Il futuro del passato

di Jeyrocca
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. Il compleanno di Ryou ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. Il destino si beffa di me ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. Grazie di tutto Micheal ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. Ryou è qui? ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. Il segreto di Zakuro ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6. Come se nulla fosse successo ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7. L'incontro ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8. Dimenticare il primo amore ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9. Maledetto sushi ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10. Sei il mio migliore amico ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11. Che cosa è questa formalità? ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12. L'invito ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13. Certo che mi preoccupo per te! ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14. Oggi ho vinto io ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15. Non lasciarmi andare via ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16. La festa di Natale ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17. Perdono e vendetta ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18. L'unica persona da amare ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19. Sono la sua fidanzata ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20. Tempo al tempo ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21. Non possiamo più vederci ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22. Capodanno ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23. La pura e semplice verità ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24. La dichiarazione ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25. L'unico modo ***
Capitolo 27: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Era la decisione giusta,

Ichigo ne era convinta. Ci era voluto tanto coraggio ma quella sera lo aveva capito.

Andare a Londra con Masaya sembrava un sogno soltanto un mese prima, era più di un anno che era innamorata della sua gentilezza, dei suoi modi, di come la guardava, ma era innamorata di lui? Se lo era chiesto spesso quella sera.

Non appena trasferiti a Londra era riuscita a trovare tramite un amico di famiglia di Masaya un lavoro part-time come commessa così da non infierire con le lezioni che sarebbero iniziate il mese successivo, al contrario di quelle di Masaya che erano praticamente iniziate il giorno dopo il trasferimento.

La prima settimana era passata velocemente, piena di gioia e di dolcezza, Ichigo era così entusiasta che aveva finito di disfare tutti i bagagli e finire il trasloco in pochi più di una settimana.

Il problema era la notte, mentre Masaya dormiva stremato dalle lezioni, lei rimaneva sveglia e pensava a quanto le mancavano le sue amiche, le Mew Mew. Ormai la magia era solo un lontano ricordo ma non era solo quella parte a mancarle: ogni volta che pensava al Cafè le sobbalzava il cuore come se si creasse una crepa dolorosa e proprio quel dolore le ricordava di cambiare pensieri.

Man mano che il tempo passava quelle crepe si facevano più profonde e cominciavano ad arrivare non solo la notte. Ogni cosa le ricordava quel luogo.

Un giorno era in negozio, mentre sistemava i vestiti scartati dai camerini, canticchiava nella mente una canzone allegra ed era, come al solito, un po' distratta e andò a sbattere contro un ragazzo.

Era alto, scolpito ma esile, biondo.

Crack.

Ecco questa crepa era davvero dolorosa.

Non appena il ragazzo si girò Ichigo tornò nel mondo reale, si scusò con il ragazzo e continuò a lavorare.

Sembrava Ryou. Perché ha fatto così male?”

Aveva ripreso a respirare.

E questa scena era stata solo la prima di molte. Ogni giorno se non vedeva qualcuno che somigliasse a lui allora lo sognava di notte.

Doveva reprimere tutto questo, ma cosa le diceva la testa? La testa?

Due giorni prima dell'inizio delle lezioni, Masaya e Ichigo andarono a cena con un collega di studi di Masaya e la sua ragazza.

Per tutta la serata Ichigo si sentiva a disagio, parlavano di ambientalismo, o geologia, cose che comprendeva ma non capiva fino a quel punto. Era annoiata. Si mise a controllare il telefono e c'era una notifica sulla chat di gruppo con le ragazze e stavano parlando della festa per il compleanno di Ryou.

Effettivamente fra qualche giorno sarebbe stato il suo compleanno. A quel pensiero Ichigo abbozzò un sorriso che non passò inosservato alla ragazza seduta davanti a lei.

«Ichigo, è un video divertente?»

«Ah no Claudia, scusate tutti, mi hanno scritto le mie amiche»

«Scusami, non mi faccio mai gli affari miei, ti devono mancare molto..»

«Si... Ma...» si voltò verso Masaya «Io ho fatto la mia scelta!»

La cena continuò senza altri intoppi e come consuetudine le due ragazze andarono in bagno insieme, soprattutto perché Claudia doveva rifarsi il trucco.

«Tu e Masaya da quanto state insieme?» chiese.

«Oh. E' difficile da dire, mi è sempre piaciuto sin dal primo anno. Un giorno lui si è accorto di me e abbiamo iniziato a vederci, ma ci siamo dichiarati dopo un po' di tempo, quindi meno di un anno direi.»

«Wow, amore a prima vista eh? Non oso immaginare quanto sia stato difficile non dichiararsi ed averlo accanto. Io invece non sopportavo per niente Andrea, eravamo cane e gatto, ci conosciamo da quando siamo piccoli, vicini di casa e poi compagni di classe alle superiori. Poi con il tempo quello che credevo fosse odio si è trasformato in voglia di litigare, la voglia di litigare in cercarlo ovunque. Se non lo riuscivo a vedere un giorno mi domandavo dove fosse. Alla fine ci siamo dichiarati, l'amore delle superiori non è lo stesso delle medie. Alle medie hai la prima cotta, pensi solo ai gesti carini, ai regali, l'amore maturo è altro. Ma non voglio annoiarti, tu lo sai meglio di me, deve essere un amore molto potente il vostro per andare a vivere insieme!»

Mentre Claudia raccontava la sua storia d'amore Ichigo la guardava a bocca aperta. Perché quando parlava di Andrea a lei veniva in mente Ryou e i loro battibecchi? Le parole di quella ragazza non passarono leggere.

Crack.Crack.Crack.

«Ehm, si hai ragione. Io...io. Vado a fare pipì un attimo, ci vediamo al tavolo vai tranquilla.»

Ichigo senza motivo cominciò a piangere. Non lo capiva, sentiva solo un dolore profondo, piangeva per il dolore, piangeva perché era l'unico modo, tra un singhiozzo e l'altro, di prendere aria. Non c'era aria. Doveva calmarsi.

Perché le sue amiche, Keiichiro e Ryou le mancavano così tanto. Le mancavano anche le amiche della scuola ma loro non provocavano tutto questo. Ed ecco. Questa era la sera.

Quando tornò al tavolo Ichigo recitò la parte della perfetta ragazza, anche se Masaya, che la conosceva bene, aveva notato gli occhi lucidi e le piccole chiazze rosse che spuntavano sopra gli zigomi quando piangeva.

Tornati a casa Masaya cercò di capire cosa avesse Ichigo, pensando al peggio: magari Claudia le aveva fatto una battuta offensiva, anche se non sembrava proprio il tipo.

Lei non riusciva a guardarlo negli occhi.

«Masaya...io. Io non ce la faccio!»

Masaya spalancò gli occhi e corse verso Ichigo.

«Ma a fare cosa? Gattina non farmi preoccupare» le disse mettendole le mani sulle spalle.

«Io sono convinta di volerti bene e mi sto odiando per questo. Ma non sono felice qui. Mi mancano le mie amiche: la scontrosa Mint, il vulcano Paddy..anche solo i dolci che mi preparava Kaiichiro e..»

«E di Ryou cosa ti manca?» la sua voce si era fatta seria.

«Masaya io...non...»

«Lo hai sognato, non solo una notte. Ho sentito che pronunciavi il suo nome, ho fatto finta di nulla perché fino a questa sera pensavo che fosse solo normale non lasciare la vecchia vita, ma ora Ichigo, cosa stai cercando di dirmi?»

«Che ti voglio bene Masaya, ma non credo di amarti, non come dovrei. Tu mi fai sentire al sicuro, non ho mai dubitato del tuo amore per me e questo.. questo forse mi ha illusa che quello che mi facevi provare fosse amore, ma viviamo insieme da un mese, dormiamo nello stesso letto e nessuno di noi due..ecco.» alzò lo sguardo verso Masaya. «Claudia in bagno mi ha raccontato come si è accorta di amare Andrea, parlava di passione, dell'essere completamente avvolta, di non riuscire a stargli lontano. E io questo non lo provo Masaya.»

Lui era senza parole. Il loro amore sembrava a gli occhi di lui giusto. Proprio lui, l'ex Cavaliere Blu, era stato creato dall'amore che provava per Mew Berry. Il suo unico scopo era quello di proteggerla e farla sentire al sicuro. Forse Masaya era più accecato di lei ma sicuramente era più maturo.

Improvvisamente capii quello che Ichigo stava cercando di dirgli. Manca la passione. Masaya viveva per renderla felice, non per renderla felice con lui; doveva proteggerla contro gli alieni, ma gli alieni non erano più un problema.

«Tu lo ami?»

Ichigo sobbalzò.

Crack. Boom.Crack. Boom. Crack. Boom.

«Io non lo so. Non capisco se è la sua assenza a farmi sentire così oppure è perchè il mio inconscio vuole solo dirmi che stare qui con te è un errore, per entrambi.»

«Sono sempre stato geloso di lui, è ironico, pensavo di aver vinto.» abbassò le mani e si sedette sul divano. « Io credo che Ryou sia innamorato di te Ichigo. Tu forse non lo notavi, ma lui era sempre li, quasi più di me, quando ne avevi bisogno e in realtà più ci penso e più credo che mi abbia lasciato vincere perché sei stata tu a scegliermi.»

«Masaya io non ti sto lasciando per Ryou. Ti ho appena detto che non so cosa provo per lui e credo che tu abbia scambiato solo la sua dedizione al progetto per sentimenti. Ryou è stato sempre molto chiaro: avrebbe dato la vita per ognuna di noi. Non per me.»

«Sarà Ichigo. Ma ora cosa facciamo?»

Inaspettatamente quella separazione seppur dolorosa, era stata la scelta giusta per entrambi, in un paio di giorni Ichigo ritirò la sua iscrizione all'università, si licenziò dal negozio e programmò il ritorno a casa. La parte difficile era stata spiegare tutto ai suoi genitori. Non se lo aspettava nessuno.

Ichigo però voleva fare le cose in grande, approfittando del compleanno di Ryou avrebbe fatto una sorpresa per il suo ritorno. Aveva letto sul gruppo che la festa sarebbe cominciata nel pomeriggio, dopo pranzo, proprio l'ora del caffè che era la bevanta preferita del festeggiato.

Nei due giorni successivi alla rottura spedì tutti i pacchi e prenotò il volo di ritorno.

Con Masaya era rimasto imbarazzo ma con il tempo sarebbe passata. Era contenta che lasciarsi non aveva interrotto del tutto il rapporto, forse era questo che più la preoccupava ma Masaya e la sua gentilezza non si smentivano mai.

Quando l'accompagnò all'aeroporto l'abbracciò forte.

«Fammi sapere come va, mi raccomando!»

Ichigo arrossì capendo a chi alludesse.

«Masaya, ti ho già detto che...»

«Buon ritorno a casa Ichigo.»

Le accarezzò i capelli e la lasciò andare.

In fondo, siete fatti per stare insieme” pensò mentre vedeva la sua Ichigo allontanarsi verso il gate.

Una volta raggiunto il gate Ichigo si accorse che il volo aveva un ritardo di due ore. Sarebbe arrivata a casa per sera inoltrata.

Finalmente alle 23.00 aveva varcato la soglia di casa, suo padre era andato a prenderla alla stazione dei bus, data l’ora tarda non voleva farla tornare a piedi. Nel rivedere casa sua Ichigo era entusiasta, le mancava proprio quel calore. Posò velocemente le valigie in camera sua e prese il telefono. Ormai le ragazze erano nel mondo dei sogni ma forse Ryou e Keiichiro erano ancora svegli sempre a sorvegliare in laboratorio in attesa di eventuali nuove minacce.

Con quel pensiero decise allora di fare una sorpresa anticipata a Ryou. Il cuore le batteva a mille.

I Crack erano diventati tutti Boom.

Non fu facile convincere suo padre che ormai era adulta e poteva benissimo passeggiare di venerdì sera da sola, poi il Cafè si trovava a pochi isolati da casa sua.

Uscì di casa per le 23.30 per arrivare davanti alla porta del Cafè 10 minuti dopo. Era cosi emozionata che quasi piangeva e sul suo volto non riusciva a trattenere il sorriso.

Trovò come al solito la chiave della porta sul retro dentro una fessura creata a posta nello zerbino.

Aprì silenziosamente la porta. Era tutto buio, in cucina non c’era nessuno. Keiichiro era già andato a dormire. Quello che notò però fu la borsa di una donna sulla sedia, così si affacciò dalla porta della cucina che dava nel salottino accanto.

Quello che vide era sicuramente l’ultima cosa che si sarebbe mai aspettata.

Sul divano, un divano molto grande, c’erano sparsi dei vestiti, di un uomo e di una donna. Ichigo fece un passo per avvicinarsi. Sentiva dei respiri profondi e poi lo vide.

Ryou. Ryou era con una donna, si erano addormentati, con il solo intimo addosso, sul pavimento. Ichigo non la riconobbe.

Sembrava bellissima, un fisico mozzafiato e capelli lunghi e neri.
Sul tavolino accanto a loro c’erano due calici e una bottiglia di vino entrambi vuoti e una carta di un preservativo aperta.

Le lacrime che prima erano fuoriuscite per l’emozione ora varcavano il suo viso per l’immenso dolore.

Crack. Crack. Craaack.

Tornò lucida dopo pochi istanti e stando estremamente attenta fece marcia indietro, chiuse la porta sul retro rimettendola nel nascondiglio e corse via.

Che cosa pensavi accadesse Ichigo? Lo hai sempre saputo. Ryou è il ragazzo più affascinante che tu conosca, era ovvio che una volta finiti i suoi doveri trovasse qualcuna, era solo questione di tempo. Stupida. Stupida Ichigo.”

Tornando a casa così presto trovò i suoi genitori ancora svegli che le chiesero spiegazioni.

«Avevate ragione, dormivano tutti, è troppo tardi, ho trovato tutto chiuso e sono tornata»

«Allora domani mattina a che ora vuoi essere svegliata?»

Ichigo non ci aveva pensato. “E ora che faccio?”

«Per le 10, grazie»
«Immagino che tu voglia fare colazione con loro, no?» chiese sua madre.

«Ah. Si.. certo!»

Quando Ichigo si mise a letto non riusciva a dormire.

Ryou non mi deve niente, io ho sempre dichiarato il mio amore per Masaya, con quale diritto sto così male? E poi io non sono tornata per lui. Non sono innamorata di Ryou. Quello che ho detto a Masaya è vero – non ti sto lasciando per Ryou-”

«Ah..» sospirò. «Devo essere forte, domani vedrò tutti, devo essere contenta di questo.» e dicendo queste parole a se stessa cercò di addormentarsi.

Fu una notte per niente ristoratrice, continuava a rigirarsi e a svegliarsi con il fiatone ma non ricordava cosa sognasse. Non ci fu bisogno della sveglia perché alle 10 era già pronta per affrontare la giornata.

Ne approfittò per fare due chiacchiere con i suoi genitori che approfittarono a loro volta di capire come stesse dopo la rottura con Masaya. Ichigo spiegò che erano rimasti in buoni rapporti, semplicemente avevano scambiato la prima cotta adolescenziale per altro. I genitori ancora non potevano crederci che la loro bambina che sobbalzava ogni volta che si accennava a Masaya fosse la stessa che lo aveva lasciato così di punto in bianco.

«Ichi.. sei sicura sia tutto ok? Non ti ha messo mani addosso o ti ha mancato di rispetto, vero?»

«Papà vuoi scherzare? Masaya? E’ il ragazzo più gentile e comprensivo che io conosca!»

«Se lo dici tu amore di mamma ti credo.»

«Credetemi, è stato improvviso anche per me, ma c’è solo del profondo affetto, scambiato per altro, Masaya si merita qualcuna che lo ami con tutta se stessa.»

Li aveva convinti. Si misero a parlare dell’esperienza in negozio e delle sue intenzioni per lo studio.

Ichigo ormai non poteva più presentare domande quindi pensò che poteva lavorare al Cafè e prendersi un anno di pausa. I suoi non ne furono entusiasti ma comunque accettarono la sua decisione.

«Caspita sono le 11.30! Altro che colazione! Scappo ci vediamo dopo!»

Ichigo si mise a correre, ancora non aveva detto a nessuno del suo ritorno e voleva arrivare prima delle ragazze così sarebbe stato Ryou a vederla per prima e lei la prima a fargli gli auguri di buon compleanno.

Ryou. Ragazza. Sesso. Ieri.

Si fermò di colpo, le era venuto in mente quello che aveva visto la sera prima, ma dopo un attimo di demoralizzazione proseguì a passo normale verso il Cafè.

Questa volta non sarebbe entrata di soppiatto ma si sarebbe finta una cliente.

Arrivata all’entrata principale notò un cartello:

-Giorno 10 ottobre rimarremo chiusi. Ci scusiamo per il disagio. Sarà comunque possibile prenotare per via telefonica per le consegne di altri giorni.-

Aveva già la mano sulla maniglia mentre leggeva che, giustamente, per la festa quel giorno sarebbe rimasto chiuso. Con un gesto naturale e non voluto però Ichigo abbassò la maniglia e la porta si aprì.

Ah menomale allora Keiichiro è sveglio, speriamo non sia arrivato nessuno”

Non si sa per quale motivo ma Ichigo inconsciamente fece in modo di non farsi sentire. Era agitata le gambe le tremavano. Rivedere quella sala, anche senza clienti, era davvero bellissimo. Fece un respiro profondo per assaporare quell’odore di buono. Superò il bancone per entrare in cucina ma prima di varcare la soglia della porta che era socchiusa sentì urlare.

«Io non le devo niente, anzi Ichigo era solo un peso! Sempre a combinare guai, con la testa fra le nuvole per colpa di quello smielato del suo ragazzo. Non la sopportavo più, non mi manca per niente, non manca a nessuno. E ti dirò, sono felice di non doverla vedere mai più! Quindi non fare l’ipocrita e ammettilo anche tu…»

 

Crack. Vuoto.

 

Questo era troppo. Non c’era più nessuna crepa, nessun “crack” che sentiva nel petto, era stata l’ultima goccia. Sentiva così tanto odio in quelle parole. Ad un tratto non le importava più della donna che aveva visto la sera prima. Ryou la odiava. E non solo lui a quanto pare. Era solo buona per combattere i nemici.

Non volle sentire altro di quella conversazione, sentiva che Ryou continuava a parlare ma le parole non riusciva a capirle. Aveva come una bolla nel cervello, non riusciva a pensare. Non sapeva neanche se stava facendo rumore, corse verso l’uscita.
Ichigo da quel momento non sarebbe stata più la stessa.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. Il compleanno di Ryou ***


Capitolo 1. Il compleanno di Ryou

 

Era passato del tempo dall’ultima comparsa degli alieni. Ryou non riusciva a crederci, finalmente aveva vendicato la morte dei suoi genitori. Ora le sue giornate sembravano piatte, avrebbe sicuramente ripreso gli studi di genetica molecolare, Keichiiro non gli avrebbe mai permesso di buttare il suo tempo e la sua genialità. Di tanto in tanto scendeva giù in laboratorio quasi a voler trovare un nuovo nemico.

Magari se ci fosse bisogno cambierebbe idea, sarebbe costretta a rimanere qui con noi, con me.”

L’estate era passata troppo velocemente, alcune delle ragazze, tra cui Ichigo si erano diplomate e durante i festeggiamenti lei e Masaya avevano annunciato che a inizio settembre sarebbero andati a vivere insieme a Londra per studiare, avevano programmato tutto: Masaya si era iscritto ad un Corso di Studi in Ingegneria per l'Ambiente ed il Territorio e Ichigo per seguirlo aveva scelto un indirizzo che le andava comodo e che fosse presente a Londra per stare con lui.

Ah, patetico.” Cominciò a pensare Ryou, smettendo anche di ascoltare il resto del loro “programmino da sposini”.

Quando arrivò il giorno della partenza Ryou non andò neanche a salutare. Mandò un messaggio ad entrambi con scritto “buona fortuna”. Doveva dimenticarla.

Keiichiro nonostante i suoi studi scientifici aveva ritrovato una forte passione e non volle lasciare la pasticceria, all’inizio era solo una copertura ma ora era davvero il suo lavoro e lo rendeva felice.

Ryou decise di rimanere con lui al Cafè, gli sarebbe venuto anche comodo per le lezioni dato che l’università era a mezz’ora di macchina.

I giorni procedevano tutti uguali. Come al solito Ryou non passava inosservato durante le lezioni.

I professori lo lodavano perché era veramente un genio, già all’ultimo anno di studi a soli 21 anni, le ragazze anche se più grandi, gli facevano il filo anche in maniera troppo spudorata. Lui le trovava tutte noiose e fatte con lo stampino.

Quasi a metà settembre Ichigo mandò sulla chat di gruppo una foto della loro casa che finalmente era tutta sistemata. A Ryou venne la nausea.

«Keiichiro, io esco a bere qualcosa»

«Ok, io finisco di fare gli impasti per domani»

Ryou scelse di parcheggiare vicino al centro, era sabato sera ed era pieno di ragazzi universitari per le strade. Decise di entrare in un bar che aveva sentito nominare dai suoi colleghi. Fece per ordinare al bancone quando si sentì chiamare.

«Shirogane! Sei tu?!»

Si voltò e vide una sua collega che seguiva lo stesso corso. Era una di quelle che gli faceva palesemente il filo.

«Ciao Sara.»

«Ma che strana sorpresa, ti faccio compagnia, anzi salvami» si avvicinò a lui avvinghiandosi al suo braccio e continuò sussurrando. «ogni tanto ho voglia di divertirmi, così stasera dovevo incontrare un tizio per un appuntamento al buio, ma non è come me lo aspettavo, è li che mi cerca, ti prego non voglio stare con lui stanotte» mentre diceva così spostò i suoi lunghi capelli biondi per coprirsi la visuale di quel povero ragazzo che aveva capito di aver ricevuto un falso invito.

«Fai come credi Sara» non la guardava neanche. «Scusi, vorrei vodka, liscia»

«Per me un martini, grazie» incalzò lei.

Per tutta la sera lei non fece che ammiccare e provocarlo.

«Quindi perché non ci divertiamo per stasera? Siamo adulti ormai. Sarò sincera, sei molto bello Ryou e il fatto che tu non dia conto a nessuno non fa altro che aumentare l’interesse nei tuoi confronti»

«Quindi dovrei smettere di frequentare le lezioni oppure rendermi un completo idiota per non esser più importunato?»

«Forse la prima. Rimani comunque bellissimo» e dicendo così lo baciò.

Ryou la scansò subito.

«Sara ma che fai? Hai bevuto troppo mi sa.»

«Suvvia, l’ho capito Shirogane, il tuo cuore è occupato al momento, ma questo non vuol dire che lo sia il tuo corpo.»

Che cosa aveva da perdere? Aveva davanti a sé una ragazza oggettivamente bellissima con nessuna intenzione di pressarlo. Era semplicemente incuriosita da lui e solo vogliosa di accontentare un proprio capriccio. Finì con un sorso la fine del terzo bicchiere di vodka di quella sera e si lasciò convincere.

Come immaginava il lunedì seguente Sara era stata appagata e non lo importunò più, era solo una notte di sesso che voleva, semplicemente vincere una sfida. Ryou pensò che dopotutto non poteva fargli male. In quei momenti tra l’alcool e gli ormoni riusciva a non pensare ad Ichigo.

Il fine settimana successivo accadde esattamente lo stesso. Questa volta la ragazza l’aveva conosciuta in un altro bar, un’altra noiosa ragazza in cerca di una serata di divertimento. Alle volte andava a casa loro, altre quando magari non vivevano da sole le portava al Cafè, anche se non riusciva a farle salire in camera, gli tornavano in mente tutte le volte in cui Ichigo per fargli una ramanzina compariva senza neanche bussare. Ricorda ancora quando una volta lo sorprese con addosso solo il telo da doccia. Era diventata tutta rossa in viso. Perciò decise di non far entrare nessuno nel suo letto, il salotto era abbastanza accogliente per una scappatella. Circa un mese dopo questa era diventata la sua routine. Keichiiro cominciava a sospettare qualcosa ma non ne aveva le prove e voleva evitare di prendere l’argomento di soppiatto. Quella settimana però dovette uscire di venerdì sera perché il giorno dopo sarebbe stato il suo compleanno e le ragazze volevano festeggiare tutto il giorno. Quella sera decise di cenare da solo fuori, sul menù il piatto del giorno erano le lasagne.

il suo piatto preferito”

Alla fine di quel pensiero Ryou si guardò intorno e vide una giovane cameriera che lo fissava palesemente, era tutto ciò di cui aveva bisogno, non le ricordava per niente Ichigo, era molto alta e aveva dei lunghi capelli neri raccolti in una coda di cavallo.

Questa sera tocca a te”

Aspettò che finisse il turno alle 22.00 e poi lei tornò a casa con lui. Keichiiro storse il naso quando li vide entrare ma non disse nulla per rispetto della ragazza, disse solo che era più stanco del solito e andò subito in camera sua, gliene avrebbe dette quattro il giorno dopo.

Ryou da gentiluomo le offrì del vino, bottiglia che finì dopo 20 minuti giusto per trovare la forza di andarci a letto insieme e cominciare il suo rito di fuga di pensieri.

Ryou quel giorno era particolarmente stanco: solitamente le sue serate erano di sabato, quel giorno invece feriale, si era alzato presto per andare a lezione e aveva fatto molte commissioni, in poche parole, invece che accompagnare la ragazza a casa dopo essersi divertito, si addormentarono mezzi nudi sul pavimento del soggiorno.

Si svegliò di colpo la mattina seguente, erano le 9.32.

Buon compleanno a me”

Svegliò la ragazza che era molto imbarazzata, la riaccompagnò a casa, non ricordava neanche il suo nome. Si vedeva palesemente che lei voleva rivederlo o almeno chiedergli il numero, ma lui una volta accompagnata non scese neanche dall’auto. Disse solo: «Mi dispiace, non mi sarei dovuto addormentare non capita mai, buona giornata.»

A quel “non capita mai” la ragazza capì di essere una delle tante e che non lo avrebbe mai più rivisto.

Tornò al Cafè per le 10.30 e li ad aspettarlo c’era un infuriato Keiichiro.

«Ti sembra modo di comportasi questo Ryou? Da quanto tempo va avanti?»

«Non sono affari tuoi Keiichiro, che fai non mi fai gli auguri?» disse con aria di sufficienza e un mezzo sorriso provocante.

«Ryou non sto scherzando. E’ la tua ragazza?»

«Non scherzare veramente.»

«La rivedrai?»

«No. Ma seriamente, ho 21 anni penso di poter scegliere con chi e quando andare a letto con qualcuno»

«Ryou tu sei libero di fare quello che vuoi, ma io sono preoccupato, sei così da quando Ichigo è partita.»

«Non dire il suo nome, non la voglio neanche sentire nominare!»

Ryou, che si era accomodato a tavola per sorseggiare il caffè, dicendo questa frase batté un pugno sul tavolo.

«Devi sfogarti, hai represso troppo i tuoi sentimenti, ma non puoi continuare a stare con donne diverse giusto per dimenticarla, non si dimentica così una persona, così si affonda Ryou. Cosa pensi di fare? Di mettere incinta una ragazza di cui neanche ricordi il nome? Dovresti almeno dare rispetto ai sentimenti che provochi nelle persone e che provi per Ichigo.»

A quelle parole Ryou alzò ancora di più la voce e scattò in piedi.

«Io non le devo niente, anzi Ichigo era solo un peso! Sempre a combinare guai, con la testa fra le nuvole per colpa di quello smielato del suo ragazzo. Non la sopportavo più, non mi manca per niente, non manca a nessuno. E ti dirò, sono felice di non doverla vedere mai più! Quindi non fare l’ipocrita e ammettilo anche tu …» era la prima volta che Ryou piangeva dopo la morte dei suoi genitori. Si lasciò di nuovo cadere sulla sedia e continuò. «Vorrei davvero pensarle tutte queste cose, lo giuro. Ma non faccio altro che vederla ovunque. Questo Keiichiro è l’unico modo che conosco per non vederla, per non pensarla.»

«Ryou, passerà.»

«Fa così male.»

Clunk. Clunk.

Entrambi i ragazzi alzarono lo sguardo.

«Hai lasciato la porta aperta?»

«Non credo, sono sempre molto attento»

Andarono in sala ed effettivamente la porta di ingresso continuava a sbattere per via della corrente d’aria.

«Non l’avrai chiusa bene»

«Può essere» anche se ricordava di aver ben chiuso la porta.

Nel pomeriggio le ragazze arrivarono e cominciarono a montare decorazioni e bandire i tavoli per la merenda.

«Tanti auguri Ryou!!» dissero tutte in coro.

«Grazie ragazze, non dovevate, davvero»

«Certo che dovevamo, non fare i finti complimenti, devi dire che sei stato fortunato, oggi in Accademia non avevo lezioni» borbottò Minto che era già in procinto di bere il suo solito Tè.

«Allora come va l’università?» domandò Purin.

«Bene..sapete, mi dedico molto allo studio.»

«Io non lo trovo giusto, io sto cominciando ora le superiori e tu sei all’ultimo anno di università, come è possibile?»

«Purin, lo sappiamo, Ryou ha saltato 4 anni di superiori perché era un piccolo genio. Non devi confrontarti con lui, nessuna di noi può.» commentò con estrema calma ed imbarazzo Lettuce.

«Ragazze basta, mangiate la torta, io ne assaggerò solo un pezzetto.»

«Ci fosse stata qui Ichigo ti avrebbe guardato storto, ancora non capisce come facciano a non piacerti i dolci» commentò Minto con una risata.

Ryou sobbalzò.

«Ma Ichigo non è qui, quindi posso fare quello che voglio senza dover cominciare a darle spiegazioni di quello che faccio» commentò in maniera pungente.

«Senti un po’ Shirogane, l’hai sentita in queste settimane? Non commenti mai sul gruppo.» interruppe Zakuro. Non era un tipo loquace, era la più grande insieme a Keiichiro del gruppo, solitamente si limitava ad osservare e a non dire nulla a sproposito.

«Perché avrei dovuto? Non siamo mai stati amici, litigavamo sempre»

«Mmh…capisco»

«Ragazzi parliamo del diavolo! Ichigo ha scritto un messaggio sul gruppo. Aspettate che apro la notifica, sicuramente sarà per i tuoi auguri Ryou» urlò di gioia Purin.

 

-Ragazzi è stato un piacere condividere con voi questo anno pazzo ma non prendiamoci in giro, non c’è più niente che ci lega. Vivendo con Masaya ho capito che devo andare avanti. Vi prego non cercatemi mai più, se proverete a farlo vi ignorerò. Addio.-
-Ichigo si è rimossa dal gruppo-

 

Tutti avevano lo sguardo fisso sullo schermo del telefono, senza parole.

«Questo è davvero troppo. Ma che razza di messaggio è questo?» sbottò Ryou.

«Non può essere, non è di Ichigo questo messaggio, ora provo a chiamarla» commentò Minto.

«Ha staccato il telefono!»

« Io non capisco ci deve essere una spiegazione!» disse Lettuce.

Il pomeriggio che doveva essere festoso passò pieno di domande. Ichigo era veramente sparita dalla loro vita. Aveva bloccato tutti i loro numeri, i loro social.

Circa una settimana dopo Zakuro, mentre stava andando al Cafè, cambiò strada e passò davanti alla casa dei genitori di Ichigo.

Lei era li. Aveva un paio di valigie in mano e la madre la stringeva piangendo. Lei era strana, aveva lo sguardo nel vuoto e il viso sempre chino.

Ma che cosa è successo?”

Zakuro decise di scendere dalla macchina e palesarsi davanti ad Ichigo.

«Che cosa ci fai qui Zakuro?»

«Perché?»

«Non voglio più avere a che fare con tutti voi. Quindi lasciatemi in pace. Vi odio tutti.»

Era difficile lasciare senza parole Zakuro ma Ichigo ci riuscì, non sembrava proprio lei. Quella fu l’ultima volta che le Mew Mew sentirono parlare di Ichigo Momomiya. Zakuro non rivelò mai di quell’incontro alle altre né a Keiichiro né soprattutto a Ryou.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. Il destino si beffa di me ***


Capitolo 2. Il destino si beffa di me

 

Quanto tempo ci vuole per dimenticare? Per Ichigo erano passati anni, forse 10. Si erano 10 anni dall’ultima volta che aveva sentito parlare delle Mew Mew.

Dopo le parole di Ryou, Ichigo si era promessa di cambiare, non sarebbe mai stata la goffa ragazzina che combinava guai e che si imbarazzava per ogni stupidaggine, non si sarebbe mai più accontentata. Lo doveva a se stessa.

Sapeva che forse avrebbe dovuto chiedere spiegazioni dopo quelle dure parole ma all’epoca non era abbastanza forte e poi il tempo continuava a scorrere e alla fine divenne troppo tardi.

L’unica cosa positiva è che non sentiva più quei “crack” al petto. Non c’era più niente da rompere, era tutto rotto. In una settimana da quel giorno Ichigo rivoluzionò la sua vita: andò a vivere nella città degli zii, era una città industrializzata, piena di tecnologia e opportunità. Durante il primo anno per mantenersi lavorò come cameriera in un Pub privato. I suoi genitori non la presero molto bene, non seppero mai la verità di quello che accadde al Cafè quella mattina. Ichigo era solo stata in grado di farsi promettere che se avessero incontrato qualcuno non gli avrebbero detto nulla sulla sua vita. Anche Masaya le aveva scritto, aspettava notizie della festa.

Era così convinto che Ryou fosse innamorato di me e invece guarda, mi detestava”

Destino volle che Masaya perse il telefono poco tempo dopo quella chiamata, smarrendo tutte le password dei social: era bravo negli studi ma di tecnologia era peggio dei nonni. Ichigo ne approfittò per convincerlo a non seguire nessuno di loro una volta ricomprata la scheda nuova e creato nuovi account sui social.

«Masaya sai cosa mi hanno fatto! Per favore, non permettergli di mancarmi ancora di rispetto.»

«Ichigo sai che secondo me è tutto un malinteso, ma farò come vuoi, non erano amici miei dopotutto.»

E messi tutti i tasselli al loro posto Ichigo era pronta ad iniziare la sua nuova vita.

Prima di arrivare ad essere la Ichigo matura di oggi ne aveva passate tante. Il lavoro come cameriera le aveva cambiato la vita. Il suo capo si chiamava Lucas, era bellissimo, chissà perché conosceva sempre persone così affascinanti, ma oltre alla bellezza c’era un’intesa rara. In poco tempo diventarono molto amici e anche dopo che lei lasciò il lavoro per iniziare gli studi continuarono a frequentarsi.

In tre anni e con il massimo dei voti Ichigo si laureò in Ingegneria Bio-medica, nessuno lo avrebbe mai detto. Finita la Laurea frequentò tantissimi corsi e Master per diventare una capace Manager. Fu assunta per un’azienda senza problemi, guadagnava molto bene e riusciva a fare carriera di anno in anno.

Era cambiata anche fisicamente, si manteneva in forma, sempre alla moda ed elegante, pure i suoi capelli cambiarono per via del clima e il poco sole della città, si scurirono diventando di un ramato scuro, durante il lavoro portava sempre acconciature molto fini ed eleganti, era una donna rispettata e anche un po’ temuta in ufficio.

Ichigo grazie alle varie promozioni si era comprata un appartamento molto elegante in piena città e inoltre era diventata socia del Pub di Lucas che era diventato molto affollato e per via dello stile Underground attivata tantissime persone, era un posto accogliente e anche di qualità.

Passava molte sere al locale, esibendosi con Lucas stesso che era un grande cantautore rock oppure semplicemente per aiutare al bancone.

Lucas sapeva tutto di lei, sapeva anche delle Mew Mew, era stato difficile nasconderglielo quando all’inizio della loro conoscenza, in una serata di totale imbarazzo alcolico, lui l’aveva baciata e a lei erano uscite le orecchie da gatto. Lui invece di scappare o esserne spaventato era divertito e incuriosito e così quella sera Ichigo senza freni inibitori gli raccontò tutto, anche di più di quello che sapeva Masaya e superato l’imbarazzo iniziale avevano deciso di rimanere soltanto amici.

In realtà anche Ichigo era sorpresa, Ryou aveva detto che una volta sconfitti gli alieni la trasformazione sarebbe stata bloccata e in effetti non riusciva più a trasformarsi del tutto; con il tempo capì che le orecchie erano solo un effetto collaterale rimasto che ben presto riuscì a controllare.

Ma le sorprese della sua vita in questi anni non finirono qui. Masaya aveva ottenuto una borsa di studio durante il terzo anno per studiare vari ecosistemi per una grande azienda con sede proprio nella stessa città di Ichigo. Ripresero i loro rapporti di amicizia con grande facilità, Ichigo fece conoscere il suo nuovo gruppo di amici a Masaya che rimase colpito dalla sorella di Lucas per poi sposarla dopo due anni.

Che dire della vita amorosa di Ichigo? Ebbe qualche frequentazione ma dopo poco tempo si annoiava. Era come se non riuscisse più a far battere il cuore, nessuno era la colla per quelle crepe frantumate.

In giro la gente scambiava lei e Lucas per una coppia, erano sempre insieme, lui molte volte si fermava a dormire da lei, andavano al cinema e si raccontavano tutti i loro segreti, molte volte si chiedevano se effettivamente avrebbero funzionato da fidanzati e dopo le tantissime volte in cui ci scherzavano su, un giorno, dopo due anni di pura amicizia, decisero di tentarci. All’inizio sembrava come se nulla fosse cambiato, anche baciarlo e toccarlo a Ichigo sembrava naturale. Non era del tutto impassibile a quel ragazzo. Lui dal canto suo era innamorato perso di lei, probabilmente lo era già da due anni, proprio dal primo momento quella ragazza era entrata come un uragano nella sua vita.

La loro storia durò circa due anni. Anche se sembravano felici Lucas aveva capito che Ichigo non lo amava quanto lui amava lei. Ogni volta che per sbaglio si nominavano le Mew Mew davanti a Masaya lei si innervosiva. Una sera mentre lei e Lucas erano a casa a cenare, al telegiornale parlarono di un genio della genetica molecolare che aveva aperto una sua azienda multinazionale per lo studio della manipolazione delle cellule staminali, Ichigo si alzò e spense la televisione, non voleva neanche sentire come si chiamava quella società e da li partì la lite. Lei sosteneva che fosse solo odio represso, lui che conosceva ogni dettaglio di quella storia dichiarava proprio il contrario.

«Non lo ammettesti a Masaya perché ancora lo ammettevi a te stessa, ma ora lo sai Ichigo. Lo pensi ancora? Provi ancora del dolore quando il solo sfiorarne il pensiero ti attraversa? Tu mi ami quanto hai amato lui?»

«E’ diverso Lucas.»

«Si hai ragione, perché io sono qui, in carne ed ossa e mi hai. Lui non lo hai mai avuto eppure lo brami ancora dopo 4 anni»

Ichigo non poteva mentirgli, non era più quella persona. Ammise che non lo aveva ancora dimenticato e si lasciarono. Decisero di mantenere i rapporti perché pochi giorni dopo ci sarebbe stato il matrimonio di Masaya e Chiara e dopo i finti sorrisi e i comportamenti civili di quei giorni, con il tempo, ritrovarono il loro rapporto di amicizia e l’equilibrio iniziale.

 

Ad oggi la vita di Ichigo non è cambiata tantissimo. E' il capo ingegnere della struttura, è l'amica di infanzia di Masaya, la migliore amica di Chiara e sicuramente l'àncora reciproca di Lucas.
Lui, dopo di lei, non si era più impegnato, anzi approfittava molto del suo aspetto per flirtare con le ragazze universitarie e far conoscere il locale e perché no, ricavare qualche serata divertente.

Ichigo ogni volta che sentiva il racconto della sua conquista serale si faceva una grassa risata, non le dava per niente fastidio. Dal canto suo invece i suoi appuntamenti non arrivavano mai al terzo consecutivo.

L'ultimo appuntamento al buio fu il più drammatico.
Erano in un bar a sorseggiare lei del vino rosso, lui una birra.

Già il fatto che avesse ordinato una birra a Ichigo non piaceva, non dava senso di decoro, di serietà. Decise comunque di non farsi prendere dalle prime impressioni.

«Allora, Micheal, cosa fai nella vita?»

« Lavoro in uno studio importante di ragioneria, sai che noia sempre dietro alle scadenze dei contratti, tu invece?»

«Io sono Capo Reparto di Ingegneria alla GlobalHeart »

«Wow. Sei un tipo tosto?» disse con una sorrisino ammiccante. «E cosa fa un tipo tosto come te per divertirsi?»

Davvero Micheal? Vuoi sedurmi così?Ok stiamo al tuo gioco”

«Non lo so, tu cosa proponi?» disse appoggiango il gomito sul tavolo e la mano sulla sua guancia, diminuendo la distanza tra loro.

«Beh, potremmo...»

-Notizia dell'ultima ora, la MewMolecolar ha ufficialmente ottenuto dei risultati validati e pubblicati. Finalmente la medicina ha fatto degli enormi passi avanti, tutto questo grazie al proprietario e anche scienziato...-

Micheal interruppe la sua frase per sentire la notizia che passava nella TV del locale.

«Wow, ce l'ha fatta!»

«Di che parli?»

«La MewMolecolar, è una nostra cliente, è una grande multinazionale che studia delle cellule strane, non ne so molto di medicina, ma il proprietario è veramente un genio. Mi occupo io della sua contabilità e avevano scommesso tantissimi soldi su questa ricerca, temevamo tutti in una falsa pista ma a quanto pare i suoi espirimenti sono riusciti, ma è strano che tu non la conosca visto che lavori nella bio-medicina»

« Si in effetti ho sentito parlare di questa società ma tendiamo a vendere i nostri prodotti ad ospedali piuttosto che ai privati, riguardo ai nostri biomedici invece non sono io a gestirli, quindi quando vengono chiamati per fare studi sperimentali utilizzando i nostri prodotti io non so in che sede vanno a provarli.»

«Ah capisco. Ma il Signor Shirogane è davvero un genio!»

«Scusa come hai detto?»

 

Boom. Crack. Boom. Boom.

 

«Il Signor Ryou Shirogane, il proprietario della MewMolecolar.»

A Ichigo venne da svenire. Si alzò dal tavolo mentre finiva con un sorso il quarto di vino rimasto nel bicchiere.

 

«Scusami Micheal, è stata davvero una serata, carina... ecco. Ma non mi sento tanto bene e domani ho una riunione importante, ci si vede in giro ok?»

«Ma domani è domenica...»

Ma quando finì di parlare già Ichigo era uscita.

 

Era fuori dal locale a fare avanti e indietro sul marciapiede.

«Ichigo calmati, torna la donna razionale che sei diventata.» diceva a se stessa.

Aspetta, ma perché Ryou tiene la sua contabilità qui?”

Non curante della pessima figura che stava per fare tornò al tavolo mentre Micheal era li che finiva da solo la sua birra.

«Scusami Micheal, mi sono dimenticata di pagare, ecco qui. » disse poggiando i soldi sul tavolo « Ma visto che sei così informato, come mai tieni tu la contabilità della MewMolecolar? Cioè la sede principale non è qui giusto? »

« Si e no, il Signor Shirogane vive suppongo dove ha sempre vissuto, personalmente non so nulla di lui. Ma essendo questa la capitale della tecnologia i laboratori più grandi sono qui. Lui viene circa due volte l'anno, comincia gli studi nel suo laboratorio e poi porta le idee qui facendo gli investimenti e viene a controllare i lavori. So solo questo. Ma come mai me lo chiedi? »

« Ho un gran mal di testa, credo che andrò a casa ma non potevo farmi sfuggire un cliente così importante, quindi volevo sapere se era possibile incontrarlo, ma se non vive qui fa nulla! »

« In realtà lo incontrerò lunedì mattina, ho appena ricevuto la notifica, dato il passo avanti vorrà fare investimenti e vendere la sua scoperta l'incontro sarà di prima mattina quindi penso che domani sarà già qui quindi se vuoi... »

« Domani?.. E no domani ho la riunione di cui ti parlavo. Fa niente se è destino lo incontrerò, grazie Micheal, buona fortuna per il lavoro. »

 

Domani. Ryou.

