Primavera in anticipo

di Selva oscura
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Incontrarsi a metà ***
Capitolo 3: *** Il senso del dovere ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Aspettando la Primavera 


<< No! Non adesso, piccolo non è un buon momento. Ti prego..... >> gemette Kagome Higurashi,  tenendo premuta la mano sullo stomaco. 
Nelle sue condizioni,  le nausee mattutine erano una novità e duravano tutto il giorno, lasciandola debole ed esausta. Ella sperava di aver diritto a una tregua, ora che stava per dire a un uomo sconosciuto che: sarebbe diventato padre. 

Il taxi si fermò davanti a delle cancellatte in ferro battuto.  L'autista la informò che erano giunti a destinazione;  Kagome respiró a fondo e saldò l'uomo;  scese dall' automobile che sfrecciò  via lasciandola sola.
" Come vorrei trovarmi ancora dentro il mio letto e immaginare che tutta questa situazione è solo frutto della mia fantasia.  " pensava mentre si avvicinava all'imponente cancello in ferro battuto dorato con le iniziali centrali I ed T. 

Scrutando  oltre le cancellate, quasi contenta di trovare un impedimento sul suo cammino. Lei sapeva poco o nulla di quell'uomo, il padre di suo figlio. 
Le avevano comunicato soltanto il suo nome e l'indirizzo.  Ma era abbastanza evidente che lui fosse ben oltre la sua portata, e non solo dal punto di vista 
finanziario. 
Kagome sgranò gli occhi, quando vide un uomo in abito scuro e occhiali da sole d'ordinanza che stava sorvegliando l'area all'interno... a quanto sembrava il  suo lavoro consisteva anche di  ispezionare la cancellata da vicino.

Chi mai era questo Inuyasha no Taisho,  con la casa presidiata dalle guardie, in un angolo sperduto di Tokyo? 
Un'altra guardia uscì dal cancello pedonale e si avvicinò a lei. 
<< Si è perduta, signorina? >> il suo tono era cortese e controllato, ma lei sapeva che, con tutta probabilità, nella mano destra stava stringendo una pistola, seminascosta sotto la giacca. 
<< No, sto cercando il signor Taisho. Mi hanno dato questo indirizzo. >> replicò guardando la sua mano uscire lentamente. 
<< Mi spiace,  ma il signor Taisho non riceve visite. >>
<< Io non sono.... >>degluti a vuoto.  << Sono Kagome Higurashi.  Lui mi sta aspettando. Almeno credo. >>
La guardia estrasse un cellulare dalla tasca e  compose un numero.  Parlò in fretta in una lingua straniera, che le parse inglese,  poi chiuse la comunicazione e tornò a lei.
<< Vada avanti e prosegua fino al portale bianco. Troverà il signor Kazaana ad attenderla. >> la invitò, mentre le cancellate sì aprirono per lasciarla passare. Lo ringraziò con un cenno della testa e proseguì lungo il viale costeggiato da imponenti pini e querce. 

