Midnight sunshine

di RoriStark
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sunflower seeds ***
Capitolo 2: *** Al lavoro, Himawari! ***
Capitolo 3: *** Vacanze estive ***
Capitolo 4: *** Sunshine ***
Capitolo 5: *** Tanabata ***
Capitolo 6: *** Nessuno, prima di te ***
Capitolo 7: *** Amicizie tra i banchi e... ***
Capitolo 8: *** Scelte ***
Capitolo 9: *** delicious ***
Capitolo 10: *** Spighe di grano ***
Capitolo 11: *** la caccia ha inizio ***
Capitolo 12: *** Filo rosso ***
Capitolo 13: *** sangue sulla neve ***
Capitolo 14: *** mannaggia a te ***



Capitolo 1
*** Sunflower seeds ***


Era una bellissima giornata di sole, non c’era nemmeno una nuvola in cielo e la giornata sembrava gia’ promettere bene. La giovane Himawari era al settimo cielo. Finalmente era arrivato il giorno in cui si sarebbe trasferita all’accademia degli shinigami.non era per tutti essere scelti dagli shinigami per entrare nei loro ranghi. Una settimana prima, avevano ricevuto al villaggio delle anime la loro benevolente visita, di solito andavano la’ per fornire provviste ed assicurarsi che fosse tutto in ordine. Quel giorno pero’  ,a visitarli fu proprio la quinta compagnia, capitanata da Hirako Shinji, un tipo dal sorriso smagliante e vagamente inquietante e lunghi capelli biondi che gli cadevano oltre le spalle, quasi toccavano terra. I capitani del gotei 13 erano gli shinigami più’ temibili e potenti del mondo delle anime, quel giorno, Shinji, passando davanti alla giovane anima, senti’ qualcosa che lo spinse a fermarsi di colpo.  Quando abbasso’ lo sguardo verso quella ragazzina,si soffermo’ ad osservarla pensoso, a quanto pare  vide in lei del potenziale, cosi’ pochi giorni dopo venne convocata per entrare nell’accademia degli shinigami. A dirla tutta, non aveva idea di cosa avrebbe dovuto fare, ma era davvero felice di poter scappare da quel piccolo villaggio, troppo stretto per lei e per i suoi sogni, temeva avrebbe vissuto in quel posto per l’eternita’, invece la sua vita sembrava aver preso una svolta molto prima del previsto. Voleva vedere il mondo, farsi valere, voleva lasciare un segno in quel bellissimo e vasto mondo, un segno indelebile e tutti, tutti l’avrebbero riconosciuta e magari, ammirata. La giovane non stava più nella pelle, sistemò i lunghi capelli del colore dei petali di ciliegio, raccolse i pochi oggetti che aveva in un sacco di tela e corse fuori dalla baracca che per anni era stata la sua dimora .  Anche se quella separazione non fu tanto dolorosa, dato che la vita in quel luogo era davvero terribile, senti’ il cuore stringersi quando vide i bambini del villaggio e tutti gli abitanti salutarla e farle gli auguri per la sua nuova vita. Himawari si volto’ commossa, li saluto’ con la mano promettendo loro che una volta diventata un pezzo grosso della soul society avrebbe riparato tutte le loro case e dato loro tutto il cibo che potevano mangiare. La ragazza si mise in marcia con il sacco legato alle spalle.  Aveva solo una mappa in mano e poche istruzioni datele dal capitano in persona, che  la condussero con non molta difficoltà ai grandi cancelli del seiretei. La ragazza ammiro’ la grande struttura in cemento che divideva i piccoli villaggi dalla grande citta’ delle anime,non l’aveva mai vista all’interno e si chiese come fosse divisa e quanti palazzi avesse. Sospiro’ nervosa, si fece un segno di protezione sulla fronte sudata ed avanzo’ con passo cauto. Dopo diversi metri, la giovane vide due shinigami alle porte del villaggio che la osservavano a braccia conserte, le zanpakuto al loro fianco come fedeli compagne e lo sguardo fiero come dei guerrieri, il cuore di lei sobbalzo’ nel vederli in quei kimono neri, gli shihakusho. Himawari notò che la stavano osservando da diversi minuti senza dire nulla e l’aria sembro’ caricarsi di tensione, penso’, magari l’avranno scambiata per una ragazzina troppo curiosa e non una futura collega di lavoro. La ragazzina degluti’ a fatica e prendendo coraggio avanzo’ verso di loro. Appena la videro avanzare, i due shinigami fecero lo stesso andandole incontro con un sorriso gentile che la rassicuro’. La giovane si fermo’ davanti a loro salutandoli con un profondo inchino, sentiva il cuore batterle forte nel petto fino a scoppiare. Le due guardie sorrisero ricambiando il saluto, poi, uno dei due finalmente decise di rompere il ghiaccio

 

“ciao piccola, sei Himawari vero?”

 

La giovane annuì timidamente sistemandosi sulle spalle la sacca che le stava scivolando dalle mani, mentre il suo naturale colorito pallido diventava roseo sulle gote e un leggero sorriso spuntò sul suo viso. I due shinigami sorrisero amichevoli e si avvicinarono ancora di più, uno le diede una pacca sulla schiena spingendola in avanti, facendola quesi finire faccia a terra. Diamine, perfino quando scherzavano gli shinigami erano davvero forti, penso’ la ragazza tentando di non sembrare una ragazzina troppo fragile. Serro’ i muscoli delle gambe pronta a ricevere un’altra pacca sulla spalla dall’altro shinigami che per fortuna sembro’ essere meno irruenta

“bene! allora sei pronta per diventare una shinigami?”

Lei annuì decisa, sembrava una bambina di dieci anni,anche se non era proprio quella la sua età.

“sono pronta! voglio diventare uno shinigami!”

Himawari seguì i due senza aggiungere altro, la borsa stretta al petto mentre varcavano la soglia della soul society e davanti a lei, la citta’ delle anime la accolse in tutta la sua maestosita’. Altro che villaggio, c’erano migliaia di case e ancora più palazzi che si intrecciavano lungo il perimetro della citta’ fino ad arrivare al grande palazzo centrale, la sede del capitano più’ forte e famoso della soul society. il capitano della prima divisione, Yamamoto Genryusai. Le due guardia scortarono la ragazza da altri due shinigami, ma quei due, non erano shinigami qualunque, il loro haori bianco dichiarava chiaramente la loro posizione sociale: Erano due capitani. Himawari non poteva guardare alle loro spalle, cosi’ non riusciva a capire di che divisione facessero parte, cosi’, rossa in volto e ancora più’ in ansia, si avvicino’ a loro. Uno di loro sembrava sorriderle in modo  amichevole, aveva i capelli bianchi che facevano contrasto con le sopracciglia scure, gli occhi erano castani, aveva un aria un po’ malaticcia ma anche un'aria paterna, anche se lei non aveva mai avuto un padre, penso’ che ci si potesse sentire cosi’ quando si era in presenza del proprio genitore, al caldo, al sicuro. L’altro individuo era invece più scapigliato, i capelli mossi e raccolti indietro in una codina con dei fermagli, anche addosso aveva uno strano mantello rosa con dei fiori. Sorrideva beato come se la sua mente fosse rimasta a riposare altrove, sembravano due personalità completamente diverse, eppure insieme sembravano avere una particolare armonia.

 

“ciao Himawari, benvenuta alla soul society” 

 

La saluto’ con gentilezza, la voce melodica che le fece per un’attimo sciogliere i nervi. Quando l’uomo dai capelli bianchi si volto’ per indi riusì a distinguere il numero tredici dietro alla schiena dell’uomo dai capelli bianchi

 

“grazie..ca..capitano…”

 

Lo shinigami torno’ a guardarla, poi sobbalzo’ portando una mano alla fronte come se si fosse scordato in casa il forno ancora acceso

 

“oh che sciocco…non ci siamo nemmeno presentati! Io sono il capitano della tredicesima compagnia, Jushiro Ukitake e lui è il capitano Shunsui Kyoraku, capitano dell’ottava compagnia”

 

“Nel mio villaggio non sono mai arrivati capitani, salvo quel giorno in cui il capitano Shinji mi scelse per unirmi a voi…chiedo scusa se non vi ho subito riconosciuti!”

 

La ragazza fece un inchino profondo che rischio’ quasi di regalarle un colpo della strega tanto si era piegata

 

“piacere di conoscervi, capitano Ukitake! Capitano Shunsui! Spero di rendere onore alle vostre aspettative come studentessa! Faro’ del mio meglio per diventare una shinigami degna del suo nome!”

 

Disse tutto d'un fiato, le gambe che le tremavano mentre continuava a rimanere piegata davanti ai due capitani, le mani strette sui pantaloni per impedire loro di tremare. I due shinigami sorrisero teneramente, Ukitake le si accosto’ dandole una carezza sulla schiena per scioglierla dalla tensione che si era creata, rassicurandola che sarebbe andato tutto bene. La guidarono più’ all’interno del seiretei, fino ad arrivare ad un’altro enorme cancello, controllato stavolta da un enorme gigante dall’aspetto tutt’altro che amichevole. Aveva un fez in testa, era alto almeno cinque metri e rispondeva al nome di Jidanbo. Indossava il kimoni degli shinigami, ma una manica era calata per far posto ad un parabraccio in metallo, una sorta di armatura che andava a coprire un braccio dal colorito diverso dal resto della pelle, sembrava quasi violaceo.  La ragazza si mise dietro ad Ukitake, intimidita dallo sguardo severo dell’enorme shinigami, ma quando lo raggiunsero, Jidanbo vide i capitani, sembro’ averne quasi timore misto a rispetto, cosi’ con un inchino reverenziale, aprì le porte senza fiatare. La scena fu una cosa alquanto strana agli occhi di Himawari data la sua stazza rispetto ai due capitani. Evidentemente era vero il modo di dire ‘le dimensioni non contano’ pensò curiosa.I tre entrarono finalmente nella struttura più importante della soul society. Di solito nel suo villaggio non si vedevano molti shinigami, ma in quel luogo, c’erano soltanto shinigami. Ovunque si voltava, la giovane vedeva divise nere e zanpakuto. Questo rese Himawari ancora più energica e determinata a conquistare quella divisa. I palazzi erano davvero ben fatti,non le case distrutte della sua frazione. Sorrise pensando finalmente alla sua nuova casa,una casa dove finalmente poteva dormire tranquilla e protetta, magari diventare abbastanza forte da garantire a se stessa e a chi amava protezione e benestare.

“eccoci qui”

Disse Ukitake fermandosi davanti ad un grande edificio bianco. Himawari guardò la sua nuova accademia  felice e speranzosa come non mai,era un’edificio che non sembrava diverso dagli altri, salvo per un cortile interno dove gli studenti shinigami con le loro divise erano intenti ad allenarsi con spade e tecniche spiritiche. I due capitani sorrisero notando l’allegria della ragazzina dai capelli rosa, che si guardava attorno come se fosse stata al parco giochi. Ukitake le accarezzò i capelli mentre Kyoraku la spinse appena prendendole la borsa dalle mani per aiutarla, sentendo il poco peso nella sua sacca, sembro’ quasi intenerirsi, quella ragazzina, era arrivata dal nulla, nulla stringeva, ma presto, avrebbe cambiato la sua vita.

“vieni, ti mostro la tua stanza”

Disse Ukitake conducendola sotto ad un porticato, ma il loro giro introduttivo venne bloccato da una massa di studenti ammassati davanti ai dormitori.Ukitake subito si avvicinò incuriosito,quando notò che a terra c’era qualcuno,uno studente sembrava essere stato preso di mira dagli altri studenti, i libri a terra, gli occhiali ancora più’ lontani ed incrinati, lo sguardo sul pavimento in un immobilita’ spiazzante, nessuna espressione sul suo volto, nonostante le risate e gli scherni degli altri neo shinigami. Kyoraku noto’ il cenno dell’altro capitano ed  aiutò Ukitake ad allontanare gli studenti rimproverandoli, tirando loro le orecchie con fare infastidito, in pochi istanti, tutti gli studenti erano spariti nelle loro stanze con la coda tra le gambe, pregando che non li avessero seguiti garantendo loro ogni minaccia che avevano gridato loro contro. Himawari invece, corse verso il ragazzino a terra. Aveva i capelli marroni e vaporosi, leggermente ricci, era pallido e continuava a guardare a terra i suoi libri sporchi, ancora non aveva notato gli occhiali, lanciati evidentemente dagli studenti per dispetto.

 

“eih..”

 

lo chiamo’ lei toccandogli la spalla con la punta dell’indice per paura di farlo spaventare.  Il giovane alzò lo sguardo verso la ragazza,sembrava ancora scosso da quello che era successo, i capelli castani gli piovevano sulla fronte, era sudato, forse aveva finito da poco di allenarsi, aveva occhi da cerbiatto, profondi come due pozze di cioccolato denso. Sembrava più grande di lei, ma nonostante questo aveva l'aria di un tipo molto fragile

“eih,stai bene?”

 

Chiese preoccupata al ragazzo che la osservava confuso portando una mano al viso. Rimase fermo per diversi secondi

“i miei occhiali!”

Himawari indietreggiò appena preoccupata, evidentemente quegli studenti glie li avevano lanciati da qualche parte.

 

“ti aiuto io, sta tranquillo”

 

 Lo osservò dispiaciuta ,si guardò attorno cercando di individuare gli occhiali, quando finalmente vide qualcosa di nero in fondo al corridoio

“eccoli! Vieni con me!”

Disse prendendolo per mano e tirandolo con sé per raggiungere gli occhiali, per fortuna nessuno studente ci aveva camminato sopra peggiorando la situazione, sembrava da lontano, che almeno la montatura fosse ancora intatta. Il giovane sembrava abbastanza veloce, nonostante l’apparenza che lo presentava come  un po’ impacciato, la giovane shinigami sentiva che qualcosa in lui non era come sembrava. Himawari si inginocchiò a raccogliere gli occhiali e li porse al giovane che li indossò prontamente con un sospiro, quando noto’ il graffio sulle lenti storse il naso

“grazie mille,ma temo che dovro’ farli sostituire”

 

Il giovane se li tolse di nuovo, Himawari si avvicino’ con un fazzoletto che teneva in tasca

 

“aspetta, se li puliamo possiamo vedere meglio quanto e’ grave il danno”

la ragazza prese a pulire gli occhiali col suo fazzoletto mentre il giovane continuava a tenerli stretti tra le mani, osservando la giovane intenta a pulirli, un sorriso fece capolino sul suo volto, nessuno si era mai soffermato su di lui in quel modo, con gentilezza, senza nemmeno sapere quale fosse il suo nome.  Mentre i due erano intenti a controllare l'entità del danno agli occhiali, il gruppo di prima si avvicinò a loro ridacchiando. Erano tutti dell’età del ragazzo ed erano molto più grandi di Himawari. Di certo in un corpo a corpo non avrebbe fatto una bella figura, magari sarebbe andata a dormire la sua prima notte all’accademia con qualche dente rotto e gli occhi neri. Era appena arrivata lì e non aveva idea ancora di come si combatteva, decisamente, erano ad armi impari e considerando che quel ragazzo fosse finito a terra per mano loro, confermo’ ancora di più’ lo svantaggio numerico e di potenziale che avevano i due. Contrastando il suo istinto, la ragazza fece un passo avanti, portando le braccia aperte come per difendere il ragazzo con gli occhiali, non poteva finire così il suo primo giorno, ma di certo non avrebbe lasciato quel giovane shinigami in balia di quei bulli.

“eih sfigato...hai trovato già la fidanzata? Non è un po’ troppo piccola per te?”

Himawari  prese un respiro profondo, sfidando con gli occhi di un rosa antico i bulli che si avvicinavano. Sentiva le gambe molli ed il corpo che tremava come un pulcino appena uscito dall’uovo, ma non voleva più vedere quelle ingiustizie.aveva una nuova possibilita’ e non poteva permettersi di fallire.

“lasciatelo stare!”

Disse cercando inutilmente di sembrare minacciosa,farsi grossa, un po’ come i panda rossi che cercavano di sembrare più grandi alzando le zampe al cielo, mostrandosi in realta’ ancora piu’ teneri ed indifesi. I giovani davanti a lei risero rendendosi conto della sua vulnerabilità e si avvicinarono ulteriormente osservando i due con sufficienza.

“ti fai proteggere da una ragazzina?...bene, allora prima ci occupiamo della nuova arrivata, poi torneremo da te”

Dissero avvicinandosi alla giovane con grandi falcate, l’aria di chi la faceva da padrone.

 

“sei carina…magari ti tengo da parte per me”

 

 Disse uno di loro con malizia, un ghigno sornione stampato sul volto, evidentemente era il capo della banda dato che nessuno sembrava obiettare, anzi, ridacchiavano complici alle sue spalle. Lo shinigami  stava per toccarle il viso quando venne spinto lontano da una forza invisibile. Gli altri si voltarono sorpresi poi tornarono a fissare la ragazza, ma al suo posto c’era quel ragazzo dai capelli castani, che in unistante si era frapposto tra loro. Guardava il gruppo sorridendo mentre con un dito ne spinse via altri due,senza fare il minimo sforzo,a malapena si muoveva. Sembrava stesse usando una sorta di magia, o un'energia invisibile

“Hadou no 33 sokatsui..”

Sussurrò mentre il resto del gruppo venne spazzato via da un'ondata di energia blu. Gli studenti si alzarono doloranti con i vestiti pieni di bruciature, addosso avevano numerosi graffi dovuti alla caduta e all’impatto con quella strana energia

 

“ma…ma…come diavolo hai fatto??tu…tu…devi stare al tuo posto!”

 

la voce del ragazzo cambio’ sembrava assottigliarsi, diventare più’ cupa, pericolosa

“no, siete voi che dovete stare al vostro”

 

Sussurrò facendo un passo avanti. Vedendolo avvicinarsi, i bulletti arrancarono a terra trascinandosi coi gomiti, tentando di alzarsi più’ in fretta che potevano, uno ad uno cominciarono a scappare terrorizzati da ogni parte dell’accademia, di nuovo dentro i dormitori, altri fuori dal cortile, promettendo vendette che pero’ si persero negli echi lungo il corridoio in legno della struttura. Senza badare a loro, il giovane si voltò di nuovo verso la ragazza sorridendo gentilmente, gli occhiali gli davano un'aria più saccente, sembrava essere cresciuto ancora di più’. Si chiese allora, come aveva fatto, un ragazzo tanto talentuoso ad essere finito a terra? Erano davvero stati quei bulli a buttarlo a terra? Glielo aveva semplicemente permesso? . Himawari scosse il capo e  sorrise arrossendo appena,  poi sobbalzo’ ricordando che in tutto quel trambusto aveva totalmente scordato le buone maniere. Cosi’, con un gran sorriso sul volto,gli porse  la mano inclinando il capo mentre i capelli rosa le caddero davanti al viso scomposti,ribelli

“piacere, mi chiamo Himawari Tsukiko”

Il giovane sorrise  gentilmente, assumendo un espressione pacata e tranquilla, come se avesse subito una trasformazione di punto in bianco. Non aveva visto la sua espressione quando si era messo davanti a lei, essendo di spalle, ma sentiva che in quell’istante, qualcosa di lui era cambiato radicalmente, ma l’aveva protetta ed era quello che contava, no? Aveva un nuovo amico ed era la cosa più’ importante per un buon inizio..no? 

 

“piacere mio, sono Sosuke,Sosuke Aizen”

 

Disse con voce calma e gentile. La giovane apprendista shinigami si sentì realizzata, all’idea di avere un senpai all’accademia, certo, si erano appena conosciuti, ma sentiva che in qualche modo, il destino li avesse appena legati con una stringa di filo…rosso. Certo, il  primo approccio non era stato uno dei migliori, ma poi quel giovane si era rivelato un vero prodigio, ed era a quel livello che lei puntava. Himawari abbassò lo sguardo tirando indietro i capelli

 

“ehm…io.... Dovrei sistemare le mie cose in dormitorio...sono dormitori divisi?”

“più o meno..”

“come più o meno?”

 

“là c'è il dormitorio maschile...là quello femminile e...io dormo nel dormitorio abbandonato...”

 

disse sorridendo gentilmente

 

“perché dormi da solo?”

 

Sosuke rise appena guardando la ragazza intenerito dalla sua ingenuità ,le diede un buffetto sul capo

 

“beh, non tutti vogliono dormire accanto ad uno shinigami che…beh…li ha appena scaraventati con un’ Kido che loro devono ancora conoscere…sono più’ grandi di me, ma sono più’ avanti di loro nel corso…mi hanno preso alla sprovvista oggi, li ho lasciati fare per vedere se fossi riuscito a far loro meno paura, ma poi sei arrivata tu e…beh,non potevo rimanere con le mani in mano. Quindi anche stanotte, dormiro’ per conto mio”

 

 Himawari senti’ stringersi il cuore, lo guardo’ mentre abbassava lo sguardo e le indicava il dormitorio femminile, proponendole di accompagnarla. La neo shinigami  guardò la sua borsa per diversi secondi, poi con enfasi tipica dei ragazzini della sua eta’, tornò a fissare Aizen sorridendo vispa, come se avesse appena avuto un lampo di genio, cosa che era davvero successa,almeno a detta sua. La sua espressione non sembrava accettare obiezioni

 

“adesso non dormirai più solo!”

 

Disse mostrandogli il suo sacco. Aizen rimase a fissarla ad occhi spalancati, poi rise divertito piegandosi in due come se la giovane gli avesse raccontato una barzelletta. Himawari lo osservò arrossendo imbarazzata, realizzando di avergli appena chiesto di dormire con lei, una ragazza ed un ragazzo nello stesso dormitorio, ok, era strano, ma non poteva di certo lasciarlo da solo. I suoi compagni sembravano davvero spaventati da lui, percio’ non prese per nulla in considerazione l’ide a di far lui da ambasciatrice, anche perche’ a lei non piacevano affatto quei bulletti.  Sbuffò mentre i capelli le coprivano di nuovo il viso

“sono seria io! Non puoi dormire solo!”

Disse poi mentre sul suo volto calava un velo di tristezza, malinconia e ricordi che sembravano pesare come sassi nello stomaco. Una ragazzina, dai capelli rosa, da sola, in una barazza diroccata, mentre cercava di addormentarsi nonostante il freddo e le poche coperte che a malapena le impedivano di morire di freddo.

“nessuno merita di stare solo, lascia che sia tua amica, ti prego”

Aizen la osservò di nuovo e si avvicinò a lei accarezzandole i capelli lunghi e setosi, li osservò attentamente lasciandoli scorrere tra le dita e giocherellandoci, girandoli in piccoli mulinelli tra l’indice ed il medio, i suoi occhi come totalmente presi da quel momento, un leggero sorriso che si dipingeva sul suo viso. Himawari lo guardò sorpresa da quella reazione e arrossì ancora di più

 

“Sento nel tuo cuore la mia stessa solitudine,e’ per colpa di questi, immagino”

 

La ragazza annuì guardando in bassomalinconica,per i suoi strani capelli veniva spesso presa in giro dagli altri ragazzini e nessuno l’aveva mai avvicinata, anche se ora che era nel seiretei, aveva visto altri ragazzini con colori altrettanto vivaci di capelli, magari, la gente del suo villaggio era solo più’ bigotta. Himawari alzò poi il viso osservando il giovane

 

“Sosuke, perché prima ti sei lasciato picchiare?...mentre potevi batterli senza problemi?”

 

“te l’ho detto, volevo un po’ di compagnia, era l’unico modo per rimediarla”

 

“si’ ma..… poi perché hai..”

Il giovane moro alzò lo sguardo al cielo come se stesse riflettendo sulla risposta da darle, poi abbassò di nuovo lo sguardo osservando attentamente la giovane.

“..e poi sei arrivata tu, ora non ho più bisogno di loro..."

Sussurrò poi tirandosi indietro e prendendo la sacca della ragazza e portandola in spalla.

 

"Volevo sperimentare il loro comportamento per pura curiosita’, loro non mi interessano affatto in realta’...inoltre, non volevo che ti facessero del male ”

Si voltò verso quello che era il suo dormitorio privato e si incamminò seguito da Himawari, che si strinse nelle spalle chiedendosi chi fosse davvero quel ragazzo. Lo aveva appena conosciuto ma sentiva la smania di voler sapere di più’ voler capirlo, davvero, voleva comprenderlo e capire cosa gli passava per la testa, perche’ quello shinigami era tutto, fuorche’ semplice o banale, no, sembrava tenere dentro un’ intera galassia, tutta da esplorare, conoscere. La ragazza lo seguì allegra osservandolo da dietro, era davvero alto rispetto a lei,non vedeva l'ora di cominciare con lui le lezioni. Sì quello era sicuramente il più bel giorno della sua vita,compresa la rissa andata più’ che bene, anche se il suo cotributo era stato minimo se non nullo. Ma decise di non abbattersi al pensiero che da sola sarebbe stata sopraffatta, promise a se stessa che avrebbe fatto del suo meglio per diventare più’ forte, in quel momento era solo un aspirante shinigami, ma presto, anche lei sarebbe diventata una temibile combattente. Ma la cosa che più’ le scaldava il cuore, mentre entrava in quel dormitorio ben curato, sebbene desolato, era il pensiero di non essere  più sola e forse, per Aizen, era lo stesso. Penso’ mentre lui la aiutava a sistemare il suo futon per la notte. La ragazza si sedette sul materasso godendo della sua morbidezza, si sdraio’ ridendo sentendo finalmente qualcosa di morbido dietro alla schiena e non paglia bagnata

 

“ che bello…”

 

Aizen si sedette accanto a lei, poggio’ la sacca aprendola, vide che c’erano delle mele, un paio di stracci ed un paio di fiocchi neri, li prese tra le mani osservando i capelli scomposti di lei

 

“sei tutta arruffata”

 

“ecco..l’altro giorno ho rotto la spazzola..quelli, non servono più”

 

Aizen ridacchio’ appena mentre con gentilezza la prese quasi in braccio per farla ruotare appena, in modo che lui potesse toccarle i capelli. Con delicatezza, fece passare le dita tra le ciocche rosa, strecciandoli pian piano, attento a non farle male, infine, lego’ i capelli con i due nastri neri, terminando con un fiocco ben curato. Himawari si volto’ rossa in viso , guardandolo sorridere

 

“ecco fatto”

 

“ Gra..grazie, senpai!”

 

“senpai?”

 

Himawari si tappo’ la bocca cadendo quasi indietro per la vergogna

 

“scu..scusami!!non volevo, cioe’, volevo, ma magari a te non piace, scusami! io..”

 

Senti’ la mano di Aizen posarsi sulla sua testa, prendendo poi a strofinarla con fare gentile

 

“Himawari..sta tranquilla, saro’ il suo senpai e magari un giorno, potrei diventare tuo capitano e tu, mia luogo tenente, che ne dici?”

 

La giovane shinigami sentiva le farfalle nello stomaco, il volto che avvampava, ma fece un cenno di consenso con la testa, col cuore che le era rimbalzato in gola, una promessa era una promessa ed i desideri di Aizen sembravano coincidere con i suoi. 

 

“va bene! ce la mettero’ tutta!”

 

Aizen continuava a sorridere

 

“ci conto”


 

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Capitolo 2
*** Al lavoro, Himawari! ***


Dopo il suo primo,ma non troppo drammatico, giorno  all’accademia, il tempo continuo’ a fare l’unica cosa che sapeva fare, ovvero, andare avanti. Gli anni passavano veloci, scivolando come i granelli di sabbia in una clessidra, una velocita’ quasi indescrivibile, giorno per giorno, il  tempo scorreva silente ed inesorabile. Ormai per Himawari, i  giorni fuori dall’accademia erano un lontano e sbiadito  ricordo, anche se la sua promessa non aveva mai perso posto nella sua mente, era solo stata, leggermente spostata, per far spazio a tanti altri desideri, accumulati giorno per giorno nel corso della sua permanenza nel seireitei. E con il passare del tempo, la giusta alimentazione e i numerosi allenamenti, la giovane shinigami  era cresciuta, sbocciata come un fiore di campo in estate. I capelli e l’altezza non erano cambiati di molto,o forse era perché anche Sosuke era cresciuto e la giovane non notava la differenza, lui riusciva comunque ad essere molto più alto di lei. Per ogni centimetro che guadagnava, lui era sempre più alto di lei, tanto da torreggiarla costantemente.Anche nelle materie dell’accademia, lui era sempre un passo avanti a tutti, in realta’, più’ che un passo, si era creata una vera e propria voragine tra lui e gli altri studenti. Lei, beh, lei era nel mezzo, era brava, più degli altri, ma mai quanto lui. Non le importava pero’, era fiera di lui e in qualche modo, era riuscita a stargli al passo, anche grazie al suo aiuto, ovviamente. Il  viso di Himawari, altezza a parte,  era cambiato, non sembrava più il viso di una ragazzina mentre il suo corpo cominciava a mostrare qualche curva femminile,soprattutto ora che poteva indossare il suo shiakusho, l’abito le definiva i fianchi morbidi, la vita stretta ed un accenno di seno. Quella crescita improvvisa, entusiasmava la ragazza, che continuava a rigirarsi davanti allo specchio saltellando, stringendosi l’abito alla vita, sistemandosi in pose per valorizzare le curve, chiedendosi se finalmente, avrebbe potuto sentirsi una vera donna. Stava provando a disegnare i contorni del suo seno,quando qualcuno bussò alla porta del bagno diverse volte e la ragazza sobbalzo’ sorpresa, incapace di trattenere un gridolino di sorpresa

 

“Himawari!hai intenzione di stare a canticchiare per  un'altra mezz’ora?”

 

La giovane aprì la porta facendola scorrere con un piede, fingendo di sistemarsi i capelli in due cose valoroso che le scivolavano sulle spalle. Si erano allungati notevolmente, le arrivavano fino all'osso sacro

 

“entra, ho quasi fatto”

 

“ma sei pazza?? Io devo usare il bagno!”

 

“usalo!”

 

“…non..non con te dentro!”

 

La ragazza gli scoccio un'occhiata ed un sorriso sornione

 

“perché che devi fare? ”

 

Esasperato, Sosuke la prese di peso per le braccia, la sollevo’ come se non pesasse nulla e  se la caricò in spalla, facendole venire le vertigini per quanto era finita in alto e con cosi’ poco preavviso, inutili i suoi tentativi di dimenarsi. 

 

“Scemo!!!fammi scendere!! sei troppo alto!! E comunque...Lo sai che tanto i capelli non ti staranno mai indietro con solo un po' d'acqua, tornerai arruffato come prima! Devi comprare il gel, non stare ore allo specchio ed imprecare! Andiamo a Karakura? Ne prendiamo un po'! Eih!! mi stai ascoltando??”

 

Il giovane era diventato davvero forzuto, pensò la giovane shinigami mentre si aggrappava al suo shihakusho, capendo che dibattersi era ormai inutile. Sentiva i muscoli di lui contrarsi sotto ai suoi polpastrelli per reggerla, anche se non faceva per nulla sforzo, quel pensiero, la sua voce, le fecero provare cose,che chiuse a chiave nel suo stomaco, mordendosi nervosa il labbro. Quando lo shinigami raggiunse il futon della ragazza. La giovane si raggomitolò preparandosi ad essere sbalzata sul materasso senza troppe premesse, ma nulla di tutto ciò avvenne. Nonostante la poca delicatezza con cui l’aveva caricata in spalla,Aizen posò Himawari piano a terra e le diede un buffetto,osservandola con un guizzo di dolcezza negli occhi nocciola che le fece perdere un battito,lasciandola come incantata davanti a lui, al suo tocco che la rendeva quasi paralizzata

 

“sei cresciuta, piccolo girasole, non serve che ti guardi sempre allo specchio,sei bella…come il fiore di cui porti il nome”

 

Disse poi voltandosi per andare finalmente in bagno, chiudendosi la porta alle spalle. La ragazza arrossì vistosamente e corse in camera sua a preparare la borsa. I due si erano trasferiti dal dormitorio e ora condividevano una stanza nella quinta compagnia che li aveva accolti a braccia aperte, grazie ad una buona parola di Shinji che sembrava aver selezionato entrambi gli studenti sin dal primo giorno.Il giorno che erano stati assegnati alla stessa casata decisero che comunque avrebbero mantenuto le loro abitudini,rifiutarono di prendere due dormitori diversi,erano loro due,contro il mondo intero e nulla avrebbe mai cambiato quel dato di fatto. Anche se ultimamente, lo stare con Sosuke le dava una sensazione strana, di solito non arrossiva così frequentemente. Ora bastava uno sguardo di lui o un sorriso per farla arrossire, ogni volta che scherzava con lei. Quando la prendeva in braccio, era la fine, le farfalle le massacravano lo stomaco ed il cuore impazziva, ma cosa significavano tutte quelle sensazioni cosi’ nuove?

 

no!no!Himawari smettila di pensare a queste cose,non fanno bene alla salute, assolutamente

 

Pensò alzandosi di scatto, talmente veloce che andò ad urtare con il muro, ma come era possibile? era in mezzo alla stanza

 

“eih!ma sei proprio svampita oggi”

 

Ok.Non era per nulla il muro.

 

“Sosuke!s..scusami!io….mi è venuto un crampo!”

 

“e sei scattata in piedi.”

 

Disse perplesso osservandola, un sopracciglio alzato, l’aria di chi non l’avrebbe presa a bere tanto facilmente

 

“eh sì!mi è venuto qui al braccio”

 

Aizen inarcò un sopracciglio e le prese il braccio con un tocco delicato, per osservare quel fantomatico crampo, in realta’ era chiaro stesse solo giocando, sapeva che non c'era nessun crampo

 

“fa vedere…fa male?”

 

Disse massaggiandole il braccio piano,poi la sua espressione si fece ancora più perplessa quando la vide coprirsi il volto, con la mano libera, in mezzo alle dita, vide le gote della ragazza avvampare, la sua espressione quasi sofferente. In quel momento, perfino il grande Sosuke Aizen non riusci’ a decifrare quella reazione, cosi’ tento’ ad indovinare. In quei casi, cosa poteva provocare rossore? leggera sudorazione e pulsazioni accelerate? 

 

“perché sei tutta rossa? Hai la febbre?se vuoi resta pure a casa. Vado io a fare il tuo turno”

 

“no!!no sto benone! Devo…devo andare!”

 

Disse prendendo la sua zanpakuto da terra, se la mise al fianco di fretta uscendo dalla porta di corsa. Aizen fece lo stesso seguendola preoccupato per il suo comportamento bizzarro. I due raggiunsero l’abitazione del capitano,con il quale avevano un colloquio in programma per una missione importante. Aizen si avvicinò ed aprì piano la porta scorrevole. Ma la stanza sembrava vuota

 

“oh…come al solito è uscito per conto suo e si é scordato della missione, santo cielo, che capitano ci hanno appioppato..”

 

Ad un tratto un ombra sbucò alle spalle di Himawari facendola gridare dallo spavento, nel momento in cui la Shinigami ne percepì la presenza e le mani dell'Ombra che si allungava tra i suoi capelli. Di risposta, Aizen afferrò la giovane portandosela dietro di sé ,la mano tesa, il palmo aperto,pronto a caricare un raggio di energia che avrebbe raso al suolo metà dell'edificio

 

"SCHERZAVO!!SCHERZAVO!!"

 

Aizen si bloccò vedendo il sorriso con  troppa dentatura, decisamente troppa,del capitano Shinji. Aizen sospirò abbassando la mano mentre il capitano ridacchiava come se avesse compiuto la sua missione di spaventare i suoi due nuovi cadetti, in realtà aveva rischiato di creare un cratere nel cortile della quinta compagnia

 

“calmo Sosuke, volevo solo fare uno scherzo! Come al solito ti scaldi quando si tratta della  tua bella in pericolo”

 

Disse ridendo appena,ma venne zittito da un colpo di piatto del fodero della zanpakuto di Aizen, il colpo impatto’ dritto contro la nuca del capitano che fini’ dolorante a terra. Lo shinigami non disse nulla, rimase a sovrastarlo in silenzio, l’espressione sul volto indecifrabile, perfino per Himawari che si strinse nel petto

 

"Non toccarle più i capelli"

Himawari fece un passo verso lo shinigami, sfiorandogli la manica dello shihakusho

 

“Sosuke?..”

 

Shinji torno’ a sedere dolorante, ma col suo solito fare allegro. Ridacchio’ massaggiandosi la nuca dolorante

 

“dovete andare con Urahara oggi,vi porterà un po’ in ricognizione fuori dal seiretei. Sono stati individuati diversi hollow”

 

Aizen annuì con fare annoiato, poi si voltò verso Himawari che annuì a sua volta. I due fecero un leggero inchino al capitano e dopo averlo salutato si diressero verso la dodicesima compagnia. Mentre camminavano lungo le strade del segreti, Himawari prese sottobraccio Aizen

 

"Sosuke,non hai esagerato con il capitano? "

 

"Non ha il diritto di toccarti e non ha il diritto di trattarmi come un bambinetto, esigo serietà da lui è dal ruolo che ricopre"

 

Spiegò con calma, lo sguardo fisso davanti a sè, Himawari si morse il labbro appoggiandosi alla sua spalla con fare pensoso. Certo, il capitano Shinji era strambo, veramente strambo, non sembrava una persona che prendeva sul serio il suo lavoro, ma magari come tanti altri capitani, la sua era solo una facciata. Himawari non riusciva a capire perché Sosuke non fosse stato scelto da Urahara dato che più volte all’accademia aveva dimostrato un grande talento per la scienza e le tecnologie del gotei. Ma non sembrava che il capitano della dodici lo apprezzasse, anzi, sembrava quasi innervosito in sua presenza, dietro a tutti quei sorrisi e l’aria sornione che aveva sempre, Himawari era riuscita a cogliere attimi, in cui il capitano, osservava Sosuke in modo diverso, cupo in volto, come se sapesse qualcosa, qualcosa che non sembrava piacergli affatto.  Urahara era davanti alla compagnia ad aspettarli mentre accanto a lui c’era il suo luogotenente. Una ragazzina bionda dall’aspetto selvatico. Capelli biondi ed arruffati , raccolti in due code voluminose e pungenti come spine d’istrice. Gli occhi nocciola ed il viso costeggiato da lentiggini. Non era una ragazzina  brutta, anzi, ma aveva un non so che di selvaggio che le donava un aspetto più mascolino che femminile,nonostante i capelli lunghi. Urahara sorrise mentre la ragazzina sbuffò

“Hiyori, sii educata”

“tsz..bastavo solo io,perché porti questi due?”

“perché loro devono ancora imparare bene ad usare le loro zanpakuto”

Disse allegro Urahara dando una spallata ad Aizen che annuì sospirando, guardando altrove, in realta’ Aizen non aveva mai usato per davvero la sua zanpakuto, non ne aveva mai avuto la necessita’. Aveva preso ormai il vizio di sfruttare per lo più il kido, non lo aveva mai visto usare la sua lama, tantomeno il suo shikai. Non voleva usarlo nemmeno in battaglia e nessuno sapeva com’era fatto, compresa Himawari che passava intere giornate insieme a lui e se lei non sapeva la forma del suo shikai, di certo nessun’altro la sapeva. La ragazza invece aveva già usato più volte il suo shikai anche se non era ancora ben allenata ad usarlo a dovere.

“bene, seguiteci ragazzi!”

Disse Urahara voltandosi per uscire dal seiretei. Aizen si affiancò a Himawari sospirando, si voltò verso la ragazza e le avvolse le spalle con un braccio avvicinandola a sé, provocando un’ennesima aritmia nel petto della ragazza quando la guancia della shinigami sfioro’ la sua

 

eih, girasole, non essere tesa.Altrimenti non riesci nemmeno questa volta a parlare con la tua zanpakuto”

 

“o..ok..”

Sussurrò imbarazzata guardando a terra, aveva parlato lui, che nemmeno aveva usato mai il suo shikai, eppure era un portento, perche’ non usava la sua zanpakuto?. Lui si allontanò appena, ma la shinigami si avvicinò di nuovo a lui, lo prese sotto braccio, si morse il labbro osservando la sua zanpakuto silente. Tra i due c’era un’abisso, lei stava ancora imparando, lui sembrava gia’ essere temibile tanto quanto un capitano, nessuno shinigami salvo i capitani si avvicinavano a lui, e solo per necassita’. nessuno gli era davvero amico, nessuno, tranne lei. La shinigami si strinse contro di lui sospirando pensosa. Avanzarono oltre al portale aperto da Urahara, attraversarono il mondo delle anime fino ad arrivare nel mondo degli umani. Precisamente, sul luogo da pattugliare. Era una foresta poco distante dalla citta’ di Karakura, sembrava una bella giornata estiva, le cicale cantavano per il caldo, c’erano giusto un paio di nuvole in cielo, la gente camminava in mezzo a loro, ciechi alle loro figure, continuavano come se nulla fosse la loro vita, passando accanto agli dei della morte, ignari di quello che stava accadendo. Era la sua prima missione ufficiale, la ragazza si strinse forte al braccio di Azien guardando la gente attorno a loro, chiedendosi se sarebbe stata in grado di proteggerli, di fare qualcosa di buono

 

“ho paura..”

 

Lui sorrise, guardandola con il suo solito fare gentile, le tiro’ su il mento con la mano, tirandole poi per gioco un’ orecchio

 

“non dovevamo diventare capitano e vice  della quinta compagnia?allora se ti ritiri, io mi dimetto con te”

“eih!!non vale! Mi stai ricattando!!”

 

Lui guardò in alto con fare pensante, dopo aver mugugnato un po’ alzò l’indice soddisfatto dell’idea che aveva elaborato in quell’istante

 

“gia’..non volevi che diventassi capitano al tuo fianco? Ma senza di te, non avrei alcun interesse a prendere posto nel gotei, in tutta onesta’”

 

 Himawari  sbuffò frustrata,  guardandolo storto, gli diede una leggera spinta ma rischiò lei di finire a terra quando impatto’ nuovamente contro il suo corpo inamovibile. 

 

“va bene! va bene! Scemo! Perche’ non vuoi diventare un capitano e basta??”

 

“Certo che voglio diventare capitano, sara’ il primo passo per”

 

“per?”

 

Lui sobbalzò un attimo, come se si fosse svegliato all’improvviso da uno stato di dormiveglia. Si voltò verso Himawari  sorridendo imbarazzato dalla sua ultima affermazione 

 

no, nulla…”

 

“dai Sosuke!dimmelo!è una bella cosa?? Hai qualche idea grandiosa in mente? un piano?? Lo sai che puoi sempre contare sulla sottoscritta! Dopo di te, sono la migliore del corso!”

 

Aizen degluti’ e torno’ a guardarla, le prese le mani portandosele al petto, togliendo il respiro alla ragazza dai capelli rosa, i suoi occhi rosa caldo fissi in quelli di lui, come cioccolato fuso, taglienti come una lama, non erano più’ occhi da cerbiatto di un ragazzino appena più’ grande di lei

 

“…Himawari..tu..ti fidi di me?”

 

la ragazza si bloccò di scatto preoccupata,lo fissò confusa mentre lui si voltò vedendo Urahara e la ragazzina che li aspettavano

“perchè mi chiedi questo?..Certo che mi fido di te…Non dovresti farti queste domande, Sosuke…sei tutto cio’ che ho, ti seguirei ovunque..”

Aizen si voltò attento che i due non li stessero ascoltando. Sospirò rumorosamente massaggiandosi la nuca con la mano

“Ascoltami…Dobbiamo..”

“Attento!”

La ragazza si gettò addosso allo shinigami ,spingendolo a terra, Aizen strinse le braccia pronto a stringere la ragazza, ma lei non era più lì. Un hollow li aveva attaccati alle spalle, e la giovane era stata presa in pieno. Ora era a terra, supina, mentre il prato sotto di lei si macchiava di rosso. C’era sangue tra i suoi capelli e per Aizen, il mondo si  bloccò all’improvviso. Il tempo smise di scorrere, la rabbia ribolliva nelle vene dello shinigami e la terra sembro’ tremare per un’istante

 

“Himawari!!”

 

Gridò lui estraendo la sua katana, si avvicino’ con uno shumpo all’hollow, abbattendo la lama su di lui, squartandolo in due meta’ perfette, tagfliandolo come se fosse fatto di burro, davanti agli occhi di Urahara e della sua luogotente, bastarono dieci secondi, perche' con un paio di fendenti, dieci hollow rovinarono a terra macchiando l'asfalto di sangue, le loro groida gorgoglianti che imprecavano prima di diventare solamente cenere e ricordi sfumati al vento. NEssuno lo aveva visto bene, si era mosso troppo in fretta o forse, aveva deciso di concedere loro solo la consapevolezza che era stato lui a farli fuori, il come, lo sapeva solo lui.  Himawari sembro’ scuotersi da terra, l'espressione sofferente sul volto mentre riprendeva i sensi. Quando tento' di mettersi seduta, dovette resistere alla forte nausea che le strinse lo stomaco quando senti’ l’odore del suo stesso sangue ed il graffio alla schiena che le bruciava come se le avessero messo sopra dei carboni ardenti. Voltò appena il capo tendendo una mano verso Aizen, ora accorso dalla shinigami, la spada di nuovo nel fodero. Lo shinigami si inginocchiò accanto a lei, con un'espressione cupa in volto

 

“cazzo…che figuraccia..”

 

“Himawari, sta tranquilla, sono qui con te...e' tutto ok"

 

Sussurro' lui prendendola in braccio, attento a non farle male. La sua mano le sfioro' la ferita che sembro' migliorare non appena lei senti' il tocco di lui sulla pelle. Il sangue si fermo' e fu come se qualcuno vi avesse messo sopra del ghiaccio, come una medicazione fatta d'urgenza per tamponare i danni. Aizen si avvio' verso una panchina e vi poso' la giovane shinigami, assicurandosi che quella posizione non le facesse male o le facesse perdere troppo sangue. Si volto' di scatto verso Urahara e Hiyori, che  li raggiunsero di corsa sfoderando le katane. In un attimo,  il gruppo venne accerchiato da uno sciame di Hollow, attirati dal sangue della shinigami e dai loro compagni caduti . Il capitano della dodicesima ed il suo luogotenente dal portamento selvatico si erano gia' avventati sugli hollow in carica verso di loro . Aizen si alzò in piedi con una calma apparente, eppure attorno a loro due, l'aria si era fatta piu' pesante, quasi rarefatta, tanto che Himawari sentiva la sua reiatsu premerle addosso, pesarle addosso. Lo shinigami uardò gli hollow con uno sguardo che mai aveva avuto, sembrava calmo, ma i suoi occhi tradivano un'ira inimmaginabile, fuoco, fiamme e pura furia cieca. 

 

“eih…eih girasole…e’ tutto ok, stai bene..”

 

Sussurrò sorridendo forzatamente,si vedeva che in realtà voleva distruggere qualsiasi cosa entrava nella sua traiettoria

 

“S..Sosuke..”