Devo chiamare Lucas.

«Lucas? Pronto, sono io, sto bene tranquillo, anzi no. Ti prego vienimi a prendere.»

Aspettò Lucas per 20 minuti, c'era molto traffico durante il fine settimana, lui naturalmente aveva mollato tutto al locale affidandolo a sua sorella.

Ichigo aveva le lacrime a gli occhi, continuavano a tremarle le gambe e faceva respiri profondi.

 

Maledetto Ryou, sono passati 10 anni, perché ancora reagisco così? Mi hai rovinato tutto nella vita, la relazione con Masaya, persino quella con Lucas, ho sempre lasciato tutto e tutti per colpa tua. Che cosa vuoi ancora di più?”

Ichigo era fuori di se, aveva questi pensieri intrisi di rabbia e dolore.

 

«Perchè il destino si beffa di me?!» urlò in mezzo alla strada facendo girare i passanti. In quel preciso momento arrivò Lucas. Non disse mezza parola in macchina, si sfogò solo quando arrivarono a casa sua.

Lucas quella notte rimase con lei a consolarla, Ichigo si lasciò cullare dalle lacrime che smisero solo quando riuscì ad addomentarsi dallo sfinimento.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. Grazie di tutto Micheal ***


Capitolo 3. Grazie di tutto Micheal

 

Ryou era davvero emozionato per la riuscita del suo esperimento, quando apprese la notizia dal capo del suo laboratorio estero era insieme a Keiichiro e a sua moglie Rey.

 

« Mi sa che mi tocca andarli a ringraziare di presenza!» dichiarò Ryou.

«Decisamente! Non vedo l'ora di dirlo alle ragazze»

«Smettila di chiamarle ragazze caro, ormai sono donne» disse Rey.

«Lo so, lo so. E' che per me rimangono le mie piccole Mew.» rispose sorridente Keiichiro.

« Allora Ryou, hai deciso cosa farai adesso?» chiese Rey.

«Bhè, credo che ora che ufficialmente le cellule staminali possono essere differenziate a comando posso scegliere qualsiasi campo della medicina in cui applicarlo. Sicuramente il Sistema Nervoso è la branca che ha più bisogno di questo tipo di studi ma ha troppe restrizioni, non accettaranno mai senza un campo di applicazione fuori dal laboratorio...mmh»

Rey cominciò a ridere. «Ryou, intendo con la tua vita! Troverai la Signora Shirogane prima o poi?»

«Rey, Rey, lo sai non ho tempo...»

«No, non avevi tempo, sempre a detta tua.»

«Fammi assaporare questo momento prima di scatenare il tuo entusiasmo, comunque credo che mi concentrerò sull'applicazione cardiaca. Lo so non me lo hai chiesto ma visto che c'ero ho completato il discorso.»

«Bando alle ciance, dobbiamo festeggiare, ti preparerò una torta buonissima, al caffè dovrebbe piacerti, così non ti lamenti che è dolce, anche io non me ne capacito, aveva ragione Ich... .» si stoppò da solo.

Aveva ragione Ichigo...”

«Scusa Ryou.»

«Vai tranquillo, ormai sono passati 10 anni. Mi ero quasi dimenticato di lei. Ora scusate ma vado a prepararmi la valigia, parto domani stesso per festeggiare con i ricercatori e visto che ci sono farò un salto dal commercialista per vedere su quanto posso investire.»

«Parti di già?»

«Si, non voglio rischiare di dare ragione a qualcuno sui dolci.»

Con questa frase Ryou si ritirò in quella che una volta era la sua vecchia stanza, la usava ancora ma aveva lasciato quella casa ufficialmente dopo il matrimonio di Keiichiro, ma la sua stanza non fu mai toccata. Era un: “la nostra porta è sempre aperta perché questa è casa tua”

«Ah..» sospirò buttandosi sul letto.

Chissà che fine ha fatto, dopo tutto questo tempo. Si sarà sposata con Masaya?”

Dopo il suo glaciale addio anche Masaya sparì dai social. Era diventato impossibile sapere qualcosa di loro non sfociando nell'ossessione. Ma Ryou dopo un'evidente rabbia iniziale pensò che probabilmente era destino ed era giunto il momento di voltare pagina. Smise anche di cambiare donna ogni settimana e cercò con gli anni di fare sul serio. Ebbe una relazione di un anno ma finì perché non riusciva a provare qualcosa di veramente profondo. Con un'altra ragazza invece si frequentò per qualche mese ma lei lo mollò per un altro perché si sentiva trascurata. E come darle torto.

Quindi dopo 10 lunghi anni Ryou Shirogane era scapolo.

Nel frattempo che Ryou saliva in camera sua Keiichiro aspettò che fosse a distanza di sicurezza.

«Quel ragazzo non ha mai dimenticato Ichigo»

«Mi ricordo di lei, era una ragazza tanto dolce... non capisco proprio come sia successo, ancora dopo anni da quando me lo raccontasti non me ne capacito.» rispose Rey.

« Non lo dire a me. Ryou però ci proibì di investigare, Purin non lo accettò mai ma Zakuro ha dato ragione a Ryou, e nessuna di loro si metterebbe mai contro Zakuro.»

«Che peccato... una grande amicizia come la loro. Pensi sia stata colpa del ragazzo con cui è andata a vivere?»

«Masaya? Non penso. Sicuramente non scorreva buon sangue tra lui e Ryou, ma era solo una sana rivalità. Chissà se stanno ancora insieme e hanno una famiglia» dicendo questa frase Keiichiro toccò il pancione di ormai 6 mesi della moglie. Si scambiarono un tenero bacio e non presero più quell'argomento.

 

Il mattino seguente Ryou andò in aeroporto per prendere il suo volo. Era domenica e c'era molto via vai. Si pentì di non aver usato il jet privato.

Arrivato in centro andò a posare i bagagli nel solito hotel dove alloggiava quando veniva in città. Tutti gli fecero i complimenti per la grande notizia. Le hostess dell'hotel non si facevano mancare le avance spudorate che lui rifiutava con gentilezza.

Dopo un pranzo leggero andò a revisionare i documenti da portare al commercialista il giorno seguente. Verso le 19.00 era pronto per festeggiare con la sua equipe di ricercatori. Fu una serata piacevole.

Il giorno dopo alle 8.00 era davanti allo studio commerciale.

«Buon giorno Signor Shirogane, prego si accomodi. »

« Gentile come sempre Micheal.»

«Allora, so che non ama perdere tempo quindi sarò diretto. Eravamo molto preoccupati per tutti i soldi che ha speso per le sperimentazioni, ma lo devo dire, abbiamo controllato le sue azioni in borsa e ha guadagnato il 300%. Direi che quindi i soldi della fondazione iniziale sono in positivo. Immagino che ora voglia investire sulla sua scoperta.»

«Hai perfettamente ragione. Ho bisogno di un favore. Mi sono sempre dedicato alla ricerca ma poco all'applicazione industriale. Non voglio fare il passo più lungo della gamba buttandomi a livello neurologico. Per caso in questo studio viene seguita qualche azienda a livello cardiaco?»

«Mi dispiace Signor Shirogane, ma lei è l'unico cliente a livello medico che seguiamo anche se, ora che ci penso...; no è una stupidaggine.»

«Dimmi pure Micheal.»

« Veda non mi prenda in giro. Giusto l'altro ieri ho avuto un appuntamento con una donna.»

Ryou lo guardava incuriosito. Cosa poteva mai avere a che fare con la sua scoperta?

«Vede, era davvero bella e durante la serata ho scoperto essere un pezzo grosso della GlobalHeart. »

«Ah capisco.»

«Purtroppo l'appuntamento non è andato benissimo, quindi non so se sia il caso di essere il suo contatto ma...» Sembrava davvero imbarazzato, mentre parlava a manetta senza prendere il respiro si allentava la cravatta.

 

Era così bella questa donna per agitarsi così?” pensò Ryou, ridendo sotto i baffi che non ha.

 

«...mentre stavamo aspettando di ordinare il cibo però è andata in onda la notizia della Sua vittoria scientifica e lei sembrava molto incuriosita, poi di punto in bianco ha detto di non sentirsi molto bene, mal di testa se non sbaglio, però prima di scappare per la seconda volta, ho avuto l'impressione che poteva essere interessata ad incontrarla a livello lavorativo, mi ha fatto domande strane, tipo se vivesse qui...»

 

Cavoli amico, ti ha proprio steso questa donna”

 

«Seconda volta?» gli uscì dalla bocca senza pensare, stava cercando di capirci qualcosa di quella storia strana.

 

«Ehm si, è andata via per il mal di testa, dopo 5 minuti è tornata al tavolo perché si era dimenticata di pagare, è stato allora che mi ha chiesto di Lei, quando le ho detto che sarebbe stato in città solo per un giorno però mi ha liquidato dicendo che sarebbe stata per un'altra volta perché era molto impegnata... quindi non so se sia il caso. Cavoli si è anche pagata da bere...»

 

Respira Micheal. Sennò mi morirai davanti”

 

« Allora Micheal ti sei risposto da solo. Vedi ho imparato che una donna non va rincorsa, devi far si che ti rincorra. Se è veramente interessata alla mia scoperta, scriverò alla sua azienda e vedremo di organizzare un incontro, ma non credo sia il caso di disturbarla privatamente, non credi?»

«Certo Signor Shirogane, ha ragione!» il ragazzo si era rinvigorito.

«Penso che per oggi abbiamo finito, grazie per la contabilità, permettimi di darti un consiglio, ormai sono 5 anni che lavoriamo insieme; Non cercarla, non aveva assolutamente mal di testa.»

«Certo Signor Shirogane, grazie Signor Shirogane. Mi permetta di accompagnarla all'uscita.»

 

Ryou tornò in hotel, ci volevano ancora 4 ore prima di dover andare in aeroporto per tornare a casa.

Mi fa tenerezza quel Micheal, è uno dei commercialisti più capaci che io conosca ma in quanto a donne... deve esercitarsi nei rapporti sociali al di fuori del lavoro”

 

Ripensando a quella mattina Ryou si mise a fare ricerche sulla GlobalHeart. Era una grande azienda che produceva macchinari robotici per operare a livello cardiaco.

«Valvole cardiache.. mmh ok. Studi applicativi di microchirurgia cardiaca. Interessante...» mormorò.

Le cellule differenziate sarebbero state perfette per la microchirurgia: potevano riparare le parti infartuate di un cuore e questo lo avrebbe sicuramente agevolato per essere visto di buon occhio dalla comunità dei neurochirurghi.

 

Chissà quale dei pezzi grossi è la Signorina di Micheal.”

 

Guardò tanti reparti di quell'azienda: il Presidente era un uomo, l'amministratrice delegata era una donna di circa 60 anni.

- Capo Ingegnere bio-medico : Momomiya Ichigo -

 

Il suo cuore si fermò per un attimo.

 

«Non può essere, non può essere lei.»

 

Aprì il profilo dove c'era la descrizione del Curriculum e una foto dell'impiegata.

 

Laureata a pieni voti in Ingegneria bio-medica, Master in management, Master in robotica applicata alla medicina...”

 

Ryou continuava a leggere. Era sconvolto. Poi si soffermò sulla foto. Era palesemente lei, i capelli erano leggermente più scuri, i tratti del viso più maturi, ma avrebbe riconosciuto quegl'occhi color cioccolato ovunque.

 

«Sei stata sotto il mio naso per così tanto tempo...ora capisco perchè sei scappata via dal povero Micheal»

 

Non appena finì di dire ad alta voce quelle parole pensò all'appuntamento.

 

Ma allora con Masaya è finita.”

 

Ryou prese il telefono per chiamare la sua segretaria.

 

«Pronto? Greta, sono io. Cancella tutti i miei impegni della settimana e fissa un appuntamento con la GlobalHeart, per l'hotel ci penso io, sono già qui chiederò disponibilità io stesso.»

 

Ryou mandò a quel paese tutte le promesse che si era fatto anni fa. Era qui, non poteva non sapere. E mentre un insolito sorriso spuntava sul suo volto disse:

«Grazie di tutto Micheal»

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. Ryou è qui? ***


Capitolo 4. Ryou è qui?
 
La mattina seguente Ichigo si svegliò tra le braccia di Lucas. Le era così caro. Era rimasto a sentirla piangere per tutta la notte. Fece piano per non svegliarlo e andò verso il bagno. Aveva ancora i vestiti della sera precedente, il trucco era diventato un agglomerato di macchie per tutto il volto.
Doveva darsi una bella ripulita.
Entrò in doccia e cominciò a pensare a quanto il mondo potesse essere piccolo. Si sforzò di non ricominciare a piangere, non era più quella donna.
Era diventata sicura di sé, aggraziata, stimata e molto rispettata a lavoro, soprattutto cosa incredibile per la vecchia lei, era sempre in orario a gli appuntamenti, di tutti i generi, era diventata così organizzata da essere irriconoscibile. Diceva sempre quello che pensava e non se ne faceva problemi se questo faceva rimanere male le persone.
 
“Meglio un'amara verità, che una dolce bugia, io l'ho capito quel giorno, lo faccio perché è meglio così”
 
Proprio questa sua sfacciataggine l'aveva portata in alto in ambito lavorativo e a livello personale era riuscita a rifiutare molte avance che una volta avrebbe assecondato per non ferire nessuno.
 
Lucas entrò in bagno. Lei aveva lasciato la porta semiaperta.
 
«Lucas, sono in doccia» replicò infastidita.
«Non è niente che non abbia già visto, tranquilla, devo solo sciacquarmi la faccia.»
 
Anche se erano passati anni da quella relazione molte volte si trovavano a parlarne tramite battute, ad Ichigo piaceva che questi ricordi erano visti in maniera del tutto innocente senza rimorsi. Forse è anche grazie a questo che, invece di regredire, la loro amicizia era diventata più intima di quanto si potesse immaginare. Si chiedeva alle volte se fosse normale non vergognarsi di girare in intimo per casa davanti a lui, ascoltare nei dettagli tutte le scappatelle di lui o in questo caso di non provare nessun tipo di imbarazzo ad essere nuda sotto la doccia.
 
Mentre era intenta a rivestirsi, Lucas stava preparando la colazione.
 
«E' pronta!» urlò.
«Eccomi, ci sono, grazie!»
Si sedettero a tavola. Lucas le aveva preparato la sua colazione preferita.
«Wow, pancake!»
«Si con sciroppo d'acero ed ecco a te un caffè doppio.»
 
Aveva preso l'abitudine del caffè iniziati gli studi universitari, la prima volta che lo assaggiò pensò a Ryou.
 
“Ora capisco perché ne andavi matto”
 
Diventando a sua volta anche la sua bevanda preferita.
 
 «Come stai?»
«Bene..come devo stare?» Disse mentre masticava un pezzo di pancake.
«Chichi» così la chiamava lui. «Vuoi fare finta di niente?»
 
«No Lucas. Ho avuto solo una crisi perché ogni volta che tento di voltare pagina, in qualche modo, lui riesce a rovinare tutto.»
«O sei tu che glielo permetti?»
«Pensi che lo faccia di proposito?»
«No penso che forse, prima o poi dovrai affrontarlo, guardarlo in faccia e dirgli quello che pensi di lui»
«E in che modo sentiamo? Dopo 10 anni me ne spunto al Cafè, dando per scontato che esista ancora, e dico: ragazzi vi odio tutti, mi avete deluso non pensavo aveste questa considerazione di me, soprattutto Keiichiro. Ah Ryou, io ho lasciato Masaya per te ma ti ho trovato a letto con un'altra e poi ho sentito che mi disprezzavi e gli altri con te...»
«Non intendo questo. Loro non lo sanno che tu sai la verità. Non gli devi spiegazioni ormai, ma almeno dirgli addio in faccia, e non perché se lo meritino ma perché solo così secondo me potrai cambiare libro. Voltare pagina non serve a nulla se il libro che leggi si chiama Ryou Shirogane.»
 
Ichigo non sapeva cosa rispondere e fece decadere l'argomento, Lucas che aveva imparato a conoscerla non insistette.
 
«Allora che cosa vuoi fare oggi?» chiese cambiando discorso.
«Direi che me ne starò qui a casa, mi rilasserò un po', tu se devi andare al locale a controllare fai pure, ieri ti ho fatto mollare tutto di fretta.»
«Si effettivamente devo controllare se Chiara è riuscita a gestire tutto e devo finire l'inventario ma Masaya dovrebbe passare ad aiutarmi. Però se vuoi stasera torno.»
 
«Ok, allora ti aspetto per cena.» disse sorridendo Ichigo.
 
La verità è che voleva andare ad aiutarli, dopotutto era comproprietaria e investitrice di quel locale ma se pensava al fatto che Ryou girovagava per le strade le cedevano le gambe.
 
Il lunedì alle 8.30 varcava la soglia del suo ufficio con un caffè  da asporto in mano.
 
« Loren, programma del giorno?» chiese alla segretaria.
«Ore 9.30 controllo qualità per il sistema video del Modello2002, alle 11.00 riunione con il Presidente e Amministratrice Delegata. Ore 12.30 pausa pranzo e poi è libera in realtà Dottoressa.»
 
«Perfetto. Andiamo a pranzo insieme se ti va. Dopo avrai il resto della giornata libera, ma rimani reperibile per le urgenze ok?»
 
Era molto pragmatica a lavoro, si capiva che era un capo, ma per quanto severa non voleva farsi odiare dai suoi sottoposti così di tanto in tanto era amichevole e non mancava mai loro di rispetto.
 
«Ne sarei entusiasta Dottoressa»
 
«Perfetto, scegli tu il posto, ormai conosci i miei gusti, vado a prepararmi per la prova qualità.»  
 
Come ci si aspettava da un suo lavoro il prototipo del nuovo modello funzionava perfettamente. Era l'ultimo controllo prima di poter comunicare alla riunione che poteva essere messo in commercio e presentato alle Aziende.
 
«Ottimo lavoro come sempre Dottoressa Momomiya.» disse il Presidente.
«Grazie Signor Presidente. »
«Avete sentito di quell'azienda? La MewMolecolar? E' un passo così grande nella storia della ricerca, è su tutti i notiziari» incalzò l' Amministratrice Delegata.
 
Crack.
 
«Si ha ragione Dottoressa, ma sicuramente le comunità neurochirurgiche avranno la meglio per poter testare questa scoperta.» ribatté il Presidente.
 
«Ah. Che peccato. Allora penso che con oggi abbiamo finito. Dottoressa Momomiya, comunichi i risultati al reparto vendite, entro due settimane la voglio in giro per Aziende a testare il prodotto.»
 
«Certamente.»
 
Tornò in ufficio sovrappensiero.
 
“Ci manca solo che me lo ritrovo a lavoro, accidenti perché è così geniale, solo lui poteva riuscire a differenziare a comando le cellule staminali.”
 
Abbandonò quei pensieri, sbrigò le faccende delegate dai capi e andò a pranzo con Loren.
La ragazza era molto capace anche se un po' impacciata. Le ricordava in un certo senso se stessa.
 
Mentre stava bevendo un sorso di acqua notò entrare un uomo. Le veniva a conoscere, appena lo riconobbe quasi non si affogò.
 
«Buongiorno Ic..Ichigo giusto?»
«Buongiorno Micheal.»
«Passato il mal di testa?» lo vedeva sudare dall'imbarazzo.
«Si grazie, dovevo solo dormirci su.»
«Ah menomale, sennò chissà che problemi alla riunione domenicale» disse con un sorriso forzato.
«Quale riunione? Chi lavora di domenica?» disse senza pensarci Loren.
 
Ichigo le tirò un calcio da sotto il tavolo.
 
«Io Loren, che razza di segretaria sei se non ti ricordi l'incontro di ieri?» disse guardandola fissa negli occhi.
 
«Ah... sisi, la riunione.»
 
«A te invece Micheal è andato tutto ok il tuo grande incontro di oggi?»
 
“Perché diavolo sto chiedendo di lui?”
 
«Si alla grande! Il Signor Shirogane è un uomo fantastico, ora comincerà gli investimenti!» Si illuminò di colpo. «Anzi... in realtà se non ho capito male il suo volo di ritorno è in tardo pomeriggio, se le interessa ancora, potrebbe fare in tempo per incontrarlo.»
 
Ichigo trattenne il respiro. Se avesse avuto del cibo in bocca in quel momento si sarebbe sicuramente strozzata.
«No, grazie Micheal, se qualcuno vuole avere a che fare con me dovrà cercarmi. Io non rincorro nessuno, vengo rincorsa che è diverso. E poi credo che in questo momento alla MewMolecolar non interessi il campo cardiaco.»
 
Micheal rimase per un attimo stranito. Avevano praticamente espresso lo stesso concetto? Che esseri straordinari, potrebbero conquistare il mondo, pensò.
 
«Veramente il Signor Shirogane..»
«Ora scusaci Micheal, devo tornare a lavoro e con me la mia segretaria. Mi ha fatto piacere incontrarti.» Sorrise mentre si dirigeva alla cassa.
 
«...vuole applicarsi a livello cardiaco...» finì di dire in solitudine.
 
Ichigo partì spedita per tornare in ufficio quando si ricordò di Loren che senza dirle nulla la stava seguendo.
 
«O mio Dio. Scusami Loren, hai ancora la giornata libera, non me ne sono pentita.»
«G-grazie Dottoressa. Ma, se posso permettermi, mi domandavo, il signore di prima stava parlando della MewMolecolar? L'azienda che ha fatto quella scoperta di cui parlano tutti? Se così fosse sarebbe una cosa fantastica! Se scegliesse noi come prima applicazione della sua scoperta diventeremmo ancora più famosi!»
 
«No Loren. Non puoi permetterti.» disse diretta.
 
Loren spalancò gli occhi e cominciò ad agitarsi. Non voleva mancare di rispetto al suo capo, ma non credeva di aver detto una così grande stupidaggine.
 
«Scusi Dottoressa, io non volevo mancarle di rispetto, lei sa quello che fa.»
 
Ichigo si rese conto di aver esagerato con Loren, dopotutto lei non poteva immaginare.
 
«No Loren, scusa tu. Ma non prenderla sul personale. La MewMolecolar avrà fatto grandi scoperte ma siamo sicuri di voler essere i primi? E se fallisse? Non sarebbe stato un contatto aziendale ufficiale ma una raccomandazione da parte di un tizio conosciuto l'altro ieri. Non voglio prendermi questo eventuale onere. Se avessi accettato l'incontro ne sarei stata responsabile in prima persona.»
 
“wow, ci sai fare con le scuse Ichigo” pensò tra se e se.
 
«Ha ragione, non ci avevo pensato, scusi Dottoressa per l'invadenza, come al solito lei sa cosa è giusto! A domani e grazie. »
 
Fosse stata un'altra azienda e soprattutto un'altra persona quella non sarebbe stata una scusa. Ma Ichigo conosceva il genio che stava dietro a quella scoperta, non sarebbe mai fallita, in tempi di pace avrebbe scommesso tutta la sua carriera per avere un contratto di questo tipo.
 
Tornò esausta in ufficio cercando di pensare ad altro, ma come diceva la sua agenda non aveva da fare. I nuovi progetti erano già in produzione, doveva solo attendere i tempi di prova, il nuovo boom di affari sarebbe stato non prima di 2 mesi, dopo le vacanze natalizie.
Guardò l'orologio.
Le 15.30.
Scese al bar dell'ufficio per prendersi l'ennesimo caffè e chiacchierare un po' con i colleghi che incontrava e scambiarsi opinioni lavorative.
Le 18.00.
 
“Beh ormai dovrebbe essere in aeroporto. Non c'è motivo di temere di incontrarlo”
 
Salutò i colleghi e tornò a casa. Tutto andò liscio come aveva previsto. Quella sera non aveva molta fame, si coricò presto in attesa di tornare alla solita routine.
 
La settimana in ufficio passò come al solito, riunioni e controlli.
Il sabato andò al locale, quella sera ci sarebbe stato anche Masaya che si era preso una settimana di ferie per aiutare Lucas con l'inventario pre-natalizio.
 
Quando arrivò salutò Chiara che lavorava sempre al bancone.
 
«Dov'è Lucas?»
«Dietro al palco, sta sistemando gli impianti per la band che si esibisce stasera.» rispose Chiara.
«Ciao Masaya! Ti stai divertendo con l'inventario?»
«Ichigo. Oggi è venuto al locale Ryou. Starà in città per un bel po'. »
 
Ichigo pensava di essersi sbagliata, non poteva aver sentito quelle parole, ma probabilmente il suo corpo reagì prima della sua mente. Mentre balbettava un “Ryou era qui?” crollò a terra e svenne.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. Il segreto di Zakuro ***


Capitolo 5. Il segreto di Zakuro

 

«Cosa? La prossima settimana?» disse alterato Ryou.

 

«Signor Shirogane, ho chiamato la GlobalHeart, ho chiesto un incontro con i capi ma il capo reparto ingegneristico è pieno di riunioni. Anzi mi hanno trovato un buco per mercoledì prossimo. A quanto ho capito fra due settimane comincerà ad essere fuori ufficio. Posso confermarlo?» spiegò al telefono Greta.

 

«Ok Greta. Ho capito. Vuol dire che mi farò un giro per conoscere la città. Conferma pure. »

 

Greta, la sua segretaria, erano due giorni che cercava di prendere un appuntamento ed era riuscita a parlare solo con le segretarie dell'edificio, prima che l'appuntamento fosse ufficiale doveva avere la conferma dal reparto Agende del Presidente.

 

«Speriamo vada bene.»

 

O ora o mai più, due settimane dovranno essere sufficienti.”

 

Ma cosa voleva ottenere esattamente Ryou? Spiegazioni? Dopo tutto quel tempo ancora sentiva contorcersi lo stomaco se veniva nominata. Chissà cosa aveva provato lei quando Micheal l'aveva nominato.

 

Aveva fatto ricerche su di lei, era in quella città da almeno 9 anni, quando aveva iniziato gli studi. Si stupì piacevolmente quando vide i risultati ottenuti, non sembrava proprio un tipo studioso all'epoca. L'aveva trovata sui social, ma il profilo era privato, riusciva solo a vedere l'immagine del profilo e la frase di presentazione che recitava: Meglio un'amara verità che una dolce bugia.

 

Chiamò Micheal con una scusa, voleva sapere come l'aveva conosciuta. Dopo qualche argomento commerciale però fu lo stesso Micheal a parlare di lei.

 

«Signor Shirogane sa, ho pensato molto a quello che mi ha detto. Che dovevo farmi inseguire solo che non sono proprio il tipo.»

 

Boom. Boom.

 

« Vuol dire che l'hai rivista?»

 

«Si, l'ho incontrata lunedì, dopo il nostro appuntamento, era in pausa pranzo con la sua segretaria nello stesso ristorante dove vado io solitamente, era la prima volta che la vedevo li.»

 

«Scusami Micheal, ma quando intendevi “pezzo grosso” a che ruolo ti riferivi?»

 

«Oh mi scusi, volevo farvi incontrare ma non le ho neanche detto il suo nome. Ecco lei è Ichigo, Capo reparto Ingegneria.»

 

«Sai Micheal, devo essere onesto, dopo il nostro incontro mi ha incuriosito questa società, sono rimasto in città e ho appuntamento in azienda Mercoledì prossimo, tu non riesci casomai a farmi avere un incontro prima con la Dottoressa?»

 

«A dirla tutta Signore, ritornando al discorso di farsi inseguire...ecco. Io avevo proposto di fargliela incontrare quel pomeriggio stesso, prima del suo volo. Ma la Dottoressa ha rifiutato categoricamente, avete le stesse teorie sul farsi inseguire.»

 

«Ah capisco. Pensi di rivederla ancora?»

 

«Non credo proprio Signore, mi scuso per averle fatto perdere tempo con i miei problemi personali...»

 

«No no Micheal, non mi piace perdere tempo è vero, ma al momento ne ho tanto di tempo da perdere e poi conoscendola meglio anche tramite te, capirò con chi avrò a che fare Mercoledì.»

 

«Ah ecco, grazie. Allora credo che oltre al mal di testa abbia mentito sull'avere una riunione il giorno dopo, la sua segretaria sembrava stranita. Per tutte le domande che mi ha fatto su di Lei Signore, alle volte penso che sia uscita con me solo per interessi lavorativi, ma non poteva saperlo prima di quella sera della sua scoperta giusto?»

 

«Giusto Micheal. Nonostante tutto però penso sia una persona interessante.»

 

«E infatti è così. L'appuntamento me l'aveva organizzato mio cugino che è solito frequentare un locale dove lei pare sia comproprietaria, e tramite la barista che è sua amica l'aveva convinta.»

 

«Locale? Quale locale?»

 

«Non ricordo il nome, mi dispiace, comunque Signore se non le serve altro io adesso avrei una riunione.»

 

«No tranquillo, anzi scusami tu.»

 

Ryou aveva bisogno di schiarirsi le idee. Sembrava un ragazzino ossessionato. Cominciò a fare un giro per le strade dopo pranzo senza una precisa meta.

Dopo un'ora di cammino alzò lo sguardo:

 

GlobalHeart – Sanity Group

 

Era davanti al suo ufficio.

 

Certo che, caro fato, ti diverti proprio con me”

 

Vide un gruppo di uomini in giacca e cravatta uscire dall'edificio e dietro di loro, che si intravedeva dalla porta a vetri, un giovane uomo parlare con una donna.

Lui era chiaramente attratto da lei, lei che era di spalle, aveva i capelli raccolti e indossava un tajer che metteva in risalto le sue curve.

 

Quando si girò capì che si trattava di Ichigo.

 

Boom. Boom. Boom.

 

Si nascose appena si accorse che stavano per uscire, Lei era stupenda. Camminava sicura di sé, portava quei tacchi magnificamente. Emanava sensualità da ogni parte del corpo. Il trucco c'era ma era molto leggero, risaltava la sua bellezza. Notò che in mano aveva un caffè d'asporto, probabilmente non il primo della giornata. I due si salutarono fuori come si salutano due colleghi, lui proseguì a piedi, lei invece andò dal parcheggiatore per farsi portare l'auto.

Quando l'auto di lei svoltò l'angolo, ricominciò a respirare normalmente.

Decise di tornare in hotel. Non la smetteva di avere il sorriso stampato in faccia. Il suo petto ancora voleva esplodere dall'emozione di averla vista. Era più bella che mai. Non disse niente a nessuno della presenza di Ichigo. Neanche a Keichiiro, trovò una scusa lavorativa che non destava alcun sospetto. Ma dopo averla vista e sapere che non stava più insieme a Masaya voleva urlarlo al mondo. Non era da lui, l'uomo sempre controllato e rigido ma quell'amore represso da 10 anni lottava con forza per poter uscire.

 

Visto che ormai era rimasto in città ne approfittò durante i due giorni feriali per passare il tempo in laboratorio. Era anche un buon metodo per non pensare costantemente ad Ichigo.

 

Il sabato il laboratorio era chiuso visto che la ricerca era oramai completata. Decise allora che era giunto il momento di lasciarsi andare all'istinto. Cercò per ore tutti i documenti che riguardavano Ichigo, sperando di trovare il nome del locale di cui parlava Micheal.

 

E infine lo trovò.

 

-Pub Underground di Lucas Grend e Ichigo Momomiya -

 

Cercò il nome su internet, non era tanto distante dal suo hotel, forse 10 minuti di auto.

 

-Aperto dal Lunedì al Giovedì dalle 19.00 alle 23.00, il Venerdì e il Sabato dalle 17.00 alle 2.00 e la Domenica dalle 18.00 alle 23.00-

 

Era perfetto. Il pomeriggio sarebbe passato a trovarla, si disse che era meglio all'apertura per evitare la confusione, aveva anche letto che alle 22.00 ci sarebbe stato un evento.

 

Non sapeva cosa aspettarsi, ma non poteva andare così male. Se all'epoca il motivo che l'aveva spinta a tagliare i ponti era stato Masaya probabilmente ora che non stavano più insieme era solo l'imbarazzo a frenarla nel tornare. Ryou era così positivo davanti a quel pomeriggio, era un peccato che nessuno potesse vederlo in quello stato.

Alle 16.30 era pronto per uscire di casa. Decise di andare a piedi per sfogare un po' di nervosismo, ci mise 25 minuti ad arrivare.

 

Quando si trovò davanti al locale lo trovò molto casual ma affascinante, aveva una personalità ben precisa, uno stile Street che in città industriali vanno molto di moda tra i ragazzi universitari.

 

La porta era ancora chiusa, mancavano 5 minuti all'apertura, vide uscire un ragazzo, era palesemente un cameriere.

 

«Ciao, scusami ci sono i proprietari per caso?»

«Solo uno, se vuoi entra, tanto stavo per aprire.»

«Grazie.»

 

Il locale all'interno era ancora più caratteristico, era diviso in tre parti: un discreto palcoscenico con un po' di spazio per il parterre, i tavoli del Pub, poi in un'altra parte leggermente rialzata una zona privè e poi il bancone per la consumazione diretta.

 

Ryou si diresse li, c'era un uomo che metteva in ordine le bottiglie.

 

«Salve, arrivo sub...» disse l'uomo al bancone. Ma non riuscì a finire la frase perché davanti a lui c'era una sua vecchia conoscenza.

 

«Masaya?» disse shockato Ryou. Di certo non si sarebbe mai immaginato di trovarlo a lavorare dietro ad un bancone, il bancone del locale di Ichigo.

 

Ma allora loro...”

 

Ryou si sentiva uno stupido e ancora peggio si sentiva confuso.

 

«Ryou? Cosa ci fai qui?»

« A questo punto me lo domando anche io» ribatté.

 

Masaya uscì dal bancone e si avvicinò a Ryou. Fece cenno alla ragazza che spuntò dal retro di sostituirlo. Ryou lo guardava, era molto a suo agio in quel posto.

 

« Vieni con me.»

 

Masaya lo portò in un salottino riservato solo al personale dove in quel momento non c'era nessuno e si portò dietro due bicchieri e una bottiglia di bourbon.

 

« Credo che ci servirà, accomodati.» e fece per riempire i bicchieri.

 

Ryou accettò il gesto e si accomodò.

 

Credo proprio che quella mezza bottiglia rimasta non basterà” pensò.

 

«Allora, ne è passato di tempo...»

«Già, detto sinceramente pensavo che non ti avrei mai più rivisto Masaya» disse sogghignando.

«Non dirlo a me. Pensavo di essermi liberato di te 10 anni fa!»

 

Mentre diceva questa frase Masaya giocherellava con il bicchiere, fu allora che Ryou si accorse della fede al dito. Non sapeva cosa fare. Ma dopotutto non poteva soffermarsi alle apparenze.

 

«Tranquillo, sono in città solo per affari. Non so se hai sentito parlare della MewMolecolar... beh è mia!» ecco la solita sana, orgogliosa, rivalità.

 

«Ah si qualcosa, io lavoro in un ambiente totalmente diverso.»

«Lo noto.»

«Questo? Nono aiuto solo mia moglie e i suoi amici.» Masaya non voleva ancora rivelare la presenza di Ichigo. Non era sicuro che lui sapesse che lei era collegata al locale.

 

Ryou invece non pensò ad altro. “Sua moglie? Allora Ichigo...”

 

Masaya continuò a parlare. «Io mi sono laureato in Ingegneria Ambientale a Londra, poi ho avuto una borsa di studi qui e successivamente ho preso una seconda laurea in Giurisprudenza. Ora sono un Avvocato Ambientalista.»

 

«Ah. Auguri.»

« Vuoi chiedermi come sta Ichigo?» chiese Masaya. In tutta sincerità anche Masaya era curioso. Ichigo 10 anni fa gli disse solo che tornare era stata una scelta sbagliata, che non era li con loro il suo posto e che aveva scoperto in realtà di essere disprezzata da tutti. Non sapeva nient'altro, non le raccontò mai nel dettaglio come andarono le cose e come andò la discussione tra tutti loro.

 

Ryou a sentire il suo nome sobbalzò. Guardò fisso Masaya che restituiva a sua volta lo sguardo.

«Ho capito... Ichigo sta bene. In fondo sono passati 10 anni da quel giorno. E pensare che era tornata per il tuo compleanno.»

 

Ryou sgranò gli occhi.

 

Tornata? Il mio compleanno? Ichigo era tornata?Dove? Quando?”

 

«Masaya di cosa stai parlando? Ichigo è venuta a vivere con te e non l'ho mai più rivista. Non l'ha più rivista nessuno!»

 

Masaya non sapeva cosa dire.

 

«No ti sbagli, forse non l'hai vista tu. Ma sono convinto di quello che dico, mi ricordo esattamente che Ichigo mi disse di averglielo detto in faccia a Zakuro che non voleva più vedervi. »

 

«Cosa? Io non so neanche perché abbia chiuso con tutti noi e ora tu mi dici che era tornata per il mio compleanno?!»

 

In quel momento però un ragazzo alto e castano irruppe violentemente nella stanza.

 

«Cosa ci fa lui qui?» chiese a Masaya.

«Lucas è tutto ok.»

« Non è tutto ok, Ichigo sarà qui tra poco e non voglio che lo veda.» poi spostò lo sguardo verso Ryou «Non voglio sembrarti un pazzo, ma non puoi irrompere così nella vita di Ichigo dopo 10 anni. Lo so che sei qui perché hai scoperto di lei. Noi siamo una famiglia come puoi ben capire...» detto questo Ryou pensava alla fede al dito “Aiuto mia moglie e i suoi amici” aveva detto Masaya, ma Lucas continuò. «Ti prego di andare via e non farti più vedere. E' una scelta di Ichigo non tua.»

 

Ryou capì che quello era l'altro proprietario insieme a Ichigo. Aveva letto il suo nome nel contratto. Era completamente disarmato. Non sapeva cosa fare, aveva altre mille domande ma quello non era il momento e il luogo.

 

Fu scortato da Lucas e Masaya verso l'uscita. Quando arrivò sul marciapiede si voltò verso Masaya che era rimasto solo a guardarlo andare via.

 

«Scusami, io non sapevo cosa aspettarmi, ma di certo non tutto questo.»

Masaya vedeva il dolore impresso nel volto di quel ragazzo.

 

Come poteva una persona soffrire così tanto per una ragazza che disprezzava. Lo aveva sempre detto ad Ichigo che secondo lui era un'incomprensione o aveva capito male, pensava che Ichigo lo avesse preso solo troppo sul serio non capendo quando scherzava. Ma lei era stata chiara.

 

Masaya l'ho sentito con le mie orecchie, le mie orecchie straordinarie, e non aveva motivo di mentire.”

 

Ma Ichigo non aveva mai accennato al fatto di non essersi fatta vedere o di non averli affrontati, tutto il contrario. Allora quella di Ryou era tutta una messa in scena? Voleva vederci chiaro. Ma doveva essere cauto, non poteva tradire lei e non poteva schierarsi dalla parte di Ryou senza prove.

 

«Ryou. Rimani nei paraggi ok? Se è vero quello che dice Lucas, che sapevi già di trovarla qui allora dobbiamo parlare. In privato.»

Masaya a gli occhi di Ryou appariva preoccupato. Certo, stavamo parlando di sua moglie, ormai Ryou ne era certo. Come si sarebbe comportato Mercoledì a lavoro? Le avrebbero raccontato tutto? Si sentiva un completo idiota. Forse era meglio rinunciare. In fondo aveva iniziato tutto questo solo perché credeva fosse libera. Non voleva turbare il suo equilibrio.

 

Forse Micheal aveva ragione - ...Per tutte le domande che mi ha fatto su di Lei alle volte penso che sia uscita con me solo per interessi lavorativi...- aveva detto.

 

Forse aveva scoperto l'identità di Micheal e voleva sapere se lo avrebbe potuto evitare e lui che invece l'aveva interpretata al contrario come un'opportunità.

 

E questo avrebbe spiegato perché una donna sposata sia uscita con un altro uomo.

 

Si diede dell'idiota per tutto il tragitto, arrivato in hotel e salito in camera ordinò una bottiglia di bourbon che finì nel giro di un ora.

 

Zakuro sapeva”

 

Era completamente sbronzo. Tutte le parole di Masaya non facevano che venirgli in testa.

 

«Cosa vuol dire che a Zakuro lo aveva detto in faccia? Ah? Cosa cazzo vuol dire!?» urlò buttando a terra il bicchiere ormai vuoto che per fortuna ebbe un atterraggio ammortizzato dalla moquette.

 

Ryou prese il telefono e la chiamò.

 

«Pronto? Ryou è strano ricevere una tua chiamata dimmi...»

 

«Tu lo sapevi?» disse rendendo scandite a malapena le parole.

 

«Ryou, sei ubriaco?»

 

«Tu lo sapevi perché non sarebbe più tornata? Tu l'hai vista? E' vero che l'hai vista Zakuro? Ichigo era tornata...era tornata.» si addormentò al telefono dato il suo alto tasso alcolico cominciando a russare.

Zakuro rimase sconvolta, non capiva come lo avesse scoperto. Capì che Ryou era crollato.

 

«Si Ryou. Lo sapevo.»

 

E chiusa la chiamata con Ryou avvertì Keichiiro della situazione.

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6. Come se nulla fosse successo ***


Capitolo 6. Come se nulla fosse successo
 
Ichigo si svegliò sdraiata sul divano nel salottino sul retro del locale.
 
«Ragazzi che mal di testa, cosa è successo?»
 
«Hai sbattuto la testa. Sei svenuta.» disse Chiara premurosa.
 
«Bene, non ti ricordi nulla?» borbottò Lucas.
 
«Io..» Poi di colpo si ricordò le parole di Masaya. « Ryou? E' ancora qui?» si mise seduta.
 
«No, non mi hai fatto finire di parlare. E' passato pomeriggio.» disse Masaya.
 
«Ma che ore sono?»
 
«Le 21.30 e fra un po' suona la band. Hai dormito mezz'ora e sono convinto che tu non abbia cenato.» disse Lucas.
 
Ichigo non sapeva cosa dire e spostò lo sguardo su Masaya.
 
«Io non credo sapesse di trovarti qui, era sorpreso nel vedermi.»
 
«Oh ma che cazzate! Era ovvio sapesse di trovarla qui. Chi diavolo va in un Pub alle cinque del pomeriggio?» gridò Lucas
 
«Lucas calmati, se non viene nessuno alle cinque del pomeriggio perché apriamo a quell'ora?»
 
«Hai capito cosa intendo Chiara.»
 
Stavano battibeccando tra di loro. Ad Ichigo la testa scoppiava sempre di più, non riusciva a reggere quelle urla.
 
«Ragazzi vi prego!» silenziò tutti. «Non mi importa se sia venuto qui sapendo di trovarmi o meno. Ora che sa che sono qui, o non ci metterà più piede oppure, se dovesse farlo lo rifiuterò come 10 anni fa. E' semplice. Lucas, non mi hai detto tu di affrontarlo, no? Chiara ti chiedo scusa per il trambusto e Masaya mi dispiace che tu sia finito in mezzo a questo disastro.»
 
«Io non capisco una cosa, o forse me la sono persa 10 anni fa Ichigo. Ma come fai ad essere sicura di essere disprezzata? Mi avevi giurato che non era uno scherzo e che fossi certa fosse serio quando diceva quelle cose. Perché ne sei così certa?» incalzò Masaya.
« Perché lui non sapeva di essere ascoltato...»
«E tu sei scappata? Senza dare una spiegazione?»
«Non se la meritavano e non erano più affari tuoi!»
«Capisco...»
« Ragazzi scusate, sarei voluta rimanere ma ho troppo mal di testa. Torno a casa. DA SOLA.» disse fissando Lucas.
 
 Ichigo tornò a casa e il resto dei suoi amici continuò a lavorare come se niente fosse successo.
 
