NICK AND JESS MISSING MOMENTS

di observer90
(/viewuser.php?uid=907447)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. Parte 1 ***
Capitolo 6: *** 6. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


 

1.

 

Episodio 22 stagione 6

 

 

 

Baciarsi è come tornare a respirare dopo una lunghissima apnea.

È come ritornare a galla dopo essere stati per troppo tempo sul punto di affondare.

Le braccia di Jess si aggrappano a lui con forza, e Nick la stringe come se lei potesse svanire da un momento all’altro.

 

Jess lo tocca come se non potesse credere di averlo lì, e Nick vorrebbe ridere per dirle che è esattamente come si sente lui nel sentirla tra le sue braccia, viva e calda e non di una consistenza fumosa come quella dei suoi sogni o della sua immaginazione.

Vanno a sbattere contro la parete, ma i rumori degli oggetti che cadono a terra è troppo distante perché possano farvi caso.

Camminano fino alla porta della camera da letto, e d’impeto Nick solleva Jess che subito gli circonda la vita con le gambe. Una volta entrati, Nick si chiude dietro la porta con un calcio.

I vestiti sono un intralcio di cui riescono a sbarazzarsi facilmente, aiutandosi a vicenda.

Rivederla nuda è troppo per lui, che rischia di bloccarsi a causa del gigantesco groppo salitogli alla gola. Il sorriso di Jess contro le sue labbra lo spinge ad abbattere questo blocco; inizia così a percorrerle la pelle con le mani, tracciando con dita, labbra e lingua un sentiero che conosce solo lui.

Spera di lasciarle sulla pelle tutte le parole che non le ha mai detto, scritto o pronunciato per paura di cosa potesse significare amare così tanto una persona che dovrebbe restare chiusa nel passato.

Tutta questa inutile repressione solo per rendersi conto che Jess non resterà mai chiusa nel passato.

Jess è la sua costante, è il suo punto fermo.

Il suo vero Nord.

Jess è il suo presente.

E, adesso Nick lo sa, anche il suo futuro.

 

Quando i loro respiri si regolarizzano e il piacere lascia il posto ad un dolce torpore, si distendono l’uno accanto all’altra. La testa di Jess è poggiata sul suo petto, mentre lui la circonda con le braccia, accarezzandole pigramente i capelli.

 

 

Quando sono insieme, il mondo perde i propri contorni e ne riacquista subito dei nuovi: è qualcosa di spiazzante e totalizzante allo stesso tempo.

Le cose assumono una forma, per poi sformarsi e ricompattarsi in modo imprevedibile e in un processo a dir poco infinito. Però, loro due sono una costante in mezzo al caos.

E pur essendo passato così tanto tempo da quando si sono conosciuti, messi insieme e poi lasciati, è come se se ne fossero resi conto per la prima volta soltanto adesso.

Nick lo sa che il mondo non è solo bianco o nero, che le cose crollano e svaniscono.

Ma ciò che sente per lei è la costante della sua vita.

La ama. Ama Jess e non può farne a meno. Dopo tutti questi anni, dopo tutto quello che hanno passato, dopo essere stati separati più e più volte, persino dopo essersi messi rispettivamente con due persone che non potrebbero essere più diverse da come sono loro…

In mezzo a tutto questo, Nicholas Miller ama ancora Jessica Day.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2. ***


2.

 

Episodio 22 stagione 6

 

Jess POV

 

Aveva scelto di lasciarlo andare.

Aveva lasciato che Nick fosse felice con Reagan, ma il cuore di Jess era rimasto con lui.

Nicholas Miller neanche immaginava di tenere fra quelle mani maldestre, ma allo stesso tempo abili da barman, il cuore pulsante d’amore per lui di Jessica Day.

E come avrebbe potuto d’altronde?

Erano troppo diversi, due mondi paralleli destinati a non incontrarsi mai.

Non importava quanto si amassero.

Anzi, si ripeteva Jess da diverso tempo: non importava quanto lei lo amasse.

Non importava quanto quegli occhi scuri che sempre l’avevano fatta sentire protetta e sicura, rimanevano impressi a fuoco nella mente di Jess.

Non avrebbe mai voluto lasciarlo, nemmeno quando la decisione di trasferirsi nuovamente a Portland e abbandonare Los Angeles sembrava ormai la soluzione definitiva.

Stare accanto a lui senza potergli esternare in alcun modo i suoi sentimenti era diventato troppo doloroso per Jess.

Amava così tanto Nick da esserne spaventata al punto da fare mille passi indietro nel terrore di rovinare tutto e rimanere ferita.

