Elegy For The End

di RoriStark
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Erasmus ***
Capitolo 2: *** Dissonance ***
Capitolo 3: *** Work on myself ***
Capitolo 4: *** holy fuck! ***
Capitolo 5: *** Sunshine ***
Capitolo 6: *** ma il suo cuore batte ***
Capitolo 7: *** quando tutto è sangue.. ***
Capitolo 8: *** sayonara memories ***
Capitolo 9: *** fuoco e ghiaccio ***
Capitolo 10: *** Lupi e agnelli ***
Capitolo 11: *** before the storm ***
Capitolo 12: *** Marte Marte Marte ***
Capitolo 13: *** La Martire ***
Capitolo 14: *** cenere alla cenere ***
Capitolo 15: *** Kyrie Eleison PT1 ***
Capitolo 16: *** Kyrie Eleison PT2 ***
Capitolo 17: *** Blood and dust ***
Capitolo 18: *** Il cielo di Londra crolla ***
Capitolo 19: *** Through the storm ***
Capitolo 20: *** Hypocrite ***



Capitolo 1
*** Erasmus ***


Stazione di Londra, ore 10:30 , era una giornata stranamente soleggiata per essere quella che chiamano la città della nebbia, la giovane ragazza cattolica era arrivata da poco alla sua fermata è già il suo stomaco le supplicava di girare i tacchi e tornarsene a casa, a Roma, sotto alla gonnella di padre Anderson. Ma si impose peró di essere testarda, con una scrollata di spalle ed un signum crucis, scese dalla sua cabina con malcelata riluttanza stampata sul volto. Le stazioni sembrano tutte uguali, luoghi infestatindi turisti e pendolari, voci elettroniche dagli altoparlanti che suggerivano di non superare mai la linea gialla e… oh, il "mind the gap" Era nuovo invece, non lo avevano mai detto a Roma.  La ragazza strinse la maniglia del suo bagaglio a mano ed avanzó stando attenta a non calpestare le gomme da masticare che rendevano il pavimento una strana opera di arte moderna. L'entrata della stazione era in cemento e le pareti erano piene di graffiti più o meno volgari o senza senso ai suoi occhi. Forse un murales di una grande rosa rossa era la cosa migliore del potpourri tutto attorno. Con una mano strinse la croce in argento che portava al collo mentre avanzava tra la folla che correva dalla parte opposta per prendere il treno. La giovane rispondeva al nome di Sunny, aveva deciso di darselo da sola il giorno di Agosto dove si era presentata alle porte dell'orfanotrofio di padre Andersen. Aveva i capelli rosa raccolti in due lunghe trecce ed un abitino rosso sangue con decorazioni in metallo e gemme sul petto a disegnare un motivo che ricordava un'armatura elfica. Il metallo le saliva fino al collo per farle come da collana mentre due grossi opali erano incastonati al centro del petto. In testa aveva una coroncina della stessa lega metallica della pettorina, il viso era costellato di lentiggini e le sue iridi color acquamarina, grandi e brillanti. Ma la cosa che attirava l'attenzione dei viaggiatori, erano le sue orecchie, sembravano piccole orecchie bianche simile a quelle di un gatto, posizionate dove solitamente la gente era abituata a portare i comuni e meno vistosi padiglioni auricolari. Attraversó la grande sala di ingresso tagliando tra le file di gente in attesa del loro turno in biglietteria, scese i gradini fino a trovarsi sul pianerottolo principale della stazione, finalmente l'uscita in mezzo alla folla. Posò il suo bagaglio dondolando sui tacchi e guardandosi intorno

 

"Signorina Sunny, benvenuta"

 

La voce proveniva alla sua Sinistra, quando si voltò, vide un uomo sui sessant'anni con un monocolo ed sorriso gentile stampato sul viso. Indossava abiti da maggiordomo ed i capelli nero corvino con delle striature bianche  erano raccolti da una coda di cavallo ordinata. 

 

"Lasciate che mi presenti"

 

Asserì portandosi una mano al petto in segno di riverenza, a seguire un rapido inchino

 

"Il mio nome è Walter C.Dornez,sono il maggiordomo della famiglia Hellsing e sono qui per portarla a casa, my Lady"

 

Si avvicinò alla ragazza offrendosi di portarle il bagaglio verso la limousine parcheggiata sul lato della strada. Sunny sembró accettare l'offerta dell'uomo, lasciandosi accompagnare all'auto dove il maggiordomo le aprì la portiera lasciandola entrare prima di salire a sua volta e mettere in moto l'auto. Il panorama di Londra era molto bello alla fine, soprattutto quando si allontanarono dal centro della città, per raggiungere le zone di campagna,piene di casette in mattoni,che un po' le ricordavano casa. C'erano anche alcuni boschetti che avrebbe visitato volentieri durante i suoi giorni liberi, in fondo, pensò, Londra non era affatto male. Dopo un'ora abbondante di viaggio,raggiunsero una grande residenza privata circondata da un cancello, sorvegliato da diverse pattuglie armate. 

 

"Per.. Per cosa sta Hellsing? "

 

"Her Royal England Legions of Legitimate Supernatural and Immortal Night Guard, my lady, in breve l'ordine dei Cavalieri protestanti al servizio della regina. L'attuale direttrice, nonché discendente diretta di Abraham Van Helsing, siamo al servizio della corona contro le avversità sovrannaturali. Un po' come lo siete voi della divisione Iscariota."

 

"Già, mi hanno detto che per consolidare la pace tra le due fazioni, protestanti e cattolici hanno mandato me quà ed un vostro membro a Roma… Victoria, giusto? "

 

"Già la nostra draculina di punta"

 

"Ho saputo che avete… due vampiri a servizio, giusto?"

 

"Sì, Alucard è il fiore all'occhiello della casata Helsing, è l'agente principale è quello attualmente operativo, insieme a lei, my lady"

 

Sunny tacque, abbassando lo sguardo con un sospiro, non aveva mai lavorato con quello che era solita cacciare, come poteva essere diverso? Come poteva un vampiro accettare di uccidere i suoi simili e non comandare si di loro? 

 

"Dovró, lavorare con Alucard? "

 

"Esattamente, ma state attenta, credo che i vostri poteri se usati su di lui siano tutto fuorché curativi" 

 

"Perché un vampiro collaborerebbe con noi umani? "

 

Chiese lei d'istinto, una cosa che non le riusciva mai, era tenere i pensieri per sé stessa. Ma ormai la frittata era fatta, anche se la cosa non sembró mettere in difficoltà il maggiordomo, che invece ridacchió comprensivo riguardo ai suoi dubbi

 

"È una lunga storia, diciamo che… Alucard è stato domato…tempo fa, dal grande Van Helsing"

 

"Capisco"

 

L'auto si fermó davanti ai cancelli, dove Walter fece un cenno alle guardie che permisero loro di entrare all'interno del grande giardino della magione. Quando Sunny scese dalla vettura, vide una donna attenderli alle porte di ingresso, Walter le era già di fianco con le sue valigie in mano, sorridendole per incoraggiarla ad avanzare

 

"Venga My Lady"

 

Salirono la rampa di scale che li portò davanti alla donna dall'aria inquisitoria che li attendeva. Era vestita con abiti color cenere,ravvivati da un grande foulard rosso messo a mo 'di cravatta. Aveva lunghi capelli dorati ed occhi di ghiaccio nascosti da un paio di occhiali tondi, una croce d'argento scintilló sul suo collo colpita da un raggio di sole. La donna sorrise, aveva un sigaretto tra i denti, il fumo sbuffó dalle sue labbra lasciando nell'aria un gradevole odore di tabacco da pipa

 

"Benvenuta, giovane Sunny"

 

"La ringrazio, lei, deve essere Integra"

 

"Esattamente, spero che la divisione Iscariota ci abbia lasciato un valido membro in mancanza della nostra Victoria.."

 

"Faró del mio meglio per non deludervi, Lady Integra, spero che questo scambio riesca a placare le tensioni tra le nostre fazioni, non ho mai amato questa guerra interna, con tutti i problemi che già ci sono.. Saró lieta di servire la nostra causa comune"

 

"Mi piace come ragioni, bene, seguimi nel mio ufficio per un breve briefing"

 

"Sì, Lady Integra"

 

Due guardie spalancarono le porte alla padrona di casa, si misero sull'attenti mentre li osservavano passare,Sunny si strinse nelle spalle sentendo un vento gelido venirle addosso dal corridoio che sembrava non avere fine. A terra il marmo splendeva e le pareti erano coperte di quadri ed arazzi, sembravano la collezione privata del  papa. C'era una guardia ad ogni porta e a ogni angolo, ma la cosa che la sorprese di più, fu l'enorme ufficio della direttrice Integra. Era grande come tre delle stanze del convento, I muri non erano visibili poiché coperti da enormi librerie, un'enorme vetrata faceva da finestra mostrando un paesaggio meraviglioso che dava al cortile. Al centro una scrivania in mogano intagliata forse a mano, piena di scartoffie e penne, a terra un enorme tappeto persiano rosso con decorazioni dorate di croci e rose  dava sfoggio della sontuosità di quella famiglia. Sunny si chiese se fosse stato meglio togliersi le scarpe, ma non lo fece. Si sedette su una sedia di fronte alla scrivania, mentre Walter rimase all'uscio della porta come un bravo cane da guardia. Le braccia dietro alla schiena ed un sorriso colmo di segreti. 

 

"Bene, visto che sei un umana, non dovremmo metterti nei sotterranei, potrai scegliere la stanza che più ti aggrada al secondo e terzo piano, Walter ti seguirà per tutto il tempo finché non avrai preso una decisione, il resto dei bagagli ti verrà portato in camera una volta che avrai scelto… Ora, parlami di te, dicono che tu sia una delle migliori dopo Anderson"

Sunny si sfrego' le mani imbarazzata dalla presentazione, non si era mai considerata la migliore, ma sapeva perche' l'avevano scelta, come sapevano perche' avevano mandato Victoria: deli due gruppi, erano di certo le piu' mansuete, le meno inclini a creare guai o dissonanze,insomma,le due pacificatrici erano state inviate come dono di pace dalle due fazioni.

 

"Io, sono un'orfana cresciuta da padre Anderson, mi trovò  in fasce davanti alla sua chiesa e sono sempre vissuta tra le mura della sezione Iscariota da allora. Sono stata addestrata e selezionata per le mie capacità rigenerative, posso curare, posso far del male ai ghoul con le medesime skill… "

 

"La tua arma? "

 

"Una..sorta di  lira, Lady Integra..sono.. "

 

Le parole le si aggrapparono alla gola raggschiando forte quando un vento gelido le sibiló sul collo, mentre i brividi le salirono sulla schiena come rampicanti spietati. C'era qualcun'altro in quella stanza, sentiva i suoi occhi addosso, il pensiero le mozzó il respiro,le fece irrigidire il corpo come se si fosse congelato. Nella stanza calò come un'ombra, tutto sembrò coprirsi di una densa e fredda nebbia, Integra sorrise come se qualcuno le avesse mostrato il più grosso dei diamanti con un fiocco sopra, Walter si mosse appena, il suo sorriso si increspó sornione. La creatura era entrata nella stanza senza passare dalla porta, silenzioso come sussurri, letale, spietato

 

"È dunque questo l'agnello sacrificale del Vaticano?"

 

La voce precedette la creatura, era una voce calda che sembrava venire da sotto terra,densa come fumo, ma la cosa che fece sobbalzare la giovane, fu il pensiero di aver già sentito quella voce. Quando si voltò, vide finalmente la figura del nuovo visitatore.Era un uomo che dimostrava di avere poco più di trent'anni, i capelli neri come verobuio e gli occhi del colore del sangue arterioso. Il suo sguardo celava molti piu' anni di quanti ne dimostrasse  Era alto quasi due metri, dal portamento elegante e spavaldo. Indossava un lungo impermeabile rosso e sotto di esso un abito nero con panciotto con una camicia bianca, mentre ad adornare il tutto, attorno al collo, vi era una cravatta annodata come un fiocco. Si avvicinó a loro guardandola come un lupo guarda il pasto, almeno finché Sunny non trovó il coraggio di voltarsi. La cosa che fece in seguito sparire il sorriso dal voltò di Walter e Lady Hellsing, fu il vedere Alucard fermarsi di colpo, il suo sorriso si affievolí come una candela al vento ed i suoi occhi tradirono un moto di sorpresa. Gli occhi azzurri di Sunny erano fissi in quelli rossi del vampiro, anche la giovane Iscariota sembrò altrettanto confusa, come poteva provare quella sensazione per uno sconosciuto? Come poteva sentire una familiarità con quella creatura?Ci fu un istante lungo quanto un eternità,poi lo sguardo del vampiro tornó severo e spavaldo come prima, occhi di lava incandescente su un viso pallido come i morti, incorniciato dai capelli corvini,tagliati irregolarmente, sembravano un po'di allungarsi ed accorciarsi come fumo a loro piacimento. Le labbra mostravano l'ombra di un sorriso spietato , che celava zanne affilate come mannaie e bramose di carneficina. Quando Sunny si rese conto di averlo fissato anche troppo, scattó di nuovo sull'attenti di fronte ad un Integra sbigottita e taciturna, le labbra dischiuse in un'espressione che celava mille domande, ma nessuno disse una parola. 

 

"Sunny, lui è Alucard, l'arma più potente della casata Hellsing, sarà il tuo compagno e supervisore nelle tue future missioni. Ad ogni missione, dovrai scrivere un rapporto da consegnare in duplice copia a me e alla divisione Iscariota, ora, se avete finito di fare gli inquietanti, Walter ti mostrerà la tua camera"

 

"Sì Lady Integra"

 

Sunny si alzó in piedi combattendo contro la sensazione di avere le gambe ridotte a due tubi di gelatina, si voltó passando di fianco al vampiro che sembrava come una montagna, sempre più imponente man mano che ci si avvicinava. La ragazza si sforzó di guardare a terra, per evitare lo sguardo che le pesava addosso come un macigno. Sentiva un sapore in gola come pile guaste mentre seguiva in silenzio Walter, pensando che presto, non avrebbe più avuto la possibilità di evitare quell'essere, doveva lavorare con lui, doveva andare a patti con quella nuova realtà è lavorare fianco a fianco col vampiro Alucard. 

 

"Alucard"

 

Il vampiro non disse nulla, era rimasto immobile a fissare la sua padrona con il suo solito ghigno d'argenteria, alzó appena il capo e gonfió il petto in attesa di ordini della sua padrona, da bravo cane da guardia

 

"Cos'era quella faccia? Conoscevi già la signorina Iscariota?"

 

"Chi lo sa.. "

 

Si limitò a rispondere enigmatico come al solito, mentre Integra emetteva un suono contrariato, come al solito quel dannato vampiro era un dannato enigma anche per lei, nonostante fosse sotto il suo controllo, in cuor suo sembrava starsene al guinzaglio solo per scelta, solo per divertimento. 

 

"Vedi solo di andare d'accordo con lei"

 

Il vampiro snudó le zanne emettendo una risata sommessa che gli scosse il petto 

 

"Sì, mia signora"

 

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Capitolo 2
*** Dissonance ***


Sunny aveva scelto la sua stanza, si era premurata di chiedere una camera al terzo piano, il piu' lontano possibile dai sotterranei. Non si aspettava pero'  una camera tre volte piu' grande  di quella che aveva a Roma. Era arredata come nei film che guardava di nascosto in TV, quelle con le ragazzine che si scoprivano principesse tutto d'un tratto; c'erano un letto a baldacchino, un armadio enorme e perfino un terrazzo. Sunny aveva messo la sua valigia sul letto, ci volle poco per sistemare le sue cose e si chiese se nel tempo avrebbe avuto tempo per fare un po'di shopping, vedere tutto quello sfarzo, le venne voglia di avere anche lei qualcosa di più dei due abitini che aveva in borsa, voleva di più di quella povertà in cui era cresciuta, perché c'era, c'era molto di più fuori dal suo giardino. Si guardò allo specchio del suo bagno, aveva perfino una vasca con idromassaggio, si chiese se fosse stata più carina con un po'di trucco addosso, forse, forse doveva comprare qualche ombretto, rossetti e qualche crema per il viso. In fondo, avrebbe ricevuto dei soldi per i suoi servizi, quindi avrebbe fatto bene a spenderli.  Si avvicinò al suo letto dove aveva posato la custodia della sua arma,  era una piccola arpa ,simile ad un arco, in oro ed argento adornata con decori simili a piume d'angelo , in realtà non sembrava affatto un'arma, eppure.. Quell'arpa aveva sterminato tanti mostri quasi quanto le baionette di Andersen. 

 

"Signorina Sunny"

 

Walter era di nuovo all'uscio della porta

 

"Mi spiace disturbarla così All'improvviso, ma a quanto pare avete già una missione da compiere, Alucard è in attesa, si prenda tempo per prepararsi"  

 

"Si, grazie Walter"

 

Accidenti,non aveva nemmeno fatto in tempo a godere di quella bellissima stanza che già la stavano mandando in missione? A quanto pare Londra era davvero una città movimentata. Con uno sbuffo ,decise che per quel giorno non si sarebbe truccata, non ne aveva tempo, così, si tolse la vestaglia che aveva sperato di tenere tutta la serata, indossò il vestito rosso e gli stivali e di nuovo varcò la soglia, pensando che presto si sarebbe meritata un bel bagno con idromassaggio. Scese le scale con l'arpa nella custodia. C'erano un sacco di scale anche nel palazzo del papa a Roma, era abituata a correre su e giù per i piani con un'arma pesante sulle spalle. Raggiunse l'uscita dove si rese conto che il sole stava tramontando, per un'attimo rimase rapita dal cielo pastello che li sovrastava, ne osservó le sfumature, ogni dettaglio, pensando che quel cielo, avrebbe inaugurato la sua nuova vita. Prese un respiro profondo e tornó con gli occhi sull'auto dove l'attendeva Alucard, ancora non lo vedeva dall'ingresso, ma sapeva che era in auto e la stava osservando, se lo sentiva addosso, come un topo sotto al trespolo del falco, era terrificante, o forse, era… no, sciocchezze, era terrificante e nulla di più. Raggiunse il marciapiede, dove Walter le aprì la portiera con reverenza, sorridendo come sempre, dall'altra parte, sul sedile posteriore, se ne stava seduto Alucard ad osservarla, ghignando coi suoi denti di belva. Sunny deglutii a vuoto ed entró a sua volta nell'auto, cercando di esporre un sorriso di cortesia

 

"Buonasera, signor Alucard.. Non abbiamo avuto modo di presentarci come si deve… io sono Sunny, Sunny Iscariota"

 

"Sunny, Sunny… Sunny"

 

Ripeté il suo nome come se avesse avuto un sapore, un sapore delizioso e lui lo stava saggiando come un somelier saggia un calice di buon Pinot nero

 

"ma che bel nome my lady.. Hai il nome della cosa che dovrebbe uccidermi, o almeno così dicono nelle storie, così spera la gente.. "

 

Era vero, il sole fa male ai vampiri, in effetti, era una cosa alquanto ironica, pensó la ragazza con le trecce e l'arpa sulle gambe. Si strinse nelle spalle osservando il vampiro, soppesandone il sorriso. 

 

"Spero che lavoreremo bene insieme"

 

Gli occhi del vampiro divennero come miele, il sorriso si attenuó, più docile e confortevole

 

"Ne sono certo, lady Sunny"

 

Il viaggio in auto proseguì in silenzio, Sunny osservava avidamente i paesaggi, cercando di concentrarsi su di essi, non doveva pensare alla voce del vampiro, non doveva sentirne il profumo da uomo che portava, non doveva pensare che c'era qualcosa di strano, era tutto normale e loro erano sconosciuti, era impossibile, presto quella strana sensazione sarebbe passata, forse era solo la sensazione di lavorare con un giovane e bell'uomo che le dava tutti quei fastidi, non c'era altra spiegazione. 

 

****

 

Sangue, c'erano solo sangue e polvere,polvere che le bruciava la gola, sangue che le seccava la bocca.Era terribile, terribile, un incubo che non sembrava avere fine, un dolore che non scompariva dal petto, una fitta al cuore, come  se la lama che si levava sul collo dell'amore della sua vita glie lo avesse trapassato. 

 

Non lasciarmi

 

Occhi azzurri colmi di lacrime fissavano un'uomo sul patibolo, un condottiero, un re sconfitto, un'amante. Lasciato cadere sul patibolo con malagrazia dal boia, di fronte al ceppo,sporco di sangue rappreso e capelli secchi.Il condannato posò il possente collo su di esso, guardando la folla con i suoi occhi cobalto, tristi e profondi come due pozze senza fondo, occhi che lei aveva amato ogni singola notte di luna piena, sotto alle coperte calde

 

Non lasciarmi

 

Il condannato la osservava, in mezzo a tutti gli uomini eslutanti, il suo sguardo era puntato su di lei, la sola a tenere le mani sul volto per coprire rivoli di lacrime salate. L'uomo condannato a morte, le sorrise, prima di leccare del sangue da terra, prima che la lama si abbattesse sul suo collo

 

"Non lasciarmi!!!! "

 

****

 

Sunny sobbalzó quando la macchina frenò,rendendosi conto di essersi addormentata durante il tragitto. Alucard dal suo canto era rimasto con le gambe accavallate e le dita intrecciate sulle ginocchia, gli occhi coperti da un paio di occhiali da sole tondi che riflettevano la luna ora alta in cielo

 

"Ti sei svegliata, siamo arrivati, coraggio, lady Sunny"

 

Il modo con cui pronunciava il suo nome le faceva accapponare la pelle, ma non osava rivelare la natura di quei brividi. Il vampiro le porse un fazzoletto ridacchiando mentre lei scattó ad afferrarlo capendo di diversi asciugare un lato della bocca

 

"Ho… "

 

"Non hai russato, no"

 

Scesero dall'auto, erano davanti ad una grande villa apparentemente abbandonata a se stessa. I viticci e l'edera l'avevano avvolta in un abbraccio mortale, le finestre erano a pezzi, le persiane penzolavano come unghie marce staccate dal dito in malo modo. Alucard avanzó per primo, I suoi stivali riecheggiarono come un monito nell'atrio, Sunny lo seguì cercando di tenere il passo con lui, si era fermata per incoccare la sua arma, ora la reggeva in braccio raggiungendo il vampiro in silenzio, era nervosa, il suo primo incarico lo stesso giorno dell'arrivo, per di più con un vampiro, una creatura che aveva risvegliato in lei qualcosa di strano ed antico, ma forse era solo una sua impressione per essere uscita dalla sua gabbia dorata. In fondo era un bellissimo uomo e lei era sempre stata chiusa con preti e suore, magari era quello il vero problema. Entrarono nella villa con passo cauto, le pareti avevano carta da parati ammuffita e coperta da chiazze di sangue denso che grondava fino alle assi di legno a terra, c'era una scia di sangue rappreso in parte come la pennellata di un pittore pazzo, la seguirono in silenzio. Nell'aria c'era odore di decomposizione e di morte, Alucard porse in silenzio un fazzoletto a Sunny, che  quando lo noto', si bloccò , l'espressione accigliata, pensierosa di fronte a quel gesto

 

"Forza, dopo questo tratto il lezzo sarà insopportabile, dobbiamo raggiungere il piano superiore per respirare un po', hanno gettato tutte le carcasse quà sotto pensando di allontanare i curiosi"

 

"grazie.."

 

La ragazza lo prese con cautela portandoselo alle labbra, lo permette contro il naso combattendo contro la vampata di profumo del vampiro che le riempì i polmoni e le mandó il petto in fiamme. Era solo una sua impressione ed il profumo di colonia del vampiro era davvero forte, doveva solo stare calma, erano tutte nuove sensazioni che avrebbe imparato a controllare,niente di strano o anormale. Si constrinse a pensare avanzando in silenzio, il lezzo che aumentava ad ogni passo che li portava sempre piu\ nelle viscere di quella tana. Raggiunsero la sala da pranzo dove una montagna di cadaveri masticati se ne stava a marcire come in una fossa comune, Sunny premette forte il fazzoletto sul viso per trattenere un conato di vomito,deglutendo i suoi stessi succhi gastrici, le lacrime agli occhi per lo sforzo, il vampiro se ne accorse e sorrise dandole una pacca sulla spalla che la costrinse a rimandare nello stomaco la sua colazione.

"Te l'avevo detto, figlia di Iscariota"

 

Sunny sospiró cercando di calmare i conati di vomito  e per farlo dovette accettate di godere del profumo inebriante di quel fazzoletto mentre superavano la cucina.Raggiunsero la sala con le scale che portavano al piano superiore, una volta li', aprirono tutte le finestre,almeno per il membro della squadra che respirava. I ghoul apparvero alla fine del corridoio, nelle ultime stanze, uscirono dalle porte annaspando verso I due, braccia tese verso di loro, mascelle aperte e penzolanti, corpi in decomposizione che camminavano per volere di altri. Emettevano versi gorgoglianti dalla bocca bavosa e piena di denti marci, gli occhi erano orbite vuote senza fondo, altre avevano occhi appesi come lampadine attaccate male all'albero di natale

 

"Coraggio, ragazzina, canta"

 

Sunny osservò Alucard con la coda dell'occhio, stringendo l'arpa a sé, non aveva mai cantato di fronte ad un'uomo che non fosse stato Anderson o le sue compagne di brigata, la voce sembrava non voler uscire, sembrava essersi aggrappata forte alla sua ugola e non aveva intenzione di uscire, mentre gli zombie si avvicinavano. Alucard sparó un colpo con la sua pistola centrando un ghoul che stramazzó a terra, versò le budella del ghoul vicino con un'altro proiettile

 

"Canta… "

 

Sussurró con voce densa come fumo, che le fece vibrare i polmoni, le farfalle sbattevano le ali nel suo stomaco, il cuore sussultó. La giovane cacciatrice chiuse gli occhi, prese un respiro profondo e sfioró le corde della sua arma

 

"La-la-la… "

 

Le dita sfiorarono le corde dell'arpa

 

"Oh song, guide me…"

 

Il ghigno d'argenteria di Alucard brilló nel buio, una lieve risata che veniva dalla tomba gli si levó nel petto facendolo sussultare in estasi, ebbro della carneficina e della voce della giovane. Sunny sentì di adorare quella risata, così pizzicó altre corde, una luce come un nastro bianco schizzó contro i ghoul trafiggendone una fila intera

 

"Even with a melody as tiny as this

It feels like an entire world has passed through it

Every morning I wake, I search for you

A future without you

I've never wanted to imagine it, I hate it"

 

Qualcosa le era stato portato via, qualcosa di caro che le aveva lasciato un vuoto nel petto fin da quando era bambina, ma cos'era? Non lo ricordava. Solo quando cantava riusciva a sentirlo, aveva scritto quella canzone una notte anni prima, in preda alle lacrime dopo aver sognato lo stesso incubo che la perseguitava notte dopo notte.Solo con quella melodia riusciva ad ammettere i suoi sentimenti, ad implorare che quella cosa che aveva smarrito, tornasse. Altri nastri abbatterono i ghoul mentre Alucard sparava felice come non mai, estasiato, ebbro della voce della sua nuova compagna

 

"Canta, canta Angelo mio!! "

 

Rombó Alucard continuando a sparare nella mischia, ebbro di carneficina, aveva tirato fuori una seconda pistola e la ragazza ebbe l'impressione che se avesse provato a sollevarle non vi sarebbe riuscita, erano enormi ed i colpi che sparavano sembravano rimbombare come cannoni da guerra. Sunny tent di nuovo di concentrarsi sulla melodia e sulla sua arpa mano a mano che i nemici tentavano inutilmente ad avanzare

 

"But you're already gone, and I don't know what to do

Everyone but me seems to be carrying on just fine

Even so, tomorrow will come... oh song, guide me!"

 

In pochi istanti, intestini caddero a terra, braccia e teste, un ammasso di carne putrescente andò ad adornare il pavimento spoglio, coprendolo con un tappeto di interiora gorgoglianti e fumanti di gas putrescenti. I ghoul divennero l'imitazione della massa di cadaveri che avevano lasciato in cucina, ma non era finita. Quei poveracci erano solo l'antipasto,una pedina insignificante, dovevano trovare il vampiro che aveva causato quel mattatoio. Superarono la pila di cadaveri e Sunny dovette di nuovo coprirsi il viso, camminava al fianco del vampiro che sembrava vivere il più bel momento della sua vita

 

"Ti…ti piace uccidere i vampiri? "

il vampiro la guardo' in tralce, inarcando un sopracciglio in un cipiglio di curiosita'

 

"Certamente"

 

"Ma.. Non sono i tuoi simili? Perché lo fai? "

 

Alucard si fermò allo stipite della porta e la ragazza si trovò a scontrarsi col corpo marmoreo del vampiro, le parve di scontrarsi contro un muro di cemento .Di nuovo il suo profumo la assalì come una belva feroce che le troncó il respiro, la sua mano si aggrappó alla giacca di lui quando sentì il terreno mancarle sotto i piedi, d'istinto la mano guantata del vampiro le tenne la schiena per sostenerla causandole un'ulteriore capogiro che però si impose di combattere. Con uno sforzo non indifferente, la ragazza tentó  di ricomporsi, scattando di nuovo al fianco del vampiro che la osservava dall'alto dei suoi occhiali

 

"Loro sono una misera imitazione di quello che dovrebbe essere un vampiro, non sono assolutamente nulla di vicino a quello che sono io, sono solo feccia"

 

Sunny sobbalzó quando sentì dei passi riecheggiare dal corridoio, una risata stridula le fece tremare i timpani

 

"Ah sarei feccia? Voglio proprio vedere te, invece, cacciatore, cosa sai fare"

 

Disse con suono gutturale mentre mostrava i denti affilati. Era un uomo di mezza età,capelli brizzolati e baffi folti sopra alle labbra secche, occhi a spillo ed abiti da barbone strappati. Bava e sangue gli colavano dalla bocca distorta in un macabro ghigno, in mano aveva una mitragliatrice di piccolo calibro. Quando Sunny si voltò verso Alucard, lo vide snudare le zanne affilate, I suoi occhi schintillarono di rosso ed il suo sorriso si fece amaro, pericoloso. Caricó la pistola ,ma non sparó, guardava dritto mentre dietro al vampiro comparvero altri Ghoul

 

"Che ne dici se ti ammazzo e poi violento la tua amichetta"

 

"Coraggio, provaci"

 

Lo invitò senza scomporsi, appoggiando una delle pistole dietro al collo con fare spavaldo e sicuro di se', quando vide il vampiro avvicinarsi ,ridacchio' tornando sull-attenti ed  aprendo le braccia, mentre Sunny si chiedeva perché non stesse sparando. 

 

"Tieni a bada i ghoul"

 

Le ordinò schietto, in risposta lei annuí mentre con un tocco sull'arpa, una luce la avvolse sollevandola appena da terra, come se fluttuasse nell'acqua. Attorno alla schiera di ghoul si formó un cerchio di piume bianche, ai loro piedi una luce esplose facendoli appassire come piante durante la siccità. Il Vampiro schivó il colpo con un balzo e miró alla ragazza, sparó un colpo di mitraglietta, Sunny si voltó appena in tempo per vedere la figura di Alucard sistemarsi di fronte a lei per prendere il colpo , le pallottole affondarono con un suono ovattato nel corpo del vampiro. II cuore di lei perse un battito, sentì il suo corpo farsi di marmo, non si era mai sentita così prima, vedere il vampiro sanguinare le aveva fatto salire una paura che mai aveva conosciuto prima. Aveva ucciso decine di vampiri, con il suo maestro, eppure ora era immobile, le mani strette sull'arpa, spaventata? Aveva…paura?. Come d'istinto, la ragazza pizzicó una corda, come era solito fare quando un suo compagno era nei guai, una scia argentata colpì Alucard ma la giovane dovette fermarsi immediatamente quando vide il sangue sgorgare laddove la ferita si sarebbe dovuta rimarginare. La ragazza allontanó le mani dall'arpa indietreggiando con una mano che le copriva il volto

 

"Mi.. Mi dispiace signor Alucard"

 

Bisbiglió sconvolta per quello che aveva fatto senza riflettere, tremando mentre il vampiro era in ginocchio, la ragazza fece per avvicinarsi  ma il vampiro scattó di nuovo verso Alucard, stava per sparare quando l'ombra del cacciatore in ginocchio avvolse la sua figura, degli occhi rossi ed inquietanti si spalancarono lungo le pareti, il fumo avvolse il mostro che gridó terrorizzato quando questo si abbatté su di lui, venne afferrato per gambe e braccia da tentacoli colmi di occhi, quando questi strattonarono, la pelle si laceró, le ossa si lussarono mentre cani infernali banchettavano con le sue membra, infine, divorarono il torso in preda agli spasmi, della creatura non rimase nulla salvo una pozza di sangue. Pochi istanti dopo, l'ombra venne riassorbita,c'era di nuovo Alucard davanti a lei, nessuna ferita, nessun graffio, solo Alucard che la osservava divertito. Lla pistola appoggiata dietro alla nuca che tamburellava il collo. Sunny sentì le gambe cederle, cadde in ginocchio stretta alla sua arpa, gli occhi le si riempirono di lacrime, Alucard la osservó mentre il sorriso si spegneva sulle sue labbra, come al solito, tutti si spaventavano davanti alla sua vera natura

 

"Hai paura di.. "

 

Il vampiro si bloccó quando la ragazza scosse il capo guardandolo con gli occhi gonfi di lacrime, stava piangendo, ma non sembrava arretrare da lui, no, gli tese la mano tremante mentre l'imbarazzo, la paura e la vergogna le bruciavano le gote in due rivoletti salati che scivolavano fino alla gola pulsante,viva,della piccola mortale

 

"Ti ho fatto male, scusami, scusami tanto"

 

Sussurró portando una mano gli occhi per scacciare le lacrime, ma queste non smettevano di scorrere.Non si era mai sentita tanto imbarazzata, aveva ferito il suo compagno, avrebbe dovuto fare più attenzione, avrebbe dovuto saperlo che anche lui, essendo vampiro, non avrebbe gradito la sua magia sacra. Poi qualcosa le scivoló dalle labbra, in uno spasmo simile al vomito, ma dalle sue labbra uscirono parole, parole spinte dagli incubi che la assalivano la notte, coprendola di sudore e lacrime, ecco, di nuovo quella terribile familiare sensazione che le dava il tormento. 

 

"Perché ti sei preso quei proiettili? Non provi dolore? ? Perché ti fai male così??perché devi sempre farti male?? Alucard!! Io non vo…"

 

Sentì un troppo in gola come se un sasso le fosse risalito dallo stomaco all'esofago. Cosa? Cosa non voleva vedere più? Dannazione era la sua prima missione, cosa non voleva vedere? Il suo sangue? Il suo corpo sporco di sangue? I suoi occhi che si spegnevano? Si tappó la bocca con entrambe le mani mentre si rese conto di essersi lasciata andare, no, era tutta una sua impressione, era sconvolta e spaventata e non sapeva quello che diceva, non si mosse quando Alucard si chinó davanti a lei, non si mosse quando le prese il viso tra le mani e le asciugó le lacrime, rimasena fissarlo, smarrita, confusa, il profumo del vampiro addosso come un velo di pietà. Poi si mosse, piegó appena il capo poggiando la guancia sul palmo della mano di lui, con la mano glie la premette appena come per paura di sentirla andar via, gli sfioró il petto dove lo aveva colpito

 

"Mi dispiace, ti… ho fatto male, scusami.."

 

Il vampiro sorrise, bello come la fine del mondo, I suoi occhi, I capelli, tutto di lui sembrava incendiarle qualcosa dentro al petto come una miccia pronta ad esplodere e lui, lui era la fiamma che la faceva scattare ogni volta. Le diede una mano ad alzarsi, la ragazza fece del suo meglio per rimettersi in piedi incespicando parole per giustificare quella sfuriata senza senso

 

"Io non volevo gridare, non so cosa mi sia preso, non sono affari miei come… Come decidi di lavorare, non.. "

 

Un dito si posó sulle sue labbra, poi le labbra del vampiro, le sfiorarono la fronte, erano calde? Come era possibile? Le farfalle nel suo stomaco sembravano esplodere in mille pezzi mentre entrambi si voltavano verso l'alba per raggiungere di nuovo l'auto che li avrebbe portato a casa, alla tenuta Hellsing

 

"Non mi hai fatto male, va tutto bene, torniamo a casa"

 

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Capitolo 3
*** Work on myself ***


Era passata una settimana dalla loro prima missione, non li avevano più chiamati ad ammazzare vampiri, era stata una settimana alquanto piatta e Sunny se ne stava in camera, il cellulare in mano ad osservare il suo primo conto in Banca ed il suo primo stipendio contanti zeri. Il vitto era pagato, l'alloggio anche, quindi cosa avrebbe fatto con quei soldi? Non aveva mai avuto soldi prima d'ora, tutto andava in beneficienza, ogni singolo euro andava a Roma, al papà e agli orfani, quindi si chiese: cosa avrebbe dovuto fare con quei soldi?mandarli a Maxwell insieme al rapporto di fine missione? Oppure… 

Sunny riempí la vasca e vi versò una sfera rosa pastello con su scritto "bath bomb" Aveva prima chiamato Walter al telefono per assicurarsi che non avrebbe fatto esplodere la vasca, il maggiordomo sembró quasi strozzarsi dal ridere mentre riagganciava, più tardi lo avrebbe richiamato per sapere se stava bene, in fondo aveva una certa età.  La sfera prese a frizzare rilasciando un profumo di fragola nell'aria e densa schiuma nell'acqua che si tingeva di rosa pastello, era bellissimo. Si immerse nell'acqua calda tirando un sospiro di sollievo, si lavó I capelli e si passó la spugna su tutto il corpo per mandare via i residui di sangue della scorsa missione. Si chiese se addosso avesse ancora il sangue di Alucard, ma poi cacció via quel pensiero quando il suo occhio cadde sui pulsanti dell'idromassaggio. Allungo' una mano e trattenendo il fiato decise di premerlo, pentendosene un minuto dopo, quando l'idromassaggio sembró far aumentare esponenzialmente la schiuma nella vasca che prese a strabordare e colare a terra formando uno strato di nuvole nel bagno, la ragazza premette di nuovo il pulsante lasciandosi sfuggire un grido stridulo per la sorpresa mentre si affrettava a scendere, afferró l'accappatoio e lo indossó di fretta portando le mani tra i capelli umidi

 

"Oh no, che faccio??... Walter.. "

 

Di nuovo prese il telefono ma sembrava essere stata già sentita dal maggiordomo, che prontamente stava bussando alla porta

 

"My lady state bene?? "

 

"Walter!! "

 

Sunny aprì la porta di scatto senza badare al suo vestiario, se ne rese conto quando lo sguardo di Walter schizzó sul soffitto, le gote pallide si tinsero di rosso

 

"My.. My lady"

 

La ragazza si strinse le braccia alla vita imbarazzata, ma sapeva che le priorità erano ben'altre

 

"Walter non c'è tempo, vieni!! "

 

Lo afferró per la mano tirandolo con sé verso il bagno, dove ormai la schiuma la faceva da padrona, riempiendo la stanza come un tappeto di nuvole, che Sunny apprezzó in segreto. Walter portò una mano al volto ridacchiando

 

"Oh my lady, dovremmo farle delle ripetizioni a quanto pare, immagino che a Roma certe cose non vi siano concesse.. "

 

Walter andó nello sgabuzzino ad afferrare secchi e stracci, tornó dalla ragazza e si mise a pulire a terra con l'aria di un genitore che rimediava alla marachella della figlia. Sunny sentì nel petto una sensazione piacevole, familiare, era questo che si provava quando qualcuno si prendeva cura di te? Era, bello, di solito Andersen e Maxwell andavano su tutte le furie, le toglievano la cena o la mandavano in missioni suicide, invece lui, stava ridendo?  

 

"Aspetta, ti aiuto! "

 

La ragazza prese uno straccio imitando Walter, prese a raccogliere la schiuma, era divertente al tatto, soffice, le veniva voglia di affondarvi dentro, sembrava davvero di stare tra le nuvole. Poi le venne un'idea, prese una manciata di schiuma

 

"Walter.. "

 

L'uomo si voltò appena per trovarsi una manciata di schiuma in faccia, rimase allibito nel vedere Sunny ridere divertita, gli ci volle un minuto buono prima di prendere a sua volta della schiuma e lanciarla alla ragazza ridendo divertito dalla spontaneita' di lei, era bello avere qualcuno di tanto vivace ed allegro in casa Hellsing

 

"Signorina Sunny, un po' di contegno!! "

 

La guerra terminó quando la schiuma si ridusse in una pozzanghera d'acqua profumata, Sunny era seduta di fianco alla vasca mentre strizzava il suo straccio e Walter terminava le pulize

 

"Senti, Walter… Tu cosa fai di solito con il tuo stipendio? Cosa potrei.. Fare col mio? "

 

Walter si fermó a soppesare l'espressione di lei

 

"Una bella signorina come lei dovrebbe coccolarsi un po'di di tanto in tanto, una giornata al mare, in piscina o magari shopping con un bel gelato"

 

La ragazza incrociò le braccia al petto annuendo interessata, concentrata, poi i suoi occhi cobalto si puntarono su Walter ed una lampadina si accese nella sua mente

 

"Portami a fare compere! Cioé… puoi portarmi a fare compere? "

 

Walter sorrise, mentre si alzava coi vestiti umidi ed i secchi ancora sporchi di schiuma

 

"Certamente, my lady, coraggio, si vesta"

 

Si era completamente scordata di avere ancora l'accappatoio addosso, sobbalzó tornando in piedi, stringendosi addosso i lembi rossa in volto, per fortuna era un accappatoio enorme rispetto a lei è le arrivava fino alle ginocchia, si tolse l'asciugamano che le faceva da turbante  ridacchiando, il maggiordomo non riusciva a non distogliere lo sguardo da lei, pensieroso

 

"Giusto! Allora, ci vediamo tra un'oretta? "

 

"A dopo, my lady"

 

Con una riverenza il maggiordomo uscì dalla sua camera mentre Sunny si gettava sul letto a baldacchino con un sospiro, chiedendosi se nei sotterranei quel vampiro la stava ascoltando, stava dormendo? Cosa stava facendo? Non avevano parlato molto negli ultimi giorni ed avrebbe voluto chiamarlo, parlargli, sentire la sua voce. Ma lui era un vampiro, un nosferatu legato a quella donna che comandava l'Associazione Hellsing, non era un essere umano, non era un bellissimo umano, era un bellissimo e complicatissimo vampiro e.. 

 

"Basta Sunny! Sei l'orgoglio e vanto della divisione Iscariota, datti un contegno! "

 

Si diede un piccolo schiaffo puntando il suo dito di rimprovero contro il suo riflesso nello specchio, un monito severo,deciso prima di vestirsi al volo e scendere le scale per raggiungere l'atrio. Si fermò all'uscio della porta, Walter era già pronto a partire con l'auto, questo le ricordó un film che aveva visto tempo fa, che aveva amato, una ragazza diventata all'improvviso principessa che andava a fare shopping e viziarsi, quel giorno, sarebbe stata lei la principessa. Saltó in auto emozionata mentre si avviarono per raggiungere il centro di Londra. Entrarono in diverse boutique, ma la ragazza non trovó nulla che la colpiva, poi però ,tornando sulla strada dei comuni mortali, vide degli abiti pastello in un outlet nel quartiere "povero" Della città e nonostante le proteste di Walter, la giovane entró, arraffó dei vestiti in pizzo e tulle e corse al camerino seguita da un Walter sconcertato

 

"My lady non preferirebbe  abiti migliori? Di.. Qualità? Dovrebbe.. "

"ma erano robe inguardabili, Walter! mi meraviglio di te! Indosseresti mai una povera zebra squartata? o un leopardo delle nevi? insomma!"

"My Lady..non credo che fossero.."

Quando Sunny uscì dal camerino, le parole gli morirono in gola, la ragazza indossava un abito rosa pastello, con la gonna gonfia di tulle e pizzo, decori in pizzo simili a piume le si aggrappavano al collo e alle spalle a sorreggere il vestito adornato di punti luce come un tramonto pieno di stelle

 

"Come non detto, my lady… siete bellissima"

 

"Grazie Walter, beh, ora ne ho altri venti da provare, ci prendiamo un gelato dopo? Offro io! "

 

Walter sorrise

 

"Certo, my lady"

 

La giornata passò in fretta ed in breve arrivò la sera, Sunny venne riaccompagnata nella sua stanza dove con l'aiuto di Walter mise in ordine i suoi nuovi abiti, era davvero felice di aver finalmente fatto qualcosa per se stessa, era stata una bellissima giornata ed era perfino riuscita a togliersi Alucard dai pensieri, certo, presto avrebbe dovuto lavorare di nuovo con lui, ma in quel momento, la sua mente poteva finalmente riposare, cullata dal suo piccolo sogno di principessa. 

 

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Capitolo 4
*** holy fuck! ***


Quando Sunny si svegliò quella mattina,ebbe una strana sensazione. Tra le coperte aveva l’impressione di sentirle bagnate di un liquido caldo, che le dava fastidio mentre cercava di cambiare posizione per adattarsi al nuovo materasso, ingenuamente ed in preda all-ignoranza del dormiveglia ,aveva deciso di dormire altri cinque minuti ignorando quella buffa sensazione. Così, quando più tardi si svegliò ,capì che avrebbe fatto meglio a non ignorare quella sensazione,rendendosi conto della profondita' dell-abisso in cui si era appena tuffata per svogliataggine. Sangue,c’era sangue ovunque,sulle lenzuola, sulla sua vestaglia e non aveva idea di come fare a risolvere la situazione,quei giorni, quei fottutissimi giorni rossi l'avevano sorpresa. Forse era stato il viaggio, cambiare ambiente da un momento all-altro, fatto sta che quelle bastarde avevano deciso di giocarle un pessimo scherzo. Corse in bagno mentre nelle viscere il fiore rosso continuava ad espandersi ed esplodere in fitte lancinanti. Maledizione, maledizione non doveva accadere quel giorno,non era previsto e lei non si era affatto preparata. Prese il necessario che riuscì a trovare sotto al lavandino per tamponare il problema,ma quella stanza non sembrava una stanza accessoriata per il fai da te, come una camera d'albergo,l'occorrente vero per le pulizie era evidentemente altrove. Lasciò cadere a terrà i vestiti macchiati di rosso cremisi e si fece una doccia fredda, lavandosi in modo quasi maniacale, strofinando a fondo ogni singola cellula del suo corpo. Dopo essersi asciugata, indossó le mutandine, assorbente e mise addosso una vestaglia pulita spruzzandosi addosso mezzo flacone di profumo. Con un po'di di fantasia arrotolò le coperte, tutto ciò che era macchiato e  mise il fagotto in un angolo. Rimase ad osservarlo pensierosa, come un cadavere da smaltire dopo un'omicidio. Ci pensó un po'di, poi,prese un respiro profondo e fece una telefonata, un'ultima spiaggia:

 

“miss Integra, la prego, mi serve una mano”

 

“che cosa succede,signorina Iscariota?”

 

“miss integra, lei è l’unica donna qui…mi serve una mano,non doveva succedere oggi,ho sporcato…le coperte, la vestaglia con il mio…insomma,non posso dare a Walter questa roba!!”

 

Sunny non riusciva ad articolare bene le parole senza sprofondare nella vergogna, dall'altra parte della cornetta ci fu una pausa, poi una risatina sommessa, sentì la donna espirare il fumo del suo sigaretto mentre tamburellava il dito sulla scrivania, la sua voce si fece divertita e sarcastica

 

“chiama Walter,non penserai che venga io a pulirti le mutandine”

 

Asserí con tono scocciato la signora Hellsing

 

“ma miss Integra!”

 

Niente da fare, la donna aveva già riagganciato. Sunny si lasciò cadere in ginocchio stretta alla cornetta, non poteva lavare le lenzuola da sola, non aveva idea di come fare,non poteva chiamare Walter a pulire. Si fece coraggio e riempì la vasca di acqua fredda e sapone, vi gettò l’ammasso di lenzuola e prese a strofinare,con il risultato che le lenzuola da bianche divennero rosa, il sangue tinse l'acqua della vasca come la bath bomb della settimana prima

 

“no..no!!”

 

il sangue di Sunny si addensó nelle sue vene quando qualcuno bussò alla porta aprendola appena, ebbe un tuffo al cuore sentendo la voce di Walter

 

“My Lady, la signora Integra mi ha chiesto di aiutarla con il suo problema”

 

Sunny sentì il terreno mancarle sotto ai piedi mentre sprofondava nell’imbarazzo più totale,si alzò in piedi raggiungendo la porta in fretta, rossa in viso, le lacrime agli occhi, i capelli sciolti in una massa di boccoli rosa ribelli ancora umidi, il corpo pallido emanava vapore caldo. Walter la osservó con un cipiglio alzato, il suo sguardo era gentile, amorevole

 

"Mi lasci entrare"

 

“no, no ce la faccio da sola, ti prego”

 

“signorina,non deve essere imbarazzata, è una cosa naturale, io sono un vecchio, si lasci aiutare,non può fare tutto da sola”

 

Walter entrò nella stanza appena Sunny si mise di lato, consapevole che se avrebbe proseguito da sola avrebbe fatto solo danni. Il maggiordomo entró nel bagno,buttando un occhio verso la vasca, sorrise appena massaggiandosi il collo , vedendo il pasticcio che aveva combinato spostò lo sguardo su Sunny che si strinse nelle spalle chiudendosi in un silenzio imbronciato. Walter si mise i guanti e si premurò, ridacchiandosi, di recuperare le lenzuola ed il resto del vestiario della giovane, che intanto, aveva nascosto il viso tra le mani,imbarazzata più che mai. Non aveva mai dormito tanto bene come in quella casa, per la prima volta quella cosa l’aveva colta impreparata,troppo oziosa per rendersi conto che i giorni rossi erano arrivati. Con un movimento esperto l’uomo mise le lenzuola bagnate  in un sacco lasciandolo cadere dalla finestra di servizio diretta alla lavanderia, tornando ad osservare la ragazza ancora in ginocchio a terra. Il maggiordomo incrociò le braccia al petto, osservandola dall’alto con occhi gentili

 

“suvvia signorina,non se la prenda così…oggi deve andare in missione”

 

Sunny balzò a sedere andando a sbattere con la schiena contro le fredde piastrelle del bagno,ignorò il dolore tentando di focalizzarsi sulla cosa più importante e terribile: sarebbe dovuta andare in missione col vampiro Alucard, in quelle condizioni. Una giovane vergine con un emorragia fisiologica ed un… vampiro fianco a fianco, si sarebbe sentita come una braciola d'agnello il giorno di Pasqua accanto al commensale

 

“no,no!! non posso andare in missione conciata così! chiedo il permesso di…voglio…ho bisogno di un periodo di malattia!”

 

“ma non siete malata, signorina..avete solo”

 

“lo so cosa ho, Walter! ma non posso andare con un vampiro mentre…perdo..oh, insomma! non posso! Ti prego Walt, ti prego! ”

 

poi una voce densa come il fumo si insinuò nelle sue orecchie come uno spiffero d’aria invernale facendole finire lo stomaco nelle pantofole

 

“quanto baccano…”

 

Spesso Sunny,ascoltando i sermoni di padre Andersen, aveva pensato a come sarebbe stata l’apocalisse, la fine di tutto, il giorno del giudizio: fuoco, fiamme e terrore in tutto il globo per i peccatori,salvezza per chi credeva, o magari un meteorite avrebbe distrutto la terra, o un’invasione aliena o magari una pestilenza o la guerra. Non aveva mai pensato di aggiungere alla lista quel preciso momento, quel momento che prese comodamente il primo posto tra i peggiori scenari dell’apocalisse e lei lo stava vivendo. Alucard si era infilato nella stanza passando dal muro, scivolando dalla parete come una lama tra le costole,ghignando sornione, i denti affilati che brillavano nella penombra come lame d'assassino al capezzale della vittima

 

“Alucard..”

 

“andiamo angelo mio,non facciamo aspettare i nostri nemici”

 

disse semplicemente porgendole una mano guantata, dietro di lui Walter li osservava con occhio cauto. Sunny rimase però dove stava, gli occhi colmi di lacrime, le gote rosse ed il ventre dolente,era un’incubo, sì, presto si sarebbe svegliata da quell’incubo

 

“non…non posso venire con te”

 

il vampiro non si scompose, si inginocchiò di fronte a lei senza smettere di sorridere

 

“ascolta, sentirei il tuo odore anche a chilometri di distanza, è da stamattina che ti sento, non cambierebbe nulla se tu dovessi rimanere qui, avró il tuo profumo addosso anche quando sarò andato via…”

 

Il vampiro sembró prendere una boccata d'aria estasiato, mormorando con una voce che sembrava venire dalla tomba, un rombo oscuro,che fece accapponare la pelle alla ragazza

 

 "vergine.."

 

Walter sospirò scuotendo il capo,puntando lo sguardo sul vampiro che intanto si passava la lingua sulle labbra, facendo sobbalzare la ragazza ai suoi piedi, allibita, imbarazzata come quando se l'era fatta sotto alla recita scolastica, il volto coperto dalle mani

 

“diretto come sempre,amico mio”

 

"Vieni, Angelo mio, non devi temere, di te preferirei i tagli migliori..non gli scarti, seppur anch'essi saporiti"

 

Sunny tirò su col naso mentre con il dorso della mano cacciava via le lacrime da squilibrio ormonale ed imbarazzo,non piangeva spesso,ma in quei giorni, era una bomba ad orologeria, bastava una qualsiasi stupidaggine per farla scoppiare in lacrime, per non parlare di quella sera che aveva pianto come una bambina dopo aver accidentalmente ferito Alucard. Perfino l’afferrare la mano di Alucard le fece risalire su i lacrimoni, mentre la gola le si annodava con un doppio nodo da marinaio ed il cuore sussultava come una ragazzina delle medie. Si alzò in piedi stringendosi nelle spalle e guardando altrove rossa in viso, annuì appena massaggiandosi le braccia mentre Walter si premurava di poggiarle una coperta calda sulle spalle, massaggiandole la schiena con fare gentile, rincuorandola un po'

 

“datele un pò di tempo per prepararsi, almeno”

 

“ma certo, ci vediamo tra poco, my lady”

 

"Sí… signor Alucard"

 

"Alucard va più che bene, non sono umano, tantomeno un signore"

 

Concluse scomparendo dalla porta

 

"Sì... Alucard"

 

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Capitolo 5
*** Sunshine ***


Era una giornata bizzarra, avevano testato le sue capacità con una nuova arma e poi l'avevano mandata in missione da sola pochi giorni dopo. Integra l'aveva chiamata nel suo ufficio quella mattina. L'ereditiera del casato Hellsing se ne stava seduta con  suo solito sigaretto alla scrivania, la schiena dritta nella sua solita postura solenne. Una pila di libri a destra ed un posacenere pieno di mozziconi sulla sinistra,uno sembrava stesse ancora fumando e tra le dita la donna gia' portava un nuovo sigaretto. Sotto di lei c'erano diversi fogli stropicciati e scarabocchiati con penna e calamaio, probabilmente roba importante data la calligrafia ottocentesca. Se ne occupava sempre Integra dei suoi rapporti, lei doveva solo scriverli a fine serata e consegnarli a Walter, non aveva ricevuto risposte o notizie da Roma, non sapeva cosa stava succedendo là, probabilmente nulla di speciale, le solite missioni che stavano capitando anche a loro a quanto pare. Si era resa conto che quando si lavorava in conghreghe simili, non c'era più tempo o modo di piangere le decine di umani trasformati in ghoul, non c'era tempo dinchiedersi cosa amavano fare da vivi, se avevano qualcuno che li stava aspettando a casa, se avevano dei sogni, se piangevano o ridevano o cosa avevano fatto la sera prima di morire. No, non c'era tempo per pensare a quello, eppure, se avesse perso Alucard, eccome se ci avrebbe pensato, allora perché le altre vite valevano meno ai loro occhi? 

 

"Sunny, abbiamo deciso di inviarti a Rockshire per una missione"

 

Sunny si scosse come se avesse preso un ceffone

 

"Inviarmi?"

 

Tentó di sottolineare il "MI", magari si era sbagliata, magari era sovrappensiero e non aveva detto il solito " InviarVI" 

La donna annuí spegnendo il sigaretto sul posacenere al suo fianco, si schiarí la voce annuendo decisa, una condottiera nata, una donna di ferro. I suoi occhi di ghiaccio erano fissi sulla ragazza come un falco sulla preda, nonostante fosse seduta, Sunny si sentiva osservata dall'alto verso il basso, si sentiva piccola, minuscola, di fronte a lei

 

"Esatto,Andrai da sola stavolta"

 

"Da.. Sola? "

 

Integra alzó un sopracciglio sbuffando fumo grigio

 

"Hai paura? "

 

Sunny sussultó, scosse il capo massaggiandosi la nuca

 

"No, certo che no, é solo che… di solito mi fate sorvegliare da Alucard"

 

Si morse il labbro inferiore mentre sentiva il dito di Integra tamburellare sulla scrivania in legno massiccio

 

Toc.toc.toc

 

"Vogliamo valutare la tua validità in campo da sola,potresti essere costretta a separati da Alucard, in quel caso vogliamo che tu sopravviva il più possibile, capisci?"

 

Sunny annuí, le mani strette tra di loro, le sfregava nervosamente, come un groviglio di serpi mentre Walter la osservava quieto, le braccia incrociate al petto, la spalla contro la libreria, sorrise cauto mentre Sunny accettava il suo incarico. Integra prese uno dei fogli che aveva davanti,scostó il resto delle scartoffie e lo porse alla ragazza

 

"Solitamente I ghoul seguono sempre il vampiro che li ha creati, ma stavolta è accaduto un fatto strano: Ghoul senza apparente padrone, vagano bei boschi di Lesnes Abbey Woods, Alucard aveva già sistemato il vampiro della zona ma I suoi ghoul non sono morti come erano soliti fare, la cosa ha destato curiosità in Alucard stesso che non ha saputo spiegare la cosa, o almeno non lo ha detto. Sei una ragazza istruita sui vampiri, avrai di certo le conoscenze per venirne a capo, o almeno, sterminare quei poveracci e dar loro la pace che meritano"

 

Fece una pausa, poi le fece cenno di andarsene sventolando la mano guantata come a cacciare una mosca

 

"Come dite voi? Ah si… amen"

 

Sunny non rispose, non era mai stata fanatica del suo culto, era lì solo perché era stata allevata così, non aveva avuto scelta. Aggrottó le sopracciglia sistemando una ciocca di capelli rosa dietro all'orecchio prima di alzarsi in piedi

 

"Sí lady Integra, ma non sono mai stata solita rispondere"

 

"Bene, allora sei congedata"

 

Sunny annuí facendo un lieve inchino

 

"Come vi compiace"

 

"Sarai dotata di una trasmittente con GPS, se ne avrai bisogno, manderó Alucard ad aiutarti"

 

"Va bene, non ce ne sarà bisogno"

 

Asserí decisa mentre si allontanava dalla donna, congedandosi per potersi preparare per la nuova missione in solitaria. Decise di indossare il solito abito rosso da missione, l'unica differenza da quando era arrivata, era la spilla della Helsing fissata sul suo petto. La ragazza era felice di sentirsi parte di quella organizzazione, i suoi membri erano molto gentili, soprattutto Walter, che nei giorni era diventata una figura quasi paterna per lei. Non lo avrebbe mai ammesso, ma la più grande felicità la provava quando lavorava insieme ad Alucard, cantare per lui, tornare in camera e scrivere altre canzoni,ma se l'avessero messa sotto tortura, avrebbe comunque risposto,sputando sangue e sudore a terra: "non si possono provare certe cose per dei mostri". Sapeva che lavorare insieme a lui le faceva provare una sensazione completamente diversa dalle altre, una sensazione al petto e allo stomaco simile ad un fiore di fuoco che sboccia e le mozza il fiato, non aveva mai provato nulla prima, ma non poteva considerare un vampiro un ragazzo di cui invaghirsi, assolutamente sconveniente. Probabilmente Alucard la trattava come un giocattolino, lei non era nessuno per poter interessare al più temuto dei vampiri e nemmeno doveva pensarci, in fondo, lui non era umano. Uscì sul tetto dove un'elicottero la stava aspettando, Walter era impegnato nel giorno più terribile del mese: il giorno delle pulizie ed Alucard era probabilmente nei sotterranei a bere vino o sangue,o entrambi. A lei invece toccava andare in missione da sola e Dio solo sapeva cosa avrebbe trovato là, sembrava una semplice missione ma con gli Hellsing nulla era semplice come sembrava. Raggiunsero i pressi del bosco, atterrarono su un campo abbandonato, poche case in rovina e puzza di ghoul da chilometri di distanza. Sunny rabbrividí guardandosi attorno cauta mentre tirava fuori l'arco dal fodero, pronta ad avanzare nel fitto della foresta. Superò il confine e si addentró tra gli alberi lentamente, la ricetrasmittente l'aveva attaccata con cura sulla cintura del suo abito, non si accorse che un filo invisibile l'aveva tagliata in due con un lieve sibilo, né della figura che cauta la stava seguendo nelle ombre

 

"Ok, puoi farcela Sunny, sei una ragazza forte, hai un grosso arco/arpa  con cui colpisci la gente,ma senza cattiveria.. "

 

Camminare nel bosco le dava una sensazione piacevole, le foglie scricchiolavano sotto ai suoi passi e guardare i grandi alberi sopra di lei le dava una sensazione di pace, si sentiva bene nella natura e di certo la natura si sarebbe sentita meglio con meno ghoul in giro. Dopo un paio di chilometri la ragazza riuscì a sentire i lamenti dei non morti ed il fetore che la avvolgeva e le provocava conati ogni volta che il vento si divertiva a soffiargli bene un po' di più addosso. Si chiese dove avesse messo il fazzoletto profumato di Alucard e ne ebbe nostalgia. Sunny rimase immobile

 

"La, la la"

 

Cantó con voce melodica, come un richiamo, che sembró funzionare, visto che i ghoul si ammassarono attorno a lei accerchiandola

 

"La la la.. "

 

Cantó di nuovo mentre una freccia sbocciava tra le sue dita, la incoccó e colpí. Ne incoccó un'altra e colpì di nuovo, ne uccise una dozzina poi mosse il suo arco, cliccó un pulsante e delle corde della stessa luce delle frecce apparvero sulla sua arma

 

"Song, guide me.. "

 

Cantó ed un cerchio si propagó attorno a lei ad ogni colpo della sua arma, distruggendo i ghoul attorno a lei, la cosa proseguì per un'ora buona,ma i ghoul non sembravano voler diminuire,ogni volta che ne abbatteva una dozzina, altrettanti spuntavano da dietro agli alberi, come se stessero aspettando il momento giusto per farle prendere un coccolone, farle perdere le speranze ed ogni volta che la ragazza mieteva ghoul, questi sembravano tornare in numero raddoppiato, come fottuti batteri. Integra aveva parlato di un gruppo, non di un'orda, qualcuno o qualcosa aveva infoltito le schiere e la ragazza non riusciva a vederne la fine. Non voleva chiedere aiuto, non voleva chiamare Alucard, ma nemmeno voleva morire lí. I ghoul si avvicinavano e lei era pronta a scagliare un'altro attacco quando sentì un soffio di vento sul collo, qualcosa le aveva solleticato la pelle della nuca ed in un'attimo, il cerchio di ghoul attorno a lei cadeva letteralmente in pezzi, come carne dal macellaio. C'erano fili ovunque, che danzavano nell'aria come tele di ragno, si avvolgevano ai ghoul che venivano affettati come salumi a buon mercato,rovesciando interiora e liquidi sull'erba ormai secca del bosco. Sunny aveva paura di muoversi,di venire presa anche lei, vicino ai ghoul perfino le querce secolari venivano abbattute con una facilita' disarmante da quei fili rilucenti

 

"Buongiorno, cappuccetto rosso, disse il lupo" 

 

Un giovane,bellissimo uomo dai capelli corvini legati in una coda di cavallo avanzava verso di lei. Indossava abiti eleganti total black:camicia nera con cravatta, sotto un gilet dello stesso colore, pantaloni di seta neri. Le mani coperte da guanti senza dita in pelle con bracciali in ferro che gli dava un' aspetto quasi punk. Sorrise serafico con la sua sigaretta che penzolava dalle labbra, occhi come  cieli in tempesta  che la fissavano

 

 

Sunny osservó l'uomo cauta, stringendo la sua arpa, pronta a rispondere ad un eventuale attacco, una freccia ancora incoccata puntata contro di lui. Aveva un'aria familiare

 

"Buongiorno, signor lupo.."

 

La ragazza ebbe un sussulto quando nel vederla puntargli contro la sua arma l'uomo alzó le mani al cielo. Aveva appena ucciso un orda di ghoul,si stava arrendendo? Lui sorrise con fare intenerito,ondeggiando le mani come per salutare

 

"Sta tranquilla, sono un'amico"

 

Sunny strizzó gli occhi con diffidenza, soppesando la sua espressione,prese la mira

 

"Amico di chi?.. "

 

La ragazza studió il suo viso a fondo, ogni singolo tratto, il monocolo che portava, i capelli scuri e quegli occhi. Quel viso le era familiare, molto familiare. 

 

"Dimmi il tuo nome.."

 

L'uomo si fermó a pochi metri dalla ragazza ignorando la carneficina che aveva creato, quei fili avevano smembrato un centinaio di ghoul come burro sul tagliere, se fosse stato un nemico forse nemmeno lei sarebbe tornata a casa, non intera. Il suo cuore perse un battito quando il suo sorriso si allargó prima di fare un profondo inchino

 

"Il mio nome è Azrael Dornez"

 

"Dornez.. "

 

Lentamente nella mente della ragazza, I suoi pensieri si incastrarono come le tessere di un puzzle echeggiando in un sonoro "click", sobbalzo' abbassando l'arma come se qualcuno le avesse appena dato uno schiaffo in pieno volto,sbatte' le palpebre incredula scuotendo il capo come per svegliarsi da quel sogno improbabile

 

"Sei… imparentato con"

 

"Sono il figlio di Walter C. Dornez"

 

Precisó sistemandosi un guanto, la sigaretta si mosse appena tra le sue labbra mentre parlavs. Sunny non si preoccupó di fare altre domande, era troppo evidente che quel giovane fosse imparentato con Walter, era praticamente la sua fotocopia, forse era proprio come Walter se fosse tornato ad avere trent'anni. Almeno, era l'età che dimostrava, era alto quasi quanto Alucard ed aveva il fisico imponente e snello, la sua falcata elegante e calcolata. 

 

"Come mai sei qui? Ti manda Integra? Walter? Alucard? Come mai in tutto questo tempo non ti ho visto né in missione né in villa? "

 

Chiese riponendo la sua arma per avvicinarsi al nuovo arrivato con passo ciondolante, la puzza di decomposizione nell'aria era quasi insopportabile, ma non voleva mostrarsi debole, deglutí a vuoto mentre l'uomo si accendeva la sua sigaretta con un accendino in metallo, chiudendolo poi con rapido movimento del polso seguito da un metallico *clack*. prese un respiro dalla sigaretta e sbuffo' una nuvola di fumo bianco ed il profumo di spezie invase l'aria dandole sollievo ed invitandola ad avvicinarsi. 

 

"Non lavoro per la HELLSING, mio padre è già abbastanza"

 

Commentó con la sigaretta che si muoveva tra i suoi denti

 

"Non… sei un vampiro"

 

Lui ridacchió, mostrandole i denti perfetti, ma senza canini appuntiti

 

"Non sono un vampiro"

 

La rassicurò. Visto da vicino, aveva gli occhi quasi grigi,come il cielo di Londra, c'era gentilezza in quegli occhi, come quelli di Walter, solamente che lui era… giovane. Sunny fece un passo avanti pensierosa, quell'uomo era alto quanto Alucard, altrettanto portante ed affascinante,la sua bellezza era pero' meno selvaggia, piu' raffinata, piu' rassicurante. Se avesse dovuto descriverli a colori, lui sarebbe stato una sfumatura confortevole di blu, mentre Alucard sarebbe stato rosso sangue

 

"Devo tornare a fare rapporto, I ghoul sono spariti…oh.. La ricetrasmittente"

 

La ragazza tastó il fianco per cercarla, ma si rese conto che ne era rimasta soltanto una metà, sobbalzo' allarmata cercando l'altro pezzo, ma di certo non ne avrebbe comunque ricavato un ragno dal buco,era terribile, come avrebbe fatto ora rapporto? era l'unico contatto che aveva con la centrale

 

"Oh accidenti,deve essersi rotta da qualche parte mentre arrivavo qui.."

 

"Che ne diresti di fare le presentazioni dove… non c'é puzza di ghoul? "

 

La ragazza scosse il capo in preda all'ansia, di certo non avevano ricevuto sue notizie da quando era partita, magari erano in pena per lei, forse avrebbe dovuto sbrigarsi a tornare a casa e fare rapporto prima che Alucard si fosse preso pena

 

Prima

 

Che

 

"Prima devo fare rapporto" 

Cercó di dire mostrandogli la ricetrasmittente rotta, ma il ragazzo non si scompose, port la sigaretta tra le dita sbuffando altro fumo bianco mentre prendeva l'oggetto rotto per dargli un'occhiata con fare pensoso prima di lanciarsela alle spalle. 

 

"La HELLSING concede dodici ore di tempo per missione prima di allarmarsi, Alucard sentirebbe  tuo sangue scorrere ed il tuo cuore smettere di battere anche dall'altra parte del paese, nessuno si allarmerà"

 

La rassicuró mentre si toglieva la giacca e glie la posava sulle spalle costringendola ad arrossire. Senti' il peso della stoffa sulle spalle, istintivamente la afferro' stringendosela contro, effettivamente cominciava a tirare un'aria non propriamente calda, inoltre il suo profumo copriva egregiamente quello della carneficina attorno a loro. La giacca di Azrael sulle spalle le dava conforto,sicurezza, senti' di perdere un battito quando il giovane le si accosto' di nuovo,la calma fatta a persona, doveva essere un combattente letale, aveva sbaragliato i ghoul con una velocita' impressionante,era perfino piu' veloce e preciso di Alucard

 

"Magari ora sta pensando che tu stia combattendo, ma non esagerare con la tachicardia, raggio di sole"

 

Rise appena facendole strada verso l'uscita del bosco, la ragazza si strinse nella giacca dell'uomo mentre il suo profumo le invadeva i polmoni, allontanando quel pezzo orribile dandole finalmente sollievo al suo stomaco che implorava pietà, la saliva aveva smesso di invaderle la bocca come miele che cola in un alveare

 

"Eh! Ma dove andiamo?"

 

"Scegli tu… caffé, gelato…"

 

La giovane scosse il capo irrigidendosi a causa della proposta del giovane uomo, strabuzzó gli occhi, il cuore sussultó chiedendosi se le sue orecchie avessero sentito bene

 

"Un gelato? Caffé?"

 

"Sí, non vuoi uscire un po' da.. Questo? '

 

Indicó con un cenno lo scempio che si erano da poco lasciati alle spalle, era fuori da tutto il giorno, doveva essere affamata

 

"Ma… ti ho appena conosciuto! "

 

L'uomo si fermó quando raggiunsero la strada principale, ad attenderli, la sua moto parcheggiata sul prato vicino all'asfalto. Non era mai salita in moto, si chiese se avrebbe avuto paura a salire lassù. Un momento… sarebbe salita in moto con un giovane uomo??  La ragazza si strinse nelle spalle imbarazzata, cosa stava facendo Alucard in quel momento? Glie ne sarebbe importato? O magari era solo nella sua testa? Anche in compagnia di Azrael sembrava avere avuto le stesse emozioni, forse, forse era quella la soluzione. Forse l'avrebbe aiutata a non pensarci, in fondo, ad Alucard non importa dell'amore, I vampiri non provano certe cose, quelle sono solo… frivolezze da umani. 

 

"Non sono mai uscita con un ragazzo.. È strano, io, funziona così? Ti conosco da un'ora, non… cioè forse sto sbagliando tutto, mi stai chiedendo di bere un caffé, prendere un gelato.. Io e te, in città, ma magari sto fraintendendo e vuoi solo essere gentile.. Scusami…io, volevo dire che.. "

 

L'uomo si avvicinó a Sunny posandole una mano sulla testa con fare gentile, guardandola come si guarda un cucciolo in vetrina

 

"Respira, sta tranquilla, eri più calma quando affrontavi I ghoul"

 

Aveva ancora la sigaretta fumante tra I denti, se ne era accese una decina in quel tratto di bosco e Sunny si chiese se fosse stato meglio avvertirlo di fumare di meno

 

"Stiamo andando a prendere un caffé, o un gelato come preferisci… Sai c'é anche l'affogato al caffé se il dubbio ti assale"

 

Fece una pausa lasciandosi scappare un lieve sospiro insieme al fumo speziato che avvolse gentilmente la giovane Iscariota facendole mancare un battito, quando di nuovo quel sorriso increspó le labbra di lui

 

" in ogni caso, un giovane uomo ti sta invitando ad uscire"

 

"Ma.. Perché? "

 

Il fumo si addensó sulle loro teste, mentre l'aria sembró caricarsi di elettricità, ma tutto in lei, corpo e mente, le implorava di prendere quel dannato caffé o quel dannatissimo gelato

 

"Ho incontrato una ragazza nel bosco, che porta il cielo negli occhi e le nuvole nel cuore, vorrei scoprire l'infinito che nasconde dentro, sentirla cantare mi ha fatto vibrare l'anima…e mi dispiace se prima, quella dolce giovane non conosceva il mio nome…se dove viveva nessuno le ha mai mostrato un pizzico di amore. Ti dró un segreto…le storie, piccola cappuccetto rosso, iniziano sempre così: due anime si sfiorano ed è come se già si conoscessero, tutto inizia con un caffé….o un gelato"

 

*o ricambiando lo sguardo di un vampiro.. *


Sunny si scosse a quel pensiero,maledicendosi per essersi di nuovo distratta. Tornó a pensare all'uomo che aveva davanti ed alle sue parole, guardando altrove. Le gote si tingevano di rosso come sangue sul latte, le farfalle nello stomaco erano come impazzite quando lui le si avvicinó tanto da sentirne il respiro addosso, il suo profumo, il fumo che gli usciva dalle labbra increspate da un sorriso 

 

"Non credo di.. Essere tanto interessante"

 

Azrael le prese il viso con due dita invitandola a guardarlo di nuovo

 

"Questo lo decideró io, come deciderai tu se la mia compagnia sarà alla tua altezza"

 

"Peró… "

 

"Peró? "

 

La ragazza prese un respiro profondo, deglutendo a vuoto, stretta ancora nella giacca dell'uomo, il suo profumo di colonia che sbocciava come fiori di campo nel petto, gli occhi di lui fissi nei suoi, quelle mani che la stringevano, quella sigaretta tra le labbra carnose che si consumava lentamente, il petto di lui che si alzava e si abbassava ad ogni respiro ed il senso di  sicurezza che quella presenza familiare e nuova allo stesso tempo le infondeva. 

 

"Peró niente più sigarette per oggi"

 

Una nota di dolcezza mosse il volto dell'uomo che inclinó il capo, la sigaretta consumata cadde a terra e lui la spense con un gesto della mano, un filo invisibile la colpì e l'aria spense il mozzicone che cadde innocuo a terra. L'uomo mostrò i denti bianchi, perfetti.. Umani. 

 

"Affare fatto"


 

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Capitolo 6
*** ma il suo cuore batte ***


Tutte le città sono caotiche, Roma è sempre stracolma di turisti, taxi, gente che cammina avanti e indietro trascinando con se’ valigie a rotelle che tamburellano sui Sampietrini come un picchio impazzito sull'albero. Negozi frequentati da snob pronti a spendere capitali per capi discutibili, grandi palazzi, la storia di Roma, la grande Roma sotto i loro piedi. Sì, Roma era caotica, ma Londra lo era molto di più, ma allo stesso tempo era molto più fredda. Non solo per il cielo spesso plumbeo, ma per la gente che passava senza essere fermati da Ristoratori che li invitavano ad entrare per un piatto di pizza, le auto guidavano dal lato sbagliato, si andava dai borghi colmi di gente ubriaca, china sul marciapiede ad osservare la loro vergogna scivolargli sulle scarpe tra piscio e lacrime e a due metri di distanza, uomini in giacca e cravatta, con donne attaccate al loro braccio, coperte di pellicce di creature massacrate, esposte accanto ai loro uomini come uccelli esotici e variopinti.  Lei era poco più indietro, ora anche lei sottobraccio ad un'uomo in giacca e cravatta, anche se in quel momento la giacca l'aveva lei. Il suo vestito non era costoso come quello delle dame, ma i loro occhi erano tutti  puntati su di lei,come se avesse avuto un pesce al posto del cappello. Si strinse al suo braccio quando la folla le si accostò troppo, non aveva mai amato passeggiare in centro, troppa gente, troppe voci, troppi sguardi. Le donne avvolte con sventurate carcasse di visoni e volpi la osservavano dall'alto in basso, era bassina, vestiti semplici e corporatura imperfetta, non era una modella eppure, quella ragazzina teneva sotto braccio un uomo più affascinante dei ricconi che avevano loro sotto braccio. Un cipiglio di invidia guizzava loro nelle pupille quando la vedevano stringerglisi contro a causa dei loro sguardi arcigni. 

