Il Diamante nero

di NadiReal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Capitolo ***
Capitolo 2: *** II Capitolo ***
Capitolo 3: *** III Capitolo ***



Capitolo 1
*** I Capitolo ***


“Non posso crederci! Ci sposeremo questa estate!” Adele saltella sul posto come una bambina, incapace di contenere quell’emozione immensa che le riempie il cuore. Finalmente Alessandro si è deciso e le ha fatto la proposta! Sono una coppia storica, insieme da anni e ormai mancava solo questo passo nelle loro vite: sposarsi, andare a vivere insieme e creare una famiglia!!

È così felice che inciampa e il suo grande amore la sostiene, sgridandola scherzosamente, Adele gli getta le braccia attorno al collo e lo bacia, felice, ma d’un tratto lo allontana e lo fissa “aspetta! Ma quanto manca al fatidico giorno?” fa la conta dei mesi portando le dita sulla punta del naso e si rende conto che manca davvero poco tempo.

“Come faremo ad organizzare il tutto in così pochi mesi? Ci sono un sacco di cose a cui pensare!”

“Ecco! Lo sapevo, ora diventerà tutto un tour de force” le dice divertito Alessandro facendo roteare i suoi occhioni nocciola.

 

Nei due mesi successivi Adele spende tutte le sue energie per organizzare al meglio il matrimonio, si sa che i matrimoni del sud sono impegnativi e molto tradizionalisti: ad Adele basterebbe una cerimonia semplice, con pochi invitati e un rinfresco, ma sa benissimo che non potrà mai essere solo quello. La nonna, prima di tutti, ne soffrirebbe, lei sogna da sempre un matrimonio da sogno per la sua nipotina.

 

“Dai! Sbrigati! Da quando sei arrivata sembri una lumacona non ti riconosco più!” incalza sollecitando la sua amica che è occupata a rimirarsi allo specchio sistemando il suo carrè biondo.

“Sarà forse che, dopo tre anni di espatrio, ho capito che essere sempre di fretta, soprattutto per le cose belle, ti porta a non goderne?” L’apostrofa Ilenia ironicamente facendo una smorfia e ripassando il rossetto sulle labbra carnose.

“Sai che l’appuntamento è per le nove, mancano quindici minuti e siamo ancora a casa, dai sbrigati!”

 

“Questo è perfetto! Aspetta! Non guardarti ancora allo specchio.” Ilenia con evidente commozione di gioia, si porta le mani alla bocca, i suoi occhi castani si illuminano e porta Adele a girarsi pian piano verso lo specchio che nel vedere la sua immagine riflessa le manca il fiato, con le dita sfiora il suo corpo attraverso la stoffa lucente, quell’abito stile impero le mette in risalto le curve ma non in modo esagerato, le sottolinea il seno ma molto meno la vita e i fianchi. Sposta i suoi lunghi capelli neri dietro la spalla, con un gesto che sembra una carezza e non può fare altro che rimirarsi. “Ile, sono proprio io, vero?”

“Certo, sembri una dea, sei bellissima!”

“Credo di essermi innamorata di quest’abito! Mi sento… bella!”

“Allora lascia che sia io a regalarti questo abito, sarà il mio regalo di nozze!”

 

Appena la grande porta della boutique si chiude alle loro spalle, si guardano sorridenti, nessuna di loro pensava di trovare un abito tanto bello che regalasse ad entrambe un’emozione tale. Poi l’umore di Adele s’ingrigisce un pochino: le mancano queste uscite con l’amica ma non può e non vuole farle una colpa se tre anni prima ha sentito il bisogno di lasciare tutto e trasferirsi in Toscana per realizzare i suoi sogni e vivere, finalmente, lontano dai pettegolezzi del paese; una cosa la rincuora però: nonostante la lontananza il loro rapporto non è cambiato, sono ancora legate come all’inizio!

“Allora, dimmi, ti senti pronta per il grande passo? Conosco già la risposta ma è mio dovere, da buona amica, farti questa domanda.” Le chiede strattonandola col gomito e Adele, senza pensarci e con tono deciso le risponde “Certo! È ovvio, sono prontissima! Lo sono da anni e ora, finalmente… ma ci pensi? Ancora qualche mese e sarò sposata e starò con Ale per tutta la vita.”

“Sbrighiamoci allora, lo sposo ci aspetta per la scelta degli inviti. Ah, la pizza questa sera la offri tu, anzi niente pizza questa sera ho voglia di ballare, andiamo in quel locale fuori paese, danno ancora musica dal vivo?”

“Sì, tutti i venerdì sera, hanno esposto una locandina nel negozio.”

 

La sera, Ilenia suggerisce all’amica un outfit più trasgressivo del solito e le fa provare uno dei suoi vestiti: un abitino aderente, con scollo a punta e leggermente sopra al ginocchio, ma Adele, guardandosi allo specchio si sente poco adeguata “No! non potrei mai uscire con questo, come lo chiami, abito?”

Cerca di stringere lo scollo che, a suo avviso, le denuda esageratamente il décolleté e di allungare la gonna tirandola con le mani. Scocca uno sguardo duro all’amica “Decisamente no! Guarda, si vedono le cosce! E poi il seno, appena mi muovo rischia di uscire! Tu sei matta! Non fa per me, mi sentirei a disagio e poi cosa penserà Alessandro?”

“Ma dai, ti vesti come una vecchia, sempre con pantaloni e maglie larghe per non parlare dei capelli, porti sempre le trecce, sembri nonna.”

Quasi offesa ed imbronciata Adele, le ribadisce il suo “No!”

“Ok, fai come vuoi.” sospira l’amica “Povero ragazzo, almeno una volta ogni tanto fagli vedere che anche tu sei attraente e bella, con il tuo fisico perfetto, la carnagione scura e quegli occhioni verdi che madre natura ti ha regalato che non trucchi quasi mai.”

“Lui non ha bisogno di queste cose per amarmi, mi dice sempre che sono bellissima e poi è geloso.”

“Oh, sì, certo.” Ilenia incalza e continua “Io, fossi in te, stasera mi metterei quell’abito, magari… poi ci sarà un dopo, che ne pensi?” Si stoppa quando vede Adele impacciata e diventare rossa “Ok, scusa, so bene che non lo avete ancora fatto, che aspettate il matrimonio e bla, bla, bla… solo che pensavo che ora che vi state per sposare, potreste anche concedervi, no?”

