La canzone dei propri sogni

di Patman17
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Illogico ***
Capitolo 2: *** Treecko ***
Capitolo 3: *** Lino dei master 8 ***



Capitolo 1
*** Illogico ***


Soffiava una brezza dolce ad Alola.
Una brezza che trascinava via quei sogni passati che si erano tramutati in realtà.
Il sole era ben visibile ed acceso come sempre, illuminava la gloria di una impresa impossibile.
“Forza Yungoos usa morso!” Esclamò un ragazzino impegnato nella sua lotta, non era nulla di entusiasmante.
“Cavolo hai vinto ancora tu sei fortissimo!” Ribatté il suo avversario con il sorriso, cosa trovavano di divertente in tutto ciò?
“Se il tuo Rattata avesse usato attacco rapido per schivare avresti vinto, lui non aveva il tempo per riadattarsi alla nuova mossa.” Replicai sbadigliando, trovavo noiose le battaglie ma avevo sempre delle ottime intuizioni, i bambini della mia età ne rimanevano sempre affasciati.
“Diamine Mano sei fortissimo nelle lotte tutti quanti dicono che un giorno potresti diventare persino Kahuna!” Il mio sguardo annoiato poteva dire tutto di quanto mi interessasse quel titolo, di quanto poco volessi lottare con altri allenatori, era una perdita di tempo.
Amavo i pokémon e passavo molto tempo con la mia amica, un Popplio che mi venne regalato, la adoravo con tutto me stesso. Le lotte pokémon però, non mi entusiasmavano per niente, tutti avevano grandi aspettative perché avevo un buon intuito ma nulla di più.
Per molti ero un bambino prodigio.
Al ritorno da scuola prendevo sempre la mia bici, nel cestino davanti mettevo il mio pokémon e correvamo felici nel verde, per molti poteva esser una sorpresa vedermi così preso da qualcosa, nessuno mi conosceva davvero.
Correvamo fino al tramonto e una volta stanchi filavamo a casa per mangiare e così ripartiva tutto il giorno dopo, ero felice così.
Una mattina però ad Hau'oli arrivò un allenatore straniero, molti erano entusiasti nel vederlo... Era un tipo famoso nelle lotte pokémon ed era un partecipante dei campionati mondiali, per molti era una vera e propria divinità a tal punto che tutti i bambini della mia classe si organizzarono per andarlo a vedere lottare, io mi rifiutai.
“Dai Mano non farti pregare per favore facci contenti...” Mi supplicarono in molti ma la risposta era ancora no.
“Mano dobbiamo chiedere a Kaili di convincerti? Sappiamo tutti che non sai dire di no a lei!” Non era affatto vero, Kaili era la mia vicina di casa da sempre e molti mettevano le voci che mi piacesse... La verità è che lei mi portava sempre con la forza ovunque volesse, ero costretto contro la mia volontà.
“Parlavate di me?” Sbucò fuori quella piccola ragazza dal colorito abbronzato, dai lunghi capelli neri con un cerchietto dal motivo di Rowlet.“ Mano non vuole venire con noi a vedere la lotta dei campionati mondiali!” Ghignarono tutti i presenti, automaticamente mi ritrovai davanti l'arena del Kahuna con tutti Kaili, che mi teneva d'occhio come se fossi un suo pokémon, che rabbia.
La lotta pokémon iniziò subito come uno scoppio di fuochi d'artificio, i due allenatori usavano strategie viste e riviste... Potevo intuire immediatamente le azioni solamente dal posizionamento, era davvero noioso.
“Lo Swampert dello straniero userà surf ora...” Sussurrai per non farmi sentire, ero già pronto a lasciare la zona quando... L'uomo urlò qualcosa che mi rimase e mi rimarrà impresso per sempre:
“Swampert spaccaroccia sul terreno!” Il pokémon colpì il terreno e come volevasi dimostrare data la forza del pugno l'avversario ciondolò un momento, lì un colpo di vento fece volare via il cappello dello straniero chissà dove, mostrò il polso e tutti quanti i presenti rimasero sotto shock.
“Swampert il nostro legame va oltre qualsiasi cosa, noi due siamo l'illogico in un mondo creato dalla logica, mega evoluzione!” toccò la pietra che vi era nel bracciale e un fascio di luce ricoprì i due, corsi ad affacciarmi ulteriormente... Mega evoluzione? L'avevo sentito ma non avevo mai avuto l'opportunità di vederla, era magica andava oltre ogni mio pronostico... Come avevo fatto a non comprendere tutto ciò? Da quella posizione usare surf avrebbe garantito un colpo e si sarebbe avvicinato abbastanza da finirlo con un spaccaroccia... Allora perché aveva fatto quella mossa? Perché aveva pensato a tener fermo con la forza bruta il pokémon nemico? Era impossibile tutto ciò, combattere contro ogni logica e contro ogni pronostico... Non credevo che fosse possibile.
Si fece sera, lo straniero perse per il rotto della cuffia ma era sorridente, non mostrava segni di frustrazione come era possibile? Aveva perso per dei suoi errori, aveva deciso più volte di fare delle mosse stupide imprevedibili che mosse prevedibili ma più intelligenti.
“Mi scusi... posso farle una domanda?” Mi avvicinai a lui, non ero tremolante e il mio volto sembrava di un ragazzino che si era appena svegliato.
“Dimmi pure bambino!” Che arrogante, odiavo venir chiamato bambino – pur sapendo di esserlo –
“Perché ha scelto di usare delle mosse così imprevedibili? Sa di aver perso per certe scelte vero?” Il coraggio sicuramente non mi mancava. “Sei un tipetto sveglio vero? Ho scelto di fare certe mosse perché odio lottare come tutti, io voglio esser me stesso che va oltre ogni piano, adoro improvvisare mosse stupidi suicide perché quando funzionano sento di esser me stesso.” Quella conversazione mi aveva cambiato dentro, mi aveva cambiato la vita.
In quel momento avevo deciso di diventare un allenatore incredibile come lui, un allenatore che andava oltre ogni logica capace di scalare la vetta dei campionati mondiali.

