Bianca

di hertz
(/viewuser.php?uid=174530)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 3: *** Capitolo Due ***
Capitolo 4: *** Capitolo Tre ***
Capitolo 5: *** Capitolo Quattro ***
Capitolo 6: *** Capitolo Cinque ***
Capitolo 7: *** Capitolo Sei ***
Capitolo 8: *** Capitolo Sette ***
Capitolo 9: *** Capitolo Otto ***
Capitolo 10: *** Capitolo Nove ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


"Quindi ricorda che Il limite del prodotto di due funzioni è uguale al prodotto dei limiti delle funzioni se i limiti sono finiti. Poi lo applichi e il gioco è fatto" - disse Lucrezia con voce impostata e seria guardando l'amica - "È semplice!" - continuò vedendo l'altra in silenzio.

"Per te che sei un genio. Per me, e per tutta la classe, dubito" - rispose Francesca sospirando - "Perché non puoi farmelo tu? Avevamo un patto" - aggiunse con un broncio, facendo ridere Lucrezia - "Prendo io la macchina per tutti i sabato dell'anno".

"Il patto era valido sino allo scorso anno, non ricordi? Abbiamo un esame Fra, non voglio tu esca dal liceo con un voto inferiore al 90. Quindi oggi proverai a risolvere gli esercizi da sola" - disse Lucrezia perentoria.

Francesca non osava replicare, sapeva bene quanto l'amica fosse seria, a testa bassa e mugugnando tra sé e sé si diresse in classe. L'ultimo agognato anno era iniziato da poco più di un mese e avevano già dovuto affrontare alcune verifiche e i professori insistevano affinché tutta la classe arrivasse all'esame con un buon voto. Francesca aveva una media discreta ma lei e la matematica erano due rette parallele, destinate ad ammirarsi senza mai toccarsi, il professor Pisano era anche bravo e paziente ma tutti quei numeri e quelle lettere la mandavano in confusione.

"Fra, allora?" - la destò Lucrezia dai propri pensieri e quando vide che l'altra non capiva alzò gli occhi al cielo - "Francesca Brighi ti ho chiesto se sabato andiamo alla festa di Alberto, quello della 3A".

"Alberto chi? E da quando frequentiamo i ragazzini?" - chiese guardandola torva mentre apriva la porta della classe.

"A volte mi chiedo come faccia a sopportarti da cinque anni. Quello della 3A del classico! Si allena con me a tennis, ricordi? Biondino, occhi nocciola, un sorriso che ti ipnotizza, due spalle bellissime" - spiegò sognante Lucrezia - "Ha organizzato una festa nella sua casa di campagna, volevo andarci ma senza di te sai che mi annoio."

"Potevi dirmi che parlavi di Rogerino" - la prese in giro Francesca - "Va bene, però devi deciderti e dichiararti. Sembra parli di un dio sceso in terra!"

Lucrezia le fece una smorfia e si sedette dopo aver salutato con un cenno del capo i compagni. Guardò l'orologio e poi Francesca. Il professor Pisano non era ancora in classe e la campanella era suonata da cinque minuti.

Stava per dire qualcosa all'amica quando la porta si aprì, entrò il vicepreside Molinari seguito da una sconosciuta figura femminile. Alcuni ragazzi mormorano qualcosa, Francesca sorrise appena capendo che erano apprezzamenti per la giovane con Molinari. Non poteva essere una studentessa e si chiese se ci fosse qualche corso extra scolastico.

"Buongiorno ragazzi, come potete vedere Pisano non è in classe e per lui arrivare dieci minuti in ritardo è impensabile." - disse l'uomo serio facendo ridere la classe - "Purtroppo ha subito un'operazione, tranquilli semplice routine ma non poteva più rimandare. Non avrebbe voluto lasciarci soli durante la maturità ma non ha avuto scelta. Spera però di poter tornare in corsa a Marzo o Aprile per accompagnarvi negli ultimi due mesi." - spiegò calmo Molinari guardando i ragazzi e ogni tanto lanciando sguardi alla giovane con lui - "Da oggi quindi sarà la Professoressa Asia Conforti a sostituirlo. È preparata ed è stato lo stesso Alfredo a insistere affinché fosse lei a prendere le redini. Comportatevi bene. Conforti, ora sono tutti suoi."

L'uomo la salutò con una stretta di mano e uscì, senza però prima guardare la classe, stranamente in silenzio. Magari una giovane insegnante sarebbe riuscita nell'intento di non far rimpiangere il collega.

"Ringrazio il professor Molinari per le belle parole. Anche se sicuramente il prof Pisano ha amplificato le mie qualità." - disse la donna appoggiando la cartella e sedendosi dietro la cattedra - "Immagino non sia semplice per voi cambiare insegnante l'ultimo anno, avete ormai le basi della materia e un metodo ben chiaro. Sono stata anche io una sua allieva" - continuò e quando senti un brusio sollevarsi rise - "Non diteglielo, altrimenti pensa di essere vecchio." - la classe stavolta rise e Asia pensò di aver iniziato col piede giusto.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo Uno ***


"Dai Lucre, ti prego. Ti prometto che sarà l'ultima volta, non riesco a capire come continuare." - disse Francesca piagnucolando - "A me tutte queste frecce fanno venire la nausea"

Lucrezia sospirò e chiuse gli occhi, non le pesava aiutare l'amica, anzi le piaceva essere utile, e l'aveva fatto volentieri per tutto il liceo ma era anche consapevole che doveva riuscire a risolvere gli esercizi da sola se voleva diplomarsi con un buon voto.

"Fra ho detto no. Tra una settimana la nuova farà una verifica per capire come siamo messi. Voglio tu prenda almeno sette!" - disse mentre guardava attentamente il cellulare in attesa di un messaggio - "Se ti risolvo io le disequazioni mi dici cosa capisci?"

Francesca annuì e si mise le mani tra i capelli, nonostante ci provasse non riusciva a risolvere l'ultimo esrcizio, sapeva però che la Conforti l'avrebbe chiamata l'indomani. Era indubbiamente una brava insegnante, sempre pacata e vogliosa di trasmettere qualcosa di utile. Peccato per lei la matematica fosse totalmente inutile, non riusciva a concentrarsi e a comprenderla. Cosa le sarebbe servito in futuro saper risolvere un limite. Sospirò e fece ridere l'amica.

"Fra, non fare così. Perché domani non chiedi a Conforti di spiegare nuovamente quel passaggio? Ha detto di essere sempre disponibile." - disse Lucrezia alzandosi e abbracciando l'amica - "Senti volevo parlarti della festa di domani sera. Alberto mi ha chiesto se sto a dormire da lui, non da soli..."

Francesca improvvisamente si destò, la matematica ora era solo un lontano ricordo. Ci avrebbe pensato più tardi. O domani mattina.

"Allora Lucrezia Roveri, tu devi spiegarmi bene in che rapporti sei con Rogerino. Perché non è possibile che vi vediate solo a tennis e poi: ti invita alla festa da figlio di papà, resti attaccata al telefono per ore, e si per certo che aspetti un suo messaggio, e ora mi dici che vuole passare la notte con te!" - disse non staccandosi dall'abbraccio dell'amica e quando quest'ultima emise un leggero sospiro sorrise.

Lucrezia era la ragazza più intelligente e più educata che avesse mai conosciuto, la classica secchiona però anche dotata di una ironia devastante che ti impediva di provare fastidio per i suoi successi scolastici. Aveva avuto alcune frequentazioni da quando Francesca la conosceva ma mai qualcuno di troppo serio perché Lucrezia pensava l'avrebbe distolta dallo studio. Però da quando frequentava il corso di tennis e aveva conosciuto questo Alberto era diversa, sembrava davvero interessata e soprattutto intenzionata a fare un passo avanti.

"Lucre, sono la tua migliore amica. Puoi dirmi tutto, lo sai." - disse dolcemente.

"Ti ricordi quando ti ho detto che volevo diplomarmi e poi laurearmi prima di perdere la testa per un ragazzo?" - domandò Lucrezia stropicciandosi gli occhi e quando vide Francesca annuire continuò - "Alberto non è il solito diciottenne, è così maturo... Ama leggere i classici latini, sai? Pratica il tennis per aumentare la concentrazione, mica perché deve fare il figo. Anche se ha delle braccia..."

Francesca scoppiò a ridere e Lucrezia si bloccò imbronciata.

"Dai dai scusami. Ma non ti ho mai vista così, sei dolcissima. Smettila di pensare e domani starò anche io a dormire da Alberto. Va bene?"

Lucrezia abbracciò l'amica e la strinse forte, era fortunata ad averla vicino. E questo non sarebbe mai cambiato.

***

      
La mattina successiva Francesca era assonnata e camminava verso l'istituto quasi trascinandosi, il solo pensiero che dovesse anche andare a una festa quella sera la faceva rabbrividire. Aveva dormito davvero poco quella notte, le sarebbe piaciuto il motivo fosse lo studio ma in realtà appena Lucrezia era andata via aveva analizzato la sua vita. Si domandava come mai non provasse interesse per nessuno in particolare, certo riconosceva se un ragazzo era bello ma si fermava là. E anche quelli che la facevano ridere o sapevano intrattenere non riuscivano a farle provare qualcosa di più di una semplice amicizia. Non provava batticuore o anche qualche semplice subbuglio ormonale. Due anni prima era stata per alcuni mesi con un amico d'infanzia, lui l'aveva corteggiata per mesi e alla fine aveva ceduto. Era carino e si conoscevano bene, cosa poteva desiderare di più? Però quando si baciavano non provava nulla, pensava ad altro, aveva deciso ugualmente di perdere con lui la verginità, non era stato traumatico ma nemmeno piacevole. E dopo che lui le aveva detto di amarla aveva deciso di troncare, non voleva continuare a illuderlo, purtroppo era finita anche l'amicizia e a volte gli mancava davvero tanto ma era consapevole di aver preso la decisione giusta.

"Sembri uno zombie! Che hai fatto stanotte?" - le disse improvvisamente Lucrezia facendola sobbalzare - "Soprattutto che hai fatto senza di me! Spero matematica"

"Tu sei pazza. Chiederò a Conforti se può spiegarmi come devo risolvere quelle robe là, così evito un due." - replicò Francesca ridendo - "Comunque pensavo a Giacomo, hai presente?'

Lucrezia alzò un sopracciglio e si fermò, nonostante l'amicizia che le legava aveva sempre rispettato la riservatezza dell'altra, sapeva che viveva male la sfera sentimentale e sessuale ma avrebbe affrontato l'argomento solo quando Francesca sarebbe stata pronta.

"Certo. Si è rifatto vivo? Oddio speravo gli fosse passata!"

"Scema" - disse Francesca ridendo - "Non so nemmeno che faccia ora, pensavo a te e Alberto e mi chiedevo perché a me non piace nessuno. Perché li guardo e non provo nemmeno un minino di attrazione? Non chiedo tanto, no?"

"Fra..." - disse Lucrezia con un filo di voce - "Non deve piacerti qualcuno per forza, magari deve arrivare la persona giusta."

Francesca annuì ed entrò in classe, appena vide la Conforti già seduta si bloccò. Quella donna era davvero simile a Pisano. Prese coraggio e si avvicinò.

"Buongiorno professoressa. Ieri ho provato a risolvere gli esercizi ma non riesco a capire nulla. Cioè qualcosa la capisco perché Luc... Roveri mi ha aiutato ma poi mi blocco. E non voglio un due. Cioè nemmeno un otto, mi basta un sei. Però non capisco" - aveva detto tutto senza prendere fiato e accanto a lei Lucrezia a stento tratteneva le risate.

"Brighi rilassati, respira e stai tranquilla." - disse Asia sorridendo - "Oggi voglio spiegare  un nuovo argomento perché siamo un po' indietro, dopo che finisci le lezioni passa in aula studio e ti spiegherò gli esercizi. Va bene?"

Francesca annuì e rispose al sorriso dell'insegnante. Senza dire nulla poi si sedette, continuando a guardarla e non si accorse di Lucrezia che la stava fissando.

"Fra stasera voglio tu ti diverta, puoi anche bere un po'. Però domani vorrei parlare seriamente con te." - disse Lucrezia guardando prima l'amica e poi facendo vagare lo sguardo nella classe.

"Perché? È successo qualcosa con Alberto?" - domandò Francesca curiosa.

"No. Dobbiamo parlare di te." - replicò sospirando e tornò a guardare la Conforti. Era felice finalmente fosse arrivato il momento anche se forse la persona non era quella giusta. Ma a quello avrebbe pensato più avanti. Ora doveva pensare solo a Francesca.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo Due ***


Appena suonò la campanella Francesca sbadigliò, voleva tornare a casa e riposare prima della festa ma doveva per forza passare dalla Conforti. Altrimenti chissà cosa avrebbe pensato e magari le avrebbe messo realmente un 2.

"Lucre vieni anche tu?" - domandò stiracchiandosi - "Così poi ti accompagno a casa."

