Brienne of Tarth

di pampa98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Galladon ***
Capitolo 2: *** Podrick ***
Capitolo 3: *** Catelyn ***
Capitolo 4: *** Renly ***
Capitolo 5: *** Sansa ***
Capitolo 6: *** Selwyn ***
Capitolo 7: *** Jaime ***



Capitolo 1
*** Galladon ***


Prompt: "Brina"



Galladon

 

 

Brienne aveva in mente un’immagine precisa di Tarth: la rugiada che brillava a contatto con i primi raggi del Sole, l’orizzonte rosato dell’alba che sorgeva sulle scogliere della sua isola e il profumo salmastro del mare che saliva alle sue narici insieme al suono delle onde che si infrangevano sulle rocce.
Era stato Galladon a mostrarle quel panorama per la prima volta. L’aveva invitata a sgattaiolare fuori dal letto insieme a lui ed erano corsi per i corridoi di Evenfall Hall cercando di evitare guardie e servitori. Brienne non aveva pensato alle regole che stavano infrangendo, a quanto i loro genitori si sarebbero preoccupati al risveglio e li avrebbero rimproverati al ritorno. Era con suo fratello e non contava nient’altro.

All’epoca, il mare le faceva paura, ma Galladon le aveva preso la mano, assicurandole che non le sarebbe mai accaduto nulla finché fosse rimasta con lui. Brienne gli aveva creduto.
L’acqua era stata la sua migliore amica da allora e Brienne le era sempre stata affezionata, anche dopo che si era presa Galladon e aveva ignorato le sue suppliche di restituirglielo.

 

Brienne sorrise, sfiorando con le dita gli steli ricoperti di brina. L’alba era fredda a Grande Inverno, ma non le impediva comunque di uscire all’aperto per godere dei suoi colori.
Sentì dei passi alla sua sinistra. Non aveva bisogno di voltarsi per riconoscere l’uomo che si stava sedendo accanto a lei.
«Esattamente, donzella, perché hai lasciato il calore del nostro letto per venire a congelarti il culo qui fuori?»
Brienne strappò uno stelo dal terreno. La foglia era racchiusa sotto una patina di brina, come uno smeraldo di cui andasse protetto il colore luminoso.
«Volevo vedere l’alba. Mi ricorda Tarth, la mia famiglia… Galladon.»
Jaime le passò un braccio intorno alle spalle, attirandola verso di sé.
«Mi sarebbe piaciuto conoscerlo» disse e Brienne sorrise contro la sua spalla. Portò una mano sul suo moncherino, accarezzandogli delicatamente la pelle con il pollice.
«Non so se gli saresti piaciuto» disse, sollevando lo sguardo verso di lui. «Era molto protettivo nei miei confronti.»
Jaime rise. «Mi sarei fatto apprezzare. Non dimenticare che tra i miei numerosi talenti c’è la capacità di far breccia nel cuore dei Tarth.»
Brienne scosse la testa, senza riuscire a evitare il rossore che le salì lungo il volto.
«È un processo molto lento, Ser. Ti sarebbero serviti anni.»
«Sappiamo entrambi, donzella, che mi sarebbero bastati solo pochi giorni.» E la baciò, zittendo sul nascere le sue proteste.


 


Note: Eccomi di nuovo con una Jaime/Brienne, anche se stavolta il focus è più su Brienne che sulla coppia. I sette capitoli saranno tutti strutturati in questo modo, ovvero con una prima parte relativa al personaggio a cui Brienne penserà nel capitolo e una seconda in cui ne parla con Jaime. Nell'introduzione ho scritto che è anche una mini-long perché le parti su Jaime e Brienne sono in sequenza – per i capitoli iniziali non si capisce, ma negli ultimi invece diventa chiaro. Il testo di Jenny of Oldstones non è messo a caso, ma indica in che modo ho scelto i personaggi da trattare: Galladon, Catelyn e Renly sono quelli che ha perso; Sansa e Podrick quelli che ha trovato; Selwyn e Jaime quelli che l'hanno amata di più.
Per chi non ha letto i libri, Galladon è il fratello maggiore di Brienne, annegato all'età di otto anni (lei all'epoca ne aveva quattro).
Questo è tutto ^^ Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
A domani!

