Sette frammenti sconnessi tra loro

di angeclear97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Carola ***
Capitolo 2: *** James ***
Capitolo 3: *** Clelia ***
Capitolo 4: *** Leo ***
Capitolo 5: *** Allison ***
Capitolo 6: *** Cletus ***
Capitolo 7: *** Elena ***



Capitolo 1
*** Carola ***


Carola Link al forum: Siate Curiosi Sempre (dateci un occhio, non ve ne pentirete!!)

Prompt molto facile: l'intera storia deve essere ambientata durante una giornata di pioggia



Carola



Carola rideva.
Non riusciva a farne a meno, era più forte di lei.

Nemmeno la pioggia che cadeva imperterrita sull'intera città era in grado di mitigare le sue risa rumorose, quasi sguaiate, eppure a lei non importava, voleva solo correre e trotterellare sotto la pioggia estiva con le braccia aperte, permettendo così alle gocce d'acqua di pizzicarla completamente, di ricambiare quell'infinito abbraccio volto al cielo.

Non si pentiva di nulla: di essere scappata dal raffinatissimo ristorante francese durante la prima portata, di aver piantato in asso l'uomo con cui aveva un appuntamento, di aver spento il telefono, di aver finalmente deciso di ignorare il volere di sua madre.

Di niente.
Non si pentiva proprio di niente.

Carola aveva quasi trent'anni e aveva ancora una vita davanti: glielo sussurrava la pioggia che bagnava la sua pelle diafana, glielo urlava l'orgoglio che per tanto tempo aveva represso, completamente sottomessa a una vita che non sentiva propria.

«Hai quasi trent'anni, Carola,» diceva sua madre sempre con più insistenza, «quando ti sposerai? Quando mi darai dei nipotini? Non puoi stare sola una vita intera.»

E se io lo volessi, invece?
Se non volessi qualcuno al mio fianco perché sono felice così?

Carola aveva ripudiato quei pensieri per tanto tempo.
Aveva frequentato tante persone, ma nessuna era mai riuscita a conquistarla… Forse la sua persona doveva ancora arrivare o forse davvero sarebbe rimasta single a vita, e allora?
Era forse un problema?
Lei era felice e lavorava al museo della città con tanto amore e tanta passione, perché sua madre non lo capiva?

Aveva pianto tante volte, Carola, proprio come il cielo di quella serata estiva: lacrime che scendevano fitte e copiose, disperate, furenti… Aveva sempre avuto la pioggia dentro di sé, ma nessuno se n'era mai accorto.

Ora però le cose erano cambiate: il vestito azzurrino che indossava non fasciava più le sue morbide forme con fare casto, il tessuto era ormai talmente pregno di acqua che sembrava quasi una bellissima divinità giunonica riemersa dall'oceano e i capelli perfettamente piastrati erano tornati a quel movimento ondulato che tanto amava e che tanto la rendeva lei, una bellissima onda marina che avrebbe continuato all'infinito a scontrarsi con lo scoglio senza mai arrendersi.

Quale ilarità del fato: ogni volta che sua madre la pressava, Carola sentiva la pioggia dentro di sé… Quella sera pioveva, eppure non si era mai sentita tanto felice e libera come in quel momento.
Rise ancora, ballò ancora sotto la pioggia, si tolse i sandali e corse via.

Verso la pioggia e oltre.



Ciao a tutti!! ^-^ finalmente partecipo a questa bellissima challenge, dato che dura per tutto il mese di settembre è arrivato il momento di rimboccarmi le maniche e iniziare a sviluppare i prompt!!
Siete ancora in tempo per iscrivervi, se volete, vi basta andare sul forum linkato sopra e fare richiesta nell'apposita sezione!! ^-^
In questa raccolta di sette flash ho intenzione di sviluppare i prompt molto facile, facile, intermedio e il primo del difficile e spero di riuscire a pubblicare una flash al giorno!! Ogni capitolo avrà protagonisti diversi e spero che Carola vi sia piaciuta, mi sono emozionata tanto a scrivere di lei!! ç^ç
Alla prossima!! **

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Capitolo 2
*** James ***


James Link al forum: Siate Curiosi Sempre (dateci un occhio, non ve ne pentirete!!)