 

Dieci anni dopo.

 

“Mano ecco la tua paga di questo mese, hai già deciso quindi di partire vero? Sei sicuro di intraprendere questa scelta?” Quel simpatico anziano detestava l'idea di vedermi partire, tutti detestavano l'idea di vedermi andare via da Alola.

Era finalmente arrivato il giorno in cui sarei riuscito a comprare un biglietto per Hoenn, il mio obbiettivo era aprire gli occhi... Il mio modo di pensare e il mio modo di vivere era ristretto ad Alola, per render reale il mio sogno avrei dovuto ampliare i miei orizzonti. Da allora ero cambiato parecchio, la carnagione era rimasta scura ma avevo i capelli castani che se non stavo attento mi finivano sugli occhi, per quello utilizzavo un cerchietto color celeste, molto simile a quello che usava Kaili.
“Mano stai attento, ho sentito che domani partirai vero?” Urlava una signora mentre correvo con la mia bici, molti facevano il tifo per me controvoglia, ma apprezzavo che tutta Hau'oli si preoccupasse per me, pensare a tutte le cose che avrei potuto fare all'estero mi rendeva frenetico, corsi in tutta fretta nella prateria che frequentavo sempre da bambino, lì con il mio pokémon riprendemmo a correre con la bicicletta, era un ultimo saluto alla mia terra.
Mi lanciai a terra, il prato verde ed il cielo limpido... Sospirai prima di lasciarmi ad un piccolo pianto, per anni avevo sognato questo momento e finalmente sarei diventato un allenatore.
“Mano eccoti finalmente, la zietta mi ha mandato a cercarti ovunque!” L'enorme faccia di Kaili comparve davanti a me, per lo spavento le diedi una testata per alzarmi, un dolore che non sarei mai in grado di descrivere.
“Kaili ti pare normale comparirmi così davanti all'improvviso? E poi puoi evitare di chiamare mia madre zietta.” Lei reagì con una leggera risatina, non sapevo davvero cosa fare con una amica del genere.
“Mano stavi piangendo? Non credevo che anche tu potessi farlo, non ti ho mai visto piangere!” Kaili si avvicinò in maniera troppo esplicita a me, mi sentivo in imbarazzo avere il suo viso così tanto vicino al mio.
“Lo spazio vitale è importante sai!?” Balbettai tirando indietro la testa, perché non riusciva a trattarmi come un ragazzo normale.
“E comunque sono fatti miei, sai domani partirò per Hoenn... Mi sembra scontato che un po' mi dispiacesse abbandonarvi...” Lei arrossì, non avevo mai visto una reazione così naturale da parte sua, mi sentivo strano ad averlo detto ad alta voce.
“Idiota ti atteggi come grande omaccione, starai ad Hoenn per un po' non tutta la vita... Quindi ti mancherò no? Sai tutti credono che tu voglia inseguire un sogno troppo infantile, per tutti tu dovresti rimanere ad Alola completare il giro delle isole e aspirare ad esser Kahuna. Per me tu sei l'unico che può vincere quei campionati invece, attenderò con ansia le tue finali e io sarò seduta a tifare per te.” Kaili aveva un difetto, con me diceva solo la verità, non si è mai permessa una volta di mentirmi... La cosa mi aveva messo di buon umore, desideravo tanto sentirmi dire da lei queste parole, le volevo davvero bene.
“Prometto che vincerò per la mia migliore amica.” alzai il mignolo come simbolo.
“Prometto che se vincerai allora ti dirò un segreto che mi porto avanti fin da quando siamo bambini.” I due mignoli si intrecciarono le due promesse erano state fatte.
Era mattina presto, il volo stava per partire e ovviamente fuori dall'aeroporto vi erano tutti i miei cari, tranne Kaili. Pensai che stesse ancora dormendo, come biasimarla avevo scelto un orario improponibile per andarmene.
Entrai dentro l'aereo e mi misi seduto, dietro di me delle mani morbide mi agguantarono, vi era Kaili sorridente.
“Non ci pensare minimamente di andartene senza di me codardo, verrò ad Hoenn con te... Anzi viaggerò il mondo con te fino a vederti nella vetta dei migliori otto allenatori al mondo.”
La mia storia ebbe inizio lì, il mio primo viaggio con la mia migliore amica alla scoperta di un mondo a me ignoto, Hoenn rappresentava solo una tappa generica lì avrei ampliato la mia squadra prima di tornare ad Alola, avrei visitato il laboratorio del Prof. Birch e solo all'ora sarei potuto andare a Galar per iscrivermi al prestigioso torneo.
Ore dieci, finalmente ad Hoenn.