Fu assalita da una nuova ondata di nausea a metà strada. Avrebbe dato qualunque cosa per evitare l'incontro con il padre di suo figlio, ma sapeva di non aver scelta. 
Non era sua abitudine comportarsi da codarda,  si ripeté,  osservando la costruzione compatta nascosta in parte dagli alberi secolari, di un verde ricco di tonalità. Per una cittadina come lei, che si avventurava di rado fuori dai confini di Tokyo, trovarsi in mezzo a una specie di foresta con un'abitazione dall'aria moderna si avvicinava a un'esperienza extrasensoriale. 
Del resto, anche gli ultimi due giorni della sua vita sembravano appartenere a un'altra dimensione;  dapprima con il test di gravidanza che era risultato positivo, e poi con tutte le rivelazioni che ne sono seguite. 
Troppo presa delle sue riflessioni che non si accorse di essere arrivata. 
Un uomo alto e aitante le andò incontro sorridente. 
<< Lei è la signorina Kagome?!  Molto piacere io sono Miroku Kazaana. Il sottosegretario del signor Taisho. >> Si presentò porgendo una mano. 
Kagome la strinse timidamente,  pregando di non vomitare in quel momento e sopratutto di fronte a quel giovane educato e gentile che la guardava.
<< Venga mia cara, mi segua. Il signor Inuyasha arriverà da lei tra un momento. >> conducendola tra corridoi e saloni fino a una veranda ricolma di piante e fiori. 
<< Signorina Higurashi. >> la voce profonda, vellutata, aveva un ombra di accento inglese, e quel suono gli procurò una capriola allo stomaco, una sensazione non  del tutto sgradevole, che non aveva niente a che fare con le nausee. Kagome si posò una mano sullo stomaco, nel gesto ormai abituale. 
Il proprietario di quella voce suadente entrava nella stanza, con movimenti veloci ed eleganti, mascolini e armoniosi nello stesso tempo. 
Era l'uomo più bello che abbia mai visto; pensò lei. 
I capelli argentati dall'ondulazione naturale, i lineamenti decisi e il fisico allenato erano completati da un aria autorevole e decisa,  che accresceva la Potenza dell' insieme. 
Mascella quadrata, zigomi alti, occhi dorati, frangiati da lunghe ciglia; che la guardava come se volessero leggerle dentro......... quell'uomo aveva qualcosa esclusivamente di famigliare e pericoloso. 
Kagome era certa che lui non avesse mai varcato la soglia dello studio legale per le assistenza gratuita per minori vittime di violenza nel quale lavora. 
<< Si.... >>
<< La manda la clinica? >> chiese l'uomo, fermandosi davanti a lei, con le spalle dritte e l'aria strafottente. L'altezza di lei era superiore alla norma; ma per incrociare il suo sguardo dovette alzare la testa. 
<< Si..... cioè no. Non sono esattamente un loro membro.  Che cosa le ha detto Sango? >> si informò guardandolo direttamente,  studiando ogni minimo particolare del suo viso. La sua amica Sango l'aveva avvisata subito dell'errore e si era immediatamente schierata dalla sua parte. 
<< Non molto a dire il vero. Mi ha solo accennato ad una delicata situazione urgente, che verrà risolta in tempi brevi, come presumo. >>
Lei trattenne il respiro e iniziò a torcersi le mano, non sapendo da dove iniziare. Le venne voglia di fuggire e nascondersi, ma la sua onestà la spinse a dire la verità. 
<< Sono incinta! >> confessò abbassando la testa. 
<< Dovrei farle le mie congratulazioni? >> rispose sarcastico, questa giovane donna lo aveva profondamente colpito fin dal primo istante che l ha vista. E per la prima volta dopo la morte della sua prima moglie Kikyo una donna risvegliava il suo interesse maschile. 
<< Il padre è lei. >> sussurrò. 
<< Non è possibile. Forse non tiene conto degli uomini che dividono il suo letto,  signorina Higurashi. Le assicuro che io sto molto attento, in questo campo. >> replicò sarcastico facendola arrossire vistosamente. 
<< Ci sono altri modi per concepire un figlio. Ad esempio l'inseminazione artificiale. Quando Sango l'ha contattata le ha fatto credere che io lavorassi per loro, io in realtà sono una loro paziente. >>
Inuyasha si gelo' all'istante. I suoi occhi scrutarono la ragazza, e le sembrava sincera. " Sarebbe diventato padre, un sogno chiuso nel cassetto da anni riaffiorava prepotentemente. " pensò tra se ammettendo che questa storia lo rendeva segretamente felice. 
<< Mi spiega che diavolo è successo? >> chiese passando una mano tra i capelli cercando di trattenere le emozioni chiuse dentro di sé e realizzando la sua ammissione interiore avvenuta poco prima. 
<< C'è stato uno scambio di provetta. Ed io ho ricevuto il vostro seme per errore, signor Taisho. >> spiegò, con voce sottile, ma ferma. 
<< Com'è possibile? >> si tormentò Inuyasha, non riuscendo più a rimanere immobile, iniziò a percorrere la veranda facendo lunghi passi. 
<< Non lo so.... Non volevano darmi delle spiegazioni e tenermi all' oscuro di tutto. Ma Sango non era d'accordo e così mi ha detto ogni cosa.  Sembra che il donatore che ho scelto abbia il suo stesso cognome. >>
<< Un figlio... >> mormorò.
" Le era incredibile che quella fanciulla dal fisico sottile fosse incinta di suo figlio; che fosse un'arrivista senza scrupoli? Forse è una donna priva di morale e disposta con ogni mezzo a mettere le sue mani sulle mie ricchezze? A giudicare dal suo abbigliamento semplice e a tratti sciatto come avrebbe detto suo padre era di bassa estrazione sociale. " La rabbia e il sospetto presero il sopravvento su di lui rendendolo incapace di ragionare lucidamente, nei suoi trent'anni di vita aveva già avuto a che fare con donne super sofisticate pronte a scaldargli il letto in cambio di gioielli, o alcune che dopo esserci stato a letto volevano affibbiargli una paternità ovviamente non sua.
Anche quando incontrò Kikyo ad un suo concerto aveva sempre saputo che la sua posizione sociale era stata determinante nel conquistarla, ma era stato diverso con lei se ne era innamorato fino al punto di non voler vedere i suoi difetti e le sue ossessioni: abiti da sogno, il titolo nobiliare, feste d'élite, opere liriche e tutto ciò che lei desiderava lui faceva sempre in modo di accontentarla. Però sembrava che Kikyo non era mai felice assieme a lui, anche dopo il matrimonio e aver detto addio alla sua passione, lei era sempre insoddisfatta e Inuyasha aveva iniziato a proporgli di avere un figlio sperando che la maternità in qualche modo li unisse e li completassero; tuttavia non riuscivano a generare un erede e dopo molte visite specialistiche fu diagnosticato a sua moglie che le era impossibile rimanere incinta in modo naturale poiché le sue ovaie erano pigre ed non emettevano regolarmente l'ovuli così decisero di ricorrere all'inseminazione artificiale in maniera del tutto anonima per non dare sospetti sia alla sua famiglia sia ai giornalisti sempre alla caccia di scoop.

