Non solo un inutile umano

di Marlowe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** AVVISO ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1
 
STILES
 
Non potevo crederci, era assolutamente inconcepibile. Uscii dalla macchina sbattendo la portiera. Non riuscivo a capacitarmi di come avesse osato farmi questo. Entrai in casa e lanciai lo zaino per terra in preda alla rabbia. Ero sempre stato dalla sua parte, come aveva potuto Scott farmi questo?
Eravamo amici da sempre, lo consideravo un fratello e invece per lui non ero niente. Ero stato io a capire che sarebbe diventato un lupo mannaro, l’avevo aiutato a controllarsi durante la luna piena, a scoprire chi l’aveva morso e in più ero stato sempre io a scoprire che Jackson era quel lucertolone schifoso assassino e lui che faceva?
Mi dava il ben servito. “E’ per il tuo bene Stiles, Derek dice che il nostro mondo non è fatto per gli esseri umani come te”.
Oh ma grazie! Intanto senza di me sarebbero morti una decina di volte, ma diamo ragione a quello psicopatico di Derek, Mr. sono il nuovo Alpha. In questo momento mi stavo pentendo di averlo salvato in quella piscina, dovevo lasciarlo affogare. Chi ero io se non il tuo migliore amico? Era troppo pericoloso per me? Stare in sua compagnia metteva a repentaglio la mia vita? Quante stupidaggini! Rischiavo la vita anche scendendo le scale di casa imbranato come ero.
Non me lo sarei mai aspettato da lui, pensavo avremmo affrontato tutto insieme, ma a quanto pare non ero abbastanza, non ero mai abbastanza.
Bene, fino ad ora mi ero sempre limitato per lui, avevo rinunciato ad avere di più per non separarci, a quanto pare avevo fatto male. In preda a un’ispirazione feci una telefonata a scuola e poi aspettai…dovevo parlare con mio padre.
 
 
Passarono quattro ore, in questo lasso di tempo misi a punto il mio piano; avevo cucinato e pulito casa per creare un ambiente confortevole, dopotutto dovevo solo convincere mio padre, poteva mai dire di no al suo unico e amorevole figlioletto? Finalmente, il mio caro genitore mise piede in casa, lo osservai bene, era stanco e il fatto di non potergli dire niente del mondo soprannaturale non aiutava la sua situazione, si ritrovava casi di omicidi inspiegabile e io per fare un favore a quelli dovevo stare con la bocca chiusa, mi saliva ancora di più il nervoso.
Lo vidi osservare la tavola stranito, per il discorso che dovevo fargli avevo deciso di fare un piccolo strappo alla sua dieta e avevo preparato le lasagne.
<< Stiles?>>
Ci siamo, si andava in scena, forza Stiles cerca di essere convincente.
<< Si papà?>>
<< C’è qualcosa che devi dirmi?>>
Ed eccolo entrare in modalità sceriffo, mi conosceva troppo bene, Stiles + buon cibo = brutta notizia. Sempre così diffidente, capivo che di solito gli facevo mangiare sole cose sane, ma non potrebbe darmi un po' di credito? Magari avevo solo voglia di variare no?!
<< In effetti sì, ma perché intanto non mangiamo? Le lasagne fredde non sono buone>>
Sospirò e si sedette, nemmeno gli dovessi dire di aver seppellito un corpo nel bosco, non sono io quello che seppellisce la gente in questa città.
<< Ti prego figliolo dimmi quello che mi devi dire>>
Mi schiarii la voce e mi sedetti davanti a lui.
<< Ho pensato>>
<< Le due parole che temo sempre di sentirti pronunciare>>
<< Ehi! Non tutte le miei idee sono malvagie>>
<< Davvero? Come quella volta che hai rasato a zero il cane del vicino perché pensavi soffrisse troppo il caldo?>>
<< Quel poveretto stava morendo sotto tutto quel pelo, gli ho fatto solo un favore>>
<< E’ un cane da competizione Stiles, il Sig. Perrington non ha potuto partecipare alla mostra canina per colpa tua>>
E che sarà mai? Pensavo di fargli un favore, la gente non era mai contenta.
<< Comunque non ho fatto niente, non ancora almeno>>
Sospirò di sollievo, nemmeno fossi io la causa di tutti i disastri di questa città, potrei fargli nome e cognome dei veri responsabili se solo volessi. Non ero stato io a fare una strage in centrale.
Mi passai una mano fra i capelli, non era niente di tragico ma non sapevo perché dirlo mi rendeva nervoso.
<< Ho deciso di prendere il diploma in anticipo>>
<< Ma quando te l’hanno proposto tu hai rifiutato>>
<< E’ vero, ma le cose sono cambiate. Ho già chiamato la scuola, domani farò il test per avere il diploma>>
Mio padre mi osservava attentamente.
<< Posso chiederti il perché? Quando te l’hanno proposto due anni fa, hai sempre rifiutato, hai detto di voler vivere la vita di un normale adolescente>>
Al normale mi verrebbe da ridere ma fortunatamente mi trattenni. Era vero, volevo davvero fare l’esperienza del liceo insieme al mio migliore amico, fare sport, trovarmi una ragazza, diventare popolare…no ok l’ultima era una fesseria.
<< Scott che ne pensa?>>
Pensava che non lo sapeva e non erano affaracci suoi, dopotutto io ero il patetico umano inutile e sempre in mezzo ai piedi.
<< Io e Scott non siamo più amici papà>>
Lo vidi lo scintillio di consapevolezza nei suoi occhi.
<< Stiles, non puoi prendere il diploma solo perché tu e Scott avete litigato>>
<< Non abbiamo litigato papà, ha cambiato compagnia e ha deciso di tagliarmi fuori>>
Eh sì, perché non solo Derek era il nuovo alpha, ma si era creato pure un nuovo branco con Isaac, Boyd ed Erika, non gli bastavano questi tre, aveva dovuto prendersi anche il mio unico amico. E ovviamente dove c’era Scott c’era anche Allison e dove c’era lei c’era Lydia. Solo io non ero il benvenuto nel suo branco. Che poi i suoi tre beta non erano nemmeno tutto questo granché, Isaac era un insicuro cronico, Erika era una pazza, era tanto docile prima del morso e ora pensava di essere una femme fatale, forse l’unico che si salvava era Boyd.
<< Magari è solo una cosa temporanea, vi è già capitato in passato ma poi siete tornati amici più di prima>>
Negai con la testa, a meno che io non venissi trasformato in un sacco di pulci ululante, cosa che detesterei a prescindere, non capivo come potrei mai essere accettato da loro. Nonostante fosse solo merito dei miei piani se fino ad ora non erano morti con la gola squarciata.
<< Mi ha sostituito papà. Lo sai che è andato a farsi un tatuaggio e si è fatto accompagnare da Isaac? Ero io quello che doveva portarcelo, ne parlavamo da mesi e invece no, zac, tagliato fuori come se nulla fosse>>
<< Stiles…>>
<< No niente Stiles, ho bisogno di staccarmi definitivamente da lui. Ho tutte le capacità per superare quel test e lo sai. Mi sono limitato fino ad ora ma se non sono abbastanza per gli altri, perché dovrei rinunciare a delle ottime opportunità?>>
<< Ok, ammettiamo che tu passi il test, cosa che non dubito visto il tuo quoziente intellettivo. E poi? È tardi per essere ammesso all’università, cosa farai tutto il giorno?>>
Sorrisi soddisfatto, ero preparato a questa domanda.
<< Posso seguire alcune lezioni universitarie online sia di criminologia e poi sono interessato anche alla parapsicologia, mi sono già informato questo pomeriggio e non c’è alcun problema. Nel frattempo posso trovarmi un lavoretto per racimolare qualcosa>>
Mio padre era un uomo ragionevole, sapeva che potevo fare tutto quello che mi prefissavo, potevo farcela, se Stiles Stilinskii si metteva in testa una cosa allora dovevo farla.
Non avevo nessuna intenzione di passare altri due anni di scuola a vedere l’allegra banda che se la rideva nei corridoi, mi meritavo di meglio. Se solo ne avessi la possibilità lascerei pure Beacon Hills ma purtroppo non navigavamo nell’oro.
<< Sei sicuro di non pentirtene?>>
<< Sicurissimo>>
<< Va bene allora, non posso crederci di dirlo ad alta voce, ma mi fido di te.>>
Gli sorrisi, mio padre era il migliore.
<< E ora fammi mangiare queste lasagne che ho idea che per un bel po' non vedrò altro che insalata>>
Felice mangiammo, era ora di un nuovo inizio.
 
 
 
 
  ANGOLINO DI MARLOWE
Dopo anni di fermo ho deciso di cimentari con il fandom di Teen Wolf. Quest'anno mi sono vista tutta la serie e sono una Sterek convinta (quindi con chi ha fatto un figlio quel disgraziato di Derek nel film? Qualcuno lo sa?). Amo il personaggio di Stiles, senza lui non c'è Teen Wolf, quindi mi sono chiesta, cosa accadrebbe se Scott lo tagliasse fuori? E se Stiles non fosse solo un banale umano? 
Sono aperta ai commenti, nel caso non dovesse piacere provvederò a cancellare la storia
Mar

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2
 
STILES
 
Erano passati quattro mesi da quella conversazione in cucina. Avevo preso il diploma con il massimo dei voti e stavo seguendo i corsi online come promesso a mio padre. Per ora non avevo trovato niente di difficile, avevo già dato due esami e mi erano andati bene. In questo tempo avevo fatto di tutto per non incontrare i miei ex amici nemmeno per sbaglio, non che loro mi avessero mai cercato. Era la prima volta che passavo così tanto tempo senza parlare con Scott, ma stavolta non avrei ceduto, non ero io ad aver sbagliato, quando si accorgeranno di aver bisogno di me, e succederà, mi divertirò a sbattergli la porta in faccia.
Grazie a Deaton avevo fatto delle piccole modifiche a casa mia rendendola a prova di lupo mannaro. Avevo apportato delle migliorie al sistema che utilizzava in clinica e ora nessun essere peloso ululante poteva varcare la soglia senza il mio permesso. Avevo miscelato il sorbo con alcune sostanze consigliate dal veterinario e l’avevo applicato su ogni soglia e finestra. Nessuna intrusione in casa Stilinski. Forse dovevo persino brevettarlo, scommettevo che i druidi di tutto il mondo l’avrebbero acquistato.
Per racimolare un po' di soldi avevo trovato lavoro in una pasticceria in centro. La Beauty Pastry, aveva un nome insolito, ma era davvero molto carina e la proprietaria, Mrs Collins era davvero una signora adorabile. Pensavo di fare il commesso ma a quanto pareva ero portato nella creazione dei dolci. Per puro caso mi ero cimentato nella preparazione di alcuni pasticcini ed erano piaciuti talmente tanto che la proprietaria mi aveva messo subito all’opera e devo dire che grazie ad alcune mie creazioni avevo una clientela fedele. Quindi oltre ai due corsi universitari, stavo seguendo anche un corso di pasticceria. Mio padre era entusiasta di questo lavoro, pensava di poter scroccare dolci ma il caro sceriffo aveva capito male. Qualche volta andava bene ma troppi dolci non facevano bene alla sua salute.
Mi stavo tenendo il più possibile impegnato per non ricadere per sbaglio del mondo del soprannaturale, non sapevo perché, ma ero una calamita per questo genere di cose. Deaton mi stava aiutando molto, ero anche sorpreso visto che Scott era il suo pupillo ma meglio per me.
Il lavoro era duro, ogni mattina alle cinque dovevo essere già in negozio per le preparazioni ma alle tre e mezza ero libero di andare. Avevo tutto il tempo per studiare e fare le faccende di case. L’unico elemento che manca nella mia vita al momento era la vita sociale. Avevo stretto amicizia con gli altri pasticceri in negozio ma erano adulti, non potevo di certo uscire con loro.
E a proposito di uscire, al momento era altamente sconsigliato farlo in città, da quanto mi aveva detto mio padre c’era un nuovo serial killer a Beacon Hills, ma mettevano gli annunci sul giornale? “Graziosa cittadina perfetta per gli omicidi e per i pazzi psicopatici”, altrimenti non mi spiegavo tutte queste calamità.
Papà era sempre più stressato in merito, da quello che avevo potuto origliare, l’assassino legava le sue vittime e gli tagliava la gola. Avevo sentito che Lydia aveva trovato un morto in piscina. Anche la mia amica Heater era stata uccisa, la sera del suo compleanno. Mi aveva invitato ma ero in fase depressiva e avevo rinunciato ad andarci, se magari ci fossi andato avrei potuto impedirlo. Sì come no Stiles, perché tu sì che sei in grado di fermare un efferato assassino.
Scrollai la testa, basta con questi pensieri negativi. Avevo appena finito di lavorare e dovevo andare a fare la spesa, il frigorifero in casa piangeva da quanto era vuoto.
Ormai non sapevo nemmeno più che rifilare di sano a mio padre, dovrei approcciare una dieta vegana tanto per cambiare? No meglio di no, se no era la volta buona che mi disconosceva.
Detestavo andare a fare la spesa, non sapevo mai cosa comprare e ogni volta trovavo alla cassa qualcuno che mi faceva aspettare due ore per battere solo due articoli. Ma se volevo mangiare era un supplizio che mi toccava fare. Presi un carrello e iniziai a riempirlo di verdura e carne bianca, potevo fare un petto di pollo alla griglia per cena!
Mi fermai un attimo alla corsia dei cereali, non avevo più niente per fare colazione, feci per prendere una confezione quando mi sentii chiamare.
<< Stiles? Che ci fai tu qui?>>
Conoscevo quella voce ma pregai tutte le divinità possibili che fosse solo un’allucinazione da stress, mi voltai e no, Derek Hale era di fronte a me e mi fissava con la sua solita faccia da costipato. Non lo vedevo da quattro mesi ma mi sembrava ancora più muscoloso di prima e aveva una leggera barbetta, gli stava bene… ma non glielo avrei mai detto!
Sospiro, ma che avevo fatto di male in una vita precedente per avere sempre a che fare con lui? Uccidevo teneri coniglietti e li sacrificavo a divinità malvagie?
Il lupo scorbutico mi schioccò le dita davanti agli occhi per richiamare la mia attenzione, nemmeno fossi un cane, quello era lui.
<< Che vuoi?>>
<< Che voglio? Ti ho fatto una domanda ragazzino>>
Mantieni la calma Stiles, non lanciargli i cereali in fronte.
<< Bè, l’ho ritenuta così stupida che ho pensato non meritasse una risposta>>
Lo vidi digrignare i denti, il peggior difetto di Derek Hale? Perdeva subito la pazienza, soprattutto con il sottoscritto.
<< Come scusa?>>
<< Cosa vuoi che faccia in supermercato con il carrello Hale? Sto facendo la spesa. Se ora questo momento delle ovvietà è finito tornerei a fare quello che stavo facendo prima che mi interrompessi>>
Feci per andarmene ma mi afferrò per un braccio, strattonai il mio povero arto per liberarmi dalla sua presa. Non mi andava che mi toccasse e lo fissai arrabbiato.
<< Si può sapere che vuoi?>>
Mi guardò corrucciato, non che di solito con quelle sopracciglia le sue espressioni fossero così diverse.
<< Non c’è bisogno di fare il sostenuto, ti avevo solo fatto una domanda>>
<< E io ti ho risposto ora, se non c’è altro me ne andrei>>
<< In effetti c’è ancora una cosa che devo dirti>>
Ma perché? Mi aveva sempre ignorato, non potevamo continuare questa bella tradizione?
<< Cosa c’è ancora? Hai bisogno di indicazione per i prodotti antipulci?>>
<< Attento a quello che dici ragazzino o potrei aprirti la gola con i miei denti>>
Ah ecco la sua frase standard nei miei confronti. Inarcai il sopracciglio in attesa e gli feci un gesto con la mano per farlo proseguire.
<< Volevo solo avvisarti che in città c’è un branco di Alpha, non che siano affari tuoi ma in ogni caso vedi di fare attenzione, hanno già ucciso Erika>>
Erika era morta? Questo non me lo aspettavo, mi dispiaceva per lei, era strana e appiccicosa ma non meritava di morire.
Fosse c’era davvero quell’avviso su Beacon Hills, un branco di soli Alpha mi sembrava abbastanza inconcepibile, decisi di parlarne con Deaton, non mi sognavo nemmeno di mostrare interesse a Derek.
<< Ok>>
<< Ok? Tutto qui? Niente domande o supposizioni?>>
Feci una risatina, davvero non riuscii a trattenerla.
<< No, sono affari vostri e a me non interessano, ora se non c’è altro…>>
In quel momento vidi arrivare una donna di corsa e incollarsi al braccio di Derek, inarcai un sopracciglio, e questa ora chi era?
<< Derek tesoro, ti ho cercato ovunque, finalmente ti ho trovato>>
Nemmeno fossimo in un centro commerciale e lui un bambino di tre anni. Come facevi a perderti uno come il lupastro? Era un armadio che camminava.
<< Oh ma che maleducata, sei un amico di Derek? Sono la sua ragazza Jennifer Blake>>
Oh ma guarda il nostro caro alpha si era fatto una nuova fidanzatina, con la fortuna che aveva come minimo era lei la nuova serial killer.
<< Jennifer lui è…>>
<< Non sono un suo amico, stia tranquilla, ci siamo solo incrociati un paio di volte. Comunque mi chiamo Stiles Stilinski>>
<< Stilinski hai detto? Come il ragazzo che ha preso il diploma in anticipo con quel punteggio assurdo? Io sono la nuova insegnante di letteratura di Beacon Hills>>
Wow si era scelto una maestrina come ragazza? L’osservai bene, la classificai come scialba. Niente in lei mi ispirava bellezza, non sapevo perché ma mi dava la pelle d’oca. Lunghi capelli castani e fisico minuto, avevo l’idea che fosse una a cui piaceva passare per la damigella in pericolo. Così a pelle non mi piaceva, ma per fortuna non era a me che doveva piacere.
<< Proprio io>>
<< Hai già preso il diploma? I ragazzi pensavano che avessi abbandonato la scuola>>
<< E invece no, ora se non c’è altro, gradirei davvero finire la spesa, mio padre tornerà a casa fra poco. È stato un vero piacere incontrarla signorina Blake>>
E finalmente me ne andai. Santo cielo che strazio, mi sarebbe toccato cercare un nuovo supermercato ora che sapevo che Derek frequentava questo. Ma poi con quale coraggio mi fermava in mezzo a una corsia? Prima mi tagliava fuori e poi voleva sapere se avevo delle supposizioni? Bè ovvio, tra lui e i suoi beta era un miracolo se avevano un neurone funzionante.
Se davvero c’era un branco di Alpha in libertà forse erano loro i colpevoli dei nuovi omicidi, no, non credevo fossero loro. Che motivo avrebbero di mettere i cadaveri in quel modo? Qui c’erano due problemi distinti, il mio intuito me lo diceva chiaramente.
Sbattei le buste della spesa in macchina, perché quel lupo idiota aveva dovuto condividere queste informazioni con me? Ora il mio stupido cervello non avrebbe fatto altro che pensarci.
Dovevo parlare con Deaton.
 
 
DEREK
 
Quel ragazzino mi avrebbe mandato al manicomio prima o poi. L’avevo visto aggirarsi fra le corsie e non avevo resistito. Avevo detto a Scott di dargli il ben servito dato il pericolo degli alpha. Un ragazzino indifeso e pelle ossa era una distrazione eccessiva per il branco, non avevo tempo da perdere dietro a uno come lui eppure non avevo potuto evitare di parlargli.
Era sempre stato sfacciato e sarcastico ma almeno dimostrava di temermi un po', oggi invece era come se per lui non fossi niente. Non aveva battuto ciglio. C’erano volte in cui mi pentivo di averlo escluso, soprattutto quando i miei beta iniziavano a straparlare e a tirare fuori teorie strampalate, l’unico che mi guardava con biasimo era Peter. Mio zio aveva la fastidiosa abitudine di farmi capire quanto io fossi incapace, me lo diceva proprio in faccia. Se ne andava in giro per l’appartamento dicendo “Ah se ci fosse Stiles a questo punto avremmo almeno una pista da seguire”, “Derek hai fatto davvero una stupidaggine, qui era l’unico con un cervello oltre al sottoscritto”. Lo sapevo benissimo maledizione! Il ragazzino era una dannata risorsa ma era un umano, quelli come lui non dovrebbero essere coinvolti nelle faccende dei lupi mannari.
I beta mi avevano anche avvisato che non lo vedevano a scuola da un po', la faccia da cucciolo bastonato di Scott era un supplizio da sopportare ma non mi aspettavo si fosse diplomato con due anni di anticipo, cos’era un genio?
Mi girai a guardare la donna ancorata al mio braccio, un altro dei miei colpi di genio. Ma si Derek, salva la professoressa ed escici insieme, di certo non ti si attaccherà come una cozza allo scoglio. Lei però lavorava al liceo, magari sapeva qualcosa di Stiles che io non sapevo.
<< Jennifer?>>
<< Si tesoro?>>
Alzai gli occhi al cielo, per la miseria com’era stucchevole, ma cosa ci avevo trovato in lei all’inizio?
<< Hai detto che Stiles ha già preso il diploma? Ma non è un po' in anticipo?>>
<< Oh si, ha fatto l’esame qualche giorno prima dell’inizio dell’anno scolastico, ha ottenuto un punteggio pieno. Ho letto qualche sua verifica eppure non sembrava così intelligente. Se davvero ha un potenziale del genere è stato davvero uno spreco da parte sua non sfruttarlo appieno>>
Che Stiles fosse intelligente era un dato di fatto, ma un genio? Dovevo chiedere a Scott magari lui sapeva qualcosa in più. Il ragazzino era una continua fonte di sorprese e stava stuzzicando la mia curiosità.
Dovevo tenerlo d’occhio, il mio istinto me lo stava dicendo chiaramente e un lupo seguiva sempre il suo istinto.
 
 
 
 
 
 
   ANGOLINO DI MARLOWE

Solo per oggi posto un altro capitolo (anche perchè gli altri li devo ancora scrivere). Prima interazione fra Derek e Stiles, non è andata tanto male no? Fatemi sapere cosa ne pensate
A presto
Mar

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3
 
STILES
 
Lo sapevo che non dovevo farmi coinvolgere, ma andare da Deaton era davvero l’unica opzione per non uscire di testa e andare a cercare io stesso delle risposte rischiando di farmi uccidere.
Lo studio del veterinario a quest’ora era vuoto e Scott non c’era per via degli allenamenti di Lacrosse, era il momento ideale per venirgli a fare due domandine.
A pensarci bene, non avevo mai visto molta gente in questo ambulatorio, come faceva a stare ancora aperto? I druidi prendevano una paga da una qualche associazione? Mi dovevo informare.
Bussai sul bancone per attirare la sua attenzione e lo vidi sospirare, perché la gente sospirava sempre quando mi vedeva? Insomma non ero mica l’apocalisse fatta persona.
<< Ehilà doc!>>
<< Stiles, a cosa devo la tua visita?>>
<< Ma come, uno non può semplicemente venire a trovare un bravo veterinario senza doppi fini?>>
<< Conoscendo la persona con cui sto parlando direi di no>>
<< E hai perfettamente ragione, sono venuto qui per avere un paio di informazioni>>
Mi lasciò entrare nello studio interno, così nel caso entrasse davvero un cliente non dovevamo preoccuparci di inventare scuse. Non ero un amante delle sale operatorie, sia quelle degli umani che quelle per medici, troppo sangue, motivo per cui non ero adatto a fare il medico. C’era sempre quell’odore pungente di disinfettante che mi irritava il naso.
<< Allora Stiles, cosa vuoi sapere questa volta? Un incantesimo nuovo?>>
Feci di no con la testa.
<< Sai, ho avuto una conversazione illuminante al supermercato con Derek>>
<< Oh, hai incontrato Derek>>
<< Già, esperienza che avrei evitato, ma sì sa, la fortuna non è mai dalla mia parte>>
<< Lo sai che non puoi evitarli per sempre vero Stiles?>>
<< Fammi vivere nella speranza Doc, fino ad ora sono andato così bene!>>
In questi mesi Deaton aveva dimostrato una pazienza davvero straordinaria con il sottoscritto e mi aveva riempito di nozioni e sostanze con cui tutelarmi, da una parte volevo credere che lo facesse per buon cuore, ma una parte di me pensava che ci fosse sotto qualcos’altro. Che glielo avesse chiesto Scott? Non credevo, il veterinario era una persona ambigua, non riuscivo mai a inquadrarlo totalmente, sembrava sempre non dire mai la verità.
<< Cosa ti ha detto Derek?>>
<< Che qui in città c’è un gruppo di Alpha, è vero? Che cosa vogliono?>>
<< E’ vero, il branco di Deucalion è in città>>
Deucalion? Ma davvero? Che razza di nome era? Però a conti fatti non dovrei parlare nemmeno io, il mio vero nome era una cosa impronunciabile.
<< E cosa vuole?>>
<< Vuole Derek>>
Tutto qui? Vogliono solo quel lupastro costipato? Non ero un grande esperto di alpha ma fino ad ora non aveva fatto tutto questo gran lavoro, perché mai dovrebbero volerlo nel loro branco?
<< Perché mai vorrebbero Derek, non gli basta gli alpha che ha già nel loro gruppo? E poi, come è possibile che in un branco ci siano più alpha? Non dovrebbe essere impossibile, non si dovrebbero attaccare fra di loro?>>
<< Non so molto sulla storia di Deucalion, ma lui è l’alpha più forte di cui abbia mai sentito parlare, il requisito per entrare nel suo branco è quello di uccidere tutti i propri beta e di assorbirne il potere>>
<< Cosa? Quindi se Derek accetta di unirsi a questo pazzoide dovrebbe uccidere Isaac, Boyd e Scott? Ma stiamo scherzando? Non accetterà spero>>
Iniziai a fare avanti e indietro dal nervosismo, lo sapevo che ora li detestavo tutti e che volevo riempire il loro cibo di strozzalupo, ma non volevo che uno psicopatico li uccidesse per avere Derek nel suo branco. Ma che razza di problemi mentali aveva questo Deucalion.
Sapevo di non essere un fan di Derek ma sapevo che per lui il branco contava qualcosa, non credevo che sarebbe riuscito ad uccidere nessuno di loro, però Erika era morta, era stato lui? No, perché me lo avrebbe detto altrimenti? Ecco lo sapevo, ci stavo pensando troppo, basta Stiles, non erano affari tuoi.
<< Erika l’hanno uccisa loro vero?>>
<< Sì>>
Ok, Derek non aveva iniziato ad eliminare nessuno dei suoi. Però Scott in realtà era un beta di Peter, quindi non rischiava di morire no? Ma perché mi preoccupavo di quell’idiota ora? Mi prenderei a schiaffi da solo, non era più niente per me.
<< Secondo te sono legati anche alle morti del nuovo serial killer?>>
Lo vidi riflettere.
<< Non posso escluderlo Stiles, potrebbe essere un modo per indurre Derek ad accettare la loro proposta>>
Chissà perché ma non credevo che fosse così, se davvero volevano forzarlo, uccidere gente a caso non avrebbe avuto senso e poi perché legarli e tagliare loro la gola? Secondo i rapporti di mio padre non erano ferite da artigli.
<< Grazie delle risposte Doc, utile come sempre>>
Feci per andarmene quando Deaton mi richiamò.
<< Stiles, fai molta attenzione hai capito?>>
<< Attenzione è il mio secondo nome>>
 
 
Avevo passato la nottata a sfogliare di nascosto i fascicoli di mio padre, i tre ragazzi morti fino ad ora non avevano niente in comuni, né scuola, né amici o sport. Non si erano mai conosciuti fra di loro ma ci doveva essere qualcosa che li accomunava altrimenti perché sceglierli? Heather era stata portata via da casa sua, durante la sua festa. La ragazza nel bosco era con la sua ragazza e il ragazzo in piscina era da solo, mi sfuggiva qualcosa e quando non riuscivo a venire a capo di un enigma il mio cervello non riusciva a trovare riposto, motivo per cui oggi a lavoro sembravo uno zombie.
Per fortuna preparare dolci era più meccanico di quanto sembrava e mi aiutava a liberare la mente e a staccare la spina. Trovavo anche una certa soddisfazione che i miei pasticcini fossero così apprezzati, a quanto pare avevo un cliente fisso che si prendeva sempre tutti gli èclair che preparavo.
Senza rendermi conto arrivarono le tre e mezzo e il mio turno in pasticceria era finito. Mi sgranchii le spalle e le gambe, altro che allenamento di lacrosse, fare dolci mi manteneva in forma più dello sport.
Salutai la proprietaria e feci per andare al parcheggio dei dipendenti quando mi fermai di botto.
Appoggiati alla mia Jeep, e solo per questo si meritavano di essere puniti, c’erano due ragazzi identici, due gemelli.
Li fissai con attenzione. Avevano gli stessi tratti, capelli castano rossicci tagliati corti, erano alti anche se uno era leggermente più basso di qualche centimetro, le misere magliette striminzite che indossavano e il giubbotto di pelle mettevano in risalto i loro muscoli. Di fianco a loro c’erano due moto e quindi mi domandavo, non potevano appoggiarvi a quelle invece che alla mia povera macchina? Più mi avvicinavo e più mi rendevo conto che erano licantropi, avevo mica sviluppato un radar per lupi mannari? Chissà perché erano tutti bellocci e con il sorriso sghembo, del tipo io mi credo superiore agli altri. Ma la vera domanda è: cosa volevano questi due da me?
<< Posso fare qualcosa per voi ragazzi?>>
<< Stiles Stilinski?>>
<< A quanto pare>>
I due si guardarono un momento e mi si avvicinarono, ma prego invadete pure il mio spazio personale, dovrei davvero chiedere a Deaton di darmi una scorta di strozzalupo, potrei studiare un modo per portarmelo sempre dietro come repellente per lupi mannari.
<< Noi siamo Aiden e Ethan. E’ da un po' che ti cerchiamo Stiles, pensavamo di trovarti a scuola>>
Sbuffai infastidito, ma perché non potevo andarmene a casa in santa pace?
<< Sentite, possiamo arrivare al punto in cui mi dite cosa volete? Sono stanco, ho fame, sonno e vorrei andarmene a casa>>
<< Attendo a come parli umano, dovresti essere contento che quelli come noi ti diano tutta questa importanza>>
Accidenti se mi sentivo onorato! E io che desideravo diventare popolare un tempo.
<< Riuscite ad arrivare al dunque senza questa pantomima da esseri superiori?>>
<< Tu fai parte del branco di Derek Hale e vogliamo che gli porti un messaggio>>
Scoppiai a ridere, davvero non riuscii a trattenermi, di cosa facevo parte io?
I due gemelli mi guardavano storto, probabilmente pensavano che fossi pazzo, lo pensavo pure io da anni.
<< Credo che il vostro informatore vi abbia detto una stupidaggine, io non faccio parte del branco di nessuno>>
<< Ci prendi per stupidi?>>
In effetti si ma avevo quel minimo di istinto di autoconservazione che mi impediva di dirlo ad alta voce.
<< Sentite sto dicendo la verità, conosco Derek e il suo branco ma non ne faccio parte, sentite l’odore del branco su di me? Annusatemi pure>>
E i due lo fecero, era abbastanza imbarazzante quando due ragazzi ti si avvicinavano in contemporanea per sniffare l’odore della tua pelle.
<< E’ vero, non hai l’odore del suo branco, hai un odore strano ma non collegato a nessun lupo mannaro>>
<< Ehi! Non è carino far notare a una persona che puzza, è dalle cinque del mattino che lavoro, se permette è più che normale che non sia fresco e profumato come una rosa>>
<< Non quel genere di odore strano>>
Ma che stava dicendo questo squinternato? Che odore dovrei mai avere?
<< Sentite, visto che abbiamo chiarito me ne posso andare?>>
<< Sei un umano bizzarro, sai di noi ma non fai parte di nessun branco, ci avevano detto che eri il miglior amico di Scott McCall >>
<< Ero il migliore amico, ma ora ha cambiato compagnia>>
Uno dei gemelli mi girava intorno, non metteva ansia, di più!
<< Sai, se tu volessi, potresti diventare come noi>>
Adesso mi ero davvero stufato, come se essere umano fosse una cosa così brutta. Mi avvicinai alla portiera della jeep e la aprii.
<< Ho già rifiutato una volta l’offerta e lo farò ancora. E poi, diventerei un beta per farmi uccidere da voi subito dopo? Grazie, ma no grazie>>
<< Sei una strana persona Stiles Stilinski>>
<< Me lo hanno già detto e ora addio>>
E misi in moto, meglio filarsela finchè erano in modalità pacifica, dopotutto avevano appurato che non facevo parte del branco Hale, non avevano motivo di infastidirmi ancora. Meglio andare a casa e farsi una bella dormita.
 