“Non essere stupida, tanto manca poco. Dai, sbrighiamoci che Alessandro è di sotto che ci aspetta.”

 

*****

 

Corre senza freni, alla cieca, con solo la voglia di sparire!

 Non posso credere che sia successo, non può essere vero! Pensa, mentre con le dita si asciuga le lacrime. Rallenta e si ferma, con il fiato corto e guarda nel vuoto oltre la terrazza.

Ditemi che è solo un brutto incubo! Ditemi che non c’è nulla di vero! Urla nella sua testa.

 

Posa le mani sopra la pietra fredda sulla terrazza della piazza che scende a picco sul mare, espira ed inspira molto velocemente, il panorama sarebbe spettacolare ma Adele nemmeno lo vede, in testa solo le immagini di quanto successo poco prima: il suo sguardo, da cucciolo ferito e la sua voce abbattuta le girano in testa in loop. Mentre riprende fiato si rende conto che è tutto reale!

 

Si volta verso la piazza e guarda quel luogo che conosce a menadito: ha sempre vissuto lì, a Sant’Agnello, un paesino della costiera sorrentina, non lo ha mai lasciato nemmeno per una vacanza e fino a mezz’ora prima non le pesava minimamente, ora si sente soffocare. Se pensa che poteva essere da tutt’altra parte in quel momento… avendo frequentato la scuola di arte e disegno ed essendosi diplomata col massimo dei voti, le avevano proposto la specializzazione, da frequentare in città, a chilometri da casa, che le avrebbe assicurato una carriera con un lauto stipendio. Ma lei, per stare accanto al fidanzato, aveva rifiutato e aveva ripiegato sul negozio di famiglia.

Fino a quel momento non ci aveva mai pensato: aveva Alessandro, e nulla contava di più. Ma ora? Cosa poteva fare? Come poteva vivere in quel posto, senza di lui?

In paese tutti si conoscono e tutti sanno tutto di tutti e ora lei vorrebbe solo sparire.

Una donna, la moglie del panettiere, la sta guardando dal lato opposto, Adele alza la mano e la saluta e si sforza per accennare un sorriso. Prega che non abbia visto la sua corsa, che non si avvicini e, fortunatamente, quella riprende a camminare per la sua strada.

Vorrei una pausa, sente la voce di Alessandro nella sua testa e trattiene il respiro, nauseata.

Per lui ha rinunciato a tutto. Sicura che sarebbero stati insieme per sempre.

Per lui ha rispettato gli schemi della brava ragazza, non ha mai nemmeno fumato una sigaretta o bevuto alcolici, non si è mai messa in mostra, non ha mai fatto parlare di sé, voleva che lui fosse orgoglioso della sua fidanzata.

Sente di aver perso qualcosa, una parte di sé, ma per lui avrebbe fatto di tutto!

Con gli occhi lucidi torna a guardare il mare che s’infrange più sotto, prende il telefono dalla tasca posteriore e chiama Ilenia.

"Ile! Ile!” la chiama concitata non appena quella risponde, sentire la voce dell’amica le accentua il dolore e riprende a piangere.

“Adele!” esclama spaventata l’altra.

 “Sto impazzendo! È un incubo, sto male! Aiutami, ti prego." Dice singhiozzando.

"Adele, calmati, cosa succede? Se non usi parole di senso compiuto non comprendo cosa dici! Nonna? Nonna sta bene?" chiede preoccupata.

"Si, nonna sta bene ma io sto male! Alessandro!"

"Alessandro? Alessandro cosa?”

“Lui…”

“Adele, scusa” la interrompe Ilenia “sono in riunione e il mio capo mi sta addosso, devo rientrare. Finisco qui e ti richiamo. Va bene?”

Adele annuisce e cerca di calmarsi poi dice: “Sì, scusami tu. Ok, a dopo.”

Ancora immobile sulla terrazza fissa il panorama e respira a fondo e, come succede ogni volta che si reca in quel posto con qualcosa che la turba, l'odore del mare ed il rumore delle onde la calmano. Ama perdere lo sguardo all'orizzonte e lasciare che i suoi pensieri affondino nel mare, ma questa volta non è così semplice: quello che è successo è troppo vivo, troppo reale per riuscire a lasciarlo andare. Non è qualcosa che può affrontare con calma, rimandare a domani, dormirci sopra. Sono pensieri vivi che non abbandonano la sua mente, anzi ripercorre l'accaduto e tutto sembra così reale che il suo cuore accelera e le manca il fiato, vorrebbe essere capace di mettere tutto a tacere, di cancellare quel momento ma poi la voce di Ale le parla come se fosse lì, davanti a lei: “Adele mi dispiace, penso di essere confuso, ho bisogno di tempo. Mi serve una pausa, credo serva ad entrambi. Abbiamo ancora un po' di tempo prima del matrimonio, può servire ad entrambi pensare al grande passo che stiamo per fare."

Si asciuga gli occhi e ripensa alla sua reazione: dapprima incredula, poi scioccata quando ha compreso che non era uno dei suoi stupidi scherzi. Sa di avergli fatto molte domande, non le ricorda nel dettaglio ma sa di avergli chiesto il significato di quella pausa, dopo anni insieme come poteva essere insicuro? Di cosa? Poi il terrore che avesse un’altra… ricorda bene con quanta agitazione glielo ha chiesto: un’altra donna vuole dire tradimento e la paura più grande che lui avesse rotto il loro patto di arrivare illibati fino al matrimonio. Ma lui ha negato e lei sente che ha detto il vero.

"Frena! Sai che sono sincero con te, non c'è nessun’altra donna, semplicemente ho bisogno di capire se quello che stiamo per fare è davvero quello che voglio: ebbene sì, sento il bisogno di una pausa!"

Una pausa… ripete nella sua testa e poi un pensiero le da qualche speranza: una pausa non è una rottura, è come mettere in stand by una canzone, un film e poi farlo ripartire, proprio da quel punto fino al suo completo svolgimento.

