~ Fragments of everyday life ~

di N a d a
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Day 1 ~ Zucchero ***
Capitolo 2: *** Day 2 ~ We wanted to be the sky ***
Capitolo 3: *** Day 3 ~ Non so spiegarlo e non lo farò, ovvero non dirò di essere innamorato ***
Capitolo 4: *** Day 4 ~ Nel bagliore di un sogno ***
Capitolo 5: *** Day 5 ~ 《Hai ragione: non sei un codardo, ma un coglione sì.》 ***



Capitolo 1
*** Day 1 ~ Zucchero ***


~ Fragments of everyday life ~

 

 

 

Alla mia carissima e dolcissima Sato 💙

 

 

 

 

Day 1 ~ Zucchero

 

  Il fumo si innalzava in fantasiose volute dalla bevanda che riposava placidamente nella tazza di porcellana perfettamente bianca ed il cui odore si spandeva nella cucina, rilassando il giovane appena seduto per gustarla. Le labbra sottili si poggiarono sul bordo, permettendo al liquido scuro di bagnarle e regalare così una sensazione di tepore al loro proprietario, illudendolo di essere ancora fra le coperte.

Ancora non riesco a capire come fai a bere quella roba, è praticamente acqua colorata!

Nella voce del sopraggiunto serpeggiava una nota di acidità, segno inequivocabilmente che il giovane si era svegliato dalla parte svegliata dal letto – strano, vista la nottata che avevano passato e che non era andata così male, dato il fastidio che avvertiva al fondo schiena.

Hai bisogno di un po’ di zucchero, Louis.sentenziò  il capitano della Nazionale francese continuando a sorseggiare il suo thè e scrollando la home del suo profilo, senza prestare attenzione a niente in particolare.

Louis si sedette malamente accanto a lui, aspettando che il caffè, il cui fumo si innalzava unendosi a quello del thè in una sensuale danza, si raffreddasse; avrebbe voluto anche lui unirsi a Pierre in una danza sensuale ed avrebbe voluto che la stanza si riempisse di grida e gemiti, esattamente come era successo quella notte. Una smorfia di disgusto attraversò il suo volto quando il sapore amaro del caffè incontrò le sue papille gustative: aveva decisamente bisogno di più zucchero e no, non nel senso metaforico che intendeva Pierre e che, tra l’altro, trovava odioso. Allungò una mano per avvicinare la zuccheriera quando gli occhi azzurri si fermarono sul volto inespressivo del compagno: era tutto lì quello che gli serviva. Un ghigno si aprì sulle sue labbra mentre lui si sporgeva verso l'altro che alzò un sopracciglio perplesso per quella improvvisa vicinanza.

Sai Pierre, per una volta potrei darti ragione.

L’altro sopracciglio lo seguì in un’espressione sorpresa mentre le labbra di Louis si avvicinavano all'angolo della bocca, permettendo alla lingua di rimuovere quei piccoli granelli di zucchero che erano rimasti lì – era una piccola mania di Pierre assaggiare lo zucchero dopo averlo aggiunto alla propria bevanda.

Ho decisamente bisogno di più zucchero.Louis sorrise soddisfatto dell’espressione stupita di Pierre mentre portava alle labbra la sua tazzina: il caffè non era più così amaro.

 

 

 

 

 

 

Considerazioni dell’autrice

 

Salve a tutti!

Provo a partecipare al Writober con i prompt del gruppo Fanwriter.it. Il prompt di questa prima fiction è “zucchero” della lista pumpInk, ma io seguirò una mia lista personale.

Ho scelto di tornare in questo fandom perché ormai sono legatissima a questo anime/manga e volevo farlo con personaggi che effettivamente vengono trattati pochissimo – e che anche io ho sempre tratto pochissimo, sigh. L’atmosfera sarà di stampo quotidiano e romantico in più o meno tutte le storie perché ho bisogno di un po’ di tenerezza. ^^”

Bene, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, vedremo se porterò avanti questo impegno fino alla fine!

