La strega più potente

di Circe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il grimorio ***
Capitolo 2: *** Uno stupido regalo ***
Capitolo 3: *** Rodolphus Lestrange ***
Capitolo 4: *** Litigio ***
Capitolo 5: *** Farci male ***
Capitolo 6: *** Nei sotterranei ***
Capitolo 7: *** Anime gemelle ***
Capitolo 8: *** C'era sangue dappertutto ***
Capitolo 9: *** Un inferno delizioso ***
Capitolo 10: *** Intime novità ***
Capitolo 11: *** Sete di sangue ***
Capitolo 12: *** Cugini, ma non ci assomigliamo affatto ***
Capitolo 13: *** Intime novità al femminile ***
Capitolo 14: *** Sangue puro e sangue sporco ***
Capitolo 15: *** So che è male... ***
Capitolo 16: *** Uccidilo ***
Capitolo 17: *** Richieste di possesso ***
Capitolo 18: *** Oscurità dentro, oscurità fuori ***
Capitolo 19: *** Strani giorni ***
Capitolo 20: *** Dimmi che ti va di farlo ***
Capitolo 21: *** Sangue di vergine ***
Capitolo 22: *** Essere puttana ***
Capitolo 23: *** Sapore di sesso e sangue ***
Capitolo 24: *** Dentro me stessa ***
Capitolo 25: *** Questa data non la scorderò mai ***
Capitolo 26: *** Lui era Lord Voldemort ***
Capitolo 27: *** La strega più potente ***
Capitolo 28: *** Ragazzina ***
Capitolo 29: *** Specchio oscuro e strega nera ***
Capitolo 30: *** Resterà un segreto di Rab ***
Capitolo 31: *** Famiglia parte I: Sirius ***
Capitolo 32: *** Famiglia parte II: Cissy ***
Capitolo 33: *** Famiglia parte III: Regulus ***
Capitolo 34: *** Famiglia parte IV: Regulus II ***
Capitolo 35: *** Famiglia parte V: I Lestrange ***
Capitolo 36: *** Il centro dell'attenzione ***
Capitolo 37: *** Droghe e magia ***
Capitolo 38: *** Al diavolo le brave ragazze ***
Capitolo 39: *** Il crescere dell'oscurità ***
Capitolo 40: *** Ho paura di essere incinta ***
Capitolo 41: *** Il figlio di Ted Tonks ***
Capitolo 42: *** La carta del diavolo: lui ***
Capitolo 43: *** Molto più di quel che Sirius può pensare ***
Capitolo 44: *** Il fratello maledetto ***
Capitolo 45: *** Natural born killers ***
Capitolo 46: *** Mi piaci da impazzire ***
Capitolo 47: *** Inesorabilmente attratti da lui ***
Capitolo 48: *** Tom Marvolo Riddle ***
Capitolo 49: *** Io sono l'inferno ***
Capitolo 50: *** Voglio diventare una mangiamorte ***
Capitolo 51: *** La luce e le tenebre ***
Capitolo 52: *** Notte prima degli esami ***
Capitolo 53: *** Bellatrix Black ***



Capitolo 1
*** Il grimorio ***


Prologo

Finalmente diciassette anni.
Mi guardavo allo specchio quella mattina, ma non c’era nessun cambiamento nella figura che si rifletteva davanti a me.
Stessi occhi scuri, stessi capelli neri, lisci e lucenti, stessa altezza, stessa corporatura. Ero sempre io, Bellatrix, identica alla sera prima.
Eppure ormai avevo diciassette anni: la traccia se ne va, inizia l’ultimo anno di scuola, si decide cosa fare, chi diventare, si entra piano piano nel mondo degli adulti.
Piano piano, ma io avevo fretta.
Avevo fretta di crescere, di diventare adulta, di prendere il diploma e di scegliere la mia strada, che comunque avevo segretamente già scelto.
Sapevo bene chi volevo essere e cosa volevo diventare.
Quella mattina avevo deciso di farmi un regalo, ero uscita presto, sgattaiolando fuori senza che nessuno mi vedesse, ero arrivata di nascosto fino a Nocturne Alley ed ero entrata da Magie Sinister.
Lì avevo chiesto un grimorio, nuovo intonso e mai usato.
“E che ci fa una strega così giovane con un grimorio di magia comprato in questo posto?” Mi avevano domandato mentre mostravo una serie di galeoni d’oro davanti ai loro occhi.
Li guardai con sufficienza. Quei tipi che credevano di essere tanto superiori e che probabilmente avrei spazzato via con un semplice schiantesimo dei miei.
“Vedrete, abbiate pazienza e lo vedrete da soli.” Avevo risposto loro, senza minimamente farmi intimidire: quelle persone di oscuro avevano solo l’apparenza, non le conoscenze, men che meno le capacità.
Col mio grimorio nella borsa da scuola, me ne sono andata senza degnarli di un saluto.
Dentro di me sapevo benissimo di essere ancora giovane, anche immatura e sciocca per certi versi, lo dovevo ammettere. Su quel grimorio però avevo proprio intenzione di appuntare ogni esperienza, ogni cambiamento, ogni incantesimo, ogni crescita.
E alla fine ci sarei arrivata  a ciò che volevo, e quel piccolo quaderno con le rune incise sulla copertina sarebbe diventato molto più di un grimorio normale, sarebbe diventato il gromorio di una strega oscura.
La strega più potente di tutto il mondo magico.

......

Note:

Questa ff ha vinto il premio per il personaggio meglio caratterizzato e IC al contest "Give me a fan fiction" indetto da _Aras_

Il GRIMORIO, che viene usato da Bellatrix in questa storia, è un normale strumento per maghi e streghe.

Si tratta di un quedernetto, dalla copertina rigida, piuttosto facile da nascondere, da consultare e da portare con sé. Qui ogni strega appunta nuovi incantesimi, riti e formule.

Può anche essere utilizzato come diario personale, tipo in questo caso, nel quale la strega annota esperienze ed avvenimenti importanti, sia per la sua vita, sia per la sua magia. Spesso è anche chiamato Libro delle ombre.

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Capitolo 2
*** Uno stupido regalo ***


Mancavo solo io: dovevo procurarmi la divisa, i libri, i quaderni e l’ occorrente per i nuovi corsi a scuola. Quando però tutta la mia famiglia si è recata a Diagon Alley per le compere di inizio anno, ho trovato una scusa per non andare con loro. Volevo girare per Diagon Alley da sola.

Volevo avere libertà perchè ormai sono adulta. E ho idee precise su come iniziare l'anno scolastico. Per esempio, la divisa, deve essere diversa dalle altre.

La volevo nera, non grigia e scialba come quella di tutte le altre ragazze, e la volevo con la gonna leggermente più stretta, pericolosa, come lo sono io. Anche la divisa è uno status a scuola, soprattutto fra noi ragazze.

Sotto la divisa altra cosa importante è la biancheria: deve essere ardita e provocante, non importa se in realtà non sono mai andata a letto con nessuno, deve essere così, altrimenti non vali nulla.

Mancavo solo io, dicevo, per le spese di inizio anno e ho avuto la fortuna andare con Evan, mio cugino. Anche lui era in ritardo con le compere e anche lui voleva andare solo, per questo ci siamo accordati facilmente. Voleva mostrarmi e usare la sua nuova scopa, non so quale particolarità abbia rispetto alle altre, ma mi ha detto che va molto più veloce.

Passeggiando insieme, mentre ci procuravamo tutto per la scuola, notavo che Evan mi guardava incessantemente il seno.

Avevo indossato una maglia nera, scollata, col reggiseno che metteva in risalto tutto, per sembrare un po’ più adulta. Per questo si vedeva molto. Pensavo che di lì a poco mi avrebbe fatto un complimento piuttosto spinto, o un‘allusione provocatoria. Invece, ad un certo punto, ha fatto un sospiro, ha guardato altrove e mi ha allungato un pacchetto di sigarette.

L’anno scorso, a scuola, avevo iniziato a fumare, ogni tanto, ma sempre dal pacchetto di Lestrange. Ogni volta lo facevamo insieme, di nascosto: prima di iniziare le lezioni, o al loro termine, durante il pomeriggio nel parco, e anche quando scappavamo fuori al buio, solo per vedere la notte. Poi d’estate, sola a casa, avevo perso l’abitudine a fumare e non ci pensavo ormai più.

Ora Evan mi porgeva questo pacchetto e mi faceva ripensare a tutti quei momenti.

“Oggi ho visto Rodolphus prima di venire da te. Quando ha saputo la mia destinazione si è innervosito, ha aperto il pacchetto per fumarne una, e poi mi ha detto che il resto lo dovevo portare a te. Dice di non dimenticarti certe cattive abitudini, quando sei sola”.

Ho sorriso, di colpo mi sono venuti in mente tutti i ricordi di lui, non solo quelli delle sigarette.

”Che stupido,” ho risposto afferrando il mio primo pacchetto di sigarette “non sa inventarsi altro di meglio per farsi notare?”.

“Ma dai che lui ti piace! Lui cerca di farsi notare e a te non è indifferente.”

“Come ti vengono certe idee? È solo uno sciocco ragazzo.”

“Forse sei ancora troppo ingenua e troppo bambina per capire certe cose. Ti spaventa l’amore.”

Non riuscii a replicare, avrei potuto controbattere la qualsiasi cosa, invece mi sentivo punta sul vivo. Non ho più detto una parola per lungo tempo.

Abbiamo impiegato un po’ prima di riprendere le nostre battute scherzose, ma alla fine il piccolo incidente era dimenticato. Sul far della sera, poco prima di rientrare, mio cugino è scomparso per qualche istante, per ritornare poi con un pacchettino.

”Scusami, cugina, sono stato indelicato.” Ha detto, allungandomi il regalo.

Ho aperto e ho trovato uno smalto viola intenso. Un bel colore che mi piaceva, gli ho sorriso.

“Per me ti sta molto bene questo colore viola, un po’ ti si addice."

"In che senso mi si addice?" ho damandato guardandolo curiosa.

"Il viola è un colore che sembra scavare nei meandri dell’anima e della mente, sa un po’ di inquietante, come te.” mi ha risposto subito.

Ero stupita della sua analisi, sorpresa di come mi capisca così bene, di come mi guardi e studi attentamente.

Poi ho chiesto: “Sai vero cosa si dice delle ragazze che portano lo smalto viola?”

E lui: ”No, cosa si dice?”

Ho risposto: “Che sono pronte a fare tutto. A letto e fuori dal letto.”

Siamo scoppiati in una risata fragorosa entrambi, e sempre ridendo e scherzando si è avvicinato mettendomi le mani ovunque.

Non è stato nulla di che, ma mentre lo faceva io pensavo a Rodolphus.

Anche quella stessa notte l’ho pensato: ho aspettato che tutti in casa dormissero, comprese le mie sorelle, quando tutto finalmente taceva, quando regnavano silenzio e solitudine, sono andata sulla terrazza buia, vicino alle lanterne notturne e, in quell’ atmosfera macabra e oscura, ho acceso la sigaretta, quella regalatami da lui e affacciandomi sal grande parco già pieno di nebbia, ho pensato a lui, a cosa stesse facendo, a chi stesse pensando lui in quel momento.

Per la prima volta ho sperato che anche lui, nel buio del suo castello, dove sta quasi sempre da solo, fumasse una sigaretta e pensasse a me.

Bella

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Capitolo 3
*** Rodolphus Lestrange ***


Va da sé, io amo Lord Voldemort.

Però, c’ è un’ altra persona che, se ascolto le mie sensazioni di strega, fa parte di me, della mia storia, del mio futuro e del mio destino: lui è Rodolphus Lestrange.

Lestrange un ragazzo fastidioso: egocentrico ed egoista, vuole stare sempre al centro dell’attenzione, primeggiare su tutto.

È anche terribilmente affascinante.

Lui sa tenermi testa, in tutto.

Per questo, mi attrae come una magia, e per questo non lo sopporto. E questa guerra, tra noi, a chi è il più forte, finisce sempre in qualche modo pari.

Col desiderio, da parte mia, segreto e orribile in tutta la sua debolezza, che lui mi prenda e mi baci, fortemente, senza lasciarmi respirare, senza lasciarmi pensare, o parlare.

Semplicemente baciandomi e trattandomi male, facendo di me quello che più gli piace, perché, di sicuro, piacerà anche a me. Perché noi due, in un certo senso, siamo maledettamente simili.

Pazzi, violenti, persi in una vita difficile da capire e complicata da affrontare.

Con due caratteri ingestibili, anche per noi stessi.

Lui per me è pazzescamente bello, in un modo particolare.

Ha gli occhi castani, paiono quasi colore dell’ambra, profondi e vivaci, entusiasti e furbi.

A volte, se li osservo bene e gli sto vicino, si direbbe che siano persino dolci. Anche i capelli sono castani, più scuri degli occhi e leggermente lunghi: sempre un po’ scompigliati, come se uscisse perennemente da una rissa e, in effetti, di risse, ne provoca parecchie, a volte desidero accarezzarglieli, a volte preferirei strapparglieli, ma immagino sempre siano morbidi e profumati.

Lui è più alto di me, si è fatto i muscoli a forza di botte e sfide di ogni genere, sta diventando più adulto, lo vedo cambiare davanti ai miei occhi, giorno dopo giorno, e mi piace.

Il fatto che faccia ogni cosa prima di me, lo rende odioso e attraente in egual misura.

Lui usciva, fumava, beveva, baciava le ragazze. Mentre io, ora, vorrei che baciasse me. Non mi interessa baciare nessun altro sciocco ragazzo normale. Voglio un brivido potente, da non scordare mai, qualcosa che mi sconvolga la carne, l’anima e le ossa, perché, io, non sono una sciocca ragazza normale, quindi vorrei che mi baciasse lui, e vorrei baciarlo a mia volta.

Lo so da sempre, forse, ma me ne sono resa conto solo ieri.

Dovevo uscire con la banda, devevo incontrarli alla scogliera, dove di solito si organizzano i ritrovi e le feste estive fra noi maghi e streghe purosangue. Era tutto già iniziato nel momeno in cui sono arrivata.

Istintivamente, la prima persona che cerco in questi casi, è sempre Lestrange.

Lui mi viene incontro quasi sempre, tranne quando abbiamo litigato per qualche motivo, allora normalmente lo trovo a sbaciucchiarsi con una. In questo lui è proprio bravo. Sa farmi del male molto bene.

A volte è già ubriaco, ma il più delle volte no, mi aspetta: quindi riempiamo un intero bicchiere da burrobirra di whisky incendiario e ce lo dividiamo.

Normalmente la serata finisce tra balli che durano ore, risate con gli altri, scorribande in giro sulla scope, o in risse fra i ragazzi.

Ultimamente gli sguardi fra me e Lestrange sono più lunghi, tormentati e forse bramosi di qualcosa di inconfessato.

Ieri sera è stato molto diverso: in un certo senso, più bello ed emozionante.

Dopo una rissa delle tante, Lestrange ha deciso di festeggiare per bene la sua vittoria contro ben due ragazzi, con un paio di whisky incendiari in più.

Non li ha nemmeno terminati che non ce la faceva più quasi a stare in piedi.

Io lo guardavo, non so dire bene in che modo, e lo deridevo anche, lo provocavo, lui appena se n' è accorto, è venuto vicino a me, e mi ha chiesto, in maniera quasi dolce, e leggermente fragile “Dai, infondo sei orgogliosa di me, Bella Black?”

Sarà stato che avevo bevuto anch’io, oppure sarà stato perché sono sensibile alla sua spavalderia, o qualco' altro che non so, ma quella frase detta in quel modo, pronunciata con quel tono mi ha fatto un gran effetto.

Sentivo fortissimo la vicinanza dei nostri corpi, sentivo lui.

Ho risposto soltanto “Sì“ senza capire, senza pensare.

Lui mi ha guardata felice, mi ha fatto un grandissimo sorriso e si è appoggiato lievemente a me.

Poi ha aggiunto ”Resti con me? Non riesco proprio ad andare a casa”. A quel punto mi sono avvicinata a lui e ho detto ancora di sì.

Non pensavo a niente, solo che lo volevo, volevo stare così con lui, tutta la notte.

Dopo non so quanto tempo, poteva essere stato un attimo, come anche un'eternità, è venuto da noi Wilkes, guardandoci dubbioso ha esclamato “Datevi una mossa entrambi, ormai è tardi, ci smaterializziamo tutti e tre insieme, poi ti arrangi con la metropolvere, quando lasci a casa lui. Ok?”.

Un brusco risveglio dai miei pensieri, ma dovevo darmi effettivamente una mossa, o dai miei genitori avrei preso una punizione coi fiocchi.

Da casa di Lestrange, avrei dovuto andare direttamente via dal camino se non avessi voluto fare troppo tardi, esattamente come mi aveva detto Wilkes.

Invece sono rimasta ancora con Rodolphus, in quel castello enorme, spettrale quasi; soli, persi in un atmosfera buia, sospesa, irreale.

Era ancora malfermo sulle gambe, credeva di reggere tutto quell’alcol meravigliosamente, ma non c’è la faceva, si è appoggiato a me completamente, e io a quel punto ho voluto abbracciarlo, lasciandoci cadere lungo il muro, scompostamente, a terra.

Non mi importava di stare lì così, non volevo staccarmi da lui.

Il corpo di Lestrange era così caldo, il pavimento freddo di marmo creava un grande contrasto e rendeva ancora più languida e sconvolgente la situazione. Lo tenevo vicino a me, lui mi sfiorava la guancia con la sua fronte, entrambe bollenti: ci sfioravamo così, lentamente e continuamente.

Poi le mie labbra gli hanno toccato il collo, l’incavo della spalla, calda, lievemente sudata.

Non capivo cosa facevo, lo sentivo e basta, nell’istante stesso in cui succedeva. Sentivo il suo odore, qualcosa di selvaggio, selvatico, buono.

Mi sono ricordata che volevo accarezzargli i capelli, ma poco prima che lo potessi fare, nel buio, improvvisamente, ho sentito una presenza.

In quella presenza c’ era dell’altro, c’ era una grande rabbia.

Mi sono fermata. I miei sensi, per quanto annebbiati dall’alcol, non sbagliano facilmente. Dopo poco infatti ecco una voce. Cupa, forte, inquietante “Fratello! Lasciala stare, tiratevi su per piacere”.

Ho capito subito che era Rabastan, il fratello minore di Rodolphus, infatti alzai lo sguardo e me lo trovai davanti a noi in piedi, appena visibile nell’oscurita.

Rabastan aveva un anno meno di noi, e veniva a serpeverde anche lui. Ci siamo tirati entrambi in piedi a fatica. Rodolphus restava appoggiato al muro, silenzioso, lo sguardo cupo verso il fratello.

Ho salutato Rabastan e ho detto che sarei andata subito via, perché effettivamente era tardi.

Con me lui era gentile, mi ha fatto un sorriso che ho scorto appena in tutta quell’oscurità, poi sono andata via.

Scambiandomi col fratello maggiore uno sguardo speciale, un saluto pieno di interrogativi

A casa non mi ha beccata nessuno per fortuna. Mi domandavo fra me e me "Si vedrà che avevo fatto qualcosa con Rodolphus Lestrange?"

Inconsciamente speravo di sì.

Mi sentivo fiera e felice. Mi sentivo emozionata quando pensavo a lui. Mi domandavo se per lui era stata la stessa cosa: se era così emozionato ora, così felice ed eccitato.

Ho fumato una sigaretta dal suo pacchetto, sul balcone, al fresco della notte, pensandolo intensamente e pensando a quel che avevamo fatto insieme. Piano piano mi sono tranquillizzata. Tutta quell’emozione vorticosa si è trasformata in un sorriso felice e malizioso sulle mie labbra.

Poi, nell’atmosfera oscura della terrazza, mi sono di nuovo ricordata di Rabastan e mi sono domandata che ci facesse, solo, nel buio totale di quel castello tetro e antico, a guardare suo fratello e me insieme e con tanta rabbia addosso.

Bella

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Capitolo 4
*** Litigio ***


Mi trovavo, per l’ultima volta, sul binario dell’espresso per Hogwarts. Mi irritava tutta quella gente: non reggevo tutti quegli insulsi mezzosangue e nati babbani.

Ignorano come sia il vero mondo magico, e le nostre più importanti tradizioni, i riti e modi di vivere. Persino il loro modo di vestire non è assolutamente adatto.

Trovo irritante quanto i ragazzini e le ragazzine, già tentino di vestirsi come noi maghi e streghe, senza per altro minimamente riuscirci. Ci sono dei tocchi, degli accorgimenti, che loro non possono assolutamente capire.

Per togliermi tutti di torno, parenti compresi, ho camminato fino ad un antico chioschetto della stazione.

Aspettavo due ragazzi: Lucius Malfoy e Walden Mcnair. Era l’ultima possibilità che avevo di incontrarli prima di andare ad Hogwarts. Lucius ha un anno più di me, è impegnato al ministero e, quel che mi interessa di più, vuole diventare un mangiamorte.

Mcnair invece ha due anni più di me, ha già contatti stretti coi mangiamorte, ed è un bel ragazzo, affascinante e sfacciato.

Uno che ci sa fare, uno che forse ha gia conosciuto Lord Voldemort. Per questo mi piace molto, ma non ho nessuna sicurezza sulla sua stirpe di sangue puro, di mago ereditario, per questo, in realtà, non ho mai pensato a lui, se non come utilità.

Volevo sapere tutto il possibile sui mangiamorte, su quel che stanno facendo.

Ma soprattutto, volevo sapere tutto su di Lord Voldemort …

Nel momento in cui li vidi mi avvicinai e iniziammo a parlare. Mi stavo facendo dare quante più informazioni possibili, ed ero quindi distratta quando è arrivato anche Lestrange, forse lì anche lui proprio per cercare me.

Non lo vedevo né lo sentivo da quella famosa notte alla scogliera.

Lui però, vedendomi in compagnia di due ragazzi, deve aver frainteso tutto.

La sua espressione quando è entrato era radiosa, eccitata ed entusiasta, quando ha visto gli altri, è cambiato di colpo. Non era infuriato come suo solito, era come ferito e immensamente triste.

Quando alla fine, poco prima di partire, sono andata via con lui, non sapevo cosa dire.

“Non è come hai pensato …" ho iniziato tentennando "E comunque, che ti interessa? Noi due non stiamo insieme”. ho terminato in maniera brusca.

Lui subito è scattato, innervosito e arrabbiato sempre di più “Non è come ho pensato? Ah no? Allora dimmi, non eri lì per lui … per Lord Voldemort? Per sapere di lui? Per sentire di lui?”

Poi ha fatto una pausa, mi ha guardato negli occhi, furioso e, stavolta, la sua voce aveva una nota come disperata, frustrata, piena di rabbia e odio nei miei confronti “Comunque è vero, noi due non stiamo insieme, quindi non sono affari miei.”

In quel momento lo odiavo anch‘io, quella frase mi aveva ferita e innervosita. Aveva sbagliato tutto con me. Avrebbe dovuto semplicemente contraddirmi, costringermi con passione e tormento, ad ammettere che volevo stare con lui, e lui con me. Questo volevo veramente.

“Pensavo che anche tu volessi diventare mangiamorte." ho detto, speravo di trovare un punto d’accordo, invece ho peggiorato le cose.

Ha risposto gridando “Ancora? Sì, sì, ti ho già detto di sì! Ma ti importa solo di quello davvero? Ti prego, lasciami perdere”.

E si è allontanato.

Non l’ ho più rivisto per tutto il viaggio verso Hogwarts. Avevo immaginato tutt’altra cosa per il nostro ultimo viaggio verso la scuola, invece, mentre gli altri parlavano e ridevano, tutti insieme nello scompartimento, stavano bene e facevano progetti, io sono restata fuori, da sola, a leggere.

Ed ero arrabbiata perché Lestrange non veniva da me, a chiedermi scusa, ero frustrata perché stava rovinando tutti i miei desideri per quel giorno, ero delusa perché non lo capivo, perché pensavo avrebbe dovuto volermi e invece non faceva che arrabbiarsi con me.

Per la prima volta ho sentito che stavo per piangere, lì dove chiunque poteva vedermi. Non poteva proprio succedere ad una come me.

Allora ho aperto la porta del bagno e mi ci sono chiusa dentro, a piangere davvero, di rabbia e frustrazione, domandandomi dove fosse Lestrange in quel momento, augurandomi che fosse anche lui ridotto come me e anche peggio, a piangere da solo in un bagno per non farsi vedere dagli altri. Non era da purosangue, non era da serpeverde, eppure mi ci ritrovavo e non sapevo nemmeno perché, se non che era a causa di Rodolphus Lestrange.

Bella

 

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Nota

Anzitutto scusate il capitolo molto lungo: purtroppo mi è venuto così…

Poi volevo dire due parole sui cristalli: non me ne intendo molto, per cui ho scritto ciò che ho letto tempo fa, a proposito delle proprietà delle pietre di colore rosso e del metallo argento. Dovrebbe corrispondere a verità, se così comunque non fosse, mi scuso!

Grazie per seguirmi! A presto

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Capitolo 5
*** Farci male ***


La sera dell’arrivo a scuola ero di malumore, ma solo Andromeda se n’ è accorta, la più sensibile di tutti noi, e mi ha domandato cosa avessi; ho raccontato un po’ di cose mentre attraversavamo il sentiero buio che ci portava al castello.

“Certo che proprio Rodolphus Lestrange ti doveva piacere? È talmente contorto, immagino che poi ti metta di malumore...”

“Così non mi aiuti, però, mi metti ancora più di malumore, Dromeda!” Le ho risposto guardando altrove.

”Ok, allora l’unico consiglio che posso darti è aspettare, dagli tempo, vedrai che gli passa, probabilmente il punto è che siete solo due grandi orgogliosi.”

Ho annuito silenziosa mentre ci apprestavamo a salire sulla carrozza trainata dai cavalli invisibili. Non volevo dire più nulla perché non eravamo più sole. Mi misi comoda e lasciai parlare le altre, seguendo i miei pensieri.

Nella nebbiolina umida e buia che si stava man mano formando tutt’intorno a noi, ho notato per caso il polso di mia sorella: portava annodati due nastrini intrecciati, uno rosso e uno bianco.

Secondo le nostre tradizioni, il nastrino bianco significa la purezza della verginità, quello rosso indica il sangue che esce la prima volta che la verginità si perde. Una strega indossa questi due colori la prima volta che fa l’amore. Dunque mia sorella voleva farlo, o l’aveva fatto.

Non mi aveva detto niente, mi nascondeva le cose e non era mai successo prima.

Inoltre io rimanevo indietro, persino nei confronti di mia sorella più piccola.

Nella nuova stanza nel dormitorio femminile del settimo anno, ho scaraventato vestiti e libri alla rinfusa e mi sono buttata sul letto senza nemmeno mettermi la divisa, sistemare, prepararmi per la cena d’inizio anno, non mi importava di niente, mi stava andando tutto male, decisamente tutto pessimamente.

Dopo un bel po’ di tempo passato in quel modo decisi di fare un giro al buio fino al lago nero. Sapevo che ci avrei trovato Lestrange e avevo intenzione di affrontarlo, anzi di ferirlo, fargli male e farlo soffrire come stavo soffrendo io, anzi molto, molto di più.

Mano a mano che mi inoltravo nella nebbia, sentivo l’umidità assalirmi la pelle ancora nuda nei vestiti troppo estivi. Respiravo l’aria ormai fredda che mi entrava nel corpo, nonostante tutto questo, sentivo un gran calore dentro. Era un misto di rabbia e cattiveria e pian piano sentivo salire l’eccitazione.

Quando sono giunta al lago, lui era lì: l’ho sentito, più che visto. Ci siamo percepiti con l’ istinto, prima ancora di avvicinarci, a pochi centimetri l'uno dall'altra, in modo da poterci guardare.

“Cosa sei venuta a fare qui?” mi ha chiesto piano.

Io non potevo che rispondere la verità “Voglio farti del male. Perché, non devi mai più farne a me.” Improvvisamente, non so perchè, ha fatto quel suo sguardo, da lupo selvaggio e ha risposto: “Ti farò ancora male Bellatrix, mai come tu ne farai a me, ma ti farò ancora male”.

Lo guardavo e sapevo solo una cosa: volevo me ne facesse più che mai, di male. Quando si è vagamente avvicinato a me, titubante, io ho istintivamente socchiuso le labbra mentre lo invogliavo intensamente con lo sguardo.

Allora è venuto vicinissimo, ci potevamo sfiorare coi nostri corpi, sentire il calore l'uno dell'altra. Percepire le nostre auree mischiarsi l'una con l'altra.

Con le mani mi ha accarezzato il seno, da sopra la maglietta… mi piaceva da morire.

Ho socchiuso di più le labbra per emettere un gemito, e subito ne ha approfittato per darmi un bacio. Lungo, bello, passionale, languido e spinto.

Spero non finisca mai di farmi male così. Tanto male.

Bella

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Capitolo 6
*** Nei sotterranei ***


Le lezioni che ho deciso di seguire, per i M.A.G.O. le ho scelte in base alle mie idee per il futuro ovviamente. Non che qui a scuola ci siano molte materie che attirino la mia attenzione, ma di certo alcune sono importanti.

- Incantesimi: è fondamentale per qualsiasi mago, o strega che si rispetti

- Difesa: la seguo più che altro per avere un idea, seppur vaga, di cos’ è un duello e cosa siano le arti oscure.