E, pensa con una sottile risata mentre si rigira sotto le coperte con Nick che le dorme placidamente accanto, persino in questo loro due si somigliano.

Innamorati e spaventati dalla forza del loro amore, qualcosa che nessuno dei due avrebbe mai creduto possibile nelle loro vite.

Jess si è sempre considerata quella che ama troppo e che di conseguenza finisce sempre col cuore spezzato.

Nick ha sempre visto se stesso come una persona troppo insignificante e mediocre per poter essere amato davvero da qualcuno.

Eppure eccoli, due coinquilini con uno strano ma profondo rapporto di amicizia che a poco a poco sfocia in qualcosa di più. Una scintilla che è scoccata senza alcun preavviso da parte di entrambi e che ha dato vita ad una passione scatenata e pazza, ma non per questo meno meravigliosa.

Capiscono con un moto di inquietudine di essersi innamorati l’uno dell’altra, in procinto di mettere in discussione tutto ciò in cui hanno sempre creduto.

Tutto questo pur di stare insieme.

Ognuno è la metà mancante dell’altro.

Jess l’ha sempre saputo, in fondo, che Nick è l’altra metà di se stessa.

Era una consapevolezza semplice, di una semplicità disarmante e sconvolgente. E che forse proprio per questo motivo faceva male da impazzire.

 

 

Ascensore, poche ore prima

 

“Non partire” le aveva sussurrato fra un bacio e l’altro, “Non andartene, Jess”

Jess aveva sgranato gli occhi, mettendo una breve distanza fra i loro volti per riprendere fiato “Io…”

“Resta a Los Angeles” aveva aggiunto Nick serio, affondando una mano tra i lunghi capelli di lei “Resta con me” l’aveva baciata ancora, con la stessa dolce determinazione che l’ha sempre caratterizzato.

Jess non capiva assolutamente nulla: la testa le girava vorticosamente, e si era ritrovata a ringraziare mentalmente il fatto che le braccia di Nick la stessero letteralmente sorreggendo all’interno dell’ascensore.

Nick si era staccato da lei, guardandola con tanto d’occhi e parlando con voce rotta: “Sono stato un cretino, lo sono sempre stato. Ma con te, con noi… ho battuto tutti i miei record”

Jess non aveva potuto trattenere una risata, “Che stai dicendo, Miller?” aveva replicato scherzosa.

“Sto dicendo che ti amo, Day. Ti amo e non voglio più separarmi da te” era stata la risposta decisa e ferma di Nick, “Sei tutto ciò che ho sempre desiderato, tutto ciò che voglio” le accarezzava il viso come se faticasse per trattenere le mani dal desiderio fremente di toccarla.

Tutto questo aveva lasciato Jess senza fiato.

I loro nasi si erano sfiorati, e Nick si era sporto per darle un altro bacio: un lieve tocco di labbra contro labbra, che era comunque riuscito a far tremare le gambe di Jess quasi come se si stessero ancora baciando con la stessa energia di prima.

“Non sto sognando, vero?” gli aveva domandato lei con tono incerto, accarezzandogli la nuca delicatamente quasi temesse di vederlo svanire da un momento all’altro.

Nick le aveva rivolto uno di quei sorrisi luminosi che aveva sempre riservato solamente a lei, e che per molto tempo Jess aveva temuto di non rivedere mai più, “Nessun sogno, Jess. È tutto vero” aveva sussurrato per poi sporgere nuovamente il viso verso quello di lei.

Jess lo aveva baciato con trasporto, perdendosi nella sensazione di puro appagamento che l’aveva invasa totalmente in quell’ascensore che continuava ad andare su e giù per tutto l’edificio.

 

La felicità ha questo sapore?

Questa sensazione di luce e calore che ti fa sentire quasi come se avessi delle gigantesche ali attaccate al corpo?

Jess spera che duri per sempre.

Ma anche quando dovessero capitare dei momenti bui, lei sa già che non le importa di cosa accadrà finché ci sarà Nick al suo fianco.

Solleva appena il viso e preme le labbra sulla spalla di Nick sussurrando “Ti amo, Miller” contro la pelle, per poi accoccolarsi maggiormente accanto a lui lasciando che il sonno la trascini a poco a poco nel suo abisso accogliente.

 


 


 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3. ***


3.
 

 

Il mattino seguente

Camera di Nick

 

 

«Un momento» esordisce Jess, non appena entrambi si riscuotono dal torpore post-sesso, «La mia stanza è stata completamente svuotata»

«Non è un problema, riportiamo tutta la tua roba» replica Nick con un sorriso.

«Sì, ma fino ad allora?»