 

“aspettami qui ,ok?”

 

Himawari  sorrise appena annuendo, sentiva le lacrime e la frustrazione farsi strada nel suo petto e sugli occhi, strinse i pugni e si morse il labbro, ma annui’ allo shinigami 

 

“scusami..sono inutile”

 

“no.Non sei inutule, è colpa mia, non dovevo distrarti”

 

Sussurrò lui accarezzandole i capelli mentre prese dalla sacca un pezzo di stoffa per coprirle la ferita, la shinigami lo guardo' preoccupata, sembrava davvero fuori di se', temeva che avrebbe suscitato preoccupazione agli shinigami in missione con loro, lo avrebbero tenuto d'occhio se avesse esagerato nel fare sfoggio delle sue capacita'. Di una cosa era certa, molti nel seiretei, avevano paura di lui,non capiva perche', ma sembravano considerarlo quasi come una potenziale minaccia, eppure, lei lo conosceva da una vita, era dolce, gentile, perche' mai avrebbe dovuto essere considerato come una minaccia?

 

“S..Sosuke..a..attento..potrebbero..”

 

“non stancarti,è tutto ok,conta fino a dieci e non avrai più’ male”

 

Disse mentre su di loro si attivavano diversi danku,degli scudi protettivi fatti di reiatsu. Sosuke riusciva ad evocarli senza nemmeno usare la formula. Era davvero un ragazzo portentoso. Sorrise un'ultima volta alla ragazza , le diede un buffetto, prima di  alzarsi e scattare in aria , mentre Urahara e Hiyori continuavano ad attaccare gli hollow, Aizen aveva appena attivato, fuori dagli sguardi di tutti, il suo shikai. Gli hollow attorno a lui sembravano confusi più che mai, come se fossero sotto una specie di ipnosi, tanto che si colpivano a vicenda, Hiyori e Urahara sembravano non aver notato nulla, salvo Aizen che combatteva come suo solito fare, senza shikai.  Lo shinigami, era intento a  dare loro il colpo di grazia con una freddezza inumana, una rabbia selvaggia ma allo stesso tempo controllata, soppesata.Dopo pochi minuti, degli hollow non era rimasto altro che cenere. Aizen scese subito a raccogliere di nuovo Himawari,aveva smesso di perdere  sangue, ma  andava comunque  portata urgentemente da Unohana. Il capitano della quarta compagnia era bravissima con le cure, non per nulla era la compagnia medica, voleva assicurarsi che sulla schiena di lei non fosse rimasta alcuna cicatrice. Himawari sorrise appena quando lo vide tornare, aggrappandosi allo Shihakusho Di Aizen che la osservò serio.

 

“va tutto bene.Guarirai..”

 

Sussurrò lui stringendola a sé mentre con Urahara si diressero di nuovo verso la soul society. Stavolta grazie allo shumpo riuscirono ad arrivare più in fretta davanti alla quarta compagnia. Subito il luogotenente uscì dall’edificio e fece entrare Himawari senza far troppe domande. Aizen la adagiò su uno dei lettini dell'infermiera. Unohana si avvicinò preoccupata

 

“cosa le è capitato?”

 

Sosuke portò una mano sulla fronte tirando indietro una parte dei capelli che glie la coprivano.Respirava affannato

 

“è colpa mia…mi sono distratto, lei ha tentato di proteggermi..ma…”

 

Unohana sorrise dolcemente posando una mano sulla spalla di Aizen,osservò la ragazza poi di nuovo lui. Aveva un fare davvero delicato,molto materno. Anche se spesso la donna inquietava i suoi sottoposti con i suoi ordini. Era una donna ambigua, ma sapeva fare il suo lavoro egregiamente ed Aizen contava sulle sue capacita’

 

“tutti commettiamo errori giovane shinigami,ora penserò io a lei, potete tornare a casa”

 

Sosuke scosse la testa innervosito

 

“no,io resto qui”
 

“..ho detto..potete tornare a casa”
 

Ripetè lei continuando a sorridere dolcemente. Dietro ad Aizen Urahara rabbrividì insieme alla sua luogotenente, e subito dopo, con un saluto frettoloso,i due  erano già spariti, o meglio, scappati a gambe levate, ma Aizen non si mosse di un centimetro, continuava a fissare la donna

 

“allora?non vai con loro?”

incalzo' lei con una  calma spietata, ma non sembrava aver intaccato per nulla lo spirito dello shinigami, che sorrise annuendo pacatamente

 

“…come le compiace,capitano..”

 

Agli occhi di Unohana, Aizen era andato gia’ via, ma davanti a Himawari, il giovane shinigami le era rimasto accanto. Cosi’ mentre il capitano la curava, lui  prese la mano della shinigami, chinandosi di fronte a lei,  mentre Unohana era intenta a curarle la ferita stranamente pulita e senza emorragie sulla sua schiena. Himawari aprì piano gli occhi e vide Aizen davanti a se’ che le sorrideva

 

“So..”

 

Il giovane  posò un dito sulle labbra per non farla parlare, lei non capiva bene il perche’ ma decise di assecondarlo. Sorrise avvicinando il viso al suo per osservarla, sospirò sollevato nel vederla salva. Le accarezzò i capelli mentre Himawari diventava  rossa come al solito.

 

“non dire nulla, ho usato Kyoka Suigetsu per creare un illusione, in realtà Unohana non può vedermi ne sentirmi…aspetta un secondo..”

 

Sussurrò ciudendo gli occhi. Quando li riaprì sorrise di nuovo

 

“ora puoi parlare..”

 

“S..Sosuke, ti avevano detto di allontanarti, il capitano si chiedera’ dove tu sia..ma…da quando sai usare lo shikai??”

 

lui rise, ma non rispose alla domanda lasciandola appesa nel vuoto, ma Himawari sembro’ non darci troppo peso, cosi’ gli strinse la mano sollevata dal fatto che fosse rimasto

 

“io resto con te, te lo avevo promesso”

 

“ma il capitano avrà bisogno di te..”

 

“tu hai più bisogno di me”

 

“con me c’è Unohana,sto bene”

 

Aizen scosse la testa, le posò la mano sulla fronte. Scottava,doveva avere la febbre. Ma era una cosa normale dopo la brutta ferita che aveva ricevuto. Stava ancora studiando il capo medico, era l’unico campo in cui non era stato in grado di eccellere, ma aveva almeno salvato la ragazza dall’emorragia e quelle nozioni gli erano più’ che sufficienti, per il momento. Posò le labbra sulla fronte di lei, la sua pelle stava avvampando 

 

“come pensavo,hai la febbre..ecco perche' eri rossa stamattina..”

 

“Sosuke..perchè stai rischiando così tanto?..Unohana non e’ famosa per la sua pazienza con chi no le da retta..”

 

“una sciocca aspirante shinigami un giorno mi disse…nessuno merita di stare solo”

 

“ma..”

Aizen le prese la mano, baciandole il dorso con delicatezza, le sorrise facendole impazzire le farfalle nello stomaco, il cuore che le batteva in petto con ferocia

 

“e io non ti lascerò sola nemmeno un istante ok?”

 

“ok..”

Ripetè lui accarezzandole i capelli. Himawari sorrise appena. Era normale no? Erano amici, e gli amici sono qui per quello, è normale che Sosuke si comporti così, era sempre stato dolce e gentile con lei quando era triste, avevano combinato guai, riso insieme, combattuto insieme, non era nulla di nuovo alla fine. Presto quando si sarebbe rimessa,lui avrebbe continuato a prenderla amichevolmente in giro chiamandola girasole, e lei avrebbe continuato a rispondergli a tono fino a risolverla in una battaglia a colpi di solletico. La shinigami tese una mano, raggiungendo i capelli dello shinigami, li tiro' indietro, mentre un ciuffo ribelle continuava a piovergli sulla fronte, ma in quel modo, riusciva a vedere meglio i suoi occhi caldi come nocciole tostate,erano bellissimi, densi, gentili ed erano sempre fissi su di lei

 

“Sosuke…io e te..siamo amici vero?..”

 

“perché me lo chiedi?..”

 

scema,scema..

Pensò Himawari entrando nel panico più totale, evidentemente era la febbre che la faceva delirare,le aveva sciolto la lingua ed il cuore, spegnendole il cervello

 

“no, nulla…scusami..”

“riposa ora...io starò qui”

“vai a casa scemo..”

“sì sono scemo...per questo starò qui”
 

Himawari  sospirò sorridendo , cercava di tenere gli occhi aperti, ma era più forte di lei,era stremata. Aizen notò la cosa e le diede un buffetto ridendo appena. Senti' le labbra dello shinigami baciarle la fronte, poi le sfiorarono l'orecchio, la sua voce era un sussurro profondo che riverberava nel suo petto e le faceva cose. La sua voce, era la cosa piu' bella che aveva mai sentito
 

“dormi dai...sei stanca…quando Unohana avra’ finito ti porto a casa a riposare”

 

La ragazza annuì appena voltandosi di lato verso di lui, approfittando della richiesta di Unohana di spostarsi di lato, evidentemente stavano finendo di sistemarle la ferita. Dopo un paio di rattoppi dal capitano in persona, la donna sembro' ritenersi soddisfatta e con un sorriso , le diede un buffetto, la saluto' e si allontano', chiedendo ad una delle sue sottoposte di richiamare il giovane shinigami di nome Sosuke Aizen per portarsela via. Aizen le osservo’ ridacchiando, poi con un sospiro si chinò appena per poggiare la fronte sulla sua, le sussurrò qualcosa, ma la ragazza,ormai allo stremo delle forze, non capì bene cosa le aveva detto in quel momento… cosi’ si addormento’,magari il giorno dopo lo avrebbe scoperto

 

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Capitolo 3
*** Vacanze estive ***


C'era pace nei quartieri del seiretei, era una tranquilla mattinata, gli Shinigami camminavano per le strade, alcuni ridevano in gruppo, raccontando le loro avventure nel mondo degli umani, altri osservavano la vita scorrere placida come un fiumiciattolo di montagna, erano sereni, c'era pace in tutta la città. Perfino nella sede della quinta compagnia c'era una strana quiete, Shinji sonnecchiava davanti all'engawa,  steso come se fosse stato in una località balneare, il dito mignolo che stuzzicava la narice, accanto a lui, in ginocchio sul tatami, Aizen compilata dei moduli accumulati durante la settimana, che il capitano aveva totalmente ignorato. Seduta a gambe incrociate  accanto allo Shinigami, stava infine Himawari, la penna in mano, pronta ad aiutare Aizen nel carico di lavoro che gli avevano scaricato come al solito per svogliatezza dei piani alti. Prese un foglio dalla pila e comincio' a compilare il rapporto. Non faceva troppo caldo,per fortuna, sebbene fosse estate, c'era una piacevole brezza  che scompigliava i capelli ai tre Shinigami, soprattutto Aizen, che si trovava continuamente dei ciuffi davanti agli occhi, inutili i suoi tentativi di tirarli indietro come si deve. Se li portava indietro con una mano, ma continuavano a coproirgli gli occhi come un bearded collie color nocciola

 

"Accidenti...faremo ritardo se continua questo vento"

si lamento' con un sospiro lo shinigami, la mano ferma sulla fronte per tenere a bada i capelli, la shinigami lo osservo' sentendo le farfalle nello stomaco sbattere le ali insistentemente

"Aspetta.. "

 

Himawari  si avvicinò a lui, prese dalla tasca delle mollette e con una mano gli tirò indietro i capelli folti e  soffici, li fermò con le sue pinzette colorate, le aveva prese in città durante un'uscita di pattuglia, erano le sue preferite, in effetti, amava tutti gli accessori colorati ed i vestiti che avevano nel mondo degli umani, spesso si portava a casa oggettivi vari, tra cui fermacapelli e collanine. Finalmente gli occhi dello Shinigami erano liberi, nonostante fossero mollette rosa e celesti, non sembrò curarsene, le sorrise dolcemente

 

"Grazie"

 

Lei inclino' il capo sorridendo, si stese sulla pancia comodamente mentre riprendeva a scrivere sul foglio  delle consegne, si era presa una buona parte del suo mucchio di scartoffie, era abbastanza ferrata con gli affari da luogotenente, chissà se un giorno, quella fascia sarebbe stata sua, quando magari Sosuke avrebbe portato sulle spalle l'hai da capitano. Himawari osservava Aizen scrivere,  ora che aveva i capelli tirati indietro, sembrava ancora più bello del solito. Quando poi si tolse gli occhiali per pulirli, voltò lo sguardo verso Himawari, sorridendo di nuovo con dolcezza. Il cuore di Himawari scalciò come un pazzo nel petto, le guance divennero rosse mentre con una risatina nevrotica riprese a scrivere sulle scartoffie. 

 

"Non…non c'é di che, Sosuke!Non puoi fare tutto da solo,sai che puoi sempre contare su di me"

Aizen sorrise alla shinigami dolcemente, anche i suoi occhi sorrisero, sincero

"lo so"

Shinji aprì un'occhio annoiato, per osservarli e sorrise sotto i baffi, notò Aizen carezzare i capelli rosa di lei con la punta delle dita, lo sguardo fisso su di lei impegnata col suo lavoro. Il sorriso del capitano si affilo' come quello di una volpe, lui prima di tutti riusciva a vedere attraverso il velo delle menzogne, lui prima di tutti riusciva a vedere situazioni che ancora dovevano avvenire, nascoste nei gesti, negli sguardi dei due shinigami e si chiese, se tutto quello sarebbe stato meglio fermarlo o lasciarlo scorrere senza interferire. Cosa sarebbero diventati? 

 

"Capitano"

 

Shinji sobbalzò, destato dal pisolino in cui stava di nuovo cadendo, dopo aver chiuso gli occhi per quei fantomatici due minuti

 

"Che c'è? "

 

"Appena avremmo terminato, io e Himawari andremo a Karakura, abbiamo già chiesto i nostri Gigai ad Urahara,li sperimenteremo per la divisione dodici, in modo che presto anche gli altri shinigami potranno andare in missione senza timore,approfitteremo anche del tempo la' per riposare, non torneremo prima di tre mesi, spero stara' bene senza di noi"

Shinji sobbalzo' e si mise a sedere sudando freddo, le mani tra i capelli. I suoi migliori pezzi che se ne andavano per tre mesi?? tre mesi di scartoffie e missioni che avrebbe dovuto affrontare?? Era estate e doveva...lavorare?? non lavorava mai, non aveva mai voglia e non aveve intenzione di farsela salire proprio d'estate. Lo shinigami sbotto' contrariato

 

"Ma ci sono altri fogli da fare dopo quelli!!"

 

"La mia non era una richiesta, noi andremo a Karakura e lei, completerà i fogli rimasti"

 

"Non ci penso nemmeno.. "

 

Shinji stava per sbraitare, si era messo in piedi con i pugni stretti, il tono sul piede di guerra, ma bastò uno sguardo del suo luogotenente per zittirlo, convincendolo a sedersi di nuovo. Sbuffo' tornando al suo posto, grattandosi la nuca con una mano e spulciando l'orecchio con l'altra. Avrebbe di certo lasciato accumulare tre mesi di scartoffie, Sosuke Aizen se lo sentiva nelle viscere che sarebbe successo, ma prima o poi, si sarebbe liberato anche di quel peso, doveva solo avere pazienza.  Himawari rise sotto i baffi, completando l'ultimo foglio con la firma del capitano che ormai sia lei che Sosuke sapevano imitare alla perfezione, forse meglio della loro stessa firma. La Shinigami prese dalle mani di Aizen il timbro e sigillò l'ultima missiva con un verso acuto e soddisfatto che fece sobbalzare i due Shinigami accanto a lei

 

"Ecco qui! Possiamo andare! "

 

"Brava,piccola"

 

Si complimenti Aizen con un baffetto, entrambi gli Shinigami si alzarono con i fogli e le lettere in braccio, osservarono Shinji con un sorriso orgoglioso per il lavoro svolto, il capitano schioccò seccato la lingua sul palato e si voltò di scatto altrove, sul voltò i segni dell'offesa che fece sorridere i due Shinigami, li saluto' con un verso seccato ed un rapido gesto della mano mentre tornava placido al suo meritatissimo pisolino. Quando i due shinigami raggiunsero la sede della dodicesima compagnia, Urahara li aspettava nel suo studio, o meglio, laboratorio. Era una stanza enorme, situata in un seminterrato, una volta scese le scale, un'aria gelida costrinse Himawari a stringersi nelle spalle, infreddolita. Aizen si guardò attorno, ma non con lo stesso interesse di lei, difatti, sembrava già conoscere quei luoghi, tanto che sembrava far lui da guida all'interno della stanza. Himawari notò tutte le strane creature rinchiuse nei barattoli in formaldeide, sembravano piccoli hollow, simili a vermiciattoli, addormentati per sempre, incapaci di sentire, provare dolore. Urahara era in fondo alla stanza ad arieggiare con delle provette colorate con liquidi fluorescenti, di certo, non sembravano appetibili, ma era grazie alla sua scienza che gli Shinigami riuscivano ad avere tutti quei giovamento, soprattutto per andare nel mondo degli umani. Solo Aizen ed il suo capitano sembravano sapere di questi Gigai,erano ancora in fase sperimentale, ma per loro due Urahara sembrava aver fatto un'eccezione, o forse, erano le sue cavie, pensò la Shinigami rabbrividendo. 

 

"Eccovi qui! Allora, pronti per il nuovo Gigai?? "

 

Aizen incrociò le braccia al petto guardandolo con fare divertito, Himawari al suo fianco, guardava i due fantocci esposti come manichini di un negozio, avevano indosso abiti da comuni umani, adatti alla stagione primaverile.  Himawari osservò il Gigai destinato a Sosuke, il suo Gigai aveva un'abito in lino blu oltremare , un completo elegante, con una giacca leggera di lino, sembrava che Urahara tenesse molto ai dettagli, notò ai polsi un braccialetto d'oro. Il suo Gigai era invece più leggero , azzurro cielo, un po'di stile marinaretta. Himawari pensò che gli umani fossero fortunati avevano a disposizione un sacco di abiti bellissimi, mentre lei doveva sempre stare in divisa.  Si avvicinò al Gigai come per sfiorarti, lo stesso fece Aizen, dietro di loro invece, ridacchiando, Urahara li spinse in avanti. I due persero l'equilibrio e quando si volarono imprecando verso di lui, notarono che addosso, avevano i vestiti che prima erano nei manichini. 

 

"Ma che diamine…"

 

"Ma..sono bellissimi!! "

 

Himawari ballava allegra nei suoi nuovi abiti, sembrava al settimo cielo, si portò davanti ad una grande ampolla per usarla come specchio, fece una piroetta, ammirando il fiocco che aveva al petto, era meravigliata. Intanto, Aizen si era voltato verso Urahara, emettendo un versetto di sorpresa mentre si sistemava i lembi della giacca con fare elegante e pacato

 

" accidenti capitano,c'é mancato poco…avrei potuto farle male"

 

Sussurrò sgranchiendosi la schiena, adattandosi come poteva all'interno di quel contenitore fittizio che fin dall'inizio se lo stava sentendo stretto, si massaggiò sul punto dove Urahara lo aveva spinto, continuava a guardarlo, con un sorriso da trenta danari, che si rifletteva anche nei suoi occhi chiusi, quando la voce di Himawari lo fece sobbalzare appena

 

"Sosuke!! Guarda!! "

 

La ragazza gli corse incontro allegra, mise le mani in alto, I palmi aperti che lo invitavano a battere il doppio cinque, Himawari dovette saltare per arrivarci. Sembrava davvero felice del suo nuovo Gigai, saltellava come se avesse avuto il fuoco sotto i piedi, osservava Aizen nel suo abito elegante, non lo aveva mai visto così.. Diverso. Si fermò all'improvviso quando lui le strinse le spalle sorridendo,  quando i suoi occhi rosa si tuffarono in quelli castani di lui. Sorrise timida, l'emozione per il suo vestito, lasciò spazio ad altre emozioni, scaturite dalla vista di Aizen. Si scoprì arrossire, sentiva le farfalle nello stomaco, si conoscevano da decenni e ogni anno che passava, nascevano nuove farfalle che le davano un piacevole tormento nelle viscere quando lui la guardava, le parlava, la toccava.  Quel sentimento sbocciava in lei, in silenzio, lentamente, ed ora le stava avvinghiato come un rampicante sull'albero. 

 

"Andiamo, Himawari? "

 

La ragazza si rese conto di essersi pietrificata di fronte a lui, si scosse come se si fosse svegliata da un sogno ad occhi aperti, si massaggio' la nuca guardando distrattamente altrove

 

"S-si!! "

 

"Perfetto!! "

 

Urahara diede una pacca ad entrambi, prese poi dalla tasca un paio di soul candy, diede quello con la faccina di Chappy il coniglio a Himawari e quello con pupples il cane ad Aizen. 

 

"Non potete usare i vostri poteri, dovrete usare un gikon, in modo da poter uscire dal vostro Gigai e se necessario, combattere. Mi raccomando, state lontani dagli umani quando lo fate,potreste ferire qualcuno con la vostra reiatsu al momento del rilascio"

 

 Si soffermò ad osservare Aizen con un cipiglio di sospetto, scetticismo e… timore

 

"Specialmente tu, con la reiatsu che ti ritrovi rischi di far addirittura vaporizzare qualcuno"

Aizen annui' continuando a sorridere, mentre si sistemava i bottoni dei polsini, poi si volto' per dare una sistemata anche al fiocco sul petto della shinigami che si paralizzo' dalla sorpresa,di nuovo rossa in volto quando lui le diede una carezza tra i capelli dopo averle sistemato il vestito. Si volto' di nuovo verso Urahara che sembro' aspettare una risposta con impazienza

 

"Capisco..molto bene allora"

 

Aizen non si scomposte, si limitò a sussurrare con un sorriso gentile, mentre il capitano  apriva loro la via per il mondo degli umani. Himawari fece il primo passo, emozionata, seguita da un Aizen silenzioso, tranquillo come al solito. Era la prima volta che andavano là per puro divertimento, per concedersi una pausa, lo avevano pianificato da tutta la settimana e non sarebbero bastate le cartacce di quello sfaticato di Shinji  ad impedire loro di prendersi una meritata vacanza. Urahara aveva programmato tutto, avevano un'identità, una casa dove potevano stare e sarebbero stati comodamente confusi tra gli umani come due gocce d'acqua in un oceano. Il Gigai impediva alla loro reiatsu di essere percepita, così potevano comportarsi come due persone qualunque. Raggiunsero la terra degli umani con un balzo, era strano, Himawari non aveva la sua zanpakutō al fianco e la sua sensazione sulla pelle era strana, si sentiva, più fragile e delicata del solito. Sapeva ,teoricamente,che quella forma la rendeva in tutto e per tutto umana, ma sentirlo sulla pelle era un'altra faccenda. Aizen non sembrava preoccupato,anzi, sembrava piuttosto tranquillo nella sua nuova "pelle" Guardò dritto davanti a sè come per orientarsi, erano nel cortile di un grande edificio, c'erano ragazzi di tutte le età che leggevano libri o giocavano a pallavvolo. Nel tragitto, Urahara aveva lasciato ad Aizen dei figli ed un paio di zainetti, lo. Shinigami lo porse alla ragazza che lo strinse al petto guardandolo poi leggere i fogli con attenzione. Da quando aveva il disperato bisogno di contemplare Aizen ogni volta che poteva? I suoi tratti marcati, il taglio della mascella, gli occhiali spessi, i capelli soffici e ribelli davanti al viso.. 

 

"A quanto pare, dobbiamo andare là, fare l'iscrizione alla facoltà con i documenti che ci ha dato e seguire le lezioni… siamo Stati iscritti alla facoltà di…zoologia"

 

"Zoologia??? Gli.. Gli animali del mondo degli umani?? Fico!! "

 

La ragazza gli ballo accanto, frugando nella sua borsa per cercare i fantomatici documenti, li trovò in un portafogli insieme ad una strana carta magnetica con su scritte le istruzioni su come pagare ogni necessità. I due si avviarono verso l'interno dell'edificio, Aizen le porse il braccio e lei glie lo prese come era solita fare. Mentre raggiungevano la metà, Himawari sentiva sguardi austeri addosso, sussurri, ragazze che osservavano Aizen e sussurrava cose alle orecchie dell'altra ridacchiando. Himawari deglutì osservando invece che i ragazzi la guardavano come le ragazze guardavano il suo compagno, alcuni le lanciarono dei baci al volo, altri le lanciarono occhiolini e la Shinigami pensò fossero fortunati che Aizen era immerso in ben altri pensieri che prestare loro attenzione. Entrarono alla reception, dove una donnina anziana li accolse con un sorriso pieno di nostalgia per diversi denti. Lo Shinigami ricambiò il sorriso con una fila di denti scintillanti che quasi accecarono la donna. La registrazione fu rapida ed indolore grazie ad Aizen, in un paio di righe, aveva già memorizzato cosa dovevano fare. Ricevettero il numero di matricola, il libretto per gli esami ed un mazzetto di buoni per i vari bar e librerie della città. La donna non sembrò sconvolta quando i due affermarono di avere già un'alloggio, così con un'altro sorriso sdentato, li congedò. Himawari sembrava entusiasta, aveva già preso dalla libreria un paio di libri di zoologia e quando si erano sistemati sul prato insieme agli altri, prese a sfogliarli con curiosità. Himawari era seduta appoggiata contro il tronco di un'albero, Aizen era al suo fianco, la spalla appoggiata contro la sua, la testa piegata verso di lei, la osservava mentre meravigliata sfoggiava ogni singola creatura stampata su quelle pagine

 

"Eh! Guarda! Lo squalo balena! Guarda che bei colori!Hanno tremila denti! Tremila"

 

Aizen ridacchiò accostando la guancia a quella di lei, per osservare la foto da vicino, facendole balzare il cuore in gola quando i suoi capelli le solleticarono la pelle. Sentì nelle viscere lo strano istinto animalesco di strofinare il viso contro il suo, come di solito fanno i gatti, cercò di trattenersi, limitandosi a godere di quel contatto delicato

 

"Lo squalo bianco può staccare fino a quattordici chili di carne con un morso, io affrontare questo qui, sembra interessante"

 

"Perché dovresti picchiarti con uno squalo? "

 

Aizen fece una pausa,portando le nocche alle labbra con fare pensoso

 

"Sushi?.."

 

"Scemo!! "

 

Himawari lo spinse con una spallata, ma si accostò di nuovo a lui ridendo, si lasciò andare contro il suo fianco, lo Shinigami si mosse appena per lasciare che la ragazza si appoggiasse al suo petto

 

"Sarebbe bello vederli dal vivo, chissà se ci faranno fare qualche… gita fuori porta per poterlo studiare dal vivo! " 

 

Aizen sorrise, passandole una mano tra i capelli, quando notò di fronte a lui, gli sguardi di alcuni ragazzi, strinse gli occhi, affilati come coltelli, costringendoli a guardare imbarazzati ed intimiditi altrove. Sapeva che non rappresentavano alcuna minaccia, ma il solo fatto che la stessero guardando gli dava ai nervi, era diventato molto possessivo nei suoi confronti, col tempo, era l'unica cosa che rendeva la sua vita meno noiosa, meno solitaria. Era una Shinigami dal grande potenziale ed era l'unica che riusciva ad ascoltarlo, non avrebbe mai permesso che qualcuno, gli portasse via il suo piccolo sole,avrebbe piuttosto, messo a fuoco e fiamme l'intero mondo, I cieli, ogni divinità che si sarebbe parata di fronte a lui. 

 

"Vieni, andiamo a vedere com'è il nostro alloggio"

 

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Capitolo 4
*** Sunshine ***


"Pensiamo che un fiore cresciuto sul ciglio di un
precipizio sia bello,
perché i nostri piedi si fermano sul quel ciglio.
Non riusciamo ad avanzare su quel cielo
come quel fiore impavido."

L'alloggio si rivelò essere un discreto e ben arredato monolocale, non erano abituati alle case degli umani, almeno Aizen, non sembrava al settimo cielo quando vide l'arredamento che si inclinava più allo stile occidentale, ma scosse le spalle ed entrò all'interno. Il salone aveva per fortuna un bel kotatsu al centro della stanza, il pavimento era finto parquet, le pareti erano verniciate di un azzurro cielo. C'era una cucina incastrata perfettamente in una rientranza del muro, un bagno ed una camera da letto, Aizen si tolse la giacca sistemandola sull'appendiabiti,osservò Himawari  curiosare in giro con l'entusiasmo di una bambina a Natale. La vide gioire per le piantine  grasse sulle mensole, mentre già pianificava di prenderne altre per decorare casa, era così semplice, ingenua, eppure, sentiva che dentro nascondeva molto di più. Aizen si voltò per vedere la camera da letto, si avvicino' alla porta e si appoggiò al muro piegandosi in avanti per osservare l'arredamento: un letto rialzato con cassettoni,grande abbastanza per due, un paio di comodini con lampade appese al muro, una goletta all'angolo stile vintage ed un'armadio di medie dimensioni attaccato alla parete

 

"Camera matrimoniale… "

 

Himawari si era persa nella sala, facendo giravolte sul tappeto emettendo Gridolini colmi si gioia, poi si era affacciata alla finestra ridendo contenta, mentre salutava imbarazzati umani che passavano sotto di loro, la Shinigami agitava il braccio richiamandoli per presentarsi come nuova vicina di casa. Poi, la voce di Aizen la fece sobbalzare, voltandosi di scatto con gli occhi sbarrati, le gote avvamparono mentre guardava il luogotenente della quinta compagnia osservarla con uno strano sorrisetto che gli graffiava il viso, divertito dalla lentezza di lei a decifrare il messaggio. Quando finalmente la ragazza elaborò cosa aveva appena detto della camera da letto

 

"Ehhh?? "

 

Himawari si apprestò a raggiungerlo di corsa, la faccia sconvolta e rossa quando vide la stanza che Urahara aveva predisposto per loro, Aizen non sembrava scosso dalla cosa, ma Himawari riusciva a percepire ogni singolo e minuscolo cambiamento sul suo viso, aveva battuto gli occhi più volte del solito, era chiaramente in disappunto.  Lasciò cadere il suo zaino accanto al letto con un sospirò desolato

 

"Potremmo tagliare il letto"

 

Aizen alzò un sopracciglio, guardandola divertito

 

"Perché vuoi tagliare il letto? "

 

Himawari sosobbalzò, voltandosi verso di lui allibita, una mano al petto, il volto paonazzo, mille domande in testa che vorticavano come api in un'alveare. A lui stava bene? Avrebbero dormito insieme? Avevano sempre vissuto nello stesso dormitorio ma mai dormito tanto vicini l'uno all'altra. Himawari si trattò la nuca guardando la stanza confusa, le parole che le salivano sulla lingua e si scioglievano come  zucchero filato 

 

"Io… no, scherzavo! "

 

"Hai paura di dormire insieme a me? "

 

La provocò lo Shinigami, dandole una lieve spallata che quasi la fece sbandare. La Shinigami si raddrizzò sistemandosi una spallina che apparentemente lui le aveva sgualcito colpendola,guardandolo offesa

 

"Non ho paura! Scemo! É che… "

 

"Non te la senti ancora? "

 

Himawari divenne seria, tornò a guardare il letto matrimoniale, poi Aizen. Da come glie lo aveva detto, aveva tutta l'aria di una sfida e lei non si tirava mai indietro dalle sfide. Anche se più che all'idea della sfida, in quel momento, la sua mente stava pensando ad'altro,le farfalle nello stomaco vorticavano e l'idea di sentire Aizen vicino a lei, dormirle letteralmente accanto e non su un'altro letto era, una cosa che sembrava non vedere l'ora di provare. Perché? Non era mai successo, non ci aveva mai pensato prima, forse perché non si era mai presentata l'occasione. Himawari sobbalzò stringendosi nervosa nelle spalle, la pelle candida delle gote che si tingeva di nuovo di rosso come una goccia di sangue su un foglio di carta bianca

 

"Certo che me la sento! Non volevo ti sentissi a disagio.."

 

Sosuke ridacchiò, si mise alle sue spalle con un movimento fluido ed elegante, le scivolò dietro prendendola in braccio di scatto, con un gesto  deciso, come era suo solito fare quando voleva farle prendere uno spavento. Himawari diventò rigida come un tronco per la sorpresa, mentre istintivamente si aggrappava al suo collo , emettendo un pigolio acuto di sorpresa,perché l'aveva presa in braccio? Cosa stava facendo? Sembrava divertito quando gli occhi di Himawari incrociarono i suoi, sembrava felice, nello stare in quel Gigai, in quel corpo umano, senza poteri e lei, sentì il cuore tuffarsi su un cuscino di sollievo,non lo aveva mai visto tanto felice, come se essere una persona comune lo facesse quasi star meglio. Senza battere ciglio,lo shinigami si gettò sul letto come se fosse stata una piscina, rise di gusto mentre Himawari si trovò ancora nella stessa posizione rigida di prima, come un opossum che si fingeva morto sul ciglio della strada, le gambe piegate all'aria e le braccia strette al petto, mentre ancora cercava di capire cosa fosse successo con gli occhi strabuzzati. La risata di Aizen le scaldo' il petto e le viscere, era calda, melodica, una voce con cui avrebbe volentieri fatto cose, avrebbe voluto sentirselo sussurrare quel nome e poi, due parole. Himawari si scosse dandosi schiaffetti immaginari, maledicendo quei pensieri

 

"Sosuke!! Ma sei scemo?? "

 

Si voltò di scatto verso di lui con l'intento di rimproverarlo, poi però si bloccò di colpo, quando occhi color nocciola la fissarono con una dolcezza disarmante. Himawari si voltò di fianco mentre una pioggia di capelli le scivolò sulle spalle e sul viso, che lui prontamente spostò con la punta delle dita

 

"Sosuke.. "

 

"Sei diventata grande… girasole"

 

Himawari rimase a fissarlo come se stesse sognando, le palpebre le si fecero quasi pesanti, nel petto, di nuovo  un calore denso, profondo e piacevole. Qualcosa in lei stava cambiando, qualcosa in loro stava cambiando e quella sensazione, la voce di Sosuke, i suoi occhi,il suo tocco, le facevano provare cose. Allungò una mano verso di lui, sfiorandogli il volto, Aizen si tolse gli occhiali per accomodarsi meglio sul cuscino, sorridendo alla ragazza che sentì il cuore inciampare, le farfalle erano ormai diventate un'uragano nello stomaco, la ragazza si circondò la vita con le braccia ,stringendo forte come per zittirle, ma poi sospirò guardando altrove come per cercare le parole giuste sulle pareti della Camera, in mezzo ai fiori della carta da parati azzurra e bianca

 

"Siamo,diventati grandi…Sosuke.."

 

Lo corresse lei sorridendogli con fare quasi malinconico, nostalgico. Erano cresciuti insieme, lui era stato la sua prima ed unica famiglia. La sua infanzia se la ricordava a malapena: il freddo, la fame e la solitudine che un tempo le mordevano, erano solo un lontano ricordo, rimpiazzato da una casa nuova, nuovi amici, una nuova vita, un futuro tangibile e poi, poi c'era lui, il suo primo amico, il suo primo… 

 

"Sosuke… cosa siamo noi?.."

 

Entrambi gli Shinigami rimasero in silenzio, stesi su un fianco, la testa sul cuscino, si fissarono per un tempo che parve infinito, le parole che morivano in gola, mentre sulle labbra di entrambi cominciava a nascere un sorriso, la ragazza si spinse verso di lui quando un ciuffo gli piovve sul viso, come era solita fare, gli tirò indietro i capelli, ma un ciuffo ribelle gli piovve di nuovo sulla fronte. Mentre lo ammirava sognante, la mano di lei scivolo' sui suoi tratti taglienti, sulla mandibola, carezzandola piano ,pensò che fosse indescrivibile, quanto in quel momento, Sosuke Aizen,fosse maledettamente bello. La Shinigami continuava a sfiorarlo, come se lo stesse dipingendo,mentre nella sua mente scocciava la stessa consapevolezza che già brillava negli occhi di Aizen e si scioglieva nel suo sorriso

 

"Sosuke..io.."

 

La mano tremò appena, lui vi posò sopra la sua, si avvicinò a lei, le labbra si dischiusero, poteva sentire il respiro di Aizen sulla pelle, il suo profumo fresco invaderle I polmoni, il suo viso sempre più vicino, la sua voce calda ,fece sciogliere le farfalle in una pozza densa

 

"Himawari.."

 

♬♩NEVER GONNA GIVE YOU UP!♩♬

♩♬NEVER GONNA LET YOU DOWN!♫♩

 

Quasi caddero dal letto, quando nella borsa posata a terra da Himawari,qualcosa prese a vibrare come impazzito, una musica a tutto volume percosse  i loro timpani come tamburi e i due shinigami rotolarono sul materasso per afferrare lo strano oggetto che emetteva quel terribile suono, ma per Himawari era troppo lontano. Aizen si protese con un braccio ed afferrò lo zaino poetandoselo vicino. Aprì la zip e frugò tra peluche, caramelle e libri, fino a trovare il cellulare. Con un ringhio sommesso, aprì lo sportellino, un'espressione stranita che si dipingeva sul suo volto quando  se lo portò all'orecchio. Himawari si trascinò al suo fianco, si appoggio alla sua spalla , accostando l'orecchio al telefono per ascoltare la conversazione, perché mai Urahara aveva dato loro un cellulare? Non sarebbe stato più semplice aprire un senkaimon e raggiungerli per parlare? 

 

"Cosa c'è? "

 

"Ciao ragazzi! come ve la passate??Spero vi piaccia la nuova abitazione! "

 

Aizen si portò due dita alla tempia, massaggiandola, Himawari si morse il labbro facendo cigolare il letto mentre si accostava di più a lui per sentire meglio, rotolo fino ad appoggiarsi alla sua spalla

 

"Come vi trovate nei Gigai? Avete notato stranezze? Vi trovate bene? Sosuke, come ti senti, ragazzo mio?"

 

"Avrei preferito… un contenitore più comodo, in effetti, ma immagino questo tu lo sappia già, Capitano… "

 

Urahara rimase in silenzio per un'istante, poi dalla cornetta, si sentì lo sbuffo di una risata sommessa, la risata di chi aveva per sbaglio rivelato una carta dalla sua mano, ma aveva già messo in conto quella possibilità, in fondo, si parlava di Aizen Sosuke, non di uno shinigami qualunque

 

"Faremo delle modifiche strada facendo, se dovessero esserci problemi…Himawari! Come va, mia cara? "

 

"Tutto bene, capitano, stavamo sistemando le nostre cose nell'alloggio, più tardi faremo un giro in città, avete qualche hollow da segnalare? Potremmo occuparcene noi dato che siamo qui,ma al massimo entro le sei, abbiamo dei programmi per la serata"

 

"Beh, se non oso troppo chiedere, potreste dare una mano al nuovo sostituto Shinigami, é un ragazzone coi capelli neri, robusto, alto un metro e ottanta circa, lo abbiamo mandato a seguire delle tracce di un paio di hollow…forse lo avete già visto, un certo, Kugō Ginjō"

 

Aizen sospirò inclinando il capo, poggiando la tempia alla testa di Himawari con un sospiro annoiato, schioccò la lingua sul palato  é si Morse il labbro pensoso,guardando poi il quadro appeso alla parete di fronte a lui con fare distratto, Himawari intanto stava ascoltando con attenzione la sua spiegazione, annuendo, la mano sul mento mentre rifletteva é al contempo, si accoccolava ad Aizen in wuel gesto spontaneo, quasi quotidiano per loro, ogni volta che si trovavano vicini a fare qualcosa, non potevano fare a meno di cercare l'uno il tocco dell'altra. La Shinigami pensò a tutti i volti visti di recente alla soul Society e alla fine riuscì a ricordare di chi stesse parlando il capitano

 

"Oh, si! Quel ragazzo alle prime armi, era un umano di Karakura, vero? va bene, hai modo di metterci in contatto con noi? "

 

"Vi sta già aspettando fuori.. Mi raccomando, raggiungete la zona interessata, allontanatevi dagli umani di almeno cento metri, la reiatsu di Aizen é.."

 

Himawari si soffermò a guardare Aizen abbassare lo sguardo seccato, triste. Sospirò nervosa, prendendo il telefono dalle mani dello Shinigami, il suo tono diventò teso, esasperato, come una figlia adolescente che voleva tagliare il prima possibile la telefonata con la madre. 

 

"Sappiamo cosa fare, grazie capitano, ora dobbiamo andare"

 

Aizen la osservò mentre lanciava nello zaino il telefono, prese il cuscino con uno sbuffo e se lo portò tra le braccia per stringerlo forte , lo shinigami si prego verso di lei, il suo volto era affondato nel cuscino, Aizen la guardò ,pensoso

 

"Che ti é preso? "

Himawari sbuffo' mentre il suo volto di incupi' aggrottando le sopracciglia , scosse il capo mettendo il telefono nello zaino

 

"Ogni volta che i capitani ti ricordano quanto tu sia… potente, un prodigio, tu fai una faccia triste, batti gli occhi due volte e guardi in basso, lo fai sempre… io non sono un prodigio, ho passato decenni ad allenarmi, per stare al tuo passo e mi sono resa conto, che standoti dietro, ho creato un varco immenso tra me e gli altri Shinigami del nostro corso, al di fuori dei capitani… ho guardato quel vuoto ed ho sentito, quello che tu avevi sempre provato, solitudine, tristezza, nell'essere in alto, nell'essere diversi… so che quando andremo ad ammazzare quell'hollow tu lo farai con semplicità, di certo ti annoierai, ma non sei nulla di quello che gli altri credono, voglio che Shinji, Urahara e gli altri dei tredici,la smettano di sottolinearlo…non voglio vederti ancora fare quella faccia. Quindi..aspettami, almeno finché non ti avrò raggiunto, voglio salire su quello scalino insieme a te e stringerti la mano, per dirti… Eccomi qui…ora non sei da solo, Sosuke Aizen, sei uno Shinigami normale, non sei un mostro, non sei un'anomalia…non ho paura di te...queste vacanze, sembrano piu' un'esperimento che una gentile concessione...ma tu non sei una fottuta cavia da laboratorio.."

 

Aizen la guardò con gli occhi colmi di stupore, la sua mano le sfiorò i capelli, invitandola a voltarsi verso di lui, una mano la spinse a voltarsi su un fianco

 

"Vieni qui.."

 

Lo Shinigami le scivolò sopra come un felino in caccia, le cinse piano la schiena, mentre in silenzio, la strinse a sé sovrastandola, affondando il viso nell'incavo del collo della shinigami. Himawari lo strinse a sua volta d'istinto, lasciando scivolare le mani tra i suoi capelli, massaggiandogli la nuca con i polpastrelli, come faceva di solito per aiutarlo a rilassarsi, appoggiando la tempia sulla sua. Respirò il suo profumo, le labbra rosse gli sfiorarono il collo e lei poco sentire i muscoli di lui irrigidirsi al suo tocco, sentì una smania nel ventre, un fuoco nel petto, cos'era quella cosa? 

 

"Scusami…non volevo rattristati"

 

Lui si voltò appena per guardarla, stava sorridendo

 

"Non mi hai rattristato… sono sollevato…é stata una fortuna, quel giorno, aver lasciato che mi rompessero gli occhiali… fingendo di essere uno Shinigami normale..ho trovato il mio girasole…"

 

"Io… sono certa che un giorno troverai qualcuno alla tua altezza in battaglia, che ti farà battere il cuore"

 

Aizen rise appena, una risata calda, profonda come abissi, che le scosse le viscere

 

"A quello ci hai già pensato tu.. "

 

Perse un battito

 

"Sosuke…"

 

TOC

TOC

 

"...al diavolo"

 

Aizen si spinse via dalla ragazza, si sedette sul letto con uno sbuffo, si scosse appena emettendo un verso infastidito, come se per un'attimo gli si fosse accavallato un muscolo o aveva battuto il mignolo contro uno spigolo. Si mise gli occhiali ed i capelli piovvero  sulla sua fronte, si sgranchì di nuovo le spalle in quel suo abito troppo stretto, ma non voleva ammetterlo, voleva essere come gli altri, in realtà, odiava tutto quel potere, pochi gli si approcciavano e ancora meno decidevano di restare, l'unica che era rimasta, conoscendolo davvero, era Himawari.  Aizen si alzò dal letto, avviandosi alla portaporta a passo lento, quando la aprì, vide un giovane Shinigami, dall'aria seccata e dai capelli corvini tutti arruffati, appoggiato allo stipite della porta col gomito, una mano in tasca, la zanpakutō legata al suo fianco, aveva le gambe incrociate alle caviglie  e batteva la punta del sandalo di paglia sul marciapiede con fare annoiato. Quando però vide Aizen, il ragazzo tornò sull'attenti, il suo volto si fece serio e sull'attenti, mentre si piegò in un poderoso inchino in segno di rispetto

 

"Luogotenente Aizen! Buonasera! È un onore lavorare con voi! Mi hanno detto che sareste venuti qui a dare una mano durante le mie ronde… beh, in realtà ho sentito che siete in vacanza, ma di certo qualche hollow vi ruberà solo meno di un'ora… so che siete i migliori shinigami del seiretei! insieme ai capitani"

 

"Il sostituto Shinigami"

 

Commentó lui incrociando le braccia al petto, mentre Himawari lo raggiungeva, salutando Kugo con un gesto della mano che lui ricambiò invece con un rispettoso inchino

 

"Signorina Tsukiko, buonasera! "

 

"Ciao Ginjō, come sta la famiglia? "

 

"Tutti bene, grazie del pensiero, ehm… la sua famiglia? "

 

"Direi sano come un pesce, é di fronte a te…"

 

Ridacchiò la shinigami affiancandosi ad Aizen, Kugō annuì pacato mentre si faceva da parte per lasciare uscire i due Shinigami dalla porta della loro abitazione. Himawari aveva preso gli zaini e la giacca di Aizen, lo aiutò ad infilarsela dalle maniche, poi gli porse i suoi effetti. Una volta pronti, entrambi si volarono verso Kugō, in attesa di ulteriori informazioni. Il sostituto Shinigami sobbalzò tornando sull'attenti

 

"Oh giusto, ho.. La posizione degli hollow, ci sono state aggressioni fuori dal centro, ho fatto in modo che Gli hollow andassero verso il parco abbandonato, in modo da non far danni, li ho attirati qui nelle vicinanze, fuori città,sono una decina.."

