Maedhros e Fingon

di Heryga
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Fingon girò il pomello della porta ed entrò. La stanza era vuota, il letto era intatto e il fuoco nel camino era quasi del tutto spento. Una corrente gelida gli sfiorò il viso e lo fece rabbrividire, veniva da fuori. Il balcone era aperto, faceva freddo e nevicava. “Maedhros?!” chiamò, ma non ottenne risposta. Andò al balcone e finalmente lo vide.  Era altissimo, con le mani appoggiate sulla ringhiera e lo sguardo fisso verso l’orizzonte, perso nel vuoto. Era buio, ma la luce della luna lo illuminava quel tanto che bastava affinchè non ci fossero dubbi: era veramente lui! Finalmente era arrivato! Fingon era impaziente, lo chiamò di nuovo ma sembrava che Maedhros non percepisse la sua presenza, come se fosse assorto in cupi pensieri. Allora andò verso di lui, gli si fece vicino e pronunciò nuovamente il suo nome.  Di nuovo silenzio, era come in trance. Preoccupato gli prese il viso tra le mani e lo obbligò a guardarlo.  “Guardami…” disse.  Adesso erano occhi negli occhi. Fingon lo fissava e pensava: “Bellissimi… eppure così freddi… di un grigio profondo ma glaciale”. “Parlami…” aggiunse Fingon mentre continuava a guardarlo negli occhi. Pian piano Maedhros riprese conoscenza e vide gli occhi di Fingon che guardavano nei suoi. “Così blu.. così intensi e penetranti, profondi come il mare” pensò. Fingon capì che Maedhros si era risvegliato allora sorrise e gli disse “Ciao”. Maedhros accennò un piccolo sorriso ma rimase in silenzio.  “Sei ghiacciato, ti stai congelando qui fuori, andiamo dentro.” disse Fingon togliendo le mani dal suo viso freddissimo e si diresse spedito verso la stanza.  Maedhros però non lo seguì e rimase immobile. Fingon allora si girò verso di lui, gli sorrise e disse con tono dolce: “Vieni dentro, su. Fa troppo freddo qui fuori, ti ammalerai”. Maedhros non disse nulla ma stavolta lo seguì. Entrarono insieme nella stanza. “Il fuoco si è quasi spento” disse Fingon. Maedhros cercò di prendere della legna ma Fingon lo fermò dicendogli: “Lascia, ci penso io.” Maedhros allora rimase immobile, incapace di muoversi o di parlare mentre fissava Fingon che ravvivava il fuoco.  Fingon era in ginocchio di fronte al camino. Era vestito con abiti leggeri e stava cercando di scaldarsi un po' con il fuoco appena riacceso. Si girò in cerca di Maedhros e lo vide in un angolo vicino alla porta, in piedi che lo fissava. Gli sorrise e disse: “Ma che fai lì in piedi? Vieni qui a scaldarti vicino al fuoco. Sei troppo freddo e stai tremando”. Maedhros si sentiva confuso. Non era la prima volta che la sua mente, ormai compromessa dal troppo dolore, gli creava delle piacevoli illusioni in cui rifugiarsi. Molte volte lo aveva visto accanto a lui, molte volte avevano parlato ma non erano state altro che crudeli illusioni. Fingon, vedendolo assorto nei suoi pensieri, gli sorrise e disse: “Vieni qui vicino a me”. Il suo sorriso era disarmante, lo era sempre stato e anche se non era sicuro fosse reale, si avvicinò al camino e anche lui si mise in ginocchio di fronte al fuoco. “Stai continuando a tremare… così non ti scalderai mai” disse Fingon. Maedhros non sentiva freddo e non si era reso conto di tremare. Gli sembrava di non sentire nulla. “Mi è venuta un‘idea!” Fingon si alzò di scatto e costrinse anche Maedhros ad alzarsi in piedi. Andò a prendere delle pellicce bianche d’orso e le distese per terra, tra il letto e il camino.  Poi prese una calda e soffice coperta e disse: “Spogliati… togliti tutto.” A queste parole Maedhros si scosse e lo guardò incerto. Era una richiesta quantomeno singolare. Fingon sorrise e argomentò: “Come farai a scaldarti con addosso quei pesanti vestiti congelati? Togliti gli stivali, togliti la mantella, togliti tutto. Così potrò avvolgerti in questa calda e soffice coperta e potrai finalmente scaldarti, disteso, di fronte al fuoco.” Maedhos gli ubbidì sempre restando in silenzio: era abituato a fidarsi di lui e poi gli sembrava anche una giusta logica. Cominciò a spogliarsi. Non era la prima volta che si spogliava di fronte a qualcuno, l’aveva già fatto davanti a Fingon eppure iniziò a provare imbarazzo. Quando si tolse l’ultimo indumento vide che Fingon sorrideva e lo guardava insistentemente, dalla testa ai piedi. Il suo sguardo era di ammirazione, si capiva che gli piaceva ciò che stava guardando.  Maedhros sentì i brividi lungo la schiena e istintivamente cercò di coprirsi. Fingon, vedendo il suo amico in forte disagio, subito si riscosse dal suo torpore e si precipitò a passargli la coperta che teneva in mano in modo che potesse coprirsi. “Vieni. Distenditi qui di fronte al fuoco così finalmente potrai scaldarti. Io mi distendo accanto a te” disse Fingon. Anche lui si tolse gli stivali e si sdraiò per terra sulla pelliccia d’orso, accanto al letto, lasciando a Maedhros il posto vicino al camino.  Maedhros, tutto nudo, si avvolse nella calda coperta e andò a distendersi accanto a Fingon dandogli le spalle. Guardava il fuoco che scoppiettava e pensava che ormai l’illusione fosse finita. Non aveva il coraggio di girarsi perché temeva che se lo avesse fatto si sarebbe ritrovato da solo. Pensava a quanto fosse crudele la sua mente a presentargli scenari come questo in cui Fingon per l’ennesima volta si prendeva amorevolmente cura di lui. Adesso sentiva di nuovo. Sentiva il calore del fuoco sul suo viso e la morbidezza della coperta che lo avvolgeva. Si rese conto di avere freddo, aveva molto freddo e tremava. I suoi occhi si velarono di lacrime e fissando il fuoco cominciò a piangere. “Aspetta, proviamo così” disse Fingon. Si tirò su e si sdraiò anche lui su un fianco. Con una mano si resse la testa per mantenersi in equilibrio e con il braccio libero avvolse il corpo di Maedhros serrandogli stretto il petto. Maedhros ebbe un sussulto. Sentì il corpo di Fingon aderire perfettamente alla sua schiena. Era duro come il marmo ma caldissimo. Allora iniziò a sospettare che non fosse un’illusione, forse Fingon era davvero lì con lui. Aveva rimuginato molte volte sulla sua vita, su come fosse stata piena solo di dolore, rinunce e fallimenti. E molte volte il suo pensiero era ritornato al suo amico. Se avesse avuto la possibilità di ricominciare avrebbe fatto le cose diversamente. Non avrebbe seguito suo padre, non avrebbe mai fatto quel dannato giuramento e non si sarebbe mai allontanato dall’unica cosa bella che gli fosse mai capitata nella vita. Si era reso conto solo troppo tardi che Fingon rappresentava tutto per lui. Senza dubbio lo amava e lo aveva sempre amato. Questa amara consapevolezza però era arrivata troppo tardi, quando ormai tutto era perduto. Ma forse quella notte qualcosa era diverso, forse quella notte, chissà come, era reale. Il calore del corpo di Fingon non poteva essere solo un’illusione. Si, doveva essere reale. Gli era stata concessa un’altra occasione per stare con Fingon e non aveva intenzione di sprecarla. Maedhros si girò speranzoso di scatto e si ritrovò il viso di Fingon proprio sopra di lui. I suoi occhi erano velati e le lacrime gli segnavano le guance ma riusciva comunque a vedere gli occhi del suo amato: meravigliosi… di un blu intensissimo. Fingon venne coltò di sorpresa e per poco non perse l’equilibrio ma riuscì comunque a mantenere la posizione. Lo guardò negli occhi e con la mano liberà gli accarezzò una guancia tentando di asciugargli le lacrime. Maedhros disse: “Fin, non lasciarmi”. Fingon sorrise e disse “MAI”. Maedhros continuò “Resta con me”. Fingon rispose “SEMPRE” e lo baciò teneramente sulle labbra. Maedhros cominciava a sentire il suo cuore riscaldarsi, iniziava a sentirsi felice.  Fingon era davvero lì con lui e ricambiava i suoi sentimenti. Sentiva che la ragione lo stava abbandonando, gli girava la testa. Di scatto e con molta più forza di quanto ne volesse usare in realtà si aggrappò a lui e lo serrò in una stretta morsa tra le sue braccia. Fingon non si aspettava una tale foga, non riuscì a mantenere l’equilibrio e gli cadde addosso. Maedhros lo baciava avidamente con grandissima passione. Lo baciava e lo mordeva. Lo baciava come se volesse divorarlo, lo baciava come se da questo dipendesse la sua vita, lo baciava come se non ci fosse un domani. Fingon era immobilizzato, non gli veniva permesso di muoversi. Usando la sua forza riuscì a divincolarsi dall’abbraccio. A Maedhros sfuggì un “No…” ma lo lasciò andare e si alzò un pochino puntellandosi sui gomiti per guardarlo. Fingon sembrava sconvolto. Era successo tutto così in fretta e non si aspettava una passione così travolgente. Anche se lo conosceva da sempre non lo conosceva in questo senso. Era un aspetto di lui del tutto nuovo, ma gli piaceva. Lo guardò, cercò di riprendere fiato, sorrise e disse: “E’ proprio vero che dentro di te c’è un fuoco che brucia! Scommetto che non hai più freddo…” E si alzò, allontanandosi da lui. Maedhros si lasciò cadere e pensò: “Dannazione! Sono stato troppo avventato e l’ho fatto scappare. Sono stato troppo violento… avrei dovuto essere più cauto… l’ho spaventato”.

