tutta colpa di una scommessa

di Ale711224
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mi presento ***
Capitolo 2: *** "Iniziamo bene" ***
Capitolo 3: *** Mi scuso ***
Capitolo 4: *** "Separare il bene dall'amore" ***
Capitolo 5: *** "Ricordi" ***
Capitolo 6: *** "C'è ancora amore?" ***
Capitolo 7: *** "Ricatto" ***
Capitolo 8: *** "Pause e malumori" ***
Capitolo 9: *** "Fidarsi è bene, ma... ***
Capitolo 10: *** "Ora iniziano i guai...." ***
Capitolo 11: *** "Amici amici... ***
Capitolo 12: *** Eccomi! ***
Capitolo 13: *** "Quasi alla calma" ***
Capitolo 14: *** Non sono sparito (forse) ***



Capitolo 1
*** Mi presento ***


Ciao a tutti quanti, mi chiamo Alessandro e sono un grandissimo fan di a tutto reality, sopratutto del primo cast. Ho deciso di scrivere questa storia in un momento di particolare noia, ma spero lo stesso che venga bene, vi auguro un forte abbraccio e spero vi piaccia! A scrivere mi aiuterà una mia amica fan della Gwent, spero venga bene!

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Capitolo 2
*** "Iniziamo bene" ***


-Era decisamente tardi quella mattina, non era mai arrivata in ritardo in 4 anni di superiori, eppure oggi sembrava dovesse andare così. Prese la borsa dalla sedia e come sempre, non fece colazione. 
Chiamò il suo ragazzo al telefono dicendogli di venirla a prendere di corsa, altrimenti se la sarebbe vista brutta. 
Aspettò impaziente sotto casa mentre continuava ripetutamente a fare il numero del ragazzo, che finalmente si presentò davanti casa sua parcheggiando la macchina davanti al cancello. 
La ragazza salì in macchina sbuffando e mettendo la cintura, intimando al giovane di partire subito. 
 
“Scusami Courtney, c’era traffico stamattina... 
“Non importa, ora andiamo che sono già in ritardo di ben 3 minuti! Non vorrai mica entrare tardi il primo giorno? 
 
-Senza dire altro, sfrecciò a tutta velocità verso la scuola, pronti per ricominciare. 
 
“Hai fatto colazione stamattina? 
“No, sai che la mattina non ho mai fame, mangerò qualcosa più tardi. 
“Abitudine sbagliata, dovresti cambiarla. 
“Non sarà di certo oggi il giorno, forza sbrigati! 
 
 
-La ragazza in questione era Courtney, una ragazza di 18 anni, dalla carnagione olivastra, capelli a caschetto e un bel fisico.  
Aveva un carattere molto forte e difficilmente si faceva mettere i piedi in testa da qualcuno, soprattutto dai maschi. 
Li considerava stupidi e senza cervello, solo determinati a mostrare la loro forza per conquistare le ragazze. 
Ma anche le fanciulle della sua scuola non erano da meno. 
La più snob, Heather Wilson, definita la più “popolare”, è stata vista per 3 settimane di fila con 4 ragazzi diversi, cosa che faceva solo per attirare l’attenzione. 
In fondo tutti sapevano che a lei non importava nulla di loro, li usava solo per ottenere regali in cambio, ma nonostante questo, era amata da tutti, tranne da loro. 
 
Il suo ragazzo si chiama Trent, anche lui aveva 18 anni. 
Trent era il classico bravo ragazzo che piaceva a tutti e a tutte, cosa che non andava molto a genio a Courtney. 
Suonava la chitarra e faceva parte del Club di musica della scuola, lo conoscevano tutti per i suoi modi gentili e la sua immensa disponibilità. 
Le ragazze lo consideravano una “preda facile”, per questo Courtney si infuriava. 
 
Erano molto diversi l’uno dall’altra. 
Lei non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, nemmeno dai suoi genitori, lui preferiva ignorare piuttosto che finire in una lite. 
Lei era testarda e viziata, lui molto pacato e generoso. 
Si erano conosciuti da piccoli, i loro genitori sono amici da anni, e anche i figli sono diventati tali, per poi mettersi insieme in 2 superiore. 
 
Nonostante il suo carattere non facilissimo, Courtney aveva tanti amici e ammiratori, tra cui Scott Robert, considerato da tutti “il contadino”, sia per il suo modo di fare rozzo, sia per il suo carattere scorbutico. 
Nonostante ciò, Scott era anche lui un bravo ragazzo. 
Lavorava la sera per contribuire alle spese della sua famiglia. 
 
Anche se avevano delle differenze, i due stavano bene assieme, avevano entrambi degli obbiettivi e delle passioni, e andavano entrambi molto bene a scuola. 
 
Dopo circa 10 minuti, arrivarono davanti al cancello, lasciarono li la macchina e raggiunsero i loro amici. 
 
“Beh, alla fine solo 5 minuti di ritardo, non è malaccio. 
“Vero, la prossima volta però cerca di partire prima da casa, va bene? 
“Si tranquilla, dai ora raggiungiamo gli altri. 
 
Courtney da una parte, vedeva Trent troppo “buono” per lei. 
Ogni tanto avrebbe voluto affianco una persona che gli sapeva tenere testa, con qui scontrarsi ogni tanto. 
Trent invece era molto pacato, non gli piaceva litigare, e cercava di non alzare mai la voce. 
A dichiararsi per primo è stato il chitarrista, scrivendo una canzone molto dolce per lei, che la fece sciogliere. 
Anche Courtney aveva un lato tenero, ma lo nascondeva sotto un duro carattere. 
 
Andavano in classe insieme, ma non erano vicini di banco. 
Courtney sulla scuola non transigeva nulla. 
Doveva essere la prima a consegnare un compito, la prima a finire una verifica, la prima a fare una domanda. 
Voleva entrare nella migliore università del paese, e nulla glielo avrebbe impedito. 
 
Appena raggiunti i loro amici, ci fu il solito discorso noioso di inizio anno da parte della preside. 
Esami, maturità, responsabilità e altre cose noiose. Tutti scattarono quando pronunciò le parole “Campo Scuola”. 
 
Speravano che quell’anno passasse in fretta, così si sarebbero tolti dalle scatole sia la preside, che i professori, soprattutto McLain, il docente più noioso di tutta la scuola, interessato solo a raccontare quando da piccolo era stato preso ad una pubblicità per sponsorizzare gli omogenizzati, e da quel momento aveva il sogno di diventare un conduttore televisivo. 
 
“Ragazzi non vedo l’ora che quest’anno scolastico finisca, così posso finalmente dedicarmi allo shopping e ai ragazzi!” 
 
-A parlare era stata Lindsay, ragazza non molto sveglia del 5° anno. 
Aveva letteralmente un’ossessione per lo shopping, e costringeva ogni volta la sua migliore amica Beth ad andare con lei, nonostante la costringesse a girare per ore lo stesso negozio. 
 
“Lindsay non c’è solo lo shopping nella vita, c’è anche altro” -Disse Courtney mentre sistemava i libri nello zaino. 
 
“Scusa è il primo giorno, perché hai portato i libri?” -Le domandò Leshawna, una ragazza di primo impatto scorbutica, ma era amica di tutti. 
 
“Voglio iniziare da subito a studiare, l’università non ti regala mica nulla” 
“Courtney ha ragione, e poi ho sentito che il professor Mclain è uno tosto, e quest’anno ha di nuovo la nostra classe”  
“Speriamo che non abbia fatto altre stupide pubblicità, se non spiega come faccio ad andare a studiare in America? 
 
-A parlare era stato Harold, si poteva definire il secchione della classe, fiero di esserlo, molto ingenuo e fidanzato di Leshawna. 
Era in continua sfida con Courtney per il posto di primo della classe, e negli ultimi 4 anni erano sempre stati in netta parità. 
 
“Manca qualcuno ragazzi?” -Disse Trent guardandosi intorno. 
 
“Si, mancano Gwen, Duncan, Heather, Alejandro e Scott, arriveranno se tutto va bene tra qualche ora” -Leshawna conosceva bene i suoi compagni, e nella puntualità non erano un master. 
Erano ragazzi non molto affidabili, tranne alcuni. 
 
“Non vedo l’ora di finire per non vedere più quella faccia da racchia di Heather, non la sopporto!” 
“A chi lo dici –rispose il fidanzato-, vi ricordate quando mi ha distrutto tutti i quaderni solo perché mi sono rifiutato di farle copiare matematica?  
“Già, tanto un altro anno e non vedremo più quei scansa fatiche senza cervello, io salgo ragazzi, ci vediamo in classe” 
 
 -Dopo aver salutato i suoi amici e il suo ragazzo, Courtney salì in classe dove poggiò il suo zaino al primo banco, come fece tutti gli anni. 
Non si era accorta però, che dietro la porta c’era qualcuno che la aspettava, e appena la vide, si mise accanto a lei. 
 
“Però, durante l’estate la principessa si è fatta più bella o sbaglio? Anche oggi ti ha accompagnato il tuo principe azzurro?” 
 
-Si chiamava Duncan, era un ragazzo di 20 anni, era stato bocciato 2 volte per cattiva condotta e per voti pessimi. 
Si divertiva a dare fastidio a tutti, compresa Courtney, che per la maggior parte del tempo si impegnava ad ignorarlo. 
 
Anche lui aveva una ragazza, Gwen, e si definivano la “coppia perfetta”. 
Avevano gli stessi gusti musicali, gli stessi gusti sui film, entrambi odiavano gli animali, i colori accesi e i nerd. 
Stavano insieme da 2 anni circa, ma Duncan passava la maggior parte del suo tempo a stuzzicare Courtney, cosa che a Gwen dava abbastanza fastidio. 
Lui gli diceva sempre di stare tranquilla, che lo faceva solo per divertimento, e nulla di più. 
Lo divertiva vedere come quella ragazza restava impassibile alle sue affermazioni, e ogni volta voleva trovare qualcosa per farla arrabbiare. 
 
“Anche oggi vedo che hai molto da fare Duncan, e poi il mio ragazzo ha un nome” -Gli rispose tirando fuori i libri dallo zaino e mettendoli sul banco 
 
“Scusami se ho offeso il tuo romeo. 
Eh già, quest’anno potevo tranquillamente essere fuori dalla tua visuale, ma sai, ai professori non piaccio e quindi invece che levarmisi dalle palle, hanno preferito bocciarmi. 
“Se tu avessi un comportamento più decente e studiassi di più, ti garantisco che sarai fuori da questa scuola al più presto. 
“E poi come fai senza qualcuno che non ti riempie di noia? 
“Sarò molto dispiaciuta guarda, piango di già.... 
 
-Mentra loro si scambiavano effusioni, il resto della classe era ancora giù davanti all'atrio, aspettavano il suono della campana per poter entrare in classe. 
Trent era seduto sulle scale poste prima dell’entrata insieme a Harold e Leshawna. 
Canticchiava una canzoncina ascoltata prima in macchina, mentre i due amici si godevano la sua voce. 
Erano molto legati al ragazzo, ma a volte non riuscivano a sopportare i modi che Courtney aveva con lui, come se fosse il suo schiavetto. 
Trent non si sarebbe mai ribellato a lei, cosa che non piaceva ai due. 
 
“Tesoro, impara a farti rispettare da quella prepotente, a volte mi sembri uno zerbino”  
-Leshawna provava molto affetto nei suoi confronti, era veramente una brava persona e non capiva come riuscisse a sopportare Courtney. 
 
“Tranquilla Leshawna, i modi di Courtney sono sbagliati è vero, ma sotto sotto lei è una brava persona, fa solo fatica a dimostrarlo, state tranquilli, io sto bene. 
“Lei è solo invidiosa perché non è mai riuscita a battere il sottoscritto alle gare di logica e matematica, dopotutto sono un genio” -Disse Harold pavoneggiandosi. 
 
-I due amici risero a questa affermazione, cosa che fece sbuffare il rosso. 
A volte si credeva più forte di quello che era, rendendosi anche ridicolo, ma ciò a lui non interessava. 
 
All’improvviso, furono distratti dal clacson di una macchina bianca, che parcheggiò proprio lì vicino, esattamente a pochi centimetri dove i tre stavano parlando. 
A scendere dal posto del guidatore fu un ragazzo alto, carnagione olivastra, capelli lunghi e occhi verdi chiari. 
Si avvicinò ai ragazzi, si tolse gli occhiali da sole e li squadrò per bene, per poi parlare. 
 
“Scusatemi ragazzi, vi dispiacerebbe spostarvi da qui, dovrei parcheggiare la mia macchina” -Disse lui con tono strafottente. 
 
“Scusaci tu belloccio, ma ci sono almeno una decina di posti liberi, devi metterti proprio qui? Non vedi che la gente sta parlando?” 
 
-Leshawna odiava quel tipo, in 3° superiore gli aveva fatto credere di essere innamorato di lei, per poi illuderla e scaricarla subito dopo. 
Questo bastò alla ragazza per capire di che pasta era fatto il tipo di fronte a loro. 
 
“Si ma si dà il caso che io oggi ho voglia di parcheggiare qui, non penso ci sia qualche strana legge che me lo vieti, no?”  
 
-Leshawna stava per ribattere, ma Trent la fermò. 
 
“Dai ragazzi andiamo, evitiamo di discutere subito, siamo al primo giorno” -Il giovane prese la sua chitarra e si spostò più avanti, invitando gli amici a fare lo stesso. 
 
“Ringrazia che non ho voglia di litigare stamattina bell’imbusto, altrimenti una bella lezione non te la toglieva nessuno” 
 
-I tre si spostarono, e il ragazzo in questione fece un sorriso vittorioso. 
Lui era Alejandro, uno dei più belli in quella scuola, era di origini argentine, e il suo fascino gli permetteva di avere la meglio su tutti, soprattutto sulle ragazze. 
Non si preoccupava molto dei cuori che spezzava, gli importava solo essere lodato per la sua bellezza. 
 
Una volta parcheggiato, lui ed altri 3 ragazzi scesero dalla macchina, Gwen, Scott e Heather. 
Quest’ultima appena scesa, diede un’occhiata veloce ai tre, gli lanciò uno sguardo schifato, e andò subito verso l’entrata, senza salutarli. 
Il contadino invece, fece un saluto a Leshawna, poi seguì l’altra ragazza all’interno della scuola. 
 
L’ultima, soprannominata la “gotica”, restò qualche secondo a fissare il gruppo dei tre ragazzi, soprattutto Trent. 
Si erano visti per la prima volta in 1° superiore, ma in tutto questo tempo non si erano mai scambiati una parola, nemmeno un ciao. 
 
Notò che al ragazzo era caduto uno spartito a terra, cosi lo raccolse e glielo consegnò. 
 
“Tieni, ti è caduto questo” -Disse allungando la mano per restituirgli il foglio. 
“Grazie, non me ne ero accorto” -Allungò la mano e se lo riprese, sorridendo. 
 
-La gotica se ne andò, senza proferire altra parola. 
 
Dopo che se ne erano andati, il gruppetto rifletté sul loro strano atteggiamento. 
 
“Voi non potete capire quando quel ragazzo mi faccia infuriare, si crede chissà chi!”  
-La ragazza di colore non sopportava i loro modi di fare, ma soprattutto quello dell’argentino. 
Lo odiava e non lo negava, fosse per lei starebbe a tre metri sotto terra. 
 
“Mi dispiace molto per Scott e Gwen, sono brave persone, non capisco perché perdano tempo con quel gruppo di teste vuote” -Harold seguì la sua fidanzata. 
 
“Lasciamoli stare, andiamo in classe ora”  
 
-Così i tre, al suono della campana, si avviarono verso l’entrata insieme a tutti gli altri, pronti per questo nuovo inizio. 
 

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Capitolo 3
*** Mi scuso ***


Ciao a tutti! Mi scuso tantissimo se non sto proseguendo con la storia, ho avuto un pochino di problemi che ora per fortuna si sono risolti, quindi questa settimana nuovo capitolo, ci sentiamo presto!

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Capitolo 4
*** "Separare il bene dall'amore" ***


-Quel giorno le lezioni proseguirono normalmente. 

 

Essendo il primo giorno, i professori si erano limitati soltanto a mettere in guardia i loro alunni in vista dello studio frequente che dovranno mantenere durante l’anno scolastico, per superare l’esame di stato. 

 

Il primo fra tutti era il Professor Mclain, uno tra i più severi ed esigenti dei loro professori. 

Era stato molto chiaro sul fatto che i suoi studenti non dovranno fare troppe assenze ne essere impreparati sugli argomenti da lui richiesti, altrimenti subiranno grandi conseguenze. 

 

Dopo la fine della spiegazione, tutti gli studenti uscirono dall’aula, tranne Courtney. 

 

Lei rimase li a parlare con la professoressa di Storia, chiedendole informazioni sulle modalità d’esame e sulle argomentazioni da trattare. 

Si era imposta fin da subito uno studio giornaliero ed impegnativo. 

Voleva a tutti i costi prendere il massimo, e ce l’avrebbe fatta.  

 

“Quindi mi sta dicendo che uscirà a fine maggio, dico bene? 

“Esatto signorina Barlow, nemmeno noi sappiamo come verrà svolto l’esame, non ci resta altro che aspettare. 

Si ricordi di aggiornarsi frequentemente sul sito mi raccomando. 

 

“Ho capito. La ringrazio professoressa. 

 

-Conclusa la conversazione, la ragazza prese le sue cose e uscì dalla classe. 

Girò a sinistra per dirigersi in biblioteca, ma qualcuno le bloccò la strada. 

Il punk davanti a lei sorrideva. 

 

“Principessa, dove te ne vai tutta sola? Non vuoi compagnia?  

 

-Duncan gli si posizionò davanti, impedendole di passare. 

 

La ragazza tutta via lo ignorò, e prosegui la sua camminata verso la biblioteca. 

 

Il punk però non aveva intenzione di mollare, e così la seguì. 

 

Una volta arrivati, Courtney mandò un messaggio a Trent, dicendogli di raggiungerla in biblioteca. 

 

Duncan sbuffò. 

Non aveva idea di come faceva a sopportare quel chitarrista sfigato, come lo definiva lui. 

Poteva avere molto di meglio, ma evidentemente preferiva accontentarsi. 

 

La ragazza continuò ad ignorare il punk, sedendosi ad uno dei tavolini liberi della biblioteca. 

Anche lui si sedette li, di fronte a lei, fissandola. 

 

Courtney alzò gli occhi al cielo, chiudendo subito i libri e sbuffando. 

 

“Mi vuoi spiegare che cosa vuoi? Hai tre secondi per dirmelo. 

Sono venuta qui con l’intento di ordinare i miei appunti, non per parlare con te. 

 

“Allora ammetti che prima mi stavi ignorando? 

 

“Certo, non l’avevi capito? Ora per favore, te ne puoi andare? Vai dalla tua ragazza che ti aspetta. 

 

-Non riusciva proprio a sopportarlo. La seguiva da per tutto come se fosse uno stalker.  

 

Il ragazzo rise divertito a quella frase, continuando a fissarla. 

 

“Che c’è? Sei gelosa? Guarda che puoi ammetterlo eh! 

Dopo tutto non mi sorprenderebbe! 

 

-Courtney si era stufata delle continue presunzioni del punk, voleva soltanto essere lasciata in pace, ma a quanto pare non le era consentito. 

 

Si alzò dalla sedia quasi di scatto, fissandolo bene negli occhi. 

 

“Ascoltami, io non so cosa tu voglia da me, e nemmeno mi interessa, ma ti chiederei il favore di lasciarmi stare. 

E poi non sono gelosa, chi vorrebbe mai stare con un buzzurro irrispettoso come te? Solo la darkettona ci riesce, visto che siete della stessa pasta, quindi ora ti saluto! 

Importuna quelle che cadono ai tuoi piedi! 

 

-Senza più degnarlo di uno sguardo, la ragazza prese le sue cose e uscì dalla biblioteca, lasciando da solo Duncan. 

Da una parte era offeso per le parole dette dalla perfettina, ma dall’altra non sapeva perché, amava quando si rivolgeva a lui in quel tono di sfida, e non avrebbe di certo smesso. 

Voleva vedere fino a che punto era in grado di spingersi, e non poteva mollare ora. 

 

Una volta scese le scale per tornare in classe, Courtney venne raggiunta dal suo ragazzo, che stava andando in biblioteca dopo aver letto il suo messaggio. 

 

Lui gli prese lo zaino, e si offrì di portarglielo fino in classe. 

 

In fondo al corridoio però, c’era qualcuno che li fissava, appoggiato davanti alla porta di una delle classi. 

 

Venne raggiuto da un'altra persona, che si affiancò a lui, non capendo cosa ci trovasse di divertente nel guardare quei due. 

 

 

-Io non capisco che diavolo ci trova lei in un tipo del genere, c’è sembra il suo schiavetto! 

 

-Duncan commentò la scena cui aveva appena assistito, tirando un leggero pugno al muro. 

 

-Che ti importa, l’importante che stanno bene insieme, poi che si faccia schiavizzare sono affari suoi. 

Piuttosto sei tu che devi lasciare in pace lei, sembra che ti piace! 

 

-La sua ragazza notò attentamente lo sguardo del suo fidanzato che era diretto su Courtney. 

Aveva sempre avuto un piccolo debole per lei, lo sapevano tutti, ma sperava che una volta messi insieme, questa cosa gli sarebbe passata. 

 

Ricordava che il giorno in cui si era messa con Trent. 

Il punk era stato muto per tutto il giorno, rompendo quasi un distributore delle macchinette. 

 

Lei cercò di ignorare questa cosa, pensando che fosse solo una coincidenza, dopotutto stavano insieme no?  

 

“Hai finito di fissarla o vuoi stare con la bava alla bocca tutto il giorno? 

Io me ne torno in classe! 

 

-La dark lo svegliò dai suoi pensieri, facendogli notare che i due ormai erano rientrati in classe. 

 

Il punk sbuffò. 

Subito dopo attraversò il corridoio per rientrare anche lui in aula, seguendo la sua ragazza. 

 

Al termine delle ore rimanenti, tutti gli studenti si ritrovarono in mensa, interrogandosi su cosa avrebbero mangiato di “commestibile” quel giorno. 

Il cuoco era un certo Chef, ex militare che si è ritrovato a fare il cuoco in un liceo. 

Al contrario di quello che pensavano, lui odiava gli adolescenti, soprattutto quelli chiacchieroni. 

 

Il cibo non era mai di alta qualità, ma ci si poteva accontentare.... 

 

 

“Secondo me oggi ci tocca il purè, Chef vorrà inaugurare il nuovo anno con quello, come fa tutti gli anni... 

“Tu dici? Basta che dentro non ci sia una mosca morta come l’anno scorso.... 

 

-Cody, un ragazzino smilzo dagli occhi azzurri, era seduto insieme a Leshawna e Lindsay, due sue amiche e compagne di classe. 

 

Quest’ultima stava aspettando il suo ragazzo che aveva da poco iniziato gli allenamenti di calcio nella palestra della scuola. 

Nonostante fosse stato cacciato ben 4 volte, il ragazzo aveva sempre chiesto un’ultima possibilità al coach, che puntualmente cedeva. 

 

“Possibile che Tyler non abbia ancora rinunciato? Pensasse alla scuola invece di perdere tempo a farsi rifiutare! 

Di opportunità ce ne sono mille fuori da questa prigione! 

 

-Leshawna non comprendeva il comportamento del ragazzo della bionda, che nel frattempo stava cercando di capire cosa ci fosse dentro il suo pranzo, soprattutto, se era commestibile. 

 

 

“Che ne sai? Magari quest’anno è la volta buona eheh... 

“Non ci contare Colt, io sono innamoratissima di Tyler, ma ogni volta finisce sempre per farsi male durante le partite... 

Pensa che quest’estate stavamo giocando con il mio cane, Bunny. 

Ad un certo punto per prendere la sua pallina, inciampa e finisce con la faccia suoi bisognini di Bunny! 

 

-I due non si sorpresero che la bionda avesse sbagliato i loro nomi, ma di più a quello che aveva detto.... 

 

Da quando li conosceva, era raro che ci azzeccasse con le pronunce giuste. 

Prima avevano provato a correggerla, ma con il passare del tempo, ci rinunciarono. 

 

Dopo circa 10 minuti, a quel tavolo si aggiunse anche Trent, che come sempre, poggiò la sua chitarra a terra, accanto a lui. 

 

Tutti quanti i suoi amici lo salutarono, per poi continuare a “mangiare”. 

 

“Scusate il ritardo, avevo dimenticato una cosa in classe... 

 

“Fare lo schiavetto a Courtney sta diventando difficile? Io te lo avevo detto tesoro.... -Disse la ragazza di colore mentre si accingeva a togliere un capello dalla sua insalata.... 

 

“No Leshawna tranquilla, non mi da fastidio aiutarla.... 

 

“Aiutarla? Fratello ti tratta come uno schiavo! Vuoi aprire gli occhi? 

Capisco i tuoi sentimenti per lei, ma così è davvero troppo! 

 

-Cody e Trent si conoscevano dalle scuole medie. 

 

Trent lo aveva sempre difeso da dei bulli che ogni giorno volevano picchiarlo, e da li diventarono amici. 

 

Con il passare del tempo, dopo che Trent si mise con Courtney, smisero per un periodo di vedersi al di fuori della scuola, a causa degli impegni della ragazza, che piano piano, coinvolsero anche lui. 

 

Trent ripeteva in continuazione che si trattava solo di nervosismo, e che in realtà la ragazza non era cosi, ma nessuno se la beveva. 

Ormai erano 5 anni che si frequentavano, un po' avevano imparato a conoscere la perfettina. 

 

In quel momento, entrò nella mensa Duncan, che senti i 4 parlare di Courtney. 

 

Non sapeva il motivo, ma gli dava fastidio che gli altri parlassero di lei, anche solo pronunciarne il nome. 

 

Poi aveva un odio per Trent, lo odiava veramente tanto. 

 

Nemmeno per quell’odio sapeva il motivo, lo odiava e basta. 

 

Cosi precisino e perfetto, il suo completo opposto. 

 

 

Passò accanto al loro tavolo, e con un gesto intenzionale, diede un calcio alla chitarra di Trent, facendola cadere a terra. 

 

Il chitarrista non si scompose al gesto, si limitò a raccogliere il suo strumento e a sedersi di nuovo. 

 

Leshawna però si era innervosita. 

 

Non permetteva a nessuno di toccare i suoi amici, specialmente un’anima gentile come Trent. 

Non aveva fatto nulla di male, quindi non aveva senso prendersela con lui. 

 

Si alzò in piedi, mettendosi davanti al punk, che la fissava incuriosito. 

 

“Senti metallaro da 4 soldi, se ti diamo cosi fastidio gira a largo da noi è chiaro? Non crederai mica di farci paura! 

 

-Alla ragazza non spaventava affatto. 

Si era pur sempre un teppista, ma non si lasciava spaventare così facilmente da un bulletto qualunque. 

 

 

“Cosa c’è? Il piccolo Elvis dei poveri non sa nemmeno difendersi? Che pena!  

Che c’è codardo? Ti fai difendere da una donna? 

 

-Diede un altro calcio alla sua chitarra per farla cadere, dopodiché la spinse con forza dall’altro lato della mensa, facendosi fissare da tutti. 

 

A quella scena, Leshawna stava per tirare un pugno al punk, ma sul momento Trent la fermò. 

 

“Stai tranquilla, non è successo nulla. Non sono offeso.... 

 

Aspettatemi qui, la vado a riprendere…. 

 

-Si alzò per raccogliere lo strumento, quando Duncan lo spintonò a terra, sotto i continui occhi dei loro compagni. 

 

Era da quando stava con Courtney che lo trattava in quel modo, e lui non capiva il perché. 

 

Tutti pensavano si trattasse di gelosia, conoscendo da sempre il debole che provava per la perfettina. 

 

Ma non era proprio cosi. 

 

Al punk non era mai andato a genio Trent, e l’essersi messo con Courtney fu la goccia che fece traboccare il vaso. 

Non gli piaceva punto, non c’era un motivo scritto e coinciso. 

 

In quel momento, la diretta interessata entrò anche lei nella mensa, notando il suo ragazzo a terra. 

Subito andò da lui, guardando in cagnesco il punk con la cresta, che sorrideva divertito. 

 

Dopo essersi alzato, prese la chitarra e se ne andò, seguito da Leshawna e Lidnsay. 

 

Courtney e Duncan invece, rimasero li, fissati da Cody e dagli altri. 

Nemmeno la ragazza aveva paura di lui, e ciò al punk piaceva molto, soprattutto quando si creava un'aria di sfida tra loro due. 

 

“Ti diverti a maltrattare così tanto gli altri Duncan? Credo che tu debba cambiare passatempo 

 

“Beh principessa è un bel passatempo questo, e non riesce bene solo a me sai? Non mi sembra di aver fatto granchè.... 
 

“Vedi di lasciare in pace Trent, altrimenti non te la faccio passare liscia questa volta, te lo giuro...... 

 

-La ragazza uscì dalla mensa per andare dal chitarrista, lasciando Duncan con l’amaro in bocca, continuamente osservato. 

 

Se ne andò arrabbiato, sbattendo la sedia a terra, richiamando le attenzioni del cuoco. 

Non molto felice, sbraitò in mensa con il mestolo di legno in mano. 