 

Himawari fece spallucce, sistemando lo zaino sulle spalle con un saltello, sorrise entusiasta, sembrava quasi uno scout pronta all'avventura, cosi' gentile, innocente, Ginjo si scopri' arrossire quando il suo sguardo si soffermo' su di lei

 

"Bene!ti seguiamo allora, giovane sostituto shinigami'

 

" S-si! Signorina! "

 

Lo Shinigami fece loro strada, non potendo dare nell'occhio si misero a camminare per le strade insieme agli altri umani, solo Kugō era l'unico ad essere invisibile iagli esseri umani, la sua reiatsu non sembrava un problema in mezzo a loro. Himawari camminava aggrappata al braccio di Aizen, troppo impegnata a guardarsi attorno e non sembrava badare a dove metteva i piedi, tanto che Aizen si trovava a sollevarla spesso per non farla inciampare, quando la strada si rialzava e diventava marciapiede. Rispetto alla soul society, il mondo dei vivi era così colorato, vivace, pieno di cose da vedere, cose da fare e roba da mangiare. La Shinigami aveva addocchiato diversi locali dove poter assaggiare il sushi, aveva perfino trovato un bar che affermava di servire il miglior tè di Karakura

 

"Ehi guarda! Guarda, Sosuke! Potremmo prendere un tè se riusciamo a finire per le 17! "

 

"Come ti compiace"

 

Lo Shinigami sorrise senza voltarsi, camminava con ampie falcate, tanto che Himawari si trovò quasi a correre per stargli al passo. Molte ragazze si soffermavano a guardarlo e voltavano lo sguardo imbarazzate, non appena I suoi occhi piombavano su di loro con indifferenza. La sua presenza non sembrava passare inosservata nemmeno sotto forma di Gigai, era uno Shinigami affascinante ed un'umano altrettanto attraente. Ginjō li osservava con la coda dell'occhio ed un sorrisetto da volpe che gli increspava le labbra

 

"Questa sera ci sarà il Matsuri, potreste andare lì a divertirvi, io ci vado con alcuni amici dopo aver finito di sistemare questa faccenda, potete unirmi a me, se vi va"

 

"Certo!! Hai ragione! Sei il più esperto del gruppo! "

 

"Potrai farci da guida"

 

Propose Aizen con calma, mentre uscivano dalla periferia ed entravano in un parco abbandonato. C'erano edifici ancora in fase di costruzione, l'erba era secca ed assente in alcuni spazi. C'erano giostre arrugginite, sparse in giro a dare al tutto un'aria grottesca, sinistra. Himawari sentiva già  la pressione nell'aria, sentiva sussurri nelle orecchie, respiri, battiti di cuori ormai svaniti, l'energia stava rendendo elettrica l'aria, il terreno si affossava, calpestata da zampe e artigli invisibili agli occhi degli umani. Himawari prese la sua confezione di caramelle e ne mise una tra le labbra, piegandosi sulle gambe per evitare il colpo di una zampata, sorrise mentre deglutiva ed un'onda invisibile spinse via l'hollow che si era avvicinato. Davanti a lui, Himawari si ergeva ora come Shinigami, alle sue spalle la anima artificiale la osservava in attesa di ordini, lei rimase a fissare l'hollow, seria in volto

 

"Come ti chiami, anima? "

 

"Mi… chiamo Sunny"

 

"Bene, Sunny, vai in citta' al sicuro, insieme al Gigai e l'anima di Sosuke, ok? "

 

Sunny annual stando sull'attenti, si voltò verso Sosuke, che intanto stava per deglutire la sua pillola. Quando laando giù, un boato fece scuotere gli alberi, un'immensa energia si sprigionò dal suo corpo come se dentro quel Gigai fosse stato troppo stretto, lo Shinigami  lasciò il suo Gigai indietro, lo guardò in tralice poi con il pollice estrasse la sua spada per un paio di centimetri

 

"Proteggi i nostri Gigai, vai"

 

"Si.. Signore! "

 

Entrambi i Gigai si allontanarono lasciando gli shinigami da soli, contro gli hollow che ora si erano palesati davanti ai loro occhi. Erano creature deformi, con pelliccia, denti ed ossa messe insieme da un Dio cieco, si vedevano maschere contorte e ghignanti, poi un grande buco dove un tempo vi era una catena, un cuore, un'anima. Himawari si chiese, se quelle creature fossero davvero perdute. 

 

"Mieti.. Kohime.. "

 

Sussurrò la ragazza mentre estraeva la sua zanpakutō, la lama si allungò in un'asta e divenne una falce grande quanto lei, la lama era lunga almeno cinque piedi, fatta di una materia simile a cristallo,circondata da un aura di energia dello stesso colore. La shinigami si  scagliò contro il primo hollow, al suo fianco Ginjō ne caricò un'altro a testa bassa. Aizen per il momento, rimase fermo ad osservarli. I suoi occhi, puntati sulla ragazza, che sembrava danzare in mezzo a quella guerra, la sua falce guizzava e fendeva l'aria, tagliava arti e teste orripilante, dalle fattezze di animale, nulla che poteva far pensare che un tempo quelle creature, erano umani. Mieteva quelle vite senza pietà, o forse senza pensarci, lasciando dietro di sé solo un cumulo di cenere. Ginjō aveva un suo modo di combattere, la sua zanpakutō era diventata uno spadone e lo usava con lentezza ma con grande efficacia, non era affatto male, quel ragazzo, per essere un'umano. Aizen fece un passo avanti, mentre l'hollow che aveva tentato di attaccarlo cadeva in pezzi dietro di lui, la confusione impressa in eterno sulla sua maschera d'osso. Himawari calciò a terra un'altro hollow ,lo tenne fermo per la gola puntellandolo con la sua zanpakutō, poi prese la mira, puntando una mano contro una schiera di hollow che si erano ammassati nella speranza di colpirla, l'altra mano girava attorno all'arma e teneva saldo il braccio, si raccomandò di mirare verso la zona alberata ma voleva fare un piccolo esperimento. 

 

"Hadō 88! Hiryu gekizoku Shingen raihō!! "

 

Strinse i denti ed un raggio di luce blu travolse gli hollow incenerendoli come se fossero state falene volate troppo vicino alla candela. Il raggio proseguì la sua corsa, ma Himawari ringhiò per lo sforzo e chiuse di colpo il palmo, mentre la luce svaniva come se qualcuno l'avesse spenta, lasciando solo qualche foglia bruciacchiata, la Shinigami rimase a fissare la scena col fiato sospeso, poi saltò si gioia, le mani piantate sulla sua zanpakutō mentre ad ogni salto spingeva sempre di più il mostro che stava puntellando nel terreno, incurante delle sue grida

 

"Sì, cazzo! Hai visto Sosuke?? "

 

Aizen si era lasciato dietro una scia di cadaveri di hollow, ma Ginjō poteva giurare di non averlo visto muoversi affatto, eppure, ad ogni battito di ciglia, un hollow si stava sgretolando dietro di lui. Si avvicinò con un sorriso ad Himawari, non aveva ancora estratto la sua zanpakutō, come diavolo aveva fatto a fare una strage solo camminando?



Himawari sembrava altrettanto temibile, aveva controllato un Hadō che solo i maestri sapevano evocare e lei lo aveva addirittura fermato col solo chiudere il palmo. Chi diavolo erano loro? Non erano normali shinigami, non aveva visto mai combattere nessuno con tanta ferocia, nemmeno i capitani. Aizen si diresse verso la ragazza, con un gesto della mano tagliò la testa all'hollow sotto di lei mente Himawari si stringeva la zanpakutō a forma di falce al petto entusiasta

 

"Hai visto?? L'ho spento!! Come mi hai detto tu!"

 

Aizen le diede una carezza sul capo, sorrise gentile inclinando il capo

 

"Bravissima.. "

 

"Abbiamo finito ragazzi!! "

 

Cercò di dire Ginjō sbracciando per farsi notare dai due colleghi/superiori. Himawari fu la prima a voltarsi, fece un balzo e scese dalla collinetta con la zanpakutō ancora in forma di Shikai, puntò la testa della falce a terra, ruotando attorno ad essa come una danzatrice, sinuosa come serpi, prima di posarsi a terra con grazia. Ginjō sentì il cuore perdere un battito nel vederla danzare su quella falce, una furia omicida nel corpo di una ragazzina dai capelli rosa, la cosa lo eccitava e terrorizzava allo stesso tempo, ma scrollò il capo cacciando quel pensiero quando Aizen ai presentò davanti a lui con un cipiglio di curiosità. 

 

"Te la sei cavata bene, ragazzo.. "

 

"Grazie… luogotenente Aizen, sono onorato"

 

Lo Shinigami gli diede una pacca sulla spalla e Ginjō dovette fare il possibile per non vacillare indietro, li osservò mentre lei rinfoderava la spada, Aizen le sistemò i capelli scompigliati e lei fece lo stesso con lui, vide in loro una strana, quasi invidiabile sincronia in ogni gesto, ogni sguardo, ogni sorriso. 

 

"Andiamo a prendere il tè"

 

Ginjō alzò le braccia al cielo, portando le mani dietro alla nuca, indietreggiando con una risata, non era di certo il tipo da sala da tè, avrebbe finito per fare il terzo incomodo, c'era elettricità nell'aria, era un'esperta nell'essere la terza ruota del carro fin dal liceo. Sospirò accartocciando I suoi pensieri sulla Shinigami davanti a lui

 

"Andate voi, io vado a farmi una doccia, vi passo a prendere dopo cena, ok? Chiamate Urahara e chiedetegli se per caso ha degli Yukata per voi! Vestirsi per bene alla festa del sette Luglio é d'obbligo! Tanabata! "

 

Himawari prese a seguire lo shinigami, gli occhi colmi di curiosità per quello che stava dicendo, non conosceva quasi nulla del mondo degli umani e di certo non ricordava la sua vecchia vita, ma non le importava molto in realtà, la sua attuale vita da shinigami era più che sufficiente, aveva tutto ciò che desiderava ed ora, poteva perfino farsi una vita nel mondo dei vivi, piena di curiosi gingilli, abiti colorati, piante, animaletti di ogni genere,

 

"Tanabata? "

"non vi anticipo nulla! Aspettate e vedrete ,ragazzi, non vorrete piu' tornare alla soul society, parola mia!"

  Aizen aveva raggiunto Himawari che si era appestata a prenderlo di nuovo sotto braccio come una ragazzina qualunque. Ginjō la osservò pensoso, era impressionante come quella ragazza, con lo stesso sorriso fosse in grado di sembrare la ragazza più innocente della città ed il boia degli hollow, lo stesso, identico sorriso, gli faceva battere il cuore e poi gli faceva tremare le ossa. Ma lei, non era sua, lei non lo sarebbe mai stata, così con una scollata di spalle, il ragazzo li fece attendere al limitare del parco, già la presenza di Aizen sembrava far venire capogiri ed instabilità alla gente a tre isolati di distanza. Li raggiunse di nuovo insieme ai loro Gigai, che sembravano essersi rilassati per tutto il tempo e non sembravano molto vogliosi di tornare caramelle. Sia Himawari che Aizen, ripresero il loro corpo, anche Ginjō rientrò nel suo, recuperando la caramella per rimettere la poi in tasca, in realtà, quello di Ginjō era un vero e proprio corpo di un essere umano. Himawari osservò pensosa Aizen, mentre si sgranchiva le spalle con movimenti fluidi, ma percepì un'espressione sofferente mentre rientrava in quell'involucro, come se facesse fatica ad entrare. Ginjō sembrò salutarli di fretta,entre correva dalla parte opposta, facendo il possibile per evitare lo sguardo di Aizen, scomparve dietro l'angolo mentre Himawari si accostò allo Shinigami che si stava ancora adattando al suo Gigai
 

"Sosuke.. Stai bene? "

 

"Certo, andiamo? "

 

Aizen le sorrise col suo solito fare cortese, anche se sapeva benissimo che a lei non poteva nascondere nulla, quando lei cercò di prenderlo sotto braccio, lui non la strinse è la lasciò scivolare, finché lei non fu costretta a prendergli la mano, la ragazza sussultò quando lui glie la strinse piano, i suoi occhi posati sui suoi, poi lo Shinigami, smise di camminare, stringendo forte la mano di lei senza però farle male, una presa salda, che fece scuotere Himawari nelle ossa

 

"Sosuke… "

 

Lui sorrise, le carezzò il viso con dolcezza, si erano fermati di fronte al locale, davanti alla porta, ignorando i passanti, mentre il tempo attorno a loro si fermava

 

"prima,in casa, mi hai chiesto cosa siamo, non sono riuscito a risponderti ma, ne ho bisogno…quindi tu, cosa vuoi che io sia?.. "

 

Himawari sentì le gambe farsi di gelatina, il cuore le cadde nelle scarpe mentre strinse la sua mano, gli occhi fissi su di lui, che se ne stava calmo, impassibile come sempre, il suo sempiterno sorriso, la sua aria gentile, solo un movimento delle sopracciglia tradì la sua ansia

 

"Che domande fai… voglio che tu sia Sosuke, il mio Sosuke, tu sei casa mia…"

 

Con la mano libera gli sistemò la giacca, le gote erano arrossata, gli occhi scesero fino a puntare i bottoni dell'abito di Aizen quasi per paura di sentire parole che le avrebbero spezzato il cuore. Ecco di cosa aveva paura, forse per Aizen, lei era come una sorella minore, una compagna di dormitorio, un'amica, niente di più

 

Niente

 

"Posso dirti un segreto?...non ti ho mai detto, di cosa ho paura.. "

 

"Certo che puoi dirmelo.. "

 

Sussurrò lei, vide gli occhi di Aizen brillare di una sfumatura di Angelo in disgrazia

 

"Forse ho paura di accettare, che ci sia  qualcuno, che  mi ami sinceramente, per quello che sono"

 

Himawari sentì come se lo Shinigami, con quelle parole, le avesse sfondato l'anima, piombandole sopra come un falco che ghermisce il Topolino, si rese conto, che il loro affetto, il loro amore, non era un'amore comune, no, erano falene che sciamavano nel petto, una danza macabra di cui nessuno riusciva a comprenderne la vera bellezza, erano soli, loro due e volevano amarsi come solo loro sapevano fare. Gli prese il volto tra le mani, Sosuke vide le gemme dei suoi occhi brillare, inumiditi da lacrime che non riuscivano a scendere, lei sorrise appena

 

"Perché, cosa sei, Sosuke? "

 

Sosuke sospiro’ mordendosi il labbro inferiore, guardo’ altrove per un’attimo e poi prese un respiro profondo,come prima di un tuffo, tornando a guardare la shinigami negli occhi

 

"Potrei essere un mostro, Himawari… la mia forza, le mie ambizioni… io voglio… potrei, fare cose molto brutte, perché ho visto una realtà, che non va bene, ci stanno sottomettendo ad un Dio che non accetto, che so, che non é quello che voglio, voglio cambiare le regole, non voglio accettare il mondo così come é… ma nel farlo, mi sporcherò le mani di sangue e devastazione e polvere… e tu… tu staresti comunque al mio fianco? "

 

Sosuke sobbalzò quando vide le labbra Himawari piegarsi in un sorriso, un sorriso…di sollievo? Le aveva appena detto di voler uccidere Dio e lei, stava sorridendo? Perché sorrideva? Perché lo stava accarezzando e non respingendo? Perché quella ragazzina, esile come una falena, continuava a svolazzare attorno a lui nonostante sapesse che lui era fiamma e distruzione. La sua voce era delicata, il suo tocco era come seta, eppure anche lei, l'aveva vista sporcarsi le mani pur di seguirlo, l'aveva vista combattere ed aveva visto in lei, un po'di di se stesso, non aveva mai visto una creatura che fosse stata in grado di capirlo, di stargli vicino senza aver paura o il desiderio di controllarlo, eppure lei, era lì e stava sorridendo. La sua voce scese come miele dell'alveare, fin sopra la sua anima

 

"Sosuke, ti conosco da quando ho memoria…io ti… ti amo così come sei.. o qualunque cosa tu voglia diventare.. Io non avrò mai paura di te, io voglio stare al tuo fianco, anche se stare al tuo fianco, significherà ergersi su rovine e distruzione… perché credo in te.. Se lo Shinigami più brillante della soul society, ma anche il più triste… ed é a quello che voglio porre rimedio, strapperei teste, prenderei vite, pur di vederti felice, tu… sei casa mia, e niente, mi farà cambiare idea… ti amo, Sosuke Aizen, punto è basta…ho solo paura che in tutto questo, tu non mi voglia al tuo fianco…tutto qui,ho paura di non essere abbastanza "

lo schinigami si sciolse in un sospiro e lo vide sorridere nel modo piu' dolce possibile, finalmente, stava sorridendo anche con gli occhi

 

“vieni qui…”

 

All'improvviso si sentì avvolgere dal braccio di Aizen, lo Shinigami la strinse per la schiena costringendola ad alzare lo sguardo, le lasciò la mano solo per prenderle il volto, le sfiorò le gote, osservando la avvampare, gli occhi sgranati dallo stupore mentre lo guardava piegarsi su di lei. Sentiva il cuore pulsare in gola, le gambe la reggevano a malapena o forse era Aizen che le impediva di cadere, si aggrappa con entrambe le mani a lui è come per istinto, lo tirò a s'è

 

"Ti amo Himawari , sei il mio girasole…sei sempre stata abbastanza e anche di più’... "

 

Sussurrò l'istante prima di posare le labbra sulle sue. Prima fu come sfiorarsi, poi la ragazza lo prese da dietro la nuca, tirandolo a se’ con disperazione, senti’ il contorno della bocca dello shinigami chiudersi sulla sua. Himawari si sentiva come cera tra le sue braccia e lo afferro’ con più’ forza, si senti’ uno schiocco umido di baci, respiri spezzati e sguardi che si perforavano a vicenda in un misto tra sollievo e desiderio, ogni singolo, minuscolo istante di quel bacio, se lo impressero nell’anima con un ferro rovente, una silenziosa promessa. La lingua dello shinigami era come un’incendio, non la stava baciando, sembrava come se all’improvviso volesse divorarla, lentamente e lei, lei decise di desiderare lo stesso, la shinigami gli morse piano il labbro inferiore, succhiando piano, il gesto gli strappo; come un mugolio profondo e roco, che sembrava venire da sotto terra,poi entrambi si resero conto, che andare avanti avrebbe comportato una stanza, un letto, cosi’ decisero di riprendere fiato, separandosi lentamente, mentre un filo di saliva temerario cercava di tenere le loro labbra ancora aggrappate. Himawari era tenuta in braccio da Aizen, che la sollevava da terra come se pesasse nulla. La shinigami sorrise, posando la fronte su quella di lui

 

“....che ne dici di una tazza di te’?”

 

Aizen la poso’ a terra, le sistemo’ i capelli di lato, le bacio’ la fronte osservando il rossore dei morsi che le aveva lasciato sulle labbra, sentendo sulle sue il sapore del ferro, anche Himawari aveva morso a fondo ed era stato, bellissimo e nuovo per lui, che non aveva conosciuto niente al di fuori del potere, della desolazione, ora invece, sapeva concretamente, di avere una compagna. Sorrise dolcemente, aprendole la porta con fare galante, mentre la gente attorno riprese a camminare come se nulla fosse accaduto

 

“volentieri…dopo di te..”


 

 

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Capitolo 5
*** Tanabata ***


"Ecco fatto!come sto??"

Himawari era appena uscita dal bagno col suo yukata mandato loro da Urahara, aveva escogitato uno strano modo per scambiarsi oggetti, come suo solito, I suoi prodotti avevano un'aspetto bizzarro. In questo caso, avevano davanti una rana verde e grassa in ceramica, con la bocca rossa spalancata, che vomitava oggetti provenienti dalla soul society, anche loro potevano mandare oggetti ad Urahara inserendoli nella bocca del grosso anfibio. La ranocchia aveva vomitato due pacchetti, contenenti due abiti: uno Yucatan ed un kimono, chiaramente, lo Yukata rosa era per Himawari. Era un'abito dai colori vivaci, essendo abituata agli abiti tradizionali, si sentì a suo agio nell'indossarlo, era abituata ad abiti scuri ed era una gioia vedersi addosso qualcosa di più colorato.  La stoffa era morbida come seta, dei girasoli erano ricamati con cura sul fondo dell'abito, si ergevano lu go il bordo come un prato estivo, mentre più in alto, vi erano disegnati alcuni conigli intenti a saltare gioiosi, aveva anche una borsetta, un paio di calzini bianchi e dei sandali abbinati. La vita era stretta da un obi magenta, che terminava in un grande fiocco sulla schiena, la Shinigami fece una purpetta davanti ad Aizen, che stava seduto sul letto ad osservarla, la gamba accavallata, la mano che reggeva il mento mentre sul suo volto si mostrava un'espressione compiaciuta

"Sei bellissima"

Himawari si accostò a lui sedendosi sul letto, si voltò dandogli le spalle per indicargli il suo obi messo alla meglio, ma non era riuscita ad annodarlo bene nemmeno mettendoselo davanti alla pancia

"Hai modo di sistemare il fiocco? "

"Fai vedere.. "

Aizen fece come le aveva chiesto, con cura, la aiutò ad andare il fiocco alla schiena, fissando per bene alla stoffa con una spilla da balia. Lo Shinigami le passò poi le mani tra i capelli sciolti,facendo scorrere le ciocche tra le dita, con fare sognante

"che ne dici di raccoglierli? Staresti meno al caldo, non ti ho mai vista coi capelli raccolti"

Con un gesto lento, lo Shinigami le tirò su i lunghi capelli, girandoli in piccole ciocche ordinate, fino a formare uno chignon, si tolse la cravatta con la mano libera e la usò come nastro per tenerle fermi i capelli, riuscì a ricavarne un fiocco con sorprendente maestria, tanto che Himawari si toccò i capelli sobbalzando sorpresa

"Sosuke… Pensavo sapessi fare solo le code ,ai miei capelli"

Lui fece spallucce e le posò un bacio sulla guancia, prima di posarsi sopra lo zigomo, stringendola piano da dietro la schiena

"So improvvisare… vai in bagno e mettici una spilla, poi togli la cravatta"

"no, mi piace cosi'"

Aizen le sorrise baciandole la nuca

"scema.."

Himawari arrossì vistosamente, poi guardò lo yukata che invece spettava ad Aizen e prese a  punzecchiare lo Shinigami sul fianco, invitandolo a scendere dal letto ridendo allegra, sembrava un sogno, tutta quella leggerezza, tutta quella pace, una vita normale, come due persone normali

"Su! Va a mettere il tuo! Voglio vederti! "

"Ok, ok"

Aizen si alzò dal letto per andare a prendere il suo abito, lo osservò con un'espressione pensosa, poi accennò ad un sorriso e si avviò a cambiarsi. Himawari si rotolo sul letto, l'odore di Aizen era impregnato sulle coperte e lei se le strinse addosso, pensando a cosa avrebbero fatto durante quella festa chiamata Tanabata, non aveva mai partecipato ad una festa, non aveva idea di cosa aspettarsi. Ci sarebbe stato cibo? Gente vestita come loro? Giochi? Luci? Musica? 

  "Himawari? "
  La Shinigami si tolse le coperte dalla faccia, voltandosi di colpo verso Aizen, era appena uscito dal bagno ed indossava il suo kimono, era molto elegante. L'haori era semplice, senza disegni, dalle tonalità blu di Persia,con qualche riga che lo graffiava dandogli un tocco delicato. Il kimono era del colore dei fiordaliso, con un motivo a pattern fatto a croci,fermato in vita da una cinta nera, sulle maniche e sul collo aveva dettagli rossi che spiccavano su tutto quel blu, come sangue appena stillato. La spalla era coperta da uno spallaccio in cuoio che teneva un secondo mantello, che gli copriva la spalla sinistra,blu elettrico,  con qualche rigatura più chiara, simile alle increspature dell'acqua quando un sasso vi cadeva dentro. In mano aveva anche un parasole, la luna era disegnata su di esso, come se si riflettesse nello stagno dipinto sulla cappa. Si era tirato indietro i capelli con l'acqua del rubinetto ed aveva tolto gli occhiali, Himawari si scordò di respirare per diversi secondi, rimase immobile a fissarlo, gli occhi sbranato mentre lo Shinigami si piegó verso di lei guardandola perplesso, la ragazza era a testa in giù, stesa sul letto, I loro visi vicinissimi



  "Stai bene? "
  "Sosuke…non hai gli occhiali.. "
  "Non ti piace?"
 

La mano della Shinigami lo prese per la nuca, lo tirò a sè cercando le sue labbra, quando le trovò, lo baciò timidamente, prima di tornare a guardarlo, le mani percorrevano le linee di quel viso perfetto, bellissimo, sentiva il cuore cacciare in petto e risuonare fino alla gola. Era fortunata, davvero fortunata ad averlo trovato, aveva promesso sin dal primo giorno, che per lui, sarebbe diventata più forte, sarebbe diventata di più, per poterlo raggiungere. In qualche modo, c'era riuscita, in qualche modo, lo sentiva sempre più vicino, sempre meno solo, perché lei, sarebbe rimasta al suo fianco. 

 

"Ti sta benissimo, Sosuke…"

  Lui rise appena
  "Sei tutta rossa… "
  La ragazza gli giro in faccia un cuscino, non doveva preoccuparsi di rompergli gli occhiali stavolta, pensò divertita
  "Scemo!! "
 All'improvviso si sentì bussare alla porta, Aizen allungò il braccio e prima di alzarsi, piazzò ad Himawari, una Cuscinata in piena faccia per ripicca. La Shinigami si tenne il naso soffocando un'imprecazione mentre lo Shinigami andava ad aprire la porta

  "Sosuke!! Mi rovini il trucco!! "
  
Ginjo non era il tipo da indossare un kimono, così aveva deciso di tenersi comodo , sfoggiando il suo fascino da motociclista, con una giacca in pelle, jeans e maglietta bianca. Sorrise con un cenno allo Shinigami che gli aveva aperto la porta, dopo la battaglia, sembrava aver preso più confidenza nei confronti dei suoi superiori. 
 

"Pronti a vivere un po' come si deve, ragazzi?"

  "Si!! "
 

Himawari era spuntata da dietro Aizen, avvolta nel suo Yucatan rosa a fiori, I capelli legati le Donovan un'aria elegante e tenera allo stesso tempo. Ginjo dovette voltarsi di lato per nascondere il rossore sulle guance, si trattò il naso e diede loro le spalle, invitandoli a seguirlo. Himawari prese per mano Aizen, pensando che in fondo, da quel momento in poi, sarebbe stato normale dopotutto. Sentì lo Shinigami strizzarla gentilmente, guardandola con la coda dell'occhio, Himawari gli sorrise complice, arrossendo

 

"Spero ci saranno le stelle stasera! Voglio vedere le stelle, Sosuke"

  "Scopriamolo allora.. "
 

Himawari sentì perdere un battito quando lui si voltò a sorriderle di riflesso, quel sorriso, non avrebbe rinunciato per nulla al mondo al suo sorriso, era come un sole tiepido che le scaldava il cuore in ogni momento

 

"Si! insieme! "

 

La festa era davvero enorme, prendeva una buona metà della città, finendo fino al porto, era una vista bellissima, c'erano luci ovunque, la gente era in giro per le strade e sembrava divertirsi un mondo. C'erano bancarelle che vendevano giocattoli e vestiti, stand che servivano ramen e vari tipi di tempura, altri vendevano dolcetti dall'aspetto delizioso. Poi c'erano le giostre, stand dove si potevano prendere pesci rossi, altri dove si giocava a sparare, c'era letteralmente di tutto. Himawari rimase a fissare la fiera a bocca aperta, era così, che gli umani si divertivano? La loro vita era così piena di meraviglie, quasi li invidiava. Sia lei che Aizen, come tutti gli Shinigami godevano di una vita lunga, eterna, a meno che non fossero stati ammazzati, avrebbero vissuto per un tempo lunghissimo, la vita degli umani, era come un battito di ciglia per loro.. Himawari sobbalzò quando sentì delle voci gridare il nome di Ginjo, Aizen se la strinse contro quando dei ragazzi nerboruti e poco considerevoli degli spazi personali, per poco non la travolsero per saltare poi alle spalle di Ginjo nel tentativo di atterrarlo. Il sostituito Shinigami imprecò scuotendoseli di dosso senza far fatica

 

"Ragazzi!! Non fate i soliti imbecilli, abbiamo degli ospiti!! "

  "Ospiti?? "
 

Ginjo puntò il dito contro Aizen ed Himawari, la Shinigami sorrise imbarazzata, Aizen aveva smesso di sorridere dopo che quei tipi avevano quasi fatto cadere la sua compagna. I ragazzi li salutarono con un gesto della mano, ma decisero di non avvicinarsi a quei due tipi, non finché quello alto non la smetteva di sorridergli come se volesse tagliar loro la gola. 

 

"Andiamo! Ho una fame! "

 

Ginjo raggiunse i due, indicando loro uno stand dove poter cenare tutti insieme, era incredibile, non c'era tutta quella grande scelta di cibo alla soul society, Himawari scelse diverse leccornie, provò del ramen, la tempura e si riempì di sashimi fino a scoppiare, Aizen aveva optato per un'insalata di alghe e della zuppa di miso, ovviamente accompagnate da caldo tè verde, sembrava soddisfatto del pasto

 

"Non mangiare troppo, o non riuscirai a provare i dolci alla fiera"

  Cercò di dirle, scostandole il piatto di sashimi da davanti ridacchiando, Himawari aveva ancora in mano le bacchette con un pezzo di salmone
  "Allora provalo tu… apri la bocca! "
 

Aizen sorrise e dischiudersi le labbra, assaggiando quel pezzo di salmone, in effetti, pensò che forse avrebbe fatto meglio ad ordinare una porzione, nominerà affatto male. Ginjo intanto scherzava, rideva e beveva birra coi suoi amici, lanciando ai due un'occhiata ogni tanto, sembravano proprio fatti l'uno per l'altra,nonostante lui, fosse estremamente misterioso, sospetto in qualche modo. Aveva sinceramente timore di lui, del suo potere, di quello che avrebbe fatto se solo si fosse incazzato più del normale. Con quella ragazza, invece, sembrava vedergli cadere di dosso ogni maschera, era spontaneo con lei, sincero e lei, lei era bellissima, lei era tutta sua.  Ginjo affogò i pensieri nella sua pinta di birra prima di alzarsi come se nulla fosse

 

"Andiamo a giocare un po'!!Eih! Aizen! Ti sfido a quella bancarella! Vediamo come te la cavi con le pistole! "

 

Aizen si alzò dal tavolo, gli sorrise e Ginjo si pentì delle sue ultime parole. Ma in fondo, loro usavano le spade, non avevano mai usato una dannata pistola, aveva un vantaggio, poteva vincere! Poteva far bella figura con Himawari, magari le avrebbe preso un bel peluche grosso quanto lei, l'avrebbe vista sorridergli, solo per lui, tutta per lui. 

 

"Come cazzo é possibile?!"
 

  Aizen aveva sterminato la sua parte di barattoli ed ora, stava perfino facendo invasione di campo sparando ai barattoli di Ginjo, il sostituito Shinigami lasciò cadere la pistola, guardando Aizen consegnare tra le braccia di Himawari un grosso coniglio bianco di peluche,come diamine aveva fatto a sparare con tanta precisione? gli shinigami erano famosi per il loro combattimento con la katana, non aveva mai visto uno shinigami sparare,come aveva fatto con un solo colpo di prova a calibrare il resto dei colpi? Himawari strinse il peluche al petto e gli sorrise come il sole, il suo viso felice e raggiante, tutto per quello Shinigami, che si piegò a baciarla, prima di proseguire il giro della fiera

"Merda… quel tipo é un mostro… Aaaah! Morirò zitello ne sono sicuro!! "

  Uno dei suoi amici provò a tirargli un pugno sul fianco, sperando di coglierlo di sorpresa.D'istinto il sostituto Shinigami parò il colpo bloccandogli il braccio, l'altra mano pronta a far leva come per spezzarmi l'osso, ma non fece pressione, il suo amico, nemmeno si era accorto di nulla, tanto che rise divertito pensando che il suo amico aveva solo avuto un colpo di fortuna
 
 "Perché, stai davvero pensando di avere una chance con quella ragazza? C'è l'ha già il tipo, smettila di fare lo sfascia famiglie"
  "Non girate il coltello nella piaga, ragazzi, siete crudeli! "

 

Intanto, Himawari e Sosuke erano andati per conto loro in giro in mezzo alla fiera, la Shinigami aveva in spalla, legato con un sacchetto di stoffa, il peluche vinto poco prima, in mano una borsetta con acqua ed alcuni pesci rossi che erano riusciti a prendere alla giostra con estrema maestria, almeno, Sosuke. Himawari ne aveva presi un paio prima di vedere il suo retino rompersi sotto il peso di un'ennesimo pesciolino. Himawari sembrava felice più che mai, Aizen sentiva il profumo di quella felicità è non poteva fare a meno di saggiarla a sua volta, lei era bella, come il sole, forte come un fiore impavido in cima al precipizio, nonostante la sua fragilità, non aveva paura di sporgersi e toccare il cielo, lui, amava quel fiore, con tutto il cuore. 

  "Ancora non ho capito cosa stiamo festeggiando… cosa sarebbe Tanabata? "

 "Non lo so…"

  "Tanabata!! La festa del sette di Luglio! "
  Himawari sobbalzò quando Ginjo riapparve davanti a loro come se nulla fosse 
  "conosciuta anche come Festa delle stelle o Festa delle stelle innamorate! Celebra il ricongiungimento delle divinità Orihime e Hikoboshi, rappresentanti le stelle Vega e Altair. Secondo la leggenda i due amanti vennero separati dalla Via Lattea potendosi incontrare solo una volta all'anno, il settimo giorno del settimo mese lunare del calendario lunisolare"
  Himawari si strinse nelle spalle, pensosa, guardò le stelle in cielo, anche se la luce attorno a loro rendeva difficoltoso distinguerle .Aizen sorrise sotto i baffi mentre Ginjo sembrò imbarazzato quando la Shinigami si avvinghiò al suo compagno, guardando poi il gruppo di amici umani
  "Sapete dove trovare un bel posto dove vedere le stelle? "
  "Beh, sulla collina di fianco non dovrebbero esserci troppe luci ad inquinare il cielo, noi abbiamo un'altro paio di birre da scoparci, c'è la fate da soli? "
  "Certamente, grazie per la guida, signor Kugo"
  Il sostituito Shinigami sospirò in silenzio, avviandosi poi per raggiungere i suoi amici, che si erano già incamminati per allontanarsi da quello strano tipo e dalla sua ragazza iperattiva. Sorrise ai due, struzzo l'occhio ad Himawari e fece un cenno ad Aizen
  "Di nulla, signor Aizen! Ci vediamo,dolce Himawari!"
  Scappò via a gambe levate, prima che un fulmine gli piovesse sulla testa, Himawari rise divertita mentre prese per mano Aizen, guidandola verso il sentiero che gli avevano indicato Ginjo. Raggiunsero la collina lontana dalle luci della festa, solo alcuni lampioni in lontananza permetteva loro di vedere dove mettevano i piedi.  Quando il sentiero acciottolato terminò, raggiunsero un grande spiazzo pieno d'erba, circondato dagli alberi. Le stelle erano splendenti nel cielo, si poteva vedere la scia della via Lattea sopra di loro, bellissima e dalle sfumature violacee. Himawari corse in mezzo al prato meravigliata, guardando tutte quelle stelle, Aizen le si affiancò, ma le stelle le guardó abbassando gli occhi su di lei. 
  "Guarda quante! Sono bellissime, là c'è il grande carro! Chissà quali sono le stelle di cui parlava Ginjo!"
  Si sedette in mezzo all'erba, la testa ancora puntata per aria, sorrideva, era felice, era splendida. Aizen le si sedette accanto in silenzio, osservandola, vide le sue ambizioni, la sua diversità che somigliava tanto alla sua, il suo desiderio di andare oltre, di toccare il cielo, senza accettare le catene che la legavano a terra. Per un'attimo notò una nota di malinconia sfiorare il viso

"Due innamorati, che si incontrano una sola volta all'anno.. Deve essere terribile, chi lo ha voluto?"

  "Gli dei, secondo la leggenda sono Stati loro"
  "Io farei il culo a strisce agli dei piuttosto che accettare di vederti un giorno all'anno"
  "Wow… che coraggiosa, sfideresti gli dei per me? "

  "Strapperei il cuore dal petto del soul king, per te"
  "Ah si?... "

 

Quando lei tornò a guardarlo, fu come se avesse raccolto tutte le stelle nel cielo nei suoi occhi, come se le avesse rubate e tenute dentro come un tesoro prezioso, vide sincerità in quelle sue parole, vide determinazione, forza e sfrontatezza, si scoprì di provare davvero, quel sentimento che gli umani chiamavano amore. Sorrise languido, mentre si svolse verso di lei, baciandolo con tutto il desiderio che stava covando dentro, la tenne per la schiena facendola adagiato sul prato, lui torreggió su di lei, puntellando leani sull'erba, mordendole le labbra giocosamente

  "Per te, ucciderò sul serio… il soul king, un giorno.. Saremo liberi, di fare quello che vogliamo…"
  Himawari gli circondò il collo con le braccia, tirandolo a sè per un'altro bacio, le stelle illuminava il prato, ad ogni loro movimento, le lucciole fluttuano attorno a loro, come se il firmamento avesse deciso di scendere e fluttuare attorno a loro. Himawari si guardò attorno meravigliata, prima di tornare a fissare il suo compagno, gli sorrise di rimando, la mano che gli spostava i capelli dalla fronte
  "Ti seguirò ovunque tu andrai, perché é dove anche io vorrò stare… Ok? "
  Lui sospirò appena, si era reso conto di essersi lasciato troppo andare, aveva parlato troppo, ma Himawari, lo aveva di nuovo sorpreso con la sua semplicità, la sua naturalezza e tutto quel coraggio che covava nel suo cuore. Era una bellissima sensazione, da quando quella ragazza era entrata nella sua vita, la solitudine era un lontano ricordo che si affacciava raramente. 
  "Ok.. "
  Una stella cadente le brillò negli occhi
  "Ti amo, Sosuke Aizen.. "
  Lo Shinigami espresse un desiderio, la baciò di nuovo, si sentì sciogliere il cuore, quando le sue mani si aggrapparono a lui, senza paura, come se fosse stato uno Shinigami qualunque, normale. Mentre le scioglieva i capelli, si chi su di lei e le baciò il collo, le clavicole, scostandole di lato lo yukata. Sentì la Shinigami sussultare quando le solleticò la pelle con le labbra, temette il suo nome e la voce di lei gli fece provare cose che mai avrebbe pensato di saper provare. Sentiva il suo cuore pulsare sulle labbra, il respiro che si faceva affannato, lui sorrise di rimando a lei quando i loro occhi collisero
  "Ti amo… Himawari Tsukiko.. "
  Rimase a guardarla in silenzio per qualche secondo, poi all'improvviso, gli scappò una lieve risata, si spostò per finire di fianco a lei, la ragazza si mise a sedere sistemando la spallina dello Yukata, guardandolo allarmata. Il collo le si era arrossato, aveva i segni dei denti e delle labbra di Aizen
  "Che c'è? Ho fatto qualcosa??"
  "Vuoi ancora tagliare il letto? "

  La Shinigami gli diede una finta spinta ridendo, si stese di nuovo sull'erba dopo averlo tirato a sè, si strinse a lui sentendo Aizen ricambiare quell'abbraccio
  "Scemo… Torna qui, non ho finito con te.."
  I dentini di Himawari si posarono ffamati sulla pelle di Aizen, lo Morse piano, le labbra gli fecero solletico, passò la lingua sulla pelle mentre lo tirava a sè con tutte le forze, il corpo di Aizen, così vicino da urlare tutto il suo calore. Poi ci fu un'esplosione, istintivamente Aizen strinse la ragazza contro di sé come per farle da scudo, altre piccole esplosioni illuminarono il cielo ma attorno a loro non sembrò accadere nulla, non c'erano hollow, non c'era fumo, fuoco o sangue, no, le esplosioni venivano dal cielo? 
  "Sosuke.. Guarda! "
  Himawari era l'unica ad aver guardato in alto, quando lo shinigami alzò il capo per guardare il cielo, sospirò sollevato, mentre sopra di loro, uno spettacolo di fuochi d'artificio stava concludendo la festa della settima notte d'estate, le luci illuminarono i due shinigami, supini sull'erba, le mani strette tra loro e le dita intrecciate, accostati l'uno all'altra mentre godevano di quei colori, di quella vita che agli umani sembrava così scontata, entrambi si soffermarono a comprendere come mai i mortali vi fossero tanto legati, a quel mondo, a quel modo di esistere, tanto fragile quanto bello. Loro erano immortali, loro erano forti, in quel mondo, avrebbero preso tutto quello che volevano, potevano vivere come volevano. 
  "Sosuke.. "
  "Cosa c'è? "
  "Tu sei come la luna…ha un potere purificante, quando la fissi sembra di poterti dissetare di verità, così solenne, maestosa, quando la guardi ti rendi conto che sa cose che tu non sai…dietro tutta quella luce, c'è altrettanta oscurità"
  "E ti spaventa? "
  "Se ami la luna, devi amare tutti i suoi volti…io, amo follemente la luna,  quella che guardiamo sempre quando si riflette sullo stagno delle carpe koi nel giardino della quinta.. "

 

Lui sorrise baciandola di nuovo  poi entrambi si bloccarono quando un pensiero sembrò sbocciare nelle loro menti, erano sdraiati sull'erba, I peluche erano nel sacco al loro fianco, ma qualcosa mancava all'appello, qualcosa che avevano lasciato in mano a Ginko che se ne era scappato via, un suono uscì all'unisono dalle loro labbra

  "I pesci!!!li ho lasciato a Ginjō!!"
  Himawari si alzò di scatto tenendosi le sottane come meglio poteva, raccolse I peluche aiutata da Aizen
  "Su! Su! Sbrigati Sosuke!!Quello se li mangia da tanto é sbronzo!! "

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Capitolo 6
*** Nessuno, prima di te ***


«Se ogni altro essere umano perisse e lui sopravvivesse, io continuerei a esistere; e se ogni altra persona restasse a questo mondo e lui dovesse essere annientato l’Universo si trasformerebbe in qualcosa di terribilmente estraneo. Mi sembrerebbe di non farne più parte».

Erano passate due settimane dal loro arrivo a Karakura, i corsi dovevano ancora iniziare, ma la loro università aveva ben pensato di regalare loro una gita fuori porta, sotto richiesta di un carismatico studente, al quale la preside non era riuscita a dire "no". Avevano optato per il grande acquario Churaumi ad Okinawa, ci sarebbe voluta un'intera giornata in treno, con tanto di pernottamento all'interno dei vagoni. Ogni studente aveva potuto scegliere con quale compagno di stanza dormire, anche se solamente Himawari e Aizen avevano chiesto specificatamente una stanza doppia senza nessun'altro, solo loro due. Himawari era al settimo cielo, non era mai stata in un acquario, Figuriamoci uno dei più grandi del mondo. La ragazza portava una valigia grande quasi quanto lei, Sosuke aveva invece optato per uno zaino con un paio di cambi, osservava la Shinigami saltellare al suo fianco come una bambina al luna Park, le mani poggiavano sulla maniglia della valigia e si spingeva in piccoli saltelli carichi di entusiasmo. I suoi occhi erano puntati sul treno, mentre gli studenti prendevano posto uno ad uno nei rispettivi scompartimenti, davanti a loro c'erano delle ragazzine che non la smettevano di fissare Aizen, che intanto, aveva preso la valigia di Himawari, aiutando la a portarla verso il treno. Avrebbe dovuto portare una valigia con le ruote, pensò la Shinigami morsa da un senso di colpa nel vedere Sosuke Aizen trascinare la sua valigia. Sobbalzò quando per un attimo, vide lo Shinigami barcollare, Himawari scattò di fianco a lui prendendolo per un braccio, aiutandolo a trovare l'equilibrio

"Sosuke? Che succede?"

Lo Shinigami le sorrise scuotendo il capo, ridacchiando appena mentre di nuovo si stiracchiava le braccia e la schiena

"Sto bene, sono inciampato"

Ma Sosuke Aizen, non inciampa, no, c'era qualcosa che non andava. Da giorni lo vedeva fare le stesse movenze, si stiracchiava come se avesse dolore ai muscoli, ma non avevano avuto missioni difficili e lui le aveva sempre portate a termine senza battere ciglio, eppure, ogni volta che rientrava nel Gigai, si stiracchiava come una Pantera sul ramo, una smorfia infastidita gli graffiava il volto in modo quasi impercettibile, eppure era lì e lei lo vedeva. Cosa stava succedendo? Entrarono nella loro cabina, dove poggiavano i bagagli, si diedero una sistemata ed uscirono verso la sala da pranzo, per mangiare qualcosa insieme ai compagni di università. Himawari indossava un'abito a ruota azzurro alla marinara, dei fiocchi dividevano i capelli in due code che le cadevano davanti al petto in boccoli morbidi, questa volta se li era fatti da sola, solitamente, quando Sosuke le sistemava i capelli, aveva le code che scivolavano dietro alla schiena, stavano invece davanti, quando a sistemarseli era lei. Presero posto al tavolo, subito dei camerieri portarono loro il menù del giorno, ma Sosuke non sembrò avere appetito, così, metre Himawari ordinava questo mondo e l'altro, Sosuke optò per un tè caldo 

"Sosuke, sei sicuro di star bene? "

No, non stava affatto bene, il suo gigai faceva male, era stretto, scomodo, la sua energia sembrava messa sotto una pressa costantemente, ma era il giorno di Himawari e non voleva rovinare la sua gita

"Lo sai che non abbiamo davvero bisogno di mangiare, non mi va nulla al momento, tutto qui"

"Ok"

Terminato il pranzo, Himawari venne chiamata dai professori per un colloquio , che si rivelò infine una stupida raccolta dati sulla qualità del pasto , le ci volle un'ora buona, visto che altri compagni avevano aperto una discussione sulle cotolette e sul fatto che la carne al sangue non era abbastanza al sangue. Himawari uscì dalla cabina tenendosi il capo esasperata, dopo aver sentito dichiarare infine, che sui treni  aumentano la cottura della carne al sangue per evitare  malesseri a bordo e le cotolette erano fatte con pan grattato e non con il vero panko. Tutto bellissimo, davvero. Himawari aprì la porta scorrevole della sua cabina

"Fanculo loro e le cotolette, mi stava venendo il mal di treno, si dice mal di treno?.. Sosuke? "

Si avvicinò allo Shinigami steso sul letto, non vedendo in lui alcuna reazione, di solito si voltava appena entrava in stanza, non la ignorava mai in quel modo. Arrivo' fino al letto e si sedette al suo fianco , lui si voltò appena sentendo il suo peso spostarlo, gli occhi chiusi, la fronte imperlata di sudore, aveva tolto gli occhiali e li aveva messi sul comodino, una smorfia di dolore lo fece scuotere e Himawari sentì una morsa fredda afferrarle lo stomaco,lui non stava mai male, Sosuke Aizen, non poteva stare male

"Sosuke!! "

Si rese conto di aver gridato, così, mentre gli poggiava la mano sulla fronte, già metà dei compagni si erano affacciati alla porta a curiosare, si ammucchiarono davanti alla porta come se fosse scoppiato uno scandalo e loro avessero preso all'improvviso la licenza da reporter

"C'è stato un omicidio?? "

"Come sull'orient express?? "

Himawari si voltò di scatto, sul suo voltò un'espressione di puro panico

"Ha la febbre alta! Datemi un cellulare!! Qualcuno chieda del ghiaccio!!"