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Maedhros rimase disteso sulla pelliccia d’orso, aveva ancora il respiro affannato e si sentiva triste. Nella foga del momento non si era reso conto di essere rimasto totalmente nudo e comunque non gli importava. Voleva solo che Fingon tornasse da lui. Lo amava e voleva dirglielo. Lui era l’unica cosa che voleva e avrebbe fatto qualsiasi cosa per averlo accanto. Anche se quel bacio fosse rimasto l’unico sarebbe andata bene così, voleva Fingon nella sua vita in qualsiasi modo lui avesse voluto, anche se significava non poterlo più sfiorare. Fingon era in piedi vicino al tavolo e guardava fuori dalla finestra.  La luna quella notte era grandissima e aveva smesso di nevicare. Stava cercando di darsi una calmata e pensava a quello che era appena accaduto. Aveva avuto anche lui modo di riflettere sulla sua vita. Da molto tempo aveva compreso che quella grande amicizia che lo aveva sempre legato a Maedhros in realtà era qualcosa di più profondo. A lui non importava quello che avrebbe detto il mondo ma conosceva Maedhros e sapeva che lui non si sarebbe mai dato la possibilità di essere felice.  Quindi aveva accantonato l’idea come qualcosa di impossibile. Si era già buttato in imprese impossibili che gli avevano fatto guadagnare il nome di “Valoroso” ma questa gli sembrava addirittura fuori dalla sua portata. Nonostante questo, sapeva di amarlo, era un dato di fatto e non sarebbe mai cambiato... Fingon tornò da Maedhros e si sedette accanto a lui, a una distanza relativamente di sicurezza. Maedhros sembrava molto dispiaciuto, aveva gli occhi da cane bastonato e disse: “Fin…mi dispiace, non avrei dovuto essere così violento… Mi dispiace se ti ho fatto male e se ti ho spaventato. Non accadrà più”. Fingon lo guardò e scoppiò a ridere. Aveva sempre avuto una bellissima risata contagiosa ma Maedhros in quel contesto si sentì preso in giro. “Scherzi?” disse Fingon. “E’ da sempre che aspettavo questo momento…” Maedhros allora si tirò su, puntellandosi sui gomiti e lo guardò dicendo: “Dici davvero? Non ho mai sospettato niente”. “Ovvio! Sei sempre stato troppo concentrato su tutto il resto... Come potevi accorgerti di me? Di noi?” disse Fingon con tono stizzito. Fece una pausa e poi aggiunse: “Ma non voglio parlare del passato, mi innervosisce... Voglio solo vivere il presente. Dimmi cosa vuoi. Cosa significava quel bacio per te?” Fingon era diventato serio, non sorrideva più. Maedhros si sentiva intimidito dai suoi occhi e per la prima volta con lui non sapeva cosa fare ma sapeva che con Fingon la cosa migliore era sempre dire la verità. Prese coraggio e disse: “Io voglio te. Voglio te perché sei la mia unica speranza di essere felice. Voglio te perché ti amo, da sempre”. Fingon rimase spiazzato. Mai avrebbe immaginato il suo amico capace di dire quelle parole. Rimase in silenzio ma continuò a fissarlo. Maedhros era visibilmente in imbarazzo. Forse aveva sbagliato ad essere così diretto ma era la sua ultima occasione e non voleva sprecarla. “Fin, parlami, dì qualcosa”. Ma Fingon non disse nulla, rimase in silenzio e gli si avvicinò guardandolo fisso negli occhi. Gli venne vicino, sempre più vicino, finchè non lo costrinse a distendersi completamente. Fingon era sopra di lui. Maedhros nel vederlo a quella distanza così ravvicinata cominciò ad essere pervaso da brividi ed emise un sospiro. Voleva baciarlo, lo voleva più di ogni altra cosa al mondo ma non voleva essere avventato come prima. Avrebbe aspettato. Fingon però rimaneva immobile, era vicinissimo alla sua bocca ma non lo baciava. Lo stava studiando. Maedhros dischiuse le labbra aspettando speranzoso un bacio. Stava impazzendo, sembrava che Fingon volesse torturarlo, ma era una dolce tortura. Finalmente Fingon fece la sua mossa ma non lo baciò, gli leccò invece il labbro superiore come se volesse assaggiarlo. Al tocco della sua lingua, Maedhros trasalì, gli sembrava di perdere i sensi. Il suo corpo era tutto pervaso da scosse e brividi di piacere e Fingon ancora non lo aveva neanche toccato. Il desiderio di lui lo stava consumando. Fingon allora si staccò, fece un passo indietro e lo guardò tutto, dalla testa ai piedi. Maedhros aveva ancora gli occhi chiusi e le labbra dischiuse. Era totalmente nudo, tremava (ma questa volta non a causa del freddo). La sua eccitazione era massima ed evidente.  Questo per Fingon era davvero uno spettacolo meraviglioso e voleva goderselo pienamente. La luce del fuoco illuminava la sua pelle candida. I suoi capelli ramati sembravano lingue di fuoco che avvolgevano il suo corpo perfetto. Molte volte aveva immaginato un contesto simile ma non credeva che un giorno sarebbe diventato realtà. Il desiderio lo prese. Si tolse la maglia leggera che aveva ancora addosso e si buttò su di lui. I baci erano travolgenti e bollenti. Maedhros cercava di trattenersi ma sapeva che non sarebbe durato a lungo e che presto avrebbe perso ogni controllo. Fingon lo baciava, lo leccava, lo mordeva. Poi all’improvviso si staccò dalla sua bocca. Si avvicinò al suo orecchio, lo morse e sussurrò: “Voglio prendere quello che è mio e voglio darti ciò che è tuo”. Queste parole (che Maedhros non comprese pienamente) provocarono in lui una fortissima scossa di piacere e il respiro gli si fece sempre più affannato. Vedendolo in questo stato di eccitazione massima, Fingon si rese conto che Maedhros era suo, era totalmente e letteralmente nelle sue mani. Aveva il pieno controllo su di lui e voleva approfittarne.  Allora iniziò a baciargli e mordergli il collo, poi decise di cominciare a spostarsi verso sud, sempre di più, sempre di più. Gli baciò le clavicole, i pettorali, i capezzoli, ogni curva dei suoi addominali scolpiti, l’ombelico… Maedhros era tutto pervaso da scosse di piacere e con gli occhi chiusi accarezzava la testa di Fingon accompagnandolo nella discesa. Fingon si staccò per un attimo dal suo ombelico  e disse: “Guardami”. Maedhros obbedì e aprì gli occhi. Vide Fingon che gli baciava il basso ventre, la sua bocca era sempre più vicino a quella zona pulsante da cui partivano tutte quelle intense sensazioni. Si sentiva scoppiare. Di nuovo chiuse gli occhi lasciandosi trasportare dal piacere. Finalmente Fingon raggiunse il suo obiettivo e di nuovo disse a Maedhros: “Guardami...” Maedhros si sentiva morire. Aprì gli occhi e vide i bellissimi occhi di Fingon puntati nei suoi mentre il suo membro, diventato enorme, scompariva nella sua bocca così calda e umida. Quella vista lo fece esplodere, non riuscì più a trattenersi e istintivamente spinse con forza verso giù la testa di Fingon che rimase immobilizzato. Fingon stava soffocando e cercò di staccarsi per respirare. Allora immediatamente Maedhros riprese i sensi e lo liberò dalla presa. Subito si tirò su e andò verso Fingon per scusarsi, assicurarsi che stesse bene e baciarlo. Questo bacio aveva un sapore diverso, più intenso. Poi lo tirò su accanto a lui. Si sentiva svenire, le forze lo stavano abbandonando ma voleva parlare con Fingon. Continuò a baciarlo, poi occhi negli occhi Maedhros disse: “Come stai? Scusami… ho sbagliato di nuovo…non riesco a controllarmi. Mi fai perdere il controllo… Scusami, avrei dovuto avvertirti”. Fingon sorrise, lo baciò e rispose: “Sapevo benissimo cosa stava per succedere ed era proprio quello che volevo. Ti ho detto che volevo prendere quello che è mio... E’ stato bellissimo vederti così, me lo sono immaginato tante volte ma questo è stato molto meglio… Non occorre che ti scusi e onestamente sapere di farti perdere il controllo mi fa impazzire...”  Maedhros sorrise e lo baciò con passione, poi lo strinse a se forte e lo abbracciò stretto stretto. “Non ho mai provato sensazioni così belle… mi sento felice… Mi sento di nuovo vivo... Sono pieno d’amore per te…  Voglio renderti felice, me lo permetterai?” disse Maedhros con sguardò innamorato.  Fingon lo baciò, poi sorrise e disse semplicemente: “SI”.  Una sensazione calda pervase tutto il corpo di Maedhros, la sua mente era libera, si sentiva in pace. Le forze lo abbandonarono e senza rendersene contò si addormentò accanto al suo Fingon.

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Maedhros aprì gli occhi.  Era tutto nudo e sentiva freddo. Il fuoco del camino era quasi spento.  Si era addormentato senza rendersene conto: cosa straordinaria per lui che non riusciva più a dormire bene da quando aveva aiutato suo padre a bruciare le navi. Uno dei moltissimi gravi errori commessi e il primo ad averlo allontanato da Fingon. A proposito di Fingon… quello che era appena successo gli sembrava incredibile… aveva ancora addosso il suo profumo…si sentiva felice… poi d’un tratto un’ombra gli attanagliò il cuore e si chiese: “Fingon dov’è?” Si guardò intorno e un’amara consapevolezza lo investì. La felicità era sparita di colpo e un grande freddo lo aveva preso dentro. “Sono solo. È stato solo un sogno” si disse. Voleva urlare ma si sentiva svuotato. A questo punto voleva morire. Quando Fingon lo aveva trovato fuori a congelare, la sua intenzione era proprio quella di lasciarsi morire. Fingon lo aveva salvato, di nuovo. “Eppure sembrava così reale… Un bel sogno… un bellissimo sogno… un balsamo per la mia anima ormai distrutta, ma nulla di più. Basta…” pensò. Non ce la faceva più. Soffriva troppo e questa era l’ultima goccia. Rimase a guardare il fuoco che stava morendo e prese una decisione: quando il fuoco si sarebbe spento del tutto si sarebbe tolto la vita. Mancava poco ormai. Era calmo. Si alzò, andò a prendere la sua bellissima spada e si mise in ginocchio. Stava aspettando. Gli restavano pochi minuti, forse meno. Non voleva vestirsi, non aveva senso, niente ormai ce l’aveva. Si preparò a morire e chiuse gli occhi pensando a Fingon: voleva morire avendo nella mente e nel cuore i suoi occhi. Si mise in posizione. La punta della sua spada puntava al suo cuore: quando sarebbe arrivato il momento, si sarebbe buttato con forza su di lei e il suo cuore sarebbe stato trafitto ponendo fine finalmente a tutte le sue sofferenze… Il fuoco si spense.  Era giunta l’ora, emise un ultimo respiro e si gettò sulla spada. “NOOOOOOOOO!!!!!!! Il silenzio venne squarciato dal grido disperato di Fingon che con un’acrobazia riuscì in un lampo ad allontanare la spada dal corpo di Maedhros. La repentinità e l’urgenza dell’azione, però, non gli consentirono di salvare il suo amato senza ferirlo. La spada gli tagliò un pettorale, provocandogli una ferita che sembrava profonda. Maedhros iniziò a sanguinare copiosamente. Ma era vivo. Fingon immediatamente gli si gettò addosso cercando di tamponare il sangue con i suoi vestiti.  Maedhros non sentiva nulla, non sentiva dolore, rimaneva immobile e lo guardava incredulo. “Un’altra allucinazione” pensò. “La mia mente è ormai del tutto compromessa, devo farla finita subito. Basta così”. Usando la sua grande forza si scrollò di dosso Fingon che stava cercando di medicarlo e si precipitò a prendere la spada che era finita poco più lontano. Fingon allora gridò di nuovo. Maedhros sembrava impazzito. Fingon si gettò su di lui per non fargli prendere la spada ma non ci riuscì. Maedhros lo guardò negli occhi e come fosse un addio disse: “ Ti amo”. Poi con un gesto repentino si trafisse il petto. Fingon trasalì, era in preda al panico. Aveva capito l’intenzione del suo amico solo un attimo prima di quel gesto disperato, ma quell’attimo gli era stato sufficiente per intervenire:  istintivamente aveva calciato via la spada con tutte le sue forze. Non riuscì ad evitare, però, che lo trafiggesse, ma almeno la spada non era andata troppo in profondità.  Di nuovo il pettò di Maedhros era squarciato da una seconda ferita e il sangue era ovunque. Fingon non sapeva che fare e si sentiva impotente. Era una situazione terrificante… Maedhros aveva dentro di se la forza del mondo antico, era una furia e Fingon sapeva che con la sola forza non sarebbe mai riuscito ad abbatterlo e a farlo desistere dall’intento di suicidarsi. Non c’era il tempo di pensare, doveva agire! Piuttosto che cercare di tamponare il sangue, che usciva a fiotti, gli si buttò addosso e cominciò a baciarlo. “Stai tranquillo piccolo, ci sono io con te” disse cercando di assumere il tono più calmo che potè. Al suono di quelle parole e al tocco delle sue labbra e delle sue mani, Maedhros si calmò, come sedato. Fingon continuò a baciarlo dolcemente sulle guance, sulla fronte e sulle labbra mentre lo accarezzava e gli diceva parole rassicuranti. Aveva funzionato. Maedhros chiuse gli occhi e si lasciò andare. Perse i sensi e svenne. 