 

Con questo pensiero in testa decide di rivedere Alessandro, quindi, si incammina verso casa sua pensando che basterà parlare, che gli basterà vederla così sofferente per ripensarci, per capire che loro due non possono non stare insieme.

Arrivata fuori casa di Alessandro, trova il cancello aperto, decide di entrare dal giardino nel retro e mentre si avvicina sente le voci degli amici di Alessandro dalla veranda, si avvicina piano e non appena capisce che stanno parlando di lei, si nasconde dietro gli alberi di arancio ed ascolta la conversazione: "Ale, lo sapevo che sarebbe finita così, se non sei sicuro non puoi sposarti, che vita potrebbe essere!”

“Meglio che te ne sei reso conto ora che dopo” dice un altro.

“Già! Poi, dai…state insieme da sempre, non hai avuto altre esperienze, come puoi essere sicuro che sia lei quella giusta?” continua il primo.

“Sono convinto che stare un po' da solo ti farà solo bene ma, qualunque sia la tua decisione, noi ti appoggiamo" aggiunge l’altro.

“Vi ringrazio per il supporto: ma sono davvero confuso. Le voglio bene e sto bene con lei ma… è un passo importante. Il matrimonio è una cosa seria e voglio esserne sicuro.”

"Ale forse è solo panico prematrimoniale, magari possiamo fare una vacanza, possiamo andare nella casa dei miei genitori in montagna, o ci puoi andare da solo, pensaci". Sente proporre da un altro.

 

Sente Alessandro sbuffare e poi dire: "Il fatto è che, forse, Ehm… io credo di non essere più innamorato, ecco, l’ho detto! Le voglio bene ma non sento più quel qualcosa che mi travolge, a volte stiamo lontani giorni e non sento la sua mancanza, anzi. Negli ultimi mesi, coi preparativi poi… mi dava quasi fastidio doverla incontrare. Non mi pare siano i sentimenti giusti per uno che si accinge a promettere di amarla fino a che morte non ci separi."

Nel sentire queste parole il cuore di Adele perde qualche battito, sente la testa girarle e si aggrappa alla corteccia dell’albero ma subito si rende conto che farsi trovare lì sarebbe davvero atroce. Si allontana velocemente da quella casa correndo ancora una volta e mentre corre la sua mente è vuota.

Arriva in paese cerca di ricomporsi, asciuga gli occhi, si ferma per prendere fiato appoggiando le mani alle ginocchia e poi si avvia verso casa.

Le stradine del paese sono così calme, il tramonto le mette malinconia nell'animo, ma deve sorridere e salutare tutti come fa sempre "’sera zia Lisa, signor Ugo”. L’ultima cosa che le serve è che qualcuno sospetti qualcosa, non ora! Sarebbe una pioggia di domande che non saprebbe sopportare.

 

"Ciao nonna sono a casa, dove sei?”

"Sto preparando la cena, dove sei stata?"

"A fare una passeggiata sulla spiaggia"

"Con Alessandro?"

Ora che le dico? Pensa con un tuffo al cuore.

Per evitare di farsi tradire dal suo sguardo infelice mentre si avvia verso la sua camera risponde: "No! Ero sola. Ehm… a proposito, Ale sta per partire, deve andare ad una fiera, incontrare dei fornitori per il negozio e starà via per un po'. Ora scusami devo fare una telefonata."

Dall'ingresso di casa sale in camera, si chiude la porta alle spalle, si siede sul divanetto e videochiama la sua amica, che al primo squillo risponde

"Allora, mi dici cosa è successo Adele? Ti ho richiamata subito dopo circa dieci minuti, il tempo di liberarmi ma tu non hai risposto.”

“Scusa, ero sulla terrazza.”

“Oddio, la cosa è grave, ma prima di raccontarmi apri la finestra, gira la videocamera e fammi ammirare lo splendore del mio paese."

Il panorama è stupendo, il verde vivo degli alberi che si fonde col verde azzurro del mare in piena primavera formano uno scenario spettacolare, il venticello che viene dal mare culla dolcemente le foglie degli alberi e mentre Ilenia è incantata a sospirare di fronte alla vista, la sua amica la interrompe bruscamente girando la videocamera del telefono verso il suo volto "Alessandro ha bisogno di una pausa!"

"Sarebbe a dire?" interviene Ilenia scettica. Anche lei non crede alle sue orecchie, quei due sono la coppia più solida che abbia mai visto! Possibile che…

" P a u s a! Mi ha chiesto una pausa! E… forse non mi ama più!”

“Non dire così, magari è solo spaventato dal grande passo che…”

“Lo ha appena detto ai suoi amici!” queste parole zittiscono Ilenia che la guarda esterrefatta.

“Ero andata a parlarci e… ho sentito.”

“Oddio! Mi dispiace”

“Sono disperata, ho mollato tutto per lui, gli studi, gli amici, la mia passione per il disegno. Io lo amo! Me lo dici cosa faccio? Devo aspettare che lui capisca cosa vuole? Se mi ama ancora? Come lo spiego alla nonna? Dio, le verrà un malore. Oh, Ile, aiutami, ti prego." Dice Adele disperata, sparando parole a raffica.

"Ma sentiti e guardati, sei ridotta uno straccio, stai calma, raccontami tutto, parli ma non ho capito una mazza."

Così Adele racconta nei dettagli l'accaduto ed anche ciò che ha sentito mentre Alessandro parlava con gli amici.

Dopo il racconto di Adele, Ilenia un po' pensierosa e perplessa tenta di calmare l’amica ma si rende conto che in quella circostanza la lontananza non aiuta "Io non posso venire in paese, sarà difficile non confessare a nonna la pausa riflessiva del giovanotto, quindi… perché non aggiriamo l’ostacolo?”

“In che senso?”

“Vieni tu da me! Non puoi stare da sola in questa situazione, ti conosco, hai bisogno del mio aiuto, quindi, prepara una valigia e inventa qualcosa con nonna, tanto per il negozio c'è zia Elisa, dille che sono malata e che ho bisogno di te, per ora non importa dire la verità, ma devi venire via."

"E se questo dovesse peggiorare la situazione? Se lui avesse un ripensamento? Io non sarei disponibile, dimmi cosa faccio poi?"

“Se ti cerca e non ti trova, ti aspetta. Se ti ama.”