 

"Allora, hai in mente  un posto dove vorresti andare? "

 

"Non-non saprei, ti prego, scegli tu dove preferisci! Sarai di certo più esperto di me"

 

Azrael la guardo' incuriosito, spazió con lo sguardo nella Piazza, il volto si mosse in un cipiglio pensieroso mentre si portava il pugno al mento con fare pensante, poi sembró che un'idea gli fosse piombata  in testa, illuminando il suo sorriso e spingendolo ad attraversare la strada fino all'altra parte della piazza, con fare deciso, Sunny scorse un cipiglio di emozione nella scelta che aveva appena fatto e appena varcato l'atrio, la ragazza ne capì il perché. 

 

Gatti

 

Gatti ovunque

 

Sunny rimase  a bocca aperta, guardandosi attorno con la meraviglia di una bambina appena entrata nella città del Natale. Azrael, un ragazzo che aveva appena conosciuto, l'aveva appena portata nel posto in cui aveva sempre sognato di andare: un cat café. L'uomo la osservava con la coda dell'occhio, mentre un sorriso si insinuava sul sul suo volto soddisfatto

 

"Ti piace? "

 

Sunny annuí con la mascella che cominciava a dolerle, continuava a guardarsi attorno mentre vennero fatti accomodare su un divanetto di seta azzurro con davanti un tavolino bianco basso. Subito i gatti che gironzolavano nel locale sembrarono drizzare le orecchie, i loro occhi puntati su Sunny, sulle sue orecchie bianche al posto dei soliti padiglioni rosa.  Quando trovarono posto in mezzo alla sala,  tre gatti  le si erano gia' acciambellati al fianco, mentre un calico fortunato era finito sulle sue gambe a sonnecchiare. 

 

"Come facevi a sapere… che amavo gli animali? "

 

Le mani scattarono sulla pelliccia soffice del gatto sopra di lei, che bella sensazione, non aveva mai avuto la possibilità di avere un gatto tutto per sé, al convento c'erano solo galline e i gatti che salvava doveva darli via ogni volta, padre Andersen non le dava nemmeno il tempo di curarli che già li dava ad altri, perche' lei non poteva avere distrazioni, non doveva lasciarsi coinvolgere dalle lussurie della vita o pensare ad altri al di fuori del loro signore Gesu' Cristo, amen. In ogni caso, finalmente poteva di nuovo assaporare la sua liberta', dopo una vita di privazioni,senza amore,senza famiglia,solo doveri,solo fatica e sudore,veleno nella mano sinistra e nella destra una borsa con trenta danari ed una corda di paglia. Sunny si scosse quando si rese conto di essere ammutolita, persa nei suoi pensieri,tornando a prestare attenzione ad Azrael che intanto stava pensando ad una risposta, ma si limito' a fare spallucce dopo aver finto di rifletterci sopra,le strizzo' l'occhio

 

"Beh, intuizione"

 

Rispose semplicemente lui sfiorandole un'orecchio che al fatto sembrava morbido come pelo di coniglio appena nato. Sunny si scosse appena, non era abituata a sentirsi sfiorare le orecchie, questo spinse Azrael ad abbassare la mano

 

"Scusami"

 

Sussurró mortificato portando la mano alla nuca massaggiandola

 

"No, non scusarti è che, non sono abituata… Non… amo le mie orecchie"

 

Azrael scrolló le spalle

 

"Beh, se può consolarti, io le adoro, ti rendono… unica"

 

"Ma sono, strane, diverse… io sono certa di essere una semplice umana, ma queste… non c'entrano nulla col mio essere umana,ma magari e' per queste che mi hanno abbandonata i miei veri genitori, ero in fasce quando mi hanno presa in orfanotrofio,sai.."

 

Volse lo sguardo altrove, la mente appannata dai pensieri e dall'imbarazzo nell'aver introdotto un'argomento del genere ad un'appuntamento. In effetti, non aveva idea degli argomenti da tenere durante un'appuntamento. Sobbalzó quando la mano di Azrael le prese piano il mento per voltarla verso il suo

 

"Sei perfetta cosí"

 

"Mi conosci a malapena, come puoi dirlo? "

 

"È vero, ti conosco appena e già sei perfetta… chissà che meraviglia mi aspetterà oltre"

 

Sunny arrossí vistosamente, diamine la coglieva sempre alla sprovvista fino al punto di impedirle di controbattere. Aveva ragione sempre lui alla fine, e a lei non dispiaceva. Ordinarono da bere e due porzioni di dolce, lei scelse la torta tricolore, come il gatto che aveva sopra, con uno smoothie mela e cannella, Azrael optó per un caffé lungo ed una torta sacher. Era passata un'ora e mezzo cat café ora sonnecchiava sulla sua poltrona e ai suoi piedi, alcuni si erano accontentati di dormire accanto ad Azrael, uno sulle sue gambe e uno steso sulle sue spalle come uno spolverino pregiato. 

 

"Come ti trovi alla Hellsing? "

 

"Mi piace, un po' umido nei sotterranei ma tutto sommato.. C'é un bel panorama"

 

"Mio padre dice che siete Stati a fare compere, a Roma non te lo permettevano?"

 

Sunny sorrise prendendo un boccone di torta, la mano libera impegnata ad accarezzare il siamese che aveva al collo Azrael

 

"C'erano tante cose che a Roma non mi permettevano, ora ho una stanza mia, una vasca da bagno e dei vestiti bellissimi…padre Anderson lo chiamerebbe peccato"

 

L'uomo bevve un sorso di caffé, anche lui accarezzava il gatto che dormiva sul grembo di lei,la guardo' in tralce con un sorrisetto.

 

"Tu invece come lo chiami?"

 

Sunny ci pensó un'attimo, storcendo il naso e guardando distrattamente fuori dalla finestra mentre il gatto calico prese a giocare con le sue trecce rosate. Le orecchie bianche scattarono appena come quelle dei gatti quando avvertono qualcosa

 

"Credo… di volerlo chiamare… vivere"

 

Lui sembró soddisfatto oltre ogni dire della sua risposta, tanto che levó la tazza di caffé come per brindare, invitandola a fare lo stesso con il suo drink. Sunny non riusciva a scollargli gli occhi di dosso, dai suoi occhi, i suoi lineamenti e quella sua compostezza ed eleganza, Dio, a Roma non aveva mai visto nulla della vita,non aveva mai visto un uomo e a dire il vero, l'uomo che aveva davanti sembrava il sogno di molte fattosi carne ed ossa. Se volevano riportarla a Roma, lei avrebbe lottato con i denti e con le unghie pur di restare li', non voleva finire quell'erasmus, lei non voleva tornare piu' indietro. Azrael levo' il calice, o meglio, la tazza di caffe' invitandola a fare lo stesso col suo smoothie

 

"Alla vita, allora"

i bicchieri tintinnarono quando si sfiorarono, Sunny perse un battito, le farfalle nello stomaco erano come impazzite di desiderio,quegli occhi, Dio, quegli occhi in tempesta.

"Alla vita"

Asserí lei stringendosi nelle spalle, la giacca di cotone che la riscaldava così come il gatto sulle sue gambe. Gli occhi di ghiaccio dell'uomo, teneramente fissi su di lei,il suo profumo, il profumo dei gatti che ricordava un po' quello dei pulcini al sole, il rumore dei piatti sui tavolini, le risate e le voci in sottofondo degli altri clienti e la musica che girava su un giradischi portatile che non aveva mai visto prima, I quadri di fiori appesi alle pareti celesti, le nuvole che passavano fuori, la gente che sbirciava dentro in cerca di un posto libero. Il suo sguardo spazió su tutti quei dettagli, ne assaporó ogni dettaglio, infine sorrise prendendo un pezzetto del suo dolce, stava per aprire la bocca quando ebbe un'altra idea

 

"Vuoi provarla? "

 

Chiese all'improvviso al giovane uomo, per un'attimo rimase sorpreso anche lui, ma poi annuí accostandosi alla ragazza

 

"Certamente.."

 

Sunny gli avvcinó il boccone alle labbra ed il giovane addentó la torta con la delicatezza di un lupo che prende un biscotto dalle mani di una bambina. Quando tornó ad osservare il suo dolce, ne prese anche lui un pezzo con la forchetta, portando il boccone davanti alle labbra di lei

 

"Tieni"

 

Disse con un tono dolce e denso come miele d'acacia che cola dal servi-miele in legno. Sunny addentó a sua volta la sacher che le stava offrendo e la trovó buonissima, sebbene il liquore si sentisse molto ed il cioccolato amaro le pizzicó in bocca per un'istante, si ritrovó a fissare per un minuto che parve infinito,quel misterioso ragazzo apparso nel bosco

 

"Sai, vorrei vivere così la mia vita… non dico ogni giorno, ma.. "

 

"Più spesso? "

 

Sunny premette la cannuccia del suo smoothie contro la lingua prendendone un sorso, gli occhi si spostarono su un quadro di girasoli su una collina accanto ad un mare cristallino

 

"Sí, immagino di sí, devo pur lavorare, insomma e Lady Integra da vitto e alloggio gratis oltre che ad una cospicua paga"

 

Azrael posó la tazza vuota, anche Sunny aveva finito di mangiare la sua torta, ora se ne stava a braccia conserte, giocherellando con le orecchie del gatto sopra di lei, una smorfia sul volto che echeggiava di malinconia. Azrael si sporse verso di lei

 

"Ma ogni missione è una pallottola in più in questa roulette russa"

 

La ragazza fece spallucce, una ciocca di capelli le scivoló sulla guancia arrossata

 

"Ho un partner abbastanza indistruttibile da prendere pallottole per entrambi"

 

*Egoista*

 

 sussurró una voce nella sua testa, la sua voce

 

"Alucard è un vampiro, lui mi proteggerebbe se qualcuno puntasse un'arma o delle zanne su di me"

 

*è terribile vederlo sanguinare ogni volta*

 

La voce tremó increspandosi come l'acqua di uno stagno

 

"Lui non può morire"

 

*è terribile,il mio conte…il mio amato…conte…*

 

La voce singhiozzó nella sua testa, un pianto che scuoteva le ossa e gonfiava gli occhi. Era così rumorosa che tutte le cose belle attorno a lei rischiavano di sparire, no, doveva cacciarla via, in qualche modo, così decise di trovare pace negli occhi di Azrael, sulla mano di Azrael, quando le sue dita  sfiorarono le sue,cancellando ogni cosa nella sua testa,gli strinse piano due dita,timida, inesperta, mentre lui la lasciava fare

 

"E ora ho un nuovo collega, immagino"

 

La voce tacque,rannicchiandosi da qualche parte a singhiozzare in punizione, per darle tormento avrebbe avuto tutta la notte, dopotutto, per un po' voleva fingere di essere una ragazza normale, che aveva avuto la fortuna di prendere una torta con un uomo affascinante e perfettamente normale. 

 

"Non lavoro con la Hellsing, ma vedró di tenerti d'occhio"

 

Con la punta delle dita si sistemó il monocolo, molte ragazze nel locale lo stavano fissando da un po' e non smisero quando lui si alzó per andare a pagare il conto, alcune sospirarono quando porse il braccio alla ragazza con le trecce rosa, altre ancora fecero commenti sulle orecchie di lei, quando la misteriosa ragazzina con un'arpa sulle spalle, prese sotto braccio quel bellissimo uomo dai capelli corvini e si poggió a lui con la sua guancia arrossata  ridacchiando per qualcosa che lui aveva detto in un sussurro sul suo orecchio. 

Raggiunsero di nuovo il parchetto al centro della città, il sole era ancora alto in cielo e i due camminavano sotto braccio lungo il viale alberato, approfittando dell'onbra e della brezza fresca che soffiava tra le fronde. Azrael guardó la ragazza, glio occhi come cieli arsi dai soli, la scoprí arrossire mentre le sistemava un ciuffo di capelli dietro all'orecchio soffice, che si mosse appena come quello di un gatto, ma non sembró più vergognarsene

 

"Dovrei… Tornare a casa"

 

Disse piano guardando in basso, si succhió il labbro inferiore mentre la presa si strinse sul braccio di Azrael

 

"Sei stanca? "

 

"Si staranno preoccupando"

 

"Bene, ma prima dovremmo fare una cosa.. "

 

"Eh? "

 

Ripresero la moto e raggiunsero un piccolo borgo fuori città, era un quartiere di case di campagna,casette a due piani in mattoni, ben curate con tanto di giardini verdi e piante in fiore. Sunny pensò a quante volte aveva sognato di vivere in una casa del genere, portando abiti in stile cottage, andando in giro in bici a raccogliere fiori e frutta dal giardino e dalla campagna circostante. La casa dove entrarono era quella che trovó la più adorabile:  mattoni bianchi con tetto scuro, le finestre erano circondate da edera rigogliosa, le finestre grandi con persiane in legno verde. La circondava un giardino protetto da una staccionata bianca, le violette erano sbocciate a creare un sentiero accanto alle pietre a terra, le fragole erano belle gonfie e i tulipani si muovevano col vento. Vide anche un piccolo stagno pieno di pesci rossi prima di entrare in quella che Azrael dichiarò come casa propria

 

"Az… "

 

"Sta tranquilla"

 

L'uomo le sfiló gentilmente la giacca dalle spalle con un sospiro che sembró tradire un certo dispiacere, gli occhi affilati dell'uomo si posarono su di lei, Sunny si strinse nelle spalle, non aveva paura, era un bravissimo ragazzo ed i suoi occhi erano gentili come quelli di Walter, ma non capiva ancora come mai l'avesse portata a casa sua. 

 

"Avete un vampiro nei sotterranei, non può sentire il mio odore, in bagno troverai tutto il necessario, prenditi tutto il tempo che vuoi"

 

"Cosa succede se sente il tuo odore? "

 

Azrael guardó altrove massaggiandosi il collo

 

"Quello che un cane fa ad un altro cane quando si vede rubare l'osso, ma tu non sei un'osso ed io non sono un cane come lui, guidato dal puro istinto primordiale"

 

Fece una pausa quando la sua voce tremó

 

"Non fidarti del vampiro, raggio di sole"

 

"Azrael. "

 

L'uomo rimase immobile per un paio di secondi, gli occhi di lui si erano rabbuiati,coperti da nubi e lei non poté fare a meno di levare il braccio verso quel volto tanto perfetto.Quando la mano di lei gli sfioró la guancia, il giovane si scosse come se avesse preso un ceffone, sorrise alla ragazza scuotendo il capo, le prese piano le spalle massaggiandole appena con i pollici, respiró il profumo di lei come se fosse stata l'ultima volta. Sapeva di non dover correre troppo con lei, forse aveva esagerato, forse l'aveva spaventata e spaventarla era l'ultima cosa che aveva intenzione di fare. Eppure quegli occhi lo imploravano di stringerla, baciarla, amarla e poteva sentire le farfalle massacrargli lo stomaco. 

 

"Perdonami, raggio di sole,non sono nessuno per darti consigli,ma in ogni caso, sarebbe meglio non toccarsi più dopo che ti sarai lavata, ok? Non voglio darti problemi con Alucard" 

 

Sunny si strinse nelle spalle dondolando sui tacchi, gli occhi vagavano in cerca delle parole giuste da dire. Non era mai stata ad un'appuntamento, non aveva idea delle tempistiche e del perché già così all'improvviso le era salita allo stomaco una smania di mettersi sulle punte per baciare quel giovane. Si portò le mani al ventre ed intrecció le dita dondolando sulle punte

 

"Va bene, grazie per esserti preso cura di me oggi…sei stato gentile, sono stata davvero bene"

 

Voleva chiedergli come mai aveva deciso di portarla fuori, se era così che funzionavano i colpi di fulmine, l'inizio di una relazione?  Non ne aveva idea ma sarebbe stato imbarazzante chiederlo per la seconda volta. Sapeva solo che non avrebbe più potuto toccare quel ragazzo dopo quella doccia, doveva fare qualcosa? Magari avrebbe fatto qualcosa lui. Le farfalle nello stomaco erano come impazzite negli stomaci di entrambi i giovani

 

"Azrael…ci rivedremo? "

 

"Solo se lo desideri"

 

Sunny arrossí  ancora di più ed annuí tenendo la testa bassa,coprendosi il viso con le mani, le orecchie bianche si scossero un paio di volte, le guance le bruciavano, la testa le frizzava come se il suo cervello si fosse trasformato in soda, poi la mano di Azrael si posó sul suo capo, gentile e calda

 

"Eih"

 

La chiamó invitandola a guardarlo negli occhi, a quel punto Sunny cercò di far ricorso a tutte le storie che aveva letto di nascosto a Roma, tutte le storie d'amore possibilmente a lieto fine che aveva archiviato nel cervello e tutte recitavano una sola frase che le rimbombava in testa come un tamburo di guerra

 

*e lui la bació*

 

Le mani di lei si tesero ad afferrare il gilet di Azrael, che rimase immobile ad osservarla, lei continuava a guardare in basso, senza dire nulla lo tiró a sé fino a posare la testa contro il suo petto

 

"Non sono… brava con queste cose,ma voglio ancora un po' del tuo profumo, ancora un po'"

 

Sentì le sue braccia avvolgerla lentamente, una sulla nuca ed una sulla vita, il profumo di Colonia le invase i polmoni come a far festa, facendole stringere ancora di più la presa, chiuse gli occhi e prese un respiro profondo, sentiva il suo cuore che le pulsava contro la fronte, forte, deciso, vivo. Sentiva i muscoli dell'uomo addosso, il suo corpo premuto contro di lei, il profumo che la invadeva come un secondo abito,il cuore batteva all'impazzata e si rese conto che anche quello di Azrael stava accelerando

 

"Eih, non è mica un'addio"

 

Scherzó lui massaggiandole la schiena, quando si allontanó decise di chinarsi per stamparle un bacio sulla guancia ancora rossa 

 

"Andiamo, raggio di sole"

 

Le prese la mano accompagnandola al bagno dove l'attendeva una grande vasca pronta per essere riempita. Azrael prese i sali da bagno, bagnoschiuma e li sistemó nella vasca avviando l'acqua, preparó degli asciugamani puliti e sistemó una sedia accanto alla vasca per lasciarle poggiare i suoi abiti ed effetti personali. Si scusò per non avere profumi femminili da offrire ed il suo sarebbe stato fuori discussione. Così Sunny si trovó in mezzo ad una montagna di bolle di sapone, nella vasca a casa di un ragazzo che aveva conosciuto poche ore prima, senza avere la benché minima idea di cosa fosse accaduto di preciso. Era la terza volta che ricapitolava la giornata come se fosse stata una poesia da recitare alla maestra: era andata in missione da sola ed un giovane uomo le aveva praticamente salvato la vita,l'aveva invitata a  mangiare una torta in un cat cafe, sebbene quel fosse stato il loro primo incontro ed ora, era nel suo bagno a lavarsi via il suo profumo perché altrimenti il vampiro nel suo sotterraneo avrebbe dato di matto, stando al parere di Azrael. Cercò di non restare troppo in vasca, non voleva dare l'impressione di essere maleducata, sebbene avesse passato cinque minuti buoni a soppesare l'idea di abbandonare la giacca nera che profumava di colonia prima di infilarsi in acqua. Uscì dalla vasca stando attenta a non bagnare il pavimento, scelse di far slittare il tappetino fino all'asciugamano bianco, soffice ed enorme che la avvolse abbondantemente. Si asciugó I capelli e li sistemó di nuovo in due trecce, indossó il suo abito e si dette una sistemata,  sebbene il suo trucco fosse andato via del tutto, non ne fece un dramma ed uscì dal bagno sperando di non aver offeso il proprietario di casa per aver temporeggiato. Trovó Azrael in cucina, intento a preparare un té con fiori di campo, che si appprestó a versare alla ragazza in una tazza di vetro trasparente, stando attento a non toccarla

 

"Come è andato il bagno? "

 

"Bene, la tua casa è davvero bella, ma tu… hai detto di non lavorare con la Hellsing, giusto? "

 

L'uomo prese un sorso dal suo té deglutendo cautamente

 

"Corretto"

 

"Che lavoro fai? "

 

"Uccido mostri, la Hellsing non è l'unica fondazione ad avere clienti, possiamo dire che sono… un libero professionista"

 

Ridacchió incrociando le braccia al petto, posando la tazza e sporgendosi per prendere una sigaretta, ma Sunny afferró il cucchiaino e sporgendosi dal tavolo, allungó il braccio con uno scatto e lo colpí sul dorso della mano con fare di rimprovero. Azrael le scoccó uno sguardo incuriosito, inarcó il sopracciglio, poi ridacchió imitando il tono di suo padre

 

"Perdonatemi my lady, avevo scordato.. "

 

Rimasero in cucina a sedere, in silenzio, mentre il sole scendeva e dava un tocco aranciato alle pareti, disegnando piccole ombre con le foglie dell'acero di fronte alla casa. Era una cucina non troppo grande, con mobili in legno di betulla lavorato, pentole e padelle in rame erano appese sopra ai fornelli sempre in rame, dal forno sembrava provenire un buon'odore di pane appena sfornato

 

"Vivi da solo? "

 

"Ogni tanto mio padre torna a farmi visita, ma sí, era casa sua prima di me e prima di lui apparteneva ai suoi genitori, ora però vive alla villa degli Hellsing ed ha lasciato a me la casa"

 

"Capisco"

 

La ragazza prese un tovagliolo avvolgendolo alla mano, la tese verso di lui per sfiorarlo senza peró prenderne il profumo

 

"Devo andare ora"

 

Il giovane rise appena, mentre sistemava nel lavandino le tazze

 

"A breve un taxi ti porterà a casa, sta tranquilla"

 

Sunny annuí appena, alzandosi per aiutarlo a mettere a posto, stando attenta a non sfiorarlo, non credeva fosse stato tanto difficile per lei resistere dallo sfiorarlo quando lui si avvicinava o la guardava mentre un sorriso gli si insinuava sul volto. Il taci arrivó troppo presto ed il saluto tra i due fu composto da un inchino, una promessa ed un enigmatico occhiolino da parte di Azrael, il viaggio fu breve e la ragazza salí di corsa in camera sua, non incrociò nessuno, nemmeno Walter, che probabilmente stava ancora finendo di pulire o preparare la cena, avrebbe fatto rapporto appena entrata in camera. Quando aprì la porta, ad attenderla c'erano due pacchetti sul letto, la ragazza si avvicinó cauta e lesse il biglietto poggiato sulla scatola più grande, il biglietto recitava le seguenti parole:

 

*non ho potuto fare a meno di notare la tua passione per la musica, spero che questo regalo ti doni giornate liete, buona notte, raggio di sole*

 

Sunny porto' una mano alle labbra per trattenere un gridolino di stupore, scartó I regali che si dimostrarono essere : un giradischi portatile,un vinile ed in una scatola più piccola ed un cellulare. Quando accese l'apparecchio, not un messaggio lasciato da Azrael, dove c'era il suo numero in rubrica ed un messaggio con le istruzioni su come si sarebbero contattati grazie a quell'aggeggio, ovviamente sarebbe rimasto segreto tra i due. Sunny prese un vinile  e lo fece subito partire

 

Moon river, wider than a mile

I'm crossing you in style some day

Oh, dream maker, you heart breaker

Wherever you're goin', I'm goin' your way

 

Two drifters, off to see the world

There's such a lot of world to see

We're after the same rainbow's end

Waitin' 'round the bend

My huckleberry friend

Moon river and me

 

Si sedette sulla seduta della finestra, ascoltando quella melodia, decise di mandare un veloce messaggio ad Azrael, che comprendeva la sua interpretazione della canzone, riuscì a mandare il messaggio e a nascondere il telefono, prima che un vento gelido le sfiorasse la nuca e la voce di Alucard le faceva vibrare gli organi interni. 

 

"Sei tornata…"

 

Sunny si voltó verso la porta, il vampiro se ne stava dritto davanti alla porta, imponente e maestoso, il ghigno pieno di denti affilati come lame, digrignati in un sorriso da predatore. Si avvicinó a lei con passo cauto e lento, quasi inquisitorio, il suo sguardo le fece precipitare lo stomaco nelle scarpe, il cuore le martellava in petto come un condannato contro le sbarre della sua cella. 

 

"Alucard..? "

 

"Non hai ancora fatto rapporto, va tutto bene?"

 

"Certo, sono solo molto stanca"

 

Il vampiro si fermó di fronte a lei con aria solenne e gentile allo stesso tempo, come se si fosse reso conto di quanto i suoi battiti aumentassero ad ogni passo che faceva. Sapeva leggere nella mente? Era un predatore ed aveva ormai dato per scontato che lui fosse in grado di sentire il suo sangue scorrere nelle sue vene come impazzito, era ovvio, lo leggeva nei suoi occhi color sangue arterioso. Tese una mano verso di lei, sfiorandole la guancia, il suo istinto la spinse a premere la guancia contro il suo palmo, contro la sua volontà, era come ipnotizzata da quegli occhi profondi come abissi infernali. 

 

"Hai avuto paura? "

 

"No"

 

"Hai scoperto qualcosa? "

 

Con l'altra mano prese a giocherellare con la sua treccia, le mani di Sunny si sollevarono tremanti fino a stringere quella di lui, era così minuta in confronto al vampiro, il suo collo era esposto ma lui non sembrava curarsene, magari aveva già mangiato.. Magari il suo sangue non gli importava

 

"I ghoul sono aumentati, come se.. Qualcuno li avesse portati lí,ma non c'era nessun capo vampiro"

 

"Ah si? Interessante"

 

La mano scivoló alla sua vita, l'altra le prese la mano guidandola in alto, la musica alle loro spalle la fece subito intendere che quel vampiro la stava invitando a danzare. Il vampiro la spinse appena e la ragazza improvvisó muovendosi insieme a lui, cercando di imitare i suoi passi 

 

"Alucard…non so ballare"

 

"Chiudi gli occhi"

 

In realtà erano passati diversi secondi e per il momento non gli aveva ancora calpestato i piedi, il suo corpo si stava muovendo e quando chiuse gli occhi si rese conto che in realtà, stava danzando. Probabilmente il ballo è una cosa che ti sale da dentro, almeno per lei era così, come se il suo corpo si fosse scordato di saper ballare, come quando si va in bicicletta, ci sali pensando di cadere e poi ti trovi a pedalare come se nulla fosse, sì, sicuramente era così, magari da piccola aveva preso lezioni e non se lo ricordava. Teneva una mano sulla spalla del vampiro, istintivamente si aggrappó alla sua giacca quando lui la tiró a sé

 

"Quindi…questi ghoul senza padrone, li hai uccisi tutti, Angelo mio? "

 

"Tutti.. Mio signore Alucard"

 

Sussurró, la voce che tremava, il cuore che pulsava contro il petto immobile di Alucard, nessun battito dentro quella cassa toracica, nessuna vita là dentro, eppure era lì a farla danzare, la sua stretta era salda, forte, I suoi occhi erano vivi e brillavano di una luce abbagliante. Il suo petto si scosse quando la sua  cupa e melodica risata riempi' la stanza

 

Eppure

Era

Morto

 

"Dei ghoul senza padrone, che cosa buffa"

 

"C'erano anche bambini, ragazzine, come è possibile? "

 

Il ghigno del vampiro si fece affilato, le zanne brillarono alla luce della Luna ormai alta in cielo, gli occhi la invitarono a proseguire, il suo sguardo sempre più eccitato, estasiato, ebbro della visione della giovane vergine e dei suoi occhi come cieli arsi dai soli,tutti per lui,solo per lui

 

Eppure

Il suo cuore

Non

Batteva

 

"Mutazioni? Ghoul creati da… non vampiri? Un virus? "

 

"Sei brillante, Sunny Iscariota.. "

 

Il vampiro la fece piroettare, la tenne per la schiena sostenendola come se non pesasse nulla, il volto vicinissimo al suo, il soffio del vampiro le sfioró le labbra

 

Ma

Lui 

Non 

respirava

 

"Perché giochi con me? "

 

Chiese socchiudendo gli occhi, sentiva un forte sonno avvolgerla in un tenero abbraccio, le labbra del vampiro sul suo collo, un bacio

 

"Perché dovrei giocare? "

 

Le mani tremanti corsero sulle spalle di Alucard aggrappandosi alla sua giacca con tutta la forza che aveva, sentiva le gambe molli, il cuore implorava pietà, sentiva come se il suo corpo sprofondasse e l'unica cosa cui poteva aggrapparsi era lui, Alucard.  Non riuscì a trattenere un gemito quando di nuovo le labbra del vampiro premettero contro la sua pelle, proprio sopra alla sua giugulare pulsante

 

"Ti prego… Alucard"

 

"Sei lontana da me, questa sera"

 

La sua voce era calda, profonda e densa come fumo, le sue labbra si allontanarono appena per poter lasciar fiato alla ragazza che aveva tra le braccia, I suoi occhi si incupirono quando con sua sorpresa, lei lo spinse via, sebbene a fatica, col suo permesso. Sunny emise un rumore come di qualcosa che si spezza, mentre si gettava seduta sul letto, il fiato corto, le lacrime agli occhi,i volti dei due uomini le vorticavano come visioni nella testa

 

*Alucard*

*Azrael*

*Alucard*

*Azrael*

Sunny scosse il capo nascondendo il viso tra le mani,artigliandosi i capelli confusa,non sarebbe dovuta andare cosi' quella sera, avrebbe dovuto solo pensare ad Azrael,eppure era li' a danzare con il mastino del casato Hellsing, col vampiro Alucard

 

"Non posso, tu… sei un vampiro, tu non sei… "

 

"Umano, no, non lo sono più"

 

Sunny cercó di riprendere fiato, le mani sul collo fino a farsi male, le guance rosse rigate dalle lacrime, il suo intero corpo fremeva, la stava maledicendo per aver spezzato quel momento, la sua anima era in supplizio ed Alucard sembrava percepirlo, perché anche la sua espressione cambiò all'improvviso, come un'eclissi di luna, il vampiro smise di sorridere

 

"Stai giocando con me… tu sei il lupo, io l'agnello.. Stai giocando con me… stai giocando… . Stai.. "

 

Quando Sunny alzó lo sguardo per cercare risposte, Alucard non c'era più, lasciando nel suo stomaco come un buco nero, un vuoto immenso che non aveva mai pensato di avere. Era così la vita fuori da Roma? Un'attimo prima era la ragazza più felice del mondo e poco dopo era sul suo letto col pavimento che le crollava sotto ai piedi, in lacrime, confusa e spaventata. L'odore del vampiro era ancora addosso a lei, il suo respiro le aveva scaldato il collo, il suo bacio le aveva messo nello stomaco farfalle grandi come dragoni, che sbattevano le ali come impazzite, le gambe le dolevano, il cuore si stava ancora riprendendo da tutti i battiti che aveva saltato per sbaglio. 

 

Eppure

Era 

Morto

 

Si lasciò andare sul cuscino con un singhiozzo, la musica che continuava come se fosse stata troppo distratta da avere la decenza di fermarsi. Si portò le mani al viso per cacciare via le lacrime che sgorgavano come ruscelli in piena, le gote bruciavano infuocate, I denti stretti in uno spasmo di dolore, I singhiozzi le scuotevano le ossa, l'anima. Non riuscì a trattenere i lamenti del suo pianto, sicuramente lui l'aveva ascoltata, la stava ascoltando o forse, anche lui stava piangendo da qualche parte? Perché lo aveva ferito? Lui era gentile a modo suo con lei, avevano danzato, lei era il suo Angelo, perché? Lo aveva ferito? Ma nulla ferisce un vampiro, nulla di umano, I sentimenti erano cose da vivi e lui.. 

 

No

Lui

Era 

Morto

La voce di lei si spezzo' in gola strozzandole il respiro,riusci' solo a sussurrare un nome,che le bruciava la mente e che quella notte, non le avrebbe piu' dato pace

 

"Alucard… "














 

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Capitolo 7
*** quando tutto è sangue.. ***


"Insomma, cosa diavolo vi prende?? "

 

Integra andava avanti e indietro col sigaretto stretto tra i denti, l'aria di rimprovero e gli occhi iniettati di sangue, Walter se ne stava in  come sempre appoggiato alla porta, un'accenno di sorriso enigmatico sulle labbra. Alucard e Sunny erano sull'attenti davanti alla scrivania della donna che però se ne stava in piedi a camminare come una tigre nella gabbia, diede un'altra occhiataccia ai due, la cenere cadde sul legno scuro, Sunny deglutí aria, il mondo che non smetteva di vorticare

 

"Tu non riesci a mettere mano alla tua arpa senza scoppiare a piangere e a frignare, Alucard…beh, ha fatto tutto lui, ma neanche lui ha brillato nell'ultima missione, avete ucciso il vampiro e ci avete messo una giornata intera! Cosa  vi sta succedendo, in nome della regina?? "

 

Sunny si morse il labbro, sudori freddi le opprimevano la testa come se fosse stata al sole troppo tempo, il suo cervello faceva  fatica a formulare frasi sensate

 

"Niente, signorina Integra..noi"

 

La donna fece sobbalzare la ragazza quando batté le mani sulla scrivania con un tonfo sordo che riecheggió nella sala, Sunny si strinse nelle spalle a disagio, aveva l'impressione che i quadri ai muri la stessero osservando cupi. La loro padrona,sospiró guardando dalla finestra, il piede batteva sul pavimento con un ticchettio minaccioso

 

"In ogni caso…oggi c'è una nuova missione e non ho intenzione di starvi ad aspettare per cena, vi faccio dono del beneficio del dubbio, ma non voglio altre delusioni"

 

"Sí, Lady Integra"

 

la donna osservò lei e Walter

 

"Andate, state già perdendo tempo, e tu"

 

Indicó la ragazza congelandola sul posto

 

"Canta o ti rispedisco a Roma"

 

"S-sí.. lady Integra"

 

Sunny uscì dalla porta a testa bassa, Alucard stava per seguirla ma la voce di Integra tuonó alle sue spalle

 

"Tu stai qui! "

 

Alucard ridacchió senza voltarsi, attese che Sunny se ne fosse andata,Accompagnata da Walter,prima di voltarsi verso Integra. Gli occhi del vampiro si caricarono di euforia quando vide il volto della sua padrona contorcersi in una smorfia di rabbia, la donna batté le mani sulla scrivania fino a far spezzare il sigaretto tra le dita,  sibiló adirata, I capelli dorati scomposti piovvero davanti a lei come una cascata di fili di seta,l'espressione di ferro inamovibile

 

"Cosa vi prende??ho sentito le registrazioni, voi due vi conoscevate?? Da quando lei è arrivata continuate a guardarvi come se foste vecchi amanti, sembrate due gatti in calore! Voglio risposte chiare! "

 

Il vampiro ebbe un sussulto quasi impercettibile, incrociò le braccia al petto osservando la donna con la calma di una belva in catene, in attesa di qualcosa, le zanne affilate dietro alle labbra umane, zanne di una bestia ebbra di carneficina. Si divertiva a vedere gli umani confusi, spaventati ed arrabbiati all'idea di non riuscire a comprendere, erano così teneri quando si arrabbiavano. Amava la loro ostinazione, la loro cocciutaggine dietro tutta quella fragilità che un tempo apparteneva anche a lui, ma ormai non ricordava poi cosa significasse temere per la propria vita, temere il tempo, temere una scelta sbagliata. Non staccava gli occhi da Integra, la sua padrona gli ringhió di nuovo contro, impartendogli l'ordine di rispondere, seguito da un'espressione colorita che non era solita mostrare. 

 

"Rispondi, Alucard!! "

 

Il sorriso sulle sue labbra si affievolí appena, la posa si ammorbidí, il vampiro fece spallucce schioccando la lingua sul palato

 

"Mia padrona, quella ragazza è… molto speciale per me, non deve assolutamente tornare in Vaticano,né deve essere persa di vista, inoltre, faremmo bene a riprenderci la nostra Victoria, il prima possibile. Sei una diplomatica, di certo troverai una scusa per riportarla indietro. Sento odore di carneficina nell'aria del mattino.."

 

Il suo tono si inclinó verso una falsa tristezza, come se stesse giocando con lei. Integra si lasció cadere sulla sedia, sapeva benissimo che per arrivare a capo di quel mistero avrebbe dovuto aspettare, come sembrava fare anche Alucard, lui conosceva quella ragazza ma non sembrava aver intenzione di rivelarle la sua identità, era sua padrona e allo stesso tempo era un suo giocattolo, un suo strumento per divertirsi, per saziare la sua fame di potere e sangue. Probabilmente quel vampiro era rimasto con loro per gioco o per espiare i suoi peccati, fatto sta che era lí anche per volere suo, per un piano che agli occhi di Integra si stava lentamente districando, ora mancava solo capire, chi fosse in realtà quella ragazza dalle strambe orecchie. Integra gettó il sigaretto accendendone subito uno nuovo, sbuffó una nuvola di fumo bianco ed intrecciò le mani sulla scrivania

 

"È speciale per te"

 

Ebbe difficoltà a realizzare che quella frase era stata detta da Alucard in persona, fece fatica perfino a ripeterla col suo stesso tono, incredula. Quando mai qualcuno era stato speciale per lui? 

 

" e per noi? Posso considerarla un'alleata o un nemico? Perché mai la divisione Iscariota avrebbe accettato uno scambio di agenti? Chi ha architettato tutto questo? Maxwell lo ha chiamato la voce di Dio, il nostro ministro ha detto che i piani alti,rigorosamente anonimi, avevano richiesto la collaborazione in vista di una grande minaccia ancora sconosciuta, ma che alita su di loro come un boia col condannato sul patibolo, quindi… se sai qualcosa, devi dirmelo. Non mi dispiaceva accettare una ragazzina dal Vaticano per farle dire che con la Hellsing si lavora decisamente meglio, per sbattere la sconfitta in faccia a Maxwell, ma ora sembra che la cosa si sia fatta più complicata del previsto"

 

Il vampiro avanzó lentamente, fino ad accomodarsi sulla sedia davanti alla donna, accavalló una gamba tirando indietro la testa, I capelli corvini si mossero come se fossero stati dotati di vita propria, ondeggiavano come fumo attorno al suo volto immutabile di marmo,bellissimo,immortale

 

"Il tuo antenato non era l'unico a volermi morto,inoltre..avevo un'amante , una sposa, tempo fa, bevvi il suo sangue e lei bevve il mio,poi, quando morí, o meglio, quando la uccisero, fu..presa.. "

 

"Presa? "

 

Integra scrolló il sigaretto sul posacenere, accavallando una gamba interessata, Alucard intrecció le mani sulle gambe, dondolando con il piede come se stessero parlando dell'ultima partita di calcio

 

"Esatto, presa. Ora, le voci parlano della sposa di Dracula, che torna dalla morte cavalcando il tempo, perché Dio vuole tormentarlo, si diverte a portarla indietro, per fargliela perdere ancora e ancora e ancora, un sacco di baggianate da film scadenti. Lei non è Mina, ma allo stesso tempo lei ed io ci conosciamo, lei ed io ci amiamo, è una questione… "

 

Fece una pausa quando una risata lo fece scuotere, le zanne snudate in un ghigno perverso, eccitato come se fosse stato nel mezzo della battaglia, solo in quei momenti aveva visto negli occhi del vampiro quel tipo di sentimento che la gente chiamava "gioia"

 

"Di sangue..perché quando tutto è sangue, il sangue è tutto, mia padrona Integra"

 

Concluse strizzandole l'occhio mentre si rialzava, facendo per allontanarsi

 

"Aspetta! "

 

Lui non la ascoltò, ricordandole che era lì solo per sua scelta. La donna serró I denti stringendo I pugni quando il vampiro fece cenno con la mano come per salutarla

 

"vi ho già detto tutto, Lady Integra, siete una donna intelligente, prendetevi tempo e capirete, altrimenti che gusto ci sarebbe? "

 

Alucard somparve attraverso la porta, la donna indurí la mascella imprecando, mentre tornava a fissare la finestra alle sue spalle con aria pensierosa, poi prese il telefono e compose un numero in fretta e furia, il sigaretto tra i denti perdeva cenere,che cadeva sui suoi pantaloni neri come neve sulla roccia, ma lei non aveva intenzione di perdere tempo, non ce ne era di tempo da perdere

 

"Pronto? Sí, trovami tutti i fascicoli riguardanti Mina Harker, subito! E passami la divisione Iscariota… Il patto è saltato, ci teniamo la ragazza e ci riprendiamo Victoria"

 

Fece una pausa, la voce della donna tuonó nell'aria già densa della stanza

 

***

 

Quando Sunny passó di fianco a Walter per congendarsi, si voltó verso di lui, le lacrime si erano addensate sulle ciglia e l'uomo le diede una carezza gentile sul viso sorridendole. La ragazza si chiese dove fosse Azrael in quel momento, non voleva andare via, non poteva permettersi di fallire. 

 

"Andrà tutto bene, my lady"

 

Sunny trattenne a stento le lacrime, mentre il maggiordomo la accompagnava in camera sua per preparare i suoi armamenti, che, a detta sua, erano stati aggiornati. Sunny si lasciò cadere sul letto con un sospiro, mentre Walter posava una grossa valigia a terra di fronte a lei, richiamandola con un colpetto di tosse, facendo scattare le sicure del baule. La ragazza tornó a sedere sul letto incrociando le gambe mentre osservava la sua nuova arpa che gli avevano forgiato: un'arma più grande di quella che aveva avuto fino a quel momento, la cassa di risonanza era in argento ed oro forgiato con le sembianze di un'unicorno rampante sulla spalla. Le corde azzurre quasi effimere, foglie di edera dorate avvolgevano la colonna e la corona, era un'arpa meravigliosa, non ne aveva mai avute di tanto belle

 

"Ho notato la sua difficoltà nel cantare in questi giorni.. questa meraviglia ha solo bisogno di essere suonata. Forgiata con l'argento delle incensiere della cattedrale di Canterbury, corde benedette con rivestimento intinto di acqua Santa, 3 chili, leggera ma allo stesso tempo grande, in grado di coprire un'ampio raggio d'azione per attacchi mirati e ad area"

 

Sunny si morse forte il labbro fino a farsi male, strinse le coperte , artigliandole e guardando altrove, sembrava distratta

 

"My lady? "

 

"Ti prego, dammi del tu, non sono una principessa o una lady.."

 

"Certo che siete una lady"

 

“ma..non voglio essere la tua padrona “

 

Il maggiordomo la guardo’ pensieroso, come se fosse stata la prima volta che avesse sentito un’affermazione del genere. Il corpo di lei si scosse in un sussulto, le parole le uscirono dalle labbra come il vomito di un marinaio durante suo ultimo giorno al porto e la sua decima pinta di birra, la voce tremante e stridula, simile a quella di una bambina

 

"Walter, ho bisogno di te, non di un maggiordomo.. "

 

Walter ammutolí, rimase ad osservarla senza dire nulla,il volto segnato dagli anni si mosse in una ruga di preoccupazione,compassione

 

"Non voglio tornare a Roma, voglio restare con voi, non ho mai avuto una famiglia, tu sei gentile, mi piace stare con te…e…con Alucard… è solo che, gli ho detto una cosa tanto brutta, non volevo e l'ho ferito come l'altra volta in missione…ora mi sento a disagio perchè penso che mi…mi stia odiando "

 

Walter si alzó in piedi sedendosi al fianco della ragazza, con una mano le avvolse le spalle accostandola a sè, la ragazza si nascose il viso tra le mani quando le lacrime ed i singhiozzi la fecero scuotere per l'inaspettato calore che le aveva dato in petto quel gesto paterno,gentile. Sorrise mentre le sfregava il braccio con la mano per incoraggiarla. 

 

"Ehi.. Non hai fatto nulla di male"

 

"Mi sento malissimo Walter…hai mai avuto il cuore diviso a metà? Io non so cosa fare… "

 

Walter sospiró poggiando la guancia sulla testa di lei, una mano guantata le asciugó la guancia

 

"Vedrai, dai tempo al cuore, nessuno ti caccerà via da qui, ma voglio che tu, faccia del tuo meglio in missione…vedi quell'arpa? Non dovrai cantare per combattere, ti basta suonarla, ok?l’ho fatta per te in casi come questi, ma promettimi che poi troverai la forza di cantare ancora,mi piace quando canti,porti sempre un raggio di sole in questa fredda casa quando canti,sai,le faccende mi vengono molto meglio con te intorno "

 

Sunny annuí tirando su col naso, Walter si rimise in piedi prendendole poi le mani per aiutarla ad alzarsi, le asciugó le lacrime con i pollici e le diede un buffetto sulle guance. I suoi occhi erano dolci, comprensivi, paterni, le diedero coraggio per cacciar via le ultime lacrime ed afferrare la sua nuova arma. Non voleva essere debole, voleva rendere fiero la Hellsing, Integra, Alucard, ma soprattutto,voleva rendere fiero lui è ripagarlo di tutta quella gentilezza che mai si sarebbe aspettata. Raggiunsero la limo che li avrebbe portati alla missione, Alucard erà già in auto ad attendere, sembrava il solito Alucard, sorrideva come al solito, probabilmente pregustava la carneficina imminente. Walter diede una lieve spinta a Sunny ,vedendola esitare

 

"Dai, ci saranno patatine e pizza stasera a cena ad aspettarti quando tornerai"

 

Sunny si scosse in una risatina, si voltó di scatto stringendosi forte al maggiordomo

 

"Ci vediamo stasera, allora"

 

Senza aggiungere altro, fece un passo indietro salutando scherzosamente l'anziano con un saluto militare ed una risatina prima di salire in auto con Alucard. Quando fu finalmente a bordo, si sistemó la cintura di sicurezza e tornó ad osservare Alucard, in testa il Consiglio di Walter, dare tempo al tempo. Prese un respiro profondo come se dovesse tuffarsi in acqua, poi si voltó verso il vampiro

 

"Non volevo cacciarti via l'altra sera…non volevo dire quelle cose.. "

 

Per la prima volta, Alucard non sembró ignorare le sue scuse

 

"So di non essere umano,ragazzina"

 

Esordì il vampiro con voce calma

 

"Ma non per questo le mie azioni sono tutte finalizzate a giocare, non giocherei mai con te, Angelo mio".

 

" Sei… arrabbiato? "

 

il suo corpo si scosse in una risatina divertita, come se per lui quel discorso fosse un gioco tra bambini

 

"dovrei esserlo?”

 

“potresti esserlo,non lo so….ci siamo  quasi ammazzati l’altro giorno per colpa mia”

 

“tu, stavi per essere ammazzata, ma con me non credo ce ne sia il rischio”

 

Alucard pote’ vedere chiaramente i capelli di lei arruffarsi quando con lo sguardo di chi aveva visto prendere schiaffi e calci nello stomaco il  proprio orgoglio,ma poi senti’ un sorriso insinuarsi sul suo volto quando istintivamente gli diede una spinta sulla spalla come per farlo smettere di dire cazzate, ridacchio’ dopo giorni di tensione al suo fianco, sentendo finalmente il masso nello stomaco che si sgretolava, forse stava troppo a pensare,forse doveva ascoltare il consiglio di Walter. 

 

“oh beh allora oggi posso mettermi seduta sulla prima scalinata e lasciarti fare tutto,ho appena installato un nuovo giochino sul mio cellulare che mi sta facendo impazzire, devo superare un livello con tre dragoni assassini..”

 

“e stasera diro’ a Walter di farti le valigie per Roma prima che Integra ti ammazzi per prima”

 

“Scemo!!”

 

entrambi ridacchiarono dietro all’auto dove il guidatore si stava chiedendo come facevano quei due a non pensare al fatto che avrebbero dovuto affrontare mostri e demoni,come quella ragazza non fosse terrorizzata dal vampiro accanto a lei, come quei due in un certo senso, fossero in completa sincronia sebbene la ragazza sembrasse fare di tutto per non ammetterlo. Era strano, davvero strano, ma in fondo lui era solo quello che doveva guidare,quella faccenda non era di certo affar suo. 

 

I due raggiunsero il luogo designato per la missione, c’era stato un po’ di casino ed interferenze nelle trasmissioni radio e non era chiaro di quanti Ghoul ci fossero e se ci fosse tra di loro un capo vampiro da neutralizzare, quindi i due raggiunsero una vecchia villa abbandonata,una missione a scatola vuota a quanto pareva.

 Il vialetto era coperto da erba marcia e fango dalla pioggia della notte precedente che aveva fatto imputridire quel poco che era riuscito a sopravvivere fino a quel momento. Il gracidare delle rane e lo stridio dei pipistrelli crepuscolari  annunciavano l’imminente arrivo dell’oscurita’. Sunny osservò il telefono con la coda dell’occhio, chiedendosi se Azrael le avesse scritto, ma non voleva tirarlo fuori in quel momento, magari lo avrebbe chiamato più tardi per sapere come stava,per sapere se ancora aveva intenzione di uscire con lei. Si erano scambiati messaggi in quei giorni, ma lei non era un gran che con il telefono ed il suo nervosismo per l'appuntamento successivo non faceva altro che crescere, ma con esso, cresceva anche la voglia di rivederlo. 

La villa abbandonata era enorme. aveva tre piani, una Bougainville ormai secca si aggrappava con I suoi rami rancidi alle sue mura,come  le dita ossute di un vecchio disperato aggrappato alle sottane di una prostituta troppo costosa per lui. Era una villa in legno bianco, ma ormai vi erano segni di bruciature ovunque, il vero colore era appena visibile, il resto chiedeva molto spazio alla fantasia. I vampiri erano soliti rintanarsi in case del genere per nascondersi e tener nascosto il proprio piccolo e putrescente esercito di non morti, era un dato di fatto, un cliché,addirittura uno stereotipo, pensò Sunny ricordando tutte le sue vecchie missioni, ognuna di queste comprendeva almeno una villa o una chiesa abbandonata, salvo la missione nel bosco…già,era strano in effetti. Entrarono dall'atrio, Alucard voleva sfondare la porta con un calcio, ma Sunny riuscí a convincerlo che il fattore sorpresa era consigliato, soprattutto se non volevano un esercito di ghoul sciamare subito contro di loro già all'ingresso. Entrarono quindi in silenzio, Alucard torreggiava dietro di lei, entrambe le pistole in mano, cariche e mortali,ma mai mortali quanto il loro portatore, che come un segugio a caccia, continuava ad annusare l'aria, un ghigno sinistro si insidiava sulle sue labbra

 

"Hai una nuova arpa"

 

"Me l'ha fatta Walter…"

 

"Comincio ad essere geloso di voi due"

 

"Non dire cazzate.. "

 

Fece un passo avanti per superare l'atrio e poter sbirciare nella grande sala da pranzo, la puzza era ancora minima, sembrava però che un pazzo ubriaco si fosse imbucato nella sala all'ora di pranzo ed avesse fatto saltare in aria tavolo e vivande che ora erano ruzzolate a terra o si erano schiantate sulla parete finendo lí a gocciolare e marcire. Il tappeto una volta rosso cremisi era ora un sudario di morte, logoro ed ammuffito. La mano di Alucard si posó sulla spalla della ragazza come per invitarla a non entrare

 

"Non guardare, andiamo avanti"

 

"Perché? "

 

"Vieni, non c'è nulla qui"

 

Sussurró facendola allontanare da quella stanza, il suo piede si scostó lasciando appena visibile una piccola manina fredda e senza vita, il suo piccolo proprietario coperto dalla tenda caduta a terra,ma lei non lo aveva notato,come aveva fatto Alucard. Superarono diverse stanze, il vampiro confermava che fino a quel punto erano solo stanze vuote, martoriate, ma vuote e decadenti. Salirono al secondo piano, era tutto troppo silenzioso, tutto troppo strano, dovettero raggiungere l'ala ovest prima di sentire il vero e proprio lezzo di ghoul. I loro suoni gutturali che annunciavano il loro arrivo, I passi striscianti, rantoli e rumore di budella versate sul parquet. Alucard ridacchió fermandosi quando il primo gruppo di ghoul giró l'angolo e puntó dritto verso di loro, Sunny rimase in silenzio, pizzicó le corde lasciandosi scappare una sola singola nota simile ad un’accordo vocale. Ai piedi dei ghoul si formó come un vortice oscuro, una sfera di energia li risucchió come in un buco nero mentre Sunny alzava la mano in alto, per poi tornare a colpire le corde come una stella del rock al suo debutto in live, una strimpellata mortale che spinse di nuovo a terra quelle creature riducendoli in pezzi che andarono a decorare le pareti limitrofe. Alucard inarcó un sopracciglio contrariato, mentre Sunny ringraziava in silenzio Walter per il nuovo meraviglioso regalo, che peró non sembrò piacere ad Alucard

 

"Non ti sento cantare"

 

"Con questa arpa non mi serve"

 

Lui sospiró sonoramente, Sunny sentì lo stomaco caderle nelle scarpe, era…dispiaciuto? “va..tutto bene?”

 

“stasera non canterai quindi”

 

“non me la sento ancora…”

 

“come ti compiace”

 

sussurrò annuendo appena mentre coi denti affilati mordeva la sua pistola caricandola con un movimento del capo, un fare quasi selvaggio, rabbioso, caricó I ghoul sterminando il resto in pochi secondi, aiutata dalle corde di Sunny che eliminava quelli rimasti con piccoli colpi di precisione. Raggiunsero l'atrio principale senza troppi intralci, era strano, troppo strano, sembravano quasi

 

"Sembrano solo avanzi… "

 

Sussurró Sunny aggrappandosi alla giacca di Alucard come per attirare la sua attenzione, cercó di trattenerlo mentre il suo cervello macinava dati, pensieri, ricordi

 

"Non mi piace, Alucard"

 

"Perché non vuoi più cantare? "

 

"Non… Non è il momento per parlarne, c'é qualcosa che non va..andiamo via, ho una sensazione terribile nello stomaco… Questo posto, non siamo soli.. "

 

Fu un'attimo, arrivó come un sussurró, un sibilo,prima il rumore, poi la punta di una lama grondante sangue che la guardava dritta in faccia. Davanti a lei, Alucard era stato trapassato al petto da una baionetta e non una baionetta qualsiasi

 

"Alucard? "

 

Sussurró presa dalla confusione, poi altri sibili, altre baionette trapassarono la cassa toracica del vampiro con un terribile schiocco di costole spezzate come le ossa di un pollo al pranzo di Natale. Sunny realizzó solo in quel momento, che quelle baionette, lei le aveva viste, molte, moltissime volte, solo che allora erano indirizzate contro il loro nemico, ora invece, stavano trafiggendo il suo… compagno. 

 

"Alucard!! "

 

Si spinse in avanti parandosi di fronte a lui, le mani sulle baionette consacrate mentre il vampiro si accasciava a terra con un rantolo di dolore, le mani lasciarono cadere le pistole. Le lame fumavano a contatto col corpo e sangue del vampiro, pensó che il dolore fosse indescrivibile

 

"Alucard!! Sono qui, va tutto bene, adesso te le tolgo.. "

 

La ragazza tiró con forza facendo sussultare il vampiro quando la lama schizzió via macchiando il vestito di un rosso vivo, arterioso.

 

"Scusami…ti ho fatto male, stringi I denti,io sono qui con te\"

 

"Perché non canti? "

 

Sussurró lui a fatica, una mano poggiata al muro lo aiutava a sorreggersi, quelle lame erano troppo, perfino per lui. Sunny riprese a tirar via un'altra baionetta, ma Alucard le afferró il polso tirandola a sé, la ragazza quasi gli diede una testata tanto si avvicinó al suo volto, gli occhi fissi su di lei, che ammutolí sconcertata. Erano in pericolo, lui era messo male e tutto quello che riusciva a pensare era, perché non stava cantando? 

 

"Perché?.. "

 

La mano della ragazza gli prese il volto, un tocco tremante, come se avesse avuto paura di romperlo ulteriormente, gli occhi erano bagnati, il cuore sussultó. Aveva scritto delle canzoni, ma in quei giorni, non le aveva scritte per lui, era una cosa brutta? Era… Stata egoista? Cattiva? Una… puttana? L'altra mano raggiunse il suo viso, la fronte posata su quella del vampiro, il cuore le si fece pesante, il respiro corto, il mondo che vorticava sotto di lei,dietro di loro,una voce si faceva sempre più vicina,stava pregando

 

"Canteró quanto vuoi, anche tutta la notte, ma ora fatti aiutare, ti prego… non essere triste.. Ora non c'è tempo, dobbiamo andarcene prima che"

 

"Sunny, goccia di sole Sunny, lex divina Sunny, Angelo del purgatorio…sei caduta nella fossa con i demoni e del peggiore ti sei innamorata"

 

Sunny, sentí il terreno mancarle da sotto i piedi, lo stomaco si dissolse in poltiglia mentre i passi di Anderson, angel dust Anderson, baionetta Anderson si facevano sempre più vicini

 

"No… No.. "

 

Si voltó di scatto mentre un'altra baionetta le graffió la guancia trapassando il vampiro dietro di lei prima che lui prendesse la pistola. Il vampiro si tenne al muro con un ringhio cupo, il sangue si versó a terra, tossí cupo, altro sangue grondó dalle labbra del vampiro

 

"Basta!! Lascialo stare!! "

 

Sunny aprì le braccia indietreggiando, sentì come un forte formicolio alla ferita, sembrava bruciare in modo strano, acuto. Andersen sorrise, un’accenno di perfidia ai margini della bocca

 

"Sono venuto a portarti a casa, ragazzina, questi peccatori ti stanno corrompendo, ti stai… innamorando del lusso ragazzina, ti hanno fatto regali,ti sei fatta regali, hai peccato figliola, di lussuria, non dovresti amare così il prossimo, amare un mostro, lascia che lo uccida così che potremmo tornare a casa a fare ammenda"

 

Sunny sussultó, il volto si tese, I denti si serrarono e per un attimo il cuore si geló, lasciando sul suo volto un'espressione fredda, distaccata, spietata

 

"E per ammenda, intendi la tua cintura o quella di Maxwell sulla schiena? Oppure la canna di bambù sul dorso delle mani? Oppure il coltello sotto l'unghia? Perdonatemi signore, perché ho peccato e non voglio chiedere scusa, perdonatemi signore, ma il mio sangue non vi appartiene, perdonatemi signore, se non vi dispiace, salvo il mio compagno dai vostri servi fanatici del cazzo"

"ti hanno insegnagto le parolacce,vedo"

 

La ragazza si alzó puntando i tacchi, avrebbe voluto voltarsi per aiutare Alucard, ma aveva paura di perdere di vista il prete che intanto aveva incrociato le baionette pronto per un'altro attacco, dei fogli sacri volarono attorno a lui inchiodandosi alle pareti, ora era tutto chiaro, aveva ucciso lui il vampiro, aveva ucciso lui i ghoul, era tutto programmato, la trasmissione che andava e veniva, le istruzioni poco chiare, il segnale di allarme

 

"Sei stato tu.. Era una trappola"

 

"Una trappola per mostri, ora, vieni qui ragazzina"

 

"No"

 

"Non lo diró una seconda volta"

 

La ragazza rimase cupa in volto, alzandosi in silenzio sotto lo sguardo adirato di Alucard, Anderson sorrise vedendola avanzare con l'arpa in mano, era a pochi passi da lui quando la sua mano si mosse appena

 

“io resto qui,ora sono davvero a casa mia”

 

 fece come una piroetta, strimpelló sulle corde fino a ferirsi i polpastrelli, fu un colpo deciso, una pioggia di note impattó sull'uomo schiacciandolo a terra con un boato dissonante, continuando ad incalzare su di lui nel tempo,mentre Sunny sì precipitó ad afferrare Alucard, trascinandolo a fatica verso l'esterno, nel tragitto cercó di togliere altre baionette, aveva troppa fretta e non badava a stringere l'elsa,quello che le capitava, stringeva. Le lame le tagliavano la pelle ma lei non vi badó, in realtà si chiese come mai quel dolore fosse tanto acuto, era un dolore bruciante che sembrava percorrere le vene e non solo la mano martoriata dai tagli. Il sangue di Alucard si mescolava col suo, sentí come una vampata di Adrenalina avvolgerla, il suo sangue si aggrappó a quello del vampiro con disperazione, nostalgia, ma non era il momento per pensarci, doveva agire, andarsene, portarlo al sicuro. Tentava di tenere anche l’arpa ma il sangue sulle mani rendeva insidiosa la presa,il sudore le bruciava gli occhi.

 

"Andiamo via… resisti, ok??"

 

Raggiunsero la porta zoppicando,non era affatto facile tenere in spalla un'uomo alto quasi il doppio di lei. Sembró che la via di fuga fosse a portata di mano, ma in pochi istanti, le mura e l'uscita vennero sbarrate da altri fogli della sacra bibbia che si inchiodarono in cerchio facendo sibilare il vampiro.Ridotto in quelle condizioni, Alucard non poteva passare, continuava a sanguinare e le sue ferite non si rimarginavano, continuavano a scorrere come liquido denso sul fianco di Sunny, riusciva a sentirne il calore, l'odore ferroso le bruciava i polmoni. Sunny lo aiutó ad inginocchiarsi, il vampiro tornó in ginocchio. La sua arpa non aveva molto potere sui viventi, cosa poteva fare? Prese il telefono,doveva chiamare aiuto, voleva chiamare Azrael, ma il telefono aveva preso un brutto colpo, lo schermo nero, nessun segno di vita. La sua arma era a terra,inutile contro Anderson

 

"No.. No!!cazzo, cazzo!"

 

A quel punto la disperazione le suggerì una strana idea, si arrischiò  ad allungare una mano verso la pistola di Alucard, rendendosi conto che quella non era una comune pistola, doveva pesare più di dieci chili, forse sedici, non riusciva a sollevarla con una sola mano, con due riusciva a malapena a tenerla alzata e puntare. Sparó un colpo, il rinculo peró si sentí eccome, ebbe come la sensazione che il suo polso gli fosse entrato nel braccio, sentí le ossa scricchiolare e spezzarsi sotto la pelle, uno schiocco secco, un dolore lancinante quando la ragazza lasció cadere la pistola gridando dal dolore, fragile, inutile… troppo umana. 

 

"Sunny!! "

 

Alucard si tese verso di lei, afferrando la pistola, tirando a sé la ragazza , si era tolto altre baionette e si paró sopra di lei con tutto il corpo, prendendo altrettante lame alla schiena da parte di Anderson,stava mirando alla ragazza. Quel bastardo, voleva ammazzarla?? 

 

"Stupida, stupida ragazzina! Come potevi pensare che…"

 

Ad Alucard mancò il respiro che non aveva,sentiva un peso nello stomaco come denti ingoiati. Sunny era rimasta in silenzio, il polso rotto,gonfio e lividi stretto al petto con la mano ancora buona, gli occhi spalancati sul vampiro, le lacrime che le scivolavano sulle tempie in un'espressione terrorizzata. Gli occhi come cieli riarsi dai soli, colmi di disperazione e brillanti di lacrime che traboccavano come un fiume cristallino di una sorgente in montagna. Si sentiva impotente, il sangue del vampiro le aveva dipinto di rosso il vestito e gocciolava sulle guance pallide mescolandosi al sale delle lacrime, le sue mani erano piene di tagli, il corpo pieno di lividi, il polso a pezzi ed Alucard maledí il prete alle sue spalle per aver causato questo al suo Angelo. La voce di lei tremava, mentre con la mano martoriata, ma intatta, gli accarezzava il viso sporcandolo di sangue, canticchiando una canzone con voce tremante, la gola le doleva come se avesse ingoiato dei vetri. Anderson si stava avvicinando, ma a loro non sembrò più importare, il tempo decise di rallentare. Un ricordo si insinuò dentro di  lei come un ladro
 

"But you know, I just want you as you are

Just the you that I see right before me

It’s all that has been on my mind.. "

 

Alucard si scosse, ancora imponente su di lei, il corpo trafitto dalle baionette sacre che bruciavano come lava, ma a lui non importava nulla

 

"Angelo mio.. "

 

Sunny singhiozzó, il volto si contrasse e finalmente si sciolse in pianto

 

"Alucard, ho paura…."

 

Alucard le sfioró il viso con la mano guantata, il volto contratto in un'espressione mista tra rabbia e dolore, le posó un bacio sulla fronte, poi le leccó via le lacrime. Le prese la mano ferita baciandole il palmo martoriato. A quel punto la ragazza premette la mano sulle sue labbra, come per invitarlo a banchettare, il sangue di vergine era una tentazione anche per Alucard, che sentì i suoi denti farsi affilati, un istinto primordiale nello stomaco che dovette sopprimere

 

"Prendi il mio sangue..prendilo"

 

Non beveva sangue da settimane, non voleva spaventarla e non si era più nutrito di fronte a lei in missione, ecco perché quelle baionette facevano male, era indebolito e la guarigione era più lenta del solito. Se avesse bevuto quel sangue, avrebbe.. 

 

"No.."

 

"Ti prego… non farlo vincere"

 

"Se lo prendo, sarà lui a vincere"

 

Il vampiro si chinó di nuovo sulla ragazza ferita, la tiró a sé attento a non trafiggerla con le baionette che aveva in petto, Sunny trattenne il respiro quando le labbra di lui premettero su quelle di lei, con gentilezza,dolcezza, un bacio che aveva il sapore del ferro, il sangue di Alucard. La cosa sembró far gridare di rabbia Anderson, gridava il nome della ragazza mentre affilava le baionette. Il suo avversario non morto, stava per afferrare la pistola quando qualcosa taglió di netto la porta, dei fili rilucenti di una luce blu scivolarono loro accanto aggrappandosi ad Anderson, lo bloccarono tranciandogli I muscoli, I tendini e le ossa, il prete cadde in ginocchio prima che fosse stato in grado librare un'altro colpo, prima di accorgersi che qualcun'altro era arrivato in quella via, qualcuno davvero, davvero incazzato. 

 

"Az…Azrael? "

 

Sussurró Sunny in preda alle vertigino, il buio la avvolgeva lentamente come una vecchia pellicola che bruciava, dei passi riecheggiavano, sentí la voce familiare di Walter tuonare maledizioni contro Alucard ed Anderson, sentí la puzza del sigaretto di Integra mentre il maggiordomo la sollevava allontanando Alucard da lei, con le poche forze che aveva sì aggrappó con la mano buona alla giacca di Walter. Ah no, in realtà quella mano non era messa affatto bene. Era strano, il sangue  non si fermava, continuava ad uscire come le ferite di Alucard, si sentí mancare le forze, come se si stesse spegnendo lentamente, la voce di Walter divenne ovattata mentre il maggiordomo notando l'emorragia si sbrigó ad avvolgerle le ferite con un panno

 

"È finita, resisti piccolina…"

 

"Walter.."

 

"Andiamo a casa"

 

Sorrise appena,mentre alle loro spalle Integra scatenava il putiferio,infine, il buio. 

 

---

 

"Perché lo hai fatto? "

 

La ragazza si scosse come da un sonno profondo, era seduta sulle gambe di Alucard, nessuna ferita che ardeva nelle vene, niente ossa rotte, nessuna stanza, nessun cielo. Era buio e c'erano solo loro due, il vampiro le carezzava la schiena con la mano osservando la pensoso

 

"Perché? Cosa avrei dovuto fare? "

 

Chiese calma lei, prendendogli il viso tra le mani, I pollici accarezzavano la pelle fredda del vampiro, scostando le sue labbra per snudare un paio di canini affilati come le zanne di un grosso lupo

 

"Saresti dovuta scappare"

 

Sunny scosse il capo mettendo il broncio,era davvero una cosa sciocca, cosa avrebbe dovuto fare, scappare? che razza di compagna era? Lui di certo non lo avrebbe fatto mai e lei non era meno di lui. Invlinó la testa come per ammirare quelle zanne, due lame affilate di avorio, fatte per uccidere, ne era affascinata, sfioró la punta con un dito, ma non la ferí, lui non voleva ferirla

 

"Non se ne parla nemmeno"

 

"Tu sei una mortale, tu, muori se ti colpiscono come colpiscono me.."

 

"Tutti noi lo siamo, tu sei solo...meno mortale di me, e… non ho voluto rischiare, voglio aiutare, voglio essere forte..quelle erano baionette sacre, sono armi temibili anche per te, per me sono solo lame, avevo un vantaggio"

 

Il vampiro sospiró tirandola a sé, il viso nascosto contro il petto della ragazza, ebbro dei battiti del suo cuore, il mostro chiuse gli occhi respirando il profumo di lavanda che emanava

 

"Scema"

 

Il petto della mortale si scosse, le mani della ragazza tra i capelli di Alucard lo tenevano stretto in una morsa gentile, le dita gli pettinavano i capelli corvini, sembravano quasi fumo al tatto, Sunny chiuse gli occhi poggiando la guancia sulla sua testa, sorrise,  

 

"Tu di più"

 

La giovane si sentì rincuorata, sapeva che era salvo, era al sicuro ed Alucard sapeva che la prossima volta che avrebbe visto quel prete, glie l'avrebbe fatta pagare cara. 

 

****

 

Sunny si sveglió dal suo sonno con un sobbalzo, in quel momento tutti i lividi ed i tagli le diedero il buongiorno all'unisono. Sentí delle fitte  come coltelli affilati sul braccio ingessato, l'altra mano bruciava ed era fasciata con bende pulite, probabilmente cambiate poco prima. Quanto diavolo aveva sanguinato??aveva una soluzione salina con glucosio ancorata al braccio che sembrava essere stata la sua unica fonte di sostentamento,  invitandola a pensare di aver passato diversi giorni a letto priva di coscienza. Sussultó emettendo un gridolino sofferente,le gambe formicolavano ed il corpo sembrava pesante come roccia, I tagli sembravano  ricordare ancora quanto le avevano bruciato le baionette di padre Anderson. Era nella sua stanza, sul suo letto a baldacchino, circondata di pacchetti e palloncini che le auguravano una pronta guarigione; sul comodino, un posacenere con dei sigaretti spenti, una sedia era poggiata accanto al letto, una in fondo alla stanza,sembrava che tutti fossero stati lì a vegliare su di lei. SI soffermò sulla sedia in fondo alla stanza,la stessa di quel sogno

 

"Alucard… "

 

Lo chiamó, la voce le bruciava nella gola secca, la bocca era arida e sentiva delle ferite spaccarle la lingua dolente, si mosse appena, il suo corpo sembrava rigido, intorpidito, sembrava che un carro armato le fosse salito sopra ed avesse deciso di fare anche retromarcia. La luce era spenta, era l'alba? La sera? Il sole era a metà del cielo, non sapeva di preciso se stesse sorgendo o tramontando, in ogni caso, era un cielo bellissimo e lei era davvero felice di poterlo vedere. Sapeva che quel sogno era stato vero, sapeva che Alucard stava bene, se lo sentiva dentro, in quel poco di sangue che aveva saggiato, c'era stato un mondo, aveva sentito un eco dei sentimenti del vampiro: rabbia, frustrazione, dolore e… qualcosa che gli ricordava… amore? Era bello stare in quel sogno, senza dolore, senza paure, solo lei ed Alucard, eppure, ora che era di nuovo sveglia e la realtà le presentava il conto, pensó che in quella realtà, c'era qualcuno che la stava aspettando. Si mise a sedere a fatica, attenta a tenere il braccio ingessato accanto al petto, si guardó attorno chiedendosi quanto tempo fosse passato, quando ad un tratto la finestra scricchioló, cigoló, infine si aprí. Dalla finestra, entró ,con l'eleganza di una pantera,una figura scura, una figura a lei familiare, che le fece perdere un battito quando occhi come cieli in tempesta si posarono su di lei. Un sorriso gentile, capelli corvini, un monocolo che scintillava alla luce del sole che a quanto pare, stava tramontando. 

 

"Ciao, raggio di sole.. "

 

Sunny sentí il cuore martellare in petto, gli occhi gonfiarsi di nuovo,strabordanti di lacrime, il petto prese a scuotersi, scuotendo anche le sue ossa di singhiozzi irregolari, tese una mano verso l'uomo che lentamente si avvicinava fino a sedersi accanto a lei sul bordo del grande letto a baldacchino. La sua figura familiare fu come un Balsamo, un bicchiere di acqua ghiacciata per un uomo disperso nel deserto arido. 

 

"Azrael.."

 

Sussurró lei con la gola in fiamme, il respiro mozzato dal pianto. Si protese per abbracciarlo,la mano gli afferró il gilet tirandolo a sé mentre lui la avvolgeva per le spalle stringendola con cautela, il tocco gentile, il suo profumo, dolce,familiare e rassicurante. Chiuse gli occhi affondando il viso nel collo dell'uomo, dolorante ad ogni movimento, non le importava nulla, le lacrime le bagnavano le guance mentre Azrael la cullava carezzandole la testa

 

"Cosa ci fai qui?... Se Alucard.. "

 

"È andato in missione, ho aspettato che se ne fosse andato per poter entrare, non ci disturberanno..non potevo starmene a casa con te in queste condizioni, perché non mi hai chiamato? "

 

Sunny tiró su col naso indietreggiando appena, scossa dai singhiozzi, Azrael prese un fazzoletto dal taschino e le asciugò il viso, incoraggiandola a rispondere alla sua domanda. 

 

"Era… era rotto, deve essere caduto a terra quando siamo scappati, ho provato, i miei attacchi non servono a nulla con i vivi"

 

Si umettó il labbro spaccato, sentendo una fitta sulla ferita aperta, ma non aveva abbastanza saliva

 

" Stava per morire ed era tutta colpa mia"

 

"Non dire sciocchezze… vieni"

 

Con una mano, l'uomo prese una bottiglia d'acqua poggiata sul comodino, prese una cannuccia dal cassetto, la inserí nella bottiglia e si avvicinó di nuovo alla giovane infortunata.Un guizzo di delicatezza gli illuminò gli occhi 

 

"Vieni qui.. "

 

La sorresse per la schiena con mano gentile, aiutandola a prendere la cannuccia con le labbra, quando sentí di nuovo l'acqua fresca sulle labbra, la giovane inizió a bere come un forestiero perso nel deserto. Ogni sorso le rinfrescava la gola tormentata, la bocca arsa tornó come se l'era sempre ricordata, si aggrappò con un braccio alla camicia di Azrael che le consigliava di bere con meno fretta. Quando Sunny decise di riprendere fiato, la fece sdraiare di nuovo sul cuscino, poggiando la bottiglia sul comodino in legno, accanto alla bajour. Solo allora si accorse che Sunny si era spostata per fargli posto sul letto, invitandolo con lo sguardo a sistemarsi accanto a lei. Il giovane esitò un attimo, avrebbe lasciato il suo odore ovunque, ma piuttosto avrebbe mandato tutto all'aria ed avrebbe preso a calci Alucard pur di stare insieme a lei. Così,con un sospiro, si tolse le scarpe e si sdraió accanto alla ragazza, lasciando che lei si posasse contro il suo petto, la avvolse con un braccio attento a non farle male, la strinse piano a sé

 

"Adesso sono qui, va tutto bene"

 

Sunny aveva dolore ovunque, la pistola di Alucard, come diamine faceva a tenerla in mano come se fosse stata una piuma? Le aveva spezzato un polso il solo sparare un primo colpo, per fortuna aveva colpito Anderson, altrimenti sarebbe stata una doppia sconfitta. Quando lei tentò di stringerlo a sé, ma il tubicino che aveva al braccio sembró impedirglielo,cosí,con una mano prese ad armeggiare con la sua flebo

 

"Me lo stacchi questo coso? Voglio abbracciarti come si deve"

 

Azrael osservó la soluzione glucosata,ormai terminata attaccata al suo braccio, ora che poteva bere ed era sveglia era praticamente inutile. Prese sul comodino, ormai adibito a piccolo tavolino ospedaliero, un cerotto, lentamente e senza farle male, staccó l'adesivo dal braccio e tolse l'ago sfilandolo con mano ferma, tamponando con il cerotto nuovo le gocce di sangue che stavano facendo capolino dal fiorellino dove prima si trovava l'ago. L'uomo rimase a fissare pensoso il braccio di lei tra le mani, completamente fasciato, coperto di tagli profondi sulle mani a causa delle baionette di Anderson. Serró la mascella posandovi un bacio, poi la tiró di nuovo a sé con un sospiro, se solo fosse stato lí, se fosse arrivato in tempo. Intanto Sunny stiracchió il braccio buono ancora formicolante, riuscendo finalmente ad avvinghiarsi al petto di lui. Forse erano gli antidolorifici, ma era molto più spigliata del solito, le lacrime sembravano un lontano ricordo.