"No. Ho detto ad Alberto che facciamo la strada insieme. Poi quelle cose là le so già fare, mi annoierei." - rispose l'altra dandole un bacio veloce sulla fronte - "Stasera passi a prendermi alle 18.30, va bene?"

Francesca annuì, prese il quaderno di matematica e si diresse in aula studio, era consapevole che non avrebbe capito nulla ugualmente ma magari la Conforti avrebbe apprezzato la sua voglia di applicarsi. La porta dell'aula era già aperta, entro sicura e quando vide l'insegnante china su alcuni fogli inspirò profondamente.

"Eccomi prof." - disse con tono stridulo - "Se è impegnata possiamo vedere gli esercizi lunedì."

"Ciao Brighi, siediti." - rispose Asia con mezzo sorriso - "No, nessun impegno. Ti aspettavo"

Francesca si sedette di fronte alla donna e la scrutò, sicuramente era l'insegnante più particolare che avesse conosciuto in cinque anni. Non alzava mai la voce, spiegava sempre più volte e se qualcuno non capiva si scusava perché magari non si era espressa bene. Era affascinata dai suoi modi garbati ma allo stesso tempo autoritari.

"Hai difficoltà nelle disequazioni, vero? Qual è il punto dove ti blocchi?" - chiese Asia distogliendola dai propri pensieri.

"Dall'inizio" - rispose debolmente Francesca facendo ridere l'insegnante - "Il prof Pisano è bravissimo, davvero, però io non capisco... Mi perdo. Cioè mi impegno, davvero, solo non capisco..."

Asia si morse il labbro e sospirò, non sarebbe stato facile ma non le piaceva che qualche studente non riuscisse nella sua materia. Prese una matita e iniziò a spiegare lentamente tutti i passaggi dell'operazione, ripetendo più volte anche concetti banali e senza rendersene conto era stata un'ora intera china sui fogli, aveva parlato solo lei mentre Francesca ogni tanto annuiva.

"Ora l'ho spiegato meglio?" - le domandò guardandola - "Ti chiederei di risolverne una tu ma è già tardi e tra poco le bidelle ci chiudono dentro. Quindi lunedì dopo le lezioni passa nuovamente qua e vediamo se riesci a risolverne almeno una da sola. Anche perché giovedì abbiamo il compito. Ok?" - concluse alzandosi.

"Grazie prof, davvero." - disse Francesca alzandosi e sospirando - "Credo di aver capito, finalmente. Ma mi eserciterò anche a casa. A lunedì"

"A lunedì" - replicò Asia seguendo la giovane con lo sguardo.

Quando sparì dalla sua visuale si passò una mano tra i capelli e sospirò. Amava insegnare, le piaceva quando gli studenti sembravano davvero interessati alle sue spiegazioni, voleva riuscire a trasmettere almeno un briciolo della sua passione. Aveva ancora poca esperienza e in quella scuola c'era solo da una settimana ma si sentiva già responsabile per quei ragazzi. La Brighi era indubbiamente molto intelligente ma non interessata alla materia, se fosse riuscita a farla appassionare anche solo per qualche mese avrebbe vinto. Guardò l'orologio, era tardissimo ma non voleva tornare a casa, non voleva stare sola. Almeno non tra quelle quattro mura.



 

***


Francesca era seduta scomposta su una poltrona e sorseggiava un bicchiere di birra fresca. Non amava bere ma non conosceva nessuno e Lucrezia si era rintanata chissà dove con Alberto, magari un po' di alcool l'avrebbe spinta a socializzare. Si guardò intorno ma era lì da due ore e non aveva ancora scorto un viso familiare.

"Scusa hai da accendere?" - disse una voce roca destandola.

"No, non fumo" - rispose lei guardando il ragazzo di fronte e sistemandosi meglio.

"Riccardo piacere. Tu sei un'amica di Lucrezia, vero?" - chiese allungando la mano per poi sedersi ai piedi della poltrona.

Francesca annuì e lo fissò, non credeva di averlo mai visto, per conoscere Lucrezia però probabilmente frequentava la loro scuola.
"No, non vengo al Deledda. Sono del Martini però conosco Alberto e Lucrezia per il tennis" - spiegò il giovane capendo il dubbio di Francesca - "Ti ho visto qualche volta con lei e le ho chiesto se potesse presentarci ma rimanda sempre! Quindi oggi non potevo farmi sfuggire l'occasione" - aggiunse mettendo un braccio vicino alla gamba della ragazza.

Francesca non rispose ma spostò la gamba, non amava il contatto fisico e con gli estranei provava disagio. Guardò meglio il ragazzo, era carino con un filo di barba che lo faceva sembrare più adulto, anche se il sorriso perennemente stampato la infastidiva. Si chiese però perché Lucrezia non le avesse detto nulla, anche solo per prenderla in giro.

"Quindi giochi anche tu a tennis?" - chiese non trovando altri argomenti di conversazione - "Non credo di averti mai visto, anche se accompagno spesso Lucre al circolo"

"Sì, ti ho notata subito" - rispose lui accedendo una sigaretta - "Pensavo fossi fidanzata ma anche oggi sei qua sola, quindi presumo che a Lucrezia semplicemente non piaccia o non mi ritenga alla tua altezza."

Francesca rise per la sincerità del giovane, si voltò per averlo di fronte e lo squadrò. Il sorriso continuava a trovarlo irritante ma sembrava un ragazzo piacevole e due chiacchiere non potevano farle male.

"Sei all'ultimo anno?" - chiese lui per evitare silenzi imbarazzanti - "Anche io ma sono già stanco, tutti a ripetere quanto sia importante e fondamentale questo per me, per la crescita e stronzate simili" - aggiunse non dando a Francesca nemmeno il tempo per rispondere - "Comunque per la settimana prossima sto organizzando una gita fuori porta, inviterò anche Albi e la tua amica, mi farebbe piacere venissi anche tu." - aggiunse mettendo una mano sul ginocchio di Francesca che scattò immediatamente in piedi.

"Non lo so" - rispose lei sistemandosi i jeans - "Devo studiare" - disse con un filo di voce e indietreggiò quando lui rise per la sua reazione.

"Volevo solo essere carino, scusa se ti ho infastidita" - replicò spegnendo la sigaretta e cercando con lo sguardo qualcosa da bere.

Francesca stava per rispondere ma appena sentì due mani cingerle i fianchi sobbalzò, voltandosi vide Lucrezia, decisamente felice.

"Scusami Fra, ti ho abbandonata ma ora mi farò perdonare." - le disse senza smettere di sorridere poi quando vide il ragazzo seduto sul pavimento fece una smorfia - "Ciao Riccardo, mi ero dimenticata ci fossi anche tu. Franci mi accompagni a fare un giro?"

Francesca annuì in silenzio e la seguì, la situazione non le era molto chiara ma voleva capire perché l'amica non le avesse mai parlato di questo Riccardo. Sospirò e una volta fuori dalla casa iniziò a parlare.

"Perché non mi hai mai parlato di questo Riccardo? Mi ha detto che voleva conoscermi da parecchio..." - le chiese evitando di guardarla - "Sembra carino, forse un po' esaltato ma Giacomo non era certo migliore."

Lucrezia rise e scosse la testa, parlare con Francesca a volte era snervante e logorante. Soprattutto sapendo che l'amica non si decideva ad affrontare determinati discorsi. Le prese le mani tra le sue, chiuse gli occhi e decise di dirle ciò che realmente pensava.
 
“Hai ragione, non ti ho detto nulla perché tanto sapevo non fosse il tuo tipo” - spiegò inspirando profondamente - “Ferma, ascoltami. Nemmeno Giacomo era il tuo tipo ma tu in quel periodo avevi bisogno di uscire con qualcuno e ogni cosa potessi dirti non avrebbe avuto senso. Fra sai quanto io ti voglia bene, vero? Ci conosciamo dalla prima liceo, parli poco di te ma io ti osservo, come osservo quei dannati numeri che tu non sopporti. E come capisco loro capisco te...”
 
Francesca la guardava dubbiosa, incerta su cosa volessero dire le parole dell'amica. Sorrise e provò a rispondere ma venne nuovamente interrotta da Lucrezia.
“Aspetta Fra...” - disse con voce calma - “Credo tu non prenda in considerazione il reale motivo per cui nessun ragazzo ti interessa o sia il tuo tipo. Qual è il tuo tipo Francesca?”
 
“Lucre sei impazzita? Da dove salta fuori questo discorso?” - rispose ridendo nervosamente senza però lasciare le mani dell'amica - “Te l'ho detto non sono una che guarda tanto l'aspetto fisico, deve essere ironico, amare le serie tv e saper parlare. Semplice no? Hai ragione su Giacomo e forse anche su sto Riccardo ma questo non cambia che tu dovessi dirmelo, magari conoscendolo si rivela una persona meravigliosa e capisco che è solo lui che sto aspettando per farmi battere questo cazzo di cuore.” - disse sentendo le lacrime salire senza nemmeno rendersene conto - “O magari anche solo un po' di attrazione, mica mi farebbe così schifo.”
 
Lucrezia sorrise e l'abbracciò, bastò quel gesto affinché Francesca scoppiasse a piangere. Non capiva cosa le stesse succedendo ma in quel momento si sentiva bloccata e aveva bisogno di liberarsi da quella sensazione. La vicinanza dell'amica era importante.
 
“Franci, non può farti battere il cuore, perché non è una donna.” - disse Lucrezia con un filo di voce - “Voglio solo tu sappia che non cambierà niente per me. Ti voglio bene e te ne vorrò sempre.”
 
Francesca a quelle parole la strinse più forte e il pianto si fece più sommesso, aveva avuto paura per tanti anni di quel fantasma e ora con estrema delicatezza la sua migliore amica la stava mettendo davanti alla realtà.
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo Tre ***


Dopo le parole di Lucrezia e il pianto di Francesca le due giovani avevano deciso di tornare a casa e non passare la notte da Alberto. A Francesca dispiaceva aver rovinato i piani dell’amica ma in quel momento necessitava del silenzio della sua camera e aveva ringraziato Lucrezia per non aver detto nulla durante il tragitto.
Era consapevole che avrebbe anche dovuto parlare di quello che le aveva detto ma prima di farlo doveva riordinare i pensieri, ora tutto le sembrava solo un grande groviglio. Non era proprio una novità quell'argomento, ricordava ancora perfettamente quando in seconda media si era presa una cotta per una sua compagna di classe anche se poi aveva deciso di catalogare la cosa con “non è interesse ma ammirazione” e si era autoconvinta quella fosse la realtà.
Sospirò profondamente e sentì di nuovo gli occhi riempirsi di lacrime. Non riusciva a capacitarsi del perché per lei fosse così difficile poter accettare di essere interessata anche alle ragazze, non era di certo omofoba e non poteva nemmeno avere paura della reazione della famiglia, più di una volta la madre le aveva chiesto se fosse lesbica.
Si asciugò le lacrime, strinse forte il cuscino e dopo qualche minuto crollò in un sonno profondo, la stanchezza aveva preso il sopravvento.

***

Francesca venne svegliata dall'incessante suoneria del telefono che invase tutta la camera, aveva dimenticato di toglierla la notte precedente. Si stropicciò gli occhi e sorrise vedendo il nome sul display.

"Pronto" - disse con la voce ancora impastata.

"Francesca cazzo, ti ho mandato cinque messaggi e non ti sei degnata di rispondermi. Nemmeno hai visualizzato! Come stai?" - disse Lucrezia alterata.

"Sto bene, tranquilla. Ieri sono crollata e non avevo letto, scusami." - rispose Francesca senza nascondere la risata - "Nemmeno mia madre si preoccupa così tanto. Riesci a liberarti per il pomeriggio? Volevo esercitarmi con matematica e parlarti."

"Tra venti minuti sono da te." - disse semplicemente Lucrezia prima di chiudere.

Francesca chiuse nuovamente gli occhi e cercò di riordinare i pensieri, immaginando anche le possibili domande dell'amica. Sarebbe stata la prima volta che le avrebbe parlato senza paura del giudizio e senza filtri, o almeno ci avrebbe provato. Sistemò i capelli e si stropicciò gli occhi, almeno per rendersi un minimo presentabile, anche se Lucrezia l’aveva vista in condizioni decisamente peggiori. Sorrise al pensiero e quando sentì la porta aprire sussultò.

“Quando mi dici venti minuti dovresti davvero impiegare venti minuti.” – disse perentoria senza voltarsi e sentendo l’amica che si sedeva a bordo del letto – “Grazie per ieri.” – aggiunse poi abbassando la voce.

“Abito praticamente di fronte, ovvio non potessi metterci realmente venti minuti!” – replicò Lucrezia sbuffando – “Non voglio essere insistente e nemmeno obbligarti ma mi tengo questo dentro da troppo e non voglio più vederti soffrire perché hai paura.” - aggiunse e quando vide Francesca in silenzio decise di continuare senza troppi giri di parole - “Sei la mia migliore amica e questo non cambierà mai però ho bisogno tu inizi a essere sincera, almeno con te stessa. Perché voglio che tra noi non ci siano muri o paure, nessuna delle due è espansiva o senza filtri ma sappiamo che ci siamo l'una per l'altra.”