"Eih non siamo mica i tuoi schiavetti"

Si lamentò uno di loro, un paio di ragazze erano già andate a prendere il ghiaccio litigando su chi avesse avuto l'onore di Poggiardo sul corpo di Aizen. Nessuno aveva ancora tirato fuori il cellulare. Himawari contò fino a tre, poi si alzo' e li raggiunse in due falcate, davanti a tutti quei cellulari messi in bella vista, lei ne prese uno con un gesto brusco e picchiettò sullo schermo frettolosamente, il cuore in gola, si mise di nuovo seduta al suo fianco col respiro corto,una mano stretta in quella di Aizen

"Sono qui, Sosuke, va tutto bene, ci sono io.. "

Era lo Shinigami più forte dell'accademia, come poteva stare così male? La febbre? Gli Shinigami non avevano certe cose, cosa stava succedendo? 

"Pronto?? Capitano?? Sosuke sta male!! "

La ragazza si voltò verso i compagni di corso, rendendosi conto che nel panico aveva ignorato il linguaggio in codice suggeritore da Urahara,la mano che le tremava in quella caldissima di Aizen

"Dalle nostre parti li chiamiamo così per gioco! "

"Himawari? Che succede? "

La voce del capitano era calma, sebbene leggermente sorpresa, Himawari ne colse una punta di curiosità 

"Sosuke ha… ha la febbre, sta male"

"Himawari… "

La voce di Aizen era come un soffio, dischiuse gli occhi, spostando lo sguardo su di lei, che permette il telefono tra spalla e orecchio, per accarezzargli la guancia, spostandogli i capelli dalla fronte con un gesto delicato,come se avesse avuto paura di fargli male con il solo toccarlo

"Eih,sta tranquillo, non sforzarti… allora??? Cosa devo fare?? "

"Quali sono i sintomi? "

"Scotta da far paura, sarà sudato… hai mal di testa? Sosuke.. Ti fa male la testa? "

Lo Shinigami sembrò guardarla torvo, non le rispose, l'idea di dover chiedere aiuto ad Urahara non stava né in cielo né in terra, così si limitò a chiudere gli occhi, cocciuto e orgoglioso come al solito. Himawari gli lanciò un'occhiataccia, ma non osò nemmeno dargli un pizzicotto tanto era in pena per lui. Quando arrivarono le ragazze col ghiaccio, Himawari fece per prendere il panetto, ma una di loro si tirò indietro come se fosse stata una ladra

"Voglio metterlo io il panetto! "

La Shinigami guardò la ragazza da dietro la frangia scomposta, avrebbe fulminato quella tipa all'istante, ma aveva le mani occupate e doveva risolvere il problema con il capitano

"Come ti compiace"

Si limitò a dire a denti stretti, mentre la ragazza le diede una spallata per farsi spazio, Himawari non aveva i suoi poteri, così dovette aggrapparsi alla testata del letto per non cadere, Aizen aprì un'occhio guardando la sconosciuta  chinarsi su di lui per mettergli il ghiaccio in fronte

"Ecco, adesso starai-"

I freni inibitori di Sosuke Aizen si spezzarono come fili tenuti troppo in tensione,a causa della febbre, il suo occhio si puntò con naturalezza predatoria sulla ragazza, prima di scomodarsi a schiudere le labbra

"Toccala un'altra volta"

Masticò caustico, costringendo la ragazza a sobbalzare spaventata quando lo sguardo dello Shinigami la trafisse come una lama

"E passerai i prossimi dieci minuti a chiederti che fine hanno fatto… le tue dita" 

"I-io…vado a prendere… altro ghiaccio"

Quando si alzò di corsa, Himawari si sedette di nuovo al suo posto, guardando fuori dalla porta con un sorrisetto soddisfatto, mentre premette il ghiaccio sul collo dello Shinigami, si chinò per posare le labbra sulla sua fronte, le domande erano escluse, così decise di fare da sola

"Probabilmente ha mal di testa, ma in questi giorni si stiracchiava molto.. "

"Si stiracchiava? "

Ripeté lui con curiosità

"Sì, come se gli facessero male i muscoli dopo aver fatto palestra"

Da dietro la cornetta, si sentì un sospiro  ed immaginò il capitano che si massavgiava le tempie pensoso

"É piccolo, é troppo piccolo.. "

"Che cosa?? "

"Il Gigai, non riesce a contenerlo..interessante"  

"Interessante?? Interessante?? non e' lo stesso Gigai che hanno i capitani?? "

"appunto"

La Shinigami balzò dal letto e Urahara dovette allontanare la cornetta dall'orecchio

"glie lo dico io cosa é interessante, adesso gli do la caramella e lo tiro fuori! "
"Sei su un treno con degli umani, ucciderebbe almeno due carrozze"

Himawari si fermò, fece una pausa e guardò i ragazzi e Sosuke, prese dalla tasca la scatola delle Souk candy e si diresse di nuovo verso il letto

"La prossima volta, prima di fare esperimenti su Sosuke, si sforzi di ricordare che lui é con me,non con uno dei vostri lecchini tutto regole e niente cervello… si fottano tutti gli altri, Sosuke viene per primo"

"Aspetta!! C'è un'altra soluzione"

"allora veda di sbrigarsi  a parlare"

Ringhiò stringendo il telefono, lacrime di impotenza le prudevano negli occhi

"Gli ho messo del ghiaccio, come si può espandere il Gigai da fuori? Perché glie lo ha dato tanto stretto? Eh? Sadico bastardo figlio di-"

"Perché Sosuke Aizen nasconde la sua vera reiatsu, lui é molto, molto più forte di quello che dice"

"E chi se ne fotte ce lo vogliamo mettere? Ho la caramella in mano, ha cinque minuti per dirmi cosa devo fare per filo e per segno o giuro su tutto ciò che amo, che questo treno viaggerà con metà del carico per le prossime dodici ore"

"Stai dicendo cose pericolose, Himawari"

"Sosuke sta male, non mi importa di nient'altro"

Sentì la mano di Aizen stringere la presa

"Himawari, calmati… sei nel… nel panico"

Himawari lo guardò un istante, poi prese un profondo respiro, mentre tutti si chiedevano come mai si fosse tanto arrabbiata con il suo dottore. La ragazza rimase ad ascoltare con attenzione, annuendo ogni tanto, concentrata più che mai, una mano stretta a premere il ghiaccio sul collo di Aizen

"Ok, quindi devo dargli due pillole ogni due ore, ok, il ghiaccio va bene per la temperatura? Ok, allora continuo a metterlo.. Questo dovrebbe ampliare il gigai? Quanto deve espandersi? Come non lo sai?? Ok, finché non sta meglio continuo a fargliele, ok… "

La ragazza lanciò il telefono nelle mani del compagno di università che lo afferrò al volo poco prima che cadesse sul pavimento, si piegò sullo zaino di Aizen portandoselo in grembo ed aprendo la zip, vi infilò il braccio fino al gomito, frugò un po' e tirò fuori un barattolo di compresse colorate, con un coniglietto stampato sopra

"Per favore, lasciateci soli"

Sussurrò ,alzandosi per prendere un bicchiere d'acqua dal frigo bar per tornare da Aizen, guardò il gruppo di ragazzi sbuffare prima che l'insegnante li spingesse fuori dalla cabina rimproverandoli con un grugnito. Himawari tornò a sedersi accanto ad Aizen 

"Tirati su, devi prendere la pillola"

Lui non si mosse, chiuse di nuovo gli occhi come se la luce gli bruciasse, cosi' si rialzo' per spegnerla accendendo una luce piu' piccola accanto al letto

"Sosuke, non fare il cocciuto… "

"Io non.. Faccio la cavia a quel cretino"

"Lo so,ma se questa cosa non funziona entro stasera e tu starai ancora male, ti darò la caramella, ho deciso di dargli il beneficio del dubbio, forza… proviamoci, almeno avremo un gigai utilizzabile"

La ragazza gli scivolò sopra come un gatto, gli passò alle spalle aiutandolo a mettersi seduto,gli mise tutti i cuscini che aveva dietro alla schiena e poggiò la pillola sulle sue labbra, pregando che le desse retta. Lo Shinigami la lasciò passare aprendo uno spiraglio minimo,la punta della lingua si aggrappo' alla pillola e se la tiro' dentro serrandosi di nuovo con una smorfia, poi prese un sorso dal bicchiere e butto giù la compressa, mentre Himawari guardò l'orario per capire quando avrebbe dovuto dare la seconda dose. Si sistemò al suo fianco, accoccolandosi al suo braccio, lasciando cadere la testa sulla sua spalla con un sospiro, percepiva il suo respiro affannato contro la spalla e le si strinse lo stomaco nel vederlo in quello stato

"Scusami, sto rovinando la giornata"

"Non dirlo nemmeno per scherzo, devi dirmelo se stai male"

Aizen sospirò, sul suo volto un'arrendevolezza mai vista prima che le mosse le viscere, era cosi' bello, anche quando stava male

"Non sono mai stato male, non sono abituato a chiedere aiuto"

Himawari continuava a tenere il panetto di ghiaccio addosso allo Shinigami, ma sentendo che era caldo, ne prese un altro e cominciò a dargli dei pugni per attivarlo, prima di postarlo di nuovo sulla sua pelle per dargli sollievo dalla febbre, sembrava già state un po' meglio

"So che sei orgoglioso, ma non con me, ok? A me puoi chiedere aiuto"

"Lo so…piccola, lo so"

Sospirò lasciando ciondolare la testa sulla spalla della ragazza, si rannicchiò con un gemito sommesso accanto a lei, sebbene lui fosse decisamente più imponente della Shinigami, si accoccolò a lei come un gatto, la ragazza gli circondò le spalle con il braccio, stringendoselo al petto, la mano che non teneva il ghiaccio, gli sistemò i capelli, prese dalla tasca un fazzoletto, asciugando il sudore, gli posò quindi un bacio sulla fronte

"Sei stata meravigliosa prima… Al telefono"

"Ho avuto paura… "

Sussurrò lei aumentando la presa su di lui, la mano si strinse al panetto di ghiaccio e con l'altra se lo tirò più vicino

"Di cosa? "

"Di perderti…"

"Non accadrà mai"

"Me lo prometti? "

"Lo giuro… avresti davvero sacrificato un intero vagone per me? "

Lei lo osservò cauta, poi si morse il labbro fino a sbiancarlo, quando lui le si strinse addosso, percepì che tutto bruciava attorno al suo corpo, si sentì riempire di qualcosa, a quel tocco debole, delicato

"Nessuno di loro vale quanto te,avrei sacrificato te e cosa me ne sarei fatta di questi umani?"

La Shinigami sosprò poggiando la guancia sulla sua testa, accarezzandogli I capelli distrattamente

"Sono egoista? "

"No, sei onesta.. "

 

-----

 

Himawari era rimasta sveglia tutta la notte, con lo sguardo piantato sull'orologio, ogni due ore, la giovane Shinigami svegliava il suo compagno per dargli la medicina

"Stai dormendo un po?"

Chiedeva lui apprensivo, ancora debole, ma lentamente sentiva il suo Gigai farsi sempre più comodo, mentre lei gli passava una mano tra i capelli castani con prudenza, lo sentì sospirare piano

"Sì tranquillo,tu pensa a riposare"

Lo rassicurava con un sorriso mentre gli cambiava il ghiaccio sul collo e gli asciugava via ogni goccia di sudore. In realtà non chiuse occhio tanto era preoccupata, lo controllava in continuazione, per vedere se la temperatura si fosse abbassata, in effetti, scottava sempre di meno, stava andando tutto bene, per fortuna. Guardò il sole mentre sorgeva, il tempo era passato e Aizen non scottava più, aveva smesso di sudare e stava dormendo come se nulla fosse, Himawari sorrise rassicurata, non doveva più dargli altre pillole, aveva svuotato il contenitore, era tutto finito, per fortuna. Himawari si lasciò cadere sul letto con un sospiro, mentre sentì Aizen muoversi tra le coperte, nel sonno, la avvolse con le braccia stringendosi a lei, affondando il viso nell'incavo del suo collo. Lei lo strinse a sua volta, sentendo il suo respiro solleticarle il collo, il petto che si muoveva contro il suo, regolare, vigoroso. Sentiva le farfalle impazzire nello stomaco mentre il sonno cominciava a farsi sentire, ma le labbra di Aizen si dischiusero mordendole  piano la pelle del collo, e Himawari si trovò a rabbrividire artigliandogli la camicia, cercò di trattenere un gemito, sentì i brividi arrampicarsi sulla schiena fino a drizzarle I capelli della nuca

"So-Sosuke.. "

"Dovevi dormire, scema…"

Sentì la gamba dello shinigami avvinghiarsi alla sua, il suo profumo, il suo calore, mentre le baciava il collo come se la volesse quasi divorare, la mano di Himawari si mosse tra i suoi capelli, il cuore si scuoteva tra le costole e lo stomaco era una nuvola di farfalle

"Sosuke…come ti senti? "

"sto bene, sta tranquilla…io.."

 

BANG BANG BANG

 

qualche idiota ,aveva deciso di svegliarsi di buon mattino e di passare in rassegna le cabine, bussando come una scimmia in calore e ridendo in modo altrettanto animalesco, seguito dal suo branco di pecore che sembravano condividere un'unico neurone. Ci fu un turbinio di lenzuola, Aizen era già saltato in piedi, aveva aperto la porta e con una scarpa in mano, aveva preso la mira ed aveva inevitabilmente centrato la nuca del pazzo scatenato che aveva osato disturbarlo. Lo. Shinigami gli sorrise quando il ragazzo si voltò con le mani contro la nuca dolorante

"Ma sei matto??!! "

"Per favore, non farlo mai più, qualcuno potrebbe farsi male"

Disse semplicemente prima di chiudere la porta, sospirò guardando Himawari stretta tra le coperte, notò le borse sotto i suoi occhi e si rese conto che non aveva affatto dormito quella notte. Soapirò sedendosi al suo fianco, si massaggiò la nuca recuperando i suoi occhiali

"Ti ho fatta preoccupare"

"Beh, era ora che lo facessi"

Aizen si scosse leggermente, guardandola ridacchia, piegò il capo per cercare di studiare quella sua strana espressione

"Sei sempre stato, impeccabile, nulla sembrava averti mai toccato, a meno che non fosse un tuo esperimento, ma non sembrava avessi mai avuto bisogno di me, oggi io, mi sono sentita davvero utile, per te, sono felice"

Lo Shinigami sembrò sciogliersi in un caldo sorriso, sembrava che anche lui, fosse stato rincuorato dalle parole della ragazza

"Scema… sei più unica che rara"

---

La giornata all'Acquario iniziò dopo qualche intoppo, arrivarono finalmente a destinazione e tutti gli studenti si riversarono all'interno dell'edificio, erano universitari, quindi avevano libertà di andare dove preferivano, I professori si erano già diretti al bar per una "riunione" Così, dato che la maggior parte dei compagni era restia all'avvicinarsi ad Aizen, I due Shinigami andarono per conto loro. Himawari prese Sosuke per mano e lo guidò in giro per tutto l'acquario con lo stesso entusiasmo di una bambina, l'incidente della sera prima era scivolato via dalla sua mente, la sua rabbia nei confronti di Urahara, tutto era stato lavato via dalla sua nuova esperienza nel mondo degli umani. Sosuke le strizzò la mano seguendo la in silenzio, ascoltandola leggere le insegne davanti alle vasche, guardandola inseguire i pinguini dal vetro, meravigliarsi per i grandi squali, con la faccia premuta contro il vetro, sembrava la ragazza più felice del mondo, lui la seguiva, guardandola rapito di quella fragilità, che conviveva con un potenziale impressionante, sembrava un paradosso, eppure tutto quello che era, le calzava alla perfezione. Nel momento in cui i due Shinigami passarono davanti alla vasca più grande dell'Acquario, anche lui non riuscì a nascondere la sua meraviglia, davanti alla grande vastità di quel piccolo oceano. Hoshiko si bloccò davanti al vetro, gli occhi spalancati verso il grande squalo balena che nuotava Placido e maestoso sopra alle loro teste. La luce dell'acqua si rifletteva su di loro creando un gioco di luci maestoso ed intrigante, sembrava quasi stare in mezzo a quel mondo sommerso, in pace, surreale, un mondo ideale, si direbbe. Si avvicinò a Hoshiko, le prese la mano senza staccare gli occhi da quelle creature

 

"É bellissimo"

"Questo mondo, é bellissimo"

"Con te, dentro…"

Sussurrò lui

"Con te, dentro… "

Concordò lei stringendosi allo Shinigami, poi chiuse gli occhi, infine, si addormentò senza accorgersene. Sosuke la prese in braccio immaginando lo sforzo che avesse fatto per rimanere sveglia per tutta la visita, così si sedette su una delle panchine, se la strinse addosso, sentendo il suo respiro sulla pelle, il suo viso nascosto, la fronte poggiata sul suo collo, Sosuke Aizen guardò di nuovo l'acquario gigante che aveva di fronte e sorrise

"Forse… un giorno.. "

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Capitolo 7
*** Amicizie tra i banchi e... ***


C'era biologia quella mattina, la pausa di Agosto era finita, le lezioni erano iniziate da una settimana e Himawari ,per la prima volta, era andata in aula, da sola, mentre Aizen aveva deciso di restare in casa a studiare per l'esame imminente. Era un bel problema, solitamente si sedevano sempre vicini e nessuno osava avvicinarsi ad Himawari  quando c'era lui nei paraggi, da quel giorno sul treno, i ragazzi  la guardavano maliziosi, attirati e incuriositi da quella ragazzina tutto pepe e le ragazze sembravano storcere il naso quando la vedevano passare. Quando entrò nell'aula polverosa, con lo zaino in spalla ed i libri in braccio, si guardò attorno alla ricerca del posto ideale per seguire la lezione, ma tutte le sedie davanti erano occupate, molte ragazze piazzavano il proprio zaino vicino al posto vuoto accanto a loro, arricciando le labbra. I ragazzi picchiettavano la sedia vuota al loro fianco ammiccando, ma cosa aveva fatto lei di male? 

Sospirò rumorosamente, frustrata, quando il suo occhio cadde su due ragazze in fondo alla fila, alzarono lo sguardo, le sorrisero gentili, avendo notato la scena al suo ingresso, le fecero segno con la mano di avvicinarsi

"Abbiamo posto qui! Vieni! "

Himawari sobbalzò guardandole sorpresa, si portò un ciuffo dietro all'orecchio avvicinandosi timidamente, non aveva mai approcciato delle ragazze umane, erano da lì da quasi un mese ma non era riuscita ad allacciare con nessuno. Si sedette sul posto libero che le stavano indicando, entrambe coi gomiti puntellati sul banco e gli occhi fissi su di lei. La Shinigami sistemò i libri e l'astuccio guardando le due ragazze, sorridendo loro di riflesso. 

"Grazie per avermi invitata, temevo che sarei rimasta in piedipiedi per tutta la lezione! "

"Vai tranquilla! Non ti abbiamo chiamata le altre volte perché vai sempre in giro con quel tipo..."

ci penso' un attimo per cercare il giusto aggettivo

"...Particolare! abbiamo provato ad avvicinarci, ma lui ci fulminava sempre con uno sguardo ed abbiamo sempre desistito"

Himawari arrossì imbarazzata, lei non aveva mai visto Aizen in quella luce, non aveva mai avuto paura di lui o forse, non ne aveva mai dovuta avere. Sospirò sonoramente cercando di sdrammatizzare

"Ma no! Sosuke é, molto gentile se lo impari a conoscere! Può far paura all'inizio perché é molto alto, può sembrare un tantino freddo, ma in fondo é davvero una persona meravigliosa"

Entrambe le ragazze la fissavano intenerire, le loro guance posate sulle nocche e l'aria quasi sognante

"Ma guarda come é diventata rossa quando parla di lui, sei proprio cotta, ragazza" 

Asserì la ragazza coi capelli scuri e gli occhi di due colori diversi

"Io sono Rin, lei é Nanaho"

"Ciao! Piacere di conoscervi! Mi chiamo Himawari!"

"Lo sappiamo,quelle tipe non hanno che il vostro nome in bocca, che sceme.."

Himawari sorrise piegando il capo, dando un'occhiata fugace al resto degli studenti,era vero, Sosuke aveva un'aria che sembrava allontanare tutti,a forse,forse ogni tanto aveva anche lei bisogno di conoscere qualcuno, si certo, non tutti erano cattivi, come avevano dimostrato le due ragazze accanto a lei. Nemmeno alla soul society aveva molti amici,non le era mai importato prima di allora, non le era sembrato necessario,ma ora che ne aveva la possibilità,la sua mente prese a viaggiare per ogni angolo della sua fantasia.

"Vi prometto che dirò a Sosuke di non mordervi!"

Disse scuotendosi dai suoi pensieri.Risero tutte e tre all'unisono, sotto agli sguardi taglienti delle compagne di corso ad un paio di file da loro. Rin strinse gli occhi ed osservò con attenzione la ragazza, un sorrisetto le piegò le labbra

"Hai sclerato per bene,quel giorno sul treno, Sosuke deve avere una reiatsu formidabile per non entrare in un gigai da capitano"

Himawari sgrano' gli occhi sulla ragazza, stringendo i pugni, smise di respirare, ma Rin smorzò subito la tensione con una risata mentre Nanaho era impegnata a prendere qualche appunto, notando che le due stavano parlando di qualcosa che non conosceva, aveva deciso di prestare orecchio alla lezione prima di distrarsi nuovamente

"Tranquilla! Sono sicura che non ti ricordi di me, non abbiamo mai parlato molto, siamo state insieme a scuola, eravamo compagne"

Le strizzò l'occhio complice e la ragazza sembrò rilassarsi. Era una Shinigami? Cosa ci faceva lì? 

"Cosa ti ha portata qui? "

"Volevo dare una mano a Ginjo"

Himawari si sentì sollevata e si lascio' andare in un sospiro,sciogliendosi sulla sedia, le mani sullo stomaco che si era stretto per un attimo

"Allora abbiamo un'amico in comune"

"Eih non tenetemi fuori dal discorso tutto il tempo!! "


Si sentì battere dalla cattedra in fondo alla stanza, la professoressa che guardava trova le tre ragazze

"Silenzio!! "

Le tre risero sommessamente, mentre aprivano il quaderno e iniziavano a prendere appunti, scambiandosi sguardi complici, che diedero alla Shinigami una bella sensazione. Era così l'amicizia tra ragazze? Era divertente, frizzante, era come un gioco e le piaceva molto, giocarci. Terminata la lezione,le ragazze uscirono dall'aula, avevano deciso di prendere un caffè insieme, al bar di fianco, così, si sedettero tutte e tre al tavolo, con un vanilla latte e un bubble tea ciascuna, parlando della città, dell'estate passata, del più e del meno. Era piacevole, si sentiva inclusa in un nuovo gruppo, era contenta delle due nuove amiche, ma non voleva sembrare tanto imbranata dal porre la puerile domanda "volete essere mie amiche? " ed ebbe la saggezza di desistere dal porla, in fondo, doveva essere ovvia la risposta. Himawari prese un sorso dal suo latte, quando davanti a lei, vide Rin impallidire, sgranare gli occhi, puntandoli alle spalle della shinigami

"Rin, tutto ok? "

la shinigami dai capelli neri era sbiancata, i suoi occhi fissi dietro Himawari

"Capitano? "

"Cosa?.. Capitano?"

Himawari si voltò di scatto, vedendo arrivare loro incontro un uomo affascinante, alto, con i capelli bianchi, legati in una coda di cavallo che gli cadeva dietro alle spalle. Non lo aveva mai visto con abiti diversi dalla sua divisa da capitano. Indossava un completo bianco sporco, con giacca e pantaloni in tinta unita, sotto si intravedeva una maglia leggera color cenere,attorno al collo una sciarpa di flanella bianca che gli donava un aspetto maturo. Gli occhi castani che fissavano la ragazza dai capelli rosa , la falcata lenta ma decisa, un sorriso sulle labbra accomodante, poteva sembrare quasi Paterno, quello che dedicò alle ragazze, finché, quel sorriso, non si rivolse ad Himawari, piegandosi in maniera diversa, ancora più mellifluo. Intanto Rin stava spiegando a Nanaho che era usanza chiamare i dottori "capitano" Dalle loro parti, come aveva fatto Himawari al telefono

"Ciao, Himawari"

"Capitano Ukitake"

l'uomo si fermo' davanti a lei, le braccia incrociate sul petto

"Ho bisogno di parlare con te"

Himawari si allarmò stringendo la presa sulla tazza, lo stomaco divenne una pozza fredda,osservò lo Shinigami farsi vicino a lei. Oltre a Sosuke Aizen, era lui, la persona con cui era stata più legata, insieme a Shunsui, l'aveva accolta nel seiretei, ma Shunsui non le dava la stessa sicurezza di Ukitake. Fu combattuta, quando sia lui che Shinji la scelsero per la propria compagnia, ma lei aveva deciso di seguire Aizen ad ogni costo. Andava a trovarlo spesso però, era davvero, affezionata a lui, a suo parere, era il migliore dei capitani, il piu' gentile, il piu' forte, il piu'...

"Possiamo offrirle un caffè? "

Chiese Rin sorridendo cordiale, Ukitake le sorrise di rimando, piegando la testa di lato

"Volentieri,ma prima, lasciate che rapisca un attimo la vostra amica, poi accetterò volentieri la vostra offerta"

Himawari si alzò dal tavolo, avvicinandosi cauta a Ukitake, sembrava intimorita e lo Shinigami colse subito quel cipiglio spaurito sul suo viso. Non era mai una cosa buona se un capitano voleva parlarti in privato, nemmeno se a farlo era Jushiro Ukitake. Lui sorrise tiepido è le porse il braccio invitandola a seguirlo. La ragazza fece un passo avanti, tese una mano ed avvolse il braccio nel suo, esitando per un istante,  seguendolo  in silenzio, il cuore che le batteva forte in petto. Cosa le avrebbe detto? Aveva saputo della cosa sul treno? Gli Shinigami sono fanatici della giustizia, non sarebbe stato difficile salire al patibolo per una scenata del genere. Una minaccia, anche se detta da una Shinigami disperata, era comunque una minaccia. Himawari si chiese dove fosse Aizen, ma anche Ukitake stava utilizzando un gigai e di certo non poteva percepirlo. Raggiunsero un luogo appartato, in mezzo al prato, Ukitake si sedette sulla panchina vuota ed invitò Himawari a fare lo stesso. Lo Shinigami si schiarì la voce, sul suo viso un misto di apprensione e compassione, la guardò con delicatezza, mentre incrociava le braccia al petto, strinse le labbra, cercando le parole giuste per iniziare

"Himawari…  ho saputo da Urahara, cosa stavi per fare sul treno.. "

Eccola, lo sapeva, era finita. Himawari si strinse forte indietreggiando appena da lui,come se all'improvviso fosse stata colpita da una scossa. Esitò nel rispondere, guardandolo cauta, si morse il labbro nervosa, lo stomaco in subbuglio mentre avrebbe dato qualsiasi cosa per correre da Aizen

"Volete arrestarmi? "

Chiese senza troppi giri di parole, i muscoli tesi ,gli occhi di Ukitake erano fissi nei suoi, ma non sembravano guardarla male, anzi.  Sobbalzò come se gli avessero rubato il portafoglio, sbattendo gli occhi con stupore

"Santo cielo, no… questa cosa, Urahara l'ha condivisa solo con me, sono corso qui appena ho potuto, volevo sapere se stessi bene, ha detto che stavi per liberare Sosuke Aizen a costo di uccidere dei civili"

La ragazza sussultò, più che arrabbiato, sembrava in pensiero per lei. Il sollievo si versò su di lei come pioggia primaverile

"É vero.. "

Ammise

"Lo avresti fatto? "

Himawari esitò, sentì le mani formicolare, il cuore le martellava dietro al costato e gli occhi erano alla ricerca di una risposta tra la ghiaia del sentiero davanti a loro, una risposta che non avrebbe deluso Ukitake, ma le uniche parole che le salirono dalla gola, erano amare di verità

"Se l'alternativa sarebbe stata.. Sosuke morto, allora sì, lo avrei fatto"

Ammise senza peli sulla lingua,si strinse la gonna con entrambe le mani, sistemandola con fare nervoso

"C'erano anche le tue attuali amiche su quel treno"

Scosse il capo sbattendo gli occhi, i piedi scavavano sull'erba nervosamente

"Non lo sapevo"

Ukitake incalzò, la sua voce densa come miele e gentile come un bacio di un amante, mentre lei si strinse di nuovo forte, aggrappandosi a se stessa, gli occhi sgranati sul selciato, le labbra dischiuse, confusa, smarrita.  Non la stava interrogando, stava cercando di capire

"Lo avresti fatto, sapendolo? "

Le unghie le affondarono nel maglione fino a graffiare, il labbro implorava pietà mentre i suoi occhi non riuscivano a guardarlo, sapeva che non sarebbe riuscita a sostenere lo sguardo del capitano della tredicesima compagnia. Scosse il capo e sentì freddo allo stomaco

"Non lo so… capitano"

Ukitake non si scompose, rimase appoggiato alla panchina come se nulla fosse, lui, non le staccava gli occhi di dosso

"Sei sempre stata cocciuta, lo siete tutti e due, dovete imparare a controllare le vostre emozioni, soprattutto tu, Himawari, sei sempre stata impulsiva e capisco, che Sosuke sia tutto per te, ma non sei da sola, ci sarà sempre qualcuno a darti una mano, come ha fatto Urahara"

Himawari vacillò, si scosse dal suo torpore e tornò stavolta a guardarlo, parandosi di nuovo in difesa di Sosuke Aizen e in qualche modo, raccolse da terra una manciata di parole, parole più affilate delle precedenti, poiché quelle parole, volevano tagliare il loro bersaglio

"Lo ha messo lui in pericolo, dandogli quel gigai"

Ukitake sospirò appoggiandosi allo schienale della panchina, una mano si massaggiò la fronte, Himawari sentiva il calore del corpo dello Shinigami accanto e sentì stringersi il petto, quella situazione la metteva a disagio, il suo corpo sembrava piegarsi verso quello del capitano, fuori controllo, ma lei si strinse ancora più forte, incatenandosi alla panchina

"Urahara ha i suoi strani modi di fare le sue ricerche, Sosuke doveva dichiarare subito il livello della sua reiatsu, ma capisco che la cosa ti abbia infastidita, lo capisco.. Non pensare che non abbia rimproverato anche lui"

Himawari prese un respiro e si sforzò di chiedere

"Perché è venuto qui lei è non Urahara? "

"Perché ho avuto paura per te"

Himawari alzò lo sguardo a quelle parole e Ukitake la incontrò con un sorriso. I colori dell'autunno attorno a lui gli calzavano come gli calzava quel vestito, si scoprì a fissarlo con insistenza, come per imprimersi nella mente quell'immagine

"Ho approfittato per accertarmi che stessi bene, Urahara si è rivolto a me perché ti conosco…e tu, mi ascolti sempre, sei una brava Shinigami, non voglio che ti metta nei guai, ok?"

Le sue guance avvamparono, sbatté le palpebre

"Ok… "

"Se ti dovessero far del male, io non so cosa farei.. "

Ukitake la guardò languido, distese le braccia lungo lo schienale della panchina, si piegò appena per accarezzarle la nuca, solo dopo quel contatto, la ragazza si rese conto di essere stata tesa per tutto il tempo. I suoi muscoli si rilassano, le viscere smisero di torcersi ed il cuore riprese a battere normalmente, anche Ukitake percepì la tensione abbandonarla e sorrise rincuorato, la mano dello Shinigami scivolò sulla sua spalla massaggiandola, la strinse piano a sé per rassicurarla ed era quello che il suo corpo stava agonizzando da quando si erano seduti lì. Himawari decise di rimanere composta, permettendo solo alla sua guancia di accostarsi e premere  contro il petto di Ukitake, sentì il suo cuore battere contro l'orecchio

"Eih,non volevo spaventarti, scusami…non permetterò a nessuno di quei vecchiaccio di farti del male in ogni caso,solo tu…cerca di starci attenta, ok? "

Himawari si voltò verso l'alto per guardarlo, perché si stava scusando? Per quello che stava per fare, sarebbe dovuta essere arrestata e lui si stava scusando per un rimprovero verbale? 

"Capitano Ukitake, mi dispiace, se l'ho fatta preoccupare, ero nel panico, non accadrà più"

Ukitake annuì, la dolcezza in ogni suo gesto, era l'esatto opposto di Aizen, era come il sole, nessun segreto, solo una grande bontà d'animo, soprattutto nei suoi confronti, si trovò a chiedersi il perché

"Bene, inutile dire che se avrai bisogno di un Consiglio, potrai sempre contare su di me"

Il capitano si alzò in piedi stiracchiandosi, quando si voltò verso di lei, le porse la mano, chinandosi appena in un lieve inchino formale

"Andiamo a prendere un caffè? Così mi presenti le tue nuove amiche,ho visto che hanno mandato anche Rin a dare una mano al sostituto shinigami, sono felice, sembrate molto compatibili,voi  tre"

Himawari gli prese la mano e lui avvolse le dita attorno alla sua, stringendola gentilmente, aiutandola ad alzarsi. Perché le farfalle stavano danzando nel suo stomaco? 

"S-si, capitano! "

 

---

 

"Da quando era in Accademia, sgattaiolava dalle lezioni per passare da me, sapeva che a quell'ora preparavo latte e biscotti e lei si presentava puntuale, quasi ogni pomeriggio. A quel punto, avevo imparato a preparare due tazze ed un buon libro"

Himawari arrossì vistosamente stringendo il bicchiere di bubble tea tra le mani, osservando Ukitake sorseggiare il suo come se nulla fosse

"Capitano!! Cosa dice?? "

"Che c'è? É una cosa carina! "

Rin ridacchiò dandole una spallata amichevole

"Eravamo compagne di Accademia, ma Himawari era sempre con Aizen, come allora, anche in quel periodo era difficile avvicinarla"

Ukitake socchiuse gli occhi, masticando le perle di tapioca senza far rumore, per un attimo sembrò quasi malinconico

"Sono felice che ora abbia conosciuto voi, mi raccomando, tenetela d'occhio"

Si soffermò ad osservare Rin, che sembrò raddrizzarsi come un'orologio che scattava a mezzogiorno, annuì con tanta decisione da farsi quasi staccare il collo , Nanaho osservava rapita quel capitano dai modi tanto eleganti e gentili, noto' come Himawari lo guardava arrossendo e nascondendosi dietro al suo bubble tea, quello sguardo, non sembrava di una ragazza che provava solamente rispetto, no, sembrava gridare altri sentimenti,lei  e le mani che artigliavano il bicchiere come per trattenersi

"Si! Capitano!! "

"Capitano Ukitake… "

Le due ragazze sobbalzarono, quando la voce di Aizen soffiò su di loro insieme al vento. Sgranarono gli occhi mentre lo shinigami si avvicinava con un sorriso amichevole, si era messo abiti comodi: una maglietta nera a maniche lunghe ed un  paio pantaloni di cotone, ai piedi calzava scarpe da ginnastica comode. Ukitake si voltò sorridendogli, salutandolo con la mano

"Sosuke! Buonasera! Stavamo parlando della piccola Himawari, vieni, Unisciti a noi! "

Lo Shinigami non smise di sorridere, si accommodò prendendo posto davanti ad Himawari, puntellò I gomiti sul tavolo, poggiando il mento sul dorso delle mani intrecciate tra loro, osservando teneramente Himawari che intanto gli porse il suo bubble tea

"Tieni! Provalo! "

Lui allungò la mano accettando l'offerta della rahazza

"Ti ringrazio"

Posò le labbra sulla cannuccia e prese un sorso, scoccando uno sguardo al capitano Ukitake da dietro gli occhiali

"Va tutto bene? É qui per un motivo specifico? "

Il capitano della tredicesima scosse il capo con fare pacato, prese anche lui un sorso del suo tè, giocherellando poi con la cannuccia, inclinò la testa in modo quasi buffo

"Abbiamo già risolto, non temere,volevo accertarmi che fosse filato tutto per il meglio"

Sosuke Aizen stringeva forte il bubble tea, stava per rompere la confezione, ma poi la presa si fece morbida, sospirò appena mentre alle loro spalle, Rin e Nanaho erano diventate un fascio di nervi, Himawari osservava Sosuke composta, ma con attenzione, vide quel cipiglio di rabbia, che per fortuna scomparve quasi subito

"Bene, meglio così"

Ukitake si alzò dalla sedia dopo aver lasciato una banconota sotto al loro ordine, offrendo per tutti, fece cenno al cameriere di portare un'altro bubble tea per Himawari, dato che aveva offerto il suo ad Aizen. Si grattò la nuca salutando i presenti con piccoli inchini dedicato ai presenti ,Le ultime parole, le rivolse direttamente ad Himawari, appoggiandosi allo schienale della sua sedia per un attimo, prima di darle una carezza sulla guancia col dorso della mano 

"Beh, adesso si è fatto tardi, devo tornare a lavoro, mi raccomando ragazzi, e tu, Himawari, quando vuoi, metterò il latte a scaldare, ok? "

Himawari annui' sorridendogli di riflesso

"grazie, capitano"

 lo shinigami guardò Aizen per un istante, dopodiche', si congedo' avviandosi verso l'uscita del locale, scomparendo dietro alla porta girevole. Himawari rimase ferma, come intontita, mentre Rin e Nanaho si erano spostate lontane da Aizen con la sedia. 

"Hai delle nuove amiche, vedo, o meglio, una nuova amica ed una vecchia conoscenza, ciao, Rin, come vanno le cose? "

Rin avvampò  balzando dalla sedia, il caffe' quasi le scotto' una mano strabordando dalla tazza, si mise una mano al petto come se le fosse preso un infarto

"Ti.. Ti ricordi di me? "

"Certamente, sono felice che ci sia una ragazza delle nostre parti a tenerle compagnia, non guardatemi così, non mordo mica"

Scherzò lui piegando il viso in maniera quasi giocosa, era vero, fino ad allora non aveva mai pensato, che Himawari avesse bisogno di altri al di fuori di lui. Ma l'aveva vista ridere, l'aveva vista scherzare con quelle due ragazze ed era felice, sembravano due ragazze a posto e lei di certo non era un'animaletto da tenere in gabbia. Certo, si dovette mordere più volte la lingua, combattere contro se stesso e quello che gli altri chiamavano "le proprie paure" Ma lui, lui di cosa aveva paura? Perché? 

"Sosuke.. "

Lo Shinigami percepì la mano di lei sulla sua, glie la strizzò appena con un sorriso, vedendolo cascare dalle nuvole, la shinigami ridacchio' nel vederlo con un'espressione sorpresa stampata sul viso, si fece indietro con la sedia con un gesto plateale, le braccia aperte, poi si spostarono per indicare le due ragazze sedute al tavolo

"Allora, facciamo le presentazioni: Sosuke, loro sono Rin e Nanaho, Nanaho e Rin"

Loro lo salutarono con un sorriso incerto, ma poi sembrarono rilassarsi quando lui sorrise di rimando con gentilezza, senza fulminare nessuno. Il volto di Himawari si illuminò di un sorriso che sembrava dedicato solo a lui, quando i loro occhi si incrociarono, riuscì a percepire tutto da lei, sembrava volerle dire che andava tutto bene, che era felice e non doveva darsi pensiero, diceva quanto fosse caldo e intenso il suo amore. La guardo' negli occhi rosati,del colore delle pietre preziose,per un istante si perse in quegli occhi

"... Lui é il mio Sosuke"

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Capitolo 8
*** Scelte ***


---Soul Society, qualche decennio fa--

Ukitake raggiunse il cortile dove lo stava aspettando il suo collega ed amico: il capitano della quinta divisione, il biondino dal sorriso di una volpe nel pollaio: Hirako Shinji. Si erano dati appuntamento quel pomeriggio alla soul society, precisamente sul porticato della quinta, per discutere, riguardo la ragazza che da un po’ aveva iniziato a far parte dell’accademia per shinigami, il suo ingresso era stato discusso e deciso da tempo sottobanco dai due capitani.Avevano scoperto del potenziale in lei per caso, durante una ronda, dove era stata segnalata da alcuni shinigami di basso rango, la voce si era sparsa veloce, talmente veloce da arrivare alle orecchie di Shinji come un telefono senza fili, le dicerie recitavano le seguenti parole: “Una giovane anima della soul society, aveva usato un incantesimo di kido per aiutare un ragazzino attaccato da un Hollow! Certo, di basso livello e certo, non lo ha ammazzato e siamo intervenuti noi, ma quella ragazzina lo aveva spinto col kido! Senza nemmeno sapere cosa stesse facendo, probabilmente e’ stata una reazione istintiva che ha risvegliato qualcosa in lei,chissà! ”

Aveva detto alla fine uno dei suoi sottoposti,il capitano aveva captato quel messaggio mentre lo Shinigami chiacchierava con un altro collega e pensò che una cosa del genere fosse effettivamente possibile,rara,ma possibile ed andava comunque approfondita. Era un po’ come quando le maestre a scuola vedono un alunno di prima elementare che legge e scrive ancora prima che la maestra avesse iniziato la prima lezione ed appeso i vari alfabeti sulla parete  del muro. Avrebbe potuto cambiare il mondo come sarebbe potuto finire disoccupato su un divano lercio a mangiare patatine fissando il suo conto in banca svuotato. Era un caso interessante, aveva condiviso Shinji ad Ukitake, cosi’ , lui per primo, era andato a curiosare al villaggio, dove aveva trovato una buffa ragazzina dai capelli rosa, solitaria ed introversa, che sembrava viver male la sua esistenza come semplice anima,eccitata di poter diventare altro, di più,molto di più,ambiziosa ma dal cuore apparentemente gentile. 

Ed eccoli lì, con in mano le carte per una promettente Shinigami, alla fine del suo percorso di addestramento, pronta a far parte dei loro ranghi. Ukitake saluto’ il collega, che intanto si era accomodato sul tatami come suo solito, svaccato come se fosse sempre domenica sul suo calendario, lo sguardo assonnato ma attento allo stesso tempo. Ukitake lo conosceva bene però e sapeva che quella era tutta apparenza, lui li conosceva tutti i suoi colleghi, erano la sua famiglia e Shinji non era un tipo da sottovalutare, forse, era quello il suo punto forte, tendeva a far abbassare la guardia a chiunque, soprattutto i suoi avversari, errore fatale. 

Ukitake lo raggiunse in silenzio e si sedette al suo fianco guardando fuori dalle mura della quinta compagnia che lo stava ospitando per quella breve riunione. Hirako non sembro’ piegarsi in saluti o convenevoli, sembrò comportarsi come se già quelle formalità  fossero state brillantemente eseguite, si era limitato a dedicargli un cenno del capo, prima di chiudere di nuovo gli occhi, i denti sproporzionati e drittissimi scintillarono dietro alle sue labbra dischiuse, si lascio’ andare in un sospiro svogliato, I capelli lunghissimi brillavano come fili dorati alla fioca luce del sole


"Allora, vogliamo discutere sulle selezioni dei tirocinanti? Immagino che entrambi stiamo pensando agli stessi candidati.. "


Shinji schioccò la lingua sul palato, saltando a piedi pari l'aura di mistero che normalmente una persona qualunque avrebbe dovuto tenere davanti ad un discorso generico come quello, ma lui sapeva benissimo dove voleva andare a parare il capitano della tredici

 

“Himawari intendi? quella ragazzina, quando l'ho vista al villaggio per la prima volta, aveva una reiatsu interessante, non come quella di Sosuke Aizen, quando lo abbiamo accolto, sia chiaro, ma non nera nemmeno una reiatsu ordinaria”

 

Ukitake annuì composto, ma rimase ad ascoltare in silenzio, corriucciato nei suoi pensieri, ricordando la ragazza e quando l'aveva accolta personalmente, ma lo lasciò continuare

 

"Certo, é materia grezza, potrebbe non rivelarsi poi un gran che, potrebbe essere un falso potenziale, la vedo parecchio emotiva ed imbranata, ma come si dice, devi spaccare il sasso per trovare il diamante"

 

aveva asserito infine puntellandosi col gomito sul tatami, lasciando riposare una guancia sul palmo della mano, un occhio si apri’ volgendosi al capitano della tredicesima compagnia, che intanto sorrise, ricordando il giorno in cui  anche lui, era stato informato da Shinji della ragazza, il capitano l'aveva raccomandata a lui sapendolo uno dei pezzi grossi dell'Accademia, chiedendo un occhio di riguardo per una sua futura pupilla, che però si rivelò aver scosso anche nel suo collega, un certo nteresse. Aveva notato inoltre che la ragazzina gli stava appresso come un'ape col miele. Ma lui aveva un asso nella manica, il suo nome era Aizen Sosuke, quella ragazzina stravedeva per lui, viveva con lui, erano una coppia inseparabile. Apri' svogliatamente un occhio quando senti' Ukitake parlare  

 

“gia’, ero talmente curioso che mi sono deciso di accoglierla personalmente, Shunshui mi aveva seguito perchè era da tutta la mattina che voleva portarmi a bere un po’ di sake insieme, cosi’ quella povera ragazzina si e’ trovata due capitani a scortarla a scuola, chissa’ che soggezione”

 

ridacchio’ nascondendo le labbra dietro alle nocche, guardo’ il cielo nuvoloso fuori dalle porte scorrevoli, una lieve brezza gli muoveva i capelli come i rami degli alberi fuori in giardino. Sorrise con fare sognante, sotto lo sguardo attento di Shinji

 

“cosa faremo quando terminera’ gli studi? A breve dovrò sottoporla all'esame insieme al resto degli studenti”

 

“che domande, me la prendo io…”

 

Ukitake si volto’ istintivamente, l’espressione allarmata, infastidita per quella affermazione,guardandolo come se gli avesse appena rubato l’ultimo pezzo di  edamame nel piatto

 

“anche io ho intenzione di chiederle di unirsi a me,se la sta cavando bene in molte materie, é un po' impacciata nel corpo a corpo, ma il Kido sembra essere una sua specialità, anche nella coordinazione del gruppo sembra cavarsela, pero’, come detto alla riunione generale, stara’ a lei scegliere,se due capitani presentano la stessa domanda”

asseri’ con tono severo, tornando a guardare altrove, le ciglia folte aggrottate, incrocio’ le braccia al petto pensoso, quella ragazza, la prima volta che l’aveva vista era poco più’ di una ragazzina, ora invece, era cresciuta, era diventata una giovane donna dai poteri ancora sconosciuti, ma che nelle lezioni la facevano svettare di fronte a tutti, salvo Aizen, lui era sempre una spanna avanti a qualsiasi studente dell’accademia. Ora che la shinigami aveva acquisito la sua zanpakuto,era ormai il momento di iniziare il suo tirocinio presso una delle divisioni del gotei tredici, ma alla fine, la scelta sarebbe spettata solo a lei una volta che più’ di un capitano aveva mostrato il proprio interesse nel farla entrare nei propri ranghi. Anche Aizen Sosuke era gia’ richiesto da quasi tutte le divisioni, tranne che da Urahara, sembrava essere stato l’unico alla riunione a non aver mostrato interesse riguardo al giovane studente prodigio. 