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Maedhros riprese conoscenza. Aprì gli occhi e vide Fingon che armeggiava con delle lenzuola bianche che faceva a pezzi con i denti. Sembrava disperato. Il fuoco nel camino ardeva di nuovo e dell’acqua stava bollendo. Maedhros si sentiva il petto indolenzito, si guardò e si vide ricoperto da lenzuola rosse. “ Che strano colore” pensò, “sembra proprio rosso sangue”. Fingon aveva tamponato le sue ferite come meglio aveva potuto ma aveva perso molto sangue. Il sangue era ovunque nella stanza... Pian piano Maedhros cominciò a ricordare. Fingon si accorse che si era svegliato, si girò verso di lui, sorrise e gli disse dolcemente: “Ciao”.  Ma sembrava diverso, quello non era il suo solito sorriso malizioso e spensierato. Fingon sembrava pieno di paura, sembrava terrorizzato. “Come ti senti?” Maedhros non rispondeva ma continuava a fissarlo. “Rispondimi!” gli disse Fingon alzando la voce. Il suo tono era allarmato, non era più dolce. Negli occhi di Maedhros stava ritornando lo sguardo disperato che aveva visto mezz’ora prima quando aveva cercato di uccidersi.  “Rispondimi! Parlami!” gridò. Maedhros non disse nulla ma cercò di alzarsi. Fingon allora temendo di nuovo il peggio, lasciò le lenzuola e si precipitò su di lui. Lo costrinse con il suo peso a restare disteso a terra. Gli prese le mani e lo immobilizzò. Lo guardò fisso negli occhi. Il suo sguardo era determinato e nello stesso tempo terrorizzato esattamente come quando lo aveva salvato da Angband. Maedhros si sentiva sfinito, non voleva cadere di nuovo vittima dell’ennesima allucinazione. Voleva uccidersi, voleva farla finita, voleva smetterla di soffrire… Ma Fingon era sopra di lui e non gli permetteva di alzarsi. Sentiva il suo corpo caldissimo addosso che lo immobilizzava. Demoralizzato pensò a voce alta: “Eppure sembra tutto così reale.” Fingon allora gridò snervato: “Certo che è reale! Perché dici questo?!?” Maedhros allora sussurrò: “Non è vero… tu non sei qui. Sono solo…” Nel dirlo i suoi occhi si riempirono di lacrime e cercò di liberarsi dalla morsa. Fingon fu costretto a imporre ancora più forza per tenerlo fermo e iniziando a piangere disse: “Smettila! Sono reale! Sono qui… sono qui con te… ero qui mezz’ora fa quando hai cercato di ucciderti davanti a me… ed ero qui anche 3 ore fa quando ti ho trovato fuori al balcone a congelarti!” Maedhros allora smise di divincolarsi e piangendo disse: “Non può essere... Non puoi essere qui… Tu sei morto. Ti ho visto io… non sono arrivato in tempo… Non sono riuscito a salvarti…” Fingon piangendo disse dolcemente “E’ vero, sono morto… ma sei morto anche tu...” Maedhros si sentiva confuso e lo guardava perplesso. Fingon continuò: “Siamo morti entrambi… e adesso siamo nelle aule di Mandos…tutto questo è reale… Io sono reale, tu sei reale, quello che abbiamo fatto è reale.” Maedhros venne preso da una scarica di vita. “Davvero?” chiese speranzoso. “Ti ho mai mentito? Fidati di me. Stai con me…” rispose Fingon. Maedhros chiuse gli occhi sollevato. Non voleva più morire. Voleva vivere e voleva stare con Fingon. Le ferite ora cominciavano a bruciargli e il dolore gli sembrava insopportabile. Tutto adesso era amplificato, era come se fosse tornato vivo. Maedhros quindi disse “Se questo è reale, baciami. Fammi sentire che sei davvero qui con me”. Fingon si abbassò su di lui continuando a piangere, chiuse gli occhi e lo baciò. Un bacio delicato, pieno di dolore, paura e sentimento. Poi disse: “Mi hai spaventato a morte. Non farlo mai più… Promettimelo!” Maedhros si sentì mortificato: non solo si era fatto del male, per giunta lo aveva fatto davanti a Fingon arrecandogli un grande dolore. Lo vedeva che soffriva moltissimo. L’ultima cosa che voleva era farlo soffrire ma lo aveva fatto. Era l’ennesimo errore, l’ennesimo sbaglio. “Non lo farò... Te lo prometto.” rispose, e di nuovo perse conoscenza.

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Maedhros aprì gli occhi. Si trovava ancora per terra sulla pelliccia d’orso sporca del suo sangue. Il fuoco era vivo e scoppiettante.  Fingon era seduto accanto a lui , rivolto al camino e gli dava le spalle. “Che bello vederlo” pensò. Allungò una mano per toccarlo ma una fitta di dolore lo prese, il petto gli bruciava e si ricordò delle ferite. Era tutto fasciato. Stavolta il colore delle lenzuola usate non era più rosso sangue, era bianco sporco con macchie di sangue isolate qua e là. Fingon l’aveva ricucito e bendato. Era una fortuna che avesse perso conoscenza, sarebbe stato difficile e doloroso per tutti se fosse rimasto sveglio mentre Fingon faceva quello che doveva per bloccare l’emorragia e salvarlo. Emise un sommesso verso di dolore e Fingon seppe che si era svegliato. Si girò per guardarlo e disse sorridendo: “Ciao… come ti senti?” Fingon sembrava distrutto, era visibilmente provato. Non erano state per niente facili quelle ultime ore... Maedhros rimase in silenzio per secondi che a Fingon sembrarono interminabili, poi disse: “Baciami”. Fingon sorrise sollevato e tirò un sospiro di sollievo. Per un attimo aveva creduto che Maedhros avesse di nuovo perso la ragione.  Si abbassò su di lui, gli accarezzò una guancia e lo baciò dolcemente. “Eccoti finalmente... Che spavento mi hai fatto prendere… Come ti senti?” Maedhros sorrise. “Mi sento felice.” Fingon gli sorrise di rimando e chiese: “Hai male?”  Maedhros fece una smorfia di dolore e rispose: “Moltissimo…” “Mi dispiace… Hai perso molto sangue, ma per fortuna le ferite non sono profonde. Ho cercato di ricucirle come meglio ho potuto. Se te la senti possiamo provare a metterti a letto. Lì starai più comodo e caldo.” disse Fingon amorevolmente. “Tu verrai a letto con me?” chiese Maedhros bisognoso. “Certo” sorrise Fingon, poi aggiunse: “Quando sei pronto ci proviamo.” “Sono pronto” disse convinto Maedhros. Fingon allora gli mise un braccio attorno alle spalle e con tutta la sua forza cercò di sollevarlo per farlo mettere seduto. Non voleva che facesse alcuno sforzo perchè le ferite potevano riaprirsi. Quindi con grande difficoltà cercò di sopportare tutto il suo peso in modo da non fargli assumere posizioni che mettessero in tensione i muscoli pettorali.  Nonostante tutti i suoi sforzi Maedhros sembrava soffrire. “Come va piccolo?” chiese Fingon con sincera preoccupazione. Maedhros allora scoppiò a ridere e subito ebbe una fitta di dolore perché ridere aveva messo in tensione i muscoli addominali vicini a quelli pettorali. “Piano… non ridere!” lo rimproverò Fingon. “Mi hai chiamato piccolo… mi hai fatto ridere.” disse sofferente Maedhros. “Dai! Un ultimo sforzo! Proviamo a farti alzare, appoggiati a me. Il letto è vicinissimo. Dovrei riuscire a prenderti in braccio e a portarti a letto”. Maedhros rise di nuovo e di nuovo fitta di dolore. “Smettila è già abbastanza difficile! Sei enorme e pesantissimo” disse Fingon in palese difficoltà. “Hai ragione, scusami. Ma tu hai detto che volevi portarmi a letto” sorrise Maedhros sempre dolorante. Fingon lo guardò sorridendo e disse: “Devi aver perso davvero molto sangue, sembri ubriaco!” Poi con un ultimo sforzo riuscì finalmente a distenderlo sul letto.  “Non è per il sangue che ho perso… sei tu a rendermi ubriaco” disse sorridendo Maedhros, poi chiuse gli occhi. Era ancora tutto nudo. Fingon lo coprì, mettendogli addosso lenzuola e coperte. “Ora sei comodo e al caldo” disse amorevolmente. Mantenendo gli occhi chiusi Maedhros sorrise e annuì. “Posso lasciarti da solo per un po'? Non mi farai un'altra brutta sorpresa vero?” chiese Fingon con preoccupazione… Allora Maedhros aprì gli occhi e chiese “Dove vai?” “Guardami.” gli disse sfinito Fingon, “Sono tutto ricoperto di sangue. Voglio lavarmi e mettermi addosso qualcosa di pulito così potrò entrare nel letto e stendermi vicino a te”.  A quelle parole Maedhros si sentì di nuovo mortificato: lo aveva fatto soffrire moltissimo tentando di suicidarsi davanti a lui e l’aveva anche costretto a non potersi allontanare un attimo per paura che ci riprovasse. Chissà quanta paura aveva avuto e in che stato di tensione doveva essere il suo amatissimo Fingon. In effetti sembrava distrutto. Era sempre bellissimo ma visibilmente provato e tutto sporco di sangue, del suo sangue… “Scusami” disse Maedhros mortificato. “Grazie per esserti preso cura di me…ancora una volta. Vai a fare un bagno caldo, io ti aspetterò qui”. Fingon sorrise sollevato e non rispose ma lo baciò teneramente sulla fronte. Poi si allontanò lasciandolo solo. Maedhros lo vide togliersi la maglia, gettarla per terra ed entrare nella sala da bagno. Avrebbe aspettato con pazienza il ritorno del suo amore, avrebbe aspettato tutto il tempo che doveva, adesso viveva per lui. Si guardò intorno, vide il fuoco e la pelle d’orso di fronte al camino su cui erano successe molte cose quella notte. Non era più bianca, c’era sangue dappertutto. Il letto, però, sembrava essere rimasto immacolato. Il suo pensiero andò con orrore al suo tentato suicidio e a come Fingon si era battuto con lui per salvarlo… doveva amarlo moltissimo… adesso ne aveva la certezza. Anche se, a ben pensarci, una prova d’amore, quella notte, l’aveva già avuta quando Fingon “aveva preso quello che era suo”. Un brivido gli corse lungo la schiena e con il ricordo di Fingon che lo baciava si addormentò. 

