Challenge: #writeptember2022 #Giorno09 del gruppo “Facebook Hurt/Comfort Italia, Fanart e Fanfiction Gruppo Nuovo”
Prompt: 1 “Non sono così forte” - 3 caratteraccio
Titolo: Crescere
Fandom: Yuri on
ice
Genere: romantico, Hurt/Comfort
Tipo: one shot
Coppia: yaoi
Personaggi: Yuri
Plisetsky, Otabek Altin
Rating:
PG-13 - verde
Disclaimers: i personaggi non sono
miei, ma del rispettivo autore. I personaggi e gli eventi in questo racconto
sono utilizzati senza scopo di lucro.
Disclaimers: i crediti delle immagini
sono degli autori (fonte Pinterest)
Crescere
Erano al
palazzetto del ghiaccio da quella mattina, per il ritiro premondiali. Victor
sospirò scuotendo la testa.
“Yurio non cambierà mai” sussurrò al compagno mentre
guardava il pattinatore russo sbraitare e inveire contro un altro atleta.
Yuuri si strinse nelle spalle “Per me è solo un
modo per difendersi” rispose osservandolo scivolare sul ghiaccio con eleganza,
quando pattinava si estraniava dal resto del mondo, lo faceva anche lui del resto,
il giovane atleta russo sembrava provenire da un altro pianeta. Il giapponese spostò
lo sguardo su atleti e allenatori a bordo della pista lo fissavano tutti incantanti
e rapiti dalla sua figura longilinea.
Yuri cercò di
concentrarsi sulla musica e sui passaggi del programma, si rese conto che
sarebbe caduto nel momento stesso in cui si staccò dal ghiaccio, si era dato
troppa spinta per quel salto, atterrò male e rovinò a terra battendo con
violenza il ginocchio destro. Imprecò per il dolore, ma diede un colpo di reni
per rimettersi in piedi, ma il ginocchio contuso gli trasmise una scarica di
dolore atroce facendolo finire ancora a terra.
Venne colto dal
panico - calmati è solo una botta – si autoconvinse.
La musica venne
spenta ed il rumore di pattini che si approssimavano in fretta.
“Sto bene”
gridò prima che qualcuno lo toccasse. Focalizzò un paio di pattini dalle lame
dorate: Victor.
Una mano si
tese verso di lui, ma la scacciò con un gesto.
Riuscì a
mettersi in piedi senza aiuto e scivolare fino alla balaustra, sulla gamba
sana.
Si trovò
davanti a Otabek che lo osservava preoccupato, ma non gli chiese nulla, almeno
lui non lo riempiva di chiacchere inutili, gli fece solo vedere la bomboletta
di ghiaccio spray.
Yuri si sollevò
il pantalone e rabbrividì al getto gelido, questo però gli permise di zoppicare
fino in spogliatoio.
Si lasciò
cadere sulla prima panca libera con un gemito sconsolato, pochi istanti dopo Altin lo raggiunse e chiuse la porta, lasciando fuori tutti
gli altri e il giovane russo gli fu immensamente grato di questo.
“Che cosa succede Yuri? Non è da te sbagliare un salto
del genere” chiese preoccupato recuperando la sua borsa.
Yuri scosse la
testa con violenza. Alternava momenti in cui si sentiva benissimo e poteva
vincere qualunque cosa, a momenti in cui voleva solo nascondersi sotto le
coperte, mollare tutto e dormire. Non voleva parlare di quello, ma le parole
lasciarono la sua bocca prima che potesse controllarle
“Sto male”
bisbigliò “Ho dolori alle articolazioni continuamente, faccio fatica a
concentrarmi. Sono stanco, tanto stanco. A volte faccio un movimento, ma è come
se il mio corpo non mi seguisse più” confessò con gli occhi bassi. Non lo aveva
detto a nessuno, nonostante le insistenze di Victor e la preoccupazione di Katsuki, ma il pattinatore
kazaco era suo amico.
Otabek gli posò
una mano sulla spalla e una sotto il mento facendogli sollevare il viso e Yuri
si perse in quegli occhi scuri.
