ***
Capitolo 23: *** Ci affidiamo all'istinto... e a un gatto ***
Capitolo 24: *** Naomi (X) riassume tutto… male!! (Parte 1) ***
Capitolo 25: *** Naomi (X) riassume tutto… male!! (Parte 2) ***
Capitolo 26: *** Ideiamo l'operazione ***
Capitolo 27: *** Dov'è Freud quando serve?? ***
Capitolo 28: *** Mi sono perso qualcosa?? ***
Capitolo 29: *** Pronti per il nuovo Mission Impossible ***
Capitolo 30: *** Proprio come nei film d'azione?? Ma col cavolo!! ***
Capitolo 31: *** Fortuna, perchè c'hai abbandonato?? ***
Capitolo 32: *** Si entra in modalità Berserk ***
Capitolo 33: *** È davvero finita?? Pff ***
Capitolo 34: *** Vengo sconfitto da un premio oscar pacchiato ***
Capitolo 35: *** E ancora una volta un gatto salva la situazione ***
Capitolo 36: *** Pronti per il multiverse trip?? ***



Capitolo 1
*** Prologo: Racconto la mia vita mentre mangio del pollo fritto ***


PRIMA DI INIZIARE...

1. Questa storia è incentrata principalmente su personaggi ed eventi de "Le Bizzarre Avventure di JoJo", tuttavia parla anche di personaggi ed eventi di "One Piece"; "Attack on Titan"; "My Hero Academia"; "One Punch Man"; "Tokyo Ghoul" e "Tokyo Ghoul Re". Perciò se non avete visto almeno fino alla saga di Whole Cake Island di "One Piece"; la 4° stagione di MHA; la 2° di AoT; tutto "Tokyo Ghoul" e "Tokyo Ghoul Re" sappiate che potrebbero esserci degli spoiler (più o meno gravi). Per "One Punch Man" nessun problema.

2. Quasi tutti i personaggi presenti nell'opera non mi appartengono, bensì sono stati scritti da H. Araki; E. Oda; H. Isayama; S. Ishida; K. Horikoshi; ONE e Y. Murata. 

3. Per pure e semplici questioni pratiche, sebbene la storia sia ambientata nell'estate 2020, il COVID-19 non si è mai propagato e la pandemia globale non è mai avvenuta.

4. Porta sfiga; quindi lo saltiamo.

5. Questa storia è presente anche su Wattpad sul mio profilo "GiulyBeffy"

6. E niente... buona lettura!!

NOEMI POV

Stavo volando verso il Giappone!!

Finalmente dopo quasi un anno di suppliche e sacrifici (e notti in bianco passate a studiare) avevo convinto i miei a lasciarmi partire. Così il 21 giugno 2020, dopo vari saluti, baci, pianti e raccomandazioni (manco stessi partendo per la guerra), lasciai l'Italia diretta a Tokyo. Ancora non riuscivo a credere che a distanza di poche ore avrei messo piede nella Terra del Sol Levante, patria del sushi e dei miei amatissimi anime. Era tutto così fantastico!!

Avrei voluto dire lo stesso del cibo dell'aereo, però. Intendiamoci, non sono schizzinosa riguardo il cibo, soprattutto se a digiuno dalla mattina (avevo saltato il pranzo visto che il mio volo partiva da Malpensa alle 14 e arriva a Tokyo alle 10 del mattino), ma in confronto persino la pastina dell'ospedale sembrava un pasto degno di Buckingham Palace. Alla fine mangiai solo alcune alette di pollo fritto, l'unica cosa dal sapore decente che offriva la compagnia aerea.

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Oh. Scusate. In tutto questo non mi sono nemmeno presentata a voi, cari lettori.
Sì. Sono in grado di spaccare la quarta parete (Deadpool, scansati!!).

Allora lasciate che vi racconto un po' di me mentre mangio.

Mi chiamo Noemi Valpiana, ho 16 anni (compiuti il 24 marzo 2004) e ho appena finito il 2° anno del Liceo Scientifico sezione Scienze Applicate.
Vivo in una città dispersa tra le montagne piemontesi (non vi dirò il luogo esatto; non voglio che mi venite a cercare) insieme ai miei. Oltre a loro, la mia famiglia è composta da mio fratello maggiore Riccardo o Ricky (24 anni) e dal mia gatta nera Stella (senza contare la mia cara nonnina e la sorella di lei ovvero la mia prozia Iolanda o Iole).

É proprio grazie a Ricky se i miei mi hanno dato il permesso di andare in Giappone da sola. Infatti è da ben due anni che mio fratello lavora alla YSA (Yoshibata Space Agency), un'agenzia aerospaziale privata fondata di recente (nel 2017 a essere precisi) dal ricercatore miliardario Akira Yoshibata e già molto rinomata a livello internazionale, a tal punto che perfino che alcuni ricercatori della NASA lavorano lì.

(S)fortunatamente questa agenzia  possiede un'unica sede situata nel Kanto, a un'ora di auto dalla periferia di Tokyo. Perciò mio fratello, poco dopo aver finito l'università e aver vinto un  concorso per lavorare là, si è dovuto trasferire laggiù.

Poiché io e Ricky non ci vediamo da molto e andare in Giappone è uno dei miei sogni del cassetto da quando avevo 5 anni (l'altro è quello di diventare un ingegnere informatico), ho pregato i miei di andare in vacanza là, ma mi ero scontrata con vari problemi:

1. Mia madre ha paura di volare (dopo il viaggio di nozze in Quebec ha giurato di non prendere mai più un aereo in vita sua);

2. Mio padre può prendere le ferie solo per 2 settimane e, a detta sua, è meglio sfruttarle per andare al mare qui in Italia, che, cito testualmente, "per andare in un paese estero e costoso dove c'è più smog che aria";

3. Qualcuno doveva occuparsi di Stella dato che non potevamo portarla in Giappone;

4. A detta dei miei, era meglio non disturbare Ricky, preso come era dal lavoro.

Ironia della sorte, è stato Ricky stesso a proporre ai miei di far venire solo me lì in Giappone, lasciando a casa loro e Stella. 

Dopo varie preghiere da parte di entrambi, i miei hanno ceduto, a patto che prendessi dei buoni voti a scuola. Intendiamoci, io non sono certo una secchiona, ma nemmeno una che prende tante insufficienze quanti "Muda Muda" pronuncia Dio Brando in un minuto. L'unico mio piccolissimo difetto è che ho il brutto vizio di ridurmi sempre all'ultimo per studiare, cosa che mi limita e mi fa fare spesso degli strafalcioni incredibili, i quali mi vengono spesso (per non dire sempre) rinfacciati dai miei, ormai abituati alla carriera scolastica impeccabile di mio fratello.

Comunque quest'anno diedi il massimo, riuscendo a evitare debiti e soprattutto a uscire con voti discretamente alti, specie di inglese e informatica, due delle mie materie preferite.

E come poteva essere altrimenti dato il mio innato talento nel hackerare qualunque cosa. Non che fossi entrata nei sistemi del Pentagono; ma se dobbiamo dirla tutta se gran parte dei tablet/telefoni/PC delle mie amiche e della mia famiglia sono sfuggiti a virus vari ed eventuali è merito della sottoscritta.

Oltre ad hackerare, sono discretamente brava nella creazione di piccoli strumentini elettronici dagli usi più disparati (come noterete più avanti) e so parlare più o meno bene il giapponese (parlare, non scriverlo; i kanji sono troppo complicati per i miei gusti).

Bene, penso di avervi dato abbastanza informazioni su di me...

"E me non mi presenti?? Ci sono anch'io!!"

Ah, giusto. La tipa che parla sopra è la mia coscienza o voce della ragione. Di tanto in tanto appare per darmi dei consigli o insultarmi, Dipende dal contesto.

"Che bella presentazione. Complimenti"

Grazie. Procediamo...

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Dopo un pasto così povero da far venire un infarto multiplo a mia nonna e a mia zia Iole, l'unica altra cosa degna di nota fatta durante il viaggio fu cercare di dormire, azione non facile quando non sei su un comodo materasso di piume, ma su un sedile di pelle col condizionatore sparato dritto in faccia e un bambino che piange sul sedile davanti (perché non si zittiva quel nano bastando?!). Entusiasmante, no?? Ma non mi andava l'idea di trascorrere il mio primo giorno di vacanza sul divano di mio fratello distrutta dal Jet Lag.

Dopo un tempo infinito (che in realtà erano solo 13 ore di volo, ma dettagli) venne annunciato l'arrivo e dopo i vari check out e il recupero dei bagagli, misi piede dell'enorme e affollato aeroporto di Tokyo.

Ad aspettarmi in mezzo alla folla c'era un ragazzo dai capelli corti, riccioluti e neri e gli occhi azzurrissimi (praticamente la mia copia al maschile). Appena mi vide, sorrise e si sbracciò per farsi notare, non senza ricevere qualche occhiataccia. In tutta risposta, io corsi verso di lui, placcandolo nemmeno fosse un action figure di One Piece limite edition.
Mancava solo che urlassi ONII-CHAN a squarciagola ed eravamo a posto.

-Sono passati 2 anni eppure rimani sempre una nanerottola - mi prese in giro Ricky.
-Senti chi parla; chi è che deve sempre mostrare la carta di identità quando prende l'alcool perché è alto un metro e un tappo?? - gli risposi rinfacciandogli i suoi 165 cm di altezza.
-Come dice papà, meglio prendere un sgabello...- iniziò Ricky.
-...che sbattere contro le credenze- concludemmo in coro, scoppiando poi a ridere.

Quando mi era mancato lui e la sua risata.

-Comunque, come è andato il viaggio??- mi chiese poi prendendomi la valigia e avviandosi verso l'uscita.

-A parte per il cibo, tutto bene- risposi seguendolo.
-Capisco, allora appena arriviamo a casa, ti preparo una bella carbonara da far invidia a zia Iole-
-Io ti adoro- dissi raggiante  e con l'acquolina in bocca.
-Lo so, modestamente- rispose sorridendo.

Caricammo i bagagli nel bagagliaio e salimmo in auto diretti a casa sua.
Il resto della giornata la passai a sistemare camera mia, visitare la casa (non ci misi molto dato che erano 5 stanze in croce) e il vicinato (vicinato... diciamo più il bosco circostante) insieme a mio fratello. Programmammo poi le varie uscite e visite alle fiere, musei, ecc. cercando di incastrarle con i vari impegni del signorino. Alla fine uscì una tabella di marcia tutto sommato accettabile. Peccato che si sarebbe rivelata del tutto inutile.

Ma allora non potevo ancora sapere che a distanza di pochi, anzi pochissimi giorni, quella vacanza tanto attesa si sarebbe trasformata nella più bizzarra delle avventure mai vissute in tutta la mia misera esistenza (e lo sarebbe stata anche per molte altre persone tra cui mio fratello)...

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Capitolo 2
*** Tutta colpa dei cheeseburger ***


NOEMI POV

Sì, miei cari lettori. Avete letto bene. Tutta questa storia è iniziata perché la vostra cara protagonista non è in grado di cucinare nemmeno un uovo senza fare esplodere la cucina e ha quindi deciso di ripiegare verso un fast food.

Ma andiamo con ordine.

In teoria mio fratello doveva rientrare dal lavoro il 27 giugno così da portarmi il giorno seguente a Kyoto dove si sarebbe svolta una fiera su One Piece con tanto di firma copie.

Tuttavia il 26 sera il caro fratello mi manda un messaggio col quale comunicava che, a causa di alcune "complicazioni sul lavoro", non sarebbe tornato a casa per un po'.

Così su due piedi non diedi troppo peso alla cosa; non era la prima volta che succedeva:
anche l'anno scorso avevamo ricevuto una telefonata da Ricky riguardo una "piccola complicazione sul lavoro" e poi abbiamo perso i contatti per quasi 2 settimane.

Stavolta nemmeno si era nemmeno preso la briga di telefonare, ma così su due piedi pensai che semplicemente non potesse farlo per questioni pratiche (e in effetti era andata così, solo che per motivi diversi, come scoprì in seguito).

Alla fine, dopo aver aspettato invano qualche segno di vita per tutto il giorno seguente, decisi di lasciare perdere e di andare comunque alla fiera (avevo già preso i biglietti del treno e della fiera, i secondi dei quali non erano rimborsabili... e poi Oda-sensei non si incontra mica tutti i giorni).

Visto che anche nei giorni successivi mio fratello non si era fatto più vivo e che mi ero stufata di mangiare sempre e solo cibo surgelato, la sera del 29 giugno 2020 decisi di uscire a comprare qualcosa da mangiare.

Così mi vestì con le prime cose che mi capitarono in mano (una T-shirt grigio scuro, un paio di blue jeans lunghi, le mie adorate converse bianche e la giacca di pelle); presi lo zaino, non ancora disfatto dalla gita a Kyoto, con il portafogli e il 1° volume di One Pièce firmato da Echiroo Oda in persona all'interno (e col senno di poi per fortuna era rimasto lì dentro) e con le chiavi della moto presa a noleggio da Ricky per me ("nel caso volessi fare un giro mentre lavoro" mi aveva detto quando me l'aveva presentata. Sì, ho un fratello fantastico) uscì di casa.

Mi diressi quindi al McDonald's vicino all'entrata dell'autostrada, a 20 minuti da casa. Parcheggiai dietro il locale, entrai, ordinai un Happy Meal (avevo 16 anni suonati, ma il fottutissimo pupazzetto del Happy Meal non me lo toglieva nessuno) e uscì sui tavoli a mangiare.

Fu allora che notai una situazione alquanto particolare: su un tavolo poco distante dal mio erano seduti 4 ragazzi, a occhio croce tutti sulla ventina o giù di lì, che mangiavano avidamente come se non vedessero cibo da giorni.

Cosa c'era di particolare, chiederete voi?? Il loro abbigliamento e atteggiamento.
Sembravano direttamente usciti da un anime!!!

Da un lato del tavolo c'era un ragazzo moro con indosso una camicia a mezze maniche rossa e un cappello di paglia sul punto di mangiarsi pure il tavolo.

Al suo fianco un altro moro con un'acconciatura stile Elvis Presley e indosso una tipica uniforme scolastica giapponese blu scuro sopra una canotta giallo canarino adornata di spille oro. Stava osservando attentamente il locale mentre divorava i suoi Chicken MacNuggets, come se stesse cercando qualcosa.

Di fronte a lui stava un altro ragazzo moro con i cappelli intrecciati vestito di rosa con uno scollo a cuore sul petto e 2 spille a forma di coccinella blu. Anche lui si guardava intorno guardingo mentre sorseggiava della Coca Cola.

Infine, di fronte al ragazzo col cappello di paglia, c'era un biondino con la testa cinta da una bandana viola e rosa e da 2 piume bianche, una maglia bianca sotto una giacca azzurra, guanti senza dita scuri e una sciarpa rosa.
Mentre mangiava un hamburger doppio, lanciava occhiatacce sia al parcheggio, come se da un momento all'altro dovesse spuntare la sua nemesi, sia al ragazzo di fronte come per dirgli: "Mastica a bocca chiusa porca miseria!!!". Ovviamente il soggetto in questione non lo calcolo minimamente.

Tutti e 4 avevano i vestiti sciupati e sporchi come era da un bel po' di tempo che non si cambiavano d'abito.

Li riconobbi in mezzo secondo: quei ragazzi erano rispettivamente dei cosplay di Monkey D. Luffy, Josuke Higashikata, Giorno Giovanna (pre-scoperta Stand a giudicare dai cappelli neri e non biondi come dell'anime/manga) e Ceasar A. Zeppeli.

È vero, trovare dei cosplay qui in Giappone è la normalità, soprattutto appartenenti ad anime/manga popolari come One Piece e JoJo, ma... non so... sembravano troppo reali per essere finti.

Inoltre, c'erano altre 2 cose che mi inquietavano parecchio: la prima era il loro aspetto trasandato e la seconda quell'atteggiamento guardingo, preoccupato e stanco di tutti (eccezion fatta per Luffy che, in linea con il suo personaggio, se ne stava "tranquillo" a mangiare).

Mi davano l'impressione che stessero fuggendo da "qualcosa" e che quella era solo una rapida pausa per riposare.

Con una curiosità fuori dalla norma (di solito mi sarei fatta i cazzi miei e continuato a mangiare il mio adorato panino) mi alzai e andai velocemente verso di loro.
- Wow che bei costumi!! Sembrano veri!!- esordì.

Le loro reazioni mi fecero sia inquietare ancora di più che scoppiare a ridere come una deficiente: il cosplay di Ceasar sobbalzò, quello di Luffy si morse per sbaglio un dito mentre addentava il suo quinto panino, quello di Giorno quasi si strozzò con la Coca, mentre quello di Josuke (l'unico che probabilmente mi aveva intravisto arrivare) mi guardò stranito (e forse pure impaurito).

Alla fine quest'ultimo sorrise e mi rispose:
- Ah. Grazie mille, sapessi quanto ci abbiamo messo per realizzarli-
- Non ne dubito. Siete di ritorno dalla fiera di Aoyama??- gli chiesi.
- Sì, è stato fantastico-
- Lo so, ero lì anch'io. Strano che non ci siamo incrociati-

Quest'ultima affermazione mise in difficoltà il cosplay di Josuke, ma per sua fortuna intervenne il ragazzo che faceva il cosplay di Giorno.

- Aoyama è un quartiere molto grande e poi c'erano molte persone. Sarebbe stato strano il contrario- mi disse tranquillamente senza lasciar trasparire alcuna preoccupazione.

"Tipico di Giorno Giovanna"

-Hai ragione. Ecco, non è che possiamo fare una foto insieme voi 4 se non disturbo??- gli chiesi fingendomi un poco imbarazzata.

I due si guardarono un attimo e poi dissero: -Nessun disturbo, fa pure-
-Nessun problema!!- risponde improvvisamente anche il ragazzo che imitava Luffy che fino a quel momento non aveva smesso di mangiare.
-Per una signorina bella come te, lo farò con molto piacere- rispose anche il cosplay di Ceasar con solito modo di fare da Casanova tipico...be'...di Ceasar.
- Okay, rimanete lì e sorridete- dissi prendendo il cellulare e scattando 2 selfie.
-Grazie mille, vi lascio mangiare, scusate il disturbo. Buona cena- dissi e me ne andai.
- Ma figurati, nessun disturbo. Buon appetito anche a te - mi risposero all'unisono i quattro.

Ritornai al tavolo ancora più confusa e inquieta di prima. Se prima avevo solo una vaga sensazione che quei tipi non me la contavano giusta, adesso ne avevo la conferma.
Non era solo per le loro reazioni, ma anche nella conversazione c'era qualcosa che non quadrava.

Prima di tutto, tutti loro avevano la voce simile, se non uguale, al doppiaggio giapponese dei rispettivi anime. Inoltre l'accento napoletano di Giorno e di Ceasar si sentiva lontano un chilometro.

Ma la cosa che non fece altro che confermare i miei sospetti era che non c'era stata nessuna fiera ad Aoyama nè ci doveva essere almeno fino a luglio.

La vera domanda adesso era "Chi erano davvero e cosa avevano intenzione di fare??"

Pensai alle risposte più disparate.

1) Magari si erano confusi e avevano sbagliato il luogo della fiera?? "Possibile, ma allora perché quel atteggiamento guardingo??"

2) Malviventi travestiti che volevano rubare qualcosa?? "Anche questo possibile, spiegherebbe anche il loro atteggiamento, ma perché spaventarsi così per una ragazzina e concedergli una foto che potrebbe incastrarli??"

3) E se fossero delle vittime in fuga travestitesi per non farsi riconoscere?? "Poco probabile; dove avrebbero trovato quei vestiti e perché non avevano informato le autorità??"

4) E se, invece, fossero i veri Josuke, Giorno, Luffy e Ceasar finiti del nostro mondo per chissà quale motivo e in fuga da chi li ha portati qui?? "Okay. Qui stai esagerando Noe. Questo succede solo nelle fanfiction su Wattpad"

In qualunque caso ero decisa a scoprire come  stavano realmente le cose.
Per questo mentre stavo chiacchierando con loro, avevo fatto cadere "per sbaglio" una piccolissima ricetrasmittente di mia creazione, che mi portavo sempre dietro in caso di necessità, collegata al mio telefono per spiare le loro conversazioni.

Era rischioso, ma come diceva un uomo molto saggio "La curiosità non è un peccato, ma dovremmo andarci cauti, con la curiosità..." ed io ero stata cauta.

Quindi presi coraggio, attivai la ricetrasmittente, infilai le cuffiette e iniziai ad ascoltare.

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Capitolo 3
*** Okay, quelli non erano dei cosplay ***


NOEMI POV

-Grazie a Dio se ne è andata, temevo ci scoprisse- sentì Josuke dire ai suoi compagni. Teneva la voce talmente bassa che dovetti alzare il volume al massimo per capirci qualcosa.

-Speriamo solo che non sospetti di nulla- sussurrò Giorno -Josuke, cosa sta facendo adesso?-

Sentì lo sguardo del moro posarsi su di me e per un momento smisi di respirare. Non osai incrociare il suo viso per paura di tradirmi e finsi di essere totalmente presa dal cellulare.

"Tranquilla Noe. Devi solo fare finta di essere una normale ragazza che ascolta della buona musica mentre mangia un comunissimo cheeseburger"
《Facile per te, non sei tu quella che rischia di venire sgamata》
"Sono la tua coscienza. Se scoprono te, tecnicamente ci vado di mezzo anch'io"

Comunque, dopo un tempo che mi parve infinito, Josuke smise di guardarmi.
-Credo stia ascoltando musica da quello strano aggeggio che ha in mano-
Tirai un sospiro di sollievo.

-Non crederai veramente che stia dalla loro parte? È solo una ragazzina di al massimo 14 anni-

Dalla loro parte?? Di chi minchia stavano parlando?? E poi "ragazzina di al massimo 14 anni" a chi, scusa?? Va bene; sono bassa, ma darmi della quattordicenne mi pare esagerato.

-Non penso, ma non possiamo abbassare la guardia, quelli ci staranno sicuramente alle costole- rispose Giorno -A proposito, dobbiamo sbarazzarci di questi vestiti. Sono sudici ed è già la quinta persona che ci fa domande strane- 

-Hey, il cappello non si tocca: ho promesso a Shanks di restituirlo!!- sbottò Luffy. Con la coda dell'occhio intravvidi Josuke tappargli la bocca con la mano.
-Abbassa la voce!! I vestiti non li buttiamo, semplicemente dobbiamo trovarne altri- lo rassicurò Giorno.
-E con quali soldi?? È già un miracolo se siamo riusciti a pagarci la cena- obbiettò Josuke.
-Li rubiamo oppure rubiamo dei soldi- rispose Giorno come se fosse una cosa ovvia -Lasciate fare a me. Se c'è qualcosa che ho imparato nei bassifondi di Napoli è riuscire a prendere qualunque tipo di oggetto senza farsi notare-  

Non ci stavo capendo più niente. Anzi no. Avevo capito tutto, ma il mio cervello si rifiutava di credere a qualcosa di tanto assurdo. Non stavano recitando. Non ne avrebbero avuto un motivo valido dato che nessuno (in teoria) li stava ascoltando. Ma non era semplicemente possibile. Non potevano essere loro.

"Deve essere un sogno Noe. Ora ti sveglierai in camera e tuo fratello ti preparerà delle buonissime crepes alla nutella".
《Sì, hai ragione. Deve essere per forza un sogno. Del resto di sogni assurdi ne ho fatti parecchi》
"Già. Ti ricordi?? Solo un paio di giorni fa abbiamo sognato di cavalcare un unicorno travestito da Deadpool in mezzo all'oceano inseguite da Ryuk al quale sparavamo mele con un bazuka a forma di fenicottero rosa"
《Non male come sogno. Ma anche questo non scherza》

Mi guardai intorno aspettandomi di vedere...che ne so... Harry Potter combattere contro Voldemort con 2 spade laser a cavallo di un Nyan Cat, ma vidi solo tavoli vuoti e un parcheggio deserto.

In compenso dalle cuffiette sentì dei colpi fortissimi e un fischio prolungato che mi fece emettere un gemito di dolore.

Me le tolsi immediatamente, giusto in tempo di sentire Giorno dire -Ma cosa è quel coso??-

Il moro si alzò e raccolse il "coso" e quando capì cos'era, mi raggelai: era la ricetrasmittente.

Probabilmente uno di loro gli aveva tirato per sbaglio un calcio e l'aveva rotta.

-Non so voi, ma a me sembra una di quelle cimici usate dai film di spionaggio- disse Josuke che si era avvicinato a Giorno per vedere.

OH PORCO KARS E TUTTI I PILLAR MEN!!!

"Calma Noe. Non ti hanno ancora scoperto. Rimani seduta e fai finta di niente"

Invece che ascoltare la mia coscienza (che una buona volta mi aveva dato un consiglio utile), presi zaino, panino e pupazzetto (un peluche di un unicorno blu) e corsi verso la moto.

"Ma allora sei deficiente, dillo -sono deficiente, lo so-"

O meglio la mia intenzione era quella di correre verso la moto e scappare via, ma data la mia "silenziosa e per nulla sospetta" fuga, quasi non mi stupì quando qualcuno mi prese per un polso e mostrandomi la ricetrasmittente, mi disse: -Mi sa che questa è tua, non è così??- 

"Bene, è stato bello conoscerti, Noe. Addio"

In meno di 10 secondi mi ritrovai in una delle situazioni peggiori possibili.

Ero io, una ragazzina senza particolari abilità fisiche, armata di un unicorno di peluche e tanta voglia di non crepare, contro 4 ragazzi più alti e grossi di me (non che ci volesse tanto). Per giunta non c'era nessuno nei paraggi a cui potevo chiedere aiuto e uno di loro mi stava torcendo il braccio con la tacita intenzione di non lasciami scappare. 

L'unico fatto positivo era che, per qualche motivo a me ignoto, riuscivo ancora a pensare lucidamente, nonostante il resto del mio corpo fosse paralizzato dalla paura. A ripensarci fu proprio quel fatto così insolito a salvarmi da quella situazione di merda creatasi.

Vedendo che non rispondevo, il ragazzo dietro di me, che dedussi Giorno, mi chiese: -Suppongo che anche il festival ad Aoyama era un trucco per farci uscire allo scoperto, vero??-

Dovevo assolutamente dire qualcosa, ma non riuscivo a muovere la bocca, figurarsi a parlare.

-Sei una di loro, non è vero?? Parla!! Cosa volete ancora da noi?? Volete usarci come animaletti da laboratorio?? Oppure rinchiuderci a vita?? Perché ci avete portati qui?? RISPONDIMI!!!-

La voce di Giorno, di solito fredda e controllata, era carica di preoccupazione, rabbia, angoscia, esasperazione. In quel momento, era spaventato, forse addirittura molto più di me. E anche se data la posizione non vedevo le loro facce, percepivo che anche gli altri provavano lo stesso.

Quella scoperta mi diede la forza necessaria per aprire la bocca e mormorare tremante: -Io...Io non so nemmeno di cosa stai parlando...ve lo giuro...vi prego… lasciami andare… mi fai male-

-Se davvero non sai niente, allora come fai a conoscerci??- continuo Giorno.
-Siete famosi... o meglio... le vostre avventure lo sono- risposi con più sicurezza.
-Non capisco di cosa tu stia parlando. Sarà meglio per te non inverarti balle, sto perdendo la pazienza- sbottò Giorno.

Cosa potevo fare?? Dovevo dimostrargli che non stavo mentendo, ma come??
"Il fumetto"
《Sì, lo so che vengono da un fumetto, non mi stai aiutando》
"No, brutta rincoglionita. Il fumetto di One Piece nel tuo zaino"
《Giusto》

-In fondo al mio zaino c'è un manga chiamato One Piece. Racconta le avventure di Luffy nel mare orientale. Prendetelo. È la prova che non sto mentendo-
-Hanno scritto un fumetto su me??- chiese il diretto interessato entusiasta.
-Esatto. Ed è anche ai primi posti nelle vendite annuali-

-Aspetta!! Potrebbe essere una trapp...- 

Giorno non riuscì a finire la frase. Luffy si lanciò sullo zaino e tirò fuori il volume urlando: -Wow!! Sono sulla copertina. E ci sono anche Nami e Zoro-
Prese a sfogliarlo e di tanto in tanto diceva cose come -Ecco Coby- oppure -C'è anche Shank-.

-Quindi stai dicendo che Luffy è il protagonista di un fumetto??- chiese Josuke.
-Esatto. Anche tu, Giorno e Ceasar siete i personaggi di un manga che io e molti altri abbiamo letto. Per questo conosco i vostri nomi e vi ho scambiato per cosplay-

-Okay, ha senso, più o meno. Ma la cimice??- chiese Giorno.
-Può sembrare strano o da pazzi paranoici. Anzi non nego di esserlo. Ma io ho sempre una cimice nel caso volessi spiare o registrare le parole di qualcuno. Mettete caso che veda delle persone sospette e voglia capire che intenzioni hanno. Con la cimice posso capire se sono ladri, serial killer o altro ed eventualmente avvisare qualcuno o mettermi in salvo-

-Quindi tu hai usato questo affare per capire se avevamo cattive intenzioni??-
-Esatto. So che può sembrare sospetto, ma dovete credermi. Io non so cosa vi sia successo o chi sono questi "loro". Io non voglio farvi del male. Per favore, credetemi-

Segui un lungo silenzio interrotto di tanto in tanto dalle macchine che sfrecciavano in lontananza. Io tremavo come una foglia in attesa della sentenza. E se non mi avessero creduto?? Come avrei potuto far...??

-Ho capito, ti credo-

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Capitolo 4
*** Facciamo i provini per Fast & Furious ***


NOEMI POV

-Ho capito, ti credo- disse Giorno rompendo il silenzio.

Ci misi un minuto buono per realizzare quello che aveva appena detto. Era serio?? Mi sarei aspettata un interrogatorio di quarto grado (tipo quelli di mia madre quando tornavo tardi la sera) durante il quale avrei dovuto pronunciare arringhe infinite e rispondere a tono alle sue domande pur di salvarmi le chiappette. E invece bastò rispondere a 4 domande in croce per essere creduta.

-Cosa hai detto, scusa??- chiedo tanto per essere sicura.
-Non mi piace ripetere le cose- rispose Giorno un po' scocciato -Ho detto che credo alle tue parole-
-Sì, l'ho capito che hai capito, ma perché mi credi??-
-Primo, perché quello che dici ha una sua logica e darebbe una spiegazione plausibile alle domande che negli ultimi giorni ci hanno rivolto tutti. Secondo e più importante, perché eri terrorizzata. Terrorizzata a tal punto da non accorgerti nemmeno che è già da 5 minuti che ti ho mollato il polso- mi rispose.

Solo allora realizzai che il ragazzo aveva messo le mani in tasca e che il mio braccio era rimasto lì sospeso a mezz'aria senza alcun motivo apparente. Lo abbassai.

-Se fossi stata un'investigatrice o un soldato professionista, te ne saresti accorta. Ma non è successo. E non credo che "loro" siano così stupidi o disperati da inviare una ragazzina a cercarci- continuò lui.

Avrei voluto dire qualcosa tipo "Guarda che ho 16 anni" o chiedergli chi erano "loro", ma nello stesso istante in cui il terrore passò e il mio corpo si rilassò, mi resi conto della situazione in cui ero ritrovata.

Mi trovavo davanti a Giorno, Josuke, Ceasar e Luffy!! Quelli originali nati dalla penna di Hiroiko Araki ed Echiro Oda!! Come minchia era possibile?!?

Mi sedetti per terra, non tanto per l'enorme mal di testa sopraggiuntomi, ma per assicurarmi che l'asfalto fosse lì, che la mia realtà fosse ancora lì e non si stesse, invece, disfacendo davanti ai miei occhi.

-Tutto a posto??- mi chiese Giorno preoccupato.

"Tutto a posto. Sì, certo, ho solo scoperto della vostra esistenza, cosa che va contro ogni schema logico e razionale della nostra realtà, ma tutto bene. Ma che razza di domanda è?!"

-Ha appena scoperto che 4 personaggi inventati da autori strampalati esistono realmente. No che non è tutto a posto- intervenne Josuke in mio favore.

-In effetti è un miracolo che tu non sia svenuta sedutastante- commentò Giorno -Mi dispiace averti coinvolto in questa situazione. Di solito non evito di mettere in mezzo civili nei miei problemi. E spero di non averti fatto male al braccio-
-Non è colpa tua, sono io che non so fare gli affari miei- gli risposi.
-Ti prego di non rivelare a nessuno quello che è successo stasera-
-Anche se lo volessi fare, nessuno mi crederebbe. Se andassi in giro a dire di aver incontrato il vero Giorno Giovanna, uscito direttamente dalla mente malata di Hirohiko Araki, mi spedirebbero in manicomio in battito di ciglia- dissi -E poi sembrate in una situazione critica, non voglio rischiare di peggiorarla-
-Saggia decisione, ti ringrazio- disse Giorno -allora togliamo il disturbo-

-Aspetta cosa??- gli chiesi sconcertata.
-Abbiamo attirato già troppa attenzione e in più "loro" ci stanno alle calcagna. Non possiamo rimanere qui- mi spiegò Giorno.

-Ma io non ho finito di mangiare!!- protestò Luffy che aveva appena alzato gli occhi dal manga.
-Prendi il cibo e mangia in auto, okay?? Non possiamo stare fermi a lungo, lo sai anche tu- gli rispose Josuke.

-Un attimo. Io vi voglio aiutare- dissi. Nonostante avessi capito che quei ragazzi si erano cacciati in una situazione pericolosa, quelle parole mi uscirono spontaneamente.

-Aiutarci?? Ci siamo appena conosciuti e non sai nemmeno cos'è successo. E poi te l'ho già detto: non voglio coinvolgere civili innocenti- mi rispose Giorno con una punta di freddezza.

-Sono già coinvolta in questa faccenda- gli risposi -E poi non voglio che rimaniate da soli in posto sconosciuto e inseguiti da qualcuno. Non riuscirei a darmi pace senza sapervi al sicuro!!-
-È pericoloso e noi non possiamo garantirti alcuna protezione- ribatte lui.
-Ma se hai lo stand più potente di tutto l'universo!! E poi anche Josuke, Ceasar e Luffy non scherzano. Come pensi che un semplice essere umano, per quanto potente possa essere, possa competere con poteri del genere?!- controbattei io.

Giorno non rispose e io ingenuamente pensai di aver vinto il dibattito. Ma il silenzio diventò presto opprimente e guardando poi le facce di Luffy e Josuke intuì che c'era qualcosa che non andava anche su quel punto.

Infine Josuke con evidente imbarazzo rispose: - Ecco, noi...-

-Merda!! Sta arrivando uno sbirro- disse improvvisamente Ceasar, troncando la risposta sul nascere (durante tutta la nostra "conversazione" aveva fatto da palo vicino al muro).

Anche se avevo la fedina penale e la coscienza pulita, sentì il sangue nelle mie vene divenire ghiaccio e a giudicare dallo sguardo impaurito dei ragazzi anche loro avevano provato la stessa identica cosa.

All'unisono io e Luffy scattammo in piedi (gli altri lo erano già), prendemmo le nostre cose e ci incamminammo tranquillamente (o almeno ci provammo) verso il parcheggio.

-Non voltatevi. Andiamo alla macchina e togliamovi di torno- mormorò Giorno a denti stretti -E tu, ragazzina, va a casa, per favore- 

Ancora oggi non so ringraziare o maledire il poliziotto che ci trovò quel giorno poiché egli, insieme ai cheeseburger, fu la causa del mio totale coinvolgimento in quella situazione.

Infatti nello stesso istante in cui pensai seriamente di mollare lì i ragazzi, scappare a casa e dimenticare quella faccenda, le sue parole mi fecero cambiare idea in un attimo.

-Voi cinque!! Fermi!! Vi dichiaro in arresto per furto d'auto!!-

Piuttosto che seguire l'ordine dell'agente, i ragazzi scattarono verso una Volkswagen Polo nera e io, terrorizzata, li inseguì.

Giorno aprì l'auto e si mise al volante mentre Ceasar si lanciò sul sedile da passeggero. Io, Josuke e Luffy invece ci fiondammo dietro.
Appena chiudemmo la portiera, Giorno diede gas e si lanciò in autostrada con una velocità e un'agilità che Vin Diesel levati e portami una Corona.

A causa di quelle manovre improvvise, sbattei il mio povero nasino contro il finestrino della macchina, Josuke si ritrovò con la testa sul mio grembo (e anche se l'interno dell'abitacolo non fosse particolarmente illuminato, giurai di averlo visto divenire bordeaux) e infine Luffy si ribaltò inspiegabilmente a testa in giù e con le gambe per aria.

Massaggiandomi il naso, guardai fuori dal vetro e vidi in lontananza i bagliori rossi e blu delle volanti.

-Perché avete la polizia alle calcagna??- piagnucolai.

"Usa per favore quel poco di cervello che hai in mezzo alle orecchie. Come cazzo pensi siano riusciti a procurarsi una macchina?? Mica potevano noleggiarne una senza soldi o documenti validi dal momento che LORO IN TEORIA NON DOVREBBERO ESISTERE"

-Va be', lasciamo stare. Adesso che facciamo??- chiesi disperata.
-Li seminiamo- mi rispose seccato Giorno senza staccare gli occhi dalla strada.
-Ma come...- provai a dire, ma lui mi urlò scocciato: -NON HO TEMPO DI RISPONDERE A TUOI PIANGISTEI, DONNA!! NON TI HO COSTRETTO IO A VENIRE!! ADESSO STA ZITTA E PREGA CHE NON CI SCHIANTIAMO-

Mi ammutolì e aggrappandomi disperatamente al braccio di Josuke manco fosse un salvagente, iniziai a preparare mentalmente il mio testamento.

Giorno sfrecciò tra le auto a una velocità assurda, cercando in tutti i modi di allontanarsi dalle volanti.

-Giorno, non le vedo più- urlò Ceasar a un certo punto.
-Bene. Tenetevi forte e appena mi fermo nascondetevi sotto ai sedili- ci avvisò Giorno un istante prima di sterzare bruscamente a sinistra e imboccare una stradina sterrata tra i boschi.
Si fermò in una rientranza, spense motore e luci e si mise sotto il volante. Noi lo imitammo.

Diciamo che la situazione era abbastanza scomoda sia per il contesto sia per la posizione poiché ero praticamente schiacciata tra Josuke e la portiera. Ho quasi rischiato di svenire dalla paura.

"Dalla paura o perché sei tra le braccia di quel bel pezzo di manzo di Josuke Higashikata?? 😏 "
《Ma ti sembra il momento di pensare a cose del genere??》
"Non lo stai negando, interessante…"
《Sta zitta, non dobbiamo farci scoprire》
"Guarda che sono una voce della tua testa, al massimo sentono te"

Improvvisamente sentì le sirene delle volanti avvicinarsi e pregai qualunque dio esistente che se ne andassero.
Da lassù qualcuno ebbe pietà di me e le sirene si allontanarono.

Giorno ci sussurrò: -Esco a controllare, se mi sentite urlare "chi t'è mmuort" uscite dalla macchina e correte-
Strisciò quindi fuori dall'auto e si diresse verso la strada.

Anche se non sentivo più le sirene, il terrore prese di nuovo possesso di me.
Senza pensarci mi strinsi alla giacca di Josuke, tremando come una foglia. Con l'orecchio appoggiato al suo petto , potei sentire chiaramente il battito piuttosto accelerato del suo cuore. Anche lui aveva paura.

Fortunatamente Giorno ritornò un minuto dopo (che a me parve un'eternità) rassicurandoci.

-La polizia ha proseguito dritto. Dovremmo averla seminata-

Tirai un sospiro di sollievo e poi, complice sia la tensione provata fino a un attimo prima che le novità assurde presentatemi durante la serata, svenni contro la spalla di Josuke.

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Capitolo 5
*** Il mio nome è Elmut, Elmut Alzheimer ***


NOEMI POV

Quando riaprì gli occhi era tutto buio. Inizialmente pensai che lo shock mi avesse reso cieca , poi mi resi conto che avevo solamente la faccia schiacciata contro qualcosa. 

Ancora un po' intontita sollevai la testa e cercai di mettere a fuoco quello che avevo davanti. 

Mi ritrovai su un sentiero in mezzo al bosco che a giudicare dal rumore delle auto in lontananza era nelle vicinanze dell'autostrada. Di fronte a me un ragazzo con un cappello di paglia in testa e un bastone in mano portava il mio zaino sulle spalle e camminava in modo baldanzoso, come se stesse facendo una normale scampagnata in buona compagnia.

Ma chi era quel ragazzo che assomigliava a Monkey D. Luffy di One Piece e perché aveva il mio zaino??

"Ma c'hai l'Alzheimer?? Quel ragazzo non assomiglia a Monkey D. Luffy, è Monkey D. Luffy. L'hai incontrato questa sera al Mc Donald insieme a Josuke, Ceasar e Giorno. Siete fuggiti insieme dai caramba"

Ah, giusto.

ASPETTA COSA!?!

"Ma perché sono la coscienza di sta cretina?? Basta!! Io mi prendo una vacanza"

Fantastico. Persino la mia coscienza non ne può più.

Decisi di mettere momentaneamente da parte tutte le domande sul cosa, sul come e sul perché di tutta quella storia (altrimenti sarei andata a fare compagnia a Hirohiko Araki all'istituto psichiatrico più vicino) e mi concentrai sul futuro prossimo.

-Sei sveglia Noemi?? Come ti senti??- mi chiese gentilmente Josuke che, me accorsi solo in quel momento, mi aveva portato a cavalluccio per tutto il tempo.

Più avanti notai anche Giorno che avanzava deciso come se sapesse dove stesse andando. 
Sbirciando infine alle mie spalle vidi Ceasar che chiudeva la fila.

-Ho male alla testa, ma per il resto sto bene- risposi.
-Un attimo, come fai a conoscere il mio nome??- gli domandai, ricordando che non mi ero ancora presentata.
-Ci dispiace, ma non abbiamo avuto altra scelta che frugare nello zaino per cercare un indirizzo per portarti a casa e abbiamo visto il nome sul passaporto- mi rispose un po' a disagio.

-Ho capito. Non importa. Comunque non sono residente in Giappone. Sono qui in vacanza- lo informai.
-L'avevamo intuito. Ti stiamo portando all'indirizzo scritto sullo zaino- mi disse.
-Intendi XX, Tokyo??- domandai (ho dovuto censurare la via e il numero per garantire la privacy di mio fratello).
-Sì. Quello-
-Allora stiamo andando a casa di mio fratello. É lui che mi ospita. Ma come fate ad orientarvi se non siete mai stati qui??-

-Dentro la macchina abbiamo trovato uno strano aggeggio che ci indica la nostra posizione. Abbiamo inserito l'indirizzo e ora Giorno ci sta portando lì- mi spiegò Josuke.

Guardando meglio il ragazzo biondo davanti a noi, notai che aveva tra le mani un piccolo oggetto nero munito di display. Dedussi essere un navigatore.

-E la macchina??- chiesi ancora.
-L'abbiamo mollata nel bosco. Con la polizia alle calcagna sarebbe rischioso proseguire con essa. Non ti preoccupare. Abbiamo eliminato qualunque segno del nostro passaggio. Non ci troveranno- mi tranquillizzò lui.

-Ci siamo, vedo delle case- affermò Giorno davanti a noi. Lo raggiungemmo (o meglio Josuke lo raggiunse; io me ne stavo comoda sulla sua schiena) e finalmente uscimmo dal bosco.
Davanti a noi c'era solo due casette separate da una stradina asfalta, ma in lontananza si potevano vedere tranquillamente i grandi palazzi di Tokyo illuminati dalla luce artificiale.

-Eccola. È quella casa laggiù- dissi scendendo dalla schiena del moro.
-Bene. Allora noi ci separiamo qui- disse Giorno.

Ancora con sta storia?!

-Non osare pensarci minimamente!! Avete fatto una bella faticaccia per portarmi a casa quindi ora rimarrete da me a riposare- dissi con una fermezza che stupì persino me.
-Ma...- provò a ribattere Giorno.
-Niente ma- lo interruppi -Non vi lascio da soli nel cuore della notte. E poi ormai mi hanno indentificato come vostra compare. Non ci sono più scuse che tengano-

-A me sinceramente non dispiacerebbe dormire un paio di ore in casa piuttosto che nel bosco- confessò Josuke.
-Hai della carne??- mi chiese Luffy.
-Ho degli hamburger nel congelatore- gli risposi sorridendo.
-Allora andiamo- disse saltellandomi intorno.
-Ceasar??- chiesi.
-Un invito così allettante non si può rifiutare. Soprattutto se a farlo è di una bella signorina come te- rispose il diretto interessato con il suo solito modo melenso. Dietro di lui Josuke fece finta di vomitare per quel eccesso di galanteria.

Io semplicemente lo ignorai e puntai gli occhi su Giorno, l'unico che ancora mostrava segni di resistenza.

-E va bene. Veniamo con te- si arrese infine.

-Allora per di qua- dissi entusiasta e mi diressi a casa quasi correndo con i ragazzi alle calcagna.
Arrivata di fronte alla porta, presi le chiavi dallo zaino e l'aprì.
-Lasciate le scarpe all'ingresso o mio fratello mi uccide- dissi levandomi le Converse e mettendo le Crocs rosa.

-Allora questo è il soggiorno- spiegai ai ragazzi indicando le varie stanze della casa -Lì c'è la cucina; in fondo al corridoio a destra il bagno; la porta sinistra del corridoio è quella di camera mia; mentre quella a destra prima del bagno di mio fratello. Non è particolarmente grande, ma dovremmo starci lo stesso. Fate come se foste a casa vostra-
-Tuo fratello non è in casa??- chiese Ceasar.
-No, ha avuto dei problemi a lavoro quindi starà in sede per un po'- spiegai con un velo di tristezza -Comunque...-

Venni interrotta da un rumore molesto. Mi voltai e vidi Luffy svaccato sul pouf del soggiorno che russava rumorosamente.
-Manco finisce di ascoltare che prende e dorme. Che modi- sbuffò Ceasar.
-Come biasimarlo. Sarete esausti anche voi- dissi, mentre andai verso il divano. Aiutata dai ragazzi, tirai fuori il letto.

-Potete dormire qui. Vado in camera mia. E non fate scherzi: domani mattina vi voglio trovare qui. Buonanotte- dissi prima di dirigersi in camera mia.
-Buonanotte Noemi- mi risposero loro.

Solo dopo aver chiuso la porta di camera mi accorsi di quanto fossi stanca. Infatti non appena toccai il cuscino con il capo, mi addormentai di colpo con ancora i vestiti addosso e le ciabatte ai piedi.

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Mi svegliai la mattina seguente sentendo odore di caffè.
Ancora stordita e con gli occhi impastati dal sonno guardai l'orologio: segnava le 9.00.

Ma chi ha trovato la voglia di svegliarsi alle 9.00 di mattina in piena estate per preparare colazione??

Anche se la voglia di dormire era ancora forte, mi alzai e mi diressi in cucina, aspettandomi di trovare Ricky intento a preparare la colazione.
Invece trovai un ragazzo moro con una canottiera gialla a trafficare con i fornelli.

Ma cosa??

"E ci risiamo. Ma chi sei, Big Mom che ogni 2 per 3 perde la memoria?? Ti devo rispiegare cos'è successo ieri o fai funzionare quel poco di materia grigia che ti è rimasto??"

Sospirai rassegnata. Ormai ci dovevo fare l'abitudine con questa strana situazione.

Josuke si girò di scatto, ma vedendo che ero io, sorrise e mi disse: -Buongiorno Noemi. Ben svegliata. Stavo preparando la colazione-
-Vuoi una mano??- gli chiesi.
-Volentieri-
Presi dalla credenza biscotti, pane e Nutella e alcune tazze e misi tutto in tavola.
Poi presi gli hamburger congelati e li misi del forno a microonde.
-Mangi hamburger per colazione??- mi chiese stranito Josuke.
-No, sono per Luffy. Glielo ho promesso ieri sera, ricordi??-
-Ah, giusto- disse guardando verso il soggiorno.

Ora Luffy stava russando con la faccia sepolta nel pouf con il resto del corpo a terra. Giorno dormiva raggomitolato su se stesso su un angolo del letto, mentre Ceasar sonnecchiava beatamente con piedi e braccia completamente fuori dal letto.
Avevano tutti un espressione serena e tranquilla.
Chissà che bei sogni stavano facendo…

Sentì un "bip", segno che gli hamburger erano pronti e mi affrettai a toglierli e metterli a tavola.

Non l'avessi mai fatto.

Appena il loro buon profumino raggiunge il naso di Luffy, quest'ultimo si riattivò e al grido di -CARNEEEEE!!- si precipitò verso quei poveri hamburger che finirono tragicamente del suo stomaco senza fondo.
-E CHE CAZZO!!! NON SI PUÒ NEANCHE DORMIRE IN PACE!!- gridò scocciato Ceasar. Come dargli torto: Luffy gli aveva praticamente tirato un piede in faccia per raggiungere la cucina.
-Che succede??- mormorò Giorno sollevando la testa dal suo "gomitolo".

Non so cosa mi impedì di scoppiare a ridere di fronte a quella scena: vedere due grandi eroi, che avevano sconfitto rispettivamente una divinità atzeca e una potente organizzazione mafiosa come Passione, inveire contro un ragazzino con la voce e gli occhi ancora impastati dal sonno e i capelli spiaccicati in faccia era qualcosa di esilarante.     

Josuke invece scoppiò a ridere di gusto fregandosene altamente delle occhiate assassine di Ceasar. La risata contagiò anche me.

-Scusatemi....ma siete....così...così…- cercai di dire tra le risate, fallendo miseramente.

Fortunatamente i due la presero sul ridere e finalmente ci sedemmo a tavola.
-Buon appetito- dissi prima di fiondarmi sulla Nutella prima che lo facesse Luffy.

Per un po' nessuno parlò poiché tutti troppo impegnati a mangiare.

Quando il mio stomaco venne finalmente soddisfatto, decisi di rompere il silenzio formulando una domanda che mi ronzava in testa dalla sera prima.
-Chi sono questi "loro"??-
-Purtroppo non sappiamo molto- rispose Giorno -Abbiamo ipotizzato essere degli scienziati che in qualche modo sono riusciti a portarci qui, ma non sembrano intenzionati anche a riportarci indietro. Così siamo scappati-
-Ma non potevate usare i vostri poteri per sconfiggerli?? Insomma cosa potevano fare dei semplici scienziati contro 2 stand, il potere delle onde concentriche e il frutto Gum Gum??- chiesi.

Calò nuovamente un silenzio opprimente e solo allora mi ricordai di aver già posto questa domanda e aver ottenuta la stessa identica reazione.
La mia mente formulò una possibile risposta e pregai con tutta me stessa di essermi sbagliata, ma le seguenti parole di Giorno invece la confermarono.