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Capitolo 2
*** Treecko ***


I profumi di Hoenn erano diversi da quelli di Alola, le persone non salutavano i turisti calorosamente e le strade erano piene di passanti, giovani o anziani.
Tutti erano con il proprio pokémon, molti si sfidavano in arene apposite create nei parchi, altri invece si allenavano in vista delle prestigiose gare pokémon, davvero un luogo bizzarro.
Kaili ne era rimasta affascinata, ovunque si girasse poteva assistere a spettacoli di ogni tipo.
Eravamo giunti a Porto Selcepoli all'ora di pranzo.
“Mano guarda lì!” Kaili indicò il mercato, era pieno di merce di ogni tipo e da ogni parte del mondo. Potevamo individuare anche cose tipiche di Alola, era grandioso.
“Oh voi due non sembrate di queste parti, prego assaggiate questo!” L'anziano signore ci diede dei dolci ripieni, ricordavano le malasade, io e Kaili ne eravamo ghiotti.
“Mano guarda presto corri” Kaili mi trascinò in una parte più interna della città, era incorso uno spettacolo dal vivo, la protagonista era una ragazza famosa nel campo delle esibizioni: Orthilla e la sua Altaria.
“Questo luogo è pazzesco ad Alola non abbiamo tutte queste cose!” Kaili esclamando Alola ottenne tutte le attenzioni del pubblico rimasto dallo spettacolo, a quanto pare molti del posto adoravano la nostra terra ed erano contenti di mostrarci la città, ancora non potevo credere di esser giunto fino qui.
“Vi consigliamo di visitare il museo è una meta perfetta per i turisti.” Disse un uomo vedendoci così curiosi e spaesati. Io non avevo molta voglia di visitare un museo, il mio obbiettivo era dirigermi dal prof. Birch per alcune dritte sui pokémon ma qui, giustamente, ci vedevano come semplici turisti... un po' mi dava fastidio.
“Guardi che noi non siamo semplici turisti, io sto accompagnando il prossimo Master Otto in giro per il mondo!” Puntualizzò Kaili, in molti rimasero sorpresi me compreso... non trovavo necessario esser così aggressivi. Il volto di Kaili non era sorridente come al solito, i suoi occhi avevano un fuoco dentro... lei credeva davvero nelle mie potenzialità e sentir dire cose del genere l'aveva mandata in bestia. Il mio cuore sussultò per un attimo, avevo le guance rosse e non riuscivo a tenere il capo alto, mi piaceva avere tutte queste attenzioni dopotutto.
“Ohh ma quindi il ragazzo lì con te è un allenatore?” Domandarono alcune anziane di passaggio “Allora devi assolutamente passare in spiaggia, molti allenatori vanno lì per vincere delle gassose!” Ripeterono in coro. La cosa mi aveva attirato, era la mia occasione per dimostrare al mondo di che pasta ero fatto, finalmente potevo competere fuori dalle mura di casa mia... ero emozionato.
Le anziane ci indicarono la località in cui si svolgevano queste sfide, si trovava nella spiaggia più a sud del porto e i gestori si divertivano ad osservare le lotte pokémon per questo avevano improvvisato una sfida del genere, era davvero molto interessante.
Sulla strada per la spiaggia passammo per il mercato, lì ci imbattemmo in un uomo in carne inseguire un pokémon, quell'individuo era molto agitato e urlava ingiurie verso quel piccolo esserino verde.
“Ehi che succede?” Kaili si avvicinò all'uomo sfinito dall'inseguimento, il pokémon era sfrecciato via in un momento di distrazione. “Quel dannato Treecko continua a rubare la merce del mercato, è da settimane che gira e nessuno riesce ad acchiapparlo... nessuno riesce più a sopportarlo, molti di noi sono al limite altri hanno deciso di adottare misure estreme per catturarlo ma niente, quel tipo è velocissimo.” Kaili aiutò l'uomo a rialzarsi, aveva il fiatone e nessuno intorno sembrava importarsene, tutti si erano rassegnati alla presenza di quel ladruncolo e tra trappole e pokémon di tipo fuoco come guardie si poteva notare come il clima fosse completamente differente da come immaginavo, si sentiva puzza di astio verso quel piccolo pokémon da Alola.