«Vieni a stare da me»

«Nick, ci siamo appena rimessi insieme! Un attimo… ci siamo rimessi insieme, giusto?»

«Jess, abbiamo appena fatto sesso»

«Ma il sesso rende tutto ufficiale? Insomma, viviamo in un mondo pieno di ambiguità e...»

«Ti ho persino detto che ti amo più di una volta nel giro di un’ora!»

«Lo so e ti amo anch’io!» esclama Jess, «Ti amo da impazzire, e non mi sembra vero tutto questo. Non riesco a crederci»

Nick le prende il viso tra le mani e la bacia con delicatezza, Jess risponde al bacio che diventa sempre più profondo…

«Non facevamo sesso da tre anni? Pazzesco» commenta Jess fra un bacio e l’altro, «Nel senso, è stato così bello che, uh» trema quando le labbra di Nick scivolano sul suo collo, ma prosegue il suo discorso sforzandosi di non perdere il filo «...che è stato come se l’ultima volta fosse stata ieri, e non tre anni fa, nel 2014… oh mio dio» la bocca di Nick le sta esplorando il petto e Jess smette di colpo di parlare.

«Sarà meglio rifarlo, allora» sussurra Nick roco, sollevando il viso e guardandola con occhi così grandi e lucidi da far tremare le ginocchia di Jess come una quindicenne alle prime armi, «Ho tre anni da farmi perdonare. Dobbiamo rimetterci in pari, Jessica Day»

La parte più pazza e fuori controllo di Jess sbuca fuori dai meandri del suo cervello, spingendola ad inarcare la schiena per farsi scivolare di dosso il lenzuolo e dire con tono roco «Sono tutta tua, Nick Miller»

Il sorriso di Nick le fa battere il cuore furiosamente, «Brava ragazza» mormora, tornando a baciarla.






 

Poche ore dopo

 

 

La notizia rende tutto il gruppo fuori di sé dalla gioia più sfrenata.

«Lo sapevo!» urla Winston alzando la propria birra verso l’alto «Sapevo che vi sareste rimessi insieme!»

«Non ha fatto altro che parlare di questo» ribatte Aly, «Almeno l’avete zittito»

Cece non riesce a smettere di abbracciare Jess, mentre Schmidt in lacrime come un bambino sembra assolutamente incapace di staccarsi da Nick ,che lo guarda con sincera apprensione.

«Qui ci vuole un brindisi!» trilla ad un certo punto Cece, guadagnandosi un’occhiata severa da parte di Schmidt «Tranquillo, tesoro. Per me solo acqua»

«E’ assolutamente incredibile» ride Winston dando una pacca sulla spalla di Nick «Io e Aly stiamo per sposarci, Cece e Schmidt aspettano un bambino e tu e Jess state di nuovo insieme. È come un miracolo di Natale, ma senza il Natale!»

Nick non riesce a dire nulla, i suoi occhi sembrano non volersi staccare da quelli di Jess che si avvicina a lui schioccandogli un bacio sulle labbra.

Quel gesto se possibile aumenta ulteriormente il già alto grado di giubilo all’interno del gruppo.

«A Nick e Jess!» esclamano in coro tutti facendo tintinnare le bottiglie l’una contro l’altra.

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4. ***


4.

 

Una settimana dopo

 

 

Ritrovare la quotidianità con Jess è come riprendersi dopo un lunghissimo periodo di convalescenza. Nick pensa che questa metafora sia un po’ un azzardo, e nonostante il successo nascente della sua carriera di scrittore non riesce ad esprimere al meglio come si sente in questo momento, e nell’ultima settimana appena trascorsa.

Davvero non ce la fa.

E per la prima volta nella vita, si rende conto di non sapere cosa dire a causa dell’immensa felicità che gli sta esplodendo dentro.

Persino ora, sdraiato sul divano con Jess a guardare un vecchio film come Angeli con le pistole, pensa che ogni cosa sia finalmente al suo posto. Perché Jess è al sicuro con lui, tra le sue braccia. E Nick non ha bisogno di nient’altro al mondo.

«Ci pensi che è passata una settimana?» esordisce Jess sollevando il capo con quell’aria innocente e sbarazzina che fa piegare le labbra di Nick in un sorriso.

«Dal miglior bacio in ascensore della storia dei baci in ascensore? Sì, me ne sono accorto» annuisce Nick scostandole i capelli dal viso, «È davvero un bel modo di rimetterci insieme»

«Concordo. Anche se tra i baci in ascensore che ci siamo scambiati quello della prima volta in cui siamo andati a letto insieme è stato sensazionale»

«La passione, il dramma» asserisce Nick, «Difficile trattenersi quando si tratta di te»

«Aww» sospira Jess mettendogli le braccia intorno al collo e baciandolo con trasporto.