“Ma…”

"Adele, io penso proprio che tu non debba essere lì, ti conosco, arriverai al punto di supplicarlo, ti ha chiesto una pausa, lascialo pensare tranquillamente, in fondo è anche la sua vita, allontanati dal paese e vedrai che lui sentirà la tua mancanza, solo così capirà. Anche tu hai bisogno di allontanarti dal tran-tran quotidiano, dovrai riflettere se stare con una persona che ha dei dubbi sul vostro rapporto pochi mesi prima del matrimonio, se fidarti… dai, lascia tutto per qualche giorno e vieni da me, ti farà bene."

"Forse hai ragione, sento il bisogno di fuggire."

"Sì, bene! Lascialo da solo a pensare, così si renderà conto di aver fatto una stronzata."

Adele scende le scale con un animo diverso, decisamente più calmo e affrontare la nonna e mentirle le viene anche facile. Quando torna in camera prepara la valigia, cercando di non pensare ad Alessandro, cercando di vedere quel viaggio solo come qualcosa di piacevole.


Spazio commenti:
Capitolo revisionato.
Grazie

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Capitolo 2
*** II Capitolo ***


In una lussuosa stanza di una garçonnière, tra le lenzuola di seta azzurre spunta una mano che cerca di prendere un telefono che squilla.

"Buongiorno signor Lucente, ben svegliato, la chiamo per informarla che suo nonno questa sera la invita a cena."

"Scusi” risponde Germano con voce roca che si schiarisce con un colpo di tosse “sto ancora dormendo e non credo di…"

"Signor Lucente, sa benissimo che non può declinare l'invito di suo nonno, e io non posso riportare un tale diniego, vuole forse farmi licenziare? Il signore ha bisogno di parlare con lei, ma credo sia più un ordine che un semplice invito!"

Lucente Germano senior è un uomo intransigente, patriarca ed imprenditore rigoroso, ed è una persona che non accetta un “no” come risposta. Il nipote, Lucente Germano junior, è la sua copia speculare, tranne per il fatto che è poco avvezzo al lavoro e alla puntualità: lui vive senza impegni, ama la sua libertà e le belle donne, le uscite notturne e il divertimento, quindi, “quell’ordine” gli calza come un cappio al collo.

"D'accordo” risponde svogliato “allora dica a mio nonno che ci sarò, grazie."

"Bene, buon pomeriggio signore." Il ragazzo grugnisce in risposta, anche se nella sua testa, le parole di saluto per la segretaria di suo nonno, sono molto chiare e dalle tinte vivaci.

Abbandona il telefono sulle lenzuola e sbadiglia assonnato, sbuffa ma si costringe ad alzarsi, lascia svogliatamente il letto e cammina nudo per la stanza, è un uomo dannatamente affascinante, selvaggio ed elegante allo stesso tempo, davanti al grande specchio si sofferma per rimirare il suo riflesso: con una mano accarezza i pettorali, inarca la schiena e tende il collo, avrebbe preferito dormire ancora qualche ora. Le dita solcano il filo di barba del mento, poi salgono a sistemare il ciuffo ribelle sulla fronte, ma poi i suoi occhi neri attraggono la sua attenzione e sorride a sé stesso, ricordando, compiaciuto, la notte appena trascorsa.

Indossa la giacca, un ultimo sguardo allo specchio, vuole essere perfetto ma secondo il suo rolex è in rotardo, con un movimento fugace prende le chiavi e sospira, consapevole che quella cena non sarà del tutto piacevole. Le cene con nonno Germano non lo sono quasi mai.

Germano senior abita nella sua tenuta in una delle zone più belle della costiera toscana, la Costa degli Etruschi: la proprietà si estende per quasi un chilometro, con l’imponente magione e con giardini fioriti ed alberi da frutta. Agli occhi di tutti appare come una persona molto dura e rigida, ma è solo una corazza che ha dovuto indossare per sfondare nel mondo come disegnatore e produttore di esclusivi diamanti e gioielli; solo con suo nipote smorza quell’inflessibilità che lo distingue e mostra la sua sensibilità.

Il nipote raggiunge la tenuta con la sua jeep coupé blu e, avendo sia le chiavi di casa che i codici di accesso, entra senza né bussare né farsi annunciare.

"Nonno!” incalza vedendo l’uomo nella grande sala e gli va incontro a braccia aperte “Come stai? Fatti abbracciare, sei uno splendore" dice sorridente.

"Benvenuto figliolo, sai che sono quasi dieci giorni che non ti fai vivo? Scommetto che sei stato in giro, ogni giorno, con una donna diversa: quando metterai la testa a posto?"

"Ma cosa dici? Ti telefono tutti i giorni" cerca di difendersi il nipote.

"Figliolo, facciamo due passi prima di cena, ho alcune cose da dirti."

Passeggiano per il grande parco come fanno sempre, parlando come due vecchi amici.

"È successo qualcosa nonno? Stai bene?" chiede incuriosito Germano.

"Tranquillo, sto bene. Ma non interrompermi come fai sempre! Ascolta, è arrivato il tempo che tu prenda il tuo posto, ho bisogno del tuo aiuto! Ho investito tutta la mia vita nell'azienda e non voglio vederla in mani sbagliate o venduta a pezzettini! Tu sai che sei, oltre che il mio prediletto, il mio erede!"

"Nonno, per favore, non farmi questo discorso. Non cominciare con la solita storia! E poi c'è papà, è lui il tuo erede, io ho ancora tempo per…"

Il nonno si acciglia e interrompe i suoi sproloqui "Ti ho detto di non interrompermi!” sospira spazientito ma poi torna calmo “per favore, faremo dei piccoli passi, io non mi fido di nessuno, tuo padre non c'è mai, è impegnato nella ricerca delle materie prime, non può accollarsi anche la parte burocratica! Non verrà mai​ per restare e tu sai il perché, io sono diventato vecchio e voglio lasciare questa vita sapendo che ciò che ho creato è in mani sicure. La tua matrigna non aspetta altro di vedersi servire l'azienda su un vassoio d'oro, per non parlare di sua figlia!” Germano senior si porta una mano al petto e fa un respiro profondo “Ascolta, non voglio dover fare questi discorsi, mi fanno stare male. Vorrei davvero tu ci provassi, con il mio aiuto, certo, almeno finchè potrò! Ti chiedo almeno un periodo di prova, fallo per me, puoi tentare?"