 

"Che strano secondo appuntamento"

 

Commentó lei all'improvviso, ridendo appena. Gli prese la mano e se la portó alla guancia graffiata, appoggiata contro il suo petto, sembrava così minuta, delicata. Azrael le carezzó I capelli lunghi, soffici e profumati di lavanda ridacchiando

 

"Già… mi hai portato a letto già al secondo appuntamento.. "

 

La ragazza sussultó ridendo, non se l'aspettava una battuta simile da parte sua, quindi sapeva anche essere divertente oltre che galante. 

 

"Scemo.. "

 

Risero piano entrambi, distesi su quel letto. Azrael si voltó verso di lei con fare offeso, una mano al petto

 

"Sono un uomo di sani principi, signorina, la prego di rispettare i miei tempi"

 

Asserì solleticando un fianco della ragazza che si scosse trattenendo una risata troppo acuta, sperando di non essere stata sentita

 

"Super scemo! Ci farai scoprire!"

 

Probabilmente Integra aveva da fare, probabilmente stava terminando di sporgere denuncia al Vaticano, sommersa tra le scartoffie,poteva quasi sentirla gridare insulti e minacce a Maxwell, ah, come le sarebbe piaciuto essere una mosca. Walter non c'era, ma sperava si fosse preso un po ' di riposo. Era sempre in pensiero per lui, era sempre solo a badare alla maggior parte degli affari del casato HELLSING, ricordava che era stato lui a salvarla, sí, la voce era quella di Walter, probabilmente avevano la stessa tradizione in famiglia, il padre aveva insegnato al figlio il suo stesso modo di combattere, con quegli strani fili che tagliavano più di mille spade, fili che arrivavano ovunque ed ovunque seminavano morte. Si chiese cosa sarebbe accaduto se Azrael avesse combattuto contro Alucard, sembravano entrambi assassini professionisti, probabilmente avrebbero raso al suolo Londra se avessero combattuto, per fortuna non era così, almeno sperava

 

"Quando ti rimetterai in sesto, ti porteró a vedere lo zoo di Londra, c'é un negozio dove puoi anche creare il tuo peluche personalizzato, sai?"

 

Asserí quasi orgoglioso

 

"Come sai tutte queste cose? "

 

Azrael fece spallucce inclinando il capo per darle un bacio sulla fronte. Era bello parlare di cose...normali, di cose di tutti i giorni come se il loro lavoro non fosse solo la loro vita, ma c'era altro nel mondo, altre cose bellissime e lei aveva tutto il diritto di godere della sua vita, con qualcuno accanto, umano, vivo. 

 

"Mi sono informato, in vista del secondo appuntamento… ma credo che dovremmo rimandare"

 

Sunny sospiró stringendolo come meglio poteva, respirando il suo profumo, che lentamente si mescolava nel suo sangue, nella sua anima prendendo il nome di "casa" Lentamente, inesorabilmente, quell'uomo era diventato indispensabile ormai, era parte di lei, come lo era diventato Alucard, ma allo stesso tempo erano due sensazioni diverse,due amori diversi..

 

uno di spirito

 

l'altro

 

di sangue. 

 

Sunny si scosse via dai suoi pensieri, tornando a concentrarsi sul giovane che aveva al suo fianco, sospiró appena guardandosi il braccio rotto, sarebbe stata KO per un bel po' a quanto pare, odiava l'idea di essere tanto fragile, Alucard era stato reso un punta spilli e già era in missione, ma lei, alla minima ferita doveva starsene ferma ad aspettare, guarire, perdere tempo

 

"Vorrei uscire"

 

"Ti sei appena ripresa.. "

 

La rimproveró lui

 

"lo so, ma ho paura che ti vedano, possiamo andare da te"

 

Azrael le scostó una ciocca di capelli dal viso,soppesandone il sorriso. Inclinò il capo accostandosi a lei

 

"Sta tranquilla, abbiamo tempo, vuoi… guardare un film insieme? Scommetto che hai fame, ho sgraffignato qualcosa dalla cucina"  

 

La serata prese una piega interessante, Azrael aveva preso dalla cucina popcorn e salatini che Integra teneva da parte per sfamare durante le pause Pip Bernadotte ed i suoi mercenari,loro non sembravano apprezzare il buon vino e buffet a base di pesce e sashimi. li aveva messi in un sacchetto e con i suoi fili li aveva fatti sbucare dalla finestra ancora aperta. Sunny scelse il film, il giovane inserí il CD e si sistemó di nuovo al fianco di lei, dalla tasca prese una sigaretta e la portó alle labbra senza accenderla,  quando Sunny se ne accorse,sobbalzó, allungando la mano come per strappargliela dalle labbra

 

"Eih! "

 

Azrael allontanó la sigaretta con due dita, tendendo il braccio in modo che lei non fosse stata in grado di afferrarla, rise sommessamente riportandosela tra I denti

 

"Non la accendo, promesso"

 

"E perché allora la tieni? "

 

"Perché così resisto alla tentazione di mordere te.. "

 

Azrael mosse le mani alle spalle di lei, come un mostro dei film classici, come uno zombie o un vampiro assetato di sangue. Sunny gli diede una spinta, il braccio ingessato però le ricordó che sarebbe stato meglio se avesse evitato certi movimenti. Lei non era un vampiro, era fragile e non era forte come Azrael. Così tentó di ricomporsi, divertita dal modo di fare del giovane Dornez

 

"Scemo!! Walter è d'accordo? Lui non fuma mica! Sinceramente non ce lo vedo proprio a fumare, in effetti.. "

 

Una risata sommessa scosse Azrael dal profondo dell'anima, la sua risata sembrava quasi quella di Alucard, la sua voce era profonda e densa, ma non come fumo, era più come… miele

 

"Walter c Dorneaz? non hai idea di quante se ne sia fumate,ha iniziato quando era solo un ragazzino"

 

"Walter?? Non ci credo! "

 

Azrael rise mentre Sunny sospiró immaginando Walter, nel fiore dei suoi anni, con in bocca una sigaretta.In realtà, pensó, le sarebbe bastato voltarsi per vederlo fumare, Azrael aveva i suoi stessi tratti, la sua stessa classe.Di nuovo,il suo cuore le inciampó nel  petto,quando si voltó verso di lui ed i suoi occhi incrociarono il suo sguardo. Il film proseguì, in realtà Sunny aveva scelto il fantasma dell'Opera pensando fosse un film dell'orrore, l'aveva tenuto da parte per vederlo insieme a qualcuno appunto per quello, solo dopo si rese conto che in realtà era un musical dallo sfondo romantico, una ragazza amata da due uomini per la sua voce e per la sua bellezza, la cosa la mise in imbarazzo, un finale triste, che le strappó lacrime dagli occhi quando vide il fantasma lasciare andare I due amanti, per poi morire da solo. Sunny tiró su col naso prendendo un'altra manciata di pop corn, era affamata, probabilmente per giorni aveva ricevuto sostentamento solo dalla sua flebo, il suo stomaco sembró infatti sorpreso del cibo che stava ricevendo, si sistemó sul letto, il braccio di Azrael attorno alle spalle, si voltó per guardarlo ridacchiando imbarazzata per essersi commossa, si chiese chi dei due per lei, era quel fantasma, chi? Alucard? Azrael? Diamine, e lei che voleva un bel film coi fantasmi. 

 

"Beh… cosa ne pensi? "

 

"Ho trovato il finale molto triste, non sembrava una cattiva persona, era solo innamorato.. "

 

Azrael sorrise pensoso, si chiese cosa stava passando per la testa di lei, ma non voleva essere troppo invadente, si limitó a posare sulle labbra di lei un'altro mini pretzel incoraggiandola a recuperare le forze. Rimasero a discutere del film per un po, finché la luna non illuminó la sua stanza. Era quasi estate ed il caldo cominciava a sentirsi, Sunny ebbe il desiderio di prendere aria, da lì non arrivava nemmeno uno spiffero

 

"Vorrei provare a camminare"

 

Azrael sembrò titubante all'inizio, si era svegliata da poco e probabilmente era ancora molto intorpidita, ma l'insistenza della ragazza al suo no, lo fece vacillare, spingendolo quindi ad alzarsi dal letto, per aiutare la ragazza a mettersi in piedi. La fece mettere a sedere, sostenendo la con una mano, attento a non farle venire capogiri per il rapido movimento, attese un paio di minuti e la sostenne quando lei, ancora scalza, scese dal letto, la camicia da notte pulita le scivolava addosso e brillava come una perla alla luce della luna. Sunny sorrise quando vide che aveva ancora un po'di di forza nelle gambe, così, sostenuta da Azrael e combattendo il formicolio nelle gambe, i due raggiunsero la finestra, lui la aiutó a mettersi sulla seduta prima di sistemarsi in ginocchio di fronte a lei, baciandole la mano, facendola arrossire. 

 

"Azrael, smettila! Non…non sono una principessa"

 

Asserí ridacchiando, invitandolo ad alzarsi, ma l'uomo sembrò fermo a sua posizione

 

"Sono contento che tu stia bene, ti riprenderò un nuovo telefono, ma ti prego, non farmi più prendere questi spaventi. Alucard è un vampiro, lui non muore.. Non devi proteggerlo"

 

"Ma quelle baionette..potevano ucciderlo"

 

Sunny si incupí, Azrael strinse appena la presa sulla sua mano, la mano libera le carezzó la guancia come per attirare la sua attenzione, il suo non era un Consiglio, era un'ordine

 

"Qualunque cosa accada, non…fare pazzie, ti prego, non posso seguirti quando c'è lui, io non..mi fido di quel vampiro, è un egoista, non voglio che ti succeda qualcosa,l'hai scampata bella l'altro giorno"

 

"Azrael.. "

 

Sunny tese una mano verso il suo viso per accarezzarlo, notó una nota di sofferenza scivolargli addosso come un velo, il cuore le si strinse in petto quando si rese conto che in qualche modo lo aveva ferito, forse era davvero stata troppo avventata, poi quel bacio con Alucard, sentiva ancora il suo sangue in bocca, sentiva ancora la disperazione quando questo sangue andò ad avvinghiarsi al suo. Si sentì in un certo senso sporca, divisa a metà

 

"Non voglio perdere il mio raggio di sole… "

 

Sunny si scosse come se qualcuno le avesse dato uno schiaffo,di nuovo il suo sangue tornó a zittirsi quando la voce di Azrael la riportò coi piedi per terra. Aveva ragione, lei era solo una mortale ed Alucard, l'avrebbe davvero protetta? Poi il suo sangue le presentó di nuovo l'immagine del vampiro che la sovrastava, il suo corpo martoriato dalle lame, la sua espressione in pena per lei, la sua rabbia per averlo protetto rischiando la vita. Sì, lei in fondo, si fidava di Alucard, ma perché non era lo stesso per Azrael? Guardó verso il giovane uomo, il cuore le tremó in petto quando capì che doveva fare qualcosa per lui, non voleva vederlo in quel modo

 

"Non mi perderai, promesso.. Adesso vieni quí peró.. "

 

Tiró la mano di lui verso di sé,per invitarlo a sedersi accanto a lei, Azrael eseguì l'ordine con un finto sospiró, il suo sguardo si fece dolce, sembrò tranquillizzarsi alle parole di lei, poi guardò il cielo e la ragazza che non smetteva di fissarlo con aria quasi stralunata, sognante, le gote rosse come il più pregiato dei vini, le labbra morbide e rosee, quasi surreali su un viso illuminato dalla luna, ma che sembrava brillare di luce propria. Si soffermó ad osservarla anche lui,sognante, gli occhi in tempesta si placarono nel momento in cui quei cieli arsi si puntarono su di lui

 

"A cosa pensi, raggio di sole? "

 

lei fece finta di pensarci,in realtà sapeva cosa voleva, dal primo giorno in cui lo aveva incontrato,da quando le aveva coperto le spalle con la sua giacca, il suo profumo, la sua gentilezza,tutto di lui le faceva scuotere l’anima verso un solo desiderio.

 

"Penso, che vorrei baciarti"

 

Lo disse con una naturalezza disarmante, che lo scosse fin dentro l'anima, sobbalzó  per la sorpresa sebbene dentro lo scossone fu ancora più imponente, ma cercò di trattenersi, riuscì a non arrossire mentre invece la ragazza era diventata ancora più rossa in viso, sorrideva, gli occhi lucidi, riempiti di emozione mentre si accostava a lui , la mano buona stretta nelle sue. Poteva sentire il respiro del giovane uomo sulle labbra nel momento in cui le si accostó, non poteva farci nulla, la sua anima si avvinghiava a lui disperatamente, voleva lui, desiderava lui più di ogni altra cosa, ignorando, il suo sangue che gridava, non era giusto, si sentiva divisa in due ma per una volta sentiva, che quella cosa era davvero lei a volerla.  Sentí la mano di lui sfiorarle la  nuca per tirarla a sé, le labbra dischiuse che imploravano un contatto, poi però, tutto si fermò. Sentì il corpo di Azrael irrigidirsi, si scostò da lei con uno scatto, trattenendo un gemito di.. Sofferenza? 

 

"Azrael! Che… "

 

"Sta tornando… devo andare"

 

Disse sbrigativamente, si alzó di scatto ma si fermó per un istante, a Sunny parve stesse cercando di nuovo equilibrio, sembrava come se avesse avuto un capogiro. La ragazza,preoccupata, gli prese la giacca tirandola piano come per attirare la sua attenzione

 

"Stai bene? "

 

"Certo, vieni qui.. "

 

La prese in braccio con cautela, Sunny si aggrappò a lui,seppellendo il viso nel suo collo, respirando il suo profumo. Sentiva il respiro di lui farsi pesante, si chiese ingenuamente se fosse faticoso per lui portarla in braccio, ma non fece domande. Azrael si chinó sul letto, posando la giovane sopra alle coperte, le strizzó l'occhio ,stava per andar via quando lei lo trattenne

 

"Aspetta!"

 

Azrael si bloccó per guardarla negli occhi, la sua mano tremó appena quando le sfioró il viso,la sua voce semnrava stanca e qualcosa di più cupo

 

"Nemmeno io voglio perderti"

 

Lui sorrise, un sorriso stanco, cosa gli stava succedendo? Sembrava infinitamente triste dietro a quei cieli in tempesta fissi su di lei. 

 

"Non mi perderai"

 

Sussurró svelto, schioccando un veloce bacio sulla fronte, prima di correre fuori dalla finestra con un balzo invidiabile dal migliore degli acrobati e scomparire alla vista della ragazza che in silenzio, rimase a fissare fuori dalla finestra, ancora scossa, incredula e confusa. Perché Azrael odiava tanto Alucard e cosa sarebbe successo se si fossero incontrati? Strinze le mani assieme per farle smettere di tremare

 

"Azrael.. "

 

***

L'uomo che rispondeva al nome di Azrael zoppicò verso un muretto lungo la strada, doveva tornare a lavoro, doveva resistere. Si mise in ginocchio, sopraffatto dagli spasmi di una tosse carica di sangue, che sputó sul palmo della mano, osservandolo scivolare lungo il polso, sangue rosso vivo, sangue arterioso. 

"No, ancora un po'... Ti prego, devo resistere ancora un po'.. "

Sussurró rialzandosi a fatica, stringendosi il petto dolorante con una mano, mentre tentava di avanzare verso il bosco,il passo lento, stanco, ma doveva andare avanti, doveva farlo, per lei. 

"Sunny… "

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Capitolo 8
*** sayonara memories ***


Era una bella giornata d’estate all’orfanotrofio gestito da ALexander Anderson, nella periferia di Roma, un quartiere che potrebbe definirsi tranquillo,con vicini silenziosi e devoti, bambini che corrono in giro felici dalla mattina alla sera nel grande giardino recintato dell’edificio che loro chiamano casa, ed una bambina, intorno ai dodici anni, dai capelli di un bizzarro rosa e dalle orecchie da gatto. Sembrava l’unica cosa a stonare con tutto il resto della normalissima comunità. Se ne stava seduta sul ramo della quercia di fronte al parchetto,un libro sulle gambe ed una mela mangiucchiata in mano, si era nascosta di proposito a leggere il suo libro preferito,preso in prestito dalla mensola della sala da pranzo,che non avrebbe più restituito e che per fortuna, nessuno avrebbe comunque reclamato, solitamente quei libri erano lì con la stessa utilità dei quadri alle pareti o delle statuette dei santi che Padre Anderson riportava sempre dalle sue missioni come ricordino.Aveva scelto un libro d’amore,indicato per bambini della sua età,il titolo “ho un castello nel cuore” l’aveva infatti fatta innamorare da subito, anche lei sentiva in cuor suo, di essere come una principessa, di meritare di più di quello che aveva, nel suo cuore, stavano nascendo le fondamenta di un piccolo castello di vetro, delicato e bellissimo, che lei aveva promesso di coltivare. Era ormai a metà della sua lettura, un’amore travagliato,una ragazza col cuore diviso,che sognava di fare la scrittrice,doveva essere un classico delle storie d’amore l’avere più uomini che ti corteggiano,pensò la ragazzina,un pò invidiosa della protagonista. Anche lei avrebbe voluto essere amata come in quel libro, da due bei giovani, due principi, magari avrebbero combattuto per lei, chi lo sà, magari l’avrebbero portata via da quell’orfanotrofio. Sunny sobbalzò quando una farfalla si posò sul suo libro, era una morpho rossa e nera, bellissima,sembrava fatta di fiamme ardenti e la ragazza pensò fosse un segno,magari qualcosa di magico. La sua speranza divenne certezza quando una farfalla morpho  blu e nera si posò invece sulla sua mano solleticandole la pelle con le zampette sottili. La ragazza cercò di ricordare un vecchio libro sulle farfalle letto settimane prima, parlava di leggende e dei vari significati che avevano quei colori tanto meravigliosi: la farfalla rossa di solito stava a significare un’anima o uno spirito molto potente,ma anche amore e passione,pensò che magari quella fosse una promessa per la sua felicità. La farfalla blu rappresentava la vita, aveva letto la storia di una bambina che aveva cercato di ingannare un vecchio saggio, tenendo nel pugno una farfalla , affermando che se avesse detto che la farfalla era viva, lei l’avrebbe invece uccisa, se avesse detto che era morta, lei avrebbe lasciato volare la creatura e gli avrebbe dato comunque torto. Il vecchio aveva invece risposto “la risposta dipende da te, la farfalla è nelle tue mani” . La farfalla blu rappresentava anche lo spirito, un desiderio che si avvera.

 

“eccola là, la stramba”

 

Sunny sobbalzò mentre le farfalle volarono via quando dei ragazzini lanciarono un pallone contro di lei,facendole quasi perdere l’equilibrio, c’erano almeno cinque bambini, due di loro spiccavano però nel gruppo. Una ragazzina timida con grandi occhiali tondi che stringeva una finta katana ed un’altra vestita da maschiaccio con capelli corti, biondo cenere ed occhi verde smeraldo che brillavano vivaci, in mano una pistola finta

 

“avevi due farfalle addosso, lo sai che portano sfortuna??”

 

“non è vero!!”

 

la ragazzina bionda incrociò le braccia al petto, con fare saccente, emise un grugnito col naso e sputò a terra facendo scostare la ragazzina con gli occhiali tondi

“Padre Anderson me lo ha raccontato, la farfalla rossa è un demone che cerca vendetta, l’hai toccata?? io non mi toccherei gli occhi se fossi in te, potrebbe renderti cieca con un maleficio!”

 

Sunny si scosse nascondendo il più in fretta possibile il libro nella borsa, lanciando a terra il torsolo di mela nella speranza di colpire quella ragazzina impertinente, ma lei schivò con facilità il colpo ridendo

 

“smettila!”

 

“sapevi che le farfalle blu sono le farfalle del Dio della morte? magari è venuto a prendere la tua anima!!”

 

Sunny ne ebbe abbastanza, con un salto scese dall’albero atterrando con facilità come un gatto, si avvicinò alla ragazzina e gli assestò uno schiaffo in pieno volto, ma questa la afferrò per il polso spingendola poi a terra in ginocchio, sovrastandola col suo corpo, spintonandola di nuovo la fece finire  faccia a terra, puntellandole  la schiena col ginocchio, la guancia sulla ghiaia  che le graffiava il viso,la sabbia le dava difficoltà a respirare, costringendola a tossire quando le entrava nella gola fino a strozzarla

 

“Basta Heinkel!lasciami stare! voglio solo stare da sola, perchè mi fate sempre male??”

 

“perchè tu, tu non sei umana! noi i mostri come te li ammazziamo!”

 

“io sono umana!!”

 

“e quelle orecchie schifose??fai schifo, guardati!!”

 

con una mano le tirò l’orecchio bianco provocandole una fitta lancinante che la fece gridare, le lacrime agli occhi, le mani artigliarono il terreno e con uno scatto gettò terra e sassolini in faccia alla bambina, che alzandosi con agilità per evitare il colpo, spinse indietro la ragazzina con gli occhiali tondi, che a causa della collisione, perse a terra i suoi occhiali, pochi istanti dopo, la stessa bambina era corsa davanti a Sunny, lo sguardo assetato di sangue e la spada in mano, la colpì allo stomaco togliendole il respiro, mentre la ragazza cadeva in ginocchio tossendo e sputando bile gialla che le era salita in un conato di vomito provocatole dal colpo improvviso. Ci volle un pò prima che la ragazza ricordasse come fosse respirare, alla fine,quando Yumie, la ragazzina dai capelli scuri stava per vibrare un’altro colpo, questo venne fermato dalla mano di Anderson

 

“adesso basta, Yumie, credo che la piccola Sunny abbia imparato la lezione”

i ragazzini tornarono sull'attenti, Yumie rimise gli occhiali tornando la ragazzina spaurita di prima, Heinken guardò torva la giovane con le orecchie da gatto che si puliva la bocca dal suo stesso vomito

 

“Padre Anderson”

 

tossì la ragazza mentre il prete la alzava in piedi prendendola per un polso, con poca gentilezza, sapeva di non essere al sicuro, non lo sarebbe mai stata, si limitò a starsene immobile, in balia di quell'uomo,impotente ed indifesa,si chiese se forse sarebbe stato più semplice per lei togliersi di mezzo con una lama di rasoio lungo le vene dei polsi

 

“hanno cominciato loro…”

 

“ti hanno solo ricordato che sì, il nostro signore è misericordioso, ma tu, tu non sei la figlia di nostro signore, eppure….lui ha deciso di accoglierti comunque,di farti arrivare proprio qui da noi. Per volere del nostro signore ti terremo in vita,questo è vero, ma tu non sei,una di noi,vivrai nella casa del signore con grande timore,con grande sofferenza, perchè tu sia esempio agli altri bambini,di quanto sia terribile,nascere fuori dalle grazie del nostro Dio,ora vai in camera tua,stasera niente cena”

 

La ragazzina si teneva lo stomaco dolente con entrambe le mani, la testa bassa, le lacrime le bruciavano il viso mentre zoppicava via, verso la grande struttura che era l’orfanotrofio, sperando di trovare un pò di pace almeno in camera sua. La ragazzina era pallida e malnutrita,eppure non voleva mollare, non poteva arrendersi,almeno,riusciva a reprimere i pensieri più oscuri,lamette e finestre aperte, si chiese per quanto ancora avrebbe avuto la forza di resistere. SI diede uno schiaffo davanti allo specchio, promettendosi che presto, presto avrebbe fatto capire a tutti che in realtà lei era speciale, proprio come la ragazzina della sua storia, qualcuno l’avrebbe amata davvero e si sarebbe preso cura di lei, si sarebbe innamorata ed avrebbe avuto un lavoro invidiabile, magari un’avvocato o una famosa attrice. SI gettò sul letto in lacrime, ma non pregò di essere salvata,non voleva pregare proprio nessuno, perchè magari, era proprio per colpa loro che lei era finità lì a soffrire. 


***

 

Seras victoria, alloggiava nella stessa stanza che una volta era appartenuta a Sunny, la sua bara era a terra sul pavimento e per la prima volta nella sua vita da vampira, l’idea di rimanere chiusa là dentro le dava un certo conforto. Aveva passato settimane a combattere i vampiri in Italia da sola o con padre Anderson,il fiato della divisione Iscariota, di Maxwell sul collo tutto il tempo. Se ne stava seduta, assetata di sangue, sangue che ancora non aveva intenzione di bere, ad osservare i disegni appesi alle pareti di quella casa. C’erano farfalle blu e rosse fatte con carta colorata in stile origami attaccate ovunque. Si avvicinò al comodino della ragazza e di nuovo prese il suo diario, lo aveva letto molte volte con la curiosità di voler conoscere l'agente della divisione XIII che avevano mandato dal suo maestro Alucard. Sembrava una ragazza molto triste, molto sfortunata, sentì una forte empatia nei suoi confronti anche se non aveva mai avuto modo di conoscerla. Aveva letto quando veniva picchiata ogni volta che in missione vacillava o non eseguiva gli ordini alla perfezione, le sue canzoni scritte su foglietti volanti  sparsi in giro per la camera, sembrava una ragazzina sola,come lei,entrambe orfane. La vita sembrava averla masticata e sputata allo stesso modo, solamente che Seras, aveva trovato una casa dopo la tragedia che era successa a casa sua, aveva trovato una famiglia nella polizia che poi in seguito, avrebbe perso per mano del vampiro, aveva trovato una nuova famiglia alla HELLSING. Ma quella ragazza? Non era ancora riuscita a scappare dalla sua gabbia, dai suoi carcerieri e persecutori, sperava solo che alla HELLSING, fosse riuscita a trovare qualcuno, qualcosa, che l’avrebbe salvata, come il principe azzurro che disegnava sempre sul suo diario, qualche volta aveva un mantello rosso, altre, aveva un mantello blu. Seras sobbalzò come se si fosse svegliata da un sonno profondo, quando Anderson entrò senza bussare nella stanza

 

“prendi la tua bara, ti aspetta un volo per Londra questa mattina”

 

“come..come dice signore?”

 

Maxwell fece capolino dalla porta, un’espressione arcigna in volto, le mani giunte dietro alla schiena, la mascella contratta

 

“il patto è saltato, vattene prima che a padre Anderson venga voglia di sistemare il dissidio a modo suo”

 

Seras si mise sull’attenti, gli occhi rossi fissavano cauta i due preti, mentre con fretta raccoglieva le sue cose, si sentì rincuorata a dire il vero, poteva tornare a Londra, poteva tornare a casa. Si chiese se al signor Bernadotte fosse mancata, se avesse pensato a lei ogni tanto, era riuscita a spedirgli qualche lettera e lui le aveva perfino risposto con la sua scrittura a zampe di gallina, era bello riuscire a pensare, che a casa, qualcuno la stava aspettando e che ora, finalmente, stava tornando.

 

“addio,allora..”

 

la vampira se ne uscì con la bara contenente i pochi bagagli che aveva, la portava in spalla come se pesasse nulla, anche se dentro c’erano armi che pesavano più di una tonnellata. Poi però ebbe un sussulto, si voltò con una domanda che le martellava in testa

 

“ma…come mai devo andare? quella ragazza, Sunny…sta bene? “

 

Maxwell sospirò tirando su col naso, emise un ringhio sommesso, irritato dalla domanda della giovane draculina

 

“resterà con voi, la feccia resta con la feccia e lei si è dimostrata tale,ora vattene o sguinzaglio il cane”

vide un sorriso perverso storcere il volto di Anderson, un cipiglio di pura perfidia e sete di omicidio che le fece gelare il sangue nelle vene, la pelle le si accapponò

 

“sì signore! scusi signore!!”

 

Seras Victoria corse via come se avesse avuto  il diavolo alle calcagna, non vedeva l’ora di conoscere quella ragazza, come mai avevano deciso di tenerla? voleva saperne di più ma di certo non avrebbe più fatto domande o rivolto la parola a quei pazzoidi fanatici del vaticano, probabilmente la signorina Integra aveva le risposte che stava cercando,chissà il suo padrone Alucard come stava? E Walter? Sembrava un sogno, non vedeva l’ora di rivederli tutti insieme ed incontrare il nuovo membro della famiglia, che nei giorni, indirettamente, aveva imparato a conoscere. 

 

“sto tornando a casa, ragazzi”

 

***


Sunny si era svegliata da poco, era riuscita a scendere da sola dal letto, dopo un paio di settimane  passate quasi immobile tra le coperte, la sua convalescenza non era stata terribile alla fine, Alucard passava una buona mezza giornata seduto sulla sedia in fondo al letto, la gamba accavallata, le braccia incrociate al petto e gli occhi puntati come fari su di lei. Lo aveva più volte invitato a sedersi vicino e a guardare magari un film, ma il massimo che era riuscita a fare era fargli la telecronaca di quello che stava guardando e commentare insieme a lui i passaggi più importanti del film. Walter invece arrivava a portare da mangiare e mettere in ordine la stanza e parlare del più e del meno, aveva una gran voglia di chiedergli di Azrael, ancora non aveva un telefono e non riusciva a non essere in ansia per lui, ma finchè Walter si comportava come se nulla fosse, non ci sarebbe stato nulla da temere, no?. La aiutava anche ad alzarsi per raggiungere la porta del bagno, si sedeva accanto a lei per guardare la tv o parlarle delle giornate fuori dalla villa,non le era mai capitato che qualcuno si preoccupasse così tanto per lei, perfino Integra era passata un paio di volte, il sigaretto in mano e la solita aria da donna di ferro,la osservava nel suo letto e quando lei la salutava, si limitava a sbuffare fumo dalle narici,constatare il suo non decesso ed andare via. Quando era al vaticano, non le portavano nemmeno da mangiare, quando aveva la febbre, aveva imparato a tenere in camera dei rimedi alle erbe per abbassarla ed aveva fatto scorte di cibo per sopravvivere alle giornate passate nel letto senza morire di fame. Ora però riusciva finalmente a camminare un pò, era strano, aveva un braccio ingessato,  sembrava che un camion le fosse passato sopra, in vita sua, non aveva mai avuto puntate contro le baionette di Anderson ed ora capiva perché erano tanto temute dai suoi nemici. Ora anche lei era un suo nemico,in realtà non le era mai piaciuta ma ora probabilmente la voleva morta e basta,nessuna pietà,nessuna grazia,quel mietitore voleva la sua testa ora che si era schierata con i mostri. Otra che poteva stare in piedi, aveva deciso di farsi una doccia rinvigorente, si era preparata i vestiti buoni, aveva anche controllato il vestito con cui era andata in missione quel giorno; era ancora intatto, ma ricordava benissimo ogni singola macchia che lo aveva sporcato. Sospirò indossando un abito leggero, bianco in pizzo, legò con cura i capelli in due morbide trecce, fermandole con del nastro rosso e si avviò a spegnere la TV, ignorando le notizie del telegiornale. Stava per uscire dalla stanza, ma quando si avviò per toccare la maniglia, sentì un vento gelido farle accapponare la pelle mentre la voce di Alucard si fece strada nel suo petto

 

“ben alzata, angelo mio”

 

Sunny indietreggiò per far spazio al vampiro, sorrise appena abituata ormai alle sensazioni che la sua presenza le imponeva ogni volta che lui era insieme a lei, ogni volta che la sfiorava, le parlava o semplicemente la osservava. Si mise seduta sul letto con un balzo , il gesso ancora sul polso, ma stavolta c’erano dei disegni che si era fatta da sola per la noia, c’era anche uno scarabocchio di Alucard ed uno di Walter. Alucard aveva disegnato una specie di cane infernale, Walter aveva disegnato  un bellissimo fiore blu, lei aveva scritto il suo nome con vari colori ed aveva disegnato dei coniglietti. Quando lo aveva chiesto ad Integra, la donna  aveva invece proposto di spegnere il suo sigaretto sul gesso, ma Sunny aveva gentilmente declinato. 

 

“eih..ciao,cosa ci fai qui?”

 

“c’è qualcuno che vorrebbe conoscerti”

 

In effetti l’ombra di Alucard era più scura delle altre volte,un’ombra che bastava per due a quanto pare e quell’ombra si divise in due quando una ragazza dai capelli dorati e la divisa della HELLSING apparve da dietro al vampiro. La giovane sorrise mostrando anche lei i canini da vampiro e subito SUnny capì di chi si trattasse

 

“ciao, mi chiamo Seras Victoria, puoi chiamarmi Victoria se preferisci”

 

Sunny sobbalzò nel vedere la discepola di Alucard, trasformata da lui in persona, glie lo aveva raccontato Walter una volta, durante una missione, lei era l’unica superstitie ed aveva dovuto fare una scelta, si chiese anche come mai lui avesse accettato di bere il sangue di quella ragazza, ma si era rifiutato di bere il suo, a costo di morire davanti ad Anderson. Avrebbe vinto lui, aveva detto dopo aver declinato la sua offerta, avrebbe vinto? come? perchè?

 

“ciao, sono Sunny, Sunny e basta, non sono più una Iscariota, a dire il vero era l’unico cognome che potevo affibbiarmi, non ho mai avuto un cognome”

 

Victoria arrossì tendendole la mano, Sunny la strinse piano, aveva ancora graffi e cicatrici ma le bende erano ormai un brutto ricordo, si strinsero la mano cordialmente, sorrisero entrambe imbarazzate. Entrambe si conoscevano indirettamente ed ora che erano l’una di fronte all’altra era, strano, ma non era una brutta sensazione, col tempo, avrebbe conosciuto anche la giovane draculina. Alucard sembrò decidere di congedarsi, dopo aver dato un buffetto alla ragazza dalle orecchie di gatto, lasciando le due da sole. 

 

“oh, ti prego, accomodati pure! ho acceso il bollitore per il tè”

 

“ehm, grazie…non,credo di poter”

 

Sunny sobbalzò, non era abituata a stare con altri vampiri ed Alucard era l’unico vampiro con il quale aveva avuto un rapporto al di fuori dell’invece troppo sovente canta,strimpella,spara  e ammazza. Alucard non aveva problemi a fingere di bere vino o mangiare qualcosa dalla tavola senza vomitare sangue o morire come aveva visto spesso nei film, ma Victoria sembrava invece aver problemi con il buon vecchio cibo degli umani.

 

“oh, perdonami! vuoi che mi faccia portare una sacca di sangue da Walter?”

 

“sto bene così, grazie..”

 

Victoria si sedette accanto alla finestra mentre Sunny si versava l’acqua calda nella tazza con la bustina de tè pronta per infondere. Si sistemò poi sul tavolo con la sua nuova collega, anche se in realtà  lei era da più tempo con loro, era Sunny la nuova recluta.

 

“come ti sei trovata qui alla HELLSING?”

 

chiese Victoria con un sorriso gentile, sembrava star bene,aveva un volto dai tratti delicati, era una bellissima ragazza, i suoi occhi però erano ancora azzurri, non rossi come quelli di Alucard, probabilmente non aveva mai bevuto sangue come lui. SUnny prese un sorso di tè annuendo alla sua domanda

 

“sono tutti gentili, mi piace star qui, sono felice che non debba tornare a Roma, immagino, che per te sia lo stesso, scommetto che padre Anderson te ne abbia  fatte vedere di cotte e di crude durante le vostre missioni”

 

la vampira sospirò, nei suoi occhi sembrarono scorrere le ombre dei ricordi passati a Roma e lei era certa che non erano bei ricordi. Odiavano lei per le sue orecchie, figuriamoci se non avrebbero odiato un vero e proprio vampiro,costretti a lavorare con lei, per volere dei piani alti. 

“beh diciamo che ho passato giorni migliori, tra cui il giorno in cui il mio maestro mi ha sparato al petto per uccidere un vampiro”

 

entrambe ridacchiarono quando furono concordi che nessuna delle due era ormai apprezzata dalla divisione Iscariota. Per fortuna, nessuna delle due sarebbe più dovuta tornare da quei pazzi fanatici

 

“mi volevano obbligare a portare il crocifisso d’argento,ma sono scemi??”

 

Sunny rise di gusto, quasi sputava il suo tè, tossì battendosi il petto mentre guardava fuori dalla finestra per asciugarsi le lacrime causate dalla tosse

 

“oh cielo, è già tanto che non ti abbiano chiesto di vestirti da suora, o l’hanno fatto?”

 

il silenzio di Victoria lasciò poco spazio all’immaginazione, povera ragazza, lei ci era cresciuta in quella situazione e volente o nolente ci aveva fatto il callo, ma probabilmente per Victoria è stato un vero e proprio trauma, non la invidiava affatto, se fosse dovuta tornare a Roma sarebbe stato un trauma anche per lei dopo i mesi passati a Londra, con tutta quella gente, così gentile e disponibile, tutte le sue nuove libertà, sapeva che non vi avrebbe mai più rinunciato, a costo di dover piantare nel petto di Anderson le sue stesse baionette. 

 

“tu come ti sei trovata? spero che il mio maestro non ti abbia strapazzata troppo”

 

Sunny deglutì a vuoto, prese un biscotto dal piattino e se lo cacciò in bocca, prendendo tempo per pensare alla sua risposta. Le immagini del vampiro sopra di lei, le labbra del non morto premute contro le sue sanguinanti, il sangue di lei che aveva danzato insieme al suo, quelle carezze, quegli occhi addosso, il cuore che batteva forte fino a far male

 

“beh,Alucard è”

 

si schiarì la voce, deglutì il biscotto e prese un sorso di tè

 

“particolare, ma si è preso cura di me, è stato bello lavorare insieme,abbiamo trovato un’accordo, una sorta di armonia e siamo sempre andati alla grande”

 

si guardò il gesso e lo alzò appena per mostrarlo a Victoria

 

“a parte…quella volta, ma purtroppo non posso molto contro Anderson, non so come abbia fatto o come gli sia venuto in mente di attaccarci nel mezzo della missione, quellìuomo è sempre stato imprevedibile, ho preso certe cinghiate che nemmeno te l’immagini, ma ora che ho provato le sue baionette, direi che preferisco alla grande le cinghiate,per fortuna che Walter sia arrivato in tempo”

 

Sunny posò la tazza del tè, si poggiò allo schienale accavallando la gamba, mostrando a Victoria i segni bianchi sulle braccia che ancora non sembravano essere andati via, era strano, di solito tagli del genere si rimarginavano con pochi giorni, invece quei tagli sembravano come vecchie cicatrici

 

“non capisco perchè non vanno via..”

 

Victoria le sfiorò , osservandole con attenzione, studiandone i lineamenti ed il colorito, annusò il suo braccio facendo sussultare la ragazza, non se lo aspettava in effetti, ma a quanto pare era una prerogativa dei vampiri, aveva sorpreso Alucard annusarle spesso le vecchie ferite, come se da esse fosse in grado di vedere il loro passato. Aveva ancora qualche segno di cinghia sulle spalle ed Alucard sembrava innervosirsi ogni volta che il suo  occhio cadeva su di esse, la prima volta che le aveva annusate in effetti, aveva perfino ringhiato come un mastino con la traccia da seguire. ANche la vampira sembrò comprendere la natura di quelle ferite dal solo annusarle

 

“hai perso molto sangue da queste ferite, non è normale...ma almeno non stai più sanguinando,no?”

 

“mi chiedo solo, quanto male abbiano fatto a lui, quando mi sono tagliata, il dolore mi è arrivato fino alla testa, un dolore come fuoco, era terribile, io..non oso immaginare il dolore che procurano ai vampiri”

 

Sul volto di Victoria apparve un cipiglio di curiosità, qualcosa guizzò dietro alle sue iridi, ma sembrò che la vampira avesse chiuso in un cassetto quel pensiero e lei aveva quasi troppa paura a chiedere ulteriori spiegazioni. Anche Sunny decise di mandar giù con un biscotto le sue domande, sospirò ritirando il braccio per tornare ad osservare gli occhi blu della vampira, soppesandone l’espressione.Si chiese cosa sarebbe accaduto da quel momento in poi, ora che la sua discepola era tornata, con chi avrebbe lavorato lei? 

 

“senti, Victoria…ti hanno detto per caso, come si formeranno ora le squadre? visto che sei,tornata, ecco”

 

La vampira sgranò gli occhi, sorpresa da quella domanda, lo stomaco di Sunny sussultò verso destra

 

“non te lo hanno detto?”

 

Sunny deglutì aria, lo stomaco pesante come se avesse mangiato un macigno, il terreno sembrava di nuovo vorticare, trattenne il respiro stringendosi nelle spalle, in attesa che la ragazza continuasse a parlare

 

“ho deciso che andrò con il signor Bernadotte, le squadre sono più equilibrate in questo modo e la signorina Integra ha acconsentito, un vampiro ed un umano, sono stata troppo a lungo lontana da casa ed il signor Bernadotte”

 

notò le gote della vampira tingersi di rosso mentre guardava altrove massaggiandosi la nuca imbarazzata, ridacchiando sommessamente

 

“beh, mi è mancato….ho anche scoperto che il mio maestro ci tiene molto a voi, sai, quando lui mi ha morso, riesco a percepire quello che prova, almeno, quello che lui vuol lasciar passare, in ogni caso, anche lui ha chiesto di continuare a lavorare con te”

 

Sunny cercò di trattenere la sua gioia schiarendosi la voce, si mosse sulla sedia tamburellando il piede a terra, ringraziò di avere solo orecchie da gatto, perché se avesse avuto anche la coda, starebbe scodinzolando come un cagnolino davanti ad un osso gigante. 

“hai avuto modo di conoscere altra gente? Sei stata in giro a Londra? ti è piaciuta?”

 

Sunny si chiese se sarebbe stato saggio parlarle di Azrael, anche semplicemente nominarlo in modo anonimo, no, non poteva farlo, lei in qualche modo era collegata ad ALucard e probabilmente in qualche modo avrebbe rischiato che il suo maestro ne sarebbe venuto a conoscenza. Così Sunny si limitò a dire che aveva conosciuto solamente il personale della HELLSING, Bernadotte compreso, ma che aveva visto di sfuggita visto che Integra li mandava sempre in missione fuori città. In fondo, al di fuori di loro, aveva solo avuto modo di conoscere solo il figlio di Walter. Mosse le orecchia grattandosene una, pensando a cosa dire

 

“beh, ora conosco anche te, a Londra, sembrano tutti molto freddi,le mie orecchie non passano inosservate ed io sono troppo timida per approcciare la gente, in ogni caso, sono felice della gente che conosco, diciamo che non ho bisogno di altro o di altri”

 

“sono felice che ti stia trovando bene, spero che diventeremo amiche”

 

“perchè non lo siamo già?”

 

chiese ridacchiando, tese una mano alla vampira che la strinse timidamente

 

“non pensavo che sarei mai andata d’accordo con una della divisione XIII”

 

“ora sono solo Sunny, della HELLSING, fanculo la divisione XII”

 

Seras rise di gusto

“già, fanculo la divisione XIII, col cavolo che ci torneremo là, li manderemo gambe all’aria prima o poi, Integra è indemoniata, non avrà pace finchè non glie l’avrà fatta pagare per quello che ci hanno fatto. In ogni caso, benvenuta in famiglia, Sunny!”

 

La ragazza sentì una lacrima far capolino dal suo occhio

 

“sono….sono a casa”


*****

 

Era notte fonda, Sunny era sul letto ad osservare un pacchetto ancora incartato, lo aveva tenuto lì dalla mattina in cui lo aveva trovato sul suo davanzale, non era riuscito ad aprirlo visto che era già in ritardo per la missione. QUando lo aprì, Sunny trattenne un gridolino, c’era un cellulare nuovo di zecca, un modello addirittura migliore del precedente. La ragazza lo accese col cuore che le pulsava fino alle tempie, cercò nella rubrica, la mano le tremava, il respiro sembrava non bastarle, trovò quel nome e premette il pulsante chiama, correndo a rannicchiarsi sulla seduta della finestra, i denti presero a mordicchiare le sue unghie, il cuore sembrò accellerare ancora di più ad ogni “bip” di attesa, infine, sentì una voce che le sciolse lo stomaco

 

“ciao, raggio di sole…”

 

Finalmente i suoi polmoni ripresero una boccata d’aria, la mano che teneva il telefono ancora tremava e sentiva gli occhi gonfiarsi di lacrime per il sollievo. Era stata in ansia per lui, pensava a lui ogni giorno da quando se ne era andato via in quel modo, temendo per lui, era pallido, non sembrava stare bene, ma Walter era a lavoro, quella era la sua unica conferma che suo figlio era in qualche modo al sicuro, altrimenti anche Walter si sarebbe assentato per lui. Prese un respiro profondo tirando su col naso

 

“eccoti qui…mi hai fatto spaventare, non ti sento da quel giorno…ho…detto o fatto qualcosa che non va?”

 

“non dire sciocchezze”

Sunny si strinse nelle spalle, deglutendo aria a vuoto,la voce di Azrael come una carezza sul suo viso, quando il telefono emetteva quella lieve vibrazione dovuta all'altoparlante

 

“stai bene?”

 

“sto bene..sta tranquilla,tu piuttosto, come stai?”

"sto bene"

Sunny prese un respiro profondo, poggiando la schiena contro la finestra, la luna brillava alta in cielo, senza una nuvola a coprirla, illuminava la stanza di una luce densa e blu,la ragazza aprì la finestra per lascar passare un pò di brezza serale per mandar via la calura del sole di quella giornata. L’aria profumava di rugiada, era piacevole sulla pelle,si sentiva quasi odore di pioggia ed il vento soffiava leggero tra gli alberi del grande parco, SUnny si schiarì la voce cacciando via una lacrima dall’occhio con il dorso della mano prima di riprendere a mordersi l’unghia del pollice

 

“io,non sapevo come contattarti in questi giorni, ecco, che dire...ehm, Victoria è tornata,è una vampira simpatica,ho parlato con lei e non se l'è vista bella nella divisione XIII, ma per fortuna non dovremmo più tornare da loro, ora siamo ufficialmente nel loro libro nero, credo, che ci sia una taglòia sulle nostre teste”

Azrael ridacchiò sommessamente, poi rimase per un attimo in silenzio,si sentì sbuffare, probabilmente stava fumando, immaginò il giovane uomo con la sigaretta tra le labbra che sorrideva, quegli occhi in tempesta che si posavano come nubi sui suoi cieli limpidi

 

“Azrael…io voglio…ti…”

 

si morse il labbro nervosa, strinse forte il telefono e prese un respiro profondo,poi di nuovo un conato dal petto ed il solito vomito di parole che si faceva largo nella sua gola

 

“mi manchi…mi manchi tanto Azrael, da quando te ne sei andato da quella finestra io, mi sento mancare tutto dentro…voglio che tu stia bene, voglio vederti e saperti al sicuro, voglio che tu resti con me, sembrava stessi male e non voglio che tu stia male, se hai bisogno di una mano, se vuoi che io faccia qualcosa per te, ti prego, dimmelo…”

 

riprese fiato, il cuore sussultò un pò più a sinistra quando sentì l’uomo ridacchiare, un leggero colpo di tosse

 

“ci vedremo presto, raggio di sole…andrà tutto bene”

“promettimelo”

“promesso”

le parole le morivano in gola, aveva così tante cose da dirgli, ma al telefono, non era abituata,non era il modo e non era il momento giusto per dire quelle cose. Sospirò scendendo dalla seduta per tornare a letto, quando Azraphael riagganciò, la ragazza si portò il cuscino alla faccia soffocando un grido di frustrazione, per non poter correre da lui, per dover aspettare, si sentiva come se fossero due amanti, come Romeo e Giulietta, si sentiva sporca, ma non riusciva a farne a meno, non voleva rinunciare ad Azrael, ai sentimenti che la sua anima provava, non poteva dar solo retta al suo sangue, come se a tenere le redini fosse stata un’altra persona, un pò come Yumiko e Yumie, ma al contrario, lei era sempre al comando, non c’era una vera e propria seconda personalità, solamente due sentimenti uguali ed allo stesso tempo diversi, per due persone completamente differenti. Voleva parlarne con qualcuno, ma non aveva idea a chi rivolgersi senza causare putiferio, sicuramente Integra l’avrebbe rispedita a calci a casa o le avrebbe riso in faccia dicendole semplicemente di mettere l’anima in pace e scegliere, Victoria avrebbe detto tutto ad Alucard e Walter? Non sapeva come avrebbe reagito lui, magari…

 

“Sunny!!”

 

Victoria irruppe nella sua stanza di corsa, il fiato corto che non aveva, si avvicinò alla ragazza controllando che stesse bene mentre la giovane cascava dal pero, non capendo cosa stava succedendo, la guardava confusa chiedendosi il perchè di quella agitazione, sentiva un forte tumulto percorrerle le vene, qualcosa non andava,stava succedendo qualcosa nell'ala opposta, l'ingresso della grande villa

 

“siamo sotto attacco, devi vestirti,forza,devi andare al sicuro”

 

Sunny scosse il capo incredula, guardava la vampira caricare la sua arma grande quanto lei, sentì degli spari dal piano di sotto, sentì delle grida, sentì e vide il fumo che ora si alzava dal giardino, qualcosa di terribile si stava consumando là fuori e lei di certo non poteva starsene con le mani in mano. Tese il braccio ingessato a Victoria con aria severa

 

“aprilo”

 

“cosa?”

 

“apri questo coso! mi servono tutte e due le mani”

 

“no, devi andare al sicuro, combattiamo no-”

 

“E’ UN ORDINE!!”

 

tuonò la giovane sbattendo la mano sul tavolo, la vampira sospirò e prese con calma la mano gessata di lei, applicando pressione, il gesso si frantumò come se fosse stato pasta sfoglia sotto alle mani della draculina. Finalmente, la ragazza vide di nuovo il suo braccio intero, altre cicatrici lo disegnavano, segni di sutura le confermavano che la frattura era stata scomposta, ma per fortuna, a parte un forte formicolio, riusciva a muoverlo di nuovo. SI precipitò verso il suo armadio, si cambiò al volo e prese la sua arpa, scelse l’ultima arpa che Walter le aveva fatto e si affiancò alla vampira, sorrise determinata, era pronta a combattere di nuovo, per difendere la sua nuova casa. Sorrise carezzando le corde della sua arma, Victoria ricambiò il sorriso complice, le due ragazze uscirono dalla stanza all’unisono, come se avessero da sempre lavorato insieme, entrambe sicure, forti e decisamente incazzate.

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Capitolo 9
*** fuoco e ghiaccio ***


Come poteva non essersi resa conto di nulla? Il piano terra era invaso da ghoul vestiti da soldato, con tanto di scudi anti sommossa, un grande occhio dipinto con una bomboletta spray nera davanti, si chiese dove fossero finiti tutti in quel momento, quanti erano morti? Dove erano tutti? Dove era Alucard? Walter? 

 

"Victoria! Dov'é Walter?? Sta bene?? "

 

La donna non rispose, la prese per mano correndo verso destra dove il corridoio era libero da mostri, alla fine del corridoio, li attendeva Walter, calmo come sempre, ovviamente non era nuovo a situazioni del genere.il sorriso si dipinse sul volto quando Sunny gli corse in braccio sollevata nel vederlo star bene, l'uomo la sollevó per un'istante posandola poi con gentilezza a terra, aiutandola a sistemarsi il vevestitola ragazza strinse al petto la sua arma, sollevata nel vedere il maggiordomo illeso

 

"Meno male… Walter! "

 

"My lady…"

 

Sunny si acciglió guardandolo torva,mentre lui era impegnato in un inchino formale

 

"Che ti ho detto? "

 

Walter sì schiarí la voce come per cancellare la sua ultima frase

 

"Perdonami, mia piccola Sunny"

 

Walter  le prese le mani, sembrò sorpreso di vederla, il suo sguardo cadde sul braccio ormai libero dal gesso, scoccó un'occhiataccia a Seras che guardó altrove imbarazzata

 

"Sunny.."

la sua voce aveva un fondo di rimprovero quando capì che non stava correndo da Integra per starsene al sicuro insieme al consiglio, come aveva ordinato a Seras

 

"Voglio aiutare"

 

Sunny strinse la sua arma guardando i due seria in volto. Non voleva tirarsi indietro, voleva combattere, essere utile, stava bene, era guarita e non ne poteva più di starsene con le mani in mano mentre tutti rischiavano la vita. Guardó Walter osservarla con un cipiglio di rimprovero che lei si apprestó ad imitare

 

"Non mi convincerai ad andare via, io resto a combattere, ok?? Siete la mia famiglia, la mia casa!"

 

Sia Seras che Walter tacquero, abbassarono lo sguardo nascondendo un sorriso di orgoglio misto a gioia, entrambi si misero in posizione, Victoria caricó la sua arma, Walter aveva in mano i suoi fili e ci giocherellava tra le dita con maestria, Sunny strinse la sua arpa facendo loro un cenno d'intesa. Il gruppo partì di corsa verso il corridoio infestato, si stavano  muovendo entrando direttamente dall’ingresso,lasciando loro pensare che le guardie di pattuglia fossero ormai spacciate. In mezzo alla marmaglia, un giovane in tuta da ginnastica, pieno di piercing ed un sorriso da gradasso, avanzava in mezzo a loro, un sigaro stretto tra i denti. Ebbro della carneficina che si era lasciato alle spalle, avanzava protetto dai suoi servi

 

"I highly recommend pissing yourself, followed by a course of praying to your impotent God."

 

Annunciò con un altoparlante rubato ad una guardia, diffondendo in tutto l’edificio il suo messaggio di guerra. Sul cappello c'era una patch con un grande occhio, come quello sugli scudi dei soldati. Sunny si mise davanti, Walter alle sue spalle, pronti a fermarli sul nascere. I mostri avanzavano con gli scudi, ma un colpo di Victoria dalle retrovie li fece saltare in aria, abbassando le loro difese, lasciando le difese scoperte. Nonostante continuassero ad avanzare,nulla passava, nessuno riusciva a raggiungere la metà del corridoio. I fili di Walter tagliavano I nemici prima che potessero sfiorarla, la giovane colpí le corde ed in mezzo alla mischia un'onda si abbatté sui ghoul, smembrando, schiacciando,mentre incalzava una melodia terra, un rintocco di morte, la ragazza sorrise osservando Seras sparare un colpo in fondo alla sala, un'esplosione riempí il silenzio,le fiamme divamparono ed altri ghoul volarono in aria, in pezzi. Sunny sembró esilarata da quella battaglia, ebbra del sangue di quei nemici, strimpelló di nuovo, il piede incalzó battendo i tacchi a tempo della melodia, un'altro colpo, ai piedi delle creature si formó una pozza scarlatta, note dissonanti costrinsero in ginocchio quelle creature, un'altra strimpellata, caddero a terra, un'altra nota, si fracassarono in mille pezzi come bambole di porcellana cadute da troppo in alto. Il pavimento sembrava quello di un mattatoio. Sunny alzó una mano, I fili danzavano attorno a lei tagliando dita e mani che provavano ad allungarsi per sfiorarla, quei fili blu, le portarono la mente verso quella persona, lei doveva vincere, sopravvivere, essere forte, per lui. Il tipo con la tuta faticava a schivare i colpi del trio, ma sembrava l'unico illeso del gruppo, Sunny lo evidenzió come potenziale capo vampiro. Prese fiato, quando nella sua mente, I fili di Walter la sfiorarono e di nuovo  vide nella sua mente quegli occhi in tempesta, il cuore le balzó nel petto spingendo I suoi polmoni a cantare

 

"Lalalai

lalalai

When our heartbeats collide

I won’t mind,

In a place we’ve never been before

I’m reaching out for the moon and stars beyond it

Lalalai

lalalai

Is it you I will find?

Though I feel left behind sometimes

When you close the door

I wanna know who you are

I wanna know it all"

 

Nel frattempo, nei sotterranei,un vampiro si incupí con uno sbuffo di disapprovazione, il viso si piegó in un'espressione sofferente, le mani intrecciate sulle gambe, se ne stava seduto sul suo trono, da solo,in attesa che il suo avversario gli avesse fatto visita, ringhió cupo, una lacrima di sangue gli rigava il viso,quella canzone, perché quella canzone? Perché? Non era per lui, non era…sua. 

Sunny si fermó per riprendere fiato, il sudore che le bruciava gli occhi ed il cuore minacciava di balzare via dalla gola. Notó sul volto di Walter un sorriso di orgoglio, quando lui le si accostò. Sentí il respiro affannato dell'uomo che la spinse ad avvicinarsi a lui,preoccupata,ma Walter sembró giustificare il tutto con la solita frase "non sono più il giovane shinigami di un tempo",tranquillizzando quindi la ragazza con un buffetto sul capo e le sue congratulazioni per la performance. ALtri nemici incalzarono contro di lei, ma la ragazza colpì di nuovo le corde, dei fulmini impattarono attorno a lei colpendo i ghoul che l’avevano accerchiata. La danza macabra durò ancora ed incalzò nel sangue e nelle grida. Avevano liberato il corridoio in poco tempo, le armi di Seras avevano dimezzato i ghoul e Sunny insieme a Walter finivano i pochi che riuscivano ad avanzare. Rimase solo quello strambo vampiro dalla carnagione olivastra, incazzato come un cane a cui avevano tolto l’osso con facilità. Seras si avvicinó a lui con le zanne snudate,un ghigno di vittoria mentre Walter si divertì a staccargli un piercing dal labbro inferiore con un gesto della mano ed il filo che strappava senza pietà il ferro dalla carne

 

“schifosi cani della HELLSING”

 

"I highly recommend pissing yourself, followed by a course of praying to your impotent God."

 

la sua voce imitò quella di quello strano tipo, citando la sua frase d’ingresso, rivoltandogliela contro con cupa soddisfazione. il vampiro a terra sputó sangue ridendo, il suo corpo esile scosso dagli spasmi di una risata sinistra di natura spocchiosa, guardó I tre squadrando le due ragazze divertito

 

"Queste donne, te le fai tutte e due insieme? Non ti viene un infarto poi, vecchio? "

 

I fili di Walter lo afferrarono di nuovo strattonando, stavolta gli tolse i piercing ad anello sul sopracciglio facendolo gridare di dolore, a quel punto si chinó davanti a lui

 

"Non sei da solo, vero? "

 

"Fanculo… "

 

"Con chi sei venuto?Dove si trova il tuo complice? "

 

Il vampiro rise di nuovo sputando vicino alla scarpa del maggiordomo che però non si mosse di un millimetro, né mutó espressione

 

"A quest'ora mio fratello Luke  avrà già fatto il culo a quel vampiro di merda che tenete in cantina"

 

Sunny sobbalzó insieme a Victoria, entrambe si guardarono negli occhi tornando a fissare il vampiro a terra. La ragazza del Vaticano, si fece avanti , posó la sua arpa ed afferró un pugnale da combattimento rimasto a terra senza padrone. piantando la punta nel muro vicino a lui, la mano stretta sull'impugnatura, lo sguardo di chi non aveva voglia né di ridere, né di giocare. Avanzò sotto lo sguardo cauto di Walter

 

"Ciao, gattina, allora,come te la passi? te lo sei scopato in tempo o no quel vampiro? Oppure… Sei troppo presa da quel..magg.."

 

Fu un'attimo, la ragazza mosse la lama, silenziosa e spietata come una morte in culla. Il vampiro emise un rantolo quando Sunny invitó la sua mascella a danzare,colpendolo con l’impugnatura dell’arma. Con freddezza girò la lama e  libró un'altro colpo, stavolta il ferro impattò con l'osso ed affondò dentro. Note argentine si sparsero nell'aria, quando la lama si infilò tra i muscoli e la cartilagine, si mosse con un gioco di leve, rompendo la mandibola, spezzandola come una pignatta  ad una festa di compleanno prima che fosse stato in grado di finire la frase. Ma Sunny non era soddisfatta, la mano della ragazza  artigliò l'osso con le mani, lo lussó con mano esperta e tiró forte, strappando tendini, muscoli e carne, tiró con una forza a lei sconosciuta, una forza che fu abbastanza dal ritrovarsela poi tra le mani, l'espressione impassibile sul volto mentre si inginocchiava di fronte a lui. 

 

"Dicevi?... Scusa, non capisco cosa stai cercando di dire…forse dovresti riposare, hai detto troppe stronzate insieme, sai…come dici? Ti ho lasciato a bocca aperta? "

 

Rise di gusto e lanció lontano quel pezzo di lui, mentre il vampiro rimase con la lingua penzoloni, il sangue cadeva come una cascata sulle sue gambe e bagnava i piedi  della ragazza. Sunny si chinó verso il vampiro, verso il suo orecchio, lenta come l’agonia che lo stava trascinando nel buio, gli prese quello che restava della sua faccia con una mano

 

"Non so come tu faccia a sapere certe cose…ma non osare, nominare,con la tua bocca di merda…le persone che amo..soprattutto lui…tu non sei nella mia testa, tu non sai nulla.."

 

Con uno scatto, gli spinse la testa, facendogli sbattere la nuca contro il muro prima di alzarsi ed afferrare la sua arpa, calciando via la sua mitraglietta. Walter la osservó ridacchiando mentre Seras cercó di riprendersi dallo stupore di quella scena, non credeva che sarebbe stata in grado di fare una cosa simile, era davvero arrabbiata, come mai? La vampira dovette archiviare i suoi pensieri quando l'odore di ghoul riempì di nuovo l'aria insieme ai loro rantoli di benvenuto, il vampiro a terra rise gorgogliante,divertito, tenendosi la faccia, la mano a cercare la mandibola mancante. Non servivano parole, non servivano spiegazioni. I tre si ritrovarono di nuovo col corridoio pieno di ghoul, ma stavolta, tutti e tre impallidirono, guardando con orrore la scena che si era parata loro davanti. I ghoul avevano la divisa della hellsing, quei mostri,erano i loro compagni, quei bastardi li avevano uccisi e trasformati in ghoul senza pietà ed ora, puntavano alla porta alle loro spalle, la porta dove Integra era in riunione con I maggiori capi di stato. In quel momento tutti tacquero, Seras stava per mettersi a piangere, Sunny si sentí sprofondare nel pavimento e Walter dimenticó la stanchezza, la rabbia che ribolliva nei suoi occhi segnati dal tempo, strinse i fili tra i denti,ringhiando la sua disapprovazione. Lí in mezzo, Sunny vide il soldato di nome Jack che le aveva regalato un peluche, l'altro era Timothy, che aveva due figli, l'altro ancora era quello scansafatiche di Jeff, che le portava il caffè ogni volta che voleva fare una pausa, ognuno di loro aveva un nome attaccato alla divisa, ma il loro volto, non era più quello che lei ricordava. Sunny indietreggió, prese per mano Victoria guardandola incerta, spaventata, di nuovo, atterrita, così come la vampira. Walter posó una mano sulla spalla delle due, con fare Paternò, saggio, sorrise loro asciugando le lacrime delle giovani soldatesse, le sue soldatesse, era fiero di loro, ora più che mai

 

"Non c'è più nulla da fare, piccole mie, diamo loro la pace che meritano"

 

"Sí, Walter"

 

Ripeterono all'unisono, entrambe caricarono le armi, entrambe ripresero a combattere, entrambe dovettero trattenere le lacrime,mentre colpivano ed eliminavano I loro stessi compagni, I loro stessi amici. Erano tanti, troppi, si stavano avvicinando alle porte. Nella mischia, Walter perse un colpo, la sua mano tremó, i fili che avrebbero dovuto proteggere la ragazza con le trecce caddero per un'istante, fu abbastanza per far sí che uno dei ghoul, graffiasse Sunny sulla guancia,il suo sangue schizzó sulle labbra di Victoria, mentre la creatura che aveva osato ferire la ragazza con le trecce, finí in pezzi pochi istanti dopo. La vampira sussultó silenziosa, la testa si chinó verso il basso, il respiro affannato mentre il sangue della vergine le entrava nei polmoni, si era asciugata il labbro,ma non era abbastanza. I suoi occhi divennero rossi con un guizzo selvaggio e la donna, non riuscì più a controllarsi, molló le armi e si avventó coi denti affilati sugli sventurati ghoul, sbranó teste, tranció arti con una furia inumana. Si muoveva rapida, a malapena la si percepiva, I mostri si accorgevano di lei solo quando vedevano la loro testa ruzzolare a terra. La vampira incalzó con la sua danza di morte, finché non ne rimase più nessuno. Sunny era in ginocchio, Walter la stringeva tra le braccia per farle da scudo, osservando la vampira cauto, temendo fosse stata attirata dal sangue della vergine 

 

"Seras,basta!! "

 

Le urló contro mentre Sunny si teneva la ferita sul volto, erano così i vampiri assetati di sangue? No, quella, quella non era la sua amica, non del tutto almeno. Anche Alucard provava lo stesso quando sentiva il suo sangue? Quella sete disperata? Come un drogato in crisi di astinenza alla ricerca della sua dose, sembrava impazzita, sembrava un animale. 

 

"Victoria!! "

 

La chiamó anche lei, stavolta la ragazza sembró scossa dalla sua voce, si voltó verso Sunny, gli occhi persero colore tornando del solito blu oltremare, il viso sconvolto mentre cadeva in ginocchio, nel frattempo, il vampiro aveva approfittato del chiasso per correre verso le porte del Consiglio, inutili i fili di Walter che riuscirono solo a staccargli un braccio, il vampiro non se ne curó e continuó la sua folle, disperata corsa verso il suo obbiettivo. Ma al suo arrivo, quando finalmente spalancó le porte, ridendo come un folle in preda ai deliri della febbre, trovó una sorpresa: tutto il Consiglio gli puntava contro le pistole, Integra in testa a loro, lo sguardo d'acciaio fece rabbrividire il vampiro, che indietreggió, ma ormai era tardi. 

 

"Benvenuto alla HELLSING, ora, muori, per favore"

 

venne crivellato di colpi, il vampiro indietreggió mentre il sangue schizzava ovunque, i proiettili lo perforarono, spingendolo a terra. Quando la pioggia di fuoco cessó, il maggiordomo del casato Hellsing afferró per la collottola quello che restava del vampiro, spingendolo contro il muro con un sorriso che presagiva cose poco belle, per lui. Sunny fece un passo indietro mentre si stringeva nelle spalle, fremendo dalla voglia di andare nei sotterranei, la situazione sembrava risolta lì, ma chi era andato a combattere Alucard? Sentí la mano della vampira poggiarsi sulla sua spalla, stava tremando

 

"Ti ho spaventata, scusami"

 

Faceva fatica a guardarla negli occhi, Sunny le strinse la mano, incoraggiandola a voltarsi verso di lei,le carezzò il viso scacciando le macchie di sangue dalla pelle pallida. Si avvicinò per baciarle la guancia,poi le sorrise dolcemente, inclinando la testa e facendo spallucce

 

"Non mi hai spaventata, sei mia amica, so che non mi faresti mai del male"

 

Seras sorrise arrossendo quando Sunny si allontanò appena da lei per darle spazio,la ragazza con le trecce si voltò poi verso la fine del corridoio, la sua mente era già lontana, il suo sguardo pensoso, la mano stretta al petto come se dolesse, a quel punto Seras comprese, sentiva nel suo sangue qualcosa che dai sotterranei la chiamava a gran voce, le supplicava di scendere, così come in qualche modo, il sangue di lei che aveva quasi saggiato,gridava la stessa cosa, quel sangue, aveva il sapore di qualcuno di familiare. 

 

"Vai da Alucard… "

 

Sussurró Victoria mentre con Walter si avvicinava al vampiro per interrogarlo, il maggiordomo guardó la ragazza con le trecce in tralce, l'espressione pensosa, ma lei non si voltó a guardarlo, annuí alla sua compagna, ringraziandola,prese la sua arpa e si diresse verso i sotterranei, il cuore in gola, le parole di quel bastardo nelle orecchie. Chi stava andando da lui? Chi voleva ucciderlo? Era pericoloso come Anderson? Doveva correre,raggiungerlo. Seguì la scia di cadaveri che quel misterioso essere di nome Luke aveva lasciato dietro di sé, raggiunse l'entrata dei sotterranei scavalcando compagni caduti ed ammazzando i ghoul rimasti. Le pareti erano tinte di sangue e da lontano poteva sentire delle grida inumane provenire da dietro la porta. Col cuore in gola, la ragazza aprí i battenti pieni di scheggiature ed…artigliate? Il respiro che le bruciava i polmoni per quanto aveva corso, il sudore le gocciolava negli occhi, le gambe erano come gelatina. Lo stomaco le cadde negli stivali quando vide un'enorme, unica macchia di sangue che faceva da tappeto a terra, alla fine di questo, Alucard la osservava, cupo in viso, era vestito di nero, i capelli si erano allungati fino alle spalle, il sorriso ebbro di carneficina.  Ma c'era altro di strano, gli occhi del vampiro non erano gli unici a fissarla, centinaia di occhi la osservavano dalla sua ombra proiettata sulle pareti, intenta ad assorbire il sangue di quello che doveva essere stato l'avversario che  avrebbe dovuto ucciderlo. Poi la voce del vampiro si levó nell'aria, una voce che veniva da sotto terra,densa come fumo. Protese le mani verso di lei, formando due L con le dita, come quando si inquadra un paesaggio prima di scattare una foto, un grande occhio rosso si aprí al centro dell'obiettivo immaginario, con un suono innaturale, fissandosi su Sunny

 

"Ciao, Angelo mio"

 

L'ombra si allargò come una macchia d’inchiostro, strisciando su pavimento e pareti, coi suoi mille occhi, accostandosi per fissarla mentre la giovane fece un passo indietro, stringendo l'arma al petto, le mani le tremarono. Vide collera in tutti quegli occhi inquisitori, vide sospetto, vide una rabbia animale, primordiale che le artigliava l'anima, il suo sangue fremette. Sunny deglutí a vuoto, posando la sua arma a terra, non ne aveva bisogno, non voleva usarla.Fece un respiro profondo, imponendosi di respirare piano,frenando il cuore, ripeté a se stessa che andava tutto bene, era tutto ok. Quello era Alucard, lo stesso Alucard che andava in missione insieme a lei,lo stesso di quel sogno, lo stesso che sedeva sulla sedia ad osservarla durante la sua convalescenza, lo stesso con cui aveva riso, scherzato, il vampiro che le aveva fatto scudo col suo stesso corpo pur di non vederla ferirsi ulteriormente. 

 

"Eih.. "

 

Quando lei lo chiamó, Alucard abbassó di nuovo le mani, osservandola col suo solito volto. Solo allora, notò con grande stupore, delle scie rosse , solcare le gote del vampiro come lacrime di sangue, il mostro snudó le zanne. Sibilando,le ombre si fecero più scure e gli occhi aumentarono, ma la ragazza non si mosse, dietro alle sue spalle apparve l'ombra di un segugio dai mille occhi che la fissava, ringhiando minaccioso, la sua figura si incurvò, sembrava un lupo davanti al pasto. ALucard stesso sembrava una bestia che aveva appena concluso la sua lotta all’ultimo sangue con un’altro suo simile in contesa per il territorio, aveva vinto, ma qualcosa in lui non andava. La creatura d’ombra sembró osservarla con attenzione, in bocca spalancata aveva denti candidi e lunghi come pugnali, ma non la sfioró, tornó indietro alle spalle del suo padrone, ringhiando cupo prima di immergersi di nuovo nella sua ombra

 

"Sei ferita"

 

Sussurró mentre le ombre si incresparono, appena le sfiorarono la scuola delle scarpe

 

"È solo un graffio.. Tieni"

 

lei sorrise appena sfiorandosi il volto, sporcandosi le dita di sangue, tendendo la mano verso di lui, ma il vampiro non si mosse, la guardó trovo, come se lei gli avesse rubato il portafogli, o forse, forse aveva paura di quel sangue? Ricordava la sua reazione quando entrambi stavano grondando sangue, per lei il suo sangue era caldo, come un'abbraccio, dal sapore dolce, colmo di ricordi. Per lui… non sembrava lo stesso

 

"Proprio non ti piace, eh? "

 

Sunny sospiró leccandosi le dita, fece un passo avanti, Alucard ne fece uno indietro, ma si bloccó quando lei gli aprì le braccia, un sorriso gentile le increspó le labbra carnose,nel suo petti, l'attrazione di una falena verso una fiamma. 

 

"Vieni qui.. "

 

Alucard sembró esitare, l'ombra si dissolse ai suoi piedi, ritirandosi, tutti gli occhi si chiusero di scatto, tranne quelli del vampiro che erano rimasti fissi su di lei, la osservava cauto, non aveva ancora preso il suo solito aspetto. Sunny non si mosse dalla sua posizione, le mani le tremavano ma rimase lí ad aspettare, non era un'ordine, lei era lì per lui, non era la sua padrona, lei era legata a lui da qualcosa che andava oltre l'umana comprensione e non poteva farne a meno. Dopo qualche secondo, Alucard fece un passo avanti. Il vampiro si chiese quale fosse stato il sentimento che le stava facendo battere tanto forte il cuore: paura, o qualcos'altro? Aveva divorato un'altro vampiro, il suo potere gli stava scorrendo nelle vene come eroina per un tossicodipendente. La sua fame sembrava insaziabile, un vuoto eterno che gli bucava lo stomaco, gli bucava il cuore e l'anima, doveva divorare tutto, uccidere tutti, eppure, aveva scelto di stare al guinzaglio agli ordini della figlia dell'uomo che lo aveva ucciso.Cosa stava cercando, redenzione?  Aveva dato tutto per un Dio che gli aveva voltato le spalle, aveva perso tutto per la nuova vita che aveva scelto tuffandosi nell’ombra di Dio, poi, come un sogno, si era svegliato in quel mondo, di nuovo, un’altra occasione ed in quel mondo, c’era quella ragazza, dagli occhi azzurri come cieli arsi dai soli.  Quella ragazza, stava colmando un vuoto che per secoli lo aveva lasciato senza fiato,senza speranza,solo e spaventato. La sua voce, lei cantava per lui, la sua melodia era la cosa più vicina al paradiso che lui avesse mai sentito,era quel Dio che per decenni aveva rincorso sporcandosi le mani di sangue, ora gli sembrava come se finalmente, lui si fosse voltato,come se finalmente lo avesse ascoltato. Alucard fece un'altro passo incerto, quando lei sorrise ancora più teneramente, gli occhi le brillarono, le ciglia bagnate di rugiada. Il vampiro avanzó verso di lei, lentamente trovó posto tra le sue braccia, non più solo, non più in mezzo al nulla. Il sangue sparso a terra era ormai dentro di lui e sembrava come se non fosse mai successo nulla. Era tutto sparito,  tranne il sangue che  rigava il suo volto, Sunny glielo scacció via con le mani, accarezzandolo dolcemente mentre lo invitava a riposare insieme a lei. Il vampiro seguí I movimenti della giovane, accasciandosi sulle scale, la testa sul petto di lei come un lupo fedele sul grembo del padrone

 

"Cucciolo mio"*

 

Sussurró all'improvviso, il vampiro sussultó, spalancando gli occhi, guardando verso la giovane che gli sorrise mentre continuava a cacciar via quelle lacrime di sangue con i pollici

 

"Per fortuna stai bene..ho avuto paura "

 

"Lo sai che non posso morire"

 

Lei gli tiró su il viso guardandolo con attenzione, posó poi la fronte sulla sua

 

"Perché stai piangendo? "

 

"Non dire sciocchezze.." 

 

Sunny sospiró, le braccia lo avvolsero ancora di più tirandolo verso di sé, lo strinse forte poggiando la guancia sulla testa del vampiro, baciandogli I capelli, ne respiró il profumo lasciandosi andare in un sospiró, il cuore che riprendeva a battere regolarmente. Vedere Alucard in quello stato era stato strano. Chiunque lo avesse visto avrebbe pensato che fosse lui il cattivo, il mostro. Avrebbero pensato che fosse stato lui il nemico, il vampiro dal puro istinto bestiale. In realtà, agli occhi di lei, era solo più complicata la cosa, e diversamente dagli altri, aveva deciso di ignorare le sue sensazioni. Alucard era tutto fuorché prevedibile o banale, era complicato, era diverso dagli altri, era buono?cattivo? Probabilmente nessuna delle due. Ma in lui aveva visto anche una grande sofferenza e non aveva intenzione di starsene con le mani in mano. Sentì le braccia del vampiro avvolgerla, accomodandosi su di lei come un grosso cane alla ricerca di carezze, il suo corpo era disteso sopra al fuscello che era Sunny. Lo teneva stretto a sé come per proteggerlo dal mondo attorno a loro. Era grande il doppio di lei e faceva del suo meglio per avvolgerlo con le braccia, il corpo del vampiro la sovrastava del tutto, come una grande coperta rossa. Quel vampiro,letale  come poche cose al mondo, sembrava come un grosso cane spaventato,stava chiedendo….stava chiedendo aiuto? Sunny prese a pettinare i capelli di fumo di Alucard con un sospiro. L’adrenalina cominciava a scemare dalle sue vene, il suo sangue divenne denso,i muscoli presero a farsi sentire con fitte e strappi,strinse i denti. 