- Erbologia: è fondamentale l’uso di piante per ogni evenienza, attacco e difesa.

- Pozioni: come incantesimi.

- Astronomia: Forse perché porto il nome di una stella, poi mi piacciono le influenze di stelle e pianeti sulle persone.

- Rune: la materia che mi interessa di meno, ma credo possano servirmi gli incantesimi invocati tramite l’uso delle rune.

Mi sono messa a seguire con un po’ di buona volontà durante lezioni mattutine, mentre nel pomeriggio passo tutto il tempo con la banda: restiamo fuori, nel prato, godendoci il tempo ancora caldo, facendo ciò che più ci piace.

Solo la sera, spesso, prendo una candela e scendo nei sotterranei. Lì leggo i libri di magia, ora sto seguendo un corso scritto di legilimanzia.

Qualche volta provo incantesimi diversi da quelli che ci insegnano a scuola, mi piace, anche se non è facile riuscirli a provare dal vivo.

La prima volta che mi sono avventurata nei meandri dei sotterranei di Hogwarts, è stato con Rodolphus, al secondo anno, ci siamo andati insieme di sera, come prova del fatto che non eravamo più i piccoletti della scuola e ne conoscevamo i segreti più di chiunque altro. Per cui, al settimo anno, già sapevo orientarmi molto bene.

Qualche sera fa, mentre leggevo, ho sentito dei passi, lenti, sicuri, che venivano verso di me.

Non scendeva mai nessuno nei sotterranei, mi sono inquietata e ho afferrato la bacchetta pronta per l’attacco.

Poi l'ho visto: era Rodolphus.

Al buio, illuminato dalla sola fiammella della candela, tutto luci ed ombre, mi ha fatto un effetto molto forte.

Sembrava minaccioso, crudele, spietato, mi pareva di guardargli dentro l’anima, di vederla per davvero, fino in fondo e per la prima volta.

Ci siamo avvicinati l’uno all’altra, non ho neanche avuto bisogno di chiedere come mai fosse lì: ero sicura fosse venuto a cercare me.

“Ti amo sai?” Gli ho sussurrato rompendo improvvisamente il silenzio. Per la primissima volta, ho visto i suoi occhi diventare veramente felici. In effetti non era una frase che ci si aspetta così, improvvisamente, eppure mi è venuta spontanea.

Ci siamo baciati, lungamente, intensamente. Ho accarezzato i suoi capelli morbidi e glieli ho anche un po’ strappati, tirati e maltrattati. Finché non si è ribellato.

Ridendo abbiamo ripreso a baciarci, più vogliosi e arditi di prima. Sentivo come si eccitava e mi piaceva, tutto mi faceva sentire potente, forte.

Mi sentivo anch’ io in balia sua, delle sue carezze, incerte ma talmente voraci da togliermi la vergogna in un istante.

La cosa che in assoluto più mi piaceva, era quando mi toccava il seno, mille volte e in mille modi. Ha toccato la pelle, da sotto la maglia, prima i fianchi, la pancia e poi, scostando malamente il reggiseno, fino a dove mi piaceva di più.

E mi ci perdevo, ogni attimo quella sensazione diventava più forte e intensa. Sfioravo appena il suo sesso e lo sentivo bene, nonostante non volessi andare dentro i pantaloni.

Era un’assoluta novità per me e la trovavo una bella novità, mi sentivo di poterla comandare a mio piacimento dovevo solo imparare bene come.

Adoravo i suoi sospiri, che si facevano così sfrenati attimo dopo attimo. E poi di nuovo i baci, un po’ meno violenti e appassionati: tentavamo di calmarci un po’.

Dopo tutta quella frenesia, ci siamo guardati negli occhi per la prima volta: eravamo sul pavimento e neanche me n’ero accorta, stretti l’uno all’altra respirando affannosamente.

Sapevo che sarebbe andato volentieri fino in fondo, ma io volevo fermarmi, volevo prendermi il mio tempo.

Volevo diventare una donna, avevo fretta. Nonostante questo però fare l’amore con lui mi metteva ancora inquietudine.

Solo inquietudine, non assolutamente paura.

Bella

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Capitolo 7
*** Anime gemelle ***


Dopo quella sera io e Rodolphus ci siamo realmente messi insieme.

Insieme siamo una forza, un tornado, una coppia folle, pazzesca e scatenata. Siamo anime gemelle e lo saremo sempre. Insieme in un destino di fuoco.

Questa cosa che mi è successa, di sentire cioè queste cose per Rodolphus, per forza mi ha portato a riflettere su una questione che non riuscivo a chiarirmi da un po’: io non potrò mai amare nessuno che non sia Lord Voldemort.

Come è possibile quindi che provi certi sentimenti per Rod? Non so nemmeno io bene, non posso nemmeno confidarmi con nessuno, sono cos’è troppo private, troppo personali, devo quindi fidarmi solo di me stessa. Io so che Rodolphus Lestrange è l’unico che mi stia a pari, l’unico che consideri abbastanza degno di stare con me, di diventare mangiamorte con me e come me, l’unico che non si sia mai e poi mai dimostrato più debole di me, ecco perché mi piace così.

Siamo dannatamente simili, ci esaltiamo a vicenda di qualcosa che poi diventa più devastante di un incendio.

Lui è bello e affascinante, è violento e sfacciato, impavido e sconsiderato.

Ed è innamorato di me. Mi lascia fare quello che voglio, tutto quello che voglio e questo è un grosso punto a suo favore.

Un mago di stirpe ereditaria, dunque un mago potente e forte, un purosangue. Perché è così che deve essere, perché io sono una strega ereditaria, ho un potere fortissimo.

Bella e Rod quindi, due anime gemelle.

Mi piace.

La mia è una storia seria, nessun ragazzo mi è mai piaciuto come lui, anzi, praticamente nessun ragazzo mi è mai piaciuto.

Nessuno mi ha mai colpito. Tutti inutili, ordinari e non alla mia altezza.

Rod è diverso, so che l’ho scelto io e lui ha scelto me.

Non avrei mai potuto sopportare un matrimonio pilotato, quelle unioni preordinate da altri nessuno deve dirmi cosa fare.

Sarò una mangiamorte: sono io a dettare le regole.

E Rod sarà mangiamorte come me. È una cosa che desidera anche lui.

Questo è tutto quello che ho pensato, e mi è bastato per sapere che non ci lasceremo più.

Questa notte siamo usciti di nascosto da scuola, siamo andati al lago nero: è il posto dove ci piace di più incontrarci da soli. Il nome lugubre, le acque nere e silenziose, la notte, tutto questo attira entrambi pazzescamente.

Qui ci siamo giurati eterno amore alla luce della luna, poi ci siamo scambiati i nostri oggetti magici preferiti, protetti dall’oscurità degli alberi.

Io ho il suo athame e lui ha il mio.

L’athame simboleggia l’essenza maschile ed è legato all’elemento fuoco; e un coltello a doppia lama con un bel manico nero lavorato.
La lama è doppia perché simboleggia la magia. Essa infatti possiede due entità: una positiva ed una negativa.

Mi piaceva quello scambio e mi ha fatto sorgere un pensiero.

”Rod, se mi ami davvero devi baciare la lama dell’ athame che ti ho regalato, io bacerò la lama del tuo.” Gli dissi queste parole come fossero la cosa più normale del mondo. Lui rimase zitto per un momento.

”Ti piace il sangue, ti eccita il sangue?” Mi disse ridendo, di nuovo con quell’atteggiamento strafottente e lo sguardo da lupo. Poi però non ha aspettato risposta e ha baciato la lama affilatissima, quando ho visto il sangue bagnare le sue labbra, ho fatto la stessa cosa anch’io.

Con ancora la lama sulle labbra ho puntato il mio sguardo nei suoi occhi, volevo attrarlo, invitarlo a prendersi qualcosa di me che nemmeno io sapevo esattamente cosa fosse. Lui è avvicinato lento, afferrandomi delicatamente alla base della nuca, con le dita tra i miei capelli. Ho quindi abbassato l’athame e Rod mi ha avvicinata veloce, e baciata quasi nello stesso istante. Ci siamo mischiati labbra, sangue e saliva, la lingua bruciava sul taglio e lo stesso bacio faceva male, bruciava, ci dava sensazioni forti.

Era un bacio che sanciva molto più che l’unione di due ragazzi, era un bacio che sanciva la nostra follia, la ricerca continua di folli emozioni.

Per sempre

Bella

 

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Nota:

L’ athame non compare mai nei libri di Harry Potter. Ma sono oggetti magici esattamente come lo è la bacchetta, o quasi! Per questo ho immaginato che anche Bella e Rod dovessero averli e farne uso normalmente. Da qui l’idea dello scambio.

Grazie ancora per leggere e per infilare la mia storia fra i preferiti, o i seguiti! Mi fa troppo piacere.

A presto a tutti e grazie ancora

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Capitolo 8
*** C'era sangue dappertutto ***


Abbiamo litigato furiosamente e, come sempre, a causa sua.

Di Rodolphus, s'intende...

Questa sera avevo deciso di rimanere a studiare in sala comune: dopo la mezzanotte circa, diventa praticamente deserta e si sta davvero bene.

Ormai sono sette anni che vivo qui gran parte del mio tempo e, fra le luci verdi, i marmi e il camino, mi ci sento a casa.

Dovevo assolutamente studiare erbologia: non mi entravano in testa le proprietà dell’achillea, dell’iperico e della verbena.

Mi sono concentrata a lungo sul libro, ma mi sentivo inquieta, come osservata.

Quando stavo per raccogliere le mie cose per andare a dormire è spuntato Rabastan, il fratello di Rod, ancora un volta dall’ombra.

Rabastan è un tipo complicato, tutto diverso da suo fratello. Conosco bene anche lui: è tremendamente introverso, cupo, sembra sempre voler far del male a qualcuno, a suo fratello, più che a chiunque altro, credo. Un tipo solitario e triste, ma non misterioso.

Abbiamo parlato un po’ mentre mi aiutava a raccogliere libri e disegni di piante, fiori, foglie e radici.

Ammetto di notare come mi guarda

A me piace essere guardata e ho scoperto che mi piace molto essere guardata da Rabastan, perché è il fratello di Rod principalmente. Mi fa sentire diabolica, mi pare di poterli torturare entrambi.

Infatti ho percepito che i due sono gelosissimi e invidiosissimi l’uno dell’altro, anche se si vogliono bene in fondo, ma non può sfuggirmi come si guardano.

Quando però Rod è comparso improvvisamente e inaspettatamente davanti a noi, quella sera, il suo sguardo, il suo volto, la sua voce, sono stati il preavviso di un disastro: è diventato di ghiaccio e ha chiesto di parlarmi.

Ancora una volta, suo fratello l'ha odiato intensamente: lo percepivo.

Quando siamo rimasti soli e si è scatenato l’inferno: mi ha stretto forte un braccio, strattonandomi a pochi centimetri da lui: “Cosa fai qui con Rab? Ti vuole! Non lo capisci che ti vuole? Gli piaci da matti”

Era gelosissimo, arrabbiato, impaurito e non si conteneva per niente; sapevo che avrei potuto comunque tranquillizzarlo con poche parole, ma qualcosa, non so cosa, dentro di me, mi ha spinto a portare la lite ad una ferocia maggiore, sentivo di voler urlare, sfogare tutta la rabbia che avevo in corpo, non ero arrabbiata con Rod, ma lui mi dava l’occasione di infuocarmi.

Ho detto la prima cosa crudele che mi è venuta in mente: “Faccio quello che voglio! Se mi va, sto con lui! Io faccio quello che voglio!”

“Non puoi stare con lui, quello sfigato di mio fratello! Ti odio Bella! Sei un demonio, non una ragazza!” mi ha urlato contro.

In quel momento abbiamo cominciato a spintonarci, urlando frasi sconnesse l'uno contro l'altra.

Quando io gli ho sibilato: “Ti odio” lui ha risposto: “Non mi dire così! Mai più!” e ha dato in gran pugno al vetro della lampada verde più vicina a noi.

Si è frantumato tutto: buio, vetro e sangue.

Ho avuto paura di lui, per quel che poteva fare, ma quando ha visto il suo sangue uscire copiosamente, penso si sia spaventato anche lui, perché si è frenato e ha taciuto per un attimo.

Gli ho subito detto che avremmo dovuto andare in infermeria, ma lui biascicava: “Non mi muovo di qui, se mi odi, tanto vale morire, se ti fai mio fratello, ti uccido prima di morire io!”

Ho risposto: “Anche tu mi odi, fai quel che ti pare, muori qui se ti va” ma non sono andata via, restavo lì con lui, non volevo lasciarlo

Stavamo fermi, a guardarci, sul punto di piangere entrambi.

La situazione era andata troppo in là, lo capivamo, ma non sapevamo come tornare indietro, come rimettere le cose a posto.

Intanto lui perdeva sangue in maniera impressionante e diventava pallido.

Ha lasciato passare un’eternità, poi ha ceduto lui: “Non ti odio, ti amo, sono maledettamente innamorato di te, Bella.” a quel punto ci siamo buttati fra le braccia l’uno dell’altra. L’ho stretto forte fra le mie, era la prima volta che lo facevo, non mi era mai capitato con nessuno, ed era bello, a dire la verità, abbracciare Rod “Non voglio tuo fratello, voglio te” gli ho giurato all'orecchio.

Lui sudava freddo, tremava leggermente, e mi sorrideva.

Dopo quella frase sembrava felice e soddisfatto.

Intanto, ormai, c’era sangue dappertutto.

I pezzi di vetro rotti avevano tagliato sia la mano che il polso e il sangue usciva copiosamente. Si era ridotto così per me, a me piaceva tutto questo, e lo sapeva.

Avevo paura per lui: che stesse male perdendo tutto quel sangue, e questo a lui piaceva perché si sentiva amato.

Non ci siamo detti altro, l’ho portato in infermeria e non mi hanno lasciato rimanere.

Non so come sta, non so se sono ancora arrabbiata, ma so che nessuno riesce a farmi sentire così.

E poi quel sangue, tutto quel sangue ovunque... l’ho osservato mentre ero là in sala comune, per un istante che mi è sembrato lunghissimo, ho avuto un presentimento: quanto sangue avremmo versato, io e Rod insieme?

Non so perché, so che è male, ma questa sensazione mi ha fatto sentire bene.

Bella

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Capitolo 9
*** Un inferno delizioso ***


Questa mattina, durante le lezioni, mi sentivo veramente male.

Già appena sveglia, mentre mi vestivo davanti allo specchio, invece di guardarmi soddisfatta, mi è venuto male allo stomaco.

Durante l’ora di pozioni poi, non riuscivo proprio più a prestare attenzione. Guardavo e stringevo forte la mia bacchetta tra le mani, come se cercassi di estrapolarne un po’ di forza.

Ma niente, non facevo che pensare a Rod e alla sera prima.

Lui non era in classe ovviamente, doveva essere ancora in infermeria.

Per metà lezione di pozioni, e poi di difesa, ho pensato se per caso quella litigata non significasse una chiusura definitiva. Da come si era conclusa non sembrava, ma io avevo paura. Non mi era mai capitato di sentire quel sentimento così angosciante che era la paura legata all’amore

Durante il cambio classe per l’ora successiva, Cissy è venuta correndo verso di me.

“Hai litigato con Lestrange primogenito ieri sera, Bella? Ne parla tutta la scuola di quello che ha fatto, di come sia finito in infermeria.”

“Rod è in infermeria perché ieri si è fatto male, tutto qui, non c’ è nulla da dire su di noi.” le ho risposto, mentendo, minimizzando, cercando di evitarmi ogni discorso. Cercavo di essere forte, distaccata, ma morivo dalla voglia di mettermi a piangere, dirle che a volte non so proprio cosa mi prende, mi comporto in maniera distruttiva, lui si comporta in maniera molto simile, e quindi non succedevano che disastri.

Avrei voluto chiederle aiuto, un consiglio, ma per fortuna lei mi ha preceduta: “Ok, ora vallo a trovare però, ho sentito di un sacco di ragazzine stupide che hanno pensato di fargli visita”.

Cissy aveva capito e non aveva infierito, ma il pensiero delle ragazzine che fanno visita al mio ragazzo mi ha fatto infuriare letteralmente.

“Le ragazzine hanno tutte paura di me e se non ce l’hanno, ne avranno molta, ma davvero molta, soprattutto se si permettono di fare qualcosa che non mi aggrada. Comunque va bene, Cissy, grazie, dopo vado da lui.”

Dopo l’incoraggiamento di mia sorella, mettendo da parte il mio carattere orgoglioso e vendicativo, ho preso tutti gli appunti di rune e, ad erbologia, ho persino spiegato l’uso dell’achillea, tutto fino alla fine della mattinata scolastica, a quel punto, al posto di andare a pranzo insieme agli altri, mi sono diretta in infermeria.

A quell’ora saremmo potuti stare più in pace, da soli.

Quando sono arrivata e l'ho guardato dalla porta, Rod stava mangiucchiando un brodino svogliatamente e quando mi ha visto, mi ha sorriso.

Ho sperato volesse dire che era tutto passato.

Gli ho sorriso anch'io

Mi sono avvicinata e l’ho baciato, aveva le labbra calde per via del brodo e anche umide, mi piaceva baciarlo, mi era mancato, anche se solo per così poco.

Gli ho detto che gli avevo portato compiti e appunti della mattina: “Dato che abbiamo fatto pace, ti faccio copiare tutto quando vuoi.” gli ho detto accomodandomi meglio sul letto.

Avevamo tutto il tempo del pranzo per stare insieme. Mi ha avvicinata e sé e abbiamo iniziato a baciarci, per la prima volta in quella posa così particolare, sdraiati l’uno vicinissimo all’altra, con la sua mano che ancora sapeva di sangue che mi accarezzava il viso.

Siamo stati a lungo ad accarezzarci, a baciarci, ad assaporare le sensazioni che si provavano a stare così vicini, a sghignazzare di madama Chips, nella stanza accanto, e a sperare ardentemente che non venisse lì da noi. Sembrava il paradiso.

O l’inferno, dato che avevo le guance bollenti e tutto il corpo piuttosto accaldato, ma un inferno delizioso.

Se dopo ogni litigata seguono sempre riappacificazioni così, mi sa che il nostro rapporto continuerà ad essere molto, ma molto burrascoso.

Bella

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Capitolo 10
*** Intime novità ***


Sto migliorando in erbologia: l’ho sempre parecchio trascurata e invece non è male.

Ricordare tutti i nomi delle piante, come riconoscerle, le modalità di raccolta e di utilizzo delle varie parti, non è propriamente facile. Ma io e Rod abbiamo trovato un metodo più o meno infallibile.

Fa ancora piuttosto caldo, per cui possiamo portarci l’occorrente al lago nero e riconoscere le piante direttamente sul posto, non ci sono tutte, ma abbastanza per molte ricerche e relazioni che ci fruttano buoni voti.

A volte, quando sul far della sera fa più freddo, ci intrufoliamo di nascosto nella serra. Lì restiamo fino a buio, a volte fino all’ora di cena e oltre, così nessuno ci disturba.

Studiamo fra un bacio e l’altro, fra una sigaretta e l’altra, fra una chiacchiera e l’altra.

Eravamo nella serra stasera, faceva caldo ed era buio, allora Rod mi ha proposto: “Saltiamo la cena, mangiamo dopo e stiamo qui, nessuno ci può rompere e disturbare”.

Sapevo cosa voleva fare in realtà, o almeno lo immaginavo.

Senza rifletterci su ho detto “Ok” con un sorriso malizioso.

Rod è un tipo sfrontato, talmente sfrontato che non mi fa vergognare per niente di esserlo anch’io.

Mi bacia in maniera appassionata, mi sbottona quasi sempre e quasi tutta la camicetta della divisa, a volte mi toglie il reggiseno e se lo porta in camera: mi fa sentire impudica da morire, sa che questa cosa mi piace. Ormai non ho quasi più biancheria nel mio baule.

Io lo posso toccare dove voglio, ma direi che a lui piace praticamente solo un un punto particolare.

Lo sento come si eccita ogni volta, e, ogni volta, non mi piace fermarmi, voglio vedere come fa un ragazzo a godere, sono curiosa.

Eravamo soli io e lui, lì al buio in intimità totale, ho iniziato ad accarezzarlo fra le gambe, mi piaceva e, palesemente, piaceva anche a lui.

Dopo le carezze spinte, i baci, gli sguardi accondiscendenti, le sue mani sul mio seno, i movimenti voraci e frenetici, i miei baci sul suo collo e le carezze sul suo sesso è successo che è venuto. Fra urla e sospiri, mentre lo osservavo e lo toccavo.

Io ero curiosa, ero contenta, mi preparo a farci l’amore e mi è piaciuta da matti questa novità.

Gli ho sorriso subito, mi sentivo felice ed entusiasta.

Lui, che avrebbe dovuto esserlo più di me, era palesemente imbarazzato, mi ha scansata malamente, si è alzato in piedi e mi ha detto: “Scusa” con un muso lungo fino a terra, guardandosi i pantaloni schifato.

Io mi stavo decisamente arrabbiando, non capivo perché mai stesse facendo così: “Scusa di cosa? A me è piaciuto! E mi pare anche a te. Anzi di certo più che a me! E allora perchè fai così?”

Lui mi ha lanciato uno sguardo indiavolato e ha risposto quasi urlando: “Ecco appunto!”

Inutile, non riuscivo proprio a capirlo. Mentre mi sistemavo la divisa mi ha detto: “Vai pure a cena, o non farai più in tempo, io non ho proprio per niente fame stasera. Ci vediamo in sala comune, forse, dopo.”

E mi ha mollata lì, da sola, in una stupida serra, con migliaia di appunti sparsi per terra, fra stupidi fiorellini dolcemente profumati.

La mia rabbia era tanta che gli ho urlato: “Guarda che ti ho fatto godere io, stupido bastardo! Dovresti anche ringraziarmi, non certo fare questo numero”

Rod è arrossito, improvvisamente e violentemente e senza dire una parola, è uscito sbattendo la porta della serra.

Non sapevo se arrabbiarmi a morte, o restare male per come era andata a finire quella novità che avrebbe invece dovuto essere bella.

Mentre uscivo pensierosa dalla serra, in silenzio e avvolta nelle tenebre, ho sentito delle voci. Mi sono fermata per sentire chi fosse. Dopo pochi minuti le voci erano diventate molto chiare, sembrava proprio mia sorella Andromeda. Con un ragazzo.

Anche loro litigavano, Dromeda diceva: “Devi starci più attento. Se succede qualcosa, i miei mi ammazzano.” e lui: “Va bene, ti chiedo scusa, ma mi ami no?”

“Che c’entrano le scuse? Tu non ti rendi conto!” e la domanda di lui è stata: “Ma di cosa dovrei rendermi conto, spiegami.”

Non ho colto la risposta perché mia sorella stava uscendo a passo veloce dalla serra. Non avevo nemmeno voglia di pensare a chi fosse il ragazzo che stava con lei, ma non avevo una gran bella sensazione. Comunque ne avevo abbastanza dei miei problemi amorosi per pensare ai suoi.

In quel momento mi importava molto di più sapere perchè Rod si era comportato così!

Aggiornerò

Bella

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Capitolo 11
*** Sete di sangue ***


Aggiornamento…

Sono salita verso la sala grande sul tardi, per non avere troppa gente intorno. Il mio umore era nero e, dato che forse si notava, quei pochi ancora presenti restavano alla larga.

Soltanto Evan, dopo avermi studiata un po’ si è avvicinato per parlarmi, mentre io mangiavo svogliatamente un piattino di patate al forno.

“Che è successo? Rod è agghiacciante stasera, tu fai paura, avete litigato di nuovo?” mi ha domandato.

Ero nervosa e anche confusa, per cui ho deciso di confidarmi con lui e gli ho raccontato, a grandi linee, la storia.

Evan ha riso leggermente, ma quando mi ha guardata negli occhi si è subito frenato e mi ha risposto: “Cerca di capire, per un ragazzo non è certo bello, cedere così facilmente, non sapersi controllare minimamente al tocco della propria ragazza. Di sicuro si è innervosito perché voleva piacerti di più, toccarti, accarezzarti, baciarti ancora a lungo. E poi avrà pensato a cosa succederà quando lo farete sul serio, se gli basta una carezza per venire, figuriamoci tutto il resto... non so se capisci cosa intendo.”

Mentre io lo guardavo cercando di riflettere in silenzio, lui ha aggiunto: “E pensa anche a quant' è orgoglioso Rodolphus. Si sarà sentito proprio un idiota.”

Non avevo pensato a tutte le cose che mi stava dicendo ora Evan, forse aveva ragione, Rod aveva tutti questi problemi che io non capivo.

“Vado a cercarlo, allora. Provo a fare pace, magari si tranquillizza.”.

Evan è venuto con me, dicendomi che Rod era impegnato nel bel mezzo di una rissa nel cortile dietro la scuola, contro un grifondoro.

Doveva sfogare la sua rabbia e lo faceva in quel modo, ormai lo conosco bene sotto questo punto di vista. Andava poi anche a me di sfogarmi un po'.

Avevo come sete di sangue, voglia di fare paura, voglia di fare del male.

Arrivata nel cortile li ho visti: Rod con la banda serpeverde e un grifondoro attorniato da altri suoi schifosi compari: urlavano, senza le bacchette, cercando di menarsi, lì sul prato.

Mi sono avvicinata a Rod, gli ho sfiorato la spalla, per la prima volta ho notato i muscoli, forti, tesi, eccitanti e gli ho sussurrato all’orecchio: “Fammi vedere il sangue, ho sete di sangue.”

Non so perché l’ho fatto, forse perché mi faceva sentire potente.

Alle mie parole è scattato addosso al nemico come una bestia inferocita, io mi sono seduta sul muretto di fianco, a guardare, dondolavo le gambe e ridevo, dicendo: “Ancora amore mio, non ti fermare”

Solo quando ha cominciato a schizzare sangue dalle labbra e dal naso di quello sporco grifondoro, sono saltata giù dal muretto e mi sono avvicinata.

Stavamo in piedi davanti a quel tipo, io e Rod di fronte, e il resto della banda dietro. Mi sentivo forte e potente come non mai, ho lentamente estratto il coltello dalla tasca dei pantaloni di Rod, con la lama ho raccolto il sangue che scorreva leggermente sul viso del ragazzo e l’ ho mostrato alla falce di luna che illuminava la notte.

“Te lo offro falce di luna, rendimi una strega sempre più potente”

In quel momento un lieve vento mi ha scompigliato i capelli, pareva un segno di assenso della notte.

Mi sentivo una strega oscura. Anche se era solo un gioco, un modo di fare scena.

Poi ho guardato quel tizio e gli ho detto: “E non dire niente a nessuno. O il tuo sangue lo userò per un sacrificio, e me ne servirà molto di più.”

Fatto questo ce ne siamo andati via.

Erano

Rod mi guardava: era entusiasta, innamorato, felice di com’era la sua ragazza.

Ci siamo presi per la prima volta la mano e così, mano nella mano, come due sciocchi fidanzatini, siamo tornati in sala comune, da soli, lasciando indietro gli altri a commentare.

Bella

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Grazie Nyappy! Man mano verrà fuori la stroria di Dromeda (certo che la Rowling poteva darle un soprannome più carino!!)

Grazie anche a maja89 che mi segue sempre!

A presto a tutti!

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Capitolo 12
*** Cugini, ma non ci assomigliamo affatto ***


Oggi ho molto tempo per appuntare le cose qui sopra, mi trovo infatti in infermeria e ci devo restare fino a questa sera.

Non ho voglia di studiare, ho solo dato un’occhiata a pozioni perché altrimenti non non capisco più nulla a lezione.

Mi trovo qui ad annoiarmi a morte è tutto è iniziato con una gara di scope che è stata indetta, di nascosto, ieri sera.

Eravamo andati al campo di Quiddich solo per fare il tifo per Avery, che ogni volta fa le gare di velocità con la scopa. Naturalmente se i professori venissero a sapere di questa cosa, finiremmo tutti nei guai, per questo si fa sul tardi, e solo in pochi dovrebbero parteciparvi; ma alla fine non è mai così.

Noi della banda c’eravamo tutti. Stranamente, c’ era anche Dromeda, unica altra serpeverde a presentarsi. Lei però non si può dire sia rimasta molto con noi della sua casa, faceva lunghi giri e lunghe chiacchierate coi ragazzi di tassorosso. Poi c’erano i malandrini, che mi domando sempre come fa un gruppo di ragazzi a chiamarsi in maniera tanto stupida, con la Evans e altre ragazze grifondoro, e infine il gruppetto ristretto di tassorosso che pareva conoscere tento bene mia sorella.

Ho notato subito che Dromeda era imbarazzata, non era a suo agio e non sapeva bene dove e cosa fare.

Non perché non fosse mai stata al campo di Quiddich per le gare, ma perché aveva paura di me, o di qualcosa che mi riguardava. Le ho lanciato uno sguardo un po’ torvo e indagatore, ma lei non si è mossa, mi è rimasta a distanza per buona parte del tempo.

Ma veniamo al mio ginocchio incidentato che è il motivo della mia permanenza qui.

Stavamo preparandoci per guardare la gara di Avery.

I malandrini hanno preso posto vicino a noi, allegramente, spintonando a destra e sinistra, due in particolare a dire il vero, e di quei due uno era Sirius Black..

