Aspettando te

di vero97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** in mille pezzi ***
Capitolo 2: *** casa ***
Capitolo 3: *** guardarsi dentro ***
Capitolo 4: *** pop corn al cioccolato ***



Capitolo 1
*** in mille pezzi ***


Un dolore soffocante. Un senso opprimente al petto. Le mancava il respiro. Lacrime, a fiumi. Non riusciva a smettere di piangere. Appena cercava di prendere aria il respiro le moriva in gola e dai suoi occhi continuavano a sgorgare lacrime. Aveva salutato tante persone in vita sua. Non vedeva i suoi genitori da anni, sentiva sua madre appena eppure non  ne percepiva la mancanza. Jay è la sua metà, il suo partner, suo marito e il suo migliore amico. 8 mesi. 8 interi mesi senza di lui. Come avrebbe fatto? Un pensiero insopportabile. Le aveva detto che non sarebbe stato un lungo periodo, doveva solo aspettare qualche mese e lui sarebbe stato di nuovo a casa con lei. 8 mesi lontani per non lasciarsi più.
“ sei l’amore della mia vita e se io sono il tuo ”.
“ certo che lo sei ”.
 “ allora sai che devi lasciarmi andare “.
Hailey sapeva quanto questa cosa  fosse importante per Jay; parte dei suo stesso essere era principalmente dovuto ai suoi anni nell’esercito. Era un mondo duro,  che portava cicatrici profonde e incubi ma a Jay era ciò che serviva per poter ritornare ad essere come prima. Non gli bastava andare in un’altra unità, a Chicago avrebbe sempre avuto quell’unico pensiero che per sistemare le cose l’unica soluzione era agire come Hank Voight e non poteva sopportarlo. Aveva bisogno di una prospettiva diversa. Doveva tornare ad essere quella persona, l’uomo onesto di cui Hailey si era innamorata e in cui aveva sempre trovato rifugio.
Hailey non si era mai sentita più persa di così; il periodo più lungo in cui erano stati lontani era le tre settimane che aveva passato a New York e si ricordò di come si sentiva. Questo era peggio, amplificato infinite volte nonostante lei sapesse che sarebbe tornato a casa da lei una volta finita la missione faceva male da morire. Il pensiero che Jay avrebbe ritrovato la pace con se stesso, il suo equilibrio alleviava un po’ la sofferenza ma ripiombava di nuovo nella disperazione l’attimo dopo. L’unica cosa che poteva fare era aspettare . Aspettare il suo ritorno. Aspettare una sua chiamata, forse. Jay le aveva detto che avrebbe provato a farsi sentire ma non sapeva se sarebbe stato possibile. Si poteva aggrappare a questo ma doveva comunque andare avanti. Aveva il suo lavoro, la squadra e Trudy.
8 mesi sarebbero passati in fretta, “ forse qualcosa di più ” aveva detto Jay. Hailey preferì non pensare a quest’ultima parte. Era sicura di una cosa, lo avrebbero superato sicuramente e lo avrebbe aspettato perché non aveva mai amato una persona così tanto prima e mai l’avrebbe amata. Jay era, è e sarebbe stato il suo per sempre.
Hailey andò in bagno a sciacquare la faccia, tolse i vestiti e si sdraiò abbracciando il cuscino di Jay. Affondò la faccia fino a sentirne il profumo, lo strinse a sé addormentandosi con indosso la maglietta di Jay eleggendola a suo pigiama fino al suo ritorno.