“Lo fermerò io.” la mia bocca andò da sola, desideravo dirlo ma non volevo sembrare arrogante, mi sentivo fuori posto, mai ad Alola avrei detto una cosa così tanto arrogante da farmi sembrare un super eroe, l'aria di questa città aveva iniziato a contaminarmi... la cosa mi piaceva.
“Mano...” Sussurrò Kaili con gli occhi sbarrati, neanche lei si aspettava una presa di posizione così ferrea da me, non erano fatti miei ma ugualmente volevo terminare questo strazio per il mercato, mi sentivo nuovo.
“Ragazzo fidati di me, se vuoi catturare quel Treecko ci fai solo che un favore ma, non ti aspettare una passeggiata... quel tipo è scaltro e adora prendere in giro quelli come noi, è diabolico.” La descrizione dell'uomo era molto più gonfia della realtà, non mi sembrava così maligno.
Mi allontanai verso la città più interna, a nord vi era un percorso abbastanza erboso per molti Treecko viveva lì.
“Mano secondo te quel pokémon è davvero così pericoloso come dicono?” Kaili era dispiaciuta dalle parole usate da quell'uomo per descrivere Treecko, potevo immaginare come si sentiva... lei fin da bambina aveva mostrato più volte un lato sensibile, prendeva facilmente a cuore certe situazioni e probabilmente secondo lei Treecko non era altro che una vittima come loro.
“Ricordi quando i Rattata hanno invaso Hau'oli? Molti li volevano veder sparire ma poco dopo abbiamo scoperto che il capobranco era ferito e i Rattata cercavano un modo per aiutarlo, noi non riusciamo a comprendere bene le intenzioni di un pokémon finché non vediamo con i nostri occhi cosa sta accadendo. Quel Treecko avrà i suoi motivi.” Le mie parole aiutarono Kaili a riprendersi, il suo sorriso mi dava forza di continuare questa “missione” che mi sono auto affidato.
Arrivati in un punto più inoltrato della zona sentimmo vari versi, corremmo verso di quelli e con sorpresa notammo un Manectric con il suo branco colpire fortemente Treecko.
Quel pokémon era davvero brutale, i suoi colpi non si fermavano nemmeno se le urla di Treecko si facevano sempre più deboli, i suoi colpi andavano forti... sempre più forti fino a farlo cadere a terra completamente inadatto a continuare lo scontro, se sempre si poteva chiamare così. Treecko si era fatto colpire tutto il tempo senza mai reagire.
Tenevo le mani sugli occhi di Kaili per non farle assistere alla brutalità, non volevo vederla piangere e la conoscevo molto bene, non avrebbe mai potuto assistere a una scena simile senza rimanerne traumatizzata.
Poco dopo arrivarono due anziani che posarono una ciotola di bacchecedro accanto allo sconfitto, quel piccoletto era davvero orgoglioso anche se si era fatto colpire per tutto quel tempo continuava a voler stare lì a terra senza toccare cibo... come a volersi punire.
“Scusateci posso farvi qualche domanda?” Abbandonai Kaili per correre contro i due anziani, non potevo stare solo ad assistere ormai o mi sarei sentito complice.
“Oh certo dicci pure giovanotto.” Disse l'uomo, con la coda dell'occhio ero riuscito a notare che teneva per mano la moglie, l'aveva tenuta per mano tutto il tempo. “Come mai quel piccoletto si è fatto colpire così senza fare nulla?” Kaili mi raggiunse poco dopo, si teneva aggrappata al mio braccio come un Komala. “Un tempo questa pianura era il territorio di alcuni pokémon gentili ma a causa di alcuni lavori un Manectic e il suo branco hanno deciso di stabilirsi qui, al contrario loro quel gruppetto è molto violento e Treecko per proteggere tutti ha deciso di fare da tutto fare, è lui che rimedia a loro il cibo e se non è abbastanza viene colpito. Lui rimane fermo per proteggere gli abitanti del posto.” La storia di quel piccoletto mi sbloccò qualcosa dentro, sentire tutto il peso che si portava dietro mi faceva sentire un debole... quel piccolo e fragile Treecko aveva subito ogni giorno angherie simili e non si è mai lamentato al contrario, è sempre rimasto a testa alta anche ora se si trovava lì a terra a fissare il cielo, era incredibile.
Mi avvicinai e mi sedetti accanto a lui a fissare il cielo, c'erano poche nuvole e alcune di quelle avevano la forma di un sacco di cose che mi ricordavano casa, era pazzesco.