 
 
 
 
 
 
   ANGOLINO DI MARLOWE

Capitolo breve ma c'è stato un primo incontro fra Stiles e i gemelli. La mente del nostro caro umano sta andando a pieno regime, ma aiuterà il branco o continuerà a farsi gli affari propri? 
Grazie a chi ha messo la storie nelle seguite e a chi recensirà
Mar

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4
 
SCOTT
 
La mia vita faceva ufficialmente schifo. La mia ex ragazza faceva gli occhi dolci ad Isaac e ignorava ogni mio tentativo di approccio. Il mio rendimento scolastico stava calando. Il mio migliore amico mi odiava e non rispondeva alle mie chiamate o messaggi, anzi, credevo proprio che avesse bloccato il mio numero. Gli allenamenti con Derek erano massacranti e arrivavo a fine giornata come uno straccio da buttare. L’unica cosa che si salvava era il lacrosse, il Coach mi aveva nominato capitano, ma la squadra non mi apprezzava come leader e senza Stiles come compagno di allenamento avevo perso la voglia di giocare. Per fortuna che il morso era un dono, non mi ero mai sentito così infelice in vita mia.
Avevo appena terminato gli allenamenti pomeridiani con la squadra e l’unica cosa che volevo in questo momento era un maxi gelato e una bella doccia, non necessariamente in questo ordine. Invece, sorpresa delle sorprese, appoggiati al mio armadietto c’era il duo diabolico, i gemelli alpha Ethan e Aiden. Non li sopportavo proprio quei due, se ne andavano in giro sulle loro moto nuove di zecca, i modi di fare da spacconi, che diavolo volevano adesso da me? Derek ci aveva chiesto di tenere un basso profilo e li avevo evitati il più possibile, cosa non facile visto le loro continue provocazioni, ma ora mi pareva un po' difficile ignorarli dato che erano davanti al mio armadietto.
Appena mi avvicinai a loro si misero a sogghignare, che voglia di prenderli a pugni.
<< Ti stavamo aspettando McCall>>
Oh ma davvero? Che dispiacere averli fatti aspettare, dico sul serio, stanotte non avrei dormito per il dispiacere. Cielo il sarcasmo di Stiles mi mancava come l’aria.
<< Avevamo forse un appuntamento? Sono sbadato ma non penso così tanto>>
I due mi si avvicinarono, avevo notato che i licantropi non sapevano proprio cosa fosse lo spazio personale, Derek mi alitava sempre in faccia quando voleva fare il prepotente, speravo di non diventare mai così.
<< Non ti preoccupare, volevamo farti una sorpresa>>
Ok, qui la faccenda stava diventando strana, una sorpresa? Da loro poteva essere solo brutta e non la volevo, come si rifiutava? Dovevo mandare un biglietto scritto o una raccomandata?
<< Che c’è lupacchiotto non dici niente? Evidentemente è il tuo ex amichetto ad avere la parlantina facile, lui si che da soddisfazione in una conversazione>>
<< Che accidenti state farneticando?>>
I due si guardarono di nuovo fra di loro, comunicazione telepatica? Era possibile che esistesse fra gemelli licantropi? Dovevo chiederlo a Deaton, dopotutto questi due si fondevano insieme per diventare un Super Alpha, secondo me avevano preso il trucco da Dragon Ball, l’avevo detto anche a Derek ma mi aveva guardato come se fossi idiota.
<< Sai McCall oggi abbiamo fatto la conoscenza del tuo caro amico Stiles, tipetto interessante>>
Non mi ero accorto nemmeno di essermi mosso, li avevo afferrati entrambi per le magliette e sbattuti contro gli armadietti, ma loro si liberarono della mia presa come se li avesse infastiditi un moscerino.
<< Tieni a freno gli artigli beta, non sei al nostro livello>>
<< State lontani da Stiles, non dovete avvicinarvi a lui, non c’entra niente con il branco di Derek>>
Perché erano andati a cercarlo? Non dovevano toccarlo, se gli fosse successo qualcosa sarei impazzito.
<< Sai la cosa divertente McCall? Non sei in grado di dirci quello che possiamo o non possiamo fare, quindi se vogliamo parlare con il caro Stiles, siamo liberi di farlo>>
Sfoderai gli artigli, ma una mano mi afferrò la spalla, mi girai e vidi Isaac che mi intimava con gli occhi di non fare stupidaggini, più facile a dirsi che a farsi.
<< E’ un ragazzo davvero interessante, non ha fatto una piega quando ci ha visto. Deucalion è molto interessato a lui. Gli abbiamo persino offerto il morso, magari diventerà uno dei nostri. Bè è tempo di andare, sempre bello rovinare la giornata a un essere inferiore>>
Mi superano con una spallata. Stavo tremando dallo sforzo di non rincorrerli e iniziare a prenderli a pugni. Per fortuna la scuola era vuota, ero più che sicuro di avere gli occhi gialli in questo momento.
Avevo tagliato i ponti con l’unico fratello che avessi mai avuto per niente? Avevo demolito il suo cuore per cosa? L’avevano coinvolto lo stesso. Oh, ma adesso Derek mi avrebbe sentito, era tutta colpa sua, l’avevamo lasciato senza protezione.
 
DEREK
 
Più passava il tempo e più mi convincevo che comprare un loft e riempirlo di adolescenti fosse stata una pessima idea. Ogni pomeriggio venivano per gli allenamenti e dovevo sorbirmi piagnistei continui. Quando mia madre mi addestrava non ero così noioso, mi allenavo con dedizione. Avevo avuto un momento di ribellione, uno che era costato caro alla famiglia, ma non ero una dannata mammoletta che non era in grado di incassare un singolo pugno. Forse dovevo scegliere con molta più attenzione i miei beta.
Boyd, Scott e Isaac si stancavano troppo in fretta, mia sorella Cora era troppo impulsiva, l’unico che era in grado di darmi una mano contro il branco di alpha era Peter, ma chiedere il suo aiuto mi causava un’ulcera ogni volta.
Avevo passato una giornata deludente, Jennifer continuava a mandarmi messaggi e a chiedere un appuntamento, per la miseria donna, non avevo tempo! Ero occupato a salvare un branco di ragazzini da morte certa, non che lei lo potesse sapere, ma trovavo estenuante il suo continuo cicaleggiare e il modo in cui si era appiccicata a me non era normale.
Mia sorella era rintanata in camera sua a fare flessioni o a chattare al computer con il branco che l’aveva cresciuta. Mio zio era comodamente seduto sul mio divano a leggere un libro, ma andare a casa sua no? Sospirai massaggiandomi gli occhi, non pensavo che la mia vita sarebbe stata questa.
La porta del loft si spalancò di colpo e un inferocito Scott mi saltò addosso senza motivo, se solo avesse questa intraprendenza anche durante gli allenamenti! Me lo levai di dosso ma il moccioso ripartì all’attacco, ma che gli prendeva? A scuola gli avevano rubato il budino a pranzo?
Lo scaraventai di nuovo a terra bloccandolo con le braccia e feci diventare i miei occhi rossi, doveva capire chi comandava.
In tutta risposta mi ruggì addosso e mi diede una ginocchiata nello stomaco, il mio caro zietto si mise a ridere divertito, il libro per ora era stato messo da parte, meglio lo spettacolo dal vivo.
Isaac cercava di richiamare l’amico ma sembrava completamente perso nella sua furia. Che accidenti era successo per ridurlo così?
Gli spezzai una gamba, tanto sarebbe guarita, ma almeno così potevo avere una spiegazione al suo comportamento.
<< Si può sapere che ti prende?>>
<< E’ tutta colpa tua>>
Non mi diceva niente di nuovo, era la storia della mia vita essere il responsabile per ogni catastrofe.
<< Entra nello specifico Scott, cosa ho fatto questa volta sentiamo?>>
Si tirò su appoggiandosi al muro, le ossa della gamba che già guarivano.
<< Mi hai detto di allontanarlo, di scacciarlo dalla mia vita per il suo bene e loro lo hanno trovato lo stesso!>>
Non si usava più mettere un soggetto nelle frasi?
<< Di chi accidenti stai parlando?>>
<< Come di chi? Di Stiles ovviamente>>
Sentii un brivido lungo la schiena. Il ragazzino logorroico, chi altri poteva far scatenare la bestia dentro Scott se non lui?
<< Raccontami cosa è successo>>
Il resoconto fu quanto di più strano avessi mai sentito, un po' perché condito con insulti verso di me e verso i gemelli, un po' perché non aveva senso. Cosa erano andati a fare da Stiles? Era un semplice umano, non rappresentava una minaccia. Perché se era in pericolo il ragazzino non ci aveva chiamato?
Mio zio scoppiò in una risata e si guadagnò un ringhio da parte di Scott.
<< Trovi la cosa divertente Peter?>>
<< Molto in effetti>>
Ma perché non era rimasto morto? La vita era tanto bella prima della sua resurrezione, kanima escluso ovviamente.
<< Trovi divertente che gli alpha abbiano minacciato il mio migliore amico?>> McCall sembrava intenzionato a saltare alla gola anche a lui, non l’avrei fermato, così me lo sarei goduto io lo spettacolo.
<< Quello che trovo esilarante è che te lo abbiano detto per farti arrabbiare e che tu ci sia cascato con entrambe le scarpe>>
<< Quindi secondo te non è vero?>>
<< Oh si che lo è. Molto sicuramente Deucalion ha fatto le sue ricerche e ha mandato Panco Pinco e Pinco Panco a minacciare l’umano del gruppo, solo che conoscendo il mio ragazzino gli avrà detto chiaramente che non ha nessun legame con noi>>
Il suo ragazzino? Cos’era tutta questa possessività nei suoi confronti, mi irritava da morire e mi irritava non capirne il perché.
<< E poi >> continuò Peter << non devi preoccuparti per la storia del morso, Stiles ha già rifiutato quando gliel’ho proposto io, ed è troppo furbo per non essersi informato su di loro da Deaton>>
Vero, se c’era una cosa di Stiles Stilinski che sapevo bene era che davanti a un mistero o a un enigma non riusciva a resistere alla tentazione di venirne a capo. Dopo la nostra chiacchierata al supermercato si sarà messo a fare ricerche…aspetta un attimo…
<< Scusa, esattamente quando gli avresti offerto il morso?>>
<< Quando l’avevo costretto ad aiutarmi per rintracciarti. L’ha rifiutato anche se avrei potuto sottometterlo e morderlo lo stesso, cosa che a ben vedere possono fare anche loro se davvero sono interessati>>
<< E perché mai avresti voluto morderlo?>>
Giuro che mi guardò come se fossi la persona più stupida dell’universo.
<< Forse perché è dotato di intelletto, perspicacia ed è sorprendentemente difficile da ingannare? Ha un istinto davvero notevole e oserei dire che è quasi territoriale come un lupo. Stiles Stilinski sarebbe stato un valido componente per il mio branco. Sfortunatamente quella notte nel bosco ho scelto male>>
Scott lo guardò indignato.
<< Bè se non ti piacevo potevi anche non mordermi sai?>>
<< Mi serviva un beta e tu sei stato tanto imbranato da inciampare e rendermi facile la cosa. Non sei malaccio come lupo mannaro Scott, ma pecchi in alcune cose, ti fidi troppo per iniziare, hai coraggio ma non brilli per acume>>
Vero, invece Stiles diffidava persino della sua stessa ombra, se trovava una pista non la mollava, peggio di un segugio, dannatamente intelligente e a proposito di questo, dovevo chiedere due cosette al mio piccolo beta.
<< Parlando di intelligenza, Scott tu sapevi che Stiles si è già diplomato in anticipo di due anni?>>
<< Diplomato? Non ha lasciato la scuola quindi?>>
<< Jennifer mi ha detto che ha sostenuto l’esame prima dell’inizio dell’anno scolastico e ha ottenuto un punteggio pazzesco. Non sapevi fosse così intelligente?>>
Scott mi guardò come se gli avessi appena detto di aver ucciso la madre di Bambi.
<< Bè, alle medie gli facevano fare sempre dei test diversi dai nostri e credo gli abbiano offerto una qualche borsa di studio ma lui non ha mai accettato, non l’ho mai visto in difficoltà per qualche materia. Al liceo invece ha iniziato a prendere voti più bassi quindi ho smesso di farci caso.>>
Interessante, il ragazzino aveva sempre avuto un cervello superiore ma non l’aveva mai sfruttato. Era per questo che Deucalion era interessato o era solo una minaccia a vuoto?
Se Stiles era davvero stato preso di mira qualcuno doveva controllarlo, seguire i suoi spostamenti.
<< Ok giusto per stare più sicuri, qualcuno di noi potrebbe andare a vedere come Stiles ha preso la minaccia dei gemelli e no Scott non puoi essere tu>>
<< Posso farlo io>>
Mia sorella era appoggiata al muro e ci osserva attentamente. Voleva farlo lei?
<< Non lo conosci nemmeno Cora>>
<< Appunto, lui non mi conosce e quindi potrei avvicinarmi a lui senza problemi. Sono una ragazza abbastanza carina, penso che saprei convincerlo no?>>
Peter si buttò praticamente per terra dal ridere.
<< Puoi essere bella quanto vuoi, ma stai pur certa di una cosa nipotina, non si fida di chi conosce, figurati se lo farà di una perfetta sconosciuta>> e riprese a ridere.
<< Bè tentare non costa niente no?>>
In effetti no, le diedi il mio assenso, forse stanotte potevo anche andare a controllare la sua casa, nel caso uno degli alpha si aggirasse nei dintorni, non perché fossi preoccupato per lui.
 
STILES
 
Stavo volando su una nuvola gialla e soffice, profumava di caramello e cercavo di mangiarla senza però cadere giù e precipitare verso morte certa. Che sapore delizioso! Stavo galleggiando senza meta quando la mia piccola nuvola ebbe uno scossone e si fermò di colpo, mi alzai cautamente e intorno a me c’erano solo occhi rossi.
Volevano rubarmi la nuvola di caramello? Non glielo avrei permesso, era mia e solo mia. Stavo per urlare loro di andarsene quando uno scossone più forte mi fece perdere l’equilibrio, cercai di aggrapparmi bene ma iniziai a precipitare e … mi svegliai di botto sul divano di casa con mio padre che mi scuoteva per una spalla.
Uno stupido sogno, ma quando mi ero addormentato? Ricordavo di essere tornato a casa ma mi sfuggiva il momento in cui mi ero sdraiato sul divano. Avevo un mal di testa allucinante. Mi strofinai gli occhi e cercai di alzarmi dal divano, era una trappola mortale quell’affare.
<< Tutto bene figliolo?>>
<< Si scusa, penso di essermi addormentato, ho un mal di testa allucinante>>
Mio padre mi guardò preoccupato, era strano per uno iperattivo come me mettersi a dormire nel pomeriggio, però guardando fuori dalla finestra direi che era più sera ormai, era buio.
<< Ma che ore sono?>>
<< Le otto, non starai esagerando a lavoro Stiles? Ti svegli presto e studi molto, forse dovresti fare una pausa>>
Si perché non sapeva che ormai avevo iniziato ad indagare di nascosto agli omicidi e cercavo di evitare alpha psicopatici.
<< Sono solo stanco, dopo mangiato prendo un’aspirina e vado subito a dormire, così domani sarò pimpante come sempre>>
Cavolo, avevo dimenticato di preparare la cena.
<< Ordiniamo una pizza?>>
<< Sai figliolo, forse dovresti concederti più spesso un sonnellino sul divano>>
Risi divertito.
<< Non ci contare sceriffo, questa è un’eccezione alla regola, non si sgarra alla tua dieta>>
<< Persino i conigli mangiano meglio>>
Quante storie, nessuno era mai morto per verdure bollite e dell’insalata.
Forse avevo davvero bisogno di più riposo, mi sentivo uno straccio e la testa mi girava.
<< Stiles?>> il tono esitante di mio padre mi indusse a guardarlo, perché mi guardava preoccupato?
<< Stiles ti esce sangue dal naso>>
Mi portai una mano sotto il naso e mi accorsi che era vero, non mi era mai successo prima, non senza ricevere una pallonata in faccia almeno.
Era solo stanchezza, non c’era bisogno di preoccuparsi tanto, rassicurai mio padre e cenammo in tranquillità, anche se di sottecchi vedevo lo sceriffo guardarmi preoccupato, mi serviva solo una bella dormita e poi sarei tornato come nuovo.
 
 
 
 
 
 
   ANGOLINO DI MARLOWE

Scusate ho ricontrollato il capitolo 4 e mi sono accorta che i tempi verbali non coincidevano con i primi tre capitoli, così l'ho modificato. Spero la storia vi stia piacendo, nel qual caso non sia così la elimininerò.
A presto
Mar

 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5
 
STILES
 
Questo mal di testa mi stava uccidendo, era talmente forte che facevo fatica persino a prendere sonno. Avevo provato aspirina, digitopressione, una botta secca sul muro nella speranza di perdere i sensi ma niente, era sempre qui che mi logora il cervello…lo chiamai Roger, mi sembrava carino da parte mia dargli un nome visto la sua presenza costante.
Dato che non riuscivo a dormire mi ero portato avanti con il lavoro e quando dicevo lavoro intendevo i casi di mio padre. C’era qualcosa che mi sfuggiva, un sottile filo che vevo quasi raggiunto ma che non riuscivo a focalizzare con chiarezza. Cosa avevano in comune le tre vittime? Erano tutte giovani, di sessi e di età diversa ma poi?
Il modus operandi di questo killer mi ricordava tanto qualcosa ma non riuscivo a capire cosa! Per saperne di più dovevo entrare di soppiatto negli archivi della polizia e vedere cosa dicevano i rapporti delle autopsie, ma come fare? Mio padre non mi avrebbe mai il permesso di curiosare fra i fascicoli e figuriamoci se potevo chiederglielo, tra l’altro da quando c’erano tutte queste morti sospette non voleva nemmeno che uscissi di casa da solo. Come se qualcuno potesse mai volermi uccidere... no ok, qualcuno c’era, potevo fare anche l’elenco in ordine alfabetico. Insomma per trascinare via Heather dalla sua festa senza che nessuno se ne sia accorto, o per uccidere quel ragazzo che faceva il bagnino deve averli per forza narcotizzati oppure aveva la super forza e li aveva tramortiti e portati via. La terza vittima invece era in campeggio con la sua ragazza e quest’ultima aveva detto che prima di scappare dalla tenda aveva avuto delle allucinazioni, avevano assunto alcool o droghe? Chissà se potevo rintracciarla e chiederle alcune cose. Avevo già parlato con le amiche di Heather e a parte il dispiacere di saperla morta, nessuno aveva visto niente.
Guardai la sveglia sul comodino, erano le due di notte e fra tre ore dovevo essere a lavoro, ma perché avevo scelto un lavoro del genere? Non potevo fare il collaudatore di materassi? Ormai era inutile andare a dormire, non aveva senso, ma nemmeno sbattere letteralmente la testa per avere un’ispirazione era di alcun aiuto.
Mio padre aveva il turno di notte quindi potevo passare il resto del tempo che mi rimaneva guardando qualche film.
 
 
 
Erano passati altri tre giorni e finalmente avevo trovato una scusa perfetta per andare in centrale da mio padre, avrei portato a tutti dei dolci chiedendo loro di fare da cavia, non mi avrebbe mai detto di no; e mentre lui sarà occupato a buttare giù dolci come se non ci fosse un domani il suo caro figlioletto darà un’occhiatina ai fascicoli.
I piani semplici erano sempre quelli più efficaci.
Dopo la fine del mio turno preparai velocemente una selezione di pasticcini e mi diressi allegramente da mio padre, non dovevo essere sospetto anche se ultimamente, da quando non mi aggiravo più nei boschi con Scott, sembrava darmi più fiducia.
Era bello sapere che la mancanza di vita sociale fosse una fonte di gioia per il proprio padre. Il tragitto dalla pasticceria alla centrale era davvero breve, sono dieci minuti al massimo e quando scesi colsi con la coda dell’occhio una ragazza.
Era da giorni che me la vedovo sempre attorno, se l’avevano mandata a pedinarmi dovevo dirle che faceva davvero schifo, mi sarei occupato di lei più tardi.
Entrai e vidi gli agenti fissarmi curiosi e mio padre mi venne subito incontro.
<< Stiles che ci fai qui?>>
Subito sospettoso, possibile che quest’uomo dubiti sempre delle mie buone intenzioni? Fa bene, si vedeva che mi aveva cresciuto lui.
<< Ciao papà, ho pensato di usarvi come cavie per i miei nuovi pasticcini che dici?>>
Nemmeno gli avessi detto di aver vinto alla lotteria, si era illuminato di gioia.
<< Dico che farò questo sacrificio molto volentieri figliolo, per un padre è sempre un piacere aiutare la sua prole>>
Certo e pure il suo stomaco.
Appoggiai la scatola che mi ero portato e l’aprii rivelando le dolci delizie.
<< Prego assaggiate e fatemi sapere cose ne pensate, papà tu prendi quelli sulla destra per favore>>
Mi guardò perplesso.
<< Perché?>>
<< Perché sono vegani, ti fanno meno male>>
Pensava di potersi ingozzare e invece no!
<< Figliolo…>>
<< No niente figliolo, mangia quelli che sono buoni uguali, mi aspetto anche un parere onesto. Agenti prego servitevi pure>>
Solo ora notai che nell’ufficio di mio padre c’era una ragazza, chi era?
<< Ehi papà chi c’è nel tuo ufficio?>>
<< Oh è Caitlin, la ragazza della terza vittima>>
Si! Un colpo di fortuna, la Dea Bendata finalmente sorrideva al povero Stiles! Potevo farle delle domande senza doverla andare a cercare negli archivi.
<< Che dici se le chiedo se vuole assaggiare qualche pasticcino? Tra l’altro non mi sembra carino farla aspettare nel tuo ufficio mentre tu ti ingozzi… e ti ho detto di mangiare quelli sulla destra! Non girare la scatola cercando di confondermi>>
Sbuffò scocciato, però mi diede il permesso di andare dalla ragazza.
Entrai dentro l’ufficio e osservai la ragazza, sembrava non dormire da giorni poverina.
Mi avvicinai cautamente a lei.
<< Ciao, sono Stiles il figlio dello sceriffo>>
<< Oh scusa non ti ho sentito entrare, sono Caitlin>>
Mi sedetti vicino a lei e intanto tenni d’occhio mio padre.
<< Come ti senti? Ho saputo quello che è successo, la seconda vittima era una mia amica d’infanzia>>
Mi scoppiò a piangere davanti agli occhi, che fare? Non ero bravo a consolare la gente. Presi un fazzoletto dalla tasca e glielo porsi. Lo accettò e si mette a singhiozzare, doveva amarla molto.
<< Scusami, non volevo farti piangere>>
<< No scusami tu, solo che ancora non riesco a crederci>>
<< Forse ti sembrerò indelicato se te lo chiedo, so che eravate in campeggio e che ad un tratto ha iniziato ad avere allucinazioni, forse si è sentita male?>>
Tirò su con il naso e mi guardò attentamente, so che probabilmente mio padre glielo aveva già chiesto, ma forse con un ragazzo della sua età era più incline a confidarsi.
<< Sai, doveva essere la nostra prima volta e invece…se solo non fossimo andate in quel maledetto bosco ora sarebbe ancora viva!>>
<< La vostra prima volta?>>
<< Sì, Emily era ancora vergine e volevamo un posto speciale>>
Fu come se un mattone mi avesse appena colpito in fronte, vergine! Erano tre vergini. Il ragazzo della piscina aveva l’anello della castità su un dito della mano, l’avevo visto in una delle foto. Un’amica di Heather aveva detto che era decisa a perdere la verginità alla sua festa di compleanno e ora Emily…non poteva essere una coincidenza. Porca miseria erano sacrifici umani, l’avevo letto in uno dei libri di Deaton.
Dovevo chiamarlo immediatamente e dirgli della mia intuizione.
<< Scusa Caitlin ora devo proprio andare, ho portato dei pasticcini agli agenti, serviti pure e grazie mille per l’aiuto>>
<< Quale aiuto?>>
Mi fiondai fuori dall’ufficio e salutai velocemente mio padre e andai verso la macchina. Il cellulare già incollato all’orecchio mentre chiamavo il veterinario. Deaton poteva essere come Giles di Buffy, gli mancava solo la super biblioteca del telefilm, che a ben vedere in questo momento sarebbe stata utilissima.
Rispose dopo quattro estenuanti squilli.
<< Stiles?>>
<< Sono sacrifici umani!>>
Lo stavo praticamente urlando.
<< Come prego?>>
<< I tre ragazzi morti, sono sacrifici umani>>
<< E da cosa lo avresti dedotto?>>
Gli feci un resoconto delle mie scoperte e l’unica cosa che ottenni da lui fu un “faccio delle ricerche e ti richiamo”.
Bè avevo messo all’opera una mente in più ed ero sicuro di essere sulla pista giusta, però aspetta…anche io ero vergine! Il killer poteva prendermi di mira, e se fosse la ragazza che continuava a pedinarmi? Aveva senso, altrimenti perché continuvaa a seguirmi? Voleva sacrificarmi! Ma col cavolo! Ero sopravvissuto a Peter Hale e a un kanima per farmi uccidere da una ragazza sconosciuta? Ma non se ne parlava proprio.
L’affrontavo o mi rifugiavo in casa? L’avevo resa a prova di lupo mannaro ma non a prova di pazza omicida!
Avevo deciso, l’affrontavo, possibilmente in un posto affollato, con tanti testimoni e con zero opzioni di un possibile rapimento, il supermercato era perfetto.
Mi diressi verso il negozio e notai che la ragazza mi stava ancora seguendo. Camminai velocemente e scelsi una corsia abbastanza vuota, quella dei detersivi, così in caso di attacco le potevo lanciare un ammorbidente negli occhi e per accecarla.
La ragazza entrò nella corsia e si bloccò vedendomi fermo ad aspettarla. Lo ammettevo, mi ero appoggiato a uno scaffale per assumere una posa figa.
Mi presi il tempo per osservarla con attenzione, era carina, alta, slanciata, lunghi capelli neri e occhi verdi, aveva un che di famigliare.
Dovevo aver davvero sviluppato un sesto senso per i lupi mannari perché capii immediatamente che anche lei lo era. L’aveva mandata Deucalion?
<< Allora signorina, credo che sia molto maleducato da parte tua continuare a pedinarmi. Di quale branco fai parte?>>
<< Branco? Non so di cosa tu stia parlando. Una ragazza non può semplicemente venire al supermercato a comprare due cose?>>
<< E nel frattempo ti apposti davanti alla pasticceria e alla centrale di polizia nell’esatto momento in cui ci sono anche io?>>
Mi fissò imbronciata.
<< Te lo chiedo di nuovo, a quale branco appartieni?>>
Alzò un sopracciglio ed ebbi l’illuminazione, una sola persona aveva quelle sopracciglia così espressive e lei aveva la stessa espressione del lupo costipato.
<< Fai parte del branco di Derek>>
Mi guardò sorpresa, non se lo aspettava che ci arrivassi? Ma lo sapeva chi stava pedinando almeno?
<< Come l’hai capito?>>
<< Dalle tue sopracciglia, ora la domanda è, chi sei tu?>>
<< Sono Cora Hale, la sorella minore di Derek>>
<< Ma non eri morta nell’incendio?>>
Ero stato indelicato? Non mi interessava, questi Hale spuntavano come funghi, non rimanevano mai morti. Ero contento per Derek ma sinceramente parlando, perché mi aveva sguinzagliato dietro la sorella?
<< Sono sopravvissuta e sono cresciuta altrove>>
Strano, ma non feci domande, non volevo che pensasse che mi interessasse anche se dentro mi stavo logorando dalle curiosità.
<< Perché mi stai seguendo sorella di Derek?>>
<< Abbiamo saputo che i gemelli alpha ti si sono avvicinati e abbiamo pensato che fosse il caso di tenerti d’occhio, per la tua sicurezza>>
<< Avete pensato? Ma per favore! Tuo fratello mi ha minacciato di morte più volte di tutti i cattivi di Beacon Hills messi insieme fino ad ora. Non ho bisogno della vostra protezione>>
Evidentemente dovevo essere un comico mancato perché si mise a ridere.
<< Sei un fragile umano, è ovvio che hai bisogno di protezione>>
Te lo do io il fragile umano spocchiosa.
<< L’unico motivo per cui gli alpha mi si sono avvicinati è perché continuate a lasciarmi una scia intorno. Ora stupida, pensi che non noteranno il tuo odore intorno ai posti che frequento?>>
La vidi sbiancare di colpo, davvero non ci avevano pensato? Che grande guardia mi aveva mandato Derek, ma poi che voleva? Prima mi cacciava e poi voleva proteggermi? Ma fai ordine nel cervello bacato che ti ritrovi lupo costipato.
<< Vi suggerisco caldamente di smetterla di pensare, non è decisamente il vostro forte. Ti pregherei anche di piantarla di pedinarmi, non solo non ne sei capace ma potrebbe mettermi in pericolo>> la guardai << non che la mia sicurezza sia affar vostro. Torna dal tuo branco lupacchiotta e lascia in pace il fragile umano>>
Feci per voltarmi e andarmene quando lei mi afferrò per un braccio, questi Hale e i loro modi rozzi.
<< Forse non hai capito quant’è pericoloso il nemico>>
Strattonai il braccio e la guardai direttamente negli occhi.
<< So perfettamente chi è e ora lasciami in pace, non ho bisogno dell’aiuto del branco>>
<< Certo che ne hai bisogno>>
Possibile che non sappia cosa avesse fatto suo fratello?
<< Tu dici? Eppure mi sembrava chiaro il messaggio di Derek, mi ha rivoltato contro il mio migliore amico dicendomi chiaramente che non sono il benvenuto nel vostro mondo. Ora lasciami in pace>>
<< Mio fratello non lo farebbe mai>>
<< Chiediglielo Cora, domanda al caro Derek quanto la mia presenza sia ben voluta da lui e dal resto del branco>>
Mi allontanai da lei che mi guardava ancora perplessa. Per oggi ne avevo avuto abbastanza, prima mi cacciavano e poi continuavano a girarmi intorno. Non ero un giocattolo, ero stufo di farmi mettere i piedi in testa. Stiles Stilinski aveva una dignità che fino ad ora era rimasta sepolta sotto strati di insicurezza, ma era il momento ti tirare fuori le palle e dimostrare a tutti quello che il povero umano era in grado di fare. Scommettovo che loro nemmeno stavano indagando sugli omicidi, figuriamoci, saranno troppo impegnati a controllare Deucalion o a far seguire il sottoscritto per aiutare quelle povere anime.
Uscii dal supermercato non prima di aver acquistato qualche snack, quei maledetti lupastri mi faranno ingrassare a causa della fame nervosa. Mentre salii in macchina mi suonò il cellulare per un messaggio, sarà il solito operatore telefonico ma quando guardai il mittente rimasi piacevolmente colpito e sorrisi.
 
 
DEREK
 
Erano ormai quattro notti che fissavo la finestra della camera di Stiles dal marciapiede opposto a casa sua, non potevo nemmeno avvicinarmi a meno di un metro dalla sua abitazione che qualcosa mi respingeva indietro. Che diamine aveva combinato il ragazzino? Mi sentivo un vampiro che non poteva entrare se non ricevendo il permesso del padrone. Come facevo a proteggerlo se non potevo controllarlo da vicino? Se dovevo dirla tutta però, non sentivo l’odore degli alpha da nessuna parte. Forse volevano solo farmi distrarre e cogliermi di sorpresa utilizzando Stiles come esca.
Se io non riuscivo ad entrare era improbabile che ci riuscissero loro, finché rimaneva in casa era al sicuro e io potevo tornare al loft per farmi una meritata dormita. Non chiudevo occhio da giorni ed ero a pezzi. La situazione mi stava logorando i nervi, in più Scott si rifiutava di venire agli allenamenti, questi mocciosi erano così emotivi.
Volevo solamente staccare un attimo la spina, riposare il cervello e chiarirmi le idee ma appena misi piede in casa capii subito che non sarebbe stato possibile.
Cora era seduta sul divano imbronciata mentre Peter rideva come una iena. Isaac, Boyd e Scott, ma tu guarda si era fatto vivo; fissavano tutti il più vecchio del gruppo. Cosa era successo ora?
<< Qualcuno può spiegarmi perché quello psicopatico di mio zio si sta sganasciando dal ridere?>>
Scott mi guardò con aria di sufficienza, ultimamente il ragazzo stava iniziando a essere un po' troppo insolente per i miei gusti.
<< Cora si è fatta scoprire da Stiles>>
Mi voltai verso mia sorella e vidi che arrossiva dalla vergogna, come aveva fatto a farsi scoprire?
<< Davvero Cora? Come ha fatto a beccarti?>>
Mi fissò astiosa, ora sta a vedere che era colpa mia.
<< A quanto pare si è accorto subito della mia presenza e ha capito immediatamente che sono un lupo mannaro, mi ha affrontato a viso aperto e mi ha chiesto a quale branco appartenersi. Nemmeno un dubbio sulla mia natura>>
Se possibile Peter rise ancora più forte.
<< Ti avevo avvisata nipote, il ragazzo è furbo e intelligente. È ovvio che ti avrebbe scoperto, solo non pensavo così in fretta. Sei un po' scarsa sai?>>
La delicatezza di mio zio mi lasciava sempre stupito, ma dopotutto girare il coltello nella piaga era il suo forte.
<< Non sono scarsa! È lui che non è normale. Sai cosa mi ha detto? Che non la vuole la nostra protezione, anzi che se Deucalion continua a girargli intorno è colpa nostra che gli lasciamo una scia intorno!>>
Sussultai, non aveva torto, i gemelli si erano avvicinati a lui dopo il nostro incontro al supermercato. Se sentivano l’odore di Cora ovunque lui si trovava era ovvio che pensino facesse parte del branco. Come facevo a proteggerlo? Guardai Scott, forse poteva tornare ad essere suo amico, sapevo che lo voleva e non desterebbe troppi sospetti, ma avevo come il sentore che il ragazzino gli sbatterebbe la porta in faccia, era troppo orgoglioso.
<< Ah dimenticavo, ha detto anche che dovremmo smetterla di pensare perché non è il nostro forte. Si può sapere che accidenti gli hai fatto Derek? Non ho mai visto uno più astioso di lui>>
<< Certo che ha detto così, devi sapere cara nipote, che era Stiles ha ideare i piani del branco. Nessuno dei presenti, me escluso, ha un minimo di quoziente intellettivo per pianificare qualcosa, non sono in grado nemmeno di fare la lista della spesa>> poi mi guardò trionfante, sbaglio o mio zio stava un po' troppo dalla sua parte?
<< E vuoi sapere cosa gli ha fatto? Ha fatto in modo che Scott e tutti i suoi amici lo abbandonassero e lo hanno estromesso dal branco. È rimasto solo e isolato. Mi sembra ovvio che sia astioso. Si sta ricostruendo una vita nuova e noi continuiamo a stargli fra i piedi>>
<< Ma se era una risorsa così valida perché l’hai cacciato Derek?>>
Già Derek, perché avevi estromesso l’unica persona che aveva dimostrato di avere del potenziale e che ti aveva salvato la vita? Che ti aveva tenuto a galla in una piscina impedendoti di affogare o che si era fatto pestare da Gerard senza rivelargli nulla?
<< L’ho fatto per la sua sicurezza, pensavo che allontanandolo da noi sarebbe stato al sicuro dalla minaccia degli alpha>>
<< Bè mi pare che il tuo piano si sia rivelato un fallimento>> disse Scott, fece per andarsene ma lo trattenni, non mi piaceva il suo sguardo.
<< Cosa hai intenzione di fare McCall?>>
Mi guardò furioso, non lo avevo mai visto così deciso in vita mia.
<< Vado a riprendermi il mio migliore amico che tu lo voglia o no>>
Lo lasciai andare, mi rendovo conto ora di come quell’umano fosse il collante che legava il branco. Era imbranato, insicuro ma era l’unico in grado di tenerci uniti, quello che dovrebbe fare un vero alpha.
<< Non credo che per il giovane McCall sarà tanto facile riacquistare la sua fiducia, incrocia le dita nipote>>
Si alzò e finalmente se ne andò.
Mandai tutti a dormire e poi mi sdraiai sul mio letto, ripensai allo sguardo risoluto di Stiles mentre mi teneva testa al supermercato, al fuoco dietro ai suoi bei occhi color ambra. Ci sarebbe voluto un miracolo per farci perdonare da lui.
 