 

“Insomma! La volete smettere di fare tutto questo baccano? Un altro rumore e vi sbatto fuori! Per la prossima settimana vado a pescarvi gli insetti dal bidone e ve li mangiate, altro che purè della mamma!” 

 

-Cody se ne andò, sia spaventato per la furia del cuoco, che preoccupato per il suo amico. 

 

-Nel frattempo Trent aveva lasciato il suo strumento in classe, mentre lui era andato in bagno. 

 

Si sciacquò la faccia con l’acqua fredda, per poi uscire. 

 

Leshawna e Lindsay raggiunsero il ragazzo, accompagnandolo in aula. 

 

Non era la prima volta che il punk lo trattava in quel modo, e non era neanche una novità che lo facesse davanti a tutti. 

 

Le ragazze non riuscivano a spiegarsi il perché lui non reagiva. 

Era un ragazzo dolce e intelligente, non si meritava un trattamento simile. 

Fosse stato per loro, a quest’ora il punk sarebbe tre metri sotto terra! 

 

Una volta in classe, Leshawna prese da parte Lindsay, lasciando il chitarrista da solo. 

 

Voleva a tutti i costi che questa storia finisse, persone contrarie e non. 

Si allontanarono quanto basta per non farsi sentire, bloccandosi nel corridoio. 

 

 

“Lefanda dove mi stai portando? Non possiamo lasciarlo solo, e se decide di ammazzarsi?.... 

 

-Dopo aver ignorato la pronuncia sbagliata dell’amica e la sua idiota ipotesi, la ragazza di colore continuò a trascinarla per il corridoio, fino a quando non incrociarono lo sguardo di un’altra ragazza, proprio colei che stavano cercando. 

 

Lei le fissò con fare interrogativo, ma non le lasciò parlare per prime. 

 

“Ragazze, sto cercando Trent, lo avete per caso visto? 

 

“Si, lo abbiamo appena visto spintonato da Duncan, e tu che sei la sua ragazza, immobile a fissarlo!  

Bell’amore davvero! 

 

-Leshawna era su tutte le furie, mentre alla perfettina non importava un granché delle accuse che le stava facendo. 

 

 

“Non sono mica sua madre! Anche se è il mio ragazzo deve sapersi difendere da solo, non le può solo prendere! 

Credo sia ora che si dia una svegliata…. 

 

“Sai benissimo che Trent non lo farebbe mai! E anche se non sei sua madre, se davvero tieni a lui dimostralo! 

Altrimenti lascialo, visto che lo tratti sempre come se fosse il tuo schiavetto! 

 

“Come prego? Io non schiavizzo proprio nessuno! Siete voi che avete delle rotelle fuori posto a pensare questo! 

 

“Eh no carina! Sei tu quella che se non fa quello che dici, gli fai una mega scenata! Credi che Trent con noi non si confidi eh? 

 

“Nonostante ciò a me piace Trent, siete voi che dite il contrario! 

Detto ciò, nulla di tutto quello che avete detto farà parte del mio interesse... 

Ora scusatemi, andrò a cercarlo in classe, sicuramente è li, bye bye.... 

 

-Le due guardarono la perfettina andarsene, stupite dal suo comportamento. 

 

“Non capisco cosa ci trova Trent in quella arpia bisbetica!  

A momenti supera persino Heather! E ce ne vuole! 

 

“Non pensavo di doverlo dire, ma hai ragione.  

Andiamo in mensa ora, abbiamo lasciato Cody da solo…. 

Spero solo che Trent non avrà troppi problemi… in questi 5 minuti... 

 

 

-Nel frattempo che il duo scendeva le scale, il chitarrista era in aula in solitudine, a controllare se la chitarra fosse danneggiata o graffiata. 

A raggiungerlo fu subito Courtney, che vedendolo così, gli arrivò una fitta dritta al cuore. 

 

Si avvicino a lui senza farsi sentire, osservandolo in silenzio. 

 

Lui se ne accorse, e sorrise mentre poggiava il suo strumento a terra. 

 

“Scusami se non ti ho aspettato Courtney, ho avuto un piccolo problema... 

 

“Per caso il problema si chiama Duncan? 

Trent, non puoi farti trattare cosi lo sai.... 

Reagisci.... 

 

-Il ragazzo la guardò negli occhi e le sorrise, cercando di non mostrare troppo gli occhi arrossati per il pianto.... 

 

“Courtney, stai tranquilla.... 

Dovrò vederlo se tutto va bene solo per un altro anno. 

Non importa quello che fa, non voglio avere problemi e non voglio che nemmeno tu li abbia... 

 

-Tornò per un secondo a fissare il suo strumento, sorridendo. 

 

Ha solo una corda rotta per fortuna, dopo passerò al negozio per farla riparare, nulla di che.... 

 

-Vedendolo in quello stato, non poteva fare a meno di annuire e non insistere. 

 

Si è vero, Trent era dolce e tutto quanto, ma sapeva essere anche molto testardo quando voleva. 

 

Una volta quando erano piccoli, ricordava che aveva preso di nascosto uno dei suoi giocattoli preferiti e se lo era portato a casa. 

Ha costretto i suoi genitori a guidare alle 11 di sera fino a casa sua per riprenderselo, altrimenti ha detto che non avrebbe dormito. 

 

O quando in prima media, dovevano giocare a basket, ma lui era troppo basso e non arrivava all’altezza richiesta per entrare nella squadra. 

 

Pianse per 3 giorni, ma non si arrese, continuò a giocare e finalmente entrò nella squadra. 

 

Era lui, Trent, semplicemente lui... 

 

Decise a quel punto di uscire dalla classe per prendere un po' d’aria e per lasciarlo solo. 

Incrociò per il corridoio, lo sguardo di un’altra ragazza dalle ciocche blu.... 

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Capitolo 5
*** "Ricordi" ***


Si squadrarono per qualche secondo, poi ognuna prese la sua strada. 

 

Prima di andarsene definitivamente, la castana si rivolse alla dark che stava per entrare in classe. 

 

“Fammi un favore, di a quell’idiota del tuo ragazzo che la smettesse di fare il bambino con Trent, così fa risparmiare tempo sia a lui che a noi. 

 

-La dark si voltò, vedendo che la castana si era già avviata verso la mensa. 

 

Non aveva capito bene a cosa si riferisse. 

 

Sapeva che il suo ragazzo provava un fastidio nei confronti del loro compagno, ma nessuno, se non poche persone, ci avevano dato tanto peso. 

Pensava si trattasse di una cosa passeggera, e che prima o poi lo avrebbe lasciato stare. 

 

Entrò in classe avvolta dalla melodia di una chitarra, anche se il suono non era molto omogeneo. 

 

Vide il ragazzo seduto ad un banco vicino alla finestra, che riponeva con delicatezza nella custodia il suo strumento. 

 

Appena si accorse della presenza di Gwen, la fissò per qualche secondo negli occhi, mentre lei lo ignorò e si mise sdraiata sopra uno dei banchi in prima fila, cercando di dormire. 

 

“Ti chiedo di non suonarla più per favore, non ho chiuso occhio stanotte. 

O se devi proprio farlo, vai in un’altra aula. 

 

 

Senza più guardarlo, chiuse gli occhi nella speranza di dormire un po'. 

 

Lui non obbiettò, prese le sue cose e uscì, ma non prima di ricevere un piccolo avvertimento da parte della dark. 

 

“Ti dico una cosa, se non vuoi avere problemi, cerca di stare lontano da Duncan, ignorarlo sul momento non serve a nulla, evitalo e basta. 

Ora esci, ti ho detto troppo, già mi hai stancato…. 

 

 

-Senza dire una parola, il ragazzo uscì abbastanza perplesso, ma non fece domande. 

 

Raggiunse di nuovo i suoi amici in mensa, dopo che quasi tutti ormai se ne erano andati. 

 

Si erano aggiunti al gruppo anche Harold e Dj, un ragazzone di buon cuore, che stringeva tra le mani il suo coniglietto. 

 

“Non ti avevano proibito di portarlo a scuola? Non è un posto per gli animali... 

“Lo so Harold, ma non potevo lasciarlo a casa da solo, e poi nessuno lo verrà a sapere se resta nella sua gabbietta! 

 

-Gli amici si scambiarono un'occhiata tra di loro, per poi alzare le spalle. 

 

Il chitarrista venne notato da Lindsay, che era in compagnia di Tyler, il suo ragazzo. 

 

“Ragazzi Tarn è tornato! Ma non ha proprio una bella cera... 

 

-Ignorando come al solito le sue pronunce sbagliate, Trent si sedette al loro tavolo, ancora perplesso. 

 

“Zuccherino, Lindsay ha ragione, non hai una bella faccia, è successo qualcosa? A chi devo mettere le mani addosso stavolta? 

 

-Leshawna fece valere il suo istinto materno, cosa che venne come sempre molto apprezzata dal ragazzo. 

 

“Sto bene, ero da solo in classe quando ad un certo punto è entrata Gwen, mi dice una cosa riguardo Duncan, per poi chiedermi di uscire... 

 

“Cosa ti ha detto? -Harold era molto incuriosito dalla faccenda 

 

“Nulla di che, mi ha detto che se voglio che Duncan mi lasci in pace devo evitarlo, ignorarlo non serve a nulla.... 

 

“Ma cosi stai solo evitando il problema, non lo stai affrontando! Quella dark non mi piace per niente, quelli li sono fatti con lo stampino... 

Lasciamoli stare per ora, ce ne occuperemo più tardi... 

 

-Dopo il breve confronto, si salutarono e tornarono tutti a casa. 

 

 

Fuori dal cancello, Courtney stava aspettando che suo padre la passasse a prendere, e nel mentre venne raggiunta da Duncan. 

La ragazza tentò come al solito di ignorarlo, ma più andava avanti e più gli risultava difficile…. 

 

“Che fai? Il tuo Romeo non ti porta a casa oggi? Non dirmi che è corso dalla mammina dopo quel piccolo “incidente” di prima? 

 

-Cercò di mantenere la calma, cosa che con quel tipo, era impossibile. 

 

“La sai la differenza qual è tra te e lui Duncan? 

 

“Che lui è uno sfigato chitarrista da quattro soldi al contrario di me? 

 

“No, è che a differenza tua, lui è amato per il suo carattere, mentre tu per la tua ignoranza e cattiveria. 

 

A lui non serve dimostrare di essere un “duro” per piacere agli altri, perché sa che sarebbe solo tempo sprecato. 

La sua innocenza e gentilezza di distinguono più del suo talento. 

 

Invece di divertirti a maltrattare la gente, pensa cosa potresti fare per migliorarti. 

 

“Principessa, non serve migliorarmi, le persone mi amano perché sono così, è questo l’importante. 

Se non fossi cosi, come le spieghi tutte le ragazze che mi vengono dietro e tutti gli amici che ho? 

Forse perché a forza di stare a contatto con quegli sfigati dovresti cambiare giro. 

 

Poi se tu vuoi continuare a dare retta al chitarrista dei poveri fallo pure, ma non sai cosa ti stai perdendo! 

 

-La ragazza gli si avvicinò di qualche centimetro, quanto bastava per guardarlo bene negli occhi. 

 

Non poteva negarlo certo, era veramente un bel ragazzo. 

Ma il modo in cui si comportava toglieva tutte le buone intenzioni di stabilirci un rapporto. 

 

Fortunatamente, in quel momento suo padre la venne a prendere, e il punk se ne andò. 

 

Una volta salita in macchina, sbuffò per la bizzarra discussione avvenuta poco fa con quel tipo... 

Riusciva ad essere veramente irritante, e non solo con loro, anche con i professori...... 

 

Suo padre lo notò, e cercò tranquillamente di iniziare una conversazione con sua figlia. 

 

Era molto raro che la venisse a prendere, di solito sia lui che sua madre non erano mai a casa a quell’ora. 

 

Erano entrambi avvocati, figli di altri avvocati, e anche lei avrebbe voluto prendere quella strada. 

 

Questo mondo gli era sempre piaciuto, anche se aveva paura gli potesse portare via un cumulo di tempo. 

 

Suo padre era molto preoccupato per lei in questo periodo, la vedeva sempre stressata e sempre di corsa. 

 

 

“Tesoro, come ti sei trovata oggi? 
 

“Sono in classe con le stesse persone da 5 anni ormai papà, mi ci sono abituata... 

 

“Capisco... 

E quel ragazzo? Deve essere uno dei tuoi amici... 

 

“Ma lo hai visto papà? Secondo te io posso essere amica di uno del genere? 

Già è tanto che riesco a sopportare la sua presenza... 

 

“Tesoro, lo sai che non si giudicano le persone per il loro aspetto esteriore…. 

 

“Credimi papà, parli così perché non lo conosci, se lo conoscessi mi daresti ragione... 

 

-I due continuarono la loro conversazione fino a casa. 

 

Una volta arrivati, la ragazza buttò il suo zaino e le scarpe in camera sua, per poi andare in salotto a salutare sua madre. 

 

Si erano presi qualche giorno di ferie per poter aiutare loro figlia a sistemarsi bene con la scuola, anche se ci riusciva da sola... 

 

“Ciao mamma, com’è andata oggi? 

 

“Amore tutto bene, a te il primo giorno? Fatto nuove amicizie? 

 

“Il solito, non vedo l’ora di andarmene da quell’inutile scuola... 

Per il resto no, sempre la solita gente noiosa e priva di interesse. 

 

-Una cosa di Courtney che non gli piaceva molto, era che giudicasse le persone senza conoscerle. 

Provava una sorta di ribrezzo per le persone della sua età, amava rapportarsi in genere con persone più grandi, persone dove “ne valeva davvero la pena di parlare” ... 

 

“Capisco... 

Trent invece? Come sta? 

 

“Bene, ha i suoi soliti problemi, ma sta bene…. 

 

“Ancora gli danno fastidio? Domani credo che andrò a farmi una bella chiacchierata con la preside.... 

 

“Inutile mamma, sai che non vuole, è fatto così... 

Aspettiamo che le cose si sistemino da sole... 

 

-Sandra, la mamma di Courtney, era come lei. 

Non amava le ingiustizie, né tantomeno i prepotenti. 

Al contrario suo però, Courtney si limitava di più a farsi gli affari suoi, almeno fino a quando non riguardavano lei in prima persona. 

 

 

-Nel frattempo Duncan era rimasto a scuola a chiacchierare con il professor Mclain. 

 

Come al solito, gli stava facendo il solito discorso di avvertimento, come ogni anno. 

 

Era stufo di sentirsi dire sempre le stesse cose, anche se non faceva nulla per evitarle... 

 

 

“Nelson ascoltami bene, quest’anno voglio impegno da tutti quanti voi, specialmente da te, hai intenzione di farti bocciare di nuovo? 

Che credi che io non mi sia stufato a vedere la tua faccia svogliata tutte le mattine? 

 

“Ascolti lei prof, ormai per me venire a scuola è diventata una noia, quindi potete semplicemente darmi il diploma e finirla lì? 

 

“Magari Nelson, purtroppo il sistema scolastico ci vieta di fare cose del genere, sennò sai quanti ne avremo buttati fuori a quest’ora, te compreso... 

 

“Si ne sono perfettamente a conoscenza, e non ci sono tipo dei crediti o cose del genere? Almeno per permettermi di riprendermi in caso? 

 

“Vai in segreteria e informati domani, io ora vado a casa, arrivederci Nelson, e mi raccomando domani puntuale... 

 

“Arrivederci prof.…. 

 

-Il professore si allontanò verso la sua vettura, lasciando il ragazzo davanti all’entrata della scuola. 

 

Aveva in mano un volantino con il numero della segreteria, lo gettò nel secchio più vicino e se ne andò. 

 

Una volta arrivato a casa buttò la sua roba per terra e si chiuse in camera sua. 

Accese la musica ad alto volume, come era solito fare, disturbando sua sorella che era nella stanza accanto e stava studiando. 

 

Loro due erano fratelli gemelli, e Duncan aveva sempre fatto fatica ad accettarlo. 

 

Quando era più piccolo desiderava tanto avere un fratello, ma poco tempo dopo i suoi genitori si sono separati. 

Lui viveva con sua madre e sua sorella, mentre suo padre si era trasferito all’estero appena divorziato, ovvero 10 anni fa, e da lì non lo ha mai più rivisto. 

Lo chiamava ogni tanto, ma il loro rapporto si limitava a quello. 

 

Lui e sua sorella erano gli opposti più opposti che esistevano in quel momento sulla terra. 

 

Lei era studiosa e molto educata, aveva un carattere molto gentile. 

 

Un piccolo difetto che aveva, è che non era molto sveglia, si faceva fregare facilmente. 

 

Lui invece era sempre scorbutico e odiava a morte studiare. 

Era stato bocciato una volta alle medie, e una alle superiori, con qualche sospensione e qualche nota. 

 

Nonostante questo, era molto intelligente e anche vendicativo. 

 

In passato, alcuni dei ragazzi che abitavano vicino a lui, avevano provato a bucargli le ruote della bici davanti al vialetto della scuola. 

 

Quando se ne accorse, si alzò la mattina molto più presto del solito, rubò un cacciavite dalla cassetta di suo padre, e lo usò per manomettere i loro manubri. 

 

Quel giorno 2 di quei 4 ragazzi finirono in ospedale, e lui rischiò per la prima volta di essere sospeso e denunciato. 

 

Sorrise però al ricordo di quella scena, pensando a quanto fosse bella la vita quando si è piccoli. 

Senza stress ne preoccupazioni, avrebbe tanto desiderato tornare a quei tempi. 

 

Improvvisamente gli arrivò un messaggio da parte di Gwen, che lo distolse dai suoi pensieri.  

 

Lui ignorò il messaggio, buttando il cellulare sul divano. 

 

Gli piaceva molto come ragazza, ma a volte la trovava troppo fastidiosa. 

 

Era molto gelosa di Courtney, perché sapeva che in passato la perfettina aveva fatto girare la testa al punk. 

 

Ora si poteva dire che la sua ormai “cotta” era finita, ma non era finita la voglia che aveva di stuzzicarla in continuazione. 

 

Non sapeva perché, ma la odiava e lo intrigava allo stesso momento, anche se rimaneva sempre una rompiscatole. 

 

 

Da un’altra parte, Gwen si stava occupando del figlio di sua zia, nonché suo cugino, Samuel, che da lì a poche ore, avrebbe compiuto 7 anni. 

 

Amava molto quel bambino, lo aveva visto nascere e se ne era innamorata subito. 

Purtroppo il padre se ne è andato prima che lui nascesse, e la madre era morta di parto. 

 

Samuel è stato cresciuto dalla mamma di Gwen, che lo ha sempre trattato come se fosse il suo terzo figlio. 

 

Gwen aveva un fratello più grande, Max, che lavorava in Inghilterra come cuoco. 

 

Si vedevano poco durante l’anno, solo durante compleanni e feste Natalizie. 

 

Samuel era un bambino molto allegro e vivace, ma allo stesso tempo educato e gentile. 

 

Aveva una grande passione per il pianoforte 

Da quando aveva 4 anni prendeva delle lezioni, e Gwen si occupava di accompagnarlo ogni tanto. 

 

Una volta finiti di sistemare gli addobbi per la festa, Gwen lasciò Samuel con sua madre, e uscì di casa. 

 

Non era per nulla amante dei bambini, ed averne la casa piena non sarebbe stato dicerto un confort per lei. 

 

Continuava a smanettare con il suo telefono in attesa di una risposta da parte del suo ragazzo, ma non arrivò nulla. 

 

Spense il telefono sbuffando, per poi continuare a camminare lungo la strada. 

 

Gli piaceva un sacco camminare al tramonto, lo trovava estremamente rilassante. 

 

Con Duncan ricordava le lunghe passeggiate che facevano durante l’estate. 

 

Lui la passava a prendere dopo cena, o nel tardo pomeriggio, e camminavano per ore in quelle strade, parlando del più e del meno. 

 

Era una cosa che faceva sempre anche con suo padre quando era più piccola. 

 

Purtroppo, come la mamma di Samuel, anche il suo papà era volato in cielo, investito da un camion. 

 

Aveva insistito tanto per andarla a vedere il primo giorno di danza, nonostante si fosse operato da poco e il forte temporale. 

 

A quei ricordi, una lacrima scese dal suo viso, ma la pulì velocemente. 

 

Continuò a camminare, e senza accorgersene, si rese conto di essere arrivata davanti all’entrata di un negozio di strumenti musicali. 

 

Era aperto da poco lì in zona, e non ci aveva più di tanto fatto caso. 

 

Decise di entrare per pura curiosità, anche se ormai era tardi e stava quasi per chiudere. 

 

Passeggiò un po' lì intorno, per poi soffermarsi a guardare il reparto dei pianoforti. 

 

Anche a lei affascinavano, ma non aveva tutti quei soldi per potersene permettere uno. 

 

Prima di uscire, diede un'ultima occhiata alle pianole. 

 

Certo un pianoforte sarebbe costato troppo, ma con una pianola ci si poteva ancora ragionare. 

 

Proseguendo verso sinistra, si accorse della presenza di una chitarra posta al centro nel reparto delle pianole. 

 

 

A quel punto, notando la sua confusione, le si avvicinò un commesso dall’aria abbastanza gentile. 

 

“Buona sera signorina, le posso essere utile? 

 

-Le parole del ragazzo fecero sobbalzare Gwen, che non si era per nulla accorta della sua presenza... 

 

 

“Oh no no, stavo soltanto dando un’occhiata, la ringrazio…. 

 

“Si figuri, mi scusi anche, non era certo mia intenzione spaventarla. 

Per caso è intenzionata a partecipare al nostro concorso? 

 

“A che concorso si riferisce mi scusi? 

 

“Vede quella chitarra posta lì? La settimana prossima ci sarà una lotteria della fortuna, ovvero chi pesca il numero fortunato vincerà quella meraviglia! Lei non è interessata? 

 

“Ah no grazie, non mi serve una chitarra, e poi non so nemmeno come si suona…. Mi dispiace... 

 

“Non si preoccupi, era solo per informazione, comunque ora mi deve scusare, ma il negozio sta chiudendo, le devo chiedere gentilmente di uscire. 

 

“Oh si mi scusi, arrivederci e buona serata... 

 

“Grazie mille, anche a lei. 

 

-Uscì dal negozio e se ne andò verso casa. 

 

Ormai erano passate più di 3 ore, quella dannata festa doveva pur essere finita. 

 

Una volta rientrata a casa, c’era un casino tale da fare invidia ad una stalla. 

 

Bicchieri sparsi ovunque, piatti divisi a metà, fazzoletti sporchi sul divano e sui mobili.... 

 

Sua madre stava cercando di pulire insieme alla mamma di uno dei bambini. 

 

La festa era finita e tutti se ne erano tornati a casa loro, per fortuna anche direi. 

 

Ecco il motivo del perché preferiva uscire in quei momenti.... 

 

Una volta finito di pulire tutto, salutarono la signora e si misero a preparare la cena. 

 

“Gwen tesoro, a proposito, Samuel resterà per un paio di giorni a dormire da un suo amichetto, quindi non serve che lo accompagni a scuola per questa settimana, ok? 

 

“Si va bene mamma, ma parli del bambino che ha il fratello in carcere? 

 

“Non più, gli hanno dato gli arresti domiciliari per 6 mesi, starà in collegio fino a quel momento... 

 

“Poteva evitare di farsi coinvolgere il quella rissa allora.... 

 

“Tesoro voi adolescenti non siete così semplici da capire, e poi lo ha fatto per difendere la sua ragazza, sbaglio o anche Duncan lo ha fatto per te in passato? 

 

“No mamma, quel giorno era Duncan che aveva infastidito quei ragazzi perché avevano parcheggiato nel posto dove di solito parcheggia lui, solo che non aveva messo in preventivo che loro erano in 5, di cui uno 2 volte campione di arti marziali... 

Io non ero nemmeno presente al momento... 

 

“Non sapevo di questa faccenda…. 

Spero non si sia ferito gravemente…. 

 

“Fortunatamente è riuscito a cavarsela con un braccio rotto, l’importante che abbia capito la lezione.... 

 

“Scusami tesoro, ma Duncan non sembra il tipo che impara dai suoi errori, soprattutto se continua ad infastidire quel bel giovanotto che viene in classe con te... 

 

“Ti riferisci a Trent?  

 

“Si, il figlio di Valter, è un così bravo ragazzo, perché se la prende tanto con lui io non capisco…. 

 

“Pazienza, basta che non ci vado di mezzo io, fino a quel momento possono fare quello che vogliono.... 

 

 

-La mamma di Gwen a volte non condivideva questo atteggiamento della figlia. 

Sapeva del carattere turbolento e poco amichevole di Duncan, ma gli dava fastidio che continuasse a prendersela con quel ragazzo. 

Non voleva assolutamente opporsi alla relazione tra lui e sua figlia, anche se non gli ispirava molta fiducia.... 

 

Dopo cena, Gwen andò in camera sua, si preparò lo zaino, si fece una doccia e poì andò a dormire, pronta per un altro giorno di scuola. 

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Capitolo 6
*** "C'è ancora amore?" ***


 

PS: Prima di passare al capitolo, volevo scusarmi per la poca frequenza degli aggiornamenti, l’università mi sta portando via molto tempo. 

Cercherò di aggiornare una volta a settimana, salvo impegni ovviamente, grazie della comprensione e buona lettura! 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Il nuovo giorno non era proprio iniziato nel migliore dei modi per nessuno. 

 

Courtney si era appena fatta la doccia, ma in quel momento le era andata via la corrente, ed era rimasta con i capelli bagnati in attesa che il fon riprendesse a funzionare. 

 

Duncan appena uscito di casa, aveva scoperto di avere una gomma a terra, e fu costretto a dover chiedere un passaggio a sua sorella ed il suo odioso ragazzo. 

 

Gwen si era svegliata con le urla di sua madre perché il cane dei vicini era scappato e gli stava distruggendo mezzo giardino. 

 

A Trent si erano rotte due corde della chitarra, ma il negozio dove andava sempre era chiuso, e doveva aspettare una settimana. 

 

Arrivarono a scuola non proprio di ottimo umore, venendo accolti dai loro amici. 

 

Courtney e Trent andarono verso Harold, Leshawna e Lindsay, mentre Duncan e Gwen raggiunsero Scott e Heater. 

 

Vedendo le condizioni dei capelli di Courtney, i ragazzi a malapena trattennero le risate. 

 

 

“Ragazzi che vi è successo? Avete una faccia.... 

 

-Lindsay tocco con un dito i capelli di Courtney, che ritirò subito appena vide il suo sguardo assassino. 

 

“Catrine ma non ti sei asciugata i capelli? 

Guarda che così ti prenderai un bel raffreddore... 

O peggio ancora, DIVENTERANNO CRESPI! 

 

“Credi che non lo sappia Lindsay?  

Li avrei anche asciugati se solo quella dannata corrente non fosse saltata! 

E poi sono già crespi! 

 

“Cavolo brutta storia... 

E tu tesoro? Perché muso lungo? -Disse Leshawna rivolgendosi a Trent. 

 

 

“Mi si sono rotte due corde della chitarra, purtroppo potrò farle sistemare solo la settimana prossima... 

 

-Lindsay si avvicinò al ragazzo e lo fisso negli occhi. 

 

 

“Su con la vita Tarn, non è mica la fine del mondo! 

Pensa che la mia amica di infanzia Rosy, aveva ukulele che portava sempre con se, un giorno però se lo era dimenticato in bus e da li pianse per giorni... 

 

“Lindsay..... 

Tu come ti sentiresti se fossi costretta a stare una settimana senza il tuo smalto preferito? -Disse Courtney alla bionda. 

 

“Oddio ma io morirei!! 

Come ti capisco ora Tarn!! 

 

-La ragazza abbracciò il chitarrista, sotto lo sguardo interrogatorio di Courtney. 

Non era gelosa, sapeva che Lindsay ogni tanto aveva questi momenti. 

 

La sua preoccupazione era più per Trent, non l’aveva mai visto così giù, nemmeno quando aveva perso il concerto della sua band preferita 2 anni fa. 

 

“Trent scusa, ti posso parlare un secondo? 

 

-La ragazza prese un attimo in disparte il moro per scambiarci due parole in solitudine. 

 

“Trent, che ti succede? Non sei mai stato così triste per la chitarra, c’è qualcos’altro che ti preoccupa? 

 

“Tranquilla Courtney, è solo che questa sera avrei dovuto suonare in uno dei bar dove lavora mio padre, e ora dovrò disdire per colpa di questo incidente... 

 

“Dai non preoccuparti, posso chiedere a mia madre se conosce un altro negozio nelle vicinanze così ti ci accompagnamo , tu stai tranquillo però ok? 

 

“Grazie mille Courtney, sicura che non ci siano problemi? 

 

“Non dire sciocchezze, lo sai che mia madre ti adora, per lei sei come un secondo figlio. 

 

“D'accordo, grazie mille allora! 

 

-I due tornarono di nuovo dagli altri, sotto gli sguardi di Gwen, Duncan Heather e Scott, che li fissavano sparlando. 

 

“Raga secondo me quello è gay, non ci sono altre spiegazioni... 

 

-Scott si rivolse a Heather riferendosi a Trent. 

Lei alzò gli occhi al cielo continuando limarsi le unghie. 

 

 

“Ma che vuoi che importi a me? Per me possono anche andare al diavolo tutti loro. 

Poi cosa te lo fa pensare scusa? 

 

“Eh ovvio dai! 