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Maedhros aprì gli occhi. Venne svegliato da un rumore: era Fingon che era inciampato goffamente su qualcosa uscendo dalla sala da bagno. Era tutto nudo e bagnato. Proprio uno spettacolo. I lunghi capelli corvini cadevano sul suo corpo muscoloso e perfetto. Maedhros pensò che fosse una visione meravigliosa. Lo guardò tutto. Rimase imbambolato ad ammirarlo squadrandolo dalla testa ai piedi. Fingon se ne accorse ma non disse nulla. Con un panno bianco tentò di asciugarsi, poi lo gettò a terra e tutto nudo si infilò tra le lenzuola. Maedhros allora si svegliò del tutto: era felice e lo voleva lì accanto a lui.  Lo stava aspettando da sempre, ora lo sapeva.  Maedhros provò a toccarlo ma una fitta di dolore lo prese. “Non ti muovere. Non fare sforzi. Devi riposare” gli disse Fingon bruscamente. Il suo tono non era più dolce come prima. Sembrava snervato e teso. Il bagno caldo non aveva avuto l’effetto calmante e rigenerante sperato. Maedhros preoccupato gli chiese: “Come stai? Sei arrabbiato con me?” “SI!” rispose Fingon con tono glaciale e seccato. “Sono arrabbiato con te, sono furente in realtà. Ma non posso arrabbiarmi perché adesso hai bisogno di stare tranquillo e di rilassarti. Quindi zitto e dormi” concluse. Il suo tono non consentiva repliche. Maedhros rimase spiazzato. Si era immaginato una situazione ben diversa: pensava ci sarebbero stati baci bollenti e appassionati e invece Fingon era freddissimo e distante. Era colpa sua e lo sapeva. Come poteva pensare che non ci sarebbero state conseguenze? Non poteva pretendere che Fingon si comportasse come se le ultime ore non ci fossero state. Era successo quasi l’inevitabile e la prova era il suo petto fasciato che non gli permetteva neanche di muoversi. Avrebbe voluto abbracciarlo e rassicurarlo, ma non poteva. Era immobilizzato e si sentiva una nullità. Ma non era quello il momento di autocommiserarsi, doveva essere forte per Fingon e doveva almeno tentare di dargli il conforto che meritava. “E tu di cosa hai bisogno? Vuoi dormire un po'? ti vedo stremato.” Questo fu il meglio che riuscì a dire. Fingon cercò di nascondere la sua rabbia, non voleva dire parole di cui poi si sarebbe pentito. Lo ignorò e si girò di spalle. Il suo silenzio ebbe un effetto peggiore di un pugno in faccia. Allora Maedhros si fece coraggio e continuò a parlare: “Se non sei troppo stanco mi piacerebbe spiegarti… Mi dispiace tanto per lo spavento che ti ho fatto prendere, mi dispiace per tutto… La mia vita è stata solo un susseguirsi di errori e il primo di tutti è stato quello di lasciarti andare... Avevi ragione quando prima mi hai detto che ero troppo concentrato su tutto il resto per accorgermi di quello che c’era tra di noi. La figura di mio padre è stata troppo ingombrante per me, sia da vivo che da morto. Obbedendogli ho bruciato le navi e ho posto un mare di distanza tra di noi.  Non ho avuto il coraggio di oppormi e stupidamente mi sono convinto che fosse meglio per te non intraprendere quel viaggio pieno di pericoli perché così saresti stato al sicuro. Ho pensato che non ti avrei più rivisto e che sarebbe stato meglio per te, perché ormai su di me c’era il peso della dannazione a causa del giuramento. Quando sono stato catturato e torturato, tu e mia madre siete stati gli unici pensieri che mi davano la forza di lottare per restare vivo... Poi quando pensavo di morire, sei venuto a salvarmi. Hai affrontato un grandissimo pericolo per me anche se non lo meritavo... Tu da solo hai osato fare quello che nessuno dei miei 6 fratelli osava neanche immaginare… Lì avrei dovuto capire, ma ero troppo stupido. Ero schiacciato dal peso del giuramento, dal peso delle aspettative di mio padre… Ormai ero dannato. Quando ti sei sposato e hai deciso di legare la tua vita a qualcun altro, ho pianto per giorni senza realizzarne il motivo. Una volta mio fratello mi disse che sapeva, aveva capito quello che io non riuscivo ad ammettere. Ora mi sembra tutto così stupido… non ho mai avuto la lucidità per capire come stavano le cose…  Sapevo solo che avrei fatto di tutto per te… Mi dicevo che il mio era un pensiero normale e una giusta conseguenza al fatto che ti dovevo la vita ma era solo una bugia… Io avrei fatto qualsiasi cosa per te a prescindere... Sei sempre stato così puro ai miei occhi, così giusto e splendente… Io invece sono stato capace di portare solo morte e desolazione, ho distrutto e rovinato tutto quello che ho toccato… Dopo il tuo matrimonio e la nascita di tuo figlio ho deciso di non vederti più.  Non volevo corromperti... Non volevo rovinare la tua felicità con la mia dannazione. Sapevo che se avessi visto lo stato in cui ero avresti cercato di aiutarmi… come sempre...  Ero troppo preso dalla guerra, portavo il peso del giuramento e dovevo adempiere ai miei doveri.  Ormai ero diventato un mostro…  Poi arrivò quel giorno infernale… sapevo che dovevo starti vicino. Ero pronto a sacrificare me stesso per proteggerti ma sono stato trattenuto... Avrei combattuto al tuo fianco e avrei dato volentieri la mia vita se fosse servita a salvarti ma non sono arrivato in tempo... Ti ho cercato a lungo ... e quando ti ho visto lì per terra, morto, sono morto anche io. È stato lì che ho capito finalmente che ti amavo. Quando ormai era troppo tardi. In quel momento tragico ho capito che eri ed eri sempre stato l’unica cosa bella della mia vita. Da quel giorno ho iniziato ad avere le allucinazioni e a vederti ovunque. Era l’unico modo per averti vicino a me... Poi ho trovato i gemelli e ho pensato a quello che avresti fatto tu. Li ho cresciuti come figli miei come meglio ho potuto. Ma il mio cuore ormai non batteva più perché tu eri morto ed io ero morto con te… Il peso del giuramento continuava a schiacciarmi e dovevo andare avanti. Non ricordo come sono morto in realtà ma posso assicurarti di essere morto quel giorno maledetto con te… Quando prima mi hai trovato fuori al freddo e ti ho visto lì al balcone pensavo fossi l’ennesima allucinazione. Volevo lasciarmi morire congelato ma tu mi hai salvato… di nuovo. Quando poi ci siamo baciati e mi hai detto che mi amavi anche tu mi sono sentito felice, mi sono sentito vivo, una sensazione calda che non provavo dai tempi in cui eravamo giovani a Valinor. Quando poi mi sono svegliato e tu non c’eri ho pensato fosse stato solo uno scherzo crudele della mia mente… Mi sono sentito morire… è stato come perderti un’altra volta… come quel giorno sul campo di battaglia. Ho rivissuto lo stesso dolore e non sono riuscito a sopportarlo, non di nuovo. Era troppo. Ho perso la testa e volevo farla finita. Non avevo niente per cui vivere.  Solo dolore... Ma adesso so che sei reale… Ho una seconda occasione e voglio vivere tutto il tempo che mi è concesso al tuo fianco. Mi dispiace infinitamente di averti spaventato, credimi, sono mortificato, non accadrà più… e se me ne darai l’opportunità voglio passare tutto il tempo che mi è concesso a provare a renderti felice come meriti. Ti amo, credimi. Ora lo so, ed anche se non l’ho mai capito, ti amo da sempre... Spero tu possa trovare la forza di perdonarmi. Ti amo Fin, dammi un’altra possibilità…non ti deluderò più.” Maedhros era riuscito a dire tutto quello che pensava. Aveva aperto il suo cuore ed era stato difficile. Aveva fatto molte pause e la sua voce era rotta dal pianto.  Molte volte si era fermato credendo di non riuscire a continuare ma aveva raccolto tutto il suo coraggio ed era andato avanti. Adesso si sentiva vulnerabile ma Fingon doveva conoscere la verità. Voleva stare con lui, lo voleva disperatamente e gli avrebbe concesso il suo tempo. Avrebbe atteso, pazientemente, il suo perdono...    Fingon rimase girato di spalle, immobile e senza parlare.  Poi si voltò di scatto. Aveva le guance rigate dalle lacrime. Stava piangendo. Non si aspettava un discorso così commovente e appassionato. Maedhros era sempre stato così freddo e distante e non immaginava affatto che nutrisse per lui un amore così profondo.  Adesso non era più arrabbiato. Scoppiò a ridere piangendo e disse: “Certo che tu ci sai proprio fare con i discorsi di scuse!” Maedhros sollevato sorrise e capì di essere stato perdonato. Si guardarono negli occhi per qualche istante ed entrambi si sentirono di nuovo vicini con il cuore.  Fingon gli si avvicinò e lo baciò con passione. Maedhros rispose con tutto il coinvolgimento che poteva, ferite permettendo. Sentiva dolore ma era tanto felice perchè Fingon sembrava stare meglio e lo aveva anche perdonato. Voleva baciarlo e voleva farlo per sempre. Fingon si mise appoggiato su un fianco: si teneva la testa con la mano destra e con la sinistra gli accarezzava il viso. Guardandolo negli occhi disse dolcemente “Mi hai sconvolto di nuovo. Anche io ti amo e ti amo da sempre… Adesso però sto crollando, sono stremato… Sta per albeggiare e non ho chiuso occhio questa notte. Piccolo dormiamo un pò. Domani parliamo di tutto.” Fingon sembrava sfinito ma rilassato, crollò sul cuscino e chiuse gli occhi. Maedhros rise di nuovo: lo divertiva essere chiamato “piccolo” date la sua stazza e la sua età. Fingon nonostante gli occhi chiusi lo sentì ridere e ne indovinò il motivo allora con le sue ultime forze sussurrò sorridendo: “Ti amo piccolo.” e cadde addormentato. Maedhros sorrise di nuovo e pensò che Fingon fosse davvero speciale: così bello, così spiritoso, così passionale…. Vederlo dormire pacificamente lo riempì di gioia. Si sentiva vivo, pieno di un senso di completezza e di pace mai avuti prima. “Ti amo Fin” sussurrò e si addormentò pacifico anche lui.

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Maedhros aprì gli occhi. Era stato svegliato dalla luce che inondava la stanza prepotentemente. Si trovava esattamente nella stessa posizione in cui si era addormentato e questo era strano per lui: per la prima volta, da non sapeva neanche più quando, aveva fatto sonni tranquilli, senza incubi. Guardò alla sua sinistra e vide Fingon che dormiva ancora. Era tutto scoperto e il suo bellissimo corpo nudo era esposto alla luce. Non sembrava sereno, tremava e probabilmente stava avendo un incubo. Subito Maedhros lo accarezzò per tranquillizzarlo. Solo in quel momento si rese conto che aveva di nuovo la sua mano destra. Con tutto quello che era successo la notte prima non l’aveva notato. Ne fu contento e sorrise. Le ferite gli bruciavano ma il dolore era diminuito. Riuscì a farsi più vicino e usò la mano destra per accarezzare la schiena nuda di Fingon che riposava a pancia in giù. Di colpo smise di tremare, finalmente si era calmato. Era riuscito a tranquillizzarlo con le sue carezze. Continuò ad accarezzargli spalle e schiena. Era così caldo e liscio. Era bellissimo. D’un tratto Fingon aprì gli occhi e sorridendo sussurrò: “Ciao”. Maedhros venne travolto da una fitta d’amore. Era come se lo vedesse per la prima volta. “Scusami, non volevo svegliarti... volevo solo tranquillizzarti… temevo stessi facendo un brutto sogno” sussurrò Maedhros con tono caldo e amorevole. “Continua a dormire…” Ma Fingon rispose: “No... voglio stare con te…” Maedhros si sentì pieno di gioia per quelle parole. Poi Fingon mantenendo gli occhi chiusi continuò: “Hai ragione... stavo facendo un brutto sogno…. Grazie di avermi svegliato...”  “Parlamene se ti va….” disse Maedhros continuando ad accarezzarlo. “No, non voglio parlarne… stavo rivivendo questa notte…” disse Fingon con tono spaventato. “Mi dispiace…” disse rattristato Maedhros. “Mi piacerebbe cancellarla se potessi”. Fingon aprì gli occhi rimanendo sempre nella stessa posizione e chiese: “Tutta tutta?” Maedhros lo guardò perplesso e chiese “Cosa intendi dire?” “Stanotte sono successe tante cose… te le ricordi? Vorresti cancellarle proprio tutte?” il tono di Fingon era diventato malizioso. Maedhros si sentì avvampare e arrossì. “No, cancellerei solo le cose brutte”. “ E quali sono state le cose belle?” Fingon continuava a provocarlo. Maedhros si stava eccitando. Si prese una pausa, lo guardò tutto, emise un respiro profondo e gli disse: “Sei fortunato che io non possa muovermi…” “Perché?” chiese Fingon con falsa innocenza. “Perché altrimenti ti ritroveresti sempre con la mia lingua in bocca e le mie mani addosso.” rispose Maedhros con tono deciso. L’atmosfera si stava surriscaldando. Fingon lo guardò con aria di sfida e disse “Sei diventato sfrontato”. Maedhros non voleva più essere quello di un tempo. Aveva una seconda occasione e non voleva sprecarla. Voleva essere sincero con Fingon e soprattutto con se stesso. La sua mente non era più imprigionata e non era più disposto a censurare nessun pensiero. “Non ti piace?” domandò. Fingon allora non rispose ma si alzò lasciando che Maedhros ammirasse il suo corpo nudo. Poi in modo malizioso lo guardò negli occhi e disse pensieroso: “mmm… quindi dici che sono fortunato? Dici che dovrei approfittare del fatto che non puoi muoverti?”. Maedhros capì dove voleva andare a parare. Il suo corpo era diventato tutto un brivido. Lo guardò con desiderio e si morse il labbro inferiore. Era eccitato al massimo. Fingon voleva replicare quello che avevano fatto la notte scorsa e lui si sentiva scoppiare alla sola idea. Emise un sospiro profondo e disse: “Si , credo proprio che dovresti...” Allora Fingon sorrise in maniera provocante e sparì sotto le lenzuola. Maedhros si distese, non lo vedeva, ma lo sentiva tra le sue gambe. La sua bocca era così calda…Chiuse gli occhi e iniziò ad ansimare. Si sentiva la testa leggera e vuota. Si ricordò della notte prima e di quando nella stessa situazione Fingon gli aveva ordinato di aprire gli occhi e di guardare cosa gli stesse facendo. Il ricordo dei suoi occhi e le sensazioni che stava vivendo in quel momento gli fecero perdere il controllo e con un urlo di piacere esplose, di nuovo, nella sua bocca… Fingon riemerse dalle lenzuola e vide Maedhros ancora sconvolto dall’ondata di piacere che l’aveva travolto. Gli andò sopra facendo attenzione alle fasciature e lo baciò appassionatamente. “Buongiorno piccolo” disse. “Mi fai impazzire…” sussurrò Maedhros. Fingon sorrise e gli chiese: “Hai fame?” “Si”. “Riesci ad alzarti? Come stai?”. “Meglio. Ma preferirei non lasciare la stanza”. “Ci penso io. Torno subito!” Fingon lasciò il letto e si diresse spedito verso la porta. Maedhros lo seguì con lo sguardo. Era nudo ed era impossibile non guardarlo. Fingon aprì la porta, poi immediatamente la richiuse. “Dovrai prestarmi i tuoi vestiti, non posso uscire così” disse ridendo.