 
 
   ANGOLINO DI MARLOWE
Buonasera a tutti! Nuovo capitolo, finalmente Stiles ha avuto l'illuminazione e ha capito dei riti sacrificali, è stato bravo nonostante il fastidio continuo di Roger (il mio per inciso si chiama Bob). Ha beccato anche Cora a pedinarlo, la ragazza deve migliorare, non è tagliata come spia che dite? Ero davvero tentata di far difendere il ragazzo con l'ammorbidente ma a lui (per ora) bastano le parole. Zio Peter è sempre dalla sua parte, amo quest'uomo quindi nella mia storia avrà un ruolo importante. Derek vi sembra abbastanza pentito o lo torturiamo ancora un po'?
Ora le domande importanti:
- Di chi è il messaggio che Stiles ha ricevuto? Idee?
- Stiles perdonerà Scott?
Attendo i vostri commenti 
Alla prossima
Mar
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6
 
STILES
 
Dopo la spiacevole conversazione con Cora mi diressi direttamente a casa, ero stanco fisicamente e mentalmente. Non ne potevo più di tutti quegli agguati e delle questioni dei licantropi. Per questo una volta rientrato l’unica cosa che feci fu svolgere i lavori domestici e preparare la cena per mio padre, azioni automatiche che non richiedevano pensare troppo.
Dovevo assolutamente fare il bucato perché non avevo niente da mettere di pulito e se avessi ottenuto il permesso per sabato, mi serviva qualcosa di decente da mettere.
L’unico ostacolo era convincere mio padre però. Mi aveva fatto piacere ricevere quel messaggio e non avevo intenzione di ignorarlo, per questo avevo già dato una risposta affermativa.
Intanto che aspettavo il ritorno dello sceriffo mi misi a studiare, dovevo rivedere alcuni appunti e seguire due corsi non era molto facile, soprattutto perché parlavano di due argomenti completamente diversi ma erano molto interessanti.
Ero talmente preso dallo studio che non mi accorsi del rientro di mio padre finché non sentii bussare alla mia porta.
<< Figliolo disturbo?>>
Mi girai a guardarlo sorridendo.
<< Ciao papà, stavo solo ricontrollando degli appunti ma ora ho finito. Hai fame? Ho preparato del pollo al forno>>
<< Bè chi potrebbe mai dire di no al pollo al forno? Anche se fritto magari…>>
<< Non ci provare papà, hai già sgarrato con i pasticcini. So perfettamente che appena me ne sono andato hai ignorato quelli vegani>>
<< Suvvia figliolo, mi sembrava uno spreco non assaggiare anche quelli>>
<< Certo come no>>
Apparecchiai velocemente la tavola e misi a riscaldare velocemente il pollo, non sapendo mai con sicurezza a che ora tornava mio padre, spesso il cibo diventava freddo.
Dovevo farmi i complimenti da solo, mi era venuto piuttosto bene.
Visto che papà sembrava così contento potevo approfittarne per fargli quella piccola richiesta.
<< Sai papà oggi mi ha contattato un vecchio amico>>
<< Scott?>>
Era così speranzoso, mi dispiaceva dover distruggere le sue aspettative.
<< No papà, non è Scott. Mi ha contattato Danny, un mio ex compagno di classe. Facevamo anche lacrosse insieme hai presente?>>
<< Oh certo, bravo ragazzo e bravo nello sport anche>>
Socchiusi gli occhi, cos’era una frecciatina verso il sottoscritto? Lasciamo perdere altrimenti addio permesso.
<< Sì lui, mi ha chiesto se mi andrebbe di andare in un locale con lui e mi piacerebbe molto andarci>>
<< Ma oggi è lunedì, domani lavori>>
Santo uomo, ma chi è che va per locali il lunedì sera?
<< Non oggi papà, sabato sera e domenica non lavoro quindi sarebbe perfetto. Che dici?>>
Lo vedo sospirare, non è un buon segno.
<< Non mi fa impazzire l’idea, con questo serial killer in giro poi>>
<< Lo so, ma è da un secolo che non passo una serata fuori con amici, penso di meritarmi un po' di svago>>
Nuovo sospiro, ultimamente sono stato un figlio modello, mi merito qualche ora di divertimento.
<< Va bene, però non separarti dal tuo amico e soprattutto cerca di non combinare qualche guaio. Dove andate?>>
<< Al Jungle>>
<< Il Jungle? Non è un locale per gay?>>
<< Questo non vuole dire che io non possa andarci. Danny è in crisi con il suo nuovo ragazzo o una cosa simile e vuole divertirsi. Chi sono io per dirgli di no? E poi avevo fatto amicizia con delle Drag Queen, sarà divertente>>
La faccia di un padre che ti guarda come se fossi un alieno è sempre divertente. Non capisco perché non potrei passare per gay, magari sabato potrei fare colpo su qualcuno, sarebbe interessante sperimentare se almeno il genere maschile mi trova attraente, per quello femminile al momento sono invisibile.
Proprio in quel momento mi colpì un mal di testa lancinante e di nuovo iniziò a sanguinarmi il naso, maledizione era la terza volta oggi.
<< Stiles non è meglio andare dal dottore? Iniziano a preoccuparmi queste continue emorragie>>
Feci un cenno di diniego con la testa ripetendogli che era solo stanchezza, ma in realtà cominciavo a preoccuparmi anche io.
 
 
 
 
La mattina non era iniziata nel migliore dei modi, Roger era sempre presente e mi stava martellando la testa in un modo infernale. Mi girava tutto come se avessi le vertigini ed era un miracolo riuscire a camminare dritti senza andare a sbattere contro ogni cosa. Stavo glassando una torta quando delle macchioline rosse caddero sopra la crema al burro, maledizione ora dovevo buttare via tutto!
<< Stiles ti esce sangue dal naso, non hai una bella cera forse dovresti sederti un attimo>>
Feci un cenno di ringraziamento a Kyle, un collega con cui andavo abbastanza d’accordo; forse riposarsi un po’ era un’ottima idea, ma non arrivai mai a quella sedia, un momento prima camminavo e il momento dopo buio totale.
 
 
 
Un bip assordante mi riportò dal mondo dei sogni, aprii gli occhi confuso e guardandomi intorno notai la stanza d’ospedale in cui stavo riposando, avevo il braccio sinistro collegato a una flebo. Dire che mi sentivo stordito era dire poco, ero svenuto sul lavoro, chissà che imbarazzo.
Mio padre stava riposando su una sedia ma appena mi vide sveglio corse al mio fianco.
<< Ehi figliolo come ti senti?>>
<< Uno schifo, cos’è successo?>>
<< Hai avuto di nuovo una di quelle emorragie e sei svenuto, Mrs Collins mi ha subito chiamato. I dottori ti hanno fatto delle analisi, aspettavano il tuo risveglio per poterne parlare>>
Suonammo il campanello delle infermiere ed entrò Melissa, la madre di Scott. Una donna eccezionale che nel mio cuore consideravo un po' la mia seconda mamma, mi aveva visto crescere e mi aveva sempre accudito come se fossi suo figlio. Nonostante fossi in rotta con il mio ex migliore amico, continuavo a voler bene a quella donna, non avrei mai smesso.
<< Ehi Stiles, come ti senti?>>
<< Un po' stordito, puoi chiamare i dottori Melissa? Voglio sapere cos’ho che non va, anche se penso di essermi fatto un’idea>> guardai mio padre negli occhi e vidi che li aveva lucidi << non è vero papà?>>
Non dovemmo aspettare troppo, si sa che le brutte notizie volano.
Il dottor Fizwick era lo stesso medico che aveva in cura la mamma, non mi stupì affatto vederlo, rendeva solo i miei timori veri.
<< Signor Stilinski, vorrei dire che è un piacere rivederla ma come capirete…non sono qui per dare buone notizie>>
Mi misi seduto, se doveva dirmi quello che già sapevo non volevo farlo da sdraiato.
<< Suo padre ci ha riferito che negli ultimi tempi ha accusato forti mal di testa e continue emorragie dal naso. Per questo abbiamo ritenuto opportuno farle una risonanza magnetica mentre era privo di sensi>>
Non girarci intorno amico, dimmi quello che ho e facciamola finita.
<< Sfortunatamente dalle analisi è emerso che ha la stessa malattia che aveva sua madre, demenza frontotemporale>>
Mi voltai verso mio padre e vidi che stringeva forte i pugni, si stava conficcando le unghie nei palmi facendosi male. Melissa si portò una mano alla bocca, tutti in quella stanza sapevamo cosa voleva dire quella diagnosi, non c’era cura…ero destinato a morire.
<< Al momento non è ancora in stato avanzato, se iniziamo ora le cure…>>
<< Cosa?>> interruppi il dottore << potrei vivere un paio di anni prima di morire? Lo so com’è questa malattia dottore, non giriamoci intorno, i cicli di terapia mi distruggerebbero il fisico e per cosa? Vivere qualche anno incapace persino di fare due passi e di riconoscere il mio stesso padre?>>
<< Lo so che è difficile da accettare, purtroppo lei aveva una predisposizione genetica>>
<< E come al solito la fortuna non è dalla mia. Mi dica cosa dovrei fare>>
Seguì un’ora intera di raccomandazioni, avrei dovuto iniziare le cure immediatamente. Buffo, mi ero convinto che sarei morto a causa della guerra fra licantropi e invece sarebbe stata una maledetta malattia umana.
Mio padre mi aiutò ad alzarmi dal letto e mi sedetti su una sedia in sala d’aspetto mentre lo aspettavo, doveva compilare tutte quelle scartoffie burocratiche inutili. Queste cure sarebbero state un salasso per il nostro conto in banca e non osavo immaginare come si sentisse lui, prima era morta la mamma e ora toccava a me, l’avrei lasciato solo, era l’unica cosa che davvero mi procurava dolore.
<< Stiles?>>
Mi girai verso la voce che aveva detto il mio nome e rimasi sorpreso nel vedere Peter. Che ci faceva qui? Sinceramente parlando quell’uomo mi incuteva ancora un certo timore ma in qualche modo mi piaceva. Eravamo menti affini, stesso acume e stessa capacità logica.
<< Ciao Peter, come va? Cosa ci fai in ospedale?>>
<< Sono venuto a ritirare i vecchi referti di quando ero in coma. La domanda è cosa ci fai tu?>>
<< Vattene Peter>> Melissa si materializzò al mio fianco, lei sapeva della sua vera natura e non era esattamente una sua fan.
<< Melissa cara, ti trovo sempre splendida. Stavamo solo conversando>>
<< Non voglio che ti avvicini a lui>>
<< Va tutto bene qui?>>
Fantastico, ma mio padre non poteva aspettare ancora due minuti, sentivo la tensione pesante, ancora un po' e avrei potuto tagliarla con un coltello.
<< Va tutto bene papà. Il signor Hale mi stava solo salutando>>
Vedere Peter cortese e dare la mano a mio padre era davvero strano.
<< Posso chiederle come conosce mio figlio?>>
<< Ma certo! Sono lo zio di Derek, per qualche tempo lui e Stiles sono stati amici>>
Ora non esagerare Peter, definirmi amico di Derek è come paragonare un criceto a uno squalo.
<< Capisco, mi fa piacere conoscerla >> non direbbe così se sapesse alcuni retroscena ne sono più che sicuro << ma ora devo portare Stiles a casa, deve riposare>>.
Peter mi guardò preoccupato.
<< Non stai bene Stiles?>>
Tanto probabilmente lo capiva dal mio odore, quindi perché tacere?
<< Bè a quanto pare ho un piede nella fossa>> l’avevo detto brutalmente, sia mio padre che Melissa sbiancarono a sentirmelo dire, ma perché addolcire la pillola? Stavo morendo, non c’era un altro modo per dirlo.
Peter mi guardò dispiaciuto.
<< Mi dispiace, posso fare qualcosa per te?>>
<< Niente grazie, andiamo a casa papà? Ho davvero bisogno di dormire>>
In quel momento la trasmittente di mio padre si mise a gracchiare, lo cercavano per un’urgenza.
<< Vai pure papà, non ti preoccupare>>
<< Devo prima riportarti a casa e devo capire come organizzarmi per le tue terapie>>
<< Posso venire a farle da solo. Non c’è bisogno che salti il lavoro per questo>>
<< Stiles, non puoi venire da solo. Sono terapie pesanti, hai bisogno che qualcuno ti accompagni, posso chiedere a Scott se…>>
Interruppi Melissa, non avevo intenzione di farlo sapere in giro.
<< No! Scott non ne deve sapere nulla, capito Melissa?>>
<< Ma Stiles …>>
<< Niente ma, non siamo più amici e non voglio che si immischi nelle mie cose va bene?>>
Mio padre e Melissa si guardarono sconsolati, lo so che speravano in una nostra riconciliazione ma al momento era l’ultima delle mie preoccupazioni.
<< Posso portarti io>>
Tutti e tre fissammo Peter, davvero si era offerto? Ma perché?
<< Non mi sembra il caso Peter>>
<< Melissa cara non vedo perché no, Stiles mi conosce perfettamente. Io non lavoro e quindi non ho nessun problema di orario. Posso portarlo qui e aspettare con lui. Non mi costa niente>>
<< Ma perché?>> non potei trattenermi dal porre quella domanda. Non aveva nessun senso, io non ero niente per lui.
<< Perché mi fa piacere aiutarti e perché ti considero un membro della mia famiglia ormai>>
Un membro della sua famiglia in che senso? Che mi considerava parte del branco? Non so cosa mi spinse ad accettare il suo aiuto, ma almeno avrebbe fatto stare tranquillo mio padre, per quanto possa esserlo dopo una notizia del genere.
Peter mi avrebbe supportato durante la terapia a iniziare da ora, mi doveva accompagnare a casa. Salutai con un abbraccio Melissa e mio padre e andai in macchina di Peter.
Ovviamente una macchina sportiva, non sia mai che questi Hale guidino un’utilitaria.
Peter si diresse verso casa mia senza dovergli dargli indicazioni, non mi piaceva il fatto che casa mia fosse alla portata di tutti. Restammo in silenzio per un po', stranamente ero abbastanza rilassato, un tempo me la sarei fatta sotto dalla paura a rimanere da solo con lui, ma al momento mi dava un senso di sicurezza.
<< Sei messo così male ragazzino?>>
<< Ho la stessa malattia che ha fatto morire mia madre, non c’è cura, quindi direi di sì>>
Rimase un attimo in silenzio.
<< Potresti chiedere il morso a Derek, guariresti>>
Chissà perché tutti dovevano sempre pensare che il morso fosse la soluzione a tutto.
<< Non ci penso proprio. Preferisco morire da umano e poi sono quasi certo di essere una di quelle persone destinate a rigettarlo>>
<< Questo non lo puoi sapere>>
<< Fidati di me, ho una sensazione piuttosto forte su questo>>
<< Sono più che sicuro che riuscirai a sopravvivere Stiles, sei un umano molto forte>>
Risi senza allegria, nemmeno Ercole potrebbe sopravvivere a una malattia del genere.
<< Non fa niente Peter, è destino che debba andare così. Piuttosto mi sorprende che tu voglia aiutarmi. Non abbiamo esattamente dei bei trascorsi noi due>>
Fece spallucce e continuò a guidare.
<< Forse è un modo per redimermi dalle brutte cose che ho fatto o magari semplicemente mi annoio>>
Ecco questo era già più probabile.
<< E come intendi spiegare a Derek il fatto che passerai molto tempo con me>>
<< Ragazzino, quando mai ho dovuto dare spiegazioni a mio nipote? Sarà pure diventato un alpha ma non è il mio, lo sto solo aiutando con Deucalion. Io aspiro al potere lo sai, non mi interessa essere un suo sottoposto>>
Accostò vicino al marciapiede di fronte a casa mia e fissò accigliato la mia abitazione.
<< Che accidenti hai combinato? Anche così mi fa star male stare vicino a casa tua>>
<< Ho fatto quello che potevo per mettermi al sicuro, ho reso casa a prova di lupo>>
Mi fissò interessato e penso anche orgoglioso.
<< Ti stai facendo addestrare come druido da Deaton?>>
<< Ma figurati, mi ha solo aiutato con i libri e con le varie erbe che mi servivano. Non sono tagliato per fare il druido>>
<< Però se ti devo aiutare come faccio ad entrare in casa tua?>>
Risi divertito.
<< Non preoccuparti, farò qualche modifica per farti entrare. Vorrei però che tu non dicessi niente al branco>>
<< Ho la bocca cucita, però posso chiederti una cosa?>>
Gli feci cenno di sì con la testa.
<< Mi sembri aver accettato subito la malattia, come se già lo sapessi. Mi aspettavo pianti o crisi isteriche, non è una bella notizia>>
<< Ho iniziato ad avere sospetti da quando i gemelli mi hanno fatto visita. Hanno detto che avevo un odore strano e so che le persone malate hanno un odore diverso. Sono cominciati i mal di testa e il sangue dal naso. Non ci ho messo molto a capirlo>>
Peter mi fissò un attimo confuso, cosa non lo convinceva della mia spiegazione? Deaton mi aveva detto chiaramente che i licantropi posso avvertire la presenza di una malattia dall’odore di una persona, quindi perché è così perplesso?
<< Che c’è Peter?>>
<< Non me lo spiego nemmeno io, è vero che hai un odore diverso da qualche tempo fa…ma non è l’odore di una malattia>>
Cosa vuol dire? Io sono malato, che accidenti di odore ho si può sapere?
Ma perché non potevo vivere una vita semplice e in pace?
Anzi, perché non potevo vivere e basta?
 
 
 ANGOLINO DI MARLOWE
Buongiorno gente! Sfortunatamente per Stiles non c'è un attimo di pace, ha la demenza frontotemporale e per chi se lo stia chiedendo no...non c'è il nogitsune in questa storia. La malattia c'è, quindi morirà? Chi può dirlo? Ma vi posso dire che il morso non è un'opzione valida.
Ma quanto non amo Peter? Si offre pure di aiutarlo...ma perchè?
Quante domande che vi faccio? Qualcuno vuole tentare a indovinare? Aspetto i vostri commenti
A presto
Mar
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


CAPITOLO 7
 
PETER
 
Avevo appena lasciato Stiles a casa, nonostante la pessima notizia si dimostrava forte agli occhi degli altri, davvero ammirevole. Ero rimasto stupito anche dalle protezioni intorno alla sua abitazione un lavoro davvero impressionante.
Qualcosa però tormentava il mio cervello, incontrarlo in ospedale mi aveva stupito. Sapevo che fosse incline a inciampare su ogni superficie piana, ma malato? Non aveva l’odore di uno con una malattia importante, era qualcosa di diverso, qualcosa che ancora non riuscivo ad identificare ma che conoscevo e mi stava facendo diventare pazzo.
Se quella fatidica notte avessi morso lui, a quest’ora il ragazzino non sarebbe ridotto così, sarebbe un giovane lupo nel pieno delle sue forze e leale al sottoscritto, o almeno mi piace pensarlo.
Mi ero persino offerto di aiutarlo durante le cure, non era un comportamento da me ma qualcosa mi spingeva ad assisterlo, cosa non si fa per la famiglia! Se non sapessi di non avere un cuore penserei di essermi rammollito. Forse la mia resurrezione era stata difettosa e ora avevo dei sentimenti? Rabbrividii dal disgusto, meglio non pensarci.
Guidai fino al loft di Derek, dovevo recuperare il mio computer e cercare di togliermi questo dubbio che mi assillava.
Parcheggiai sotto il palazzo, mio nipote aveva davvero il gusto dell’orrido, un posto meno decadente non era riuscito a trovarlo? Sembrava il quartiere adatto a Jack lo Squartatore, per non parlare delle scale fatiscenti e di come aveva arredato l’appartamento. Quanto poco stile, era già tanto se c’era un divano, eppure i soldi non mancavano, uno o due mobili poteva metterli. Se ripenso alla vecchia villa Hale e la paragono a questo tugurio mi vengono le lacrime agli occhi.
Cercai con lo sguardo il laptop e lo trovai sopra il tavolo della cucina. Feci per prenderlo ma una voce nel buio mi fermò, doveva togliersi questo vizio delle entrate ad effetto.
<< Come mai sei qui Peter?>>
<< Ho dimenticato il mio portatile, sono solo venuto a riprenderlo>>
Derek mi si avvicinò e prese ad annusarmi, sorrisi nel constatare quanto si fosse irrigidito appena identificato l’odore che avevo sui vestiti, potevo approfittarne per stuzzicarlo un po'? Non sarei Peter Hale altrimenti.
<< Dove sei stato?>>
<< In ospedale a prendere i miei vecchi referti, dovevo farlo da un po'>>
<< E poi?>>
Sorrisi, non era capace di chiedermelo direttamente?
<< Vuoi chiedermi qualcosa Derek?>>
Ringhiò, cielo che brutto carattere, eppure da piccolo era tanto carino…almeno prima che iniziasse a parlare e camminare.
<< Perché hai l’odore di Stiles addosso?>>
<< Bè sai com’è…l’ho incontrato, abbiamo fatto due chiacchiere e sai come succede, una cosa tira l’altra e abbiamo scoperto che siamo troppo importanti l’uno per l’altro…così da ora in poi ci frequenteremo più spesso>>
Sorrisi mentre lo dicevo, sia perché la faccia di Derek era esilarante, sia perché mi immaginavo quella di Stiles quando glielo avrei raccontato.
<< Voi vi state frequentando?>>
Sembrava così strano? Non vedevo perché non potessi uscire con lui, ero un uomo attraente nel fiore degli anni, ricco e con molto carisma, un bel bocconcino ancora su piazza se posso aggiungere.
<< Ebbene sì, dopotutto anche un vecchio lupo come me ha bisogno di carne fresca…non so se mi spiego>>
Mi schiacciò contro il muro ringhiandomi in faccia, sai che paura.
Me lo scrollai di dosso, non ero ancora al mio massimo, resuscitare aveva indebolito i miei poteri ma non così tanto da non poter assestare un pugno a quello sfrontato moccioso che sfortunatamente avevo come parente.
<< Stai lontano da lui Peter>>
<< Perché dovrei? Io mica ti impedisco di sollazzarti con quella noiosa maestrina. Tu non impicciarti degli affari miei>>
<< Non te lo permetto!>>
<< Nipote, c’è qualcosa nel nostro comune passato che ti fa credere che seguirò mai un tuo ordine?>>
<< Io sono l’alpha, sono io che comando qui>>
Risi, quante cose doveva imparare ancora e soprattutto doveva imparare a guardare oltre.
<< Sarai pure l’alpha, per il momento, ma non sei il mio. Ricordati bene una cosa Derek, ti sto aiutando per pura bontà di cuore, per rimediare a quello che ho fatto in passato. Ma non hai voce in capitolo su chi frequento>>
Presi il computer dal tavolo e mi girai un’ultima volta a guardarlo.
<< Pensa attentamente a quello che vuoi nipote o qualcuno potrebbe portatelo via>>
E me ne andai…questa sì che era un’uscita di scena con i fiocchi.
 
 
STILES
 
Da quando il dottore aveva fatto la sua diagnosi, mio padre era diventato iperprotettivo. Mi chiedeva in continuazione come stavo, stava attento a non farmi stancare troppo, entrava in camera mia ogni cinque minuti, insomma era diventato asfissiante. Lo capivo da una parte, doveva rivivere tutto quello che aveva già passato con la mamma; ma non avevo intenzione di passare il poco tempo a mia disposizione chiuso in casa sotto una campana di vetro. Proprio perché ero ancora in grado di ragionare, volevo vivere appieno il poco tempo rimasto.
Avevo avvisato Mrs Collins della mia malattia per diminuire il numero dei turni e lei era stata tanto carina, per fortuna avevo una datrice di lavoro davvero brava e non insensibile.
Avevo rallentato con l’università spostando alcuni esami per non sforzare troppo la mente.
Su un punto però ero deciso a rimanere fermo, ed era motivo di litigio con mio padre da giorni, sabato sarei uscito lo stesso con Danny.
Lo sceriffo era contrario, secondo lui mi sarei stancato troppo ma insomma, avevo praticamente già il posto prenotato al cimitero, perché dovevo rinunciare a un’ultima serata di svago? Non volevo dire a nessun altro della malattia, non avrei sopportato gli sguardi di pietà, volevo divertirmi e basta.
Chi vinse la discussione? Io ovviamente, nessuno può impedire a Stiles Stilinski di mettersi in ridicolo su una pista da ballo, nemmeno la morte.
 
Fra un’ora dovevo uscire di casa per incontrarmi con Danny, mio padre voleva che mi venisse a prendere, non si fidava più di me alla guida, ma volevo essere libero di andarmene quando volevo, metti caso che il mio amico abbordasse qualcuno di divertente? Che facevo io? Rimanevo lì finché non finivano? Ma anche no!
Stavo guardando nel mio armadio in cerca di qualcosa di adeguato da mettere quando una voce mi distrasse.
<< Fossi in te metterei la camicia bianca>>
Mi voltai a fissare l’uomo sdraiato sul mio letto, da quando gli avevo dato il permesso Peter veniva ogni giorno a tenermi compagnia e le cure dovevo iniziarle lunedì, quindi non capivo questo suo starmi appiccicato.
Mio padre però era felice di vederlo, il caro ex lupo defunto si era offerto di passare da noi la notte quando lo sceriffo aveva il turno serale, oppure di stare io da lui, nel caso stessi male almeno avrei avuto qualcuno accanto. Praticamente mi ero fatto un licantropo badante, anche se mi incuriosiva visitare l’antro del lupo cattivo.
<< Ricordami Peter, perché sei qui? Non ho ancora iniziato la terapia e mio padre è al piano di sotto>>
<< Ma come cucciolo d’uomo, non ti piace la mia compagnia? Io senza di te in questi mesi mi sono annoiato molto. Sto recuperando il tempo perso>>
<< Dubito alquanto che la mia assenza ti abbia fatto qualche effetto, comunque visto che sei qui ne approfitto. Camicia bianca hai detto?>>
Sorrise, a volte mi ricordava lo stregatto di Alice nel Paese delle Meraviglie.
<< Assolutamente quella bianca. E abbinali con quei jeans blu scuro, ti fanno un bel sedere>>
Mi voltai a guardarlo, da quando Peter Hale mi guardava il sedere? E poi…avevo davvero un bel sedere?
<< Lo sai vero che non devo rimorchiare nessuno stasera? Sono solo una spalla per Danny>>
Fece un cenno svolazzante con la mano come se non gli importasse.
<< Questo non vuol dire che tu non possa vestirti bene. Su ora fammi contento e vestiti come ti ho detto>>
Presi i vestiti e mi diressi verso il bagno.
<< Potevi vestirti anche qui davanti a me, non mi offendevo!>>
Sempre più inquietante, perché mai mi sarei dovuto cambiare di fronte a lui?
Mi spoglia velocemente e infilai i vestiti consigliati da Peter, per pura curiosità fissai il mio sedere allo specchio, in effetti questi jeans lo mettevano in risalto, e la camicia bianca metteva in mostra i pochi muscoli che mi ero fatto sollevando sacchi di farina.
Mi pettinai velocemente e fatto, pronto per uscire.
Appena entrai in camera per farmi vedere dal mio stilista personale venni accecato da un flash.
<< Ehi, perché mi hai fatto una foto?>>
<< Oh così, per ricordami quanto sono bravo nel creare outfit per giovani ragazzi avvenenti>>
Lo vidi armeggiare un attimo al cellulare per poi sorridere maligno, non sono paranoico, l’avevo visto davvero il sorriso malvagio, che aveva fatto con quella foto?
<< Allora sto bene?>>
Si alzò dal mio letto per girarmi intorno e parve soddisfatto del risultato.
<< Molto bene ragazzino. Sei davvero appetitoso questa sera. Sono sicuro che farai conquiste>>
<< Per l’ennesima volta Peter, non devo rimorchiare nessuno>>
<< Mai dire mai ragazzino. Ora, fatti dare due raccomandazioni dallo zio Peter>>
Sbuffai alzando gli occhi al cielo, davvero? Mi stava davvero dando delle raccomandazioni?
<< Non accettare drink dagli sconosciuti>> e fin lì penso lo sapesse anche un idiota << se possibile rimani vicino al tuo amico, sei così carino stasera che non vorrei che ti rapissero>>
Si certo, altamente probabile la cosa.
<< Nel caso ci fosse qualche lupo di Deucalion tienitene alla larga e fai attenzione anche ai cacciatori, da quando è arrivato il secondo branco sono aumentati. Ma tu sei umano, non penso ti possano prendere di mira>>
I cacciatori erano aumentati? Bene un altro problema alla lista infinita che già avevo.
<< Ultimo ma non meno importante, se decidi di …come dire… concederti a qualcuno, per favore evita il bagno, è un posto davvero squallido>>
<< Peter! Non sto andando a far sesso in un locale, come ti viene in mente?>>
<< Ehi, era solo un suggerimento. Ora vai, mandami un messaggio quando torni così non mi preoccupo>>
Quest’uomo mi sta seriamente inquietando.
<< Ti senti bene Peter?>>
<< Magnificamente e ora vai, questo lavoro da fata madrina mi ha davvero stancato, ho bisogno di un riposino>>
Scesi le scale per uscire, se mi fossi voltato probabilmente avrei visto di nuovo il sorriso da stregatto sulla faccia di Peter.
Al piano di sotto mi aspettava mio padre, il volto stanco e preoccupato, chissà perché ma ero più che sicuro che ci sarebbe stata un’altra valanga di raccomandazioni e infatti così fu. In pratica le stesse cose che mi aveva già detto Peter ma senza la parte dei bagni, sarebbe stata imbarazzante.
 
 
Arrivai in perfetto orario davanti al Jungle, questa discoteca era molto conosciuta a Beacon Hills, ci avevo messo piede solo un paio di volte in missione e mai per piacere. Danny mi aspettava davanti alla porta. Non lo vedevo da qualche mese ma mi sembrava più alto, indossava dei jeans scuri come i miei e una maglietta rossa che si sposava bene con il suo incarnato.
<< Ehi Stilinski, è da un po' che non ci vediamo. Pronto a divertirti?>>
<< Ciao Danny bello, prontissimo>>
La musica era assordante, in pista c’erano un sacco di persone che ballavano o si baciavano. Ci dirigemmo verso il bar per prendere un drink, nel mio caso una coca cola visto che ero minorenne ma almeno la lattina era sigillata…prima raccomandazione!
<< Cosa mi racconti Danny? Tutto bene a scuola?>>
<< La scuola va bene, sai senza di te il coach sembra annoiarsi>>
<< Vorrei ben vedere! Ero la sua musa lo sai benissimo>>
Ridemmo divertiti, in effetti mancava anche a me il coach.
<< Se non ho capito male hai litigato con il tuo nuovo ragazzo giusto? Altrimenti non mi spiego questa serata di caccia>>
Danny rimase un po' in silenzio, evidentemente questo tizio doveva piacergli parecchio.
<< Ethan è davvero adorabile, ma a volte penso mi nascondi qualcosa>>
Perché nel mio cervello suonò un campanello d’allarme?
<< Ethan? Non mi ricordo nessuno a scuola con questo nome, non del nostro anno almeno>>
<< Infatti si è trasferito quest’anno insieme al suo gemello. Sono davvero carini. Lydia si è già messa con Aiden>>
Gemello + Ethan = licantropo alpha. Miseriaccia ladra, Danny usciva con uno dei sottoposti di Deucalion e pure Lydia, quella ragazza non perdeva tempo, meno male che Jackson era l’amore della sua vita.
<< Tu dici che ti nasconde qualcosa?>> meglio prenderla larga.
<< A volte stiamo insieme e ci baciamo, poi sembra cambiare personalità e mi molla da solo e non lo sento per giorni>>
Certo che cambia personalità, è un licantropo assassino che cerca di uccidere il branco di Derek, non un partito ideale per il mio amico. Forse è stato un bene venire qui. Una distrazione possibilmente umana è proprio quello che ci voleva.
<< Bè sai una cosa Danny bello? Hai fatto bene a venire qui stasera. Se questo Ethan non ti apprezza meglio cercare qualcuno che lo faccia no? Guardati intorno, il mare è pieno di pesci>>
E calco sulla parola pesci, non lupo…rimaniamo in tema ittico che è meglio.
<< Hai ragione, mi cerco qualcuno con cui svagarmi, lui ha i suoi segreti e io mi diverto altrove, tanto non lo verrà mai a sapere>>
Bè a meno che non senta l’odore di un altro su di te e non decida di cercarlo per ucciderlo, no questo decisamente non posso dirglielo. Non so nemmeno se Ethan è davvero interessato a Danny o è un piano per infiltrarsi nel branco utilizzando persone a loro vicine, che casino.
Il mio amico si diresse in pista invitandomi a fare lo stesso ma gli feci cenno che lo avrei raggiunto più tardi.
Mi alzai dallo sgabello scomodo dove mi ero appollaiato e feci un giro del locale, magari c’erano le Drag Queen con cui avevo fatto amicizia. Era talmente fioca la luce che non mi accorsi della persona su cui andai a sbattere.
<< Chiedo scusa, non ti avevo proprio visto>>
<< Che diamine ci fai tu qui Stiles?>>
No, ti prego, tutti ma non lui! Mi andava bene tutto, Voldemort, un omino umpa lumpa anche un kanima, ma non un Derek Hale che mi fissava infuriato. Perché era qui?
 