“Stai crescendo
Yuri, è normale, che il tuo corpo cambi. Ti ci abituerai”
“Io non voglio”
sbottò facendosi indietro; ecco un’altra cosa che non riusciva a capire e
gestire. Era confuso sulla propria identità sessuale aveva un sacco di ragazze
che gli orbitavano intorno però a lui non davano nessuno stimolo mentre beh…
Otabek. Erano sei mesi che non si incontravano e quando lo aveva visto… il suo
corpo aveva reagito, eccome se aveva reagito! Quando stava con Otabek il suo
cuore impazziva e nello stomaco gli si rimescolavano mille farfalle e se
pensava troppo a lui capitava di eccitarsi. Era un disastro, un completo
disastro su tutta la linea. Si scrollò di dosso le mani calde dell’altro e si
piegò per togliersi i pattini per quel giorno il suo allenamento era finito.
Tirò su
nuovamente il pantalone e controllò il ginocchio tirando un sospirando di
sollievo. Aveva un bel livido scuro sulla pelle, ma per fortuna era solo quello.
Il kazaco frugò
nella borsa aveva sempre con sé una crema per gli ematomi, quindi gli si
inginocchiò davanti facendogli posare il piede sulla coscia.
“Sai cosa
diceva mia madre quando ero piccolo?” chiese e Yuri scosse la testa tastando l’ecchimosi,
trasalendo per il dolore.
“Un bacio e
passa tutto”
E prima che la
mente del più giovane processasse la frase, Otabek gli aveva posato le labbra
sulla pelle.
Yuri chiusi gli
occhi travolto dall’emozione, tremò nel profondo e lo spinse via. Era troppo.
“Che cazzo fai?”
urlò fissandolo furente.
Otabek lo fissò,
che Yuri avesse un caratteraccio era risaputo da tutti, ma gli tornarono in
mente le parole di Katsuki che aveva
sentito poco prima dell’incidente “È solo un modo per difendersi”
Yuri lo fissava
arrabbiato, gli occhi verdi adombrati dagli scomposti capelli biondi. Quegli
occhi da soldato, di cui si era innamorato, ora erano adirati e… spaventati.
Otabek si tirò
su e fece l’unica cosa che aveva senso fare l’abbracciò.
“Non sono un
bambino” protestò “Anche se tutti mi trattate come tale”
Yuri tentò
debolmente di ribellarsi, ma lui lo strinse più forte, facendolo
desistere.
Le braccia di
Yuri gli cinsero la vita aggrappandosi con disperazione.
“Hai appena
detto che non vuoi crescere”
“Non voglio che
il mio corpo cambi” precisò.
“Perché?”
“Perché, fa
male, mi ostacola, non lo sento più mio…”
“È il naturale
evolversi della vita” mormorò accarezzandogli i capelli e la schiena quel corpo
esile e forte contro il suo tremava sopraffatto dall’emozioni, raramente si lasciava
andare così.
“Non sei solo.
Ci sono io con te. E sei un guerriero ricordalo sempre”
Yuri si fece
indietro scuotendo il capo. “Non sono così forte” bisbigliò.
“Questo non è
vero devi solo ritrovare il tuo equilibrio”
Otabek lo
fissava intensamente erano ancora abbracciati i loro corpi adesi e Yuri lo
spinse indietro sentendo il proprio reagire a quella vicinanza.
L’ultima cosa
che voleva era essere deriso o peggio, ma il più grande lo attirò a sé
nuovamente tenendolo stretto.
“Scusa” gemette
Yuri non potendo fare altro, Otabek si era sicuramente accorto dell’erezione
che gli tendeva i pantaloni.
“Perché ti
scusi” una mano sulla sua nuca, guancia sulla guancia.
“Lasciami” lo
pregò, la stretta si fece più forte, per un momento, poi si allentò.
Yuri si prese
un momento, doveva calmarsi fare ordine nella sua mente, ma Otabek non glielo
permise, gli mise una mano sul viso, si chinò su lui finché le loro labbra si
toccarono appena in una lieve carezza, non poteva crederci socchiuse la bocca
permettendo a Otabek di entrare, giocare con la sua lingua dolcemente.
Il più grande
si fece indietro sorrideva “È da tanto che volevo farlo” confessò.
“Ancora”
pretese afferrandolo dalla maglia esigendo la bocca sulla sua.
Fu anche meglio
del primo, più profondo, più passionale, più adulto dovette farsi indietro per
riprendere fiato.
Crescere non era
è poi così male.
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Note dell’autrice.
Bene faccio capolino in questo fandom con le
shot della challenge. Grazie a chi legge e ha voglia di dire la sua.
Alla prossima
Un Kiss
Bombay