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


Fingon tornò in camera il più in fretta possibile. Aveva in mano un cesto pieno di cibo e dei vestiti. Non si era cambiato ed aveva un aspetto buffo perché sembrava nuotasse in quegli abiti che non erano suoi. Con calma pose il cesto sul tavolo sotto la finestra e iniziò a spogliarsi lentamente, fino a rimanere completamente nudo. Maedhros lo guardava imbambolato. “Ti piace quello che vedi?” chiese Fingon con tono provocante. Il suo corpo perfetto, muscoloso e longilineo, illuminato dalla luce del giorno, veniva esposto in tutto il suo splendore. Si lasciò ammirare per qualche secondo poi gettò sul letto i vestiti appena tolti e iniziò a indossare i propri. “Hai bisogno di aiuto per vestirti?” chiese al convalescente. “Forse” rispose Maedhros. Il dolore gli sembrava essere diminuito di molto. Si sentiva meglio ma non bene.  Era a causa della sua grande forza? Ricordava di essere guarito in fretta quando era stato salvato da Angband. O forse era grazie all’amore che provava per Fingon e che riceveva? Probabilmente erano entrambe delle verità. Fingon si vestì del tutto e andò da Maedhros che nel frattempo era riuscito a mettersi seduto sul letto con i piedi che toccavano il pavimento gelido. Iniziò delicatamente a fargli alzare le braccia, una per volta, per aiutarlo a indossare una maglia. D’un tratto disse sorridendo: “Mi sembra una situazione già vissuta…” Nella sua voce non c’era malizia, era solo un pensiero detto a voce alta. Senza volerlo, quella frase detta ingenuamente, gettò un’ombra su Maedhros che si oscurò. Fingon se ne accorse, gli prese il viso tra le mani e lo costrinse a guardarlo negli occhi. “Scusami piccolo… Non volevo ferirti… non ci pensare… è tutto passato” disse con voce dolce e rassicurante. Maedhros si riscosse e gli disse “No, hai ragione, lo schema si ripete. Già una volta mi hai salvato la vita e sei stato costretto a vestirmi, lavarmi e a prenderti cura di me. Sono di nuovo un inutile peso. Scusami.” La sua voce era triste e sconsolata. “Non dire così. Non mi sembra che la situazione sia “esattamente” uguale all’ultima volta...” dicendo questo gli si mise sopra a cavalcioni e iniziò a baciarlo dolcemente. Quel bacio lo fece sentire un po' meglio e disse: “Hai ragione… ora le cose sono diverse”, ma il suo sguardo era sempre triste. Fingon allora si staccò da lui, si rimise in piedi e continuò a vestirlo. Lo guardava e i suoi occhi sembravano spenti.  Sembrava mortificato. Gli venne in mente un’idea per cambiare la situazione. Voleva che Maedhros si riprendesse. Voleva vederlo sorridere di nuovo. Anche se non lo aveva fatto di proposito, era colpa sua se il suo amato era sprofondato in bruttissimi ricordi e pensieri bui. Probabilmente stava ripensando alle torture subite e a quanto fosse stato difficile riprendersi. Voleva trovare un modo per rimediare. Doveva distrarlo... Di scatto si mise in ginocchio e con una mossa brusca e decisa spalancò le gambe di Maedhros che si riaccese di colpo. Vedere il suo amante di nuovo tra le sue gambe lo fece sentire immediatamente eccitato.  Fingon fece finta di non accorgersene ma aveva capito di aver raggiunto il suo obiettivo. Iniziò a infilargli i pantaloni lentamente e in silenzio. Lo vestiva toccandolo e sfiorandolo molto più di quanto fosse necessario in realtà. Aveva catturato la sua attenzione e si divertiva a stuzzicarlo. Maedhros era sempre più eccitato e si vedeva. Poi strusciandosi ancora un po' su di lui ma facendo finta di essere lì unicamente per vestirlo, gli disse dando un’occhiata veloce al rigonfiamento dei suoi pantaloni: “La VEDI adesso la differenza con l’ultima volta? Non sei poi così inutile.” Maedhros allora non ebbe più dubbi: Fingon lo stava provocando spudoratamente. Accolse la provocazione. Lo prese con la forza, lo girò di spalle e lo costrinse a sedersi su di lui, abbracciandolo da dietro. Lo tenne giù, aderentissimo al suo bacino. Provava dolore ma l’eccitazione era senza dubbio maggiore. “Hai ragione...” gli sussurrò all’orecchio da dietro.  “La SENTI anche tu la differenza ora?” poi gli baciò il collo. Anche Fingon adesso era eccitato e un brivido gli scese lungo la schiena.  La repentinità dell’azione lo aveva colto di sorpresa. Sentiva la sua grande forza che lo immobilizzava e sentiva qualcosa di duro, che ormai conosceva molto bene, spingere prepotentemente verso il suo fondoschiena. La situazione gli stava sfuggendo di mano e non voleva perdere il controllo. Il momento sarebbe arrivato ma non era quello. Si riscosse dall’incantesimo, cercò di darsi una calmata e si liberò dalla morsa del suo amato. Poi sforzandosi di fingere indifferenza emise un profondo respiro e disse con voce calma sorridendo: “mi sembra che ti sia tornato il buonumore... Mangiamo qualcosa... Sto morendo di fame.”

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


Maedhros mangiava di gusto le focaccine che gli aveva portato Fingon. Gli sembravano la cosa più buona che avesse mai mangiato. Erano seduti al tavolo sotto la finestra, mangiavano e ridevano come facevano quando erano giovani principi a Valinor. Sembrava che il tempo si fosse fermato a quell’età beata, senza dolore, senza pensieri e con grandi speranze verso il futuro. Si vedeva che si conoscevano da sempre e che amavano l’uno la compagnia dell’altro. Erano in totale sintonia. L’ombra di ricordi dolorosi era passata del tutto. La luce splendeva fortissima fuori ed era una bellissima giornata di sole. Faceva caldo. “Strano!” disse Maedhros guardando fuori dalla finestra. Fingon lo guardò con aria interrogativa. “Ieri nevicava e faceva freddissimo, oggi c’è un gran sole…”. Fingon sorrise e disse “Te l’ho detto, siamo nelle aule di Mandos. E’ un posto singolare. Ognuno ha la propria camera che è arredata con ciò che sente familiare. Anche il clima fa parte dell’arredamento in un certo senso. Tu sei arrivato solo ieri e io come al solito sono stato avventato e mi sono precipitato da te. Avrei dovuto concederti il tempo di capire dove ti trovavi e di riacquistare la memoria. Ma la tentazione era troppo forte e ho sbagliato. Sai da quanto tempo ti stavo aspettando?” Maedhros si concesse un attimo per elaborare quello che Fingon gli aveva appena detto. “Stanze? Quindi tu hai la tua? Quindi oggi c’è il sole perché io lo sto proiettando?” chiese. “Si. Ti senti felice, quindi oggi è una giornata di sole. Stanotte la neve e il gelo erano anche dentro il tuo cuore” disse facendosi serio all’improvviso e prendendogli una mano. Poi continuò “Si, io ho una mia camera. Tutti quelli che si risvegliano ne hanno una e ce l’hanno per tutto il tempo che rimangono qui.” “Quindi tu mi stavi aspettando? Perché?” chiese Maedhros. Fingon gli strinse la mano che aveva preso tra la sua un attimo prima e disse: “Perché sono innamorato di te, anche io da sempre… Quando mi sono risvegliato e ho riacquistato pienamente la memoria mi sono ricordato come sono morto e che prima di morire il mio grande dolore era stato quello di non averti potuto rivedere un’ultima volta”. Maedhros lo ascoltava commosso e chiese: “Ma tu quando l’hai capito?” Fingon rispose: “Che ti amo? L’ho sempre saputo… quello che non avevo capito era COME ti amavo. Tu mi hai visto crescere, io sono cresciuto con te e poi siamo cresciuti insieme. Prima ti ammiravo perché eri un simbolo di perfezione. Sei sempre stato bellissimo, di una bellezza disarmante, impareggiabile...”  Maedhros arrossì e sorrise ma non voleva interromperlo quindi non disse nulla. Era felice di sapere che lui lo vedeva bellissimo. Aveva sempre saputo di esserlo ma l’unico parere di cui gli importava era quello di Fingon e voleva essere bello solo per lui. Fingon continuò: “poi crescendo siamo diventati inseparabili e ti ho amato come un fratello, anche se per te ho sempre provato un attaccamento più profondo rispetto a quello verso i miei veri fratelli… Le navi per me non hanno significato nulla perchè ti conoscevo e mi fidavo ciecamente di te tanto che ti avrei affidato la mia stessa vita, senza battere ciglio, se solo me lo avessi chiesto. Sentivo che per te avrei fatto qualsiasi cosa e difatti te l’ho dimostrato quando mi sono gettato a capofitto, senza pensarci un attimo, nell’impresa impossibile di salvarti. Non ho pensato che sarei potuto morire, pensavo solo che dovevo salvarti… Quando ho fatto quello che ho dovuto…” prese una pausa e guardò la mano che stringeva, la destra che era stato costretto a recidergli molti secoli prima “mi sono sentito morire nel farti del male. Tu urlavi disperato e mi chiedevi di ucciderti ma non avevo altro modo per salvarti… E’ stato orribile… Mentri eri svenuto tra le mie braccia ti stringevo sul mio cuore e piangevo. Ero ancora nel panico, avevo paura di averti ucciso quando invece l’unica cosa che volevo era salvarti. Piangevo e continuavo a baciarti i capelli. Ero disperato… Lì ho capito che il mio non era solo amore fraterno.” Mentre parlava i suoi occhi cominciarono a riempirsi di lacrime: soffriva profondamente perché stava rivivendo quell’orribile ricordo. Anche Maedhros vedendolo in quello stato iniziò a piangere e chiese “Ma perché non me l’ha mai detto?” “L’ho fatto” rispose Fingon. “Te l’ho detto subito... non appena l’ho capito. Ma tu eri svenuto tra le mie braccia e non potevi sentirmi… Poi te l’ho ridetto quando ti sei svegliato. Quando mi prendevo cura di te te l’ho detto ogni giorno... A volte mi riconoscevi e ti lasciavi abbracciare e coccolare... Ti ho anche baciato una volta ed hai risposto al mio bacio. Ho pensato che i miei sentimenti fossero ricambiati ma poi mi sono reso conto che non eri realmente lì con me… Alternavi momenti di lucidità apparente a momenti di follia… Le torture avevano lasciato cicatrici profonde anche nella tua anima e avevano compromesso la tua mente. Un fuoco ardeva dentro di te, eri pieno di rabbia... Nei momenti in cui sembravi lucido eri dolce, eri il mio Maedhros di sempre. Poi ti trasformavi in una bestia feroce. Mi hai anche aggredito una volta... Mi si spezzava il cuore a vederti così, ma non ho mai perso la speranza che tornassi da me e ti sono stato vicino sempre in ogni momento… non poteva finire così... dovevi farcela… dovevi combattere... dovevi guarire… Finalmente un giorno hai riacquistato completamente le forze e ti sei svegliato… scoppiavo dalla felicità ma è durata pochissimo… Mi riconoscevi si, ma il tuo obiettivo era solo recuperare quei maledetti silmaril. Eri schiavo del giuramento e di tuo padre. Non sembravi interessato ad altro che a quei stramaledetti gioielli… Speravo che avremmo potuto passare del tempo insieme e che ci sarebbe stata occasione per parlare ma non eri più quello che conoscevo. Eri pieno di odio. Eri diventato freddo e mi hai tenuto a distanza.  Ti sei precipitato a convocare i tuoi fratelli e come segno di riconoscenza verso di me hai ceduto il tuo titolo regale a mio padre. Poi con i tuoi fratelli, non sempre piacevoli, perennemente in mezzo, non abbiamo più avuto un momento per restare da soli e mi hai congedato. Ero stato utile si, ma ormai non servivo più”. Lo sguardo di Fingon era diventato duro. Maedhros a questo punto si sentiva straziato. Conosceva quella storia ma sentirla raccontare dalla bocca di Fingon gli fece capire che in realtà non la conosceva affatto. Si era comportato male. A questo punto sapeva che se era riuscito a farcela e a guarire era stato solo merito dell’amore di Fingon che lui non aveva saputo apprezzare.  “Fin, mi dispiace averti fatto soffrire, non me ne sono reso conto... Ero dannato... Come dici tu non ero lucido…non lo sono stato per moltissimo tempo… ma credimi, adesso sono qui, completamente. Siamo solo io e te. Sono qui per te… con il cuore... con la mia anima... e con il mio corpo… Vedo le cose chiaramente e per me tu sei più importante di tutto: dei silmaril, di mio padre, dei miei fratelli. Per me conti solo tu. Credimi... Farei qualsiasi cosa per cancellare il male che ti ho fatto. Farei qualsiasi cosa per renderti felice...” Di nuovo le risate avevano lasciato il posto alle lacrime. Fuori il cielo era diventato scuro e c’era aria di tempesta. Fingon sembrava ferito, Maedhros si sentiva devastato.