 
DEREK
 
Da giorni il mio umore passava dall’apatico alla furia omicida. Dopo la breve chiacchierata con Peter mi sentivo sempre più irascibile ogni volta che pensavo a una determinata persona. Lui e mio zio si frequentavano davvero? Il suo odore sullo psicopatico era inconfutabile, ogni giorno me lo sbatteva sotto il naso sorridendo malizioso.
Stasera però superai il punto di rottura.
Stavo leggendo un libro storico quando mi arrivò la notifica di un messaggio. Il mittente era mio zio e in allegato c’era una foto di Stiles vestito bene e molto carino.
Sotto l’immagine c’era una frase: “io e il mio ragazzino andiamo al Jungle a divertirci”.
Fu come sventolare un drappo rosso davanti a un toro.
Mollai tutto e afferrai le chiavi della camaro al volo, volevo vederli con i miei occhi.
Sono più che sicuro di aver superato i limiti di velocità e di aver collezionato una nuova multa ma raggiunsi il locale in cui il mio caro zietto si trovava.
Entrai e il rumore assordante mi stordì un attimo, annusare l’aria in cerca di quei due era inutile, c’era troppa gente.
Mi appartai in un angolo al buio per osservare meglio la pista quando la fortuna mi sorrise.
Un corpo magro ma ben definito mi venne a sbattere contro, ero già pronto a cacciare via l’ennesimo tizio che cercava di abbordarmi quando la sua voce mi fece fermare ed arrabbiare allo stesso tempo.
La foto non gli rendeva giustizia. La camicia bianca metteva in risalto le spalle e le braccia, quei jeans fasciavano le gambe snelle e sfortunatamente immaginai che anche il suo lato b ricevesse lo stesso trattamento.
<< Chiedo scusa, non ti avevo proprio visto>>
Inspirai dal naso, il suo odore era diverso ma era proprio lui. Perché mio zio l’aveva lasciato da solo in mezzo a un mucchio di uomini arrapati?
<< Che diamine ci fai tu qui Stiles?>>
Era il momento di chiarire le cose fra di noi ragazzino.
 
 

ANGOLINO DI MARLOWE
Buongiorno a tutti! In realtà volevo inserire nel capitolo anche la parte del confronto fra i due...ma poi mi son detta naaaaa! La loro discussione sarà abbastanza interessante e accesa (sorriso da stregatto di Peter).
Attendo il vostro parere.
Alla prossima
Mar
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


CAPITOLO 8
 
STILES
 
In una vita precedente dovevo aver fatto qualcosa di terribile per essermi meritata una tale sfortuna, probabilmente ero un feroce assassino di vecchiette o sacrificavo teneri coniglietti a divinità malvagie; altrimenti non me la spiegavo questa sfiga. Per una volta che uscivo fuori a divertirmi, dopo mesi passati in casa, l’unica sera in cui uscivo, dovevo incontrare proprio lui? Ma poi che ci faceva Mr sguardo seduttivo a un locale per gay? Non usciva mica con una professoressa del liceo?
Ci doveva essere una qualche congiunzione astrale, un annuncio all’apocalisse perché davvero non mi spiegavo la sua presenza qui, e con qui intendo proprio davanti a me, che mi guardava come se volesse mangiarmi o ammazzarmi, difficile capirlo con questo buio e dalle sue sopracciglia.
Che strazio, non potevo nemmeno far finta di non averlo visto e darmi alla fuga, gli avevo chiesto scusa…a saperlo che era lui gli avrei dato anche un pestone al piede.
Respira Stiles, va tutto bene, magari è solo un’allucinazione dovuta alla malattia…ma perché allora era così solida?
Va bene, meglio togliersi subito il pensiero.
<< Oh ciao Derek, anche tu qui stasera? Non lo facevo un posto adatto a te>>
Stai a vedere che in realtà la professoressa era un travestito, forse era per questo che si trovava in questo locale, stavano facendo qualche strano gioco di ruolo?
<< Vieni con me ragazzino dobbiamo parlare>>
Mi afferrò il braccio, questo maledetto vizio di afferrarmi doveva finire, tra lui e sua sorella mi stavano lasciando lividi su tutto l’arto. Di cosa dovevamo parlare esattamente? Mi sembrava di esser stato chiaro l’ultima volta, dovevo imparare il lupese per farmi capire?
Strattonai il mio povero braccio e lo fissai cattivo, o almeno pensavo di avere uno sguardo del genere.
<< Io con te non vengo da nessuna parte. Sono qui per divertirmi, se hai problemi rivolgiti a qualcuno del tuo branco. Se ora è tutto me ne vado, ciao!>>
Mi afferrò per la camicia strattonandomi indietro, se me l’aveva rovinata giuro che gli imbottivo le mutande di strozzalupo.
<< Forse non mi sono spiegato bene, ho bisogno di parlare con te>>
<< Allora parla, qui possibilmente, dove ci sono testimoni oculari disponibili>>
Quello stupido lupo alzò gli occhi al cielo come se fosse lui quello esasperato, no ma ci rendiamo conto? Arriva per rovinarmi la serata e poi sarei io quello a infastidirlo?
<< Lui dov’è?>>
<< Lui chi? Il mio amico Danny?>>
Perché ora mi chiedeva di Danny? Sapeva che usciva con Ethan e voleva torchiarlo per avere delle informazioni?
<< Chi? Peter imbecille, dov’è Peter?>>
<< E io che ne so. Non gli ho chiesto che programmi avesse per la serata, ma sicuramente si sta divertendo più di me in questo momento>>
Derek mi guardò stranito, cosa non capiva? Il suo comportamento era assurdo. Se voleva sapere dov’era suo zio perché non lo chiamava al telefono? Lo sapeva usare un cellulare o era fermo ai tempi della pietra o forse utilizzava i segnali di fumo come gli indiani?
<< Mi stai dicendo che siete una coppia aperta?>>
Aspetta che? Una coppia aperta? Una coppia? Ma si era drogato?
<< Si può sapere che accidenti stai dicendo? Una coppia?>>
<< Sì Stilinski, una coppia, tu e mio zio non vi state frequentando?>>
<< Certo ma come amici mica come due che hanno una relazione! Ma come ti vengono in mente certe idee?>>
Stasera aveva davvero toccato il fondo il lupastro, ma come gli era venuta in mente una cosa tanto ridicola?
<< Mio zio ha detto che vi state frequentando e mi ha mandato una foto>>
Mi mostrò il cellulare con lo scatto che mi aveva fatto prima in camera Peter, ora capivo tante cose. Ovviamente il caro Hale senior aveva su di sé il mio odore perché ci vedevamo tutti i giorni e lo sbatteva sotto al naso del nipote, ma perché? Perché mai dovrebbe dargli fastidio il fatto che io e suo zio intrecciassimo una relazione amorosa? Io mica gli andavo a dire chi frequentare.
<< Fammi capire bene, Peter ti ha detto che ci frequentiamo… e tu hai subito dedotto che avessimo una relazione amorosa?>>
<< Bè sì, altrimenti perché vorresti mai passare del tempo con lui?>>
Di certo non potevo dirgli che suo zio mi stava facendo da badante, ma poi saranno ben fatti miei se volevo diventare l’amante di qualcuno no?
<< E’ piuttosto ovvio che Peter ti abbia preso in giro Derek, e tu come un fesso ci sei caduto con tutte le scarpe. Ora te lo spiego lentamente, così che il tuo cervellino da lupo costipato possa capirlo meglio. Io e tuo zio non abbiamo una relazione sentimentale. Ora, se è tutto chiarito, io me ne torno di là dal mio amico e tu…fai quello che ti pare>>
<< Ma se non avete una relazione perché passate molto tempo insieme allora?>>
Mamma mia che pedante, ma farsi un pacco di affaracci suoi no?
<< Gli piace la mia compagnia è forse un reato? No e ora davvero, ci terrei molto che tu mi lasciassi in pace. È sabato sera, non devi vederti con la tua nuova ragazza?>>
Non aspettai nemmeno la sua risposta e feci per andarmene, quella conversazione aveva azzerato la mia poca pazienza, mi sarei scolato un alcolico se solo avessi l’età giusta per poterne ordinare uno!
<< Se vuoi puoi riavere Scott, mi fido più di lui rispetto a mio zio>>
Ti prego Signore dammi la forza! Perché non mi ero portato lo strozzalupo stasera? Perché??
<< Molto gentile da parte tua restituirmi il mio ex migliore amico, ma guarda, al momento ne faccio volentieri a meno. Le banderuole non mi sono mai piaciute. Peter almeno le cose me le dice in faccia e ora, per la decima volta, addio>>
<< Non puoi andartene ora, ci sono dei cacciatori in sala>>
Mi girai a guardarlo, era una mia impressione o stava facendo di tutto per trattenermi lì con lui? Aveva la faccia seria così mi guardai intorno ma non notai niente di sospetto. Dopotutto come si fa a riconoscere un cacciatore umano in mezzo a una folla di uomini che ballano?
<< Forse ti sfugge un punto grande alpha, io sono umano. Sono un problema per te, non per me>>
Punto per Stiles, beccati questa e arrangiati stupido Derek.
Però lui continuava a trattenermi, lo faceva per farmi un dispetto o davvero voleva la mia compagnia? Non riuscivo a capire cosa gli passasse per quella testa dura.
<< Vuoi dire che mi lasceresti qui in balia dei cacciatori Stiles? Non sarebbe un comportamento degno di te>>
<< Ti ho per caso detto io di venire qui a farmi una scenata? A quale titolo poi non l’ho ancora capito. No, ergo sono cavolacci tuoi. Mimetizzati in un angolo buio o abborda qualcuno e pomiciaci finché non se ne vanno. Non è un mio problema>>
Derek mi guardò attentamente e quel luccichio sinistro nei suoi occhi non mi piaceva nemmeno un po', perché mi guardava così ora?
<< Dovrei pomiciare con uno sconosciuto per mimetizzarmi, è questo il tuo piano Stiles?>>
<< Se non ti piace arrangiati, io non ti devo niente>>
Mi trascinò in uno dei corridoi bui del locale, che volesse uccidermi?
<< Non vedo perché dovrei cercare uno sconosciuto quando ho disponibile te no?>>
E mi baciò. Sul serio Derek si buttò sulla mia bocca come se davvero volesse divorarmi, rimasi paralizzato un attimo perché non me lo aspettavo proprio. Non avevo mai baciato un uomo prima, non che con le ragazze avessi chissà che esperienza… ma mai nella mia vita avrei pensato di farmi mettere la lingua in bocca da Derek Hale.
Mi aveva artigliato i fianchi e spinto più vicino a lui, ormai i nostri corpi erano appiccicati, presi a baciarlo a mia volta, perché non ero di pietra e devo dire che il ragazzo sapeva davvero quello che faceva. La sua bocca sfiorava, mordicchiava e la sua lingua lottava con la mia, aveva un sapore che poteva creare dipendenza.
<< Che buon odore Stiles, mi ricordi casa>>
Il suo bacino sfregava contro il mio, non so come ma mi ritrovai ad intrecciare le braccia intorno al suo collo per attirarlo ancora più vicino. Passai le dita fra quei folti capelli neri e morsi leggermente la sua lingua sentendolo gemere nella mia bocca. Questo era oltre una pomiciatina innocente, me ne rendevo perfettamente conto eppure non ero in grado di frenarmi.
Derek sembrava nelle mie stesse condizioni, le sue mani erano sotto la mia camicia e mi accarezzavano la pelle. Attraverso i pantaloni potevo benissimo sentire quanto fosse eccitato e questo eccitò moltissimo me, non credevo di potergli fare questo effetto. Chissà se la sua ragazza era in grado di portarlo a quel punto solo con un bacio…
Aspetta un momento…mi staccai da lui con uno strattone e lo sentii ringhiare frustato. Lui aveva una ragazza. Io ero solo un giocattolino al momento, si stava solo divertendo con me, mi stava usando come al solito per salvarsi la pellaccia.
Mi ricomposi un attimo e cercai di andarmene, lontano da lui e dalle sue braccia muscolose che mi impedivano la fuga.
<< Aspetta, dove stai andando adesso?>>
Ancora con il fiato corto, sicurissimo di avere una faccia da pesce lesso e la bocca gonfia per i baci, lo guardai quanto più seriamente mi riuscisse.
<< Vado a casa. Ora che sei riuscito ad umiliarmi di nuovo penso sarai soddisfatto>>
<< Umiliarti? Non era mia intenzione>>
<< Certo che no, volevi solo evitare i cacciatori vero?>> calcai con il sarcasmo << quindi perché non approfittarne per dare una lezione anche a me? Sono stanco, me ne vado a casa cercando di cancellare questo traumatico ricordo>>
Lo sentii ridacchiare, era un suono piuttosto snervante soprattutto quando non ero in grado di ragionare con lucidità.
<< Traumatico? Direi invece che il bacio ti sia piaciuto parecchio Stiles>>
Mi si avvicinò ma questa volta non avrei ceduto, non gli permisi di toccarmi.
<< Scommetto che sarà il bacio migliore che riceverai nella tua vita mio piccolo Stilinski>>
Questa poi! Che presunzione, che ego gigantesco, che ne sapeva lui dei baci che poter aver dato o che avrei potuto ricevere? Sia dannato se gli mostrerò di avermi in pugno o ferirmi.
<< Sai che ti dico Derek? Hai ragione, questo bacio è stato spettacolare, vantati pure della tua performance ma sai cosa ti dico? Ora vado da Peter a chiedergli di cancellarne il ricordo con uno migliore>>
E uscii di scena signori e signori, senza inciampare sui miei piedi, senza ruzzolare giù dalle scale. Raggiunsi Danny per salutarlo e me ne andai senza mai guardarmi indietro, tanto sapevo che i suoi occhi verdi non mi avevano lasciato per un secondo.
Fuori dal locale presi una boccata d’aria e mi diressi verso la macchina, avevo una sola destinazione al momento, casa di Peter, chissà perché ero più che convinto che mi stesse aspettando.
 
 
Peter abitava in un appartamento vicino a una zona industriale, criticava tanto suo nipote ma anche la zona che aveva scelto lui non urlava lusso a tutto spiano.
Bussai freneticamente alla sua porta, non mi importava di scorticarmi la mano, mi aveva messo lui in questa situazione e ora doveva sopportarmi.
Quel diavolo con lo scollo a V venne ad aprirmi e mi sorrise, quel maledetto sorriso da stregatto glielo avrei tolto volentieri.
<< Stiles, ma che sorpresa! Non dovresti essere al Jungle a divertirti?>>
Ma si prendiamo l’umano per i fondelli, ripeto, perché quella sera non mi ero portato dietro lo strozzalupo?
<< Mi fai entrare Peter? Non hai vicini ma non vorrei spaventare qualche randagio mentre ti urlo contro>>
Mi fece accomodare. A differenza del loft di Derek, che non avevo mai visto ma solo sentito descrivere, questo appartamento era un open space con salotto enorme al cui centro spiccava un divano gigante rivolto verso una televisione di almeno settanta pollici, una cucina a vista ultra moderna con tanto d’isola. Dall’ingresso potevo vedere altre tre porte, probabilmente la camera da letto, il bagno e non so che altro…forse una sua perversa camera dei giochi, da questo uomo mi aspettavo di tutto ormai.
Si accomodò con grazia sul divano e mi guardò tutto contento, sembrava solo a me o dava l’idea di divertirsi un mondo?
<< Allora Stiles? Cosa ha rovinato la tua serata per venire fin qui dallo zio Peter?>>
<< Tu mi chiedi cosa ha rovinato la mia serata? Il tuo stramaledettissimo nipote mia deflorato la bocca ecco cosa!>>
<< Come scusa?>>
Oh certo, ora faceva anche il finto tonto.
<< A quanto pare qualcuno gli ha fatto credere che io e te abbiamo cominciato una relazione romantica, ti suona famigliare la cosa Peter?>>
<< Vagamente>>
<< E sempre questo qualcuno, gli ha mandato una mia foto, di me vestito così, dicendo che stasera ci saremmo divertiti insieme al Jungle. Ora ti ricorda qualcosa?>>
Si mise a ridere il pazzo, io ero qui a farmi venire un attacco isterico e quello rideva come una iena.
<< E così Derek si è precipitato a controllare che non rubassi la tua virtù?>>
<< Piantala di ridere! Come ti è venuto in mente di dirgli quelle cose? È stato il momento più imbarazzante della mia vita!>>
<< Oh dai, lo sai che non sopporto quando cerca di darmi ordini. Ha sentito il tuo odore su di me e mi è sembrato divertente infierire un po', per dargli una svegliata. Mi sembra che abbia recepito il messaggio. Quindi gli hai spiegato perché stiamo sempre insieme?>>
<< Certo che no, gli ho detto che siamo solo amici. Figurati se gli andavo a raccontare della mia malattia, che poi lasciamelo dire…forse essere un alpha gli ha distrutto l’olfatto perché ha detto che ho l’odore di casa! Ti sembra un commento normale? E poi mi bacia! Mi BACIA!!!>>
<< Ho capito Stiles, non c’è bisogno di urlare>>
Presi a fare su e giù per il salotto, possibili che non capisse?
<< Forse non hai capito che tuo nipote mi ha infilato la lingua in bocca Peter!>>
<< No no, l’avevo capito benissimo>>
<< Sono un ragazzo e lui ha la fidanzata. Mi ha umiliato un’altra volta con il pretesto di nascondersi dai cacciatori. Io scemo a crederci poi! Mai visto il papà di Allison in discoteca a caccia di licantropi>>
Più ci pensavo e più mi veniva voglia di sotterrarmi per la vergogna. Il bacio mi era piaciuto fin troppo, sentivo ancora il suo sapore se passavo la lingua sulle labbra. Perché dovevo sempre finire in situazioni del genere? Stasera dovevo solo passare qualche ora in compagnia, senza drammi o scenate e invece come al solito andava tutto a rotoli.
Mi sedetti vicino a Peter, la rabbia aveva lasciato il posto alla disperazione più nera. Volevo mettermi a letto e non uscirne più.
<< Ma almeno ti è piaciuto il bacio ragazzino o mio nipote non è stato all’altezza?>>
Premetti un cuscino sopra la faccia nella speranza di morire soffocato, era troppo sperare che un fulmine mi colpisse o una voragine si aprisse sotto i miei piedi?
Peter mi pungolò un fianco per avere una risposta.
Spostai il cuscino e imbronciato gli risposi.
<< Mi è piaciuto>>
Sorrise contento, di cosa poi? Avevo appena limonato con Derek Hale e lui era felice.
<< Poi lui ha aggiunto che sarebbe stato il bacio migliore che avrei mai ricevuto in vita mia>>
Peter si schiaffò una mano in faccia.
<< Che nipote deficiente! Perché rovina sempre tutto appena apre bocca? Tu che hai risposto?>>
<< Che sarei venuto da te per cancellare il ricordo di quel maledetto bacio, facendogli intendere che sapresti sicuramente fare di meglio>>
Si mise a ridere, almeno qualcuno di noi era contento questa sera.
Mise un braccio intorno alle mie spalle.
<< Vuoi che provi ragazzino?>>
<< Santo cielo no! L’ho detto solo per farlo arrabbiare>>
Era rilassante stare così con lui, era un folle omicida che aveva ucciso la sua stessa nipote per il potere, ma al momento era l’unico amico che avevo.
Sbadigliai, senza rendermene conto era già l’una di notte, ma quanto era durato quel bacio? Non ero appena arrivato al locale quando l’avevo incontrato?
<< Vuoi fermarti a dormire qui? Tuo padre ha il turno di notte, lo chiamo per dirglielo>>
<< Meglio di no, penserebbe a un qualche malore. Vado a casa a riposare. Grazie per avermi ascoltato…anche se a ben vedere è tutta colpa tua>>
Rise di nuovo ma si alzò per accompagnarmi alla porta.
<< Non c’è di che ragazzino. Fai attenzione per strada. Ci vediamo domani>>
Me ne andai, volevo solo dormire e cercare di dimenticare quel bacio.
 
 


ANGOLINO DI MARLOWE
Buon pomeriggio a tutti. Visto che sia domani che venerdì ho degli impegni, ho deciso di postare oggi il capitolo sperando di fare una cosa carina? Va bene se anticipo? Altrimenti salto eh! Cosa ne dite della discussione/scontro frontale fra Derek e Stiles? Come fa il caro alpha a dire che ha odore di casa se tutti sostengono che ha un odore strano? Quante domande che vi faccio!
Ma qualcuno ha qualche ipotesi? 
Ci vorrà ancora qualche capitolo per scoprire finalmente cosa sta succedendo a Stiles, intanto nel prossimo inizierà la terapia, povero cucciolo. Ma abbiamo un badante di prim'ordine! Peter Hale, che ne sa una più del diavolo.
Attendo Vostri commenti
Alla prossima
Mar
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


CAPITOLO 9
 
STILES
 
Erano passate due settimana da quel tragico sabato, volevo poter affermare di non aver più ripensato a quel bacio, ma avrei mentito spudoratamente. A distrarmi con mia somma gioia c’erano le terapie che avevo iniziato.
Pochi cicli di chemio e avevo il corpo che urlava dal dolore. Il dottore era partito con una dose più pesante per avere un maggior contrasto, solo che al momento non sentivo molti benefici. Per fortuna Peter mi riaccompagna a casa perché dopo le cure ero talmente confuso e nauseato che era un miracolo riuscire a camminare in linea retta, grazie al cielo mi avevano fatto desistere, non sarei riuscito a guidare e non volevo che mio padre mi vedesse in questo stato pietoso.
Una volta finita la tortura in ospedale avevo due opzioni: o tornavo a casa e mi spiaggiavo sul letto oppure vomitavo l’anima in bagno; oppure andavo a casa di Peter dove la routine non cambiava di molto. La porta che avevo ipotizzato conducesse a una sua personalissima camera dei giochi, in realtà era una camera per gli ospiti che lui mi aveva gentilmente offerto…con la minaccia di non vomitargli sui tappeti, non sia mai! Pregiatissimi rettangoli di stoffa monocolore che avrà pagato un rene ma utili solo a raccogliere polvere, vomitarci sopra sarebbe stato solo un tocco di colore in più…ma cosa volete che ci capisca io di arredamento.
Oggi il mio badante lupesco mi aveva portato a casa mia, preferivo in realtà, quando si sta male è bello avere i propri oggetti di conforto attorno a sé e poi a casa di Peter non c’era il mio cuscino, senza quello non riuscivo a dormire.
Nemmeno ora riuscivo a chiudere occhio, non con Hale senior che rovistava fra i miei cassetti, che stava cercando?
<< Peter si può sapere che stai cercando?>>
Il lupo anziano si voltò verso di me sospendendo per il momento la sua ricerca, cosa pensava di trovare nel cassetto dei calzini?
<< Non sto cercando niente, sto solo curiosando, così…per passare il tempo>>
<< Non potresti leggere un libro o guardare la televisione come la gente normale? Cosa speri di trovare in quei cassetti?>>
<< Gente normale? Io non sono normale e tu lo sai benissimo. Perché dovrei fare quello che fanno tutti gli altri? Piuttosto come va la nausea?>>
<< Uno schifo, grazie per averlo chiesto. Se la smettessi di muoverti qua e là sono sicuro che andrebbe meglio, non puoi sederti e tenermi compagnia?>>
Il lupo rise ma fece quello che gli chiesi.
<< Hai bisogno che lo zio Peter ti racconti la favola della buona notte ragazzino?>>
Conoscendolo sarebbe capace di raccontarmi una storia in cui cappuccetto rosso seduceva il lupo cattivo, che in realtà era un licantropo, per poi rimanere incinta, così uccideva il cacciatore e la nonna e si fregava la casa per andarci a vivere con il lupo…non suonava nemmeno così male.
<< No grazie, distraimi piuttosto>>
<< Con piacere, hai sentito mio nipote?>>
<< Non capisco di quale nipote tu stia parlando, conosco a malapena Cora e non ho nessuna conoscenza di figure maschili a te imparentate>>
<< Certo e io sono Mago Merlino>>
<< Non ti ci vedo con la barba bianca Peter, so che puoi fare di meglio con gli esempi>>
<< Sei davvero un ragazzino pestifero, ma dalla tua risposta deduco di no, Derek non si è fatto sentire>>
Sorrisi amaramente, perché mai si sarebbe dovuto far sentire? Si era solo divertito con me per prendermi in giro e io ci ero cascato come un povero idiota. Ma se Derek si aspettava che mi precipitassi da lui come una damina offesa aveva capito male, il bacio era stato fantastico ma era finita lì, la consideravo un’esperienza in più prima di morire.
<< Anche volendo non potrebbe, ho bloccato tutti i numeri del branco, alla casa non si può avvicinare e a lavoro venite sempre a prendermi tu o mio padre>>
<< Ma non sei nemmeno un po' curioso di sapere perché ti ha baciato?>>
Sbuffai, perché insisteva tanto?
<< Si voleva solo prendere gioco di me Peter, ne abbiamo già parlato. Piuttosto state almeno indagando sui sacrifici umani? Il serial killer ha ucciso altre due persone e ormai ha cambiato categoria, non sono più vergini>>
Il che mi rendeva momentaneamente salvo, non ero stato con nessuno e giusto per puntualizzare, non li avevo nemmeno visti i bagni dello Jungle.
<< Derek non pensa siano legati a Deucalion, quindi non sta facendo niente>>
<< Siete degli idioti! Dovreste indagare ugualmente! Sono pur sempre sacrifici umani, cosa pensi che servano se non a invocare qualche cosa? Possibile che non ci arriviate? Devo davvero fare tutto io?>>
Mi ero alzato dal letto per la rabbia e ora ondeggiavo per la nausea, Peter mi fece sdraiare con la forza, ero troppo arrabbiato, perché non facevano niente? Stavano morendo delle persone innocenti e quei dementi dei miei ex amici erano troppo occupati a ringhiare contro un altro branco per fare qualcosa.
<< Stai giù ragazzino e calmati, non ti fa bene>> iniziò ad assorbire un po' del mio dolore, questa cosa era favolosa, la parte migliore di avere un lupo mannaro come badante.
<< Nemmeno sapere che c’è un assassino a piede libero mi fa stare bene. Non puoi parlarci tu con lui? Deaton è al corrente di tutto e so che ha parlato con il signor Argent. Gli Hale non dovrebbero essere i protettori di Beacon Hills? Non state proteggendo nessuno se non voi stessi!>>
<< Ti ho detto di calmarti>>
La faceva facile lui, a Peter del genere umano non interessava nulla, sapevo benissimo che per lui importava solo il potere ma pensavo che per aiutare me un po' fosse cambiato.
Lo sentii sospirare e alzarsi dalla sedia.
<< Parlerò io con Deaton se questo ti fa stare più tranquillo, però non posso prometterti niente. Questo assassino non è fra le nostre priorità>>
<< E se quello che sta uccidendo tutte queste persone fosse dalla parte di Deucalion e sta evocando qualcosa che lo aiutasse a distruggervi? Ci avete pensato?>>
<< Veramente no, ma è un’ipotesi interessante che vale la pensa di esplorare. Ora per favore vuoi dormire un po'? >>
<< Va bene zietto, ma tu promettimi che parlerai davvero con Deaton>>
<< Lo prometto…un’ultima cosa…>>
<< Sì?>>
<< Perché hai tutti questi pennarelli sulla scrivania? Non sapevo che sapessi disegnare>>
<< Non dire sciocchezze Peter, non so tirare nemmeno una linea retta>>
Guardai di sfuggita la scrivania per notare il disordine che vi regnava, molti fogli bianchi e pennarelli di vari colori…chissà quando li avevo tirati fuori, fu l’ultima domanda che mi posi prima di addormentarmi.
 
 
SCOTT
 
Non ero riuscito ancora a fare pace con Stiles, non riuscivo ad avvicinarlo da nessuna parte. Casa sua era come blindata e al lavoro c’era sempre suo padre o Peter. Perché lo zio di Derek passava tutto questo tempo con il mio migliore amico? Insomma era un pazzo psicopatico, davvero preferiva la sua compagnia alla mia? Avevo sbagliato ma non meritavo forse una seconda opportunità?
Tornai a casa dopo un’altra giornata infinita di scuola, almeno Isaac mi teneva compagnia durante le lezioni ma non era la stessa cosa.
I gemelli si erano improvvisamente calmati anche se notavo delle strane occhiate che Ethan lanciava verso Danny, sapevo che i due si stavano frequentando ma il gemello sembrava arrabbiato con il mio amico.
Parcheggiai la moto nel vialetto di casa e mi accorsi della macchina di mia madre, pensavo fosse in ospedale a quest’ora, che avesse cambiato turno?
Entrai in casa e la chiamai. In salotto e in cucina non c’era, seguii il suo odore fino alla sua camera e la trovai seduta sul letto a piangere.
Mia madre era una donna molto forte, non l’avevo vista crollare nemmeno dopo il divorzio con mio padre.
<< Mamma che succede?>>
Lei sussultò, non mi aveva sentito entrare. Cercò di asciugarsi le lacrime ma tanto ormai le avevo viste.
<< Non è niente Scott>>
Mi sedetti sul letto vicino a lei.
<< E’ successo qualcosa di brutto? È capitato qualcosa a papà?>>
<< Ma no figurati, chi lo sente mai quello>>
In effetti mio padre non si faceva mai sentire, nemmeno per gli auguri di compleanno o di Natale.
<< E allora cosa è successo?>>
Lei sospirò.
<< Ho promesso di non dirtelo Scott, ma davvero non ce la faccio a nascondertelo, preferisco tu lo sappia da me piuttosto che venirlo a sapere in un altro modo>>
E me lo disse, per la seconda volta il mio mondo cambiò drasticamente.
 
 
DEREK
 
Due interminabili settimane da quella serata al Jungle e del ragazzino non c’era traccia. Non mi aspettavo chissà quale reazione ma di certo non quella che aveva avuto per il bacio. Pensava davvero che lo stessi prendendo in giro? Non aveva visto quanto ero coinvolto? Ma poi cosa mi era saltato in mente? Perché accidenti l’avevo baciato? Per curiosità? Per rivalsa contro gli scherzi di mio zio? L’unica cosa che sapevo e che se lui non si fosse staccato l’avrei trascinato da qualche parte per andare ben oltre.
Ma da quando mi piacevano i ragazzi? Ero sempre stato solamente con donne, non mi erano mai interessati gli uomini, eppure lui era come una calamita per me, fin dal primo incontro. Inconsciamente mi trovavo sempre intorno a lui, mi nascondevo in camera sua, mi buttavo davanti alla sua macchina, lo seguivo in piscina. Stiles era la mia costante. Il mio istinto di lupo mi guidava verso lui e non sapevo perché non lo stessi assecondando. Forse volevo proteggerlo da Deucalion oppure solo da me stesso, avevo davvero dei grossi problemi con le relazioni, motivo per cui avevo invitato Jennifer in un bar di Beacon Hills, volevo mollarla. Oddio mollarla suonava come se noi due stessimo davvero insieme, ma a parte qualche bacio non mi ero spinto oltre con lei, non mi piaceva nemmeno, era troppo appiccicosa.
Ero seduto a un tavolino da almeno venti minuti, odiavo la gente che non era puntuale.
Finalmente arrivò e la guardai bene, davvero non capivo cosa mi avesse attratto di lei. Era una donna carina, non potevo negarlo, ma non mi suscitava niente la sua presenza. Mi diede un bacio su una guancia e si sedette tutta sorridente davanti a me. Ero pronto a scommettere che fra poco avrebbe smesso di sorridere.
<< Ciao Derek, sono felice di vederti>>
<< Ciao Jennifer, senti, dobbiamo parlare>>
Il sorriso svanì come pianificato, quando qualcuno ti diceva la frase “dobbiamo parlare” non era mai un buon segno.
<< Ah sì?>>
<< Voglio essere onesto con te. Sono passate alcune settimane da quando abbiamo iniziato ad uscire insieme ma, non riesco a provare nessun attaccamento verso di te>>
Troppo brutale?
<< Mi stai mollando?>>
<< Non è che noi stessimo effettivamente insieme in realtà, però sì>>
<< Non provi nessun attaccamento hai detto? Non mi trovi alla tua altezza? Non sono abbastanza bella o cosa?>>
No la scenata isterica non potevo sopportarla.
<< Tu non hai niente che non va. Sono io che non voglio relazioni al momento, ho questioni famigliari in sospeso e davvero non riesco a trovare un possibile legame fra noi due>>
Già perché a quanto pare ero attratto da un ragazzino scheletrico e dagli occhioni color ambra.
<< Hai per caso un'altra?>>
<< No Jennifer, non sto frequentando nessuna>>
Questo era vero, Stiles era introvabile, nemmeno per chiarire la storia del bacio riuscivo a parlarci.
<< Sai cosa ti dico Derek Hale? Te ne pentirai amaramente, potevo farti diventare grande e invece sarai come tutti gli altri>>
Uscì dal locale sbattendo la porta, queste uscite drammatiche non le capivo proprio. Che accidenti voleva dire la sua ultima frase? Poteva farmi diventare grande? Ero cresciuto da un pezzo, non avevo bisogno di lei. Almeno ero contento di essermela levata dai piedi. Non piaceva a nessuno del branco, Cora la detestava proprio e Peter mi guardava sempre strano, più strano del solito.
Dovevo ancora parlare con il mio caro zietto per quello scherzetto di cattivo gusto che mi aveva giocato.
 