"Suo figlio! Cavoli bugiarda o meno, non avrebbe mai permesso che lei lo manipolasse. Se puntava alla sua ricchezza lui le avrebbe mostrato l'inferno dorato in cui viveva, e contemporaneamente avrebbe cresciuto il bambino. " metabolizzando la notizia con fredda logica.




<< Che magnifico regalo che mi ha fatto il destino! >> afferrandola per la vita girandola su. 
<< Ma..... Ma...... come non è infuriato? >> domandò Kagome confusa. Non capiva perché lui reagiva in quel modo ma in fondo ne fu felice. 
<< Si per un istante ho provato rabbia.  Ma ora come potrei essere arrabbiato. Un figlio sa che cosa significa per me. Voglio che lei si trasferisca immediatamente qui. >> mettendola a terra.
<< Cosa? No aspetti sta correndo troppo. Andiamo ci conosciamo a malapena. >> scattò lei sconvolta sentava a credere di aver udito bene le parole. 
<< Non direi. Senta Kagome. Posso darti del tu, vero?
Ascolti!  Per anni ho cercato assieme alla mia prima moglie di avere un figlio, e non è mai arrivato. E dopo due anni dalla morte di Kikyo arriva lei. Bellissima, intelligente e incinta di me. Non vorrà privarmi di tale gioia? >> le accarezzo' dolcemente il viso. 
<< Al contrario di ciò che pensa. Io credo che io e te staremo bene insieme e il bambino crescerebbe con entrambi i genitori. >> continuo suadente, poi fu preso da un impulso incontrollabile si chinò a baciare le sue labbra stringendola a sé. 
Kagome si sentì morire da quel casto bacio,  in quel innocente contatto si era risvegliata la parte più femminile e nascosta di sé. 
Mai nessun uomo era riuscito a scalfire la dura corazza che si era costruita nel momento in cui aveva perso la sua adorata sorella,  invece l'affascinante uomo di fronte a lei era riuscito a scalfire con un semplice bacio la sua unica difesa contro il mondo: L'Angelo degli Angeli era stata soprannominata da alcuni suoi colleghi e collaboratori più stretti. 
<< No non è possibile io non potrei mai vivere con Te! Ho la mia vita e poi... Sono venuta qui solo perché mi sembrava giusto che sapessi la verità da me...   >> disse la giovane allontanandosi da lui sviando lo sguardo arrossendo. 
" Kagome che accidente ti succede?  Sembro un'adolescente alle prime armi. Si certo è un bel esemplare d'uomo.  E  che uomo! Vicino a lui la mia leggendaria compostezza se ne va a farsi benedire! Insomma! Io sono Kagome Higurashi un brillante avvocato ce la posso fare... almeno spero! " pensò  mentre senza rendersi conto di passeggiare in quel piccolo angolo di paradiso. 
<< Temo che non sia così semplice come credi! >> disse autorevole lui andando vicino a lei. Era attirato dalla strana forza che emanava lei, come una falena al fuoco.  
<< Come scusa?  >> sibilò Kagome  fulminandolo con lo sguardo. 
<< Mi permetta di presentarmi di nuovo! Il mio nome non è  semplicemente Signor Taisho!  Io mi chiamo: Inuyasha No Taisho, Principe ereditario di Zagar! E il bambino o la bambina che porti in grembo è il futuro erede al trono! >>  dichiarò solennemente lui. 

Ora ricordava dove lo aveva visto...Ma certo è stato sulle riviste di tutto il mondo. Era stato fotografato molte volte assieme a sua moglie Kikyo e formavano una delle coppie d'oro. Se non ricordava male Sua Altezza la Principessa era stata una delle più importanti soprano a livello internazionale del Giappone, prima di sposarsi,  ed era morta recentemente a causa di un incidente automobilistico. 