"Nonno, se la metti così non posso dirti di no, posso provarci ma sai che non amo stare per più di una settimana nello stesso posto e poi, con tutte le responsabilità che comporta, stiamo parlando di un impero da gestire! Perché non fai un tentativo con papà?"

"Credi non ci abbia già provato? Anni fa… ma è stato un disastro!”

“E come puoi pensare che con me…”

Germano alza la mano, zittendo il nipote e lo fissa con occhi severi, come solo poche altre volte è successo “Ascoltami bene signorino: se non vuoi nemmeno tentare di dirigere l’azienda puoi scordarti tutti gli agi a cui sei abituato. Ti ho invitato qui stasera, per parlare da uomo a uomo, sperando nella tua maturità, ma se insisti con la tua vita deplorevole, mi costringi a toglierti tutti i tuoi averi, a bloccare le carte di credito! È questo che vuoi?”

“No, nonno, io…”

“Se vuoi continuare a fare sonni tranquilli devi guadagnarti la vita agiata che fai! Domani cominci, c'è zia Marta che inizialmente ti darà una mano, potrai fidarti solo di lei, ripeto: solo di lei!” Con un colpo di tosse il nonno si schiarisce la voce, poggia una mano sulla spalla del nipote e gli sorride “Fidati di me: io ho cominciato da zero, se non avessi la vista lunga non sarei arrivato fin qui. Se dico che sei la persona giusta, so di non sbagliarmi e poi so che se prendi un impegno mantieni la tua parola, siamo d'accordo?”

“Non mi lasci molta scelta. Ma… d’accordo, posso provarci! Ora andiamo a mangiare che mi è venuta fame.”

Il nonno dà qualche pacca sulla spalla del nipote, con un largo sorriso soddisfatto e s’incammina con lui verso la magione, poi per un attimo torna serio “Ovviamente dovrai dire addio alle tue notti brave, l’azienda apre la mattina presto e tu devi essere il primo ad arrivare!”

Campiglia Marittima (Livorno) è il nome che Adele legge sul cartello, appena il treno si arresta. Finalmente è arrivata! Ma scesa dal treno si rende conto dell’assenza della sua amica, eppure… era certa che…

Un ragazzo le si para davanti e le sorride, per un attimo è colta dal panico ma per fortuna è svelto a svelare il mistero.

"Ciao tu sei Adele, vero? Ti ho riconosciuta dalle foto che mi ha mostrato Ile, cioè Ilenia. Sono il suo vicino di casa, abito nell’appartamento accanto e mi ha chiesto di venirti a prendere, lei non poteva, è stata trattenuta al lavoro per una riunione urgente, avrebbe dovuto mandarti un messaggio, non lo hai ricevuto?"

"Scusa, ti chiami?" Chiede Adele titubante.

"Scusa tu, io sono Giamundo ma per gli amici Gimmy con la y, chiamami solo Gimmy, dimentica Giamundo, troppo impegnativo."

"Ok, Gimmy il mio telefono è scarico non ho potuto leggere il messaggio, ma mi fido, questa è una cosa tipica di Ilenia!” Adele sospira ma poi gli sorride “Dai, andiamo."​

D'altronde cosa mi può fare, sembra gentile e simpatico, il tipo di persona che frequenterebbe quella pazza della mia amica, pensa Adele.

Durante il tragitto Gimmy tenta di rompere il ghiaccio con domande di routine "Come è andato il viaggio? Stai bene? Hai bisogno di qualcosa?"

"Bene, ma sono un po' stanca."

"Posso immaginare ma non devi preoccuparti: mi penderò cura io di te finchè non torna Ilenia. Oltre ad essere vicini di casa sono un suo carissimo amico, anche suo confidente: passiamo molte serate insieme e tutti dicono che do ottimi consigli."

Adele sorride, Gimmy continua a parlare, le racconta aneddoti dell’amicizia con Ilenia, il loro primo incontro, la prima notte passata a parlare fino all’alba e poi ancora e ancora, sembra una fonte inesauribile di parole e, nonostante lei sia stanca dal viaggio e ancora confusa per la storia di Alessandro, apprezza la presenza e il chiacchiericcio ininterrotto di Gimmy che riesce a farla sorridere per tutto il tragitto, allontanando i brutti pensieri.

"Come al solito Ile mi ha chiesto di preparare la cena, stasera mangeremo insieme, avrai l'onore di assaggiare le mie cotolette."

"Ti ringrazio, sei gentile ma non penso sia difficile riuscire a fare delle cotolette, mi aspettavo qualcosa di più impegnativo.” ​ Ironizza Adele per tastare il terreno, sperando di poter instaurare anche lei un bel rapporto con il vicino di Ilenia.

 

Gimmy sbuffa ma poi sorride.

 

L'appartamento si trova al primo piano di una piccola palazzina ed effettivamente Gimmy abita in quello a fianco a quello della sua amica.​ Le dà le chiavi di casa mentre lui varca la soglia di quello accanto.

 

"È carino ed accogliente, brava Ile." Commenta compiaciuta Adele mentre posa la valigia sul pavimento. È un piccolo ma confortevole open space: la zona giorno è subito dopo l’ingresso, con un comodo divano e, di fronte a quello, una parete attrezzata e la grande tv. Una porta balcone introduce al terrazzino che affaccia sul giardino condominiale. Sul fondo un piccolo angolo cottura con tavolo e, accanto, la porta della camera da letto con il piccolo bagno con doccia.

Nel bagno si spoglia lentamente, rifuggendo lo specchio. Vorrebbe essere felice per quel viaggio, per poter riabbracciare Ilenia dopo tanto tempo, poter passare del tempo con lei, come facevano anni prima, prima della partenza dell’amica, invece… si sente uno straccio. Alessandro le ha chiesto una pausa, dopo tutti quegli anni insieme, dopo aver parlato e fantasticato sul loro futuro un miliardo di volte, dopo averle chiesto di sposarlo e organizzato il matrimonio, lui le ha chiesto del tempo per pensarci…

Entra in doccia con i primi singhiozzi e apre l’acqua cercando di fingere con sé stessa che quelle che le scorrono sul viso non sono lacrime ma gocce d’acqua.