 
Tornai al loft e guarda caso trovai proprio Peter seduto tranquillamente sul mio divano, stava leggendo un libro, dall’aspetto sembrava antico.
<< Ciao nipote>>
<< Ciao anche a te zio, cosa ci fai qui? Non potresti andare a casa tua?>>
<< Potrei, ma so che poi ti mancherei troppo, quindi resto qui>>
Perché non potevo avere dei parenti normali? Aveva di nuovo l’odore di Stiles addosso, mi faceva arrabbiare il fatto che lui potesse vederlo e io no.
<< Sembri frustato nipote, la maestrina non ti soddisfa abbastanza?>>
<< L’ho appena mollata>>
Non so perché ma mi sorrise felice, io davvero non lo capivo mio zio.
<< Questa è un’ottima notizia!>>
<< Se lo dici tu. Piuttosto, io e te abbiamo un discorso in sospeso>>
<< Non mi sembra>>
<< Sembra a me! Come hai potuto farmi credere di avere una relazione con Stiles?>>
Chiuse il libro e tolse un granello invisibile di polvere dai pantaloni.
<< Suvvia nipote, che divertimento ci sarebbe stato nel dirti che io e Stiles siamo solo amici? Sembravi così infuriato, era molto divertente vederti ridotto in quello stato>>
<< Non lo è stato affatto quando mi sono precipitato in quel locale però>>
<< Davvero? Eppure mi è parso di capire che ti sei approfittato del momento per strappare un bacio al ragazzino>>
<< Te l’ha detto?>>
<< Certo che sì, in piena crisi isterica è venuto a casa mia a inverti contro. Vuoi sapere se poi l’ho baciato come ha minacciato di fare?>>
La sola idea di mio zio che baciava Stiles era sufficiente a farmi andare fuori controllo.
<< No grazie, preferisco vivere nel dubbio>>
Perché il ragazzino non poteva davvero aver avuto il coraggio di andare da mio zio a pretendere un bacio per cancellare il mio o sì?
<< Comunque lui insiste con il fatto che dobbiamo indagare sul serial killer e sui sacrifici umani, ha tirato fuori una teoria interessante in realtà>>
Figurarsi se non aveva una sua ipotesi, sfornava idee a tutto spiano e ci azzeccava quasi sempre.
<< Sarebbe?>>
Peter non riuscì nemmeno ad aprire bocca che Scott si precipitò dentro al loft aggredendolo, il comportamento di questo ragazzo stava davvero peggiorando, bisognava dargli una raddrizzata, anche se non mi dispiaceva vederlo attaccare qualcuno che non fosse il sottoscritto.
<< Come hai potuto non dircelo?>>
C’era da dire una cosa su Peter, si staccò con eleganza Scott e lo fece volare contro il muro con una facilità che io ancora non padroneggiavo.
<< Quindi ora lo sai?>>
<< Me l’ha detto mia madre>>
<< Melissa aveva promesso di mantenere il segreto>>
Evidentemente mi ero perso un passaggio.
<< Sono il suo migliore amico, è compito mio aiutarlo, non tuo>>
<< Ma lui non ti vuole accanto a sé Scott>>
Questo sembrò ferire l’adolescente, ma di che stavano parlando?
<< Si può sapere di cosa state parlando?>>
Mio zio non aprì bocca, evidentemente per lui quella promessa aveva ancora importanza quindi mi rivolsi a Scott, quello che disse fece ululare il mio lupo dal dolore.
<< Stiles è malato, sta morendo>>
 
 
 
NOAH
 
Guidavo a tutta velocità verso la clinica di Deaton, essere lo sceriffo aveva i suoi privilegi, nessuno poteva multarmi.
I sensi di colpa mi stavano logorando dentro, tutto quello che stava passando Stiles era solo colpa mia. Il mio bambino stava morendo per la mia stupida paura.
Parcheggiai e raccolsi i fogli che tenevo sul sedile del passeggero, quei disegni non promettevano niente di buono.
Aprii la porta e Deaton era già lì ad aspettarmi.
<< Ciao Noah>>
A volte mi chiedevo come facesse a sapere le cose in anticipo.
<< Ciao Deaton, possiamo parlare?>>
Mi fece entrare dentro l’ambulatorio, stesi sul tavolo in acciaio tutti i disegni e notai che li osservò con attenzione, ne prese uno in mano e sbiancò per quello che vide.
<< Da quando ha riniziato a disegnare?>>
<< Una settimana, glieli porto via prima che si accorga di averli finiti>>
Deaton annuì con la testa.
<< Cosa vuoi chiedermi Noah?>>
<< Sta morendo Deaton, ed è tutta colpa mia! Se anni fa non avessimo fatto quello che abbiamo fatto ora non starebbe così>>
<< Tu e Claudia eravate spaventati>>
<< Questo non ci giustifica, non ora che lui sta morendo. Per favore, annulla il rituale, salva mio figlio>>
Dovevo salvare la vita di Stiles.
 


ANGOLINO DI MARLOWE

Buongiorno a tutti, ecco il nuovo capitolo. Non mi dilungherò nelle mie solite domande, di solito nessuno mi risponde, dirò solo questo... cosa ha combinato Noah anni fa?
Ringrazio Tre 88 l'anima buona che mi recensisce sempre, credo che altrimenti la storia sarebbe stata già cancellata
A presto
Mar

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Capitolo 10
*** AVVISO ***


Buongiorno, questo non è un nuovo capitolo. Sfortunatamente ho appena portato il portatile (nuovo oserei aggiungere) ad aggiustare. Quindi finché non torna, e mi dicono che ci vogliono circa due settimane....non posso aggiornare la storia.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


CAPITOLO 10
DEREK
Ero ancora sconvolto dalla rivelazione di Scott, davvero Stiles era malato? Eppure al locale non avevo sentito su di lui odore di malattia, anzi ricordavo perfettamente un qualcosa che mi ricordava incredibilmente casa.
Guardai mio zio, era impassibile e guardava male Scott. Perché il ragazzino non aveva detto niente? Era per questo che Peter passava tutto quel tempo con lui? Lo stava aiutando senza chiedere niente in cambio? Non aveva senso.
<< E’ una malattia grave Scott?>> facevo prima a rivolgermi a lui visto che Peter aveva la bocca cucita, non era mai stato leale con nessuno, e ora che doveva condividere delle informazioni importanti si comportava bene.
Il liceale sospirò e tirò su con il naso.
<< Demenza frontotemporale, la stessa che ha ucciso sua mamma. Non c’è cura>>
Quindi sarebbe morto e basta? Non riuscivo ad accettarlo, il lupo dentro di me ringhiava per la sofferenza, perché reagivo così? Era solo un maledetto ragazzino, un flagello combina guai, sgraziato e incline a cacciarsi sempre in qualche casino; non doveva contare niente per me eppure non riuscivo a smetterla di cercarlo.
<< Però Derek tu potresti salvarlo!>> Scott mi guardò speranzoso << potresti morderlo, così diventerebbe un lupo come noi e la sua malattia scomparirebbe>>
Questo era vero, mordendolo avrei ripristinato la sua salute, possibile che Stiles non ci avesse pensato? Era così orgoglioso dal non volermi chiedere aiuto? Ma poi, io l’avrei davvero fatto? Una parte di me era intrigata dall’opportunità di avere il ragazzino come lupo, sarebbe stato divertente, dall’altra il suo essere un imbranato cronico mi sarebbe mancata.
<< Lui non lo vuole il morso Scott>> si intromise Peter.
<< Certo che lo vuole, se può salvarlo perché dovrebbe rassegnarsi all’idea di morire?>>
Mio zio scosse la testa, evidentemente io e il ragazzo non capivamo qualcosa.
<< Dimentichi che gli ho fatto l’offerta del morso quando era ancora sano e ha rifiutato. Gli ho riproposto lo stesso dono quando ho saputo della malattia e lui ha sempre detto no. Non vuole essere un lupo mannaro>>
<< Evidentemente non capisce cosa è meglio per lui, forse non ha capito i vantaggi>>
<< Ti assicuro che Stiles sa meglio di noi quali siano i vantaggi, non lo vuole il morso Scott, devi fartene una ragione. È abbastanza grande per prendere le sue decisioni>>
<< No invece, se non capisce che rischia di morire!>>
Non potevo che dare ragione a Scott, se poteva vivere perché lasciarsi morire? Perché rinunciare alla sua vita? Gli facevamo davvero così schifo? Oppure l’avevamo ferito così profondamente da rifiutare la possibilità di vivere come noi?
<< Dobbiamo rivelare tutto allo sceriffo Derek, se gli mostriamo cosa siamo e gli diciamo che il morso potrebbe salvare Stiles, sono sicuro che lui lo convincerebbe>>
Mio zio scoppiò a ridere e io avevo voglia di picchiarlo, dirgli tutto? Ma si era completamente rincretinito?
<< Ragazzo, non solo la tua è un’idea stupida ma pure improponibile>>
<< Perché?>>
<< Prima di tutto Stiles ti ucciderebbe per aver esposto suo padre al mondo del sovrannaturale. Secondo, lui ha già deciso, cosa non ti è chiaro? Pensi che se fosse il padre a chiederglielo lui lo farebbe? È più che convinto, e questo ancora non capisco come sia possibile, che il morso l’ucciderebbe>>
Un umano poteva accettare il morso o rigettarlo, ma non si poteva esserne sicuri al cento per cento, quindi cosa glielo faceva credere?
<< Non può esserne sicuro. Non starò a guardare mentre scivola verso la morte. Possiamo sempre bloccarlo a terra e imporgli il morso con la forza. Non mi interessa il come lo facciamo>>
<< Complimenti, dimostri sempre di più di essere un amico esemplare. Pensi che non rispettando le sue scelte e imporgli di nuovo le tue lo farebbero tornare da te? Magari con un bel grazie e un abbraccio fraterno?>>
<< Alla fine capirebbe>>
<< Ne dubito fortemente e poi anche da lupo mannaro avrebbe vita breve attualmente>>
<< Perché?>>
<< Davvero non ci arrivi Scott? Se lo trasformi ora diventerebbe un beta instabile, incapace di controllarsi e quindi una potenziale vittima di Deucalion>>
<< Ma se aspettiamo troppo il suo corpo sarà troppo debole per accettare il morso>>
Mio zio afferrò Scott per il collo e lo sbatté al muro.
<< Ora presta attenzione, perché mi pare che tu non stia ascoltando. Stiles non lo vuole il morso. Vuole vivere il poco tempo che gli rimane da umano e tu non sei nessuno per potergli imporre il tuo volere, non ti vuole intorno Scott. Lascialo vivere come vuole>>
Il ragazzo si liberò dalla presa di mio zio e uscì dal loft, qualcosa mi diceva che Scott non si sarebbe arreso.
Peter si risedette sul divano e aspettò pazientemente una mia reazione. Nemmeno io però sapevo cosa provavo, nella mia vita avevo subito varie perdite. I miei genitori, Laura, erano tutti morti ma perdere anche Stiles? Era qualcosa che mi sembrava inconcepibile.
Mi sedetti anche io passandomi una mano fra i capelli corti.
<< E’ messo così male?>>
<< Ha iniziato le cure da due settimane, i cicli di chemio sono pesanti e il suo fisico non sta reggendo molto bene. Dopo le sedute passa il tempo a vomitare oppure a dormire. È come se questa malattia stesse procedendo a tutta velocità. Una cosa però non mi spiego e mi sta facendo letteralmente uscire di testa?>>
Buffo, pensavo che la psiche di mio zio fosse stata compromessa ormai da anni, non pensavo potesse subire ulteriori danni.
<< Cosa?>>
<< Come hai potuto dire che l’odore di Stiles ti ricorda casa? Ho annusato il ragazzino, non ha la puzza di una malattia ma nemmeno di una persona sana. La risposta a questo quesito mi sta facendo diventare matto, sto leggendo tutti i libri più antichi che trovo ma ancora niente>>
Le persone malate avevano un odore diverso, generalmente era un odore dolciastro, come di qualcosa che marcisce, ma quello di Stiles mi ricordava i boschi e il tepore che una volta c’era a villa Hale, lo riferii a mio zio e lui mi guardò con un sorrisetto che non prometteva niente di buono.
<< Questo conferma una mia teoria ma non risponde alla domanda iniziale>>
<< Quale teoria?>>
Lui rise, cosa c’era da ridere?
<< Sei ancora troppo stupido per capirlo nipote. Sono sicuro che Talia ti abbia spiegato molto bene questa cosa, ma evidentemente non ci sei ancora arrivato. Ti conviene fare in fretta però, il tempo a quanto pare non è dalla tua>>
E dopo questa frase sibillina se ne andò.
 
Dopo aver passato la notte insonne avevo deciso che per il bene del branco e per quello di Stiles, dovevamo attaccare Deucalion.
Scott aveva scoperto che alloggiavano nello stesso palazzo degli Argent, possibile che Chris non si fosse accorto che sotto il suo stesso tetto ci fosse un branco di alpha?
Avevamo deciso di non coinvolgerli, anche se Allison era a conoscenza del piano e soprattutto l’intero branco ormai sapeva della condizione di Stiles. Quella grande boccaccia di Scott era andato a piagnucolare da tutti riferendo la novità. Se il ragazzino non voleva che si sapesse come si permetteva lui di andarlo a sbandierare ai quattro venti? Avevo origliato una conversazione fra la cacciatrice e Lydia, la biondo fragola si era presentata casa di Stiles e aveva ricevuto una sfuriata in piena regola e una porta sbattuta in faccia. Se mi sentivo soddisfatto? Ebbene sì. Sapevo del debole che il ragazzino aveva per la ragazza, la sua eterna cotta, e questa sua reazione rendeva felice il mio lupo.
Peter era andato a sgridare Scott, il mio beta stava assillando troppo Stiles, lo aspettava davanti a lavoro e aveva più volte cercato di comunicare con lui, evidentemente Lydia era la sua ultima spiaggia. Mio zio aveva affermato che non voleva avere persone intorno che stessero con lui per pietà, lo capivo, ma mi feriva saperlo solo senza amici… o per meglio dire, solo con Peter.
Avevo deciso di attaccare Deucalion sul suo terreno di gioco, questo probabilmente era uno sbaglio e lui aveva fin troppi alleati potenti.
 
Questa notte si sarebbe decisa la vittoria di un solo branco, il mio o quello degli alpha. Scott e Isaac erano andati prima di noi per cercare di patteggiare una tregua con Deucalion, pensavo che il loro piano fosse stupido e una totale perdita di tempo, così io Boyd e Cora, interrompemmo quella pseudo riunione e iniziammo la lotta per la sopravvivenza del branco. Peter doveva rimanere con Stiles quella sera, lo sceriffo aveva il turno di notte. Non mi immaginavo Deucalion come un uomo cieco, mio zio diceva che una volta era un bravo alpha ma qualcosa l’aveva cambiato, rendendolo duro e spietato. Ennis, Kali e i gemelli erano dietro di lui. Ethan e Aiden erano un problema bello grosso, una volta fusi insieme diventavano inarrestabili. La donna era subdola e brava nel corpo a corpo. Ennis invece era un gigante, aveva una forza eccezionale.
Il combattimento fu brutale, i miei beta non erano all’altezza degli avversari e iniziavamo a perdere terreno, Scott era quello che se la cavava meglio di tutti e riuscì a ferire Ennis, una freccia degli Argent distolse l’attenzione al momento giusto e io mi buttai sul gigante per dargli il corpo di grazia. Qualcosa però andò storto perché mi ritrovai a precipitare nel vuoto insieme al nemico finchè l’impatto con il suolo non mi fece perdere i sensi.
 
 
STILES
 
Peter era agitato, strano per uno come lui che di solito cercava di mostrarsi impassibile. Ci trovavamo nel suo appartamento e io ero comodamente sdraiato sul divano mentre lo osservavo fare su e giù per il salotto. Avevo provato a chiedergli più volte cosa non andasse ma mi rispondeva solo con un grugnito, e dire che era un maestro di eloquenza quando voleva.
Ad un tratto il suo cellulare squillò e si allontanò per rispondere, ci mise giusto cinque minuti ma quando tornò era bianco come un morto.
<< E’ successo qualcosa Peter?>>
<< Niente di preoccupante ma devo uscire un attimo va bene?>>
<< Per andare dove?>>
<< Cose del branco Stiles. È davvero importante, mi devi promettere che resterai qui e non te ne andrai chissà dove>>
<< Ti ricordo che sono venuto con la tua auto e non sono esattamente in grado di percorre lunghi tragitti … ma va tutto bene vero? Scott e gli altri stanno bene?>>
Lui rimase un attimo in silenzio, non mi piaceva quando mi ometteva le cose e lui lo sapeva bene.
<< Se te lo dico promettimi di non agitarti>>
<< Se parti così sai già che mi agiterò Peter>>
Mi mise una mano sulla spalla e mi guardò fisso negli occhi.
<< Stanotte il branco ha affrontato Deucalion, Scott e i ragazzi stanno bene … ma pensano che Derek sia morto>>
Probabilmente il mio cuore ebbe un’ impennata perché la stanza iniziò a girare, il lupastro morto? Non poteva essere morto.
<< Pensano o lo sanno Peter? C’è differenza>>
<< Quando sono andati a recuperare il corpo non lo hanno trovato, forse l’ha preso Deucalion, c’era molto sangue e ha fatto un volo di molti metri. Le possibilità che sia sopravvissuto a una caduta del genere, con tutte quelle ferite … non voglio darti farse speranze>>
La speranza a volte è l’unica cosa che rimane a una persona e io in quel momento sentivo che Derek era vivo, non sapevo cosa me lo facesse dire o credere, sapevo solo che era così. Lui non era morto.
Afferrai le mani di Peter e gliele strinsi, faceva il duro ma sapevo che amava i suoi nipoti, nonostante le scelte sbagliate che aveva fatto in questi anni, voleva loro molto bene.
<< Sono sicuro che è vivo Peter>>
<< Non puoi saperlo Stiles>>
<< Invece sì, sento che è vivo, lo sento Peter!>>
Un luccichio di speranza comparve nei suoi occhi.
<< Mi fido di te ragazzino, se dici così sarà per forza vero. Ora vado. Per qualsiasi cosa chiamami va bene?>>
Feci di sì con la testa e poi lo vidi uscire in tutta fretta, mentre io rimanevo in casa ad aspettare notizie.
 
 
Erano le due di notte passate e non avevo ancora avuto notizie, non volevo assillare Peter di messaggi ma ero impaziente di sapere se l’avevano trovato.
A un certo punto sentii bussare alla porta. Chi accidenti poteva essere a quest’ora? Che io sapessi il caro zietto Hale non frequentava nessuno, che si fosse dimenticato le chiavi di casa?
Andai ad aprile la porta e quello che trovai davanti a me mi mozzò il respiro.
Praticamente mi cadde fra le braccia, un Derek Hale completamente ricoperto di sangue dalla testa ai piedi e con delle ferite orribili. Di solito sarei svenuto a quella vista ma lui aveva bisogno del mio aiuto e non di una mia crisi isterica.
<< Oh mio Dio! Derek come hai fatto ad arrivare fino a qui? Ti stanno cercando tutti, adesso chiamo Peter e Deaton>>
<< No, non andare via>>
Mi arpionò al suo corpo con forza e affondò il naso nel mio collo.
Dovevo fare qualcosa per quelle ferite, sapevo che si sarebbero rigenerate da sole, ma mi preoccupava tutta quella perdita di sangue. Lo feci sedere su una sedia e corsi in bagno per prendere l’occorrente per pulirlo e disinfettarlo. Era conciato malissimo, come aveva fatto a raggiungere casa di suo zio in quelle condizioni? Non sembrava nemmeno troppo lucido ma continuava a fissarmi e questo mi metteva un po’ a disagio. Mandai un messaggio a Peter per avvisarlo e lui mi disse di non farlo andare via, conciato com’ero dubitavo che avesse la forza di fare una scampagnata.
Le sue ferite stavano guarendo molto lentamente, dopotutto quelle inferte da un alpha erano più difficili da guarire, chissà come stavano gli altri.
<< Derek, ce la fai ad alzarti? Forse se ti sdrai sul letto ti sentirai un po’ meglio che dici?>>
Annuì con la testa, in quella casa non c’era nemmeno un antidolorifico, ma poi andavano bene per i lupi? Oppure gli avrebbe fatto male? Mandai un messaggio anche a Deaton e mi rispose solo di tenerlo al caldo. Ma che razza di veterinario/druido era? Una soluzione mistica, una qualche pozione non c’era? Tenerlo al caldo e basta? Non aveva mica l’influenza! Questo stava morendo dissanguato fino a cinque minuti fa e ora era avvolto nelle bende come una mummia!
Con grande fatica lo trascinai nella mia camera e lo feci sdraiare, per questa notte mi sarei accontentato del divano, tanto senza il mio cuscino non avrei chiuso occhio lo stesso. Feci per andarmene ma lui mi trattenne per il braccio, nemmeno da moribondo si dimenticava di quel suo vizio.
<< Rimani con me>>
<< Non vado via Derek, sono nell’altra stanza. Tu dormi e guarisci>>
Lui fece di no con la testa.
<< No, dormi qui con me. Non lasciarmi solo>>
Maledizione al mio cuore tenero, chi ero io per dire di no a un ferito? Mi sdraiai accanto a lui, un po’ lontano dal suo corpo per non dargli fastidio ma lui mi attirò più vicino a sé. La mia guancia era appoggiata alla sua spalla, lo sentii sospirare dal sollievo, poi chissà come entrambi ci addormentammo.


ANGOLINO DI MARLOWE
Se ve lo state chiedendo no, non mi hanno ridato il computer dall'assistenza. Ho riesumato il mio vecchio portatile e scrivere il capitolo è stato un'agonia! E' lento, non mi apre il file word dell'altro computer perchè di una versione troppo nuova. Ho riscritto tutto da capo e il risultato non mi piace nemmeno. Faccio pena a scrivere di combattimenti come avrete notato, ma mi serviva la scena di Derek che "muore". Lui non va da Jennifer come nel telefilm (brutta schifosa! Che poi è mezzo morto ma riesce a farci sesso? Sul serio Derek? Sul serio?) ma cerca il caro Stiles. 
Non so se riuscirò a ripetere il miracolo per venerdì prossimo...sto affare si scollega in continuazione.
Alla prossima
Mar

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


CAPITOLO 11
 
DEREK
 
Sentivo un piacevole tepore vicino a me e un odore così buono che fece uggiolare di gioia il mio lupo. Non volevo aprire gli occhi per perdere quella sensazione così meravigliosa, pensando si trattasse solo di un sogno. Mi ricordavo perfettamente del combattimento, di come stavamo perdendo contro gli altri, di aver cercato con una mossa suicida di eliminare Ennis e di essere caduto nel vuoto; poi il dolore e in uno stato di torpore mi ero trascinato fino a casa di Peter guidato dall’istinto. Lì avevo trovato Stiles, forse era da lui che il mio lupo mi voleva portare. Il ragazzino si era preso cura di me come nessuno faceva ormai da tempo. Mi aveva pulito, medicato ed accudito, l’avevo pregato di restare con me e non lasciarmi solo, rendendomi debole agli occhi di un’altra persona. Un momento, il mio cervello stava elaborando l’ultimo ricordo, gli avevo chiesto di dormire con me? Spalancai di colpo gli occhi e mi voltai verso il tepore sospetto che sentivo.
Stiles aveva una guancia appoggiata alla mia spalla e la mano sinistra sul mio cuore. Aveva l’aria tenera e pacifica di chi non ha un problema al mondo. In tutti questi anni non l’avevo mai visto così tranquillo e fermo. L’osservai con attenzione, approfittando del fatto che non se ne potesse accorgere.
Guardai il suo volto addormentato, gli occhi chiusi ma che sapevo essere del colore dell’ambra, il delicato nasino all’insù, la pelle morbida ricoperta di nei e poi quelle labbra che da giorni mi toglievano il sonno. Non era scomodo in quella posizione? Stranamente io non sentivo alcun dolore, le ferite erano già guarite ed era strano, erano state inferte da un alpha, ci sarebbe voluto più tempo per farle rimarginare, ma invece ero in perfetta forma.
Sfiorai con la mano una guancia di Stiles e immediatamente comparvero le vene nere, sussultai per il dolore improvviso, non il mio ma quello del ragazzino. Provava così tanto male eppure era rimasto con me e dormiva come se nulla fosse, vidi che si stava agitando nel sonno così gli tolsi un po’ di quel dolore per farlo calmare e per godermi ancora un po’ di quella pace.
Si sa però, che i desideri non vengono sempre realizzati, e fui distolto dalla mia contemplazione dal flash di una fotocamera.
Chi osava rovinare questo momento?
Cercai con lo sguardo finchè non trovai sulla soglia della camera Peter con un sorrisone enorme in faccia.
<< Buongiorno nipote, noto con piacere che non sei morto, anzi mi sembri in ottima forma>>
<< Non parlare così forte o rischi di svegliarlo>>
E gli avrei aperto la gola con i denti se metteva fine a quel miracolo. Mio zio invece si avvicinò al letto e accarezzò con dolcezza la testa di Stiles. Da un lato ero geloso marcio di queste sue attenzioni, ma il suo sguardo, lo sguardo che non vedevo dai tempi dell’incendio, mi fermarono dal dirgli di levargli le mani di dosso.
<< E’ un miracolo che stia dormendo, di solito senza il suo cuscino non fa altro che guardare la televisione o leggere qualche libro se non ha la nausea. Come sei riuscito a farlo addormentare?>>
<< Non ne ho idea, mi ha medicato e poi gli ho chiesto di dormire con me>>
<< Wow nipote, quanta intraprendenza da parte tua>>
Sbuffai infastidito, era davvero seccante avere un parente del genere.
<< Gli altri del branco?>>
<< Ammaccati ma stanno bene >>
<< Scott è ferito ma si sta riprendendo. Deucalion pensa tu sia morto e poco fa ho sentito Deaton, hanno portato Ennis da lui>>
Essendo il druido della zona era obbligato a prestare soccorso a un branco di passaggio, lui non era legato esclusivamente alla famiglia Hale, non mi doveva nessuna fedeltà ma un po’ mi scocciava.
<< Cora voleva venire qui, ma non sapendo come vi avrei trovati le ho chiesto di aspettarti al loft>>
E come ci doveva trovare? Ero mezzo moribondo e lui non stava bene.
<< Non so cosa passi per la tua testa malata zio, ma penso tu ti sia fatto un’idea sbagliata>>
<< Certo infatti trovare il proprio nipote e il mio pupillo distesi su un letto, abbracciati, è proprio farmi un’idea sbagliata. Ho anche la prova fotografica>>
<< Cancellala>>
<< Ma anche no, questa la faccio pure stampare e incorniciare, siete così carini>>
Ma perché doveva essere così irritante?
<< Comunque devo portare Stiles a casa, lo devo svegliare>>
Non volevo, lo strinsi più forte avvicinandolo a me.
<< Non può rimanere qui?>>
<< Non hai cinque anni Derek, non mi stai chiedendo di tenere un amichetto di più a casa per giocarci. Stiles deve tornare da suo padre ed è meglio farlo ora che il gruppo di Deucalion è distratto, con la scia che hai lasciato arrivando fino a qua non vorrai metterlo in pericolo vero?>>
Aveva ragione, seguendo il mio odore e probabilmente anche la scia di sangue che mi ero lasciato dietro, potevano prendersela con il ragazzino. Doveva andarsene e pure subito. Lo scossi leggermente per la spalla, certo che quando voleva aveva davvero il sonno pesante.
Lo vidi socchiudere un occhio e guardarmi, probabilmente non mi stava focalizzando bene ma quando fece mente locale si tirò su di scatto dal letto.
<< Oh mio Dio, Derek stai bene?>>
Mi guardò con attenzione, forse cercava ancora le ferite.
<< Sei già guarito>>
<< Era conciato così male Stiles?>>
Il ragazzino si girò verso mio zio e gli sorrise, non sorridere a lui per la miseria.
<< Perdeva un sacco di sangue, è un miracolo che sia arrivato fino a qui. Pensavo però che le ferite inferte da un alpha impiegassero di più a guarire, invece tu stai bene>>
Mio zio inarcò un sopracciglio.
<< Evidentemente ha avuto un bravo infermiere>>
<< Tu non c’eri ho dovuto arrangiarmi. Almeno non ti ho sporcato i tappeti di sangue, contento?>>
Peter rise.
<< Te ne sono molto grato. Ora però ti devo riaccompagnare a casa, tuo padre mi ha già mandato un sacco di messaggi>>
Stiles non se lo fece ripetere due volte e si alzò dal letto per fiondarsi in bagno.
Mi mancava già il contatto fra noi due.
<< La sua vicinanza ha fatto in modo che la tua guarigione fosse più veloce, ti rendi conto di quello che significa o ancora non ci sei arrivato?>>
Era stato per merito di Stiles se ero guarito in fretta? Non aveva senso, ai lupi mannari succedeva solo se… sbiancai di colpo, era per quello che ero ossessionato da lui?
<< Deduco dalla tua faccia da triglia imbambolata che ci sei arrivato. Vorrei urlare al miracolo ma poi Stiles si farebbe troppe domande e ora non può permetterselo>>
<< Ma come è possibile? Io non ho mai… e lui poi… forse si tratta di …>>
<< Vuoi provare a finire una frase o ti serve aiuto? Cosa c’è di tanto strano? Per noi sono cose naturali. Certo, se quella notte nel bosco avessi morso lui invece di Scott probabilmente te ne saresti accorto prima… anche se non sei particolarmente sveglio>>
Figuriamoci se non ci metteva anche una bella offesa. Avevo il cervello in fiamme, come poteva essere capitato a me?
<< Suvvia nipote, poteva andarti peggio. Lui è adorabile e intelligente, sarebbe stato davvero divertente averlo come mio beta e vedere te struggerti per lui, ah la sfortuna! Tu sei cresciuto come un perfetto idiota e lui sta passando le pene dell’inferno>>
<< Sta soffrendo tanto, prima ho assorbito un po’ di dolore>>
Mio zio si sedette sul letto e sospirò.
<< Si sta dimostrando una roccia, lo fa per suo padre. Soffre in silenzio per non dare fastidio a nessuno. È un ragazzino coraggioso. Sei stato fortunato e sfortunato allo stesso tempo>>
Lo sapevo e forse ora l’idea di morderlo non era più tanto stupida ma anzi di vitale importanza. Stiles uscì dal bagno dichiarando di essere pronto per andare via.
Con mio rammarico non mi degnò di nessuna attenzione se non un semplice “fai attenzione”, dovevo risolvere la questione di Deucalion al più presto per potermi concentrare sul ragazzino.
 