 

“Io credo che scegliera’ di seguire Aizen,per questo mi prendero’ tutti e due, stanne certo”

 

Ukitake non riuscì a trattenere un sospiro,malcelando la sua preoccupazione riguardo a quello studente. Aizen era un soggetto particolare, avvolto dal mistero, era un eccellente shinigami ed un bravissimo ragazzo, forse, troppo bravo, aveva sentito qualche discorso di Urahara su di lui e nemmeno Shinji in fondo aveva pienamente fiducia in lui, allora, perche' se lo voleva portare in casa?

 

"Non mi piace il fatto che si sia tanto legata a lui… ho spesso parlato con Urahara di quel ragazzo, per avere un potere del genere, si comporta in modo troppo ordinario, inoltre sta isolando Himawari, nessuno si avvicina a lei perché lui incute loro paura, non voglio che si crei un vuoto attorno a lei, dovrebbe conoscere più gente ma sembra non importarle finchè sta con lui"

 

Shinji arricciò le labbra facendo spallucce, certo che si stava preoccupando parecchio per quella ragazzina, lui la vedeva più come una risorsa, ma Ukitake? 

 

"Non mi sembra triste,la ragazza"

Ukitake sospiro' sentendo le sue parole, i suoi pensieri, sbattere sonoramente contro un muro di cemento, forse davvero, era troppo ansioso per quella ragazza. Lo shinigami corruccio' la fronte mordendosi la lungua, strinse le mani sfregandole appena, sentendo la punta delle dita fredde, come al solito

"Lascia stare…ignora le mie paranoie"

 

Ukitake sospiro’ sonoramente, alzandosi infine dal tatami, si fermo’ per un istante a causa di un capogiro che lo aveva colto alla sprovvista, il pensiero di perdere la possibilita’ di averla nella sua divisione, gli provocava uno strano fastidio, viscerale,come un bambino che di vedeva strappare dalle mani il suo orsetto di pezza preferito

 

“bene,chiederemo entrambi alla ragazza di unirsi alla nostra compagnia allora, visto che nessuno dei due vuole cedere, beh, ci ho provato! …oh, giusto..che ore sono?”

shinji guardo' in cielo, poi ruoto' lo sguardo quasi scocciato mentre si metteva a sedere piu' comodamente

 

“saranno le quattro e mezza…perche’?”

 

Ukitake sorrise come se gli avesse rubato l'argenteria ed il corredo di piatti e posate,scrollando le spalle mentre si avviava al cancello,salutano il capitano con un cenno del capo. 

 

“nulla, devo andare a mettere il latte a scaldare,beh, in bocca al lupo per le selezioni degli studenti allora”

Shinji si gratto' il capo ancora piu' assonnato di prima, nella sua testa frullavano diversi pensieri che pero' decise di schiacciare come mosche, aveva tutto il tempo per preoccuparsene e quello non era ancora il momento giusto. Si alzo' scrollando le spalle, i capelli gli scivolarono dietro alla schiena, gli occhi neri puntati sullo shinigami che si stava allontanando, pallido in volto. Era la prima volta che lo aveva visto infastidito, non era mai capitato, era il capitano che poteva quasi essere definito un santo, tanto era gentile, cordiale, eppure, per quella ragazzina, si stava comportando in modo diverso, per un attimo penso' che gli avrebbe dato un pugno. Sospiro' masticandosi una guancia svogliatamente, ricambiando con un cenno il saluto del capitano prima di rientrare nella sua stanza a sbrigare qualche faccenda,in fondo, aveva dormito tutto il giorno,doveva preparare le sue richieste scritte per i suoi futuri sottoposti. Sapeva benissimo che dove andava Sosuke Aizen, lei lo seguiva, sapeva di aver gia' vinto eppure, un po' gli dispiaceva per il suo collega. Si chiese per un attimo, se avesse fatto bene a tenere insieme quei due, solo perche' alla compagnia avrebbe fatto comodo ospitare due degli studenti piu' brillanti dell'accademia.  Poi i suoi pensieri scalciarono dietro ai denti e Shinji si trovo' a sospirare e sussurrare

"sara' un vanto per noi? oppure sara' una grande stronzata..."

Gli shinigami non avevano una grande fantasia per l'arredamento, in effetti, molti di loro nemmeno se ne curavano, perciò nelle stanze di ogni compagnia, vi era lo stretto indispensabile. Ma vista la salute precaria del capitano, la sua compagnia aveva allestito una stanza simile a una cucina, dove Ukitake amava preparare decotti per sentirsi meglio durante i giorni di malattia e da un po' di tempo, aveva anche aggiunto a quel piccolo rituale, la compagnia della sua allieva preferita,che puntualmente si presentava da lui, piu' per nostalgia che per fame e a lui piaceva, parlare del piu' e del meno, ridere, scherzare. Al di fuori di Sosuke Aizen, lui era il suo unico contatto e lo shinigami con gli occhiali spessi non sembrava obiettare . Ukitake raggiunse il bollitore del latte ormai fumante, continuava a guardare l’orologio, mentre si dirigeva nella stanza da te’ con un piatto di biscotti in mano ed un paio di tazze nell’altra, si avvicino’ al Kotatsu e dopo aver posato tutto sul ripiano in legno, si assicuro’ che la coperta fosse abbastanza calda da tutti i lati, tornò in cucina a prendere il latte e lo versò con cura nelle due tazze, quasi ritualisticamente, prese anche del miele e ne mise un cucchiaino in una e circa cinque nell'altra tazza, sistemò un paio di tovaglioli e si mise a sedere prendendo un respiro profondo, strinse i pugni, la fronte corrucciata e lo sguardo perso in pensieri che un po' gli facevano paura. Si scosse appena, quando si sentirono dei campanelli suonare ed uno scalpiccio che riecheggiava dal fondo del corridoio. Lo Shinigami alzò il capo ed attese, finché non vide sbucare dalla porta la Shinigami dai capelli rosa, lei sorrideva come una bambina al parco giochi, era radiosa, più che un girasole, sembrava proprio lei, il sole. 

 

"Capitano!! Buon pomeriggio!"

 

La ragazza portava in spalla una borsetta di vimini che lui le aveva riportato da una missione nel mondo degli umani, sapeva benissimo quanto amasse le cose degli umani e lo Shinigami si concedeva di viziarla un po' ogni tanto. 

 

"Ciao, Himawari"

 

La ragazza si infilò sotto al tatami di fianco a lui, le gambe incrociate mentre posava a terra la sua borsa, tirando fuori un sacchetto di tela rosa con un fiocchetto bianco, pieno di confetti simili a gocce d'Ambra

 

"Ti ho fatto delle caramelle per la tosse! Sono al miele e zucchero di canna! "

 

Ukitake raccolse il sacchetto con un sorriso, trascinandolo con la punta delle dita vicino alla tazza

 

"Stai cercando di corrompermi per l'esame di kidō? "

 

Lei rise di gusto e quella risata gli sconquassò i polmoni e le farfalle volarono nel suo stomaco, la mano strinse il sacchetto mentre la osservava bere il suo latte caldo, aveva tra le dita un biscotto con gocce di cioccolato, ma i suoi occhi, erano fissi sul capitano, occhi del colore delle gemme preziose, un rosa denso e caldo nel quale si sentì affogare per un attimo, era diventata grande, bella,ma era diventata forse, anche di qualcun'altro

 

"In realtà, so cosa vuole chiedermi, capitano…"

Sussurrò osservando  suo biscotto, lo posò come se le fosse passato l'appetito, le dita avvolsero la tazza stringendola piano per scaldarsi le mani, era autunno, le foglie erano cadute a terra e fuori si vedeva un tappeto di foglie dalle tonalità del rosso e dell'uranio, bellissime, che facevano da contorno alla figura della shinigami. Lui la fissò a lungo, come se volesse imprimersi quell'immagine nella mente per il resto della vita, ricordarla così, con la pelle bianco latte, gli occhi vivaci e le labbra carnose. Himawari si morse il labbro inferiore prendendo un respiro

 

"Soosuke sceglierà la quinta compagnia… ne é sicuro"

 

Ukitake trattenne il fiato, prese un sorso di latte che scese giù come sassi,ma continuò a mantenere la calma, come se quel discorso non lo tangesse,si schiari' la voce pregando di mantenere un tono alto, senza vacillare

 

"E tu cosa sceglierai? "

Lei si morse ancora di più il labbro inferiore, poi si costrinse a prendere un sorso di latte, posò la tazza e guardò fuori

 "Io?... Ho fatto una promessa, Capitano"
 
Si strinse forte nascondendosi ancora di più sotto alla coperta calda, il labbro ormai se lo stava graffiando coi denti, tanto era la foga con cui se lo stava martoriando
 

"Immagino di averla delusa, con questa scelta, magari penserà che io sia una senza midollo o libertà di scelta,ma io e lui siamo cresciuti insieme,non voglio che cambino le cose, mi piace, stare con lui, è il mio primo ed unico amico"

 

Ukitake sospirò posando la sua tazza, tese una mano per sfiorare le labbra di lei, invitandola a smettere di farsi male, lei lo guardo meglio occhi e smise di mordersi quando la punta delle dita del capitano le sfiorarono la bocca, rimase a guardarlo con un'espressione mista tra dolore e spavento, confusa, smarrita come un cerbiatto nel bosco, inseguito da tanti, troppi cacciatori, non voleva spaventarla o darle troppi grattacapi. Forse stava facendo l'egoista a tentare quasi di convincerla a restare, perche' era quello che lui voleva. Le sorrise lascivo, allontanando appena la mano per sistemarle una ciocca di capelli, appuntandogliela dietro all'orecchio

 

"Io sono e sarò sempre fiero di te, Himawari, sei una shinigami intelligente,non ho il diritto di discutere le tue decisioni, a meno che tu non me lo chieda"

 

La vide affondare le dita nello shihakusho,  il suo volto bianco latte si piegò e notò un luccichio bagnato nei suoi occhi, la sua mano si allungo' per prendere le dita di lui, stringendole piano

"ha le dita fredde,mi dia le mani, nemmeno il latte caldo riesce a scaldargliele...sta bene?"

lui annuo' appena. porgendo alla ragazza anche l'altra mano. Era buffo, la shinigami aveva mani piccole ed affusolate e a stento riusciva a trattenere le sue in un unica presa, eppure quelle mani erano cosi' calde, cosi' morbide. Prese a sfregargli le dita piano, trasferendo quel bel calore alle sue dita intorpidite dalla malattia, da tutti quei pensieri che non sembravano far bene alla sua salute. La shinigami si succhio' il labbro che per un attimo tremolo', lo sguardo fisso sulle mani di lui, le strinse piano

 

"Mi creda quando le dico che non é stata per niente, una scelta facile, capitano… "

 

Pronunciava "capitano" in modo strano, piacevole, non con tono solenne o servile come tutti gli altri, lo sussurrava o lo gridava come se fosse stato il suo nome,per un attimo, volle fingere che lo fosse davvero, buttando giù quel muro imposto dai loro ranghi sociali. Lei era ancora una studentessa, lui era il capitano del gotei, uno dei più anziani,per giunta. Con un sospiro impercettibile, Ukitake mise in punizione i propri pensieri, quando lei allontano' le mani, soddisfatta per averlo scaldato un po', ritiro' le mani , ora tiepide del suo calore , strinse la tazza e si morse la lingua

 

"Va bene.. "

"No, non va bene, capitano...non cosi'"

La ragazza tornò a guardarlo sconsolata, le braccia scivolarono verso di lei e  le caddero in grembo, come se la sua risposta, come se le sue parole l'avessero colpita in qualche punto spiacevole, il viso si piegò in una smorfia corrucciata, preoccupata, sembrò spremere le meningi al punto che Ukitake poteva sentire i suoi ingranaggi cigolare, poi la Shinigami sobbalzò, rossa in viso, quando il suo ginocchio sfiorò la gamba del capitano. Sentiva il cuore spaccato in due metà uguali, due uncini che tiravano dai una parte e dall'altra. Lei avrebbe davvero, desiderato considerare Ukitake il suo capitano, lo aveva desiderato da tempo, ma Sasuke aveva deciso di andare nella quinta compagnia e lei non riusciva a stare senza di lui. Era diventato la sua quotidianità, la sua sicurezza, il suo unico amico e compagno, condividevano la stessa solitudine, la stessa voglia di puntare in alto, eppure, quei pomeriggi a bere il latte, sarebbero potute diventare anche riunioni tra capitano e forse, luogotenente. 

"La prego, non smetta di preparare il latte a quest'ora! Cercherò di venire ogni volta che posso! Non deve per forza cambiare tutto! Sarò una Shinigami modello! Sarò brava! Non mi importa del capitano Shinji, Senza offesa… "

 

Si strinse la stoffa dello shihakusho con le mani fino a far sbiancare le nocche, tirando i tendini sotto la pelle, di nuovo si morse il labbro

 

"Lei… sarà sempre il mio capitano, non Shinji o chiunque altro… per me sarà solo lei…Capitano,io… "

 

Si sentirono dei passi frettolosi lungo il corridoio, un giovane shinigami era entrato di corsa nella stanza, con il suore che gli imperlava la fronte ed i capelli scomposti. Aveva i capelli scuri e gli occhi dello stesso colore, sembrava allarmato,stava sanguinando a un braccio, qualcosa non andava affatto

 

“capitano,siamo stati attaccati! Ci sono nemici all’esterno dei cancelli! si è aperto un garganta al nulla, siamo stati presi alla sprovvista! alcuni capitani sono irreperibili! la prego!”

 

Ukitake si alzò in fretta, lo stesso fece Himawari che raggiunse i corsa lo shinigami per aiutarlo a reggersi in piedi, arrivarono altri compagni, sembravano messi meglio di lui ed uno di loro se lo caricò in spalla

 

“andate dal capitano Unohana!ci pensiamo noi”

 

“ma, signorina, lei è una studentessa, non..”

 

Ukitake si affiancò alla ragazza con le braccia incrociate,l’aria pensosa,era vero, gli studenti non pitevano combattere di testa loro, prima della vera e propria licenza, la ragazza era in un certo senso con le mani legate, ma quella era un’emergenza, inoltre lui era il suo insegnante di kido, poteva considerarla una lezione extra con tanto di tutore. Se davvero aveva intenzione di unirsi alla quinta divisione,allora avrebbe fatto meglio a godersi la sua studentessa più che poteva.

 

“garantirò io per lei, sembra inoltre che  la maggior parte di voi sia ferita ed incapace di combattere,in emergenze come questa, tutto fa brodo”

 

si voltò verso Himawari con un sorriso, mentre la shinigami strinse l'elsa della sua zanpakuto, guardandolo seria e pronta ad eseguire ogni suo ordine. Sapeva che quella ragazza sarebbe stata più che utile in battaglia, forse più dei suoi sottoposti. 

 

“pronta,Himawari?”


“sì! capitano!”

 

--

 

Gli hollow erano entrati da un garganta aperto in fondo alla valle, non avevano idea di chi lo avesse aperto, sapevano solo che dovevano chiuderlo e in fretta. Il villaggio era stato invaso, le catapecchie che già cadevano a pezzi, avevano avuto un letale e definitivo colpo di grazia  da parte degli hollow. I tetti andavano in fiamme, gli shinigami tentavano di salvare i civili e tutto intorno era chaos e fumo denso. Il sole era oscurato dalla nube nera che si era levata sopra di loro, I sottoposti di Ukitake erano andati avanti con le loro zanpakuto Sguainate, pronti ad eliminare il nemico. Himawari rimase al fianco del capitano pensosa, osservava concentrata il campo di battaglia come per studiare una strategia, ma la presenza del capitano sembrava renderla tesa, lo conosceva da quando era arrivata alla soul society, era diventato il suo primo e forse unico vero punto di riferimento tra i suoi superiori, non voleva deluderlo.

 

"Dobbiamo farli indietreggiare, chiuderli dai lati, non possono sparpagliarsi"

 

Suggerì la shinigami guardando Ukitake, che annuì cupo

 

"Tu a destra, io a sinistra,convergiamo al centro, avviciniamoci e diamo comandi precisi, non possiamo farci sentire dagli hollow,potrebbero comprendere le nostre intenzioni"

 

Himawari annuì decisa sguainando la spada, corrugò la fronte in una smorfia severa, concentrata

 

"Sì, capitano! "

 

Scattò nella direzione opposta allo shinigami, puntando il primo bersaglio, aveva l'aspetto di una grossa lucertola, la sua lama lo tagliò in due come burro, spargendo a terra le sue viscere fumanti. Piroettò verso il nemico successivo, una creatura dall'aspetto scimmiesco che aveva atterrato un giovane shinigami inchiodandolo a terra, Himawari scivolò verso di lui, lo guardò mentre affermava uno shinigami con un tentacolo, trascinandolo verso le sue fauci a becco, ma la shinigami frenò proprio sotto a quel tentacolo, piegò la zanpakuto e vendette in tentacolo, mentre il ragazzo vestito di nero si fermò scontrandosi contro di lei. Himawari si trovò con la schiena a terra, il ragazzo poco più grande di lei che le si era puntellato sopra ansimandoil sangue della creatura era gocciolare addosso alla ragazza, sporcando di gocce di inchiostro la fronte ed i capelli rosa, ansia scivolando via dallo shinigami sopra di lei, aiutandolo ad alzarsi

 

"Stai bene?? "

 

"Sì! Grazie! "

 

Non aveva  tempo per i convenevoli, così lo salutò con un gesto mentre riprese a correre, come un cane da pastore col gregge. Strinse la presa sull'elsa, il sudore che bruciava sugli occhi, grondando sulla fronte, scorrendo sulle tempie come pioggia sul vetro

 

"Mieti, Kohime"

 

La zanpakuto si tramutò in una falce lunga quasi quanto lei, sul dorso era rifinita da disegni simili a rovi, la lama era invece irregolare, come se affilata con un pezzo di pietra. L'arma vibrò nelle sue mani quando con un ringhio lanciò un fendente che tagliò la strada a due hollow che avevano tentato di avanzare verso alcuni abitanti in fuga, attirando la loro attenzione. Le due bestie la guardarono dai loro occhi vuoti come voragini. Sentiva Ukitake ruggire ai suoi sottoposti degli ordini, così anche lei decise di imitarlo

 

"Forza!! Tagliategli la strada (magari anche qualche zampa)! Là!! "

 

Si sentì vibrare il petto da una scarica di Adrenalina, stava impartendo ordini a degli shinigami che tecnicamente erano di rango superiore. Molti di loro la guardarono allibiti, ma poi lo shinigami che aveva appena salvati si fece avanti

 

"Fate come dice!! Di là il capitano sta facendo lo stesso!! Avanti! "

 

Un'altro hollow eruppe dal terreno impregnato di sangue, più grande degli altri, attirato dalle grida e dal clangore delle armi. La polvere si sollevò, costringendo gli shinigami a coprirsi gli occhi, mentre la creatura incombeva su di loro, urlando di fame e rabbia. Tentacoli, spade e denti rendevano l'aria in un moto confuso, mente Yoshiki fece un passo indietro, chiedendosi se di là stava andando di merda allo stesso modo, ma non c'era tempo per preoccupata e ne, di certo, era lei quella nella merda, di là c'era un capitano, lì a dirigere le file c'era lei, una studentessa che doveva ancora dare l'esame finale di Kido, bene, meraviglioso. Himawari indurì i muscoli, piegandosi appena, concentrata sul suo nuovo, grosso, brutto e mortale bersaglio, una creatura dall'aspetto di un polipo, ma più brutto e incazzato, una sorta di creatura mitologica, un Kraken. Scosse la testa per schiarirsi le idee, si sentiva frastornata, sperduta, a dirigere un gruppo di shinigami, lontana dal suo unico punto fermo in quella battaglia.

 

*Forza, fagli vedere che sei una shinigami coi controcazzi, forza Himawari, sali in alto, verso di lui, sali, afferra l'irraggiungibile e stringilo forte, al suo fianco, devi ergerti al suo fianco*

 

Si concentrò sul terreno sotto ai suoi piedi, si piegò appena e scattò contro la creatura che gli ruggì in faccia, riempiendo di sputacchi disgustosi, ma lei non si fermò. La creatura cercò di afferrarla con un tentacolo spesso quanto il tronco di un salice, ma lei puntò il piede nel vuoto, trovando un appoggio invisibile per spingersi via da quell'obbrobrio. Levò la lama della falce e tagliò anche quel tentacolo. Fece un altro salto, alcuni shinigami lo stavano colpendo all'addome, altri tagliavano tentacoli, ma lei, stava puntando alla testa. Himawari strinse forte gli occhi e fece tornare la lama al suo stato naturale, la rinfoderó e si esibì in uno shumpo impeccabile, incombendo sulla testa della creatura come un angelo della morte, una mano tesa verso il basso, l'altra che teneva fermò il polso come se fosse stata un'arma, chiuse tutte le dita, tranne l'indice e il medio e prese la mira, contando la distanza tra lui è la bestia, attese ancora un po'di calando fino a poco meno di cinque metri dal Kraken

 

"Convergi, luce negli spazi di oscurità, Hadou 4, Byakurai!! "

 

Il raggio di energia sibilò nell'aria, nella direzione indicata dalle sue dita, calò fino a conficcarsi nella testa dell'hollow, trapassandolo fino a fare un buco nel terreno. Himawari gli si posò addosso come un passero sul ramo, il fiato corto, mentre la creatura si afflosciava a terra prima di scomparire, posandola a terra quasi con grazia. Alzò lo sguardo verso gli hollow rimasti, riprendendo fiato, si stavano convergendo tutti al centro, così anche lei corse in quella direzione, scacciando via il sudore dalla fronte, I muscoli doloranti, la stanchezza che cominciava a scivolarle sulle spalle come un macigno ingombrante. Era stanca ed emozionata, così ebbra del suo operato, che non vide una zampa fendere l'aria con un fischio, la sentì solo quando questa la raggiunse e le unghie le lacerarono un fianco, facendola gridare dal dolore. Aveva cercato di scostarsi all'ultimo istante,ma comunque l'hollow l'aveva presa e la shinigami perse l'equilibrio, rotolando a terra. Il senso di vertigine per quell'attacco improvviso e per l'adrenalina la fece quasi vomitare tutti i biscotti di Ukitake, mentre si puntellava sull'erba col gomito,l'altra mano a tenersi il fianco ferito, ancora stesa a terra, i muscoli dolenti la rallentavano di molto. In fatto di stamina, aveva concordato con se stessa che faceva schifo. La creatura che l'aveva colpita, scattò su di lei con un ringhio gutturale e spalancò le fauci orripilanti, famelico, sulla shinigami a terra. Himawari era su un fianco, aveva la lama rinfoderata, non sarebbe riuscita a fare nulla in tempo,non aveva una mano libera per attaccare con il Kido e a quella distanza ,avrebbe potuto staccare un braccio se avesse tentato di usare la sua katana. Imprecò,trattenne il respiro e chiuse gli occhi. Forse se la sarebbe cavata con un braccio in meno o con una brutta ferita, o forse…

 

Attese un dolore che non arrivò mai, né lo schiocco delle sue mascelle infernali addosso,nulla, solo silenzio ed il clangore di spade lontane. Sentì profumo di mughetto, poi il calore di un'ombra addosso a lei è quando aprì gli occhi, Ukitake dava le spalle all' Hollow che intanto, collassava a terra senza vita,svanendo in una nube di sabbia nera. In mano aveva le sue spade gemelle, la guardava preoccupato, mentre si chinava con una fretta quasi disperata su di lei. Cadde in ginocchio abbandonando le sue lame, con entrambe le mani la sollevò sulle sue gambe, un braccio avvolto dietro alle spalle per sorreggerla, l'altra era tesa sopra la ferita, ma ancora non l'aveva sfiorata, visto che c'era la mano di Himawari a coprirla. Si scoprì a sudare freddo, stavolta non per i suoi soliti problemi di salute

 

"Stai bene?? Fammi vedere"

 

La shinigami sembrava riprendere colorito, lo guardò negli occhi ancora sorpresa,poi tolse la mano e mise il broncio

 

"É solo un graffio"

 

 le dita del capitano si protessero per scansare la stoffa lacerata, i suoi occhi nocciola erano stretti in due fessure taglienti, concentrati su di lei, ciocche di capelli bianchi scivolano dalle sue spalle, sfiorandole il viso, ancora odore di mughetto nei polmoni

 

"Questo fallo decidere a me"

 

Asserì mentre al suo tocco, Himawari sussultò, il suo stomaco si rovesciò nel sentire il viso del capitano vicino al suo, il respiro di lui sulla fronte. Strinse i pugni e piegò il volto mordendosi il labbro, chiuse gli occhi cercando di respirare regolarmente, ma a malapena si ricordava come si respirava e non era per via della stanchezza o della ferita. Lo stesso capitano sembrava teso come una corda di violino, mentre si sbrigava a rialzarsi, aiutandola a sua volta a tirarsi su. Aveva la punta delle dita sporche del sangue di lei,  osservò il liquido scarlatto senza sorridere, ma poi sembrò rincuorarsi, guardandola mentre si scrollava via la polvere dalla sua divisa borbottando imprecazioni. Il fianco non le sanguinava molto, sarebbe bastata qualche benda ed una mezza giornata di riposo a sistemare il tutto. Portò una mano sull'elsa della spada, notando l'espressione serena del capitano, sicura che avrebbe ripreso a combattere senza altri strafalcioni.  Ma la voce di Ukitake la paralizzò di nuovo, lasciandola sgomenta a fissarlo , guardandolo come un parroco che aveva appena sentito una blasfemia in mezzo alla chiesa

 

"Bene, non è grave, é superficiale,ma la tua battaglia finisce qui"

 

Himawari lo guardò come se gli avesse rubato il portafoglio, sbattendo incredula gli occhi, scosse la testa contrariata, I pugni serrati mentre il piede pestava sul terreno

 

"No, col cavolo, capitano! "

 

Himawari si alzò testarda, la ferita le doleva e le irradiava leggere scosse lungo il fianco, ma di certo non le avrebbe impedito di terminare la battaglia. Per fortuna era riuscita a scostarsi quel che bastava per impedire all'hollow di colpirla in pieno, altrimenti a quest'ora, sarebbe stata impegna a raccogliere le sue stesse budella da terra. Ukitake però incombette su di lei, solenne, severo, incontrando però lo sguardo ostinato di lei, che intanto aveva ben pensato di rattopparsi la ferita con una fascia persa da qualche shinigami a terra

 

"Himawari!non discutere col tuo capitano"

 

"Voglio combattere con lei! Sto bene, non faccia l'ansioso per un graffio, lo ha detto lei! "

 

"Ma non voglio che tu ti faccia più male di così"

 

La ragazza fece un passo avanti, scosse il capo mentre si strinse forte guardando il capitano corrucciato, un sorriso le indugiò sulle labbra

 

"Lo sa, anche se me ne andassi ora, in futuro,mi farò male altre mille volte, capitano, ci saranno altre battaglie, dove stilleranno il mio sangue, ma é con quel sangue, che poi imparerò a non farmi fregare una seconda volta, la prego, voglio essere forte, non una codarda che si ritira, non posso ritirarmi al primo graffio, so che é in pensiero, ma deve lasciarmi andare, deve fidarsi di me,non mi farò fregare ancora, devo solo concentrarmi…ho sbagliato, mi sono fatta prendere dalla foga, tutto qui"

 

Ukitake rimase fermò a guardarla, pensoso, una goccia di sudore gli scivolò sulla tempia, la presa incerta sulle sue lame gemelle, serrò la mascella, un pensiero gli scaricò una scossa di paura e tristezza nelle viscere. Una malinconica comprensione gli serrò la gola, rendendo la sua voce un sussurro strozzato. 

 "Non voglio vederti andare via, ho paura, che se tu vai via, poi ti dimenticherai di me, col tempo, ti scorderai di controllare l'ora, magari arriverai che il latte si è freddato o forse non verrai affatto, io…"
 

La shinigami si gettò tra le sue braccia in una stretta impetuosa, le sue mani strinsero forte la stoffa bianca, come se fosse l'unica cosa a tenerla salda a terra

 

"Scemo!! Come può pensare una cosa simile?!Non vado da nessuna parte, capitano, non vado in un'altra dimensione, starò solo ad un paio di edifici da lei"

 

Il viso della shinigami era affondato nel petto del capitano, poteva sentirla tremare. Le sue braccia ai mossero incerte, tremanti,quando lentamente e quasi con timore, la strinse forte, piegando la testa su di lei.le labbra di Ukitake si posarono sui capelli di Himawari, che sussultò appena con un singhiozzo,stringendosi ancora più forte al suo haori

 

"Come può pensare che io tenga a lei così superficialmente dal dimenticarla? Lei é uno scemo,capitano… verrò a trovarla ogni volta che posso, potrà chiedermi di unirmi alle sue missioni quanto è quando vorrà, io non vado da nessuna parte, capitano, non dica sciocchezze, la prego, non abbia paura di questo, come potrei farle una cosa simile? "

 

"Himawari"

 

"Lei é e sarà sempre il mio capitano, la prego, non dubiti mai di questo"

 

La ragazza si allontanò dallo shinigami sciogliendo il suo abbraccio, si chino', raccolse le armi e gli porse le due lame gemelle con un sorriso
 

 

"Andiamo, capitano? "

 

Ukitake si sciolse in un sorriso, rincuorato dalle parole della shinigami, strinse le sue lame annuendo con fare deciso, era buffo, lui, il capitano più anziano del gotei, che chiedeva ad una studentessa di essere rassicurato. Quella ragazzina…perché aveva così tanta paura di perderla? O meglio, perché aveva paura di lasciarla andare per la sua strada? In fondo non se ne sarebbe nemmeno andata dal gotei, semplicemente, avrebbe lavorato principalmente per la sua divisione. Forse era solo un pensiero, un desiderio suo, egoista, voleva averla lui, per sé,voleva essere il suo capitano,la sua guida. Voleva vedere ogni giorno, quel sorriso solare, quel suo modo di fare, delicata e fatale, bella come pochi, voleva scoprire tutto di lei, tenerla al sicuro e vederla sbocciare. Ma quella era la sua vita, la sua scelta e lui doveva rispettarla. L'avrebbe comunque seguita, anche da lontano, anche senza toccarla, senza averla sua, lui voleva solo essere lì per ricevere un po' di di quel calore, da quel piccolo girasole che ai suoi occhi, era il suo sole. 

 

"Fai strada, Himawari"




 

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Capitolo 9
*** delicious ***


Scricchiola, scricchiola,

torre del Purgatorio,

che squarci il mondo

come la luce.

Trema, trema,

torre della spina dorsale,

a precipitare saremo noi o il cielo?

 

Era una mattina tranquilla a Karakura. Himawari e le sue amiche erano in giro per il centro della citta', era il compleanno di Rin e le tre avevano deciso di offrirle una bella scorpacciata di sushi dopo le lezioni, un appuntamento per sole donne, niente maschi,ovviamente, altrimenti di cosa avrebbero spettegolato?. Il locale era ampio, pieno di dragoni dipinti alle pareti, statue di giada sui banconi ed un laghetto di pesci rossi al centro, le sedie erano in realta' dei piccoli divanetti verdi in velluto e ci si poteva sprofondare dentro, probabilmente, Himawari si sarebbe addormentata mangiando.  Le tre ragazze avevano preso posto ed ordinato una gran scorpacciata di onigiri e ramen. Himawari addentò un trancio di sashimi al salmone, addentandolo come se non mangiasse da anni. Ringrazio si stava servendo della birra e Nanaho ponderava quale dei due onigiri sul suo piatto mangiare per primo, una mano chiusa a pugno poggiata sulle labbra, le sopracciglia corrucciate in un espressione pensosa e concentrata

"Dai, Nanaho, tanto devi finirli tutti e due o dovremmo pagare la multa! "

La incoraggiò Himawari mentre si serviva del tè verde bollente sulla sua tazzina di ceramica, Ringrazio la guardò incuriosita, non c'era un pasto dove la sua collega Shinigami non ordinava una tazza di tè verde caldo, nemmeno in estate

"Ma perché bevi sempre il tè? "

chiese incuriosita Rin, alzando un sopracciglio mentre con la punta delle dita toccava la teiera fumante

"Ho preso il vizio da Sosuke,lui dice che bere te' verde durante il pasto aiuta la digestione, non che...noi ne abbiamo bisogno, ma a lui piace...ehm! volevo dire! Non credo che il te' verde faccia tutti questi miracoli"

Tagliò corto lei soffiando sulla tazza imbarazzata, Nanaho non sembro' aver colto il senso della sua frase,fortunatamente. Nanaho si portò una mano tra i capelli color vinaccia, spostandosi una ciocca per appuntare poi dietro l'orecchio, I suoi occhi grigi guizzarono sulla Shinigami dai capelli rosa. Le sorrise intenerita, erano le uniche a trovare carina la loro relazione, le attenzioni che lui dava alla ragazza, ad alcuni potevano sembrare possessive, ma Himawari aveva spiegato loro il senso di solitudine che provava Sosuke senza di lei è non sembrarono obiettare. 

"Dopo ti va di andare a prenderci una bella cialda con gelato al parco, Rin? Offro io! "

Affermò Nanaho indicando la Shinigami sotto copertura con le sue bacchette, la festeggiata anni contenta e sembrò ingozzarsi con ulteriore foga, immergendo quasi la faccia nel suo ramen ancora fumante. Himawari sorseggiare il suo tè dopo aver terminato le sue portate, osservando le due amiche, pronta a dar loro una mano nel caso non fossero riuscite a terminare la loro porzione. Dopo aver pagato il conto all'omino sorridente del bancone, tutte e tre presero un biscotto della fortuna e si incamminarono lungo il marciapiede per raggiungere la prossima meta. Himawari andava avanti a tutte e due con passo spedito, tra le mani il biscotto appena scartato, lo aprì con uno schiocco deciso, dentro si palesò un bigliettino scritto in diverse lingue

"Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce"

Lesse ad alta voce ciondolando pensosa, poi lo accartocciò cacciandolo nella tasca della sua felpa azzurra

"A voi cosa é capitato? "

Rin lasciò cadere per terra il suo bigliettino scettica

"Il mondo é tuo… Classico"

Bofonchiò come se al posto di quella frase avesse letto una barzelletta di pessimo gusto, o forse, per lei lo era davvero. Himawari so chiese cosa avrebbe fatto una volta tornata alla soul society, da poco era entrata nella compagnia di Ukitake e probabilmente, anche se non voleva ammetterlo, era stata mandata in missione proprio da lui è non dai piani alti, come spesso le diceva durante le loro conversazioni sulla soul society


"Il mio… é vuoto.. "

 

Entrambe le ragazze si fermarono, voltandosi verso la ragazza col biglietto tra le mani,incuriosite. Himawari la raggiunse e  glie lo prese dalle mani  controllando se fosse stato piegato male o stampato con poco inchiostro, ma nulla, era totalmente bianco. La ragazza stava per porgerglielo di nuovo, quando il foglietto si macchiò di piccole chiazze rosso cremisi, quelle gocce schizzarono sul viso e sulle labbra di Himawari, lei le assaporare e sentì il sapore del ferro. Davanti a lei, Nanaho tendeva un braccio, gli occhi erano sgranati, puntati in quelli della Shinigami, in cerca di risposte, mentre il suo petto veniva perforato da una freccia fatta di pura energia celeste. Per un istante, il tempo si bloccò, le due ragazze smisero di respirare,mentre Himawari si gettava su Nanaho, per proteggerla da ulteriori attacchi. La ragazza si gettò a terra tenendola stretta tra le braccia, lei e Rin si guardavano intorno alla ricerca dell'aggressore. Entrambe si aspettavano di vedere le zanne e gli artigli di un hollow, ma  quello che videro ,fece gelare il sangue nelle loro vene. Tutti i civili, gli umani, stavano indicando un uomo, sopra alle loro teste, appollaiato su un palo del telefono come un falco sul trespolo, osservando le due con un sorriso famelico dietro ad un paio di occhialini da sole. Sorrise come una belva, il volto scarno, gli zigomi scavati ed appuntiti come lame, incorniciato da capelli ramati. Indossava un abito bianco con dettagli azzurri, più una divisa che un completo vero e proprio. Al petto aveva diverse mostrine appuntare, che scintillavano alla luce del sole. Quell'essere era… 

"Un'umano?.. " 

L'uomo scese dal palo, gli bastò uno sguardo per far svanire dalla circolazione i passanti in piazza,probabilmente stavano per chiamare aiuto, maledizione. Se fosse intervenuta la polizia, li avrebbe ammazzati tutti, dovevano fermarlo, subito. Himawari strinse forte Nanaho, una mano contro la ferita, la guardò disperata,il cuore che le marmellata nel petto

"Resta con me! Nanaho! Guardami! Va tutto bene, sono qui, va tutto bene! "

"Himawari…che…succede? "

L'uomo si avvicinò con una lentezza nauseante, in mano un arco senza frecce,bianco,emanava un'energia oscura,corrotta

"Sei un Quincy… "

Sussurrò Rin mentre prendeva dalla tasca una delle sue soul candy, ne ingoiò una mentre il suo corpo cadeva col sedere a terra prima di correre via al sicuro,mosso dall'anima artificiale. Himawari fece lo stesso, prese una caramella guardando la sua amica in fin di vita, la ferita era grave, troppo grave, nemmeno il kido avrebbe potuto salvarla, lei era… solo un'umana. Lei, stava per...
 Sentì una fitta al petto come lame ardenti, la bocca arida mentre bisbigliava, con la fronte posata su quella dell'amica, lacrime che piovevano sulla sua guancia

"Ti…ti voglio bene"

Mandó giù la pillola, il suo corpo scattó in avanti, il gigai della Shinigami si allontanò con Nanaho tra le braccia, Himawari la guardò, pensando che non l'avrebbe più vista respirare,che non avrebbe più riso con lei, pianto o non avrebbe potuto più starle accanto. Avrebbe lasciato un vuoto, bianco,come quel maledetto biglietto della fortuna. Il pensiero le trafisse il petto come una lama. Strinse il pugno sull'elsa della sua katana

"Schifoso figlio di puttana…."

Stava per fare un passo avanti, quando il Quincy la superò con uno scatto che sembró teletrasportarlo proprio in faccia a lei. Himawari stava per attaccarlo ma lui la superò, attaccando invece il gigai di Himawari. La spinse a terra e le due ragazze caddero. Il Quincy ghignò chinandosi sulla ragazza morente, conficcando un braccio nel suo petto, sollevando la sua anima per il collo.  Himawari si voltò di scatto, il sangue si gli mentre Nanaho, poteva vederla nella sua forma da shinigami
"Lasciala stare!!! "

Il Quincy annusó Nanaho, ma storse il naso contrariato, deluso, mentre con l'altra mano si premurava di tranciare la catena che la legava al suo corpo, non gli serviva, non era necessario, ma cazzo, se era divertente. 

"Tu non sei una Shinigami… tu non sei buona"

Una lama sibilò vicino al suo collo, costringendolo a mollare la preda, indietreggiando annoiato, gli occhi puntati su Rin, la Shinigami lo fissava adirata, con i suoi occhi bicromatici,mentre posava a terra l'anima di Nanaho terrorizzata. Guardó la sua amica e le sorrise, le mani le tremavano, ma la presa era salda quando di nuovo si voltò, gettandosi in un affondo,mancando però il bersaglio, che la afferrò per la gola, sollevandola come se pesasse nulla. L'uomo le leccò la faccia come per saggiare ed emise un gemito estasiato

"Ora sì che si ragiona..nice.."

Rin si dibatteva, tentando di calciare il petto del Quincy, che la allontanò da sé ridendo

"Lasciami, schifoso!! "

Il Quincy sembrava distratto, stava per fare qualcosa a Rin, che si sentì come se le sue energie le stessero colando di dosso come inchiostro denso, come se la sua mano fosse come una calamita e tutto il suo sangue stava virando verso di lui. Il Quincy sobbalzò, quando sentì il tocco di una piccola mano sulla schiena. Quella ragazzina, giusto, c'era anche l'altra ragazzina e cazzo, come aveva fatto a non accorgersene? L'aveva ignorata puntando al primo bersaglio che gli aveva fatto venire fame,invece, ora che si era concentrato sul suo odore...

"Hadō 31! Shakkaho!"

Una luce rossastra gli arse il fianco, bruciandogli la stoffa, ma prima che il raggio lo colpisse, il Quincy scattò indietro mollando la presa sulla ragazza che si tenne la gola tossendo, recuperando il fiato. Himawari estrasse la sua zanpakuto, guardando una Nanaho sconvolta alle sue spalle, la catena a pezzi, era morta? No, peggio ancora… era condannata. 

"Himawari, Rin.."

La Shinigami cercò di sorridere, mentre la sua lama diventava una falce di luce rosata, vibrando della furia della sua shinigami. Voleva rassicurarla, ma sapeva che non sarebbe andato tutto bene, non voleva mentire, ingannarla

"Mi dispiace tanto, Nanaho, mi dispiace…."

Sussurrò con la voce che le tremava, si voltò verso il Quincy che le sorrideva estasiato, si strinse forte, le gote arrossate e un rivolo di bava che gli colava dalle labbra, sembrava in uno Stato di pura estasi, fremeva nella sua divisa ancora immacolata. Indicò Himawari con un dito, mentre si alzava gli occhialini con due dita, i denti bianchi scintillavano

"Tu,devi essere… delicious!!"

La sua voce strideva come corde di un violino scordato,mentre il suo arco cambiava forma e diventava un paio di pugnali gemelli

"Voglio assaggiarti"

"Allora prendimi, pazzo pervertito"

La ragazza aprì le braccia indietreggiando sui talloni, guardando Rin con la coda dell'occhio, le fece cenno di raggiungere la sua anima sintetica, con la borsa, col cellulare, col numero di Aizen. La Shinigami sembrò intendere il messaggio e corse verso Nanaho che intanto era stata presa al sicuro dal gigai di Himawari. Il Quincy tentò di intercettarla, scattando in avanti con un movimento rapido, quasi impercettibile. Il volto contorto in un sorriso famelico, poi però, anziché incontrare la gola di Rin, la sua faccia trovò il dorso del piede di Himawari a salutarlo

"Dove cazzo pensi di andare…Hadō 58! Tenran!! "

Un vortice d'aria si sprigionò dalla sua gamba alla mandibola del suo avversario, invitandola a danzare. Il suo corpo roteó avvitandosi,mentre veniva scagliato via per una decina di metri. Himawari prese un respiro,insoddisfatta, e scattò contro di lui, incombendo sul nemico a mezz'aria, una mano tesa sopra al suo petto. Il Quincy sembrava sorpreso ed entusiasta allo stesso tempo, quell'espressione di pura goduria stampata su quel volto smunto. Himawari voleva strappargli la faccia a mani nude, ma prima, doveva atterrare lo stronzo. Doveva stare calma, non farsi prendere dalla rabbia, dalla fretta, doveva essere attenta, meticolosa, doveva, seguire un piano, per poter vincere, per poterlo ammazzare. Non doveva pensare a Nanaho, non poteva. Strinse il cuore insieme ai denti e pronunció con un grido di rabbia

"Hadō no 11! Tsuzuri Raiden! "

Il corpo del Quincy si scosse, avvolto da una scarica elettrica, la ragazza sorrise nel vedere quella sua odiosa smorfia cambiare da goduria a dolore, stavolta era lei, quella estasiata.  Sorrise piantando gli occhi in quelli spalancati dalla sorpresa del Quincy

"Ossa degli animali! Torretta sottile… Cristalli cremisi… Anello d'acciaio! Aumenta e diventa tempesta…Fermati e diventa cielo… Che la tua melodia guerrigliera si disperda nel mondo! Hadō 63! Raikoho!! "

Un raggio lo spinse con  furia selvaggia contro il cemento, la schiena sfondò la strada a causa dell'impatto, togliendogli il respiro dai polmoni. Quando la shinigami affondò la sua falce dove doveva essere il Quincy, trovò però il vuoto ad aspettarla. La lama si piantò nella strada, Himawari atterrò imprecando,le mani strette sull'asta, il sudore le imperlava la fronte, le bruciava gli occhi,le lacrime le appannavano la vista e fu costretta a cacciarle via col dorso della mano. Sentì un vento sferzare l'aria, accompagnato da un sibilo di ferro. La Shinigami si piegò in un arco perfetto mentre una lama le guizzava sotto al mento, ebbe la prontezza di parare una mano al fianco. Aveva combattuto a lungo con Ukitake e sapeva benissimo, che chi combatteva con due spade, di certo non si sarebbe limitato ad usarne una solamente

"Seki! "

Uno scudo le protesse il fianco dalla seconda sferzata, per fortuna se l'era ricordata, altrimenti, si sarebbe trovata una lama tra le costole. Lo scudo spinse indietro il Quincy che piantò i tacchi a terra per frenare, si pulì il sudore dalla fronte, la Shinigami davanti a lei era furibonda, strappò dall'asfalto la zanpakuto e sputò nella polvere

"Non solo hai ucciso la mia amica, l'hai condannata a diventare…"

Le parole le morirono in gola e di nuovo, si costrinse a non pensare a Nanaho,a terra, che la guardava combattere,confusa,spaventata,persa


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"io ti ammazzo!!"