Francesca la fissò e sorrise, si sentiva ancora un peso sul petto ma sentire quelle parole la fece rilassare, sapeva non sarebbe mai stata sola. Anche se non era ancora riuscita a metabolizzare quella realtà, stava succedendo tutto troppo in fretta.

“Quando l'hai capito?” - chiese sedendosi di fronte a Lucrezia - “Cioè io ancora non ne sono sicura, ovvio qualche dubbio l'ho avuto ma è tutto confuso... mentre tu sembri così certa!”

“Perché sono io quella sveglia tra le due” - disse l'altra ridendo - “La prima volta che l'ho pensato eravamo in prima liceo ma tu ancora mi consideravi poco, mica potevo dirti Ehi ma per caso sei lesbica? Poi ne ho parlato con Fede, anche se il suo gay radar fa pena, e ha confermato i miei dubbi. Pensavo tu me ne parlassi almeno dopo Martina ma nulla. Quindi ho aspettato ma ora è così palese... e devi sbloccarti!”

“Martina?” - disse Francesca - “Martina Deidda?”

“Ricordi quanto sei stata male quando ha cambiato classe? Stavi peggio di me quando ho preso 4 in Fisica e sai quanto ci tenga! Poi quando si è fidanzata con il tipo più grande sei andata in panico e hai tagliato tutti i ponti con lei, dal nulla.” - spiegò con calma Lucrezia vedendo l'espressione dell'amica poco convinta - “Poi magari mi sbaglio ma eri persa per lei... potevi comunque prenderti la sbandata per me, è un cliché lesbico quello della cotta per la migliore amica. Invece no, per la moretta antipatica. E io sono decisamente più carina.”

Francesca scoppiò a ridere, a quello aveva pensato anche lei e si era giustificata dicendo di non poter essere lesbica proprio perché mai innamorata, e nemmeno interessata lontamente in realtà, alla sua migliore amica.

“Sei bella Lucre, molto bella” - disse continuando a ridere - “Però vedi? Non mi passa in mente di vederti sotto un'altra luce. In realtà nemmeno Martina l'ho mai vista sotto quella luce... non è la prima spia per capire se sei omossessuale? Fede dice di essere innamorato perso di Claudio al liceo!”

“Sei così tenera.” - prese il telefono, cercò qualcosa e lo passò all'amica - “Guarda tutte le foto e dimmi cosa pensi.”

Francesca fissò l'immagine, sentì un groppo in gola, non controllava il profilo instagram di Martina da mesi e le sensazioni che stava provando non le piacevano. Era semplicemente bellissima e avrebbe desiderato essere lei il destinatario di quel sorriso. Appena realizzò ciò che le era passato nella mente chiuse gli occhi e restituì il telefono a Lucrezia.

“Perché non posso accettarlo senza giri di parole? So che i miei non avrebbero problemi, ne abbiamo parlato più volte... e ho la fortuna di avere un'amica come te. Perché allora fatico a realizzare di essere bisessuale o lesbica?”

“Fra, non posso risponderti. Federico mi ha detto che quando l'ha capito era tranquillo ma il suo attuale ragazzo invece tutt'ora non riesce a viverlo bene. Non c'è una risposta univoca, però almeno abbiamo capito che non ci sarebbe niente di male, vero? Dai non siamo mica negli anni ottanta.”

Francesca sospirò e si fece abbracciare da Lucrezia, sapeva quanto fossero reali quelle parole e finalmente era riuscita a mettere in discussione la sua sessualità a voce alta senza trovare troppe scuse. Doveva avere pazienza e non permettere alle paure di sollevare un muro, doveva permettere a Lucrezia di starle vicina.

***

Lucrezia era appena tornata a casa, dopo il confronto aveva aiutato Francesca con gli esercizi di matematica e aveva poi parlato di Alberto. Non si apriva spesso sulla sua vita privata ma voleva far capire all'amica che la fiducia era reciproca. Ora le interessava riuscire a tranquillizzarla e farle godere gli ultimi mesi dell'adolescenza.

"Sorellina stasera vado al cinema con Matteo, vieni? Chiedilo anche a Franci." - chiese una voce maschile appena varcò la soglia.

"Devo studiare. Francesca soprattutto. Cosa vedrete?" - rispose Lucrezia togliendosi le scarpe - "Sicuro qualcosa di nordico."

Federico rise e si buttò sul divano facendo cenno alla sorella di raggiungerlo.

"Ha gusti discutibili ma lo amo lo stesso" - disse appoggiando la testa sulla spalla della sorella - "Sei pensierosa, tutto bene col tennista?"

"Sì, fin troppo direi" - replicò Lucrezia con un leggero sorriso - "Francesca ha finalmente ammesso che potrebbe essere lesbica" - vedendo che il fratello non replicava aggiunse - "Ho paura di non riuscire ad aiutarla, mi devi dare qualche dritta. Perché ha bisogno di capire che non cambierà nulla. "

"Era ora... Sabato prossimo c'è una serata al Tandem, vieni con lei. Almeno non si sentirà a disagio. Ci parlo io. Ok?" - disse Federico alzando la testa.

"Grazie Fede" - rispose Lucrezia abbracciandolo - "Magari inizia anche a guardarsi intorno e a capire i suoi gusti. Non capisco proprio come faccia a piacerle Martina!"

Federico strinse la sorella e scoppiò a ridere, Francesca era decisamente fortunata ad averla accanto.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo Quattro ***


Il lunedì era arrivato troppo velocemente per Francesca, non aveva fatto in tempo a metabolizzare la discussione con Lucrezia e a capire qualcosa in più sulla sua sessualità. Almeno era riuscita a esercitarsi sulle disequazioni e finalmente non le sembrava qualcosa di campato in aria, aveva trovato un po' di senso a quei numeri e segni. Certo c'era ancora tanto da capire ma almeno aveva fatto qualche passo in avanti e non vedeva l'ora di poterlo dire alla Conforti, magari giovedì sarebbe riuscita a prendere la sufficienza senza dover supplicare qualcuno di passarle i risultati.

Inspirò profondamente e aprì il quaderno, avrebbe pensato solo alla scuola in quelle cinque ore, non poteva permettersi nessuna distrazione.

 

"Brighi sei impazzita?" - la voce seria di Lucrezia la fece sobbalzare - "In cinque anni non credo di averti mai vista con il quaderno già aperto prima dell'inizio della lezione."

 

“Scema, sono arrivata prima e mi porto avanti” - replicò seria - “Non guardarmi così dai, non sono impazzita, sei tu che me la meni da mesi su quanto sia importante quest'anno. Ieri ho provato a risolvere da sola alcuni esercizi, sono soddisfatta e dopo lo dirò alla prof. In fondo mi basterebbe prendere un sei, anche un sei meno. O sei meno meno.”

 

Lucrezia si sedette accanto all'amica, prese il quaderno e iniziò a controllare i calcoli, fece una smorfia e poi sorrise. Cancellò solo due cose e poi restituì il quaderno a Francesca.

 

“Sei stata brava, sono orgogliosa di te. Vedi? Quando vuoi capisci le cose. Mancano solo i grafici.” - disse sempre col sorriso sulle labbra - “Mi spiace se ieri non son riuscita a passare per aiutarti, Alberto mi ha chiesto di vederci e non ho saputo dirgli di no...”

 

“Tranquilla Lucre, hai fatto bene” - replicò dandole un leggero bacio sulla guancia - “Oggi dopo le lezioni passo dalla Conforti, chiederò a lei lumi su questi fantomatici disegni.”

 

Lucrezia scosse la testa, era irrecuperabile. Poi sospirò e decise di dirle subito dell'invito del fratello, almeno avrebbe avuto quasi una settimana per preparasi psicologicamente.

 

“Senti Fra, a proposito dovrei parlarti di una cosa.” - appena vide l'espressione preoccupata dell'altra si affrettò ad aggiungere - “Niente di preoccupante. Ma Fede mi ha chiesto se questo sabato andiamo al Tandem con lui e Matteo. C'è la serata disco anni 90 e sai quanto Fede sia nostalgico.”

 

“Tandem? Quello vicino all'ex fabbrica, vero?” - chiese curiosa Francesca - “Va bene, certo. Poi sono curiosa di conoscere meglio Matteo.”

 

“Ottimo Fra! Ma sai che è un locale gay?” - aggiunse Lucrezia non capendo se l'amica fosse consapevole e non voleva farla nuovamente chiudere.

 

“Lucre conosco i locali del nostro paese. Tu sei etero e non ti metti problemi ad andare, perché dovrei mettermene io? Non so nemmeno cosa mi piace, magari potrà essere l'occasione giusta, no? E Fede può aiutarmi...” - aggiunse abbassando lo sguardo, non era ancora pronta a parlare liberamente della sua sessualità ma si sforzava perché altrimenti sarebbe impazzita.

 

Lucrezia sorrise e inspirò profondamente, la sua missione era far star bene l'amica e avrebbe fatto qualunque cosa per farle capire che non sarebbe cambiato mai nulla. I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce della Conforti che salutò la classe. Si girò verso Francesca ma appena vide che questa si stava mordendo il labbro inferiore guardando l'insegnante restò in silenzio. Certo la Conforti era una bella donna e capiva l'amica potesse esserne attratta ma aveva almeno dieci anni più di loro e probabilmente eterosessuale. Come prima cotta ufficiale, escludendo Martina, non era il massimo ma quel problema l'avrebbe affrontato con calma.

 

 

 

 

 

A Francesca le cinque ore trascorse in aula erano sembrate quasi il doppio, non aveva capito quasi nulla dell'argomento di matematica e durante l'ora di geografia astronomica si stava per addormentare. La materia le piaceva ma il tono della voce della professoressa era soporifero e faticava a restare concentrata. Trattenne uno sbadiglio e si alzò, doveva raggiungere Conforti in aula studio e il suo stomaco stava già brontolando per la fame.

 

“Io vado, spero di non trattenermi troppo e pranzare a un orario decente almeno oggi. Tu torni con Rogerino?” - disse a Lucrezia mentre sistemava i quaderni.

 

“Sì, andiamo a mangiare una piadina poi studiano insieme fisica, lui non è molto bravo. Non è al tuo livello ma quasi.” - replicò con mezzo sorriso - “E stasera abbiamo pure l'allenamento, non mi stuferò di averlo sempre tra i piedi, vero?”

 

Francesca scosse la testa e uscì senza risponderle, la felicità nello sguardo dell'amica era chiaro sintomo di quanto fosse presa da Alberto. Probabilmente tra qualche anno si sarebbero lasciati ma vederla così rendeva felice anche lei. Appena arrivò davanti all'aula studio inspirò, si sentiva un po' agitata e non capiva il motivo-

 

“Buongiorno Brighi, ti aspettavo” - disse Asia sorridendo appena vide la studentessa varcare la soglia - “Non ti chiedo nulla di ciò che ho spiegato oggi, non sarà presente nella prova di giovedì, vuoi risolvere qualche disequazione? Per capire dove incontri maggiormente problemi?”

 

Francesca annuì e si sedette accanto all'insegnante, prese una penna e aspettò che le passasse un foglio con gli esercizi. Si sentiva agitata e cercò di rilassarsi.

 

“Nel weekend ho provato a capire meglio, credo di aver chiaro il procedimento ora ma non so ancora risolvere il grafico. Cioè ho capito a cosa serve ma non come farlo.” - disse Francesca con la voce bassa, si sentiva stupida.

 

“Ottimo. Ora prova a risolvere queste poi vediamo i grafici, vedrai che appena capisci come farne uno verrà tutto molto semplice, se hai capito il procedimento il resto è solo una conseguenza.” - rispose Asia sempre col sorriso sulle labbra.

 

Francesca abbassò la testa e si mise subito a risolvere gli esercizi, erano simili a quelli che aveva svolto da sola e tirò un sospiro di sollievo. Magari non avrebbe fatto una pessima figura con l'insegnante. Stupendosi di se stessa risolse tutto, anche se ci mise più tempo del previsto, e quando vide l'espressione soddisfatta della Conforti sorrise debolmente. Non avrebbe mai pensato di riuscire a fare qualcosa di buono con i numeri.

 

“Brava, a parte questo passaggio, non puoi semplificare così. Ok? Altrimenti ti sfasa tutto il risultato.” - disse Asia con voce calma - “Però per essere una che odia la matematica in soli due giorni hai fatto progressi enormi. Ora ti mostro il grafico della prima disequazione, ricorda che se il discriminante è 0 avrai negativo, ok?”

 

Asia vide un po' di confusione nel volto di Francesca, quindi decise di fermarsi per il momento, rischiava di mettere tutte nozioni insieme e poteva ottenere il risultato opposto.

 

“Per oggi va bene così, prova a esercitarti in questi giorni con i grafici e vedrai che giovedì andrà bene. Non sei così indietro come pensavo, e come probabilmente tu stessa pensi, quindi alla fine dubito che possa avere gravi problemi per la maturità. Ovviamente se ti impegni con costanza durante l'anno.” - le disse Asia prendendo i fogli tra le mani - “Alla fine la matematica se presa per il verso giusto può essere interessante.”

