Ricordi come sensazioni

di Marlov
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nove anni e un po’ ***
Capitolo 2: *** Insieme, non più soli ***



Capitolo 1
*** Nove anni e un po’ ***


Wei Ying non ha molti ricordi dei suoi genitori. Davvero, sono per lo più sensazioni: il calore di una grande mano sulla testa che gli scompiglia i capelli; la gioia nell’udire una risata alta, squillante, così simile alla propria; i sobbalzi dovuti al trotto su un dorso irsuto. Si aggrappa a quei frammenti con tutte le sue forze. Li porta vicino al cuore mentre Zidian si abbatte ancora ed ancora sulla sua schiena sottile. Non ha ancora abbastanza forza per resistere ai colpi feroci, il suo nucleo d’oro non è che una scintilla tra meridiani esili. Per questo è legato alla panca, così non cade, così la Signora Yu non deve essere infastidita ulteriormente da lui. 

Sono passati nove mesi da quando lo zio Jiang, come gli ha chiesto di chiamarlo, lo ha portato al Molo del Loto. Non ha ancora capito molto bene le regole. Per strada, se sorridevi e facevi bei complimenti alle sorellone e alle ziette, loro erano più gentili con lui, a volte gli davano anche qualche pezzetto di rame o bocconi di cibo. Una volta, una nonnina di Yiling gli aveva persino dato una coperta per tenere lontana la neve. Non che fosse stata assolutamente necessaria, la mamma gli aveva insegnato degli esercizi da fare per tenere il suo corpo più caldo e la sua pancia meno affamata. Solo quando aveva conosciuto lo zio Jiang aveva scoperto che quella che faceva non era altro che coltivazione, che nel suo ventre già ci agitava un piccolo nucleo d’oro. Lo zio aveva sorriso mentre lo informava, gli aveva detto che i suoi genitori sarebbero stati orgogliosi di lui. La Signora Yu non ne è stata per niente felice, invece. Ed ora è legato ad una panca, e la sua schiena fa malissimo, e non importa se le sorridesse o chiedesse per favore, basta, _basta_. Fa così tanto male. Più dei cani, e i morsi dei cani avevano fatto male per giorni prima di cicatrizzare. 

“Mi farà male per sempre?” è quello che si trova a chiedere tra sé, mentre la frusta continua a cadere e il mondo diventa nero. L’ultima cosa che vede prima di prendere conoscenza è il profilo di zio Jiang, immobile sul molo, senza far alcun cenno al voler intervenire. 

A nove anni e mezzo, Wei Ying impara il sapore del risentimento. E impara a rinchiuderlo in un angolo buio della sua mente, lì dove vanno i ricordi dimenticati. 

A nove anni e tre quarti, a più di tre ora di distanza in volo di spada dal Molo del Loto, Lan Zhan, il perfetto piccolo secondo erede della setta GusuLan, sempre serio in volto e accanito sostenitore delle Regole, crolla durante le sue lezioni di guqin. Senza nessun apparente motivo, si accartoccia su se stesso sul pavimento, le ginocchia portate al petto. Poi, viene scosso da violenti singhiozzi. La stanza rimane immobile, il silenzio attonito degli stanti rotto solo dalla piccola voce che chiama un certo “Wei Ying”.

 




NOTE: Non so cosa sto facendo iniziando questo. Avevo intenzione di scrivere una one-shot, ma non so se continuare o lasciar perdere. So che la mia non è un’idea molto originale e ci sono fanfiction di questo genere scritte diecimila volte meglio. Quindi boh, fatemi sapere che ne pensate e se vi sembra qualcosa che valga la pena di essere continuata.
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Probabilmente lo cestinerò

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Capitolo 2
*** Insieme, non più soli ***


