L'umano e la strega

di Alex Ally
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13. ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Capitolo 1.

Un giovane uomo stava disegnando il paessaggio notturno su un quaderno rilegatto in pelle, era leggermente più pallido del normale, i suoi capelli erano legati in una piccola coda di cavallo ed erano di un biondi chiaro tanto da sembrare quasi bianchi.
Ormai erano settimane che lui e suo fratello erano arrivati in quel luogo e nonostante la costante paura verso i suo abitanti Caleb era rimasto fin da subito affascinato da quel luogo cosi diverso dal suo mondo, le Isole Bollenti erano terrificanti e bellissime al tempo stesso tanto che lui non poteva fare a meno di uscire la notte per disegnarle in tutta la loro gloria.
Era sempre stato cosi, dove Philip annotava le cose su i suoi diari, lui le disegnava. Fin da piccolo Caleb aveva sempre avuto una vena creattiva che manifestava disegnando o intagliando il legno.
A Caleb torno in mente quando lui e Philip finirono in quel posto. Aveva accosentito a seguire il fratello durante una caccia alle streghe e avevano finito con il perdersi nel bosco, fu una donna a salvargli o almeno era quello che pensavano invece con l'inganno gli aveva condotti in quel posto, le Isole Bollenti come le aveva chiamate lei.
Adesso erano bloccati lì almeno finchè non avessero trovato un modo per tornare a casa, ma per quanto affascinante quel luogo era pieno di streghe e di demoni perciò i due fratelli cercavano di andare in giro e farsi vedere il meno possibille.
Sospiro, una parte di lui avrebbe volutto esplorare oltre i confini della caverna in cui si erano rifuggiatti, ma Philip continuava a insistere sul fatto che era meglio rimanere nascosti e visto che tra i due era considerato il migliore nella caccia alle streghe Caleb non aveva il coraggio di obbiettare. Sopratutto non dopo che gli aveva salvato la vita, era stata un'idea di Caleb seguire quella strega e fidarsi di lei mentre a risolvere la situazione era stato Philip.
«Sei ancora sveglio?» domando Philip raggiungendolo.
Come Caleb anche lui tenetva i capelli in una coda, ma erano castani e più lunghi rispetto a quelli del fratello inoltre non era pallido come la neve come invece lo era il maggiore.
«E tu invece?» chiese a sua volta Caleb.
«Volevo vedere se qualcuna di quelle cose fosse venuta a disturbarci.» disse Philip quasi ringhiando.
«Finchè rimaniamo nascosti in questa caverna non ci succederà niente l'hai detto tu.» disse Caleb. «Ricordarti che non siamo qui come cacciatori di streghe, ma come due che volgiono andare a casa senza cacciarsi in troppi guai.»
«Lo so, ma quando si tratta di demoni bisogna sempre essere pronti a tutto.» disse Philip.
Stavolta Caleb non rispose limitandosi ad annuire, a volte Philip era decisamente troppo paranoico. In quel momento si pote sentire il rumore di un tuono in lontananza che preannunciava l'arrivo di un temporale.
«Non di nuovo.» borbotto Caleb stringendo a sé l'album da disegno e correndo assieme al fratello dentro la grotta al sicuro dalla pioggia bollente di quel mondo.
L'avevano già sperimentata pochi giorni dopo il loro arrivo e non avevano intenzione di fare un bis.
«Anche la pioggia in questo posto è frutto del demonio.» ringhio Philip.
Caleb sospiro, essere bloccati qui diventava ogni giorno più difficile senza contare il poco cibo che riuscivano a trovare in natura. Anche se un possibille ritorno a casa era ancora lontano bisogna trovare una soluzione per migliorare in fretta la loro situazione attuale.

Era scoppaitto a piovere all'improvisso e della strada di casa ancora non c'era traccia.
Se non trovava un riparo in fretta era nei guai fino al collo eppure suo padre glielo diceva sempre: “Mary mi raccomando durante i tuoi viaggi si sempre pronta per la pioggia bollente.”
Mary sbuffo e si guardo nuovamente attorno, Ossolandia non era lontana, ma nemmno cosi vicina e sebbene potesse volare con il suo bastone era ancora un rishcio troppo grande.
In quel momento però la vide: una grotta.
Stringendosi più forte nel suo mantello corse spedita verso di essa felice di aver trovato un rifuggio per la notte.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Capitolo 2.

Finalmente all'asciutto Mary si abbasso il capuccio lasciando libera la chioma ramata per poi sedersi a terra esausta.
«Anche la pioggia in questo posto è frutto del demonio.» senti qualcuno dire all'improvisso.
Si alzo di scatto evocando il suo bastone, non sapeva che si era rifugiatto in quella grotta assieme a lei e doveva essere preparatta a tutto perciò si avvicino di soppiatto e alla fine li vide.
Due uomini abbastanza simili se non fosse stato per i capelli e la canargione si trovavano seduti su delle roccie a parlare, la cosa che però colpi di più Mary furono le loro orecchie. Erano piccole e tonde, non n'è aveva mai viste di cosi strane e si chiese da dove venissero per avere quell'aspetto. Non erano di certo streghe, forse erano degli strani demoni bipedi però anche quell'opzione non le tornava del tutto.
“Chissà se sono pericolosi?” penso Mary continuando ad osservargli incuriosità.
Mary continuo a guardarsi attorno nottando solo allora l'accampamento improvissato che i due aveva costruitto lì dentro e si chiese da quanto tempo fossero in quella grotta umida e fredda. Mentre Mary pensava a cosa fare, se rimanere nascosta o no, il suo amico amuletto decise che a quanto pare era il momento più adatto per svegliarsi e volarsene in giro ignorando la situazione della strega.
«Torna qui.» sussurro, ma era troppo tardi il suo picchio era già volato verso i due sconosciutti che impiegarono pochissimo per notarlo.
«Cos'è quello?» domando il castano.
«Sembra un picchio.» rispose il biondo.
«Qualunque cosa sia se provienne da questo mondo va eliminata.» sbotto il castano e tiro fuori dalla giacca qualcosa che Mary non riconobbe.
Lo strano aggeggio venne mirato contro il suo amico amuletto e poi da esso vennero sparatte fuori con una veloci sorpredente degli strani proiettilli. A quel punto Mary non penso più e usci dal suo nascondiglio.
«Fermi!» grido usando la magia dell'abominio per intrappolare i due sconosciutto ed evitare che potessero ferire il suo amico amuleto.

Caleb guardo la strana melma viola avvolgere sia lui che Philip per poi volgere lo sguardo verso chi avesse parlato.
Rimase senza parole quando la vide: i corti capelli ramati che le incorniciavano il viso e occhi con le stesse sfumature dell'oro... era bellissima.
«Chi sei?!» chiese Philip e Caleb torno alla realtà. Non importava quanto la trovasse bella, era una strega e perciò pericolosa.
«Io mi chiamo Mary.» si presento. «Scusate, ma non volevo che faceste del male a Pete.»
«Pete è il tuo picchio?» chiese Caleb e la strega fece una piccola risata che gli ricordo il suono dei campanelli.
«No, Pete è il mio amico amuleto.» rispose Mary il picchio si poso sul suo bastone tornando a farme parte come una decorazione.
Caleb guardo sorpresso ed estasiatto da ciò, se solo avesse potutto far animare cosi le sue creazioni d'infanzia... scosse la testa non era il momento di perdersi nelle sue fantasie. Lì davanti a loro c'era una strega e stavolta non poteva nemmeno provare a diffendersi da lei.
«Liberaci subito!» sbraitto Philip.
«Certo, che sciocca mi sono scordata.» disse lei come se niente fosse e anche questo suo tono cosi semplice e diretto non potè fare a meno di affascinare Caleb.
I due fratelli furono liberati e Philip si allungo subito per prendere la sua pistola, ma venne fermato da Caleb.
«Che cosa stai facendo?» sibillo Philip all'orecchio del fratello.
«Ci ha liberati.» rispose Caleb. «Avrebbe potutto farci male o peggio e invece ci ha liberati.»
Philip ringhio, ma fece come chiedeva il fratello e mise via l'arma anche se non era ancora certo di potersi fidare di quella strega. Caleb invece era dell'idea opposta, sicuro che se Mary fosse stata cattiva non gli avrebbe liberati e poi vista la loro situazione magari un aiuto poteva anche fare loro comodo.
«Io sono Caleb Wittebane.» si presento. «E lui è mio fratello Philip.»
«Piacere di conoscervi.» rispose Mary. «Scusate se ve l'ho chiedo, ma voi che genere di demoni siete?»
«Noi non siamo demoni.» ribatte asrpo Philip. «Siamo umani.»
Mary a quel punto gli guardo con gli occhi spalancati per la sorpressa, certe volte sulle spiagge si arenavano oggetti provenienti dal mondo umano, ma non aveva mai visto dei veri umani con i propri occhi.
«È davvero incredibille!» esclamo Mary avvicinandosi ai due.
Philip indietreggio di riflesso mentre Caleb rimase lì mentre gli occhi della strega lo scruttavano incuriositi.
«Siete davvero degli umani?» chiese Mary.
«Si, siamo finiti qui a causa...» inizio Caleb, ma poi si fermo pensando che forse era meglio non dire a Mary tutti i dettagli. «A causa di alcune circostanze che ci impediscono di tornare a casa nello stesso modo in cui siamo arrivati.»
«Mi spiace.» disse Mary sembrando sinceramente addolorata per loro.
«Stiamo cercando di trovare un modo per andarcene da questo mondo.» intervene Philip.
Mary guardo i due con aria pensierosa e poi sorisse.
«In ogni caso non potete rimanere qui.» disse guardandosi attorno. «Perchè non venite a stare a casa mia?»