Svogliata si siede sul divano, cerca il telecomando, chiedendosi a che ora tornerà l’amica quando sente bussare alla porta d’ingresso.

"Adele, sei pronta? Dai, vieni da me, mentre aspettiamo Ile, beviamo qualcosa." Chiede Gimmy.

Beviamo qualcosa? Quella domanda le pare così fuori posto, essendo astemia! Ma probabilmente lui non lo sa e accetta l’invito anche solo per non restare da sola coi suoi pensieri.

"Arrivo!" risponde a gran voce, esce nel corridoio e vede la porta accanto socchiusa "Gimmy? È permesso?”

Il ragazzo l’accoglie a passo di danza facendo ondeggiare un grembiule rosa, indossa pantaloncini che arrivano al ginocchio, la t shirt lascia intravedere sul braccio sinistro un tatuaggio sbiadito: un cuore spezzato, distoglie furtivamente lo sguardo accortasi che lui cambia posizione ma continua a scrutarlo ed osservando il suo viso ovale e le labbra carnose con gli occhi a mandorla con sopracciglia tatuate la portano a pensare che abbia fatto dei ritocchi i estetici anche se senza sarebbe carino.

"Siediti, cosa posso offrirti?” dice lui interrompendo i suoi pensieri.

“Ehm… io non bevo.”

Il giovane si volta a guardarla stupito, come avesse detto qualcosa di immondo.

“Non bevi mai? E come fai?”

I due si fissano per un lungo momento poi Gimmy sorride “Aspetta: intendi che non bevi alcolici, non che non bevi nulla in genere!”

Adele ride e ascolta la lista di bibite analcoliche che lui le propone.

"Scusa, avevo dato per scontato che… comunque, va benissimo del tè."

Gimmy ridendo le dice “ Sai che Ile i primi tempi era come te? Chiusa in se stessa, un pulcino indifeso.”

“ Ti sembro un pulcino? Io so essere anche feroce.”

“Lo so, voi donne siete tutte fragili all'apparenza, soprattutto voi del sud.” Dice provocandola divertito.

“Cosa significa voi del sud?” dice Adele posando il bicchiere sul tavolino guardandolo corrucciando la fronte.

“Dai scherzo, ma ammettilo siete diffidenti, astute ma quando decidete di aprire quella porta lo fate senza secondi fini.” Dice Gimmy mentre Adele sposta lo sguardo verso il liquido nel bicchiere.

Si accorge di aver detto qualcosa che l'ha resa pensierosa e triste, cerca di rimediare “ Sai che per rompere il ghiaccio con Ile quasi ogni giorno le chiedevo se avesse il sale o lo zucchero e lei arrivò al punto di comprarmeli ma poi quando la feci entrare in casa e le dissi di riporli nel mobile cappa, si accorse che ne avevo una scorta.” Adele cominciò a ridere conoscendo bene la sua amica ed immaginando la scena.

“Per non parlare del fatto che ha la fissa per il kefir, ha l'abilità di sostituire tutto con quel liquido acidulo che a me non piace, dice sempre che è salutare ma a me fa venire la nausea.”

Adele lo strattona ridendo “ Hai ragione, è colpa di nonna…”

Due tocchi sulla porta attraggono la loro attenzione e Gimmy si alza recuperando un bicchiere colmo di vino dal tavolo. Apre la porta e porge il calice alla nuova arrivata.

“Sei da sposare!” dice Ilenia con un largo sorriso, stringendo lo stelo tra le dita, poi il suo sguardo si posa sulla ragazza sul divano. Adele, emozionata, si precipita tra le braccia della sua amica ed irrompe in un pianto liberatorio che sorprende il padrone di casa.

"Non sono stato io! Ti giuro che non l'ho maltrattata, stava benissimo fino a venti secondi fa!” tenta di scusarsi con Ilenia, poi sposta la sua attenzione su Adele e la guarda stizzito “Sei proprio strana, ragazza mia."

Ilenia guarda la sua amica e le dice: "Ora sei con me, asciuga quelle lacrime e per i prossimi giorni non voglio sentire il nome di quello stronzo, non voglio nemmeno che racconti qualcosa, dobbiamo cancellarlo dalla tua vita, almeno finchè stai qui con me."

Gimmy, guarda le due incuriosito e si sente escluso “Un momento, chi è lo stronzo? Perché non so nulla? Ile, sai benissimo che devo essere partecipe della vita delle mie amiche, perché nessuna di voi mi ha raccontato di quest’essere immondo? Sai che sono curioso, vuoi farmi morire forse?"

Ilenia lo interrompe: "Lo stronzo si chiama Alessandro ma questa è la prima e unica volta che il suo nome verrà pronunciato in mia presenza, al massimo potremo riferirci a lui come l'Innominato” dice facendo l'occhiolino a Gimmy che prontamente comprende ed asserisce beffeggiando, andando ai fornelli sculettando e facendo finta di essere offeso dice: "Su, ora si magia! Non pensiamo all'innominato!"

Durante la cena parlano un po' di tutto, fino a quando Adele incuriosita vuole conoscere un po' Gimmy e comincia a fare delle domande: "Gimmy, con la y, tu di cosa ti occupi?"

Lui sgrana gli occhi ma sorridendo e pizzicando un po' di pane risponde: "Potrei dirti che sono un accompagnatore."

Accigliata Adele chiede ancora: "Accompagnatore… turistico? Quindi viaggi molto?"

Ilenia divertita invita il suo amico a rispondere e ad essere più esplicito, di parlare liberamente. L’amico, con occhi languidi spiega: "Accompagnatore nel senso che… accompagno uomini e donne o chiunque non voglia presentarsi da solo, a cene, eventi, spettacoli. E sì, spesso viaggio e mi assento anche per alcuni giorni."​

"Ah!” risponde stordita Adele ma subito recupera e chiede: “lavori per un'agenzia?”

Ilenia, sorridendo, interviene con più franchezza "Lui lavora in proprio ed è un accompagnatore per donne o uomini soli. Fa loro compagnia sia tra la gente che nel privato, dipende da cosa richiedono. Insomma, può essere solo un amico o qualcosa di più, ma tutto senza impegno.”