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


Fingon non parlava più e il suo volto era serio e duro. Era tutto così vivido nella sua mente e lo stava come rivivendo. Ricordare gli faceva male. Un silenzio glaciale era piombato nella stanza. Erano seduti uno accanto all’altro eppure una distanza enorme sembrava separarli. Maedhros piangeva, il suo volto era inondato dalle lacrime, si sentiva veramente una nullità. Ma come aveva fatto a sprecare tutta la sua vita? Pensava tra sè.  Fingon lo aveva sempre amato e lui non lo aveva mai saputo. Ma anche se lo avesse saputo? Avrebbe fatto differenza? Probabilmente no… Era giunto a questa amara conclusione. Fingon allora vedendolo in quello stato si riprese e cercò di consolarlo accarezzandogli una mano, poi disse: “Dai piccolo, non fare così. Ormai è tutta acqua passata… tutto superato…” Maedhros lo guardò e continuando a piangere gli disse: “Ma come fai a stare con me? Sono un fallimento su tutta la linea, ho sprecato tutta la mia vita… non ho concluso nulla di buono e ho fatto tantissimo male… anche a te…” Fingon gli rispose: “Non essere così duro con te stesso. Hai delle attenuanti. La tua non è stata una vita semplice... Tu sei una persona buona e di cuore. Io lo so perché ti conosco da sempre e ti amo per questo… L’unico difetto che ho sempre trovato in te e che ti ha portato a fare tutto quello che hai fatto, secondo me, è che sei sempre stato troppo perfetto.” “Perfetto? Cosa intendi? Mi sembra di essere stato solo un fallimento per tutti. Molto lontano dalla perfezione.” gli rispose Maedhros con tono rassegnato. “E’ proprio questo quello che intendo. Volevi essere perfetto e hai recitato il ruolo che dovevi alla perfezione. Hai sempre fatto solo quello che ci si aspettava da te. Non volevi deludere le aspettative e hai annullato te stesso per mettere gli altri al primo posto. Se solo fossi stato più egoista avresti spezzato le catene che ti imprigionavano e avresti seguito la tua strada, infischiandotene delle aspettative e di quello che avresti dovuto fare. Hai votato la tua vita all’onore e ai doveri. Non sei mai stato fedele al tuo cuore, hai fatto solo quello che credevi andasse fatto. Anche tutte le guerre che hai iniziato e tutte le morti di cui ti sei reso colpevole sono avvenute a causa del tuo fortissimo senso del dovere verso tuo padre e verso il giuramento. Non hai fatto nulla per il tuo interesse, nulla per il tuo piacere personale… Non ti sei mai concesso un momento di riposo. Non ti sei mai dato la possibilità di essere egoista, di seguire il tuo cuore e di essere felice...Non hai nemmeno voluto sposarti… Perché?” chiese. “E come avrei potuto? Che futuro avrei potuto offrire a mia moglie? Che padre sarei stato per mio figlio?” rispose di getto Maedhros addolorato.  “Visto? Proprio quello che ti dicevo… Sei una persona buona e di cuore… se fossi stato meno onorevole e più egoista non avresti sprecato la tua vita… Avrei voluto vedere se al tuo posto ci fosse stato Celegorm. Lui avrebbe approfittato della posizione di supremazia di primogenito per diventare il re dei noldor e piegare tutti al suo volere per perseguire solo i suoi scopi personali. Non avrebbe rispettato il giuramento, non fino alla fine perlomeno. Non si sarebbe fatto scrupoli e avrebbe approfittato di tutto per fare solo quello che gli andava. Conosco tuo fratello e lo conosci anche tu...” “Perchè parli di lui? Io non sono come lui.” disse infastidito il rosso.  “Esattamente… tu non sei come lui. Nessuno è come te. Nessuno ha dovuto portare i pesi che tu hai portato. Nessuno ha dovuto affrontare le prove che tu hai sopportato. Hai sprecato la tua vita perché hai permesso a tuo padre e al giuramento di prenderne il controllo. Hai fatto il meglio che hai potuto in una situazione tutta sbagliata già in partenza. Adesso hai un’altra possibilità. Quella vita ormai non esiste più. Ora puoi scegliere di essere te stesso.” Fingon smise di parlare. Maedhros continuava a piangere in silenzio. Riflettè su quelle parole per qualche minuto poi disse con tono freddo e consapevole “Hai ragione…” “Su cosa?” chiese Fingon. “Su TUTTO. Non sono mai stato padrone della mia vita... Ho fatto solo quello che andava fatto e che ci si aspettava da me. L’ho sprecata… ho sbagliato tutto…non ho saputo vivere… Sono stato inutile... E come se non bastasse sono riuscito a ferire anche te in base a quello che mi hai raccontato prima…quindi perché mi hai aspettato qui? Perché non sei tornato a Valinor da tua moglie?” “Perché io volevo rivederti. E volevo avere l’opportunità di parlare con te. Sapevo di non sbagliarmi sul tuo conto. Me lo hai confermato proprio adesso ma nel mio cuore lo sapevo già. Sono stato arrabbiato con te per moltissimo tempo. Ho pensato che far breccia nel tuo cuore fosse un’impresa impossibile… anche per uno valoroso come me. Poi ho capito che non potevi essere cambiato veramente. Era la vita che ti eri costretto a vivere che ti aveva reso di ghiaccio e senza sentimenti... ma dentro dovevi essere ancora il ragazzo che conoscevo a Valinor, il ragazzo di cui ero innamorato... E la notte scorsa e oggi quel ragazzo l’ho rivisto… così dolce.. così passionale... Caldo, non più freddo e distante…” Maedhros lo ascoltava rapito e aveva smesso di piangere. Era stupito. Fingon lo conosceva meglio di sè stesso… che cosa sorprendente e meravigliosa! Non lo giudicava, lo aveva capito e lo aveva perdonato addirittura prima di aver avuto la possibilità di spiegarsi. Era con lui solo dalla notte precedente ma ogni minuto era stato così intenso che gli sembrava avessero trascorso molto più tempo insieme. Fingon aveva smesso di parlare e lo guardava negli occhi. Maedhros lo guardava di rimando… che occhi stupendi… così blu… così profondi… come un mare in cui annegare…  Si stava perdendo nei suoi occhi e rimaneva in silenzio... Poi si riscosse e gli chiese “Quindi tu vuoi stare con me?” Fingon annuì. “E tua moglie?” “Mia moglie cosa?” “Immagino che dei doveri ti leghino a lei” “Io non devo fare niente. Devo fare solo quello che mi dice il mio cuore. Ho sempre seguito questa linea e continuerò a seguirla.” disse Fingon seccato. “Ma credo che dovresti essere con lei” aggiunse Maedhros con tono rassegnato.  “Io sono esattamente dove dovrei essere… qui con te. Vuoi che vada da lei?” Fingon iniziava a innervosirsi. “No, lo sai che ti voglio qui con me” disse Maedhros di getto. “E allora perché non la smetti di parlare di mia moglie e di dirmi cosa dovrei fare?” Fingon si stava scaldando. Maedhros capì di essere stato frainteso e cercò di spiegarsi: “Te lo dico solo perché non voglio che tu faccia qualcosa di disonorevole a causa mia. Non voglio comprometterti. Immagino che tua moglie vanti dei diritti su di te.” “Ancora? Ancora con questo onore e doveri? Smettila! Mi stai facendo innervosire. Non so perché stiamo parlando di lei ma dato che ci tieni posso dirti che mia moglie conosce già la verità. Sa che il mio cuore non le appartiene... Ha avuto solo il mio corpo. Lei mi ha sposato per amore, ma io no, cercavo solo una regina che diventasse madre di un re. Le sono affezionato ma non la amo e lei lo sa. Sono stato con lei tutte le volte che mi ha voluto nel suo letto ed è stata una piacevole compagnia. Le mie notti non sono mai state fredde e abbiamo avuto un figlio…” Maedhros stava diventando nervoso… immaginare Fingon a letto con qualcun altro lo faceva bruciare dalla gelosia. Ma era stato lui a tirar fuori quell’argomento, quindi doveva ascoltare mantenendo la calma e sperare che il discorso finisse presto. “Il nostro era un rapporto molto fisico…Ci siamo divertiti tanto insieme ma niente di più” continuò Fingon. “Che c’è?” si interruppe bruscamente vedendo che Maedhros tremava dalla rabbia ed era sempre più agitato. “Non ti piace quello che sto dicendo?” “NO” disse con tono secco Maedhros. “Perché? E’ mia moglie… Cosa pensavi che avessi fatto con lei? Pensavi che non l’avessi mai toccata e che mio figlio fosse stato portato da una delle aquile di Manwe?” chiese con tono canzonatorio. “Smettila!” disse Maedhros snervato, stava perdendo la pazienza.  “Di fare cosa?” disse incalzando Fingon. “Sei tu ad averla messa in mezzo, sei tu che insisti che io faccia ciò che è giusto secondo te. Sei tu a volere che io ritorni tra le sue braccia”. Maedhros stava per esplodere e in un impeto di rabbia sbattè un pugno sul tavolo. “NO! Io non voglio questo… e smettila di dirmi quanto ti piaceva scopare con lei. Non voglio sentirlo!” Fingon spiazzato da quella reazione violenta, rise nervosamente e chiese: “E allora che cosa vuoi?” Maedhros si alzò in piedi sovrastandolo e lo guardò negli occhi con sguardo minaccioso. Poi disse con voce intensa: “Voglio te. Voglio che scopi solo con me.” Si girò di spalle e si allontanò da lui lasciandolo sbalordito e seduto al tavolo.
 

