La mia vita con Derek

di Walkingintodream
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Derek Venturi è un vero disastro ***
Capitolo 3: *** Adesso gioco io ***
Capitolo 4: *** L'assemblea d'istituto ***
Capitolo 5: *** Patto criminale ***
Capitolo 6: *** Festa in casa ***
Capitolo 7: *** Mi piace infastidirti ***
Capitolo 8: *** L'esame ***
Capitolo 9: *** La prima sbronza ***
Capitolo 10: *** Una certa somiglianza ***
Capitolo 11: *** L'ultima estate da liceali pt1 ***
Capitolo 12: *** L'ultima estate da liceali pt2 ***
Capitolo 13: *** Aggiornamenti sulla storia ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


𝐶𝑎𝑠𝑒𝑦 𝐶𝑜𝑚𝑒 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑡𝑖 𝑠𝑣𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑑𝑎 𝑢𝑛 𝑏𝑟𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑠𝑜𝑔𝑛𝑜 𝑒 𝑡𝑖 𝑟𝑖𝑡𝑟𝑜𝑣𝑖 𝑐𝑎𝑡𝑎𝑝𝑢𝑙𝑡𝑎𝑡𝑎 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑡𝑢𝑎 𝑟𝑒𝑎𝑙𝑡à 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑝𝑒𝑔𝑔𝑖𝑜𝑟𝑒; 𝑐𝑜𝑠ì 𝑖𝑙 𝑚𝑖𝑜 𝑟𝑖𝑓𝑙𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑜 𝑠𝑝𝑒𝑐𝑐ℎ𝑖𝑜 𝑟𝑖𝑐𝑎𝑚𝑏𝑖𝑎 𝑖𝑙 𝑚𝑖𝑜 𝑠𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑜 𝑎𝑛𝑔𝑜𝑠𝑐𝑖𝑎𝑡𝑜. 𝐼𝑙 𝑣𝑒𝑠𝑡𝑖𝑡𝑜 𝑎 𝑓𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑛𝑑𝑜𝑠𝑠𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑖 𝑖𝑛𝑡𝑜𝑛𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑛𝑖𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑎𝑙 𝑚𝑖𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑑'𝑎𝑛𝑖𝑚𝑜.𝐼𝑙 𝑚𝑎𝑡𝑟𝑖𝑚𝑜𝑛𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑚𝑖𝑎 𝑚𝑎𝑑𝑟𝑒 è 𝑖𝑚𝑚𝑖𝑛𝑒𝑛𝑡𝑒. 𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑔𝑙𝑖 𝑢𝑙𝑡𝑖𝑚𝑖 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑎𝑠𝑎 𝑖𝑛 𝑐𝑢𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑐𝑟𝑒𝑠𝑐𝑖𝑢𝑡𝑎.𝐼𝑙 𝑐𝑎𝑚𝑏𝑖𝑜 𝑎𝑚𝑏𝑖𝑒𝑛𝑡𝑒. 𝑁𝑢𝑜𝑣𝑖 𝑓𝑟𝑎𝑡𝑒𝑙𝑙𝑖. 𝑈𝑛 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑜 𝑝𝑎𝑑𝑟𝑒. 𝐴ℎ, 𝑚𝑖𝑜 𝑝𝑎𝑑𝑟𝑒; 𝑙𝑢𝑖 𝑐ℎ𝑒 ℎ𝑎 𝑐𝑒𝑟𝑐𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑡𝑒𝑛𝑒𝑟𝑒 𝑖𝑛 𝑝𝑖𝑒𝑑𝑖 𝑙𝑎 𝑓𝑎𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑎 𝑣𝑒𝑛𝑑𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑙𝑒 𝑠𝑒𝑑𝑖𝑒. 𝐸 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 è 𝑖𝑙 𝑟𝑖𝑠𝑢𝑙𝑡𝑎𝑡𝑜.𝑀𝑖 𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑜 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑎, 𝑔𝑙𝑖 𝑜𝑐𝑐ℎ𝑖 𝑐ℎ𝑖𝑎𝑟𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑖𝑙 𝑐𝑖𝑒𝑙𝑜 𝑙𝑢𝑐𝑖𝑑𝑖, 𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑚𝑜𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒. 𝐴𝑙𝑧𝑜 𝑙𝑒 𝑠𝑝𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑒 𝑟𝑒𝑠𝑝𝑖𝑟𝑜, 𝑒 𝑐ℎ𝑖𝑢𝑑𝑜 𝑙𝑎 𝑣𝑒𝑐𝑐ℎ𝑖𝑎 𝑎𝑛𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑎𝑟𝑚𝑎𝑑𝑖𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑙'𝑢𝑙𝑡𝑖𝑚𝑎 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑎.  

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Capitolo 2
*** Derek Venturi è un vero disastro ***


La sveglia suona troppo presto. Non sono riuscita a dormire molto, e adesso sono a pezzi.
Mi alzo sbuffando e per poco non ricado indietro sul letto. Mi gira la testa. Decido come prima cosa di andare in bagno. Fortunatamente lo trovo vuoto. Chiudo la porta e mi guardo allo specchio. I miei occhi azzurri sono rossi e gonfi, sembro proprio uno zombie. Improvvisamente dal riflesso dello specchio vedo muoversi la tenda della doccia, mi volto e la scosto subito, terrorizzata di trovarci chissà cosa. Marti è suduta lì nella vasca e tiene in mano quello che apparentemente sembra uno spazzolino. Ma che problemi ha questa bambina?

"Marti ma che ci fai qui? Esci, devo prepararmi per andare a scuola"

lei mi guarda e si mette a ridere. E ora come la faccio uscire da lì?
Una porta in lontananza si apre e Edwin entra in bagno, senza notarmi.

"Edwin"

lo richiamo. Lui si volta, guarda me, poi il mio pigiama rosa a fiori, e poi abbassa lo sguardo su se stesso, in maglietta e pantaloncini, e gridando scappa via. Ma che cavolo. E per finire in bellezza entra Derek, scapigliato, assonnato e ancora in pigiama. Si dirige direttamente alla vasca, come se compisse quell'azione ogni mattina, ignorandomi completamente.

"Marti, su"

Prende in braccio la sorella e la fa scendere davanti la porta.

"fuori di qui"

Gli dà una sculacciata. Lei corre via.
Poi si piazza davanti lo specchio e si scompiglia ancora di più i capelli.

"ehm scusami, c'ero prima io"

"ah, si"

dice come se si fosse ricordato di me.

"senti mia la casa, mie le regole. Il bagno lo uso prima io"

E detto questo si avvicina al water e fa per tirarsi giù i pantaloni. Spalanco la bocca inorridita, ma prima di vedere altro, esco sbattendo la porta.
La giornata sta iniziata proprio male. Da domani avrei usato il bagno al piano di sotto.
Infuriata decido di andare a vestirmi, ho già perso troppo tempo.
Scelgo un semplice jeans e una delle mie magliette preferite, viola e con lo scollo a V. Prendo il beauty case e mi trucco leggermente. Solo gli occhi, e metto un po' di correttore sulle occhiaie. Non è cambiato molto. Sbuffo di nuovo insofferente e provo a tornare in bagno. È vuoto. Mi precipito dentro prima che qualcun'altro possa entrare e mi chiudo a chiave.

Gli altri stanno già facendo colazione sul grande bancone della cucina. Derek è disgustoso. Sta mangiando in una tazza troppo piccola una quantità esagerata di cereali, che sono finiti più a terra che nella sua bocca. Faccio una smorfia e mi siedo mio malgrado su l'unico sgabello vuoto, purtroppo accanto a lui. Lizzie con uno sguardo eloquente mi domanda se è tutto apposto, e io con un gesto della mano gli faccio cenno di lasciar perdere.

"buongiorno Casey. Dormito bene?"

Mi sorride George. Gli sorrido a mia volta, incapace di parlare, poi lui si volta verso Derek.

"Derek perché non hai aspettato, Nora stava già preparando"
"scufate"

sbiascicare mentre il latte gli cola sul mento.

"vai di fretta?"
"mmmh"

è tutto ciò che risponde. O che riesce a dire. Con tutta quella roba che ha in bocca, mi stupisco di come non abbia ancora vomitato.
L'odore delle uova e della pancetta invade la cucina e le mie narici, e mi rendo conto di quanta fame ho.

"È pronto"

annuncia mia madre entusiasta venendo verso di noi.

"mi fate un po' di spazio?"

dice infilandosi fra me e Derek.

"Derek perché non lo assaggi anche tu?"

chiede mia madre, ma prima che possa posare la pentola sul bancone, lui gliela toglie dalle mani e comincia a mangiare direttamente da lì. Mia madre resta immobile, non sapendo bene cosa fare, mentre George per poco non si strozza con il suo succo all'arancia.

"Non così. In un piatto."

lo fulmina con uno sguardo.

"scufate"

ripete e finisce per sputare tutto quello che ha in bocca di nuovo nella pentola. Un sonoro coro di "no" si leva dalla cucina e io, Lizzie e Edwin ci alziamo sconfitti. Non ho più fame. Questa convivenza sarà stata un disastro grazie a quell' idiota.

Decido di andare direttamente a scuola senza mangiare. Mi affretto a prendere le mie cose per evitare di ritrovarmi sulla porta di casa con la bestia. Ho paura che mia madre e George ci costringano a fare la strada insieme. Ma quando riscendo al piano di sotto, lui è già uscito. Meglio così.
Per arrivare alla nuova scuola non ci vuole molto. In autobus almeno. Ma questa mattina ho voglia di camminare, e dato che sono uscita un po' prima, arriverei comunque in perfetto orario.
Dopo circa 20 minuti scorgo l'imponente edificio in mattoni grigi. Ricordo che quando l'avevo visto la prima volta, l'avevo trovata piuttosto anonima come struttura. Ma una volta dentro mi ero dovuta ricredere. Non è male, e ha molti corsi extra a disposizione. Mi sarei iscritta sicuramente al corso di danza. Amo ballare.
Come avevo previsto, sono in orario, ma sono anche un po' ansiosa e dispiaciuta che mia madre non mi abbia accompagnato. Ho bisogno di un po' di conforto. Mi faccio coraggio e oltrepasso le grosse porte a due battenti. Dentro ci già molti ragazzi che si aggirano per i corridoi. A testa bassa supero la mandria di studenti diretta alla segreteria.
L'ufficio della segreteria sembra più la sala d'attesa di uno studio medico, e anche i divani in finta pelle nera me lo ricordano. Mi siedo su una delle poltrone consunte e attendo pazientemente che la donnina seduta dietro la scrivania finisca di parlare al telefono e si accorga di me. Purtroppo la donnina in questione, non sembra molto propensa ad aiutarmi, ma appena le ricordo che sono la nuova arrivata, mi rivolge un sorriso tutto denti.

"Bene tesoro, ti do subito il tuo orario. E lascia che ti mostri la mappa della scuola"

addirittura una mappa? Ci mette così tanto a spiegarmi tutto che non faccio nemmeno in tempo a passare dal mio armadietto, mi precipito direttamente in classe.
Le prime due ore passano tranquille, cerco pian piano di ambientarmi. I professori sembrano molto qualificati, e nessuno dei nuovi compagni mi rivolge la parola. Un sollievo.
A metà mattinata facciamo una pausa, e io ne approfitto per andare a prendermi uno snack e passare dal mio armadietto. Ho già talmente tanti libri che feccio fatica a impilarli tutti all'interno, e inevitabilmente me ne cade qualcuno a terra, mi abbasso impacciata a raccoglierli e nel frattempo vedo delle mani accingersi ad aiutarmi. Alzo lo sguardo sorpresa e mi ritrovo di fronte il viso di una ragazza.

"ciao, tu sei Casey McDonald?"

feccio una smorfia sentendo il mio stupido cognome, ma annuisco.

"ciao, io sono Emily Davis"

mi porge una mano ambrata. Gliela stringo, e lei mi sorride prendendo qualche libro da terra.

"sei la mia counselor?"

chiedo.

"oh, no no"

ride e fa un gesto con la mano.

"Mr Pinnock si occupa di queste cose, ed è anche il consulente scolastico. Io sono solo un'impicciona"

ride ancora, ha una risata contagiosa. Ci alziamo e mi passa il resto dei libri.

"grazie"

"insomma, da dove vieni?"

"ehm dalla Fletcher Academy" dato che la vedo confusa continuo

"E' una scuola privata di sole ragazze"

prima ancora che possa aprire bocca, so già a cosa sta pensando.

"wow.. Una scuola di sole ragazze. Come hai fatto a stare in una scuola completamente senza ragazzi?" chiede scettica.

Questa domanda non me l'avevano mai fatta. Di solito le persone sono sconcertate più dal fatto di come io abbia sopportato tante ragazze tutte insieme. Ma mai nessuno mi aveva chiesto come avessi fatto a stare in una scuola senza ragazzi.
Emily indica qualcuno alle mie spalle.

"ma soprattutto senza di lui.. "

Mi giro e mi sento nauseata. Derek sta camminando nel corridoio verso di noi. Ha di nuovo quel sorrisetto stampato in faccia e gira a testa alta, completamente sicuro di sé. Una ragazza gli passa vicino e lo squadra dalla testa ai piedi, poi si ferma a guardare i suoi pantaloni neri attillati sul di dietro.
Mi rigiro verso Emily.

"Derek? Lui è un'idiota" la mia voce sale di qualche ottava

"lo conosci?" Emily sembra molto impressionata.

"è il mio fratellastro, diciamo così" Ho voglia di liquidare in fretta la conversazione.

Emily adesso sembra si stia per strozzare con qualcosa di invisibile.

"Derek è il tuo fratellastro?" si porta una mano al petto.

"io ci sbavo dietro da una vita. Cioè non proprio da una vita, solo dall'inizio dell'anno scorso..."
parla velocemente. Riprende fiato.

"ma non ci posso credere che è il tuo fratellastro. Cioè tu ci vivi insieme. Non hai idea di quanto sei fortunata. Lui è considerato il più figo della scuola" le si sono illuminati gli occhi. Tutto ciò è ridicolo
fortunata io? E figo lui? Hanno degli standard molto bassi in questo posto.

"io non mi ritengo fortunata ad avere quel tipo come fratello. Ed è considerato figo poi? E da chi ?" chiedo con una smorfia

"ma da tutti. Non hai visto come quella ragazza lo guardava?" si blocca all'improvviso e si raddrizza, passandosi una mano sui capelli ricci. Derek sta passando davanti a noi.

"ciao Derek" sospira guardandolo sognante. Lui la guarda, fa un cenno del capo da finto figo e ci oltrepassa, ignorandomi completamente. Sbatto i libri nell'armadietto, infastidita.
Emily mi resta appiccicata per il resto della giornata. È simpatica, ma non fa altro che parlare di Derek.

"tu lo sai che da oggi in poi sarai la mia migliore amica vero?" non so se essere contenta del suo entusiasmo. Non voglio che la primissima persona che conosco qui mi voglia essere amica solo per poter rimorchiare il mio fratellastro. Le sorrido un po' incerta. Lei scambia la mia incertezza per timidezza e mi prende sotto braccio. Probabilmente dovrei mettere subito in chiaro le cose, ma non sono molto brava a sostenere quel tipo di conversazioni, quindi lascio correre.
Dopo le lezioni mi aspetta in ufficio il consulente scolastico, e alle 15:05 busso alla sua porta, anche se non so bene cosa aspettarmi, non sono mai stata da un consulente scolastico.

L'uomo seduto dietro la scrivania è un tipo muscoloso, che più che un consulente sembra un giocatore di football intrappolato alla scrivania troppo piccola per lui. Mi porge la grossa mano e la mia sparisce facilmente all'interno delle sue dita.

"piacere Casey, io sono Paul Pinnock. Ma chiamami solo Paul" sorride e si mette più comodo sulla sedia. Mi sembra di essere a una seduta di psicoterapia.

"allora Casey, come ti trovi qui?"

"oggi è solo il primo giorno, ma direi bene"

"e le lezioni? Ho visto che sei una ragazza studiosa. Hai degli ottimi voti"

"grazie"

"e che mi dici di te?"

"non c'è molto da dire immagino" mi stringo nelle spalle.

"avanti, non fare la timida" mi incoraggia.
che cosa dovrei dire a questo tizio? La mia vita non è affatto interessante.

"bhe, mia madre si è risposata da poco"

"e lui non ti piace? "

"no no, non è quello, George è apposto"

"mmmh" non lo convinco.

"il problema è che ci siamo trasferiti tutti a casa sua con i suoi figli. E la cosa non mi sta bene per niente" questo pensiero espresso ad alta voce mi fa male.

"e tua madre lo sa?"

"ovviamente no. È così felice che l'ho lasciata fare" mi mordo la lingua per trattenere le lacrime.

"dovresti parlargliene invece" Paul si acciglia. Ma io non l'ascolto già più.

"il fatto è che non sarebbe neanche un problema tutta questa storia, se non fosse per quel troglodito di Derek"

"Derek?"

"il più grande dei figli di George. Che oltretutto viene in questa scuola." alzo gli occhi al cielo

"Aspetta, Derek Venturi?"

"si"

"bhe, allora... " Paul ride sotto i baffi, e pare aver capito tutto adesso.

"è un vero idiota e un gran maleducato. Mi tratta come se fossi una cretina, oppure mi ignora completamente. E George poi, gli concede praticamente ogni cosa" ormai sono un fiume in piena.

"Non può pensare davvero che basti un semplice 'no' per sistemare tutto. Dovrebbe essere più rigido, non è così che si educano i figli. Andrà a finire che toccherà a mia madre rivedere la sua educazione. Ma non è giusto, lui non è suo figlio" quando finisco di parlare ho il fiato corto, e il cuore a mille. Erano giorni che non spiccicavo più di due parole.

"bene, mi sembra di capire che fra te e Derek non scorre buon sangue" sta per caso cercando di fare lo spiritoso?

"io credo che dovresti parlargli, o almeno provarci. Mettere le cose in chiaro. Conosco Derek e so che non è un tipo facile, ma tu sei una ragazza in gamba. Non farti mettere i piedi in testa" alla fine devo ammettere che la chiacchierata mi è servita, Paul è stato molto gentile ad ascoltarmi. Ora devo solo trovare il coraggio di parlare a Derek. Non so bene perché, ma quel ragazzo mi mette in soggezione. Ma non mi sarei più fatta trattare da scema, deve capire che adesso siamo una famiglia.

Mentre mi avvio verso casa, so già che sarà tutto un vero disastro. Derek Venturi è un vero disastro.

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Capitolo 3
*** Adesso gioco io ***


Casey

Il resto della settimana passa lento, e infinitamente noioso, e a scuola purtroppo non sono riuscita a passare inosservata come speravo. Gli studenti parlottano continuamente tra di loro quando mi vedono passare nei corridoi. Sono ancora la nuova arrivata, dopotutto è passata solo una settimana.
Io e Emily ci siamo scambiate i numeri di telefono, e parliamo spesso dopo la scuola. Non mi aspettavo di farmi un'amica così in fretta, anche se devo ancora capire bene le sue intenzioni.
Non ho più avuto occasione di parlare con Derek, o meglio non ne ho ancora avuto il coraggio. Lui continua ad ignorarmi per la maggior parte del tempo, e a me sta bene così. Semmai dovesse ricominciare a stuzzicarmi, mi avrebbe sentita.

Quando la sveglia suona, sono felice che sia venerdì. Ho finalmente due giorni per riposarmi. Nella scuola dove andavo prima avevamo a disposizione solo la domenica per stare a casa. Mi elettrizza a questa novità.

Derek ha preso l'abitudine di finire tutto quello che sa io mangio a colazione, tanto per farmi dispetto, anche se non capisco tutta questa competizione con me.
Finisco di bere velocemente quello che resta della mia tazza di latte, e corro alla fermata dell'autobus. Emily mi aspetta.

Derek

Sam è in ritardo. Lo è sempre in verità, da quando lo conosco non l'ho mai visto arrivare nemmeno un giorno in orario. Riesce a battere anche me. Mi rimetto bene lo zaino in spalla, e mi avvio verso l'entrata. Lo aspetterò dentro.

"Ehi bello" mi giro e vedo una zazzera bionda correre fra la marea di studenti.

"scusa il ritardo, c'era una marea di traffico. Che bugiardo, non c'era traffico. entriamo e ci avviamo subito alla prima lezione, che si trova al primo piano.

"ehi quella non è la ragazza nuova?" seguo il suo sguardo e vedo la mia sorellastra e la sua nuova amichetta in cima alle scale del primo piano.

"non l'avevo ancora vista da quando è arrivata. È carina" alzo gli occhi al cielo.

"sei cieco?" l'ultima cosa che voglio è che il mio migliore amico trovi attraente la mia nuova sorella. Non gli ho ancora detto la novità. Sa del matrimonio e tutto, ma non sa assolutamente che lei è la ragazza in questione. Se sapesse che non gliel'ho detto si incazzerebbe di sicuro, ma non ho comunque intenzione di farlo, almeno per il momento. Io stesso sto ancora sondando il terreno. Saliamo le scale e loro iniziano a scenderle. Quando lei si accorge di me si irrigidisce, e poi abbassa lo sguardo cercando di ignorarmi. La tentazione di stuzzicarla è troppo forte. Mentre le passo accanto mi avvicino di più a lei per sussurrarle all'orecchio. 

"perché non la smetti di ignorarmi?" lei si volta verso di me. Ha il fuoco negli occhi. 

"io ignoro te?" è visibilmente indignata. Ma prima che possa replicare, sta ruzzolando giù dalle scale. Non so com'è successo, deve aver messo male un piede. Ma l'incredulità lascia spazio al divertimento, e mi ritrovo piegato in due dalle risate mentre la guardo sdraiata a terra alla fine delle scale. È uno spasso.

Casey

Le risate degli studenti intorno a me mi rimbombano nella testa. Sento pizzicare le lacrime della vergogna agli angoli degli occhi, ma le scaccio via. Non adesso. Guardo quell'idiota del mio fratellastro in cima alle scale, mentre senza ritegno ride di me. Vorrei strozzarlo. Stringere forte le mani attorno al suo collo e ucciderlo.

"Oddio Casey, stai bene?" Emily è inginocchiata accanto a me, e non so perché mi preme una mano sulla fronte, come se dovesse sentire se ho la febbre. Con una smorfia mi rimetto seduta.

"che cavolo avete da guardare?" sbotta mentre mi aiuta a rialzarmi. Gli studenti cominciano a sparpagliarsi, andando ognuno per la sua strada, per fortuna. Anche Derek è andato via.

"Casey ma come hai fatto a cadere?" mi chiede Emily mentre ancora preoccupata mi ripulisce i jeans sporchi sulle ginocchia. Ma che domanda è? Sono caduta e basta. Anzi no, è colpa di quell'imbecille. La rabbia mi monta dentro.

"vieni andiamo in bagno. O vuoi andare in infermeria? O preferisci andare direttamente a casa?" Emily continua a riempirmi di domande e di premure, ma io non riesco ancora a spiccicare parola. Alla fine preferisco tornarmene a casa, non mi sono fatta granché male fortunatamente, ma l'umiliazione di essere caduta davanti a tutti, non mi da pace. Fa molto più male del mio palmo sbucciato e sanguinante.

Mia madre ci mette nemmeno 10 minuti ad arrivare.

"Casey ma che è successo, mi hanno detto che sei caduta dalle scale.." la interrompo con un cenno della mano e mi incammino verso la macchina, la mia salvezza. Mi chiudo lo sportello dietro e sospiro appoggiando la testa allo schienale. Mia madre sale in macchina.

"Casey tesoro, ma ti sei fatta male, dimmi cos'è successo.. " mi implora.

"mamma metti in moto intanto per favore. Voglio andare a casa." a quella parola non resisto più. Le lacrime iniziano a scendere da sole, fino a quando il mio non diventa un pianto disperato. Quella non è casa mia. L'abbraccio confortante di mia madre mi fa riacquistare un po' di lucidità. Avevo bisogno che mi abbracciasse così, da troppo tempo non lo faceva.

"Casey" mi accarezza i capelli.

"questa storia è molto più grave di quello che sembra vero?" tiro su con il naso, non so bene cosa dire o da dove cominciare.

"io..io non lo so" ammetto alla fine. Lei sospira, chiudendo gli occhi.

"non sei felice, non è così?" continua a chiedermi, a implorarmi con gli occhi di dirgli qualcosa. Ripenso a un'ora fa, a quando mi sentivo elettrizzata. Le cose possono cambiare così in fretta. Come tutta questa storia del matrimonio e del trasferimento. Come tutta la mia vita. Glielo devo dire.

" non sono molto felice, no" adesso anche i suoi occhi si sono riempiti di lacrime. Mi si spezza il cuore.

"ma è perché mi devo ancora ambientare. George è in gamba, è perfetto per te, e sono felice che tu sia felice, non devi preoccuparti per me mamma. Andrà meglio, ne sono sicura." volto tutto il mio corpo verso di lei. Voglio che capisca, che non c'è niente che non farei per lei.