-Da quando siamo del tuo mondo nessuno di noi è ancora riuscito a usare i suoi poteri-

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Capitolo 6
*** É l'ora del teoria time ***


NOEMI POV

Non ci volevo credere. Ma perché tra tutti gli scenari possibili e immaginabili avevo azzeccato proprio il peggiore tra tutti?!

"Mi sa che porti sfiga"
《Grazie cara coscienza. Avevo proprio bisogno del tuo rincuorante supporto》
"Non c'è di che"

Comunque questa rivelazione, per quanto aveva soddisfatto uno dei tanti quesiti che mi ronzava in testa dalla sera prima, ne aveva fatto sorgere un altro: per quale stracacchio di motivo avevano perso i poteri??

Per la situazione assurda venuta a crearsi sarebbe stato molto più sensato che li avessero. Solitamente nei libri/film le creature di altri mondi mantenevano i propri poteri anche sulla terra. Poi morivano malissimo perché i loro corpi non riuscivano ad adattarsi alla vita terrestre, ma questo era...

A quel punto mi illuminai. Ma certo, come avevo fatto a non capirlo subito??

Però avevo bisogno di un'ulteriore conferma. Così mi alzai, presi una ciotola, la riempì d'acqua, ci misi una manciata di sale e iniziai a mescolare. I ragazzi mi guardano e si guardano chiedendosi silenziosamente che cosa diamine stessi facendo.

-Non vi preoccupate, non è un nuovo esperimento di cucina- li rassicurai -Ho solo un dilemma da risolvere-

Quando il sale si sciolse del tutto, posai la ciotola sul tavolo di fronte a Luffy e gli dissi:
-Metti la mano della ciotola-
-Perchè??- mi chiese lui confuso.
-Ti spiego dopo. Tu fallo e basta- gli risposi.
Lui obbedì e immerse la mano della ciotola.

Passarono un paio di minuti.
-Ti senti affaticato Luffy??- gli chiesi a quel punto.
Lui scosse la testa.
-Lo sapevo!!- esclamai vittoriosa.

Vedendo i quattro ancora più confusi di prima, iniziai a spiegare.

-Questa nella ciotola è acqua mischiata a sale marino, il punto debole di tutti i possessori di un Frutto del Diavolo. Dato che Luffy ha mangiato uno di questi frutti ossia il Frutto Gum Gum, il contatto con quest'acqua avrebbe dovuto indebolirlo, ma non è successo niente del genere. Quindi, oltre al potere effettivo dato dal frutto ovvero l'elasticità, Luffy ha perso anche gli svantaggi legato ad esso. Insomma è come se Luffy non l'avesse mai mangiato-

-E quindi??- chiese il diretto interessato.

-Questa è la mia teoria. Quando siete stati portato qui nel mio mondo, i vostri corpi si sono adattati alle leggi naturali di esso. E visto che qui non esistono nè frutti in grado di donare superpoteri e di rendere il suo possessore debole all'acqua, nè poteri psichici nati dalla forza d'animo tipo l'haki o gli stand e nemmeno un'arte respiratoria che ti permette di produrre energia vitale come l'Hamon, questi poteri e tutte le conseguenze che ne derivano sono state annullate per non andare contro la natura stessa di questo universo- gli spiegai.

Tutti rimasero in silenzio un attimo a elaborare finché Giorno non parlò:
-Sai, credo che tu abbia ragione. Questo spiegherebbe come mai sono tornato al mio colore di capelli naturale-
-In che senso scusa?? Le tinte dovrebbero esistere in questo mondo...- gli domandò confuso Josuke.
-Non mi sono tinto i capelli. Sono diventato biondo a seguito del risveglio del mio stand- gli spiegò Giorno -Ora sono tornato moro e non riesco più a evocare lo stand, come se non lo avessi mai risvegliato-
-Ah. Così ha senso- disse Josuke.

"Una questione l'abbiamo risolta. Ce ne mancano solo altre 8000 e siamo a posto. Semplice, no??"
《Non essere così pessimista. Possiamo riuscire a cavare qualche altro ragno dal buco》

-Bene, ora se non vi dispiace, vorrei sapere per filo e per segno cosa vi è successo- gli chiesi -Per risolvere questo pasticcio abbiamo bisogno di quante più informazioni possibili perciò non tralasciate alcun dettaglio-

Così mi sedetti, intrecciai le dita e appoggiai il mento su di esse, pronta ad ascoltare.

-È accaduto la sera di 3 giorni fa- iniziò Giorno, prendendosi l'onere di raccontare il tutto -Ero in spiaggia a Napoli insieme ad alcuni amici quando ho avvertito una strana sensazione.
Nemmeno il tempo di guardarmi intorno che mi sono stato come strappato via dalla spiaggia e un secondo dopo ero per terra su un pavimento di ferro. Mi sono guardato intorno e ho visto una decina di persone, alcune in camice, altre in giacca e cravatta e altre ancora vestite normalmente, che discutevano freneticamente o compilavano moduli. A un certo punto un signore in giacca e cravatta, forse il capo, ha annunciato: "Esperimento N8 riuscito con successo. Portatelo nella sua stanza". Cercai di fare delle domande. Chi fossero, dove mi trovavo, cosa stesse succedendo, ma nessuno mi rispose-

Da quel punto la voce di Giorno tradì del rancore.
-Mi guardavano come se fossi una cavia, un piccolo topolino spaventato che squittiva cose senza senso. Capì allora che non avevano alcuna intenzione di lasciami andare. Tentai di evocare Golden Experience, ma non ci riuscì-

Continuò a parlare senza interruzioni mentre stringeva i pugni al punto da far diventare bianche le nocche delle mani.

-Nel mentre quei bastardi erano riusciti a bloccarmi e a mettermi delle manette. E se la ridevano sotto i baffi come se fossi uno stupido, un fenomeno da baraccone!! Avrei tanto voluto tirarli un cazzotto sul muso per toglierli quel loro stupido sorrisetto di superiorità!! Ma non potevo fare niente!! È stato umiliante!!-
Detto ciò batté un pugno sul tavolo facendo tremare le tazze.

Sentendo quelle parole capì immediatamente perché la sera precedente era così spaventato e incazzato nero. E non stentavo anche a comprenderlo. Ritrovarsi in una situazione ignota circondato da perfetti sconosciuti che ti trattano come se non fossi un deficiente (nonostante tra l'altro gli hai dimostrato di essere capace di intendere e volere) doveva essere frustante a dir poco.

Con la coda dell'occhio guardai anche gli altri commensali: tutti e tre avevo smesso di mangiare (sì, miei cari lettori, nemmeno Luffy stava toccando il proprio cibo) e avevano la mascella contratta e gli occhi bassi. Non fu difficile intuire che anche loro avevano ricevuto un trattamento simile, se non uguale.

-Mi dispiace molto per quello che è successo- dissi -E perdonatemi se ho rivangato brutti ricordi-

-Tranquilla. Non hai nulla di cui scusarti- disse Giorno calmandosi -La tua curiosità è lecita-

-Mentre quei tizi mi trascinarono via, la stessa persona annunciò: "Bene signori, inizio esperimento N9 e poi per stasera è più che sufficiente". Avviò tutta la procedura, ma qualcosa andò storto- riprese a raccontare -Accadde tutto in un attimo: gli allarmi scattarono, i sistemi elettrici impazzirono, gli scienziati urlarono frasi del tipo "Si verificata un'anomalia del sistema" oppure "Chiudete tutto, chiudete". Si verificò una specie di esplosione, ma era... bizzarra-

-Un'esplosione… bizzarra??- ripetei.

-Sì. Non era una di quelle che facevano saltare tutto in aria. Sembrava più una specie di onda azzurrognola di energia. Quando mi investì, sentì una scarica di energia attraversarmi il corpo e per un momento riuscì a riattivare il mio stand e a liberarmi. Non sapevo per quanto e se quella situazione sarebbe durata perciò mi diedi alla fuga. Per mia fortuna trovai subito un'uscita d'emergenza che portava al parcheggio della struttura. Lì trovai Ceasar, Luffy e Josuke. Non ci volle molto per capire che eravamo sulla stessa barca perciò rubammo una macchina e per tre giorni vagammo per le strade senza sapere dove andare e cosa fare. Fortunatamente nella macchina trovammo un po' di soldi per comprarci qualcosa da mangiare e anche "uno strano coso elettrico con la voce inquietante" che, dopo un paio di tentativi, riuscimmo a far funzionare. Decidemmo di andare in città nella speranza di trovare un luogo sicuro dove nasconderci e riorganizzare le idee. Poi abbiamo incontrato te e il resto lo sai già-

Giorno finì così l'interminabile racconto.

Non sapevo cosa dire.
O meglio avevo troppo cose da dire: troppe supposizioni, teorie, ipotesi…

Era come aver appena finito di vedere il finale di stagione di una qualsiasi serie TV: avevi finalmente trovato la risposta a una parte dei tuoi dubbi, ma ancora non sapevi ogni singola cosa perciò non puoi fare altro che formulare teorie su teorie mentre aspetti il gran finale.

In linea di massima il mio povero cervello (al quale devo pagare gli straordinari per non essere andato in tilt durante questo trip assurdo che è stata la mia vacanza estiva) aveva capito due cose.

La prima era l'esistenza di più universi collegati tra loro che (guarda tu il caso) sono tali e uguali ai mondi creati da alcuni mangaka.
La seconda era l'esistenza di una associazione segreta che, attraverso una serie di esperimenti, aveva portato qui alcuni abitanti extra-universali.

Ma c'erano ancora troppe domande senza risposta:
Questi "loro" chi erano davvero??
Cos'era questa "anomalia"??
Qual era lo scopo degli esperimenti??
Ma soprattutto se Giorno era l'esperimento N8, significava che c'erano altri sette esperimenti corrispondenti ad altre sette persone. Quindi chi e dove erano le altre quattro persone teletrasportate nel mio mondo insieme a Giorno, Josuke, Ceasar e Luffy?? 

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Capitolo 7
*** Operazione JoJo Tequila 2.0 ***


NOEMI POV

-Ascolta Noemi. So che ne abbiamo già discusso diverse volte ieri sera, ma adesso che sai tutto l'accaduto e in quale situazione ci siamo immischiati a nostro malgrado, credo sia lecito richiedertelo: sei davvero sicura di volerci aiutare??-

Fu Ceasar a parlare a nome di tutti, interrompendo il flusso di teorie e ragionamenti che il mio cervello stava inevitabilmente elaborando per dare un senso al racconto di poco prima.

Trovai la domanda lecita. Dopotutto se rispondevo affermativamente, sarei finita anch'io del mirino di questi "loro" che da come Giorno li aveva descritti non sembravano farsi troppi scrupoli nel violare i diritti umani basilari. 

Se invece rispondevo di no, loro se ne sarebbero dovuti andare e sarebbero stati costretti ad affrontare un mondo sconosciuto e a scappare da nemici ignoti contro i quali non potevano usare i propri poteri per difendersi. 

E io?? Che avrei fatto nel mentre?? Mi sarei messa a mangiare nutella davanti a una serie TV o andata a visitare Tokyo, facendo finta che nulla fosse accaduto?? 

No, non potevo. Non potevo dirgli di no.
Ma in cuor mio sapevo che non sarebbe bastato un semplice "sì, ne sono sicura".
Sapevo benissimo che ieri sera avevano accettato il mio aiuto solo perché esausti.
Se volevo convincerli ad accettare il mio aiuto dovevo mettere in chiaro cosa volevo fare e perché volevo farlo.

-Se vi trovaste di fronte a una persona in difficoltà, magari anche un vostro idolo, bisognoso di un aiuto che voi siete in grado di dargli, sareste davvero in grado di voltargli le spalle?? Di ignorarlo e andare avanti per la vostra strada??-

Quelle domande sorpresero non poco i quattro ragazzi che non risposero, ma non ce ne era bisogno. La risposta gliela si leggeva in faccia.

-So bene di essere solo una ragazzina, senza poteri magici o chissà che altro e so altrettanto bene che questa è una situazione pericolosa- continuai -ma so anche che, se cedessi alla paura e vi cacciassi via da questa casa, non riuscirei più a guardarmi allo specchio. Non è nella mia natura abbandonare gli altri al proprio destino, soprattutto se sono persone che stimo con tutta me stessa.
Quindi sì, ne sono sicura. Io, Noemi Valpiana, farò tutto il possibile per aiutarvi a tornare a casa-

I quattro mi guardarono sorridenti, approvando quelle parole.

-Se questa è la tua decisione- disse allora Ceasar -Non posso fare altro che ringraziarti e prometterti a nome di tutti di fare tutto il possibile per proteggerti da qualunque pericolo-

Gli altri annuirono e io non potei fare a meno di sorridere.
-Grazie ragazzi-
-Per cosa?-
-Per esservi fidati e per farmi compagnia-

"La cosa sta prendendo una piega molto interessante"
《Perché prima era noiosa??》
"Prima non condividevi casa con altri quattro ragazzi, per giunta gnocchi 😏"

Ignorai la mia coscienza e i suoi commenti allusivi e mi concentrai su da farsi.

-Visto che per un po' starete qui, dobbiamo risolvere alcune questioni- dissi -Ma prima una cosa della massima importanza-
-Cosa?? Partiamo per un nuova avventura??-chiese entusiasta Luffy.
-No, dovete farvi una doccia. Senza offesa, ma puzzate- gli risposi schietta.
Il sorriso di Luffy si spense e mormorò un -Ah- mogio.

-A me non dispiacerebbe darmi una lavata, ma c'è un minuscolo problema: non abbiamo altri vestiti oltre a questi- fece notare Josuke.

Ah, giusto. Di certo non possono girare per casa nudi.
"A me non dispiacerebbe 🌚"
《Ma stai buona tu!!》

-Nessun problema. C'è un centro commerciale poco lontano da qui. Basta che mi dite le vostre taglie e vado comprarli-

-500 milioni di Berry, ma cosa centra con i vestiti??- mi chiese Luffy.
-Non quella taglia, la misura dei vostri vestiti- disse trattenendo un risolino.

Mentre Josuke andava a farsi una doccia, io mi appuntai le loro taglie (Luffy una M, Giorno e Josuke una L e Ceasar una XL), mi preparai e (dopo ovvie raccomandazioni del tipo "non aprite a nessuno, non rispondete al telefono, non distruggete casa") uscì.

Il centro commerciale si trovava a 20 minuti da lì, ma con la moto ci avrei messo un attimo a raggiungerlo. 

"Magari avercela la moto..."

Come certo che ce abbia... PORCO ENERU HO LASCIATO LA MOTO AL MC DONALD!!

 

"Per l'appunto"

Rientrai come una furia in casa sotto gli occhi confusi dei presenti.

-Tutto a posto?? Hai dimenticato qualcosa??- mi chiese Giorno.
-Ho lasciato la moto al Mc- risposi tutto a un fiato.
-Cosa?!- esclamò l'ex-biondo.

-Ieri sera ero andata al Mc in moto e fuggendo con voi...- farfugliai.

-Sì, ho capito. Ma adesso cosa facciamo??- chiese.
-Basta tornare là a recuperarla, no??- chiese ingenuamente Luffy.
-No. Siamo ricercati dalla polizia e quella è la scena del crimine. Non possiamo andare lì come se nulla fosse- gli spiegò Giorno.

-Allora facciamo finta di essere qualcun altro- ribatte Luffy.
-Intendi con un travestimento??- chiese Girono.
Luffy annuì.
-Potrebbe anche funzionare- risposi io -Ma deve essere credibile e soprattutto passare inosservato-
-La polizia sa che il nostro gruppo è composto principalmente da ragazzi- disse Giorno -Quindi a rigor di logica, se a recuperare la moto andasse una donna ci sarebbero  meno probabilità di destare sospetti-
-Ma chi mandare?? Io da donna non sarei credibile nemmeno per un cieco- ci fece notare Ceasar.

-Ah, Noemi. Sei già tornata??-
Josuke era appena uscito dal bagno in boxer e con un asciugamano intorno al collo.
Lo guardai stupita, ma non per la domanda che mi aveva appena fatto.

-I tuoi capelli…- dissi quasi senza rendermene conto.
Josuke si era disfatto il ciuffo alla Elvis Presley e ora i suoi capelli (che erano molto più lunghi di quanto mi aspettassi) gli ricadevano dolcemente sulle spalle.
-... sono stupendi- conclusi.

"Hai un esemplare di Josuke Higashikata mezzo nudo davanti e tu pensi ai suoi capelli??
Ma hai visto che addominali ha?! 🤤"
《Riesci a non fare commenti perversi per almeno 5 minuti?!!》
"No 😝"

-G-Grazie- mi rispose lui incerto -Perché mi guardate tutti in quel modo??-

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

-Mi spieghi perché proprio?? Non ci può andare Giorno??-
-Perchè quando parla si sente lontano un miglio che è napoletano. È meglio attirare meno attenzione possibile e tu sei l'unico che può fingersi una normale ragazza giapponese- gli spiegai mentre finivo di mettergli l'eyeliner.

Josuke sospirò rassegnato.
-Okay finito- dissi e lo portai fuori da camera mia.

-Allora che ve ne pare, ragazzi??- chiesi agli altri mostrandogli il mio "capolavoro", mentre il povero Josuke lanciava a tutti degli sguardi di fuoco dal tacito messaggio di "ridete e siete morti".

Piccola descrizione dell'aspetto di Josuke: gli avevo piastrato i capelli, messo un po' di eyeliner e mascara sugli occhi, fatto indossare un mio reggiseno imbottito (per dare una parvenza di seno) sotto una mia maglietta extra-large e una gonna lunga fino al ginocchio con paio di calze lunghe nere per nascondere le gambe decisamente poco femminili.

-Credibile. Anzi sembra anche una ragazza molto carina- rispose Giorno - Ma non fa un po' troppo caldo per le calze??-
-Altra opzione era farmi la ceretta alle gambe- gli rispose Josuke.
-Meglio le calze- gli rispose subito Giorno e anche Ceasar annuì concorde.

-Nell'aspetto è credibile, ma la voce risulta troppo bassa per essere di una ragazza- fece notare Ceasar.
-Risolto- dissi prontamente tirando fuori una mascherina -Se sarai costretto a parlare con qualcuno, puoi usare la scusa di un raffreddore o un mal di gola- aggiungi rivolta a Josuke.

-Ma è scomoda- si lamentò lui.
-Lo so, ma è solo per poco tempo e poi è da indossare solo dei luoghi dove c'è gente-
Lui sospirò seccato, prese controvoglia la mascherina e si avviò verso la porta.

-Un attimo- dissi io -Le chiavi della moto e un telefono. Il numero di casa è segnato in rubrica. C'è anche un navigatore incorporato nel caso ti perdessi e un GPS per farci sapere sempre dove ti trovi. Se per caso ti scoprono clicca 5 volte il tasto del volume. Ci manderà un segnale di pericolo. Non fare cavolate e buona fortuna-
Josuke annuì, prese chiavi e telefono e uscì.

Io e i miei compari ci sedemmo intorno al tavolo di fronte al computer che indicava la posizione del GPS di Josuke. Mi scrocchiai le mani e annunciai:
-Che l'operazione JoJo Tequila 2.0 abbi inizio-

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Capitolo 8
*** Salvo una donzella da un branco di porci (bisnonno, sii orgoglioso di me) ***


JOSUKE POV

Dopo quelli che parvero secoli vidi finalmente le insegne del Mc Donald.
Mi fermai esausto al limite del bosco, appoggiandomi al tronco di un albero.

Non ce la facevo più. 

Nonostante la maggior parte del tragitto fatto fosse all'ombra, divenni un lago di sudore, complice il caldo infernale, la camminata e quelle dannate calze lunghe. Quasi rimpiansi di non essermi fatto togliere i peli. 

E, come se la situazione non fosse già abbastanza disagiante, quel reggiseno imbottito mi dava un fastidio cane. Mi sembrava di avere una specie di pettorina per cani!!

Ma come diavolo fanno le donne a tenerselo addosso tutto il giorno??
Adesso capisco perché mia madre non lo porta quasi mai in casa.

Sono in momenti come questi che ringrazio Dio di essere nato uomo e di aver evitato rotture come ciclo e reggiseno.

E poi...
"E piantala di lamentarti!! Siamo in missione!! Va a prendere la moto che prima torniamo, prima ci togliamo questo ridicolo travestimento e ci facciamo un'altra doccia"
《Giusto》

Dalla mia postazione osservai attentamente il parcheggio del fast food.
C'erano almeno una decina di auto ferme, ma (per fortuna) nessuna volante della polizia.
Con mio enorme sollievo notai che, nel luogo dove mi aveva indicato Noemi, c'era ancora la moto. 

Così mi misi (non senza soffrirne) la giacca e la mascherina e entrai in azione.

Non era nulla di così complicato.
Dovevo solo avvicinarmi alla moto, montarci sopra, accenderla e tornare a  casa.
Il tutto cercando di non parlare con nessuno e di essere naturale.
Niente di più semplice. Peccato abbia voluto complicarmi ulteriormente la vita.

Infatti mentre ero letteralmente a 4 passi dal mio obiettivo, sentì una voce femminile dire:
-Per favore, lasciatemi stare!!-

Mi voltai e vidi, con mio sommo disgusto, 4 ragazzi sulla venticinquina e gli sguardi languidi molestare una ragazza che, visibilmente infastidita, cercava pacificamente di liberarsi di loro.
Loro non recepirono il messaggio. Anzi, quei porci la circondarono e uno di loro (forse il capo del quartetto) gli si avvicinò pericolosamente dicendo: -E dai, non essere così scortese. Ti vogliamo portare a fare in giretto, nulla di che- 

Le intenzioni del gruppo erano chiare come il sole, ragion per cui ebbi inizialmente l'impulso di andare lì e strappare quella poveretta dalle loro grinfie. Tuttavia un barlume di lucidità mi bloccò. Erano in quattro e ben piazzati e io solo, senza Crazy Diamond e in una situazione abbastanza delicata. No, decisamente non potevo permettermi di fare mosse rischiose.  

Ma non potevo nemmeno lasciare quella ragazza in mano a quei pervertiti. Ma cosa potevo fare??

Misi le mani nelle tasche del giubbotto e sfiorai un piccolo oggetto al loro interno. Così ricordai le parole di Noemi:
-Mi auguro non succeda, ma nel caso qualcuno cercasse di molestarti, tu mostragli questo e vedrai: scapperanno a gambe levate-

Un piano, leggermente meno rischioso, si formulò nella mia testa e decisi di tentare.
-Sorellina!! Ecco dove eri. Ti ho cercato dappertutto. Sono tuoi amici??- esordì avvicinandomi al gruppetto.
La ragazza si girò verso di me e mi guardò come a dire "Ma chi sei?! Che minchia stai facendo??". I ragazzi mi guardarono da prima stupiti, poi sorrisero maliziosamente.

-Sì, siamo suoi amici. Pensavamo di fare un giro nei dintorni. Perché non vieni anche tu??- disse sempre il capo della banda con un ghigno che non lasciava presagire nulla di buono.

Cercai di mantenere la calma per non spaccargli il muso a pugni e sorridendo gli dissi:
-Ci piacerebbe moltissimo, purtroppo sta per arrivare nostro padre. Dobbiamo andare a un incontro molto importante. Sapete, nostro padre é una persona particolarmente influente…-
Così estrassi dalla tasca la spilla datami da Noemi.

Fu soddisfacente vedere le loro facce mutare da gongolanti a terrorizzate.
Tutti fecero un passo indietro e il capo balbettando disse:
-Ah g-giu-giusto, anc-anche no-noi abb-bbiamo un impe-pegno, v-vero raga-gazzi??-
Gli altri annuirono freneticamente.
-All-llora an-ndi-diam-mo-
Così il quartetto corse verso il loro furgone e sgommarono via.

-Che branco di creduloni cagasotto- commentai.
-Stai bene??- chiesi poi alla ragazza.
-Sì. Grazie mille. Mi hai salvata- rispose lei sorridendo e inchinandosi.

Era davvero una ragazza molto carina col fisico slanciato, viso un po' allungato, lunghi capelli neri legati in una treccia laterale e occhi a mandorla grigio tempesta. Indossava blue jeans larghi con un paio di Superga nere e una T-shirt bianca.

-Scusa, sbaglio o hai detto "creduloni cagasotto"?? Devo dedurre che non sei la figlia di un affiliato Yakuza??- mi chiese a bruciapelo.
-Beccata. La spilla è falsa. Serve solo come metodo per allontanare i pervertiti- gli risposi, seppur sorpreso dalla domanda.
-Posso vederla??-
Gli passai la spilla. Lei se la rigirò a lungo tra le dita affusolate e ridandomela disse:
-Non so se definirti prudente o paranoica, ma di sicuro funziona-

"Vallo a dire a Noemi. È lei la paranoica"
-Forse un po' paranoica lo sono. Ma ci sono così tanti brutti ceffi in giro. Bisogna pur avere delle precauzioni. Comunque io devo andare. I miei amici mi aspettano. Tu cerca di stare attenta- mi congedai.
-Lo farò. Grazie ancora per prima- mi salutò lei.
-Figurati- gli risposi salendo finalmente sulla moto.

Appena misi in moto ed entrai in strada, tutta la tensione accumulata si sciolse. Ce l'avevo fatta!! Avevo portato a termine la missione e avevo pure salvato una ragazza!!
Sollevato mi godetti l'aria fresca scivolarmi addosso e l'adrenalina scorrermi nelle vene.

Era da tanto che non andavo in moto. Dopo la sconfitta di Yoshikage Kira mi ero iscritto a scuola guida e  in pochi mesi e tanto impegno avevo superato gli esami e ottenuto la patente. Mia madre era entusiasta e per Natale mi aveva promesso una bellissima moto e un nuovo videogioco. Ripensando a quei momenti di pura felicità, sorrisi amaramente. 

Chissà come stava. Era da quasi 4 giorni che non tornavo a casa. Avrà contattato la polizia o il vecchio?? Probabilmente sì. Mi staranno cercando tutti.

Forse non Rohan. Ma figurarsi. Scommetto che quando gli sono scomparso davanti, avrà fatto i salti di gioia e iniziato a scrivere un nuovo manga horror dedicato al mio caso.  

Con questo flusso di pensieri amari arrivai a casa di Noemi e parcheggiai fuori nel garage.

Non appena Noemi aprì la porta, gli riconsegnai le chiavi e mi trascinai in bagno.
-Aspetta Josuke- mi chiamò lei.
"Ti prego, non dirmi che ha dimenticato qualcos'altro"

-Sono andata a prendere dei vestiti- disse mostrandomi un sacchetto di carta -Spero siamo della taglia giusta. Ho preso anche il gel per i capelli, delle forcine, un pettine...-

Rimasi piacevolmente sorpreso da quel gesto. Nonostante il negozio non era vicinissimo e fuori si moriva di caldo, lei si era comunque presa la briga di andare a comprare tutto.

-Noemi. Wow!! Sei fantastica!! Grazie mille!! Come faremmo senza di te??-
-Ma dai, non esagerare. Non è stato nulla di che- disse arrossendo.
-Non esagero. Hai davvero fatto tanto per noi. Non ti ringrazieremmo mai abbastanza-
-Va bene. Però adesso vai. La doccia la devono usare anche gli altri- disse paonazza, quasi lanciandomi la busta con i vestiti e voltandosi.

《Aww!! Che carina!!》
"Già. É stato un gesto carino. Ma non è che ti piace??"
《Chi?? Noemi?? Ma se l'ho conosciuta solo l'altro giorno!!》
"Eppure la stai già riempiendo di complimenti. E poi quando hai conosciuto Yuki, la volevi sposare dopo una sola ora trascorsa insieme"
《Quando una persona fa una cosa bella, il minimo è ringraziarla e complimentarsi. Non c'entra l'amore. E riguardo a Yuki avevo appena 5 anni》
"Al cuor non si comanda, Josuke"
《Ma chi sei, mia madre?? Non sono innamorato di Noemi》
"Certo, certo"

Mentre avveniva quella discussione surreale, mi lavai, mi asciugai e mi infilai il paio di bermuda grigi e la T-shirt nera con lo stemma dei Queen.
"Però!! La ragazza ha gusto in fatto di musica..."
《La vuoi piantare!?!》
"Okay scusa"

Chiaritomi infine con la mia coscienza (e quindi anche con me stesso ?), iniziai a sistemarmi i capelli, cercando momentaneamente di non pensare a mia madre, Morio-Cho e Noemi. Soprattutto a Noemi. 

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Capitolo 9
*** Vado a caccia di pizza e fantasmi ***


NOEMI POV

-Sono tornata- annunciai bussando alla porta.
Ceasar, da bravo gentiluomo (e casanova), la aprì e prese i sacchetti della spesa.

-Tutto a posto?? Trovato tutto??- mi chiese.
-Sì. Ho preso anche il pranzo- gli risposi.

-Si mangia??- chiese Luffy con l'acquolina in bocca.
-Appena arriva Josuke- dissi -Come procede la missione??-
-Sta rientrando adesso- mi rispose Giorno al quale avevo affidato il portatile.

Subito dopo infatti sentì bussare. Corsi ad aprire a un Josuke sudato che mi riconsegnò le chiavi e si trascinò in bagno con l'ovvio intento di farsi una doccia.

-Aspetta Josuke- lo chiamai.
Lui mi guardò implorante come a dire "Ti prego, lasciami fare sta benedetta doccia".

-Sono andata a prendere dei vestiti- dissi mostrandogli un sacchetto di carta -Spero siamo della taglia giusta. Ho preso anche il gel per i capelli, delle forcine, un pettine...-

-Noemi. Wow!! Sei fantastica!! Grazie mille!! Come faremmo senza di te??- mi disse lui con tono sorpreso, ma grato.

Quelle parole mi fecero inevitabilmente scaldare le guance: non ero abituata a tutti quei complimenti.

-Ma dai, non esagerare. Non è stato nulla di che- dissi un po' in imbarazzo.
-Non esagero. Hai davvero fatto tanto per noi. Non ti ringrazieremmo mai abbastanza- ribatté lui sfoggiando un sorriso genuino, che ebbe solo l'effetto di farmi arrossire ancora di più.

Mi voltai sperando che non lo notasse e gli consegnai (o meglio gli lanciai) la busta dicendogli: -Va bene. Però adesso vai. La doccia la devono usare anche gli altri-

Fortunatamente il ragazzo sembrò cogliere il messaggio e lo sentì sparire nel bagno.

"Allora ti piace??"
《No. Semplicemente i complimenti mi mettono in imbarazzo. Non è che se a farmeli è un ragazzo carino e gentile, allora mi deve per forza piacere!!》
"Quindi se a farteli fosse stato Giorno o Ceasar saresti diventata comunque rossa??"
《...》

-Noemi, ho fame. Quando mangiamo??-
La voce di Luffy interruppe quella conversazione mentale.
-Aspettiamo Josuke. Intanto mettete le pizze in forno così non si raffreddano-

Dopo mezz'ora Josuke uscì dal bagno pulito e con i capelli perfettamente ingellati alla Elvis Presley (o bistecca… o ferro da stiro rovesciato… Insomma fate un po' voi).

-Scusate, ci ho messo un po'. Che si mangia??- disse lui sedendosi.
-Pizza- dissi entusiasta poggiando i cartoni sul tavolo -Vero che ti piace??-
-In realtà non l'ho mai provata- ammise lui.
-Rimediamo subito- dissi lasciandogli una bella fetta di Margherita fumante nel piatto.

Iniziai a distribuire le fette finché non notai che Ceasar e Giorno le guardavano con sospetto, come se fossero avvelenate.
Intuendo il loro dilemma li rassicurai: -Tranquilli. Il gestore della pizzeria è di Caserta. Sa come fare delle pizze degne del loro nome-
Giorno diede un morso alla sua fetta con incertezza per poi divorarsela con una velocità da far invidia a Flash.
-Divina- commentò prima di prenderne una seconda.

Inutile dire che le pizze si volatilizzarono in tempo zero (non che ci si potesse aspettare qualcosa di diverso con tre italiani a tavola in aggiunta allo stomaco senza fondo di Luffy).

Il resto della giornata passò velocemente tra pulizie, lavaggio vestiti e l'obbligare Luffy a lavarsi (che accettò solo sotto minaccia di tenerlo a digiuno).

La sera scongelammo del ramen perché sì: su 5 persone presenti nessuno non sapeva cucinare.

-Ma dobbiamo per forza mangiare sempre surgelato o d'asporto??- si lamentò infatti Josuke.
-Stai parlando con una che è da venerdì che non mangia qualcosa di cucinato. Quindi vedi di non lamentarti- gli dissi seccata -E poi l'ultima cosa che ci serve è una cucina in fiamme perché, credimi, riuscirei a darle fuoco anche solo tagliando le verdure-
-Ma che diavolo di trascorsi hai con la cucina??-
-Vediamo un po'… Mi sono data fuoco ai capelli mentre preparavo la pasta, quasi amputata il dito mentre tagliavo le patate, ho buttato il tacchino della spazzatura, distrutto almeno una trentina di piatti in un solo colpo…-
-Okay, ho capito. Tu e la cucina siete nemici mortali-

-Che facciamo stasera?? Ci guardiamo un film??- proposi poi una volta finito di cenare.
-Un film?? Che cos'è un film??- mi chiese Luffy.

《È vero!! Nel mondo di One Piece non esistono i film o i cinema... Come minchia faccio a spiegargli cos'è un film??》
"Provaci"
《Non sei molto di aiuto》

Mi diressi verso la libreria dove mio fratello conservava i CD, ne presi uno a caso e glielo mostrai.
-Vedi Luffy, un film è una sorta di opera teatrale, una storia interpretata da professionisti che la inscenano e grazie a questo è possibile vedere questa storia ovunque si voglia-
-Non ci ho capito molto, ma va bene lo stesso-disse lui inclinando la testa -Quindi questo "film" si chiama…- si fermò un attimo per leggere il titolo-..."The Ring"??-

Aspetta un attimo. The Ring?! Osservai la confezione e solo allora mi resi conto che, tra tutti i film presenti nella libreria, avevo preso uno dei pochi che non volevo assolutamente vedere.

-The Ring?? Quello del '98??- chiese Josuke curioso.
-No. Il remake americano del 2002. Mio fratello dice che è bello- gli spiegai controvoglia.
-Ah sì. Ne ho sentito parlare. Io e i miei amici pensavamo di andare a vederlo al cinema, poi è successo quello che è successo- intervenne Giorno.
-Io volevo andare a vedere quello vecchio; peccato che mia madre mi ha costretto a rimanere a casa a studiare- sospirò Josuke.

Mentre i due chiacchieravano, cercai di rimettere a posto il CD e trovarne un altro.

Non sono mai stato una grande fan del horror.
Per farvi capire, già da piccola mi cagavo sotto vedendo "Ribelle-The Brave" con quel maledetto orso generatore di incubi. Poi tre anni fa le mie amiche mi costrinsero a vedere "IT" al cinema. Per le successive 3 settimane non chiusi occhio e ancora oggi sto lontana in più possibile da tombini, clown e palloncini rossi. Dopo quello non avevo visto più film horror, ma capì subito dalle facce di Josuke e Giorno che quel "record" sarebbe stato presto infranto.

Ed ecco la fatilica domanda.
-Lo guardiamo stasera??-

"Ehm... no oppure la qui presente morirà di infarto"
-Va bene-risposi invece -Tanto che sarà mai...-

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"Va bene tanto che sarai mai un corno"
《Non rinfacciarmelo》
"Ma se esisto apposta per rinfacciarti tutto ciò che dici e fai"

Fissai lo schermo ormai spento della TV con terrore che si riaccendesse e spuntasse una Samara selvatica. Inutile dire che per tutta la durata del film avevo urlato peggio di Eren Yeager aggrappandomi al braccio di Josuke come se fosse un salvavita.

Per fortuna della mia dignità anche Ceasar aveva fatto le sue figure di merda, cadendo dalla sedia ad ogni jumpscare.
Luffy, invece, si era addormentato sul puf (non so come visto il casino).

-Bello, ma niente di così spaventoso- commentò Josuke tranquillamente.
-Già, fa più paura "L'Esorcista"- gli fece eco Giorno.
-L'Esorcista?? Quella della bambina posseduta?? Lo guardiamo??- chiese entusiasta Josuke.
-Per amor di Dio, no- risposi prontamente rovinandogli il sogno di una maratona notturna horror.

Solo allora Josuke notò che stavo tremando di paura.
-Sta tranquilla Noemi. È solo un film. Mica arriva Samara a prenderti nel sonno- cercò di rassicurarmi.
-Lo so che non è reale, ma fa lo stesso paura, altrimenti non sarebbe un film horror- ribattei.
-Penso che per stasera basti così. Giochiamo a carte??- propose Giorno.

Per il resto della serata giocammo a scala quaranta e mi presi una sorta di rivincita contro i ragazzi vincendo ben 7 partite su 10.

Quando l'orologio segnò infine le 2.30 decidemmo di andare a letto. Ovviamente appena misi la testa sul cuscino mi tornò la paura e mi avvolsi a raviolo della coperta anti-mostri notturni (dove tra altro stavo morendo di caldo).

"Perchè proprio un horror?? Potevamo vedere un film tranquillo come, che ne so, Il mio vicino Totoro??"
《Ma magari. Almeno lui non esce dalla TV per squartarci》

Ero in allerta, pronta a percepire un qualunque rumore sospetto, ma niente. Sentivo solo il fruscio delle coperte, il russare dei ragazzi, il mio respiro, un tonfo seguito da una persona che camminava nel corridoio…

Aspetta un attimo. Quello era un rumore sospetto. Senza pensarci 2 volte uscì dal fagotto, presi la Noachi di Trafalgar Law (presa sempre alla fiera di One Piece), con un calcio aprì la porta e mi fiondai in corridoio con la spada in mano e urlando.

Ovviamente non era un mostro, ma solo Josuke che istintivamente fece un balzo indietro a braccia incrociate cercando di evocare Crazy Diamond (senza riuscirci ovviamente).

"E altra figura di merda, check"
-Sc-Scusa, non volevo spaventarti. Pensavo…-
-...fossi Samara, lo so- concluse Josuke -Non credevo fossi così fifona, Noemi-chan- mi prese in giro.
-Non è vero- dissi tutt'altro che convinta.
-Certo, certo- disse lui.

In quel momento si sentì un rumore provenire dal bagno. Istintivamente mi nascosi dietro a Josuke. Urlando ovviamente.

-Ma che succede??-
Giorno si era svegliato (e ci credo dopo tutto il casino che avevo fatto) e ci guardava perplesso.
-C'è qualcosa in bagno- dissi puntando la spada verso la porta.

L'ex-biondo divenne serio e prendendo una scopa abbandonata in corridoio, raggiunse la porta e l'aprì. Qualcosa di scuro uscì.

Per dare il colpo di grazia alla mia dignità urlai nuovamente, mollai la spada e saltai in braccio a Josuke (che fortunatamente mi resse).

Giorno osservò la cosa nera che si era rifugiata dietro l'angolo del corridoio e si avvicinò raccogliendola.
-A quanto pare c'era un piccolo intruso in casa- disse con piccolo sorriso.

Solo allora realizzai cos'era: un piccolo, puccioso gattino nero con 2 enormi occhi verde smerando che, miagolando, si addormentò tra le braccia di Giorno.

-Attenta, Noemi-chan. È una bestia pericolosa. Fiuta la paura-
-Ma smettila- dissi mettendo il broncio.
-Come vuoi tu, principessa-
A quel punto gli tirai una manata in faccia (piano ovviamente, se no si sbilanciava e mi faceva cadere).

-Ecco, io torno a dormire- ci interruppe Giorno avviandosi verso il soggiorno con il micio in braccio.
-Forse è meglio se vado anch'io. Josuke mi fai scen...-
Non riuscì a finire la frase che il ragazzo seguì Giorno con me in braccio.

-Camera mia è di là- protestai mentre mi mollava sul letto come un sacco di patate.
-Non voglio rischiare di venire aggredito di nuovo, perciò tu ora dormi qui con noi- disse stendendosi accanto a me.
-Ma...-
-Buonanotte- mi interruppe di nuovo cingendomi la vita con un braccio per non lasciarmi andare.

Tentai di liberarmi, ma fu inutile. Infine mi arresi, appoggiai la testa contro il petto di Josuke e in attimo mi addormentai senza pensare a bimbe demoniache oppure a come cavolo ha fatto il gatto ad entrare in casa.

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Capitolo 10
*** Commetto un'effrazione e già che ci sono un rapimento ***


??? POV

C'era qualcosa di strano in quella ragazza. Ero sicuro che stesse nascondendo qualcosa.
Avevo il compito di raccogliere informazioni su ciò che era successo in quel posto la sera prima, ma l'istinto mi suggeriva che era meglio investigare anche su di lei. Così recuperai la tracolla nera e la inseguì. Per fortuna, gli avevo messo addosso una cimice altrimenti con la moto mi avrebbe seminato.

Arrivai a una casa quasi completamente isolata in mezzo al bosco. Solo una minuscola strada sterrata la collegava a una asfaltata che probabilmente portava sia al centro abitato più vicino sia all'autostrada e al McDonald.

Mi avvicinai di soppiatto alla casa e non riuscì a trattenere un sorriso di trionfo quando lessi sul citofono di essa il nome "Valpiana": l'istinto non mi aveva tradito.
Decisi di rimanere lì a indagare. Mi era stata offerta un occasione d'oro; non potevo certo sprecarla. Tuttavia infiltrarsi in casa di giorno era troppo rischioso quindi attesi pazientemente il calare delle tenebre.

Alle 4.00 del mattino mi misi la tuta da combattimento ed entrai nell'abitazione.
Per fortuna la finestra del corridoio era stata lasciata aperta per arieggiare perciò mi calai all'interno.
Peccato che non ebbi nemmeno il tempo di fare un passo che sentì un rumore di molle e dei passi: qualcuno si era alzato dal letto.
Velocemente mi fiondai della stanza più vicina a me che si rivelò essere il bagno. Feci appena in tempo a chiudere la porta, che nel corridoio si scatenò un putiferio.

Sentì l'urlo di una ragazza, un tonfo e un vociferare. Concentrandomi sentì la discussione.

-Sc-Scusa, non volevo spaventarti. Pensavo…-
-...fossi Samara, lo so. Non credevo fossi così fifona, Noemi-chan-
-Non è vero-
-Certo, certo-

Noemi?? Questo nome l'avevo già sentito. Possibile che fosse davvero lei??

Senza accorgermene indietreggiai e urtai un cestino che cadde rovinosamente a terra.

La ragazza urlò nuovamente e capì che, se non tagliavo la corda, mi avrebbero beccato.
Maledicendo mentalmente quella piccola distrazione che rischiava di costarmi cara, uscì dalla minuscola finestra del bagno (la quale fortunatamente si aprì senza fare rumore) e salì sul tetto.

Lì trovai un piccolo gatto nero che mi fissava con i suoi enormi occhi verdi sorpreso. Ricambiai lo sguardo e improvvisamente mi venne un'idea folle. Avvicinai il micetto, lo presi in braccio e lo calai dentro il bagno. Per mia enorme fortuna il gatto si mostrò collaborativo e non tentò la fuga o di aggredirmi.

Sentì la porta del bagno aprirsi violentemente, il gatto uscire e un terzo urlo sempre da parte della ragazza (ma quanto urla sta qua??).

-A quanto pare c'era un piccolo intruso in casa-
-Attenta, Noemi-chan. È una bestia pericolosa. Fiuta la paura-
-Ma smettila-
-Come vuoi tu, principessa-

Tirai un sospiro di sollievo: c'erano cascati.

-Ecco, io torno a dormire-
-Forse è meglio se vado anch'io. Josuke mi fai scen...-

Sentì le voci allontanarsi. Mi spostai lungo il tetto  e grazie a uno specchietto riuscì ad osservarli senza farmi vedere dalla finestra del soggiorno.

Vidi un ragazzo con i capelli a forma di bistecca (Josuke, dedussi) che scaricava la ragazza (Noemi, senza ombra di dubbio) sul letto e che si sdraiava accanto a lei cingendola con un braccio. Dall'altra parte del letto un ragazzo moro si raggomitolò su se stesso con il gattino tra le braccia. Oltre a loro c'era anche un ragazzone biondo con la faccia affondata nel cuscino e un altro ragazzo moro che dormiva spaparanzato su un puf. Come abbiano fatto quei 2 a non svegliarsi nonostante tutto il trambusto rimarrà per sempre un mistero.

C'era però qualcosa che non tornava. Dov'era la ragazza della moto?? Lì c'era solo Noemi che però non gli assomigliava per niente. Quindi la ragazza non abitava lì oppure...??
Ma certo. Come avevo fatto a non pensarci prima??
Uno dei ragazzi si era trasvestito per passare inosservato mentre recuperava la moto. E il motivo dietro a quel travestimento non poteva che essere uno: erano loro i ladri in cosplay di cui avevo sentito parlare in radio.

Chiarita identità dei quattro ragazzi, toccava fare luce su quella di Noemi.

Aspettai un'oretta buona per assicurarmi che tutti si fossero riaddormentati e poi entrai in quella che dedussi essere la sua stanza. Non era particolarmente grande: conteneva solo un letto, un guardaroba e una scrivania piena di fogli e libri.

Rovistando tra le carte, vidi un passaporto con all'interno due biglietti dell'aereo.
Il primo indicava un viaggio dall'aeroporto di Malpensa in Italia a quello di Haneda a Tokyo fatto il 21 giugno 2020, mentre il secondo indicava un viaggio di ritorno datato 2 agosto 2020.
Controllai anche il passaporto il quale riportava le scritte:  "Noemi Valpiana, nata il 24/03/2004 a ***, residente a ***, Italia"

Rovistando ancora trovai un biglietto del treno per Kyoto, un altro per una certa fiera del fumetto sempre a Kyoto e un volantino che indicava un certo evento a tema "One Piece". Sia i biglietti che il manifesto indicavano la stessa data: sabato 27 giugno 2020.

Solo allora ricordai dove avevo già sentito il nome Noemi. Nell'agenda lasciata nella macchina da Riccardo Valpiana, sotto la data 27/06/20 c'era scritto "Si va a Kyoto. Fiera del fumetto con Noemi"

Non c'era più alcun dubbio. La ragazza mora era parente di Riccardo, forse sua sorella o cugina, a giudicare dall'età.

Mentre riflettevo, sentì dei passi lungo il corridoio e la maniglia della camera abbassarsi.
-Ma perchè nessuno in questa casa vuole dormire??- pensai esasperato.
Riuscì a nascondermi giusto un attimo prima che Noemi entrasse in camera con una spada e un bicchiere d'acqua.

NOEMI POV

Mi svegliai nuovamente dopo un'ora con dei crampi fortissimi alla vita.

Non ci voleva un genio dell'astrofisica per capire l'origine di quei dolori, ma comunque non ci volevo credere. Sembrava che quella sera l'universo stesso si era rivoltato contro la sottoscritta per impedirgli di dormire. Ma non gliela avrei data vinta.

Perciò riuscì a uscire dal letto, scivolando sotto il braccio di Josuke e andai (o meglio strisciai) in bagno. Lì ebbi la conferma che la vita era infame e che oltre a far piombare 4 personaggi anime della mia vacanza, mi aveva pure anticipato il ciclo. Per fortuna visto che sono un po' (tanto) paranoica, avevo già messo l'assorbente e quindi avevo evitato danni ai pantaloncini del pigiama. Visto che i dolori non mi lasciavano tregua, presi un bicchiere d'acqua e arrancai verso camera mia per prendere le pastiglie.

Già che c'ero, recuperai la katana che avevo lasciato nel corridoio. Non si sa mai; magari spuntava qualche altro fantasma selvatico.

Aprendo la porta con il gomito, entrai in camera, pescai dalla valigia il beauty case con le pastiglie e ne presi una. Quando i dolori si placarono un poco, decisi di tornare a dormire con i ragazzi.

Questo solo perché non volevo che Josuke si prendesse un colpo non vedendomi più, non perché avessi paura dei fantasmi.

"Ma per favore, non ci crede nessuno. Ammettilo, hai paura dei fantasmi e ti piace dormire accoccolata tra le braccia di Josuke 😏😏"

Provai a ignorare la mia coscienza e tornare in soggiorno, quando notai qualcosa di strano.

I biglietti dell'aereo non erano più dentro il passaporto, ma sulla scrivania.
E anche i biglietti della fiera non erano dove lì avevo lasciati.
Qualcuno era entrato in camera mia!!

"Oppure li hai spostati tu e non te lo ricordi"
《E perché avrei dovuto?? E poi ho come l'impressione che qualcuno mi stia osservando》
"Forse perchè hai appena visto un horror e quindi hai nervi tesi. Dovresti essere un po' meno paranoica, Noe. Ti verranno le rughe"

Ignorai nuovamente la mia coscienza e scrutai camera mia alla ricerca di qualcosa di fuori posto.
Sembrava tutto normale se non fosse per la finestra lasciata spalancata quando invece mi ricordavo perfettamente di averla aperta giusto di uno spiraglio.

Mi affacciai, sperando di vedere qualcosa di sospetto, ma diedi involontariamente l'occasione propizia al mio sequestratore.

Infatti, un secondo dopo, sentì una specie di pizzicore sul collo e poi più nulla.

??? POV

Appena si affacciò alla finestra, mi avvicinai, presi un ago (che mi portavo sempre dietro) e colpì il nervo vago. Dopo un attimo la ragazza svenne tra le mie braccia.

Avrei preferito evitare di arrivare a tanto, ma non avevo altra scelta. Se non lo facevo, mi avrebbe scoperto.

A quel punto mi si parò davanti un'altra scelta: andarmene lasciando la ragazza lì oppure portarmela dietro. Optai per la seconda opzione.
Lei era una potenziale fonte di informazioni oppure un valido ostaggio nel caso non sapesse nulla. Perciò la legai alla schiena con la mia sciarpa viola e mi arrampicai sul tetto.

Non fu un'impresa facile.
Per quanto magra, Noemi doveva comunque pesare come minimo 50 kg e questo non giovava alla mia povera schiena né alla mia agilità.
Per non parlare della mia velocità, ma quella era andata a farsi benedire 4 giorni prima, quando sono stato catapultato in questo posto.
Se non fosse stato così, avrei sicuramente completato la missione in maniera pulita e veloce.
Anzi, avrei direttamente affrontato quei bastardi che mi avevano trascinato qui.

Invece no, mi era toccato vestirmi da ragazza ed essere molestato da 4 porci che non sapevano tenerselo nei pantaloni nella speranza di trovare qualche informazione utile.

Ma ora la fortuna aveva iniziato a girare dalla mia parte. Perciò senza esitare tornai al mio nascondiglio.