La notte fu agitata. Mille pensieri frullavano nella sua mente, ponendosi domande e cercando risposte che forse non voleva darsi perché sapeva in fondo che se Jay aveva intrapreso quella strada era colpa sua. Sua e di Voight. Se solo avessero fatto le cose per bene, Hailey non si sarebbe trovata nei guai. Non avrebbe costretto Jay a raggirare la legge per proteggerla. A porlo davanti a scelte che andavano contro di lui. Il caso Roy Walton lo aveva avvicinato a Voight, al suo mondo corrotto e il caso Escano lo aveva travolto facendogli pensare che agire come il loro sergente fosse l’unico modo per ottenere giustizia. Hailey si domandò se le cose sarebbero potute andare diversamente  se quella notte lei avesse agito in altro modo. Se non avesse permesso a Voight di fare il suo meschino gioco costringendola a uccidere Roy. La verità è che lei aveva contribuito in parte al cambiamento di Jay, se ne rende conto e sa che questo spazio  serve a lui quanto a lei.
Nei loro cinque anni come partner aveva visto come il senso di colpa riduceva Jay, spingendosi al limite ma aveva sempre agito secondo la legge anche se questo voleva dire non ottenere giustizia, o sbagliarsi. Fino a quando non si era trattato di salvare lei mettendo in gioco la sua moralità, il suo lavoro andando contro tutto ciò in cui credeva perché non vedeva altra via di uscita che quella. L’unica possibile.
Hailey sa che trovare un amore come il loro è raro.  Un amore che va oltre il significato stesso di amore, che supera ogni confine. Loro sono una il porto sicuro dell’altro. Il punto fisso. L’ancora dell’altro. Sono anime gemelle. L’amore della vita, quello che sai che qualunque cosa accada troveranno sempre un modo per tornare dall’altro, a riconnettersi. Riusciranno a farlo funzionare. Jay tornerà e quando si rivedranno ogni cosa sarà come se nulla fosse cambiato. Il pensiero di rivederlo e non separarsi mai più la fa piombare nel sonno profondo, fino al suono della sveglia.
Il primo dei prossimi 240 senza Jay. Il primo del suo conto alla rovescia. 240 giorni, poco più e Jay sarebbe stato di nuovo da lei.

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Capitolo 2
*** casa ***


Assenza. L’assenza di Jay si sentiva in tutto il 21esimo. In quei giorni l’aria permeava di tristezza, rabbia e mille domande. Perché Jay se n’era andato così? Cosa lo aveva spinto a rientrare nell’esercito? Per 8 mesi la situazione sarebbe stata questa. La squadra non aveva ottenuto spiegazioni da Voight e Hailey si era limitata a dire che Jay aveva bisogno di cambiare aria per un po’ decidendo di accettare un lavoro per conto dell’esercito. Nessuno aveva fatto ulteriori domande, intuendo che potesse esserci dell’altro ma  preferendo non tormentare Hailey che era già provata a sufficienza. Privata del suo partner, di suo marito e con la costante visione davanti a sé della scrivania vuota. La squadra aveva deciso di stare vicino a Hailey rispettando i suoi spazi, offrendosi quando e se avesse avuto bisogno di qualcuno con cui sfogarsi. La verità è che Hailey non aveva ancora capito come si sentiva, piena di emozioni contrastanti. Aveva preferito non pensare e buttarsi nel lavoro sobbarcandosi di casi su cui indagare.
“ prima o poi dovrai affrontarlo. Questo non funziona mai ”. le parole della Platt le risuonavano come un tamburo nella testa, per questo quando aveva avuto l’occasione di prendere in mano un caso ci si era buttata. Da una parte non si sarebbe più recata continuamente dalla Platt a chiedere lavoro extra, dall’altra avere un obiettivo l’avrebbe discostata dal vero problema per un po’.
“ lo odi, vero? Che io riesca a percepirlo ”. nessuno si era mai azzardato a dirglielo. Impossibile non vederlo, forse perché erano colleghi, amici volevano darle il tempo di elaborare ma Sean non aveva questo legame con lei; così come suo padre lo aveva fatto presente a Voight non si è fatto problemi a spiattellarglielo in faccia. Dolore. Appena Jay aveva pronunciato quelle parole, Hailey aveva sentito rompersi in mille pezzi. Un dolore che non cessava, e visto che non vi era cura aveva preferito sommergerlo ma era lì, sarebbe sempre stato lì.