Verso le 23.00 Loren, la segretaria di Ichigo, non riusciva a trattenere la notizia e aspettare il Lunedì quindi si presentò al Pub.
Loren era in giro per locali con i colleghi segretari, tra cui Kevin il segretario del Presidente. Kevin era un ragazzo molto a modo ma che non reggeva l'alcool, dopo una birra infatti disse a tutti la notizia del giorno: la MewMolecolar aveva chiesto un appuntamento con l'Azienda ed era appena stato confermato proprio da lui a Mercoledì. Quella mattina aveva fatto gli straordinari perché l'agenda del Presidente era molto piena e doveva organizzare al meglio le attività della settimana successiva e trovò tutte le richieste in sospeso. Quando Loren sentì la notizia decise di doverlo dire subito alla Dottoressa Momimiya, anche lei era senza freni per via dell'alcool.
 
Entrando nel locale vide subito l'amico di Ichigo, Masaya, non era la prima volta che andava li, la Dottoressa se l'era portata dietro quando doveva sostituire il socio per le scartoffie.
 
«Ciao Loren, qual buon vento!» disse Masaya.
«La Dottoressa è qui? Devo dirle una cosa importantissima!»
«No, è dovuta tornare a casa prima, ma domani sicuramente ci vedremo, sai che lei spegne il telefono aziendale nel week-end, se è una cosa urgente gliela dico io!»
 
«Grazie! Vorrei dirglielo di presenza ma non riesco a trattenermi fino a Lunedì. Allora deve dirle questo: ora è formale, la MewMolecolar vuole incontrarla ufficialmente, Mercoledì alle 11.00 ci sarà l'incontro con il Signor Shirogane. »
 
Mentre Masaya scriveva l'appunto in un block notes si rese conto di quel nome una volta riletto a voce alta per verificare se avesse capito bene per via della musica alta.
 
«Scusami Loren. Intendi Ryou Shirogane?»
 
«Si! Lo conosce anche lei? Ma certo che lo conosce, non parlano di altro in Tv. A quanto pare gira voce che voglia applicare i suoi studi a livello cardiaco e noi siamo la prima Azienda al quale chiederà di testare le cellule!» Era così eccitata.
 
«Capisco. Beh grazie della fiducia Loren, credo che andrò subito ad avvertirla prima di dimenticarlo.»
 
Loren eccitata per la notizia ordinò una birra, sicuramente non la prima della serata e continuò a divertirsi facendo amicizia con dei ragazzi al bancone.
 
Se quello che credeva Ichigo era la verità non poteva permettere a Ryou di poterle sconvolgere la sua vita così tanto. Ok avere la curiosità di vedere cosa facesse di sabato sera, ma ossessionarla era davvero crudele.
Avvertì Chiara dell'accaduto e si fece promettere di non dire niente a Lucas. Era evidente che lui sapesse tutta la verità ed era anche convinto che nella loro rottura l'unica a rompere veramente era stata Ichigo, era troppo nervoso e non voleva che facesse una pazzia.
Decise di raggiungere Ichigo immediatamente, avrebbe buttato giù la porta piuttosto.
 
Ichigo era ancora sveglia, aprì la porta con una bottiglia di vino in mano.
 
«Bella cura contro il mal di testa.»
«Cosa vuoi Masaya? Non ce la faccio a ricominciare a discutere.»
 
Masaya entrò e chiuse la porta dietro di sé, fece cenno a Ichigo di doversi sedere.
«Credimi avrei evitato, ma non posso»
Le spiegò di Loren e chiese se sospettasse qualcosa sull'interesse di Ryou per la sua azienda.
Lei era davvero in crisi. Non poteva sabotare un'occasione del genere, l'Azienda non gliel'avrebbe mai perdonato. Era in un vicolo cieco.
Non sapeva se Ryou sapesse effettivamente che lei lavorasse li e questo non era per niente buono. Se se la fosse trovata davanti magari avrebbe mandato a quel paese un ipotetico accordo.
 
«Ora, Ichigo, ho davvero bisogno di sapere come sono andate le cose 10 anni fa.»
 
Lei prese un bel respiro e spiegò tutto. Certo, non c'erano motivi per confutare le certezze di Ichigo sulle parole dette da Ryou. Non aveva motivo di dire quelle cattiverie se non perché erano pensate.
 
“Però che tempismo” pensò Masaya.
 
Certo, aveva preso una decisione molto rapidamente, ma all'epoca aveva 18 anni cosa ci si poteva aspettare.
 
«Allora avevo ragione, sei sempre stata innamorata di lui.»
«Te lo giuro Masaya io all'epoca non me ne ero resa conto.»
«Tranquilla, ti perdono, ma ora dobbiamo escogitare qualcosa.»
 
Non avevano idea quali fini potesse avere Ryou, anche se veramente fosse tutto successo per puro caso (l'interesse per l'Azienda e presentarsi al Pub), non potevano rischiare che il passato potesse rovinare il lavoro di Ichigo. Lucas credeva che Ryou fosse una specie di mostro che amava giocare con lei e presentatasi l'occasione non aveva perso tempo, Masaya non la pensava così, proprio per questo decisero di non parlargli di quell'appuntamento.
 
Ichigo decise che Mercoledì, prima della riunione gli avrebbe parlato mettendo in chiaro che tutto quello che riguardava il passato era tale.
 
Era diventato tutto così surreale.
 
Lunedì mattina a lavoro tutti erano in fibrillazione per la grande notizia. I superiori di Ichigo le diedero mille relazioni da fare su tutti i prototipi pronti e quelli in approvazione.
La notizia arrivò anche ai giornali. Non vedeva l'ora che questo incubo finisse.
 
Non aveva avuto neanche il tempo di pranzare per quanto gli erano stati addosso in quei due giorni il Presidente e l'Amministratrice. La mattina doveva organizzare le presentazioni del nuovo prodotto e ri-testare i vecchi per presentarli a Ryou. Il pomeriggio doveva completare le relazioni per ognuna di questa cose. La sera arrivava a casa e aveva la forza solo di bere un calice di vino bianco e poi crollava distrutta. Fu così per 48 ore interminabili fino a che quel giorno arrivò.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7. L'incontro ***


Capitolo 7. L'incontro
 
Il telefono di Ryou squillava ininterrottamente. Erano almeno 10 chiamate perse quella domenica di prima mattina. Aprì un occhio per controllare e lesse le notifiche:
- Keiichiro, 12 chiamate perse-.
Neanche il tempo di cancellare la notifica che arrivò la tredicesima chiamata.
 
«Pronto?»
 
«Ryou? Per fortuna stai bene. Dove sei?»
 
«Dove dovrei essere?» si guardò intorno. «Sono nella mia stanza in hotel.»
 
«Sto per prendere il primo volo, mandami l'indirizzo»
 
«Keichiiro ma che stai dicendo? Perché mai dovresti venire qui?»
 
«Ieri sera mi ha chiamato Zakuro, era preoccupata, ti ha sentito ubriaco fradicio. Mi ha raccontato quello che è successo.»
 
Ah. Ecco. Zakuro e il suo maledetto segreto. Se solo non fosse stata così prepotente Ryou sarebbe corso da Ichigo 10 anni fa, non l'avrebbe più fatta andare via. Cosa aveva fatto per farla chiudere con tutti? Ryou era convinto che fosse tutta colpa di Zakuro.
 
«Tu lo sapevi? Lo sapevate tutti che Ichigo era tornata a casa per il mio compleanno? O era tornata per restare?» aveva la voce tremante.
 
«Te lo giuro Ryou, nessuno di noi sa nulla. Neanche Zakuro sa tanto di più di noi. Comunque ho appena prenotato, stasera sono li.»
 
Chiuse il telefono e andò a darsi una sistemata. Dopo la doccia passò a sistemare la camera. Era molto nervoso ma anche molto rammaricato. Si incolpava di tante cose, ma più di tutti quello di essere stato così presuntuoso da voler tornare nella sua vita senza conoscere nulla di lei. Aveva dato per scontato così tante cose.
 
Non riuscì a mettere piede fuori dalla camera, sentiva di non essere degno di andare in giro per quella città, ordinò il pranzo in camera.
 
Doveva disdire l'appuntamento con l'azienda di Ichigo ma era Domenica e tutti gli uffici erano chiusi. Sarebbe stata la prima cosa da fare Lunedì.
 
Keiichiro arrivò alle 19.00. Appena lo vide lo abbracciò forte.
 
«Ma che fai?» Ryou non era uno da contatto fisico.
«Come stai?»
«Mi sento uno stupido»
Ryou raccontò tutto sin dall'inizio, compreso di Micheal.
 
«Capisci perché l’ho fatto? Avessi saputo che era anche solo fidanzata non mi sarei mai permesso!»
 
Keiichiro non ci stava capendo più niente, la considerazione di Ryou non era sbagliata ma forse veramente lei voleva tastare il terreno. Forse sapeva che era il suo commercialista tramite la sua amica. Boh. Non ci capiva più nulla.
Cercò di far ragionare Ryou, non poteva disdire l'appuntamento con l'ufficio di Ichigo.
«...la mortificherebbe e poi portarle questa visibilità in azienda non dovrebbe farla arrabbiare anzi.» 
 
«Le avranno raccontato tutto, con che faccia mi presento li?»
«Con la tua. La riunione sarà di mattina giusto? Appena ti confermano l'orario, tu cerca di parlarle in disparte prima, ti scuserai e ti comporterai come uno Scienziato qualificato che investe sulla sua scoperta. Così restituirai la tua e la sua dignità.»
 
Keiichiro chiarì a Ryou che Zakuro non sapeva nulla di quello che aveva portato a quella drastica decisione di Ichigo. L'aveva incontrata una settimana dopo il suo compleanno mentre passava davanti a casa sua.
 
«Quindi ancora non sappiamo perché l'ha fatto?»
«Già, probabilmente ha ragione Rey, se dici che Ichigo è sposata con Masaya forse è stato proprio lui a convincerla a chiudere con tutti...»
«Ma non ha senso! Se si fosse fatta condizionare cosa ci faceva a casa?»
«Non so come rispondere a questa domanda.»
 
Il Lunedì arrivò la conferma dell'appuntamento con l'orario. Tempo un paio di ore e la notizia finì in pasto ai giornalisti, anche volendo era tardi per ripensarci senza tirar sù un polverone.
Ryou decise di non uscire dalla stanza fino al Mercoledì. Keiichiro si prendeva cura di lui, andava a comprare da mangiare e leggeva le mail.
 
“Sembra di nuovo quel bambino spaesato” pensò Keiichiro.
 
Il Mercoledì arrivò in fretta. Anche Greta raggiunse il Dottor Shirogane, insieme ai suoi legali. Era un incontro ufficiale dopotutto.
 
Grazie alla sicurezza superò le decine di giornalisti ed entrò nell'edificio. Tutti insieme presero l'ascensore fino al 17esimo piano dove si trovava la sala riunioni.
 
Cercò una scusa per andare a cercare Ichigo prima dell'inizio della riunione. Il bagno come al solito era la più banale ma la più efficace. Girò per due corridoi e poi trovò l'ufficio di Ichigo. La targhetta era ben esposta e la porta chiusa.
 
Bussò.
 
«Avanti.»
 
Boom. Boom. Boom. Boom.
 
Trovò Ichigo seduta alla sua scrivania,era rivolta verso la vetrata e gli dava le spalle. In mano aveva un bicchiere mezzo pieno di liquore.
 
«Ichigo.»
 
Quando lei sentì pronunciare il suo nome da quella splendida voce il petto ricominciò ad essere pesante e non riusciva a respirare più normalmente.
Lui invece non si era mai sentito così fuori posto.
Lei si girò lentamente e lo guardò dritto in faccia ma lui non ricambiava il suo sguardo.
«Volevo scusarmi con te. Io davvero non pensavo...» era chiaramente in difficoltà.
Ichigo doveva dimostrargli di essere cambiata, di essere una donna forte che non scappava dalle difficoltà.
 
«Sarei venuta a cercarti io appena finito questo.» indicò il bicchiere.
 
Ryou alzò gli occhi e si accorse che lei lo stava trafiggendo con lo sguardo.
 
Crack. Boom. Crack. Boom. Crack. Boom.
 
«Sono stata chiara con Zakuro e con tutti voi: se mi aveste cercato vi avrei ignorati. Non ho cambiato idea. Ma questo contesto va fuori da ogni mia previsione di 10 anni fa, non ci sono problemi per me Ryou se i nostri rapporti si limiteranno a livello lavorativo.»
 
Era glaciale.
 
«Mi fa piacere sentirlo. Sono venuto a cercarti proprio per dirti la stessa cosa. Anche se Ichigo...vorrei davvero capire cosa ti ha portata via da me quel giorno.» Ryou si rese conto solo a frase finita che si era esposto troppo, ma Ichigo non reagì particolarmente, almeno gli sembrava così.
 
Lei invece era semplicemente sconvolta. Da me? Che cosa voleva dire? Non poteva reggere quell'atmosfera, tutti i suoi scudi stavano per cedere. Aveva voglia di dimenticare tutto e correre ad abbracciarlo erano bastati davvero 5 minuti per rimangiarsi l’orgoglio?
Stava per arrendersi quando bussarono alla porta semi-aperta.
 
«Dottor Shirogane, l'ho cercata ovunque, siamo tutti pronti, mancate solo voi.»
«Grazie Greta, arriviamo» le fece cenno di andare e aspettò che si fosse allontanata «scusa, la mia segretaria, stavi dicendo qualcosa Ichigo?»
 
Greta. Dove l'aveva già vista?
 
Improvvisamente le tornò in mente quella notte di 10 anni fa. Era la ragazza che si era portata a letto! Riconobbe i lineamenti e il tatuaggio sul braccio. La rabbia le risalì di colpo.
 
«Si, per te sono la Dottoressa Momomiya, finiamo questo incontro e spariamo dalle nostre vite.»
Ryou rimase di sasso e lasciò che Ichigo uscisse dalla stanza passandogli accanto senza degnargli di uno sguardo.
 
Entrarono insieme nella sala riunioni, ma questo passò inosservato quasi a tutti. Le segretarie reciproche avevano la sensazione che quei due si conoscessero già.
 
«Siamo davvero onorati di essere stati scelti, ma ho una curiosità Dottor Shirogane, perché ha scelto noi?» disse il Presidente.
 
Ichigo sgranò gli occhi. Aspettava la risposta come in attesa di una conferma che lui era tornato per lei. Si scacciò dalla mente quel pensiero dopo un millesimo di secondo.
 
“Ma che fai Ichigo, ora quasi quasi ci speri?”
 
Ma Ryou rispose con molta calma e sicurezza.
«E' stato per caso. Stavo cercando nel campo cardiaco e mi hanno parlato di voi e ho visto che stavate facendo sperimentazioni sulla microchirurgia. Dopo oggi sono convinto sia stata la scelta scientifica corretta.»
 
«Ne siamo felici anche noi. A questo punto possiamo firmare il contratto di collaborazione appena concordato, ma vorrei aggiungere una clausura che mi è appena venuta in mente, se non le dispiace. »
 
«Vediamo. » rispose Ryou.
 
Il Presidente lo fece visionare ai legati di Ryou proiettandolo sui tablet collegati ai sistemi interni ufficiali, e dopo averlo controllato diedero l'ok.
 
«Dottore, chiedono solo che lei sperimenti in prima persona qui in città per testare le compatibilità.» sussurrò un legale a Ryou.
 
«Credo sia implicito chiarire che utilizzerò i miei laboratori.» disse mentre era ad un passo dal firmare, aveva il pennino touch in mano.
 
«Certo! L'importante è che utilizzi i macchinari GlobalHeart» affermò il Presidente. Lui annuì e firmò. «Ah ovviamente poi chiariremo gli orari della Dottoressa Momomiya.» concluse il Presidente.
 
Ichigo e Ryou alzarono lo sguardo di colpo.
 
«Presidente che intende dire?» Chiese Ichigo.
«Mia cara, pensi che un contratto di una simile portata lo potremmo mai affidare ad un ingegnere qualsiasi? Chi meglio della loro creatrice per poterli spiegare al Dottor Shirogane, così dovessero servire modifiche sarai pronta.»
 
“Cosa? Dovrei lavorare con lui?”
 
«Ma Signor Presidente io fra una settimana sarò in giro per le Aziende per il Modello2002...»
«Per quello possono pensarci i ragazzi del tuo team. Tu rimani qui, e poi era scritto nel contratto ed è stato firmato.»
 
Ichigo fulminò Ryou. Lui istintivamente lasciò cadere la penna e fissava il contratto che lo aveva appena condannato a mesi in sua compagnia.
 
Per i legali non era importante la modifica su “collaborare con un ingegnere” ad  “collaborare con il Capo Ingegnere” e lui come uno stupido non aveva riletto.
 
Ichigo era rimasta incastrata. Era furibonda. Finita la riunione si diedero tutti una stretta di mano, Ichigo riuscì ad evitare di stringerla a Ryou facendo cadere dei fogli per terra.
 
“Astuta” pensò Ryou , “Non posso toccarlo” c'era nella testa di lei.
 
Accompagnarono tutti all'uscita facendo foto con i giornalisti delle riviste scientifiche e dei telegiornali. Annunciarono la chiusura dell'accordo.
 
«La sperimentazione partirà da Gennaio ma i nostri geni...» indicando Ichigo e Ryou «...cominceranno a collaborare sin da subito per essere pronti a partire!» comunicò il Presidente a tutta la platea di gente.
 
“E ora come faccio a nasconderlo a Lucas, Masaya era preoccupato si alterasse per una riunione, figuriamoci 6 mesi di test.
 
Dopo circa mezz'ora di convenevoli e congratulazioni la gente cominciava a dileguarsi. Era ora di pranzo inoltrata anche se ormai Ichigo non sapeva più cosa voleva dire mangiare.
 
Ormai era tutto finito per quel giorno ed era sopravvissuta. Guardava Ryou aspettare il taxi da solo, la sua segretaria e i legati erano andati diretti in aeroporto, lei era rimasta li a fissarlo a braccia incrociate in attesa di essere sicura fosse andato via.
 
“Strano, non si è portato l'amante con se, o magari era tutta una finta e lei lo sta aspettando in Hotel. Greta.” Ichigo non aveva fatto altro per tutta la riunione che fissarla, era  sicura fosse quella ragazza, nonostante gli anni e il tatuaggio sbiadito.
 
Lui la guardava con la coda dell'occhio e percepiva il suo sguardo di sfida ma non poteva fare a meno di pensare a quanto fosse bella. Anche mentre gli aveva rivolto quelle parole di odio nel suo ufficio, oltre al dolore, provava dell'attrazione per via della sua sicurezza, o quando durante la riunione la stimava per il lavoro che aveva svolto. Ogni fibra del suo corpo reagiva a qualunque cosa facesse quella giovane donna, ogni cellula del suo corpo era pazza di lei anche dopo 10 anni.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8. Dimenticare il primo amore ***


Capitolo 8. Dimenticare il primo amore

 

Ichigo quel giorno era davvero esausta. Tutta l'ansia si era trasformata in adrenalina quando Ryou si era presentato nel suo ufficio. Nonostante gli anni passati, era di una bellezza mozzafiato, traspirava sensualità da ogni angolo. E ora mentre sorseggiava il suo solito bicchiere di vino quasi eccitata al pensiero, fissava il camino che bruciava nel suo soggiorno, le sembrava di aver vissuto l'inverosimile quel giorno. Stava scaricando tutti quegli ormoni e non riusciva ad alzarsi dal divano per prepararsi la cena.

 

«Ma si, un pasto in più o uno in meno non mi cambierà la giornata.»

 

Chiamò Masaya per aggiornarlo sugli sviluppi della giornata omettendo l'argomento “Greta”.

 

« Beh, non mi sembra che sia andata così male...» commentò lui.

 

«Parliamone Masaya. Dobbiamo testare i macchinari e la compatibilità con l'utilizzo delle cellule, saranno mesi di lavoro a stretto contatto.»

 

«Si ma non potete farci nulla. Neanche lui poteva prevederlo, la decisione non è stata sua. Non è un complotto al contrario di quello che pensa Lucas.»

 

«Già..si è fatto troppo prendere dalla situazione...»

 

«Un po' troppo. Anni fa, hai lasciato anche lui perché pensavi ancora a Ryou vero?»

 

«E' così ovvio?» abbozzò un rammaricato sorriso.

 

«Si. Lucas è cotto di te. Non ti avrebbe mai lasciata andare se non avesse capito che in mezzo a voi c'era qualcosa più grande di lui. E ora che ha o la migliore occasione per liberarsi di lui o il peggior modo di perderti è fuori di sé.»

 

«Ma che dici? Perché mai dovrebbe perdermi? E poi credo che ti sbagli, come al solito oserei dire...pensi sempre che siano tutti innamorati di me.»

 

«Ah! Cosa fai a questi uomini Ichigo! Ma tornando a parlare seriamente, credo che dovrai fare semplicemente il tuo lavoro, le prerogative non cambiano, che sia per una riunione o per mesi di lavoro, da soli, in laboratorio.»

 

«Che fai infierisci?» le scappò una risata.

 

Continuarono a parlare del più e del meno. Ichigo da buona amica chiese come andava anche a lui il lavoro e le cose in generale, si sentiva egoista a ricevere tutte le attenzioni, lui le confessò che era un po' che lui e Chiara stavano cercando di avere un figlio e quindi era un po' nervoso perché non arrivava, temeva che il suo DNA alterato ne fosse la causa.

Proseguirono per un'abbondante mezz'ora e poi chiusero la chiamata.

 

L'indomani Ichigo avrebbe rivisto Ryou, Loren aveva preso appuntamento alle 13.30. Aveva dovuto rivoluzionare tutti i suoi impegni quindi la mattina avrebbe dovuto delegare al suo team tutti i compiti che inizialmente spettavano a lei. “Tu occupati solo della MewMolecolar” aveva detto l'Amministratrice. A quel pensiero Ichigo sbuffò.

Non ne capiva il motivo di tanta eccitazione, ma nel prepararsi al giorno dopo, Ichigo aprì la cabina armadio in cerca di qualcosa di unico.

Voleva risplendere. Come una sorta di “Guarda cosa ti sei perso, la ragazza che non volevi più vedere non ti farà fare altro.”

 

Invece del solito completo giacca-pantalone o gonna, prese dall'armadio un tubino rosso Valentino smanicato, lungo fino a sotto il ginocchio con uno spacco posteriore. Era il suo abito preferito, risaltava tutte le sue forme e grazie alla sua aderenza le rendeva anche migliori. Abbinò delle scarpe decolté nere da abbinare al cappotto, dopotutto c'erano 10 gradi.

 

La mattina seguente era ancora più carica. “Te ne farò pentire Shirogane” indossò l'abito, che era in tinta con il suo rossetto, mascara, un leggero tocco di matita negli occhi. Per i capelli optò per uno chignon basso. Et voilà.

 

Come ogni mattina passò al bar della Sanity Group a piano terra per il secondo caffè della giornata. Arrivò in ufficio e si sentì osservata dai colleghi più del solito. Voleva fare colpo su Ryou ma non aveva calcolato che lui non sarebbe stato l'unico uomo in circolazione.

Il tempo passò in fretta e si fece ora di pranzo.

«Dottoressa, se lei non ha bisogno di altro, io andrei a pranzo.» disse Loren.

«No, per il momento sono a posto, grazie.»

«Ecco...lei non mangia?» sembrava preoccupata.

«Si, ho qui la mia barretta energetica. Non ho tempo, ma grazie del pensiero.»

Finì le relazioni del giorno e cominciò a prepararsi all'incontro. La sua agenda era appena diventata mezza vuota pronta per essere riempita da quel nuovo incarico.

Sentì delle voci e si alzò a controllare, ancora Loren non era tornata. Affacciata dalla porta vide Ryou che parlava con un ragazzo alla reception del piano.

 

«Sono in anticipo di 30 minuti, dove posso attendere?»

 

Ma prima che il ragazzo gli mostrasse la sala d'attesa Ichigo li interruppe.

 

«Sono libera, prima iniziamo e prima finiamo, giusto?»

 

Quando Ryou si girò a guardarla per poco non sveniva, era come se il diavolo fosse lì a metterlo alla prova. Non riuscì a risponderle, inghiottì la saliva che si era iperprodotta in bocca e si accomodò nel suo ufficio.

 

Che cazzo Ryou, riprenditi!”

 

Ichigo non poteva di certo immaginare quello che stava pensando Ryou, ma si sentì comuque potente dinanzi a lui.

 

Come due professionisti cominciarono a mettere giù il programma, alle volte erano inebriati l'uno dal profumo dell'altra ma erano diventati bravissimi a non far trasparire niente. Stavano per mettere giù i vari incontri per portare l'attrezzatura in laboratorio quando squillò il telefono dell'ufficio di Ichigo. Lei fece fare due squilli ma si accorse che Loren doveva ancora tornare dalla pausa.

 

«Scusami. Pronto?... Ah Loren sei tu dimmi...Cosa? Ora?... Ora ci penso io grazie, ti aspetto»

«Tutto ok ?» chiese Ryou.

«Ti chiedo scusa in anticipo, rimani qui.»

 

Lui non capiva, scusa per cosa? La vide alzarsi e andare in corridoio. Si alzò dopo pochi istanti anche lui e si mise ad osservarla dal centimetro rimasto aperto della porta.

 

Vide un uomo sulla trentina avvicinarsi a lei, appena fu in prospettiva capì trattarsi di Lucas.

Capiva poco della conversazione.

 

«Ma stai scherzando? Perché non me lo hai detto?» diceva lui.

«Perché sapevo...così» Ryou capiva ben poco.

 

Anche se non ne aveva la certezza sentiva che il motivo di tanta agitazione fosse lui ma in ogni caso gli sembrava una reazione troppo esagerata per un amico. Lui ad un certo punto scattò verso lo studio e Ryou senza farsi notare si sedette alla scrivania.

 

Ichigo pensava che fosse andato tutto troppo liscio quel giorno per sperare di averla fatta franca. Lucas era irato. Aveva visto al TG la notizia che avrebbero lavorato insieme ed era corso da lei per capire il perché glielo avesse nascosto. Nell'atrio aveva incontrato Loren che gli aveva confermato il tutto aggiungendo il fatto che Ryou sarebbe stato lì a momenti. Quando Loren vide la reazione di Lucas aveva avvertito subito la sua mentore. Ora che Ichigo se lo trovava davanti stava cercando di spiegargli che non era affatto come pensava, che stavano lavorando e non era successo nulla di insolito o equivoco, ma niente, non ascoltava.

Quando Lucas notò che lei preferiva discutere nel corridoio piuttosto che nello studio capì.

«E' qui? E' nel tuo studio vero? E' già arrivato?»

«Lucas. Ora mi sto veramente incazzando, te ne devi andare.»

«Non me ne vado finché non ammette di essere un sadico!» e dicendo così la superò e scattò per entrare nello studio e lo trovò a visionare l'agenda.

 

Ichigo lo rincorse. “Maledetti tacchi.”

«Lucas, esci da qui, mi stai mettendo in imbarazzo.» lo strattonò da un braccio, costringendolo a girarsi.

Lucas che era rimasto a fissare Ryou che ora ricambiava lo sguardo, non era riuscito a dirgli nulla, ma quando vide Ichigo infastidita l'ascoltò. Ritornò in sé e capì che stava mancando di rispetto a Ichigo comportandosi a quel modo sul suo posto di lavoro.

 

«Te lo giuro, se ti permetti di farle ancora del male o anche solo di sfiorarla, te la vedrai con me.» concluse Lucas e si fece accompagnare da Ichigo all'uscita.

 

La segretaria, arrivata in tempo per godersi tutta la scena, era sconvolta e non si trattenne dal commentare quando i due entrarono in ascensore.

« Ah, era più gentile quando stavano insieme.»

Ryou che riuscì a sentire grazie alla porta aperta e al fatto che la scrivania di Loren era praticamente di fronte la porta dell'ufficio e si intromise nel monologo.

« Insieme?»

« Oh, mi scusi non avrei dovuto, però si, un po' di anni fa stavano insieme non si sono parlati per un bel po', a quanto pare la Dottoressa non aveva dimenticato il suo primo amore.» concluse Loren mentre poggiò la mano sulla guancia cominciando a fantasticare.

 

Certo, infatti poi se l'è sposato e chiaramente lui non l'ha dimenticata, hai la mia comprensione amico.”

 

C'era qualcosa però che sentiva essergli sfuggito nelle parole di Lucas. Ma i suoi pensieri furono interrotti dal ritorno di Ichigo.

 

Si sedette di fretta alla scrivania sciogliendosi i capelli e poggiando entrambe le mani sulle tempie.

 

«Ti ho già chiesto scusa in anticipo, ma ora ho bisogno di abbassare l'ascia di guerra, quando non ci sente nessuno puoi farmi del tu e ora ho bisogno di un pasto vero.» disse indicando la barretta energetica accanto alla tastiera del PC.

 

«Certo, non preoccuparti, ti scriverò una mail per accordarci...» disse mentre guardava il bigliettino da visita che lei gli aveva consegnato all'inizio dell'incontro.

 

« Puoi anche chiamarmi...» disse di getto provocando svariati cardiopalmi e arrossendo. Puntualizzò immediatamente il concetto « è il numero aziendale, non guardo spesso le mail, lo fa Loren per me, ovviamente è a fini lavorativi.»

 

A Ryou venne istintivo fare un'impercettibile sorriso. Per un attimo, solo per un attimo, aveva rivisto la sua vecchia Mew Berry. Dietro a quell'atteggiamento glaciale che aveva mantenuto tutto il tempo l'aveva vista arrossire dall'imbarazzo, cosa che capitava spesso all'epoca ed era una delle tante cose che amava di lei, l'innocenza.

Lei al contrario voleva uccidersi per aver creato quella situazione, era certa lui l'avesse notato, si era accorta del suo sexy sorrisino sotto i baffi.

Il lupo perde il pelo ma non il vizio, chissà come mi starà prendendo in giro in quella sua testolina arrogante” pensò Ichigo.

 

«Va bene, se posso e se dovrò, lo farò.» disse con aria di sfida Ryou mentre si alzava e indossava il cappotto.

 

« Non fare i tuoi soliti giochetti di parole. Sai che devi, ho bisogno dell'indirizzo del tuo laboratorio da mandare al reparto trasporti. »

 

«Quelli posso mandarli per mail, tanto si occupa Loren di gestire gli appuntamenti e queste seccature, giusto?»

«Era solo un esempio. Ti credevo capace di capirlo.»

Ryou era davvero divertito da questo clima e neanche lei sembrava disprezzarlo.

Ichigo andò ad aprirgli la porta come imponeva la buona educazione.

«Loren, io vado a pranzo»

«Ah devo prenotare per due? Alla fine si è convinta a mangiare»

Questa volta si imbarazzarono entrambi.

«No Loren, devi imparare a non dare tutto per scontato» le sussurrò.

«Io e il Dottor Shirogane abbiamo semplicemente finito, ti lascerà gli indirizzi utili» continuò Ichigo spostando il suo sguardo su Ryou.

 

Loren era già pronta con carta e penna.

 

«Non si preoccupi signorina, mi farò sentire direttamente con la Dottoressa. Le lascio il mio numero personale però per ogni comunicazione importante. »

 

Ichigo mentre lui dettava il numero a Loren distolse lo sguardo.

Ma dovrei dirgli di venire con me? E' arrivato alle 13 non avrà avuto il tempo di pranzare.

 

Ma mentre si domandava se fosse consono o meno proporglielo lui interruppe i suoi pensieri.

«Arrivederci Dottoressa Momomiya. Passi un buon weekend.»

Capendo che l'avrebbe messa in difficoltà si limitò ad inchinarsi senza stringerle la mano.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9. Maledetto sushi ***


Capitolo 9. Maledetto sushi
 
Keiichiro lo stava aspettando in hotel con un po' di preoccupazione. Quando Ryou l'aggiornò sulla riunione del giorno prima non sapeva se ridere o piangere. Sembrava davvero una maledizione. Ormai dovevano metterci una pietra sopra, Ichigo aveva preso la sua decisione e fino a quel giorno si erano tutti rassegnati a scoprirne il perché, erano passati troppi anni per ricominciare quell'agonia da capo.
 
Chi lo preoccupava veramente era Ryou, per come si stavano mettendo le cose non sarebbe riuscito ad andare avanti, di nuovo. Non che l'avesse veramente mai fatto. 
 
Ryou varcò la soglia della camera di albergo verso le 14.30 non sembrava molto stressato, tutt'altro.
 
«Hai fatto presto..» notò Keiichiro.
«Si in realtà alla fine l'appuntamento è durato mezz'ora.»
«E cosa hai fatto fino ad ora?»
«Ho comprato questo.»
Ryou mostrò a Keiichiro una piccola torta al caffè.
«Hai comprato un dolce?» Keiichiro era confuso.
«Si sono andato un po' in giro e ho preso un hot - dog da un venditore ambulante e ho trovato una panchina libera davanti a questa pasticceria. E così ho preso questo mini dolce, ne avevo voglia, che strano vero?»
«Ryou stai bene? Sembri quasi allegro e il dolce è un aggravante della mia teoria.»
«Oggi l'ho vista.» aveva gli occhi emozionati di un bambino.
«Si lo so, per lavoro...»
« No, no. Ho visto la vecchia Ichigo, solo per un istante ma lei è ancora li. Lo so che non dovrei più pensarci, sei stato chiaro. Ma quando ho visto quelle guancie arrossire non ho potuto fare a meno che esserne felice.»
 
Keiichiro gli chiese di spiegarsi meglio e Ryou raccontò ogni minimo dettaglio.
 
«Quindi Masaya e Ichigo per un periodo si sono lasciati...» ne dedusse Keiichiro.
«Esatto! Quindi lo capisci?»
 
Keiichiro non capiva dove stesse andando a parare, era solo ancora più preoccupato.
 
« E' probabile che Ichigo 10 anni fa avesse lasciato Masaya. Era tornata perché si erano lasciati. Questo spiegherebbe il fatto che lei ha studiato qui e lui a Londra. »
«Frena, frena. Non lo sappiamo e anche se fosse, tutto ciò non ci da risposte a nulla di importante e non dovrebbe interessarci.»
« Lo so. So che non c'è niente che giustifichi il comprare un dolce, ma...magari c'è speranza di riappacificarci.»
«Io me lo auguro in generale e spero che tutto questo casino servi a qualcosa, ma tu Ryou, tu sei sicuro che a te faccia bene riaverla nella tua vita?»
 
Ryou ci rifletté ma non sapeva darsi una risposta. Sapeva solo che quella mezz'ora con lei gli aveva cambiato la giornata.
Aveva la sensazione di doversi sentire in colpa perché aveva ancora quella piccola scintilla di speranza, sepolta da qualche parte, che lei un giorno potesse finalmente lasciare Masaya e scegliere lui, tutto vano sicuramente, ma lo faceva sentire così vivo.
Lui e Keiichiro si divisero la torta e poi tornarono ai propri affari.
Il pasticcere andò a videochiamare la preoccupata moglie che stava gestendo il locale da sola e incinta, invece Ryou cercò di concentrarsi seriamente sul lavoro da svolgere. Controllò le disponibilità del laboratorio e avvertì il personale sulle sale che gli sarebbero servite. Decise che avrebbe mandato una mail perché, anche se lei sembrava seria sul poterla chiamare, non voleva dare l'impressione di riprendersi troppa confidenza e voleva mantenere una certa distanza senza metterla in difficoltà, e poi erano le 15.30, sicuramente era ancora a lavoro.
 Comunicò che potevano già spedire l'attrezzatura, l'indirizzo del laboratorio e che l'avrebbe aspettata li lunedì mattina, lasciando a Ichigo la decisione dell'orario.
Inviò e attese trepidante la risposta.
 
Dopo l’incomprensione con Loren, Ichigo era finita in ascensore con Ryou, ognuno di loro sembrava imbarazzato dalla situazione e nessuno disse niente. Appena le porte si aprirono lui andò diretto fuori a chiamare un taxi, lei facendo finta di essere occupata a leggere dei messaggi l’osservava.
“Non ti girare ti prego, o forse fallo!”
Ma lui non lo fece.
Andò al ristorante vicino e ordinò del sushi. Non mangiava da così tanto tempo che si abbuffò come non mai.
Quando risalì in ufficio ne pagò le conseguenze. Aveva forti crampi allo stomaco e una forte nausea.
Tornò a casa prima comunicando il suo stato di salute a Loren.
«Per ogni cosa chiamami, lascerò acceso il telefono questo weekend, in ogni caso domani dovrei stare meglio, arrivederci Loren.»
 
Tornò a casa e rimesse subito. Non si sentiva affatto bene. Dopo essersi lavata si mise comoda e decise che il suo rito alcolico per quel pomeriggio sarebbe saltato.
Fissava il telefono.
“Forse è un po’ presto per la sua chiamata …”
Dopo un’ora.
“Ma quanto ci vuole a dirmi un indirizzo e una data?”
Erano ormai le 16.00 e nessuna notizia.
Andò in cucina a prendersi qualcosa di asciutto da mangiare e sentì squillare il telefono. Corse così
tanto per tutto l’immenso appartamento che per poco non inciampava sul tappeto.
«Pronto?»

«Ah Loren sei tu, tutto ok?»

«Si sto bene, ah capisco, il Signor Shirogane ti ha mandato una mail» il suo tono era deluso.

«Ok, lunedì è giorno 5 giusto? Rispondi che sarò disponibile per le 11.30 e organizza per domani il trasporto dell’attrezzatura. Grazie. »
Doveva essere grata del fatto che aveva mantenuto la promessa di essere professionale ma non poteva fare a meno di essere rimasta delusa.
“Dovremo lavorare per mesi insieme, gli avevo dato il permesso di chiamarmi, non sarebbe stato strano …”
 
Scrollò dalla mente quei pensieri, la nausea era passata, si sentiva pronta per affrontare l’altro problema della sua vita: Lucas.
 
Keiichiro si era tranquillizzato, Rey stava bene e al locale procedeva tutto bene.
Convenne con Rey che era giusto lasciare spazio a Ryou, non poteva condividere la stanza con lui e non poteva permettersi un hotel. Così verso le 15.10, finita la conversazione con sua moglie decise di uscire per trovare un appartamento momentaneo.
Passò da un centro commerciale che era provvisto di agenzia affitti last minute.
 
Stava controllando gli annunci nella brochure appena comprata quando davanti a sé si trovo Masaya che era appena uscito dal supermercato.
 
«Keiichiro, sei tu?»
«Ciao Masaya, quanto tempo. »
« Ti trovo bene, che ci fai qui?»
Keiichiro non voleva dare spiegazioni più del dovuto, dopotutto non era ancora sicuro che l’astio di Ichigo fosse partito da lui.
«Grazie, ti trovo bene anche io. Una piccola vacanza.»
«Ah, capisco, hai fatto bene, serve prendersi una pausa alle volte.»
 « Esatto »
C’era un’atmosfera pesante tra i due, non si capiva se fosse rancore o imbarazzo. Keiichiro istintivamente guardò verso la busta della spesa di Masaya da dove si intravedeva la tipica spesa dell’ultimo momento e …
“Ma quello è un test di gravidanza?”
Keiichiro sgranò di occhi.
«Ora scusami Masaya, ma devo tornare a casa.»
«Certo, anche io. Alla prossima, se ci sarà, Keiichiro.»
 
Keiichiro corse a casa, doveva dirlo a Ryou oppure no? Non erano affari loro dopotutto, doveva collaborare con lei solo a fini lavorativi, ma più pensava allo sguardo dell’amico più gli veniva l’angoscia.
 
«Sono tornato!» annunciò.
«Bene, hai deciso quindi di trovarti un appartamento. Sai benissimo che se vuoi una camera posso pagarla io.»
«Non mi sembra il caso Ryou, fino a poco tempo fa ero io il tuo tutore e non ho intenzione di ribaltare i ruoli.»
 
Ryou fece un gesto come dire “fai come vuoi” e si voltò di nuovo verso il PC a leggere le mail.
«Mi ha appena risposto la segretaria di Ichigo.» e gliela lesse.
 
- Buonasera Dottor Shirogane,
la ringrazio per la celerità delle informazioni utili.
La Dottoressa è dovuta tornare a casa in anticipo, dato il contenuto della sua mail l’ho avvertita immediatamente. Mi ha detto di riferirle che domani faremo arrivare l’attrezzatura e che per lunedì è confermato alle ore 11.30. Per ogni comunicazione in via eccezionale lascerà il telefono aziendale reperibile per il fine settimana dato che non sa se sarà presente domani visto che non è stata in salute.

Cordialmente,
Loren
Segretaria di Momomiya Ichigo – Capo Ingegnere GlobalHeart. -
 
«Quindi non è stata bene. Dovrei chiederle come sta?» chiese Ryou.
Keiichiro era senza parole. Il test di gravidanza e ora non stava bene. Che fosse veramente incinta?
«Ryou, non credo si tratti di una semplice influenza o mal di stomaco o quello che sia.»
«In che senso?»
E Keiichiro vuotò il sacco.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10. Sei il mio migliore amico ***


Capitolo 10. Sei il mio migliore amico
 
Ichigo si sentiva decisamente meglio, pane e medicine avevano fatto il loro dovere.
Stava raggiungendo Lucas al locale, non era ancora orario di apertura ma sapeva di trovarlo li.
 
Quando entrò salutò Chiara e raggiunse il suo amico.
 
«Mi spieghi che ti è preso oggi?»
«Scusami ma la trovo assurda tutta questa situazione, sarei venuto a scusarmi domani comunque.»
Ichigo sospirò è si lascio cadere sul divano.
«Lo capisco, ti devo anche io delle scuse, ma sia io che Masaya temevamo questa tua reazione.»
«Masaya lo sapeva?»
«Si. E so che ti ho raccontato tutto della mia vita, ma Masaya l’ha vissuta con me.»
«Non devi giustificarti, non mi devi nulla, non stiamo più insieme.»
 
Per la prima volta dopo anni l’allusione al loro passato non era in un contesto scherzoso. Lucas sembrava davvero rammaricato.
 
«So che tieni a me e hai ragione, non ti devo spiegazioni, ma tu sei il mio migliore amico, voglio solo rassicurarti del fatto che sto bene.»
 
Lucas sorrise alla frase “sei il mio migliore amico” ma Ichigo non se ne accorse.
 
«Ryou si è comportato bene con me. E’ stato tutto il tempo professionale. Non siamo più dei ragazzini Lucas e questo contratto è il più importante che la mia azienda abbia mai avuto.» continuò Ichigo.
 
«Lo so, o per lo meno l’ho capito oggi. Comprendo il perché tu me l’abbia omesso ma ne sono ancora deluso. »
«Ah menomale che ne sei solo deluso» si mise a ridere Ichigo.
«Come?»
«Niente, niente. Masaya è convinto che tu sia geloso.»
«Ma è vero, lo sono, è per colpa sua se non ti sei innamorata di me e se continui a stare in sua compagnia non lo sarai mai.»
Improvvisamente l’aria divenne tesa e Ichigo si sentiva travolta da un treno.
 