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Capitolo 3.

Se si prestava attenzione si potevano nottare tre figure che avanzavano con circospezione per le strade della città.
Con Mary alla guida i due fratelli entrarono per la prima volta in quel luogo sconosciutto che affascino Caleb proprio come i paessaggi naturali della grotta. Anche Philip doveva ammettere che la città era molto simille a quelle del loro mondo, ma ciò non cambiava la sua opinione sul popolo di quel luogo l'unico motivo per cui stavano seguendo quella strega era perchè entrambi erano esausti dal dover rimanere in quella grotta senza uscire e persino Philip stava arrivando al limite per quella situazione.
E forse questa svolta poteva tornargli utile in futuro.
«Questa è casa mia.» disse Mary portandogli sul reto di un edificcio.
«Probabilmente mio padre starà già dormendo perciò entreremo dalla porta sul retro.»
La casa era buia e al suo interno c'era un odore che Caleb identifico come quello che lasciavano le vernici non ancora asciutte, in realtà tutto ciò che vedeva gli ricordava vagamente la bottegga del falegname al villaggio e si chiese cosa mai potessere creare delle streghe che possedevano vera magia da un lavoro di artigianato cosi umile.
Mary apri una porta e i due fratelli guardarono stupiti quello che era a tutti gli effetti uno stanzino delle scope.
«Dovremmo dormire lì?» chiese Phillip con uno sguarod che lasciava ben pochi dubbi su ciò che pensava davvero.
«Solo per stasera, domani parlerò con mio padre e potrette trasferirivi nella camera degli ospiti.» rispose Mary.
«Sempre meglio della nostra grotta.» fece notare Caleb. «Grazie mille Mary.»
La strega si senti arrossire a tale dimostrazione di gentilezza e augurando ai due buonanotte si ritiro ai paini superiori.
Doveva ammettere che non si sarebbe mai aspettata questa svolta incontrare due umani in carne ed ossa non vedeva l'ora di dirlo a tutta la città. Mentre si preparava per dormire si chiese se suo padre sarebbe stato veramente d'accordo nell'ospitargli, ma era certa che una volta raccontatogli del modo in cui vivevano sarebbe stato molto più che d'accordo.
“E poi quel Caleb è proprio carino.” penso Mary ridacchiando per poi addormentarsi appena la sua testa tocco il cuscino.

«Non possiamo fidarci di lei.» sbotto Philip appena furono soli.
«Anche tu eri d'accordo ad accetare la sua ospitalità.» obbietto Caleb.
«In ogni caso sarebbe meglio fare i turni di guardia anche stasera non si sa mai.» disse Philip ignorando l'affermazione del fratello.
Caleb sospiro e annui conscio che questo gli avrebbe fatto risparmiare tempo però era certo che il fratello si sbagliasse.
L'aveva capito guardandola negli occhi: Mary non era cattiva e loro si potevano fidare di lei, era certo che con il suo aiuto sarebbero potutti tornare a casa.
Philip al contrario era di tutt'altro parere per lui una strega era sempre una strega non importava quanto genitlmente si comportava con loro alla fine era semplicemente il male puro e semplice.
E se Caleb questo non lo capiva da solo allora ci avrebbe pensato lui a farlo ragionare e a fargli vedere la realtà, ma per ora avrebbe lasciatto che suo fratello si godesse un po' questo mondo... prima che Philip trovasse il modo di cancellarlo assieme a tutto il male che conteneva.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Capitolo 4.

Mary si sveglio alle prime luci dell'alba dopo aver dormito solo qualche ora eppure si sentiva piena di energie.
Si vesti e quando usci controllo il coridoio felice che non ci fosse traccia di suo padre, voleva parlargli di Caleb e suo fratello però allo stesso tempo non voleva assolutamente che lui gli scoprisse da solo. Era certa che l'avrebbe solo fatto arrabbiare, Mary sospiro nonostante fosse un'adulta suo padre continuava a trattarla come una bambina.
«Cos'è quell'aria cosi circospetta, Meredith?» chiese una voce e Mary la riconobbe subito anche perchè c'era una sola persona in tutte le Isole Bollenti che la chiamava con il suo nome completo.
«Ciao Papà, buongiorno.» disse Mary voltandosi verso il genitore.
Dall'alto della sua stazza Patrick scrutto la figlia e sopratutto l'esprezzione che fin da piccola metteva su quando aveva qualcosa da nascondere. Anche se gli anni passavano certe cose non cambiavano mai, in particolare la brutta abitudine di Mary di cacciarsi nei guai. Sospirando Patricksi massaggio la fronte con il pollice e l'indice prima di tornare a guardare la figlia.
«Meredith cosa mi stai nascondendo?» chiese senza troppi giri di parole.
«Se deve essere sincera inefetti qualcosa sto nascondendo.» ammisse Mary. «Ma per essere precissi sarebbe anzi sarebbero dei qualcuno non qualcosa.»

La porta dello sgabuzzino si apri di colpo svegliando all'istante i due fratelli che si ritrovarono davanti un uomo anziano, ma molto alto e robusto. I capelli castano-rossicci striatti di bianco e due occhi nocciola che guardavano entrambi con sguardo duro da dietro le spesse lenti degli occhialli.
«Quindi sono questi i due umani?» chiese l'uomo o meglio lo stregone con voce cupa.
«Si, sono loro papà.» ripsose la voce di Mary anche se la figura dell'uomo impediva qualsiasi vista della strega.
Dopo aver lanciato loro una nuova occhiattaccia, le labbra del padre di Mary si aprirono in un enorme sorisso mentre abbraccaiva forte i due fratelli che non poteva fare a meno di scambiarsi sguardi confussi.
«Benvenuti in casa mia!» disse il padre di Mary. «Io mi chiamo Patrick e voi siete?»
«Ca... Caleb Wittabane e lui è mio fratello Philip.» si presento Caleb cercando di riprendere fiato.
«Adesso però basta con i convenevoli!» disse Patrick. «Sono sicuro che siete affamatti, venite la colazione è pronta!»
I due fratelli si scambiarono degli sguardi preoccupati, ma entrambi non vedevano l'ora di poter mangiare finalmente un vero pasto invece degli scarti che trovavano nella boscaglia cosi seguirono Mary ed Patrick in sala da pranzo dove il tavolo era già apparecchiatto e pieno di cibo.
Caleb si mise a sedere al tavolo mentre Philip fu più retticente temendo che il cibo fosse avvelenato, ma dopo aver sentito il suo stomaco brontollare si decise a mettersi anche lui a tavola. Per tutto il tempo sia Mary che Patrick feccero ai due varie domande sul mondo umano alle qualli Cleb fu felice di rispondere mentre Philip rimase in silenzio senza dire niente limitandosi a spulciare il suo cibo.
«Quando ieri siamo arrivati non ho potutto fare a meno di vedere il vosto laboratorio... cosa create tramite la falegnameria?» chiese Calbe.
«Non si tratta della magia delle costruzioni, ragazzo.» rispose Patrick. «Noi qui intagliamo amici amuletti.»
«Come il picchio che Mary ha sul bastone?» chiese Caleb.
«Esattamente.» disse Patrick. «Ogni strega ha il suo amico amuletto e io sono fiero di dire che la mia famiglai è la migliore quando si tratta di intagliargli.»
«Certo alcune streghe se gli intagliano da soli.» intervenne Mary. «Ma ciò nonostante altre gli chiedono a noi. Io il mio Pete l'ho intagliato da sola.»
La conversasione andò avanti per tutto il pasto sotto gli occhi di un tacciturno Philip che non era per niente contento di come si stava comportando suo fratello, si stava faccendo coinvolgere troppo come suo solitto.
«Sapete come possiamo tornare a casa nostra?» chiese ad un certo punto. Se proprio era costretto a dover parlare con loro che almeno potessero dargli delle informazioni utili.
«Prima di tutto sarebbe un bene conoscere in maniera precisa le circostanze che vi hanno portato qui.» disse Patrick.
Caleb si senti la gola secca come poteva dire a quelle brave persone che gli avevano accolti in casa ciò che avevano fatto. Fino a quel momento aveva messo a tacere la sua coscienza ripetendosi che era stata autodifessa, ma adesso gli stavano venendo dei dubbi.
E se avessero fraintesso le intenzioni di quella strega?
Non poteva far sapere la verità a Mary, semplicemente non poteva dirglierla.
«Siamo cacciatori.» disse Philip predendo la parola e ommetendo di poposito il titolo completto. «Durante una batutta di caccia ci siamo persi e mentre cercavamo riparo ci siano imbatutti in una donna, ma invece che in una casa quando abbiamo varcato la soglia della sua abitazione siamo finiti qui però di lei non c'era più traccia.»
A sentire il racconto del fratello Caleb ingoio a vuoto, non era del tutto vero e nemmeno del tutto falso però gli faceva ancora rivoltare lo stomaco il prendere in giro Mary e suo padre.
Patrick rimase in silenzio per un po' mentre pensava ed elaborava ciò che gli era appena stato raccontato alla fine si alzo dal tavolo e prese un libro dalla libreria che si trovava in sala. Lo apri e fece vedere la pagina a Mary e ai due fratelli: l'immagine rappresentava quella che sembrava una porta, ma nessuno dei tre riusciva a capire cosa significasse.
«Penso che potreste essere finiti dentro ad un portale.» disse Patrick indicando l'immagine. «Crearli è difficile, ma non impossibille anche se io non ho mai sentito di qualcuno che n'è possedeva uno... almeno non fino ad ora.»