Prompt molto facile: Uno dei personaggi deve dire la seguente frase: «Avrei voluto filmare tutto, ma avevo il telefono scarico...»



James



«Te lo giuro, è stato il concerto più epico al quale io abbia mai partecipato» stava dicendo James per l'ennesima volta, ripetendosi come un disco rotto – dato che siamo più o meno in tema.
«Avrei voluto filmare tutto, ma avevo il telefono scarico...»

David alzò gli occhi al cielo, ormai spazientito.
Conosceva quella storia a memoria, se James desiderava tanto raccontarla poteva scrivere un libro a riguardo anziché continuare a martellargli i timpani per ore e ore!

«Solo uno sbadato come te poteva dimenticare il caricatore portatile a casa e scaricare la batteria del telefono a furia di fare dirette sui social ore prima l'inizio del concerto! Ci credo che quando è iniziato il tuo telefono era bello che andato!» esclamò mentre cercava di concentrarsi sul boss finale del livello più difficile che avesse mai dovuto affrontare – se solo James avesse smesso di parlare del concerto...

«Lo so, lo so!» esclamò a sua volta James, tutto concitato. «Però sai... non tutti i mali vengono per nuocere! Anche se non ho potuto filmare nulla... Beh, sono comunque felice!»

«E come mai?» domandò David quasi distrattamente.
«Questo è un segreto! Lo scoprirai solo quando uscirà il DVD del concerto!»
Forse James fece quella rivelazione con fin troppo trasporto, ma chiunque al suo posto avrebbe reagito in quel modo.

David interruppe il gioco per puntare lo sguardo sull'amico.
«Hai ripetuto le stesse cose per ore intere e adesso non vuoi dirmi quale sia questa cosa che ti ha reso felice?»
«È... Complicato, ecco...!» tentò di giustificarsi James.
«Tu sei complicato» lo rimbeccò David, per poi tornare al suo videogioco.

Quello che James non gli aveva raccontato e che sperava restasse un segreto ancora per un po' era il fatto che, nella tasca destra dei pantaloni, conservava gelosamente il plettro di Kenneth, il chitarrista degli Holy Fury.

Kenneth l'aveva lanciato a fine concerto, come era solito fare a ogni tappa dei tour della band, e inutile dire che solo una persona su migliaia e migliaia era la fortunata in grado di aggiudicarselo.

Se James fosse stato tanto occupato a filmare con cellulare, non avrebbe avuto le mani libere per prendere il plettro al volo... E ammirare poi Kenneth che gli faceva l'occhiolino.

Kenneth era il suo idolo... E non solo.
Era tanto, tanto di più.
E proprio per questo avrebbe preferito che quel momento che aveva condiviso con il suo idolo – e molto probabilmente anche la prima e vera cotta da diciassettenne – restasse qualcosa di... Privato.

Ma nonostante tutto, qualunque cosa sarebbe successa da quel momento in poi, sarebbe andata bene.

Era felice così.




Ciao a tutti!! ^-^ Ieri non sono proprio riuscita ad aggiornare, uff!! Però ecco qui la seconda flash, dal prossimo capitolo inizierò a sviluppare i prompt della categoria facile e non vedo l'ora!!
Vi è piaciuto questo capitolo? Secondo voi tra James e Kenneth è scoccato qualcosa durante quel concerto o rimarrà solo un bel ricordo? Chissà... A me non dispiacerebbe tornare a scrivere su di loro -e magari pure una flash dove David non è scocciato!! XD
Ci tengo a precisare che Kenneth è poco più che ventenne, immaginate la sua band come una di quelle che ha riscosso un grande successo fin dagli esordi!! Così facendo la differenza di età con James non è tanto grande e io non mi creo problemi da sola!! XD
Spero che questa flash vi sia piaciuta, grazie per aver letto!! **

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Capitolo 3
*** Clelia ***


Clelia Link al forum: Siate Curiosi Sempre (dateci un occhio, non ve ne pentirete!!)