 

"C'era una scimmia.. Che fumava uno spinello, ad un tratto la lucertola vicino a lui, gli chiese un tiro, la scimmia gliela diede e la lucertola per poco non si strozzava"

 

Gli occhi di Alucard la guardarono con fare interrogatorio, ma non disse nulla, Sunny ridacchió

 

"Allora questa lucertolina disse alla scimmia che sarebbe andata al bagno a bere per rinfrescarsi la gola, e quando andó là, incontró un coccodrillo, gli raccontó dello spinello, a quel punto anche il coccodrillo andó  dalla scimmia per chiedere una tirata, cosí si mise sotto al suo ramo e gli disse.. Eih!? La scimmia era distratta e quando si giró, sobbalzó sorpresa dicendo al coccodrillo..ma quanta acqua hai bevuto?? "

 

Ci fu un attimo di silenzio, poi Alucard cominció a scuotersi, sussultare, una risata cupa come un presagio di morte riecheggió sulle pareti di roccia del sotterraneo, poi la risata si fece sempre più forte, si voltó sulla schiena scosso dalle risate e Sunny vedeva chiaramente i suoi denti affilati,grandi quanto un suo dito, brillare alla luce delle lampade sopra di loro, zanne di bestia, se avesse voluto avrebbe ucciso facilmente quella ragazza, eppure era lì a ridere, mansueto, tra le sue braccia, mentre Sunny ridacchiava felice di averlo sorpreso e in qualche modo distratto dai suoi pensieri, pensieri che a quanto pare, lo facevano piangere. Voleva cacciare via quella tristezza, doveva cacciarla via in qualche modo. La mano del vampiro le scivoló sulla schiena, poi dietro alla nuca, tirandola verso di sé, il vampiro si mosse su di lei, un sorriso d'argenteria brilló nel buio

 

"Vieni qui, agnellino.. "

 

Le labbra di Alucard si posarono su quelle di Sunny, premendo piano, la ragazza ebbe un sussulto sentendo il peso del vampiro su di lei, la sua presa salda sulla nuca e sulla schiena. Il suo sangue sembró fremere, mentre con disperazione le sue mani si aggrapparono al tessuto nero del suo nuovo abito. Lo tiró a sé,sentiva i denti del vampiro pungerle le labbra senza però ferirla, si baciarono per il tempo che sembrò un'eternità. Lui la teneva per la schiena facendola inarcare verso il suo petto,la presa salda,forte e allo stesso tempo gentile. Sembrava aver paura quasi di romperla. La mano di Sunny scivolò tra i capelli del vampiro trovando anche lei la sua nuca per trattenerlo. Lo baciò ancora,il suo respiro che si mescolava a quello di Alucard, le labbra umide di saliva ed il cuore che riprese a martellare nel petto come un fabbro col ferro ancora caldo. Quando lui si fermò per farle riprendere fiato, rimasero a fissarsi,il respiro di lei affannato sulle labbra del vampiro era come brezza, tutto tacque, tutto sembrò così surreale,come un sogno. Poi la realtà portò di nuovo il conto a  Sunny, che  si svegliò da quella sorta di trance, causata forse dalla voce di fumo del vampiro , dal suo profumo, dai suoi occhi…con uno scatto lo spinse indietro allarmata, anche se le sembró di impattare contro un muro, il vampiro si spostó solo dopo che lei lo aveva colpito,concedendole di prendere fiato

 

“Sunny..”

 

la ragazza si scosse portando le mani tra i capelli

 

"Lady Integra!! Dobbiamo andare!! "

 

Alucard non riuscì ad obbiettare che già lei era in piedi, una mano aveva afferrato la sua arpa, l'altra la mano del vampiro che senza replicare stava camminando dietro di lei, lei invece stava correndo, ma questo è un'altro paio di maniche. Avrebbe potuto passare attraverso le pareti, ma aveva deciso di seguirla nell'unico modo in cui lei sarebbe riuscita a tenerlo con sé senza restare indietro. Sunny si fermava ogni tanto ad osservare i soldati morti, stringendogli la mano mentre si mordeva il labbro inferiore, combattendo contro le lacrime. Mentre camminavano, il cappotto del vampiro sembrò scivolare dalle ombre apparendo però sulle spalle di Sunny mentre Alucard riprendeva il suo solito aspetto, con camicia bianca , fiocco rosso e e gilet nero

 

"Ii conoscevo tutti, erano… tutti gentili con me…li..ho uccisi.."

 

Alucard le carezzó la testa tirandola verso di sé per avvolgerle il braccio attorno alle spalle con fare protettivo, si chinó su di lei ,posando la gota sulla sua tempia per sussurrarle all'orecchio

 

"Non li hai uccisi, hai dato loro la pace" 

 

Sunny annuí tenendo la testa bassa mentre riprese a camminare, non c'era tempo, dovevano sbrigarsi, magari gli altri erano in pericolo,non potevano perdere tempo. Quando raggiunsero il piano della sala riunioni, dovettero di nuovo scavalcare i cadaveri dei caduti, amici e nemici, per raggiungere il vampiro che ora se ne stava a terra, senza un braccio, a ridere davanti ad un' Integra incazzata come mai prima, il sigaretto che ardeva tra i denti serrati in una smorfia di pura rabbia, mentre Walter lo interrogava. Si avvicinarono anche loro, Victoria notó che Sunny gli stringeva ancora la mano, la guardó incuriosita, ma poi le sorrise quando vide i suoi occhi gonfi di lacrime ,probabilmente anche lei, ora stava elaborando la morte dei loro compagni,forse ne aveva visti altri raggiungendo Alucard. La vampira si avvicinó, prendendole il viso con le mani e dandole un bacio sulle guance, osservando il braccio che fino a poco prima era ingessato

 

"Sei stata fortissima, Sunny… Ti fa male il braccio? "

 

"Anche tu Victoria!

si guardò il braccio,ancora intatto,non era più abituata ad usarlo ed era certa che avrebbe sentito tutto l'acido lattico la mattina seguente,già poteva sentire i tendini implorare pietà dopo tutto quel tempo passato nella totale immobilità

"QUesto? No, sto benone! "

 

Rispose lei muovendolo davanti a lei, le due ragazze risero e si strinsero forte, almeno Sunny, Victoria fece attenzione a non romperle le costole.Walter si affiancó a loro in silenzio, tutti tornarono ad osservare il vampiro, che purtroppo, senza mandibola, non riusciva a dire gran ché. Alucard ridacchió divertito chinandosi su di lui per ammirare la scena, schivando un fiotto di sangue che sarebbe dovuto essere uno sputo da parte dell’avversario

 

"Chi ha staccato la mandibola a questa merdina? Walter? "

 

Il maggiordomo scosse il capo, guardando altrove, cupo, qualcosa come un barlume di rabbia gli scivoló dietro gli occhi come un'ombra

 

"La stai tenendo per mano"

 

Si limitó a commentare mentre Sunny nascondeva il viso nel colletto del cappotto rosso di Alucard, cappotto che trascinava a terra come un mantello tanto era lungo. Alucard si piegó per guardare Sunny in faccia, con un'espressione sbigottita, ma lei si nascose ancora di più, rossa in viso mentre il vampiro ridacchiava divertito

 

"Piccolina,che ti ha detto per farti incazzare così tanto? wow, cosa darei per vedertelo fare ancora.." 

 

"Potrei fartelo vedere io, Alucard"

 

"Per quanto la tua proposta sia allettante,non sarebbe comunque  la stessa cosa, Walter, amico mio"

 

Integra intanto non sembrava aver tempo per le loro stronzate, era rimasta a fissare il vampiro a terra che sanguinava, la cosa le dava piacere, dopo tutto quello che aveva fatto,entrando in casa sua, uccidendo i suoi uomini

 

“Alucard, il secondo vampiro?”

 

“E' diventato cibo per cani,padrona.”

 

La donna sbuffò fumo,l’aria austera, ancora non soddisfatta. Si chinò sull’ultimo superstite, impegnato a morire tra atroci sofferenze, incapace di rigenerarsi

 

"Avanti!! Chi ti manda? "

 

"Scohrilo da sola huttana"

 

La donna non sembrò farsi intimidire e gli assestò un calcio là dove c'era il moncone del suo braccio. Era strano, era un vampiro ma non riusciva a rigenerarsi? Continuava a sanguinare come se fosse un semplice umano, o un vampiro malriuscito

 

"Tanto hono horto ghounhue… ti diho solo una hosa.. Hillenniuh"

 

Il suo corpo sembrò all'improvviso avvampare, divorato da fiamme blu che gli bruciavano i vestiti e facevano sfrigolare la pelle,mentre diceva quelle parole. La mano che era ancora attaccata a lui fece il gesto del dito medio mentre diventava cenere fumante, il fuoco cobalto si estinse quando di lui non rimase più nulla. Il gruppo rimase lí a pensare alla singola parola che aveva rivelato loro, ma che sembrò illuminare la mente di Integra, la quale sobbalzó appena riuscì a capire cosa avesse detto con quel che restava della sua bocca.. Aveva detto, "millennium" Ma cosa diavolo stava a significare? La donna batté i tacchi, osservando i superstiti fissarla in attesa di ordini, compresi i mastini di fronte a lei che chiamava servi: due vampiri e due umani,temibili avversari, tutti e quattro assetati di sangue. Quegli agenti, Sunny compresa,erano diventati il suo orgoglio e vanto. Avevano dimostrato il loro valore in quella battaglia egregiamente,anche se la sua mente vagó sopra ai caduti ed il sangue le riprese a bollire nelle vene, chiedendole vendetta, vendetta che avrebbe ottenuto grazie ad Alucard. Erano rimasti tutti in silenzio per riprendere fiato (chi lo aveva) quando all'improvviso, il portone cigoló, tutti puntarono le armi verso la figura che si affacciava lentamente, ma le abbassarono sospirando sollevati. Dalla soglia spuntó una faccia familiare, seguita da imprecazioni colorite, Seras fu la prima a sobbalzare per corrergli incontro, la vampira si gettó  tra le braccia del mercenario Pip Bernadotte quasi in lacrime, si strinse forte all'uomo con la lunga treccia color carota e la benda sull'occhio. La strinse forte e  le fece fare una giravolta, ridendo allegro

 

"Stai bene, per fortuna..i tuoi compagni?? Stanno bene??"

 

Pip Bernadotte si grattó il mento con un dito e l'aria spaesata,aveva un mozzicone di sigaretta tra le labbra

 

"Siamo rientrati ora bimba, non vi si può lasciar soli cinque minuti, vedo.."

 

entrambi raggiunsero Integra, Bernadotte guardó la donna con l'unico occhio che aveva, stava fumando una sigaretta

 

"Cosa cazzo è successo, abbiamo ammazzato ghoul a destra e a manca che scappavano nel giardino"

 

Integra sbuffó  fumo, non gli prestò attenzione ma si giró verso i membri del Consiglio che erano rimasti a guardare la scena a bocca aperta, alcuni avevano vomitato,in pochi non lo avevano fatto, in effetti,disgustati dall'odore di putrefazione e sangue che ormai aveva invaso tutto il piano. Integra Helsing ordinó subito a quei politici di tornare a casa, mentre chiese loro di organizzare una riunione urgente con il Vaticano, forse aveva capito chi era il loro nemico, ora avevano una pista, ma di certo quei bastardi della divisione XIII conoscevano anche meglio questo fantomatico millennium, forse, sperava Integra, sarebbe stato un nemico comune. Con un giro di tacchi tornó ad osservare il gruppo alle sue spalle, rivolgendosi poi ad Alucard e Sunny, con aria solenne,diede una rapida occhiata alla ragazza col cappotto del vampiro addosso e la mano stretta in quella guantata di lui.

 

"Se avete finito di farvi i cazzi vostri, possiamo tornare a lavorare"

 

--

 

Pioveva quella mattina a Londra, durante la celebrazione dei riti funebri, erano tutti raccolti nel grande cimitero di Londra, una cupola di ombrelli neri, un'atmosfera cupa e triste aleggiava su di loro come un velo, ricordi che non se ne sarebbero mai andati, persone che non sarebbero più tornate. L'erba era umida sotto ai piedi di Sunny,indossava un paio di mocassini e poteva sentire l'acqua del terreno salire fino a bagnare i calzini, fortunatamente neri. Indossava un'abito scuro lungo poco sotto alle ginocchia con gonna a ruota, la mostrina della Hellsing in vista sul petto, accanto a lei c'era Seras Victoria, la sua espressione rifletteva quella di Sunny, indossava la sua divisa nera, le due ragazze se ne stavano lí, strette l'una all'altra, ascoltando in silenzio il discorso dei capi di stato sul massimo sacrificio, sul coraggio dei soldati che non si erano tirati indietro nemmeno contro il più mostruoso dei nemici. Ignorando la presenza dei due vampiri, anche il prete incalzó riguardo la presenza del male a Londra, dei servì del demonio, dei mostri che meritavano solo un castigo divino senza eguali, perché 

 

"mostri non provano pietà, i mostri non provano dolore"

 

Sunny strinse più forte Victoria poggiando la tempia contro quella della draculina che le porse un fazzoletto per le sue lacrime

 

"I mostri non hanno un'anima, I mostri non amano"

 

Gli occhi di lei si spostarono automaticamente su Alucard, che stava in piedi al loro fianco, in silenzio, ad osservare la funzione, ma in quell'istante anche I suoi occhi corsero sulla ragazza, entrambi si guardarono per un'istante prima di tornare a fissare le targhe con i nomi dei caduti in quella battaglia. Con discrezione, allungò una mano per stringere quella del vampiro, continuando a stare appoggiata a Seras

 

"Voi siete la cosa più bella che mi sia capitata, vi prego non ascoltatelo.. "

 

Sussurró mentre una lacrima le rigava il viso, il vampiro le strinse piano la mano, in silenzio, mentre la funzione proseguiva sotto la pioggia battente, il vento le graffiava il volto, ma non abbassó lo sguardo, ricordando ogni momento, ogni istante con ognuno di loro, con ogni compagno caduto, con ogni amico con il quale aveva condiviso un sorriso, una risata, un gesto di gentilezza. Li pianse uno per uno, mentre giurava che avrebbe distrutto  chiunque avesse architettato quello scempio. Alla fine della funzione, Integra piantó una spada di fronte alle lapidi, terminando così l'estremo saluto ai suoi sottoposti, ai suoi soldati, che avevano dato la vita per proteggerla e giurò vendetta per ognuno di loro, in silenzio, rigida, una donna di ferro e fuoco. 

 

---

 

Era notte fonda, Sunny non riusciva ancora a  dormire, aveva ripensato al bacio di Alucard, un bacio che il suo sangue implorava. Si era girata e rigirata inutilmente tra le coperte,coperta ancora dal profumo del vampiro. La  paura di perderlo,il sollievo di vederlo ancora vivo. Aveva visto il suo lato bestiale ed aveva desiderato placarlo con tutta se stessa, non aveva visto un mostro,aveva visto una creatura tormentata. Una parte di lei aveva accettato quel legame, ma l'altra parte voleva altro. Qualcosa che non era dettato dal suo sangue,qualcosa che lei aveva deciso di lasciar entrare e non il fato. Era scesa dal letto, si era vestita e scese le scale in silenzio, le scarpe nelle manimani per non fare rumore. I piedi scalzi la facevano rabbrividire quando toccavano il marmo freddo. Svoltò l'angolo verso l'ingresso,un mantello bianco le avvolgeva le spalle,il cappuccio le copriva il volto. Si era avvicinata al portone, nessuno sembrava far caso a lei,  conoscendo bene quelle trecce rosa, nessuna delle guardie si prese l'azzardo di immischiarsi nei suoi affari. Stava uscendo nel giardino quando una voce familiare la fece bloccare alla soglia

 

"Non riesci a dormire? "

 

"Walter.."

 

Il maggiordomo uscì dalle ombre come se fosse stato parte di esse, raggiunse la ragazza con le mani dietro la schiena. Sorrideva,come se il vederla lì non fosse una sorpresa. Sunny tornò indietro, una smorfia di rassegnazione che Walter colse subito. Incrociò le braccia al petto aspettando che la giovane gli fosse arrivata vicino. 

 

"Dove stavi andando? Per giunta senza scarpe, ti raffredderai"

 

"Io…"

 

Il maggiordomo sopiró sistemando i gemelli sulle maniche della camicia,avanzando verso di lei con passo cauto

 

"Piccola, hai la faccia di una che ha bisogno di fare due chiacchiere.. Ti tieni troppe cose dentro"

 

Sunny sopiró, nemmeno aveva le forze di controbattere, aveva ragione, forse era arrivato il momento di chiedere aiuto, non era abituata a farlo anche perché prima d'ora nessuno glie lo aveva mai offerto, era abituata a gestire tutto da sola e tenere tutto dentro finché quel sentimento non fosse sfiorito, morto, portandosi dietro qualcosa di lei. Walter le  tese la mano, quando lei si aggrappó ad essa, si voltó con un sospiro di sollievo, guidandola verso la cucina. La fece accomodare sul bancone della penisola, mentre voltandosi ai fornelli, il maggiordomo cominció a scaldare del latte e miele, una bustina di tè tra le mani, pronta ad aggiungerla al latte. Sunny si chiese se fosse una specialità inglese. La ragazza si dondoló sulla sedia ciondolando coi piedi dopo aver rimesso le scarpe, era talmente bassina che non arrivava a toccare terra dagli sgabelli alti. Poco dopo Walter le versò il suo té, poi prese una tazza anche lui, dopo che Sunny aveva insistito nel condividere quel momento. Walter non era abituato a bere con i propri padroni, ma lei si sarebbe arrabbiata se fosse stata considerata tale, quindi non si fece problemi ad accettare. 

 

"Cosa ti turba, dal tenerti sveglia a quest'ora? È per l'altro giorno? Sei ancora spaventata? "

 

Sunny scosse il capo, prese un sorso dal té dopo aver soffiato sulla superficie un paio di volte, increspando il liquido marroncino. Gli occhi spaziarono nella stanza alla ricerca di qualche risposta. Sunny si strinse la mani per non farle tremare, si morse il labbro, mettendo in punizione il suo orgoglio, la sua paura

 

"Ho baciato Alucard…"

 

Si azzardó a dire all'improvviso

 

"L'ho baciato, perché era… la creatura più ferita e  sofferente che io avessi  mai visto. Aveva bisogno di me… lui mi ha salvata, protetta, non riuscivo a vederlo come un mostro. Sembra come un grosso lupo con una tagliola sulla zampa, potrebbe staccarti una mano, ma non lo fa, lui, tiene quella tagliola come se fosse una punizione per se stesso,un monito. Quando sono andata nei sotterranei, molti sarebbero scappati pensando: ora mi uccide.. Io ho solo pensato… mi sta chiedendo aiuto, lo sento, il mio… Sangue vibrava come se lui fosse stato una calamita e tutto il ferro che avevo nelle vene protendeva verso di lui. L'ho baciato e non mi pento, l'ho baciato e mi é piaciuto… L'ho baciato e l'ho fatto ridere, perché era quello di cui aveva bisogno, non del sangue, non della carneficina, qualcosa cui aggrapparsi,per scappare dall'abisso in cui nuota ogni giorno"

 

Walter posó la tazza, sembró diventate stanco all'improvviso, per un attimo le parve che fosse invecchiato ancora di più,quando una smorfia sofferente gli si posó sul volto come un velo. Sunny prese la tazza tra le mani, era ancora bollente e vi soffió sopra,attendendo che si fosse intiepidito

 

"E allora perché stavi uscendo?Alucard è nei sotterranei"

 

La ragazza si morse il labbro, strinse la tazza piegandosi sul tavolo, le gote rosse mentre giocherellava con la tazza fumante

 

"Hai mai avuto il cuore diviso a metà?"

 

"Spiegati meglio.. "

 

Sunny guardava a terra, come in cerca di una risposta, ma a terra ruzzolavano solo domande che non voleva raccogliere, non in quel momento

 

"C'é un'altra persona… io, provo per Alucard un'attrazione dettata dal sangue, come se fosse dettata da un destino già scritto.. E poi c'é lui"

 

Walter alzó un sopracciglio

 

"Lui? "

 

"Un uomo… umano. L’ho conosciuto in un cat cafè di Londra, lui è dolce, gentile, bello… mi fa battere forte il cuore e quando mi guarda sento lo stomaco riempirsi di farfalle, nel petto sbocciano fiori… Non c'è dolore, se per Alucard il mio cuore prova una grande tenerezza ed un'istinto quasi animale, per quell'uomo, sento di provare qualcos'altro, dove sono io a decidere, dove io posso scegliere e sento che la vera me abbia fatto quella scelta, da donna libera"

 

Walter incroció le braccia al petto con un lieve sorriso, sembró illuminarsi rispetto a come stava prima

 

"Questo uomo, prova lo stesso per te? "

 

"Lo spero, ma forse mi odierà per quello che ho fatto"

 

"Stavi andando da lui? "

 

"Si.. "

 

"Perché? "

 

"Perché ho bisogno di lui, perché mi manca, perché voglio sapere che sta bene, voglio dirgli cosa sento, questo sentimento, si chiama forse.. Amore? Io provo tanto, tanto amore per lui…voglio stringerlo, baciarlo e non lasciarlo più andare via da me, sono un'egoista?  ti ho appena detto di aver baciato ALucard e ora ti parlo di lui, ma…ho bisogno di quella persona,non posso farne a meno,sono una…sgualdrina?peccatrice? "

 

"No, non lo sei…"

 

Walter le carezzó il viso

 

"Conosco Alucard ed il suo modo di appropriarsi dei cuori della gente. Non so che legame di sangue ti spinga a provare questo per il vampiro,ma sappi che questa cosa, non dipende da te…  sono sicuro, che se tu avessi detto a lui queste parole, avrebbe di certo capito, sapere che sei tu a volerlo, significa che è la tua anima ad essersi innamorata, la vera te… hai scelto lui, seppure il tuo sangue ti avesse incatenata ad Alucard. Io lo capirei, non te ne farei una colpa, in fondo, I vampiri concepiscono l'amore in Modi che noi umani non comprendiamo, quei sentimenti per Alucard, possono essere pericolosi, per questo, dovrai aggrapparti anche a quell'amore che viene dalla tua volontà, non devi scegliere, il tuo sentimento per Alucard, non andrà a spegnere quello che provi per quell'uomo, a meno che non sia tu a volerlo"

 

"Io…non potrei mai,lui è,  qiello che nei liri chiamano amore,lo sento nella mia anima, io, Sunny, sceglieró sempre lui, cercherò sempre lui è lo… lo ameró sempre"

 

Ci fu una pausa, lei sopiró

 

"Spero solo che un giorno troveró il coraggio di dire quelle parole davanti a lui, davanti ai suoi occhi.. "

 

Il sorriso di Walter prese una piega dolce, il cuore di Sunny sembró riempirsi di quella serenità e dolcezza che ora illuminava il volto del vecchio maggiordomo. 

 

"C'è la farai, piccola, facciamo cosí, ti copro per una notte, domani avrai una missione in solitaria e diró che sei andata a dormire fuori, in modo da arrivare il prima possibile nel luogo designato, ok? "

 

Sunny prese un sorso di té respirando piano, il calore della bevanda che le scivolava in gola e le scaldava il petto

 

"Prenderó la mia bici"

 

"Non dire sciocchezze, ti faró scortare"

 

La ragazza finí di bere in fretta il suo té, per poi scendere dalla sedia ed andare ad abbracciare il maggiordomo, lo strinse forte, il suo profumo familiare, si sentiva amata, si sentiva felice, a casa. Chiuse gli occhi, mentre per la prima volta sentiva il calore di un'abbraccio di una figura che poteva considerare paterna, lei non aveva mai avuto genitori, non sapeva cosa significasse sentirsi al sicuro, sapere che qualcuno era lì per consigliarla. Era abituata solo a sopravvivere, ad indurire il cuore ed andare avanti, era abituata alla frusta che aveva colpito il loro Dio, alle percosse e ai chiodi che lei doveva pagare per essere nata fuori dalle sue grazie. Ma ora, era acqua passata, lei non sarebbe mai più tornata indietro

 

"Ti voglio bene, Walter"

 

"Anche io, piccolina"

 

-----

 

Raggiunse la villetta bianca, con l'edera che vi cresceva sopra, attraversó lo stradino in silenzio, stretta nelle spalle, il cuore che le batteva forte, quando andó a bussare alla porta. Saranno state le tre del mattino, ma il sonno non aveva ancora deciso di insinuarsi nel suo programma giornaliero. Si chiese se fosse starà sciocca, pazza, se gli avesse dato fastidio. Sicuramente stava dormendo è lei era andata lì di punto in bianco a svegliarlo. Passarono pochi secondi,sentí dei passi scendere le scale, osservó la porta e questa si aprì. Le iridi si Azrael,come diamanti grigi, scesero su di lei strappandole il respiro, senza bisogno di cercarla, come se già sapesse dove fosse. Un guizzo di dolcezza gli mosse le labbra in un sorriso che le fece diventare le gambe come gelatina. Indossava un pigiama nero in cotone, che pareva un'abito da sera. Era sempre impeccabile ed elegante, le spalle grandi, il corpo slanciato ed una bellezza che le perforava il petto come un coltello. I capelli neri come Ali di corvo erano sciolti e gli cadevano sulle spalle, incorniciandogli il volto pallido, I lineamenti cesellati. 

 

"Eih,  raggio di sole"

 

Sussurró sorpreso. Nel vederlo così,Sunny andó nel pallone, perse tutte le parole che aveva raccolto nel tragitto fino a lí, le vide chiaramente cadere per terra e ruzzolare via senza guardarsi indietro. Rimase lei, da sola con il cuore nelle mani, le lacrime che le nascevano negli occhi, guardó altrove non riuscendo a sostenere il suo sguardo, gli occhi si facevano pesanti, le lacrime strabordarono condensandosi tra le ciglia fino a gocciolare come pioggia a terra. Strinse le mani per farle smettere di tremare e se le portó al volto piegandosi in un pianto soffocato, silenzioso, imbranato. Lacrime di frustrazione, per non riuscire ad essere capace di decidere, di scegliere, perché lei voleva vederlo felice, voleva vedere felici entrambi. 

 

"Eih.. Che succede? "

 

Lentamente, si protese verso la camicia del suo pigiama,come una bambina con la gonna della madre dopo aver fatto un ruzzolone. Singhiozzó tirandolo a sé fino a stringersi a lui D'istinto l'uomo la strinse forte contro il petto, l'espressione come se non comprendesse il perché di quel pianto, rimase fermo a cullarla, massaggiandole la schiena.Sentiva il corpo della ragazza sussultare per i singhiozzi, non  sembrava capire cosa fosse successo. Il dubbio si insinuó nei suoi pensieri, forse aveva preso una decisione, forse quel vampiro, aveva vinto? Era lí per un addio? 

 

"Sunny..ti prego,parlami,cosa sono queste lacrime? sei ferita?Ti hanno fatto del male?"

 

Sunny si aggrappó a lui ancora più forte, fino a sbiancarsi le nocche. Non riusciva a parlare, non riusciva a dire niente, le lacrime le appannavano la vista, I pensieri si accavallavano come onde sulla spiaggia, senza tregua, senza un filo logico che le avrebbe detto cosa dire, le parole giuste, doveva riuscire a dirgli qualcosa, non aveva senso stare lí a piangere e basta, cercó di riprendere fiato, ma ancora non riusciva ad alzare lo sguardo, non riusciva ad incrociare i suoi occhi. Si sentiva sporca, sbagliata, crudele, egoista, stava facendo soffrire quell'uomo? Tentó di asciugare le lacrime, tirando su col naso, poi immerse di nuovo il volto nel suo petto

 

"Non avevo mai pensato che sarebbe stato così… l'amore è strano, non è come nei libri, è difficile da capire, difficile da spiegare.. Io non… Azrael.. "

 

Di nuovo le parole le si strozzarono in gola, lasciandola a singhiozzare parole sconnesse mentre sentiva la stretta di lui farsi salda sulla sua schiena

 

"Shh.. Raggio di sole, guardami..non piangere..va tutto bene, sono qui"

 

L'uomo le sollevó il viso prendendola per il mento, asciugandole le lacrime con il pollice, tentó di farla calmare, I suoi occhi come cieli che piangevano, fissi nei suoi cieli arsi dai soli. Fu in quel momento, che le onde nella sua testa si fermarono. Le voci cessarono, il suo sangue si congeló, così come le lacrime che le annebbiavano gli occhi.Tutto si fermò in quel singolo istante, il volto di Azrael che la guardava, le sue mani che la stringevano, il suo profumo, la sua voce, la sua anima che batteva contro quella di lei, forte, vivo, bellissimo. In quell'istante, Sunny stava prendendo il comando, il suo sangue tacque e la sua anima, la sua esistenza gridò nella sua testa, liberandosi dalle catene che la imprigionavano. Lo guardó come il primo giorno che lo vide, il suo corpo si rilassó all'improvviso come se si fosse appena svegliata da un incubo, gli occhi le brillarono, sbatté le ciglia folte bagnate di lacrime, gocce di pioggia caddero sul suo petto

 

"Vieni qui...vieni da me.."

 

Sussurró, aprendo le braccia verso di lui, sussurrò quelle parole come se avesse semplicemente respirato,come se in quel momento  avesse davvero realizzato cosa avrebbe voluto dire. Nascose il suo cuore in quelle due parole,non  disse altro,nascondendo in uno scrigno quello che gridava nella sua mente, sentimenti profondi come abissi, silenziosi come segreti. Le mani si mossero verso la sua nuca, tirandolo piano verso il suo viso fino a sfiorargli le labbra, le premette piano, poi sempre con più passione. Non c'era paura, non c'era dolore, non c'era nulla da combattere, era lei a volerlo, era lei a comandare la sua volontà. Le mani di Azrael le cinsero la vita, poi le prese la nuca tirandolo più verso di sé, la sollevó da terra come se pesasse nulla. Quando ripresero fiato, entrambi ansimanti, I loro respiri avvinghiati che si mescolavano, le labbra ancora tremanti che si sfioravano in un'attimo che parve infinito

 

"Sunny… "

 

La sua voce calda, sembrava un uomo che portava dentro la notte, ora che era così vicina a lui, percepiva segreti nascosti tra le pieghe della sua anima, che avrebbe voluto scoprire e fare suoi. Indugió sui suoi occhi ancora una volta, le mani di Sunny gli pettinarono I folti capelli. La guardò tenendole il viso tra le mani. Era piccola, pallida, una creatura quasi effimera, le orecchie bianche e morbide che facevano venire voglia di toccarle, baciarle, baciare ogni parte di lei. Le labbra di Azrael le carezzarono la clavicola respirando il suo profumo, percependo il sangue che le scorreva nelle vene, il cuore che minacciava di esploderle dalla cassa toracica, il respiro corto sulla sua pelle, il suo profumo di lavanda, entrambi si azzardarono a sorridere

 

"Sei il mio sole.. "

 

Sussurró Azrael Indietreggiando per entrare in casa,Sunny la percepì come una citazione ad una serie televisiva che avevano progettato di guardare insieme, sorrise, complice, mentre si avvinghiava a lui

 

"non so se è la battuta giusta, ma,Tu sei la mia luna..le mie stelle"

 

Lui la bació di nuovo, piano, solleticandole le labbra

 

"Sanno che sei fuori? "

 

"Ho detto che non avrei rincasato per la notte… l'ho lasciato detto a Walter ed ha detto che non c'erano problemi, ho detto che avrei alloggiato nei paraggi, domani dovró andare in missione"

 

"Allora andremo insieme… "

 

la ragazza fece una smorfia affilata,inarcando un sopracciglio con fare di sfida

 

"Se non hai paura"

 

Azrael sorrise,il sorriso di chi aveva rubato tutta l'argenteria dalla cassaforte e pure le posate.La tiró a sé,sollevandola in braccio, le gambe della ragazza si avvinghiarono alla sua vita mentre lui la sorreggeva senza il minimo sforzo, negli occhi brilló una dolcezza disarmante, che fece sciogliere le farfalle nello stomaco di Sunny, poi un sorriso come uno scarabocchio gli piegó le labbra

 

"Sono cento sterline a notte, signorina,con colazione centoventi"

 

Sunny si aggrappó al suo collo stringendosi forte a lui,lo bació di nuovo,con tenerezza, tenendogli la nuca con la mano, le unghie gli solleticavano la pelle mentre entravano in casa, ridacchiarono entrambi,lo accarezzava come se fosse stato un grosso felino,guardandolo disarmata,fragile,persa nei suoi occhi

 

"Scemo"

 

Lui la bació di nuovo con passione, l'emozione le pizzicó le guance facendola arrossire, le dita di lei pettinavano i lunghi capelli corvini dell'uomo che intanto rientrava in casa

 

"Mea domina.. "

 

Voleva sapere cosa si provava ad addormentarsi con la persona amata, svegliarsi, con lui al suo fianco, voleva saperlo,voleva viverlo e non poteva piú aspettare. Posó la fronte sulla sua ridendo mentre si chiusero la porta alle spalle, lasciando che il tempo avesse fatto quello che sapeva fare meglio, scorrere inesorabile, nel silenzio della notte, la brezza che muoveva le fronde degli alberi in un'attimo di pace che parve far riprendere fiato a tutta Londra

 

*NOTE : Sono stata titubante ad usare l’appellativo “cucciolo” per Alucard, volevo citare in ogni caso, Il bellissimo libro, nonchè una delle mie preferite “American Gods”. Dove uno dei personaggi usava proprio questo termine sul protagonista, altrettanto grande e forte, mi è piaciuto molto questo piccolo paradosso ed ho voluto inserirlo!

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Capitolo 10
*** Lupi e agnelli ***


Ora che le lacrime erano solo un ricordo, Sunny si lasciò portare in braccio fino alla Camera da letto dell'uomo. Era una stanza semplice, con un letto ad una piazza e mezza, un comodino in noce, un tavolo ed un armadio abbinati. C'era un tappeto rosso  a terra, ai piedi del letto  e qualche quadro appeso alla parete con paesaggi che parevano quelli che si potevano ammirare direttamente dalla sua finestra. Non aveva foto sul comodino, solo le sue sigarette, una bottiglia di vino rosso, un calice ed un posacenere. A Sunny venne in mente di aggiungere qualche pianta qua e là, il tutto illuminato da una Clemente luna che dava alla stanza un bagliore azzurro, quasi surreale, come in un sogno. Azrael posó sul letto la ragazza come se fosse atata una stoffa pregiata, poi fece il giro del letto e si sistemò al suo fianco, sedendosi, le spalle contro lo schienale del letto. Fece un leggero sospiro e portó una sigaretta alle labbra, il fatto che Sunny non lo aveva ancora fermato, confermava lui che la sua mente era troppo affollata per lasciar passare un pensiero sciocco come quello. Sbuffó fumo dall'odore di menta dalle labbra e si accostó alla ragazza, lasciandola accomodare,avvolgendole le spalle con il braccio lasciandola appoggiare contro di lui. Sunny si era rannicchiata con le ginocchia strette al petto, lo sguardo ancora perso nei dettagli della Camera

"fantasmi? "

Sunny sobbalzó guardandolo, fantasmi? Cosa voleva dire? Lo osservò lasciandosi sfuggire un piccolo "eh? "

"Quelli che ti stanno tenendo sveglia, quelli che ti hanno portata da me, che ti gridano nella testa come se fossero vivi, veri"

Lei si strinse le mani intrecciando le dita, giocherellando con le sue unghie, Azrael notò che le aveva morse fino a farsi uscire il sangue, graffi incrostati segnavano quelle dita piccole ed affusolate. L'uomo le prese piano, massaggiandole, lei prese a giocare con le mani grandi di lui, pensosa, gli occhi fissi sule sue dita, curate, vi posó un bacio portandosela poi al volto

"Penso di essere un'egoista"

"Perché dici questo? "

"Non ho mai avuto nulla, ora magari voglio tutto, voglio tutti…sono qui perché voglio stare con te,ma non posso fare a meno di sentirmi legata ad Alucard"

Azrael inclinò il capo

"Ma ora sei qui"

Sunny sentí lo stomaco sussultare alla risposta di Azrael. non era arrabbiato? Non la cacciava dal suo letto imprecando? Perché era così calmo? Come avesse già saputo cosa gli avrebbe detto, sorrise, lei, meritava quel sorriso? Si sentiva sporca, sbagliata ed egoista a stare lì e pretendere gentilezza da lui. Si mise su un fianco, puntellando il gomito contro il cuscino, gli prese il volto con la mano, il cuore perse un battito quando lui la guardó e sorrise

 

"Perché non ti arrabbi?..."

Azrael sospiró sonoramente, il fumo avvolse la ragazza come una nebbia, le braccia dell'uomo la strinsero forte mentre Sunny continuava a stringergli la mano, guardandolo smarrita in cerca di risposte tra quei cieli in tempesta

 

"Dovresti arrabbiarti,mandarmi via, darmi dell'egoista..magari trovare una ragazza"

le uscì come veleno dalle labbra

"qualcuna che non sia stramba, complicata e divisa a metà come me"

 

Lui ridacchió, i capelli di lei si arruffarono mentre lo spingeva appena come per spronarlo a reagire in qualche modo, non capiva, era strano

 

"Perchè stai ridendo?...Azrael.. "

 

"Io credo, che quello che provi per Alucard sia qualcosa che vada al di fuori della comprensione umana, fuori dal tuo controllo. Sei un'anima gentile, dolce oltre ogni dire e non riesci a lasciare indietro nessuno, nemmeno il peggiore dei dannati. So anche però, che tu sei qui perché vuoi essere qui, che quando sei con me sei padrona di te stessa e, cosa più importante, sei felice, non vedo dubbio o paura nei tuoi occhi quando mi guardi. In quell'istante, tu sei mia, mia e basta"

 

Sunny dovette asciugare di nuovo gli occhi quando le lacrime le solleticarono le ciglia

 

"Basta, così mi fai scoppiare di nuovo a piangere"

 

Azrael le pizzicó una guancia facendola arrossire, rubando una risata alla giovane recluta della HELLSING. Poi la prese piano, poggiando la mano sulla sua schiena, tirandola a sé fino a sfiorarle le labbra, le bació una volta, poi di nuovo, il respiro di lei che gli solleticava la pelle, le sue mani si aggrappavano a lui artigliando forte le pieghe della sua camicia. Rimase immobile a fissarlo con lo sguardo sognante, che sembrava andare oltre le sue iridi, mentre un sorriso le si insinuava sulle labbra come uno scarabocchio, due macchie rosse come acquerello si allargarono, sulle sue gote bianche,alla luce della luna. Azrael  le scostó una ciocca di capelli dalla fronte e glie la sistemò dietro all'orecchio

 

"A cosa stai pensando? "

 

Le labbra di lei si incresparono mostrando una piccola fila di denti bianchi,leggermente imperfetti

 

"Penso a te… e ora tutto il resto  tace, occupi davvero tanto spazio in questa testa, sai? "

 

Ridacchió mentre dopo un po'di di silenzio, gli occhi sgranati e le labbra Dischiuse, Azrael la tiró di nuovo a sé, baciandola fino a farsi male ai polmoni, ingoiando con forza le parole che avrebbe voluto dire, lasciando che per quella notte, quel piccolo Angelo fosse tutto suo. Che senso avrebbe avuto la vita senza di lei? Se le fosse successo qualcosa, se l'avesse persa, avrebbe preferito chiudere il sipario su tutto quello che era la vita e che non avrebbe più avuto senso senza di lei. Doveva proteggerla, doveva resistere,aveva dato tutto per lei e di nuovo lo avrebbe fatto se fosse servito. Pregó in silenzio davanti ad un Dio che rabbrividiva davanti al suo mattatoio, pregó quel Dio chiedendogli di dargli tempo, di dargli la forza per porre fine a tutta quella follia, dare a lei una vita normale, felice. Doveva mantenere il segreto, dopotutto, il suo cuore aveva abissi abbastanza profondi da poter nascondere tutti i suoi segreti e anche quello della giovane che stringeva tra le braccia. Sentiva le mani della ragazza aggrapparsi alla sua giacca, sussurrava il suo nome come una supplica

 

"Voglio tenerti con me…"

 

"Sono qui, non vado da nessuna parte"

 

"Promettimelo"

 

Le sue labbra le sfiorarono la fronte, entrambi scivolaronl sotto le coperte, le mani si Azrael si fecero spazio tra le vesti di lei, tra le gambe di seta, fino a scoprire fiori di campo e lavanda selvatica, finché il respiro di lei non divenne affanno ed infine un gemito soffocato, le mani ad artigliare la stoffa, I due corpi che affondavano nel letto.

 

"Te lo prometto, raggio di sole"

 

---

 

Sunny si sveglió lentamente, la luce del mattino dalla finestra le scivoló sugli occhi svegliandola lentamente. Le ci volle un po'di per ricordarsi che non era nella sua camera, ma nella camera di qualcun'altro. Allungó una mano per tastare il materasso, ma non trovó Azrael al suo fianco. Si mise a sedere sbadigliando, stropicciandosi gli occhi cisposi, ancora nel mezzo tra sogno è realtà,mentre metteva a fuoco la stanza, coi suoi quadri, le pareti, che  ora si rivelarono essere di un blu oltremare, sul comodino c'erano ancora le sue sigarette ma non l'accendino, la birra era stata buttata, probabilmente non si aspettava ospiti e la sera prima l'aveva lasciata lì senza pensarci. Sunny scese a piedi nudi dal letto, addosso il suo abito azzurro smanicato col fondo in pizzo. Si affacció dalla finestra, chiedendosi se fosse stata così la vita delle persone normali, la cui sola domanda sarebbe stata cosa avrebbero mangiato a colazione. La ragazza sospiró osservando i girasoli nel campo di fronte che dipingevano la collinetta d'oro, come l'enorme tesoro di un drago. Si concesse un minuto ad ammirare il paesaggio, reapirando l'aria di campagna che aveva l'odore del sole, dei fiori e del grano, poi si voltó e prese le scale per scendere in cucina. Azrael era già vestito di tutto punto, aveva indosso un grembiule bianco ed i capelli legati in una coda  da un filo rosso. L'uomo stava sistemando sul tavolo due piatti, al centro un piatto più grande con una montagna di pancakes ed una bottiglietta di sciroppo d'acero. Quando sentí i suoi passi, l'uomo si voltó sorridendole, un guizzo di gentilezza passó dietro ai suoi occhi, mentre le farfalle nello stomaco sembravano come impazzire davanti a quegli occhi in tempesta. Si avvicinó stringendosi nelle spalle, rossa in voltó

 

"Buongiorno, raggio di sole"

 

"Buongiorno.. "

 

Per un'attimo volle far finta che quella fosse la normalità, solo loro due, una giornata d'estate qualsiasi a fare colazione insieme. Si avvicinó ad Azrael, gli prese piano i risvolti del gilet per tirarlo a sé è dargli un bacio sulle labbra che però duri più del previsto, tanto da farle perdere un battito. Quando riprese il fiato, si voltó verso il tavolo sorridendo, ancora avvinghiata a lui

 

"Se continui così dovró sposarti.. "

 

Azrael ridacchió

 

"Allora mi impegnerò a fare anche di meglio, prego, my lady"

 

La fece accomodare al tavolo, nonostante le richieste di lei di non farle da maggiordomo,come suo padre, risero entrambi e per un po'di fecero colazione come una normalissima coppia, nel centro delle campagne londinesi, senza pensieri, senza sangue o ghoul, solo loro due. Poi, il telefono squilló e la magia cadde in pezzi come un castello di carte. 

 

"Sí? "

 

"Sei sul posto? "

 

La voce di Integra calpestó le carte a terra sputandoci sopra,austera, inamovibile, impeccabile

 

"Sto, per andare"

 

"Mandami la tua posizione, la situazione si è fatta difficile, manderó anche Alucard"

 

Ad Azrael and di traverso il caffé, Sunny si sentì avvampare, lo stomaco si riempì di sassi

 

"No!! "

 

Ci fu una lunga pausa

 

"Chi è con te? Ho sentito tossire"

 

Sunny sentiva il cuore chiedere aiuto dalla gabbia toracica, la pelle madida di sudori freddi

 

"Sono al bar, lady Integra! Mi sono svegliata da poco e… a qualcuno è andato di traverso il caffé al tavolo dietro"

 

Altra pausa, poteva sentire addosso lo sguardo austero di Integra Helsing incomberle addosso come una nuvola temporalesca, si sentiva alle strette, pregó che la sua bugia avesse attecchito. Poi sentì sbuffare fumo, il rumore delle molle di una sedia, la mano che batteva contro la scrivania

 

"Ti ricordo che hai una missione, importante, hai già la posizione. Quindi smettila di fare 'Sunny va in città' e comincia a fare 'Sunny muove il culo ed ammazza i vampiri del cazzo', preferibilmente tornando viva entro l'ora di cena, Walter si preoccuperebbe, ha una certa età, ti ammazzo se gli prende un coccolone"

 

"Si! Lady Integra! Conti su di me! Chiedo venia, lady Integra! "

 

Si udì una lieve risata prima che la donna riagganciasse, Sunny mise il telefono sul tavolo buttandosi sullo schienale con un gran sospiro di sollievo, Azrael aveva appoggiato i gomiti al tavolo ed intrecciato le dita sotto al mento mentre la osservava, l'ansia gli aleggiava sulle spalle come un velo, che si dissolse quando lei sorrise all'uomo e tiró su col pollice. Aveva il fiato corto o forse lo aveva trattenuto troppo a lungo durante la telefonata.Ma quando si guardarono negli occhi, non poterono fare a meno di lasciarsi andare in una risata liberatoria. Azrael batté le mani mentre Sunny si dondolava sulla sedia, rubó una sigaretta all'uomo imitando Integra ed il suo fare da donna di ferro, Azrael la osservava come incantato, gli occhi socchiusi e le labbra ora dischiuse in un sorriso rapito, totalmente immerso in quel piccolo, bellissimo istante. 

 



"Allora, secondo i calcoli, cento metri a destra"

 

Sunny aveva il cellulare in mano, camminavano lungo la via che portava in una zona remota e forse abbandonata di Londra, era un quartiere spoglio, quasi post apocalittico. Molti edifici erano in rovina, il ferro delle serrande arrugginito dalla pioggia e dalla negligenza. Non c'era un filo d'erba vivo e dei fiori aleggiava forse il lamento dei loro fantasmi,così come gli alberi erano morti da tempo, i loro rami come braccia raggrinzite verso il cielo. Il vento sibilava, sebbene il sole fosse stato alto fino a quel momento, appena raggiunsero quella via, una nuvola li raggiunse come se si fosse deciso di fare atmosfera per la missione. Avanzarono lungo l'asfalto sbiadito e crepato, fino alla fine della strada, dove li aspettava il peggiore degli edifici. Se quelli attorno erano abbandonati, quello doveva andare in terapia. Era spettrale, in rovina come se dell'acido vi fosse piovuto sopra, i mattoni erano macerati ed il ferro oltre che arrugginito, corroso e piegato come se qualcosa di molto grosso vi si fosse posato sopra o lo avesse usato come esercizio fisico per le braccia. Entrarono nell’edificio guardandosi attorno,cauti,Azrael si soffermò su dei pezzi di stucco a terra,chinandosi a sfiorarli, portando le dita al naso per annusare qualcosa. Sunny si affiancò a lui chiedendosi cosa stesse facendo

 

“eih Sherlock…scoperto qualcosa?”

 

“devo procurarti una lama”

 

“una lama?”

 

chiese sobbalzando sorpresa, mentre l’uomo si guardava attorno, ma non trovò nulla da dare alla ragazza e le sue armi non potevano essere date in prestito. La ragazza aprì la custodia della sua arma portandosela alle spalle,guardandolo confusa

 

“ma ho questa, va benissimo coi ghoul…”

 

“ma non coi lupi…”

 

si alzò lentamente, voltandosi per avanzare verso l’ingresso, non ci provò nemmeno a chiederle di stare indietro,sapeva che si sarebbe rifiutata e per di più offesa. Era felice di stare con lei, se ALucard fosse stato lì, probabilmente si sarebbe rifiutato di proseguire la missione non essendo quegli esseri nel suo campo, come l’ultima volta,con quel mannaro. Azrael scosse il capo,guardandosi attorno  come per trovare la concentrazione lungo le pareti bruciate, mentre avanzavano lungo un corridoio spoglio verso una sorta di seminterrato, altrettanto vuoto. Sembrava un vecchio manicomio, pieno di celle aperte,al loro interno vi erano gli stessi oggetti: brandine piene di muffa ed artigliate sui muri in cemento armato, un gabinetto logoro e delle scodelle  piene di vermi e putrefazione. Il corridoio sembrava infinito, ogni stanza era imbottita e quelle imbottiture erano bruciate o dilaniate. C’erano scritte incomprensibili sui muri, una lingua che Sunny interpretò come tedesco. La luce era veramente poca sebbene il fatto che ci fossero alcuni neon accesi che lampeggiavano ad intermittenza su di loro, dava loro conferma che il luogo non era del tutto abbandonato. Il fatto che la luce si accendesse e spegnesse con sinistri tremolii che fece salire i brividi alla ragazza. Sunny si affiancò ad Azrael quando sentì un rumore sordo alla fine del corridoio ed una porta cigolante che si apriva con un’irritante lentezza. SI sentì una voce, dall’accento straniero che enunciava

 

“prendeteli”

 

Azrael si irrigidì, le mani contratte, i muscoli tesi, il respiro era regolare mentre con una mano invitava Sunny a trovare rifugio alle sue spalle, ma la ragazza si mise al suo fianco, la sua arpa in mano, le dita pronte a punzecchiare le corde. C’erano lupi? ok, ma ci sarebbero stati anche ghoul, avrebbe preso tempo, si sarebbe comunque resa utile, erano in due per un motivo e lei non voleva lasciare indietro nessuno, non voleva essere costantemente biasimata,protetta,voleva essere alla pari, una buona spalla per il suo compagno.

Alucard..

Sunny si scosse dandosi un pizzicotto in segreto,non c'era tempo per lasciar parlare il sangue,con calma, le chiese di andare nell'angolo in punizione

 

“Azrael…ho un’arma anche io, ricordi?”

“sta attenta..”

“anche tu”

 

Dall’angolo dove il corridoio andava a svoltare, qualcosa si mosse lento, altre cose si mossero rapide. Dal fondo sbucarono i soliti ghoul, ne erano una cinquantina,ma sui muri, qualcosa stava correndo, artigliando il muro, la bava che colava da zanne ricurve e sformate, occhi rossi e peli su braccia e gambe di esseri a metà tra l’essere umano e

 

“Lupi..mannari??”

“già”

“e tu lo sapevi??”

“puzzano molto”

 

Azrael giocherellò con i fili tra le dita, alcuni di questi  si misero a fluttuare attorno alla ragazza, come un monito a chiunque avesse osato avvicinarsi. SUnny intanto avanzava verso i ghoul mentre i mannari strisciavano rapidi verso Azrael. L’uomo mosse le dita, mentre un mannaro gli andava addosso, ma i fili gli afferrarono le zampe tranciandole di netto mentre il sangue sgorgava come rubinetti aperti dai suoi monconi, il corpo che  rotolava a terra ululando. Un secondo mannaro apparve alle sue spalle con un balzo selvaggio, stava per avvicinarsi a lui, ma quando fece per sfiorarlo, qualcosa lo spinse violentemente a terra, oltre al fatto che quando impattò a terra, era già in pezzi. Azrael si voltò verso Sunny sorridendole, nessuno gli aveva mai coperto le spalle, in realtà se le era già coperte da solo tranciando quel mannaro prima che si fosse avvicinato, ma la ragazza ci aveva provato, aveva provato a salvarlo, ad aiutarlo. Era bello, sentirsi complici di qualcuno, non servi di esseri pomposi che si credevano superiori solo per questioni di decisioni sulla vita. La ragazza dal canto suo era impegnata ad ammazzare il resto dei ghoul, protetta dai fili di Azrael. I due avanzarono, l’uomo si affiancò di nuovo a lei, entrambi ebbri della carneficina che si erano lasciati alle spalle, lentamente qualcosa si innescò, come quella notte in mezzo alle coperte, qualcosa si accese, una sintonia, un’armonia, una fanfara di note che riempirono l’edificio facendo tremare le pareti ed i loro avversari. Sunny avanzava semplicemente camminando, mentre i fili di Azrael tranciavano gambe, braccia e tagliavano teste a destra e a manca. Note argentine echeggiavano nella battaglia. Il sangue scorreva come vino a buon mercato.

 

“presto quei bastardi si rigenereranno..”

 

“dillo cinque volte senza incespicare con la lingua”

 

Azrael rise mentre una mano artigliata si bloccava a pochi centimetri dal suo viso prima di cadere in terra dopo aver detto addio al suo proprietario. Sunny fece una piroetta ed un’onda di energia spinse indietro i ghoul facendoli finire culo a terra, i mannari indietreggiarono snudando le zanne, ringhiando con un suono gutturale, come cani all’angolo, Ma il problema sarebbe tornato quando nonostante le ferite, nonostante fossero finiti in pezzi, si sarebbero rimessi in piedi, per quei bastardi, serviva altro. Azrael si voltò verso Sunny mentre strangolava uno dei licantropi

 

“dobbiamo trovare dell’argento!”

 

Sunny ci pensò un pò su, poi tornò a fissare l’uomo con un guizzo d'ingegno negli occhi

 

“hai i guanti della moto?”

 

“sì…ma non sono d’argento”

 

“dammeli”

 

Sunny tese la mano davanti ad un titubante Azrael che sembrò desiderare con tutte le sue forze di leggere nella mente della ragazza, ma non riuscì a fare altro che chiudere gli occhi, fare un respiro, prendere i guanti dalla tasca e darli a lei, che si alzò sulle punte per stampargli un bacio sulle labbra ed un rapido grazie

 

“coprimi!”

 

“sì, my lady”

 

Sunny si gettò nel mucchio di Ghoul a terra, cercando in giro  con la stessa foga di chi  aveva appena perso a terra una lente a contatto o un’anello di diamanti. Le mani guantate di lei afferrarono una testa, spaccarono il cranio come un'uovo di pasqua e frugarono tra i denti. La ragazza sbuffò, lanciò la testa addosso ad un mannaro ancora KO nell’angolo e riprese a cercare

 

“piccolo genio..”

 

Azrael si ergeva di fianco a lei, la postura impeccabile, i fili erano attorno a lui, ci giocava, stava giocando con quei mannari, li spezzava, gli faceva credere di averlo preso ma poi si trovavano sempre a terra in pezzi, mentre cercavano di rigenerarsi il prima possibile a riprovare, ma le mura di quell’uomo erano invalicabili, nulla lo scalfiva. I fili di Azrael tagliavano ed impattavano contro il muro, decise di afferrare un licantropo lanciandolo poi contro gli altri due alla carica spingendoli contro la parete. Poi accadde di nuovo, di nuovo i fili persero per un’attimo la presa, un’artiglio arrivò al suo braccio graffiandolo prima che SUnny buttasse giù la bestia giusto il tempo per far riprendere i fili ad Azrael, che riprese a fare la sua carneficina come se nulla fosse accaduto

 

“Azrael!”

 

“sto bene! continua a cercare!”

 

la ragazza si rituffò nel mucchio di cadaveri, respirando il meno possibile, l’adrenalina che le scorreva nelle vene mentre calciava via cadaveri. C’erano cinque mannari e lei aveva trovato quattro denti, ne mancava uno. In realtà era riuscita ad infilarsi qualche dente d’oro in tasca, inutili al momento, molto utili in futuro. Alla fine, sospirò sollevata quando vide un’anello d’argento al dito di una mano senza padrone

 

“Azrael! al volo!”

 

la ragazza lanciò l’anello all’uomo, mentre un mannaro andava alla carica. Con estrema rapidità lo intercettò con il piede facendolo balzare in alto come una palla, un’altro calcio e l’anello si conficcò nella fronte del mannaro che crollò ai suoi piedi, stavolta senza vita. Il cuore di Sunny pulsava al ritmo del panico mentre “incoccava” uno dei denti e lo scagliò contro un’altro mannaro abbattendolo. Continuarono ad incalzare suoi mostri con furia animalesca finchè non ne rimase nemmeno uno. Azrael torreggiava sui cadaveri dei mannari, affilato come coltelli, il sangue che gli sporcava la camicia già nera e la rendeva di un nero che non sembrava avere fondo. Sunny si scrollò di dosso sangue e pezzi di carne mentre si avvicinava di nuovo ad Azrael, stavolta fece una corsetta puntando dritta alla ferita al suo braccio con aria preoccupata. Osservò il graffio constatando che in effetti, era una ferita leggera,poi però un pensiero si insinuò nella sua mente come un ladro, le mani artigliarono la sua camicia, negli occhi un barlume di ansia

 

“no”

 

“no?”

 

sunny sentiva come vermi freddi nello stomaco, Azrael inarcò un sopracciglio osservandola fissare quella ferita come se fosse stato un’alieno sceso dallo spazio o un tesoro maledetto

 

“diventerai un mannaro?”

Azrael provò un tuffo al cuore, la osservò ancora in silenzio, poi scoppiò a ridere, facendo scattare come una molla quella ragazza che sussultò guardandola quasi offesa,incredula. L’uomo le prese il viso tra le mani ridacchiando e le baciò teneramente la fronte, mentre con le mani le puluiva via il sangue dal viso

 

“non diventerò un mannaro, sono creature create da trucchetti di ingegneria genetica e non sono dei puri mannari,questo è un graffio e nulla di più”

 

“è quello che un tipo che sa che sta per diventare un mannaro direbbe!”

 

“promesso,non diventerò un mannaro”

 

le baciò le labbra mordicchiandola all’improvviso, facendola sussultare, la ragazza lo guardò sfiorandosi il labbro arrossato e lui che ridacchiava col suo sorriso d’argenteria

 

“adesso sei un mannaro anche tu..”
 

Sunny lo spinse, ma le sembrò di impattare contro un muro di cemento armato

 

“scemo”


dietro di loro, una voce acuta li fece voltare di scatto, una risata nasale e stonata con note di sadismo richeggiò tra le mura. Un’uomo, con un camice bianco, sporco di schizzi di sangue, avanzava con un sorriso che gli sfregiava il volto in un ghigno di puro sadismo. I capelli biondi terminavano sotto all’orecchio con un taglio netto, davanti agli occhi, strani occhiali con lenti multiple per occhi che non aveva e che gli davano l’aspetto di un ragno. Azrael si parò davanti a Sunny ringhiando contro quell’uomo misterioso che si lasciò andare in  un’applauso misurato

 

“ma che dolci che siete, mi fate venire voglia di vomitare,cos’è una telenovelas? O lo spettacolo di sangue più spettacolare che il mondo abbia visto?”

Azrael strizzò gli occhi, si accese una sigaretta e sbuffò fumo, mostrando i denti in un sorriso, non uno di quelli gentili. Era un sorriso  aggrassivo, letale

 

“salve, Doc, come sempre hai troppa bocca e mai abbastanza denti..”

 

“come sta il nostro esperimento?”

 

“non osare chiamarla così…il suo nome è Sunny”

 

Il Dottore si finse offeso, incrociando le braccia al petto, incalzando con scadente teatralità ed un’accento nordico

 

“non glie lo hai detto ancora?”

 

ci fu una pausa, Sunny strinse la sua arpa al petto, il sudore le bruciava gli occhi,le parole dell’uomo col camice le infilzarono il cervello come una lama nella neve, lo stomaco in subbuglio. L’orrore traboccò dai suoi occhi mentre Azrael scattò in avanti attaccando il Dottore che però sembrava aver già architettato la sua fuga. Ci fu un’esplosione, fu tutto confuso, prima venne il boato, poi un grande fuoco si sprigionò alle spalle dell’uomo con il camice bianco che venne issato da funi invisibili in cielo, mentre un’elicottero lo portava in salvo. In quell’istante Azrael si gettò sulla ragazza ancora paralizzata, gettandosi dietro ad un riparo di emergenza fatto con un pezzo di soffitto schiantatosi a terra. Le orecchie le fischiavano, nel naso della ragazza l’odore di capelli bruciati, il rumore del sangue che bolliva e la carne che diventava carbone. Sunny si scosse cercando di riprender fiato, Azrael sopra di lei, la osservava cauto, il corpo di lui tremava, sussultava e si scuoteva fino alle ossa, nei suoi occhi c’era terrore e sollievo allo stesso tempo. Sollievo per vederla salva, terrore per ciò che era stato appena detto,i suoi timpani stavano urlando, il calore le aveva arroventato la pelle, l’adrenalina dello scontro che si guastava nelle vene . si sentiva il corpo pesante, come se fosse stato piantato a terra da radici. La sua voce era debole per la stanchezza e cominciava a tremare

 

“Azrael…perchè…ha detto quelle cose”

 

ci fu un abbraccio impetuoso, Azrael la strinse a sè col braccio che ancora sanguinava e macchiava il pavimento, l’esplosione non gli aveva causato ferite, solo qualche bruciatura alla camicia, il respiro gli bruciava nei polmoni, irregolare. Non era ferito gravemente, eppure c’era qualcosa che non andava in lui. Il suo corpo era scosso da sussulti, come se stesse provando un dolore immenso, indescrivibile. Eppure, la stringeva forte come se avesse paura di vederla sparire, la mano sulla nuca la reggeva saldamente, il viso nascosto nell’incavo del suo collo, il suo monocolo era a terra in pezzi

 

“ti prego, non pensarci,ti prego, non te ne devi preoccupare, sto pensando io a tutto, ti terrò al sicuro io, sei il mio raggio di sole”

 

“perchè mi ha chiamata…esperimento?”

 

“perchè quelli sono mostri…”

 

“ma loro….creano i mostri? Sono loro che…li fabbricano? Io…cosa, chi sono?”
 

“te l’ho detto, sei il mio raggio di sole, ti proteggerò, ti prego, non scavare, ti prego stai ferma e torna qui con me, non andare oltre quel velo, non è necessario,piccola mia, ti prego”

 

Le mani si Sunny si sollevarono tremanti per aggrapparsi alla giacca di Azrael, stringendosi a lui mentre la aiutava a tirarsi su, ancora scossa, le orecchie che le facevano male e forse perdevano sangue, sangue che le ricordò, o almeno, lei si impose di ricordarsi che quello la rendeva umana e che quella gente era solo folle, confusa. Guardò le note di terrore negli occhi in tempesta di Azrael 

 

“voglio andare a casa..”

 

“Sunny”

 

“Riportami a casa!!”

 

Sunny strinse le mani assieme per non farle tremare, Azrael rimase in silenzio mentre la accompagnava fuori da quella struttura ormai ufficialmente devastata. Raggiunsero di nuovo la moto, senza parlare, entrarono in casa e la ragazza,senza tirar fuori una sillaba,andò a fare la doccia per togliersi di dosso l’odore di Azrael, dopodichè, si fece chiamare un Taxi per tornare alla HELLSING. La tensione era densa come gelatina, non disse nulla, non parlò, non lo guardò in quegli occhi in tempesta, persa nei suoi pensieri, il cuore in pezzi, non lo salutò. Il suo sangue aveva preso il sopravvento,la sua anima le implorava di andare da Azrael, preoccuparsi della sua ferita e chiedergli scusa, ma non accadde nulla. Era diventata come un’automa, le parole dell’uomo che si aggrappavano ad ogni suo pensiero, come una chiazza d’inchiostro su un vestito bianco di pizzo che non se ne andava mai via nonostante i tentativi di lavarla via. Un’ esperimento, lei era stata chiamata esperimento. Tutto quello che le stava succedendo, quei piccoli miracoli che sembravano esserle stati mandati finalmente da Dio, erano stati mandati da qualcun’altro? lei chi era? cos’era?

 

“Angelo mio,sei tornata…”

 

Senza rendersene conto, era finita nei sotterranei. Aveva sceso le scale fino ad arrivare al sotterraneo,solo la voce di Alucard sembrò svegliarla dalla sua trance. Il vampiro era in fondo alla sala, seduto sulla sedia a gambe accavallate, le mani intrecciate tra di loro, i guanti sempre presenti, catene invisibili. I suoi capelli ondeggiavano come se mossi da un vento che colpiva solamente lui.  Sunny non disse nulla, si avvicinò al vampiro lentamente, appoggiandosi ogni tanto al muro per farlo smettere di ondeggiare, arrancando verso il vampiro, fino a crollare su di lui, stremata, spaventata e confusa. Le mani di Alucard la avvolsero portandosela contro il petto

 

“il tuo cuore sembra come impazzito, che succede?”

 

“mi hanno chiamata…esperimento”

 

Il vampiro tacque, gli occhi si affilarono posandosi su di lei. Una mano le carezzò una guancia scostandole una ciocca di capelli

 

“tu ne sai qualcosa?”

 

Incalzò la giovane vedendo solo calma negli occhi del vampiro, una cauta calma. Il fatto che  Alucard ancora non le stava rispondendo, le fece di nuovo bollire il sangue nelle vene. Quindi loro sapevano? Sia Alucard che Azrael sapevano? 

 

“non devi preoccupartene, sei Sunny, Sunny e basta,la mia piccolina”

 

La ragazza lo spinse indietro, lui se lo lasciò fare, i suoi occhi rossi fissi in quelli blu di lei, iniziavano a brillare,una patina di lacrime li oscurarono, perchè diavolo le stavano tutti mentendo? Azrael non le aveva detto nulla, entrambi la stavano supplicando di non pensarci, di non guardare oltre.  Perchè entrambi sembravano sapere qualcosa? Perchè Azrael conosceva quel tipo? Avevano già combattuto? Sembravano essere già stati nemici. Ma perchè volevano tenerla all’oscuro? Qualcun’altro lo sapeva? Chi le avrebbe dato una risposta e poi, ne sarebbe stata contenta? Sarebbe stata una buona idea guardare oltre il velo? Quando finora chiunque le stava chiedendo, no, supplicando di non andare, non chiedere

 

non guardare

 

Alucard la avvicinò di nuovo a sè, posando la fronte sulla sua, un sospiro sonoro, il suo profumo le riempì i polmoni mentre lentamente la calma sembrò imporsi nel suo sangue, nella sua testa, le mani tremarono e si aggrapparono ai capelli e alla giacca del vampiro mentre lui le teneva fermo il viso tra le mani, accarezzandola come un gatto randagio, massaggiandole le orecchie ancora doloranti, ma per fortuna che non sanguinavano più. Quegli occhi rossi che la indagavano fin dentro l'anima, ma si soffermavano quando lei vacillava 

 

“sappi solo che andrà tutto bene, sei al sicuro, sei il mio angelo e non sei, in alcun modo, un dannatissimo esperimento. Quell’essere è un fanatico, un pazzoide, qualsiasi cosa per lui è un esperimento, per lui non esistono creature peggiori o migliori. Per lui sono tutte cavie da laboratorio, me compreso.. quindi se te lo stai chiedendo, no, non sei un mostro, non sei nulla al di fuori della meravigliosa creatura che sei sempre stata”

 

le prese le mani come per fargliele guardare

 

“noti qualcosa di diverso?”

 

“n-no..”

 

le prese i capelli mostrandole le lunghe trecce

 

“noti qualcosa di strano?”

 

“no..”

 

all’improvviso, con uno scatto, le alzò la gonna facendole uscire dalla bocca un gridolino mentre la rabbassava con foga, una mano volò ed impattò sulla guancia del vampiro senza smuoverlo di un centimetro, la mano invece aveva preso a formicolarle e lei dovette riprendersela per stringersela al petto dolorante

 

“aih…scemo!!”

 

Alucard rise di gusto tirandola a sè per rubarle un bacio

 

“visto? non è cambiato nulla…”

 

in effetti, aveva ragione, non si era trasformata in qualcos’altro, non era diventata niente di diverso da ciò che era sempre stata e lei, in fondo, lei era felice di essere lì, in qualche modo, era lei nella sua interezza, era umana e non c’era dubbio, fragile come era non poteva essere altro. Si chinò sul vampiro baciandolo di nuovo, grata delle sue parole, rassicurata dalla sua presenza. Era al sicuro, era a casa, si appoggiò contro il petto del vampiro, tirandolo a sè per stringerlo forte, il viso sopra al cuore di lui, immobile,senza vita,sembrava di poggiare un’orecchio contro una grossa conchiglia, sentiva un rumore, come di venti in tempesta, si lasciò andare in un pianto liberatorio mentre si rannicchiava come una bambina contro di lui. Le mani del vampiro le carezzavano la schiena, le massaggiavano la nuca, poi le sfiorò le orecchie morbide

 

“oh no…”

 

“cosa?..che c’è??”

 

“le tue orecchie…sono…da gatto..”

 

“scemo!!!”

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Capitolo 11
*** before the storm ***


Era scesa la notte, o almeno, era quello che Sunny immaginava, essendo tornata in tarda serata alla magione HELLSING, confusa più’ che mai, era arrivata senza rendersene conto nel sotterraneo di Alucard, come un marinaio richiamato dal canto delle sirene, o forse,ne aveva davvero bisogno. Era rimasta con lui da quel momento e a parer suo erano passate almeno diverse ore. Nel sotterraneo che ospitava Alucard regnava l’oscurita’ anche nelle ore più’ soleggiate. L'umidità trasudava dalle pareti, ma lei non aveva freddo tra le braccia di Alucard,nonostante lui fosse un nosferatu, la sua giacca emanava calore, cosi’ come la sua pelle al contatto. Quando lui l'aveva spaventata con la storia delle orecchie,era riuscita a ridere, a cacciare per un'istante i pensieri che l’avevano assalita dal momento in cui quel dottore aveva pronunciato quelle parole. Sfortunatamente,appena la sua mente torno’ a sfiorare quel ricordo, tutto le torno’ indietro,come se quelle parole  avessero preso la rincorsa, impattando contro lo stomaco, fino a farle salire la bile in bocca, strappandole il respiro. Come quelle volte, quando Yumie la picchiava, amava farle male fino a farla vomitare, ora, perfino i pensieri erano diventati crudeli con lei. Le mani si aggrapparono alla giacca di Alucard, lo sguardo perso altrove mentre lui le pettinava I capelli con le dita,guardandola concentrato,come se fosse riuscito a leggere il lampo di tristezza che le aveva attraversato gli occhi, quei bellissimi cieli limpidi, si colmarono di nuvole e pioggia, di nuovo. All’improvviso, con grande sorpresa della ragazza,qualcosa spezzò quel silenzio. Sentì vibrare il petto del vampiro sotto le mani, dalle sue labbra, uscí una melodia, profonda,cupa.La voce del vampiro sembrava da basso-baritono, profonda, tanto da farle tremare lo stomaco, la sua voce era ammaliante, melodica, dolce.Quella melodia le entrava fin nelle ossa e la sua mente sembrò di nuovo vuotarsi. All'inizio si irrigidí, fissandolo confusa, come un gattino appena raccolto dalla strada. Lo guardò mentre lui aveva gli occhi chiusi, perso in chissà quale pensiero o sogno, mentre continuava a pettinarle I capelli canticchiando. La sua bellezza cosí violenta, le fece perdere un battito,poi,lentamente, sospiró scoprendo di aver trattenuto il fiato fino a quel momento. Lo stomaco sembró placarsi, mentre Alucard continuava ad intonare quella melodia simile ad una ninna nanna

"Alucard.. "
 Non avevano mai cantato per lei, nessuno, aveva mai cantato per lei. Sunny cantava fin da quando era piccola e combattendo aveva cantato fino a far sanguinare la gola, ma mai nessuno, aveva fatto lo stesso per lei. Lentamente si chinó sul vampiro,come un palloncino che si sgonfiava, si piegó fino a poggiarsi contro il suo petto, gli occhi sbarrati, sul volto caló un velo di malinconia, mentre si aggrappava a lui, premendo la guancia contro il suo petto che ora sembrava di nuovo vivo. Le lacrime si fecero strada , affiorando dagli occhi per poi scivolare in silenzio lungo le gote e infine si riunirono solcando la pelle con fiumiciattoli salati, fino alla gola. Lentamente il suo sangue diventava denso, pesante,carico della fatica che aveva sostenuto fino a quel momento. Così come il suo corpo cominciò a sentire ogni dolore, ogni muscolo strappato, ogni graffio e contusione mentre la voce del vampiro la cullava, lei si scosse in un pianto silenzioso, sussultando fino alle ossa, le braccia di Alucard la avvolgevano cullandola piano, I ricordi le si posarono sopra come un velo, di nuovo era lei? Quei ricordi, sembravano di qualcun'altro, eppure tutto quello che sentiva sembrava così reale, come cucito nella sua anima. Sentiva gli occhi appesantirsi,la stanchezza prese il comando e le ordino’ di addormentarsi, lentamente, cullata dalla voce del vampiro, Sunny si piego’ alla volonta’ di Morfeo
 

Non c'era luce, non c’erano finestre che le permettevano di entrare, eppure, Sunny sapeva che era mattina. Non sentiva cinguettare, o il rumore delle foglie mosse dal vento. Non c'era l'odore dei pancakes, non c'era profumo di sigarette nell'aria. Ma c'era calore, un calore che la avvolgeva come una coperta, il profumo di Colonia nei polmoni, ed un'odore come d'incenso, denso, speziato,che nonostante tutto, la faceva sentire a casa. Sunny rimase con gli occhi chiusi, ancora assonnata, ancora stordita e stanca. La sua mano vagó ad afferrare la giacca rossa che le faceva da coperta, alzandosela fin sopra il viso, con un piccolo grugnito annoiato mentre si girava su un lato, fino ad appoggiarsi al petto del vampiro. Alucard sonnecchiava, o magari faceva finta. Era seduto comodamente sul suo trono di pietra, una mano la sorreggeva, l'altra puntellava col gomito il bracciolo per sorreggere il suo capo. La ragazza rimase ancora sotto la giacca, come quando spegneva la sveglia nel suo giorno libero, borbottando che si sarebbe alzata tra cinque minuti. Strofinó il viso contro gli abiti di lui, era stata tutta la notte insieme a lui, aveva pianto, aveva riso, poi si era semplicemente addormentata tra le sue braccia, la voce di lui come fumo che le prometteva che sarebbe andato tutto bene. Era strano, era come amare il sole e cercare continuamente la luna, entrambi indispensabili, entrambi parte di lei in qualche modo. Stare sotto al mantello di un vampiro non era male, probabilmente era il posto più sicuro sulla faccia della terra. Sunny si strofinó gli occhi con i pugni, cacciando via le lacrime quando sbadiglió per il sonno, le mani formicolavano un po', le gambe erano intorpidite, aveva qualche mora quà e là, qualche graffio ma nulla di grave. Sentiva ancora un leggero acufene nelle orecchie,ma il dolore ai timpani era quasi andato via, solo uno era rimasto ed era come una tenaglia sul cuore ogni volta che il suo pensiero vi si posava. 

 "Sei sveglia"

 Constató il vampiro scostando appena il cappotto per scoprirle il viso. Il cambio di luce era quasi nullo in fondo, non era come quando le aprivano le imposte e si ritrovava accecata dalla luce del sole, teoricamente, si sarebbe potuta riaddormentare senza troppe difficoltà, ma decise di stiracchiarsi, sbadiglió di nuovo e di nuovo ascougó le lacrime dagli occhi cisposi, cercando di focalizzarsi sulla situazione. Era in braccio ad Alucard dalla sera prima, si era addormentata sopra di lui, l'unico posto dove sembrava aver trovato pace. La mano del vampiro le carezzó il capo, sfiorandole I graffi sul viso

 "Devi Medicarti"

 Sentenziò dopo qualche istante di silenzio, le dita le percorrevano la pelle, gentili

 "Perché non togli i guanti? "

 "Non posso.. Sono le mie restrizioni"

 Sunny gli prese una mano, osservando il guanto ed il disegno dipinto su di esso, un sigillo. Lo percorse con la punta delle dita, con fare ancora sognante, la sua mente un po'di quà e un po'di là. Le dita si mossero appena sotto la fine del guanto, come per accertarsi che ci fossero davvero le sue mani sotto, la trovó ma lui la ritrasse con un lieve sussulto. 

 "Non si fa.."