Trascossero altri due giorni in quella casa prima di partire con l'intento di costruire un loro portale e tornare a casa.
A Caleb dispiaceva lasciare Mary, doveva ammettere che n'è era un po' attratto, mentre Philip fu ben felice di andarsene da quella casa anche se doveva ammettere che le informazioni ricevute da Patrick erano utili.
«Aspettate!» grido una voce mentre i due fratelli lasciavano la città.
Voltandosi i due viddero Mary che correva loro incontro.
«Vengo con voi.» disse lei ansimando per la corsa.
«No.» rispose Philip.
«Ho viaggiato per tutte le Isole Bollenti, le conosco alla perfezione se volete sopravivvere avete bisogno di me.» disse la strega.
Philip ringhio, ma non trovo niente per obbiattare l'affermazione della strega.
Cosi i tre iniziarono il loro viaggio con l'obbiettivo di costruire un portale per il mondo umano.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


Capitolo 5.

Dopo mesi di viaggio i tre stavano avanzando in territori sempre più freddi, secondo Mary erano quasi arrivati al Ginnocchio, e anche se poche avevano comunque ottenuto delle informazioni su la possibille costruzione di un portale.
Philip documentava ogni cosa sul suo diario, un giorno quando sarebbero tornati a casa su quelle pagine il suo mondo avrebbe potutto leggere e conoscere il vero volto del male e il modo in cui contrastarlo... tranne che su quest'ultimo dettaglio Philip ci stava ancora lavorando.
«Cosa stai scrivendo?» chiese Mary da sopra la sua spalla.
Philip chiuse di scatto il diario e si limito a dare un'occhiattaccia alla strega, se non fosse l'unica guida che avevano allora le avrebbe già piantato un proiettile in testa.
«Caleb è molto più gentile.» borbotto Mary incrociando le braccia.
“Io direi che è molto più ingenuo.” penso Philip senza degnare di ulteriori sguardi la strega.
«In ogi caso siamo quasi al Ginnocchio quindi dovresti prepararti perchè farà molto freddo.» continuo Mary prima di andarsene e lasciare finalmente Philip da solo.

Come aveva detto Mary il Ginnocchio aveva un clima incredibilmente freddo tanto che Caleb fu certo di non averne mai avertito tanto nemmeno durante i più rigidi inverni della sua infanzia.
Per fortuna anche in un posto cosi ostile i tre riuscirono a trovare un villaggio in cui fermarsi, con grande sorpressa di Caleb che era certo di non peter vivvere in un luogo cosi gelido e invece delle streghe erano riuscitte a costruire case e una propria vita lì.
Stava inizinado a vedere che non c'erano molte differenze tra il modo di vivvere delle Isole Bollenti e il loro ciò da un lato metteva seriamente in dubbio tutto quello che lui e Philip avevano imparato sulle streghe a casa, ma dall'altro gli faceva anche aumentare i sensi di colpa per ciò che avevano fatto e si chiese se mai un giorno sarebbe riuscito a conviverci.
«Conosco bene questa città non preoccupatevi.» disse Mary mentre i tre camminavano per la piazza. «Perciò so dove passare la notte.»
«Allora sbrigiamoci.» sbotto Philip irritato. «Non voglio rischiare di congellare qua fuori.»
Mary annui e guida la strada verso una locanda dalla qualle usciva sia un buon profummo di cibarie, ma anche il pungente odore del fumo dal cammino. Dietro al bancone dell'ingresso c'era un signore di mezza età con una pipa in bocca quando gli vide il suo sguardo si illumino.
«Mary!» esclamo vedendo lo stregone. «Non mi aspettavo di rivederti cosi presto, di nuovo in viaggio?»
«Esattamente.» confermo Mary. «E speravo che io e i miei amici potessimo fermarci qui per un paio di giorni.»
«Certo, nessun problemma.» rispose il locandiere. «Per te ci sarà sempre una stanza disponibille qui da noi.»
Dopo di chè andò sul reto per poi tornare assieme ad un altro uomo che si occupo di portare le poche borse dei tre in una stanza anche se Philip si rifiutto di dare le sue cose allo stregone preferendo tenere con sé la propria borsa per una semplice questione di mancanza di fiduccia e infatti si chiedeva come mai Caleb fosse cosi disponibille a consegnare allo sconociutto i suoi averi.
«Vedrette la locanda di Colin e di suo marito è la migliore di tutto il Ginocchio.» disse Mary per poi notare le strane espressioni che avevano i due fratelli.
«Vuoi dire che il locandiere e quell'uomo sono...?» balbetto Caleb incerto.
«Sposati, si.» confemro Mary. «Perchè?»
«Nessun motivo.» taglio corto Philip iniziando a seguire il marito dell'oste verso la stanza in cui avrebbe alloggiato preferibilmente senza Mary.

Anche se fuori era notte fonda Caleb non riusciva a dormire continuando a pensare a ciò che aveva apprezzo quel pomeriggio.
Secondo Philip le usanze delle streghe non gli riguardavano, non importava ciò che facevano rimaneva comunque esseri del male mentre Caleb era curioso della diversità riguardante le relazioni di questo mondo.
Era strano, ma allo stesso tempo lo incuriosiva tantissimo. Capendo che non avrebbe presso sonno molto presto decisse di uscire e cosi dopo essersi messo il giaccone pesante andò sul retro della locanda per disegnare il paessaggio innevato.
«Tu e tuo fratello siete proprio diversi l'uno dall'altro.» commento una voce e voltandosi Caleb vide Mary che si avvicina a lui, anche lei indossava la giacca, ma si poteva benissimo intravedere il fatto che portava ancora la camicia da notte.
Si sedette vicino a lui e osserov la pagina dov'era lo schizzo che il giovane aveva appena finito di abbozzare, di norma a Caleb non piacceva mostrare agli altri i suoi disegni ma si sentiva stranamente a suo agio in compagnia di Mary perciò decise che per lei avrebbe fatto un'eccezzione.
Mary osservo per un po' le pagine finche non noto delle goccie d'acqua su i fogli. Alzando lo sguardo i due viddero che aveva appena iniziato a nevicare.
«Questa neve mi ricorda gli inverni di quando ero piccolo.» commento Caleb.
«Deve mancarti molto il tuo mondo.» disse Mary.
«Si, ma... devo ammettere che qui non è cosi male come pensavo all'inizio.» confesso Caleb. «Non dirlo a mio fratello, ma mi piacerebbe molto imparare a fare magie.»
Mary scoppio a ridere per poi ricordare a Caleb che gli umani non potevano fare magie perchè sprovisti di Sacche Bigliari invece di prendersela il giovane scoppio a sua volta a ridere.
Sapeva che tale pensiero era assurdo, ma si sentiva anche sollevato nell'averlo potutto condividere con qualcuno.
«Sarà meglio rientrare pima di beccarci un raffredore.» disse Mary.
Caleb annui, ma quando stava per chiudere il suo album da disegno notò che un fiocco si era appoggiatto alla superficie.
Fu un solo secondo, ma fu certo di aver visto all'interno del fiocco un disegno.
Tornato in camera la prima cosa che fece fu disegnarlo chiedendosi cosa fosse e se avesse per caso un significato particolare.
Giuro a se stesso che l'avrebbe scoperto.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***


Capitolo 6.

Philip si sveglio, come al solito aveva dormitto male cosa che gli accadeva semrpe da qunado era lì.
Si volto per svegliare il fratello che sorpedentemente dormiva ancora, in qualche modo Caleb non solo aveva la pessima abitudine di non riuscire a dormire presto la notte, ma era anche una persona mattiniera. La madre scherzava sempre dicendo che Caleb aveva cosi tanta energia in corpo che il dormire era qualcosa che andava contro la sua natura.
Philip non potè fare a meno di sorridere a quel ricordo, ma in ogni caso Caleb non poteva permettersi di iniziare proprio in quel momento a dormire fino a tardi. Avevano da fare e di certo non avrebbe lasciato a quella petulante strega la responsabilità di tutto.
«Caleb svegliatti.» disse Philip scuotendo il fratello. «È tardi ti devi alzare.»
Non ottene nessuna risposta tranne un gemito soffocatto, continuno a cercare di svegliarlo senza successo però e quando gli senti la fronte scopri che stava brucciando a causa della febbre.
«Perchè non siete ancora scessi?» domando Mary entrando di colpo nella stanza.
Quando però vide Caleb a letto e l'aspetto assolutamente orribille che aveva si senti un groppo in gola.
«Cos'ha?» chiese preoccupata.
«Non sono affari tuoi.» sibillo Philip.
«Il marito di Colin è un medico.» disse Mary troppo preoccupata per arrabiarsi come al solito con Philip. «Vado a chiamarlo!»
«Non ti azzardare!» grido Philip. «Pensi davvero che lasciero la salute di mio fratello nella mani di... di voi streghe?»
Mary lo guardo accigliata, ma non vedeva come stava male Caleb, gli sembrava questo il momento di discuttere?
«Senti so che è difficile fidarsi di qualcuno che non conosci, ma Terence è un bravo medico perciò se tu...» cerco di convincerlo Mary.
«Ho detto di no!» rispose Philip. «E ora vattene!» «Bene!» sbotto Mary.
«Allora non fare niente e lascia morire tuo fratello.» Mary si volto per andarsene quando senti qualcosa afferarle il polso. Abbasso lo sguardo e vide che era stato Philip.
«Chiamalo.» sussuro l'umano con tono aspro.
Mary si limito ad annuire per poi uscire diretta verso la stanza di Colin e Terence.