“Piccoletto ti prometto che fino a che non avrò cacciato via il Manectric con il suo branco io non me ne andrò da qui, ti ridarò la tua casa ad ogni costo.” I vecchietti, Kaili e lo stesso Treecko rimasero stupiti dalle mie parole, Kaili soprattutto che non aveva mai sentito tanto coraggio venire dalla mia bocca... Ero ad Hoenn da neanche due giorni e già l'aria nuova mi stava cambiando, mi sentivo più sicuro e non volevo vivere mia avventura con la mia classica logica che mi contraddistingueva da ragazzino... desideravo esser libero.
“Incredibile non capita tutti i giorni di sentire un ragazzino dire queste cose, non sei contento piccolo Treecko?” Domandò la signora con un grosso sorriso stampato, Kaili invece era ancora lì in silenzio a guardarci... il suo sguardo era incomprensibile per me, mi stava guardando con occhi strani... era come se fosse fiera di me ma allo stesso tempo mi ammirava.
Mi alzai in piedi e dalla pokéball tirai fuori Popplio, era in forma ed era motivata a nuotare per i mari sconosciuti.
“Dovresti farmi un favore Popplio, vorresti aiutare questo Treecko a riprendersi la sua casa?” Popplio comprese subito e con un salto provò a battermi il cinque, era davvero goffa ma adoravo vederla così motivata.
Iniziarono quindi le nostre sessioni di allenamento, stavamo provando ad attirare con la forza Manectric provando a invadere il suo territorio con la violenza, Treecko continuava a fissarci con occhi di ammirazione, quasi non si mise a piangere nel vedere tutto quell'impegno per lui.
Si alzò in piedi a fatica e iniziò ad ingurgitare una per una quelle bacche riprendendosi così in un battibaleno, voleva unirsi anche lui allo scontro contro il Manectric così grazie ad un suo urlo chiamò all'adunata quel pokémon demoniaco.
In poco venimmo circondati dai vari Electrike, Kaili si trovava al centro insieme a me e i due pokémon, non l'avrei mai lasciata da sola per nulla al mondo.
Manectric si mise al centro proprio davanti a noi, con un ruggito iniziò una cosa simile ad un “canto” con i versi dei vari Electrike, amava far spettacolo quel cagnolone.
Ero teso, molto teso ma nel vedere gli occhi di Treecko mi rilassai immediatamente, lui non aveva paura anzi al contrario.
Manectric utilizzò scarica correndo incontro ai due pokémon, era davvero veloce.
“Popplio utilizza incantavoce sotto di te!” Popplio prese alla lettera il mio ordine e con un canto balzò in aria schivando il colpo, Treecko al contrario utilizzò attacco rapido per correre incontro al nemico, eravamo totalmente scoordinati.
“Popplio vai acquagetto per stare più vicino possibile a lui e supporta Treecko con occhioni teneri!” E ancora una volta Popplio eseguì interamente l'ordine, la prima mossa venne usata per destabilizzare Manectric mentre la seconda per rendere la sua forza bruta più sostenibile.
“Treecko non buttarti così! Rischieresti solo di sopperire... Utilizza foglielame sulla distanza, fidati di me!” Treecko al contrario non voleva assolutamente eseguire i miei ordini, utilizzò attacco rapido per colpirlo mentre era distratto e poi finirlo con un botta, mossa che venne nullificata da un morso di Manectric che lo fece rimanere fermo fra le sue zanne. “Dannazione... non so cosa fare, è impossibile creare un piano in questo modo...” Ero in confusione, Popplio era con le mani legate non potevo rischiare di far del male anche a Treecko e soprattutto quest'ultimo non mi dava per niente ascolto, ero in una trappola.
“Mano!” Esclamò Kaili colpendomi con uno schiaffo il volto, non era sorridente e il suo sguardo era molto più rude... aveva capito che ero in confusione. “Continui a voler pensare con la logica vero? Non eri tu che trovavi le lotte pokémon noiose perché erano prevedibili?” Aveva ragione, mi stavo facendo prendere dalla foga del momento... io avevo smesso di voler prendere tutto con la logica da tempo ormai.