Alla prossima,

N a d a

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Day 2 ~ We wanted to be the sky ***


~ Fragments of everyday life ~

 

 

 

 

 

Alla mia carissima e dolcissima Sato 💙

 

 

 

 

 

Day 2 ~ We wanted to be the sky

 

 

 

 

    Un sospiro lasciò le labbra di Hermann mentre il cielo si tingeva di rosso salutando un sole che moriva, agonizzando tra nuvole color arancio simili a zucchero filato. Avevano perso, era un dato netto, schiacciante, crudo; avevano perso contro il Bayern Monaco di Karl e, ancora peggio, si era fatto squalificare, come un idiota – ma forse idiota lo era davvero, visto come aveva reagito alle provocazioni di Karl! Era palese stesse cercando di fargli perdere la calma, di demoralizzarli per assicurarsi la vittoria e lui ci era cascato con tutti e due i piedi. Ma non si era pentito del calcio che gli aveva dato, affatto! Un po’ il giovane Kaiser del calcio tedesco se lo era meritato, d'altronde era lui quello che aveva cambiato squadra, era lui che aveva scelto di giocare “ad un alto livello”, trattandoli come perdenti! E – per lui la cosa peggiore – era sempre lui ad aver tradito il ricordo di quei tempi in cui giacevano esausti sul campo dopo aver corso dietro un pallone, lo sguardo innocente e felice rivolto ad un cielo identico a quello che ora si mostrava ai suoi occhi, ma che raccoglieva sentimenti diversi. Dov’era l’innocenza, la felicità, il divertimento che veniva dai loro cuori? E l’amicizia che li legava? Che permetteva alla squadra dell’Amburgo di vincere così tante volte da perdere il conto? Non c’era più nulla, solo una cocente sconfitta è una squalifica che bruciava come fuoco nella sua anima.

    Non si voltò Hermann quando percepì la presenza dell’altro calciatore accanto a sé: sapeva benissimo di chi si trattasse, lo conosceva ancora prima di incontrare Genzo.

«Come va la ferita al polpaccio, Karl?»Il fedele stuzzicadenti lì fermo all’angolo della bocca.

«Non male, alla fine era una ferita superficiale.» Il giocatore del Bayern Monaco alzò le spalle con non curanza «Ma non è quello ad avermi fatto male» Lo sguardo azzurro e gelido si posò sul volto inespressivo dell’altro. Hermann tirò un sospiro mordendo il suo stuzzicadenti: aspettava quel momento, era lì apposta.

«Lo so, ma dovevo dirtele.»Ora sul volto c’era un’espressione seria, così seria da sembrare gelida – e forse era per questo che Karl avvertì un brivido lungo la schiena. «Sei cambiato, Karl.» Ora fu il turno di Karl di sospirare: Hermann aveva ragione; aveva sacrificato la loro amicizia per poter crescere a livello calcistico, per potersi affermare e non importava che l’allenatore fosse suo padre, lui voleva solo diventare il migliore. «Lo so.» fu la sua laconica risposta «So quale era il nostro sogno, Hermann e sinceramente pensavo che ci tenessi anche tu… ma invece ti ho ritrovato contro di me. Perché? Noi volevamo essere il cielo, che troneggia sopra tutti noi, volevamo fare della Nazionale tedesca la migliore, perché non è stato più così?» Lo sguardo di Schneider nascondeva una nota di malinconia e forse anche nostalgia per quei tempi ormai perduti. Hermann sputò il suo stuzzicadenti, mai come allora era stato più serio: dovevano ritrovare il loro ruolo, rinsaldare quell’amicizia e quei sentimenti che la competizione e l’orgoglio stavano spazzando via.

«Mi odi, Hermann?» Sul volto di Karl si aprì un sorriso triste. L’interpellato si avvicinò e prese una mano dell’loro fra le sue.

«No.» Fu la risposta secca che gli diede «Ma rivoglio il mio Karl, rivoglio il nostro sogno: essere grandi come il cielo.»

Gli occhi di Schneider si sgranarono per la sorpresa, bastò solo un secondo perché la presa delle loro mani si rinforzasse e le labbra si unissero per ritrovare il sapore tanto amato e perduto, cancellato da rabbia ed orgoglio. Gli occhi di entrambi si alzarono verso il cielo ora completamente infuocato, proprio come erano le loro anime: avrebbero ricostruito tutto, si sarebbero ripresi il loro sogno.