 

Il Quincy spalancò le braccia, le lame gemelle scintillarono affamate di sangue, come il loro padrone, invitandola a danzare con lui. Un ghigno gli squarciò il volto già tirato in un'espressione macabra. Le sorrise lascivo e smargiasso

"Vieni, bambina"

Himawari scattò verso di lui, la falce stretta in mano, con un grido, tirando un colpo spiazzante che il Quincy schivò con un salto atterrando coi piedi sulla lama mentre Vibrava un fendente contro di lei. Con sua sorpresa,la Shinigami strinse i denti e mollò la zanpakuto per schivare la lama che stava minacciando di sventrarla, puntandogli il dito contro

"Shō! "

Il Quincy decise di incassare il colpo, indietreggiando dalla lama della ragazza che la fece roteare tra le dita con un ringhio infastidito mentre incalzava su di lui, tentando di colpirlo alle gambe. Il suo avversario dovette scattare indietro, parando gli attacchi con le sue armi gemelle. Ma la lama non menava fendenti normali, sembrava come se avesse attorno un'aura di energia che si protendeva verso la sua carne, era calda, ardente, letale se solo fosse stato troppo sciocco dal non spostarsi. All'improvviso,mentre lo subissava di colpi,la vide mollare la lama, puntare entrambe le mani a terra, le gambe si avvinghiarono alla staffa della falce e menò un altro fendente,ruotando a testa in giù, con la grazia di una danzatrice, prese lo slancio,tornò dritta con un salto spingendosi con le mani ed afferrò la falce, abbattendola su di lui con un grido . Il Quincy parò il primo assalto, ma non riuscì stavolta a scattare abbastanza indietro e la lama gli tagliò la divisa ed il petto, il sangue schizzò sul viso pallido della shinigami, che lo osservò indietreggiare. Il nemico riuscì a menare un fendente che tagliò la stoffa sul fianco della shinigami, ma non riuscì a tranciare la carne. Con un ringhio sommesso, si calò nella sua ombra comparendo distante da lei. La ragazza poteva vedere la coda di quel bastardo tra le gambe e la cosa la rallegró. Himawari piantó la punta della falce a terra, il fiato corto, il sorriso sulle labbra mentre ammirava soddisfatta il Quincy ferito, mentre incespicava, ansimava e per poco non cadde. Si leccò il sangue con la punta della lingua, sangue sulla neve

"Delicious… "

Il Quincy si tenne la ferita, il sangue scorreva sulla sua mano fino a terra in una piccola cascata cremisi, formando una pozza densa

"Tu… non va bene, devo mangiare di più… di più"

Sussurrò barcollando, con uno scatto, si voltò per cercare la Shinigami più debole, gli occhi dietro alle lenti spettavano alla ricerca del bersaglio. Quando la trovò,con un ghigno famelico, si scagliò contro Rin, che intanto era a terra, in lacrime, con il telefono tra le mani mentre cercava apparentemente di chiamare aiuto. Il corpo senza vita di Nanaho tra le braccia del Gigi di Himawari, la sua anima appoggiata a lei, terrorizzata, mentre lentamente cambiava, il buco sul suo petto, diventava più grande. Il Quincy tese una mano e la afferrò di scattò sollevandola. Inutile ,fu il suo tentativo di raggiungere la zanpakuto, la tenne per la gola, stringendo fino a toglierle il respiro, dal corpo della Shinigami che portò le mani su quella del nemico per tentare di fargli perdere la presa. Scalciava e si dibatteva come un pesce all'amo, ma non riusciva a liberarsi. Quando il Quincy aprì la bocca,uscì come del fumo, che scivolò verso la bocca aperta dell'uomo

"Prima mangio te… così diventerò più forte e potró mangiare lei.. "

Prese un "sorso"della sua anima,ma quando tentó di degustare il sapore, storse il naso,un'espressione confusa si dipinse sul suo volto. Non aveva sapore, era come se nulla gli fosse finito in bocca, eppure, c'è l'aveva tra le mani, poteva vederla, poteva toccarla, ma non assaggiarla, allora perché, era ancora affamato? 

"Quindi sei tu, l'avvoltoio che mangia i miei scarti"

Non era la voce della ragazzina, anche se proveniva dalle sue labbra. Era la voce di un giovane uomo, una voce calma, pericolosa. Sentì un dolore lancinante al fianco, solo allora, vide che stava tenendo per il collo uno Shinigami, il suo sapore, il suo odore, sembrava paradisiaco, avrebbe così tanto voluto mangiarlo, ma in quel momento, si sentì come il topo che desidera mangiare il serpente. Anche se era lui a trattenerlo, lo Shinigami lo aveva già infilzato prima che se ne fosse reso conto, incapace di soffocare l'avversario, che se ne stava tranquillo, sorridente, ad osservarlo. La voce di Himawari irruppe alle sue spalle

"Sosuke! "

Il Quincy tossì sangue, digrignando i denti rossi, serrando la presa sulla gola di Aizen, che non sembró curarsene

"Come hai fatto.. A… "

Aizen ignorò la domanda è sorrise languido,piego' il capo, non stava cercando nemmeno di liberarsi dalla sua presa, la mano stretta nella zanpakuto

"Ti avrei anche ringraziato per avermi liberato di quell'immondizia, ma con questo, hai superato il limite"
il suo avversario senti' il sangue scivolargli in gola insieme alla saliva, il dolore al fianco era lancinante ma non voleva ancora mollare la presa, qualcosa gli suggeriva, che se avesse mollato, sarebbe davvero stata la fine. Come aveva fatto ad ingannarlo? Aveva toccato, sentito la ragazzina dai capelli neri tra le mani, eppure, era stato fregato. Quello shinigami, di cosa diavolo era capace? Se lo avesse mangiato, se ci fosse riuscito...

"Il tuo odore… sei così… terribilmente, delicious…"

Era vero, era delizioso, ma se per lui sarebbe stata una dura sfida impadronirsi della ragazza dai capelli rosa, beh, lo Shinigami che ora aveva sotto mano era un abisso in confronto, non poteva vincere, doveva scappare. Alle sue spalle, le ombre ai suoi piedi si mossero,da quella pozza, come schizzi di inchiostro, ne uscirono due hollow mostruosi, simili a grossi vermi con una maschera al posto del muso, I denti come trivelle che puntavano non ad Aizen, ma alla Shinigami dietro di loro. Aveva capito,dal tono che lei aveva usato, che quello shinigami era molto importante per lei è sperò di cogliere quello che gli parve il punto debole del nemico. Le bestie tentarono di assalire Himawari. Il Quincy misterioso ghigno soddisfatto, sentendo lo shinigami ritrarre la lama. Pensò che si sarebbe semplicemente teletrasportato da lei, ma nel farlo, lo Shinigami si prese un trofeo. Senza un apparente movimento della spada, Aizen gli strappò via una mano,letteralmente,tranciandola con un movimento del polso come si staccava un'ala dal pollo. Come diavolo aveva fatto? Aizen si parò davanti ad un Himawari stremata, in ginocchio. Con un fendente tagliò i due vermi in due metà perfette, riducendoli in poltiglia ai suoi piedi. Si voltò verso Himawari che istintivamente aveva alzato uno scudo. Lo Shinigami sospirò rincuorato, nel vederla senza un graffio, si voltò con calma immaginando cosa avrebbe trovato. Il Quincy era, ovviamente,scappato. Himawari si alzò in piedi, aiutata da Aizen, rinfoderò la spada e con un tuffi al cuore, la Shinigami corse verso la vera Rin ed il corpo di Nanaho. Si fermò di fronte a loro col respiro che le incendiava la gola secca, cadde in ginocchio davanti alla sua anima, la strinse forte , ingoiando lacrime amare

"Mi dispiace Nanaho, mi dispiace.. "

Una maschera d'osso le aveva coperto il volto, il suo corpo stava mutando ma prima che la Shinigami potesse vedere la sua forma hollow, Nanaho fuggì via, scivolando in un Gargantua che aveva aperto istintivamente sotto ai suoi piedi, Himawari si trovò a stringere il nulla, mentre guardava in faccia una Rin atterrita, le lacrime piovevano sulle guance dei resti della loro amica, Himawari era immobile a stringere l'aria, le braccia ancora tese e tremanti, lo sguardo perso chissà dove

"Mi dispiace…mi dispiace.. "

"Vieni qui, girasole… "

Sosuke Aizen si sedette dietro di lei, le gambe dello Shinigami la avvolsero tirandosela contro il petto, le braccia le circondarono il corpo, posando la tempia contro la sua, la strinse forte a sé con un sospiro. Aveva permesso che quel disastro accadesse, era uno dei motivi per cui non amava farla legare troppo ad esseri fragili come gli Shinigami minori o peggio, gli umani. Non voleva farla soffrire, voleva risparmiarla da quella sofferenza, eppure, aveva ceduto sperando per lei in qualcosa di meglio, invece, aveva solo peccato di incoscienza. 

"Siete state attaccate di sorpresa, non hai colpa, sei stata forte,hai protetto Rin"

Rin singhiozzò  mentre i soccorsi arrivavano tentando inutilmente di rianimare Nanaho, I loro Gigai erano lì a gestire la situazione mentre Himawari, Rin ed Aizen erano a terra, in disparte, tanto nessuno li avrebbe visti. Himawari si era stretta al  braccio del suo compagno, la guancia contro la spalla, mentre cercava di elaborare la situazione in modo razionale, eppure, eppure.. 

"Era un Quincy… un fottuto Quincy, avrei potuto ammazzarlo…come faceva a tirare fuori l'anima da uno shinigami, la stava per bere come se fosse stata un grappolo d'uva"

Aizen si accoglie pensoso, le dita tra i capelli di lei

"Ha anche evocato degli hollow…"

"...voi, Shinigami! "

Tutti e tre si voltarono  di scatto, la mano di Aizen sfiorò la zanpakuto, ma non la estrasse, rimase ad osservare l'uomo che si era palesato alle loro spalle. Era un umano, dai capelli corti e bianchi, gli occhiali sottili e più o meno sembrava avere la loro età (apparente,ovviamente). Indossava abiti comuni, una camicia bianca con sopra un golfino in lana beige, jeans e scarpe in vernice nere completavano l'aspetto di quello, che però Aizen aveva percepito come una minaccia, soprattutto per un dettaglio: lui poteva vederli

"Credo di averne abbastanza di Quincy, per oggi"

Sibilo'  Aizen, facendo sobbalzare Himawari tra le sue braccia, la Shinigami guardó l'uomo davanti a loro e lui ricambio' la sua attenzione, noto'  il viso incrostato di sangue sul volto pallido di lei , quel dettaglio  lo fece sobbalzare, cosa era successo? Sembrava  confuso, allarmato

"Lo avete combattuto? Siete stati voi a ridurlo in quel modo? "

"Se parli di quel pazzo di un Quincy che ha ammazzato la mia amica, sì, ma avrei voluto fare di meglio, tipo ammazzarlo.. "

Il giovane uomo si trattò la nuca guardando con dispiacere la ragazza morta poco distante, sospirò scuotendo il capo

"Stiamo dando la caccia a quel folle, vogliate perdonarmi, se lo avete ferito, forse ci avete dato un vantaggio e ve ne sono grato… la mia famiglia non vede di buon occhio voi Shinigami, ma uno di noi ha fatto del male ad una persona a voi cara, perciò, sarei felice se vi uniste a me, alla ricerca del colpevole"

Aizen lo osservò inarcando un sopracciglio, prima di scoppiare a ridere, Himawari si sentì scombussolare a causa delle scosse del suo corpo,  il petto dello shinigami era preso da spasmi sotto alla sua tempia. Aizen cercò di riprendere fiato mentre tornava a guardare il quincy  con malcelata pietà e disprezzo

"Cosa ti fa pensare che ti aiuteremo? Quincy? "

Il giovane guardò le due ragazze, un cipiglio di curiosità gli fece inarcare un sopracciglio mentre piegava il capo sorridendo, un dito ad indicare Rin e Himawari, che  osservavano i soccorsi, mentre portavano via il corpo della loro amica con la coda dell'occhio, le labbra strette, il fuoco nei loro sguardi che chiedevano vendetta, i loro occhi arrossati dalle lacrime, i denti stretti per la rabbia. Erano shinigami, sapevano combattere, avrebbero di certo reso meno difficile la sua caccia, la ragazzina dai capelli rosa sembrava averlo ferito ed il tipo con gli occhiali gli aveva strappato via una mano come carta straccia,doveva assolutamente convincerli ad unire le forze, anche perche’, sarebbero stati ottime esche per attirare i quincy affamati, i ribelli, i folli che avevano sfidato la loro famiglia gia’ in bilico

"immagino che loro si vogliano vendicare "


NOTA: In questo capitolo, il quincy misterioso e' una mia invenzione, non c'e un personaggio simile nella serie, non volevo scrivere tutto di pari passo col manga ed ho provato a creare io un mio cattivo! Spero vi piaccia! 

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Capitolo 10
*** Spighe di grano ***


Il funerale di Nanaho fu celebrato a casa della sventurata ragazza, nella periferia di Karakura. C'era un sacco di gente riunita attorno alla bara chiusa, tutti vestivano dei colori del lutto, sembrava quasi di stare alla soul Society, in effetti. Alcuni parenti parlavano su come aveva fatto un fulmine a colpirla in quel modo, a ciel sereno, per di più.Dicevano che i passanti avevano visto una luce azzurra e poi la ragazza che si accasciava a terra ,un buco nel petto, morente. Le amiche sconvolte, si erano raccolte insieme a lei, quando arrivarono i soccorsi non seppero spiegare nulla, salvo il giovane moro che stava con loro. Con una calma impressionante,aveva spiegato tutto alle forze dell'ordine,un sorriso cordiale sulle labbra, come se la cosa non lo tangesse. La soul society, era stata prontamente avvertita,aveva lavorato sodo insieme al luogotenente, in seguito, per nascondere le prove, per cancellare la memoria a tutti gli umani coinvolti, rifiutandosi però di seguire i Quincy alla caccia al criminale. Ora per tutti, Nanaho era stata colpita da un fulmine in pieno giorno,dando ai mortali un nuovo mistero su cui curiosare, lontano dalla verità.

 

“è il ragazzo seduto nella terza fila?”

 

una parente alla lontana, bionda, con un abito succinto, sulla trentina, stava osservando Aizen da lontano,mentre sorseggiava del vino. Un sorrisetto da argenteria le spuntò sul volto,dimenticando il luogo in cui si trovava, la voce un sussurro impercettibile mentre lei ed un’altra sua amica che si era trascinata senza apparente motivo ,indietreggiavano all’angolo,cercando un pò di privacy. Gli occhi ora puntati su Aizen

 

“sì,credo sia anche lui un compagno di corso”

 

“secondo me senza gli occhiali sarebbe un gran figo…ci andiamo a provare? ”

 

"Non credo, guarda come le si é appiccicata quella tipa.. "

la giovane incrociò le braccia al petto, pensosa,un velo di malizia e cattiveria le scivolò negli occhi e dalle labbra come veleno, un sorriso da volpe snudò i denti bianchi in un ghigno beffardo
 

"Non credo stiano insieme, dai é bruttina é paffuta, lei…"

 

La ragazza si voltò sentendo la voce della madre gridare (a bassa voce) il suo nome

 

"Siamo ad un funerale! Smettila di farmi fare figuracce"

 

E mentre la  genitrice della ragazza la prendeva per le orecchie tirandola via da quell’angolino per finire di rimproverarla,altri umani piangevano,mentre arraffavano i dolcetti in offerta sul tavolo, un classico dei funerali. La casa di Nanaho era stata addobbata di sue foto incorniciate di nastri rossi e c’era un grande altare colmo di fiori,riempivano quasi tutta la stanza. Il  loro profumo si mescolava all'incenso che saliva  lento verso il soffitto, davanti alla foto della ragazza. La cenere cadeva su un vassoio a terra e Himawari non aveva fatto altro che fissare quello durante tutto il discorso della famiglia,ne avevano cambiati sedici e lei li aveva contati tutti. Sedeva su una scomoda sedia in legno scuro, dietro di loro, insieme a qualche altro compagno di corso, di fianco a lei, Rin e Aizen. La ragazza dai capelli neri si soffiava il naso cercando di non fare troppo rumore, le lacrime le avevano arrossato gli occhi, il suo corpo era rannicchiato contro lo schienale della sedia come se questa l’avesse voluta assorbire. Himawari aveva pianto tutto il giorno, il trucco le aveva sporcato gli occhi di nero, inutili i tentativi di Aizen di mandar via il kajal che colava, con un fazzoletto. L’inchiostro aveva disegnato due linee nere lungo le guance, rosse di pianto, gli occhi erano arrossati come quelli di Rin, ma con le iridi di quel colore, sembravano due voragini di sangue. Aveva le labbra dischiuse, le dipingevano sul viso un’attonita incredulità . Le mani stringevano forte quella di Aizen fino a sbiancare le nocche,cercava di non farle tremare,ma non ci riusciva. Non aveva mai visto morire qualcuno che amava, non aveva mai pensato che sarebbe successo, non avrebbe mai desiderato vivere una cosa del genere. Nanaho era morta, andata, non l'avrebbe più rivista, era una mortale e sarebbe comunque successo, ma in quel modo, no, non era naturale, non era giusto. Fino ad allora aveva vissuto bene, al sicuro. Nel suo mondo,  c'erano solo due persone che contavano:  Sosuke ed Ukitake, erano entrambi dotati di grandi poteri e non le era mai passato per la testa che avrebbe potuto perderli

 

eppure…

 

La ragazza si scosse dai suoi pensieri con un sussulto, quando quel pensiero le inchiodò il cuore al costato, Aizen la sentì tremare sotto alle sue mani, libero la mano dalla sua stretta, invitandola ad allentare la presa, promettendole l'altra mano, che lei prontamente afferrò come un camaleonte con la Mosca. Con il braccio ora libero, le circondò le spalle stringendola contro il petto,le baciò i caspelli con un sospiro, guardandola poi pensoso ed apprensivo

"vuoi andare fuori?non voglio vederti così..."

se c'era una cosa che odiava, era sentirsi impotente,davanti a qualcosa che non era riuscito a controllare, gestire,manipolare. Avrebbe voluto salvare quella ragazzina, avrebbe voluto strappare più che una misera mano a quel quincy, avrebbe voluto non vedere le sue lacrime


"È colpa mia, non me ne sono accorta…é colpa mia, l'ho fatta prendere…"

Rin si soffriò di nuovo il naso posando la mano libera sul suo fianco, mentre la Shinigami affondava il viso nella giacca di Aizen, persa nei singhiozzi.La mano di lui arrotolata contro il petto

"Non é colpa tua Himawari, si sapeva nascondere bene, nemmeno il luogotenente Aizen lo ha sentito.. "

Aizen annuì

"Ha ragione, hai fatto un buon lavoro"

Lei strinse i denti forte, scuotendo il capo

"Avrò fatto un buon lavoro quando vedró la sua gola sorridermi" 

Sussurró lei, facendo sospirare Rin, Aizen sorrise appena posandole un bacio sulla testa, sussurrandole qualcosa che Rin non riuscì a sentire, ma fece calmare un po' la shinigami che smise di scuotersi, ma non si staccò da lui nemmeno per un istante. La cerimonia terminò e i tre raggiunsero i genitori di Nanaho per porgere loro le condoglianze. Aizen andò per primo, fece un inchino e disse due parole che fece sorridere in mezzo alle lacrime i due genitori col cuore a pezzi,rincuorati. Himawari strinse loro le mani, ingoiando le lacrime

"Vi voleva tanto bene, era davvero felice insieme a voi,siete dei bravi ragazzi"

Himawari annual stringendo forte le labbra

"É stato un onore essere sua amica,mi dispiace così tanto..non sono riuscita a fare nulla…non sono riuscita… "


salvarle

L'anima

 

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Pioveva quel giorno, era una giornata che a Himawari sarebbe piaciuta molto, ma non era affatto dell'umore per godersela con un buon libro ed un tè caldo, accanto ad Aizen. La finestra era aperta e passava un'aria leggera, fresca, che profumava d'autunno. Le foglie cadevano a terra dagli alberi tinti di arancio, rosso e giallo. La casa era illuminata di colori caldi, i colori della sera . Aizen era a braccia conserte di fronte ad una Himawari sconvolta,confusa. Aveva raggiunto la ragazza nella sua forma da Shinigami, il volto contratto in una smorfia infastidita, la spada al suo fianco, mentre la guardava da dietro gli occhiali

"Non puoi venire, Himawari, resta con Rin, la soul society ha chiesto espressamente la mia presenza, tu devi riposare, devi riprenderti.. "

Himawari lo aveva fissato per un lungo momento, poi,senza dire nulla, si voltò e cominciò a girare per casa arraffando cose e borbottando parole incomprensibili. Stava già preparando lo zaino, aveva afferrato un foglio e scritto ogni dettaglio sulla cura della casa per la sua anima sintetica. Aveva messo delle bottiglie vicino alle piante con uno spago di lana per far loro l'acqua in sua assenza (non si fidava di Sunny per quelle cose, era un'anima molto scordarella, ma era una brava anima) . Scosse la penna ormai finita e la lanciò nel cestino con un ringhio esasperato,Aizen la seguì in silenzio,sospirando di tanto in tanto, cercando invano di richiamare la sua attenzione

“Himawari…”

"Starò dal capitano Ukitake! Lui ha una stanza per me, non voglio stare con quel cretino fannullone di Shinji! Il capitano ha detto che se avessi avuto bisogno io.. "

“Himawari”

tentò di chiamarla di nuovo, la voce un pò più alta

“le lezioni le farà la mia anima sintetica…deve anche andare dal dentista ma non sarà un problema se non vado, ho solo una piccola carie”

All’improvviso il palmo di Aizen si abbattè sulla scrivania vicino al quaderno di Himawari. Inutile dire che il tavolo cadde in pezzi,lo shinigami aveva scordato di essere nel suo Gigai. Sosuke Aizen aveva preso una decisione,era andato troppo oltre. Avrebbe voluto portarla con sè, ricordava le sue parole, le sue promesse, ma quella ragazzina nella bara, per un attimo, aveva visto lei, in quella bara. Il suo piano, il suo sogno,comportava un prezzo, un rischio e lui non voleva far correre quel rischio ad Himawari. Cosa avrebbe fatto la soul society alla sua compagna se avesse fallito? 

 

una bara aperta

profumo di incenso

capelli come petali di ciliegio su cuscini di seta

 

Lo shinigami si scosse dai suoi pensieri serrando i denti. Cos’era quella sensazione, quel freddo nelle viscere,quel panico che gli scioglieva lo stomaco in una pozza calda. L’idea dib fallire, l’idea di perdere l’idea di perderla,vederla soffrire per causa sua,per averlo seguito in quella follia, in quell’abisso…quella era…

 

paura?

 

"Non devi assolutamente venire"

 

La voce di Aizen sembrò diversa dal solito, la ragazza si bloccò e si voltò con una lentezza meccanica,sembrò bun rimprovero, la sua voce fu come un tuono,ma dentro lei vi percepì esitazione,un tremolio

 

"Sosuke… "

 

lui si scusò per il tavolo, aiutandola a recuperare i libri a terra ed i pennarelli volati in aria. Si chinò insieme a lei, raccogliendo quel che poteva, avrebbe rimediato comprandole una nuova scrivania, una volta finite le sue faccende alla soul society. Si soffermò con una gommina a forma di coniglio Chappy tra le mani,sospirando

"C'è stato un problema, non voglio che ti stanchi più di così, ne hai passate troppe"

La Shinigami impallidì, la penna che stava raccogliendo, era stretta nella mano e quasi si spezzó. Gli occhi saettarono sullo Shinigami come se fossero Stati in grado di affermarlo concretamente

"Che… cosa é successo"

Scandì lei con la voce che le tremò per un attimo. Aizen sospirò massaggiandosi la nuca

"Il capitano Ukitake sta bene?? "

Lo shinigami annuì


"Certo, non riguarda lui, è più un nostro problema interno, nulla che ti farà stare male, ma ci saranno un sacco di scartoffie e presenze in tribunale, quindi voglio che tu stia qui, se non ti fidi ti faccio venire a salutare personalmente dal capitano, ma anche lui é favorevole a lasciarti qui, con Rin"

 

"Ma, Sosuke,io, non voglio che tu debba fare tutto da solo,potrei darti una mano, sto bene! "

Lo Shinigami le accarezzò la testa, la mano scese fino alla nuca costringendola a guardarlo, il suo tocco era gentile, i suoi occhi fissi su quello della ragazza, la imploravano però di ascoltarlo. La shinigami si perse in quegli occhi nocciola,malinconici,profondi come voragini dei colori dell’autunno

"si tratta solo di una settimana, ok? E no, non stai bene…devi riposare, vorrei essere qui con te, ma non posso dire di no stavolta"

Himawari abbassò lo sguardo, ma lui le prese il viso con la mano sollevandola di nuovo. La shinigami si morse il labbro nervosamente quando lui la fissò come per cercare il suo consenso.

"Va bene…" 

sussurrò infine rassegnata. Sosuke si chiama su di lei, la sollevò di peso e le stampò un bacio sulle labbra, passando per un'istantanea la punta della lingua, come per assaporarle, si strinsero a lungo, in silenzio. Erano decenni che stavano insieme, da quando si erano conosciuti all'Accademia, non erano,mai stati lontani per così tanto tempo e la cosa sembrava strana e difficile da gestire anche da Sosuke, soprattutto sapendo di lasciare Himawari ancora scossa dai recenti avvenimenti. Aveva parlato in privato con Rin, si era assicurato la sua fedeltà e aveva promesso che si sarebbe presa cura di Himawari, ma nonostante tutto, faticava a nascondere la sua apprensione. Ma non poteva portarla così sé, se avesse fallito, se avessero scoperto tutti, lei avrebbe combattuto per lui è in quelle condizioni, sarebbe stata spacciata contro l'intero gotei. Ora, spettava a lui tornare a casa sano e salvo dopo quello che aveva in mente. La voce di Himawari lo scosse dai suoi pensieri, gli aveva preso il viso tra le mani, strizzandogli le guance fino a fargli avere un’espressione buffa

"ma promettimi che tornerai tra una settimana, se ritarderai anche di mezz'ora, verrò personalmente a cercarti.."

Aizen le sorrise, come era suo solito fare, ma a differenza degli altri, il suo sorriso arrivo’ anche agli occhi

"Va bene.. "

“ti amo, Sosuke, se avrai bisogno di me, ti prego, non esitare a chiamarmi. Non mi importa quanto sia ferita, quanto faccia male il cuore, io per te, sarò pronta a stringere la mia spada ogni volta che ne avrai bisogno"

 

Sosuke sobbalzò appena, lei sorrise tirandolo a s'è, premendo le labbra sulle sue, poi si mise sulla punta dei piedi, la mano sulla nuca lo invitò ad avvicinarsi e lei se lo strinse forte, aggrappandosi allo Shinigami, posò la tempia contro il suo collo, poi vi posso un bacio

 

"Per te, sarò sempre abbastanza forte, per starti vicino"

Aizen rimase in silenzio, poi lo sentì annuire, la sua presa si fece più forte, sembra aggrapparsi alla Shinigami, la ragazza si chiese quali pensieri affollassero la sua mente, se mai un giorno, glie lo avrebbe mai confidato. Lo Shinigami respiro il suo profumo, affondando il viso nell'incarico del collo di Himawari. Per un'istante, Himawarinlo sentì così fragile, dal dover stringere ancora di più quell'abbraccio per paura di sentirlo cadere a pezzi 

"Ti amo anche io, Himawari… non preoccuparti, tornerò prima che tu te ne accorga"

"Promesso? "

"Promesso.. "

 

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"Himawari non sono passate nemmeno ventiquattro ore!! "

 

La Shinigami dai capelli neri era seduta sul letto matrimoniale della stanza di Himawari, che da un giorno era anche il suo letto. La osservava coi suoi occhi bicromatici con apprensione, mentre Himawari andava avanti e indietro davanti ai piedi del letto, tartassando di morsi le unghie quasi sanguinanti

 

"Che cosa starà facendo? Sarà nei guai? Perché non mi ha portata, non mi ha mai nascosto nulla, sono decenni, decenni che stiamo insieme, capisci?? "

 

Rin sospirò scendendo dal letto ed avanzando verso l'amica e collega che intanto sembrava aver quasi scavato un solco sul pavimento. Le mani tra i capelli in uno Stato di puro panico

 

"Non so cosa fare senza di lui, cosa faccio?? "

 

Run la raggiunse e la afferrò saldamente per le spalle scuotendola

 

"Come cosa fai?? Andiamo a prendere un gelato, alle giostre, andiamo al cinema! Tutto quello che ti pare! Ma ti prego, usciamo da qui, amo le tue piante, I tuoi peluche (non ce lo vedrei mai il luogotenente Aizen dormire con dei peluche) ma ora devi uscire! Vedrai che starai meglio! "

 

La sua affermazione non chiedeva risposte o repliche, la prese quasi di peso e la portò davanti all'armadio, aprendo le ante con uno scatto deciso, indicandole i suoi vestiti,passando la mano tra le gonne e le maglie appese come per metterle in mostra

 

"Scegline uno, mettilo e usciamo! "

 

Himawari sospirò, non poteva andare alla soul society of Sosuke le avrebbe tirato le orecchie, non poteva stare a casa o Rin sarebbe impazzita con lei che si lamentava tutto il tempo, uscire, distrarsi, era la sua unica opzione

 

"Ok, ok… "

 

Prese dall'armadio un abito bianco stile marinara a maniche lunghe, con dettagli bianchi, indossò un paio di calze color carne ed indossò le sue ballerine con cinturino in finta pelle nera che di solito usavano le ragazzine del liceo, prese il suo zaino, sospirò e decise di seguire Rin fuori di casa,trascinando di peso I suoi pensieri. Raggiunsero il centro città a piedi, tenendosi per mano. Rin osservò Himawari con la cosa dell'occhio, la vedeva in pensiero, il suo viso corrucciato, gli occhi sul marciapiedi. Era la compagna di uno degli Shinigami più promettenti del gotei, anche lei, l'aveva vista in azione ed era una furia cieca quando si arrabbiava. Aveva combattuto come una furia, ora invece, sembrava un gattino bagnato, spaurita, insicura, fragile. Le strizzò la mano fermandosi davanti ad un negozio di bubble tea

 

"Eh, Himawari, ascoltami, Sosuke starà bene, non devi preoccuparti, é alla soul society, cosa vuoi che gli succeda? "

 

"Non lo so, ho paura che si senta triste là da solo, gli ho promesso che gli sarei stata accanto, se avesse problemi? Se Shinji gli-"

 

Uno schiaffetto volò sul volto della ragazza, Rin era davanti a lei, la mano ancora alzata, non aveva colpito troppo forte, ma Himawari la guardò sconcertata tenendosi il volto con una mano,offesa,ma non riuscì a replicare, poichè la shinigami dai capelli neri incalzò di nuovo, le mani contro i fianchi e l'aria di chi non ammetteva repliche

 

"Se é voluto andare solo é per io tuo bene! E come tu non vuoi che lui sia triste, lui vuole lo stesso per te, quindi sorridi e andiamo a bere un bubble tea! "

 

Himawari era ancora immobile, poi però le sorrise dolcemente 

 

"Ok.. "

 

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Himawari stava Sorseggiando il suo bubble tea, osservava distratta le foglie dell'albero alle spalle di Rin, le foglie cadevano sull'asfalto, sul marciapiede, creando unntappeto di colori vivaci, come i colori che aveva alle spalle il capitano Ukitake quando era andato da lei a "rimproverarla", si chiese se anche lui stesse bene, masticando una perla di tapioca, mentre cercava di tenere il filo del discorso di Rin

 

"Insomma, Mayuri é uno Shinigami particolare, ma a me affascina, sai? "

 

"Siete nella compagnia del capitano Urahara, giusto? "

 

"Si! Lui ne é ossessionato, sogna di diventare capitano, pensa che è riuscito a ridare la vista al mio occhio! "

 

La Shinigami sobbalzò

 

"Non lo sapevo! Pensavo fosse una cosa naturale la tua! "

 

"No, mi ha aiutata lui… é stato, gentile, dolce"

 

"Mayuri?? "

 

Rin arrossì vistosamente, grattandosi il mento con la punta dell'indice, imbarazzata, il bubble tea che si raffreddava tra le sue mani, le gote rosse, guardava altrove per l'imbarazzo. Nessuno le aveva mai chiesto dei suoi interessi in amore, anche lei in fondo, era stata una shinigami piuttosto riservata

 

"Eh già…lui é, gentile con me, carino, magari gli chiederò di uscire… uno di questi giorni, dopo che il luogotenente Aizen sarà di ritorno"

Himawari strinse tanto il suo bubble tea che per poco non esplose

"Certamente! Devi! "

 

Himawari riprese a guardare l'albero distrattamente, quando notò delle strane foglie muoversi in modo animali, foglie dorate? Una scia di foglie dorate? No… erano capelli,lunghi capelli, biondi come spighe di grano. Un giovane uomo stava camminando verso l'altro lato del marciapiedi, non riuscì a cedergli gli occhi, ma la sua divisa, era Inconfondibile. Avanzava indisturbato, un mantello gli copriva le spalle per nascondere una spada, probabilmente molti lo avevano preso per cosplayer, altri lo guardavano come rapiti dagli occhi che non riusciva a scorgere. 

 

"Himawari, tutto ok? "

 

La Shinigami si scosse come se le avesse dato un'altro ceffone, la guardò cercando di mantenere la calma, pensare, doveva pensare e starsene ferma con le mani in mano non era nemmeno considerata un'opzione

 

"Vado al bagno, torno subito".

"Ti accompagno? "

 

Lei scosse il capo alzandosi di scatto,sorrise smagliante, poi ridacchia imbarazzata

 

"Tranquilla! Faccio subito,non riesco se c'è qualcuno nel bagno"

 

Rin ridacchiò prendendo un biscotto dal piatto, lo addetti ed annuì alla ragazza con una risatina sommessa. Himawari si congedò, avviandosi a passo di marcia verso il locale, poi nel bagno. dove si chiuse nella cabinetta col chiavistello. Non badò a nessun dettaglio di quel bagno, dei quadri appesi, delle mattonelle di un azzurro cielo che parevano quasi brillare, I lavandino in marmo con conchiglie incise sopra, le sarebbe piaciuto quel bagno, ma aveva altro a cui pensare. Prese la sua soul candy e la sua anima scivolò via dal Gigi, lasciandolo alle cure di Sunny. La Shinigami la prese per le spalle, guardandola cauta

 

"Fai come se nulla fosse, comportati da me, fai la malinconica ogni tanto e non dire, assolutamente nulla, ok? "

 

Se avesse chiesto aiuto a Rin, probabilmente le avrebbe detto di stare ferma o se l'avesse aiutata, si sarebbe fatta male per un suo capriccio, nessuno dei due casi le sarebbe stato utile, quindi decise di andare da sola. Uscì dalla finestra, ricordando la strada che il biondo aveva imboccato. Si guarda attorno, cercando la sua figura slanciata ed elegante. Non ci volle molto a trovarlo, si stava dirigendo al parco, fuori dalla città, da solo, in un silenzio troppo sospetto. Lo seguì col cuore in gola, da sopra i tetti, era sicura di averlo sott'occhio. Quel camerino era proprio ad una decina di metri da lei, lo puntava come un gatto col topo, eppure, scomparve. Gli bastò un battito di ciglia, un respiro e lui era sparito. Himawari si morse le labbra e le premette forte, trattenendo un'imprecazione. Era uno di loro, un Quincy, ma Ishida non aveva mai parlato di alti Quincy al di fuori della sua famiglia, aveva assistito a diverse riunioni in passato con loro, ma lui non c'era mai. Era un Quincy, ne era certa, sentiva la sua energia scorrere nelle sue vene, quell'uomo non era umano, non del tutto. Si accivacció vicino alla panchina del parco, osservando le foglie che cadevano, a formare a terra un tappeto d'oro e rame. Poi arrivò la puzza, un'odore nauseante che la fece scattare ib piedi, un'ombra la stava sovrastante, poi le ombre divennero molte e davanti a lei, vi erano due uomini, due quincy. Entrambi avevano i capelli rasati, uno coi capelli rossicci e l'altro moro. 

 

"Ciao, bambolina.. "

 

Non c'era il Quincy al quale Aizen aveva staccato una mano, ma la loro ombra era nera come la sua, viva, affamata. Degli hollow emersero dalle pozze nere ai loro piedi, decine, mentre i Quincy la guardavano come se fosse stata un pollo al girarrosto. La Shinigami prese la Zanpakuto

 

"Mieti, Kohime! "

 

Scivola di lato, aiutata dalle foglie umide a terra, per evitare due frecce che si conficcarono nella panchina, strinse la Zanpakuto mentre con un dito puntò uno di loro

 

"byakurai!! "

 

Un raggio centrò un pieno due Hollow che il Quincy sembrò utilizzare come scudo, prima di schivare il raggio ormai indebolito. L'altro intanto stava per attaccarla alle spalle, scattando come una molla, gli hollow che gorgogliavano dalla sua ombra e si gettavano sulla Shinigami con fuggiti famelici e le zanne snudate. Himawari ne dovette abbattere un paio per aprirsi una via di fuga, ma questa venne bloccata dal Quincy dai capelli rossicci

"Sembri deliziosa... "

Afferrò la ragazza per i capelli, spingendola a terra, Himawari grado dal dolore cercando di divincolarsi, scacciando, ma lo Shinigami non riusciva a liberarsi dalla sua presa, nemmeno quando la sollevò da terra, seguito dal suo compagno. Si levarono in aria, la ragazza tenuta prima per i capelli, poi per la gola. Maledizione, pensò stringendo le mani attorno al polso del Quincy, il respiro veniva a mancare, la testa le vorticava, il cuore batteva come un pazzo. Gli occhi rossi del Quincy scintillarono da dietro un paio di occhiali da sole rotondi e troppo piccoli rispetto al suo viso, un sorriso selvaggio gli reforms il viso

"Chi… cazzo… siete"

uno dei due rise cupo, la sua energia trasudava corruzione ed oscurità, il cuore di Himawari tremò quando strinse la presa, sentì freddo nelle viscere, la voce del quincy nelle orecchie,un sussurro che aveva qualcosa di demoniaco

"Noi? Siamo gli Jäger e presto… divoreremo tutti voi, compreso…Aizen Sosuke.. "

"Sosuke…? Cosa...non..."

Giusto, Sosuke, Aizen Sosuke. La fretta, la rabbia, la sete di vendetta, l'avevano fatta cadere in fallo, era una stupida irresponsabile. Ukitake aveva ragione, doveva controllare i suoi dannati istinti, doveva pensare, ragionare e invece, la rabbia l'aveva divorata insieme alla sua fedele amica fretta ed eccola lì, mentre il Quincy le rifilava un pugno nello stomaco facendole quasi vomitare il pasto. Le prese la faccia con una mano, l'altro si avvicinò altrettanto famelici, aprì la bocca mentre sentiva come se la stesse risucchiato, come se la sua anima, la sua essenza, le stesse scivolando via dal petto, lasciando solo freddo,paura, terrore

 

"So…Sosuke.. "

 

Chiuse gli occhi, mentre alle sue spalle, un Quincy veniva decapitato, la sua testa ancora con un'espressione di pura estasi dipinta per sempre sul suo volto. L'altro imprecò, sentì che aveva mollato la presa, ma ancora non riusciva ad aprire gli occhi. Si sentì cadere, poi di nuovo afferrare, sollevare, prendere in braccio. Istintivamente portò le braccia attorno al collo del suo salvatore, aveva un buon profumo, di lenzuola pulite e di estate. 

 

"Sosuke?... "

 

Quando trovò di nuovo le forze per aprire gli occhi, non vide Sosuke Aizen, no, vide capelli dorati come spighe di grano che le solleticavano il viso. Quando si spinse indietro, vide il volto del suo salvatore, del Quincy che stava seguendo e capì perché tutta quella gente, non aveva visto la lama al suo fianco. I suoi occhi, Dio, quegli occhi. Erano verdi mescolati al giallo, come foglie trapassate dal sole, come Ali di falena della luna. Il Quincy la osservava con un sorrisetto tiepido, le ciglia bionde nascosero per un'istante quegli occhi, che avevano lasciato senza fiato la giovane Shinigami. La sollevava con un braccio, l'altra mano stringeva la spada,gocciolava sangue e liquido nero come catrame. Himawari aveva posato le mani sulle sue spalle, guardandolo allibita

 

"Come al solito non ascolti mai, Himawari…"


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Capitolo 11
*** la caccia ha inizio ***


"Se io fossi pioggia

che riesce ad unire cielo e terra

divisi in eterno

potrei riuscire ad unire due anime

allo stesso modo?"

 

Verde, ad un tratto, il mondo si era tinto dei colori dell'estate, del grano, delle ali delle cavallette. Himawari rimase immobile, le mani puntellavano sulle spalle del Quincy che la teneva sollevata con un braccio sotto al sedere a sostenerla come un passero sul trespolo, la spada nell'altra mano. Lo guardò a lungo, chiedendosi se fosse stato un sogno, lo fissò frastornata, incantata da quegli occhi affilati e limpidi come due pozze d'acqua

"Cocciuta come dicono, Himawari"

Quelle parole le diedero lo schiaffone che le serviva per tornare coi piedi per terra, la voce dell'uomo le fece sbattere gli occhi stralunata. Sobbalzò scuotendosi dal torpore di quell'immobilità che per un attimo li aveva avvolti, mentre i corpi dei Quincy cadevano a pezzi ai loro piedi. La Shinigami si divincoló rossa in viso

"Eh!!!mollami!!che-che diamine?? "

Il Quincy la lasciò andare senza aggiungere altro, osservandola posarsi al suo fianco, in mezzo al nulla, senza battere ciglio, imperscrutabile. Himawari alzò lo sguardo ora che era finita coi piedi "per terra" (Dato che erano ancora in aria, non so se sia la descrizione migliore) strinse la mano sull'elsa della sua Zanpakuto, guardandolo cauta, imbarazzata, arrabbiata e confusa allo stesso tempo, si chiese che espressione avrebbe visto se si fosse guardata allo specchio. I muscoli si tesero, pronta a scattare ad ogni singolo movimento sospetto dell’uomo di fronte a lei 

"Come sai il mio nome? Chi cazzo sei? "

"Voi Shinigami, sempre così volgari, da quelle belle labbra speravo uscissero parole più dolci.. "

"Ti ho chiesto chi sei.. "

Incalzò la ragazza, ignorando il suo commento, corrugò la fronte, piegandosi appena come pronta per scattargli addosso, il pollice sollievo la guardia della spada

"Non te lo chiederò ancora, conosci il mio nome, sei in vantaggio su di me" 

Sussurrò ancora in guardia, i muscoli tesi. Sentiva l'energia di quel Quincy, era forte e probabilmente nemmeno si stava mostrando per le sue vere capacità. Il giovane sorrise serico, piegò il capo. Dopodiché,si raddrizzò e si esibì in un fendente perfetto, elegante, che tagliò l'aria liberandosi del sangue sulla lama prima di rinfoderare

"Sono stato informato del tuo interesse a dare la caccia agli Jaeger. Sei un po' avventata però, come mai tutta da sola? mi avevano detto che eravate in due…"

"Non sono affari tuoi… Cosa vuoi?? "

Il Quincy tornò serio, guardando la ragazza con gli occhi socchiusi,si mise dritto con la schiena ed  incrociò le braccia al petto dopo aver sistemato il berretto con visiera che portava lo stemma dei Quincy. Era alto come Sosuke Aizen, simile nei suoi movimenti, sembrava avere la sua stessa grazia, era all'apparenza, il principe per cui le ragazzine cadevano in ginocchio adoranti. Himawari fece un passo avanti, chiedendosi come avesse fatto ad intercettarla, come si era permesso di darle dell'avventata, se nemmeno la conosceva? Sembrava gentile, ma in quel sorriso vedeva anche sbruffonaggine. Il Quincy stava per rispondere, quando ammutolì di colpo, la mano tornò sulla lama, era calmo, ma in guardia. La Shinigami si voltò nella sua stessa direzione, vide una nuvola nera. No, non era una nuvola, era uno sciame…un fottuto sciame di

"Hollow.. "

"Ti va di rimandare a più tardi la conversazione? "

Propose il giovane dai capelli dorati, la Shinigami sbuffò incerta, accostandosi a lui con la lama rilasciata, la falce scintillò fischiando nell'aria. Era più importante la vendetta, era più importante la rabbia, era più importante, il sangue. La ragazza ci pensò su un paio di secondi, poi annuì in silenzio,a quello che per il momento, decise di considerare un alleato. Entrambi scattano verso gli hollow, lui era veloce, non sembrò volerla però seguire, andava per conto suo, distruggeva tutto per conto suo. I Quincy avevano un modo tutto loro di combattere, come loro usavano la reiatsu, quegli umani usavano la Reishi per combattere, convogli a di la sotto forma di energia proprio come loro. Quel ragazzo stava menando fendenti pregni di quell'energia, ma stava andando da tutt'altra parte e Himawari faticava a stargli dietro

"Eih! Collaboriamo! "

Lui la guardò,ci pensò un secondo, poi decise di ignorarla riprendendo a mozzare teste ed arti a destra e a manca in mezzo allo sciame. Fendenti di luce fendevano l'aria incontrando sempre il bersaglio. Si mise in ginocchio per aprire un hollow dall’inguine alla gola, osservando le sue viscere cadere a terra insieme a lui, ma nemmeno una goccia di sangue lo sporcò

"Eh!!!! Biondino!!! "

"Non chiamarmi biondino"

La ammonì guardandola torvo,la sua voce non sembrava pericolosa,solo infastidita. Himawari tese il braccio, un raggio bianco scavò un secondo buco nella testa di un paio di Hollow messi in fila davanti a lei, il Quincy si spostò giusto in tempo. I capelli biondi frustarono l'aria come raggi di sole tra le foglie, i suoi occhi, una tempesta verde puntati su di lei

"Ma sei scema?? "

"chiedo venia,la prossima volta prenderò meglio la mira!“

Il Quincy sospirò scuotendo il capo

"Mi stai facendo pentire di averti salvata"

"Lo stesso per me! La prossima volta mi faccio mangiare! Sarebbe una rottura di coglioni in meno! "

Il Quincy strinse le labbra, guardandola esasperato

"Linguaggio!! "

La Shinigami, di tutta risposta, gli rivolse una linguaccia. Che cafone, pomposo, so tutto io, pensò sentendo la mancanza dei suoi compagni Shinigami, del capitano Ukitake, di Aizen. La ragazza falciò un hollow dai tratti simili a quelli di un pesce e come tale si ridusse in una gelatina informe, precipitando a terra, svanendo prima di toccare il suolo. Himawari gli si parò davanti con le braccia sui fianchi, invitandolo a guardarla

"Allora?? Lavoriamo insieme? Oppure io me ne vado a casa! O forse, ti servo come esca? "

Il Quincy sussultó appena, sembrò finalmente avere attirato la sua attenzione. Il biondo paró l'artigliata di un hollow senza pensarci troppo o distogliere lo sguardo da lei, ora che gli stava di nuovo vicino, si rese conto che era leggermente più alto di Aizen,o forse era il cappello. 

"Non sono nata ieri, loro vogliono me, ti sarebbe più facile scovarli quando hai dietro la cosa che bramano di più… non hanno il coraggio di affrontare Sosuke, quindi cercano me per potenziare il loro capo.. O forse per potenziare loro stessi"

Lui le rivolse un sorriso

"Tu vuoi vendicare la tua amica, no? "

"Certo! "

"Allora, lavoreremo insieme, ma a modo mio"

Himawari colpì un hollow con la punta dell'asta, spingendolo indietro, un fendente del Quincy lo tranció in due metà nette

"Che palle"

Il Quincy si svolse in avanti, guardò in cielo e vide un paio di hollow piombare su di loro, torna ad osservare severo la Shinigami che intanto gli era corsa incontro

"Cazzo!quanti ce ne sono??"