Nick risponde con così tanto entusiasmo che vorrebbe prenderla tra le braccia e portarla in camera seduta stante. Invece, quando si staccano per riprendere fiato dice solo «Mi sei mancata, Jess»

«Anche tu» gli sussurra lei.

«Mi dispiace solo di averci messo tutto questo tempo a capirlo» replica Nick a bassa voce, di colpo colto da una strana malinconia, dolce ma che allo stesso tempo è quasi soffocante, «Sono stato davvero un idiota»

«Lo siamo stati entrambi, Nick» ribatte Jess accarezzandogli il viso, «Ma non ha più importanza adesso, perché siamo qui. Io e te»

«Sì, hai assolutamente ragione» Nick sospira e guarda Jess negli occhi, chiedendosi come accidenti sia stato possibile per lui trascorrere gli ultimi tre anni della sua vita a fingere che quello sguardo celeste non gli mancasse da impazzire, «Mi sento come se… ah, no è stupido» Nick scuote la testa, in preda alla vergogna.

Jess si raddrizza e gli afferra le spalle con delicatezza, spingendola a guardarla in faccia, «Qualunque cosa sia, non è stupido. Parlami, Miller»

Nick prende un respiro profondo, il cuore nel petto fa le capriole e un nodo gli si è attorcigliato sullo stomaco, ma nonostante questo non distoglie lo sguardo da Jess « È come se non ci fossimo mai lasciati. È come se… come se fosse naturale per me stare insieme a te» gesticola con le mani, prima indicando se stesso per poi indicare Jess, che lo guarda con quegli occhi spalancati e…

Ed è così bella. Così bella che Nick vorrebbe aprirsi il petto e donarle il suo cuore lì, subito.

Tiene la mano poggiata sulla guancia, il gomito posato sullo schienale del divano accanto alla testa di Nick, e lui non sa più che cosa dire, non sa più che cosa fare. Jessica Day è letteralmente la donna più straordinaria del mondo, bellissima. Sua.

«Che c’è?» domanda Jess sbattendo le palpebre, distogliendolo dai pensieri, «Perché ti sei fermato?»

Nick deglutisce, «Mi togli il fiato, Jessica Day»

«Da quant’è che sei così romantico?» ride Jess, ma con le pupille talmente dilatate da sembrare Ferguson quando vede un gomitolo.

«Dev’essere un effetto collaterale del mio amore sconfinato per te» replica Nick serio, «Mi fai fare e dire cose che non avrei mai pensato di fare o dire. Ed è così da quando ti conosco»

«Mmh. Allora dovrei chiederti scusa o posso sentirmi lusingata?» chiede Jess abbassando lo sguardo.

«Mi hai fatto sentire vivo. Lo hai sempre fatto e continui a farlo» le dà un bacio sulla guancia, e Nick è sicuro che la faccia di Jess somiglia a quella di una ragazzina alla sua prima cotta in questo momento, «So bene che il romanticismo non è il mio forte, ma non riesco a fermarmi»

«Capisco che intendi, ieri al lavoro ho ascoltato Taylor Swift in loop» confessa Jess, «Mi sono messa le cuffie e per poco mi dimenticavo di fare gli annunci del mattino. Qualche studente mi ha detto di aver sentito in sottofondo Fearless provenire dal mio ufficio»

«Ho a malapena idea di cosa tu stia parlando» commenta Nick, «Devo ascoltare di più Taylor Swift. Tu e Winston state avendo una cattiva influenza su di me»

«Perché io e Winston abbiamo ottimi gusti musicali» replica Jess perentoria, ma con il sorriso sulle labbra, «Il punto è che nemmeno io posso fare a meno di essere romantica. Voglio dire, lo sono sempre stata, ma adesso non posso proprio farne a meno… perché ho te»

Nick non dice niente, perché le parole sembrano non venire fuori. L’unica cosa che vuole davvero fare in questo momento è baciarla. Allunga la mano per posargliela sul viso, carezzandole delicatamente gli zigomi con le dita, arrivando poi a sfiorarle le labbra con i polpastrelli. Sente il respiro di Jess scaldargli la pelle, e poco prima che lui possa sporgersi verso la sua bocca, lei gli bacia le dita.

Il cuore di Nick accelera i battiti, una sensazione di dolcezza mista a qualcosa di più istintivo e a tratti primordiale si forma alla base del suo petto.

Si fa sempre più vicino a Jess, «Non so se riusciremo a finire il film stasera» sussurra roco.