"ti prego dimmi qual'é il problema.." mi torna in mente un sorrisetto beffardo.

"Derek" "Derek?" mia madre sembra non capire. Come fa a non accorgersi di quanto è sgarbato?

"si mamma, Derek. È stato lui a farmi cadere dalle scale. Continua a stuzzicarmi, ed è così maleducato. Non capisco perché ce l'abbia tanto con me. Prima mi ha chiesto perché continuo ad ignorararlo, quando invece è lui che lo fa. So che stava cercando di irritarmi. E ci è riuscito. Mi ha fatto fare la figura della cretina davanti a tutti.".

" Dovrò parlarne con George, assolutamente." all'improvviso mi viene in mente una cosa. Un'idea malsana forse

"No. No non parlarne con George. Me la vedró io, non ti preoccupare."

"Casey per favore, non stare ai suoi giochetti" si massaggia le tempie.

"Si invece. Se tu ne parlerai con George sarà peggio, non mi darebbe più pace. Probabilmente è quello che vuole, o quello che si aspetta da me. Che io vada a piangere da mammina alla prima difficoltà. " le sorrido.

"mi riprenderò la rivincita a modo mio. Dopo potrai dirgli quello che vorrai." Mia madre sembra convincersi, avvia il motore e ci dirigiamo verso casa. Mentre guardo fuori dal finestrino la sento borbottare fra se parole poco carine sul conto di Derek. Sorrido, guardando il mio riflesso sgombro di lacrime. Adesso gioco io.

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Capitolo 4
*** L'assemblea d'istituto ***


Ho già deciso che lunedì non andrò a scuola, non ho proprio voglia di espormi ancora. Voglio che passi un po' di tempo per poter far dimenticare a tutti la mia gaffe, ma so che non potrò saltare troppi giorni di scuola. Mia madre cerca in tutti i modi di farmi desistere, ma sono troppo giù per sentir ragioni. E in più sto ancora cercando un modo per farla pagare a Derek. È da ore che sono sdraiata sul letto a fissare il soffitto, scervellandomi sul da farsi. Ormai è ora di cena, ma non ho voglia di scendere al piano di sotto e sedermi allo stesso tavolo dove c'è lui.

"Casey? Posso entrare?" la voce di mia sorella mi distrae dai pensieri. "Si, entra" Lizzie sbircia dalla porta, poi se la richiude alle spalle, e si viene a sedere sul letto.

"la cena è pronta, perché non sei ancora scesa?"

"non ho molta fame" dico sinceramente.

"che succede?" "giornataccia" faccio una smorfia.

"me ne vuoi parlare?" è così premurosa.

"sono caduta dalle scale oggi a scuola..per colpa di Derek"

"sul serio?" sgrana gli occhioni azzurri.

"già, ma non dire a nessuno che te l'ho detto, lo sa solo mamma" lei sospira.

"mi dispiace" non sa bene cos'altro dire, si guarda intorno.

"comunque non ti perdi niente per cena. Ha cucinato George" alza gli occhi al cielo. Abbiamo scoperto nel corso della nostra prima settimana a casa Venturi, che George non sa affatto cucinare, anche se continua ad ostinarsi per preparare la maggior parte dei nostri pasti. Si alza e prima di andarsene mi lancia un bacio, che ricambio.

 Derek

Ha cucinato di nuovo mio padre per cena. Fantastico. Preferirei che cucinasse la sua nuova moglie piuttosto. Altrimenti che se l'è sposata a fare?.

Lizzie scende le scale.

"non ha fame" annuncia tornando al suo posto.

Rido sotto i baffi. Se avessi fatto una figuraccia come la sua anch'io avrei lo stomaco chiuso.

"è in quei giorni..?" mio padre si sporge sul tavolo e parla piano rivolto a Nora, ma l'abbiamo sentito tutti.

"George, no" Nora è indignata.

Mio padre fa un sospiro teatrale e si rimette comodo sulla sedia.

"ah, quella ragazza è così emotiva"

"che stupidaggine." dice Nora tenendo gli occhi bassi, giocherellando con quello che ha nel piatto.

"È evidente che qualcosa o qualcuno l'ha turbata.. " mi guarda, e capisco che lo sa. Ovvio. Prendo la palla al balzo.

"in effetti si. Oggi è caduta dalle scale. È stato piuttosto divertente."

"allora ci credo che è emotiva" sgnignazza Edwin.

Lizzie e Nora lo guardano malissimo.

"non è stato affatto divertente"

mi giro sulla sedia, guardo su per le scale ed eccola lì, rossa di rabbia.

"oh ti assicuro che dal punto di vista di uno spettatore è stato piuttosto divertente" puntualizzo.

"sei un'idiota" strilla.

"è colpa tua se sono caduta" dice sul serio?

"non è colpa mia se non sai camminare e parlare contemporaneamente" mi agito sulla sedia. Tutti ci guardano, attenti alla discussione. Sembriamo proprio fratello e sorella in questo momento.

"mi hai stuzzicato, come al solito da quando sono qui, e ora sono lo zimbello della scuola grazie a te." Risale di corsa le scale e sentiamo sbattere una porta in lontananza.

Mi rivolto verso il tavolo e trovo tutti a fissarmi. La faccia di mio padre è un misto di rabbia e imbarazzo. Mi abbandono sullo schienale della sedia, rassegnato alla lavata di capo che da lì a pochi minuti riceverò.

Casey

Il lunedì mattina alla fine sono costretta ad andare a scuola. Mia madre non ha voluto saperne di lasciarmi nel letto a piangermi addosso.
Mi vesto in modo più anonimo del solito, per cercare di non dare nell'occhio. Mi liscio di più i capelli e li faccio ricadere davanti agli occhi. Ci aggiungo anche un cappello.
Sull'autobus mi siedo in fondo e sono talmente nervosa da non riuscire nemmeno ad ascoltare un po' di musica. Appena arrivata corro direttamente alla prima lezione. Emily mi aspetta davanti la classe.

"perché il cappello?" gli faccio segno di stare zitta e la trascino in classe.

"ma è di lana?" dice con una smorfia. Si lo so che fa caldo, ma ho solo questo a disposizione.

"Casey non starei esagerando con questa storia?" ormai se ne saranno dimenticati tutti.."

mentre lo dice entrano due studentesse, e a dimostrazione del fatto che, non se ne sono dimenticati, mi additano e iniziano a ridere tra di loro. Saranno sicuramente del fan club Derek. Bleah. Emily gli fa un gestaccio.

"togliti quel cappello" dice strappandomelo dalla testa.

"sei solo caduta, non hai mica ammazzato qualcuno" si siede e nasconde il cappello nel suo zaino. Mi siedo nel banco dietro il suo e sistemo meglio i capelli davanti al viso.
Non presto granché attenzione alla lezione di storia, sono troppo concentrata su altre cose, come tipo farla pagare a Derek. Non ho ancora trovato una soluzione che mi soddisfi. Ho pensato a varie opzioni, come rovesciargli il vassoio in testa a mensa davanti a tutti, o grattare via quegli orribili sticker dalla porta della sua camera. O fargli lo sgambetto mentre cammina.. Opzione infantile ma allettante. Mi rendo conto che nessuna di queste cose è abbastanza per far si che l'umiliazione rimanga nel tempo. E io lo voglio ripagare con la stessa moneta. Mi viene in mente che forse dovrei chiedere aiuto a qualcuno che lo conosce più di me. Appena la lezione finisce e il professore ci congeda, picchietto un dito sulla spalla di Emily prima che si alzi.

"qual'é la cosa a cui Derek tiene di più?" lei è un po' spiazzata dalla domanda, ma non ci mette molto a rispondere.

"la sua reputazione.. Perché?" chiede alzandosi.

"mi aiuteresti a fare una cosa?" dico alzandomi a mia volta. Mi guarda sospettosa. "

eddai, ti ricambierò il favore, giuro" sbuffa

"non c'è bisogno che mi ricambi il favore. Siamo amiche no?" si, ma le amiche si ricambiano i favori a vicenda. È così che funziona, no? E poi sono sicura che non gli piacerà affatto quello che sto per dirgli, metterla contro il suo adorato Derek mi renderà debitrice nei suoi confronti probabilmente a vita.

L'assemblea di istituto questo mese si svolgerà proprio di lunedì, sono stata fortunata, e sarà anche la prima a cui parteciperò. E proprio lì attueró il mio piano. Mi assicuro tramite Emily che Derek partecipi, farei comunque quello che sto per fare, che lui ci sia o meno, ma non vorrei che si perdesse lo spettacolo.
Ci incamminiamo tutti verso l'aula di teatro. È molto bella e molto grande, e perfetta per ospitare così tanta gente. Ci sono anche due dei nostri professori e Mr Pinnock, il consulente scolastico. Mi sorride e io ricambio con un cenno della mano prima di mettermi seduta in prima fila accanto a Emily. Sono un po' agitata. Emily ha avuto un'idea geniale, ma non sarà facile metterla in pratica, soprattutto perché dovrò espormi ulteriormente. Ma non mi importa, sono decisa a farlo. Uno dei nostri professori sale sul palco e annuncia l'inizio dell'assemblea. Quanti preamboli. Non riesco più a stare seduta su questa sedia. Emily mi stringe una mano e io faccio respiri profondi. Mi guardo intorno cercando con lo sguardo Derek, e lo trovo seduto qualche fila più dietro, accanto ad un ragazzo biondo. Non si è accorto di me, è concentrato a parlare. Sorrido e torno a rivolgere l'attenzione davanti a me.
Non mi è mai sembrato così tanto noioso dover sentir parlare qualcuno. O così esasperante. Si susseguono tanti di quei studenti ad elencare i pro e contro di questo e di quello, che verso la fine inizio a diventare davvero impaziente. Voglio avere anch'io il mio momento, anche se il mio non è proprio un nobile motivo. Ma in questo momento non mi interessa proprio di tutte queste cavolate. Dopo quella che mi sembra un'infinità, lo stesso professore di prima ritorna sul palco.

"bene, io direi che è tutto. Se qualcuno ha da aggiungere qualcosa.."

"Adesso Casey" Emily mi da di gomito. Non c'è bisogno che me lo ricordi. La mia mano scatta in alto prima che possa venire in mente a qualcun'altro.

"signorina.." il professore aggrotta la fronte e sembra sforzarsi di ricordare il mio nome. Alla fine lascia stare e mi invita a salire sul palco. Non mi guardo indietro mentre cammino verso di lui, ma pagherei per vedere Derek in questo momento. Quando finalmente sono davanti a tutti, mi sento quasi mancare vedendo così tanti volti rivolti verso di me. Mi do un pizzicotto sulla gamba e respiro piano.

"ehm buongiorno a tutti.." il volume del microfono è davvero alto, accidenti. Mi blocco e alcuni ragazzi in prima fila fischiano e ridacchiano tra di loro.

"mi volevo intanto presentare.. Sono Casey McDonald" altre risate. Me l'aspettavo, ma continuo.

"arrivo dalla Fletcher Academy, ma sono molto felice di essere qui. Mi trovo molto bene in questa scuola, e volevo ringraziare tutti i professori e gli studenti per la bella accoglienza.." sono tutti in silenzio adesso, un po' interdetti. Anche da questa distanza riesco a distinguere l'espressione di Derek. Un sopracciglio è così alzato da essere quasi scomparso sotto i capelli scompigliati castano rossicci.

"sono d'accordo con quanto è stato detto. È stata la mia prima assemblea qui oggi e l'ho trovata illuminante" a breve mi crescerà il naso probabilmente.

"al più presto parteciperò sicuramente ai vostri fantastici corsi extra.." sto per arrivare all'atto finale. Emily si tiene stretta alla sedia pronta alla bomba.

".. Come sapete Derek Venturi è il mio fratellastro, e conto su di lui per aiutarmi al meglio nell'inserimento in questa struttura.. "sorrido con aria innocente e mi allontano di un passo dal microfono. La bomba è scoppiata. Tutta la sala è un mormorio concitato. Gli occhi e la bocca di Derek sono spalancati in un'espressione inorridita, e resta immobile a fissarmi mentre il biondo affianco a lui gli dice qualcosa che non posso sentire. L'ho proprio messo nei guai. Mi riavvicino di nuovo al microfono.

"grazie a tutti" mi giro e scendo velocemente dal palco diretta fuori. Mr Pinnock accanto alla porta mi mostra i pollici e io gli strizzo l'occhio.
Non so dove sto andando, so solo che voglio allontanarmi il più possibile, non voglio incontrare la marea di studenti all'uscita del teatro. Ma poi mi ricordo di aver lasciato tutte le mie cose e lo zaino ad Emily. Devo andare a riprendere tutto. Mi volto per tornare indietro e vedo Derek uscire dalla porta. Mi punta addosso uno sguardo assassino. Faccio dietrofront e accelero il passo nella direzione opposta. Ci mette meno di un secondo per raggiungermi, mi afferra per un polso e mi trascina in una stanza vuota lì accanto. Mi lascia andare solo quando la porta si è richiusa.

"sei completamente impazzita?!" non credo sia una domanda. Lui è sicuro che io sia uscita fuori di testa. Resto in silenzio.

"che ti è saltato in mente?" gesticola rabbioso.

"pensavi che sarei rimasta zitta mentre tu continuavi a trattarmi da cretina vero? Hai sbagliato persona" si avvicina. Resto ferma dove sono, non arretro.

"non avevi il diritto di fare una cosa del genere. Ma ti sei vista, hai fatto una scenata" aggrotta la fronte e gli occhi si stringono in una fessura.

"te lo sei meritato. Da quando sono arrivata in quella casa non hai fatto altro che sfottermi, mi avevi proprio stufato. Dovresti metterti bene in testa che ormai siamo una famiglia, che ti piaccia o meno, e che io sono tua sorel.. "

"sorellastra.." a malapena mi fa finire. Ci guardiamo in cagnesco. Lui ha il respiro affannato, come se avesse corso per chilometri, e alza e abbassa le spalle velocemente. Io sono immobile come una statua.

"non finisce qui, lo sai.." mi punta un dito addosso, poi esce e se ne va. Mi lascio cadere su una sedia e sbuffo. Tutto sommato sono soddisfatta. Sono riuscita a dirgli quello che volevo. Non credo gliele importi molto del tema famiglia, ma almeno non sono rimasta zitta. Sono un po' preoccupata all'idea di cosa potrebbe fare adesso.

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Capitolo 5
*** Patto criminale ***


Derek

È proprio una stupida, mi ha messo in imbarazzo come mai prima in vita mia. Non ci posso credere. L'avevo sottovalutata a quanto pare.
Mi affretto a uscire da scuola, non voglio incontrare nessun ficcanaso. 

"Derek" ecco fatto. Sam continua a tallonarmi, è irritato. Me l'aspettavo. 

"ehi ma che cavolo.. fermati" continuo a camminare, non ho intenzione di fermarmi. 

"Derek ma cos'è questa storia, perché non mi hai detto che lei è la tua sorellastra?" ormai mi ha raggiunto. 

"non era necessario" 

"si invece. È grave che non parli con me" com'è melodrammatico. 

"cos'è più grave il fatto che io non ti abbia detto che lei è la mia sorellastra, o che la trovi attraente?" mi giro verso di lui, ma ormai sono arrivato alla macchina. Apro lo sportello e me lo chiudo dietro, lasciandolo lì a fissarmi mentre me ne vado.

Alzo il volume della musica e abbasso il finestrino facendo entrare la brezza primaverile.
Sono ancora infuriato. Tutta questa storia è così dannatamente assurda. Sono sempre stato bene come stavo, facendomi gli affari miei, non ho mai voluto avere una nuova famiglia, anche dopo mia madre, men che meno di una ragazzina petulante come sorella. Sorellastra ricorda il mio subconscio, quella non ha niente a che vedere con me. Non immaginavo potesse rivelarsi una seccatura così grande, dovrò impegnarmi un po' di più con lei. Il telefono in tasca inizia a vibrare e sul display appare il nome di Sam. Lo ignoro. Mi dispiace trattarlo così, lui non c'entra nulla, ma al momento non sono incline a dare spiegazioni.
Faccio il giro dell'isolato più volte, non ho voglia di rientrare, ma alla fine mi stufo di guidare e parcheggio davanti casa.
Quando entro lei è già lì, e sta trafficando in cucina. Mi rendo conto che non l'ho ancora mai chiamata per nome da quando ci siamo conosciuti, non ho nemmeno mai pensato al suo nome. Decido di provare adesso, tanto per irritarla un po'. So che la irriterà. Mi avvicino lentamente al bancone e quando arrivo li, ci poggio i gomiti. Mi sporgo verso di lei. 

"Casey?" Sussulta e si volta verso di me. 

"che cavolo.. Mi hai fatto paura. Che vuoi?" mi fulmina 

"mmmh come siamo suscettibili" la prendo in giro. 

"non eri arrabbiato?" sposta il panino che stava preparando davanti a me per potermi guardare. 

"sono arrabbiato" puntualizzo. 

"ma è più divertente in effetti venire qui a stuzzicarti" sorrido. Lei non ricambia. 

"smettila con questa storia.." inizia a tagliare i pomodori con un po' troppa enfasi. 

"ehi, anche quei pomodori hanno dei sentimenti" faccio per fermarle la mano ma la tira indietro. 

"sei.. così irritante.." sbatte il coltello sul tavolo e quello cade a terra. 

"perché non mi lasci in pace? Non ti è bastato quello che ho fatto prima?. Guarda che potrei fare di peggio.." è una minaccia? 

"Ah si?" mi acciglio. 

"peggio di quello che hai fatto non c'è niente, anche se non dubito che potresti fare di peggio.." mi guarda e inizia a spalancare la bocca in quel suo modo buffo. Ha capito dove voglio andare a parare. 

"non ti azzardare, io non sono un mostro, non sono te" 

"vuoi fare tanto la santarellina, ma scommetto che sotto sotto non lo sei.." mi alzo, giro intorno al bancone e la raggiungo, mi posiziono a pochi centimetri da lei per la seconda volta oggi.
 

"mi ci hai portato tu a farlo.." mentre parla si tira leggermente indietro con la testa. Di cosa ha paura? Che me la mangi? 

"Te l'ho detto, non mi farò più trattare da cretina" che combattente. E brava la ragazzina. Annuisco e abbasso lo sguardo, poi torno a guardarla da sotto le ciglia 

"come vuoi.." prima che possa rendersene conto le rubo il panino da sotto il naso, lo addento e mi affretto a schivare uno strofinaccio mentre soffoco dalle risate. Per fortuna non mi ha lanciato il coltello.

Casey

Non ho più voglia di mangiare, Derek mi ha fatto passare la fame. Accidenti a lui, è sempre in mezzo. Decido di studiare un po', mangerò direttamente a cena.
Tiro fuori tutto quello che mi serve e lo dispongo sulla scrivania. Dopo neanche un minuto Derek accende il suo stereo e la musica attraversa il sottile muro che ci divide. Lo odio. Mi arrampico sul letto e batto un pugno sul muro. Per tutta risposta la musica si alza di più. Sbuffo irritata e lascio stare, è tutto inutile con lui. Dovrò procurarmi dei tappi. O una pistola.
Emily mi chiama per uscire poco dopo, mi propone un pub. Le ricordo che non è una buona idea, domani c'è la scuola. Lei non è contenta ma alla fine mi da ragione e ci auguriamo la buonanotte. Mi piacerebbe cominciare a uscire, da quando sono arrivata qui, due settimane fa, non l'ho ancora fatto. Magari nel weekend sarà più fattibile come cosa. Vorrei potermi comprare anche qualcosa di nuovo da mettermi. Fortuna che adesso ho due giorni liberi. Magari inizierò a vivere anch'io.
La cena stavolta l'ha preparata mia madre. Grazie a Dio. Ormai è diventata abitudine disporci a tavola nello stesso ordine. Io, e Lizzie difronte a Derek e Edwin, e mia madre e George ai capotavola e la piccola Marti tra George e Edwin. La pasta al pomodoro è squisita, una ricetta italiana. "Tesoro questa pasta è superba" dice George senza smettere di mangiare. Assomiglia molto a Derek in questi casi. Io e Lizzie siamo così composte in confronto a loro. 

"oh adesso non esagerare Georgie" Georgie? Oddio. A malapena trattengo le risate. Incrocio gli occhi di Derek e anche lui sta cercando di trattenersi. Ci guardiamo. Poi come se lui si fosse accorto di quello che stava facendo, si fa subito serio e riprende a mangiare. Ma non era arrabbiato con me? Adesso non sembra. La maggior parte delle volte ho la sensazione che lui reciti una parte. Tutto questo sforzo di essere antipatico con me e con le altre persone, e questo eccessivo sarcasmo sembrano più una maschera, mi chiedo se sotto non ci sia altro. 

"la smetti di fissarmi?" rimetto a fuoco il suo viso imbronciato e sbatto gli occhi. Lo stavo fissando? Mi lancia la sua fetta di pane che finesce nel mio piatto, e il sugo mi schizza la maglietta. 

"Derek!" strillo e lui ride. "sono molto felice che adesso voi due vi comportiate da fratelli.. ma fatela finita" interviene George bonario. Ci comportiamo da fratelli? Questa si che è una novità. Come per emulare il fratello, anche Edwin lancia la sua fetta di pane a Lizzie, che fa la stessa fine della mia. 

"Edwin" strilla. Il tavolo finisce per diventare una trincea. Marti ride e la sua risata cristallina mi mette di buon umore, e io mi unisco a lei. Adesso somigliamo un po' di più a una famiglia. Strana, ma a una famiglia.

La mattina dopo mi sento finalmente riposata, non dormivo così bene da quando mi sono trasferita.
A colazione mia madre e George ci annunciano che per quel weekend non ci saranno. Ah. Però mi sono trovata qualcosa da fare almeno. Potrei invitare qui Emily a vedere un film invece di uscire. La giornata è iniziata bene.
 

"dobbiamo andare a trovare alcuni parenti poco fuori città, non sono venuti al matrimonio e vogliono conoscere Nora. Ci hanno chiamato ieri sera " inizia George. 

"dovremmo stare fuori una notte. Ovviamente ci porteremo Marti, ma voi quattro dovrete cavarvela da soli. Potete farcela?" Derek mi guarda. Ha uno sguardo acceso da qualcosa, gli occhi verdi sono brillanti. 

"ci riferiamo soprattutto a voi due" ci indica mia madre. 

"Già, avrete la responsabilità di Lizzie e Edwin quindi miraccomando. Ma comunque la zia Cora abita qui dietro per qualsiasi cosa. Noi torniamo domenica pomeriggio" poco dopo George esce per andare al lavoro, e mi rendo conto anch'io di quanto è tardi. Mi affretto a uscire di casa e ad andare alla fermata dell'autobus. 

"Casey" mi giro sorpresa di sentire quella voce. Ha preso gusto a chiamarmi per nome vedo. Derek sta venendo verso di me. La giacca di pelle aperta su una maglietta dei System. Prevedibile. 

"facciamo la strada insieme?" Cosa? 

"cosa?" 

"non vorrai mica prendere l'autobus?" 

"lo prendo sempre. Ma a volte vado anche a piedi" ma lui come ci va a scuola? 

"a piedi? Ma sei pazza? Vieni" parla velocemente, mi prende per la manica e mi trascina via dal marciapiede. 

"dove vai?" 

"in macchina" 

"hai la macchina?" chiedo boccheggiando. 

"certo, muoviti" Ci avviciniamo a una bella macchina nera, posteggiata lungo il viale, di cui non so il modello. Accidenti, ne voglio anch'io una, ma non ho nemmeno la patente. Sbatto contro la portiera del passeggero quando lui in malo modo mi lascia andare il braccio. Resto impalata lì. 

"sali sennò facciamo tardi" dice mentre sale in macchina e si richiude la portiera dietro. Chi è questo tipo e dove ha messo il vero Derek? Ieri minacciava di farmela pagare perché ho spiattellato davanti a tutta la scuola che siamo fratellastri, e adesso vuole che salga in macchina con lui? Avrà in mente qualche trucco. Magari quando meno me l'aspetto mi aprirà lo sportello e mi farà rotolare giù come un sacco di patate. Abbassa il finestrino e si sporge verso di me. "allora che hai deciso?" mi guardo intorno, indecisa sul da farsi. Sono troppo in ritardo per poter pensare ad una alternativa di fuga. Decido di salire. Lui mi guarda soddisfatto, ma io lo ignoro. La macchina profuma di buono, i sedili sono in pelle nera e fanno il famigliare scricchiolio rilassante quando mi muovo.
Mette in moto e parte, il suo modo di guidare lo trovo stranamente rilassante. Non me l'aspettavo da lui. Guida piano e canticchia a bassa voce la canzone messa come sottofondo, un braccio al volante e l'altro fuori dal finestrino. 