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Capitolo 11
*** Noemi.exe ha smesso di funzionare ***


NOEMI POV

-Ti avevamo chiesto di raccogliere informazioni, non una mocciosa!! Perchè l'hai portata qui?!-
-Non ho avuto altra scelta. Era a un passo dallo scoprirmi. E poi questa mocciosa, come la chiami tu, ci potrebbe fornire informazioni interessanti-

Due misteriose voci maschili turbarono il mio "riposo forzato". Pian piano tornai cosciente e sensibile, ma non ancora sufficientemente in forze per muovermi o parlare. Capì tuttavia di trovarmi legata alla schiena di un ragazzo con la testa appoggiata su una delle sue spalle. Rimasi lì ad ascoltare.

-Perchè ne sei così sicuro??- chiese una voce.
-Perchè lei è Noemi Valpiana- affermò la voce appartenente al ragazzo che mi stava sorreggendo. 
-Valpiana?! Stai dicendo che questa mocciosa è parente di Riccardo Valpiana?!- esclamò sorpreso l'altro.  

Non capivo. Perché stavano parlando di mio fratello?? Come facevano a conoscerlo??

-Così parrebbe- rispose la voce del mio sequestratore.
Dopo un attimo di silenzio l'altra voce rispose: -Va bene. Portala dentro-

Avvertì il mio sequestratore muoversi, portandomi con sé.
A un certo punto mi slegò e prima che potessi cadere un'altra persona (forse il proprietario dell'altra voce) mi prese in braccio. Lentamente mi appoggiò a terra con la schiena contro una parete.

-Tra quanto si dovrebbe svegliare??- chiese l'altra persona.
-Considerando che sono passate quasi 2 ore da quando l'ho fatta svenire, dovrebbe risvegliarsi tra poco- affermò il mio sequestratore.

In quel momento riuscì ad aprire gli occhi. Sbattei le palpebre un paio di volte per cercare di abituarmi alla luce e mettere a fuoco l'ambiente circostante.

Mi trovavo in un capannone che, a giudicare dalle condizioni, era stato abbandonato tempo a dietro. I muri erano scrostati e pieni zeppi di grafiti di discutibile qualità. il pavimento sconnesso e pieno di sporcizia e il tetto talmente pieno di buchi che sembrava più uno scolapasta. Alcuni rampicanti avevano invaso il luogo, aggiungendo un tocco di verde a quella marea di grigio.
Un forte odore di muffa e chiuso si insinuò del mio naso facendomi risvegliare quasi completamente.

-E infatti ecco- disse il mio sequestratore.

Riuscì finalmente a metterlo a fuoco. Capelli lunghi e neri, occhi grigio tempesta, tuta aderente nera con rifiniture di metallo e una lunga sciarpa viola. Ci misi meno di un secondo a riconoscerlo. Non poteva essere altri se non Sonic Il supersonico, il ninja "rivale" di Saitama in One Punch Man.

-Riesci a vedermi e sentirmi bene??- mi chiese quando gli rivolsi lo sguardo.
Tentai di rispondergli, ma avevo la bocca impastata. Dopo un paio di tentativi e grugniti riuscì a dirgli di sì.
-A muoverti??- chiese nuovamente.
Tentai di muovere le dita e le gambe, ma mi risultò difficile.
-Poco- gli risposi infine.
-Come immaginavo. Ci vorrà almeno una quindicina di minuti prima che tu riesca a muoverti come prima- affermò lui.

Inizialmente non capì le sue intenzioni: prima mi rapiva e poi mi chiedeva se stavo bene... Perché??
Poi intuì che lo stava facendo per cercare di farmi rimanere tranquilla e ottenere così le informazioni che cercava in maniera più facile, senza doverle tirare fuori a forza con la paura o, peggio, la tortura. Rabbrividì, pensando a quella possibilità e decisi lì seduta stante che sarei stata al loro gioco. Dopotutto stavamo dalla stessa parte. Almeno credo.

-Perchè sono qui??- gli chiesi, anche se sapevo già la risposta.
-Tu potresti avere delle informazioni molto utili, anzi vitali. Daccele e poi ti lasciamo andare-

"Sul poi ti lasceremo andare avrei dei dubbi"

-Perchè siete così convinti che io abbia queste informazioni??- gli chiesi -Cioè... Non credo che mi abbiate rapita così, a caso, quindi…- 
-Perchè in questa storia è coinvolto un tuo parente, Riccardo Valpiana. Quindi c'è un alta probabilità che tu sappia qualcosa- mi rispose l'altro ragazzo a fianco a Sonic.

Io mi voltai per osservarlo, visto che prima non l'avevo degnato di uno sguardo, e mi bloccai.

《OH. MY. GOD.》
"Ma come hai fatto a non notarlo prima?? Sul serio hai rivolto le tue attenzioni prima a Sonic (che per carità non è male, ma è solo Sonic) e non a lui, al guerriero più forte e sexy dell'umanità??"
《Eh, bella domanda》

Sì, miei cari lettori. Davanti a me, una comune e misera mortale, si ergeva in tutta la sua (poca) altezza, Levi Archermann, l'uomo più forte e gnocco di tutto il mondo di AoT.

Rimasi imbambolata a fissarlo.
Tutto in lui era perfetto: il petto muscoloso a malapena celato da una maglia a maniche lunghe aderente; i capelli medio-lunghi corvini; gli occhi color azzurro metallico che ti guardavano come se fossi un lurido germe da spolverare via...

-Ohi, mocciosa. Tutto a posto?? Ti sei incantata!!-

《OH MIO DIO!!! MI HA APPENA DATO DELLA MOCCIOSA!!!! KYAAAAAAAAAAAAAA 😍😍😍❤❤❤❤😍😍😍"》

"Noemi!! Un minimo di contegno!!"

《COME FACCIO DI FRONTE A COSÌ TANTA BELLEZZA E GNOCCAGGINE??!!??》

"Sai che ti dico… HAI RAGIONE!! KYAAAA!!!❤❤❤"

-Ohi!! Ma hai sentito cosa ti ho detto?! Mi vuoi rispondere oppure hai anche il cervello atrofizzato??- mi chiese lui spazientito.

-S...Sì, sto...sto bene. Solo che...-
Mi interruppi non sapendo come andare avanti.
-Solo che??- mi incalzò lui.
"Solo che sei un figo della madonna e mi sono persa a guardare i tuoi addominali scolpiti 🤤"
-Come fate a conoscere mio fratello??- gli risposi prontamente, scampando a un'enorme figura di merda.

-È una lunga storia- mi disse Sonic.
-Be'. Racconta. Tanto sono qui e non posso mica scappare- lo incalzai io.
-Come fai a essere così tranquilla??- mi chiese Levi stupito dai miei modi -Insomma ti abbiamo appena rapito e, per quanto tu ne possa sapere, potremmo farti a pezzettini e darti in pasto ai cani- 
Sonic li lanciò un'occhiataccia che lui ignorò.
-Avete intenzione di tagliarmi in tanti piccoli pezzettini e darmi in pasto i cani??- chiesi ancora tranquilla.
Entrambi negarono.
-E allora- dissi ma, vedendo Levi poco convinto, cercai di argomentare un poco.
-Io so chi siete. Ho avuto modo di conoscere parte delle vostre storie. Perciò sono più che certa che non mi farete del male così a caso- gli spiegai.
-Come fai a conoscerci??- mi chiese giustamente il ninja.
-Ve lo racconterò se voi mi direte di mio fratello- dissi prontamente.
-Non so voi, ma a me sembra uno scambio equo- disse un'ulteriore voce maschile fuori dal mio campo visivo.

Voltai la testa e lo vidi. Alto, snello, capelli corvini con sfumature violacee e occhi blu scuro tendenti al viola.
-Ayato... Kirishima??- azzardai.
Lui sorrise e si sedette per terra proprio di fronte a me.
-Indovinato- mi rispose per poi rivolgersi a Sonic e Levi.
-Che ne dite?? Accettiamo la sua  offerta??-
-Sarebbe da sciocchi non farlo- disse Sonic. Levi annuì solamente.

Così Ayato iniziò a raccontare.
-Per qualche motivo a noi sconosciuto, siamo stati portati qui, in questo mondo, da alcuni strani individui. Probabilmente facciamo parte di qualche esperimento top-secret o qualcosa del genere. Comunque quando siamo arrivati hanno cercato di imprigionarci. Fortunatamente c'è stato una specie di black-out generale e noi ne abbiamo approfittato per scappare con una macchina.
Dopo esserci rifugiati qui, abbiamo controllato i documenti all'interno dell'auto e abbiamo scoperto appartenere a un ragazzo italiano che lavora alla Yoshibata Space Agency ovvero tuo fratello, Riccardo Valpiana-

-Perciò avete mandato Sonic a casa nostra per indagare??- chiesi a quel punto.
-Non proprio- rispose il diretto interessato -Ieri mattina abbiamo sentito per radio di un furto d'auto per mano di 4 cosplay fuggiti insieme a un'altra persona da un Mc Donald qui vicino.
La cosa ci era sembrata sospetta perciò sono andato a controllare. Quando sono arrivato la polizia se ne era già andata, ma lì ho incontrato una ragazza, o meglio un tuo amico travestito da ragazza. Mi sono insospettito e l'ho seguito. Solo quando sono arrivato a casa tua ho capito che era anche quella di Riccardo. Visto che non volevo sprecare il mio colpo di fortuna, sono entrato per indagare…-
-Ma allora eri tu a fare quei rumori strani. E io credevo di essere impazzita- dissi improvvisamente.
-Esatto, ero io- continuò Sonic -In realtà volevo solo scoprire le vostre identità e andarmene. Peccato che tu eri a un passo dallo scoprirmi, quindi ho deciso di portarti via con me-

Concluso il racconto cadde il silenzio. Nel mentre iniziai a riflettere.

La versione di Ayato e Sonic combaciava con quella di Giorno e gli altri perciò ero sicura che non stessero mentendo. Del resto non avevano alcun valido motivo per mentirmi e sicuramente non si sarebbero inventati una storia così strampalata per intortarmi.

Tuttavia, se quel racconto corrispondeva alla verità, allora anche un altro fatto doveva essere per forza veritiero, per quanto mi fosse difficile anche solo pensarlo: gli scienziati che li avevano portati qui appartenevano alla YSA e quindi anche mio fratello era coinvolto in tutto questo.

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Capitolo 12
*** Me vs. il mio… clone più muscoloso (?) ***


GIORNO POV

Quella mattina fu il miagolio insistente del gatto nero a svegliarmi.
Aprì gli occhi trovandomelo di fronte.

-Buongiorno, hai fame??- gli chiesi, stropicciandomi gli occhi.
Lui miagolò di nuovo.
-Lo prendo per un sì- dissi stiracchiandomi e andando in cucina. Gli versai del latte in una scodella e immediatamente il gatto ci si fiondò. 

Mentre mangiava, io mi preparai il caffè. Erano solo le 7.30 di mattina e avevo dormito sì o no 4 ore, non mi piaceva l'idea di perdere tempo. Ormai erano passati 5 giorni dal nostro arrivo e ora che avevo un tetto sopra la testa era il caso di pensare a come tornare indietro, a casa. 

Casa.

Pregai con tutto me stesso che i miei amici laggiù stessero bene.
Li avevo abbandonati in una situazione estremamente delicata e pericolosa.

Dopo la sconfitta di Diavolo, all'incirca 7 mesi prima, ero riuscito a prendere il controllo di Passione, diventandone il Boss e a eliminare tutte le mele marce al suo interno, primi fra tutti i membri della squadra dei narcotrafficanti. Ma nemmeno il tempo di tirare il fiato che subito mi sono scontrato con la Carboneria, una vecchia organizzazione malavitosa guidata da un certo Giuseppe Carbonara intenzionata a distruggere Passione e impadronirsi di tutta Italia. Ovviamente non glielo avrei permesso. Non dopo tutta la fatica che ho fatto per arrivare dove sono ora.

Dovevo distruggerla.
Lo dovevo ad Abbacchio, a Narancia e a Bucciarati che erano morti per permettermi di sconfiggere Diavolo e creare una Passione migliore.
Lo dovevo a Mista, a Fugo e tutti gli altri membri di Passione che avevano riposto la loro fiducia e la loro vita nelle mie mani.
Lo dovevo a Trish, Max, Elena, Fede e tutti gli altri innocenti che meritavano una vita migliore e senza pericoli. E lo dovevo in particolar modo a Marco e Alice, che avevano perso tutto a causa di Carbonara e che si erano uniti a Passione proprio per riscattarsi.
Per tutti loro io, Giorno Giovanna, dovevo uccidere Carbonara e far cadere la Carboneria.
E per farlo dovevo assolutamente tornare a casa.

Mentre rimuginavo su ciò sorseggiando il caffè, notai che Noemi non stava più dormendo a fianco di Josuke. Insospettito andai a controllare in camera sua. Non c'era.
A quel punto mi preoccupai. Iniziai a cercarla freneticamente dappertutto: nelle altre camere, nello sgabuzzino e persino degli armadi.
La chiamai ad alta voce, fregandomene se gli altri erano ancora nel mondo dei sogni.

-Giorno. Smettila di urlare...- bofonchiò Josuke a un certo punto, ridestandosi.
-Noemi è sparita- gli dissi bruscamente.
-Come sparita!?- scattò lui dopo aver notato che effettivamente la ragazza non era più al suo fianco.
-Magari è uscita a fare compere- intervenne Caesar, ancora un po' assonato, cercando di calmare le acque.
-Senza avvisarci??- fece giustamente notare Josuke.
-Magari aveva fretta- rispose lui, ma non sembrava più così tanto convinto.
-Impossibile- dissi io -La porta di casa è chiusa e le chiavi sono sulla mensola-

Caesar a quel punto si mise seduto e con tono serio disse:
-Possibile che l'abbiamo rapita "loro"??-
-Se così fosse, avrebbero preso anche noi- dissi.
-E allora chi e perché??- chiese Caesar.

A quel punto sentimmo uno scrocchiare.
Ci voltammo preoccupati, ma era solo Luffy che aveva aperto un pacchetto di snack al formaggio.
-Che c'è?? Ho fame- si giustificò lui. -Come mai c'è un gatto in cucina??- aggiunse indicando il micetto.
-Lo abbiamo trovato ieri sera. È entrato dalla finestra del bagno- gli spiegai.
-Non è possibile. Mi ricordo di averla chiusa prima di andare a letto- intervenne Caesar.
-Potrebbe averla riaperta Noemi oppure…- dissi per poi interrompermi, ricordando un particolare di quella notte.
-Stanotte Noemi era convinta che ci fosse qualcuno in casa. E se non si fosse sbagliata?? E se...-

-Perchè il "coso" di Noemi sta vibrando??- mi interruppe Luffy.
-Il "coso" di Noemi??- chiesi io confuso.
-Sì, quello- disse indicando un oggetto sulla mensola.

Senza pensarci due volte, presi l'oggetto, ricordandomi una conversazione fatta con Noemi il giorno prima.

Il giorno prima

-Non credi sia un po' esagerato dare a Josuke una falsa spilla della Yakuza??chiesi alla ragazza china sul computer.
-La sicurezza non è mai troppa- rispose lei alzando lo sguardo.
-Ho capito, ma ci manca solo che vai in giro con un localizzatore addosso…-

-Io vado in giro con un GPS addosso. Qui dentro- disse, mostrandomi il ciondolo a forma di sfera dorata munito di ali argentate della sua collana.
-Dentro il PC e il mio telefono c'è un programma in grado di rintracciarlo. Quindi nel caso dovessero rapirmi, sapete dove trovarmi-
-Sei un po' troppo paranoica, Noemi-
-Meglio paranoica che molestata o rapita, no??-

Presente...

Sorrisi pensando alla mente geniale (ma fin troppo prudente) di quella ragazza.

-Cos'è??- mi chiese Josuke.
-Questo aggeggio ci aiuterà a trovare Noemi- dissi e gli raccontai di quella conversazione.
-Quindi basta seguire il segnale sullo schermo e la ritroveremo- disse Josuke.
-Credo di sì, ma è meglio se ci vada uno solo di noi. Non possiamo lasciare casa incustodita e insieme attireremo troppi sospetti- risposi.
-Bisogna anche considerare che, se è stata rapita, i suoi sequestratori non la lasceranno andare così facilmente- intervenne Caesar -Ci serve qualcuno che sappia trattare con loro. Qualcuno intelligente e con sangue freddo tipo… te- ragionò poi indicandomi.

Sentì un enorme peso posarsi sulle mie spalle, ma non volevo certo tirarmi indietro, specie dopo la promessa di ieri.
-Nulla in contrario??- dissi rivolgendomi a Josuke e a Luffy. Entrambi scossero la testa.
-Bene. Ma voi state in allerta. Se dovesse succedere qualcosa, cercherò di chiamarvi. In quel caso promettetemi di scappare da casa e mettervi al sicuro prima di fare qualunque cosa- disse Giorno e dopo il loro giuramento uscì di casa per andare a cercare la ragazza.

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Dopo una trentina di minuti circa tra giri e rigiri, arrivai nel punto indicato sullo schermo ovvero uno spiazzo di terra in mezzo al bosco dove si ergeva un capanno abbandonato.
Feci per avviarmi, ma (ovviamente) venni bloccato da una voce maschile dietro di me.

-Ehi, tu. Dove pensi di andare??- mi disse con tono particolarmente seccato.
-Stavo solo facendo un giro- gli risposi senza nemmeno voltarmi.
-Non qui. È proprietà privata. Vai da un'altra parte!!-
Non riuscivo a capire se era un nemico o solo uno scorbutico. Decisi di rischiare. Lo ignorai e continuai per la mia strada.

Sentì un tonfo e capì che l'uomo doveva essere sceso dall'albero e stava venendo da me.
A quel punto mi voltai per guardarlo e ne rimasi esterrefatto, a tal punto che mi fermai per guardarlo meglio e assicurarmi di non aver preso un abbaglio.

Invece no, non mi ero sbagliato. Quell'uomo mi assomigliava e pure molto!!

Okay, non proprio, visto il volto più squadrato, le iridi ambrate e il fatto che era il doppio più grosso di me, ma per il resto eravamo simili: stesso taglio degli occhi, stessa carnagione chiara e stessi lunghi capelli ricci color oro (anche se in quel momento non ero biondo, ma dettagli).

Camminava verso di me tutto tronfio come se fosse il re del mondo (oppure su una passerella di Victoria Secret) e sorrideva, forse convinto di avermi intimorito.

Quando fu abbastanza vicino, mi appoggiò una mano sulla spalla e mi sussurrò all'orecchio con tono suadente: -Vedo che sei uno particolarmente testardo. Però mi piaci. Perciò ti darò un consiglio. Non voglio farti alcun torto, ma non ti conviene farmi arrabbiare altrimenti rimpiangerai di essere venuto fin qui. Comprendi??-

Probabilmente chiunque altro, di fronte a quella minaccia non proprio velata, avrebbe annuito tremando e sarebbe scappato via, ma io no. Avevo una missione da compiere e non potevo certo fermarmi al primo ostacolo.

Perciò alzai lo sguardo e gli dissi con fermezza:
-Dici di "non voler farmi alcun torto" eppure hai rapito la mia amica-
L'uomo smise di sorridere, ma non mi lasciò la spalla.
-Non so di cosa tu stia parlando- disse sempre con voce calma, ma ormai lo avevo scoperto.
-Penso, invece, tu lo sappia benissimo, ma se vuoi ti do una rinfrescata alla memoria. Ieri sera qualcuno è entrato in casa nostra e ha rapito la mia amica. Una ragazza mora e riccia, un po' fifona, ma per nulla stupida. Ci ha lasciato una pista per trovarla che conduce proprio a quel capanno. Ora, io sono venuto in pace. Voglio solo vedere se lei sta bene e trovare un accordo. Ma sappi che, nel caso non dovessi rientrare tra un'ora, ho già detto ai miei compagni di allertare la polizia. Perciò a te la scelta. Che intendi fare??-

Rimanemmo a guardaci con aria di sfida per chissà quanto tempo. Sapevamo entrambi che il primo che distoglieva lo sguardo avrebbe perso.
Alla fine lui sospirò e mi disse:
-E va bene. Ti porto da lei, ma vedi di non fare mosse stupide-
Detto questo mi prese per il braccio e mi trascinò verso il capanno.
Io non potetti fare altro che seguirlo.

Aveva ceduto, ma quello in svantaggio ero io. Una volta entrato sarei stato io contro almeno due persone. In più avevano Noemi come ostaggio.
L'unica cosa a mio vantaggio era quel mio misero bluff sulla polizia.
Ovviamente noi non potevamo certo chiamare la polizia, ma questo loro non lo sapevano.
Quindi potevo solo sperare che lui abboccasse.

Mi condusse all'interno dove vidi altri tre uomini vicino a una macchina e seduta all'interno, indaffarata nel cercare qualcosa, una chioma riccia e mora di mia conoscenza.
Tirai un sospiro di sollievo: Noemi stava bene.

Lei si voltò verso di me e mi guardò incredula.
-Giorno!! Mi hai trovato!! Stai be...- cercò di dirmi, ma si interruppe appena guardò alla mia sinistra.
-D-D-DIO BRANDO!?!?- esclamò sbigottita e un po' spaventata.

Aspetta un attimo… DIO BRANDO??
No. Non è possibile.

Mi voltai nuovamente per guardare meglio l'uomo che mi teneva per il braccio e capì che invece sì, era proprio lui. Tale e uguale alla foto che tenevo nel portafoglio.
Come avevo fatto a non riconoscerlo prima??
Quell'uomo era mio padre.

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Capitolo 13
*** Facciamo a gara a chi urla di più (vinco io) ***


NOEMI POV

Mettendo da parte i film mentali, rispettai l'accordo appena preso e raccontai ai miei "sequestratori" tutto quello che sapevo sulla faccenda.
Mi ascoltarono attentamente senza interrompermi nemmeno una volta.
-Quindi, a quanto pare, avevi ragione tu, Sonic. Non siamo gli unici a trovarci in questa merda- disse Levi al termine il mio lungo racconto.
-Certo che il destino deve essere proprio beffardo per far incontrare a 4 fuggiaschi la sorella del proprio aguzzino- aggiunse poi.

"Un aguzzino?? Ricky, una delle persone più gentili, umane e pacifiche dell'intero universo, un aguzzino?? Ma per favore"

-Non è possibile. Conosco Ricky, non farebbe mai una cosa del genere- affermai con sicurezza.

-Eppure "quella" l'abbiamo presa laggiù e appartiene a lui- disse Levi indicando sul fondo del capannone una Renault Clio rossa.

Cercai di alzarmi, ma ero ancora troppo debole. Ayato mi aiutò a raggiungerla.
Aprì la portiera e subito venni investita da un buon odore di pino dell'Arbre Magique e di pasta alla carbonara. Non c'era dubbio: quella macchina era di Ricky.

Entrai nell'abitacolo e mi misi a rovistare tra le sue carte. Non so perché lo feci. Forse cercavo un qualcosa che mi rassicurasse, che mi dicesse che lui stava bene e che non era un aguzzino, ma già sapevo che lì dentro non avrei trovato nulla.

Dopo un po' udì dei passi. Mi voltai e vidi Giorno spuntare dall'ombra del capannone.
Lo guardai incredula, chiedendomi perchè era lì, prima di ricordarmi del GPS.

-Giorno!! Mi hai trovata!! Stai be...- cercai di dirgli, ma poi mi bloccai appena posai gli occhi sull'uomo al fianco dell'ex-biondo.

"Oh porca miseria!! Noemi prevedo guai e anche belli grossi"

-D-D-DIO BRANDO!?!?- esclamai spaventata, ma anche stupita.

Non ci volevo credere. Ma perché tra tutti i personaggi di JoJo possibili e immaginabili doveva arrivare qui proprio lui?? Come se la situazione già non fosse abbastanza incasinata di suo.

-Lui è uno dei ragazzi che ospiti a casa tua??- mi chiese Levi.
-Cos...?? Ah, sì. Sì- risposi -Lui è Giorno Giovanna. Viene dall'universo di JoJo, lo stesso di DIO-

Il diretto interessato smise di fissare DIO allibito e chinò il capo in segno di saluto.

-Anche lui?! Ma quante persone hanno portati qui quei bastardi?!- disse DIO continuando a stringere il polso di Giorno e a fissarmi come se si aspettasse che da un momento all'altro tirassi fuori una katana e uccidessi tutti.

Sonic gli raccontò tutto di nuovo (risparmiando a me quell'onere).

Una volta finito, DIO lasciò finalmente andare Giorno e disse: -Interessante... peccato che non sia niente di utile per tornare indietro-
-Sempre meglio di niente- disse Sonic.
-Forse, ma siamo sempre fermi al punto di prima. Il rapimento è stato totalmente inutile- gli rifaccio DIO.
-Io non credo- disse improvvisamente Giorno.

Tutti noi lo guardarono incuriosi.
-Non so se Riccardo Valpiana faccia veramente parte di questo progetto, ma se lavora lì, sicuramente qualcosa saprà. Delle informazioni sulla YSA potrebbero essere proprio a casa sua, magari in qualche file criptato sul computer o nascoste in archivio segreto- continuò lui.

-Non so cosa sia un computer, ma non è una cattiva idea- gli rispose Levi.
-Almeno abbiamo una pista- gli fece eco Sonic
-Bene. Si torna a casa- dissi entusiasta.

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Ebbene sì, miei cari lettori. 
Questa fu la storia  di come divenni ufficialmente coinquilina di non uno, non due, ma ben otto ragazzi super fighi. Non fu semplice convincerli, ma dopo un lungo dibattito (che non sto qui a raccontarvi altrimenti si fa notte) salimmo tutti e 5 in macchina (Giorno tornò in moto) e partimmo.

Tutto molto bello, se non fosse che a metà del viaggio l'effetto dell'antidolorifico finì e mi ritrovai piegata in 2 sul sedile a maledire il mio apparato riproduttore.
Quando arrivammo a casa, fu nuovamente Ayato (ormai era divenuto il mio personale bastone da passeggio) a darmi una mano.

-Ragazzi aprite. L'ho trovata- disse il ragazzo, bussando alla porta. Josuke cautamente l'aprì che guardò la scena con stupore.
-Sono dalla nostra parte, non preoccuparti. Ti spieghiamo tutto dentro- gli dissi io appoggiata al braccio di Ayato.
Lui ci fissò un attimo prima di farci entrare. Sembrava leggermente contrariato.

"Ma non è che si è ingelosito??"
《Ma che stai dicendo?? E ingelosirsi per cosa, scusa??》
"Magari perchè sei attaccata al braccio di Ayato??"
《Forse perché altrimenti sarei a terra dolorante》
"Ma lui questo non lo sa"
《Sì, okay, ma perché si dovrebbe ingelosire?? Non sono mica la sua ragazza》
"Ti piacerebbe esserlo però ehhh 😏"
《E piantala di farti film mentali inutili》
"Ma anche no"
《Vaffanculo》

Ayato mi accompagnò fino al divano-letto dove mi stesi, abbracciando le ginocchia dolorante.

-Qualche buon uomo può andare a prendere gli antidolorifici in camera mia??- chiesi poi.
-Volo- rispose prontamente Josuke, fiondandosi nel corridoio.

-Ma non staremo stretti qui?? Questa casa non sembra così grande- disse Levi con suo solito (bellissimo) tono schietto.
-Non preoccupatevi. Troveremo un modo- disse a quel punto Caesar sorridendo.

-Ah scusate, non mi sono nemmeno presentato. Io sono Caesar Antonio Zeppeli, piacere di conoscervi- aggiunse poi.
-Piacere mio, Ayato Kirishima- rispose il moro chinandosi come da buon uso in Giappone.
-Io sono Sonic, il Supersonico, ma chiamami pure solo Sonic- rispose a sua volta anche il ninja.
-Levi- rispose semplicemente il mio futuro mar... ehm ehm… il capitano.
-DIO Brando- rispose infine l'ex-vampiro.

Si sentì un tonfo e l'infrangersi di un bicchiere. Josuke aveva fatto cadere a terra il bicchiere e stava fissando DIO come se avesse appena visto un demone.

"Non che abbia tutti i torti"

-DIO... Br-Brando??- disse il moro spaventato.

-Sì, sono io. Perchè mi guardi come se fossi un mostro, moccioso??- rispose il diretto interessato.

-Forse perchè lo sei-

Quest'ultima affermazione proveniva da Caesar che aveva smesso di sorridere e guardava DIO con disgusto e odio.

-Perchè lo pensi?!- disse di rimando DIO guardando male l'altro biondo.

《Oh cazzo》
"E io che ti avevo detto??"

L'aria divenne tesa come la corda di un violino.
I due biondi si misero a girare intorno al tavolo molto lentamente senza smettere di guardarsi male.

-Il nome Willam A. Zeppeli ti è nuovo, Brando??- disse Caesar -Venne ucciso nel 1889 in Inghilterra mentre combatteva valorosamente per distruggere la maschera di pietra. E indovina un po' chi è stato ad ammazzarlo??-

-Senti moccioso, ho ammazzato tante persone quante briciole di pane hai mangiato tu in tutta la tua misera vita. Figurati se ho voglia di ricordarmi ogni singolo miserabile che ho uccis...-
-NON TI PERMETTERE DI DARE DEL MISERABILE A MIO NONNO!!!-

-Caesar... stai calmo- pigolò Josuke nel tentativo di fermarlo.
-NO NON MI CALMO. E NON DOVRESTI ESSERLO NEMMENO TU. QUESTO BASTARDO È STATO LA ROVINA DELLE NOSTRE FAMIGLIE. IL TUO AVO L'HA ACCOLTO E CRESCIUTO NONOSTANTE SUO PADRE LO AVESSE DERUBATO. E LUI COME LO HA RINGRAZIATO??!! L'HA UCCISO, DISTRUTTO CASA E AMMAZZATO ANCHE IL TUO BISNONNO. HA IL SANGUE MARCIO COSÌ COME IL RESTO DELLA SUA FAMIGLIA- gli urlò contro Caesar.

Istintivamente mi voltai a guardare Giorno. Il ragazzo era lì fermo con un braccio alzato verso Caesar come se volesse fermarlo, ma appena sentì quelle ultime parole lo lasciò ricadere al fianco e abbassò lo sguardo.

Nel mentre DIO gli rispose per le rime: -NON OSARE PARAGONARMI A QUEL PORCO SCHIFOSO DI MIO PADRE. IO NON SONO COME LUI-
-HAI RAGIONE. LUI ERA SICURAMENTE MEGLIO DI TE-

Ormai lo scontro sembrava inevitabile. Questione di pochi secondi e si sarebbero menati.
Fu in quel momento che decisi di intervenire. In realtà non fu un gesto volontario. Non l'ho fatto per salvare la casa o me stessa. Semplicemente era incazzata nera.

Ero lì dolorante in attesa di soccorsi (che erano fermi per colpa LORO), avevo mal di testa (per colpa delle LORO urla), Caesar aveva osato (involontariamente, ma lo aveva fatto) insultare Giorno, ma soprattutto si mettevano a litigare per cose futili (con tutto rispetto per Jonathan e il Barone Zeppeli) in una situazione del genere.
Perciò persi le staffe e liberai il demonio che vive latente in me.

-AAAOOOO!!!! MA VI SEMBRA IL MOMENTO DI LITIGARE COME 2 COGLIONI??!! ABBIAMO UN'ORGANIZZAZIONE SCIENTIFICA ALLE COSTOLE CHE NON SI FARÀ ALCUN SCRUPOLO DI IMPRIGIONARVI PER IL RESTO DELLA VOSTRA MISERA ESISTENZA E VOI 2 LITIGATE PER COSE SUCCESSE DECENNI FA??!! MA MI STATE PIGLIANDO PER IL CULO??!!- urlai con tutta la voce che possedevo.

Tutti si voltarono a guardarmi allibiti e spaventati da quella improvvisa reazione. Addirittura Ayato fece un balzo indietro per lo spavento. Ci mancava solo che tirasse fuori un crocifisso e iniziasse a parlare in latino per esorcizzarmi.

-Ma...- tentò di dire Ceasar che aveva smesso di incenerire DIO con lo sguardo e mi guardava più stranito che spaventato.

-NIENTE MA!!! NON VOGLIO SENTIRE SCUSE. PROVATE DI NUOVO A MENARVI O A STUZZICARVI E GIURO CHE VI TAGLIO LE PALLE E LE FACCIO MANGIARE AL GATTO!!! SONO STATA ABBASTANZA CHIARA?!!- urlai nuovamente io.

Caesar infine annuì, mentre DIO prima mi lanciò una occhiataccia alla "come osi darmi degli ordini lurida mortale", poi, forse ricordandosi che era mio ospite e in posizione di svantaggio, rispose: -E va bene. Per adesso ci passo sopra-

-Che succede?? Perchè state urlando?? E chi sono sti tizi??- disse improvvisamente Luffy che finalmente deciso di fare la sua comparsa con un pacchetto di Nutella Biscuit in mano.

-NIENTE CHE TI INTERESSI!! E DAMMI I BISCOTTI!!- gli urlai contro (adesso che ci ripenso mi dispiace pure, povero).
Luffy spaventato rinunciò ai biscotti.
Nel mentre Josuke si avvicinò cautamente con l'acqua e le mie benedette pastiglie.

Dopo averle prese ed essermi calmata, ricominciai a parlare: -Allora...-

-SONO CHI NO SADAME JOOOOOJOO-

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Capitolo 14
*** Riflessioni e scleri ***


GIORNO POV

-HA IL SANGUE MARCIO COSÌ COME IL RESTO DELLA SUA FAMIGLIA-

Quelle parole mi colpirono come un pugno nello stomaco.
Abbassai il braccio e iniziai a fissare le coccinelle ornamentali sulle mie scarpe.

Quindi io ero questo?? Una persona con il sangue marcio??

Era una domanda che mi ponevo spesso, anche prima di diventare Boss di Passione.

Per tutta la vita avevo mentito spudoratamente, derubato, truffato e causato la morte di numerose persone (criminali, ma anche innocenti).
È vero, lo avevo fatto per eliminare lo spaccio dalle strade di Napoli.
Ma era una scusa sufficiente a giustificare tutti i miei crimini??

No, non lo era.
Non importava quanto sia nobile il tuo scopo.
Non importava quanto la tua vittima fosse cattiva.
Quando commetti un crimine, grave o meno che sia, le tue mani non saranno mai più pulite.
Puoi lavarle all'infinito o nasconderle sotto le maniche di una felpa, ma quello sporco, quei segni rimarranno per sempre. Nulla potrà cancellarli.

No. Io non sono una persona buona. Non con le mani macchiate di sangue.

Ma quindi sono una persona cattiva?? No. Non credo.
Una persona malvagia non si farebbe domande del genere.
Un malvagio commette crimini per mero egoismo e se compie un azione "buona" lo fa per suo tornaconto. E io non ero e non sono così.

Ma allora se io non sono né buono né malvagio, cosa sono??

Era una domanda che mi tartassava da molto tempo e ancora non avevo trovato una risposta. Ma qualunque essa sia,  di una cosa era certo: ero stato io e io soltanto a scegliere questa strada. È vero: non ero nato e cresciuto nell'ambiente sano per un ragazzo. Ma nessuno mi aveva costretto a rubare, a uccidere o a diventare un gangster. Avrei potuto studiare o trovare un lavoro. Le possibilità non mancavano. Ma alla fine ho scelto di diventare un criminale.

Non era colpa di un mondo cattivo che trasforma gli innocenti in criminali e nemmeno della mia famiglia. E soprattutto non è colpa di un padre o di un nonno malvagio che non avevo mai incontrato. 

Se dovevo per forza essere considerato come una persona malvagia, allora doveva essere soltanto per i miei meriti.

Proprio mentre terminavo questo pippone kilometrico, anche Noemi sembrò calmarsi.

-Allora...- tentò di dire, ma venne interrotta da una strana melodia che proveniva dalla mia tasca.

-SONO CHI NO SADAME JOOOOJO-

Immediatamente presi dalla tasca il "coso" di Noemi. Sullo schermo era apparsa una scritta "Anima-chan" e un numero di telefono. Quindi, oltre a essere un GPS e un MP3, funzionava anche come telefono cellulare. Chissà se sapeva pure fare il caffè...

Immediatamente lo passai a Noemi. Non volevo incappare nelle sue furie. Trish mi aveva già ampiamente dimostrato di cosa fosse capace una ragazza in quel periodo del mese.

Noemi lo afferrò, guardò un attimo lo schermo, fece segno con il dito di fare silenzio e rispose alla chiamata.

-Pronto??- disse in modo pacato.
-CIAUUU AMO!!! COME VA?!!?!-

Un urlo sclerotico femminile partì dall'altro capo e Noemi dovette allontanarlo dal proprio orecchio per non perdere il timpano.

-Anima!! il timpano!!- disse più seccata che arrabbiata come se ormai fosse la prassi -Comunque sto bene, tu?-
-Sto una favola!! Non ci crederai, ma ho finito JoJo e A.D.O.R.O!!!- disse con decisamente troppo entusiasmo l'amica di Noemi.

-Te l'avevo detto- disse Noemi mettendosi seduta a gambe incrociate sul divano-letto -Allora che te ne pare?-
-È una figata!! Ho tipo 45mila nuovi husbandi e te li devo dire assolutamente tutti-
-Avanti spara-

-Allora 1° parte: Jonathan mi sta sulle palle; DIO è un figo da paura, lo amo; Speedwagon è inutile ma cute; poi, ah sì, il Barone Zeppeli si ama solo per i baffi, il cappello e per come saltella sull'acqua come un Gesù Cristo ubriaco-

Noemi ridacchiò serena come se la sfuriata di qualche minuto prima non fosse mai avvenuta.

-Poi 2° parte: Joseph che ci sta, è simpatico; Caesar non è affatto male, poi dai, è italiano, come faccio a non amarlo; per il resto… boh… ci sono solo loro due boni-

Vidi con la coda dell'occhio Caesar smettere di guardare male DIO e appoggiarsi al frigo, improvvisamente interessato alla conversazione.

-Mentre nella 3°... non so, Jotaro è troppo pompato, però rimane figo; poi Polnareff e Kakyoin sono carini; Joseph da vecchio fa scassare dal ridere e poi… cioè riappare DIO ed è ancora più figo di prima… ADORO!!-

Guardai un attimo DIO che sorrideva soddisfatto alla "però la mortale ha buon gusto".

-Ti stupisci di Jotaro pompato? Non è che Joseph, Caesar e DIO siano degli stuzzicadenti. Araki non disegna muscoli, ma direttamente poligoni-

-E capigliature particolari-

-Eh già tra Polnareff e il suo panettone argentato e Jotaro con i capelli fusi con il berretto…-

-Effettivamente gli ultimi 3 JoJo formano il trio dei capelli strani. Cioè tra Jotaro, uno con i capelli a bistecca e l'altro con tre bocche di cannone in fronte…-

Ma stanno parlando di me e Josuke?

-Ma dai non gli stanno male. Poi è rischioso offendere i capelli di Josuke-
-E chi lo ha mai offeso! Tra Jotaro vestito da gelataio e Okuyasu, è l'unico decente in quella parte… beh… oltre a Rohan Kishibe e Tonio Trussardi!!-
-In effetti ha davvero un bel design- disse Noemi arrossendo un pochino.

-Ma ora passiamo alla 5° parte. Allora… IO AMO GIORNO!! È troppo figo!! ha i capelli lunghi, ha un bel fisico, ha gli occhi verdi, ha la mia età… Insomma è perfetto!!- urlò Anima.

Ehm...grazie?? Credo.

-Peccato che non potrò mai averlo perciò lo shippo troppo con Trish- aggiunge poi.

Aspetta un momento. Cosa sanno di me e Trish??

-E nella tua classifica degli husbandi che posto occupa??-

Cosa cavolo sono gli husbandi??

-Non so. Devo decidere se metterlo sopra o sotto Luffy... cioè Giorno è figo, ma Luffy è super cute. Sicuramente sta sotto Ayato Kirishima...-

Luffy guardò prima Noemi e poi noi con aria spaesata. Io feci spallucce.

-Ma Ayato non stava al 6°/7° posto??-
-Considerando che la mia classifica ha più di 150 personaggi, quello di Ayato è un buon posto. Insomma Ayato è un bel pezzo di manzo, ma i primi 3 non li batte nessuno-

Il ragazzo dei capelli viola si grattò la nuca un po' a disagio.

-Se non sbaglio erano Trafalgar Law, Bakugou Katsuki e poi c'è davvero bisogno di dirlo…-
-Hai ragione. Trovami un otaku che non ha Levi nella top 5 dei personaggi più sexy-

Il diretto interessato a quel punto alzò un sopracciglio e fece una faccia alla "ma che davvero??".

-Magari chi non ha mai visto AoT o non conosce Levi...-
-Sì, va be, grazie. Comunque come te la passi lì in Giappone??-

Noemi continuò la chiamata per almeno altri 5 minuti, mentre noi 8 ce ne stavamo lì impalati ad ascoltare, visto che non potevamo fare alcun rumore.

-Sì, è meraviglioso. Potrei parlare per ore intere…-

No!! Per l'amor di Dio no!!

-Ma magari facciamo un altra volta. Da te sono quasi le 2 del mattino no??-
-Ma tanto lo sai che io non dormo praticamente mai…-

Guardai intensamente Noemi pregandola di far finire quella dannata chiamata.

-Ah sono arrivati quelli del condizionatore. Non so come, ma io e Ricky siamo riusciti a romperlo-
-Certo che tra te e tuo fratello non so chi sia il più maldestro. Allora ti lascio andare. Io intanto guardo One Punch Man. Avevi ragione: è super divertente, ma il tuo preferito, il fantasmagorico, no il mega-fotonico-
-Sonic il Supersonico-
-Sì. Quello. Mi sta sulle palle-

Mi voltai a guardare il ninja che aveva un espressione alla "ma che ho fatto di male".

-Ma perchè?? Che ha fatto di male?? È vero che non è uno stinco di santo, ma non mi sembra poi così odioso-
-Non lo so. É un troppo pieno di sé-
-Va be, se lo dici tu. Io vado. Ci sentiamo-
-Stammi bene! E saluta Ricky-

Il sorriso che Noemi aveva fino a quel momento si spense.
Salutò la sua amica e (finalmente) chiuse la chiamata.

-Noemi va tutto bene??- gli chiesi.
-Sì- rispose lei con non troppa convinzione -Tutto bene-
Prima che potessi chiedergli altro, Luffy mi anticipò.

-Noemi, cosa sono gli hustanti??-
-Si dice husbandi. E sono… ehm…- disse lei palesemente a disagio.
Per (sua) fortuna, Josuke la aiutò.
-Sono dei personaggi maschili talmente belli e simpatici che le ragazze vorrebbero come mariti. Esiste pure un corrispettivo femminile che si chiama waifu-

-Ah. Okay- disse semplicemente Luffy -Quindi tu e la tua amica avete una classifica di questi cosi??-

Noemi arrossì fino alla punta delle orecchie. 

-Sì. Ma è solo un gioco. Non li voglio sposare davvero…- cercò di difendersi. 

-Comunque, stavo dicendo…- disse cambiando repentinamente discorso. Si alzò e andò nel corridoio, fermandosi di fronte a una porta.
-La camera di Ricky è questa. Forse qui dentro troveremo delle informazioni utili. Peccato che la porta sia chiusa a chiave- 
-Spostati, la apro io- disse Levi con l'aria di chi volesse buttarla giù a calci.

-Aspetta!! Prima proviamo a scassinarla- intervenne Sonic con una forcina tra le mani.
Maneggio un po' con la serratura finché non riuscì a sbloccarla.
Finalmente riuscimmo ad aprirla, ma quando guardammo all'interno trovammo qualcosa di inaspettato.

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Capitolo 15
*** Per favore, basta horror ***


NOEMI POV

Da quando ero arrivata qui non ero mai entrata in camera di Ricky.
Non che me lo avesse esplicitamente vietato, ma considerando che la chiudeva a chiave ogni volta che usciva... be'... era sottinteso.

Ammetto che la tentazione di entrare in quella camera era forte, ma così come lui non si è mai azzardato a entrare in camera mia senza il mio consenso, così io non mi sono mai permessa di entrare nella sua se lui non mi ha dato il permesso. Era una semplice questione di convivenza pacifica tra fratelli.

Con il senno di poi avrei dovuto capire che stesse nascondendo qualcosa di grosso. Ma mai mi sarei immaginata che aperta quella porta avrei trovato questo.

Cosa minchia è successo?! È passato un tornado?! Un esplosione atomica?! Una mandria di bisonti?! Tutti e tre?! Come cazzo fa mio fratello a vivere in questa discarica?!

Lo so cosa state pensando: "quindi è questa la cosa inaspettata?! Che tuo fratello ha la camera un po' disordinata??"
Ebbene miei carissimi lettori... avete ragione. Era questa la cosa inaspettata.

Ma cercate di capirmi: io ho sempre pensato che mio fratello fosse una delle persone più ordinate e precise del mondo. Di solito ero io quella che veniva sgridata per lasciare le cose in giro e per terra. Infatti quando ero entrata per la prima volta in casa di Ricky non mi stupì di trovarla super ordinata.

Ed era così che mi aspettavo di trovare anche la camera: letto rifatto a regola d'arte; pavimento pulitissimo dove ci si poteva addirittura specchiare; libreria super organizzata con libri perfettamente catalogati; guardaroba chiuso con i vestiti lavati e stirati all'interno…

E invece...il letto era disfatto e talmente pieno di vestiti e fogli che mi domandai come Ricky facesse dormirci sopra; il pavimento era cosparso di pacchetti vuoti di snack, lattine di Monster e vestiti sporchi; sul lampadario era rimaste appese una cravatta e un paio di mutande (Come siano arrivate lì?? Non lo so e soprattutto NON LO VOGLIO SAPERE); il guardaroba era aperto e praticamente vuoto; sulla libreria invece erano state accatastate pile e pile di fogli e libri insieme a dei calzini sporchi e spaiati e... un pacco di preservativi (?).

"Alla faccia del preciso e dell'ordinato. E anche del santarellino. Chissà se ha fatto buon uso di quei preservativi e soprattutto con chi 😏"
《Ma saranno anche cazzi suoi》
"Non fare la disinteressata. Tanto lo so che vuoi sapere chi sia la tua futura cognata... o il tuo futuro cognato. Non si può mai sapere"

Nel mentre Levi guardò un attimo all'interno della camera, si allontanò e tornò subito dopo con una scopa in mano.
-Cambio di programma: prima puliamo, poi cerchiamo ciò dobbiamo cercare- disse.
Fu così che passammo il resto della mattinata a sistemare quel bordello.

Purtroppo, mentre pulivamo la stanza, non trovammo nulla che ci potesse tornare utile. Niente documenti in codice criptato, niente passaggi segreti che conducono a un super laboratorio, niente cassetti a doppio fondo contenenti quaderni killer... Niente di niente.

Le uniche cose nascoste all'interno di quella stanza erano delle riviste sconce sotto il letto, i manga di High School DxD dientro i libri di Harry Potter e del Trono di Spade e una scatoletta di cui non conobbi mai il contenuto, ma a giudicare dalla faccia imbarazzata di Josuke dovevano essere altre cose poco family friendly.

"A quanto pare a Ricky piacciono le tettone. Uffa però. Io volevo un cognato 😭"

A mezzogiorno l'intera stanza era stata completamente tirata a lucido.
-Bene. Abbiamo finito. Ora mangiamo, che ne dite??- dissi sentendo lo stomaco brontolare.
Tutti concordarono e una mezzoretta dopo eravamo tutti seduti intorno al tavolo a mangiare takoyaki e sushi. Tutti eccetto Sonic che a causa del poco spazio (il tavolo era concepito per ospitare al massimo 5 persone non 9) si è messo a mangiare seduto sul banco della cucina in compagnia del gatto (che stranamente non ce l'aveva con lui per averlo lanciato dentro casa la scorsa notte).

-In camera non abbiamo trovato nulla, ma non è ancora tutto perduto- esordì Giorno -Manca ancora il computer da controllare. Noemi, ci affidiamo a te-
-Non vi deluderò- dissi.
-Bene. Allora, mentre tu cerchi, noi perquisiamo il resto della casa. Chissà, magari troviamo qualcosa di utile- aggiunse Sonic.

-Ottimo. Però dobbiamo anche pensare a un'altra cosa di una certa importanza- intervenni io.
-Ovvero??-  chiese Giorno.
-Dobbiamo trovarvi una sistemazione per la notte. Non posso certo farvi dormire fuori in macchina- dissi indicando i 4 nuovi arrivati.
-In effetti- disse Giorno e iniziò ad elencare dei posti -Sul divano-letto ci sta un altra persona. C'è il letto della stanza di Ricky e poi...-
-Ci dovrebbe essere un'amaca dello sgabuzzino che possiamo appendere lì e lì- intervenni io indicando un area del soggiorno ideale per appenderla -Però ci manca ancora un posto… mmh...-
Ci rimuginai sopra un attimo per poi trovare una soluzione.
-Trovato. Luffy viene a dormire con me e lascia libero il pouf-
-Perchè proprio io??- chiese il ragazzo.
-Perchè sono sicura al 1000% che non faresti mai pensieri o cose perverse-
-Pensieri che??-
-Appunto. Senza offesa, ragazzi- dissi rivolgendomi agli altri.
-Non ti preoccupare. Casa tua, regole tue- mi rispose Caesar e gli altri confermarono.

-Ah. Un'ultima cosa: qualcuno di voi sa cucinare?? Ho del cibo in frigo e non voglio che ammuffisca- chiesi rivolgendomi ai nuovi arrivati.
Ayato e Sonic alzarono la mano.
-Bene. Allora preparate voi la cena stasera??- chiesi.
Entrambi annuirono.
-Grazie mille. Siete i miei salvatori. Vi adoro!!- dissi estremamente grata.
I due si lanciarono un occhiata probabilmente chiedendosi se la mia improvvisa dolcezza era un effetto collaterale del ciclo (spoiler: probabilmente lo era).

Finito di mangiare e dati gli avanzi di pesce al gatto (il quale fu molto contento), ci dividemmo e io mi sistemai davanti al PC di Ricky.
-Che l'operazione Hacker abbia inizio-

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Qualche ora dopo…

Successe tutto all'improvviso. Una figura bianca sullo schermo. Un verso agghiacciante come il grugnito di un maiale strozzato. Io che cadevo dalla sedia sbattendo il mio povero culetto a terra e urlando a squarciagola.

-Noemi!! Che succede?!- urlò Josuke quasi sfondando la porta della stanza.
In un attimo quasi tutti i ragazzi si affacciarono nella stanza per controllare come stavo.

Ancora tremante indicai lo schermo.
-È...È... È apparsa q...qu...quella immagine all'improvviso. Io... Io... non so perché... e poi quel suono...- cercai di dire, ma ero ancora troppo scossa.