 

Francesca non riuscì a trattenere una risata, sembrava quasi di sentire Lucrezia. Però si rese conto che detto dalla Conforti avevano un peso differente, forse perché dette da un insegnante o comunque da qualcuno per cui doveva provare maggiore rispetto.

 

“La ringrazio” - disse infine cercando di mettere un punto ai propri pensieri - “Cercherò di non deluderla giovedì” - aggiunse prendendo le sue cose e dirigendosi verso l'uscita.

 

“Non devi pensare a non deludere me, Brighi. Devi pensare che studiare e capire la matematica poi ti servirà per il tuo futuro. Quindi per te stessa, non per me.” - replicò Asia alzandosi - “A domani Brighi.” - concluse voltandosi mentre sistemava gli appunti.

 

 

 

 

***

 

 

Dopo tre giorni passati praticamente solo a studiare, sia sola sia con Lucrezia, e ora dopo aver consegnato il compito si sentiva strana ma felice, quasi appagata. In cinque anni non aveva mai provato eccitazione per una verifica, nemmeno per quelle di latino che tanto amava, ma voleva dimostrare alla Conforti che fosse intelligente. Lo studio intenso le aveva permesso anche di non pensare alla serata che l'aspettava sabato, lei e Lucrezia non avevano più affrontato il tema omosessualità e pensava di parlarne direttamente sabato con Federico.

 

“Allora, sei rilassata ora?” - esordì l'amica - “Questo sarà solo il primo dei tanti test che dovrai fare da qui a Giugno, quindi mi raccomando rimani concentrata come questa settimana e non avrai nessun problema.”

 

Francesca la squadrò e scoppiò a ridere, difficilmente avrebbe tenuto i ritmi dell'amica ma glielo avrebbe lasciato credere almeno un po'. Poi probabilmente a Marzo l'avrebbe supplicata per aiutarla ma avevano davanti ancora tanti mesi prima di entrare nel mondo degli adulti. In fondo lei non sapeva ancora nemmeno cosa fare dopo la maturità.

 

“Certo. Pranziamo insieme oggi? I miei non ci sono e non ho voglia di star sola” - le chiese sbadigliando.

 

“Ok, mando un messaggio a Fede.” - rispose Lucrezia prendendo in mano il telefono - “Così parliamo anche di sabato, tipo come vestirti e cose simili.”

 

“Come come vestirmi?” - disse sorpresa Francesca - “Io pensavo fosse una serata tranquilla, cioè non bastano jeans e maglietta?”

 

“Sì ma non quella di Star Wars. Quindi ti affiderai al mio bel gusto estetico, Brighi tu sei pericolosa senza una guida.” - replicò Lucrezia facendola ridere.

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo Cinque ***


Francesca si cambiò la maglietta per l'ennesima volta e sbuffò, mancava solo un'ora all'uscita e non aveva ancora deciso come vestirsi, Lucrezia le aveva detto di vestirsi casual ma non troppo e di valorizzare le sue forme ma lei si sentiva a disagio e impacciata. Guardò la sua figura riflessa e scosse la testa, il verde proprio non le piaceva anche se risaltava i suoi occhi, ma non voleva nemmeno deludere l'amica e quindi decise di non pensarci più. Si sistemò i capelli, si truccò leggermente e decise di raggiungere Lucrezia anche se in anticipo, se fosse rimasta a casa avrebbe di certo cambiato idea per l'ennesima volta.

“Allora Lucre, vado bene?” - domandò Francesca appena l'amica aprì la porta e la squadrò dall'alto in basso.

“Potevi fare di meglio ma mi accontento, non avrai problemi a far colpo su qualcuna al Tandem.” - replicò Lucrezia ridendo - “Scherzo, non andiamo per quello lo so, Fede però pensa che vedere ragazze lesbiche o bisessuali ti potrebbe aiutare per capire almeno cosa ti piace e cosa ti smuove.”

Francesca annuì, incapace di replicare e sperando di non fare nessuna brutta figura nel locale, in fondo sarebbe stata insieme alla sua migliore amica, non poteva succederle nulla di irreparabile.

***

La prima mezz'ora al Tandem era stata quasi un'agonia per Francesca, non riusciva a tenere lo sguardo con nessuna ragazza, Federico e Matteo avevano cercato di metterla a suo agio e le avevano fatto una lezione veloce sul “mondo omosessuale”. Era rimasta colpita soprattutto dalle parole di Matteo, non era ancora dichiarato ma da quando stava con Federico era riuscito in parte a vivere meglio il suo essere gay.

“Cosa ne pensi di quella che è appena entrata?” - domandò Lucrezia distogliendola dai propri pensieri - "Non è troppo appariscente ma carina, no?"

Francesca stava per rispondere ma venne anticipata da Federico.

"Quella proprio no, esce ogni sabato con una diversa, è amica della Petra e lo so bene! Per Franci serve qualcuna di più sobria, almeno agli inizi."

"Ragazzi io non so... Cioè è carina ma non credo sia il mio tipo, non so nemmeno quale..." -  venne interrotta da due figure che entravano nel locale - "Cazzo"

"Pensavo quello non ti piacesse" - scherzò Matteo e poi si voltò seguendo lo sguardo della giovane - "Ah, preferisci le mature."

Francesca deglutì e abbassò lo sguardo, stava provando qualcosa che non riusciva a definire, una fitta al petto e le guance si stavano colorando di rosso. In quel momento voleva solo sparire.

"Eh immaginavo preferisse quelle di una certa età" - ironizzò Lucrezia cercando di mettere a fuoco le donne che avevano catturato l'attenzione dell'amica - "Merda!" - disse a voce alta lasciando interdetto il fratello - "Quella non è una matura qualsiasi, quella è la nostra professoressa di matematica! E pensavo fosse eterosessuale!"

Matteo osservò nuovamente Francesca e le prese le mani tra le sue, si rivedeva nella ragazzina e nella sua timidezza e ingenuità. Anche lui aveva avuto una cotta per un insegnante, l'aveva fatto crescere oltre che soffrire.

"Lu ti ricordo che qua vengono anche etero, magari ha accompagnato l'amica. O magari quella è la compagna. Ma la cosa principale è che Francesca ora sa cosa le piace... Stai tranquilla piccola, è normale provare attrazione per qualcuno maturo, che vediamo come esempio e che ci affascina con i suoi modi eleganti e adulti. Poi se questo qualcuno è pure carino, come mi sembra sia la tua insegnante, il gioco è fatto. Non ti devi sentire in colpa." - disse dolcemente Matteo.

"Vedete perché lo amo?" - esclamò Federico con gli occhi lucidi.

Francesca sorrise debolmente, le parole l'avevano colpita ma ora voleva solo tornare a casa. Come era possibile che Matteo avesse capito da un suo sguardo qualcosa che lei non aveva nemmeno preso in considerazione?

Tornò a guardare verso la Conforti e si chiese se l'avesse vista, chissà cosa avrebbe pensato. Però su una cosa Matteo non aveva ragione, non era solo carina era davvero bella.

"Fra, così la consumi." - disse Lucrezia attirando la sua attenzione - "Va beh lo penso da almeno una settimana ma non sapevo come chiedertelo, però ogni volta che la guardi cambi espressione e ti estranei. Hai pure iniziato a studiare matematica per lei."

"Io... Non so cosa dire, davvero. Sono affascinata da lei, è vero. Mi piace come spiega, come mi parla... Ma non sono sicura sia altro, cioè non so cosa si debba provare per qualcuno." - cercò di spiegare Francesca senza però distogliere lo sguardo da Asia Conforti - "Inoltre credo abbia almeno trent'anni e dubito possa provare un minimo di interesse per una diciannovenne sua studentessa. Sempre se il suo orientamento sessuale non sia quello etero."

***

Asia si era pentita quasi subito di aver accettato l'invito dell'amica, da settimane insisteva per andare in quel locale ma l'ultima cosa che cercava era un'avventura. Doveva ancora metabolizzare la rottura con quella che considerava la donna della sua vita, aveva visto andare in fumo ogni cosa che avevano costruito negli ultimi quattro anni e solo il pensiero di dover ricominciare da zero la bloccava. Oltretutto l'età media delle ragazze presenti era davvero bassa e sorrise, a lei quelle più giovani non erano mai piaciute.

"Potresti almeno fingere di divertirti" - disse l'amica sbuffando - "Guardati intorno, c'è una tipa, molto carina, che non ti ha tolto gli occhi di dosso da quando siamo entrate"

"È maggiorenne almeno?" - rispose Asia ridendo - "Carla so che fai tutto questo per me ma non credo uscirò a breve con qualcuna" - continuò voltandosi cercando comunque di capire a chi si riferisse - "Cazzo" - esclamò appena mise a fuoco le figure di Francesca e Lucrezia - "Ci sono due mie studentesse"

Carla seguì lo sguardo di Asia e poi scoppiò a ridere.

"Una delle tue allieve ti trova decisamente attraente, io un pensiero lo farei" - la provocò.

"Dai smettila! Sai che ho delle regole ferree su questo, poi avrà compiuto diciott'anni da due giorni quindi anche tu non dovresti nemmeno guardarle." - replicò stizzita.

"Io le guardo, eccome se le guardo. Comunque solo una ti stava fissando, l'altra dubito sia interessata al prodotto. Ma andiamo, ho capito... Ti porto a bere una birra da Marta così sei più serena. Va bene?" - concluse Carla sorridendo mentre si alzava dallo sgabello.

Asia annuì ma prima di uscire si voltò ancora una volta verso la direzione di Francesca e quando i loro sguardi si incrociarono le fece un leggero cenno di saluto. No, decisamente le ragazzine non facevamo per lei.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo Sei ***


Durante il weekend Francesca non aveva fatto altro che pensare ad Asia Conforti, si chiedeva come mai fosse al Tandem e che legame avesse con la donna che l'accompagnava. Non sembravano una coppia e la professoressa ispirava eterosessualità da ogni poro quindi probabilmente erano solo amiche e voleva capire anche la natura del suo interesse verso Asia, magari si stava facendo mille paranoie mentali per una semplice ammirazione per una donna che dovrebbe farle da guida.
Inspirò e si diede della stupida, non era riuscita a concentrarsi sullo studio e aveva altre materie oltre matematica, non poteva permettersi di restare indietro. 

I pensieri furono distolti dal suono del campanello, andò ad aprire pensando di trovarsi davanti Lucrezia invece rimase stupita nel vedere Matteo.

"Ciao!" - lo salutò con un sorriso - "Come stai? Entra scusa la maleducazione."

"Bene, grazie ma non entro, sono passato a prenderti e a portarti un po' in giro. Ero da Fede ma avevo voglia di parlare con te. Ti va?" - spiegò il ragazzo con un leggero imbarazzo.

Francesca annuì, l'unica persona con cui riusciva ad aprirsi, e nemmeno del tutto, era Lucrezia ma magari con qualcuno che non la conosceva bene si sarebbe fatta meno problemi e ora necessitava chiarezza nella sua mente. Tutto stava succedendo velocemente e non riusciva a star dietro ai mille pensieri.

Matteo e Francesca stavamo camminando senza una meta precisa e parlavano del più e del meno, evitando l'argomento che entrambi in realtà avrebbero voluto affrontare, fu Matteo alla fine a prendere le redini e decidere di smettere di girare intorno alla questione, altrimenti la sua visita sarebbe stata vana.

"Fra comunque pensavo a una cosa, per esperienza so che le prime cotte sono le più difficili da gestire però ora devi riuscire a vivere bene la tua sessualità e capire cosa ti possa far stare bene, avrai poi tutto il tempo per soffrire" - disse il ragazzo facendo sorridere Francesca - "Domani sera io e Fede andiamo a bere una birra con alcuni amici, ci sarà anche Erica, la mia coinquilina, e vorrei fartela conoscere."

"Erica?" - domandò Francesca titubante - "Mi stai invitando solo per farmi buttare tra le braccia di una che non so nemmeno che faccia abbia?"

Matteo si fermò e poi scoppiò a ridere, quella ragazza gli ricordava sempre di più se stesso qualche anno prima, lui non aveva avuto nessuna guida e si portava dietro ancora alcuni demoni.

"Ti sto invitando perché mi piaci ma soprattutto perché non voglio che tu abbia blocchi come li avevo io, non devi fare chissà cosa ma conoscere qualcuna può farti capire di non essere sola." - spiegò il ragazzo.

Francesca annuì e gli allungò la mano, non lo conosceva ancora abbastanza bene per abbracciarlo ma era grata di averlo ora nella sua vita e vedere che qualcuno leggesse le sue emozioni senza doverle per forza esprimere a parola.

***

Lucrezia osservava con attenzione Francesca che tamburellava nervosamente sul banco con una penna da almeno dieci minuti e non capiva se fosse dovuto all'ansia per il voto del compito o perché avrebbe rivisto la Conforti dopo il Tandemgate.