Gimmy interviene vedendo la faccia sbalordita di Adele, le prende la mano e le dice

"Come posso spiegarti, forse dalle tue parti si dice gigolò. Devo precisare però che sono amorevole solo con gli uomini, con le donne mi limito ad essere gentile, un buon amico, un consigliere. Solo fra queste mura e con gli amici più fidati, sono me stesso, mostro il mio vero Io. Inoltre, sono anche un bravo stilista, se così mi posso definire: riesco a vedere la bellezza delle persone anche quando è ben nascosta, soprattutto con le donne. Molte mi chiedono consigli di stile, sia per la loro persona che per la casa; sai, per apparire al meglio. Ad esempio, tu hai del potenziale che nascondi ed anche molto ostinatamente!”

Scoppiano a ridere tutti e tre, poi Ilenia lo invita “Dovresti dare un assaggio delle tue capacità ad Adele, sono proprio curiosa di vedere la sua trasformazione! Perché anche io vedo il suo potenziale e conosco le tue capacità!”

"Certo cara, sarà un piacere!" dice Gimmy prendendo Adele sottobraccio e portandola davanti allo specchio dell'ingresso: "Ecco tesoro, se non ti offendi io sciolgo queste treccine ripiegate da prima elementare" e resta meravigliato mentre scioglie i lunghi capelli neri di Adele "Oh, cara, se io avessi i tuoi capelli farei strage di cuori! Non sai che una giovane donna come te dovrebbe boicottare certe acconciature adolescenziali? I capelli si tengono sciolti o al massimo legati in un’alta coda di cavallo!” così dicendo le raccoglie i capelli sulla nuca, con le mani e ispeziona il viso con sguardo indagatore “Con il trucco adeguato metteresti in risalto quei bellissimi occhi verdi che ti ritrovi! Cavolo, sei stupenda! Un bocconcino niente male! E non ho ancora parlato di come risalterei le tue curve mediterranee" Dice Gimmy facendo l'occhiolino ad Ilenia.

"Odio avere i capelli sciolti, non riesco a gestirli, per non parlare del trucco" replica sconsolata Adele.

Scocciato Gimmy la canzona "Per questo esistono i parrucchieri ed i centri estetici! E dato che sono stato sfidato e domani sono libero, tu e io andremo a tentare di liberare la tua naturale bellezza, anche se so già che mi costerà fatica, vista la tua ritrosia!”

Adele cerca con lo sguardo Ilenia, sperando vada in suo soccorso, ma Gimmy riporta la sua attenzione su di sé “Lei domani lavora, non ha tempo da dedicarti, mentre io sono libero e tu domani sarai la mia missione!”

Ilenia li affianca allo specchio, con un largo sorriso "Sono d'accordo, ci vuole proprio un cambiamento e io ti autorizzo a dare il meglio di te! Questo era il look per l’innominato, ora ci vuole qualcosa di diverso!”



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Capitolo revisionato
Attendo vostre considerazioni.
Grazie

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Capitolo 3
*** III Capitolo ***


 Germano esce sbuffando dall’edificio che ospita l’azienda di famiglia. Dietro consiglio, o sarebbe meglio dire, imposizione del nonno, è andato in ufficio a ritirare alcuni documenti. Doveva essere una cosa di pochi minuti, ma zia Marta si è dilungata come suo solito, incurante dell’ora tarda.

Infila la pila di fogli sotto il braccio e cerca nelle tasche le chiavi della macchina, in testa un pensiero fisso: perché ho accettato? Come ho potuto farmi incastrare dal nonno? Non posso credere che questa sarà la mia vita d’ora in poi!

Già, perché è questo che la zia tanto operosa gli ha prospettato per le settimane a venire: sveglia presto, riunioni, valutazioni di incartamenti, decisioni improrogabili da prendere, appuntamenti con aziende collaboratrici e tant’altro, fino a sera tardi, tutti i giorni. Per lui, lui che dorme di giorno fino a pomeriggio inoltrato ed esce ogni sera per locali ed è disponibile a libere frequentazioni.

Il giovane torna a casa con tutte le buone intenzioni di eseguire le raccomandazioni dei parenti più anziani ma basta poco per fargli cambiare idea. Una doccia veloce, un cambio d’abito è di nuovo per strada diretto ad uno dei suoi locali preferiti, il lunch bar sulla spiaggia di proprietà del suo caro amico Lucio.​

Dopo una serata pesante, come quella appena trascorsa, me la merito proprio un’uscita!

Lucio e Germano si conoscono da anni, sono inseparabili, quasi dei fratelli tanta è la loro sintonia.

All'ingresso del locale c’è una fila interminabile di persone intenta a varcare la soglia, ma lui la supera ed il vigilante lo saluta e gli fa cenno di entrare. Mentre raggiunge il bancone per salutare il suo amico, le donne, al suo passaggio, restano abbagliate dal suo charme ma lui è stanco nervoso quella sera, prima di tutto ha bisogno di un drink per rilassarsi, poi, magari, avrà voglia di compagnia.

In genere si siede al bancone in attesa che qualche preda si faccia avanti ma, basta uno sguardo, e Lucio gli apre il privè, nel retro del locale e poco dopo lo raggiunge con due bicchieri ricolmi.

“Amico!” si stringono la mano in quel modo loro di salutarsi, poi fanno tintinnare i vetri e si accomodano sui divanetti.

Il retro del locale è una terrazza con prato inglese ben curato che arriva fino alla spiaggia privata, è un angolo di paradiso e questo rende il locale molto famoso ed è perlopiù frequentato da persone facoltose e di un certo livello.

La fila interminabile all’esterno ne è la prova, per potersi aggiudicare un tavolo bisogna prenotare con largo anticipo. Germano, oltre ad essere un assiduo frequentatore, aiuta l’amico nella gestione, soprattutto nelle serate con musica dal vivo e con ospiti speciali. Ma questa sera è andato per dare a Lucio una notizia poco piacevole.

"Ogni volta la stessa storia, capisco che sei arrivato perché tutte le donne guardano in un'unica direzione, ma come fai? Non che mi lamenti, eh! Anche io riscuoto un buon successo, come proprietario ne ho sempre attorno qualcuna, ma tu…”

Germano sorride e sorseggia il suo drink.