Cioè hai visto che pollastra di fidanzata che ha? 

Fossi al suo posto me la sarei già sposata! 

Lui invece sta lì come un pesce lesso! 

 

“E secondo te ora che lo hai detto cambierà qualcosa? 

Perché invece di stare qui a lamentarti non vai lì? 

Magari con il tuo stile da zoticone la conquisti! 

 

“Buona idea sorella! 

Magari quando è da sola, senza i suoi amichetti intorno! 

E poi non sono uno zoticone... 

 

 

-A sentire queste parole, Duncan era leggermente infastidito. 

 

Lui e Scott si conoscevano dai tempi delle medie, ed erano rimasti amici fino ad allora. 

 

Non era un tipo molto sveglio, ma quando voleva sapeva essere davvero cattivo. 

Aveva sempre avuto una grande sfiga con le ragazze, tutto per colpa dei suoi rozzi modi. 

 

Sapeva che Courtney non avrebbe mai ceduto alle “avance” di quello zoticone, nemmeno se fosse stato l’ultimo uomo sulla terra. 

Decise però di non intromettersi, alla fine a lui cosa importava se la perfettina si faceva fare la corte da quel carotino li. 

 

Scott è sempre stato preso in giro fin da piccolo per il colore dei suoi capelli, e veniva soprannominato “Rosso Malpelo”. 

 

Duncan si divertiva a stuzzicarlo dandogli dei nomignoli, anche se ormai il rosso ci aveva fatto l’abitudine. 

 

“Piuttosto, -riprese Heather-, sapete che fine ha fatto il cascamuerto? 

Di solito arriva sempre prima di noi, stamattina cosa gli è successo? 

 

“Heather invece di rompere le palle su dove sia il tuo ragazzo, perché non lo chiami? 

Se sei così preoccupata gli farà piacere! 

 

“Non è il mio ragazzo, figurati poi se mi preoccupo per quello! 

Già mi avete stancato di prima mattina, non fatevi più vedere oggi che è meglio! 

 

-Heather si alzò dal muretto dove era seduta, prese le sue cose e se ne andò verso l’entrata. 

A quella scena Gwen sbuffò. 

 

“Mamma mia quanto non la sopporto... 

Uno di questi giorni capita che gli riempio il banco di formiche rosse... 

 

-La dark non sopportava minimamente Heather, la trovava spocchiosa e arrogante a tal punto da fare invidia alle serpi. 

 

Si erano “conosciute” entrambi alle superiori, stavano nello stesso gruppo, ma non si sopportavano a vicenda. 

Era rimasta solo per Duncan, perché aveva fatto amicizia con Alejandro ed era molto amica anche di Scott. 

 

Il gruppo era inizialmente formato da loro 4, poi Alejandro si era preso una cotta per Heather, ed ha insistito per far entrare anche lei. 

Si piacciono, ma sono entrambi troppo orgogliosi per ammetterlo. 

 

 

Al suono della campanella, ogni studente entrò nella propria aula, compresi tutti i ragazzi della sezione B. 

 

Il professor Mclain dopo aver finito la sua lezione, decise di parlare 5 minuti con la classe. 

Lo faceva sempre, anche se la maggior parte delle volte era informazioni totalmente inutile. 

 

 

“Ragazzi prima di lasciarvi, vorrei spendere due parole per parlarvi della gita di 3 settimane che si terrà fra un mesetto, ho bisogno di sapere tutte le persone che hanno intenzione di partecipare. 

Poi vi poterò le autorizzazioni, siete contenti? 

 

“Mi scusi professore, ma siamo nel periodo dell’esame, crede che sia necessaria una gita? 

 

-A parlare era stata Beth, una ragazza bassina con gli occhiali e l’apparecchio, che venne immediatamente guardata male da tutti i suoi compagni. 

 

“Che sciocchina che sei Beth, è ovvio che anche il prof ha voglia di fare shopping all’estero non credi? 

 

-Alzarono gli occhi al cielo per l’affermazione della bionda, per poi lasciar parlare il professore. 

 

“Naturalmente, appunto perché ci troviamo nel periodo pre esame, penso sia lecito permettervi di sfogarvi l’ultima volta, in modo tale che dopo vi concentrerete a pieno solo sulla scuola, anche se so già che per alcuni di voi non sarà così. 

 

“Ci dica la verità professore, non è lei che ci accompagna vero? 

 

“Oh certo che no Leshawna cara, figurati se alla mia età mi mettessi a combattere con degli adolescenti scalmanati. 

 

Andrete con la preside Blaineley e il prof di inglese Josh. 

 

-Un coro di “nooooo” aveva subito attraversato l’intera aula. 

 

Nessuno aveva voglia di passare quelle settimane in compagnia di quell’arpia. 

Era la donna più fastidiosa dell’intero sistema solare, se mai lo avrebbero esplorato tutto. 

 

Almeno potevano contare sulla simpatia del professore Josh, un uomo sulla quarantina che passava le sue giornate al corso di teatro, dato che la sua prima passione era fare l’attore. 

 

A causa dei continui rifiuti che riceveva, per guadagnarsi qualcosa insegnava in quel liceo, anche se era quasi sempre assente. 

 

Finite tutte le lezioni, il gruppo di Leshawna, formato da Harold, Trent, Lindsay e il suo ragazzo, Courtney e Cody, decisero di andare nel bar davanti alla scuola per bere un caffè. 

 

Dopo aver passato li una mezzoretta, la mamma di Courtney venne a prenderla, e insieme accompagnarono Trent al negozio, per far riparare la sua chitarra. 

 

Vedendoli andare via, Duncan, Gwen e Scott decisero di seguirli con la macchina del rosso. 

 

Videro che accostarono davanti allo stesso negozio dove Gwen si era imbattuta per sbaglio l’altra sera. 

 

Rimasero li fuori, ad aspettare che il chitarrista e la sua ragazza uscirono. 

 

“Ragazzi, mi spiegate perché li abbiamo seguiti? Non ne vedo motivazione... 

 

“Tesoro rilassati, voglio solo divertirmi un altro po con l’Elvis dei poveri... 

 

 

Dopo 40 minuti di attesa, finalmente la porta si apri e ne uscirono loro due. 

 

Trent non smetteva di ringraziare Courtney per avergli trovato il negozio, e lei continuava a ripetergli che non doveva dirle grazie di nulla. 

 

I tre ragazzi fissarono la scena annoiati, credendo di aver fatto un viaggio a vuoto. 

 

“Ma dico io di cosa la ringrazia, è la sua ragazza è il minimo che lo abbia aiutato.” -Disse Scott appoggiandosi alla macchina. 

 

“Che vuol dire? Sono fidanzati ma lei non è obbligata a fargli da cagnolino! Che si arrangi l’Elvis dei poveri se non è capace a stare al mondo! 

 

Essere fidanzati non significa pararsi a vicenda! Ognuno deve lo stesso pensare per se! 

 

-Alle parole di Duncan, Gwen ne rimase visibilmente molto delusa. 

 

Lei era molto innamorata del punk, e aveva paura che quelle parole non fossero indirizzate soltanto a Courtney e Trent. 

Sperava che la loro relazione sarebbe durata a lungo, ma i presupposti erano purtroppo molto pochi. 

 

I due fidanzati si accorsero della presenza dei tre, e decisero di ignorarli ed andarsene. 

 

Purtroppo il punk si avvicinò, tentando da dietro di fare lo sgambetto a Trent, ma lui se ne accorse e si spostò. 

 

Courtney si voltò verso di loro, che nel frattempo avevano affiancato il metallaro, incrociando subito il suo sguardo. 

 

“Si può sapere che volete, non vi basta romperci le scatole a scuola? Ora dovete farlo anche al di fuori? 

 

“Principessa lo sai che io non mi stanco mai di darti fastidio, mi conosci da 5 anni ormai dovresti saperlo. 

Tanto meno al tuo fidanzatino, gli sfigati sono le nostre prede preferite. 

 

-L’aveva fatto di nuovo. L’aveva chiamata principessa. 

 

Gwen non ne capiva il motivo di questo soprannome. 

All’inizio pensava fosse un modo per sfottere Courtney, ma andando avanti sembra come se si fosse abituato a chiamarla così. 

 

A lei non dava mai dei soprannomi, forse perché pensava non ne avesse bisogno... 

 

 

Trent la fissò, mentre Courtney e Duncan non la smettevano di sfidarsi con gli occhi. 

 

Era a disagio, si vedeva, e nonostante fosse la ragazza di quel punk da strapazzo e non ci aveva parlato quasi mai, gli dispiaceva un po vederla così. 

 

Alla fine Duncan distolse lo sguardo, girandosi verso Scott. 

 

“Fratello, lo sfigato ha qui una nuova chitarra, che ne dici di dargli il nostro tocco personale? 

 

-Scott fissò il punk titubante. 

Sapeva cosa voleva fare Duncan. 

 

Era abituato a dare fastidio ai più deboli, ma rompergli la chitarra gli sembrava un gesto un po' esagerato. 

 

Scott non era cattivo, era un ragazzo che si faceva condizionare molto facilmente, e questo lo aveva portato ad essere un “complice”. 

 

Prima che Duncan si avvicinasse a Trent, la gotica lo fermò per il braccio. 

 

“Duncan basta, non è necessario rovinargli lo strumento, poi stiamo solo perdendo tempo... 

 

“Si fratello la tua ragazza ha ragione, lasciamoli stare per stavolta. 

Abbiamo davanti tutto l’anno per infastidirli... 

 

“Ma andate al diavolo tutti e due! Non ci si può mai divertire in pace! 

 

-Non la prese molto bene a quanto pare. 

 

Si liberò bruscamente dalla presa di Gwen, salì in macchina e se ne andò, lasciandoli li. 

 

Scott imprecò, non tanto per la risposta del punk, ma perché aveva preso la sua auto! 

 

Rimasero tutti e 4 in silenzio per 5 minuti, poi il rosso decise di prendere parola. 

 

“Beh, scusatemi per il suo atteggiamento, a volte non si sa contenere.... 

 

-Il suo sguardo era fisso verso Courtney, che lo guardava dubbiosa. 

 

Gli piaceva quella ragazza, aveva carattere ed era cazzuta, faceva apposta per lui. 

 

“Comunque noi andiamo, e non pensate che perché vi ho difeso mi state simpatici, per me rimanete sempre degli sfigati, andiamo Gwen, devo riprendermi la macchina. 

 

-I due ragazzi se ne andarono, lasciando la coppia proseguire fino a casa. 

 

Si fermarono davanti a casa di Trent, e prima di salutarsi Courtney volle parlare un attimo con il fidanzato. 

Era molto preoccupata anche se non lo dava a vedere, anche se Trent gli diceva che andava tutto bene... 

 

 

“Trent, per caso.... 

 

“So già quello che vuoi dirmi, no tranquilla, le sue parole non mi hanno minimamente sfiorato... 

 

“Ne sei sicuro? Guarda che ci metto un attimo ad andare li e spaccargli la faccia. 

 

“Tranquilla, non posso stare dietro a quel metallaro, l’importante che non abbia dato fastidio a te... 

 

“A me? Deve solo provarci! Giuro che se osano di nuovo uscirsene con una cosa del genere questa volta li faccio secchi! 

 

-Trent rise alle parole della ragazza, si salutarono e lui entrò in casa. 

 

Era strana la loro relazione, in quel periodo raramente si davano un bacio o anche un semplice abbraccio. 

Provavano ancora un forte sentimento l’uno per l’altra, ma non era abbastanza da farli avvicinare fisicamente e sentimentalmente fino ad un certo punto. 

Dopotutto era sempre stata così, quindi nessuno dei due ci faceva più di tanto caso. 

 

Una volta entrato in casa, salutò suo padre, che come al solito era ai fornelli, provando ad improvvisare qualcosa per pranzo al figlio. 

 

Sua madre era sempre via per cose di lavoro, quindi loro due passavano molto tempo insieme. 

 

Anche lui suonava la chitarra, e dopo il nonno, era stato il suo secondo istruttore. 

 

Trent rise a quella scena, per poi andare in camera sua per posare lo zaino e la chitarra. 

 

Dopo circa 5 minuti, si sentì chiamare dalla sala. 

 

 

“Trent! Il pranzo è pronto! O quasi…. 

 

-Gli venne presentata a tavola una specie di pasta tutta bruciacchiata e sotto molto unta. 

 

Non era il massimo ai fornelli, ma cercava sempre di migliorarsi. 

 

“Papà, sicuro che questa sia digeribile?... -Disse il moro fissando il suo piatto. 

 

 

“Beh, non ne ho idea Trent, nel dubbio ordino un qualcosa dal ristorante qua di fronte, per te va bene? 

 

-Rise di nuovo, facendo l’ok con le dita. 

 

Adorava molto suo padre, era da sempre il suo esempio. 

Anche se una cosa gli andava male, non perdeva mai il sorriso e trovava ogni tipo di soluzione immaginabile. 

 

Purtroppo però, soffriva molto la lontananza della moglie, così come Trent. 

Cercavano di sentirsi ogni giorno, ma lei era sempre impegnata con il lavoro, era difficile riuscire a parlarci per più di 5 minuti di fila. 

Nonostante ciò l’allegria in quella casa non mancava mai. 

 

“Allora, te l’hanno riparata la chitarra? 

 

“Si si, mi hanno sistemato subito le corde rotte. 

 

“Meno male, sai in 30 anni che suono la chitarra non sono mai riuscito a sistemare le corde decentemente. 

Senti e con Courtney come va? 

 

“Va tutto bene, è molto in ansia per l’esame di quest’anno, ma in generale va tutto bene. 

 

“Già, è sempre stata una ragazza ansiosa, proprio come Cassandra, sono proprio due gocce d’acqua. 

Invece quel ragazzo? Di da ancora fastidio? 

 

“Ormai quello è il suo pane quotidiano papà, non fa altro... 

 

“Prima o poi gli spacco il muso a quello.... 

Come si permette di dare fastidio a mio figlio... 

 

“Stai tranquillo papà, prima o poi si stancherà, anche quelli come lui hanno un limite... 

 

-Trent restò a parlare con suo padre fino all’arrivo del pranzo, poi mangiarono, e lui andò in camera sua.  

 

Prese la chitarra e gli spartiti per suonare qualcosa. 

 

Anche se ormai tutte le canzoni che aveva le conosceva a memoria, con la musica era molto maniacale e preferiva avere sempre lo spartito davanti. 

 

 

Suonò per un’oretta le canzoni che avrebbe presentato al locale dove lavora suo padre, quando gli arrivò un messaggio da Harold. 

 

-” Trent presto è una tragedia! Ci siamo scambiati i quaderni e ti chiedo se gentilmente potresti uscire per riportarmi il mio, altrimenti se puoi portarmelo domani per favore. 

 

 

-Controllò nel suo zaino per esserne più sicuro, ed effettivamente quella scrittura non era la sua. 

 

Rimise apposto lo strumento per poi salutare suo padre e uscire. 

 

Casa di Harold distava a 10 minuti da casa sua, quindi non era difficile raggiungerla. 

Capitava anche che a volte andassero a scuola insieme, ma il rosso era molto preciso e a volte si trovava a scuola con addirittura mezz’ora di anticipo. 

 

Una volta arrivato suonò al campanello, ed ad accoglierlo ci fu un signore molto alto e snello, con i capelli arancioni e gli occhi scuri. 

 

“Oh Trent ciao, mio figlio mi ha detto del quaderno, vieni entra non restare sulla porta! 

 

-Ringraziò il padre di Harold e si sedette sul divano aspettando l’amico. 

 

Dopo circa 5 minuti, venne raggiunto da una ragazza poco più bassa di lui, capelli castani chiari e occhi verdi. 

 

Era la sorella più piccola di Harold, e da quando si erano conosciuti, aveva una cotta per Trent. 

 

Si erano presentati quando lui aveva 14 anni e lei 12, un giorno che il moro era andato a casa loro per studiare, e lei da quel momento se ne era perdutamente innamorata. 

 

Purtroppo aveva solo un ostacolo davanti: Courtney. 

Odiava quella ragazza, e non solo perché stava con Trent, ma anche per i modi da persona superiore che aveva. 

 

 

“Trent ciao! Come mai qui a casa nostra? 

 Non che disturbi ovvio, ma si sta facendo tardi e non mi aspettavo una tua visita! 

 

“Ciao Stacy, io e Harold ci siamo scambiati i quaderni e solo venuto qui per portargli il suo. 

 

“Ah ma non dovevi disturbarti, avresti potuto darglielo domani! 

Ma visto che ormai sei qui vuoi qualcosa da bere o da mangiare nel frattempo che lo aspetti? 

Se vuoi puoi anche fermarti a cena, non disturbi affatto! 

 

“No no grazie, sono apposto. Gli restituisco il quaderno e torno a casa, stasera suono al locale di lavoro di mio padre e non vorrei fare tardi. 

 

-In quel momento arrivò Harold con in mano il quaderno di Trent, lo salutò e fecero il cambio. 

 

“Scusa se ti ho fatto venire fin qui, ma sai senza questo non so dove altro prendere appunti. 

 

“Ma se ne hai altri 20 di quaderni! -Rispose irritata sua sorella. 

 

“Si ma quelli sono di altre materie, non posso su quelli altrimenti tutto l’ordine che ho accumulato in tutti questi anni sparirà. 

Sorellina si vede che proprio non ne capisci di queste cose... 

 

“Non ti preoccupare, ora vado, ci vediamo domani a scuola! 

 

-Trent stava per andarsene, quando Stacy lo fermò. 

 

“Trent, sei sicuro che non vuoi rimanere a cena da noi? Non dai mica fastidio ricorda! 

 

“No grazie mille Stacy, mio padre è a casa e non voglio farlo mangiare da solo, sarà per un’altra volta, ci vediamo! 

 

-Il ragazzo si allontanò da casa del suo amico, mentre Stacy chiuse tristemente la porta. 

 

 

“Sorellina, ti devo forse ricordare che è fidanzato? 

 

“Si con quell’arpia perfettina, il giorno che si lasceranno credo farò una festa! 

 

“In quel caso non saresti l’unica, quasi nessuno sopporta Courtney, tranne quel troglodita punk da strapazzo che non fa che ronzarle intorno... 

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Capitolo 7
*** "Ricatto" ***


PS: Ciao! 


Innanzitutto volevo fare a tutti quanti gli auguri di buon anno e di natale, anche se un po' in ritardo! 

In tutto ciò, volevo dirvi che in questo periodo purtroppo usciranno pochi capitoli a causa degli esami che a breve dovrò sostenere. 

Questo capitolo è stato scritto due volte perché mi si era cancellato (iniziamo bene l’anno eh), perciò ne ho già pronto un altro che pubblicherò tra un paio di giorni. 

Ah, volevo anche scusarmi se nei capitoli prendo molto il punto di vista di Trent essendo il mio personaggio preferito, ma darò molto più spazio anche agli altri! 

 

Spero che abbiate passato delle belle feste e che la mia storia vi tenga compagnia, buona serata e ancora buon anno a tutti! 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Nelson, in presidenza, SUBITO! 

 

-La giornata per Duncan non era proprio iniziata nel migliore dei modi. 

Di prima mattina aveva ricevuto un richiamo in presidenza, subito dopo essersi beccato una multa per aver parcheggiato sulle strisce. 

 

Innervosito si incamminò verso l’ufficio della preside, ripensando a quello che potrebbe aver combinato durante la settimana. 

 

Una volta entrato, venne fatto accomodare su una delle due sedie dalla preside stessa, che nel mentre era al telefono con la sua estetista. 

Si sorbì in questo modo tutta la telefonata tra le due, decidendo se andarsene o distruggergli l’ufficio. 

 

Sbuffò per l’ennesima volta dopo 20 minuti che si trovava li fermo ad osservare Blaineley che rideva raccontando la brutta figura fatta da una sua amica per telefono all’estetista. 

 

Finalmente dopo altri interminabili minuti la chiamata si chiuse, e tornò a concentrarsi sul ragazzo seduto davanti a lei. 

 

 

“Allora Nelson, ti starai forse domandando del perché ti ho convocato nel mio ufficio. -Disse mentre prendeva dal cassetto una limetta per le unghie. 

 

“Beh, vorrei saperlo, visto che da inizio anno sono già a rischio per i miei voti, vorrebbe gentilmente dirmi cosa ho fatto adesso? 

 

-La donna continuò a limarsi le unghie, mentre Duncan era sul punto di strapparle i capelli. 

 

 

“Mi sono giunte delle voci che lei ed il suo gruppo di amici non vi comportate proprio egregiamente nei confronti dei vostri compagni, in special modo di un vostro compagno, Trent Smith, ti è familiare questa cosa? 

 

 

-Duncan ebbe un piccolo momento di esitazione. 

La sua carriera scolastica non era tra le migliori, anzi, tutto il contrario, e non poteva permettersi l’ennesima sospensione. 

 

Stava per alzarsi e dare un pugno sulla scrivania della preside, quando lei riprese a parlare. 

 

“Sai, ho già parlato con il tuo compagno di questa cosa, non è stato lui a riferirmi ciò, mi ha anche detto che tra di voi non c’era assolutamente nessun tipo di problema, se non qualche incomprensione, ha detto la verità Nelson? 

 

-Il punk girò lo sguardo, non capendo del perché il chitarrista lo avesse difeso. 

 

 

“B-beh, si si, tra me e il signor Smith fila tutto liscio, certo ogni tanto ci sono delle piccole litigate, ma su siamo ragazzi, può capitare... 

 

“La stessa cosa mi è stata della dal suo compagno. 

Bene, allora visto che la situazione tra di voi è tutta rosa e fiori, credo possa andare, ma la avviso che terrò d’occhio sia lei che i suoi amici, ora sciò. 

 

“Preside, prima che vado, mi può dire chi è stato a riferirle queste cose? Sa, vorrei parlarci civilmente per chiarire l’equivoco. 

 

 

 

-Nel frattempo, il gruppo di Trent stava entrando a scuola, visto che quel giorno avevano la prima ora di buco. 

 

Il loro professore di inglese, Josh, si assentava spesso a causa di provini che faceva per poter lavorare nel mondo del cinema. 

La maggior parte gli andavano tutti male, ma non si dava per vinto. 

 

Con loro c’era anche la sorellina di Harold, che da mezzora stava appiccicata a Trent spiegandogli il perché voleva a tutti i costi imparare a suonare la chitarra, e che doveva essere lui il suo maestro. 

Harold invece, veniva torturato da Lindsay su quale fosse la migliore tonalità di mascara in una rivista che gli stava mostrando. 

 

 

Mentre continuavano a chiacchierare, videro la figura di Duncan avvicinarsi furioso verso di loro, con passo svelto. 

 

“Ehm ragazzi, secondo voi Demon ce l’ha con noi? -Disse Lindsay sgranando gli occhi. 

 

“Sta venendo verso di noi, che gli avremo fatto questa volta? -Harold si nascose dietro il corpo della sua ragazza, che guardava il punk avvicinarsi con aria di sfida. 

 

Il ragazzo si mise davanti a loro, fermandosi a pochi metri e guardandoli con uno sguardo d’odio. 

 

Fissava una persona in particolare, la quale sapeva benissimo il perché. 

 

Dopo questo scambio di sguardi, il ragazzo puntò il dito contro quella persona, sotto lo sguardo preoccupato degli altri. 

 

“Tu brutta mocciosa! Quando imparerai nella vita a farti i cazzi tuoi?! 

 

-Stacy era pietrificata, così come tutti gli altri. 

Harold uscì allo scoperto dalla schiena della sua amata, e si avvicinò a sua sorella. 

 

“A-ascolta Duncan, tu a me puoi fare quello che ti pare, puoi picchiarmi, sbudellarmi e usarmi come sacco da box... 

Ma lascia perdere mia sorella ok? Che cosa ti ha fatto? 

 

“Perchè non lo chiedi direttamente a lei? Visto che ha tanta voglia di parlare potrebbe farlo anche davanti a noi no? 

 

-Harold guardò sua sorella negli occhi e sembrava che stesse per mettersi a piangere. 

 

Duncan sbuffò e si allontanò, ma non prima di aver detto un’ultima cosa. 

 

“Ascoltatemi bene, vi informo che da oggi non ci andrò più piano con nessuno di voi, consideratelo un avvertimento... 

E se voi o qualcun’altro oserà ancora dire qualcosa su di me, passerò sopra al suo cadavere con la mia macchina, consideratevi avvertiti! 

 

-A questa minaccia, Leshawna non perse l’occasione per dire la sua. 

 

“Ascoltami bene tu punk da quattro spicci, non pensare che ci facciamo intimidire tanto facilmente! 

Ti conviene regolare le tue azioni d’ora in poi, altrimenti per te saranno guai seri! Capito? 

 

-Detto questo, il punk se ne andò senza risponderle. 

 

 A quel punto, Harold prese in disparte sua sorella, costringendola a farsi dire il motivo per qui il ragazzo ce l’aveva tanto con lei. 

 

“Scusami? Mi vuoi spiegare che cosa gli hai fatto? -Aveva gridato il rosso. 

 

“Fratellone perdonami, ma non potevo sopportare ancora che quel delinquente maltrattasse ancora voi e Trent, ho voluto solo difendervi.... 

 

“Capiamo che l’hai fatto in fin di bene, ma Duncan non è una persona con la quale si può scherzare facilmente, devi stare più attenta... -Disse il ragazzo di Lindsay. 

 

 

-Gli altri ragazzi si avvicinarono a loro due, assicurandosi che il punk se ne fosse definitivamente andato. 

 

“Lasciatelo dire ragazza, hai avuto davvero fegato! -Disse Leshawna mettendo una mano sulla spalla di Stacy. 

 

“Sono sicura che non farà più così tanto lo sbruffone! E se osa farci qualcosa noi lo diremo direttamente alla preside, così impara una buona volta! 

Chi si crede di essere? Dovrà capitare una volta che lo prendo a pugni! 

 

-A quel punto, Stacy si tranquillizzò, e insieme a suo fratello, Leshawna, Lindsay e Tyler, entrarono a scuola. 

 

L'unico che rimase fuori era Trent, che stava aspettando che arrivasse la sua ragazza. 

Erano un po di giorni che la vedeva strana, ma non aveva avuto occasione per parlarle. 

 

Stacy se ne accorse, e si avvicinò al ragazzo. 

 

“Trent? Che fai tu non vieni? Stiamo entrando a scuola. 

 

“Si arrivo tra un attimo, voi andate pure, 10 minuti e vi raggiungo. 

 

-Stacy sbuffò, e senza dire altro, entrò nell’edificio. 

 

Il chitarrista guardò l’orologio più volte, ma della perfettina nemmeno l’ombra. 

 

Decise di mandarle un messaggio, a cui rispose subito, dicendo che non si sentiva bene e quel giorno aveva preferito restare a casa. 

 

Courtney era molto raro che si ammalasse, ma quelle poche volte che accadeva aveva sempre un brutto mal di testa. 

 

Gli scrisse un messaggio di buona guarigione, per poi mettere il telefono in tasca ed entrare in classe. 

 

Dopo le prime 3 ore, scattò la prova anti-incendio, e tutti i ragazzi uscirono dall’aula seguiti dal proprio professore. 

 

Trent ne approfittò per mandare un altro messaggio a Courtney, notando però che il suo telefono era evidentemente spento, in quanto il messaggio non gli arrivò. 

 

Vedendolo da solo, gli si avvicinò Duncan, dandogli una pacca dietro la testa in modo che si accorgesse di lui. 

 

“Ehi Elvis, vieni un attimo, ti devo parlare. 

Non fare il finto tonto altrimenti ti picchio qui davanti a tutti. 

 

“I due ragazzi senza farsi vedere, si allontanarono di più dai loro compagni di classe e andarono a parlare vicino al cancello, dove nessuno poteva sentirli o almeno vederli. 

 

“Dimmi un po, perché mi hai difeso? -Disse il punk al chitarrista. 

 

“In che senso? Ti riferisci per caso a quello che Stacy e le sue amiche hanno detto alla preside? 

 

“Esatto. 

Ti rompo i coglioni tutto il giorno a scuola, a momenti anche nella tua vita privata, e finalmente quando avevi l’occasione per sputtanarmi te la lasci scappare, non è che per caso ti sei innamorato di me? Se è così devo proprio dirti che non ricambio. 

 

“Non sono innamorato di te Duncan, e credimi, se fossi gay, tu saresti l’ultimo ragazzo di cui vorrei innamorarmi. 

 

Il fatto è che non voglio problemi con te, né tanto meno con i tuoi amici, ecco perché mi sono fatti gli affari miei, non sopporto chi fa la spia. 

 

“Sai, ti credevo molto più stupido di quello che in realtà sei, ma non pensare che con questa “buona azione”, ti lascerò in pace. 

Gli sfigati sono le mie prede preferite, ormai dovresti saperlo. 

 

“Si, in questi anni me ne sono accorto, ma una cosa te la devo chiedere. 

Se proprio devi dare fastidio a qualcuno, prenditela con me, lascia stare i miei amici e Courtney, se proprio non hai nulla da fare almeno risparmia loro. 

 

“Questo non te lo posso garantire. 

Per gli altri sfigati dei tuoi amici non c’è problema, ma sai, non hai idea di quanto mi piaccia stuzzicare la principessa, quindi facciamo che lei me la tengo come jolly, ok? 

 

“Hai una ragazza, perché non stai con lei invece che rompere le scatole a Courtney? 