 

                                               

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Capitolo 2
*** Podrick ***


Prompt: "Bagliore"
 



Podrick



 

Brienne avrebbe voluto spesso sbarazzarsi del giovane Podrick durante il loro viaggio alla ricerca di Sansa Stark. Vedeva che il ragazzo si impegnava seriamente in ciò che faceva, e questo non poteva che apprezzarlo; tuttavia, doveva tenerlo d’occhio ogni istante per evitare che combinasse qualche disastro che avrebbe messo a repentaglio la loro vita e, soprattutto, la loro missione.
Insegnargli a combattere era stata una distrazione per entrambi – anche se pure quell’attività non era stata esente da pericoli: più di una volta, Podrick aveva rischiato di infilzarsi con la sua stessa spada, ma non si era mai arreso, incurante della stanchezza e del dolore, spinto solo dal desiderio di migliorarsi.

Era stato allora che Brienne aveva iniziato ad affezionarsi a quel ragazzo goffo e gentile, e aveva capito che un giorno sarebbe diventato un grande cavaliere.



 

Il suo sguardo fu catturato dal bagliore del sole riflesso sulla spada di Podrick. Brienne non poteva fare a meno di sorprendersi ogni volta che constatava quanto il ragazzo fosse migliorato. Considerato che solo poche settimane prima non sarebbe nemmeno riuscito a estrarre agilmente la lama dal fodero, era incredibile che adesso si stesse occupando da solo dell’addestramento di altri giovani come lui.
Brienne non sarebbe potuta essere più orgogliosa del suo amico.

Percependo il suo sguardo, Podrick si voltò verso di lei e le rivolse un saluto impacciato che Brienne ricambiò con affetto.
«Scommetto che ormai sarebbe in grado di battere anche te» disse Jaime, comparendo al suo fianco.
«Ha ancora molta strada da fare.» Non se la sentiva di rispondere in modo più deciso, per quanto lei stessa iniziasse a essere dello stesso parere.
«Ti ho odiato» confessò, «quando mi hai costretta a portarlo con me.»
«E invece adesso mi ami per averlo fatto.»
Brienne lo guardò storto, facendolo ridere.
«Sapevo che sarebbe stato bene con te. Te l’ho consegnato che era solo un misero ciocco di legno e tu l’hai modellato per renderlo un cavaliere. Devi esserne orgogliosa.»
«Lo sono.» Podrick era un bravo ragazzo e un caro amico. Ormai non avrebbe più potuto immaginare un mondo senza di lui.
«Inoltre, so da fonte certa che senza uno scudiero a sistemarti l’armatura e cucinarti i pasti, il tuo viaggio sarebbe stato molto più faticoso.»
«Temo che la tua fonte certa abbia omesso alcuni dettagli, come i conigli bruciati, le ore perse perché non riusciva ad allacciare un’armatura, e ha menzionato di quando ha perso i nostri cavalli?»
Jaime fece spallucce. «E allora? Almeno eravate in due. Pensa se avessi dovuto affrontare tutto ciò da sola, donzella.»
Brienne aprì la bocca per ribattere che, se fosse stata da sola, quei disastri non avrebbero avuto luogo, ma poi si limitò a scuotere la testa e tornò a concentrarsi sull’addestramento. 

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Capitolo 3
*** Catelyn ***


Prompt: "Pagina"



Catelyn



 

Brienne aveva iniziato un nuovo capitolo della sua vita il giorno in cui aveva incontrato Catelyn Stark. All’epoca non poteva saperlo: che quella donna rigida come il metallo sarebbe diventata il centro del suo mondo, che grazie a lei avrebbe conosciuto l’amore della sua vita e ottimi amici. Che avrebbe realizzato il suo più grande sogno.
Perderla l’aveva spezzata.

Dovevo essere al suo fianco. Dovevo proteggerla.
Un’altra delusione che le gravava sulle spalle.
Solo il giuramento che le aveva fatto l’aveva spinta a non arrendersi.
Aveva fallito con Renly. Aveva fallito con Catelyn.
Non avrebbe fallito con Sansa.
Lo doveva alla donna che le aveva ridato speranza, che le aveva offerto un posto dove stare. Il libro di Brienne era giunto a una pagina bianca con la morte del suo re e Catelyn Stark vi aveva scritto il seguito, un breve incipit che aveva dato la forza a Brienne di prendere in mano il calamaio e sviluppare il resto della storia di suo pugno.

 

Brienne osservava i fratelli Stark passeggiare nel cortile di Grande Inverno. Ogni volta che li vedeva insieme, a casa, il suo cuore palpitava di gioia.
Con loro non aveva fallito.