«Sono d’accordo con te» annuisce Jess, posandogli le mani sul petto e afferrando con le dita la camicia, «C’è sempre domani»

«Domani, sì» Nick poggia la sua fronte contro quella di Jess, le loro bocche sono praticamente ad un centimetro l’una dall’altra, «Domani è perfetto»

«Perfetto» mormora Jess quasi ansimando, ed è troppo per Nick che le copre la bocca con la propria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

































 

 

Nota autrice: eccomi tornata ad aggiornare questa storia. So che c’è voluto tanto, ma oggi ho terminato il mio ennesimo rewatch di New Girl e avevo bisogno di rivedere un po’ la mia idea originale per apportare delle modifiche. Quindi, aspettatevi presto tanti altri capitoli e tanto, ma tantissimo, fluff e momenti teneri fra questi due (davvero, l’unica pecca di questa serie stupenda è stato non darci più momenti così tra Nick e Jess, ce li meritavamo… ma soprattutto LORO DUE lo meritavano. Bando alle ciance, e ciance alle bande. Vi aspetto per il prossimo capitolo!

P.S. Credo proprio che oltre a Jess, anche Winston potrebbe essere un grande fan di Taylor Swift: ha un’anima pura, oltre ad avere un gatto mooolto simile a quelli di Taylor. I say what I said.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5. Parte 1 ***


5.

 

10 aprile 2018*

 

Parte 1

 

Cece è entrata in travaglio da poco più di un’ora.

Jess si sfrega nervosamente le mani sulle ginocchia, che tremano in maniera incontrollabile.

Era con Cece quando le si sono rotte le acque, stavano facendo shopping in un negozio per neonati non lontano dal centro; cercando di tenere sotto controllo la situazione, aveva afferrato il cellulare dell’amica per chiamare Schmidt, che le aveva quasi rotto un timpano urlando che avrebbe dovuto essere con sua moglie in quel momento invece che assistere alla presentazione di una stupida salsa messicana in ufficio, ma Jess aveva fatto del suo meglio per tentare di calmare anche lui.

Non appena era arrivato in ospedale, Schmidt si era subito precipitato in sala parto, le cui porte si erano chiuse violentemente lasciando fuori Jess, che ora siede in sala d’attesa.

«JESS!» la voce di Nick le fa sollevare immediatamente lo sguardo, e subito si alza in piedi correndo incontro al suo fidanzato.

Il suo fidanzato. Nick Miller.

È strano, nonostante siano passati nove mesi esatti dalla sera in cui si sono rimessi insieme. Jess deve costantemente fare i conti col suo cervello che sembra non riuscire ancora ad abituarsi a questa nuova, strana, ma meravigliosa sensazione di avere Nick tutto per sé.

Le braccia di lui la stringono come se potessero raccoglierla e proteggerla dal mondo esterno, una sensazione di calore immediato avvolge il corpo di Jess.

«Ho fatto più in fretta che ho potuto, Winston sta parcheggiando» le dice Nick, per poi scostarsi lievemente da lei per guardarla in viso, «Tu stai bene? Al telefono ti tremava la voce»

«Sto bene» annuisce Jess, sorridendo al fatto che Nick riesca a notare anche i più piccoli dettagli, «Cercavo di monitorare le contrazioni di Cece per aiutarla a calmarsi»

«E ha funzionato?»

«Non molto, ma non importa. Immagino sia normale, quando un bambino sta per sbucarti fuori dalla vagina»

Nick arriccia il naso, «Amore, sai che sono femminista, ma certi dettagli è meglio restino sospesi nel mistero del miracolo della vita»

Jess ride, ma un tremolio le scuote le braccia. Nick deve essersene accorto, perché le accarezza le spalle con movimenti lenti.

«Andrà tutto bene, Jess» le dice lui. Jess annuisce meccanicamente, malgrado si senta un nodo stretto alla gola e allo stomaco.

«Cece è forte, è Schmidt quello che mi preoccupa di più» continua Nick, «Conoscendolo, sarà diviso tra il confortare sua moglie e il lamentarsi con le ostetriche delle pessime condizioni igieniche della sala parto»

Jess ridacchia, «Spero non si faccia prendere troppo la mano. Dopotutto, la cosa più importante in questo momento è Cece»

In quel preciso istante arriva anche Winston, col telefono incollato all’orecchio che farnetica parole incomprensibili. Nick gli fa un cenno per invitarlo ad avvicinarsi, e Winston li raggiunge.

«D’accordo, tesoro. Ti aggiorno appena posso. A dopo» Winston chiude la conversazione e dà una pacca sulla spalla a Nick, «Ehi. Com’è la situazione qui?»