 
STILES
 
Grazie al cielo Derek stava bene e si era svegliato senza più nessuna ferita, mi sembrava un po’ pallido ma niente che un po’ di riposo potesse aggiustare.
In macchina Peter canticchiava allegro, fatto insolito per lui, però aveva una bella voce ed era piacevole da ascoltare.
<< Sei stato bravo ad aiutare Derek>>
Bravo? Era un miracolo se non ero andato nel panico, l’avevo solo pulito e disinfettato, se dovevo ricucirlo avrei avuto un attacco isterico.
<< Ho fatto del mio meglio, per fortuna voi guarite in fretta>>
<< Già anche se per le ferita da alpha di solito ci vuole più tempo>>
<< Forse non erano così gravi>>
<< Non mi hai detto che era ricoperto di sangue?>>
Guardai con attenzione l’uomo accanto a me, stava cercando di comunicarmi qualcosa in qualche modo contorto come suo solito?
<< Cosa stai cercando di dirmi Peter?>>
<< Ma niente, era solo un’osservazione. Siamo arrivati comunque. Ti vedo riposato, oggi potresti anche riuscire a goderti una giornata di riposo decente>>
Era vero, non dormivo così bene da settimane, evidentemente Derek come cuscino funzionava benissimo, oppure la scarica di adrenalina mi aveva prosciugato le poche energie rimaste, chi poteva dirlo.
<< In effetti hai proprio ragione, oggi mi sento abbastanza bene>>
<< Ne sono lieto. Ci vediamo Martedì per la prossima chemio?>>
<< Va bene, e so che non dovrei impicciarmi però… aiutali va bene?>>
Lui mi sorrise.
<< Farò del mio meglio ragazzino>>
 
 
Martedì, giorno della settimana che voleva dire chemioterapia e ore passate in bagno a vomitare. La seduta di oggi era stata infinita e pesante, ormai fuori era già buio e io mi sentivo un budino spappolato e a nessuno piaceva il dolce ridotto in quel modo.
Peter mi aiutò a raggiungere la macchina, non avevo davvero la forza di camminare, ma che mi avevano somministrato oggi? Di solito almeno alla macchina riuscivo ad arrivarci più o meno da solo, questa volta invece Peter mi aveva praticamente caricato lui in macchina.
Lo zio Hale mi osservava preoccupato mentre guidava, gli avevo detto che volevo andare a casa, volevo essere circondato dalle le miei cose anche se questo voleva dire un percorso in auto più lungo costeggiando il bosco.
<< Stiles, non per denigrare la medicina moderna, ma sei sicuro che ti stiano curando? Oggi mi sembri più morto che vivo>>
Non potevo dargli torto, a mala pena riuscivo ad alzare il braccio, capivo attaccare la malattia in maniera aggressiva ma qui mi sembrava un tantino esagerato, non riuscivo nemmeno a muovermi. Si prospettava una nottata davvero divertente, altro che bagno, mi sarei dovuto portare un secchio vicino al letto, poco ma sicuro. Persino il movimento della macchina mi dava i conati, mi ero appoggiato alla portiera per sentire il fresco del vetro.
<< E mi sento anche così>>
<< Forse dovresti davvero rivedere la storia del morso ragazzino. È evidente che le cure non stanno funzionando se ad ogni seduta ti aumentano il dosaggio>>
<< Non voglio essere un lupo, se devo morire lo farò da umano>>
Lui si girò arrabbiato verso di me.
<< Non dovresti proprio morire alla tua età!>>
Fu un attimo, un bagliore rosso nel bosco e poi qualcosa che si precipitava a tutta velocità verso di noi.
<< Peter attento!!!>>
L’impatto fu violento tanto da sbalzare la macchina in aria per poi precipitare nel bosco, sbattei la testa e poi dolore.
 
 
PETER
 
Cosa diamine ci era venuto addosso un carro armato? Mi alzai con fatica dal suolo del bosco, eravamo finiti fuori strada e l’impatto mi aveva sbalzato fuori dalla macchina, avevo un braccio piegato in una brutta angolazione e urlai mentre lo rimettevo al suo posto. L’auto era ridotta a un mucchio di ferraglia inutile, dal mio lato era visibile la botta per l’impatto ricevuto, Stiles però non era all’interno. Accidenti se l’urto aveva sbalzato via me era probabile che anche lui fosse finito fuori. Lo cercai con lo sguardo e quando lo vidi mi paralizzai dal terrore.
Era finito contro un enorme tronco tagliato, davvero molto grande, aveva varie ferite e il suo sangue stava bagnando le radici e la terra.
Mi precipitai da lui e fortunatamente sentii il battito. Aveva una ferita alla testa, probabilmente qualche costola rotta e un’emorragia interna, il battito era debole. Tirai fuori il cellulare chiamando il 911 e diedi loro le indicazioni per trovarci. Durante quell’attesa continuai ad assorbire il dolore del ragazzo, doveva sopravvivere.
<< Forza Stiles, non farmi brutti scherzi>>
Questa era tutta opera di Deucalion, solo un lupo mannaro poteva scaraventarci con quella forza fuori strada, e data la potenza dell’impatto potevano essere stati solo i gemelli. Stiles aveva visto qualcosa, mi aveva urlato di stare attento, ero stato stupido, non ero riuscito a proteggerlo.
Finalmente l’ambulanza arrivò, salimmo entrambi e io chiamai lo sceriffo.
I paramedici cercarono di stabilizzarlo, non capivo un accidenti di quello che dicevano, ero concentrato solo sul battito del ragazzino.
Quando arrivammo in ospedale trovai Noah, Melissa e cosa ancora più strana Deaton fuori ad aspettarci.
Stiles fu portato in sala operatoria, il medico aveva detto che era in uno stato critico.
Lo sceriffo e il druido confabulavano qualcosa e sentii dire a quest’ultimo la frase “ io non posso fare niente, dobbiamo solo aspettare”. Cosa dovevamo aspettare?
 
 
NARRATORE ESTERNO
 
Erano tutti lì. In quella sala d’aspetto, mentre i dottori cercavano di salvare la vita di Stiles. Il suo corpo, già provato dalle cure, era rimasto ferito gravemente a causa dell’incidente d’auto, non aveva le forze per combattere.
In sala Deaton, lo sceriffo, Melissa e Peter pregavano per la salvezza di quella giovane e importante vita.
Noah si malediceva per quello che aveva fatto.
Melissa aveva il cuore a pezzi temendo di perdere quel ragazzino che considerava un figlio.
Deaton attendeva calmo e fiducioso.
Peter, oh il povero Peter era l’unico che poteva udire il cuore di Stiles rallentare sempre più, finchè, dopo un’attesa che parve loro infinita, il battito si fermò del tutto e Stiles morì.
In lontananza, tutta Beacon Hills sentì l’ululato di un lupo sofferente e con il cuore spezzato.


ANGOLINO DI MARLOWE

Buonasera gente! Visto che oggi sono particolarmente felice per aver superato un test importante, ho deciso di anticipare la pubblicazione del capitolo ad oggi, e ne approfitto visto che il vecchio portatile oggi sta facendo il bravo.
Non starò a dilungarmi come mio solito...qualcosa mi dice che è meglio se mi trovo un nascondiglio sicuro visto come si è concluso il capitolo.
Per chi se lo sta chiedendo però no...Stiles non diventa lupo mannaro, volpe mannara, elfo di babbo natale o omino umpa lumpa...il ragazzo non ha ricevuto morsi, è morto.
Amen e andate in pace.... e io a nascondermi.
A venerdì prossimo
Mar

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


CAPITOLO 12
 
NARRATORE ESTERNO
 
Il cuore di Stiles aveva smesso di battere ormai da qualche minuto. Il dottor Sheppard era pronto ad andare in sala d’attesa per dare la brutta notizia, non sapendo che una delle persone era già a conoscenza di tutto; era sempre difficile comunicare il decesso di una persona cara, se questa poi era un ragazzino nel fiore degli anni era ancora peggio. In trent’anni di carriera era la parte che detestava di più nel fare il medico.
Tutta l’equipe stava ripulendo la sala operatoria ed erano pronti a spostare il ragazzo in un'altra camera per permettere ai famigliari di dargli l’ultimo saluto. All’improvviso iniziò. Da prima furono scosse lievi, poi tremiti più forti e infine il terremoto più violento che Beacon Hills potesse ricordare si scatenò in tutta la sua furia.
I macchinari tremavano, i vassoi si rovesciavano, i medici e gli infermieri cercavano di trovare riparo sotto a qualche tavolino o sotto agli stipiti delle porte… nessuno si accorse di quello che accadeva al corpo del ragazzo morto. Nessuno notò i sottili fili di energia verde che dal terreno salivano e si riversavano nel corpo di Stiles; nessuno notò come le ferite iniziarono a rimarginarsi, le ossa a risaldarsi, fu solo quando il tremore cessò che tutti poterono udire il macchinario emettere il classico suono di un cuore sano e perfettamente funzionante. Durante il terremoto Stiles Stilinski era tornato in vita.
 
 
STILES
 
Mi trovavo in uno stato di dormiveglia, quello in cui sei quasi sveglio ma ancora fai fatica a uscire dal mondo dei sogni. Mi sentivo così bene che non avevo alcuna intenzione di svegliarmi e provare dolore. Ricordavo l’incidente, gli occhi di un alpha prima dell’attacco, il rumore di lamiere che si accartocciavano e poi l’impatto con il suolo. Per non sentire niente dovevano avermi dato una dosa da elefanti di morfina, il mio corpo non poteva essere uscito illeso da un incidente del genere.
Forse a ben pensarci dovevo essere morto e questa pace era il momento prima di entrare in paradiso.
Aprii con lentezza prima un occhio non sapendo cosa aspettarmi, se candide nuvole o fiamme infernali, invece vidi una camera d’ospedale.
Bè ero quasi deluso, ero ancora vivo, però mi sentivo stranamente in forma e non avevo tubi o flebo collegati al mio corpo, quindi non ero tanto drogato da non sentire niente.
Mio papà era seduto su una sedia vicino al mio letto, in una posizione degna di un contorsionista del circo, Peter con mia grande sorpresa invece era vicino a me e mi teneva la mano. Mi sorrideva felice,che fossi finito in un mondo parallelo? Oppure ero in coma e questa era tutta una mia fantasia?
<< Ben tornato ragazzino, per un momento ho temuto di perderti>>
Mio padre sentendo il lupo parlare si svegliò di colpo e si catapultò ad abbracciarmi, insomma ma sono i modi di trattare un povero reduce da un incidente d’auto? Un po’ di delicatezza.
<< Figliolo sono così felice che tu stia bene>>
<< Papà, non che non apprezzi queste manifestazioni d’affetto, ma mi stai soffocando>>
Lui si staccò ma aveva ancora gli occhi lucidi.
In quel momento entrarono in camera Deaton e Melissa, capivo la seconda ma perché anche il veterinario mi veniva a trovare? Forse voleva sapere qualcosa sull’attacco dell’alpha? Non poteva chiedere a Peter dell’incidente?
<< Come ti senti Stiles?>>
Mi mossi un po’ per saggiare la situazione del mio corpo e dovevo ammettere che non sentivo nemmeno un dolorino.
<< Direi benissimo, non mi sento così bene da settimane in effetti>>
<< Oh figliolo>> mio padre si mise a piangere.
<< Va tutto bene papà, sto bene>>
Questa mia fresa non lo fece calmare affatto.
<< Perché reagisci così? Non sei contento? Sono vivo e vegeto dopo un incidente d’auto tremendo>>
<< E’ questo il punto>> Peter prese la parola << tu sei morto, il tuo cuore ha smesso di battere, i medici avevano già preso l’ora del decesso e stavano venendo a darci la brutta notizia>>
<< Si vede che si erano sbagliati no? Insomma guardatemi, sono vivo e vegeto>>
<< E senza nemmeno un graffio ragazzino>>
In effetti questo era strano, chi dopo un incidente d’auto non subiva qualche danno? L’impatto ci aveva catapultati fuori strada e ricordavo di essermi schiantato contro un tronco gigante. Non dovevo avere qualche escoriazione o frattura?
Guardai Peter in cerca di risposte, avevo il timore che Derek si fosse intrufolato in ospedale per mordermi, lui mi fece di no con la testa e mi indicò mio padre e Deaton.
<< Papà?>>
Lui si schiarì la voce e mi prese una mano.
<< Devo spiegarti una cosa figliolo, forse il signor Hale può aspettare fuori un attimo?>>
<< Se è una cosa per cui è coinvolto anche Deaton, e ho come il sospetto che sia così, allora Peter può restare>>
Anche perché da fuori avrebbe origliato comunque, quindi tanto valeva tenerselo vicino.
<< Va bene. È difficile da spiegare ma voglio che tu sappia che tutto quello che io e tua madre abbiamo fatto, è stato per il tuo bene. Non pensavo avesse tali conseguenze>>
Non ci stavo capendo un tubo.
<< Perché ora tiri fuori anche la mamma? Si può sapere cos’è che hai combinato?>>
Lui prese un respiro profondo e iniziò a raccontare.
<< Quando avevi circa sette anni hai iniziato a fare delle cose strane>> figuriamoci se non ero strano fin da bambino << sapevamo già che possedevi un’intelligenza fuori dal comune ma poi hai iniziato a fare … altro>>
<< Altro in che senso?>>
<< Spostavi le cose con il pensiero, se ti arrabbiavi facevi esplodere i soprammobili e poi disegnavi>>
Tutto questo era molto figo, avevo sempre sognato di saper usare la telecinesi, perché non me lo ricordavo?
<< Fra tutte le cose che sapevo fare i disegni vi hanno preoccupato? Capisco di non essere un artista ma farsi spaventare da due scarabocchi mi sembra eccessivo papà>>
Lui rise di una risata cupa.
<< All’inizio pensavamo fossero scarabocchi, poi con il tempo abbiamo capito che quello che tu disegnavi, era uno scorcio di futuro. Non era semplice decifrarli, eri un bambino e la tua mente non sapeva interpretare le informazione che vedevi, poi però hai iniziato a disegnare la mamma>>
Sentii un brivido lungo la schiena.
<< La mamma?>>
<< Otto mesi prima della diagnosi del tumore, hai iniziato a disegnarla in un letto d’ospedale, è stato lì che abbiamo capito veramente la portata di quei disegni>>
Avevo disegnato la morte di mia madre, prima ancora che la sua malattia venisse diagnosticata, doveva essere stato terribile.
<< Ci siamo fatti cogliere dal panico. Tu non sembravi renderti conto di quello che facevi, ci portavi i tuoi disegni tutto orgoglioso del risultato ma ogni volta che vedevamo l’immagine di tua madre su un foglio … siamo ricorsi a una misura di cui mi sono pentito>>
<< Cosa avete fatto?>>
<< Ci siamo rivolti a Deaton, lui ha eseguito un rituale su di te, per sigillarti i poteri>>
<< E come facevi a sapere che il veterinario della città fosse in grado di fare una cosa del genere? Insomma non penso che nelle pagine gialle, sotto la dicitura veterinario ci sia anche la specifica di druido dedito a rituali magici>>
Ero stato troppo sarcastico? Non me ne importava nulla, mi avevano sottoposto a chissà quale stregoneria e nessuno mi aveva detto un accidenti, mi stavo un tantino alterando.
<< E’ stata tua madre a scoprirlo, mi ha detto che è stata Talia Hale a darle indicazioni>>
<< Mia sorella?>> Peter sembrava scioccato quanto me. Insomma fin dall’infanzia avevo avuto a che fare con la famiglia Hale anche se indirettamente, lo so che era morta e mi dispiaceva per lei ma non poteva farsi un pacco di affaracci suoi?
Intanto mio padre continuò a raccontare.
<< Lei ci indirizzò da Deaton che eseguì il rituale. Ha sigillato i tuoi poteri e fino a qualche mese fa sembrava andare tutto bene>>
<< Poi mi sono ammalato>>
<< Sì, la stessa identica malattia di tua madre e hai iniziato di nuovo a disegnare>>
<< Non è vero!>>
Deaton, che era rimasto fino a quel momento in silenzio, tirò fuori dalla sua valigetta un plico di fogli.
<< Non mi ricordo di averli fatti>>
<< Te li toglievo prima che tu potessi renderti conto di averli fatti. Cadi come in una specie di trance, fai abbastanza impressione in effetti. Non ti distrai e non smetti finchè il disegno non è terminato>>
<< Ma se il rituale era ancora attivo perché ho ripreso a disegnare?>>
<< Probabilmente i tuoi poteri in questi anni sono cresciuti superando la portata del mio incantesimo>> Deaton fece una pausa prima di proseguire << lo scatenarsi della tua malattia, il ritorno di determinate>> guardò Peter << persone e Beacon Hills, hanno accelerato il risveglio dei tuoi poteri>>
<< Mi dispiace così tanto figliolo, se non avessimo mai fatto quel rituale, non ti saresti mai ammalato, hai passato le pene dell’inferno solo per una mia paura>>
Fantastico, avevo fatto talmente tante chemio e vomitato l’anima in bagno per niente.
<< Quindi Deaton ha sciolto l’incantesimo?>>
Il veterinario negò con il capo.
<< Non poteva essere sciolto, non senza la presenza di entrambe le persone coinvolte nel rituale, tua madre e tuo padre, ed essendo la prima passata a miglior vita ormai da anni, non c’erano speranze di poterti salvare. Ma la fortuna sorride a chi sa attendere e fortunatamente hai avuto quell’incidente d’auto>>
Io avevo un concetto diverso di fortuna e forse era il caso che io e Deaton facessimo una chiacchierata in proposito.
<< Come fa a essere una cosa positiva essere coinvolti in un incidente d’auto Doc?>>
<< Sei morto e quindi questo ha annullato il rituale. Dopo che il tuo cuore ha smesso di battere si è scatenato un terremoto a Beacon Hills, appena ha smesso tu sei completamente guarito e sei perfettamente sano>>
Non sapevo cosa dire, era surreale persino per i miei standard. Passino i lupi mannari, i kanima e chissà quale altra bestia mannara esistente al mondo… ma il terremoto guaritore era troppo anche per me.
<< Il terremoto mi ha guarito?>>
<< Era la terra che ti donava la sua forza Stiles, la terra ti ha guarito e ti guarirà sempre finchè rimarrai in contatto con lei e chissà quali altri poteri svilupperai in futuro>>
<< La terra?>>
Io e la terra avevamo un rapporto conflittuale da anni, erano più le volte che inciampavo e mi ritrovavo con la faccia al suolo che quelle in cui non mi succedeva niente.
<< Quelli come te sono molto rari Stiles>>
<< Nello specifico cosa sarei Doc?>>
<< Non preoccuparti, sei ancora umano ma sei anche un elementale, nello specifico della terra>>
Ero finito nel cartone di Avatar forse? Guardai Peter e lui sembrava finalmente aver risolto un puzzle complicato, illumina anche me zio Hale.
<< Ricapitoliamo un attimo, da bambino avevo strani poteri e per questo li avete, diciamo soppressi. Poi adesso a causa di quel rituale la malattia ha preso il sopravvento e ha fatto contrasto con i poteri dormienti finchè non sono morto e la terra mi ha guarito?>>
<< Diciamo di sì>>
<< Ok, mi farò venire una crisi isterica più tardi. Quindi che so fare a parte la telecinesi che spero di aver mantenuto? So far crescere le piante?>>
<< Non lo so, lo scopriremo con il tempo. Sappiamo però che guarisci rapidamente, molto più velocemente di un lupo mannaro>>
<< I lupi mannari non esistono Deaton>> intervenne mio padre.
<< Bè papà, credo che anche io debba darti alcuni aggiornamenti>>
<< Esistono?>>
<< Peter per favore potresti dare una dimostrazione pratica?>>
Con suo grande divertimento il lupo non se lo fece ripetere due volte e tirò fuori gli artigli e ringhio a beneficio della scienza! Mio padre tirò fuori la pistola ma io lo calmai, non poteva uccidermi il badante, anche se a ben vedere ora non ne avevo più bisogno.
<< Ho bisogno di bere qualcosa di forte>>
<< A chi lo dici, ma ora che sei al corrente dei lupi mannari sarà più facile risolvere il caso del serial killer!>>
Deaton si schiarì la gola.
<< Credo tu l’abbia già risolto Stiles>>
Dal plico di fogli mi mostrò prima il disegno di un essere strano e orribile.
<< Sarebbe?>>
<< E’ un darach, un druido oscuro. I sacrifici che sta facendo probabilmente le servono per risvegliare qualcosa>>
<< Le servono? Al femminile? E’ una donna?>>
Per tutta risposta Deaton mi mostrò un secondo foglio, non ero decisamente un artista, le mie linee erano grezze e non avevo assolutamente il senso delle proporzioni, ma su quel disegno c’era il ritratto di Jennifer Blake, la ragazza di Derek.
Guardai Peter e sospirai.
<< Tuo nipote deve davvero smetterla di uscire con le pazze psicopatiche assassine>>
Lui mi sorrise e mi passò una mano fra i capelli.
<< Oh non ti preoccupare di questo ragazzino. Penso che mio nipote abbia decisamente un’altra persona in mente al momento e sarebbe il caso che andassi a rassicurarlo ora>>.
Dopo questa sua ultima uscita sibillina mi abbracciò e se ne andò fischiettando, lasciandomi con altre domande.
Come si fermava un Darach? Era alleata con Deucalion? Sarei riuscito a gestire i miei poteri? Uno tornava dalla morte ed era già pieno di problemi.
Guardai mio padre, non ce l’avevo con lui, aveva fatto quello che poteva quando ero piccolo, era comunque il mio eroe e ora anche io ero in grado di aiutare gli altri. Non ero più solo un inutile umano.


ANGOLINO DI MARLOWE

Buonasera, dato che il mio portatile è ancora disperso ne approfitto e sfrutto quello vecchio. Quindi appena il capitolo è pronto lo pubblico in caso di problemi...
Stiles è vivo! Sei contenta Titania91? Ti ha soddisfatto quello che ha escogitato la mia "testolina diabolica"? Ora penso che Babbo Natale non potrà più evitarmi che dici?
E così il nostro piccolo protagonista è un elementale della terra, cosa comporterà per lui e per il resto del branco? Mi spiace per chi sperava ancora in una volpe ma io l'avevo detto fin dall'inizio che non lo era.
A settimana prossima!
Mar

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


CAPITOLO 13
 
PETER
 
Avevo da poco lasciato l’ospedale e mi stavo dirigendo al loft di Derek. Dopo l’ululato che avevo sentito, e probabilmente non solo io, mio nipote doveva essere a pezzi.
Avevo dovuto chiamare un taxi visto che la mia bellissima macchina era ridotta a un mucchio di lamiere inutilizzabili, appunto per me: rompere le ossa agli alpha per i danni alla mia auto.
Se c’era una cosa che detestavo era lasciare l’indirizzo di casa a un perfetto sconosciuto dall’aria losca, però a ben vedere la via data non era la mia e di certo questo umano grassoccio non costituiva un vero pericolo per il sottoscritto, anche se una tartaruga zoppa sarebbe andata più veloce rispetto a questa stupida macchinina gialla.
Ci misi venti estenuanti minuti ad arrivare, una volta sceso mi apprestai a fare tutti i gradini di quel palazzo decadente, non sia mai che mio nipote scegliesse un’abitazione dotata di ascensore.
Aprii la porta non sapendo bene cosa aspettarmi e di certo l’assalto di un’impanicata Cora non era previsto.
<< Dove sei stato zio? Ti ho chiamato più volte ma risulti sempre irraggiungibile>>
Per forza, il mio cellulare si era distrutto insieme alla mia macchina.
<< C’è stato un piccolo incidente Cora, tranquilla sto bene. Piuttosto ho sentito Derek… lui come sta?>>
<< Non capisco cosa abbia? Tutto a un tratto si è messo ad ululare e a lanciare i mobili. Ora si è seduto in un angolo vicino alla vetrata. Nessuno del branco è riuscito a farlo parlare, sono rimasta solo io>>
Poggiai una mano sulla spalla di mia nipote.
<< Non preoccuparti, so cos’ha. Me ne occupo io>>
In effetti l’appartamento, che già aveva bisogno di una sistemata, sembrava fosse stato colpito da un tornado. Le sedie e i divani erano a pezzi così come tazze e bicchieri.
Derek sedeva in un angolo vicino alla vetrata, non sapevo cosa stesse fissando ma avevo lo sguardo vacuo.
Accidenti, se questi erano gli effetti del perdere il proprio compagno ero stato fortunato a non averla mai incontrata fino ad ora.
Mi avvicinai con cautela a lui, poteva essere imprevedibile in quello stato.
<< Derek>>
Lui si girò a guardarmi, era un buon segno che reagisse.
<< Non lo sento più zio>>
Allora, dare le brutte notizie non era il mio forte, nemmeno quelle belle in realtà ma era meglio togliersi subito il dente, Cora prese una delle sedie superstite e si sedette vicino a lui, se fossi stata in lei non l’avrei fatto, non con quello che gli dovevo dire.
<< C’è stato un incidente>>
<< Un incidente?>> mi chiese Cora.
<< Stavo riaccompagnando Stiles a casa dopo una seduta di chemioterapia. Siamo stati attaccati da un alpha e ci ha colpito in pieno. La macchina ha fatto un volo ed entrambi siamo finiti fuori dal mezzo, nel bosco>>
Nessuno dei due fece domande così continuai il mio racconto.
<< Io sono guarito subito ma Stiles… era ridotto davvero male. L’hanno trasportato d’urgenza all’ospedale e hanno tentato di operarlo>>
<< Perché dici tentato?>> Derek me lo chiese con voce tremante, non l’avevo mai visto così, nemmeno quando aveva saputo che ero stato io ad uccidere Laura.
<< Perché Stiles è morto Derek>>
Rapido e deciso, era inutile girarci intorno. Cora sussultò e Derek ruggì dal dolore, si teneva la mano destra sul cuore.
<< Però non c’è bisogno di preoccuparti ora>>
<< Che accidenti dici? Il mio compagno è morto e io dovrei essere contento?>>
<< Direi di sì visto che è tornato in vita>>
<< L’incidente deve averti fatto impazzire del tutto zio, quello che dici non ha senso>>
<< Mai stato più lucido, Derek alzati da terra e siediti come una persona civile. Stiles e vivo e vegeto, a quanto pare ho capito il perché del suo odore tanto particolare>>
Mio nipote per una volta fece quanto chiesto e si sedette vicino a Cora, sembravano due bravi scolaretti in attesa della lezione.
<< Vi farò un rapido riassunto, anche perché ci sono ancora troppi dettagli che ancora sono poco chiari>>
<< Spiega e basta>>
<< A quanto pare il piccolo Stiles da bambino ha subito un rituale da parte di Deaton, sotto suggerimento di vostra madre, che ha sigillato i suoi poteri>>
<< Poteri? Che poteri? E poi perché la mamma si sarebbe intromessa in questione che non riguardavano il branco?>>
<< Questo sinceramente non lo so. Però la vera natura di Stiles è rimasta dormiente fino ad ora. La malattia ereditata da sua madre ha preso il sopravvento rischiando di portarlo precocemente alla morte>>
<< Ma se è stato Deaton a fare il rituale perché non l’ha sciolto per salvare Stiles?>>
<< Ottima domanda Cora. A quanto pare servivano entrambe le parti coinvolte nell’incantesimo, lo sceriffo e sua moglie e dato che lei è morta da anni, nessuno poteva annullarlo>>
Che poi che clausole stupide, dove aveva trovato un rituale del genere Deaton?
<< Comunque a quanto pare forse dovremmo ringraziare Deucalion, se chi ci ha attaccato stanotte non avesse provocato la morte di Stiles, a quest’ora il rituale sarebbe stato ancora attivo e lui sarebbe morto per la malattia>>
<< Ma perché io non lo sento? Fino ad ora mi accorgevo sempre della sua presenza, invece ora sento il nulla>>
<< Probabilmente quando il suo cuore si è fermato la connessione fra voi si è interrotta. Ma ora che è davvero ciò che sarebbe dovuto essere fin dall’inizio, sono sicuro che la prima volta che i vostri occhi si incroceranno il legame sarà ancora più forte di prima>>
<< Ma quando voi due dite compagno…intendete nel senso in cui lo intendono i licantropi? Compagno di vita?>>
<< Si Cora. Il tuo caro fratellone ha avuto l’immensa fortuna di incontrare il suo, in giovane età, c’è chi passa una vita a cercarlo senza mai trovarlo. Invece lui l’ha trovato, e con la sua solita idiozia l’ha pure allontanato dal branco. Stiles è dannatamente potente>>
<< Potente?>> chiese ancora Cora.
<< Molto potente. Il mio ragazzino a quanto pare è un elementale della terra. Non solo può controllarla ma può sfruttarla per guarirsi molto più velocemente di quanto facciamo noi. È stata la terra a guarirlo e a riportarlo in vita. Credo anche che inconsciamente ti abbia aiutato a guarire dalle ferite degli alpha. In più a quanto pare possiede la telecinesi e una più che utile capacità di disegnare il futuro>>
<< Stiles??>> Derek sembrava sconvolto, era un bello smacco per lui, il ragazzino umano che tanto aveva preso in giro era capace di farlo volare e rivoltarlo come un calzino.
<< Proprio Stiles. E giusto per infierire ulteriormente sulla tua già precaria mente, come al solito aveva ragione lui sul serial killer. L’ha disegnato e Deaton l’ha identificato come un Darach, un druido oscuro. Indovina un po' di chi si tratta?>>
<< Non lo so, il postino?>>
<< Ti piacerebbe nipote ma no, la tua cara insulsa maestrina>>
<< Jennifer?>>
<< Proprio lei, Deaton deve ancora capire a cosa sta mirando ma se la rintracciamo non dovrebbe più riuscire a fare danni. Tutto ciò è stato scoperto per merito di Stiles e ci tiene a farti sapere che per un po' sarebbe meglio per te astenerti dal frequentare pazze omicide, ma non penso sia un problema ora no?>>
Derek si alzò e fece per uscire, lo bloccai.
<< Dove pensi di andare?>>
<< Da lui, devo vederlo e accertarmi che stia bene>>
<< No invece>>
<< Tu non capisci, devo vederlo>>
<< Hai ragione, non lo capisco. Non ho mai avuto un compagno. Ma ora devi lasciare a Stiles il tempo per riprendersi da quello che ha subito, solo un paio di giorni Derek, poi potrai attaccarti a lui come una cozza sullo scoglio, te lo prometto. Adesso dagli il tempo di digerire tutta la storia. È stato un duro colpo per lui e vederti in questo momento non credo sia una buona idea. Guardati, non hai il controllo delle tue emozioni, hai gli occhi rossi e gli artigli di fuori>>
<< Ma…>>
<< Un paio di giorno, te lo prometto. Poi potrei andare da lui>>
Mio nipote sospirò e si risedette, gli stavo chiedendo molto ma il ragazzino aveva davvero bisogno di metabolizzare quello che gli era successo.
 
 
STILES
 
Erano passati due giorni dall’incidente, non so cosa avesse raccontato Deaton ai medici ma ero stato dimesso senza domande. Ero praticamente morto ma nessuno si domandava come ero resuscitato? Mi sarei aspettato di finire in un laboratorio di ricerca. In compenso mio padre era diventato apprensivo a un livello che superava nettamente il paranoico. Prima ero malato e potevo passarci sopra, ma ora anche se starnutivo si girava a guardarmi spaventato, cosa credeva che avrei lanciato fuoco dalle narici?
L’annullamento del rituale stava pian piano facendo riaffiorare i miei poteri, primo fra tutti la telecinesi e l’adoravo! Era il mio sogno da sempre poter spostare gli oggetti con la forza del pensiero e non mi richiedeva nemmeno molto sforzo, dovevo solo immaginarlo ed ecco che succedeva. La manipolazione della terra era un altro paio di maniche, al momento riuscivo a spostare piccole zolle di terra ma niente di più e Deaton mi aveva dato un libro enorme sulle piante per memorizzarle, dovevo conoscerle per poterle fare crescere… ma tentare prima con una banale margherita no?! Proprio l’enciclopedia della botanica dovevo studiarmi?
La mia capacità rigenerativa era sorprendente, non potevo negarlo, avevo passato dieci minuti buoni a punzecchiarmi con un coltello per vedere la pelle che guariva, alla faccia vostra lupi mannari!
Ma come dicono in Spiderman “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, perciò ogni pomeriggio dovevo andare dal veterinario ad allenarmi.
Deaton era curioso di sapere se con la terra potevo curare gli altri o se potevo disegnare a comando il futuro, risposta? No. Il futuro al momento non voleva saperne di me e tutto quello che toccavo non guariva, forse un procedimento mi sfuggiva oppure era semplicemente impossibile.
Fu proprio il pomeriggio del secondo giorno che ebbi il primo dei confronti in sospeso, Scott.
A quell’ora doveva essere a scuola, avevo scelto appositamente gli orari in cui andare da Deaton per non trovarmelo davanti e invece eccolo qui.
<< Ciao Stiles>>
Ciao Stiles un corno!
<< Scott>>
Lui si schiarì la voce e si dondolò sui piedi, tipico gesto che faceva quando era insicuro.
<< Non dovresti essere a scuola ora?>>
<< Dovrei, ma l’ho saltata. La mamma mi ha raccontato cosa è successo>>
Figuriamoci, Melissa non sapeva tenersi un cecio in bocca, ma più confidarle un segreto!
<< E quindi?>>
<< Volevo sapere come stavi>>
<< Molto bene come puoi vedere, ora se non c’è altro avrei da fare>>
Scott sospirò e mi si avvicinò.
<< Ti prego Stiles, non possiamo parlare un attimo?>>
<< Oh, come tu hai fatto con me prima di darmi il ben servito? In quel modo intendi?>>
<< Lo so di aver sbagliato. Ma mettiti nei miei panni. Un branco di alpha si presenta in città e ho seguito il suggerimento di Derek, ho tagliato i ponti con chi potevo mettere in pericolo>>
Risi freddamente.
<< Non mi pare tu sia anche andato via di casa o no? Melissa è al di sopra del pericolo? Allison e Lydia pure? Ero solo io il problema giusto?>>
Lui non sapeva cosa rispondermi era evidente.
<< Cosa ti aspettavi Scott? Che vedendoti qui, con lo sguardo da cucciolo pentito, ti avrei abbracciato e amici come prima?>>
<< Veramente un po' ci speravo>>
<< Non sono un paio di calzini che hai gettato via, sono una persona. “Siamo fratelli” ripetevi e poi? Al primo ordine di Derek mi pianti e fai tabula rasa intorno a me>>
<< Ti prego Stiles>>
<< E non credere che Peter non mi abbia raccontato del tuo piano per impormi il morso! Per impormi il tuo volere senza degnarti ancora di rispettare i miei sentimenti!>>
Forse mi stavo un tantino arrabbiando, i barattoli di Deaton stavano iniziando a levitare e Scott se ne accorse, c’è da dire che non scappò a gambe levate.
<< Volevo solo evitare la tua morte>>
<< Sono morto lo stesso Scott, morso o non morso e ora non ho bisogno di essere protetto. Quindi prendi i tuoi sensi di colpa e vattene. Se pensavi di tornare mio amico con un semplice scusa dimostri di non conoscermi affatto>>
<< Non mi arrenderò con te!>>
<< Non farlo, ma non credere che ti renderò le cose facili. Mi hai spezzato il cuore Scott. Il perdono per te è ancora lontano>>
Me ne andai, queste cose delle uscite di scena ad effetto mi stavano sempre venendo meglio.
Che faccia tosta aveva avuto, l’avrei fatto sudare sette camice prima di poter ritornare amici, e ripeto amici, non fratelli.
 