«Vorrei che Lady Catelyn fosse qui» disse a un tratto, cogliendo di sorpresa Jaime. «Sarebbe stata felice di vedere i suoi bambini sani e salvi.»
«Non sarebbe però stata felice di vedere me qui» rise, prima di prenderle una mano e stringerla tra le sue dita. «Lady Stark sa cosa hai fatto per i suoi figli e sono certo che, ovunque si trovi, sia molto orgogliosa di te.»
Brienne trattenne il fiato. Credere alle parole di Jaime era l’unica cosa che potesse fare, perché Lady Catelyn non sarebbe risorta dalla tomba per pronunciarle con la sua voce.
Si voltò verso di lui e ripensò a quando l’aveva confortata dopo la morte della donna. Brienne aveva cercato di nascondere il suo dolore, lasciandolo andare solo quando era certa che nessuno l’avrebbe potuto cogliere; ma Jaime Lannister non si era lasciato ingannare e, anziché insultarla come avrebbe fatto chiunque altro, le aveva offerto il suo sostegno. Forse era stato in quel momento che Brienne aveva capito di amarlo.
«Sai, credo che in fondo le saresti piaciuto» disse, avvicinandosi fino a far toccare le loro spalle. «Avevamo giurato insieme, ricordi? Hai portato a termine il tuo giuramento.»
«Tu hai fatto tutto il lavoro.»
«Sì.» Sfiorò l’elsa di Giuramento con la mano libera. «Ma tu sei sempre stato al mio fianco.»  


 

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Capitolo 4
*** Renly ***


Prompt: "Morte"



Renly



 

Brienne ripensava spesso al giorno in cui aveva conosciuto Renly Baratheon. L’uomo l’aveva colpita subito per il suo aspetto e i suoi modi galanti; era stato l’unico a trattarla con rispetto e farla sentire apprezzata, e Brienne gli era stata grata per questo.
Lo aveva amato – forse più come bambina che come donna – e, esattamente come suo fratello e le sue sorelle, le era stato strappato via prima del tempo.

Avrei dovuto proteggerlo.
Dovevo fare più attenzione.
Sono solo una ragazzina che gioca a fare il cavaliere.
La morte di Renly la tormentava ancora, nei suoi ricordi e nei suoi incubi. Sentiva il suo corpo che si spegneva tra le sue braccia, il sangue che gli macchiava la tunica e scorreva lungo il pavimento, raggiungendola e avvinghiandola in una morsa letale.
 


 

Brienne si svegliò sentendo gridare il suo nome. Scattò a sedere e per un momento si sorprese di non essere nella tenda del suo re.
L’aria fredda le ghiacciava il sudore sulla schiena nuda, mentre il fuoco scoppiettava vivo nel camino di fronte al letto. Grande Inverno.

«Brienne.» Jaime la chiamò dolcemente, posandole la mano sulla spalla per spingerla a guardarlo.
«Jaime…» Impiegò qualche istante per metterlo a fuoco. «Scusami, cosa… Cos’è successo?»
«Gridavi nel sonno. Stavi avendo un incubo.»
Brienne si passò una mano sulla fronte. I capelli, che ormai le scendevano fino alle spalle, erano incollati alla pelle.
«Non un incubo» sussurrò.
Poi stirò le labbra in un sorriso e si sdraiò di nuovo, coprendosi con le coperte fino al mento. «Scusami, non volevo svegliarti.»
Jaime si stese al suo fianco, voltandosi verso di lei. Brienne lo imitò, ritrovandosi con il suo respiro a un palmo dal volto.
«Va tutto bene» le disse. Allungò la mano tra di loro e Brienne intrecciò le sue dita a quelle dell’uomo. «Sono qui. Se vuoi parlare di Renly, ti ascolterò. Magari evita solo di raccontarmi le tue fantasie sessuali, non mi va di immaginarti insieme a un altro.»
Brienne gli diede un pugno sul braccio, senza però riuscire a trattenere una piccola risata.
«Lo terrò a mente» disse. Sollevò gli occhi su di lui e strinse la presa sulla sua mano. «Vale anche per te.»
Jaime sgranò gli occhi.
Renly era un argomento semplice, per quanto doloroso; Cersei era tutta un’altra storia.
Jaime aveva pianto la sua morte tra le braccia di Brienne e poi non l’aveva più nominata. Se il suo silenzio era dovuto al timore che potesse giudicarlo o allontanarlo, Brienne voleva che sapesse che non aveva motivo di preoccuparsi: conosceva la sua anima e aveva imparato ad amarla nella sua interezza.
«Va bene» disse infine Jaime, accennando un sorriso. Si avvicinò a lei finché le loro fronti non si toccarono e insieme chiusero gli occhi sperando in sogni più lieti, specchio della realtà che stavano vivendo.