​ “Me lo chiedo da sempre cosa si prova ad avere tutte le donne ai tuoi piedi, desiderose di entrare nel tuo letto. Tutto senza il minimo sforzo!" Termina di dire Lucio, sorridendo all’amico.

"Lucio” sospira e fa un’espressione rassegnata “le ho tutte ma alla fine non ho nessuna, mi usano e basta." Risponde Germano facendo l'occhiolino al suo amico.

Brindano con il cocktail e Germano riferisce all’amico la serata appena trascorsa, la cena con il nonno e l’imposizione di prendere in mano le redini dell’azienda, con tutte le privazioni che ne conseguono. Sta finendo il suo discorso, quando scorge una donna con un abito parecchio succinto e tacchi a spillo, molto elegante e sensuale, che sembra intenzionata a raggiungerli. La donna si ferma accanto a loro, non degna Lucio nemmeno di uno sguardo, fissa Germano con i suoi occhi scuri, le ciglia folte e ammicca spudoratamente con le sue labbra piene e rosse.

Si avvicina a Germano e gli posa una mano sulla spalla, poi si china e dice sottovoce: “Ti va di fare quattro passi in spiaggia, a quest'ora si sta benissimo, staremo da soli."

Lucio guarda l’amico e accenna un sorriso, l’altro gli risponde con l’occhiolino, poi si alza, prende la ragazza per mano e si allontana con lei, seppure con ben poca voglia rispetto al solito.

​Dopo quasi mezz'ora ritorna al banco dall'amico: "Per favore, puoi farmi un caffè? Sono stanchissimo, quasi quasi vado a casa. Domani mi aspetta una lunga giornata in azienda."

"E la tipa? Non dirmi che avete già…”

"Certo caro, sono usa e getta, ma devo dire che non sono in forma stasera, ti dispiace se ti abbandono e vado via? Non vorrei dover rifiutare qualche incontro galante, ho bisogno di riposo, ho promesso a mio nonno di evitare le notti brave per qualche tempo."

"Germano, non farmi spaventare. Tu che rinunci a tutto questo?” Con le mani mostra lo spazio intorno e guarda l’amico incredulo.

“Solo per un po'. Devo dimostrare a mio nonno che ho preso sul serio l’impegno preso.”

“Ma… venerdì c’è quell’evento! Ci stiamo lavorando da tempo e tu devi essere presente: sei il mio braccio destro! Sarà una serata memorabile!”

Germano strabuzza gli occhi ricordando il tema della serata e con un largo sorriso rassicura l’amico, assicurando la sua presenza, poi si salutano e Germano torna nel suo appartamento.

Si sdraia sul letto e poco dopo cede alla stanchezza.

​"Ragazzi perché correte, dobbiamo passeggiare non correre! Ehi! Fermatevi! Sono stanco!"​

Cerca di correre in riva al mare ma sente le gambe pesanti, si ferma con affanno.

In lontananza vede la “grotta dei giochi”, sorride ma non riesce a raggiungerla, gira su sé stesso, tende la mano, come se potesse afferrarla, ma poi si sente cadere, un senso di vuoto lo prende e…

E si trova sul pavimento. Si guarda attorno, confuso e capisce che era solo un sogno. Anche se sembrava così reale!,​ pensa spostando il ciuffo che gli copre gli occhi.

Ancora scosso si dirige verso la doccia per scacciare quel senso di vuoto provato e per lavare via il sudore. Sotto il getto d’acqua ripensa alla grotta, appena rivista in sogno, e sorride. Ah! Che bei ricordi! E come non pensare a tutto quello che succedeva in quel luogo? La grotta è stata teatro di molti suoi momenti importanti, tralasciando i giochi da bambino, in adolescenza, là dentro, ha goduto di divertimenti di altro genere, tutt’altro che innocenti.

Mentre si veste guarda l’orologio e si rende conto di aver fatto tardi: ora non ha più tempo per fare colazione comodamente seduto al bar ma di doverla fare in ufficio, sperando di non doversi accontentare di quello che passano i distributori automatici. ​

Già nel parcheggio si sente gli occhi di tutti addosso, uomini o donne che siano. Con sicurezza attraversa l’atrio non degnando nessuno di uno sguardo, ma con un sorriso accattivante sulle labbra. In sottofondo sente il vociare delle donne presenti, sente i loro apprezzamenti, i sospiri, i desideri sussurrati per un solo momento con lui e se ne compiace, sospira e allarga il petto, appagato e prima di varcare la soglia del suo ufficio chiede platealmente “C'è un volontario che, per favore, potrebbe portarmi un caffè, un cappuccino e magari anche un cornetto?"​

Tutte si precipitano verso l'uscita per soddisfare la sua richiesta ma zia Marta interviene per mettere ordine: "Una sola persona può andare al bar, anzi me ne occuperò personalmente, tornate al vostro posto, non siete pagate per fare le gare di velocità, non verso il bar!”

Zia Marta segue Germano nel suo ufficio e rimproverandolo dice: "Ascoltami bene, questa è un'azienda seria, non disturbare i dipendenti con richieste assurde e smettila di fare impazzire il personale femminile, magari puoi entrare dal retro così eviti di fare lo show man."

"Zia Marta, buongiorno anche a te, ho solo chiesto la colazione, non ho avuto tempo di farla prima" dice ridendo.

La donna, che è una cugina di nonno Germano ed è l'unico membro della famiglia di​ cui il nonno si fida ciecamente, si piega sulla scrivania, prende un post it e gli scrive il numero di telefono del bar che è a pochi passi all'azienda.

“Sei grande abbastanza per ordinarti la colazione da solo. Mi raccomando, precisa che la consegna deve essere fatta da un uomo!"

"Va bene zia, ci proverò." Borbotta ridendo e guarda la donna di mezza età lasciare il suo ufficio a testa alta, impettita e seria, anche lei come il nonno, spera che un giorno Germano prenda in mano le redini dell’azienda e la conduca come o meglio del suo fondatore!

 

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*Anche questo revisionato
Spero vi piaccia la storia.
Farò una pausa nella pubblicazione ma nel frattempo "organizzerò l'incontro"

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