"Brighi se non la smetti crei un buco e inoltre potrei ucciderti visto che mi sta entrando in testa quel rumore!" - le disse seria togliendole la penna dalle mani - "Cosa ti rende nervosa?"

"Niente" - replicò immediatamente Francesca mettendosi comoda ma strofinando le mani sui jeans e alternando lo sguardo tra Lucrezia e la porta dell'aula.

"Entrerà tra poco, cerca di star calma e non fissarla troppo, ci ha visto sabato sera quindi credo sia lei a essere maggiormente a disagio." - continuò Lucrezia sbuffando - "E spera di aver preso almeno la sufficienza, altrimenti ti scordi l'uscita domani."

Francesca stava per replicare ma le parole le morirono in bocca appena Asia Conforti mise piede nella classe, deglutì e cercò di non incrociare lo sguardo di Lucrezia. Ammirò in silenzio l'eleganza dell'insegnante, era perfetta senza essere fuori luogo e il suo sorriso era sempre magnetico, sarebbe rimasta a guardarla per ore senza mai stancarsi.

"Buongiorno ragazze e ragazzi, iniziamo subito con qualche studio di  funzione poi a fine ora vi consegno i compiti corretti, vi anticipo che sono molto soddisfatta." - disse Asia togliendosi la giacca - "Pisano sarà molto orgoglioso di voi"

La lezione era stata interessante, per la prima volta in cinque anni Francesca non aveva sbadigliato o sbuffato e aveva capito l'argomento a grandi linee, quella cotta almeno aveva risvolti positivi. 

"Spero di aver spiegato bene, se avete dubbi fatemi sapere all'inizio della prossima lezione" - disse Conforti - "Sono in ritardo quindi vi lascio sulla cattedra i compiti e se volete delucidazioni mi trovate in aula professori dalle 14.00, va bene?"

La classe annuì e quasi tutti si precipitarono a prendere i fogli appena l'insegnante uscì dall'aula, curiosi di sapere come fosse andato il compito. Lucrezia sorrise appena vide il 9 nel suo e cercò anche quello di Francesca, era ansiosa di capire se le lezioni extra avessero effetto.

"Cazzo Franci hai preso 6 e mezzo, credo sia la prima volta, ovviamente escludendo quando te li passo io." - esclamò porgendo ilcompito all'amica - "Sono così orgogliosa di te!" -continuò abbracciandola - "Sbavare per Conforti ti fa bene, ti sei meritata l'uscita domani sera!'

Francesca rise, ancora incredula ma estremamente felice per quel risultato, questo significava che trovando una motivazione valida poteva riuscire anche in quello che le sembrava insormontabile. Certo era solo una sufficienza ma per lei valeva molto di più e in ottica diploma ora tutto le sembrava in discesa.

***

"Allora non ti sto facendo diventare Moira Orfei, ti sto solo valorizzando lo sguardo. Quindi non ti lamentare, questa Erica deve cadere ai tuoi piedi" - esclamò Lucrezia finendo di truccare Francesca che sbuffava - "Sei bella Fra ma un po' di luce non ti fa male e i tuoi occhi ora sono ancora più magnetici."

"Ok ma sai che mi sento a disagio, non sono abituata... Grazie Lucre." - replicò Francesca con un filo di voce - "Tu l'hai vista? È carina?"

"Sì, non avrei mai approvato l'uscita altrimenti." - disse con estrema serietà Lucrezia - "È carina, mora e un bel sedere, forse poco seno ma puoi passarci sopra. Credo possa piacerti, ovvio non è Asia Conforti ma decisamente meglio di Martina Deidda!"

Francesca scoppiò a ridere, avrebbe davvero voluto avere l'amica accanto quella sera ma era anche consapevole che doveva affrontare da sola questo aspetto della sua vita, altrimenti non sarebbe mai cresciuta del tutto.

"Appena torni a casa scrivimi" - la voce dell'amica interruppe i suoi pensieri -"Sarò con Albe ma lascio la suoneria, così non mi farai preoccupare."

***

La serata era stata più interessante di quanto Francesca avesse immaginato, all'inizio si sentiva a disagio e non sapeva come affrontare certi discorsi ma Matteo e Federico erano riusciti a tranquillizzarla e soprattutto Erica si era rivelata una ragazza davvero piacevole e affascinante. Aveva quattro anni in più di lei, si stava per laureare in scienze della comunicazione e avevano in comune la passione per le serie televisive e il cinema, ora capiva perché volevano farle conoscere, Lucrezia doveva aver detto a Matteo quali fossero i suoi interessi.
Fisicamente non era sicura le piacesse ma perché doveva ancora capire tante cose di se stessa e Martina e Asia erano opposte tra loro quindi non era nemmeno sicura di avere un solo tipo di bellezza in testa.

"Io non capisco dove troviate tutto questo tempo per guardare le serie!" - esclamò Matteo - "Io devo ancora finire Dark." 

"Basta riuscire a organizzarsi, avere poca vita sociale e il gioco è fatto." - rispose Erica facendo ridere gli altri - "Invece di fare uscite romantiche potreste avere la serata televisiva." 

"Mi dispiace essere la guastafeste" - disse improvvisamente Francesca - "Ma domani mattina devo andare a scuola e se mi presento come uno zombie Lucrezia mi ammazza"

Federico rise e si alzò, la sorella avrebbe ucciso anche lui in quel caso ed era l'ultima cosa che voleva succedesse, era ancora troppo giovane.

"Sì, non vogliamo farla arrabbiare, vi assicuro che non è una bella esperienza." - disse il ragazzo abbracciando Matteo.

"Se per te, e per i tuoi cavalieri, va bene ti accompagno io a casa, così finiamo di parlare di Ozark"- disse Erica tendendole la mano e quando Francesca annuì, sorrise.

In auto in realtà entrambe erano state insilenzio durante il tragitto, Francesca si sentiva nervosa perchénon sapeva come comportarsi per il saluto mentre Erica pensava a un modo per chiederle una seconda uscita. Non usciva con qualcuna da diversi mesi e aveva trascorso delle ore piacevoli e Francesca, nonostante la giovane età, era davvero intrigante.

"È quel cancello rosso, dove c'è la Opel" - fu Francesca a rompere ilsilenzio - "Grazie per il passaggio e per la bella serata"- disse infine cercando di non far trasparire troppo il suo nervosismo.

"Grazie a te" - rispose debolmente Erica - "Il mio numero ce l'hai, mi farebbe piacere uscire di nuovo." - continuò avvicinandosi all'altra.

"Anche a me" - sibilò Francesca.

Senza nemmeno rendersene conto si trovò le labbra di Erica sulle sue, erano morbide e del tutto diverse da quelle di Giacomo, era piacevole ma allo stesso tempo strano. Quando Erica cercò di approfondire il contatto però si scostò, non era ancora pronta ad affrontare quelle nuove sensazioni e il cubicolo di un auto non era il luogo adatto. 

"Scusami..."- disse con un filo di voce - "È il mio primo bacio con una ragazza e mi sento confusa, cioè mi piaci ma ho in testa un gran casino. Penserai sia stupida, scusami."

"Non ti scusare, è normale." - replicò dolce Erica sfiorandole la guancia con la mano -"Però ti va di rivederci questo sabato?"

"Mi piacerebbe molto" - rispose Francesca ringraziando la delicatezza dell'altra.

***

Dopo essersi struccata Francesca si gettò sul letto, era ancora carica per la serata, non sarebbe riuscita a dormire subito e mandò un messaggio a Lucrezia.

Sono a casa, è andata bene. Molto bene ma domani ti racconto tutto.

Chiuse gli occhi e sospirò, sperava davvero di riuscire a superare i blocchi e di riuscire a vivere serenamente questo aspetto della sua vita, non voleva di certo una storia seria a diciannove anni ma sentiva il bisogno di sperimentare e capire meglio se stessa. 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo Sette ***


"Quindi mi racconti qualcosa o devo aspettare la fine delle lezioni?" - disse Lucrezia nervosa – "Sai che sono curiosa come un gatto! Ho chiesto a Fede stamattina ma non mi ha detto nulla, proprio nulla!"

Francesca la fissò sorridendo, per la prima volta era lei ad avere notizie e voleva tenere sulle spine l'amica, un po' di attesa non le avrebbe fatto male.

Scosse la testa e guardò nuovamente il telefono, Erica le aveva mandato già due messaggi e anche se le avevano fatto piacere non sapeva ancora come risponderle.

"Non mi piace dirti le cose a metà Lucre, dai resisti. Sono stata bene e lei è molto interessante, però non so come mi sia sentita... il bacio è stato a stampo..." - iniziò poi a dire Francesca.

"Cioè non ti ha limonato?" - la interruppe Lucrezia beccandosi uno sguardo torvo dall'amica – "Dai non ti scandalizzare! Continua per favore Fra"

"No, appena ho sentito la lingua mi sono ritratta." - disse a bassa voce arrossendo – "Era meglio di Giacomo, molto meglio ma allo stesso tempo non so... ho sentito un blocco."

Lucrezia la guardò ma non disse nulla, lei aveva provato le stesse cose prima di incontrare Alberto ma non sapeva quanto influisse l'omosessualità per Francesca, sperava comunque potesse dare una seconda opportunità a questa ragazza.

"Ci vediamo sabato, magari mi sblocco." - l'anticipò Francesca leggendole quasi nel pensiero – "Abbiamo molti interessi in comune ma questo credo tu lo sappia." - aggiunse sorridendo – "Non voglio correre o fare sesso tanto per farlo come è successo con Giacomo, almeno non ora, ma non voglio nemmeno l'anello al dito ovviamente, ho ancora tanto da imparare e sperimentare. Forse è questo che mi confonde."

"Per una che non doveva dirmi le cose subito hai parlato tanto eh" – la canzonò Lucrezia – "Fra secondo me hai paura di quello che puoi provare, non per Erica come Erica ma per Erica come donna. Cioè ho la sensazione tu abbia paura che questa cosa possa essere vera e non solo potenziale."

Francesca sospirò e chiuse gli occhi, le parole dell'amica le fecero male come uno schiaffo in pieno volto ma erano vere, non sapeva giustificare nemmeno lei questo timore perché era circondata da persone che le sarebbero state accanto. Ma la sua testa aveva dentro tanta confusione, sembrava in piena guerra tra razionalità e passione, perché non potevano coesistere?

"Buongiorno" – esordì Asia Conforti interrompendo il brusio della classe e i pensieri di Francesca – "Scusatemi per il ritardo ma stamattina l'auto non ha voluto collaborare." - continuò facendo sorridere gli studenti – "Iniziamo subito con la correzione degli esercizi che vi avevo assegnato, chi vuole venire alla lavagna? Tommasi?"

"Prof mi piacerebbe molto" – rispose il ragazzo interpellato – "Ma non ho capito nulla, posso seguire dal posto almeno il primo?"

"Va bene, però segui e non distrarti come sempre insieme a Rocchi. Altrimenti quel 5 non diventerà mai un 7. Qualcuno si offra volontario per svolgere il primo esercizio, non vi metterò un voto, tranquilli." - disse Asia sempre col sorriso sulle labbra.

"Vengo io." - sibilò Francesca lasciando Lucrezia a bocca aperta.

"Bene Brighi, vieni e svolgi il primo esercizio, se hai qualche problema lo analizziamo insieme." - disse l'insegnante fissandola – "Tommasi mi raccomando segui tutti i passaggi."

Francesca non era mai stata così agitata e non era ancora sicura del perché avesse parlato, non andava volontaria nemmeno in latino o filosofia, le materie dove aveva ottimi voti. Forse voleva dimostrare a se stessa che il debole per Conforti non fosse di natura sessuale o sentimentale.

"Brighi mi stupisci, nemmeno due settimane fa avevi problemi con le disequazioni e ora stai risolvendo discretamente uno studio di funzione. Brava." - disse Asia avvicinandosi e prendendole il gesso dalla mano – "Però qua devi stare attenta, altrimenti poi non ti ritrovi nel grafico." - aggiunse cancellando un calcolo errato senza però smettere di guardarla.

Francesca annuì ma non riuscì a non arrossire, quel contatto anche se leggero e fugace le aveva fatto  perdere alcuni battiti e mandata in caos totale.
La pelle della Conforti era delicata e sicuramente morbida, voleva continuare a sentirla sulla sua mano.

"Vai a posto e grazie." - disse infine Asia - "Tommasi è il tuo turno."

***

"Ora mi spieghi cosa ti è saltato in testa" - chiese Lucrezia appena la campanella suonò - "Vuoi sedurla con l'intelligenza?"

"Sei una cretina." - replicò Francesca non riuscendo però a trattenere una risata - "Volevo mettermi alla prova e ho capito che provo solo ammirazione per lei... Non vedo l'ora di rivedere Erica."

"E io amo il gioco di Naomi Osaka" - la canzonò Lucrezia - "Però sì, sabato devi uscire con Erica e cercare di pensare il meno possibile ad Asia Conforti. Anche se ammetto che se fossi lesbica ci farei un pensierino pure io, è affascinante!"