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


Fingon era basito. Ma come erano arrivati a quel punto? Non si aspettava che la colazione finisse così. Pensava, invece, che avrebbero trascorso una giornata tranquilla, mangiando e parlando di tutto in maniera pacata. Aveva sperato troppo? Dalla notte precedente l’atmosfera era cambiata ripetutamente, un continuo turbinio di emozioni. Non c’era mai stato un momento di noia e si sentiva stanco. Ma cos’era successo? Maedhros si era arrabbiato ed era diventato violento. Per un attimo gli aveva fatto paura. Si capiva bene perché tutti scappassero sul campo di battaglia vedendolo arrivare. Gli aveva visto il fuoco negli occhi e quella reazione avrebbe intimorito chiunque ma lui sapeva che il suo migliore amico non sarebbe mai stato capace di fargli del male.  Fingon rimase seduto a riflettere… era stata una scenata di gelosia? Maedhros bruciava per lui, aveva perso il controllo e se ne era andato…  Adesso si trovava fuori al balcone. Sarebbe ritornato? Probabilmente lo avrebbe fatto ma ce ne sarebbe voluto di tempo prima che sbollisse del tutto. Non voleva aspettare. Erano stati separati per secoli ed era stato abbastanza. Rimase seduto ancora un po' a riflettere sul da farsi: più tempo Maedhros passava fuori da solo in preda alla rabbia più il fuoco dentro di lui lo consumava e Fingon non voleva lasciarlo in quello stato. Quindi si alzò dal tavolo e decise di raggiungerlo per placare il suo cuore.  Andò al balcone e lo trovò in piedi con le mani appoggiate alla ringhiera. Era nella stessa posizione in cui l’aveva trovato la notte prima in cui tutto aveva avuto inizio. Gli si avvicinò e lo chiamò: “Maedhros…” ma non ottenne risposta. Allora gli andò vicino e gli prese una mano. “Parlami” disse, ma il silenzio continuava. Allora mettendogli una mano sul collo lo costrinse a girarsi per guardarlo negli occhi e disse: “Guardami”. Maedhros era altissimo, imponente e glaciale. Aveva ancora il fuoco negli occhi e si stava logorando.  Fingon se ne accorse e cercando di calmarlo disse dolcemente: “Piccolo dai… non essere geloso…” Maedhros allora chiese con tono duro: “ti piaceva scopare con lei?” Fingon spiazzato rise e disse: “Ma che importanza può avere adesso?” “Rispondimi” gli intimò il figlio di Feanor. “Si, mi piaceva molto, e quindi? rispose schiettamente senza pensare alle conseguenze. Avrebbe potuto mentirgli dicendogli di no, ma a che scopo? Lui era sempre stato sincero. Maedhros ricominciò a tremare, stava di nuovo perdendo il controllo. Fingon se ne accorse e disse: “Possiamo parlarne dentro con calma? Ti va?” “NO, non voglio più sapere nulla” rispose con tono perentorio. “Vieni dai” disse Fingon prendendolo per mano e cercando di trascinarlo con tutta la sua forza nella camera ma Maedhros si oppose e rimase immobile.  Fingon non riusciva a spostarlo e gli disse: “Dai! Smettila!” Maedhros con una mossa brusca staccò la sua mano e gli fece mollare la presa gridando: “Lasciami!” Fingon allora si fermò e si girò a guardarlo: sembrava violento, aveva un aspetto minaccioso e uno sguardo intimidatorio.  Pensò che fosse più affascinante del solito. Gli sembrava pericoloso e lui aveva sempre amato il pericolo. Continuò a guardarlo per qualche secondo poi finalmente gli si avvicinò per baciarlo. Si sentiva pieno di desiderio e aveva voglia di lui.  Maedhros però lo bloccò e una lacrima scese dai suoi bellissimi occhi grigi.  Fingon allora fece un passo indietro e si rese conto improvvisamente che Maedhros stava soffrendo a causa sua. Questa consapevolezza gli arrivò come un pugno in faccia. Le sue parole così dirette lo avevano ferito nel profondo, non era solo gelosia e solo adesso lo capiva. Avevano già litigato in passato quando erano giovani, ma non con quella intensità. Questa era un’altra situazione del tutto nuova. Cercò di rimediare e lo abbracciò più stretto che potè sempre facendo attenzione alle sue ferite. Maedhros sembrava di pietra come paralizzato, ma questo abbraccio così improvviso lo costrinse ad affondare il suo viso nei capelli di Fingon e iniziò a sentirne il profumo… una fragranza inebriante… “Mi dispiace… non volevo ferirti… non voglio farti del male… io ti amo… voglio solo amarti... permettimelo…” disse Fingon non mollando la presa e quasi sul punto di piangere. Maedhros iniziò a respirare di nuovo. Respirava il suo profumo e si sentiva nudo e vulnerabile.  Fingon iniziò ad accarezzargli la schiena e lui si sentiva completamente nelle sue mani. Chiuse gli occhi. Pian piano la rabbia stava andando via… gli scese ancora qualche lacrima ma stava iniziando a calmarsi…  Fingon aveva il potere di sedarlo ma anche di farlo bruciare…si sentiva schiavo di questo amore… Il Valoroso gli prese la mano destra, gliela baciò e lo trascinò dentro senza parlare. Questa volta Maedhros non fece resistenza e lo seguì.

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Capitolo 12
*** capitolo 12 ***


Fingon era serio e dispiaciuto. Non voleva rischiare di dire inavvertitamente la cosa sbagliata quindi decise di rimanere in silenzio. Maedhros gli sembrava più calmo perciò lo condusse fino al letto, lo fece sedere e iniziò a spogliarlo delicatamente, facendo attenzione alle sue ferite… Non incontrò resistenza quindi lo spogliò completamente lasciando il suo corpo totalmente nudo ad eccezione del suo petto ancora ricoperto dalle fasciature e lo fece entrare tra le lenzuola. Poi si tolse tutti vestiti e anche lui nudo si infilò nel letto accanto a lui.  Si girò su un fianco, lo guardò e gli prese una mano. Maedhros era rigidissimo, si sentiva ferito e stanco: la gelosia e il desiderio lo stavano consumando... Avrebbe voluto passare oltre ma non ci riusciva… Non era più furente, ma non riusciva a calmarsi del tutto e neanche a parlare. Aveva bisogno di sentire il calore di colui che amava così disperatamente… Fingon, intuendo ciò di cui aveva bisogno, gli si fece più vicino, poi lo abbracciò e senza parlare lo fece accoccolare sul suo petto facendogli assumere una posizione che non gli arrecasse dolore. Lo amava profondamente e voleva che lui lo percepisse: lo teneva stretto, lo accarezzava e gli baciava i bellissimi capelli ramati. Voleva cercare di calmarlo completamente facendogli sentire il calore del suo corpo e del suo amore. Maedhros allora si sciolse, si lasciò andare e chiuse gli occhi. Un senso di rilassamento profondo lo prese e sentì che stava per addormentarsi quando all’improvviso, in quella posizione, sentì il battito del cuore di Fingon ed ebbe un sussulto. Quel suono lo sbalordì, aprì gli occhi e sussurrò: “Sento il tuo cuore che batte…” Fingon continuando a tenerlo stretto e ad accarezzargli i capelli rispose dolcemente: “Batte per te…”  Con quelle parole Maedhros si sentì in pace, si lasciò cullare da quel suono rassicurante e sul petto del suo amato si addormentò. Quando Fingon si rese conto che Maedhros finalmente si era calmato e si era addormentato tra le sue braccia crollò anche lui. Erano nudi, abbracciati e sfiniti.

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Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


Fingon aprì gli occhi e fuori era quasi buio. Per quanto tempo avevano dormito? Maedhros era ancora accoccolato sul suo petto ed erano nella stessa posizione in cui si erano addormentati. Si sentiva meglio ma un po' in ansia per Maedhros, voleva sapere come stava e soprattutto voleva capire bene cosa era successo prima... Lo sapeva che era sposato… perché era rimasto così ferito? Perché gli aveva chiesto se gli piacesse fare l’amore con sua moglie? Che importanza poteva avere questo ora che finalmente si erano ritrovati e che potevano stare insieme? Forse per Maedhros il suo matrimonio rappresentava un ostacolo insormontabile? Forse secondo lui non era giusto che stessero insieme? Tutte queste domande affollavano la sua mente e doveva avere subito delle risposte. Non poteva e non voleva aspettare, quindi iniziò a baciare insistentemente Maedhros sulla testa con l’intenzione di svegliarlo. Appena lo sentì muovere disse: “Piccolo… sei sveglio?” “Si…” “Come stai?” “Così così…” “Ti va di parlare?” “No…” dicendo così Maedhros iniziò a baciargli un capezzolo. Fingon sospirò travolto da un’ondata inaspettata di piacere e disse: “Ok… va bene anche questo…” Maedhros continuò a baciarlo e ad accarezzarlo dappertutto. Era eccitato e si stava eccitando anche Fingon che aveva già dimenticato tutti i pensieri che fino a un momento prima affollavano la sua mente. Maedhros si spostò verso il basso e gli infilò la lingua nell’ombelico provocando in Fingon un sussulto. Poi velocemente si insinuò tra le sue gambe... Fingon chiuse gli occhi, si stava lasciando trasportare da quelle intense sensazioni ma si riprese subito e disse “NO!” Maedhros allora si fermò di colpo e perplesso chiese: “No?”  Fingon lo guardò e gli disse: “No… Vieni qui… baciami”. Maedhros si sentiva confuso ma obbedì e raggiunse la sua bocca. Fingon lo risucchiò tra le sue braccia e le sue gambe con tutta la sua forza. Lo baciava con un trasporto travolgente che lasciò Maedhros piacevolmente stupito, poi aprì gli occhi e gli disse “Ti voglio…” Maedhros si sentì avvampare tutto a quelle parole cariche di passione e rispose: “Anch’io ti voglio”. Seguirono baci bollenti e la situazione stava diventando incandescente quando Fingon all’improvviso si fermò e disse: “Vado ad accendere il fuoco”. Maedhros non era sicuro di aver capito, ma prima che potesse fare o dire qualcosa Fingon gli scivolò dalle mani e sgattaiolò fuori dal letto. Maedhros si sentiva sempre più confuso e frustrato…  Sbuffò e si lasciò crollare sul letto, il suo cuore batteva a mille e il suo respiro era ancora affannato. Adesso doveva trovare il modo di calmarsi e non era una cosa facile dato lo stato di eccitazione in cui era... Fingon iniziò ad armeggiare con il fuoco, ci mise un bel po' ad accenderlo e Maedhros nel frattempo pensava… Ancora una volta Fingon lo aveva acceso e spento e lui non poteva farci niente… era il suo giocattolo. Poi snervato da questa attesa insensata decise di rompere il silenzio e disse cercando il tono più pacato che potè: “Ma perché sei andato via?!?” Fingon si allontanò dal camino e rispose con tono serio: “Perché ho bisogno di risposte e con la tua lingua in bocca non riesco a pensare alle domande… Non voglio lasciarmi andare completamente prima di sapere come stanno realmente le cose tra di noi. Voglio capire cosa è successo prima e perché ti sei arrabbiato così tanto. Voglio sapere perché hai tirato in ballo mia moglie. Voglio sapere perché il fatto che andassi a letto con lei ti ha fatto perdere la testa.” Mentre diceva queste parole si infilò i pantaloni e si sedette su una sedia al tavolo, lontano dal letto. Maedhros capì che gli doveva delle spiegazioni e si calmò. Emise un respiro profondo, poi si mise seduto sul letto per guardarlo negli occhi e si coprì con un lenzuolo.