 
Ci sono giornate stupende e altre in cui non vale nemmeno la pena di alzarsi al mattino, decisamente oggi rientrava fra quest’ultime.
Dopo l’incontro con Scott, mi ero recato in pasticceria per rivedere i miei nuovi orari, ora che stavo bene potevo tornare operativo. La signora Collins si era dimostrata entusiasta di riavermi a lavoro, avrei ripreso la settimana seguente. Uscii dal retro dove avevo parcheggiato e di nuovo una brutta sorpresa era vicino alla mia jeep.
Ethan e Aiden mi aspettavano sorridendo, come non li sopportavo quei due!
<< Stiles, stavamo aspettando proprio te>>
<< Che gioia, mi domandavo quando vi sareste fatti vivi>>
Il gemello più basso, supponevo fosse Ethan si mise a ridere.
<< In realtà noi aspettavamo di leggere il tuo necrologio, invece siamo riamasti sorpresi nell’apprendere che sei più che in perfetta forma>>
<< Deduco quindi che l’incidente l’abbiate causato voi due>>
<< Era un regalino dei Deucalion per Derek, uccidere il suo compagno l’avrebbe devastato e reso il lavoro più facile>>
Compagno in che senso? Compagno d’avventura? Di merenda? Di giochi?
<< Mi spiace che il regalo non sia andato in porto, ma non demoralizzatevi troppo, la pratica rende perfetti, si dice così no? Ora se non vi dispiace levatevi dalla mia macchina>>
I due mi si avvicinarono ringhiando leggermente, una volta ne sarei stato terrorizzato, ora invece ero quasi deliziato.
<< Non ti conviene fare il gradasso con noi moccioso, la prossima volta potrebbe essere il tuo adorato paparino a finire vittima di un incidente>>
La frase peggiore che potessero dirmi. Un semplice gesto della mano mi bastò per scaraventarli contro il muro del negozio, potevo sentire le ossa che scricchiolavano sotto il peso della mia telecinesi, sarebbe bastato un minimo sforzo per spezzare loro l’osso del collo.
I loro visi stavano diventando paonazzi, stavo premendo troppo sui loro fragili polmoni? Bè loro a me l’avevano perforato uno.
Mi avvicinai lentamente e nel farlo aumentai la pressione, non mentirò dicendo che non provai un minimo di soddisfazione.
<< Fatemi chiarire una cosa ragazzi, non vi conviene più minacciarmi. Mi basterebbe solo pensarlo e le vostre teste rotolerebbero sul terreno. Provate ancora a minacciare mio padre e vi giuro che il vostro branco di alpha si accorgerà ben presto che il branco di Derek Hale non è la cosa più pericolosa in zona. Sono stato chiaro?>>
I due erano ammutoliti.
<< Non ho sentito la vostra risposta ragazzi, devo forse ripetere la domanda? È una cosa che detesto>>
<< Sei stato chiaro>>
Li mollai facendoli precipitare a terra.
<< Ora sparite dalla mia vista>>
Se ne andarono veramente, mai visto due bulli correre via da me. Una domanda però mi assillava quindi presi il cellulare e feci partire la chiamata.
<< Ehi Peter, sono io. Sì sto bene, ho appena avuto una chiacchierata amichevole con i gemelli. Senti… cosa vorrebbe dire che Derek è il mio compagno?>>
 
 
JENNIFER
 
Urlai in preda alla rabbia distruggendo tutti gli oggetti presenti sul tavolo. Quel dannato ragazzino aveva rovinato tutto. Mesi di progetti, vite umani sacrificate per niente! Tutto il mio duro lavoro era andato in fumo a causa di Stiles Stilinski e del suo sangue. Un sangue mille volte più potente di quello che lei aveva sacrificato, un sangue che per suo sfortuna aveva completamente bagnato le radici del Nemeton e ora tutti i suoi piani erano andati a monte. La sua vendetta non poteva fermarsi per quello, se il sangue del ragazzino era così potente avrebbe utilizzato lui per vendicarsi di Deucalion. Dopotutto ora quell’albero potente era strettamente legato al giovane… forse poteva ancora utilizzarlo a suo vantaggio.
 
 
 
 ANGOLINO DI MARLOWE

Finalmente mi hanno ridato il portatile!!!! Che ho deciso di chiamare Roger. Comunque torniamo alla storia. Mi sembra che Peter abbia avuto abbastanza tatto con Derek no?! Insomma, poteva andare molto peggio quella conversazione. Ormai ci siamo avvicinando alla fine della storia, chissà cosa farà la cara Jennifer.
Intanto i gemelli sono scappati con la coda fra le gambe.
Buon Natale!!!
Mar

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


CAPITOLO 14
 
STILES
 
Parcheggiai sotto l’edificio che mi aveva indicato Peter, da fuori dovevo ammettere non dava una buona impressione. Sembrava il tipico condominio dove nei film i serial killer uccidevano le loro vittime.
Scesi dalla macchina e iniziai a salire le scale, mi aveva detto che Derek stava all’ultimo piano, ovviamente senza ascensore.
Mi ritrovai davanti una porta in acciaio, dovevo bussare? Campanelli non ne vedevo, in realtà non avevo visto nemmeno una cassetta della posta, il lupastro non riceveva le bollette come noi poveri mortali?
Feci per bussare ma la porta venne aperta da un’energica Cora che mi abbracciò contenta.
Era praticamente una sconosciuta perché tutta questa confidenza? Me la staccai di dosso guardandola perplesso.
<< Cognatino come sono felice di vedere che stai bene>>
Cognatino? Ma ero finito in un mondo parallelo? Da quando ero diventato suo parente?
Mi prese per mano e mi condusse all’interno del loft. Santo cielo, Peter non esagerava, aveva detto che era quasi senza mobili ma non aveva detto che quelli che c’erano erano ridotti a un mucchio di legna da ardere, che a Derek piacesse lo stile decadente? Ci voleva anche una mano di vernice sulle pareti e una spolverata non avrebbe fatto male, ma loro che non soffrivano di allergie non stavano a preoccuparsi delle basi delle pulizie domestiche. Immaginarmi il lupastro come una brava massaia mi faceva troppo ridere, con il grembiulino e una cuffietta in testa.
Non ci misi molto a trovare gli altri due lupi, per quanto il loft fosse grande gli spazi erano quelli che erano e due uomini imponenti come loro si notavano subito, gli avrei notati anche in mezzo a una folla in un centro commerciale in realtà; Peter era seduto sul divano con il suo solito sorriso da stregatto mentre Derek era vicino alla vetrata e mi guardava stupito, sembrava emozionato.
Sapevo perfettamente di essere una persona sospettosa, non capivo il motivo di tutte quelle attenzioni e sinceramente iniziavano a preoccuparmi. Per tutta la vita ero sempre stato il bambino emarginato, quello che nessuno si filava mai di striscio, quindi perché all’improvviso diventavo tanto popolare? Solo perché avevo sviluppato un paio di poteri?
Il lupo costipato mi guardava come se volesse mangiarmi e la cosa mi metteva a disagio.
Per fortuna Peter interruppe la gara di sguardi e mi venne ad abbracciare contento.
<< Stiles sono felice che tu sia riuscito a passare. Hai avuto problemi a trovare il posto?>>
<< No, hai dato una descrizione così dettagliata che è stato facile trovarlo, piuttosto…che ci faccio io qui?>>
Derek si schiarì la gola e si avvicinò a me, teneva le mani strette in pugni come se morisse dalla voglia di toccarmi o di strangolarmi, con lui non si poteva mai sapere.
<< Hai detto di aver appena incontrato i gemelli e loro ti hanno detto una cosa su di noi>>
<< Esatto, mi hanno definito il tuo compagno>>
Cora battè contenta le mani e io la guardai stranita, perché si comportava come una fangirl? Si sapevo cos’erano le fangirl.
Peter mi fece sedere sul divano e presero posto anche gli altri due lupi nella stanza, mi ricordava tanto il momento in cui mi avevano diagnosticato la malattia, era così grave la cosa?
<< Vedi Stiles, so che hai praticamente letto tutto sui lupi mannari e penso tu sappia cosa voglia dire essere il compagno di uno di noi>>
<< Quindi è compagno intenso in senso romantico? In quel senso? Non come compagno di avventure o roba simile?>>
<< No, sei la dolce metà di quello scorbutico di mio nipote>>
Porca miseria ladra, io ero l’anima gemella di Derek? E a lui andava bene? No che non gli andava bene, da come mi stava guardando ero più che certo che volesse sbarazzarsi di me no? Dopotutto l’aveva già fatto, mi aveva tagliato fuori dal branco.
Ma perché tutte a me? Se proprio dovevo avere un’anima gemella non potevo averne una con un carattere più accomodante e possibilmente che non mi odiasse per il solo fatto di respirare?
Mi schiarii la voce e guardai, che impressione, il mio compagno.
<< E’ chiaro che c’è qualcosa che non va, insomma Derek mi odia no?>>
<< No che non ti odio>> wow finalmente si era deciso a dire qualcosa.
<< Ma certo che sì>>
<< Lo saprò ben quello che provo ti pare?>>
Risi sarcastico.
<< Permettimi di dissentire. Sei la persona più contorta che conosco e basta dirti che passo la maggior parte del mio tempo con Peter!>>
Lui fece per ribattere ma continuai il discorso.
<< Non mi sopporti, non mi hai mai voluto fra i piedi e poi sei stato sempre con delle ragazze, basta vedere la tua recente relazione con la pazza omicida di turno… a tal proposito, complimenti! Hai un radar per trovarle o sono solo il tuo tipo ideale?>>
<< Non è vero che non ti sopporto, sei petulante e logorroico, questo è vero. Ma ci tengo a te>>
<< Grazie amico, anche io tengo al mio cuscino ma di certo non lo scambio per il mio compagno>>
Peter intervenne nella discussione.
<< Vedi Stiles, tra te e Derek si è sviluppato un legame, fin dal vostro primo incontro. Quando un lupo incontra il suo compagno è proprio questo collegamento che gli permette di riconoscerlo>>
<< Ma se mi ha trattato da schifo dal primo momento in cui mi ha visto!>>
<< Non ho mai detto di avere un nipote intelligente Stiles, ci è arrivato di recente a capire che sei il suo compagno, esattamente la mattina in cui dormivate abbracciati…ho una foto così carina a dimostrazione>>
Dovevo vedere subito quella foto, farne una copia e poi cancellarla dal cellulare di Peter, era pericolosissima in mano sua, era capace di farne dei poster.
Guardai Derek negli occhi.
<< Fammi capire bene, ci conosciamo da tipo due anni e ti accorgi solo ora che sono la tua anima gemella? Oddio mi fa senso solo dirlo>>
<< Credo di averlo sempre saputo inconsciamente. Insomma, ogni volta che succedeva qualcosa era da te che venivo>>
Sbuffai, a me non sembrava proprio, mi ricordavo solo minacce nei miei confronti.
<< Pensaci un attimo Stiles. Tu e quell’idiota del tuo amico mi fate incriminare per l’omicidio di Laura, io scappo e mi nascondo a casa tua…la casa dello sceriffo. Non pensi sarebbe stata più sicura casa di Scott?>>
<< Abbiamo già chiarito che non sei un genio Derek, evidentemente per te ero il male minore, il fragile umano da sottomettere con ringhi e minacce>>
Lui scosse la testa.
<< Ho seguito l’istinto che mi diceva di fidarmi di te. Quando Kate mi ha ferito con lo strozzalupo è da te che sono venuto>>
<< In realtà sei svenuto davanti alla Jeep>>
<< Quando cercavo il Kanima sono venuto da te in piscina e durante l’attacco mi hai tenuto a galla per quasi due ore>>
<< Si chiama senso civico! E poi ero l’unico testimone vivente di quel lucertolone è ovvio che sei venuto da me a fare domande>>
<< Quando ho bisogno di aiuto mi rivolgo sempre a te per primo, mai a Scott>>
<< Andiamo! Scott è un altro che non brilla per acume, è ovvio che io sia la mente del gruppo>>
<< Sei il cuore di questo gruppo>>
Questa volta scoppiai a ridere liberamente.
<< Buffo che tu lo dica visto che non ti sei fatto problemi a cacciarmi. Ero talmente importante che sono stato l’unico a essere estraniato dalla lotta contro gli alpha. Tu hai cacciato il tuo fantomatico compagno dalla tua vita, quindi perché ora, ammettendo che sia vero, dovrei volerti?>>
Silenzio, nessuno aveva una risposta adeguata da darmi. Ovviamente avevo ragione io, se davvero ero il suo compagno, come aveva potuto allontanarmi come se niente fosse?
<< Stiles, non era mia intenzione ferirti>>
<< Certo che no, cosa vuoi che sia per un adolescente essere abbandonato dai propri amici. Proprio un tocca sana per l’autostima. È ovvio che non sono il tuo compagno>>
<< Lo sei, lo sento perfettamente il legame fra di noi e so che lo senti anche tu>>
Lo sentivo anche io? Se dovevo essere spassionatamente sincero ero sempre stato in grado di percepire la presenza di Derek, ma pensavo fosse istinto di autoconservazione, non un legame fra noi due.
Andiamo, come poteva uno come Derek Hale essere la mia anima gemella? Lui era forte e bello e io ero una sottiletta con le gambe.
<< Ti ricordi quando pensavamo che Derek fosse morto?>> guardai Peter che mi fece la domanda << tu hai detto che sentivi che era vivo>>
Vero, ero assolutamente certo che non fosse morto.
<< Magari non era il legame, magari ero solo ottimista>>
<< Tu non sei mai ottimista>>
Quanto odiavo che Peter mi conoscesse così bene.
<< L’hai accudito e penso che tu l’abbia inconsciamente aiutato a guarire>>
<< Come?>>
<< Il legame tra compagni rende più forte un lupo, guarisce più velocemente, ma penso che tu gli abbia trasmesso un po' della tua capacità di guarigione. Quel giorno se ben ricordi stavi peggio del solito>>
<< Buono a sapersi, devo dirlo a Deaton è da giorni che mi fa fare esperimenti sui cani>>
<< E poi se non ricordo male, non ti è dispiaciuto il bacio che vi siete dati in discoteca o sbaglio? Sei venuto a lamentarti come una damina offesa>>
Cora sussultò entusiasta.
<< Vi siete già baciati? Quando è successo e perché io non ne sapevo niente?>>
<< Perché non sono affari tuoi forse? Pensavo che tuo fratello si stesse prendendo gioco di me. Dopotutto in quel momento frequentavi una certa serial killer o sbaglio?>>
<< Me lo rinfaccerai a vita vero?>>
<< Ci puoi scommettere. E poi nei libri di Deaton ho letto che la scelta del compagno e finalizzata anche per il proseguimento della specie. Non so cosa avete imparato voi a scuola ma vi assicuro che io non ho l’apparato riproduttore giusto>>
Peter rise.
<< Oh ma questo non è assolutamente un problema. Ti pare che in questi anni ci siano state solo coppie etero? Il compagno del lupo può rimane gravido, c’è una semplice procedura>>
<< CHE???>>
<< Ora non agitarti, non sono cose che ti interessa sapere adesso, magari più in là.>>
Oh mio Dio, perché questo non c’era scritto sui libri di Deaton? Derek mi voleva ingravidare?
<< Stiles, so che per te tutto questo è difficile da capire>> intervenne il lupastro.
<< Tu dici?>>
<< Ma io ho bisogno di saperti al sicuro, è qualcosa di istintivo. Vorrei che tu tornassi nel branco e che magari iniziassimo a …come dire… frequentarci>>
Questa doveva essere una candid camera.
<< Fammi capire, prima mi cacci, mi tratti male, poi mi sguinzagli tua sorella per pedinarmi, dopo io mi ammalo e magicamente vi ricordate tutti di me e adesso che sai che sono il tuo compagno mi rivuoi nel branco? Cos’è ora che sono in grado di difendermi non hai più paura?>>
<< Lo so di aver sbagliato, ma ti prego, dacci una possibilità>>
Mi alzai dal divano, dovevo digerire quella conversazione e farlo in un posto lontano da verdi occhioni languidi.
<< Ci devo pensare. Ora vado a casa e per favore non mi assillate con questa storia del compagno>>
<< Questo non te lo posso assicurare. Da quando i tuoi poteri si sono risvegliati e hai varcato quella porta, il bisogno di averti accanto è aumentato. Non credo di essere in grado di lasciarti molto spazio, ho un bisogno fisico di poterti abbracciare>>
<< Perfetto! Non potevamo farla al telefono questa conversazione allora?>>
<< No perché tu avresti riattaccato subito>> intervenne Peter.
<< E’ meglio che me ne vada prima di far volare gente giù dalla vetrata>>
Mi alzai dal divano ma prima di poter fare un passo Derek mi abbracciò, stringeva così forte che temevo mi spezzasse qualche costola.
<< Scusa, è da quando ho sentito la tua morte che volevo farlo>>
Lo guardai senza dire niente, per una volta non avevo parole, scesi le scale dell’edificio in tempo record, senza inciampare oserei dire.
Questa situazione era totalmente folle.
 
 
Avevo girovagato un po' per la città, di solito guidare mi aiutava a pensare ma al momento il mio cervello era totalmente fuso. Io il compagno di Derek, e dire che non ci credevo alle anime gemelle. Però quando mi aveva abbracciato, mi ero sentito in pace con il mondo, ma solo per questo dovevo cedere alle sue richieste? Prima mi cacciava e poi dopo mi chiedeva di tornare da lui? Non ero un giocattolino, se voleva il sottoscritto, e se io lo volevo, doveva impegnarsi un po' di più. Non ero una persona incline al perdono.
Arrivai a casa e scesi dalla macchina, chissà come avrebbe reagito mio padre alla scoperta che il suo futuro genero era un lupo mannaro che aveva arrestato per omicidio.
<< Il Sig. Stilinski immagino>>
Mi voltai verso la persona che mi aveva chiamato. Fermo sul marciapiede c’era un uomo di media statura, aveva i capelli castani e portava un lungo trench color panna. Quello che mi colpì furono gli occhiali da sole scuri e il bastone per non vedenti. Sapevo benissimo chi era, il capo del branco di Alpha, Peter mi aveva parlato di lui ma anche senza saperlo avvertivo il potere venire a ondate da lui.
<< Il Sig. Deucalion immagino>>
Non poteva avvicinarsi a me, la protezione sulla mia casa funzionava anche su uno come lui.
<< Vorrei fare due chiacchere con lei se me lo permette. I miei ragazzi mi hanno raccontato cose incredibili sul suo conto>>
<< Intende quando gli ho scaraventati contro un muro? Già, tendo a essere una persona sorprendente quando mi ci metto>>
<< Un normale umano non sarebbe in grado di contrastare quelli come noi>>
<< Buffo, i cacciatori sono normali umani eppure vi danno la caccia da secoli o sbaglio? Ma io non sono uno di loro. Voi non date fastidio a me e io non lo darò a voi>>
<< Mi fa piacere sentirlo, avevo una proposta da offrirle>>
Faceva tanto il Padrino, ultimamente la gente voleva solo offrirmi accordi, nemmeno gli operatori telefonici erano così esasperanti.
<< Per pura curiosità, quale sarebbe?>>
<< Unirsi al mio branco e noi lasceremo stare quello degli Hale>>
Questa volta risi sul serio di cuore.
<< Le posso assicurare che il morso di un alpha su di me non ha nessun effetto, sprecherebbe il suo tempo. Per quanto riguarda gli Hale, la vostra è una lotta stupida e priva di senso. Lasci in pace Derek, una persona come lei dovrebbe capire quando è meglio rinunciare>>
<< Mi piace ottenere tutto quello che voglio>>
Forse mi comportai da stupido, ma mi avvicinai a lui, sentivo che non mi avrebbe attaccato.
<< Starei qui volentieri con lei a prendere the, dolci e tutto il teatrino ma sfortunatamente ho altro da fare. Le dico solo una cosa però, non mi piacciono le minacce, quindi se provate ancora a minacciare mio padre io agirò di conseguenza, e quello che ho fatto a quei due idioti di gemelli che tanto le stanno a cuore sarà poca cosa. Lo stesso vale per il branco Hale. Sono degli idioti, ma sfortunatamente per me li considero ancora miei amici, se li tocca allora io agirò di conseguenza. Sono un umano, ma non sono più tanto indifeso>>
Mi girai per tornare in casa ma poi mi venne in mente un’ultima cosa da dirgli.
<< Dimenticavo, fossi in Lei mi concentrerei più sul Darach che sta facendo i sacrifici umani, qualcosa mi dice che non è il nostro branco quello a cui lei mira. Buona giornata>>
Entrai in casa senza controllare che se ne fosse andato. Non avvertivo più la sua presenza.
 
 
DEREK
 
Sprofondai sul letto sconfortato, Stiles non era contento del nostro legame, mi disprezzava.
<< Suvvia nipote ha reagito meglio del previsto>>
<< A me non sembra>>
<< Non ti ha fatto volare giù dalla vetrata, io lo interpreto come un buon segno. Dagli tempo, ha subito un sacco di cambiamenti e ora gli chiedi di diventare la tua dolce metà. Forse non avrei dovuto accennare alla storia della gravidanza ma più sa meglio è no?!>>
Non ero per niente d’accordo con lui, era sembrato totalmente terrorizzato dall’idea di partorire un mio cucciolo. Però ora che avevo questa idea in testa il mio lupo ringhiava per l’eccitazione. Da secoli i lupi mannari si accoppiavano con gli umani e le coppie gay erano frequenti. Bastavano solo le giuste condizioni per innescare una gravidanza e chissà come sarebbe stato il nostro bambino, un lupo mannaro, questo è certo, ma avrebbe ereditato anche i suoi poteri?
<< Bè fratello, mi sa che ti tocca corteggiare il tuo umano. Sfodera un po' del tuo fascino>>
<< Ma se lui mi guarda sempre diffidente!>>
Peter venne a sedersi vicino a me, era strano in questa sua versione così paterna, ma sapevo che lo faceva più per Stiles che per me.
<< Il ragazzino non è indifferente come vuol far credere, è solo ferito. Il primo passo è farlo rientrare nel branco, faglieli un po' sbatacchiare qua e là con la telecinesi e vedrai come si sentirà meglio. Sai anche tu che la vicinanza fisica è essenziale per il tuo lupo>>
Vero, già ora avevo voglia di correre da lui e abbracciarlo di nuovo, sentire il suo odore e rinchiuderlo in casa senza farlo più uscire.
Il telefono di Peter suonò per una notifica.
<< Oh è Stiles, magari ha cambiato idea>>
Come no era più probabile una visita da Babbo Natale.
Peter lesse il messaggio e il suo viso divenne cupo.
<< Cosa succede zio?>>
<< Stiles ha incontrato Deucalion davanti a casa sua>>
Ringhiai per la rabbia, nessuno poteva minacciare il mio compagno.
<< Non mi interesse se ha bisogno di tempo, ora tu lo prendi e lo porti qui al loft. Non lo voglio perdere di vista!>>
Peter sospirò sconsolato.
<< Immagino che non sarà per nulla facile convincerlo>>
Aveva minacciato il mio compagno, l’avrei ucciso per questo.
 
 
JENNIFER
 
Avere un aspetto impeccabile e innocente era la chiave per ottenere tutto dagli uomini, più sembravi indifesa e più loro si dimostravano disponibili ad aiutarti. Pensavo avrebbe funzionato con Derek ma qualcuno l’aveva affascinato prima di me, dovevo ricorrere al piano B.
Per questo mi preparai con cura.
Mi avvicinai con discrezioni alle spalle dell’uomo e con una voce titubante lo chiamai.
<< Sceriffo Stilinski?>>
L’uomo si girò a guardarmi, mi squadrò ma era evidente che non mi conosceva, dopotutto suo figlio aveva lasciato il liceo.
<< Posso fare qualcosa per lei?>>
Sorrisi.
<< In effetti sì>>
Lo colpì senza dargli il tempo di reagire, l’uomo cadde steso ai miei piedi e io lo fissai soddisfatta. Ora avevo la chiave per ottenere da Stiles tutto quello che volevo.



ANGOLINO DI MARLOWE

Buongiorno gente! Che dite fa bene Stiles a non correre subito fra le braccia di Derek? Per me sì, anzi dovrebbe farlo penare molto di più. Ultimamente è diventato molto popolare, ora anche Deucalion va a fargli visita. Povero papà Stilinski, cosa gli farà Jennifer? Ormai siamo quasi alla fine della storia.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Vi auguro in anticipo Buon Anno, sperando che sia migliore di questo 2022.
Alla prossima
Mar

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


CAPITOLO 15
 
PETER
 
Il karma era davvero una brutta bestia, altrimenti non mi spiegavo il motivo per cui toccasse a me convincere Stiles a trasferirsi al loft. Va bene che al momento ero la persona più legata a lui, ma rischiavo di rimanerci secco se al ragazzino fossero partiti i cinque minuti.
Derek esagerava, se c’era un posto in cui Deucalion non poteva entrare era proprio la casa dello sceriffo, era talmente sicura che nemmeno un licantropo poteva metterci piedi, a meno di un invito da parte del proprietario e dovevo ancora capire come ci riusciva.
Per raggiungere casa del ragazzino avevo preso in prestito, a sua insaputa, la camaro di mio nipote, non pretendeva di certo che ci andassi a piedi no?! Facevo questo per lui e per il suo futuro compagno, il minimo era farmi utilizzare la sua bella macchina.
Quando arrivai a casa di Stiles potevo ancora sentire nell’aria l’odore di Deucalion, non c’erano segni di lotta e nemmeno quel vago sentore di ostilità. Il lupo alpha non era andato con l’intenzione di uccidere o lo avrei avvertito.
Suonai il campanello ma nessuno rispose, strano, la jeep di Stiles era ancora nel vialetto quindi non poteva essere uscito, magari era in bagno?
Per fortuna a sua insaputa avevo duplicato la sua chiave di casa per le emergenze.
Entrai in casa e lo chiamai ma nessuno rispose.
Dove accidenti si era cacciato? In salotto non c’era e nemmeno in cucina.
Seguii la scia del suo profumo e lo trovai in camera sua, per terra, che disegnava su un foglio bianco… ecco spiegato il motivo per cui non mi aveva risposto.
<< Stiles?>>
Niente, suo padre aveva ragione, quando disegnava cadeva come in trance e non si accorgeva di nulla. Era da un po' che cercava di scorgere il futuro, era stata la visita dell’alpha a far scattare le visioni?
Non potevo far altro che aspettare che finisse e dalla quantità di colori sparsi intorno a lui poteva metterci un bel po', meglio prepararsi uno spuntino nel frattempo.
 
Ci impiegò esattamente mezz’ora per finirlo e quando riprese coscienza di sé si spaventò nel trovarmi seduto accanto a lui, che esagerato, nemmeno fossi un mostro.
<< Peter, quando accidenti sei arrivato?>>
<< Una mezz’ora o giù di lì. Ti ho chiamato ma eri tutto preso dal tuo disegno. A tal proposito fai un po' vedere?>>
Entrambi guardammo verso il basso per vedere lo scorcio di futuro che il ragazzino aveva visto.
Sul foglio era rappresentato il tronco di un albero a me molto famigliare, disteso vicino alle radici c’era un uomo, era in ombra rispetto agli altri dettagli sul disegno, ma il distintivo sul petto che Stiles aveva evidenziato poteva indicare solo una persona e ci arrivò anche lui.
<< Perché mai mio padre dovrebbe trovarsi nel bosco disteso vicino al tronco di un albero?>>
<< Questo non lo devi chiedere a me, sei tu che vedi il futuro>>
<< Bè allora visto che vuole tanto usare me come tramite, potrebbe essere anche più chiaro non trovi?>>
<< Quello che mi chiedo io è perché hai disegnato proprio il luogo dell’incidente, lì è dove sei caduto tu quando sei uscito fuori dall’auto>>
<< Non ne ho idea>>
<< A che ora torna tuo padre?>>
<< Dovrebbe essere già tornato in realtà, provo a chiamarlo>>
Il ragazzino prese il cellulare ed attese che il padre gli rispondesse, ma lo sceriffo aveva il cellulare staccato, insolito per un uomo di giustizia non essere reperibile, qui qualcosa puzzava.
<< Non risponde>>
Stava iniziando ad agitarsi, dopotutto i gemelli avevano già minacciato la sua vita ed era più che normale che ora pensasse il peggio, qualcosa però mi diceva che non si trattava di loro. Stiles aveva fatto una buona impressione sul branco di alpha o lo avrebbero già ucciso da tempo.
<< Perché non mi risponde Peter?>>
<< Ora calmati, magari è andato a fare qualche sopralluogo e il cellulare non prende>>
<< Si può essere, chiamo in centrale per sicurezza>>
Questa volta risposero subito al telefono ma dalla faccia del ragazzino potevo dedurre che ciò che gli avevano detto non gli era piaciuto.
<< Mio padre è uscito più di un’ora fa per tornare a casa. Tu lo vedi per caso? No, quindi gli è successo qualcosa. Dobbiamo andare lì>> e mi indicò il disegno << e cercarlo>>
<< Non agire d’impulso, se l’hanno preso hai bisogno di tutto l’aiuto possibile. So che ora ti senti forte, ma sei anche uno stratega Stiles, ci vuole un piano>>
<< Hai ragione, mi urta terribilmente ma hai ragione>>
Ok ora dovevo solo convincerlo a farsi aiutare da Derek, forse la scomparsa del padre era un buon incentivo.
<< In realtà Derek mi ha ordinato di portarti al loft, non si sente a suo agio nel saperti lontano da lui>>
Stiles mi guardò con un sopracciglio alzato, le mani sui fianchi e il sorriso sarcastico che presagiva una discussione per cui poi avrei necessitato di un’aspirina.
<< Davvero pensavi che sarei venuto buono buono a casa di quel lupastro? Casa mia è il luogo più sicuro per me. Mi dispiace che lui non si senta a suo agio ma nemmeno io mi sento proprio bene nel condividere lo spazio con uno che sembra perennemente incavolato con il mondo>>
<< E’ il legame fra compagni, non sopporta l’idea di saperti lontano>>
<< Fino ad ora c’è riuscito benissimo, io direi di continuare così>>
<< Stiles non fare il difficile>>
<< Invece lo faccio, non ho intenzione di muovermi da qui, io vivo qui, questa è casa mia e lui è bene che se ne faccia una ragione. Cosa si aspettava? Che prendessi le miei cose per saltellare allegramente da lui? Ma anche no!>>
<< Va bene, su questo sono d’accordo pure io ma ragiona, hai bisogno del branco per cercare tuo padre>>
Lui sbuffò, prese una giacca.
<< Andiamo a parlare con il branco, ma non ho alcuna intenzione di trasferirmi da Derek. Questa storia dei compagni non l’ho ancora accettata>>
<< Dovresti invece, lo senti anche tu il legame. Non voglio far pubblicità a mio nipote ma è un buon partito. Siamo ricchi, dall’indubbio fascino e proteggiamo sempre chi amiamo>>
<< Bella pubblicità Peter, dovresti occuparti tu delle pubbliche relazioni di tuo nipote, ma perché parli al plurale? Vuoi metterti su piazza anche tu?>>
<< Sono tentato ma già mi ha ucciso una volta, preferirei godermi ancora un po' la vita>>
Vidi Stiles prendere le chiavi della sua jeep ma lo fermai.
<< Andiamo con la camaro ragazzino, faremo prima>>
<< Non ci credo che te l’ha lasciata prendere>>
Gli misi un braccio intorno alle spalle.
<< Quando mai chiedo il permesso io? L’ho presa e basta>>
Lui si mise a ridere, adoravo quel ragazzino.
 