«Ancora niente. Schmidt è entrato mezz’ora fa» risponde Jess.

Winston annuisce, «Aly sarebbe voluta venire, ma è stata trattenuta a lavoro. Un tizio si è fatto beccare con tre chili di cocaina nel portabagagli, lo stanno ancora interrogando»

«Spero non sia lo stesso tizio che vi ha quasi fatto saltare la luna di miele» dice Nick.

«Per fortuna non è lui» replica Winston, «Anche se gli somiglia parecchio. Aly mi ha detto che per poco non gli ha tirato un pugno quando lo ha visto»

L’interesse per la conversazione tra Winston e Nick sfuma ben presto, così Jess si mette a rovistare nei meandri della sua mente per cercare qualche pensiero che possa distrarla dall’ansia crescente per Cece. Prova con i ricordi della loro vita a Portland, la scuola, le feste, i pigiama party immancabilmente accompagnati da infinite maratone televisive di Anne of Green Gables.

Nick nota lo sguardo di Jess perso nel vuoto, e mentre Winston si perde nel descrivere nel dettaglio il trauma subito da Ferguson durante il trasferimento dall’appartamento 4D alla casa acquistata subito dopo il matrimonio con Aly, le afferra la mano e la stringe tra le proprie.

Tirando un sospiro sollevato, Jess china il capo sulla spalla di Nick e chiude gli occhi, tentando disperatamente di dirottare la sua mente su pensieri che la distraggano dall’immagine dolorante di Cece.

 


 

Sono esattamente le 16:45 quando le porte della sala parto si spalancano, e Jess con l’udito di un gatto si solleva in piedi in fretta aguzzando la vista per scrutare Schmidt in lontananza.

«Oh, Signore» sussurra Nick, «Tu hai gli occhiali, Jess. Come ti sembra?»

«Sembra stanco» mormora Jess, col cuore che le batte furiosamente nel petto. Si sente afferrare la mano e guarda in basso per vedere Nick avvolgerla con la propria.

«È arrivata» boccheggia Schmidt venendo loro incontro, «La bimba è arrivata. E Cece sta benissimo, è stanca, ma sta benissimo» adesso sta sorridendo, gli occhi lucidi e arrossati per le lacrime.

«Oh mio Dio!» Jess deve trattenersi per non urlare, per non stritolare Schmidt in un abbraccio, per non correre in sala parto ad accertarsi che Cece e la piccola stiano bene, «Congratulazioni! Siamo così felici per voi!»

Winston inzia a piangere a dirotto come un bambino, ma Jess nota che persino gli occhi di Nick sono lucidi e visibilmente arrossati. I tre amici si abbracciano, e per Jess, dalla sua statura così piccola, è tutto un singhiozzare sommesso e rumorose pacche sulle spalle e sulla schiena. Improvvisamente, le sembra di essere tornata a quando vivevano ancora tutti e tre nell’appartamento.

«Jess! Jessica, dove diamine sei finita?» esclama Winston tra le lacrime.

«Sono qui!» Jess si fa spazio in mezzo ai tre e si lancia per stringere Schmidt in un abbraccio.

Jess si asciuga le lacrime e tira rumorosamente su col naso, «Che nome avete scelto?»

«Abbiamo pensato a Ruth» dice Schmidt raggiante.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 






















 




Nota dell’autrice: Ho deciso, vista l’importanza di questo momento nella vita del gruppo di amici, di dividere questo capitolo in due parti, in modo da esplorare meglio i sentimenti dei personaggi (o almeno, è quello il tentativo).

*La data 10 aprile corrisponde a quella della messa in onda della prima puntata della settima stagione negli USA secondo Wikipedia, e visto che quell’episodio è ambientato durante il terzo compleanno di Ruth (2018 → 2021 = sono esattamente tre anni, quindi possiamo presumere che la settima si svolga proprio nel 2021), ho pensato che quella potesse essere l’effettiva data di nascita della bimba (un’icona, davvero, la settima avrebbe dovuto avere più episodi solo per lei♥).

A prestissimo, con la seconda parte!

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6. ***


6.