"Sei bipolare per caso?" chiedo seriamente interessata. 

"piano con quella parola bimba, non sai nemmeno cosa significa" sbuffo e mi volto verso il finestrino. 

"ti volevo parlare" dice alla fine. 

"e di cosa?" mi stringo lo zaino al petto. 

"di questo sabato" Oh no, i nostri genitori non ci saranno. Dimmi che non è come penso.. 

"tu che progetti avevi?" davvero mi sta chiedendo che progetti ho per il weekend? 

"non so, pensavo di invitare Emily a vedere un film" dico sinceramente. 

"un film a casa?" fa una smorfia 

"come sei noiosa. Dovrò insegnarti qualcosa.." lo guardo male 

"perché tu che vuoi fare?" 

"una festa ovviamente.. " sorride malizioso, e sulle guance gli spuntano due fossette. Ovviamente. 

"a casa nostra" Eh? 

"ma sei scemo? Non puoi organizzare una festa mentre i nostri genitori sono fuori" sono sconcertata. 

"Cara Casey ti spiego una cosa.. Di solito non si fanno le feste clandestine quando ci sono i genitori in casa. Altrimenti non si chiamerebbero così e non ci si divertirebbe abbastanza" mi fa l'occhiolino. 

"sei un cretino" 

"ma smettila" sbuffa e parcheggia davanti la scuola. 

"bhe quindi? Il senso di questa conversazione? Non credo tu mi abbia parlato per chiedermi il consenso.." lo prendo in giro. Alza gli occhi al cielo. 

"il senso era che dobbiamo comportarci bene da adesso in poi, altrimenti potrebbero ripensarci riguardo la partenza" lo guardo senza capire, e vedendo che non rispondo continua. 

"non dobbiamo più litigare, devono essere sicuri che possono lasciarci la custodia della casa. Altrimenti mio padre non ci metterà niente a cambiare idea"

 "io mi comporto sempre bene, sei tu quello che non mi da mai tregua" replico risentita. 

"mi comporterò da bravo fratello" fa concitato. È la prima volta che gli sento quella parola in bocca. Scuoto la testa. 

"no, in ogni caso no, non si può fare" 

"eddai.. Potresti divertirti anche tu. Non lo puoi sapere se non provi.. " ripete incalzante. Resto in silenzio. Non posso credere che sto prendendo in considerazione la cosa. Ma non penso che potrei comunque farlo desistere, tanto vale lasciarlo fare e restare per controllare che non si facciano troppi danni. 

"d'accordo" e detto questo scendo dalla macchina e mi avvio all'entrata. Sento uno sportello chiudersi. 

"non mi ringrazi?" mi grida dietro. Mi giro. 

"di cosa?" 

"del passaggio" Ah già. Mi dondolo sui talloni imbarazzata. Lui scoppia a ridere e mi supera. Prima che sia fuori portata gli schiaffeggio una spalla, e lo sento ridere più forte.

 

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Capitolo 6
*** Festa in casa ***


Nonostante abbia detto che dovremmo comportarci come fratelli, a scuola non è così, e mi ignora completamente. Evidentemente non vuole avere niente a che fare con me davanti agli altri. Che si inventerà durante la festa con tutta quella gente in casa nostra?
Avverto subito Emily per sabato. È letteralmente eccitata all'idea. Non è mai stata a casa di Derek, e dice di voler comprare qualcosa di carino per la serata. Mi trova d'accordo, avevo già intenzione di rimodernare un po' il mio guardaroba.
Ci andiamo direttamente dopo scuola, e mi porta in un centro commerciale in cui non sono mai stata, è molto grande e c'è l'imbarazzo della scelta. Opto per un vestito nero sotto il ginocchio, ha una bella scollatura, e normalmente non lo metterei mai, ma ho voglia di osare. Esco dal camerino e lo mostro ad Emily, sicura che le piacerà come piace a me. 

"e quello cos'è?" indica il vestito che indosso quasi disgustata. Mi guardo e mi liscio il vestito davanti lo specchio. 

"perché? Non ti piace?" 

"tesoro, dovresti osare di più" dice e con fare pratico ne prende uno che aveva scartato per lei. In effetti il vestito in questione è striminzito, Emily è più formosa di me, e io sono molto più magra. Anche troppo. 

"provati questo, a me non sta..ma sono sicura che a te andrà a pennello" mi spinge di nuovo all'interno del camerino e tira la tenda. Mi spoglio e provo l'altro. È cortissimo e la scollatura fa quasi paura. Fortuna che non ho molto seno. L'unica nota positiva è che è nero, come avevo già intenzione di prenderlo. Non mi convince ma esco e lo mostro comunque a Emily per farla contenta. 

"che ti avevo detto? È perfetto per te" incrocia le braccia al petto soddisfatta. Cosa vede che io non vedo? Io non trovo che mi stia così bene, a parte per il fatto che mette in mostra le mie gambe magre e che la stoffa fascia perfettamente i miei fianchi larghi. Forse non è cosi male. Emily mi si avvicina i mi picchietta un dito su entrambi i miei seni. 

"qui avremo bisogno di un push up.." mi guarda con aria d'intesa e mi fa l'occhiolino. Decido di prendere anche degli accessori, un chocker e dei semplici orecchini, e ovviamente delle scarpe pericolosamente vertiginose e rigorosamente scelte da Emily. Mi fa ridere che mi sto comprando tutte queste cose alla fine solo per stare in casa. In casa mia. Paghiamo e usciamo dal negozio. Ho terminato tutta la mia paghetta. Maledizione. Mi sbrigo a sistemare tutto nell'armadio appena arrivo a casa. Se mia madre vedesse quel vestito, le verrebbe un mancamento. Trovo Lizzie e Edwin seduti sul divano quando scendo al piano di sotto, e Derek sulla poltrona lì accanto con il telecomando in mano, intento a fare zapping. Mi siedo accanto a Lizzie. 

"che fate?" 

"Derek non ci fa guardare la TV" esclama Edwin sconsolato.
 

"perché il telecomando ce l'ho io adesso" risponde Derek senza guardarlo e continuando a cambiare canale. 

"bhe, ma potremmo decidere di guardare qualcosa insieme.. " propone Lizzie sporgendosi a guardarlo. 

"nah" sta cominciando ad irritarmi. 

"Derek sei un cafone" gli strappo via il telecomando dalle mani e me lo nascondo dietro la schiena. 

"dammelo" dice alzandosi. 

"neanche per sogno" mi faccio piccola piccola mentre lui si avvicina sempre di più a me. Mi guarda e un secondo dopo mi tira su di peso e mi scaraventa sulla poltrona dove prima c'era lui. "ecco fatto" riprende il telecomando e si siede accanto a Lizzie. Non gliela do vinta. Mi allungo dalla poltrona al divano e afferro la sua mano che stringe il telecomando, lui inizia a tirare dalla parte opposta e io gli finisco sulle gambe. Lascio andare la presa e lui mi spinge giù per terra. Mi rialzo in piedi e lo guardo in cagnesco. Non ho finito con lui. Lo afferro di nuovo e lo costringo ad alzarsi in piedi. Un attimo dopo la porta di casa si apre e mia madre e George entrano. Ci blocchiamo all'istante. 

"che fate?" chiede mia madre vedendoci tutti immobilizzati. 

"guardavamo la TV insieme" dice subito, mi passa un braccio attorno alle spalle e mi costringe a sedermi appiccicata a lui. Dannato bugiardo. Sto quasi per scrollarmelo di dosso ma poi mi ricordo quello che mi ha detto stamattina. Non dovrei affatto sostenerlo. Mi rivolge un sorriso falsissimo e mi passa l'oggetto per cui stavamo litigando. Lizzie e Edwin a stento trattengono le risate. Gli rivolgo a mia volta un sorriso tutto miele, e poi torniamo a guardare mia madre e George. Loro ci guardano sospettosi ma poi lasciano stare e vanno verso la cucina. Appena fuori portata, mi tolgo il suo braccio dalle spalle e lo spingo a mia volta giù dal divano.

Il resto della settimana continuiamo questa farsa, fingendo di sopportarci a vicenda. Devo ammettere però, che rispetto all'inizio va molto meglio, lui continua ad essere insopportabile, ma io mi sento più tranquilla, ho preso più confidenza.
 

"Casey" la voce di mia madre mi sveglia e io sbatto gli occhi alla forte luce del sole. Ha aperto le tende. 

"stiamo per partire" mi dice. Guardo l'orologio e vedo che sono quasi le 10:00. Ho dormito parecchio per i miei standard. 

"perché non partite dopo pranzo?" mi alzo a sedere e mi stropiccio gli occhi. 

"ci hanno invitato li a pranzo, se ci sbrighiamo saremo lì fra un paio d'ore. Scendi a salutare George" mi alzo e mi lavo velocemente i denti prima di scendere. 

"abbiamo preso tutto?" chiede George tastandosi ansioso le tasche della sua giacca leggera. 

"George staremo via solo un giorno" ride mia madre. 

"si papà domani sarete di nuovo qui a rompere" interviene Derek dalla solita poltrona. 

"Derek" 

"scusa" alza le braccia in segno di resa e poi va a dare un bacio sulla guancia al padre, poi si scambia un abbraccio imbarazzato con mia madre e ritorno in camera sua. Non me l'aspettavo. Deve essere proprio di buon umore. 

"ok bene, penso che possiamo andare allora" Mia madre saluta Lizzie e Edwin e nel frattempo George si avvicina a me. 

"Casey conto su di te, sei la più responsabile qui dentro, e non c'è persona di cui mi fidi di più" mi stringe in un abbraccio e io rimango sorpresa. Lui si fida di me. Mai nessuno mi aveva detto una cosa del genere, neanche mia madre. Mi sto già sentendo in colpa.
Adesso ho proprio bisogno di una doccia. Vorrei poter trovare un modo per far cambiare idea a Derek riguardo la festa. Se solo avesse visto suo padre, la sua espressione. Sconsolata apro la porta del bagno. Lancio un urletto quando per la sorpresa mi ritrovo Derek mezzo nudo davanti la doccia. Non è così magro come pensavo, è..muscoloso direi. Ha addosso solo i pantaloni del pigiama. 

"non si bussa? Sono così rossa dalla vergogna che mi sento avvampare. 

"e tu perché non chiudi a chiave?" fa spallucce. Vede che continuo a fissarlo sovrappensiero e sbotta. 

"esci per favore? Sai dovrei lavarmi" mi prende in giro. 

"no senti, Derek.. Questa storia della festa.." e intanto continua a spogliarsi, rimanendo solo in boxer. 

"ma che cavolo, aspetta che esco.." 

"tu non ti dai una mossa. E comunque no, qualunque cosa tu voglia dirmi è no, la festa si farà Casey, non ricominciare.. "che ragazzino viziato. Gli squilla il cellulare appoggiato sul lavandino e va a controllare. 

"È Sam, devo rispondere. Fattela prima tu la doccia" riprende i vestiti da terra, ed esce. Ma che tipo. Sbatto irritata la porta e mi accorgo di avere problemi nel chiuderla a chiave. Adesso ci si mette anche la serratura.

 

La festa è per le 20:00, quindi ho detto a Emily di venire qui per le 17:00. Appena entra in casa boccheggia. 

"oh mio Dio, oh mio Dio. Sono in casa di Derek Venturi" si fa aria con le mani. Mi viene da ridere. 

"non ha niente di speciale questa casa.." le dico mentre l'accompagno al piano di sopra. 

"oh mio Dio.." ripete per l'ennesima volta. 

".. Questa è la camera di Derek?.." mi chiede indicando la porta rossa piena di sticker attaccati. 

"e di chi sennò?" 

"posso entrare?" sussurra. 

"certo che no, non so nemmeno se lui è in camera. Dai Emily muoviti" La afferro per un braccio e la conduco in camera mia. Ci mettiamo subito al lavoro. Emily si arriccia ancora di più i capelli e poi fa lo stesso anche con i miei, ma dato che il risultato finale non mi convince, me li faccio tirare su, in uno chignon elegante, ma non troppo. Mi tira giù qualche ciocca e il risultato finale è un casul elegante. Lo trovo perfetto con il vestito che ho scelto. 

"stasera voglio rimorchiare. Non mi importa chi, purché concluda qualcosa. Certo se riuscissi a portarmi al letto tuo fratello.." 

"Emily.. Gesù.." mi copro il viso con le mani. Da dove ha tirato fuori tutta questa audacia? O è sempre stata così? 

"no no, non ti toccare, non rovinare il mio capolavoro" mi minaccia con un dito e io abbasso le mani. Controllo allo specchio che la sottile linea di eyeliner sia apposto. 

"e poi che c'è di male? Lo sai che mi piace.."

"piuttosto anche tu dovresti darti da fare. Sei nel tuo territorio qui, hai campo libero. 

"io non.. Non credo di esserne capace.. "questo discorso mi mette a disagio. 

"esserne capace? Casey non siamo mica a scuola, non ci danno dei voti. Buttati e basta.. 

"ma poi mi guarda e mi fissa. 

"aspetta.. " io la guardo e prima che possa dire altro parlo io. 

"non ho mai baciato nessuno.." abbasso lo sguardo imbarazzata. 

"Ah" è tutto quello che riesce a dire. 

"bhe, e che ci vuole. Ne prendi uno e lo baci" dice tornando a mettersi l'altra lente. Non si perde d'animo questa ragazza. 

"come la fai facile tu.." 

"su basta piangersi addosso. Mettiti il vestito. Voglio vederti" ammicca. Prendo il vestito ben confezionato nell'armadio e lo poggio sul letto. Mi faccio aiutare da Emily ad indossarlo, ho paura di scompigliarmi i capelli e di togliere il trucco. Una volta indossato rimango senza fiato. Non sembro io. Aggiungo subito anche le scarpe e gli accessori e sono pronta. 

"sembri una ballerina di danza classica" mi dice Emily mentre si infila il suo vestito, molto simile al mio, ma bianco e nero. 

"aspetta come si chiamava.. Ah si, il cigno nero" 

"non sono bella come Natalie Portman" le dico "non stavo pensando all'attrice..mi aiuti con questa lampo?" si gira e le sistemo il vestito. 

"tu balli no? O ballavi insomma.. " mi chiede. 

"si.. Mi piacerebbe ricominciare.." 

"sai che a scuola c'è un corso di danza?" annuisco. 

"perché non ci sei ancora andata? Se ci vai tu ci vengo anche io" scoppiamo a ridere e il campanello di sotto suona. La festa è iniziata.

Derek

"Edwin muoviti, fila in camera. Anche tu Lizzie." faccio alzare il culo di mio fratello dal divano e lo spingo su per le scale. Se ne deve andare adesso. 

"perché chi è?" che ficcanaso. 

"una ragazza?" alza il sopracciglio. Quel gesto l'ha preso da me. 

"ma che cazzo.. che te ne frega a te, che ne vuoi sapere tu di donne, sei un ragazzino. Andate in camera e restateci" Lizzie lo prende per un braccio e salgono su. Il campanello suona di nuovo. 

"arrivo" apro la porta e Adam, un coglione dell'ultimo anno, mi saluta con una sonora pacca sulla spalla. 

"Ehy Venturi, che bell'idea questa della festa, sei un grande. Possiamo entrare no?" e senza aggiungere altro, mi oltrepassa. Sam dietro di lui, mi guarda con un'aria di scuse. 

"mi dispiace, non so come abbia fatto a sapere della festa, l'invito era riservato.." 

"lascia stare, speriamo solo non faccia troppo casino.." 

"Ehy Venturi, ma dov'è la tua sorellina? Voglio conoscerla".

La casa si è già riempita, quel tipo deve aver invitato anche qualcuno dei suoi amici. Chi gli ha fatto credere che potesse fare una cosa del genere? Dovrei prenderlo a pugni e buttarlo fuori di qui. 

"Derek" Casey mi da un buffetto sulla spalla, io mi giro e resto di sasso. Non sembra neanche lei. Indossa un vestito nero corto, troppo corto, che le scoprono interamente le gambe, e le scarpe alte con il cinturino la slanciano ancora di più, facendola arrivare esattamente alla mia stessa altezza. Mi guarda decisamente arrabbiata e noto che è più truccata del solito, ma sempre in maniera semplice. 

"ma che cazzo ti sei messa?" sbotto e il mio tono di voce è pateticamente lamentoso e indignato allo stesso tempo. Capisco dalla sua espressione che non si aspettava che esordissi in questo modo, sembra offesa e incrocia le braccia al petto sulla difensiva. 

"non sono affari tuoi" ovvio che rispondesse così. Mi fa imbestialire. 

"siamo ad una festa in casa, non ti sembra esagerato vestirsi così?" 

"e a te non sembra esagerato invitare tutta questa gente per una festa in casa?" touché. Sbuffa e se ne va. Adam la intercetta in meno di un secondo e gli si piazza davanti. Adesso lo pesto sul serio. Questo è uno dei motivi per cui non volevo che nessuno sapesse che lei è la mia sorellastra, perché poi mi sarei dovuto sentire in dovere di proteggerla da tipi come lui. Mi avvicino e mi metto in mezzo. 

"ehi bello, mi stavo giusto presentando alla tua bella sorellina" sorride da cretino e tiene tra le labbra una sigaretta. È già ubriaco. O fatto. 

"questa non si fuma in casa" "ehi va bene, va bene" gliela restituisco, e prima di andare strizza l'occhio a Casey. 

"stai lontana da lui" mi rivolgo a lei come una furia" 

"ah, adesso ti importa di me? E comunque ti ripeto, non sono affari tuoi. Niente di quello che faccio è affar tuo" si volta e se ne va. Mi fa uscire di testa.

La festa tutto sommato procede bene, sembrano tutti divertirsi. Tutti tranne me a quanto pare. Appoggiato alla parete del salotto a braccia conserte incenerisco tutti i fenomeni che cercano di rimorchiarsi Casey mentre balla con la sua amica Emily. Lei non sembra accorgersi di niente. È proprio un'ingenua. 

"ehi Derek, il bagno del piano di sopra ha qualche problema" mi volto verso il ragazzo mingherlino ora accanto a me. Come prego? 

"sei andato in quello di sopra? Quello era off limits imbecille" 

"lo so scusa, ma questo era già occupato..e sai com'è.." mi da di gomito e io mi batto una mano sulla fronte. che problema ha? ci mancava solo che mi sfondassero il cesso. Mi avvio al piano di sopra. 

"la serratura non funziona. Adam ci stava per rimanere chiuso dentro" e poteva pure restarci.

Casey

La situazione sta sfuggendo di mano. Ci hanno già rotto una lampada e due soprammobili, devo trovare Derek prima che ci distruggano casa. Ma lui sembra sparito. Decido di cercarlo al piano di sopra, sperando che non sia lì con qualcuna. Sarebbe molto imbarazzante. Lo vedo in bagno. Ora mi sente. Entro come una furia, lui mi dà le spalle, seduto sul bordo della vasca, piegato su qualcosa. 

"Derek" 

"no.." lui si volta all'improvviso e la porta sbatte dietro di me 

 "non chiuderla.." lascia ricadere inerte la mano lungo il fianco. 

"perfetto, ora siamo chiusi dentro.." 

"ma che stai dicendo?" 

"la serratura è rotta, genio" nel panico strattono la maniglia più volte, ma quella resta chiusa. Dava problemi dalla mattina, mi sarei dovuta ricordare di questo piccolo particolare. Adesso siamo chiusi qui mentre di sotto ci sfondano casa. Perfetto. 

"è inutile che ci provi" resta lì seduto, che nervoso mi fa venire. 

"almeno io non me sto con le mani in mano. Tu che cavolo stavi facendo?" 

"stavo cercando di rimediare al problema" mi mostra la cassetta degli attrezzi li accanto. Sbuffa e da un calcio al lavello. 

"dammi il tuo cellulare" ordino. 

"tu non ce l'hai?" mi chiede mentre si fruga nella tasca dei jeans attillati e mi passa il suo. Mi viene in mente che non ci siamo mai scambiati i numeri. 

"non te lo chiedevo sennò.. Il mio è in camera.." Cerco in rubrica il numero di casa. 

"e sta bene lì.." borbotta. 

"che cosa me ne facevo del cellulare se sono in casa?" 

"se avessi ragionato come te adesso ci dovevamo calare dalla finestra.. " lo guardo male e porto il telefono all'orecchio. Spero risponda qualcuno. 

"pronto?" è Edwin 

"Edwin, sono Casey. Io e Derek siamo chiusi in bagno, vieni ad aiutarci ad aprire la porta" 

"e perché siete chiusi in bagno?" 

"ci siamo rimasti chiusi dentro scemo, la serratura è rotta.."lo sento parlare con qualcuno. Non mi ascolta nemmeno. È con Lizzie. 

"passami Lizzie" dico subito. Sento trafficare con il telefono. 

"Casey" 

"Lizzie, io e Derek siamo rimasti chiusi in bagno, venite a darci una mano.." sento protestare Edwin dall'altra parte. Non vuole uscire dalla stanza. 

"ma che cosa state dicendo? Non possiamo stare chiusi qui.." Derek mi guarda e mi strappa il telefono di mano. 

"passami Edwin" dice perentorio. 

"Edwin muovi il culo e vieni qui" dopo pochi secondi chiude la comunicazione e si rimette il cellulare in tasca. 

"stanno arrivando" mi lascio scivolare giù per la parete e mi siedo a terra, attenta che il vestito non mi scopra di più. Al piano di sotto sentiamo del frastuono e altri cocci rotti. Ci guardiamo ma non diciamo niente.

Edwin e Lizzie cercano di aprire la porta più volte, senza successo. È completamente bloccata. 

"dovremmo chiamare papà" La voce di Edwin arriva attutita dal suono della musica. 

"non ti azzardare. Ti prendo a calci" schiaffeggio il braccio di Derek, ma lui mi ignora. 

"è l'unico modo, o volete passare tutta la notte lì?" 

"chiama qualcuno accidenti a te" "neanche per sogno, i tuoi amici fanno paura" 

"cagasotto.." si passa una mano tra i capelli, nervoso. 

"e il tuo amico? Il tipo biondo?" gli ricordo. Mi mostra la schermata del suo cellulare con il nome "Sam" scritto sopra. 

"non risponde" 

"sentite, Edwin ha ragione dovremmo chiamarli.. E qui stanno distruggendo tutto" arriva un altro tonfo da sotto e Derek poggia la testa alla porta, tra gli asciugamani e gli accappatoi. È piuttosto buffa come visione, ma sconfitta mi risiedo per terra, con la schiena alla vasca. "

fate come vi pare" esordisce Derek, e si siede davanti a me, appoggiato al lavandino. Le nostre gambe si toccano. Attendiamo la nostra sentenza.

 

"sei proprio una stupida.. " continua a insultarmi e ad infastidirmi, e io ho sempre più voglia di stringergli le mani attorno al collo per strozzarlo. 

"se tu non avessi organizzato questa stupida festa, non eravamo in questa situazione" 

"la serratura sarebbe comunque rotta, stupida" 

"Ma non mi sarei mai presentata qui per parlarti e non avrei chiuso la porta come una cretina rimanendo chiusa qui con un altro cretino.. E smettila di chiamarmi così.." 

"ah quindi è per questo che eri venuta qui? Per parlarmi?" 

"piuttosto per insultarti. Ci stanno distruggendo casa lì sotto" 

"non è casa tua, perché ti agiti tanto..?" "falla finita con questa storia. Non è più solo casa tua, ci abito anch'io adesso.." inferocita mi volto e afferro un barattolo di bagnoschiuma, minacciandolo. Lui ride 

"che vorresti fare?" per tutta risposta premo forte la confezione piena e una goccia di prodotto arriva a macchiargli la maglietta immacolata. Lui la guarda, poi senza dire niente, torna a guardare me. 

"mettilo giù" dice paziente. Non ho intenzione di farlo. Adesso gliela faccio vedere io la festa. Lo schizzo di nuovo, ma lui si alza veloce e prende una confezione di shampoo, e mi colpisce in faccia, costringendomi a chiudere gli occhi. Gioca sporco. Finiamo per rotolarci a terra, impossibilitati a restare più in piedi per colpa del pavimento scivoloso. Alla fine sporchi e bagnati, Ci arrendiamo entrambi. Mi faccio riscivolare a terra e lui fa lo stesso. 

"è ufficiale: mi stai facendo impazzire." dico sciogliendo lo chignon che comincia a farmi male. "

non ci voleva poi così tanto" risponde e io rido. 

"devo ancora capire per quale motivo ti sei vestita così.." dice all'improvviso guardandomi con apparente indifferenza con la testa appoggiata all'indietro. 

"non posso vestirmi come mi pare, fammi capire.." 

"si, purché non implichi questo.." mi indica. "ti avevano già messo gli occhi addosso una mezza dozzina di idioti la sotto" sbuffa. 