Prompt facile: nella storia deve essere presente un flashback + uno dei personaggi ama cucinare



Clelia



Gli gnocchetti verdi di semola con pomodorini gialli e rossi erano più lunghi da pronunciare che cucinare.
Clelia era a buon punto con la preparazione e non vedeva l'ora che Giorgio tornasse a casa per poter pranzare in tutta tranquillità.

Clelia amava cucinare, anche se non era il lavoro della sua vita.
Quando scoprì questo talento – quando lui lo scoprì – lavorava già come insegnante delle scuole medie e non avrebbe mai abbandonato i suoi studenti e quelli che sarebbero arrivati con lo scorrere degli anni per diventare una chef, ma aveva giurato che avrebbe coltivato questa passione e l'avrebbe fatto anche per lui.

Lui non aveva una vita davanti come i suoi studenti delle medie… Ma per quel poco che era entrato nella sua esistenza, era stato in grado di sconvolgerla nel miglior modo possibile.


«Clelia, dovresti seriamente prendere in considerazione l'idea di diventare una chef» le disse Simone un giorno, dopo aver assaggiato gli gnocchetti verdi di semola con pomodorini gialli e rossi che lei aveva preparato.

«Il mio lavoro mi piace, non voglio lasciarlo» spiegò lei mentre sparecchiava. «Però potrei seguire qualche corso, quello sì…»

Simone sorrise, decisamente soddisfatto – rincuorato – da quella risposta. «Grazie, Clelia».
Lei non capì. «Perché mi ringrazi?» chiese confusa.
«Perché quando cucini le persone intorno a te sorridono e sono felici di mangiare i tuoi piatti. La tua cucina fa del bene, ricordalo sempre.»

Simone non le aveva ancora confessato che una malattia incurabile lo stava divorando giorno dopo giorno e che non gli sarebbe rimasto ancora tanto da vivere.
Avrebbe dovuto farsi coraggio e dirglielo, anche se questo avrebbe significato spezzarle il cuore.


Simone era stato il grande amore della sua vita e Clelia non l'aveva mai dimenticato, nonostante anni dopo avesse conosciuto Giorgio e avesse detto quando lui le aveva chiesto di sposarlo.
Giorgio sapeva che Simone sarebbe sempre rimasto con lei e aveva sempre rispettato la sua volontà di portarlo nel cuore e non dimenticarlo mai.

Per questo, dopo due anni di matrimonio, Clelia aveva deciso di ringraziarlo cucinando proprio quel piatto che Simone aveva tanto apprezzato quel giorno impresso a fuoco nel suo cuore.
Forse era pronta ad andare veramente avanti, senza però dimenticarlo.

Era pronta a ricominciare.




Ci sonooo!! Scusate se aggiorno solo ora, questa settimana è stata piena zeppa di imprevisti e non posso credere di essere rimasta tanto indietro!! Devo assolutamente recuperare!!
Spero che questa flash vi sia piaciuta, scrivere di Clelia è stato molto toccante TT___TT
Grazie per aver letto!! **

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Capitolo 4
*** Leo ***


Leo Link al forum: Siate Curiosi Sempre (dateci un occhio, non ve ne pentirete!!)

Prompt facile: nella storia deve essere presente un animale domestico (a voi la scelta) + due personaggi si ritrovano anni dopo un violento litigio accaduto durante il periodo delle superiori/dell'università.




Leo



Leo era pronto a dire addio ai suoi polmoni.
Stava correndo talmente tanto forte che non sapeva nemmeno da dove stesse tirando fuori tutta quell'energia, visto e considerato che era ormai stremato.