“ mio marito se ne è andato. Da qualche parte in America Latina e non sono riuscita a impedirlo. A trattenerlo ”. rivelare la verità, sentirla le procurava ancor più dolore ma doveva iniziare a venirci a patti. Da Sean non aveva ottenuto nulla ma ammettere ciò di fronte a uno sconosciuto la fece riflettere, o meglio ci provò. Sa che dirlo a qualcuno esterno ai fatti sarebbero state solo parole “ok. Io sto così per questo. Punto. Passiamo oltre ” pensò Hailey. Con Kim, Adam, Kevin o Trudy sarebbe stato diverso; non avrebbe potuto liquidarli così. Sapevano che qualcosa tra lei , Jay e Voight era successo e che molto probabilmente la decisione di Jay era dovuta a questo ma non avevano mai fatto domande. Sa che se si sarebbe aperta con uno di loro inevitabilmente avrebbe dovuto spiegare tutto quanto, anche della sera che avevano ritrovato Kim. La sera da cui era partito tutto. La persona che ama con tutta se stessa è a migliaia di chilometri di distanza, non poteva perdere anche quelle che aveva qui. La squadra la stava aiutando a indagare su Sean, anche se hanno capito di avere a che fare con un bel piantagrane . Sean era furbo, anticipava le loro mosse, stava attento a non farsi beccare e aveva un’ottima copertura che lo faceva passare come un buon samaritano. Erano sempre un passo avanti a lui. Sean era avanti il doppio. Aveva ripulito tutto il covo, di fino senza lasciare tracce ; se vi era un vantaggio nell’essere figlio del capo della polizia era sicuramente questo. Sapeva come lavoravano, come depistarli. Da una parte Hailey si sentiva sollevata  di avere qualcosa in cui sbattere la testa, che la mantenesse occupata dall’altra la stava sfinendo.
“ vai a casa, Hailey! Riposati. Sei l’unico detective che mi è rimasto. Non posso giocarmi anche te ”.
“ possiamo rifare un nuovo sopraluogo magari ci è sfuggito qualcosa. riesaminare quelle carte, trovando qualche collegamento che forse abbiamo tralasciato. Non ho niente da fare e .. .”.
Hank la fermò alzando una mano. “ non possiamo fare altro per ora, almeno fino a che non avremo nuove prove che possano farci procedere ufficialmente contro Sean. Vai a casa, è un ordine. capito? ”.
Hailey annuì rassegnata.
Casa senza Jay non la sentiva più come casa. lui era la sua casa. rannicchiarsi sul divano insieme, bere mezzo bicchiere di rosso dopo una dura giornata di lavoro, accoccolarsi tra le sue braccia e mangiare cibo d’asporto discutendo sul fatto che prima o poi avrebbero dovuto inaugurare la cucina. Le mancava ogni singola cosa. L’odore del caffè al mattino che era solito preparare , dando a Hailey il tempo di prepararsi e quello del distretto non era assolutamente paragonabile. Aprì il frigo trovando uno yogurt. “ scaduto. Ottimo! ”. prova del fatto che non metteva piede in quella casa da un bel po’. Al distretto aveva finito i vestiti puliti, unica cosa che l’aveva  convinta a tornare a casa. optò per una tisana rilassante e se ne andò a letto. Prese il cuscino di Jay e lo strinse a sé, unico modo per non rimanere sveglia.
“7 mesi e tornerà a casa ” si ripetè prima di addormentarsi.