"e quale sarebbe il problema?" mi guarda e non risponde. Non lo capisco proprio. 

"e poi perché li chiami idioti? Non sono amici tuoi?" inizio a giocherellare con l'orlo del vestito. Poverino, è durato così poco. 

"non tutti" puntualizza. 

"sembra che la situazione ti sia sfuggita di mano grande capo" 

"fottuti" gli mostro la lingua e lui fa il gesto delle forbici. Mi viene da ridere di nuovo. Nonostante la situazione mi è tornato il buon umore. Mi diverte stare qui a parlare con lui, per quanto mi irriti.

Lo guardo e mi soffermo sui particolari, tanto per passare il tempo. La curva delle labbra, dove ogni volta che sorride gli si formano le fossette. Il taglio degli occhi verdi, un po' all'ingiù, che gli conferiscono un'espressione da bambino e il colore delle ciglia, uguale allo strano colore dei capelli. Mi chiedo se sia naturale. Le mani sono grandi e affusolate, le vene sono gonfie per la posizione in cui le tiene. La maglietta che indossa mette in risalto i muscoli del petto, e i pantaloni attillati rendono ancora più magre le sue gambe lunghe. Ora capisco perché gli vanno dietro così tante ragazze. È carino direi. E il suo comportamento strafottente è indiscutibilmente affascinante. Non so perché non ci ho mai fatto caso. Risalgo con lo sguardo al suo viso e lo trovo a fissarmi con un sopracciglio alzato. 

"vedi qualcosa che ti interessa?" arrossisco all'istante e mi metto sulla difensiva 

"no, ero sovrappensiero. Chi ti guarda" strofino tra loro le mani sudate. Lui si lecca le labbra e trattiene a stento una risata. 

"sei bizzarra" sorride. 

"senti chi parla.." non so bene cosa dire e rimango in silenzio. 

"tua madre com'era?" mi lascio sfuggire la domanda senza pensarci. La sua espressione cambia all'istante. Avrei voglia di darmi uno schiaffo in faccia. Lui si raddrizza un po'. 

"perché questa domanda?" Adesso è lui sulla difensiva. 

"curiosità.. " sembra pensarci su. 

"era una donna" 

"wow, come sei esaustivo" 

"non ho voglia di parlare di mia madre.." lo immaginavo, non so nemmeno perché gliel'ho chiesto. 

"era molto bella.." alzo lo sguardo, sorpresa. 

"non me la ricordo molto bene in verità. La mia testa deve aver rimosso tutto da quando se n'è andata, nonostante non fossi così piccolo.." resto in silenzio. 

"ma mi ricordo il profumo. La mattina prima di uscire si metteva il suo preferito e passava sempre sulle labbra il solito rossetto rosso..non ricordo molto altro..non so perché.." abbassa gli occhi e mi sembra quasi che si senta in colpa per ricordare così pochi particolari. 

"non sentirti in colpa per questo.." anche stavolta la mia bocca parla prima che io possa fermarla. Mi guarda, spiazzato. Poi riprende 

"non posso credere che ho fatto quello che ho fatto stasera.. Scusa" 

"aspetta, ti stai davvero scusando?" sono sconvolta. Sembra ripensarci. 

"no, perché dovrei?" ecco, si è rimangiato tutto. Io sospiro. 

"avevo promesso a mia mamma che sarebbe andato tutto bene" 

"si anche io l'avevo promesso a mio padre. Abbiamo deluso le loro aspettative"

 

Mio padre mi ammazzerà" Derek continua a ripeterlo, e con le mani fra i capelli cammina avanti e indietro nel piccolo bagno. 

"quanto pensi che sarà passato da quando l'hanno chiamato?" 

"controlla il telefono" gli suggerisco. 

"è quasi l'una.." 

"smettila di agitarti, ormai il danno è fatto" 

"la fai facile tu" all'improvviso sentiamo delle grida al piano di sotto e l'inconfondibile voce furente di George. Derek mi guarda e leggo il panico nei suoi occhi. 

"si, ti ucciderà.." mi fa un gestaccio e io mi allontano dalla porta. Di sicuro la sfonderà. Sentiamo dei forti tonfi sulla porta, che cede poco dopo, e la faccia paonazza di George appare sulla soglia. 

"ma che diavolo..giù di sotto.. Tutti e due" io e Derek ci guardiamo e a passo lento scendiano le scale. Mia madre è giù in salotto accanto alla porta, immobile. È delusa, soprattutto da me. 

"sedetevi" George ha ancora addosso la giacca, e come il figlio poco prima, cammina avanti e indietro davanti a noi, accovacciati sul divano. 

"come vi è saltato in mente?" 

"papà.." prova a parlare Derek, ma George non lo fa proseguire. 

"no, adesso stai zitto. Non ci posso credere.. Siamo stati via nemmeno 24 ore, e guarda cosa è successo..scommetto che l'idea è stata tua" punta uno sguardo di fuoco su Derek e io non riesco più a stare zitta. 

"è colpa mia, Derek non c'entra niente" guardo George, e lui mi fissa senza parole. 

"tu cosa?" interviene mia madre avvicinandosi.
Guardo Derek, tiene gli occhi bassi e le sopracciglia aggrottate, in attesa. Prendo fiato. 

"si, è stata mia l'idea della festa..volevo ambientarmi diciamo" dico titubante. 

"erano tutti compagni di scuola..più o meno" a questo punto George e mia madre sono senza parole, si guardano indecisi sul da farsi. Poi George riprende parola. 

"io avevo dato la responsabilità della casa a te.. Conoscendo Derek. Mi ero fidato" si rivolta verso mia madre come a chiedere consenso e continua. 

"bene, se le cose stanno così, direi che sei in punizione Casey. Adesso ripulisci tutto" sconcertato anche lui delle sue stesse parole, si avvia al piano di sopra, probabilmente a controllare Edwin e Lizzie. Immagino quante volte abbia già vissuto questa scena con Derek, e immagino ancora di più quanto gli sia dovuto sembrare strano dover mettere in punizione me, la figlia della sua nuova moglie, piuttosto che lui. Sono appena stata messa in punizione dal padre del mio fratellastro. Mi suona assurdo. Sono in punizione per la prima volta nella mia vita. 

"ne riparleremo" conclude mia madre seguendo George.
Derek resta in silenzio ancora qualche istante e poi parla. 

"Casey.." 

"no Derek.. Va bene così" 

"no che non va bene.. Ma mi hai sorpreso stasera" alzo lo sguardo e lo trovo
a sorridermi, e io non posso fare a meno di ricambiare. 

"perché l'hai fatto?" perché l'ho fatto? Non lo so bene, ma credo di essermi sentita come in dovere nei suoi confronti dopo che lui si era aperto con me, e... protettiva forse? 

"Davvero" esordisce all'improvviso 

"non posso credere che tu ti sia presa la colpa al posto mio" scoppia a ridere. Cosa? 

"buona fortuna" dice, e con la mano fa cadere intenzionalmente una ciotola di pop corn sul tavolino basso davanti al divano, poi sale di corsa le scale sparendo in camera sua. Cosa? E tutto quello che ci siamo detti in bagno poco fa? era una farsa? stava preparando il terreno per questo? La mia bocca è spalancata in un espressione di totale sconcerto.

Ci metto praticamente tutta la notte a sistemare, ormai sono le 5 del mattino e sono così stanca che mi si chiudono gli occhi da soli. Ma prima di andare a dormire devo assolutamente fare una cosa. Caro Derek ho tenuto da parte per te una bella sorpresa. Con l'ultima busta di spazzatura tra le mani mi avvio al piano di sopra e senza bussare, entro in camera sua. Lui è ancora sveglio, il cellulare tra le mani. Non gli lascio nemmeno il tempo di alzare lo sguardo, gli rovescio direttamente il grosso sacco nero in testa. Lui cerca di ripararsi inerme, e tra lattine di birra, bicchieri di plastica e pop corn, lo lascio lì ed esco sbattendo la porta soddisfatta.

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Capitolo 7
*** Mi piace infastidirti ***


Derek

"E questa cos'è?" mio padre mi sbatte davanti la faccia un foglio di carta bianca che ritrae la mia pessima andatura scolastica.
 

"Dimmelo tu" meglio fare il finto tonto.
 

"Falla finita. Non ti farai bocciare di nuovo" sbuffo e mi passa persino l'appetito.
 

"Di nuovo?" ci mancava solo lei. Casey è in castigo da circa una settimana, ma questo non gli impedisce di comportarsi da vera rompiscatole, come al solito. Si starà ancora vendicando della bastardata che gli ho fatto. La fa troppo lunga per i miei gusti.
 

"Sei già stato bocciato?" chiede scendendo le scale.
 

"Alle medie" grazie del supporto papà. Sospettavo ce l'avesse con me per la storia della festa, nonostante Casey si fosse presa la colpa al posto mio, ma ero sicuro che non gli credesse, che pensasse fossi io l'artefice di tutto. E invece..
 

"Wow.. Non avevo mai sentito di nessuno che fosse stato bocciato alle medie" ovviamente. Santarellina del cazzo. Mio padre si tamburella un dito sul mento.
 

"Casey tu lo aiuterai a studiare" ecco, fantastico. 

"c'è un esame che deve superare, ho già parlato con il preside. Se passa quello, non lo bocceranno, tanto l'anno è quasi finito. Lo farai vero? Vedila come un continuo della tua punizione" Casey è senza parole, e non la biasimo. Io invece vorrei solo sotterrarmi. Anche se non voglio ammetterlo, so di aver bisogno di un aiuto, e probabilmente non esiste nessun'altra persona più indicata di lei. Gli do una gomitata fra le costole. 

"Ahi..ehm si, ok" balbetta massaggiandosi. Che pappa molle. 

"Perfetto. Mi raccomando.. E tu impegnati" mio padre mi fulmina con lo sguardo, gira sui tacchi, e sparisce al piano di sotto, dove adesso c'è la camera da letto di mio padre e Nora. 

"Sei un supplizio Derek" sbotta Casey all'improvviso.
 

"Mi ci mancava solo questa" sbuffa. Io mi alzo in piedi, ma prima che possa dire o fare qualcosa, mi assesta una ginocchiata nelle parti basse, e mi sento mancare il respiro. "questo era per la gomitata. Adesso siamo pari" e se ne va senza aggiungere altro. Tutto quello che riesco a pensare a parte il dolore, è che non siamo pari per niente.

Casey

L'esame di letteratura. Maledizione, avevo già deciso che questa volta non avrei studiato. Sono stufa di tutti che continuano a prendermi in giro su quanto sia una secchiona. E poi non sono proprio in vena ultimamente. Dovrebbe forse preoccuparmi questa cosa, ma non trovo nemmeno la forza per quello. E comunque con ogni probabilità prenderò lo stesso un buon voto, sono così avanti col programma che potrei risparmiarmi di studiare per settimane. Ho deciso: Andrò da Derek e gli dirò di arrangiarsi da solo.

Derek

"Amico sono proprio nella merda" sono sdraiato sul letto, le braccia aperte, gli occhi chiusi. Sam è seduto sulla sedia davanti il computer e mi guarda pensieroso. Sembra preoccupato, non capisco cosa ci sia di tanto preoccupante, non c'è niente di peggio della situazione in cui mi trovo. 

"Cioè capito, mio padre ha anche costretto quella rompiscatole della mia sorellastra ad aiutarmi a studiare. Sarà la mia tutor, ci credi? Quanto pensi che durerò?" gli dico tentando di attirare la sua attenzione. Lui per tutta risposta incrocia le braccia al petto e abbasso lo sguardo, corrucciato.
 

"Sei più fortunato di quanto pensi" Mi tiro su a sedere.

"Che vuoi dire?"

"Insomma una hai un padre preoccupato per le tue sorti scolastiche, che invece di procurarti una vecchia professoressa coi baffi, ti lascia studiare con una bella ragazza" 

"Oh no, nonono" inizio ad agitare un dito in segno di disapprovazione
 

"No, ho capito dove vuoi andare a parare" la faccia di Sam assume l'espressione di un cucciolo ferito.
"Oh Sam perché tra tutte le ragazze che ci sono in giro a te deve piacere la mia sorellastra?" penso seriamente di star per mettermi a piangere.
 

"Non ho detto che mi piace" dice agitandosi sulla sedia.
 

"E comunque sei proprio uno stronzo, a te che te ne importerebbe? "
 

"Sei il mio migliore amico cazzo, lo sai quanto questa situazione mi stia stressando"
 

"E questo cosa centrerebbe con il fatto che io ci voglia provare con tua sorella?" mi blocco.
 

"Ci vuoi provare con lei?"
 

"No, cazzo" sospira rumorosamente. 

"Non intendevo questo. Non prendere tutto alla lettera" adesso è davvero a disagio.
 

"Dimmi che non ci proverai mai" mi alzo in piedi e mi fermo davanti a lui. Sam mi fissa serio e poi si alza anche lui. È parecchio più alto di me, e in questo momento mi sovrasta, ma non mi importa.
 

"Finiscila, non puoi sempre avere il controllo di tutto" mi sorpassa e fa per uscire dalla stanza, ma mi volto di scatto per urlargli contro
 

"E non è mia sorella cazzo" ma quando mi giro lei è li sulla soglia della porta. Sam è paonazzo.
 

"Ciao" la saluta con una mano. Dove siamo alle elementari?
 

"Scusate se vi ho disturbati" risponde Casey facendo un passo indietro. 

"Tanto stavo andando via, non ti preoccupare" Sam è davvero patetico, è chiaro come il sole che ha una cotta per lei. Ma quando è cominciato tutto questo?
 

"E invece ci disturbi" dico affiancandomi a Sam.
 

"MI disturbi" puntualizzo.
 

"Io e Sam non abbiamo ancora finito" 

"No Derek, io me ne vado" mi guarda lui arrabbiato. Lo afferro per un gomito. Che palle vicino a lui sembro un cazzo di ragazzino.
 

"No. Che volevi?" mi rivolgo a lei. 

"Niente, te lo posso dire anche più tardi"
 

"No, glielo puoi dire adesso, davvero io sto andando via" Sam si divincola velocemente dalla mia presa e sorpassa Casey, attento a non toccarla. Mi arrendo e lascio ricadere la mano inerte lungo il fianco. Lui fa un ultimo cenno di saluto e poi sparisce al piano di sotto.
Casey sembra confusa.
 

"Stavate parlando di me?"
 

"nessuno parla mai di te Casey, accettalo" mi volto esasperato dandole le spalle e risedendomi sul letto. Casey fa per andarsi a sedere dove pochi minuti prima si trovava Sam.
 

"Che fai?"
 

"Cosa?"
 

"Non puoi entrare in camera mia" dico come se la cosa fosse ovvia. Lei alza gli occhi al cielo.
 

"Questione di pochissimo tranquillo, nemmeno io ci tengo a restare qui dentro" e si guarda intorno disgustata. 

"Bhe e allora sbrigati" la incalzo. All'improvviso assume un'aria solenne.
 

"Ti volevo comunicare che non ho intenzione di aiutarti a studiare" merda.
 

"E me lo dici così?"
 

"E come te lo devo dire scusa?"
 

"Mio padre non ne sarà contento" non ci credo che sto giocando la carta del padre scontento.
 

"Parlerò io con George, tu di che ti preoccupi" chiaramente mi sta snobbando.
 

"Probabilmente così la tua punizione durerà almeno un altra settimana" 

"Davvero? Ma mi durerebbe comunque una settimana in più, l'esame è a fine mese"
"Appunto, che ti costa darmi una mano" cerco di restare sul diffidente, ma mi sta riuscendo al quanto difficile. La sto letteralmente pregando.
 

"Non può farmi una cosa del genere. Che c'è, ci ha preso gusto a mettermi in punizione?"
 

"Ha il sostegno di tua madre" dico sinceramente e lei s'indigna.
 

"Perché d'improvviso ce l'avete tutti con me?"
 

"Nessuno ce l'ha con te di proposito Casey, ti stai solo prendendo la punizione che mer"
 

"Non finire quella frase o giuro che ti butto giù dal letto" trattengo le risate e alzo le mani in segno di resa.
 

"Allora mi aiuterai?"
 

"ho altra scelta?" in effetti no, con me non c'è mai scelta.

Casey

"Concentrati per favore..e adesso ripeti" non ne posso più, è quasi una settimana che aiuto Derek a studiare, e lui non mi rende la cosa facile. È un pessimo alunno. Vorrei volentieri scaraventarlo dalla finestra.
 

"Non capisco questo punto" si blocca e mi ripassa il libro.
 

"Che punto?" è estenuante, e sono sicura che lo stia facendo apposta. Manca così poco all'esame finale, non può sprecare tutto il tempo e le energie che ci abbiamo messo. Inizia a dondolarsi sulla sedia girevole e si mette più comodo. Non gliene importa nulla.
 

"Non c'è niente da capire qui, devi ripetere e basta adesso. E poi te l'ho già spiegato un milione di volte" metto il libro da parte, esasperata.
 

"Sei una pessima insegnante" continua a cambiare discorso.

"Lo sai che tuo padre ti ammazzerà sul serio stavolta se ti farai bocciare di nuovo vero?" per tutta risposta, mi lancia una pallina di carta. Chiudo gli occhi istintivamente, e poi li riapro respirando a fondo, cercando di mantenere la calma.
 

"Sei di buon umore vedo"
 

"È che mi sto annoiando" altra pallina. 

"Mi stai rovinando tutto il quaderno. Smettila." gli sposto da sotto il naso tutta la mia roba, e la metto fuori dalla sua portata. Lui rovescia la testa all'indietro sullo schienale della sedia, e sospira.
 

"Sei così noiosa"
 

"E tu sei un'idiota"

"Non credi che per oggi abbiamo studiato abbastanza? Sono esausto" senti chi parla.

"Bene, allora fa come ti pare, vattene. Tanto che me ne importa a me" lui si rimette dritto e mi guarda.
 

"Sei seria?"
 

"Serissima" raduno le mie cose e mi distendo a pancia in giù sul letto, pronta a farmi gli affari miei. Lui scrolla le spalle.
 

"Bene, allora resterò qui a guardarti" ha davvero intenzione di restare qui a fissarmi? Con le gambe trascina la sedia con le rotelle fino al mio letto e con i gomiti si poggia sul materasso. Siamo faccia a faccia.
 

"Devi annoiarti proprio tanto" dico guardandolo di sottecchi. Lui continua a fissarmi e ora si è stampato un sorriso divertito sulle labbra.
 

"Non hai qualcosa da fare tipo.. con Sam?" si rabbuia e non risponde. Annuisco e cerco di concentrarmi sulle parole del libro che sto cercando di leggere. È difficile ignorarlo, a due centimetri dalla mia faccia.
 

"E tu non ti senti più con quella tua amica? Aspetta..Emily giusto?" Pensare a Emily che gli sbava dietro da anni, mentre lui a malapena ricorda il suo nome, mi fa montare la rabbia. Cerco di soffocarla.
 

"Sono in punizione ricordi?.. per colpa tua"
 

"Ahi" fa una smorfia.
 

"Che fai, rinfacci? Non sono stato io a costringerti a prenderti la colpa" ma che faccia tosta.
 

"Nemmeno un grazie ho sentito"
 

"È per questo che qualcuno fa una buona azione di solito? Per poi volersi sentir dire grazie? Avevo ragione a pensare che sei proprio una santarellina del caz.." gli lancio il libro in testa, e lui si tira indietro.
 

"Ehi, vuoi anche tirarmi un'altra ginocchiata nelle palle magari?"
 

"Te la sei meritata. E parla bene" lo rimprovero.
 

"Si mammina" borbotta e poi si rimette nella stessa posizione di prima. Mi costringo a ignoralo stavolta.
Dopo 10 minuti mi abituo quasi completamente alla sua presenza, a malapena alzo lo sguardo dal libro. Poi lui fa una cosa che mi spiazza. Una ciocca di capelli castani mi sfugge dalla crocchia che porto disordinatamente acconciata sulla testa, e ricade in avanti, a coprirmi il viso. Le sue dita svelte me la riportano dietro l'orecchio, poi ci ripensa e ci si mette a giocare. Mi sento confusa, e non azzardo ad alzare lo sguardo. Ma alla fine riesco a riprendere parola.
 

"Derek..che cosa stai facendo?" 

"Niente.." sembra sovrappensiero, il tono di voce diverso dal solito. 

"Niente?"

"Sto cercando di distrarti" e ci stai riuscendo. Faccio l'errore di alzare la testa e guardarlo, e rimango catturata dai suoi occhi. Mi fissa rilassato, completamente assorto mentre gioca con la mia ciocca di capelli fra le dita, una mano sotto il mento. Noto che le pupille sono dilatate, il verde brillante quasi del tutto inghiottito dal nero. Mi sento avvampare.
 

"Ehm.." non so che cosa dire. Mi tiro leggermente indietro e la ciocca gli scivola via dalle mani.
 

"Mi piace infastidirti" esordisce all'improvviso, e lo dice così piano che sembra più un pensiero espresso ad alta voce. Gli piace infastidirmi? Gli piace?

 

"Si, ho notato.." mi limito a dire.
 

"Ti piace Sam?" mi chiede subito dopo.
 

"Cosa? No, nemmeno lo conosco" ma che ha?
 

"Ti spiace se mi stendo?" lo fisso inebetita, e senza parlare mi alzo e gli lascio il letto, troppo sbalordita per ribattere. E poi da quando chiede il permesso per fare qualcosa. Lo guardo sdraiarsi e chiudere gli occhi. Metto delicatamente via le cose e mi sazio ancora per un po' di quell'immagine beata, poi prendo la sedia dove prima era seduto lui e la trascino fino alla scrivania, tornando a concentrarmi sul mio libro. 

"Com'era tuo padre?" mi volto di scatto e lo sorprendo di nuovo a fissarmi. Sono di nuovo senza parole. 

"Ehm.." fatico per trovare qualcosa di intelligente da dire.
 

".. Un vero stronzo.." gli strappo un sorriso. Ma poi torna serio, in attesa. 

"Paradossalmente come te non ricordo molto di lui.. I miei si sono separati due anni dopo la nascita di Lizzie. Lei non se lo ricorda affatto, ma io un po' si. E devo dire che quello che ricordo non mi piace" abbasso lo sguardo, improvvisamente triste. Lui continua a non dire niente, perciò proseguo.
 

"Ma ogni tanto ci chiama sai? Vuole recuperare il tempo perso dice.."
 

"E a te fa piacere?" domanda
 

"Si bhe, la trovo una stupidaggine in realtà..senza nemmeno vederci, cosa vuole ottenere? L'ultima volta che l'ho visto è stato quasi un anno fa.." sbuffo 

"Avrei preferito fosse morto a questo punto.." mi pento all'istante di averlo detto.

"Scusa, mi dispiace.." lui scrolla le spalle.

"Figurati" adesso sono imbarazzata. Mi rivolto verso la scrivania e smetto di parlare e di prestargli attenzione. Ma è impossibile.

"Senti, ma hai intenzione di restare qui tutta la not.." resto di sasso. Dorme. Si è davvero addormento sul mio letto. Indecisa sul da farsi, mi alzo silenziosamente dalla sedia e mi sposto verso il letto. Sta dormendo su un fianco, e sembra molto più piccolo in questo momento. C'è abbastanza spazio anche per me in verità, il letto è grande, quindi facendo attenzione, perché mi manca la forza di svegliarlo, e penso che l'imbarazzo che verrebbe dopo sarebbe peggio della situazione in cui ci troviamo adesso, mi sdraio anch'io. Adesso mi è molto più facile immaginare il bambino che guarda sua madre mettersi il rossetto rosso, uscire di casa e non tornare più. Chiudo gli occhi e mi addormento.

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Capitolo 8
*** L'esame ***


Quando riapro gli occhi è già mattina, ed è più presto del solito orario in cui sono abituata a svegliarmi. Ma soprattutto lui non c'è. Sono sollevata che si sia alzato prima di me. Almeno non siamo stati costretti a guardarci in faccia dopo la "nottata passata insieme", rabbrividisco al pensiero di quelle parole nella mia testa, che suonano così male. Mi alzo a sedere sul letto e mi stringo tra le braccia. Sono infreddolita, avendo dormito sopra le coperte. Prendo una delle mie felpe da casa appesa dietro la porta, la indosso, tiro su la zip e scendo al piano di sotto.
Lo trovo lì, con ancora i jeans larghi della sera prima addosso, e la felpa aperta sopra la maglietta nera dei Blink. È in cucina e si sta facendo un panino. Quando mi sente arrivare alza lo sguardo e si ferma. Sembra in imbarazzo. E lo sono anch'io, avrei preferito non trovarlo lì.

"Buongiorno" dico sedendomi su uno degli sgabelli al bancone della cucina.

"Buongiorno" risponde, ma non mi guarda. È concentrato sul suo panino.