«Lucas io … » non sapeva cosa dire.
«Lascia stare Chichi.»
« Non posso lasciare stare, sono passati 5 anni. Io pensavo fossero chiare le cose tra di noi.»
«Sono chiare per te Ichigo, hai fatto tutto da sola.»
Lucas si sedette accanto a lei, oltre la “distanza di sicurezza”.
Ichigo non riusciva a dire nulla.
«Dimmi Ichigo, sono così impassibile per te? Non ti da fastidio ogni volta che ti racconto delle ragazze con cui vado a letto? Sei davvero solo mia amica? Dimmi che non c’è neanche una piccola parte di te che mi desidera ancora e solo allora mi rassegnerò veramente.» Lucas era a un centimetro dalle sue labbra, Ichigo tremava e fissava la bocca di Lucas avvicinarsi sempre di più. Non riusciva a fermarlo.
Lui le aveva accarezzato i capelli e lei sentiva il suo profumo, il suo respiro su di lei.
Voleva fermarlo, ma se lo avesse fatto che piega avrebbe preso la loro amicizia? Si poteva chiamare ancora tale? Aveva paura, sapeva di non provare quel tipo di sentimento, ma stava tremando dalla paura di perdere il suo migliore amico.
Il suo silenzio venne interpretato da Lucas come una risposta alla sua domanda e la baciò.
Per la stessa paura Ichigo ricambiò il bacio.
“Forse, forse è questo che la vita ha scelto per me, amare l’uomo sbagliato ed essere amata dall’uomo giusto”
Lui l’afferrò per i fianchi facendola sedere sopra di lui senza mai staccare le labbra dalle sue. Cominciò a sfilarle la camicia e ad accarezzarle il corpo. Lei, che ormai si era abbandonata a quello che credeva essere il suo destino, non si rese conto che durante quel bacio passionale, mentre le loro lingue si spingevano e le salive si mescolavano, i suoi occhi cominciarono a lacrimare.
Lucas se ne accorse e si fermò. Lei riprese fiato e si accorse di avere il volto bagnato.
«Ichigo …»
«Io … non so che mi prende, è tutto ok davvero. » era un fiume in piena.
« Ichigo non voglio che tu ti accontenti di me. Non devi dimostrarmi di essere forte come fai a lavoro o in generale con tutti. Io conosco le tue lacrime e conosco le tue insicurezze. Hai messo una corazza ma sei ancora quella ragazzina ferita di 10 anni fa. E’ della tua sensibilità che sono innamorato, della tua dolcezza, non solo della tua bellezza.»
«Lucas io non ti merito, sono una persona orribile!» singhiozzava.
«Io non merito te per quello che ti ho appena fatto.» La cinse nei fianchi e la rispostò sul divano. Cercò di ricomporsi e nascondere l’evidente eccitazione di qualche istante prima.
Ichigo si stava calmando ma ancora le lacrime non cessavano.
Lui ora era ufficialmente rassegnato, non c’era bisogno che lei dicesse nulla, era la sua reazione a parlare.
«So che finirai per perdonarlo. Sarebbe da stupidi non dare il beneficio del dubbio dopo 10 anni ad una persona. Spero che non ti prenda di nuovo in giro. »
«Lucas, io non credo che sia mai stato interessato a me in quel senso, forse è vero, lo perdonerò ma nulla di più.»
«Io … ho bisogno di stare da solo Ichigo, sto cercando di trattenermi nell’andare a prenderlo a pugni, anche se non dipende da lui questa situazione.»
 
Ichigo stava per chiedere che fine avrebbe fatto la loro amicizia, se sarebbe riuscito a perdonarla di nuovo. Ma di colpo si aprì la porta.
 
«Ragazzi io e Chiara abbiamo una grande notizia venite …» a Masaya venne un groppo in gola.
 
Trovò Lucas seduto accanto ad Ichigo con i segni del rossetto in viso, lei con i capelli arruffati e la camicia mezza fuori dai pantaloni.
Spostò lo sguardo su Ichigo e la vide in lacrime.
«Lucas che cosa stavi facendo?» stava pensando al peggio.
« Masaya non è come sembra!» intervenne Ichigo.
«Non fare il cretino Masaya, sai che non le torcerei un capello senza il suo consenso.» anche se non si sentiva del tutto a suo agio con quella frase. In quel momento non aveva chiesto il permesso se l’era preso dandolo per scontato.
 
«Ichigo, stai bene?»
«Si Masaya, sto bene, è stata anche colpa mia. E’ tutto chiarito ora.»
« Si è tutto chiaro. Io e Ichigo siamo solo amici.» disse Lucas, sapeva che lei voleva quella conferma.
 
«Ok, ricomponetevi, fra mezz’ora apriamo e prima dobbiamo parlarvi.» concluse Masaya richiudendo la porta.
 
Lucas proseguì in un’altra camera a prendere dei vestiti di ricambio e lavarsi la faccia.
Ichigo riuscì a ritirare le lacrime. Avrebbe ascoltato la notizia di Masaya e poi sarebbe tornata di corsa a casa.
“Può andare peggio di così? Possibile che ancora una volta, indirettamente, Ryou sconvolga tutto?”
 
Ichigo raggiunse la coppia di amici al bancone, attesero per due minuti Lucas e poi Masaya parlò.
 
«Allora, in realtà mi trovo in difficoltà, non so cosa sia successo poco fa. Ora che siamo tutti più calmi avete qualcosa da dire?»
«C’è stato un malinteso. Tutto qui. Io sono innamorato di lei e lei di quello stronzo scienziato.» disse senza giri di parole Lucas.
Ichigo sobbalzò e il resto della compagnia rimase di sasso per la schiettezza.
«Si, questo non lo aveva capito solo Ichigo a quanto pare.» Commentò Masaya.
«Scusatemi, non era mia intenzione causare tutto questo.» sembrava essere tornata la ragazzina insicura di una volta.
« Si, credo che però ora che abbiamo tolto tutti i veli non ci sia più nulla da dire. Ho già chiesto scusa ad Ichigo per aver frainteso i suoi sentimenti.» concluse Lucas.
« Bene, allora possiamo dare la notizia caro?» disse Chiara rivolgendosi a Masaya. E lui fece cenno di consenso con la testa.
 
Chiara tirò fuori un test di gravidanza.
 
«Sono incinta!»
 
D’un tratto la tensione sparì e abbracciarono i neo genitori. Ichigo rimase a parlare con Chiara per il tempo rimasto prima dell’apertura del locale, quando cominciò ad arrivare un po’  di gente tornò a casa come si era promessa.
 
Aveva voglia di attaccarsi alla bottiglia ma era meglio evitare, ancora non si sentiva molto in forma, gli effetti dei farmaci stavano sparendo.
 
Il giorno dopo non andò in ufficio, rimase però in contatto con Loren che l’aggiornava su tutte le consegne fatte ai laboratori MewMolecolar. Tutto procedeva liscio.
“Almeno questo …”
Ryou non si era fatto vivo, nessun aggiornamento da parte sua, neanche tramite Loren. “Era giusto così” ripeteva a se stessa. Non capiva neanche lei cosa pretendesse da lui o che cosa doveva aspettarsi.   
Neanche Lucas si fece vivo, ma questo se l’aspettava. La paura di perdere anche lui l’aveva sopraffatta, si stava per concedere ad una persona che non amava, o quanto meno non ama abbastanza.
 
Masaya chiese sue notizie il sabato sera mentre gli altri erano occupati al locale. Ichigo gli spiegò del malinteso e lui convenne con lei che non era il caso di farsi vedere o sentire per il momento e data la situazione  si dimenticò di raccontarle di aver incontrato Keiichiro.
 
Boom. Boom. Boom. Crack.
 
Il cuore tornava a scoppiare come una bomba ogni volta che Ichigo sfiorava il pensiero di Ryou, per poi rispaccarsi quando ricordava la sua segretaria.
“Che sia la sua ragazza?Dopo tutto questo tempo?”
Doveva decidere cosa fare, forse era giunto il momento di metterci una pietra sopra, dopotutto lei non era la stessa persona di prima e lui non doveva per forza disprezzarla ancora.
Però d’altro canto, non riusciva a dimenticare il dolore provocato dal tradimento di tutti i suoi amici più cari, quelle parole ancora le riecheggiavano nella mente, era grazie a quelle che aveva rivoluzionato se stessa, cosa sarebbe successo se le avesse assecondate?
Decise di agire d’istinto, il problema non era confessare i propri sentimenti a Ryou, quello non lo prendeva proprio in considerazione, era semplicemente capire se potevano essere di nuovo amici, semmai lo fossero stati in passato.
 
Il fine settimana passò molto lentamente, evitò ogni forma di alcool o di mangiare spazzatura, non uscì di casa e passò tutto il tempo davanti alla tv in attesa del lunedì.

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Capitolo 12
*** Capitolo 11. Che cosa è questa formalità? ***


Capitolo 11. Che cosa è questa formalità?

Alle 11.25 Ichigo era davanti all’edificio. Scoprì che non solo i laboratori ma tutta la struttura era di Ryou.

Come sempre le cose in grande? Megalomane”

La guardia la fece accomodare e l’accompagnò al piano. Era tutto molto illuminato ed essenziale, le pareti erano bianche e i pavimenti lucidi.

Sa proprio di Shirogane”

Ichigo proseguì per il corridoio, seguendo la guardia. Era affascinata dai laboratori che intravedeva dalle vetrate. Erano enormi e con tecnologia all’avanguardia. Si sentiva gli occhi addosso di quelli che erano palesemente degli specializzandi.

Non sono abituati a vedere una donna con la gonna e i tacchi a lavoro ah?”

Finalmente arrivarono nello studio di Ryou, lo intravedeva dalla parete a vetri, sembrava molto serio. Quando venne annunciata lui la squadrò dalla testa ai piedi quasi stesse cercando un difetto.

Sentendosi i suoi occhi addosso questa volta arrossì, di nuovo.

«Buongiorno Dottor Shirogane.»

Dopo un momento di silenzio Ryou la salutò.

«Salve Dottoressa. Se per lei va bene andrei subito nel nostro laboratorio.» era molto formale.

Perché le dava del lei? Ormai avevano buttato giù quella barriera da quando Lucas era piombato nel suo studio, e inoltre la guardia era andata via nessuno poteva sentirli.

Ichigo annuì e lo seguì.

Era difficile stargli dietro, lei era con i tacchi e lui aumentava il passo non curante della distanza che metteva rispetto alla sua. Tutti i dipendenti nei corridoi fissavano questa simpatica scenetta.

«Dottoressa, da domani eviti i tacchi, so che è abituata ai grandi uffici ma qui bisogna mantenere l’ambiente sterile e silenzioso.» sbottò lui, fingendosi infastidito dal rumore che producevano. Poi fece un colpo di tosse e disse: «e inoltre, credo che stare tutto il giorno in piedi con quei trampoli non le faccia bene.» Ichigo non se ne accorse perché lui mentre parlava guardava avanti ma era arrossito.

Non capiva i segnali, prima l’accoglieva come fossero al Polo Sud e poi si preoccupava per la salute della sua schiena? E poi cosa era tutta quella formalità? Sembrava che ce l’avesse con lei ma non ne trovava motivo. Non le stava affatto bene questa situazione.

«Certo Ryou, grazie per il pensiero.» disse con un tono di sfida.

Se comincio io a prendermi la confidenza come reagisci? Rimarrai calmo o prima o poi mi dirai che diavolo ti è preso?”

Lui si affogò con sua stessa saliva sentendosi chiamare per nome.

Ma che fa? Mi chiama per nome davanti ai miei dipendenti?”

«Tutto ok Ryou? Ti senti bene?» gli si avvicinò.

«Tutto bene Dottoressa, mi è entrato un moscerino in gola»

«Ma questo non è un posto sterile?» disse con tono sarcastico.

«Se il corridoio fosse un posto sterile lei si sarebbe già tolta quelle scarpe»

Ichigo scrollò le spalle.

Presero un percorso riservato che portava ad un ascensore accessibile solo a pochi autorizzati.

Salirono di 3 piani e infine giunsero nel laboratorio.

Ichigo notò subito i modelli della GlobalHeart, già pronti per essere testati e adattati, ma rimase comunque senza parole: se i laboratori ai piani di sotto erano tecnologici questi erano di un altro mondo.

Microscopi, schermi, era tutto di ultima generazione e forse neanche tutto era in commercio.

« Qui è dove ho iniziato il mio esperimento. La prima differenziazione è stata esattamente accertata con quel microscopio.» disse fiero Ryou indicando la seconda scrivania.

«Wow, è stupendo!» esclamò, cominciando a girovagare per tutto il laboratorio.

Ryou non poteva che intravedere, in quelle movenze, la ragazzina curiosa e buffa di un tempo.

Ichigo vide un ologramma di uno schermo spento e lo sfiorò.

«Utente non riconosciuto. Riprovare» si spaventò per la voce inaspettata del computer e indietreggiò d'un passo.

Ryou non riuscì a trattenere una risata, la raggiunse e sbloccò lo schermo.

«Buongiorno Ryou, bentornato.» disse lo schermo cambiato tonalità di voce.

«Ma questa …» Ichigo era incredula.

«Si, è il software di Masha. » si girò a guardarla negli occhi per la prima volta da quando erano insieme e se ne pentì subito perché anche lei stava facendo lo stesso.

 

Boom. Boom. Boom. Boom. Boom. Boom.

 

Ad Ichigo cedevano le gambe, era tanto tempo che non si immergeva in quell’iridi color ghiaccio.

Erano troppo vicini, Ryou si chiedeva perché ancora non distogliesse lo sguardo, aveva bisogno che lo facesse lei perché lui non riusciva a muovere un muscolo.

Ichigo stava perdendo la stabilità difatti i tacchi gliene fecero pagare il prezzo.

Inciampò su se stessa. Lui istintivamente fece per prenderla ma lei riuscì a risollevarsi prima che lui arrivasse a toccarla.

«Ops, che sbadata.»

«Forse è meglio che si vada a cambiare le scarpe, qui il pavimento è scivoloso» indicò uno stanzino in fondo «li ci sono degli zoccoli sanitari e dei camici, ci dovrebbero essere anche le sue misure Dottoressa.»

«Si forse è meglio»

Ichigo decise che non era più il caso di stuzzicarlo per fargli pesare la formalità. Andò a cambiarsi le scarpe e si misero a lavoro. Dovevano riuscire ad utilizzare i macchinari, rendendoli compatibili con le temperature adatte all’innesto delle cellule. Più facile a dirsi che a farsi.

«Ho bisogno di una pausa, caffè?» propose lei.

Ryou guardò l’orario le 13.30.

«Non dico mai di no, ma forse è meglio berlo a stomaco pieno.»

Le parole e l’atteggiamento di Ryou non erano assolutamente a caso.

«Giusto, ordiniamo o conosci un posto nelle vicinanze?»

Ryou non se l’aspettava. Non potevano di certo mangiare in laboratorio però.

«C’è un ristorante qui vicino, esca dall’edificio e prosegua sulla destra, attraversata la strada lo riconoscerà.»

Ad Ichigo cominciava a pesargli quel “lei”.

«Ryou.» sbuffò «smettila, non ti ammazzerò se mi dai del tu, soprattutto quando nessuno può sentirci.»

Ma Ryou non lo aveva fatto di proposito, o per lo meno, era un atteggiamento di autodifesa. Non voleva permetterle di entrare nella sua vita, non ora che c’era la possibilità che fosse incinta. Ma sentendosi stupido si arrese.

«Va bene Ichigo. Ma le indicazioni non cambiano.»

«Che fai prendi in giro?»

«In che senso?»

«Tu non hai fame? Per caso ti hanno messo uno stomaco bionico? Togliti quel camice e andiamo a pranzo.» Ryou non sapeva come rispondere e lei non attese risposta, andò direttamente nello stanzino a rimettersi le scarpe.

Entrarono nel ristorante, era molto elegante e per fortuna poco affollato.

Si accomodarono al tavolo e sfogliarono il menù.

Ryou non aveva detto ancora mezza parola.

Si avvicinò il cameriere.

«I signori desiderano da bere?»

«Per me solo acqua naturale, grazie» disse Ichigo.

Ryou la fissò per un istante.

«Per lei Signore?»

«Anche per me.»

Mentre il cameriere si allontanava Ichigo lo fissava.

«Speravo prendessi del vino.»

«E perché mai?» risposte lui incuriosito.

«Ho letto la mail che ti ha mandato Loren, come al solito parla troppo. Non doveva dirti che non ero stata bene.»

«Ma tu non eri quella che non guardava le mail? » disse compiaciuto.

«Ho detto che non le guardo spesso. »

«Uhm, ok, e cosa ha a che fare con il vino?»

«Beh ho avuto un po’ di nausea per colpa del sushi, quindi sto evitando di scombussolarmi lo stomaco. Speravo prendessi del vino per potertene fregare un po’» disse imbarazzata.

Da quando sa mentire così bene?”

Pensò Ryou dando per scontato che la motivazione fosse tutt’altra.

«Se davvero sei stata male con lo stomaco non dovresti neanche assaggiarlo.» rispose lui secco sperando capisse l’antifona.

Un altro cameriere si avvicinò portò da bere e prese gli ordini.

Ichigo non riusciva a sopportare quel silenzio e Ryou si trovava davvero in difficoltà. Ora che ne aveva la certezza quella piccola scintilla si era definitivamente spenta.

Quando il cameriere portò da mangiare a Ichigo scappò una risata.

«E ora cosa hai da ridere?»

«Beh è la prima volta che mangiamo insieme da soli, è strano. »

Quanto sei bella quando ti si colorano le guance”

«Beh dovevi pensarci prima di darmi del cyborg» lui la guardò dritta negli occhi e la vide divertita.

Quando si rese conto che poteva sembrare stesse flirtando si ricompose.

Proseguirono il pranzo parlando di lavoro, elenchi di materiale, di cavie e di quando si sarebbero rivisti. Date le imminenti vacanze Natalizie decisero che era il caso di vedersi ogni giorno dalle 9 del mattino per essere pronti all’applicazione degli esperimenti.

«Tornerai a casa per Natale?» domandò lei di punto in bianco mentre ritornavano in laboratorio.

«Ancora non lo so. Dipenderà da Keiichiro.» si lasciò sfuggire.

Lei lo guardò incuriosita.

«E’ qui con me. Dipende se raggiungerà sua moglie o se lei raggiungerà noi. »

« Sta ancora con Rey?»

«Si, inseparabili. Lei aspetta una bambina. »

«Sono felice per loro» abbozzò un sorriso.

Ryou non la prese bene.

Aveva dichiarato odio aperto e ora era felice per loro?

«Non credevo ti importasse dato che ci odi tutti.» disse trafiggendo ogni armonia di quel momento.

Ichigo non disse nulla, abbassò lo sguardo. Dopotutto non aveva torto. Che diritto aveva lei di chiedere di Keiichiro o di aver voglia di vederlo o di esserci rimasta male perché non si era fatto vivo. Aveva dichiarato odio a tutti e non aveva perso tempo a ricordarlo la prima volta che aveva visto Ryou.

Passò un’ora da quando tornarono a lavorare.

«Penso che per oggi può bastare, finché non ci arrivano i materiali non possiamo fare niente con i macchinari, sei libera di tornare a casa.»

«Tu non vieni via?»

«No devo fare dei calcoli, però tu non servi, davvero, ci vediamo domani.»

«Per me non è un problema … come preferisci. »

«Preferisco che tu vada.»

Ci manca solo che Masaya venga qui a dirmi che ti sfrutto e mi sbatta in faccia la tua condizione”

«Ok allora. A domani Dottor Shirogane.»

E se ne andò.

Che ci fosse rimasta male? Probabilmente Ryou aveva interpretato male la sua espressione. Fosse stato per lui non l’avrebbe mai lasciata. Come sempre. Il problema era che non era mai stata e mai sarebbe stata sua.

Mezz'ora dopo Ryou non aveva concluso niente, non riusciva a concentrarsi e tornò a casa.

Una condizione non molto diversa da quella di Ichigo che era immobile sul letto a fissare il tetto.

Fu distratta solo dal suo telefono aziendale che cominciò a squillare.

«Pronto Amministratrice, mi dica.»

«Buonasera Dottoressa, com'è andata oggi alla MewMolecolar?»

«Tutto bene, abbiamo fatto il punto della situazione e prima di Natale dovremmo essere pronti per cominciare il vero lavoro dopo le vacanze.»

«Sono contenta abbia parlato di vacanze, si ricorda la festa aziendale del 24 sera, come ogni anno?»

«Certamente.»

«Ecco, inviti il Dottor Shirogane, eventuale compagna, famiglia,o chi vuole portare lui. Ovviamente anche lei potrà portare i suoi soliti tre amici.»

«Certo, sarà fatto.»

Uffa, che seccatura. Lucas, Masaya e Ryou nella stessa stanza? Magari porterà Keiichiro o magari la sua Greta. Se avrò fortuna tornerà a casa e declinerà l'invito.” cominciò a rigirarsi nel letto strozzando un cuscino.

«Basta! Devo bere, il mio stomaco ormai sarà guarito.»

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Capitolo 13
*** Capitolo 12. L'invito ***


Capitolo 12. L'invito
 
Ryou tornò a casa, Keiichiro non era ancora rientrato dal cercare l'appartamento. Quanto cambiano le carte in tavola i dettagli, se avesse pensato alla giornata appena passata  con lei non avrebbe avuto freni. L'avrebbe fatta impazzire fino a farla arrendere. Ma un dettagli fondamentale c'era: era sposata e palesemente aspettava un bambino.
 
Quando sentì ordinare l'acqua al ristorante non ebbe più dubbi, la sua scusa anche se ben formulata, non lo aveva convinto.
“Dio ma quanto è stupida. Voleva il mio vino” pensò sorridendo.
Doveva cercare di non creare più situazioni equivoche sia per lei che per se stesso.
Durante la cena con Keiichiro gli confessò che al di fuori del contesto lavorativo c'erano momenti di imbarazzo e rischiava di perdere la sua razionalità.
 
«Credo che sia meglio non andare più a pranzo con lei, evita queste situazioni. Se dovesse venirle la nausea come lo giustificherebbe? Non credo che neanche lei voglia esporsi così tanto davanti a te.» consigliò Keiichiro.
 
Dopo cena si promise di auto controllarsi per i giorni a seguire. Sarebbe stato tutto più semplice se lei avesse mantenuto l'atteggiamento del primo giorno, ma ogni volta che si incontravano alcuni muri sembravano cadere e tutto questo gli rendeva difficile mantenere le distanze, anzi non capiva completamente alcuni atteggiamenti di quel giorno, il provocarlo apertamente, il pranzo.
Decise di non pensarci che probabilmente era solo per una vendetta personale dovuta a non si sa cosa o ad una semplice facciata per lavorare in sintonia.
 
E il giorno dopo arrivò.
 
Ichigo era bloccata davanti all'armadio. Era pieno di completi e abiti eleganti. Lei da ingegnere progettava in digitale e poi dava indicazioni, non aveva abiti da laboratorio.
 
Rovistando tra i vecchi vestiti trovò un semplice e comodo jeans, era casual ma non troppo, modello a sigaretta, liscio, per il sopra optò per una camicia bordeaux slim da lasciare fuori dai pantaloni .
 
“Ok la comodità, ma un po' di decoro lo devo mantenere.”
 
«E ora tocca alle scarpe»
 
Considerando che poteva usare gli zoccoli sanitari scelse lo stesso delle scarpe alte ma senza tacco a spillo: degli stivali neri di camoscio.
Si lisciò lo stesso i capelli ma non li raccolse, si sarebbe fatta una coda di cavallo al momento.
Guardò l'orologio, era tardissimo.
 
Arrivò al laboratorio alle 9.30, salutò la guardia e si precipitò ai piani.
 
«Maledizione, ci vuole il badge!»
Prese il telefono ma si ricordò ben presto di non avere il numero di Ryou, lo aveva lasciato a Loren e per il suo stupido orgoglio non se lo era segnato.
 
Per fortuna le porte dell'ascensore di aprirono e Ichigo si trovo davanti ad un Ryou spazientito.
 
«Non hai perso la cattiva abitudine di arrivare in ritardo.»
Entrò nell'ascensore e salirono.
«Come facevi a sapere che...»
«La guardia mi ha avvertito, ed era ovvio che tu non avessi il teletrasporto per bypassare i sistemi di sicurezza.»
«Certo...scusa.»
«Tranquilla, ho ricontrollato i calcoli di ieri.»
 
Ryou quando si metteva qualcosa in testa la faceva, si era ripromesso di comportarsi bene e non dava alcun segno di cedimento. In verità quando l'aveva vista vestita in quel modo l'aveva trovata ancora più attraente.
 
«Ancora tacchi ah»
«Tanto uso le tue scarpe, ho fatto tutto il possibile per trovare qualcosa di comodo. E ne ho ricavato solo un ritardo.»
 
“Ryou, non ridere” ripeteva a se stesso e si trattenne dal commentare.
 
«Comunque...» sembrava nervosa. «... non arrivavo in ritardo ad un appuntamento da molto tempo. Non ho più la testa tra le nuvole come un tempo.»
 
Ichigo non sapeva se era giusto utilizzare una di quelle orribili frasi che Ryou le aveva rivolto tempo fa, ma non riuscì a trattenersi, voleva fargli capire che non c'era più molto da disprezzare in lei.
Ryou invece non capì il riferimento ma riusciva a sentire il suo disagio e lo fece suo a sua volta. Lo interpretò come un sottolineare il fatto che non doveva rivangare il passato perché della vecchia Ichigo non c'era più nulla.
 
«Buon per te.» si limitò a rispondere.
 
Cominciarono a lavorare, entrambi stavano molto attenti a non avvicinarsi l'uno all'altra per i motivi completamente opposti.
 
Fecero dei passi avanti ma ancora erano in alto mare. Nel mezzo di una riflessione lavorativa la pancia di Ichigo diede la sveglia per pranzare.
«Si è sentito?» chiese imbarazzata toccandosi la pancia.
Ryou che fissò il movimento della sua mano si ricordò del consiglio di Keiichiro.
«Io ho già un appuntamento per pranzo, non potrai assaggiare neanche oggi il vino.»
«Ah non fa niente, ho fatto il pieno ieri sera e stamattina ne ho pagato le conseguenze»
Ichigo alludeva a del semplice mal di stomaco, ma Ryou aggrottò la fronte quasi come non le credesse e ne fosse infastidito.
«Bene.»
L'Era glaciale, di nuovo.
Ichigo non riusciva a stare più dietro a gli sbalzi d'umore di quel ragazzo.
«Ok, visto che devi uscire ... a che ora ci rivediamo?»
«Ti aspetto per le 14.00 all'entrata.»
 «Ok, fra due ore. A dopo.»
 
Ryou non aveva nulla da fare, decise di saltare il pranzo per non rischiare di incontrarla e farsi scoprire. Ichigo mentre girovagava per gli isolati si accorse che la fame le era passata. Entrò in un bar e ordinò una cioccolata calda, giusto per assimilare un po' di zuccheri.
“Magari doveva vedersi con lei, se fosse uscito con Keiichiro non ci sarebbe stato motivo di non dirmelo. Non mi sarei mica auto invitata! E poi per due ore...”
 
Giusto per dimostrargli che era stato solo per caso il suo ritardo, alle 13.50 arrivò alla reception ma come al solito lui l'aveva battuta perché era già davanti all'ascensore ad aspettarla.
 
«Ri-ciao.» disse lei. Era così curiosa di sapere dove fosse andato ma si dovette trattenere.
«Sei ubriaca?»
«Idiota!»
«Ora ti riconosco.»
Ichigo scoppiò a ridere.
 
“Se fai così non me lo rendi semplice.” pensò Ryou.
 
«A proposito, ho un messaggio dai miei capi.»
«Dimmi pure»
«So che mi hai detto che ancora non ti sei organizzato, ma il 24 Dicembre nella mia azienda si fa un cenone di Natale, offre l'azienda, mi hanno detto di dirti che puoi portare anche la tua ragazza o tuoi amici.» Ichigo sentiva il cuore uscirle dal petto.
 
«Ti farò sapere.»
 
Crack.
 
Ichigo non provava quel dolore da tanto tempo, istintivamente si mise una mano sul cuore e fece un'espressione di dolore seguita da un respiro profondo.
«Che hai non stai bene?» Ryou si spaventò e fece per prenderle la mano ma lei di getto si scansò evitando il contatto.
«Sto benissimo, non è nulla, avrò preso un po' di fresco.»
Ichigo non stava bene, Ryou non aveva smentito, quindi la ragazza l'aveva veramente.
«Torniamo a lavoro, di questo passo non finiremo neanche per il prossimo anno ed eravamo rimasti di uscire dalle nostre vite il prima possibile no?» concluse Ichigo.
 
Ryou non la sentiva così schietta e crudele dal giorno del contratto, cosa aveva detto di male per farle avere questa reazione? Doveva smetterla di farsi queste domande.
 
Per le due settimane successive Ryou trovava scuse per non andare a pranzo con lei o almeno ogni volta che ne aveva bisogno. Alle volte non ce ne era esigenza perché veniva chiamata dall'ufficio fino a quando negli ultimi giorni, lo aveva capito da sola e non provava neanche più a chiedere.
 
Il primo fine settimana Ichigo l'aveva passato al locale, con Lucas era ancora tutto molto strano, si parlavano a stento ma comunque voleva vedere i suoi amici e le toccava aiutare Chiara al bancone.
Era stata felicissima di essere stata invitata alla prima ecografia del bambino, Masaya sarebbe stato fuori città per lavoro e non era riuscito a cambiare data.
Avrebbe saltato un incontro con Ryou ma per come si erano messe le cose a lui sicuramente non sarebbe importato.
 
Alla fine della seconda settimana però i suoi capi premevano per la presenza del Dottor Shirogane alla festa di Natale e fu costretta a chiederglielo di nuovo, non poteva aspettare il lunedì successivo, aveva rimandato per tutta la settimana perché non aveva voglia di sentire la risposta.
 
«Ryou, ho bisogno di sapere entro oggi se ci sarai alla festa.»
«Credo si possa fare, aggiungi due coperti»
«Intendi due con te incluso?»
Ryou sospirò ma non sembrava realmente infastidito, la stava prendendo in giro.
«Oltre me: uno per Keiichiro e uno per Rey»
Le si illuminarono gli occhi e i motivi erano ovvi.
«Perfetto! Allora faccio mandare tre inviti all’evento da Loren, conferma poi tu nella mail»
 
Ryou notò il cambiamento di espressione e un leggero sorriso di compiacenza. Ma convenne che fosse meglio non chiedere il perché, si limitò ad annuire.
 
«Ah. Un'altra cosa, venerdì prossimo ho una commissione da fare, non so quanto tempo perderò, quindi dobbiamo finire i prognostici entro giovedì.»
 
«Penso che ci riusciremo, abbiamo recuperato ultimamente»
 
Ichigo stava trafficando con la sonda laparoscopica e gli scappò:
«Quindi rivedrò Keiichiro...»
Ryou si fermò a guardarla, lei aveva lo sguardo fisso sul macchinario.
«Già...»
Lei si accorse di aver pensato ad alta voce.
« Ci sarà anche Masaya comunque...» non sapeva cosa altro dire.
«Capisco...»
 
Ichigo data la tensione con Lucas aveva convenuto con lui che non era il caso di presentarsi alla festa, anche perché c'era il rischio fondato di incontrare Ryou, perciò lo chiese solo a Masaya e a Chiara che però stava avendo una gravidanza molto complicata e aveva declinato l'invito pregando però il marito di non lasciare l'amica da sola.
 
Ryou pensava che doveva prepararsi a doverli affrontare come coppia, fino a quando erano nel loro mondo poteva controllarlo, ma vederli insieme non sapeva se poteva sopportarlo.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13. Certo che mi preoccupo per te! ***


Capitolo 13. Certo che mi preoccupo per te!
 
Era domenica 18 dicembre, mancava una settimana al Natale. Ryou era andato a trovare Keiichiro nel nuovo appartamento.
«Sono contento che il medico ha dato l’ok a Rey per viaggiare in aereo.»
«Si, anche io, sinceramente non avrei voluto lasciarti da solo a Natale …»
«Lo so. Ma sto bene davvero»
«Ryou, perché hai accettato di andare alla festa, era scontato portasse suo marito, no?»
«Sinceramente? Non ci ho pensato e non è da me. E’ che quando lavoriamo sembriamo in un mondo parallelo dove esistiamo solo io e lei. E lei … è così naturale alle volte che non da proprio l’impressione di dover dare credito a qualcuno. Me ne sono reso conto solo dopo aver dato l’ok, perché per la prima volta lei lo ha nominato. »
 «Credi sapesse del nostro incontro al centro commerciale? »
 «In realtà no. Era davvero stupita quando le ho detto che tu eri in città. »
 «Dici che voleva evitare ulteriori collegamenti con il passato? »
 «Può essere. Che rabbia, gli spaccherei la faccia. Maledetto Masaya Aoyama! »
 «Calmati. Ti manca una settimana di lavoro da solo con lei. Poi ci sarà anche tutta la tua equipe da Gennaio no?  »
 «Si. »
 
Passarono il pomeriggio a sistemare i pacchi che Rey aveva mandato a Keiichiro per poi cenare, fino a quando non giunse l’ora di andare a casa a dormire.
 
Ichigo quella domenica, come quella precedente, la passò al locale.
Avendo freddato i rapporti con Lucas le rimanevano solo Masaya e Chiara come confidenti.
 
 «Scusa se mi intrometto. Ma da come descrivi i suoi atteggiamenti non sembra che sia un uomo che ti disprezzi. » dedusse Chiara.
 «E perché mi eviterebbe? Ok non mi evita mentre lavoriamo, ma sembra che io abbia la lebbra arrivata l’ora di pranzo. Ogni giorno una scusa diversa: “oggi non ho fame”, “oggi ho da fare”. Sono solo scuse. »
 «Mah sarà. Magari si sta ricredendo oppure … »
 «No, no,no,no! Non lo dire, qualunque cosa ci sia dopo quell’oppure non lo dire. Sono già in ansia per la festa di Natale. Non voglio false speranze.  »
 «Esattamente cosa speri? » si intromise Masaya.
 «Uhm? » Ichigo non capiva.
 «Speri di ricominciare un nuovo rapporto con tutti loro e mettere una pietra sopra al passato, di ricevere delle spiegazioni e scuse o che lui si innamori di te? »
 «Ah. Eh. Bella domanda. Me la sono fatta anche io settimane fa, non ho trovato risposta. Non lo so cosa voglio, probabilmente quello che arriverà, sulla tua ultima opzione invece non ci spero proprio.  »
 «Io non mi sono ricreduto del tutto rispetto a 10 anni fa »
 «Masaya smettila. »
 «Alla fine di Lucas avevo ragione » battibeccò lui.
 «Ma dopo quello che ti ho raccontato? »
 «La distanza tra odio e amore non è così lontana. »
 «Ah, non voglio più starti a sentire, tu e il tuo infinito romanticismo! »
 
Chiara si mise a ridere per la faccia imbarazzata di Ichigo.
Improvvisamente entrò Lucas che aveva sentito l’ultima parte di conversazione.
 
 «Quindi verrà alla festa? » la fissava gelido.
 «Ehm, si, con un’altra vecchia conoscenza. »
 «Divertitevi. »
 «Lucas, ti prego! » Ichigo si alzò dallo sgabello al bancone per raggiungerlo  « non pretendo che torni tutto come prima ma non guardarmi con odio! »
Lucas guardò Masaya e disse:
 « La distanza tra odio e amore non è per niente lontana. »
Ichigo aveva gli occhi lucidi. Lui spostò di nuovo lo sguardo su di lei.
 «Ma io non ti odio Ichigo, non veramente. Non potrei mai odiarti. Se ti farà del male però non avrò pietà di lui. » concluse e se ne tornò a sistemare il palco per l’evento della serata.
 
 «Ma quanto sono idiota! » esclamò Masaya.
 «Che è successo? »
 «Me ne ero completamente dimenticato, ma tanto ormai lo sai, ho incontrato Keiichiro tempo fa al centro commerciale, quindi in realtà... »  si mise a gesticolare in modalità “psicopatico”  «…lui sapeva che io sapevo che Ryou fosse qui  »
 «Cosa stai farneticando? Come hai fatto a dimenticarti una cosa del genere? » si avvicinò per dargli dei colpi “amorevoli” nella schiena.
 «Dico solo che mi sembra strano che Ryou abbia portato con sé Keiichiro per affari, che sia arrivato dopo?...  » interruppe Masaya, ma Ichigo continuò a dargli colpi che non lo scalfivano neanche in realtà.
 «… ecco perché non era sorpreso, che sia venuto proprio perché …  » finì di sussurrare Masaya.
 
Masaya era pensieroso.
“E se fosse arrivato perché Ryou aveva bisogno di un amico?... Nah!”
Scacciò via quel pensiero, ormai erano passati anni, anche se avesse avuto ragione all’epoca sui sentimenti di Ryou non potevano essere durati così tanto e poi c’era anche il discorso sentito da Ichigo che confutava questa teoria.
 
Il lunedì arrivò in fretta. Si vedeva proprio che stava arrivando l’inverno, il cielo era molto cupo e sembrava stesse venendo a piovere.
Ichigo, come sfida personale, non aveva più sfiorato neanche la puntualità, era sempre in anticipo alle 8.30 e regolarmente Ryou si trovava li già da prima.
“E’ impossibile batterlo, maledetto!”
 «Che hai stamattina con quella faccia imbronciata? » Chiese lui mentre attraversavano la reception.
 «Non ce la fai proprio a non arrivare prima di me vero? Cosa devo fare? Montare una tenda per batterti? »
Ryou non trattenne la risata.
 «Da quando stiamo gareggiando? »
 «Da una vita che io ricordi … »
Ryou si ricompose non appena la sentì. Ogni volta che lei osava rivangare il passato lui si irrigidiva, come se fosse troppo da affrontare, ma ai suoi occhi, per lei non era così traumatico da averne riguardo. Lei quell’atteggiamento lo decifrava come “non farmi ricordare di quando eri un peso” ma non ce la faceva a starsi zitta. Doveva capire in qualche modo.
 
 «Beh sei sempre la prima ad andare via, prenditi questa vittoria »
 «Ma allora sei proprio stronzo! » ma stava ridendo mentre lo diceva.
 
Andarono avanti a lavorare, tutto piatto, tutto tranquillo, tutto così sistematico. Arrivata l’ora di pranzo c’era il solito momento imbarazzante.
 «Vai pure, io non ho fame oggi »
“Ecco la solita scusa” pensò lei.
 «Neanche io ho fame, quindi possiamo continuare. »
 «Sei sicura di reggere senza mangiare? »
 «Per prepararmi a questo contratto non ho mangiato per tre giorni, penso di reggere Signor Shirogane, non si preoccupi. »
 «Uhm. Ok. » Ryou era preoccupato in realtà.
“Prima del contratto non avevi idea di essere incinta, sei sempre la solita capricciosa Ichigo”
 
Arrivate le 17 entrambi erano mentalmente K.O. non si erano fermati due secondi.
Decisero di andarsene allo stesso orario stranamente e quando arrivarono all’ingresso si accorsero che fuori stava piovendo.
 
Ichigo prese dalla borsa l’ombrello e le chiavi della macchina che era distante pochi metri e nel guardare verso il basso si accorse che Ryou non aveva come ripararsi dalla pioggia.
 
Lui guardava il cielo in silenzio, immobile davanti alla porta a vetri.
 «Se vuoi ti accompagno io in hotel. » disse Ichigo, fermando i pensieri di lui.
 «Non ti preoccupare, chiamerò un taxi. »
 «Non ha senso, l’hotel è in centro no? »
 «Si ma non muoio se mi prendo due gocce. »
E, come se il destino lo avesse sentito, la pioggia divenne tempesta.
 «Beh, queste sono più di due gocce e, se dovessi prenderti un raffreddore per la festa, il Presidente non me lo perdonerebbe mai. »
 «Ah quindi non ti interessa della mia salute, ma solo di poterti vantare con tutti i colleghi e speri che io elogi le tue capacità al capo »
Ichigo strinse i pugni e mugugnò.
 «Arg … Perché sei così idiota. Certo che mi preoccupo per te! »


Boom.
 
Per smorzare l’evidente imbarazzo, visto che Ryou era stato zittito, Ichigo lo tirò per il cappotto, aprì la porta a vetri, l’ombrello e lo trascinò in auto. Non si era per niente resa conto dell’importanza delle sue parole, il suo cervello era semplicemente irritato dalle distanze e dalle scuse che si inventava quel ragazzo. Cosa non meno importante, non si era resa conto che quella era la prima volta che lo toccava, anche se stava semplicemente tirando un pezzo di stoffa. Anche mentre lo trascinava fino in auto, con un ombrello traballante per via del vento, (praticamente alla fine erano zuppi entrambi) era ignara di quanto risultasse la stessa testarda e istintiva un tempo.
Ovviamente Ryou era paralizzato, si stava lasciando trascinare.
Arrivati in macchina lei sembrava tranquilla, non dava assolutamente peso a quelle parole e a quel gesto. Ryou la sentiva solo ridere dal nervoso e si girò a guardarla.
 
 «Oddio, alla fine abbiamo scelto il momento peggiore, sono completamente bagnata! » non smetteva proprio di ridere.  «Ora accendo l’aria calda. Puoi inserire l’indirizzo nel navigatore intanto. »
 «Uhm. Ok. »
E così fece.
Il cuore di Ryou batteva all’impazzata, i momenti di cui aveva parlato a Keiichiro, quelli dove dimenticava tutti i motivi per cui non poteva esserci un noi, erano niente in confronto a quel momento.
A farlo rinvenire dalla sua trance fu il navigatore.
 
 «La destinazione si trova alla tua destra. »
 
 «Perfetto siamo arrivati. Come al solito le cose in grande Shirogane. Potevi non scegliere l’hotel più costoso della città? » commentò lei.
Al finestrino di lei si avvicinò il parcheggiatore.
Lei abbassò il finestrino.
 «No, grazie, ho fatto solo da accompagnatrice … Acciù, scusi. » starnutì.
 
Ryou non sapeva se sarebbe stato consono, ma non poteva permetterle di ammalarsi.
 
 «Senti Ichigo. »
 «Si? »
 «Se vuoi puoi salire ad asciugarti un po’. » era diventato rosso come un peperone, cominciava a sentire anche un’innaturale caldo.
 
Ichigo avrebbe dovuto rispondere che casa sua era a pochi isolati ma ne fu spiazzata, era chiaramente una domanda di cortesia, non se lo sarebbe mai immaginato dati gli atteggiamenti distaccati di lui. E mentre era li a pensarci su, partì un altro starnuto.
 
 «Prima tu hai costretto me, io ora costringo te. » girò la chiave della macchina, la staccò e passando un braccio davanti a lei la porse al parcheggiatore.
 
 «La parcheggi al posto riservato alla stanza S001 » Poi si rivolse ad Ichigo che non ebbe il coraggio di contraddirlo.  «Forza scendi »
 
Scesero dalla macchina, per fortuna erano riparati perché l’entrata dell’hotel aveva un balconcino, come ci si aspettava da un hotel di lusso.
 
Si vedeva che Ryou era un cliente abituale, lo stavano salutando tutti. Lei lo seguiva molto intimidita. Entrarono in ascensore e vide premere il 30° piano, l’ultimo.
 
Chiaramente la “S” nel nome della stanza stava per suite che somigliava più ad un attico.
 
 «Ci sono due bagni, quello li a sinistra io non lo uso, ci saranno ancora i teli da bagno puliti. Fai con comodo, io vado di là a sistemarmi. »
 
 «Gr..grazie. »
 
“Oddio che imbarazzo, è sempre così con lui o il nulla o il fuoco!”
 
 
Ichigo corse nell’ala destra di quella che era più una casa che una stanza. Si tolse i vestiti bagnati, per fortuna solo i pantaloni erano fradici, e si rilassò facendo un lungo bagno caldo cercando di non pensare alla situazione in cui si era cacciata.
 
Ryou era invece nel suo bagno privato della stanza padronale, sotto la doccia. Stava cercando di riprendere la sua lucidità.
“Ryou è una donna sposata. Keiichiro direi che non ho per niente seguito i tuoi consigli - evita queste situazioni- avevi detto.”

Quando finì di sistemarsi e mettersi una tuta comoda uscì dalla sua stanza e la vide in accappatoio che sistemava i pantaloni vicino ai caloriferi.
 