"Meno male sei etero." - disse l'altra fin troppo seria - "Secondo te avrà notato che son diventata rossa?"

"Non l'ha notato solo se improvvisamente ha perso la vista. Fra però puoi essere arrossita anche solo per il complimento che ti ha fatto, non mi preoccuperei di quello." - rispose Lucrezia controllando l'orario nel cellulare - "Fra devo correre, Alberto mi sta aspettando per pranzare insieme e poi andiamo al campetto. Stai tranquilla e goditi la matematica che stai imparando a capire."

Francesca la guardò correre via e scosse la testa, le piaceva l'ascendente che aveva Alberto sull'amica, la rendeva più umana e imperfetta. Prese in mano il telefono e decise di rispondere finalmente a Erica, non voleva comportarsi da stronza e ignorarla.

Scusa se rispondo solo ora, ero a scuola. La tua giornata procede bene?

Non fece in tempo a premere invio che le arrivò subito la risposta dell'altra, lesse solo l'anteprima e rimase pietrificata.

Ora meglio ma sarebbe più interessante con qualcuno accanto... :D

Ricacciò velocemente il telefono in tasca e decise di tornare a casa, pranzare e dedicarsi allo studio, non era brava a flirtare e prima di replicare qualcosa di insensato voleva confrontarsi con Lucrezia o Matteo, forse quest'ultimo le sarebbe stato più d'aiuto.

Aveva lo sguardo basso e non si accorse di avere qualcuno davanti a sé e sbatté facendo cadere diversi fogli sul pavimento.

"Oddio mi dispiace non avevo visto" - disse inchinandosi subito a raccogliere le varie fotocopie ma appena vide a chi fossero caduti si bloccò.

"Non ti preoccupare" - rispose Asia raccogliendo anche lei alcuni fogli - "Meno male non sono i compiti della tua classe."

Francesca sorrise debolmente incapace di proferir parola, passò le fotocopie all'insegnante e quando le loro mani si toccarono sentì di nuovo la sensazione provata qualche ora prima, una parte di lei non voleva che finisse mai.

Asia osservava divertita l'espressione confusa della studentessa, aveva già notato la sua timidezza quando stavano sole e le faceva tenerezza, probabilmente dopo averla vista al Tandem il suo disagio era aumentato.

"Brighi puoi dirmi dove ferma il 102? Ho preso un taxi per venire stamattina ma un'amica mi ha detto che c'è anche l'autobus e il capolinea è vicino a casa mia." - disse Asia interrompendo il silenzio che stava snervando anche lei ora.

"Vicino al cancello posteriore." - rispose Francesca evitando di guardarla negli occhi - "Ma abita vicino al Parco Saudade? Cioè glielo chiedo perché ho preso quella linea sino allo scorso anno." - disse frettolosamente per non essere mal interpretata e quando l'altra annuì aggiunse - "Se vuole posso darle un passaggio, sono venuta in macchina oggi e devo fare quella strada."

" Ti ringrazio ma non vorrei crearti problemi" - disse Asia facendole cenno di camminare.

"Abito dietro il parco, quindi la strada la faccio a prescindere" - continuò Francesca stupendosi di se stessa - "Il 102 a quest'ora non lo augurerei nemmeno ai miei nemici."

"Allora accetto volentieri" - rispose infine Asia ridendo.

***

Appena entrarono in auto Francesca maledì il suo disordine, raccolse in fretta le bottiglie sparse tra il sedile e il tappetino e si scusò a bassa voce.

"Ho la patente da quasi un anno" - disse vedendo una piccola preoccupazione negli occhi della professoressa - "E sono molto cauta nella guida. Non sapevo abitasse nel mio quartiere, non l'ho mai vista in giro. In realtà non sapevo abitasse in questa città."

"A diciott'anni sono andata a Milano a studiare e tu probabilmente nemmeno camminavi ancora." - spiegò Asia allacciandosi la cintura - "Sono tornata lo scorso anno perché ho iniziato a insegnare nella zona, prima stavo dai miei genitori poi ho deciso di comprare casa. E questo quartiere è tranquillo."

Francesca voleva aggiungere qualcosa ma aveva notato che il tono dell'insegnante era cambiato, da tranquillo e sereno era diventato serio e quasi triste. Come se avesse risvegliato un brutto ricordo.

"Tu ci abiti da sempre?" - fu sempre Asia a parlare.

"Sì, era la casa del nonno di mia madre e gliela regalò quando i miei si sposarono." - rispose Francesca non staccando gli occhi dalla strada - "Eccola...Qual è invece il suo numero civico?"

"Abito al 12 A ma non ti preoccupare, puoi farmi scendere a casa tua e vado a piedi." - rispose Asia ritrovando il solito buonumore.

Francesca scosse la testa e andò dritta, sia perché voleva essere gentile sino in fondo sia per stare più a lungo con la Conforti, stava provando delle sensazioni nuove e particolari, non era sicura a cosa fossero dovute ma non le aveva provate con Erica mentre la baciava. Appena vide il 12A rallentò e poi accostò.

"Grazie mille Brighi, potrei darti mezzo punto in più nella prossima verifica" - disse Asia aprendo lo sportello e vedendo l'espressione dell'altra aggiunse subito - "Scherzavo Francesca, dovrai sudarlo un sette pieno. Buon pranzo e a domani."

"A domani" - disse Francesca con un filo di voce, seguì Asia con lo sguardo sino a quando non entrò in casa e sparì dalla sua visione.

Inspirò profondamente e tornò indietro verso casa sua, le era passata anche la fame e ora desiderava solo parlare con Lucrezia, prese il telefono e vide due nuovi messaggi da parte di Erica.

Scherzavo. Spero non te la sia presa

Ehi sei arrabbiata?

Si morse il labbro e decise di rispondere, scappare non aveva mai risolto nulla. Ed Erica non si meritava di essere ignorata, magari la prossima volta avrebbe approfondito il bacio e non avrebbe desiderato le labbra della Conforti ovunque.

Guidavo :) anche a me avrebbe fatto piacere un po' di compagnia. Ora vado a pranzo, a dopo :*

***

Appena Asia varcò la soglia di casa si sentì invadere da un senso di inadeguatezza e oppressione, quella sensazione che ormai provava da mesi. I genitori le avevano detto di vendere subito la casa e tornare da loro e inizialmente voleva pure farlo ma sarebbe stato come ammettere di non riuscire ad andare avanti da sola. Certo la casa l'aveva scelta con Ilaria, i mobili li avevano montati insieme, tutto ancora le parlava di lei ma avrebbe superato anche quello, non si meritava di star male per una donna, doveva trovare la serenità da sola e poi rimettersi in gioco. Ora non era pronta anche se Carla insisteva sul fatto che dovesse divertirsi e far sesso in giro e anche quel sabato alla fine l'aveva convinta ad andare al Tandem.

Al pensiero del locale sorrise, aveva deciso di non toccare l'argomento con Francesca Brighi e Lucrezia Roveri e comportarsi come se nulla fosse successo, loro dovevano essere libere di vivere la loro sessualità senza nessuna paura o giudizio. Lei alla loro età non era riuscita a essere felice ed era andata a studiare fuori anche per poter essere se stessa.
Poi si era chiesta se fossero una coppia anche se sembravano troppo amiche, l'affetto tra loro era palese ma non sembrava sfociare in altro, riconosceva anche fossero molto carine, soprattutto Brighi. Aveva uno sguardo misto tra il tenero e il sensuale che poteva far perdere facilmente la testa, però erano anche decisamente troppo giovani.

"Dio mio Asia che stai pensando, finiscila." - disse a voce alta – "È una bella ragazza, una tua studentessa, timida e impacciata. E così deve rimanere."
 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo Otto ***


"Dai Asia mi avevi promesso saresti venuta, ora ti vesti e andiamo. Se non hai voglia del Tandem andiamo altrove." - esclamò Carla guardando l'amica rannicchiata sul divano - "Non può un semplice messaggio renderti così, devi reagire cazzo."

"Reagire? Avevo messo tutto in questa relazione, le avevo dato tutto, tutto! L'ha preso e gettato come si fa con le cose vecchie. Sono stanca di fingere, a scuola devo essere sempre felice almeno a casa mia potrò deprimermi?" - rispose Asia piangendo.

Carla scosse la testa e le andò di fronte, le prese la coperta e la gettò sul pavimento.

"No. Ti voglio bene e non posso permettertelo, non serve a nulla piangersi addosso e fare la vittima. Ora alzi il tuo bel sederino, ti dai una sistemata e vieni con me, anche se andiamo a fare solo una passeggiata." - disse con un tono che non ammetteva repliche.

Asia chiuse gli occhi e si alzò, era consapevole che l'amica avesse ragione ma Ilaria le aveva scritto un messaggio quella mattina e si era ritrovata nuovamente incastrata nel limbo del dolore, le aveva solo detto che sarebbe passata a prendere le sue cose e questo significava mettere un punto definitivo. Asia in cuor suo sperava ancora potessero tornare insieme.

"Ok, però offri tu." - disse infine andando verso il bagno lasciando soddisfatta Carla.

***

"Quindi hai già pensato dove iscriverti?" - chiese Erica a Francesca mentre le stava accarezzando la mano che aveva sul tavolo.

La ragazza scosse la testa e bevette un po' di birra, Erica l'aveva portata al Tandem per essere più tranquille ma gli atteggiamenti troppo intimi le provocavano disagio. Praticamente non la conosceva e non amava il contatto fisico.

"Sono indecisa tra lettere moderne, filosofia o anche psicologia!" - disse ritraendo la mano ma con un sorriso - "Sicuramente però qualcosa di umanistico."

Erica osservava il nervosismo dell'altra e le fece un sorriso, le piaceva quella ragazzina anche se era palese avesse molta paura. Matteo le aveva detto che era senza nessuna esperienza e di andarci piano ma a diciannove anni secondo lei si dovrebbe voler vivere la vita senza nessun paletto.

"Perché hai paura di me?" - le chiese senza giri di parole.

"Io... Non ho paura." - rispose debolmente Francesca - "Non sei tu a spaventarmi, a me piaci." - iniziò a dire evitando però lo sguardo dell'altra - "Ma ho capito praticamente ieri di poter essere lesbica e non so ancora come gestire la cosa."

Erica inspirò profondamente e le prese nuovamente la mano tra le sue, Francesca deglutì e si sforzò per non allontanarsi, non voleva sembrare scortese.

"Ok, allora lasciati andare senza pensieri. Sei giovane e devi fare esperienza. Sei una ragazza interessante, smettila di razionalizzare tutto." - disse Erica con dolcezza - "Non devi saltarmi addosso, non ora almeno, però sciogliti. Vedrai che starai meglio."

"Ci proverò" - rispose Francesca con un piccolo sospiro.

Stava per aggiungere qualcosa ma si bloccò appena vide Asia Conforti entrare nel locale, era insieme alla donna della volta scorsa. Non l'aveva vista e abbassò lo sguardo, non voleva farsi notare. Erica aveva visto la strana espressione dell'altra e si voltò per capire cosa avesse attirato la sua attenzione.

"Ah... E io che pensavo di essere troppo grande per te" - disse ridendo appena capì chi stesse guardando.

"Ma no, è la mia insegnante di matematica." - rispose Francesca arrossendo - "La tua età è perfetta." - aggiunse cercando di essere il più carina possibile.

"Io non ho mai avuto professori così sexy!" - esclamò Erica - "Avrei avuto sicuramente più interesse a seguire la materia. Se sei in imbarazzo andiamo da qualche altra parte."

"No, no, stai tranquilla." - rispose subito Francesca - "Mi ha visto anche la prima volta che son venuta... Cioè non son dichiarata praticamente con nessuno ma credo sia lei più a disagio."

***

Asia alla fine si stava svagando e Ilaria era lontana e innocua, sicuramente quando sarebbe tornata a casa i pensieri avrebbero preso di nuovo posto nella sua testa ma ora pensava solo alla birra, alle ragazze carine del locale e all'ironia di Carla.

"Quindi alla fine con la tua collega non è andata avanti?" - chiese Asia all'amica.

"No, voleva già andare a convivere e a malapena so il suo cognome!" - replicò Carla portandosi il bicchiere alle labbra - "Ora sto provando a capire se ho qualche possibilità con una cliente, ha un figlio adolescente ma mi guarda in maniera intensa."

"E posso solo immaginare come invece la guardi tu!" - disse Asia ridendo - "Grazie... Ho bisogno di qualcuno accanto che mi ricordi che devo svegliarmi. Ho un lavoro che amo, una famiglia che mi sta accanto, amici meravigliosi... Sono fortunata."

Carla sorrise, sapeva che il lavoro da fare con Asia era tanto, lei tentava di spingerla ad andare con qualcuna perché pensava dovesse sentirsi nuovamente apprezzata e desiderata come donna. Gli ultimi mesi della storia con Ilaria l'avevano logorata e resa insicura.