“Popplio vai con acquagetto tirando dritto sul muso di Manectric! Tu Treecko preparati ad usare un attacco rapido con tutta la forza che hai!” Popplio era confusa ma si fidava ciecamente di me, la mossa era molto rischiosa perché così facendo avremmo colpito anche Treecko ritrovandoci in una situazione di svantaggio ma così facendo Manectric avrebbe allentato la presa. Doveva andare bene, era una chance perfetta.
Popplio colpì in pieno volto il pokémon, Treecko ne rimase coinvolto ma il morso era allentato, in quel secondo era riuscito a sfuggirgli saltando con l'attacco rapido ed infine colpendolo in piena testa.
“Adesso Popplio utilizza incantavoce passando sotto Manectric! E tu Treecko vai di botta per proteggere Popplio!” E nuovamente i miei ordini vennero rispettati, persino Treecko questa volta prese in considerazione le mie parole. Popplio scivolò tra le zampe del pokémon sollevandolo così con un incantavoce, una volta destabilizzato Treecko colpì sul corpo Manectric evitando in questo modo di far afferrare con quelle fauci uno dei due. L'intero branco era in subbuglio, Manectric si trovava in difficoltà, i suoi ruggiti ancora erano potenti e tenevano a bada l'intero gruppo... aveva preso sul personale questa sfida, non potevo chiedere di meglio.
Manectric utilizzò un ondashock per colpire tutto ciò che gli era intorno.
Popplio e Treecko ne risentirono parecchio, soprattutto Popplio ma erano ancora in piedi, seppur Treecko fosse ancora duramente provato dal combattimento delle ore precedenti non poteva fermarsi ora e stessa cosa io, gli avevo promesso di liberare la zona e così avrei fatto.
Manectric era molto più aggressivo di prima, era sinonimo che era quasi a terra e questo lo aveva fatto arrabbiare parecchio.
“Treecko aggrappati a Popplio e tu invece utilizza acquagetto, colpiremo duramente quel pokémon fino a che non cadrà a terra, fino a che non riuscirà più a rialzarsi senza l'aiuto di qualcuno!” Treecko ormai si fidava ciecamente delle mie parole, salì ingroppa a Popplio e sfrecciarono alla velocità della luce contro Manectric, lui d'altro canto stava preparando uno scarica... dovevo sperare che la mia strategia riuscisse o saremmo stati spacciati con quel colpo.
“Treecko appena ti trovi vicino a lui staccati e vai di attacco rapido e questa volta finiscilo!” Detto fatto, Treecko partì... l'acquagetto colpì e Treecko arrivò immediatamente dopo sentenziando così la fine del combattimento.
Manectric cadde a terra completamente inerme mentre l'intero branco scappò via, poco dopo anche lui se ne andò via a gambe levate.
Un urlò da parte di Treecko portò svariati pokémon del posto ad uscire fuori, finalmente erano liberi di poter giocare con i due anziani.
“Mano sei stato incredibile, anche tu Popplina mia sei incredibile!” Kaili strinse come un peluche Popplio che era molto provata dagli attacchi elettrici ricevuti, finalmente la pianura era tornata alla libertà... ed io ero stanco morto.
Mi sedetti a terra a fissare il cielo. “Non sei contento Treecko ora sei libero.” Mi aspettavo di vederlo andare via con i suoi amici ma, lui mi imitò mettendosi davanti, scoppiò a piangere... era ovvio che mi fosse grato ma non mi aspettavo a tal punto.
“Non serve piangere piccoletto, non volevo che in città ti dessero la caccia, dovresti andare ora!” Niente, al contrario lui si alzò porgendomi la zampa. “Mano forse vuole esser un tuo pokémon?” Domandò Kaili che ricevette un cenno da parte di Treecko, il combattimento gli aveva dato il coraggio di ribellarsi, quel coraggio che non aveva mai avuto fino ad oggi... Voleva esser qualcuno di forte per poter proteggere non solo la pianura ma chiunque provasse a fare il duro.
Tirai fuori una delle mie pokéball e, diede un colpetto con la zampa. Era diventato un mio pokémon, il mio primo pokémon catturato.
E con il tramonto salutammo i due anziani per dirigerci nell'ostello del Centro Pokémon in cui dovevamo alloggiare, Hoenn era davvero incredibile... per la prima volta sentivo concreto il mio sogno, per la prima volta mi sentivo di non star vivendo una vita già scritta da qualcuno.
La mattina ritirai i miei pokémon dall'infermiera per dirigermi alla gara in spiaggia, prossimo obbiettivo Petalipoli.