Sirius è mio cugino è come al solito abbiamo litigato.

Sirius ed io quasi non possiamo stare nello stesso posto senza litigare.

Ci odiamo.

Sorprendentemente, a casa, dicono che ci assomigliamo molto.

Per noi, ovviamente, questa è un’offesa: noi non ci assomigliamo affatto.

Lui ha gli occhi grigi, chiari, vivi e candidi e io neri, misteriosi, oscuri e talvolta minacciosi.

Ha i capelli mossi, io lisci.

Sirius è un egoista egocentrico che pensa di avere il mondo in mano, entusiasta di tutto ciò che fa, fermamente convinto delle sue idee. Crede di essere il mago più bravo e bello dell’universo. E poi quella risata sfrontata, incurante, che improvvisamente rompe il silenzio e la monotonia… Non mi assomiglia per niente. Noi siamo diversi.

Diversi come il giorno e la notte.

Infatti dicevo, abbiamo subito iniziato a litigare e, non so come, non so perché, c’ è finito in mezzo anche Rod. Risultato, i due hanno pensato di sfidarsi prendendo parte alla gara.

Sirius ha subito fatto notare: “Questa sfida non è alla pari, Tu hai una scopa più veloce della mia, l’ultimo modello che di sicuro ti ha comprato paparino in Francia”

Sapevo perché Sirius diceva così: mio zio a lui non fa mai regali, né lui li vuole, perché è fortemente in contrasto con i genitori. Soprattutto ultimamente.

Ma Rod diventa subito nervoso e irascibile quando si tira in ballo il suo unico genitore, infatti ha risposto: “Mio padre non mi ha fatto certo nessun regalo, idiota di un grifondoro! Io non ho bisogno che mi si facciano regali, stupido, le cose me le so comprare da solo.”

Rod non ha la mamma e suo padre a casa non ci sta: è giovane, bello ed è sempre in Francia, per questo lui e Rabastan stanno sempre da soli e possono far quel che pare loro. Queste cose le ho intuite vagamente in questi anni e soprattutto in questi ultimi giorni in cui Rod e io ci frequentiamo sempre, ma lui si innervosisce in maniera particolare quando si parla di questo argomento, e dunque non so altro.

Dato che l’argomento era appunto spinoso, non volevo certo che quell’odioso, inutile, incapace di mio cugino andasse a parare proprio su qualcosa di misterioso e doloroso che nemmeno io sapevo fino in fondo.

E poi, volevo proprio ridere di lui, della sua amara sconfitta. Per cui ho tagliato corto dicendo: “Ci salgo io con Rod! In due è più difficile, per cui avresti un vantaggio che compenserebbe la velocità diversa delle scope, che ne pensi?”

Sirius ha annuito, con l’assenso dell’amico a fianco a lui, e così abbiamo fatto.

Purtroppo non è per niente andata come pensavo. E sono ancora infuriata con mio cugino che ha vinto alla grande contro di noi.

Non solo ha vinto lui: ma noi siamo anche andati a scontrarci contro le tribune da dove si guarda la partita: un disastro totale.

Rod non si è fatto quasi neanche un graffio, io un ginocchio gonfio, delle dimensioni di una pluffa.

Sirius rideva felice con quella sua risata assurda, io non ricordo di essermi mai sentita più umiliata in vita mia, bruciavo di rabbia.

Ma mi faceva anche male il ginocchio e non riuscivo a fare nulla contro di lui in quel momento.

Rod allora ha usato un incantesimo di trasfigurazione e ha fatto comparire del ghiaccio da mettere sopra al ginocchio. Per la prima volta in vita mia, qualcuno si prendeva cura di me, gli importava. E non era un qualsiasi elfo domestico, era Rod. Mi ha fatto sentire importante, non potente, come piace a me, ma importante.

Poi mi sono alzata e, per stare in piedi senza sentire troppo male, mentre gli altri parlottavano di qualcosa a proposito della vendetta, ho preso il braccio di Rod e mi ci sono appoggiata, guardandolo in volto.

Non ascoltavo niente a proposito dei discorsi sulla vendetta, guardavo lui e notavo quanto, sempre più spesso, ha l’espressione da uomo, sentivo quanto il suo braccio era forte, quanto mi piaceva pensare che eravamo in due, io e lui insieme.

Mi sono leggermente sforzata di farlo, perché io non sono una ragazzetta debole e romantica, ma ho deciso di appoggiare la mia tempia sulla sua spalla e sono rimasta ad assaporare la sua forza.

Deve essersene accorto di questo gesto particolare per una come me, perché, poco dopo, mi ha presa in braccio stringendomi forte e mi ha portata in infermeria, con la scusa che avevo sbattuto il ginocchio cadendo.

Io, in verità, sarei rimasta fra le sue braccia per sempre.

Bella

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Scusate il capitolo lunghissimo, spero abbiate avuto la pazienza di leggerlo tutto!

Bellatrix l’ ho descritta coi capelli lisci perché nel libro è descritta così (mentre nel film no, ma avendo letto prima il libro, mi è rimasta quell’ immagine di lei)

Oggi è stata una doppia dose della mia ff e, dato che mi avete sopportato fino qui, taglio corto con un super grazie!! Davvero! Alla prossima

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Capitolo 13
*** Intime novità al femminile ***


Ogni volta che c’ è di mezzo l’infermeria, succede sempre qualcosa.

Sarà l’atmosfera gotica e fredda di quello stanzone, o il buio pesto appena illuminato da un lampada, di quelle vecchie, o semplicemente la solitudine e il silenzio che regna lì dentro.

Ormai di sera fa buio presto, l’atmosfera diventa subito magica e io me la godevo per bene, prima di andare da madama Chips per chiedere di potermene andare via, e mi ero anche decisa a fare alcuni esercizi di rune per l’indomani e studiare due nuovi capitoli di difesa.

Mi aveva portato i libri Dromeda durante il pomeriggio, poi si era fermata davanti a madama Chips tentennante, come se volesse chiedere qualcosa, ma deve aver cambiato idea, perché invece ha salutato in fretta ed è corsa via.

Non riesco a decidermi ad affrontarla, a svelare i suoi segreti, non so perché, ho una sensazione strana e, nonostante la curiosità, non riesco a fare niente realmente.

Comunque, avevo quasi finito di studiare difesa, quando Rod è venuto a salutarmi e farmi un po’ di compagnia. Eravamo soli, madama Chips si era allontanata in vista della cena.

Non so bene perché l’ ho fatto, ma ho chiesto a Rod di suo padre.

Prima gli ho chiesto di sedersi vicino a me sul letto e poi gli ho posto quella domanda, cercando di essere il più gentile possibile. Lui, dopo averci pensato un po’ col muso lungo e lo sguardo da duro, mi ha risposto: “Mio padre è un fighetto, sempre in giro con un mucchio di donne per i salotti parigini, da quando è morta mia madre, praticamente non si è più visto, o quasi. Io non lo amo affatto e lui mi considera appena.” A questo punto ha fatto una pausa, poi però ha ripreso a parlare “Comunque questa cosa mi piace perché grazie a ciò io faccio tutto quello che mi pare e piace, essendo a casa da solo... Cose che gli altri non fanno. Anche Rabastan a volte fa come me, ma lui è più sfigato”

Io lo ascoltavo. Personalmente, ho sempre faticato con i rapporti con la mia famiglia: è fredda, pretenziosa, distante. So che avrebbero preferito che nascessimo maschi, almeno questo vale per me, che sono la primogenita, per via del nome, della stirpe e cose simili… ma la mia è pur sempre una famiglia. Per Rod non è assolutamente la stessa cosa.

Poi lui ha aggiunto: “Rabastan di sicuro è più odiato di me, non solo per il fatto che io sono il primogenito e lui no, il fatto è che dopo che è nato lui, nostra madre è morta. Per cui è sempre solo, sempre cupo, sempre triste. Solo io gli voglio un po’ di bene, soprattutto quando se ne sta alla larga da te…”

Abbiamo sorriso entrambi, Rod ha detto “Comunque ora siamo io e te, solo io e te, per sempre, del resto me ne sbatto.” e ha iniziato a baciarmi, senza darmi il tempo di replicare.

Eravamo sdraiati sul letto, a baciarci con passione decisamente crescente, eravamo anche certi di essere soli.

Avevo le gambe nude e lui me le accarezzava, me le toccava, su su, fino alle mutandine, nere di pizzo, da adulta.

Poi ha iniziato a fare una cosa nuova, inaspettata.

Accarezzava le cosce, all’interno, fino sull’inguine, non piano, né delicatamente, ma comunque con passione. Mi piaceva: ho smesso lentamente di baciarlo e, restando abbracciata a lui, ho iniziato a sospirare, a socchiudere gli occhi, a strofinare leggermente il mio viso contro la sua spalla… Sentivo l’odore dei suoi capelli, il calore della sua pelle, mi piaceva tutto. Ho accelerato il respiro che neanche me ne sono accorta, stringevo le cosce attorno alla sua mano con più trasporto.

Ho sentito che mi scostava leggermente le mutandine e poi, il suo tocco, mi ha fatto un piacere da impazzire.

La mano di un estraneo, non la mia, era infinitamente più eccitante e mi faceva sentire quasi male dal piacere.

Quando ha iniziato a sfiorarmi in quel certo modo ho capito subito cosa voleva fare.

Dopo poco ho mormorato: “No” stringendomi però sempre di più a lui. Ho sentito sulla mia pelle che ha sorriso silenziosamente, e mi ha risposto: “Sì” e io ho detto ancora, fra qualche sospiro in più: “No” e lui ha detto ancora “Sì”…

E continuava con quel tocco celestiale.

Non ho più detto di no, sentivo solo un terribile piacere. Davvero terribile nella sua intensità.

Finché non è arrivato l‘orgasmo, e mi sono ritrovata strettissima a lui e anche un po’ sudata, facendo i sospiri più profondi che avessi mai fatto. Con le cosce languidamente appoggiate vicino alle sue e la sua mano che sfiorava le mutandine, scomposte, sui fianchi e sull’addome e lui che giocava vezzosamente con esse. Lo guardavo un po’ estasiata e un po’ affascinata. Non era la prima volta che provavo un orgasmo, a volte mi masturbavo da sola, volevo sentire com’ era, ma era la prima che succedeva con un ragazzo, che me lo faceva provare lui. Anche senza fare l’amore davvero.

Siamo rimasti abbracciati a parlare a lungo. Io mi sentivo più grande, più esposta, più bella anche. Ma non gli ho detto queste cose, anche se eravamo felici entrambi e avrei benissimo potuto farlo.

La prima cosa che ho fatto invece, dopo la cena, la sera tardi, da sola, nel dormitorio, è stata guardarmi allo specchio: volevo guardare se ero cambiata, cresciuta, se c’era finalmente in me qualcosa di misterioso, potente e oscuro.

Bella

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Nota

Ciao maja89! Grazie per le tue recensioni sempre belle e numerose! (e ovviamente ringrazio anche Nyappy per lo stesso motivo! È proprio il caso di dire: meglio poche ma buone!) mi fa sempre un gran piacere trovare i vostri commenti!

Ogni personaggio che descrivo è ispirato ai libri (almeno per come me li sono immaginati io, leggendo), perché i film, per quanto belli, non possono competere. Ah, dimenticavo! Anche Narcissa non è come nel film! Tengo a precisare che non ha i capelli di due colori (biondi e neri), ma solo biondi, come nel libro!!! Mi pare di averlo scritto nella ff, ma non si sa mai!

Rod invece è completamente inventato

Naturalmente, grazie ancora anche a tutti gli altri che mi seguono!

Alla prossima

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Capitolo 14
*** Sangue puro e sangue sporco ***


Dopo quanto successo con Rod qualche giorno fa, mi sento allegra e felice.

Le mie vicende amorose sono sicuramente più interessanti rispetto allo studio di noiosi simboli runici, così passo gran parte delle mie serate a fare scorribande per tutta la scuola con la banda e poi, sul tardi, nei sotterranei sola con Rod.

Così è successo che non ero affatto pronta per il compito di rune indetto dal professore.

La mattina del compito mi sono alzata presto per dare una studiata veloce in sala grande, prima e durante la colazione.

Data l’ora, pensavo di essere la prima e unica in quel tavolo immenso, invece, non ho fatto nemmeno in tempo ad entrare dall’ atrio della sala, che ho sentito delle voci: Dromeda e un ragazzo.

Finalmente potevo vederlo e capire chi era. Mi sono fermata vicino all‘entrata e ho guardato all’interno senza farmi scorgere, lei parlava seduta al tavolo con un tassorosso e gli teneva la mano.

Con un tassorosso… e gli teneva la mano.

Nonostante la rabbia, nonostante le apparenze, ho cercato di mantenere la calma, ho osservato bene quel tassorosso, i suoi modi di fare, di atteggiarsi e di vestire. Volevo capire se anche quel ragazzo era potente, e dunque un mago ereditario, un purosangue. Anche se sapevo, me lo sentivo, che non poteva essere così. Infatti, guardandolo bene, la conferma è arrivata: non aveva nulla del mago vero.

Sentivo la rabbia crescere dentro di me, il senso di tradimento, di delusione. Sapevo che mia sorella era sempre stata libera e ribelle, ma come poteva fare questo? Proprio questo?

Quando il ragazzo si è voltato leggermente per prendere il succo di zucca, ho subito capito chi era:

Ted Tonks… il nato babbano.

“No, lui no...” ho pensato, ma i miei pensieri erano talmente potenti e vividi nella mia mente, che non capivo più se stavo gridando, o solo rimuginando.

Come poteva essere che mia sorella stesse con un nato babbano? Mia sorella?

Mi appoggiavo allo stipite del portone con la mano, ero così arrabbiata, stringevo così forte, che i polpastrelli, diventati tutti bianchi, iniziavano a farmi male. Stringevo tanto forte che ho sentito un’unghia spezzarsi molto in basso, nella carne.

Mi sono portata il dito alla bocca per leccare via il sangue che usciva.

Sangue. Ancora sangue. Ancora sete di sangue.

Non potevo credere che mia sorella mi stesse tradendo così. Tradiva me, i maghi e le streghe da sempre ereditari.

I purosangue hanno ovviamente i poteri più forti, perché il sangue è solo magico, non misto. Possibile che non lo pensasse?

E non pensava a tutte le conoscenze magiche tramandate nelle famiglie di noi maghi? Solo di noi maghi. Cose che solo noi possiamo sapere e conoscere?

E non pensava a quanti di noi, nel passato, hanno affrontato il rogo per colpa dei babbani?

Ho letto atrocità su quel che ci hanno fatto.

Atrocità che meriterebbero solo vendetta.

Io odio i babbani, i sangue misto e i nati babbani.

E odio gli amici di babbani.

Perché io sono una strega.

Mia sorella, da che parte sta?

Il compito di rune era dimenticato, avevo tutt’altro per la testa, ma ho deciso di non far niente in quel momento. Ho tentato di reprimere tutti i miei sentimenti, la rabbia e la delusione che ribollivano dentro di me come dentro ad un vulcano.

Ho seguito le lezioni, scarabocchiato qualcosa sul foglio del test che mi regalerà, se va bene, un “troll” in rune, poi ho pranzato.

Ora però, è venuto il momento di parlare anche con Rod di questa cosa.

Aggiornerò

Bella

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Grazie maja89! Recensisci pure quando vuoi e come vuoi!! Non ti preoccupare di niente, anzi!

Grazie a Nyappy per i complimenti! Cercherò di meritarli anche con i prossimi capitoli (almeno ci provo…).

p.s. non mi farò più alcun problema per i capitoli che vengono fuori molto lunghi!!!!

E grazie a tutti gli altri per le numerose letture, seguiti e preferiti

A presto!

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Capitolo 15
*** So che è male... ***


Aggiornamento

Ho parlato a Rod e lui è stato zitto e cupo ad ascoltarmi.

Gli ho detto che non volevo fare niente, per ora. Mia sorella avrebbe dovuto decidere da che parte stare, però volevo avere davanti a me questo tipo, stanotte, alla foresta proibita e gli ho chiesto di portarmelo.

Ha risposto che lo avrebbe fatto sicuramente è ci siamo scambiati una sorriso complice, poi ci siamo baciati tutto il tempo.

Durante la cena ho chiacchierato normalmente al tavolo dei serpeverde, come le altre sere, preoccupandomi del mio orribile compito e di quanto ci avrei messo per recuperare.

Poi sono uscita di nascosto, per conto mio, addentrandomi nel fitto della foresta proibita.

Quella, per puro caso, o pura fortuna, o puro destino, era una notte di luna piena: una notte di esbat.

Volevo recarmi subito nella foresta proibita per compiere il mio rito. Appena sono giunta in un luogo ben circondato da alberi, dove fosse visibile la luna piena e luminosissima, ho tracciato il luogo dell’incantesimo dove si sarebbero raccolte tutte le energie, ho usato tutto l’occorrente per il rito.

Mi sono concentrata per bene su di me, sui miei poteri e sulle cose che mi circondavano.

Buio, luna piena, ululati nella notte, alberi spettrali, ombre sinistre: la notte mi avvolgeva tutta, la luna rischiarava quel luogo rendendolo pieno di una luce argentea, quasi fosse qualcosa di irreale. Nell’atmosfera la magia era palpabile. Almeno, per i miei sensi era fortissima.

Ho sentito per la prima volta il potere delle tenebre entrarmi dentro, nella testa e nel corpo.

Riempiva entrambe le mie mani, ne sentivo la pressione, il formicolio: nella mano ricettiva, che assorbe e raccoglie il potere e l’energia magica; e nella mano proiettiva con la quale afferro la bacchetta, la stringo e libero tutto il mio potere, scagliando l’incantesimo.

Sentivo tutto questo, e anche di più, dentro di me.

Il potere oscuro della notte, delle tenebre, dà un piacere veramente grande, quasi come un orgasmo; rispetto ad un orgasmo vero, è meno intenso, meno forte e violento, ma più avvolgente e più inebriante.

Lentamente ti pervade mente, anima, corpo, psiche.

Fantastico.

So che è male, ma non so resistere.

Ho alzato la bacchetta verso la luna e ho invocato le forze che si sprigionano durante l’esbat.

Poi ho raccolto i miei preziosi oggetti magici, che tengo gelosamente nascosti all’interno del mio baule nel dormitorio, come se fossero la cosa più importante che ho, e ho lasciato il luogo dell’incantesimo, non volevo che uno sporco nato babbano insozzasse quel luogo tanto mistico per me, con la sua presenza.

Mi sono spostata verso il limitare della foresta proibita, dove ancora si potevano vedere le luci della scuola leggermente lontane.

Ho dovuto attendere poco prima che Rod arrivasse assieme a lui, già doveva averlo picchiato leggermente, forse per convincerlo a seguirlo senza tante storie.

Quando siamo stati tutti e tre vicini, Rod ha scagliato un gran calcio a Tonks che è crollato davanti a me.

Lui ha guardato Rod con grande odio e disprezzo, glielo leggevo in faccia, nonostante il buio.

Ma poi si è voltato e ha guardato verso di me, mi ha riconosciuta subito, ne sono certa, sapeva che ero la sorella della sua ragazza, ma è stato zitto un po’ ad osservarmi, a studiarmi.

Poi si è alzato in piedi a fatica, ma io con un minimo gesto della bacchetta l’ ho buttato a terra di nuovo. Ho sempre avuto poteri molto forti, ma, dopo il rito, dopo aver richiamato tanta energia in me, questi erano ancora più distruttivi.

Lui è rimasto lì per terra, mi ha guardata di nuovo, questa volta più a lungo e con maggior paura e rassegnazione nello sguardo, infine ha domandato:

“Bellatrix Black, non è vero?”

Sono uscita un po’ più dall’oscurità per farmi vedere bene e ho risposto:

“Sì, Bellatrix Black.”

Aggiornerò

Bella

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Nota

Grazie mille volte per i complimenti che mi avete fatto! Spero tantissimo di continuare a scrivere cose che vi possano piacere! Davvero!!

Anch’io Bellatrix la vedo così, non ho cambiato quasi niente dell’immagine che ho di lei da giovane, anche se forse è molto diversa dall’immagine che molti hanno. Ma mi fa stra piacere sapere che non sono l’unica a vederla così.

Per me non è fuori di testa come nel film, infatti non la descrivo matta neanche nelle mie ff dove è adulta (certo, è cambiata dopo aver conosciuto il suo signore… e dopo gli anni ad Azkaban, ma non matta… non mi pare si rilevi ciò dal libro)!

Comunque, bando alle chiacchiere, ora invio il capitolo! Vi ringrazio ancora tantissimo di tutto!

Alla prossima

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Capitolo 16
*** Uccidilo ***


Aggiornamento

Io e il nato babbano ci siamo ben guardati l’un l’altro.

Mi ha subito detto: “Cosa vuoi da me? Pensi forse di potermi dire di lasciare tua sorella? Che non sono alla sua altezza? Vuoi minacciare di dirlo ai vostri genitori? Che altro?”

Questa cosa mi ha schifata più di quanto già non fossi: mi prendeva per una dilettante. Per una ragazzina senza forza e che fa i capricci.

Nei meandri della mia mente ho sentito come una pulsione, una voglia, una sensazione forte e allo stesso tempo spaventosa “uccidilo” mi diceva quel qualcosa dentro di me… “elimina il problema, non ci sarà bisogno di soffrire”…”non ti darà più fastidio, non dovrai più pensarci” questo sentivo.

Sono rimasta lievemente spaventata dai miei stessi pensieri. Ma continuavo a stare ferma immobile a guardarlo con tutta la rabbia che avevo in corpo, per quello che lui era e per quello che lui rappresentava.

Non ho fatto nulla, forse perché non conoscevo bene l’incantesimo per ucciderlo sul serio… o forse perché avevo paura di quel che mi era venuto tanto spontaneo pensare.

Ho detto: “Non ho intenzione di fare nessuna di queste cose, stupido ragazzo mezzo babbano. Sappi solo che dovrai avere paura di me. Tanta paura di me. Per sempre”

Ho detto queste parole lentamente, in maniera fortemente minacciosa, mi è venuto così spontaneo che non ho dovuto forzarmi; lui mi guardava e questa volta non rispondeva nulla; io ho continuato: “Fai pure ciò che ritieni giusto fare, mia sorella è liberissima di agire come le pare”.

Dal momento che Dromeda ha scelto lui, mi dicevo, per me non è più nulla, non posso più riuscire a volerle bene come un tempo e cioè, prima che uno sporco mezzosangue si infilasse fra noi purosangue, fra noi vere streghe, tra noi vere sorelle.

Troppa era la delusione, la solitudine che percepivo, il senso di tradimento che avevo sofferto a causa sua.

Improvvisamente Tonks ha interrotto il mio flusso di pensieri: “Ma cosa vorresti fare? Alla fine sei una teppistella da quattro soldi! Tu e la banda serpeverde… non mi fate paura”

Penso in realtà ne avesse parecchia di paura, ma provava a difendersi e difendere ciò che pensava: e cioè che purosangue e mezzosangue avessero il diritto di mischiarsi.

Questo, non so neanch’io bene perché, mi ha letteralmente fatta infuriare, sentivo il respiro che accelerava, un forte calore inondarmi le membra, i muscoli, le mani… improvvisamente il mio potere e la mia energia viaggiavano vorticosamente per tutto il mio corpo, non riuscivo quasi a controllarli.

Qualcosa, forse un istinto, mi ha suggerito di afferrare la bacchetta: appena l’ho sfiorata, ne è uscita una forte scarica di energia simile ad una fiammata, o a elettricità. Mi stupivo di me stessa, mi sentivo forte, potente, invincibile, sapevo che se mi fossi scatenata avrei distrutto chiunque, qualsiasi cosa, lo sapevo, lo sentivo.

Ho guardato il ragazzo che mi pareva una nullità lì, di fronte a me, ancora per terra… ho iniziato con gli schiantesimi…uno… due… tre…

E poi ancora… quattro… cinque…

Non volevo fermarmi, non riuscivo, il mio potere era troppo forte, mi dominava quasi.

È stato Rod che, ad un certo punto, mi ha lievemente afferrato il polso, quello libero dalla bacchetta e mi ha sussurrato “Fermati, adesso basta”…

Rod che mi diceva così.. Voleva dire che stavo esagerando davvero, ma non potevo calmarmi. Tonks non riusciva quasi più per niente a evocare degli scudi, ero troppo potente per lui. Poi ho sentito Rod che mi afferrava un po’ più forte, mi ha detto: “Ti devi calmare Bellatrix, così lo riduci troppo male, a scuola i professori se ne accorgeranno e andremo a finire male”.

Mi sono fermata: Rod non mi chiamava mai Bellatrix, solo Bella, questo, non so perché, mi ha colpita.

Ho iniziato a respirare l’aria fresca della notte, sentivo l’energia fluire perfettamente bene, mi sentivo meravigliosamente stanca.

Una sensazione stupenda.

Dopo poco ho guardato verso Tonks, questa volta era spaventato, stava di certo male, mi temeva.

Gli ho detto un ultima cosa: “Ricordati: io sono una strega mentre tu non sei un mago vero. Io odio quelli come te”.

Poi Rod mi ha messo un braccio attorno alle spalle e ci siamo incamminati verso la scuola.

Percorrendo i corridoi, fra le torce e i dipinti gli ho detto che non sapevo bene cosa sentivo ora per mia sorella, ma che sapevo che qualcosa fra noi era rotto, spezzato e perso per sempre.

Colpa mia, colpa sua, poco importava.

Non mi veniva da piangere, né ero particolarmente triste. Mi sentivo bene perchè Rod era lì con me…

E mi baciava anche, con tanta passione…

Pensavo “Quello che ho fatto stasera a Tonks, di sicuro deve averlo eccitato parecchio… il mio ragazzo… il mio Rod… è sempre stato un tipo particolarmente violento… ma a me piace proprio così”

Poi, mentre scendevamo verso i dormitori, un po’ abbracciandoci e un po’ baciandoci, siamo passati di fianco ad un grande specchio lavorato con cornice argentata, sta nei corridoi che portano ai dormitori di serpeverde e lì, forse, non sono sicura, potrei sbagliare… ho notato qualcosa di diverso in me, lievemente e di sfuggita, quel qualcosa che cerco sempre di trovare quando mi guardo allo specchio… qualcosa di oscuro, misterioso…

Allora mi sono fermata, sono tornata indietro per osservarmi bene… e purtroppo niente di che: la solita ragazzina di diciassette anni. Con la divisa più carina di tutta la scuola.

E lo sguardo intenso.

E il sorriso egoista.

Devo sfortunatamente essermi sbagliata.

Prima di dormire però, ho chiuso le tende e acceso una candela per farmi luce, e creare quell’atmosfera un po’ mistica e inquietante che mi piace e mi eccita tanto, poi mi sono data di nuovo lo smalto: fino a quel momento avevo dato e ridato quello viola, ora era tornato il momento di ritornare al rosso scuro.

Rosso della tonalità del sangue.

Bella

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Eccomi con un capitolo lungo (ormai, grazie a voi e ai vostri commenti, sono contenta che mi vangano così!!)

Grazie ragazze di tutto, spero piaccia anche questo!

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Capitolo 17
*** Richieste di possesso ***


Dopo quella sera nella foresta proibita, i giorni sono passati più o meno pigramente, nella solita maniera. Non ho saputo se il mezzo babbano abbia parlato, o meno, a mia sorella di quanto successo tra noi: lei comunque non mi ha rinfacciato niente.

I miei unici impegni sono stati quelli di non prendere altri brutti voti a scuola, sono riuscita a far un buon compito di pozioni e sono andata ottimamente in difesa (sono così brava da non far mai capire al professore che so più cose di arti oscure che di difesa dalle arti oscure…).

Le lezioni non sono totalmente noiose e ormai fioccano continuamente compiti e interrogazioni, test e ricerche (quelle che più amo sono le ricerche e gli approfondimenti su argomenti di magia a piacere: nonostante io scelga spesso i più strani, riesco altrettanto spesso a dare una tale nota personale, da avere sempre dei buoni voti, o quasi).

Seguire tutto ciò che mi piace è un po’ faticoso (arti oscure, riti, incantesimi e letture proibite, l’ amore, la banda e ciò che facciamo insieme, la scuola ecc..) ma non resisto e non riesco a rinunciar a niente.

A volte, la sera, andiamo tutti e cinque (Piton no: resta a studiare perché, nonostante faccia parte della banda, resta sempre un bravo ragazzo, realmente interessato allo studio e ad imparare cose nuove, adora difesa e in pozioni è il più bravo di tutti), comunque, dicevo, andiamo su una delle torri più isolate e più alte del castello, apriamo le finestre e le vetrate e ci sediamo sui cornicioni a bere… tanto whisky incendiario a scuola mai e poi mai avrei immaginato di vederlo. Figuriamoci di berlo. Il fatto di fare così ci fa sentire liberi, felici, invincibili.

Sentire il vento dell’autunno sul viso, che di solito è bollente a causa dell’alcol, guardare il buio della notte e immaginare i misteri che vi si celano, tutte ciò che di più segreto e inconfessato ci può essere nel mondo magico, parlare delle nostre cose più stupide e più intime, o anche quando ci mettiamo a correre come matti nei corridoi bui e deserti inseguiti da nessuno sa cosa (magari è solo il gatto di Gazza che, da normale animale notturno, gira durante quelle ore tarde) e ridiamo: queste sono le cose che facciamo mentre gli altri giocano agli scacchi magici, o a gobbiglie, mangiano cioccorane, o sgattaiolano nel parco in gruppo (come so bene fa mio cugino Sirius) o semplicemente dormono, o si sbaciucchiano nelle sale comuni.