Susy era scappata.
Di nuovo.
Per la terza volta nel giro di una settimana.

La cucciola di volpino era una creaturina vivace e curiosa, motivo per il quale bastava un nonnulla per catturare la sua attenzione e farla scattare nel senso letterale del termine.
Non ci si poteva distrarre neanche un istante che Susy si trovava già oltre il cancello, pronta a percorrere mezza città con le sue zampine minute e la lingua di fuori.

Sperava solo che Susy stesse bene e che non si fosse cacciata nei guai… Forse, con un po' di fortuna, l'avrebbe ritrovata al parco, attratta dai fiori profumati e dagli schiamazzi dei bambini.

E fu proprio nel parco che la trovò, intenta a farsi coccolare da qualcuno che aveva avuto la premura di prendersi cura di lei prima del suo arrivo… Ma fra tutte le persone possibili, mai Leo avrebbe immaginato che potesse trattarsi proprio di lui.

«Giulio…» sussurrò mentre si avvicinava, ignorando i polmoni che reclamavano ossigeno.

Susy era entrata nella sua vita tempo dopo il violento litigio che lui e Giulio avevano avuto durante l'ultimo anno delle superiori, pochi giorni prima della maturità.
Questo perché Giulio gli aveva detto che sarebbe andato a studiare all'estero e a Leo era caduto il mondo addosso, dato che era stata una notizia così inaspettata e detta all'ultimo che aveva letteralmente distrutto tutte le sue buone intenzioni di dichiararsi all'amico proprio quel giorno.

Nonostante Susy fosse stata una benedizione e avesse portato nella sua vita tanto amore, c'erano delle volte in cui si ritrovava a pensare a Giulio costantemente, senza che niente e nessuno fosse in grado di riportarlo alla realtà.
Gli era mancato tanto… E rivederlo dopo due anni intento a carezzare Susy gli fece un effetto davvero strano.

«Leo» lo chiamò Giulio con voce sorpresa. «È tua?» domandò indicando la cagnolina.
«Sì, si chiama Susy. L'abbiamo adottata qualche mese fa.»
«Capisco…»
«Grazie per esserti preso cura di lei, ora è meglio che la riporti a casa.»

Si inginocchiò e fece per prendere Susy in braccio, ma Giulio gli strinse un polso e lo attirò a sé, abbracciandolo forte.
«Perdonami per come ti ho trattato…» sussurrò un po' impacciato. «Non volevo  che ci lasciassimo in quel modo, non dopo tutto quello che abbiamo condiviso nel corso degli anni.»

Leo ricambiò l'abbraccio.
«Nemmeno io volevo che finisse in quel modo… È stato un periodo difficile e mi sei mancato tanto, ma… Ora capisco che non potevo tenerti legato a me, non ne avevo alcun diritto. Sono felice che tu sia tornato».


Dopo quel giorno, provarono a riallacciare i rapporti.

Non tornarono ciò che erano un tempo, poiché diventarono qualcosa di completamente diverso.
Loro due insieme… E anche la piccola Susy.

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Capitolo 5
*** Allison ***


Allison Link al forum: Siate Curiosi Sempre (dateci un occhio, non ve ne pentirete!!)

Prompt intermedio: nella storia deve essere presente una lettera di scuse + uno dei personaggi è allergico al polline + uno dei personaggi deve dire la seguente frase: «Ti farò sapere».



Allison



L'ennesimo starnuto di quella mattina fece quasi perdere l'equilibrio alla signora Allison Cooper, che si stava dirigendo in cucina per recuperare il cellulare che suo nipote le aveva regalato il mese addietro per il suo sessantaquattresimo compleanno.

Era un aggeggio infernale, ma con un po' di pratica aveva imparato a usarlo – quantomeno a livello basilare – e dovette constatare che era davvero comodo.