Il mondo le prese a girare vorticosamente intorno facendola barcollare. 
<< Ti senti bene? >> chiese preoccupato sorreggendola.

 La condusse fino alla sedia in vimini facendola sedere delicatamente. 
<< Bene è un eufemismo!  >> rispose leggermente piccata mentre cercava di riprendersi  dallo shock  << Dimmi tu come ti sentiresti nello scoprire che il bambino che ho tanto desiderato è il futuro erede! Io volevo...  sapere se sei stato sottoposto a degli esami particolari? Sei un soggetto  portatore sano della SLA? >> chiese con gli occhi umidi di lacrime. 

Ricordava bene il giorno in cui aveva deciso di sottoporsi ad una inseminazione artificiale gli ci erano voluti mesi per individuare un donatore compatibile, aveva selezionato scrupolosamente ogni cartella clinica allo scopo di ridurre le probabilità di trasmettere a suo figlio la malattia. 
Il giorno in cui aveva scoperto che l'inseminazione era andata a buon fine...e la chiamata della sua migliore amica, già quella semplice telefonata le aveva stravolto la vita.
Neve. 
Bianca e soffice. 
Scendeva silenziosa sopra la città, colorata da mille luci natalizie;  le persone camminavano veloci con i mano pacchi e buste. 


Lei, solitaria, guardava le coppie stringersi felici. 
Sospirava, stringendo a sé il cucciolo di cane che aveva appena trovato per strada. 
I suoi occhi blu trattenevano a malapena le lacrime, gettò  uno sguardo all' orologio da polso, anche se non gli importava molto dell'orario; in quel frangente la sua mente era rivolta alla sua sorella maggiore: Rin. 
Il suo raggio di sole. 

Rin era stata una ragazza molto solare ed allegra, al primo sguardo poteva apparire molto fragile ma in realtà era forte e determinata e nemmeno la malattia l'aveva fermata al principio. 
Fu lei a tenere unita la loro famiglia, la sua energia era contagiosa... poi si aggravò all' improvviso e i mesi passarono lenti e inesorabili, ogni giorno che passava la sua mobilità si restringeva  fino a quando lei si spense lasciando un grande vuoto nel cuore della giovane sorella. 
I loro genitori iniziarono ad incolparsi a vicenda sulla morte della loro figlia. 


Inuyasha commise l'errore di tuffarsi nei suoi occhi cioccolato fuso e provò uno  strano senso di protezione verso Kagome. Vedere le sue lacrime lo turbò più di quanto volesse ammettere con se stesso,  ovviamente sapeva che non si era sottoposto ad alcun esame;  era a conoscenza della Sclerosi Laterale Amiotrofica una malattia che colpisce 2 persone su 100.000. Una malattia neurodegenerativa del motoneurone,  avendo una laurea in medicina conosceva bene gli effetti devastati su un soggetto affetto da SLA : rigidità muscolare,  contrazioni o spasmi muscolari,  una riduzione della massa muscolare associata ad una graduale debolezza, difficoltà nel parlare,  nella deglutizione e respirazione. 
<< Non ho fatto nessun tipo di esame! >> dichiarò dolcemente. 
<< Ti prego! Fallo appena puoi! Io devo sapere se il bambino nascerà sano o... >> imploro Kagome ormai incurante delle lacrime che presero a scendere sul viso. 
<< E se non è sano? Che fai abortisci? >> scattò furibondo non le avrebbe mai permesso un simile abominio,  lo voleva a tutti i costi il bambino non gli importava che nascesse affetto da SLA. E avrebbe fatto di tutto per vederlo crescere sotto i suoi occhi. 
<< È ovvio che non ci fossero! Era destinato solo ed esclusivamente a mia moglie! >>  rispose lui serio scansando una ciocca di capelli davanti al suo viso in un gesto automatico. << Ora devi decidere... Crescere nostro figlio insieme sposandomi o affrontare i paparazzi quando la storia dello scambio sarà di dominio pubblico e ti assicuro non avrai un attimo di tregua . >> 
<< Cosa?! Vuoi dire che rifiutando di sposarti creerei dei disagi al bambino? >> rispose lei alzando immediatamente lo sguardo su di lui riacquistando immediatamente lucidità. 
<< No cara Kagome, non sto dicendo questo e non ho intenzione di strappare mio figlio alla madre;  anzi ti sto offrendo una scelta vantaggiosa. Sposami e non vi farò mai mancare nulla. 
Di certo non vorrai sentire che i giornalisti lo chiamano l'erede bastardo invece se ci sposiamo non creeremo alcun scandalo e ai giornalisti raccontiamo ciò che desideriamo cosicché loro avranno ciò che vogliono. >> spiegò accuratamente guardava il viso di lei cambiare espressione e provò un immensa tenerezza. 
Capiva che lei aveva bisogno di tempo ora per prendere la decisione che avrebbe cambiato la loro vita. 