 «Mi sa che ci vorrà un po’ » comunicò lei.
 «Vai ad asciugarti i capelli, sennò non avremo risolto nulla, se vuoi faccio portare dei ricambi dal negozio dell’hotel, puoi farlo anche tu stessa, li c’è il telefono. »
 
 «Ok. Grazie. » Ichigo tirò dritta verso il bagno, in realtà non lo stava proprio ascoltando, era agitata e si dimenticò di chiamare per i vestiti.
Mezz’ora dopo.
 «Ryou. »
“Come fa ad essere ancora più bella con i capelli trasandati?”
 «Dimmi. » lui era seduto sul divano a far finta di seguire una serie TV, quando in realtà la stava guardando dal riflesso del mobile.
 «Ho dimenticato di chiamare il negozio e il pantalone è ancora bagnato. »
“Ma come? Come fa ad essere ancora così sbadata?”
Si girò di scatto a guardarla.  «Aspetta. »
Ryou si incamminò in camera sua e prese un pantalone di una tuta, tornò in soggiorno e glielo lanciò.
 «Metti questo per ora. Sono le 19 passate, il negozio ha già chiuso. »
 
Dopo essersi sistemata, Ichigo osservò  Ryou seduto sul divano che le dava le spalle. Di colpo sospirò e buttò via tutta l’agitazione, non poteva fare altro.
Seppur con i suoi atteggiamenti, in qualche modo, lui si prendeva ancora cura di lei.
Si sedette sul divano a debita distanza e cominciarono a commentare i programmi in TV.
Dopo un oretta i suoi pantaloni erano belli asciutti, si cambiò e salutò per andare a casa.
 
 «Meglio che vada, grazie ancora. »
 
Lui annuì a l’accompagnò alla porta dove avevano lasciato le scarpe zuppe. Lei nel mettersi il secondo stivale perse l’equilibrio e si trovò su di lui, che sbatté  di conseguenza contro la porta, con le mani all’altezza del suo petto, era solo una misera T-shirt che li separava.
 
Il primo vero contatto fisico.
 
Ichigo alzò la testa e si ritrovò le labbra di Ryou a pochi centimetri dalle sue, entrambi i loro cuori battevano talmente all’unisono e veloci, che non riuscivano a distinguerli.
 
Tutti e due assaporarono il profumo dell’altro. Ryou stava per cedere. Alzò la mano per poter prendere una delle sue ma appena Ichigo percepì il suo movimento si staccò immediatamente.
 
 «A domani. » disse di fretta guardandosi i piedi.
Lui le fece spazio e lei uscì dalla camera.
 
Rimasero per almeno 30 secondi ai lati opposti della porta a riprendere fiato.
 
Non appena Ryou sentì Ichigo andare via, grazie al rumore dei tacchi, si lasciò cadere per terra. Quella sensazione non poteva essere solo sua, non se l’era immaginata, anche lei era rimasta fuori dalla porta. No, non ci sarebbe riuscito ad averla di nuovo nella sua vita né come collega né come amica.
 
Ichigo era confusa. “Che cosa stava per fare con quella mano?Voleva mandarmi via? L’ho infastidito troppo? Stupida, goffa ed imbranata ecco cosa sono! Non sei cambiata per niente Ichigo, ma a chi la vuoi dar a bere?”
Finì di sistemare la cerniera di quel maledetto stivale e corse alla reception a ritirare le chiavi dell’auto.
 
Tornata a casa le era passata nuovamente la fame. Si mise direttamente a letto ma non riuscì a chiudere occhio, aveva in mente il suo odore, il calore del suo corpo, le sue labbra … . Quanto avrebbe voluto toccarle quelle labbra. E la notte passò così: tra desideri poco casti e sensi di colpa per averli fatti.
 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14. Oggi ho vinto io ***


Capitolo 14.   Oggi ho vinto io

 

Riuscì ad alzarsi dal pavimento dopo un’ora abbondante. La sensazione di averla attorno a sé era stata la più bella e crudele dopo tanto tempo. In testa gli si ripeteva la scena di quando stava per prenderle la mano per accarezzarla, se lei non si fosse scansata l’avrebbe sicuramente baciata e invece lei, capendo le sue intenzioni era scappata via.

“Con che faccia mi presento domani?”

 

Ad interrompere i suoi sensi di colpa fu il telefono che squillava. La solita chiamata di Keiichiro ma lui non se la sentiva di parlarne, non voleva essere sgridato o giudicato per aver quasi reso una traditrice la donna che amava.

 

Staccò la chiamata e mandò un messaggio con una scusa.

-Ci sentiamo domani, sono già a letto, ho un po’ di emicrania, scusa, buonanotte-

 

Andò a prendersi un bicchiere di liquore, si mise a letto e riuscì ad addormentarsi verso le 5 del mattino.

 

Si svegliò stranito. Quanto aveva dormito? Controllò l’orario e lesse 8.30. Era tardissimo, sarebbe arrivato in ritardo.

 

Chiamò il telefono di Ichigo per avvertirla del ritardo ma lei non rispose, così cercò di tamponare chiamando al laboratorio.

 

 «Pronto? Sono il Dottor Shirogane, se la Dottoressa Momomiya è già li le dica di aspettare che ho avuto un contrattempo, grazie. »

 

Si era tranquillizzato ma comunque fece il prima possibile, alle 9.45 scese dal taxi e si avvicinò all’entrata del suo edificio.

Lei era li, appena lo aveva visto arrivare aveva distolto lo sguardo.

 

 «Buongiorno Dottoressa. »

 «Buongiorno … »

 

Lei voleva evitare quella tensione ma non sapeva come attaccare bottone.

 «Per caso hai provato a chiamarmi? »

 «Ah?Come? » lui sembrava distratto.

 «Intendo per avvertirmi del ritardo »

 «Ah, si. Ma non hai risposto. »

 «L’ho dimenticato a casa. »

 «Tutto chiaro. »

“Che seccatura, sembra di parlare con un computer!”

 «Almeno ora posso salvarmi il tuo numero però. »

 «Mi sembrava di avertelo già lasciato »

 «No, lo hai lasciato alla mia segretaria, che non vedo da settimane. »

Lui era confuso o forse era solo un illuso e tutto quello che aveva provato il giorno prima apparteneva solo a lui. Lei da una parte sembrava così tranquilla, come se nulla fosse successo, dall’altra era evidente che cercava di diminuire l’aria pesante che c’era tra di loro. Si convinse così di darsi un po’ di tregua e abbassò lo scudo.

 

 «E non hai pensato a chiederlo alla tua segretaria? » chiese con sarcasmo.

 «Solo una volta »

 «Fammi indovinare. Quando sei rimasta fuori dall’ascensore. » e sorrise.

 «Esattamente. » rise anche lei e continuò.  «Perché non hai un cellulare aziendale? »

 «Perché l’azienda sono io e perché la mia vita è il mio lavoro. »

Ichigo gli rise di gusto in faccia.

 «Ti vedo un po’ troppo felice. »

E lo era, lo era veramente, ma di stare con lui.

 «No, scusami, ma oggi … ho vinto io »

Ryou capì si riferisse al ritardo.

 «Mi sembrava di aver chiarito che non fosse una gara. »

 «Io non mi ricordo di averlo detto! »

 «Va bene, allora siamo pari. »

 «Eh no. Sei in debito. »

Erano appena entrati nel secondo ascensore, quello riservato e anche meno capiente, e nell'accettare la provocazione, si girò verso di lei con aria di sfida.

 «E perché mai sentiamo? »

 

Ichigo arrossì, era così vicino che poteva risentire il suo profumo.

 

 «Ci sono tanti motivi in realtà. Uno: avevi detto di stare tranquilla perché tanto avevi finito i calcoli, due: ho recuperato splendidamente arrivando ogni giorno mezz’ora in anticipo e t-t-tre: oggi hai ritardato quasi un’ora e questo ti rende nettamente più in debito di me. »

 

Era così buffa ma così seria, per Ryou ogni volta che faceva qualcosa era un modo per innamorarsi nuovamente di lei. L’avrebbe ben volentieri zittita con un bacio, ma non poteva farlo.

 

 «Ok, mi arrendo. »

 «Non so se lo hai capito, devi pagare pegno. »

 «Dov’è finita la donna che voleva solo lavorare e neanche con me? »

 

“Me lo domando anche io” pensò.

 « E’ la stessa donna, tranquillo, ma come faccio a non approfittare di una posizione di superiorità? »

 

 «Faccio finta di darti ragione, sulla superiorità intendo. »

Ichigo sbuffò e ignorò palesemente la sua provocazione.

 «Allora, oggi no perché avrai la scusa pronta. Domani devo passare dall’ufficio. Giovedì. Giovedì pranziamo insieme! »

 

Ryou rimase sconvolto. “avrai la scusa pronta, pranziamo insieme” era davvero così palese il suo atteggiamento? Perché aveva così tanta voglia di pranzare con lui? O era semplicemente una sfida a fare qualcosa che lei credeva gli desse fastidio?

 

 «Ichigo io … »

 «Ah si, e ti accompagnerò anche oggi, così non potrai recuperare il ritardo all’ uscita. »

 

Forse stava esagerando? Forse senza neanche rendersene conto lo aveva già perdonato?
Capiva di essere incoerente ma ogni istante che passava a fare la dura le sembrava essere un’occasione mancata di stargli accanto e prima o poi lui sarebbe tornato a casa e sarebbe finito tutto.

 

 «Ichigo, credi davvero sia il caso di ... »

 «Shirogane non ci provare, non puoi inventarti scuse! Ora vado a prepararmi.  »

E andò nel solito stanzino a mettersi le scarpe e il camice.

Lui la seguì con lo sguardo sospirando e ringraziando il cielo di non aver ancora perso il controllo.

 

Cominciarono la loro solita routine. Avevano quasi trovato le condizioni giuste di adattamento per l’applicazione sperimentale, mancava poco ormai.

 

Ichigo per pranzo decise di non forzare troppo la mano e lasciarlo respirare, di certo non voleva ricominciare a farsi disprezzare, sempre ammesso che lui avesse cambiato idea.

 

Fece una passeggiata nonostante la pioggerellina sempre in compagnia del suo ombrello e si fermò ad una tavola calda dove preparavano il suo piatto preferito: le lasagne.

 

Tornata in laboratorio si vantò di quanto aveva mangiato e ricominciarono a lavorare. Alle 17.30 staccarono i macchinari e scesero nella hall.

 «Ma era seria Dottoressa Momomiya? »

 «Certo Dottor Shirogane » prendendosi gioco di lui e facendo penzolare le chiavi della macchina.

Il receptionist li guardava ridendo sotto i baffi non bastava darsi del “lei” per celare la confidenza.

 «Mi permetta di dirle che ieri ho temuto di morire, forse è meglio che guidi io. »

 «Dovrei fargliela fare a piedi dopo questa affermazione, ma perderei il vantaggio »

Lui scattò e le tolse le chiavi dalle mani, sembravano due ragazzini che si rincorrevano per il parcheggio. Per fortuna non pioveva.

 

 «Ok, solo per questa volta! »  si era arresa.

 «Perché quante altre volte vuoi perdere? »

 «Fino a giovedì, domani devo passare dall’ufficio ma poi ci sono per il ritorno. »

 «Vedremo! »

 

Arrivati fuori l’hotel Ryou ringraziò per il passaggio e cedette il posto guida ad Ichigo che scavalcò da dentro l'auto.

 

 «Sono contento che non ti sia ammalata alla fine. » le disse dal fuori la macchina.

 

Non avevano ancora minimamente accennato alla situazione del giorno prima.

Ichigo finse un acciù e si mise a ridere.

 «Smettila, non scherzare. »

 «Ryou, grazie veramente per ieri, ma se ti puoi permettere una suite attico penso che potrai permetterti un ombrello. »

 «Che cosa sarebbe una suite attico? » se la rideva.

 «Quella camera immensa con quella vista stupenda. »

 «Certo certo. Dove abiti, nel ghetto? »

 «In realtà, lì. » E uscendo un braccio dal finestrino indicò un palazzo in lontananza di dieci isolati.

 «E allora non ti puoi lamentare. »

 «Sono appartamenti costosi, ma non sono attici. » disse compiaciuta.

 «Capisco » disse sorridendo.

 «Ci sono macchine che aspettano me e il parcheggiatore ci guarda male, meglio che vada. A domani.  »

 «A domani. »

 

Il Mercoledì passò con la stessa tenera atmosfera degli ultimi due giorni. Come aveva accennato Ichigo per pranzo dovette tornare in ufficio per far aggiornare a Loren l'agenda e per vedere come andava la presentazione del Modello2002. Aveva ceduto forzatamente il compito ma ne era comunque responsabile. Recepite le informazioni utili tornò al laboratorio.

Quel giorno riuscì a guidare lei e lui per tutto il tempo fingeva di avere infarti.

 

E poi arrivò Giovedì. Ichigo sembrava distratta, controllava ogni volta che poteva il telefono personale, si scusò con Ryou dicendo che una sua amica non stava bene.
Effettivamente stava messaggiando con Chiara: con Masaya già in viaggio di lavoro voleva costantemente controllarla perché le nausee erano peggiorate. Con questa scusa, Chiara la furba, faceva domande scomode all'amica.

 

-Quindi? Oggi andrete a mangiare fuori?-

-Chiara, sono a lavoro, non posso stare al telefono per discutere, ogni volta che ti rispondo devo cambiare i guanti, aggiornami solo se stai bene, ogni ora, comunque si, fra 10 minuti vado a cambiarmi * smile linguaccia * -

 

Lasciò il telefono accanto alla borsa dalla fretta.

 

Alla fine della mattinata, Ryou era pronto a pagare il suo debito.

 

Quando arrivarono davanti al ristorante scoprirono che era chiuso per le vacanze natalizie, girarono per un po' di isolati ma essendo una zona poco centrale non avevano gran scelta, quasi tutti erano in ferie.

 

 «Non mi arrendo! » disse ad alta voce lei.

 «E' chiuso anche quello dove hai mangiato le lasagne, mi sa che devi. »

 «No! Guarda li c'è un chiosco! »

E alla fine si accontentarono di un panino da strada, non potendosi sedere nelle panchine per la pioggia di un paio di ore prima, camminarono verso il laboratorio.

Notarono che una pasticceria era aperta e Ichigo che stava masticando ancora l'ultimo pezzo di panino si era piantata davanti alla vetrina.

 

 «Vuoi quello? » indicando un cupcake al cioccolato.

 «Tu ancora niente dolci? »

 «Molto raramente. » ripensò alla torta al caffè se si era auto regalato quando era stato di buon umore grazie a lei.

 «Allora si, lo voglio. »

Entrò da solo e le comprò il piccolo dolcetto, non voleva di certo rischiare di farle venire voglie.

Quando uscì con il pacchetto in mano, lei felice come una bambina, gli buttò le braccia intorno al collo ringraziandolo.

Accortasi subito del gesto troppo istintivo si allontanò, prese il pacchetto dalle sue mani e notò che era rimasto immobile.

 

Boom. Boom. Boom.

 «Scusa. » e addentò il primo morso cioccolattoso.

 «Tranquilla. »

 

Ignorando come sempre le loro sensazioni, tornano facendo finta di nulla al laboratorio.

 «Si! Funziona! » esclamò lei.

 «Aspetta controllo se le cellule sono ancora vive. » dopo qualche istante.  «Si, ti presento delle giovani e sane cellule cardiache appena uscite dalla tua macchina »

Ichigo si avvicinò al microscopio e notò la meraviglia della scienza.

 «Abbiamo ufficialmente finito! Tu sistema tutto, io mi cambio e andiamo. »

Ryou stava per confermare ma ricevette una chiamata di lavoro.

Doveva rimanere nei laboratori ai piani di sotto per altri piccoli studi che stavano facendo.

Non era per niente entusiasta ma doveva rinunciare a tornare a casa con lei e si salutarono.

 

Verso tarda sera riuscì a tornare al piano di sopra per finire di sistemare ma mentre stava pulendo si accorse che Ichigo si era dimenticata il cellulare personale sulla scrivania, proprio in quel momento si illuminò lo schermo, gli cadde l’occhio e lesse.

 

- Da Chiara G. : Allora? Sei sparita! Ti sei chiarita le idee alla fine?-

 

Stava parlando di lui? Non resistette a leggere il resto delle notifiche a comparsa.

 

- Da Chiara G. : Invece per l’altra questione, è più due settimane che non vi parlate-

- Da Chiara G. : Lo so che è stato inaspettato scoprire cosa provava veramente, ma prova a capirlo-

 

Ed ecco che arrivarono le risposte sul cambiamento di umore di Ichigo.

Cosa volevano dire per Ryou questa serie di messaggi? Ovviamente il peggio: Ichigo aveva litigato con Masaya, Masaya non aveva preso bene la gravidanza e Ichigo per vendicarsi cosa poteva fare se non legarsi alle persone che lui le aveva vietato di frequentare 10 anni fa. Era tutta una ripicca.  

 

Ryou era fuori di se. Si sentiva preso in giro. Non che si aspettasse che lei lasciasse Masaya per lui, ma questo andava oltre.

Era davvero diventata così falsa e subdola? Era stato il giocattolino perfetto per far tornare suo marito da lei?

 

Il mattino seguente gliel'avrebbe fatta pagare.

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Capitolo 16
*** Capitolo 15. Non lasciarmi andare via ***


Capitolo 15.  Non lasciarmi andare via

 

Dopo cena era rilassata sul divano, non vedeva l'ora di assistere il giorno dopo alla prima ecografia dell'amica.

 «Cavolo, Chiara! »

Andò a cercare il telefono in borsa, era stata così tanto presa da Ryou che si era dimenticata di tutto il resto, dopo un po' di ricerche, si rese conto di aver lasciato il telefono nel laboratorio.

 

Chiamò Chiara dal telefono aziendale e si scusò, dopo 20 minuti di chiamata mandò un messaggio a Ryou.

 

-Scusami se ti scrivo a quest'ora. Mi sono appena resa conto di aver lasciato il mio telefono li. Domani pomeriggio passo dal laboratorio a prenderlo lascialo anche all'entrata, grazie, buonanotte-

 

Ma non ricevette risposta.

 

Ryou passò la notte in bianco. Era così nervoso. Ignorò intenzionalmente il messaggio di Ichigo. E la mattina seguente non gli importava più di nulla riguardasse Ichigo.

Oltre al suo orgoglio, erano stati toccati i suoi sentimenti.

Alle 9 del mattino, quando era sicuro che gli uffici fossero aperti, chiamò lo studio di Ichigo di proposito per scoprire che tipo di commissione doveva svolgere.

 

 «Pronto, Loren, buongiorno, sono il Dottor Shirogane. »

 «Buongiorno, mi dica. »

 «So che la Dottoressa non sarebbe stata reperibile oggi, non voglio assolutamente essere invadente, ma ieri ha dimenticato il suo cellulare personale in laboratorio, so che lei tiene la sua agenda, dove posso trovarla per restituirglielo? »

 «Oh certamente, si figuri, ora controllo. »

Attese qualche secondo.

 «Allora alle 9.30 ha un appuntamento, aspetti che apro la nota... . Ecco “ prima ecografia di c.” allo studio privato MedicalPregancy. Che strano... ah e poi c'è scritto trovare abito per la cena di Natale. »

 «Grazie mille Loren. »

Non attese risposta e staccò il telefono.

 

Si sentiva meschino per quello che stava per fare. Aveva la prima ecografia, c'era anche il rischio che ci fosse Masaya ma, ripensandoci, si meritava la sua presenza.

 

Si preparò e uscì di casa. Controllò l'indirizzo dello studio medico e lo diede al tassista.

Arrivò li alle 9.35, l'avrebbe aspettata all'uscita.

 

Dopo 40 minuti la vide. Era con la sua amica e sembravano molto felici. Si avvicinò e lei lo vide.

 «Ryou cosa ci fai qui? »

 «A questo punto non mi interessa più se mi prendi per pazzo, puoi anche odiarmi. Spiegami cosa vuol dire! » e le mostrò il suo telefono con i messaggi ambigui di Chiara.

Lei capì che Ryou non era lucido ma non comprese il perché a lei non sembravo gravi quei messaggi.

 

 «Chiara aspettami in macchina, arrivo subito. » e le porse le chiavi.

Attesero che Chiara si fosse allontanata.

 «Cambio domanda, che cosa vuoi Ryou? E perché hai letto i miei messaggi? »

 «Tutto questo è un passatempo per te? Ti sembra che sia un'idiota? Non bevi vino, stai male di stomaco e la tua segretaria mi dice che sei in una clinica per fare un'ecografia. Io lo sapevo già ma per quanto ancora volevi mentirmi? L'insistere a passare del tempo con me, era tutta una vendetta personale? Avresti cominciato a giocare con me e poi con Keiichiro? Oppure era tutto un gioco per sfogare la tua infelicità?   »

 

Ichigo era senza parole. Davvero pensava che fosse lei quella incinta? Solo su quelle basi?

Era davvero delusa. La stava incolpando di una crudeltà peggiore di quella che lui anni fa aveva riservato a lei. Ma non si fece accecare da quel pensiero.

L'unica cosa che riuscì a fare fu strappargli il telefono dalle mani e poi prese coraggio a parlare.

 

 «Ryou non hai... »

Ma lui la interruppe.

 «Cosa? Ho nessun diritto? Mi fai schifo Ichigo. »

 

Mi fai schifo.

 

Crack.

 

Ancora una volta quel dolore. Non ebbe la forza di dirgli niente, non si meritava nessuna spiegazione.

 

 «Anche tu! » e corse via verso la macchina.

 

Partì spedita e percorsi alcuni isolati si accostò e cominciò a piangere a dirotto. La sua amica non sapeva cosa dire, urlavano così forte che aveva sentito tutto comunque. Cercò di consolarla con un abbraccio.

 

 «Su, piccola Ichi, è tutto un malinteso, domani con calma ne parlerete e si chiarirà tutto. »

 «Mi odia ancora Chiara, non è cambiato nulla! »

 «Ora sei solo sopraffatta. »

 «Ti prego, non lo dire a Lucas! »

 

 Chiara si assicurò di aver lasciato l'amica a casa, sana e salva. Aveva insistito per farle compagnia ma Ichigo le aveva già chiamato il taxi per tornare a casa.

 

 «Chiara, voglio stare da sola. »

 

Ormai erano diventati più i giorni di digiuno che quelli in cui riusciva a fare un pasto completo.

Continuava a piangere. Come poteva accusarla di giocare? Non riusciva ad accettare che lui la reputasse una simile persona.

Prese una bottiglia di vino rosso dalla sua collezione e ne bevve metà.

In un momento di annebbiamento mentale, prese coraggio, portò con se il resto della bottiglia, la mise in borsa e uscì di casa, a piedi.

 

 «So dove abiti Shirogane. »

 

Arrivò alla hall dell'albergo brilla ma non del tutto ubriaca e seppe fingere abbastanza bene. A quanto pare i dipendenti dell'hotel l'avevano riconosciuta e non la fermarono.

Entrò nell'ascensore e sorseggiò dell'altro vino.

 

“Cosa stai combinando Ichigo?”

 

Arrivò davanti alla porta della sua camera e guardò la bottiglia.

 

“Meglio finirla tutta”

 

Altri due bei sorsi ed ora era completamente ubriaca.

 

Cominciò a bussare all'impazzata.

 

Ryou si era sfogato ma questo non lo aveva fatto sentire meglio. L'aveva comunque umiliata, aveva scoperto il suo gioco, il suo scheletro nell'armadio era saltato fuori.

Neanche il bourbon riusciva a placare la sua agitazione mista a senso di colpa.

Verso le 22 spense il telefono, non voleva parlare con Keiichiro, avrebbe dovuto spiegare tutto dall'inizio.

 

Stava per andarsene a letto quando sentì bussare con prepotenza.

 

 «Ma chi diavolo è? »

 

Aprì la porta e si trovò davanti Ichigo.

 

Lei non attese di essere invitata ed entrò. Lui per non dare spettacolo chiuse immediatamente la porta.

 

 «Ci voleva così tanto ad aprire? »

 «Perché sei qui? » non le sembrava molto sana però.

 «Perché sei un'idiota! »

Notò che aveva una bottiglia di vino in mano, vuota.

 «Ma sei ubriaca? »

 «Si e allora? Hai detto che non bevevo vino e io l’ho fatto, ma a te che importa? Tanto ti faccio schifo no? »

 

Ryou pensò subito alla gravidanza.

 

 «Ma ti sembra normale ridurti così nella tua condizione? Dio Santo Ichigo non puoi pensare solo a te stessa anche in questo momento! »

 

Lei si avvicinò.

 «Sei un'idiota perché io non sono incinta! » e cominciò a ridere nervosamente.

 «E' successo qualcosa? »

Ryou pensò al peggio: e se le fosse capitato qualcosa per lo stress che le aveva causato?

 

 «Si, la mia migliore amica C-H-I-A-R-A è incinta! Non io. Sei un'idiota! »

lei cominciò a piangere e prenderlo a pugni sul petto ripetendo la parola idiota.

 

 «Ichigo, Ichigo fermati. Non sei incinta? »

Ryou si sentì veramente un idiota ma con il cuore più leggero.

 «Te l'ho detto! Mi ha fatto male il sushi, non mangiavo da tre giorni e quella volta mi sono abbuffata troppo. Perché non mi prendi mai sul serio Shirogane? » e le cedettero le gambe.

 

Ryou l’afferrò in tempo e la mise sul divano e andò a prendere del ghiaccio e andò a preparare un caffè amaro.

 «Devi riprenderti. Bevi. »

 «Che fai? Ti prendi cura di me o ci hai messo del veleno? »

Quel ghiaccio la rese leggermente più lucida, ma il caffè diede il colpo di grazia.

Ryou lo aveva previsto e la portò immediatamente in bagno.

 «Ma quanto ne hai bevuto? »

 «Una bottiglia, non hai visto che era vuota? »

 «Sei un disastro. »

La lasciò sfogare in bagno e la privacy per ripulirsi.

Ichigo era passata da livello 10pro a un buon livello 5 di alcool in circolo. Era decisamente ancora molto brilla e su di giri.

 

Uscì dal bagno e lo raggiunse in soggiorno.

 «Quindi mi credi? » aveva gli occhi gonfi di lacrime.

Lui si avvicinò ed asciugò una lacrima sfuggita sul suo volto e a lei partì un brivido non appena la sfiorò.

 «Si ti credo, ma ora ti chiamo un taxi e torni a casa a dormire. »

 «Perché mi odi così tanto? »

Ryou non se l'aspettava. Pensava che ormai fosse chiaro che quella reazione fosse dovuta al fatto che non la odiasse per niente, anzi aveva paura che lei avesse compreso i suoi veri sentimenti.

 «Ichigo io non ti odio. »

 «E allora non lasciarmi andare via. »

 

Boom.

 

Tutta la razionalità, l’etica e l'auto controllo di Ryou svanirono, era stata una giornata piena di troppe emozioni contrastanti. Lei lo stava pregando con tutto il corpo di non lasciarla tornare a casa, ma non c’erano mezze misure, se non voleva andare via doveva essere sua, e la baciò.

Sembrava che Ichigo non aspettasse altro perché ricambiò quel bacio con smania.

Non erano baci innocenti o timidi, non c’era più imbarazzo tra loro.

Lei cominciò stringergli i capelli tra le dita e lui la tirò più vicina a sé.

Si staccarono per un attimo per uno sguardo. Era questo il momento.

Se lei se ne fosse pentita era questo il momento per ripensarci, ancora poteva perdonarla pensò, ma questa volta fu proprio lei ad avvicinarsi e appropriarsi di quelle bramate labbra. Lui, avendo il suo pieno consenso, la sollevò dalle gambe e la portò nella sua camera da letto.

 

 

Senza mai staccarsi da lei, la poggiò sul letto. Ripresero fiato per un attimo e lui le sfilò il pantalone della tuta insieme all’intimo. Lei lo tirò a sé e gli tolse la maglietta accarezzando quel corpo perfetto.

Entrambi erano completamente abbandonati ai propri istinti.

Lei ora era sopra di lui, inebriata dal suo profumo. Tolsero gli ultimi indumenti che impedivano alla loro pelle di diventare la stessa cosa.

Baci e ancora baci, sul collo, in viso e ancora le labbra.

Tutto quel desiderio represso era li pronto a scoppiare, pronto a diventare realtà.

Le accarezzò leggermente la schiena, percorrendo tutta la linea delle vertebre che istintivamente si inarcò mentre Ichigo provava un brivido di piacere.

Lui che ormai non le lasciava modo di allontanarsi, non che ci fosse questo rischio, era sopra di lei.

Mentre le accarezzava le gambe notò il tatuaggio nell’interno coscia lasciato dalla vecchia  trasformazione in Mew Berry e la fissò con nostalgia. Ichigo se ne accorse e lo tirò nuovamente contro di lei afferrando con le unghie la sua schiena e con le gambe gli bloccò i fianchi, gemettero insieme perché, finalmente, lui era suo e lei era sua.

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16. La festa di Natale ***


Capitolo 16. La festa di Natale

 

La mattina seguente Ichigo si svegliò con un mal di testa pulsante. Non ricordava nulla con chiarezza, cercò di fare mente locale: ricordava di aver iniziato a bere, di essere uscita di casa e …

“Ryou!”

Tutto le tornò in mente. Chiaro. Aprì gli occhi e lo trovò li accanto a lei. Ichigo sorrise, era colma di felicità. Guardava il suo viso rilassato, dormiva come un sasso. Cominciò a pensare alla notte passata, alla mano di Ryou sui suoi fianchi e ai baci dolci ma decisi.

Si alzò, andò a raccogliere i suoi vestiti sparsi per la stanza per potersi rivestire e chiamò il servizio in camera per la colazione.

Nel frattempo sistemò il disastro che aveva lasciato con un po’ di vergogna ma le passò subito pensando a quello che aveva portato del gesto sconsiderato.

Sprizzava felicità da tutti i pori. Aveva ottenuto più di quello che sperava; non solo era riuscita a fargli cambiare considerazione di sé, facendogli dimenticare la vecchia Ichigo che odiava ma forse c’era una speranza per loro.

 

Non appena arrivò il cameriere Ichigo andò a cercare tra le cose di Ryou per trovare la chiave magnetica della camera che serviva a caricare il pasto sul conto.

Mentre cercava le cadde l’occhio sul suo telefono.

“Occhio per occhio”

Aveva 5 chiamate perse da Greta. E un messaggio

 

- Da Greta F. Ho provato a cercarti, perché non rispondi?.-

 

A Ichigo cadde la card dalle mani, chiese scusa al cameriere e fece portare tutto indietro.

 

“Allora stanno così le cose? Io sono l’amante. Avevo ragione! Una semplice segretaria non ha questa confidenza.”

 

Controllò che Ryou non si fosse svegliato e controvoglia scrisse un biglietto per mettere in chiaro le cose in vista della festa.

 

-Non posso farlo. -

 

Semplice e conciso, per lei era ben chiaro che si riferisse al fare l’amante, anche volendo non riusciva a scrivere altro. Andò via con il cuore di nuovo in pezzi.

 

Ryou si svegliò di colpo sentendo un rumore. Guardò accanto a sé e ogni traccia di Ichigo era sparita.

 

Aveva una brutta sensazione. Si guardò intorno e notò la chiave della camera per terra, la raccolse e notò sul tavolino un biglietto.

 

Era tornato alla vita reale, Ichigo chiaramente era scappata per i sensi di colpa. Era una donna sposata e lui si era illuso che quello successo tra di loro non fosse dettato solo dall’alcool.

Era nuovamente in pezzi. Lo capiva, o cercava di farlo, ma il dolore, provocato dalla vana speranza di essere finalmente riuscito ad averla, era troppo.

Pretendeva che lei lasciasse Masaya? Si, era proprio questo che voleva senza troppi giri di parole. Era arrabbiato, non con lei come il giorno prima, ma con se stesso per averle concesso di ridurlo in quel modo.

Doveva farsi forza, perché quella sera li avrebbe visti insieme.

 

Si incontrò con Keiichiro che non vedeva da giorni e con Rey che era appena arrivata, entrambi erano preoccupati perché non avevano vere notizie di Ryou da giorni.

 «Ha provato anche a contattarti Greta. Si è preoccupata perché non hai aggiornato dei documenti per due giorni di fila e mi ha scritto. »

 «Greta si dimentica di essere solo la mia segretaria. Comunque si, ho visto le chiamate stamattina, ho già risolto. »

 «E’ anche tua amica, lo sai. Fossi stata in lei 10 anni fa non avrei accettato le tue scuse. Ma a parte gli scherzi si può sapere che diavolo è successo in questi giorni? »

Capendo di dover dare qualche spiegazione gli raccontò solo in parte la verità.

Non gli parlò della sfuriata per l’ecografia, gli disse solo che aveva scoperto per puro caso che non era lei quella incinta e di certo non gli rivelò della notte passata insieme.

Keiichiro era sicuro non fosse tutta la verità ma lasciò correre e girarono per negozi tutto il pomeriggio per prepararsi alla festa.

 

Anche Ichigo avrebbe dovuto trovare qualcosa da mettersi, doveva andare il giorno prima, ma dopo quello che era successo alla clinica era l’ultima delle sue preoccupazioni quel giorno.

 

Si promise di non farsi sopraffare e di mantenere una certa integrità durante la festa e in generale per i giorni a venire, quello che era successo la notte trascorsa l’avrebbe conservato nel suo cuore senza rimorsi, senza rancore.

Così, armata di forza di volontà, andò diretta la suo negozio di abiti preferito che di certo l’avrebbe distratta.

 

Ichigo doveva arrivare al locale prima degli ospiti quindi alle 19.00 era a casa di Chiara e Masaya ad aspettarlo ma Chiara non stava bene.

 

 «Ichigo, io non me la sento di lasciarla da sola … »

 «Tesoro tranquillo è solo un po’ di febbre »

Chiara era l’unica a sapere quello che era successo tra Ryou e Ichigo, sapeva che aveva bisogno di un supporto di un amico.

 «No Chiara, Masaya ha ragione. Vi prometto che starò bene, sarò così impegnata con i convenevoli che Natale arriverà in un baleno! »

 

E così fece.

 

Puntuale come un orologio svizzero, alle 20.00, Ryou varcò le porte della sala ricevimento insieme ai due amici.

La voleva trovare tra gli invitati facendo finta di cercare il suo posto,ma non riusciva a vederla.

 

Ichigo era in cucina per controllare che tutto fosse in ordine.

 «Dottoressa è troppo elegante per stare qui, rischierà di sporcarsi il vestito. » disse il capocuoco.

 «Si, vedo che avete tutto sotto controllo, vado dagli ospiti, il Presidente sarà arrivato. »

 

Rientrò in sala e vide che il tavolo di Ryou era occupato. Lui non l’aveva vista perché le dava le spalle ma qualcun altro poteva vedere per lei. Vide Keiichiro dire qualcosa a Ryou, lui si mosse come per girarsi ma alla fine non lo fece.

 

 «Dottoressa, questa sera è incantevole! » il Presidente interruppe i suoi pensieri.

 «Buonasera Presidente, anche lei è molto elegante. Ho controllato i camerieri e la cucina, siamo pronti per procedere. »

 «Perfetto come sempre, ma Dottoressa, lasci fare queste cose ai segretari, li paghiamo per questo. Si rilassi e si goda la festa! Poi parleremo anche con il Dottor Shirogane così potrete aggiornarmi. »

 «Certamente. Grazie, a dopo Presidente. »

E raggiunse il suo tavolo, aveva già fatto rimuovere il coperto in più di Masaya e si era messa a parlare con Loren ed alcuni responsabili del suo reparto con i rispettivi consorti.

 «Sei sicuro di non volerla salutare? » chiese Rey a Ryou.

 «Non mi sembra il caso. »

 «Guarda che non c’è. » disse Keiichiro.

 «Chi? »

 «Masaya, non lo vedo e lei è seduta ad un tavolo tutto occupato. »

 «Non so che dirti. »

 

Anche se quella notizia gli procurava non poco piacere, il messaggio di Ichigo era stato chiaro. Probabilmente avevano discusso perché aveva passato la notte fuori, ma le sue intenzioni erano quelle di tornare da lui.

 

Tra una portata e l’altra i vari ospiti venivano salutati a turno dall’Amministratrice Delegata, dal Presidente e dai vada Capi reparto, tra cui Ichigo, che aveva volontariamente evitato Ryou.

“Ho così tanta voglia di salutare Keiichiro e Rey, ma sono sempre insieme a lui e inoltre anche volendo non mi sto fermando un attimo.”

 

 Ryou aveva evitato di proposito di guardarla, sapeva che se avesse incrociato il suo sguardo avrebbe perso lucidità.

 

La cena finì, si attendeva il dolce prima della mezzanotte dove l’azienda aveva preparato dei pensieri di Natale da consegnare ai dipendenti e ai clienti.

 

Ichigo vide Keiichiro e la moglie finalmente da soli e si avvicinò.

 «Ciao »

I due l’accolsero con gioia. Keiichiro l’abbracciò forte, ma si ricompose subito perché erano ospiti di Ryou e nessuno sapeva che si conoscevano da tempo.

Nessuno di loro ebbe il coraggio di nominare né il passato né la situazione con Ryou.

Vedendo il pancione di Rey lo usò come argomento principale. Era così bello parlare di nuovo con Keiichiro, lui rappresentava sempre il buon umore e la bontà, come fosse un secondo padre, proprio per questo all’epoca si sentiva tradita molto anche da lui.

 

Il Presidente stava parlando con Ryou sulla veranda riservata alla zona fumatori, stava cercando di convincerlo a fumarsi un sigaro con lui ma Ryou cortesemente rifiutò. L’aria pizzicava ma grazie ai funghi riscaldanti il freddo non infastidiva.

Il Presidente continuava a parlare ma nel vedere passare vicino al balcone Ichigo, la fermò.

 «Dottoressa eccola! E’ sfuggente e bellissima questa sera ma già gliel'avevo detto. »

 «Eccomi Presidente, grazie ancora. » si voltò verso Ryou.  «Dottor Shirogane … »

 «Buonasera. » disse senza neanche guardarla.

 «Allora come procede nei laboratori? »

 

Ryou descrisse alla perfezione i risultati ottenuti, privi di complimenti e di elogi, semplici e pure descrizioni.

 «Sono molto contento! Vi siete trovati bene a lavorare insieme se avete ottenuto così in fretta questo risultato. Ne sono proprio felice, anche se non avevo dubbi. Ora la lascio tornare ai suoi amici Dottore. » Ryou stava ringraziando il Presidente per dileguarsi ma lui continuò a parlare.

 « Dottoressa invece lei stranamente quest’anno è da sola quindi torni a divertirsi. »

E fu allora che si voltò a guardarla.

 

Boom. Boom.

 

Solitamente la trovava bellissima, ma quella sera era indescrivibile, probabilmente dovuto al fatto che quelle forme messe in risalto dal vestito lui le aveva avute per sé 24 ore prima.

Indossava un abito rosso fuoco mono-spalla che scendeva morbida, il resto dell’abito proseguiva stretto lungo il busto, a livello dei fianchi era ancora aderente, ma aveva delle trasparenze, per poi aprirsi all’altezza di metà coscia con un leggero strascico. I capelli erano raccolti lasciando scoperto il collo. Quella visione provocò un brivido a Ryou. Voleva ancora baciarlo.

 

Ichigo lasciò passare il Presidente e per 5 secondi rimase immobile, il tempo di riprendersi dall’ansia, respirare aria fresca e bere un sorso di vino dal calice pieno che aveva in mano. Stava per tornare al suo tavolo ma sentì sussurrare Ryou.

 

 «Si fida proprio di te per lasciarti sola. »

 «Che vuoi dire? Perché Masaya non dovrebbe fidarsi? »

 

No. Fare finta di niente quando erano li da soli Ryou non lo accettava proprio.

 

 «Perché? Perché fino a 24 ore fa sei venuta a letto con me, il giorno dopo sparisci perché ti senti in colpa per l’amore della tua vita che ti aspetta a casa e pensi di far finta di nulla? Come se fossi uno dei tanti cretini? »

 

“Cosa, l’amore della mia vita?Ma con quale coraggio viene a dire a me che è lui uno dei tanti?Tanti? Ma che tipo di persona crede che sia?!”

 

 «Davvero Ryou? Ancora con questi film mentali? Sono stanca di stare dietro alle tue paranoie! E prima sono incinta e ora mi sento in colpa per un motivo che ti sei creato da solo e poi con quale diritto tu accusi me di tradire qualcuno? Con quale diritto accusi me di fare finta di niente quando mi avete mentito per più di un anno tu e tutti gli altri prima che andassi a Londra. Questa volta non te la meriti una spiegazione neanche con tutto il vino del mondo in circolo. Anzi tieni, bevitelo tu e fatti un esame di coscienza per Greta. E non ti azzardare ad inventare altre scuse, non sei molto bravo. Buon Natale. »

 

Lasciò il bicchiere sul muretto della veranda e andò via dalla festa senza salutare nessuno.

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 17. Perdono e vendetta ***


 Capitolo 17. Perdono e vendetta

Keiichiro e Rey osservarono tutta la scena da dentro la sala, pur non sentendo le parole avevano capito che stavano discutendo. Non appena videro Ichigo alterarsi, Keiichiro si avvicinò arrivando proprio nel momento in cui lei aveva girato i tacchi.

 «Ma che è successo? »

 «Io, io non lo so. »

 «Ryou svegliati, che vuol dire non lo sai? Perché non le stai correndo dietro? »

 «Perché sono un vero idiota e l’ho accusata di aver tradito Masaya, ma ora non ne sono tanto sicuro. »

 «E come avrebbe tradito Masaya? »

 «Venendo a letto con me. »

Keiichiro era senza parole, ecco cosa stava nascondendo.

 «Ok. Stanno già servendo la torta, rimaniamo per mezz’ora e poi andiamo a casa e mi spieghi tutto. »

 

Ichigo non sapeva dove andare, non si preoccupava per il lavoro, bastava dire che non era stata bene. 
Non voleva stare da sola, anche se ormai era mezzanotte e girovagava con la macchina da 20 minuti, pensò che comunque era Natale, forse Chiara e Masaya erano ancora svegli. 
Scrisse un messaggio a Masaya per sapere se Chiara si era ripresa. Lui rispose quasi subito dicendo che la febbre era scesa e che stavano festeggiando così si presentò lì.
Peccato che a festeggiare con loro c’era anche Lucas che quando la vide in quelle condizioni capì che la colpa era di Ryou.

 «Ti avevo avvertita, io gli spacco la faccia! Che cosa ti ha fatto? »

Chiara intervenne.

 «Lucas calmati, se è successo qualcosa sono affari loro, noi possiamo solo starle accanto. »

 «Successo qualcosa? Tu cosa sai? » poi si rivolse ad Ichigo.  «Ci sei andata a letto vero? E' evidente! »

 «Lucas ti prego non voglio parlarne! » Ichigo singhiozzava.

 «Dov’è adesso? » chiese Lucas.

 «Lucas basta! » gridò Masaya.

 «No, non basta. È così che le fate da amici? Facendola andare a letto con il primo stronzo che passa? »

 «Lucas, non è colpa sua e nessuno può decidere cosa posso fare.  » sospirò Ichigo anche se non lo pensava, voleva solo calmarlo.

Lui la guardò.

 «E perché sei ridotta così? »

 «Perché ci sono andata a letto sapendo che sta con un’altra! E mi odio, perché lo rifarei.  »

 

Lucas se ne andò sbattendo la porta, doveva trovare un posto dove sbollire, si era promesso di starne fuori ma come poteva?

 

Ichigo raccontò tutti ai suoi amici.

 «Cosa? Pensava che io e te stessimo insieme? »

 «Beh, effettivamente nessuno li aveva avvertiti... » dedusse Chiara.

 «In che senso? » dissero all'unisono Ichigo e Masaya.

 «Voi siete dentro la storia e non ve ne siete resi conto, io che sto vivendo tutto da esterna vedo solamente che tu hai lasciato Masaya ma non hai avuto modo di parlare con loro e poi quando ti incontrano dopo tutto questo tempo Masaya è ancora nella tua vita, l'avrei sospettato anche io! »

 «Ma io quando vidi Ryou gli dissi chiaramente che ero qui con mia moglie …  »

 «E io non porto la fede! »

 «Ragazzi non voglio giustificarlo, in ogni caso ha tradito la sua presunta ragazza ma non lo metto sulla ghigliottina. » concluse Chiara.

 «Presunta? Comunque voi due siete fatti proprio per stare insieme, siete troppo comprensivi. »

 «Li hai visti insieme 10 anni fa, ma anche tu sei stata con Lucas e poi siete diventati amici. Dico solo che forse vi siete lasciati trascinare dal rancore e dal pregiudizio di una volta. Tu ti aspetti sempre di essere tradita Ichigo. » Il ragionamento di Chiara filava.