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Capitolo 3
*** guardarsi dentro ***


Sean era lì, disteso a terra in una pozza di sangue rantolante ma vivo. Avrebbero dovuto lasciarlo dissanguare . desiderava vederlo soffrire  implorandola di salvarlo, quell’onore che lui stesso aveva negato a  tutte quelle povere ragazze. Non lo avrebbe mai fatto, non avrebbe mai chiamato quell’ambulanza e lui sarebbe morto raggiungendo suo padre.  Abby sarebbe stata vendicata, così come tutte le ragazze che Sean aveva torturato, seviziato e ucciso per puro istinto. All’inizio pensò che Voight aveva rovinato tutto chiamando i soccorsi, probabilmente aveva fatto la scelta giusta  decidendo di fare le cose seguendo la procedura e non alla sua maniera. Conoscendolo sa che lo aveva fatto solo per lei,per non farla ricadere in quello stato catatonico in cui era piombata dopo il caso Roy Walton.  Jay non c’era e Voight era la persona meno indicata per starle accanto visto che lui stesso era sempre il motivo per cui le persone si ferivano ma non aveva altra scelta. A volte la spaventava questo suo lato uguale a Voight, ci si allontanava ma mai veramente. Jay che mente, infrange le regole non andava bene. A lei non stava bene. Lui lo aveva riconosciuto ed era partito per poter tornare a seguire i suoi principi. Lei, nonostante le lezioni passate ci ricadeva ogni volta. Sean aveva ragione . Era rotta: una sorta di meccanismo inceppato che si sarebbe risolto andando alla radice del problema. Il problema è che lei non sapeva quale fosse. Poteva immaginare da dove sfociasse questa sua voglia di punire ma non riusciva a capire perché ogni volta doveva superare quel limite, sentiva quel bisogno senza chiedersi o preoccuparsi delle conseguenze. Lo aveva fatto una volta nascondendo la droga illegalmente in un auto per catturare un sospettato di cui erano sicuri del suo coinvolgimento. Era stata spedita a New York per imparare a seguire le linee. Era stata sulla retta via , per un breve periodo poi aveva fatto irruzione in una casa nonostante Jay le avesse detto di non farlo. Risultato? Jay aveva dovuto coprirla con Voight prendendosene la responsabilità. Voight aveva capito e le aveva raccomandato di non mettere Jay in certe posizioni perché a loro serviva così com’è. Infine Roy Walton, Anna Avalos e Sean. Era un continuo andare giù e tornare a galla, quasi non avesse la voglia di restare in superficie.  Questo le era costata la cosa più importante, Jay.  Voight l’aveva avvertita più volte. Lei aveva cambiato Jay , in peggio e questo non sarebbe mai dovuto accadere. Questa consapevolezza è ciò che la distrugge, più di tutto .
Hailey rincasò sul tardi sentendosi sconfitta su più fronti. Sean sarebbe marcito in prigione, forse avrebbe ottenuto uno sconto per qualche infermità mentale. Il capo della polizia era morto per proteggere suo figlio, un criminale a cui voleva comunque bene e che le aveva dato dell’instabile. Sean era dietro le sbarre ma non si sentiva comunque a posto . ora il caso era chiuso, per il momento almeno e questo la portò a prendere consapevolezza del fatto che doveva affrontare la verità, se stessa. Andò a prendersi un cambio, prima di entrare in doccia e aprendo la cassettiera prese una maglietta di Jay. Ormai indossava solo quelle da due mesi quasi. Ne aveva lasciate un paio nel cassetto insieme alla tuta data in dotazione dalla polizia. Il resto si era potato via tutto. Hailey si infilò sotto la doccia rimanendo sotto il getto d’acqua calda per farsi scivolare tutta la giornata addosso. Non avrebbe avuto il bacio di Jay. Non aveva qualcuno con cui parlare, la sua metà per condividere un bicchiere di gin per poter affrontare la giornata successiva. Doveva farcela da sola .
“perché te ne sei dovuto andare in un posto dove non posso neanche chiamarti? Non posso sapere se stai bene , se stai ritrovando se stesso o semplicemente chiederti delle tue giornate ”. Jay era un poliziotto quando lo ha conosciuto e sposato, ora era tornato a quella vita e lei era diventata una di quelle mogli che aspettano il marito a casa, sperando di rivederlo tutto intero. Non avrebbe mai potuto odiarlo per essersene andato, capiva benissimo le circostanze. Era arrabbiata, ovvio perché avrebbe voluto una possibilità per sistemare le cose insieme. Lo amava, senza ombra di dubbio e sa che lo avrebbe aspettato .  in tutto questo tempo lei avrebbe dovuto capire come risolvere i suoi demoni interiori. Le parole di Sean le risuonavano come un martello pneumatico in testa e non riusciva a farsele scivolare via.