Kagome non sapeva nemmeno cosa rispondere,  il suo primo pensiero era scappare da quella casa e sparire per sempre; ma poi pensò che era da codarde fuggire e comportandosi da sciocca avrebbe negato a suo figlio di avere un padre, una famiglia cose che lei non aveva mai avuto.
Per un istante il volto sorridente di Rin le attraversò la mente e allora capì il valore del suo coraggioso comportamento.
Avere una famiglia che ti ami e che ti sostiene fa sentire una persona unica;  e lei voleva che suo figlio avesse l'amore di una madre e di un padre, ma rimaneva il fatto che per lei quell'uomo era un perfetto estraneo.
Prese il pochissimo coraggio che le era rimasto e pronunciò l'unica frase che le sembrava giusta. 
<< No! Non ti sposerò per amore di nostro figlio! Io non ti conosco nemmeno! Scordatelo, ho fatto quello che ritenevo giusto: informarti dell'errore. Addio Signor Taisho anzi addio sua Altezza! >>




Note autrice:
Ciao a tutte! Ho revisionato il capitolo e apportato qualche modifica, come avevo già detto non sarà una fan fiction lunga al massimo tre o quattro capitoli.
Non ho dimenticato le altre storie già in corso è che al momento ho il blocco dello scrittore non riesco a trovare una degna ispirazione, ci tengo moltissimo ai vostri pareri e non voglio deludervi.
Un bacione da selli.

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Capitolo 2
*** Incontrarsi a metà ***


capitolo 2
Incontrarsi a metà strada


Kagome salì lentamente i gradini. 
" Ma chi si credeva di essere? D'accordo era un principe ereditario, ma non aveva diritto di prendere decisioni per lei. Più che offrirle una soluzione... lui le aveva imposto di rimanere con lui addirittura a sposarlo non ci pensava proprio!" pensava stringendo a se le ginocchia scivolando lentamente sul pianerottolo.
I pensieri della ragazza erano più o meno gli stessi mentre la rabbia lasciava posto all'assoluta amarezza.Entrando in casa il suo sguardo vagò tristemente come volesse imprimersi nella memoria ogni minimo dettaglio del appartamento, aveva in mente appena nato il bambino di comprare una casa indipendente con giardino dove il piccolo poteva giocare senza alcun pericolo e anche un pochino più grande dei 55 mq in cui viveva al momento.
Sospirò mandando al diavolo mentalmente i suoi problemi finanziari e l'incontro con l'arrogante pricipe. La prima cosa che avrebbe fatto l'indomani era contattare un agenzia immobiliare.


<< Trovatela immediatamente! Quella donna ha bisogno di protezione! Brutto imbecille è per questo che vi pago, non m'interessa se si è volatilizzata senza lasciare tracce! E' il vostro mestiere trovatela prima che la stampa la rintracci. >> urlava il giovane principe stringendo convulsamente il telefono.
Il giovane tornò a concentrarsi sulla figura mascolina, che in quei anni era stato vicino a lui come un fratello.
 Miroku lo conosceva meglio dei suoi genitori ed era ben consapevole dello stato d'animo di Inuyasha, in tutta quella faccenda imprevista lui aveva visto semplicemente una povera ragazza impaurita come un coniglietto e che si era trovata a suo malgrado in una situazione più grande di lei. E come al solito il principe Inuyasha aveva ignorato volutamente il suo self control ed era stato brusco e precipitoso, però se fosse riuscito ad avere controllo sulle sue emozioni ed avrebbe affrontato la questione in un modo alternativo la fanciulla non sarebbe scappata a gambe levate. 
<< Inuyasha. >> lo chiamò cauto.
<< Miroku ti avviso scegli con cura le parole che stai per usare, in questo momento ho difficolta a trattenere la collera. >>  gli disse fissandolo ancora furioso e incredulo che una semplice femmina aveva sconvolto il suo mondo vuoto.
<< So dove si trova la ragazza. Ho semplicemente chiamato la clinica e mi hanno passato una certa Sango. >> dichiarò sospirando, lo sguardo attento che gli rivolse l'amico valeva più di cento parole. << A quanto pare c'è stata una fuga di notizie e i giornalsti sono già lì. >>
<< Vai a prendere la ragazza. >> ordinò il moro estraendo il cellullare dalla tasca.