Per tutto il tempo Caleb e Philip avevano nascosto il fatto di essere umani ogni volta che entravano in una città però adesso il minore fu costretto ad espore sia lui che suo fratello per fare in modo che la visita medica potesse svolgersi in maniera adeguata.
«Allora come sta?» chiese Mary con voce ansiosa.
«Non so molto della biologia umana.» disse Terence una volta terminata la visita. «Ma penso che la causa sia un qualche cibo che il suo metabolismo non sia riuscito a digerire bene.»
«Lo può curare o no?» domando ispazientito Philip.
«Farò del mio meglio, ma posso dirvi con sicurezza che non è in pericolo di vita.» concluse il dottore.
Mary non pote fare a meno di lasciarsi sfuggire un sospiro di sollievo a quella notizia. Philip invece ebbe una reazione diversa, si limito a stringere le labbra provando ancora un forte disgusto per il fatto di essere ricorso alla magia curattiva per salvare Caleb, ma che scelta aveva?
In ogni caso ciò non lo faceva sentire meglio anzi per qualche ragione tutto ciò non faceva che aumentare la sua rabbia e il suo odio per le streghe.
Nei giorni che seguirono Mary si autoelesse a infermiera persoale di Caleb rimanendo al suo fianco e curandolo in ogni modo possibille con e senza la magia nel frattempo Philip continuava le sue ricerche riguardanti il portale, ma in quello sperdutto villaggio non c'è n'erano molte da trovare.
Ad un certo punto mentre stava vagando per i boschi, in modo da non assistere agli squalidi affetti che Mary dava a Caleb, inizio a sfogliare l'album da disegno del fratello.
Se solo avesse potutto avrebbe dato fuoco a tutti ciò che Caleb aveva immortalato da quando erano qui sopratutto i continui ritratti della strega dai capelli rossi che riempivano come minimo una decina di pagine.
Poi lo vide, uno strano disegno all'interno di un cerchio che non riusci a riconoscere. Lo sfioro con le dita e fu costretto a far cadere a terra l'album per evitare che il pezzo di ghiaccio appena formato gli cavasse un occhio.
“Ma cosa... cosa è successo?” si chiese mentre il cuore gli batteva a mille.
Del foglio su cui c'era l'immagine non era rimasta traccia mentre il ghiaccio continuava a rimanere lì davanti ai suoi occhi. Raccolse di nuovo l'album e provo a ridisegnare quello strano cerchio. Quando lo tocco tutto si ripete uguale a prima.
Philip sorisse pensando che forse aveva trovato il modo di combattere il fuoco con il fuoco.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. ***


Capitolo 7.

 Quello che provava, ciò che stava iniziando a provare gli era completamente nuovo.
Ogni volta che guardava Mary non poteva fare a meno di notare la sua bellezza, la sua allegria e la sua gioia nell'aiutare gli altri ma adesso era diverso. Dopo che l'aveva aiutato tanto a guarire gli sembrava che il modo in cui la vedeva fosse cambiato, che ciò che sentiva ogni volta che lo faceva stesse diventando sempre più forte.
Non aveva il coraggio di condividere tutto questo con suo fratello, e figuriamoci se lo trovava per parlare con la diretta interessata, perciò decise di tenersi tutto dentro.
Nel fratempo si concentro su ciò che Philip aveva scoperto su quello strano disegno all'interno dei fiochi di neve, dopo aver capito cosa facesse Mary lo collego agli antichi glifi. Un modo antico e non più praticato per fare magie, un modo in cui non serviva la Sacca Bigliare e che perciò permettava anche ai due fratelli di utilizzarlo.
Se doveva essere sincero Caleb non si aspettava che suo fratello fosse cosi entusiasta di questa scoperta, sembrava esserlo anche più di lui.
Forse era un segno che stava iniziando ad apprezzare le Isole Bollenti e di questo Caleb n'è era felice.
«Sai dovresti iniziare a pensare di taglairti i capelli.» disse Mary un giorno avvicinandosi a lui con delle forbici in mano.
«Non credo che tu sia un barbiere.» ribatte Caleb. «E in ogni caso anche se ho passato le ultime settimane a letto sono ancora in grado di farlo da solo se voglio.»
Mary ridacchio e gli lascio le forbici sul letto usendo dalla stanza lasciandolo da solo.
Di recente Philip stava fuori tutto il tempo tornando in camera solo a notte fonda visibilmente stanco. Caleb si chiedeva spesso cosa facesse in quel lasso di tempo, ma era sicuro di potersi fidare del fratello d'altronde era certo che non avrebbe mai fatto del male a qualcuno senza un buon motivo.
A quel pensiero senti il proprio stomaco contarsi, non avrebbe potutto tenere tutto nasconsto per sempre.
Sospirando prese le forbicci e alzandosi si mise davanti allo specchio della camera avvicino le forbici al codino che portava e lo taglio in un colpo solo.

Finalmente dopo più di due mesi bloccati al Ginnocchio i tre potterono continuare il loro viaggio, tra poco avrebbero anche festeggiato il primo anniversario dell'inizio della loro ricerca e Mary insisteva che dovevano fare qualcosa per festeggiare e se Caleb era d'accordo con la strega Philip come al solito bocciava ogni cosa che essa diceva o suggeriva.
«In ogni caso non mi serve la tua autorizzazione.» disse Mary. «Nella città in cui stiamo andando stanotte ci sarà una festa.»
«Avevi programmato tutto in anticipo vero?» sbotto Philip. «Io non verò, hai capito?»
«Non preoccuparti Mary festeggeremo noi due.» disse Caleb guadagnandosi uno sguardo di gratittudine dalla strega e uno molto arrabbiatto dal fratello.

«Non capisco perchè continui a farti coinvolgere in queste... cose.» borbotto Philip mentre scriveva sul suo diario.
«Considerando tutto ciò che Mary ha fatto per noi penso che accompagnarla a questa festa sia il minimo.» ribatte Caleb.
«Non le dobbiamo niente.» disse Philip. «È una strega non dimenticarlo.»
«Guarda che finora nessuna strega o demone ci ha mai fatto del male forse.... forse tutto ciò che ci hanno sempre detto era sbagliatto.» disse Caleb.
«Non osare nemmeno pensarlo!» grido Philip alzandosi di scatto dalla sedia e facendola cadere a terra. «Ricordati chi siamo, siamo cacciattori di streghe e questo mondo loro sono il male.»
«Pensavo che ormai avessi capito...» mormorro Caleb e si volto per uscire dalla stanza, ma fu interrotto dalla voce di Phillip aspra e tagliente.
«Ricordati una cosa fratello, non sono stato il solo a fuggire lasciandola lì ferita quella volta.»

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Capitolo 8
*** Capitolo 8. ***


Capitolo 8.