 

 

 

 

 

 

Considerazioni dell’autrice

 

Salve a tutti!

Sono già in ritardo e siamo al terzo giorno della challenge. La vedo male ^^”

Dunque, questo capitolo è tutto su Hermann e Karl, coppia che mi piace sia dal punto di vista romantico che da quello amichevole: la loro amicizia – estesa anche a Genzo, ma dettagli – per me può essere approfondita di più ma non essendoci molto spazio per loro, ci proverò con queste fiction.

Per questo capitolo ho fatto riferimento alla partita giocata dall’Amburgo contro il Bayern Monaco che appare nel capitolo 55 della saga “Road to 2002”. Mi sono permessa di creare questo momento perché volevo approfondire quello in cui Hermann si scusa con Karl a fine partita.

Bene, credo di aver detto tutto. Spero sia stato di vostro gradimento! Ci vediamo al prossimo capitolo (che cercherò di recuperare presto).

N a d a

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Capitolo 3
*** Day 3 ~ Non so spiegarlo e non lo farò, ovvero non dirò di essere innamorato ***


~ Fragments of everyday life ~

 

 

 

 

Alla mia carissima e dolcissima Sato 💙

 

 

 

 

 

 

Day 3 ~ Non so spiegarlo e non lo farò ovvero: “non dirò di essere innamorato”

 

 

 

    Le foglie facevano acrobatiche giravolte accompagnate dalla leggera brezza che rendeva l’aria del crepuscolo frizzantina. Non era da Louis passeggiare sul lungo Senna e guardare lo spettacolo dell’Autunno che si svolgeva davanti ai suoi occhi; non aveva esattamente l’animo del poeta o dell’artista, quello lo era Pierre, solo lui avrebbe saputo trarre qualche frase ad effetto filosofico su quel paesaggio. Già, Pierre… il suo opposto in tutto: se Pierre era l’artista sofisticato e elegante, lui era uno qualunque materiale e anche arrogante, una formica che pretendeva di farsi elefante, ecco come si sarebbe descritto.

Un grugnito lasciò le sue labbra di fronte a quella constatazione: odiava Pierre, lo odiava per essere il migliore, per accentuare con un solo sguardo il suo essergli inferiore. Avrebbe voluto accecare quello sguardo, spegnere per sempre quegli occhi così penetranti, trasformare l’azzurro limpido in un rosso acceso, vivo; sì, sarebbe stata una tale gioia per lui! Ma poi… sarebbe riuscito a reggere la vista di tutto quello? Sarebbe riuscito a vedere le mani macchiate di sangue, del suo sangue?

Un altro grugnito si perse nel vento mentre i piedi schiacciavano le foglie secche a terra; per un momento desiderò essere una di quelle foglie, desiderò che qualcuno lo schiacciante così da fargli smettere di pensare a Pierre, ai suoi capelli biondi come sole ed agli occhi azzurri come un cielo terso d’estate.

“Dai, Louis Napoleon, ammetti di essere innamorato di lui!”

Quello strano pensiero gli rimbalzò nella testa, costringendolo a fermarsi di colpo, come se fosse stato fulminato. 《Ma che accidenti…?》Si ritrovò a farfugliare, ignorando lo sguardo perplesso di qualche passante che si godeva il sole tiepido e i suoi raggi sulla Senna che scorreva placidamente, come se stesse sonnecchiando.

《Io non sono assolutamente innamorato di lui! Io lo odio a morte!》continuò a farfugliare riprendendo a camminare questa volta a passo più sostenuto, come se stesse scappando da quella voce che risuonava nella sua testa: di chi era poi gli sarebbe piaciuto capirlo, così da poterla prendere a pugni e farla sloggiare dal suo cervello.

“Come no, raccontalo a qualcun altro! Sei cotto, stracotto e biscottato!”

《Ma per favore… non lo ammetterò mai! Perché dovrei amare quel bell’imbusto lì? Se ne andasse con le sue fan e lasciasse in pace me!》

“Ti vada o no, lo ami e finirai per dirglielo, ti piaccia o meno.”

La tempia iniziò a pulsare, la sua collera stava per scoppiare e non assicurava di riuscire a mantenere la calma nonostante si trovasse in pubblico.