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Capitolo 3
*** Lino dei master 8 ***


Alba, il sole faceva capolino sulla spiaggia.
Non vi era alcun mercante... Era tutto spoglio. Io non riuscivo a dormire oltre.
Sprizzavo ancora l'adrenalina della lotta antecedente, mi sentivo per la prima volta davvero vivo.
Kairi dormiva, non volevo svegliarla per certe piccolezze ma davvero, non vedevo l'ora di ammirare la spiaggia e il campo da battaglia per il “torneo”.
I Wingull volavano in gruppo sopra il mare, alcuni Tentacool facevano capolino e con loro vi erano anche dei Corphish sul bordo del bagnasciuga.
Credevo di assistere ad una spiaggia silenziosa... Invece era pieno dei canti di Pokémon selvatici che ad Alola non sarei mai riuscito ad ammirare altrimenti.
Mi tolsi le scarpe – ed i calzini – e feci uscire dalle Pokéball i miei due compagni. Tutti e tre corremmo in acqua a sentire con il nostro tatto questa magnifica sensazione.
Era incredibile, riuscivo a sentire le voci di miriadi di allenatori che prima di me avevano percorso questa spiaggia per il loro primo, secondo, terzo o ultimo viaggio.
Per quanto ancora avrei viaggiato io invece? Vedere Popplio e Treecko giocare fra di loro mi faceva pensare a quanto io fossi ancora un completo inetto, ad Alola in molti avevano aspettative su di me... Per quanto li avrei fatti aspettare? Una volta incontrato il prof. Birch cosa avrei fatto? Immaginavo che sarei stato lì ad apprendere i segreti sui Pokémon per poter allenare meglio i miei.
Il tempo passava, il sole faceva più cocente e alto... Dalle varie navi approdavano svariati marinai con merci di ogni tipo, dai mercati si udivano delle voci. “Kairi si sarà svegliata?” Pensai di impulso, ero davvero contento di averla fra i piedi ancora una volta... Pensare che lei sia la mia fan numero uno è... Strano? Sentivo un calore sul cuore... Non riuscivo a spiegarlo a parole, era tipo un KA-BOOM!! O qualcosa di simile.
Mentre ero seduto sulla spiaggia a fissare Popplio nuotare mi iniziarono ad apparire nomi di alcuni Pokémon che avrei voluto catturare. Era innegabile, ero affamato... Ero voglioso di avventure, di competere... Avevo fame di vittoria.
Ero davvero curioso di sapere quali altri Pokémon avrei incontrato e aggiunto al mio team.
Decisi di muovermi verso il mercato con i miei due piccoletti vicino, parlando di fame mi era salita davvero.
“Alla fine sei davvero riuscito a domare quel Treecko? È Incredibile. Davvero ragazzo sei incredibile.” Disse uno dei mercanti che era passato lì per caso. “La tua amica allora non diceva il falso, spero di vederti far carriera davvero.” Dicevano le anziane signori venute lì per fare la spesa.
“Vai avanti così ragazzino!” Disse uno dei marinai, un tipo di poche parole.
“Grazie mille per credere in me.” Con un inchino ringraziai ogni singolo passante che si preoccupava di darmi delle belle parole, non sarei mai riuscito a non mostrare la calorosità di Alola era il momento migliore per farlo.
Feci una corposa spesa, in parte era per Kairi... Non mi avrebbe mai perdonato se avessi mangiato tutto da solo.
Mi trovavo seduto all'interno dell'edificio che aveva creato questo fantomatico torneo amichevole, era davvero molto accogliente e simpatico. Tutto veniva gestito dall'intera famiglia, era un piacere vederli così uniti.
Mi ero perso nel raccontare alla figlia del proprietario di Alola quando una figura importante fece il suo ingresso.
I suoi capelli verdi e il suo completo bianco non passava di certo inosservato. I suoi occhi erano così adulti, sprigionavano coraggio e forza ad ogni sguardo e il suo volto... Aveva sempre un sorrisetto stampato sul volto.
“Anche oggi avete organizzato un torneo vero?” Domandò quell'imperiale figura al proprietario.
“Sì signore! Come sempre è un piacere averla qui, immagino che porterete alla vostra famiglia qualche dono vero?”
“Esattamente! Ormai mi conosce così bene.”
“Allora deve far al più presto, non vogliamo che il traghetto parta senza di lei.”

I due continuarono il loro dialogo al lungo, io non riuscivo a non smettere di fissare il ragazzo in questione... Chi diamine era da ricevere tutto questo rispetto.
Mi metteva davvero in soggezione, era sicuramente un allenatore ma non di quelli che sono abituato a vedere ad Alola anzi, lui sicuramente vincerebbe contro qualsiasi allenatore ad Alola.
“Mano! Scusami il ritardo ma ho dormito tantissimissimo ti prego perdonami ti prego ti prego... “ Kairi corse in lacrime verso di me e come se non bastasse iniziò a pulirsi il naso su di me, davvero certe volte sembravo suo padre.
“Tranquilla... Ti ho preso la colazione.” Anche se ormai serviva il pranzo.
“Uh?” Il ragazzo posò lo sguardo su di me, sentivo una pressione fortissima sul mio corpo... Non riuscivo a guardare in alto, era come se la gravità fosse potenziata solo su di me.
Perché diamine mi faceva così tanta paura.
Tu non sei del posto vero?” La sua figura era così imponente... Più si avvicinava e più potevo sentire il dislivello fra noi due, era come se quel ragazzo fosse grande otto volte me.
Il suo volto era di quello di una belva feroce che avevano adocchiato una preda, non mi sentivo in condizioni di parlare.
“Sì io e Mano veniamo da Alola! Siamo in viaggio perché voglio vederlo diventare un Master 8!”
“Ohh quindi punti a quel titolo vero?”