 "Cosa faresti se fossi libero? "

 Il vampiro si mosse sotto di lei, mentre la ragazza tornó a sedere a cavalcioni su di lui, con le mani cercava di sistemarsi i capelli arruffati, sciolse le trecce lasciando una pioggia di capelli rosa scivolare sulle sue spalle fino a cadere sulle gambe del vampiro. Alucard piegó un sopracciglio, le mani presero a pettinarle i ciuffi, giocherellandoci pensoso

 "Non saprei,non ci ho mai pensato, in effetti"
 
"Non hai mai fatto nulla che non sia, uccidere vampiri? "

 Ci fu silenzio, gli occhi rossi di Alucard presero a scrutarla, la sua risposta non verbale sembró scuoterla come un ceffone in pieno volto, poi le scivoló addosso un'espressione triste, malinconica

"Alucard… "

 "Va bene così"

 "No, non va bene così, non sei un giocattolo, non sei uno schiavo.."
 

Per un'attimo Alucard ricordó, che in realtà aveva passato la sua intera vita in catene, fin da quando era piccolo, sul letto di quel maniaco, incatenato alla croce di Dio e ora, incatenato al guinzaglio del casato Helsing. Ma poi arrivó lei. L'unico sbocco di libertà, l'unica variante di un'esistenza che si ripeteva tra morte, dolore e catene. La sua morte e rinascita continua era la cosa più vicina ad un girone infernale, lui perdeva sempre ed ogni volta tornava, come a ripetere quella giostra di torture, che lo portavano ad essere sempre più potente, sempre più affamato, sempre più lontano da ciò che un tempo era stato. 

 

"Cucciolo, eih.."

 Sunny lo richiamó, una mano piccola e calda gli stava asciugando una lacrima di sangue scarlatto che gli rigava la gota
 
"Scusami,non volevo farti piangere"

 "Non dire sciocchezze"
 
"Beh, in ogni caso scusami, devo farmi i fatti miei, lo so, ma vorrei, portarti via in qualche modo da questo.. Beh, questo"
 
"Portarmi via? Cosa sei, un principe?"
 

La ragazza rise appena scendendo dalle gambe del vampiro. Si sentí strana quando si mise in piedi, come se una scossa le avesse bloccato i muscoli. La ragazza si guardó addosso è sobbalzó.Accidenti, aveva spiegazzato il vestito dormendo in quella posizione, Walter l'avrebbe mandata al diavolo, ogni volta doveva stirare i vestiti che lei stropicciava perché troppo stanca per metterli sulle grucce. Si stropicció di nuovo gli occhi

 

"Vieni, andiamo a fare colazione"

 

Ma il vampiro sembró dissentire, si protese verso di lei è Sunny not che qualsiasi suo muscolo prendeva una scossa ad ogni suo movimento. 

 

"Vieni qui"

 

Alucard la tiró a sé piano facendola di nuovo sistemare sulle sue gambe, si spinse in avanti sorreggendole la schiena, le sfioró il collo baciandole la pelle. Sunny si aggrappó di nuovo a lui sussultando, il respiro del vampiro le solleticava la pelle, sembrava di essere abbracciata da una statua di marmo, inamovibile nonostante lei si spingesse indietro quando le faceva solletico spingendola a ridere. I denti del vampiro nemmeno la sfioravano, le dita di lei passavano tra i capelli di Alucard come in una nebbia densa e calda. Poi lui la spinse indietro appena, per guardarla negli occhi,per accertarsi in silenzio che stesse bene.lei stava ancora ridacchiando, rossa in viso, le lacrime erano solo dovute agli sbadigli, il suo cuore batteva veloce, ma per un motivo di cui lui era padrona e la cosa lo compiacque. Un sorriso gli increspó il volto mentre con le mani le prendeva i lunghi capelli, facendoli scorrere tra le dita come se fosse stata la seta più pregiata di tutto Singapore

 

"Dovresti portarli  più spesso così"


 "Però mi intralciano mentre combatto"
 

Alucard prese ad intrecciarle i capelli con fare gentile, facendo scorrere le ciocche mentre lei lo osservava rapita come una bambina allo spettacolo dei leoni al circo. Quella creatura, era affascinante quanto pericolosa. Aveva sentito da Walter, che al pieno della sua forza aveva quasi distrutto Londra, sterminava vampiri come se nulla fosse, era una creatura dal potere immenso, un lupo famelico in catene ed ora, le stava facendo le treccine. Era bufo, ironico, un piacevole paradosso. 

 "Sai anche fare le treccine? "
 
Lo canzonó. Alucard la guardó in tralce,lei gli passó l'elastico che aveva al polso e lui lo prese tra i denti, con una delicatezza che mai avrebbe pensato.
 

"Ho cinquecento anni,qualcosa avrò pur imparato"

 
Bofonchió con l'elastico tra i denti. Sunny ridacchió alla sua battuta, mentre lei continuava a pettinargli I capelli con le piccole dita affusolate e piene di graffi. Anche lei gli prese una ciocca, per gioco, ridacchiando, mentre lui era impegnato a sistemare l'elastico per fissare i capelli e anche lei gli fece una piccola treccia in tutto quell'ammasso indefinito di capelli nero corvino. Non sembró servire un'elastico, la treccia rimase intatta nonostante lei molló la presa per permettere al vampiro di iniziare a lavorare la seconda ciocca. Rimase in silenzio, giocherellando coi bottoni della giacca di Alucard con fare bambinesco. Nessuno si era mai preso cura di lei, figuriamoci se qualcuno si era mai preso la briga di farle le trecce. Alucard era al solito impeccabile, sembrava una belva, tanto selvatica quanto bella. Altrettanto imprevedibile. Normalmente quei tratti allontanavano chiunque. Invece per lei erano come luce per le falene, sentiva qualcosa pungerle dentro, nel profondo, fino a far male. Quel vampiro, portava la notte dietro di sé, indossandola come un mantello, per lei era come guardare le stelle in un campo di notte, ci si innamora delle stelle, ma poi si sente una sensazione quasi di paura, terrore, quando si pensa all'infinità che ci circonda. 
 

"Grazie… per avermi tenuto con te"

 
Sussurró schiarendosi la gola secca, non aveva bevuto da diverse ora, era assetata ed affamata
 

"Puoi restare quanto vuoi, Angelo mio"

 
La sua voce era un misto tra un sibilo ed un ringhio, profonda, di seta che si assestava sulla sua pelle 
 

"Perché sono così speciale per te? "

 
"Perché non dovresti? "
 

Il vampiro la tiró a sé annusandole il collo, la lingua le solleticó la giugulare, le sue mani sfiorarono i lividi sulle braccia e sul viso storcendo il naso contrariato

 
"Potrei chiederti la stessa cosa, sei l'unica a non volermi morto, o sotto le catene, no, tu hai provato per me,quello che gli umani chiamano amore. Sei una creatura in perfetto equilibrio tra grazia e carneficina… É un onore per me, farti correre il cuore"
 

Non aveva mai parlato così tanto da quando lo aveva conosciuto, rimase positivamente sorpresa da quel soliloquio dedicato a lei, un dubbio le si insinuó però nella mente

 
"Ma se…questo mio sentimento fosse solo… artificiale? Se fosse solo un'istinto? Sento dei ricordi di te che non sono miei, non te lo avevo mai detto perché sembrava assurdo, ma quel…Crucco mi ha chiamata esperimento e ho… pensato a tante cose"
 

Alucard la guardó trovo, portando una mano sotto al mento con fare pensoso, giocherellando con una delle trecce con l'altra mano come se fosse stato un frustino, in realtà non sembrava affatto serio

 

"Quando ti sei tagliata le mani per togliermi quelle baionette, quando hai rischiato di morire, perché non finissi decapitato"

 
Fece una pausa
 
"Tra parentesi, sono stato decapitato molte volte e non ha avuto l'effetto desiderato, quindi non darti pena se capiterà"
 
Si schiarí la voce ridacchiando, fingendo di fare qualche piccolo colpo di tosse,gli occhi caddero sul polso della ragazza ed il ricordo di quel polso gonfio e dolente lo fece scuotere, distraendolo per un'attimo dal suo discorso
 
"Dio santo, ti sei rotta un polso per me..come potevi pensare che saresti riuscita a sparare con una pistola di sedici chili?"
 

Sospiró portando una mano al viso per coprire gli occhi , poi tornó a massaggiarsi una tempia coi polpastrelli

 
"In ogni caso, sai dirmi perché lo hai fatto? "
 

Sunny mise il broncio incrociando le braccia al petto,avrebbe avuto voglia di rispondergli semplicemente ripetendo la sua frase con tono canzonatorio.

 
"Perché volevo proteggerti"
 

Alucard ghignò, poi prese una decisione ed accese la miccia con una semplice domanda,che ne avrebbe trascinate tante altre,doveva metterla ai ferri corti, voleva sentirlo, quello che le si smuoveva nel petto, che la faceva sussultare, quelle parole che ringhiavano dietro ai suoi occhi come prigionieri

 
"Perchè volevi proteggermi?Per istinto? ".
 
La scintilla si accese e cominciò a percorrere il filo che lo collegava ad un barile di esplosivo 

"No, diamine! Perché non volevo perderti! "

 "Perché? "
 

Sunny si sentiva messa alle corde, esasperata da quelle domande incalzanti,i muscoli si tesero, serrò la mascella ed ingoiò aria,sentiva la bocca asciugarsi

 
"Perché non voglio che tu muoia, o soffra come hai sofferto da sempre e per tutta la tua vita.Non voglio vederti soffrire come ho sofferto io. So che provi dolore, anche se non muori e non voglio vederti più in quello stato"

 "... Perchè?..”
 

Il vampiro incalzò e infine, la miccia arrivó al barile di dinamite nel petto della ragazza. Come un conato di vomito, le parole le scivolarono dalla bocca come un torrente in piena

 
"Perché ti amo, ok??? "
 
Ci fu un lungo momento di silenzio, si potevano sentire le gocce di Umidità cadere sul pavimento del sotterraneo, forse anche un ragno che tesseva la tela. 
 
"Oh ,cazzo.."
 
Sunny si era tappata la bocca, aveva il respiro corto, come se avesse appena tagliato il traguardo dello scatto dei cento metri, lo sguardo attonito davanti agli occhi divertiti del vampiro, che si tinsero di una nota di dolcezza mentre il viso di lei avvampava. Era stato il suo sangue a dirlo? 
 

No

 

era stata lei

 

Alucard riprese a parlare con tono lieve,profondo,gentile.

 
"Sai, la gente pensa di conoscersi, poi.. come per curiosità,impara a conoscersi e poi, poi si ama, eventualmente. A cosa hai pensato, quando hai detto che mi ami? "
 
Sunny era ancora attonita davanti al vampiro, cercó di calmarsi, riprendere fiato, non avrebbe mai pensato di dirlo a lui, non per primo, non così. Ricordava quando Azrael le aveva aperto la porta, l'aveva presa in braccio come se fosse stata un gattino.Tra le sue braccia, mentre lei si aggrappava a lui, era lì che avrebbe dovuto dirlo e non lo aveva detto, il pensiero le corrose lo stomaco. Sarebbe dovuta tornare indietro a quella sera, lo avrebbe dovuto dire a lui, mentre la accompagnava in camera, con quella dolcezza che gli colava addosso come nettare, quel guizzo di gentilezza nei suoi occhi in tempesta, quella parola le scalciava dietro i denti, ma lei non l'aveva detta. Poi era arrivata a quella notte, tra le braccia di Alucard, anche lì quelle parole spingevano con forza dietro alle labbra, e alla fine, erano riuscite a scappare via. Ma a cosa stava pensando, esattamente? Era quella la domanda che Alucard aveva posto. La osservava calmo, in attesa di una risposta, si chiese se magari,almeno in quel momento, il cuore del vampiro avesse sussultato in uno spasmo di vita, come se fosse stato sfiorato dal fantasma di un ricordo. Poi un nodo si sciolse nella gola della ragazza, I muscoli si rilassarono e mandó la sua coscienza a fanculo, le mani si aggrapparono alla sua gonna stringendo forte. Fece affondare i denti nelle labbra fino a farsi male. Gli aveva sempre risposto sgarbatamente,lo aveva sempre spinto via ed ogni volta che invece le faceva comodo lui era sempre a braccia aperte, pronto ad accoglierla, consolarla, amarla. Non era giusto,che fosse stato per scelta di altri, che quelli fossero ricordi di altri,non era comunque giusto. Il vampiro che aveva davanti, ce l’aveva lei davanti,non un’altra persona ed era con lei che lui si comportava deliziosamente, col suo modo tutto suo di fare, un po’ impertinente dal retrogusto dolce. Non poteva continuare a far finta di non vedere,non capire,non era una fottuta principessa, lei era una che spaccava i culi  ai ghoul e vampiri (e di recente ai mannari) ,doveva combattere anche quello che portava dentro,perchè tanto nessun’altro lo avrebbe fatto.
 

"Ho pensato a quando ti sei messo sopra di me, per proteggermi, con… con tutte quelle lame nel petto, e a te che mi guardavi con quell’immenso dolore addosso e negli occhi. Quando sei rimasto giorno e notte a vegliare su di me mentre avevo la febbre a causa di quell'incidente, poi ieri notte… hai cantato per me, nessuno, ha mai cantato per me,forse sarebbe stato più romantico se te lo avessi detto in quel momento,ma…ero troppo presa a collassare su me stessa,era,una bellissima sensazione e non riuscivo a pensare ad altro,ho pensato…”

 
Lei gli prese il viso con le mani come per sollevarlo appena verso di lei, drizzó la schiena nell'illusione di sovrastarlo, soppesando l'espressione del vampiro, gli occhi socchiusi come assonnati, un sorriso si insinuó tra le labbra
 
“Dio,quanto lo amo.."
 

 I pollici disegnavano linee su quella mascella tagliente, era bello, dannatamente bello. Aveva scelto di restare cieca davanti a quanta dolcezza,fragilità, in realtà, era celata dietro a quel volto di cera. Poi le sue labbra si dischiusero per parlare

 
"Questi sono tutti ricordi tuoi, scricciolo, questo amore, è tuo, di nessun'altro, magari l'inizio sarà sembrato, bizzarro,ma hai scelto tu di andare avanti"

 "Non voglio che tu soffra, non voglio far soffrire nessuno"

 "Sei un Balsamo per me, un dolce sorso d'acqua sul ceppo del patibolo, l'alba prima della fine, sei tante cose, amore mio, ma dolore, quello mai"
 

Le mani di Alucard le cinsero la vita tirandola a sé, I loro volti vicinissimi, le labbra si sfioravano 

 

"Ti amo anche io, scricciolo.. Sei l'unico raggio di sole davanti al quale morirei col sorriso"


 "Non dirlo nemmeno per scherzo.. "
 

lo rimproverò lei alzandosi all’improvviso dalle sue gambe, tirandolo per la giacca per invitarlo ad alzarsi a sua volta, di nuovo ignoró il dolore ai muscoli, anche se ora erano perfino peggiorati, ma finché stava ferma, andava tutto bene. L'unico problema, era che doveva muoversi, prima o poi. 

 

“andiamo,colazione! fame! forza devo anche…Cazzo il rapporto!!”

 

la ragazza impallidì mentre Alucard si alzava con calma, sistemandosi la giacca sulle spalle, dandole colpetti come per mandar via della polvere immaginaria, i capelli si mossero cadendo attorno al suo volto incorniciandolo alla perfezione. Osservò divertito la ragazza con le mani tra i capelli

 

“Sono in ritardo,che ora è? che giorno è? è tardi? tardissimo? Integra mi caccerà a calci in culo a Roma. Padre Anderson mi ammazzerà  o peggio, verrò scomunicata e lasciata a morire in un angolo sotto ai ponti del vaticano con uno zaino ed un barattolo, chiedendo qualche spiccio per un paio di canzoni…oh,me tapina”

 

Alucard emise una risata cupa che fece tremare il pavimento, mentre la superava per dirigersi all’uscita, anche Sunny girò i tacchi, stava per fare un passo quando si bloccò di colpo. Di nuovo, ma stavolta con maggiore intensità, un dolore atroce le squarció I muscoli delle gambe, saettando poi alle braccia e alla schiena, come se mille baionette l’avessero colpita all’improvviso, o qualcosa di simile. Rimase immobile ed il dolore sembrò cessare, ma appena tentava di muovere un muscolo, eccolo che tornava. No, non era possibile, era di nuovo…KO??

 
“Alucard!aspetta!”
 
il vampiro si fermò guardandola in tralce, un sopracciglio alzato
 
“non riesco a muovermi,fa male tutto…credo di avere più acido lattico che muscoli..avete una carrozzina a rotelle?”
 
Alucard continuava a ridere, fece retromarcia e tornò dalla ragazza 
 

“...un monopattino elettrico?Un segway?”

 “non ho idea di cosa tu stia parlando,scema”
 
“scema io??scemo tu che non sai cosa siano!”
 

Alucard le diede le spalle, chinandosi per invitarla a salirgli sulle spalle

 

“dai, andiamo”

“...scemo..”

 

a fatica fece un paio di passi fino a gettarsi come un pesce spiaggiato sulle spalle del vampiro, che si alzò sostenendola per le gambe. Aveva ucciso lupi mannari e ghoul ed ora doveva farsi portare a far colazione a cavalluccio come la nonna di cento anni che non aveva mai avuto. La ragazza si accomodò sulle spalle del vampiro circondandogli il collo con le braccia, la tempia poggiata contro la sua. Passarono lungo i corridoi osservati dai mercenari di Bernadotte che li guardavano passare. Sembravano sorpresi di vedere un vampiro terrificante portare a cavalluccio una ragazzina coi capelli rosa. Victoria era con Pip Bernadotte un paio di corridoi dopo, quando vide Sunny in braccio ad Alucard si precipitò da loro trascinando il suo compagno per il braccio

 

“Sunny!!”

 

si avvicinò ai due e Sunny si staccò appena e con non poche difficoltà da Alucard, per abbracciare la vampira che le stampò un bacio sulla guancia felice di vederla star bene. I canoni le scintillarono da dietro le labbra carnose

 

“non ti vedo da quando sei uscita per la missione!stai bene?”

 “qualche graffio e tanto acido lattico, vi invidio, voi vampiri”
 

La vampira rise di gusto massaggiandole la schiena come per incoraggiarla. Era felice che un’altra ragazza avesse  preso posto in quella stramba famiglia, era felice di passare i pomeriggi insieme a lei, da quando era arrivata almeno aveva compagnia quando Integra le ordinava di andare a fare spesa o fare commissioni noiosissime in centro a Londra. Quella ragazza era molto particolare, a partire dalle orecchie poco umane, aveva qualcosa nel suo sangue, che per un’attimo aveva saggiato, le ricordava qualcuno, le ricordava…no,impossibile,magari era troppo inesperta per comprendere.Pip Bernadotte si limitò a sghignazzare vedendo la ragazza coi muscoli tesi come corde di violino

 

“beh, io almeno posso dire che ti capisco, ragazzina, non é facile stare al passo con queste macchine da  guerra”

 
“grazie Pip”
 

Sunny gli sorrise mentre Alucard riprese ad avviarsi verso la sala da pranzo,senza proferire parola. La ragazza riuscì a vedere finalmente un’orologio appeso alla parete e segnava. .. 

 

“le dieci??è tardissimo…Integra mi ammazzerà e mi userà come posacenere”

 

I due entrarono nella grande stanza, un tavolo di noce lungo abbastanza da ospitare due squadre di calcio era posizionato al centro, sopra di esso un grande lampadario di cristallo brillava con la luce del sole che filtrava dalle finestre e rimbalzava sui cristalli illuminando le pareti intorno come piccole stelle. La tavola era imbandita di cereali, latte,biscotti, thermos con caffè e tè, sembrava che non fosse stato allestito da molto e la ragazza si sentì sollevata. Integra era in fondo alla tavolata, capotavola come sempre, il sigaretto onnipresente tra le dita intrecciate tra di loro, i gomiti sulle gambe incrociate. I suoi occhi erano come lame quando si posarono sui due. Emise un suono nasale di disapprovazione, dalle labbra scivolò come nebbia del fumo grigio. Alle sue spalle, Walter stava in piedi, le braccia dietro la schiena, sorrise a malapena quando Sunny lo salutò con un cenno della mano, tornò quindi a guardare la finestra. La ragazza si sentì per un’attimo avvampare,qualcosa la scosse dentro, ma pensò fosse solo la stanchezza, i muscoli doloranti a fare quegli scherzi. 

 

“Sunny, bentornata,ho letto il tuo rapporto”

 
“ha letto..”
 

Dietro Integra, Walter le strizzò l’occhio

 

“certo, beh…chiedo scusa, se sono arrivata in ritardo…ho, problemi di mobilità al momento..”

 

La donna inarcó in sopracciglio, osservando il vampiro che la teneva in spalla ghignare compiaciuto

 

“il tuo cavallo sa parlare?”

 

chiese sarcastica mentre Alucard ridacchiò, facendo un leggero inchino, poi aiutò Sunny a sistemarsi su una sedia di fianco ad Integra mentre il vampiro lanciò alla donna uno sguardo divertito, l’aria falsamente teatrale

 

“solo se voi lo desiderate, mia padrona”

 

La donna schioccó la lingua sul palato con fare scocciato

 

“..mettila giù, non è una bambina, facciamo colazione, hai delle sacche di sangue in quel secchio col ghiaccio, se vuoi unirti a noi”

 

Alucard annuì con un sorriso  affilato, afferrò una sacca di sangue dal secchiello dello champagne e si sedette di fianco a Sunny, accavallò la gamba resistendo alla tentazione di mettere i piedi sulla tavola ancora imbandita di leccornie. Sunny decise di servirsi dei pancakes con sciroppo d’acero e frutti di bosco, Walter le si avvicinò cauto con una caraffa di spremuta d’arancia, che le versò nel bicchiere, sussurrando a malapena “my lady”

 

“Walter, siediti con noi”

 
Walter la guardò sobbalzando, il volto si incupì, poi la voce di Integra fece voltare tutti e tre
 
“i maggiordomi non mangiano con i propri padroni”
 
Sunny si sentì formicolare la nuca
 

“no, ma io non sono la sua padrona e vorrei far colazione con lui è con tutti voi"

 
Integra mosse la mano come per cacciare una mosca, riprendendo il sigaretto tra i denti, era probabilmente alla sua terza tazza di caffè, ma se ne versò dell’altro voltando poi la pagina del notiziario
 
“come ti compiace..”
 

Walter si sedette di fronte alla ragazza, mentre lei, con le poche capacità motorie che aveva gli allungava dei pancakes e la brocca del succo d’arancia. Il maggiordomo continuava ad osservarla in modo strano, enigmatico, sembrava preoccupato, sofferente. Cosa gli prendeva? Stava bene? Poco dopo anche Seras e Bernadotte entrarono in sala, la ragazza si limitó a sedersi vicino al mercenario, che decise anche stavolta di non lasciare prigionieri a tavola. Ma dove diamine metteva tutto quel mangiare? Sunny si scosse appena per tornare a guardare un Walter in difficoltà, seduto di fronte a lei

 
“scusami, sono tutta rotta”
 
cercò di scherzare senza muoversi troppo
 
“eih,va…tutto bene?”


“certo, my lady, grazie per la colazione..”

 
Integra si schiarì rumorosamente la gola, costringendo Sunny a prestarle attenzione, la mano tamburellò sul dorso della sigaretta scrollando la cenere, il tacco picchiettava il pavimento con un ritmo lento, come un’orologio che stava per rintoccare la mezzanotte. Gli occhi di ghiaccio della donna erano fissi sul mare negli occhi di lei. Sunny si sentì gelare il sangue, ma tentò di sostenere quello sguardo di ferro, era la classica prova che sì, uno sguardo poteva davvero uccidere. La donna sbuffò fumo come un drago appollaiato sul suo tesoro, inclinò il capo facendosi da trespolo con le nocche, sembrava quasi annoiata. Almeno non era arrabbiata, pensò sollevata Sunny, cercando di voltarsi verso di lei, cercando di non provocarsi delle fitte al collo. I suoi muscoli chiedevano pietà, il dolore era quasi insopportabile quando si muoveva, così decise di prendere una posizione e mantenerla. Alucard intanto si era poggiato con la schiena contro la sedia, le labbra avevano addentato la cannuccia della sacca di sangue e stava bevendo placidamente, come se fosse stato un succo di frutta al lampone e more. Sunny si voltò appena guardandolo con la coda dell’occhio e lui le strizzò l’occhio mostrando un canino affilato per incoraggiarla
 

“bene, hai avuto a che fare con dei mannari, sei stata fortunata ad essere sopravvissuta, te l'avevo detto che sarebbe servito Alucard”

 
“Lady Integra, quei mannari non erano creature normali, sembravano, essere state create in laboratorio, tutto quell’edificio era come se fosse stato un ex manicomio e dentro, i detenuti erano stati, trasformati in qualcos’altro…c’era un’uomo, aveva degli strani occhiali ed era sporco di sangue, era biondo, posso farle un disegno se vuole..”
 
“non lo avevi già fatto nel rapporto?”
 

Sunny deglutì, guardò Walter in tralce poi di nuovo Integra che pero' poso' di nuovo gli occhi sui fogli accanto al giornale, una rapida occhiata prima di tornare ad osservare solenne la sua servitrice,lo sguardo che poneva un chiaro interrogativo

“...uno migliore intendo”


Sunny trattenne il fiato,di nuovo la donna guardo' le scartoffie,con la mano sollevo' un foglio come per controllarlo meglio, strizzando gli occhi,prima di riposarlo e prendere tra i denti il suo sigaro

“va bene quello che hai mostrato, in ogni caso, avrai una settimana libera a partire da oggi, sembri uscita da una rissa in una bettola per la puttana migliore, sei un’agente della hellsing, non una dannata mercenari"

 
"Eih!! "
 

Bernadotte sputacchió semi di papavero della sua brioche, offeso nell'intimo.Integra lo ignoró beatamente

 
"se si lavora, si lavora come dico io, la prossima volta Alucard verrà con te e non voglio sentire storie alla soldato Jane, ok?”
 
“certo, Lady Integra, mi scusi, volevo solo…dimostrarmi degna”
 
“sei degna, lo sei sempre stata ragazzina, ma non puoi fare più di quello che il tuo corpo si concede, non sei un vampiro”
 

La cosa in un certo senso le diede conforto

 
“sì my lady”
 
Terminarono la colazione in silenzio, Sunny si voltò verso Alucard mentre con la cannuccia finiva di bere il suo succo, Bernadotte era scappato con Seras, le sue tasche stranamente gonfie, lasciava dietro di sé una scia di briciole e profumo di crema pasticcera. Sunny tornó ad osservare Alucard, immobile, avrebbe voluto appoggiarsi al tavolo ma a malapena sollevava la tazzina e la brioche
 

“sono contenta che ti sia deciso a bere sangue”

 
“non volevo spaventarti”
 
“scemo…non è così che mi spaventi”
 

Il vampiro si voltó verso di lei lentamente, facendole perdere un battito, lui se ne accorse e si compiacque

 
“invece..così?”
 

Alucard si avvicinò alla ragazza lentamente, si leccò dalle labbra una goccia di sangue che stava gocciolando dai denti, poi spalancò le fauci mostrando le zanne snudate, con uno scatto fece per mordere l’aria vicino alla gola della ragazza, che emise un gridolino sobbalzando quando la mandibola del vampiro schioccò come una trappola per orsi a pochi centimetri dalla sua pelle.

 
“Scemo dieci volte! potevi tranciarmi una treccia! ”
 

Sunny gli diede un pugno sulla spalla ma i muscoli la fecero di nuovo piegare su se stessa

 
“aih, aih aih….che palle!! Alucard lo sai che mi fa male tutto!”
 
“Walter, preparale un bagno caldo, per favore, Alucard, portala in camera, se continuate così non sarà pronta nemmeno tra due settimane. Sunny, so che vuoi fare del tuo meglio, ma davvero, non esagerare e riposa,ok?”
 

La donna si alzò dal tavolo, spense il sigaretto nel posacenere, arraffò le scartoffie che dovevano essere il suo rapporto e diede loro le spalle, probabilmente si sarebbe rintanata nello studio per osservare e ragionare sui dettagli della battaglia. Come aveva fatto Walter a scrivere il rapporto? E disegnare quel tizio poi…Magari le avevano messo addosso una cimice? con una telecamera? ed ora lui la guardava torvo perchè aveva capito che era andata là con Azrael, oh per tutti i santi del paradiso.

“sì, lady Integra, grazie.”

 
Sunny si allontanò dal tavolo, Alucard fece per prenderla in braccio, ma Walter lo precedette, prendendo la ragazza al suo posto, osservando il vampiro torvo,che invece sembrava divertito dalla situazione. 
 

“la porto io in camera,potrai andarla a trovare più tardi”

 
“come ti compiace, amico mio..
 

Alucard prese con il pollice e l’indice il viso della ragazza e le diede un bacio sulle labbra prima di sparire attraverso il quadro alle loro spalle con una risata cupa che riverberò nella stanza come qualcosa che veniva dal più basso girone infernale

 
“abbiamo tutto il tempo del mondo per stare insieme, scricciolo”
 
Sunny sospirò appoggiandosi dolorante al petto del maggiordomo, si tenne un braccio, in realtà non sapeva cosa tenersi, le faceva male ogni singola fibra del corpo, perfino le orecchie, il suo udito non era ancora del tutto perfetto, sperava solo che l’acufene sarebbe passato il prima possibile
 

“Walter, se sono troppo pesante, posso chiedere a..”

 
“non dire sciocchezze, non pesi nulla”
 

Walter la accompagnò in silenzio in camera, la portò in bagno e chiuse la porta alle spalle mentre la posava sul tappeto morbido vicino alla vasca

 

“hai i muscoli troppo intorpiditi per spogliarti da sola, lascia che ti aiuti, ok?”

 
“o..ok, posso lasciare la biancheria?”
 

un sorrisetto divertito gli mosse le rughe del viso

 

“certo”

 
Walter la aiutò a togliere l’abito, slacciare la zip fino a farla rimanere con il suo babydoll bianco. La prese in braccio per immergerla nella vasca d’acqua calda, subito la sensazione di dolore sembrò attenuarsi, i muscoli si rilassarono, sollievo, finalmente riuscì a trovare sollievo, lasciandosi andare ad un sospiro come se avesse trattenuto il respiro da quando era entrata in vasca. Sorrise mentre si immergeva nell’acqua calda alla ricerca di ulteriore calore, Walter era seduto di fianco alla vasca e le spingeva acqua calda sulle scapole , scostandole le trecce. A malincuore della ragazza, l’uomo le sciolse e le immerse nell’acqua aiutandola ad insaponarsi
 

“grazie per il rapporto di oggi”

 
“non c’è di che..”
 
“come hai fatto a sapere cosa era successo?”
 

ci fu silenzio, il maggiordomo le mise altro shampoo massaggiandole la cute, per togliere quello che era rimasto della polvere dello scontro del giorno prima, si schiarì la voce ma non disse nulla

 

“avevo addosso una cimice? mi hai seguita per tutto il tempo?”

“...volevo saperti al sicuro”

 
“Integra lo ha visto?”


“no, solo io”

 
“quindi, sai di me ed Azrael..”
 
“lo so”
 

CI fu un’altra pausa, Sunny si rannicchiò portando le ginocchia al petto, sospirando sonoramente, nascose il viso sulle ginocchia, i muscoli ancora dolevano ma l’acqua sembrava aver fatto un vero e proprio miracolo, o magari il fatto di essere tornata in camera sua l’aveva aiutata a rilassarsi, la presenza del maggiordomo. Tutto le dava pace, nonostante i pensieri in testa

 

“Sei arrabbiato? Ti prego, non è colpa di Azrael”

 
“siete stati bravi, sei stata davvero sensazionale, piccola”
 

Sunny alzò lo sguardo verso Walter

 

“hai sentito cosa mi ha detto quel pazzoide? tu ne sai qualcosa?”

 
il maggiordomo scosse il capo alzando le spalle mentre col balsamo le pettinava i capelli
 

“non ne ho idea, Azrael ha avuto a che fare con quel tipo per via di esperimenti illegali, grazie alla sua apparizione ora siamo certi di chi abbiamo contro..”

 
“sono stata una stupida, l’ho trattato malissimo, me ne sono andata pensando solo ai miei problemi. Era perfino ferito e io non me ne sono preoccupata, sono una scema, un’idiota, non riesco nemmeno a prendere il telefono, chiamarlo e chiederlgi quanto mi dispiaccia, ma forse se esco dalla sua vita, forse lui vivrebbe molto meglio”
 
“non dire sciocchezze”
 

Walter si mise di fronte a lei, tornando a sedersi sulla sedia, accavallò le gambe, chinandosi sulla vasca per non far gocciolare le mani ancora bagnate sul pavimento. Sorrise gentilmente alla ragazza

 
“andartene non è mai la soluzione per tutto, sei una tipa che combatte, o sbaglio?”
 
“io..sì, combatto, ma”
 
“fai finta che sia lui, cosa gli diresti?”
 

Sunny lo guardó scettica, ma poi si rese conto che doveva pur fare qualcosa, doveva dirgli qualcosa. Se lo meritava, lui aveva fatto così tanto e lei, non sembrava aver fatto nulla per ricambiate. Così prese un respiro profondo, come prima di tuffarsi dagli scogli, chiuse gli occhi, si concentrò come mai in vita sua ed immaginò di vedere Azrael seduto lì dove stava Walter. La presenza dell’uomo, quegli occhi in tempesta, aiutarono molto il processo immaginativo che fu quasi immediato quando lei riaprì gli occhi. Immaginò l’uomo seduto su quella sedia, con le braccia appoggiate alla vasca, il volto proteso verso di lei, quegli occhi di ghiaccio sui suoi cieli arsi dai soli. Se lo immaginó con una finta espressione severa

 
“voglio dirti, che mi dispiace, tu hai fatto tanto per me, mi hai resa felice, mi hai protetta, hai rischiato la vita per accompagnarmi in missione, per aiutarmi. Lentamente, sei diventato qualcosa di indispendabile per me. Non mi importa di sapere cosa o chi io sia davvero, non se poi tu ne dovrai pagarne le conseguenze, ti ho ferito e non lo meritavi,ti ho detto cose orribili mentre tu volevi solo proteggermi. Io non voglio perderti, ma  voglio che tu sia felice, se vuoi, se a te non va bene, se sei arrabbiato, puoi mandarmi via ed avresti ragione, avresti totalmente ragione ad allontanarmi. Quella sera che sono venuta da te, quando hai aperto la porta, volevo solo dirti una cosa”
 

Una lacrima le rigó il viso, guardó Walter ma davanti ai suoi occhi vide di nuovo Azrael che le apriva la porta. I capelli sciolti, il vestito nero che la guardava sorpreso di quella visita, ripensava a quel momento come se fosse stata in grado di tornare indietro

 
"Ti amo… io ti amo, lo giuro… e voglio sapere se stai bene, se ti fa male il braccio e se poi, vuoi mandarmi via, io me ne andró, perché sono un'egoista, forse aveva ragione Anderson, sono una lussuriosa… e merito solo.. "
 

un secchio d’acqua le si rovesciò in testa facendola gridare dalla sorpresa, Dietro alle spalle la risata di Walter

 
“scusa, avevi del sapone in testa”
 
“Walter!! stavo dicendo una cosa seria!!”
 
“beh, con un discorso del genere, immagino non avrai problemi a farti perdonare”
 
“ne sei sicuro?”


“sicurissimo, in fondo, è sangue del mio sangue, no? lo conosco da tutta la vita, ma, evita peró il pezzo dove te ne vai, quello non gli piacerebbe"

 
“giusto…ma io voglio solo che sia felice”
 
“forza, asciughiamoci i capelli, o prenderai un malanno, domani potresti uscire un pò, per rinfrescare le idee, ragionare un pò e poi magari troverai il coraggio di chiamarlo o magari vi incontrerete in centro a Londra, chi lo sa, in ogni caso, sono felice che ci sia qualcuno a guardarti le spalle oltre a me, Victoria ed Alucard”
 

Sunny sospirò annuendo mentre con l'aiuto di Walter si sedeva sullo sgabello, l'accappatoio la coprí, se lo strinse addosso per asciugarsi mentre Walter prese il phon per ascsciugarle capelli bagnati, prese una spazzola ed inizió a pettinarli con cura. Sunny si strinse nelle spalle, guardando il suo riflesso allo specchio, sospiró sfiorandosi le orecchie bianche, chiedendosi se alla fine, il fatto che continuava a ripetersi che fosse umana, fosse solo una sciocca ninna nanna per mettere a tacere la voce nella sua testa che riferiva il contrario. Non aveva poteri particolari, ma quelle orecchie… 

 

Non guardare

 

"Walter, tu stai bene? "

 
"Certo che sto bene"
 
"Promettimi, che se mai avessi bisogno di qualcosa, lo chiederai a me, ok? Pensavo fosse stato per via di Azrael ma, se stai male per qualcos'altro, dimmelo, ok? "
 
"Va bene, piccola.. Hop! "
 

Walter le fece girare lo sgabello, e come spesso soleva fare, aiutó la ragazza a rifare le trecce ai capelli. Mentre intrecciava le ciocche, Sunny lo osservava ricordando quando invece era stato Alucard a farlo, sospiró piano inclinando il capo, chiedendosi se anche ad Alucard sarebbe stato bene, che il suo cuore fosse diviso in due metà. O magari avrebbe preso le sue pistole e sarebbe andato dritto a casa di Azrael, ovviamente, qualsiasi fosse stata la risposta, avrebbe preferito evitare di finire nell'argomento, non si sa mai. Ricordava che nei libri, I vampiri avessero più mogli, magari anche Seras e Integra erano in qualche modo legate a lui, anche se Seras sembrava presa totalmente da Pip ed Integra, beh, Integra era presa dalla sua carriera e dai suoi sigari. Sunny sospiró piegando il capo mentre Walter finiva di sistemare le cose nel bagno, quando il maggiordomo la aiutó a sedersi a letto, le sistemó sul comodino, a portata di mano, ogni sua necessità, come telecomando e patatine fritte insieme ad una bibita rinfrescante. Sunny sorrise, si protese appena per abbracciare il maggiordomo

 

"Grazie…walter, ti voglio bene"

 
"Anche io ,principessa, ora riposa, ok? Ci vediamo per pranzo, ci sarà il pollo"
 
"Con puré di patate dolci? "
 
"Immancabile, non ti pare? "
 

Sunny gli schioccó un bacio sulla guancia, Walter fece lo stesso sulla sua fronte prima di allontanarsi dopo un'ultima occhiata alla stanza, per controllare che tutto fosse in ordine. Sunny attese che i passi di Walter fossero appena udibili, poi prese il telecomando ed accese la TV, mise un film e prese dalla sua borsa il cellulare, lo accese ed osservó I messaggi vuoti, sentiva un groppo in gola come se avesse ingoiato dei denti, poi prese un respiro profondo e compose un numero. Passarono diversi secondi e per un'attimo Sunny credette che nessuno le avrebbe risposto. Ad ogni beep, lo stomaco sussultava e la mente si copriva di un velo di panico dopo l'altro, forse era finita, forse aveva davvero scelto di andarsene. Beh, magari era meglio così, pensó spegnendo il telefono e lanciandolo contro il cuscino. In fondo Walter non era lui, le sue parole forse non avrebbero portato a nulla di buono, ma forse, cosí Azrael sarebbe potuto andare avanti, al sicuro, lontano da lei, che riusciva solo a farlo star male, in qualche modo ai sentiva di star combinando solo disastri. Era come smettere di fumare, ora capiva cosa si provava a sentire una voce nella testa ed il corpo che rema dalla parte opposta. Si rannicchió portando le braccia al petto, sussultando quando sentì il materasso vibrare, si voltó verso il telefono, mentre il cuore pensi tuffó nelle scarpe. La ragazza lo portó all'orecchio dopo aver premuto il pulsante verde

 

"Ehi… "

 
"Ciao raggio di sole"
 

Tutto il discorso fatto a Walter, era scomparso come quando a scuola finiva alla lavagna, dopo settimane a studiare, ore a ripetere, una volta alla lavagna, scompariva tutto e la mente diventava uno spazio di vuoto e confusione, ecco, era quella la precisa sensazione, ma non poteva stare zitta, non poteva scappare in bagno a piangere

 

"Stai… stai bene?come va il braccio? Sei.. Sei diventato un mannaro? "

 
"Sto bene e no, non ho ancora iniziato a scodinzolare"
 

Sunny non riuscì a trattenere una risatina

 
"Beh, meno male… altrimenti quando ci vedremo mi avresti rincorso e morso come un cane appena vede un gatto, sai… Le mie orecchie"
 
Che idiota
 
"Ricordo le tue orecchie… ma sí, ho voglia di morderti comunque"
 
"Scemo.. "
 

Deglutí a vuoto, il cuore sbatteva contro la cassa toracica, sentiva lo stomaco in poltiglia raffreddarle le interiora, ma doveva dire qualcosa, usare pochi giri di parole, doveva prendere coraggio e avrebbe dovuto farlo subito. Aveva combattuto mostri per anni e quella era una delle sfide più difficili per lei, ma doveva combattere, per lui. 

 
"Senti…per quella cosa che ha detto quel crucco pazzoide…a me non importa, sono stata un'egoista, avrei dovuto ascoltarti, smettere di cercare perché preferisco te al mio passato. Se tu mi chiedi di fermarmi, lo faró, qualsiasi cosa ci si parerà davanti, in ogni caso, io la abbatteró, perché io so chi sono, sono Sunny, Sunny e basta,da dove vengo non importa, ora sono qui. "
 

Prese un respiro profondo, un singulto la fece sussultare, una lacrima le rigó il viso

 
"Vorrei dirti tante cose, che in realtà potrei riassumere con due parole, ma voglio guardarti negli occhi, voglio averti davanti, voglio dirlo nel momento giusto, nel modo giusto. Domani andró al parco, se vuoi, puoi raggiungermi lí…"
 

Ci fu una pausa, Azrael soffió del fumo sul telefono

 
"Va bene.. "
  
"Azrael… Non ti ho ancora detto, che mi dispiace… per come mi sono comportata, scusami Azrael…"
 
"Scema.. Ci vediamo domani"
 

Azrael riagganció, Sunny sentí il peso nello stomaco farsi un po'di più leggero mentre si lasciava cadere con le spalle sul materasso. Ignara, che da qualche parte, qualcuno la stava osservando, qualcuno stava ghignando, qualcuno, stava per accendere un'altra miccia a Londra. Un'uomo, su un dirigibile. Nessuno sapeva ancora, che l'uomo dentro quel dirigibile, aveva appena dato il via alla sua caccia al vampiro.
 

NOTE: Chiedo scusa! (soprattutto al senpai Fenris XD) questo capitolo e' stato letteralmente uno sfogo di un fortissimo brainstorming, spero di non aver annoiato troppo e spero vi sia piaciuto, ho intenzione di andare avanti con la storia ma provero' per come posso ad allontanarmi dalla banalita' del ricalco della trama di Hellsing, nei prossimi capitoli vedrete di nuovo piu' azione che mai, promesso!  Intanto vi lascio con un meme che ho disegnato personalmente sulle tracce di un meme che gira per l'internet ed e' gia' stato editato diverse volte da altri e per chi e' interessato alla storia, ecco il link del meme! https://knowyourmeme.com/memes/dude-chill-thats-your-girlfriend


dude

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Capitolo 12
*** Marte Marte Marte ***


Quando Sunny si sveglió, sentí una strana atmosfera pesarle fastidiosamente addosso,come se l'aria fosse ovattata, troppo leggera, perfino da respirare. Era freddo e non le sembrava più di avere addosso le coperte. Quando aprì gli occhi, una luce accecante la costrinse a schermarsi il volto con la mano per non essere accecata,lentamente sibrese conto di non essere più in camera sua. Tutto sembrava vuoto, non era in camera sua, sotto di lei c'era qualcosa di morbido che le fece pensare, se fosse stato umanamente possibile, di stare tra le nuvole. Si mise a sedere confusa, guardandosi attorno con fare circospetto, gli occhi stretti in fessure mentre tentava di mettere a fuoco una strana figura. Era ad un centinaio di metri da lei, ma lentamente, dalla foschia che lo rendeva uno strano piccolo puntino nero, le si stava avvicinando. Sentiva tutto il corpo intorpidito, cercó di muoversi,ma era tutto troppo soffice e le sembrava di affondare ogni volta che si spingeva indietro coi piedi. Nel frattempo, quella cosa si era ulteriormente avvicinata, mettendola a fuoco,credette di vedere un ometto piccolo e smunto, con degli occhialini minuscoli poggiati sul naso, la pelle rinsecchita come una lucertola lasciata troppo al sole. Aveva i capelli neri ed unticci, acconciati con un riporto a coprire una spietata calvizie, i suoi tratti erano appuntiti e fastidiosi. L'ometto sorrise con le manine giunte, indossava un abito da becchino ed  aveva un'aria servile. La ragazza notò nel suomodo di  fare,  una gentilezza strisciante che non prometteva nulla di buono. QUando aprì le braccia, sorrise alla ragazza in modo inquieante ed aprì la bocca per parlare

 

"Ciao Sun.. "

 

Sfortunatamente per lui, Sunny non sembró incline ad iniziare un discorso, di conseguenza, non gli donó il piacere di terminare la frase che stava iniziando. Lo sventurato, si trovò in faccia lo stivale della ragazza, che per istinto, gridó colpendolo in pieno  volto, poi, non contenta, gli assestó un calcio selvaggio nello stomaco facendolo cadere culo a terra. Mentre il malcapitato tossiva sputando bava e muco, si voltó verso di lei con gli occhi colmi di lacrime per il dolore del colpo e per i conati provocati da quest'ultimo. Sunny indietreggió trascinandosi con i gomiti come un granchio senza chele, lo sguardo fisso su di lui, allarmata ed irritata. 

 

"Su-Sunny, ti p-prego"

 

"Non ti avvicinare schifoso pervertito!!! Dove mi hai portata??"

 

"Sono lo-lo spirito della tua arma! Elegy for the end! "

 

Ma Sunny non lo ascoltava, si voltó di colpo,puntando i piedi per prendere familiarità coll terreno, i muscoli stavolta non la tradirono e con una spinta di tacco, si mise in piedi con uno scatto degno di un podista. La ragazza prese la direzione opposta all'ometto, ignorando cosa aveva appena detto. Intorno a lei era tutto bianco, pieno di strane nuvole e palazzi che sembravano disegnati a matita leggera, era a Londra, al centro della città, eppure sapeva di non essere davvero lí. Sembrava lo schizzo a matita della vera Londra e lei era finita, inspiegabilmente,su quel foglio. Si fermò al centro di una piazza, guardandosi attorno, ma c'era solo lei. Alcune panchine erano disegnate a matita e colorate con pastelli, gli alberi si muovevano come in una vecchia pellicola disegnata con colori a cera. Non c'era nessuno, nemmeno un piccione che volava in cielo o una singola formica a terra. Nessuno, solo lei e quel coso che volava a mezz'aria

 

"Cazzo…Ma che posto è questo?! Walter?!! Alucard?!!"

 

Li chiamó a gran voce sperando di essere ascoltata in qualche modo, ma di nuovo, l'unica presenza che sentì alle spalle era quella dell'ometto che ora le svolazzava alle spalle, il voltó bagnato di sudori freddi. Si batté un pugno al petto come per cacciar via un boccone andato di traverso, tossí un paio di volte sputacchiando a pochi metri da lei, che istintivamente si ritrasse inorridita, quando vide un serpente uscirgli fuori dalla bocca, era la sua…fottuta lingua? 

 

"Ascoltami ragazzina!! " 

 

Tuonó lo spirito dell'arma puntandole contro il dito, cosa che non le piacque affatto. La ragazza si incupì mentre qualcosa di oscuro, nero come la pece le si mosse nelle vene al pensiero di stare lontana da casa sua. da quelli che amava

 

"Un pericolo è in agguato! "

 

" Al momento l'unico pericolo che vedo sei tu"

 

Asserí frugando in giro in mezzo alle nuvole, fino a trovare finalmente un'arma a terra, in mezzo ai detriti. Si alzó di scatto puntandogli addosso un pezzo di ferro appuntito,sempre disegnato a matita. L'omino sobbalzó,sorpreso e spaventato, in realtà non sembrava pericoloso. A dire il vero la ragazza non aveva sentito nulla della sua presentatazione,troppo impegnata a colpirlo nello stomaco, quindi ancora non aveva idea di chi o cosa fosse quello strano essere, che ora, spaventato dalla ragazza, aveva preso a svolazzare indietreggiando. Sembrava comunque intenzionato a restare, sembrava voler comunicare pacificamente, ma Sunny non voleva berla e continuava a rendere i muscoli, le orecchie basse, in una posizione di guardia. La sua ombra si mosse sotto ai suoi piedi,densa e più scura del normale

 

"Sono lo spirito della tua arma! Elegy for the end! "

 

Sunny inarcó un sopracciglio,scettica in volto

 

"La mia.. Arma? "

 

"Esatto"

 

"Stronzate"

 

L'ometto sussultó indignato, ma cercó di non pensarci, aveva una missione ed un messaggio importante da riferirle, era già tardi e non poteva perdere un solo istante. Fece una giravolta, ancora più sudato di prima, le mani messe quasi a farsi da scudo, tremante come un topo all'angolo. Sobbalzó quando la ragazza fece un passo avanti, minacciosa

 

"Cosa vuoi da me?"

 

"Devi stare attenta, ragazzina! Sta arrivando il nemico! Devi seguire il vampiro, ovunque lui vada! Il lupo…sta per diventare la preda! Le aquile dell'apocalisse hanno aperto le ali, stanno arrivando,in molti vogliono la sua testa"

 

Sunny deglutí,cercò di placare la rabbia, ma l'idea di Alucard sotto la mannaia di molta gente la mandava in bestia. Lui, che lav orava coi buoni, che ammazzava vampiri per conto della corona, che serviva Londra obbediente e mansueto quando gli sarebbe bastato togliersi i guanti per divorare l'intera città. Quella creatura era già abbastanza tormentata, si era costruito una croce con le sue mani e ne portava il peso,un peso che voleva togliergli di dosso. 

 

"Senti,amico, se hai tanta fretta di dirmi cosa sta succedendo, puoi gentilmente.. "

 

Scattó in avanti, alzó le braccia, afferrando lo spirito della sua arma per la collottola per farlo scendere dalla mezzaria. Tutto quello svolazzare,era irritante. Ringhió scuotendolo con vigore,sembrava un palloncino shonfio. Sunny era rossa in viso per la rabbia, l'ultima cosa che voleva fare era perdere tempo

 

"Dirmi solo cosa cazzo sta succedendo?!! Tutta questa storia è un fottuto incubo!! "

 

"Proteggi Alucard, proteggilo dal Dio della morte"

 

La ragazza si scosse sconcertata dalle parole dello spirito, chi diavolo era? Come poteva dire una cosa del genere? In che diamine di sogno si era trovata? Cosa voleva quell'ometto da lei? Cosa 'bisso voleva dire quel tipo?

 

"Il Dio della morte?? Ma sei pazzo?? Chi 'bisso sarebbe ora? Rispondi, omuncolo!"

 

L'omino ridacchió ma Sunny lo scaglió a terra con forza puntellandogli la schiena con il ginocchio, Immobilizzandolo a terra, era stanca di sentir parlare per enigmi, se qualcuno era in pericolo, di certo non avrebbe giocato stare lí a risolvere rompicapi. Odiava gli indovinelli, soprattutto se questi la mettevano alle strette, aveva nominato Alucard, non aveva idea di chi fosse il Dio della morte, ma se Alucard era in pericolo, di certo sarebbe dovuta subito tornare da lui, o almeno, informarsi concretamente su cosa stava accadendo. L'omino si dibatteva sotto di lei come un pesce appena preso all'amo, gridando spaventato mentre la ragazza continuava a tenerlo fermo, tenendolo saldamente per la nuca con la mano libera

 

"Dimmi chi è questo Dio della morte"

 

Ringhió con la lama tra le mani, I muscoli tesi e le dita che formicolavano,rimase ferma mentre l'omino sghignazzó guardandola in tralice

 

"...tu, hai portato nel tuo letto il Dio della morte, non fingere di essere cieca"

 

La ragazza sussultó come se le fossero Stati strappati i polmoni. Sentí lo stomaco ribaltarsi, il sangue si fece acido ribollendo di pura rabbia cieca. Si scosse come se avesse preso una mazza in pieno volto, poi nelle viscere, il cuore batteva al ritmo del panico. 

 

"Figlio di.. "

 

Fu un'attimo che duró un'eternità, col cuore grondante di inchiostro che le rimbalzava nel petto, Sunny trattenne il respiro e... taglió. Era certa di aver premuto la lama contro la sua pelle, aprendo la gola dell'ometto, aveva sentito  il coltello che penetrava fino all'osso. Ma prima di poter sentire l'odore del sangue, il liquido denso colarle sulle mani, lei si era svegliata nella sua camera, il respiro corto,l'aria sconvolta. Si guardó le mani come per essere certa di non avere addosso del sangue, ma non c'era nulla. Sunny si sciolse in un sospiro, era solo un sogno. Chi mai potrebbe minacciare Alucard? O meglio, costituire un'effettivo pericolo per lui.  E poi Azrael,un Dio della morte? No, era impossibile, era assurdo e fuori da ogni logica ,come lo era anche il poter solo pensare di uccidere quel vampiro,Azrael le aveva parlato di Alucard, sapeva cosa pensava. Scese dal letto, andò in bagno,immerse la faccia nel lavandino pieno di acqua gelata finché non le bruciarono i polmoni. Riemerse tossendo, imprecó è si sistemó per andare a fare colazione. Intrecció i capelli come suo solito, legandoli con del nastro ceruleo. Indossó un'abito bianco di pizzo con dettagli dello stesso colore del nastro. Quello era il  suo giorno libero e la divisa da combattimento voleva accantonarla per quel che poteva ,voleva vestirsi come più preferiva,almeno quel giorno. Mise un paio di ballerine e scese le scale in punta di piedi, attenta a non fare troppi movimenti bruschi, i muscoli ancora le dolevano,ma sembrava andar meglio. Quando raggiunse la sala da pranzo, la ragazza esitò ad aprire la maniglia, delle voci poco familiari echeggiavano nella sala, sembrava una voce registrata, una voce nasale, stridente come unghie sulla lavagna. Sentì la risata di Alucard da dietro la porta, cosí, rassicurata dalla sua voce,densa come fumo, decise di farsi coraggio ed aprì la porta entrando nella stanza.  Alucard era proprio di fianco alla porta, dal lato opposto Walter, la ragazza si affiancó istintivamente al vampiro, vedendo in fondo alla sala l'intero Consiglio assistere alla proiezione di un video registrato. Al centro della sala, un ragazzino dai capelli biondi e strane orecchie aveva un proiettore ed un dispositivo digitale puntato verso Integra

 

"Orecchie da gatto.. "

 

Stava per fare un passo avanti, ma Alucard la prese per un braccio, la tiró al suo fianco,coprendola con la sua giacca, prima che quel ragazzo si voltasse per notarla, per un'attimo drizzó le orecchie ed assottiglió lo sguardo annusando l'aria,ma scontrandosi con gli occhi del vampiro preferì guardare altrove. Quel ragazzino indossava una divisa che lo faceva sembrare un piccolo scout con una fascia nazista al braccio, aveva gli occhi di un viola innaturale ed un paio di orecchie nere simili alle sue, ma al contrario di Sunny, le portava più in alto, come un vero gatto. Sul tavolo, il proiettore acceso, mostrava sul muro bianco sul fondo della sala, la figura di un uomo grassoccio, con una divisa bianca che sembrava quasi sul punto di esplodere, occhiali da vista argentati stile anni sessanta e capelli biondi pettinati da un solo lato. L'uomo ghignava, dietro di lui, Sunny intravide il dottore e lo stomaco le cadde negli stivali, si strinse al braccio di Alucard mordendosi il labbro inferiore, cercando di sbirciare dallo scorcio della sua giacca. Probabilmente era già a metà discorso è si era persa il nome di ququell'uo tanto bizzarro quanto minaccioso. Nonostante l'aspetto quasi buffo,infatti, sentiva un groppo in gola, una smania, che non prometteva nulla di buono. Quell'uomo aleggiava su di loro come nubi di uragano, un orrendo presagio. 

 

"Cosa vorresti ottenere? "

 

Integra era calma, sedeva sulla sedia a gambe accavallate, il sigaro nelle mani congiunte, gli occhi taglienti come lame non si smuovevano dagli occhi dell'uomo che li stava minacciando. La donna poteva osservarlo direttamente dallo schermo di un tablet,posato accanto al proiettore collegato ad esso. 

 

"Deve esserci per forza uno scopo? No, Dio non ha mai avuto uno scopo è così non c'è l'ho nemmeno io, amo la casualità, amo il sangue e la guerra che il vostro Dio ha creato per noi mortali su questo pianeta. Voglio la cerneficina, la distruzione, voglio prendere la testa del tuo vampiro, mio antico nemico ed appenderla ad una picca. Sono volpe, sono Leone, sono sicuro che non avrete mai affrontato un'avversario del mio calibro, quindi siate grati, a me e alla guerra che sto per donarvi"

 

Il suo sguardo si posó su Alucard, sorrise mostrando i denti bianchi, un sorriso sproporzionato, inquietante, Sunny dovette tirarsi indietro contro il petto del vampiro, le mani a coprire le labbra per paura di fare rumore, poi qualcosa nel suo sangue vibró, Sentí una fitta alle tempie e qualcuno parló, qualcuno che aveva la sua voce, solamente più stanca e rauca,la sua ombra tremò,nelle sue vene qualcosa sussultò e si oppose alla sua codardia,qualcosa di familiare, qualcuno di familiare.

 

Vigliacca,hai intenzione di stare sotto la gonnella di Alucard per sempre? 

 

"Mio caro vampiro, spero ti sia piaciuto il mio dono… come diceva quella poesia? Ah, si. Confortato dal pianto, è forse il sonno della morte men duro?"

Sorrise, Alucard rimase in silenzio a fissarlo, la sua mano strinse piu' forte il braccio della ragazza, stringendola a se' , lui lo notó e rise divertito, tutto sembrava andare secondo i suoi piani, era calmo, metodico e pericolosamente folle.



"Preparatevi, voi tutti,anche voi e il vostro Dio,preparatevi e chiedetevi…chi è il malato di mente qui? Io? O colui che mi ha creato? "

 

Continua a fare la cagasotto e perderai tutto, continua a fare la principessa in pericolo e perderai tutto

 

Sunny notó solo in quel momento, quando l'uomo rivolse lo sguardo verso un'angolo della stanza, che lì erano presenti anche Maxwell, Anderson ed i loro due sottoposti preferiti. La combriccola  le fece gelare il sangue più di quanto l'avesse fatto il loro nuovo nemico.la goccia che fece traboccare il vaso. Sentiva il cuore pulsare nelle tempie, un sapore di bile invaderle la bocca, le gambe tremavano come gelatina mentre all'improvviso, Integra gridó ad Alucard di sparare. L'ordine venne eseguito in un'istante, con la mano che non la reggeva, Alucard sparó in testa al ragazzo gatto,facendogli esplodere la scatola cranica, il suo cervello si versó sul tavolo, mentre il tablet che stava lí sopra, venne distrutto da un calcio di Integra, che non sembró aver voglia di chiudere cordialmente la discussione. Quando finalmente furono di nuovo soli, Alucard lasció uscire Sunny dal mantello, peccato che la ragazza, fosse rimasta aggrappata a lui come un gatto su un palo della luce. Le mani artigliavano la giacca, il suo sguardo sul gruppo del vaticano, i muscoli erano più tesi del giorno prima, Anderson fece un passo avanti, venne invece ignorata da Maxwell che intanto si era seduto a tavola col resto del Consiglio per discutere della battaglia imminente. Walter si affiancó ad Alucard in silenzio, non stava sorridendo per niente, con la coda dell'occhio continuava ad osservare Sunny. Dall'altra parte della sala, una figura emerse dalle ombre, una preghiera si levò nella sala.  Anderson si avvicinó a loro, le baionette in mano, Alucard strinse la pistola e Walter teneva le mani dietro la schiena, guardandoli calmo. La tensione rendeva l'aria elettrica, ma nessuno sembrava voler sfoderare le proprie armi. 

 

Svegliati, ragazzina, smettila di fare la principessa in pericolo

 

"A quanto pare un nemico si è messo in mezzo alla nostra battaglia"


Asserí Anderson facendo stridere le lame sul pavimento, scintille dorate illuminavano la sala con note argentate che risuonavano sui muri. Il prete incroció a mó di croce le sue baionette, I suoi occhiali ed i suoi denti che splendevano nel buio con fare innaturale, dietro di lei, il vampiro sembró di nuovo unirsi alle tenebre, occhi rossi scintillarono nell'oscurità, snudó denti affilati con un ringhio, un ringhio che di solito iniziava dalla gola di uno per finire su quella di un'altro. Non avanzó solo perché Sunny era letteralmente incollata a lui, I capelli elettrici, gli occhi spalancati, nauseata fino all'osso. 

 

"Dovremmo risolvere questo intoppo allora, non ti pare? "

 

"Per una volta mi trovo d'accordo"

 

Sunny si sentí sollevata quando il prete abbassó le armi e allo stesso modo, il vampiro e Walter sembrarono rilassare i muscoli,prima tesi come le corde della sua arpa. Ma lei riusciva a vederlo, quella stanza, tutta quella gente, erano come un barile di esplosivo avvolto da stracci bagnati di olio che aspettava solo la giusta scintilla per esplodere. L'aria intorno a loro aveva l'odore della morte, del massacro, lei ne venne quasi sopraffatta. Stringeva il braccio del vampiro così forte che le tremavano le mani. I due uomini si ergevano uno di fronte all'altro, alti come montagne e mortali come due eserciti, due nemici che trovavano la pace solamente nella guerra. 

 

"Hai fatto cose orribili alla mia amata, sai che la pagherai in ogni caso, tu… e quelle tue seguaci"

 

Sunny si scosse richiamandolo, ma lui non la ascoltò, non si voltò, come un gatto col topo continuava a fissare Anderson con un ghigno sinistro. Il prete sembrava fare lo stesso, ignorando la ragazza in mezzo a loro. Alucard tese i muscoli, le ombre si contorsero, di un nero innaturale, come dita artigliate che si avvicinavano silenziose come sussurri ad Anderson. Un'ammonimento, il vampiro era pronto a scattare se solo avesse provato ad avvicinarsi a lei. 

 

"Non vedo l'ora di tagliarti la testa, vampiro e poi prenderò la vita di questa eretica"

Il vampiro ringhiò sommessamente

 

"Non vedo l'ora di vederti provare"

Anderson snudò i denti, si scrocchiò il collo con uno schiocco secco

"Ma prima"

 

"Ma prima.. "

echeggiò Alucard

"Abbiamo un nazista da ammazzare"

 

---

 

All'improvviso, nel mezzo della tensione,un telefono squilló, Integra afferró la cornetta e rimase in silenzio ad ascoltare, il suo volto rimase immutato, il sigaretto le si consumava tra le labbra, lasciando cadere cenere grigiastra sul tavolino in noce. La mano tamburellava al ritmo del panico che addensava la sala. Annuí impercettibilmente

 

"Vi invieremo subito aiuto, manderemo i nostri uomini migliori, maestà"

 

Integra si voltó verso i propri colleghi a tavolo, osservó i capi di Stato, poi Maxwell e sorrise prendendo il sigaro tra le dita guantate, espiró fumo denso prima di spegnerlo sul posacenere schioccando la lingua contro il palato, le dita intrecciate sul tavolo,pronta a parlare. Attorno a lei, tutti i presenti la osservavano in attesa di una risposta, il sudore che colava dalla fronte,trattenevano il respiro, mentre si sporgevano dalla sedia per captare ogni minimo rumore, ogni sussurro che avrebbe pronunciato Lady Helsing, ora, portavoce delle parole della regina in persona. Maxwell si mosse sulla sedia affilando lo sguardo, le braccia incrociate al petto, sembrava infastidito, ma decise di rimanere in silenzio

 

"Sua maestà ha richiesto soccorso a buckingham palace, sono stati attaccati dal nostro nemico e stanno chiedendo l'intervento della HELLSING, la regina è stata messa in salvo, non sappiamo cosa ci aspetta, ma dobbiamo andare.La polizia ci ha traditi, molti di loro si sono rivoltati contro le guardie a palazzo, stanno aiutando i fottuti ghoul,guidati da un vampiro ancora ignoto"

 

Strinse le mani sul tavolo giungendo i pollici, osservando il gruppo che la circondava. Tornó a guardare Maxwell con aria trova, si accese di nuovo un sigaro, spingendosi sulla sedia,la gamba di nuovo accavallata, il piede tamburellava nell'aria. Maxwell la osservava, poi decise di rompere il silenzio schioccando le dita, si appoggiò con la schiena alla sedia con aria soddisfatta, si fece scrocchiare le dita ridacchiando pieno di sé, la sua figura, aveva sempre ricordato a Sunny quella di una volpe bianca, furba ed assetata di potere. 

 

"Beh dato che siamo qui, potremmo dare sfoggio delle capacità dei nostri soldati, inviando i miei uomini con i vostri, la divisione iscariota con i vostri mostri e mercenari."

 

Poi per un'istante si illuminó, intrecciando ledita sulle ginocchia, un sorriso da volpe gli distorceva I lineamenti in modo inquietante. Gli occhi scintillarono, era un'uomo affascinante in modo sinistro. Affetto da albinismo, la pelle come latte, gli occhi del colore del sangue che gli scorreva dietro

 

"Facciamo così, visto che siamo in ballo, balliamo. Che ne dite se facciamo una scommessa? Visto che vi siete presi la nostra gattina, vi propongo questa sfida. Non trovo equo, il fatto che ci abbiate lasciato con un'elemento in meno nel nostro ovile. Se la ragazzina, riuscirà, ad ammazzare il capo vampiro, senza l'aiuto di Alucard, potrà restare con voi, altrimenti, tornerà a servire il Vaticano"

 

Integra si scosse,lasció cadere il sigaro sul tavolo, guardandolo con occhi sgranati, sbattè entrambe le mani alzandosi in piedi infuriata, le iridi ridotte a due spilli, una vena le pulsava lungo il collo. 

 

"Siamo in pieno attacco nemico e voi pensate a fare scommesse??! "

 

Maxwell non sembró spostarsi dal suo pensiero, rimase fermo ad osservare la donna perdere le staffe di fronte a lui, ridacchió sotto i baffi mentre Anderson alle loro spalle si sistemava gli occhiali con un ghigno di puro piacere. Alucard invece, non sorrideva affatto. Sunny sentí il cuore martellarle nel petto, guardó i due al tavolo battibeccare. Quel pazzo stava scommettendo sul suo futuro, giocando  sulla sua vita come un cavallo da corsa  e come tale, sarebbe stata abbattuta se si fosse azzoppata, perdendo. Sunny si strinse le mani per farle smettere di tremare, pensò ad Azrael, non sarebbe riuscita ad andare al parco quel giorno, pensò al fatto che forse sarebbe morta prima di vederlo, pensava a molte cose e tutte, ruotavano intorno a lui. Una rabbia selvaggia si fece strada nella sua mente. La ragazza prese un respiro profondo e bevve a grandi sorsi la sua paura. 

 

Dammi ascolto

 

                           e

 

                                                Non guardare

 

Sunny sembró annuire a se stessa.Decise con non poca fatica di indurire il cuore, lasciando colare l'inchiostro nero sul rosso,consapevole che alla fine, l'unica persona che l'avrebbe salvata da tutta quella merda, sarebbe stata lei. Avanzó lentamente, sentendo la presa di Alucard allenarsi, gli diede un'occhiata in tralice, senza proferire parola, avanzó silenziosa come sussurri fino al tavolo dove stavano discutendo Integra e Maxwell. Alzó le mani, battendole poi con forza sul tavolo, spingendo entrambi a sobbalzare, I suoi occhi di cobalto si mossero verso Maxwell, senza esitazione, la ragazza si fece coraggio, ingoió la paura che le masticava lo stomaco e la sputó sul tavolo, sorrise sorniona di fronte all'uomo che per anni l'aveva trattata come un rifiutò mentre l'odio prese il posto che aveva sempre desiderato avere nel suo cuore. 

 

"Io ho intenzione di restare qui, ti porteró la testa mozzata di quel vampiro prima che tu possa dire la preghiera della buona notte a nostro signore… Oppure moriró in battaglia provando. Non torneró a Roma con voi cazzoni"

 

No, piuttosto si sarebbe tagliata i polsi e lo avrebbe affogato nel suo sangue. Si sarebbe staccata un'osso della gamba,lo avrebbe spezzato in modo irregolare e lo avrebbe pugnalato con quello. Il sangue le pulsava nelle orecchie mentre Maxwell la fissava con qualcosa di simile a pietà. Le donó un sorriso che non raggiunse gli occhi, mentre Sunny teneva i pugni stretti, le unghie conficcate nella carne, le labbra serrate. Maxwell si lasciò andare in una risata gorgogliante, quasi si strozzó, mentre continuava ad osservare la ragazza con le orecchie da gatto bianche, l'odio traboccava dai suoi occhi come veleno da una Coppa d'argento. 

 

"Molto bene allora, non vedo l'ora di vederti sul campo di battaglia, ma ricorda, I tuoi poteri, sono merito nostro, ricorda, cosa accadde quel giorno, ti abbiamo fatto un dono"

 

"Fottiti Maxwell, mi avete dato una maledizione. Oggi,non useró i miei poteri, oggi faró cantare l'acciaio.."

 

La ragazza osservó di nuovo il vescovo ammutolire, sorrise appena schioccando la lingua sul palato e si allontanó dal tavolo.Integra si acciglió, ingoiando domande, mentre Alucard invitó di nuovo la ragazza a raggiungerlo.Ma Sunny devió per un'istante verso Anderson, fermandosi di fronte a lui, ferma come acciaio, affilata come lame, gli occhi come cieli limpidi arsero di fronte a quelli del prete che continuava a sorridere, le baionette sacre in mano. Si chiese perché, la vista di quelle baionette le bruciava gli occhi,come se avesse puntato nelle iridi,pura ed accecante luce solare. Sunny si mosse, rapida come una vipera col topo, si protese verso una delle guardie sfilando dal fodero della cintura un pugnale seghettato, fece una protetta come se stesse ballando e tornó da Anderson, premendo la lama contro il petto dell'uomo, sul crocifisso argentato che portava al collo. Yumie ed Heinkel avevano già puntato una pistola sulla sua testa ed una lama alla sua gola, ma Sunny rimase immobile. Alucard era alle sue spalle, le pistole puntate sulle due donne, dei fili azzurri brillarono attorno a loro. Quando si mossero, sentirono quei fili avvolgerle, graffiarle, le due si resero conto che muovendosi di un solo centimetro, avrebbero rischiato di finire in pezzi per colpa di quei fili e con la testa spappolata dalle pallottole del vampiro. L'aria era carica di tensione, ma Sunny ingoió di nuovo la sua paura, attingendo come un'assetata alla pozza di odio che bolliva nel suo cuore, il colore rosso di furia cieca si sovrappose alla sua paura attanagliando il suo cuore, facendole rendere i muscoli

 

"Io non saró mai più una Iscariota, Usali tu i tuoi fottuti trenta danari,fottiti qualche puttana donandogli la tua verginità del cazzo e poi impiccati con la tua corda di paglia di merda, prete,o avvelenati come il verme che sei se preferisci. Ma sappi che quando cadrai nel più basso girone dell'inferno, e cercherai i tuoi fottuti demoni da uccidere, ti basterà guardarti allo specchio"

 

Sunny sputó a terra, fece roteare la lama poggiandosela sul polso ed indietreggió,quando le due donne abbassarono le armi. Contemporaneamente i due uomini accanto alla ragazza fecero un passo indietro, lei al centro di loro. Sul volto di Anderson si dipinse un'espressione di rabbia, serró i denti e strinse le sue baionette, nei suoi occhi tuonó un'ira quasi divina, ma a Sunny non importava nulla, non aveva paura di Dio, sapeva benissimo che a lui, non importava un cazzo di tutto quel teatrino. Tutto quello che aveva, tutto quello per cui combatteva, respirava al suo fianco (metaforicamente, Alucard non respirava da diverse centinaia di anni) .Lui era vero, concreto, seppure assurdo per il solo fatto che fosse una creatura di oltre Cinquecento anni, lui, era l'unica cosa più vicina a Dio che avrebbe mai potuto amare. La ragazza si voltó lentamente andando in mezzo a Walter ed Alucard, tornando a sfidare lo sguardo di Anderson con la coda dell'occhio

 

"Ci vediamo sul campo di battaglia, ti avverto,prete.Se leverai la lama contro il mio compagno, giuro sul tuo Dio e sui suoi fottuti figli che verserai sangue e piscio sui pavimenti della regina,stanotte, sotto la mia lama"

 

Anderson si acciglió, ringhiando cupo, la sua voce era bassa, rauca e pericolosa

 

"Un tempo mi chiamavi padre"

 

Sunny diede un'occhiata al suo compagno, poi a Walter, si soffermó su di lui è le scappó una risatina gutturale

 

"Padre…"

 

Sputó la parola come se fosse stato veleno

 

"È un'altro nome di Dio agli occhi di una bambina, il mio è stato un'errore, che non ripeterò più, ora che so  cosa significa davvero,cosa significhi avere un padre. E tu, non sei mio padre,non lo sei mai stato"

 

Andersen rise di gusto, accolse la sfida con un cenno, le mani tremavano tanto stringevano quelle baionette, Alucard mostró il suo sorriso migliore, ebbro delle parole della donna che aveva al suo fianco, della forza che era riuscita a mostrare nonostante il giorno prima si fosse presentata da lui, in lacrime, mentre si accasciava in pezzi tra le sue braccia. La sua amata, era angelo ed era carneficina. Era vetro ed era ferro. L'unica donna che gli faceva quasi ricordare cosa si provava ad avere un cuore che sussultava ed impazziva nella cassa toracica.  Anche col vetro, se usato nel modo giusto, si potevano tagliare delle gole ed era quello che la ragazzina aveva fatto, la paura del vampiro si tramutó in eccitazione, quando si immaginó di vedere la sua donna combattere sul campo di battaglia, ora che la rabbia la stava divorando come un serpente col passero,ora che i suoi occhi come cieli terzi, bramavano morte come i suoi. 

 

"Amen"

 

Sunny gli mostrò il dito medio, voltandosi per uscire dalla sala, scivolò come un'ombra al fianco del vampiro, qualcosa di oscuro si agitava in lei, il suo sangue le pizzicava in maniera piacevole. Aveva ancora il pugnale in mano, lo girava tra le dita guardando dritta mentre Walter li seguiva, lo sguardo cupo fisso sulla ragazza che invece sfioró la mano di Alucard pizzicandogli il guanto come per attirare la sua attenzione, un sorriso tagliente sulle labbra, le orecchie basse, sentiva il sangue scorrerle nelle vene come catrame. Le sussurrava all'orecchio, le ricordava chi era, chi doveva diventare per poter ottenere quello che voleva, per stare nella magione HELLSING, stare sul trono sopra ad Alucard, baciarlo, amarlo, prendere il té con Walter e poi piangere e ridere e gridare nel letto, tra le braccia di Azrael. Sunny prese per mano il vampiro, la mano della ragazza tremó forte quando lui glie la strinse come per fermarla, guardó cupo la ragazza, ma lei gli sorrise,la sua voce un sussurro stanco

 

"Andiamo, amore"

 

"Sí,mia signora.. "

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Capitolo 13
*** La Martire ***


Roma, dieci anni prima

 

"Lasciatemi in pace!! "

 

Sunny era a terra, le ginocchia sbucciate, le lacrime agli occhi. Il resto del corpo  coperto di cerotti come un vecchio pallone da calcio,gli occhi arrossati ed i capelli di un bizzarro rosa arruffati che prendevano polvere da terra. Era cresciuta, o forse è meglio specificare, sopravvissuta. Aveva quindici anni e non ricordava un singolo momento diverso da quello che stava vivendo nella sua squallida quotidianità. 

Yumie e Heinkel incombevano su di lei come nubi cariche di pioggia, una con una spada di legno da allenamento, l'altra andava direttamente al sodo con calci e pugni. Sunny si rialzó sputando nella polvere, tenendosi con una mano una costola incrinata, sentiva una fitta atroce ad ogni respiro, ma si costrinse a tener loro testa. Heinkel si fece avanti spavalda, le braccia incrociate davanti al petto tenuto stretto dalla giacca, aveva sempre avuto un'aspetto  androgino è la cosa sembrava piacerle

 

"Sei una peccatrice, uno scherzo della natura, padre Anderson è fiero di noi, quando ci esercitiamo con te"  

 

La ragazza ansimó barcollando verso di loro, sentiva il sangue pizzicare, lo stomaco le doleva, il cuore rimbalzava come impazzito nella sua gola, sfidó le due guardandole con occhi carichi di elettricità, asciugando la bava dalla bocca dovuta ai conati, mentre qualcosa di oscuro si agitava dentro di lei, come svegliato da quegli scossoni. Alla luce del sole, aveva imparato ad incassare, alla luce della notte, stava imparando a contrattaccare.