“ tu sei una ragazza rotta, come me. Non perché tuo marito ti ha lasciato, da prima. Lo sei sempre stata e  solo noi possiamo capirlo ”.
Sean aveva ragione, molto probabilmente. La sua adolescenza aveva segnato la persona che era diventata. Era poliziotta per ciò che successe nel negozio di suo padre. La rapina a cui aveva assistito, ennesimo episodio di violenza. La sua vita era stata segnata dalla violenza, dalle botte di suo padre  e dallo strano modo di volerle bene dei suoi genitori che Hailey aveva sempre giustificato.  Non aveva mai avuto modo di fermarsi a riflettere su quanto ciò che fosse, sul suo modo di agire influisse così tanto quel pezzo della sua vita che tanto aveva volutamente voluto  lasciarsi alle spalle. Jay l’aveva spronata a risolvere con suo padre, senza insistere ma non lo aveva ascoltato. Vari casi l’avevano portata a ripercorrere quegli anni ma si era sempre fatta scivolare tutto addosso . il prezzo lo stava pagando adesso. La sua testardaggine, il suo voler sempre fare le cose senza ascoltare gli altri, il fidarsi delle persone che le dicevano “ andrà tutto bene. Ci penso io ” l’avevano portata a questo. Hailey si rese conto che Sean poteva essere un mostro ma aveva capito tutto di lei , lui poteva vedere la parte rotta di Hailey e non aveva problemi a dirglielo. Tutto ruotava attorno a lei. Lo aveva sempre fatto.  Se non avesse aggiustato questa parte di sé niente sarebbe mai andato nel verso giusto e le persone che amava, la persona che più di ogni altro amava avrebbe sempre messo un piede oltre per salvarla. Doveva risolvere questa intera cosa con se stessa. Guardarsi dentro non era una cosa da Hailey. Mai stata e l’unica persona che avrebbe potuto aiutarla non c’era, a causa sua.
In questo momento avrebbe tanto voluto avere Jay vicino. Si rigirò la fede al dito. Lui aveva sempre la parola giusta ma quante volte lo aveva ascoltato veramente? Lo amava profondamente ma quando si trattava di lei alzava continuamente delle barriere. Battè le mani sulla parete, sfogandosi fino a che i palmi delle mani non divennero rossi. Buttò fuori la rabbia. La doccia rilassante aveva avuto un esito opposto.  Continuò così fino a che non sentì mancarle le energie e si fermò. La testa cominciò a girarle, così uscì dalla doccia prendendo l’accappatoio appeso a fianco. Andò in camera e si distese nel lato di jay. Aveva bisogno di lui e non c’era. Decise di cacciarsi sotto le coperte e farsi una bella dormita, sperando di sentirsi meglio l’indomani mattina.  
 

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Capitolo 4
*** pop corn al cioccolato ***


Sean O’Neal era ufficialmente dietro le sbarre e il capo della polizia era morto. Poteva dirsi davvero una vittoria? Avevano potuto incriminare l’uomo per violenza sessuale, omicidio e traffico minorile ma sembrava irrisorio di fronte a ciò che avevano perso.