《Non ho proprio niente da dire a Pierre!》Si ritrovò ad esclamare fermandosi nuovamente, come se  così potesse esprimere più fortemente il suo dissenso – ed al diavolo che avesse fatto una figura da idiota, doveva avere lui l'ultima parola! Parola che gli costò sul serio la faccia, visti i due occhi che si ritrovò davanti e che lo guardavano perplessi e, forse, con un po’ di pena.

《Cosa non devi dirmi, Louis?》

Ora era seriamente nei casini.

 

 

 

 

 

Considerazioni dell’autrice

 

Salve a tutti! :D

Sempre in ritardo, ma ecco anche il terzo capitolo.

Protagonista indiscusso è Napoleon e le voci nella sua testa che lo invitano a dichiararsi a Pierre. Questo capitolo è completamente indipendente dal primo – in effetti non c’è un ordine, ogni storia è a sé.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto come a me è piaciuto scriverlo: mi sono divertita a fargli fare l’isterico innamorato in mezzo alla strada e mi ha divertita il finale, con Pierre lì di fronte a lui in attesa di risposta.

Alcune annotazioni. Nella storia ho fatto ricorso a due citazioni, la mia natura da insegnante non poteva tacere nemmeno in questo caso:

  1. “Cotto, stracotto e biscottato” è la battuta di Mirandolina della commedia “La Locandiera” di Goldoni, consiglio la lettura per farsi due risate;
  2. Ti vada o no è il titolo della canzone del film Disney “Hercules”, quella che le Muse cantano con Megara.

Bene credo di aver detto tutto. Grazie ai lettori e soprattutto a Sato e Khrenek per aver recensito i precedenti capitoli ❤️

Al prossimo,

N a d a

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Capitolo 4
*** Day 4 ~ Nel bagliore di un sogno ***


~ Fragments of everyday life ~

 

 

 

Alla mia carissima e dolcissima Sato 💙

 

 

 

Day 4  ~ Nel bagliore di un sogno

 

 

  Ci mise un po’ ad aprire gli occhi serrati: non voleva essere riportato alla quotidianità di una vita monotona, non ne aveva la forza. Le coperte emisero un fruscio nel vano tentativo di non far incontrare alla luce del sole i suoi occhi: non sarebbe potuto rimanere a letto, questo età chiaro. Ma poteva crogiolarsi un po’ nel tepore delle coperte, almeno era una consolazione! Ed era una consolazione ripensare a quel sogno dolce-amaro che aveva fatto. Sospirò pesante affossando la testa nel cuscino: la dolcezza di quel sogno, delle labbra di Karl sulle sue, si era persa nei meandri di quella luce, di quel bagliore, che aveva poi lasciato spazio alla crudeltà di una vita quotidiana che ora gli sbatteva in faccia che no, non c’era stato nessun bacio, non c’era Karl lì con lui – e probabilmente non ci sarebbe mai; tutto si era perso nel bagliore di un sogno, la cui luce non avrebbe mai visto la realtà. O almeno questo credeva…

 

 

Considerazioni dell’autrice

Salva a tutti! :D

Ho fatto i salti mortali per pubblicare questo capitolo in modo da non indietreggiare ulteriormente, ma ora finalmente è qui.

Ammetto che è stato difficile scrivere qualcosa con il prompt “bagliore”: non avevo idee che mi convincessero quindi ho preferito concentrarmi sull’introspezione di Hermann e il suo amore – secondo lui impossibile – per Karl.

Il bagliore è nel sogno in cui lui e Karl si baciano, che incontra però l’oscurità della realtà. Capitolo piccolo ma spero di vostro gradimento!

Grazie ancora a Sato e Khrenek ed a voi lettori! :D

Alla prossima,

N a d a

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Day 5 ~ 《Hai ragione: non sei un codardo, ma un coglione sì.》 ***


~ Fragments of everyday life ~

 

 

 

Alla mia carissima e dolcissima Sato 💙

 

 

 

Day 5  ~ Hai ragione: non sei un codardo, ma un coglione sì.