E il giorno dopo è impossibile alzarsi dal letto e non sbadigliare durante le prime tre ore di lezione.

I pomeriggi di solito studiamo ancora tutti insieme sulle rive del lago nero, soprattutto durante le ore più calde.

Intanto chiacchieriamo anche, stabiliamo spedizioni punitive contro i grifondoro, ci scambiamo informazioni su come rendere la vita difficile ai piccoletti del primo anno che hanno il sangue sporco e, durante l’ultimo pomeriggio, abbiamo deciso come tentare una fuga notturna uno di questi sabati sera: siamo stanchi di passare le serate sempre a scuola, vogliamo vedere qualcosa di nuovo e fare qualcosa di nuovo. Come durante le vacanze estive.

Per festeggiare questa decisione, approfittando del sole e della giornata calda, ci siamo schizzati tutti entrando in acqua sulle rive del lago.

Dato che l’acqua mi arrivava poco sotto le ginocchia, non mi sono bagnata molto la gonna, ma quella svolazzava ad ogni movimento e ad ogni schizzo, avvolgendosi sulle mie gambe bagnate. Per la prima volta nella storia della banda ho notato subito che tutti i ragazzi mi guardavano.

Insistentemente, distraendosi parecchio dal gioco.

Questo mi ha fatto sentire diversa, importante, al centro dell‘attenzione: ero una ragazza in mezzo ad un gruppo di ragazzi, non più solo una compagna di giochi, guai e scorribande.

Ma una ragazza con tutto ciò che ne consegue.

Questo da un lato mi è dispiaciuto, perché io sono una di loro a tutti gli effetti, non una bambolina da guardare o ammirare…

Dall’altro lato mi ha fatto uno strano effetto: così sapevo di piacere, anche a loro che (a parte Rod) consideravo solo compagni di risate.

Piaccio, senza che per forza ci debbano provare… ma piaccio… perché sono bella, perché mi trovano tutti attraente, perché ho potere su di loro anche per questo, perché sono una ragazza affascinante e pericolosa, non più solo una ragazzina dal carattere infernale.

E ho sorriso fra me e me.

Finiti i giochi e gli schizzi, ci siamo asciugati al sole leggendo il nuovo capitolo di erbologia separatamente. Rod però mi si è avvicinato e, in silenzio, si è seduto vicino a me.

Era stranamente tranquillo (lui che non sta mai fermo un solo secondo) e si è messo ad accarezzarmi i capelli, con curiosità e ammirazione; poi con voce un po‘ esitante e un po‘ indisponente, ha chiesto tutto d‘un fiato:

“Quand’ è che farai l’amore con me?”

Io mi sono voltata, lentamente, guardandolo dritto negli occhi.

Ero un po’ stupita, un po’ spaventata, un po’ contenta ed eccitata dalla cosa…

E lui ha ribadito: “Ti guardano tutti, sei così bella, quand’ è che diventi mia? Solo mia? Quand’è che fai l’amore con me?”

 

Bella

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Capitolo 18
*** Oscurità dentro, oscurità fuori ***


A dire la verità, proprio tutta tutta la verità, quella domanda così diretta non me l‘aspettavo.

Dopo che per tanti giorni avevo ricamato sopra a questa cosa di fare l’amore con lui, era da un po’ che non tornavo sull’argomento coi miei pensieri, e ora Rod invece, con la sua solita indelicata naturalezza e col suo solito travolgente entusiasmo aggressivo, iniziava a sollecitare ciò che di sicuro voleva già da un bel po’ di tempo.

E pensare che le mie due sorelle mi avevano sempre detto: “i ragazzi non insistono se davvero ti amano, aspettano che sia tu a decidere, a volerlo…”

Dunque i casi erano tre:

o Rod non mi ama

o le mie sorelle sono troppo romantiche e vivono nel mondo dei sogni

o Rod è un tipo particolare che ama, ma non aspetta.

Continuavo a guardarlo senza rispondere, persa nei miei pensieri. Poi ho domandato: “Quel che facciamo non ti piace più?”

Lui mi ha restituito lo sguardo un po’ imbarazzato e mi ha detto: “Certo, mi piace tanto, mi piaci tutta tu! Fin troppo! Ma siamo grandi ormai, voglio provare quello che succede quando si fa l’amore! Lo voglio sentire, sapere, voglio anche potermi vantare di averlo fatto con te. Sto bene solo con te.”

In realtà, questo era effettivamente circa ciò che pensavo e volevo anch’io. Poi anche un’altra cosa: volevo assolutamente vedere se, dopo aver fatto l’amore per la prima volta, sarei finalmente cambiata.

Se sarei riuscita ad ottenere quell’aspetto oscuro e misterioso da strega nera che desidero davvero ardentemente.

Fare l’amore, lo dicono tutti, è un passo importante della vita, va ponderato per bene, può cambiare le cose e bla bla bla… questo mi fa pensare che di certo una ragazza debba cambiare quando lo fa.

Per questo sono curiosa, e spero, nella parte più intima e nascosta di me, di diventare una strega dall’aspetto oscuro, misterioso, con una magia potente… così, da non presentarmi a Lord Voldemort come una piccola scolaretta, ma già come una strega brava e forte.

… ogni cosa che faccio, consapevolmente o meno, la faccio pensando a lui… nella speranza di potergli stare accanto.

Dopo tutti questi pensieri, soprattutto dopo l’ultimo, mi sono di nuovo rivolta a Rod: “Anch’io sento queste cose Roddy! Lo faremo presto; giusto il tempo di capire dove e quando. Ma sarà una cosa che deciderò io, d’accordo? Devo appunto capirlo”…”d’accordo” mi ha risposto “ma non posso evitare, di tanto in tanto, di ricordarti quanto io desideri farlo…”

Così si è conclusa la conversazione, con un sorriso un po’ malizioso e un bacio bello e audace.

Quando improvvisamente la temperatura è diventata più fresca e il cielo è stato oscurato da una nube enorme, ci siamo decisi a tornare, lentamente, verso la scuola.

Arrivati ormai vicino all’atrio ha iniziato anche a piovere e tutti gli studenti, fra corse, risate e spintoni, sono entrati velocemente per mettersi al riparo.

Anch’io mi sono riparata, ma non mi andava affatto di entrare, mi sono fermata nell’atrio a vedere il tempo dell’autunno che stava man mano lasciando spazio a quello dell’inverno. Ero da sola, e riflettevo sul fatto che, spesso, le decisioni, o i momenti più importanti della mia vita, si sono svolti nel buio della notte, o nel buio di un temporale spaventoso, con lampi e tuoni. Trovavo strano come tutto in me fosse in qualche modo legato alle tenebre… chissà cos’avevo, dentro, di tanto oscuro che richiamasse con tanta insistenza l’oscurità esterna.

Avevo deciso che avrei fatto l’amore con Rod, che mi sarei unita a lui, probabilmente per sempre. Sapevo che saremmo restati insieme io e lui, nel bene o nel male… lo sapevo perché lo sentivo forte nel mio cuore.

E questa unione, fin da ora, era suggellata da un forte temporale, buio, nero e minaccioso.

Male, inquietudine, pericolo: questo mi avevano detto significava l’arrivo di tempeste e temporali dopo, o durante, qualsiasi evento importante.

Non mi importava, anzi, mi esaltava anche parecchio, il senso di pericolo, di sfida, amavo quell’atmosfera, ormai ho capito che amo ciò che le persone spesso considerano il male. Ma che c’ è di male ad amare un minaccioso temporale distruttivo? Dopo aver deciso di fare l’amore con la propria anima gemella? Proprio nulla! Sono solo le forze della natura che si scatenano, è solo magia: in me tutto è magia. E io e Rod siamo sicuramente forze inquiete e potenti.

Questo lo trovavo incredibilmente affascinante. Una volta tanto, potrebbero essere anche gli altri a sbagliarsi.

Bella

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Grazie per le recensioni giornaliere maja89! Mi ha fatto un enorme piacere anche il fatto che tutta la ff in generale, ti piaccia. Le mie ff sono sempre molto introspettive, per cui a volte possono risultare noiose (questa poi che è molto lunga…) ma i tuoi commenti mi rincuorano sempre.

Grazie anche a Nyappy, sono contenta che ti piaccia come descrivo Bellatrix (non è tanto facile entrare nella sua mente diabolica…) perché anche tu sei stata molto brava in questo.

Grazie sempre a tutti i lettori, e approfitto per ringraziare anche chi mi ha messo fra gli autori preferiti (accorgermene è stato un piacere, non me l‘aspettavo!)

Alla prossima!

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Capitolo 19
*** Strani giorni ***


Questi sono stati giorni strani: la sera di sabato siamo riusciti a scappare da scuola, cosa che ho imparato a fare osservando e spiando mio cugino Sirius, il Malandrino, che evidentemente per certi versi è davvero più “avanti” di me. Quella sera, invece che passarla a divertirci, a parlare fra di noi, a cercare notizie sui mangiamorte, passione che condividiamo tutti), come avevamo progettato di fare, l’abbiamo passata a bere praticamente tutta la sera, fino a notte inoltrata.

Senza scopo, così tanto per fare, per buttare fuori con forza quel qualcosa di fuori controllo che abbiamo dentro. Poi, la notta, mi sono buttata sul letto in dormitorio, senza capirci nulla.

Il giorno dopo, durante la gita ad Hogsmeade alla quale tenevo anche parecchio, mi sentivo ottusa totale.

I ragazzi erano messi leggermente meglio, da che ne so io, i maschi reggono meglio l’alcol delle femmine, ma non era mia intenzione farmi vedere più debole di loro... forse, avrei potuto sopportare che Rod mi vedesse più fragile, più indifesa, ma gli altri proprio no.

Il pomeriggio dunque, l’ho passato a bere ancora, non tanto, ma quanto bastava per fargli vedere che ero la migliore: non solo bevevo ancora, mentre loro non ce la facevano, ma non mi preoccupavo neanche che i professori potessero vedermi in quello stato.

Sono stata parecchio tempo a ridere per cose completamente senza senso, a dire cavolate, o dormicchiare sul prato durante la merenda. E nel viaggio di ritorno, mi reggeva Rod per interi tratti di strada. Ero stanca e stavo appena in piedi.

A volte mi domando io stessa perché mi sento di dover sempre dimostrare di tutto a tutti.

Tutti parlavano di me, le ragazze dicevano una troia, una scema, che credevo di essere chissà chi, e altre cose di questo genere. I ragazzi non so, perché non sempre loro parlano male di me, almeno non quanto le altre ragazze.

Cosa credo di dimostrare? Che sono una tipa forte, tosta e che nessuno è come me.

Poi però, dentro di me, ho un po’ intuito che, al contrario di ogni aspettativa, mi sentivo fragile: avevo ancora paura di fare l’amore con Rod.

Perché le ragazze, le brave ragazze, quelle che si comportano sempre bene, non quelle come me, ma quelle come la Evans per esempio, non hanno paura di fare l’amore e io sì?

Perché io non posso sopportare di ammettere di averne paura?

E con questi pensieri mi sentivo tremendamente sola.

Poi, quella stessa sera, appena ho ritrovato un barlume di lucidità e di iniziativa, ho trascinato Rod nei sotterranei e ho cominciato a baciarlo, a toccarlo e a conoscere davvero com’era fatto. Lo guardavo dritto negli occhi, fra i capelli che mi scendevano sul viso, scomposti e scompigliati: sapevo di avere un espressione completamente sballata, rincoglionita, ma lo guardavo così disperatamente e così appassionatamente che lui mi ha detto “mi piaci tanto anche quando sei così… incomprensibile”

Di nuovo ho sentito che con lui potevo proprio essere me stessa, o comunque, quasi totalmente me stessa, a lui piacevo davvero.

Improvvisamente volevo farlo, volevo fare l’amore con lui e non avevo più paura, non tanta per lo meno, inoltre sentivo che lui si spingeva un tantino in là, più del solito, perché sapeva che ero ubriaca e lo avrei lasciato fare.

Questo non mi disturbava per niente, anzi, mi eccitava non poco che lui, il mio splendido ragazzo, approfittasse di quel momento, per prendersi da me quel che gli andava.

Perché mi desiderava da morire, aveva diciassette anni e già non si faceva scrupoli di niente e nessuno, Rodolphus Lestrange, il bastardo.

Raccogliendo tutta la forza che avevo, gli ho sorriso e gli ho detto: “Ho capito quel che vorresti fare, sai?” lui non ha neanche tentato di negare, ma mi ha sorriso a sua volta: “Ok, mi fermo, ma quand’ è che lo facciamo allora?” ho risposto “Lo farei davvero, anche subito, ne ho davvero voglia, credimi, ma trovo brutto che la mia prima volta sia in queste condizioni, non capisco neanche quel che mi stai facendo.” Rod ha ripreso coraggio e speranza e stringendomi di più ha ritentato di convincermi: “E allora dai, continuiamo, che ti importa delle tue condizioni, se ti piace?” ma io ormai avevo deciso abbastanza bene che fare, stranamente mi si erano schiarite le idee, proprio durante tutta la confusione di quei momenti: “No Roddy, voglio fare a modo mio e voglio che per le vacanze di Natale ci troviamo, insieme io e te: ormai sei tu la mia famiglia, mi sento bene solo con te. E allora lo faremo, a casa mia o a casa tua, allora lo faremo.” lui subito ha storto il naso: “A Natale? Ma mancano almeno due settimane!! Come resisto?”

Gli ho sorriso e mi sono allontanata un pochino da lui, in attesa che cedesse. Dopo qualche rimostranza ha accettato.

Ho sorriso, avevo ottenuto quel che volevo, sia da me stessa che da lui.

Quando sono tornata al dormitorio, nel mio letto, avevo finalmente davvero voglia di fare l’amore con lui, di liberarmi della mia verginità che mi era, in un certo senso, diventata un peso, volevo diventare donna, sentirmi donna, anche se sono effettivamente ancora una ragazzina.

Ma è più una questione interiore, ormai l’ho capito.

Credo sia come sentirsi libera, felice, esposta e senza paura.

Nel buio, nell’oscurità, in segreto dalle altre compagne che dormivano a pochi metri da me, mi sono sfiorata il seno, la pancia, i fianchi, l’incavo delle cosce, l’inguine, non volevo masturbarmi, volevo solo sentire il mio corpo, sentirlo per bene, ancora per poco, quel mio corpo sarebbe appartenuto solo a me e a nessun altro, per questo volevo assaporarlo fino in fondo.

Lo trovavo bello, mi sentivo bella: non vedevo e non vedo l’ora che arrivino le vacanze di Natale.

 

Bella

 

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Maja89: le tue recensioni sono belle!!! E se dovessi cambiare idea sulle ff, sarò felice di ricambiarle!!! Vero, la mia ff è un po’ complessa, sono felice che tu me lo abbia detto perché secondo me una ragazza che diventerà poi mangiamorte, innamorandosi di un uomo tanto “difficile” da amare, deve avere una personalità piuttosto complessa, o anche problematica… per cui, mi fa tantissimo piacere lo sia anche la ff, non l’ho resa così di proposito, ma meno male che lo è! Vuol dire che rende quello che intendevo esprimere! Grazie ancora!

Hale Lover: figurati, mi ha fatto piacere che il mio commento ti sia piaciuto! Grazie anche per la tua recensione ovviamente!!

Nyappy: non preoccuparti! Recensisci quando vuoi!!! Anche perché avere il pc ad ore dev’essere una vera tortura. peggio della maledizione cruciatus, dato che siamo in tema!!

Grazie ancora comunque

Ovviamente grazie sempre a tutti i lettori e alla prossima

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Capitolo 20
*** Dimmi che ti va di farlo ***


Dopo tutti i giorni pieni solo di compiti, esercitazioni, dimostrazioni, ricerche ed esposizioni, che normalmente precedono le vacanze natalizie, finalmente ci siamo.

Al termine di tutto, la sera, c’è stato il solito banchetto e poi le chiacchierate in sala comune, tutti insieme, per scambiarci i regali, i saluti, i progetti per le vacanze, gli eventuali appuntamenti e gli incontri a Diagon Alley.

Terminato tutto questo, siamo potuti tornare liberamente a casa.

A casa, tutti… tranne me.

Infatti sono andata con Rod e Rabastan al castello dei Lestrange, avevo ottenuto il permesso dai miei genitori senza eccessive insistenze, probabilmente perché immaginavano fosse nato qualcosa tra me e il primogenito dei Lestrange.

Dopo aver preso il treno ed essere arrivati a Londra, di sera, ci siamo fermati pochi minuti in un caffè a scaldarci davanti ad una tazza di cioccolato bollente.

Non c’era anima viva che ci fosse venuta a prendere, i due fratelli ci sono abituati, ma a me è parso un po’ strano: triste da una parte, e terribilmente eccitante dall’altra. Mi sentivo libera e adulta, nessuno ci veniva a prendere e noi avremmo potuto fare qualsiasi cosa. Per me era la prima volta. Dopo un istante di smarrimento, dunque, questa sensazione di totale eccitazione, ha preso nettamente il sopravvento sull’altra di tristezza e solitudine.

Siamo arrivati poco più tardi al castello tramite la smaterializzazione congiunta, tutti e tre insieme ci siamo ritrovati nel grande parco davanti al portone.

Il castello pare quello dei racconti gotici che leggevo di nascosto fino a pochi anni fa: grande, imponente, scuro, anzi, lugubre. Molto peggio di casa mia, che pure è piuttosto tetra, un’ atmosfera che io sento particolarmente mia.

Già all’entrata si vedono solo i doccioni a guardia della dimora, le statue enormi di marmo che sembrano ricadere sui visitatori con bramosia e accanimento; poi le colonne, alte e imponenti, che ti fanno sentire immensamente piccola e per qualche ragione minacciata.

Rabastan sembrava leggermente a disagio, quando ho ripensato che lui vive qui da solo, con solo suo fratello (che gli rivolge la parola ogni tanto, quando non è fuori con gli amici, o fuori da solo per non rimettere piede qui dentro), mi sono sentita invadere, stranamente perché non mi capita mai, da una sensazione di infinita tristezza per lui.

L’ho guardato intensamente e curiosamente, studiandolo. Lui se n’ è accorto poco dopo, e, stupito e compiaciuto, mi ha fatto un sorriso molto enigmatico, di cui non ho capito il senso.

Comunque questa tristezza è subito svanita quando siamo entrati in casa appropriandoci di essa, senza remore e con molto entusiasmo.

Ho creato un’atmosfera da rito oscuro in tutto il castello: candele e candelabri rigorosamente rossi e neri su tutte le superfici d‘appoggio, lanterne agli angoli delle grandi stanze buie, fuoco in tutti i camini. Fuori le nebbia rendeva il tutto tanto bello e spaventosamente adatto da sembrare quasi irreale.

Gli elfi domestici sono comparsi solo dopo un po’ di tempo, mantengono tutto in ordine nella casa e ci hanno preparato la cena.

Prima di mangiare, Rabastan, diventato più cupo che mai, ha guardato silenziosamente me e Rod, ha indugiato nel suo mutismo per qualche attimo, sembrava quasi inquietante, poi ha detto: “Volete dormire nella stessa camera? Oppure dormite separatamente?” Rod si è subito posto sul piede di guerra: “Che t’importa?” e l’altro ha solo risposto “Era per avvisare gli elfi, tutto qui”

Rod, garantito, non gli ha creduto e, mentre io li guardavo taciturna, godendomi la scena dei due fratelli che iniziavano a litigare per me, gli ha soltanto detto “Ci penso io. Buonanotte Rab”

C’era così tanta tensione in quella stanza da rendersi palpabile, ma indistinta allo stesso tempo, come la nebbia fitta là fuori; prima che Rab rispondesse “Buonanotte Rod” ci siamo guardati tutti e tre in maniera strana, non saprei neanche dire come, in che modo particolare. Ma di sicuro presagiva qualcosa di strano, di brutto, qualcosa che ci teneva legati, tutti e tre, ma nell’orrore e nell’angoscia. Qualcosa che io, di certo avevo creato.

Io, perché io ero la femmina, io perché li affascinavo, io perché mi amavano e io perché avevo inesorabilmente scelto uno dei due, rompendo gli equilibri.

Ma ancora non sanno di chi, al di là della mia vita normale, la vita di tutti i giorni, io sia realmente innamorata.

Dopo quel momento così strano, ci siamo separati; allora Rod mi ha domandato: “Dimmi che ti va di farlo, sei così bella stasera Bella… vuoi dormire con me vero?”

Aveva uno sguardo candido, ingenuo, ma allo stesso tempo appassionato, aveva un che di peccaminoso, ma forse era semplice voglia, la peccaminosa magari sono solo io; aveva comunque tanta voglia: era chiaro. Soprattutto quando mi guardava nella scollatura del vestito, che avevo messo di proposito, dove si vedeva un po’ del pizzo del reggiseno.

Ho risposto ”Sì Rod, va anche a me di farlo, stasera, subito, è da tanto che ci penso, che mi immagino com’ è…”

Lui ha sorriso e mi ha preso la mano trascinandomi delicatamente verso la scalinata che porta al piano superiore.

Io ho aggiunto “Però non mi va di dormire insieme già da subito, già da stanotte, posso avere una stanza tutta mia accanto alla tua? Almeno per un po’ di notti?”

Non volevo dormire insieme a lui, non perché non mi piacesse, ma perché, dopo averlo fatto per la prima volta, questa cosa che tutti dicono essere tanto importante, volevo assolutamente ritagliarmi del tempo e dello spazio tutti per me. Per pensare, capire, immaginare, per potermi crogiolare un po’ in solitudine con me stessa.

Non so se Rod ha capito tutto questo, o semplicemente, mi ha fatta contenta perché comunque l’avremmo fatto quella notte, come voleva lui.

Mi ha comunque subito risposto “Tu sei come una regina delle tenebre, sei perfetta stasera. Certo che puoi avere quello che vuoi, dormiremo insieme quando lo deciderai tu”

Gli ho sorriso e siamo saliti insieme mano nella mano, in quel castello buio e tetro, ancora una volta come due fidanzatini scemi.

Aggiornerò

Bella

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Note e ringrazimenti (per chi è arrivato a leggere fin qui):

Dunque, volevo dire che spesso mi soffermo un bel po’ a descrivere il mondo magico dove mi immagino sia cresciuta Bellatrix e al quale, soprattutto per alcuni aspetti, secondo me è molto legata. Probabilmente non a tutti interessa, ma portate pazienza perchè appunto, c' è un motivo…

Lo descrivo molto perché credo sia una delle ragioni che la fa diventare poi quella che è da grande: una strega oscura e una strega totalmente contraria al mischiarsi del suo mondo con quello babbano (insieme all’amore per Voldie come prima cosa, ovviamente).

Non ho mai pensato che Bellatrix sia cattiva e basta, bastarda con tutto e tutti e basta, felice di questo pensando sia tutto normale.

Penso dipenda tutto più che altro dalle sue inclinazioni, insicurezze, passioni ecc… anche se comunque, soprattutto dal suo amore.

Come sempre ringrazio maja89 per le recensioni e per seguirmi sempre, non ti preoccupare se ogni tanto salti la recensione, figurati, è già molto per me ciò che scrivi e te ne sono veramente grata! Dopotutto anch’io ultimamente fatico un po’ ad aggiornare tutti i giorni…

Grazie specialissimo anche ad Hale Lover (proprio sopra ho spiegato che Bella per me è un personaggio molto oscuro e crudele, tento di rendere questa mia idea anche nella ff, tenendo comunque conto che come la descrivo qui, ha pur sempre ancora 17 anni ed è ancora parecchio giovane, per cui oscurità e crudeltà si stanno sviluppando) sono contenta che ti piaccia anche questa fic!

Grazie a tutti e scusate se oggi mi sono dilungata tantissimo!!

Alla prossima

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Capitolo 21
*** Sangue di vergine ***


Aggiornamento

Fare l’amore davvero è… strano.

Però bello.

Anzi, emozionante.

Fa male sì, ma è un male piacevole, che ti fa sentire libera da qualcosa che non avrai mai più, e che non vorrai mai più, che ti fa sentire violata ma allo stesso tempo amata, scoperta ed esposta ma allo stesso tempo forte e femminile.

Sono mille contrasti nell’anima e nel cuore che si combattono nella mente facendoti sentire bene e anche emozionata.

Rod. Lui è tremendamente maldestro, ma infinitamente appassionato. Questo lo trovo bello.

Quando ci siamo trovati da soli in camera, avevo nonostante tutto parecchia paura e mi sentivo agitata, lui era imbarazzato e comunque non ce la faceva più ad aspettare, per questo, penso, ha preso l’iniziativa.

Mi ha baciata tanto, mi ha spogliata lui, io quasi non gli stavo dietro neanche coi pensieri, ad un certo punto, ho semplicemente lasciato che facesse.

Solo quando eravamo tremendamente vicini, con la pelle, con gli occhi, col viso, ho sentito il mio seno toccare il suo petto e mi piaceva da morire.

In quel momento ho capito che lo stavamo davvero facendo, mi è passata la paura, ho iniziato a guardarlo languidamente, inclinando leggermente il collo, per sfiorarci l’un con l’altra morbidi come i gatti.

Non ha aspettato di farmi venire molta voglia, dopo questo mio gesto di accondiscendenza, mi ha allargato leggermente le gambe: mi è piaciuto quel gesto, era la prima volta nella mia vita. E poi un po’ di più, sfiorandomi con la mano piano piano, e dopo con le dita, in maniera sfuggente, in certi punti particolarmente sensibili e già mi pareva di impazzire dal piacere. Non lo aveva mai fatto così bene, così piacevolmente.

Lui mi guardava curioso, io gemevo un po’ per il piacere, e perché ero felice di farlo.

Poi è arrivato il gemito di dolore, perché ho sentito leggermente male mentre mi penetrava, con amore sì, ma anche con forza e passione, era come una lama in mezzo alla carne.

Tremendamente bello, tremendamente doloroso.

Così che il mio cervello connetteva poco, era tutto un vortice di emozioni, sentimenti, calore, sudore e rumori, gemiti, movimenti, piacere.

Il suo piacere.

Forte, veloce, curioso, vorticoso, era felice. Ero felice.

Mentre lui veniva, non l’ho guardato, però l’ho sentito, la sua voce e le sue emozioni con essa. E anche le mie emozioni, ma le mie mi erano ancora più misteriose delle sue.

Subito dopo, ancora eravamo uniti, mi ha guardata, anzi, mi ha ammirata e siamo stati stretti a toccarci, lui ansimava ancora lievemente, io no, allora si è allontanato, ha ricominciato a sfiorarmi, tutto il corpo, nudo leggermente sudato.

Poi di nuovo quel tocco, leggero, morbido, sull’inguine, e poi più centrale, sempre più centrale.

Mi ha chiesto: “Posso?” e io “No…” e lui “c’ è il sangue, mi piace, lasciami fare” allora ho detto “sì” in un sospiro, che poco dopo si è trasformato in un gemito lungo e leggero di piacere.

Ho sentito quest’ondata di piacere inondarmi tutto il corpo, ancora più forte della prima volta, e stavo stretta a lui, con gli occhi chiusi, il cuore che mi batteva fortissimo e la sua mano stretta forte tra le mie cosce. Lo tenevo così stretto: era mio.

Dopo il mio orgasmo, ci siamo guardati, lui aveva la mano sporca del mio sangue.

Sangue di una ragazza vergine, sangue per un rito.

Ma quella notte non abbiamo fatto nessun rito, con quella mano sporca di sangue, è risalito lungo tutto il mio corpo: verso i fianchi, il ventre, il seno, fino ad afferrarmi forte la mano.

Abbiamo intrecciato le nostre dita, tutte imbrattate del mio sangue ancora caldo e mi ha giurato eterno amore.

Così è stata la mia prima volta.

Ho provato a descriverla al meglio, anche se i sentimenti e le sensazioni sono così strane e forti, curiose e misteriose, che è difficile capirle e capirmi.

Chissà Rod se le capisce.

Chissà… chissà, Lord Voldemort cosa sente, cosa prova quando lo fa.

Ora che so cosa succede esattamente quando si fa l’amore penso più spesso a lui.

E non posso farne a meno.

Ora che sono una donna, mi guardo molto più spesso allo specchio. Ero certa che qualcosa in me sarebbe cambiato, ma ormai sto perdendo la speranza.

Anche questa volta non è cambiato nulla.

Però so che ho voglia di rifare l’amore con Rod, altre volte, tante volte.

Vorrei provare anch’io un orgasmo, come fanno le coppie vere, quelle che lo sanno fare bene.

Ma io sono sempre stata impaziente, vorrei provare tutto, sempre tutto, subito.

Chissà come lo fa… Lord Voldemort…

Bella

 

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Nota

Sempre grazie infinite ad Hale Lover (e in automatico a maja89) per la recensione! Sono felicissima che tua cugina ti abbia fatto conoscere questo sito! Io lo trovo stupendo! (Approfitto per ringraziarti della fantastica recensione su “Giocare col fuoco” appena invii un’altra delle tue splendide ff, ti rispondo per bene con una recensione, perché per me scrivi ff troppo belle, non hai nulla da invidiarmi! Anzi!!)