La piazza della città era piena di luci e bancharelle, ma sopratutto di tavoli pieni di cibo e bevande.
Mary lo stava aspettando fuori dalla locanda in cui alloggiavano e Caleb non potè fare a meno di guardarla incantato. Indossava uno splendido vestito rosso che la faceva apparire ancora più bella di quanto già non fosse, quando si accorse di lui gli ando incontro per poi prenderlo a braccetto.
«Dovresti toglierti il capello.» disse Mary.
«Ma cosa tutti vedrano le mie orecchie.» fece notare lui.
«A nessuno qui importerà un bel niente se sei umano fidati.» continuo Mary sorridendogi e Caleb decise di fidarsi.
Alcuni infatti si mostrarono incuriositi da lui, ma non più di tanto si trattava principalmente di alcune domande sul mondo umano e una volta ottenute le rispose lo lasciavano in pace e la loro attenzione si spostava altrove.
«Assaggia è sangue di mela.» disse Mary porgendogli un calice.
«Vuoi dire sidro di mela?» chiese Caleb.
«No.» rispose Mary prima di bere tutto il liquido in un solo sorso.
Caleb fece lo stesso e dovette ammettere che nonostante lo strano nome era una bevanda molto buona.
Tra il cibo, le bevande e la compagnia Caleb per un momento si senti come se non avesse mai lasciato la sua casa o il suo mondo e poi quella sera Mary era cosi bella.
Stava iniziando a sospettare di aver bevutto troppo perchè sentiva la propria lucidità mentale diminuire di minuto in minuto.
«Andiamo.» disse Mary afferandolo per un braccio e trascianndolo verso il centro della piazza.
Caleb non capi cosa stesse succedendo almeno finchè non senti partire della musica. Mary gli prese la mano a inizio a guidare la danza mentre Caleb ben felice di questo svilluppo si lascio trasportare dall'atmosfera.
Nell'aria risuonava la muscia creata dalla arpe e dai tamburi mentre i ballerini si muovevano chi a ritmo e chi no, a volte i partner venivano anche scambiatti. Caleb ballo con varie streghe e mai una volta penso a tutto ciò che da bambino gli avevano sempre insegnato su di loro, mai come prima di quel momento pote vedere che la verità era ben diversa.
Come lui e loro fossero più simili di quanto chiunque avrebbe mai potutto immaginare.
Alla fine dopo varie ore di ballo Caleb si lascio cadere su dell'erba per riposarsi.
«Già stanco?» chiese Mary sededosi accanto a lui.
«Vorrei potertene regalare una.» disse Caleb con lo sguardo fissa tra due streghe, una di loro con la magia aveva creato una corona di fiori che poi regalo all'altra.
Mary sorrise e facendo voltare Caleb verso di sé rotero un dite e all'improvisso in testa all'umano c'era una corona di fiori. «Sai a tutto c'è una soluzione, a volte per trovarla bisogna solo pensare un po' fuori dagli schemi.» disse Mary.
«È farina del tuo sacco?» chiese Caleb.
«No, di mio padre.» rispose Mary ridacchiando.
Gli sguardi dei due si incrociarono e Caleb si avvicino alla strega, la qualle fece altrettanto.
Le loro labbra stavano per toccarsi quando Caleb lo senti: un fischio seguito da un'esplosione.
Si allontano di scatto mentre rivedeva davanti a sé le scena di quella volta. Non poteva... non poteva baciare Mary non dopo ciò che aveva fatto.
«Ti senti bene?» domando Mary cercando di toccarlo, ma Caleb non glielo permisse e senza dire niente si avvio verso la locanda.

Continuava a rigirarsi la corona tra le mani.
Non si meritava quel regalo, non dopo ciò che aveva fatto e sopratutto non si meritava Mary.
Per un momento aveva scordato chi era realmente, che a quel mondo lui non apparteneva anche se ormai desiderava con tutto il cuore esserne parte.
Fu allora quasi per caso che l'ho notò.
Un nuovo gliffo all'interno dei fiori.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9. ***


Capitolo 9.

Si sveglio in tarda mattinata con un forte mal di testa, guardandosi attorno vide che suo fratello se n'era già andato lasciandolo da solo. Alznadosi barcollando dal letto si schizzo un po' d'acqua in faccia per riprendersi e avere almeno un aspetto semi decente per la colazione.
Quando si sedette al tavolo cerco di evitare lo sguardo di Mary, sentendosi troppo in imbarazzo per poter gestire la situazione creatosi anche se dal canto suo Mary non sembrava particolarmente turbata. Anzi stava leggendo una lettera con evidente eccitazione tanto che non aveva ancora toccato cibo il che era decisamnete strano visto che era solito svuottare il proprio piatto sempre in pochi secondi.
«Vi va di vedere cosa c'è oltre questo Titano?» chiese Mary all'improvisso appoggiando la lettera sul tavolo.
«Cosa?» chiese Philip un po' mugugniando un po' continaundo a masticare il suo pane.
«Le mie zie mi hanno chiesto di andarle a trovare.» disse lei. «Ma vivvono lontane e sarebbe almeno una settimana di viaggio in mare.»
«Dovremmo perdere cosi tanto tempo solo perchè tu possa avere una stupida riunione di famiglia?» sbotto Philip.
«Philip!» lo richiamo Caleb. «Smetti di essere cosi scortesse. Sarà un vero piacere accompagnarti.»
«Sei veramente un gentiluomo Caleb, grazie.» disse Mary per poi lanciare un'occhiattaccia a Philip.
«Ma sei impazzito?!» strillo Philip. «Vuoi davvero andare a preso a questa...»
«Basta!» grido a sua volta Caleb zittendo il fratello. «Philip siamo entrambi adutli perciò se vuoi continuare qui le tue ricerche puoi farlo, mi fido di te... ma io accompagnero Mary ho deciso.»
Philip non rispose limitandosi ad alzarsi e andarsene dalla sala da pranzo sotto gli occhi esterefatti degli altri clienti che avevano assistito alla scena.
Caleb si senti in colpa per ciò che aveva detto, ma dopo l'altra sera si sentiva in debito con Mary e percio era deciso ad accompagnarla visto quanto ci tenesse.

In realtà la settimana in nave passo molto più in fretta di quando Caleb avrebbe immaginato, senza Philip e le sue continue litigate con Mary il tempo assieme alla strega sembrava passare più in fretta.
A volte troppo in fretta per i gusti di Caleb, ma ogni volta che pensava a ciò si ricordava ciò che aveva anzi non aveva fatto e allora gli scacciava.
«Siamo arrivati!» disse Mary sporgendosi dalla nave e indicando un isola che si avvicinava sempre di più, sembrava essere un Titano molto più piccolo risposto a quello in cui Caleb era stato nell'ultimo anno.
Ad aspettargli al porto c'erano le zie di Mary, una di loro era l'essato ritratto della nipote mentre l'altra più bassa e con la Carnagione scura.
«Ti presente mia zia Tara, la sorella di mio padre.» disse Mary presentando la strega a cui somigliava. «E zia Keke.»
«Molto lieto di fare la vostra conoscenza.» disse Caleb. «Quando mia nipote ha detto di aver incontrato degli umani credevo scherzarse.» disse zia Tara avvicinandosi a Caleb e studiando le sua orecchie. «E invece guarda un po'... sei reale.»
«Tara potresti per una volta non inportunare le altre persone.» la rimprovero la moglie.
«Non stavo facendo niente di male.» ribatte Tara.
Mentre osservava le due discuttere Caleb fece del suo meglio per non ridere della scena, sembravano proprio come le vecchie coppie che discuttevano a casa sua.
«Non preoccuparit fanno sempre cosi.» gli disse Mary predendolo per un braccio. Caleb stava per dire alla strega di lasciarlo, ma poi cambio rapidamente idea.
Suo fratello e i suoi sguardi di disaprovazione non c'erano perchè non godersi a pieno la compagnia di Mary solo per un po'?
«Voi umani gli avete gli amici amuleti?» chiese Tara.
«No, non c'è gli abbiamo.» rispose Caleb.
A quel punto Mary lascio il braccio di Caleb e si pozisioni davanti al gruppo bloccando la strada. Il suo sguardo poteva essere descritto solo come pura eccitazione.
«Perchè non n'è costruisci uno?» propose Mary. «Ti insegno io.»
«Certo!» rispose Caleb eccitato senza pensarci troppo.

«Cosa n'è pensi di quei due?» chiese Keke mentre lei e Tara vedevano la nipote insegnare all'umano come si scolpivano gli amici amuleti.
«Che secondo me tra qui due non c'è solo amicizia.» disse Tara sorridendo.
«Lo penso anch'io... credi che sarà un problemma?» continuo Keke. «Voglio dire lui è umano, cioè sembra un bravo ragazzo ma cosa sappiamo esattamente di lui e del suo mondo.»
«Ti preoccupi troppo Keke.» disse Tara scrollando le spalle. «Quando guarda Mary i suoi occhi sono chiaramente pieni d'amore per me il resto non conta.»
Keke non disse niente limitandosi a roterare gli occhi. Per lei invece c'era molto di più da tenere in conto, ma era anche vero che se Mary era veramente innamorata lei non poteva farci niente.
Tranne forse sperare che anche l'altro umano fosse cosi cordiale come il fratello.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10. ***


Capitolo 10.

Era lì davanti a lui, distessa a terra che non si muoveva. Non poteva lasciarla in quel modo, doveva aiutarla, am le urla di suo fratello coprivano i suoi pensieri.
Era giusto non soccorerla solo perchè era una strega?