 

 

-Il punk si fermò un secondo. 

In effetti non aveva un motivo preciso del perché lo facesse. 

Lei lo odiava a morte, si vedeva, ma ciò non bastava a convincerlo a lasciarla stare. 

 

 

“Si è vero ho una ragazza, ma lei non centra nulla con i miei modi di fare. 

E poi, Gwen è anche un mezzo cadavere, con la principessa almeno qualche litigata buona me la posso fare no? 

 

 

-Trent era disgustato. 

Avrebbe voluto urlargli in faccia tutto il ribrezzo che provava nei suoi confronti, ma non voleva attirare l’attenzione di tutti, poi con quel tipo non ne valeva la pena. 

 

“Se pensi che la tua ragazza non sia alla tua altezza, perché non la lasci? Faresti più bella figura. 

 

“Perchè dovrei? Gwen è uno schianto!  

L’unico problema è che per me sta diventando un bel penso morto! 

Però anche la principessa ammetto che ha un fisico niente male, scommetto che a stare con te prima o poi andrà in astinenza! 

 

 

-A sentire ancora quelle parole, l’animo di Trent stava diventando vuoto. 

Non era né arrabbiato né triste, provava solo profonda pena per lui. 

 

Pensava a come poteva essere possibile che una persona potesse arrivare a pensare cose del genere, ma nel mondo non sono tutti buoni e bravi, e i fiori possono anche appassire e diventare marci. 

 

“Per me Gwen è una brava ragazza, forse sei tu che non la valorizzi abbastanza. 

Hai mai provato a chiederle come sta? O a chiederle i suoi interessi. 

Gwen è un giocattolo per te, si vede lontano un chilometro. 

 

 

-Dopo queste parole, il punk si avvicinò pericolosamente a Trent, ma sentendo lo sguardo della preside su di se, si fermò a distanza di sicurezza. 

 

“Visto che il nostro caro Elvis la pensa così, che ne dici di fare uno scambio equo? 

 

-Aveva capito dove voleva arrivare, ma stavolta non voleva essere sotto a lui, ne aveva abbastanza. 

 

“Un mese, un mese in qui la principessa starà in mia compagnia, mentre Gwen starà con te. 

Consideralo uno scambio di fidanzate, nulla di più nulla di meno. 

 

In caso uno dei due si arrenda, non potrà più stare ne con una, ne con l’altra, ci stai? 

 

 

-Duncan gli tese la mano con lo sguardo di sfida. 

 

Trent non voleva accettare, non voleva che Courtney stesse in sua compagnia, non sapeva cosa avrebbe potuto fargli. 

Ma soprattutto, voleva che la lasciasse definitivamente in pace. 

 

“Ritenta Duncan, sarai più fortunato. 

E poi Courtney non è così stupida da stare con un ragazzo come te, ora se vuoi scusarmi, ci stanno chiamando... 

 

-Se ne andò senza nemmeno guardarlo negli occhi e rientrò in aula. 

 

Duncan restò qualche secondo a fissarlo, per poi sussurrare qualcosa tra se e se. 

 

“Tranquillo Elvis, non mi piace chi rifiuta le mie sfide, farò in modo che accetterai questo piccolo accordo... 

 

-Anche il punk rientrò in classe, non essendosi però accorto che una persona aveva ascoltato tutta la loro conversazione, e se ne andò via piangendo. 

 

 

Nel frattempo, Courtney stava controllando se le fosse venuta la febbre, cosa he fortunatamente non aveva. 

 

Mise apposto il termometro e si preparò un bel tè caldo, ignorando l’ennesimo messaggio da parte di Trent. 

 

Adorava i ragazzi che si prendevano cura di lei, ma a volte diventava davvero esagerato. 

 

Ignorava i suoi messaggi e le sue chiamate da giorni, nonostante non fossero nemmeno tropo ripetitive. 

 

Non gli andava di sentirlo, voleva stare per un po' di tempo da sola, e ovviamente lui non lo sapeva. 

 

Ormai sembrava come se stesse trovando una buona scusa per lasciarlo, anche se dentro di se non lo voleva ammettere. 

 

Spense il telefono e lo appoggiò sul comodino della sua stanza. 

Decise di accendere la televisione e di guardare il primo film che le capitò sott’occhio, finendo poi per addormentarsi. 

 

Si risvegliò 2 ore dopo con il suono del telefono che arrivava a momenti anche nel giardino dei vicini. 

 

Pensando fosse Trent, la ragazza si era finalmente decisa a rispondergli, ma non si trattava di lui. 

 

A chiamarla era un numero sconosciuto, e non sapendo di chi poteva trattarsi, rispose. 

 

Al telefono una voce molto familiare invase le sue orecchie, e purtroppo, anche il profondo dei suoi timpani. 

 

“Principessa! Ci hai messo un pochino a rispondere! Come stai? Oggi non ti ho visto a scuola, strano. 

 

“Duncan? Cosa vuoi? E perché mi stai chiamando? E soprattutto perchè con lo sconosciuto? 

 

“Sai com’è, se sapevi che a chiamarti ero io, probabilmente mi avresti attaccato in faccia subito, sono o non sono un genio eh? 

 

“Quello che so è che sei un idiota, allora mi dici cosa vuoi? 

 

“Ma insomma principessa, chi ti ha insegnato le buone maniere eh? 

Ti ho chiamato perchè ero molto preoccupato per te, e questo è il ringraziamento? 

 

“Duncan sto per riattaccare, dimmi perché mi hai chiamato altrimenti scordati la mia voce per il resto della tua esistenza. 

 

“E va bene va bene, mica c’è bisogno di scaldarsi così tanto. 

Volevo solo tenerti informata di una cosuccia, una cosa piccola che è successa oggi con il tuo caro Elvis. 

 

“In che senso? Che cosa gli hai fatto? Se scopro che... 

 

“Tranquilla non gli ho fatto nulla, non sono così stupido da picchiare la gente in pubblico. 

 Volevo solo dirti che dopo la chiacchierata con il tuo principe azzurro, sono entrato un secondino in segreteria perché mi era stato chiesto un favore dal vicepreside. 

Questa cosa è molto curiosa sai, perché proprio li frugando nei tuoi archivi, ho scoperto che il tuo paparino ha fatto affari con la preside per darti qualche credito in più, ho ragione giusto? 

 

 

-Courtney rimase paralizzata. 

Era convinta che quei documenti fossero tenuti al sicuro in una cassaforte, ma a quanto pare non era così. 

 

Era sicura di riuscire a passare tutti gli esami proposti per l’università, ma per non rischiare, aveva chiesto aiuto ai suoi genitori, che avevano trovato un accordo con la preside. 

Il problema è che se li avessero scoperti, lei avrebbe raschiato l’anno e la preside la carriera, compresi i suoi genitori. 

 

 

“Devo dire che sono rimasto molto sorpreso da te. 

La perfettina che non sbaglia mai un colpo e che pretende che tutto sia in ordine e preciso, si fa pagare qualche credito in più. 

Come è bizzarra la vita vero? 

 

“Duncan ascoltami bene, nessuno deve sapere di questa storia hai capito? Altrimenti quando ti vedo ti faccio fuori con le mie stesse mani... 

 

“Tranquilla principessa, io non dico nulla a nessuno, ad una sola condizione però.... 

 

Dovrai... 

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Capitolo 8
*** "Pause e malumori" ***


-NO, NO E POI NO! 

Mai e poi mai avrebbe accettato la richiesta fatta da Duncan, nemmeno se fosse stato l’ultimo uomo sulla terra con l’intelligenza di Einstein! 

 

La cosa che le stava proponendo era una vera e propria mancanza di rispetto sia per Trent sia per se stessa! 

Per un secondo pensava che il punk stesse scherzando, visto che in questi anni lui gliene aveva tirate fuori di tutti i colori. 

 

Rimase con il telefono in mano senza fiatare per un paio di minuti, finché il ragazzo non la riportò sulla terra. 

 

“Allora? Cosa hai deciso principessa? 
Vuoi salvare la reputazione o la faccia?  

Non ti resta che scegliere. 

 

 

“Vai al diavolo Duncan! N 

on accetterò mai la tua richiesta stupida! 

 

“Va bene, l’hai voluto tu. 

Però ricorda una cosa principessa, che io difficilmente perdo. 

Ora ti saluto, ci sentiamo, ciao ciao! 

 

-Il punk richiuse la chiamata, lasciando l’immagine di una Courtney confusa e pensierosa. 

 

Avrebbe davvero avuto il coraggio di rivelato tutto? Certo che si! Duncan ne era assolutamente capace! 

Ma lei non avrebbe mai accettato di mettersi con lui, assolutamente no! 

Poi non si erano mai piaciuti, perché ora gli stava chiedendo questo? 

 

Nonostante i dubbi sulla sua relazione con Trent, non era il modo giusto per risolvere, e soprattutto con questo metodo! 

 

Era indecisa se raccontare tutto a Trent, oppure lasciarlo nell’ignoto. 

Del fascicolo lui non ne era a conoscenza, e sapeva che ne sarebbe rimasto molto deluso se lo avesse scoperto. 

 

I dubbi stavano assalendo la sua mente, incapace di capire quale fosse la cosa migliore da fare. 

 

Decise di restare a casa un paio di giorni, sperando di trovare una soluzione rapida per questa faccenda. 

 

In quel momento però, qualcun’altro, come lei, non si trovava proprio in una bella situazione. 

 

Era in corso una litigata in un appartamento li vicino, anche se per fortuna le urla non erano udibili. 

 

 

“SEI UN BASTARDO! CHE COS’HAI NELLA TESTA PER FARE CERTE PROPOSTE COSI IDIOTE? 

 

-Gwen, che aveva ascoltato la conversazione con Trent, e di conseguenza, quella con Courtney, era infuriata come non mai con Duncan, che invece parve non preoccuparsi troppo della faccenda. 

 

Il punk non si era fatto nessun tipo di problema a parlarne davanti a lei, ed era questa la cosa che la turbava di più di tutto. 

 

La ragazza in quel momento si trovava a casa di Duncan per chiederle spiegazioni sulla sua conversazione con il chitarrista, e lui l’aveva a suo modo, accontentata. 

 

Purtroppo, la telefonata con Courtney fu la goccia che fece traboccare il vaso. 

 

 

 

“ALLORA MI VUOI RISPONDERE?” 

COME TI VIENE IN MENTE DI FARE UNA COSA DEL GENERE? 

CHE COSA SONO IO PER TE? SOLO UN OGGETTO CHE SCAMBI COME MEGLIO CREDI? 

PENSI CHE IO NON ABBIA DEI SENTIMENTI EH? RISPONDI! 

 

-Il ragazzo si stava innervosendo nel sentirla gridare, non ne poteva più, così decise finalmente di parlare. 

 

“Gwen cavolo la vuoi smettere di gridare? Mi stai facendo scoppiare la testa! 

Credi che urlandomi contro risolverai la questione? 

 

“Io non voglio risolvere nulla! 

Voglio solo che mi spieghi il perché di questa cosa Duncan! 

Spiegamelo per favore, perché io non sto realmente capendo! 

 

 

-Il punk sbuffò, alzandosi dal divano e accendendosi una sigaretta. 

 

La ragazza nel frattempo non riusciva a smettere di piangere 

Si sentiva tradita, usata e poi gettata via come se niente fosse. 

 

Ma la cosa che più la faceva stare male, era l’indifferenza che vedeva negli occhi di quello che credeva il suo ragazzo. 

 

 

“Va bene, vuoi la verità? Eccotela. 

 

All’inizio tu mi piacevi molto Gwen, perché eri cazzuta, forte e determinata, ma sapevi essere anche molto dolce e romantica. 

 

Con il passare del tempo, sei diventata fredda e distaccata, ti incazzi per niente e mi fai delle assurde scenate di gelosia per ragazze che conosco da anni. 

 

Mi sono stancato di sentirti lamentare dei tuoi problemi come se a me interessasse davvero qualcosa! 

 

Quindi ho semplicemente approfittato di questa situazione per prendermi un periodo di pausa 

Spero tu possa tanto capirmi 

In fondo, l’ho fatto che per te. 

 

Ora devo chiederti gentilmente di andare a casa, i miei saranno qui tra poco e non voglio che mi accusino di essere un maschilista. 

 

-La ragazza ne rimase completamente pietrificata. 

 

Senza dire una parola, prese le sue cose e uscì da quella casa, non fermandosi un attimo a guardare Duncan negli occhi. 

 

Non riusciva a dire nemmeno una parola, era come se il suo cervello fosse andato in arresto, insieme al suo cuore. 

Camminava verso casa sua come uno zombie, incapace ancora di metabolizzare l’accaduto. 

 

Si fermò un secondo su una panchina vicino casa sua, con lo sguardo nel vuoto e le lacrime che avevano ripreso a scorrere. 

Anzi, che non avevano mai smesso. 

 

Non si sarebbe mai aspettata questa pugnalata alle spalle, specialmente dal ragazzo che amava. 

 

Lei lo aveva supportato quando litigava con i suoi, quando prendeva brutti voti 

Era rimasta persino a chiacchierare delle sere con sua sorella dopo le brutte liti con il suo ragazzo, visto che era stato lui a chiederglielo. 

 

Era vero, in quel periodo la maggior parte dei suoi momenti erano momenti no. 

 

Lei cercava solo qualcuno che fosse disposto ad ascoltarla e starle vicino, non voleva uno schiavetto da usare come valvola di sfogo o qualcuno da torturare. 

 

La sua famiglia l’aveva accolta bene, perché erano riusciti a capire che dietro quello scudo da dark c’era un cuore d’oro. 

Non tutte le persone lo capivano. 

 

Spesso faceva dei complimenti a suo padre, e quando succedeva, questa cosa infastidiva molto Duncan. 

 

Ma lei lo faceva perché suo padre non c’era più, e si arrabbiava con Duncan perché non si rendeva conto che era una delle cose più preziose che aveva. 

 

Quando aveva scoperto che suo fratello si è ammalato di tumore, pianse per giorni e cercava sempre la sua spalla come appoggio. 

 

A quanto pare, persino quelle cose lo infastidivano, tutto ciò era una menzogna bella e buona. 

 

Ma allora perché lo aveva fatto? 

Perché fingere che tutto andasse bene quando in realtà nulla di ciò era vero? 

 

Nonostante questo però  

Lei lo amava ancora. 

 

Aveva dei modi sbagliati, uno stile di vita sbagliato, trattava male gli altri senza motivo e in quel momento era la persona che la stava facendo sentire uno schifo come mai nessuno era riuscito a fare. 

 

Perché lo amava? Si chiedeva. 

 

Non riuscì a pensare ad una risposta, perché non lo sapeva nemmeno lei. 

 

Sperò che in quel momento nel parco non passasse nessuno, odiava farsi vedere quando piangeva. 

 

Cercò di fermare le lacrime, e per un po' ci riuscì, non voleva che sua madre la vedesse in quello stato. 

 

Fortunatamente al suo rientro non era in casa, così se ne andò in camera sua chiudendo la porta a chiave. 

 

La sentì due ore dopo avvicinarsi alla porta della sua camera e bussare. 

 

 

“Tesoro! Vieni a tavola che è pronta la cena! 

 

-Sua madre bussò ripetutamente alla porta della figlia, con la speranza di vederla uscire. 

Notò che non aveva toccato nulla del pranzo che le aveva preparato, e ciò la faceva preoccupare. 

 

Gwen non aveva mai avuto particolare appetito, ma era veramente raro che saltasse un pasto, per questo si preoccupò. 

 

“Scusami mamma, ma oggi non ho particolare fame, mangiate senza di me.... 

 

“Amore tutto bene? Hai una voce strana... 

Sicuro che è tutto ok? 

 

“Sto bene mamma... 

Ho solo avuto una giornata storta, preferisco rimanere se sola, scusami.... 

 

“Va bene, ma se hai bisogno di qualcosa chiamami! 

 

 

-La mamma di Gwen si rassegnò e apparecchiò la tavola per lei ed il piccolo Samuel, lasciando la figlia da sola. 

 

 

 

In quelle settimane, grazie agli amici di Duncan e Gwen, a scuola si era diffusa la notizia del litigio tra loro due, e anche del famoso patto che il punk propose a Courtney, ovviamente però, senza avere specificato il motivo. 

 

Le due “coppie”, cercavano di ignorarsi a vicenda, in special modo il triangolo tra Duncan, Gwen e la perfettina. 

 

In una di quelle classiche giornate, quest’ultimo vide la ragazza intenta a dirigersi verso l’ufficio del preside, così decise di seguirla. 

 

Era sincero, non gli importava più di tanto del litigio con Gwen, quello che voleva ora era cercare di portare a termine il suo scopo, a tutti i costi. 

 

Sapeva benissimo dove si stava dirigendo, così si fermò a metà strada, con un ghigno sul volto. 

 

Courtney rimase sullo stipite della porta, controllando che all’interno della stanza da lei interessata non ci fosse nessuno. 

 

Dopo aver verificato ciò, entrò chiudendosi la porta alle spalle. 

 

Cercando di fare il più in fretta possibile, iniziò a frugare in tutti i cassetti, a sfogliare ogni singolo registro, per sapere in quale il punk aveva messo quello che le apparteneva. 

 

Sfortunatamente, una brutta sorpresa gli si presentò davanti, e non sembrava esserne molto contenta. 

 

“Hai bisogno di aiuto impicciona? -Disse il ragazzo richiudendo la porta dietro di se. 

 

“Che cosa vuoi Scott? Cosa ti serve adesso? 

 

-Il ragazzo rimase a fissarla per un po con un sorriso sul volto, controllando che non venisse nessuno in quel momento. 

 

 

“Nulla, ti ho visto entrare qui e mi chiedevo cosa stessi facendo, ma non pensavo fossi una ladra. 

 

“Io non sono una ladra, sto solo cercando una cosa, e credo che tu sappia benissimo che cosa. 

 

“Oh intendi forse questo? 

 

-Il rosso tirò fuori dal suo zaino il fascicolo di Courtney, con dentro anche il foglio firmato dell’accordo tra lei e la preside. 

 

“Dammelo subito! Tu non centri nulla con questa storia quindi sei pregato di non metterti in mezzo! 

 

-La ragazza tentò di avvicinarsi a lui, ma il rosso mise una mano sulla maniglia della porta, costringendo Courtney a fermarsi. 

 

“Attenta cara, se fai un solo passo andrò in corridoio per dire a tutti quanti la verità, quindi ti conviene rimanere al tuo posto. 

 

-Courtney sospirò arrendendosi. 

Si sedette sulla sedia della preside, mentre il contadino tolse la mano dalla porta. 

 

“Fammi indovinare, ti ha mandato Duncan giusto? Quel ragazzo vuole rovinarmi... 

 

“Ti sbagli, lui non centra nulla con questa storia  

Sono stato io a prendere l’iniziativa perché voglio una cosa da te in particolare. 

 

“Sentiamo, sputa il rospo, cosa vorresti da me?... 

 

-Si avvicinò alla ragazza, facendola indietreggiare un po. 

 

 

“Voglio che tu molli lo sfigato chitarrista e ti metta con me 

 Altrimenti se non lo farai, mostrerò questo fascicolo sul blog della scuola, e a quel punto tu farai una brutta fine. 

 

“Te lo puoi scordare! Non starò a questa tua stupida richiesta! 

Pensavo fossi un minimo diverso dal tuo amichetto, ma noto con piacere che vi assomigliate molto! 

 

Sta di fatto che non accetterò mai una cosa del genere! 

 

 

“Bene, te la sei cercata, intanto questo viene con me! 

 Ciao ciao Courtney, stammi bene mi raccomando. 

 

 

-Uscì dall’ufficio lasciandola paralizzata. 

 

Ma che era preso a tutti? Si può sapere che aveva fatto di male? 

 

Voler entrare nell’università dei propri sogni era forse un crimine? 

 

Il mondo sembrava avercela con lei senza nessuna ragione, possibile questo? 

 

Fatto sta che non avrebbe mai accettato nessuna delle due proposte, né quella del punk, né tanto meno quella del contadino. 

 

Aveva sempre pensato che ci fosse qualcosa di giusto in Scott, ma evidentemente erano tutte stronzate! 

 

Quest’ultimo nel frattempo, dopo essere uscito dall’ufficio della preside, si stava dirigendo al piano di sotto, dove al fine delle scale, incrociò lo sguardo di Duncan, e non era del tutto rasserenante. 

 

Si avvicinò al contadino tirandogli un pugno in pieno viso, per poi riprendersi dal suo zaino il fascicolo di Courtney. 

 

“Ma dico che cazzo ti è saltato in mente? 

 

Sei un vero idiota quando fai le cose senza pensare! 

 

Mannaggia a me e quando vi ho avvertito di questa storia, vedete di restarne fuori d’ora in poi mi sono spiegato? 

 

-Il punk se ne andò, lasciando il rosso a terra con il naso sanguinante. 

 

Cercò di alzarsi tenendosi al muro, ma aveva la vista annebbiata e il naso che non smetteva di sanguinare. 

 

Non appena fece un passo la vista gli si scurì del tutto, facendolo finire a terra. 

 

Si risvegliò all’incirca un’ora dopo sul lettino dell’infermeria, con una fascia bagnata sulla fronte e sui polsi. 

 

Accanto a lui c’era una ragazza, che dallo sguardo sembrava che l’avessero calpestata più volte sulla sabbia rovente. 

 

Il ragazzo si tolse la benda dalla fronte e si mise seduto, fissando negli occhi la sua “salvatrice”. 

 

 

“Però 

Grazie per l’aiuto 

Ma come hai fatto a portarmi fino a qui Gwen? Non sono proprio un peso piuma... 

 

-La gotica lo fissò notando che il suo naso aveva ripreso a sanguinare 

Così bagnò un fazzoletto e glielo mise sulla fronte al posto dell’altro. 

 

 

“Ho chiesto aiuto ad uno dei ragazzi che passava per il corridoio e ti abbiamo portato qui, poi lui se ne è andato, e come vedi sono rimasta io. 

 

“Beh non ce ne era bisogno, potevi andare, comunque ti ringrazio per avermi aiutato, grazie mille Gwen. 

 

“Di nulla, ma posso sapere cosa ti è successo? 

 

“Non lo sai? Duncan non ti ha detto nulla? 

 

-Gwen abbassò lo sguardo, e lui si maledì per quello che aveva appena detto. 

 

Per lui era strano vedere i suoi più cari amici separati, visto che erano sempre andati d’accordo. 

 

 

“Scusami, mi dispiace.... 

Non era mia intenzione.... 

 

“Non ti preoccupare, dovrò farci l’abitudine ormai... 

Allora? Mi dici cosa ti è successo? 

 

“Niente lascia stare, sono stato un idiota.... 

Avevo preso il fascicolo di Courtney perché volevo che lei uscisse con me, ma non so come Duncan mi ha scoperto, deve avermi visto seguire l’impicciona 

Appena mi ha visto mi ha mollato un pugno in pieno viso, facendomi perdere i sensi. 

 

-La dark si alzò di scatto dalla sedie, fissando con sguardo tremante l’amico. 

 

 

“Ma che cosa avete tutti con questa ragazza? Cosa ha di tanto speciale? 

 

-Scott riuscì a percepire la voce rotta della sua amica, e non sapeva proprio come aiutarla. 

 

Forse aveva fatto una cavolata a dirle la verità. 

 

Non era comune che piangesse, ma gli ultimi eventi di quel mese l’avevano provata abbastanza. 

 

Cercò di cambiare discorso, ma ormai il danno era fatto, non si poteva tornare indietro. 

Così cercò di farsi ascoltare per sistemare le cose. 

 

 

“Gwen ascolta, nessuno di noi può scegliere di chi innamorarsi, capita e basta... 

 

So che sei triste per la storia con Duncan ma devi trovare il modo di superarla 

Io sono qui se hai bisogno di una spalla, ok? 

So che sono uno dei tuoi amici più idioti, ma spero di poter rimediare... 

 

-In quel momento, Gwen era molto grata al ragazzo 

Sentiva che poteva sfogarsi con qualcuno e che lui era disposto ad ascoltarla. 

 

Sapeva che Scott non era cattivo, si faceva solo condizionare troppo dal punk, e ciò lo portava ad agire stupidamente. 

E a volte anche con cattiveria. 

 

Dopo aver controllato che il sangue non usciva più, Gwen accompagnò Scott a casa, ringraziandolo ancora per il grande supporto morale. 

 

 

Nel frattempo, da un’altra parte, Courtney stava camminando verso casa sua, decisamente di pessimo umore. 

 

Trent le aveva chiesto di incontrarla, e lei aveva accettato, ma il suo malumore non era dovuto a quello. 

 

Di solito avrebbe chiesto a suo padre di venirla a prendere, ma stavolta aveva preferito camminare per schiarirsi le idee. 

 

In fondo mancavano solo 6 mesi alla fine della scuola, poi non avrebbe più rivisto nessuno di loro. 

Doveva resistere solo per quei mesi e poi tutto sarebbe finito. 

 

Mentre camminava, continuava a pensare alla proposta fatta da Duncan. 

Ormai tutta la scuola sapeva che lui e Gwen si erano lasciati. 

 

Il fatto che erano anni che lui la infastidiva, e mai pensava che sarebbe arrivato a questo punto. 

 

Scacciò immediatamente questi pensieri dalla testa non appena si rese conto di essere arrivata a casa. 

 

Trent era lì che la aspettava, e anche lui sembrava non essere in splendida forma. 

 

Si salutarono con la mano e si sedettero sulle scale davanti casa per parlare. 

 

Sembrava che nessuno dei due avesse intenzione di aprire bocca, forse indecisi su chi dovesse farlo prima. 

 

Toccò per prima a Trent, e la perfettina si voltò per ascoltarlo. 

 

 

“Beh, allora... 

Volevo, intanto chiederti come stavi.... 

Sai, è da tanto che non parliamo come si deve... 

 

“Già è vero... 

Il mio umore in questo mese ha avuto alti e bassi, ma i bassi sono stati più forti.... 

Tu invece come stai? 

 

“Capisco, mi dispiace.... 

Nemmeno io posso dire di stare alla grande, ma ce la caviamo... 

 

“Tranquillo, non è colpa tua, tu non centri nulla con questo.... 

 

 

-Arrivò il silenzio tombale, che però incoraggiò Courtney a proseguire il discorso. 

 

“Ascolta Trent, io non ho la minima intenzione di ferirti in nessun modo, ma da come avrai potuto notare in questo periodo tra di noi le cose non vanno molto bene.... 

 

-Il ragazzo annui sconsolato, chiedendo alla ragazza gentilmente di proseguire. 

 

“Tu sei senz’altro uno dei ragazzi più belli e dolci che io abbia mai conosciuto…. 

Sei stato il mio primo ragazzo, e fin da subito mi sei sempre piaciuto.... 

 

Ma non puoi negare che qualcosa tra noi è cambiato, o forse sono cambiata solo io... 

Devo ancora capire... 

 

Per questo ti dico che ho bisogno di prendermi un piccolo periodo ti pausa, per stare da sola e riflettere sulle mie scelte... 

Ti dispiace Trent? 

 

-Il chitarrista anche se ci aveva sperato fino all’ultimo, se lo aspettava.... 

 

Anche se a volte ingenuo, non era affatto stupido, lo aveva capito già da tempo... 

 

Non poteva negare che le parole di Courtney erano vere, ma avevano fatto male lo stesso.... 

 

Si abbracciarono, e le lacrime non si fecero attendere sui loro visi. 

 

Trent riprese la parola, cercando di non scoppiare in lacrime. 

 

 

“Non preoccuparti, capisco cosa vuoi dire, non sono arrabbiato con te figurati.... 

 

Spero che questo periodo farà bene ad entrambi..... 

Chissà, forse ne ho bisogno anch’io... 

 

“Si, lo spero..... 

Vorrei però che continuassimo a restare in contatto, sempre se per te non è un problema... 

 

“No no, assolutamente no....Figurati 

 

“Mi fa piacere... 

Ora scusami ma devo andare...Ci vediamo domani a scuola ok? 

 

“Si va bene, ciao Courtney... 

 

 

-Il chitarrista rivolse un ultimo saluto a Courtney prima che entrò in casa, mentre una piccola lacrime si stava facendo strada sul suo volto... 

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Capitolo 9
*** "Fidarsi è bene, ma... ***


-Quella mattina, un ragazzo con i capelli rossi stava camminando verso un’abitazione in particolare, dove non andava praticamente quasi mai. 

 

Aveva preso questa decisione per una sua amica, aveva intenzione di farla stare meglio. 

 

Dopo il pugno che Duncan gli ha tirato, quest’ultimo gli ha “chiesto scusa”, anche se un po forzatamente. 

 

Era stato costretto a farlo se non voleva ricevere un altro richiamo dalla preside. 

 

Scott aveva detto al punk che per stavolta ci sarebbe passato sopra, anche se in quel momento avrebbe tanto voluto strozzarlo con le sue mani per quello che aveva fatto a Gwen. 

 

A dargli più fastidio, era il fatto che il ragazzo non capisse la gravità dell’azione compiuta, come se al posto di una persona ci fosse stato un robot. 

 

Alle 7 spaccate si presentò davanti alla porta di casa sua e suonò ripetutamente il campanello. 

 

Ad aprirgli la porta fu sua madre, molto sorpresa di vederlo. 

 

Lo conosceva da anni, ma pochissime volte era andato personalmente a fargli visita. 