Ringraziamenti generali:

Oggi quando ho aperto l’account ho trovato una bellissima sorpresa: ho trovato un gran numero di preferiti in tutte le mie ff! mi sento di ringraziarvi tutti ora (molti di voi seguono questa oltre alle altre lette e seguite per cui non penso di disturbare, comunque ringrazierò anche sull’ altra a capitoli… sulle one shot non posso per cui un mega grazie lo posso esprimere solo qui) perché, ovviamente, mi ha fatto un enorme piacere! E non ho resistito a farlo subito presente…

Stessa cosa vale per le recensioni aggiunte, è sempre un piacere leggere i vostri commenti, le vostre idee sulle storie e quel che avete da dirmi su personaggi trama ecc!

Davvero grazie sinceramente a tutti! Spero di continuare a scrivere cose carine e che vi possano piacere!

Alla prossima

ale

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Capitolo 22
*** Essere puttana ***


Questa mattina mi sono svegliata e alzata tardi, perché mi sono goduta tutte le sensazioni di felicità, entusiasmo e libertà della situazione.

Stavo nel letto tutta sola a pensare a com’ era stato, a cos’avevamo fatto insieme io e Roddy e a come potrà essere d’ora in poi; a immaginare come sarò bella ora, come mi sentirò forte, adulta e cresciuta. Non volevo raccontarlo a tutti, come se fosse solo una cosa senza importanza di cui vantarsi, ma mi piaceva l’idea di dirlo e di parlarne come un cosa importante che io, al di sopra di tutti, avevo fatto e facevo con continuità.

E che era bellissimo.

Non lo facevo con continuità, l’avevo fatto una volta sola… ma durante le vacanze, avevamo tanto tempo per stare insieme io e Rod… e Rod non è certo il tipo che, se gli piace una cosa, si accontenta di farla poche volte.

A parte il turbine continuo di pensieri ed emozioni che si susseguivano nella mia mente e nel mio inconscio, fisicamente non sentivo tanto, solo una lieve sensazione di libertà: della mia pelle, della mia carne esposte all’aria, all’esterno, al caldo e al freddo, al sole e alle tempeste dell’ amore.

Proprio come una rosa che è restata in boccio da sempre e ora è sbocciata, mostrando anche i petali più delicati e teneri, che prima erano nascosti e protetti.

L’ho studiato ad erbologia, una materia che ques’anno mi piace molto e, al contrario di ogni aspettativa, la insegna anche la professoressa che più mi piace.

La odio, s’intende, perché mi fa fare sempre lavori extra, tenta di impegnarmi in qualcosa di buono, ma mi ha insegnato anche alcune cose.

Ora le so.

So cosa significano anche in pratica.

Sono grande ormai.

Quando sono scesa per la colazione, c’ era solo Rab che triturava con flemma nervosa e triste una frittata con formaggini. Rod si sveglia sempre tardi, anche più tardi di me.

Ho salutato Rab sedendomi vicina a lui, nel tavolo lunghissimo di pesante legno lavorato, avevo il mio completino tipo pigiama (ancora da ragazzina a ben guardarci) nero, con le maniche lunghe ma i pantaloncini cortissimi.

Mi immagino sempre che, finita la scuola, quando mi sposerò con Rod, avrò un mucchio di biancheria da adulta stupenda e mozzafiato per dormire.

Ma per ora a Rab è bastata un occhiata ai pantaloncini, al maglione di lana che distrattamente ho infilato sulle spalle, al mio modo scomposto di sedermi a fare colazione, per arrossire palesemente.

Ma per la voglia, non per l’emozione, o la timidezza. La sua era sicuramente tutta voglia.

Me ne sono accorta e mi è piaciuto.

Potere, ho un grandissimo potere anche su di lui.

E mi fa sentire grande, perché quella notte io ho fatto l’amore.

Con suo fratello, il fratello tanto odiato e amato.

E giocare… a me piace giocare…

Gli ho sorriso un po’ maliziosa, mordendo il mio pane con sopra il cioccolato fuso, la mia colazione.

Credo Rab sia andato in completa confusione nell‘esatto istante in cui gli ho sorriso così; dentro di me mi veniva da ridere, le parole che mi martellavano in testa erano solo “provocalo, prendilo in giro, sei cattiva, dimostralo” …

Ho sentito (perché riesco anche a sentire queste cose di me, tanto sono una strega dai poteri occulti sviluppati), dicevo, ho sentito le pupille che mi si dilatavano, gli occhi, lo sguardo, che diventava penetrante e più nero del solito.

Sapevo di essere capace di avvolgere di buio chiunque, con quello sguardo nero, crudele.

Mi sono voltata verso di lui, allargando leggermente le gambe, quasi impercettibilmente, coi capelli che mi sono improvvisamente e sinuosamente scivolati davanti agli occhi, comprendo leggermente il volto e nascondendo in parte il sguardo, creando quelle ombre e chiaroscuri che, lo vedevo negli occhi di Rab, facevano paura, ma allo stesso tempo attiravano gli impavidi, o quelli come me… i cattivi, coloro che nell’animo hanno la notte, e nient’altro.

Sembrava che anche i capelli, gli occhi, le cose fisiche del mio corpo, seguissero i moti della mia anima, piegandosi alle mie evoluzioni interiori.

Lui continuava a guardarmi in maniera affascinata e interrogativa, non credeva possibile che lo stessi cercando.

In effetti, io non lo cercavo perché mi piaceva… ma per testare il mio nuovo potere, quello che sentivo essermi nato dentro quella notte.

Una sorta di fascino oscuro, magico e magnetico, legato alla mia magia di strega, ma anche alla mia personalità oscura che pian piano cresceva dentro di me, si fortificava e mi invadeva tutta.

Mi sento infinitamente innocente, ma ardita al tempo stesso. Forse significa questo quando le ragazze a scuola mi dicono “puttana“? O sono soltanto invidiose perché non si sentono all’altezza? Non lo so… a me non disturba neanche tanto… puttana è qualcosa che dicono con cattiveria e una punta di terrore, ispiro cattiveria, perché sono speciale , ispiro terrore, perché sono pericolosa.

Rab improvvisamente si è avvicinato a me, incerto, impacciato, mi ha sfiorato le ginocchia guadando incessantemente le gambe mezze nude, fin su… dove sperava di intravedere altro, forse anche solo le mutandine.

Ma ho riso forte e mi sono scansata, cambiando completamente atteggiamento, in una maniera così semplice e naturale, da spiazzarlo ancora di più.

È rimasto fermo ad ammirarmi palesemente confuso ed ammaliato.

Quando Rod è entrato nella sala da pranzo, pochi istanti dopo, di certo ha visto suo fratello con quella faccia estasiata. Il suo sguardo, da che rilassato e assonnato che era, è diventato così cupo e minaccioso, nel giro di un singolo istante, che persino io, che amo le tempeste, mi sono preparata a quella che di certo sarebbe stata imminente e spaventosa.

Aggiornerò

Bella

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Ringraziamenti:

Fuori piove a dirotto e il mio ragazzo ha la febbre, per cui io sono più libera e mi diletto scrivendo più del solito… ecco già l’altro capitolo!

Grazie per le letture

Grazie per le aggiunte ai seguiti! Mi fate davvero contenta!

maja89 ciao ben tornata!!! Mi fa piacere che ti sia piaciuto il cap sulla prima volta di bella e roddy (non ti preoccupare quando non puoi recensire! So che mi segui e per me è importante questo! In oltre, ti devo molto, perché grazie ai tuoi commenti mi sono sentita sempre più felice di scrivere qui, e mi hai dato molta voglia ed entusiasmo in più per continuare!! Davvero! P.s. ho visto anch’io che ti piacciono tutte le mie ff… non immagini che bello sia per me! Lo stesso vale per la tua cuginetta super brava anche lei a scrivere! Manca solo la one shoot “Datemi un bacio” : se e quando ti va di leggerla, fammi sapere che ne pensi (anche critiche se non ti entusiasma! Serve tutto a migliorare), i tuoi pareri sono importantissimi per me! Grazie!)

Con l’andar del tempo, bella dovrebbe diventare sempre più oscura rispetto all’inizio, è un po’ un processo di crescita verso quel che sarà da grande. Vedremo se riesco a renderlo…

Mi sono dilungata un tantino… scusa!

Alla prossima allora

ale

Hale Lover grazie!!! Davvero ti piace come descrivo bellatrix?? Io me la sono sempre immaginata così da ragazzina! Mi fanno molto piacere le tue recensioni, hai uno spirito di osservazione molto molto spiccato (l’ho notato dalla recensione che mi hai lasciato sull’altra ff dove bella è grande! Ma ti rispondo per bene su quella quando aggiorno) e i tuoi collegamenti e osservazioni, mi sono utilissime per capire se riesco a esprimere quel che vorrei (infatti questa bella è la versione giovane e pre-azkaban dell’altra ff come hai giustamente notato tu)

Quindi grazie davvero, per i tuoi commenti!

p.s. ribadisco che le tue ff mi piacciono molto, non le trovo affatto inferiori alle mie né come contenuti (che sono molto profondi) sia come stile (le virgole e i verbi li sistemi con un po’ di pratica! Io sono più vecchia e dunque mi sono sorbita solo più ore di italiano rispetto a te, ma non ero certamente una cima!!!! Anzi!!!)

Alla prossima

ale

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Capitolo 23
*** Sapore di sesso e sangue ***


Aggiornamento

In quel momento, quando siamo stati tutti insieme nella sala da pranzo, è stato davvero brutto. Non so come e perché, non mi capita mai, ma mi sentivo il cuore martellare il sangue dappertutto e l’ansia che mi mordeva lo stomaco.

Ho capito poi cos’era: avevo una paura folle di perdere Rod, paura di aver fatto una cosa che l’avrebbe portato via da me.

E quella cosa l’avevo fatta anche nel momento più delicato del mondo.

Mentre io lo voglio, lo voglio davvero tanto, è mio, il mio Rod.

Ogni volta che facevo le mie cattiverie a chiunque, quando e come mi piaceva, non pensavo mai alle conseguenze. Non me n’ è mai importato nulla, ne immaginavo ci potessero essere brutte conseguenze a giochi così divertenti come far soffrire, o far male a qualcuno.

Ora avevo un terrore panico di essere andata troppo in là…

In fondo, lo sapevo bene, Rod era uno tosto, che non si lasciava fare nulla da nessuno.

È stato lui a rompere il silenzio, se l’è presa subito con me: “Che hai fatto? Che ci fate voi due, qui, da soli insieme?”

Ho reagito d’istinto, fronteggiando lui e fronteggiando soprattutto la mia paura.

Nella maniera più sbagliata ovviamente.

Mi sono voltata spavalda e sfacciata e ho detto: “Nulla, stavamo giocando un po’…”

Rod mi ha guardata con odio puro e mi ha gridato: “Che diavolo significa “giocare“? Dimmelo, lo so che sei tu a provocare tutto questo male Bella, lo so quanto ti piace! E allora vai fino in fondo! Dì tutto quel che hai da dire per divertirti a vedere soffrire la gente”.

Sì mi piace fare del male, evidentemente, dato che non faccio che quello… Ma ora che lui era tanto arrabbiato, mi piaceva anche di più… ho risposto: “Giocavamo… Gli facevo vedere solo come sono le gambe di una ragazza”

A quel punto, neanche me ne sono resa conto subito, mi ha dato uno schiaffo.

Sorprendente, inaspettato… un fulmine.

Un dolore

Mi è piaciuto da impazzire.

Sì, so che mi sarei dovuta offendere, mettermi a piangere e tutte quelle cose lì… era uno schiaffo, incerto, non troppo violento, ma pur sempre uno schiaffo.

Eppure mi eccitava, lo trovavo adatto.

Non riuscivo a urlare e scalpitare contro di lui… lo guardavo.

Ammirata, sorniona, maliziosa, felice, sorpresa soprattutto.

Di lui, della sua reazione, e di me e della mia reazione.

Lui sembrava pentito, allibito, incerto… e quando ha visto il mio sguardo d’intesa, è rimasto ancora più spiazzato.

Siamo stati interrotti nel nostro dialogo fatto di sguardi e silenzi: Rab gli è saltato addosso prendendolo a pugni e aggiungendo qualche calcio ben assestato “Lasciala stare, di che hai paura? Che te la portino via? Di non essere abbastanza per lei? Lo sappiamo tutti che non sei niente! Stavamo parlando e tu dai di matto! Sei solo uno stupido bambino capriccioso, sai essere solo violento” .

Rod neanche si difendeva. Era stupidamente pentito dello schiaffo e si lasciava far male di proposito, ne ero certa… Non aveva capito che mi era piaciuto? Sciocco.

E io li guardavo, attenta, senza dire una parola, nonostante avessi freddo ormai, con le gambe nude e i piedi nudi sul marmo ghiacciato. Mi sono stretta la maglia di lana sulle spalle, i capelli che mi ricadevano sul volto, nascondendolo in parte. Mi sentivo forte e misteriosa così…

Pensavo al Natale dolce e affettuoso di tutte le persone normali… e a quello di noi tre, qui a farci del male, a prenderci a botte e pensavo che a me che piaceva così.

Di certo piaceva anche a loro due.

E avevamo solo sedici e diciassette anni… e già eravamo così diversi da tutti…

Si sono fermati, un po’ perché stanchi, un po’ perché mi sono decisa a fare qualcosa, solo dopo un po’ di tempo.

Rab è andato in camera sua, quasi senza ammaccature.

Io sono restata con Rod che si era steso sul pavimento. Non che Rab fosse stato tanto violento: solo lividi; ma gli piaceva star steso lì, a guardare il cielo dalla finestra, i freddi arabeschi delle colonne e del soffitto lavorato… e me, guardava me… che lo osservavo silenziosa. Poi mi ci sono stesa di fianco.

Non riusciva a chiedermi scusa, per questo mi ha accarezzato la guancia un po’ rossa guardandomi tristemente.

Ho riso.

Ero felice, avevo scoperto cose di me, cose che neanche immaginavo.

Gli ho subito detto: “Quando ti faccio ingelosire, quando gioco con tuo fratello, o con altri, tu ti arrabbi”.

Lui era un po’ sorpreso della mia calma e del mio entusiasmo: “Sì, ovvio” ha comunque risposto.

“Quando ti arrabbi, mi fai male… mi piace sai? Quel che hai fatto mi ha eccitato tanto, nessuno si azzarderebbe mai… tu sì” lui mi ha lanciato uno sguardo letteralmente esterrefatto, io ho continuato: “Non sono arrabbiata con te… tu lo sei ancora con me?”

Ha sussurrato: “No, mi piaci più di prima! Sei completamente matta” ho sorriso, in maniera strana, non sapevo di saper sorridere così, in maniera tanto compiaciuta di me stessa.

Ho aggiunto: “Ti farò arrabbiare ancora Rod! Così fai quel che mi piace”.

Ha risposto: “Fammi arrabbiare tutte le volte che ti pare, sfacciata stronza bastarda! Basta che poi finisca sempre in questo modo…”

Non aveva finito neanche di dire quella frase che, spostandosi da terra sopra di me, ha iniziato a baciarmi.

Toccarmi.

Spogliarmi di nuovo.

Era la seconda volta.

Quando ci baciavamo, tanta era la passione che, qualche ferita, o mia o sua, riversava nelle nostre bocche un leggero e piacevole sapore ferroso.

Il sapore del sangue.

Sapore di sesso e sangue.

Bello.

 

Bella

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Scusate tanto per il tempo che ho impiegato ad aggiornare, ma finalmente ho un po’ di sosta e mi rifarò!!(per l'altra ff impiegherò un po' di tempo per l' aggiornamento, ma mi sto dando da fare...)

Ringraziamenti vari:

Hale Lover: eccomi finalmente! Grazie come sempre per i complimenti e davvero non sentirti insicura per le tue ff che sono sempre belle e ne sento già la mancanza!!! Un giorno ti dovrai cimentare anche in una storia lunga o il tuo talento sarà sprecato!! (scherzo, scrivi come ti viene, ma sappi che mi piace molto come lo fai).

Detto questo ti saluto e ti dico che bella sarà lentamente sempre più conscia della sua cattiveria e oscurità, forse Rab ci rimetterà ancora qualche volta, ma non la farò essere troppo bastarda con lui!

Alla prossima

ale

maja89: grazie davvero per le recensioni (qui e sull’altra che hai letto subito e che hai messo fra i preferiti! È sempre un piacere trovarti!). Come dicevo sopra. Bella deve pian piano diventare sempre più cosciente della sua crudeltà e del suo carattere oscuro. Eviterò però di renderla cattiva nel senso che va a letto con tutti, li fa soffrire e basta. Non penso che la sua mancanza di coscienza sia basata su quello, anzi, la vedo molto fedele a Voldie e quindi anche a se stessa. Cercherò di esprimere un po’ meglio questa idea nella ff (magari sperando di riuscirci).

Termino dicendoti che, sì, le tue recensioni mi incoraggiano e mi hanno incoraggiato molto all’inizio, quando ho cominciato a scrivere qui (questa era solo la mia seconda ff dopo una one shot…) per cui non finirò mai di ringraziarti!

Alla prossima e scusa ancora il ritardo nell’aggioramento

ale

Nyappy: grazie per seguirmi sempre! E recensirmi ogni volta che puoi, non sto a dirti che spero di dare un taglio interessante al personaggio sia di bella che di rod, che ti possa continuare a piacere o interessare!

grazie ancora

ale

Mizar:sono felicissima di trovarti anche qui! Esprimo al meglio che posso i personaggi della storia, ma mi è difficile riuscire a rendere bene la mia contentezza per il fatto che ti piace leggere le storie di bella e compagnia, proprio grazie alle mie ff.

Ti dirò, anche a me l’idea del diario scritto da un tipo come bella, pareva quantomeno strano, però poi ho letto che tutte le streghe dell’antichità, ne tenevano uno, che si chiama “grimorio” o “libro delle ombre” dove appuntavano fatti personali e incantesimi, lungo tutto l’arco della loro vita (penso di aver messo l’informazione nel primo cap sotto le note), per cui ho preso la palla al balzo e ho inventato la storia, mi sembrava più plausibile così, comunque, sono contenta che ti piaccia l‘idea!! Che dire di altro? Anche nei prossimi capitoli parlerò molto del rapporto bella rod, che secondo me è molto particolare, e spero di riuscire a scrivere un po’ di più, rispetto agli ultimi giorni…

Alla prossima, grazie per le tue letture e complimenti, mi hanno dato molta voglia di scrivere!

ale

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Capitolo 24
*** Dentro me stessa ***


Fare l’amore con Rod è bello ogni volta.

Per svariati motivi, non perché io riesca a provare sempre un orgasmo quando lo facciamo.

Anzi, direi proprio che lui è troppo veloce a venire per lasciarmi il tempo di provarlo.

Ma non mi importa più di tanto di questa cosa, principalmente per due motivi.

Il primo motivo è che, cercando nei meandri della mia mente, ricordo che mia sorella Andromeda mi diceva sempre che i ragazzi sono fatti così, hanno tempi diversi rispetto alle ragazze… (io rimanevo un po’ stupita quando me ne parlava… ma adesso lo so anch’io cosa vuole dire…) e che bisogna fare molta esperienza insieme.

Il secondo motivo è che sono così impegnata a capire come sono fatta in quelle situazioni, che il puro piacere, poco mi interessa (almeno al momento).

Mi pare di scoprire un mondo tutto nuovo racchiuso dentro me stessa.

Mentre ci baciamo, mentre ci guardiamo toccandoci morbidamente, mentre ci spogliamo e facciamo giochi innocenti e allo stesso tempo tremendamente audaci e fin troppo spinti per la nostra età, per chi sta scoprendo il sesso da pochi giorni, ecco, durante tutto questo, io riesco a esprimermi, esprimere me stessa, o una parte di me, che ancora conoscevo solo vagamente.

Un mondo, il mio mondo interiore, la mia personalità vera, viva, reale: fatta di voluttà e oscurità, malizia e mistero, sfrontatezza e crudeltà, audacia e un po’ di follia.

E anche un non so che di masochistico… questo però non lo riesco a percepire ancora bene… ho come l’impressione di dover attendere.

Attendere cosa? Un altro uomo, più crudele, più spietato, più pretenzioso; un altro tipo di amore, più forte, più travolgente.

Ma forse sono solo sogni… impressioni irreali…

Comunque io sono così, questa è la mia magia. Il mio potere, cresce dentro di me. Lo sento scorrere nel mio sangue, guizzare nel mio corpo. E ogni incantesimo che faccio, anche il più stupido, è più potente, sempre più potente.

E, dicevo, sono talmente, impegnata a scoprire questo mio lato ancora sconosciuto, ma che sta uscendo prepotentemente, che non mi accorgo di altro.

Mi piaccio, mi piace come sono fatta dentro. Quasi tutto di me mi piace.

Mi piace anche come sono fatta fuori, sono carina, direi io; bella, mi dicono gli altri.

Questo mi dà potere. Lo so.

Le vacanze procedono così da qualche giorno ormai, senza particolari eventi… a scoprire come sono, a scoprire il mio corpo, il mio piacere, il mio carattere forte e appassionato, e com’ è Rod. Irruente, fragile, tempestoso, irrispettoso, brutale a volte, affettuoso altre, e pronto a provare tutto. Oltre ciò, ogni tanto passiamo il tempo ad atteggiarci a padroni di casa, chiacchierare con Rab e stabilire divertimenti di gruppo che finiamo sempre per rimandare; a studiare e provare alcuni incantesimi di magia oscura: io li compio, e lui, Rod, mi osserva.

Siamo due anime gemelle noi, l’ho sempre pensato… evidentemente lo pensa anche lui.

Questa mattina, ci crogiolavamo nel letto. Abbiamo dormito vicini tutta la notte per la prima volta e siamo rimasti al caldo, col camino acceso, per buona parte della mattina. A me piace stare mezza svestita a letto, è una cosa che qui, posso fare liberamente. La cosa che vorrei di più è possedere della biancheria particolare, per dormire con un ragazzo ci vuole… ma ancora non ce l’ho, così, stavo con le mutandine di pizzo e una canottierina leggermente corta. Mentre leggevo un libro di legilimanzia, sdraiata vicino a Rod, lui mi guardava, mi osservava, studiando tutto di me, della mia pelle, del mio seno che s’intravedeva leggermente, dei miei capelli che sto lasciando crescere, lunghi e lisci sulle spalle, neri come la notte.

Ad un certo punto si è avvicinato e mi ha detto “Bella, per te, ci si può innamorare anche da ragazzi? L’amore dura poi?” io l’ho guardato pensierosa.

In un primo momento, ho pensato che io amo Lord Voldemort… e che ero certissima che questo mio amore sarebbe vissuto dentro di me, fino alla morte… ma non pensavo Rod si riferisse al mio amore per Lord Voldemort, per cui mi sono costretta a cambiare ottica.

E la prima persona che mi viene in mente dopo Lord Voldemort (molto dopo, ma pur sempre la prima) è proprio Rod… ci ho pensato un po’ su e ho detto “Sì per me può durare, soprattutto se due persone sono anime gemelle! Io, per esempio, so che io e te lo siamo, e non ci separeremo! Noi siamo nati per stare insieme, in qualche modo, vicini, legati, indissolubilmente… come si dice? Nel bene e nel male?”

Lui mi ha guardata, il suo sguardo era un misto tra sorpresa, felicità, incertezza ed entusiasmo. Poi si è sdraiato sulla schiena, poggiando la testa sopra al braccio piegato ed è stato così un po’. Io ho domandato: “Perché mi chiedi queste cose?”

Allora lui mi ha risposto la cosa più strana, entusiasmante, avventurosa, libera e felice che potesse rispondere “Stavo pensando ad una cosa, seria però, per cui volevo la tua opinione…” si e voltato di lato, guardandomi negli occhi, con espressione interrogativa e propositiva.

Eravamo lì, sdraiati sul letto, io a pancia in giù, appoggiata ad entrambi i gomiti, con davanti il libro di legilimanzia, le mie mutandine di pizzo nere e la canottierina nera anch‘essa, voltata verso di lui a guardarlo… lui guardava me, sdraiato su un lato del corpo con la testa appoggiata sulla mano a pugno e il gomito piantato sul cuscino. Aveva una maglietta nera, con stampato sopra un grande teschio bianco che si notava più di tutto il resto… è stato così che mi ha detto: “Perché pensavo che sarebbe forte sposarci”

Aggiornerò

Bella

 

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Ciao maja89! Anch’io penso che nessun ragazzo o uomo dovrebbe picchiare una ragazza o donna per nessun motivo al mondo!! Ma poi ho anche pensato che Rod e Bella sono due violenti torturatori assassini (qui giovani, ma il futuro è comunque quello) per cui, per loro forse ci sarebbero state delle regole diverse! E poi penso realmente che a Bella piaccia la violenza in ogni salsa, per cui ho pensato di rendere la cosa cos’, per non farli troppo disumani tra loro, cosa che per altro non penso siano, ho descritto lo schiaffo come non forte, non particolarmente violento. Però per me ci stava bene per descrivere la loro diversità che li unisce e sono contenta che alla fine sia comunque piaciuto anche a te. Ho ancora un bel po’ di avvenimenti da raccontare e, anche se la fic sta diventando chilometrica, e vorrei scriverne un’altra, io la continuo e mi ci dedico molto…! Sarò solo più lenta nel postare per via di lavoro (e studio… che rimando perennemente), cerco comunque di sedare la tua curiosità super velocemente!!

A presto!

ale

Ciao Hale Lover! Hai esattamente detto quel che penso anch’io: se Bella non avesse almeno una persona su cui contare, o comunque che le vuole bene e a cui voler bene (almeno a modo loro) secondo me non sarebbe un personaggio reale o comunque realistico… ognuno di noi ha bisogno di qualche rapporto umano. Per me lei e Rod ce l’hanno. Altrimenti non starebbero insieme fin nel settimo libro di saga (dove ancora combattono fianco a fianco nonostante tutto).

Te l’ho detto che sei una lettrice super attenta e intuitiva!

P.s. hai ragione però, a Rab vanno tutte storte… a lei tutte bene… credo che una piccola rivincita al povero Rab, prima o poi la darò… me la devo solo inventare!!

Spero di avere placato un po’ la tua curiosità (“curiosissimerrima” è geniale!)

Alla prossima allora

ale

Ciao Nyappy! Grazie per i complimenti e gli auguri per Halloween! (serata bellissima fra maschere, vestiti dark, candele e atmosfere magiche).

Con quel litigio spero di aver spiegato ancora meglio come vedo rod e bella insieme: una coppia violenta, già un po’ fuori di testa, ma comunque innamorata!

Alla prossima!

ale

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Capitolo 25
*** Questa data non la scorderò mai ***


Aggiornamento

Quella frase, detta in quel modo, con quella sua aria altera e un po’ strafottente, ma entusiasta allo stesso tempo, quello sguardo, vivace e insicuro… dolce… se lo si guarda fino nel profondo degli occhi, mi è piaciuta da matti.

Sono restata zitta un attimo.

In quell’attimo tanti pensieri mi si sono affollati nella mente: Lord Voldemort… Lord Voldemort è stato il primo. Ci avevo già riflettuto tanto, sapevo di essere solo una ragazzina, lui un adulto, nemmeno lo conoscevo, non avrei mai potuto rimanere illibata per lui, non era nel mio carattere, sarebbe stato comunque un atto totalmente inutile, e, ho pensato, lo stesso discorso valeva anche per un eventuale matrimonio: discorso chiuso, problema risolto.

Poi mi si è affacciata davanti quella che tutti chiamano libertà… io però, con Rod mi sentivo libera, con lui potevo essere davvero me stessa: discorso chiuso, problema risolto.

Altra cosa: “Troppo giovani”… quello che avrebbero detto tutti… non mi importava, ce la saremmo cavata da soli anche se giovani, anzi, ce la saremmo cavata meglio: discorso chiuso, problema risolto…

Mentre pensavo e notavo che non c’erano problemi o impedimenti al nostro matrimonio, lui mi si è avvicinato e ha aggiunto: “Siamo entrambi mago e strega ereditari, di sangue puro, ci ho pensato, non ci faranno storie di nessun genere. Io poi voglio te, nessuna strega diversa da te, morirei a fianco ad una che non è viva come te, appassionata come te, terribile come te, tu sei la mia strega oscura, la mia strega nera! Ho persino paura di te! Chi sa darmi tutta questa eccitazione? Tutte queste sensazioni belle e brutte allo stesso momento?”

Queste erano più o meno le cose che io stessa pensavo di lui, in oltre, mi dicevo, non voglio in nessun modo sottostare a matrimoni pilotati, voglio scegliere io la persona che condividerà tutto con me, io non mi faccio dare ordini da nessuno tanto meno su chi devo sposare. E Rod è coraggioso, sarebbe diventato, lo so fin d’ora, uno dei più bravi e forti fra i mangiamorte, ha il carattere adatto, giusto.

Per essere mangiamorte e per stare con me.

Ho risposto: “Siamo anime gemelle Rod! Siamo destinati a stare insieme! Trovo forte anch’io che ci sposiamo!”

Mi ha sorriso.

Siamo rimasti un po’ imbarazzati a guardarci… poi, per toglierci da questa strana ed estranea condizione, ci siamo baciati, toccati, spogliati lentamente, facendo un su e giù di biancheria sempre più ardito e ci siamo amati… con più passione del solito, facendo più gli sciocchi del solito, e siamo stati molto più spinti del solito.