Apri gli occhi svegliatto del rumore della nave che annunciava l'arrivo al porto.
Lui e Mary erano rimasti quasi due mesi con le zie di quest'ultima e adesso stavano tornando indietro, se da un lato ciò lo rendeva felice non vedeva l'ora di rivedere il fratello e di presentargli Flapjack dall'altro gli sarebbero mancati i giorni che passava da solo con Mary.
Più tempo passava con lei e più sentiva i propri sentimenti crescere, ma le volte in cui sembrava che potesse succedere qualcosa tra loro si tirava sempre indietro ricordando a se stesso che non poteva stare con lei.
“E se le dicessi tutto?” si chiese mentre prendeva le sue cose per scendere dalla nave.
Probabilmente l'avrebbe odiato a morte, ma almeno avrebbe saputo che persona orribille fosse in realtà.
La nave attracco nello stesso porto in cui erano partiti appena mise piede a terra Caleb riconobbe subito il fratello tra la folla anche se era cambiato in due mesi, la barba di Philip si era allungata, era impossibile non riconoscerlo anche perchè aveva iniziato a non coprirsi più le orecchie. Forse si stava addatando.
«Siete tornati finalmente.» borbotto Philip appena gli vide. Infondo era sempre Philip.
«Andiamo Philip non siamo stati via cosi tanto.» disse Mary.
«Per quanto mi riguardava tu avresti potuto rimanere dalle tue zia anche per il resto della vita.» disse Philip.
Per tutta risposta Mary si mise a ringhiare e se non fosse stato per Caleb molto probabilmente avrebbe aggredito il più giovane dei fratelli. In quel momento si senti un suono provenire dalla borsa di Caleb, quest'ultimo si illumino ricordandosi che aveva messo lì Flapjack in modo che potesse farsi un comodo pisolino.
«Philip voglio presentarti qualcuno.» disse Caleb allungando le mani a coppa verso il fratello per poi aprirle e rivellare l'uccello rosso.
«Cos'è?» chiese Philip, a metà tra il sorpresso e il disgustato.
«Lui è Flapjack.» rispose Caleb. «È il mio amico amuleto, l'ho scolpito con l'aiuto di Mary e delle sue zie.»
Philip non disse nulla limitandosi ad osservare l'uccello senza mostrare alcuna vera emozione, poi inaspetatamente sorisse.
«Sono felice per te Caleb.» disse Philip accarezando al testa di Flapjack.
«Quindi alla fine anche tu hai un cuore.» lo canzono Mary, ma anche stavolta Philip non rispose limitandosi a sorridere compiaciutto.
Non aveva più senso discuttere con lei, non adesso che aveva capito quanto fosse facile ingannare le streghe. Durante l'assenza del fratello era riuscito a stringere molte... “collaborazioni” e grazie ad esse non aveva solo apliato le sue conoscenza di quel mondo, ma adesso pensava di sapere anche come riuscire a distruggerlo una volta per tutte.
Avrebbe solo dovutto pazientare finchè non avesse avuto in mano tutti i pezzi. No, si corresse finchè lui e Caleb non avessero avuto tutti i pezzi perchè era certo che al momento giusto suo fratello sarebbe rinsavitto ricordandosi chi erano davvero.

Era sempre bello tornare a casa sua, Patrick aveva accolto la figlia e i due fratelli in maniera calorosa e ovviamente aveva nuovamente offerto ai due umani in posto dove dormire, ma questa volta i due declinarono.
La grotta che gli aveva ospitati all'inizio del loro soggiorno era tornata ad essere il loro rifuggio anche se adesso uscivano spesso per procurarsi ciò che serviva loro da vivvere. Una sera mentre Philip era intento a studiare il nuovo gliffo che Caleb e Mary avevano acoperto, quello del fuoco, il fratello maggiore decise che era finalmente giunto il momento di parlare con la strega.
Busso alla porta della casa di Mary e con sua gioia fu proprio lei ad aprirgli.
«Ciao, Caleb.» disse lei accogliendolo. «Hai deciso di dormire qui lontano da quel scorbuttico di tuo fratello?»
«In realtà c'è una cosa che dovrei dirti.» spiego lui. «Ma vorrei farlo in privato se non ti spiace.»
«Oh... certo, io... dammi cinque minuti e arrivo.» disse Mary cercando di nascondere il proprio rossore.
Caleb fece un respiro profondo ben consapevole che quella molto probabilmente sarebbe stata l'ultima volta in cui Mary gli parlava con un tono cosi amichevole. Ma ormai aveva deciso, le avrebbe detto tutto e poi... poi avrebbe ottenuto la punizione per le sue colpe.

Mentre camminava a fianco a Caleb, Mary sentiva il suo cuore battere molto più velocemente del normale, sopra di loro Pete e Flapjack volavano tra loro e sembrava che stessero giocando.
“Beati loro che riescono ad essere cosi tranquilli.” penso Mary che invence non riusciva a liberare la mente dai pensieri.
Chissà cosa voleva dirle Caleb, in realtà un sospetto c'è l'aveva ma allo stesso tempo non voleva illudersi troppo di chissà qualle falsa speranza.
«Ricordi quando ti abbiamo raccontato come siamo finiti qui?» chiese Caleb.
«Certo.» rispose Mary.
«Devo confessarti che non ti abbiamo detto proprio tutto.» disse Caleb. «Quando siamo passati attraverso il portale e ci siamo trovati davanti quella strega... Philip l'ha attaccata. Le ha sparato e anche se alla fine l'ha ferita solo superficialmente in seguito ci fu una collutazione e alla fine quella strega cade priva di sensi a terra. Volevo soccorerla, ma avevo paura nel mio mondo le streghe sono considerate malavaggie e poi Philip continuava a dirmi che dovevamo andarcene e io... io l'ho ascoltato.»
«Caleb...» tento di dire Mary, ma l'uomo la fermo continuando a parlare.
«Ho lasciato una donna ferita a terra, non so nemmeno se sia riuscita a cavarsela oppure...» disse Caleb non riuscendo a completare al frase. «Sono una persona orribile e quel che è peggio è che alla fino io di te mi sono innamorato anche se non ti metito perciò capirei se tu non volessi più avere niente a che fare con me.»
Mary non disse niente limitandosi a fissarlo poi gli afferrò la camicia e avvicino i loro visi.
«Stai zitto.» disse la strega prima di baciarlo.
Caleb fu sorpresso del gesto e quando Mary si stacco da lui pote darle solo uno sguardo confusso.
«Smettila di sentirti in colpa.» continuo lei. «Hai sbagliato questo è vero, ma se pensi che ciò cambierà quello che provo per te allora sei un idiota.»
«Un idiota?» chiese lui.
«Il mio idiota.» specifico Mary prima di baciarlo di nuovo e stavolta Caleb rispose con gioia al bacio.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11. ***


Capitolo 11.

2 anni dopo...
Passo dopo passo il paessaggio innevato del Ginnocchio si riempiva delle impronte che il gruppo lasciava sulla neve fresca.
A capo della spedizione c'era Philip, il qualle pur di non vedere suo fratello e Mary tenersi a bracciaetto si concentrava sulla mappa da seguire per raggiungere il loro obbiettivo: il sangue di Titano.
Durante il tragitto Caleb aiuto Mary a tenere il passo, erano alcuni giorni che la strega non si sentiva molto bene soffriva di mal di testa e anche di nausea, ma aveva comunque insistito per venire con loro al Lago dell'Esclisse dove secondo quanto riferito da Philip, che comunque non diceva mai da dove venivano le sue informazione, era il luogo in cui avrebbero potutto trovare il sangue di Titano. L'unica fonte di energia in tutte le Isole Bollenti che avrebbe potutto attivare il loro portale.
Nel corso degli anni avevano fatti vari tentativi e sebbene fossero riusciti a recuperare con facilità molti dei pezzi alla fine i portali non funzionava mai e la maggior parte delle volte dipendeva dal fatto che non avevano abbastanza energia per alimentargli.
In quel periodo i fratelli si erano anche allontanati l'uno dall'altro, Philip continuava le sue ricerche intrapedendo vari viaggi mentre Caleb dopo essersi messo con Mary, cosa che fece anche nascere una discussione tra lui e Philip, preferiva rimanere al fianco della strega. Ormai Patrick stava diventato vecchio e Mary come sua unica figlia si era messa a capo della loro bottegga passando i giorni ad intagliare amici amuleti con Caleb. Ciò nonostante l'obbiettivo di questa ricerca era cosi importante che nessuno dei tre aveva rinnunciato a parteciparvi.
Caleb inoltre voleva costruire il portale per poter far vedere a Mary il suo mondo e mostrare a tutti che ciò che veniva insegnato loro sulle streghe era sbagliato. Quel posto e Mary gli avevano fatto aprire gli occhi e voleva condividere la verità con tutti e chissà cosi facendo avrebbe anche potutto mettere fine non solo alla caccia alle streghe, ma anche al fatto che i due mondi fossero separati.
Con un portale funzionante tutto questo diventava possibille.
In realtà non aveva detto al fratello le sue nuove motivazioni, stava aspettando il momento giusto per evitare altre discussioni, forse in superficie Philip si era abittuato a vivvere in quel mondo, ma a volte sembrava tornare alla mentalità del cacciatore di streghe.
Evidentemente per il minore era molto più difficile staccarsi da tutto questo, ma Caleb era sicuro che suo fratello fosse una brava persona e che l'avrebbe dimostratto ogni volta in cui fosse stato necessario.
Ci avrebbe scomesso la sua stessa vita.

Rannichiatta vicino al fuoco da campo Mary inizio a pensare che forse Caleb aveva ragione e sarebbe dovutta rimanere a casa; i dolori dei giorni sembravano peggiorati.
«Tutto bene?» chiese Caleb sedendosi vicino a lei.
«Ho solo freddo, rilassati.» lo rassicuro Mary. Caleb annui avvicinandosi di più a lei e mettendole un braccio attorno alle spalle per tutta risposta Mary lascio riposare il capo su di lui coccolandosi come un gattino vicino ad una stuffa.
“Forse dovrei dirglierlo.” penso Mary anche se quello non le sembrava il momento più adatto per avere tale discorso, ma Caleb meritava di saperlo. Fece un respiro profondo per calmarsi, ma il suo cuore batteva come mai aveva fatto prima d'ora.
Apri la bocca per parlare, ma proprio in quel momento gli altri membri del gruppo gli interuppero avisandoli che stavano per rimmetersi in viaggio.
“Dopo. Glielo dico dopo.” penso Mary mentre iniziava ad avviarsi.