Circondato dalle guardie del corpo, Miroku bussò energicamente alla porta del quarto piano.
<< Non occorreva che si presentasse qui di persona Altezza. Avremmo potuto portare la ragazza da lei. >> rivolgendosi ad una guardia vagamente somigliante a Inuyasha.
<< Ma come diamine lo hai capito? >> borbottò il giovane << Non volevo aspettare così tanto. Procedi. >> bloccando ogni eventuale protesta con un gesto imperioso.
 Nelle ultime ore aveva scoperto di essere ancora in grado di provare emozioni profonde: gioia, rabbia verso quella ragazza orgogliosa e testarda,  nessuna donna aveva avuto l'ardire di rifiutare una sua richiesta, ma sopratutto era adirato verso se stesso per non aver saputo gestire una situazione tanto delicata. Da quando la vista di un bel corpo femminile lo aveva spinto ad abbassare la guardia? E come poteva immaginare l'arrivo di un figlio? Doveva prevedere che lei avrebbe respinto la sua semi proposta.
<< Lo so che si trova lì dentro. Aprite quella dannata porta! >> ringhiò guadagnandosi uno sguardo di rimprovero da parte del amico.
Ma, prima che le guardie potessero agire, la porta si aprì e lei apparve sulla soglia. Inuyasha non era intenzionato a rivelare la sua identità ben nascosta e la studiò di sottecchi, rimase immobile, e quando incrociò il suo sguardo ne rimase imprigionato.


Lei indossava una maglietta rosa più grande della sua taglia con un orso polare stampato sul davanti. I capelli corvini sciolti sulle spalle ed era a piedi nudi. " Evidentemente era a letto " considerò lui osservando l'aspetto giovane e ingenuo che ella presentava davanti agli occhi di tutti loro.
<< Signor Miroku, ma... ma cosa ci fa Lei qui? >>  chiese con voce tremula e da bambina.
<< Ci scusi l'inaspettata visita Signorina Higurashi. Sono qui per ordine di sua Altezza Inuyasha. Ho ricevuto disposizioni per il suo trasferimento. >> rispose con sicurezza, che non provava affatto quella giovane gli faceva riaffiorare il suo istinto di protezione.
<< Cosaaaa! No! Io non vado proprio da nessuna parte. >> reagì inalberandosi << Riferisca al Suo Principe che io non mi muovo di qui. >>
<< Signorina è per la sua sicurezza. >> cercò di spiegare l'uomo era visibilmente ammirato per la forza d'animo che la giovane stava dimostrando. Glielo leggeva in quei occhi marroni quasi neri. << Una folla di giornalisti sta venendo qui. E solo i Kami sanno quanto possano essere invadenti e opportunisti. Non sappiamo come, ma sono riusciti a scoprire lo scambio delle provette e il nome del donatore e ovviamente il suo. La prego cerchi di non complicare più del dovuto la situazione. >> spiegò dolcemente Miroku per alleggerire la situazione.
All'improvviso uno stridio di gomme e un assordante rumore di passi squarciò il silenzio in cui era caduta.
<< Accomodatevi in casa Signor Miroku. Sono convinta che esista una soluzione alternativa. >> disse scostandosi dalla porta permertendo al giovane di entrare assieme al suo seguito.
<< Ti prego diamoci del tu, odio le formalità se non sono necessarie. In fondo credo che sappia la situazione altrimenti non sarebbe venuto. >> prese parola Kagome dopo aver visto il ragazzo osservare la sua mobilia. << Temo però di non aver nulla da offrire, non aspettavo visite. >> continuò andandosi a sedere sul divano e aspettò pazientemente che il suo ospite la imitasse.
<< Kagome come le dicevo poc'anzi c'è stata una fuga di notizie dalla clinica, e i giornalisti più avidi e spietati sentendo odore di scoop ci si sono fiondanti come avvoltoi. Il nostro principe è stato messo al corrente di ciò e ci ha impartito l'ordine di proteggerla. Ovviamente ci ha dato anche disposizioni per portarla in un luogo sicuro e... >>
<< Come si permette! >> inveì la ragazza battendo entrambe le mani sul tavolino di legno.
<< Io ho la mia vita qui! Ho il mio studio legale e quello di cui mi occupo è molto importante. Ripeto non voglio assolutamente andare in nessun posto! >> dichiarò sentendosi montare una grande rabbia. << A me non interessa che lui sia un principe o un presidente, nessun uomo ha il diritto di decidere della vita altrui. >> 
<< Si calmi Kagome! Lei non sta considerando molte cose ti consiglio di ragionarci sopra all'intera faccenda. E' ammirevole che lei si sta battendo per la sua indipendenza, ma come si comporterebbe se in un futuro non lontano inizieranno a chiamare vostro figlio: principe bastardo? Come vivrebbe la sua vita avendo sempre e costantemente la stampa addosso, glielo spiego in parole povere in modo che può considerare anche il punto di vista del principe e può riconsiderare le sue opposizioni. >> rispose accavallando le gambe con eleganza guardando il viso della ragazza impallidire di fronte alla prospettiva. 
<< Il principe le ha fatto quella proposta assurda proprio perchè aveva previsto che la stampa ne sarebbe venuta a conoscenza. E' un uomo potente e molto in vista nel mondo degli affari e la stampa non sempre è stata generosa con lui perfino la sua vita privata è stata resa pubblica. Lui è molto diverso dall'immagine di despota che la sua mente si è creata. Inoltre la sua gravidanza ha anche un importante rilievo nel nostro regno, lei porta in grembo il nostro futuro re o regina. Consideriamo anche il valore affettivo del neonato avrebbe una famiglia: un padre, una madre, dei nonni e degli zii che lo proteggerebbero. Avrebbe una istruzione che un bambino normale non può permettersi perchè ha i genitori poveri e vivono di stenti. Kagome ci pensi seriamante. Davvero vuole privare suo figlio quello che gli appartiene di diritto? E se un giorno... anzi sicuramente scoprirà chi è suo padre, non crede che l'accuserà di avergli tenuto tutto nascosto e di averlo privato di tutto ciò? Non voglio spaventarla le sto dicendo alcune eventualità. >> concluse il ragazzo con veemenza alzandosi dal divano.
<< Tutto questo per un banalissimo errore. >> sussurrò prossima alle lacrime non si era mai soffermata su tutto quello che aveva appena ascoltato. In parte doveva dare ragione al ragazzo, ma dall'altra parte lei non voleva assolutamente sposarsi con un estraneo per pura e semplice convenienza. La stanza prese a girarle intorno vorticosamente e un senso di nausea e paura presero possesso del suo corpo facendola sprofondare nell'oblio.