Alla fine mi ha detto: “Sai che mi piace molto quando fai la puttana? Forse non è normale perchè dovrei essere il tuo ragazzo… e queste cose non si pensano della propria ragazza, ma ti trovo affascinante quando lo fai con me, e stronza quando lo fai con mio fratello; ti odio e non ti sopporto, ma a te poi piace… e anche a me”.

“Lo sapevo“ ho pensato “che Rod è forte, speciale, unico” volevo stare con lui, da morire volevo stare con lui; ho chiesto: “Quando ci sposiamo? Finita la scuola? Dopo il M.A.G.O.?” lui mi ha semplicemente detto, stiracchiandosi e rivestendosi un po’ “Quando vuoi tu, più presto che si può, per me va bene! Ti comprerò un anello bellissimo Bella… voglio che sia unico e irripetibile…”

Ora, l’incertezza che prima leggevo nei suoi occhi, era totalmente scomparsa, mi pareva fosse solo davvero felice.

Ci guardavamo negli occhi entrambi, sorridendoci di nuovo come fidanzatini scemi.

Poi mi è balenata un’idea nella mente: “Quando saremo sposati, potremmo fare ciò che ci pare in totale libertà… lo sai, io voglio conoscere Lord Vodemort!” un ombra di stizza è chiaramente passata nei suoi occhi, qualcosa di molto simile a rabbia e paura. Ma subito dopo è tornato il Rod che è sempre, o quasi, buono e affettuoso con me: “Sì Bella, diventeremo entrambi mangiamorte, ce lo siamo promesso, e così sarà! Io lo voglio quanto te… o quasi quanto te”

Gli ho sorriso, felice, compiaciuta, orgogliosa di lui e di noi insieme.

Poi ho avuto una delle mie sensazioni particolari, di quelle che solo una strega potente come me può avere. Qualcosa mi diceva che io non ero destinata ad essere solo una semplice mangiamorte, volevo qualcosa di più… volevo conoscere tutti i segreti della magia oscura… ma non sapevo come fare, a scuola, di certo, non me lo avrebbero insegnato.

Rod ha interrotto il mio flusso di pensieri e mi ha detto: “Ti va di dare una festa? Per festeggiare la decisione che abbiamo preso?”

Ho detto subito di sì, dimenticando prontamente i miei progetti per il futuro: “Andiamo a fare spese a Diagon Alley, compriamo cose per la festa e i regali da scambiarci!”

Così siamo usciti Rab, Rod e io, tutti insieme e tutti contenti.

A Rab non abbiamo detto ancora nulla del matrimonio.

Le strade di Diagon Alley sono gremite di gente per le feste natalizie, tutto ha un ’atmosfera calda e luminosa, tutto sa di buono, dolce e zuccheroso.

Dopo poco, ci veniva da vomitare e ho proposto di andare a vedere Nocturne Alley come si preparava al Natale…

Non mi immaginavo mai che quella stupida atmosfera natalizia di Diagon Alley e la svolta imprevista per un giro più divertente e oscuro a Nocturne Alley, sarebbe stato, forse, il giro più importante della mia vita.

Era il pomeriggio del 21 dicembre, la festa del sabba di Yule, dieci giorni prima del suo compleanno.

Questa data non la scorderò mai.

Aggiornerò

Bella

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Angolo ringraziamenti:

Hale Lover: ovviamente ancora grazie! Non ho altre parole per descrivere quanto ti sono grata per le recensioni, e perché mi segui sempre! Sì penso che anche Bella debba potersi fidare di qualcuno, averlo vicino, sentirsi amata, perché altrimenti sarebbe molto più insicura, non riuscirebbe, secondo me, a perseguire le sue idee e sentimenti con tanta sincera passione! È una mia idea, ma credo sia una caratteristica di tutti noi esseri umani. Poi contando che è un’adolescente mi sembra ancora più marcato questo bisogno

Abbi pazienza per il povero Rab… fra poco mi inventerò qualcosa per venirgli in aiuto…

Grazie ancora davvero e alla prossima

ale

maja89: eccomi con l’aggiornamento! Scrivi pure se e quando puoi! So che mi segui e questo è per me super importante! Poi quando si accumulano gli impegni è un casino… magari il lavoro consistesse nello scrivere e leggere ff… saremmo ricche!! Questi sono capitoli più dolci tra rod e bella, mi paiono i tipi che passano da un estremo all’altro senza tanti problemi, è un modo per dimostrare la loro mancanza di coscienza (mi pare la rowling lo dica da qualche parte… quando spreca una parola su questi personaggi…)

Alla prossima allora e sempre grazie

ale

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Capitolo 26
*** Lui era Lord Voldemort ***


Aggiornamento

Quando siamo entrati tutti insieme nel quartiere desolato e lugubre di Nocturne Alley, non sembrava neanche più Natale, l’atmosfera era tutta diversa. Pare che in quel quartiere il tempo non passi mai e gli avvenimenti non si susseguano: non esiste Natale, Pasqua o altro, come giusto che sia, Nocturne Alley si anima soltanto ad Halloween e, in parte, per gli altri sabba.

Le strade sono buie, ciottolose, di solito strette, per lo più si tratta di vicoli risalenti ad epoche storiche lontane, passate da secoli. Qui è facile per maghi e streghe nascondersi, occultarsi, compiere qualsiasi cosa non gradita, fuorilegge e poco chiara. I negozi sono antichi, scuri, spettrali, a volte persino minacciosi, la gente che li frequenta è per lo più sconosciuta, non si vede nei salotti dei purosangue, non si vede fra la gente per bene, non appartiene ai babbani o mezzo babbani.

Gli oggetti in vendita sono i più disparati: si possono trovare oggetti di magia nera, magia rossa, pozioni antiche, libri proibiti, ma anche vestiti molto speciali, in stile macabro o sessuale, oppure sostanze ed erbe di ogni genere ed effetto, o anche armi improprie o particolari.

Qui a Nocturne Alley, non arriva neanche mai la neve, nemmeno se scende a Diagon Alley, come se la sua purezza non potesse entrare in quel quartiere.

Io, in quel posto, in quel momento, mi ci sentivo come a casa mia. Certo, non potevo andarci spesso, ma l’atmosfera mi piaceva, me la sentivo congeniale, in oltre essendo una strega potente anche se così giovane, non avevo molta paura che qualcuno potesse farmi del male.

Giravamo dunque per questi vicoli, Rab Rod e io, chiacchieravamo contenti, progettavamo regali, pensavamo agli oggetti utili per una festa molto particolare. Ero felice di tante cose che mi erano capitate nell’ultimo periodo, ed ero felice di essere lì, con loro.

Ridevo e chiacchieravo senza pensieri quando all’improvviso ho sentito una risata che proveniva dall’interno di un negozio.

Quella risata mi ha colpito come una lama nel cuore, come un fulmine nella notte più oscura, come un fuoco che divampa improvviso nei boschi.

Una risata forte, viva, carismatica e crudele.

Senza gioia, ma con un’ infinita personalità.

Mi sono voltata improvvisamente cercandone la provenienza, non sapevo nemmeno io perché mi avesse tanto attratta.

Poi ho visto chiaramente il negozio: Magie Sinister, a quanto pare, uno dei negozi più famosi, nell’ambiente di Nocturne Alley

La porta era aperta e sull’uscio stava un gruppetto di uomini vestiti di nero o di scuro, tutti portavano lunghi mantelli con il bavero rialzato e il cappuccio, tutti… tranne uno.

Si distingueva da tutti: lui infatti, il bavero e il cappuccio, nonostante il freddo, non li portava.

Era lui che aveva riso.

Era lui il mio grande e unico vero amore.

Lui era Lord Voldemort.

Mi sono fermata di colpo, incantata a guardarlo, avevo i brividi, per la prima volta lo vedevo, per la prima volta sentivo la sua voce, per la prima volta sapevo della sua terribile e splendida esistenza. Non era un sogno: lui, l’amore, la potenza, la magia… esisteva.

Era bello come nessuno mai.

Alto, più degli altri, magro, molto magro, oserei dire… sciupato. Ma questo gli donava. Così sembrava come se avesse già vissuto tutto, e di più. Come se sapesse tutto, perché lo sentiva, l’aveva provato su di sé e non ne aveva paura.

Aveva i capelli neri, appena mossi dalla corrente che evidentemente si creava sull’entrata del negozio, leggermente lunghi, ma più che altro incuranti di un ordine prestabilito.

Anche gli occhi erano scuri, più intensamente scuri dei capelli, penetranti… inquietanti.

Lui ha la pelle chiara, o forse pallida.

Tutto di lui, delle sue caratteristiche fisiche, è un contrasto pazzesco, che fa quasi male agli occhi, tanto è attraente, magnetico, misterioso.

Portava vestiti neri… ma non quel genere di vestiti a cui sono abituata io… sembrava non conoscere neanche lontanamente le accortezze dei purosangue, l’eleganza, l’attenzione ai particolari che contraddistingue chi da sempre fa parte della tradizione magica. Ma certamente non era vestito di stracci rattoppati come gli Weasley, o vestito come i babbani, o i mezzosangue che, l‘abitudine a vestirsi come i babbani, se la portano dietro a vita.

No, lui era diverso.

Da tutti.

L’eleganza ce l’aveva nel sangue, si vedeva… da come portava quegli abiti.

I vestiti non avevano nulla di che, ma erano perfetti allo stesso tempo. Erano un po’ scomposti e incuranti di non coprire, di non avvolgere, solo si posavano su di lui insieme al vento. Senza nemmeno difenderlo dal freddo, stavano lì, a lasciar intravedere tutto e niente.

Di sicuro lui neanche sapeva tutto ciò, troppo vivo per fermarsi a pensare a queste cose.

Ho solo diciassette anni, lo so, ma in quel momento ho imparato a capire la sensualità di un uomo.

Un uomo davvero, non un ragazzo.

È stato così che l’ho visto e ce l’ho avuto vicino, a portata di mano.

Dovevo solo decidere, se avrei avuto il coraggio di parlargli o meno.

Aggiornerò

Bella

 

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Nota:

Sinceramente ho rinunciato a capire con che logica la rowling abbia affibbiato le età ai suoi personaggi… ho fatto qualche ricerca in internet ed ero più incasinata di prima… poi ho trovato una sua intervista nella quale lei stessa ammetteva diverse incongruenze con le età, soprattutto delle generazioni prima di quella di harry… così alla fine ho deciso di far del mio meglio per mantenere una logica, per cui ho pensato che se bella ha 17 anni, voldie ne deve avere circa 15 in più, massimo 20 (altrimenti ci sarebbe troppa differenza di età tra i due, anche da adulti, anche contando che lui resta morto per 15 anni e non invcchia…).

Non l’ho reso ancora serpentesco perché ci diventa dopo la rinascita, ora ha solo dei tratti negli occhi e nell’aspetto generale (l’ho dedotto dai flashback sul sesto libro)

Insomma ho tentato di rimanere aderente alla trame, aggiustandola qua e là dove mi pareva carino!

Ringraziamenti:

maja89: eccomi con l’aggiornamento! Stai pure tranquilla, perché prima comunque che i due si sposino, deve ancora succedere tanto (mezzo anno scolastico o poco meno) e non la concluderò col matrimonio! Comunque, dovessi dar importanza all’evento, di certo sarà un rito tutto originale marcato mangiamorte in erba!!

Non ti preoccupare assolutamente delle recensioni se non le puoi scrivere, io non mi faccio problemi (certo, le adoro e mi aiutano sempre tanto, ma davvero so che mi segui e non me la prendo o ci resto male!)

p.s. se bella o rod dovessero apparirti troppo incoerenti, mi raccomando, fammelo notare! Qualsiasi critica è bene accetta! Io li descrivo così, per dar quel non so che di adolescenza un po’ icurante e un po’ matta, ma felice in un certo senso, ma capisco che troppo risulta brutto. Per cui dimmi pure se la cosa stona! Grazie!

E grazie ancora per tutto!

Alla prossima

Hale Lover: non ti preoccupare per i commenti corti (che poi corti non sono, per cui non c’ è proprio problema!) io non ti ringrazierò mai abbastanza per scriverli, anzi, per ringraziare tutte le mie lettrici, ho lasciato una dedica sulla mia nuova one shot, anche per te e tua cugina ovviamente! Ho pensato a quel modo per comunicarvi quanto vi sono grata!

Grazie ancora, alla prossima!

Clo_death eater: dato che mi segui anche qui, ne approfitto per risponderti subito alla recensione di ieri sulla nuova shot! Grazie grazie grazie! Immensamente! Sono contenta che ti piaccia come descrivo voldie, ci provo a capirlo… cerco di fare del mio meglio e poi spero venga fuori qualcosa di plausibile e comunque non troppo scontato, perché il personaggio mi piace molto. E spero continui a piacere anche a te! Stessa cosa vale per il suo rapporto con bella.

Ti rispondo comunque anche all’altra recensione sull’altra ff… aggiorno presto!

Alla prossima

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Capitolo 27
*** La strega più potente ***


Aggiornamento

Lo guardavo… e tentennavo…

Non riuscivo ad avere il coraggio di parlargli: subito, improvvisamente, a lui... non riuscivo.

Lui era Lord Voldemort, io una ragazzina brava con la magia, in giro per Nocturne Alley… C’ era troppa differenza tra noi, lo sapevo.

Ho sfiorato la mia bacchetta, ero abbattuta, triste, indecisa… l’ho stretta nella mia mano destra, la mano proiettiva, quella capace di scatenare gli incantesimi potenti che mi contraddistinguono, quella che libera una tale energia che a volte, a stento, la posso controllare.

Sfioravo la mia bacchetta di legno di noce, il legno fra i più magici per eccellenza, fra i più carichi di tradizioni ed energia magica, il legno che solo una strega potente può utilizzare, può gestirne i poteri.

La strega più potente: io

Bellatrix

Neanche me ne sono resa conto, neanche ho avvisato Rod e Rab, neanche mi sono posta il problema di cosa avrei detto e cosa avrei fatto, davanti agli altri mangiamorte, l’unica cosa che volevo era lui. Sono andata da lui.

Quando gli sono stata vicina, per la prima volta, ancora gli dovevo rivolgere la parola, in quella sera d’inverno, freddo… quando lui ha percepito la mia presenza, poco distante, e si è voltato verso di me.

In quell’esatto istante, un leggero vento gelato, che sapeva di freddo e ghiaccio splendente, mi ha scompigliato i capelli portandomi diversi fili neri davanti agli occhi e, nell’istante subito dopo, ha raggiunto i suoi.

Lui si è mosso col vento, scostandosi i capelli dal volto, mostrando così, i suoi bellissimi occhi.

Neri come la notte… sì… ma da vicino era facile scorgervi dei riflessi rosso scuro, colore del rubino, che parevano esserci e, l’istante dopo, non esserci più, proprio come il vento: quei riflessi volavano via col vento.

Il vento gelido, freddo, limpido e tagliente come il ghiaccio, che portava il profumo di posti lontani e metteva i brividi. Ho capito solo in quel momento cosa significava davvero il suo nome: volo di morte.

Non so come, a dire il vero, ma ne ho sentito il significato sulla pelle e dentro l’anima.

Quando mi ha guardata, dritta negli occhi, diffidente, arrogante, curioso e indagatore, l’ho subito amato come non mai.

Il cuore ha iniziato a battermi davvero, per la prima volta nella mia vita; quando il sangue ha iniziato a vorticarmi nelle vene e i miei occhi hanno davvero incontrato i suoi, in maniera totale, il mondo attorno ha realmente smesso di esistere.

Ricordo solo me e lui, lui e me: il paradiso e le fiamme dell’inferno all’unisono che mi circondavano l’esistenza.

Un’ esistenza fatta solo di lui.

Rod mi chiedeva se ci si può innamorare a diciassette anni… ora so che si può amare da impazzire a diciassette anni.

Non sapevo assolutamente come iniziare un discorso e, in tutta quell’estasi che non mi faceva capire più nulla, ho tentato: “Fatemi essere una strega potente, oscura. La strega più potente, la strega più oscura, per servirvi… per stare con voi”

Immediatamente, gli altri mangiamorte che erano lì, di cui mi ero totalmente dimenticata, hanno iniziato a ridere sguaiatamente.

Io non ho smesso un solo secondo di guardare Lord Voldemort negli occhi, volevo che mi capisse, che non mi lasciasse lì da sola, senza di lui, senza una parola, o prendendomi in giro… ho provato ad aggiungere “Vorrei diventare una mangiamorte… anch‘io…”

Lui, a quel punto, si è fortemente concentrato su di me, continuava a non parlarmi, è diventato serissimo, ha cambiato il sguardo e io non ho fatto in tempo a vedere in che modo mi guardava, che subito lui mi è entrato dentro.

Dentro il corpo, dentro l’anima, dentro la mente. Prepotentemente, senza ammettere barriere di nessun genere, veloce e forte, una potenza e una volontà fuori completamente dall’ordinario… almeno credo…

Deve essere quella la legilimanzia che leggo e studio quasi giornalmente sui libri. Non ha avuto alcun bisogno neanche di usare la bacchetta.

È stata una sensazione strana, intensa, un vortice dentro di me. Uno sconvolgimento generale, che mi ha in un certo senso voltata e rivoltata, tutta, completamente.

Lasciandomi stranita, sconosciuta a me stessa. Come quando la terra viene rivangata: la superficie viene portata sotto e gli abissi neri, scuri, sconosciuti, vengono portati in superficie.

Così è stato l’effetto della sua legilimanzia su di me.

Poco dopo tutto questo era finito e lui mi guardava di nuovo interessato, ma con un’aria del tutto nuova nello sguardo, che ora mi pareva ancora più terribilmente rosso: color del rubino.

Aggiornerò ancora!

Bella

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Grazie a:

Hale Lover: grazie per i complimenti, voldie giovane me lo immagino molto figo, ma in un certo senso anche molto originale, una bellezza non proprio classica… insomma, ho descritto come me l’immagino e sono contentissima che soddisfi anche la tua fantasia! E in questo cap sono andata ancora avanti con l’incontro (mi piace molto parlare di lui… anche questo mi pare palese…) descrivendolo un po’ sfuggente e freddo, come il vento.

Bella ci ha parlato (quando si tratta di lui è sempre temeraria perché è innamorata proprio tanto) per ora e questo incontro sarà importante per lei… anche se non decisivo. Comunque continuerò presto!

Grazie alla prossima

ale

 

maja89: eccomi con la seconda parte dell’incontro (poi ne farò anche la conclusione, è un po’ lungo…). Come ho già detto anche a tua cugina, sono davvero contenta che la descrizione di voldie giovane ti sia piaciuta, qui ho aggiunto anche qualche particolare per renderlo al meglio di come lo immagino io (mancavano ancora gli occhi un po’ rossi che trovo importantissimi).

Bella, dato che è davvero innamorata, gli parla, trova il coraggio almeno di avvicinarlo, poi posterò la conclusione dell’incontro (anch’io penso che non si avvicineranno, lo trovo prematuro, ma questo incontro lascerà il suo segno su di lei, almeno un po‘)

Allora alla prossima! E grazie di tutto!

ale

Clo_ death eater: sì, sì, bella gli ha parlato, come dicevo prima nei ringraziamenti, è davvero innamorata, per cui nonostante timori vari, si lascia guidare dall’istinto (è ragazzina, ma è pur sempre bellatrix lestrange del futuro). Grazie davvero per le letture, sono molto felice che la descrizione di voldie e l’incontro in generale ti abbiano soddisfatta, e anche il seguito di questo cap, spero non sia male!

Anch’io avevo trovato quelle tue stesse date su internet, la cosa che mi ha confusa è che, nel libro4, sirius dice che piton, a scuola, faceva parte della stessa banda di studenti di cui facevano parte anche bella, rod e atri. Ma mi sono chiesta: piton (come james sirius ecc) è del 60(mi pare), allora come faceva ad essere a scuola con bella se lei è del 51?? Al che non ci ho capito più nulla e ho deciso di inventarmi la cosa come più mi piaceva… questo è comunque un punto che non ho mai chiarito bene a dirti la verità!

Ti ringrazio ancora davvero tantissimo!

Alla prossima!

ale

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Capitolo 28
*** Ragazzina ***


Aggiornamento

Da quel momento, mi sento strana e confusa.

Tanto.

Mi sento persa, non so cosa mi sia successo esattamente con quella legilimanzia.

Ma mi sento anche contenta…

Per tutto quel che era successo, ma anche per la sua risposta, mi ha detto gentilmente: “Rivediamoci; sei forte e potente. Più di molti altri che stanno già con me. Non vedo il perché tu non possa diventare una mangiamorte” a quel punto si è interrotto un attimo e poi ha aggiunto, calcando molto sull’ultima parola: “Siamo d’accordo, ragazzina?”

Io ero già felice così, di avergli parlato, che mi avesse risposto… non riuscivo neanche a realizzare che mi avesse detto “Sì” e meno che mai riuscivo a concepire che mi avesse detto “Rivediamoci”… quando, come, dove… tutte domande che non mi sono neanche minimamente salite alla mente in quel momento.

Ho aggiunto però: “E le arti oscure? Non voglio solo diventare una mangiamorte, voglio diventare come voi, una strega oscura, studiare la magia nera!”

Da dove ho trovato il coraggio di dire quella frase, non lo so davvero. Non ero realmente io, qualcosa parlava, agiva, pensava dentro di me! Io non capivo come e da dove tutto questo provenisse.

Forse… l’amore…

Il destino…

Lui ha inclinato leggermente la testa di lato, guardandomi assorto: mi studiava, mi soppesava, mi scandagliava tutta, in ogni modo, in ogni angolo. Mai mi ero sentita così insicura, così esaminata, così esposta, aperta… emotivamente nuda ed esplorata, davanti a lui… uno sconoscuito, un adulto, poteva fare di me ciò che voleva, ed era l’uomo che amavo…

Ho provato migliaia di sentimenti contrastanti e sconvolgenti.

Tutti insieme.

Alla fine ha risposto: “Quante cose vuoi, ragazzina. Troppe… la prima cosa che devi imparare, è che io voglio! Non tu”

Ho risposto: “Va bene” senza mai abbassare gli occhi.

“Se vorrò, ti insegnerò. Rivediamoci, ti ho detto, appena sarai indipendente”

Improvvisamente un sorriso mi ha illuminato il viso, per la prima volta da quando ero bambina, ho sorriso.

È stato splendido.

Ho semplicemente detto “Vivrò per quel momento”… mentre lui stava per allontanarsi, con vicino gli altri mangiamorte, che palesemente blateravano qualcosa sulla conversazione.

Un mucchio di commenti arroganti e battute oscene: sarebbe stato quello il mio mondo… presto… ma non mi importava. Era tutto quello che volevo.

Volevo lui, Lord Voldemort… e mentre pensavo questo, si è voltato verso di me, di sfuggita, distrattamente, ancora rideva con gli altri quasi, mentre mi diceva queste parole: “Come ti chiami ragazzina?”

“Bellatrix” ho risposto, dicendo solo il mio nome, perché quello mi rappresenta. Lui mi ha guardata di nuovo, con quegli occhi dai riflessi di rubino e mi ha detto “Un nome da strega oscura”

Quando è andato via con gli altri, lentamente Rod e Rab si sono avvicinati a me; entrambi erano felici e orgogliosi di quello che avevo fatto… in entrambi però leggevo nello sguardo una grande tristezza, Rab aveva di certo anche un po’ di timore, Rod era solo taciturno.

Improvvisamente ho saputo cosa stavano pensando, sembrava che dopo la legilimanzia, dopo che mi aveva sconvolta tutta, portando in superficie il mio io più profondo, le mie doti più nascoste e intrise di poteri oscuri, fossero diventate più palesi, più forti anche. I due ragazzi vicino a me, hanno subito capito che Lord Voldemort mi avrebbe cambiata per sempre e che avrebbero dovuto inseguirmi e soffrire, per non perdermi.

Sapevamo tutti a quel punto, che era davvero così.

Siamo rimasti tutti e tre vicini, a guardare Lord Voldemort e i mangiamorte che si allontanavano.

Di comprare le cose per la festa, non mi importava più molto, avevo tanti sentimenti che mi vorticavano nel cervello e mi facevano battere forte il cuore. Non capivo più molto neanche di quel che mi succedeva attorno e, dopo la legilimanzia, mi sentivo davvero strana, e un mal di testa particolare, mi riempiva il cervello.

La sensazione che provavo non era del tutto negativa, anzi, non lo era quasi per nulla. La sentivo chiara in me, mi sentivo come l’aria d’estate, dopo il passaggio di un temporale, che cambia tutta, che diventa fredda pungente e viva.

Il pensiero che stavo così per lui, che era stato lui a rendermi così… fragile, insicura, penetrando prepotentemente la mia mente e la mia psiche, mandando tutto in un disordine pazzesco, pensando comunque che era lui l’artefice di tutto ciò, mi sentivo intimamente felice come mai prima d’ora, o quasi.

Finalmente mi sentivo cambiata davvero, tanto.

Ho deciso comunque di prendere parte alle compere per la festa, ci siamo iniziati a divertire anche davvero molto; ma ogni tanto, mentre ridevamo di nuovo felici insieme, soprattutto con Rod, io pensavo che, a casa, la prima cosa che avrei fatto, sarebbe stata quella di guardarmi allo specchio per vedere se stavolta, finalmente, sarei apparsa come una strega, misteriosa e fortemente oscura.

… Ma lui, lui… mi chiamerà ancora e sempre: “ragazzina”?

 

Bella

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Grazie a:

Mizar: Grazie prima di tutto per il tuo bellissimo commento! Mi ha fatto estremamente piacere leggerlo, mi ha molto colpito, sono contenta di riuscire a rendere bella come mi hai scritto! Poi grazie anche per una cosa stupidissima: la tua recensione è finita nel primo cap… dato che i primi cap avevano tutte il numerino 0 recensioni nell’account, trovavo ci stesse malissimo, ma tu hai in parte rimediato al problema (sì, sono fissata con alcuni particolari estetici che hanno dell’assurdo purtroppo…)

Per cui grazie doppio!

Alla prossima

ale

Clo_ death eater: (mi sono sempre scordata di dire che hai un nickname fortissimo!!) grazie per la bella e lunga recensione, è speciale leggere i tuoi scritti sulle mie ff!

Passo subito a rispondere alla tua domanda: dunque, quando voldie compie la legilimanzia, si accorge di due cose, una che ritiene importante e grazie alla quale poi dice a bella che potrà, probabilmente unirsi a lui, e questa è che lei ha forti poteri, è molto dotata e fa magie già molto potenti, in oltre è fortemente attratta dalle arti oscure. In generale si fa un’idea di lei come strega, ma ne nota anche il carattere forte, per certi versi e le idee chiare sulla sua dedizione per lui.

Altra cosa che nota, è che lei ha una grande adorazione per lui, non nota nessun amore, un po’ perché bella è giovane e ha un modo di amare un uomo adulto che è ancora piuttosto infantile, un po’ perché lui, dal punto di vista sentimentale è piuttosto rincoglionito, diciamocelo. Ugualmente questa cosa lo colpisce e gioca a favore di bella perché lui la prende come un’assicurazione di fedeltà!

Direi che è tutto qui, se hai altri dubbi, chiedi pure! Mi fa piacere!

P.S. Grazie infinitamente per la recensione alla nuova one shot! Anche quella mi ha fatto un grandissimo piacere!

Alla prossima

ale

Hale Lover: sempre grazie grazie grazie! Grazie doppio e triplo che vale anche per maja ovviamente! Dunque, ancora non ho scritto veramente cosa accadrà più avanti, ma penso, che prima di terminare l’anno scolastico, che coinciderà, più o meno con la fine della ff, bella rivedrà voldie, forse vorrà proprio incontrarlo. E sarà ancora più importante per lei. Ma non ti anticipo niente, non perché me la sto tirando e voglio tener tutti sulla corda, ma proprio perché non lo so neanch’io ancora bene… (questo ti fa capire che scrittrice disorganizzata io sia…)

P.S. voldie nel mio immaginario è uno troppo figo!! Un po’ fuori dall’ordinario, ma pur sempre tale! Peccato che da adulto si sciupi così tanto…

Alla prossima!

Ancora grazie

ale

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Capitolo 29
*** Specchio oscuro e strega nera ***


Non appena sono ritornata al castello, con una scusa, sono corsa su per la scalinata e mi sono chiusa in camera mia tutta sola. Avevo bisogno di riflettere, di pensare e di sognare un po’.

Sentivo che quel giorno qualcosa dentro di me era irrimediabilmente cambiato, sentivo cose che non avevo mai sentito prima e una grandissima vitalità, una vitalità quasi spietata, che mi vorticava nel corpo, nella mente e nell’anima.

Per prima cosa mi sono guardata allo specchio.

C’ è uno specchio enorme nella stanza del castello dei Lestrange: alto, intarsiato di smeraldi, con la cornice arzigogolata in uno stile complicato ma elegante, tutta d’argento. Probabilmente anche la famiglia di Rod era stata a serpeverde, e ne andavano molto fieri.

In quello specchio mi ci potevo guardare perfettamente, anche se era antico e un po’ rovinato dal tempo, non aveva comunque a che vedere con gli specchi molto più piccoli dei dormitori ad Hogwarts.