Hailey non riusciva a dormire , nonostante il caso fosse chiuso si sentiva come se avesse dovuto fare di più e non le dava pace. Avevano agito per il meglio? Mettere quelle prove evidenti davanti al capo era stata la scelta giusta? Il problema era sempre il cogliere sul fatto, nonostante le prove incriminanti veniva sempre prima di tutto e questo Hailey non poteva tollerarlo. Se avessero arrestato Sean dopo che Hailey aveva notato l’espressione di Abby trovando il collegamento con tutte quelle giovani minorenni scomparse e mai ritrovate, forse il capo sarebbe ancora vivo. Se non fosse stato il figlio del capo della polizia probabilmente avrebbero agito in maniera diversa evitando la morte di altre ragazze ma così funzionava il sistema e loro dovevano seguirlo. Hailey doveva andare avanti perché loro avevano fatto la propria parte e il dopo non era affare loro. Hailey voleva davvero essere un persona migliore, per Jay e doveva  concentrarsi su stessa ma troppi pensieri le affollavano la mente e non riusciva a togliersi quell’incessante “ tu sei rotta ”.
“  si preannuncia una bella giornata, oggi. Fuori è un delirio. Per accompagnare Makayla a scuola mi ci è voluta una sana dose di pazienza ”. Kim  si buttò sul divano prima di iniziare il turno tra cinque minuti.  
“ non dirò che adoro la neve allora ” sorrise Hailey.
“  si anche a Makayla piace un sacco. Anche a me, prima. Prima di avere una  figlia da portare a scuola cercando di arrivare in tempo al lavoro. Per fortuna, sono giorni abbastanza tranquilli per noi ”. Kim notò l’aria un po’ stanca di Hailey. “ tutto bene? Stai dormendo? ”.
“ abbastanza. Non sono più abituata ad avere un letto così grande tutto per me e in questi giorni ho molti pensieri ”.
“  a volte farebbe bene staccare. Fai sempre casa e ufficio. So che preferisci rimanere da sola ma stasera è la serata pigiama party, se vuoi venire sei la benvenuta . Adam è da Kevin, serata per soli uomini . ti propongo pop corn ricoperti di cioccolato, schifezze varie e “ Barbie e il lago dei cigni ”. Makayla adora il tutù e il balletto. Pensaci pure su ”.
Iniziarono ad arrivare gli altri. Kim prese la tazza dove Hailey le aveva appena versato il caffè e fece per tornare alla scrivania. Si girò per un’ultima occhiata a Hailey, in tempo per vederla versare l’intero contenuto nel lavandino. Hailey che rinuncia al caffè?
Hailey passò la giornata seduta alla scrivania, come detto giornata piatta. Tra un fascicolo e l’altro sgranocchiò alcune barrette che teneva nel cassetto.  Hailey pensò che una serata con Kim e Makayla avrebbe potuto aiutarla a sgomberare la mente. Si avvicinò alla scrivania di Kim. “ a che ora per stasera? ”.
 Kim alzò lo sguardo sorridendole. “ alle sette” . prese un foglietto preparato precedentemente.” questo è l’indirizzo ”.  Guardò la scrivania di Hailey. “ hai bisogno di una mano? ”.
“ no, grazie. Per oggi ho finito. Quelli li riservo a un altro giorno. so che non dovrei dirlo ma andrei a cercare un caso io stessa. Odio il lavoro d’ufficio ”.
“ mi sembra di aver già sentito questa frase ”. Kim si mordicchiò il labbro. “ scusa, non volevo … ”.
Hailey la stoppò. “ è solo oltreoceano. L’ho accettato. Diciamo che ci sto lavorando. Lui deve risolvere le sue cose io le mie.  Si sente la sua presenza, ovunque ed è giusto parlare di lui. Non posso contattarlo ma non vuol dire che non puoi nominarlo ”. poi si abbassò ad altezza orecchio di kim e sussurrò “ non dire a Jay ciò che ho appena detto. Me la tirerebbe a suo favore ” sorrise.
A Kim fece piacere vederla sorridere. “ bocca sigillata ” . Fece il segno della zip. Le allungò un foglietto. “ questo è l’indirizzo ”.
“ eri così sicura che avrei accettato? ”.
“ diciamo che ci speravo ”.