 

“Veramente potrei essermi sbagliata? Allora ...allora sono un'ipocrita”

 «Va bene, ci proverò a non pensare al peggio, domani andrò a parlargli, non ho più niente da perdere. Grazie di tutto. Io vi lascio riposare. E … prendetevi cura di Lucas »

Lucas stava girovagando a piedi per la città, si rese conto di essere arrivato sotto casa di Ichigo, fissò il palazzo e continuò a camminare. Qualche isolato dopo notò un maestoso hotel, illuminava la città meglio dei lampioni e poi notò qualcuno di familiare. Il sangue cominciò a ribollire.

Ryou era esausto e stava rientrando a casa. Aveva raccontato tutto ai suoi amici. Keiichiro si sentiva leggermente in colpa per avergli messo la pulce nell'orecchio della gravidanza. Ma c'erano altre cose che non tornavano ma non riuscivano a rispondere alla domanda che lo tormentava: su che cosa avevano mentito 10 anni fa? Le parole di Ichigo continuavano a rimbombargli nella testa: con quale diritto accusi me di fare finta di niente quando mi avete mentito per più di un anno tu e tutti gli altri prima che andassi a Londra...

“Su cosa diavolo avevamo mentito?E come faceva a sapere di quello che era successo con Greta?”

Ryou non se ne capacitava. Greta era veramente quella ragazza conosciuta nel bar, ma lei come lo sapeva? Dopo l'addio di Ichigo, Ryou ricominciò a disintossicarsi dalla routine poco sana che aveva assunto. Per Sara e le altre ragazze non aveva avuto sensi di colpa, quelle ragazze cercavano veramente quello che Ryou gli aveva dato. Greta era stata invece usata e basta, senza neanche la dignità di sapere il suo nome, quindi Ryou tornò al locale, le chiese scusa e voleva trovare un modo per farsi perdonare. Lei aveva accettato le sue scuse e la cosa era finita lì. Un mese dopo il locale era fallito e tutte le dipendenti erano rimaste senza lavoro. Visto che le Mew Mew ormai avevano scelto le loro strade effettivamente al Café serviva del nuovo personale e così Greta tornò nella sua vita, diventarono amici, non ci fu mai più niente tra di loro, lui e Keiichiro la promossero nel giro di due anni grazie alle sue capacità organizzative come responsabile della sala e quando Ryou aprì la sua azienda le propose di farle da segretaria perché era veramente competente. Ma Greta ormai aveva la sua vita e si sarebbe dovuta sposare l'estate successiva.

Mentre era ancora immerso nei suoi pensieri, scese dal taxi e andò verso l'ingresso dell'albergo ma fu interrotto dall'ultima persona che si immaginava di trovare li. Lucas.

 «Sei contento ora che te la sei portata a letto? »

Ryou cercava di mantenere la calma, capiva perfettamente che quel ragazzo era accecato di gelosia. Ma Lucas si avvicinava con un atteggiamento abbastanza minaccioso.

 «Lucas, va a casa. » Si girò e gli diede le spalle continuando a camminare verso l'entrata.

 «Pensi di farmi fare quello che vuoi con quell'aria di superiorità? » disse avvicinandosi ancora a lui.

La sicurezza dell'albergo stava per intervenire ma Ryou li fermo con un gesto e girò a guardarlo.

 «Lucas questo non è il modo e il luogo, non è come pensi.  »

 «E sai cosa me ne frega di dire a tutti quanto sei miserabile Shirogane. »

Ryou non rispondeva.

 «Tu non l'hai vista in che condizioni era stasera e nonostante quello che le hai fatto ancora ti difendeva! »

 «Sta bene? » ora Lucas aveva la sua attenzione a Ryou non interessava altro che di Ichigo.

 «Vuoi sapere se sarà in grado di perdonarti di nuovo? Magari ci ricavi un'altra scopata no? »

 «Lucas non parlarmi così non te lo ripeterò più, calmati, non sai quel che dici. Inoltre, stai mancando di rispetto anche a lei dicendo così. »

 «Tu parli di rispetto? Ma sai a quante cose ha rinunciato lei per te? »

Ryou non capiva era confuso e non sapeva a cosa di riferisse.

 «Te lo dico io. A tutto. Alla sua vita a Londra, al futuro che aveva scelto, alla persona che aveva scelto. Ha rinunciato all'essere se stessa. Ha rinunciato a me, perché ancora dopo 5 anni era innamorata di te. Secondo te perché è tornata il giorno del tuo compleanno? Per chi? E tu l'hai usata come un passatempo, ecco il tuo rispetto. »

 

Non riusciva a credere alle sue orecchie.

“Ichigo mi amava? Era tornata per me?”

Doveva andare da lei, doveva raggiungerla. Doveva dirle cosa provava, cosa aveva sempre provato per lei.

Si allontanò da Lucas per raggiungere Ichigo a casa, non conosceva l'appartamento ma ricordava il palazzo. A costo di suonare ad ogni porta l'avrebbe trovata.

 

Lucas questo gesto però non lo prese bene, mentre lo guardava allontanarsi la sua ira si amplificava.

 «Dove pensi di andare? » lo raggiunse.

Ma Ryou lo ignorava.

 «Rispondimi! » lo afferrò per un braccio e Ryou di riflesso gli diede una gomitata.

Lucas tossì.

 «Pensi di andare da lei? Non te lo permetterò! »

Ryou si era stancato e Lucas continuava ad afferrarlo così cercò di dargli un colpo ma erano anni che non lottava più, non aveva la stessa agilità di un tempo, al contrario di Lucas che era abituato alle risse al locale.

Fermò il pugno, lo bloccò e di risposta gli diede un calcio dritto nello stomaco.

A Ryou uscì sangue dalla bocca, il colpo era stato forte, ma Lucas non si voleva fermare e completò tutto con un pugno dritto in faccia.

Le guardie vedendo questa scena chiamarono la polizia che arrivò nel giro di 10 minuti ma ormai Ryou era a terra mentre Lucas riempiva di calci il corpo svenuto di Ryou.

Lucas venne arrestato e Ryou portato immediatamente in ospedale.

 

Ichigo arrivata a casa si guardò allo specchio.

“Ci credo che erano preoccupati, sono un mostro!”

Si tolse il vestito e andò dritta a farsi la doccia. Quando entrò in camera sua fissò il letto, era come l'aveva lasciato due giorni prima. Le sembrava troppo grande ora per lei.

“Chissà cosa starà facendo ora...”

Ancora con la tovaglia addosso si affacciò dalla finestra per guardare l'imponente hotel di Ryou. Guardò verso l'ultimo piano, ma le luci della sua camera, anche da lontano, si capiva che erano spente. Diede uno sguardo a tutto il panorama e si accorse di due volanti della polizia che scortavano un ambulanza.

“Oddio chissà cosa è successo, poverini. Meglio che mi prepari per dormire.”

Guardò le bottiglie di vino che teneva nella cantinetta in legno ma decise di evitare.

 «Ho bevuto abbastanza ieri direi. »

Mentre era sotto quelle fredde coperte pensava alle parole di Chiara, dopotutto non aveva torto. Era convinta di dovergli parlare e chiarire.

“Domani è Natale. Sarà con Keiichiro e Rey, non mi sembra il caso di parlare per telefono o turbarlo, non è comunque detto che Chiara non si sbagli. Due giorni. Tra due giorni lo cercherò, sarà sicuramente al laboratorio o in hotel.”

E cullandosi con questo pensiero si addormentò.

 

Keiichiro e Rey stavano quasi per addormentarsi quando ricevettero la notizia del ricovero di Ryou. Keiichiro era il suo contatto di emergenza quindi ricevette la chiamata direttamente dall'ospedale, corsero a prendere un taxi per raggiungerlo e non appena arrivati chiesero subito notizie.

 «E' al quarto piano, chirurgia d'urgenza. »

Arrivando al piano l'infermiera insisteva che non poteva dare informazioni se non ai parenti.

 «Ma è assurdo! Fino alla maggiore età sono stato il suo tutore legale! »

 «Signore io le credo ma senza i documenti chiunque potrebbe dirlo. »

Keiichiro chiamò Greta, era l'unica che aveva la copia del Cafè.

 «Greta, scusami per l'ora. E' urgente, riesci ad andare al Cafè? Devi inviarmi un documento è importante. »

Le spiegò la situazione e Greta corse a cercare l'attestato seguendo le indicazioni di Keiichiro.

Attesero per un'ora ma poi finalmente l'email arrivò.

La fecero vedere all'infermiera che finalmente sputò il rospo.

 «E' in sala operatoria, dopo la TAC è emerso un ematoma addominale e alcune contusioni. La milza sembra essere intatta, è stato fortunato. »

 «Quindi è fuori pericolo? Ma come è successo? »

 «Se non insorgono complicazioni non dovrebbe essere in pericolo di vita, quindi si. Quanto al come, la polizia ci ha parlato solo di aggressione, so che l'hanno arrestato. »

 

Dopo altre 4 ore di attesa riuscirono a vederlo. Era ancora addormentato per l'anestesia, aveva lividi in viso e il labbro spaccato.

 «Come l'hanno ridotto …  » Rey piangeva.

 «Tranquilla, il peggio è passato, i graffi guariscono. Ora devi tornare a casa, nelle tue condizioni non puoi rimanere qui. »

Keiichiro con calma sbrigò delle pratiche per trasferirlo l'indomani in una stanza privata dell'ospedale, chiarì inoltre che data la sua notorietà era vietato divulgare informazioni e farle finire ai media. Passò la notte in bianco accanto all'amico che si svegliò alle 6 del mattino seguente.

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Capitolo 19
*** Capitolo 18. L'unica persona da amare ***


Capitolo 18. L’unica persona da amare

 

La mattina di Natale Ichigo si svegliò tardissimo, tutto lo stress accumulato quei giorni l’aveva messa proprio K.O.
Cominciò la sua routine solita fare nei giorni di riposo: caffè, ascoltare musica, cucinare, rilassarsi davanti alla TV.
Nel pomeriggio passò a casa di Masaya per portare i regali che aveva acquistato online un mese prima. Non riusciva a trovare parcheggio e dovette accontentarsi di qualche isolato più avanti.
Mentre percorreva il marciapiede assaporava la tranquillità e la gioia delle strade. Era tutto decorato, mancava solo il tocco della neve che non avrebbe tardato ad arrivare, i negozi chiusi e il silenzio.

Poco più avanti notò un’insegna accesa. L’unico negozio aperto di tutta la città pensò Ichigo.

Entrò per curiosità.

«Buonasera …»

«Buon Natale Signorina!» disse un signore sulla settantina, molto buffo e cordiale.

 «Grazie, anche a lei, ma come mai siete aperti? »

 «Apro ogni anno, è una tradizione che mi ha tramandato mia nonna per chi, con questa vita movimentata, ha bisogno di un pensiero speciale dell’ultimo minuto. »

 «E non le dispiace non stare in famiglia? »

 «Eh Signorina, la mia famiglia era mia moglie che ormai non c’è più e non ho avuto figli. Sono loro la mia famiglia! » disse indicando tutti gli scaffali.

 «Mi dispiace tanto. »

 «Ma non si deve preoccupare, invece, le serviva qualcosa o i pacchi che ha in quella busta sono per tutte le persone che ama? »

 

“Tutte le persone che amo? Dovrei comprare qualcosa a Ryou? Ma cosa? Lui ha tutto.”

 

 «Credo di avere tutto, ma darò un’occhiata lo stesso. »

 

Ichigo girava per gli scaffali del negozio, aveva di tutto; dai giocattoli alla bigiotteria, oggettistica per la casa ai peluche.

 

“Cosa potrebbe piacergli?Sempre ammesso che lo accetti un regalo da me, magari lo potrei mettere in imbarazzo o infastidirlo”

 

Cominciò a cercare ma nulla la colpiva particolarmente. Ryou non cucinava, non aveva un hobby se non la tecnologia che si creava da solo … era proprio in difficoltà.

Poi notò un carillon, aveva un meccanismo semplice ma invece della tipica ballerina c’erano due gattini: uno grigio e uno nero teneramente vicini. Sembravano proprio loro due durante le loro trasformazioni.

“Oddio tutte le volte che mi baciava per farmi il dispetto e trasformarmi, quanto mi stava antipatico quando lo faceva. Ora vorrei lo facesse.”

Girò la manopola e partì una splendida melodia.

Ad Ichigo venne da ridere per i pensieri che stava facendo e si avvicinò il proprietario.

 «Trovato un’altra persona da amare Signorina? »

 « No, l’unica. »

Comprò il carillon e si stupì della bella e perfetta confezione regalo, ora poteva raggiungere gli amici.

 

Rey era tornata in ospedale, Ryou si era svegliato e voleva stargli accanto.
Avevano già fatto il trasferimento nella camera privata, Keiichiro si premurò di avere le migliori cure per il suo migliore amico.

 «Ragazzi, sono solo un po’ ammaccato. Va tutto bene. »

 «Non parlare, non ti sforzare! » disse Keiichiro.

 «Se vuoi non respiro neanche » sdrammatizzò Ryou.

 «Tu e il suo sarcasmo! Davvero non ricordi chi sia stato? »

 «No, ho il vuoto totale. Te l’ho detto. »

 «Keiichiro, sarà stato lo spavento. Vedrai che domani avrà tutto più chiaro, ha ancora la testa fasciata. » disse Rey, premurosa come sempre.

 «Pomeriggio vado in centrale e lo scoprirò tanto. Invece volevo chiederti … vuoi che avverta Ichigo anche dopo quello che è successo? »

 «Intendo dopo che l’ho umiliata davanti alla clinica? No, non credo sia il caso. »

Keiichiro e Rey si misero sull’attenti.

 «Ryou ma che stai dicendo? »

 «Scusami, te lo dovevo ancora raccontare ma non me lo sentivo. »

 «Ryou tu ce lo hai raccontato. Ma stai parlando di un qualcosa successa due giorni fa. »

Rey andò a chiamare immediatamente i medici.

 «Scusa che giorno è oggi? »

 «E’ Natale. »

 «Cosa? Non è possibile! Dammi il mio telefono! »

 «Ecco, il tuo aggressore lo ha ridotto a brandelli. E’ rotto. »

 

Ryou si era alterato, i medici arrivarono subito in camera per fargli delle domande, lo portarono a fare altri accertamenti. Alla fine dopo due ore dissero che era una semplice amnesia temporanea, sarebbe tornato tutto come prima massimo entro due mesi.

 

Keiichiro e Rey si trovavano in difficoltà, era ancora debole e pieno di drenaggi, come potevano dargli tutte quelle notizie in una volta?

Decisero di spiegargli che il giorno prima di Natale si era chiarito con Ichigo, lei non era incinta. Ma non menzionarono i dubbi sul ruolo di Masaya perché ancora non ne avevano la certezza.

 «Quindi? Cosa vuoi che faccia? »

 «Se il mio telefono è rotto non so come contattarla. Ed è Natale, sarà con suo marito, non mi sembra il caso, siamo solo colleghi dopotutto.  »

Lucas passò la notte in centrale, era stato colto sul fatto e non c’era bisogno di una denuncia ufficiale, c’erano anche testimoni che difendevano a spada tratta Ryou.
Era dietro le sbarre e non volle chiamare né la sua famiglia né un avvocato, si rendeva conto che il gesto fatto l’avrebbe definitivamente allontanato da Ichigo.
Masaya e Chiara non si preoccuparono di non averlo visto e sentito, non era la prima volta che spariva per sbollire la rabbia, quando si lasciò con Ichigo anni prima era sparito per una settimana per poi affrontarla al loro matrimonio.

Ichigo stava passando dopo tanto tempo una spensierata giornata, i regali erano stati graditi, aveva portato anche quello per Lucas ma lui non era ancora tornato e glielo lasciò in custodia alla sorella.

Quando si accorse che a Chiara stava risalendo la febbre tolse il disturbo e li lasciò tranquilli, era ormai tardo pomeriggio e doveva andare a preparare la cena.

In TV parlavano dell’aggressione nel suo quartiere, non avevano fatto nomi di vittime o di colpevoli, dicevano solo che era stata davanti al Gran Flores Hotel, quello dove alloggiava Ryou, ma che non si conosceva movente.

“Chissà se Ryou ha visto qualcosa o forse già dormiva, le sue luci erano spente …”

 

Guardò il pacchetto regalo sul tavolino del soggiorno e sorrise.

 «Domani ti troverò non posso aspettare ancora. »

Keiichiro lasciò Rey in ospedale con Ryou e andò al comando di polizia verso le 18.00. Scoprì che l’aggressore non aveva fatto nessuna resistenza e non negava quello che aveva fatto ma non spiegava ancora il perché. Le guardie lo accompagnarono nella zona delle celle per sapere se poteva essere un conoscente della vittima dato che si rifiutava di parlare e non aveva documenti.

Keiichiro si trovò davanti Lucas ma non lo aveva mai visto e non lo riconobbe.

 «Quindi non l’ha mai visto prima? »

 «No mi dispiace, non so chi sia. »

 «Ryou non aveva il coraggio di affrontarmi, ha mandato il suo avvocato? » esclamò Lucas catturando l’attenzione di Keiichiro.

 «Allora sapevi chi fosse? Chi sei tu? » sbottò.

 «Non te l’ha detto? Ha così poca considerazione di me? »

 «Non me l’ha detto perché era sotto i ferri lurido bastardo! »

Lucas si bloccò, aveva davvero esagerato allora, cominciò a pensare ad Ichigo, l’avrebbe odiato, odiato davvero.

 «Sono Lucas. »

E Keiichiro capì.

La guardia gli permise solo 10 minuti per parlare dopodiché visto che aveva rivelato la sua identità partì tutta la procedura penale.

 «Non sa se il Signor Shirogane voglia denunciare? »

 «No Ispettore, dovrò parlare con lui, ma al momento ha avuto un trauma cranico, se dovesse arrivare la denuncia aggraverà la pena e non posso prendere decisioni al posto suo. » chiarì Keiichiro.

 «L’avverta che ha 72 ore di tempo per decidere dopodiché procediamo da soli, abbiamo testimoni.»

 «Capisco. La ringrazio Ispettore. »

Keiichiro tornò in ospedale e aggiornò Rey.

 «Dobbiamo dirgli la verità! »

 «Rey non lo so, come giustifichiamo l’ira di Lucas? Invece, come sta? »

 «Ha avuto la febbre alta, pensano ad un’infezione. Dicono di aspettare che gli antibiotici facciano effetto, ora sta dormendo. »

 «Abbiamo 72 ore, ci penseremo domani, ora è tardi, torna a casa. »

Se Keiichiro aveva scoperto l’identità dell’aggressore, ancora Masaya e Chiara erano ignari di tutto. Poco dopo che Ichigo era andata via ricevettero la chiamata dalla polizia.
Chiara non stava bene e la notizia non le agevolò le cose, Masaya era preoccupato e si preparò di corsa.

 «Amore, avverti Ichigo, non possiamo tenerglielo nascosto, se davvero ha fatto a botte con qualcuno magari davanti a lei si calmerà e non voglio che tu vada da solo, se non stessi così male verrei io, è mio fratello dopotutto. »

 «Ok, passo prima da lei. »

Quando Masaya arrivò da Ichigo lei rimase stupita.

 «Ha fatto a botte con qualcuno, a quanto pare qui nelle vicinanze non so chi… »

Ichigo non lo fece finire di parlare, aveva ricomposto tutti i pezzi: aggressione, qui vicino, l’ambulanza, ieri sera.

 «Oddio è Ryou! Masaya, Ryou alloggia al Flores, dove ieri sera c’è stata un’aggressione. Che cosa ha fatto?! »

 «Ne sei certa? Mi hanno detto che è accusato di aggressione aggravata perché è messa male la vittima, ancora non ha fatto denuncia in quel caso diventerebbe tentato omicidio perché … non si fermava neanche dopo che la vittima era svenuta.»

Ichigo tremava, non riusciva a reggersi in piedi. Si lasciò cadere sul divano e prese il telefono dalla tasca selezionando il numero di Ryou ma c’era la segreteria telefonica. »

 «Lui … lui non spegnerebbe mai il telefono, non usa altro per il lavoro. Masaya non so che fare! Mi sento in colpa! » non riusciva a respirare.  «E … e se …  »

 «Ichigo calmati respira. Lucas ci spiegherà tutto! Sono sicura che Ryou se la caverà, sempre se si tratti veramente di lui. »

 «E' lui. Me lo sento. Perché avrebbe picchiato così una persona sennò? Masaya, devi scoprire dove è ricoverato. Io devo vederlo, devo dirgli cosa provo! »

 «Ok, e ti prometto che lo farai, ma ora io devo andare da Lucas. »

 «Vengo con te. »

 «Non credo sia il caso a questo punto. »

Ichigo non volle sentire ragioni. Arrivarono in centrale alle 21.30.

 «Può entrare solo una persona, come primo contatto, il resto da domani durante l’ora di visita.»

 «Entro io. » incalzò Ichigo.

 «Ok, ha 10 minuti. »

 

Ichigo venne portata in una stanza poco illuminata, aspettava l’arrivo di Lucas.

Quando Lucas entrò non si aspettava di vederla e impallidì.

 «Chichi. »

 «Non sono più la tua Chichi. Dimmi che cosa hai fatto e perché. Voglio sentirlo con le mie orecchie, chi hai aggredito Lucas? »

 «Lo sai. »

 «DILLO! »

 «Ryou. Io … non sono andato li di proposito, non sapevo neanche dove alloggiasse, me lo sono trovato davanti … all’inizio mi ignorava e questo mi ha fatto imbestialire, così gli ho urlato contro. »

Ichigo prestava attenzione ma non riusciva a guardarlo, stringeva così forte i pugni che si stava ferendo le mani quasi a farsi uscire sangue e continuò ad ascoltarlo.

 «Mi dispiace Chi.. Ichigo. Lo odio troppo per quello che ti ha fatto, quando gli ho detto che avevi rinunciato a tutto per lui ha capito che ti aveva in pugno e non potevo permettergli di venire da te così l’ho strattonato, lui ha tentato di colpirmi e da li non mi sono fermato. »

 «Cosa gli hai detto? »

 «Che sei innamorata di lui. Ma non capisci? Sei un gioco per lui! »

 «Io capisco solo che tu non avevi nessun diritto di farlo. Semmai uscirai da qui, non farti vedere mai più. Addio. »

Si alzò e si avvicinò alla porta per uscire.

 «E’ venuto Keiichiro. »

Ichigo si fermò.

 «E’ al Pratic Hospital. » concluse Lucas.

E Ichigo uscì non solo dalla porta, ma dalla sua vita.

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Capitolo 20
*** Capitolo 19. Sono la sua fidanzata ***


Capitolo 19. Sono la sua fidanzata

 

Masaya proibì ad Ichigo di presentarsi in ospedale a quell’ora e per farle mantenere la promessa la portò a casa da lui. La mattina seguente la riaccompagnò a casa, Ichigo si diede giusto una lavata si cambiò i vestiti e prese la macchina. Arrivata in ospedale provò a chiedere informazioni ma le infermiere non la facevano entrare, in realtà negavano l’esistenza di un paziente corrispondente al nome Ryou Shirogane.

Ichigo si piantò nella sala di ingresso, era sicura fosse li, non avrebbe avuto il coraggio di mentire ancora Lucas.

 

Keiichiro non tornava a casa ormai da più di 30 ore e Rey le stava accanto sin dalla mattina presto.

«Ancora non ricordi nulla? »

«No, Rey. Avete avvertito a lavoro? »

«Ryou, è festa! Non ti devi preoccupare, Keiichiro ha pensato a tutto, a proposito … devi decidere se sporgere denuncia ufficiale. »

«Beh mi sembra ovvio, perché non l’ha già fatto Keiichiro a mio nome? »

«Perché abbiamo scoperto trattarsi di Lucas. »

«Ah. »

«Quindi che vuoi fare? »

«Ichigo l’avrà saputo ormai, non avete avuto notizie vero? »

«No, nulla. » disse Keiichiro.

«Giustamente sarà indaffarata con il suo amico. Quanto tempo ho per decidere? »

«Fino a dopo domani sera. »

«E allora aspetteremo dopo domani»

Erano le 8.30 del mattino del seguente giorno e Ichigo non aveva intenzione di andare via, si nutriva dalle macchinette e tornava a casa mezz’ora la notte per lavarsi e cambiarsi e poi tornava in ospedale. Ichigo non sapeva più come fare.

«Le sto dicendo che lo conosco e so che è qui!»

«Mi dispiace, non è qui»

«E’ per la privacy vero?»

«Signorina, non so chi si crede di essere ma noi non abbiamo questo paziente in struttura.»

«Sono la sua fidanzata!» sbottò Ichigo.

«Questo lo dice lei»

«Non me ne andrò via, finché non mi direte in che stanza si trova!»

«Faccia come le pare, basta che si dia una calmata.»

 

Era ormai il secondo giorno di ricovero, a Ryou era scesa la febbre e cominciava a stare meglio ma ancora non era in forze, non ricordava nulla e più non ricordava, più si innervosiva.

«Maledizione!»

«Che succede caro?» disse Rey.

«Non posso contattarla in nessun modo, gli uffici sono chiusi e non ho più il telefono.»

Rey gli accarezzò il braccio.

«Magari … Potreste cercarla a casa, ma come faccio a spiegarvi qual'è il palazzo?»

Keiichiro non sapeva come consolare l’amico e uscì dalla stanza per non fargli notare le sue preoccupazioni.

Mentre era li venne avvicinato da un’infermiera.

«Scusi Signore, una domanda, ma che lei sappia il Signor Shirogane ha una ragazza?»

«Come? No assolutamente. Perché?»

«Oh niente, i giornalisti, si inventerebbero di tutto per avere l’esclusiva, qualcuno avrà parlato. Ma ce ne siamo sbarazzati, negheremo a tutti che è qui, se continuerete a passare dal secondo ingresso nessuno vi vedrà. »

«Grazie …»

 

Erano passate altre 12 ore, Ichigo era ancora li. Stava morendo dal mal di schiena ma non voleva arrendersi. Nello stomaco aveva solo bibite energetiche ma non le importava, non era la fame quella che pativa in quel momento.

Osservò per tutto il tempo che era stata li i cambi turno. Mancavano 15 minuti e poi avrebbe avuto la sua occasione per bypassare i controlli e cercarlo in ogni stanza.

Ecco l’ora x. Le 20.45.

Con tutte le forze che le erano rimaste Ichigo scattò per la porta di ingresso ai reparti. Ce l’aveva quasi fatta ma venne fermata inizialmente da una guardia spuntata da dietro la porta, vedendo che scalciava e dimenava la raggiunsero altri infermieri.

Urlava di farla passare a più non posso, le stavano uscendo le lacrime dal nervosismo e dallo sfinimento, doveva vederlo.

 

Dall’altra parte della porta d’ingresso ai reparti, oltre alle scale e gli ascensori c’era la zona ristoro riservata a gli accompagnatori e ai degenti autosufficienti, li si trovava Keiichiro era andato a prendere qualcosa da mangiare e cominciò a sentire delle urla venire dall’entrata.

Incuriosito si avvicinò e dal vetro della porta vide Ichigo trattenuta da una guardia e due infermieri, corse verso di lei lasciando tutto il resto.

«Ichigo!»

«Lei conosce questa donna Signore?»

«Certo che mi conosce, ve lo dico da due giorni!»

«Ma cosa? Due giorni? Signori lasciatela, lei può entrare.»

Ichigo corse verso Keiichiro e lo abbracciò fortissimo.

«Lo sapevo, lo sapevo che eravate qui!» e iniziò a piangere di gioia.

«Ora riprenditi, tranquilla, sei con me ora.»

Si avvicinò l’infermiera che prima aveva respinto Ichigo.

«Mi scusi Signore, ma non pensavamo fosse realmente la fidanzata del Signor Shirogane, lei ci aveva detto che non aveva una …»

«Fidanzata?» e guardò Ichigo, chiaramente imbarazzata che sorrise a 32 denti abbozzando un “Ops”.

«Non sono la sua fidanzata, mi scuso, ma non sapevo come poter passare.»

«In ogni caso lei è autorizzata, la ringrazio comunque per aver assolto il suo compito, non è colpa sua del malinteso» concluse Keiichiro.

Mentre erano in ascensore c’era chiaramente dell’imbarazzo per l'abbraccio e per la scusa che aveva usato.

«E così … la sua fidanzata eh?»

«Keiichiro smettila! Ho già detto che era una scusa.»

Keiichiro ridacchiò.

«Quindi lui non ha una fidanzata?»

«No.»

«Capisco …» Ichigo a testa bassa sorrideva di gioia.

«Però devi sapere una cosa, Ryou ha perso la memoria delle 48 ore precedenti l’aggressione, quindi non ricorda quello che è successo tra voi, ricordava solo della litigata alla clinica, gli abbiamo detto che avevate chiarito ma non sa nulla della festa e della notte prima. »

«Tu sai?»

«Si. »

« E lui non ricorda nulla …» perse la gioia ritrovata.

«No. »

Arrivarono davanti alla porta della stanza di Ryou e Keiichiro stava per aprire la porta.

«No aspetta! Io, non so cosa dirgli …»

«Quello che vuoi dirgli da due giorni.»

«Come sta, oltre alla memoria?»

«La memoria la recupererà fra poco, è momentanea, tranquilla, per il resto ha un po’ di tubi sparsi, ma sono per spurgare il sangue. Niente di preoccupante, stai serena. Ieri ha avuto la febbre ed è un po’ debole. »

«Pensi che sia il caso di farmi vedere?»

«Penso che non ci possa essere medicina migliore al momento. » sorrise.

Ichigo arrossì.

«Ok, comincia ad entrare tu, io ti seguo, devo prepararmi mentalmente, al momento ometterò come hai fatto tu, voglio che si riprenda, non che ricordi che parole orribili che gli ho detto. »

Keiichiro entrò nella stanza con Ichigo che rimase nascosta dietro l‘angolo.

«Ma non eri andato a prendere da mangiare?»

«Vero, ora scendiamo io e Rey, ho trovato qualcosa di meglio. »

Rey e Ryou si guardarono straniti.

«Ciao.»

Ed ecco comparire da dietro Keiichiro Ichigo, imbarazzata e a disagio.

Boom. Boom.

Ryou non credeva ai suoi occhi, era riuscita a trovarla, ma non poteva esternare troppo quello che provava, sentiva solo il cuore battere e ringraziò il cielo di non essere attaccato ad un monitor che poteva rivelare l'emozione.

«Sembra che hai litigato con il parrucchiere.» la prese in giro.

«Senti chi parla. »

I due risero.

Keiichiro fece cenno a Rey di uscire e lasciarli soli.

 

«Dio … come ti ha conciato... » Ichigo si sedette sulla sedia accanto al letto di Ryou, li separava forse un metro di distanza.

«Quindi sai chi è stato, sai che io non ricordo nulla?»

«Si, me lo ha detto Keiichiro, ma vedrai che ti rimetterai. Riguardo a Lucas ...»

«Sono contento che sei qui.»

«Beh, credo che sia il minimo, ti chiedo scusa Ryou.»

«Non devi preoccuparti o sentirti in colpa, probabilmente me lo sono meritato» si voltò a guardare altrove. «Dopo quello che ti ho detto alla clinica, non so come tu abbia fatto a perdonarmi.»

Ichigo arrossì perché lei si ricordava perfettamente come avevano chiarito.

«Come ha fatto a trovarti Keiichiro?»

«Beh, vi ho trovati io in realtà.»

«Credo mi stia nascondendo qualcosa, ma non so che cosa.»

«Se lo sta facendo probabilmente sarà per il tuo bene.»

«Quindi menti anche tu?»

«Nessuno ti sta mentendo Ryou. Non ti farebbe mai del male, lo sai.»

«Sono contento che vi siate visti e che tu non l'abbia accolto come hai accolto me» ammiccò «io però ancora non capisco cosa sia successo 10 anni fa Ichigo.»

«Ora non ha importanza. Devi riposare e io devo fare pace con il parrucchiere!»

«E anche con lo stilista, vieni in laboratorio con i tacchi e poi vai in giro in tuta e felpa?»

«A domani, idiota!»

Quando Ryou le sentì dire idiota ebbe un flash: lei sconvolta mentre continuava a dirle quella parola, loro due vicini. Ma si scrollò quel pensiero perché non poteva non pensare a quella promessa.

-“A domani”-

Quindi sarebbe tornata.

Chissà se è solo per i sensi di colpa” pensò.

«Non c'è bisogno che tu ti stravolga le vacanze, starò bene.»

«E io non ho bisogno che tu mi dica cosa posso fare Dottor Shirogane.»

Rey e Keiichiro erano rimasti fuori dalla camera, volevano lasciarli da soli. Videro uscire Ichigo sospirando.

«Tutto ok?»

«E' tutta colpa mia!» ma non aveva più lacrime da versare. «Lucas l'ha aggredito per colpa mia! Dopo la festa sono andata da Masaya...»

Keiichiro si irrigidì mentre l'abbracciava «... e lui era lì, mi ha vista sconvolta ed è scattato, io non potevo pensare che se lo ritrovasse davanti … non potevo saperlo, ma avrei dovuto fermarlo!»

«Ichigo, ho bisogno di chiederti una cosa.»

«Certo dimmi.»

«Tu e Masaya state ancora insieme?»

«Masaya è sposato con la sorella di Lucas! Ci siamo lasciati 10 anni fa, siamo solo amici.»

«Si chiama Chiara giusto? Ed è lei quella che aspetta un bambino …»

«Esatto! Ma io non capisco, non porto neanche la fede, come vi siete convinti di una cosa del genere? Ho capito cosa pensava Ryou quella sera alla festa ma ero troppo esausta per stare dietro ai suoi cambiamenti di umore. E poi … io pensavo avesse una ragazza, per questo l'ho lasciato quella mattina, Greta lo stava chiamando incessantemente e poi la confidenza che ha usato quando gli ha scritto. Sono colpevole tanto quanto lui a conclusioni affrettate. Sono io la vera idiota!» disse tutto d'un fiato agitata.

«Ora è tutto chiaro, o almeno credo, respira.» Keiichiro si mise una mano tra i capelli, era tutto un bel casino.

«Non voglio più sconvolgere la sua vita. Voglio dirgli tutta la verità ma non ci riesco al momento, non riesco a guardarlo in quelle condizioni, mi sento troppo uno schifo.»

«Io penso che devi prenderti i tuoi tempi e noi non gli diremo nulla senza il tuo permesso, ma se posso darti un consiglio disinteressato, dovresti farlo il prima possibile. Ci sono troppe cose che dovete risolvere.» disse Rey.

«Grazie, mi siete mancati.»

« Anche tu.»

Ichigo non provava più nessun rancore, quello per Ryou era passato perché era convinta di avergli dimostrato di non essere più la vecchia Ichigo, anche se solo lei non si era accorta di essere in fondo sempre la stessa, ma gli abbracci di Keiichiro le avevano fatto dimenticare tutto quel dolore. Non voleva più rischiare di avere pregiudizi, una volta sistemati gli altri tasselli avrebbe chiesto spiegazioni sulle parole di quel tempo.

«Vuoi mangiare con noi? Abbiamo preso le lasagne. Hai mangiato qualcosa in questi giorni?»

In quel momento, forse per aver sfogato l'ansia, la pancia di Ichigo brontolò.

«Magari giusto due lasagne le mangio»

«Ok, avverto Ryou che torniamo fra un po' »

Cenarono insieme parlando del più e del meno, durante i saluti Ichigo propose a Rey di rimanere a dormire a casa sua, non voleva lasciarla sola e farle prendere un altro taxi e Rey accettò.

 

«Questa è casa tua?»

«Si, scusa il disordine ma l'ultima volta sono uscita di casa di corsa.»

«Ma stai scherzando? E' bellissima ed enorme. E questo cosa è? Te l'hanno regalato per Natale?»

Disse prendendo in mano il pacchettino sul tavolo.

«Non è per me, è per Ryou.»

«Ah, capisco. Ti piace tanto vero?»

Ichigo arrossì.

«Ma che dici, è solo perché mi sembrava giusto dopo aver passato due settimane in laboratorio.»

«Sarà, allora puoi darglielo domani.»

«Non mi sembra il caso. Non è ancora il momento.»

Rey si avvicinò l'abbracciò e le sorrise.

«Vedrai che si aggiusterà tutto e potrai dargli quel regalo, ora riposiamo, ne hai bisogno anche tu.»

«Si, devo solo fare una cosa e ti raggiungo»

Ichigo prese il telefono e mandò un messaggio a Chiara.

-Spero tu stia bene. Sono riuscita a vederlo. Domani torno da lui, ti racconterò tutto appena posso, buonanotte, saluta Masaya.-

E anche questa giornata finì.

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Capitolo 21
*** Capitolo 20. Tempo al tempo ***


Capitolo 20. Tempo al tempo

 

Ryou si era addormentato serenamente, vederla era stato rinvigorente, ma durante la notte fu assalito da delle visioni.

Ricordava delle scene ma solo qualche parola. Non riusciva a capirne il significato; vedeva Ichigo vestita con un lungo abito rosso, poi loro due discutere, Ichigo era davvero arrabbiata, diceva parole come “sono stanca”, “tradire”, che non meritava niente e lei andare via come se gli avesse detto addio.

Si svegliò di colpo, capì che quelli erano ricordi e se erano vestiti così eleganti voleva dire che era successo alla festa di Natale, prima dell'aggressione.

“Quindi non avevamo chiarito veramente è solo compassione e senso di colpa”

Ryou guardò l'orologio appeso nella stanza, erano le 6 del mattino e non riuscì più a prendere sonno.

Un'ora più tardi si svegliò anche Keiichiro, lui fece finta di dormire e aspettò che uscisse ad andare a prendere la colazione.

In quel momento entrarono le infermiere per fargli dei prelievi e prendere i parametri vitali.

«Ha un po' la pressione alta, ha dormito?»

«Non tanto.»

«Non si preoccupi, vedrà che le tornerà presto la memoria.»

«Ne sono certo, grazie.»

 

Alle 8.30 arrivarono anche Rey ed Ichigo. Keiichiro ne approfittò per andare a casa e darsi una sistemata e portò con se anche Rey che doveva cambiarsi.

«Buongiorno Ryou»

Ma lui rispose scontroso. 

 

«Tutto ok?» chiese Ichigo.

«Perché sei qui?»

«Te l'ho detto che sarei venuta...»

«No intendo perché, cosa ti spinge a venirmi a trovare?»

«Ryou guardati secondo te perché sono qui?»

«Per i sensi di colpa. Non voglio fare pena a nessuno Ichigo.»

«Tu non mi fai pena, si può sapere che ti è preso di nuovo?»

«Di nuovo?»

Ichigo distolse lo sguardo.

«Ho ricordato alcune cose … non ricordo bene le parole ma io e te abbiamo litigato alla festa, quindi perché sei qui?»

«Ryou io … stavo aspettando che ti rimettessi per parlartene.»

«Di cosa Ichigo? Che mi hai mentito che avessimo chiarito per farmi sentire più sereno? Ti faccio pena perché hai capito cosa sei tu per me e tu invece hai un compagno che ti aspetta a casa?»

«No Ryou, non è affatto così ti sbagli io...»

«Non  voglio sentire altre scuse, vattene.»

«Ryou mi devi stare a sentire.»

«Non ti voglio vedere. Va via.»

 

Ichigo sapeva che quella rabbia era dettata dalla mancanza di memoria ma ne fu ferita ugualmente. Decise che era meglio lasciarlo calmare, non voleva farlo sentire male, in quel momento la stava guardando con il vero disprezzo e ricordando le sensazioni avute anni prima non riusciva a stare li.

Mentre stava per uscire dalla porta disse.

«Questa volta mi stai lasciando andare via.»

 

Ryou capì che quella frase non era detta a caso, sentiva che gli stava sfuggendo qualcosa. Ma non riusciva ancora a ricordare. Verso metà mattinata lo visitarono i medici e lo portarono in giro a fare esami.

Dopo l’ora di pranzo finalmente erano arrivati i risultati.

«Se ci promette che riposerà, potrà tornare a casa tra due giorni. Oggi togliamo i drenaggi, è quasi guarito del tutto, i lividi si stanno già riasciugando, mai visti guarire così velocemente!»

 

Ryou collegò il tutto al suo DNA modificato, in fondo i gatti hanno nove vite.

 

Quando gli infermieri finirono di medicarlo, Ryou parlò con Keiichiro di quello che era successo con Ichigo. Voleva sapere perché gli avevano mentito, i suoi amici volevano veramente dirgli la verità ma ritenevano fosse giusto lasciare ad Ichigo il diritto di esprimere i suoi sentimenti e volevano evitare di combinare altri casini perché non aveva chiaramente detto di amarlo, anche se la sua reazione aveva messo le cose in chiaro per loro.

 

«Ryou, Ichigo ha provato per due giorni, ribadisco, due giorni ad entrare e ad insistere nonostante negassero la tua esistenza in struttura prima che la trovassi, pensi davvero che una persona arriverebbe a tanto solo per i sensi di colpa di aver provocato Lucas ad aggredirti?>

 

Ryou era intestardito e non voleva dare sazio all'amico però si era reso conto, forse, di aver esagerato. Il problema era che sentiva di avere delle cose in sospeso, di aver dimenticato delle cose importanti, ma nessuno gliene parlava e questo lo rendeva ancora di più intrattabile.

 

«Io non credo che se aveste discusso così gravemente ti avrebbe comprato il regalo per Natale.» Rey, con una mossa astuta, voleva far uscire la verità senza dirla, sapeva benissimo che quel regalo Ichigo non l’aveva portato con sé.

 

«Regalo? Quale regalo?»

«Non le hai neanche dato il tempo di dartelo? Sei stato ingiusto Ryou. La farai impazzire quella ragazza. Ieri ho dormito da lei, ho trovato un pacchetto regalo e ho chiesto, scoprendo fosse per te.»

«Hai dormito da lei?»

«Si, a casa sua cosa c'è di male? Non voleva lasciarmi da sola.»

«Uhm...»

«Mi vuoi chiedere se ci fosse Masaya?» Ryou non rispose ma era esattamente quella la domanda. «No, perché lei vive da sola.»

«Rey!» esclamò Keiichiro.

«Non ce la faccio, è troppo accecato dalla rabbia e troppo sicuro, come al solito, di sapere tutto.»

«Ehi io sono qui!»

«Ryou, mio caro, lei e Masaya non stanno insieme da 10 anni. Quindi ora vedi di rimetterti in piedi, ora che puoi, esci da qui e parlate di quello che è successo quel giorno come due persone normali, non due scemi orgogliosi»

 

Ryou era ancora confuso ma quella speranza che aveva rimosso tempo prima cominciava a riaffiorare. Tutte le energie che era riuscito ad accumulare le usò per fare riabilitazione e ricominciare a fare passeggiate per i corridoi. Forse avevano ragione tutti loro, parlare di queste cose mentre era ricoverato non era il caso, farlo mentre non si ricordava praticamente quasi nulla non gli avrebbero fatto capire quello che stava succedendo tra di loro. Non cercò Ichigo e lei non si presentò più in ospedale, sapeva di averla trattata male ingiustamente, forse non riusciva a capire esattamente quanto ingiustamente ma le avrebbe lasciato i suoi spazi e si sarebbe rimesso in piedi al massimo delle forze, per non farla andare più via. 

 

Ichigo cercò di non pensare alla discussione di Ryou, era infastidita dalla sua solita presunzione ma capiva che era stravolto, stanco e che doveva dargli il tempo di ricordare tutto. Soprattutto quello che era successo tra di loro. Per non pensarci passò al locale, ora che Lucas era dietro le sbarre doveva occuparsene lei. Avvisò tutto il personale che sarebbero rimasti chiusi per almeno due settimane, aggiornò il sito e mise un cartello all’entrata. 

Passò ore li dentro a cancellare gli eventi programmati e a fare l’inventario degli alimenti freschi, doveva svuotare la mente in qualche modo. 