Giorno guardò per un po' l'immagine sullo schermo. Poi pronunciò un nome: -Kayako Saeki-
-Ehh??- dissi io stranita e con me tutti gli altri.

A quel punto Giorno uscì dalla stanza e tornò con la custodia di un CD in mano che mostrò a tutti. L'immagine in copertina raffigurava una donna con la pelle bianca, i capelli lisci e neri e uno sguardo raccapricciante: la stessa identica figura sullo schermo.

Lessi il titolo: Jun-on The Grudge.

-Un altro J-Horror??-  chiesi notando che il nome del regista (Takashi Shimizu) era chiaramente nipponico.
-Esatto. È uno degli horror più famosi del momento... cioè del mio mondo negli anni 2000. Stanno pensando addirittura di fare un remake americano- mi spiegò lui.

-È un altro film sulle onryō??- chiese Josuke avvicinandosi incuriosito.
-Una che??- chiesi io.
-Una onryō. È un fantasma del folklore giapponese in cerca di vendetta contro chi le ha fatto del male in vita- gli spiegò Josuke.
-Tipo Samara??- chiesi io ricordando il film visto la sera prima.
-Esatto. É una delle più famose. Ma di questa Kayako Saeki non so nulla- disse Josuke.
-È normale. Da te deve ancora uscire- disse Giorno.

-Capisco- disse Josuke per poi rivolgermi a me con un sorriso che non mi piacque per nulla.
Intuì immediatamente cosa volesse chiedermi.
Per fortuna Giorno intervenne.
-Immagino che tuo fratello abbia usato questo trucchetto come sistema antifurto- osservò lui.
-Immagino di sì. Ricky sarebbe capace di fare una roba del genere- dissi.
Poi rimettendomi seduta davanti al PC aggiunsi: -Bene vedo cosa posso fare risolvere questo inghippo-

Ingenuamente pensai fosse questione di pochi minuti. Due ore dopo, invece, era ancora lì a imprecare contro Kayako Saeki che non voleva proprio levarsi dallo schermo.
E come se non bastasse ogni volta che facevo un errore, il PC riproduceva quell'orribile suono che mi faceva venire uno scompenso cardiaco ogni volta.

Alle 19 rinunciai e con il morale a terra andai farmi una doccia.
Quando riemersi da bagno era ormai ora di cena. Ayato e Sonic, unendo le forze, avevano preparato un bel menù con pasta al pesto e tagliata di manzo accompagnata da carote.
Quasi mi venne da piangere a sentire l'odore del pesto e della carne al sangue.
Inutile dire che la cena venne consumata nel giro di poco tempo. Sembrava che non vedessero cibo da secoli e non da meno di 8 ore. Tutti i presenti si complimentarono con i 2 cuochi improvvisati.

-Quindi... Trovato qualcosa di utile??- chiese Ayato ponendo la fatilica domanda.
-Abbiamo perquisito tutta la casa, ma non abbiamo trovato nulla di utile- disse Levi senza troppi giri di parole.
-Noemi??- chiese poi.
-Ci sto lavorando- risposi.
-Okay. Per oggi credo che possa bastare- conclise Ayato -Ci guardiamo un film??-
Josuke sorrise e capì immediatamente cosa stava per dire.
Ayato lo anticipò: -Ju-on??-
Josuke annuì e gli altri lo imitarono.

In una decina di minuti era tutto pronto con tanto di pop-corn preparati da Sonic. Lasciai il telecomando a Josuke e mi misi la giacca di pelle.
-Non lo guardi con noi??- mi chiese Josuke.
-Ti ricordo cosa è successo l'ultima volta. E poi Kayako e il suo grugnito mi ha fracassato le ovaie- gli risposi.
-Già- rispose lui -Ma ammetto che è stato esilarante- 

Gli lanciai un'occhiataccia e mi avviai verso la porta.

-Noemi, aspetta. È pericoloso andare in giro di sera da sola. Ti accompagno io- disse Giorno.

-Ma sono solo le 21...- dissi prima che lui avvicinandosi al mio orecchio mi sussurrasse: -Ho bisogno di parlarti. In privato-

A quelle parole spalancai gli occhi, intuendo cosa mi volesse chiedere.
-Okay, prendi una giacca. Ci facciamo un giro in moto-

N. d. A: Per chi non ha mai visto la saga di Ju-on: il suono emesso dal Pc di Noemi non è altro che il verso emesso da Kayako Saeki durante i vari film. Infatti quando la donna ritornò del mondo dei vivi sotto forma di fantasma, gli rimasero le ferite che aveva nel momento della sua morte. E siccome gli era stato spezzato il collo, lei non riesce più a parlare, ma solo a emettere sto "grugnito" agghiacciante.

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Capitolo 16
*** Problemi familiari e dove trovarli (parte 1) ***


GIORNO POV

Dovevo assolutamente parlare con qualcuno di mio padre o avrei dato di matto. Ma con chi?!

Con DIO, no di sicuro. Troppo imbarazzante.
Con Caesar, nemmeno. Non dopo lo sclero di quella mattina.
Con Josuke… Meglio di no. Chissà come avrebbe reagito.
Con Luffy... Decisamente no. Nella sua ingenuità lo avrebbe detto a tutti.
Con gli altri 3... Ci conoscevamo a malapena. Figurati se si interessavano dei fattacci miei.

E poi nessuno era a conoscenza del quadro generale della situazione a parte (forse) DIO e... Noemi!!
Sì, lei di sicuro sapeva già qualcosa. E poi era una ragazza sveglia: se gli avessi chiesto di tacere lo avrebbe fatto.

Perciò appena la vidi mettersi la giacca per andare fuori con la moto, colsi la palla al balzo e la accompagnai (beccandomi delle occhiate sospette da parte di Josuke. Possibile che fosse geloso??).

Lasciai guidare Noemi che ci condusse su una collinetta lì vicino dove si poteva ammirare la ski-line di Tokyo. Ci sedemmo sull'erba e per un po' rimanemmo in silenzio a guardare la silhouette dei grattacieli della megalopoli.

Era strano a pensarci: ero nato e cresciuto lì, in Giappone (quello del mio universo ovvio). Eppure non possedevo più alcun ricordo di quel periodo.
Ma, detto sinceramente, non era poi così importante. Quella non era mai stata la mia casa.
Era Napoli la mia vera casa e Bucciarati, Abbacchio, Narancia, Mista, Fugo, Trish, Polnareff, Max, Fede, Elena, Alice e Marco la mia famiglia. Forse non era perfetta, ma andava bene così.

Per la seconda volta in quella giornata il mio pensiero andò a loro. Pregai nuovamente che stessero bene. Dovevano stare bene. Avevo già perso tante persone nell'ultimo periodo e dubitavo fortemente che avrei retto un'altra dipartita causata dalla mia assenza.

-Volevi parlarmi di DIO Brando??- mi chiese improvvisamente Noemi, interrompendo quel flusso di pensieri ben poco allegri. Annuì, sollevato che fosse stata lei a tirare fuori l'argomento e ad andare dritta al sodo.

Avevo molte cose da dire.
Volevo sfogarmi, ma non sapevo esattamente da che parte incominciare.
Poi nella mia mente riaffiorò un ricordo e da lì iniziai a raccontare…

Napoli (universo di "JoJo Vento Aureo"), 16 aprile 2000

Era stata una giornata estenuante. Le mie "ammiratrici" (anche se il termine più corretto, secondo Elena, sarebbe fanatiche e io non posso che concordare) non avevano fatto altro che riempirmi di auguri e regali.
Non è che mi era dispiaciuto sentirmi considerato, ma certe ragazze dovevano assolutamente calmare gli ormoni. Non posso mica uscire con 6 in contemporanea. Avevo di meglio da fare.

Comunque, appena rientrato a casa, mi diressi in camera mia per riposare un po'.

-Ohi, moccioso...hic...non si saluta?...hic- disse il mio patrigno ubriaco fradicio, mentre salivo le scale.

Lo odiavo quando era ubriaco. In realtà lo odiavo e basta, ma almeno da sobrio riuscivo a farlo ragionare. Da ubriaco era molto più difficile.

-Ciao. Già ciucco a quest'ora??- dissi freddamente.
Lui intanto mi raggiunse.
-Ho bisogno di 60.000 lire (31 euro circa). Dammele- disse ignorando la mia frecciatina.
-A che ti servono??- chiesi.
-CHE TE NE FREGA. DAMMELE- disse lui perdendo le staffe.
-Sono i miei soldi. Li ho guadagnati io. Perciò voglio sapere come vengono usa...-
Non finì nemmeno la frase che lui mi spinse giù dalle scale. 

Sbattei la testa contro un gradino e caddi rovinosamente sul pavimento. Sentì qualcosa di caldo bagnarmi la nuca, mentre il mondo prese a girare vorticosamente.

Intanto il mio patrigno si mise di fronte a me con la cintura in mano.
-Prova a scappare e ti uccido- disse.
Gli avrei fatto volentieri notare che non ero nemmeno nelle condizioni di alzarmi, figurarsi di scappare, ma bocca e cervello si rifiutavano di collaborare.

Sollevò il braccio e calò la cintura su di me. Istintivamente alzai un braccio per proteggere quantomeno il volto. Ma il colpo non arrivò mai.

Un braccio dorato, apparso improvvisamente, toccò la cintura che si trasformò in un boa constrictor. Il serpente avvolse le sue spire intorno al collo del mio patrigno che cadde a terra. Nel mentre una figura umanoide dorata si materializzò al mio fianco e, allungando la mano, mi toccò la nuca. Sentì la ferita rinchiudersi e il mondo smise di girare. La figura dorata mi tese la mano, mi aiutò a rialzarmi e poi scomparve.

Posai lo sguardo sul boa. Era ancora intorno al collo del mio patrigno il quale aveva assunto un colorito violastro. Appoggiai una mano sul serpente e gli accarezzai le belle squame marroncine.
Improvvisamente smise di strozzare il mio patrigno e si attorcigliò sul mio braccio. Lo presi in braccio e andai in camera mia, ignorando l'uomo a terra.

Rimasi sdraiato sul letto a giocare con il serpente e a chiederli chi fosse quella figura dorata che mi aveva salvato, finché non mi assopì.

Furono delle urla di panico a svegliarmi di soprassalto. Mi guardai intorno e notai che il serpente era sparito. Intuendo la causa dell'urlo, mi precipitai in cucina.

Vidi mia madre in piedi sul tavolo che urlava e il mio patrigno fermo contro il muro che guardava inorridito il boa constrictor avanzare lentamente verso di lui.

Immediatamente lo ripresi in braccio. Lui però continuò a puntare al mio patrigno e mi fu difficile tenerlo fermo.

-FA SPARIRE SUBITO QUEL COSO!!- mi urlò contro l'uomo.

-Cosa?? Come??-

-COME COSA?? QUELLA BESTIA DI SATANA CHE HAI IN MANO!!! TU L'HAI FATTA APPARIRE E TU ADESSO LA FAI SPARIRE!!-

Il serpente gli sibilò contro e lui si ritrasse nuovamente contro il muro.

Io non sapevo cosa fare. Non potevo lasciare che la bestiola vagasse liberamente per la casa, ma non volevo nemmeno ucciderla.

-Apparire?? In che senso??- chiese mia madre scendendo dal tavolo.
-Non so come, ma credo di aver tramutato una cintura in questo serpente- dissi semplicemente, aspettandomi come minimo una sua reazione di stupore.
Invece lei mi disse: -Prova a desiderare di far tornare il serpente una cintura-

Ci provai. Con mio enorme stupore riapparve la figura dorata di prima che toccò il serpente e lo ritrasformò in una semplice cintura di cuoio.
Sia io che il mio patrigno ci voltammo a guardare mia madre straniti.

-Come hai fatto a capirlo??- gli chiese giustamente il mio patrigno.
-Anche suo padre aveva dei poteri simili- rispose lei.
-Mio padre??- chiesi stupito.

Lei sospirò e invitò entrambi a sedere.
-Si chiamava DIO Brando- incominciò a raccontare -Lo incontrai una sera di 16 anni fa in Egitto. In vita mia non avevo mai incontrato un uomo come lui: carismatico, intelligente, irresistibile… Ma in lui c'era anche qualcosa che mi spaventava a morte: qualcosa di strano, malato, malvagio…
Mi sono chiesta più di una volta se era davvero un essere umano oppure un demone dalla bellezza angelica.
Sta di fatto che non riuscì a resistergli e divenni una delle sue ancelle. Io... sapevo che per lui ero solo un giocattolo, sapevo che presto o tardi mi avrebbe uccisa, ma non riuscivo comunque ad andarmene-
Rabbrividì. In quel momento compresi perchè quando gli chiedevo di mio padre sviava sempre.

-In seguito rimasi incinta di te, Haruno, e questo mi salvò la vita. Lui ti voleva bene. Voleva darti una vita degna di essere vissuta, lontano da quel posto malsano. Anche se per lui significava rinunciare a essere tuo padre. O almeno questo è ciò che mi ha detto. Mi ordinò di prendermi cura di te, mi diede i soldi necessari per il nostro sostentamento e mi lasciò tornare a casa. Non lo rividi mai più. Rispettai le sue volontà, per quanto non desiderassi avere un figlio tra i piedi. Poi 4 anni dopo ricevetti la notizia del suo assassinio. Non provai nulla nel sentirla. Né gioia né tristezza. Niente. Tuttavia…-

Lei esitò un momento come a cercare le parole giuste.
-Io ero libera dal giuramento. Non ero più costretta a tenerti con me. Però… mi ero abituata alla tua presenza. Eri un bambino così tranquillo e silenzioso. Mi ero affezionata a te. Perciò ti ho tenuto- concluse lei arrossendo.

Quelle parole mi stupirono molto. Era la prima volta che mi esternava così tanto affetto.
Peccato che quel unico momento carino simil "madre-figlio" venne rovinato dal mio patrigno che, con tutta la delicatezza di un elefante ubriaco, disse: -Sì, tutto molto bello… ma questo non spiega come mai Giorno è diventato uno "stregone biondo"-

Biondo?? Mi passai una mano tra i capelli e mi accorsi che si erano formati dei boccoli. Portai una ciocca davanti agli occhi e per poco non caddi dalla sedia: i miei capelli non era più nero pece, ma biondo oro.

-Come ho già detto, anche DIO aveva dei poteri. Non so esattamente di che tipo, ma ce li aveva- rispose tranquillamente mia madre -Lui mi aveva avvertito della possibilità che anche Haruno potesse averli. E nel caso li avesse risvegliati, mi aveva detto di portarlo lì da lui, così gli avrebbe dato una mano a controllarli. Purtroppo non so nient'altro. Per quanto riguarda i capelli suppongo sia un effetto collaterale del risveglio dei tuoi poteri. Dopotutto anche lui era biondo e riccio-

Così tirò fuori una foto dalla borsa e me la porse.
-È l'unica immagine che ho di lui. Puoi tenerla. Considerarla un regalo di compleanno-
La foto ritraeva un uomo a torso nudo girato di spalle. Aveva dei lunghi capelli mossi color biondo oro e una voglia a forma di stella alla base del collo. Proprio come me.
Dalla foto si intravedeva un occhio ambrato che sembrava fissare l'osservatore come se volesse catturarlo e divorarlo.
Nonostante questo era innegabilmente un bel uomo.

-Ho capito. Grazie. Non vi preoccupate. Imparerò a controllarli- dissi semplicemente prima di intascare la foto e tornare in camera.

N. d. A: La stragrande maggioranza delle cose che ho scritto nel flashback sono inventate, visto che non si sa molto del rapporto tra DIO e Ms. Shiobana, di cosa ne pensava DIO dei suoi figli (se mai ha saputo della loro esistenza) oppure di quello tra Giorno e i suoi genitori.

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Capitolo 17
*** Problemi familiari e dove trovarli (parte 2) ***


NOEMI POV

-Da quel giorno il mio patrigno non mi volle più in casa. Perciò andai a vivere nei dormitori della mia scuola. Da allora l'ho rivisto solo una volta, quando ho deciso di pagare le spese scolastiche di tasca mia. Mi auguro di non aver più a che fare con quell'uomo in vita. Mia madre, invece, è venuta qualche volta a trovarmi. Alla fine dei conti non è una cattiva persona. Certo è stata una pessima madre, ma... aveva vent'anni e manco mi voleva. No me la sento di giudicarla. E poi ormai il danno è fatto- disse Giorno infine terminando il racconto.

Non sapevo cosa dire. Ero troppo impegnata a metabolizzare. Quel pezzo di storia non l'avevo mai sentito. Anzi non credo nemmeno che Araki lo abbia mai raccontato.
Fino a un attimo prima pensavo che la madre di Giorno fosse una stronza senza cuore, ora invece… No, stronza rimane, ma la capisco un po' di più.

-Be'. Che dire. Un compleanno particolare. Quindi è così che hai scoperto sia di DIO che il tuo stand- dissi un po' nervosa, non sapendo bene come rompere il ghiaccio.
-Già. C'ho messo un po' ad abituarmi a Gold Experience, a scoprire tutte le sue proprietà e a padroneggiarle. Lo chiamai così in omaggio a uno dei miei album preferiti- disse lui.

-In effetti tutti gli stand che ho incontrato si collegano in qualche modo alla musica rock: Purple Haze, Sex Pistols, Space Girl... Non è curioso??- aggiunse poi.
-Hirohiko Araki adora la musica rock. Perciò la cita così nelle sue opere come omaggio- risposi io semplicemente.

Lui mi guardò confuso. -Non è la prima volta che dici questo nome, ma non ho comunque capito chi sia questo Hirohiko Araki di cui parli??- chiese.
-È colui che ha ideato e scritto "Le bizzarre avventure di JoJo", il manga da dove vieni tu- risposi.
-Ah quindi è tipo... mio padre??-
-In un certo senso sì-

Giorno emise un risolino soffocato e si coprì la bocca con la mano.
-Perchè ridi??- gli chiesi stupita dalla sua reazione.
-Niente di che. Stavo solo pensando a quanto fosse ridicolo avere non 1, non 2, ma bensì 3 padri e non averne mai incontrato uno... be' almeno fino a oggi-
-In effetti è un po' strano- dissi prima di rendermi conto di quello che aveva appena detto.

-Aspetta un attimo. Hai detto 3??-
-Sì. Hirohiko Araki, DIO Brando e Jonathan Joestar. Sono questi, giusto o ce ne sono ancora??-
-No, solo loro, ma come fai a conoscere anche Jonathan?? Tua madre ti ha parlato anche lui??-
-No. È stato Jotaro Kujo a dirmelo-

Io sgranai così tanto gli occhi che per poco non mi uscirono dalle orbite.
-Tu conosci Jotaro?? Aspe... quand'è che l'hai incontrato??-
-Sì. Lo conosco. Mi ha contattato lui all'incirca una settimana dopo la sconfitta di Diavolo. Mi chiesto di venire in Florida per incontrarci di persona e parlare. Casualmente è accaduto tutto nuovamente il 16 aprile. Comincio a pensare che l'universo lo stia facendo apposta-

-Lui... mi ha raccontato tutto riguardo a DIO, Jonathan e quello che era successo in Egitto 12 anni fa- disse poi sospirando.
-All'inizio non sapevo a cosa pensare o a come reagire. Avevo dei brutti presentimenti riguardo mio padre, ma mai mi sarei immaginato che era arrivato al punto di sterminare un'intera famiglia solo per un cognome oppure di immolare chissà quante vittime per la sua sete di potere- continuò.

-Tuttavia... per quanto mi sforzi... per quanto tutto quello che lui ha fatto vada contro i miei principi... non riesco ad odiarlo. Non lo amo, certo, ma per qualche motivo non riesco nemmeno a ripudiarlo- disse mentre si stringeva le ginocchia al petto.

-Forse perchè siete molto simili- gli dissi -Entrambi avete avuto un'infanzia disagiata, una famiglia disfunzionale e avete subito diversi abusi domestici. Ad entrambi è stata offerta una via per riscattarsi, per uscire da quell'abisso infernale in cui siete nati. Ma, a differenza tua, il suo animo si è lasciato corrompere dal male che alleggiava in quell'abisso e questo lo ha portato su una strada malvagia. Voi due rappresentate le facce opposte della stessa medaglia. DIO Brando rappresenta quello saresti diventato tu, se non avessi seguito la strada del bene. Viceversa, tu rappresenti ciò che sarebbe diventato DIO, se non avesse seguito la strada del male. È solo una mia supposizione, ma credo che la tua assenza di odio verso DIO sia dovuto a questo-

-Già, immagino sia così- disse lui.

"Wow Noemi. Che discorso profondo. Non credevo ne fossi capace"
《È un complimento??》
"Forse..."

Giorno rimase in silenzio a masticare un filo d'erba.

-Noemi- mi chiamò lui spezzando il silenzio.
-Sì?- gli risposi.
-Nessuno deve sapere che io e DIO siamo parenti- dichiarò deciso.
-Perchè??- chiesi stupita da quell'affermazione.
-Hai visto come ha reagito Caesar. Hai sentito cosa ha detto…-

-Non devi stare ad ascoltare quello che dice!! Tu non sei come DIO!! Tu sei...- sbottai io interrompendolo.
-Buono??- mi interruppe a sua volta -Noe, sono un malavitoso. Il mio sogno ha distrutto tantissime vite-
-Ma lo hai fatto per una causa nobile- provai a dire io.
-E pensi che questo basti?? Credi davvero che un tribunale mi assolverebbe perché l'ho fatto per una giusta causa??- disse lui guardandomi dritto negli occhi.

Non lo disse con rabbia. Era semplicemente rassegnato di fronte l'evidenza.
Io non riuscì a ribattere. Aveva ragione. La verità che per quanto nobile poteva essere il fine, non sarebbe mai stato sufficiente per giustificare i mezzi. Era così che le cose funzionavano, sia nel mio mondo che nel suo.

-Tu sei una brava persona, Noemi. E sono felice che tu abbia una buona opinione di me. Ma non puoi cambiare ciò che sono. Tantomeno il sangue che scorre nelle mie vene- proseguì -Caesar è molto legato al concetto di famiglia. Se sapesse la verità, non mi parlerebbe più. Ed è meglio non creare altri attriti tra di noi. Sarebbe controproducente. Perciò Noemi, te lo chiedo per favore: non dire a nessuno che DIO Brando è mio padre- concluse lui.

Alzai lo sguardo verso il ragazzo. Aveva ancora un sguardo triste e rassegnato.
Mi faceva pena a vederlo così.

"Non farti intenerire. È pericoloso avere questo tipo di segreti"

-Va bene. Non lo dirò a nessuno- dissi invece.

"Ma sei scema??"
《È una cosa personale. Non posso mica fare l'infamata e sbandierare il suo segreto così alla leggera》
"Sì, ma...Tsk... va bene, fa come vuoi. Io ti ho avvertita"

-Grazie- disse lui -Se ti va possiamo rientrare-
-Va bene. Ma prima...- dissi io assumendo un'espressione malefica -... mi dici cosa c'è tra te e Trish-

-Cosa?? Di che stai parlando??- chiese sorpreso, ma sapevo che stesse fingendo.

-Non fare il finto tonto. Ho visto che faccia hai fatto mentre parlavo con Anima. Tu mi nascondi qualcosa e io lo voglio sapere- 

Il ragazzo sospirò.

-D'accordo. Ti dirò tutto, ma che rimanga tra noi anche questo-

Io giurai nuovamente e lui mi raccontò tutto...

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DIO POV

Mi lasciarono il letto della camera di Riccardo. All'inizio pensai che lo avessero fatto perché meritavo un trattamento migliore rispetto a loro (giustamente), poi scoprì che me l'avevano concessa perchè nessuno voleva rimanere in compagnia della donna-demone su... quel coso... come si chiamava... ah sì... computer.

Tsk... chi se ne frega. Era solo un'immagine e loro dei cagasotto. Soprattutto quel piccolo Joestar. Faceva tutto il tronfio della serie "Ma non fa assolutamente paura" e poi appena lo tocchi dentro per sbaglio, urla come uno scalmanato invocando sua madre.
Patetico come la sua acconciatura. Non possedeva nemmeno un'unghia dell'orgoglio e del coraggio di Jonathan.

Così come quell'altro damerino.
Come si era permesso di parlarmi in quel modo??
Chi se ne fregava di cosa sia successo alla sua famiglia.
Mi aveva mancato di rispetto. Doveva pagare. Alla prima occasione buona gli avrei fatto conoscere suo nonno di persona.

No. Calma. Dovevo mantenere la calma.
Era meglio non sottovalutarli. Dopotutto avevo detto le stesse cose di Jonathan e i suoi alleati. E come era andata a finire?? Niente corpo e sonnellino nelle profondità oceaniche per cent'anni.

Istintivamente portai la mano al collo dopo in teoria c'era la cicatrice. A causa del mio arrivo in questo mondo, il mio corpo era regredito a prima della mia trasformazione in vampiro. Di conseguenza avevo perso sia la cicatrice che la voglia a stella che (la cosa più grave) i miei poteri.
Perlomeno potevo stare al sole, ma era una magra consolazione.

In queste condizioni non potevo complottare. E poi tutti e 8 avevamo lo stesso obiettivo. Pugnalarli alle spalle ora sarebbe stato controproducente.

Per adesso dovevo solo stare attento e portare pazienza. Soprattutto con quel damerino bastardo, il piccolo Joestar e il loro amico con quel dannato capello di paglia.
Un emerito imbecille che non fa altro che ridere. Ma che avrà per essere così tanto felice?? Bah.

E infine c'era anche quel ragazzo moro, Giorno Giovanna. Che nome ridicolo. Nemmeno lui era da sottovalutare.
C'era qualcosa di strano in lui.
Sotto certi aspetti mi ricordava Jonathan (anche se era decisamente più astuto). Possibile che anche lui sia un Joestar??
Dopotutto la ragazza aveva detto che proveniva dal mio stesso mondo.
Non era un'ipotesi da escludere.

Inoltre stava quasi sicuramente nascondendo qualcosa di grosso.
È ovvio che sia uscito con la mocciosa per rivelargli qualcosa.
Ma cosa?!

Ah. Troppi pensieri in testa. Decisi di andare a dormire, peccato che il letto fosse cortissimo pure se piegavo le gambe. Ma perchè in questa famiglia sono tutti dei nani da giardino??

Guardai la libreria di fronte a me. Mi alzai e presi un libro a caso per passare il tempo.

-Harry Potter e la pietra filosofale. Che nome stupido. Va be'. Meglio di niente- dissi stendendomi sul letto e aprendolo.

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-Ma che!?-

La voce stridula della mocciosa mi deconcentrò dalla lettura.
Alzai gli occhi dal libro alquanto infastidito e li puntai sulla ragazza.

-Hai praticamente letto 3 libri in una sola notte??- disse lei sconcertata.

Come in una sola notte??
Guardai l'ora: erano le 10 del mattino del 2 luglio.

-Sì. Problemi mocciosa??- dissi irritato dal fatto che mi avesse interrotto durante la grande rivelazione di Sirius e Lupin.

-Nessuno. Semplicemente non mi aspettavo di trovarti qui a leggere. Ti sta piacendo??- disse.
-Che te ne frega. Piuttosto risolvi il problema nel computer- dissi tornando a leggere.

Lei, sbuffando, tornò alla sua postazione.
Passò un momento di silenzio prima che ripresi a parlare.
-Quel ragazzo, Giorno, è un Joestar, non è vero??-
-Ma va'- disse lei continuando il suo lavoro.

-Brutta mocciosa irrispettosa e so-tutto-io. Ma almeno guardami quando il grande DIO ti chiede qualcosa- pensai irato.

-Di che cosa avete parlato tu e Giorno??- chiesi cercando di passarci sopra.
-Che te ne frega- mi fece il verso lei.

-Laida putt... No. Calma. Respira. Per quanto irritante quella mocciosa mi serviva. Meglio lasciarla lavorare in pace. Intanto vediamo qual è il segreto di Sirius e Lupin e la verità su Peter Minus- pensai e tornai a fiondarmi tra le pagine del libro.

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Capitolo 18
*** Fanservice e figure di m*rda ***


Skiptime - 06/07/2020

NOEMI POV 

《5 GIORNI!! Ci sono voluti 5 giorni, ma alla fine HO VINTO IO!! TIÈ!! TIÈ!! CHI È LA REGINA DEL HACKERAGGIO?!? EHH!! CHI È LA FOTTUTISSIMA REGINA DEL HACKERAGGIO?!?》
"AOO!! CALMA!! Hai solamente hackerato il computer di Ricky, mica hai salvato il mondo. E poi regina del hackeraggio... ci hai messo 5 giorni"
《MA ALLA FINE HO VINTO IO!!! WEEEE ARE THE CHAMPIONS, MY FRIEEENDS!!》
"EEEEE abbiamo persoooo Noemiiii" (rigorosamente da leggere sulle note di We are the Champions)

Okay, chiedo scusa. Riprendiamo.
Ehm Ehm (No, così sembro la Umbrige).

Allora… finalmente dopo 5 giorni di tentativi, imprecazioni e infarti riuscì a trovare questi benedetti (anzi maledetti) file.

Su di giri mi fiondai immediatamente verso il soggiorno dove trovai i ragazzi occupati in varie mansioni.
Ayato stava finendo di lavare i piatti del pranzo e Levi (da bravo maniaco dell'ordine quale è) lo stava aiutando.
Josuke stava insegnando a Luffy come giocare con la Wii (sì, mio fratello c'ha pure la Wii in casa).
DIO era comodamente seduto sul pouf a leggere il primo volume de Il Trono di Spade (Harry Potter aveva finito due giorni prima).
Caesar, seduto al tavolo, stava smanettando con una mini-radio nel tentativo di captare qualche messaggio radiofonico dalla YSA (o dalla polizia visto che 4 di loro erano ancora ricercati per il furto di un'auto).
Al suo fianco Giorno stava lavorando con il mio portatile cercando altre informazioni sulla YSA.

Sonic invece non c'era. Ogni giorno, infatti, subito dopo pranzo, il ninja usciva di casa per andare in esplorazione camuffato da ragazza (A tal proposito, non vi dico la faccia di Josuke quando ha scoperto che la ragazza incontrata al MC era in realtà lui. C'è rimasto malissimo, poverino).

Equivoci a parte, grazie al lavoro del ninja e a quei pochi messaggi radio captati, avevamo scoperto una situazione alquanto interessante: la YSA era convinta che loro 8 erano fuggiti verso sud, lontano dalla città. Per questo non ci avevano ancora trovato.

Nonostante ciò nessuno ha abbassato la guardia. Abbiamo stabilito, di comune accordo, di limitare il più possibile le uscite e ideato piani di emergenza nel caso venissimo scoperti.

Comunque, che stavo dicendo?? Ah, già. Ero talmente felice che, quando andai dai ragazzi per annunciarli la notizia, mi misi a saltellare come un'esagitata urlando: -Ce l'ho fatta!! Ho vinto!!! Ho trovato i file!!-
Luffy, vedendomi festeggiare, mollò il joystick e si unì a me.

-Ottimo- disse Josuke -Allora che stiamo aspetta… perchè si è spento??- disse poi riferendosi allo schermo della TV divenuto improvvisamente nero.

Istintivamente portai la mano all'interruttore della luce: non si accedeva.

-No, no, no…- mormorai mentre correvo in camera e lì scoprì con orrore che il computer si era spento. Era andata via la corrente.

"Okay, Noemi. Respira. Resp..."
-MA PORCO #$%#$%#%$%#^%&-

Tirai giù così tante bestemmie in quel frangente che ancora oggi mi chiedo come sia possibile che non sia sceso Gesù in persona a insultarmi di rimando.

Stavo addirittura per sfasciare il computer. Fortunatamente Levi mi fermò in tempo.
-Calmati. Distruggere il computer non servirà a niente. Anzi, peggiorerai solo le cose- disse con tono autoritario.
-Ma non è giusto!! Mi sono impegnata così tanto e adesso che potevo aiutarvi è andato tutto a puttane- dissi io sconsolata.

"Prima vuoi distruggere tutto e ora piangi?? Ma siamo sicuri che il ciclo sia finito??"

Fortunatamente Ayato, sopraggiunto insieme a Levi, mi consolò (a differenza della mia coscienza).
-Ma tu ci sei già stata di enorme aiuto. Ci hai offerto una casa dove stare, del cibo da mangiare e dei vestiti da mettere. Sei ora noi siamo qui e stiamo bene è merito tuo- mi disse con tono dolce.
-Non ti preoccupare. Gli incidenti possono capitare. E poi adesso sai come recuperare quei dati. Ora sarà molto più facile, no??- disse incoraggiandomi.
-Mh- dissi mogia.
-Dai. Coraggio. Sono sicuro che te la caverai- disse dandomi una pacca sulla testa e sorridendo.

Quel sorriso. Era bellissimo. Sincero. Trasmetteva così tanta sicurezza e comprensione.
Sembrava surreale che a sorridere in quel modo fosse la stessa persona che anni prima, invece, mi avrebbe deriso per via della mia debolezza.

Ma d'altro canto le persone cambiano. Ormai Ayato non era più il ragazzino cinico e sadico di un tempo. Ora era più maturo, tranquillo e gentile. Anche se di tanto in tanto gli scappava qualche frecciatina che mi faceva ricordare il vecchio lui.

-Ohi. Ti sei incantata?? È da 2 minuti che mi stai fissando come un ebete- disse lui.
-Ah scusa- dissi io arrossendo.
-Ayato mi sa che qualcuno si è preso una cottarella di te- disse Levi alle mie spalle.
-Ma che stai dicendo?? Ci conosciamo da meno di un mese. E poi abbiamo 7 anni di differenza- dissi io un po' imbarazzata.
-Ma infatti che stai a dire??- intervenne Ayato.
Mi stavo voltando per ringraziarlo del sostegno, quando maliziosamente aggiunse: -È ovvio che gli piaccia Josuke-
-Avete preso un abbaglio tutte e due. Io non ho una cotta per nessuno di voi- dissi lanciando un'occhiataccia ad Ayato.
-Allora perchè sei arrossita??- mi chiese lui malizioso.
-Forse perchè siamo in piena estate e fa un caldo della miseria- ribattei io.
-Sì, certo. E io sono una ragazza- mi canzonò -E dai, persino Luffy ha capito che c'è qualcosa tra di voi-
-Be'. Siamo in buoni rapporti, ma questo non significa che mi piaccia-
-Quindi lo consideri un brutto ragazzo??-
-Ma quando mai ho detto una cosa simile. Josuke è un figo della madonna- sbottai nuovamente io.

-Be'. Grazie- disse una voce alle mie spalle (che non era Levi).

"No, non ci credo. AHAHAHAH"

Mi voltai e trovai Josuke con un braccio appoggiato allo stipite della porta con un ghigno di trionfo sul volto come se avesse appena vinto alla lotteria.

"E la figura di merda giornaliera c'è"

Io ormai non ero rossa come un pomodoro. Io ero un pomodoro ambulante 🍅.
Nel mentre Ayato se la stava ridendo sotto i baffi. Mamma mia, se volevo tirargli una gomitata sui denti.

Per fortuna Levi (sempre sia lodato) mi salvò.
-Volevi dirci qualcosa??-
-Ah, sì- disse lui -Giorno ha fatto un paio di ricerche con il portatile. A quanto pare sembra esserci un black-out che ha colpito questa zona e parte della città. Dicono che dovrebbero risistemare tutto entro stasera-
-Mi sa che non abbiamo molto scelta. Ci toccherà aspettare- dissi.

In quel momento ero convinta che il problema più grosso fosse il dover rifare da capo.
Cinque minuti più tardi mi dovetti ricredere perchè  l'essere senza condizionatore/ventilatore con 32°C all'ombra era cento volte peggio.
Tra l'altro non potevamo nemmeno aprire il frigo per una ventata d'aria fresca visto che si sarebbe scongelato tutto il cibo. Tutto ciò che potevamo fare era aprire tutte le finestre, armarci di ventagli, riviste e altro per farci aria e sopportare.

Nel tentativo disperato di sopportar meglio la calura, mi ero messa in shorts e pezzo di sopra del costume da bagno, legata i capelli e sdraiata sul pavimento cercando di dormire, ma fu inutile.

-Ahh. Fa caldo. Quanto manca??- chiese Luffy accanto a me senza maglia, facendosi aria con il capello di paglia.

-Non lo so. È passata solo mezz'ora- gli rispose Giorno.
Anche lui era senza maglia e in modo simile a me, si era legato i lunghi capelli neri in uno chignon (rigorosamente a forma di ciambella). Inoltre, imitando il padre, si era messo a leggere un libro ovvero Il signore delle mosche di William Golding.

Per quanto riguarda il signorino Brando, sembra essere l'unico a non soffrire il caldo. Se ne stava lì seduto a leggere come se nulla fosse. Non si era manco tolto la maglia.

《Qualcuno mi può spiegare perchè il cattivo per eccellenza di JoJo se ne sta lì come se nulla fosse mentre io sto crepando?!?》
"Ma infatti!!! Propongo una petizione per far togliere i vestiti a DIO…"
《Non era questo che intendevo!!》
"Non ti crede nessuno. A proposito, Noe. Perchè non volgi lo sguardo verso la cucina??"
《Perchè dovrei??》
"Ma non lo so… Forse perchè c'è Levi a petto nudo. E sì, anche Ayato, Caesar e Josuke... Ma soprattutto c'è Levi senza maglia 😍 Il sogno proibito di ogni fan di AoT 🤤 "
《Non farmici pensare oppure mi metto a sbavare come un bulldog》

Proprio in quel momento il soggetto dei miei pensieri fece una domanda.
-Ma dove sarà finito Sonic??-

-Bah. Se fossi in lui sarei a un bar a prendere una granita- gli risposi io facendo l'errore madornale di guardarlo.

"KYAAAAA INGRAVIDAMI ❤❤❤ ASFCYAKSXXWKF"
La mia coscienza andò a puttane e io rimasi lì a fissare imbambolata i pettorali di Levi.

-Ohii, mocciosa. Che c'hai??- disse lui preoccupato.

-Niente. Si sta solo godendo lo spettacolo- disse maliziosamente Josuke dietro di lui che, intrecciando le mani dietro la nuca e piegando indietro la sedia, si misi a flettere i muscoli senza apparente motivo.

"Josuke, amore mio. Anche meno"

Ayato (s)fortunatamente gli disse:
-Josuke, mi sa che non stava guardando te-
Quest'ultimo la prese così male che si ribaltò con la sedia, finendo a gambe all'aria.

Mentre tutti i presenti si misero a ridere per la scena (tranne DIO, perso del suo mondo di nuvolette rosso sangue e squartamenti, e Levi), io corsi a dargli una mano.

-Josuke, stai bene?? Sei ferito??- gli chiesi tirandolo su con quella poca forza che avevo delle braccia.
-Tranquilla, sto bene. Sto…- disse per poi interrompersi, volgendo lo sguardo altrove e arrossendo.

《Ma che??》
"La scollatura del costume"

Resami conto della situazione, feci qualche passo indietro imbarazzata.

-Ecco...- cercai di dire. Proprio in quel momento suonò il campanello.
-Merda. Tutti di là- ordinò Levi scattando in piedi -Noemi. Sai che cosa fare-

Tutti ci mettemmo in posizione: i ragazzi si nascosero nel corridoio, mentre io andai alla porta.

Poteva sembrare una cosa ridicola, ma era una precauzione necessaria. Al campanello potevano esserci il postino come un agente di polizia o un rappresentante della YSA. Non potevamo correre rischi.

Lentamente posai una mano sulla maniglia. Gocce di sudore mi scesero dalla fronte e dalla nuca sia per il caldo sia per la tensione.
Mi feci coraggio e aprì, pronta ad affrontare quella sfida. Mai e poi mai avrei permesso a qualcuno di fare del male ai miei compagni.
Dovevano passare sul mio cada...

-Ciao, Noemi-chan. Come stai?? Vuoi dei biscotti??- 

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Capitolo 19
*** Giù le mani dai biscotti Luffy!! ***


NOEMI POV

Di fronte a me si palesarono Sonic, vestito da ragazza e con una granita in mano (porca miseria, altro che Sibilla Cooman. Silente, pigliami come veggente) e la signora Mayu con un cesto in mano che mi disse:
-Ciao Noemi-chan!! Come stai?? Vuoi dei biscotti??-

Probabilmente vi starete chiedendo chi sia sta signora e perché appare proprio ora.

"Perchè l'autrice l'ha aggiunta all'ultim..."
《COSCIENZA!! La quarta parete!!》
"Ma se sei stata tu la prima a spaccarla!!"

Comunque, stavo dicendo… Kirari Mayu è l'unica vicina di casa di mio fratello visto che, tra tutti i posti possibili e immaginabili presenti in Giappone, lui aveva scelto di abitare in uno talmente isolato da far invidia agli eremiti buddhisti (motivo per cui mi ha preso una moto a noleggio per spostarmi). La signora vive da sola in una modesta casetta di fronte a noi, in compagnia di vari gatti randagi a cui dà ogni giorno da mangiare, tra cui anche il caro micetto nero che mi ha quasi fatto prendere un infarto tempo prima (A tal proposito alla fine lo abbiamo chiamato Totoro. Josuke lo voleva chiamare Freddy Kruger oppure Toshio, il bambino di Jun-on, ma io mi sono fermamente opposta).

Okay, era una gattara, ma non immaginatela come quella di "The Simpson", ma piuttosto come una vecchietta super arzilla e simpatica.

Pensate che fino a qualche giorno prima era in spiaggia a godersi il sole e un bel mojito!!
Il tutto mentre io sudavo come un maiale in una stanza chiusa a tentare di hackerare quel fottutissimo PC, porco…!!

"AO!! Hai intenzione di rispondere o aspetti che la nonnina si fossilizzi!?"

-Ciao, nonnina!! Io sto bene. Certo, se funzionasse il condizionatore sarebbe meglio, ma non si può avere tutto nella vita. I biscotti sono al cioccolato?? - dissi ad alta voce in modo tale che anche i ragazzi di là mi sentissero e si tranquillizzassero.

Ah giusto, dimenticavo di dire che la signora era a conoscenza della mia convivenza con i ragazzi, ma pensava che fossero semplicemente una mia compagnia di amici venuta in vacanza con me in Giappone. O almeno, così gli abbiamo fatto credere. Dubito che avrebbe creduto alla storia del multiverso e del complotto della YSA.

-Biscotti?? Dove??- urlò Luffy dall'altra parte della casa.
In un attimo si precipitò all'ingresso e si sarebbe anche fiondato sulla signora Mayu se solo Levi non avesse placcato.
-Hai mangiato mezz'ora fa e ancora non sei soddisfatto??- chiese lui pur sapendo di fare una domanda retorica. Del resto la convivenza forzata gli aveva permesso di conoscere la voracità del ragazzo.

La signora Mayu sorrise, divertita da quella scena, per poi aprire il cestino che aveva tra le mani e mostrare un'enorme varietà di biscotti fatti a mano: al cioccolato, alla vaniglia, al burro, alla Nutella, a forma di stella, cuore, fiocco…

Ora ditemi come si fa a non amare questa nonnina??

-Nonnina, grazie. Ma non dovevi- dissi con gli occhi a cuoricino, mentre dietro di me Levi non riuscì più a trattenere Luffy. Per fortuna Sonic lo bloccò prima che potesse prendere tutti i biscotti.

-Ma figurati. Mi fa piacere cucinare. Ne avrei messi in forno altri, ma la corrente è andata via, accidenti- disse la vecchia grattandosi la nuca.
-Non dirlo a me. La corrente è andata via mentre stavo facendo un lavoro con il PC. Ora dovrò ricominciare tutto da capo-
-Cosa!?!- disse Sonic, mollando la presa attorno a Luffy.
Prontamente afferrai il cestino dei biscotti e lo passai a Levi che sparì in soggiorno con un Luffy affamato alle calcagna.

-Oh povera. Mi dispiace- disse la nonnina -Purtroppo non sono molto brava con la tecnologia. Ahh... se solo mia nipote fosse qui. Lei sì che è brava. Sono sicura che ti darebbe una mano più che volentieri-
-Non ti preoccupare, nonnina. Me la caverò. Grazie mille per i biscotti. Se ha bisogno qualcosa chieda pure-

-Aspetta, Noemi-chan- mi bloccò lei -Ho un'idea. Visto fa piuttosto caldo, che ne pensi di andare a fare un bagno?? Conosco un posto qui vicino che è l'ideale. Sono sicura che piacerà anche ai tuoi amici-

Un bagno?? In effetti non sarebbe male, però… i ragazzi non hanno il costume.
"Non vedo dove sia il problema 🌚"
《La smetti di fare la depravata??》
"Intendevo dire che posso fare il bagno in boxer. Sei sicura che non sia tu la depravata qui, Noemi-chan?? 😏"

-Non è cattiva idea. Piuttosto che stare qui a girarci i pollici e a crepare di caldo- intervenne Sonic per poi rivolgersi ai ragazzi, accalcati nel soggiorno, chiedendogli: -Che ne pensate??-

Ci furono pareri discordanti. Ovviamente il problema era che il movimento in massa dell'intero gruppo avrebbe destato sospetti, per quanto la zona fosse isolata. Ma alla fine il caldo vinse sulla prudenza. Così, armati di asciugamano e tenendo comunque la guardia alta, seguimmo la nonnina.

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

-Eccoci arrivati- disse la nonnina indicando il posto davanti a noi.

Ci aveva portato in un piccolo spiazzo all'interno nel bosco coperto da un bellissimo prato verde.
Poco distante scorreva un fiumiciattolo sul quale era stata costruita con delle pietre una piccola diga che aveva formato una pozza d'acqua abbastanza larga e profonda da poterci fare il bagno.

-WOW- fu l'unica cosa che riuscì a dire di fronte a tale meraviglia.

-ACQUAAAA!!!!!- urlò Luffy che immediatamente si gettò nella pozza completamente vestito. Poi dimenarsi gridò: -Aiuto!! Non so nuotare!!-
Senza pensarci due volte mi buttai in acqua per soccorrerlo.
-Ehm Luffy. Guarda che tocchi- dissi poi, rendendomi conto che l'acqua mi arrivava a malapena sotto il seno.
Lui si bloccò, si mise in piedi e disse: -Sono salvo. Grazie Noemi-

Tutto questo accadde sotto gli occhi divertiti della nonnina.
-Siete davvero uno spasso. Su giovanotti. Tutti in acqua prima che il sole vi squagli le ossa- urlò la nonnina gettandosi in acqua.

Il resto del pomeriggio trascorse tra nuotate, partite a pallavolo, gare di apnea e qualunque altra cosa si potesse fare in acqua. Poi c'era DIO che, invece, si è messo tranquillo in un angolino della pozza a leggere Il Trono di Spade. Va be', contento lui.

In qualunque caso il risultato fu sempre lo stesso. Per quel breve, anzi minuscolo, momento tutti noi ci divertimmo senza pensare a niente. Né alla YSA, né al multiverso e neppure a quei dannati file sul computer.

Tutto finì in una sorta di limbo, almeno finché Caesar, per pura e semplice curiosità, fece una domanda ad Ayato.

-Ma sono fedi nuziali quelle che porti al collo?- chiese il biondo indicando i due anelli legati al collo del ragazzo con un cordino.
Lui smise di sorridere e istintivamente portò la mano in corrispondenza dei due gioielli, prendendo poi tra le dita l'anello d'oro bianco.

-Questo era di mia madre. Venne uccisa quando io ero solo un bambino. Poco tempo dopo scomparve anche mio padre. Io e mia sorella ci spartimmo gli anelli: lei prese quello di papà  e io questo- spiegò lui.
-Mi dispiace. Non volevo riaprire una vecchia ferita- si scusò Caesar.
-Non ti preoccupare. Ormai è acqua passata. Adesso noi ghoul non veniamo più perseguitati. Finalmente noi e gli umani riusciamo a coesistere in pace- disse lui sospirando.

-E l'altro??- lo incalzai io curiosa, riferendomi al secondo anello, stavolta d'oro giallo.
-Questo?? È la mia fede nuziale- disse tranquillamente.
-Ah, okay… Aspetta cosa?? Tu sei sposato?? Quando?? E soprattutto con chi ??- chiesi scioccata.

Sia Caesar che Ayato mi fecero segno di fare silenzio, indicando la signora Mayu che stava beatamente riposando a riva.
-Sì, mi sono sposato di recente. Pensate che io e Hinami dovevamo partire per Pechino proprio il giorno in cui sono arrivato qui-
-Hinami?? Quella Hinami?? Hinami Fueguchi??-
-Sì, proprio lei. Come mai sei così sconvolta??-
-Niente di che. Sono solo felice che una delle mie tante ship sia diventata canon-
-Ship?? Che cavolo centrano le navi??-
-Lascia perdere. È meglio non entrare in quel mondo altrimenti si rischia di impazzire. Comunque congratulazioni- dissi con Caesar che mi fece eco.

-Be' grazie. Spero solo che Hinami non mi crocifigga quando ritornerò. Se mai tornerò- disse lui con tono malinconico.

In quel momento il velo opprimente della realtà tornò ad aleggiare sopra le nostre teste. Purtroppo Ayato aveva ragione. Non c'erano garanzie che i ragazzi sarebbero riusciti a tornare indietro. Forse sarebbe rimasti qui per sempre.

Li osservai mentre erano intenti a giocare a palla avvelenata. A vederli sembravano così felici.
Chissà, magari con il tempo si sarebbero abituati a una vita qui senza poteri, ma anche senza pericoli.

No. Qui con me non sarebbero stati felici. Molti di loro avevano dei conti in sospeso nel loro mondo, ma soprattutto tutti loro avevano una famiglia o degli amici da cui tornare (Be' oddio. Forse non proprio tutti, ma avete capito).

A pensarci bene, se ci fossi stata io al loro posto io non lo sopporterei, per quanto mi farebbe gola vedere i loro mondi.

-Tornerete- dissi -Ve lo prometto. Farò tutto ciò che è in mio potere per farvi tornare a casa-

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Capitolo 20
*** Noemi, cosa stai facendo?! ***


NOEMI POV

Quando delle grosse nubi nere apparvero improvvisamente sulle nostre teste e iniziarono a rovesciarci addosso l'equivalente dell'Oceano Pacifico capì che forse era il caso di tornare.

Così dopo aver riaccompagnato e salutato la signora Mayu, rientrammo a casa, bagnati fin dentro le ossa, ma felici come pasque. Il bagno ci aveva messo tutti di buon umore; la corrente era tornata e il temporale aveva spazzato via l'afa.

Insomma stava andando tutto per il meglio.

Animata da quella ventata di positività, decisi di non perdere tempo. Mi feci una veloce doccia, mi cambiai d'abito e con ancora i capelli umidi mi risedetti davanti al computer di Ricky pronta per una nuova sessione di hacking.