Le grotte, fatte di vene di Titano, erano buie e umide, ma il gruppo continuava a procedere verso la parte più profonda di quella che pareva una miniera abbandonata.
«Cos'è questa cosa?» chiese un demone bipede indicando un strana sostanza che aveva creato dei cumolli sulle pareti e sul soffitto di un blu scuro.
«Non lo so.» rispose Philip scrollando le spalle.
«Potrebbe essere il sangue di Titano?» chiese speranzosa una strega.
Il demone allora decise di toccare la sostanza, ma appena lo fece tutto intorno a loro inizio a tremare, l'intera grotta si riempi di crepe e il pavimento venne divisso in due.
Nel tentativo di non caderci dentro uno stregone inciampo toccando nuovamente quella sostanza facendo aumentare le scosse che adesso si estessero anche al soffitto della grotta.
«Attenzione!» grido Caleb vedendo come le scosse continuavano stava per urlare a tutti di tornare indietro quando una nuova scossa fece crollare la parete che era proprio dietro di lui.
«Caleb!» strillo Mary correndo verso di lui e prottegendo entrambi con la magia dell'abominio.
Quando le scosse si fermarono i due videro che un muro di roccie gli separava dagli altri.
«Caleb stai bene?» chiese la voce di Philip.
«Si.» rispose Caleb guardandosi attorno, ma non c'erano molte uscite.
«Ascolta Philip io e Mary cerchiamo una strada alternativa tu e gli altri continuate con il percorsso prestabilito.»
«D'accordo ci vediamo direttamente al lago dell'Eclipse.» rispose Philip prima di lasciare Caleb e Mary nel silenzio della grotta.
Predendo la strega per mano Caleb inizio a fare strada illuminando il cammino con un glifo del fuoco.
Per tutto il tragitto, durante il qualle si astenettero con molta attenzione dal toccare di nuovo ciò che Caleb aveva rinominato “sangue dello stolto” per evitare ulteriori problemmi.
«Posso sapere perchè ci sono cosi tanti attrezzi da miniera?» chiese Caleb.
«Mio padre mi raccontava che in passato in molti estraevano il sangue di Titano, ma con il tempo è diventato sempre più raro e cosi la gente ha ripiegato su altre forme di energia.» rispose Mary per poi fermarsi all'improvisso.
Caleb si volto verso di lei, vide che aveva lo sguardo basso e che si teneva stretta lo stomaco.
«Caleb devo dirti una cosa.» disse lei per poi prendere un respiro profondo e continuare. «Sono incinta.»
Caleb la guardo con gli occhi sparatti... lei era... lui stava per diventare... Senza nemmeno che se n'è rendesse conto sul suo viso si formo il sorisso più grande che avesse mai avuto in tutta la sua vita.
A vedere ciò Mary parve rillasarsi, infondo Caleb le aveva detto cosa pensava il suo mondo sull'avere rapporti prima del matrimonio però la strega era riuscita a convincerlo che non ci fosse nulla di male.
«Sai Mary anch'io dovrei dirti una cosa.» confesso Caleb fruggandosi in tasca per poi dare a Mary qualcosa.
La strega vide cos'era e si commosse: un anello intagliatto nel legno.
«Volevo aspettare la fine di questa missione, ma visto che ormai siamo qui.» disse Caleb.
Mary era troppo emozionata per dire altro quindi si limito ad annuire prima di abbracciare Caleb piangendo di gioia.

Mentre i tre uscivano dalla grotta si sentiva l'aria pesante e deprimente che gli circondava.
Mary e Caleb erano eccitati nel dare le liete notizie al gruppo, ma quando si riunirono con Philip quest'ultimo informo loro che i compagni non c'è l'avevano fatta.
Durante il cammino di ritorno Philip si strinse il braccio, i gliffi che aveva incisso sulla pelle erano tornati a fargli male, ma per fortuna era riuscito a recuperare gli amici amuleti dei suoi compagni di viaggio prima di sparazzarsi di loro.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12. ***


Capitolo 12.

Caleb chiuse gli occhi mentre Philip lanciava per terra tutto ciò che c'era sul tavolo in un impetto di rabbia.
«Mi stai predendo in giro?!» grido il minore con la faccia contorta dalla collera.
«Philip calmati.» disse Caleb tentando di mettere un mano sulla spalla del fratello, ma questi lo allontano con violenza.
«Ho sopportato la tua relazione con quella... quella cosa!» disse Philip. «L'ho fatto perchè speravo che prima o poi avresti ritrovato la ragione, ma adesso mi dici che la stai per sposare... e che l'hai pure messa incinta?!»
«Non chiamare Mary una cosa!» disse Caleb.
Poteva sopportare quando la rabbia di suo fratello era rivolta a lui, ma non accetava calunie rivolte a Mary.
«Allora la chiamerò per quel che è: una strega.» disse aspro Philip. «Ti sei dimenticato di cosa sono capaci le streghe? Sono il male, semplice e puro!»
«Non è vero!» ribatte Caleb. «Perchè non lo capisci? Ciò che abbiamo sempre saputo sulle streghe è una bugia! Pensavo che ormai avessi compresso quall'è la verità.»
«L'unica verità che vede è che tu sei completamente impazzito!» disse Philip.
«Non sono impazzito! Ho solo deciso di aprirmi a questo mondo, perchè tu non riesci a farlo?» chiese Caleb dispiaciutto che il fratello continuasse a vivvere nella sua idea di odio e rabbia.
Philip stava per ribattere quando si piego inginocchio dolorante, Caleb lo vide stringersi il braccio con una chiara smorfia di dolore sul viso.
Si avvicino a lui per vedere cosa avesse e non pote fare a meno di lasciarsi sfuggire un sussulto sorpresso quando vide i vari gliffi tattuati.
No, non erano tattuatti erano incissi direttamente sulla carne di Philip.
«Cos'hai fatto?» chiese Caleb preoccupato, ma sembrava che Philip stesse soffrendo troppo per rispondergli.
In preda al panico Caleb non sapendo cosa fare fece la prima cosa che gli venne in mente e proprio come quando erano piccoli strinse forte il fratello in un abbraccio. Quando senti che il corpo di Philip si stava rillasando si stacco delicatamente da lui per vedere come stesse in quel momento, ma l'unica cosa che ottene fu che il fratello continuava a guardarlo furente.
«Vattene via!» grido Philip.
Caleb stava per dire qualcosa, ma vedendo come fosse arrabbiatto il fratello strinse le labbra e se n'è andò.

Doveva essere felice e l'ho era, ma una parte di lui non riusciva ad esserlo.
Aveva provato a parlare di nuovo con Philip, ma la grotta era vuota come se il fratello fosse andato via di fretta. Caleb sospiro, stava per sposarsi eppure si sentiva come un peso sul petto sapendo che non aveva ancora fatto pace con il fratello.
Avrebbe voluto che fosse qui, che fosse felice per lui e ad un certo punto Caleb si chiese se anche questo non fosse colpa sua.
Forse avrebbe dovutto fare di più, forse era stato troppo concentrato su Mary per vedere le sofferenze di Philip... cosa poteva fare?
In quel momento mentre era inmerso nei suoi pensieri Patrick entro nella stanza in cui si stava preparando.
«Hai per caso un attaco di panico?» chiese lui in tono beffardo.
«No.» disse Caleb scuottendo la testa. «Stava solo pensando a... ecco...»
«A tuo fratello?» completo Patrick immagianando cosa stesse passando per la testa dell'umano.
«Si.» rispose Caleb abbasando la testa.
«Ascolta parlo per esperienza personale i rapporti tra i fratelli sono complicati.» disse Patrick. «Sono certo che prima o poi riuscirari a fare pace con Philip, ma ora non puoi pensare a ciò perchè la fuori c'è mia figlia che ti aspetta.»
Caleb sorisse, Patrick era riuscito a farlo sentire meglio e tutta la tristezza sapri sostituita dalla gioia che provava all'idea di passare con Mary il resto della sua vita. E questo pensiero si rafforzo quando la vide vestita da sposa all'altare, non l'aveva mai vista cosi bella.
Non importava cosa fosse successo, non si pentiva della sue dicisioni, amava Mary e ormai sentiva le Isole Bollenti come il luogo a cui apparteneva.
Questo era tutto ciò di cui aveva bisogno.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13. ***


Capitolo 13.

1 anno dopo...
Sentendo bussare alla porta Caleb andò ad apire e davanti a sé vide un volto che aveva temuto di non vedere mai più.
«Philip.» disse abbracciando il fratello, il qualle non ricambio l'abbraccio, ma non lo scaccio nemmeno via.
«Sono felice che tu sia tornato.» continuo Caleb vedendo che il fratello non diceva niente. «Ti va di conoscere tuo nipote? L'abbiamo chiamato Zeno.»
Philip continuo a non dire niente limitandosi ad entrare in casa con le mani intreciatte dietro la schiena e il viso inespressivo.
«Mary non è in casa?» domando ad un certo punto Philip. Sorpresso, ma anche felice dell'interassamento del fratello Caleb lo guido fino alla cucina dove Mary era intenta a fare le boccacie a Zeno che sbatteva le manine mentre rideva.
Il piccolo aveva sia i capelli che gli occhi della madre, ma la carnaggione era bianca come la neve esattamente come quella di Caleb.
«Philip alla fine sei tornato.» lo canzono allegramente Mary mentre Caleb le mettava un braccio attorno alle spalle.
«Resti per cena?» chiese Caleb. Philip annui e Caleb usci dalla cucina per andare ad apparecchaire in sala felice di aver finalmente la possibilità di aggiustare le cose con il fratello.
«Allora che hai combinato durante l'ultimo anno?» chiese Mary sorridendo a Philip, ma quest'ultimo non rispose anzi le lancio uno sguardo pieno d'odio. Tirando lentamente via il braccio da dietro la schiena Mary sgranno gli occhi quando vide cosa il cognato aveva in mano.