"Dammi una di quelle"

 

Yumie osservó la sua spada di legno, soppeso' la domanda,poi rise.  La sua voce grondava di quel sarcasmo tipico infantile, da bulla della classe

 

"Contaci…peccatrice"

 

Si piegó su se stessa, come per scattare, pronta ad attaccarla di nuovo,ma Heinkel le si avvicinò facendo segno alla compagna di fermarsi, aspettare. Notó la figura di Anderson ferma dietro al cancello, alle spalle di Sunny.Pensó, che sicuramente,battersi e farle il culo ad armi pari, sarebbe stato per Anderson un ulteriore motivo per lodarle, per permettere loro di andare con lui in missione. Fece un cenno a Yumie, che la guardó incuriosita, entrambe si scambiarono un ghigno pieno di eccitazione, la pelle di Sunny si accapponó. Era messa male,era ferita e stanca, come poteva pensare di competere con quelle due? In quel momento , le tre ragazze sembravano d'accordo sulla stessa cosa: era fottuta. 

 

"Vediamo come se la cava.."

 

si diresse verso la scatola dei "giochi" E prese due spadine corte in legno, quelle che usavano per i bambini più piccoli. La guardó beffarda mentre glie le lanciava a terra. In quel momento,Sunny fece quello che i giocatori di poker facevano quando avevano la mano più schifosa della partita e la verginità della loro figlia era stata messa sul tavolo, su un bigliettino insieme alle fiches. Si chinó con fatica, I muscoli le dolevano ed I lividi cominciavano ad affiorare. Strinse le spade prendendo un respiro profondo come prima di un tuffo. Sputó sangue sulla sabbia,disse addio ad un molare che rimbalzava lontano, mulinó le finte lame e si piegó in un malizioso inchino, come per accogliere le ragazze a danzare con lei. 

 

"Balliamo,puttane?"

 

Il suo sangue nelle vene faceva scintille, sfrigolava come se fosse stato messo sulla brace, un'ombra scura le si poggió sopra come un mantello mentre raccoglieva le armi dalla sabbia, serrando la stretta sudata sulle impugnature in legno. Tese i muscoli, qualcosa le ricordava che non era la prima volta che aveva tenuto strette in mano delle lame, ma forse era solo la sensazione di un vecchio stupido sogno. Così per scaramanzia, si fece il segno della Croce e caricó all'attacco. Yumie era già scattata di lato, Sunny si mosse rapida con un colpo di tacco, spostandosi a destra quando la lama di legno della suora fischió accanto alla guancia,scivoló sotto un colpo dritto di Heinkel e menó un fendente orizzontale colpendola allo stinco. Heinkel crolló in ginocchió con un grugnito guardando Sunny mentre si puliva la sabbia dalle labbra sporche di sangue, gli occhi ardevano come il cielo sopra di loro, un sorriso fece capolino dalle sue labbra spaccate.

 

"Ci stai bene in quella posizione.."

 

La ragazza urló,selvaggia di rabbia, si gettó su Sunny e con un calcio le lanció della Terra in faccia. Lei si spostó di lato, cercando di togliersi dalla nube di terra e polvere che aveva alzato,ringhiando come un cane messo all'angolo. Quando la suora arrivó, lei stava ancora scacciando i detriti dalle ciglia e Yumie approfittando della distrazione, si gettó sul suo corpo con un grido, per assestarle un colpo inaspettato sulla costola incrinata. Un fiore rosso le sbocció nel costato, le mancó il respiro ed il terreno sotto i piedi,la vista sembró smembrarsi come una vecchia pellicola che andava a fuoco. Senza darle tregua, le due ripartirono ad attaccare, Sunny rotoló sul fianco con un ansito, schivando la lama che affondava nella sabbia ed un calcio che le avrebbe spaccato la faccia. Si alzó di scatto, il costato implorava pietà, il sudore le bruciava gli occhi ed i capelli si erano appiccicati sulla fronte e sulle guance. Strinse le lame con un'imprecazione oscena che fece sussultare le due donne di fede, poi, caricó, madida di sudore e disperazione, un grido selvaggio. Fece un scivolata ed and loro incontro Incrociando le lame in legno, bloccando quella di Yumie che tentava di abbattersi sulla sua testa, con un calcio disperato spinse via Heinkel ma la suora con la spada la subissava di colpi, ridendo come impazzita,ebbra del suono della battaglia. Sunny fu costretta a pintare una spada a terra per rialzari e con un grande sforzo, riuscí a scattare indietro, il sudore rendeva la presa insidiosa, le gambe le tremavano, il cuore si impennava,il torace le rendeva doloroso ogni respiro. Sapendo di non aver nulla da perdere, bació le sue carte ed attaccó di nuovo. Fece una finta a Yumie, le fece credere di colpire a destra ma all'ultimo si scostó. In realtà accadde qualcosa di strano, ma agli occhi di Yumie era stato di certo uno scherzo di luci. In ogni caso, per un'istante,la ragazza sembrava essere stata ingoiata dalla sua stessa ombra, uscendo come un fantasma vendicativo dall'ombra della nemica, abbattendo la lama di legno sul polso della giovane suora che perse la presa sull'arma. Con una rinnovata e disperata furia, si scaglió su Heinkel che aveva alzato i pugni pronta a difendersi, ma Sunny fece una cosa molto bizzarra, fece un balzo verso di lei,  poi era sparita e non era più per aria, no, era dietro Heinkel che invece era sicura quanto era vero il sole che ardeva sopra di loro, di dover parare dall'alto. Eppure, la spada di legno impattò contro la sua schiena fino a scheggiarsi, la seconda le fece mancare il terreno sotto i piedi mentre la ragazza impattava malamente con la schiena a terra. Sunny si ergeva su di loro, sentiva una lama ardente trapassarle il costato ad ogni respiro, graffi che sanguinavano dalle ginocchia nude e dalle braccia, scheggie di legno conficcate nelle mani, i capelli lunghi e rosa erano appiccicati alla faccia fradicia, sputó a terra e gettó le armi. Poi, semplicemente e con molta calma, si voltó come faceva sempre per tornarsene in camera, a leccarsi le ferite. Ridacchió sputando ancora a terra, ignara che alla porta, qualcuno la stava aspettando. 

 

"le pupille di Anderson, un cazzo "

 

Aveva commentato sotto voce, ignara che quella sarebbe stata l'ultima spavalderia della giornata. Stava per entrare nell'edificio quando si trovó a scontrarsi con la figura imponente e inamovibile di padre Anderson, che la guardava torvo, gli occhi pieni di odio quando si posarono sulle sue dilette a terra, ansimanti. Sunny ebbe l'istinto di riprendere le sue armi, ma con Anderson, sarebbe morta prima ancora di pensare di librare un colpo, stremata come era, non sarebbe forse nemmeno riuscita ad afferrare l'elsa delle sue spadine. Anderson torreggiava su di lei, le braccia incrociate al petto, l'espressione che coi bambini dell'orfanotrofio era sempre solare, piena di luce, ora era cupa e torbida

 

"Hai usato i tuoi poteri oscuri, ragazzina.Quella cosa che tenevi nascosta, ora l'abbiamo finalmente vista tutti. E io dico basta, a questa farsa, se vuoi vivere e stare con noi alla luce di Dio, occorre un rimedio"

 

Sussurró l'omone con la sua voce che faceva tremare le cattedrali, gridare le devote e pisciare sotto i pagani. Nonostante il caldo asfissiante, la ragazza sentì gelare il sangue nelle vene quando lui la afferró per un polso strattonandola verso l'auto parcheggiata davanti al cancello, ignorando le sue grida, i suoi pianti, le sue suppliche disperate. I piedi della ragazza tentavano di puntellare il selciato, lasciando solchi profondi a terra, la mano doleva e la costola incrinata implorava pietà, ardendo come brace fresca. Il prete la sollevó senza farsi problemi quando il suo braccio le strinse il fianco togliendole l'aria dai polmoni. La gettó sul sedile posteriore mentre la ragazzina pregó per la sua vita, cingendo le mani tra di loro per non farle tremare, le lacrime le rigavano gli occhi, lavando il viso dalla sabbia che le sporcava con un velo le guance arrossate. La stava portando a morire da qualche parte? Oh Dio. Passarono due ore in auto, nessuno parlava, Sunny era impegnata in un pianto muto che le scuoteva le ossa, Anderson guidava a velocità moderata, zitto come la morte.  


Poi la macchina si fermó

 

"La prego padre!! Mi stavano facendo male! Mi sono solamente difesa!! La prego non mi faccia del male, la prego!! In nome di Dio non ho chiesto io di nascere così!!"

 

Le grida continuarono ad essere ignorate, anche quando il prete la prese da dietro al sedile come un cadavere da gettare nella fossa, ignorando le ferite della ragazza che pulsavano e le davano sudori freddi, Sunny svenne un paio di volte e solo in quegli istanti non sentì nulla,sapeva solo che si stavano avvicinando ad una chiesa in rovina. Le mura erano bianche macchiate da muschio e viticci, la porta era solo un ricordo ma la campana era rimasta appesa, testarda ed insolente quanto la volontà del Dio che venerava. Non c'erano recinti, non c'erano scale, era solo una vecchia e lugubre dimora dello spirito santo,che sembrava quasi collassare su se stessa, ma che testarda, continuava ad ergersi in piedi come se nulla fosse. Quando per la seconda volta riprese conoscenza, era stata legata ad un'altare, mani e piedi erano fissati con corde di paglia.Le sembrava di stare in quei film dove alla gente strappavano il cuore dedicandolo a qualche divinità assetata di sangue. Sunny si divincoló piangendo, ma era inutile e le corde le tagliarono polsi e caviglie, facendola desistere dal tentare di nuovo. Anderson incombeva su di lei, in mano un piccolo oggetto bianco, simile ad una scheggia. Pochi minuti dopo, venne raggiunto da un giovane Maxwell, poco più grande di lei ma sulla strada per diventare un pezzo grosso. Il suo sguardo trasudava sadismo e fame di potere, gli occhi insanguinati del ragazzino sul suo corpo che stava maturando. Lo vide leccarsi le labbra quando Andersen le scoprí il ventre strappandole con una baionetta la maglia, rimase coi piccoli seni ancora acerbi alla luce del crocefisso, pregó con tutto il cuore che qualcuno la salvasse

 

ma  nessuno arrivó. 

 

Anderson levó in cielo la reliquia come se fosse stato il corpo di Cristo alla celebrazione della messa

 

"Questo è l'osso di Santa Agnese, che amó il nostro signore Gesù fino alla morte, anche quando l'uomo che la amava le trafisse la gola con il ferro,poiché ella lo rifiutó. Possa la sua grazia di scendere su di te e scacciare il male che dimora nelle tue vene"

 

Posó la scheggia sul petto di lei, in mezzo alle clavicole tenendola ferma con la punta dell'indice. L'osso era caldo come ferro ardente, sentiva il suo sangue  scuotersi alla sua presenza, come due calamite con gli stessi poli, mentre implorava di portarlo via da lei. Ma il frammento rimase al suo posto, le dita del prete lo tenevano con la punta rivolta sulla carne morbida e pallida della ragazzina, tremante, stremata e terrorizzata. Le lacrime avevano bagnato la pietra dell'altare, ogni suo movimento era puro dolore, la roccia sotto le graffiava la pelle, i polsi e le caviglie minacciavano di staccarsi. Maxwell passó un dito sul ventre morbido e vellutato della ragazza, portandosi poi quel piccolo segreto sulla punta della lingua, leccando il suo sudore. Sembrava in estasi, ogni parte di lui vibrava, ebbro della visione che stava legata a quel pezzo di roccia benedetto da Dio. La ragazzina lo guardó, l'odio che le colava dagli occhi assieme alle lacrime, gli sputó sangue in faccia costringendolo ad indietreggiare, maledicendola. Sunny rise appena, era l'unica soddisfazione di quella giornata, voleva godersela

 

"Nel nome del padre, del figlio e dello spirito Santo, io estirpo il male dalle tue vene, con la luce del nostro signore Gesù Cristo!"

 

Padre Anderson fece pressione sulla scheggia, che senza far rumore,le entrò nella carne,come una lama rovente nella neve. Si avvinghió alle sue ossa con tentacoli fatti di carne e di spine. Un dolore atroce avvolse in una spietata morsa ardente la ragazza, che si contorse gridando dal dolore. Maxwell rise estasiato, Andersen continuava a pregare, Sunny provó tristezza, dolore, un fuoco interminabile e senza pietà che le divorava il cuore, si sentì cadere nel vuoto, poi non percepì più nulla.

 

"Amen"

 

Era tutto buio, un buio freddo,familiare a lei, quasi confortante. In fondo a quell'oscurità, c'era un'uomo, dal volto pallido e dai capelli d'ebano, tutto solo, le dava le spalle, lei gli tese la mano piangendo disperata. Lo chiamó per nome e lui si voltó, occhi profondi come pozze di sangue, la fissarono addolorato, quasi quanto lei. Quell'uomo era straordinariamente bello. Zigomi affilati, pelle d'alabastro,una mascella che poteva tagliarle la gola, adornata da una lieve barba ispida e scura come i capelli folti e mossi che gli incorniciavano quel viso perfetto. mentre la luce di nuovo la inghiottiva, nonostante lei avesse lottato per rimanere in quell'oscurità, senza dolore, senza paura, solo lei e l'angelo dai capelli come piume di corvo

 

Qualcuno… 

 

                   Qualcuno… 

 

Qualcuno mi aiuti.





 

Quando uscirono dalla sala, Sunny si congedó chiedendo di prendere un momento per prepararsi. In realtà, non essendoci affatto tempo per fare qualcosa che non durasse più di un minuto, si chiuse un'attimo in bagno per guardarsi allo specchio, severamente, con rimprovero. Che cosa aveva fatto? Era diventata una furia cieca, la rabbia incontrollata le aveva fatto aprir bocca vomitando tutto il veleno che aveva tenuto nello stomaco per anni, non le era più capitato di perdere così le staffe, ma sentir prima nominare Azrael, infine sentire sul collo la minaccia incombente del Vaticano su di lei, la portò a pensare che in fondo, combattere nazisti vampiri e mannari, sarebbe stata una scelta che avrebbe preso senza pensarci due volte. Si appoggió al lavandino, asciugando il sudore con un panno, rinfrescandosi il viso con acqua fresca e sapone. Guardó per poco il suo riflesso, ma rendendosi conto che si sarebbe messa a piangere se avesse fissato ancora i suoi stessi occhi, decise  di tornare all'armadio per prendere la sua arma. Lo fece d'istinto,ma si bloccó ricordando le sue stesse parole.Aveva fatto una scommessa, ma non voleva vincere con ciò che il Vaticano le aveva dato, no, voleva vincere con ciò che Alucard le aveva donato, quella notte, quando il suo sangue le colava sul volto,lei inerme sotto di lui, in lacrime, fragile,debole. Lo aveva assaggiato, in segreto, strinse  quella cosa, stretta nella morsa nel suo cuore, in fondo, per diventare vampiri bisogna essere morsi, no? . Del cambiamento dei suoi poteri se ne era accorta mentre si riprendeva da quella notte maledetta, contro Anderson. Era nel suo letto col gesso ancora addosso, quando un formicolio nelle sue vene, la spinse a guardare la sua ombra. Strizzando gli occhi,la ragazza notó che sembrava muoversi per conto suo, ondeggiando come un nido di serpi,nera come catrame. Subito si ritrasse quando si rese conto che con il suo solo pensiero, l'ombra cambiava direzione, ondeggiava come marea secondo la sua volontà. Poi arrivó quel dannato giorno, quando aveva ammazzato i mannari coi denti d'argento dei ghoul e lei la sentiva, quell'oscurità che si era fatta sua, ma che covava da quando era piccola,sembrava aver solo avuto, come un level up. Quando arrivó lo scoppio, la sua ombra si era stagliata alle spalle di Azrael proteggendolo dall'esplosione, la ragazza non lo aveva fatto di proposito, ma la sua volontà, li aveva salvati entrambi, la sua ombra e dannazione, li aveva protetti dalle fiamme e dai detriti. Ma Sunny tenne stretto quel segreto, stringendolo come un tesoro prezioso, chiedendosi perché  e come lo avesse ricevuto. Da quando il sangue di Alucard si era unito al suo, era come se qualcosa le si fosse svegliato dentro, sentiva di non essere un vampiro, ma qualcosa nelle sue vene, doveva ammetterlo, qualcosa dentro di lei vibrava , intonando una melodia che aveva il suono della rovina,che cozzava e si scontrava coi cori angelici che le ardevano nel petto, tra le clavicole. Nulla di tutto questo  era umano. Ora,c'era solo un problema: aveva promesso di far cantare l'acciaio,ma lei non aveva nulla di tutto ciò. Rimase a fissare elegy for the end con fare pensoso, non aveva altro da usare, ma non voleva usare quella fottuta arma, almeno non per quello scontro, non dopo che l'aveva sentita parlare e gli aveva tagliato la gola. Ancora sembrava assurdo. 

 

Toc 

 

           Toc

 

Leggeri colpi alla porta fecero sobbalzare la ragazza, immersa nei suoi pensieripensieri. Si strinse nelle spalle abbassando le orecchie, non era Alucard, lui non bussava mai, ma immaginava chi fosse, non gli aveva ancora rivolto la parola, ma lui era sempre lì, al suo fianco, senza dire nulla, senza chiedere nulla, proprio come Azrael. Sunny si morse il labbro inferiore, stringendosi nelle spalle, una mano tremante si sistemó un ciuffo di capelli scomposto

 

"Si? Sono quasi pronta"

 

"Posso entrare?"

 

"Certo, Walter"

 

L'uomo entró nella stanza in silenzio, guardandola scuro in volto, la ragazza sentì lo stomaco balzare di lato quando i suoi occhi si scontrarono con quelli in tempesta del maggiordomo, che calmo, le si accostó tirandola a sé per stringerla in un'abbraccio saldo, che profumava di disperazione. Sunny si aggrappó a lui a sua volta sentendo le lacrime affiorarle dagli occhi, ma indurí il cuore e le riportó al loro posto, nell'angolo. La voce di Walter si increspo', tremando appena

 

"Che cosa hai fatto, piccola mia.."

 

Lei sospiró, il voltó nascosto nella camicia del maggiordomo, sembrava una bambina che aveva appena combinato una marachella ed ora stava facendo penitenza. Ma lei sapeva, di non esserlo affatto, non lo era mai stata, non le era mai stata data l'occasione di essere bambina e forse per quello, ogni tanto affiorava come disperato, quel lato di lei che ancora amava la luce del sole, che profumava di innocenza. 

 

"Oggi non credo riusciró a vedere Azrael… "

 

"Non fa niente. Nessuno dei due vuole che tu vada, almeno, non a fronteggiare da sola quel vampiro,Alucard verrà con te e di certo non starà con le mani in mano"

 

Sunny deglutí aria a vuoto guardando a terra come per cercare le parole che ruzzolavano in giro sotto ai suoi piedi.Loro erano la sua famiglia, tutto quello che un tempo pensava di non meritare, era l tra le sue mani, non voleva in alcun modo rinunciarvi. 

 

"Voglio fargli il culo, Walter. Voglio fargliela vedere a quei pazzi, voglio… voglio vederli cadere nel terrore, mi hanno fatto cose terribili, Walter,tu non hai idea..ti non c'eri, non c'era nessuno per me. Eppure ho gridato così tanto,ma nessuno mi ha ascoltata"

 

L'uomo la guardó prendendole il viso tra le mani, si acciglió quando lei si tolse il collier che mai prima di allora aveva tolto. Gli indicó una cicatrice bianca che fino a quel momento aveva coperto magistralmente con quello ed un po'di di trucco.Gli strinse le mani portandosele al petto,gli occhi vibrarono e si incresparono come acqua di uno stagno mossa dal vento, si immaginó di avere Azrael davanti, Dio, quanto avrebbe voluto vederlo prima di andare a combattere, quanto avrebbe voluto passare un po'di di tempo con lui,nel letto. Poi, serró la mascella ed indurí il cuore,lasciando di nuovo scivolare nella sua mente il volto del vescovo e di Anderson e con loro, l'odio, che in quel momento sembró servire più dell'amore. 

 

"Voglio vederli tremare, non devono aver paura di te o di Alucard o di Azrael, no… voglio vederli pisciarsi sotto quando  guarderanno ME!"

 

Strinse i denti e i pugni ingoiando  più paura e lacrime che poteva, guardó verso la sua arma quasi con astio, poi tornó a guardare Walter con un guizzo di gentilezza quando lui le sorrise carezzandole il viso

 

"Walter, mi servono delle lame… Gemelle possibilmente, hai qualcosa? "

 

"Forse… ho qualcosa nascosto nel ripostiglio"

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Capitolo 14
*** cenere alla cenere ***


Sunny era seduta ,o meglio, totalmente abbandonata in braccio ad Alucard, la tempia appoggiata sul suo capo, il respiro del vampiro che le solleticava il collo mentre con le mani giocherellava tra i suoi capelli di tenebra. Guardó fuori dall'elicottero che li trasportava verso la loro missione, distrattamente,osservando la città che scorreva sotto di loro,le prime luci notturne che si accendevano al calare della sera,tutto sembrava così calmo, eppure, stavano andando incontro ad un massacro. Sunny si spinse ancora di più contro di lui, che la strinse piano per la vita, respirando il suo profumo con avarizia, baciandole il collo, poi la guancia, lasciandosi solleticare dalle orecchie soffici di lei. C'era ancora un po'di di tempo, un po' di tempo per essere umani, per fingere che non stava accadendo nulla, anche se già Alucard sembrava sentire I brividi alla nuca del fervore della battaglia che incalzava verso di loro.  La ragazza si piegó appena strofinandosi come un gatto contro il suo viso

 

"Alucard, che gruppo sanguigno ho? "

 

Il vampiro sembró incuriosito della domanda improvvisa, finse di pensarci, la annusó brevemente e sentenzió una risposta che conosceva dal primo momento in cui l'aveva vista

 

"AB+"

 

La ragazza ridacchió, era il gruppo sanguigno più avaro, poteva ricevere da tutti, ma non poteva donarlo a nessuno salvo il suo stesso gruppo. Si chiese se fosse quello il motivo per cui Alucard rifiutava il suo sangue, ma trovandolo estremamente assurdo, scartó l'ipotesi. Nessun vampiro si è mai scelto la preda, figuriamoci se Alucard fosse stato allergico a quel gruppo sanguigno. Era un motivo di sangue, ma sicuramente ancora più oscuro e complicato, ma non volle ripetergli la stessa solita domanda, per ricevere la stessa solita risposta vaga. Decise quindi di godersi il viaggio, tra le effusioni del suo compagno e lo sguardo sbigottito delle scorte che li accompagnavano. La ragazza sospiró chiudendo gli occhi, cercando un motivo per aver fatto quella domanda, stranamente, trovò subito la risposta. 

 

"Bene, me lo scrivo sul polso nel caso mi servisse una trasfusione a fine serata"

 

Alucard ridacchió accarezzandole la schiena con la punta delle dita, promettendole in silenzio, che non sarebbe servita alcuna trasfusione. Alzó lo sguardo verso i cieli di Sunny che gli sorrise disegnandogli la linea della mascella con la punta delle dita, lei lo guardó attraverso la foschia delle sue ciglia, si spinse a mordicchiargli il labbro, mentre sentiva il gelo della paura nella sua pancia che si scioglieva. Un sorriso le increspò il volto riempiendola di un calore ebbro. Quella torreggiante massa di muscoli, quell'assassino dalle zanne affilate come pugnali, lei poteva tenerlo fermo come unlupo mansueto  col solo tocco della sua mano, con solo una parola. 

 

"Cucciolo mio.."

 

Buckingham Palace, non era di certo il luogo perfetto per un'operazione di salvataggio, era già stato difficile ripulire la magione Hellsing, ma ora che si parlava della casa della regina, era tutto un'altro paio di maniche. Il palazzo della sovrana di Londra si ergeva a pianta quadrata su 77000 metri quadri, 775 stanze sparse per tre piani. La maggior parte erano camere da letto, bagno ed il resto stanze di rappresentanza ed uffici. Il palazzo aveva un grande parco al centro della struttura,il blocco centrale colmo di piante ed aiuole ben curate, un sentiero a croce che invitava chi vi entrava, a passare lunghi pomeriggi a passeggiare al sole per ammirare i colori e gli aromi che la regina aveva da offrire ai graditi ospiti. L'ingresso aveva un'ampio spazio ed un piazzale enorme, anche se l'intera popolazione Londra si fosse riversata lí come un fiume in piena, sarebbero riusciti tutti comunque ad accoglierli, da bravi sovrani Londinesi. Sunny era seduta sull'elicottero che sorvolava la struttura, osservava ogni dettaglio con meticolosa attenzione, tra le mani un binocolo nero la aiutava a concentrarsi sulla missione, alla ricerca del punto perfetto dove entrare. Erano passati stranamente inosservati, Alucard se ne stava sul suo sedile, a braccia incrociate, ghignava come suo solito senza prestare attenzione a ciò che stava accadendo. L'attenzione della ragazza caló sulle grandi statue,che torreggiavano davanti al palazzo. Angeli dalle grandi Ali serafiche spiegate, che abbattevano demoni, santi intenti a benedire la folla con le tre dita alzate a mezz'aria, martiri che osservavano dall'alto la città con pietà e commiserazione. Eppure, pensó quasi divertita, sarebbe stato proprio un demone a levare le sue armi spietate, ad affilare le zanne e salvare il culo alla regina dalla gente, che un tempo le aveva giurato fedeltà. Sunny si concentró a pensare, assottigliando gli occhi. Sarebbe stato un suicidio entrare dalla facciata ad Est, anche se il corridoio li avrebbe portati proprio agli studi della regina e prima ancora alla residenza privata. Il. Blocco centrale, il più antico, era forse la via d'accesso migliore, ma sarebbero dovuti andare a piedi dal retro superando il cancello. Una voce elettronica le fece fischiare l'orecchio

 

"Siete pronti, alla cerneficina,mostri? "

 

"Fottiti Anderson.. Cosa vuoi? "

 

Sbottó la ragazza tenendo premuto l'auricolare per mantenere la connessione

 

"Io entrerò dalla porta principale"

 

"Perfetto, così mentre vieni crivellato di colpi,noi entreremo da…da… ah si! Da dove cazzo ci pare, ci vediamo là, verginello sfigato"

"attenta a come parli, ragazzina"

"

 

Spense il suo auricolare, ricordando che l'unico con cui avrebbe dovuto interloquire era quel dannato Anderson, lasciò con poco rammarico il compito di comunicare con lui ad Alucard, se fosse stato necessario. Dalla sua sedia, il vampiro sghignazzó scuotendosi come colto da spasmi

 

"Anche tu sei una verginella…Angelo mio"

 

Sunny deglutí aria quando senti’ quella domanda. Il ricordo del profumo di Azrael la assali’ come un rimprovero.No, non aveva perso la verginità. Lui era stato gentile quella notte, delicato, si chiese perché non lo avesse fatto, ma i modi con cui aveva deciso di farla sudare e gridare sotto le lenzuola erano stati una risposta più che valida per metterla a tacere. Scosse il capo rendendosi conto di essere rimasta in silenzio per un tempo troppo lungo, pericoloso

 

"Ma  almeno non sono uno sfigato"


Sunny sobbalzó quando notó un dettaglio, attivó la termocamera sul suo cannocchiale deglutendo a vuoto. Il suo cuore perse un battito mentre un pensiero le si insinuò nel cervello come un'orbitoclasto. Aveva sentito,durante il colloquio con Integra e quei pazzi furiosi del Vaticano, che alcuni uomini della polizia si erano rivoltati contro la regina, erano stati in qualche modo corrotti,ma non avrebbe mai pensato ad una moltitudine cosí vasta.I suoi occhi vedevano tanti puntini rossi quante le fiammelle ad un concerto dei Queen. Erano centinaia, tutti sparsi per il palazzo e tutti erano

 

"Sono tutti umani..dei fottutissimi umani"

 

Sussurró la ragazza sentendo la bocca asciugarsi come sabbia sulla spiaggia. Abbassó il binocolo e prese un respiro, era in ginocchio, affacciata dal portellone dell'elicottero,il vento le alzava la gonna di pizzo nero come pece, mostrando un paio di pantacalze del medesimo colore. Sembrava una figura eterea con le luci della notte che le illuminavano, il vento  il viso, il vento che le scuoteva le trecce. Alucard si concesse qualche istante per osservarla, leccandosi le labbra,come un lupo davanti al pasto. Sunny chiuse gli occhi, indurí il cuore e vi lasciò calare una patina di inchiostro. Non c'era tempo per pensare, dovevano entrare in quel fottuto palazzo,senza essere crivellati dalle armi della polizia. Quando i suoi occhi raggiunsero la sala da ballo, alla ragazza sembrò balenare un'idea, notó in basso alla grande sala, al primo piano, una piccola entrata adibita alla servitú, e in quel punto c'erano pochissime guardie, anche se i ghoul erano ancora invisibili ai suoi occhi, ma per quello, aveva il suo compagno

 

"Alucard, ci sono ghoul o vampiri dietro quella porta? "

 

Il vampiro prese una pausa fingendo di pensarci, inaló dell'aria come un cane da caccia alla ricerca della sua preda

 

"Negativo"

 

"Bene, scendiamo qui"

 

Sunny si alzó in piedi prendendo la sua imbracatura, pronta a calarsi, ma Alucard si alzó in piedi in silenzio, senza chiedere permesso o consenso,le tolse la cintura dalle mani,la sollevó tra le braccia e si gettó dall'aereo come un bambino dal trampolino della piscina comunale. Sunny si aggrappó istintivamente al suo collo trattenendo il respiro, l'aria che le schiaffeggiava le braccia e le mandava in aria i vestiti ed i capelli. Sembró accadere tutto in un'istante, poiché qualche attimo dopo, i due erano a terra, come se nulla fosse.Dopo essere atterrato con un' improbabile dolcezza, il vampiro la posó  con altrettanta delicatezza, ridacchiando. Sunny si sistemó la gonna e gli occhialini in testa, era notte fonda ed I suoi occhi non erano in grado di vedere al buio, sebbene ora fosse stata in grado di giocare con la sua  ombra, non si sentiva del tutto parte di essa. Qualcosa ancora, la tratteneva alla luce, come un cane col guinzaglio corto e le faceva dolere il petto. Sunny prese un respiro, tirando fuori dal fodero legato alla vita, due lame gemelle, di un nero profondo, come se la luce avesse perfino paura di toccarle. Alucard le osservó in tralice emettendo uno sbuffo dal naso, contrariato, ma sapeva della sua promessa e decise di restare in silenzio, in fondo, l'aveva sempre sentita cantare, ma mai danzare, non in quel tempo, non in quella vita. La ragazza si voltó verso di lui mulinando le lame come per riscaldarsi

"dove hai preso...quelle?"

"Doppie lame in osso di martire, non capisco davvero come abbia fatto Walter a tenerle nel ripostiglio fino ad ora.. "

"nel ripostiglio.."

Alucard smise di sorridere quando il suo sguardo cadde su quelle lame, incapaci di riflettere nemmeno un piccolo raggio di luce, no, loro bevevano luce, si nutrivano di essa, come di sangue. Il vampiro si acciglió, ma con un piccolo sforzo, torno' a mantenere la solita aria da...beh, da Alucard. Sunny tornó ad accostarsi a lui tenendo salda la presa sulle impugnature, tamburellando il piede a terra pensosa, l'oscurità la avvolgeva rendendo ancora più brillanti gli occhi azzurri come cieli, occhi come quello di un gatto in caccia.  Si morse il labbro inferiore arrossandolo, le iridi si spostarono verso la porta, poi di nuovo si puntarono sul vampiro. 

"Ascoltami, non trattenerti"

Fece un passo verso Alucard, le mani gli sfiorarono il petto, si aggrapparono alla sua giacca, i suoi cieli illuminarono le pozze di sangue del vampiro, che sussultó impercettibilmente al suo tocco, al suo respiro sulla pelle quando lei lo tiró verso di sé è lui la lasció fare

"Non ho paura di te, amore mio, quindi fai quello che sai faremmeglio, promettimelo, perché non me ne fotte un cazzo se sono umani, ghoul o santi. Taglieró la gola a chiunque ti punti contro un'arma"

Alucard era rimasto immobile, torreggiava su di lei come una montagna, la osservava mentre un sorriso gli increspava il viso fino a mostrare i denti affilati, il suo sguardo si assottiglió, la sua ombra si mosse consapevole su quella della ragazza, che sembró muoversi a sua volta. Le ombre si intrecciarono, si strinsero forte diventando ancora più scure, Alucard le sfioró il collo con le labbra, ringhiando contro la pelle candida di lei è sotto, ancora più sotto la giugulare che pulsava. Sapeva che non poteva saggiarlo, lo sentiva in quel sangue, ne percepiva l'odore, il sapore proibito, un banchetto tanto appetibile quanto pericoloso, come quella mela rossa tra le spire del serpente che incontró Eva. Afferró per la schiena la ragazza, sollevandola appena da terra come se fosse piuma, avvicinandosela al viso, le bació le labbra, lei continuava a tenere le lame ma si aggrappó a lui avvinghiandolo con le braccia, tenendo le spade d'osso lontane da lui come meglio poteva . Quando ripresero fiato, Alucard posó la fronte sulla sua,lei si strofinó a lui come un gatto, le orecchie bianche fremettero e la pelle di lei si riempi' di brividi

"Sí, obbedisco, mia signora, mio amore, mio angelo di luce e tenebra.. "

Scivoló nell'ombra lasciando atterrare in silenzio la ragazza, che attese che il vampiro fosse scomparso, poi lentamente, apr la porta, infilando gli occhialini, attivando il visore notturno. Si acquattó in un angolo chiudendo la porta con la punta della scarpa, scivoló lungo il corridoio silenziosa come sussurri, salí le scale a chiocciola in pietra lavica, ormai liscia e levigata da tutte le anime passate prima di lei.Raggiunse la sala da ballo da un'altra porticina, scivoló vicino ad un'tavolo evitando di poco la torcia di un'agente. Si chinó  contorcendorsi come un'acrobata del circo,fino a toccare terra con il petto. Contó gli agenti e prese un respiro profondo, erano una decina, tutti umani e nessun ghoul, erano solamente, umani. La ragazza si mise una mano sulla coscienza e tirandola via sentí che era appiccicosa e sporca di catrame, la scrolló e nascose le lame, scivolando via dall'oscurità. Una luce la illuminó e subito decine di pistole le furono puntate addosso, ma lei non fece una piega ed alzó le mani al cielo,agitanfole appena per salutare. Sfoggió un gran sorriso, quel sorriso divertito e mezzo imbarazzato come se fosse entrata lí per sbaglio ed in realtà stava cercando una toilette. Molti di loro sembrarono borbottare "è solo una ragazzina" O "negativo, non è il bersaglio" Sunny sì acciglió ma decise di avere pietà per loro. Incroció le braccia al petto emettendo un colpetto di tosse per richiamare al silenzio, venne accontentata, nonostante qualche risatina in sottofondo. La ragazza li osservó solenne, poi puntó le spade a terra,ignorando il parquet. Si apoggió con gli avambracci, comoda e rilassata, come se stesse per chiacchierare con loro davanti ad una pinta di birra. Si guardó le unghie distrattamente, indossava guanti neri, con dita mozzate e non poté fare a meno di pensare a lui. 

 

"Se qualcuno di voi, ha una famiglia alla quale vuol tornare, se qualcuno di voi tiene ancora alla propria vita, questa è l'ultima possibilità che vi daremo per andarvene illesi, conteremo fino a dieci, avete dieci secondi per pensare ai vostri cari, alla vostra esistenza su questa terra e se davvero, vi stiate rendendo conto su cosa state puntando le vostre armi contro. Dopodiche' prenderemo le vostre vite, potrete scegliere, le mie lame...o i suoi denti."

 

La figura smunta dai capelli di un bizzarro rosa, liberó le lame, ignoró di nuovo gli ammonimenti dei poliziotti e balzó sul tavolo dietro di lei,  noncurante delle tovaglie di pizzo che si piegarono quando lei si accomodó su di esse. Fece un sospiro sonoro, per attirare l'attenzione. Gonfió il petto, posando le armi sul tavolo come una vera lady, e intrecció le dita portandole alla nuca. Dopodiché,cominció ad aspettare canticchiando un ritornello senza parole. Continuava ad ignorare gli sguardi esterrefatti dei presenti che sembravano ancora dover realizzare, che una ragazzina coi capelli rosa, era entrata in quella sala come se  nulla fosse, minacciandoli di morte. Molti di loro si misero a ridere, superato lo sbigottimento, si davano pacche sulla spalla con le lacrime agli occhi indicando la ragazza con le loro armi. Risero delle sue orecchie da gatto, invitandola ad avvicinarsi per toccarle e, se voleva uscire viva, avrebbe dovuto lasciar toccare loro qualcos'altro. Sembravano essersi accomodati accanto all'idea di avere un nuovo trastullo per la serata. Ma il testosterone che aleggiava nell'aria caló a picco, lasciando spazio ad un'alezzo di sudore e piscio, quando la voce della ragazza cambiò in qualcosa di più cupo,tetro, sinistro. Una voce che sembrava venire dalla tomba, ma le sue labbra non si muovevano. Alcuni di loro, probabilmente ritenuti pazzi, avrebbero detto che a parlare, erano state le mura di quella sala ,almeno, era quello che credettero i soldati terrorizzati,seno, sarebbero state le loro testimonianze. 

Se solo fossero sopravvissuti

 

In preda a sudori freddi, le armi puntate contro il vuoto , gli occhi sgranati consapevoli che le loro torce non sarebbero bastate. Era troppo buio ed il buio sembrava ora aver addirittura preso vita. Alle loro spalle, la giovane scese dal tavolo ed estrasse le lame schioccando la lingua sul palato, solo allora i soldati si resero conto, che la voce aveva appena terminato di contare. Osservarono la ragazza esile avvicinarsi quieta, due spade gemelle, nere come catrame che ingoiavano tutta la luce attorno, la ragazza inghiottí e si leccó il labbro, sembró triste per un istante, delusa, ma poi sorrise maliarda, bellissima

 

"Come vi compiace"

 

Sussurró con la voce di un'angelo,mentre all'improvviso, la ragazza, sembrò scomparire,come inghiottita dal pavimento. Uno dei poliziotti vide un movimento con la coda dell'occhio e lanció un grido d'allarme, ma per allora la lama di Sunny era già conficcata fino all'elsa nel suo costato, trapassandogli il cuore. Un'altro tentó di sparare mirando all'ombra che aveva ucciso il suo compagno, ma una seconda ombra si palesó tra di loro, coprendo la ragazza dai capelli rosa, incassó i colpi come se nulla fosse e poi, partì un colpo dalla sua pistola. Il proiettile sfondò l'osso occipitale, trapassando il cervello e sfondando il cranio dell'uomo, che esplose dietro di lui versando le cervella sul pavimento, la lingua ancora si dibatteva mentre collassava su se stesso. Alucard fece un passo avanti mostrandosi in tutta la sua mortalità, le zanne snudate e le pistole cariche che chiedevano vite da ghermire. Dato che la ragazza non si trovava, tutti puntarono le armi contro Alucard. Sbiancarono quando videro uno dei loro compagni a terra, la sua testa sotto la suola degli stivali del vampiro che gli torreggiava sopra. La creatura fece pressione e gli fracassò il cranio talmente forte da spaccare il pavimento sotto. Poi, scrollando il piede come un gatto fuori dalla lettiera, si voltó verso i soldati che si trovarono a gridare ed indietreggiare, ma tentarono un'ultima manovra. Tutti insieme fecero l'unica cosa che avevano nel loro arsenale: spararono. Il vampiro incassó la crivellata di proiettili che gli piovve addosso, i pallettoni gli strappavano via la carne dalle ossa, bucando queste ultime, un braccio cadde a terra, la sua testa si piegó all'indietro con un angolazione innaturale ed il sangue del vampiro grondó a terra come vino a buon mercato. I soldati smisero di sparare, vedendo l'essere collassare a terra in pezzi, lo accerchiarono continuando a gridare ordini, le torce tutte puntate in vari angoli sui resti di lui. Era fatta? Avevano ucciso il bersaglio? 

Una risata cupa si levó di nuovo dalle pareti, quando i poliziotti guardarono a terra, il sangue del vampiro, decise di tornare al suo posto, dentro al suo proprietario. 

 

“quanto veloce sapete correre?”

 

La creatura si erse di nuovo in piedi, come rianimato da una mano divina, come se qualcuno avesse premuto il pulsante "rewind" su di lui e di nuovo,tutto tornó a posto con un rumore molliccio, umido, di carne è legamenti che si riattaccavano , ossa che si incassavano nell'acetabolo,tutto tornava ad essere uno. I poliziotti tornarono a fissare il vampiro Alucard, ancora vivo, ancora affamato e ancora piuttosto incazzato. Dall'ombra di uno dei poliziotti, Sunny apparve alle sue spalle, stava solo aspettando che i proiettili arrivassero ad un numero inferiore a cento, dentro ai loro caricatori. Con un guizzo della lama, gli taglió i tendini dietro alle ginocchia costringendolo al suolo. L'uomo accanto a lui tentó di colpirla col calcio dell'arma ma la mano di Alucard lo afferró prima che potesse sfiorarla, sollevandolo come se non pesasse nulla. Ghignando, il vampiro emise un ringhio e puntó la pistola alla sua gola, premendo il grilletto,con la testa ancora tra le mani, Alucard si versó il suo contenuto in bocca e bevve avidamente, come un' assetato nel deserto che aveva appena spaccato una noce di cocco. Si scatenó il panico quando altro sangue si versó sul pavimento per mano di quella ragazza col sangue fresco che le disegnava la faccia con motivi di guerra, sembrava sparire e riapparire dalle loro ombre, cogliendoli di sorpresa, tagliando loro le gole da un' orecchio all'altro per offrirle infine in pasto al vampiro che la seguiva come un segugio fedele e lei, gli serviva il suo pasto. Impotenti, non potevano fare altro che vedere I due macellai, uccidere e danzare in mezzo a quella grande sala da ballo, le loro ombre in sincronia, i colpi delle armi dei poliziotti, inutili. Alucard percepí le ombre avvolgere la ragazza come una vecchia amante, si voltó verso di lei puntando la pistola e colpendo un poliziotto alle sue spalle, mentre la ragazza afferrava la lama lanciandola dietro al vampiro, la lama fischió nell'aria, trapassando la cassa toracica di uno sventurato, che si trovó appeso al muro. Sunny camminó verso di lui, ormai i poliziotti avevano smesso perfino di sparare, erano terrorizzati, impotenti, ma la ragazza li aveva avvertiti e ormai, era tardi. Alucard la raggiunse e mentre lei sfilava la lama dalle costole dea vittima, il vampiro lo afferró per il collo mentre ancora si dibatteva ansante.Il sangue che fiottava dalla ferita appena lasciata aperta, la bava alla gola mentre la vescica si rilasciava. Le zanne della creatura si conficcarono nella sua giugulare, il sangue schizzó sulle pareti e lui bevve a fondo, bevve con avarizia tutta la vita di quell'uomo, fino all'ultima goccia della sua anima. Sunny lo osservó con un sorriso, osservava la gola del vampiro mentre deglutiva il pasto, il pomo di adamo che si muoveva su e giú. Sentiva le cosce le dolevano mentre attendeva che avesse finito. Entrambi si avvicinarono al resto dei sopravvissuti ,che invano, avevano tentato di aprire le porte, trovandole però sbarrate, appiccicate da qualcosa di intangibile ed oscuro. La ragazza si fermó ,si avvicinó ed inclinó il capo come per ammirare la scena. Sentì il cuore gonfiarsi, la sua ombra si increspó, vedendo attecchire in quelle anime, il seme della paura, un seme, che presto avrebbe fatto sbocciare nel petto di 

 

Anderson 

 

            Maxwell

 

Yumie      

             Heinkel


Alucard era rimasto indietro, quando lei si voltó, lo vide ergersi come una belva in caccia, tra le zanne, teneva il collo di un poliziotto col volto contorto in una smorfia di dolore, terrore, lasciato a penzoloni,inerme. Lo teneva solo con le zanne, in aria, senza il minimo sforzo,il sangue gocciolava a terra facendo quasi rumore, l'odore di ferro riempiva l'aria è Sunny si avvicinó al vampiro senza alcun timore, tenne le lame con una mano, liberando l'altra, Alucard lasció cadere il cadavere osservandola cauto, ma non vide alcuna paura in lei, vide le sue labbra incresparsi in un sorriso, le sue dita gli raggiunsero il volto, era compiaciuta quando lo invitó a raggiungere le sue labbra rosse

 

"Vieni qui… "

 

Lo bació a lungo, dopo aver pulito il sangue dalle sue fauci, lui la strinse con un braccio fino a sollevarla, tenendo ancora la stretta sulla pistola.Dietro di loro, le grida dei poliziotti che cercavano di scappare, alcuni ruppero le finestre e si gettarono nel vuoto,lasciando intendere la loro morte con un suono secco di braccia che si spezzavano e cervella che esplodevano a contatto col duro suolo. Alcuni si spararono in testa, altri caddero in ginocchio con le braghe che si tingevano di un colore più scuro. Negli occhi vibrava la consapevolezza, che nessuno, nessuno di loro, sarebbe riuscito a raccontare, la storia del vampiro e della ragazza con le trecce rosa. Sunny scartó in avanti e colpì con un calcio selvaggio, uno di loro che aveva tentato di attaccarla, mosse poi la lama senza lasciargli il privilegio di morire a terra, spiccandogli la testa dalle spalle a mezz'aria. Alucard non sembró altrettanto misericordioso.Una scarica di proiettili li subissó di colpi, le braccia si staccarono, orbite oculari esplodevano dai crani rotolando a terra come caramelle nel giorno dei morti, mentre la tenebra attorno a loro, beveva affamata. Quando non ci fu più nessuno che respirava, salvo Sunny, le porte si aprirono come se nulla le avesse tenute chiuse prima di allora. La giovane diede un'altra occhiata alla sala che ormai sembrava una macelleria dei bassifondi  di una Francia di fine ottocento, senza puttane. Ma ad essere sinceri, gli affreschi, ora coperti di sangue e viscere, non erano per nulla male. 

 

"Magari un giorno, torneremo, per danzare qui"

 

"Non lo abbiamo gia' fatto?"

 

Alucard le scivoló accanto, avanzando lungo il corridoio verso la sala del trono, la ragazza non sembró avere interesse di quella carneficina che lasció con piacere al suo compagno lungo il corridoio. Avanzava camminando, guardando verso il cortile interno, il cielo aveva preso uno strano colore,ma la ragazza pensó fosse solo un gioco di luci. Alucard scivolava accanto a lei, inseguendo I poliziotti come un lupo affamato insegue gli Agnelli. Sparó diversi colpi,Si chiese poi, con il cuore che prese a martellarle in gola, quando e come, avrebbero incontrato Anderson. La ragazza entró nell'ombra di Alucard ed uscí alla fine del corridoio, voltandosi di scatto verso il vampiro, cogliendo di sorpresa la sua espressione genuina, che non parve affatto turbata, anzi, sembrava come se un'ombra di nostalgia gli avesse velato il viso. Sunny sospiró, aprendo la porta, sorrise a sua volta sentendo di nuovo un groviglio nel petto. Quante cose sapeva? Conosceva la sua tenebra? Conosceva il suo sangue, conosceva.  Lei? 

 

“mi chiedo come loro mi vedano..”

 

“Un’ agnello con la mannaia..”

 

Quando un poliziotto tentó di colpirla, la ragazza si flesse in ginocchio, puntando la lama in basso e prese a tagliargli la pelle dal ginocchio alle parti intime, tranciando l'arteria femorale e lasciandolo dissanguare a terra. Entrarono nella sala del trono, ma Sunny la superó in silenzio donando al trono una rapida occhiata in tralice. Alucard invece si fermó, sentendo già i cuori delle sue vittime nel blocco centrale dell'edificio

 

"Quante vite posso prendere, amore mio? "

 

"Tutte, mio caro conte… tranne una, non toccare la mia caccia"

 

"Come vi compiace"

 

Sunny riprese a camminare, ovunque l'agnello andava, il lupo la seguiva. Spesso le persone si cagano addosso quando muoiono, quando i muscoli si rilassano e l'anima scivola via,mentre tutto il resto va a finire nelle brache dei pantaloni. Malgrado tutti amino le carneficine, solo in pochi narrano del fetore di feci e piscio, che aleggia nei campi di battaglia, lo stesso odore,che ora permeava l'aria del palazzo du Buckingham.Alucard aleggiava alle sue spalle, le armi cariche ed ancora fumanti.Entrarono nella stanza ed i poliziotti fecero quello che anche i loro compagni avevano avuto il coraggio di fare, almeno nei primi due minuti. Spararono, ma Alucard era più veloce e con diversi colpi buttó a terra la metà di loro, in pezzi che ancora si contorcevano. Alcuni di loro, I più afortunati, erano ancora vivi e disperati, tentavano di riattaccarsi un braccio o una gamba, gridando come folli, la bava alla bocca, gli occhi sgranati in un'ultima espressione di terrore. Mentre Sunny levava una lama dal cranio di un uomo, il secondo la centró sulla tempia col calcio della sua arma e lei barcolló con un gemito. 

 

"Sei.. Umana anche tu"

 

Sussurró il soldato vedendo sangue gocciolare dalla tempia di lei, incapace peró, di guarire come le ferite del vampiro, l'orecchio di Sunny si tinse di rosso, la ragazza scosse le orecchie feline infastidita, non sembrava nulla di grave, ma Dio se era incazzata. Come in effetti, lo era il vampiro che si mostró a zanne snudate di fronte al soldato, lo afferró con la sua ombra, sollevandolo, teste di cane emersero dalle ombre afferrandogli polsi e caviglie e poi, infine, con uno schiocco sordo, tirarono e per il soldato, il mondo divenne ancora più nero. Il suo torso cadde a terra in preda allo shock, gli arti già in bocca ai cani che presero a sgranocchiare. Mentre Sunny, riprese a far cantare le sue lame dopo aver pulito via il sangue dalla tempia e dal pelo soffice che ora da bianco, era diventato rosso,quasi rosa come I capelli una volta tolto in parte. Taglió gole lungo il corridoio,prese le vite dei soldati che il vampiro aveva lasciato indietro, seguiva Alucard in silenzio fino ad arrivare al corridoio più lungo, quello che portava alla sala centrale dei ricevimenti. Entrambi si fermarono, quando una risata filiale geló l'aria è degli occhiali brillarono alla luce della Luna, Sunny tolse i visori notturni, qualcuno aveva già fatto piazza pulita dal lato opposto e quel qualcuno era lì, a ghignare  spavaldo, le baionette incrociate, preghiere che gli gocciolavano come veleno dalla lingua. 

 

"Cazzo.. "

 

Sibiló Sunny

 

"Già, cazzo è la parola giusta"

 

Concordó Alucard caricando le pistole con un gesto lento, calcolato. Il prete si mosse appena, con un cipiglio di sfida, I denti dritti, snudati in un sorriso a forma di mezzaluna che sfidava la brillantezza del satellite in cielo

 

"Eccovi, mostri, vi state godendo la serata? "

 

"Come un marinaio in un bordello con bibite gratuite e puttane in sconto,prete. A te come va? "

 

Replicó la sua vecchia accolita mentre una baionetta consacrata saettó e fischió accanto all'orecchio di lei, colpendo un soldato che si stava rialzando, trafiggendolo alle spalle e Zittendolo per sempre. La guancia di Sunny sanguinó appena, un taglio sottile, ma lei non si mosse, non sbatteva nemmeno gli occhi, ma cazzo quanto bruciava

 

"Direi.. Bene"

 

Nella mente di Sunny si susseguivano le immagini di ciò che lui le aveva fatto, delle torture, degli insulti che aveva subito per tutta una vita, avrebbe voluto levare la lama contro di lui tanto quanto lui voleva porre fine alla vita di loro due. Ricordó, tutto, ogni Lacrima e goccia di sangue versata, quella scheggia che le bruciava il petto, si maledisse per essere stata tanto sciocca da restare, ma cos'altro avrebbe potuto fare? Era in fondo, solo una ragazzina che ancora doveva raggiungere i trent'anni e lui, era un servo di Dio, che le avrebbe dato la caccia fino a stanarla ed immolarla come I demoni fuori dal palazzo, trafitti dai servi di Dio. Era stata costretta a restare, non aveva scelta, non c'era nessuno, non c'era Alucard, non c'era Azrael.Ma finalmente, dopo una vita che non era degna di quel nome, aveva trovato la libertà. Una libertà che però, sarebbe stata comunque lei a riconquistare,a  tenersela stretta, come la lama che stava impugnando fino a sbiancare le nocche. Il prete la osservó muoversi verso di lui,sembró volerla accoglierla con le sue lama, ma poi, tutto d'un tratto, la vide sparire. Pochi istanti prima, mentre Andersen, ebbro di massacro, stava colpendo il soldato alle loro spalle, la ragazza,in quel momento, passata inosservata, aveva voltato lo sguardo verso il suo compagno e lui aveva capito, le aveva sorriso, comprendendo finalmente,il perché Sunny ,avesse deciso di lasciare un soldato ancora in vita. Si erano presi un'istante,un solo istante per accordare un piano impeccabile. Ora, la ragazza era sbucata alle spalle del prete correndo verso le scale che l'avrebbero portata ai piani superiori, dove la puzza di vampiro sembrava sempre più forte  e rivoltante. Sapeva che Alucard le avrebbe dato tempo,sebbene in cuor suo, era terrorizzata per lui, non avrebbe concluso nulla senza la testa del vampiro capo. Alucard le aveva donato un vantaggio su Anderson, I colpi di pistola del vampiro echeggiavano melodici nei corridoi del palazzo, Sunny indurí il cuore e scivoló verso la sala principale, la sala dei congressi, scavalcó I cadaveri delle guardie cadute nel primo attacco, osservando i loro occhi sgranati, che non vedevano più nulla.  Altri poliziotti cercarono di fermarla, ma lei avanzó con l'ombra di Alucard la seguiva avvinghiata alla sua. Si levava come un muro e parava i proiettili che cercavano di scalfirla, la ragazza prese a zigzagare tra sibili di lame ed ossa che si spezzavano come burro sotto ai suoi colpi. I più rapidi tra di loro si resero conto che non era un vampiro, né un demone sputato dall'inferno, ma una ragazza, solo una ragazzina. E quel pensiero li terrorizzó più del vampiro a cui davano la caccia, più di ogni altra mostruosità a cui avrebbero saputo dare un nome. No, era una ragazzina, col volto incrostato di sangue e gli occhi come cieli tersi ed illuminati dai soli. Lei riusciva a sentire il sangue gelarsi nelle loro vene, lei, che aveva sofferto così tanto, lei, che era stata sempre la più fragile, la più spaventata, quella che sentiva che nel suo vestito di luce, stava troppo stretta. Quella ragazza pallida, uno per uno, abbatté tutti i poliziotti, dandoli in pasto al suo conte. Con un calcio aprì il portone, le lame abbassate, così come le orecchie si muovevano in ogni direzione per captare ogni singolo suono, ogni singolo respiro, alla ricerca della preda. Una creatura sbucó dalle ombre, sembrava un ragazzino con il volto distorto, il corpo era esile e pallido, sembrava quasi una creatura delle fiabe tanto era deforme, eppure, quella creatura schizzó rapida contro Sunny che peró i suoi artigli appena in tempo, incrociando le lame, il vampiro le alitó in faccia prima di spingersi via, ridacchiando. La ragazza si piegó pronta a scattare, ma il vampiro la anticipó colpendole il costato con un calcio ben assestato che le fece incrinare una costola togliendole il respiro. Si alzó in tempo per rotolare via da una zampata dell'avversario, le zanne snudate, gli occhi gialli colmi di odio, era un po ' vampiro un po'.... Mannaro

 

"Che cosa 'bisso sei"

 

Commentó lei sputando a terra, l'ombra di Alucard si mosse verso l'avversario spingendolo, ma lei lo trattenne con la sua.

 

"No!! È mio! "

 

Ringhió caricando selvaggiamente il vampiro mannaro con un colpo sibilante verso la gola. L'avversario paró spingendola via, Sunny fermó di nuovo con fatica l'ombra di Alucard spostandosi di lato, deviando con la sua lama l'artiglio della creatura, nella sua mente si chiese cosa sarebbe servito ad ucciderlo, decapitarlo? Argento? O entrambe? La creatura si mosse rapida sul muro affrescato puntando alla gola di Sunny. La ragazza indietreggió spingendolo via con un calcio e tenendosi le costole, ogni respiro era una battaglia, era sempre così, sempre all'ultimo, lei riusciva a rovinare tutto. Cadde in ginocchio quando il mostriciattolo si abbatté addosso, artigliandole una spalla, la ragazza gridó dal dolore afferrandogli il polso, lottando per fermare l'ombra di Alucard che fremeva sotto di lei, il vampiro still sangue un'altra volta

 

"Cazzo ,Alucard!!! "

 

Con uno sforzo disumano, la ragazza riuscì a calciarlo via rotolando su un fianco, ingoiando la bile che le era salita in gola mentre con le sue spade tornava in piedi. Osservó la creatura fermarsi per annusare e leccare da terra il suo sangue, quando lo fece, qualcosa in lui ando' storto. Si mise a gridare stringendosi la gola, poi si contorse a terra, gridando dolorante, le zampe ad artigliare e squartare il suo stesso stomaco, versandone a terra il contenuto nel disperato tentativo di liberarsi di quel maledetto sangue. La creatura rantoló mentre Sunny si avvicinava ansimante. Levó la lama che  si abbatte'  sul collo della creatura gorgogliante, affondo' nel muscolo, poi nell'osso, ancora nel muscolo ed infine si piantó nel marmo. Con sua sorpresa, la creatura si dissolse in una pozza di marciume verdastro, che ancora ribolliva. La ragazza cadde in ginocchio ed infine, vomitó sui resti del nemico,ogni respiro le procurava fitte atroci a cui era ormai familiare, ma quella puzza era stata la goccia a far traboccare il vaso, o meglio lo stomaco. Alle sue spalle sentí I passi di qualcuno, quando si voltó pulendo le labbra, vide Anderson che la osservava , comodamente appoggiato all'uscio della porta. La fissava con un espressione irritata ,inorridito, davanti a quella ragazzina smunta e pallida, coperta di sangue incrostato, bagnata di sangue fino alle ascelle.

 

"Alucard.."

 

Vedendo solo lui, dimenticó qualsiasi cosa. L'ombra la avvolse di nuovo, completamente. Come una furia cieca, scattò, scordandosi ogni ferita, ogni contusione che aveva preso in quello scontro, come un'animale assetato di sangue e odio. Balzó come un felino sul prete con un ringhio, le ombre che la avvolgevano come un mantello, occhi blu elettrico brillarono in tutto quel nero.Le lame impattarono rilasciando note argentine nell'aria, il volto di lei gocciolava sudore e sangue su quello di Anderson. Stava per parlare, quando un'ombra la tiró indietro, al sicuro, lontana da quel prete. La strinse salda mentre si ergeva di nuovo accanto a lei, incolume, senza un graffio, un sorriso gli si disegnó sulle labbra

 

"La mia signora ha dimostrato di essere una degna figlia dell'oscurità, per tanto, nell'oscurità resterà"

 

Sentenziò il vampiro, il prete strinse i denti fino a farli stridere, il volto cupo mentre una rabbia folle sembró cancellare il suo solito ghigno. Strinse le baionette, sapendo che un patto, era un patto, soprattutto se stipulato dalle parole di Maxwell, lui non poteva più toccarla, non in quel momento, non in quella battaglia. Avevano combattuto insieme, avevano sconfitto il vampiro capo ed ora, dovevano tornare a casa con la coda tra le gambe ed i loro avversari, nella loro dannata oscurità. Ma qualcosa non andò  nel verso giusto. Anderson sembró ascoltate un messaggio, guardó i due per la prima volta, con'aria severa prima di sussurrare 

 

"Dobbiamo andare, subito"

 

Erano fuori da Buckingham palace, quando si resero conto che tutta Londra, ormai, andava in fiamme. I tre rimasero immobili ad osservare le fiamme avvampare, gli elicotteri precipitare, sconfitti dai colpi di cannone di enormi dirigibili col segno del fascio sulla gigantesca fiancata simile al ventre di una balena gravida. Avanzarono cauti, osservando la desolazione che avevano ignorato fino ad allora, troppo lontani e troppo impegnati nella loro sfida personale. Avevano salvato la regina, ma i suoi sudditi? Sunny poteva sentire la pizza di capelli bruciati e di pelle carbonizzata, si tenne il costato e si strinse il corsetto per sentire meno dolore possibile. Non c'era tempo per leccarsi le ferite

 

"Dobbiamo raggiungere il centro! "

 

"Anderson, prendi la macchina, ci vediamo là"

 

Ringhió cupo Alucard, prese in collo la ragazza e con un guizzo scomparve nel cielo rosso di Londra. Quando il vampiro si caló a terra con fare teatrale, una nube di pipistrelli lo accompagnava, sparpagliandosi per la città affamati di ghoul. Quelle creature avevano riempito le strade, lasciando una scia di sangue secco a terra e sui muri delle case distrutte. Sunny sentí una morsa allo stomaco come se avesse ingoiato del cianuro, strinse le lame rendendo i tendini, ignorando ogni sensazione di dolore che il suo corpo lamentava. I dirigibili avevano schierato un'intero esercito di ghoul, Sunny si chiese con cosa diavolo sarebbero riusciti ad affrontarli? Già un quarto di quel l'esercito marciava contro di loro, le bocche aperte grondavano Bava e muco, ma ironicamente, sapevano bene chi era il loro bersaglio. Stavamo avanzando quando qualcosa fece salire i brividi alla schiena di Sunny, qualcosa che le solleticò la guancia, come un filo di seta. I ghoul caddero all'unisono in pezzi, lo sguardo allibito nei loro occhi bianco latte. Erano stati fatti a pezzi che nemmeno se ne erano accorti,con tagli netti, così come le dissezioni che fecero crollare i palazzi attorno a loro. Vennero recisi come burro, da lunghi e mortali fili azzurri. Mentre collassavano, una figura emerse lentamente,dal polverone che si levò insieme al boato della distruzione. 

 

"Ciao, raggio di sole"

 

I suoi passi echeggiarono in mezzo alla battaglia, un odore familiare le riempí i polmoni di farfalle e gli occhi di lacrime. L'autore dello scempio uscì dalle ombre, occhi di tempesta puntati sui suoi cieli arsi dai soli. Il cuore le piombó negli stivali, il terreno le mancó sotto le scarpe e le lame caddero con un clangore a terra. L'uomo le sorrise, bellissimo come una notte di luna piena in un cielo senza nuvole, avanzando verso di lei. Si fermó a qualche metro di distanza, le braccia incrociate, i capelli come piume di corvo scintillarono alla luce della Luna mentre Sunny a stento riusciva a tenersi in piedi, le mani strette al petto, la comprensione fece una piroetta nauseante nella sua pancia. La ragazza fece istintivamente un passo avanti, le lame ancora nel fodero

uccidilo


"Azrael… "

 

Mormoró lei, la voce che le cadeva a pezzi

 

"Walter… "

 

Ringhió Alucard

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Capitolo 15
*** Kyrie Eleison PT1 ***


"Azrael"

 

Furono le uniche parole che gocciolarono dalle labbra della ragazza, spezzate e tremanti come il suo corpo. Avanzó di un passo, poi, prese a correre verso di lui, le sue orecchie non sentirono la voce di Alucard, non si curarono delle fiamme che bruciavano la città, della guerra tra gli eserciti nazisti e quello del Vaticano, né di Integra e Victoria che intanto erano arrivate sul posto e la chiamavano a gran voce. La ragazza correva verso l'uomo davanti a lei, calpestando cadaveri di ghoul, inciampando su gambe ed arti mozzati fino a gettarsi tra le sue braccia. Le lame nel fodero, il volto coperto di graffi,ogni passo un nuovo tipo di dolore addosso. Il sangue aveva reso il suo vestito ancora più scuro e bagnato, lei stessa emanava odore di ferro, un' odore che però non poteva concorrere con il lezzo di morte che aleggiava su Londra. Si gettó tra le sue braccia come una bambina al primo giorno di scuola. Lo strinse forte, le lacrime che le imperlavano le ciglia,il corpo dolente che tremava e si rannicchiava contro di lui. La sua ombra protestó ma lei le imploró di lasciarla stare. L'uomo la strinse piano di rimando carezzandole i capelli, poi le sfioró il viso prendendolo tra le mani, si leccó un pollice cacciando via il sangue dal viso come meglio poteva, lasciando scivolare per un po'  tutto l'inchiostro dal cuore

 

"Sei stata straordinaria, raggio di sole.."

 

"Az… "

 

"Walter?! Che cosa cazzo stai facendo?! "

 

Il cuore di Sunny sobbalzó insieme a lei, si voltó  con una lentezza raggelante, guardando Integra fissare Azrael. No, aveva sentito male, Integra era confusa, come poteva essersi sbagliata? No, lui… non era Walter, il suo nome era Azrael. Si voltó di nuovo verso l'uomo che chiamava Azrael, non riusciva a parlare, le parole le si erano incastrate in gola come lische di salmone, riusciva solo a fissarlo da dietro le ciglia bagnate, in cerca di un segno, che avrebbe spezzato quell'incubo che le stava masticando lo stomaco,ma non accadde. Lui rimase in silenzio, con il braccio, la strinse per la vita, sembrava sapere delle sue costole visto che non osava toccarle il  torace, la tenne saldamente, tornando a guardarla negli occhi, il suo voltó era contratto in una smorfia di dolore, ma pure lui, sembrava avesse ingoiato spine di pesce, non dissero nulla, cieli in tempesta e cieli tersi, rimasero immobili. Aggrappati in quella lenta e disperata collisione

 

"Bene, Walter C Dornez, ora che sei il Dio della morte… cosa intendi fare? "

 

La voce di Alucard vibró come corde di violino e le fece tremare l'anima. Sunny sbatté le palpebre come se si fosse svegliata da un coma con un grosso ceffone. Si voltó a scatti, come un glitch verso Alucard. il vampiro ricambió lo sguardo sorridendo appena, le fece cenno di tornare da lui con le mani

 

"Angelo mio, torna qui"

 

Torna subito da lui

 

Il corpo di Sunny era come congelato, dentro di lei, la tenebra si agitava come una piovra affamata, le avvinghiava il cuore, la strattonava via da Azrael. Ma non era il sangue di Alucard a farlo, no, era quella maledetta voce, fusa a lei come un parassita. Amava la sua oscurità, tollerava in un certo senso la luce e proteggeva la sua umanità, ma quella cosa appiccicosa non era né di Alucard né di Andersen, cosa 'bisso era? 

 

uccidilo, vattene,uccidi il Dio della morte!

 

"Sunny"

 

e poi…

 

uccidi anche il tuo grande amore

 

Sunny si porto’ una mano alla tempia, strinse i denti rannicchiandosi sotto lo sguardo severo di Walter

 

“stai zitta…stai zitta!”

 

“SUNNY!”

 

La chiamó più forte Alucard, quasi ringhiando, ma la giovane non si mosse dalle braccia dell'altro vampiro, che osservava Alucard cauto, pronto a scattare contro di lui.  Ma perché? Non erano compagni? Non erano… amici? La ragazza guardó le rovine a terra, quell'uomo  aveva tagliato dei grattacieli come un macellaio taglia un filetto, aveva tolto di mezzo i ghoul in piazza da solo.Aveva fatto…la cosa giusta? Quei palazzi dovevano essere già stati evacuati e lui li aveva difesi dai ghoul che si erano riversati in piazza

 

"N-no.. Non posso.. Azrael,lui, è Azrael,vi sbagliate…si chiama Azrael"

 

Silenzio di tomba, tutti stavano osservando la ragazza con rammarico, notando la disperazione nei suoi occhi (in realtà Integra si coprí il volto con la mano) .Il corpo della giovane che tremava, le mani aggrappate alla giacca del Dio della morte, lui abbassó lo sguardo su di lei, un guizzo di dolcezza nelle iridi, un lieve sorriso

 

"Mi dispiace, raggio di sole… Mi dispiace così tanto…"

 

La voce di Walter arrivó come una pugnalata, trafiggendole i polmoni più di quanto la sua costola non avesse già fatto. Sunny si voltó verso l'uomo, gli occhi sgranati e lo stomaco che le si ribaltava come un folle in manicomio. Il cuore prese a battere come mai prima, furioso, terrorizzato. Si aggrappó alla sua giacca ricordando tutte le volte in cui lei era stata insieme ad Azrael e poi con Walter,no, non era possibile, Walter era un'uomo anziano, lui era, giovane, bellissimo. Era impossibile, a meno che… 

 

"Azrael..che.. Che succede"

 

L'uomo piegó il capo guardando altrove, ciuffi di capelli neri gli scivolarono sul volto scomposti, sospiró sonoramente e quando le labbra si schiusero, un paio di lunghi canini scintillavano alla luce delle fiamme

 

"Io, sono Walter C Dornez, sono il dio della morte… sono sempre stato il solo ed unico al tuo fianco…sono qui per salvarti, dal tuo destino, da quel maledetto vampiro…piccola, tu, fidati di me, ok? "

 

"Tu sei… "

 

"Un vampiro.. "

 

La ragazza sospiró sonoramente e sembró sgonfiarsi come un palloncino dopo aver subito l’ennesimo cazzotto nello stomaco della giornata, ma questo, era stato un vero e proprio affondo coi controcazzi

 

"Porca puttana, Walter…che hai fatto? "

 

Alucard caricò la sua arma,ma sembrò voler dar spazio ai due in mezzo alla piazza in fiamme,rimase in silenzio annusando l’aria, annusando il sangue della ragazza, qualcosa non andava. Incrocio’ le braccia al petto, poi guardó Integra in tralice che sembrava fissare furiosa Walter,il sigaro tra le dita che tremavano. Cosa cazzo aveva appena fatto? Li aveva traditi? Era diventato un fottuto vampiro, solo per uccidere Alucard? Era folle, oltre ogni previsione e…terribile. Victoria era incredula, si coprì il volto con la mano che le restava. Nel suo sangue, Pip lanció un'imprecazione ed un fischio acuto.  Sunny invece era rimasta stretta a lui, lo fissava con le lacrime agli occhi, le mani che gli artigliavano la giacca tirandolo contro il suo petto nonostante le provocasse fitte lancinanti. Si morse il labbro fino a farlo sanguinare, guardó in basso, annuendo in silenzio per poi poggiare la fronte sul cuore del vampiro. Aveva smesso di battere, in realtà,forse,aveva solo fatto finta di battere.  Il maggiordomo le sollevó piano il viso, guardandola negli occhi, asciugandole le lacrime, sorrise stanco, incuriosito dal fatto che ancora non si fosse allontanata da lui, nonostante i richiami di Alucard. 

 

"raggio di sole, Perdo-"

 

"Io ti amo..Walter C Dornez"

 

Sbottó lei alzando di colpo il capo, battendo a terra lo stivale. Sembrava arrabbiata e disperata allo stesso tempo. Walter si bloccó irrigidendosi in una posizione simile ad un rigor mortis,cosa non troppo fuori posto per un vampiro. Le parole gli si spensero in gola come fiaccole sotto la pioggia, lo sguardo allibito sulla ragazza che gli aveva appena detto di amarlo, dopo aver scoperto che le aveva mentito, dopo aver scoperto che lui era stato con lei fingendosi un semplice umano, dopo aver tradito la Hellsing e minacciato di morte l'amato vampiro. Lei… gli aveva appena detto di amarlo? 

 

"Sunny?.. "

 

Lei gli prese il viso con le mani sporche di sangue, tremavano ma il tocco era gentile, lo sguardo severo, deciso, sembrava quasi sul punto di rimproverarlo. Aveva condiviso con la medesima persona il letto ed ogni suo piccolo segreto, ogni momento in cui era cresciuta, ogni momento in cui si era ricordata di essere finalmente libera, viva. Era con lei il giorno delle lenzuola sporche di sangue, a consolarla, a ridere. Era con lei a ricordarle che oltre al massacro c'era una vita da vivere. Era con lei quando ogni notte si svegliava e piangeva tra le sue braccia per via degli incubi. E Walter restava con lei finché non si fosse addormentata, rassicurandola, dicendo che andava tutto bene,ora che c'era lui a badare a lei. Insieme a lui aveva riso, aveva amato ogni giorno ed ogni parte di se stessa che prima aveva odiato fino al midollo.Che si fosse presentato come Walter o Azrael, non cambiava nulla. Era lui,era con lei, ogni volta che aveva bisogno di sentirsi amata, sangue o non sangue, lei aveva sempre amato entrambi. 

 

"Che cosa mi importa del tuo nome… che cosa mi importa se eri un vecchio o un giovane uomo? Mi hai salvata ogni,singolo giorno, da quando sei venuto a prendermi alla stazione. Mi hai amata ogni,singolo giorno, cosa dovrei odiare? Cosa dovrei pensare per voler andare via da te?... Io ti amo, Walter C Dornez.. Ti amo. E mi dispiace,se sono stata egoista, mi dispiace se non l'ho capito subito quanto tu avessi bisogno di me…"

 

"Proteggi il vampiro dal Dio della morte"

aveva detto la sua arma, uccidilo

 

Uccidilo, uccidilo

ripeteva il parassita nel suo sangue

 

Ti amo così tanto,amore mio.. Ripeteva lei

 

Walter posó la fronte sulla sua, serrando I denti, quasi sul punto di commuoversi, la tiró a sé ,la sollevó come un bambino con la sua bambola, nascondendo il viso tra i suoi capelli sporchi di sangue incrostato. Avrebbe voluto pettinarglieli, lavarla dalla polvere, curarle ogni singolo graffio, portarla a letto per tenerla al sicuro, lontana da tutto quel dolore. Voleva scappare via, lontano terminando tutto e congelando quel minuscolo istante che l'avrebbe salvata. Ma non poteva, non esistevano i miracoli, non esistevano le svolte che nelle favole mettevano tutto a posto. Esisteva l'acciaio e solo il sangue avrebbe ripulito tutto. Si voltó dando le spalle ad Alucard, la posó a terra carezzandole la guancia, I suoi occhi sembravano decantare un' addio ed il sangue di lei divenne cristalli di ghiaccio e diventó denso, pungente. Lo stomaco si sciolse in una pozza simile a quella che aveva vomitato sul pavimento della regina. Lo guardó smarrita, le mani aggrappate ai suoi avambracci per trattenerlo

 

"Walter…Che vuoi fare?.. "

 

Walter sospiró scuotendo il capo, le mani le carezzavano i graffi sulle braccia. Serró le labbra, la mascella si tese mentre gli occhi si puntarono a terra

 

"Devo salvarti, lo capisci? Non posso perderti ancora, non posso aspettare, non ho tempo da perdere e tu devi vivere una vita meravigliosa, lunga, felice, io devo finire questa storia, devo liberarti dalle tue catene. Non meriti questo schifo, questa merda di vita che si ripete per un suo capriccio del cazzo.."

 

"Walter.. Cosa stai dicendo.. "

 

"Sarai libera, io ti salverò stavolta…"

 

"Stavolta..? "

 

Sunny sentì un gelo percorrere la schiena quando un elicottero con lo stemma del Vaticano lasció calare le due ragazze che per tutta la sua infanzia l'avevano perseguitata. Avevano liberato un paio di strade e la spada della suora gocciolava sangue denso e appiccicoso, le pistole di Heinkel fumavano ancora ed entrambe posarono gli occhi sulla ragazza e su Walter, che si apprestó a portarsela alle spalle. Di nuovo il catrame goccioló au di lei, le mani tremarono verso le sue lame quando Yumie ghignó e con un guizzo fece schizzare a terra il sangue, pulendo la sua lama, ancora assetata. La spadaccina si protese verso di loro, scattando rapida come un felino dietro alla gazzella, la lama sguainata e gli occhi iniettati di sangue

 

"Sporco demone!!Come hai osato parlare in quel modo a Padre Andersen e al nostro vescovo?? Vi ammazzo, vi ammazzo vi ammazzo a tutti e due!! Dovevo ucciderti quel giorno al parco!! Non me ne importa niente delle vostre sporche perversioni amorose!!"