9 mesi dopo

10 gennaio 2019

 

Parte 2

 

Non è che Nick odi i bambini. È che semplicemente trova che stiano bene con un ciuccio in bocca, un pannolino pulito addosso e in una casa molto, molto distante dalla sua. Visite occasionali ai rumorosi infanti sono sopportabili, se hanno una durata media di un minuto e mezzo e lui tiene una bottiglia di birra quasi vuota in mano.
Ma mai, in nessun caso, Nick può sopportare un fastidioso, puzzolente esserino posizionato nel suo salottoa casa sua, e per di più mentre è sobrio ed è nel pieno di una crisi causata dal blocco dello scrittore (dannatissimo). Come se non bastasse, la pargoletta è pure Ruth, la figlia del suo migliore amico Schmidt e di Cece, che hanno avuto la brillante idea di lasciar loro la propria figlia, dal momento che avevano un disperato bisogno di staccare la spina e ricaricare le batterie (Nick non voleva neanche lontanamente immaginare quanto fosse difficile e stressante avere un bambino che, a tutte le ore del giorno e della notte, richiede attenzioni su attenzioni).

Per la verità, come ricorda adesso Nick gettando un’occhiata al divano, è stata proprio Jess ad insistere perché non chiamassero una babysitter e lasciassero Ruth con loro.

E Nick non era nemmeno in casa per controbattere, perché aveva ricevuto una chiamata dal suo editore che lo aveva invitato (per non dire costretto) ad affrettare la stesura del nuovo romanzo delle Cronache di Pepperwood.

«Oh, Nick, guardala! Non è un amore?»
Jess, di fianco a lui sul divano, tiene la neonata tra le mani ed è nel pieno del suo elemento. Sta seduta sul ciglio per la troppa eccitazione, e squittisce deliziata di fronte alla piccola Ruth. Avvicina il naso a quello della bambina finché non si toccano, e tutte e due emettono ultrasuoni per dimostrare quanto il gesto le stia divertendo.
Non è esattamente quello che Nick aveva in mente quando in passato si era immaginato circondato da donne.

«Jess, ti prego. Devo scrivere»
«Oh, ma dai, fissare intensamente lo schermo del computer non ti servirà a niente! Fa’ una pausa e vieni qui a sederti con noi! Guarda Ruth com’è adorabile, non vorresti tenerla un po' in braccio?»
«No» risponde Nick imbronciato.
Jess gli scocca un'occhiata contrariata. «Scusa, ma non eri tu quello che andava in giro annunciando tutto fiero la nascita della tua figlioccia
«Punto primo: Schmidt continua a ripetermi che non è la mia figlioccia. Punto secondo: quello era prima di ritrovarmela in casa piangente e col pannolino che puzza peggio della lettiera di Ferguson quando Winston si dimentica di pulirla»

«Okay, punto primo: Winston non si dimentica mai di pulire la lettiera di Ferguson. E punto secondo: Ruth una bambina, Nick!» Jess si stringe una gorgogliante Ruth al petto «Cosa pensavi che avrebbe fatto? Che si sarebbe messa a bere whisky con te?»
Nick grugnisce in protesta. «Questo no. Anche da neonata spero abbia gusti migliori»
Jess gli lancia un'ultima occhiata, poi torna a rivolgersi alla bambina. Se la appoggia sdraiata sulle gambe e si china su di lei, facendo facce che considera buffe e parlando con una ridicola vocetta acuta.
«Ma chi è questa bella bambina? Ma sì, è Ruth! Ma che brava che sei, proprio brava!»
Nick sospira, sprofondando ancora di più nel divano. Lo strazio minaccia di proseguire a lungo.
«E adesso tesoro lo zio Nick ti prenderà in braccio, ti cambierà il pannolino e ti canterà una ninnananna per farti addormentare»
«Cosa
Jess scoppia a ridere, con sommo divertimento della malefica infante.
«Oh, dovresti vedere la tua faccia! Su, stavo scherzando!». Vedendo che il cipiglio di Nick non scompare, Jess sorride divertita. «Non avrai mica paura di una bambina?».
«Chi, io? Ma fammi il piacere, Jessica»
«E allora perché non la prendi in braccio?»
«Perché chissà cosa c'è nascosto in quel pannolino»
Jess allora si alza, portando Ruth in un'altra stanza. Nick si chiede cosa abbiano intenzione di combinare quelle due, ma fintanto che non fanno troppo rumore e stanno lontane quel tanto che gli consenta di concentrarsi per scrivere non gli interessa particolarmente.
Quando Jess ricompare, ha un'espressione raggiante sul volto. Si siede di fianco a lui e con un sorriso entusiasta gli allunga la bambina.
Nick le restituisce lo sguardo, perplesso. Dovrebbe prenderla in braccio? Lui? Quella cosetta morbida e bavosa?
«Sei sobrio?»
«Purtroppo sì»
Jess allunga ancora di più le braccia. Tra le sue mani Ruth si muove eccitata.
«E allora prendila in braccio e basta! Le ho anche cambiato il pannolino!»
«Che? E dove l'hai preso, scusa? In cantina?»
Lo sguardo di Jess gli mostra chiaramente che inizia a spazientirsi.
«Cece e Schmidt ce li hanno portati stamattina insieme a Ruth. Schmidt ha perso quasi mezz’ora per spiegarmi come si cambiano i pannolini ai neonati»

«Mezz’ora, hai detto? E io dov’ero?»