"Che strano vederti sveglio così presto"

"E menomale che mi sono svegliato. Perché non l'hai fatto tu ieri sera? Mi sono addormentato come un cretino" adesso sembra scocciato, e continua a non guardarmi.

"Non lo so" mi tiro indietro sullo sgabello. "ero stanca e non avevo voglia di star li a discutere" incrocio le braccia al petto.

"Dovevi solo farmi scendere dal tuo letto non litigare" addenta il panino e finalmente mi guarda.

"Comunque, io mi preparo per andare a scuola. Ti serve un passaggio?" resto immobile a fissarlo, non pensavo me l'avrebbe chiesto. Sbatto le palpebre e rispondo di no. Anche lui sembra confuso dalle sue stesse parole. Fa un cenno con la testa e si avvia al piano di sopra in silenzio.

"Ah ricordati che stasera dobbiamo finire di studiare" gli ricordo.

"Si si" e sparisce in camera sua.

In classe non racconto ad Emily di quello che è successo. 1 perché non ritengo ci sia qualcosa di rilevante, 2 perché non vorrei che lei si facesse strane idee. Ma queste due opzioni sembrano così contrastanti tra di loro. Se penso che non ci sia nulla di rilevante perché ho paura di dirlo ad Emily? Ma chi voglio prendere in giro. Mi sento una stupida. Non deve più capitare, punto. Lui non è un fratellino come lo potrebbe essere Edwin, è diverso. Ma anche questo pensiero mi fa rivoltare lo stomaco. Perché lui dovrebbe essere diverso? Lui è mio fratello e basta. "fratellastro" mi ricorda la voce insistente e spocchiosa di Derek. Soffoco i pensieri e i ricordi, e torno ad ascoltare la lezione su Dostoevskij.

Dopo la scuola io e Emily decidiamo di ritornare nel centro commerciale dove avevamo comprato i vestiti la scorsa volta, tanto per farci un giro. Sono quasi due mesi ormai che sono nella nuova scuola, e ancora non mi sono iscritta al corso di danza. È ora che ricominci ad allenarmi. Emily ritorna a promettermi che se mi iscrivo al corso di danza, si iscriverà anche lei, ha sempre voluto provare ma non ha mai avuto il coraggio. Ma io non le credo molto. Rientro a casa per l'ora di cena e trovo già tutti a tavola, compreso Derek. Per la prima volta sono io quella in ritardo.

"Ben tornata Casey" mi accoglie George sempre gentile mentre si versa nel piatto la sua insalata di pollo.

"Casey tesoro, non sei proprio passata da casa oggi?" mi chiede mia madre.

"No, ero in giro con Emily" rispondo e mentre mi siedo do un bacio sulla testa di Lizzie. Edwin le lancia un pezzetto di pane. Quei due sono peggio di me e Derek. Mi azzardo a guardarlo e me ne pento. È chino sul suo piatto e sta mangiando come un animale. Sbuffo e mi servo a mia volta.

"Derek, Casey.. Come vanno gli studi? Domani hai l'esame figliolo"

"Eh già" fa lui alzando un sopracciglio. Poi ammicca verso di me. "e l'esito positivo dipende tutto dalle buone doti da maestrina di Casey" mi fa l'occhiolino e avvampo.

"N-non credo proprio. Se sei un cretino non è colpa mia" boccheggio.

"Sono d'accordo con Casey" mi indica George con una forchetta. "Derek non ci provare. Se ti farai bocciare la colpa sarà solo tua. E sarà te che metterò in punizione stavolta..per il resto della tua vita" Derek finge di rabbrividire e Marty ed Edwin ridono. Che famiglia di pazzi. Mangio in fretta, la serata sarà lunga.

 

"Ok, adesso guardiamo un film" per poco la mascella non mi cade a terra.

"No che non guardiamo un film, dobbiamo finire" sono ore che studiamo e adesso lui mi chiede di guardare un film? Lo studio deve avergli fatto proprio male.

"Per quanto mi riguarda abbiamo finito. Io mi sento pronto" alza le braccia fiducioso e si stiracchia. Poi va al lettore dvd.

"Che cosa mi proponi?"

"niente, non ho molto. Senti perché invece non vai in camera tua dato che abbiamo finito?" chiedo speranzosa.

"non ho niente di meglio da fare" risponde e continua a rovistare tra le mie cose. Certo, non ha niente di meglio da fare e quindi deve rompere a me? Cosa sono il suo giocattolo? Mi ritornano in mente i suoi occhi verdi a pochi centimetri da me, e le sue parole pronunciate meno di 24 ore fa. "mi piace infastidirti". Le mani mi sudano.
Alla fine finiamo per vedere un vecchio film che non piace a nessuno dei due e inevitabilmente i miei occhi iniziano a chiudersi prima che possa trovare la forza di cacciare Derek dalla stanza.

Ma la casa tutto ad un tratto si trasforma in un'unica stanza buia, ci sono ragazzi e ragazze che bevono e ballano scatenati, mentre la loro pelle riluce di sudore sotto le forti luci al neon, come in una discoteca. La musica troppo alta comincia a farmi venire presto mal di testa. Derek si materializza accanto a me proprio in quel momento e si mette a giocare con le mie ciocche di capelli.

"non vestirti più così. Non vedi come ti guardano tutti?" abbasso lo sguardo sul mio vestitito nero e arrossisco

"qui l'unico che mi guarda sei tu" gli strappo i capelli dalle dita.

"sei così bella stasera" si avvicina a me, e mi sento mancare.
Il campanello suona, e la porta si apre facendo entrare altri ragazzi già ubriachi.
 

"non dovremmo più fare entrare nessuno"
 

"mmmh" lui non sembra essersi accorto di niente, e riprende fra le dita i miei capelli sciolti.
Il campanello suona ancora, e in breve si trasforma in un trillo fastidioso e insistente. 

"fallo smettere" gli imploro, ma Derek non c'è più e improvvisamente la stanza buia si riempie della luce del sole.

La prima cosa che vedo quando apro gli occhi è la zazzera di capelli rossicci di Derek sul cuscino, accanto a me. Troppo vicino a me. Il suo braccio destro è poggiato sopra il mio ventre, gli occhi sono ancora chiusi e russa sommessamente. La sveglia suona imperterrita e all'improvviso realizzo tutto. Scatto a sedere.

"Cristo, ma che fai?"

Derek si massaggia il braccio dolorante e mi guarda imbronciato.

"ma non la senti la sveglia?"

"cosa? Che ore sono?" zittisce la sveglia con un gesto della mano e poi la fissa.

"le 7:45? Stai scherzando?" si alza e ricade goffamente sul materasso.

"cazzo.. Perché non mi hai svegliato? L'esame.."

"hai per caso bisogno della babysitter? Piuttosto perché ti sei di nuovo addormentato qui?"

"vuoi davvero parlare di questo adesso?" saltella sul posto e si infila una scarpa.

"cambiati almeno la maglietta"

"non ho tempo per questo" apre di schianto la porta e si precipita giù per le scale, io lo seguo a ruota. Non siamo in ritardo, di più.

Ho a malapena io il tempo di cambiarmi la maglietta. Derek invece è praticamente in pigiama. Lo vedo precipitarsi giù dalle scale e fuori dalla porta.

"Aspetta, mi serve un passaggio" gli corro dietro.

"E muoviti". Ci infiliamo in macchina e Derek parte subito. Arriviamo a scuola in 8 minuti d'orologio.

"Ok ti senti pronto? Ti ricordi tutto?" gli chiedo entrando dalla porta principale, con in mano uno dei libri di testo.

"si, mi ricordo tutto" risponde lui trafelato, e sembra sorpreso dalla cosa.

Lo invito a ripetere le cose fatte una settimana prima, quelle che con più probabilità potrebbe arrivare a dimenticare. A malapena mi rendo conto degli studenti che ci guardano stupiti, compresi Emily e Sam, mentre gli passiamo accanto nel corridoio persi nei nostri discorsi. Io con i capelli spettinati e Derek in pigiama. Ma non mi interessa molto in questo momento l'impressione che stiamo dando.

Arriviamo davanti l'aula del suo esame, lui mi guarda e poi entra in silenzio. Mi volto nella direzione opposta, ignorando anche Emily che mi chiama, e incrocio le dita sotto la giacca.

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Capitolo 9
*** La prima sbronza ***


Casey

Incredibilmente l'esame fu un successo. Derek non ci poteva credere, men che meno io. Anche se sotto sotto ci speravo, dopotutto ero stata la sua insegnante per una settimana, era scorretto nei miei confronti pensare che non ce l'avrebbe fatta. La mia punizione finì istantaneamente e io fui libera di ritornare alla mia vita di sempre.

Due giorni dopo Emily venne a trovarmi a casa, a detta sua con ottime notizie.

"Cas" esordì entrando trafelata dalla porta sul retro, mentre io facevo una delle mie lavatrici quotidiane.

"stasera c'è una festa da sballo in un locale. Ci viene praticamente tutta la scuola. Devi venire" queste erano le sue buone notizie. Nonostante la cosa mi allettasse un pò, avrei preferito restare a casa quella sera. Mi stavo preparando per l'audizione di ballo per entrare nel club della scuola.

"Mmh, non lo so Emily. Lunedì c'è l'audizione, vorrei esercitarmi. Sono un pò agitata" confesso.

"Ma che agitata, ti ho visto ballare. Sei bravissima"

"È da quando mi sono trasferita qui che non ballo più, ho proprio bisogno di esercizio" dico infilando altra roba nella lavatrice.
Emily sbuffa insoddisfatta.

In quel momento entra Derek. È sudato, i capelli appiccicati alla fronte. La giacchetta leggera aperta su una canotta scollata, un pallone sottobraccio. Emily è letteralmente a bocca aperta. Io lo guardo disgustata, la puzza di sudore arriva fino al mio naso fino.
Senza alzare gli occhi su di noi, prende un asciugamano sporco che avevo poggiato sull'asciugatrice e se lo passa sulla faccia per pulirsi. Adesso sono io quella con la bocca aperta. Per l'orrore.

"Fai schifo lo sai?" eslamo attirando la sua attenzione. Mi guarda e viene verso di me, ignorando completamente il saluto speranzoso di Emily, e mi strizza una guancia tra due dita, avvicinando il suo viso al mio.

"Tu dici?" Sorride beffardo. Esce dalla lavanderia e se ne va.

"Che odioso" ultimamente ha preso l'abitudine di toccarmi molto di più. Prima teneva le distanze, ma dopo che abbiamo dormito insieme si è preso spazi e confidenze a lui non consentiti. Probabilmente euforico della sua promozione, sembra essersi dimenticato del suo astio. Oppure si prende solo gioco di me, cosa molto più probabile.

"Odioso? Sei così fortunata" dice Emily con una smorfia sconsolata.

"Fortunata? Per aver ricevuto un buffetto da quello lì?" Rispondo indignata. Finisco di caricare la lavatrice, ma l'espressione di Emily mi impietosisce.

"A che ora c'è la festa?" Sospiro. I suoi occhi si riaccendono di entusiasmo.

Ne io ne Emily facciamo in tempo a comprare qualcosa di nuovo per quella sera, anche se non avrei potuto comunque permettermi niente, dato che meno di un mese fa avevo già speso tutta la mia paghetta per il famoso vestito nero usato per la festa in casa, e rovinato in meno di una serata.
Emily si propone di prestarmi uno dei suoi tanti vestiti, ma so già che non mi starebbe mai niente del suo guardaroba. Lei è molto più formosa di me. Quindi alla fine scelgo un semplice jeans nero e un vecchio top rosa, neanche troppo scollato. Vestiario non proprio adatto ad una festa, ma Emily mi ci abbina un suo decolté, e il gioco è fatto. Almeno sulle scarpe abbiamo lo stesso numero.
George e mia madre non hanno niente da ridire sulla festa. Sono convinti che avere vicini la responsabilissima Emily, basti a tenermi al sicuro. Pensiero più sbagliato non può esserci.
Derek non si è più fatto vedere, ma sono sicura che lo incontreremo alla festa. Non si farebbe mai scappare una cosa del genere.

La festa si svolge al centro di Toronto. Siamo quasi in estate, quindi la sera in giro per la città ci sono molte più persone del solito. Mi rendo conto appena scesa dalla macchina di Emily, che di sera non ero ancora mai uscita da quando mi sono trasferita, quasi 3 mesi fa.
All'entrata del locale, riconosco un sacco di volti della scuola, ma nessuno con cui ho mai parlato. Emily mi trascina frenetica per un braccio, mentre io zoppicante cerco di mantenermi in equilibrio sui suoi vertiginosi tacchi a spillo. La musica spaccatimpani all'interno del locale diventa quasi insopportabile, e mi tappo istintivamente le orecchie.

"Vado ad ordinare qualcosa da bere" Mi grida Emily cercando di sovrastare il volume della musica, ma devo farmi ripetere almeno un paio di volte quello che ha detto prima di afferrarlo davvero. Anche se non mi sembra una buona idea separarsi, mi avvio comunque alla ricerca di un posto a sedere. Quando all'improvviso vedo un braccio muoversi nella mia direzione. La bocca del ragazzo che sembra chiamarmi si muove, ma io ovviamente non riesco a distinguere alcun suono, se non quello che esce dalle casse del DJ, almeno non da quella distanza. Ma appena riesco ad avvicinarmi un pò di più, riconosco anche chi è. È Sam, il migliore amico di Derek, il solito cappello calato sui lunghi capelli biondi, e una camicia a quadri aperta su una t shirt da rockettaro. È vestito come al solito, e sembra felice di vedermi, anche se l'ultima volta mi era sembrato molto timido. Mi avvicino con un sorriso che si spegne non appena mi accorgo con chi è in compagnia. Derek ovviamente. È stravaccato sul divanetto di pelle nera, posizionato a cerchio intorno a un tavolino basso, le braccia aperte ad abbracciare il resto del piccolo divano. È vestito totalmente diverso dal look quasi trasandato di Sam. Giacca di pelle su una camicia nera, e il suo solito jeans attillato, anche quello nero. Un pipistrello malvagio venuto dalle profondità dell'inferno per rovinarmi l'esistenza. Non sembra contento nemmeno lui di vedermi. Mi fissa imbronciato, il viso basso e lo sguardo puntato su di me. Anche nel semibuio della sala riesco a cogliere il bagliore luminoso dei suoi occhi verdi, unico colore assieme ai suoi capelli rossicci in mezzo a tutto quel nero.

"Puoi sederti qui con noi se vuoi" mi invita Sam con il suo sorriso gentile. Dietro di lui Derek alza gli occhi al cielo. Sto per declinare quando accanto a me spunta Emily con due bicchieri colmi di un liquido rosato.

"Ma guarda chi c'è! Possiamo sederci ragazzi?" Emily mi molla il bicchiere in mano e senza aspettare risposta prende posto il più vicino possibile a Derek. Faccio un respiro profondo rassegnata. Mi siedo accanto a Sam, e gli faccio un sorriso mentre poso il bicchiere che ho in mano sul tavolino davanti a me.

"Oh no bella, quello lo devi bere" mi riprende prontamente Emily. Resto con una mano a mezz'aria.

"Ho possibilità di scelta?" Chiedo sarcastica.

"No. Lo devi almeno assaggiare. Costa un'occhio della testa. Anzi stasera ti voglio vedere ubriaca, ubriaca ti ho detto" sembra lei quella già ubriaca.

"Figurarsi se miss perfettina si ubriaca mescolandosi alla plebe" mi sfotte Derek senza togliermi gli occhi di dosso. Cerco di ignorarlo.

"Ti do una mano io se vuoi" si propone Sam prendendo il mio bicchiere dal tavolino. Gli sorrido di nuovo e poi rimaniamo tutti e due in un silenzio imbarazzante. Emily si schiarisce la voce.

"Ehi Derek, ti andrebbe di ballare?" Lui in risposta la guarda come un insetto appena entrato nel suo campo visivo. Ho voglia di dargli un pugno. Per fortuna a tamponare l'imbarazzo di Emily arriva un altro amico di Derek e Sam, che scopro essere il batterista della loro band. Pazzesco, Derek chitarrista in una band. Non sapevo neanche che suonasse la chitarra. Il nuovo arrivato Ralph, già mi conosce, ovviamente. Con la scenata all'assemblea di istituto, non c'è nessuno a scuola che non sappia che io e Derek siamo fratellastri. È simpatico, e un pò più espansivo di Sam e meno cafone di Derek, tanto che invita anche a ballare Emily. A Emily, già ubriaca da un pò, non sembra fare molta differenza, e accetta l'invito senza esitare, anche se so che avrebbe preferito Derek, ma lui sembra interessato a qualcos'altro, lo sguardo puntato alle mie spalle. Sam rimane tutto il tempo affianco a me.

"Però, è forte questo cocktail. Emily ci è andata giù pesante" dice ridendo di gusto.

"In effetti credo proprio che lascerò tutto a te il piacere di finirlo" sorrido di rimando, cedendogli il bicchiere, quella roba non fa proprio per me.

"E dimmi, che si dice dalle tue parti?"

"Dalle mie parti?"

"A casa Venturi-McDonald" esclama bevendo un altro sorso dalla cannuccia rosa.

"Ah" istintivamente guardo Derek. "Solite cose, è piuttosto noiosa la mia vita sai?! Casa studio, casa studio.."

"È noiosa se non ci sono io! Ringrazia il cielo che c'è un tipo come che ti ronza attorno, altrimenti ti saresti buttata dalla finestra del secondo piano" interviene Derek sornione.

"Eh si, sono davvero una ragazza fortunata perbacco." Lo prendo in giro.

"Fate sempre così? Non vi stancate mai?" Ride Sam sotto i baffi.

"Oh no Sam, non c'è cosa più divertente al mondo che tormentare questa qui. Scusate ma devo andare. È tutta tua amico." Dice scavalcando il divanetto e sparendo tra la folla.

"Ma Derek!" Sam cerca di richiamarlo invano. Siamo rimasti solo io e lui, e la cosa non va bene. Entrambi non siamo dei gran chiacchieroni, e siamo anche timidi. Non sappiamo cosa dire.

"Ehm, ti va se vado a prendere un altro coktail?" Mi chiede Sam impacciato.

"Se è per me no grazie, meglio se non bevo. E poi, non sono una gran bevitrice" cerco di sorridere. Ma che succede? Prima mi veniva così bene.

"Giusto..allora ti dispiace se vado io? Ah no però, non posso lasciarti qui. Derek mi ammazzerebbe probabilmen.."

"Oh no, Derek non farebbe nulla del genere" agito una mano davanti al viso. "Davvero vai, non c'è problema. Anzi penso che andrò a cercare Emily, sono un pò preoccupata" dico sinceramente.

"Va bene, ma stai attenta. Non sembri molto stabile su quei tacchi"

"In effetti no" mi viene da ridere. Lui mi aiuta ad alzarmi.

"Ok, penso che andrò a cercarla in bagno"

"Bene, allora ci ritroviamo qui tra 10 minuti"

L'immensa sala da ballo è gremita di gente, e io non ho idea di dove siano i bagni. Dopo aver girato in tondo per più di 5 minuti, alla fine noto una lunga fila di ragazze in attesa, e senza troppi dubbi mi dirigo in quella direzione. Per fortuna la fila per i bagni scorre abbastanza velocemente, ma ormai sono passati più di 10 minuti e Sam mi starà aspettando. Spero che Emily sia qui, anche se nel frattempo mi accorgo di dover usufruire anche io del bagno. Quando finalmente tocca quasi a me, una delle ragazza esce scocciata sventolando le mani bagnate al vento.

"Ve lo dico, una delle cabine è occupata da due imbecilli. Ma dov'è la sicurezza?" Mi tiro indietro, cercando di evitare le sue mani gocciolanti, e poi finalmente entro anch'io.
Emily non sembra essere nella zona dove si trovano i lavandini. Spero di non trovarla in uno dei gabinetti a vomitare prima di mezzanotte. Busso a tutte le porte per trovarne uno libero. Quando busso all'ultima porta e quella si sposta leggermente indietro, sono sicura finalmente di aver trovato una cabina disponibile, ma nel spalancarla resto di sasso. Il profilo perfetto di Derek è appiccicato alla faccia di una ragazza. Sono abbracciati, e legati da un bacio lento e passionale, una gamba di lei tenuta in alto dal braccio di Derek. La sua giacca di pelle a terra sul pavimento lurido. Mi si contorcono le budella in una strana sensazione. Ma la mia bocca si spalanca totalmente quando mi rendo conto di conoscere fin troppo bene la ragazza avvinghiata al mio fratellastro. È Victoria, la mia perfida cugina carnale. Sbatto le palpebre un paio di volte prima di riuscire a parlare.

"Derek!" Esclamo indignata. La bocca di lui si stacca velocemente da quella di lei, rivelando le labbra rosse e gli occhi lucidi. Lei mi guarda come se nemmeno mi conoscesse, e senza vergogna rimane artigliata con le mani nei capelli scompigliati di lui.

"E tu che ci fai qui?" Chiede Derek sciogliendo l'abbraccio. Lei si imbroncia. Io sto per avere una crisi di nervi.

"Questo è un bagno pubblico! E per di più è il bagno delle donne. E quella lì è mia cugina." Dico puntandogli un dito contro.

La faccia di Derek assume una delle espressioni più divertenti che abbia mai visto, e avrei riso se non mi trovassi io in quella situazione.

"Tua cugina?" La guarda. Lei incrocia le braccia al petto e mi guarda con quella sua espressione antipatica, che riserva solo a me.

"Ciao Casey" ghigna. Piccola strega.

"Che ci fai qui?" Domando sbalordita.

"Che ci fai tu qui" ribatte. "Non mi pare questo sia un posto adatto a te, ragazzina"

Dall'espressione del mio viso Derek deve capire che sto per saltargli addosso, così mette le mani avanti.

"Va bene, va bene. Adesso calma voi due"

"Calma un corno" digrigno tra i denti.

"E comunque Casey dovremmo spiegare almeno a tua cugina il tuo scortese comportamento nei suoi confronti. Potrebbe fraintendere. Così sembri solo gelosa" adesso ci si mette anche lui a sfottermi.

"So già chi sei" esclama Victoria superba rivolta a lui. Io e Derek la guardiamo.

"Carino il tuo nuovo fratello Casey" mi strizza l'occhio. Io sono sempre più confusa. Lei non è nemmeno di queste parti, e non frequenta la nostra scuola. Che ci fa qui?

"Comunque, è stato un piacere tesoro. Ci vediamo presto" dice mandando un bacio a Derek uscendo dal bagno, e facendo attenzione a non toccarmi passandomi vicino. Ci vediamo presto? In che senso? Quando sparisce oltre la porta torno a guardare quel demonio di Derek.

"Sei incommentabile!" Se si potesse, avrei sputato fumo dalle orecchie.

"Casey non lo sapevo che era tua cugina"

Lo sento inseguirmi tra la folla e le scarpe iniziano a farmi male. Le sfilo presa dalla rabbia, rimanendo scalza. Ritorno al punto di incontro e lì ritrovo Sam insieme a Emily e Ralph. Grazie al cielo. Mi siedo rapida accanto ad Emily, spostando di proposito Ralph.

"Ma perché sei scalza?" Mi chiede Emily. Sembra più lucida di poco fa.

"E tu dov'eri finita?" Chiedo arrabbiata.

"Dopo aver ballato sono dovuta uscire a prendere un pò d'aria. Ralph mi ha accompagnato" Emily mi guarda sinceramente confusa, non capisce il mio cambio d'umore. Ma poi arriva Derek.

"Oh eccoti qui!" Esclama affannato

"Toglietemi quel maniaco da davanti" dico aggrappandomi stretta al braccio di Emily.

"Perché saresti un maniaco?" Chiede Ralph confuso quanto Emily.

"Derek, le hai fatto qualcosa?" Interviene Sam alzandosi in piedi.

"Oddio Sam, no. Che ti dice la testa?" Adesso è Derek quello che sembra sul punto di esplodere.

"E tu falla finita di farla tanto tragica" mi punta un dito contro e io infilo le unghie nella carne del braccio di Emily.

"Ahiiii"

"Ok ragazzi va bene, stiamo tutti calmi. Che dite di farci un ultimo giro e poi ce ne andiamo?" Propone Ralph

"No. Io voglio restare. Non mi sono divertita per niente" esclamo lasciando tutti di stucco, uno sguardo di fuoco puntato su Derek.

"E propongo una sfida..tra me e Derek: vediamo chi riesce a reggere più bicchieri di shot senza ubriacarsi" dico convinta delle mie parole.

"Stai scherzando?" Derek è incredulo.

"Casey non credo sia il caso.." si intromette Emily.

"E invece si!" Mi rendo conto di impuntarmi come una bambina, ma in questo momento non mi interessa.