Era inutile, era vicino... Kairi lo aveva istigato. Il mio viaggio era finito lì, come diamine avrei superato qualcuno che solo di presenza mi faceva tremare? Avevo paura, paura, paura, paura... Volevo tornare ad Alola.
“Sembra sotto pressione il tuo amico, come dargli torto... Anche io la prima volta che sono entrato nei Master 8 ho sentito questa pressione."
“Tu sei Lino di Petalipoli, vero?”
Calò il silenzio fra noi due.
“Ohh ma quindi tu sei il tipo che lo scorso anno era nei Master 8? Incredibile Mano come al solito ha un intuito pazzesco!” Kairi non aveva capito cosa volesse significare quello, lui non era nemmeno arrivato nelle fasi finali del torneo.
“Già peccato che lo scorso anno non sono riuscito ad andare avanti, quest'anno punto al titolo di campione!”
Kairi era davvero svampita come al solito, continuava a parlare con quell'individuo come se nulla fosse... Senza comprendere quanto dislivello poteva esserci tra un normale come me e un campione come lui.
“Comunque ora cosa volete fare?” Domandò Lino sedendosi sul nostro tavolo.
“Puntia... Puntiamo ad andare a Petalipoli ora.” Risposi balbettando, non riuscivo a togliermi il nervosismo.
“Davvero? Incredibile è dove sto andando io, sapete il capopalestra è un mio amico! Se volete incontrarlo posso aiutarvi.”
“Grazie Signor Lino sei davvero super gentilissimo!” Esclamò Kairi, in effetti dopo essermi abituato alla sua presenza lo trovavo davvero gentile ed educato.
“Quindi Mano intenderai partecipare al torneo vero?” prese il suo tempo per squadrarmi meglio, non riusciva a togliersi questo sorrisino sotto i baffi. “Se è così vorrò proprio vedere di che pasta sei fatto signor Alola.” Non credevo di aver capito bene, era una specie di sfida che mi aveva lanciato? Ugualmente non mi sarei tirato indietro, questa era la mia prima occasione di dimostrare agli allenatori del posto che anche io ero qualcuno.
“Sì parteciperò.” Avrei voluto dire altro ma Kairi si lanciò immediatamente all'attacco: “Sai Mano è stato riconosciuto dal Kahuna della nostra isola come possibile successore un giorno!” La cosa mi imbarazzava parecchio, tendevo a non parlare della vicenda dato che ne ero davvero timido.
“Allora oggi ne vedrò davvero delle belle. Dopo il torneo partiremo per la volta di Bluruvia lì incontreremo la professoressa Birch.” Lino si alzò dal tavolo salutandoci con la mano, io e Kairi ci guardammo negli occhi confusi.
“Mano ma era un uomo il professore di questa regione?”
“Ricordavo così dalle riviste...”
Era difficile credere che tutto quello che avevamo letto sul suo conto fosse falso.
“Ahah tranquilli, attualmente è sua figlia a svolgere il compito da professore, lui ora si starà godendo la pensione!” Aggiunse il proprietario, ci aveva davvero aiutato... Non saprei come avrei reagito nel vedere tutt'altra cosa arrivato sul posto.
I minuti passavano, io mi trovavo sulla spiaggia a pensare. Ad Alola spesso mi mettevo a fissare il mare di Hau'oli quando ero nervoso. La mia prima competizione in un posto sconosciuto, ero nervoso ma eccitatissimo... Non riuscivo a togliermi il sorriso dal viso.
“Incredibile che sei così tanto eccitato per le lotte Pokémon sai? Ricordo un bambino che diceva sempre di trovarle noiose... Sicuramente non eri te!” Ripeteva Kairi punzecchiandomi con l'indice, forse anche lei era in ansia di vedere i miei progressi.
“Smettila, io ricordo una bambina che piangeva sempre se non le tenevo la mano perché aveva paura di esser rapita dai Raticate.” Il volto di Kairi avvampò all'improvviso, si era fatta sicuramente meno invasiva dopo la mia affermazione... L'avevo colpita in pieno con un colpo critico.
“Idiota io non ho detto qualcosa di imbarazzante sul tuo conto.” Borbottò come una bambina a cui gli era stato negato il gelato.
Rimanemmo ancora poco lì io e Kairi, il torneo ebbe inizio e tutti gli sfidanti tirarono a sorte per i turni. Non eravamo molti, era pur sempre un torneo amichevole in cui si vincevano delle gassose non potevo aspettarmi una lega.
Io ero il numero 4, sarei stato il secondo ad entrare in campo.
Morivo dall'ansia ma ero eccitatissimo, un giorno tutto questo sarebbe diventato il campo dei campionati mondiali e io ne sarei uscito vincitore.

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