"A proposito di lavoro, la tua studentessa c'è anche oggi. E ha davvero buon gusto: l'altra volta la rossa e oggi una biondina niente male" - disse Carla facendo voltare subito Asia - "Hai continuato a far finta di nulla? Per loro potrebbe essere importante sapere di avere una prof omosessuale."

"È Brighi..." - sibilò con mezzo sorriso cercando di mettere a fuoco l'altra ragazza - "Preferisco tenere separate la mia vita privata da quella professionale. Poi se dovesse chiedermi qualcosa  sono pronta ad aiutarla e sostenerla."

"Io l'aiuterei molto volentieri" - disse Carla che venne subito fulminata dall'amica - "Asia non posso credere che tu non ci abbia nemmeno pensato un attimo. Mica parliamo di una ragazzina, alla sua età stavi con Mirella te lo sei scordata? Ed era molto più grande di te!"

"Appunto, non mi interessavano le adolescenti nemmeno all'epoca. È una ragazza molto interessante, ha anche un bel cervello ed è intelligente ma questo non cambia nulla." - replicò Asia mordendosi il labbro e quando il suo sguardo incrociò quello di Francesca sorrise.

"Puoi dirmi quello che ti pare, puoi anche convincerti delle stronzate che escono dalla tua bocca ma il tuo sguardo ti tradisce. Ti conosco più di quanto ti conosca tu Asia Conforti, so bene che sei innamorata ancora di quella cretina di Ilaria ma la ragazzina non ti sta di certo indifferente. E se avessi un po' di coraggio ammetteresti a te stessa che le vorresti insegnare altro oltre analisi." - disse Carla seria e quando vide Asia abbassare gli occhi capì di aver colpito nel segno.

***

Erica aveva accompagnato di nuovo Francesca a casa, non voleva correre e rispettare i tempi dell'altra ma allo stesso tempo desiderava baciarla di nuovo, era convinta che così potesse sbloccarsi. Rimase sorpresa quando fu Francesca ad avvicinarsi prima di aprire la portiera e darle un bacio leggero sulle labbra per poi approfondire.

In quell'istante Francesca voleva dimostrare a se stessa di essere attratta da Erica e voleva farglielo capire. Le sensazioni che stava provando erano varie, le labbra di Erica erano dolci e sentire la sua lingua le piaceva ma allo stesso tempo le stava apparendo la figura di Conforti. Si staccò dopo qualche minuto e riprese fiato.

"Grazie per la bella serata" - disse con un filo di voce per poi uscire e dirigersi verso casa lasciando Erica con un sorriso ebete sul volto.

Una volta a casa Francesca cercò di riordinare i pensieri, alla fine la serata con Erica era stata piacevole e aveva smosso qualcosa in lei ma allo stesso tempo il pensiero della sua insegnante era fisso e quasi logorante, non riusciva a capire come affrontarlo e venirne fuori. Nel giro di poche settimane quella donna stava mandando all'aria la sua sanità mentale e tutto stava succedendo in maniera troppo celere, non voleva rischiare di ferire Erica o qualcun altra e, soprattutto, farsi male stando dietro a una donna che non l'avrebbe mai presa in considerazione.
Guardò l'orologio, mancavano dieci minuti a mezzanotte ma non aveva sonno e nemmeno voglia di guardarsi una serie TV, decise quindi di portare il suo cagnolino a fare una passeggiata, era sempre felice di uscire.

"Dai piccolo, andiamo a prendere un po' d'aria" - disse a bassa voce per non svegliare i genitori mettendogli un guinzaglio.

Fuori si stava ancora bene nonostante fosse ormai Ottobre, non aveva ancora indossato il piumino e la sciarpa. Il silenzio che si respirava la notte le piaceva, aveva la capacità di calmarla e rilassarla, il quartiere era tranquillo e poco frequentato quindi non temeva nemmeno di fare qualche incontro indesiderato.

"Brighi cosa ci fai in giro a quest'ora? O dovrei chiederti perché sei già rincasata, domani non hai scuola." - una voce familiare la destò dai pensieri e sussultò.

"Prof mi ha spaventata." - disse Francesca tirando a sé il cagnolino - "Vader stai buono."

"Scusami ma la domanda non cambia." - replicò Asia divertita - "Carino il Sith, anche se non incute molto timore." 

"Lui ha l'animo di Vader anche se racchiuso in un piccolo corpo." - spiegò seria Francesca - "Non riuscivo a dormire e volevo camminare un po'. Anche lei è tornata presto, come mai?" - chiese pentendosi subito della libertà che si era presa.

Asia invece di arrabbiarsi si mise a ridere e solo in quel momento Francesca notò nella mano destra una sigaretta. Approfittò della poca luce per osservarla meglio, vestita con i jeans e una semplice t-shirt non perdeva il suo fascino, anzi sembrava anche più autoritaria, a quel pensiero però si diede della stupida. 

"Perché la mia amica domani lavora e si deve svegliare alle cinque, inoltre non ho mai amato fare le ore piccole, sono pantofolaia." - rispose Asia spegnendo la sigaretta e avvicinandosi a Francesca - "Posso accarezzarlo?" - le chiese guardandola negli occhi e quando l'altra fece un cenno affermativo si inchinò - "Ma quanto sei bello, quindi la tua padrona ama la fantascienza, cosa altro nasconde l'odiatrice della matematica?" 

Francesca prese coraggio e si chinò anche lei per riuscire a guardare l'insegnante negli occhi, quella parte di Asia Conforti le era nuova ma l'attraeva maggiormente.

"Non odio la matematica." - replicò accarezzando anche lei il cane - "Non ci piacciamo a vicenda. Ma amo la fantascienza e la distopia."

"Magari devi conoscerla meglio, no? Potresti scoprire alcuni suoi lati intriganti, considera la matematica come una persona che all'inizio ti sta antipatica ma poi si rivela interessante e piacevole." - disse Asia con voce ferma sfiorando la mano di Francesca che arrossì vistosamente - "Non devi spaventarti se non la capisci subito, devi avere pazienza e volontà." - continuò non capendo nemmeno lei se stesse ancora parlando della materia e sorprendendosi di ciò che poi aggiunse - "La ragazza con cui eri oggi... è la tua fidanzata?"

"No" - rispose Francesca abbassando lo sguardo e sentendo il suo cuore esplodere per la situazione che stava diventando surreale - "Siamo uscite solo due volte, mi piace ma non son sicura in quale modo."

Asia annuì, sapeva che stava superando il limite che si era imposta nei rapporti con gli studenti ma allo stesso tempo, complici anche le birre che aveva bevuto, voleva continuare a parlare con Francesca. 

"Due volte sono poche, di solito io non ricordo nemmeno il nome della donna dopo un paio di uscite!" - esclamò Asia alzandosi e dando la mano alla sua studentessa per aiutarla a sollevarsi - "La prima volta che ti ho vista al Tandem ho pensato stessi con Roveri, stareste davvero bene insieme, però il vostro rapporto è troppo puro per una coppia."

"No no, Lucrezia è la mia migliore amica, le voglio bene ma non l'ho mai pensata in quel senso." - spiegò subito Francesca togliendo la mano da quella di Conforti - "Per il resto credo debba ancora capire cosa mi stia passando per la testa."

"Francesca io non te ne ho parlato prima perché credo non si debba essere amici dei propri studenti ma allo stesso tempo bisogna anche andare oltre il semplice insegnamento se qualcuno ha bisogno." - disse Asia sospirando perché quello che stava pensando in quel momento non le piaceva per nulla.

"Credo di aver capito di essere lesbica e non so bene come gestire la situazione." - disse Francesca a bassa voce quasi vergognandosi - "Credo mi piaccia una persona ma è impossibile e mi hanno convinta a uscire con Erica così magari mi passa la cotta." 

Asia scosse la testa sorridendo, avrebbe voluto chiederle di sedersi sul muretto e continuare a parlare, chiederle per chi avesse interesse ma ogni cosa che ora le passava in testa le sembrava sbagliata e irrazionale, quella ragazzina le stava facendo cadere il muro che aveva costruito appena iniziato a insegnare.

"Le cotte impossibili sono le migliori ma possono essere devastanti, al liceo mi piaceva da morire la prof di educazione fisica. Per lei avrei pure imparato a giocare a curling" - disse Asia appoggiandosi al cancello della casa - "È tardi Brighi, dovresti andare a casa." - aggiunse poi chiudendo gli occhi.

"Sono maggiorenne." - replicò Francesca senza un apparente senso logico.

"Purtroppo lo so..." - sospirò Asia - "Come so che non dovrei essere qua. Sono una tua insegnante, ho dieci anni in più, ho bevuto decisamente troppo e tu dovresti davvero essere a casa. Ho un codice, non posso mandare tutto a puttane."

Francesca deglutì, confusa ma anche consapevole che qualcosa di strano tra loro stesse accadendo, voleva fermare il tempo, scrivere a Lucrezia e chiederle cosa dovesse fare, non sapeva cosa replicare ma fu nuovamente Asia a parlare.

"Buonanotte Brighi, ci vediamo lunedì." - disse aprendo il cancello ma venne fermata dalla voce della ragazza.

"Meglio mille rimorsi che un solo rimpianto."

"Citi anche bei gruppi... Ma credo stiamo perdendo il fulcro di tutto ed entrambe parliamo di cose poco gestibili. Soprattutto io non dovrei." - disse Asia evitando di guardarla perché temeva di andare troppo oltre e non riuscire a fermarsi.

Francesca prese coraggio, senza nemmeno capire cosa potesse succedere dopo ma pensò che la vita dovesse essere vissuta, specialmente alla sua età.

"Aspetti, prima di andare via vorrei togliermi un dubbio." - disse facendo voltare Asia - "Posso legare un attimo qua Vader?"

Asia annuì e seguì con lo sguardo la scena, ormai incapace di ragionare lucidamente e quando vide Francesca avvicinarsi a lei non riuscì a bloccarla, ogni muscolo sembrava immobile.

Fu un bacio veloce, un solo sfiorarsi ma per entrambe sembrò durare in eterno.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo Nove ***


"Quindi l'hai baciata. Cioè tu l'hai baciata..." - disse Lucrezia incredula - "Fra ti lascio sola per qualche ora e fai un casino assurdo."

"Ero confusa, ho portato Vaderino in giro e lei era lì." - spiegò Francesca - "Abbiamo parlato ma era tutto strano, quasi surreale. Conforti ha iniziato a blaterare sul fatto che fosse la mia insegnante e che avevamo dieci anni di differenza. E ho voluto zittirla."

"E poi sei scappata come una ladra. Cosa hai provato?" - le chiese l'amica curiosa, alla fine Francesca era maggiorenne e non aveva colpe.

"Sentivo il cuore esplodere e volevo sentire le sue mani ovunque." - rispose arrossendo - "Il bacio è durato davvero poco ma ero come ubriaca. Cosa devo fare Lucre? Non riuscirò a guardarla in faccia domani."

Lucrezia sorrise e le andò vicino, le scostò i capelli dalla fronte e l'abbracciò, sapeva l'amica si sarebbe fatta molto male ma alla fine l'avrebbe aiutata a crescere e lei sarebbe stata sempre accanto a raccogliere i cocci.

"Promettimi solo una cosa: non tralasciare lo studio per Conforti o un'altra. Va bene? Lo studio prima di tutto. Cosa vuoi fare con Erica?" - le chiese sempre tenendola tra le braccia.

"Non voglio prendere in giro nessuno,  non so nemmeno se devo parlare con Conforti o fingere. Aiutami Lucre." - piagnucolò Francesca.

Lucrezia la strinse ancora più forte e sospirò, doveva capire come aiutare l'amica senza fare troppi danni per le persone coinvolte.

***

Asia non aveva chiuso occhio quella notte, sentiva la testa pesante sia per gli effetti dell'alcol sia per quello che era successo con Francesca, non riusciva a capire cosa le fosse passato in mente di flirtare così spudoratamente e far capire alla ragazzina una sorta di interesse.

"Cazzo, sei una cretina." - sibilò prima di alzarsi - "Bevi un caffè e poi valuti per bene la situazione, tutto è risolvibile. Ricorda Asia tutto è risolvibile."

"Parli da sola?" - una voce l'accolse appena varcò la soglia della cucina.

"Ilaria..." - trasalì Asia - "Non ti aspettavo così presto e non ricordavo avessi ancora le chiavi."

"Sì, stasera devo essere in aeroporto e ho pensato di venire ora. Almeno una parte delle cose riesco a prenderle mentre il resto verrò a prenderlo con calma. Come stai? Non sembri avere una bella cera." - le chiese l'ex fidanzata andando verso la cucina per prepararsi un caffè - "A scuola va tutto bene?"

Asia l'osservò muoversi, come l'aveva osservata per mesi quando vivevano insieme e sentì un nodo alla gola e gli occhi che si stavano riempiendo di lacrime. Era ancora innamorata di lei e questa consapevolezza le faceva male.

"Perché mi hai lasciata?" - le chiese incapace di trattenersi - "Stavamo bene insieme."