«Assorto nel tuo blocco dello scrittore» Jess scivola accanto a lui sul divano e gli allunga Ruth, che stavolta muove senza sosta le gambette tozze e paffute, «Avanti, prendila in braccio, ti do una mano»
Con una delicatezza disarmante Jess gli deposita il fagottino rosa tra le mani, e Nick resta lì impalato senza sapere cosa fare. Ruth, però, continua a muoversi e a gorgogliare versi acuti.
«Come la devo prendere? Porca miseria, non sta ferma un attimo!»
Jess ha un sorriso nella voce «Tienila un po' sollevata, se la aiuti riesce a stare anche seduta»
Mentre Nick lotta per capire cosa fare, Ruth emette un verso simile ad una risatina e si allunga ad afferrare la punta del naso di Nick.
«Ahia! Molla l'osso, tu! Cavolo, sei forzuta per essere uno scricciolo»
Si massaggia il naso con aria contrariata, mentre Jess ride sotto i baffi.
«Hai ragione, Ruth, il naso dello zio Nick è enorme»

«Cosa? Perché le dai manforte, Jess?»

«Ah, ma smettila di comportarti da Brontolo e sta’ al gioco, Nick!»

«Se io sono Brontolo, allora tu sei Biancaneve»

Jess tossicchia, e farfuglia qualcosa sottovoce, ma prima che Nick possa domandarle cosa abbia mormorato nota il modo in cui Ruth squittisce divertita quando la mano di Nick passa con burbera delicatezza sulla peluria della sua testa.
Per un po' la bambina si diverte afferrandogli la camicia e minacciando di staccarne gran parte dei bottoni, poi le sue palpebre iniziano a tremolare.
«Ma guardala, fa tanto la dura e un minuto dopo si addormenta come una pera cotta» esclama Nick, e prendendolo alla sprovvista, Ruth si accoccola contro di lui e chiude gli occhi.

Nick, ancora sorpreso, la sposta lentamente sul braccio sinistro, usando la destra per sistemarsi la camicia devastata dall'attacco vandalico del barbaro in miniatura.
«Nick, è un sorriso quello che vedo?» Jess sembra trovarlo piuttosto divertente.
«Smettila»
«Accidenti, sì, sembra proprio un sorriso».
«Ssh, la svegli» Nick si schiarisce subito la voce. «Uhm, non... vorrei che ricominciasse a piangere, è fastidioso»
Il sorriso di Jess si fa sempre più largo. «A-ah, certo».
Con un borbottio lui si gira dall'altra parte, dandole le spalle. Ruth, intanto, sembra immersa in un sonno profondo, e Nick si rende conto con una punta di divertimento che l’espressione addormentata della piccola ricorda quella di Schmidt.

Nick sente gli angoli delle labbra che si piegano verso l'alto. Prima che se ne accorga le parole gli sono già sfuggite di bocca.
«Buonanotte, piccola peste»

 


 

 





 

Nota Autrice: Eccomi tornata su questo fandom dopo un’altra lunga assenza! Nell’ultimo capitolo di questa storia avevo detto che avrei aggiornato a breve, ma purtroppo (o dovrei dire, per fortuna) ho una vita al di fuori di questa piattaforma ed è stata così intensa e ricca di impegni al punto da tenermi lontana dal pc per intere settimane. Non ha poi giovato il fatto che l’ispirazione per questa storia è diventata sempre più altalenante: a volte c’è e si fa sentire tanto, mentre altre volte svanisce completamente. Però non significa che questa storia si concluda qui, perché i capitoli finali che avevo programmato fin dall’inizio sono rimasti tali e ho intenzione di mettere tutto nero su bianco.

Per aggiornare, probabilmente, ci metterò un po’. Negli anni mi sto rendendo sempre più conto che scrivere non è facile, poco importa se si tratta di fanfiction o meno: gli impegni lavorativi e l’ambiente esterno che ci circonda influiscono tanto sulla qualità della scrittura e, anche e soprattutto, sulla spinta motivazionale (anche il buon Nick Miller in questo capitolo ce ne dà una dimostrazione alquanto esaustiva, lol).

Però sono sempre qui, e nonostante tutto, continuerò mio malgrado a scrivere.

Ci vediamo al prossimo capitolo!

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4031142