 

La ragazza sembrò scomparire per un'istante, aveva usato una tecnica segreta shimabara, un teletrasporto mortale che Heinkel e Sunny conoscevano molto bene. Quell'attacco, trovava sempre il bersaglio e mai, lasciava alle spalle qualcosa  di vivo. Sunny si era spinta contro la schiena di Walter che con una mano la teneva stretta,senza muovere un muscolo, osservava calmo la suora che correva loro incontro. La ragazza guardó Yumie apparire di fronte a lei, la spada guizzó e fendette l'aria. La donna si voltó appena verso di loro, guardandoli in tralice, con un ghigno soddisfatto, il cuore di lei perse un battito

 

"Presi! "

 

Li aveva presi? Erano… stato uccisi? Era così che si moriva? Sarebbero caduti in pezzi da un momento all'altro? Walter? Come stava Walter? No, cazzo non poteva morire così.. Poi la voce calda di Walter le solleticó il collo e le fece avvampare il petto

 

"Niente affatto, io ho preso te.. "

 

Pochi istanti dopo, Sunny vide delle dita cadere come frutta matura a terra, le  braccia rotolarono via dalla sua proprietaria, così come le sue gambe si staccarono di netto. Cadde rovinosamente sull'asfalto bagnandolo di sangue, il corpo menomato di Yumie finí in preda alle convulsioni ai piedi di Sunny con lo sguardo ancora incredulo. 

 

"Tutta tua, raggio di sole…"

 

Sussurró la voce di Walter che le scosse l'anima facendole perdere un battito, come quando aveva visto Alucard divorare tutte quelle vite, le compiaceva vedere Walter tirare fuori quel lato mortale. Ma il suo stile era diverso, nel suo modo di uccidere, c'era una grazia che le faceva guizzare le farfalle nello stomaco e dolere le cosce. 

La ragazza socchiuse gli occhi, sfiló le lame,  si protese in avanti e le incroció sul collo della suora, sovrastandola, osservandola senza sorridere. Con un colpo secco, le spiccó la testa dalle spalle, poi, cominció a contare.Dieci secondi, aveva dieci secondi, prima che il cervello si fosse spento, prima che la morte le avesse concesso il dono del riposo eterno. La ragazza si chinó su di lei, afferrandole I capelli nel pugno, sollevando la testa mozzata in aria,per mostrarle, un grande sorriso, in silenzio, cancellò il suo nome dalla lista, godendo delle grida di Heinkel che la chiamava, povera stupida. 

 

"Vivi con pienezza, muori con dolcezza"

 

Gettó a terra la testa ormai incapace di ascoltare o vedere, sì voltó di nuovo verso Walter, voleva ringraziarlo, ma qualcosa non quadrava. Il Dio della morte stava osservando Alucard, gli fece un cenno ed il vampiro comprese, avevano un conto da saldare. La ragazza gli afferró la mano costringendolo a voltarsi, il cuore le martellava nel petto dolorante,la stanchezza le tendeva il sangue denso, gli occhi stanchi si aggrapparono a quelli di lui. Nella sua voce tremante si levo' una supplica, non voleva vederlo combattere contro Alucard, pensando che in un combattimento del genere, ci sarebbe stato un vincitore ed un vinto. Quel vinto forse, in pezzi a terra

 

Ucciderai chiunque punti un arma contro di lui,avevi detto

 

Ma lui

non era affatto

chiunque

 

"Walter!..Non andare, per favore"

 

Walter serró la mascella, ricordava quel giorno con lei tra le braccia di Alucard, le lame a terra insanguinate, stava morendo e lui, non aveva fatto niente per evitarlo. Ricordava quel giorno quando glie la strappò dalle braccia, la strinse forte e pianse tutte le lacrime che aveva, era ancora un ragazzino e quel giorno di cinquanta inverni passati, aveva fatto una promessa. Walter scivoló dalla presa di lei ed avanzó, così come fece Alucard, entrambi al centro della grande piazza in rovina, a nessuno dei due fregava nulla di quella guerra. Integra si accese un sigaro ed espiró fumo grigio, lo spezzó, colma di rabbia fino al midollo. Nelle sue vene scorrevano tristezza e rancore nei confronti dell'uomo che l'aveva cresciuta e di cui sincera fidata da tutta la vita. Ma al contrario di Sunny,lei non lo amava a tal punto da calpestare i suoi doveri.

 

"Trova e uccidi,trova ed uccidi tutti coloro che osano opporsi a noi, non importa come, non importa chi avrai davanti"

 

Si soffermó a ripetere le ultime parole,la voce era inciampata per un'istante che non si perdonó quando i suoi occhi incontrarono quelli del suo maggiordomo. A sunny sembró crollare il mondo addosso, una paura primordiale le attanaglió le viscere in una morsa gelida. Una mano stretta sull'elsa della lama, l'altra si stringeva il petto dolente

 

distruggi? 

                Uccidi? 

Walter?

 

"No…NO! NO! NO! "

 

 Alucard,da parte sua, fece un profondo inchino, sebbene avrebbe comunque tentato di uccidere quel Dio della morte, gli ordini di Integra erano un vero spasso da seguire. Così,sotto agli sguardo degli eserciti del Vaticano, del Terzo reich e dei sopravvissuti della Hellsing in un numero che si poteva contare sulle dita della mano, sussurró con voce calda e densa come fumo

 

"obbedisco" 

 

Con un ghigno letale che gli snudava le zanne, le restrizioni che si sbloccarono secondo la sua volontà ed il vampiro tornó nella forma in cui lei lo aveva trovato quel giorno nelle segrete, una bestia selvaggia pronta alla caccia. La ragazza cadde nelle ombre e riapparve dietro il maggiordomo aggrappandosi alla sua giacca. Walter si voltó verso di lei,sorpreso della sua velocità nonostante le ferite. Tiró la mano di lei verso le labbra e la bació sul dorso, Sunny si accostó a lui ancora bagnata di sangue e lacrime, luce ed ombra insieme in un'eclissi che oscurava il suo cuore

 

"Non voglio perderti…ti prego,non farlo..non voglio perdere te o Alucard, siete tutto ció che ho…amore.."

 

"Andrà tutto bene, raggio di sole"

 

Non se ne accorse, Walter era già a diversi passi da lei, era sfuggito dalla sua presa come se per un'attimo fosse diventato un fantasma, ora stava avanzando verso Alucard. Tentó di raggiungerlo, ma qualcosa le graffió la guancia, sibilando dietro al suo orecchio, un taglio netto, bruciante, poi altre due lame che la ragazza si prestò a schivare nascondendosi nell'ombra ai suoi piedi, per riapparire poco dopo alle spalle di Anderson, balzó dalla sua ombra, piegandosi in posizione quasi fetale per evitare la sferzata dell'uomo che l'avrebbe divisa in due parti uguali, il suo costato gridó ed il respiro divenne pesante. Tentò di menare un colpo. Le lame vibrarono quando impattarono contro l'acciaio del prete, adirato per la morte della sua discepola. Pochi istanti dopo, si accorse che Heinkel era a terra, un colpo di pistola in faccia le aveva bucato le guance da parte a parte donandole un sorriso demoniaco, distorto, chi diavolo l'aveva conciata così? Come aveva fatto a non notarlo? 

 

"Hai ucciso Yumie, sporco demone!"

 

Sunny ghignó, un sorriso stanco ma  compiaciuto, ebbro del ricordo di Yumie è del suo sguardo terrorizzato impresso per sempre nei suoi occhi, prese un respiro e fece spallucce. Costrinse il suo cuore ad indurirsi, se c'era una cosa che doveva fare per risolvere la questione, era continuare a vivere.

 

"Sembrerebbe proprio di sí.."

 

"Mi manca la ragazzina spaurita che eri.. "

 

Sunny rise di gusto, sopportando i dolori del costato perché cazzo ne valeva la pena. 

 

"Ho sventrato quella fighetta dall'interno"

 

Sussurró mentre scivolava sotto i piedi di Anderson che tentó di colpirla abbattendole la lama sulla testa, ma qualcosa gli bloccó il colpo, dei fottuti fili avevano spezzato la lama facendola cadere a pezzi in terra,mentre la ragazza si rialzava alle sue spalle. Quel maledetto maggiordomo e quel vampiro,stavano combattendo,eppure, temevano sempre un' occhio vigile su di lei. Sunny guardó Alucard ed il Dio della morte combattere, vide Walter osservarla mentre con l'altra mano era impegnato a staccare un braccio all'avversario, costringendolo ad indietreggiare per rigenerarsi. Lo vedeva calmo, come una macchina da guerra, riusciva a starle dietro perfino mentre combatteva contro Alucard. 

 

"Walter..basta ti prego!lascialo stare! "

 

Non poté fissarlo a lungo che dovette scendere di nuovo nelle ombre, riapparendo da un'altra parte, lontana da Anderson, tentó di avvicinarsi al duello dei due vampiri. Nonostante tutto, i suoi allenamenti a Roma erano valsi a qualcosa, tutti quei giorni sotto il sole, piena di ferite, aveva imparato a tenere duro, a conviverci e a combattere

 

"Basta!! Smettetela tutti e due!! "

 

La baionetta di Anderson guizzó dal polverone scintillando di luce sacra.Sunny roteó,sferzando le trecce umide di sangue e sudore in due lunghi nastri rosa dietro di sé, la spina dorsale piegata in un arco perfetto mentre la lama le passava sotto il mento mancandola di un soffio. Le mani attutirono la caduta a terra aiutandola a rialzarsi,prese un lungo respiro,osservó la battaglia davanti a lei, si portó le mani al petto e sussurró una supplica a Dio. Andersen la chiamó a gran voce, costringendola a voltarsi. Vide il prete sollevare le lame, abbassare la testa, per poi gettarsi come una furia cieca contro di lei, costringendola a scansare  un rapido affondo. Si piegó come meglio poteva schivando il suo colpo spazzante, abbattendo di piatto le lame nel costato del prete, conficcandole tra le costole di lui che grugní di dolore, l'ombra della ragazza si mosse e divenne più scura, delle zanne afferrarono e bloccarono la gamba di Anderson, ma lui si tolse lo stivale e si sottrasse dalle lame della ragazza. Il suo corpo si rigeneró, ansimó  e rimase un'attimo immobile. La ragazza approfittò di quell'istante,per scendere nelle ombre, scattare dietro di lui e correre verso Walter e Alucard che intanto, erano impegnati in pieno combattimento. Walter era rapido, letale come un vero Dio della morte. Si muoveva come se danzasse, calmo e preciso davanti alla furia dei colpi di Alucard che mai, mai trovavano il bersaglio. Seras gridó un'avvertimento e Sunny ruotó di lato proprio mentre una delle baionette giungeva con un fischio da dietro di lei, andandosi a conficcare nella testa di un ghoul,la lama rimase ferma a tremolare . la ragazza la afferró al volo mentre balzava dal muro,scagliandola con forza in mezzo ai due ,prima che entrambi potessero librare un colpo, entrambi si voltarono a guardarla. Walter tirava i suoi fili stringendoli tra i denti affilati, Alucard si stava preparando a menare un pugno, ma i fili lo stavano bloccando, rimasero fermi in una stasi quasi comica, ma che di comico non aveva nulla in realtà. Posó lo sguardo su Alucard, in posizione difensiva, pronto di nuovo a scattare. Il sangue gli colava dalle zanne, gli occhi perdevano lacrime rosse, sorrideva entusiasta di quella battaglia, ma Sunny vedeva, tutta la stanchezza e sofferenza dietro quelle pozze di sangue. 

  
"Alucard…"
 

Sussurró stringendosi il petto dolente, il cuore impazzito le era salito in gola e le lacrime salirono a bagnare le ciglia. Si protese verso il vampiro, tendendo una mano. Non era colpa sua, non aveva chiesto di combattere, lui, voleva solo vivere e questo pensiero posó un macigno in più sul suo senso di colpa, svuotandole i polmoni in un sospiro attonito, stancostanco, addolorato

 

Ti prego

 

Fermati

 

Fermatevi ,tutti quanti

 

Prese un respiro profondo ed indurí il cuore, tentò per un solo istante, di immaginare come avrebbe potuto risolvere la cosa Integra, lei era una donna di ferro, avrebbe voluto così tanto, avere la sua determinazione

 

"Fottuta madre nera, smettetela,cazzo!! Nessuno deve salvare nessuno!! Se uno di voi prova a morire vi spacco il culo dall'altra parte, siete degli scemi!! Dei fottuti scemi!!non posso scegliere come se foste un dolce al ristorante! Non posso lasciare andare nessuno dei due e dovete farla finita!!io mi salvo da sola!!Walter! Ti prego,lascialo stare!!"  

 

"Sunny!!"

 

Sembrarono gridare all'unisono i due,quando si voltarono verso di lei.I fili di Walter e le ombre di Alucard bloccarono Anderson, che stava incombendo su di lei, la sua baionetta a mezz'aria con l'intento di fracassarle la testa , la lama tremava e vibrava come un diapason, ma Walter staccó quel braccio ed Alucard taglió quelle gambe. Il prete cadde a terra mentre i due, dopo una battuta del cazzo di Alucard, decisero di riprendere a darsele di santa ragione. Anderson ridacchió, sputando sangue, con la mano rimasta, prese a frugare nella sua giacca con un ringhio di rabbia. Era consapevole della battaglia impari,  quei bastardi non l'avrebbero lasciata toccare, anche se lei era messa male, non sarebbe riuscito in quelle condizionina toccarla. Quando capí di avere contro tutti i superstiti della Hellsing, decise di tirar fuori il suo asso nella manica. Prese una sacca dalla tasca interna dell'abito e tiró fuori il contenuto. Sunny vide  un chiodo arrugginito, un fottutissimo chiodo, lo strafottutissimo chiodo di Helena. In quel momento, la giovane sapeva perfettamente cosa aveva intenzione di fare, il bastardo. La rabbia le bollí nelle vene e la pece si gonfió sul suo cuore, fremendo come un gatto in calore. Si, dopo tutto, perché no? Ricordava quanto aveva fatto male, perché non fargli fare quella cazzata? Di nuovo il suo odio ed orgoglio le oscuró ogni razionalità

 

"Fallo!! Bastardo! Senti quello che ho sentito io!! Diventa ciò che sono diventata io e chiediti se avrai più il coraggio di chiamarti, umano! "

 

La sfida della ragazza lo fece ghignare, sentí I due vampiri chiamarla, tentarono di muoversi ma uno bloccava l'altro in una battaglia senza fine per raggiungerla. Sunny si concentrò sul suo avversario, osservandolo mentre si piantava il chiodo sacro nel petto, avevano sperimentato su di lei la compatibilità umana, ora serviva l'esperienza sul campo. Il corpo di Anderson si avvolse di spine simili a tentacoli, in una corazza impenetrabile, sacra, che bruciava davanti agli occhi di Sunny, costretta ad indietreggiare, gli occhi che faticavano a state aperti. La creatura si scaglió contro di lei, la ragazza indietreggió, ma si scalfí lo stinco contro un pezzo di ferro che spuntava da un pezzo di cemento, aprendo un lungo taglio sulla gamba,sibiló di dolore,barcolló e per poco non cadde. Anderson approfittó,ma venne tenuto fermo da Walter e nel cadere, andó a sbattere contro di lei, lasciando la presa sulle lame consacrate a causa della perdita dell'equilibrio. Caddero a terra e sedere e cosce di Sunny si lacerarono sull'asfalto quando colpí il suolo. 

 

Merda

 

Cazzo

 

Merda! 

 

aveva cagato fuori dalla tazza, stupida,idiota, lei e l' orgoglio che l'avrebbe portata alla tomba. Il prete avanzó verso di lei, raccogliendo da terra con una risata sommessa, le lame colme di spine.  Alcuni tralci spinosi si avvicinavano,strisciando come serpi verso la ragazza per afferrarla,ma che venivano continuamente tranciate da fili e divorate da zanne che affioravano dalle ombre sotto di lei. La ragazza prese un respiro come se stesse per gettarsi nell'oceano, si fece il segno della Croce, bació la sua lama,si alzó dolorante come Cristo con la croce sulle spalle e corse in carica gridando un'imprecazione. Mentre correva, sentí un solletico al collo, un'ombra le si peró di fianco, sorridendole con grandi occhi rossi

 

"Victoria! "

 

"Ti diamo una mano! "

 

Sunny annuí notando la figura di Pip sbucare dalle ombre di Victoria per salutarla. Non ci fu tempo per sorprendersi di nulla. Entrambe le ragazze partirono contro il prete, una volava, l'altra scivolava sulle ombre come se avesse avuto dei pattini da ghiaccio, entrambe uscivano da scontri che le avevano stremate fino all'osso, ma la loro testardaggine continuava a spronarle come un fantino sul cavallo. Si separarono con uno scatto, Seras attaccó a destra e Sunny a sinistra in una morsa a forbice. Ombre e lame si unirono in un'unico attacco che Anderson dovette parare con entrambe le sue baionette, ringhiando,mentre le due ragazze gridavano con rabbia premendo contro la sua guardia. L'uomo raccolse tutte le sue forze e riuscí a spingerle via,dei viticci afferrarono le ragazze per le gambe. Victoria venne lanciata contro un palazzo, Sunny finì a mezz'aria ma i fili tornarono da lui è tagliarono di nuovo. Un taglio netto al braccio di Anderson che molló la presa su di lei facendola cadere a terra. La ragazza si tenne il fianco, tossendo e lanciando imprecazioni oscene. Nemmeno nei suoi peggiori  incubi aveva immaginato un'orrore del genere. Gli occhi scivolarono su Walter, la osservava preoccupato mentre dei fili la aiutavano a sollevarsi, ma ad' un tratto, persero la presa facendola quasi cadere a terra, la ragazza si volto’ di scatto allarmata e vide l'uomo inginocchiarsi e tossire. Non era ferito, ma qualcosa non andava

 

“Walter!!”

 

cerco’ di correre da lui ma un viticcio di Anderson la fece cadere a terra, trascinandola verso di lui, Sunny cerco’ di artigliare il terreno, ignorava il prete e continuava a tendere la mano verso Walter, alzó un'ombra su di lui, che paró i proiettili di Alucard, poi alla fine, ne ebbe abbastanza. Si volto’ mentre l’uomo la tirava verso di se’, le baionette incrociate che la attendevano insieme ad un sorriso spietato. A terra la ragazza si divincoló inutilmente per evitare i detriti che la colpivano sulle ferite gia’ aperte. Ringhio’ cercando di scappare dalla sua presa colpendo quelle liane con la sua lama, tagliando il più veloce che poteva. Si libero’ a pochi metri dalle baionette di Anderson,che si abbatterono davanti ai suoi piedi,conficcandosi a terrà. si spinse indietro proprio nel momento in cui Victoria era tornata alle spalle del prete, la ragazza si volto’ per un’istante per vedere che il combattimento con Alucard e Walter stava proseguendo, non aveva tempo da perdere e voleva spuntare quel fottuto nome dalla sua lista. Con un respiro profondo, la ragazza gli balzo’ addosso,afferro’ l’ombra di Alucard come un mantello, scese nelle ombre e gli spunto’ alle spalle. Gli bloccó le lame con la sua ombra e con un balzo gli monto’ sul collo. Tiro’a sé l'oscurità tanto forte da farlo sbilanciare col loro peso, costringendolo al suolo. Sentiva di stare sul punto di svenire, ma strinse i denti. Voleva giustizia e la giustizia non si otteneva pregando, non era una fottuta favola, non avrebbe ottenuto nulla se non avesse continuato a combattere.

 

“tienilo giù’!! Victoria!”

 

la ragazza obbedi’, due segugi di Alucard tenevano ferme le braccia,le ombre di Victoria le gambe e dei fili lo percorrevano in tutto il corpo per farlo stare a terra. 

 

"Si fottano gli Dei, si fotta tutto quanto, io prenderó per la gola il mio destino è lo costringeró a darmi tutto ció che voglio"

 

Sunny, prese un respiro profondo e si sistemo’ i guanti. Era a cavalluccio sopra di lui, per la prima volta nella sua vita, le sembro’ ironico che fosse finita come una bambina sulla sua schiena,come per gioco. La ragazza afferro’ la sua lama e comincio’ a tagliaretagliare come sé stesse preparando la cena. Lentamente,concentrata a godersi quel momento. Taglió la carne, poi sego’ l’osso che schioccó per un'attimo ed emise un suono umido quando troncó il midollo, poi taglio’ i legamenti, con le dita strappo’ i nervi ed infine, altra carne venne tagliata via come filetto di prima scelta. La ragazza si fermó quando sentí la lama cozzare con l'asfalto e sollevo’ la testa dell’uomo guardandolo negli occhi, un guizzó le illuminó gli occhi, era finitafinita, era ora di andare avanti. 

 

“io ti perdono, per il dolore che mi hai causato, io ti perdono, per la tua debolezza, io ti perdono, nel nome del padre, del figlio e dello spirito santo…”

 

“sciocca ragazzina,ho cercato di darti la luce e ci hai sputato sopra”

 

Sunny sorrise appena mettendosi comoda sulla schiena del prete

 

“Dio ha creato la luce, ma anche lui, viene dall’oscurita’...io sono solo l’ombra che si fa più’ scura, quando la luce e’ più’ forte che mai. Sarebbe bello che tu capissi, forse, le cose sarebbero andate diversamente. Ho sempre desiderato,avere il tuo rispetto, il tuo amore, ma in te vedevo solo odio….e di odio mi sono sporcata il cuore”

 

“immagino, che se ti avessi dato più’ amore, il tuo cuore sarebbe stato diverso”

 

“va bene cosi’, sono qui anche per questo….volevo solo dirti, summum ius summa iniuria..una giustizia assoluta è un'assoluta ingiustizia..”

 

Il prete sorrise

 

“mi dispiace, bambina…”

 

Sunny indurí il cuore e strinse le labbra annuendo piano, tenendo ora la testa dell'uomo con una sola mano

 

“va bene, buona notte, padre…”

 

la mano libera della ragazza, penetró nella carne come un coltello e fracasso’ la cassa toracica del prete, strinse forte il suo cuore pulsante e lo tiro’ fuori con uno scatto. Mentre i fili lo sollevarono per tagliarlo in mille pezzi, Sunny continuava a fissare il prete che continuava a sorriderle. In tutti quegli anni, non lo aveva mai fatto

 

“Buona notte, piccolina, ma fammi un favore….dilla qualche preghiera ogni tanto”

 

“promesso..”

 

La figura di Anderson cominció a perdere integrità e colore,fino a diventare grigia. Lentamente, come la cenere del sigaro di Integra, si sgretoló in pezzi, il vento che lo portava lentamente via in una nuvola grigia che sembró levarsi in cielo verso l'alba imminente, tutti si fermarono, posarono le armi, porgendo un saluto all'uomo appena caduto in battaglia. Seras si era affiancata a Sunny posando una mano sulla spalla, quando un rumore secco le spinsero a voltarsi verso la battaglia dmche si stava ancora consumando a poche decine di metri da loro. 

 

"Ma-Master!! "

 

Il grido di Victoria fu' uno scossone per Sunny, che alzó lo sguardo pietrificata. Lo spettacolo era devastante, Walter aveva fatto crollare interi palazzi,aveva fatto a pezzi il mastino di Alucard che ora giaceva a terra in pezzi, il sangue di Alucard era sparso ovunque, a terra alcuni pezzi di lui che non sembravano volersi attaccare.Davanti a loro, Walter si avvicinava con un palo di ferro, trascinandosi verso il petto del vampiro, tenuto in pezzi dai suoi fili,affilati come rasoi. Il sangue grondava a terra in una pozza scarlatta mescolandosi alla polvere. Il Dio della morte sembrava allo stremo delle forze, non sanguinava, ma qualcosa dentro di lui si stava sgretolando, era a pezzi, disperato,sembrava provare un dolore indescrivibile mentre il volto del vampiro era calmo, impassibile. La stava salvando? O stava uccidendo una parte di lei? La ragazza si rialzó tenendosi il costato, aveva tagli e ferite sulle gambe, gli abiti neri strappati mostravano lembi di carne colmi di contusioni e tagli, si reggeva un braccio. Il cuore le martellava nel petto minacciando di esplodere, le viscere si gelarono, ma nulla, nulla di tutto ciò faceva male come la scena che si mostrava ai suoi occhi. Quando la ragazza vide Walter premere più forte quel palo, capì che era quello, il vero dolore. Il suo cuore si tuffó in quello che sembrava un incubo senza fondo, un' abisso di orrori che non sembrava conoscere una fine. Nonostante le costole a pezzi, la ragazza tiró dentro quanta aria poté, il suo grido disperato, fece voltare tutti mentre la giovane si strinse il petto con entrambe le mani, lacrime e sangue che piovevano ai suoi piedi

 

"Alucard!!! "
 

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Capitolo 16
*** Kyrie Eleison PT2 ***


Polonia, cinquant'anni prima


"Eih piccola, non fare scherzi.. Guardami, resta sveglia"

 

Alucard era in ginocchio a terra, la città attorno a loro era devastata, il fumo saliva in aria formando nubi oscure, pioveva cenere, come se fosse stata neve e come neve stava coprendo tutto. I calcinacci cadevano dai palazzi in fiamme, ma nulla sembrò importare, né le grida delle donne e dei bambini, né i morti che avevano tappezzato l'asfalto in un macabro mosaico. Il vampiro stringeva una ragazzina dai capelli rosa, coperta di sangue, il vestito di cuoio strappato, squarciato, così come il suo ventre. Alucard premeva un panno sulla sua ferita, combattendo l'odore di sangue che lo invitava a banchettare, le tenne dentro le interiora come meglio poteva, ma sentiva chiaramente, che la ragazza stava lentamente smettendo di combattere. La sua piccola guerriera, il suo Angelo. 

 

"Angelo mio"

 

Un palazzo di fronte a loro, crollò tagliato in due parti perfettamente uguali, Walter lo attraversò  di corsa imprecando, tagliando teste di soldati nazisti a destra e a manca in una furia cieca fino ad arrivare ad Alucard e la ragazza. Quando li raggiunse, rimase per un'attimo immobile, il fiato corto che gli mozzava il respiro, il cuore gli pompava nelle vene al ritmo del panico. Crollò in ginocchio davanti a loro, pallido in viso, il respiro che accelerava, il terrore gli si avvinghió al petto aprendo una voragine, il sangue  gli bruciava negli occhi. Osservó la ragazza sorridergli, lo chiamò per nome e gli strinse la mano con le poche forze che aveva. Walter sentiva le lacrime bagnargli gli occhi, una rabbia selvaggia crescergli nel petto. Guardò il vampiro coi suoi occhi colmi di tempesta e rabbia. 

 

"Trasformala,mordila"

 

"Non posso"

 

"Sta morendo! "

 

Alucard serró i denti, guardando trovo il ragazzino che gli stava di fianco, avrebbe voluto colpirlo ma aveva le mani occupate. 

 

"Se la mordo , potrei morire e lei non vuole che accada"

 

"O magari tu, tu non vuoi che accada, eh? Fottuto vampiro del cazzo, io non la voglio perdere! Non puoi decidere anche per me"

 

"Walter.. "

 

La voce della ragazza era un sussurro, il giovane si chinò per guardarla negli occhi, azzurri come cieli tersi, che lentamente si stavano velando di un grigio che non prometteva nulla di buono. Gli sorrise quando lui le accarezzó le orecchie, facendole un grattino dietro l'orecchio e carezzandole il viso dolcemente. Si protese su di lei, mentre il vampiro si spostava per dar spazio anche a lui. Sapeva che lei teneva ad entrambi allo stesso modo, avevano combattuto insieme, lei avrebbe voluto passare con Walter gli ultimi momenti, alla pari con Alucard. Unica differenza, Alucard sapeva, che prima o poi, lei l'avrebbe ritrovata. Ma cazzo, cazzo quanto era difficile dire addio, nonostante tutto, anche le sue sicurezze, in realtà tremavano come le sue mani. 

 

"Dalla a me… ti prego"

 

Posò una mano dove Alucard teneva ferma la benda, la tirò piano a sé, tra le braccia portandoseli sulle gambe con la delicatezza di un cardiochirurgo. Alucard le tenne stretta la mano e la baciò sulle labbra prima di lasciarla andare dal giovane. La osservava scuro in viso mentre le lacrime si facevano spazio negli occhi di Walter

 

"Tornerai da me, piccola mia… andrà tutto bene, ti addormenterai e ti sveglierai di nuovo in questo mondo. Io starò qui ad aspettarti, ti salverò stavolta… amore mio"

 

"Alucard…Walter…"

 

"Alucard ti prego… come puoi sapere che tornerà??"

 

"É una mezza Cheshire, loro tornano sempre"

 

"Hai detto bene! Mezza! É una fottuta roulette russa! "

 

"Sta zitto"

 

"Ti ammazzerei se non avessi le mani occupate"

 

" Fottiti"

 

"Ragazzi… "

 

I due guardarono la giovane farsi sempre più pallida, il respiro lento. Walter la strinse piano, il panico negli occhi, aveva spezzato tante vite, aveva guardato la gente morire come mosche e ne aveva goduto. Ma vedere la vita scivolare via da lei, no, non lo avrebbe mai immaginato nei suoi peggiori incubi. 

 

"Siamo qui, Luna… Ehi, hai detto, che se fossi diventato  abbastanza alto, mi avresti sposato, ricordi? Magari, sarò abbastanza alto tra un paio di anni, sarò abbastanza, per te… ti prenderò in braccio e ti verranno le vertigini"

 

La giovane di nome Luna, rise appena, tossendo. Lame nere, insanguinate, erano a terra al suo fianco, fedeli compagne di una battaglia che era andata a puttane, come al solito.  La ragazza fosse, stringendo la mano del ragazzino che la osservava, I suoi occhi si imperlarono di lacrime

 

"Sei…già abbastanza…scemo…però basta, con le sigarette.."

 

Una lacrima cadde sul volto della ragazza quando Walter si piegò su di lei, posando la fronte sulla sua, sempre più fredda. Lui non voleva aspettare, non era un fottuto vampiro, lui sarebbe invecchiato e forse morto. Forse non l'avrebbe più rivista o non avrebbe mai saputo del suo ritorno. Lei era lì, in quell'istante e per gli umani, gli istanti erano la cosa più preziosa. Voleva baciarla, ma era ancora troppo presto, e troppo tardi allo stesso tempo

 

"Ti prego non andare via, ti prego.."

 

"Vi amo così tanto, ragazzi… vi prego, non litigate più.. "

 

La mano di lei scivolò a terra, senza forze, un respiro scivolò dalle labbra della ragazza, l'ultimo respiro. La sua anima andò da qualche parte, il cuore si fermò e tutto, tutto in lei divenne pallido e freddo. Alucard serrò i denti, imprecò piegandosi sulla ragazza, lacrime di sangue gli rigavano il viso, rimase in silenzio, stringendole la mano piccola e  pallida, premendosela contro la fronte. Dalla gola si levava un ringhio simile ad un latrato, il vampiro stava sussultando, scosso da singhiozzi. Walter perse un battito, I suoi polmoni si svuotarono quando con un grido disperato, strinse la ragazza al petto, piangendo tutte le lacrime che mai, mai aveva versato, le passò una mano dietro la nuca nascondendo il volto nell'incavo del collo di lei. Una volta era calda, morbida, dolce come miele, ora sembrava di stringere una bambola di ghiaccio, immobile ed eternamente bellissima. Walter alzo' lo sguardo, l'odio gli gocciolava dalle labbra

 

"Vaffanculo Alucard… . Vaffanculo,mostro del cazzo… una cosa dovevi fare…"


*****


"UNA COSA DOVEVI FARE"

 

gridó pieno di rabbia selvaggia, l’oscurita; attorno a loro risuonava del canto di omicidio mentre le ombre di Alucard si increspavano di una furia silenziosa. Il vampiro di nome Walter, stringeva tra le dita i fili mortali che avrebbero tagliato la testa del vampiro, avrebbe strappato il suo cuore ed avrebbe posto fine alle sue pene, alla condanna del suo raggio di sole. Ora era forte, giovane, poteva proteggerla, poteva e doveva salvarla. Avanzò  lentamente verso il vampiro, gli occhi puntati su di lui, che intanto avanzava a sua volta con le pistole in mano, ghignando. Quel bastardo, cosa aveva sempre da ridere? Era molto semplice, per salvare la ragazza, lui doveva morire e lei, sarebbe stata libera, dal suo sangue, da quello dell' intrusa e sarebbe rimasta Sunny, solo Sunny, il suo raggio di sole. Aveva fatto il possibile, aveva dato volentieri qualsiasi cosa, la sua vita, il suo essere un fottuto umano. Per lei, per vederla di nuovo, per vederla un'ultima volta, per salvarla. Appena saputo della nuova ragazza, che sarebbe andata da loro, Walter aveva fatto ricorso alla sua vecchia nemesi e conoscenza. Aveva contattato il millennium, si era sottoposto ad ogni genere di tortura ed esperimento, per diventare quello che era diventato. Il dolore non era nulla,a fanculo il sangue che scorreva quando tagliavano, infilzavano, strappavano, perchè ne valeva la pena. Cazzo, se ne valeva la pena. Lo pensò quando la vide arrivare in stazione, innocente, bellissima e luminosa come il nome che portava, era tornata come l'avevano trovata, una ragazzina spaurita, con tanti sogni chiusi nella sua valigia e quelle orecchie bianche, soffici, che aveva sempre amato toccare. Walter osservò Alucard caricare contro di lui, sparò dei colpi ma il maggiordomo fermò ogni proiettile coi suoi fili, tagliandogli di netto. Alucard ringhiò, si mise a testa bassa e tese un braccio, la mano aperta come gli artigli di un rapace, mirava  dritto verso la sua cassa toracica, alla ricerca del cuore. Ma Walter non si era mosso, rimase calmo ed impassibile a fissare la mano del vampiro a pochi centimetri da lui, non sorrise, indietreggiò e con un guizzo delle mani gli staccò il braccio all’altezza del gomito, tranciandolo in mille pezzi.  Mentre il vampiro si rigenerava, spostò lo sguardo su Sunny

 

"No… "

 

Sussurrò quando la vide scivolare sotto alle gambe del prete, l’omone stava abbattendo le lame su di lei, l'avrebbe colpita, l'avrebbe presa. No, col cazzo che lo avrebbe fatto. Tese un braccio, come un maestro di orchestra all'ouverture. I  suoi fili  raggiunsero le baionette del prete, facendole finire in frantumi mentre la ragazza contrattaccava con un balzo, le spade si conficcarono tra le costole dell’uomo che ringhio’. I loro sguardi si incrociarono di nuovo, lui le sorrise strizzando l'occhio, prima di tornare a schivare i colpi di Alucard. Anche il vampiro aveva uno sguardo sullo scontro, la sua ombra aveva reso quella di Sunny ancora più scura, La sorvegliava da vicino, molto vicino, ogni volta che il prete incalzava, veniva rallentato da zanne ed artigli alle caviglie, no, col cazzo che l'avrebbe toccata. Il vampiro si sentì afferrare di nuovo per le gambe, tornò a guardare Walter coi denti affilati che sporgevano dalle labbra

 

"Vogliamo smettere questo teatrino del cazzo ed andare dal fottuto prete?? "

 

Walter si sistemo’ i capelli con un gesto della mano, guardando torvo Alucard, si accese una sigaretta ed espiro’ una nuvola di fumo bianco

 

"Al prete ci sto pensando io, se vuoi finire questo cazzo di teatrino, vedi di morire"

 

"E cosa pensi che farà Sunny? Correrà da te e ti chiamerà Salvatore? … . O assassino? "


"Non me ne fotte un cazzo, lei deve vivere, deve essere al sicuro, so che mi odierà e forse vorrà ammazzarmi, ma poi andrà avanti! Si farà una vita, amerà, avrà dei bellissimi bambini con le orecchie da gatto e sarà finalmente felice,noi non c'entriamo un cazzo! "

 

Alucard sembro’ incazzarsi ancora di più, il sorriso era sparito dal suo volto da diverso tempo, non gli piaceva per niente quella battaglia, non era una battaglia che aveva cercato e non sarebbe stata affatto una semplice battaglia. Se fosse morto, avrebbe distrutto lei , se avesse ammazzato quel maggiordomo del cazzo, le avrebbe spezzato il cuore. Doveva trovare un’alternativa, ma tutto dipendeva dal suo avversario.

 

"Lei non la vuole una cazzo di vita con degli schifo di marmocchi!! Lei vuole me! Vuole te, imbecille di un ragazzino! Sei rimasto il ragazzino di cinquant'anni fa! La amavi anche allora ma eri solo un fottuto ragazzino!"

 

Alucard venne zittito e spinto contro un palazzo dai fili di Walter, che lo trascinarono fino a terra, facendolo strisciare violentemente  contro calcinacci e cemento, il tutto termino’  con il suo corpo che impattava contro il cemento seguito da  un grande tonfo che fece tremare il terreno sotto i loro piedi. Walter lo sovrastò piantandogli un piede contro il petto,spezzando un paio di costole e lo sterno, dopo avergli tagliato le gambe per l'ennesima volta.

 

"Ogni giorno, ti chiedeva di portarla al cat cafè! Ogni, giorno! E sai cosa ho fatto? C'è l'ho portata io! Dopo cinquant'anni!Era felice! "

 

"E pensi che quando sarai morto, lei vorrà andare al fottuto cafè con il primo che incontra?? O penserà a te, nella fottuta tomba e si dispererà?! stai raggiungendo la tonalita’ più’ scura di idiozia! E’ gia’ un miracolo che sia rimasta vergine con te!"

 

Walter ridacchio’, espiro’ altro fumo e gli mostrò due dita

 

“non e’ sempre col sangue che si compiace una signora..ci sono modi più’ delicati, sai?”

 

“figlio di…”

 

Gli ruggì contro Alucard sparando per costringerlo ad indietreggiare,parando I colpi. Il vampiro caricò a testa bassa ma la rete di fili dell'avversario era praticamente impenetrabile. Di nuovo Walter attaccò facendogli cadere un palazzo addosso, alzando un gran polverone, dal quale il vampiro emerse respirando affannato. 

 

.Pausa. 

 

Entrambi si voltarono a guardare la ragazza, poi Anderson, che pieno d'ira sfidava quel fuscello coi capelli rosa,alta la metà di lui, piena di lividi e graffi, ma ancora affilata come una lama.  Sunny gli stava gridando contro qualcosa. Ricordava la sua testardaggine, ed eccola lì, che lo invitava a farsi più forte, più pericoloso per poterla sfidare, pazza, folle bellissima. Ma sempre folle. La guardarono danzare con le spade gemelle in mano, nonostante tutte le ferite, sembrava schivare i colpi di Anderson come se nulla fosse,saltandogli sopra con l'agilità di uno scoiattolo sull'albero. Gli piantò addosso le lame con forza, ringhiando ed entrambi provarono un moto di orgoglio e nostalgia nel vederla combattere così. La pausa però terminò quando Walter dovette parare un attacco di Alucard, riprendendo lo scontro con un'imprecazione stretta tra i denti. Pistole contro fili, artiglio contro artiglio,zanne contro zanne. Era finalmente,un' incontro alla pari e Walter gli stava facendo il culo. Ma sapeva bene che nulla, era scontato con Alucard, così mentre lo afferrava per le caviglie, trascinandolo contro l'asfalto,il suo corpo che andava in frantumi come un formaggio contro la grattugia,fino a finire in poltiglia, pensò che forse, il tempo non gli sarebbe bastato. 

 

"Basta!!"

 

Alucard sembrò ricomporsi dai suoi resti con un' affanno che il maggiordomo non sembrava ricordare. Entrambi si voltarono verso quella voce con un balzo al cuore. La videro correre verso di loro, una lama la mancò di striscio, era ancora salva, era forte, sapevano che era brava, sembrava tener testa al prete e curarsi di loro allo stesso tempo, come loro, si curavano di lei.a allora cosa cazzo stavano combattendo?. Ah giusto, se Alucard fosse morto, tutto sarebbe finito. Alucard stava per andare da lei, attirato dalla voce della ragazza che lo chiamava, ma Walter si era già voltato per attaccare,la voce bassa e letale

 

"Guarda me.."

 

Alucard si bloccò per parare un colpo di Walter, imprecando oscenamente. Entrambi stavano per tirare fuori le zanne quando una baionetta si infilo nel terreno tremolando, costringendoli a bloccarsi per guardare negli occhi la ragazza che si era fermata a una decina di metri da loro. La videro sanguinare, sudare, sentivano il suo cuore impazzire nella cassa toracica, quegli occhi bellissimi più vivi che mai. Walter rimase incantato da quella bellezza sanguinaria che quasi si scordò di tutto il resto. La sentì imprecare contro di loro ed il Dio della morte ricordò le parole di Alucard. Lei sarebbe stata felice? In quel cat cafè, insieme ad una persona che non era lui, che non era Alucard? Sarebbe stata insieme ad un'umano? Lei? 
Per un'istante La vide seduta allo stesso tavolo dove si erano seduti quel giorno. Senza ferite, senza sudore e sangue, e senza quella luce negli occhi , una luce che forse sarebbe rimasta con lui, sepolta nella sua tomba. Lui stava morendo per donarle…cosa? La sentì supplicare di fermarsi, di non.. 

 

"Non litigate… "

 

Una morsa afferrò il cuore del vampiro, un dolore antico, un ricordo che gli si conficcò nella mente, lei, tra le sue braccia,sempre più pallida. Cosa cazzo stava facendo? 

 

"Sunny… "

 

Accadde tutto in fretta, videro il prete balzare come un grosso orso alle sue spalle, gridarono entrambi il suo nome, scattando all'unisono. Alucard gli tranció le gambe, Walter gli mozzò il braccio armato, il nemico cadde rovinosamente a terra con un grido, di nuovo, lei era al sicuro. Vide la ragazza caricare verso il prete incazzata più’ che mai, si muoveva come una melodia,zigzagava e piroettava, le mani insanguinate parevano come guanti cremisi strette nelle lame di un nero senza fine, guizzavano di liquido scarlatto spargendolo in giro come un pittore sulla tela, lei era zuppa di sangue fino alle ascelle, i capelli sembravano punte di pennello intinte nella vernice

 

“Dio mio,alla fine di tutto mi faro’ fottere da lei…”


Alucard ghigno’ da lontano, il maggiordomo lo guardo’ e per poco non lo ammazzo’ con quello sguardo, anche se rimase in silenzio, morse i fili tirandoli forte, gli spezzo’ le caviglie  facendolo volare per aria. Il vampiro rise capendo di aver affondato un brutto colpo,prima di caricare le sue armi, la sua ombra divenne un grande lupo, che assalì Walter a zanne spalancate. 

 

"Baskerville… bel trucchetto"

 

Walter non si mosse, attese che la bestia si avvicinasse abbastanza, poi, il suo cranio si aprì in due metà perfette che collassarono scivolando a terra ai suoi lati. Lui non fece un passo, stava osservando cupo lo scontro con Anderson ed intervenne di nuovo, con un guizzo delle dita, strappò un braccio al prete, Alucard stava già pensando alle gambe, entrambi lo osservarono, per constatare che fosse a terra prima di riprendere a combattere ferocemente. Alucard si era stufato di sparare, quelle maledette pistole le aveva fatte Walter e di certo non era il tipo da fare cose a caso e darsi la Zappa ai piedi. Attaccava quindi a mani nude, Walter continuava a mutilarlo come un marinaio col pesce appena pescato 

 

"Insomma la vuoi piantare?? Ti ricordi cos'è successo in Polonia?? Cosa ci ha detto Luna??"

 

le parole del vampiro lo colpirono come un pugno allo stomaco

 

"Porto quel ricordo con me ogni fottuto giorno, da cinquant'anni! Io l'ho sempre amata! Sei stato un cazzo di egoista! Potevi salvarla! Potevi.. "

 

Odore di sangue appena stillato, sangue di vergine fresco. I vampiri si  bloccarono, entrambi si voltarono verso Sunny, che indietreggiava con un polpaccio lacerato, spaventata da qualcosa che era Anderson e allo stesso tempo non lo era più. Era diventato un mostro fatto di tralci di vite e spine di rosa, era una creatura che era l'esatto opposto di Alucard, altrettanto mortale. Cazzo, cazzo!  Alucard e Walter avanzarono rallentando l'avanzata del prete. Alucard si voltò verso Walter con un ringhio

 

"Prendigli le gambe! Taglia quelle fottute gambe!!"

 

"Non darmi ordini, vampiro!! "

 

"Oh, scusami, perché tu ora cosa cazzo sei diventato?? Una fottuta principessa??sei un vampiro anche tu,sebbene fatto in un fottuto laboratorio"

 

"Fottiti"

 

"ti ho gia' detto chi mi fottera' stasera, maggiordomo"

 

Videro un'ombra saettare al fianco di Sunny, entrambi sospirarono sollevati, nel vedere Victoria aiutare la loro piccola assassina. Rimasero ad osservarle combattere, Anderson sembrava ancora troppo potente, ma gli tenevano comunque testa. Quando Victoria venne scagliata via, Walter ed Alucard tornarono a frenarlo, il Dio della morte strappò la ragazza dalla morsa del prete, aiutandola ad alzarsi coi suoi fili. Poi arrivò una scossa, che gli tolse il respiro che non aveva. Da quando era diventato vampiro, provava un costante dolore come di coltelli piantati addosso, ma quello, cazzo quello era uno spadone in pieno petto. Cadde in ginocchio tossendo sangue, la mano che stringeva lo sterno, sentiva la ragazza chiamarlo, lui si voltò per guardarla in volto. Che cosa cazzo stava facendo? Alucard, quel bastardo aveva ragione? 

 

"Raggio di sole.. "

 

La vide cadere mentre tentava di raggiungerlo,  trascinata da Andersen che l'aveva afferrata al volo per la caviglia, non riusciva a muoversi, cazzo, non riusciva a muovere un muscolo, il dolore lo stava paralizzando. No, ti prego, ti prego, non andare via. Un'ombra lo coprì per parare proiettili destinati a lui, si voltò in tempo per guardare. Vide Sunny, incazzata nera, liberarsi dalla sua presa ed incombere su un Anderson a terra, come una furia cieca, gridando di tenerlo fermo alla sua compagna Victoria. Alucard aveva già agito, bloccandogli le braccia ancora armate, Walter imprecò sputando sangue sulla polvere e bloccò il resto del corpo mentre Victoria pensava alle gambe. La guardarono tagliare la testa al prete con una macabra lentezza, fino a strappargliela dalle spalle. Quando il prete era ormai quasi morto, Walter raccolse in silenzio un palo da terra, ormai aveva fatto così tanto, doveva fermare quella follia, aveva visto il millennium avanzare, la battaglia non sarebbe finita, no, erano troppo deboli, troppo stanchi e forse, lei sarebbe di nuovo morta come l'ultima volta. Prima della fine, quando tutto sembrava essersi risolto

 

"Mi spiace, amico mio, ma forse, una ragazza triste al bar, sarà meglio di una ragazza fredda sotto terra"

 

E con un ultimo, disperato sforzo ,i fili tornarono a bloccare il corpo del vampiro. Gli mozzo' le gambe quasi fino all'inguine, le braccia sopra ai gomiti con tagli frettolosi ed imprecisi che quarciarono la carne, strappandola come stoffa, Pochi secondi, pochi istanti e lui era appeso a mezz'aria come un'insaccato dal macellaio. Lo sguardo ancora  sorpreso da quella mossa disperata, lo guardava trovo mentre il dio della morte,allo stremo delle forze, si trascinava verso di lui, il sangue che gli grondava dalle labbra, la sigaretta cadde a terra. Con un grido,infilzò a fondo il palo nel petto di Alucard e sorrise compiaciuto, almeno fino a quando, la voce disperata di Sunny non lo scosse come un terremoto con la montagna. Il suo stomaco si rovescio’ nel sentire quel grido straziante. Era colpa sua.

 

"Alucard!!! "
 

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Capitolo 17
*** Blood and dust ***


Accadde tutto in un istante, prima la ragazza era di fianco a Victoria, un'attimo dopo, era sparita nell'ombra ed era riapparsa tra Walter ed Alucard. L'uomo aveva ancora il palo stretto nelle mani, conficcato nel petto del vampiro. Ansimava, il sangue gli colava dalle labbra. I suoi occhi erano puntati sulla ragazza sbucata dalle ombre, la lama nera che gli accarezzava la gola, gli occhi di lei fissi nei suoi, ma per un'attimo, non erano i suoi occhi, erano gli occhi di un'altra,occhi pieni di collera e odio. Walter non si mosse, la guardò per un lungo momento, un'ombra che gli scese sul volto, serrò i denti per il dolore, la stanchezza e la rabbia di vedere quella creatura in tali condizioni. Non si curò affatto della lama sul suo collo che gli solleticava la pelle

 

"Raggio di sole.. "

 

La sua voce scosse la ragazza da dentro, quel richiamo sembrò far tornare a galla Sunny, che che era stata nascosta dalle ombre quando i suoi occhi si erano posati su Alucard. Sunny sbatté le palpebre, lo guardò frastornata e confusa, lasciando cadere a terra l'armal'arma, aveva avuto un orribile black-out.Teneva gli occhi fissi su Walter,spaventata da quello che aveva appena tentato di fare, chiedendosi come fosse finita lì. Poi Sunny si ricordò del vampiro impalato alle loro spalle e sobbalzo' insieme al suo cuore

 

"Alucard…Alucard!!"

 

Si voltò di scatto,sospirò sollevata mentre il corpo di Alucard diventava quello del vampiro che aveva ucciso quel giorno nei sotterranei, Luke Valentine. Alle spalle del maggiordomo, si levó la risata del vampiro, che si mise ad applaudire compiaciuto. Quando Sunny tornò a fissare Walter, nessuno dei due sembró prestargli attenzione. Doveva immaginarselo, Alucard si divertiva sempre a fingere la sua morte, ma in quel momento , i suoi occhi erano fissi su Walter, gli aveva levato contro la sua arma, stava per…ucciderlo? Se lui non l'avesse richiamata,cosa avrebbe fatto? Sunny era a pezzi, grondava sangue dalle ferite e gli ematomi erano visibili dagli strappi dei vestiti. Ansimó indietreggiando di un paio di metri, le mani tremarono e lei se le strinse al petto, disarmata. La voce le perforava i timpani

 

Uccidilo, uccidilo!!! 

 

"Walter, ti prego… scusami… scusami"

 

Le gambe diventarono come gelatina, ma tentó di rimanere in piedi, il vampiro di nome Alucard  scivoló alle sue spalle, entrambi a pochi metri da lei, Sunny era nel mezzo. Walter sorrise alla giovane

 

"Va tutto bene"

 

"No, non va tutto bene…"

 

Replicó lei con le lacrime che affioravano dagli occhi, il sangue del prete che gocciolava dalle sue dita. Stava per ucciderlo, lei, stava per uccidere il suo Walter? Alucard torreggiò su di loro, aprì le braccia in maniera teatrale, lo sguardo cupo sul maggiordomo che lo osservava composto, senza battere ciglio, ma sembrava sapere che presto, avrebbe parlato, Alucard parla sempre e anche troppo. Ma prima, arrivò un pugno, dritto in faccia a Walter, che barcollò indietreggiando, ringhiando dal dolore mentre si teneva il volto con la mano. Per un'attimo il suo volto sembrò diverso, il monocolo cadde a terra, I capelli divennero più corti, sembrava diventare più giovane,sembrava avere poco piu' di vent'anni. 

 

"Walter!! "

 

Stava per raggiungerlo ma Alucard la costrinse a bloccarsi, la sua voce turno nell'aria gelandole il sangue, le sue gambe si piantano a terra mentre la voce rideva nella sua testa, come se si stesse godendo lo spettacolo

 

"Come pensi di salvarla? Uccidendomi? E poi, Walter? Cosa resterà? Chi resterà a proteggerla? Guarda la realtà.Stai morendo, Walter…non sai come rigenerarti, sei un vampiro fasullo. Quando ci saremo ammazzati, chi starà con lei? "

 

Una voragine si aprí nel petto di Sunny Che tornó a fissare il Dio della morte, pallida in viso, gli occhi ora sgranati in un'espressione di puro panico. Il labbro le tremoló e le lacrime si addensarono sulle ciglia. Walter la osservó in silenzio. Non aveva ferite eppure, qualcosa dentro di lui lo stava uccidendo. Lui stava per… 

 

Morire? 

 

"Walter?"

 

Quando lo chiamò, lui tornò a guardarla addolorato. Il tempo sembrò bloccarsi insieme al suo cuore,il panico le morse le viscere. Non era possibile, sembró rendersi conto che l'abisso in cui stava nuotando, nascondeva anche mostri. Sunny fece un passo avanti,ma il terreno sembrava instabile, si tenne ad una lastra di cemento per far smettere al mondo di vorticare. Gli occhi in tempesta del dio della morte le carezzarono l'anima martoriata. Prese a scuotere incredula il capo,le parole che le morivano in gola,scivolando nello stomaco lasciandole artigliate brucianti in gola. La bocca era arida come sabbia, lo guardava supplicante, allibita. Stava per avanzare quando un lezzo di cane le penetrò nei polmoni ed un'ombra si scagliò come una furia cieca su di lei. Fu un' attimo, la creatura le era balzata addosso, l'aveva afferrata per la gola togliendole l'aria dai polmoni. La sua schiena impattò sull'asfalto ricordandole che le sue costole non ne potevano più. Fu velocissimo, talmente veloce che Alucard e Walter glielo strapparono di dosso solo dopo che la creatura aveva piantato gli artigli nell'ombra che Sunny aveva alzato,urlando disperata, per evitare di finire col cranio schiacciato. Il vampiro ringhió furioso, afferró l'uomo lupo per la giacca lasciandolo contro un muro che gli crolló addosso. Loro lo conoscevano bene, aveva un cappotto militare che lo copriva per intero, I capelli bianchi coperti da un cappello mimetico e gli occhi rosso rubino. Per poco quel bastardo non uccideva Walter cinquant'anni prima. Il vampiro corse dalla ragazza, Walter la stava già prendendo in braccio, si avvicinò Corrucciato in volto. La ragazza si voltò verso di lui, le accarezzo i capelli sorridendo stanco

 

"Alucard.. "

 

"Controlla che stia bene, io vado a combattere il vero nemico, spero vivamente,che considererai di nuovo la mia proposta di combattere questi fottuti nazisti e fanatici, per lei e magari, magari sistemare la situazione una volta per tutte"

 

Mentre Alucard si scagliava contro il mostro, Walter tornò da Victoria, sistemando Sunny a terra come meglio poteva, cazzo, se solo ci fosse stato un maledetto materasso caduto da tutti quei palazzi. La ragazza era allo stremo delle forze,ma non aveva ferite gravi, era tutta ammaccata e per poco una costola non le perforava un polmone, ma sfiorandola si assicurò che non era così. Quando la toccò, dovette far ricorso a tutto il suo autocontrollo. Sentiva il sangue della vergine solleticargli l'appetito, quella ragazza, non guariva come loro, ma la sua testardaggine sembrava averla resa persino più pericolosa di un vampiro. Posó la fronte sulla sua mentre la ragazza gli puliva il sangue dal viso, sembrava ignorare le sue ferite, sembrava non curarsene

 

"Ti prego,dimmi che sono bugie,dimmi che lo ha detto solo perché é incazzato.."

 

Walter scosse piano il capo provocando un'ulteriore fitta tra le costole della ragazza, le bació le labbra, avevano il sapore delle sue lacrime, non riuscí a non morderle, il corpo fremette e flesse I muscoli per restare forte quando la tirò a sè. Serró la mascella strofinando la fronte contro la pelle della ragazza dagli occhi come cieli tersi. Si soffermó in quell'istante che assaporó come se fosse stato l'ultimo

 

"Mi dispiace.. "

 

Sentí Sunny sussultare tra le sue braccia, la vide aggrapparsi a lui, tirandolo a sé come se fosse l'unica cosa che lo avrebbe tenuto in vita, non riusciva nemmeno a piangere, era in preda allo shock, doveva fare qualcosa, non poteva lasciarlo morire così, non poteva. Una scintilla di testardaggine le brilló nelle iridi, aggrottó le ciglia, il labbro tremoló, la mano lo teneva per la nuca come per trattenerlo, l'altra mano si aggrappò alla sua giacca. 

"Io non ti lascio andare, io non ti lasceró morire, mi hai sentito?? Tu resti qui con me, resti qui e basta..per favore…"

 

Il dio della morte sospiró cullandola appena, la bació di nuovo, con tutte le forze, con tutta la disperazione che lo teneva ancora in piedi e che avrebbe ancora dovuto galoppare,per permettergli di compiere la sua missione. Era tardi per uccidere Alucard, il suo orgoglio di Dio della morte si increspò, ma forse, c'era davvero una nuova chance, che la sua furia cieca gli aveva nascosto, forse, il capo della matassa, non era il maggiore, forse, il capo della matassa, era chi le aveva fatto levare la lama sulla sua gola. La voce che zittiva ogni volta… chi 'bissò era? La sua toria trovo' un candidato, una candidata e gli si accappono' la pelle. No, cazzo. 

 

"Victoria"

 

Walter fece un cenno alla vampira che si era avvicinata a loro come mortificata, si stringeva il braccio d'ombra con la mano che le era rimasta, mordendosi il labbro per costringersi a non piangere, annuí a Walter ed aiutó Sunny a reggersi in piedi, aiutandola a sedersi sulle macerie poco distanti. Walter osservó Alucard combattere il mannaro, ma aveva bisogno di aiuto. Prese il viso della ragazza tra le mani e le bació le labbra premendo forte, il sangue gli scendeva dalla fronte, dalle labbra, era sfinito più di lei,debole ed il dolore che stava provando in quel momento era come mille lame in ogni parte del corpo. Il bacio di Sunny fu come un balsamo, stava per dirle qualcosa ma lei gli posó una mano sulle labbra

 

"Me lo dirai quando verrai a riprendermi…"

 

Lui sorrise appena, annuí in silenzio, diede un'occhiata a Victoria e si voltó. Avanzò cauto osservando Alucard spingere a terra il mannaro, tenendolo fermo con una mano e con l'altra gli strappava un braccio, poi noncurante, la bestia lo scagliò via rialzandosi. Walter rise e mosse i fili che si avvinghiarono al corpo del mannaro, facendolo crollare a terra con uno strattone deciso. Si sistemó i capelli senza voltarsi verso le due ragazze

 

"Proteggila a costo della vita"

 

"Sí,signor Walter"

 

"Walter!! "

 

Il Dio della morte temporeggiò, la ragazza si strinse nelle spalle mentre le ombre le riportavano ai piedi le sue lame. Sospirò appoggiandosi stanca a Victoria, che si era tappata il naso cercando di resistere al suo profumo. La sua mano prese la manica di Walter, si morse il labbro sospirato, non lo aveva mai detto a nessuno, anche se lui lo aveva notato, lei non lo aveva mai detto apertamente, che qualcuno, le viveva in testa rent free

 

"C'è qualcun' altro dentro la mia testa… lei, vuole farti male…poi non so cosa voglia da Alucard.."

 

Lentamente, nella sua mente, sentì come uno schiocco di tessere che si incastravano

 

"Lo so, credo di sapere come sistemare la cosa"

 

"Ti prego torna da me, ok?.. "

 

"Va bene.. "

 

Il vampiro annuí, tornando a camminare verso il campo di battaglia, cercando di non pensare a Sunny e alle sue parole. Chiuse gli occhi, pregando per ancora un po'di di tempo, ancora di più, per lei. Sentiva il corpo come squartato, in pezzi, ma doveva continuare a combattere, non poteva fermarsi. Alucard era preso dalla battaglia, sembrava uno scontro tra predatori alla contesa del territorio, il vampiro si avventò su di lui strappandogli le membra a morsi. Calci e pugni volavano come birre durante una rissa nella peggiore delle bettole. Walter continuava a pensare a Sunny, a cosa avrebbe dovuto fare e di nuovo, i pezzi si incastrarono. Il maggiordomo sussultò mentre un piano si disegnava nella sua mente più brillante che mai, ma per metterlo in pratica, avrebbe dovuto uccidere il dannato licantropo. Maledizioni e benedizioni vengono lasciate in modo equo ai santi e agli assassini, sapeva che lui non era un santo, ma sperava che in qualche modo, ce l'avrebbe fatta a rendere felice o almeno libera, il suo piccolo raggio di sole.Lo scontro si accese di nuovo quando Walter entrò in campo, ma nulla sembrava ucciderlo definitivamente e nessuno dei due vampiri aveva quello che occorreva per terminarono. Inutili i tentativi di Sunny di scappare dalle braccia della vampira quando stremato,Walter perse l'equilibrio ed Alucard venne infilzato dagli artigli del mannaro. Dietro di loro il Vaticano sembrava essersi mosso, peccato che le truppe, sembrarono ora schierarsi al fianco dei ghoul nazisti, avanzando in massa verso la piazza. Sunny e Victoria si voltarono, Integra le raggiunse camminando col sigaro in bocca, si volto' verso il dirigibile nemico, sullo schermo vide quello che a fatica aveva dovuto chiamare alleato, e che ora, sembrava davvero stare al giusto posto

 

"Brutti figli di puttana.."

 

***

 

Maxwell aveva raggiunto il ponte di comando del dirigibile della fazione Millennium, si era seduto comodamente su una poltrona davanti agli uomini vampiro del maggiore, l'uomo paffuto che stava gettando Londra a ferro e fiamme. L'ometto accavalló la gamba ed intrecció le dita, guardando compiaciuto l'uomo di chiesa che gli stava davanti. Aveva appena visto morire prima Yumie, poi Anderson per mano della ragazzina dai capelli rosa e dei suoi fottuti amanti, non sembrava uno scontro ad' armi pari, il Vaticano, di quel passo, avrebbe perso e sarebbe dovuto tornare a Roma con la coda tra le gambe, no, non poteva permetterlo. Era nato e cresciuto con il desiderio di diventare l'uomo più rispettato, temuto ed amato di tutto il vaticano. Aveva perfino desiderato diventare papa, e per questo aveva deciso, senza dar conto a nessuno, di tenere un piede su una staffa di riserva. Aveva conferito con il maggiore in precedenza, aveva sussurrato segreti, dettagli che aveva estrapolato da quella ingenua vampirella, dai rapporti della ragazzina con le trecce rosa, aveva riferito tutto ed ogni loro mossa era stata imposta con una sorprendente precisione. Tutto, per arrivare a quel momento, ed il meglio, doveva ancora arrivare. L'unico problema era la ragazzina, che chissà come, era stata protetta dalle forze del Vaticano e del millennium, protetta da quel dannato vampiro vestito da maggiordomo. Gli avevano detto fosse un alleato del millennium, ma lui non la vedeva affatto così. Maxwell si accomodó sulla sedia incrociando le braccia

 

"Quindi a te, interessa solo il vampiro"

 

"Esattamente, se abbatterete tutte le forze della Hellsing, sarai libero, tu e la tua divisione, di prendere Londra ed amministrarla come più vi compiace, a me basta vedere la testa di quel vampiro su una picca"

 

Sentenziò l'ometto con un gran sorriso che gli deformava il volto, I denti sembravano il doppio di una normale dentatura, I suoi occhi, avevano uno strano bagliore e si illuminava ogni volta che un'esplosione appariva sullo schermo

 

"Guardati attorno, la distruzione, la rovina, non è tutto bellissimo? Perché non lanciamo un bel messaggio ai nostri nuovi nemici in comune? "

 

Permette un pulsante e la sua voce, il suo volto, apparve dal dirigibile nel cielo di Londra, attirando l'attenzione di tutti

 

"Buonasera, miei bellissimi nemici! Sono lieto che questa battaglia sia di vostro gradimento! Ora, lasciatemi presentare il nostro nuovo alleato, l'arcivescovo Maxwell, qui per reclamare le terre e la sovranità del suo Dio su Londra. Io invece, mio caro Alucard, sono qui per te.. Presto ti avró eliminato e di te resterà solo un'ombra! Mentre io, resterò in vita! Padrone di me stesso e del mio destino! Re e vincitore di questo scontro epico, ultimi gladiatori di una Londra in fiamme, vi invito ad unirvi a questa mia sfida! Lupi, vampiri e servitori di Dio, tutti per voi! Mostratemi le zanne, mostratemi la potenza della Hellsing, fatemi battere il cuore al ritmo della carneficina! Prendete quante più vite potete e dite addio a tutto ciò che vi è caro su questa terra! Combattete per la gloria di chi vi ricorderà con commiserazione! Una vita passata a far nulla, non vale niente a confronto di questi istanti passati nel sangue, nell'omicidio! …combattete e….Morite"

 

Sunny e Victoria si alzarono in piedi, la ragazza si voltó per vedere Alucard e Walter combattere furiosamente contro il licantropo, no, cazzo, non poteva starsene con le mani in mano

 

"Spero vi piaccia il vostro nuovo Dio della morte, ha dato ogni cosa che aveva per salvare quella ragazzina, noi in cambio, ovviamente, abbiamo dato lui tutto ciò che avevamo. Cosa non si fa per amore… vero, figlia delle ombre? Sei la mia preferita, combatti come una Dea e cadi in pezzi come petali sulla neve, sei ombra, sei luce sei bellissima, ti prego, ti prego combatti ancora!! In cambio ti racconteró la tua storia…"

 

Sunny si voltò verso il dirigibile, il maggiore che  la osservava come se fosse stata sua figlia.  Sentì un dolore alla gola come denti ingoiati, lo guardò trova.  Aveva minacciato Alucard, torturato Walter e si era alleato con Maxwell, nella mente della ragazza, il suo nome prese il primo posto della sua lista

 

"Maggiore.. "

 

"Sunny, non ascoltarlo!! "

 

Gridò  Alucard con una mano piantata nel cranio del mannaro, Walter al suo fianco lo teneva fermo, era ormai allo stremo delle forze, non potevano farcela da soli, non senza l'argento. Alucard e Walter non ne portavano, altrimenti avrebbero già chiuso la battaglia

 

"Lasciami andare Victoria"

 

"Non posso! Il Signor Walter.."

 

"Conta fino a cinque e torneró da te, ok? "

 

"Sunny"

 

"Ti prego, io non posso permettere che muoiano… amo entrambi i miei ragazzi…e voi due dovete ammazzare quel figlio di puttana su quel cazzo di dirigibile. "

 

Victoria ammutolí, serró la mascella, il suo dente affilato sbucava dalle labbra morbide che Sunny sì apprestó a baciare per gratitudine, prima di scivolarle dalle braccia, scendendo nella sua ombra,mentre la vampira si scoprì a stringere il vuoto. Sunny sussurrò una preghiera, la luce nel suo petto ebbe pietà e le donò un po'di di luce, che rese la sua ombra più scura

 

Uno

 

La ragazza si mosse rapida verso i due vampiri intenti a bloccare gli artigli del mannaro. Alucard sparava colpi precisi, che staccavano la carne alla creatura, Walter lo bloccava e lo spingeva a terra, provocandogli tagli sulla giacca e su braccia e gambe che però sembravano più resistenti del normale, non si staccavano, sembrava fatto di adamantio

 

Due

 

Walter scivoló alle sue spalle, inutili i tentativi del mannaro di afferrarlo, era come un fantasma, tiró i fili portandoseli ai denti, morse forte, le sue dita prendevano presa, così lui tiró con un guizzo del capo. I fili si tennero di nero, le ombre li avvalsero e finalmente,presero a segare con foga,mozzandogli le gambe

 

Tre

 

Sunny sbucó dalle ombre come un fantasma, si mosse più rapida che poteva. Se fosse caduta, in lacrime, a piangere per un uomo che non aveva ancora perso, sarebbe stato tutto inutile,lo avrebbe perso comunque. Lei voleva combattere, voleva vincere contro il fato e combattere come avevamo sempre fatto loro. Lei avrebbe preso a calci in culo qualsiasi mostro o divinità pur di tenerlo al suo fianco. I due vampiri si voltarono verso Sunny con un guizzo di sorpresa negli occhi nel vederla apparire dalle ombre

 

Quattro

 

La figura della ragazza scivoló quasi danzando tra i due, in mano aveva un crocifisso, preso dal collo di Anderson, l'unica cosa che era rimasta intatta di lui. Si flesse sulle gambe mentre il mannaro si ergeva di nuovo dopo essersi rigenerato, ma non aveva visto in tempo la ragazza. Era troppo concentrato su di loro, che continuavano a subissarlo di attacchi. Strinse il crocefisso nel pugno nel momento esatto in cui il mannaro posó lo sguardo su di lei. La bestia tiró un colpo, che peró trovó e trapassó la spalla di Walter, che rise tenendolo fermo con le mani, il sangue che grondava a terra

 

"Walter!! "

 

"Vai, Sunny! "

 

Gridó il ragazzo di nome Walter, tenendo ferma la bestia come meglio poteva. La ragazza allungó in braccio imprecando verso il mannaro, conficcó l'intero crocifisso nel suo petto, sentendo le sue viscere umide, sentiva il cuore pompare sulle nocche e permette ancora di più, infilando il ciondolo nel muscolo, fermando la sua corsa sfrenata per sempre. Il licantropo si dissolse in fiamme blu, costringendola ad indietreggiare

 

Cinque

 

Quando lo vide collassare, Sunny si frappose fra Walter ed il terreno, sorreggendolo come meglio poteva, aiutandolo a trovare un posto dove poggiarsi, la spalla aveva un foro d'apertura impressionante, che non sembrava voler guarire. Alle loro spalle, l'esercito incalzava, Seras li raggiunse, osservando i mostri e gli umani avanzare verso di loro con le armi spiegate e le zanne snudate. Ma a Sunny non poté fregare meno di un cazzo. Si Inginocchió davanti al vampiro, strappó la gonna bruciacchiata rimanendo in pantacalze, la premette sulla ferita dell'uomo improvvisando una fasciatura, aiutata dalle ombre che la aiutarono ad avvolgerla a fermare il sangue

 

"Eih, resta con me, guardami! Resta con me! "

 

Walter tossí sangue, alzando gli occhi su di lei, si soffermò ad osservarla, un sorriso disperato gli scarabocchi il volto, il sangue che gocciolava a terra sotto lo sguardo terrorizzato di lei. Alla sola idea di perderlo, sentì freddo alla bocca dello stomaco e la bile le salì in bocca minacciando di farla vomitare, il cuore precipitò fino alla pancia

 

"Walter…"

 

"Raggio di sole... Ti amo, dal più profondo del cuore"

 

Sunny smise di respirare, si fece indietro per guardarlo, l'espressione attonita e sbigottita sul volto, gli occhi rossi, le lacrime le incendiavano le gote. Quell'uomo, lì a terra, impregnato di sangue, capelli come piume di corvo, occhi come nubi di uragano e una voce, Dei, una voce che le faceva cose. No, col  cazzo che lo avrebbe perso, no, lei non avrebbe fatto la fichetta,lei avrebbe combattuto fino all'ultima stilla di sangue. Gli prese il volto tra le mani accostandosi a lui, le lacrime agli occhi si affacciavano lentamente, colando come pioggia salmastra sulle guance, lavandole dal sangue e scavando solchi bianchi

 

"Ti amo, Walter C Dornez... Cazzo se ti amo.. "

 

Con la coda dell'occhio osservó l'Armata farsi avanti, poi di nuovo Walter, poi guardó Alucard, era finita? La sua famiglia, la sua nuova, bellissima famiglia, tutto sarebbe andato in pezzi? Per colpa di quei maledetti? Per un'attimo le forze l'abbandonarono, facendola finire in ginocchio, inerme, le mani che tremavano. Poi qualcosa la avvolse gentilmente, un'ombra, poi un mantello rosso, di velluto. La ragazza si voltò, vedendo il volto di un'uomo, bellissimo, lo stesso che aveva visto quella volta in sogno. I capelli neri come l'oscurità più assoluta, lunghi e mossi che incorniciavano un volto che pareva scolpito da un maestro Fiorentino. Occhi come pozze di sangue e barba incolta, labbra morbide che lei conosceva bene. La creatura sorrise, l'armatura scintilló alla luce dell'alba, una mano si posó sulla nuca della ragazza tirandola a sé, per baciarla, per darle un alito di respiro, sembró bere la sua paura, la sua disperazione

 

"The bird of hermes is my name, eating my wings to make me tame"

 

Sussurró, mentre da qualche parte, una bara si apriva, le ombre da centinaia divennero migliaia, milioni, il corpo di Alucard sembró rigenerarsi con una velocità allucinante, una potenza devastante, in tutta quell'oscurità perfino Sunny sembró trovare sollievo. Dietro Alucard si schieró un' intero esercito di fantasmi, suoi servitori, sue vittime, erano forse più numerosi delle schiere del millennium e del Vaticano unite. Sunny alzó lo sguardo confusa

 

"Alucard.."

 

"Va tutto bene, Angelo mio.. "

 

"No! Non va tutto bene! Non voglio perdere nessuno di voi… siete due scemi, e non voglio perdere  i miei due scemi, avete capito? Walter ha un cazzo di buco nella spalla! Victoria è stremata io ho le costole a fanculo, le gambe lacerate e tu… . "

 

Si fermó un'attimo, era bellissimo, perfetto

 

"Tu sei perfetto come al solito…ma non puoi combattere da solo!"

 

La ragazza sembró riflettere un'attimo, poi tornó a fissare il vampiro schioccando le dita

 

"Dammi la mano, abbassa l'armatura, voglio sentire la tua mano sul viso, mio caro conte.. "

 

Alucard obbedí senza esitare, l'armatura si ritiró dalla sua mano, la tese verso la ragazza per toccarle il viso. Sunny la tenne stretta tra le sue premendosela contro la guancia, per godere di quel calore. Alucard torreggiava su di lei nella forma più antica e pericolosa, il grande condottiero, l'impalatore. Lui era cominciato come un nostalgico ricordo, un'amore forzato, per poi sciogliersi in qualcosa di più suo, lo aveva fatto suo quell'amore e ora sembrava non poterne fare a meno. 

 

"Ti amo, mio conte… e scusami"

 

"Per cosa? "

 

"Questo.. "

 

Sunny gli morse la mano, l'uomo peró non si mosse, sebbene per un'attimo aveva strabuzzato gli occhi. La ragazza bevve il suo sangue, ne prese un sorso, poi un'altro e gli sorrise. Le costole sembrarono trovare sollievo, non era guarita ma una nuova forza le stava facendo tornare fame di battaglia. Sorrise al suo conte e lo bació tirandolo a sé, poi si soffermó ad osservarlo

 

"Balliamo? Caro conte? "

 

"Dopo di te, contessa… "

 

La ragazza sorrise, poi voltandosi, si soffermó ad osservare Walter, le ombre le scivolavano addosso come fumo denso, come un lungo velo, che partiva dalla testa e cadeva ai suoi piedi

 

"Prima una cosa.. "

 

La ragazza fece due passi verso Victoria e Walter. Il vampiro era seduto a terra, la tenebra della ragazza lo avvolgeva dolce come un tesoro,minacciosa come la morte per chi avesse osato accostarsi. Si Inginocchió di fronte a lui è gli prese il volto con delicatezza. Solo allora notò il cambiamento in lui. I capelli erano diventati corti, era senza monocolo e sembrava ancora più giovane, sembrava avere nemmeno vent'anni, quel volto, lei, ora se lo ricordava, in qualche modo. Anche lui, era nel suo sogno, come era possibile? Sussulto' mentre i ricordi le solleticarono l'anima, poi sorrise appena, stremata

 

"Ciao,amore mio…"

 

"Eih… "

 

"Promettimi, che quando soffrirai, non ti nasconderai più da me, non é giusto aver riso insieme,ma poi hai sofferto da solo, così tanto, così tanto che fa male anche a me.."

 

Gli prese il viso tra le mani, posando la fronte sulla sua, lo baciò piano tornando a guardarlo, lui sorrise dolcemente, stanco, stremato. I suoi occhi brillarono, come se un fulmine avesse attraversato quei cieli in tempesta. Si chiese se ricordava di lui, ora che aveva l'aspetto di quel ragazzino, innamorato della principessa delle lame. Si chiese se si fosse ricordata qualcosa,di quello che avevano vissuto cinquant'anni prima, fece un tentativo per dar fuoco alla scintilla che aveva visto dietro alle iridi della ragazza.

 

"Sai..sono diventato più alto, per prenderti in braccio e farti venire le vertigini, sono… sono abbastanza, adesso? "

 

Come quella volta nella sala di Integra, Sunny sgranò gli occhi, ma stavolta, lasciò andare la ragione e strinse forte a s'è l'improbabilità, il chaos, il ricordo di Alucard ed ora, quello di Walter. Ricordava quando stava piangendo mentre la stringeva forte, le sue suppliche, la sua rabbia, era come un sogno, quel sogno che ogni notte la svegliava tra sudori freddi e cuore che martellava sul costato. Quelle notti Walter era sempre lì, a tenerla al sicuro, a farle dimenticare l'orrore che si provava quando si moriva. 