"Linguaggio"

"Fammi saltare!porca pu-"

"Linguaggio!!"

Himawari sospirò, frenò di colpo, finendo faccia a faccia con il quincy che la osservava cupo con le braccia incrociate al petto, la spada di nuovo rinfoderata,immobile. La Shinigami affrontò i suoi occhi verdi come ali di insetto, tenendogli testa, imbronciata, poi riprese di nuovo la rincorsa. Prese un respiro profondo ed ingoiò il suo orgoglio, non poteva combattere da sola, aveva bisogno di lui, ora che Sosuke era via. 

"La prego, messere, mi conceda l'onore di elevarmi dinanzi al nemico…"

Corse di nuovo verso il quincy, le mani del giovane si intrecciano ed i palmi le fecero da trampolino, aiutandola a balzare in aria, la falce stretta in mano. per un istante ,prima di saltare, si era chinata verso il suo orecchio, borbottando. 

"Mannaggia a te.. "

Lui sorrise, serico,gli occhi socchiusi,soddisfatto

"Meglio.. "

Avrebbe potuto saltare da sola, avrebbe potuto provare, ma doveva riuscire a sincronizzarsi con lui, doveva abituarsi ad averlo come compagno, per il momento. Insieme erano forti ed avrebbero vinto, lei si sarebbe vendicata, ma per farlo, aveva bisogno del Quincy e lui, aveva bisogno di lei.

Himawari piroettò in aria come una ballerina, la schiena premuta contro la staffa della lama, incurvata alla perfezione. Si voltò ruotando il busto, mulinò la falce con grazia e leggerezza, la  lama fischió e diede la pace ad altri due hollow, due fendenti netti che tagliarono loro la testa, lasciandoli dissolvere in cenere. Scese di nuovo, di fianco al suo improbabile compagno, ruotando l'arma davanti a lei prima di lasciarla morbida al suo fianco in forma di katana. Con uno sbuffo, forse anche per un capogiro dovuto alla stanchezza, spinse la schiena contro la sua, osservando gli hollow rimasti che li circondavano. Non era abituata per niente a combattere con un Quincy, aveva una spada, ma non aveva idea delle sue abilità, non sapeva come fare, come gestire la battaglia,ma sapeva una cosa sola, era arrivata al limite delle sue energie e non poteva permettersi di morire.La Shinigami sobbalzò, quando fu lui a rivolgerle la parola per primo, il giovane prese a parlare alle sue spalle con voce calma, severa

"Il raggio che avevi fatto prima, rifallo, sincronizziamo i colpi, dobbiamo trovare il Quincy che li evoca, sembra sia in grado di farlo da distanza"

Himawari sobbalzò guardandosi attorno, allarmata. Aveva ucciso due Quincy, c'è ne era un'altro? 

"C'è un altro Quincy? In effetti non c'è nessun garganta,caz..mannaggia.."

Commentò Himawari cercando di riprendere fiato, mise la zanpakuto nel fodero e punto la mano contro i nemici davanti a lei, ma la voce del compagno la bloccò di nuovo, il Quincy le diede una spallata come per rimproverarla

"Apri le braccia, io faccio questa mezza circonferenza, tu l'altra, c'è la fai? "

Lei si imbronciò voltandosi, lui la guardo in tralice, sorridendo appena quando la vide fissarlo offesa come se le avesse rubato il portafogli

"Certo che ce la faccio"

La Shinigami sbuffò, aveva ragione, era una buona mossa e decise di assecondarlo. Aprì le braccia premendo le spalle contro la sua schiena, mentre il Quincy mimava lo stesso movimento. Lei si concentrò come meglio poteva, lui sembrava già pronto a colpire, mentre due piccole balestre di energia apparvero tra le sue mani, cariche e pronte a colpire. Non aveva mai lanciato un byakurai a due mani, se ci fosse riuscita, sarebbe stata una bella cosa da raccontare a Sosuke, tralasciando poi il fatto che lo stava sperimentando spalla a spalla con un quincy spocchioso ed irritante. Pensò a concentrare la sua reiatsu, dividendo quell'energia, lasciandola scorrere insieme al sangue tra le due braccia, anziché una sola. Era difficile, forse impossibile,non era un kidō studiato per quel motivo, ma doveva farcela. Si morse la guancia, sentendo una scossa al braccio dove non era abituata a concentrare le sue energie, ma con sua grande sorpresa, sentiva che stava funzionando. Dei raggi di energia le brillano nei palmi

"pronta!!" 

"Ok,uno..due..tre!"

"Byakurai!! "

Due raggi gemelli saettarono dalle mani della shinigami  e colpirono con violenza i lati del cerchio di Hollow, travolgendoli. Alle sue spalle, una moltitudine di frecce, lanciate dalle piccole balestre, sbocciate come per magia dalle mani del quincy, facevano lo stesso lavoro. Entrambi gridarono e chiusero le braccia in un unico raggio centrale, percorrendo la circonferenza attorno a loro. I raggi bruciarono, infilzarono, squartarono ogni creatura e dove il raggio di Himawari non arrivava, ci pensavano le frecce del biondo. Dovettero aspettare che il fumo si fosse diradato, prima di scendere a terra, alla ricerca del Quincy che li aveva evocati. Himawari respirava affannata, le braccia dolenti, le formicolavano dandole fastidiose scosse in tutto il corpo. Si piegò per prendere fiato, le mani puntellavano contro le ginocchia,implorando  per un sostegno che non fosse sè stessa
"Wow…non avevo mai provato un Byakurai così, non è fatto per essere usato con due braccia"

ne parlò come se accanto a lei vi fosse stato Sosuke, lui, sarebbe stato entusiasta ed orgoglioso di quel successo, ma lui non era lì

"Vuoi un applauso? "

Lei si voltò di scatto, irritata, stava per dire qualcosa, quando il Quincy la spinse a terra gettandosi su di lei. La ragazza vide una freccia grande almeno quanto lei sfrecciare sulle loro teste, mentre una risata echeggiava tra la boscaglia, grandi passi si facevano strada sulle foglie secche, mandandolo in polvere. Un grosso, no, enorme, Quincy svettò dagli alberi, incombendo su di loro con una grande balestra tra le mani,alta quanto lei. Lui invece era alto come Himawari in piedi sulle spalle del Quincy dai capelli biondi, grosso due volte loro, era un bisonte, in confronto. Lanciò un altro dardo, Himawari spinse via il ragazzo e la freccia tagliò il terreno in mezzo a loro, l'aria quasi li fece volare via. Himawari si puntellò col gomito, il fianco dolorante per il movimento improvviso. Chiuse un occhio, strinse i denti per il dolore

"Vieni qui, coniglietto"

La chiamava il Quincy nerboruto

"Chi.. Chi cazzo sei tu, adesso? "

"Io? Il mio nome é Barthel Fischer, e io, sarò quello che ti divorerà"

Tentò di rialzarsi, ma il fianco la fece vacillare e quasi cadde. Davanti a lei, una ventata le mosse i capelli, un turbinio d'oro le svolazzò davanti agli occhi e la freccia che l'avrebbe presa in pieno, venne afferrata come se nulla fosse dalla mano del Quincy. Il ragazzo rimase immobile, osservando il suo avversario con occhi taglienti come la sua lama. Poi mollò a terra il grosso dardo, facendolo cadere di fianco a Himawari che dovette spostarsi per non prenderselo in testa. Scattò senza fiatare verso l'avversario, atterrandolo, con un calcio selvaggio nello sterno, con grande sorpresa della Shinigami, quell'omone crollò,come un pupazzo di stoffa svuotato della sua imbottitura. Quanto era potente quel tipo? Gli era bastato un calcio per mandarlo in ginocchio? 

"Maledetto…figlio di"

Una lama guizzò nell’aria, note argentine echeggiarono nel bosco, una ventata che profumava di sangue le penetrò  nei polmoni, mentre il sangue schizzava , disegnando  un arco perfetto. Una pioggia cremisi cadde sulle foglie mentre la sua testa titolava a terra, il volto ancora distorto in un'espressione di pura rabbia, una rabbia che si sarebbe portato dietro all'inferno. Il Quincy rimase immobile, ad osservare il corpo dell'avversario appena abbattuto, senza testa l, ancora in ginocchio. Il suo abito bianco ora era macchiato di rosso. Himawari si alzò in piedi, tenendosi il fianco dolorante

"Eih!! "

Il giovane si voltó e per un attimo, lei si scordò come si respirava. Era uno stronzo, spocchioso, freddo, insensibile. Ma indubbiamente, era anche bello da farsi slogare la mascella. Capelli dorati, occhi verde lime e sangue che macchiava tutto quel bianco alla perfezione. Quando si avvicinò di nuovo a lei rinfoderando la spada, la osservò  senza sorridere, l'espressione indecifrabile. 

"Vieni con me"

Himawari sobbalzò

"D-dove?? "

Il Quincy piegò il capo, alzando un sopracciglio,ci pensò un istante

"Conosco un posto dove potrai riposare, e anche io riprenderò fiato, poi, riprenderemo la caccia"

La parola "caccia" Le fece salire i brividi alla nuca, si guardò intorno e vide a terra i cadaveri dei nemici appena annientati, erano, umani, Dannatissimi umani, non era abituata ad ammazzare cose diverse dagli hollow, allora perché, ne voleva vedere altri a terra, in pezzI? Perchè bramava della soddisfazione di ucciderne uno personalmente? vedere il suo sangue, sulla sua lama, sulle sue mani, e poi…

"Uccideremo il Quincy che ha ucci… Hollowificato la mia amica? "

Lui annuì ed un angolo della sua bocca si piegò appena,come un piccolo tic

"Certamente" Himawari si morse la guancia "Va bene, ma ti avverto, se mi succede qualcosa, ricorda che poi dovrai nasconderti da Sosuke Aizen…se conosci me, conosci lui"

"Non ho intenzione di prendermi tale brigata, sta tranquilla"

"Bene"

"Bene.. "

Senza aggiungere altro, il Quincy si avvicinò a lei, cosa voleva fare? La raggiunse in due falcate, in silenzio, impedendole di reagire in qualche modo al suo gesto improvviso. A malapena si era accorta che l'aveva presa in braccio, non di peso, non in modo grossolano, se l'era presa tra le braccia come avrebbe fatto il principe con la principessa,un modo delicato che in effetti sembrava stargli bene addosso, almeno quando stava zitto. Himawari strinse forte per evitare qualsiasi contatto di troppo col suo corpo, già stargli in braccio era troppo, sentiva il suo corpo premerle contro ed era imbarazzante. Poteva sentirlo respirare contro la spalla

"Ma che fai??Guarda che so camminare! "
Lui di risposta se la sistemò meglio in braccio, facendola rimbalzare appena tra le braccia come per distribuire meglio il peso. La sua tempia si scontrò col petto del Quincy, capelli dorati le solleticarono il naso e lei li scansò come se fossero State ragnarele, sbuffando la sua disapprovazione, che lui ignoró

"Perderei tempo ad aspettarti"

"Non puoi prendermi in braccio, non si prende così una ragazza appena conosciuta! Ma dove vivi?! Tienimi a cavalluccio,almeno!Dai, amico,mettimi giù!"

"Non sono tuo amico"

"E allora perché mi prendi in braccio?? "

"Sei ferita, sei stanca, sei un peso se resti a terra"

Himawari finse di asciugarsi una lacrima

"Oh, mi fai spuntare un luccichino.."

Lui arricciò le labbra, guardandola quasi con tenerezza, divertito da quella che sembrava aver già programmato come risposta

"Risparmia le energie, fiorellino"

Fiorellino?? Ok, ora era davvero strano. La Shinigami sentì una strana sensazione alla nuca, era a disagio, fortemente a disagio, così tentò di contrattare

"Dai, prendimi a cavalluccio, sarebbe più da compari che si sono appena conosciuti"

Lui alzó un sopracciglio, rispondendo senza una minima traccia di ironia

"Non sarebbe più una cosa tra padre e figlia? "

"Ma che…ma che caz-"

Lui la scosse, lei ebbe la tentazione di tirargli una testata su quel bel visino d'angelo, lui le poco un dito sulle labbra, lei desiderò strapparglielo con un morso

"Linguaggio"

Himawari sospirò a denti stretti e si morse la lingua

"Mannaggia a te!! Non so nemmeno il tuo nome"

Il Quincy sobbalzò, come se sinceramente, la sua mente avesse davvero saltato quel piccolo, minuscolo passaggio, che avrebbero dovuto completare ore prima: le presentazioni. Non era abituato a presentarsi, di solito, lui uccideva e basta, cosa  importava agli hollow del suo nome? Declamare il proprio nome, sarebbe stato un gesto di spocchiosa teatralità

"Non l'ho detto?"

La Shinigami strabuzzò gli occhi instupidita e pensò con meno complessità, ma era scemo? 

"No!!"

"Il mio nome é Jugram Haschwalth"

Esordì con tono quasi solenne. Ci fu una lunga pausa, dove lei lo fissò a lungo e lui ricambiò sinceramente incuriosito quello sguardo, in silenzio, poi dalla bocca della Shinigami uscì uno stonato:

".... Che? "

Lui sembrò irritarsi e su quello, Himawari un po' lo comprese

"Ho detto, Jugra.. "

"Ti chiamerò Walth (Valth)il resto non riesco nemmeno a pronunciarlo.. "

Lui arricciò le labbra come se avesse appena messo il piede su della cacca di cane per strada 

"No"

"Allora ti chiamerò spiga! Sei biondo come una spiga di grano"

Ancora peggio, il Quincy la guardò e per un attimo, la Shinigami si rannicchiò intimidita  tra le sue braccia

"Non osare.. "

Himawari lo osservò, poi riprese coraggio e si impettì di nuovo, guardandolo con aria di sfida, quell'espressione che usata in momenti come quello poteva essere chiamato altrimenti: istinto suicida

"Spigato,allora"

Lui emise un profondo sospiro e scosse il capo, sembrò chiedersi se davvero ne valeva la pena 

"... Chiamami Walth"

La Shinigami sembrò gonfiare il petto soddisfatta, prima di schiarirsi la voce e presentarsi, sapeva già il suo nome, ma era comunque buona educazione e vanto una bella presentazione, Sosuke lo fa sempre e tutti lo rispettano, o meglio, lo temono, ma magari non c'era molta differenza tra le due cose

"Bene, Walth, io sono Himawari Tsukiko, Shinigami semplice della quinta.. "

"Non mi interessa il tuo curriculum e so già come ti chiami.."

".... Ma vaff.. Ahia!!!"

Haschwalth le aveva stretto il fianco proprio dove il muscolo stava chiedendo pietà

"Linguaggio"

Himawari si morse la lingua per l'ennesima volta, arricciò il naso e si strinse di nuovo forte, le braccia incrociate al petto, mentre Jugram la conduceva chissà dove. Aveva promesso che si sarebbe potuta riposare, sperava solo di non finire in mezzo ad altri Quincy. La sua faccia trasuda frustrazione

".... Mannaggia a te"

Si lasciò portare in braccio chissà dove, chissà perché. Le mancava Sosuke, le mancava da morire e la sua mancanza le faceva sentire lo stomaco come se fosse stato rivoltato come un calzino, era paura,la conosceva bene, come una bambina lontana dalla mamma di notte, al suo primo campo estivo. Non era abituata a fare nulla senza di lui, figurarsi andare a caccia di Quincy da sola, almeno, senza nessun compagno a lei familiare,avrebbe dato quasiasi cosa per chiamare Unitamente o Rin. Ma ora non poteva fare nulla, non poteva chiamare gli Shinigami, Sosuke si sarebbe arrabbiato, avrebbe scoperto che gli aveva mentito, che non se ne era rimasta a casa ad aspettarlo come richiesto, non poteva contare sugli shinigami, doveva contare solo, su quel Quincy.  

 

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Capitolo 12
*** Filo rosso ***


Siamo attratti l'uno verso l'altro

come gocce d'acqua, come i pianeti

ci respingiamo l'uno contro l'altro

come i magneti, come il colore della pelle.

 

Si era addormentata in braccio a Jugram, come una scema. Non se ne era nemmeno accorta, in realtà, quando si era svegliata da un sonno che parve eterno e senza sogni, era troppo stanca anche per sognare. Si era ritrovata su un letto comodo in una piccola stanza a malapena arredata. A causa della sonnolenza, si sentì per un attimo sollevata, come se fosse stato solo un brutto sogno, mentre cercava con la mano la schiena di Aizen, i suoi capelli, ma non trovandolo accanto a lei, il suo stomaco si ghiacciò di nuovo di una triste consapevolezza. Si mise a sedere stropicciandosi gli occhi, sospirò portandosi una mano allo stomaco, poi sul petto e si strinse forte la stoffa. Con un lamento sommesso, i muscoli ancora indolenziti, piegò le gambe rannicchiandosi contro il cuscino, guardò la stanza con le ginocchia premute sulle labbra, si chiese cosa stesse facendo Sosuke,se stava bene, se era tutto ok. Chissà dove era, le mancava da morire, erano due giorni interi, che non si vedevano. Per molti sarebbe stato banale, irrisorio, ma non per lei. La sua mancanza era assordante e le dava fastidio allo stesso modo di quando non si trova qualcosa di caro in giro per casa. La frustrazione di sapere che quella cosa era in giro, eppure non la si trovava, così Sosuke era da qualche parte, ma lei non poteva andare da lui. Cercò di farsi forza, ripetendo a se stessa che presto lo avrebbe rivisto, doveva solo aspettare, doveva solo sopravvivere. Non c'era molto da guardare, il pavimento era in legno di abete, un tappeto era stato messo a terra, insieme ad un comodino vicino al letto ed un armadio con qualche vestito che si intravedeva dall'anta socchiusa. Il sole d'autunno filtrava tra le foglie in lame di luce, che facevano capolino dalla finestra aperta, la quale, lasciava entrare nella stanza un piacevole odore di pioggia ed erba bagnata. Le pareti erano bianche, nessun quadro appeso, nulla su cui soffermarsi a pensare, così, si limitò a guardare fuori dalla finestra. Il cielo era sgombro, da fuori si vedeva un albero ed il sole ne illuminava le foglie, che lentamente, si ingiallivano. Avevano quel bel colore di metà estate, tra il verde e il giallo, come quegli occhi, i suoi occhi. Himawari si schiaffeggiò rimproverandosi,lasciò cadere penzoloni  le gambe dal letto con un ringhio pieno di frustrazione. Si diede un occhiata alle caviglie e ai polpacci, poi alle braccia e al petto. Constatò che non aveva lividi, solo qualche graffio, per fortuna si sentiva riposata, stava molto meglio in effetti a parte un po'di di acido lattico, al quale era comunque abituata. In via sperimentale, scese dal letto, assicurandosi che il mondo non prendesse a vorticare,per fortuna,non lo fece. Quando si guardò i piedi, scoprì di essere scalza. Ma non essendo il suo, un corpo vero e proprio, aveva ancora addosso lo shiakusho, quando si guardò allo specchio, evidentemente Jugram le aveva tolto le scarpe per non sporcare il letto. In un certo senso, poteva dire di cominciare a conoscere quel biondino. Si fece coraggio, si legò i capelli in due code che le caddero sul petto ed uscì dalla stanza ,dopo aver rimesso calzini e calzari. Si guardò attorno, ma la casa sembrava desolata. Una scala in legno di pino,portava al piano di sotto, lungo il secondo piano, c'erano altre due stanze, ma decise di non ficcanasare troppo. Si svolse dalla ringhiera, guardando in basso, sporgendosi col petto premuto contro la balaustra, I capelli piovvero come rami di ciliegio in fiore

"Walth? "

Nessuno rispose a quel nome e lei si limitò a scrollare le spalle storcendo il naso, leggermente turbata dal fatto che quel biondino non fosse già sulla soglia di casa con la spada in mano ed un cavallo bianco imbrigliato, pronto a partire in battaglia. Himawari scese le scale con cautela, fino a raggiungere una piccola cucina arredata sempre con il solito metodo essenziale,c’era tutto quello che serviva, ma nulla di più del necessario.si avvicinò al frigo e lo aprì curiosando dentro,sentì l’odore del ghiaccio solleticarle il naso. Vi infilò il capo e dopo aver ispezionato con meticolosa attenzione, trovò di commestibile per la colazione,solamente  del latte. Lo afferrò incerta  e quasi come se fosse stata una ladra in casa di altri, lo mise a scaldare su un pentolino, lo osservò bollire, chiedendosi se ci fossero stati dei biscotti , come quelli che aveva Ukitake. Sentì stringersi all’improvviso un nodo in gola , ma si morse il labbro, ordinandosi di non piangere, loro stavano bene, lei stava bene, andava tutto bene. Prese un respiro profondo ed andò a cercare una tazza, quando sentì dei passi alle sue spalle che fecero scricchiolare il legno delle scale. Himawari si voltò di scatto, quasi fece cadere la tazza a terra, quando incontrò quegli occhi. Con sua grande sorpresa, il Quincy non disse nulla di strano, nessuna frecciatina, nessun rimprovero, un semplice cenno del capo ed un sorriso gentile accompagnarono il suo sincero e senza ombra di sarcasmo:

"Buongiorno, Himawari"

La Shinigami venne presa alla sprovvista,investita in pieno da quello tsunami di gentilezza. Deglutì a vuoto e strinse la tazza mettendosi sull'attenti. Era la prima volta che le rivolgeva una frase priva di spigoli affilati, così, lo guardo cercando di non sembrare troppo sconvolta e ssorrise timidamente, impacciata

"Ciao…cioè, buongiorno… vuoi del latte? É caldo"

Lui sorrise di rimando, avvicinandosi a lei. La raggiunse in due falcate e si protese per prendere a sua volta una tazza, annuendo e posandola sul tavolo al suo fianco, mentre osservava Himawari prendere il pentolino, voltarsi verso di lui, azzardandosi poi ad enunciare al Quincy, un docile:

"Dammi, te lo verso io"

"Non credevo che gli Shinigami facessero colazione"

C'era una bizzarra delicatezza  e sincera curiosità nel suo tono. Con sua grande sorpresa, il quincy si limitò ad allungare l'avambraccio verso di lei, la mano ferma,mentre la Shinigami gli riempì la tazza a metà. 

"Beh,mi piace far finta di non esserlo, non c'è molto con cui spassarsi alla soul society, quindi voi é tutto molto più bello"

Il Quincy la fermò dal riempire ulteriormente la tazza con un cenno della mano libera, aperta a ventaglio

"Grazie…ho anche del caffè,sai?il latte da solo non ha molto senso,lo hai mai provato?"

Lei si morse il labbro, guardando il pentolino e facendo spallucce, imbarazzata, un po' imbronciata, ma senza un vero e proprio motivo. Guardò il latte che fumava ancora dal pentolino

"No…non so…fare il caffè"

Abbassò lo sguardo sulle mani ben curate del Quincy, i suoi tendini sporgevano appena dalle nocche che avvolgevano il manico della tazza, vi rimase rapita per un paio di istanti, immaginando fossero quelle di Aizen, che lui fosse davanti a lei e stessero facendo colazione come sempre,parlando del più é del meno, mentre lei annegava nei suoi occhi dolci e godeva del suo sorriso, per lei, solo per leilei ,quei giorni in cui tutto andava bene. Poi, la voce calda di Jugram la scosse di nuovo dal sogno ad occhi aperti

"So farlo io, siediti"

Himawari annuì piano, neanche il suo comando sembrava lo stesso che le aveva impartito durante la battaglia. Si spostò con fare impacciato per farlo passare, lui la superò con una lentezza che caricò l'aria di tensione,ma lui non sembrò farci caso. La Shinigami riuscì a trovare un posto sul tavolo senza inciampare e vi posò la tazza con cautela. Prese il pentolino e la riempì a metà ,mentre alle sue spalle, Jugram tese un braccio prendendo una caffettiera dal mobile ed un barattolo dal tavolo vicino ai fornelli. Lei lo osservava come rapita, mentre prendeva quella polvere profumata con un cucchiaino e le metteva nella caffettiera, poi accendeva il fornello. Fuori dalla carneficina, sembrava un ragazzo gentile e se in tutto quel casino, non avesse sentito la nostalgia di Sosuke, come un organo interno strappato via senza permesso, forse, sarebbe stata una bella mattina. Osservava Jugram con la coda dell'occhio mentre si mordeva la guancia

"Forse, siamo partiti col piede sbagliato.. "

Commentò stringendo la tazza tra le mani, lui sbuffò una lieve risata, mentre il caffè prendeva a fumare e borbottare dalla caffettiera. Jugram prese una tazzina bianca decorata a mano con dello zucchero dentro e lo mise a tavola insieme ad un cucchiaino di legno leggermente scheggiato

"Sei tu che hai sbraitato ed imprecato tutto il tempo, non è consono ad una signorina"

Sussurrò calmo, osservando i capelli della Shinigami drizzarsi. Era una tipetta combattiva, ma dentro quella casa, sembrava quasi una ragazzina normale, una ragazzina fragile, delicata, dalla pelle morbida, candida

 

Spaventata

 

Bella come un fiore di ciliegio

 

La mascella di Jugram si tese impercettibilmente a quel pensiero, osservando gli occhi brillanti della ragazza fissare la tazza quasi con insistenza, forzatamente. Notò che  erano lucidi, un po' arrossati

"Beh sai.. Quando so che una setta di Quincy cannibali ci da la caccia, non é facile fidarsi di chiunque arrivi in tuo soccorso,con arco e frecce… "

Jugram fece spallucce con fare innocente e sorrise, nascondendo tra le labbra sottili un sommesso "touchè". Il Quincy si avvicinò alla ragazza con la caffettiera fumante e le versò qualche goccia di caffè, colorandole il latte di una tinta beige, lui si versò il resto nel suo, che divenne scuro tre volte quello di Himawari, spingendola ad inarcare un sopracciglio contrariata

"Eih! Tu ne hai preso di più"

Lui sorrise divertito

"É roba forte questa, non sei abituata, schizzeresti in giro come un gerbillo sotto anfetamine"

Himawari sobbalzò alzando un sopracciglio, le spalle dritte mentre cercava di imporre al suo labbro di non piegarsi in un sorriso

"Come un gerbillo? "

"Sai cos'è? "

La Shinigami mise di nuovo il broncio, ma in realtà non si sentiva offesa, voleva forse…scherzare? Giocare? . Il profumo del caffè era piacevole e rilassante, l'atmosfera che si era creata nella stanza sembrava lenire la malinconia che le avviluppava lo stomaco e le annodava gli intestini. Lo annusò come per rinforzare quella sensazione di calma e ne prese un sorso, era caldo in gola e quel calore le colò dentro fino a scaldare il petto, dandole sollievo. 

"Studio zoologia, certo che lo so! Ma sono anche una Shinigami, non dovrei davvero subire il fastidio delle sostanze di voi mortali"

Jugram guardò la sua tazza, il suo sorriso non era come quello di Aizen, era più malinconico, sembrava quasi triste

"Capisco.."

Prese un sorso dal caffè e si morse il labbro nervosa, girò la tazza tra le dita, guardò dalla finestra e prese un respiro profondo, sentiva fastidio in ogni fibra del suo corpo, disagio, in mezzo a quella situazione in cui si era infilata con un tuffo carpiato, in preda agli spasmi della sua dannatissima ostinatezza mescolata a lacrime e sete di vendetta, non aveva nessuno da incolpare, salvo se stessa. Deglutì la sua colpa insieme alle ultime gocce di latte e caffè, premette le labbra insieme e si morse l'interno della guancia

"Non sono abituata a lavorare da sola… cioè, senza Sosuke o il capitano Ukitake, sono, un po' nervosa, ma non posso chiamarli per venire in mio aiuto, avevo promesso che sarei stata buona a casa, andrebbe su tutte le furie a sapermi qui a caccia di quincy, da sola come una pazza suicida…"

"Non avrebbe tutti i torti, la tua storia sarebbe potuta finire ieri, lo sai? "

Anche lui soffiò sulla tazza ed iniziò a sorseggiare il suo caffè, osservando la ragazza, piegare il volto, dalla verità che le aveva appena schiaffeggiato in faccia. Con un respiro lento, posò di nuovo la tazza, leccandosi il labbro superiore con la punta della lingua, senza staccarle gli occhi di dosso, la cosa costrinse Himawari a cercare qualcosa da guardare fuori dalla finestra, qualsiasi cosa, tranne quegli occhi

"Non credo farebbe loro piacere saperti a lavorare con un Quincy,immagino"

Himawari scosse il capo tornando a fissare la tazza

"No, affatto, temo di aver fatto il passo più lungo della gamba, ma devo andare fino in fondo, vendicare la mia amica e tornare a casa prima che Sosuke lo scopra, non posso chiedere aiuto ai miei compagni…una volta sistemata la faccenda,potete dire di aver fatto tutto da soli"

Si portò le mani tra i capelli, poggiando i gomiti sul tavolo, ricordare la situazione non l'aveva aiutata affatto, anzi,le aveva assestato un bel pugno nello stomaco. Aveva i giorni contati per trovare quello stramaledetto Quincy e a quanto pare ce ne erano molto di più da far fuori prima di arrivare a lui, non aveva idea di quanti ne fossero, ma forse, Jugram lo sapeva

"Quanti ce ne sono? "

Lui ci pensò un attimo, guardò altrove come se stesse facendo una stima veloce delle sue prede

"Circa… altri sei, quello uccisi finora sono pesci piccoli, troppo avventati, troppo affamati"

Himawari si morse il labbro, pensosa, il caffè ormai era terminato e lei aveva preso a stropicciare nervosamente un tovagliolo con la punta delle dita

"Oggi andremo a caccia? Sai già dove andare?"

"No, ma loro di certo sanno dove trovarti…non possono andare alla soul society per un attacco diretto, soprattutto se il tuo compagno é là. Conoscono il suo potenziale e quello dei capitani. Temo che per il momento, sembra che di Shinigami appetibili, ci sia solo tu nei paraggi"

Himawari ruotò gli occhi quasi fin dentro il cranio, mai una gioia, pensò a bocca aperta, l'espressione esasperata

"E ti pareva… "

"Meglio così, faremo in fretta, se riesci a starmi al passo, dovremmo terminare entro il ritorno del tuo compagno"

La notizia sembrò rincuorarla, storse il naso quando parlò di "stare al passo" Ma dovette mettere il suo orgoglio all'angolo e rendersi conto che tra lei ed il Quincy c'era una bella differenza di potenziale. Lei aveva combattuto bene, ma si era stancata presto, doveva sviluppare più resistenza, doveva riuscire a stargli al passo e coordinare gli attacchi. Non sembrava tanto diverso dallo stile degli shinigami, semplicemente, usavano un'energia diversa.  Perché c'era questo odio tra gli Shinigami e i Quincy? Lei lo aveva quasi assorbito dai suoi superiori, ma in realtà, non aveva nulla contro quel ragazzo. Sapeva che i Quincy fossero un gruppo quasi sull'orlo dell'estinzione, non ve ne erano molto, Figuriamoci ora che alcuni erano stato giustiziati. Si chiese come mai, quei Quincy cercassero tutto quel potere, perché volevano diventare più potenti? Perché a quel prezzo? Aveva così tante domande, ma non sarebbe stato saggio porle a Jugram, in realtà, non lo conosceva affatto, non poteva rischiare di fare domande scomode, non ora che sembravano aver trovato un precario equilibrio. Lei non doveva perdere le staffe e lui, finché non lo stuzzicava sembrava un bravo ragazzo

"Dobbiamo scegliere una strategia, prima di partire"

Jugram sembrò drizzare le orecchie, finalmente lei tornò a guardarlo, sembrò incuriosito dalla sua iniziativa e parve prenderla sul serio, per la prima volta

"Non sbagli, ti sei stancata troppo in fretta, ieri, devi imparare a dosare le tue energie, ti sei gettata troppo con foga, con rabbia, non hai pensato"

"Eih! 

" E soprattutto"

Alzò un dito indicando una ciocca di capelli più corta delle altre

"Avverti quando lanci qualcosa che potrebbe colpire il tuo compagno.. "

Himawari si morse il labbro inferiore, annuì calciando il suo orgoglio, ingoiando una battuta di spirito, strinse le mani assieme strofinandole imbarazzata dalla situazione. Comprese la gravità del suo gesto e se fosse stata al suo posto si sarebbe arrabbiata e non poco, soprattutto per i capelli

"Non avevo idea di chi fossi, non mi fidavo di te, non mi avevi nemmeno detto il tuo nome, conoscevi me, avrei potuto  essere il tuo banchetto e quella era solo una contesa, avresti potuto aspettare che io ti aiutarti a far fuori i tuoi avversari, per poi… banchettare"

"Il tuo timore é comprensibile"

Disse delicato, la smise di aggeggiare con la sua tazza ormai vuota

"Ma non ho bisogno di mangiarti per avere più potere, non mi serve, immagino sia difficile fidarti del lupo in mezzo al branco, ma non hai altra scelta"

Lei si umettò le labbra, le premette assieme e si lasciò cadere con un sospiro allo schienale della sedia. I capelli svolazzarono davanti a lei, odiava portare i capelli davanti, ma non riusciva a pettinarsi come voleva, senza l’aiuto di Sosuke. Un po'  si imbarazzò a pensarlo, ma al contempo, si sentiva fortunata, al ricordo di Aizen che le pettinava i capelli con la punta delle dita e li intrecciava con cura alle spalle, in modo da non darle fastidio in battaglia. 

"No, non ho scelta…quindi, fai strada, caro lupo"

 

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"Hai idea di dove stiamo andando? "

Himawari si strinse nelle spalle, guardandosi attorno, erano usciti di casa poco dopo colazione e Jugram aveva voltato il capo,alzato il naso per annusare l'aria e puntato dritto come un cane con la lepre.Senza dire nulla o battere ciglio, si era avviato a testa alta, falcate ampie in una marcia che Himawari fece fatica a seguire il Quincy nella sua camminata, stava quasi correndo per tenergli il passo. Erano arrivati davanti ad una boscaglia, ma il giovane non si soffermò nemmeno ad osservarla, continuò la sua strana marcia fin dentro alla fitta boscaglia. Himawari lo seguiva a fatica. Le foglie cadevano attorno a loro formando un morbido tappeto dai colori caldi, la brezza le 

"Più o meno"

"Come sarebbe a dire più o meno?? "

Jugram fece spallucce avanzando, ma Himawari lo raggiunse con una corsetta esasperata, una mano gli afferò la manica costringendolo a bloccarsi. Eccoli di nuovo, quegli occhi spietati che la fulminarono all'istante. La Shinigami si chiese a quel punto se fosse stato tutto quel caffè a renderlo di nuovo il Quincy perennemente scazzato e spazietto che aveva incontrato il giorno prima

"Sarebbe a dire"

Disse tediato, divincolandosi con uno strattone dalla sua presa, lasciando Himawari a fissarlo quasi spaventata, intimorita, quando il quincy le si avvicinò di più, sovrastandola. I suoi occhi la spinsero ad ammutolire, sentì una stretta al cuore quando si voltò verso di lei. La Shinigami si strinse forte le mani, premendo le labbra, i suoi occhi quasi Scarlatti fissi nelle pozze verdi di Jugram, in attesa di una sua risposta.  Lui sospirò, quando incrociò il suo sguardo, sembrò sorpreso di quella reazione e per un attimo, sembrò che il ragazzo, stesse cercando di calmarsi. 

"Che isolandoci dalla gente, avremmo più probabilità di attirarli in trappola.. "

"A te la caffeina non fa bene.. "

Lui alla un sopracciglio ed il naso , la sua espressione si fece rarefatta e pensierosa, lo sguardo inchiodato su Himawari che gli teneva testa, ma in quel momento sembrava più rilassata, aveva le braccia conserte e la testa piegata, le ciglia si muovevano come le ali della farfalla nera che preannunciava sempre la loro presenza e che ogni tanto , vedeva svolazzare attorno a lei per poi sparire come se non fosse mai stata lì. Anche in quel momento la vide, la farfalla che annunciava solo una cosa: morte

"Nemmeno a te, a quanto pare"

"Ehi! "

"Hai iniziato tu, Himawari, dubitando di me, ma ti senti quando parli?so quello che faccio, tu piuttosto,sai cosa stai facendo? Sei in fuga dai tuoi simili per un capriccio"

Lei dissentì in silenzio,si Morse il labbro forte, guardò a terra stringendosi forte, una lacrima si fece strada lungo la guancia

"Hanno ucciso la mia amica…lo chiami un capriccio volere la testa del suo assassino?"

Strinse i pugni e poi i denti fino a sentirmi stridere nel cranio, la fronte corrugata mentre tentava invano di fermare le lacrime

"Io sono una Shinigami, salvo la gente, non dovevi abbassare la guardia, non sono nemmeno stata abbastanza forte.. Avrei voluto, fare di meglio…avrei potuto, fare di meglio? "

Scosse il capo calciando via un sasso, lo sguardo che gli restituì lo fece sobbalzare, Jugram fece un passo indietro, lei si sporse sulle punte dei piedi, fronteggiandolo

"Ci provo continuamente ad essere forte! Ma non basta mai! Devo sempre contare su qualcuno, devo sempre essere salvata da Sosuke, dal capitano e adesso, adesso anche tu..che…oh?”
Qualcosa le strinse la caviglia fino a farle male, la stessa cosa, la strattonò brutalmente a terra e la medesima cosa, riservò lo stesso trattamento al Quincy davanti a lei, anche lui crollò a terra con un tonfo ed un ringhio sommesso. Himawari sentì i polmoni sbattere contro la sua cassa toracica, tese una mano istintivamente, afferrando quella di Jugram, la strinse forte alzando gli occhi verso di lui

“Walth!!”

“Himawari!”

vennero separati, lei non riuscì a stringerlo abbastanza, lui non riuscì a trattenerla . Entrambi, vennero trascinati  chissà dove tra i cespugli, catturati da tentacoli, braccia, mani, zampe ed artigli. Himawari venne immobilizzata da tutto quello schifo senza senso, senza inizio e senza fine. Bocche, mille bocche, orbite vuote e file indistinte di denti ,si fecero strada e si dischiusero davanti a lei. Strisciavano, la stringevano dove non avrebbero dovuto, bramavano sangue e carne e lei, si sentì il respiro mancare tanto la stringevano forte .Lei ci provava, ci provava continuamente ad essere forte, a distruggere ogni barriera, mangiando asfalto e bruciando ogni tappa per poter arrivare là da lui, accanto a lui. Scema, glie lo aveva anche promesso, che non sarebbe stato  mai più da solo. Allora, cosa cazzo stava facendo? Debole, fragile, aveva intenzione di starsene lì a terra, a crepare come uno shinigami qualunque alla sua prima missione difficile?

 

no

 

cazzo

 

“fanculo…fanculo!!!”

il fatto di non sentire la voce di Jugram la preoccupò, mentre con uno strattone ed un paio di morsi disperati, strappava il braccio che le bloccava la mano. A  quel punto, tese il braccio e con la punta delle dita ,riuscì a sfiorare la sua zanpakuto

“mieti…Kohime!!”

la lama si rilasciò dal fodero, tagliando il resto delle schifezze che la avviluppavano con famelica disperazione. SI divincolò, rotolò, sputò terriccio e ne dovette assaporare altrettanto, mentre si faceva strada dalla parte in cui il Quincy era stato strattonato

“Walth!!Walth…”

sentì le lacrime salirle ai lati degli occhi, in gola il sapore delle pile e lavoglia di vomitare. Un peso sullo stomaco come denti ingoiati

“Cazzo!!”

“LINGUAGGIO!!”

quando sentì la sua voce, la ragazza tornò dritta, gli occhi sbarrati e ancora bagnati. In qualche modo, il suo cuore si alleggerì ed emise un sospiro di sollievo,drizzò le orecchie cercando di capire in che direzione fosse stato trascinato. Era ferito? Stava bene? 

“dove sei??”

silenzio, Himawari prese un respiro profondo e poi gridó con le mani davanti alle labbra come per amplificare la sua voce

“Porca troia!!”

"Maledizione, ragazzina!!! "

"Trovato! "

Saltò una siepe, seguì la sua voce incespicando frettolosamente tra i rami a terra, graffiandosi le caviglie nei cespugli di rovi che le si aggrappavano addosso. finché non lo vide, in piedi accanto ad un mucchio di cadaveri di Hollow, lui illeso, il sangue a terra e sui suoi vestiti bianchi. Si voltò verso di lei, dopo aver calciato via con disgusto un fegato e delle budella ancora a terra, scrollò la scarpa come un gatto che esce dalla lettiera, si sistemò una ciocca di capelli e tornò a guardare la ragazza severamente.  Con due falcate era già lì davanti a lei

“linguaggio..”

“Walth”

“cosa c’è?”

Himawari strinse forte l’elsa della zanpakuto,una mano al petto. Anche lei era sporca di sangue, ma lo shihakusho riusciva a coprire bene quei colori. Deglutì aria e prese un respiro profondo. Tese una mano per sfiorargli la giacca, dove era sporca di sangue, accertandosi che non fosse il suo. Poi la ritrasse massaggiando i polpastrelli per pulire via il rosso scarlatto e sorrise rincuorata. Jugram vide una lacrima scivolarle sulla guancia. Era davvero così spaventata, preoccupata? La shinigami tirò un forte sospiro di sollievo, poi i suoi occhi scarlatti si socchiusero appena mentre lo fissava sorridendo

“per fortuna stai bene…mannaggia a te..”

Jugram si zittì di colpo, la osservava dall'alto del suo metro e novanta, alzò un sopracciglio e raggiunse il volto della Shinigami con la mano. Con un gesto lento,fece scorrere il pollice sulla sua guancia, cacciando via il sangue che colava da un graffio sulla sua pelle pallida, la osservò per diversi istanti che sembrarono eterni, quegli occhi tristi su di lei, le scombussolarono le interiora, stringendole in una morsa calda, non sorrideva mai, sembrava sempre triste, perché? All'improvviso le venne voglia di vederlo sorridere, poi, accartocció quel pensiero, gettandolo in un angolo della sua mente

"Walth?.. "

Dopo averle pulito il sangue, all'improvviso la pizzicò forte, tanto da farle sentire una scossa su tutto il collo. Lo sguardo severo del quincy le piombò addosso come un temporale in piena estate

"aia!!"

"ti ho detto di fare l'educata quando sei con me.."

il suo tono era pacato,leggermente seccato. Inutili i tentativi di Himawari di fargli mollare la presa, le tese la guancia tirandola come fosse stato un mochi 

"Eddai mi fai male!! "

Lei si azzardò a tendere  le braccia verso di lui  e gli pizzicò a sua volta entrambe le guance, tirando come per forzargli un buffo sorriso. Istintivamente, anche Haschwalth le prese l'altra guancia, finendo in una buffa situazione di stallo

"Mollami!"

"Prima tu! "

"La smetti di dire parolacce? Sei una signorina!! "

"Dovevo farlo!"

"Perché?? "

Lei allentò la presa, le mani sI Poggiarono sul suo viso con più delicatezza, strizzandogli appena le guance

"Mi hai fatta preoccupare… Ti ho distratto, non volevo che per colpa mia…ti fosse successo qualcosa "

Anche lui allentò la morsa sulle guance arrossata di lei, di nuovo, il sangue aveva ripreso a volare dalla ferita ed il Quincy si sentì in colpa per avergliela riaperta pizzicandola troppo forte. La guardò negli occhi, era sparita, confusa, smarrita

"Himawari.. "

"Il tuo é un filo azzurro…il mio invece é rosso...immagino,sia per quello che ancora non va tra di noi...”

la vide scuotersi appena, i suoi occhi saettarono alle spalle del Quincy ed emise un sospiro sommesso. Jugram stava per chiedere spiegazioni, ma lei lo anticipò, picchiettando l'indice contro il suo petto

“oh…ca…voglio dire, diamine”

la shinigami rinfoderò la sua zanpakuto facendogli cenno di voltarsi, poi,senza proferire parola, abbassò lo sguardo e si incamminò. Si diresse  verso un sentiero, altri hollow erano spuntati fuori e qualcuno, li stava aspettando al limitare della foresta, vicino al fiume. Era una figura coperta da un mantello, capelli radi e rossicci, occhiali da sole ed un sorriso sghembo su un viso paffuto, abiti da Quincy, i pugni stretti attorno ad un paio di noccoliere luccicanti. Li stava aspettando, senza fretta. Jugram non lo aveva visto, se n'era accorta prima Himawari, essendo apparso alle sue spalle. Jugram si affiancò alla shinigami in silenzio, entrambi presero a camminare verso il loro nuovo bersaglio, la mano stretta nella lama, ma ancora nel fodero. Jugram piegò il capo sistemandosi il berretto con la punta delle dita,la bocca stretta in una piega tesa

“cosa  volevi dire,con la storia dei fili?”

“è solo una sciocchezza da ragazzini. Andiamo ad ammazzare quello str…quel bifolco”

per il momento, Jugram si limitò a guardarla in tralice, ma decise di non addentrarsi in ulteriori considerazioni. La shinigami, intanto, aveva aumentato il passo, la falcata più ampia. Avanzava scelta, mentre con un dito puntato verso un hollow gli scavava un buco nel petto, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo. I suoi pensieri erano altrove, mentre si dirigeva verso il suo avversario. Voleva essere forte come Sosuke, voleva tornare da lui, il prima possibile, la testa la subissava di domande, sul suo Sosuke, su Jugram, su Ukitake. I due shinigami  stavano bene? cosa facevano? stavano pensando a lei? e Jugram, Dio, Cos’era quella dannatissima strana sensazione che le faceva formicolare il petto e che aveva attecchito nel suo stomaco? o forse, un pò più a sinistra. No, non c’era tempo, aveva un quincy da prendere a calci in culo e giurò su tutto ciò che aveva di più caro, che avrebbe raggiunto quel maledetto quincy smunto. Avevano un vantaggio,grazie a Sosuke, lo stronzo era ferito e senza una mano . Presto, avrebbe versato a terra le sue interiora ancora calde e fumanti. Ma prima…doveva far fuori il resto della fottuta banda di pazzi cannibali. 