Hailey arrivò davanti casa di Adam e Kim alle 18.45. non era mai stata in quella zona della città, Canaryville. Alla vista della casa il labbro si sollevò in un leggero sorriso. La casa perfetta per una famiglia, con lo steccato bianco e un giardino sul retro. Forse , un giorno avrebbero potuto pensare anche loro a …. “ nah, Hailey. Non pensare! Questo era lo scopo della serata. Zero pensieri ”. Hailey scese dalla macchina, suonò e dopo qualche secondo Kim le aprì la porta. Notò un pop corn nei capelli di Kim e glielo tolse. “ avete iniziato senza di me?  ” chiese mostrando il pop corn.
“  risultato di una breve distrazione durante la preparazione ”. Kim prese la giacca di Hailey. “ Makayla sta mettendo il pigiama. Scende tra poco. L’ho mandata di sopra dopo che aveva addentato il quarto pop corn “ .
“ impossibile resistere ”.
“ a letto, signorina ”. Kim spense la tv e diede un bacio a Makayla. “ poi vengo a rimboccarti le coperte ”.
“ non ce n’è bisogno. Notte mamma. Notte Hailey ”.
“ notte tesoro ”.
Kim iniziò a sistemare. Hailey si alzò dal divano. “ lascia che ti aiuti. Makayla è un tesoro ed è cresciuta di altri 4 cm almeno ”.
“ oh si. È l’età in cui quello che compro il giorno prima non va più bene quello dopo ”. Kim prese la ciotola dei pop corn. “ se continua così altro che crescere in fretta. Per questo le facciamo una volta al mese queste serate o dovrei indebitarmi. Non ti dico del gelato. Mai avuto così tanto da quando ho una figlia ”.
“ come darle torto. Chi non adora ingozzarsi di schifezze, ogni tanto. Specie se sono eccellenti e quei pop corn lo erano. Credo proprio che la si possa assolvere per questo ”. kim la guardò interrogativa. “ posso dire che aveva ragione. Erano deliziosi ”.
“ interessante ” bonficchia Kim tra sé e sé. Guarda Hailey tornare dalla cucina con un sacchetto. “ non devi, davvero ”.
“ ci mancherebbe e poi in due si finisce prima ”.
“ grazie”. Rassettano tutto e riposizionano le riviste sul tavolino. “ se vuoi rimanere ancora un po’ mi fa piacere ”.
“ Grazie ma meglio che vado. Sono un po’ stanca e la neve iniziava ad attecchire . sono stata benissimo e avevi ragione: mi serviva una serata diversa ” .
“ sai che ci siamo sempre, quando vuoi. Noi e il resto della squadra ”.
“ lo apprezzo, davvero  ma non sono ancora pronta a … non lo so nemmeno io, a dire il vero ”.
Kim le mise una mano sulla spalla. “ non mi devi nessuna spiegazione, ok? Tranquilla ”.
“ grazie ancora ”.
“ quando vuoi . magari la prossima volta usciamo noi per una birra ”. kim abbracciò hailey. “ chiama quando arrivi ”.
“ lo farò ”.
Circa 40 minuti dopo Hailey aprì la porta di casa. entrare sapendo di non trovare Jay le faceva sempre mancare il respiro ma ci aveva fatto l’abitudine, quasi. Prese il cellulare e mandò un vocale a Kim dicendole che era arrivata “ sana e salva a casa. grazie ancora per la serata. Ci vediamo domani al lavoro ”. si mise il pigiama e inviò un messaggio a Jay , da uno a sera si erano ridotti a due a settimana. Ormai erano quasi 4 mesi che era partito. Rispettava il suo bisogno di spazio ma raccontarsi delle giornate, un semplice buongiorno o buonanotte lo faceva sentire più vicino e sapeva che era al sicuro. Laggiù, dove non c’era lei a coprirgli le spalle.  Pensò a cosa scrivergli e alla fine digitò – serata pigiama party con Kim e Makayla, ti saluta . Manchi a tutti qui. Ti amo .
Fece un lungo sospiro e si tirò le coperte fin sopra la testa.

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