"Non ne reggerai nemmeno uno" dice Derek

"No. Faremo questa cosa. Non puoi averla sempre vinta tu. Non puoi avere sempre tutto, anche quello che non ti spetta. Hai stufato". Gli grido contro.

"Aaah, è una cosa sul personale. L'hai presa male" mi prende in giro. Gli altri non capiscono

"Stai zitto. Sam vacci a ordinare più shot possibili" gli occhi di Sam sembrano due palle da biliardo per quanto sono fuori dalle orbite, ma fa come gli dico. Non riesce a dire di no a questa nuova autoritaria Casey.
Un cameriere poco dopo torna con una ventina di shot, pieni di un liquido ambrato e dall'odore del solvente per le unghie. Il mio stomaco brontola contrariato.
Con mia grande sorpresa l'alcool contenuto nei piccoli bicchierini, scivola giù per la mia gola più facilmente di quello che pensavo, e ben presto anche l'intenso bruciore nel petto diventa sempre più familiare e sopportabile. Non mi accorgo di essere arrivata al limite, fin quando le luci stroboscopiche non iniziano a sembrarmi più di una.

"Ehi ragazzi, guardate i suoi occhi" mi vedo la faccia di Sam a pochi centimetri dalla mia.

"Ma non ne ha bevuti nemmeno 10" sento esclamare da un altra voce maschile, ma non riesco a capire se è stato Derek o Ralph a parlare, perché io sono già in piedi sul divano di pelle nera, mentre scavalco scalza per raggiungere la pista.

"Chi la va a riprendere?" Adesso distinguo una voce femminile, ma è difficile cogliere altro tra tutto quel trambusto di suoni e corpi che si scontrano l'uno con l'altro.
Mi sento libera. La musica mi scorre dentro come non faceva da tempo ormai, e inizio a dimenare i fianchi più velocemente, fin quando non mi accorgo di due braccia che mi stringono e due mani che mi accarezzano la pancia nuda..e poi una protuberanza all'altezza del mio sedere..

"Gira al largo bello, lei sta con me" riconosco la voce. fastidiosa, ma fin troppo famigliare. Le mani calde mi scivolano via dai fianchi.

"Sei un bugiardo. Noi non stiamo insieme" gli dico buttandogli le braccia al collo.

"Lo so Casey, è un modo di dire. Sono Derek" so perfettamente chi è.

"Adesso ti porto a casa" scioglie la mia presa attorno al suo collo e mi solleva di peso, e io mi ritrovo a ciondolare fra le sue braccia. Chiudo per un istante gli occhi e all'improvviso mi ritrovo all'aria aperta. Rabbrividisco.

"Fa freddo adesso. Non aveva con sé una giacca?"

"No" riconosco la voce di Emily. Tengo ancora gli occhi chiusi.

"Brutta stupida" lo sento borbottare, e io in risposta inizio a scalciare e a lamentarmi senza un senso logico. Non so esattamente cosa sto facendo.

"Allora la lascio a te. Io accompagno Sam e Ralph, non è un problema" sento parlare ancora Emily.

"Ok grazie. Ci vediamo ragazzi" sento il saluto di Emily e Ralph, ma non quello di Sam e mi immagino la sua espressione triste e delusa. Probabilmente avrebbe voluto parlare di più con me. Mi sento in colpa e credo di piacergli.
La camminata sostenuta di Derek mi riporta un pò di lucidità e il mio stomaco sussulta.

"Derek" riesco a gracchiare.

"Siamo quasi arrivati alla macchina"

"Fammi scendere, posso camminare"

"Non credo. Eccoci comunque" mi deposita delicatamente accanto allo sportello del passeggero e poi mi aiuta a salirci. Lo sportello si chiude. L'abitacolo è colmo del profumo di Derek, lo inspiro e mi attenua un pò la nausea. Sale anche lui e avvia il motore, ma nemmeno a metà strada la mia vescica è vicina al limite, ricordandomi che è tutta la sera non vado in bagno.

"Derek fermati" mi agito sul sedile.

"Che c'è? Devi vomitare?" Ovviamente immagino che lui si preoccupi che io non gli vomiti in macchina.

"Mmh no, devo fare pipì" ammetto mordendomi la lingua e cercando di restare concentrata per non farmela addosso. Lui trova subito una piazzola dove accostarsi. Apro lo sportello e a testa china cerco di uscire.

"Sbrigati" mi incita. Ma il mio stomaco fa una capriola quando cerco di alzarmi e la nausea torna prepotente.

"Credo di aver bisogno di aiuto" dico mettendo la testa fra le gambe. Non ho mai provato tanta nausea e tanto bruciore allo stomaco in vita mia.
Sento Derek sbuffare, ma precipitarsi comunque velocemente accanto a me.

"Ti aiuto ad alzar.." quando le sue mani mi toccano provando a sollevarmi, non mi trattengo più, e vomito sui suoi immacolati anfibi neri.

"Ma cazzo!" si sposta, ma troppo tardi. E fra rivoli di vomito e saliva riesco a pensare 'ben ti sta!, mentre lui continua ad imprecare.

"Tra l'altro ti sei vomitata anche sui tuoi di piedi. Ma non ce l'hai le scarpe?" Mi sento molto meglio, tanto che riesco a sollevare la testa verso di lui.

"Mi vuoi dire che non ci avevi fatto caso? Le scarpe erano di Emily comunque"

"E che vuol dire? Non te le poteva lasciare?"

"Le scarpe sinceramente erano l'ultima cosa a cui stavo pensando"

"Tu no. Ma lei si"

"Non avrei potuto comunque camminare in queste condizioni su quei trampoli" Derek si gratta la testa esasperato.

"Bhe, datti una mossa comunque. Vorrei tornare a casa" all'improvviso mi sento molto più lucida, l'aria fresca della notte mi deve aver fatto bene. Ma la lucidità porta con se il ricordo del rancore e della rabbia per questa testa di carota.

"Tu" lo guardo. Derek si ferma a guardarmi con le mani sui fianchi.

"Tu. Hai baciato mia cugina. Perché sei sempre in mezzo? Cosa vuoi dalla mia vita?" Inizio a urlargli contro. Forse non sono ancora del tutto lucida. Ma utilizzo questo slancio di follia e impeto che mi dona l'effetto dell'alcol ancora in circolo nel mio corpo, per sfogarmi per bene. Magari l'indomani avrei potuto far finta di essermi dimenticata tutto.

"Come puoi rendermi la vita così impossibile? Che poteri hai? Demonio!" Inizio a lanciargli dei sassolini abbandonati li per terra.

"Ma non lo sapevo che era tua cugina. Che cazzo, fermati" cerca di ripararsi con le braccia.

"E poi che problema c'è?"

"Io la odio" altro sassolino.

"Tu sei pazza!" Mi grida lui di rimando.

Poco dopo però, sento le forze abbandonarmi. Sono stanca, ma riesco comunque a trascinarmi esausta e sconfitta dietro un cespuglio per liberarmi, e subito dopo rimonto in macchina con un Derek imbronciato. La puzza di vomito è così intensa che siamo costretti a viaggiare per il resto del tragitto con i finestrini aperti. Gli occhi mi si chiudono da soli e dopo quello che mi sembra un istante, siamo già parcheggiati sotto casa. Non ho nemmeno le forze per alzarmi dal sedile, dove lo troverò il coraggio di farmi una doccia?
Provo a stropicciarmi gli occhi per cercare di riprendermi, ma le braccia sottili ma ferme di Derek mi sollevano di nuovo senza sforzo e mi portano via.
La casa è buia e silenziosa, mentre Derek mi conduce al piano di sopra riesco a leggere l'ora del pendolo vicino l'ingresso. Sono le 02:00 del mattino. È la prima volta che faccio così tardi. Sono anche sorpresa dal fatto che non abbia trovato mia madre in piedi ad aspettarmi.
Derek mi posiziona davanti la porta del bagno.

"Io vado a farmi una doccia al piano di sotto. Buonanotte" si gira senza aggiungere altro e fa per andarsene.

"Ehi Derek" lo richiamo.

"Che c'è?" Mi guarda.

"Comunque grazie"

"Sei bipolare? Meno di 20 minuti fa mi stavi lanciando dei sassi"

"Sassi? quali sassi?" Mi fingo spaventata.

"Fottiti" si rigira e riscende le scale.

"A te l'alcool fa proprio male" lo sento borbottare. Mi viene da ridere, ma poi mi ricordo che sono ancora arrabbiata con lui. A volte sembra quasi difficile riuscire a tenergli il muso per troppo tempo. Forse ha ragione lui, l'alcool mi fa male, e come prima esperienza direi che mi basta e avanza.

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Capitolo 10
*** Una certa somiglianza ***


Casey

La mattina dopo ho quasi paura ad aprire gli occhi. Non ho idea di come mi sentirò dopo la prima sbronza della mia vita. Ma poi mia madre bussa alla porta e sono costretta a tirarmi su a sedere per evitare di farmi beccare ancora assonnata. Sono le 10:00 del mattino, di solito non mi sveglio mai così tardi, neppure di domenica.

"Casey? Ma stai dormendo?" Mia madre bussa velocemente per poi aprire la porta, e resta bloccata sulla soglia con una strana espressione in faccia. Devo avere un pessimo aspetto.

"Ma che ti è successo? A che ora sei tornata a casa ieri sera?" Inizia mettendosi le mani sui fianchi.

"Non abbiamo fatto tanto tardi" mento, cercando di non guardarla. Mia madre resta in silenzio per un attimo.

"Aspetta, hai bevuto?" Fa incredula.

"No...Cioè si" ammetto sconfitta dall'evidenza. Ho bisogno di un aspirina.

"Ma..E Emily dov'era?"

"Proprio lì con me" mi passo le dita sulle tempie.

"Non capisco.." mia madre è confusa. A quanto pare pensava davvero che con Emily sarei stata tra virgolette al sicuro. La cosa buffa è che lo sono stata più con Derek. Mi viene da ridere.

"Cosa ridi? Non uscirai più con quella ragazza"

"Mamma per favore, sei stata tu a pensare che Emily potesse essere una persona ragionevole. Hai fatto tutto da sola"

"Ragionevole. Hai detto la parola giusta. Comunque alzati, abbiamo degli ospiti" dice sbrigativa.

"Ospiti? A quest'ora? Di domenica?" Chiedo disperata.

"Non è l'alba Casey. Alzati dai" conclude il discorso ed esce dalla stanza.
Normalmente non avrei avuto problemi, ma oggi non credo di essere in grado di vedere nessuno. Mi sento uno zombie.
Provo lentamente ad alzarmi dal letto, e la testa comincia a pulsarmi forte, come se il cervello volesse espoldermi dalle orecchie.
Metto una mano davanti la bocca per paura di dover rivomitare. Fuori dalla porta c'è un gran vociare, e quando esco in corridoio sono tutti lì. Persino Derek, che esce dalla stanza nello stesso momento ha un aspetto migliore del mio. Dopotutto lui non si è ubriacato.

"Cos'è tutto questo casino?" Si gratta la testa arruffata.
Mia sorella Lizzie, seguita da Edwin e la piccola Marty, viene verso di me e mi chiede che cosa ho fatto. Io le faccio cenno di tacere. Ho paura che se parlassi non riuscirei più a trattenermi. Come posso avere ancora così tanta nausea?

"Nora, sono arrivate" annuncia George dal piano di sotto.

"Arrivo" grida di rimando mia madre.

"Ragazzi dai vestitevi e venite a salutare" ci incita mia madre.

"Ma chi è arrivato?" Chiede Derek

"Mia sorella Fiona e mia nipote, Victoria"

Derek spalanca gli occhi e ruota lentamente la testa verso di me. Io devo correre in bagno.

"Casey, ma dove vai?" Chiede mia madre. Non faccio nemmeno in tempo a chiudere la porta, arrivo giusto in tempo al wc per svuotarci dentro il resto dei miei succhi gastrici.

"Oh, quella ragazza" sento esclamare preoccupata mia madre.

"Ah ma eccovi, non dovevate disturbarvi a salire, saremmo scesi noi"

"Sono così eccitata Nora, non sto più nella pelle. Ma questi devono essere i ragazzi" riconosco la voce di mia zia Fiona, ma non capisco tutto questo suo entusiasmo. Di cosa sta parlando? Mi affretto a scaricare e a lavarmi i denti. Il fresco in bocca mi fa sentire subito meglio.

"Ecco Casey" mi annuncia mia madre.

"Ciao tesoro" mi bacia la zia affettuosa. L'occhio mi cade su Victoria alle sue spalle, che mi guarda con un espressione sarcastica in viso.

"Sfigata" sghignazza. Mi monta una rabbia indicibile. Lei è perfetta, nei suoi abiti firmati, e il suo trucco impeccabile di prima mattina. Come se non avesse passato metà della notte in bianco. Io inveve sono inguardabile. Con le occhiaie, in pigiama e i capelli arruffati. Per non parlare poi del mal di pancia. La odio. Lei e Derek sono le uniche persone al mondo capaci di farmi perdere davvero le staffe. Starebbero bene insieme.
Derek stranamente non fa battute, se ne sta in silenzio con le mani infilate nelle tasche del pigiama, mentre Edwin accanto a lui non smette di passare lo sguardo da me a Victoria.
A quanto pare la zia ha intenzione di risposarsi con il suo nuovo compagno Harry, e mia madre ha preso in mano l'organizzazione del matrimonio, che sarà molto semplice e con solo pochi e intimi invitati. Il tutto dovrà essere organizzato entro due settimane. Non ho idea di come mia madre ci riuscirà senza impazzire.
Con ancora lo stomaco sottosopra, mi dissocio completamente dalla conversazione che si sta svolgendo in cucina. Non ho nemmeno fame
Un pò per il mal di stomaco, un pò perché sono agitata per l'audizione di domani. Ho bisogno di esercitarmi, non posso stare dietro ai capricci di mia zia e alle battute acide di Victoria. Per fortuna se ne vanno poco dopo e io posso finalmente chiudermi in camera con la mia musica e i miei pensieri.

Derek

Odio la domenica. È il giorno più noioso della settimana, e allo stesso tempo il più stressante, perché l'indomani rinizia la scuola. Per fortuna siamo quasi in estate, e avrò un pò di tregua prima dell'ultimo anno.
Sam vuole venirmi a trovare. Ultimamente lo fa molto spesso, chissà per quale motivo. Mi viene in mente solo una persona.
Quando suona alla porta, poco dopo pranzo, sono seduto sulla mia poltrona a guardare la TV.

"Ehi bello" gli do una pacca sulla spalla.

"Com'è andata poi ieri sera?" Mi chiede entrando. Wow, ci ha messo meno di tre secondi per chiedermi di Casey.

"È mezza svenuta, mi ha vomitato addosso, e poi ha concluso lanciandomi dei sassi in mezzo alla strada" rispondo andando verso la cucina.

"Ti ha lanciato dei sassi addosso?" Mi chiede venendomi dietro, e dalla sua voce intuisco che è incredulo. Bhe, lo ero anch'io.

"Ma che gli hai fatto? O doveva essere ubriaca forte" ride.

"Ma l'hai vista ieri sera? Era a pezzi" mi verso un pò di succo d'arancia e poi lo passo anche a Sam.

"E comunque era arrabbiata perché mi ha visto baciare sua cugina" ammetto. A Sam va il succo di traverso.

"Che cosa?" Gracchia. Io contnuo a bere restando indifferente.

"C'era anche sua cugina alla festa?"

"Già"

"Immagino l'imbarazzo" Sam fa una smorfia.

"Più che altro lo sconcerto"

"Ce l'hai una foto?" Chiede curioso.

"No. Quando lo trovavo il tempo di fargli una foto?" Lo guardo male.

"Sei sempre il solito" abbassa la testa e la scuote, ridendo.

In quel momento in cucina appare Casey, in tuta e sudata, i capelli tirati su da una coda disordinata. Sam si raddrizza, serio e improvvisamente impacciato.

"Ciao Casey" Lei si blocca, e guarda prima Sam e poi me.

"Ciao Sam" lo saluta cauta. Si avvicina a noi e ci supera, andando verso il frigo e poi versandosi del latte in un bicchiere.

"Niente più nausea?" La stuzzico. "Non hai nemmeno pranzato vero?" Lei si gira e mi fulmina con lo sguardo.

"Non è aria Derek" risponde decisa.

"Che stai facendo?" Interviene Sam. Lei guarda il suo top corto e cerca di coprire un pò il suo ventre piatto.

"Mi sto esercitando. Domani ho l'audizione a scuola per entrare nel club di danza. Finalmente mi sono decisa"

"Tu balli?"chiede Sam sorpreso.

"Da quando sono piccola, ma era da un pò che avevo smesso. Non so se riuscirò ad entrare nel club" ammette timida

"Ma figurati, sarai bravissima. Posso venire a vederti domani?" Io e Casey lo guardiamo a bocca aperta.

"Ehm ecco, non so se si potrà assistere sinceramente" risponde a disagio, stringendo più forte il bicchiere.

"Io sapevo di si" risponde Sam entusiasta.

"Bhe..certo, se è possibile v-volentieri. Perché no?" È terribilmente a disagio adesso e solo io posso accorgermene. In questi mesi ho imparato un pò a conoscerla. Nel frattempo lei indietreggia incerta verso il salotto.

"Mi fa piacere" insiste Sam. Casey cerca di ricambiare, ma inciampa nei suoi stessi piedi e finisce con il culo per terra in un bagno di latte freddo. Io non resisto e la mia risata nasce spontanea, mentre Sam ovviamente da bravo cavaliere, corre ad aiutarla a rialzarsi.

"E tu saresti una ballerina?" Dico piegato in due dalle risate. Sam la tiene per i gomiti, ma lei si libera in fretta e scappa al piano di sopra senza dire una parola.

"Ehi e questo casino chi lo pulisce?" Riesco a gridare tra le risate.

"Sei davvero pessimo" Sam si gira verso di me arrabbiato.

"Oh dai, ma è uno spasso. Come si fa a non ridere?" Lui sospira esasperato, prendendo della carta da cucina per asciugare a terra.

"Lascia lascia, faccio io. È peggio di una ragazzina" dico inginocchiandomi a terra.

"È una ragazzina comunque. Anche io e te lo siamo"

"Come sei saggio Sam. Ma una cosa del genere me l'aspetto da sua sorella, o da mio fratello. E poi io mi sento più maturo della mia età" affermo superbo.

"Si come no" poi resta in silenzio per un pò. "Lei mi piace comunque"

Ancora piegato sulla macchia di latte alzo gli occhi al cielo.

"Lo so Sam" sospiro.

"Vorrei provarci con lei" si dondola sui talloni. Una cosa che fa spesso quando è in imbarazzo.

"Io propongo una cosa invece" vado verso il secchio e ci butto dentro la carta zuppa.

"Tu, mio migliore amico da sempre, non puoi avere il diritto di provarci con mia sorella"

"Ma stai scherzando? È comunque adesso è tua sorella? Lo è solo quando ti fa comodo?" Sam ha la brutta abitudine di arrabbiarsi subito. E' la classica testa calda, nonostante normalmente sembri così calmo e pacifico.

"Tu sei un pò troppo geloso di lei" Dice alla fine.

"Che cosa? Come potrei essere geloso di lei?" Sono senza parole.

"La verità è che la trovi interessante anche tu" mi dice a denti stretti. Io fatico a stare dietro a questo assurdo discorso.

"Da quando la conosci non fai altro che tenergli alla larga tutti i ragazzi"

"Da quando la conosco? Sam non la conosco affatto" mi viene subito da rimangiarmi questa bugia, perché so che non è così. Ma posso dire che il motivo è perché Casey è la persona più trasparente che mi sia mai capitato di conoscere.

"Stronzate" sbotta. Adesso mi sta facendo veramente incazzare.

"Vieni fuori coglioncello" lo trascino di prepotenza per un braccio fuori dalla porta di casa, e poi lo spingo giù per i gradini di pietra.

"Magari l'aria ti fa bene, stavi dicendo un sacco di cazzate!" Mi piazzo davanti la porta d'entrata con le mani in tasca, impedendogli di rientrare.

"Che c'è? Hai paura che qualcuno della tua famiglia possa sentirci? Che possa sentirci Casey?" Continua ad insistere.

"Ma perché adesso ti sei impuntato così?"

"Non mi sono impuntato, dico solo quello che penso"

"Bhe pensi male"

"E allora fammici provare, che ti importa? Tu adesso hai la tua nuova conquista. Sua cugina"

"La mia che? Assolutamente no. Doveva essere una cosa di una serata. Non mi interessa affatto"

"Come tutte infondo" borbotta Sam. Cala un silenzio pieno di rancore da parte di entrambi, soprattutto da parte sua. Poi lui all'improvviso gira sui tacchi e se ne va. È la conversione più assurda che io e Sam abbiamo mai avuto in tanti anni. Lo guardo andar via come un rinoceronte inferocito. Poi rivolgo lo sguardo a una delle finestre del secondo piano, quella che corrisponde alla camera di Casey. Io trovo Casey interessante? Di sicuro è diversa da tutte le ragazze che sono abituato ad avere intorno. Mi ha abbastanza scombinato la vita. Con le sue paranoie, la sua fissa per l'ordine, e il suo essere una completa rompipalle. Lei per me è miss perfettina. Non è nemmeno la mia sorellastra, non abbiamo legami di sangue, per me lei non è niente. Non ho nulla da spartire con lei.
Rientro in casa sbattendo la porta. E salgo al piano di sopra, chiudendomi in camera. Lei si starà ancora allenando, perché sento della lagnosissima musica provenire dalla sua camera. Prendo la mia chitarra e inizio a suonarla, ad occhi chiusi. Le mie dita volano veloci sulle corde, mentre io strimpello più forte che posso.

Casey

Sono nervosa per l'audizione. Non ho idea se la passerò, ma non penso di essermi allenata abbastanza. Emily è convinta di si, ma la traditrice mi ha abbandonato all'ultimo. Mi aveva detto che se mi fossi decisa a provare ad entrare nel club di ballo, mi avrebbe seguita anche lei.
E quindi adesso mi trovo da sola, qui in fila insieme a tutti gli altri aspiranti. Mi sento molto a disagio, e la cosa peggiore è che a quanto pare chi vuole potrà assistere. Emily la posso ancora sopportare, ma spero vivamente che non ci sia Sam. Probabilmente non riuscirei a muovere un piede, oppure cadrei a terra come un'idiota, replicando la pessima figura di ieri. Mi copro il viso con le mani al ricordo.
Quando è il mio turno di entrare nell'ampia stanza dal parquet chiaro, il mio sguardo non può far a meno di andare alle piccole gradinate in fondo alla stanza, riservate agli "spettatori", prima ancora di fissarsi sui due insegnanti in piedi davanti ai grandi specchi. Noto con sollievo che Sam non è lì, e invece vedo Emily farmi un caloroso sorriso di incoraggiamento. Mi sento molto più tranquilla. Ballo due pezzi in stile contemporaneo, un classico e altro di hip hop, quello in cui vado peggio. Ma tutto sommato vado bene e mi aggiudico l'ingresso nel club.

"Sei stata pazzesca" mi prende Emily sottobraccio all'uscita.

"Non esagerare.Tra l'altro ne potrò godere veramente poco di questo club. L'anno prossimo sarà l'ultimo e poi addio scuola. Un pò mi dispiace"

"A me per niente" ride Emily, e io insieme a lei.

"Aspetta, poso il cambio nell'armadietto" dico a Emily

"Vengo con te"

Quando arriviamo al mio armadietto noto da lontano Derek parlare con un altro ragazzo poco distante. E' di spalle e non ci ha viste. Emily ovviamente non si fa scappare l'occasione.

"Ehi Derek" strilla per tutto il corridoio. Lui si volta e la guarda e poi il suo sguardo si ferma su di me. Ha una strana espressione, e sembra come arrabbiato o pensieroso. Io ricambio lo sguardo confusa. Alla fine interrompe il contatto visivo e congeda velocemente il ragazzo prima di andarsene dalla parte opposta.
Emily sospira.

"Di nuovo non mi ha calcolato. Deve proprio odiarmi"

"Non sei tu il problema Emily. Lui odia tutti" sbatto l'armadietto irritata.

Derek

Il giorno del matrimonio è arrivato. Non ho per niente voglia di andarci, men che meno di indossare l'abito che ho su in questo momento. Il vestito del funerale di mia madre. Incredibilmente mi sta ancora, è solo un pò corto, ma non ho avuto ne tempo ne voglia di andare a cercare dell'altro.

"Non verrai davvero con quello?" Mio padre mi distrae passando davanti la porta della mia camera.

"Si" incrocio le braccia al petto sulla difensiva. Mio padre non sa cosa dire.

"E poi non è che avessi molta scelta. Sai non sono pieno di smoking nell'armadio"
Mio padre mi guarda meglio.