Quel vetro iniziava stranamente ad affascinarmi, ad ipnotizzarmi quasi, a forza di guardarlo.

Poi tutto d’un colpo mi ha invasa una consapevolezza: lo specchio è un oggetto magico di grande potenza e di lunghissima tradizione, anche oscura.

Mi attraeva e mi affascinava oltre ogni previsione, così, improvvisamente. Non mi era mai successo prima d’ora. Era lui… lo sentivo… lui mi ha cambiata.

Con così poco.

Già i miei poteri reagivano ai suoi. I poteri occulti reagiscono sempre ad altri poteri occulti.

Lo specchio è da sempre intriso di magia, racchiude forti quantità di energia femminile, uno specchio ha gli sterri poteri energetici dell’acqua e della luna. Riflette l’immagine, ha il potere di restituirci un immagine di noi che è più vera e reale, l’immagine profonda di noi stessi, se lo si sa usare bene dal punto di vista magico.

Mi sono accorta che, ancor prima di guardare la mia immagine riflessa, cosa che facevo abitualmente, ho iniziato a guardare lo specchio… com’era fatto, le pietre, i metalli che costituivano la cornice, il vetro, antico, oscuro, come tutti gli specchi antichi rimandava un‘immagine leggermente più scura della realtà. Ne percepivo l’energia, l’assorbivo dentro di me. Mi ci vedevo realmente oscura… guardavo attentamente nello specchio, come per penetrare il vetro. Era lo specchio che era davvero paurosamente vecchio, o ero io, più… incredibilmente oscura di prima? Com’ero diventata? Quasi i contorni della mia immagine non erano chiari, tanto si perdevano nel buio della stanza.

I capelli, neri lunghi e lisci, erano capelli da strega, come gli occhi, neri, alteri e crudeli, vivi e misteriosi. Sembravano realmente racchiudere i misteri della notte.

Tutto era terribilmente nero in me, non me n’ero mai accorta tanto palesemente. Ero una strega nera, lo ero per natura, per volere magico.

Mi sono tolta i vestiti stupidi da ragazzina che portavo, odiavo già il pensiero che Lord Voldemort mi avesse vista con quelle cose addosso. Ma non sapevo che altro mettere, non ho idea ancora, di come vestono davvero le streghe oscure…

Così ho indossato una gonna un po’ più lunga, nera e una maglia di lana lavorata, nera, con le maniche ampie.

Poi mi sono seduta sul letto, sempre al buio, ho acceso tre candele sul candelabro che tenevo sul comodino e ho sorriso.

Ho tirato fuori dalla tasca del cappotto col quale ero uscita una pietra nera, per la precisione un’ossidiana nera.

L’ho appoggiata nelle mani, la tenevo come un tesoro, alla luce della candela, davanti a me, con le mani appoggiate sulle gambe.

L’ossidiana serve per ricercare i misteri dentro noi stessi, i segreti che nasconde il nostro inconscio, tutto ciò che non è svelato dalla mente razionale. Svela il lato oscuro, il lato buio, sconosciuto dell’anima, volendo. In mano ad una strega potente come me, questa pietra, pensavo, avrebbe fatto miracoli. L’avrei usata su di me.

Volevo sapere tutto, come sono, cosa nascondo di oscuro, folle, crudele nella mia anima. Voglio sapere del mio amore per Lord Voldemort.

Voglio, in poche parole, riprovare quella sensazione… quella sensazione speciale, meravigliosa, sconvolgente; quella sensazione che mi ha lasciata totalmente stravolta, la sensazione che ho provato mentre lui mi leggeva dentro, mi leggeva la mente, i ricordi, l’anima e la psiche. Mi leggeva i poteri, la magia… l’amore.

Userò il potere della pietra su di me, lo sperimenterò, con ciò che so di magia e magia oscura, voglio sapere tutto e riprovare tutto.

Ho messo la pietra in tasca. Avrei fatto un rito per attivarla, riempirla di energia, di lì a poco, di notte.

Perché questa sono io.

La strega più potente.

Quando poi sono tornata al piano di sotto, ho morso bene le labbra per renderle più rosse, perché avevo scordato di truccarle un po’ e ho baciato Rod, come fanno gli adulti, con passione.

Lui è eccitato subito e siamo saliti in camera sua a fare l’amore.

Sentendoci incredibilmente adulti.

 

Bella

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Date le richieste di veloce aggiornamento, eccomi qui di volata!

È un cap di passaggio, ma anticipa in parte quel che sarà d’ora in poi la storia, cioè un crescendo di arti oscure e avvenimenti oscuri.

Spero vi piacerà!

Grazie speciali come sempre a:

Clo_death eater: scherzi?? Le tue recensioni per me sono bellissime!! Per niente pesanti e in ogni modo mi fanno sempre piacere! Sia le domande, che i chiarimenti, che i complimenti (ovviamente), che i commenti ad avvenimenti e descrizioni… insomma, non farti problemi, sono io a ringraziarti tantissimo per scriverle sempre!!!

P.S. mi fa piacere soprattutto di avere reso bella e voldie ancora più piacevoli ai tuoi occhi! Perché, in fondo, quello era il mio scopo principale quando ho pensato di scrivere qui!

Alla prossima allora

Ancora grazie

ale

 

Hale Lover: eccomi col nuovo cap alla velocità della luce (il volontariato in canile mi attende)! Stavolta sono stata brava (la mia disorganizzazione è tale che, pur pensando di aggiornare la prossima settimana, per avere più tempo, ho pensato di farlo oggi in volata!)

Sì pensavo di finire la storia a fine 7 anno ad Hogwarts… mancherà tantissimo anche a me… però, se tutto va bene, e se la mia fantasia me lo permette, ne scriverò un’altra (consequenziale a questa) ambientata dopo, con gli stessi personaggi, ma con in più voldie (giovane e bello). Non ti assicuro nulla, per ora è solo un’idea vaga! Magari ti so dire più avanti se ti interessa!

Intanto grazie infinite per le tue recensioni!!

Alla prossima

ale

maja89: davvero non ti scusare e non ti preoccupare per qualche recensione mancata!!! Mi recensisci quasi tutte le ff… ti pare che potrei rimanerci male?? Assolutamente no! Te ne sono infinitamente grata! Anzi, sei stata la prima a recensire questa storia ed è stato bellissimo per me (era la mia prima ff a capitoli e non sapevo come gestirla al meglio) e poi ti fai leggere i miei cap al cel da tua cugina!!! È una cosa mitica! Davvero! Per cui tranquilla!

Ora ti saluto che anch’io dovrei essere da tutt’altra parte al momento, ma ovvamente sono in un mostruoso ritardo!

Grazie e alla prossima!

ale

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Capitolo 30
*** Resterà un segreto di Rab ***


La famosa festa l’abbiamo poi svolta dopo alcuni giorni. Prima che io dovessi tornare a casa mia fino al termine delle vacanze natalizie.

Di certo è stata una bella festa, una di quelle un po’ scatenate, perché io e Rod non riusciamo a fare per molto tempo i bravi ragazzi, i rampolli educati e composti di nobili famiglie.

Questa volta ha partecipato anche un ragazzino nuovo dell’ambiente, giovane (andrà al secondo o terzo anno ad Hogwarts), se ho ben capito, ma è un tipo tosto già ora, uno di quelli arrabbiati, ma allo stesso tempo impauriti, che si fanno trascinare nei casini, o ci trascinano all’improvviso gli altri.

Ma lui, come noi, a scuola cerca di sembrare bravo.

Si chiama Bartemius Crouch junior ma, dato che lui, in segreto, odia suo padre (di cui porta il nome), che lo vuole sempre perfetto e impeccabile e comunque non lo trova mai all’altezza di nulla, è stato soprannominato, semplicemente, Barty. Per differenziarsi.

Barty, bimbetto com’è, tiene testa a Rod nelle gare a chi ingurgita più whisky incendiari nel giro di cinque minuti.

Questo fatto mi è rimasto impresso benissimo, perché il mio fidanzato (ormai lo posso chiamare fidanzato) è stato impegnato in quella stupida gara per quasi metà della serata, con annessi e connessi dello svolgimento.

Per cui io sono stata libera di fare quello che più mi pareva.

Quello che più mi pareva quella sera era fare la sciocchina con Evan; con lui ho ballato appiccicata ogni canzone che permetteva di avvicinarsi e toccarsi un po’ e tra una di queste canzoni e l’altra bevevamo un po’ di whisky incendiario.

Evan era ben contento di come mi comportavo quella sera nei suoi confronti… e io, dal canto mio, ero impegnata a pensare sempre e solo una cosa: “Chissà qual è il tipo di ragazza che piace a Lord Voldemort…”

L’unico davvero arrabbiato per come andavano le cose era Rab.

Non avevo smesso di provocarlo per un solo istante: non riuscivo a farne a meno, ho percepito che Rab sente qualcosa di forte per me, io lo provoco sempre, credo, perché non voglio si allontani, voglio essere al centro dei suoi pensieri come ora, perché, senza quel suo sentimento per me, mi sentirei più sola e meno forte.

Meno strega, meno strega cattiva.

Anche se sto con Rod, anche se Rab non mi piace.

Lo provocavo dunque, tanto, e lui ad un certo punto mi ha detto: “Ultimamente sei anche più stronza e cattiva del solito”

Mi è venuto da ridere… mi piaceva mi dicesse così.

Poi, quando il gioco cominciava a non piacermi più, e l’alcol a darmi fastidio, ho deciso di fare un giro fuori, per prendere un po’ d’aria, nel giardino buio illuminato solo dalla luna.

La luna era pienissima, avevo scordato che era una notte di esbat quella.

Ecco perché il mio umore era così altalenante, perché mi sentivo così terribilmente sensibile emotivamente.

Perché pensavo sempre a lui.

Guardavo la luna come ipnotizzata dal suo fascino, che sentivo poi essere così simile al mio, il fascino della luna racchiude in sé il fascino femminile, così ho letto tante volte nei libri.

Ma non l’avevo mai capito fino ad allora.

Di nuovo mi ritrovavo sola, nella notte, limpida e scura, fredda e pungente, e la luna mi chiamava, la magia mi chiamava.

Di nuovo quel richiamo strano, incerto, eppure palpabile, forte, tangibile, verso qualcosa di sconosciuto.

Il suo richiamo.

Poteri oscuri richiamano poteri oscuri: questa frase, proveniente non so da dove, mi ritorna nella testa ogni volta sento il richiamo dell’oscurità e del mistero.

Ho camminato per un po’ nell’erba, incerta, fino al laghetto artificiale del parco del castello. Attorniato dagli alberi e lontano da tutto, sembrava di stare in un altro mondo, con la luna fra i rami spogli e scheletrici, il buio tutt’intorno mischiato solo al silenzio e alle mie sensazioni ovattate, mi pareva di essere tornata indietro nel tempo.

Mi sono detta: “Bella, le streghe si spogliavano durante gli esbat, come durante i sabba…” Ho iniziato dunque a riflettere: desideravo ardentemente restare vestita solo della notte, l’ ho sempre desiderato.

Ero una strega oscura, lo sapevo, per cui perché non avrei dovuto farlo? Portavo solo un vestito da sera semplice da togliere, sotto al mantello.

Così, in maniera del tutto semplice e istintiva, l’ho fatto.

Ho tolto il mantello e ho sfilato il vestito, sospirando l’aria buia, in modo che la sua oscurità mi avvolgesse dentro e fuori. Tutta completamente.

Poi mi sono guardata nell’acqua.

Il riflesso era perfetto, stupendo.

L’acqua, la luna, la notte ed io.

Ogni simbolo della femminilità magica stava lì, con me.

È bastato concentrarmi e ho iniziato a sentire fluire nel mio corpo una grandissima quantità di potere ed energia che provenivano da tutte le parti e mi pervadevano da tutte le parti.

Non avevo mai sentito nulla di simile. Non avevo nemmeno freddo.

Qualcosa dentro di me mi diceva: “I poteri oscuri stanno crescendo… li hai scoperti, li hai desiderati, ora li hai, e crescono” io lo sapevo che era vero… ma non sapevo che fare e come farlo. Ho sospirato per bene di nuovo, per afferrare il più possibile di questa magia e farla parte di me, poi, lentamente, ho deciso di rivestirmi.

Non mi andava di tornare dento… dopo quello che avevo vissuto e sentito dentro di me.

E poi sarebbe stata una tale fatica tornare indietro, ubriaca com’ero.

Mentre indugiavo lì e pensavo a tutte queste cose, nel silenzio, calpestando le foglie piano piano, è arrivato Rab.

Non so dire, precisamente, da dove provenisse, se direttamente dal castello, o da lì vicino, non so dire neanche se avesse assistito a tutta la scena in segreto, di nascosto.

Semplicemente mi ha detto: “Sei sempre bellissima, ma nella notte acquisti un fascino mistico, lo sai?”

Ho sorriso.

Lui: “Non fai più la stupida ora? Qualcosa ti ha distratta? La magia? I poteri?… mi dai un bacio?”

Ho risposto: “Un bacio è un po’ troppo non ti pare? Sono fidanzata con Rod!” allora lui ha riso e mi ha detto: “Allora torni da sola al castello, io volevo portarti sulle spalle, che tanto sei stanca a forza di ballare e saltare, in cambio di un bacio, non fai che provocarmi, non sono mica scemo!”

Allora, all’idea di tornare con lui, ho subito tentato con: “E se ti dessi un bacio sulla guancia??”

Ha sorriso felice annuendo e io gli ho dato un bacio lungo sulla guancia.

Quando mi ha presa sulle spalle, ho notato due cose: ha le spalle più larghe di quelle di Roddy, e mi reggeva senza fatica e senza problemi, come se l‘avesse fatto da sempre.

Gli ho cinto le spalle e il collo, con le braccia, e ho appoggiato il viso vicino al suo e ai suoi capelli, più corti di quelli di Rod.

Rab restava zitto, lui resta sempre zitto, e lo è stato per quasi tutto il tragitto.

Ha fatto un percorso lunghissimo per tornare al castello.

Solo Rab sa perché ha camminato il doppio di tempo con tutto il mio peso sulle spalle.

Ora, non so se me lo sono solo sognata… Se avevo bevuto più di quanto io stessa pensassi, però in un certo momento, nel punto che doveva essere il più lontano dal castello, buio e silenzioso, Rab deve essersi leggermente voltato con le labbra verso le mie, e un bacio leggero, all’angolo delle labbra, deve avermelo dato.

Ho sgranato gli occhi e l’ho guardato e lui mi ha detto: “Sei una strega bellissima, mi ero avvicinato solo per dirti questo. Non ti arrabbiare sempre, dai.”

Allora mi sono calmata di nuovo e ho continuato a stare vicina a lui, sulle sue spalle.

Qualsiasi cosa sia successa, bacio o non bacio, resterà un segreto di Rab.

 

Bella

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Prima di tutto ringrazio chi, durante questi giorni, si è aggiunto ai preferiti, e alle seguite!

È stata davvero una bella sorpresa a metà della storia!Sono contenta che abbiate avuto la pazienza di recuperare tanti capitoli e seguire i futuri. Grazie davvero!!

Ora grazie per le recensioni:

Hale Lover: Ecco qui! Come promesso è arrivata la riscossa di Rab! Che dici? Può stare un po’ contento? Lei lo provoca (perché poi è affezionata a lui), ma dato che non gli concede nulla, qualcosa si prende lui…

Spero ti piaccia!

Sto lentissimamente elaborando una storia successiva a questa! Ti dirò…

Le tue one shot non sono orribili rispetto alle mie, anzi, io le trovo belle almeno quanto le mie!!! E ogni tanto butto l’occhio se ci sono tuoi aggiornamenti per non perdere eventuali news! Mi piacciono davvero molto!

Alla prossima

ale

Clo_death eater: ovviamente grazie per le recensioni (a costo di diventare noiosa te lo ripeto perché mi fanno davvero piacere). Rispondo alla domanda (anche quelle mi piacciono!!!): dunque, a dire il vero a me piace molto la magia in generale, i riti, l’astrologia, i significati di colori, pietre erbe e cose del genere. Per cui tutto quello che scrivo, non ho bisogno di andarlo a cercare in rete perché sono più o meno cose che so già (in pratica non ho animo perfezionista purtroppo, ma sono il caos fatto persona, turbini di fogli, libri, giornali, vestiti e oggetti di ogni genere mi vorticano perennemente attorno, perdo tutto e sono disorganizzata all’ennesima potenza…) l’unica cosa in cui mi devo impegnare, è cercare di rendere il tutto un po’ misterioso e il più possibile oscuro. Per renderlo aderente al personaggio di Bella! Spero di farcela!

Allora grazie ancora delle belle recensioni!

Alla prossima

ale

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Capitolo 31
*** Famiglia parte I: Sirius ***


Stamattina, sul tardi, sono dovuta ritornare a casa. Avevo promesso che avrei passato qualche giorno con la mia famiglia.

Non ne avevo voglia, stavo perfettamente bene e mi sentivo a mio agio, nel buio castello dei Lestrange, molto più oscuro macabro e solitario della casa di Grimmauld Place (numero 11, mentre i miei zii stanno al 12, normalmente ci abitiamo durante le vacanze di Natale).

Lì, nel castello, Rab Rod ed io, vivevamo perfettamente, eravamo i padroni, tutti soli ed indipendenti.

Ma avevo promesso, e non potevo fare altrimenti.

Per questo, con un mal di testa martellante a causa della sera prima e con la mia roba non ancora da strega oscura, stipata nella borsa, ho usato un po’ di polvere volante e mi sono ritrovata, mio malgrado, nell’entrata di casa.

I miei genitori sono stati felici di rivedermi, ma mi hanno subito fatto notare quanto ero sciupata, quanto il mio sguardo fosse stanco e inquieto e che occhiaie mi ero lasciata comparire in viso. Non so come mai si diano tanto pensiero per me, ma mi hanno chiesto dove fosse mai finita la loro adorabile e bellissima bambina.

Da quando ho iniziato a crescere, non mi riconoscono più.

Curioso che i miei genitori non si siano mai accorti di come sia io realmente, nel profondo dell’anima. Come io lo sia sempre stata fin da bambina, in realtà.

In cambio, pare assurdo, ma altri se ne sono resi conto al posto loro.

Mio cugino, per esempio.

Mio cugino mi dà il tormento. Mi odia.

Io lo odio.

Ci odiamo.

Davvero, in maniera forte, potente.

Questa è una delle cose più belle che ci siano.

Lo sappiamo entrambi quanto sia bello per noi: siamo troppo uguali, e troppo opposti per non sapere esattamente cosa sta pensando l’altro.

Quest’odio ci fa sentire potenti, entrambi.

Ogni volta che lo guardo negli occhi grigio azzurri, rivedo me stessa; ogni volta che sento la sua risata, sento me stessa; ogni volta che noto la sua stupida, inutile, instancabile follia, rivedo la mia; ogni volta che percepisco il suo entusiasmo, diventa maggiore anche il mio.

Odiarci così tanto, lo so, lo sento, ci fa sentire vivi.

So che pensa la stessa cosa. Ci scontriamo sempre, per tutto, su tutto, con entusiasmo, violenza, vivacità, rabbia, dolore, voglia di rivalsa.

So che sente le stesse cose che sento io, ma nessuno di noi due, lo vuole ammettere.

Sirius Black, mio cugino, rappresenta tutto ciò che io odio di più.

Scontrarmi con lui, tentare di annientare lui, le sue idee, le sue parole, la sua magia, mi fa sentire forte, potente, esaltata. Mi piace. E piace anche a lui.

Ma non ammetteremo mai, almeno io, di essere davvero così tanto simili.

Persino fisicamente.

Come notano spesso qui a casa.

Qui a casa Sirius è poco più che un rinnegato… non che a me importi… odiarci, per noi, è più una questione personale.

Un fatto nostro, caratteriale, che ci unisce, purtroppo, e ci divide allo stesso tempo.

Soprattutto da parte sua, questo lo so… ma anch’io amo odiarlo.

Oggi, è venuto fino in camera mia, per darmi il benvenuto a casa: “Ciao cugina, mancavi solo tu a rendere questa vacanza un inferno, sono venuto a salutarti per vedere se riesco a sopravvivere anche alla tua presenza in questa casa”

Stavo mettendo un po’ della mia roba negli armadi e neanche lo guardavo in faccia mentre parlavo: “Se odi tanto stare qui, perché non mi liberi della tua presenza durante le già noiose e molto babbane vacanze natalizie, e te ne resti a scuola? Con i tuoi amichetti degni di te, magari, con quel nome stupido che vi siete dati… com‘è? Malandrini?” ho calcato sul nome di proposito, ridendo perché lo trovo proprio un nome cretino.

Lui è stato zitto ad osservarmi un po’… poi è diventato leggermente più serio, mantenendo solo in parte il tono canzonatorio: “Sei cambiata in questi giorni cugina, sei più distaccata… più… immersa nel tuo mondo di oscure fissazioni, di oscure magie. Sei più insana cuginetta, cosa ti è successo?”

Ecco che capiva subito che c’era qualcosa… quel qualcosa…

Non avevo comunque nessuna intenzione di dire e di raccontare cosa mi era successo davvero, o meglio, chi avevo davvero incontrato.

Così ho semplicemente detto: “Ho fatto l’amore con Rodolphus Lestrange, è stato bello e macabro, e mi è piaciuto molto” mi sono voltata verso di lui e ho guardato come reagiva.

E ho notato tutto il suo palese ribrezzo: “Bel tipo quello, immaginavo che saresti andata a parare lì, siete davvero fatti per stare insieme, non conosco praticamente nessuno che sia peggiore di voi, figuriamoci in coppia, figuriamoci ora che andate a letto insieme”

Ho sorriso subito, palesemente si era risentito per quella cosa che gli avevo detto, ora lui si sentiva inferiore a me in qualche modo: “Avresti preferito venirci tu a letto con me cugino? Sei un po’ troppo piccolo, non sai neanche come si fa l’amore e poi… non sei il mio tipo”

Io sono brava a rincarare la dose, ma bisogna dire che Sirius non si tira mai indietro: “Venire a letto con te? Mi fai orrore! Sei di una cattiveria inimmaginabile, sei tutto quello che odio di più al mondo” al che ho aggiunto: “Sì, lo so, soprattutto ora che io ho palesemente più esperienza di te, vero cuginetto?” Ho atteso qualche istante e poi ho aggiunto improvvisamente: “Ora esci fuori dalla mia stanza, moccoloso ragazzino idiota!”

Lui ha terminato in questo modo, mentre usciva dalla camera: “Tu, cugina, sei solo una schifosa orribile creatura e non c’ è bisogno che ti atteggi a troia, perché lo sei già di natura”

Gli ho urlato: “Giuro che ti ammazzo. Un giorno di questi ti torturo con la bacchetta e ti ammazzo subito dopo”… Lui mi ha guardato con rabbia e forte aria di sfida: “Ci vediamo a cena cugina! Abbiamo ancora tanti giorni da passare nella stessa casa”

Per fortuna i giorni rimasti prima di tornare ad Hogwarts non sono poi molti; in ogni caso, adoro litigare con Sirius, soprattutto ora, lo trovo molto più esaltante di prima.

Più io e lui ci allontaniamo, più tentiamo di distruggerci a vicenda, più la nostra forza cresce, la nostra personalità si definisce, si esalta e spicca in maniera esponenziale.

Nessuno ci sta a pari nella famiglia Black, nessuno.

E noi siamo nati per farci la guerra.

Bella

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Dato che sono costretta in casa a studiare, i miei aggiornamenti aumentano (perché ovviamente è più piacevole che studiare)

Anche se sono capitoli un po’ di completamento, ci tenevo a pubblicarli senza accorciarli o toglierli (come questo, anche un paio dei prossimi) per cui portate un po’ pazienza se sono noiosi…

Passo ai ringraziamenti:

Hale Lover: prima ti ringrazio per i complimenti ovviamente, poi passo subito a rispondere alle tue domande! Dunque, so già come e quando far finire “Sgá th…” ma stai tranquilla che è ancora lungo e devono accadere tante altre cose (comunque anche questa, davvero, non è prossima a finire, manca ancora parecchia roba, anzi, non mi sono preoccupata di togliere i 2 o massimo 3 capitoli sui famigliari di Bella, perché mi hai rincuorato che la posso tenere ancora lunga…)

Davvero preferisci Rab a Rod? Forse perché è più dolce, gentile e affettuoso, anche un po’ sfigato a dire il vero… non so, Rod è più bastardo come ragazzo, mi pare. Però mi fa piacere sapere tutti questi risvolti preferenziali sui miei personaggi!

Per quanto riguarda barty, sì, credo che verrà maggiormente descritto prossimamente, infatti, piano piano, Bella e Rod, da che stavano sempre con la banda, credo passeranno molto più tempo con Rab e Barty per il motivo appunto, che sarà poi il loro gruppetto a diventare il più efferato dopo la caduta di voldie…

Ora mi fermo qui o non finirò più di studiare e ho i test a breve!! Vedi come sono disorganizzata??

Alla prossima!

ale

maja89: ti capisco, non preoccuparti per la recensione, scrivi due righe, solo quando puoi (anch’io sono impegnata e non dovrei assolutamente cazzeggiare!!! Ma sono irresponsabile non so che dire a mia discolpa…)

Barty deve diventare uno dei mangiamorte più scatenati per cui lo devo inventare particolarmente sgaggiato fin da ora, è un po’ matto di natura!! Ma anch’io lo devo ancora visualizzare un po’! bella invece è sempre contornata da maschi (nella banda, fra i mangiamorte ecc…) dovrà imparare un po’ a gestirli… (ma tieni conto che è sempre innamorata di uno…)

Alla prossima, quando potrai, senza problemi!

ale

Clo_death eater: ti devo davvero ringraziare tantissimo per quel che mi hai scritto! Faccio del mio meglio per caratterizzare bene i personaggi oscuri, il lato oscuro, per cui sono davvero contenta che trovi le ff realistiche!

Ti rispondo subito: la differenza di amore che bella prova tra questa ff e l’altra, dipende da vari fattori: come hai notato già tu, lei cresce, diventa adulta, va ad azkaban, perde il suo amore per anni ecc… dunque cambia. Il fatto che ora bella veda voldie dal punto di vista del mago bello e potente, che le può insegnare tanto, dipende da due cose: lei è giovane, entra in un mondo nuovo, quello della magia oscura, ne è entusiasta e vuole conoscere e sapere tutto. L’altra cosa, più forte, è che lei ancora non lo conosce, non ha imparato a vederlo per la persona che è veramente, cosa che farà solo in seguito, standogli sempre accanto. Per questo il suo amore è ancora un po’ superficiale, è attratta da una sola parte di lui, che è l’unica che conosce.

In seguito, secondo me, lei lo amerà per le sue caratteristiche di uomo, di persona, con pregi e difetti (lei nota i difetti che ha! È l’unica che capisce che sta sbagliando a fidarsi di piton, ma lo ama anche soffrendo e vedendolo sbagliare), inoltre, quando lui viene sconfitto da un bimbo e non ha più potere, lei non lo abbandona, dice candidamente di stare dalla sua parte. Si sacrifica nel momento del bisogno.

Certamente, le piace il suo lato di potere, fa parte di lui, ha carisma (negativo, ma pur sempre carisma) ma lei lo ama per come è lui.

Ok, ho fatto un trattato di psicologia amorosa… la prossima volta sarò più breve!

Tu che ne pensi?

Grazie ancora di tutto! E alla prossima

ale

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Capitolo 32
*** Famiglia parte II: Cissy ***


I giorni e le ore, qui a casa, mi passano piuttosto noiosamente. Devo ammettere una cosa curiosa e neanche tanto lusinghiera: mi manca Rodolphus.

Mi mancano le sue idee strane, le sue imprese assurde o pericolose, le sue risse con gli altri ragazzi, i suoi sguardi interessati e ammaliati e le sue scenate di gelosia, i suoi baci dirompenti e improvvisi e inizia a mancarmi tanto anche di essere toccata da lui, spogliata e amata… ma a questo è meglio non pensarci, o non riuscirò a stare qui, buona, fino alla fine delle vacanze.

Buona parte del mio tempo comunque, lo passo in camera mia, sto facendo un’attenta analisi dei miei vestiti e li trovo così poco da strega oscura, che li dovrò proprio cambiare tutti. Poi studio molto, devo fare ancora tutti i compiti per la scuola e li sto recuperando, infine scrivo qui sopra i nuovi incantesimi che sperimento di nascosto, la notte, ed è la cosa per me più bella.

Durante uno di questi momenti, in cui facevo i compiti tranquilla, è entrata mia sorella nella camera. Cissy, è diventata ancora più carina: è cresciuta e, a ben guardarla, sembra più formosa elegante ed eterea.

Qualche volta la si potrebbe scambiare davvero per un angelo, con gli occhi azzurri, scuri e profondi, misteriosi, con un che di ambiguo e l’aspetto altero, la carnagione chiara e i capelli biondi, lucenti, lunghi come se ne vedono pochi in giro.

Un angelo a tratti crudele, lo si capisce dalla voce, fredda come l’acqua di una fonte di montagna, dalle mani, sempre fredde e sottili, e le unghie che tinge di un blu elettrico così particolare da sembrare incantato. Forse lo è. Così come il trucco leggero degli occhi, pare polvere di ghiaccio che riflette l’azzurro del cielo.