Wei Wuxian si chiede, stordito, perché debba sempre essere una grotta il posto in cui si trova quando le cose finiscono per andar male: la grotta in cui i suoi genitori l’avevano fatto nascondere l’ultima volta che li aveva visti – ne conserva un ricordo tanto sbiadito da sembrare un sogno -; la grotta di Lan Yi ai Recessi delle Nuvole – e non è lì che è davvero tutto iniziato? -; la grotta dello Xuanwu del Massacro – la prima volta che Lan Zhan aveva cantato per lui, l’ultima volta che aveva combattuto con l’energia spirituale che gli infiammava i meridiani -; la grotta del Massacro dei Demoni nei Tumuli Funerari – aveva giocato con A-Yuan in quella grotta, era stato divorato dai suoi stessi cadaveri in quella grotta-.
Quindi sì, il track record delle sue esperienze delle grotte non è incoraggiante. Nonostante questo, non è preparato a quello che sta succedendo ora.
Il clangore delle spade che era rimbombato tra le pareti di pietra ora tace. Trecentocinquanta uomini giacciono privi di vita intorno a loro.
“Ti credevo più furbo” non può far a meno di pensare mentre il suo sguardo offuscato viaggia sul profilo immobile del capo della setta Yao, circondato dai suoi alleati.
Hanno vinto, lui e Lan Zhan, nonostante la congiura attentamente pianificata. Non sembra una vittoria.
I vestiti di Hanguang-jun sono quasi completamente vermigli di sangue, da dove riesce a vedere con la testa poggiata sulle sue ginocchia.
Ricordano i suoi abiti da sposo. Era stato così bello, il suo matrimonio. Solo lui, Lan Zhan, Zewu-jun, A-Yuan e Wen Ning sulle colline posteriori dei Recessi delle Nuvole, diversi cestini da pic-nic come banchetto nuziale. Non ricorda di aver mai visto suo marito sorridere come quel giorno.
Non sta sorridendo adesso, il suo Lan Zhan. Lacrime silenziose gli rigano le guance mentre riversa tutta l’energia spirituale che gli resta nel piccolo nucleo di Mo Xuanyu. Ha provato a protestare, Wei Wuxian, preoccupato per le ferite dell’altro. Il Signore Portatore di Luce si è limitato a serrare le labbra in una linea sottile, lo sguardo testardo quanto disperato.
Il fatto è che Wei Wuxian sa di star morendo. È stato accoltellato almeno tre volte sul busto, alcune sue costole sono rotte ed almeno una di sicuro gli ha perforato un polmone vista la quantità di sangue che sta tossendo.
Il fatto è che Wei Wuxian sa che il suo Lan Zhan si sta uccidendo, drenando l’energia che serve a chiudere le sue altrettanto gravi ferite nel suo corpo rotto.
Il fatto è che Wei Wuxian riesce a leggere follia costruita nel dolore, una che conosce intimamente, nello sguardo dorato della Seconda Giada Lan.
Il fatto è che Wei Wuxian non può vedere suo marito morire a causa sua, così come sa che Lan Zhan preferirebbe morire piuttosto che tornare di nuovo in un Jingshi vuoto.
Il fatto è che Wei Wuxian non sa come impedire nessuna di queste cose.
«Lan Zhan» chiama in un sussurro dolce, bagnato, alzando con difficoltà una mano insanguinata contro la sua guancia d’alabastro. Suo marito l’afferra, tenendola ferma, piegandosi contro di essa. «Lan Zhan. A-Yuan. Puoi restare per lui. Non deve… non deve perderci entrambi, oggi.»
«Wei Ying» risponde l’altro, la voce profonda che si spezza in un singhiozzo attutito. «Wei Ying, insieme. Non più soli» borbotta contro il suo palmo, lasciandogli un bacio.
«Mi dispiace, mi dispiace airen. Speravo che avremmo avuto più tempo, in questa vita» mormora in un filo di voce il Patriarca di Yiling, l’accenno di un sorriso di scuse sul volto ingrigito dalla perdita di sangue.
«No grazie e no scuse tra di noi, Wei Ying» gli risponde, come tante volte prima di quel momento, la voce in un sussurro morbido.
Wei Ying non risponde. Non può. L’argento del suo sguardo si ossida e l’oro di Lan Wangi diventa ottone. Un singhiozzo straziante si fa strada attraverso il petto sanguinante della Seconda Giada Lan. Incapace di trattenere l’agonia che lo squarcia da parte a parte, si accartoccia intorno al suo zhiji, la sua fronte su quella ancora calda dell’altro.
Lan Wangji non sa per quanto tempo rimane così.
Lan Wangji non sa quanto tempo occorra affinché il suo respiro diventi più superficiale, la stretta intorno alla mano di Wei Ying più debole.
Lan Wangji non sa che qualcun altro è stato insieme a loro - a lui, ora – in quella grotta.
Lan Wangji non sa che qualcuno sta ascoltando mentre prega, supplica, le labbra sulla fronte di suo marito, per un’altra possibilità, per poter rivedere il sorriso caldo di Wei Ying, per poter risentire il suo nome dalle sue labbra, per poter stare insieme, di nuovo.
“Qualsiasi cosa” pensa, “prendete da me qualsiasi cosa, ma ridatemi Wei Ying.”
Lan Wangji non sa, mentre il suo ultimo respiro lo lascia dolcemente, che una farfalla di luce vermiglia si è posata sulle mani giunte del Gran Maestro della Coltivazione Demoniaca e del Signore Portatore di Luce, sigillando un accordo.
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A nove anni e tre quarti, Lan Zhan, il perfetto piccolo secondo erede della setta GusuLan, sempre serio in volto e accanito sostenitore delle Regole, si sta svegliando in un letto dell’infermeria dei Recessi delle Nuvole.
È crollato durante la lezione di guqin, dice il maestro Lan Guozhi, le sopracciglia aggrottate e le labbra strette per la preoccupazione.
Ha pianto, sussurra sconvolto il discepolo Lan Fuhua.
Ha continuato a chiamare per un certo “Wei Ying”, aggiunge con una certa trepidanza l’amico Lan Mingli.
A undici anni e un quarto, Lan Huan, l’erede della setta GusuLan, sempre sorridente in volto e gentile con tutti coloro che lo circondano, tira su il naso mentre tira in un abbraccio il suo fratellino finalmente sveglio.
«Hai dormito a lungo, a-Zhan» borbotta, rilasciandolo dopo qualche minuto. «So che non ti piacciono gli abbracci, ma hai davvero spaventato il tuo xiongzhang.»
«Xiongzhang può abbracciare» riconosce magnanimamente colui che tra due anni e un quarto sarà Lan Wangji, ma che al tempo stesso lo è già da più ventiquattro anni. Poi, dopo un attimo di indecisione, aggiunge «Xiongzhang può aiutare Lan Zhan a cercare Wei Ying?»
L’erede Lan sbatte piano le palpebre di fronte lo sguardo serio e testardo di suo fratello. Un piccolo sorriso gioca sulle sue labbra.
«Mn.»

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