Fui molto più rapida dell'ultima volta. In un batter d'occhio mi trovai davanti i file criptati senza dovermi di nuovo subire Kayako e il suo grugnito infernale.
Ricordando gli avvenimenti di poche ore prima, decisi di iniziare a dargli un occhio io prima di comunicarlo agli altri. In quel momento fremevo dall'eccitazione e dalla gioia. Finalmente avrei scoperto qualcosa in più su questa faccenda e mi sarei resa veramente utile e...

… il primo file era vuoto.

Provai con gli altri tre: vuoti.

Ne rimaneva solo uno ancora chiuso. Lo aprì, aspettandomi di trovarlo vuoto. E invece no: c'era un testo in inglese.

Stavo per urlare di gioia quando poi tradussi velocemente le prime righe rendendomi conto che… be', vi faccio leggere la traduzione.

Caro/a signor/a hacker,
Prima di tutto mi complimento con lei per essere riuscito ad arrivare fin qui.
Tuttavia se sperava di trovare dei file top-secret sulla YSA ovvero l'azienda dove lavoro, be'… mi dispiace comunicarle che ha preso un granchio.
Su questo PC non è stato salvato nulla, così come non c'è niente anche in quelli dei miei colleghi della sezione sperimentale.
Se vuole, può provare ad hackerare i PC della sede centrale, ma glielo sconsiglio vivamente. Sono 100 volte più protetti del mio.
Detto questo, le auguro una buona giornata... BAKA.
Riccardo Valpiana

Ma... Ma... MAVAFFANCULO RICKY!!

In quel preciso istante Sonic entrò in camera.
-Ehi, la cena è pront... Va tutto bene??- mi disse per poi bloccarsi quando gli lanciai un'occhiata stressata. Gli indicai il testo perculatorio.

Lui si avvicinò e dopo aver letto, sbuffò e commentò sarcastico: -Certo che tuo fratello è proprio simpatico-

Nel mentre io sbattei la testa contro la tastiera, sospirando pesantemente.

Avevo fallito. Cinque giorni di fatica non erano serviti a nulla. Era stato tutto inutile.

Sentì la mano di Sonic esitante darmi un paio di pacche sulla testa (ma perchè tutti mi hanno scambiato per un cane?!)
-Non è colpa tua. Hai fatto quello che potevi- cercò di consolarmi -Dai, forza, andiamo a mangiare-

A cena non spiaccicai una singola parola. Fu Sonic raccontare a tutti del mio fallimento.
Le loro reazioni furono tutto sommato abbastanza moderate. Più che altro sospiri rassegnati, sbuffi oppure qualche imprecazione detta sottovoce.
Purtroppo l'atmosfera allegra di poche ore prima era stata irrimediabilmente spezzata e la tempesta di quella sera, che non accennava a smettere, non aiutava certo a sollevare il morale.

-Noemi, non mangi??- mi chiese Luffy vedendo il mio piatto ancora pieno.
-Non ho fame. Prendilo pure- annunciai dandogli la mia carbonara.
Senza dire nulla mi alzai e andai in camera mia, dove mi buttai sul letto e affondai la testa nel cuscino.

Poco dopo sentì bussare.
-Noemi, va tutto bene??- mi chiese preoccupato Josuke dall'altra parte della porta.
-Sto bene- mentì io.
-Sicura?? Stasera non hai mangiato nulla- insistette lui.
-Sono solo un po' stanca, Tutto qui- mi ostinai io.
-Capisco- disse lui, arrendendosi alla mia volontà -Noi giochiamo a carte. Ti unisci a noi??-
-Preferisco riposare- gli risposi io.
-Va bene. Buonanotte, Noemi- disse infine allontanandosi.

Con il morale sottoterra, presi le cuffie Bluetooth dal comodino e misi un po' di musica rock, sperando che i Nirvana o i Queen mi tirassero un po' su l'umore. Ma nemmeno le bellissime voci Kurt Cobain e Freddie Mercury furono d'aiuto.

Dopo un paio di ore Luffy rientrò in camera. Finsi di dormire. Non avevo affatto voglia di parlare. Per fortuna il ragazzo non tentò di svegliarmi, ma andò dritto e filato a dormire.

Io invece, per quanto mi sforzarsi, non ci riuscì. Passai tutta la notte a rimuginare tra me e me fissando il soffitto, mentre Luffy russava al mio fianco.

《Sono inutile》
"Ma non è vero!!"
《Sì invece. E ho pure tradito la loro fiducia》
"Noemi, le informazioni criptate nel PC di Ricky erano solo un'ipotesi, non una certezza. Non è mica colpa tua. Hai fatto quello che potevi"
《Non è abbastanza!!》
"Senti Noemi, ma qual è il tuo problema?? Non è colpa tua se loro sono bloccati qui, eppure ti comporti come se lo fosse. Perchè fai così?!"
《Lo sai benissimo perchè》
"Ma voglio sentirlo dire da te. Ricorda: ammettere di avere un problema è il primo passo per guarire"
《Mamma mia, la filosofia...》
"Non divagare!! Avanti dillo!!"
《...》
"NOEMI!!"
《E VA BENE!! IO VOGLIO AIUTARLI PERCHÈ SE SONO QUI, FORSE È ANCHE PER COLPA DI RICKY!! IO DEVO CAPIRE COSA CENTRA MIO FRATELLO IN QUESTA STORIA E SE E QUALI COLPE ABBIA!! LO VOGLIO SAPERE PERCHÈ MI RIFIUTO DI CREDERE CHE LUI SIA UN AGUZZINO!! CONTENTA?!》

Quella notte finalmente ammisi a me stessa qual era il dubbio che mi tormentava da giorni.
Temevo che Ricky non fosse la persona gentile e amorevole avevo imparato a conoscere e ad amare, che quella persona non esistesse, ma fosse solo una facciata per nascondere un aguzzino a cui non fregava nulla degli altri.

Del resto fino a qualche giorno fa credevo fosse una persona estremamente ordinata e invece…

"Okay, forse Ricky non è perfetto, ma solo perchè è disordinato non significa che anche il resto della sua personalità sia falso"
《Le persone cercano sempre di mostrare il loro lato migliore, specie se in presenza di qualcuno che le vede come punto di riferimento. Potrebbe essere questo il caso》
"Be'. Non nego che sia possibile quest'opzione… però non abbiamo la certezza che lui sia coinvolto in tutto questo"
《Allora lo scopriremo》
"Noemi. Che cosa vuoi fare??"
《...》
"Noemi. No. Toglietelo dalla testa"
《Non ho altra scelta》
"No. È una pessima idea"
 《Ma è l'unica che ho》
"Non farlo. Non finirà bene"

Erano le 8.00 del 7 luglio 2020 quando presi una delle decisioni più folli della mia vita.
Come scusante posso solo dire che non ero lucida in quel momento. Era stata una scelta di pancia, guidata dall'esasperazione della situazione e dall'affetto che provavo per Ricky.

Perciò non ci riflettei molto. Stando attenta a non svegliare Luffy mi alzai, mi vestì e furtivamente sgusciai fuori dalla finestra in camera mia. La tempesta si era placata, lasciando nuovamente spazio al sole. Ma detto sinceramente, a me non importava se ci fosse il sole, la pioggia, il vento o la grandine. Non sarebbero state certo quelle a fermarmi.

Presi la moto e partì.

"Per favore, Noemi. Ragiona un attimo. Cosa speri di ottenere in questo modo??"
《Informazioni su Ricky e se riesco anche sul complotto》
"E se...??"
《Non mi scopriranno. Ai loro occhi sarò solo una povera ragazza straniera in apprensione perchè non riceve notizie di suo fratello da più di 2 settimane. Il mio venire lì per chiedere notizie è una scelta più che logica》
"Quindi ti limiterai a chiedere, vero??"
《Dubito che mi diranno del complotto perciò no. Non mi limiterò solo a quello》
"Yato-sama, aiutaci tu!! Fermala prima che combini un disastro"

Imboccai la strada asfaltata che mi condusse all'interno del bosco dove si trovava la sede centrale della YSA. L'edificio che mi si parò davanti aveva una struttura molto semplice, a forma di L e dipinta di bianco con alcune strisce orizzontali grigio scuro.

Una cosa che mi lasciò interdetta fu la totale assenza di finestre.
Infatti solo alcune piccole fessure quadrate ricoperte da grate di metallo portavano aria pulita all'interno dell'edifico. Un'altra cosa alquanto singolare era la sua grandezza. Diamine, poteva tranquillamente competere con la reggia di Versailles!!

Lo ammetto. Per un attimo quel edificio mi mise in soggezione. Improvvisamente mi chiesi se ne valesse davvero la pena.

"No, non ne vale la pena. Torniamo indietro prima di fare un macello"

Pensai seriamente di girare i tacchi e andarmene. Ma poi mi tornarono in mente quelle maledette parole.
-Certo che il destino deve essere proprio beffardo per far incontrare a 4 fuggiaschi la sorella del proprio aguzzino-
No. Ricky non era così. Non poteva essere così. E glielo avrei dimostrato.
Perciò presi coraggio e mi incamminai verso l'ingresso.

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Capitolo 21
*** Morpheus mi offre una cioccolata calda ***


NOEMI POV

Mi ritrovai in una piccola stanza rettangolare con pareti e pavimento piastrellati di grigio. Ai miei piedi era steso un lungo tappeto nero che conduceva al banco della reception bianco, sistemato all'angolo destro della stanza. Appostata lì c'era una giovane donna con un caschetto di capelli neri che stava sistemando un plico di documenti. Alla sua sinistra, a ridosso della parete, c'erano dei distributori automatici, un divanetto di pelle nera, alcune sedie di plastica bianca e infine una porta di metallo blindata, sorvegliata da un enorme uomo di colore pelato con indosso un completo scuro e degli occhiali da sole ovali.

"Oh no. Morpheus, anche tu qui??"
《È solo uno della sicurezza. Non fare la stupida》
"L'unica stupida qui sei tu. Torniamo indietro"
《NO》

Appena la segretaria mi vide, sorrise e mi invitò a venire con un cenno di mano.

-Buongiorno signorina e benvenuta alla YSA. Come posso esserle utile??- mi chiese lei appena fui a portata d'orecchio.
-Buongiorno, volevo chiedere se era possibile incontrare uno dei dipendenti- le dissi.
-È un suo parente??- 
-Mio fratello maggiore. È da 2 settimane che non torna a casa. Vorrei solo controllare di persona se stia bene- 
-Ma certo. Nessun problema. Mi potrebbe dire il suo nome-
-Riccardo Valpiana-

Appena pronunciai quel nome, la donna divenne rigida come uno stoccafisso e la sua espressione mutò da serena a impaurita.
-Va tutto bene??- le chiesi gentilmente, inquietata da quella improvvisa reazione.
La donna sussultò e cercò di ricomporsi.
-Ecco... sono davvero mortificata, ma non posso farglielo incontrare- disse.

Il suo tono era composto e gentile, tuttavia non evitò accuratamente di guardarmi negli occhi.
Quella donna era palesemente a disagio come se sapesse qualcosa che non poteva assolutamente dire. Per sua sfortuna, io non avevo intenzione di cedere così facilmente.

-Come mai??- dissi cercando di mantenere la calma.
-Credevo fosse già stata avvertita. Purtroppo è insorto un grave problema durante la realizzazione del progetto a cui sta lavorando il signor Valpiana. Perciò è stato chiesto ai dipendenti di rimanere qui finché la situazione non si sarebbe ristabilita. Purtroppo questo comporta l'impossibilità da parte loro di ricevere visite, per la loro sicurezza e quella dei loro parenti- mi spiegò lei, ma era chiaro come il sole che ci fosse sotto qualcosa.

-Che tipo di problema??- insistetti.
-Niente di grave. Le posso assicurare che suo fratello e gli altri dipendenti sono in perfetta salute e in totale sicure…- cercò di sviare lei.
-Che tipo di problema?!- ripetei io interrompendola in malo modo.
-Niente che la riguardi- rispose stizzita.

A quel punto persi definitivamente la pazienza e il lume della ragione.
-MI RIGUARDA ECCOME. NON HO NOTIZIE DI RICKY DA 2 SETTIMANE. 2 FOTTUTE SETTIMANE. NON UNA TELEFONATA. NON UN MESSAGGIO. NULLA DI NULLA. PERCIÒ IO ORA PRETENDO DI SAPERE COSA MINCHIA STIA SUCCEDENDO. COSA STATE COMBINANDO CON I VOSTRI ESPERIMENTI?! COS'È QUESTO PROBLEMA, ANOMALIA O COME CAVOLO VOLETE CHIAMARLA?! QUAL È IL VOSTRO SCOPO?! E SOPRATUTTO PERCHÈ NON POSSO PARLARE CON MIO FRATELLO?! DITEMELO OPPURE VI DENUNCIO TUTTI!!- sbottai con così tanto furore che la donna per poco non cadde a terra mentre indietreggiava.

I miei "toni soavi" attirarono l'attenzione di Morpheus. Si precipitò verso di noi, mi afferrò per un braccio e mi disse con tono calmo, ma deciso: -Signorina, la prego di calmarsi e di smettere di urlare-
-Io non voglio stare calma!! Io voglio…- urlai voltandomi verso di lui.
I miei occhi si scontrarono con le lenti scure dell'uomo, talmente scure che ci si poteva specchiare dentro. Ma il riflesso che vedevo non era il mio. Era di una ragazzina disperata e abbandonata. 

Le mie parole, piene di furia, mi morirono in gola mentre fissavo quel riflesso. Chi era quella persona?? Non potevo essere io. Io non sono così… impulsiva, irruente e... spericolata. Che cosa stavo facendo?? Così rischiavo di mettere in pericolo i ragazzi e me stessa.

Perchè avevo permesso alla disperazione di corrompermi??

-Io... Io voglio Ricky. Voglio vederlo, abbracciarlo, sapere come sta, se sta mangiando-
La mia voce era tornata, ma ormai era ridotta a un pigolio soffocato.
-Io... sono venuta fin qui solo per stare insieme a lui. Non mi importa di Tokyo, dei musei del fumetto, delle fiere e nemmeno di Echiroo Oda. Che si fottano tutti. Volevo solo passare un po' di tempo con il mio fratellone-
Sentì le ginocchia cedere. Morpheus lo notò e mi cinse le spalle con il braccio libero per non farmi cadere.
-Per favore. Fatemelo incontrare. Vi prego-
Sentì le lacrime pizzicarmi gli occhi. Me li strofinai con il braccio libero. Non volevo piangere di fronte a degli sconosciuti.

-Mizuki-san, è possibile ottenere un incontro per la signorina in via del tutto eccezionale??- chiese improvvisamente Morpheus rivolgendosi alla donna al bancone.
-Ehm... certo… cioè… posso provare, ma non garantisco nulla- disse lei colta di sorpresa.
Io alzai nuovamente lo sguardo verso l'uomo altrettanto sorpresa.
-Adesso vedremo cosa possiamo fare. Intanto ci sediamo un attimo, va bene??- mi disse. 

Riuscì soltanto ad annuire totalmente spiazzata dalla sua gentilezza.

La guardia mi condusse gentilmente verso il divanetto.
-Vuole qualcosa da bere, signorina??- mi chiese una volta seduta.
-C'è della cioccolata calda??- mormorai.
Lui mi sorrise e la andò a prendere al distributore.
-Grazie, è veramente gentile signor…- dissi tentando di leggere il suo nome sul cartellino fissato alla giacca.
-Thomas Hawkin. Tom per gli amici. Morpheus per i cinefili- disse ridendo e sedendosi accanto a me.
-Piacere di conoscerla. Io sono Noemi Valpiana-

Da lì a poco io e Morpheus/Tom iniziammo a parlare come se fossimo amici da una vita. Non so nemmeno io spiegare il perchè. Forse era a causa del senso di tranquillità che mi trasmetteva lui nonostante le dimensioni. 

Mi parlò di Dallas, la sua città natale; di sua moglie Cindy e della loro bambina Natasha; della sua passione per il rugby e io ricambiai, parlandogli della scuola; dell'Italia; della mia famiglia. Parlammo anche di Ricky (o Rick, come scoprì chiamarlo lui). Tom mi raccontò molte cose belle su di lui e ne fui sollevata, ma non fu sufficiente per far tacere tutti i miei dubbi. Alla fine i due erano più conoscenti che amici e non lavoravano nemmeno nello stesso posto. Cosa poteva sapere lui di cosa accadeva oltre quella...  

-A proposito, ma la porta??- chiesi realizzando che era già passata un'ora da quando ci siamo accomodati sul divano.
-Non ti preoccupare. Ero già alla fine del mio turno. Ora c'è Smith- disse lui indicando un altro uomo in completo e occhiali scuri vicino alla porta.

"Ma allora lo fanno apposta. Matrix. Citazioni a Matrix ovunque"

-Ci deve essere qualcosa di veramente importante lì dietro se è così protetta- commentai.
-Conduce all'area riservata, dove fanno gli esperimenti. Non so altro e anche se sapessi, dubito che ne capirei qualcosa. Non sono mai stato un asso in fisica e matematica- mi rispose lui.

Proprio in quel momento la porta si aprì e ne uscì una ragazza diretta ai distributori automatici.

"I casi sono due: o questa sta facendo il provino per The Walking Dead oppure non dorme da giorni"

-Nottata pesante, Naomi-san??- la salutò Tom.
-Estenuante a dir poco. È da una vita che non dormo. - rispose lei prendendo un caffè e un croissant confezionato -Ah, buongiorno- disse notando la mia presenza.
Si avvicinò e appoggiato il croissant sulla sedia, mi tese la mano presentandosi: -Piacere di conoscerti. Naomi Yoshibata-

"Una tua omonima. Tra l'altro vi somigliate pure"

In effetti non potetti darle torto.
Entrambe eravamo di bassa di statura, ma magre e formose (lei un po' più di me, ma del resto era anche più grande). Avevamo entrambe i capelli lunghi color nero pece, anche se i suoi erano lisci come la seta e talmente lunghi da arrivargli a metà schiena nonostante la coda alta.

Ma il punto di divergenza assoluto (e il più particolare) erano i suoi occhi, color nocciola chiaro con sfumature verdastre che dalla pupilla si estendevano fino al confine dorato dell'iride, racchiusi nel taglio a mandorla tipico degli asiatici e incorniciati dalla montatura rotonda e dorata degli occhiali. Era la prima volta in tutta la mia vita che vedevo degli occhi così particolari e così belli, degni di una bellezza ultraterrena.

"Sì, tutto molto bello. Hai intenzione di rispondergli e vuoi comporre anche un sonetto??"

-Yoshibata??- chiesi alla ragazza mentre le davo la mano.
-Sì. Sono la figlia del capo ed erede di tutta la baracca- disse lei -Che fatica. Sono stanca mortaaaaaaahhh!!-

La sua improvvisa reazione era dovuta al fatto che, sedendosi sulla sedia, aveva schiacciato il croissant, facendolo esplodere. Spaventata si era alzata di scatto, era inciampata nei suoi stessi piedi e caduta rovinosamente a terra, rovesciando il caffè e perdendo gli occhiali.

-Naomi-san, tutto bene?!- la soccorse Tom.
-Il mio caffè…- si lamentò lei.

"Sì, sì, proprio una bellezza ultraterrena"
《La smetti di essere così cinica??》
"No"

Intanto andai a raccogliere gli occhiali di Naomi che fortunatamente non si erano rotti.
-Grazie mille- mi ringraziò lei -Perdonatemi, sono davvero sbadata-
-Non si preoccupi. Peggio di me in cucina non può essere- dissi per consolarla.

-Signorina Valpiana- mi chiamò la segretaria.
A quelle parole Naomi sgranò gli occhi e mi squadrò dall'alto verso il basso. Non ci feci troppo caso e mi voltai ad ascoltare l'altra donna.
-Sono davvero desolata. Purtroppo non sono riuscita ad ottenere quell'incontro- mi disse evitando nuovamente il contatto visivo.

Quelle parole stroncarono immediatamente la mia allegria e mi risalì un groppo in gola.

-Capisco. Grazie lo stesso. E mi perdoni per prima. Non dovevo urlarle addosso- dissi quasi sussurrando.
-Non si preoccupi. Se ha qualcosa da riferire a suo fratello, me lo dica pure- disse lei.
-Gli dica che sono passata, che mi manca e di darmi sue notizie-
-Sarà fatto-
-Allora io vado. Grazie di tutto- dissi infine inchinandomi.
-Noemi-san, ti senti bene??- mi chiese preoccupato Tom.
-Sto bene. Non ti preoccupare. Adesso è meglio che vada a casa- 

Per evitare un'altra scenata, uscì frettolosamente dall'edificio, presi la moto e uscì in strada.

Mi sentivo estremamente stanca e frustata. Non solo non avevo chiuso occhio per tutta la notte, ma avevo anche rischiato di mettere in pericolo i ragazzi.
E tutto questo per cosa?? Per un emerito niente.
Speravo solo che i ragazzi non si fossero preoccupati. O peggio arrabbiati.

In men che non si dica fui davanti a casa. Parcheggiai la moto e rientrai dalla finestra aperta.
Tuttavia notai subito qualcosa di anomalo: c'era troppo silenzio.
Preoccupata, andai in soggiorno sperando di trovare lì i ragazzi.
Non c'era nessuno. E non solo.
La stanza era stata rimessa esattamente come prima del loro arrivo. Stessa cosa per il bagno e ogni altra parte della casa. Persino Totoro era sparito.

In preda all'angoscia mi precipitai a casa della signora Mayu e bussai freneticamente alla porta.
-Nonnina, per caso hai visto i ragazzi uscire??- chiesi alla signora appena aprì.
-I ragazzi… ah, sì… sono venuti stamattina- mi disse lei -Mi hanno chiesto di tenere il micio fino al tuo ritorno. Mi hanno anche di ringraziarti per l'ospitalità e di non preoccuparti per loro, che ce se la sarebbero cavata da soli-

A quelle parole, le mie ginocchia cedettero e le lacrime, che avevo trattenuto fino a quel momento, uscirono a fiotti dagli occhi.
-È un po' strano come messaggio. Cosa intendono con… Noemi-chan, che succede??- mi chiese la nonnina preoccupata.
-Non... Nonnina… ho… ho fatto… ho fatto un casino!!- dissi tra i singhiozzi.
-Noemi-chan, non piangere. Qualunque cosa hai fatto la riaggiusteremo insieme- cercò di consolarmi lei, ma era inutile.
Loro se ne erano andati. Ed è stata tutta colpa mia.

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Capitolo 22
*** Attuiamo la tecnica segreta della famiglia Joestar ***


JOSUKE POV

-Noemi, va tutto bene??- chiesi alla ragazza bussando alla porta di camera sua.
-Sto bene- mi rispose lei senza aprire, ma era chiaro come il sole che stesse mentendo.
-Sei sicura?? Stasera non hai mangiato nulla- insistetti.
-Sono solo un po' stanca. Tutto qui- 
-Capisco. Noi giochiamo a carte. Ti unisci a noi??- chiesi tentando un ultimo approccio.
-Preferisco riposare-
-Va bene. Buonanotte, Noemi- dissi infine e mi allontanai sconfitto.

Mi dispiaceva per lei. Si era impegnata davvero tanto per trovare quei file e invece si era rivelato solo un buco nell'acqua. Purtroppo non avevo la benché minima idea di come tirarla su di morale. Speravo soltanto che con una nottata di riposo l'aiutasse un po'.

-Come sta??- mi chiese Caesar con le carte in mano.
-Dice di essere solo un po' stanca. Il fallimento deve averla demoralizzata non poco- dissi io sedendomi al tavolo.
-Immagino- sospirò lui, mentre distribuiva le carte.
Per un po' nessuno proferì parola, tutti presi dalla partita.
-E adesso cosa facciamo??- chiese DIO formulando la domanda che nessuno osava pronunciare.
-Non lo so- disse Levi  -Qualche idea??-
-E se andassimo lì, alla Ycosa??- propose Luffy.
-Rettifico: qualche idea intelligente??- ribatte Levi.
-È inutile girarci intorno, Levi- ribatte DIO -Prima o poi saremmo arrivati a questo punto-
-Solo e soltanto per questa volta concordo con DIO. L'unico modo per tornare indietro è infiltrarci laggiù- disse Ceasar.
-Il punto è come. Di certo non possiamo andare lì come se nulla fosse e chiederglielo gentilmente- disse Sonic.
-Allora organizziamo un attacco a sorpresa- disse Luffy entusiasta.
-É più facile a dirsi che a farsi. Siamo solo in otto e per di più senza armi- constatò Levi.
-Nove- lo corressi io -C'è anche Noemi-

Dopo quella affermazione cadde un silenzio imbarazzante.
Sonic, Levi e DIO mi guardarono interdetti come se avessi appena detto qualcosa veramente di stupido. Giorno, Ayato e Caesar, invece, abbassarono lo sguardo come rassegnati.
Soltanto Luffy mi sostenne.
-È vero. Dobbiamo parlarne anche con Noe...- disse facendo per alzarsi.
-Luffy, siediti- disse Caesar afferrandogli il polso.
-Ma...- tentò di ribattere lui.
-Per favore- aggiunse con fermezza.
Luffy tornò sulla sedia e Levi riprese a parlare.

-Non possiamo coinvolgerla. Non in questo caso. Un conto è chiederle ospitalità, un altro di rischiare la propria incolumità con un attacco suicida-
La sua affermazione, a ben pensarci, era condivisibile, tuttavia in quel momento ero troppo nervoso per realizzarlo.
-Pensi seriamente che ci lascerà andare lì come nulla fosse??- gli dissi riuscendo a stento a controllare il tono della voce.
-No. Per questo non glielo diremo- disse lui schiettamente.

A quelle parole non ci vidi più.
Mi alzai di scatto dalla sedia rovesciandola, piantai le mani sul tavole piegando le carte da gioco e gli urlai:
-DOPO TUTTO QUELLO CHE HA FATTO PER NOI LA VUOI TRATTARE IN QUESTO MODO?! TI SEI SCORDATO CHE SE SEI QUI A BERE IL TUO STUPIDO THÈ DI MERDA È PER MERITO SUO?!-
-E CHE SUGGERISCI DI FARE ALLORA?? LE RIVELIAMO TUTTO E LA PORTIAMO DRITTA NELLE BRACCIA DELLA MORTE PER UN TUO STUPIDO CAPRICCIO??!! NON VOGLIO SULLA COSCIENZA LA VITA DI UNA RAGAZZINA!!- mi rispose lui alzando i toni.
-MA CHE SIGNIFICA?? ANCH'IO SONO UN RAGAZZINO E LO È ANCHE GIORNO. MA NON MI SEMBRA CHE TE NE FREGHI QUALCOSA. QUAL'È LA DIFFERENZA??- urlai di rimando.

-Noi non abbiamo niente da perdere- intervenne Giorno. Mi bloccai e lo guardai amareggiato. Pensavo che almeno lui mi sostenesse. Dopotutto sembrava aver legato molto con Noemi. E, invece, stava dalla parte di Levi.

-Questo non è il nostro mondo- continuò lui -Qui non c'è nulla che ci appartiene. Perciò anche attuando un attacco alla YSA, indipendentemente dal risultato, noi non metteremmo in pericolo i nostri cari. Lei invece sì. Lei vive qui, la sua famiglia è qui. Per questo non possiamo chiedergli di fare una cosa del genere-
Poi si rivolse a me e con tono pacato aggiunse:
-Josuke, so quanto tu le voglia bene e proprio per questo ti chiedo di riflettere un momento. Siamo in inferiorità numerica, non abbiamo né armi né poteri. Come potremmo proteggerla durante l'attacco??-

-Io...- cercai di dire, ma non sapevo come rispondergli.
-Non lo so. Non ne ho la minima idea- ammisi infine -Ma non voglio abbandonare Noemi in questo modo-

-Su questo punto concordo- disse Giorno -Non dire nulla a Noemi sarebbe una bastardata. Ma forse è meglio non discuterne ora. È meglio farci una dormita su. Dopotutto si dice che la notte porti buon consiglio, no??-
Gli altri concordarono e dopo la partita (vinta da DIO con 5 mani su 7) andammo a dormire.

-Luffy, Noemi starà dormendo. È meglio non dirgli nulla per adesso- sentì Giorno dire al ragazzo con il capello di paglia che annui.

Quella notte feci fatica ad addormentarmi. Un pensiero fastidioso continuava a ronzarmi in testa: nel momento stesso in cui saremmo tornati a casa, avremmo detto addio a Noemi per sempre.
Tutti quei momenti che avevamo passato insieme sarebbero stati solo un ricordo.
Niente più nottate svegli a guardare film, giocare a carte o alla Wii o  raccontarci i cavoli nostri.
Niente più sue sclerate quando non funzionava qualcosa del computer o quando si spaventava con gli horror.
Niente più sue risate o sorrisi.
Niente di niente.

"Ohi, ohi, non ti abbattere in questo modo. Pensaci un attimo. Se quelli della YSA vi hanno portato qui, vuol dire che c'è un collegamento tra i mondi. Quindi, forse, c'è la possibilità che tu e lei possiate rimanere in contatto"
《È vero, non ci avevo pensato》
"Per questo ci sono qui io, Josuke-kun"

Alla fine, un po' rincuorato da ciò, riuscì a prendere sonno.

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La mattina dopo mi svegliai fresco e riposato come una rosa.
La tempesta di ieri era passata lasciando spazio al sole. Non faceva nemmeno così tanto caldo.
Quindi di buona lena mi alzai e preparai il caffè.

In cucina trovai Levi che, come ogni mattina, si stava preparando il thè.
-'giorno- mi salutò lui tranquillo.
-B-Buongiorno- gli risposi un po' stranito dirigendomi ai fornelli.
Dopo diversi minuti di silenzio teso, decisi a parlare.
-Ecco, senti… mi dispiace per ieri. Non dovevo urlarti contro. È stato un atteggiamento infantile e...-
-Non ti preoccupare- mi disse -So che significa tenere così tanto a una persona al punto da non voler sentire ragioni-
Questa affermazione mi sorprese non poco: non immaginavo una tale empatia da uno che ha sempre la stessa espressione facciale.
-Davvero??- chiesi sorpreso.
-Già. Non sembra, ma anch'io ho delle persone a cui tengo- disse lui.
-Qualche ragazza?? Dopotutto sei nell'esercito. Sicuramente qualcuna ti verrà dietro- dissi cercando di istaurare una conversazione normale.
-Be'... il titolo di caporale maggiore attira attenzione, ma detto sinceramente non me la sento di avere una relazione romantica quando ogni volta che esco dalle mura, rischio di non rientrare più- mi rispose lui.
-Perchè?? Che c'è di così tanto pericoloso là fuori??- chiesi con una alquanto morbosa curiosità.
-Giganti- disse semplicemente.
-Giganti??- ripetei confuso.
-Mostri alti tra i 3 e 15 metri, brutti come la fame, più stupidi di un asino, ma particolarmente insidiosi e forti. E mangiatori di umani- mi spiegò.

Okay. E io che pensavo che vivere nella stessa città di un serial killer psicopatico, feticista di mani e dotato di stand esplosivo fosse pericoloso.

Prima che la conversazione prendesse una piega ancora più strana, arrivò Luffy.
-Ciao a tutti- urlò facendo svegliare tutti quanti -Ci sono ancora dei biscotti della vecchietta??-
-Nella credenza- gli risposi -Noemi sta ancora dormendo??-
-Noemi...- disse guardandosi intorno -non è qui con voi??-
-No- dissi iniziando a preoccuparmi.
-In camera non c'è- disse lui.
-COME NON C'È??- strepitai io.
-Non c'è- mi ripete lui.

-Non è possibile. È scomparsa di nuovo- dissi io mettendomi le mani tra i capelli.
-Stavolta io non centro- commentò Sonic.
In preda all'agitazione, iniziai ad andare avanti e indietro per la cucina sparando le teorie più strampalate.
-Josuke, calmati- mi fermò poi Ayato -Adesso Giorno controlla dove è finita-
Il ragazzo, infatti, aveva aperto il portatile per vedere dove stava il GPS dentro la collana della ragazza. 

-Oh no- disse un attimo dopo il ragazzo mettendosi le mani tra i capelli.
-Che c'è??- disse Levi affiancandolo.
-Porca puttana. Ma cosa cazzo gli è saltato in testa??- esclamò poi.
-Ma perchè?? Dov'è lei??- chiesi spazientito.
-Alla YSA- mi rispose Giorno.

A quelle parole raggelai. Ma era impazzita?? Perchè era andata lì??

-Caesar, la radio- ordinò Giorno al biondo.
Inizialmente non capì, poi realizzai.
Probabilmente Noemi non era in sé, quindi c'era il serio rischio che, involontariamente, rivelasse qualcosa di compromettente. Pregai con tutto me stesso che così non fosse.
Purtroppo non era giornata.

-Crr... a tutti i membri della pattuglia G, dirigetevi a casa Valpiana in via ***. Si sospetta essere il nascondiglio dei viaggiatori extra-universali. All'arrivo avviare il protocollo C. Passo e chiudo… Crr-

Il mio cervello ci mise un po' a realizzare che eravamo nella merda.
Fortunatamente Levi prese in mano la situazione prima che lo facesse il panico.
-Uomini. Niente panico. Seguiamo il piano 1B. Tutti ai vostri posti. In fretta. Abbiamo poco tempo. Via, via, via- ordinò e noi eseguimmo prontamente.

Ah giusto. Voi non sapete cos'è il piano 1B. Per farla breve consiste nel prendere le nostre cose, rassettare la casa e scappare il più lontano possibile, in modo che se qualcuno si fosse presentato in casa, non avrebbe avuto motivo di credere che fosse il nostro rifugio. 

Tornando a noi, credo che mai in tutta la mia vita mi sia preparato così in fretta per uscire. C'è da dire che il fattore panico è un ottimo stimolo (spero che mia madre non lo venga mai a sapere).
In meno di 7 minuti la casa era come nuova e noi eravamo sulla macchina di Ricky diretti chissà dove.

Giorno era al volante affiancato da Caesar che stava cercando di captare altri messaggi con la radio. Io ero sul sedile dietro stipato tra la portiera e Ayato con Sonic in braccio.
Non era una posizione molto comoda, ma era comunque meglio di avere Luffy in braccio che in macchina era più agitato di una lattina di Sprite. Questa "fortuna" era toccata a DIO che aveva, infatti, la faccia di uno che stava premeditando un futuro omicidio di massa.

Per fortuna il viaggio non durò molto e in meno di 10 minuti ci trovammo di fronte a un capanno abbandonato (che scoprì poi essere l'ex rifugio di Levi, Ayato, Sonic e DIO).
Appena arrivati, DIO senza troppi complimenti buttò giù Luffy dall'auto.

-E adesso cosa facciamo??- chiesi.
-Almeno fino a stasera rimarremo qui. Poi vedremo- disse Levi -Caesar ci sono novità sulla radio??-
Il biondo scosse la testa.
-Rimani in ascolto- ordinò poi -Ci serve una sentinella-
-Vado io- rispose Sonic.
-Bene. Gli altri rimangono in allerta. Il pericolo è sempre in agguato- disse infine il capitano congedando tutti.

Fui tentato di inseguirlo per chiedergli una cosa, ma prima che potessi farlo, Sonic si avvicinò e mi disse:
-Non ti preoccupare. Ho lasciato dalla signora Mayu un messaggio per Noemi. È una ragazza intelligente. Saprà trovarci-
-Da quando sai leggere nel pensiero??- chiesi stupito.
-Non serve, piccolo Elvis Presley. Tu pensi quasi sempre a lei- mi rispose lui.
E prima che potessi ribattere, scomparve nel bosco.

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Capitolo 23
*** Ci affidiamo all'istinto... e a un gatto ***


 

NAOMI POV

Prima di potergli fare qualsiasi domanda la ragazza mora uscì dall'edificio visibilmente delusa e frustata.

-Quindi lei è Noemi Valpiana??- chiesi a Mizuki.
-Esatto, signorina Yoshibata. La sorella minore di Riccardo Valpiana. Era venuta qui per una visita, ma come lei ben sa ciò è impossibile- mi rispose Mizuki.
-Ora, con permesso, devo avvisare vostro padre del fallimento dell'inquisizione a casa Valpiana-
Fece per andarsene, ma io l'afferrai per la spalla, bloccandola.

-Quale inquisizione, scusa??- chiesi cercando di nascondere la rabbia, ma a giudicare dal tremore della segretaria, avevo fallito miseramente.
-La-La ragazza ha detto parole ambigue. Dava l'impressione che sapesse tutto. Così ho chiamato per avvisare i piani alti che hanno ordinato l'in…- tentò di spiegare, ma a quel punto l'avevo già lasciata e mi era già diretta verso la porta blindata. 
-Signorina, dove sta andando??- mi chiese Mizuki.
-A scambiare due parole con mio padre- dissi sfoggiando un sorriso talmente pregno di rabbia da farla deglutire.

In un attimo mi trovai davanti alla porta dell'ufficio di mio padre. La spalancai trovando dentro Akira Yoshibata intento a leggere dei documenti.
Lui mi guardò di traverso e disse: -Non si bussa più??-
-Dobbiamo parlare- dissi ignorando il rimprovero.
-Non abbiamo niente di cui parlare-
-E invece sì- dissi più adirata che mai -Ne abbiamo di argomenti di cui parlare. Scegli pure tu. Trattamento pessimo di dipendenti e dei loro parenti?? Trattamento a dir poco disumano dei viaggiatori extra-universali?? Oppure della questione Valpiana??-
-Non c'è bisogno che mi rifacci i miei errori di valutazione. Sto facendo del mio meglio per rimediare-

-Errore di valutazione?!! Imprigionare e umiliare quelle persone senza dar loro alcuna spiegazione sarebbe un errore di valutazione?!!- urlai. 

 -Sì. È stato un errore. Avremmo dovuto sedarli seduta stante- 

 Quelle parole mi fecero gelare sul posto. Sapevo che mio padre era una persona testarda che voleva avere tutto sotto controllo; ma mai me lo sarei immaginato pronunciare qualcosa di così tanto orribile.

-Naomi, amore mio. Questo è il progetto a cui io e tua madre stiamo lavorando da tutta la vita. Io e lei abbiamo dato il tutto per tutto per questo. Io devo portare a termine questo progetto anche per lei, lo capisci??- disse lui approfittando del mio tentennamento e puntando dritto al mio punto debole.

Mia madre, Yumeko Kusanaga, era una ricercatrice di fama mondiale. Lei e mio padre si erano conosciuti durante un progetto da lui finanziato. Poco tempo dopo si erano sposati ed ero nata io. I miei era convinti dell'esistenza del multiverso e durante quei 21 anni trascorsi insieme avevano fatto di tutto per dimostrarlo. Nonostante questo mi hanno cresciuta bene, senza viziarmi troppo e insegnandomi il rispetto nei confronti di tutti, l'empatia e la dedizione al lavoro. Poi, 3 anni fa, poco dopo l'inaugurazione della YSA, mia madre morì in un incidente stradale.

E da allora tutto era cambiato. Mio padre si era chiuso ancora di più nel lavoro, isolandosi dal mondo intero e dando sempre meno importanza alle persone che lo circondavano. Tutti. Me compresa. Per questo avevo deciso di lavorare lì alla YSA. Volevo che lui mi notasse. Volevo che aiutarlo in quell'impresa così da renderlo orgoglioso. Così che tutti gli sforzi suoi e di mia madre non andassero in fumo. Ma più il tempo passava, più mi rendevo conto di quanto quella sua ossessione fosse diventata pericolosa. Mio padre ormai non riusciva più a porsi limiti. Non era mai soddisfatto del risultato. Voleva di più, sempre di più. E non si sarebbe fermato di fronte a nulla. Nemmeno davanti a delle vite umane. Ormai non avevo più alcun dubbio. Dovevo fermarlo.

Alzai la testa e guardai l'uomo che avevo di fronte.
-Capisco. Hai ragione- dissi cercando di essere convincente -Scusa se ti ho disturbato. Torno a lavoro-
-Naomi - mi richiamò lui -Sappi che è anche nel mio interesse risolvere la faccenda Valpiana. Non ho intenzione di perdere in questo modo un ragazzo così talentuoso-
Feci cenno affermativo con la testa e uscì dall'ufficio.

Mi diressi nuovamente verso la sala di ingresso dove avevo lasciato ciò che rimaneva della mia colazione. Mizuki era tornata a sistemare scartoffie. Rivolse uno sguardo nella mia direzione per vedere chi era uscito, ma lo abbassò subito quando notò che ero solo io.

Non diedi troppo peso alla cosa. Sapevo come era fatta. Era un po' come Don Abbondio. Faceva il suo lavoro e accettava qualunque compromesso senza protestare pur di non finire dei casini. Per questo non la odiavo. E per lo stesso motivo decisi di non coinvolgerla in quello che stavo per fare.

-Naomi-san. Ho del caffè per te- mi chiamò Tom porgendomi la tazzina con la bevanda fumante.
Lo ringraziai mentre entrambi ci sedemmo sul divanetto, io per godermi finalmente la mia colazione, lui per farmi compagnia.

Ma appena mi assicurai che Mizuki o altri non potessero sentirci, mi avvicinai a Tom e gli sussurrai: -Tom, ho bisogno di un favore-

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NOEMI POV

Quando aprì gli occhi mi ritrovai Totoro posizionato sul mio torace che mi fissava con i suoi enormi occhi verdi. Con uno sforzo sovraumano alzai il braccio e lo accarezzai.

Mentre il micio faceva le fusa, mi guardai intorno, ispezionando la stanza.
Pareti verde pistacchio, pavimento piastrellato bianco, mobili pieni zeppi di souvenir provenienti da ogni parte del mondo (maschere veneziane, conchiglie varie, statuette del Buddha, elefantini di legno indiani, ecc.). La riconobbi subito come la casa della signora Mayu.

Così mi ricordai cos'era successo.
Dopo essermi messa a piangere di fronte alla nonnina, quest'ultima mi aveva invitato in casa e io, in un attimo di debolezza, gli avevo rivelato tutta la verità dietro la scomparsa dei ragazzi. In seguito mi ero addormentata sul suo divano.

Prima che potessi rimettermi a piangere per quella cazzata commessa, notai qualcosa di strano.
Mentre accarezzavo il collo del gatto, avevo sfiorato un pezzo di carta sotto il collare antipulci.
Immediatamente presi il foglietto che scoprì essere una lettera che lessi.

Noemi, spero che tu stia bene e che sia tornata a casa sana e salva.
Non so perché sei andata alla YSA, ma sono certo che tu non ci abbia tradito.
Ci hanno scoperto e perciò abbiamo attuato il piano 1B.
Spero che ti ricordi il luogo d'incontro. Ci troviamo lì alle 21.
Stai attenta e non farti scoprire.

Nonostante non fosse firmato riconobbi la grafia di Sonic. Quasi scoppiai a piangere di gioia. Allora non mi avevano abbandonato. Mi stavano aspettando laggiù nel capanno.

Guardai l'ora. Erano le 20.30. Dovevo sbrigarmi.
Senza indugi mi alzai dal divano e mi diressi all'ingresso.
-Noemi-chan, vai a casa??- mi chiese la signora Mayu affacciandosi dalla cucina.
In un batter d'occhio gli spiegai la situazione e poi feci per uscire.
Ma appena aprì la porta mi trovai davanti una delle ultime persone che mi aspettavo di rincontrare quel giorno.

-Naomi, piccola mia. Da quanto tempo- disse la signora Mayu correndo ad abbracciare la ragazza.
-Ciao, nonnina. Sono così felice di vederti. Come stai?? Tutto bene alle Maldive??- disse la ragazza ricambiando l'abbraccio.

《Naomi Yoshibata, erede della YSA, è la nipote della signora Mayu??》
"TAN TAN TAAAANNN"

Mentre le due parlavano dei fatti loro, io rimasi a guardarle inebetite, prima di ricordarmi che avevo da fare. Rifeci per uscire quando Naomi mi bloccò.
-Aspetta, Noemi Valpiana. Ti devo parlare di una cosa importantissima-

"Dio santissimo. Ma possiamo uscire di casa una buona volta, sì o no??"

-Mi dispiace molto, signorina Yoshibata. Ho un appuntamento che non posso proprio rimandare. Magari un'altra volta- dissi tentando di uscire (per la quarta volta).
-Non ci sarà una prossima volta. È già un miracolo se sono riuscita a venire fin qui. Ti prego, mi devi ascoltare. La situazione è critica e tuo fratello è in pericolo- mi supplicò lei.
Mi bloccai.
-Mio fratello… è in pericolo??- ripetei.
Lei annuì grave.
-Di che si tratta??- chiesi preoccupata.
-È una storia lunga. E questo non è il posto giusto per raccontartela- disse lei.

Improvvisamente mi si parò di fronte un bivio. Da una parte c'erano i ragazzi che dovevo raggiungere per assicurarmi che stessero bene. Dall'altra, invece, c'era Naomi e la sua storia che poteva finalmente dare una risposta ai miei numerosi quesiti. Che via sceglievo??

Infine la mia mente elaborò una terza strada, la più pericolosa, ma che mi avrebbe portato di fronte a tutti e due i risultati: raccontare a Naomi Yoshibata dei ragazzi e portarla con me al capanno così che sia io che loro avremmo scoperto la verità.

Ma potevo davvero fidarmi di quella donna??
Dopotutto l'avevo appena conosciuta e lavorava proprio per il nemico. Che garanzie avevo che non avrebbe spifferato tutto la YSA?? Eppure non sembra avere cattive intenzioni.
Che potevo fare?? Non c'era tempo!!

-La segretaria aveva detto che erano informazioni riservate- dissi, sondando in terreno -Non finiresti nei guai a parlarmene??-
Lei mi guardò dritto degli occhi e disse risoluta -Se devo scegliere tra la mia carriera e salvare la vita a degli innocenti e a tuo fratello, allora non mi faccio alcun problema a farmi licenziare-
-Quindi anche se ti rivelassi dove sono i vostri fuggitivi, tu non faresti la spia??- gli dissi soddisfatta da quella risposta.
-Ma certo che no. Io…- si bloccò di colpo realizzando quanto avevo detto -Aspetta un attimo. Tu sai della fuga dei viaggiatori extra-universali??-
-Avoja. Fino a stamattina erano miei ospiti. Li stavo andando a trovare proprio adesso. Credo che anche loro vogliano sentire cosa hai da raccontarci. Perché non vieni con me da loro??- la invitai porgendogli la mano.

Lei rimase abbastanza interdetta da questo invito.
-Ti fidi di me fino a questo punto??-
-Mi sembri una brava persona- gli risposi semplicemente.
-Allora va bene. Andiamo- disse stringendomi la mano.

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Capitolo 24
*** Naomi (X) riassume tutto… male!! (Parte 1) ***


NOEMI POV

Senza indugiare oltre, Naomi e io saltammo sulla moto e ci dirigemmo a tutta birra verso il capanno abbandonato.
-Noemi, per l'amor di Dio, rallenta!! Così ci ribaltiamo!!- urlò lei atterrita, ma io non le diedi ascolto, troppo presa dalla frenesia di tornare dai miei amici.
Fu solo nei pressi del capanno che rallentai la corsa. Per fortuna, visto che un attimo dopo un coltello volante mi tagliò la strada. Spaventata bloccai la moto.

-Vedo che abbiamo due concetti molto diversi di "fare attenzione e non farti scoprire"-

A dire quelle parole era stato Sonic, appollaiato su un albero lì vicino dal quale poi scese con un balzo felino per recuperare l'arma.
Fui talmente felice di rivederlo che, ignorando completamente il fatto che stava per infilzarmi come un kebab, mollai la moto a Naomi e corsi ad abbracciarlo.
Inizialmente lui si irrigidì, non aspettandosi minimamente quel contatto, ma poi ricambiò seppur un po' a disagio.

-E tu chi sei??- chiese poi Sonic guardingo a Naomi.
-Una vostra alleata- rispose lei levandosi il casco e risistemandosi gli occhiali sulla punta del naso.
Sonic sgranò gli occhi.
-Tu... tu sei la ragazza di quella volta- disse lui sorpreso.
-In persona. E sono qui per offrirvi nuovamente il mio aiuto- confermò lei decisa.

Io assistetti alla scena confusa. Ma prima che potessi anche solo pensare a una domanda da formulare, Sonic ci invitò a proseguire.

In poco tempo raggiungemmo la radura sulla quale sorgeva il capanno e lì steso su un telo a sonnecchiare c'era un altro moro alquanto famigliare.
-Josuke!!- urlai contenta e gli corsi incontro.
Prima che potesse dire anche solo "ah", lo stritolai in un abbraccio.
-Sei vivo!! Grazie al cielo, sei vivo!!- dissi sollevata.
-Soffoco!!- mi interruppe Josuke con un filo di voce.
Mi accorgi di averlo stretto un po' troppo vigorosamente, quindi, scusandomi, lo lasciai andare.
-Mi sei mancato!! Temevo di non rivederti mai più!!- dissi -Mi dispiace!! Vi ho messo in pericolo per nulla!! Mi disp...-
Mi interruppi perchè, senza alcun preavviso, Josuke mi strinse nuovamente a sé.

-Non ti preoccupare. È acqua passata. L'importante è che tu stia bene- mi disse all'orecchio.

Rimanemmo lì per un po' finché una voce entusiasta non si mise a urlare: -Noemi è qui!! Ragazzi!! Noemi è arrivata-
Alzai lo sguardo trovandomi di fronte a un sorriso a trentadue denti incorniciato da corti capelli neri e un capello di paglia.
-Luffy!!- dissi stritolandolo anche egli in un abbraccio che lui ricambiò con altrettanto vigore.

Alle grida del pirata accorsero fuori tutti e a uno a uno li abbracciai. Le due sole eccezioni furono Levi e DIO a cui mi limitai a stringere la mano, visto che non erano proprio grandi fan del contatto fisico. Inoltre temevo che il secondo avrebbe provato a strozzarmi dato che, a causa della fuga improvvisa, aveva mollato il libro a casa e aveva subito Luffy in macchina.

Dopo il giro di saluti gli presentai la nostra nuova alleata, anche se scoprì che qualcuno la conosceva già.
-Segnurina Yoshibata. Finalmente conosco il nome della mia salvatrice- disse Caesar facendole il baciamano.
-Salvatrice?? Di che stai parlando??- chiesi io confusa e con me tutti gli altri.
-Darmi della salvatrice è un po' esagerato. Semplicemente la notte della vostra fuga, quando si è verificata quell'esplosione di energia anomala, ho consegnato Caesar le chiavi della mia auto; gli ho spiegato come fuggire dall'edificio e gli ho chiesto di portare con sé tutti i prigionieri che riusciva a trovare. Stessa cosa ho fatto con Sonic e le chiavi dell'auto di Riccardo Valpiana- spiegò la ragazza risolvendo finalmente quel quesito.