 

 

“Oh Scott, che sorpresa! Non mi aspettavo affatto di vederti! 

 

“Salve Teresa, scusami se non ti ho avvisato, ho portato la colazione se gradite. 

 

“Sei un amore di ragazzo grazie! Prego entra però, non restare sulla porta! 

 

-Il rosso si accomodò appena entrato su una delle sedie, aspettando che Gwen uscisse dalla sua stanza per poterle parlare 

 

Appena uscì, rimase veramente stupita di questa improvvisa visita. 

 

Quando aveva sentito il campanello, pensava addirittura che fosse Duncan, infatti era pronta a mandarlo subito a quel paese. 

 

 

-Tesoro, Scott ci ha portato la colazione, mi raccomando, mangia qualcosa prima di uscire visto che ieri sera non hai toccato nulla. 

 

Io accompagno Kevin a scuola e poi devo andare a lavoro, ci vediamo stasera! 

 

 

-Salutata la mamma di Gwen, Scott porse una busta alla ragazza, che accettò controvoglia. 

 

 

“Sono uova fresche e cornetti, mio padre me li ha dati stamattina, mangia se ne voi. 

 

“Ti ringrazio Scott, ma non ho un granché fame, però apprezzo lo stesso... 

 

“Lo sai che non ti faccio uscire da qui fino a che non mangi qualcosa vero? 

 

“Scott... 

Per favore non insistere.... 

Ti ho già detto che non ho fame 

 

“No io insisto invece... 

Non puoi ridurti così per una persona del genere, non ne vale la pena Gwen, ti prego.... 

 

“Non sai come ci si sente ad essere lasciati in quel modo, non puoi capirmi... 

Io mi fidavo davvero tanto di lui Scott... 

E cosa ne ho ottenuto? 

 

Che lui mi scambia come se niente fosse ad un ragazzo che nemmeno conosco mentre va dietro ad una rompipalle maniaca del controllo... 

 

“Si in effetti, quel ragazzo è in classe con noi da 5 anni e non ci ho mai scambiato nemmeno mezza parola.... 

 

“Il punto non è questo.... 

Mi sento tradita capisci? 

Perché mi ha fatto questo?... 

 

Io ho fatto di tutto per lui, e guarda come mi ricambia... 

 

 

 

-Scott non riusciva a sopportare di vedere Gwen ridotta così, ma non sapeva proprio cosa fare per aiutarla. 

 

Decise di lasciarla stare per il fatto colazione ed andarono insieme a scuola, anche se lei avrebbe preferito starsene a casa. 

 

Per tutto il tragitto Gwen non aveva fiatato. 

 

Aveva continuamente fissato il bracciale che Duncan gli aveva regalato per i loro 6 mesi insieme. 

 

Sapeva che non era la persona più romantica al mondo, ma gli era piaciuto un sacco quel piccolo regalino. 

 

Gli aveva confessato di aver messo da parte i soldi per mesi per poterglielo comprare. 

 

 

Arrivarono a scuola mezz’ora in anticipo e si sedettero fuori per aspettare l’orario giusto. 

 

 

“Certo che per essere gennaio fa freddino eh? 

-Disse sorridendo Scott. 

 

“Normale, siamo in inverno, strano che non abbia ancora nevicato... 

Di solito già a dicembre qui è pieno di neve 

 

“Non sopporto la neve, mi rovina tutto il raccolto e poi spaventa i miei maialini. 

 

“I tuoi maiali hanno paura della neve? 

 

“Già, soprattutto Alvi, la scrofa di mio cugino. 

Ogni volta mi tocca ricostruire il recinto perché vede la neve da fuori e si spaventa.... 

 

 

-Quella breve storiella sui maiali di Scott aveva strappato un piccolo sorriso sul volto della gotica. 

 

Lei amava e ha sempre amato la neve. 

 

Quando era più piccola con suo papà andavano spesso a sciare insieme, visto che a sua mamma e suo fratello non piaceva. 

 

Era come un piccolo “rituale” padre figlia, che si ripeteva tutti gli anni e le mancava molto. 

 

Mentre stavano continuando a parlare, in quel momento, videro Courtney entrare dal cancello della scuola leggermente affaticata. 

 

Si era ricordata che aveva detto a Trent che non era più necessario venirla a prendere tutte le mattine, anche se lui aveva detto che non c’erano problemi. 

 

Sfortunatamente quella mattina la sveglia non ha suonato, ed era stata costretta a farsi gli ultimi 10 minuti di strada correndo. 

 

Vedendo la perfettina avvicinarsi, Gwen si alzò e se ne andò, leggermente innervosita. 

 

Sapeva che lei non centrava nulla con la storia di Duncan, o meglio, non del tutto. 

Ma c’era qualcosa che la rendeva antipatica alla gotica, al di la dei suoi modi di fare. 

 

Voleva solo starle lontano, sia a lei che Duncan. 

 

 

Courtney si avvicinò nel punto dove si trovava Scott, ignorandolo, ma lui la fermò afferrandole delicatamente il braccio. 

 

Voleva scusarsi per ciò che era successo, e lo avrebbe fatto subito. 

 

 

“Ti posso parlare un attimo? 

 

“Non ho niente da dirti, quindi lasciami andare” 

 

“Per favore, volevo solo scusarmi per l’altro giorno.... 

Sono stato un idiota, non avrei dovuto ricattarti, ma ho avuto il ben servito quindi.... 

Che ne dici di perdonarmi? 

 

“In che senso hai avuto il ben servito? Che hai fatto all’occhio? Perché è gonfio? 

 

-La ragazza si avvicinò al volto del rosso e gli sfiorò il punto dove era stato colpito dal punk, provocandogli un piccolo urletto di dolore. 

 

 

“Mio dio ma che hai fatto?  

Mi vuoi rispondere? Non ho la sfera di cristallo per leggerti nella mente! 

 

“Niente, un piccolo litigio con Duncan, nulla di che. 

 

“E lo chiami piccolo?? Hai un livido enorme! 

 

“Stai tranquilla, è quel che mi merito per quello che ho fatto.... 

 

 

-Courtney in quel momento non sapeva cosa dire. 

Anche se non si fidava, davanti a se aveva un ragazzo che vedeva veramente pentito. 

 

Gli aveva fatto personalmente le sue scuse, cosa che fino a quel momento, a parte Trent, non aveva mai fatto nessuno. 

 

 

“Comunque? Accetti le mie scuse? 

 

-Lei allontanò la mano dal suo viso, incrociando le braccia al petto. 

 

 

“Stammi a sentire, non ho mai dato una seconda possibilità a nessuno prima d’ora, quindi ti conviene non bruciarla, mi sono spiegata? 

Vai in infermeria e mettici del ghiaccio. 

E sbrigati prima che si gonfi! 

 

 

“Cristallino avvocato. 

 

 

-La perfettina a quel punto se ne andò per raggiungere la sua classe, ma non prima di aver fatto un’ultima domanda al rosso. 

 

“Tu non sali? 

 

“Tra poco, sto aspettando Alejandro e Heather, tu vai intanto, ci vediamo in classe. 

 

 

-Si girò e riprese a camminare su per le scale. 

 

Arrivò davanti l’aula e appena entrata, come ogni giorno, mise le sue cose sul suo banco, non facendo caso ad una persona che si trovava dietro di lei e la stava fissando male. 

 

Si mise seduta scrivendo qualcosa sul suo blocchetto degli appunti, dopodiché prese parola. 

 

 

“Se hai bisogno di qualcosa Gwen, puoi anche dirmelo, non serve che mi guardi in cagnesco. 

Dimmi quello che pensi per una volta. 

 

 

-A quel punto la dark gli si posizionò davanti con aria di sfida. 

 

Courtney sbuffò e si alzò in piedi anche lei. 

Non aveva nessuna voglia di perdere tempo con lei, quindi preferiva chiuderla in fretta. 

 

 

“Gwen, avrei da fare, quindi potresti per favore dirmi quello che mi devi dire grazie? 

 

-La castana stava perdendo la pazienza, soprattutto quando aveva a che fare con il gruppetto di Duncan. 

 

Sotto sotto sapeva anche lei che Gwen non era una ragazza cattiva, ma questi suoi modi gli davano veramente sui nervi. 

 

 

“Niente, volevo solo farti i miei complimenti per aver fatto innamorare Duncan di te. 

Invitatemi quando vi mettete insieme! 

 

-La castana restò basita. 

Non si aspettava questa specie di discorso, ma non perse la calma. 

 

 

“Ma di cosa stai parlando? Io quel tizio non l’ho mai considerato! 

Ora esce fuori che mi sono innamorata di lui? 

Ma che film mentali ti sei fatta? 

 

 

“No, lui si è innamorato di te! Lo capisci l’italiano? 

 

“Io lo capisco benissimo l’italiano, è che non so veramente come tu possa pensare ad una cosa del genere! 

 

Alla fine se Duncan ti ha lasciato non è colpa mia! 

 

Lo volete capire che a me quella sottospecie di energumeno non interessa? Vi devo fare un disegnino per spiegarvelo? 

 

 

-La situazione si stava scaldando, e le due ragazze erano veramente sul piede di guerra. 

 

Gwen era in un mix tra delusione, tristezza e rabbia, e in quel momento la persona con cui aveva deciso di sfogarsi era proprio Courtney. 

Ma giustamente la perfettina non ne era affatto d’accordo. 

 

 

Fortunatamente Scott entrò in classe quel momento, evitando che tra le due passassero alle mani. 

 

“Ragazze cosa state facendo? 

Gwen, ti devo parlare! 

Andiamo! 

 

 

-Prese la gotica per un braccio, trascinandola fuori dall’aula. 

  

Per la fretta di uscire, non si accorse che in quel momento un ragazzo stava entrando, così gli andò addosso. 

 

 

“Oh, scusatemi, non vi avevo visto.... 

Tutto bene? 

 

“Tranquillo, nessun problema, scusaci tu. 

Dai andiamo Gwen, facciamo una chiacchierata... 

Ci vediamo dopo... 

 

 

-I due si allontanarono permettendo al ragazzo di entrare nella sua classe. 

 

Notò Courtney molto scossa, e si precipitò subito da lei. 

 

 

“Courtney, è successo qualcosa? Stai bene? 

 

“Si Trent sto bene, tranquillo, capita a tutti di litigare no? 

 

“Si naturalmente... 

Ma cosa volevano Gwen e Scott da te? 

Non sarà ancora per la storia di Duncan spero.... 

 

 

“A quando pare si, ma non ne facciamo un dramma!  

Quella darkettona non riesce a ficcarsi nella testa che a me Duncan non piace! 

E lui non riesce a capire che non accetterò mai il suo stupido accordo! 

 

 

“Nemmeno se dirà tutto? 

 

 

-Alla fine, era stata costretta a dire tutta la verità a Trent. 

Non aveva più voglia di nascondersi. 

 

Gli aveva raccontato del fascicolo e del rapporto tra la preside e i suoi genitori. 

 

Non riusciva più a tenerselo dentro e doveva sfogarsi con qualcuno, poi ormai il ragazzo aveva iniziato ad insospettirsi, inutile continuare a nasconderlo. 

 

Si è vero, ne era rimasto molto deluso dal fatto che non gliene avesse mai parlato, ma chi era lui per poter giudicare? 

 

Voleva ancora molto bene a Courtney, nonostante aveva capito che la ragazza con il tempo si era parecchio allontanata da lui. 

 

Aveva sempre cercato di fare finta di nulla, ma alla fine ha dovuto farci i conti con la realtà. 

 

 

“Non so cosa fare Trent, Duncan è un osso duro e nemmeno a brutto muso riuscirei a fargli cambiare idea. 

Se lo facesse, potrei seriamente rischiare l’anno, ma non voglio dargli retta.... 

 

 

“Vuoi che gli parli io? 

Magari riesco a convincerlo... 

 

“No lascia stare, non voglio che ti faccia nulla, lo sai che non è mai stato tenero con te.. 

 

Gli parlerò io dopo la scuola, ed una volta per tutte metterò in chiaro questa storia! 

 

“Sei sicura? 

E se ti facesse qualcosa? 

 

“Tranquillo, rimarremo in territorio scolastico, non avrà molto coraggio fidati! 

 

 

-La ragazza sembrava molto decisa nel suo intento, mentre il ragazzo accanto a lei un po meno. 

 

Era preoccupato che le potesse fare del male. 

Anche se Courtney era una donna forte, Duncan era capace di tutto, ed era questo a mettergli più paura. 

 

Anche cercava di non importargli, desiderava tanto il giorno in qui non avrebbe più rivisto quel punkettaro. 

 

 

Nel frattempo, Gwen e Scott stavano scendendo di nuovo le scale per tornare al cancello. 

 

Nonostante Gwen provasse a divincolarsi, Scott la teneva stretta e non le lasciava possibilità di scappare. 

 

 

Una volta arrivati davanti al cancello, lasciò la presa sul braccio della gotica, ignorando le sue delicate imprecazioni. 

 

 

“Mi spieghi che diavolo fai Scott? Sei impazzito? 

 

“Impedisco che tu vada nei casini per colpa della tua gelosia verso Courtney! Ti sembra poco? 

 

“Io non ho bisogno del cane da guardia grazie! 

Riesco benissimo a controllarmi! 

 

“Ah si? Pensa che se non fossi arrivato io a quest’ora eravate entrambe in infermeria e con una bella sospensione! 

 

Pensa prima di agire Gwen cavolo! 

 

“Stai zitto! Ne ho abbastanza delle vostre ramanzine, lasciatemi da sola è meglio! 

 

 

-Detto ciò, la gotica si allontanò dal rosso, facendolo sbuffare. 

 

Gwen era una delle ragazze più testarde e istintive che aveva mai incontrato, e non c’era verso di farle cambiare idea quando si metteva in testa una cosa. 

 

Avrebbe dovuto tenerla d’occhio, aveva paura che potesse in qualche modo mettersi in guai seri. 

 

 

In quel momento, Duncan era appena arrivato a scuola, e aveva visto da lontano Gwen che si allontanava da Scott con aria arrabbiata. 

 

Scese dalla macchina e si avvicinato al contadino, mantenendo sempre il suo sguardo impassibile. 

 

Il rosso si accorse di lui, e sbuffando gli si andò incontro. 

 

Duncan notò lo sguardo nervoso dell’amico, e non perse occasione per fare qualche sua solita battutina. 

 

 

 

“Ciao anche a te Scott, è sempre un grande piacere vederti. 

 

“Non fare il simpatico Duncan, oggi non è giornata... 

 

“Si ho visto, che hai fatto a Gwen? L’ho vista andare via come una furia poco fa. 

 

“Niente, è solo di cattivo umore, capita a tutti no? 

Non è nulla di che... 

 

“Immagino, non mi ha più parlato dopo quello che è successo, ma in fondo dovevo aspettarmelo. 

Alla fine di ragazze posso trovarne quante ne voglio, non mi serve lei. 

 

 

 

-Scott sul momento non disse nulla. 

 

Avrebbe però voluto dire tante cose. 

 

Aveva di fianco la persona che aveva fatto soffrire Gwen, e la stava facendo soffrire ancora. 

 

Che Gwen prima sorrideva, ora non fa più nemmeno quello, nemmeno ci prova. 

 

Che alcune volte salta i pasti, ma dice che ha mangiato per non far preoccupare le persone intorno a lei. 

 

Gwen è la ragazza che lui aveva distrutto, ma evidentemente di questo non se ne rendeva conto. 

 

Avrebbe voluto tanto spaccargli la faccia, ma non lo faceva per non mettersi nei guai, lo aveva promesso ai suoi, e soprattutto a Gwen. 

 

Prese silenziosamente il suo zaino, e ritornò in classe, dove lo seguì anche il punk. 

 

La giornata terminò in fretta. 

Alla fine delle lezioni tutti quanti uscirono dalla classe per tornare chi nelle proprie case, e chi a fare sport o a lezioni di qualcos’altro. 

 

Uno dei pochi a rimanere lì fu Duncan, che restò fermo davanti al cancello. 

 

Mezz’ora prima, una persona gli aveva mandato un messaggio, dicendo di aspettarla esattamente li alla fine dell’ultima lezione, e così stava facendo. 

 

Probabilmente se si fosse trattato di un estraneo, lo avrebbe di sicuro mandato a quel paese e se ne sarebbe andato. 

Ma siccome sapeva perfettamente chi era, era rimasto apposta. 

 

5 minuti dopo aver salutato tutti i suoi amici, la persona in questione si avvicinò a lui, chiedendo di voltarsi. 

 

 

“Finalmente, ce ne hai messo di tempo principessa. 

Lo sai che è maleducazione far aspettare le persone? 

 

“Smettila di chiamarmi così Duncan e arriviamo al sodo, voglio che mi restituisci il fascicolo, subito. 

E io eviterò di farti tornare a casa con un dente rotto. 

 

“Mi sembra di essere staro chiaro, se rivuoi indietro i tuoi fogli dovrai stare con me e lasciare quella sottospecie di menestrello stonato. 

 

“Non mettere in mezzo Trent per favore, poi io e lui ci siamo presi una pausa, quindi non conta.... 

 

-Il punk non si aspettava una risposta del genere, ne rimase leggermente sorpreso. 

 

 

 

“Aspetta aspetta aspetta? Ho sentito bene? 

La perfettina ed il suo giullare portatile si sono lasciati? 

 

Ma chi lo avrebbe mai detto! 

 

 

“Non fare lo stupido grazie, tanto lo so che ne eri già a conoscenza! 

 

“Non ti sfugge nulla vedo, comunque se pensi che io ti ridia il fascicolo così facilmente ti sbagli, sai quello che voglio e non costringermi a ripeterlo. 

Quando voglio una cosa stai sicura che la ottengo. 

Mi conosci da anni ormai, pensavo lo avessi capito da sola! 

 

 

-A quel punto Courtney stava esaurendo tutte le sue idee per riavere possesso dei suoi documenti. 

 

Non riusciva a capacitarsi perché il punk le stava facendo una richiesta simile, nonostante loro si odiassero dal primo giorno che si erano visti. 

 

Anche per Duncan era lo stesso, ma a differenza di Courtney, lui aveva una specie di attrazione nei suoi confronti, come se fosse comandato da un robot. 

 

Nonostante provasse fastidio per quella ragazza, in un qualche modo ne era anche attratto, e ciò lo portava a comportarsi così. 

 

Duncan riprese la parola, richiamando l’attenzione della perfettina. 

 

 

“Facciamo un patto migliore ok? Vediamo se magari così ti convinco. 

 

Dovrai stare con me per un mese, non ti obbligherò a baciarmi abbracciarmi o tutta quella robaccia li, ma semplicemente dovrai stare in mia compagnia quando lo vorrò io, per un mese intero. 

 

Se riuscirai, avrai indietro il tuo fascicolo e io non ti romperò più fino a che ci vedremo. 

Ma in caso non ci riuscissi, questi pezzi di carta finiranno sul blog della scuola e tu sarai rovinata principessa! 

Ora a te la scelta! 

 

Guarda quanto sono buono, hai tempo fino a domani sera per darmi una risposta, in caso non riceverò nulla, allora saprò già quello che devo fare! 

 

Buona serata principessa, goditela. 

 

 

-Senza dargli il tempo di ribattere, Duncan salì sulla sua vettura e se ne andò. 

 

Ancora una volta l’aveva lasciata triste e pensierosa, ma anche con una forte rabbia per quell’essere. 

 

Il punk dal canto suo, sapeva benissimo di avere il coltello dalla parte del manico, perciò prese la strada verso casa, ma non prima di aver fatto un’ultima cosa. 

 

Aveva qualcos’altro in mente, e voleva farlo a tutti i costi! 

 

Aveva mandato un messaggio a Gwen per chiedergli di incontrarsi, e nonostante lei aveva intenzione di metterci una pietra sopra, avendo ignorato le sue precedenti chiamate, stavolta era curiosa di sapere che cosa Duncan avrebbe voluto dirle. 

 

Si incontrarono sotto casa sua la sera stessa. 

 

Nonostante facesse freddo, Gwen indossava la sua classica tuta sportiva e dei pantaloncini corti, mentre lui aveva un giubbotto di pelle nera molto lungo e classiche scarpe da ginnastica. 

 

Gwen non voleva ammetterlo, ma ne era ancora molto innamorata, sia per la sua bellezza, sia perché sperava che in fondo tutto quello che aveva detto era stato solo frutto di un momento di confusione. 

 

Non aveva detto a Scott di quell’incontro, perché sapeva benissimo che gli avrebbe detto di non vederlo, quindi aveva preferito tenerselo per se. 

 

Restarono per 5 minuti in silenzio, dopodiché Duncan prese la parola. 

 

 

“Beh allora, da dove posso cominciare... 

Prima di tutto volevo chiederti scusa per il modo in cui ti ho detto quelle cose, capisco di essere stato un vero stronzo e me ne vergogno di questo.... 

 

Non aspetto che tu mi perdoni, ma almeno vorrei che mi ascoltassi fino in fondo. 

 

Quelle cose che ho detto su di te e Courtney non erano vere, le ho dette solo perché ero arrabbiato ma non le pensavo sul serio, te lo giuro! 

 

Un po di tempo fa, ho sentito Courtney parlare molto male di te, e così ho pensato di attuare questa piccola vendetta verso di lei, rubandole il fascicolo e costringendola a fare tutto ciò che voglio per un mese. 

 

-La ragazza restò leggermente sorpresa, poi prese parola anche lei. 

 

 

“Lei parlava male? Di me? 

 

“Te lo giuro Gwen! Anche oggi, quando sei uscita dall’aula Courtney e l’Elvis dei poveri hanno iniziato a spararne di tutti i colori su di te, dicendo che sei una poco di buono e cose varie. 

 

“C-cosa... 

Ma io non..... 

 

-Il punk le mise le mani sulle spalle, facendo provare un piccolo brivido alla schiena della gotica. 

 

 

“Devi credermi Gwen, sono l’unica persona della quale ti puoi e ti devi fidare.... 

Credi davvero che io sia in grado di farti soffrire per poi inventarmi tutto? 

 

L’ho fatto solo per te Gwen, mi devi credere. 

 

Non te ne ho parlato prima perché era una situazione complicata, ma ora ti sto dicendo la verità! 

 

L’ho fatto perché mi sono sentito veramente uno schifo per come ti ho trattato, non merito di essere chiamato uomo... 

 

Se non vorrai perdonarmi, lo capisco.... 

In fondo non merito il tuo perdono.... 

 

 

-Gwen dal canto suo, era veramente combattuta. 

 

Da un lato gli sembrava sincero, stava quasi per mettersi a piangere 

Gli sembrava davvero pentito. 

 

Era inutile negarlo, lo amava ancora, e si vedeva. 

 

Dall’altro lato invece non riusciva a dimenticarsi come era stata trattata. 

Ripensava alle parole che lui le aveva detto, e facevano molto male. 

 

Non voleva rischiare di ricadere in quella trappola 

Poteva davvero fidarsi? 

 

Duncan mollò la leggera presa sulle sue spalle guardandola negli occhi, anche se lei guardava in basso. 

 

 

“Non ti sto chiedendo ti tornare con me, solo di perdonarmi e se possiamo tornare ad essere amici, mi manchi molto Gwen... 

 

 

-Il ragazzo le prese le mani, erano gelate. 

 

Lei per tutto il tempo aveva evitato il suo sguardo, ma questo suo gesto l’aveva portata a guardarlo anche lei negli occhi. 

 

Erano tanti i pensieri che aveva in testa, su lui, su Courtney. 

 

Non pensava che lei sarebbe arrivata a tanto da dire cattiverie sul suo conto, e nemmeno Trent. 

 

Lo aveva sempre considerato un ragazzo innocuo, e invece si era dimostrato proprio uno stronzo! 

 

“Io ho un’idea per vendicarci di entrambi Gwen, però devi starmi a sentire... 

 

Io avrò in pugno la principessa per un mese, e la costringerò a fare tutto ciò che voglio. 

Tu farai la stessa identica cosa con Elvis, dobbiamo vendicarci di loro in ogni modo possibile. 

Gli faremo pentire di aver parlato male di te Gwen, ci stai? 

 

 

-Il punk allungò una mano verso la ragazza, che anche se molto titubante, accetta. 

 

“Si m-ma io.. 

Non voglio stare con lui.... 

E poi come farai a convincerlo? 

 

“Stai tranquilla. 

Lo potrai manovrare in ogni possibile a tuo piacimento, te lo garantisco ragazza! 

Tu lascia fare a me! 

 

 

-Un sorriso comparve sul volto della gotica, e la portò ad abbracciare il punk. 

Amava vendicarsi delle persone, e Duncan di questa cosa ne aveva approfittato. 

 

Un altro sorrisetto invece era fisso sul suo volto, quando uno squillo del suo telefono ne portò alla lettura di un messaggio. 

 

 

 

“ACCETTO” 

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Capitolo 10
*** "Ora iniziano i guai...." ***


Ciao! 

Come state? Spero tutti bene! 

Mi scuso se non sono usciti capitoli in questo periodo ma tra sessione e cose varie questa storia sta andando nel dimenticatoio! 

  

Ora finalmente gli esami sono finiti e posso tornare a postare! 

A proposito! Siete pronti per l’inizio della nuova stagione? Io non vedo l’ora! 

Sono riuscito per miracolo a non spoilerarmi nulla! E spero sarà così fino al suo inizio! 

Volevo dirvi che i prossimi capitoli saranno incentrati sulle nostre belle coppie, uno a testa fino alla fine, e li ci sarà un’altra piccola sorpresina ma non vi dico nulla! 

Un’ultima cosa, sto modificando un po' i capitoli precedenti per renderli più scorrevoli, mi mancava tornare a scrivere si vede! 

 

Spero che la storia vi stia continuando a piacere e mi scuso ancora, ciao ciao e buona lettura! 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Ma insomma, vuoi fermarti un secondo? MI sembri drogato! 

 

 

-Leshawna stava per dare di matto vedendo Harold che camminava avanti e indietro davanti al cancello della scuola. 

 

Stavano per uscire i risultati dei test di medicina e lui era più euforico che mai. 

Aveva studiato tanto per riuscire a passare quel test, ed ora l’ansia lo stava distruggendo. 

 

La sua ragazza era li annoiata che lo guardava impazzire, mentre rileggeva il messaggio che Trent gli aveva inviato 5 minuti prima dicendogli di aspettarlo li. 

 

Lo videro da lontano correre verso di loro con un mucchio di fogli in mano. 

Dall’espressione era abbastanza felice e appena arrivò abbracciò Leshawna, che senza capire nulla ricambiò. 

Si staccarono e la ragazza era curiosa di sapere cosa gli fosse successo. 

 

 

“Ehi dolcezza, come mai così felice stamattina?  

Non dirmi che ti sei dimenticato del compito di italiano! 

 

“No no non me ne sono dimenticato, guarda! 

 

-Gli porse i fogli che aveva in mano, Harold li guardò con molta attenzione per poi guardare la sua ragazza. 

 

“Che bello zuccherino! Ti hanno preso all’accademia di musica! 

Sono proprio felice per te! Te lo meriti tutto! 

 

-Venne abbracciato di nuovo da Leshawna, mentre Harold gli batté il cinque. 

 

A congratularsi con il ragazzo, ci fu anche la sorella di Harold, arrivata non appena aveva visto il ragazzo correre verso di loro. 

Lo stava seguendo, così come un po' tutte le mattine, ma ormai ci aveva fatto l’abitudine. 

 

La ragazza gli saltò in braccio, provocando in lui un certo imbarazzo e le urla di Harold. 

 

 

“Trent congratulazioni! Te lo sei proprio meritato! 

 

“Stacy datti un contegno adesso, non credo che Trent abbia bisogno di una ragazzina che lancia le sue gride proprio vicino alle sue orecchie! 

 

“Ti ringrazio tanto fratello rompiscatole, stavo soltanto esprimendo il mio affetto per Trent. Non posso? 

 

“Sarebbe gradito se ti comportassi civilmente, come il sottoscritto! 

 

-Detto questo si staccò, continuando a fissarlo con occhi sognanti. 

 

“Tranquillo Harold non è successo nulla, grazie a tutti per i complimenti, ora dai andiamo, abbiamo il compito alla prima ora. 

Buona giornata Stacy! 

 

-Leshawna, Harold e Trent salutarono la ragazza per poi dirigersi verso la propria aula, mentre lei aspettava le sue amiche davanti al cancello. 

 

Sbuffò, fissando il ragazzo che entrava nell’edificio insieme ai suoi amici. 

Sognava ad occhi aperti una ipotetica relazione con il chitarrista, per poi tornare quasi subito nel mondo reale, calciando un sassolino. 

 

 

“Uff, eppure ci deve essere un modo per far innamorare Trent di me, non so cosa potrei fare perché ciò accada. 

 

-Pensava tra sé e sé. 

Anche se Trent non l’aveva mai vista come una possibile fidanzata, ora che tra lui e Courtney era finita, poteva fare del suo meglio per provare a conquistarlo. 

 

In classe, nel frattempo, stavano tutti mostrando i propri risultati per varie accademie e università. 

Era quello il periodo delle classi quinte, quando tutti concretizzavano quello che poi avrebbero voluto fare da grandi. 

 

Gwen era stata accettata all’accademia delle belle arti, mentre Courtney era stata ammessa alla facoltà di giurisprudenza con ottimi risultati. 