 

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Capitolo 5
*** Sansa ***


Prompt: "Piccolo"



Sansa



 

Sandor Clegane la chiamava “piccolo uccelletto”, ma Brienne aveva sempre visto un lupo in lei. Era nata nel dolore e nel lutto, ma anziché soccombervi, Sansa ne aveva tratto nuova linfa per sbocciare e imparare a vivere da sola in un mondo di serpenti.
Brienne l’aveva trovata cucciolo e l’aveva vista crescere davanti ai suoi occhi, piantando le sue radici con fermezza nella sua terra natia.
Sansa era stata la prima amica che avesse mai avuto, l’unica fanciulla che non l’avesse guardata con scherno o derisione; l’aveva accettata al suo fianco, come sua madre prima di lei, e non aveva mai cercato di cambiarla.

Quando era sfilata nella Sala Grande con la corona in capo, Brienne credeva che non sarebbe potuta essere più orgogliosa di lei. 

Si abbracciarono un’unica volta, prima che Brienne partisse da Grande Inverno. Lasciava la regina lupo al suo branco, circondata da fedeli alleati – tra cui il suo caro Podrick, che si era sciolto in lacrime quando Brienne gli aveva annunciato la sua partenza.
Sansa le fece promettere che si sarebbero riviste e Brienne accolse quel giuramento con piacere, prima di salire in groppa al suo cavallo. Jaime non ricevette lo stesso calore riservato a lei, ma quando sollevò la mano in un impacciato cenno d’addio, Sansa ricambiò.

«Stai bene?» le chiese poi, mentre si allontanavano da Grande Inverno.
«Certo» rispose. «Perché lo chiedi?»
«So quanto tieni a Sansa e quanto amavi stare qui.»
«Be’, questo freddo non è che proprio lo amassi» confessò. Si voltò per guardare un’ultima volta le mura del castello. «Mi mancherà. È stata la mia casa in questi ultimi anni. Mi ha dato nuovi amici e…» Arrossì. «e ho trovato qualcosa di speciale, mentre ero là.»
Jaime sorrise gongolante.
«Qualcosa di molto bello, presumo.»
«Sì.» Brienne accelerò il trotto. Se non avesse fatto sbollire il rossore sulle sue guance, Jaime non le avrebbe più dato tregua. «Parlo del titolo di cavaliere, naturalmente.»
Jaime corse verso di lei, ma Brienne fu più veloce. Diede di speroni e il suo cavallo iniziò a galoppare.
«Ah, è così che vuoi giocartela, donzella?»
Brienne scoppiò a ridere quando iniziarono a inseguirsi, correndo insieme verso la loro nuova vita.

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Capitolo 6
*** Selwyn ***


Prompt: "Forget the maps... follow your instincts"



Selwyn



 

Brienne aveva sempre amato suo padre. Fin da bambina, aveva sperato di crescere giusta e forte per renderlo orgoglioso di lei; era la sua unica erede, la sua unica famiglia. Aveva una grande responsabilità – a cui non era stata in grado di adempiere.
Selwyn Tarth avrebbe voluto una figlia come Sansa, bella, dolce e amabile. Brienne aveva visto il dispiacere nei suoi occhi quando, al terzo fidanzamento andato in fumo, Selwyn aveva capito che non sarebbe mai stata quel tipo di fanciulla. Ma non l’aveva mai rimproverata per questo e Brienne gliene era stata profondamente grata.

Dimentica il sentiero tracciato, le aveva detto. Segui il tuo istinto. So che non sbaglierai.
L'aveva preso in parola.
Quando aveva scelto di seguire Renly in guerra, suo padre l’aveva convocata nelle sue stanze, l’aveva fatta sedere e le aveva preso le mani tra le sue. L’aveva pregata di tornare da lui, un giorno, e Brienne si era commossa tra le sue braccia.

Non lo vedeva da allora.

Brienne non si era resa conto di essersi nuovamente persa nei suoi pensieri, finché non udì la voce di Jaime richiamarla alla realtà.
«A cosa pensi?» le chiese, mentre toglieva il coniglio dal fuoco.

«A mio padre. Le poche interazioni che ho avuto con lui di recente sono state attraverso carta e inchiostro.»
«Ti manca molto, non è vero?»
Brienne abbassò lo sguardo. Erano diretti a Castel Granito: la regina, su insistenza di Tyrion Lannister, aveva concesso ai leoni di tornare a occupare la loro posizione a Ovest. Jaime non era stato entusiasta di sapere che il titolo di Lord Lannister era suo, ma finché non fosse riuscito a restituirlo a suo fratello, avrebbe dovuto governare in sua vece.