 

"Walter tu…mi ricordo di te...il mio Dio della morte..."

 

Non era mai riuscita a vederlo crescere, ecco perché non si era mai resa conto che il ragazzo dei suoi sogni, era rimasto a vegliare su di lei insieme ad Alucard. Lentamente lo tirò a s'è, lo strinse forte nascondendo il viso nel suo collo, lasciando andare delle lacrime e qualche singhiozzo. Walter la strinse piano a sua volta, ora era alto come lei, come quel giorno, in cui lei morì tra le sue braccia, ora, era lui, che stava morendo? Non riusciva a rigenerarsi, aveva dovuto scegliere una forma scomoda, ma più adatta rispetto a quella di un vecchio. Sunny si scostò appena quando lo sentì sussultare dal dolore. Il ragazzo sospirò accendendo una sigaretta, tossendo sangue. Sunny sospirò sfiorandogli il viso ora familiare, nostalgico. Era diventato quel bellissimo uomo? Il suo Walter, era diventato un Dio della morte. 

 

"Scemo…ti avevo detto di smettere di fumare e ora, ti stai ammazzando con questo…"

 

La ragazza sembró sobbalzare all'improvviso,come se le fosse piombata un'idea in testa, come un fulmine. Si apprestò a mordersi  il dorso della mano fino a farlo sanguinare. Avvicinó le gocce che colavano alle sue labbra

 

"Bevi… "

 

"No…raggio di sole"

 

"Hai mai preso delle vite dentro di te, come vampiro? "

 

" No, ma,cosa… cosa vuoi fare"

 

Sunny sembrò esitare, ritirò la mano tenendosela stretta al petto mentre continuava a gocciolare, si morse il labbro

 

"Mi sono resa conto, che non ho mai cantato per te…ti chiedo scusa, io, ho scritto tante di quelle canzoni, che non sapevo quale scegliere…quindi devi continuare a vivere, a state con me, devo cantarle tutte"

 

Le gocce cadevano sul cemento a terra schizzando in altre piccole gocce. La ragazza si protese verso il ragazzo con un sorriso dolce, si succhió la mano e lo bació con passione, tirandolo a sé, gli spinse il sangue giù per la gola, stringendolo con tutta la forza che aveva quando lo sentì opporre resistenza. Aveva dato tutto per lei, ora era il suo turno di dare tutto per lui. Sapeva che il suo sangue era tossico per Alucard, ma loro erano due esperimenti, Walter aveva saggiato il suo sangue per sbaglio una volta, baciandole una ferita, lo aveva visto saggiarlo senza far storie. Ab positivo aveva detto,magari, ironicamente, Walter era l'unico a poterlo ricevere. Quando alla fine cedette al dolce sapore di quel sangue,  tese le braccia tirandola a sé in un gesto disperato, poi si scostó deglutendo ogni emazia della ragazza, lasciandole prendere fiato. Si soffermò a saggiare le ultime gocce, avevano un sapore dolce, sangue di vergine, un sangue molto particolare che portava un sapore esotico. Aveva un retrogusto di luce, tenebra e chaos. Il ragazzo sentí la ferita migliorare,pizzicare  andando infine a chiudersi. le sue forze sembrarono riaffacciarsi nel suo corpo, non era ancora finita, non sarebbe durato a lungo, ma per il momento, era salvo. Aveva ripreso il suo aspetto da giovane uomo, di nuovo si trovò a doversi sistemare i lunghi capelli in una coda di cavallo, recuperando dalla tasca il suo monocolo. quando Sunny sì allontanó, la ragazza sorrise, lo ammirò per un'istante e lo tiró a sé piano.

 

"Ora sei di nuovo più alto di me…non vale"

 

Sussurró stringendolo al petto, sapeva che doveva andare, ma prima, prima voleva cantare per lui, gli carezzò i capelli cullandolo piano come lui aveva sempre fatto, quando era triste, quando piangeva come una bambina la notte prima di addormentarsi

 

"This world is cruel but I still love you. Even if I sacrifice everything, I will protect you. Even if this is a mistake, I don’t doubt it. What is right is believing in myself strongly...."

 

Si allontanó di nuovo, sfiorandolo, l'ombra continuava ad avvolgerlo, in quello sguardo silenzioso tra i due, c'era amore, così tanto amore. 

 

"Vengo con voi"

 

"Scemo,sei ferito… "

 

"Anche tu e sei mortale.."

 

Sunny sospiró guardando il gruppo della Hellsing, Integra aveva appena riacceso il sigaro e si avvicinó a loro come una tempesta, tanto che a Sunny venne da mettersi davanti a Walter, per paura potesse fargli del male. La donna sospiró prendendo un respiro dal sigaro

 

"Quindi ci hai traditi… "

 

"Non sono mai stato servo della HELLSING, lady Integra,se vuoi vederla da questo lato"

 

La donna si lasció sfuggire una risatina, mentre incrociava le braccia al petto, in mano il telefono con chissà quali dati che le scorrevano davanti, riflettendosi nei grandi occhiali tondi. un cipiglio le illumino' il volto, il sorriso come quello di una volpe a nove code

 

"Sei stato una pessima spia, Walter, chissà perché… hai deviato tutte le informazioni riguardo Sunny… tutti gli attacchi sono avvenuti secondo un preciso schema che siamo sempre stati in grado, chissà come, di intercettare…dovrebbero licenziarti…Maxwell invece, quel bastardo ci ha venduti come pesci rossi in fiera"

 

Walter rise mentre Sunny lo aiutava a mettersi in piedi, l'uomo sospiró stringendo i fili, Alucard si affiancó a loro, prendendo Sunny per un fianco. La tirò a sè puntando lo sguardo su Walter con espressione severa. 

 

"Pensi che uccidendomi la renderesti felice? O pensi che dando via la vita, lei sarebbe felice? Si vede che non ci sai proprio fare con le donne, Walter"

 

"Che ne dici se andiamo ad ammazzare quei nazisti e fanatici?cosí magri la tua bocca avrà maggiore utilità"

 

"Oh la mia bocca avrà un'ottima utilità stanotte, con la mia contessa"

 

"Scemi!"

 

Sunny si scostó da entrambi, affiancandosi a Seras,dopo aver recuperato le sue armi, le ragazze si misero sull'attenti, osservando l'Armata di Alucard scivolare da dietro alle sue spalle, verso la battaglia come un fiume in piena. Sunny e Seras si sorrisero guardando poi Walter ed Alucard, infine, guardarono Integra raggiungerle con la lama sguainata, sorrise alle due ragazze affiancandosi a loro

"pensate di lasciare un po' di divertimento anche a me? Stronzette"

Sunny ed Integra si miser sull'attenti, annuendo con devozione alla loro padrona , che ando' prima di loro, in carica contro i vampiri

"Noi andiamo, signore! "

 

"State attente"

 

La voce di Alucard fu un sussurro, gli occhi di Walter non si scollavano dalla ragazza coi capelli rosa. Seras  annuì saltando in cielo, seguita a terra dall'ombra di Sunny che passó come se nuotasse,nel fiume di soldati che si scostavano rispettosi al suo passaggio, balzò nonostante le costole fracassate, nonostante le ferite. Nel suo sangue scorreva l'ombra di Alucard, una furia cieca più forte del dolore, il suo desiderio di proteggerli tutti, più forte di qualsiasi osso spezzato. La ragazza schifo dei proiettili e due affondi di spada, balzó mirando ad un cavaliere del Vaticano con un ghigno sinistro. L'ultima cosa che il povero disgraziato vide, fu una ragazzina. Sporca di sangue incrostato, capelli rosa altrettanto sporchi che sferzavano l'aria come fruste e occhi azzurri da far impallidire il cielo. Le lame nere sguainate nelle mani, non riflettevano alcuna luce. Vide i suoi denti bianchi quando sorrise, mentre silenziosa come una morte in culla, incombeva su di lui. Forse era il fatto che ad averlo ammazzato era stata una ragazzina, forse era l'ombra alle sue spalle che aveva denti ed occhi, ma quel giorno, le grida lo accompagnarono fin davanti a San Pietro.  Alucard avanzava lentamente, ghermendo vite a mani nude, con un solo cenno del capo, decine di paletti appesero in aria i ghoul e gli umani zittendoli per sempre. Walter avanzava a sua volta, nessuno riusciva ad accostarsi a lui, sentiva ancora il sangue della sua amata avvinghiarsi a lui, la sua ombra che lo seguiva ovunque e lui sorrideva, tagliando teste, Mozzando arti, di gente viva o morta, a lui non fregava nulla, era il Dio della morte e stava compiendo il suo lavoro. Sunny scivolò dietro ad Alucard, gli balzò sulla spalla poggiandosi a lui come un Falchetto fedele, prese lo slancio e si abbattè con le lame sguainate sul petto di un cavaliere fatto cadere a terra dall'ombra del vampiro, gli aprì il costato spalancandolo come un forziere, nel quale il vampiro andò a banchettare. Pulendosi il sangue dal voltò, saettò da Victoria aiutandola a buttare giù dei ghoul ,scivolò alle loro spalle,silenziosa come sussurri, tagliando tendini all'altezza del ginocchio, le loro teste vennero prese dalla vampira assetata di sangue. Raggiunse poi Walter, alle sue spalle incombeva un licantropo. La ragazza ruotó come se ballasse, la lama scivolò sul collo di un prete, gli tagliò la gola da un' orecchio all'altro. Si piegò sulle ginocchia tagliandolo dalla coscia allo stomaco aprendo una voragine che eruttò budella e sangue. Si chinò sull'uomo che collassava al suolo tra piscio e sangue e sorrise quando lui la guardo allibito capendo di essere stato appena ammazzato. Afferró volo la sua croce staccando la catenella, pregando fosse d'argento. Continuò la sua corsa verso Walter

 

"Fammi saltare!!"

 

Il vampiro si bloccò incrociando le mani come per farle da cavalletto, la ragazza prese lo slancio e balzò, prese la spinta dalle mani di Walter e volò in aria,i fili del maggiordomo presero il mannaro per polsi e caviglie,bloccandolo come un santo crocifisso, mentre la ragazza entrava nella sua guardia,piantandogli la collana nel petto,rigirando la mano fino a sentire le sue costole schioccare. Gli spaccò il cuore facendogli riempire di sangue i polmoni. Per fortuna, era davvero d'argento,pensò scivolando alle spalle di Walter con un sospiro, mentre il mannaro crollava in pezzi ai suoi piedi. La ragazza Barcollò appoggiandosi alla schiena dell'uomo che si voltò di scatto per prenderla tra le braccia. La ragazza cercò di riprendere fiato mentre osservava gli eserciti nemici che non davano loro tregua. Attorno a loro si consumava una carneficina, l'esercito di Alucard aveva spazzato via buona parte delle forze nemiche, Seras stava staccando teste a destra e a manca. Walter crollò a sedere su una roccia ed imprecando si accese una sigaretta, Sunny si parò davanti a lui fermandosi ad osservarlo, le mani strette nelle lame. Lui la guardò di rimando sorridendo, coperto di sangue fino ai calzini, la fronte perdeva sangue da un taglio, così come anche quella di lei e tutto il resto del corpo della ragazza era adornato di tagli e contusioni. Sunny si lasciò cadere al suo fianco, appoggiandosi a lui

 

"Fanculo tutto.. "

 

Ci fu un'attimo di silenzio, poi vide la mano dell'uomo sbucare davanti ai suoi occhi,tra le dita, una sigaretta accesa. Sunny la osservò per un'istante, si voltò a guardarlo mentre lui se ne accendeva un'altra. Sospirò sfilandogli quella che le stava porgendo e se la portò tra le labbra ridacchiando,tenendosi il fianco dolorante . Fingendo di saperlo fare, prese un tiro ed espirò fumo bianco tossendo tra le risate, tornando a poggiarsi contro il fianco di Walter, concedendosi un'attimo per accoccolarsi a lui, un sorriso le increspò le labbra, sebbene le costole non le davano tregua

 

"che giornata di merda"

 

Sussurrò chiudendo gli occhi, Walter si appoggiò a lei attento a non farle male. Distrattamente,i suoi fili ghermivano la vita di chiunque si fosse avvicinato. Quando gli umani del Vaticano li videro,si fermarono a constatare la situazione della battaglia. Vedendo attorno ai due,ibloro compagni ridotti in pezzi. Presero la saggia decisione di indietreggiare da loro, (soprattutto dalla ragazza dai capelli rosa) altri ancora, li avevano anticipati in astuzia e capacità belliche ed erano già scappati. Anche Integra aveva il suo bel da fare, accompagnata e protetta dalle ombre di Victoria, la donna spiccava teste a destra e a manca, sporcandosi la camicia con schizzi di sangue, lo stesso per i suoi occhiali tondi. Rideva, entra della battaglia, forte è sicura come una Valchiria. Abbatteva la sua lama sull'ennesimo nemico, tranciandolo a metà, poi, un boato costrinse tutti a fermarsi per prestare attenzione all'armata del conte. Si voltarono verso Alucard quando il vampiro balzò sulla montagna di corpi che aveva ammassato al centro della piazza, a braccia aperte, rise di gusto e così fece anche la ragazza accanto a Walter. Lo vide bere con avidità, il sangue che come fiumi scorreva per la città fino ad arrivare a lui, intere strade vennero inondate del sangue dei loro nemici e lui non sembrava mai abbastanza sazio. Dietro agli schermi, il maggiore sorrise, incrociò le braccia, davanti a Maxwell, l'uomo non capiva come facesse il suo nuovo alleato a stare tranquillo. Nessuno dei tanti, notò, un ragazzino con le orecchie da gatto,  che ridendo di gioia, si apriva la gola con un coltello, fino a staccarsi la testa, precipitando nella pozza di sangue, che il vampiro stava bevendo.  Solo allora, il maggiore contò fino a dieci, poi, parlò nuovamente. 

 

"Ed eccoci… al gran finale. Vi ringrazio di aver partecipato così numerosi, ora, godetevi lo spettacolo!! Il Nosferatu, il vampiro più potente di tutti, l'immortale, ora, ammirate come un' umano, é riuscito ad uccidere, il grande Alucard!! Abbiamo goduto dell' ebrezza del sangue e della battaglia, abbiamo dato tutto e la nostra gloria vivrà per sempre! Tutto é andato a combaciare, ogni singolo pezzo é andato al suo posto. Tutto quello che doveva accadere, decenni di lavori,tutti per questo piccolo istante,l'istante fatale che ognuno di voi, ebbro di carneficina ha beatamente ignorato. Ecco cosa significa vincere la guerra, significa mai, mai abbassare la guardia e mai, perdere un singolo dettaglio…ora…muori, vampiro.. "

 

A Sunny cadde di bocca la sigaretta, quando sentì quella voce e vide Alucard, fermarsi all'improvviso, gli occhi spalancati nel nulla in un'espressione di pura sorpresa, il corpo del vampiro si scosse e lui smise di bere sangue,le pizze rosse caddero nuovamente sulle strade con un sonoro

 

Splash

 

Era successo qualcosa, non andava per niente bene. Vide il vampiro si volse a cercarla con lo sguardo, lei si alzò in piedi stringendosi il petto con le mani, Il cuore le scivolò negli stivali,rinnovando il panico che prese a scavare più a fondo, fino alla sua anima, sentiva il suo sangue evaporare, le ombre, la lasciavano scivolando addosso, le lacrime riaffiorano dagli occhi, fossi nelle pozze scarlatte del vampiro

 

"Alucard?.. "

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Capitolo 18
*** Il cielo di Londra crolla ***


Sunny fece un passo avanti, poi corse, corse più che poteva, verso il vampiro che ora la osservava con il collo inclinato indietro,sembrava stremato, spiazzato,spaventato. Senza l'aiuto delle ombre, sentiva il sangue farsi denso come melassa, il corpo appesantito, un macigno nel petto mentre arrancava tra i corpi dei caduti, prestando teste, sollevandosi più in alto che poteva, su quella scala umana. Raggiunse Alucard col fiato corto, le gambe tremavano quando si aggrappò a lui. Il vampiro le sorrise tendendo le mani verso di lei che prontamente afferrò, disperata, lo trattenne aggrappandosi alla stoffa della giacca sugli avambracci più che poteva. Lo tirò a s'è posando la fronte su quella di lui, riprese fiato, ogni respiro era una tortura, come lo era ogni istante di quel fottuto giorno. 

 

"Cucciolo mio.. "

 

Sussurrò con la voce che tremava, stanca. Il vampiro la tirò a s'è, il suo sguardo era gentile e sorrideva come mai aveva fatto prima,in modo quasi umano, che fece sciogliere il cuore della ragazza. Lei invece era a pezzi, sentiva tutti i dolori che il  sangue di Alucard aveva camuffato, la stanchezza le pesava sopra come una lastra di marmo, fredda, crudele. Le ricordò che in quel momento, non poteva più far nulla per lui, era giunta alla fine, era… la fine?  Sentiva uno strano odore in quel sangue, un' odore familiare, simile… Al suo? 

 

"Shrodinger??… no… no!"

 

Lo aveva preso, aveva assorbito quel ragazzino ed ora, era entrato tra le tante anime, il caos, regnava nel corpo di Alucard che lentamente, sembrava stesse per assopirsi. Gli occhi che aveva addosso e nelle ombre si chiusero uno ad uno, Sunny si sentì sprofondare, aggrappata a lui, lo scosse costringendolo a guardarla. Assorbire un Cheshire con tutte quelle vite significava una sola cosa, in termini di computer:glitch. Sarebbe esistito e non lo sarebbe stato, per le vite infinite che aveva preso con sè, per ogni anima che aveva in corpo, sarebbe stato letteralmente annullato, ovunque e da nessuna parte. Sunny scosse il capo, era sconvolta, gli occhi sbarrati. Tentò di scuotere il vampiro, riuscì a muoverlo appena tirandolo per la giacca, nel suo sangue, quello di Alucard stava come evaporando

 

"Resta sveglio! Combatti questa cosa! Combattila!! Resta con me, amore mio resta con me, ti prego…guardami…Alucard!!"

Alucard  abbassò gli occhi e la tirò a sè, posando la fronte sulla sua mentre l'alba si accendeva ed illuminava il cielo di rosso e oro, il sole che sorgeva alle spalle di lei, il suo piccolo sole, davanti a lui. Le carezzò il viso stanco, pieno di ferite, era pallida, allo stremo delle forze, ma forse, forse così sarebbe stata davvero salva, forse quel fottuto maggiordomo aveva ragione. Era salva ma a quale prezzo? Tutta quella tristezza, il vuoto che  si sarebbe portato  dietro. La guardò come mai aveva guardato altre donne prima, era la sua lama, la sua ombra, la sua contessa. Era Caos e ordine, luce e tenebra, era l'unica, che stava piangendo per lui, l'unica, che ancora lo vedeva come un' essere vivente e non un' oggetto da usare o un bersaglio su cui sparare. Era l'unica e lo sarebbe rimasta per sempre.  

 

"Ecco un sole…davanti al quale morirei volentieri"

 

Sunny spalancò gli occhi azzurri come cieli arsi dai soli, colmi di lacrime, le ciglia imperlate da quelle gocce come steli di erba con la rugiada, tremava come un pulcino sotto la pioggia, aggrappata a lui con disperazione

 

"No…non dirlo, non così, non ora.. "

 

"Ti amo, Sunny e basta… "

 

La ragazza si scosse in un singhiozzo che le tolse il respiro, si coprì il volto con una mano trattenendo un moto di dolore che le aveva artiglio l'anima. La consapevolezza si fece largo nel petto con denti ed artigli.  Tornò a guardarlo in volto, una mano sulla guancia fredda di lui, scosse il capo, le lacrime le scivolavano in gola

 

"Ti amo…Alucard..ti amo davvero.. "

 

Ora che quel sangue si stava seccando, proprio quando quello che la legava a lui sarebbe dovuto scomparire, ora si aggrappò ancora con più forza al suo cuore, attanagliandolo, torturandolo all'idea che lo stava perdendo per sempre. Lo tirò a s'è baciandolo con disperazione, sentendo il suo corpo svanire sotto alle sue dita. Le lacrime cadevano a terra come pioggia, le preghiere di lei erano sussurri portati via dal vento,ma che nessun Dio accolse tra le dita. Parole, suppliche, che solleticavano le sue labbra,che lo supplicavano di restare ancora e ancora, finché la voce di lei non si increspò a tal punto dall'essere incomprensibile. La sua testardaggine che si aggrappava a lui, disperata

 

Ti prego

 

Amore mio

 

Non lasciarmi

 

Resta qui

 

"Ti ritroverò, ti riporterò da me e non ti lascerò più andare…tu sei amato, tanto amato Alucard e sei… non sei un mostro, sei il mio cucciolo.. Il mio conte…"

 

"Puoi cantare, per me? Angelo mio? "

 

A Sunny faceva male la gola per il pianto, ma non le importava. Non sapeva cosa dire, ma non importava. Chiuse gli occhi, doveva essere forte, per lui, doveva cantare, per lui. 

 

Prese un respiro

 

"La..la la….Gales of song, guide me through the storm

On the wings of a small, simple melody

Words take flight and soar, they carry me

A world we’ll see

Looking for a farewell, I pull the threads

A life without you I cannot accept

I can’t tell that lie, I can’t let go"

 

Alucard sorrise lasciandosi andare in un sospiro, la sua esistenza, che fino ad allora aveva avuto senso solo nel sangue, ora, sembrò per un'attimo avere avuto uno scopo. Lei lo amava, come Alucard, come Conte, come mostro e nessuno, aveva mai accettato quello che era. Peccato, davvero un peccato, pensò, dover lasciare tutto quello che ora, aveva imparato ad amare. Le asciugo una lacrima con la punta della lingua, la bevve, poi con un'altro bacio, assaggiare il sangue che scendeva dalle labbra di lei, almeno per una volta, avrebbe provato quel sapore proibito. Diavolo, era dolcissimo, pieno di gioia, luce, ombra, paure e tanto, tanto amore che portava il suo nome. 

 

".... Grazie, Sunny..Con tutto il cuore, grazie.."

 

Lui era freddo, era sempre più freddo e per la prima volta, riusciva a capire quanto vivo fosse stato quel vampiro tra le sue braccia fino a quel momento. Continuava a ripetersi che era morto, solo per convincere se stessa che non fosse in grado di provare emozioni, mentre invece, con la sola voce le scuoteva l'anima,col suo tocco le faceva venire le farfalle allo stomaco. Sentiva il suo cuore straziato ,che gridava aiuto e lei lo aveva stretto, sperando di salvarlo dall'odio che lo perseguitava. Ma ora aveva fallito, lui stava morendo e lei era totalmente inerme davanti a quello scenario devastante. Sunny si trovò a stringere il vuoto, il corpo del vampiro scomparve, a terra, su un piccolo sasso, il simbolo che aveva sul suo guanto dipinto col sangue. La ragazza, sconvolta, si lasciò cadere sopra alla massa di cadaveri a terra, gli occhi sbarrati a guardare le mani tremanti,che ora stringevano solo un fiocco rosso.Ci fu un lungo silenzio, gli occhi di lei fissi su quel nastro. Anche il resto del corpo prese a tremare come una foglia, dalle labbra uscivano dei gridolini confusi, la consapevolezza le diede un pugno selvaggio nello stomaco. Poi arrivò un grido, che le spaccò i polmoni, la gola e le fece vibrare la testa, che la fece gridare con tutte le forze che le restavano in quell'ultimo, disperato addio. Si piegò su se stessa stringendo il pezzo di stoffa fino a ferirsi i palmi, facendoli sanguinare.Attirò l'attenzione di tutti, compresa Integra che gridò a sua volta il nome di Alucard, anche lei col groppone in gola, il suo fedele servo, il suo amico, era svanito e lei non era riuscita ad impedirlo. Seras cadde in ginocchio, aveva assistito alla scena,era sconvolta, nascose il volto tra le mani. Walter la osservò mentre le grida della ragazza gli perforavano i polmoni,sentiva un peso sullo stomaco come denti ingoiati. Ricordò le parole di Alucard,quando stavano combattendo,cosa avrebbe provato lei se lo avesse ucciso? Eccola davanti a lui la risposta,era straziante, vederla in quello stato, era tutta colpa sua?. Per Sunny, quel purgatorio sembrò non avere mai fine, pareva che quel momento fosse diventato un loop di chaos e dolore, nonostante fosse arrivata l'alba, l'incubo non se ne andava, anzi, si faceva sempre più scuro e denso. Quando la sua voce divenne rauca, quando fu costretta a fermarsi a prendere fiato, chiuse gli occhi, rimase in silenzio mentre si legava i capelli col nastro rosso, un fiocco in testa, guardò il cielo ed imprecó oscenamente maledicendo chiunque glie lo avesse portato via e promettendo loro in silenzio, che se o sarebbe ripreso ed avrebbe preso la loro testa.

 

Ma l'incubo

Non la ascoltò

E decise di proseguire

 

Arrivò uno sparo, poi un'altro, poi un'esplosione. Davanti a lei vide un dirigibile scendere a terra impattando rumorosamente con il suolo. Ai piedi della montagna di cadaveri, Walter era a terra, colpito al petto da proiettili anti vampiro provenienti da un fucile da precisione ancora fumante  che sbucava da dietro alcune macerie

 

"No… "

 

La ragazza scivolò fino a terra,piú veloce che poteva. Di nuovo, facendo ricorso ad ogni goccia di sangue che aveva in corpo, ogni briciolo di forza che aveva, riprese a correre e a pregare, no, non anche lui, basta, basta vi prego. Passando accanto alle macerie, vide la figura di Heinkel puntargli addosso il fucile,prendere la mira borbottando "lo ammazzo quel maggiordomo di merda" mentre lui.. 

 

La invitava

 

A

 

Sparare? 

 

La ragazza scattò come meglio poteva, approfittando della sua distrazione. Con un grido disperato, balzò sulla donna con la faccia bendata, le diede un calcio selvaggio nello sterno costringendola a voltarsi rotolando, poi un'altro calcio ruppe delle costole, Sunny non diceva nulla, gridava e basta in una furia cieca, colpiva e colpiva ancora. Prendeva di mira lo stomaco, le viscere, le costole con calci selvaggi carichi di tutto l'odio che le stava oscurando l'anima in una morsa letale. Non soddisfatta,si chinò e la prese a pugni in faccia, la donna gridava e a lei piaceva, cazzo, quanto se lo meritava. Mise le dita nei fori che le perforavano le guance, premendo a fondo, Heinkel gridó fino a strapparsi le corde vocali

 

"voglio che resti in vita, e stanotte a casa, se ci tornerai,sogna, sogna me con in mano le loro teste, sogna me, che presto tornerò a prendere la tua, ma non qui, non oggi…tu oggi,avrai paura…"

 

Heinkel riuscì solo a vedere la ragazza espettorare sulla sua faccia una palla di sangue mista a catarro, la vide alzarsi, calciando via la sua arma, le imprecò contro,sfinita e ferita, poi perse i sensi. 

 

"Fanculo,puttana di Giuda"

 

La ragazza non perse altro tempo e corse da Walter, all’improvviso senti’ come uno spillo pungerle la nuca, la voce ringhio’ nella sua testa facendola bloccare

 

“uccidilo…poi ammazzati da sola”

 

ringhio’ colma di rabbia. Sunny abbasso’ lo sguardo, si avvicino’ a Walter ,ferito, ansimante che la guardava ma non riusciva a riconoscerla, la voce del maggiordomo era lontana, la chiamava, ma lei non riusciva a muoversi da dentro la sua testa

 

“no,no, fermati!!”

 

“uccidilo”

 

si chino’ per prendere la lama, si avvicino’ ancora di più’, incombendo sul vampiro allo stremo delle forze. Sunny era legata, non riusciva ad uscire dalla sua stessa testa, guardava tutto come se fosse stata una spettatrice, ma doveva fermarsi,doveva fare qualcosa. 


"uccidilo"

La ragazza si mosse, cosi’ come Sunny prese a frugare nella sua testa disperata, frugava alla ricerca di ricordi, alla ricerca di quella maniglia che l’avrebbe fatta uscire, che le avrebbe permesso di fermare se stessa dall’uccidere Walter. Cerco’ foto, ricordi,qualunque cosa, per salvarlo. 


Polonia, cinquant'anni prima

 

“dai,Walter! Mi fai il solletico!”

 

"Ma sono morbidissime, non puoi chiedermi di smettere"

 

Walter le stava carezzando le orecchie da gatto, a quel tempo aveva i capelli corti, era ancora poco più’ di un ragazzino, sebbene tra le labbra, portava gia’ una sigaretta accesa. 

 

"Voglio provare una cosa.."

 

Ridacchio’ dandole poi un pizzicotto sulla guancia, poi sull’altra, infine sul naso. Luna sembro’ obiettare mentre le gote e la punta del naso le si tingevano di rosso, ma anche se le sue parole sembravano voler fermare il ragazzino dal giocare con lei, in realta’ stava sorridendo ed aveva le farfalle allo stomaco. Era poco più’ grande del ragazzo che le sedeva accanto

 

"Visto? Sei arrostita! Sei arrossita per me! "

 

“smettila,dai!scemo! ”

 

Luna scosto’ la mano di Walter ridendo, mentre cercava di sistemarsi i capelli in due code basse.

 

Dove erano? non lo ricordava, ma era bello stare li’, era come un salottino, una suite d’albergo, probabilmente erano in missione ed Alucard era a dormire nella sua bara, erano rimasti solo loro due, sul divanetto della camera a guardare la TV, era una TV vecchissima che dava film in bianco e nero, la ragazza era appoggiata a lui dopo che lui aveva smesso di stuzzicarla, la schiena contro il fianco del ragazzo, gli occhi puntati alla tv, la sua mente altrove

 

“Walter…secondo te…ce la faremo, a vincere, intendo”

 

“certo, che domande fai? scema”

 

lei si strinse nelle spalle guardando altrove, una sensazione terribile nel suo sangue, che vibrava,tremolava come l’ombra ai suoi piedi, il cuore che batteva contro il petto fino a farsi strada in gola

 

“ho paura di morire…Walter, ho paura che tu muoia…l’altro giorno con quel mannaro, eri, eri pieno di sangue, se non fosse intervenuto Alucard..tu…”

 

Walter si scosse scrollando la sigaretta, la tenne tra le dita spostando lo sguardo sulla ragazza al suo fianco, serro’ i denti. Erano entrambi umani, era vero, sarebbe morto? non lo sapeva, certo, essere aiutato da quel vampiro era stato un colpo basso al suo orgoglio, quella vita, se la voleva prendere lui, aveva ucciso gli sgherri del maggiore ma erano solo stupide formiche in confronto  al mannaro e al Dottore.

 

“avrei fatto il culo al bastardo”

 

Sunny sospiro’ mosse le orecchie guardando una scena d’amore in TV, una donna bellissima, vestita come una principessa in mezzo all’acqua di una fontana, stretta tra le braccia dell’uomo che amava,lei avrebbe mai vissuto una cosa del genere? O forse, sarebbe morta prima?

 

“mi avete salvata….ma il maggiore ha detto, che sono sempre stata un’esca per voi,sono veleno per Alucard e quelle voci mi…mi fanno fare cose”

 

“tu non hai colpe,risolveremo tutto, non temere”

 

“ma io…”

 

“niente ma, ti sei ribellata, e’ questo che conta, sei una nostra compagna, nostra amica e starai sempre con noi…per sempre, ok? ammazzeremo quei bastardi e poi tu diventerai una bellissima donna, io diventero’ alto il doppio di te e, beh, ti prendero’ in braccio e ti portero’ ovunque vorrai…sarai la mia ragazza e nessuno osera’ più’ farti del male, ok?”

 

Sunny sobbalzo’ guardando il ragazzo negli occhi, rossa in volto ed un’ espressione allibita, ma diavolo, quel ragazzo non si mosse di una virgola, guardandola più’ serio che mai, i suoi occhi in tempesta si riempirono come di lampi blu elettrico. Poi pero’ venne scossa da un pensiero, torno’ a guardare altrove,sussultando, le orecchie tremavano, basse

 

“e se io, se io ti facessi del male? Walter?”

 

Walter tornò a carezzarle le orecchie, sfregando piano per darle una sensazione di conforto. Le sorrise dolcemente, era così bella, la sua Dama delle lame, la sua piccola Luna

 

“scema, non mi farai mai del male…non e’ da te,sei più’ forte della puttana che vive nella tua testa rent free, e quando ammazzeremo quella fregna, tu sarai libera..”

 

“Walter….”

 

Il maggiordomo ridacchio portando la sigaretta tra le dita per scrollarla

 

“scommetto che gia’ hai una cotta per me, raggio di luna…”

 

“scemo!!!”



poi la voce torno' a gridare

uccidilo!!

 

“no!! no!! no!!!”

 

Sunny si inginocchio’,di nuovo padrona del suo corpo, getto’ le lame da un lato tornando sul corpo di Walter, era appoggiato contro un pezzo di muro caduto da chissa’ quale palazzo. Aveva l’aspetto del ragazzo seduto su quella poltrona nei suoi ricordi, ma ora era coperto di sangue, che gli bagnava le labbra e il naso, una scia scarlatta gli scendeva dalla fronte fino alla gola, eppure, le stava sorridendo come se nulla fosse. Sunny cadde in ginocchio al suo fianco, afferrandolo per la giacca impregnata di sangue


"Che cosa stavi…facendo, Walter!! "

 

"É stata tutta colpa mia..non…merito di"

 

Uno schiaffo impattò sul suo volto all'improvviso, lasciandolo sbigottito, vide cieli tersi abbagliare in un'ondata di furore misto a rabbia e dolore, un chaos di emozioni che ancora ardeva forte, perché c'era ancora tanto per cui combattere e piangere, fermarsi, morire, non sarebbe stato quello che Alucard avrebbe voluto. Alucard non c'era più, il suo cuore aveva una voragine che non appena passata l'adrenalina, le avrebbe portato il conto, ma prima, doveva fare quello che andava fatto. 

 

"Scemo! Scemo! Scemo!!! Io non voglio perdere anche te, sei tutto ciò che mi resta, sei tutto ciò che proteggerò, tu non osare morire,mi hai sentita?? Amore… guardami, guardami…ti amo, sei il mio cuore, se perdo te perdo tutto, chiudo baracca e burattini e mi taglio la gola,non la voglio una vita senza di voi…senza di te..cosa cazzo…pensavi di fare lasciandoti ammazzare da quella viscida figlia di Giuda??."

 

Gli prese il volto tra le mani, per guardarlo negli occhi grigi come i cieli di Londra. Non poteva perdere anche lui, doveva salvarlo, doveva fare qualcosa. Lui era un vampiro, stava morendo perché non era in grado di rigenerarsi, era un vampiro ma era incompleto. Mancava qualcosa, che aveva Alucard ma non aveva lui, che aveva un vero vampiro. Sunny sussultò quando l'idea la assalì di scatto, a carezzò I capelli del vampiro, che intanto sembrava aver di nuovo l'aspetto di un Walter più giovane, il Walter che aveva visto nei suoi ricordi, in quei sogni e in quegli incubi. Ma era sempre, il suo Walter. Sorrise appena tirandolo a s'è, si lasciò andare in una risatina disperata che lascio’ spiazzato il maggiordomo

 

"So come salvarti…lo so.. "

 

Sussurrò stanca mentre si sfiorava il collo con la punta delle dita. 

 

"Mordimi, Walter C Dornez, Mordini e diventa un vampiro completo, la mia anima nella tua e la tua nella mia… sono vergine, posso farcela, possiamo farcela,insieme! Non hai preso altre vite, se sono quello che dire che io sia, sarai come Alucard, forse anche più forte.."

 

"Sunny"

 

"La mia non é una domanda, se tu te lo stia chiedendo.. Ho perso Alucard, non perderò anche te"

 

La ragazza gli posò una mano sulla nuca, lo tirò a s'è mentre si spostava una treccia dal collo, lasciando la pelle libera. Si fece un taglietto con l'unghia, come per invitarlo a banchettare. Walter sentiva i denti farsi appuntiti, il profumo del suo sangue gli entro’ nei polmoni dandogli sollievo dal dolore.  La fame che gli capovolse lo stomaco, si avvicinò al suo collo , snudando le zanne, le mani che tremavano come il resto del corpo coperto di ferite. 

 

Alucard non l'avrebbe mai trasformata

 

Ma lui non era Alucard

 

Lui la voleva con s'è per sempre e forse, c'è l'avrebbe fatta davvero


Una figura vestita di bianco Saettò verso di loro, la afferrò di peso strappandola dalle braccia di Walter. Fu un istante, in cui le mani di lei lasciarono quelle di Walter, le sue grida echeggiarono sul campo di battaglia. Continuava a protendersi verso di lui, mentre lo guardava alzarsi per un’istante prima di accasciarsi per il dolore.  Impotente, lo guardava farsi lontano, sempre più lontano e la sua mano, non riusciva a raggiungerlo. Era la fine? Era così che era stata disegnata per lei, la fine di ogni cosa? L'inferno in terra?  Gridava con tutto il fiato che non avrebbe mai pensato di avere, trascinata da quella figura vestita di bianco, esile quanto lei, una.. Ragazza?? 

 

"Walter!!!!Walter!! "

 

Ma lei non la sentiva, mentre veniva portata nel dirigibile, mentre tutto andava a fuoco, era quella, davvero la fine? Stava facendo freddo, tutto diventava buio. Sentiva un dolore addosso che non credeva di poter sopportare,

rabbia immensa
                          tristezza e infine
 il buio.  

 

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Capitolo 19
*** Through the storm ***


 

Walter aveva tentato di fermarla, aveva tentato, gridò il suo nome finché non fu più in grado di farlo, si lasciò andare di nuovo a terra, senza forze,gridando dalla rabbia col poco fiato che aveva, il suo corpo che si ribellava, si spaccava di nuovo, senza reagire. Chiuse gli occhi, tutto divenne oscurita’, nulla aveva senso

 

"Walter!! "

 

La voce di Victoria lo scosse, ma non volle aprire gli occhi

 

"Brutto figlio di puttana! In piedi!! Abbiamo del lavoro da fare!! "

 

La voce di Integra lo infastidi’ di nuovo, ma non aprì gli occhi. Era la fine, avevano fallito tutti e due, lei era persa, loro avevano perso e tutto, tutto quanto era andato a fanculo. Fanculo. 

 

FANCULO!! 

 

delle gocce del sapore del ferro gli caddero in bocca, poi scesero fino alla gola, sangue di vergine, quando aprì finalmente gli occhi, Integra lo sovrastava, la mano sanguinante tesa su di lui, mentre continuava a gocciolare. Era poco a confronto del sangue di Sunny, ma era abbastanza, per permettergli di alzarsi. Sì, alzarsi e riprovare. Walter tornò a sedere, Seras gli sorrise rassicurata, Integra gli diede un ceffone ringhiando, poi si accese un sigaro Espirando fumo grigio. Imprecò e lo colpì col piede per invitarlo ad alzarsi

 

"Ho perso Alucard, non perderò un' altro vampiro per colpa di questi pezzi di merda"

 

"Glie l'ho detto , signorina Integra, Alucard non é morto, é solo.. "

 

"Perso, ho capito, ma cazzo abbiamo bisogno di un vampiro ora, non puoi fare tutto da sola, quindi, andrai con lui a salvare Sunny, io andrò ad ammazzare il maggiore e Maxwell"

 

La donna estrasse di nuovo la spada, osservando il vampiro mentre si rialzava, pulendosi il sangue dalla bocca, sorrise appena espirando fumo denso dalle labbra, si lecco' la ferita sul palmo della mano mentre con un pezzo di stoffa pensava a fasciarla alla meglio.  Walter la osservava cauto, chiedendosi quali fossero i suoi piani, quella donna era imprevedibile, dopotutto, ma la situazione era disperata e i disperati fanno spesso cose stupide o azzardare. Fece un lieve inchino, un ghigno gli graffio' il volto pallido mentre il suo corpo tornava alla forma di un giovane adulto, il Dio della morte.

"cosa posso fare per voi, my lady?"

"salva quella stronzetta canterina..."

"si, lady Integra"

 

Quando aprì gli occhi, era legata mani e piedi ad un lettino d'ospedale appeso alla parete distrutta di quello che doveva essere il laboratorio all'interno del dirigibile. La vista era offuscata, di nuovo, sentiva tutte le ossa rotte (forse anche qualcuna in piu') e le ferite le diedero il buongiorno a calci e pugni che le fecero tossire sangue, non prometteva affatto bene. Vide il nastro rosso scivolare dai capelli e  carezzarle il viso come facevano le dita di Alucard ed un nodo in gola le tolse il respiro quando tornò a realizzare  che ora, era tutto ciò che restava di lui, assieme al sasso che aveva in tasca e che ancora sentiva, per fortuna, pesarle addosso. La ragazza pianse di nuovo, mentre cercava di liberarsi, pensando che ora, non c'era nessuno che poteva chiamare, nessuno che poteva salvarla. Grido’ dalla rabbia, dal dolore, dallo sfinimento quando si rese conto che era all’interno del laboratorio nemico, un laboratorio che la fece inorridire tanto era familiare, mentre due figura sbucarono dall’ombra per palesarsi di fronte a lei. C’era una bellissima donna dai capelli dorati che ridacchiava, accanto all’uomo che aveva visto tempo prima con Walter, in quella missione. Avevano entrambi divise da laboratorio addosso, erano entrambi macchiati di sangue, ma lei, sotto indossava un abito bianco, come da sposa, stretto su tutto il corpo morbido e dalle curve che avrebbero fatto venire le vertigini al piu' coraggioso degli uomini

 

“ciao,Luna..”

 

“mi chiamo Sunny!”

 

“oh, scusami, l’ultima volta che ti ho ammazzata ti chiamavano cosi’ ,Alucard e Walter..sei una bambolina disobbediente…dovevi ammazzare il maggiordomo..oh beh, morira' comunque..”

Sunny sputo’ a terra,nel sentir nominare Alucard un pensiero le si insinuo’ nella testa. Quel pensiero era semplicemente troppo terribile da ponderare,troppo cupo da contemplare. Non poteva essere triste, quando era triste non faceva altro che piangere, lei doveva essere arrabbiata, perche’ quando era arrabbiata, lei agiva, non doveva

 

 pensare 
 
 ricordare



 

“fottiti, anzi fottetevi, visto che siete in due…”

 

la donna rise avvicinandosi alla ragazza, lunghi canini le spuntavano dalle labbra, si strinse nel suo abito attillato di un bianco perla, il seno quasi strabordava, gli occhi rossi puntati su di lei. Chi ‘bisso era? Doveva scappare, doveva tornare da Walter, o forse era

.......troppo tardi?

 

“chi cazzo sei…”

 

“come sei sboccata, si vede che andavate d’accordo voi tre…il mio nome e’ Mina, Mina Harker e tu…sei nata grazie a me, quindi porta rispetto per i più grandi. Vedi, il maggiore aveva trovato tra i suoi esperimenti, una donna incinta che prima di morire, aveva partorito te…stavamo per ammazzarti, quando abbiamo notato che eri, speciale. Abbiamo subito notato le tue orecchie, eri quell’improbabilita’ su un milione, quell’unico tassello, un regalo del chaos, una figlia del chaos, una Cheshire. Avevamo una bomba ad orologeria tra le mani, per Alucard….per vendicarmi di cio’ che mi aveva fatto”

 

“tu, eri la sua amante?”

 

le parole che sussurro’ avevano il sapore della bile

 

“cosi’ dicono le storie, no, io ero un suo trastullo…dicono che mi abbia donato il suo sangue, invece glie l’ho rubato e sono scappata,lui mi ha portato via Jonathan e ora, deve pagare. Perche’ lui  era solo una bestia…lui non sapeva amare,mettitelo in testa. Ora a me serviva solo il suo potere, ma cazzo, non e’ bastato nemmeno quello a fare cio’ che volevo, forse, dovro’ resettarlo, se mai dovesse tornare”

 

“resettare? Cosa 'bisso intendi con…resettare? E cosa c’entro io?"

 

“Abbiamo messo un po’ di me, dentro di te….nelle tue vene scorre il mio sangue e in qualche modo, quello di Alucard…non sei diventata un vampiro ,stranamente, ma alla fine ce ne fregava ben poco, il tuo odore ha attirato il nostro conte, che insieme al maggiordomo ti ha portata via, trappola innescata”

 

la donna schiocco’ le dita mentre il dottore le dava una grossa siringa che non sembrava affatto rispettosa delle norme sanitarie moderne. Aveva un’ago simile ad un tubo e la donna si appresto’ ad infilzarglielo nella schiena senza avvertire, disinfettare o chiedere permesso. Sentiva l'ago entrare tra le vertebre, incurante di toccare i nervi che le davano scariche elettriche lungo tutto il corpo, facendola gridare dal dolore. Senti’ una forte vampata di calore percorrerle il corpo mentre la vampira estraeva del liquido bianco, midollo spinale. Sunny cerco’ di non svenire. La sua attenzione passò alle spalle del doc, dove vide qualcosa muoversi, capelli biondi? fumo? Attraversarono la stanza e si diressero altrove, mentre una figura oscura si nascose dietro ad una pila di casse,silenzioso come sussurri. Poi la voce di Mina la richiamo’ alla sua attenzione, la donna fece spallucce scuotendo il capo fingendosi offesa

 

“ chissa’ perche’,Alucard non aveva del tutto abboccato, tu ti eri innamorata di lui e lui…beh, lui era il solito Alucard. Ma quel giorno  in Polonia,ti sei ribellata e ci hai deluso amaramente, lui non ha bevuto il tuo sangue, ti ha fatta morire, piuttosto che farti diventare un vampiro sacrificando la sua vita. Quel bastardo,non sa amare altri al di fuori di se stesso”

 

Sunny ridacchio’

 

“quanto sei idiota…lui non mi ha trasformata perche’ mi ama, lui non ama solo se stesso, lui odia solo se stesso e cio’ che e’ dovuto diventare…senti ma tutti i soldi del millennium… li  hai investiti solo in tette o un po’ di cervello te lo sei fatto ricrescere? Magari ad  Alucard fa schifo mordere silicone e merda..”

 

Mina ringhio’ tirandole un pugno nello stomaco, togliendole il fiato e facendola quasi vomitare

 

“stai zitta! adesso ti ammazzo, cosi’ potremmo porre fine a questa storia, abbiamo il tuo DNA e possiamo creare tutte le puttanelle che vogliamo, nel caso dovesse tornare quel figlio di una cagna, perche’ se so una cosa, e’ che con Alucard non va dato nulla di scontato, ma ora, dopo Schrodinger, il prossimo Cheshire glielo ficco io in bocca, e poi altri cento, mille, finche’ non cessera’ di esistere. Creeremo tuoi cloni controllati del tutto da me…E finalmente,lui sarà sotto il mio potere, ed esprimerà il mio piccolo desiderio”

 

Le parole della donna le fecero guizzare un barlume di speranza nel petto, la ragazza tossi’ altro sangue, le lacrime piovvero a terra. L’idea di Alucard morto ancora non la abbandonava, la rabbia a quel pensiero, che forse sarebbe tornato o forse no, le vorticavano nella testa. Ricordava il vampiro, i suoi occhi, il suo sorriso mentre svaniva. La Vampira aveva preso un bisturi dal tavolo e ora lo puntava contro la gola della ragazza. Era pronta a tagliare quando Sunny si mise a ridere

 

"Cosa ridi.. "

 

“ti fa rodere, eh?”

 

“...cosa?”

 

“che lui abbia amato me, cosi’ tanto da far male, mentre a te ha solo succhiato il sangue e giocato con le tue tette…Lui amera’ me, per sempre, me lo sono stretto al petto cosi’ forte da farmi male, abbiamo combattuto insieme, gli ho donato centinaia di vite e cazzo, cazzo quanto l’ho amato, quanto ci siamo amati…I suoi occhi , come pozze di sangue, tutti per me, i suoi capelli, soffici come fumo e profumati di incenso di cattedrale, le sue mani addosso a me che mi stringevano con grazia, mentre sotto covava una  forza, che avrebbe spezzato  un collo con la stessa facilita’ con cui si spezza un grissino…il mio conte, il mio amato conte…”

 

la donna temporeggio’ fermando la mano

 

“dove vuoi andare a parare?...”

 

“nulla, mi serviva un po’ di tempo”

 

“per fare cosa?”

 

“questo…”

 

con uno scatto, Sunny strappo’ le fibbie che le tenevano le mani legate, colpì il braccio della donna che teneva il bisturi,portandoselo via dalla gola, libero’ anche la gamba e calcio’ via Mina, dandole un colpo di tacco nello sterno che non sembro’ scuoterla più’ di tanto, ma almeno l’aveva allontanata. Cercando di resistere al dolore, si alzo’ a fatica sul tavolo del laboratorio, lasciando scivolare tra le dita i fili azzurri di Walter. Le era bastato un’ istante, prima che la donna l’avesse afferrata, Walter le aveva avvolto ai polsi alcuni dei suoi fili ed ora, lei li teneva tesi come le corde di un’arpa tra le dita. Si fisso’ sul braccio i fili e li tese come corde di chitarra. Strimpello’ su quei fili affilati come lame, ma lei ci sapeva giocare, ci aveva giocato e si ricordava come potevano essere strumenti di morte o semplici fili di seta, glie lo aveva spiegato Walter, cinquant’anni prima, su un divanetto d’albergo. La vampira cadde a terra spinta da un’onda di note e sunny ringrazio’ per un’istante quel frammento di luce che ancora le bruciava nel petto e che ora, stava bruciando la pelle della vampira

 

“ Doc!!”

 

La donna si volto’, ma il suo collega era a terra, in pezzi,gli occhi spalancati, incapaci di vedere, la bocca aperta in una smorfia di pura sorpresa, la testa era l'unico pezzo che era rimasto intatto

 

“cosa..”

 

“tutto questo parlare di Alucard….e ti sei scordata di me, mi spezzi il cuore…”

 

“Walter…”

 

Sunny sospiro’ sollevata, quando vide il vampiro avanzare verso Mina, la donna balzo’ indietro mentre afferrava il suo bisturi e scatto’ all’attacco. Walter osservo’ la sua Sunny, la vide inginocchiarsi stremata, sputare sangue, versare lacrime e decise, che era ora di farla finita. La vampira era apparsa alle sue spalle, ma Walter si volto’ di scatto come se sapesse, che sarebbe spuntata in quel punto preciso

 

“ricordo che ti ho vista combattere, ti ho vista uccidere…ed hai ucciso la persona sbagliata,me l'hai uccisa cinquant'anni fa, sta certa che non avrai il tuo bis”

 

non uso’ i fili, volle prendersi la soddisfazione di tirare un pugno nello stomaco della donna, abbattendola a terra. Spinse la scarpa nel suo stomaco per tenerla ferma, poi strinse tra i denti i fili, osservandola dibattersi sotto la suola, inutilmente, Walter era un vampiro ed aveva appena bevuto sangue di vergine,una forza spietata gli correva nelle vene, sangue di cacciatori di vampiri, sangue Helsing. L’uomo premette più’ a fondo sfondandole il ventre finche’ non senti’ il tacco battere contro il pavimento. Tese i fili e le taglio’ la testa lanciandola verso Sunny, che la afferro’ al volo.  La testa rimase viva, incazzata più che mai.  Guardó la ragazza sorridere e tentò di sputarle sangue in faccia, ma lei la voltò giusto in tempo per lasciare che il suo espettorato finisse sul pavimento

 

“brutti…figli di puttana, tu…sei una puttana!! ti scopi anche il maggiordomo, eh??Beh guardalo! sta morendo! non lo salverai!! rimarrai da sola!! Presto  il solo sangue di vergine non basterà!!ho ammazzato Alucard ed ammazzero’ anche lui, lo abbiamo creato noi! cosa pensi di fare??”

Sunny rise incrociando le braccia al petto dolente, come per mettere insieme qualche costola per poter respirare decentemente

 

“come sei sboccata....in ogni caso,ottima domanda,ma..ti piacerà la mia risposta? ”

 

la ragazza prese dal tavolo la siringa che aveva usato per prendere il suo midollo

 

“non osare!!”

 

vuoto’ a terra il suo contenuto, uso’ quindi la siringa per piantarla nell'occhio della vampiravampira. Appese la sua testa al lettino imbottito dove prima era stata bloccata e si diresse verso Walter zoppicando, il Dio della morte le ando’ incontro scrollando la scarpa dal sangue e dal lerciume delle interiora della donna. Aprì le braccia quando lei gli crollò sopra, stremata. La guardò un’ istante sussurrandole qualcosa all’orecchio che la fece arrossire, poi rise alla testa sul lettino che imprecava contro di loro, ordinandogli di fermarsi,folli.

 

"Fermatevi! folli del cazzo"

 

Mentre Walter si chinava su di lei, la ragazza piegò indietro la testa, le trecce le caddero sulle spalle lasciando la pelle scoperta, l'arteria che pulsata sul suo collo. La ragazza dai capelli rosa sorrise alla testa mozzata

 

"Oh, si che lo siamo"

 

I denti di Walter affondarono nel collo della cheshire e bevve avidamente, le ombre li circondarono mentre disperata, Mina cercava di rigenerarsi. Perché  ancora non le avevano strappato il cuore? Maledetti, volevano che vedesse tutto, volevano farla soffrire. Il sangue sembro’ evaporare dai loro corpi, la ragazza si aggrappo’ a Walter, leccandogli dalle labbra il suo stesso sangue, prima di baciarlo e stringerlo a se’, ignorando la vampira che intanto si era ricomposta di fronte a loro, e li guardava con un odio mai provato prima, nemmeno per Alucard.Entrambi gli amanti la guardarono, occhi rossi scintillarono dalle ombre, come cazzo avevano fatto? erano esperimenti, non era possibile

 

“voi…non siete fatti per essere veri vampiri…voi…”

 

Sunny si alzo’ battendoi le mani, i fili tra le dita scivolarono a raccogliere un paio di doppie lame che sembrarono sbucare dall’ombra ai suoi piedi che la ragazza si appresto’ ad afferrare. Ora l'ombra era diversa, sembrava come fili che si muovevano nella pozza nera ai suoi piedi

 

“avevi ragione, in qualche modo, il sangue di Alucard e’ ancora nelle nostre vene…Walter e’ sempre stato un potenziale vampiro alfa…gli mancava solo un collo di vergine da mordere,una vergine compatible per un rituale all'ombra di Dio. Walter non ha altre anime dentro, gli basta prendere la mia,per rigenerarsi quanto vuole. Ora, non riuscirai più’ a portarmelo via ed io…estirpero’ la tua cazzo di voce dalla mia testa, per sempre..”

 

Walter e Sunny scattarono all’unisono, le loro ombre scivolarono ai piedi di Mina bloccandola sul pavimento, i fili le si avvinghiarono addosso tranciandole gli arti, senza darle la possibilita’ di contrattaccare, la donna si vide di nuovo crollare a terra, mentre la ragazza con le orecchie da gatto e gli occhi rossi la sovrastava con un ghigno folle. 

 

"Hai ucciso Alucard…me lo hai portato via.."

 

"Lui é mio! Pensi di essere speciale??non lo. Sei! Lui e' il mio giocattolino, quando tornera'...."

 

"... Ma piantala di fare la fregna.. "

 

Girò le spade dalla parte dell'impugnatura,due rubini rossi scintillarono davanti agli occhi della donna,pieni di rabbia e qualcosa simile alla paura. La ragazza dai capelli rosa gridò e cominciò a subissarla di colpi in faccia, più e più volte, fino a farle rientrare il naso nel cranio,il sangue scorreva come vino a buon mercato. Decise di godersi quel momento, sfogando tutta la sua rabbia. Infine,alzò le braccia al cielo, le lame unite andarono a trovare il bersaglio nella sua cassa toracica, sfondando i muscoli e le ossa, fece leva e le aprì la cassa toracica fino ad esporre il cuore,immobile ma vivo in qualche modo, come quello di

 

Alucard…

 

La ragazza lo tiro’ fuori con rabbia selvaggia e lo strinse nel suo pugno, spaccandolo come un fico maturo, senza togliere lo sguardo da Mina, che esterrefatta, non pote’ far altro che imprecare, pochi istanti prima di ridursi in polvere. Sunny sputo’ sopra alle sue ceneri, prima di voltarsi verso Walter, i loro occhi tornarono come cieli in tempesta e cieli tersi, per loro preferenza (in realtà i vampiri non hanno tutti gli occhi rossi, è più per un fattore di teatralità, Alucard invece…beh, se lo conoscete,saprete già la risposta) Sunny sorrise lasciando andare la tensione dal suo corpo, quando vedere il suo Walter sano e salvo ed ora, davvero immortale. Si guardarono per lunghi istanti, sorridendo stanchi. Con un movimento lento, la ragazza  apri’ le braccia verso di lui. 

 

"Vieni qui.. " 

 

Il vampiro accorse da lei, la afferro’ sollevandola in alto come se non pesasse nullanulla.  La fece volteggiare in mezzo a tutto quel chaos, come le aveva promesso. La strinse forte a s'è, nascondendo il viso tra i capelli sporchi di fuliggine e detriti, non sentiva più dolore. Sentiva sotto le mani il costato della ragazza, era tornato tutto a posto e nemmeno lei sembrava avere più’ un graffio. Rimasero stretti in quell’abbraccio solido che parve infinito, in mezzo al chaos, loro erano sopravvissuti, loro erano insieme, lui era salvo e lei, lei era viva. 

 

"Ti amo..Walter.."

 

"Ti amo, raggio di sole"

 

Victoria camminava al fianco di Integra, fiera e testarda come pochi, era una giovane umana, in mezzo ai mostri, ma a chi la guardava, lei era il mostro più pericoloso. Aveva imparato a state alla pari, poi, a stare più in alto, come diceva Alucard, gli umani erano creature straordinarie. Raggiunsero il corridoio principale, superarono le difese senza troppi problemi, lei tagliava teste a destra e a manca, Seras la proteggeva con la sua ombra impedendo ai proiettili di sfiorarla. Raggiunsero il ponte di comando di tutto quel circo di nazisti, trovarono poche resistenze, come se avessero spianato loro la strada. La donna vide in fondo alla grande sala, ormai vuota, l'omino vestito di bianco, senza nome, solo un titolo: Il Maggiore. Sembrava in estasi per la morte di Alucard, sembrava un'omonima realizzato, completo. Ghigno aprendo le braccia alla donna come un padre accoglie la figlia di ritorno a casa. Dal vivo sembrava più tondo, più goffo, eppure, aveva assassinato il re dei vampiri, con le sue fottute strategie, era riuscito a strappargli il re dalla scacchiera. Ora cosa rimaneva? Una regina, un'alfiere e… una torre. Walter E Sunny erano altrove e non riusciva a vederli dallo schermo, Seras per fortuna era al suo fianco, fedele, letale e bellissima. 

 

"Benvenuta fräulein! Spero tu abbia apprezzato tanto quanto me, questa gloriosa battaglia"

 

Lo sguardo di Integra saettò su di lui carico d'ira e disprezzo, non rispose, fece un cenno alla vampira e lei attaccò. Ad ostacolarla, c'era un vetro rinforzato, che impediva ai proiettili della vampira di formare e colpire quel bastardo sghignazzante. Integra lo maledetto, mentre una seconda figura si fece largo dalle ombre. Non era un vampiro, non era un licantropo

 

"Cosa cazzo.. "

 

"Nemmeno noi lo sappiamo, ma sembra amare la guerra tanto quanto me, così come ultima risorsa, l'ho invitato ad accomodarsi al banchetto, se vi compiace"

 

La creatura in questione, era bassa, troppo bassa. Non era uno gnomo, non era un folletto. Aveva lunghe orecchie a punta, un naso adunco, la pelle era rossa che si andava a scurire fino a diventare nera sulle mani e sui piedi. Una coda sferzava l'aria, gli occhi a spillo della creatura erano puntati sulle due donne mentre ghignava sornione con una doppia, forse tripla fila di dentini appuntiti come spilli. Non aveva armi, era quasi completamente nuda salvo della peluria marrone e folta che gli coprivano il corpo come strani pantaloni di pelliccia. La creatura si mosse e divennero due, poi tre, poi dieci, fino a riempire l'intera stanza. Ad Integra venne in mente quel dannato film con quei mostriciattoli verdi che con l'acqua si moltiplicavano, ma quella era la fottuta realtà, e sicuramente, non sarebbe bastata la fortuna spacciata da cinema anno novanta a salvarle. 

 

"Volevo lasciar loro una Londra disfatta da scarnificare come gli ultimi stracci di carne sull'osso dato al cane, ma ora… sembra abbiano altro da fare. Alucard é morto, eppure voi siete ancora in piedi… mi chiedo perché"

 

Integra rise e si accede un sigaro con aria scocciata

 

"Perché vogliamo assicurarci che tu cada prima di noi… Maxwell? "

 

"É andato"

Integra spezzo' il sigaro coi denti, guardando il maggiore come un lupo col pasto, colma di ira che traboccava dai suoi occhi di ghiaccio

 

"Dove, se non é di disturbo chiedere"

 

"Altrove"

 

Integra finse di riflettere, un ghigno le illuminato il volto al pensiero di poter dar sfoggio delle sue abilità, della sua fedele servitrice, della sua nobile casata

 

"Capisco… beh, prima di ammazzare te, dovrò ammazzare questi sgorbietti, così sia… Seras"

 

"Si! "

 

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Capitolo 20
*** Hypocrite ***


Quegli esseri ripugnanti erano ammassati come mosche sullo sterco, sembravano moltiplicarsi ogni volta che li si ricontava. Quei loro occhietti come braci puntati sulle due donne, le code che frustavano l'aria impazienti, le zampe artigliate e pronte a squarciare carne e segare ossa. Le osservavano con un ghigno che gli deformava il volto, erano utti quanti uguali, non c'era un tratto che li distingueva, sembravano tutti pezzi da batteria,sfornati da una fabbrica infernale e la cosa che fece gelare il sangue ad Integra, era il fatto che quelle cose, avevano tutta l'aria di essere servitori di qualcos'altro. Le creature si piegarono e scattarono quando il maggiore schioccò le dita. Balzarono contro Victoria che li spinse a terra , ne tagliò uno a metà ed impalò un'altro che tentava di morderle un polpaccio. L' ombra di Integra si deformava tentando di proteggerla ed attaccare, la lady di ferro del casato Helsing era impegnata ad osservare la creatura che si dibatteva ai suoi piedi, la testa infilzata da parte a parte come un kebab dalla spada della donna. Con un grugnito,la donna la sfilò con uno schiocco secco, prestando il cranio della creatura per mandarlo in pezzi. Victoria non osava mordere quelle cose, avevano un'odore orribile, di zolfo e sangue, sentiva che quel banchetto non era per lei, era veleno. Staccò la testa di uno dei mostriciattoli lasciandola nella mischia, ma non sembravano finire mai. 

 

"Dove sono Sunny e Walter?? "

 

"Non lo so!! "

 

Seras si piegò tirando per la coda uno degli imp, lo fece roteare e lo schiacciò contro il vetro, in faccia al maggiore, come un moscerino sul parabrezza dell'auto, la creatura cadde scivolando, dipingendo una scia di sangue nel suo percorso lento verso terra. Ma il maggiore non si scosse

 

"A quest'ora la ragazzina sarà morta, la mia bella Mina le avrà preso tutto il midollo, poi ammazzeremo voi due, tutto tornerà sui binari"

 

"Col cazzo! "

 

Integra diede un calcio al vetro come per zittirlo, gli schermi erano davanti a loro ma le interferenze avevano impedito di vedere quasiasi cosa, le esplosioni attorno a loro si facevano sempre più vicine, pericolose. Integra tornò alla carica, quando all'improvviso, notò a terra una nuova ombra, non era quella di Seras, era un'ombra che sembrava fatta di fili, che scivolava come catrame ai suoi piedi, ingoiando un paio di imp, lasciandoli a terra, in pezzi come spezzatino dal macellaio. Poi le ombre si fecero più dense, più scure, Integra sorrise, sentiva nel petto una sensazione familiare, anche se le due erano ancora sole contro tutti quei mostri. Pregò che le sue sensazioni fossero giuste o magari era solo un gioco di luci, un miraggio presentato dalla stanchezza che galoppava

 

"Ancora non hai fatto il tuo monologo del cazzo, sai, sul tuo grande piano, ora che hai ucciso Alucard, cosa farai?? "

 

Il maggiore intrecciò le dita tozze come salsicce, ghignò sornione appoggiandosi allo schienale come se fosse alla prima del suo spettacolo preferito, accavallando la gamba, ridacchò e tornò a guardare Integra

 

"Che gusto ci sarebbe? Non sei una donna che ama le sfide? Parlarti del mio piano come se fossi un  mio compare? No, tu sei il mio nemico, voglio vedere il tuo sguardo di terrore, quando da sola, arriverai a comprendere, in che abisso tu stia nuotando, Mein Freuline! Alucard non é che l'inizio, tu non hai mai saputo guardare oltre, oltre ad un paio di zanne, ad una macchina da guerra, no, lui é molto di più… ma questo lo so solo io, solo il tuo nemico, non é meraviglioso? "

 

La donna si voltò di scatto quando notò l'ombra di un Imp a mezz'aria con l'intento di balzare su di lei. Il suo muso incontrò però la punta della sua spada, che gli si conficcò nella gola, facendolo scivolare lungo la lama come uno spiedino fino a mordere l'elsa coi denti affilati. Integra lo lanciò al muro ringhiando con frustrazione. Si chiese dove cazzo fossero i suoi sottoposti, se davvero quei due fossero morti. Walter non era messo bene, aveva lasciato una scia di sangue mentre si trascinava verso i laboratori, era stato un azzardo, una mossa suicida, ma era l'unica che le era rimasta in mano.  Qualcosa si mosse in fondo alla strada. I primi a percepito furono gli Imp, che gonfiarono la peluria della schiena snudando i denti come gatti spaventati dal cane. Dalle ombre emersero due figure, zuppe di sangue fino alle ascelle, denti affilati brillarono al bagliore delle luci al neon

 

"Scusate il ritardo"

 

Asserì la voce femminile avanzando, le lame strette nelle mani emanavano fumo denso dall'odore di incenso, la luce non riusciva a passare, quelle lame,sembravano ingoiare la luce, assetate di essa e di carneficina. Sunny avanzò seguita da Walter, poi scomparve nelle ombre ed apparve alle spalle della Legione di Imp

 

"Che schifo… "

 

Suasurrò prima di menare un colpo che tagliò uno dei mostriciattoli in due metà esatte. Il maggiore si scomposte per un'attimo, quando Sunny si voltò verso di lui, mostrando i denti affilati. L'uomo sembrò spaventato, poi sorrise, la fronte grondava sudori freddi 

 

"Ma guardati, sei una meraviglia… ti rimpiango più di mia madre, per averti persa, saresti stata la mia campionessa, la regina del Reich… Ora capisco perché quel vampiro ti ha tanto amato"

 

"Non osare nominarlo"

 

Sussurrò lei sputando a terra, alle sue spalle, Walter si stava dando da fare per eliminare quelle creature, sembrava un gioco, ora che si erano uniti e le loro ombre danzano a terra e sui muri insieme a quella di Victoria. Sunny fece uno scatto e colpì con la spada il vetro, che però rimase intatto. Sorrise come divertita, pensando che avrebbe dovuto fare qualcosa più ad effetto per buttarlo giù. Si voltò lentamente scrollando le spalle, osservò il vampiro fermarsi davanti a lei, imponente, I fili attorno a lui che sembravano avere vita propria, I suoi occhi in tempesta. Gli sorrise, piantò una lama a terra, carezzandogli il voltò con tenerezza, si alzò sulle punte e lo baciò premendo le labbra contro quelle di lui, prima di voltarsi verso il maggiore

 

"Voi… Siete mie creature! Dovete combattere per me! "

 

Walter rise, così come Sunny, che riprese le sue armi, avviandosi col suo compagno verso la battaglia, le lame appoggiate alle spalle mentre camminava come una damigella al ballo delle debuttanti. Gli abiti strappati erano tornati interi, una tuta nera elastica, anche la gonna sembrava tornata al suo posto, il fatto che fosse zuppa di sangue, come gli abiti del maggiordomo, era una pura scelta estetica. (Vampiri… valli a capire) 

 

"A dopo, maggiore, goditi lo spettacolo"

 

Sunny scomparve nell'ombra di Walter, apparve alle spalle di Seras e sorrise, quando la vampira la guardò con gli occhi sbarrati dalla sorpresa. Si bloccò per prenderle il viso tra le mani, vide i canini spuntare dalle sue labbra morbide e rosse, quando glie le spostò appena, sobbalzò come se avesse visto un fantastico emettendo un gridolino

 

"Ma.. Ma cosa?? "

 

Sunny ridacchiò scoprendo di il colletto del vestito, mostrando i segni di due canini sul collo bianco

 

"Un regalino di Walter…"

 

Le schioccó un bacio sulla guancia prima di prendere una delle sue lame per tranciare in due pacche nette un Imp che aveva tentato di colpirla alle spalle. Seras le si affiancò e strappò la testa di uno dei mostriciattoli, grazie all'intervento dei due vampiri, ora le creature erano state ridotte ai minimi termini, alcune di loro scapparono, scomparendo come risucchiati da un piccolo portale in fiamme, altri vennero smembrati dai fili di Walter, in poco tempo, rimase solo il maggiore, dietro al suo schermo. Non aveva cambiato espressione, continuava a ghignare come se avesse ancora il coltello dalla parte del manico

 

"Avete ucciso i miei scienziati? "

 

Walter si mise di fronte al maggiore, giocherellando coi suoi fili tra le dita, battendo il piede con fare quasi impaziente, I denti sbucavano da dietro le labbra in un ghigno famelico, bramoso di omicidio,ma sapeva, sapeva che da quell'essere non avrebbe succhiato sangue. Ucciderlo però, sarebbe stata una soddisfazione più che accettabile. Incrociò le braccia al petto, colpendo il vetro con la punta della scarpa, schioccò la lingua sul palato, mentre Sunny si avvicinò a lui, avvolgendogli le braccia attorno alla vita, lo strinse senza smettere di guardare l'uomo vestito di bianco di fronte a loro

 

"Tu cosa pensi? "

 

"Penso che la vita ci riserverà molte sorprese"

 

"Può darsi, ma per oggi ne ho abbastanza..di colpi di scena"

 

"Non potete colpirmi… non avete armi abbastanza potenti"

 

Sentenziò l'uomo dietro al vetro, Sunny ridacchiò appoggiando la tempia sulla spalla del dio della morte

 

"Walter, ricordi al secondo piano cosa avevamo trovato? "

 

"Certo, raggio di sole"

 

Sunny si voltò verso Victoria, le ombre dei vampiri si intrecciano in un abbraccio dolce e lento, scendendo in fondo, sempre più in fondo, scivolando tra le crepe del pavimento come liquido denso. Entrarono nelle fessure, scivolando sui condotti, emettendo un suono metallico quando trovarono il bersaglio. Walter Strattonò I fili e dal pavimento uscirono due enormi cannoni, probabilmente gli armamenti stessi del dirigibile da guerra, nessun'umano sarebbe stato in grado di tenerli, ma nessuno di loro era umano

 

"Avevamo pensato di farti un regalo di compleanno, Victoria! "

 

Asserì Sunny mentre lei è Walter scivolano nelle ombre apparendo al fianco di Integra, intanto Victoria aveva afferrato le armi, le aveva caricate, le osservò con malizia, con trepidazione, una smania nel petto, la sete di sangue, che avrebbe bagnato i suoi proiettili. Erano due enormi cannoni da contraerea, fatti probabilmente per essere maneggiati da una decina di uomini, ma lei, lei era Seras Victoria, lei, poteva usarne due alla volta senza battere ciglio. Integra sorrise stringendoti nelle spalle, la giacca grigia ormai zuppa di sangue, così come i suoi capelli dorati erano ormai rossi sulle punte, intanto di cremisi come un'alba sul mare. La donna battè a terra la spada rinfoderata, ghigno mentre i due vampiri sbucarono di nuovo alle sue spalle, uscendo come fantasmi dalle ombre. Sunny si appoggiò a Walter, entri osservavano il maggiore con i loro occhi come cieli tersi e cieli in tempesta. 

 

"Siete proprio dei mostri, vi ho creato io e non mostrate un briciolo di gratitudine, vedete? Ecco la differenza tra voi…e me, io sono un'umanità! Io ho la mia volontà e voglio di mostrare che siamo più forti di voi freaks dannati! Vi ho donato la guerra, la carneficina, mia dolce Sunny, sei una dea della morte ora, bagnata dal sangue dei tuoi nemici, ebbra di carneficina, eri bellissima eppure… ora sei diventata un mostro, per cosa? Per amore? Di quel maggiordomo? Che cosa ridicola, dovevi restare al mio fianco, combattere e vincere in nome del terzo reich… avresti dovuto godere della morte di Alucard come lo avrebbe fatto la tua creatrice… Eppure, hai pianto.. Mi hai dato gioie e dolori, proprio come una vera figlia"

 

Sunny si piegò stringendo la mano di Walter, con l'altra morse i suoi fili tirandoli per gioco con la bocca

 

"Basta con queste stronzate… Lady Integra? "

 

La dama di ferro ghignò

 

"Seras..cerca e distruggi… "

 

"Si, my lady! "

 

Seras alzò le armi, una pioggia di proiettili impattò contro il vetro crivellandolo di colpi, all'inizio I proiettili rimbalzarono, poi il vetro si crepò, un proiettile entrò e colpì al ventre il maggiore, poi altri, centrarono la spalla, la gamba e infine la testa. Il corpo dell'uomo si versò a terra, mentre il gruppo si avvicinava curioso di vedere la fine di quel folle che aveva osato tanto contro la Hellsing, contro Alucard. Alla vista dei resti del maggiore, Seras si portò le mani al volto, Sunny sobbalzò aggrappandosi alla giacca di Walter, il vampiro ghignò stringendo la giovane al suo fianco col braccio libero, tra le dita dell'altra mano aveva una sigaretta,  si protese per accenderla dall'accendino di Integra, che dopo aver acceso la sua, si accese il suo sigaro, cupa in volto.  Davanti a loro, non c'era un'uomo, o almeno, non un uomo per intero. Metà del suo volto era saltato e pezzi di viti e bulloni cadevano a terra dal suo cervello e dal suo ventre al posto delle interiora. A terra sgorgava liquido nero come carburante, rideva, come sempre, un sorriso folle che non lo abbandonava mai. Integra si senti' rabbrividire, ma poi si lascio' andare in una risata carica di sarcasmo

 

"Ora chi é il mostro?.. "

 

"Oh, non io, mia cara Fraulein.. Non io, vedi.. Io sono io in quanto capace di decidere per me, la mia volontà mi rende umano. Questi tuoi vampiri, hanno l'aspetto di umani, ma sono dei mostri…non e’ finita, sappiatelo, presto, la belva si svegliera’! presto, apriremo le porte dell’apocalisse e nemmeno il vampiro Alucard potra’ fare nulla per fermarvi! vi guardero’ dal mio girone infernale mentre bruciate e ridero’!! mentre il demone a me affidato dilaniera’ e divorera’ le mie carni, sentirete la mia risata dalle porte degli inferi!!"

 

La donna si avvicino’ con la pistola tra le mani, prese la mira 

 

“addio, maggiore…ora paghera' il prezzo per essersi messo contro la HELLSING”

 

la donna sparo’ un colpo, anche il maggiore sparo’ centrando l’occhio di Integra che pero’ non fece una piega, rimanendo impassibile, il sangue che le colava dall’orbita vuota colando sulla guancia candida. Il maggiore crollo’ a terra con un ghigno che gli deformava la meta’ di volto che gli era ancora rimasta intatta. Ingranaggi, sangue, bile e lubrificante bagnarono il pavimento, Sunny si avvicino’ per tirare un calcio ai suoi resti, sputandoci poi sopra, mentre Walter attese che la sua compagna si voltasse per tornare al suo fianco. Cosi’ i membri della Hellsing rimasti ancora in vita, si guardarono negli occhi, consapevoli che sotto, c’era ancora qualcosa che covava come braci sopite, ma a cui avrebbero pensato nel tempo, per il momento, era tutto finito. Sunny si strinse al braccio di Walter, le lame rinfoderate ai fianchi, osservarono Integra in attesa di sentire cosa avesse da dire

 

“Walter…potresti almeno farci un po’ di te’, quando torneremo a casa?”

 

“certamente..”


 

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