 

Leshawna e Lindsay avevano deciso di andare insieme all’accademia della moda, ma solo la prima era stata accettata, e la bionda dovrà riprovare tra qualche mese. 

 

Tyler, mentre consolava la sua ragazza, controllava i risultati delle competizioni sportive a cui aveva partecipato, non ottenendo i risultati sperati. 

 

Tutti in classe si scambiavano opinioni e pensieri vari su questo. 

L’unico che sembrava volerne rimanere fuori era Duncan, per niente interessato all’argomento. 

 

Lui aveva deciso di non andare all’università, ne di studiare altre cose varie. 

Aveva chiesto a Scott se potesse lavorare nella sua fattoria per i primi tempi, fino a quando non avrebbe trovato un altro lavoro, e lui un po' titubante, gli aveva detto di si. 

 

Era concentrato su un’altra cosa in quel momento, pensare a quale tortura poter sottoporre Courtney ed il suo ormai dimenticato chitarrista, anche se quello era compito di Gwen. 

 

Aveva parlato con lei quella mattina al telefono, dicendole quello su cui lui e la gotica si erano accordati un paio di sere prima. 

 

La ragazza anche se non lo dava a vedere, era molto in ansia per quello che sarebbe passato per la mente a Duncan. 

 

Nel frattempo, la gotica stessa era impegnata a guardare in cagnesco il chitarrista, che si sentì a disagio non capendo del perché di quel gesto. 

 

Lui e Gwen non si erano quasi mai parlati, e ora di punto in bianco lei lo guardava male, senza ragione. 

 

Cercò di non darci tanto peso e si sedette al suo posto. 

 

Una volta terminato il compito, tutti quanti si alzarono in piedi per tornare a conversare, aspettando il prof dell’ora successiva. 

 

A quel punto la dark, ne approfittò per avvicinarsi a Trent, appoggiandosi al suo banco. 

Lo fissò per qualche secondo per poi aprire bocca. 

 

 

“Alzati e vieni fuori un attimo” -Gli disse mentre si apprestava ad uscire. 

 

Lui non riusciva veramente a capire il suo comportamento, si limitò solo ad alzarsi e a seguirla. 

 

Courtney, vedendoli uscire, non ebbe proprio una bella sensazione. 

Si stava alzando per andargli dietro, ma un braccio la afferrò e la mise di nuovo seduta. 

Anche senza voltarsi aveva capito di chi si trattasse. 

 

“Principessa, lascia stare, ricordi quello che ti ho detto questa mattina? Dovrai portare molta pazienza se non vuoi finire nei guai. 

 

 

-La perfettina non poté fare altro che starsene seduta e aspettare, per niente tranquilla. 

 

Una volta fuori, Gwen si mise appoggiata allo stipite della porta, con il moro davanti a lei che la fissava. 

Iniziò a parlare, spinto dal silenzio imbarazzante. 

 

“Hai bisogno di qualcosa per caso? Ti serve aiuto per i compiti? 

 

-Lei da un lato, era disgustata da tutta quella gentilezza infondata. 

Dopo averle parlato male alle spalle ora aveva anche il coraggio di essere dolce con lei? No signore. 

 

Gli puntò un dito contro, attenta a non farsi vedere. 

 

 

“Ascoltami bene, ho sempre pensato che fossi un tipo tranquillo e innocuo, ma a quanto pare mi sono sempre sbagliata. 

Non serve che fai il lecchino con me visto che ho capito bene che hai una doppia faccia! 

Adesso ti insegnerò io le buone maniere, farai tutto quello che ti ordino fino a quando ne avrò voglia, è chiaro? 

Se non mi darai retta, renderò la tua vita impossibile, io non perdono chi scherza con il fuoco, ricordatelo Trenton. 

 

-Detto questo, la ragazza dalle ciocche blu tornò in classe, lasciando un Trent decisamente confuso e perplesso. 

 

Cosa mai poteva averle fatto di così grave per comportarsi in questo modo, visto che nemmeno si parlavano? Perché improvvisamente ce l’aveva con lui? 

Decise inizialmente di non darci troppo peso e rientrò in classe, risedendosi al suo posto. 

 

Una volta terminate tutte le lezioni, Trent prese le sue cose e senza salutare nessuno, uscì in fretta dall’edificio. 

Non voleva incrociare lo sguardo di Gwen, o peggio ancora quello di Duncan, quei due erano parecchio strani in quei giorni e di certo non voleva diventare la loro esca. 

 

All’uscita, poco prima di varcare il cancello, venne fermato da Scott, la cui ferita all’occhio era quasi del tutto passata. 

 

“Ehi, ciao. 

Dove vai così di fretta? Scappi da qualcuno? 

Senti posso parlarti un attimo? Se vuoi naturalmente. 

 

-” Ci mancava solo lui adesso” -Pensò. 

 

 

“Scusami, ho molta fretta, è una cosa urgente? 

 

“Abbastanza. 

Ti ho visto stamattina, so che stai cercando di evitare Gwen e Duncan, e volevo darti un paio di consigli su questa cosa. 

 

-Scott non sapeva ancora nulla del fatto che Duncan e Gwen avevano fatto quell’accordo, e soprattutto che in mezzo ci fosse anche Courtney, ma aveva visto la ragazza parecchio nervosa in questi giorni. 

Con Duncan parlare era diventato quasi impossibile, sia perché le uniche volte che lo vedeva era a lezione e non poteva parlargli, oppure perché “troppo impegnato” con le sue cose. 

Così come ultima spiaggia, aveva pensato di chiedere a lui. 

 

“Ascoltami, io e te non ci siamo quasi mai parlati in questi anni, ma devi sapere che io tengo molto alla salute di Gwen, e so che Duncan le sta facendo qualcosa che non mi piace. 

 

“Scusami, non voglio interromperti, ma posso sapere del perché ne parli con me? 

Non hai appena detto che ci siamo parlati pochissime volte? 

Non capisco perché ora tu voglia raccontarmi queste cose, io voglio stare il più lontano possibile dai guai... 

 

“Si lo so, ed hai perfettamente ragione a pensarla così. 

Ma ascolta, come ti ripeto stai parlando con una persona che ha molto a cuore la salute di Gwen, e ti ho visto mentre parlavi con lei in corridoio oggi, ho sentito quello che ti ha detto. 

L’unica cosa che voglio dirti è che ho paura che Duncan abbia in mente qualcosa per farla soffrire, e questo non glielo posso perdonare. 

Se lui le facesse del male io... 

 

“Ti capisco, ma ora ascoltami tu per favore... 

Non so bene cosa stia passando per la testa a tutti quanti, ma io vorrei solo essere lasciato in pace senza rischiare di finire in mezzo a liti o discussioni personali, non mi sembra così difficile da capire... 

Non so cosa passi per la testa a Gwen per avermi parlato così, ma ti posso giurare che io non le ho fatto proprio nulla... 

 

“Io ti credo, so che non le hai fatto niente; infatti, non ti chiederò di parlare con Duncan o cose simili, voglio solo che mi riferisci tutto quello che Gwen ti dice. 

Ti ripeto, per me sei come un estraneo, ma ciò che mi importa di più è la salute di quella ragazza, altrimenti non sarei di certo qui a parlare con te. 

 

“Ancora non riesco a capire cosa centro io con tutto questo... 

 

“Come ti posso spiegare... 

Vedi il fatto è che... 

 

-La loro conversazione venne interrotta da una mano che si appoggia sulla spalla di Scott, facendolo sobbalzare. 

Il ragazzo pensando fosse Duncan, era già pronto a ricevere un bel pugno, ma fortunatamente si era sbagliato... 

 

 

“Scusami Scott, non voglio interrompere i vostri dialoghi tra uomini, ma mi lasceresti parlare un secondo da sola con lui, per favore? 

 

-Il rosso non poteva fare a meno che ubbidire, lasciando soli la gotica e il chitarrista. 

Una volta assicurata che Scott fosse lontano, iniziò a parlare. 

 

 

“Bene, ora che siamo soli, devo dirti altre due cosette riguardo a prima. 

 

“Scusami Gwen, ma sono parecchio stanco, ti dispiace se me ne parli domani? 

 

-A questa risposta, la gotica si avvicinò lentamente al suo viso, facendolo indietreggiare di qualche centimetro. 

Erano a pochi centimetri di distanza, e ciò provocò in Trent una strana sensazione. 

 

 

“Forse non hai ancora capito, qui adesso chi decide cosa fai sono io, e se dico che ti devo parlare tu stai fermo qui e mi ascolti, chiaro? 

 

-Scott senza farsi notare, si era avvicinato di nascosto, e stava origliando tutta la loro conversazione. 

Non aveva mai visto Gwen così, pensava sicuramente ci fosse lo zampino di Duncan. 

 

Si sporse un altro po', per sentirli meglio. 

 

 

“Domani mattina verrai a prendermi a casa alle sette in punto, non un minuto di meno. 

Se non farai quello che ti dico, ne pagherai gravi conseguenze. 

Non costringermi ad usare le maniere forti, non voglio diventare cattiva. 

 

Ora ti saluto, parlare con te mi ha già stufato, ricordati domani alle sette. 

 

-Si girò su se stessa e se ne andò, lasciando di nuovo il ragazzo con la bocca aperta e parecchio perplesso. 

 

Gli riusciva veramente difficile capire cosa le avesse fatto per farsi trattare in questo modo, eppure come si ripeteva, non si erano mai parlati più di tanto in quegli anni di superiori. 

  

Ci mancava solo questa, la bella mattinata era stata rovinata da minacce che secondo lui erano infondate, visto che non aveva fatto nulla. 

Stava per andarsene, ma si ricordò che non era ancora solo. 

 

Scott raggiunse di nuovo il moro, continuando a fissare Gwen che andava via. 

In lui vedeva un’espressione abbattuta, come se gli avessero tirato un pugno dritto nello stomaco. 

 

“Ora capisci a cosa mi riferisco? Dobbiamo capire se c’è Duncan dietro a tutto questo... 

Mi devi aiutare Trenton, non so davvero a chi altro chiedere.... 

 

“Scusami Scott, ma non penso di avere le forze per mettermi a fare l’investigatore.... 

Perché non chiedi ai tuoi amici?... 

 

“Come scusa? Ma hai sentito come ti ha trattato? Intendi stare qui a prenderti degli insulti gratuiti mentre a lei raccontano le peggio cose su di te? 

E poi a loro non è mai interessato nulla di Gwen, figurati se ora hanno voglia di sapere perché sta male... 

 

Sono stato amico di Duncan per anni, e sono sempre stato costretto ad assecondare il suo atteggiamento, perché lui era il migliore ed il più forte agli occhi degli altri; quindi, chi gli andava contro era visto come un pazzo che aveva semplicemente voglia di litigare. 

Dopo quello che ha fatto a Gwen, stavo pensando di non far più parte del suo gruppo, anche se comporterà seri danni per me. 

Tengo molto a lei, e vedere che sta così male per me è insopportabile... 

 

“Scusa, ma cos’è che Duncan avrebbe fatto di così grave a Gwen? 

So che si sono lasciati, ma da quel che ho capito sono rimasti amici. 

 

“Andiamo, ti racconto strada facendo, non voglio rimanere altro tempo qui. 

 

-Lungo il tragitto verso casa, Scotto raccontò a Trent tutto quello che Duncan aveva fatto a Gwen, del suo passato, e di come era stata sempre trattata in questi anni. 

Il chitarrista era a bocca aperta, non si aspettava affatto una cosa del genere. 

 

 

“Cavolo.. 

Non capisco come faccia Gwen a reggere una cosa del genere, non si è stancata dopo tutto questo tempo? 

 

“Vedi, quando una persona è realmente innamorata, difficilmente getta la spugna, e così Gwen con Duncan... 

 

“Mi stai dicendo che in 5 anni Gwen non si è mai lamentata del suo comportamento? Eppure, ha l’aria di essere una persona di carattere... 

 

“Non sempre le persone che abbiamo davanti sono le stesse che sono dentro.. 

Gwen ha affrontato molti dolori nella sua vita, non le bastava questa a complicargliela... 

Di primo impatto può sembrare una persona forte, ma è molto più sensibile di quel che dimostra... 

Te lo dice una persona che la conosce da anni e sa com’è fatta... 

 

“E perché non hai mai fatto nulla in questi anni?  

Cioè, se realmente tenevi a lei, perché hai aspettato tutto questo tempo? 

 

“Perché adesso ho capito di non poter più stare zitto, dopo che Duncan l’ha lasciata in quel modo, dopo che lei ha smosso mari e monti per stare con lui, dopo aver trovato davanti a se un cumulo di indifferenza, non permetterò che soffra ancora. 

 

-Al sentire quelle parole, Trent istintivamente strinse più forte il volante, stringendo i denti. 

 

 

“Senti io ti capisco, ma non vedo come posso aiutarti in tutto questo. 

Come ti ho già detto, vorrei cercare di starmene il più possibile fuori da queste situazioni, anche io ho i miei problemi... 

 

“Ci starai promesso, anzi ti aiuterò io in questo. 

Inizierò da domani mattina, ti va se ti accompagno a casa di Gwen? Ho sentito che ti ha chiesto di andarla a prendere.... 

 

“Non vorrei farlo, ma ho paura che lei e Duncan mi facciano qualche scherzetto di quelli pesanti, non posso rischiare... 

Quindi non posso fare altro se non accettare.... 

 

“Perfetto, ti passo a prendere domani alle sei e mezza, buona serata e grazie mille del passaggio. 

 

-Dopo che il rosso se ne andò, il moro lo guardò andare via e subito dopo tornò a casa. 

 

Per tutta la serata non aveva fatto altro che pensare alle parole di entrambi. 

Non si fidava, questo era palese, ma in quel momento non aveva scelta se non dare retta a Scott. 

 

Più volte Duncan e i suoi amici avevano forato le ruote sia della sua macchina che quella di suo padre. 

Spesso gli rubavano il pranzo e i compiti, come facevano i bambini dell’asilo. 

Con il tempo ci aveva fatto l’abitudine, pensando solo a quando sarebbe stato libero da tutto questo. 

 

 

Pensava anche a Gwen, e a cosa avesse subito stando con quel punk pieno di cattiveria e piercing. 

 

Non pensava minimamente cosa lo aspettasse, sperava solo che tutta questa storia si concludesse in fretta, e possibilmente senza nulla di rotto. 

 

La mattina successiva arrivò lentamente, visto che non aveva chiuso occhio. 

Alle sei e quarantacinque del mattino si erano presentati davanti alla porta di casa di Gwen, dopo che Scott era passato a prenderlo a casa sua. 

 

Trent iniziò presto a sentire la mancanza di sonno, e in quel momento faticava a tenere gli occhi aperti. 

 

Aveva detto ad Harold e Leshawna di non aspettarlo all’entrata ma direttamente in classe, avevano visualizzato ma non ancora risposto. 

 

Scott se ne era accorto subito che il ragazzo accanto a lui non era in ottima forma, e gli tirò più volte delle grosse pacche sulle spalle. 

 

“Ehi amico, sei sicuro si stare bene? Non hai proprio una bella cera. 

 

“Scusami, non vorrei sembrarti scortese, ma fino a prova contraria non siamo amici, e poi no, non sto molto bene, stanotte non ho dormito... 

 

“Capisco, va bene dai, appena arriviamo ti offro un bel caffè! 

 

“Non ne bevo, grazie lo stesso.... 

 

-In quel momento la porta di casa si aprì, rivelando una signora sulla cinquantina sorridente che li fissava. 

Scott salutò in maniera disinvolta la signora, che lo ricambiò. 

 

“Ciao Teresa buon giorno! 

 

“Oh ciao Scott che piacere, se cerchi Gwen si sta preparando, vedo che hai portato un amico! 

 

“Già, lui è Trent, un nostro compagno di classe, non se lo ricorda? 

 

“Aspetta, tu sei il figlio di Valter?  

Sei Trenton?  

 

-Subito dopo il moro allungò la mano per presentarsi. 

Anche se suo padre la conosceva, aveva visto la mamma di Gwen solo una volta in questi cinque anni, non ricordava affatto il suo volto. 

 

“Salve signora, si sono io, non so se si ricorda bene di me... 

 

“O mio dio ma certo che mi ricordo! Non sono passati tanti anni ma se cambiato un sacco! 

Non restate sulla porta, entrate forza che parliamo uh po! 

 

 

-Entrarono in casa e si sedettero sul divano, mentre la mamma di Gwen andò in camera sua a chiamarla. 

 

 

“Gwen muoviti! Ci sono i tuoi amici che ti stanno aspettando! 

 

-Una volta chiamata, Teresa si sedette su una delle sedie del tavolo e fissava in maniera curiosa Trent, come se lo volesse studiare per bene. 

 

“Mamma mia! Sei cresciuto veramente un sacco ragazzo! Sei diventato molto più alto e molto più bello! 

Con quegli splendidi occhi chissà quante ragazze avrai appresso! 

 

-Lui sorrise imbarazzato, ricevendo una pacca sulla spalla da Scott. 

 

“La ringrazio molto signora... 

 

“Dammi tranquillamente del tu, non preoccuparti! 

Cielo come passano gli anni! 

Non fai in tempo a fare un figlio che subito te lo ritrovi pronto per andare via di casa! 

 

Ora scusatemi ragazzi ma devo andare al lavoro, buona scuola e comportatevi bene! 

 

-Scott si alzò per salutarla mentre usciva. 

 

“Su Teresa non siamo più dei bambini, sappiamo benissimo come dobbiamo comportarci, giusto amico? 

 

-Trent spostò leggermente il braccio che Scott gli aveva messo sulla spalla, facendolo sospirare. 

 

Una volta che la mamma di Gwen uscì, loro due rimasero ad aspettare la gotica in soggiorno. 

L’atmosfera si era fatta improvvisamente pesante in quel momento. 

 

 

“Allora? Hai studiato per il compito di oggi? -Domandò il rosso cercando di fare conversazione. 

 

“Oggi non c’è nessun compito, è stato spostato alla settimana prossima. 

 

“Cosa? E io che mi ero anche preparato.... 

Perché non mi hanno avvisato... 

 

“Scusami, vorrei evitare di essere petulante, ma se invece di stare al telefono ascoltassi, forse sarebbe meglio... 

 

“Non hai tutti i torti.... 

 

 

 

-Dopo 10 minuti, Gwen si presentò in soggiorno, meravigliandosi della presenza di Scott. 

Il rosso le sorrise, ma il moro aveva lo sguardo basso, evitando il suo contatto visivo. 

 

 

“Scusa, sbaglio o avevo detto solo a te di venire? - Rivolgendosi a Trent  

 

“Tranquilla Gwen, è che Trent non sapeva dove abitavi così mi ha chiesto se potessi accompagnarlo. 

 

“E da quando voi due siete così attaccati? Non vi ho mai visto nemmeno parlare. 

 

-Scott stava per rispondere, ma il moro si mise in mezzo. 

 

“Lasciamo perdere dai, altrimenti facciamo tardi... 

 

-La gotica sbuffò sonoramente, prendendo dal frigo un sacchetto di carta per poi porgerlo a Trent. 

 

“Impara a stare zitto, non stavo parlando con te. 

Questo è il tuo pranzo, ho detto a mia madre che sarebbe venuto qualcuno stamattina così lo ha preparato lei. 

 

-Entrambi i ragazzi si sorpresero, visto come Gwen lo aveva trattato il giorno prima. 

 

“Ah e sia chiaro, non farti strane idee, per me non vali nulla, quindi, ringrazia solo mia madre. 

Ora andiamo, non voglio fare tardi. 

 

 

-Gwen uscì di casa, e dopo quelle parole, Trent sbuffò. 

Perché doveva essere trattato così, cosa aveva fatto? 

 

Smise di pensarci e insieme ai due, si incamminò verso la scuola. 

 

 

Per tutto il tragitto, nessuno dei tre aveva fiatato, se non Scott che continuava a fischiettare. 

La gotica si girò leggermente in direzione del moro, facendolo fermare. 

 

“Domani voglio vedere solo te hai capito? Sei grande e grosso, non credo ti serva compagnia! 

Cerca di impararla in fretta la strada! 

 

 

-D’altro canto, Trent, non voleva affatto che quella scena si ripetesse tutti i giorni; quindi, sperava che Gwen cambiasse presto idea. 

 

Lui lo stava facendo solo per non mettersi nei guai, anche se non aveva fatto nulla, ma ormai ci era abituato. 

Pensava che presto la gotica si sarebbe stufata di lui e l’avrebbe lasciato in pace. 

 

Aveva persino pensato di diventare fastidioso per farsi lasciare in pace, ma poteva essere controproducente sia per lui che per Scott. 

 

Non poteva fare altro che fare quello che gli era stato detto e sperare che sarebbe finita in fretta. 

 

Arrivato a scuola, Gwen si separò dai due raggiungendo delle sue amiche, ma non prima di aver fatto al moro un’ultima raccomandazione. 

 

“All’uscita voglio vederti qui, e non provare ad andartene capito? 

Sennò sai quello che ti succede... 

 

-Detto questo, si allontanò lasciandoli definitivamente soli. 

Ormai, ogni parola di Gwen suonava come una pugnalata, ma doveva farci presto l’avitudine.... 

 

“Beh amico, sembra che domani ti toccherà rimanere da solo con lei... 

 

“Ho passato di peggio Scott, vorrei solo che questa situazione del cavolo finisca al più presto.... 

 

“Stai tranquillo, tutto quello che devi fare è avvicinarti a lei in modo che si confidi con te, così possiamo scoprire cosa nasconde! 

 

“Ma dico l’hai vista come mi tratta? Penso che se mi fossi steso per terra davanti a lei mi avrebbe camminato sopra! E tu pretendi che mi racconti le sue cose personali? 

 

 

 

 

 

“Tranquillo ti ho detto, Gwen è una ragazza testarda e quando ci si mette anche molto stronza, ma fidati, non è capace di andare troppo oltre come Duncan, almeno spero... 

 

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Capitolo 11
*** "Amici amici... ***


Ciao a tutti! Come state? 

Eccomi qui con una nuova uscita, nemmeno tanto tardi stavolta visto? (ok forse no) 

Credo che questo fino ad ora sia il mio capitolo più lungo (e siamo quasi a metà storia) 

Vi avviso subito, purtroppo non so quando potrò scrivere il prossimo, ho molti impegni questo mese e spero di farcela lo stesso a far uscire qualcosa.  

Buona lettura a tutti e buon Weekend! 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Duncan... 

Questa è una pessima idea, torniamo indietro per favore.... 

 

“Rilassati principessa! Ci sono già stato milioni di volte, sono miei amici, non c’è pericolo! -Disse trascinandola per un braccio. 

 

-Quel sabato pomeriggio, Duncan era andato a prendere Courtney a casa sua per portarla a conoscere i suoi amici, naturalmente contro la sua volontà. 

Erano dei ragazzi che lui aveva conosciuto per strada, giocavano a calcio insieme, e non si poteva dire fossero proprio persone per bene. 

 

Si erano dati appuntamento al solito posto, un garage lasciato abbandonato, che loro utilizzavano come punto di ritrovo. 

 

Courtney era nervosa, non tanto per il fatto che era stata colta di sorpresa, ma perché non si fidava per nulla di Duncan, e il fatto di trovarsi in un posto del genere, specialmente con lui, la spaventava terribilmente. 

 

Appena arrivati, i suoi amici gli andarono incontro e lo salutarono, stringendogli la mano. 

 

All’inizio non si accorsero nemmeno di Courtney, forse perché si era tenuta a debita distanza da loro. 

 

Ma uno dei suoi amici la vide e le andò incontro, facendola rabbrividire in un attimo. 

 

Era una specie di dark misto ad un emo, con del trucco in faccia e un’espressione fredda in volto. 

Gli si affiancò una ragazza identica a lui, solo leggermente più bassa, ma con la stessa identica espressione. 

 

Courtney guardò nella direzione del punk, sperando in un qualche aiuto, ma l’unica cosa che fece, fu sorridere, divertito dalla scena. 

Lui non sapeva quanto in quel momento la perfettina sognava di ucciderlo, nemmeno se lo poteva immaginare. 

 

Il gotico andò più vicino a Courtney, portando lei ad indietreggiare. 

 

 

“E tu? Chi saresti? Nessuno è autorizzato ad entrare qui, altrimenti chi lo farà, verrà immediatamente ucciso. -Disse con un tono spaventoso ma calmo allo stesso tempo. 

 

-La ragazza rimase pietrificata. 

Da dove erano usciti questi tizi? Seriamente Duncan era amico loro? 

Quest’ultimo si avvicinò, gustandosi ancora l’espressione spaventata di Courtney, che ormai le si era dipinta sul viso. 

 

“Tranquilla principessa, questi due sono tipi apposto, basta soltanto non farli arrabbiare. 

 

-Ora era il turno della gotica a parlare, e lo fece con lo stesso tono del ragazzo accanto a lei. 

 

 

“Duncan, mi sembra di essere stata chiara sul fatto di non portare intrusi nei nostri luoghi d’incontro. 

 

“State tranquilli ragazzi, se lei stessa non vuole avere problemi, non ne creerà a noi, fidatevi! 

 

-Il ragazzo avvicinò di più il suo viso a quello della perfettina, squadrandola per bene. 

 

“Quindi tu saresti la ragazza che ha corrotto la preside per ottenere una borsa di studio, ho ragione? 

 

 

“Aspetta ma, Duncan! Perché glielo hai detto? -Gli gridò furiosa. 

 

“Sono miei amici principessa, e lo sai, con gli amici non ci dovrebbero essere segreti! 

 

-Ignorando le sue lamentele, la gotica riprese a parlare. 

 

 

“Non ha importanza chi ce lo ha detto, sta di fatto che se avessi voluto evitare problemi, avresti tranquillamente potuto uccidere i testimoni, così ne saresti uscita pulita, sei stata stupida.... 

 

“Ehi, guardate che anche io sono uno di quelli! -Disse il punk. 

 

 

-La gotica girò i tacchi e rientrò dentro il garage, mentre il suo ragazzo rimase li con Duncan. 

 

 

“Siamo stati davvero scortesi, non ci siamo presentati, io sono Ennui, e quella che se ne è appena andata, è la mia ragazza, Crimson, piacere di conoscerti. 

 

-Con la sua voce bassa e lo sguardo fisso, aveva teso la mano per presentarsi alla ragazza, che spaventata, gliela strinse. 

 

“Ehm.... 

Piacere, io sono Courtney..... 

 

“Si, da come avrai potuto capire, Duncan ci ha parlato di te, ecco perché siamo tutti qui oggi, per incontrarti. 

 

“Ah già... 

Si Duncan me ne aveva parlato, anche se gli ho detto che non ce ne era il bisogno, non volevo, ecco, disturbarvi.... 

 

“Non preoccuparti, siamo quasi ben accetti ad incontrare nuove persone. 

Sia chiaro però, che questo è il nostro punto di ritrovo, non lo sa nessuno tranne chi ne fa parte, ovviamente, ti conviene non farne parola, altrimenti metteremo la tua testa come trofeo sul tetto di questo garage, mi sono spiegato? -Disse in fine il gotico. 

 

-Quello che la spaventava di più, era che in tutto questo, riusciva a tenere un tono calmo e pacato, anche mentre parlava della sua decapitazione. 

 

“C-certo.... 

Non t-ti p-preoccupare, il vostro segreto con me è al sicuro.... 

 

 

-Detto questo, anche lui rientrò nel loro luogo chiudendo la porta, lasciando Duncan e Courtney fuori. 

 

La perfettina ci mise un po per riprendere fiato, dopo aver conosciuto quei due, poteva benissimo dire che ogni altra sua tipo di paura fosse superata. 

 

Il punk a quella scena, non aveva mai smesso di ridere un secondo, sapeva che le avrebbero fatto questo effetto, e aveva deciso di godersi per bene lo spettacolo. 

 

Lei era tutt’altro che serena, preoccupata ancora di trovarsi uno di quei due pazzi dietro di lei con un coltello in mano. 

 

 

“Insomma, ti è sembrato il caso di presentarmi a quei tipi strani!? 

Ma come diavolo fai a frequentarli, sembrano usciti da uno di quei classici film dell’orrore degli anni 50! 

 

“Ti ho detto di stare calma principessa, sono due tipi apposto, anzi, credo che tu gli stia già molto simpatica! -Disse facendosi una sonora risata. 

 

“Bene! Se per questo, che stiano lontani da me! Ora vorrei andare a casa se possibile! O devi trascinarmi da qualche altra parte? 

 

“Ti consiglio di non darmi l’idea principessa perché sai che sono capace di farlo. 

Si si vai pure, e ricorda i miei compiti per domani, li voglio tutti fatti perfetti, capito? 

 

“Ho capito metallaro! Me lo hai già detto 5 volte mentre mi portavi qui, avrò capito no? 

“Voglio solo assicurarmi che sia ben chiaro, caso mai te lo scordassi. -Disse facendole l’occhiolino. 

 

“Ci vediamo domani a scuola principessa! 

 

 

-Il punk, risalì sulla sua macchina e se ne andò, con Courtney che da dietro gli urlava contro. 

 

“Dove vai idiota! Sei tu che mi devi accompagnare a casa! Come ci torno sennò! 

 

 

-Purtroppo per lei, ormai il ragazzo era troppo lontano per sentirla, così rimase li da sola. 

 

 

Nel frattempo, lo stesso pomeriggio, Trent si trovava a casa di Gwen, e anche lui le stava facendo i compiti. 