STILES
 
Dovevo ammettere che viaggiare sulla camaro era davvero meraviglioso. La mia povera jeep ormai stava andando verso i verdi campi dell’aldilà, dovevo cambiarla ma era l’auto di mia mamma e mi piangeva il cuore darla via.
Sfortunatamente per me il tragitto fu troppo breve, in tasca avevo il disegno che avevo fatto.
Con un sospiro mi preparai mentalmente a salire tutte quelle scale e ad affrontare il mio amorevole pseudo compagno.
Peter aprì la porta e quando entrai trovai il branco al gran completo.
Era da un po' che non li vedevo tutti insieme e devo dire che non mi erano mancati tanto.
Infondo Isaac e Boyd per me rimanevano degli estranei. Allison e Lydia erano sedute sul divano, Scott discuteva con Derek e Cora invece mi sorrise contenta.
Quando il lupastro mi vide sembrò accendersi come un albero di natale, si carino non ci sperare troppo.
Il mio ex migliore amico mi venne incontro, fra un po' scodinzolava.
<< Stiles cosa ci fai qui?>>
<< Si trasferirà qui per un po'>> intervenne Derek.
<< Non penso proprio, se sono qui è solo per un motivo e non riguarda quello di cui abbiamo discusso prima>>
Tirai fuori il disegno e lo posai sul tavolo, tutto il branco si avvicinò per osservarlo.
<< Prima ho disegnato questo, mio padre è scomparso, ho bisogno che mi aiutate a cercarlo, sappiamo già dove si trova questo tronco>>
<< Pensi che sia stato Deucalion?>> mi chiese Isaac.
Negai con la testa.
<< No, ci ho parlato poco fa e non ha accennato niente, penso che si sarebbe vantato nel caso avesse catturato mio padre>> mi girai verso Lydia << potresti sempre chiedere conferma al tuo nuovo giocattolino>>
La biondo fragola mi fissò stizzito, fissami come ti pare cocca ma sono finiti i tempi in cui ti sbavavo dietro.
<< Aspetti un invito scritto forse? Fallo>> forse mi stavo comportando da prepotente ma non me ne poteva importare di meno.
<< Una volta eri più simpatico>>
<< Una volta eravamo amici, è questa la differenza>>
Scott mi si avvicinò e fece per mettermi una mano sulla spalla ma mi scansai, non volevo conforto fisico, volevo che alzassero i loro sederi lupeschi e mi aiutassero a cercare mio padre.
Vidi che ci rimase male ma al momento non volevo saperne niente dei sentimenti degli altri.
Lydia si allontanò per chiamare il gemello che frequentava.
Allison mi si avvicinò, non avevo nulla contro di lei, in effetti fra tutti era quella che tolleravo di più. Dopo la morte di sua madre si era allontanata dal branco ma ora, con la minaccia degli alpha era tornata in gioco. Era un’umana che non aveva paura di combattere contro esseri più forti di loro. Quasi quasi avrei chiesto agli Argent di addestrarmi, male non mi avrebbe fatto.
<< Sono contenta di sapere che stai meglio Stiles>>
<< Ti ringrazio, ora mi sento alla grande>>
<< Già, a quanto pare il piccolo Stilinski è in grado di rivaleggiare contro noi lupi mannari ora>> Isaac mi sembrava sarcastico mentre lo diceva o era una mia impressione? Pensava che non fossi in grado di fronteggiarlo? In macchina avevo promesso a Peter di fare il bravo ma una piccola dimostrazione era sempre gradita.
Senza il minimo sforzo sollevai Isaac e lo scaraventai contro una colonna.
<< Ops, colpa mia, mi è sfuggito>>
Derek rise divertito, una volta mi avrebbe ringhiato contro per aver sfidato un membro del suo branco ma ora invece sembrava fiero di me.
Gli piaceva che il suo compagno fosse così potente? Ogni volta che pensavo al legame fra noi due mi veniva la pelle d’oca.
Lydia concluse la telefonata.
<< Aiden mi conferma che loro non hanno preso tuo padre>>
Fantastico, non che avessi dubbi, ma qualcuno lo aveva preso e se non erano stati loro rimaneva solo una persona in ballo…la cara maestrina.
La vera domanda però era perché? Perché aveva preso mio padre? Oh mio Dio, forse voleva sacrificarlo, dovevo assolutamente impedirglielo.
Derek fece andare via il branco dicendo loro di perlustrare la zona, forse Jennifer l’aveva rinchiuso in qualche edificio abbandonato.
Io, Peter, Derek e Scott invece ci saremmo diretti verso il tronco dell’albero, noi sapevamo dov’era.
<< Preferirei tu rimanessi qui al loft Stiles>>
Derek doveva essersi bevuto il cervello. Non esisteva che io rimanessi chiuso in questo buco mentre loro cercavano mio padre. Io sapevo dov’era ed era una mia responsabilità. Loro non avevano fatto nulla fino ad ora per impedire gli omicidi, non erano molto affidabili.
<< E io invece vengo>>
Lui mi venne vicino, il suo naso che sfiorava il mio.
<< Non sfidarmi troppo ragazzino>>
Scott si inserì fra noi due per separarci, mossa stupida visto che Derek lo interpretò come un’intrusione nel suo territorio, gli ringhiò persino contro.
<< Non intrometterti Scott, non lo sai il detto? “Fra moglie e marito non mettere il dito”>> sdrammatizzò Peter.
<< Moglie e marito?>>
<< Oh sì, il tuo caro amico Stiles è il compagno di vita di Derek. La sua dolce metà…anche se attualmente non è dolce proprio per niente>>
Scott mi guardò scioccato, era inutile, io non potevo farci niente, a parte il fatto di emigrare in qualche paese sconosciuto per sfuggire alla cosa.
<< Ma non è possibile>>
<< Sì invece, dai insieme fanno letteralmente scintille, era solo questione di tempo. Vedrai che dopo questa piccola crisi diventeranno insopportabilmente sdolcinati, vedo già tanti cuccioli nel loro futuro>>
Ma quali scintille e quali cuccioli! Sfortunatamente il fuoco non era di mia competenza o avrei bruciacchiato quelle sopracciglia già molto tempo fa. La questione cuccioli era assolutamente fuori discussioni, non mi facevo ingravidare io!
<< Non abbiamo tempo di parlare di questo ora, la priorità è mio padre>>
<< Sei il mio compagno è ovvio che per me sei tu la mia priorità>>
<< Rivedila allora. Vuoi farmi contento? Trova mio padre e smettila di trattarmi come se fossi il mio padrone>>
Il lupastro incrociò le braccia ma non rispose, punto per me!
<< Ok, allora andiamo nel bosco per cercare…>>
Non finii la frase per il dolore intenso. Guardai verso il basso e vidi una spada uscire dal mio stomaco, ero più che certo che non ci fosse due minuti fa.
Gli altri mi guardavano scioccati e Derek cercò di sostenermi mentre scivolavo a terra.
La spada mi venne estratta con forza e boccheggiai per il male.
Peter mi fece appoggiare a una colonna, Scott e Derek mi si pararono davanti.
La malvagia maestrina…anzi il Darach aveva fatto la sua comparsa. Perché mi aveva colpito con una spada la stronza? Se era arrabbiata doveva prendersela con il lupastro, era lui che l’aveva mollata.
<< Jennifer che accidenti pensi di fare?>> le ringhiò contro Derek.
Lei sorrise, si vedeva lontano un miglio che era malvagia, come aveva fatto ad uscirci insieme?
<< Cosa penso di fare? Voglio, anzi esigo, il sangue di Stiles>>
Fantastico, mai una volta che ti chiedessero una ciocca di capelli o un campione di saliva, proprio il sangue voleva quella psicopatica?
<< Stai lontana da lui>> vai Scott!
<< Temo non sia possibile. Niente di personale Stilinski ma purtroppo hai rovinato tutti i miei piani>>
Finalmente la ferita si era rimarginata e Peter mi aiutò a rimettermi in piedi, quella maledetta aveva rovinato la mia maglietta preferita.
<< Come fa a non essere personale? Mi hai appena infilzato con una spada!>>
<< Cosa vuoi che sia? Cinque minuti di dolore e sei già guarito. Sorprendente. È da secoli che non si vedeva un elementare e ora tu mi aiuterai ad ottenere la mia vendetta>>
Vendetta e sempre vendetta, ma un cattivo che combattesse per qualcos’altro?
<< Rapisci mio padre e pretendi il mio aiuto? A casa mia questo si chiama ricatto. Perché ti servo io?>>
<< Avevo organizzato tutto nei minimi dettagli. Sacrificare le vittime per risvegliare il Nemeton e vendicarmi del branco di alpha>>
Lo sapevo che non ce l’aveva con noi!
<< Ma durante l’incidente, il tuo sangue, il sangue di un elementale della terra, ha completamente impregnato le radici del Nemeton annullando così i miei sacrifici. Tu sei collegato a lui e ora mi aiuterai a usare il suo potere>>
Cosa accidenti era un Nemeton? Il tronco dell’albero? Quindi ora ero collegato a qualcosa di pericoloso e potenzialmente distruttivo? Fantastico, la mia vita non poteva andare meglio.
<< Non ho davvero idea di cosa stai parlando. Ridammi mio padre>>
Lei rise, sembrava la risata di una strega malvagia.
<< Ti do tempo fino a mezzanotte, se entro quell’ora non verrai da me, tuo padre farà una brutta fine>>
Scomparve, così nel nulla.
Derek mi alzò la maglietta per vedere la ferita ma non avevo più niente, gli scacciai la mano, la mia mente andava a mille per studiare un piano.
Col cavolo che avrei aiutato quella stronza nel suo piano malvagio, mi sarei ripreso mio padre e addio Jennifer, stava giocando con la persona sbagliata.
Avevo già una mezza idea di come fare, come si dice “il nemico del tuo nemico è tuo amico”, avevo un incontro da organizzare.
 
 
 
 ANGOLINO DI MARLOWE

Buongiorno, primo capitolo del 2023! Stiamo arrivando alla battaglia finale gente, chi vincerà? 
Che piano ha in mente Stiles? 
Alla prossima
Mar

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


CAPITOLO 16
 
STILES
 
Perché mi dovevo sempre cacciare in situazioni del genere? Forse la mia non era stata un’idea grandiosa ma al momento non mi era venuto in mente niente di meglio. Per sconfiggere il Darach avevamo bisogno dell’aiuto del branco di Deucalion e così avevo chiesto a Lydia di chiamare il suo ragazzo per organizzare l’incontro. Il luogo prescelto era il retro della clinica veterinaria, in teoria doveva essere un luogo neutrale quindi ero speranzoso che non ci attaccassero subito.
Mi ero preparato un discorso convincente? Ebbene no, puntavo sull’improvvisazione e poi dovevo già sopportare il brontolio di Derek. Dire che si era opposto con tutte le sue forze al mio piano era minimizzare, le sue urla probabilmente le avevano sentite anche in Inghilterra.
Ma era mio padre in pericolo e avrei usato ogni mezzo per salvarlo, anche usare un branco di folli alpha.
Il nostro gruppo, formato da me, Derek, Peter, Scott e Lydia era già sul posto. Il lupastro non voleva che venissi, inutile dire che l’avevo scaraventato contro un muro per dimostrargli che ero in grado di difendermi e lo ammetto, anche per una soddisfazione personale. Come si permetteva di trattarmi come una damigella in pericolo? Avevo affrontato di peggio quando ero un mucchietto di ossa fragili e ora che potevo letteralmente spostare un suv con la telecinesi, si metteva a fare il protettivo? E no bello, qui cascava male. Pensava davvero che nel caso avessi accettato la storia del compagno, sarei stato buono e remissivo ai suoi ordini? Se era così mi spiaceva tanto per lui.
Finalmente il gruppo di Deucalion arrivò. I gemelli camminavano in avanti e quando mi videro per una volta non fecero commenti, il viaggetto contro il muro aveva sortito qualche effetto. Dietro di loro c’era una donna che non avevo mai visto, Peter aveva detto che si chiamava Kali e a quanto pare la signora non era amante delle scarpe, camminava a piedi nudi e se proprio dovevo dirla tutta, mi ricordava una selvaggia.
Alla fine arrivò anche Deucalion, non mostrava nessun segno di curiosità o impazienza. Era calmo, come volevo si dimostrasse anche Derek ma invece l’idiota aveva già gli artigli di fuori. All’inizio doveva esserci anche un certo Ennis, ma Deaton aveva detto che l’alpha degli alpha l’aveva ucciso. In teoria il nostro gruppo era più numeroso del loro ma non incutevamo lo stesso timore, dovevamo proprio lavorarci su.
Deucalion si parò davanti a me.
<< Come da accordi siamo venuti all’appuntamento Stiles, sentiamo, cos’hai di così interessante da dirci? Hai accettato la mia offerta?>>
Mi schiarii la voce e fissai con la coda dell’occhio Derek, lui mi fece un cenno con la testa e allora iniziai la mia opera di convincimento.
<< Non sono qui per farmi mordere, anzi, giusto per chiarire, il vostro morso non avrebbe nessun effetto su di me>>
<< Sicuro?>>
<< Più che sicuro. I tuoi sgherri>> gli indicai i gemelli << ti avranno detto che ora ho qualche asso nella manica e non sono più così fragile e indifeso>>
<< In effetti mi hanno raccontato una cosa piuttosto curiosa ma penso non sia per questo che ci hai fatto venire qui>>
<< In queste settimane a Beacon Hills sono morte alcune persone per opera di un serial killer che di recente abbiamo scoperto essere un Darach. È qui per vendetta e siccome noi non l’abbiamo mai vista prima, deduco che il suo obiettivo sia il vostro branco>>
<< Perché mai un druido oscuro dovrebbe avercela con noi?>>
<< Questo non lo so>>
Tirai fuori il ritratto di Jennifer Blake dalla tasca e lo porsi ai gemelli.
<< La riconoscete?>>
La donna sussultò e afferrò il disegno, sembrava avesse visto un fantasma. Dalla sua reazione deducevo che la conoscesse.
<< Julia?>> disse lei.
<< La conosci Kali?>> le chiese Deucalion.
<< Era il druido del mio vecchio branco, pensavo di averla uccisa>>
Ed ecco spiegato il motivo di vendetta.
<< Direi che è molto viva invece. Ha intenzione di utilizzare un qualche albero che ha chiamato Nemeton per fare qualcosa contro di voi e di conseguenza anche contro di noi. Cosa però, ancora non lo sappiamo>>
<< Quindi cosa stai chiedendo giovane Stilinski?>>
<< Voglio che ci aiutate a sconfiggerla, ha preso mio padre e vuole che la raggiunga stanotte per utilizzare il mio sangue e utilizzare l’albero>>
<< A noi non interessano le sorti di tuo padre, il problema non è nostro>>
Ti pareva, mai una volta che c’era un cattivo con una coscienza.
<< Il problema è vostro ed è stato causato da voi tanto per cominciare. Voi avete cercato di ucciderla e l’avete resa com’è ora>>
Lui fece per replicare ma non gli diedi il tempo.
<< E’ venuta qui seguendo voi e come se non bastasse e ha causa di scemo e più scemo di fianco a te se ora pretende il mio sangue. Voi avete provocato l’incidente e mi avete spedito contro quell’albero. Tutto questo è colpa vostra, non nostra>>
Feci una pausa, più per riprendere fiato che per creare suspance.
<< Se non fosse per mio padre sinceramente vi lascerei a vedervela da soli. Ma lui è stato rapito e quindi voi mi aiuterete a salvarlo>>
Diversamente dal nostro branco, loro non sembravano aver bisogno di consultarsi, Deucalion decideva e la sua parola era legge.
<< Noi cosa otteniamo in cambio?>>
<< Oltre a rimanere vivi dici? Niente, finita questa storia ve ne tornate da dove siete venuti e vi dimenticherete di Derek e del branco>>
<< Non abbiamo molto da guadagnarci>>
<< Forse non dai valore alla tua vita. Io vi ho avvisato, aiutarvi o no spetta solo a voi. Sinceramente se Jennifer vi fa fuori non mi fa né caldo né freddo. Per me voi non siete una minaccia>>
Deucalion rimase in silenzio per molto tempo e io iniziavo ad agitarmi, sapevo che poteva sentirlo dall’odore ma non ci potevo fare niente. Come si poteva chiedere a un iperattivo come me di stare fermo e immobile.
<< Ti aiuteremo, qual è il tuo piano?>>
Sorrisi e iniziai a illustrare le fasi del piano “salviamo papà”.
 
 
 
Mancava un’ora a mezzanotte e mi trovavo nel bosco.
Ero dannatamente agitato e me la stavo facendo sotto dalla paura. Avevo affrontato nonni psicopatici e kanima ma lì mio padre non era direttamente in pericolo, chissà cosa gli aveva fatto quella pazza.
Peter mi mise una mano sulla spalla per incoraggiarmi, mi sarei presentato davanti al Nemeton mentre il gruppo di Deucalion si mimetizzava nel bosco per attaccare.
Chris Argent ed Allison dovevano trovare mio padre e liberarlo, io e il resto del branco avremmo gestito la maestrina.
Se davvero ero collegato a questo albero e come elementale della terra potevo controllare anche le piante, non potevo usarlo per sconfiggerla? Dovevo riuscire a entrare in contatto con il tronco, non ero ancora abbastanza esperto per poterlo fare senza avvicinarmi.
Il viaggio verso il Nemeton non fu abbastanza lungo e soprattutto nessuno di noi disse una parola, la tensione si poteva tagliare con un coltello.
Finalmente arrivammo al tronco e lei era già lì. Il suo aspetto però era cambiato, sembrava un mix tra Voldemort e uno zombie, che schifo.
Mi girai verso Derek che anche lui la guardava allibito.
<< Santo cielo amico, come hai fatto a stare con una come quella? L’hai persino baciata è rivoltante!>>
<< Ma non era così prima!>>
Come dargli torto, però faceva senso ugualmente. Mi guardai intorno e vidi mio padre legato a un albero, l’aveva persino imbavagliato quella stronza.
Vedevo Chris che si muoveva di soppiatto verso di lui, doveva allontanarlo prima che si scatenasse il combattimento.
Jennifer o Julia o come diamine si chiamava ci sorrise, avrei preferito un faccia a faccia con uno squalo piuttosto.
<< Sei venuto davvero allora e hai portato gli amichetti!>>
<< Non mi hai lasciato molta scelta in realtà. Libera mio padre>>
<< Mmm … no. Prima farai quello che ti dico e solo dopo libererò il tuo caro paparino>>
<< E cosa vorresti nello specifico?>>
<< Avvicinati>>
Derek mi afferrò per un braccio ma io lo strattonai, non era l’ora di fare l’idiota iperprotettivo.
Le arrivai di fronte, se possibile da vicino era ancora più rivoltante. Si diventava così una volta abbracciato il lato oscuro? Non era un buon investimento.
<< Ebbene?>>
Lei tirò fuori dalla manica un coltello, figuriamoci se non teneva un’arma da taglio in una manica, faceva tanto rito sacrificale, quanti film si era vista sta tizia?
<< Metti la mano sopra il tronco con il palmo rivolto verso l’alto>>
Seguii le istruzioni, lei passò la lama sul palmo e mi tagliò in profondità facendo uscire il sangue che iniziò a colare sul tronco; mi aveva fatto male, mi rigeneravo ma il dolore lo sentivo benissimo.
Il mio sangue iniziò a penetrare all’interno del Nemeton ed era stranissimo da vedere. Mi sarei aspettato che colasse intorno, non che lo assorbisse.
Una scarica di energia mi percorse la spina dorsale, era come ricevere una dose extra di energia. Mi sembrava di vederci meglio, di poter sentire ogni minimo fruscio nel bosco, questa era la connessione?
<< Molto bene, ora passami il potere>>
<< Non così in fretta Julia>> dal bosco comparve Kali e il Darach indietreggiò d’istinto, davvero non se lo aspettava?
<< Cosa ci fai tu qui?>>
<< Siamo stati gentilmente invitati ad unirci alla festa, non potevamo perdercelo>>
Jennifer urlò di rabbia e le scagliò contro un’onda di energia. I gemelli intanto si erano fusi insieme e fecero per attaccarla da dietro ma nessuno riusciva ad avvicinarsi troppo a lei, solo dopo mi accorsi che intorno a noi aveva tracciato un cerchio con il sorbo. Feci per spezzare il cerchio ma lei mi conficcò il coltello nello stomaco… di nuovo! Sentii Derek e Peter urlare il mio nome ma appena estrasse il pugnale guarii più velocemente del solito, come se il collegamento con l’albero avesse amplificato anche questo potere.
Kali era a terra, i gemelli erano stati separati e finalmente comparve Deucalion trasformato. Era spaventoso, si accanì sulla barriera e anche il mio branco iniziò a dargli man forte ma sembrava che niente potesse sfondarla. Lei mi teneva stretto in modo da impedirmi di aiutarli.
Come potevo fermarla?
Deucalion fu sbalzato via e sembrava in pessime condizioni, Scott e Derek non stavano messi meglio e Kali sembrava proprio morta, non si muoveva più. Cercai con gli occhi mio padre ma lui non c’era più, per fortuna Chris Argent l’aveva portato via.
Dovevo concentrarmi e cercare una soluzione.
Chiusi gli occhi e mi connessi con il Nemeton, con l’intera foresta, potevo sentire ogni singola foglia e allora mi venne un’idea, un’idea che sarebbe stata pazzesca per un film Disney ma avrebbe funzionato nella vita vera?
Ero un elementare della terra e chiesi a lei il suo aiuto. All’improvviso l’albero più vicino a noi si mosse, poi quello accanto, finchè dalla terra non liberarono le radici e presero a muoversi verso di noi. Era una scena surreale e terrificante. Come avrebbe affrontato un’intera foresta il Darach?
Loro non avevano problemi a superare la barriera e con i loro rami la spedirono lontana da me. Il bosco l’aggredì con tutta la forza che aveva fino a lasciarla a terra ansimante.
Mi reggevo in piedi a stento per la fatica ma lei era avvolta dalle radici degli alberi, Peter le si avvicinò e le tagliò la gola, speravo davvero che questa volta fosse morta.
Feci tornare gli alberi al loro posto e praticamente mi sdraiai sul Nemeton per la stanchezza.
Gli alberi avevano spazzato via il sorbo e Derek mi corse in contro per vedere come stessi. Con fatica mi rialzai e vidi che Deucalion sembrava pronto ad attaccarci. Ma perché i cattivi non tenevano fede alle tregue?
Nessuno di noi era in grado di combattere, lui nemmeno però mi venne un’idea.
Peter mi aveva raccontato la sua storia, di come nonno Argent l’avesse reso cieco. Forse, ora che ero connesso e tutto il resto potevo guarirlo.
Glielo proposi, gli avrei ridato la vista ma in cambio ci avrebbe lasciato stare.
<< Non hai un potere del genere ragazzino>>
<< In realtà si ma non sono in grado di utilizzarlo appieno. Ora che sono collegato al Nemeton però dovrei riuscire a farlo>>
<< Se davvero ci riuscirai, giuro sul mio onore di non darvi più la caccia>>
Barcollando mi protesi verso di lui, posai la mia mano sui suoi occhi e chiesi di nuovo alla terra di prestarmi la sua forza.
Lo sentii urlare per il dolore e poi venni spinto via.
Deucalion si guardava intorno incredulo.
Ce l’avevo fatta.
<< Ci vedo davvero>>
<< Ora mantieni la tua promessa però. Lascia Beacon Hills>>
Lui si mise una mano sul cuore e mi guardò negli occhi.
<< Rispetterò il nostro patto Stiles Stilinski, mi hai fatto un enorme regalo e sono in debito con te. Se avrai bisogno di aiuto chiamami e lo avrai>>
Così dicendo si voltò e se ne andò nel folto dei boschi.
Porca miseria, avevo appena salvato tutti.
 
 
Corsi ad abbracciare mio padre, per fortuna a parte un bernoccolo in testa non aveva altri danni e gli altri sarebbero guariti in fretta.
Scott mi abbracciò e solo per questa volta glielo lasciai fare.
Peter mi stritolò.
<< Sono molto orgoglioso di te figliolo>>
<< Grazie Peter>>
Infine Derek, lui mi abbracciò come se temesse ancora di potermi spezzare.
<< Sei stato grande Stiles, ho avuto paura ti potesse uccidere e invece mi hai dimostrato ancora una volta che non sei solo un fragile umano>>
Quelle parole riscaldarono qualcosa dentro di me.
<< Grazie Derek>>
Lui si schiarì la voce.
<< Visto che non c’è più nessun pericolo, penso sia ora di parlare della questione dei compagni di vita che dici?>>
<< COMPAGNI DI VITA IN CHE SENSO?>>
Mio padre aveva sentito la frase, sarebbe stata una lunga chiacchierata.
 
 
 
 
 ANGOLINO DI MARLOWE

Buongiorno a tutti, scusate ma ho di nuovo il computer ad aggiustare, ci ho messo più del solito e non so se riesco ad aggiornare entro sera anche a un Desiderio sbagliato. La cara Jennifer è andata, sono stata abbastanza creativa nel farla fuori? Ho sempre sognato una scena così in un film... tipo in Harry Potter ma con la foresta proibita, ma non ero io la scrittrice o il regista, peccato. Penso che il prossimo sarà proprio l'ultimo capitolo.
Attendo con ansia le vostre recensioni 
a presto
Mar

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Capitolo 18
*** Epilogo ***


EPILOGO
 
STILES
 
Erano passati due mesi dalla battaglia del Nemeton e tutto era tornato più o meno alla normalità.
Pian piano avevo iniziato a riavvicinarmi al branco anche se i nostri rapporti non erano più come quelli di prima, non riuscivo a lasciarmi andare con loro. Mi avevano ferito troppo profondamente per poterli perdonare e anche se loro ci provavano erano rare le uscite di gruppo a cui acconsentivo di andare.
Scott era quello più tenace, mi aspettava fuori dal lavoro per passare del tempo con me, non avevo tolto le protezioni di casa e non l’avrei fatto, quindi cercava di ritagliarsi del tempo con me come poteva.
All’inizio lo scacciavo via ma era pur sempre mio fratello, ricucire con lui era vitale come respirare per me, Peter era quello che più mi spronava a perdonarlo ma io ero cocciuto… a volte provavo ancora l’istinto di scaraventarlo contro qualcosa.
I miei poteri diventavano ogni giorno più forti, per fortuna la fase del disegno preveggente non capitava spesso e questo rilassava molto mio padre, ma il legame con il Nemeton era davvero molto forte, se mi allontanavo di poco da Beacon Hills iniziavo a sentirmi male. Deaton diceva che col tempo sarei stato in grado di gestirlo, che questo dipendeva dal fatto che era una cosa recente e che l’albero era da poco attivo e voleva che la sua ancora fosse vicino a lui; anche perché rimanere a Beacon Hills per tutta la vita senza mai viaggiare era un po' deprimente. Ma quel dannato albero aveva messo radici dentro di me e questo mi rendeva anche più potente. Far crescere le piante ora mi era diventato molto più semplice, guarire con il tocco un po' meno ma ci stavo lavorando.
Avevo chiesto a Chris Argent di allenarmi per il combattimento corpo a corpo, questo aveva sorpreso Derek, aveva detto che poteva occuparsene anche lui, ma entrambi sapevamo che se mi avesse messo le mani addosso non avremmo certo iniziato a combattere.
Il mio caro futuro compagno, dopo la dipartita di Jennifer e dopo aver spiegato la cosa a mio padre, di cui non era per niente contento precisiamolo, aveva iniziato un corteggiamento spietato.
Il pericolo era passato e il suo lupo lo spingeva ad accoppiarsi con me, ero io la persona restia a farlo, insomma era un legame per tutta la vita, e lui mi aveva sempre trattato da schifo.
I nostri mediatori erano sempre Peter e Cora, quest’ultima era entusiasta e mi incitava più volte ad uscire con suo fratello.
Gli avevo concesso tre uscite fino ad ora e lui si era comportato nel migliore dei modi. Avevamo due caratteri forti e spesso discutevamo anche per delle stupidaggini, come cosa guardare al cinema.
Lo ammetto, lo avevo scaraventato contro il muro un paio di volte per il nervoso e anche per difendermi dai suoi assalti, il ragazzo aveva le mani lunghe e anche se a me piaceva baciarlo ero ben lontano dal concedermi a lui.
I miei studi andavano a gonfie vele, sogghignavo ogni volta che vedevo Scott disperato per i suoi compiti, una volta prese le miei due lauree avrei aiutato mio padre in centrale. Già mi immaginavo con la divisa.
Io e Peter continuavamo a frequentarci con grande disappunto di suo nipote, avevamo una tradizione, ogni giovedì era la serata telefilm, ora stavamo guardando il Trono di Spade, io ero team Stark, inutile dire che il lupo invece tifasse per i Lannister.
Da Deucalion non avevamo avuto più notizie ma i due gemelli erano rimasti a Beacon Hills, Ethan a quanto pare era seriamente interessato a Danny e Lydia usciva ancora con Aiden.
Allison usciva ufficialmente con Isaac mentre Scott era interessato a una nuova ragazza arrivata in città, una certa Kira, non l'avevo ancora conosciuta ma il mio amico tesseva lodi a non finire.
 
 
Stavo camminando per strada perso nei miei pensieri e non mi accorsi del ragazzo moro con gli occhi verdi che mi aspettava vicino al palo della luce. Sotto continue pressioni avevo accordato a Derek l’entrata a casa mia, mi aveva tartassato per giorni per averlo e alla fine avevo ceduto. Mi aveva messo il broncio perché suo zio poteva entrare e lui no, nemmeno avesse cinque anni!
<< Non si saluta più ragazzino>>
Mi girai per guardarlo e sorrisi, ok forse ero contento di essere corteggiato.
<< Scusami lupastro, non ti avevo proprio visto>>
Lui mi si avvicinò e mi attirò vicino a lui, le mani sui miei fianchi e il naso affondato nel mio collo.
<< Molto male, dovresti prestare attenzione al tuo esigente compagno>>
Risi, sotto tutti i ringhi e le occhiatacce, Derek aveva un carattere coccoloso, chi l’avrebbe mai detto.
<< Scusami caro amore della mia vita a cosa devo la visita?>>
<< Un povero ragazzo non può venire a trovare il suo compagno?>>
<< Ma certo, solo che di solito avvisi>>
Lui mi baciò lentamente, amavo i suoi baci, mi divorava lentamente come se non ne avesse mai abbastanza.
Quando si staccò da me mi guardò con uno strano luccichio negli occhi.
<< Mi mancavi troppo e avevo tremendamente voglia di baciarti>>
E lo fece di nuovo, chissà se si rendeva conto che era in mezzo alla strada davanti a casa mia.
Lo allontanai per riprendere fiato.
<< Non che non apprezzi ma lo sai sì che in casa in questo momento c’è mio padre e probabilmente sta guardando dalla finestra?>>
<< Credevo che ormai avesse accettato il nostro legame>>
<< Infatti, ma nel caso tu dovessi ferirmi si è fatto prestare dei proiettili da Chris Argent>>
Derek sbiancò, risi nel vederlo così, aveva davvero paura di mio padre?
<< Che ne dici lupastro, ti va di fare una chiacchieratina con il tuo futuro suocero?>>
Lo vidi deglutire, risi e lo presi per mano portandolo in casa, mio padre ci aspettava sulla soglia e io risi più forte… si prospettava una bella vita.
 
 
SEI MESI DOPO
 
DEREK
 
<< Sei uno stronzo!>>
Le soavi parole del mio compagno arrivavano attutite dal bagno. In quel momento Stiles stava vomitando anche l’anima e forse era colpa mia… no ok senza forse, era proprio colpa mia.
Finalmente io e il ragazzino avevamo una normale vita di coppia e fare l’amore con lui era la parte che preferivo della giornata.
Avevo solo combinato un piccolo casino durante una notte di luna piena, in preda all’eccitazione e ai desideri del mio lupo l’avevo ingravidato e da quando il ragazzino l’aveva scoperto ce l’aveva a morte con me.
Diceva che eravamo troppo giovani e mi ero già beccato una pallottola da suo padre quando gli avevamo detto che sarebbe diventato nonno.
Ero troppo felice di avere un figlio dal mio compagno, mi sarei fatto sparare ancora ma sapevo che in fondo anche Stiles era felice… anche se le nausee lo rendevano intrattabile e con gli ormoni della gravidanza sembrava avesse sviluppato una seconda personalità, a volte faceva paura, tutti si teneva alla larga da lui quando iniziava a sorgere lo Stiles malvagio.
Il branco era impazzito alla notizia anche se Scott mi aveva guardato male. Peter invece era entusiasta come me, girava intorno al ragazzino e sembrava l’unico in grado di calmarlo nel caso volesse scaraventarci tutti all’aria.
Finalmente Stiles uscì dal bagno, la pancia si vedeva poco attraverso la felpa larga che indossava ma io sentivo il mio cucciolo ed era un’emozione bellissima.
Il mio ragazzino venne a sedersi vicino a me e posò la sua testa sulla mia spalla, era pallido ma ai miei occhi non poteva essere più bello.
<< Tutto a posto Stiles?>>
<< Ho appena vomitato l’anima per colpa tua, tu che ne dici?>>
<< Colpa mia, ora non esageriamo, eravamo in due quella notte sai?>>
Lui mi guardò allibito.
<< Ma non ero io che potevo fecondare il proprio compagno o sbaglio?>>
Vero ma rimasi saggiamente in silenzio.
Me lo tirai più vicino, mi feriva l’idea che non volesse il cucciolo.
<< Odi davvero l’idea di avere un bambino da me?>>
Lui sospirò stanco, faceva fatica a dormire, la gravidanza influiva molto sui suoi poteri e a volte distruggeva oggetti senza volerlo, aveva accidentalmente demolito un suo modellino e si era disperato per giorni, era solo un giocattolo c’era bisogno di tutte quelle scene? A volte non lo capivo proprio.
<< No idiota, è solo che avrei voluto che tu me lo chiedessi e soprattutto avrei voluto aspettare un po'. Sono ancora un adolescente Derek>>
Lo baciai su una tempia, aveva ragione.
<< Mi dispiace, è stato l’istinto, me ne sono reso conto solo a cose fatte. Non farei niente per ferirti>>
Lui sospirò di nuovo ma si accucciò più vicino a me.
<< Pensi che erediterà i miei poteri?>>
Un lupo mannaro con poteri della terra? Sarebbe stato difficile da gestire ma noi potevamo farcela.
<< Lo sapremo solo con il tempo>>
Stiles alzò la testa e mi baciò.
<< Sai, a volte vorrei picchiarti per avermi messo incinto ma poi sento lui o lei, e non posso far altro che amarlo incondizionatamente>>
Sorrisi felice.
Avevo un branco forte, avevo un compagno e stavo per avere un figlio.
Tutto questo per merito del mio umano, dopo tanto dolore finalmente ero felice e avrei protetto la mia famiglia da ogni pericolo.
Ero un lupo mannaro davvero fortunato.
 
 
 
 
 ANGOLINO DI MARLOWE

E finalmente si conclude questa storia. Grazie a tutti quelli che hanno recensito, ai lettori silenziosi e a chi ha messo la storia nelle preferite o nelle ricordate.
Spero che questo finale vi piaccia.
Mar

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