“Perdonerò mai Lucas?” 

Non riusciva a capacitarsi del gesto che aveva fatto,  ormai era a conoscenza dei suoi sentimenti ma non poteva trattarla come sua proprietà. 

Ichigo mise in discussione molte delle sue scelte, era da sola dentro ad un grande locale vuoto e silenzioso, non c’era momento migliore per la sua mente di mettere ordine ai pensieri. 

 

Stava impazzendo nel pensare a tutti i malintesi capì che gli sbalzi di umore di Ryou riaffioravano ogni volta che si convinceva che lei stava giocando con lui e lui era convinto del contrario.

“Sei un vero idiota Shirogane!” 

Ma anche lei non si sentiva completamente innocente, pure lei aveva pensato di essere un passatempo per lui, aveva sempre amato prenderla in giro e quei messaggi di Greta non avevano aiutato. 

Avevano ancora tanto da chiarire ma sembrava tutto messo in secondo piano da quando Ichigo cominciava a capirci qualcosa. Era davvero possibile che Ryou si fosse innamorato di lei? 

Cominciava ad avere fiducia di ciò che l’istinto le suggeriva e non pensare sempre e solo con il cervello, era sicura di lasciarlo sbollire per due giorni. 

Quando finì di sistemare tutte le questioni del locale era già tardo pomeriggio. Decise di passare a vedere come stava  Chiara, nonostante quello che frullava in testa era preoccupata per l’amica, continuava a stare male per la gravidanza e voleva convincerla a fare dei controlli approfonditi. 

 

«Sto bene Ichigo, non preoccuparti, ho solo dei pensieri per ora.» 

Sapeva che si stava riferendo a Lucas ma non voleva nominarlo davanti a lei.

«Hai avuto novità?» chiese ugualmente Ichigo.

«Pensavo lo sapessi, non hanno sporto denuncia. Aspettiamo quindi il processo per la condanna che dovrebbe essere minima a questo punto. Ma non abbiamo intenzione di pagare la cauzione in attesa di giudizio, deve rendersi conto della gravità del suo gesto.»

«Ryou non l’ha denunciato?»

«No, ci hanno comunicato che “la vittima ha deciso di non sporgere denuncia” testuali parole.»

«Comunque non lo vedo da stamattina, ho deciso di lasciargli un po’ di tempo per rimettersi, non ricorda nulla, i suoi ricordi arrivano al giorno dell’ecografia, quindi l’agiterei e basta.»

«La mattina o la sera di quel giorno?» Chiara la prendeva in giro.

«La mattina.» Ichigo arrossì. 

«Capisco! Comunque tu non preoccuparti ho un marito abbastanza premuroso che mi ha già prenotato una visita e degli esami, ma starò bene.» 

«Anche quando sarai grassa?»

«Soprattutto quando lo sarò!»

Passarono una piacevole serata, Ichigo ne aveva proprio bisogno. 

 

La mattina seguente Ryou si sentiva molto meglio. I lividi in volto e sul busto erano solo degli aloni e le piccole cicatrici dei drenaggi si vedevano a malapena. 

 

«Che bello essersi modificato il DNA!»

«Non credo che all’epoca tu abbia pensato a questo beneficio quando hai fatto da cavia al tuo stesso esperimento.» ridacchiò Keiichiro.

«Non volevo coinvolgere nessun altro lo sai, ma su di me non ha funzionato, sono solo stato capace di trasformarmi in un gatto per massimo 10 minuti.»

«Non ci hai più provato vero?»

«No, non ne avevo motivo, le ragazze sono tornate normali a missione compiuta ma a quanto pare dei residui rimangono.»

«Non hai intenzione di avvisarle di quello che ti è capitato?»

«Non c’è motivo di farle preoccupare: Minto è in tour con l’Opèra, Zakuro è sul set, Purin dovrebbe pensare a finire l’università di scienze motorie e Lettuce si merita un po’ di relax, come fa ad insegnare ai bambini e a sopportarli lo sa solo lei.»

«Hai trovato una scusa per tutte noto.» 

«Non sono scuse, ma non voglio che si preoccupino.»

«E che scoprino di Ichigo, perché sai che nonostante il tempo vorrebbero rivederla e hai paura che questo ti allontani di nuovo da lei.»

«Zakuro lo sa o comunque l’avrà capito. »

«Zakuro è stata quella che ha preso la decisione di chiudere per il bene di tutti e credo anche di se stessa, non lo avrà detto a nessuna.» 

«Uhm»

«Ho la sensazione che però si aggiusterà anche questa storia.»

«Se veramente lei ha lasciato Masaya 10 anni fa non è stato lui ad allontanarla da noi. Chissà cosa è successo.»

«Ryou, tempo al tempo, ora alzati, devi camminare un po’ che domani si torna a casa.»

«Sai che non ci vengo a casa tua, ho una camera che pago un fior fiore di soldi.» 

«Non cominciare a fare il presuntuoso.»

 

Arrivata l’ora di pranzo ancora Ichigo non si era fatta viva. Sperava di non aver veramente esagerato, ma lei non si fece viva per tutto il giorno. 

 

Ichigo in realtà si era presa il numero di Rey e chiedeva informazioni ora per ora ma le aveva pregato di non dire nulla, voleva anche fargliela pagare. 

Aveva chiesto a Rey come mai non avesse proceduto con la denuncia perché Lucas se la meritava veramente. Rey disse solo che Ryou non voleva mettere benzina sul fuoco e che l’aveva fatto per lei, probabilmente era solo la sua rabbia a parlare, perché se avesse fatto la denuncia rischiava anche anni di reclusione date le lesioni di Ryou in testa e le modalità. 

Sapeva quindi che sarebbe stato dimesso il giorno dopo e allora sarebbe andato a trovarlo. 

 

Ryou durante la notte ebbe altre visioni. Questa volta dell’aggressione, anche in questa circostanza non riusciva a capire le parole o a ricordare veramente i discorsi. Si ricordava solo che stava parlando con Lucas che era fuori di sé, gli impediva di tornare in albergo, ma poi nel flash successivo stava andando da un’altra parte. “Ha rinunciato all'essere se stessa”, “perché è tornata il giorno del tuo compleanno? Per chi?”, era tutto così confuso, capì che Lucas gli aveva detto qualcosa che l’aveva spinto ad andare da lei, ma per il resto erano solo ricordi dei colpi prima di svenire. 

Si svegliò agitato, aveva anche sudato abbastanza. Ancora non riusciva a mettere insieme i pezzi senza pensare a cose assurde. Sapeva che Ichigo era tornata 10 anni fa, ma poteva dire con certezza che fosse tornata per lui? Lui non lo sapeva anche se quei ricordi suggerivano altro.

«Perché doveva rinunciare a se stessa? Maledizione! Non posso ricordare a metà!» urlò.

Keiichiro che era come sempre accanto a lui si svegliò.

«Ryou tutto ok?»

«Ricordo solo momenti, non capisco il contenuto. E’ straziante! Perché non me lo dici tu così facciamo prima?»

«Perché io non sono il diretto interessato e perché le mie sono solo deduzioni, non certezze e non voglio creare ulteriori casini, perché è tutto un gran casino se ho ragione.»

«Sei odioso. Tu e la tua integrità.»

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 21. Non possiamo più vederci ***


Capitolo 21. Non possiamo più vederci

 

Era finalmente arrivato il momento della dimissione. Ryou ringraziò tutti per le cure avute. Quando si trovò quasi all’uscita dell’ospedale vide avvicinarsi a lui una guardia.

«Signore, non sappiamo come sia successo, è pieno di paparazzi fuori.»

«Possiamo uscire dall’altro lato no?»

«Anche li, hanno accerchiato l’ospedale.»

«Allora gli daremo quello che vogliono.»

«Ne sei sicuro Ryou?» disse Keiichiro.

«Tanto ormai il danno è fatto, a questo punto anche al lavoro lo sapranno.»

«E il mondo.»

«E il mondo …»

 

Ryou si alzò dalla sedia a rotelle, che era stata imposta come regola per la dimissione, e uscì dall’ospedale insieme a Keiichiro. 

Furono assaliti da flash e domande come: “Chi è stato? Perché lo ha fatto?” – “Era un delinquente?” – “E’ vero che ha rischiato la vita?” – “Crede sia stato un concorrente della GlobalHeart?”

 

«Secondo voi se avessi rischiato la vita sarei stato dimesso dopo 5 giorni?» e continuò a camminare verso il taxi. 

 

Entrarono in macchina e tirarono un sospiro di sollievo.

«Ma li hai sentiti? Se non inventano qualche cospirazione non riescono a fare soldi.» sbottò Ryou. 

«Hanno molta fantasia.»

«Taxi, vada al Gran Flores Hotel.» 

«Ryou ti avevo detto che …»

«E io ti avevo risposto che voglio starmene in tranquillità nei miei spazi, ora come ora ci saranno molti più controlli, non ci saranno problemi a stare li.»

 

Quando arrivarono davanti l’ingresso dell’hotel il numero dei giornalisti era triplicato.

 

«Ma come l’hanno fatto a scoprire?»

Erano pochi metri quelli che separavano la macchina dall’entrata ma sembravano lunghissimi. Altre domande e persone che cercavano di scavalcare la sicurezza che si era subito allarmata.

 

-“Sa l’identità dell’aggressore?” – “In che rapporti è con la Dottoressa Momomiya della GlobalHeart?” - E a quella domanda Ryou si girò a guardare il giornalista.

«Come scusi?»

«Le nostre fonti hanno riconosciuto la Dottoressa all’ospedale mentre si dichiarava la sua fidanzata, conferma?»

 

Ryou guardò Keiichiro che aveva gli occhi al cielo.

 

«Io e la Dottoressa abbiamo lavorato per tre settimane a stretto contatto, siamo diventati amici, era semplicemente preoccupata. Dica alla sua fonte di non inventare altro.» 

 

Fece gli ultimi passi e varcò l’entrata che venne chiusa immediatamente dietro di lui. 

«Cos’è questa storia?» si girò verso Keiichiro. 

«Ricordi quando ti dissi che per due giorni aveva provato ad entrare?»

«Si.»

«Ecco, per due giorni interi. Non è neanche tornata a casa Ryou e io l’ho trovata perché stava urlando contro la sicurezza.» 

A Ryou scappò una risata per la scena che si era immaginato e la ricollegò ai suoi capelli arruffati di quel giorno. 

«Non essere meschino. Comunque il fatto è che il giornalista non mentiva.»

«Eh?»

«Per cercare di entrare diceva di essere la tua ragazza.»

Ryou smise di ridere e arrossì. 

«Capisci perché sei un vero idiota?»

«Pensi che ora le faranno problemi a lavoro?»

«Se non si farà vedere, no.»

«Devi avvertirla, non possiamo più vederci per il momento, non posso rischiare di farle avere problemi.»

«Certo … Dirò a Rey di scriverle.» 

 

 Ichigo si era svegliata di buon umore quella mattina. Si preparò dei pancake per colazione, una caraffa di caffè e si rilassò sul divano a guardare la TV. 

Si mise a fare un po’ di zapping perché non trovava niente di interessante e alla fine decise di lasciare sul canale della video radio. 

 

«E’ l’ora di pulire questa casa. Fai veramente pena cara mia.»

E così cominciò a spolverare e lavare le camere, a cambiare le lenzuola e fare circa 3 lavatrici. Mentre sistemava notò l’abito rosso che aveva lasciato in un angolo della stanza da letto. 

«Tu pomeriggio vai in lavanderia.»

E così tra le faccende di casa e qualche pausa caffè arrivò l’ora di pranzo. 

Aveva ancora la TV con il canale della musica ma era il momento delle notizie del giorno; mentre preparava da mangiare cominciò a partire la notizia dell’aggressione di Ryou. 

Ichigo lasciò tutto  e finì di sentire la notizia che, essendo di un canale radio, era stata poco esaustiva. Cominciò a cercare su internet le edizioni dei Tg e trovò tutto nel dettaglio. 

 

Aprì il video del servizio, mentre il giornalista parlava della presunta aggressione con le sue congetture, scorrevano le immagini di Ryou che usciva dall’ospedale, nella scena successiva invece erano proprio sotto al suo hotel e sentì la risposta data al giornalista quando aveva chiesto di lei, poi la voce del servizio continuava dicendo.

“Sono queste le dichiarazioni del Dottor Shirogane riguardo la presunta relazione con la collaboratrice, quello che ora ci chiediamo è: sarà vero? E se lo fosse, la GlobalHeart è stata scelta per questo motivo? Non era forse più etico lasciare il posto al campo della neurochirurgia? E se l’aggressore fosse correlato con tutto ciò? Non è stata dichiarata la sua identità ma sappiamo da fonti certe che non è stata fatta nessuna denuncia. Vi terremo aggiornati”

 

Ichigo si precipitò a prendere il telefono che aveva lasciato in un angolo della casa. 

Trovò diverse chiamate perse da Loren, il Presidente, Chiara e un messaggio di Rey. 

- Ryou, e in realtà anche noi pensiamo che non sia il caso di rischiare di farti vedere nei paraggi, qualcuno ti ha sentita in ospedale e ha venduto la notizia ai paparazzi, stai lontana dai riflettori. E’ per il tuo bene. Prima finisce questa storia e prima vi potrete vedere. Un bacio.-

 

Ichigo si affacciò dalla finestra, erano già arrivati, non poteva mettere piedi fuori casa. 

«Mi sa niente lavanderia oggi.»

Richiamò con urgenza il Presidente confermando la versione di Ryou, che era tutto un malinteso, che semplicemente avevano legato molto lavorando a stretto contratto e il resto era solo immaginazione mediatica, lui sembrava essersela bevuta ma era comunque molto infastidito. 

«Che casino!» urlò a fine chiamata. 

 

Fece un altro giro di telefonate, avvertì della versione anche Chiara, nel caso fossero arrivati fino a lei. Infine rispose al messaggio di Rey.

 

- Scusami se non ti ho risposto prima ma non avevo sentito il telefono e poi ho visto il servizio in TV. Ho notato, hanno invaso anche il mio palazzo. Ci mancava solo questa, purtroppo sono d’accordo con voi. Però digli che non ce l’ho con lui per l’altro giorno, spero non sia più arrabbiato con me. Buona serata, ci sentiamo.-

 

Come poteva uscire di casa? Come poteva vederlo? Per quanto tempo sarebbe durata questa storia? 

«Non possiamo più vederci.» e scoppiò a piangere. 

 

Ryou stava cercando di gestire tutta la situazione, tramite il telefono di Keiichiro, stava discutendo con Greta su come agire e aveva ingaggiato della sicurezza privata per Rey e Keiichiro e per fare da guardia alla sua camera. Voleva richiederla anche per Ichigo ma l’amico gli consigliò di non creare altri dubbi, se i giornalisti lo avessero scoperto avrebbero tratto le loro conclusioni. 

Per non pensarci più di tanto si mise ad aggiustare il suo telefono o almeno a recuperare la memoria e i file e cercare di sincronizzare e aggiornati i dati dal suo PC. 

« Rey sarà qui a momenti, è stata appena prelevata a casa dalla sicurezza.»

«Voglio che rimanete qui, mi sento più tranquillo.» disse 

«Ryou non c’è bisogno.»

«Ti prego Keiichiro, non voglio altri pensieri.» disse con voce tremante. 

A Keiichiro pareva stesse per piangere ma non riusciva a vederlo in volto perché era concentrato con gli ingranaggi del suo telefono. 

Capì che gli altri pensieri erano per Ichigo e lo accontentò. 

Quando arrivò Rey aveva la faccia di una che nascondeva qualcosa, stava palesemente cercando di non sorridere ma quelle labbra si inarcavano da sole. 

«Ti vedo allegra. Per una che ha fatto due traslochi in meno di un mese sei arzilla.» commentò Ryou. 

«Che sei antipatico, volevo farti leggere una cosa ma mi sa che ci ho ripensato.» disse mentre ciondolava il proprio telefono.

Ryou capì che si trattava di Ichigo.

«Dammelo!»

«Keiichiro non hai insegnato a dire per favore a questo ometto?» se la rideva. 

«Rey non scherzare!»

«Non ti scaldare, non l’ho ancora letto. Magari dice che non vuole più vederti perché sei troppo stupido per la sua presenza.»

«Rey, non esagerare, guarda che poi ti prende sul serio!» criticò Keiichiro.

«Uffa e va bene, volevo passarmi il tempo. Tieni»

Ryou non se lo fece ripetere due volte e lesse prima il messaggio che aveva mandato Rey, che per qualche motivo lo mise in imbarazzo, e poi la risposta di Ichigo. 

spero non sia più arrabbiato con me”

Ryou sorrise. Aveva ancora tempo, non aveva rovinato tutto. 

«Secondo me era un bel messaggio … tu che ne dici Keiichiro?»

«Rey piantala! E’ invasa dai giornalisti anche lei!» rispose Ryou.

«E questo ti fa piacere o c’è scritto altro? Sai che è il mio telefono! Lo leggerò comunque.» 

Ryou premette alcuni tasti e lo consegnò alla proprietaria. 

«E invece no, perché l’ho appena cancellato, morirai di curiosità!»

Rey guardò Keiichiro per essere difesa.

«Non guardare me, te la sei cercata.»

Rey sbuffò e poi divenne seria. 

«Perché non la chiami? Ti sei già memorizzato il numero a mente no, piccolo genio?»

Ryou divenne visibilmente rosso perché si sentiva colto sul fatto, non solo si ripeteva il suo numero in mente per non dimenticarlo ma non aveva cancellato solo il messaggio di Ichigo, ma anche la risposta che gli aveva inviato. Si allontanò da Rey e ricominciò a trafficare con il cellulare. 

 

Ichigo si era asciugata le lacrime e si era fatta forza, sarebbe finito quest’incubo. 

Il vero problema era che non aveva modo di distrarsi, la casa lucidava e a lavoro erano tutti in ferie, non c’era nulla da fare se non pensare e proprio mentre si era rammaricata ricevette una chiamata da Loren. 

Era preoccupata ed era stata l’unica tra i colleghi o altri conoscenti a chiederle come stesse. 

«Sto bene, grazie Loren, spero non abbiano messo in mezzo anche te.»

«No Dottoressa, per il momento sono tranquilla.»

« Menomale, mi sento un peso in meno. » 

«Ha bisogno di qualcosa? Sono bravissima a non farmi notare, se le serve del cibo o qualche commissione… »

«Loren, sei in vacanza, vai tranquilla me la caverò. » 

«Ma io sono già sotto casa sua, ho preso un po’ di sushi. »

«Ma sei pazza?Sali. Grazie. » 

 

Ichigo aprì ad una Loren completamente trasformata: aveva una parrucca bionda con il taglio a caschetto, al contrario del suo castano, ed era vestita come una donna d’affari. 

«Ma come ti sei conciata?» 

« Se devo far finta di abitare qui non posso vestirmi da segretaria»

«Sei un genio. » 

 

Ichigo apparecchiò e cenarono. Fu una serata piacevole, tra sushi, vino e chiacchiere da donne. 

«Devo essere onesta Dottoressa, i giornalisti sono venuti anche da me, ma li ho mandati via e non hanno insistito.» 

«Loren, direi che puoi darmi del tu ora che sei a casa mia. Comunque non dovevi mentirmi, ti hanno stressato?» 

«Mi hanno chiesto se sapessi qualcosa sulla relazione, o se avevo notato atteggiamenti ambigui e io ho mentito. »

«Mentito?»

«Dottor… Ichigo. Suona strano. Io sono una semplice segretaria e il mio ruolo è osservare per imparare. E io osservo. Lei e il Signor Shirogane vi conoscevate già. Ne ero quasi sicura e poi la sfuriata del suo, ehm tuo, ex mi ha dato conferma; per fortuna c’ero solo io a quell’ora erano tutti in pausa.»

 

Ichigo era senza parole. Non ci aveva completamente pensato che quel giorno Loren avrebbe potuto pensare male, nel momento dello scandalo doveva essere la prima a chiamare, era tanto grata della fedeltà di quella ragazza. 

 

«Si Loren. Io e il Signor Shirogane ci conosciamo già. Ma non ci sentivamo da più di 10 anni e anche all’epoca lui era solo il socio della caffetteria dove lavoravo e non ci siamo lasciati in buoni rapporti. Ma ti ringrazio, non eri tenuta a farlo.» 

 

«Io non voglio che lei mi dia giustificazioni, deve sapere che io l’ammiro e credo che non si meriti tutto questo, sarò una ragazzina di 22 anni che ancora spera nel principe azzurro, ma vero o no nessuno deve mettere bocca sui sentimenti, però ad essere sincera ho pensato anche io non fossero infondate quelle voci vero?» 

 

«Si e no. Ho veramente detto di esserlo, ma non sono la sua ragazza, volevo solo poter salire a trovarlo, però devi ammettere che il Dottor Shirogane non è un tipo che passa inosservato. » fece una smorfia. 

 

«No per niente.» arrossì. «anche lei, tu, sei bellissima, sareste una bella coppia. Non voglio insistere ma non sentivo odio tra di voi, tutt’altro.» 

 

«Tu sei troppo brava per fare la segretaria»Ichigo rise. « …quello che ti posso giurare è che il Dottor Shirogane non ci ha scelto perché ero raccomandata e non ci siamo messi d’accordo, ho avuto un infarto quando Masaya mi ha portato il tuo messaggio. Semplicemente voleva una società di applicazione cardiaca a prescindere, che l’abbia fatto perché sapeva che ci lavoravo io, non lo so, ma so che Ryou non spreca i suoi soldi. Se non lo avesse convinto il contratto non lo avrebbe accettato, sa trovare tanti altri modi per torturarmi, credimi.»

 

« Si vede che gli vuole bene …» sussurrò Loren «Mi scusi Dottoressa non riesco proprio a darle del tu!»

«Non ti preoccupare, apprezzo lo sforzo. Ora è meglio che torni a casa si è fatto tardi!»

«Certamente, quando vuole, io sono dalla sua parte. Mi chieda tutto quello che vuole!»

«Potrei prenderti in parola. Ma mi servirebbe il teletrasporto al momento e non l’hanno ancora inventato…»

Loren arrossì, anche se il suo capo aveva cercato di non ammetterlo, ma solo di girarci intorno, era evidente che se veramente prima erano solo capo e impiegata ora erano qualcosa di più. 

 

Ichigo attendeva il messaggio di Loren che fosse tornata a casa sana e salva. Quando prese il telefono si ritrovò un messaggio da parte di Rey di qualche ora prima. 

 

-Non ti lascerò più andar via. 

E capì che non era stata Rey a scriverlo. 

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 22. Capodanno ***


Capitolo 22. Capodanno

 

Un altro giorno era arrivato, i paparazzi ancora erano lì. Ryou decise di parlare con il receptionist per mettere in chiaro la situazione, poteva essere un testimone dei loro ritorni a casa. 

 

«Io mi scuso per il disagio … »

« Non si preoccupi Signor Shirogane, qui al Gran Flores abbiamo ben in mente il concetto di privacy, se non assumessimo personale fidato non potremmo permetterci ospiti importanti come lei. Non sono affari nostri sul perché l’altra notte la Signorina è stata qui.»

«Notte?»

«Signore le ripeto che noi non sappiamo nulla» disse con faccia soddisfatta.

“Ma non lo so neanche io” 

Ryou si sentiva di nuovo confuso, da quando era tornato a casa non aveva recuperano nessun altro ricordo, ma una notte l’avrebbe ricordata o no?

Risalì nella suite con aria pensierosa. 

«Tutto ok Ryou?» chiese Keiichiro

«Se Ichigo fosse stata qui tutta la notte me ne ricorderei vero?»

Keiichiro impallidì. «Chi te ne ha parlato?»

«Allora è vero! Se non ricordo dettagli del genere come faccio a prevenire uno scandalo? Che ci faceva qui di notte?»

«Forse dovresti chiamare qualcuno»

«Keiichiro rispetto il tuo modo di pensare, ma non credi di potermi dare almeno qualche indizio?»

Improvvisamente si ricordò di quel piccolo flash in cui lei le dava dell’idiota, era chiaramente sera e lei era in quella stanza. «È stata un’altra litigata?»

Keiichiro che stava bevendo dell’acqua per poco non si strozzò.

«A-Anche, cof, cof, chiamala!»

«Non cedi ah? Forse dovrei parlare con Rey.» e urlò quando pronunciò il nome dell’amica che rispose gridando dall’altra stanza.

«Non mi ha scritto se lo vuoi sapere!»

«Quindi amico mio, sputi il rospo?»

Ma Keiichiro continuò a fare colazione. Ryou ci rinunciò, si chiuse in camera per riflettere, anche perché qualcosa gli suggeriva di doversi sentire imbarazzato.
“Forse l’ho baciata e abbiamo litigato”

Decise di allontanarsi da quel pensiero e navigare su internet per vedere gli ultimi sviluppi dei media. 

 

-Non ci sono novità, la Dottoressa Momomiya non ha rilasciato dichiarazioni, ancora non è uscita dal suo appartamento. La sua segretaria ha dichiarato di aver visto i due sempre in atteggiamenti formali, ci siamo recati anche al laboratorio dove ci sono stati i test di compatibilità, purtroppo non siamo potuti entrare oltre la reception…- 

 

Ryou fermò il video. E se il custode alla reception del laboratorio avesse raccontato di quel giorno di pioggia? O di quello successivo quando facevano i cretini per la macchina? 

“Siamo stati due incauti! Anche se io credevo ancora fosse sposata e incinta.”

 

Continuò il servizio e intervistarono proprio il custode.  

-... anche il custode ci conferma che non ci sono stati comportamenti intimi, anzi dichiara anche che il Dottore rimaneva in laboratorio più di lei e che arrivava prima. Solo una volta sono usciti insieme per il pranzo. Altri nostri inviati, dopo la dichiarazione del Dottor Shirogane hanno intervistato l’infermiera presente il giorno in cui la Dottoressa si sarebbe dichiarata, di lei abbiamo l’intervista.  “E’ vero, il Dottor Shirogane non ha firmato il consenso alla privacy quindi non abbiamo fatto salire la sua collega, confermo che aveva usato quell’aggettivo ma è stato altamente chiarito che cercava una scusa solo per avere notizie.” “Mi chiede se secondo me c’è più di un contratto di lavoro? Beh mio marito l’ho conosciuto lavorando, con questo non dico nulla ma lavorare per tre settimane con una persona a pieno ritmo ti lega, ma se volete sapere se la Dottoressa è legata sentimentalmente al Dottore posso assolutamente dire di no” Ed ecco tutto quello che ci dicono i testimoni. Non ci sono prove ma solo supposizioni, certo che non ancora tutto ci è chiaro. Chi ha aggredito l’uomo più famoso della scienza? Anche per oggi è tutto. -

 

«Hanno trasformato un’aggressione in una storia d’amore scandalistica, che rabbia! Ma dovrò ringraziare qualcuno per aver mentito… »

Controllò il suo pc, era riuscito a recuperare tutti i dati del telefono, doveva però comprarne uno nuovo. Commissionò un uomo della sicurezza dicendo di girare in borghese per non essere seguito. 

 

Dopo pranzo andò a riposare, dopotutto era ancora in convalescenza e gli era tornata l’emicrania. 

Questa volta i flash furono più esaustivi, riusciva a sentire scene intere. Si ricordò l’intera discussione con Lucas. 

Come sempre a fine visione si svegliò agitato, ora sapeva a cosa si riferiva il receptionist e la reazione imbarazzata di Keiichiro. Lui e Ichigo erano stati insieme. Ma questo non spiegava il litigio alla festa, sentiva comunque fosse colpa sua e lei lo aveva perdonato anche se si era completamente dimenticato di quella notte. Provava emozioni contrastanti: si odiava per aver rimosso un momento del genere ma in fondo ne era felice e ovviamente pensò a lei. 

 

Loren era tornata da Ichigo, questa volta con una parrucca riccia, vestita da diva. La divertiva quella ragazza. Non rimase per molto, le fece un pò di spesa e poi dovette uscire con degli amici.

 

Per passarsi il tempo fece una lunga conversazione con Chiara. A quanto pare avevano la data del processo. Erano indaffarati tra controlli medici, nausee e Lucas. Per fortuna Ichigo aveva pensato al locale prima di essere reclusa in casa sua. Si affacciò dal balcone, riusciva a vedere la portafinestra aperta della sua stanza, ma con la luce del giorno non vedeva altro. 

 

Doveva trovare un modo per uscire da quella casa o sarebbe impazzita, pensò di poter travestirsi come Loren, doveva farsi prestare una parrucca e qualche consiglio di moda da spionaggio. 

Il pomeriggio inaspettatamente ricevette un’altra chiamata dal Presidente. 

«Buonasera Dottoressa, mi scuso per l’altro giorno, sa… l’accusa è grave ci fa perdere di credibilità.»

«Non deve darmi spiegazioni Presidente, mi sento in colpa, dopotutto sono andata veramente in ospedale.»

«Già, ma mi tolga una curiosità, come sapeva in quale ospedale cercare se non aveva firmato la privacy?»

“Cazzo.”

«Ho visto entrare i suoi amici nel vialetto della struttura, li ho riconosciuti dalla festa, conoscevo l'hotel del Dottor Shirogane perché l’ho accompagnato con la macchina il giorno in cui ha diluviato, pura cortesia, e sapevo ci fosse stata un’aggressione il giorno prima, così ho fatto due più due.»

«Capisco, ora io non voglio sembrarle invadente Dottoressa, nessuno qui dice che è vietato tenere ad una persona, ma dato le accuse rivolte all’Azienda devo pregarla di mantenere la sua versione, io le credo ma qualora mi stesse mentendo, la prego di continuare a farlo.»

«Io e il Dottor Shirogane siamo solo due colleghi che hanno stretto amicizia Presidente questa è la verità.»

«Perfetto. Così prima mettiamo fine a queste voci e prima riprenderemo gli esperimenti! »

«Arrivederci Presidente.»

« Buona giornata Dottoressa, e non si senta in colpa.»

 

Ichigo era veramente sotto pressione, non era sicura che il suo capo le avesse creduto ma sicuramente era dalla sua parte e questo la confortava, ma aveva ragione, questa storia non riguardava solo lei e Ryou, avrebbe compromesso troppe persone che non c’entravano nulla. 

Per fortuna in tutti i servizi che gli dedicavano nessuno riuscita a trovare qualcosa di compromettente anche se doveva ringraziare tutte le persone che avevano omesso o mentito, come Loren e il receptionist che non aveva minimamente menzionato l’atteggiamento dell’ultima settimana tra loro. Era stufa di passare le giornate a pensare alle solite preoccupazioni, si sentiva stanca e sola, sarebbe stato più facile diventare un gatto, ma ormai non ci riusciva più. 

 

Mandò un messaggio a Rey per avere notizie di Ryou, sperava fossero insieme come l’ultima volta. 

La risposta di Rey non tardò ad arrivare. 

-Cara, è di là in camera che riposa, non te l’ho detto ma ci ha costretti a rimanere da lui, dice per la nostra sicurezza. Aspetta 5 minuti e ti chiamo.-

 

E così fece, Rey l’aggiornò sulla sicurezza che Ryou aveva ingaggiato e di tutte le commissioni che aveva delegato per risolvere la situazione o almeno tamponarla. 

«Almeno lui non si annoia»

«Oh cara, devi stringere i denti.»

«Non è così facile, ora che potevamo finalmente chiarire ci si mette in mezzo la mia Azienda e gli scandali! E’ surreale.»

Rey cercò di consolarla ma capiva che non era facile per lei, soprattutto perché era da sola e piena di cose in sospeso. 

 

Mentre si preparava ad un aperitivo casalingo per una persona, Ichigo continuava a sentire le notizie. 

Sembrava che l’atto dell’aggressione fosse passato in secondo piano ed erano semplicemente concentrati a cercare congetture e scandali, creando degli speciali chiamati: “Il caso dell’anno”. 

“Da un lato meglio, non cercheranno di scoprire chi era l’aggressore.”

Ichigo sospirò. 

«Se lo chiamano il caso dell’anno allora finirà stanotte.» rise nervosamente. 

“Magari…” 

Guardò fuori dalla finestra, i giornalisti si erano dimezzati ma anche uno era fatale. 

«Ma non tornano a casa a mangiare e a dormire?»

Ormai era il crepuscolo e la camera di Ryou era più visibile, vedeva delle ombre muoversi. Decise di avvolgersi nel plaid e di uscire fuori in balcone, anche se faceva freddissimo poter respirare aria pura la faceva sentire meglio. Stette per almeno mezz’ora fuori ad osservare la città, per poi tornare alle ombre di quella suite. 

Fu interrotta da un messaggio sul telefono, era di Ryou .

 

-SERVIZIO RECALL: L’utente da lei cercato è ora disponibile.-

 

Si sentì delusa, l’unica cosa che aveva capito era che Ryou era riuscito a recuperare la scheda che si era danneggiata insieme al telefono. Pensò che anche a lui sarebbe arrivato il messaggio di lei che lo aveva cercato quella sera di Natale, quando Masaya gli aveva detto che Lucas era stato arrestato. 

Ma non poteva sapere che fosse lei, lo aveva chiamato dal numero personale, non quello aziendale che lui aveva. Lasciò il telefono sul tavolino in balcone e cominciò a pensare a se stessa. Era davanti allo specchio, era quasi una settimana che non si curava, sempre in tuta, struccata e spettinata, non sembrava più lei: la donna che si era promessa di diventare. C’era sempre stato Ryou in quella voglia di cambiare, all’epoca credeva di essere sbagliata, che l’essere buffa, goffa e con la testa tra le nuvole perché credeva nel vero amore erano dei difetti, ed era per questo che i suoi amici l’avevano ingannata e Ryou non sentiva la sua mancanza. Quando lo aveva rivisto credeva di essere sotto esame: “ora ti faccio vedere cosa vi siete persi” ma era bastato poco per ritornare bambina. Ripensò alla sua faccia davanti alla vetrina di dolci, agli imbarazzanti battibecchi per l’orario di lavoro, alle gare per arrivare in macchina e a quando era inciampata con gli stivali. Ripensando a quelle scene non le sembrava per niente cambiata eppure ora, sapendo veramente cosa credeva di sapere Ryou su di lei, con i suoi sbalzi d’umore dimostrava tutt’altro che odio. Ora doveva essere forte, per piacere a se stessa e a nessun altro, perché quel messaggio ricevuto la sera prima non era una semplice promessa. Era una dichiarazione che lei andava bene goffa, sbadata e perché no, un pò infantile. 

Così si mise un abito adatto a Capodanno, si truccò e si acconciò i capelli. 

Erano ormai le 23.50, aveva finito di cenare tardi ed era tornata sul balcone ad aspettare i fuochi d’artificio della città. 

«C’è odore di neve» e sorseggiò il suo vino bianco. 

5 minuti dopo vide cominciare a scendere il primo fiocco e fù allora che il suo telefono squillò e non riusciva a credere al nome impresso sullo schermo. 

«Ehi …»

«Ehi … nevica.»

«Si, sono fuori in balcone a godermi la vista.»

«Anche io.Sei l’unica persona con la luce accesa nel tuo palazzo.»

«Anche tu.»

E partì il primo fuoco d’artificio che proveniva da qualche evento nei dintorni.

«Buon anno Ryou.»

«Buon anno Ichigo.» e continuò «Voglio vederti.»

Ad Ichigo tremarono le gambe e gli occhi si lucidarono. 

Voleva vederlo anche lei e stava scoppiando di felicità nel sentire quella schiettezza ma sentiva anche un profondo dolore di consapevolezza che quel desiderio non si sarebbe esaudito presto. 

«Non fare l’idiota.»

«Me lo dici così spesso che penso di esserlo veramente.»

«Tu… ricordi qualcosa?»

«Non la cosa più importante. Ma ora ricordo cosa mi ha detto Lucas.»

Ichigo era agitata. E così si ricordava di aver scoperto i suoi sentimenti per lui e a quanto pare sapeva, anche se non lo ricordava, della loro notte. 

«Capisco. E cosa ti ha detto?»

«Vorrei sentirlo da te, ma non devi… non se non lo pensi veramente, e in caso fosse vero...» temeva che Lucas si fosse fatto un'idea sbagliata e lui ci stava ulteriormente sperando.

«Ti amo idiota.»

Ryou non se lo aspettava, non così di getto. Come se temesse di aver sentito male. Rimase un attimo in silenzio, giusto per capire se stesse sognando e poi rispose. 

«Ti amo anche io.»

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 23. La pura e semplice verità ***


Capitolo 23. La pura e semplice verità

 

Rimasero in silenzio dopo quelle parole per un tempo indefinito nelle loro menti. Guardarono scendere la neve che man mano imbiancava la città.

Arrivata circa l’una di notte erano ancora al telefono e nessuno di loro sapeva cosa dire.

Ichigo diede uno sguardo verso il basso, non sembravano esserci più paparazzi e così spezzó il silenzio.

«Ryou, da te ci sono paparazzi ancora sotto?»

«Non sembra, ma non si sa mai, aspettano questi momenti. Che hai intenzione di fare?»

«Niente, era per dire.»

«Ichigo ferma dove sei, non me lo perdonerei mai.»

 

Ichigo era veramente tentata. Soprattutto dopo le loro parole voleva vederlo. Voleva averlo per se. Ma capí la paura nella voce di Ryou.

 

«Non sto facendo nulla. Peccato non essere più un gatto. »

«Ci ho già provato prima di chiamarti, non riesco neanche io e non possiamo rischiare di chiedere favori a nessuno, potrebbero vendere lo scoop. »

«A proposito …»

«Che cosa hai combinato.»

«Loren lo ha capito.»

«E cosa avrebbe capito?»

«Che ci conoscevamo prima di quella riunione.»

«Le segretarie, hanno intuito e sono invisibili.»

 

Ichigo improvvisamente ritornò insicura e ricominciò a pensare a Greta. Keiichiro aveva detto che non aveva nessuna fidanzata, ma questo non escludeva un altro tipo di rapporto.

 

«Ryou.»

«Ichigo…»

Silenzio.

«Ehi, tutto ok?»

«Non ne vorrei parlare per telefono»

«Allora dovrà aspettare. E’ così brutto? E’ qualcosa che ti ho fatto che non ricordo?»

«No.»

«In realtà vorrei parlare anch'io di alcune cose»

«Lo hai capito che io e Masaya non stiamo insieme, vero?»

«Si, me lo ha detto Rey. E troverò il modo di farmi perdonare.»

Ichigo rise. «Sei proprio un’idiota.»

«Lucas…ha detto delle cose che mi tormentano da un giorno intero.»

Silenzio.

«Ha detto che sei tornata per il mio compleanno e questo in realtà lo sapevo già da un mese, quando sono venuto al locale. Ma perché non ti sei mai fatta vedere Ichigo? Lucas mi ha detto che hai rinunciato a tutto per colpa mia ma io non capisco il perché.»

 

Maledetto Lucas.”

 

«Io non voglio parlarne per telefono, Ryou. Ho bisogno di guardarti per parlare di quella storia e non riguarda solo te, soprattutto, ma non solo.»

 

Ryou non volle insistere, era evidente che delle piccole domande portavano ad altre domande più grandi.

«Ok, giorno più, giorno meno resisterò.»

Ichigo stava fremendo. Sentiva un peso nello stomaco, sapeva che era una pessima idea ma non riusciva a passare un minuto di più lontana da lui.

«Io no.»

E staccò la chiamata.

 

Rey e Keiichiro notarono dalla vetrata della veranda Ryou al telefono, anche durante la mezzanotte non vollero disturbare.

 

«Alla fine l’ha chiamata…» disse Keiichiro.

«Credi stia parlando con lei? Andiamo a sentire?»

«Non fare l’impertinente amore, è il massimo di intimità che possono avere.»

«Posso rimanere qui a guardarlo?»

Keiichiro la guardò storta e Rey fece un gesto di resa.

Dopo un pò videro Ryou rientrare agitato.

«Buon anno caro!»

«Ho paura che Ichigo stia venendo qui.»

«Ma non può, è impazzita?» disse Keiichiro.

 

Ryou voleva fermarla ma non sapeva come, se fosse uscito poteva peggiorare le cose. Decisero di rimanere in attesa sperando di sbagliarsi ma passata più di un ora la coppia andò a dormire e Ryou a sperare che non fosse successo nulla, non rispondeva neanche più al telefono ma la luce di casa sua era ancora accesa.

 

Ichigo chiamò Loren.

«Dimmi che puoi passare ti prego. Ho bisogno che tu mi faccia uscire da qui!»

Dopo mezz’ora arrivò Loren con una ragazza che presentò come sua sorella.

 

«Abbiamo un’idea. Lei Dottoressa diventerà mia sorella e mia sorella Lei. Avete la stessa taglia e ho qui una parrucca perfetta e per il trucco ci penserà lei. E’ capodanno, degli occhiali buffi non daranno nell’occhio.»

«Ok facciamolo!»

 

Dopo 40 minuti Loren ed Ichigo uscirono dal palazzo con due bottiglie di champagne facendo finta di essere brille, urlavano a tutti quelli che rientravano a casa "BUONANNO!".

Si fecero lasciare dal taxi in un locale distante un isolato dal Gran Flores Hotel. Quando arrivarono, senza farsi notare raggiunsero l’hotel; in una panchina lì davanti notarono un uomo sospetto che leggeva. Loren si avvicinò a una guardia dell’hotel che Ichigo riconobbe e iniziò la sua performance.

«Buona sera, ma questo è il luogo dello scandalo!?» disse con voce un po’ brilla. «Possiamo dare un’occhiata?»

Ichigo controllò l’uomo che faceva finta di leggere un giornale del giorno prima, era sicuramente un paparazzo ma non sembrava interessato a due ragazzine ubriache e curiose.

«Sa…mia sorella è affascinata dal gossip, non vive di altro possiamo entrare?» concluse Loren.

«Mi dispiace signorine, solo gli ospiti possono.»

Ichigo si avvicinò e si tolse gli occhiali facendosi riconoscere.

«La prego signore, affitteremo una camera glielo prometto!»

«In questo caso potete entrare.» la guardia sorrise.

Ichigo mimò un “grazie”. Una volta varcata la soglia dell’hotel erano al sicuro, ma il piano non finiva qui. Da lì dovevano anche uscire.

Presero l’ascensore e arrivarono davanti alla camera di Ryou.C’erano due guardie della sicurezza. Ichigo si presentò sussurrando per non farsi sentire dai vicini, ma non le davano ascolto.

Per fortuna avvertirono Ryou.

 

Quando aprì la porta rimase sconvolto.

«Bene se non mi riconosci neanche tu posso stare tranquilla.»

«Ichigo, Loren? Ma dico siete impazzite? »

«Schh. Ho bisogno della tua carta di credito.»

Ryou fece una faccia dubbiosa e le fece entrare.

«Rey e Keiichiro dormono, fate piano.»

«Si. Devi affittare una camera a Loren, non può uscire c’è un potenziale paparazzo sotto.»

«C’è un paparazzo? Ma hai proprio perso il nume della ragione?»

«Non fare il guastafeste, non ci ha riconosciute. Dominic sta aspettando la carta.»

«Dominic?»

«Il Receptionist, è un grande!.»

Ryou accontentò le richieste e prese una camera al 16° piano.

Loren li salutò.
«Domani puntuale ci vediamo in camera mia alle 11 per il check-out, buonanotte Dottoressa.»

Ichigo una volta in casa sana e salva si tolse occhiali e parrucca.

«Dovrai prestarmi la tua tuta, di nuovo»

«Sei pazza? Hai idea del rischio che hai corso? Potevano vederti, potrebbero farlo ancora domani!.»

«Non mi interessa.»

«Dovrebbe»

«Hai intenzione di passare le prossime 8 ore a rimproverarmi?»

«Dovrei, ma poi me ne pentirei.»

Si avvicinò a lei e le accarezzo i capelli, lei assaporò quel tocco, dolce e desiderato e lo guardò negli occhi.

Ichigo allungò le mani sul suo petto e man mano scese fino all’addome, sollevò la maglia e accarezzò le piccole cicatrici dei drenaggi. Lui la lasciò fare.