<< Inuyasha! Fermati per carità! Non puoi portarla via senza il suo consenso! >> gridò Miroku correndo dietro al giovane che con ampie falcate stava raggiugendo la porta portando la ragazza svenuta tra le braccia.
<< Non ti darà mai ascolto! E' una testarda! Hai visto il suo sguardo battagliero. >> affermò spazientito arrestando la sua corsa, Lei si stava riprendendo. La posò delicatamente su una sedia della minuscola cucina e tornò ad impersonare la guardia.
<< Cosa mi è successo? >> chiese la ragazza aprendo gli occhi.
<< Siete svenuta Kagome. >> rispose Miroku prendendole la mano.
<< Vorrei chiamare la mia amica Sango, per favore mi lasci da sola per un po. >> si alzò dalla sedia e si diresse nella sua camera.

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Capitolo 3
*** Il senso del dovere ***


Cap.3 Senso del dovere

“Questo è veramente assurdo.”

 Pensò Sango, fortunatamente il suo cellulare era sul comodino affianco al letto, altrimenti sarebbe stramazzata sul pavimento invece di sedersi comodamente. Erano passati già tre quarti d’ora da quando aveva iniziato a parlare con la sua migliore amica, ed era stata messa al corrente di quello che le stava accadendo.

Stentava a crederci, ma non aveva osato interrompere il suo racconto, la sua situazione era precipitata nell'ultima ora.
Ascoltava la voce di Kagome rotta dal pianto e dai singhiozzi, le stava lacerando l’anima, poteva percepire la sua rabbia e dolore dall’altra parte del cellulare. Un sentimento simile al senso di colpa la invase, si sentiva responsabile.
Lei stessa l’aveva convinta ed appoggiata a sottoporsi all’inseminazione artificiale, Kagome voleva diventare mamma a tutti i costi, ma senza un uomo affianco. Non era mai uscita con nessuno li teneva tutti a distanza e la ragazza sapeva anche il perché, la causa era suo padre. Morta la dolce Rin lui stesso aveva causato la rovina della sua stessa famiglia.
Invece di appoggiare, supportare e superare il dolore di fronte a tale perdita assieme a sua moglie e sua figlia. Lui le aveva abbandonate a loro stesse.

Per questo aveva avvisato subito l’amica dell’errore clinico. Ma non si aspettava di essere licenziata per questo, lei odiava le bugie e il suo datore di lavoro si era rifiutato sia di comunicare lui stesso l’errore e sia di chiedere scusa alla povera ragazza oltre averle dato il benservito. Ma Sango  non era della stessa opinione, affrontò l’uomo di petto senza scrupoli, stava per uscire dall’edificio a testa alta, preferiva morire di fame che continuare a lavorare per gente meschina.
Quando il suo ex principale sfidandola disse una frase orribile: “ La tua amica poteva trovarsi uno con cui scopare, invece di farsi infilare lo sperma di chi sa chi! “ .
Quella frase fece scattare la ragazza che reagì all’istante, lo afferrò per il colletto del camice scaraventandolo addosso alla vetrata e con uno sguardo sprezzante le rispose “ Non osare mai più parlare così di Lei! “ 

Dolcemente interruppe il fiume di parole dell’amica rassicurandola che sarebbe arrivata a casa sua in un baleno e qualunque cosa sarebbe stata decisa da lei, o che sarebbe successa lei l’avrebbe aiutata.

