Che se ci credi, magari s'avvera

di _sweetnightmare_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Che se ci credi, magari non s'avvera ***
Capitolo 2: *** PP - Puntata Pilota ***



Capitolo 1
*** Che se ci credi, magari non s'avvera ***


Che se ci credi magari s’avvera
 

 
 
“Che se ci credi, magari s’avvera. A domani”.
Le cuffie sulla testa per quattro ore erano pesanti. I miei pensieri, anche di più. Le sfilai facendole cadere sul collo a mo’ di collier in plastica e un insieme di altri materiali non meglio identificati, probabilmente ricavati dalle gomme delle auto da demolire.
“Che se ci credi, magari s’avvera”. Che cazzata! Non ci credevo neanche io. Guardai il tecnico radiofonico attraverso il vetro che separava la mia postazione dalla sua con aria sconsolata. Il programma che mi avevano affidato con così tanta speranza e su cui tutti avevano puntato, era destinato alla stessa fine del Titanic. Cominciavo a pensare che la conduzione di un programma radiofonico non faceva per me.
Gli ascoltatori erano affezionati a Teo, alle sue battute su quanto gli astri giocassero a dadi con la vita degli uomini, la sua in particolare.
Non che la mia fosse poi tanto meglio, intendiamoci.
Da quando avevo assunto io la direzione, le chiamate si erano fatte sempre più rade. Ho dovuto obbligare mia madre a chiamare per farsi dire cosa le stelle avevano in serbo per lei.
La verità è che lui, a ‘ste cazzate che raccontava, ci credeva davvero. E faceva in modo che ci credessero anche gli altri. Teo aveva quel non-so-che che ti convinceva a fare qualcosa pure se lo sapevi bene che era ciò che ti avrebbe portato una serie incommensurabile di sfighe…o, più semplicemente, a perdere la dignità, come quando abbiamo pedinato il mio ex vestiti da ballerine di flamenco. 
L’unica cosa certa era che dovevo inventarmi un’alternativa, e anche alla svelta, altrimenti ben presto il programma avrebbe chiuso i battenti e io avrei perso il mio posto di lavoro.
Avevo accettato di sostituire il mio migliore amico in un momento in cui l’alternativa era un hamburger con doppia cipolla a tavolo 5 e tre porzioni di patatine al cheddar al 7. Dopotutto, per quanto c’entrasse davvero poco, una laurea in scienze della comunicazione sarebbe dovuta pur servire a qualcosa.
Invece l’unico suo utilizzo era stato quello di farmi assumere al fast food che frequentavamo da bambini.
E a condurre una rubrica su una rivista femminile sulla posta del cuore. Che poi mi hanno licenziata perché una volta ho risposto ad Innamorata83 che avrebbe fatto prima a mettersi l’anima in pace ed imparare a lavorare a maglia.

L’amore, altro tema scottante!

Sin dalla più tenera età te lo vendono come l’antidoto ad ogni male, nascondendoti invece una serie di importanti controindicazioni di cui nessuno però tiene mai conto. Un po’ come le sigarette: te lo sai che ti distruggi i polmoni, però fintanto che non ti succede, continui a fumare due pacchetti al giorno. E’ come una leggenda urbana che non sai mai se è vera fin quando non ti si palesa vivida davanti ai tuoi occhi…e allora devi fare i conti con la realtà.

Dipendenza affettiva, lacrime, paura di non essere abbastanza e insicurezza nei gesti dell’altro.

E ancora attese, litigi perché la tavoletta del cesso non è abbassata o la tazzina del caffè è nel lavandino da tre giorni e nessuno si è preoccupato di lavarla, l’immondizia è ancora da buttare “che poi s’incrosta e la casa viene invasa da moscerini e formiche”, ritardi, “colpa tua perché non hai chiamato quando sei tornato a casa” e tua “perché mi hai lasciata da sola sabato sera”.
Mica te lo dicono che, in realtà, la Sirenetta era una grandissima sottona e Cenerentola una zitella che pur di trovare uno straccio di marito è andata al ballo ingannando principe, matrigna e sorellastre.
Ecco, Teo invece alle povere disperate che chiamavano in radio per farsi convincere che quel manipolatore bugiardo dell’ex sarebbe tornato con la coda tra le gambe, diceva tutto l’opposto. Le dava la caramellina al miele, pur di non metterle di fronte al fatto che ‘l’amore della mia vita’ stava vivendo felice e contento con quella con cui le aveva tradite mentre loro piangevano disperate guardando Sex and the City e sfondandosi di gelato al cioccolato.
Io non ero in grado di vedere nelle stelle ciò che invece riusciva a vedere Teo.
O come diceva sempre lui, “non volevo crederci”. E che io mi sarei pure voluta fidare di quello che diceva eh, ma l’unica volta che ci ha preso mi hanno staccato la luce perché non pagavo le bollette da cinque mesi.
Dovevo trovare una soluzione e l’unico che poteva aiutarmi era proprio chi, quel programma, lo aveva ideato…o fuggire in un posto lontano con la scusa di un viaggio che mi avrebbe permesso di ritrovare me stessa.
L’unica cosa che avevo trovato io, invece, una volta tornata a casa era un plico di pubblicità, bollette da pagare e bigliettini del figlio del portiere che pensava ancora di essere in anonimo. Avevo capito che dietro a quei messaggi da bacio perugina c’era lui quando, una mattina, l’avevo sorpreso a frugare tra la mia posta, oltre al suo sguardo languido da triglia arrosto ogni volta che me la consegnava.
Lanciai la borsa sul divano e subito dopo mi ci buttai come se si fosse trattato di una piscina piena d’acqua: l’unica cosa che volevo era abbuffarmi di schifezze davanti ad uno di quei programmi stupidi che davano su MTV.
 Famiglie infelici che si facevano aiutare da un terapista di coppia, single alla ricerca dell’anima gemella su un’isola sperduta, o ancora come sopravvivere in una casa piena di oggetti inutili: questo era ciò che la televisione offriva al mondo alle 20:26. Eppure, sembrava che quei programmi attirassero la gente come tante mosche su un cucchiaio di miele.