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Capitolo 14
*** capitolo 14 ***


Fingon aspettava con visibile impazienza tamburellando con le dita sul tavolo. Maedhros rimaneva in silenzio, stava riflettendo: voleva dargli tutte le spiegazioni e voleva scegliere le parole giuste. Poi finalmente con voce calma disse: “Che sei sposato lo so da sempre... te l’ho detto che ho pianto per giorni quando l’ho saputo... E so anche che hai avuto un figlio che poi è stato il mio re. È ovvio che tu abbia fatto sesso con tua moglie, ma sentirlo raccontare dalla tua bocca con tutta quell’enfasi non fa un bell’effetto…  Non ero pronto a sapere che ti piaceva fare sesso con lei e che le tue notti non erano mai state fredde. Forse avrei preferito che non fossi così diretto… sarebbe stata meglio una bugia… Avrei preferito che mi dicessi che ti eri sposato solo per dovere e che avevate consumato il matrimonio solo per concepire un erede.  Forse messa in questo modo non mi avrebbe dato così fastidio… Da quando mi sono risvegliato qui, il nostro rapporto è stato molto fisico e io non ho mai fatto nulla del genere con nessuno… Tu sei il primo per me in assoluto. Le mie uniche esperienze le ho avute quando eravamo giovani a Valinor e tu di queste sai già tutto. Sai quante ragazze mi venivano dietro e sai che io non ho mai provato abbastanza interesse per nessuna, niente che mi spingesse ad andare oltre a un semplice bacio. Mi sono sentito geloso nel realizzare che quello che facciamo lo hai già fatto con tua moglie… e quando hai cominciato a parlare di lei in quel modo mi hai fatto sentire che non ero all’altezza della situazione... Se ti piaceva stare con lei come può piacerti stare con me? Se ti piaceva quello che facevate insieme come può piacerti fare le stesse cose con me? Mi ha ferito il modo in cui mi parlavi… non hai avuto nessun rispetto per i mei sentimenti… come se tra noi non ci fosse nulla… mi hai anche preso in giro parlandomi delle aquile di Manwe che avevano portato tuo figlio… come se fossi solo uno sciocco ingenuo… Io mi stavo uccidendo per te ieri notte… Io brucio per te... ma non mi sembra che per te sia lo stesso... sembra che per te sia solo un gioco…   L’hai fatto anche poco fa: mi accendi e mi spegni a tuo piacimento…  Mi fai sentire un giocattolo nelle tue mani…  Mi fai perdere il controllo continuamente e questo mi spaventa… è una cosa del tutto nuova per me… Io non voglio dividerti con nessuno, ma tu sei ancora sposato. E, anche se continui a dire che sei libero di fare quello che vuoi, lei è ancora tua moglie. Non sei libero. Quindi che futuro possiamo avere così?” Maedhros smise di parlare: aveva detto tutto quello che pensava onestamente e senza riserve. Il suo sguardo era freddo. Fingon rimase immobile ad ascoltare. Voleva gridare, ma dato che si era aperto un dialogo si impose di stare tranquillo. Era arrivato il momento della verità e voleva chiarire la situazione definitivamente. Cercò di respirare e di mantenere la calma ma non ci riuscì e sbottò con tono agitato: “Ma come puoi dire queste cose?!? Non ti ho ancora dimostrato il mio amore incondizionato?!? Cosa vuoi che faccia di più?!? Sono secoli che sono qui ad aspettare pazientemente il tuo arrivo che non sapevo neanche certo. Sai quanto sia difficile per me aspettare ma ho messo la mia vita in pausa per te! Non ti sembra una prova d’amore sufficiente?!? Anche io brucio per te, non sei l’unico a bruciare…  Mi hai fatto innervosire molto quando mi parlavi di mia moglie e continuavi a dirmi che avevo degli obblighi e che dovevo andare da lei. Avevo appena finito di dirti che avevi buttato la tua vita a causa del tuo senso del dovere e tu per tutta risposta mi dicevi che dovevo lasciarti ed essere infelice perché bisognava fare quello che andava fatto... Sembrava che non volessi più stare con me… Sembrava che fossi disposto a lasciarmi andare… mi hai ferito anche tu. Mi hai fatto arrabbiare…  Mi dispiace se sono stato troppo diretto ma io sono fatto così e tu lo sai. Mi ameresti se non fossi così come sono? Non ti dirò mai una bugia. Tu hai chiesto e io ho risposto… È vero, forse potevo usare parole diverse ma quello che ti ho detto è la verità e non mi dispiace avertela detta. Mi dispiace solo averti fatto soffrire. Io ti amo e ti amo da sempre… Non mi aspettavo di riuscire a farti perdere il controllo… sinceramente è una cosa che mi fa impazzire… mi fa sentire importante e come ti ho detto stamattina io non mi sono MAI sentito importante per te.  Non mi aspettavo niente in realtà, non ero nemmeno sicuro che mi amassi... Sono rimasto qui per secoli nella speranza di non sbagliarmi. Ma lo sai quante volte ho desiderato poterti baciare? Poterti toccare? E ora che ti ho qui vicino, sai quanto è difficile cercare di trattenermi? Si, è vero, un po' sto giocando. Mi sto divertendo a provocarti, a stuzzicarti e farti perdere il controllo dato che ho capito come fare. Ma che male c’è? Non sto giocando con i tuoi sentimenti. Io ti amo da molto più tempo di quanto tu ami me. Ed è per questo che non voglio concedermi a te finchè non sarò sicuro delle tue intenzioni…  Che mi ami l’ho capito, ma voglio avere la certezza che tu voglia stare con me veramente. Non vorrei che il tuo senso del dovere o la paura di deludere le aspettative di qualcuno possano impedirti di stare insieme a me… Hai ragione, sono ancora sposato ma questo per me non rappresenta un ostacolo, per te si ?” Fingon aveva parlato come un fiume in piena ma adesso si era fermato di colpo perché voleva conoscere la risposta alla domanda che aveva appena fatto.   “SI” rispose Maedhros con tono deciso. “Ecco… questo è un bel problema...” disse Fingon deluso e amareggiato, poi continuò: “Quindi le tue intenzioni quali sono? Rimanere qui nascosti per sempre per evitare una realtà che non si può cambiare?” “NO. Io voglio fare le cose per bene. Voglio essere tuo e voglio che tu sia mio davanti a Iluvatar e a tutti i Valar” rispose Maedhros con tono fermo. Fingon rimase spiazzato da quella affermazione che non si aspettava e incredulo gli chiese: “Cosa stai dicendo?” Maedhros guardandolo fisso negli occhi, prese una pausa e rispose: “Ti sto dicendo che voglio che tu venga sciolto dal vincolo del tuo matrimonio e che ti leghi a me per sempre. Farò tutto quello che sarà necessario finchè non sarai mio ufficialmente. Cambierò questa realtà… Ti sembrano abbastanza serie le mie intenzioni adesso?” I suoi occhi bruciavano con intensa determinazione, sembrava avesse appena fatto un altro giuramento.

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Capitolo 15
*** capitolo 15 ***


Fingon era rimasto a bocca aperta, non si aspettava nulla del genere…  Maedhros si alzò dal letto e andò verso una cassettiera vicino al balcone. La luce del fuoco illuminava il suo corpo nudo. Era così bello e i suoi capelli sembravano così rossi…Aprì il primo cassetto, prese qualcosa, poi si diresse verso Fingon e disse con voce profonda: “Questo me l’ha dato mia madre da dare alla persona con cui avrei voluto passare tutta la vita. L’ho sempre conservato come ricordo di lei ma adesso voglio che lo abbia tu…” Fingon continuava a rimanere senza parole. Maedhros gli aveva appena regalato un bracciale d’oro, incastonato con pietre preziose rosse e verdi, probabilmente forgiato da Feanor. “E’ un dono per te come segno della serietà delle mie intenzioni” disse Maedhros dolcemente e gli depositò un bacio sulla fronte. Poi tornò a sedersi sul letto e si coprì con le lenzuola. Fingon si sentiva quasi sotto shock ma si riprese subito e chiese incredulo: “Quindi tu mi vuoi sposare?” “Ho dedicato la mia vita precedente a perseguire uno scopo che non era mio, adesso voterò questa vita a questo unico obiettivo: non mi fermerò di fronte a niente e a nessuno finchè non saremo legati per sempre.” rispose Maedhros con tono solenne. Il suo sguardo era di un’intensità bollente. Fingon si sentiva felice perché sapeva che Maedhros avrebbe smosso mari e monti per rendere la loro relazione ufficiale. Sapeva bene di cosa era capace. Il suo sguardo era determinato e incuteva un certo timore. Sembrava così minaccioso e pericoloso… e lui era sempre stato attratto dal pericolo. Il desiderio di averlo si accese in lui: voleva la sua bocca, la sua lingua, le sue mani… Aveva voglia di lui. Ma voleva giocare ancora un po', un’ultima volta, e disse serio: “E se io non volessi sciogliere il mio matrimonio?” Maedhros cambiò sguardo. Sembrava sconcertato. Gli sembrò che il suo cuore smettesse di battere e si irrigidì, lo guardò e disse: “davvero?” Fingon scoppiò in una risata e disse: “No! Sto scherzando! Ti stavo prendendo in giro! Dovresti vedere la tua faccia!” e continuò a ridere di gusto. Il cuore di Maedhros ricominciò a battere. In un attimo aveva accumulato moltissima tensione e si sciolse anche lui in una risata, poi girò gli occhi all’indietro e scuotendo la testa in segno di disapprovazione disse: “mi farai impazzire…” Fingon smise di ridere e cambiò sguardo. Sembrava volesse divorarlo con gli occhi e disse: “vediamo se ci riesco ora…”. Si alzò dalla sedia, si tolse i pantaloni e andò verso il letto. Si sentiva molto eccitato. Questa volta voleva andare fino in fondo. Non c’era più nessun impedimento ora che finalmente conosceva le intenzioni del suo amante. Aveva anche ricevuto un gioiello come impegno formale! Lo voleva e lo voleva subito, non poteva più aspettare… Maedhros vedendolo venire verso di lui con quello sguardo sentì battere il suo cuore all’impazzata. Fingon salì sul letto, gli andò sopra e all’orecchio gli sussurrò: “voglio prendere quello che è mio e voglio darti ciò che tuo…”Di nuovo questa frase provocò in Maedhros una fortissima scossa di piacere e stavolta ne comprese il senso pienamente. Chiuse gli occhi e si lasciò baciare. Fingon si sarebbe concesso a lui completamente e lui avrebbe fatto lo stesso. Avrebbero perso il controllo insieme, l’uno tra le braccia dell’altro.  All’improvviso un lampo di paura balenò nella sua mente e aprì gli occhi. Fingon allora si fermò e disse “Che hai?” Maedhros imbarazzato rispose: “credo che dovremmo parlarne…” Fingon rise: “stai scherzando? Vuoi parlare proprio adesso?” “Si…” rispose Maedhros serio. “E di cosa vuoi parlare?” chiese Fingon continuando a baciargli il collo e non prendendolo sul serio. “Tu vuoi andare fino in fondo?” chiese preoccupato Maedhros.  Fingon annuì sempre impegnato a baciarlo e leccarlo. Poi realizzò, si bloccò di scatto e gli chiese guardandolo negli occhi: “Tu no?” “Sai quanto ti desidero…” rispose il rosso.  Fingon chiese: “e allora? Qual è il problema?” “Te l’ho detto…Tu sei il primo… non so cosa fare…” Maedhros si sentiva imbarazzato e pensava di non essere all’altezza della situazione.  “Anche per me tu sei il primo… non hai mai immaginato di fare l’amore con me?” gli chiese Fingon.  “No… Tu?” rispose Maedhros sempre più in imbarazzo. “Io ho avuto tantissimo tempo per pensarci…” e ricominciò a baciarlo. Poi si fermò e guardandolo negli occhi gli chiese seriamente: “C’è qualcosa che non vorresti fare?” Maedhros rispose con tono preoccupato: “Non vorrei farti del male… Ho paura di perdere il controllo e di diventare violento. Hai visto come sono stato ieri notte…” Fingon sorrise e con tono rassicurante disse: “Ieri non mi hai fatto male e non me ne farai neanche adesso… stai tranquillo... nemmeno io ti farò del male… Non dobbiamo fare niente che tu non voglia fare…” “Io voglio fare tutto con te” disse Maedhros cercando di sembrare sicuro di sè.  Fingon allora gli chiese sorridendo: “Ti fidi di me?” “SEMPRE” rispose istintivamente il primo figlio di Feanor.  “E allora lasciati andare…” e ricominciò a baciarlo appassionatamente. Maedhros si sentiva spaventato e questa sensazione lo lasciava perplesso… Si buttava in scontri frontali, in guerra, pronto a morire, senza un attimo di esitazione e adesso aveva paura… Fingon che continuava a stare sopra di lui e a baciarlo si rese conto che Maedhros non era a suo agio. Era tutto contratto e sembrava assente. Allora si fermò, lo guardò negli occhi e gli disse: “Neanche io so cosa fare… scopriamolo insieme… ti va?” Maedhros sorrise e annuì. “Smettila di pensare… goditi il momento... lasciati andare… stai con me...” continuò Fingon sussurrandogli all’orecchio. La sua voce era profonda, calda, rassicurante, piena di sentimento e di desiderio.  A queste parole finalmente Maedhros si sciolse… e si sentì pronto per compiere quel passo così importante per lui. Finalmente dopo tutti quei secoli di attesa e di sofferenza potevano stare insieme e amarsi completamente. Si sentì felice. Ora erano promessi e quella sarebbe stata solo la prima delle infinite notti che li aspettavano, la prima di una nuova vita insieme.

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