 

La materia in quest’ione era matematica, odiata a morte da tutti. 

Fortunatamente, lui riusciva a capirla bene, così da poterla finire abbastanza in fretta. 

 

Era molto stanco, ma la ragazza non permetteva né lamentele né distrazioni, avrebbe dovuto finirglieli tutti entro quella stessa sera. 

 

Scott, aveva più volte tentato di chiamarlo, ma il chitarrista aveva il telefono scarico, e ormai ci aveva rinunciato. 

Gli aveva detto che sarebbe andato da Gwen, così decise di andare anche lui. 

Probabilmente però, gli avrebbe solo sbattuto la porta in faccia senza dargli il tempo di parlare, quindi decise di lasciar perdere e tornarsene a casa sua. 

 

Intanto, in casa, Trent chiese a Gwen se potesse mettere in carica il suo cellulare, e lei, un po scocciata, gli disse di sì. 

 

Lo mise in carica e finì gli ultimi compiti che la gotica aveva, portandolo ad un sospiro di sollievo. 

 

 

Stessa cosa non si poteva dire di Courntey, che stava aspettando, o forse più sperando, che qualche autobus passasse per riportarla a casa. 

 

Ormai era lì da un’ora, e non sapeva più che fare per tornare. 

Duncan non le rispondeva, e nemmeno i suoi genitori. 

 

Siccome si stava facendo tardi, pensò all’ultimo di poter chiedere aiuto a Trent, sperando almeno in una sua risposta. 

 

Il telefono del ragazzo squillò, così lui si alzò dalla sedia per rispondere. 

Mentre la gotica controllava i “suoi” compiti, ascoltò la conversazione del moro con la sua ex, anche se inizialmente non aveva capito si trattasse di lei. 

 

 

“Pronto? 

 

“O Trent santo cielo! Per fortuna almeno tu mi hai risposto! 

Sono bloccata dall’altro lato della città da quasi un’ora e mezza, e non so come tornare a casa, per di più mi si sta scaricando il cellulare, ti prego non è che mi verresti a prendere? 

 

“Cosa? Scusami mi spieghi come ci sei finita li? 

 

“Lunga storia, ti scongiuro aiutami, non saprei cosa fare altrimenti! 

 

“Va bene non preoccuparti, inviami la posizione, sarò lì da te il prima possibile! 

 

“Grazie mille Trent! Non so davvero come ringraziarti! 

 

 

-Il ragazzo attaccò il telefono e prese le sue cose, pronto per andare, ma la dark, avendo capito, si mise davanti alla porta, impedendogli di uscire. 

 

“Scusami? Dov’è che staresti andando? -Gli chiese con un leggero tono di sarcasmo. 

 

“Mi dispiace, ho fatto tutti i compiti che mi avevi chiesto di fare, ora devo scappare urgentemente...-Disse cercando di uscire. 

 

“Si è vero, li hai fatti tutti quanti, ma ancora non mi sembra di averti dato il permesso di andare, quindi siediti. 

 

-Sembrava che la gotica non avesse la minima intenzione di spostarsi dalla porta, ciò lo rese ancora più nervoso. 

 

A quel punto non sapeva cosa fare. 

Naturalmente non poteva lasciare Courtney li da sola, per di più, si stava facendo molto tardi. 

Si avvicinò alla ragazza, che lo fissò con una smorfia. 

 

“Ascoltami, domani farò tutto quello che vuoi, ma ora ho una cosa urgente da fare, quindi per favore lasciami uscire.... 

 

-Lei non si scompose di un millimetro, continuando a fissare il ragazzo davanti a se. 

 

“Non hai sentito forse quello che ho detto? Ti ripeto che tu non te ne vai da questa casa fino a che non lo decido io? O forse devo fartelo capire con le cattive? 

 

-Gli prese il polso e glielo strinse, facendolo indietreggiare. 

Non aveva altra scelta, se Gwen aveva intenzione di usare le maniere cattive, lo avrebbe fatto anche lui. 

 

Accettava tutto, ma la violenza anche no. 

 

Afferrò anche lui i suoi polsi, spingendola leggermente a lato della porta. 

Con le gambe la stava tenendo ferma, mentre con le mani le bloccava i polsi. 

 

Gwen tentò più volte di liberarsi, ma la presa del ragazzo era decisamente più forte della sua. 

 

“Ehi! Si può sapere cosa stai facendo? Lasciami andare! 

 

-La guardò fissa negli occhi, continuando a tenere la presa. 

 

“Ascoltami tu adesso per favore! 

Ti ripeto che ho una cosa urgente da fare; quindi, ti gradirei, di rispettare la mia scelta e di lasciarmi andare. 

Fammi pure tutto quello che vuoi, non mi interessa, ma ora non ho tempo per le tue minacce! 

 

-Detto questo, lasciò la presa sulla ragazza, prese le sue cose e uscì. 

La gotica lo fissò fino a quando la porta non si chiuse, facendo un piccolo sorrisetto. 

 

“Però, alla fine non è del tutto un sottone come pensavo –Disse mentre si massaggiava i polsi, leggermente doloranti. 

 

Uscì in fretta anche lei di casa e si sedette in macchina del ragazzo sul sedile accanto. 

 

“Voglio venire con te, vediamo qual è questo tuo grande impegno. -Affermò mettendosi la cintura. 

 

-Decise di non darci troppo peso e partì subito. 

 

Seguendo la posizione mandatagli da Courtney, il chitarrista era quasi arrivato nel luogo dove si trovava la ragazza. 

Ci avevano mezzo quasi quaranta minuti per raggiungerla, ma alla fine ce l’avevano fatta. 

Durante il viaggio nessuno dei due aveva fiatato. 

 

Lui la vide seduta sul bordo del marciapiede, con la testa nascosta tra le braccia. 

Suonò il clacson per farsi sentire, e appena lo riconobbe, la ragazza gli andò incontro e lo abbracciò. 

Il ragazzo rimase per un attimo spiazzato, per poi ricambiare l’abbraccio. 

 

“Trent non so davvero come ringraziarti, grazie, grazie mille! 

 

“Figurati, non me lo sarei mai perdonato se ti fosse successo qualcosa! 

 

-Mentre si abbracciavano, la gotica, nel frattempo, era rimasta in macchina, e nel vedere quella scena, provava un misto di rabbia e tristezza allo stesso tempo. 

 

Perché anche lei non poteva avere qualcuno che la trattasse così? 

Cosa aveva fatto di sbagliato per non meritarlo? 

 

Anche se voleva negarlo, in un certo senso, invidiava Courtney, anzi, l’aveva sempre invidiata. 

Aveva una bella famiglia, due ragazzi che le andavano dietro, dei bei voti e una carriera assicurata. 

Perché la perfettina si, e lei no? 

 

Lei stessa aveva una madre e un fratello che le volevano bene, questo era ovvio, ma sentiva che dentro di sé mancava qualcosa, come un vuoto. 

Non le capitava spesso di pensarci, ma quando lo faceva, sentiva di star male. 

 

Appena Courtney si accorse della presenza di Gwen, guardò in modo interrogativo il ragazzo accanto a lei, aspettando spiegazioni. 

 

“Trent ascolta, so che ormai ci siamo, ecco, lasciati... 

Non voglio intromettermi nella tua vita privata sia chiaro, ma come mai c’è Gwen con te? 

Non dirmi perché era preoccupata per me perché non ci credo neanche morta! 

 

“Storia lunga, tranquilla, non c’è niente di cui preoccuparsi. 

Ora però andiamo a casa, che si sta facendo buio. 

 

 

-Alla fine, il ragazzo accompagnò Courtney a casa sua. 

Quest’ultima guardandoli, continuava a domandarsi come mai quei due fossero insieme. 

Si è vero, aveva capito di provare solo profonda amicizia per Trent, ma ciò non voleva dire che non poteva preoccuparsi per lui, visto che Gwen non era una delle ragazze più tranquille che conosceva. 

 

Pensava però, che fosse un ragazzo responsabile, quindi, che non c’era molto da preoccuparsi. 

 

Stava per entrare nel cancello in casa, quando venne presa per un braccio e trascinata via, all’interno di un vicoletto. 

Ma cos’era oggi? Il giorno dei rapimenti? 

 

Era pronta ad urlare, ma una mano le tappò la bocca, impendendole quasi di respirare. 

 

Era bel panico, e se si trattava di un ladro? O uno stupratore?  

Non aveva nessuna arma con se, solo la borsa con dentro il portafoglio e una boccetta d’acqua. 

 

I suoi dubbi vennero risolti quando codesta persona, si tolse il cappuccio che aveva in testa, rivelando due iridi azzurre come l’oceano. 

 

La perfettina lo riconobbe immediatamente, e appena allentò la presa, gli assestò un bel calcio sulle sue parti basse, facendolo chinare dal dolore. 

 

 

“Principessa, dico sei impazzita? Che diavolo hai nella testa? Vuoi farmi diventare sterile per caso? -Disse ancora accovacciato e con la voce strozzata. 

 

“No! Cosa è saltato in mente a te! Volevi forse farmi morire di paura? Come ti è venuto in mente di trascinarmi improvvisamente in questo vicolo? Ringrazia che ti ho dato solo quel calcio e non mi sono dilungata! -Gli rispose incavolata nera. 

 

“Ringraziarti? Tu te ne vai in giro con Elvis e io dovrei ringraziarti? 

 

“Esattamente! 

Aspetta... 

Come fai tu a sapere che ero con Trent? 

 

“Forse perché vi ho seguiti? Chi ti ha dato il permesso di andare con lui eh? 

 

“Allora, prima cosa, si dà il caso che tu non sia nessuno per dirmi con chi posso o con chi non posso andare, capito? 

Seconda cosa, forse non avrei avuto il bisogno di chiamare lui se QUALCUNO si fosse degnato di rispondere alle mie chiamate! 

Sono rimasta davanti al covo dei tuoi amici per quasi DUE ORE, ed è solo grazie a Trent se sono tornata a casa sana e salva!  

 

-Dalla voce sembrava parecchio arrabbiata, e aveva tutte le ragioni del mondo per esserlo. 

 

 

“Uff, quanto la fai difficile! 

 

-Il punk prese il suo telefono e quello della ragazza, nel quale segnò su di esso un numero di cellulare. 

 

“Mi spieghi cosa stai facendo ora? 

 

 

-Gli mostrò il numero appena salvato, per poi ridargli il telefono, che si spense subito dopo per la batteria scarica. 

 

“Ti ho dato il numero di mia sorella, così in caso di emergenza, se io non rispondo, puoi chiamare lei. 

 

“Cosa? Ma... 

 

“Niente domande principessa. 

Ora vai a casa, domani ti aspetta un’altra fantastica giornata in compagnia del sottoscritto, buona notte. -Disse entrando nella sua macchina. 

 

-Finalmente se ne andò, così che Courtney potesse rientrare in casa, farsi una doccia e buttarsi finalmente sul letto. 

Fortunatamente, i suoi genitori non le facevano mai tante domande su cosa faceva e dove andava, questo le permetteva di risparmiarsi eventuali bugie. 

Anche se quella mattina, dopo averla vista andare via con Duncan, a loro iniziarono a venire seri dubbi sulle frequentazioni della figlia. 

Il padre era un tipo a cui non piaceva giudicare la gente a prima vista, mentre Courtney era il contrario, come sua madre. 

 

Chissà cosa le avrebbe fatto sopportare quel lurido punk il giorno dopo, non voleva nemmeno pensarci... 

 

Nel frattempo, Trent stava accompagnando Gwen a casa, che per tutto il viaggio non aveva detto una parola. 

Aveva paura di chiederle cosa le fosse successo, rischiando di beccarsi una risposta spiacevolmente dura. 

 

Gwen aveva il capo girato verso il finestrino, stava guardando la strada e nel mentre pensava ancora alla scena di oggi. 

Non riusciva a smettere di chiedersi cosa avesse Courtney che lei non aveva, così, in mancanza di altre persone in quel momento, decise di chiederlo proprio al ragazzo accanto a lei. 

 

 

“Ehi, posso chiederti una cosa? 

 

-Per poco Trent non si prese un colpo, non aspettandosi che la gotica aprisse bocca di punto in bianco. 

 

“Ehm, certo, dimmi pure... 

 

“Che cosa ci trovi di bello in Courtney? Voglio dire, cosa ti ha fatto innamorare di lei? 

Non voglio che mi racconti tutta la storiella strappalacrime, solo le cose fondamentali insomma... 

 

 

-Non si aspettava una domanda del genere da lei, soprattutto considerando il fatto che si erano scambiati più parole in quelle settimane che in 5 anni di scuola. 

Ora stava cercando di, conoscerlo? 

 

Decise comunque di risponderle, trovandola una domanda curiosa. 

 

  

“Beh, vedi, come sai, noi ci conosciamo da quando siamo piccoli, le nostre famiglie sono amiche da molto tempo; quindi, io e lei siamo cresciuti insieme. 

Mi è sempre piaciuta fin da quando eravamo bambini, mi ha aiutato ad affrontare molti tipi di difficoltà. 

Era una bambina molto testarda e tenace, ma quando voleva, sapeva essere anche molto dolce. 

Quando ero triste, cercava in ogni modo di farmi ridere, ma quando doveva rimproverarmi, ci dava giù pesante, solo perché era di pochi mesi più grande di me. 

Però ecco se devo dirti il vero motivo del perché ha iniziato a piacermi, non lo so nemmeno io... 

 

 

-Per tutto il racconto la ragazza se ne era stata zitta, cercando di comprendere al meglio le parole del ragazzo seduto accanto a lei. 

 

Anche se non c’era molto da capire, era semplicemente una cotta infantile, portata forse avanti dall’affetto delle due persone e anche dalla stima delle rispettive famiglie. 

Pensava che forse avessero fatto bene a lasciarsi, dopotutto, si vedeva lontano un miglio che solo il lui provava qualcosa per la perfettina, lei non più di una grande amicizia. 

 

Arrivati a casa sua, scese dall’auto, ma prima di chiudere lo sportello, fece una piccola raccomandazione a Trent. 

 

“Comunque, ti consiglio di lasciar perdere quella ragazza, non prova più nulla per te ormai. 

Può darsi anche che siate stati bene, ma ora la vostra storia è finita, non dovresti più pensare a lei, lo dico per te. 

 

Detto questo ci vediamo domani, ti aspetto a casa mia, non fare tardi- Disse chiudendo lo sportello della macchina, dopodiché entro in casa sua. 

 

Trent, non poteva negare di non provare più nulla per Courtney, ma la decisione presa dalla ragazza doveva essere rispettata. 

A lui ormai stava bene così, se ne era fatto una ragione. 

Gli bastava essere uno dei suoi più cari amici, non voleva altro. 

Aveva capito che da un po di tempo le cose tra loro non funzionavano più, e lo aveva accettato. 

 

Sarebbe stato meglio in quel momento, conoscere di più la gotica, in modo tale da poter sapere se veramente Duncan le avesse fatto qualcosa, e così anche lui, sperando, si sarebbe liberato di quella tortura. 

 

Fece manovra e tornò anche lui a casa, osservato da quest’ultima dalla finestra della sua stanza. 

Gli faceva rabbia ripensare alle scene di quel pomeriggio, perché sapeva che lei non avrebbe mai provato le stesse cose di Courtney. 

Pensava che ora, col fatto di avere il chitarrista dalla sua parte, avrebbe potuto farla pagare ad entrambi, e invece le cose non erano cambiate di una virgola. 

Courtney continuava ad avere i suoi due “corteggiatori” ai piedi, mentre lei niente. 

L’unico che le era stato davvero vicino in quei momenti era Scott, ma lei stessa continuava a trattarlo male, ciò lo aveva portato ad allontanarsi un po. 

 

Piangeva pensando a quelle cose, cercando di scacciarle via dalla sua testa, ma più ci provava, e più si facevano spazio dentro di lei. 

 

Si mise a letto provando a dormire, ma non ci riuscì facilmente, così continuava a girarsi e rigirarsi nel letto, in cerca di una posizione comoda. 

La mattina dopo, aveva due occhiaie che potevano far paura anche ai morti. 

Era riuscita a dormire solo un’oretta, e nemmeno troppo bene. 

Quella mattina aveva preso la decisione di rimanere a casa, se non fosse stato per il bussare insistente di sua madre alla porta della camera. 

 

 

“Gwen! Alzati è tardi! Muoviti e vai a scuola! 

 

“Mamma oggi non mi sento molto bene, preferisco stare a casa... 

 

-Sapeva che tentare di convincere sua madre a non andare, era forse la cosa più difficile di questo mondo. 

Entrò come se nulla fosse nella stanza, e come in quelle classiche scene da film, aveva spalancato la finestra e tolto le coperte di dosso alla figlia. 

 

“Se non ti alzi nel giro di 5 minuti, ti faccio una doccia con l’acqua gelata, me comprendi? 

 

-Detto questo, uscì dalla camera. 

 

Ormai aveva capito che non c’era nulla da fare, restava solo da alzarsi, lavarsi velocemente e aspettare il moro. 

Fortunatamente, riuscì a fare tutto nel giro di 20 minuti, ed ora aspettava sul divano che il ragazzo suonasse il campanello. 

Pregava che si sbrigasse ad arrivare, le si stavano chiudendo gli occhi da soli. 

 

Quando il campanello suonò, prese le sue cose, pronta per uscire, così come il pranzo che ormai ogni mattina sua madre preparava per Trent. 

 

Solo che, appena aprì la porta, chi si trovò davanti non fu il moro, ma bensì qualcun’altro. 

Non era sorpresa, o meglio, non così tanto. 

 

 

“Buongiorno Gwen, come stai? 

 

“Scott, cosa ci fai tu qui? 

 

“Nulla di che non preoccuparti, è che ieri sera Trent ha avuto un piccolo incidente in macchina, ma nulla di grave, così sono venuto io al suo posto. 

 

-La ragazza sbarrò gli occhi per un secondo, non aspettandosi una notizia del genere. 

 

“Scusami, e perché non me lo ha detto lui direttamente? 

 

“Beh, credo che non abbia il tuo numero, per questo lo ha detto a me. 

Mi ha anche chiesto lui stesso di venire qui da te, ha insistito molto perché ti accompagnassi. 

 

-Ora che ci pensava era vero, loro due non si erano mai scambiati i numeri a vicenda, tutto quello che gli doveva dire lo faceva a scuola e da li non si sentivano più fino al giorno dopo, o nel caso del weekend, fino al lunedì. 

 

“Beh, non mi importa, andiamo adesso... 

 

-Uscirono di casa, diretti verso l’istituto. 

 

Anche se non voleva ammetterlo, Gwen, avrebbe voluto sapere quali fossero le condizioni di Trent, ma si vergognava troppo per chiederlo a Scott. 

Pensava poi che quest’ultimo avesse detto che non era nulla di grave, quindi smise di pensarci. 

Rifletté anche sul fatto che aveva insistito molto per far andare il rosso da lei, ma probabilmente glielo chiese per paura di un eventuale scherzetto. 

 

Arrivati a scuola, videro il ragazzo parlare tranquillamente con Harold e Leshawna. 

Notarono però, che aveva il braccio ingessato, causato probabilmente dall’incidente del giorno prima. 

 

Solo Scott andò da lui, lasciando indietro la gotica, che li guardava curiosa. 

Il rosso, ignorando i due, toccò di spontanea volontà il suo braccio ingessato. 

 

“Amico, come stai? L’incidente ti ha causato questo? 

 

“Ciao Scott... 

Purtroppo, si, ieri una signora mi è venuta addosso in contromano, facendomi sbattere sulla portiera della macchina. 

Fortunatamente, oltre il braccio, sto bene... 

 

 

“Cavolo, mi dispiace, pensavo non venissi oggi. 

 

“Lo pensavo anche io, ma stamattina quando mi sono svegliato, stavo bene; quindi, ho chiesto ad un amico di mio padre di accompagnarmi. 

 

“Che fortuna allora, beh, visto che sembri star bene, io vado, ci vediamo in classe. 

 

-Trent salutò nervosamente il suo “amico”, che se ne andò sorridendo, sotto gli sguardi scettici di Harold e Leshawna. 

 

“Scusami zuccherino ma, da quando tu e quella zazzera rossa siete così amici? Lo sai che è meglio girare a largo dal suo gruppetto -Gli disse la ragazza. 

 

 

“Tranquilla Leshawna cara, credo che lui sia innocuo, a differenza di qualcuno.... 

 

 

-Disse Harold fissando Gwen, che continuava a guardarli a braccia conserte, anche se più che loro, guardava Trent. 

 

Lui era indeciso se ignorarla o andare a parlarle con calma, e alla fine, optò per la seconda. 

Chiese a Leshawna e Harold di aspettarlo in classe, così dopo che i due se ne andarono, raggiunse la gotica. 

 

Voleva evitare che gli facessero delle domande su di lei o su Scott, preferiva fosse una cosa tra loro, sperando come sempre, che finisse presto. 

 

Appena arrivò li, la ragazza continuava a squadrarlo, sperando parlasse per primo per darle spiegazioni. 

Così fece, ascoltato attentamente da Gwen. 

 

“Ciao.. 

Ecco, scusami se stamattina non sono passato a prenderti, è che... 

 

“Non serve che mi spieghi nulla, Scott lo ha già fatto per te... 

 

“Ah, bene allora... 

 

-Nonostante non avesse nessuna colpa, continuava a pensare di dovere un favore a Gwen per non aver mantenuto la promessa. 

Era fatto così, nonostante cercasse di nasconderlo, il suo lato buono e generoso verso gli altri veniva sempre a galla, anche quando non ne era necessario. 

 

La gotica non disse più nulla, dopo avergli lasciato il pranzo, si girò semplicemente, e andò dalle sue amiche. 

 

Quando arrivò davanti al cancello, vide una scena che la fece innervosire più di ogni altra cosa al mondo. 

 

In quel momento, era arrivato Duncan, ma non era solo, con lui c’era anche Courtney, con la quale scese dalla macchina. 

La ragazza era parecchio nevosa, mentre lui sembrava tranquillo come sempre. 

 

“Ascolta razza di buzzurro, non occorre che ogni mattina tu mi venga a prendere a casa, è chiaro? 

So dove si prendono gli autobus, posso arrivarci anche da sola. 

 

“Se lo faccio è perché voglio farlo, tu che dici? 

 

“Si ma vedere la tua faccia a scuola è già più che sufficiente, non mi occorre vederla anche più del dovuto. 

 

“Dai su, ammetti che ti ha fatto piacere conoscere i miei amici, e ammetti che ieri pregavi che venissi io a prenderti. 

 

“Se con piacere intenti paura e incubi, che tutt’ora ho, si, mi ha fatto moooolto piacere! Ed era OVVIO che aspettassi te, visto che TU mi hai portato li! -Ribattè acida 

 

-A quella risposta, Duncan fece un sorrisetto divertito, cosa che innervosì ancora di più Courtney. 

 

Poco prima che lei se ne andasse, salì di nuovo in macchina, attirando la sua attenzione e portandola a girarsi. 

 

“Scusa, ma tu non vieni a lezione? Ti ho anche fatto i compiti che mi hai chiesto! -Disse sventolando in aria quei fogli. 

 

“Che c’è principessa ora ti preoccupi per me? Tranquilla, ho una cosa più urgente da sbrigare, e poi, è già sicuro che mi bocceranno, a dopo! 

 

-Sfrecciò a tutta velocità, non dando il tempo a Courtney di ribattere. 

Sbuffò, pensando al fatto che era rimasta sveglia fino a tardi per fargli quei dannatissimi compiti. 

Perché se avesse avuto intenzione di farsi bocciare allora avrebbe costretto lei a farglieli? 

Preferiva non farsi troppe domande, soprattutto se riguardavano quell’individuo, così decise di andare. 

 

Gwen, che aveva osservato tutta la scena, gli venne ancora più rabbia. 

Ripensò alle stesse cose di ieri vedendo la perfettina con Trent. 

 

Andò verso di lei, che non la vide subito, a causa del telefono. 

Quando si accorse a chi era andata addosso, sbuffò sonoramente. 

 

“Gwen, buongiorno a te...-Gli disse annoiata. 

 

“Di un po, non ti sei ancora stancata di fare sempre la vittima? -Rispose con tono acido. 

 

“Ora non so davvero di cosa tu stia parlando, dobbiamo andare in classe, oggi non ho proprio voglia di beccarmi una ramanzina. 

 

“Certo che lo sai, ieri facendo due moine al telefono, ti sei fatta venire a prendere da quel pesce lesso dall’altro lato della città, e ora, ti fai anche accompagnare a scuola da Duncan, non ti sembra troppo? 

 

-Adesso ne aveva abbastanza. 

Sopportare quell’idiota di Duncan era già difficile di suo, in più, se si metteva in mezzo anche Gwen, rischiava seriamente di finire in carcere per omicidio doppio. 

 

“Ascoltami attentamente, mi sono stancata di passare per poco di buono. Perché invece non te la prendi con quel demente che ieri sera mi ha portato dai suoi orripilanti amici e mi ha lasciato li? 

Se magari avesse evitato di presentarmeli, non avrei avuto la necessità di disturbare Trent visto che improvvisamente gli stai sempre attaccata! 

 

Oppure vogliamo parlare di stamattina? 

Quando quel deficiente mi ha letteralmente trascinato nella sua macchina sotto le occhiatacce dei miei genitori? 

E poi, io e Trent siamo rimasti amici, e gli amici si aiutano nel momento del bisogno, quindi, lo ringrazio e lo ringrazierò per sempre per quello che ha fatto e continua a fare per me tutti questi anni. 

 

Ora me ne vado, mi sono stancata di dare spiegazioni inutilmente ad una persona che sa solo accusare, a dopo Gwen, anzi, spero di no! 

 

-Detto questo, la ragazza alzò i tacchi e ne andò, lasciando la gotica immobile davanti al cancello. 

 

Per quale motivo Duncan gli aveva fatto conoscere i suoi amici? Si erano messi d’accordo che doveva farla soffrire, ma qui sembrava lo stesse facendo solo lei con Trent, che poi nemmeno funzionava più di tanto. 

Quel ragazzo abbassava la testa e faceva tutto ciò che lei gli diceva di fare, senza ribattere su nulla, come fosse uno schiavo. 

Solo quando lei lo aveva messo con le spalle al muro si era ribellato, ma per il resto, ogni volta che era con lei, sembrava privo di vita. 

 

Per un breve attimo, si sentì tremendamente in colpa per come lo aveva trattato nei giorni passati, ma poi si ricordò, tutte quelle parole che loro due avevano detto su di lei, ciò la spinse a lasciar perdere, e pensare che fosse meglio così. 

Si stava facendo tardi, così, andò anche lei in classe, ricordandosi che doveva assolutamente parlare con Duncan. 

 

 

 

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Capitolo 12
*** Eccomi! ***


Ciao a tutti!
Non vi preoccupate non sono sparito, è che a Maggio/Giugno sono stato e sono pieno di esami e non so più dove sbattere la testa ahahaha!
Appena finirò prometto che continuerò questa storia, tranquilli non lascio nulla in sospeso!
Spero che vi interessi ancora e non vedo l'ora di tornare, un bacio e tutti  e buona serata!

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Capitolo 13
*** "Quasi alla calma" ***


Ehi ciao! 

Come state? Tutto a posto? 

Far uscire questo capitolo è stato un parto, ma del resto LA MIA SESSIONE ESTIVA POSSO DIRLA UFFICIALMENTE CONCLUSA! 

Mi scuso ancora per i periodi di assenza, ma spero lo stesso che le persone che finora hanno seguito i miei scleri non mi abbandonino, ahahaha! 

Vi lascio, come sempre, alla mia creazione di queste lunghe e infinite settimane, ciao a tutti! 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Senza curarsi delle occhiate altrui, lo aveva preso per un braccio e lo stava trascinando fuori dall’aula. 

Lui reagì sbuffando, capendo già perfettamente il motivo di quella “convocazione urgente”. 

 

Si fermarono vicino al cancello, che ormai era diventato luogo di ritrovo per confessioni, litigi e a volte anche qualche rissa. 

 

Stava aspettando il momento in cui si sarebbe calmata un attimo per provare almeno a chiedere cosa avesse fatto stavolta, ma quel momento non arrivò perché fu lei a prendere parola per prima. 

 

“Allora? Non devi dirmi nulla? -Gli aveva sbattuto in faccia così all’improvviso. 

 

“Non capisco cosa intendi Gwen, se ti va di spiegarti magari, mi faresti un favore” 

-Rispose lui, leggermente infastidito dal tono della ragazza. 

 

 

“Non capisci eh? Vediamo se così riesco a rinfrescarti la memoria! 

Courtney, garage, gotici, ti dicono nulla queste parole? 

 

“Riesci a fare una frase di senso compiuto senza fare giochetti strani? Perché non arrivi al sodo?   

 

-Si vedeva benissimo che si stava innervosendo parecchio, ma la gotica sembrava voler tenere quel punto. 

 

“Cazzo Duncan! Mi spieghi per quale motivo hai portato Courtney da Ennui e Crimson? Ti ha dato di volta il cervello? 

 

“Non capisco cosa posso aver fatto di sbagliato, non serve essere così esagerata. 

 

“E tu la chiami esagerazione? Ci hai messo 3 anni per permettermi di conoscerli, perché invece a lei li hai fatti incontrare subito, senza un motivo poi! Spiegamelo! 