 

 

 

Quella sedia aveva iniziato ad essere decisamente scomoda: lo schienale troppo rigido, il sedile di legno dipinto di bianco troppo duro e le gambe così spesse da impedire qualsiasi movimento. Louis ebbe l’impressione che si fosse incollata al pavimento

Allora Louis, cosa non devi dirmi?domandò il calciatore lasciando la tazza di caffè sul piattino di ceramica. Un sospiro spazientito lasciò le sue labbra di fronte al mutismo selettivo dell’altro, che da parte sua continuava a preferire il silenzio, vista l’impossibilità di scappare.

Louis.Questa volta nella voce di Pierre serpeggiava una nota di ira: si stava spazientendo e non era un buon segno, lo sapevano entrambi: Pierre poteva essere davvero pericoloso quando si arrabbiava; non faceva scenate, ma iniziava a trattarti con un freddo disprezzo, ignorandoti e lanciandoti sguardi di pena e disgusto. Louis deglutì una seconda volta: non era sicuro di poter sopportare quel supplizio. Non ho tempo da perdere, sono qui semplicemente perché stavi facendo una figura di merda e avevi fatto il mio nome. Ora vorrei sapere cosa vuoi da me e poi torni a parlare da solo fino a quando non ti rinchiudono.Il volto dai lineamenti delicati, principeschi, si poggiò sulle lunghe dita unite in sostegno del volto. Era una minaccia, sussurrata e autoritaria eppure a Louis sembrò che gliel’avesse urlata. Persistette nel suo silenzio convinto così di preservare la propria dignità, ma stava solo facendo la figura del coglione, lo sguardo di sufficienza di Pierre glielo diceva chiaramente

Lasciamo perdere, sei solo un codardo, Louis. Stammi bene in manicomio.

Il principe del calcio francese si alzò e diresse disinvolto alla porta – possibile ci fosse eleganza in tutto quello che faceva? Napoleon lo osservò attentamente, un brutto sentimento gli attanagliava lo stomaco: se non lo fermava in quel momento lo avrebbe decisamente perso.

“Inseguilo, ORA.” La voce nella sua testa era tornata  e si permetteva di dargli ordini dopo averlo messo in quel casino, era troppo! L’avrebbe picchiata se questo non avesse implicato picchiarsi da solo. Si alzò di scatto, facendo cadere quella maledetta sedia che solo in quel momento aveva deciso di lasciarlo libero e si era fatta leggera, come se fosse fatta di piume. La lasciò lì e si precipitò fuori: non poteva essere andato lontano, lo aveva preceduto di poco! I suoi occhi incontrarono la  figura dell’altro solo qualche metro avanti; i piedi si mossero da soli: prima un passo, poi un altro e poi sempre più veloci fino a quando non divennero una corsa.

Pierre!Lo chiamò fermandolo per un braccio mentre Pierre lo guardava perplesso. Louis si prese un momento per osservarlo, doveva venire a patti con sé stesso e accettare la verità e soprattutto dirla a lui, non era pronto a perderlo. Non sono un codardo!

Un altro sguardo perplesso di Pierre e poi le labbra di Louis si poggiarono su quelle dell’altro, in un bacio a stampo, presto divenuto uno scontro di lingue.

Hai ragione: non sei un codardo, ma un coglione sì.Sorrise Pierre prendendolo in giro dopo essersi separato per mancanza di aria. Louis sorrise: non lo avrebbe mai ammesso ma Pierre aveva ragione. Unì nuovamente le loro labbra, incurante della gente che passava loto accanto e che li guardava stranita.

 

 

 

 

 

Considerazioni dell’autrice

 

Salve! Rieccomi qui dopo una vita, scusate!!

Ho completamente perso la sfida del writober, ma la raccolta non può restare incompiuta, quindi anche a costo di metterci mesi la finirò.

Per quanto riguarda il capitolo esso è il sequel del precedente, con uno pseudo confronto tra i due calciatori. Anche qui Louis non ci fa una bellissima figura ma mi piace descriverlo in questo modo xD

Il finale è un cliché ma ci stava, volevo concludere questa mini storia nella storia.

Spero sia stato di vostro gradimento!

Ringrazio di cuore Sato, Khrenek e theGan per aver recensito i precedenti capitoli e ringrazio voi lettori.

Al prossimo capitolo

N a d a

 

 

 

 

 

 

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