«E’ tutta colpa mia.» sussurrò Ichigo fissando le vecchie ferite.

«Non sei responsabile delle scelte delle persone.»

«Tu non capisci. Lucas ha sempre saputo quello che provavo, non è questa la colpa di cui parlo.»

«Sempre?»

Ichigo annuì. «Quella sera… era fuori di sé non per quello che avevamo fatto.» arrossì. « cioè anche, ma perché era sicuro che tu stessi giocando con me e sono stata io a convincerlo di questo, perché lo credevo anche io.»

«E perché ora non lo credi più?» le prese le mani che lasciarono la maglietta e le baciò la fronte.

«Perché quando sono venuta in ospedale e ho inventato quella scusa ho scoperto che non avevi nessuna ragazza.»

Ryou si allontanò per poterla guardare bene in volto.

«E chi doveva essere?» rise.

«Greta.»

Ryou la guardò confuso. Aveva un passato con Greta, ma lei che ne poteva sapere.

Ichigo prese un lungo respiro e si sedette sul bordo del letto.

«La mattina...oddio che imbarazzo. Allora, la mattina dopo che noi … ecco.»

«Ho capito, tranquilla» rise

«Uhm. Io dovevo cercare la card per pagare la colazione che avevo ordinato in camera, Greta ti aveva mandato un messaggio, ti stava cercando perché non rispondevi, e sembrava molto informale.»

«E tu solo perché una persona mi da del tu ti fai un film del genere?»

A Ryou tornò in mente un flash. La card della stanza per terra.

 

«Io 10 anni fa ti ho visto con lei. Alla mezzanotte del tuo compleanno, ero li.»

Ryou era senza parole. Sentiva la paura e la rabbia scorrere in un corpo che non riusciva più a muovere.

«Ho riconosciuto il tatuaggio. E' lei no?»

«Io e Greta siamo solo amici.» non riusciva a guardarla, si sedette accanto a lei.

Ichigo si sentiva a disagio, il cuore le scoppiava per l'ansia.

«Però si è lei. Dopo che sei partita per Londra con Masaya e non c'era più una missione ho avuto un periodo in cui mi sono lasciato andare ad abitudini non proprio sane. Greta è stata una delle tante ma l’unica che non meritava quel trattamento irrispettoso e dopo quella volta di anni fa non è mai successo più nulla, te lo giuro.»

Ichigo rimase ad ascoltare mentre si guardava le mani che stringevano le ginocchia, imbarazzata e nervosa.

Ryou continuò a spiegare tutta la storia di Greta e di come era diventata la sua segretaria.

«...questa è tutta la verità.»

«Ora mi sento io un'idiota.»

«Questo non spiega perché sei sparita però.»

Toccava ad Ichigo raccontare il grande segreto, quella motivazione così dolorosa che aveva cambiato tutto il corso del suo destino, tutte le sue scelte che però non rimpiangeva del tutto; l'avevano comunque resa una donna stimata e indipendente. Quella motivazione, che era stata così grande da sentirla come un peso sul cuore per 10 lunghi anni, ora sembrava così banale mentre la raccontava ad alta voce. All'epoca non riuscì a chiedere spiegazioni, ad affrontare nessuna discussione: il solo fatto di averli colti in flagranti era una prova più che sufficiente. Si sentiva una vera stupida in quel momento, anche se stava raccontando la pura e semplice verità; la delusione era stata così grande perché erano le persone più importanti della sua vita ed era follemente innamorata di Ryou da sempre e in quel momento sicuramente lo era più di ieri.

Ryou era rimasto di nuovo senza parole, le accuse di Lucas ora avevano un senso, cominciò ad odiarsi perché se non si fosse comportato come un bastardo non sarebbe mai accaduto nulla e Ichigo sarebbe stata sua dal primo momento.

«Hai provato a farmi la sorpresa per due volte e per due volte ti ho delusa...ma credimi quelle parole erano solo di rabbia Ichigo, perché ti amo dal primo giorno che ti ho vista, non ho mai smesso di farlo e nessuna di loro le pensa, tu eri importante per loro e sono sicuro che lo sei ancora, nessuno di noi lo ha mai accettato.»

A quelle parole Ichigo si sentì togliere un peso che pensava non avesse mai potuto togliere. Erano seduti l'uno accanto all'altra. Ichigo si alzò e andò a prendere un pacchetto dalla borsa.

 

«Questo è per te.»

Lui rimase seduto con lei di fronte, prese il pacchetto e quando lo aprí rimase stupefatto e intenerito .

«E’ bellissimo, grazie. Per caso vuoi essere trasformata in un gatto?» poggiò il carillon sul comodino e avvicinò Ichigo a sé.

«Potresti provarci...»

La tirò a sé e la baciò.

«Non funziona, riprovo» e continuò a baciarla.

Al contrario dell'ultima volta questi baci erano dolci e lenti. Ormai non c'era più niente che li potesse separare, non avevano nessuna fretta, nessuna bramosia, solo amore.

Lei in piedi davanti a lui, lentamente gli tolse la maglietta e lui le abbassò la zip del vestito.

«Mi sa che la tuta non ti servirà.» le sussurrò togliendolo definitivamente.

La sollevò, la mise sul letto e si amarono per il resto la notte.

 

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 24. La dichiarazione ***


Capitolo 24. La dichiarazione

 

La mattina seguente Ryou si svegliò e lei era accanto a lui, guardò l’orologio: ancora avevano tempo.

La sveglió dolcemente con un casto bacio sulle labbra.

«Buongiorno pazza»

«Buongiorno idiota»

Lei si girò di spalle e lui capì che voleva essere avvolta dal suo corpo. Erano veramente un unico corpo e un’unica anima.

Ryou con un dito solleticò tutta la linea del suo profilo : dalla spalla, passando dal fianco fino al ginocchio.

«Dormito bene?» chiese lei.

«Da sogno»

«Vuoi continuare a rimproverarmi per essere venuta?»

«Potrei trovare una punizione…»

Lei si rigirò verso di lui e gli diede un bacio.

«La prego Dottor Shirogane» e spinse il suo corpo verso di lui sentendo la sua eccitazione.

«Dottoressa, dovrebbe stare attenta a provocarmi»

«Non intendo fare altro che questo.» e cominciò ad accarezzargli gli addominali fino a scendere giù con la mano.

Lui la fermò, la girò a pancia in su e cominciò a sua volta a baciarle il seno, la pancia, il ventre e l’inguine. Lei gemette e lui continuó ad assaporarla.

Ichigo aveva il respiro affannato, inarcava la schiena, stringeva tra i pugni le lenzuola e si abbandonò al piacere. Lei era completamente sua, in quel momento Ryou tornò tra le sue labbra e si amarono ancora e ancora.

 

Quando si fecero le 9.30 dal soggiorno sentirono dei rumori.

«Si sono svegliati Keiichiro e Rey» disse Ryou.

«Non voglio alzarmi»

«Neanche io»

E si accucciarono sotto le coperte per un ultimo abbraccio.

 

Improvvisamente la porta si aprí.

 

«Ehi oggi fai il pigro? Ti ho portato il caffè» disse Keiichiro.

Ichigo urló.

Keiichiro imbarazzato chiuse subito la porta.

Ryou scoppió a ridere.

«Direi che è giunto il momento di alzarsi.»

 

Si rivestirono e andarono in sala.

 

«Ciao a tutti» disse Ichigo imbarazzata come non mai.

«Ma buongiorno» Rey corse verso di lei con una felicità indescrivibile e l’abbracció.

«Quindi sei riuscita a sgattaiolare.»

«E’ stata già sgridata per questo.» disse Ryou guardandola in modo ammiccante.

«cof. Volete il caffè ?» disse Keiichiro per cambiare discorso.

«Si grazie» rispose Ichigo liberandosi dall’ imbarazzante abbraccio di Rey.

«In realtà, dovevo dare una notizia a Ryou, ma visto che ci anche tu Ichigo, è giusto che lo sappia subito.»

«L’hanno vista? Hanno già fatto un articolo?» disse preoccupato Ryou.

«No, no. Ma la notizia dell’aggressione è arrivata ovunque nel mondo. Le ragazze mi hanno chiamato stamattina, si sono già riunite a casa e partiranno fra un paio d’ore per venire qui, erano preoccupate per te. E beh, hanno sentito di Ichigo. Tu che vuoi fare? »

 

«Ichigo ha il diritto di chiarire con loro e sono sicuro che voglia farlo, ma mi sembra difficile finché non si calmano le acque, soprattutto con persone famose come Zakuro e Minto, non possono farsi vedere in compagnia di entrambi. E non possiamo rischiare ancora.»

 

«Io… devo chiedervi scusa. Per tutto questo trambusto, soprattutto nelle condizioni di Rey, e devono chiedervi scusa per essere scappata via 10 anni fa, se le ragazze vorranno ancora avere a che fare con me e se riusciamo a trovare il modo io, io… vorrei vederle. »

Keiichiro non capì il discorso scappare ma Ryou gli fece segno che dopo gli avrebbe spiegato tutto.

 

«Piccola Ichigo. Non importa che tu sia andata via, basta che sei tornata! » e Keiichiro l’abbraccio con il suo solito abbraccio paterno.

 

«Sarete dei genitori fantastici.» e abbracció anche Rey facendo attenzione al suo pancione da settimo mese.

 

Fecero colazione e poi Ichigo si rimise la parrucca. Sgattaiolò nelle scale di sicurezza e scese al piano della sua ormai amica. Loren aveva un po’ approfittato della carta di Ryou e aveva ordinato una colazione di lusso. Passarono alla Reception e salutarono il collega di Dominic che gli aveva dato il cambio e preso la consegna. Erano tutti riservatissimi e leali e di questo Ichigo ne fu grata.

Tutto era filato liscio. Il paparazzo era ancora lì addormentato sulla panchina, ne stavano però arrivando altri. Quando arrivarono sotto casa di Ichigo erano in due.

 

Entrarono nel palazzo con disinvoltura e una volta in salvo volle ricambiare il favore.

 

«Caty, spero tu ti sia trovata bene a casa mia da sola, non vi ringrazierò abbastanza.»

 

«Tranquilla è stato eccitante fare qualcosa sotto copertura! »

«E io sono stata in una stanza di lusso gratis»

 

«Ok, però non potete uscire conciate così. »

 

Ichigo le convinse a rimanere per pranzo, dopodiché le regaló dei suoi completi per farle sembrare altre persone rispetto alle ragazzine ubriache di prima.

E così il piano riuscì alla perfezione.

Sui media si parlava ancora di loro ma gli dedicavano molto meno spazio, si vedeva che il tutto stava scemando. In più era venuto fuori un altro scandalo sul figlio di qualche pezzo grosso che durante i festeggiamenti di capodanno aveva importunato una minorenne ricevendo una bella denuncia per catcalling.

 

Ryou quando andò via Ichigo fu assalito dalle domande da Rey, curiosa come sempre, lui si armó di pazienza e spiegò tutte le incomprensioni che c’erano state.

 

«Ecco chi aveva lasciato la porta aperta!»

«Già, ti avevo detto che ero sicuro di averla chiusa.»

«Dopo 10 anni ce l’hai legata ancora al dito?»

Ryou non rispose facendo il finto offeso.

«Comunque assurdo. È entrata giusto nel momento in cui eri pieno di rabbia. Fosse rimasta 2 minuti in più…»

« Già. »

«Mi dispiace per come siano andate le cose Ryou. Ma forse era destino. Non sarebbe diventata la donna che è oggi. »

«Beh non mi sembra che gli dispiaccia troppo per come siano andate le cose stanotte» commentó Rey.

«Ti diverti proprio eh? Gli ormoni fanno il loro dovere noto» pizzicò Ryou.

 

«Oh caro, i miei ormoni non c’entrano nulla»

E si accarezzó il pancione. «sono solo un inguaribile romantica. Anche io e Keiichiro se ricordi siamo stati separati perché lui in segreto doveva occuparsi di te e della missione, sicuramente è stato doloroso essere lasciati senza un vero motivo, ma guardaci! Non rimpiango nulla! E non lo dovreste fare neanche voi. È così bello che dopo tutti questi anni i sentimenti siano rimasti, è una prova d’amore che all’epoca non avreste potuto avere» e gli ormoni cominciarono a farla commuovere.

«Smettila, così mi imbarazzi Rey. Però è vero.»

 

Dopo attimi di silenzio Ryou tornò in camera sua a riposarsi ancora un po’, ancora le lenzuola avevano il suo odore, chissà quando l’avrebbe rivista. Ora tutto ciò che li aveva separati e quello che li stava ancora separando sembravano nulla in confronto a quello che lui provava, sarebbe passata anche questa tempesta, ma non c’erano più malintesi, più bugie, avrebbero dovuto solo aspettare, forse finire il progetto con la sua azienda e poi potevano aversi per sempre.

 

Durante il riposo ebbe altri flash, ricordò completamente quella sera in cui era ubriaca e gli aveva chiesto di non lasciarla andare via, in piedi, inerme e scoperta da ogni difesa. Ricordò di averla baciata e poi si svegliò.

Per una volta si diede dell’idiota da solo, perché ora a carte scoperte vedeva chiaramente quello che negava a se stesso, limitato dalle sue convinzioni di sapere le cose, ora vedeva quanto Ichigo senza troppe parole gli aveva dichiarato il suo amore. Non l’avrebbe mai più lasciata andare via.

 

Si scambiarono dei messaggi per tutto il giorno, gli raccontó dei suoi ricordi e lei lo rassicurò che nessun paparazzo l’aveva scoperta.

Per il resto della giornata Ryou prenotò delle camere per le ragazze che sarebbero arrivate e Ichigo chiese alla sua migliore amica come stava.

Per fortuna Chiara stava meglio, aveva fatto le analisi e non aveva infezioni, non si capiva però ancora perché le era salita la febbre. Ichigo sentì Masaya preoccupato, temeva che il suo passato che DNA mescolato con gli alieni fosse rigettato dal corpo di Chiara, per questo gli promise che non appena si sarebbero calmate le acque avrebbe fatto analizzare un campione a Ryou.

«Quindi vi siete tornati a parlare?» domandò Chiara, stavano parlando in vivavoce.

«Ehm, si. Ha detto di amarmi…»

«Lo sapevo io! Lo sapevo da sempre. Quindi la questione di quello che hai sentito? Gli hai chiesto?»

«Si, ci siamo chiariti su tutto, Masaya non c’è bisogno che gongoli»

Raccontò di come era sgattaiolata dal suo appartamento e si era presentata da lui e anche di tutto il resto. Masaya gongolava eccome, aveva sempre avuto dubbi, non gli erano mai tornati i conti per quella storia di 10 anni fa.

 

Giunta la sera le ex Mew Mew arrivarono all’hotel di Ryou, Zakuro era una donna dello spettacolo e Minto del balletto, fecero finta di alloggiare come ospiti per le vacanze attirando però altre tipologie di paparazzi.

 

Quando entrarono nella suite abbracciarono i loro amici e chiesero a Ryou come stesse fisicamente.

«Sembri una persona nuova.» giudicò Zakuro

«Sei sicuro di essere stato aggredito? Hai una strana aura.» disse Minto.

Keiichiro e Rey se la ridevano sotto i baffi.

«Credo che il DNA da gatto per quel poco residuo che c’è abbia agevolato la guarigione, quindi non c’era bisogno che piombasse qui, però apprezzo.»

Minto si girò verso Keiichiro. «E’ sicuro di stare bene? Ha avuto un trauma cranico, gli ha cambiato personalità e l’ha reso gentile?»

«Perché parlate di me come se io non fossi qui?»

«No Minto, è solo di buon umore.» disse Keiichiro.

«Sono contenta che tu stia bene!» disse Lettuce con la sua solita calma.

«Ahhh! Io voglio sapere di Ichigo! Ci lavori veramente insieme? Perché non ce l’hai detto?» gridò Purin con la sua solita energia.

«Sempre delicata tu Purin.» commentò Minto.

«Non te la tirare Minto, tu sei la prima che freme di saperlo, sei quella che c’è stata peggio!» ribatté Purin.

«Ragazze, calmatevi. Si ho incontrato Ichigo e si ci ho lavorato insieme per tre settimane. E’ complicato dirvi tutto ora.»

«Lei si ricorda di noi?» sperò Lettuce.

«E’ vero quello che dicono? Che hai scelto quell’azienda perché c’era lei?» chiese con la sua solita freddezza Zakuro

«Si e no. Avevo già adocchiato quell’azienda per via dei macchinari microscopici, quando ho indagato e ho visto il suo nome ho affrettato le cose, questo si. Ma è davvero brava nel suo lavoro, non avrei rischiato di far fallire un progetto del genere se non ne valesse la pena.»

«Quindi vi parlate ora.»

«Si, a tal proposito, vorrebbe vedervi.»

Lettuce, Purin e Minto erano entusiaste, per loro il tempo era come se non fosse mai passato. Zakuro era felice ma sospettosa e più razionale, voleva capirci qualcosa.

«Cosa è cambiato? Non ci odia più perché il tempo ci ha dato il perdono di qualcosa che non sappiamo di aver fatto?»

«Penso che spetti a lei dirvelo, però inconsapevolmente, posso dirvi che è stata colpa mia.»

«Di un pò Ryou. Ti sei di nuovo innamorato di lei?» chiese Minto.

Ryou indietreggiò arrossendo.

«Lo avevate capito tutte eh?» disse Rey che stranamente ancora non si era intromessa. «Credo che il signorino qui presente non abbia mai smesso di esserlo.»

«Rey!»

«Ryou? Mi sbaglio? O devo aggiungere altro per avvalorare le mie ragioni?»

«No.»

«Sarà difficile sbarazzarvi dei paparazzi, saranno sempre di meno e forse smetteranno di parlarne ma quando si tratta di gossip almeno uno di loro continuerà a seguirvi finché non otterrà lo scandalo, lo so per esperienza, mi hanno raggiunto fino a qui perché credono che abbia una relazione con un attore. Anche se dovessimo riprendere tutti noi i rapporti con lei sarebbe rischioso per i prossimi mesi, se non anni.» spiegò Zakuro. «Certo se …»

«Cosa?» chiesero in coro le ragazze.

«Io e Ichigo non saremo mai amici.» commentò serio Ryou.

«Ma che dici Ryou?» accusò Purin.

«E’ successo qualcosa tra di voi?» chiese mettendosi una mano davanti alla bocca sconvolta Lettuce.

«Allora dovete dargli quello che vogliono.» concluse Zakuro.

 

Ryou si fece spiegare cosa intendesse dire ed escogitarono un piano per uscire da questo incubo.

 

 

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Capitolo 26
*** Capitolo 25. L'unico modo ***


 

Capitolo 25. L’unico modo

 

Ichigo la mattina dopo si sentì agitata, sapeva che sarebbero arrivate le sue vecchie amiche, e Ryou era praticamente sparito, non le aveva scritto più dalla sera. Faceva avanti e indietro sorseggiando ovviamente del vino, tra la cucina e il balcone sperando in un segno divino della sua presenza.

Sentì la notizia della star della TV Zakuro in città, quindi dedusse che fossero arrivate tutte.

Ma perché non si fanno vivi?”

Voleva mandare un messaggio ma non voleva risultare invadente o fuori luogo.

Dopo pranzo accese sul canale delle notizie e rimase sconvolta.

-Ecco le ultime notizie sul caso dell’anno, dopo giorni di silenzio il Dottor Shirogane ha indetto una conferenza stampa. Ci vedremo oggi in diretta alle 16.00 dalla sala convegni del Gran Flores Hotel.-

 

«Cosa?!»

Non resistette più, chiamò Ryou ma non rispose, allora chiamò Rey.

«Rey? Mi spieghi cosa sta succedendo?>

«Tesoro devi fidarti è l’unico modo.» e staccò la chiamata.

 

Immediatamente dopo la chiamò il Presidente.

«Dottoressa, ha sentito la notizia?»

«Certo Presidente, mi creda non ho idea di cosa stia succedendo.»

«Non penso voglia recedere il contratto, avrebbe dovuto parlarne prima con noi. Lei ci sarà vero?»

«Come? No, io non credevo fosse il caso.»

«Io andrò, mi ha chiamato il Dottore per avvertirmi.»

«Capisco… lei pensa sia il caso?»

«Verrò a prenderla io, se arriverà con la sua Azienda non ci sarà nulla di male, non ci interessano i gossip, ma solo della credibilità della GlobalHeart»

« Va bene Presidente, allora vado a prepararmi.»

 

Ichigo era molto nervosa, cosa stavano combinando? Era giusto andare alla conferenza?

 

Puntuale come un orologio svizzero, lei e il Presidente erano all’hotel alle 15.50. Si sedettero in prima fila e attesero.

 

 

«Speriamo funzioni, sennò peggioriamo le cose.» disse Keiichiro da dietro il palco della sala.

«Deve funzionare, oppure rovinerò la sua vita. »

«Non c’è altro modo. Ve lo assicuro. Voi potete uscirne perché è vero. Alcuni VIP si inventano relazioni per celare alcuni scandali. » commentó Zakuro.

 

Alle 16.00 puntuale Ryou andò al centro del palco dove era stato montato un leggio con il microfono.

Era pieno di fotografi, giornalisti e anche cameraman.

«Buonasera, premetto che non concederò domande, neanche alla fine. Tutto quello che dirò dovrete farvelo bastare nel rispetto della vita altrui.»

Si schiarì la gola e cominciò.

«Anche se dovrebbe essere la mia salute quella messa in primo piano, e come potete vedere per fortuna sono guarito completamente, come succede al giorno d’oggi è altro che interessa alle persone e non parlo della scienza, ma di scandalo o sotterfugi come se le persone coinvolte non avessero una vita privata o dei sentimenti. Fatta questa premessa; sono arrivato qui in città poco più di un mese fa per congratularmi con il mio Team e a sbrigare delle pratiche burocratiche con i miei legali e commercialista, al quale chiesi se seguiva anche un’azienda di applicazione cardiaca e mi rispose di no ma che conosceva la Global Heart. Ho sempre puntato alla cardiochirurgia, ora voi la ritenete una scoperta fantastica e sono d’accordo con voi, ma il cuore ancora lo sappiamo riparare, i neuroni no. Non sono un megalomane e punto alla grandezza a piccoli passi. Se funzionerà questo campo la neurochirurgia e neurologia saranno sicuramente le prossime, ma un fallimento in quel campo non potevo rischiarlo. Ed è così che ho conosciuto l’azienda.

Perché l’ho scelta? Perché stavano progettando dei macchinari di microchirurgia di ultima generazione.

Una volta ritrovato dentro l’azienda ho rivisto dopo 10 anni la Dottoressa Momomiya. »

Alla parola rivisto ci fu un boato in sala. Il Presidente guardò Ichigo che era paralizzata a guardare Ryou.

 

«Come tutti potranno testimoniare non ho chiesto io di lavorare con lei, e lei di certo non ne era entusiasta perché l’ultima cosa che voleva era lavorare con la persona che odiava di più al mondo. Ma da donna professionale quale è, e non vi permetto di insinuare il contrario, ha ingoiato il rospo e posso annunciarvi in anteprima che sono state riprodotte e installate in un tessuto sano delle cellule cardiache vive, e dovrebbe essere questo ad interessarvi veramente. Dovevano essere le 3 settimane più pesanti della sua vita e di certo della mia.

Ora sto per darvi quello che volete…»

Ichigo voleva alzarsi e fermarlo, ma era paralizzata sulla sedia. Spostó lo sguardo verso il Presidente che sembrava impassibile e serio.

«Si, lo ammetto, io sono follemente innamorato di quella donna. Della sua genialità, della sua dolcezza e dei suoi sbalzi d’umore. E sono certo che l’odio che ci separava sia diventato altro. Ora se volete insinuare o continuare con questa storia siete liberissimi di farlo ma non farete altro che rovinare un lavoro importante e fondamentale per la vita stessa o rovinare un’azienda che non ha nessuna colpa se non aver scelto di lavorare con una degli Ingegneri più capaci del mondo, solo per dar vita a dei pettegolezzi che non porteranno a nulla di buono, anzi lo distruggeranno e per cosa? Ho invitato qui il Presidente perché se vorrà recidere il contratto non avrò nulla da ridire ma spero che non lo faccia ed era giusto che sapesse la verità direttamente dalla mia voce.

Spero di aver sciolto i vostri dubbi. Grazie. »

 

E uscí dal palco.

«Presidente io, non ne avevo idea glielo giuro.»

«Lo so, si capisce dalla sua espressione Dottoressa, è tutto vero?»

« Si. »

«E’ innamorata di lui?»

«Presidente io.. ma cosa dice. » disse con un sorriso nervoso.

«Non annullerò il contratto, penso veramente quello che ho detto alla festa, siete i migliori per questo progetto a prescindere dalla vita privata, ora vada da lui Dottoressa, se mi promette che questo non graverà sui risultati scientifici non sono affari miei. »

 

I giornalisti erano in subbuglio, non avevano più domande, si sentivano persi e spenti. Non era mai successo che qualcuno gli desse ragione, parlavano tutti al telefono con le proprie testate, i giornalisti in diretta chiusero i collegamenti con frasi come: “sembra proprio che il caso dell’anno sia stato risolto” oppure “quando l’amore e la scienza si uniscono non c’è nulla che possa fermarli.”.

Da uno scandalo si era trasformata in cronaca rosa.

Ichigo cercava di farsi strada tra la folla, quando riuscì a sorpassare il tendone del palco si trovò tutti lì: i suoi amici, l’amore della sua vita e le sue vecchie amiche.

«Ichigo, sei tu? Sei qui!» urlò Lettuce.

Si girarono tutti a guardarla.

«Ma cosa ti è saltato in mente? Senza avvertirmi!» sbottó.

«Se non avessi avuto quella faccia sconvolta la tua azienda avrebbe pensato che era tutto costruito. Non dovresti essere qui.» rispose Ryou.

«Mi ha voluta il Presidente. Perché l’hai fatto?»

«Perché era l’unico modo per uscirne, non vi avrebbero mai realmente lasciati stare. » si intromise Zakuro.

Ichigo scoppiò a piangere, non era triste, stava solo sfogando tutta quella agitazione, l’ansia e il nervosismo. Rey la raggiunse subito per abbracciarla.

«Vieni, saliamo in camera.»

Arrivati nella suite Ichigo si rese conto di avere intorno le sue vecchie amiche, ritornó ad essere nervosa perché non sapeva cosa dire e come comportarsi.

Ryou capì il suo disagio, la prese per mano e le diede un bacio in fronte.

«Tocca a te ora.» le sussurrò.

Quando fece quel gesto Purin sussurrò alle altre «Ma che sono carini, ci ho sempre sperato.»

 

Ichigo cominciò con le scuse per il suo comportamento e spiegò esattamente quello che era successo tempo addietro. Ci volle un po' a spiegare tutto, aveva la voce tremante e le ragazze la riempivano di domande su Masaya, sul perché avesse rotto.

«Ryou! Ma come hai potuto dire quelle cose!» Minto era alterata, anche se con Ichigo battibeccava sempre, in realtà era la Mew Mew con il quale aveva legato di più, soffrì più di tutte le altre quando inviò quel messaggio.

«Quindi noi ora dovremmo far finta che non sia successo niente?» disse seria Zakuro.

«No, vi sto solo dicendo la verità. Non pretendo di essere perdonata perché vi ho trattato veramente male, ma all’epoca mi è crollato il mondo addosso, in realtà non odiavo voi, solo me stessa. » rispose Ichigo.

«Bene. Perché se l’avessi preteso non ti avrei mai perdonata.» e alla fine sorrise.

Le ragazze, anche se ormai giovani donne, si diedero un lungo abbraccio, Ichigo pianse di gioia.

Passarono tutta la serata e anche il dopo cena ad aggiornarsi su tutto quello che gli era successo nella vita.

 

«Quindi voi due? State insieme ora?» chiese Zakuro.

Ryou e Ichigo che erano seduti accanto, guardarono dalla parte opposta l’uno dell’altra e arrossirono.

«Lo prendo come un si. Era ora!»

«Quindi Masaya è qui in città se ho capito bene.» chiese Lettuce.

«Si, è spostato e aspettano un figlio.»

«E il fratello di sua moglie è un tuo ex e ha preso a pugni Ryou.» scoppiò a ridere Minto.

«Già.»

«Che casino, mi gira la testa!» commentò Purin.

«Ragazze, si è fatto tardi, io e Keiichiro, soprattutto io, ho bisogno di riposare, credo che anche voi siate stanche dopo il viaggio, possiamo rimandare tutto a domani no?» disse Rey.

Le ragazze annuirono e si divisero nelle proprie camere, era ormai passata la mezzanotte ed era stata una giornata impegnativa.

«Chiamo un taxi, sono venuta con il Presidente in macchina.»

«Ti va di rimanere?» propose Ryou.

«Vorrei tanto ma ho bisogno di tornare a casa, vuoi…»

«Va bene, andiamo a piedi però, ho bisogno di fare una camminata.»

Uscirono dall’hotel e cominciarono a camminare, mano nella mano. Si scambiarono qualche bacio innocente e degli abbracci al chiaro di luna, si sentivano così liberi.

«Fra una settimana si torna a lavoro lo sai?»

«Ti manca sentire il rumore dei miei tacchi in laboratorio?»

«Decisamente no. Sono contento che il tuo capo abbia capito.»

«Beh se è il Dottor Shirogane a chiedere una cosa chi ha il coraggio di rifiutare?»

«Quindi se ti chiedessi di tornare a casa lo faresti una volta finito il progetto?»

Ichigo non rispose, di primo getto voleva rispondere di si ma le era già capitato di rinunciare a tutto per una persona, certo la persona sbagliata ma non era una decisione semplice.

«Ehi! Sto scherzando, ho già deciso di rimanere. Dovrò parlare di alcune cose con Keiichiro»

«Ryou io non voglio che rinunci alla tua vita! Ne dobbiamo discutere insieme!»

«Non c’è niente da discutere, dopo tutto quello che è successo non devi rinunciare a niente Ichigo, non te lo permetterei. Io e Keiichiro siamo andati in quella città perché c’eravate tutte voi, non è la nostra casa d’origine, inoltre ho qui la sede più importante, sarebbe da stupidi non rimanere, non mi sono mai trasferito qui solo per Keiichiro e perché non avevo nessun altro. Io non ti lascerò andare via te l’ho promesso e non me ne andrò neanche io.» le mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio e lei lo baciò.

Arrivarono nell’appartamento e lui si guardò intorno.

«Poi sono io il megalomane, hai un appartamento enorme!»

«Lo so. Piccola rivincita personale, non so, quando l’ho vista non mi sono posta questo problema, mi sono innamorata di questa…» e si avvicinò al balcone indicando la vista e guardando le luci della città. Ryou si avvicinò a lei e l’abbracciò da dietro.

«Sai Ryou, hanno fissato la data del processo. E’ dopo domani.»

«Uhm. Ti sei pentita di avergli detto quelle cose?»

«No. Ma sono preoccupata per Chiara. Io e Lucas abbiamo smesso di essere amici, non so se un giorno tornerò a salutarlo, ma non lo perdonerò mai.»

«Ne sono felice, egoisticamente. Ma portare questo rancore non ti farà bene, credimi, lascia perdere quello che ti sembra giusto o che pensi che lui meriti, tu vuoi andarci vero?.»

«Credo di si. La mia amica ha bisogno di me e Masaya ha altre preoccupazioni per la gravidanza, Chiara non sta benissimo, pensa che il suo passato possa farle male tramite il feto.»

«Capisco, non ha tutti i torti, non c’è nulla che abbia dimostrato il contrario»

«Tu potresti?» disse girandosi verso di lui.

«Io farò tutto quello che vuoi.»

E la baciò.

 

 

Il 4 Gennaio era il giorno del processo e arrivò come un pugno nello stomaco, veloce e doloroso. Ichigo accompagnò Chiara e Masaya senza farsi notare troppo, non voleva aprire di nuovo lo scandalo dell’aggressione. Per fortuna il piano di Ryou aveva funzionato, da un’accusa ingiusta si tramutò in “il vero amore vince su tutto”, ne era nauseata dalla società moderna ma sicuramente era meglio questo. Avevano passato insieme la notte a casa sua e ancora il giorno dopo, quella mattina lo accompagnò all’hotel per andare in tribunale.

 

Ora era lì, seduta ad aspettare l’arrivo di Lucas sul banco degli imputati, a stringere la mano della sua migliore amica.

Le guardie dell’hotel furono chiamate come testimoni, Ryou non accettò l’invito a testimoniare.

Dopo un’ora di processo stavano finalmente aspettando la pena.

« … Date le prove raccolte, l’assenza di denuncia e per gli articoli precedentemente citati condanno Lucas Grend ad una pena di 6 mesi di cui 3 con cauzione saranno domiciliari.» dichiarò il giudice.

 

«Il minimo, gli hanno dato il minimo!» Chiara era piena di gioia.

«E’ andata bene!»

Lucas era lì, stava guardando Ichigo e la sorella, era contento che lei fosse venuta, ma sapeva di doverle delle scuse: anche in prigione era girata la notizia della storia tra lei e Ryou.

Ichigo ricambiò il suo sguardo, era glaciale ma almeno non era più di odio.

Qualche ora dopo Ichigo andò a trovarlo durante l’orario visite.

«Non mi aspettavo venissi.»

«Neanche io, sai a chi devi dire grazie?»

«Non poteva umiliarmi di più ah, non mi denuncia, non testimonia e convince la ragazza di cui sono innamorato a parlarmi.»

«Non l’ha fatto per te se è il tuo problema.»

«Perché sei qui?»

«Perché fra 6 mesi uscirai, e…»

«Non voglio i tuoi o i suoi soldi per la cauzione.»

«Sai che Chiara non può farcela con il locale da sola e io ora devo ricominciare a lavorare, Masaya ha il suo lavoro,smettila di fare il bambino.»

«State insieme?»

«E ora questo che c’entra?»

«Non so se sono pronto.»

«Lucas, te lo ripeto, io non sono una tua proprietà non lo sono mai stata. Tu fra 3 mesi uscirai su cauzione perché servi alla tua famiglia, io non so se ti perdonerò mai per quello che hai fatto, ma lo capisco, ci sono tante cose che nessuno di noi poteva sapere e sento di aver fomentato la tua ira. Ma se giustifico le motivazioni non giustifico il gesto. Quindi se servirà a prepararti si, stiamo insieme.»

«Capisco.»

E con questo un’altra pagina di vita era stata chiusa.

 

Ichigo passò il resto della giornata con Chiara, Masaya e Ryou per fare dei test genetici.

Per fortuna non sembrava esserci nulla di anomalo, anche Masaya fece dei test e su di lui il gene alterato era completamente sparito, si trattava solo di una difficile ma normale gravidanza.

 

Nel weekend tutti i vecchi e nuovi amici si riunirono al locale per festeggiare le liete notizie e anche come scusa per vedersi.

«Ragazzi, sembra non essere passato un giorno!» disse Purin.

«Non esagerare, comincio a vedere le rughe.» rispose Minto.

«Visto che siamo tutti insieme devo dirvi una cosa …» disse timidamente Lettuce.

Ottenne la completa attenzione di tutti.

«In estate mi sposo!»

«Auguri!»

«Chi è il fortunato?» chiese Ichigo.

«E’ un mio collega, l’ho conosciuto durante l’università, poi abbiamo cominciato a lavorare nella stessa scuola e stiamo insieme da un anno, mi ha chiesto la mano a Natale.» arrossì.

«Congratulazioni! Sono felicissima, Lettuce»

«E voi due invece? pensate di aspettare ancora tanto, magari altri 10 anni?» disse Rey, indicando Ryou e Ichigo.

Ci fu un silenzio imbarazzante, nessuno dei due aveva pensato o comunque aveva avuto il tempo di pensare ad una cerimonia, erano solo sicuri di non volersi separare, c’erano tante cose da pensare e decidere prima di fare quel passo.

Il resto della serata passò tra brindisi e festeggiamenti. Salutarono definitivamente le ragazze che sarebbero tornate a casa e alle proprie vite la mattina dopo.

Il lunedì ricominciarono a lavorare, insieme, con il pieno supporto del personale e dell’azienda di Ichigo.

 

La sera Ichigo alle volte si fermava a pensare a quanto strana era la vita. Certo, era stata una supereroina, era partita con un uomo che non amava veramente e aveva ricominciato da capo in un’altra città per l’unica persona che amava rimanendo traumatizzata per quello che aveva trovato. Ma in quel preciso momento, con la stessa consapevolezza di 10 anni prima, sapeva che era stata la decisione giusta, Ichigo ne era di nuovo convinta. Ci era voluto tanto coraggio e questa volta tanta sofferenza ma quella sera lo aveva capito, tutto ne era valsa la pena.

«Ehi tutto ok?» si avvicinò Ryou mentre lei era nel balcone immersa nei suoi pensieri.

«Non potrebbe andare meglio»

«Addirittura, in mezzo al freddo in balcone, la primavera si sta facendo desiderare» e l’abbraccio con tutto il suo corpo e con una coperta che avvolgeva entrambi.

«Si come la primavera»

Ryou la guardò incuriosito «Uhm?»

«Si, non rimpiango nulla, neanche aver perso 10 anni per delle stupide incomprensioni, perché non sarebbe andata così, forse troppo facile non sarebbe stata così bella, quindi ne sono grata, come questa primavera, se non si facesse così tanto attendere non sarebbe così amato il suo ritorno. »

«Ti amo anche io»

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Capitolo 27
*** Epilogo ***


Epilogo

 

 

Quel Gennaio passò velocemente per tutte le novità che ne seguirono,era come se da quel Capodanno tutto si mettesse al posto giusto da solo, come se una confessione d’amore potesse sbloccare tutti desideri e renderli possibili.

Keiichiro e Rey comprarono casa nella stessa città e aprirono un altro Cafè che venne inaugurato subito dopo il parto di Rey, nel mese di Marzo; il vecchio locale lo lasciarono a Greta che smise di essere la segretaria di Ryou e cominciò questa nuova attività tutta sua. Le ragazze ogni volta che se ne presentava l’occasione andavano a trovarli, l’ultima rimpatriata fu per il parto di Rey che diede alla luce una bellissima bambina e la prossima sarebbe stata per il matrimonio di Lettuce. Tra di loro tornò tutto come prima se non meglio.

Per quanto riguardava Lucas, lui fece come aveva detto Ichigo, dopo 3 mesi pagarono la cauzione e lui ricominciò a lavorare al suo locale che per fortuna aveva ripreso la piena attività, Ichigo cedette le sue quote di socia a Masaya per chiudere definitivamente il ciclo.

Pochi mesi dopo, esattamente in sei mesi come previsto, il progetto di Ryou e Ichigo passò alla medicina sperimentale applicata, era stata una grande vittoria; lei ricevette una promozione a capo di tutte le equipe ingegneristiche e con potere decisionale alla pari dell’amministratore delegato e andando avanti con il tempo questa carriera l’avrebbe portata alla Presidenza dell’azienda quando il suo predecessore sarebbe andato in pensione.

Come promesso invece Ryou cominciò la sperimentazione a livello neuronale, per combattere malattie come l’Alzheimer o il Parkinson, dopo l’estate e ovviamente, neanche a dirlo, fu un successo.

 

Per quanto riguarda la storia travagliata dei due innamorati si può dire che ricominciarono. Ryou si mise in testa di cominciare con il primo appuntamento che non avevano avuto, portarla al cinema e corteggiarla come meritava. Si scoprirono non solo innamorati ma compatibili, non era solo la passione ad unirli, erano le piccole cose che li facevano innamorare l’uno dell’altra un giorno dopo l’altro. Alla fine Ryou si trasferì da Ichigo, smise di vivere in albergo e finalmente si potevano definire una vera e propria coppia quasi normale, senza drammi.

 

In realtà, ci fu un momento in cui Ichigo era nervosa, si trovava al nuovo Cafè di Keiichiro a preparare la festa a sorpresa per il compleanno di Ryou, l’ultima volta non era finita bene ma non sarebbe successo nulla di quel genere, aveva paura di un’altra cosa, ma ancora doveva tenerla per sé.

Per non pensare al suo nervosismo, Ichigo si mise a pensare a tutto quello che era successo, era passato quasi un anno che sembrava una vita intera.

«A che pensi?» la interruppe Chiara mentre teneva in braccio il suo piccolo bambino di due mesi.

«A quanto mangerei questi piedini!»

«Io voglio un bicchiere di vino, me lo merito!»

«Decisamente!»

«Ragazzi, ha parcheggiato, forza nascondiamoci!» urlò Keiichiro

«Ma tanto se lo aspetta! Perché mi fate correre!» si lamentò Minto.

 

Ed infatti aveva ragione, Ryou fece finta di essere sorpreso ma solo Purin non lo capì.

Prima del momento dei regali Ryou volle fare un discorso.

«Come sapete io non sono un tipo di tante parole, ma di fatti. Però per fare quello che sto per fare ho bisogno di spiegare. Intanto vi ringrazio tutti per questa inaspettata festa di compleanno e vi ringrazio perché questo è stato l’anno più bello della mia vita. Ho qui con me i miei vecchi amici, l’amico di una vita, i vecchi nemici che sono diventati nuovi amici e l’amore della mia vita, perché per una vita intera ho sempre cercato lei. Oggi è il mio compleanno ed è l’anniversario di quando ho rischiato di perderla per sempre, ma alle volte mi fermo a pensare che tutto quello che sia successo è successo perché non c’era altro modo.

Oggi è il mio compleanno e dovrei essere io a dover ricevere i regali, ma c’è un regalo che vorrei particolarmente e spero sia un regalo anche per qualcun altro. » Si avvicinò ad Ichigo e si inginocchiò.

« Ichigo Momomiya, vuoi sposare questo idiota? Perché voglio mantenere una promessa e non voglio più lasciarti andare via»

 

Ichigo non se lo fece ripetere due volte.

«Quale altro idiota vorrei volere? Si, mille volte sì!» e si baciarono.

«Però a questo punto devi aprire il mio regalo.»

«Non penso che tu possa farmi un regalo più bello di questo…» e le infilò l’anello.

 

Ed eccola, di nuovo nervosa.

 

Ryou aprì la busta e dentro c’era un pacchettino lungo e stretto, pensò fosse una penna o un bracciale dalla confezione. E poi l'aprì.

«Tanti auguri papà»

Tutti si avvicinarono e li abbracciarono forte, doppi auguri e lacrime di gioia.

«Non potrai bere sul serio il mio vino questa volta» disse Ryou con una battuta che Ichigo colse subito.

«Non dirmi cosa posso fare Dottor Shirogane»

«Non scherzare»

«Quindi il regalo è stato gradito?»

«Mi hai fatto i due regali più belli della mia vita, futura Signora Shirogane»

 

Il 30 novembre dell’anno successivo, esattamente due anni dopo il loro incontro dopo tutto quel tempo, si sposarono e con loro all’altare portarono la loro piccola bambina di pochi mesi di nome Destiny; nome più giusto non poteva esistere per l’unione di un amore tormentato, che si separa ma poi vince contro tutto e tutti. Di un amore tanto voluto quanto contrastato, nato con l’ingenuità è divenuto maturo. Era proprio questo il futuro del passato: era destino.

 

Fine

 

 

Ringrazio per chi ha seguito la mia storia, è la prima volta che scrivo pubblicamente, sono stata ispirata dal reboot su TMM che è in corso al momento e ovviamente ci ho messo del mio nel creare il dramma. Spero sia stata per voi una piacevole lettura, e mi scuso per alcuni errori di battitura ma anche rileggendolo 200 volte mi sfuggivano.

Vorrei davvero sapere cosa ne pensate, ammetto che avrei voluto non finisse mai e continuare con i drammi, ma non essendo una serie tv infinita ho dovuto terminarla. I primi 20 capitoli li ho scritti in 3 giorni la mia testa esplodeva di idee, amo guardare il dettaglio, negli avvenimenti e nelle parole quindi grazie ancora a chi l'ha notato. Spero anche che abbiate immaginato le scene così come le avevo in testa io.

Davvero GRAZIE!.

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