"Eih tu!! Sei pronto a farti ammazzare?? "

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Capitolo 13
*** sangue sulla neve ***


"Rosso come il sangue
bianco come le ossa
rosso come la solitudine
bianco come il silenzio
rosso come i nervi di una belva
bianco come il cuore di un dio
rosso come l'odio che sgorga sciogliendoti
bianco come il dolore che ti agghiaccia
rosso come l'ombra che divora la notte
come un sospiro che trapassa la luna
splende di bianco, si spegne di rosso."
(Volume 17 - Rosa Rubicundior, Lilio Candidior - Yoruichi)

 

 Himawari aveva deciso di non pensare più, smetterla di rimuginare su quello che stava accadendo. Ma ogni volta che se lo ripeteva, finiva sempre per cadere nella spirale dei suoi pensieri. Era strano, assurdo, ridicolo, ripeteva la sua stessa voce, un'eco nelle pareti del suo cranio. Era finita  lì per vendicarsi, non per fare una scampagnata. Era la prima volta che una sensazione tanto logorante ed opprimente la colpiva. Cosa le stava facendo dentro,quel Quincy? Perché le sconquassava le viscere ogni volta che parlava, che la guardava

che sorrideva

Forse avrebbe dovuto fare marcia indietro. Tornare da Rin ed aspettare Sosuke, ammettere di essersene andata e fare ritorno a casa, a chiedergli aiuto, scusarsi con lui per tutto. Poi Perot di nuovo, il Sio cervello si fossilizzò testardo, all'idea che ora, non poteva più tornare indietro, senza pagarne le conseguenze. Il pensiero,le fece gelare il sangue nelle vene e si chiese se mai, avrebbe più rivisto Sosuke.  Le foglie scricchiolavano sotto i sandali di paglia, lasciando nell'aria un buon profumo di pioggia. Sentiva i calzini umidi ed avrebbe tanto voluto tornare a casa. 

 

Ma ora

Non doveva più pensare 

Doveva agire

 

La Shinigami diede uno sguardo fugace a Jugram, che intanto camminava di fianco a lei, in silenzio, con la spada ancora al suo fianco, non aveva sguainato. Avanzava cauto  verso il loro bersaglio. Il Quincy che li stava sfidando, era alto e robusto. Non era un armadio come l'omone di prima, ma se la cavava in fatto di muscoli e stazza. Indossava il solito abito bianco, con pochi dettagli a distinguerlo dagli altri. Qualche drappo sulle spalle ed una cintura rossa alla vita. Aveva i capelli rasati corti e biondicci, più scuri di quelli di Jugram. Se ne stava lì,come una statua Silente dalle folte sopracciglia nere e aggrottate. Un netto contrasto ,con tutto quel bianco. Gli occhi azzurri ,erano fissi su di loro, stretti in due fessure luccicanti. Li attendeva a braccia aperte ed un ghigno famelico,le noccoliere brillarono quando un raggio di sole vi cadde sopra dopo aver perforato una nube in cielo. Fu di nuovo una fatica, costringersi a non pensare, quando Jugram diede un'occhiata in tralice a Himawari e le fece un cenno col capo, sulle labbra un mezzo sorriso che le agitò le farfalle nello stomaco. Lei annuì,cupa in volto, ingoiando la sua paura e qualcos’altro, che aveva deciso di non saggiare affatto e buttarlo giù nello stomaco come una medicina troppo amara per essere saggiata. Un veleno per quelle farfalle che le zitti' di nuovo. 

Gli occhi di Aizen
uccisero quelle farfalle



Con un movimento rapido ed uno sbuffo concentrato, i  due combattenti, scattarono in avanti, avvolti da un turbinio di foglie, quando la distanza tra loro si dimezzó abbastanza dall'essere ragionevolmente considerata pericolosa per entrambi. Anche il loro avversario, scattó con un pesante slancio verso di loro. L'omone,riempì l'aria di una malevola risata folle, i pugni stretti fino a conficcarsi le unghie nei palmi. Himawari vide il movimento del Quincy, lo osservò studiandolo con attenzione, meticolosa. Notò che nella sua corsa, i suoi occhi erano saettati verso di lei, il corpo del Quincy leggermente piegato nella sua direzione. La Shinigami puntò un piede e scartó di lato, piegandosi in un arco perfetto per evitare un pugno scintillante in piena faccia. Le noccoliere del Quincy erano pregne di energia blu, chiaramente cariche di reishi. In cuor suo, sapeva che non volevano ucciderla sul colpo, altrimenti, non avrebbero avuto nulla da mangiare. I Quincy non riciclano le anime, loro le eliminano dall'esistenza,con un semplice *puf*. Le anime delle loro vittime, andavano, Dio solo sapeva,dove. Sicuramente, ucciderla con quelle armi sarebbe stato un colpo di zappa ai piedi. Per mangiare la sua anima dovevano prenderla viva. Approfittò del balzo dell’avversario su di lei, la sua guardia abbassata, per menare un fendente sul suo tendine d’achille. Lo tagliò come se fosse stato burro e un fiotto di sangue schizzò sulla sua faccia mentre scivolava via. Osservò il quincy rovinare a terra e rotolare nella polvere, mentre imprecava verso di lei. Jugram intanto, era scattato al lato opposto di Himawari. Con uno scattó, si era affiancato di nuovo a lei ed osservava l’avversario, che ringhiando, cercava di rialzarsi a fatica. La rabbia brillava nei suoi occhi. La sua voce era un filo sottile e tagliente, fatto di puro odio. Lei sorrise passandosi un pollice per pulirsi quel sangue dall'occhio. Sorrise beffarda, sputando nella polvere

“ma brava, puttanella Shinigami…ma questo non impedirà al grande  Kerstin Otis di prendere la tua vita…”

“non è il vostro capo a desiderare la mia anima? “


chiese lei, con tono confuso e leggermente sarcastico. Ma la domanda se la stava ponendo davvero. Kerstin, emise una risata gorgogliante, mentre puntava i piedi a terra, il sangue continuava a fiottare dalla sua ferita. La sua voce tuonò beffarda,nonostante il suo svantaggio evidente. Strinse le noccoliere facendo schioccare le ossa, un ghigno sinistro stampato sulla faccia. Aveva preso l’aspetto di un grosso, brutto gargoyle, tanto era incazzato, non sembrava quasi più umano

“potrei dire di sì…ma se io ti prendo, sarò io il capo…diciamo che nel nostro clan, c’è in corso una lotta al potere…mi stupisce che tu ti stia fidando del tuo compagno"


Fece una pausa improvvisa, come se volesse pensare a qualcosa. Poi incrociò le braccia al petto e e finse di guardarla con finta compassione.La testa si piegò con una strana e sinistra angolazione. Prese ad armeggiare con le mani, come se stesse raccontando una storiella

 

"sai come funziona coi polli, prima li ingozzi, poi te li mangi. Io potrei accontentarmi di te,adesso, magari il tuo amico vuole renderti più appetitosa…uccidendo noi, i suoi avversari”

 

Himawari si voltò quasi in slow-motion verso Jugram. Chiedendosi che faccia stesse facendo. A quanto pare, non aveva per nulla apprezzato l’osservazione del suo nemico.  Aveva smesso di sorridere, i suoi occhi erano ridotti in due fessure, dietro di esse, due smeraldi brillavano alla luce fioca della sera. La voce della shinigami gli arrivò come un sussurro, tremava come corde di violino pizzicate male

 

“Walth?...”

 

Jugram si voltò con un guizzo del capo verso di lei. Si sentì mancare la terra sotto i piedi. Era abituato a vederla arrossire, non sbiancare. Era bella, quando i loro sguardi si incrociavano e le sue gote si tingevano di rosso. Ora invece, la sua pelle era cerulea, quasi malaticcia. La presa sull’elsa era incerta. Jugram sentì il cuore perdere un battito, quando lei vacillò. Fece un passo avanti, lei ne fece uno indietro. Haschwalth si arrestò, una mano tesa verso di lei, dietro di loro , Kerstin se la rideva di brutto,godendo della vista del suo semino appena piantato.

 

“Himawari, guardami, non devi ascoltarlo”

 

La shinigami si strinse forte, la mano ancora stretta sulla zanpakuto. Guardava il Quincy con occhi sgranati, la sua mente era un connubio di terrore e confusione. Era vero? No, impossibile, glie lo aveva detto. Eppure, se fosse…La volpe non lo dice alla gallina che sta aspettando di vederla abbastanza grassa per cominciare a scavare sotto al pollaio. Il predatore, prima di mangiare la sua vittima, si avvicina. Himawari fece un’altro passo indietro quando lui si mosse appena. Poi , la voce del Quincy avversario  tuonò dietro di loro

 

“Ranso tengai!!”

 

entrambi si voltarono di scatto, quando videro Kerstin partire di nuovo all’attacco. Erano impreparati, lei era impreparata e lui si era distratto. Fu un istante, gli occhi dell’avversario brillarono di una luce cruda e intensa, mentre dalle sue noccoliere uscivano delle lame fatte di Reishi. Ora che lo osservava, l’uomo era avvolto da reishi, come se fosse stata una marionetta mossa da fili di energia. Era una tecnica Quincy, ma lei non aveva mai combattuto un Quincy in  vita sua, ne aveva solo sentito parlare. Cosa doveva fare? Scansarsi? Parare? Incassare?

morire?

Il suo avversario si stava gettando su di lei con un’ignoranza bovina,la bava che gli grondava dalla bocca e gocciolava via in aria alle sue spalle

 

“Himawari!”

 

si sentì spingere all’improvviso per le spalle. Troppo peso perchè riuscisse a stare in piedi, così finì con le ginocchia sbucciate sul selciato. Non capì cosa era successo, finchè non vide i capelli biondi di Jugram pioverle sul naso. Lei alzò lo sguardo ed il quincì era lì, in ginocchio di fronte a lei. Istintivamente la ragazza lo avvolse con le braccia, premendo le mani sulla sua schiena, ma lo sentì sussultare all’improvviso, emettendo un ringhio di dolore. Himawari sobbalzò di riflesso, allontanando le mani. La shinigami sbirciò oltre la sua spalla,per guardarsi i palmi. All'improvviso, la ragazza smise di respirare, gli occhi sgranati sulle sue mani sporche di qualcosa...qualcosa di umido...qualcosa di 

Rosso

sulle sue mani, grondava caldo, scintillante e denso, il sangue del Quincy dai capelli del colore del grano. La voce di Himawari aveva il suono del pianto, spezzato dal terrore,dal dolore e qualcosa di profondo

 

“Walth?..”

 

la voce di Jugram era sottile e densa come fumo, quando le arrivò alle orecchie, spostandole i capelli con un soffio

 

“scappa…scema…”

 

Il tempo rallentò, fino a ridursi ad un raccapricciante strascichio. Himawari avvolse  di nuovo Jugram con le braccia.  Una mano insanguinata sulla sua nuca, una sulla vita dove sembrava non essere ferito. Se lo strinse addosso come una coperta, qualcosa di caro, qualcosa di prezioso, che non doveva piu' essere toccato da altri. Sussulto', mentre il Quincy si accasciava su di lei con un sospiro stanco ed un ringhio sommesso. Gli occhi di lei, sgranati dalla sorpresa, le labbra dischiuse in un'espressione spaurita, confusa. Gli massaggiò i capelli morbidi, ne respirò il profumo. un braccio di Haschwalth le circondò le spalle, reggendosi a lei. Lo sentì tremare ed istintivamente lo strinse più forte che poteva. Aveva paura di sentirlo cadere in pezzi da un momento all’altro. Ed era colpa sua, lo aveva distratto, ci era cascata, era una fottuta strategia. Qual figlio di puttana. O forse era colpa sua e basta?
 

"Himawari...scappa..."
 

Cosa aveva combinato?

 

Kerstin li aveva superati di una decina di metri, a causa del forte slancio e della frenata in scivolata. Si era voltato, leccando via il sangue di Jugram dalle noccoliere.  Rispose allo sguardo di Himawari con una risata secca e dura, mentre si piegava per scattare di nuovo verso di loro. Un turbinio di foglie e polvere vorticò dietro di lui, la sua risata tuonò come un monito definitivo. Himawari doveva fare qualcosa, ma non poteva muoversi. Doveva attaccare, ma non poteva impugnare la sua zanpakuto, non poteva lasciarlo cadere a terra. Non era giusto. Non ne avrebbe comunque avuto il tempo. Sentì una rabbia selvaggia rimbombarle nelle tempie,no, lei non era una cazzo di donzella in difficoltà. Doveva fare qualcosa e lei aveva già in mente cosa sperimentare su quel figlio di puttana cannibale. Una mano si tese verso l’avversario. Non aveva tempo per recitare la formula, così, fece appello alla sua rabbia. La sentì scorrere nelle vene come metallo fuso. Cacciò via le lacrime dagli occhi con un battito di ciglia, strinse i denti. La reiatsu colava dalla mano come inchiostro nero e denso. La sua voce era decisa, pericolosa. 

 

“hado numero novantanove….Kurohitsuji!!”

 

La corsa folle del quincy, venne fermata improvvisamente, come se i suoi piedi fossero delle calamite ed il terreno fosse fatto di ferro. Venne inchiodato sul posto, mentre una grande pressione lo costrinse ad inginocchiarsi sul selciato. L’uomo riuscì a guardarsi attorno solo per vedere un enorme bara nera, fatta di pura energia,  chiudersi attorno a lui fino a sigillarsi. Questo diede il tempo ad Himawari di fare una cosa, la più urgente, portare al sicuro Jugram. Con uno shumpo, indetreggiò fino all’albero più vicino, aiutandolo a poggiarsi al tronco. La shinigami si guardò le mani,ancora sporche di sangue, tremava come una foglia, ma strinse forte i pugni e indurì il cuore

 

“non vado da nessuna parte,senza di te..."

gli passo' una mano tra i capelli, piego' il viso fino a poggiare la guancia sudata e sporca di terra, contro quella del Quincy. Un sussurro alle sue orecchie

"scusami, Walth”

biascicò reprimendo lacrime di rabbia, tristezza,paura. Frugò nella tasca e trovò un gingillo che faceva proprio al caso suo. Era un dispositivo che si usava spesso in battaglia. Urahara era un tipo strambo, stronzo delle volte, ma cazzo se era un genio. Himawari si fece un taglio sul dito con l’unghia e lasciò colare il liquido sul cubetto verde che teneva in mano. Questo prese la forma di un coniglietto che pareva fatto in stile origami. La shinigami si avvicinò al quincy lentamente, con il coniglietto stretto in una mano. 

 

“fammi vedere…”

 

gli posò la mano libera sulla spalla, tirando appena verso di sè per sbirciare il danno. Le lame avevano tagliato a fondo, quasi fino all’osso, segnando due solchi sulla schiena del quincy come artigli di un grosso predatore. Il sangue aveva ormai reso la divisa bianca del quincy di un unico colore rosso. Il sangue le si gelò nelle vene

 

“perchè ti sei messo davanti?scemo…scemo!”

 

lui sorrise appena,mentre piegava il volto verso il suo orecchio, la tempia si poggiò su quella della shinigami, stanca, le braccia ciondolarono ai suo fianchi. La voce di Jugram le solleticò di nuovo l’orecchio

 

“li volevi tu, questi?”

 

sussurrò il Quincy, la sua voce densa come fumo le fece accapponare la pelle. Le mani si strinsero sulla stoffa della sua divisa. La shinigami si concesse di abbandonarsi per un attimo contro di lui, piegando la guancia contro la sua con un sospiro lento.

 

“me li meritavo…”

 

ribattè lei quasi con durezza. Sul viso un espressione imbronciata, quasi da bambina

 

“sciocchezze…”

 

Concluse lui con un ghigno esangue Himawari lasciò andare il coniglietto, che scivolò alle spalle del Quincy, sprigionando una luce verdastra di energia, che fermò il sangue all’istante e prese a curare le sue ferite. La shinigami trovò altro tempo per stringerlo di nuovo, attenta a non fargli male. Affondò il viso nei suoi capelli e chiuse gli occhi, mentre sentiva che anche lui, la stava stringendo piano. La voce di lei si spezzò di nuovo, ma stavolta, due lacrime le rigarono le gote, infiammandole di rosso. La mano di lei gli passò tra i capelli, il labbro tremolò

 

“non farlo più…ok?”

 

sussurrò scostandosi da lui, gli posò una mano sulla guancia, sporcandolo di sangue. Piegò il capo come per ammirare ancora una volta quegli occhi verdi. Sorrise appena e continuò con la voce che divenne un sussurro stanco, sebbene il tono fosse di finto rimprovero

 

“non farti male per colpa mia”

 

con il pollice gli accarezzò uno zigomo, tracciandone il segno con una striscia cremisi. Si morse il labbro, annuendo a chissà quale pensiero

 

“non fare il cavaliere per me, io ce l’ho un ragazzo, sai? E poi, sono una shinigami, me la cavo sempre. Non fare lo sciupa femmine con me...mi fai battere il cuore troppo forte, poi non riesco a concentrarmi...”

 

disse con tono leggero, sebbene esitante. Sembrò rimproverarlo come una mamma, elencando i suoi ordini in modo quasi scherzoso. Come se volesse dargli una scusa idiota per farlo desistere dal proteggerla a costo della sua sicurezza. Himawari non voleva più vederlo sanguinare, nemmeno per un’istante. Sbattè le palpebre impregnate di lacrime e scosse il capo. Si diede due schiaffetti sulle guance come per riprendersi da quello strano momento. Tornò quindi a sorridere al quincy, era in salvo e lei, lo avrebbe protetto. Era abbastanza forte e parecchio arrabbiata. Lui la guardava rapito, in silenzio. Lascio' che la voce della shinigami riempisse quel vuoto che aveva addosso, dentro. Una voce dolce come poche,gentile,innocente. Eppure, era forte, combattiva, una guerriera delicata come un fiore, tagliente come una lama

 

“torno subito…”

 

la shinigami si alzò lentamente. Raccolse la zanpakuto e si voltò verso la bara che intanto, alle sue spalle, si era sgretolata. Aveva lasciato il segno sulla pelle del Quincy, tagli ovunque, la sua guardia spezzata, le noccoliere a terra in pezzi insanguinati. La stessa figura del quincy sembrava un cadavere sbocconcellato. A malapena sembrava reggersi in piedi, mentre guardava la ragazza avvicinarsi lenta come la morte. Le lacrime si erano asciugate, lasciando sue solchi sulle gote sporche di terriccio . Lo guardò con l’odio vuoto di una stella sul punto di implodere. Il quincy cercò di muoversi, ma lei fu più rapida. Con uno shumpo lo raggiunse, ne scaturì poi una pedata che lo mandò al tappeto. Il Quincy imprecò, tossendo e sputando grumi di sangue. Le labbra e i denti erano screziati di rosso. Con la coda dell'occhio,  guardava la ragazza dai capelli rosa piantare la suola della scarpa sulla sua tempia. La testa del Quincy affondò nel fogliame. Era la prima volta che la shinigami strappava una vita, la vita di un essere umano,eppure era incazzata, troppo incazzata per esitare, per pensare. La vita di un Quincy, stava per essere strappata dalle mani di una shinigami, di nuovo.  Estrasse la zanpakuto e la posò sulla sua gola. La sua voce, forse più tagliente della sua lama

 

“assapora gli ultimi momenti..”

 

Con un guizzo del polso, tagliò nervi, tendini ed osso. gli  afferrò lo scalpo e con uno Strattone netto gli spiccò la testa dalle spalle. Un fiotto di sangue guizzò dal suo collo mozzato, grondando a terra come se si fosse rotta una tubatura.La ragazza sollevò il suo trofeo,lo osservò pensosa. Fece infine spallucce, posandola a terra e con un calcio la spinse via, osservando l’espressione instupidita del Quincy ormai defunto.La testa si fermò a pochi metri da lei. La guardava ancora, nei suoi occhi  sbarrati, si leggeva chiaramente lo stupore per aver capito di essere stato ucciso. Dalle labbra dischiuse le parole mai dette “mi ha ucciso, mio Dio, mi ha ucciso” ma solo la voce di Himawari scivolò verso di lui nel vento. Un sussurro, una preghiera. 

 

“l’eterno crepuscolo ti accolga…”

 

si scostò da quella scena. Si voltò verso Jugram, gli occhi socchiusi in direzione del Quincy. Lo vide alzarsi lentamente, scrollandosi di dosso la polvere. Rimase immobile, mentre lui la raggiungeva in un paio di falcate. Lei rimase immobile mentre rinfoderava la sua arma. Lasciò cadere le braccia ai fianchi,guardandolo con un sorriso stanco. Jugram si fermò ad un metro da lei, la sua voce soffiò nel vento, mentre la osservava con un certo rapimento, nel vederla in quello stato.  Era bella, ora capiva cosa aveva spinto Aizen Sosuke a considerarla una Shinigami da conto. Lui sapeva molto più di quanto diceva, ma era un segreto. Non poteva mostrare i suoi veri poteri, era troppo presto, era pericoloso. Stranamente però, quella ragazza era una continua sorpresa per lui. Quella Shinigami, riusciva a scivolare via da ogni sua previsione. Era una continua incognita, una zona d'ombra che non riusciva a comprendere

 

“è la prima volta che ti vedo strappare una vita umana. Come ti senti?”

 

lei sorrise e piegò indietro il capo, portò una mano insanguinata contro la guancia e vi fece un segno simile ad una lacrima. La sua voce era un sussurro tombale. Gli restituì uno sguardo da far tremare le budella

 

“vicina a Dio.. "

 

All'improvviso,la sua ombra si fece più scura,densa,pesante. La Shinigami sgranò gli occhioni cremisi in direzione dell'ombra. Una mano artigliata, ossuta e dalle dita eccessivamente lunghe ed artritiche, uscì dalle ombre, afferrandola per una gamba. Himawari si sentì graffiare la pelle, le unghie la perforarono e lei gridò cadendo rovinosamente in ginocchio con un sussulto. Sentì le ferite alle ginocchia lacerarsi, strinse i denti, soffocando un gemito di dolore

 

"Himawari!! "

 

La Shinigami sentì che altro stava sbucando da quell'ombra.C'erano zanne? Occhi?

 

Merda

 

sapeva benissimo a chi appartenevano quelle macabre estremità. Ma era indebolita, stanca e non avrebbe mai pensato che altro sarebbe spuntato dal nulla. Ma come aveva detto Kerstin, c'erano altri contendenti. Come gli squali, avevano sentito il sangue strillato ed erano accorsi. Si sentì affondare, qualcosa la atrattonò, la trascinó nell'ombra, inghiottendola. La mano tesa in aria ad afferrare il nulla, mentre anche Walth subiva lo stesso servizio. Himawari calciò una zampa via da lei, spinse un paio di mandibole zannute con le mani, ignorando i denti affilati tagliarle i palmi. Tese una mano insanguinata verso il Quincy, puntellandosi col gomito, affondando gli artigli nella terra fino a distruggersi le unghie. 

 

"Walth!! "

 

La Shinigami gridò e le loro dita si sfiorarono di nuovo, ma non riuscì ad afferrarlo. Venne strattonata indietro e lei gridò dal dolore

 

"Himawari?! "

 

Ci fu un ironico plop, le due figure vennero inghiottire dal terreno di foglie ed il silenzio tornò a regnare in quel bosco. Ironicamente, beffardamente, come se nulla fosse successo. Rimase solo il cadavere del Quincy, la sua testa altrove, le figlie che cadevano sopra di lui come una pietosa coperta. 

 

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Capitolo 14
*** mannaggia a te ***


"Se mi darai un paio di ali,

io volerò per te

 

anche se la terra intera

dovesse venire sommersa dall'acqua

 

Se tu mi darai una spada,

io combatterò per te

 

anche se il cielo intero

dovesse trapassarti di luce"

 

Era buio pesto

 

faceva freddo

 

Faceva male

 

C'erano zanne, artigli e denti che le strappavano gli abiti, le graffiavano le gambe, il ventre. Le zanne tentavano di morderla. Non contenta di ciò, con un movimento dolorante e meccanico, riuscì a staccare un paio di mandibole, usando la sua zanpakuto ed un gioco di leve,non appena le loro facce orripilanti si palesavano sotto quella poca luce che le era concessa. La Shinigami lanciò un colpo di reiatsu, staccando un braccio che la teneva stretta per una coscia. Accettò di pagare un graffio profondo sulla gamba,pur di dare un calcio selvaggio sulla fronte di una delle creature che erano emerse da quel groviglio immondo di corpi. Con i denti morse il braccio di un Hollow,staccandogli un pezzo di carne, come se fosse stato appetibile. Sputò il boccone nel buio, imprecando. Diede un colpo di spada ad un altro hollow, dividendolo a metà, ma la massa informe e molliccia non sembrava finire mai. Dov'era Walth? Era ferito? Era in pericolo? 

 

Doveva liberarsi, doveva andare da lui. Era da solo, erano stati separati di nuovo. Nonostante i suoi sforzi, venne strattonata e spinta nel buio. Denso come melassa e freddo come una morsa di ghiaccio che le intorpidiva i muscoli. 

 

*Sosuke *

 

Se fossero stati i suoi ultimi pensieri, li avrebbe di certo rivolti a lui. Il suo cuore, glielo avrebbe donato, la sua anima pure, qualunque cosa, per Sosuke Aizen,per rivederlo ancora. Socchiuse gli occhi, i muscoli si rilassarono. Venne trascinata in fondo, sempre più in fondo. Cazzo, era davvero la fine? Che schifo. Come l'avrebbe presa lui? Avrebbe pianto? Avrebbe sterminato tutti i Quincy? Hollow? Che schifo. Che tristezza. Non voleva di certo andarsene come una vigliacca e lasciare ad Aizen il peso del lutto. Ma era stanca, aveva freddo e le forze ormai erano andate.

 

Forse era ora di dormire

 

La sua discesa si bloccò di colpo, così come i suoi pensieri. Le figure attorno a lei, vennero dilaniate e strappate come fantocci di paglia, in pezzi. Osservava qella massa di braccia, teschi e zampe sciogliersi come cera prima di sfumare via come cenere al vento. Qualcuno la afferrò, una mano prese la sua e se la tiró contro il petto duro come un muro di cemento armato. La strinse forte,avvolgendola con un braccio. Attorno a loro, gli hollow scomparvero con la stessa rapidità con cui erano apparsi. Si concorsero un'ultima volta,gorgogliando la loro frustrazione prima della fine, la vera fine, il nulla che i Quincy offrivano alle loro vittime. Himawari socchiuse gli occhi, per vedere chi l'avesse salvata. Macchie di emicrania le oscuravano il campo visivo, gli occhi rossi per il pianto e per la stanchezza. 

 

"Sosuke..? "

 

Sussurrò confusa, stringendo gli occhi per mettere a fuoco. Lentamente, la figura di Jugram si fece sempre più nitida. Il Quincy sorrise appena, la sua voce era un sussurro lento e denso come melassa

 

"No, mi spiace… "

 

Con sua sorpresa, la Shinigami, si scosse appena e sorrise rincuorata. Venne zittito dalla sua mano, allungata a Coppa verso di lui. Gli accarezzo il viso e rimase ferma lì, sulla sua guancia. Con il pollice gli sfregó la pelle candida e un brivido gli scosse le ossa fino al midollo, e la vide sgranare gli occhi, due rubini pieni di lacrime

 

"Walth? "

 

Stavolta il nome era suo e lo stava pronunciando con la stessa dolcezza ed una leggera sorpresa. Il Quincy scosse il capo, mentre attorno a loro, l'oscurità si diradava, sgretolandosi, come una sfera di cioccolato immersa nel latte bollente. Aschwalth premette la guancia sul palmo della mano di Himawari e quasi con foga, prese a pulirle via il sangue dal viso, con la mano che non era impegnata a sorreggerla. Alle loro spalle, il Quincy che aveva osato attaccarli a sorpresa, era a terra, impegnato ad affogare nel suo stesso sangue. Era stato sventrato dall'inguine alla gola e piegato in modo assai innaturale,lasciato lì in un merdaio di budella. Non ricevette alcuna attenzione dai due,Himawari nemmeno se ne era accorta. 

 

"É sangue tuo? Sei ferita?"

 

Le chiese con una certa fretta nel suo tono di voce. Lei invece, continuava a fissarlo con tutta la calma del mondo. Era sonnolenta, stanca, quel sorriso appena accennato ai margini delle labbra screziate di sangue. Scosse il capo, e senza aggiungere altro, si gettò su di lui, aggrappandosi al suo collo. Istintivamente, con non poca sorpresa,se la strinse violentemente  al petto, come si afferra qualcosa che sta per cadere di mano. Con il braccio che le faceva da trespolo, le afferró una coscia, artigliando la stoffa dei suoi pantaloni. Con l'altra le prese piano la nuca per sorreggerla. A causa di quel gesto repentino e inaspettato, i suoi ingranaggi non riuscirono a gestire le sue emozioni. Le gambe del Quincy tremarono, come scosse da un terremoto e divennero gelatina. Senza rendersene conto, si trovò a crollare in ginocchio. La Shinigami ancora al sicuro tra le sue braccia, in ginocchio a sua volta sulle sue gambe. Un'espressione incredula si era dipinta sul suo volto, mentre fissava un orizzonte indistinto,gli occhi sgranati. Lo aveva stretto anche prima in quel modo, ma stavolta non aveva avuto un motivo preciso. Si stava aggrappando a lui, con la stessa disperazione di quando lo stava aiutando a sorreggersi. perché? Era finita, perché non lo stava respingendo? Piegó il viso verso di lei, come per paura di non riuscire a sentirla. Haschwalth esitó, si morse la guancia sentendo il peso di qualcosa di fastidosamente fragile attecchire nel suo animo. Era strano, non credeva sarebbe mai stato possibile, almeno non per il Quincy che era diventato. Credeva di aver messo da parte le fragilita’ di quel bambino incapace di creare una singola freccia di reishi, eppure… Jugram si scosse, come se preso da un dolore improvviso e profondo ed affondò le dita tra i suoi capelli. Desideroso di sentire la sua pelle sulle dita, il suo profumo nei polmoni

 

"Stai bene?"

 

Le chiese di nuovo, la sua voce tremò appena. La sentì annuire e stringere di più la presa

 

"Tu…stai bene? "

 

La voce di Himawari finalmente si manifesto’ in un sussurro,tremolante, come uno spiffero. Jugram le massaggiò la nuca coi polpastrelli ed annuì a sua volta. Si Morse il labbro nervosamente, chiedendosi cosa fosse quella matta sensazione. Quel desiderio di stringerla forte, quasi famelico, disperato. Affondò il viso nei suoi capelli, ne respiro il profumo, ebbro di quel momento

 

"Sto bene…"

 

Affermó il Quincy biondo, rannicchiandosi su di lei, riempiendo ogni spazio, per sentirsela addosso, completamente. 

 

"... Mannaggia a te… "

 

Jugram sentì chiaramente il suo cuore sfarfallare e saltare un battito, poi, prendere a pulsare così forte dal rimbombargli nelle tempie. Si accartocciò ancora di più sulla. Shinigami, aderendo a lei come un foglio bagnato. Mentre il tempo perse il conto dei minuti. Himawari lo stringeva come se ne fosse valso della sua vita, più forte che poteva, piangendo in silenzio. Jugram sentiva la sua mano minuta, mentre gli accarezzava la nuca, passando le dita sporche di sangue tra i suoi capelli. Non si dissero altro. semplicemente, il Quincy si alzò in piedi con un sospiro,la Shinigami ancora in braccio. Si accertò di nuovo delle sue ferite con un paio di rapide occhiate. Si assicurò che fossero solo graffi, i ricordini lasciati dalla battaglia alle gambe e alle braccia, là dove gli hollow l'avevano afferrata. Non vi erano ferite perforanti, emorragie o segni di un qualsiasi scompenso organico. Lei stava bene era spaventata, ma stava bene. 

 

"Andiamo a casa"

 

Lei annuì piano,se là sentì addosso al collo, là sua guancia calda sulla pelle. Trattenne un brivido e sigillò le farfalle nello stomaco. Infine, si avviò di nuovo verso casa, cercando di passare in luoghi poco affollati. Himawari rimase in silenzio tutto il tempo, stretta a lui come se ne valesse della sua vita. Non diceva nulla,aveva gli occhi chiusi e forse si era addormentata, suppose lui, non potendola guardare in viso. Se là teneva addosso come uno zaino messo davanti per paura di essere  derubati. Il suo volto era nascosto dietro alla sua spalla. 

 

"Eih?..tutto bene?stai dormendo?"'

 

Chiese esitante. No, era ancora sveglia. La sentì scuotere il capo al suo richiamo. Prese a sfiorargli i capelli sulla nuca, con quelle piccole dita dal tocco delicato, che mai avrebbe pensato, fossero appartenute alla stessa ragazza che aveva staccato la testa ad un suo simile, a mani nude. 

 

"Walth"

 

Lui rimase in silenzio. La voce della shinigami esitó, le sue mani si strinsero alla sua giacca febbrilmente. 

 

"Smettila… "

 

Gli ordinò piano la shinigami, la voce tremava ancora

 

"Di fare cosa? "

 

Domandò con stupore il quincy, piegando la testa verso di lei

 

"Di essere gentile"

 

Asserì Himawari con il tono di una bambina offesa. Di nuovo la sentì sussurrare

 

"Mi odi ancora? Come shinigami? "

 

Chiese lei sistemandosi addosso a lui, le braccia gli cinsero meglio il collo

 

"No…ma penso tu sia l'unica eccezione che acconsentirò"

 

La Shinigami emise una lieve risatina

 

"Ok…ne sono felice"

 

Jugram si morse la guancia

 

"Tu odi me, come Quincy? "

 

La sentì sospirare, accennare ad una risata nasale mentre giocherellava coi suoi capelli. Jugram svoltò evitando un gruppo di ragazzine. Loro non potevano vedere la shinigami, così gli lanciavano occhiatine languide mentre il Quincy era intento ad ignorarle. Le spalle della shinigami sotto al mento, il suo corpo da fuscello tra le mani. Erano una distrazione più che visibile e sufficiente ai suoi occhi. Salì le scale del porticato ed il legno scricchiolò sotto il loro peso

 

"Non l'ho mai fatto… ma ora…é un bel problema"

 

Lui se la sistemò addosso mentre si liberava una mano per afferrare le chiavi in tasca. Si fermò un attimo prima di infilare la chiave nella serratura. La mano rimase a mezz'aria, in sospeso. I suoi occhi fissi sul pomello dorato. Era serio, il velo della tristezza piovve di nuovo sul suo sorriso

 

"Perché? "

 

"Perché da ora in poi… cercherò sempre i tuoi occhi per strada, quando passeró da queste parti a Karakura…é troppo tardi Walth, questa cosa non cambierà é non passerà"

 

Si sentì un sospiro, insieme al rumore meccanico della serratura che si apriva. Le. Braccia della shinigami quasi gli tolsero il fiato, tanto si strinsero addosso a lui. Di nuovo la voce di Himawari tremò ed il suo corpo ebbe una scossa febbrile. Non poteva cancellare i ricordi, quello che era successo, quello che provava per lui. Quel grande affetto che cresceva di fianco alle radici di Aizen e Ukitake. Una scoccata secca, che in silenzio, le aveva trafitto il petto. Non lo avrebbe più visto come un damerino biondo, so tutto io, nemico giurato delle imprecazioni. No, era il suo damerino biondo, so tutto io, nemico giurato delle imprecazioni. 

 

"Tu non passerai…mannaggia a te"

 

---

 

Non portarono avanti la conversazione, tutto terminò con quelle parole. Entrarono in casa, con la stessa nonchalance di chi tornava a casa dal supermercato. Jugram si tolse le scarpe e posò Himawari sul suo letto. Si inginocchiò davanti a lei, le prese il viso con le mani, osservandola con lo stesso rapimento di un veggente sulle interiora. Dopo aver appurato -per la quinta volta- che niente di quel sangue incrostato fosse suo, sospirò sollevato guardandola un'ultima volta e si congedò in camera sua con un cenno del capo. Entrambi, a turno, si fecero una doccia calda. Jugram si soffermò accanto alla porta, mentre lei era nella doccia. Si sedette a terra sentendo la canticchiare. Quando fu il suo turno, si curò di sciacquare via il sangue dalla vasca. Mentre Himawari tentava inutilmente di indossare un pigiama senza il suo gigai. Sospirò,sconfitta,accontentandosi di una coperta di flanella addosso che Jugram le aveva offerto. Si sistemarono sul divano della sala, una stanza semplice, con un televisore al centro della stanza che mandava un film in bianco e nero,un tappeto azzurro soffice ed un divano bianco. Jugram l'aveva raggiunta poco dopo, lui aveva la fortuna di poter indossare abiti diversi dalla sua divisa. Così aveva scelto un pigiama bianco di cotone, comodo, ma pur sempre elegante. Aveva perfino portato una ciotola di popcorn e se l'era messa sulle gambe mentre si sedeva con un sospiro di sollievo. Rimasero in silenzio fino a quel momento, a guardare distrattamente il film, senza commentare o proferire parola. Le voci degli attori riempivano il silenzio nella stanza. Himawari si era rannicchiata nella sua coperta, appoggiata alla spalla del Quincy, con cui ne condivideva un lembo. Infine, fu Jugram a rompere il silenzio. 

 

"Sai cosa accadde duecento anni fa?... Himawari? "

 

La ragazza si scosse appena, poi si rabbuió annuendo appena, guardando altrove. Non era nemmeno nata come Shinigami, duecento anni prima. Lei non c'era, eppure, sentiva il peso di quel giorno come se anche le sue mani di fossero sporcate del sangue dei Quincy. Si strinse forte rannicchiandosi contro la poltrona, la tv che continuava a mandare avanti il film, come se nulla fosse

 

"Certo che lo so. Quincy e Shinigami non possono… esistere senza il conflitto, hanno detto i miei superiori, all'Accademia…ci fu una guerra e molti morirono,i Quincy si pensarono estinti"

 

Asserì con calma, esitando sulle ultime parole

 

"Esatto"

 

Lei sobbalzó appena, la sua risposta sembrava distaccata, come se la cosa non lo riguardasse. 

 

"Allora, perché sei qui?Pensavo mi volessi usare, ma non…avresti fatto quello che hai fatto oggi"

 

Chiese finalmente lei. Se lo domandava da quando si erano alleati. Ma fino a quel momento, aveva sempre pensato che non fosse rilevante. L'unica cosa che le importava era mettere la testa di quel Quincy sotto la sua lama. Eppure, la domanda ora aveva preso una maggiore brillantezza, come se ora la stesse spolverando dall'angolo in cui l'aveva riposta cautamente. 

 

"E tu? Perché sei rimasta? "

 

Lei sorrise appena, facendo spallucce e guardando altrove con finto fare annoiato

 

"Mi appisolavo spesso alla lezione di storia, non amo il nostro passato, non amo la mentalità collettiva di noi shinigami. E…se tu non me ne vorrai, allora mi farebbe piacere restare. Non credo, che ti avrei fatto del male, se fossi esistita duecento anni fa"

 

Sospiró appoggiandosi contro la sua spalla per prendere un pop corn, lo osservó e fece finta di mangiarlo, non avendo il suo Gigai

 

"Duecento anni fa non mi avresti conosciuto in questo modo, mi avresti incontrato sul campo di battaglia"

 

Lei si strinse ancora più forte, la testa ciondolò anca e si appoggió a lui con la tempia, prese un altro pop corn, pensosa

 

"Sai, non amo la soul Society, almeno… Come è fatta adesso. Con capi pompati che chiedono tutto, non dando nulla. .. Non mettendo mai in discussione se sia giusto o no. Prima di sterminare qualcuno, avrei chiesto il perché… se mi avessero poi risposto con le solite frasi despite, li avrei mandati a fan…quel paese"

 

La mano di lei era immersa nella ciotola, invece del pop corn, trovó la mano di Jugram ed istintivamente la ritrasse lievemente, senza toglierla dalla ciotola. Jugram la osservava quieto, silenzioso come sussurri, gli occhi fissi sulla Shinigami che non lo guardava. Lei fissava la televisione, persa nei suoi pensieri, mentre la mano ai avvicinó di nuovo ed un ditino di lei agganció l'indice del Quincy. 

 

"È la vostra natura, distruggere le anime quando le combattete, non è per un vostro desiderio. Forse, se fossimo stati noi ad avere quel potere, avremmo fatto lo stesso. È per un bene superiore, avevano detto. Ma allora perché…sono contenta.. Che tu sia ancora qui, Walth.. ?"

 

Il braccio di Walth avvolse la Shinigami per le spalle. La strinse appena, con la paura di farle male,mentre appoggiava svogliatamente la guancia sulla sua testa. Era stata la sua stirpe ad uccidere i Quincy, eppure, lei sembrava diversa. 

 

"Beh,forse perché…hai qualche rotella fuori posto,piccola Shinigami"

 

"Me lo dicono tutti, beh, meglio cosí…"

 

Himawari si accomodó contro il petto del Quincy, le gambe ancora strette contro il suo corpo, mentre osservava le creature strambe muoversi davanti allo schermo. Socchiuse gli occhi e cacció via dei pensieri. Il filo che teneva la pace tra Quincy e Shinigami era sottile, quasi inesistente

 

"Walth…cosa facciamo…se dovessimo trovarci ai lati opposti della scacchiera?... "

 

Jugram rimase in silenzio per un po', sentì la mano stringerle la spalla più forte, senza farle male

 

"Beh… io vincerei, ovviamente"

 

La Shinigami si scosse e si allontanò da lui. Prese un pugno di pop corn e glie ne lanció in fronte un paio, prima di buttar giù il resto

 

"Scemo!! Non pensare di cavartela in questo modo! Io sono Himawari Tsukiko!! Shinigami della qui.."

 

Fu un istante. Haschwalth l'aveva afferrata con una rapidità agghiacciante. L'aveva stesa sul divano, sovrastandola poi con tutto il corpo. Sul volto un ghigno beffardo nel vedere la Shinigami fissarlo instupidita, indifesa. le fermò i polsi, afferrandoli con le mani e premendoli sul cuscino. Avvicinò il volto a quello di lei. Aprì le fauci e fece finta di schioccare un morso vicinissimo al naso della Shinigami, che emise un gridolino di sorpresa e quasi si strozzò con un pop corn. 

 

"Mmmh… delicious.. "

 

Il quincy si passò la punta della lingua sul labbro superiore, come se avesse appena finito di saggiare la torta più buona del mondo. La osservava con un sorriso da smargiasso, mentre continuava a tenerla ferma

 

"Walth?... "

 

“ora ti mangio..”

 

Himawari si mosse di puro istinto, le gambe gli si avvolsero alla vita e con uno scatto, ruotò il corpo del Quincy. Portò tutto il peso contro di lui, un gioco di leve ed ora erano a terra. Himawari seduta sopra di lui, le cosce di lei puntate contro la vita del Quincy a stringerlo in una morsa  che non dava spazio alla fuga. Non che Jugram avesse intenzione di fuggire, in effetti. La osservò mentre si chinava su di lui, puntellando le mani ai lati della sua testa. Negli occhi vide chiaramente lo scorrere dei suoi pensieri

 

Spaventata

Confusa

Imbarazzata

 

“Himawari?..”

 

lei si scosse all’improvviso, come se si fosse svegliata dal solito sogno in cui ci si sente cadere di sotto. Sbatté gli occhi instupidita,rendendosi conto della sua posizione, di quello che aveva fatto, agendo di nuovo come se avesse davvero pensato che le avesse voluto far del male. Rimase ancora ad ansimare sopra di lui,gli occhi sgranati per lo stupore

 

"Oh…Walth…scusami, io"

 

balbettò, sistemandosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio

 

"Davvero pensi che possa mangiarti? "

 

La mano di Jugram si allungò verso di lei,  le pizzicò piano la guancia, morbida ed elastica, decise di sperimentare quanto fosse stata elastca. Ridacchiò quando la sentì squittire di nuovo, infastidita. Poi si fermò a guardarla, il sorriso si attenuò in un'espressione mista tra la gioia  e lo smarrimento. Lei lo guardò di rimando e lo sguardo che gli restituì gli rimescolò polmoni e viscere in ordine sparso. Non disse nulla, rimase lì a godere della sua presenza, del suo sorriso, delle sue gote rosse. Il suo peso addosso, lo sentiva a malapena, ma emanava tanto di quel calore da far sciogliere ogni briciola della sua anima. 

 

"Non avevi detto di essere troppo forte? Per abbassarti a mangiare degli Shinigami? "

 

Disse lei, con un sorriso serico, la voce addolcita dalla loro vicinanza. Poteva sentirla respirare e quel respiro gli solleticava le gote. Con sua grande sorpresa , come se non fosse già abbastanza vicina,lei si chinò di più verso di lui. Sentì la fronte di Himawari premere contro la sua, la sua mano cercò quella di Jugram e con un migliolo gli agganciò il suo

 

"Non voglio stare dall'altro lato della scacchiera"

 

Sussurrò sincera, con la voce che tremò appena. Dopo un tempo che parve un’eternità, la shinigami  indietreggiò lentamente, rimanendo comunque seduta sopra di lui. Gli lasciò la mano e tornò a stringersi forte guardando la tv,distrattamente. Jugram vide il suo labbro tremolare, lei che se lo fermò coi denti, a quel punto, fece leva sui gomiti e si mise seduto. Tese le braccia ed avvolse la shinigami stringendola forte

 

“non sarà necessario”

 

si mosse piano, con lei sopra, facendo leva con una mano mentre la teneva stretta con il braccio libero, ruotò fino a poggiare la schiena contro il divano ed afferrò un paio di coperte avvolgendo entrambi. Prese di nuovo i pop corn , mentre Himawari gli si sistemava addosso imbarazzata. 

 

“Walth, ma che fai?adesso puoi mollarmi,non…”

 

Chiese con tono incerto, mentre si raggomitolava come un gatto sul cuscino. Lo guardò di sottecchi, le mani a coprire le guance paonazze

 

“ti tengo in braccio”

 

spiegò cercando di rimanere calmo

 

“ perchè sei stanca, fredda come un ghiacciolo e sei anche spaventata per i tuoi viaggi mentali…oggi siamo alleati, e’ questo che conta, non badare al domani, ci sara’ tempo per quello”

 

Rispose con semplicità. Ci fu una pausa meditabonda dove lei  si limitò a mugugnare qualcosa. Si voltò e finse di interessarsi al film alla televisione. Alla fine sbuffó rassegnata, senza muoversi di un millimetro. Era vero, la doccia calda aveva attenuato i dolori muscolari ed il calore dell'abbraccio di Jugram le scioglieva ogni pensiero, ogni paura.a c'era qualcosa di sbagliato. Si trovò a pensare ad Aizen, di solito, si addormentava tra le sue braccia, quando era stanca, era quello, il posto più sicuro del mondo. Quella tra lei e quel Quincy...non era affatto una cosa appropriata,la loro, eppure... Avrebbe dovuto scivolare via da quell'abbraccio,tirargli un manrovescio con tanto di imprecazioni che lui tanto odiava. Invece, sentiva che in quel momento,era troppo stanca per muoversi o imprecare. Sentì come se quello, fosse a suo modo, un posto sicuro. Con un sospiro, si accomodò tra le gambe incrociate del Quincy, trovando una posizione comoda con la schiena contro il suo petto e la tempia poggiata sulla sua gola. Poi, stremata, chiuse gli occhi. Sulle sue labbra si insinuò un sorriso esangue

 

"Mannaggia a te.. "

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