Starnutì un'altra volta prima di rispondere alla chiamata.
Bastarono poche parole perché la sua amica dall'altra parte della cornetta, la signora Ellen Smith, capisse che non stesse tanto bene.
«Siamo di nuovo in quel periodo dell'anno, eh?» domandò, rincarando la dose.
«Non ti ci mettere anche tu» la ammonì la signora Cooper, starnutendo per l'ennesima volta.
L'allergia al polline la accompagnava da una vita intera e vi era fin troppo abituata, anche se più gli anni passavano e più la detestava.

«Deduco quindi che questa sera non sarai dei nostri?» proseguì la signora Smith, evidentemente dispiaciuta: aveva organizzato quella cena con tutti i loro amici nei minimi dettagli e sarebbe stato triste rinunciare alla presenza di una delle sue più care amiche, nonché anima delle feste.
«Ti farò sapere» rispose Allison, soffiandosi il naso. «Non sarà certo questa allergia a lasciarmi a casa... Sperando che non peggiori».
«D'accordo, attendo tue notizie».
E così dicendo, le due amiche si salutarono.

Allison sospirò sconsolata.
Maledetta allergia al polline, doveva sempre arrivare nei momenti meno opportuni!
Poggiò il telefono sul tavolo e osservò per qualche istante il foglietto spiegazzato che giaceva lì accanto.
Era una lettera di scuse che aveva ricevuto la settimana addietro da parte del piccolo Jonathan, il figlio dei nuovi vicini che si erano trasferiti pochi mesi addietro di fronte a casa sua.

Jonathan era un bambino di otto anni molto vivace e spesso capitava che calciasse il suo pallone da calcio un po' troppo forte, causando qualche disastro.
Mai nulla di grave, per fortuna, ma la settimana addietro aveva distrutto uno dei vasi di Allison esposti in giardino, anche se non era stata una grandissima perdita.

Il giorno dopo Allison si era ritrovata nella buchetta della posta una lettera di scuse parte di Jonathan e gli ultimi dieci dollari che aveva ricevuto come paghetta come risarcimento.
Era stato un gesto bellissimo e aveva già avuto modo di ringraziare il bambino, anche se in quel momento desiderò poter fare di più.
Così penso che se quel giorno fosse rimasta in casa a causa dell'allergia, l'avrebbe trascorso a cucinare un sacco di biscotti per quell'amorevole peste.

E subito si sentì molto meglio.

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Capitolo 6
*** Cletus ***


Cletus Link al forum: Siate Curiosi Sempre (dateci un occhio, non ve ne pentirete!!)

Prompt intermedio: L'intera storia deve essere scritta in prima persona singolare + deve essere presente un paio di guanti + uno dei personaggi si ubriaca.



Cletus



Sono quasi pronto per uscire.
È una serata particolarmente fredda, ma per fortuna io e la mia migliore amica Lilian ci siamo dati appuntamento in un locale dove servono degli ottimi alcolici, quindi da questo punto di vista non avremo problemi.

Ciò che più mi preoccupa, però, è proprio il fatto che Lilian sarà a stretto contatto con l'alcool per tutta la serata, e visto il motivo per il quale mi ha chiesto di incontrarla, ho paura che si lascerà completamente andare: lei e il suo ragazzo storico, Andrew, si sono lasciati.
O meglio, lei l'ha lasciato perché ha scoperto che la tradiva ormai da diversi mesi, e ora il suo cuore è a pezzi, e come darle torto!
Ci credo che abbia bisogno di sfogarsi, anche se spero che non esageri con l'alcool... E nemmeno io, a dirla tutta!

Indosso il mio paio di guanti preferito, esco di casa e mi incammino verso il locale dove trascorrerò le prossime ore.
Quando giungo a destinazione, Lilian è già lì che mi sta aspettando... E ha già ordinato da bere... E la serata è appena iniziata.