Esattamente come io attiravo le situazioni più tragicomiche in ogni momento della mia vita.

Ecco ciò che ci voleva. Lanciai il telecomando che finì con una perfezione magistrale all’interno della boccia che ospitava un pesce rosso che era passato a miglior vita perché avevo confuso il vasetto con le sue alghe con quello della paprika forte: senza nemmeno consultare Teo, avrei raccontato tutte le sfighe che le carte non mi avevano predetto.

A partire dalla mia ultima relazione.
 


NDA: Bozza scritta in un momento in cui neanche io ci credevo davvero. Chissà poi com'è andata a finire! 
NDA PARTE 2: Tutti i capitoli avranno questo stile, benchè non sia propriamente il mio, e questo linguaggio. Alice (la protagonista, si) è un flusso di coscienza. leggetelo come se stesse dando voce ai vostri pensieri; stessa intensità, stessa voce, stesse parole. Alice è una calamita per eventi più o meno tragicomici. Alice è 'una pischella normale, semplice. Come ognuno di noi. 

 

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Capitolo 2
*** PP - Puntata Pilota ***


Che se ci credi magari s'avvera
 



A pensacce era ‘m po ‘na cazzata.
Ma grande quanto una casa, proprio. No, non scrivergli.

Andacce ancora dietro.

Scossi la testa. Non poteva andare avanti così. Dov’era il mio orgoglio?
“E’ che sei toro”, diceva Teo. “E si sa che i toro son sottoni”.
Si, ma neanche a scavarsi la fossa da soli. Che poi, se vogliamo dirla tutta, c’avevo pure ragione. Bisognava solo prendere in esame il mio lato della medaglia.
Mi aveva tradita, umiliata, lasciata senza un perché. Cazzo, almeno di una spiegazione per riparare a tutta quella merda ne avevo bisogno, anche solo per mettere un punto a quel casino che era la mia vita sentimentale da quando ne avevo memoria.
Ma stiamo andando troppo avanti, riavvolgiamo il nastro. Avevo fatto un torto a Cupido sin dai tempi dell’asilo.
E solo perché i miei primi ricordi iniziano all’età di tre anni, altrimenti son convinta di aver incontrato dei casi umani quando ero ancora in fasce.

Primo giorno.
Ero una bambina spavalda, lo ammetto.
Ma neanche troppo. Cioè, un po'. Quel tanto che bastava per mandare a quel paese la maestra perché mi faceva mangiare i piselli prima della merendina in mensa.
Se ve lo state chiedendo, cari ascoltatori, sì, l’ho fatto.
Ma non perdiamoci in chiacchiere. Dicevo.
Primo giorno d’asilo. Ero in classe con Davide.
Ariete.
Si, è fondamentale specificarlo, è l’unico modo per farvi capire di chi mi ero follemente innamorata.
Che poi manco lo volevo, questo qua. Mi ero accollata a lui solo perché aveva le merendine fighe, quelle con i mostri disegnati sulla confezione, ma si sa che chi disprezza compra.
Dopo una settimana di amore travolgente, in cui io gli ho fottuto tre merendine al giorno, una bella mattina ‘sto stronzo è venuto a scuola e ha pensato bene di regalare le merendine che spettavano a me di diritto in quanto unica fidanzata a una bambina della classe accanto.
‘Sto stronzo. A regà, scusate.
L’occhiataccia del tecnico radiofonico mi aveva fatto tornare con i piedi per terra.
“Alì… e daje!”
Scusate, gentili ascoltatori… è che a volte mi faccio prendere un po' troppo dai vecchi ricordi. Le emozioni, si sa, se ricordate con la stessa intensità vuol dire che sono autentiche.
Dicevamo. Davide e quella stro…strana bambolina di ceramica che aveva deciso di soffiarmi il ragazzo facendosi comprare da due schifezze.
Da quel giorno il mio rapporto con Davide non fu più lo stesso. Serbavo rancore, certo.
Rancore che mi porto dentro ancora oggi.
Ovviamente Davide non fu l’unico a provocarmi profonde ferite nell’animo, ma da lì cominciai a capire che i maschi non sono una specie raccomandabile e che evidentemente Cupido era incazzato nero con me, o solo un sadico manipolatore che godeva nel far del male alla gente.
Ad oggi, ascoltatori, sono sempre più convinta di quest’ultima ipotesi.

“Alì… te cercano al telefono!”. Il tecnico agitava il mio telefono vibrante attraverso il vetro, a mo’ di vedova che saluta il marito morto con un fazzoletto in una mano e i fogli dell’eredità nell’altra.
Da lontano riuscii a vedere il nome di chi mi chiamava.

Riccardo.
Gemelli.

Segno particolare? L’uomo più stronzo e manipolatore che io abbia mai conosciuto.
“Sto gran fio de na –“
“Ali’, e daje!”



NDA: Scusate per il "romano", ma non sono di Roma e quindi scrivo un pò in base all'accento e ai modi che ho sentito dire. Magari manco Alice è proprio romana de Roma, e quindi ci accontentiamo. Come al solito si tratta di parole prese, buttate e pubblicate senza neanche leggere la bozza. Perchè? Perchè forse, Alice non è un personaggio del tutto inventato.

 

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