-Non esagero affatto, segnurina. Se non fosse stato per lei, non saremmo qui. Come minimo dovrei offrirle una cena- continuò Caesar facendo il galante.

"Ma gli pare il momento di mettersi a flirtare??"

-Mi piacerebbe moltissimo, ma attualmente sono impegnata. Sarebbe alquanto sconveniente accettare, specie di fronte alla propria futura cognata- rispose Naomi stroncando sul nascere i piani del biondo.

"E nuovo buco dell'acqua per il casanova... aspe' un attimo... FUTURA COGNATA??"

-Fu-Futura cognata?? Come... Cioè... Aspe'... Tu e Ricky... Da quanto??- pronunciai io cercando di formulare una frase di senso compiuto.
-Io e Riccardo usciamo insieme da circa 6 mesi. Non te l'aveva detto??- rispose lei.
-No. Mortacci sua che mi fa fare ste figure di fronte alla mia futura cognata-
-Be'... ti ricordo che bella figura ho fatto io stamattina di fronte a te-

-Ehm, ragazze- ci interruppe Giorno -Perdonate l'intromissione, ma non dovevate spiegarci cos'è successo??- 
-Ah giusto. È meglio sederci da qualche parte. Sarà una lunga storia- disse Naomi e così ci sedemmo in cerchio sul telo di fronte al capanno. Sonic, per sicurezza, decise di sistemarsi sopra un albero a fare da sentinella, rimanendo comunque a portata d'orecchio.

-Allora, dubito che tutti voi abbiate studiato astrofisica, fisica e meccanica quantistica, quindi cercherò di spiegarvela in modo "semplice"- esordì Naomi.

"Che diavolo è la meccanica quantistica??"

-Partiamo dal principio- iniziò lei -Fin dall'antichità molti studiosi ritenevano che questo- e indicò lo spazio circostante -non fosse l'unico mondo esistente, ma che ne coesistessero altri al di fuori del tempo e dello spazio. Questa idea, nota come "teoria del multiverso", viaggiò nei secoli finché negli anni 50 un fisico statunitense, Hugh Everett III, non la propose come interpretazione della meccanica quantica. A oggi ci sono ancora pareri discordanti. C'è la ritiene possibile e chi mera fantascienza-

-Direi che noi siamo la prova vivente che "mera fantascienza" non è- commentò DIO.

-I miei genitori, Akira Yoshibata e Yumeko Kusanaga, sono sempre stati grandi sostenitori di questa teoria e per più di 20 della loro vita hanno lavorato sodo per poter dimostrare la sua veridicità. Poi, nel 2015 grazie ad alcuni ritrovamenti eccezionali i loro sforzi furono ricompensati-

Un sorriso apparve sul volto di Naomi, mentre i suoi occhi iniziarono a luccicare per l'eccitazione. Incuriosita la esortai a continuare.

-Il 29 maggio 2015 sull'isola di Kuchinoerabu si verificò una violenta eruzione vulcanica. Lo Shindake eruttò chili e chili di materiali piroclastici e tra questi alcuni vulcanologhi ritrovarono un ceppo di cristalli fosforescenti. Nulla di così strano, se solo al loro interno, sotto un sottile strato protettivo trasparente, non fosse conservata una sostanza sconosciuta che cambiava continuamente forma e colore. Se un attimo prima era solida e viola, poi diventava liquida e verde acqua oppure gassosa e rossa sangue. Le analisi effettuate in seguito confermarono che le particelle di tale sostanza, per cause ancora oggi sconosciute, mutavano continuamente e potenzialmente erano in grado di creare qualunque cosa, da un semplice oggetto inanimato fino a un vero e proprio essere vivente!!-

-Un attimo. Stai dicendo che avete trovato la sostanza primordiale dalla quale si è formato tutto??- esclamai io, scioccata da tale rivelazione.
Lei annuì tutta eccitata.
-Mio padre l'ha rinominata "Apeiron". È una parola greca e significa "indefinito/infinito". Stando al filosofo Anassimandro, era l'Apeiron il principio costituente dell'universo- spiegò lei.

-Ma-Ma-Ma è straordinario!!- riuscì soltanto a dire.

-E questo fu solo l'inizio- continuò lei -Un paio di settimane dopo, i miei ricevettero una chiamata dall'osservatorio per la biodiversità dell'isole Bonin. Un biologo aveva ritrovato un altro cristallo di Apeiron incastrato in un frammento di pietra. E non solo. Dalle analisi si scoprì che quel frammento non era un pezzo di pietra qualunque, bensì un pezzo dell'asteroide KEF-2013, un meteorite caduto due anni prima, il15 febbraio 2013, a Celjabinsk-

-Ma Celjabinsk è nella Russia occidentale!! Come è possibile che sia arrivato fin lì??- chiesi stupita.
-Credimi. Non è quella la parte più sconvolgente- disse lei -A seguito di altre ricerche si scoprì che nei dintorni di Celjabinsk era stato ritrovato, perfettamente conservato del ghiaccio, un esemplare di Bonin White Eye-

Sinceramente quella notizia non mi sconvolse più di tanto visto che non sapevo cos'era un Bonin White Eye. Giorno invece strabuzzò gli occhi.

-Un Bonin White Eye?? Ma è un uccello tropicale!! E per giunta si trova solo sulle isole Bonin. Che ci faceva nel sud-ovest russo??- si chiese stupito.
-L'uccello in Russia e il frammento alle Bonin. È come se si fossero scambiati di posto. Non può essere un semplice coincidenza!!- osservò Josuke.

-È quello che hanno pensato anche i miei- intervenne Naomi -Escluso a priori la possibilità che fosse opera umana, si sono scervellati a lungo. Eseguirono diversi esperimenti sui cristalli e grazie a questi scoprirono che a una determinata velocità essi si tele-trasportavano e al loro posto apparivano altri oggetti-
-WTF??- esclamai.
-Lo so!! È quello che ho pensato anch'io. Tuttavia questo spiegava tutto: quel pezzo di asteroide deve aver raggiunto la velocità minima richiesta e si era teletrasportato alle Bonin al posto dell'uccellino- disse lei -I miei continuarono a sperimentare, convinti di aver finalmente trovato la chiave per accedere al multiverso. Visti gli enormi successi riscontrati, iniziarono a ricevere finanziamenti per continuare le ricerche. Arrivarono a dare una mano così tanti studiosi che mio padre decise di fondare la YSA. Pochi giorni dopo, finalmente trovarono la prova che il multiverso esisteva veramente. Infatti, durante un ultimo esperimento, l'oggetto scambiatosi con il cristallo non apparteneva al nostro mondo. E, anzi, sono sicura che alcuni di voi lo conoscano pure-

Detto ciò, tirò fuori dalla borsa un pezzo di stoffa. Quando lo aprì, rivelandoci il contenuto, io e Josuke sobbalzammo stupefatti.
-È solo un pezzo d'oro. Mica vi mangia- ci riprese Levi ignaro di ciò che aveva davanti gli occhi.
-Ti sbagli. Quello non è un semplice pezzo d'oro-  smentì DIO. 

Egli si alzò e prendendo in mano l'oggetto, disse; -Questa è una delle armi più pericolose esistenti nel mio mondo. Essa può risvegliare nei prescelti un potere sopito in grado di trasformare il più misero dei mocciosi in un potente guerriero. E l'uomo la possiede può volendo creare il più potente degli eserciti e controllare il mondo intero-

Sì, miei cari lettori. Il primo oggetto che la YSA era riuscita a portare nel nostro mondo non era nient'altro che la freccia crea-stand!!

N.d.A: Ci tengo a precisare che, per quanto trovi affascinante la teoria del multiverso, non sono un'esperta di fisica, meccanica quantistica, ecc. Pertanto chiedo venia se ho scritto qualche castroneria. Aggiungo inoltre che (ovviamente) tutta la parte sulla scoperta dei cristalli dell'Apeiron e del multiverso sono cose inventate di sana pianta dalla sottoscritta, mentre invece sia l'eruzione dello Shindake del 2015 e la caduta del meteorite KEF-2013 a Celjabinsk nel 2013 sono fatti realmente accaduti.

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Capitolo 25
*** Naomi (X) riassume tutto… male!! (Parte 2) ***


NOEMI POV

Non so per quanto tempo rimasi lì a fissare meravigliata la freccia. Era incredibile che un oggetto all'apparenza così insignificante nascondesse in realtà un potere così spaventoso. Anche gli altri la osservarono con stupore o con una sorta di timore reverenziale.

Solo dopo diversi secondi (troppi) mi resi conto di un piccolo e poco trascurabile dettaglio: DIO, uno dei villain più malvagi e assetati di potere della storia degli anime, aveva tra le mani uno degli oggetti più pericolosi dell'intero universo di JoJo.

Captato il pericolo, il mio corpo si mosse istintivamente verso la freccia con lo scopo di toglierla dalle mani dell'ex-vampiro. Tuttavia qualcuno mi anticipò.

-Cosa credi di fare, damerino dei miei stivali??- disse DIO quando Caesar tentò di sfilargliela dalle dita.
-Togliertela. Non mi fido affatto di te e non ho alcuna intenzione di lasciare un'arma così pericolosa tra le tue mani- disse lui schiettamente lanciandogli un'occhiata carica di disprezzo.
DIO dall'altro canto ricambiò e strinse ancora giù forte la presa.

-Ehm... ragazzi… scusate…- tentò di dire Naomi, ma nessuno dei due l'ascoltò, troppi impegnati del loro tira e molla. A un certo punto Caesar improvvisamente lasciò la presa e cadde a terra.
DIO, colto di sprovvista, perse l'equilibrio e finì a gambe all'aria. La freccia, sfuggita dalle sue mani, venne presa al volo da Giorno.

-Ma che cazzo fa…?!- disse DIO per poi interrompersi quando notò la mano dell'altro biondo grondante di sangue.
-O cielo!!- esclamai io coprendomi la bocca con una mano.
-Cosa??- chiese Ceasar e accorgendosi della ferita, aggiunse: -Ahh. Ecco perchè mi è scivolata. Qualcuno ha delle bende??-
Ayato tirò fuori dal nulla un kit di pronto soccorso e iniziò a medicargli la mano.

Intanto Giorno riconsegnò la freccia a Naomi.
-Suppongo tu la debba ridare alla YSA- disse.
-Già. Se mio padre lo scoprisse mi ucciderebbe. Fortuna che qualcuno mi sta coprendo- disse lei -Comunque, non preoccupatevi. Come stavo cercando di dirvi, la freccia è innocua. Siccome non esistono stand in questo mondo, anche se uno venisse ferito da essa, non diventerà un portatore-

"Per fortuna"

Il racconto riprese.
-Tornando a noi, questa fu la prova che il multiverso era reale. Purtroppo nello stesso periodo mia madre morì in un incidente stradale e mio padre… lui non è stato più lo stesso. Divenne ancora più ossessionato dalla ricerca, alienandosi quasi completamente dalla società. Sembrava che non ci fosse nient'altro che il lavoro per lui. E pian piano questi modi influenzarono negativamente quasi tutti i lavoratori. Tutti pensavano solo ed esclusivamente a lavorare. Sembrava di lavorare in fabbrica. Credetemi. Se non fosse stato per Riccardo, avrei iniziato a dare di matto-
-Mio fratello??-
-Già. Nonostante i ritmi serrati e la grande mole di lavoro, era sempre lì sorridente e disponibile. A volte mi chiedevo come era possibile che una persona potesse contenere in sè tanta dolcezza e gentilezza. Veramente, sembrava un angelo venuto sulla Terra per salvarci- disse sospirando con i tipici occhioni da innamorata.

A quelle parole sentì un peso opprimente levarsi finalmente dal petto.
"Visto?? Te l'avevo detto che Ricky non era quel tipo di persona"

-Allora, visto che era così tanto buono e caro, dov'era quando siamo stati umiliati di fronte a tutti??- chiese DIO.
-Abbiamo provato a farli ragionare, ma non c'è stato verso. Hanno poi iniziato ad accusarci di star ostacolando il lavoro e ci hanno quasi cacciato dal laboratorio. Non abbiamo avuto altra scelta che ingoiare il rospo e starcene zitti e buoni- rispose lei.

Dopo di che si prostrò di fronte a tutti.
-Mi dispiace. Non ho potuto fare di più. Non oso immaginare quanto sia stato doloroso essere trattati in quel modo. Vi prego, perdonatemi-
-Ohi, ohi, alza la testa. Non hai niente di cui scusarti- gli rispose Levi -Piuttosto sai dirci qualcosa in più sul nostro arrivo??-

La ragazza si risedette e continuò:
-Al di là di questo, i risultati ottenuti in quei 3 anni erano a dir poco pazzeschi.
Trovammo un metodo, seppur rudimentale, per mettere in comunicazione il nostro universo con gli altri. Riuscimmo a tracciare la posizione degli oggetti inviati e quindi a ricreare una mappa.
Infine iniziarono le sperimentazioni con gli animali. Fino a quel momento eravamo riusciti a tele-trasportare solo oggetti inanimati scambiati con altri oggetti inanimati.
Il dubbio era cosa sarebbe successo se invece usavamo degli esseri viventi. Lo scambio avrebbe funzionato?? La cavia sarebbe sopravvissuta?? E cosa avremmo avuto in cambio?? Un oggetto inanimato come era accaduto con il Bonin oppure un essere vivente??
Con queste domande e ultimati i preparativi, il 26/06/2020 spedimmo la prima cavia, il coniglio Peter, munito di tracciatore attraverso il multiverso.
L'esperimento fu un successo. Non solo Peter, stando al tracciatore, era sopravvissuto al viaggio, ma ottenemmo in cambio un altro essere vivente in piena salute-

Allora Naomi fece un cenno di capo indicando Sonic appollaiato sull'albero.
-Dovrei sentirmi onorato per questo??- chiese sarcasticamente il ninja.

Naomi ignorò la domanda e proseguì:
-Dopo Sonic facemmo ulteriori esperimenti, tutti riusciti. Portammo qui DIO, Ayato, Levi, Luffy, Josuke, Ceasar e infine Giorno. Era previsto un ultimo esperimento per quella serata, ma qualcosa andò storto-

A quel punto si incupì. Sentì l'aria farsi grave e intuì che quella famosa anomalia che aveva permesso ai miei amici di fuggire doveva essere più grave di quanto avessimo pronosticato.

-Una volta acceso il macchinario per avviare il nono esperimento, un'esplosione di energia travolse l'intera struttura. Non ne abbiamo la certezza, ma probabilmente uno degli esperimenti deve aver intaccato l'equilibrio del multiverso e nel tentativo di riassestarsi, esso ha provocato l'anomalia. La situazione infatti durò all'incirca 5 minuti e poi, senza alcun nostro intervento, tutto tornò come prima. Anzi no. Delle conseguenze c'erano state-

Naomi si strinse le mani sulle ginocchia e dopo un respiro profondo riprese:
-Oltre ad aver permesso la vostra fuga, l'anomalia aveva gravemente compromesso tutti i macchinari usati per gli esperimenti. Persino i tracciatori delle cavie non mandavano più alcun segnale. E come se non bastasse durante l'anomalia erano avvenuti altri tre scambi imprevisti con il multiverso-

-Tre?? Quindi siamo in undici ad aver viaggiato nel multiverso- intervenne Josuke.
-Ufficialmente sì. Oltre a voi ci sono altri tre tenuti prigionieri dalla YSA. Sono Jin Bubaigawara aka Twice proveniente dall'universo di My Hero Academia, il Dr. Kuseno (o Dr. Tanfos nella versione italiana) proveniente da quello di One Punch Man e una tartaruga che abbiamo identificato come Cocco Jumbo dall'universo di JoJo sottosezione Vento Aureo-

-Tutto qui?? Da come ne parlavi pareva fosse successo qualcosa di...- disse Josuke, ma poi vedendo l'espressione di Naomi si ammutolì.

Guardandola mi tornarono in mente le parole dette non molto tempo prima:
-Tuo fratello è in pericolo-
Mi ricordai poi della completa assenza di messaggi da parte sua, dell'esitazione e infine la negazione da parte della segretaria di farmelo incontrare.

E così realizzai.
-NO. NO. NO!!- riuscì a dire coprendomi la bocca con la mano.
-Noemi, cosa…??- pronunciò Josuke vedendomi in quello stato.

Vedendo la mia reazione a tutti fu chiaro cosa fosse successo, ma per conferma Giorno fece la fatidica domanda:

-3 scambi necessitano 3 viaggiatori da ambo le parti. Naomi-san, chi è stato portato via da questo universo??-
Naomi con gli occhi bassi rispose:
-2 cavie, il gatto Felix e la cocorita Giusy e... Riccardo Valpiana-

A quelle parole scoppiai in lacrime. Non era possibile. Mio fratello era… Ricky era…

-Noemi, non piangere. Sono sicuro che lui stia bene. Dopotutto nessuno di noi è morto durante il viaggio, vero Naomi??- cercò di consolarmi Josuke.
La scienziata esitò: -È vero che durante gli esperimenti nessuna delle cavie è morta, ma... non voglio dare false speranze; gli ultimi 3 scambi non erano stati programmati e quindi non abbiamo la certezza che chi è stato mandato di là sia sopravvissuto-
-Come non abbiamo la certezza che qualcuno sia morto- affermò Josuke.

-Ma... anche se fosse sopravvissuto al viaggio... i vostri mondi sono pericolosi... potrebbe essere stato coinvolto in un attacco... oppure rapito dai pirati... oppure essere stato mangiato vivo da un gigante...- cercai di dire tra le lacrime -Ho dubitato di lui. Della sua gentilezza e della sua umanità. Devo chiedergli scusa... altrimenti non me lo perdonerei mai...-

-E allora che pensi di fare??- mi chiese qualcuno con voce ferma.

Alzai la testa in direzione della voce. Era stato Luffy a parlare.

-Che vuoi dire??- chiesi, fissandola stralunata.
-Cosa vuoi fare?? Hai intenzione di stare qui a piangere, mentre tuo fratello è in pericolo?? Credevo fossi meglio di così- affermò lui.
-Luffy, un po' di empatia. È sotto shock…- lo ammonì Ceasar, ma un cenno di Ayato lo bloccò.
-No!! Ti sbagli!! Io non voglio questo!!- sbottai.
-Allora cosa vuoi fare??- mi ripete di nuovo.

《Cosa voglio fare?? Che domanda stupida. Mi pare ovvio cosa voglio fare. Ma non ho abbastanza forze per farcela da sola》
"E allora vuoi arrenderti così?? Vuoi lasciar perdere??"
《NO. ASSOLUTAMENTE NO》
"E allora diglielo in faccia. Non avere paura. Se questa è la tua volontà, se questo è il tuo sogno, allora non esitare"

Presi un respiro profondo e sbottai:
-IO VOGLIO SALVARE MIO FRATELLO!! VOGLIO ANDARE LAGGIÙ NEL MULTIVERSO, TROVARLO E RIPORTARLO A CASA!! NON MI IMPORTA QUANTO DOVRÒ CERCARE. NON MI IMPORTA SE SARÒ SOLA. IO LO RITROVERÒ!!-

Lui sorrise e avvicinandosi fece una cosa che andava oltre la mia immaginazione.
Con un gesto deciso si tolse il cappello di paglia e me lo mise in testa.
-Allora, se le cose stanno così, ti aiuterò a ritrovarlo. Fino ad allora tieni tu questo. Tu sai quanto è importante per me. Quindi prenditene cura, mi raccomando- dissi lui.

-Puoi contare anche su di me- intervenne Josuke e con lui anche tutti gli altri.
-Be'... dato che in qualunque caso devo tornare nella mia realtà e tu sei stata così gentile con me, credo che ti onorerò con la mia compagnia e il mio aiuto. Ma non aspettarti più di questo- disse invece DIO (non che mi aspettarsi un altro genere di risposta da lui).

Io, spiazzata nuovamente da così tanto supporto (nonostante il colpo di testa di quella mattina), riuscì soltanto ad annuire e a lacrimare, anche adesso erano più lacrime di gioia.

-Bene. Allora cosa stiamo aspettando??- esordì Luffy con decisione -Andiamo a prendere a calci quelli della YSA e torniamo a casa-

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Capitolo 26
*** Ideiamo l'operazione ***


NOEMI POV

Dato che iniziava a fare buio, tornammo a casa di Ricky. Era stata una giornata psicologicamente estenuante e nonostante avessi dormito per tutto il pomeriggio, non vedevo l'ora di ritornare a letto.

Ma (purtroppo) non era ancora finita. C'era un'ultima cosa che dovevamo fare quella sera insieme a Naomi. Ci radunammo quindi intorno al tavolo della cucina e armati di PC, carta e penna iniziammo a ideare un piano d'attacco.

-Conquistiamo la sede centrale della YSA, liberiamo gli altri prigionieri e usiamo i macchinari al suo interno per riaprire il multiverso e riportare tutto al proprio posto. L'idea di base è semplice. Metterla in pratica… non più di tanto- esordì io elencando tutti gli step.

-La YSA è protetta dai più avanzati sistemi di sicurezza: reti di videocamere interne ed esterne con visore termico e senza punti ciechi; porte blindate protette da password e scansione della retina; allarmi che scattano al minimo segno di intrusione e chiamano in automatico la sicurezza. Una vera e propria fortezza inespugnabile…- confermò Naomi -A meno che non si ha a disposizione una certa figlia del capo che lavora lì con tutte le password e una buona abilità nel hacking-
-Sei davvero in grado di farlo??- gli chiesi stupita.
-Sì, ma ho bisogno di tempo. Senza contare che non potrò fare alcuna prova prima- mi rispose.
-Una scommessa in pratica- commentai.

-Sempre meglio scommettere che non fare niente- intervenne Levi -Di queste cose io non so niente perciò posso solo affidarmi a te, Naomi-
-Può contare su di me, capitano. Il fallimento non è un'opzione contemplata- rispose immediatamente Naomi che a momenti di metteva sull'attenti.

-Immagino, però, che non abbiamo affidato tutta la sicurezza a queste cose tecnologiche- continuò il moro.
-Non ti sbagli. Mio padre ha ingaggiato circa un centinaio di guardie di sicurezza. La maggior parte di loro non sono uomini qualunque, ma soldati di élite addestrati in arti marziali, combattimenti corpo a corpo e all'arma bianca e all'uso di armi da fuoco- confermò Naomi.
-Mentre noi siamo solo in 10 di cui solo 2 addestrati, senza armi e poteri- disse Levi alludendo a se stesso e a Sonic -Direi che un attacco frontale è da escludere a priori-

-Oppure lo usiamo come diversivo- intervenne il ninjia.
-Diversivo??- chiesi io.
-Già. Questa è la mia idea- propose lui -Una volta che Naomi ha disattivato i sistemi di sicurezza, un gruppetto di noi proverà a entrare dall'ingresso principale, simulando un attacco frontale a sorpresa. Mentre la sicurezza cercherà di respingerli, l'altro gruppetto entra di soppiatto nella struttura e monopolizza i macchinari per il viaggio nel multiverso e tutti i dati relativi a esso. In questo modo riusciremo a tenerli sotto scatto e la vittoria sarà nostra. Che ve ne pare??-

Ci fu un attimo di silenzio nel quale tutti ragionarono sull'idea proposta. Era rischiosa da attuare ed eravamo comunque in svantaggio numerico, ma non avevamo molte altre opzioni.

-Come piano è fattibile- intervenne Naomi a suo favore e prendendo lo smartphone ci mostrò la piantina della struttura.
-I laboratori con i macchinari si trovano tutti nel piano interrato. Per raggiungerlo di solito usiamo l'ascensore, tuttavia esiste una seconda via per scendere laggiù che parte direttamente da fuori. Forse non è la strada più comoda, ma è nascosta- spiegò la scienziata indicando sulla mappa una serie di viuzze che collegavano tutte le stanze e tutti i piani.
Nonostante peccassi di disegno tecnico, li riconobbi subito: erano i condotti di areazione.

Sonic osservò la mappa e chiese a Naomi: -Quanto sono grandi i condotti??-
-50x50 circa- rispose lei.
-Dentro a dei condotti del genere io ci passo tranquillamente e direi che con me potrebbero venire Giorno e Noemi. Non soffrite di claustrofobia, vero??-
Sia io che l'ex biondo scuotemmo la testa.

-Quindi Levi, Ceasar, DIO, Luffy, Josuke e Ayato terranno occupati le guardie all'ingresso, mentre io, Giorno e Noemi entriamo nella sala macchine e con l'aiuto di Naomi prendiamo i dati sotto sequestro e li usiamo come ostaggio. Qualche obiezione??- chiese il ninja.

-Come piano a me sta bene. Ma resta comunque il fatto che non abbiamo armi. A meno che non vogliamo andare in battaglia armati di stoviglie e scope- fece notare DIO.
-Quello non è un problema- intervenne Naomi -Conosco una persona in grado di procurarne. Ditemi solo cosa vi serve-
Detto ciò prese la penna e iniziò a scrivere a seguito delle richieste.
A vederla sembrava che stesse scrivendo un biglietto della spesa anche se dubito che un normale supermercato venda katane, shuriken, kunai e pistole con annessi proiettili.

A quel punto però mi venne un dubbio.
-Durante questa operazione dovremo uccidere qualcuno??-
Calò un silenzio gelido. Era una cosa a cui non avevo dato peso prima, ma a ben pensarci non era da escludere a priori che qualcuno potesse morire durante l'operazione, specie se dalla mia parte avevo soggetti come DIO Brando e Sonic.
Fu proprio il ninja a rispondere.
-Se dovesse essere necessario, ho paura che non avremo altra scelta. A questo proposito, chi non si è mai sporcato le mani di sangue??-
Alzai la mano seguita da Josuke, Luffy e Caesar.
-Immagino che non vorrete iniziare ora. Spero almeno che non abbiate problemi a picchiarli o ferirli fino a renderli inoffensivi-
-No. Quello non è un problema- rispose Josuke per tutti.

-Ecco... sinceramente so a malapena tirare uno schiaffo perciò non credo di poter essere utile su questo fronte- confessai io.
-L'avevo messo in conto. Ma hai un buon cervello e ottime conoscenze informatiche. Sono sicuro che tu e Naomi riuscirete a ottenere quei dati- disse Sonic.
Quelle parole mi rassicurarono molto, ma al contempo mi misero un po' d'ansia. Dopotutto stava solo affidando a me (e a Naomi) la parte cruciale dell'operazione, quella che doveva assolutamente riuscire altrimenti eravamo nella merda fino al collo. 

Il ninja si rivolse nuovamente alla scienziata: -Quanto tempo hai bisogno per disattivare i sistemi di sicurezza??-
Lei fece dei rapidi calcoli e rispose: -Il 14 sera-
-Allora per quella sera ci faremo trovare pronti- affermò Sonic.
-Bene. Se questo è tutto, io vado-disse Naomi alzandosi -Vi lascia la mappa. Entro il 14 vi faccio arrivare le armi. Se dovesse succedere qualcosa vi manderò un messaggio in codice. Nel caso non dovessimo rincontrarci prima del 14 vi auguro buona fortuna-
-Lo ritroveremo. Stanne certa- aggiunse rivolta a me, mentre l'accompagnavo alla porta.

Prima di andarsene, però, fece una domanda scontata per certi versi, a cui però nessuno era preparato.

-Scusate, ma la mia macchina, quella che ho lasciato a Caesar, dove l'avete parcheggiata??-

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La mattina seguente iniziò in una maniera alquanto inaspettata. Alle 8.00 del mattino una signora Mayu tutta pimpante bussò alla porta di casa con un involucro di tela nera tra le braccia.

-Ehilà, vecchietta. Hai portato altri biscotti??- la salutò Luffy al suo arrivo.
-Li ho appena messi in forno. Intanto vi ho portato un paio di cose che potrebbero tornarvi utili- disse per poi aprire l'involucro sul pavimento.

Al suo interno trovammo un arsenale da far invidia a quello di Batman: un paio di katane; una trentina di shuriken e kunai; alcune pistole automatiche, ognuna con almeno una decina di ricariche e un silenziatore; manganelli; 9 giubbotti antiproiettile e altrettante cinture per tenere le armi.

Mentre i ragazzi guardarono estasiati le armi, io feci una domanda più che legittima:
-Scusa, nonnina. Ma come hai fatto a procurartele??-
-Il mio ex-marito faceva parte dell'esercito e aveva diversi contatti con rifornitori di queste parti- mi spiegò brevemente lei -C'è da dire che Takeo è molto efficiente. Gli ho telefonato solo ieri sera e me le ha recapitate subito-

Si schiarì poi la voce e rivolgendosi a tutti noi disse: -Naomi mi ha riferito tutto. Mi rammarico molto del comportamento di mio genero. Purtroppo la morte di mia figlia gli ha fatto più danno di quanto potessi immaginare. Vorrei soltanto essermene accorta prima...- tirò un sospiro sconsolato -Ora sono troppo vecchia per fermarlo io di persona. Non posso aiutarvi in quel frangente. Tuttavia conosco un posto dove potete allenarvi fino al 14-

-Davvero??- gli chiesi.
-Poco sopra la radura dove abbiamo fatto il bagno c'è un prato dove potete stare. Non vi preoccupate. È di mia proprietà ed è circondato dal bosco. Nessuno dovrebbe venire a disturbare- rispose.

Così, dopo aver fatto colazione, la signora ci portò nel luogo indicato.
Di per sé non era nulla di eccezionale: solo un semplice spiazzo verde in mezzo al bosco.
Ma, essendo un luogo isolato, era l'ideale per allenarsi senza dare nell'occhio.

-Bene, signori. Tra 7 giorni inizierà l'operazione "Famo er culo alla YSA". Non sarà affatto facile. Avremo contro un centinaio di uomini addestrati e armati fino ai denti.  Per questo a partire da oggi io e Levi vi alleneremo personalmente per evitare di far durare l'attacco meno di zero secondi- annunciò Sonic.
Levi al suo fianco annuì e aggiunse: -Sappiate che non ci andrò piano. Preparatevi a un allenamento spartano, mocciosi-

Fu di parola. Quando la nonnina ritornò da noi tre ore dopo con il pranzo ci ritrovò a terra, stremati e sudati marci.

Mi mettono di mezzo anch'io visto che Sonic e Levi hanno insistito per insegnarmi alcune tecniche di combattimento e a sparare.
Risultato?? Sono stata messa al tappeto in tutti gli scontri fatti, ho quasi cavato un occhio ad Ayato cercando di lanciare uno shuriken e mi sono distrutta un braccio a causa del rinculo della pistola. Mai avrei pensato di dire una cosa del genere, ma a quanto pare sono più inutile di Usopp in battaglia.

-Tranquilla Noemi. Mica si diventa ninja o cecchini in un giorno. Io per imparare a tirare gli shuriken come si deve c'ho messo un mese- mi consolò Sonic offrendomi una bottiglietta d'acqua. Lo ringraziai e mentre pranzavamo, osservai gli altri ragazzi.

Anche loro erano stati ben spremuti, ma a differenza mia avevano ottenuto buoni risultati: nonostante la mancanza di poteri, tutti loro avevano ottime capacità combattive e in più di un occasione erano riusciti a tenere testa a Levi e a Sonic. Caesar e Giorno, inoltre, un ottima mira, mentre Ayato e DIO se la cavavano bene con i kunai e gli shuriken.

"Grazie a sta ceppa. Mica hanno iniziato ad allenarsi oggi. È da tutta la vita che combattono"
《E io non voglio essere da meno. L'ho già detto. Non importa quanto sarà dura e quanta fatica farò. Io aiuterò i miei amici e riporterò Ricky a casa》

Rinvigorita dal cibo e mettendomi il cappello di paglia di Luffy (simbolo della mia promessa) in testa, mi alzai e dissi: -Forza ragazzi. Non battiamo la fiacca. Il 14 dobbiamo far tremare di paura i nostri nemici. Andiamo-

Così tornammo ad allenarci.

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Capitolo 27
*** Dov'è Freud quando serve?? ***


Skiptime - 13/07/2020

NOEMI POV

Avanzavo dell'oscurità. Non vedevo niente. Non sentivo niente.
Semplicemente camminavo senza meta, sperando di uscire da quell'oscurità. Ma più andavo avanti, più le tenebre sembravano diventare fitte.

-Noemi-
Mi arrestai di colpo e girai la testa in direzione di quella voce.
L'oscurità si fece meno fitta e da essa apparve una persona. Un ragazzo. Basso, capelli nero pece e occhi cristallini color acquamarina. Non potevo non riconoscerlo.

-Ricky, sei tu??- dissi in automatico.
Lui mi sorrise. Era un sorriso candido, capace di illuminare anche le notti più tetre.
-Sono io. Mi hai trovato- disse lui -Su. Non stare lì al buio. Andiamo-

Improvvisamente cambiai luogo. Un enorme prato verde puntellato da piccoli fiori colorati si stendeva davanti i miei occhi. Sopra di me il sole estivo scaldava la mia pelle, mentre una leggera brezza mi scompigliava i capelli. In lontananza cime innevate dominavano l'orizzonte come antichi giganti silenti.
Non ci misi molto a riconoscere quel luogo: ero tornata a casa, tra le mie montagne.

-Noemi, andiamo o faremo tardi- disse Ricky per poi iniziare a correre.
-Ehi!! Aspetta!!- urlai io cercando di inseguirlo, ma in un attimo lo persi.
-Ricky!! Dove ti sei nascosto?? Guarda che sono brava a trovare le persone- lo chiamai continuando a camminare.

In poco tempo raggiunsi le sponde di un laghetto, tipico di quelle zone di montagna. Il prato ne circondava una sponda, mentre da quella opposta si estendeva una foresta di sempreverdi che si specchiava perfettamente nell'acqua cristallina.
Mi fermai un momento ad ammirare quello spettacolo che continuava sempre a stupirmi, nonostante l'avessi già visto più di mille volte.

Presto però la meraviglia si trasformò in orrore quando le acque si tinsero di rosso sangue.
Spostai lo sguardo a sinistra e compresi la causa di quel cambiamento.

Sdraiato a terra agonizzante, stava mio fratello Ricky. Qualcosa o qualcuno gli aveva perforato l'addome dal quale fuoriusciva un enorme quantità di sangue che mio fratello cercava disperatamente di fermare con le mani.

Quella vista così raccapricciante, mi fece cadere in ginocchio accanto a lui. Non emisi suono; ero troppo scioccata persino per urlare o piangere.
Non riuscivo a capire. Fino a un attimo prima stava correndo felice sul prato, ora era sul punto di morire. Cos'era successo??

-Noemi- mi chiamò Ricky con un filo di voce -Scappa. Sta arrivando. Vai o ucciderà anche te-
Prima che potessi chiederli chi e perchè, il mio corpo si mosse da solo. Mi buttai in acqua cercando di raggiungere l'altra riva a nuoto. A metà della traversata, però, braccia e gambe non risposero più ai miei comandi e in un attimo venni inghiottita dalle acque gelide.

Mentre andavo a fondo, davanti ai miei occhi iniziarono a danzare immagini tutt'altro che rassicuranti.
Vidi il volto di Ayato rigato di lacrime; una ragazza bionda urlante accanto al corpo di un ragazzo, anch'egli biondo, morto o morente; Giorno svenuto tra le braccia del Golden Experience Requiem; Luffy che abbassava il cappello sul viso per nascondere le lacrime e infine Josuke che, sputando sangue dalla bocca, si accasciava a terra.

Terrorizzata chiusi gli occhi e tentai di urlare, ma la mia bocca si riempì d'acqua. Solo a quel punto ripresi il controllo del corpo e riemersi. Annaspai cercando di sputare l'acqua e al contempo respirare. Una volta ristabilizzato il fiato mi guardai intorno.

Mi resi subito conto di non trovarmi più nel lago in montagna, ma nella piccola radura della signora Mayu. Infatti la riva era deserta e l'acqua limpida come un cristallo.
Cos'era successo?? Perchè mi trovavo lì??

-Noemi!!- urlò Josuke sbucando da dietro gli alberi e precipitandosi sulla riva -Stai bene?? Ho sentito un tonfo-

Un tonfo??
Alzai lo sguardo e vidi sopra la testa una sporgenza rocciosa.
A quel punto ricordai: Sonic e Levi mi avevano concesso una pausa dall'allenamento e io l'avevo sfruttata per riposarmi su una roccia sopra la diga. Probabilmente mi ero agitata nel sonno e ero così caduta in acqua.

"Ahh. Ecco perchè stavi sognando di affogare"
《E tu dov'eri finita nel mentre??》
"I sogni non sono area di mia competenza. Rispondi a Josuke"

-Sto bene. Sono solo caduta mentre dormivo. Tranquillo. L'acqua ha attutito il corpo- dissi mentre raggiungevo la riva.
-Alla fine volevo comunque fare il bagno. Ho semplicemente unito due obiettivi in uno- aggiunsi sorridendo.

"Il secondo obiettivo era morire affogata?!?"
《No. La morte è contemplata solo quando Levi chiede di correre per 10 km sotto il sole》

E sì, se ve lo stavate chiedendo, Levi ci ha fatto correre per 10 km durante l'allenamento. O almeno quello era il suo obiettivo. Io ero collassata al terzo.

C'è da dire che, nonostante la fatica, gli allenamenti avevano dato dei risultati: avevo perso 2 kg e imparato alcune tecniche di autodifesa. Continuavo ad avere una mira peggiore di cieco, ma perlomeno Sonic mi aveva insegnato a usare i kunai come semplici coltelli e a muovermi silenziosa come una vera shinobi.
Insomma, non potevo certo battere un armadio a due ante tipo DIO o un soldato ben addestrato come Levi, ma comunque meglio di niente.

-L'allenamento??- chiesi a Josuke a quel proposito.
-Ufficialmente finito. Hanno detto di usare stasera e domani mattina per recuperare le energie per l'attacco- mi rispose lui.
-Allora direi che possiamo rientrare. Ho bisogno di fare una doccia- dissi prendendo le mie cose e iniziando ad andare seguita da Josuke.

Per tutto il tragitto rimuginai sul sogno. Non era la prima volta che lo facevo. Era da quando Naomi mi aveva raccontato di Ricky, 6 giorni prima, che continuava a ripetersi.
Era, però, la prima volta che, oltre a mio fratello morente, vedevo anche quelle immagini.
Mia nonna sosteneva che alcuni sogni rivelano il futuro, soprattutto se si ripetevano ogni notte. Era così che aveva vinto 1000€ al Gratta & Vinci.
Considerando però che cosa preannunciava il mio sogno, speravo con tutta me stessa che il suo fosse solo un caso fortuito.
Ma se si fosse rivelato vero?? Che potevo fare??

-Ehm... Noemi. Dovresti usare le chiavi per aprire la porta- mi disse Josuke notando l'insistenza con cui abbassavo la maniglia senza riuscire ad aprire.
Caddi dalle nuvole e mormorando un -Ah giusto- presi le chiavi e aprì.
-Qualcosa ti turba??- mi chiese Josuke.
-Nulla di importante- cercai di sviare.
-Noemi- disse lui serio.
-È di nuovo quel sogno della montagna. Continua a perseguitarmi-
-E...?- disse intuendo che c'era qualcos'altro.
Alla fine mi arresi e gli raccontai tutto.
-Temi che sia premonitore??- mi chiese a racconto terminato.
-So che è una cosa stupida, ma sembra tutto così reale che… non lo so-
-Sinceramente non so interpretare i sogni perciò non so dirti se è un segno oppure no. Ma direi che sia abbastanza inutile scervellarsi adesso per sta cosa-
-Hai ragione. Abbiamo ben altro a cui pensare-
-Di che state parlando??- si intromise Luffy appena entrato in casa.
-Niente- rispondemmo in coro.

Intanto entrarono anche gli altri e mentre facemmo i turni della doccia, Ayato e Sonic si misero ai fornelli.
-Però!! Vi siete dati da fare!!- commentai notando, una volta uscita dalla doccia, il tavolo imbandito con ogni ben di dio.
-Bisogna pur festeggiare per la riuscita dell'attacco- affermò Ayato -E poi, se dovessimo fallire, non ne avremmo più l'occasione-
-Non tirarla!!- lo ammonì.
-Be' in questo caso queste non possono mancare!!- aggiunsi tirando fuori dal frigo una scatola di birre.
-Ichnusa??- domandò Giorno notando il logo.
-La sola e unica- risposi -Mio fratello ne va matto-
-Tuo fratello ha ottimo gusto- affermò l'ex-biondo.
-C'è anche nel Nebbiolo, direttamente dalle mie terre e della vodka alla pesca- annunciai prendendo le due bottiglie.
-Occhio a non esagerare con l'alcol. Meglio non andare in battaglia con i postumi di una sbornia- ci avvertì Levi.
-Tranquillo. Saremo moderati- dissi.

"Queste mi sanno di ultime parole famose"

Ci sedemmo a tavola e iniziammo a mangiare.
-Direi che un brindisi è d'obbligo- disse poi Giorno al termine della cena.
Ayato servì da bere a tutti e Giorno annunciò:
-Compagni, domani sarà una giornata importante. Quasi 3 settimane fa la YSA ci ha strappato dalle nostre vite e ci hanno portati qui. Hanno tentato di prenderci prigionieri e di toglierci qualunque diritto che noi, in quanto esseri umani, abbiamo fin dalla nascita. Ci siamo ribellati a questa follia. E così come il 14 luglio del 1789 i francesi hanno espugnato la Bastiglia dichiarando a gran voce i loro diritti, così noi, nella stessa data, marceremo verso la YSA e ci prenderemo finalmente la nostra rivincita. Alla buona riuscita del piano-
-Salute- urlammo all'unisono e brindammo.

Seguirono altri brindisi per i motivi più svariati.
L'alcol iniziò a scorrere a fiumi e alla fine eravamo tutti un po' alticci.
Persino Levi, praticamente astemio e molestato da noi affinché bevesse un goccino, aveva alzato il gomito.

Sinceramente non ricordo molto di quella sera. Il mio cervello aveva smesso di registrare quegli avvenimenti. Eccetto uno. Uno me lo ricordavo perfettamente.

Era all'incirca l'una di notte ed ero in camera mia con Josuke, anche lui diversamente sobrio.
Stavamo scherzando tranquillamente, quando a un certo punto realizzai una cosa e mi rattristì.

-Noemi, che hai??- mi domandò lui che, nonostante i fumi dell'alcol, aveva notato il mio cambiamento di umore.
-Niente- gli risposi.
-Stai mentendo- constatò lui -Avanti, dimmelo-
-È solo che… una volta che tornerete nei vostri mondi, io… non vi rivedrò mai più. Tutto questo finirà e... Vorrei che voi stesse qui con me per sempre, ma non voglio chiedervi una cosa del genere e... hic… mi sento un'egoista a pensarci!!- confessai. Le lacrime uscirono senza che io le potessi fermare.
-Ehi, ehi- disse lui asciugandomi le lacrime con il pollice -Anch'io vorrei stare qui con te. È vero: mi manca mia madre, i miei amici, la mia città. Ma... la verità è... che mi mancherai anche tu-
-Allora che possiamo fare??- gli chiesi.
-Non lo so. Ma troveremo un modo- affermò lui anche se era palese che non sapeva neppure lui da che parte girarsi (o forse era solo effetto dell'alcol).
-Promettimelo, Josuke. Promettimi che qualunque cosa accada non ti dimenticherai di me- lo supplicai con gli occhi lucidi.

A quelle parole lui mollò la bottiglia che aveva in mano, mi mise una mano sulla nuca e mi baciò.
Ci misi un attimo a realizzare cosa stesse accadendo, ma poi ricambiai stringendolo a me con possessività.

Poco dopo le nostre labbra si separarono e lui mi sussurrò: -Non dimenticherò mai questo. Te lo giuro. Ti ricorderò per sempre, qualunque cosa accada-

Dopo di che ci furono altri baci, casti e non, finché Josuke non si addormentò sul mio petto. E mentre gli accarezzavo i capelli, sprofondai anche del sonno. Il primo di quella settimana senza incubi.

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Capitolo 28
*** Mi sono perso qualcosa?? ***


JOSUKE POV

Quella mattina anche azioni semplici come quelle di aprire gli occhi e mettere a fuoco l'ambiente circostante mi richiesero uno sforzo sovraumano. Cercai anche di alzare la testa, ma venni subito colpita da una fitta di dolore allucinante. Rinunciai e mi misi le mani sulle tempie pulsanti. Nonostante facessi fatica a pensare capì immediatamente di non trovarmi sul divano-letto del soggiorno, dove di solito dormivo, bensì su un letto in un'altra stanza. Il motivo per cui ero lì, però, mi era del tutto sconosciuto.

Il mio sguardo si posò su una bottiglia di birra lasciata sul pavimento e così ricordai. Ma certo, la festa pre-attacco!! Dovevo aver esagerato con l'alcol, per questo non riuscivo a ricordare bene.

Ahio!! Una nuova fitta mi trapassò il cranio. Maledetti postumi della sbornia!! Quanto sono fastidiosi!!

Alla fine, in qualche modo, riuscì a puntellarmi sui gomiti e ad alzare busto e testa. Fu allora che notai un piccolo dettaglio riguardo la mia posizione: avevo dormito sul letto di Noemi con Noemi. O meglio sopra Noemi. Usando il suo seno come cuscino.

In un altro contesto, probabilmente, non mi sarebbe affatto dispiaciuta quella situazione, ma confuso a causa dell'alcol ebbi una reazione non particolarmente cavalleresca.
Cacciai un urlo poco virile e tentai di scendere dal letto, ma mi sbilanciai e  caddi tirando una craniata sul pavimento (cosa che non aiutò affatto il già presente mal di testa).

Tutto quel trambusto svegliò Noemi che, mettendosi seduta, mi fissò alquanto confusa e stordita.

-Ecco... ciao- farfugliai sentendo il sangue arrivare alle guance -Non ho la più pallida idea di come sia finito qui in camera tua e... niente… meglio che vada-

Così, senza dargli il tempo di parlare, scappai in bagno. Chiusa la porta, poggiai la schiena contro di essa e mi lasciai scivolare a terra mettendomi le mani tra i capelli.

Come ero finito in quella situazione?? Cos'è successo??
Riuscivo a ricordare la cena, il brindisi e la partita a Just Dance (che tra l'altro avevo anche vinto); poi i ricordi diventavano confusi. Li passai a setaccio cercando di ricostruire la serata nella mia testa, ma la mia testa, complice di dolore, non fu d'aiuto.

"Vuoto totale. In questo zuccone non trovo ricordi di cosa è accaduto in quella camera ieri notte"
《Merda. E se fosse accaduto qualcosa di importante?? E se… OH PORCO KIRA!! E se lo avessimo fatto?!! Io non sono pronto a diventare padre!!》
"AO!! Frena un attimo!! Non fasciarti la testa prima di rompertela. Vero che non ricordi più nulla e che l'alcol può mandare a puttane qualunque freno inibitore, ma è anche vero che entrambi avevate tutti i vestiti al proprio posto" 

《Be'. Ha senso. Ma allora che è successo?? 》

Non trovando risposte nella mia mente decisi di cercare all'esterno. Mi diedi una sistemata e andai in soggiorno dove trovai il resto del gruppo.

Luffy stava russando sull'amaca di Sonic in un equilibrio precario.

Caesar e DIO stavano anche loro dormendo sul divano-letto e... abbracciati (non ho la più pallida idea di come sia accaduto e sinceramente NON LO VOGLIO SAPERE).

Levi, invece, stava raccattando la spazzatura lasciata in giro per la casa borbottando qualcosa (probabili imprecazioni) sottovoce.

Sonic e Ayato erano in cucina, uno intento a preparare la colazione (o il pranzo visto che era già mezzogiorno), l'altro una strana bevanda.

Infine Noemi e Giorno erano seduti sul tavolo, la prima con le mani tra i capelli e lo sguardo spento, mentre il secondo con la fronte appoggiata al tavolo e le braccia a ciondoloni.

-Sembra che vi abbia investito un treno- commentai io sedendomi con loro.
-Tu invece c'hai delle occhiaie che pare ti abbiamo pestato- mi rispose Noemi con voce piatta, mentre da Giorno ottenni solo un lamento indecifrabile, segno che quantomeno fosse ancora vivo.

-Tieni. Questo dovrebbe aiutarti- disse Ayato appoggiando un bicchiere con una sostanza non ben specificata di fronte a Giorno che mugolò un -Grazie-

-Che roba è??- chiesi al violaceo.
-Un rimedio per lenire il mal di testa da sbornia- mi rispose -Ne vuoi un po'??-
Accettai di buon grado. Ne avevo proprio bisogno 

-Ecco...- esordì -Qualcuno per caso si ricorda cosa è successo ieri sera??-
Giorno negò buttando giù il contenuto del bicchiere tutto ad un fiato.
Noemi non rispose.
Dall'altro lato della stanza Levi disse solo: -Avete tracannato alcol come se non ci fosse un domani-
-Fin lì c'ero arrivato- gli risposi di rimando.

Fortunatamente Sonic fu un po' più collaborativo.
-Abbiamo cenato, brindato, giocato a quello stupido gioco di ballo…- iniziò a elencare.

"Stupido gioco di ballo solo perchè lo abbiamo stracciato sul finale"

-...Luffy ha svuotato il frigo e si è abbioccato sulla MIA amaca…- continuò lasciando un'occhiataccia al moro ancora nel mondo dei sogni.

"Ordinaria amministrazione"

-...tu e Giorno vi siete sfidati a chi finiva prima una bottiglia di vino…-

-Pessima idea- mugolò Giorno.

-Infatti- concordò il ninja tornando poi a elencare: -...avete quasi sfasciato il controller della Wii giocando a Mario Golf, poi Noemi e Giorno si sono messi a cantare in italiano qualcosa riguardo l'Uomo Ragno e gli anni d'oro...-

-Erano gli 883- precisò Noemi.

-Poi tu e Noemi siete spariti da qualche parte, mentre Giorno, Caesar e DIO si sono messi a ballare la tarantella…-

-Scusa?? Che cosa ho fatto con quell'essere?!?- urlò Ceasar svegliandosi di soprassalto e facendo prendere un infarto a tutti. Subito si premette una mano in testa e abbassandola si accorse di essere avvinghiato proprio al suo nemico.
Fece un verso disgustato e tentò di tirarselo via di dosso, ma l'unico risultato che ottenne fu DIO che lo strinse ancora di più a sé.

-Qualcuno mi aiuti!!- supplicò tentando di liberarsi mentre noi ci strozzavamo dalle risate.

Fortunatamente (per Caesar), Levi ebbe pietà per lui e diede un coppino a DIO, svegliandolo.