"Ti sta corto"

"È naturale. Sono sorpreso che ancora mi stia. Sono passati quasi 5 anni" mio padre sospira ancora in silenzio. Di solito è un uomo molto allegro e vivace, ma quando si parla della mamma sembra perdere tutta l'energia in corpo.

"Bhe comunque sbrigati. Sono tutti giù ad aspettarci"

"Sono pronto" dico uscendo dalla porta, e chiudendola.

Scendendo le scale, noto tutti davanti all'ingresso pronti ad uscire. Ma il mio sguardo si posa su Casey, vestita con un semplice abito lungo verde acqua, dal taglio a sirena. Lei non mi guarda, e tiene le mani in grembo. Nelle ultime due settimane non ho fatto altro che ignorarla, troppo irritato. Le parole di Sam mi scorrono ancora in testa. Lei è l'ultima persona che voglio vedere adesso.

"Stai bene Derek" mi sorride Nora. Mio fratello mi fa l'occhiolino. "Bene, andiamo. Sono agitata anche io. Sembra il mio secondo matrimonio" ride nervosa.

"Spero di no cara" la accompagna fuori mio padre gentile.

Per fortuna nel pulmino famigliare di mio padre non sono costretto a sedermi vicino a Casey, e con la scusa di far giocare Marty, mi metto con lei sulle ginocchia, nei posti infondo.

Nora ha fatto un buon lavoro con la sala per il ricevimento, considerando che aveva così poco tempo a disposizione.
Dopo il pranzo mi metto un pò in disparte, ma in meno di un secondo mi assale Victoria, la cugina di Casey.

"Ehi Derek" cinguetta. Ha un vestito troppo corto per essere la figlia della sposa.

"Ehi" la saluto senza entusiasmo.

"Allora, come va?"

"Non c'è male direi" dico annoiato. Lei deve averlo intuito perché mi si avvicina in modo da potermi parlare a voce bassa.

"Se vuoi possiamo divertirci un pò insieme" ammicca. Peccato, non sono proprio nel mood. In circostanze normali le avrei detto di si, ma per qualche strana ragione non ho voglia di stare nemmeno in sua compagnia. Lei sembra insoddisfatta, e fa una smorfia desolata.
Da uno dei tavoli davanti a noi si alza Casey e mentre risistema la sedia al suo posto, ci nota e resta a fissarci. Siamo ancora molto vicini, quindi probabilmente avrà interpretato male le nostre intenzioni, e gelida se ne va nella direzione opposta.

"Che stupida" dice Victoria, poi si volta di nuovo a guardarmi notando il gelo nei miei occhi, lo stesso di Casey, e con la lingua fra i denti si congeda.

"Allora ci si vede, Derek" appena anche lei esce dal mio campo visivo mi rilasso.

"Non avrei dovuto baciarla" borbotto fra me e me.

"Hai baciato Victoria?" Sobbalzo al suono della voce di mio fratello.

"Da quanto tempo sei lì, rompiscatole?"

"Da abbastanza" si accosta a me e a braccia conserte si mette a fissare pensieroso il punto che stavo fissando io poco fa.

"Devo dire però, che ho notato una certa somiglianza tra Casey e sua cugina" io resto di stucco.

"Tu no?" Mi stuzzica mio fratello. Ha preso tutto da me.

"Ovviamente non parlo di carattere" mi lascia li imbambolato a fissare il vuoto con le mani in tasca, e non posso far a meno di pensare che ha ragione.

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Capitolo 11
*** L'ultima estate da liceali pt1 ***


Derek

Sono imbambolato di fronte allo specchio del bagno. La somiglianza tra Casey e Victoria è lampante. Come ho fatto a non pensarci prima? È per quello che l'ho baciata? E quel che è peggio stavo per andarci anche fino in fondo, Cristo. Mi sciacquo il viso per la ventesina volta, ma stavolta non mi asciugo, lascio che le gocce scivolino giù, fino a bagnarmi il colletto della camicia.
Possibile che quello che ha detto Sam abbia un fondo di verità? Impossibile. Saprei se fosse così. Chi meglio di me può conoscere i miei sentimenti? Prendo un profondo respiro ed esco dal bagno, e nello stesso momento eccola lì, Casey. È appena uscita dal bagno delle donne, e ha la mia stessa espressione in volto. Ogni volta che la penso, ecco che me la ritrovo tra i piedi. Finirà per farmi impazzire.
D'improvviso la sua espressione si fa imbarazzata e cerca maldestramente di nascondere qualcosa del suo vestito, che ben presto le scivola via dalle mani e va a scoprire un'enorme spacco che le arriva fin sopra la coscia. Il colorito della mia faccia deve essere diventato come quello dei miei capelli, perché sento molto caldo adesso. Mi schiarisco in fretta la voce, ho bisogno di stemperare la tensione.

"Devi per caso fare uno stacchetto di ballo come sorpresa per i novelli sposi?"

"Non ridere" mi minaccia. 'E non guardarmi" cerca di coprirsi. Non vorrei ridere di lei, non in questo momento, ma le mie labbra si sollevano da sole e alla fine non resisto. Ma Casey inaspettatamente ride con me, e rassegnata lascia andare il pezzo di stoffa con cui cercava di coprirsi.

"Sei la persona più imbranata che io conosca" sorrido.

"Per questa volta devo darti ragione" io resto sorpreso. E tra noi cala di nuovo un silenzio imbarazzante. Ma senza preavviso lei ritorna a mettersi sulla difensiva.

"Non ti sta aspettando nessuno dentro?" Chiede imbronciata, e io so già a chi si riferisce.

"Gli ho dato buca" confesso mettendo le mani in tasca, lei si sofferma a guardare il mio smoking total black.

"Dopotutto a te dá fastidio no?

"E da quando Derek Venturi fa quello che gli si dice?" Io faccio spallucce.

"Probabilmente oggi non è giornata" dico calciando un sassolino. "Domani tornerò a tormentarti, tranquilla" le faccio l'occhiolino.

"Oh grazie" ride. "Non vedevo l'ora, comunque ti posso dire che quello smoking ti sta corto?" Mi indica, ridendo sotto i baffi. Io a testa bassa guardo l'orlo troppo corto dei miei pantaloni, che lascia scoprire le mie caviglie magre, e per un momento non so se rispondere. Ma poi alzo la testa con fierezza.

"Era il completo del fun.."

"Casey ma dov'eri finita? Mamma ti sta cercando" Lizzie arriva in quel momento, bloccando le mie parole, e forse è meglio così. La mia determinazione vacilla e calcio un altro sassolino, insoddisfatto.
Lizzie va a chiamare sua madre e insieme cercano di risolvere la questione vestito. Per fortuna a breve ce ne saremmo dovuti andare a casa. E mentre mi incammino verso la macchina, sotto un sole ancora cocente di maggio, alzo gli occhi al cielo pensando che non manca molto a quel giorno.

Casey

L'estate dei miei 17 anni è arrivata. Questi ultimi mesi sono stati i più strani e impegnativi della mia vita, ma sono contenta di aver superato l'ostacolo iniziale. E a settembre finalmente inizierà l'ultimo anno di scuola. Sono molto eccitata. Non essendo stata rimandata in nessuna materia, mi godo in tranquillità i giorni di sole, e nelle prime settimane di giugno io e Emily ce ne andiamo giù al lago. La mancanza del mare qui non si sente, tra chi passeggia, o corre sulla spiaggia con il proprio cane, a chi affitta una barca a vela e gioca a beach volley. Per non parlare delle diverse attività serali, tra spettacoli, concerti e cinema. L'estate più bella della mia vita sicuramente, grazie anche all'inesauribile entusiasmo di Emily, che mi trascina ovunque.
Derek non lo vedo molto, se non raramente durante le cene di famiglia. Lui è stato rimandato in ben tre materie, e tra i corsi di recupero e le prove del suo strampalato gruppo musicale senza cantante, lo vedo sempre meno, e in quei rari momenti mi accorgo di quanto sia diventato stranamente distaccato, quasi fuori dal mondo, mentre George lo trascina spesso in silenzio in una stanza. Mi stupisco anche del fatto che non mi abbia implorato di aiutarlo con le materie interessate.
Ma senza darci troppo peso, mi godo il primo mese d'estate senza intoppi.

È l'ultimo giorno del mese di giugno quando rientro a casa esausta.

"Oh Casey finalmente" mi viene incontro mia madre dalla cucina con uno strofinaccio in mano.

"Sbrigati a farti la doccia prima di cena"

"Tranquilla mamma, una doccia è proprio quello di cui ho bisogno, sono distrutta" dico posando la borsa a terra.

"Va bene, ma sbrigati..non vorrai fare come Derek"

"Non c'è neanche stasera?"

"Mmh non so.. George è andato a prenderlo alle prove. Lo sai no? Da quando ha saputo che stavolta rischia addirittura di non diplomarsi gli ha tolto la macchina"

"Già.." faccio una smorfia comprensiva, ma sotto sotto penso che se lo sia meritato. Odio gli scansafatiche.

"Bhe vado, prima di ritrovarmi addormentata qui"

"Se la smettessi di fare su e giù per la città con Emily magari.."

"Mi sto godendo la mia ultima estate da studentessa delle superiori" alzo il mento con finta fierezza, ridendo.

"Con moderazione però" alza un sopracciglio mia madre. Io rido di nuovo e mi fiondo in bagno, spogliandomi in fretta e furia di tutti i vestiti. Non sono più così stanca..solo felice. Mi lascio sfuggire un sospiro di sollievo quando l'acqua tiepida arriva a bagnarmi i capelli e il viso, facendomi sciogliere completamente sotto il getto. Mi insapono per bene ma resto lì immobile più del dovuto, anche dopo aver finito.
Quando finalmente mi decido ad uscire, chiudo l'acqua e sposto la tenda, allungandomi per prendere il mio accappatoio rosa, ma in quel momento la porta del bagno si spalanca e sotto i miei occhi increduli entra Derek a testa bassa e pensieroso.
Il mio urlo disumano deve averlo sentito perfino il vicino di fronte. Derek si tappa le orecchie e alza gli occhi, ma quando mi vede in piedi nuda nella vasca, con un lembo della tenda di plastica trasparente a coprirmi, noto l'indecisione nel suo sguardo, se nascondere gli occhi sotto le mani, piuttosto che le orecchie. Ma non lo fa. Non lo fa, maledizione.

"Esci" riesco a dire tra un urletto e l'altro. A breve mi scoppierà una coronaria.

"La porta non si chiude più?" Urla di rimando lui.

"Vuoi impuntarti su questo proprio adesso? Esci ho detto" dal piano di sotto sento le voci del resto dei miei familiari, probabilmente preoccupati che qualcuno stia cercando di uccidermi.

"Esco esco" si copre più forte le orecchie, ma prima di uscire mi lancia l'accappatoio e poi sparisce sbattendo la porta.
Odio avere un fratellastro della mia stessa età nel pieno dei suoi istinti maschili. Il mio cuore è un tamburo.

Derek

"Hai visto Casey nuda?"

"Edwin, smamma"

"Tu e lei non me la raccontate giusta. Tu non me la racconti giusta" mi accusa.
Lo guardo in una delle mie espressioni più corrucciate e sconcertate. Ho di meglio da fare che stare ad ascoltare le supposizioni strampalate di un dodicenne.

"Ripeto: smamma" lo spingo fuori dalla porta, senza neanche troppo garbo.

"Come sei difficile" si lamenta.

"Ma ricorda..mi dirai che avevo ragione" lo sento gridare da dietro la porta chiusa, mentre io sprofondo con la testa fra i cuscini. Ho cose più importanti a cui pensare.


"Derek" sobbalzo al suono della voce di mio padre, così vicino a me che ci metto un pò per metterlo a fuoco. Mi allontano io, stropicciando gli occhi e poi guardo fuori dalla finestra. È giorno.

"Ho dormito" esordisco sorpreso, come fosse una strana.

"Eh già. E sei di nuovo andato al letto senza cena" mio padre si tiene piegato alla mia altezza, ancora fastidiosamente vicino alla mia faccia.

"Papà, sto per caso facendo tardi ai corsi di recupero?" Chiedo scocciato.

"No. Oggi è primo luglio, è festa nazionale. Te ne sei dimenticato?" Ah. Già, me ne ero proprio dimenticato. Ma almeno cosi avrò un pò di tregua dai corsi estivi, anche se solo per un giorno. Poi mi viene in mente che..

"Ma allora perché cavolo mi hai svegliato?" Mi lamento, rimettendo il cuscino sulla faccia.

"Mi devi aiutare con la brace, e sta arrivando Sam. Hai dimenticato anche questo? Viene tutti gli anni" che gioia. Con Sam non va tanto bene ultimamente, e ci parliamo a malapena dopo l'ultima volta. È proprio ostinato. Nel dubbio controllo il telefono sul comodino, e in effetti c'è un suo messaggio. Dice che arriverà fra poco. Non me l'aspettavo.

"Comunque papà, se mi ero dimenticato che oggi era il primo luglio, come potevo ricordarmi che doveva arrivare anche Sam?"

"Sei polemico stamattina" mi fa notare lui.

"Comunque sta arrivando" sbuffo.

"Certo che si. C'è qualche problema?" Mio padre è sicuramente più felice di vederlo di me. Sam gli è sempre stato simpatico.

"No" mi arrendo, mettendomi a sedere.

"Bene, allora vatti a fare una doccia. Hai addirittura ancora le scarpe addosso" si raddrizza e fa per uscire, ma poi si riblocca.

"Ah, e approposito..io direi che dovresti chiedere scusa a Casey per l'incidente di ieri sera" mi guarda complice e richiude la porta alle sue spalle.
Oddio. Avevo dimenticato anche questo. Per un pò ero riuscito a dimenticare il corpo nudo della mia sorellastra di fronte a me, e con tutti i pensieri che mi frullano in testa in questo periodo, anche lei non ci voleva proprio.

Casey

"Sam" esclamo sorpresa vedendolo sulla porta di casa.

"Ehm ciao" tiene le mani in tasca, ed è timido come al solito.

"Ciao, cerchi Derek?"

"Ehm..diciamo così" abbassa gli occhi e sorride di qualcosa che io non capisco evidentemente. È imbarazzato e si guarda le convers consunte.

"Vengo tutti gli anni qui per la festa. Diciamo che è diventata una tradizione"

"Ah bene. Scusami entra pure, ti ho lasciato sulla porta" lo lascio passare.

"Ok bhe, io vado di là in cucina ad aiutare mia madre. Tu vai pure fuori in giardino. Derek penso scenderà a momenti" lo congedo in fretta. Non ho per niente voglia di vedere Derek, sono ancora imbarazzata come mai prima in vita mia. Ma so anche che non posso evitarlo per sempre, e soprattutto non oggi, che è una giornata in famiglia. Prendo un respiro profondo cercando di calmarmi. Dopotutto è praticamente mio fratello, che c'è di male? Possono capitare nelle famiglie certi inconvenienti. Ma chi voglia darla a bere..ringrazio il cielo che non era George. Derek era il minore dei mali in una situazione come quella, per quanto sempre imbarazzante.

È la prima volta che festeggio il primo luglio in famiglia. In una vera famiglia, per quanto strampalata. Lizzie è super felice di questa novità, e ho notato anche la bella affinità che si è venuta a creare con Edwin da un pò di tempo. Sono diventati inseparabili, per quanto bisticcino sempre e comunque. Loro si che si sanno comportare da fratelli.
Finisco di apparecchiare il tavolo fuori, e quando mi giro per rientrare dal retro vado a sbattere contro due pettorali. E chi può mai essere se non Derek? Il modo migliore per rivedersi dopo la scena irripetibile di ieri sera.

"Scusa" dico a testa bassa, sbrigandomi a rientrare.

"No, scusa tu" mi volto un pò confusa.

"Per ieri sera, intendo" specifica.

"Ah. Si grazie" mi rigiro e corro letteralmente in casa. Non capisco, avrei voluto così tanto che lui si scusasse e invece adesso non riesco a far altro che scappare. È molto più educato comunque, se una cosa del genere fosse successa 4 mesi fa mi avrebbe preso in giro fino alla morte. È anche vero che da un pò di tempo è parecchio strano. Non sembra nemmeno più lui.

Derek

Sam è già qui, seduto alla tavola apparecchiata alla perfezione da Casey. Le mani in grembo, lo sguardo perso chissà dove. Il classico pesce fuor d'acqua.

"Ehi" mi avvicino. Lui mi guarda e fa un cenno con la testa. Cosa è venuto a fare se non ha intenzione nemmeno di rivolgermi la parola?

"Non pensavo saresti venuto" dico mettendomi seduto accanto a lui.

"Nemmeno io. Ma poi mi sarebbe dispiaciuto per tuo padre"

"Ah ah" faccio finta di ridere e gli strappo un sorriso. Casey in quel momento torna verso il tavolo portando le bevande, che dispone in silenzio davanti a noi. Sam la guarda di sottecchi da sotto le ciglia, con il suo sguardo da cucciolo smarrito. È proprio una causa persa.

"Ti do la mia benedizione" sospiro, una volta che lei è rientrata in casa.

"Cosa?" Chiede Sam distolto dai suoi pensieri.

"Puoi fare quello che vuoi con Casey" lui è a bocca aperta.

"Dopotutto chi meglio del mio migliore amico potrebbe proteggerla.. se non mi fido di te, allora di chi mi dovrei fidare?"

"Sono sorpreso. Dov'è finito Derek Venturi?" Accenna un sorriso.

"Sono sorpreso anch'io. Sconvolto direi. Ma sappiamo tutti e due il perché di questo cambiamento. La mia momentanea perdita di determinazione la posso attribuire solamente a una cosa..finirà presto, non manca molto" guardo le mie mani intrecciate. Adesso sono io il pesce fuor d'acqua. Sam mi da una pacca sul ginocchio, comprensivo.
Questa parte di me non mi si addice proprio. Ho fatto tanto per costruirmi questo muro impenetrabile da gioie e sentimenti. Questa persona al momento non sono io.

Casey

Il pranzo va più che bene, la cucina da barbecue di George non è per niente male, il che mi stupisce. E mi stupisce ancora di più il fatto che io mi diverta. Sembriamo una famiglia come non lo siamo mai stati, e ci godiamo il bellissimo e rilassante sole di luglio. Dopo il pranzo mi tengo a debita distanza dal grosso ombrello che copre il tavolo, non voglio perdermi nemmeno una briciola si sole. Amo l'estate.
Sam non si è staccato un attimo da me, nemmeno quando alzandomi da tavola per sparecchiare sono tornata in casa per mettere i piatti sporchi nel lavandino. Mi parla del più del meno, e vuole sapere qualcosa di più su di me. La mia infanzia, la scuola che frequentavo prima, i miei amici, e poi quando arriviamo a quello che ci piace, come il gusto di gelato preferito, mi invita a prenderne uno con lui quel pomeriggio stesso. Sono piuttosto sorpresa, ma anche lusingata. Non ho mai ricevuto particolari attenzioni dal genere maschile in generale, forse per la mia inclinazione ad essere così rigida, poco sciolta, troppo concentrata su me stessa, e non perché io sia piena di me, ma per il semplice fatto che non avevo mai avuto occasioni come questa. Nonostante la mia poca esperienza, è palese anche ai miei occhi la vera intenzione di Sam. Lui è carino, ma non so se sarei pronta a una tale conoscenza. Sento già nella testa le vivaci proteste di Emily, e mi viene da ridere, ma questo mi da anche coraggio. In fondo perché no? Mi annuncia che la sera ci sarà anche un concerto in piazza, e rinvigorito dal mio consenso all'uscita, mi invita anche a quello. Verranno con noi anche Derek e Ralph. Sto quasi per chiamare Emily quando mi ricordo che lei è in famiglia tutto il giorno. Le racconterò della giornata domani, se ci sarà qualcosa da dire.

Decidiamo di uscire subito di casa, non prima però di essermi cambiata, mettendo addosso qualcosa di più decente della mia solita tuta da battaglia. Scelgo una semplice gonna di jeans e un top rosa che lascia scoprire un pò l'ombelico. Il tutto coronato da un sottile strato di lucidalabbra.
Dato che Sam non ha la macchina e Derek se l'é fatta togliere come un idiota, siamo costretti a camminare per circa 10 minuti prima che Ralph ci intercetti con la sua alla seconda fermata del bus da casa nostra. Ma il centro è così gremito di gente che è costretto a parcheggiare appena possibile, e ritorniamo a farcela a piedi, costeggiando il lago, per arrivare alla gelateria.
Non mi dispiace camminare, quello che mi dispiace è vedere Derek e Ralph proseguire davanti a noi, in un formato distacco, per lasciare me e Sam parlare in tranquillità. Mi irrito un pò, dopotutto siamo usciti per stare tutti insieme, ma poi mi viene in mente che probabilmente è stato proprio Sam a chiedere a Derek di lasciarci un pò di privacy. Mi stupisco che lui non abbia detto una parola.
Arrivati alla gelateria io prendo i miei soliti due gusti preferiti di tutto l'anno, anche se prettamente estivi. Melone e limone. Sam ride e Derek mi prende un pò in giro, ma poi si dilegua in fretta con Ralph, lasciandomi da sola con Sam. Allora avevo ragione..adesso è diventato un appuntamento vero e proprio. Sono un pò a disagio per questa improvvisata, ma Sam è molto bravo a mantenere alto il mio livello di attenzione con la conversazione, non facendomi preoccupare più di tanto della situazione. Deve avere molta esperienza sull'argomento, sicuramente più di me, che sembro proprio una bambina nonostante abbia quasi 18 anni. Vorrei proprio chiederglielo..

"Questo non è il tuo primo appuntamento vero?" Chiedo di punto in bianco. A lui cade un pò del gelato per terra.

"Perché, è un appuntamento questo?" Non lo è?

"Oh" è l'unica cosa che mi esce di bocca. Sono proprio un'imbranata.

"Ti ho solo chiesto se ti andava di uscire un pò con me, non pensavo lo interpretassi come un appuntamento. Se sapevo che era così, mi sarei vestito meglio" ride e invece che avere compassione per questa povera cretina che sono, sembra molto felice, quasi su di giri. Evidentemente non si aspettava reagissi così. Sinceramente nemmeno io.
Camminiamo ancora un pò, fino a che non inizia il concerto, intorno alle 20:30. Ci sediamo in disparte, sulla spiaggia. Sono contenta di aver messo le scarpe aperte, le tolgo subito e infilo i piedi sotto la sabbia ancora calda. La sensazione è bellissima e mi mancava tanto.

"Sai, anche noi abbiamo un piccolo concertino tra qualche settimana" Sam si sta rivelando un gran chiacchierone, non me l'aspettavo.

"Voi? Un concerto?" Davvero inaspettato.

"Si, ad agosto. Se riusciamo a trovare un cantante partecipiamo. Ci stiamo preparando per quello alle prove. Anche se.." si rabbuia tutto a un tratto.

"Anche se?" Lo incito. Mi guarda di sottecchi, indeciso se continuare a parlare o no.

"Derek" dice alla fine.

"Derek cosa?" Non capisco.

"No, niente" soffia via una risata e sospira, sicuramente per non far trapelare la sua preoccupazione per aver spifferato troppo.

"Se la fa sotto eh?" La butto sul ridere, e in effetti ho il risultato sperato. Lui ride, più tranquillo e sollevato. Qualcosa mi sfugge però, ma la lascio andare. Il concerto è appena iniziato.
La musica è pressoché tutta commerciale, il che mi stupisce e un pò mi delude. Mi aspettavo musica dal vivo, ma l'unico gruppo salito sul palco ci sarà rimasto al massimo 20 munuti scarsi.

"Ci dovevate essere voi lassù" faccio per dire. Sam ride di nuovo.

"Magari. E tu non ci hai mai visto suonare..siamo forti" il calore della sua voce, il suo sorriso largo, cominciano a diventare piacevoli ai miei occhi e alle mie orecchie.

"Mi farebbe piacere vedervi" dico sinceramente.

"Un giorno ti farò assistere. Promesso" posa una mano sulla mia, dolcemente, quasi a sfiorarla. Sono molto, molto imbarazzata. Ma non tolgo la mano.
Verso le 22:30 comincio a sentirmi stanca e quando glielo faccio notare, lui da vero galantuomo, mi aiuta ad alzarmi e si propone di accompagnarmi a casa, dato che il mio fratellastro è sparito da ore. Ma Sam sembra molto più felice così, per niente scocciato. L'unico problema è che ci aspetta una bella camminata, dato che non abbiamo la macchina.

"Non sarebbe meglio se richiamassimo Ralph? Anche perché dopo tu dovrai rifartela a piedi. Per non parlare del fatto che chissà a che ora ci arriviamo da me"

"Per me non è un problema camminare" dice stringendomi le dita, e la mia mano sparisce nel suo grande palmo. Finiamo per camminare mano nella mano, come una vera coppietta, ridendo e scherzando. Non mi sento più a disagio.
Poco prima della mezzanotte arriviamo di fronte alla porta di casa, e sono talmente stanca che rischio di addormentarmi lì sul vialetto. Sam se ne accorge.