Ilaria si voltò e scoppiò a ridere, Asia le aveva chiesto più volte il motivo della rottura ma sembrava non accettarlo, la sua razionalità non era pronta a eventi non lineari.

"Perché ho bisogno dei miei spazi, lo sai. Io tengo a te ma stava diventando tutto serio troppo in fretta." - spiegò non smettendo però di avere un sorriso in volto.

"Stavamo insieme da anni, sei stata tu a insistere affinché comprassi casa, per avere una stabilità! Sei tu che mi hai chiesto di sposarti!" - disse Asia stringendo i pugni - "La fretta forse ha un nome e un cognome."

Ilaria smise di ridere e le andò vicino, la piega che stava prendendo la discussione non le piaceva.

"È stata Carla a metterti queste cose in testa, vero?" - domandò prendendole le mani tra le sue - "Asia a volte bisogna accettare la fine di una storia, prima lo accetti prima starai meglio. Ti farebbe bene sapere che c'è un'altra? Sarebbe diverso? Perché non può andarti bene che mi sia stancata di noi, di te?"

"Perché fai così? Pensi che ferirmi mi aiuti? A volte mi sembra di essere stata con un'estranea, non sei mai stata così cinica. O forse era l'amore a rendermi cieca." - replicò Asia staccandosi da Ilaria e spostandosi - "Lascia qui le chiavi per favore, ti farò avere io tutta la roba. Non voglio più vederti. Vai via!"

Ilaria sospirò e scosse la testa, era inutile cercare di controbattere con Asia in quelle condizioni, si rimise la giacca e si diresse verso l'uscita.

"Potevamo sistemare tutto in maniera civile, dovresti crescere." - le disse prima di sparire dalla sua vista.

Appena Asia fu sola prese un bicchiere e lo lanciò contro la porta frantumandolo, poi si lasciò cadere sul pavimento e iniziò a piangere. Doveva riprendere in mano la sua vita prima che fosse troppo tardi e doveva riuscire a dimenticare Ilaria.

***

Francesca, sotto consiglio di Lucrezia, aveva evitato di pensare alla sua insegnante per tutta la domenica, impresa difficile ma aveva dedicato la giornata allo studio delle possibili facoltà universitarie, alla fine il tempo era sempre meno ed entro la fine dell'anno voleva avere le idee chiare. Quella mattina però l'avrebbe rivista e non era certa della propria reazione.

"Buongiorno ragazze e ragazzi" - esclamò Asia entrando in aula - "Vi porto i saluti del professor Pisano, non vede l'ora di rivedervi. Facciamo velocemente l'appello e iniziamo subito con le derivate composte."

La classe emise un brusio contrariato che fece ridere l'insegnante.

"Voglio che siate preparati per l'esame. Quindi Tommasi concentrati e non ti distrarre." - disse poi seria.

Francesca sospirò e guardò Lucrezia già intenta a prendere appunti e pronta a seguire mentre lei sperava di non farsi distrarre troppo da Conforti, era come sempre bellissima e impeccabile. Si chiese se avesse ripensato al loro bacio e come si sarebbe comportata, per il momento non l'aveva degnata di uno sguardo ma probabilmente era meglio così.

Dopo un'ora e mezza di lezione Asia Conforti ebbe pietà degli studenti e decise di smettere prima del suono della campana, si rendeva conto non fossero più concentrati e avrebbe solo dato loro la scusa per sbadigliare e parlottare. 

"Ok per oggi abbiamo finito, domani riprendiamo mentre giovedì facciamo un po' di ripasso generale. Va bene? Vi lascio liberi ma in silenzio e se qualcuno vuole spiegazioni mi trova in aula professori. A domani." - salutò prendendo la sua cartella e prima di uscire lanciò un fugace sguardo a Francesca.

"Hai capito qualcosa Fra?" - chiese Lucrezia stiracchiandosi - "O ti sei persa nei fianchi di Conforti?"

"Cretina!" - replicò Francesca nascondendo il volto tra le mani - "Ho capito un terzo di ciò che ha detto ma oggi cercherò di rileggere con calma... magari passo da te nel pomeriggio, va bene?"

"Oppure potresti chiederle delucidazioni, dai andiamo ti accompagno io." - disse Lucrezia alzandosi - "Abbiamo pochi minuti, perché poi non posso perdermi geografia astronomica."

Francesca annuì anche se con poca convinzione, non era sicura di riuscire a gestire la situazione e fingere che sabato non fosse mai esistito mentre non riusciva a togliersi dalla testa quella scena.

"Prof possiamo disturbarla un attimo?" - esordì Lucrezia appena arrivate davanti alla sala professori.

"Roveri entra pure." - disse Asia e appena vide Francesca sorrise - "Brighi anche tu. Ditemi, volete qualche spiegazione riguardo l'argomento odierno?"

"Io no, credo di aver capito tutto. Ma Francesca è in confusione sulle interne ed esterne. Vero Fra?" - parlò Lucrezia facendo arrossire l'amica.

"Sì" - sibilò Francesca - "Non ho ben capito la differenza."

"Domani lo spiego meglio però se puoi trattenerti un po' dopo l'ultima lezione provo a essere più chiara nei passaggi complicati." - disse Asia fissando Francesca senza smettere di sorridere.

"Va benissimo." - rispose Lucrezia vedendo l'amica in difficoltà - "Grazie."

"Ma non dovevi vederti con Alberto?" - le chiese Francesca appena uscirono.

"Io sì. Andrai tu da Conforti." - sentenziò Lucrezia - "Andrà bene se non le infili la lingua in bocca."

Francesca abbassò lo sguardo e non disse nulla, era già agitata al pensiero di starle vicino e non riuscì nemmeno ad arrabbiarsi con l'amica.

Le tre ore restanti sembrarono non passare mai e Francesca non riuscì a capire nulla né di Geografia Astronomica né di Filosofia e in testa aveva solo le parole di Asia Conforti

'Sono la tua insegnante, ho dieci anni in più. Ho un codice, non posso mandare tutto a puttane.'

Significava che aveva un minimo interesse nei suoi confronti? Magari se non fosse stata la sua alunna un pensiero l'avrebbe avuto? Sentiva le vene pulsare e un senso di nausea, se innamorarsi significava quello preferiva quando tutti le stavano indifferenti, non era una bella sensazione.

***

"Allora Brighi ora sono stata più chiara?" - disse Conforti finendo di spiegare le differenze che non aveva capito la studentessa e quando la vide annuire aggiunse - "Non ti preoccupare, domani cercherò di fare più esempi così magari riesci anche a visualizzare meglio, ho notato che con la pratica te la cavi." 

Francesca a quelle parole arrossì, la professoressa sembrava tranquilla come se ciò che era accaduto tra loro sabato non fosse mai successo e questo la destabilizzava e faceva sentire stupida. Sicuramente per Asia Conforti lei era solo una ragazzina in cerca di attenzioni.

"Ora devo andare altrimenti perdo l'autobus, la mia auto è ancora dal meccanico." - continuò Asia alzandosi - "A domani Brighi." 

"Posso darle un passaggio anche oggi." - disse Francesca riordinando i suoi appunti - "Tanto casa mia è sempre là." 

Asia la guardò con mezzo sorriso e sospirò, il pensiero di stare sola in macchina con quella ragazzina le creava disagio ma allo stesso tempo non voleva farglielo capire e voleva fingere che quel bacio fugace non fosse nulla di importante.

"Va bene, grazie accetto volentieri." - rispose infine.

Durante il tragitto in auto Francesca stava cercando di riordinare i propri pensieri per poter parlare con Conforti, doveva parlarle per non impazzire. Ma fu l'insegnante a precederla.

"Hai trascorso una buona domenica?" - le chiese.

"Sì, ho studiato con Lucrezia." - rispose Francesca - "Lei?" - domandò in tono quasi provocatorio.

"Anche la mia materia?" - disse Asia evitando di rispondere alla domanda.

"Soprattutto la sua materia." - sorrise Francesca ma decise di insistere - "La sua domenica è stata piacevole?"

"No" - replicò Asia seria - "Avevo una forte emicrania e non sono riuscita a combinare quasi nulla di ciò che mi ero prefissata." - poi senza riuscire a trattenersi aggiunse - "Rivedrai la ragazza del Tandem?"

Francesca si voltò a guardarla sorpresa, non si sarebbe mai aspettata quella domanda, venuta dal nulla e all'improvviso. 

"Brighi guarda la strada per favore, siamo entrambe ancora giovani." - le disse Asia ridendo - "Hai detto che volevi toglierti un dubbio, quale?"

"Quando ho baciato Erica non ho sentito nessun tuffo al cuore, bello ok ma si ferma lì..." - rispose Francesca cercando di prendere coraggio - "Volevo capire se baciando una donna per cui provo interesse le sensazioni sarebbero state diverse."

Asia si stupì della sincerità della giovane, voleva provocarla ma anche capire meglio cosa passasse nella sua mente, aveva capito di essere lei l'oggetto impossibile e non doveva in alcun modo illudere quella ragazzina, non se lo sarebbe mai perdonata.

"Ed è stato diverso, non ho esperienza e probabilmente è tutto campato in aria ma quel contatto mi ha fatto capire che se baci qualcuno che ti piace lo stomaco si contorce." - continuò Francesca con voce tremante - "Cosa vuol dire che ha un codice?"

"Non posso frequentare una mia studentessa." - rispose semplicemente Asia - "Mi spiace se sabato non ti ho fermata subito e abbia permesso quel bacio, tengo al mio lavoro. La colpa è mia perché son io l'adulta tra le due. Mi dispiace Francesca, mi dispiace davvero."

"Non si deve scusare, so che non ho nessuna possibilità e che è solo una sbandata che passerà." - disse Francesca facendosi forza - "Non si preoccupi comunque, nessuno saprà di quel bacio."

Asia stette in silenzio, era consapevole di aver ferito la ragazza ma non voleva in nessun modo che l'altra potesse recepire la sua leggera attrazione.

"Grazie Brighi. Allora a domani e buono studio." - disse appena Francesca si fermò davanti al cancello di casa.

 

***

Asia stava impacchettando le cose della sua ex fidanzata ma per evitare di andare di nuovo in crisi aveva chiesto aiuto a Carla. 

"Quindi quella stronza ha avuto il coraggio di negare?" - esclamò Carla posizionando nell'atrio alcune scatole - "So che ci credevi ma questo ti dimostra che persona sia, vedrai che appena starai meglio te ne renderai conto e non la rimpiangerai."

"Sì." - sospirò Asia - "Oggi mi ha dato un passaggio Francesca, abbiamo parlato di sabato, mi sono scusata ma si è mostrata molto matura."

Carla si fermò e la guardò torva, probabilmente lei viveva la sua sessualità senza nessuna regola e nessun paletto ma la infastidiva il fatto che l'amica non volesse godersi la vita e afferrare le occasioni.

"Cioè una ragazza carina e a quanto pare in gamba sbava per te e tu la fai fuggire?" 

"Ne abbiamo già parlato, sabato ero ubriaca, tra parentesi non devo più bere così tanto altrimenti ti chiederò i danni, e lei era lì con la sua ingenuità e trasparenza che mi ha fatto perdere un po' la ragione. Ma non esiste che io mi metta a baciare una mia alunna, dai che professionalità dimostro!" - disse Asia sbuffando - "Non sarà un'attrazione a mandare tutto a puttane."

"Sicuramente senza alcol non avresti fatto nulla ma questo non cambia che a te lei stimoli, non so se sia solo una roba fisica o perché ti piace l'idea che lei ti veneri. So però che quando stavi con Ilaria le altre non le consideravi proprio, non avresti guardato nemmeno Charlize Theron!"

Asia scoppiò a ridere ma le parole dell'amica erano vere, la confusione che alleggiava in lei era davvero tanto e non riusciva nemmeno a spiegarla razionalmente.

"Ok sediamoci un attimo. Sì, amo ancora Ilaria forse, ma rivederla ieri mi ha fatto uno strano effetto: una parte di me voleva che lei tornasse l'altra voleva chiudere per sempre questo capitolo." - iniziò sedendosi sul pavimento con la testa tra la mani - "Poi arriva Brighi, giovane e carina, che non capisce nulla di matematica ma che ha dei modi di fare che mi hanno mandato in tilt... cazzo Carla non ho mai guardato le ventenni, perché ora invece mi sta scombussolando?"

"Perché magari non è l'età a decretare una persona." - replicò Carla - "Se non fosse una tua studentessa come ti comporteresti?" 

"Sabato quando mi ha baciata avrei voluto prenderla e portarla in casa..." - disse chiudendo gli occhi e vergognandosi dei propri pensieri - "Cioè è stato un bacio stampo, nemmeno alle medie davo baci così, ma cazzo volevo sentire le sue mani."

"Sei umana e questa voglia è normale Asia, ora non fissarti e cerca di star serena. Io se fossi in te un pensiero lo farei ma so benissimo che non succederà... solo non tarparti le ali, ok?" - le disse l'amica andandole vicina e abbracciandola.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3965883