Caleb non riusciva a smettere di soridere mentre sistemava la tavola per la cena. Il suo buon'umore fu interrotto dalle urla che senti provenire dalla cucina, si precipito di nuovo dentor al stanza e vide Mary con Zeno in braccio, ma sopratutto vide che era ferita ad un braccio e che Philip aveva in mano un coltello sporco di sangue.
Suo fratello e sua moglie si guardavano con odio e rabbia reciproci tanto che Caleb non si sarebbe stupito più di tanto se iniziassero una rissa proprio in quel momento.
«Philip che stai facendo?» chiese Caleb mettendosi in mezzo ai due.
«Quello che ogni cacciatore di streghe dovrebbe fare.» ringhio lui sorpredendo sia Caleb che Mary, ma in particolare quest'ultima.
«Ancora con questa storia?» chiese Caleb. «Possibile che tu sia cosi testardo da non riuscire ancora a capire la verità?»
Philip non rispose limitandosi a ringhiare prima di scagliarsi contro Caleb con il coltello pronto a colpire, ma fu Philip a venir colpito dai rapicanti che Mary aveva evocato.
«Stai lontano da mio marito.» disse la strega mentre il piccolo Zeno si metteva a piangere.
Philip si rialzo dolorante e Caleb dovette farsi forza per non andare ad aiutarlo.
«Se volete rendervi le cose difficili... allora cosi sia.» sibillo Philip prima si appoggiare la mano a terra, Caleb vide che sul braccio del fratello si potevano notare dei piccoli bagliori rossi, ma non ebbe il tempo di capire cosa fossero o di ricordarsi dei glifi incissi sul braccio che la casa prese fuoco.
Sempre tenendo stretto a se il figlio Mary uso la magia dell'abominio per prottegere tutta la famiglia dalle fiamme mentre uscivano.
«Mary porta Zeno via di qua.» disse Claeb quando furono al sicuro nel cortile mentre le fiamme inghiottivano la loro casa.
«Non vorrai mica tornare lì dentro?» chiese Mary preoccupata.
«È mio fratello.» disse Caleb. «Forse riesco a farlo ragionare.»
«Ci hai già provato più volte fallendo sempre.» fece notare Mary convinta che una semplice chiachieratta non avrebbe risolto nulla.
«Lo so, ma so anche che non mi farebbe mai del male.» disse Caleb. «Per favore.»
«Torna sano e salvo.» disse Mary alla fine.
«Lo prometto.» rispose Caleb baciando la moglie per l'ultima volta.

Rientro in casa, la qualle ormai era completamente avvolta nelle fiamme create dell'odio di Philip. Caleb lo chiamo, ma questi non rispose almeno finchè Caleb non senti una fitta di dolore al braccio.
Si volto di scatto e vide il fratello davanti a lui con il pugnale in mano, per istinto Caleb prese un coltello da cucina per diffendersi.
«Per favore Philip smettila.» disse Caleb. «So che c'è una parte di te che sa di star sbagliando.»
«L'unico che sta sbagliando qui sei tu.» rispose Philip. «Ti sei fatto imbrogliare da queste streghe e adesso non sei più in grado di ragionare. Questo non è il nostro mondo Caleb!»
«Invece l'ho è!» grido Caleb ansimando e non capendo come Philip fosse in grado di registere al calore. «O almeno adesso è il mio mondo, non ti sto chiedendo di farne parte se non vuoi, ma almeno accetta la mia scelta.»
«Non si ragiona con i pazzi.» mormoro Philip scuotendo la testa prima di provare ad attaccare di nuovo il fratello.
Dopo vari colpi scambiatti i due finirono al di fuori della casa, della qualle ormai non rimanevano altro che macerie, Caleb si alzo e guardo il fratello negli occhi. Gli venne un brivido quando vide quanto odio ci fosse in quello sguardo.
Flapjack andò in aiuto di Caleb, ma l'unica cosa che ottene fu che Philip lo colpi cosi forte da spedirlo lontano contro un albero.
«Flapjack!» grido Caleb preoccupato per il suo amico amuleto.
«Ultima possibilità Caleb.» disse Philip con tono di voce gelido. «Infondo sei un cacciatore di streghe anche tu.»
«Io non sono come te!» fu la risposta di Caleb.
Quello che avvenne dopo fu cosi veloce che Caleb ebbe a malapenna il tempo di registrare Philip che si avventava contro di lui con il coltello teso mentre emeteva un urlo a dir poco disumano e il dolore al petto che n'è segui prima di perdere compeltamente il contato con la realtà.
Nell'aria riecheggio il suono di un corpo che cadeva a terra.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14. ***


Capitolo 14.

Mary smise di corerre fermandosi in mezzo al sentiro che aveva preso.
Era una strana senzasione come se l'avesse colpitta un fulmine, il suo cuore batteva all'impazzata ed era certa che non fosse per la corsa.
Mordendosi il labbro mise Zeno ai piedi di un albero per poi proteggerlo con una cuppola di rampicanti in modo che non si facesse male, lascio anche Pete con lui per maggiore protezione.
«Tornero presto, piccolo mio.» disse Mary prima di tornare verso casa sperando che non fosse troppo tardi.

Non riusciva a distogliere lo sguardo dal coltello macchiatto che aveva in mano.
L'aveva fatto... aveva appena uccisso suo fratello.
«Caleb!» grido Mary arrivando sulla scena, Philip la guardo mentre cullava il corpo di Caleb in grembo pregandolo di sveglairsi.
“È stata lei.” penso Philip.
L'unico motivo per cui era arrivato a tanto era perchè quella strega aveva convinto suo fratello a tradirlo e Caleb non era abbastanza forte o altro per poter resistere.
Mary si alzo e lo guardo arrabbiatta prima di lancirgli contro tutti gli incantessimi che conosceva. Alle strette Philip scappo nella foresta.

Mary crollo inginocchio con il viso rigatto di lacrime.
Come aveva potutto farlo?
Caleb era suo fratello si fidava di lui... lei si fidava di Philip, forse non completamente ma non avrebbe mai credutto che fosse capace di una cosa del genere. Sentiva il suo cuore rompersi in mille pezzi più e più volte.
Strinse i pugni cosi forte che le nocche le diventarono bianche. Guardandosi attorno vide che della casa che lei e Caleb avevano costruito assieme non era rimasto più niente e nemmeno Flapjack era qui probabilmente aveva fatto la stessa fine di Caleb... di suo marito non le era rimasto più niente.
No, aveva ancora suo figlio e nonostante il dolore sarebbe andata avanti per lui. Poteva farcela, doveva farcela.
Sarebbe tornata da suo padre, avrebbe datto a Zeno il suo cognome per nasconderlo meglio da Philip e se quest'ultimo avesse osato ritornare... allora si sarebbe pentito amaramente di averlo fatto.
Ma per ora l'unica cosa che Mary era in grado di fare era sentire come le sue lacrime continuavano a scendere mentre si lasciava andare ad un urlo disperato di agonia.

Barcollando dolorante Philip si rifuggio nella prima grotta che trovo pregando che Mary non l'avesse seguito.
Si accascio a terra e una vola accuratto di essere al sicuro si lascio sfuggire un sospiro di sollievo. Guardo il coltello che aveva ancora in mano, lo lavo con l'acqua che aveva con sé finchè non torno come prima del fatto, ma Philip sapeva che ciò non avrebbe cancellato ciò che aveva fatto.
“Se solo non mi avessi traditto...” penso Philip. “Perchè non potevi essere semplicemente migliore dell'ingenuo che sei stato?”
A quel pensiero né segui un altro e Philip prese un libro che aveva già letto, ma che solo adesso capì quanto potesse tornargli utile.
Grazie a quel libro avrebbe avuto una nuova possibilità con suo fratello al suo fianco anzi con una versione migliore di Caleb, una che non l'avrebbe tradito come lui.
Sulla copertina c'era scritto: “Storia e origni dei Grimmwalker”.

Flapjack si sveglio dopo molte ore tanto che ormai nei paraggi non c'era più nessuno.
Dov'era Caleb?
Dov'era Mary?
L'occhio gli faceva male, ma questo non era un motivo per rimanere lì senza fare nulla.
Si mise a volare finchè dall'alto non vide Mary con in braccio il figlio si trovava a casa di suo padre e sembrava triste e addolorata. Flapjack vide Pete sul davanzale di una finestra e andò da lui per chiedergli cosa fosse successo, quando il picchio gli racconto tutto non ci voleva credere.
Con il cuore spezzato per la sorte dell'umano che l'aveva intagliato e di cui era stato il compagno Flapjack si libro di nuovo in alto nel cielo.
Non sapeva dove stava andando, ma continuava a sperare.
A sperare di poter ritrovare Caleb e non si sarebbe fermato finchè non ci fosse riuscito.

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