 

“Semplicemente sapevo che la principessa sarebbe rimasta terrorizzata da loro; quindi, volevo semplicemente farmi due risate, nulla di più. 

 

-Aveva risposto alla sua domanda con totale tranquillità. 

Nonostante Gwen capì benissimo che quella era una grande cavolata, decise di non ribattere, almeno per il momento. 

 

“Ora che mi hai fatto il terzo grado, possiamo rientrare? Se mi becco un’altra nota mi sospendono! 

 

-Detto questo, senza controllare che la ragazza lo seguisse, il punk alzò i tacchi e tornò in aula. 

Lei sbuffando, si trovò costretta a seguirlo, così ripresero le lezioni. 

 

Gwen non riusciva proprio a digerirla questa cosa. 

Nonostante provasse a non sentirsi inferiore a Courtney, arrivavano delle cose, anche se piccole, che le smontavano tutti i suoi pensieri. 

 

Non avendo altra scelta, dovette, almeno per il momento, accettare quell’amara situazione. 

 

Fortunatamente, l’unica cosa che si beccarono, fu una leggera sgridata dal professor MacLain, nulla di più. 

 

Alla fine dell’ultima ora di lezione, il professore gli diede un compito, da svolgere obbligatoriamente in gruppi da 3 o 4. 

Anche se non era da lui assegnare certi compiti, quel giorno aveva deciso di provare qualcosa di diverso. 

 

 

“Allora ragazzi miei, ascoltatemi, lo so che in questa classe tra di voi non regna proprio un clima sereno, soprattutto tra alcune persone...  

 

-Disse spostando l’occhio verso Duncan e Courtney, che si guardarono in cagnesco, o Leshawna e Heather, la quale quest’ultima aveva rubato lo specchietto portatile della black mama, portandole quasi alle mani. 

 

 

“Ho deciso, come ultimo anno insieme, di fare una cosa che non ho fatto mai finora, un bel lavoro di gruppo sui reality show! 

 

-Un coro di “Nooooooo” si udì in sottofondo alla richiesta del professore. 

 

“State zitti branco di lamentosi!  

L’unica cosa che sapete fare bene in questa classe è lamentarvi, cucitevi quelle bocche una volta tanto! 

 

-Al rimprovero del professore, nell’intera classe piombò un silenzio improvviso, che soddisfo l’uomo. 

 

“Bene, come stavo dicendo, vi dividerete in gruppi da 3 e alcuni da 4, dovrete parlare come se foste i presentatori di un reality televisivo che inventerete voi! 

Dovrete spiegarmi attentamente tutti i dettagli, mi raccomando! 

Mi dispiace, ma non sono ammesse coppie. -Disse, spegnendo subito l’entusiasmo di Lindsay e Beth, che speravano di lavorare insieme. 

 

“Mi scusi professore, i gruppi dobbiamo deciderli noi? -Domandò Harold. 

 

“Per vostra sfortuna, sarò io a decidere chi starà con chi, e non accetto lamentele, chiaro? 

 

Leshawna, Beth e Alejandro, voi siete il primo gruppo. 

Courtney, Lindsay e Duncan, voi il secondo. 

Trent, Harold e Gwen, il terzo. 

Heather, Tyler e Izzy voi sarete il quarto gruppo. 

 

-Mclain continuò a formare i vari gruppi per i progetti, ma a qualcuno sembrava non andare bene la propria collocazione. 

 

“Mi scusi professore, devo proprio fare il progetto con lo sportivo sfigato e con la pazza? -Disse Heather, rivolgendosi con disgusto ai suoi compagni. 

 

“EHI! Tyson non è affatto uno sfigato, è il migliore giocatore di tennis al mondo! -Ribatté la sua ragazza. 

 

“Emm Lindsay, veramente io gioco a rugby...-La corresse Tyler. 

 

“Basta! Avete finito di discutere?  

 

-Mclain era sul punto di urlare di nuovo, ma si trattenne. 

 

 

 

“E io che dovrei dire allora scusami? Guarda con chi mi ha messo il professore -La seguì a ruota Gwen, che fissando il moro, una smorfia comparve subito sul suo viso. 

 

 

-Mi dispiace, ma vi ho già detto che sarei stato io a decidere i gruppi; quindi, questi ho fatto e questi vi tenete, nessuno può cambiare. 

Che sia chiaro, potreste fare anche il progetto da soli, ma ciò vi farà partire con 2 voti di svantaggio, la scelta è vostra, ragazzi! 

 

 

-Al suono della campanella, sotto gli sguardi omicidi dei suoi studenti, Mclain uscì in fretta dalla classe, non prima però di aver dato un ultimo avvertimento. 

 

“Ah ragazzi a proposito, se scopro che qualcuno in un gruppo non ha fatto nulla ed ha fatto fare tutto il lavoro agli altri, si becca un 3 diretto, mi sono spiegato? 

 

“E lei come farà a sapere se tutto il gruppo ha lavorato? -Domandò Beth al professore. 

 

“Non sarà così difficile, perché io non ho mai detto che questo compito lo dovrete svolgere a casa! 

Lavorerete durante tutte le ore che io ho con voi la settimana prossima. 

Io non verrò, perché sarò in vacanza, ma non preoccupatevi, ci sarà Chef a fare in modo che lavoriate bene. 

Visto che le ore sono tante, dovreste riuscire senza problemi a terminarlo tutto in questo lasso di tempo! 

Detto questo, vi auguro una buona giornata ragazzi! A lunedì, anzi, al mio rientro dalle vacanze! 

 

-Il professore, fiero, se ne andò dalla classe, lasciando i suoi alunni confabulare tra di loro. 

Molti ancora non erano d’accordo sui gruppi scelti, ma l’unica cosa che in quel momento potevano fare, era lamentarsi. 

 

 

“Certo che MacLain sa proprio come metterci in difficoltà eh? -Disse Alejandro ai suoi compagni. 

 

“Ragazzi come facciamo, la settimana prossima abbiamo ben 4 compiti in classe, quelle ore ci sarebbero potute servire! -Continuò sconfortata Leshawna. 

 

“A me non interessa di questo stupido compito, per me McLain può anche buttarsi giù da un ponte, non mi importa dei voti in meno, lo farò da sola! 

 

-Heather, stanca di quel discorso, uscì dalla classe senza guardare in faccia nessuno. 

 

Gli altri, capendo ormai di aver quasi terminato il programma e non volendo un voto basso, decisero di mettersi subito tutti d’accordo per la propria parte nel progetto. 

 

I meno collaborativi erano Duncan e Gwen, ancora innervositi per la discussione di prima, e sembravano proprio non voler collaborare con gli altri. 

 

Courtney dal canto suo, non avrebbe mai preso un’insufficienza per un tipo svogliato come quello, e visto che, a malincuore, erano nello stesso gruppo, lo avrebbe convinto a lavorare a tutti i costi. 

 

Usciti per la ricreazione, Trent e Harold stavano discutendo più a fondo sulla questione del progetto, anche loro nello stesso gruppo. 

 

“Io suggerisco di fare una ricerca che riguardi i migliori attori che ci sono stati negli anni passati! 

Fidati! Racconteremo cosa hanno passato vivendo in una società malandata e tutti i libri e le opere scritte per loro! -Disse Harold con l’entusiasmo a mille. 

 

“Senza offesa Harold, la tua idea è buona, ma McLain ha detto che dobbiamo interpretare un nostro reality show, non scrivere delle cose su fatti già accaduti. 

 

-La risposta di Trent spense tutto l’entusiasmo che aveva il rosso, costringendolo a sospirare. 

 

“Piuttosto, dobbiamo lavorare con Gwen giusto? Quella ragazza mi inquieta troppo.... 

 

“Non preoccuparti, non credo ci darà problemi se non vuole un’insufficienza, poi dobbiamo farlo per forza, a me terrorizza più Chef... 

 

“Si, ora che ci penso hai ragione, ma posso farti una domanda? 

 

“Certo, chiedi pure. 

 

“Ho notato che da un po di tempo sei molto attaccato a lei, per caso tra voi due c’è qualcosa? 

Nulla di che tranquillo, solo pura curiosità. 

 

“Harold, nulla di ciò che pensi, semplicemente i professori mi hanno chiesto di aiutarla con le materie insufficienti, ed è quello che sto facendo. 

 

“Va bene ti credo, però dobbiamo pur sempre collaborare con lei; quindi, visto che di sicuro a te non sbranerà vivo, va a chiederglielo tu. 

 

“Non vedo cosa ci sia da chiederle, possiamo anche metterci d’accordo in clas.... 

 

“NO! Meglio mettere le cose in chiaro da subito! Forza, va a parlarle! 

 

 

-Harold spinse Trent verso il gruppetto dove si trovava Gwen, accolto da occhiatacce da parte di tutti. 

 

Appena arrivato, gli altri tranne la diretta interessata, si allontanarono, lasciando i due da soli. 

 

La gotica tirò fuori una piccola limetta per le unghie, decisa se sentire o no cosa volesse il moro. 

 

“Allora? Che ti serve? -Domandò al ragazzo. 

 

“Nulla di che, volevo solo chiederti delle cose riguardanti il progetto, visto che, come hai notato, siamo nello stesso gruppo. 

 

“A me non importa, mi va bene tutto quello che mi date da fare, basta che non sia una cosa lunga e difficile. 

 

“Va bene, se lo dici tu, allora a dopo. 

 

 

-Il moro stava per ritornare dal suo amico, quando qualcuno gli si palesò davanti con un sorriso a 32 denti. 

 

Lui sorrise imbarazzato, mentre il rosso, vedendo la scena da lontano, si mise una mano in faccia, arreso. 

 

 

“Trent! Da quanto tempo non ci si vediamo! Come stai? 

 

“Ciao Stacy, tutto bene, a te come va? 

 

“Benissimo, pensa che stamattina la professoressa di storia mi ha interrogata e ho preso 8! 

 

“Sei stava davvero brava, continua così mi raccomando. 

 

-Il moro le mise una mano sulla testa e le sorrise, cosa che mandò in un altro pianeta la ragazzina, che nel frattempo era diventata più rossa di un pomodoro. 

 

Venne svegliata solo dalla voce di Gwen, ancora li. 

 

 

“Ti piace il chitarrista eh? -Gli fece lei, che non si era mossa ed aveva osservato tutta la scena. 

 

“E t-tu, come lo sai? 

 

“Non ci vuole un genio per capirlo, gli stavi letteralmente sbavando dietro. 

 

“Beh, anche se fosse non ci sarebbe nulla di male, ora che non sta più con quella reginetta viziata di Courtney, forse mi darà una possibilità! -Disse Stacy, accorgendosi all’ultimo che Gwen la stava guardando con aria annoiata. 

 

 

“Beh, sai, dopotutto credo che a te non interessino queste cose; quindi, tolgo il disturbo, ciao ciao! 

 

-Detto questo, si allontanò dalla gotica per tornare dalle sue amiche, osservata sempre da Gwen mentre se ne andava. 

 

Dalla ragazza ritornò il suo solito gruppetto, che non le fece domande né su Trent, né su Stacy. 

 

Terminata la ricreazione, tutti quanti dovettero per forza tornare in classe, incrociando le dita che il professore di inglese non ci fosse, per poter tornare a casa prima. 

 

Sfortunatamente per loro non fu così, e la lezione, che quel giorno aveva deciso di essere più noiosa del solito, proseguì tranquilla. 

 

Mentre Courtney stava prendendo appunti, gli arrivò sul banco una penna, dove all’interno c’era un bigliettino. 

 

Sbuffando, lo aprì e ne lesse il contenuto, non meravigliandosi affatto “dell’artefice” di cotanta intelligenza. 

 

 

“: Principessa ciao, come al solito sei l’unica che segue questa rottura di palle, ma voglio lo stesso proporti una cosa, dopo ti porto a conoscere mia sorella ok? Non accetto un no come risposta. 

 

 

-Di conseguenza, il bigliettino venne strappato e poi, al termine della lezione, buttato. 

Questa era una delle tante cose che non capiva di quel tizio, perché chiedeva le cose se tanto lei avrebbe dovuto accettare lo stesso? 

 

Si era stancata di essere il cagnolino di quella nullità, pensava di dover resistere solo altri 2 mesi, poi si sarebbero diplomati e questo incubo sarebbe finito. 

 

Terminata finalmente quella scocciatura, la classe poté finalmente andare a casa, ma non per tutti sfortunatamente fu così. 

 

Trent, che vide Courtney salire nella macchina del punk, subito si allarmò. 

Era pronto andare verso di loro, ma le sue intenzioni vennero purtroppo bloccate. 

 

 

“Trent? Dove stai andando?  

 

-Stacy aveva afferrato il braccio del ragazzo, costringendolo soltanto a guardare quei due che se ne andavano chissà dove. 

 

Non aveva mai dato molto peso al comportamento di Stacy, ma in quel periodo stava diventando molto più appiccicosa del solito, così tanto che aveva iniziato anche a venire a casa sua senza preavviso almeno una volta al giorno. 

Le voleva bene, ma la cosa stava andando troppo oltre. 

 

 

“Trent? Ci sei? Tutto a posto? 

 

“Si si non preoccuparti, sono solo stanco, oggi è stata una giornata pesante, tu invece? 

 

“Oh io sto alla grande, stamattina ti ho già parlato del bel voto che ho preso giusto? 

 

“Già, ti faccio ancora i miei complimenti... 

 

“Grazie mille! Senti, per festeggiare ti va di venire con me a prendere un gelato oggi pomeriggio? Sai, tra poco ti diplomerai e non ci vedremo più ogni giorno... 

 

“Si lo so, di questo mi dispiace, ma possiamo pur sempre parlare tramite cellulare, no? 

 

“Si ma non è la stessa cosa lo sai! E dai su, fallo per me! Solo per oggi promesso! 

 

 

-Aveva sempre rifiutato le sue richieste di uscire, sapendo che lei aveva una cotta per lui, non voleva illuderla. 

La vedeva solo come una sua piccola amica. 

 

Ne aveva chiaramente anche parlato con lei, e la stessa gli ha risposto che ora che è single, lei ha tutto il diritto di provarci. 

 

Nel cuor suo, sapeva che illuderla era la scelta più sbagliata del mondo, ma non riusciva proprio ad essere cattivo con quella ragazza, quindi per stavolta, decise di accettare. 

 

 

“E va bene, ma solo come amici, ok? 

 

 

-La ragazza fece i salti di gioia e corse a dirlo alle sue amiche, lui nel frattempo venne intercettato da Harold, notando la pazzia della sorella. 

 

 

“Lo sai che hai appena commesso un grave errore vero? 

 

“Lo so, ma mi dispiace per lei, le ho detto che sarà una semplice uscita tra amici, nulla di che. 

 

“Trent amico mio, sai benissimo come è fatta mia sorella, ora che ti sei lasciato e stai per diplomarti, non ti lascerà in pace fino a quando avrà fiato in corpo, e non te lo dico perché sono suo fratello, ma perché sono tuo amico. 

 

“Si, hai ragione, metterò le cose in chiaro con lei una volta per tutte, spero non ci resti troppo male.... 

 

-I due andarono ognuno a casa propria, stanchi per quella lunga giornata. 

 

 

C’era chi però la giornata non l’aveva ancora conclusa. 

Da un’altra parte, Courtney stava continuando ad urlare contro un certo “qualcuno”, perché non aveva nessuna intenzione di dirle a che ora l’avrebbe riportata a casa quella sera, e soprattutto, dove stavano andando. 

 

 

“Duncan! Mi vuoi rispondere? Cavolo non ti sto chiedendo la luna! 

 

“Principessa stai zitta un secondo per favore, non vorrei facessimo un incidente. 

 

“Non osare zittirmi! Mi starò zitta quando tu risponderai alla mia domanda! 

 

“Ora non ne ho voglia, quindi calmati e mettici la cintura. 

 

 

-Dopo l’ennesima sbuffata, la perfettina obbedì al punk, che fece un sorrisetto soddisfatto. 

Odiava obbedire a quel troglodita, ma l’idea di un incidente in macchina non era la cosa più felice del mondo. 

 

Appena arrivati, il ragazzo scese per primo dalla macchina, andando ad apire la portiera alla perfettina, che rimase per un secondo sorpresa del suo gesto. 

Si erano fermati al parcheggio di un veterinario, aspettando qualcuno. 

 

 

“Duncan, hai la febbre per caso? Cosa ti sta prendendo? 

 

-Lui, senza dire niente, le indicò poco più in la una ragazza abbastanza alta, aveva lunghi capelli nero pece e due occhi azzurri come il cielo, in compagnia di un ragazzo poco più alto di lei, stessi occhi della ragazza, anche lui aveva i capelli neri ed un sorriso ammiccante in volto. 

 

Duncan si apprestò ad avvicinarsi ai due, seguito da Courtney, che notando l’incredibile somiglianza con il punk, poteva dedurre che si trattasse di sua sorella. 

 

Appena vicini abbastanza, la ragazza di apprestò subito a stringere la mano a Courtney, lasciando il suo ragazzo in compagnia di Duncan. 

La perfettina rimase un secondo sorpresa, poi ricambiò il saluto. 

 

 

“Ciao! Tu sei Courtney giusto? Finalmente ci conosciamo! 

 

“Piacere mio, non sapevo che Duncan avesse una sorella. 

 

“Si lui parla molto poco di me, non mi stupisco se dopo 5 anni ci presenti solo ora! Dai su, andiamo a casa! 

 

-Salirono di nuovo in macchina, Courtney con lei, mentre il punk con Justin, ragazzo della mora. 

 

La perfettina rimase molto colpita dalla gentilezza di quella ragazza, tanto è che si era più volte chiesta se era davvero la sorella gemella di Duncan o se uno dei due era stato scambiato nella culla. 

 

Nel frattempo, quest’ultimo, era occupato a discutere con quello che definiva lui “il belloccio fallito”, che faceva persino difficoltà a seguire la macchina delle ragazze. 

 

 

“Uff, hanno svoltato e non me ne sono accorto! 

Perché non mi aiuti con la strada invece di stare con quel telefono? 

-Aveva urlato Justin a Duncan. 

 

 

“Cazzo, sei venuto a casa nostra una marea di volte e ancora non ti ricordi la strada? Certo che fai veramente pena! 

 

“Per tua informazione, io non guido quasi mai, è il mio autista che mi porta ovunque io voglia. 

 

“Allora levati dalle palle, guido io! 

 

“No carino, la macchina è la mia e guido io, poi tu non saresti in grado di guidare una macchina così costosa. 

 

“Infatti! Vedo come tu ci stia riuscendo benissimo! 

 

 

-In quel momento, si stava trattenendo con tutte le sue forze per non dare un pugno in faccia a Justin, e la tentazione aumentava ogni secondo. 

 

Come era possibile che una ragazza come sua sorella avesse potuto scegliere un tipo del genere? Era ubriaca quando si sono conosciuti? 

 

Nonostante non andassero molto d’accordo, vederla stare con un idiota vanitoso del genere, lo mandava letteralmente in manicomio. 

Non vedeva lora di diplomarsi ed andare a vivere da solo per non vedere più questa faccia da culo. 

 

Finalmente il tempo che passarono insieme fu breve, e non appena fermati, Duncan scese dalla macchina sbattendo violentemente la portiera, cosa che fece molto irritare Justin. 

 

 

“Ehi ragazzino, ricorda che questa macchina costa più di te! Hai capito? 

 

“La prossima volta, usa i soldi dei tuoi per comprarti un po' di intelligenza perché ne sei a corto! 

 

-Senza più continuare la discussione, Diana, la sorella di Duncan, e lui stesso, fecero accomodare i due “ospiti” in casa loro. 

 

Il belloccio appena arrivato, come faceva sempre, appoggiò le scarpe sul divano e si sdraiò completamente su di esso, ordinando alla fidanzata di portargli un cuscino da mettere sotto i piedi. 

Duncan lo ignorò, tanto qualsiasi cosa avesse detto, sua sorella lo avrebbe di sicuro difeso, dicendo che si sente comodo in quella posizione e altre cavolate simili. 

 

Ma chi non ebbe intenzione di stare zitta fu Courtney, che avvicinandosi al ragazzo, gli mise una mano sulla spalla, costringendolo a voltarsi. 

 

“Scusami, perdonami la predica, non sono a conoscenza delle volte in qui tu sia venuto in questa casa, ma non credo sia molto educato poggiare le scarpe sul divano, tra l’altro, credo che tu abbia anche pestato un qualcosa di non molto profumato... 

 

 

-Non appena la ragazza finì la frase, il ragazzo scattò in piedi andando subito a controllare la suola delle sue scarpe, rendendosi effettivamente conto della sorpresina che aveva sotto di essa. 

 

 

“MIO DIO CHE SCHIFO! LE MIE SCARPE FIRMATE! CHI SONO GLI INCIVILI CHE HANNO PERMESSO AL PROPRIO CANE UNA COSA SIMILE! 

 

Amore mio, vammi subito a lavare le scarpe, la temperatura e il tempo già li sai, io mi devo riprendere da tale sfortuna! 

Scusatemi un attimo! 

 

 

-Courtney rimase immobile davanti alle parole di quel ragazzo, mentre quest’ultimo era uscito fuori per “prendere una boccata d’aria” 

Cioè realmente stava facendo una scenata epocale per un po di sporco sotto le scarpe? E poi anche se era la sua ragazza, come si permetteva di darle degli ordini in questo modo? 

 

In tutta risposta, Duncan non disse nulla, era li seduto su una delle sedie del tavolo ad osservare la scena, aspettandosi sicuramente una risposta non molto cortese da parte di Justin nei confronti della perfettina. 

 

Diana, aveva obbedito al fidanzato mettendo le sue scarpe in lavatrice, mentre Courtney prendeva un semplice bicchiere d’acqua. 

Justin rientrò in casa e si sedette sul divano con le mani sulla faccia. 

 

 

“La mia vita è finita, come farò ora senza quelle scarpe?? 

 

-Diana gli mise una mano sulla spalla, provando a consolarlo. 

 

 

“Amore tranquillo, si sono solo sporcate non si sono rotte, vedrai che una volta lavate torneranno come prima. -Disse lei. 

 

“Lo spero.... 

A proposito, tu piuttosto, –indicando Courtney-, non ti sembra di essere stata troppo scortese con me prima? Con chi credi di parlare? Con tuo fratello forse? 

 

-Courtney si voltò sorpresa, non capendo se il belloccio stava parlando con lei o fantasticava. 

 

Non si era smossa di un millimetro, al contrario di Duncan, che osservava stizzito. 

 

 

“Scusami, ma non mi sembra di aver usato un tono tanto maleducato nei tuoi confronti, anche perché non ti ho detto nulla di male, se ti sei offeso, beh, mi dispiace, ma non è un mio problema. -Rispose semplicemente Courtney. 

 

-Il belloccio guardò la sua fidanzata con la bocca spalancata, mentre lei e suo fratello stavano cercando di trattenere le risate il più possibile. 

 

Da un’altra parte, Trent era in città, passeggiando accanto alla sorellina di Harold, intenta a raccontargli di come il ragazzo di una sua amica gli mise le corna per 2 anni di fila prima che lei se ne accorgesse. 

 

Cercava di stare il più attento possibile alla conversazione, anche se il suo cervello in quel momento era un po' altrove. 

Decisero di entrare in un centro commerciale, dove all’interno, Stacy entrò in un negozio per comprare delle scarpe, e lui decise di aspettarla fuori. 

 

Si sedette in una di quelle panchine poste li, aspettando pazientemente. 

 

Al ragazzo dopo un po, si avvicinò una figura conosciuta, ma che non vedeva da un po, cosa che, sinceramente, non gli era dispiaciuta molto. 

 

 

“Trent! Amico mio! Come stai? -Disse abbracciandolo. 

 

“Ciao Scott, felice anche io di vederti... 

 

 

-Il rosso si sedette accanto a lui, notando che sul suo viso la felicità non era di casa quel giorno. 

 

“Cavolo, sembra che ti abbiano appena bruciato la chitarra, perché questa faccia? 

 

“Nulla di che, non credo ti interessi... 

 

“Andiamo su, noi due siamo amici, sai che a me puoi dire tutto. 

 

“Io ci definirei più conoscenti che amici, ma se ci tieni tanto a saperlo, te lo dirò. 

 

Sono uscito con la sorellina di Harold, Stacy, a lei piaccio molto, ma questo sentimento non è ricambiato; quindi, sto cercando un modo per dirglielo senza che ci rimanga troppo male. 

 

“Wow, brutta storia, beh, non credo di poterti aiutare più di tanto, l’unica cosa che mio padre mi ha detto sulle è di non farle mai innervosire, altrimenti, la nostra vita diventerà un vero inferno. 

Mentre mia madre, mi ha detto che in ogni situazione, devo sempre essere cortese con loro, non sia mai che una ragazza mi tiri del purè in faccia dopo che le ho fatto cadere accidentalmente addosso il letame dei maiali.... 

 

“Hai sul serio fatto una cosa del genere? 

 

“Beh, lei ha insistito per vedere la loro stalla, e.... 

Facciamo che il resto me lo tengo per me... 

 

“Si, è meglio.... 

 

 

-Doveva ammettere che la storiella di Scott lo aveva tirato un po su di morale, ma al tempo stesso continuava a pensare a come dire quella cosa a Stacy. 

 

Nemmeno 5 minuti dopo, Scott si accorse che in lontananza c’erano due figure a lui molto familiari all’interno del centro commerciale.  

 

 

“Gwen, Down!      

 

-Trent vide il rosso correre verso due ragazze, una la riconobbe subito, ma l’altra gli sembrava di non averla mai vista prima d’ora. 

 

Diede una veloce occhiata all’entrata del negozio dove Stacy era entrata, poi si alzò e segui il suo “amico”. 

 

Vedendolo con le buste in mano, Gwen si fece scappare una battutina che fece leggermente ridere anche Scott. 

 

“Beh però, vedo che anche la signorina oggi ha deciso di comprare dei vestiti nuovi. -Disse divertita. 

 

-Trent non disse nulla, piuttosto educatamente, si presentò a Down. 

Era una ragazza molto carina, aveva i capelli di un biondo molto accesso, degli occhi celesti simili al ghiaccio, e un’aria molto timida. 

 

“Ciao, mi presento, mi chiamo Trent, non credo di averti mai vista, sei un’amica di Scott? 

 

“Ciao a te, beh si, sono anni che ci conosciamo, mio padre compra i prodotti alla fattoria di Scott, è così ci siamo conosciuti. 

 

-La biondina non voleva dirlo, ma da anni, aveva una cotta segreta per il campagnolo, ma preferiva tenersela per se. 

 

Mentre loro due parlavano, Gwen si accorse che la sorella di Harold era appena uscita dal negozio, intenta a cercare qualcuno. 

Appena si accorse di loro, gli corse incontro, abbracciando Trent e dando a lui in mano le buste appena comprate. 

 

 

“Trent! Dove eri finito? Mi sono spaventata un sacco quando non ti ho più visto. 

 

“Beh, non sono mica sparito... 

Ho incontrato Scott, e come vedi, anche loro...-Gli disse indicando le due ragazze 

 

Stacy da quel momento, iniziò a notare, che ovunque si trovasse Trent, anche a scuola, Gwen era sempre vicino a lui. 

Certo, non proprio sempre, ma la maggior parte delle volte che li vedeva, erano sempre insieme. 

 

Scacciò subito questi pensieri dalla testa, pensando che era impossibile che ad un ragazzo dolce come Trent, potesse piacere una gotica strana come Gwen, e che ciò non sarebbe mai accaduto. 

A lui piacevano le ragazze dolci, sensibili, ma anche toste, e pensava che lei stessa fosse il suo tipo. 

 

Prese la mano del ragazzo, iniziando a tirarlo, ma lui non si mosse di un millimetro, il che fece fermare Stacy. 

 

 

“Trent, che fai? Dai su entriamo in quel negozio, ci sono delle magliette che ti starebbero davvero bene! 

 

“Stacy, credo sia ora di tornare a casa adesso, stasera mio padre torna tardi e vorrei fargli trovare la cena pronta, sarà per un’altra volta. 

 

-I ragazzi, nel frattempo, se ne stavano andando, ma Gwen rimase li ancora un attimo per osservare la scena. 

 

 

“Ma, mi avevi promesso che oggi saremo stati tutto il giorno insieme... 

 

“In realtà quello che ti avevo detto era che avrei passato il pomeriggio con te, ma sono quasi le 8 di sera, dobbiamo andare a casa e poi il centro commerciale sta per chiudere, dai su, ti accompagno. 

 

 

-Anche se controvoglia, Stacy si fece riaccompagnare a casa da Trent. 

Salutò velocemente Harold e i suoi genitori, per poi andare via. 

 

Durante il tragitto di ritorno, si imbatté in una personcina dall’area famigliare che li aveva seguiti. 

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Capitolo 14
*** Non sono sparito (forse) ***


Ciao!
Il fantasma di questo sito è tornato ahahaa (ok so che molto probabilmente non sono l'unico però mi piaceva come frase).
Non sono ne scomparso ne sperduto, tranquilli. Mi sono preso del tempo per sistemare delle faccende che avevo in sospeso, ed ora finalmente sono tornato più carico di prima. Spero di restare più a lungo questa volta, ho già pronti ben 2 capitoli, e se il mio computer non fa storie, a breve dovranno essere caricati. Detto questo, vi saluto, ciao!

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