"Devo portarti in braccio fino in camera?" Scherza.

"No grazie, penso di farcela" mi passo la mano che poco prima stringeva la sua, sulla fronte sudata.

"Bhe, allora buonanotte. Non ti voglio rubare altro tempo" parla con le mani in tasca, è ritornato timido ed impacciato. Lo preferisco di gran lunga quando fa il chiacchierone.

"Sono stata bene" ammetto.

"E aspetto di vedere se mantieni la tua promessa. Voglio vedervi suonare durante le prove, per la gioia di Derek" rido immaginando la sua espressione scocciata. Sam ride insieme a me, come se avesse pensato alla stessa cosa, poi il suo sorriso si spegne e diventa serio. I suoi occhi adesso mi sembrano più lucidi, un' espressione strana in volto, diversa da qualunque altra io sia abituata a vedere, e senza preavviso o possibilità di scelta, si piega su di me e mi bacia. Sono talmente scioccata che resto immobile, gli occhi spalancati sulle sue palpebre chiuse. D'un tratto anche le mie si chiudono, non so se per il sonno o per il trasporto. Sam dischiude leggermente le labbra e restiamo qualche altro istante così. Poi lui si allontana. Ho di nuovo gli occhi aperti, e lo fisso senza sapere bene cosa dire. Ho appena ricevuto il mio primo bacio.

"G-grazie" balbetto

"Prego" sghignazza lui. Lo saluto con una mano mentre salgo i gradini di pietra e per poco non inciampo.

"Buonanotte" mi affretto ad aprire la porta e a congedarmi, prima di combinare qualche disastro.
Appena entrata in casa sospiro esausta. Se pensavo che l'accaduto della sera prima con Derek avesse portato i battiti del mio cuore al limite, mi sbagliavo di grosso. Non ha niente a che vedere con le pulsazioni di questo momento. Sono stata baciata. Le mie labbra sono state a contatto con quelle di qualcun'altro. Non so nemmeno bene come dovrei sentirmi.
Vado verso la cucina per prendere un bicchiere d'acqua, ma sobbalzo accendendo la luce. Derek è seduto in silenzio su uno degli sgabelli, un bicchiere di latte freddo in mano.

"Gesù..stai diventando peggio di un pipistrello"

"Buonasera anche a te" fa lui laconico

"Che ti è successo? Dove sei stato?"

"In giro. Non volevo disturbare i piccioncini" allora lo sapeva. Inaspettatamente mi viene da sorridere. Lui se ne accorge.

"Piuttosto a te che è successo?! Sei troppo su di giri per i miei gusti"

"Niente, non sono affari tuoi" mi metto sulla difensiva, ma gli angoli della mia bocca continuano a fare su è giù da soli.

"Aaah..ho capito. Sam ha fatto centro" scende dallo sgabello.

"La piccolina ha ricevuto il suo primo bacio?" Mi stuzzica. Sono indignata, come può sapere che quello era il mio primo bacio? Ce l'ho per caso scritto in faccia? L'arte che ha questo ragazzo di farmi arrabbiare mai nessun'altro ce l'avrà in vita sua.

"Taci, e fatti gli affari tuoi ho detto" gli do le spalle, mi e passata anche la sete. Ma quando arrivo in camera non posso fare altro che continuare a sorridere. Ora so come ci si deve sentire in momenti come questi. Felici. Io sono felice.

ℝ𝕚𝕟𝕘𝕣𝕒𝕫𝕚𝕠 𝕝𝕒 𝕞𝕚𝕒 𝕔𝕒𝕣𝕒 𝕒𝕞𝕚𝕔𝕒 𝕀𝕝𝕒𝕣𝕚𝕒, 𝕡𝕖𝕣 𝕝𝕖 𝕤𝕦𝕖 𝕚𝕕𝕖𝕖 𝕡𝕣𝕖𝕤𝕖𝕟𝕥𝕚 𝕚𝕟 𝕢𝕦𝕖𝕤𝕥𝕠 𝕔𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝕖 𝕟𝕖𝕚 𝕡𝕣𝕠𝕤𝕤𝕚𝕞𝕚.
𝔾𝕣𝕒𝕫𝕚𝕖 𝕕𝕖𝕝 𝕤𝕠𝕤𝕥𝕖𝕘𝕟𝕠 𝕚𝕟 𝕢𝕦𝕖𝕤𝕥𝕒 𝕞𝕚𝕒 𝕡𝕣𝕚𝕞𝕒 𝕗𝕒𝕟𝕗𝕚𝕔𝕥𝕚𝕠𝕟, 𝕤𝕖𝕞𝕡𝕣𝕖 ❤

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Capitolo 12
*** L'ultima estate da liceali pt2 ***


Casey

"Sono così fiera di te" Emily non fa altro che ripeterlo. Le ho raccontato tutto quello che è successo, ed è estasiata quanto me. Ha voluto anche che la riportassi nella stessa gelateria. Ma stavolta invece di camminare, abbiamo deciso di accomodarci ai graziosi tavolini pastello posizionati all'esterno dell'attività.

"E com'è stato? Come ti senti adesso? Vi rivedrete?" Continua a bombandarmi di domande e io non so neanche da quale cominciare a rispondere.

"Bhe, penso proprio che ci rivedremo"

"Ma ti piace?" Mi chiede concitata.

"Se non mi piacesse non penso che mi sarei fatta baciare Emily" rido.

"Pff, sai quanti ne ho baciati io senza che mi piacessero davvero? Lo sai che il mio cuore appartiene solo a tuo fratello" si porta una mano al cuore teatralmente

"Il loro amico a quella festa per esempio. Com'è che si chiama? Ryan?"

"Hai baciato Ralph?" Chiedo stupita.

"Si, ma roba di poco conto" fa spalluce, indifferente

"È incredibile, e non mi dici niente. E allora io perché dovrei necessariamente dirti gli affari miei?"

"Oh non fare la melodrammatica adesso. E poi qui stiamo parlando del tuo primo bacio" mi dice con fare cospiratorio.

"Ma ti è piaciuto almeno? Non mi hai ancora risposto alla domanda più importante" continua senza darmi tregua.

"Credo di sì.. è stato strano" ammetto.

"In che senso strano? Non sarai mica..?"

"No" rido

"Penso di essere abbastanza convinta sui miei gusti sessuali"

"Abbastanza convinta" alza un dito su di me

"Non ne sei del tutto sicura"

"Io comunque penso che siamo tutti un pò bisessuali" adesso sono io a fare spallucce.

"McDonald..mi stupisci" si tira indietro sulla sedia Emily, fingendo un certo sconcerto. Io scoppio a ridere, buttando la testa indietro.

"Comunque sembri felice. Sei più serena e soprattutto rilassata" dice, e la trovo sincera. Però mi rendo conto di non aver davvero risposto alla sua domanda, e di non averci pensato, fino a questo momento. Mi è piaciuto? Direi di sì, altrimenti non sarei nemmeno così su di giri. E Sam mi piace? Lo trovo carino, ma è ancora presto per poter dire altro, ed è successo tutto così in fretta, che non so che pensare.
Proprio in quel momento, mi arriva un suo messaggio.

"È Sam" dico ad Emily. Lei per poco non mi strappa il telefono di mano.

"Che dice?"

"Aspetta. Dice se voglio andare a sentirli suonare, oggi hanno le prove nel garage di Ralph" sorrido. Ha voluto mantenere la promessa più in fretta del previsto. Questo mi piace.

"Vacci assolutamente"

"Vieni con me?" Chiedo. Anche se non voleva essere una domanda.

"Non sono stata invitata" fa la finta offesa.

"Sei amica mia, non credo ci siano problemi..persona in più, persona in meno..e poi ci sarà Derek" le faccio l'occhiolino

"Aggiudicato" scatta in piedi. E' facile convincela, basta inserire in un discorso a caso il nome "Derek"

"Allora gli dico di passarci a prendere" sono già con le dita sulla tastiera del mio cellulare

Aspettiamo circa una decina di minuti prima di veder frecciare nella nostra direzione il vecchio furgoncino dalla vernice scrostata di Ralph.

"Ehi Emily, sicura che non è un problema..con Ralph?" Gli chiedo prima che lui si accosti al marciapiede.

"Ma scherzi? Non importa a nessuno dei due. È stato un evento isolato mentre io ero ubriaca Cas" mi tranquillizza lei.

"Ok" accenno.

"Ehi signorine" inaspettatamente invece di ritrovarci Ralph al posto di guida, c'è Derek, e affianco sul posto del passeggero, Sam.

"Ralph è davvero così stupido da avere la fiducia a lasciarti guidare la sua macchina?" Incrocio le braccia al petto rivolgendomi a Derek.

"Regolare. E poi questa la vuoi chiamare macchina?"

"Oh no certo, niente in confronto alla tua elegante Mercedes"

"Non è una Mercedes" mi punta un dito contro, sinceramente infastidito dal fatto che abbia sbagliato il modello della sua macchina.

"Va bene, va bene, tregua voi due. Possiamo salire?" Interviene Emily.

"Ma prego" fa cenno Derek. Sam scende e ci apre la portiera posteriore, anche se non ce n'era bisogno, gentile come al solito. Emily sale per prima e io invece rimango li imbambolata, non sapendo bene cosa fare. Alla fine è Sam che si sporge verso di me, e mi da un impacciato bacio sulla guancia. Io gli sorrido e salgo in macchina. Emily e Derek ci guardano in silenzio, ma ridendo sotto i baffi. Do un buffetto a Emily e mi accomodo accanto a lei.

"Comunque se George sapesse che stai guidando, ti spellerebbe vivo..per non parlare del fatto che probabilmente ti toglierebbe anche la patente" insisto con Derek

"Ma tu ovviamente non sarai così meschina da andare a dirglielo vero?" Mi guarda dallo specchietto retrovisore.

"No, mi farò gli affari miei, figurati. Ma dipende da come ti comporti"

"Uuuh mi hai proprio in pugno" finge di tremare lui, mentre Sam è stranamente silenzioso.

Casa di Ralph è a pochi isolati dal centro, quindi arriviamo presto. La sua batteria nera e lucida troneggia al centro del piccolo garage, mentre la chitarra e il basso di Sam e Derek sono già lì, adagiati su un vecchio divanetto beige risicato in un angolo.

"Benvenuti nel mio regno" esclama Ralph a braccia aperte, aprendo la serranda del garage

Io e Emily ci mettiamo subito in disparte, accomodandoci sul divano.
Il loro repertorio sono per la maggior parte cover dei Green day. Prevedibile, però mi piace. Mi soffermo per un momento a guardare Sam pizzicare le corde del suo basso, dal suono grave. Ma poi vengo completamente rapita dall'energia di Derek, e mi ritrovo ad ammirarlo senza parole, mentre strimpella sulla sua chitarra elettrica rosso brillante. Non l'avevo mai visto suonare, è decisamente bravo. Emily ha praticamente la bava alla bocca. Mi viene da ridere così forte che interrompo la loro concentrazione.

"Scusa Casey, non siamo abbastanza bravi per te?" Si stizzisce Derek

"No no, assolutamente. Scusatemi" agito le mani davanti a me.

"E dai Derek, lasciala stare" interviene Sam

"Va bene ragazzi, facciamo una pausa" annuncia Ralph stirando i muscoli delle braccia. Lui è Derek decidono di salire in casa per prendere qualcosa da bere e Sam rimane con me e Emily a farci compagnia.

"Siete fortissimi ragazzi" Emily da un pugno amichevole sulla spalla di Sam e lui ride.

"Grazie, ma credo che la vera star qui sia Derek" ammette sincero.

"Oh senza dubbio" risponde lei senza ritegno. Le do una gomitata nelle costole.

"E tu? Ti stai divertendo? Ho voluto mantenere la promessa il più in fretta possibile" mi sorride Sam, dolce.

"Così penserò che non vedi l'ora di liberarti di me" ricambio il sorriso, abbassando lo sguardo imbarazzata.

"Oh no" mi si avvicina Sam, accarezzandomi un braccio.

"Ok, io qui sono di troppo. Vado a vedere che fanno quegli altri due" si schiarisce la voce Emily. Sam ride.

"Ma no, resta. Anzi volete provare a suonare qualcosa?" Ci propone lui.

"Oh si, io vorrei tenere in mano la chitarra di Derek" saltella sul posto Emily, eccitata.

"Tutta tua" gliela porge Sam. Io non sono del tutto convinta.

"Non pensate che si arrabbierà?" Ho imparato un pò a conoscerlo, e sono sicura di questo pensiero.

"Ma no, perché dovrebbe? Non stiamo facendo niente di male. Io nemmeno so come suonarla" ride ignara del pericolo lei.

"Anzi Cas, prova anche tu. Senti com'è pesante" mi infila la tracolla senza preavviso al collo e io rimango lì con la chitarra appesa e ciondolante. È davvero pesante, ma provo a tenerla su con entrambe le mani, come ho visto fare a Derek. Ma la tracolla è così lunga che la chitarra mi arriva quasi ai piedi e nel tentativo di risollevarla mi scivola giù e la paletta tocca terra così forte che si spezza, emettendo un terribile suono di legno spezzato.
Resto pietrificata in silenzio, fino a quando un'esclamazione di Emily non mi riscuote dal torpore.

"Oh merda" Sam è quasi più pallido di me. Ci guardiamo, ma poi il suo sguardo si sposta dietro di me e io so già chi c'è alle mie spalle, ma non ho il coraggio di voltarmi.

"Che stai combinando con la mia chitarra?" Derek mi picchietta su una spalla e mi costringe a voltarmi verso di lui.
Quando vede l'irriparabile danno davanti ai suoi occhi in un primo momento non sa cosa dire, ma poi si libera in una colorata serie di imprecazioni.

"Ma che cazzo hai combinato? Che ti ha detto la testa?"

"No aspetta Derek, è stata una mia idea" si mette in mezzo Sam.

"E certo, chi altro poteva essere così coglione?"

"È stata anche colpa mia..sono stata io a metterla addosso a Casey" Emily sinceramente dispiaciuta, prova a farsi avanti a sua volta.

"Non mi importa di questo, ma che chi l'ha rotta è stata Casey"

"Perché ce l'hai sempre e solo con me? Sbotto alla fine.

"Perché tu sei il supplizio della mia vita, un disastro continuo. La donna arrivata dagli inferi per rovinarmi l'esistenza" le sue parole sono forti, e mi viene da piangere, ma mi trattengo.

"È colpa della tua stupida tracolla, è troppo lunga. Non suoni mica coi piedi" mi aggrappo alla prima stupidaggine che mi viene in mente, anche se so che è ingiusto.

"Stupida, non sarà forse perché io sono più alto di te di 20 centimetri?" Mi urla in faccia.

"Dammela" me la sfila di prepotenza dalla testa e si sbriga ad infilarla nella sua custodia. Qualcosa mi dice che Derek stia per lasciare questo garage.

"Che succede ragazzi?" Ralph è appena rientrato e nota Derek infilare in fretta e furia quello che rimane della sua amata chitarra.

"Ah. Questa non ci voleva proprio" è tutto ciò che sarcasticamente riesce a dire.

"Ma come è successo Derek?" Cerca di dirgli prima che lui gli sfrecci davanti e fuori dal garage.

"Per oggi le prove sono finite. Anzi probabilmente vi dovrete cercare un altro chitarrista" conclude dileguandosi sul marciapiede. Io gli corro dietro.

"Derek aspetta" lui non si ferma. Corro più veloce e lo afferro per la maglietta, costringendo a girarsi.

"Che vuoi?" Sputa fra i denti.

"Mi dispiace. Non volevo"

"Ci credo. Ci mancava solo che l'avevi fatto apposta"

"E allora non essere così arrabbiato" lo imploro.

"Senti Casey, tornatene dal tuo ragazzo e lasciami in pace" dice voltandosi di nuovo.

"Non è il mio ragazzo" grido più forte del dovuto, e spero con tutta me stessa che Sam non mi abbia sentito.

"Ah no? Allora sei una di quelle ragazze che bacia i ragazzi e poi li butta via come fossero spazzatura?" Sono infuriata quanto lui adesso, e in più, in meno di due minuti siamo riusciti insieme ad infierire sia su Sam che su Emily. Siamo come il big bang.

"Sei così ingiusto" sento le lacrime venire su come un'ondata salata.

"Mi hai rotto la chitarra" mi ribadisce lui.

"Ma non l'ho fatto apposta" grido di nuovo e per quanto sia profondamente irritata dalla sua eccessiva reazione, non riesco a togliermi dalla testa la sua espressione ferita sotto la facciata rabbiosa, e mi sento terribilmente in colpa. E se quella chitarra gliel'avesse regalata sua mamma? Come faccio adesso?

"Basta, non voglio continuare questa conversazione" chiude il discorso e mi da le spalle, diretto chissà dove.
Mi arrendo e lo lascio andare, e voltandomi lentamente di nuovo verso casa di Ralph li noto tutti e tre lì, a fissarmi. Emily si stringe con le braccia e si morde mortificata il labbro carnoso, probabilmente dispiaciuta dalle parole di Derek, mentre Sam, gli occhi fissi nei miei, tiene le mani sprofondate in tasca e in viso una delle sue espressioni più imbarazzate.

Ho preferito tornare a casa dopo l'accaduto, come tutti del resto. Senza Derek, c'era poco da fare alle prove. Ralph ci accompagna a casa uno per uno, e Sam nemmeno mi saluta. Temo il peggio, ma allo stesso tempo non capisco il suo risentimento. È vero che non stiamo ancora ufficialmente insieme, non ne abbiamo proprio parlato. Sono piuttosto confusa e frustata.
Quando rientro Derek non è in casa, ma decido di andare a parlare con George per raccontargli tutto. Lui è dispiaciuto, ma dice anche di non poter procurargliene un'altra al momento. Maledizione. Il mio senso di colpa si fa sempre più profondo e non sapendo cos'altro fare, mi rinchiudo in camera fino all'ora di cena. Derek non si fa vedere nemmeno lì. Non attribuisco la cosa per forza alla litigata, dopotutto è spesso assente durante le cene di famiglia ultimamente, ma sono comunque molto triste e pensierosa.
Sto per tornarmene al piano di sopra finito di mangiare, ma il cellulare mi squilla e il nome di Sam compare sullo schermo. Rispodo subito.

"Pronto"

"Ehi. Puoi uscire un momento? Sono qui fuori" sono sorpresa, ma non me lo faccio ripetere. Faccio un cenno a mia madre e George seduti sul divano a guardare la TV e poi mi accosto piano la porta alle spalle.
Sam è fermo sul vialetto ad aspettarmi. Lo raggiungo.

"Che ci fai qui?" Gli chiedo subito.

"Non posso venire a trovarti?" Accenna un sorriso.

"No..cioè si. È solo che.."

"Lo so, che casino oggi pomeriggio. Ti volevo chiedere anche scusa per prima"

"Scusa tu..non volevo offenderti" abbasso lo sguardo, e spero che abbia capito a cosa mi riferisca. Lui resta per un momento in silenzio, poi sospira.

"Vedi Casey, ti io ti ho baciato..credevo fosse sottointeso il fatto che adesso stiamo insieme" mi guarda come fossi una deficente. Per me non era chiaro per niente, ma non glielo dico.

"È che vedi io..non sono molto pratica di queste cose.." cerco di fargli capire cosa intendo girandoci attorno.

"Lo so" sorride. Menomale che ha capito.

"Quindi, stiamo insieme?" Chiedo ancora confusa. Mi fa così strano pensarlo.

"Se a te sta bene, si" il suo sorriso si fa sempre più grande.

"Bene" annuisco.

"Posso baciarti?"

"I fidanzati non chiedono i baci alle fidanzate. Se li prendono e basta" sono stupita delle mie stesse parole, ma prima che possa formulare qualunque altro pensiero, le labbra di Sam ritoccano per la seconda volta le mie, e questa volta è un pò diverso, più bello e meno impacciato. Sam mi aiuta a sciogliermi, insinuandosi dolcemente sempre di più nella mia bocca, e io in pochi istanti mi ritrovo abbracciata a lui. Wow, molto meglio del primo.
Ci stacchiamo delicatamente, ma restiamo abbracciati.

"Hai sentito Derek?" Chiedo senza pensarci. Lui aggrotta le sopracciglia.

"Questa è la prima cosa che ti viene in mente dopo il nostro secondo bacio?" Cerca di restare rilassato, ma noto una punta di acido sarcasmo nella sua voce.

"No scusa, però non è rientrato ancora a casa e volevo solo sapere se stava bene. Mi sento molto in colpa" gli confesso.

"Ma non devi sentirti così, abbiamo tutti una parte di colpa" mi abbraccia.

"Gli passerà. E poi quella chitarra era già da buttare" questa affermazione mi fa storciore un pò il naso. Ma non dovrebbe essere dalla sua parte? Non è il suo migliore amico?
Mi stacco da lui, senza fargli notare la mia irritazione.

"Comunque io dovrei rientrare"

"Va bene" mi da un altro piccolo bacio che ricambio senza troppo entusiasmo e poi lui se ne va.
Quando rientro in casa mi rintano di nuovo in camera mia, e per un pò resto in silenzio sdraiata sul letto.
Dopo un tempo che non so definire sento qualcuno salire le scale e poi la porta di Derek sbattere. È tornato.
Mi alzo velocemente dal letto, provocandomi un leggero capogiro, e poi mi precipito fuori dalla stanza e busso alla sua, proprio accanto alla mia. Non risponde. Me l'aspettavo. Decido quindi di entrare comunque. La reazione di lui è alquanto prevedibile.

"Che vuoi?" Si gira scontroso verso di me.

"Sei ancora arrabbiato?" Gli chiedo a bassa voce e richiudendomi la porta alle spalle.

"Non so a che tipo di persone sei abituata tu, ma io sono coerente con i miei sentimenti. Se sono arrabbiato, sono arrabbiato, se sono triste, sono triste. E me lo faccio durare almeno 24 ore" noto con sollievo che ha ancora voglia di fare il sarcastico.

"Senti Derek..ti voglio chiedere scusa, davvero. Accetta le mie scuse" lo imploro per la seconda volta in un giorno.

"Se ti metti in ginocchio forse.." mi passa davanti e si mette a sistemare delle cianfrusaglie a caso sulla scrivania. Io guardo il pavimento e valuto l'idea.

"Sto scherzando, lascia stare" mi fa un gesto con la mano per fermarmi. Ma io voglio che lui capisca che sono sinceramente dispiaciuta. E poi soprattutto non riesco a togliermi dalla testa il pensiero che quella chitarra possa avergliela regalata sua madre. A George non ho avuto il coraggio di chiederglielo.

"Senti Derek..la chitarra..posso chiederti chi te l'aveva regalata?" Azzardo timida, tormentandomi le mani. Lui sospira e si lascia infine cadere sul letto.

"Mio padre. L'anno dopo la morte di mia madre" sono sollevata, anche se non del tutto. Perché Sam ha detto che era da buttare? Quella chitarra aveva a malapena 4 anni. Approposito..

"Dove l'hai messa ora?" Lui punta un dito in basso. È sotto il letto.

"Non si può riparare?" Chiedo speranzosa.

"No Casey, non si può" sospira esasperato.

"Sono passato oggi a farla vedere, ma per quello che mi hanno chiesto per la riparazione faccio prima a comprarmene una nuova" accidenti.

"Mi dispiace" faccio una smorfia.

"L'hai già detto" si guarda i piedi.

"Tuo padre ha detto che non può comprartene una nuova"

"Hai parlato con lui?" Annuisco.

"Chi ti ha dato il diritto? Vedi? fai sempre come ti pare. Sei irascibile e imbranata"

"E tu impulsivo" lui mi guarda male.

"Scusa"

"Comunque non avevo intenzione di andare a chiedere elemosina a mio padre. Volevo trovare un lavoro e prendermene una da solo. Era comunque ora che mi trovassi qualcosa da fare" sono sbalordita.

"Che lavoro?"

"Come cameriere. Domani ho il colloquio" io resto in silenzio, un pensiero già ronzante in testa.

"Bene" si batte le mani sui jeans scuri.

"Io sarei stanco, vorrei andare a dormire. E se non vuoi replicare le intense nottate di primavera passate a dormire insieme, ti inviterei a uscire" mi lascio sospingere fuori e poi lui mi sbatte la porta in faccia.
Un lavoro. Un lavoro è proprio quello che ci vuole.

 

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Capitolo 13
*** Aggiornamenti sulla storia ***


Ciao ragazz*, vi volevo aggiornare sul fatto che qui la storia non riesco più a pubblicarla, ma se eravate interessati a continuarla, la potete trovare su Wattpad sotto il nome V.E.N.T.U.R.I. <3

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