<< Vostra Altezza, guardi qui ci sono moltissimi giornalisti e paparazzi! >> commentò il sottosegretario a bassa voce.

<< Femmina testarda! Se fosse stata più ragionevole non mi troverei in questa situazione! >> rispose Inuyasha osservando schifato le persone radunate sotto il palazzo.

<< Quanto tempo ci vuole per chiamare la sua amica, il tempo stringe. >> sibilò infastidito, il suo spirito fremere per dare “fuoco alle polveri” con il rischio di far saltare la sua copertura,  quando sentì il classico rumore metallico della maniglia, ebbe giusto il tempo di allontanarsi dalla finestra che la ragazza fece di nuovo il suo ingresso nel salotto.

<< Tutto bene Signorina Kagome? >> si informò Miroku notando immediatamente i suoi occhi cioccolato ripieni ancora di lacrime.

<< Ha avuto una buona risposta da parte della sua amica? >> continuò il ragazzo appena lei le fece un gesto affermativo col il capo.

<< Sta arrivando qui. >> lo informò accennando un mezzo sorriso.

<< Cosa? No! È pericoloso anche per la sua amica mostrarsi in pubblico è…. >> tentò di dar voce alla sua opinione, ma venne bloccato da un gesto sorprendente.

<< Non si preoccupi Signor Miroku. Sango sa bene quel che fa, anzi sinceramente io sarei preoccupata più per i giornalisti! >> lo bloccò Kagome indicandogli la finestra.

<< È Arrivata! >> disse sorridendo all’espressione sorpresa del ragazzo con il codino. “ Si è proprio da Sango. “ pensò osservando assieme a Miroku lo spettacolo che si stava consumando sotto ai loro occhi.


  Aveva appena messo un piede fuori dalla sua macchina, quando si trovò sommersa da voci che le urlavano domande su domande accavallate l’une all’altre creando confusione.
La miriade di flash era accecante, uscì completamente dalla vettura e ordinò ai giornalisti da togliersi di torno altrimenti se ne sarebbero pentiti amaramente.
La sua camminata trasudava sicurezza ed autorità, mentre si avviava verso l edificio, prese il cellulare e compose rapidamente il numero di suo fratello.

<< Sota! La casa di Kagome è assediata dai paparazzi falli sgomberare! Ora! >> gli disse velocemente chiuse in fretta la chiamata.
Non riusciva a velocizzare il suo passo, era circondata. << Levatevi da mezzo! >> sibilò furiosa.
Ma dei paparazzi le sbarravano di nuovo la strada, e con fare untuoso uno le prese le mani portandosele alla bocca, un altro invece le sfiorò il seno ammiccandole malizioso sussurrando che se lei avrebbe venduto la sua storia a lui l’avrebbe fatta diventare ricca.
Accadde tutto in attimo entrambi erano stati atterrati e disarmati dai loro microfoni, macchine fotografiche o telecamere, o quel che avevano in mano a Sango non interessava era furiosa.
<< Non osate mai più toccarmi, viscidi omuncoli! >> sibilò inferocita torcendogli le braccia ad uno e il collo dell’altro stretto nella morsa delle sue atletiche gambe.
<< Sono stata chiara? Provengo dall’eccelsa scuola Hiraikotsu! >> sussurrò all’orecchio dell’uomo a terra.
<< Fate passare la signora, eccelsi colleghi. Lei è la figlia maggiore del Sommo Maestro Hirai! >> urlarono i due uomini appena furono liberarti. << Lei è l’erede ed orgoglio della nostra amata città. >> dissero mentre si inchinavano rispettosamente verso Sango.
Sbigottiti gli altri giornalisti, iniziarono l’uno dopo l’altro ad inchinarsi verso la giovane donna, nel frattempo uomini in divisa blu li stavano circondando mentre un giovane ragazzo gli impartiva degli ordini.
Sango continuò verso la sua destinazione e poco prima di entrare nell’edificio si girò verso suo fratello e lo ringraziò con un cenno del capo.


Note autrice.
Salve popolo di efp, diciamo che ogni tanto mi viene voglia di scrivere hahaha lo so lo so dico sempre che aggiorno le mie storie. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto . Un abbraccio forte da Selva oscura          

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