«Tu sì che sei fortunato, Cletus» mi dice Lilian per la milionesima volta – e dopo il milionesimo drink della serata.
«Tu e Steve siete così carini insieme e sono sicura che lui non ti tradirebbe mai... Tienitelo stretto... Anzi no, lui deve tenersi stretto te perché sei un ragazzo d'oro e meriti di essere felice...»
Quando Lilian è ubriaca non fa altro che parlare e parlare e parlare... Però, devo essere onesto, mi fa piacere sentire queste parole da parte sua.

«Anche tu meriti di essere felice» le dico, nel vano tentativo di impedirle di ordinare altro da bere.
«No, io non credo sarò mai felice... Da quando ho scoperto che Andrew mi tradisce mi è crollato il mondo addosso e non riesco più a fidarmi... Dopo cinque anni di relazione, ti rendi conto?! Quel maledetto!»

Ed è proprio mentre Lilian continua a inveire contro il suo ormai ex ragazzo che qualcosa accade, come uno stranissimo segno del destino: le arriva un messaggio e, dopo averlo letto a fatica, inizia a piangere.

«È Peter...» sussurra, con la voce spezzata dal pianto. «È tornato in città e dice che vorrebbe rivedermi perché gli manco...»

Peter è stato il primo amore di Lilian durante il periodo del liceo e quando li vedevo camminare mano nella mano non potevo fare a meno di pensare che sarebbero stati insieme per tutta la vita.
E sì, l'ho sempre preferito ad Andrew.

«E ora che faccio?» piagnucola Lilian che ancora non ha risposto al messaggio – meglio così, perché altrimenti avrebbe storpiato una parola sì e l'altra pure.
«Secondo te ne vale la pena, Cletus?»
«Deve valere la pena per te, non per me» e il tono solenne col quale mi escono queste parole sorprende pure me.

Lilian pare rimuginarci su e, nell'attesa, ordino altri due drink.
Per questa volta farò un'eccezione.

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Capitolo 7
*** Elena ***


Elena Link al forum: Siate Curiosi Sempre (dateci un occhio, non ve ne pentirete!!)

Prompt difficile: nella storia devono essere presenti almeno tre personaggi + uno dei personaggi ha la passione per la danza + deve essere presente un proverbio cinese (a voi la scelta) + deve essere presente una boccetta per il profumo.




Elena



Studiare e continuamente esercitarsi: non è dunque un piacere?

Il proverbio di Confucio che Sara aveva reso il motto della sua vita non faceva altro che rimbombare nella mente di Elena, che nell'ultimo periodo aveva iniziato a condividerlo molto più volentieri rispetto al passato.
Questo perché, finalmente, aveva compreso cosa intendesse dire la sua amica con quelle parole: Sara amava la danza e per le ogni occasione era buona per dimostrarlo, senza contare che anche con la faccia devastata dalle infinite ore di allenamento, non mancava mai di sorridere soddisfatta.

E mentre sceglieva la sua boccetta di profumo preferita nel negozio dove era solita andare a fare rifornimento, anche Elena si ritrovò a sorridere, perché aveva trovato qualcosa che per lei valesse lo stesso proverbio che Sara ripeteva sempre: la fotografia.

Già non vedeva l'ora di scartare la boccetta del profumo, prendere la macchina fotografica che i suoi genitori le avevano regalato per il compleanno e scegliere l'angolazione migliore per lo scatto perfetto.
Anche se aveva molta strada da fare, partire dagli oggetti che amava era un buon allenamento.

Uscì dal negozio e la voce squillante di Beatrice vibrò nelle sue orecchie.
«Eccoti!» esclamò, raggiante e spensierata. «Ora che ci siamo tutte e tre, che ne dite di andare a pranzare da qualche parte? Ho fame!»
«Tu hai sempre fame!» la rimbeccò Sara, alzando gli occhi al cielo.
Elena non poté fare a meno di sorridere.
Così, mentre Sara e Beatrice bisticciavano amorevolmente, pensò che sarebbe stato bello immortalare quel momento con uno scatto.

«Ehm... Ragazze? Posso scattarvi una foto?»

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