-COME OSI…- tuonò lui per poi accorgersi della situazione.
-MA CHE CAZZO STAI FACENDO?!!?- urlò liberando l'altro biondo.
-MA SE HAI FATTO TUTTO TU!!- urlò Caesar di rimando.
-NON É VERO!! PIUTTOSTO CHE FARE UNA ROBA DEL GENERE MI FACCIO MANGIARE I TESTICOLI DAL GATTO!!- ribatte DIO -E VOI CHE C'È DA RIDERE??-

-Niente... Solo che c'è dell'ottimo materiale per una fanfiction yaoi- disse Noemi per poi scoppiare nuovamente a ridere.
-Yaoi??- chiese DIO confuso.
-Storia amorosa ed erotica tra 2 uomini- spiegò brevemente Sonic.

"Come fa a saperlo??"
《Cultura generale… credo》

-Mocciosa, se ci tieni alla tua vita, non osare- la minacciò DIO.
-Tranquillo. Non sono così pervertita-

"Posso avere i miei dubbi??"

-E poi sono sicura che da qualche parte esistano già delle fanfiction yaoi CeasarXDIO- concluse sorridendo maliziosa.

-Ma se siamo vissuti in epoche diverse?!- protestò Caesar -E anche se fossi contemporanei io amo le ragazze e soprattutto ODIO lui- 

Noemi rise malvagia. 

-Oh, mio caro Caesar. Ti svelo un segreto. Alle fan non interessa nulla. E poi le storie "enemy to lovers" sono particolarmente apprezzate-

"Se quello che dice è vero, allora tu e Rohan..." 

《NO. Per amor divino NO》

Vidi nelle facce anche degli altri miei compagni lo stesso terrore e sbigottimento. Fortunatamente quel discorso surreale venne interrotto dalla caduta di Luffy dall'amaca e la sua seguente pretesa di cibo.

Quello purtroppo fu l'unico momento di spensieratezza dell'intera giornata che, infatti, trascorse tra grandi ripassi del piano (che ormai lo conosceva a memoria persino Luffy), continui inventari delle armi e grandi pulizie.

Alle 20 ci fu la nostra ultima cena a casa Valpiana. Per l'occasione avevamo ordinato la pizza dai tipi di Caserta. Era strano pensare a quante cose fossero successe dall'ultima volta che l'avevamo mangiata. La serata horror. Il gattino Totoro. Il rapimento. L'arrivo di Levi, Ayato, Sonic e DIO. Il blackout. La vecchietta. La diga. La grande fuga. Lo spiegone. Gli allenamenti. La festa (quel poco che mi ricordavo). Così tante cose… e adesso tutto stava per finire.

Finita la cena, ci fu un giro nella casa per controllare che fosse tutto in ordine, ma ebbi come l'impressione che fosse solo solo un pretesto per salutare definitivamente il nostro rifugio. Dopo di che prendemmo gli zaini con tutto il materiale e chiudemmo la porta alle nostre spalle.

Mentre ci dirigevamo verso il bosco (saremmo andati alla YSA a piedi. Non potevano dare nell'occhio e il presentarsi al parcheggio della YSA con un'auto rubata, tra l'altro appartenente all'unico dipendete scomparso, non era una grande idea), salutammo con cenno di mano la signora Mayu e Totoro dalla finestra di casa sua sulla quale aveva appeso degli omamori (portafortuna tipici del Giappone) per noi. 

Durante il tragitto io e Noemi ci ritrovammo fianco a fianco e io colsi la palla al balzo per scusarmi (dopotutto quella poteva essere la mia ultima occasione).

-Senti, Noemi. Riguardo a stamattina mi dispiace molto di essermene andato via così. Non riuscivo a capire nulla e mi sono spaventato…-

-Non ti preoccupare. Lo capisco- disse Noemi -Credo che al posto tuo non avrei fatto diversamente. E poi non è successo nulla di grave-

-Tu ti ricordi qualcosa di ieri sera??- aggiunsi.

-Purtroppo dopo la cena, ho un vuoto- rispose, ma ebbi come la sensazione che non stesse dicendo tutta la verità. Non indagai oltre; non era decisamente il momento.

Arrivammo al limitare del bosco dove si vedeva bene la sede della YSA. Quando ero arrivato qui la prima volta non ci avevo fatto caso, ma accidenti se era enorme. 

Mi chiesi se saremmo riusciti davvero nel nostro intento. Eravamo 6 contro 100, circa 1 a 20. Avremo guadagnato abbastanza tempo per Sonic, Noemi e Giorno??

Mentre Noemi aspettava le ultime direttive da Naomi, noi finimmo di prepararci. Ci rimettemmo i nostri vestiti originali (quelli che avevamo la prima volta che siamo arrivati) così da farci riconoscere più facilmente e quindi costringere i nostri avversari a non sparare, visto che eravamo "cavie" importanti.

Per sicurezza indossammo tutti il giubbotto anti-proiettile e prendemmo le nostre armi (nel mio caso un manganello e una pistola con proiettili di gomma).

-Naomi è pronta- annunciò Noemi -Sono le 21.58. Alle 22 in punto i sistemi di sicurezza saranno disattivati. Ogni gruppo sa cosa fare. L'appuntamento è alla sala macchine centrale. Cercate di non morire. Se la missione dovesse fallire, be'… è stato un onore e un immenso piacere avervi come ospiti-

-Non falliremo!!- affermò risoluto Luffy -Arriveremo in quella stanza, costi quel che costi!!-

Detto ciò allungò il braccio davanti a sé con la mano aperta. Subito Noemi lo imitò poggiando la mano del ragazzo. Pian piano lo imitammo tutti.

-Che l'operazione "Famo er culo alla YSA" abbi inizio- annunciò Noemi e in contemporanea alzammo il braccio al cielo.

Poco dopo suonarono le 22: le luci della sede si spensero e noi partimmo alla carica.

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Capitolo 29
*** Pronti per il nuovo Mission Impossible ***


LEVI POV

Entrare all'interno dell'edificio si rivelò molto più facile del previsto. La porta automatica che conduceva alla reception si aprì come nulla, complice l'ottimo lavoro fatto da Naomi. All'interno trovammo solo una persona di guardia alla porta blindata che, stando alla piantina della struttura, conduceva all'area riservata. L'uomo non ebbe nemmeno il tempo di aprire bocca che la freddai con un colpo di pistola sulla croce degli occhi. Di norma non mi esalta l'idea di uccidere un altro essere umano, ma in una situazione del genere non era il caso di fare gli schizzinosi.

Liberata la strada aprimmo anche la porta blindata ed entrammo nell'area riservata. Iniziammo quindi a districarci in quel dedalo di corridoi cercando di raggiungere il laboratorio centrale e al contempo di eliminare quante più guardie possibili le quali, man mano ci addentravamo nel cuore dell'edificio, ci venivano incontro per fermarci (scoprimmo poi dopo che riuscivano a comunicare tra loro e quindi a segnalare la nostra posizione attraverso un'apparecchiatura chiamata walkie-talkie).

Ma non importava quanti erano e quanto erano grossi; noi riuscivamo a sconfiggerli, complice anche la struttura dei corridoi lunga e stretta e l'assenza di luci. Constatai che gli allenamenti di quella settimana avevano dato i loto frutti.

DIO Brando era inarrestabile. Potevano colpirlo anche mille volte; lui rispondeva sempre e con gli interessi. Inoltre non si faceva alcun problema a versare sangue quando era necessario (e anche quando non lo era).

Anche Ayato e Ceasar, nonostante quest'ultimo avesse ancora la mano ferita, non erano da meno.

Persino Josuke, che tutto sommato era un ragazzo abbastanza tranquillo, aveva tirato fuori tutta la sua furia e menava pugni e manganellate a destra e a manca, come se non ci fosse un domani.

Ma il migliore tra tutti noi (che ci crediate o meno) era Luffy che, sempre in prima linea con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia, stendeva uomini come se fosse la cosa più naturale del mondo.

In effetti, durante l'allenamento, ci aveva rivelato di essere stato più di una volta in una situazione simile, perciò ormai ci aveva fatto il callo.

La cosa che mi sorprese di più era il fatto che in quel momento lui non era nemmeno al 100% della sua potenza massima.

-Chissà cosa potrebbe fare con i suoi poteri. Scommetto che da solo potrebbe sconfiggere almeno una decina di giganti senza farsi nemmeno un graffio- pensai tra me e me.

-Però!! Sembra che promettergli carne a volontà in caso di vittoria sia stato un ottimo incentivo!!- affermò Ayato al mio fianco riferendosi al moccioso -A saperlo prima, potevamo spedire solo lui qui e avremmo vinto comunque!!-

-Non cantare vittoria troppo presto!!- lo ammonì -Abbiamo messo al tappeto appena una trentina di uomini-

Ci fermammo a un bivio.
-Io e Ayato andiamo a sinistra, voi proseguite dritti e NON ABBASSATE LA GUARDIA!!- ordinai.
-Vuoi andare a liberare i prigionieri??- mi chiese Caesar.
-Più siamo, meglio è- affermai per poi iniziare a verso le celle con Ayato alle calcagna.
In un attimo le raggiungemmo. Trovammo un'altra guardia di fronte alla porta. 

-Ehi voi!!- provò a dire, ma con uno scatto le fui addosso e la colpì alla nuca. Anche se stordita, tentò di colpirmi a sua volta, ma con un ulteriore colpo la feci crollare a terra.
Ayato le sfilò le chiavi dalla cinta e aprì.

-Ehi, Mark. Che sta succedendo?? Sembra che ci sia il pandemonio là fuori- chiese una voce maschile proveniente dall'angolo più buio della stanza.

Nonostante l'oscurità riuscì comunque a distinguere una figura umana poco più alta di Luffy dietro alle sbarre. L'individuo, non ricevendo risposta, tentò di avvicinarsi di più a esse, ma si arresto poco dopo.

-Voi due chi siete??- domandò mettendosi sulla difensiva.
-Sono Ayato Kirishima, mentre lui è Levi. Non vogliamo farti del male. Anzi, siamo venuti fin qui per salvarti- rispose prontamente Ayato.
-Ayato Kirishima?? Levi?? Questi nomi mi suonano familiari- affermò lui.
-Anche noi veniamo dal multiverso, proprio come te- disse il violaceo avvicinandosi -Alcune settimane fa la YSA ci ha portato qui e ha tentato di imprigionarci, ma siamo riusciti a fuggire. Ora siamo tornati qui per conquistare l'edificio, così da poter far ritornare a casa tutti. Te compreso-
-Quindi quei rumori… eravate voi-
-Esattamente- disse Ayato -Ecco qua. Sei libero- aggiunse riuscendo finalmente a trovare la chiave della cella e ad aprire la serratura.

L'uomo, un po' esitante, uscì e a tentoni iniziò a cercare qualcosa.
-Che stai facendo??- chiesi.
Ci fu uno scatto e poi da una scatoletta di metallo uscì una fiammella che illuminò un poco la stanza.

Finalmente riuscì a vedere l'uomo che avevamo appena liberato. Era alto, abbastanza muscoloso con gli occhi grandi e grigi, i capelli biondi e un accento di barba del medesimo colore. Indosso portava una tuta molto aderente nera con strisce grigie.
Accanto a lui, appoggiati su una scrivania, c'erano un pacchetto bianco con all'interno delle sigarette, due bracciali rossi contenenti dei metri di metallo e infine una maschera grigia con gli occhi bianchi.

-Tu sei Jin Bubaigawara detto anche Twice, dico bene??- gli chiesi ricordandomi la descrizione che aveva fatto Noemi in suo merito. Lui annuì e si accese una sigaretta.
-Oltre a te ci dovrebbero essere altri due prigionieri. Una testuggine di terra e un vecchio scienziato chiamato Kuseno. Ne sai qualcosa??- gli chiesi nuovamente.
-La tartaruga è lì- disse soffiando fuori il fumo dalla bocca e illuminando una teca di vetro. Ayato si avvicinò e aprendola tirò fuori la bestiolina che, proprio come aveva descritto Noemi, aveva una chiave dorata incastrata nel carapace.

-Il dottore invece l'hanno spostato in una cella al piano sotterraneo. Da quello che so, sta collaborando con gli scienziati- aggiunse Twice.
-È passato dalla loro parte??- chiesi io.
-Affatto- disse subito lui -Il suo intento è quello di sfruttare questa collaborazione per fuggire-
-Come fai a esserne sicuro??-
-Perchè ha tentato di coinvolgere anche me- ci rivelò -Ora che ci penso, è meglio se vi rivelo una cosa importantissima che mi ha detto-
Io e Ayato prestammo orecchio incuriositi.
-Dovete sapere che prima di andarsene, il dottore mi ha parlato di una sua scoperta riguardante un certo cristallo che quelli della YSA stanno studiando- raccontò lui -È una cosa che non ha detto a nessuno degli scienziati e che potrebbe ribaltare le sorti della battaglia a nostro favore-
-Ovvero??- chiesi impaziente.

Prima che potesse rispondere, sentì qualcosa colpirmi la schiena (fortunatamente protetta dal giubbotto). In automatico mi voltai, presi la pistola e sparai colpendo l'uomo che mi aveva colpito a sua volta. Il proiettile lo prese dritto in mezzo agli occhi e lo uccise seduta stante.
Non potetti nemmeno tirare un sospiro di sollievo che sentì dei passi avvicinarsi.

-Merda!!- imprecai -Dobbiamo scappare!!-

In un attimo ci precipitammo fuori nel corridoi e iniziammo a correre, ma non andammo molto lontano. Qualcosa mi colpì nuovamente, stavolta sulla gamba (non protetta dal tessuto anti-proiettile). La sentì irrigidirsi e così persi l'equilibrio e caddi sul pavimento. Cercai di alzarmi, ma uno strano torpore si impossessò del mio corpo, facendomi perdere le forze.

Riuscì a malapena a gettare un'occhiata all'indietro. Nonostante pure la vista mi stesse abbandonando, riuscì a vedere, conficcata nella mia coscia, un dardo decorato da alcune piumette rosse e poi tre guardie. Una stava cercando di soccorrere invano l'uomo che avevo ucciso, mentre le altre due correvano verso di noi con in mano dei fucili.

Una sparò e colpì la gamba di Twice con lo stesso tipo di proiettile che avevano tirato a me.
L'uomo perse l'equilibrio e cadde contro Ayato. Prima di cadere a terra riuscì a sussurrare qualcosa all'orecchio del moro (o per lo meno così mi parve). Ayato granò gli occhi e cercò poi di scappare, ma una delle guardie lo placcò e lo fece cadere a terra.

Avrei tanto voluto imprecare e maledirmi per la mia stupidità nell'aver abbassato la guardia in un momento del genere, ma ormai avevo la mente talmente annebbiata che non riuscivo più nemmeno a fare quello.

-Potevi tranquillamente sparargli invece che placcarlo, Tom-

Fu l'ultima cosa che riuscì a udire prima di arrendermi al torpore e precipitare nel sonno.

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Capitolo 30
*** Proprio come nei film d'azione?? Ma col cavolo!! ***


NOEMI POV

-Etciù!!- starnutì.
-Salute- sussurrò Giorno dietro di me.
-Grazie- sussurrai di rimando -Cavoli. Qui dentro sembra di essere al Polo Nord-
-È un condotto dell'aria. Cosa ti aspettavi??- mi fece notare Sonic davanti a me.

Era ormai da 15 minuti che percorrevamo i condotti dell'aria della YSA.
Trovare l'apertura al di fuori della struttura non era stato affatto difficile. Raggiungerla e arrampicarsi dentro... Per Sonic era stato facile; per me e Giorno, che non eravamo né ninja né lucertole, no. Perciò il ninja, sbuffando, era stato costretto a imbragarci con la sua sciarpa e tirarci su a mo' di cestino. In seguito si era messo in testa al gruppo e armato di torcia e cartina aveva iniziato a strisciare lungo i tunnel con noi al seguito.

Da bambina sognavo di vivere un'avventura del genere. Diventare un agente segreto; percorrere cunicoli stretti per intrufolarsi in palazzi; rubare un'arma o un tesoro al classico villan seduto su una poltrona nera in compagnia di un gatto bianco. Da come lo narravano i film sembrava tutto così fantastico e avventuroso.

Peccato che nella realtà faceva proprio schifo. Tralasciando l'ansia che avevo già di mio per la missione, quei tubi erano degli incubi viventi. Bui, gelidi, pieni di spifferi e claustrofobici (considerando poi che ero pure schiacciata tra Sonic e Giorno). Avrei mille volte preferito essere trascinata nelle viscere dell'inferno da Samara in persona che stare lì.

A un certo punto il mio cervello non resse più. Mi bloccai inpanicata e iniziai ad ansimare alla ricerca di aria e con il cuore a mille. Sentì come se quel tunnel si stesse stringendo intorno a me, cercando di soffocarmi e schiacciarmi tra le sue pareti metalliche.

-Noemi?? Stai bene??- chiese Giorno vedendo (o meglio capendo; non si vedeva niente lì sotto) che mi ero fermata.
Sonic, che intanto era andato avanti, imprecò e tornò indietro. 
-Noemi, non possiamo perdere tempo. Cerca di procedere. Prima ci muoviamo, prima usciamo di qui- disse.

Tentai di eseguire i suoi ordini, ma il mio corpo non reagiva. Sembrava congelato. Non riuscivo né a procedere né a indietreggiare. Iniziai a temere che sarei rimasta bloccata lì per sempre. E questo non fece altro che aumentare la mia ansia.

-Noemi, ascoltami- mi chiamò Giorno con voce ferma, ma al contempo dolce -Chiudi gli occhi e respira profondamente. Inspira ed espira. Lentamente-

Provai a farlo. Iniziai a catturare piccole manciate d'aria con la bocca e poi a buttarle fuori. Continuai così per un po'. Mi concentrai solo su quello, cercando di ignorare tutto il resto. Pian piano il mio cuore rallentò il battito, tornando a pompare il sangue normalmente e l'ansia si diminuì.

Notando che mi ero calmata, Giorno ordinò:
-Ora, metti una mano davanti all'altra e striscia in avanti. Lentamente-
Senza interrompere la respirazione, eseguì e riuscì finalmente a muovermi seguendo la voce di Giorno e le indicazioni di Sonic.

-Fermi!- ordinò il ninja -Da qui si scende al piano interrato-
Io riaprì gli occhi e notai, grazie alla poca luce della pila, che il condotto scendeva giù in verticale per un bel po' di metri. Nemmeno illuminandolo si riusciva a vedere il fondo.

-Noemi. Ti devo calare giù- disse poi il ninja.
-Cosa??-
-Ti devo cal... -
-Sì, l'ho capito, ma non so se ce la farò-
-Non ti devi preoccupare. Devi solo tenerti e avvisarmi quando tocchi il fondo. Puoi farcela- cercò di rassicurarmi lui.
Anche se non del tutto convinta, acconsentì e dopo avermi imbragata e consegnato la torcia, mi calò giù.

Per tutto il tragitto mi concentrai sempre sul respiro, cercando di non cadere nel panico, stringendo con la mano destra la sciarpa/corda e con la sinistra la torcia.

Dopo (per fortuna) poco tempo i miei piedi toccarono il pavimento del tunnel.
-Sono arrivata- dissi slegandomi.
-Allontanati un po' dalla corda- mi gridò da su Sonic.
Io eseguì e mi inoltrai del tunnel.
Poco dopo sentì un piccolo tonfo alle mie spalle e capì che qualcun altro si era calato giù.
Illuminando indietro, vidi che era Giorno.
In un attimo ci raggiunse pure Sonic che, con delle manovre di contorsionismo incredibile (pareva più un gatto che un essere umano), si portò davanti a me e riprendendosi mappa e torcia proseguì.

Continuando così per un po' finché non sentimmo una voce.
-Ma cosa??- chiese sorpresa essa.
Sonic si arrestò di colpo imprecando sottovoce.
-Che succede??- sussurrai.
Lui si accostò alla parete del tunnel e indicò con la torcia un punto in cui il rivestimento di metallo del condotto era stato sostituito da una grata di metallo.

Impallidì capendo il pericolo. Qualcuno aveva visto la luce della torcia dalla grata!!

Il ninja, mettendosi la pila in bocca, estrasse un kunai e iniziò ad avvicinarsi alla grata.
-Cosa vuoi fare??- gli chiesi.
Senza rispondermi, lui allentò le viti della grata, poi rapidamente la tolse e si calò del varco.

Sentì un tonfo come qualcosa (o qualcuno) che sbatte contro la parete, un gemito e infine la voce sorpresa di Sonic che disse: -Dottore??-.
Prima che potessi raggiungere la grata per capire cosa stesse succedendo, sentì una porta aprirsi, qualcuno dire: -Ehi!!-, qualcosa fendere l'aria e conficcarsi in qualcos'altro e infine un tonfo come di una persona che cadeva a terra a peso morto.

Incuriosita mi affacciai alla grata e guardai giù.

Vidi una stanzetta con stipata dentro una brandina, uno scrittoio e una libreria piena zeppa di fascicoli. Sonic, con la torcia in bocca (che illuminava il tutto) e in mano la grata, teneva un piede sul petto di un signore anziano e minuto con una strana capigliatura a fungo e indosso una camice bianco. Poco più in là c'era una guardia di sicurezza a terra con conficcato nel collo un kunai.

Ricostruire la dinamica fu facile: Sonic era atterrato sul pavimento e aveva inchiodato con il piede il vecchio alla parete per non farselo scappare. Solo dopo l'aveva riconosciuto. Intanto una guardia, allarmata dal casino, aveva aperto la porta per controllare e aveva sorpreso il ninja che prontamente l'aveva colpito con il kunai facendolo cadere a terra.

-Lei è il dottor Kuseno??- chiesi poi al vecchio per conferma.
Lui guardò su e annuì. Sonic quindi ritirò il piede e andò a riprendersi il kunai.

Intanto io portai in avanti il busto per far arrivare le gambe al varco e mi calai sotto.
Nella mia testa volevo atterrare in modo figo stile Vedova Nera. Peccato che non ero Scarlett Johansson perciò quando toccai terra persi l'equilibrio e caddi all'indietro sbattendo il mio povero sedere a terra. Giorno mi imitò e a differenza mia fece un atterraggio come si deve.

《Perché devo essere l'unica d'avere l'agilità di un tricheco?!》
"Forse perché non fai ginnastica dal 2000 A.C?!"

-Immagino che tu sia Sonic Il supersonico. Ho sentito parlare di te ai notiziari nel mio mondo e ho saputo dagli scienziati di questa struttura che tu e altri eravate latitanti- affermò il dottore -Suppongo che anche voi due siete suoi compagni di fuga- aggiunse rivolgendosi a me e Giorno.
-Lui sì- dissi indicando l'ex-biondo -io sono di questo mondo, ma ho deciso di aiutarli. Mi chiamo Noemi Valpiana-
Lui sgranò gli occhi.
-Valpiana?? C'era un ragazzo che lavorava qui con quel nome- disse.
-È mio fratello- dissi -Mi è stato riferito che… è attualmente disperso nel multiverso-
-Ti sei alleata con loro per salvarlo??-
-Anche-
-Capisco-

Lo scienziato si rivolse a Sonic.
-Immagino vogliate andare ai laboratori centrali-
-Esatto. L'idea è di rubare tutti i file con i dati in modo da poter tenere sotto ricatto la YSA. Gli altri stanno tenendo occupate le guardie per farci guadagnare tempo- rispose prontamente lui.
-100 uomini contro poco più di 5 persone?? Pura follia- commentò lui.
-Non c'era altra scelta. Non potevamo stare nascosti per sempre- ribatte lui -A questo proposito dobbiamo andare. Non possiamo perdere quel poco vantaggio che abbiamo-

Il ninja fece per avvicinarsi al varco, ma le parole del dottore lo fermarono.
-Credo di conoscere qualcosa che potrebbe portarvi alla vittoria-
Tutti noi scattammo sull'attenti.
-Di che si tratta??- chiesi impaziente.
-In queste settimane ho collaborato spesso con gli scienziati della YSA e ho avuto modo di fare ricerche e sperimentare con i cristalli di Apeiron. Voi sapete cosa sono, vero??-
Noi annuimmo all'unisono e lui continuò.
-Bene. Durante uno di questi esperimenti ho toccato accidentalmente un cristallo a mani nude. Appena la mia pelle è entrata in contatto con esso, lentamente si era trasformata-
-Trasformata??- esclamammo all'unisono.
-Sì. Tutta la mia mano e il mio braccio erano ritornati a essere in 2D. Stavo ritornando lentamente alla mia forma originale, all'aspetto che avevo nel mio mondo-
-L'aspetto che... Forma originale... Questo significa che...- borbottai riflettendo finché non ebbi l'illuminazione -Dottore, se tutto questo è vero, allora... i poteri...-
-Vedo che hai intuito. Brava- disse lui -Il cristallo potrebbe ridarvi i poteri-

La rivelazione ci scioccò molto, ma nemmeno il tempo di realizzarla a pieno che sentimmo dei passi avvicinarsi a noi.
-Controllate la cella del dottore. Potrebbero aver cercato di liberare anche lui- sentimmo dire.

-Merda. Dobbiamo tagliare la corda- ordinò Sonic rinfilandosi nel condotto.
Allungò poi le braccia per aiutarmi a salire e con un po' di fatica rientrai nel tunnel.
-Giorno. Dottore. Presto!!- dissi.
-Non c'è tempo!!- disse l'ex-biondo tirando fuori la pistola -Voi andate. Io li tengo occupati-
-Giorno. No- lo chiamai, ma lui non mi diede ascolto.
Raggiunse la porta, l'aprì e uscì chiudendosela velocemente alle spalle.
-Fatevi sotto, bastardi!!- lo sentì urlare. Sentì poi degli spari, tonfi sul pavimento e varie imprecazioni.

-Dottore- chiamai disperata il vecchio allungandogli la mano.
-Se entrano nella stanza e non mi vedono, capiranno subito che sono fuggito dalle tubature. E se vi trovano, allora sarà game over per tutti noi. Devo restare qui per il bene vostro e mio- affermai lui.
-Ma...- pigolai affranta.

Non volevo lasciarlo lì. Già avevo l'anima a pezzi per aver lasciato andare Giorno; non potevo né volevo lasciare indietro qualcun altro.

-Andate. Per il bene del piano- affermò lui risoluto.
-Noemi. Vai!!- gli fece eco Sonic.

Con le lacrime agli occhi iniziai a gattonare lungo il tunnel allontanandomi sempre di più dalla cella, da Giorno e dal dottore.

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Capitolo 31
*** Fortuna, perchè c'hai abbandonato?? ***


NOEMI POV

Dopo una decina di metri a gattonare nel condotto incontrai un bivio e mi fermai.
In un attimo Sonic mi raggiunse (era rimasto indietro per chiudere la grata).

-Dobbiamo andare a sinistra- annunciò -I laboratori sono vicini...-
-Perché va sempre tutto storto??- lo interruppi.
-Noemi??- chiese perplesso.
-Non era questo il piano- continuai mentre le lacrime iniziarono a rigarmi le guance -Dovevamo arrivare tutti insieme lì. Perché non è andata così?? Perché li abbiamo abbandonati??-

Mi scappò un singhiozzo e appoggiai la fronte sul fondo del tunnel e strinsi le braccia intorno alla testa, continuando a piangere.

-Prima il computer, poi questo!! Perché ogni piano che facciamo deve andare in malora?! Perché?? PERCHÈ?!- dissi tra i singhiozzi.

-Perché così va il mondo- affermò seccato Sonic -Puoi fare piani su piani, ma ci sarà sempre quel imprevisto che manda in vacca tutto. È frustante, lo so. Ma non ci possiamo fare niente-
Mi diede una pacca sul polpaccio.
-Ma questa non è una scusa per abbandonare tutto. Non abbatterti ora, Noemi. Abbiamo ancora una missione da compiere. E se non riusciamo, allora il sacrificio di Giorno, del Dottore e di tutti sarà stato invano-

Le sue parole, per quanto poco carine e coccolose, mi diedero un po' di forza. Aveva ragione. Non potevamo fermarci ora. I nostri compagni ci stavano facendo guadagnare tempo per completare la missione. Dovevamo proseguire a ogni costo.

Mi asciugai le lacrime e ricominciammo a strisciare lungo i cunicoli.

Giungemmo infine a un'altra grata di metallo alla quale mi affacciai.
Eravamo nell'angolo di una stanza e un enorme macchinario ci impediva la visuale.
Due metri più in basso rispetto alla grata c'era un piattaforma di metallo lunga e stretta che sembrava percorrere l'interezza della stanza dall'alto.

Con il kunai che avevo dietro aprì la grata e scesi sulla piattaforma facendo il meno rumore possibile. Sonic mi imitò e con cautela si sporse sul lato del macchinario per osservare la situazione.

-È peggio di quanto pensassi- sussurrò facendo cenno di avvicinarmi.
Io mi accostai e quello che vidi mi fece raggelare.

Lì, al centro della stanza, accasciati sul pavimento e circondati da una decina di guardie, c'erano Luffy, Ceasar, Josuke e DIO!! E non solo!! C'erano anche due tecnici che stavano smanettando su dei PC e non ci voleva un genio per capire che stavano tentando di ripristinare i sistemi di sicurezza.

-Quanto tempo ci vorrà??- chiese un uomo sulla cinquantina in mezzo a loro (Akira Yoshibata, dedussi poi).
-Naomi ha fatto proprio un ottimo lavoro. Ci vorranno almeno 5 ore per riabilitarli. Solo 2 se sua figlia ci desse un aiuto, ma dubito che voglia collaborare- gli rispose uno dei tecnici rivolgendo lo sguardo a Naomi, in piedi con le braccia bloccate dietro la schiena da una guardia.

Nonostante la distanza che ci separava non fu difficile notare quanto la scienziata fosse livida di rabbia. Non rispose al tecnico, ma gli lanciò un'occhiata di puro acido che lo fece rabbrividire e tornare subito al proprio lavoro.

Akira Yoshibata sospirò.
-Ah. Mia cara figliola. Vedo che l'enorme affetto che provi nei confronti di Riccardo Valpiana ti ha reso un'ingrata. Io e tua madre ti abbiamo dato tutto. Ti abbiamo sempre sostenuta e aiutata. E tu come ci ringrazi?? Complotti contro di no…-
-Smettila!!- lo interruppe lei urlando -Smettila di mettere mia madre sempre in mezzo!! Lei non avrebbe mai messo in secondo piano una vita umana per il suo sogno!! Lei non avrebbe mai permesso questo!!-
-Che ne sai tu di cosa avrebbe fatto o meno lei?!!?-
-Potrei farti la stessa domanda-
-Io l'ho conosciuta meglio di chiunque altro!! Lei non avrebbe mai rinunciato al suo sogno di fronte ai piagnistei di una stupida ragazzina che l'ha anche condannata a morte!!- affermò lui.

La stanza piombò nel silenzio assoluto. Persino i tecnici avevano smesso di lavorare sconvolti da quello che avevano appena sentito.

Quelle parole mi fecero diventare il sangue acqua.
Piagnistei di una stupida ragazzina?! Ma come si era permesso?! E soprattutto con quale faccia ha osato dirgli che era la causa della morte della propria madre?? Sentì le mani prudermi e la forte tentazione di andare lì e dargli tanti di quei ceffoni da spedirlo all'altro mondo, ma Sonic mi arpionò le spalle.

Naomi invece si era bloccata visibilmente sconvolta.
-Quindi è questo quello che pensi?!- disse -Davvero credi che il rispetto verso la vita umana sia solo un piagnisteo?? Eppure tu e la mamma mi avete insegnato ben altro. E a proposito di lei, credi che io sia stata felice della sua morte?! Credi davvero che con senno di poi, l'avrei fatta salire in macchina quel giorno per quella stupida cerimonia di laurea?! O forse credi che abbia pagato io quel camion per investirla?! -

La sua voce iniziò a tremare a causa dei singhiozzi e delle lacrime che uscivano copiose da i suoi occhi.

-Credevo che con il tempo le cose sarebbero tornate, non dico come prima, ma quasi. Che avessi ancora il padre amorevole che mi aveva cresciuta. Chi sei tu?? Dov'è finito mio padre?!? Dov'è andato l'uomo che mi ha cresciuta?? Dimmelo- riuscì a dire prima che la sua voce si spezzasse in un pianto incontrollato.

-Allora?? Non vi pago per non fare niente. Continuate a lavorare- disse il signor Yoshibata ai tecnici con un menefreghismo verso Naomi che mi fece incazzare ancora di più.

L'ingresso di quattro guardie interruppe quel momento umanamente insopportabile.
La prima portava sulle proprie spalle, a mo' di sacco di patate, Levi.
La seconda, allo stesso modo, aveva un uomo con una tuta grigio-nero che intuì essere Twice.
La terza che la riconobbi come Tom Hawkin (cosa che mi spezzò il cuore) aveva in spalla Ayato e in mano una tartaruga.
Infine la quarta aveva in spalla Giorno e teneva per un braccio il dottor Kuseno.

Tutti i prigionieri (eccezion fatta per la tartaruga e il dottore) avevano sulle gambe o le braccia una piccola freccina colorata che dedussi essere un dardo tranquillante visto come stavano ronfando tutti.

-Capo- annunciò la prima guardia -abbiamo catturato e sedato questi tre intrusi. Hanno tentato di far evadere gli altri prigionieri-
-Quante perdite??- chiese il signor Yoshibata.
-Un morto e un ferito- annunciò la guardia.
-3 morti e 2 feriti- disse invece la guardia che teneva Giorno.
-Quindi attualmente abbiamo 51 guardie fuori uso su 100 di cui 24 morte. Un lavoro impressionante considerando che erano solo in 8- commentò lo scienziato.
-No, non ho sbagliato i conti, signor Wallace- aggiunse notando la guardia perplessa -Insieme a loro c'è quasi sicuramente anche l'ultimo evaso, Sonic Il supersonico. Setacciate la struttura. Dovete trovarlo…-

-Noemi. Ho un'idea- mi sussurrò Sonic all'orecchio -Vedi il bancone dall'altra parte della stanza??-
Rivolsi lo sguardo lì e notai che, appoggiati sopra di esso, in due file parallele, stavano dei cristalli (o frammenti) che cambiavano ogni secondo colore.
-I cristalli di Apeiron- sussurrai.
-Esatto. Dobbiamo arrivare laggiù senza farci vedere e prenderne uno…- iniziò a spiegarmi lui.
-... così tu recuperi i poteri e fai a sashimi le guardie e quel bastardo- conclusi io.
-Era così prevedibile come piano??- chiese lui.
-Già. È anche rischioso, ma a 'sto punto è l'unica alternativa che abbiamo- dissi.

Così mentre il signor Yoshibata parlava con le guardie, strisciammo lungo la piattaforma per raggiungere il bancone. La distanza pareva infinita. Avevo il cuore a mille e temevo a ogni minimo rumore di venire scoperta.  Pregavo tutti gli dei possibili e immaginabili che ciò non accadesse. Ma a quanto pare ce l'avevano ancora con me per tutti gli insulti che gli avevo lanciato quando il PC si era spento a causa del blackout.

Infatti il signor Wallace ci vide e urlò: -Ehi. C'è qualcuno lassù-
In risposta Sonic saltò giù dalla piattaforma e a mezz'aria iniziò a lanciare shuriken e kunai a raffica. Alcuni andarono a vuoto, altri invece ferirono delle guardie tra cui il signor Wallace che cadde a terra con uno shuriken conficcato in gola.
-È Sonic. Fermatelo- ordinò il signor Yoshibata alle guardie. Esse lasciarono perdere i prigionieri e si gettarono su Sonic, ma lui le respingeva con le katane cercando nel mentre di spostarsi verso il bancone per recuperare i cristalli.

《Però. Non avrà più la super velocità, ma se la sta cavando egregiamente》

"È comunque un ninja. Ma dubito che resisterà per sempre, quindi forse è il caso di, che so, DARGLI UNA MANO TIRARGLI UN CRISTALLO AL POSTO CHE STARLO A GUARDARE!!"

Riprendendo la concentrazione, mi fiondai giù per le scale (se saltavo giù come aveva fatto Sonic mi rompevo tutte le ossa in corpo) e mi precipitai verso i cristalli. Ma solo dopo essermi voltata per tirarglieli al ninja mi accorsi di un dettaglio: Sonic era accasciato sul pavimento con un dardo narcotico conficcato nella chiappa.

Dinanzi a lui c'era il signor Yoshibata con in mano un fucile (a quanto pare è pure un cecchino oltre che uno scienziato pazzo).
-E lo abbiamo preso- annunciò.
Poi si accorse di me e con una voce da far gelare il sangue commentò: -Vedo che non era solo-
E così cercò di avvicinarsi a me.

《Merda. Che cazzo faccio adesso??》
"Che ne so io. Improvvisa. Lanciagli contro qualcosa"

In preda al panico gli lanciai contro i cristalli che avevo in mano. Purtroppo sbagliai mira (come al mio solito) e tutti i pezzi caddero a terra, sparpagliandosi sul pavimento.

"Va be'. C'hai provato. È stato bello conoscerti Noemi"

Il signor Yoshibata, ormai a un palmo da me, mi chiese con tono canzonatorio:
-Giusto per curiosità. Dopo avermi colpito che cosa progettavi di fare??-

Capì che era finita. Il piano era andato in malora e i miei compagni erano stati catturati. E io, anche volendo, non sarei mai riuscita a sconfiggere tutti quegli uomini.

Eppure non volevo arrendermi. Anche se era finita, io non volevo cedere. Avevo fatto una promessa ai ragazzi e a me stessa e il cappello di paglia di Luffy (che portavo ancora appeso al collo dietro la schiena) era il simbolo di quel giuramento. Li avrei riportati tutti a casa e avrei ritrovato mio fratello a qualunque costo.

Quindi senza esitazione tirai un ceffone al signor Yoshibata il quale per la sorpresa si allontanò da me barcollando.
-Che progetto di fare?? Che domande- dissi risoluta -Aiutare i miei amici a tornare a casa e salvare mio fratello. Sono queste le mie intenzioni e non permetterò a nessuno di fermarmi. Nemmeno a uno stronzo, vigliacco e narcisista come te-
-Ben detto ragazza- disse una voce familiare.

Alquanto sorpresa puntai lo sguardo verso la fonte del suono e granai gli occhi.
-Ma cosa??- disse il signor Yoshibata sorpreso quanto me. Persino le guardie erano scioccate.

Lì, in piedi, di fronte a noi, stava Ayato Kirishima. Ma non era lo stesso di qualche ora prima.

La sua figura era alterata, come se gli mancasse la profondità e i suoi lineamenti sembravano come disegnati. Anche il colore della sua pelle, dei capelli e dei vestiti era diverso, più brillante. Ma la vera differenza stava nei suoi occhi. Se prima erano normali con la sclera bianca e l'iride blu scuro, ora la sclera era nera e l'iride tinta di scarlatto.

-Ayato, ma come??- gli chiesi.
Lui sorrise e mi mostrò il pezzo di cristallo che teneva tra le mani.
A quella vista mi si formò un sorriso di trionfo sulle labbra. Non era ancora finita.

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Capitolo 32
*** Si entra in modalità Berserk ***


AYATO POV

-Merda!! Dobbiamo scappare!!- imprecò Levi udendo dei passi avvicinarsi pericolosamente a noi. 

In fretta e furia uscimmo dalla stanza e tentammo la fuga.
Purtroppo il nemico era molto più vicino del previsto. Infatti una delle guardie riuscì a colpire con un dardo tranquillante prima Levi e poi Twice. Quest'ultimo mi cadde addosso e io cercai di sorreggerlo.

-I cristalli...- mi sussurrò con un filo di voce all'orecchio lottando per rimanere sveglio -...possono ridarvi i poteri. Prendi un cristallo nel laboratorio centrale ed la vittoria sarà vostra-

A quella notizia sbarrai gli occhi sorpreso.
Cavolo!! A saperlo prima potevamo chiedere a Naomi di portarcene uno e avremmo vinto in un attimo. Altro che manovre diversive e operazioni alla Mission Impossible!!

Dopo aver lasciato quell'ultimo messaggio, Twice si arrese al sonno. Lo lasciai scivolare a terra e iniziai a correre per raggiungere quel dannato laboratorio. Tuttavia una delle guardie (un gigantesco uomo di colore che pareva Morpheus di Matrix) mi placcò prima ancora di svoltare l'angolo. Mi dimenai cercando di scappare, ma sfortunatamente il mio avversario non era un peso piuma, quindi fu tutto inutile.

-Potevi tranquillamente sparargli invece che placcarlo, Tom- commentò il suo compare.

A udire quel nome mi tornò in mente il racconto di Noemi alla YSA e della guardia di colore che l'aveva tranquillizzata dopo il suo controllo nervoso.
Possibile fosse proprio lui?? Probabile. Del resto quante possibilità c'erano che la YSA avesse reclutato più di una guardia di colore di nome Tom simile a Morpheus??

-Hai ragione, Wallace. Colpa del rugby. Ora gli do il narcotico così si calma- aggiunse Tom estraendo dalla tasca un dardo tranquillante.

A quella vista iniziai a dimenarmi ancora di più, consapevole che se non mi liberavo in quel frangente per me (e forse per tutti) era finita.

L'uomo tuttavia si avvicinò al mio orecchio e sussurrò: -Sono dalla vostra parte. Ora fa finta di svenire-

Rimasi confuso da quello che mi aveva appena detto, tuttavia poco dopo avermi conficcato il dardo nella coscia realizzai che il dardo narcotico non stava facendo effetto.
Così decisi di fidarmi di lui (dopotutto non avevo alternative migliori). Pian piano smisi di dimenarmi, rilassai i muscoli e chiusi gli occhi.

Tom mi caricò sulle spalle a mo' di sacco di patate e si chinò a recuperare la tartaruga che durante il placcaggio era volata a terra. Con la coda dell'occhio vidi il signor Wallace prendere Levi e una terza guardia fare lo stesso con Twice.

-Dylan è morto sul colpo. Mark è solo svenuto, se la caverà- annunciò quest'ultima -Che ce ne facciamo di loro??-
-Il capo è stato chiaro. Dobbiamo portarli al laboratorio centrale dove sono stati radunati gli altri riottosi- rispose Tom in modo tale da far sentire anche a me.

Se da una parte ero contento visto che stavamo andando proprio dove volevo io, dall'altra non potei fare a meno di preoccuparmi.
Gli altri riottosi?? Avevano catturato il resto del mio gruppo?? Avevano scoperto anche quello di Sonic?? E Naomi??

Mentre mi ponevo quelle domande, le guardie arrivarono agli ascensori.
-In tre qui dentro non ci stiamo- disse Tom -Andate prima voi-
I suoi compari non replicarono ed entrarono in cabina.

Appena si chiusero le porte Tom mi parlò: -Il vostro piano è fallito. Naomi è stata catturata così come anche gli altri tuoi compagni. Mi dispiace-
-Non è finita- gli dissi -So come vincere, ma mi serve il tuo aiuto-
-Di cosa hai bisogno??-
-Nel laboratorio centrale ci sono dei cristalli. Devo riuscire a prenderne uno senza farmi vedere, così potrò recuperare i miei poteri e sconfiggere tutti-
-Ehm... Sei sicuro che funzionerà??- domandò lui abbastanza perplesso.
-No. Ma non ho altre alternative- risposi mentre tornava l'ascensore.
-Capisco. Cercherò di farti avere quel cristallo- disse lui entrandoci.

Raggiungemmo il piano terra e ad attenderci c'era un'altra brutta sorpresa.
-Vedo che anche tu hai avuto da fare, Elliot- commentò Tom rivolto a un'altra guardia.
-Già. Questo moccioso è riuscito ad arrivare fin quaggiù e ha tentato di far scappare il Dottore. Sono riuscito a fermarlo, ma purtroppo è riuscito ad ammazzare Carl, Lewis e Homer, 'sto bastardo- rispose questo Elliot.

Azzardai uno sguardo nella sua direzione e riuscì a scorgere un vecchietto in camice (il dottor Kuseno dedussi) visibilmente impaurito e le scarpe di Giorno Giovanna.
-Merda. Hanno preso anche lui- pensai -Però il tipo non ha detto niente riguardo Sonic e Noemi, perciò suppongo siano ancora a piede libero_

In seguito i quattro uomini arrivarono al famigerato laboratorio centrale. Appena entrati notai il resto del mio gruppo, addormentato a terra, e Naomi in ginocchio, trattenuta da una guardia a piangere disperata. Fortunatamente non vidi da nessuna parte Sonic o Noemi.

-Capo- annunciò Wallace a un'uomo di mezz'età (il signor Yoshibata) -Abbiamo catturato e sedato questi altri tre intrusi. Hanno tentato di far evadere gli altri prigionieri che abbiamo portato qui con noi-
-Quante perdite??- chiese Yoshibata.
-Un morto e un ferito- annunciò Wallace.
-3 morti e 2 feriti- disse invece Elliot.
-Quindi attualmente abbiamo 51 guardie fuori uso su 100 di cui 24 morte. Un lavoro impressionante considerando che erano solo in 8- commentò Yoshibata -No, non ho sbagliato i conti, signor Wallace. Insieme a loro c'è quasi sicuramente anche l'ultimo evaso, Sonic Il supersonico. Setacciate la struttura. Dovete trovarlo...-

Mentre l'uomo parlava, ebbi la possibilità di osservare meglio il laboratorio.
Non era affatto cambiato da quando avevo messo piede lì la prima volta.
Macchinari enormi erano posti lungo le pareti. Una piattaforma di metallo con annesse scale percorreva l'intera lunghezza del laboratorio cingendola in una sorta di anello metallico.
Ai lati della stanza erano accatastati banconi con poggiati sopra strumenti e documenti. Proprio su uno di questi, sistemati in due file parallele, c'erano i cristalli. Purtroppo il bancone si trovava a una decina di metri di distanza, quindi non sarebbe stato affatto facile da raggiungerlo.

A un certo punto, però, Wallace urlò: -Ehi. C'è qualcuno lassù- e da lì in poi accaddero diverse cose in pochissimo tempo. 

Una figura nera e snella (che riconobbi solo dopo essere Sonic) saltò giù dalla piattaforma e a mezz'aria iniziò a lanciare shuriken e kunai a raffica.

Fortunatamente nessuno di essi ci colpì e mentre Sonic cercava di farsi strada tra le guardie a colpi di katana, Tom ne approfittò per avvicinarsi al bancone.

A 3 metri da esso, però, si bloccò. 

-Ma quella è Noemi. Che ci fa qui??- chiese.
Con la coda dell'occhio la vidi anch'io mentre correva verso il bancone.

Sentimmo poi uno sparo seguito da un tonfo.
Azzardai uno sguardo dietro e vidi che Sonic era stato colpito da un dardo narcotico proprio da Yoshibata.
-E lo abbiamo preso- annunciò infatti lui -Vedo che non era solo- aggiunse poi notando la presenza di Noemi e cercando di avvicinarsi lei.

In preda al panico la ragazza gli lanciò contro i cristalli che (s)fortunatamente non centrarono il bersaglio, ma finirono a terra. Caso volle che uno di questi si fermò proprio ai piedi di Tom che, senza esitazione, lo raccolse e me lo passò.

Appena lo toccai sentì una strana energia pervadermi simile a quella dell'anomalia. Vidi poi la mia mano trasformarsi, perdendo profondità e diventando un disegno in 2D. La stessa trasformazione si propagò lentamente al resto del corpo finché non divenni io stesso un disegno in 2D.

Tom a quel punto mi fece scendere dalle sue spalle giusto in tempo per ammirare Noemi che tirava un ceffone a Yoshibata e dichiarava ad alta voce: -Che progettavo di fare?? Che domande. Io voglio aiutare i miei amici a tornare a casa e salvare mio fratello. Sono queste le mie intenzioni e non permetterò a nessuno di fermarmi. Nemmeno uno stronzo come te-
-Ben detto ragazza- esclamai di rimando.

A quelle parole tutti si accorsero di me e rimasero a fissarmi con gli occhi sgranati.
-Ma cosa??- domandò sorpreso Yoshibata.
-Ayato, ma come??- chiese anche Noemi.
Io gli sorrisi e gli mostrai il cristallo. La ragazza sorrise intuendo che potevamo ancora vincere.

Yoshibata intanto ordinò alle guardie: -Che state aspettando?? Prendetelo!!-
Le guardie cercarono di colpirmi con altri dardi narcotici, ma quest'ultimi, anche se mi colpivano, non facevano altro che scivolare a terra senza conficcarsi nella mia pelle.

-Per vostra informazione- dissi mentre mi sfilavo il giubbotto antiproiettile (ormai inutile per me) -la mia pelle non può essere scalfita da armi convenzionali perciò vi conviene alzare bandiera bianca altrimenti non esiterò ad uccidervi uno per uno-

Nessuna delle guardie decise, però, di darmi ascolto e partirono all'attacco.
Tom, realizzando cosa stava per succedere, afferrò Noemi e si nascose dietro il bancone. Stessa cosa fecero Naomi e il dottor Kuseno con un altro bancone (che grazie al precedente scontro tra le guardie e Sonic erano stati lasciati liberi).

Quello che accadde in seguito fu un vero e proprio massacro. Le guardie cercarono di fermarmi in ogni modo, ma io non mi feci nemmeno fiorare e colpendoli con calci e il kagune li facevo volare dall'altra parte della stanza. Una volta a terra nessuno osò alzarsi e attaccarmi nuovamente e così in meno di 5 minuti tutto finì.

-Non è possibile. Non può essere vero- disse Yoshibata guardando disperato i suoi uomini a terra. Avrei provato pena per lui se solo non fosse stato la causa di tutto quel disagio.
-Che succede signor Yoshibata?? Non ride più??- lo canzonai.
Mi avvicinai, mentre lui cercava di allontanarsi da me. Quando rimase con le spalle al muro continuai: -Si è divertito a trattarci peggio delle cavie da laboratorio. Ci ha privato della nostra libertà e ha calpestato la nostra dignità. Pensava forse che l'avremmo fatta passare liscia??-
-Mia moglie...- farfugliò lui -Questo era il suo desiderio. Dovevo realizzarlo per lei a qualsiasi costo...-
-E allora!?! Tutti noi abbiamo dei morti e delle promesse da mantenere. Ma questo non ci dà il diritto di trattare gli altri come se fossero spazzatura!!- sbottai irritato sbattendolo al muro.

In realtà nel profondo comprendevo i suoi sentimenti. La profonda disperazione per la perdita di un proprio caro. L'ossessione per una promessa che rappresentava l'ultimo legame con quella persona. La sensazione che tutto e tutti ti siano contro. E infine quell'odiosa sensazione di impotenza che ti spingeva a compiere scelte sbagliate come rinchiudere degli innocenti in gabbia per i propri egoistici esperimenti… oppure unirsi a un'organizzazione terrorista illudendosi di essere più forte e migliore degli altri. 

Ma proprio perché li comprendevo sapevo che era inutile spingersi a tanto. Anche se avesse realizzato il suo desiderio, questi non avrebbe lenito il dolore della perdita. Niente avrebbe guarito quella ferita. Ella sarebbe rimasta lì incisa della propria anima come un memento mori*.