«Sì. Spero di poterlo rivedere un giorno» disse. Non voleva mentire a Jaime, ma nemmeno costringerlo a ignorare i suoi doveri per seguire un suo capriccio.
«Ti ho mai detto che ho visto Tarth una volta?»
Brienne aggrottò le sopracciglia. «No. Quando ci sei stato?»
«Stato, mai. L’ho vista da lontano mentre ero in viaggio. Le sue acque sono blu come i tuoi occhi.»
Le sorrise e Brienne prese la sua porzione di coniglio, cercando di nascondere il rossore che si era diffuso sul suo volto.
«Se… Se ti va» disse, «potrei mostrartela, un giorno.»
«Ne sarei onorato, Brienne.»

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Capitolo 7
*** Jaime ***


Prompt: "Deviazione"



Jaime



 

Brienne ricordava Jaime nel loro viaggio attraverso le Terre dei Fiumi. Era forse stato il periodo più difficile della loro vita – il più importante per lei. Era strano adesso ripercorrere con lui quelle stesse strade, senza l’odio che aveva permeato l’inizio della loro relazione, senza la paura costante di venire scoperti e attaccati. Jaime si comportava proprio come allora: non riusciva a stare zitto, voleva comandare e affrontare il viaggio con le sue tempistiche. Era fuoco vivo sempre pronto a tormentarla e distrarla dal suo obiettivo. La differenza era che, stavolta, a Brienne andava bene così.
Non ricordava di essere mai stata tanto felice come in quegli ultimi mesi trascorsi insieme a Jaime. L’amore che provava per lui era così intenso da farle quasi paura – ma lei era un cavaliere e doveva affrontarlo con coraggio. Pregava solo che l’amore che Jaime le dimostrava non si sarebbe spento appena avesse avuto intorno altri amici, al di fuori di lei. 

Brienne strinse le dita attorno alle redini. A Grande Inverno, l’unica che tollerasse la sua presenza era lei; in mezzo al bosco, l’unica sua compagnia era lei. Ma a Castel Granito sarebbe stato tutto diverso.
«Stai sbagliando strada, donzella.»

Brienne si guardò attorno. Jaime si era distaccato da lei e stava seguendo un sentiero verso sinistra.
«Veramente sei tu che stai sbagliando. Lannisport è da questa parte» disse, indicando davanti a sé.
«Lo so.»
«E non stiamo andando là?»
«Sì» rispose Jaime. «Solo… Prima credo sia il caso di fare una piccola deviazione.»
Brienne inarcò un sopracciglio. «Cos’hai in mente?» chiese, avvicinandosi a lui.
Jaime le rivolse un grande sorriso.
«Andiamo a Tarth.»
«Cosa?»
«Hai sentito, donzella. Che c’è? Non ti fa piacere rivedere la tua casa?»
Brienne aprì e chiuse la bocca un paio di volte prima di riuscire a rispondere. «S-Sì, certo. Ma la regina ha detto…»
«La regina può aspettare» disse Jaime, riprendendo a muoversi. «Già mi odia, non penso che si lamenterà se ritardo un po’ in quelli che, secondo lei, sono i miei doveri.»
«Non secondo lei! E il fatto che già ti odi dovrebbe essere uno sprono per non far peggiorare la situazione.» Cavalcò verso di lui e gli mise una mano sul braccio, arrestando la sua avanzata. «Jaime… Certo che mi piacerebbe rivedere Tarth. Ma davvero, posso aspettare, non sei costretto ad andare là per me.»
«Infatti non lo faccio per te» rispose Jaime. «Sono io che voglio vedere il luogo dove sei cresciuta. Voglio far capire un paio di cosette alla tua septa e incontrare tuo padre. Diciamo che quest’ultimo punto è anche il più importante. Allora… ti va di fare questa deviazione?»
Le sorrise, stringendole la mano, e Brienne non poté che ricambiare il gesto.
«Va bene» disse. «Sono… Sono felice che tu voglia vedere Tarth. Sono certa che ti piacerà, e spero che ti piacerà anche mio padre.»
«E io spero di piacere a lui, altrimenti sarà difficile ottenere la sua benedizione.»
Brienne aggrottò le sopracciglia. «Benedizione? Per cosa?»
Jaime si sporse verso di lei, catturando le sue labbra in un bacio lento. Intrecciò le dita tra i suoi capelli, mentre Brienne si strinse al suo mantello. Quando si separarono, Jaime le rivolse un sorriso divertito.

«Per tornare a casa insieme a mia moglie.»

 


Note: Ed ecco giunti all'ultimo capitolo di questa raccolta/long. Spero che vi sia piaciuta ^^
Ringrazio tutte le persone che hanno lasciato una recensione, aggiunto la storia nelle liste o semplicemente letto questi capitoletti ❤
Alla prossima!

 

 

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