-Ayato, basta- disse Naomi con gli occhi ancora rossi dal pianto e un tono così rassegnato da spezzarmi il cuore -Ormai è inutile. Non cambierà idea anche se glielo urli in faccia. Non c'è più nulla da fare-

Mollai la presa lasciando che l'uomo cadesse a terra e mi allontanai.

-Mi dispiace- disse lui. Si sedette a terra a gambe piegate con le mani strette alle ginocchia e guardava fisso il pavimento. Non disse nient'altro per il resto della serata.

Ancora oggi mi chiedo se quelle parole erano per noi e per il male che ci aveva fatto oppure per la moglie e la promessa infranta.

N.d.A (*): memento mori: dal latino "ricordati che devi morire"

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Capitolo 33
*** È davvero finita?? Pff ***


NOEMI POV

Il primo a svegliarsi dal "sonnellino forzato" fu Josuke che, mettendosi seduto sul pavimento, si guardò intorno completamente spaesato.
-Buonasera, Josuke. Dormito bene??- dissi scherzosamente avvicinandomi a lui.
-Noemi. Grazie al cielo stai bene. Ma cos'è successo??- mi chiese Josuke stropicciandosi gli occhi.
-Oh, nulla di che. Abbiamo solo conquistato la YSA- gli risposi.
-Davvero?? Ci siamo riusciti??- esclamò lui incredulo.
-Diciamo che stava andando tutto un po' a scatafascio, per fortuna Ayato ha risolto tutto- risposi e con nonchalance indicai alle mie spalle il violaceo che stava discutendo con Tom.
-Perché sta parlando con una delle guardie?? E perché sembra… diverso??- chiese Josuke confuso.
-Forse è il caso che ti racconti l'intera storia- e così gli spiegai per filo e per segno cos'era accaduto mentre era nel mondo dei sogni.

-Caspita. E io che pensavo che la fortuna ci avesse abbandonati- commentò lui infine.
-E invece si era semplicemente appiccicata ad Ayato- ribattei io -Speriamo che ci assista ancora per un po'-

"Non dire così che poi la tiri"
《Ma andiamo. Sta andando tutto per il meglio. Cosa potrebbe andare storto??》
"Tipo tutto"

-Ah. Quasi dimenticavo…- dissi poi a Josuke porgendogli un cristallo.
Lui lo prese con la punta delle dita. A contatto con la pietra, la pelle iniziò a trasformarsi e ritornare in 2D, ma Josuke, colto di sprovvista, mollò il cristallo interrompendo il processo.
-Tranquillo. Non morde mica- dissi prendendolo un po' in giro.
-Non ho paura. È solo l'emozione- affermò lui per poi riprenderlo in mano.

Così lentamente si ritrasformò nel Josuke Higashigata che avevo conosciuto e imparato ad amare attraverso lo schermo. Lui si guardò le mani, stranito nel rivedersi in quelle vesti.

-Wow!! È incredibile!!- disse -Sembra quasi di essere in quel film americano… quello con il coniglio bianco che viene accusato di omicidio… come si chiamava…-
-Chi ha incastrato Roger Rabbit?- tirai a indovinare.
-Esatto. Quello-

In effetti aveva ragione. Vederlo in quelle vesti in quel contesto era qualcosa di talmente assurdo che potrebbe accadere solo in un film (o in un libro).

A quel pensiero sentì il cuore farsi pesante.

Già. Fantasia. Tutto quello era pura fantasia.
Loro, nel mio mondo, erano qualcosa di fantastico… irreale… impossibile.

-Noemi. Tutto bene??- mi chiese Josuke notando che mi ero rattristita.
-Sì. È solo un po' di stanchezza- cercai di sviare.
-Sei sic…- cercò di dire lui.
-Perdonate l'intromissione, ma abbiamo bisogno dei poteri di Josuke- lo interruppe il Dottor Kuseno.
Josuke sembrò infastidito dall'interruzione, ma alla fine seguì il dottore lasciandomi da sola.

Lo guardai allontanarsi e di nuovo quel triste pensiero riaffiorò nella mia testa. Avevo sempre cercato di ignorarlo, di seppellirlo dei meandri più profondi nella mente, ma ormai non potevo più non farci caso.

Sapevo che quell'avventura prima o poi sarebbe finita e che loro se ne sarebbero andati.
Ne ero consapevole fin dall'inizio e anzi li avevo anche aiutati in ogni modo possibile per farli tornare indietro. Tuttavia non volevo lasciarli andare via.
Quelle settimane di convivenza passata insieme, nonostante tutto, erano state le più belle della mia vita. Avevo imparato a conoscere i miei idoli in un ambiente più quotidiano, completamente diverso da quello con cui li avevo sempre visti interagire attraverso lo schermo del PC o le pagine di un manga. Avevo imparato a conoscere e apprezzare i loro pregi e i loro difetti. E ognuno di loro mi aveva fatto apprendere cose nuove e mi aveva fatto crescere come persona.
Ormai mi ero affezionata a tutti loro (più di quanto non lo ero già) e l'idea di dirgli addio mi spezzava il cuore.
Ma ognuno di loro aveva la propria vita del proprio mondo e non potevo chiedergli di rimanere qui per uno stupido pensiero egoistico. Io non ero Akira Yoshibata e non volevo assolutamente emularlo. Quindi, per quanto mi rattristiva, dovevo lasciarli andare.

Su quella questione non avevo alcun dubbio; tuttavia ce n'era un'altra a cui era più difficile dare una risposta.

In quelle due settimane avevo sviluppato nei confronti di Josuke un affetto che andava ben oltre la semplice amicizia. All'inizio pensavo fossero dovuto all'amore platonico che provavo nei confronti del suo personaggio (visto comunque che era ed è attualmente il mio JoJo preferito), ma con il passare del tempo mi resi conto che da platonico quell'amore era diventato romantico. Ne ebbi la conferma durante la festa, quando Josuke mi diede quel bacio. Solo dopo aver sentito il sapore delle sue labbra mi ero resa conto di quanto in realtà le avessi sempre desiderate. Quando poi mi disse quelle parole avevo seriamente pensato di stare per morire dalla gioia. E c'ero rimasta male quando avevo scoperto che se ne era dimenticato.

A quel punto una domanda mi era sorta spontanea: le azioni di Josuke, quella sera, erano dovute solo all'alcol oppure c'era del sentimento dietro?? Nonostante ci avessi riflettuto a lungo, non avevo trovato una risposta.
L'unico che poteva darmela era Josuke, ma questo significava mettere a nudo i miei sentimenti.
E anche trovando il coraggio di dichiararmi e la fortuna di essere ricambiata, restava il fatto che una relazione romantica non poteva funzionare visto che abitavamo in universi differenti.

Quindi cosa potevo fare?? Tiravo fuori le palle (metaforicamente) e mi dichiaravo pur sapendo che una storia con lui "non s'ha da fa" oppure ingoiavo il rospo e lo lasciavo andare nella speranza che col tempo quei sentimenti sarebbero svaniti??

Con quella scomoda domanda in testa mi aggiravo tra i ragazzi addormentati e mano a mano che si svegliavano, gli spiegavo la situazione e gli consegnavo un cristallo.

Il secondo a svegliarsi fu Luffy il quale, appena tornò di gomma, iniziò ad allungarsi all'inverosimile sorridendo come se gli avessi appena dato delle caramelle e non un pezzo di roccia.

A seguire si svegliò Twice al quale mi presentai e poi spiegai tutto.
-Sapevo che Ayato ce l'avrebbe fatta!! Fortuna che glielo detto!!- gioì lui a fine racconto.
Gli offrì un cristallo, ma lui lo rifiutò.
-Grazie, ma se ritornassi nella mia forma originale senza maschera, la mia testa…- disse lui simulando poi un'esplosione con le mani.
-Vero. Non ci avevo pensato. Il tuo disturbo dissociativo della personalità è legato al quirk. Se tornassi normale, finiresti per impazzire. Allora questo,per adesso, lo tengo io- dissi mettendo il cristallo in tasca.

Dopo questa conversazione si svegliarono sia Levi che Sonic i quali, dopo avergli spiegato l'accaduto, andarono da Naomi per capire come muoversi da lì in poi.

Qualche minuto dopo riaprirono gli occhi anche Giorno e Caesar. Una volta tornato normale, il secondo evocò delle piccole onde concentriche dalla sua mano ferita con le quali chiuse finalmente il grosso taglio che si era procurato la settimana prima.

-Così va meglio- disse stiracchiandosi.

-Che ne facciamo di lui??- chiese poi indicando la figura di DIO Brando ancora incosciente sul pavimento.
-In che senso, scusa??- gli chiesi.
Caesar mi guardò stupito dal fatto che non avessi afferrato il punto.
-Nel senso è davvero il caso di ridargli i poteri vista la sua imprevedibilità e pericolosità??- spiegò lui.

Quella domanda mi riportò finalmente con i piedi per terra e mi pose di fronte a un dilemma ben più importante e urgente delle mie questioni sentimentali.

Dare o non dare i poteri a DIO?? Questo era il problema.
Ridarglieli significava rischiare di venir traditi da quest'ultimo vista la sua natura orgogliosa, arrogante e ingannatrice e nel caso sarebbe stato davvero difficile fermarlo.
Tuttavia non ridarglieli sarebbe stato irrispettoso visto che ormai eravamo alleati e anche tentare di nasconderglielo sarebbe stato inutile, visto che DIO non era stupido e prima o poi ci sarebbe arrivato da solo. Anzi, avremmo corso il rischio di farlo arrabbiare e gli avremmo dato un buon motivo per pugnalarci alle spalle.

-Detto sinceramente, non mi fido del tutto di lui- dissi -Tuttavia dubito fortemente che, anche volendo, riusciremo a tenergli nascosta la verità, perciò è meglio essere corretti con lui e ridargli i poteri-

-Ma se ci dovesse tradire…- tentò di ribattere Caesar.

-Ci prenderemo questo rischio- intervenne Giorno -E anche nel caso dovesse verificarsi quello scenario e volesse ucciderci, non c'è pericolo. Il mio stand è sufficientemente forte da contrastarlo-

Caesar non ebbe nemmeno il tempo di replicare che Naomi ci chiamò.

-Presto, venite qui!!-

Distogliemmo l'attenzione da DIO e ci dirigemmo di fronte ai giganteschi monitor dei laboratori dove tutti erano riuniti.

-Che è successo??- chiesi preoccupata.
-Un bordello. Con il Crazy Diamond di Josuke abbiamo riparato i danni causati dall'anomalia, ma quando li abbiamo riaccesi abbiamo scoperto questo- disse Naomi indicando un monitor.

Su di esso erano rappresentati dei cerchi numerati uniti l'uno agli altri con delle linee azzurrine. All'interno di questi c'erano alcuni segni lampeggianti rossi.

-Ehm... non credo di capire- ammisi -Cos'è questa… cosa e perché dovrebbe essere un problema??-

Naomi si batte una mano sulla fronte.
-Ovvio che non lo capisci se la qui presente rincoglionita non ti dice come leggere la mappa- disse auto-rimproverandosi.

-Questa è la mappa del multiverso che la YSA ha tracciato durante i vari esperimenti- spiegò -I cerchi rappresentano gli universi. Per comodità li abbiamo numerati partendo dal primo che abbiamo scoperto. L'universo 0 è quello dove siamo attualmente; l'universo 1 è quello di JoJo; poi il 2° è quello di Sonic (OPM); il 3° di Ayato (Tokyo Ghoul); il 4° di Levi (AoT); il 5° di Luffy (One Piece) e infine il 6° di Twice (MHA). I segnali rossi sono i tracciatori nelle 10 cavie usate per i viaggi nel multiverso…-

Fu allora che capì dove stava il problema. In teoria il numero di tracciatori in un universo doveva essere pari al numero di persone che era arrivato qui da quell'universo.

Per esempio, nell'universo di One Piece doveva esserci un solo tracciatore in quanto Luffy era l'unico a provenire da lì; ma la mappa ne segnava 3!! 

E non solo lì. Anche nell'universo di My Hero Academia e di Tokyo Ghoul Re doveva esserci un solo tracciatore; invece ce n'erano 2!! 

Al contrario nell'universo di JoJo dovevano essercene almeno 4 e non solo 2, mentre in quelli di AoT e One Punch Man almeno 1 e non zero!!

E come se non bastasse sullo schermo erano segnati solo 9 punti rossi e non 10!!

-Com'è possibile??- farfugliai -Perché il computer segna dei numeri sbagliati?? Si è buggato oppure…-

Non ebbi nemmeno il tempo di finire la frase che una voce sovrastò la mia.

-THE WORLD!!! CHE IL TEMPO SI FERMI!!-

"Ma sì DIO. Fai pure i tuoi comodi. Come se non avessimo altri problemi a cui pensare!!"

Questo fu l'unico commento (sarcastico) che riuscì a fare prima che DIO Brando fermasse il tempo.

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Capitolo 34
*** Vengo sconfitto da un premio oscar pacchiato ***


DIO POV

-Ed è così che abbiamo sconfitto la YSA- disse Noemi concludendo il (lungo) riassunto delle vicende che avevo ascoltato senza farmi scoprire.
Mi sembrava assurda la quantità di fortuna che abbiamo avuto nello sconfiggere la YSA, ma dall'altra parte se la dea bendata ci ha sorriso perché rifiutare il suo aiuto??

Sentì poi il suono di una scarica elettrica che conoscevo fin troppo bene: onde concentriche.
Dedussi (visto che non potevo girarmi a guardare altrimenti mi avrebbero scoperto) che il damerino bastardo aveva riottenuto i suoi poteri grazie al cristallo, proprio come aveva detto Noemi.

-Così va meglio- disse infatti lui.
-Che ne facciamo di lui??- chiese. Intuì che si stesse riferendo a me.
-In che senso, scusa??- chiese Noemi.
-Nel senso è davvero il caso di ridargli i poteri vista la sua imprevedibilità e pericolosità??- gli spiegò il damerino bastardo.

-Che domande- pensai tra me e me -È ovvio che non dovreste darmeli se ci tenete alla vostra incolumità. Ma tanto non ha importanza dato che la vostra cara Noemi, quando ha lanciato i cristalli, ne ha fatto atterrare uno proprio qui al mio fianco-

-Detto sinceramente, non mi fido del tutto di lui. Tuttavia dubito fortemente che, anche volendo, riusciremo a tenergli nascosta la verità, perciò è meglio essere corretti con lui e ridargli i poteri- disse Noemi.
-Ma se ci dovesse tradire...- tentò di ribattere Caesar.

-Non "se". Io vi tradirò sicuramente- gli risposi sempre tra me e me -Non ho la minima intenzione di rinunciare alla possibilità di governare il multiverso. E per farlo sia tu che i 2 Joestar dovete morire-

-Ci prenderemo questo rischio- intervenne Giorno -E anche nel caso dovesse verificarsi quello scenario, non c'è pericolo. Il mio stand è sufficientemente forte da contrastarlo-

-Più potente di The World?? Ma fammi il favore- pensai.

A un certo punto Naomi li chiamò.
-Presto, venite qui!!-
I tre si diressero da lei distogliendo l'attenzione da me.

Era il mio momento.

Afferrai il cristallo e immediatamente sentì una nuova forza scorrermi nelle vene. Poco a poco il mio corpo tornò quello di un tempo. Evocai lo stand e finalmente, dopo due settimane, The World si rimanifestò al mio fianco. Senza perdere tempo gli ordinai: -THE WORLD!!! CHE IL TEMPO SI FERMI!!- e così lui fece.

Avrei potuto anche dirlo sottovoce senza palesarmi fin da subito, ma vedere le facce stupite e scioccate dei miei "compagni" fu qualcosa di troppo appagante. Non potevo perdermele per nulla al mondo. Adoravo vedere l'espressione di chi realizzava di essere stato appena fottuto.

-Non mi fido del tutto di lui… si vede che mi conosci bene mocciosa- dissi avvicinandomi a Noemi -Sai, sei stata insolente con me e fai un po' troppo comunella con i due Joestar, ma dato che mi hai anche aiutato e il tuo sapere potrebbe tornarmi utile, ci passerò sopra e ti lascerò in vita-

-Lo stesso non posso dire dei tuoi tre amici- continuai spostandomi da Josuke e Caesar -Sono forti, coraggiosi e abbastanza intelligenti, questo glielo concedo; tuttavia il loro stesso sangue gli impedirebbe di unirsi a me nella conquista del multiverso e non posso più permettere a un altro Joestar o a un altro Zeppeli di mettermi i bastoni tra le ruote. Li ucciderò con le mie stesse mani-

Detto questo mi diressi dalla mia prima vittima, Giorno Giovanna (ci tengo a sottolineare che lo volevo fare fuori per primo solo perché ha avuto la faccia tosta di dire che il suo stand è più forte del mio; mica perché avevo paura di lui).

Tuttavia quando mi avvicinai notai due cose… bizzarre.
La prima erano i suoi capelli che da neri e lisci come la seta si era trasformati in una folta cascata di boccoli dorati., stranamente molto simili ai miei.
La seconda era la sua espressione. Non era né stupita né spaventata. Anzi sul suo volto si era formato un leggero sorriso di chi la sapeva lunga.

-Non capisco- dissi guardandolo -Tu sai chi sono io. Sai che cosa ho fatto alla tua famiglia e di cosa sono capace di fare. Eppure non hai minimamente paura. Perché??-
-Perché sa che, anche usando i tuoi poteri, non potrai fargli del male- annunciò con voce metallica e gelida. 

Una figura umanoide apparve improvvisamente alle spalle del ragazzo. Non ci volle un genio per capire che quella figura era lo stand di Giorno. Tuttavia sembrava avere qualcosa di diverso dagli altri stand a cominciare dal suo aspetto.

Era completamente coperto da un'armatura d'oro massiccio con numerosi intagli arancioni. Sul dorso delle mani erano incastonate dei fermagli a forma di coccinella neri e arancioni; sugli stinchi e sugli avambracci delle placche verdi a strisce arancioni e infine sulle ginocchia, al centro del petto e alla vita delle placche viola.
Ma erano la testa e il volto le parti più interessanti. La prima era modellata a forma di corona a cinque punte con incastonata al centro una punta di freccia viola, mentre il secondo era inquietantemente simile a quello di un umano con tanto di bulbi oculari con l'iride viola e la pupilla nera.
Anche il suo comportamento era peculiare. Se ne stava lì a fluttuare con le braccia conserte e l'aria annoiata. Il tutto mentre Giorno non si muoveva di un solo millimetro.

-Puoi anche smettere di fingerti immobile. Non ne hai motivo- dissi infastidito al ragazzo, ma non ottenni risposta.
-Non sta fingendo. È ancora sotto effetto di The World- mi rispose lo stand al suo posto.
-Ma allora tu…-
-Io posso manifestarmi e muovermi indipendentemente dalla volontà di Giorno. Anche se lo faccio solo quando la situazione lo richiede-

Uno stand in grado di trascendere la volontà del suo stesso portatore?? Impossibile. Non può esistere qualcosa del genere.

-Che razza di stand sei?? Come puoi fare questo??- gli chiesi sbigottito.
-Io sono il Golden Experience Requiem, l'evoluzione dello stand di Giorno Giovanna. Come hai potuto constatare tu stesso, Giorno non ha il pieno controllo dei miei movimenti e dei miei poteri poiché le nostre volontà sono l'una slegata dall'altra. Ma poiché esse sono affini, io non ho alcun valido motivo per ribellarmi a Giorno o per non esaudire i suoi desideri- mi spiegò lui.

-Cosa intendi per "evoluzione dello stand" ??- chiesi incuriosito.
Da quello che avevo potuto ricavare dalle parole dello stand, Giorno non aveva sempre avuto tale potere perciò doveva averlo risvegliato in qualche modo e se ci fossi riuscito anch'io allora…

-Se speri di poter ottenere anche tu questo potere ti sbagli di grosso- disse lui capendo le mie intenzioni -Uno stand può evolversi solo se viene colpito dalla Freccia, tuttavia servono anche alcuni requisiti e il più importante tra tutti è il possedere un'anima disposta a sacrificarsi per il bene degli altri. Nel caso mancasse, la Freccia trapasserebbe lo stand senza far effetto. Questo limite venne imposto dal creatore stesso della Freccia in modo che nessun essere vivente con scopi egoistici possa accedere a un potere così immenso. Poiché però le tracce del creatore si sono perse col tempo, l'esistenza stessa del Requiem è un'informazione andata perduta. Per questo nessuno, tu compreso, ne ha mai sentito parlare-

Questo era il colmo. Io non potevo raggiungere tale potere per colpa della mia sete di potere, mentre i miei nemici che non lo desiderano lo possono avere?? Inammissibile. 

-Un altro requisito importante è il possedere un corpo sano in grado di sorreggere un potere nel genere. Per esempio, Jean-Pierre Polnareff, che tu già conosci, riuscì a sbloccare il Requiem poiché possedeva un'anima altruista, ma poiché il suo corpo aveva subito dei danni ingenti non è riuscito a controllarlo. Alla fine il Silver Chariot Requiem è andato distrutto e lo stesso Polnareff arrivò a un passo dalla morte, salvo poi trasferire la propria anima in una tartaruga. In quella tartaruga- aggiunge lo stand indicando la testuggine abbandonata sul bancone vicino al maxi-schermo. 

Vorrei dire di essere rimasto schioccato da quella rivelazione, ma cose del genere succedono frequentemente nel mio mondo (dopotutto se il titolo dell'anime è "Le Bizzarre Avventure di JoJo" ci sarà un motivo) perciò non ci feci quasi caso.

-Quindi, siccome la mia anima è tutto fuorché altruista e il corpo di Jonathan non è del tutto sotto il mio controllo, non potrò mai avere il Requiem- conclusi io.
-Nella maniera più assoluta- confermò lo stand. 
-Perché mi hai raccontato questa storia??- chiesi sinceramente perplesso.
-Volevo semplicemente farti capire che qualsiasi piano tu abbia in testa che comprenda la morte di Giorno o di una di queste persone sarà del tutto inutile- disse indicando i presenti nella stanza e marcando la parola "inutile".

-Chi mi dice che i tuoi poteri non si limitano a muoverti indipendentemente da Giorno??-
Lui mi guardò perplesso.
-Pensi sul serio che mi lasci convincere così??- continuai -Chi mi assicura che non stai cercando di bluffare con me??- 
Lui, per nulla messo in soggezione dalla mia domanda, disse: -Prova a colpire Giorno-
Senza farmi altre domande eseguì. 

Successe tutto in un attimo. Appena le nocche di The World arrivarono a un centimetro dalla guancia di Giorno, esse si bloccarono e iniziarono a tornare indietro. Io stesso iniziai a muovermi all'indietro. Senza che potessi fare nulla, tornai da Josuke e da Caesar, poi da Noemi e infine al punto dove mi era risvegliato poco prima. Solo allora smisi di muovermi e rimasi lì immobile a fissare lo stand dall'altra parte della stanza.

-Non è possibile…- dissi non riuscendo a celare la paura nella mia voce. 

Quello stand era capace di riavvolgere il tempo!!!

-E invece lo è. Questo è il mio potere. Niente e nessuno potrà toccare Giorno con l'intenzione di fargli del male- annunciò lui -Ora che hai avuto una dimostrazione pratica del mio potere, cosa pensi di fare??- mi domandò lui pur sapendo già la risposta. 

Per quanto questo fatto non mi piacesse per nulla, era (e lo è ancora) innegabile la superiorità del Requiem dei confronti di tutti gli altri stand. Altro che "sufficientemente forte". Lo stand di Giorno era (ed è) invincibile!! 

Gli posi però un ultimo quesito. 
-Perché non mi hai ucciso??- gli chiesi -Se sapevi che avrei provato a tradirvi, e lo so che lo sapevi, perché non mi hai subito eliminato??-
-Perché il tuo destino è già stato scritto e quindi è inutile anticiparlo- disse marcando nuovamente la parola "inutile" -Anzi, la tua morte, al di fuori della linea temporale, sarebbe deleteria per Giorno, di conseguenza ti dovrei riportare in vita l'attimo successivo. Quindi farlo sarebbe inutile-
-Ti piace proprio la parola "inutile"- constatai.
-L'abbiamo ereditata da te- disse lui.
-Ereditata??- ripetei confuso.
-Davvero non te ne sei ancora accorto?? Ti facevo più intelligente di così- disse beffardo prima di scomparire.

Fu allora che me ne resi conto. Che razza di stupido!!
Mi ero concentrato così tanto sul tradimento che non ci avevo nemmeno pensato. 
Ecco di cosa aveva parlato con Noemi quella sera. 
Ecco perché per tutto il tempo di convivenza aveva sempre evitato domande inerenti alla sua famiglia. 
Ecco perché la sua figura sprigionava così tanta potenza e magnificenza.
Ed ecco perché possedeva la voglia a stella, i capelli biondi e uno stand così potente.

Giorno Giovanna era mio figlio.

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Capitolo 35
*** E ancora una volta un gatto salva la situazione ***


NOEMI POV

Appena il tempo tornò a scorrere normalmente (anche se dal mio punto di vista non è proprio trascorso) mi guardai intorno, temendo fosse successo qualcosa di grave. Stranamente tutto era al proprio posto.
Allora mi voltai indietro, dove avevo lasciato DIO, credendo si fosse spostato. E invece lui era lì, in piedi, con lo sguardo perso a fissare il vuoto cosmico.

Nonostante l'aria distratta, vederlo in tutta la sua maestosa potenza mi procurò dei brividi di paura. Allo stesso tempo, però, non riuscì a non pensare a quanto fosse dannatamente affascinante. Allora era quello il cosiddetto "fascino del demonio".

Intanto il vampiro, sentendosi osservato, disse stizzito: -Che avete da guardare?! È mica vietato collaudare i propri poteri?!?-

-Come facevi a sapere che il cristallo può ridare i poteri??- chiese Caesar diffidente.

-Semplice. Non lo sapevo- disse lui -Quando mi sono svegliato me lo sono trovato davanti. L'ho preso in mano per osservarlo meglio e ho scoperto di essere tornato come prima. E per averne  conferma ho provato ad azionare lo stand e ci sono riuscito. Tutto qui-

"Non so, Noemi. Sembra falso"
《Anche a me. Sta palesemente nascondendo qualcosa》

Vedendo Caesar ancora sospettoso, DIO riprese: -Credi che vi stia mentendo e vi voglia pugnalare alle spalle alla prima occasione buona?? Lo ammetto, sarebbe nel mio stile, ma in questo caso non è così-

-E sentiamo, perchè mi dovrei fidare della tua parola??- ribatte Caesar avvicinandosi pericolosamente all'altro biondo.

-Se non credi alle mie parole, allora affidati alla logica. Se vi avessi voluto tradire, lo avrei già fatto- contro ribatté DIO -Pensaci. Nel momento stesso in cui ho attivato The World, avrei avuto il tempo di uccidere sia te che i due Joestar o quanto meno di nascondermi e formulare un piano per prendere il controllo. Tuttavia non l'ho fatto. Questo non è sufficiente per provare la mia innocenza??-

I due erano a circa una ventina di centimetri l'uno dall'altro. Gli occhi color giada di Caesar si legarono a quelli ambrati di DIO in un sguardo carico di disprezzo, sospetto e sfida.
Era chiaro che il primo non si fidava del secondo, tuttavia non aveva prove concrete per accusarlo di tradimento.
Di questo se ne era accorto pure lui che infatti disse: -So che stai tramando qualcosa. Non ne ho le prove, ma lo so per certo. Quindi ti avverto. Fai un passo falso e giuro che finirò il lavoro di mio nonno-
Come dimostrazione di ciò evocò dalla propria mano delle onde concentriche per poi voltargli le spalle e tornare di fronte ai monitor.

Visto che le acque sembravano essersi calmate, Naomi riprese a spiegare.
-Stavo dicendo prima di venire interrotta, questa mappa mostra i nostri universi. I segnali lampeggianti sono emessi dai tracciatori delle cavie. In teoria il numero di tracciatori presenti in un universo dovrebbe essere pari al numero di persone che hanno lasciato il suddetto universo. Tuttavia, come potete ben vedere, non è così-
-Ma com'è possibile??- chiesi stupefatta.
-È solo un'ipotesi, nulla di più, ma credo che al verificarsi dell'Anomalia, siano avvenuti altri scambi tra gli universi. Dopotutto anche qui da noi ne sono avvenuti di non programmati- rispose lei alludendo a Twice, Dr. Kuseno e Polnareff.
-Quindi altre persone sono state trasportate in altri universi?? - dissi scioccata.
-È possibile- affermò Kuseno -E se quest'ipotesi si rivelasse fondata, allora riportare tutti a casa sarà più difficile del previsto-

Si levò un coro di disapprovazione generale.

-Non capisco. Perché dovrebbe essere più difficile??- chiese Luffy confuso.
-Se la situazione fosse stata normale, allora sarebbe bastato calibrare i macchinari affinché la cavia di questo mondo e uno di voi si scambiassero e sareste tornati in un battito di ciglia. Ma ora che le cavie non sono al loro posto, ciò non è possibile- spiegò Kuseno.
Luffy annuì convinto (anche se non ero certa che avesse davvero capito realmente) e chiese allora: -Quindi che si fa??-
-Oh. Nulla di che. Dobbiamo "solo" inventarci una via alternativa per tornare a casa- gli rispose lui sarcasticamente.
Luffy annuì nuovamente stringendosi il mento tra le mani. Un attimo dopo se ne uscì dicendo: -Mi è venuta un'idea!!-

"Posso avere paura??"
《Devi averne》

-Allora costruiamo un'enorme nave spaziale, ci imbarchiamo, andiamo da un universo ad un altro, recuperiamo gli animali e gli altri dispersi e riaccompagnammo tutti a casa. Semplice, no??- propose Luffy tutto contento.

"Dai. Pensavo peggio. Peccato che questo è un piano tutt'altro che semplice"

-Apprezzo l'entusiasmo, però c'è un piccolo problema- affermò Naomi -Come abbiamo potuto constatare dagli esperimenti, non è possibile viaggiare da un universo all'altro senza che avvenga uno scambio. Perciò se voi 11 arrivaste in un altro universo, inevitabilmente altre 11 persone verranno portate in questo-
-Non c'è un modo per aggirare questo ostacolo??- chiese Giorno ai due scienziati.
-Purtroppo non abbiamo la più pallida idea di come fare- rispose Kuseno per entrambi -Siamo in un campo quasi totalmente nuovo per la scienza e possiamo appoggiarci su pochi fatti e teorie. Potrebbero volerci anni per capire come fare-
-Ma non possiamo aspettare così tanto- replicò Giorno.
-Lo so, ragazzo. Lo so- sospirò il dottore -Ma la scienza funziona così. Se hai un pizzico di fortuna e la giusta intuizione potresti metterci anche solo qualche giorno. Se invece la fortuna non ti sorride, potresti morire senza aver scoperto nulla-

Dopo quelle parole cadde il silenzio.
In un attimo tutto l'entusiasmo derivante dalla vittoria sulla YSA era scemato, spazzato via da un muro insormontabile che ci impediva di proseguire.

Personalmente mi sentivo frustata. E che cavolo!! Dopo aver fatto i tripli salti carpiati per arrivare fin lì e ora eravamo in stallo e Dio (non Brando) solo sa per quanto ci saremmo stati!!

-Ahm. Certo che ci siamo trovati proprio una bella gatta da pelare-

Il commento arrivò da Polnareff appoggiato sul bancone vicino ai monitor.
A udire la sua voce tutti si girarono a guardarlo e vedendo una tartaruga parlare rimasero a bocca aperta (eccezion fatta per la sottoscritta, Giorno e DIO).

La reazione più esilarante fu senza dubbio quella di Josuke. Appena il moro se ne accorse, fece un balzo indietro, cacciò un urlo e cadde a terra.
Ancora tremante indicò Polnareff e disse spaventato: -Perché quella tartaruga parla??-

-È una lunga storia- gli rispose Polnareff -In breve, anch'io ero un essere umano come voi. Poi qualche mese fa, persi la vita durante uno scontro e la mia anima si trasferì nel corpo di questa tartaruga dove resterà fino alla morte della suddetta-
-Ah, scusate. Non mi sono nemmeno presentato. Il mio nome è Jeanne Pierre Polnareff e attualmente sono al servizio di Giorno Giovanna in veste di consigliere- aggiunse poi.

La spiegazione, tuttavia, non fece smettere di tremare Josuke che, rialzatosi in piedi, teneva le distanze da lui.

-Guarda che Polnareff non ti mangia mica- lo presi in giro io.
-Lo so. Solo che le tartarughe mi terrorizzano- ammise Josuke grattandosi la nuca.
-Non ti spaventano Ju-on e The Ring, ma una misera tartaruga sì??- chiese perplesso Giorno.
-Le onryo sono solo leggende metropolitane. Non esistono realmente, quindi non possono fare del male- rispose Josuke.
-Ma che male possono farti una tartaruga?! Capisco i serpenti, ma le tartarughe sono innocue- ribattei io.
-Parla quella che si è fatta spaventare da un gatto nascosto in un bagno- mi rinfacciò lui.
-E come facevo a saperlo che era solo un gatto?!-

-Il gatto di Schrödinger!! Ma certo. Come ho fatto a non pensarci prima- esclamò Kuseno nella confusione generale dandosi una manata sulla fronte.
A quella affermazione tutti rimasero alquanto confusi tranne Naomi che sembrò capire. 
-Il gatto di chi, scusa??- chiesi.
-Schrödinger. Erwin Schrödinger. Uno dei padri fondatori della meccanica quantistica- disse lui semplicemente.
-Ah... E che centra il suo gatto??-
-C'entra eccome-

-Si tratta un esperimento mentale ideato da Schrödinger, appunto, per dimostrare come la meccanica quantistica può dare risultati paradossali- spiegò -Chiudendo un gatto in una scatola insieme a una sostanza velenosa, si hanno due possibili scenari.
Il primo è che il gatto ingerisca il veleno e muoia.
Il secondo è che non lo mangi e sopravviva.
Essendoci la stessa probabilità che si verifichino sia uno o l'altro scenario, allora si può dire che il gatto ha le stesse probabilità di essere vivo e di essere morto-

-Quindi il paradosso consiste nella coesistenza di due scenari che non possono coesistere come la vita e la morte…- dedussi io -...oppure come essere e non essere in un posto-

-Esatto-confermò lui -Sei perspicace, ragazza. Brava- 

-Ma si tratta di un esperimento mentale- feci notare -Come faremo a ricreare la medesima condizione??-

-Oh. Non lo nego. Non sarà semplice, ma forse abbiamo già in mano una pista- disse lui mostrando il cristallo di Apeiron -Al suo interno sono contenute tutte le sostanze esistenti e nello stesso tempo non contiene nessuna di esse. Qui dentro è applicato alla lettera il paradosso del gatto di Schrödinger e posso anche dimostrarlo-

Così si rivolse a Josuke e gli disse: -Potresti usare il Crazy Diamond per rompere il cristallo??-
Lui, seppur perplesso, eseguì e appena lo stand (che io, tra l'altro, non potevo vedere in quanto povera comune mortale 😢) lo frantumò successe qualcosa di inaspettato.
L'Apeiron al suo interno sparì all'improvviso così come i frammenti, tuttavia Josuke mantenne la sua forma originale.

-Visto?? L'Apeiron c'è e non c'è nello stesso momento. E se troviamo un modo per estendere questa sua proprietà su oggetti e persone, allora supereremo anche l'ostacolo dello scambio- disse Kuseno.

A quelle parole si levò un coro di gioia. La fortuna, quel giorno, pareva esserci amica. Nonostante i numerosi problemi che ci aveva posto davanti ci aveva anche dato una pista per risolverli. Ora spettava a noi coglierla e impegnarci affinché essa porti i suoi frutti.

-Bene. Allora io, Noemi e Kuseno ci occupiamo della macchina di Schrödinger- disse Naomi -Voi ragazzi invece penserete al mezzo di trasporto-

-Costruiremo una navetta spaziale??- disse Luffy entusiasta con occhi a forma di stellina.

-Non proprio. Anche perché già solo per costruire un'auto ci vogliono mesi, figurarsi un mezzo spaziale. Fortunatamente nei magazzini abbiamo il prototipo di un rover lunare funzionante. Basta solo fare un paio di modifiche e sarà pronto all'uso. Mi affido a voi-

-Conta pure su di noi- affermò Luffy, il cui entusiasmo non era minimamente scemato, seguito dal resto dei ragazzi.

-Perfetto- aggiunsi io - Che stiamo aspettando!? È tempo di lavorare-

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Capitolo 36
*** Pronti per il multiverse trip?? ***


Skiptime 18/07/20

NOEMI POV

-Finito!!- annunciai appoggiando il saldatore sul tavolo e contemplando quel marchingegno infernale su cui io, Naomi e il Dr. Kuseno stavamo lavorando da tre giorni e tre notti. Non avevo mai visto due persone più reattive di loro due in quei giorni. In meno di 48 ore erano riusciti a scrivere e illustrare tutto il progetto della Macchina di Schödinger.

"Wow. Che nome originale…"

Si trattava, per farla breve, di una macchina che simula i segni vitali, collegata a bracciali di metallo a chiusura scorrevole, tutti "alimentati" dai cristalli di Apeiron. Una volta indossato, il gioiello si chiudeva ermeticamente (in modo che non si potesse sfilare); "nascondeva" i segnali vitali della persona che lo portava e li "trasmetteva" alla macchina.

In questo modo, anche se la persona si trovasse dall'altra parte del mondo (o nel nostro caso in un altro universo), sembrerà non essere sempre dove c'è la macchina. 

Com'era possibile tutto ciò?? Onestamente… non lo so. Non ho la laurea in fisica quantistica.

Giorno, che si era gentilmente offerto volontario per il collaudo (anche perché se qualcosa fosse andato storto, sarebbe intervenuto il Requiem a salvarlo), entrò nel laboratorio seguito dal resto del gruppo che voleva assistere al test.

-Pronto, ragazzo??- chiese Kuseno al biondo.
-Certo- affermò lui.
-Bene, inizia a indossare il bracciale-
Lui eseguì e appena il bracciale si chiuse intorno al suo polso, esso si illuminò di blu e contemporaneamente sulla macchina apparvero i suoi parametri vitali.
-Fin qui sembra funzionare. Come ti senti, Giorno??- disse Naomi avvicinandosi a lui con uno stetoscopio.
-Io sto bene. Non ho avvertito alcun cambiamento- rispose lui mentre Naomi controllava il battito.
-Lo stetoscopio non rivela alcun rumore. Il tuo corpo non sembra emettere né battito né respiro- annunciò.
-Quindi... funziona?!- chiese Luffy impaziente.
-È presto per dirlo. Dobbiamo prima spedirlo nel multiverso e verificare se si effettua o meno lo scambio- disse Naomi. 

Allora Kuseno disse a Giorno: -Vai sulla pedana. Ti manderemo nell'anno 2001 a Napoli, Universo di JoJo sottosezione Vento Aureo. Quando sarai arrivato non allontanarti assolutamente da lì. Un minuto e ti recuperiamo. Se qualcosa andasse storto, usa il Requiem per tornare indietro. Tutto chiaro??-

-Cristallino- disse mettendosi in posizione.

Poi…

"Noemi..."
《Che c'è?!》
"Guarda che non hai descritto ai lettori la macchina per il viaggio del multiverso!!"

Ah. Mi dicono dalla regia che voi lettori non sapete della macchina.

Nulla di particolare. É semplicemente un enorme macchinario costituito da 3 computer con annessi delle specie di pistole laser che puntano a una pedana di metallo. 

Naomi dietro a un monitor con Kuseno annunciò: -Ora attivo la macchina-

Un attimo dopo le pistole si illuminarono di viola e iniziarono a vorticare su se stesse e intorno alla pedana.

I ragazzi e io guardammo la macchina in movimento con un misto di meraviglia e stupore.
Anche Giorno con il naso per aria osservava la macchina che presto lo avrebbe riportato a casa (anche se per poco).

-Inizio conto alla rovescia-  disse Naomi -Tre. Due. Uno. ZERO-

La scienziata premette un pulsante. Le pistole spararono dei raggi viola accecanti che costrinsero tutti a chiudere gli occhi. Dopo pochi secondi la macchina si spense in automatico e cadde il silenzio.
Riaprì gli occhi sperando che fosse andato tutto secondo i piani. E fortunatamente non venni delusa.
Giorno era sparito, la macchina di Schödinger continuava a lavorare e soprattutto sulla pedana non c'era nessuno!!

Si levò un grido di trionfo, manco fossimo ai Mondiali del 2006.
Con le lacrime agli occhi per la gioia, strinsi Naomi e Kuseno in un lungo abbraccio.

-CE L'ABBIAMO FATTA!! SÌÌÌÌ!!!-

-Fanciulle. Sono felice che l'esperimento sia riuscito, ma dovremmo ancora recuperare Giorno- disse Kuseno, riportandoci alla realtà. Sciogliemmo l'abbraccio e Naomi riprese a smanettare con la macchina. In un attimo Giorno riapparve sulla pedana sano e salvo.

-Giorno, è fatta!! Ci siamo riu...- iniziai a dire, ma vedendo la sua faccia scura di preoccupazione, mi bloccai: -Giorno... va tutto bene??-
Senza cambiare espressione, lui annunciò grave: -È successo un casino-

GIORNO POV

In un attimo il laboratorio sparì dalla mia vista e mi ritrovai in un luogo nuovo, ma per nulla sconosciuto.

Ero su una spiaggia ciottolata, chiusa tra due promontori coperti da arbusti tipici della macchia mediterranea e bagnata da un mare calmo e purpureo a causa del sole, ancora basso sull'orizzonte. Uno stormo di gabbiani volava basso sul mare, alla ricerca di cibo, sospinto da un venticello che scompigliava anche i miei capelli.

Non c'erano dubbi. Era alla baia di Trentaremi. Ero a Napoli. A casa.

Immediatamente un dubbio mi sorse spontaneo. Che giorno era??

Il giorno della mia "partenza improvvisa" era stato il 5 novembre 2001, mentre nell'universo di Noemi medesima data corrispondeva al 26 giugno 2020.
Se il tempo scorreva nello stesso modo in ambo gli universi, oggi dovrebbe essere il 27 novembre. Ma se invece così non fosse?? E se un giorno in un universo equivalesse a un anno in un altro??

Il mio sguardo vagò sulla spiaggia alla ricerca di un oggetto che mi indicasse la data di oggi.  
Fortunatamente trovai un giornale praticamente nuovo (forse del giorno precedente).
Lo raccolsi, lessi l'intestazione e tirai un sospiro di sollievo: la data segnata era 26/11/2001.

Per pura curiosità lo lessi e l'articolo a pagina 13 mi fece gelare il sangue.

Ancora nessuna traccia dei 5 ragazzi scomparsi misteriosamente nella notte tra il 5 e il 6 novembre. La compagnia di amici, composta da Giorno Giovanna (16 anni), Trish Una (16 anni), Guido Mista (18 anni) e i fratelli Alice e Marco Antonio Zeppeli (18 anni), era stata avvistata l'ultima volta in una villetta fuori Napoli, sulla baia di Trentaremi, affittata dai ragazzi per il diciottesimo dei gemelli. A denunciare per primo la scomparsa Augusto Zeppeli, nonno di Alice e Marco, prima che anche questi sparisse nel nulla il 7 novembre. 

Scomparsi nel nulla anche Tiziano Ferrù, 44 anni, professore di matematica e fisica al Collegio Giacomo Leopardi; suo figlio Federico, 16 anni; Francesca Dardanelli vedova Corrà, 42 anni, infermiera all'Ospedale dei Pellegrini e sua figlia Elena Corrà, 16 anni.

 La polizia brancola nel buio.

-Purtroppo non abbiamo ancora niente di concreto tra le mani- afferma il maresciallo Amatriciana a capo delle indagini -Il mio timore è che siano stati coinvolti in qualche affare losco e quindi rapiti da una cosca mafiosa. Se così fosse, le probabilità di ritrovarli vivi scendono drasticamente…-

Rilessi l'articolo più volte, sperando di averlo mal interpretato. Purtroppo avevo capito benissimo. I miei amici era scomparsi!!

Una parte di me, più ottimistica, sperava che fosse colpa dell'Anomalia e si trovassero al sicuro in un altro universo, ma l'altra parte concordava con i timori del maresciallo. Dopotutto eravamo in guerra con la Carboneria e la probabilità che dietro a quella sparizione ci sia lei era piuttosto alta. Ma qualcosa non tornava. Perchè anche Elena e Fede?? E dov'era Fugo??

Mentre pensavo a ciò venni riportato nel laboratorio.
-Giorno, è fatta!! Ci siamo riu...- disse Noemi prima di bloccarsi -Giorno... va tutto bene??-
Non so se fu per preoccupazione, stress o fiducia, ma sta di fatto che decisi di essere sincero con loro. Dopotutto stavamo per imbarcarci insieme in quella missione, non potevo nasconderlo ancora a lungo.

-È successo un casino-

NOEMI POV

Giorno ci raccontò tutto. Dell'incontro con gli Zeppeli. Della guerra contro la Carboneria. E del suo piano per sconfiggerla.

-Questo è tutto- concluse Giorno -Credo sia inutile sottolineare la pericolosità di questa situazione. Per questo sarebbe meglio che voi non venite nel mio mondo prima che io abbia risolto questo macello-

Cadde il silenzio mentre tutti elaboravano la mole di informazioni divulgate da Giorno. Caesar fu il primo a parlare.
-Giorno- disse -Capisco il tuo punto di vista, ma non posso restare a guardare mentre un mio compagno rischia la vita. E poi è coinvolta anche la mia famiglia. Non posso e non voglio abbandonarla di nuovo-
-Inoltre potrebbero essere coinvolti anche persone dei nostri mondi- aggiunse Ayato -Laggiù potrebbe esserci mia sorella o mia moglie-
-Che ti piaccia o meno, in questo macello siamo coinvolti anche noi. Non possiamo stare con le mani in mano- si accodò Levi.
-E poi noi siamo amici. E gli amici si aiutano a vicenda, no??- concluse Luffy.

Giorno rimase un po' sorpreso da quelle uscite, ma infine sorrise e disse: -Immagino di non potervi dire di no-

-Immagini bene- dissi e alzandomi aggiunsi: -Se le cose stanno così, allora non c'è tempo da perdere. Abbiamo bisogno un minimo di 6 macchine, ognuna con una quindicina di bracciali. Sarà un lavoro lungo, ma cercherò di fare bene e in fretta-

-A tal proposito- intervenne timidamente Twice -Credo di poterti dare una mano. Anzi, più di una-

-Ma Jin- gli dissi capendo le sue intenzioni -Per fare dei miei cloni hai bisogno del cristallo. E la tua testa…-

-Lo so. Ma per aiutare una mia amica questo e altro- affermò lui -E poi prima o poi devo riaffrontare i miei demoni, no??- 

Io sorrisi e annuì.

-Allora mettiamoci a lavoro-

Skiptime 20/07/20

Eravamo finalmente pronti a partire. Il Rover era stato riparato e portato sulla pedana pronto per il viaggio. Si trattava di un autoveicolo bianco, dotato di 6 ruote da fuoristrada e alimentato a energia solare. Una porta a chiusura ermetica conduceva all'abitacolo di 4 posti simile a quello di una normale automobile. Era stati aggiunti anche un localizzatore e una radio costruiti appositamente per trasmettere segnali da un universo all'altro.

Nonostante fossimo in 12, riuscimmo comunque a sistemarci dentro, complice la stanza-carapace di Polnareff, in grado di contenere più di una decina di persone.

Ovviamente sarei andata anch'io con loro. Avevo fatto una promessa e poi ero quella che nel complesso ne sapeva di più dei loro mondi quindi la mia presenza poteva tornare utile.

Perciò mi arrampicai su uno dei sedili del rover e appoggiai Polnareff sulle ginocchia.
-Nervosa??- mi chiese Josuke al mio fianco visto che si era rifiutato di entrare nella tartaruga.
-Un po'- gli risposi -Cioè… sto per entrare all'interno dei miei anime preferiti!! C'è gente che venderebbe un rene per essere al mio posto!!-
-Immagino. Io venderei oro per essere in un ecchi!!-
-Pervertito-
-Disse quella che voleva scrivere una fanfiction yaoi su Caesar e DIO-
-Non era una cattiva idea-
-No. Era una pessima idea- intervenne Caesar sedendosi al posto guida.
-Concordo- aggiunse Giorno sedendosi sul sedile del passeggero.
-Uffa- sbuffai incrociando le braccia al petto.

-Avete tutti il bracciale??- ci chiese Naomi avvicinandosi al portellone.
-Sì- affermai muovendo il polso con il bracciale. Anche gli altri affermarono, mentre Polnareff fece le veci di chi era al suo interno.
-Polnareff, hai tu il resto dell'attrezzatura??- chiese nuovamente Naomi.
-7 macchine, una per universo più una di riserva, con 15 bracciali ciascuna- confermò lui.

-Bene- affermò lei -Credo sappiate tutti cosa dovete e non dovete fare-

-Mai levare il bracciale neanche quando si raggiunge il proprio universo- iniziò Giorno.
-Se si aggiunge qualcuno al viaggio, lasciare una macchina del suo universo possibilmente in mani sicure e dargli il bracciale corrispondente- continuò Caesar.
-Togliere il bracciale solo quando tutti sono nei rispettivi universi- conclusi io.

-Bravi. 10 a tutti. Io o Tom saremo collegati via radio. Cercate di tenerci aggiornati- disse lei.
Esitò un attimo e poi aggiunse: -Questa è l'ultima volta che ci vedremo in faccia perciò… volevo solo dirvi che è stato un piacere stare in vostra compagnia, nonostante tutto-
-Anche per noi è stato un piacere e a nome di tutti ti ringrazio per ciò che hai fatto per noi- disse Giorno chinando la testa.
Lei sorrise e fece un passo indietro.
-Mi affido a voi. Buona fortuna e addio- disse inchinandosi prima che la porta del Rover si chiudesse.

Dalla radio la sentimmo dire: -Attivo la macchina-
Dai finestrini potemmo vedere le pistole laser attivarsi.
-Inizio conto alla rovescia. Tre. Due. Uno. ZERO-

E così iniziò il nostro viaggio nel multiverso.

FINE PRIMA PARTE

Angolo autrice: Ho finalmente finito di ripostare tutti i capitoli di LAM già in precedenza pubblicati su Wattpad. Adesso la storia rimarrà in pausa per un po' almeno finchè non finisco di scrivere e pubblicare il prequel (che arriverà a breve anche qui). Spero che la storia vi sia piaciuta fino a questo punto. Lasciate pure recensioni positive e negative che siano (tranquilli, non mordo) e noi ci vediamo presto (si spera).

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