A volte, mi domando se Cissy non affascini anche me, con quell’aspetto da Lucifero al femminile... se lucifero avesse una moglie, di certo assomiglierebbe a mia sorella Cissy.

Così, è entrata nella mia camera e si è seduta sul letto, piantandomi addosso uno sguardo arrabbiato: “Bella, perché sei diventata tanto strana? Stai sempre da sola, al massimo col tuo gruppetto ristretto di amici pericolosi, sei distante, inquieta, fai cose e nessuno sa cosa… e non mi parli più di te!”

Ho guardato Cissy dritto negli occhi, sinceramente, di quello che mi sta succedendo non ci capisco nulla neanch’io, ma mi sento così bene… Rod, la magia oscura, Lord Voldemort… i miei poteri… è tutto quello che mi fa sentire viva, elettrica, entusiasta.

Non riesco a fare o pensare ad altro.

Cissy ha insistito: “Perché non mi parli più Bella?”

Mi sono seduta accanto a lei sul letto e, improvvisamente, non so come, non so perché, ma ho risposto: “Perché sento che certe cose ti farebbero paura, e io ti voglio bene! Non le condivideresti, e io non ti voglio perdere, voglio che resti vicina a me, non come Dromeda che mi ha tradita, che ci ha tradite! Odio quando qualcuno mi tradisce, quando qualcuno non fa ciò che voglio, è una cosa che odio con tutto il mio cuore…”

Lei mi ha risposto: “Non potrei mai farlo perché ti voglio troppo bene, e tu sei così bella e oscura che ho paura di te, ma irrimediabilmente mi attrai a te; per qualcosa che non capisco… oltre al fatto che sei amica di Lucius Malfoy… s’intende…”

La tensione è calata abbastanza rapidamente a quelle parole, io ho poi aggiunto: “Ho fatto l’amore con Rodolphus” sfoggiando un sorriso malizioso: “Mi è piaciuto… mi ha stretto forte la mano, con il mio sangue che colava leggermente fra le nostre dita intrecciate”… Cissy mi guardava a bocca aperta: “Mi piace farlo, mi fa sentire molto strana: potente, forte, spregiudicata”

Cissy continuava a guardarmi molto sorpresa, poi ha detto lentamente: “Pensavo mi avresti raccontato una cosa del tutto diversa, tipo che quando lo fai, ti senti amata, importante per la persona con cui stai, felice e protetta”

Ci siamo guardate piuttosto a lungo, in maniera interrogativa, cercando di comprenderci a vicenda.

Naturalmente penso di non essere stata capace di capire. Io, credo, capisco solo me stessa…

Dunque, forse stupidamente, forse perché mi scocciavano quelle parole sempre uguali, quelle aspettative che tutti hanno su di me, che io sia una ragazza nobile, gentile, elegante, sentimentale e dedita all’amore e alla famiglia.

Queste sono le aspettative, possibile che anche mia sorella sperasse di vedere questo in me?

Non credo riuscirò mai ad essere così, e divento nervosa quando me lo si richiede: “Non mi interessano quelle cose, Cissy, piantala, lo sai meglio di me come sono fatta”

Non appena l’ho vista diventare un po’ più triste, ho rincarato la dose: “Una volta che avevamo terminato di amarci, e stavamo a letto insieme, liberi e felici, abbiamo deciso che ci sposeremo. Finita la scuola, mi sposo, potrò vedere Rod tutte le volte che voglio e faremo l’amore un mucchio di volte. Per sentirmi potente Cissy, superiore, spregiudicata”… poi, come in un sogno, inconsciamente, mi sono venute alle labbra queste parole: “Quando sarò sposata, sarò indipendente… e diventerò una mangiamorte”

Ero stupita io stessa di una tale consapevolezza che, presto, il mio sogno si sarebbe avverato: sarei diventata donna, sarei diventata una mangiamorte… sarei stata sempre con lui, Lord Voldemort.

Il cuore, mi batteva a migliaia di battiti al secondo.

Lui, Lord Voldemort… sarebbero bastati pochi mesi. Di studio, preparativi e divertimento. Dovevo solo finire la scuola.

Vivere i miei ultimi mesi di scuola.

Cissy nel frattempo mi guardava esterrefatta: “Tu ti sposi? Così presto? Te ne vai di casa? E cos' è questa storia che vuoi diventare cosa? Mangiamorte? Che significa? Bella ma perché fai così? Perché mi fai questo? Sei una persona davvero cattiva come dicono, irrispettosa, egoista e crudele. Non ti importa nulla di me, del tuo nome, della casa che rappresenti, delle persone che ti stanno vicino! Tu decidi e fai quello che vuoi”

Poi è saltata giù dal letto con grazia, rabbia e risolutezza ed è andata via chiudendo la porta decisa.

Non ho capito perché facesse così: io penso al nome che porto, alla strega che sono, purosangue da sempre, una strega ereditaria e potente. Così ci penso, in termini di magia e potere.

Non ha capito niente, invece di essere contenta per me, si è infuriata.

Questo mi ha fatto sentire ancora più sola, ancora più arrabbiata. Cissy comunque è ancora una bambina e di me non capisce nulla perché le sono infinitamente superiore. Come età, poteri magici, esperienze e abilità…

Ma ora chi posso invitare con me a comprare i vestiti da strega oscura a Diagon Alley? Mia sorella mi manca già infinitamente

Bella

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Grazie a chi si è aggiunto alle preferite! Continua ad essere una bellissima sorpresa vedere che qualcuno di voi si aggiunge, nonostante i tanti capitoli già scritti!

Ne sono felicissima e volevo comunicarlo.

N.B. Prestissimo aggiorno l’altra ff! Solo ancora un po’ di pazienza, devo decidermi a correggere gli errori vari …

Ora passo a ringraziare per le recensioni!

maja89: che bella sorpresa!!!!! Non mi aspettavo la tua recensione per via di impegni e invece è spuntata (tra l’altro vale doppio perché è notturna e dunque oscura come piacerebbe alla protagonista della storia…) per cui è stata super graditissima!

Mi fa piacere ti piacciano barty e rab perché diventeranno più presenti nella storia (anche se non so bene come… diciamo che la trama si fa un po’ da sé man mano e non ho sempre idee precise, anzi…). Anche a me Sirius è sempre piaciuto moltissimo! Quando muore, nel libro, ricordo di aver pianto! So che è pura follia, ma ci sono restata troppo male! Però poi, mi sono super innamorata di voldie…

Credo che ogni tanto (anche se solo qualche episodio sporadico) entrerà anche lui nella storia!

Dunque alla prossima! Probabilmente con l’altra ff, se la smetto di cazzeggiare…

Grazie! ale

Hale Lover: prima di tutto grazie per la tua bella recensione!! Poi, ti scrivo subito una news: la mia mente malata crede di aver partorito un’ idea malsana e insana. Dopo questa ff (che, stai tranquilla è ancora abbastanza lunga), forse, scriverò la parte in cui Bella diventa apprendista di Voldie per studiare le arti oscure, poi una terza parte in cui diventa mangiamorte! Questa è l’idea, seppur vaga! Per cui non ti assicuro nulla di certo, però, secondo me, prima di liberarti di questa storia (parte1 2 3) farà in tempo a venirti la nausea… fidati!

Rab ce l’ho in mente abbastanza bene, Barty lo devo un po’ creare… comunque presto li ritroverai a combinare danni con Bella e Rod!

Grazie di tutto

ale

Clo_death eater: ho un sacco di cose da risponderti… anzi scusa se ne dimenticherò alcune… anzitutto anch’io ho notato che la rowling non reputa voldie degno di amore. Si nota anche nel 7, alla fine, quando harry vuole aiutare il bimbo che piange, fa fatica a respirare e si dibatte ed è tutto lacerato, mentre Silente gli dice che non può fare nulla per lui. A me questo è dispiaciuto molto. Cioè, ovvio che Voldie è cattivo e che doveva vincere Harry che rappresenta il bene. Però la rowling si contraddice anche un po’… prima ci dice che l’amore può tutto, salva ogni cosa, che la magia più grande è l’amore e che tutti ne meritiamo… poi taglia fuori proprio uno dei suoi personaggi. Anche per questo mi piace molto Bellatrix: lei voldie lo ama! E non trovo la sua sia solo un’ossessione, come ultimamente sento dire spesso. Credo lei lo ami davvero. E ne sono contenta, perché non è stato mai amato da uno straccio di nessuno (… lui ci ha messo anche del suo a dire il vero… ma chissà perchè, non evidenzio mai questo suo lato…)

Altra cosa che volevo assolutamente sottolineare è proprio che, anche per me come per te, l’unica coppia possibile, è Bella con Voldie! Al massimo Bella e Rod perché stanno insieme da una vita, per cui qualcosa devono sentire l’uno per l’altra, ma nient’altri strani pairing. Non riesco a concepire altri rapporti per come la rowling ha scritto i suoi libri! Sono molto fissata e critica su questa cosa, devo ammetterlo!

p.s. a proposito, non odiare la rowling del tutto.. Senza di lei non saremmo qui a scrivere e leggere tutte le nostre scemenze e delirii…

Grazie per tutto!

Alla prossima!

ale

Nerida R Black: grazie tantissimo per la recensione! Mi fa enormemente piacere che tu trovi ben fatto il personaggio principale (ovviamente anche gli altri), io l’ho sempre immaginata così e volevo caratterizzarla al meglio che potevo, in tutta la sua essenza di strega (qui il suo amore è in secondo piano).

È stato bello vederti fra le seguite di delle mie storie, spero di continuare a far bene!

Alla prossima!

ale

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Capitolo 33
*** Famiglia parte III: Regulus ***


Questo è stato uno dei giorni più interessanti da che sono qui a casa. Non immaginavo che quel piccoletto di mio cugino Regulus, fosse un tipo così sveglio.

Lui avrà, mi pare, circa l’età di Barty, ma, in netto contrasto con Barty, è sempre stato un bambino e ora un ragazzino, piuttosto tranquillo, con un carattere affettuoso e abbastanza remissivo. Fra tutti noi cugini, forse perché è il più piccolo, non ha mai imposto in nessun modo la sua personalità, né si è fatto riconoscere per qualcosa di particolare.

Fra di noi, cinque cugini sempre cresciuti insieme, ci conosciamo davvero bene.

Ma alcune cose di Regulus ho imparato a capirle solo ora.

In questo freddo periodo dell’anno, il buio cala molto presto durante la giornata, per questo mi è bastato attendere che i miei genitori uscissero di casa per un giro fra le vetrine di Diagon Alley, seguiti da Cissy che voleva fare compere e Dromeda che, non l’ha di certo detto, ma, secondo me, aveva un appuntamento segreto con quel suo nato babbano. Comunque, mi è bastato attendere questo momento, per avere spazio, tempo e concentrazione e tentare un rito nel pieno dell’oscurità e della solitudine della casa.

Mentre prendevo l’occorrente per richiamare gli spiriti naturali del fuoco, aria, acqua e terra, tutto rigorosamente al buio, illuminata solo da un candelabro e qualche candela accesa in giro per la camera, improvvisamente, senza nemmeno bussare, è entrato Regulus, aprendo la porta appena socchiusa. Silenzioso come uno spettro, mi si è avvicinato: “Cosa stai facendo Bella? Prepari un rito?”

Io a dire il vero non lo avevo sentito. Raramente mi capitava di non percepire le presenze altrui nell’oscurità. Comunque, per questo, non ho fatto in tempo a nascondere, candele, ciotole, rocce e cristalli e ho risposto subito, irritata: “Tu cosa ne sai di quel che faccio?”

Regulus, gentile e delicato, mi ha tolto le candele nere dalle mani e tutti i simboli per il rito: “Lascia, ti aiuto io. Non so quello che fai, ma lo immagino, ti ho osservata in questi giorni a casa, ho osservato tutto quello che nascondi in camera, tutto quello che tieni gelosamente al buio, in segreto, tutte le volte che osservi la luna, tutte le volte che aspetti il buio, la notte. Come ti vesti, come provi ad usare la bacchetta, come percepisci le energie altrui… tu sei irrimediabilmente attratta dalla magia oscura vero?”

Mio cugino mi stupiva davvero, non ho saputo che rispondere “Sì… ma tu che ne sai di queste cose?”

Lui mi guardava paziente e risoluto, sempre tranquillo, ma deciso, mi ha detto: “Fammi vedere come fai! Adesso, anche poche cose! Fammi partecipare al tuo rito, per quello che sai fare, poi prometto che ti spiego come so queste cose, perché conosco l’esistenza della magia oscura così bene.”

In quel momento vari pensieri mi sono passati per la mente: non volevo, in realtà, insegnare nulla a mio cugino, non solo perché volevo restasse una cosa soltanto mia, ma perchè, sentivo, percepivo, che lui, con certe cose, non aveva nulla a che fare, non era la sua natura, non era portato per questo. Ma per qualche motivo si era convinto di interessarsi.

Poi però, tanti motivi mi hanno portato ad acconsentire alla sua richiesta: volevo conoscere il suo segreto, sapere cosa anche lui nascondeva, volevo che condividesse qualcosa con me, volevo contaminarlo e macchiarlo con la mia magia, per strapparlo a mio cugino Sirius, col quale ultimamente non andava molto d’accordo. Lo volevo portare della mia parte per mostrare a Sirius fin dove sapevo arrivare, se volevo.

Dalla mia parte rispetto anche al resto della mia famiglia, che aveva certe idee, vero, ma nessuno di loro provava quello che provavo io, sentiva quello che sentivo io, era estremo quanto ero estrema io.

Inoltre, cosa effettivamente importante per me, Regulus era il primo ad essersi mostrato comprensivo. Lui mi aveva capita subito, aveva capito chi ero, com’ero, cosa mi interessava, e, semplicemente, lo aveva accettato.

Questo mi piaceva, mi sentivo importante.

Ho pensato questo mentre gli dicevo che avremmo potuto formare un cerchio magico insieme, evocando gli spiriti naturali, e incanalando le energie magiche sul raggiungimento di un nostro qualsiasi desiderio, di un nostro scopo, o semplicemente, richiamando il potere per noi, per usarlo in un incantesimo qualsiasi.

E mentre accendevamo le candele nere tutt’intorno a noi e posizionavamo gli elementi, richiamando l’energia del fuoco, gli dicevo che la magia oscura, si differenzia da quella che insegnano a scuola, non tanto per la preparazione, i riti, i movimenti della bacchetta ecc… ma soprattutto per gli intenti del mago e della strega che compiono questa magia.

E (ma questo non gliel’ho detto) più la strega vuole potere, più i suoi intenti sono di acquisirne, comunque, da qualunque cosa e da chiunque, in ogni modo.

Più è dunque portata verso la magia oscura, l’unica che fa sviluppare i poteri al massimo grado. Ben più in là di quelli che tutti si accontentavano di avere grazie alla normale magia.

Io non mi accontento, io voglio diventare potente, sempre più potente.

Voglio imparare tutta l’atre oscura, tutta, fino nei meandri più sconosciuti e nei lati più oscuri e nascosti.

Vorrei che ad insegnarmela fosse lui… Lord Voldemort.

Ma questo, era un mio segreto, che pochi conoscevano fino in fondo, anzi, forse nessuno mai, ha capito quanto io voglia essere una strega potente… per lui… Lord Voldemort.

Quando siamo riusciti a terminare il rito, mi sentivo ancora più forte: acquisire energia dal fuoco è la cosa che mi riesce meglio di tutte, come seconda fonte da dove attingo più energie, c’ è la terra, poi gli altri due elementi.

Ma questo non è per tutti uguale: ho spiegato a Regulus che ognuno attinge più energia da elementi diversi. Lui ha annuito, diligente ed interessato, cercando di capire e ricordare quanto possibile da quello che aveva vissuto quel pomeriggio con me.

Mi osserva, mi ha sempre osservata con interesse e ammirazione, sapevo di essere speciale per lui, sapevo che sperava di assomigliarmi, e anche di più. Mi ammirava, gli piacevo più di quanto gli piace Cissy, che è la sua preferita, palesemente. Solo che, quel che riguarda me, non osa ammetterlo, non osa dirmelo, perché hanno un po’ tutti timore di me, in qualche modo. Sanno che ferisco tutti facilmente. Hanno capito che mi piace fare del male.

Alla fine ho aggiunto: “Ora Reg, hai detto che mi spiegherai da dove viene questo tuo interesse per le arti oscure” lui ha sorriso compiaciuto e mi ha detto: “Va bene Bella, ti mostro il mio segreto: forse è meno interessante e misterioso del tuo, ma penso che ti piacerà molto sapere e vedere cosa custodisco. Vieni a casa mia, in camera mia”

Aggiornerò

Bella

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Grazie a tutte/i … le letture aumentano e io ovviamente sono contenta.

Ho pronti un paio di capitoli per cui aggiorno veloce (spero non troppo veloce)

Grazie particolare per le recensioni:

Hale Lover: sarà una storia dettagliatissima di bella, rod, voldie e alcuni altri mangiamorte! Mi vengono in mente le cose mentre faccio tutt’altro e ho il cel pieno di appunti vari, altrimenti mi scordo tutto. Spero a questo punto di riuscire a scriverla davvero e per bene. (ma ormai mi sono entusiasmata e quindi ci proverò di certo). Grazie davvero per l’appoggio e tutti i complimenti che mi fai! Probabilmente non ci avrei neanche pensato senza di te che hai detto ti sarebbe mancata questa storia ambientata “nel passato”. Inoltre mi hai “insegnato” a scrivere le song fic che ora mi piace molto scrivere! Per cui ti devo davvero molto! In cambio tento di scrivere bene…

P.S. dopo la parentesi famigliare i quattro torneranno a fare danni!!

Grazie di tutto!

ale

Clo_death eater: anch’io penso che Voldie (insieme anche a Piton che ha avuto una famiglia disastrata, ma almeno una madre che gli voleva bene), abbia sofferto tantissimo, infatti evidenzio sempre (almeno ci provo) che non è che lui non prova sentimenti, li prova, ma nega l’amore perché nessuno gliel’ha mai dato! E se dovesse ammettere a se stesso che questo amore esiste, dovrebbe anche fare i conti col fatto che lui non è stato ritenuto, da nessuno, degno di averne. Credo sia un dolore davvero insopportabile. Non è che lo giustifico per il male che ha fatto, però come personaggio mi piace, lo trovo interessante.

Per quanto riguarda la tua domanda… Bella uccisa da Molly… se avessi letto che Bella è morta cadendo per sbaglio in un tombino, sarei stata più contenta! E con questo ho detto tutto……….. Aggiungo solo che non è neanche realistico….. Molly è una donna positiva, brava madre, moglie, affettuosa, protettiva ecc… e questo è forse più difficile che essere una brava mangiamorte. Ma via…. Bella è abituata a combattere da una vita, è potente, allenata… Molly no! Diciamo che avrei preferito che la rowling avesse fatto un’altra scelta (non ho amato particolarmente il 7 libro a dire il vero, a parte alcune parti).

Ok, direi che come sempre abbiamo scritto molto!

Per cui chiudo, grazie ancora tanto, alla prossima

ale

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Capitolo 34
*** Famiglia parte IV: Regulus II ***


Quando sono entrata nella camera di Regulus, mi ha dato l’impressione di entrare nei dormitori di Hogwarts, dove tutto ha colore smeraldo, con rifiniture argentate.

Regulus aveva stemmi e bandiere, coppe e coccarde, cornici e spille decorative, tutte appartenenti a serpeverde, tutte verde smeraldo e argento brillante. Io, che sono al settimo anno, non avevo mai visto tanti oggetti simbolo della mia casa tutti insieme, tutti ordinati, tutti mantenuti con orgoglio e attenzione.

Le foto della squadra di quiddich erano in bella mostra sulle pareti e sul comodino. Sapevo che Reg aspirava a diventarne membro.

Anche a me piace molto la mia casa, sono sempre stata contenta e orgogliosa di appartenere a serpeverde, non immagino la mia vita scolastica in un’altra casa, con altri compagni, in un’altra sala comune, ma non immaginavo neanche che si potesse essere tanto legati ad essa, come lo era mio cugino Reg.

Ho pensato comunque che assomigliava molto a Sirius in questo, perché anche Sirius era così legato alla casa dei grifondoro.

Regulus aveva anche lo stemma di famiglia su una parete della stanza… mio cugino era di certo il più orgoglioso di tutti noi di essere un Black.

Sapevo quanto mia zia aveva insistito su di lui per farlo diventare un bravo esponente della casata, sapevo anche quanta responsabilità si sentiva addosso Regulus che, a causa del comportamento di Sirius, rimaneva fondamentalmente il solo erede maschio del nome dei Black.

Deve di certo soffrirne, deve sentirne davvero il peso, immagino, ma non mi importa… credo di avere abbastanza da lamentarmi del fatto che io, primogenita assoluta dei due rami della famiglia, avrei dovuto nascere maschio secondo i miei genitori e, invece, ho già dato grande dolore a tutti nascendo femmina.

Odiano il fatto che io sia femmina, e io Bellatrix Black, sono anche una femmina tremendamente femminile, audace, sensuale e spregiudicata.

Tutto quello che una fanciulla nobile e beneducata non dovrebbe proprio essere.

E come loro odiano che io sia femmina, io odio loro. Profondamente, segretamente.

Odio, prima di tutto, come sono codardi: di facciata appoggiano Lord Voldemort, ma poi, in privato, ogni volta che succedono degli atti lievemente cruenti, subito tentennano.

Non sanno prendere posizione. Non sanno esagerare.

Mentre io… Io sono femmina, e il mio animo è tutta un’esagerazione.

Ma torniamo a Reg…

Mentre osservavo la sua stanza dopo tempo che non ci mettevo piede, mi si è avvicinato, discreto, sorridendo, orgoglioso di sé stesso, di avere sua cugina tutta per sé, pronta a dargli attenzione, quando sua cugina notoriamente, non presta mai attenzione a niente e a nessuno, se non a sé stessa…

Mi ha detto: “Vieni Bella, ti mostro subito il perché ti ho chiesto quelle cose sulla magia oscura, sono certo che ti interesserà”

Da dentro un cassetto, ha preso una grande scatola di cartone, piena di pezzetti di giornale, e intanto mi diceva: “Vedi? Per questo motivo, per via del mago oscuro più grande del mondo, più famoso in assoluto, il più bravo!… Pensavo di fare un collage di tutti questi articoli e attaccarli da qualche parte…” io già non lo ascoltavo più, guardando quei ritagli, il cuore ha iniziato a battermi prepotentemente… “mago oscuro… più bravo… famoso…” con un’emozione che raramente mi capitava di provare in occasioni tanto stupide, ho preso i ritagli…

Sapevo già che era lui… sapevo che parlavano di lui…

Sapevo già anche perché Reg ce li aveva, sapevo che le ragioni del suo interessamento a Lord Voldemort erano del tutto diverse dalle mie.

Lui voleva fare contenti i genitori avvicinandosi agli interessi dei purosangue; io ero innamorata di quel mago oscuro, volevo fare felice lui, il mio Lord Voldemort.

Era tutto così diverso fra noi, me e mio cugino.

Non so chi dei due sopravviverà davvero nel mondo duro, prepotente e implacabile dei mangiamorte.

Ugualmente mi sono sentita vicina a Reg, felice di quel segreto che mi stava mostrando.

Felice di poter leggere tutto ciò che gli articoli dicevano sul mio Lord Voldemort, felice di poter vedere la sua immagine, così bella, in qualche rara foto.

Felice di capire che, lo sentivo, avrei potuto manovrare mio cugino a mio piacimento. Avevo potere su di lui, ne avrei avuto in futuro e me ne sarei servita se mi fosse tornato utile.

Per fare soffrire chi di dovere, per torturare il cuore di chi mi interessa far soffrire.

Questa sono io, ancora di più e sempre di più, dopo quello splendido sconvolgimento del legilimens… il legilimens del mio Lord Voldemort. Qualcosa di lui ha risvegliato qualcosa di me, il suo potere oscuro ha richiamato il mio potere oscuro. Da quando è entrato prepotentemente nella mia mente, senza scrupoli, senza chiedere. Lo sento ogni ora e ogni giorno di più.

Ho sorriso… dato che la stanza non era buia, ho lasciato cadere i capelli davanti agli occhi e ho sorriso, lo copro o lo nascondo leggermente quel sorriso, perché sento che è un sorriso particolare, diverso, cattivo.

Fa paura. E non voglio che qualcuno si accorga ora che faccio paura.

Ho alzato poi lo sguardo verso Reg e l’ho ringraziato di avermi mostrato tutto, chiedendogli di regalarmi un ritaglio. Quello dove c’era la foto più bella. Cosa che lui ha fatto anche se un po’ a malincuore.

Avevo mio cugino dalla mia parte.

Era il momento di capire chi era come me e chi diverso da me, o contro di me, a scuola come a casa.

Voglio diventare grande. Ho voglia di diventare grande.

Mentre tornavo a casa mia, attraverso il giardino interno che separa il numero 11 dal 12, stringevo il ritaglio al petto e guardavo la prima falce di luna nella notte buia.

Luna crescente, momento di costruire, formare, creare.

Momento di crescere. Voglio infinitamente diventare donna. E unirmi a lui.

Bella

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Ringrazio di nuovo chi legge la storia o chi la scopre per la prima volta e decide di seguirla! In questi giorni noto questo e mi fa molto piacere davvero.

Ultimo aggiornamento lampo... i prossimi saranno un po' più lenti (ma non di molto), mi darò da fare sia con questa che con l'altra ff comunque!!

Sempre un grazie speciale a:

KatyAniFrancy: grazie per la recensione, sono davvero contenta che la storia ti piaccia. Direi che la possiamo chiamare grimorio (che poi è simile al diario per una strega) o almeno questo era un po’ il mio intento!! E la cosa che mi ha fatto ancora più piacere è sapere che le descrizioni dei personaggi e le loro caratterizzazioni, ti siano piaciute!

Grazie ancora!

Nerida R Black: prometto che il prossimo aggiornamento sarà nei giorni di scuola! Così arriverai a casa e troverai la storia! Per quanto riguarda la parte “magica” della storia, ti rispondo subito: la maggior parte delle informazioni che scrivo è vera, la puoi trovare su libri o anche su internet, a me è sempre piaciuta la magia e anche l’astrologia, per cui mi piace introdurla nella storia. Però, diciamo che per adattarla un po’ al personaggio, molte cose le rendo il più possibile oscure, dark e particolari, e lì è più che altro frutto di fantasia…

Grazie tantissimo e alla prossima!

 

Clo_death eater: eccomi di già qui! Ti dico subito che anche a me la storia di Regulus che si interessa ad un elfo domestico non ha convinto neanche un po’!!! Infatti mi sono spiegata la questione soltanto pensando che Reg in realtà non fosse fatto per l’ambiente e le azioni dei mangiamorte e abbia cercato un modo o una scusa per andarsene (lo vedo un po’ come Cissy, fino ad un certo punto va bene, ma poi qualcosa non la convince e se ne tira via) ma tutto dipendente dal fatto che lui non voleva stare più fra i mangiamorte, non perché vuole salvare un elfo… credo che la bowling, per molte cose, non sia stata attenta alla logica e alla psicologia dei suoi personaggi (almeno questo io l’ho notato fra i cattivi).

Il segreto di Regulus, era poi quello che pensavi? Io non ho potuto fare a meno di mettere questa cosa dei ritagli, della sua camera da letto, tutte cose che mi avevano particolarmente colpito nel 7 libro.

Sono contenta di non deluderti coi miei cap! è una cosa molto importante per me! Proverò ad andare avanti così…

E dopo il solito papiro, ti saluto e ti ringrazio!

Alla prossima

Hale Lover: ecco la parte finale di Reg! Anche lui mi pareva giusto approfondirlo un po’! è un personaggio che anche per me ha lasciato un po’ il segno, anche se è stato poco descritto dalla rowling stessa!

p.s. i miei complimenti al tuo modo di scrivere, sono davvero sinceri! Magari è difficile capire come, ma aver letto le tue one shot, forse per lo stile, o per il modo di descriverei i sentimenti e le emozioni dei personaggi, mi sono state di grande aiuto e appoggio! Senza contare le tue recensioni (e quelle di maja! Ringraziale ovviamente per via cel!!!!)

p.p.s. il segreto di reg non è poi così interessante, ma mi aveva colpito leggere, nel 7libro, che teneva questi ritagli di voldie… e l’ho voluto aggiungere!

Grazie ancora e alla prossima!

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Capitolo 35
*** Famiglia parte V: I Lestrange ***


La mattina del giorno del ritorno ad Hogwarts, ho fatto colazione da sola e in santa pace. Con il pane e il miele, perché a casa Black non tengono sempre la cioccolata.

Era molto presto e la luce del sole entrava chiarissima dalle vetrate e, con la tovaglia di pizzo bianca, tutto risaltava particolarmente, in contrasto con la divisa nera che avevo indossato. Mi è parso che mai prima d’ora la luce contrastasse così tanto con me, la mia figura, i miei vestiti…

Dopo non so più quanto tempo, ho di nuovo deciso di portare la gonna ad una lunghezza normale, come tutte, o quasi, le mie compagne. Mentre il colore nero al posto del grigio scuro, quello, non posso immaginarlo diverso.

Essendo al settimo anno ormai, non mi andava di figurare al binario con tutta la mia famiglia, genitori e zii compresi, che accompagnavano Cissy e Regulus, e rimproveravano Sirius (Andromeda, come me, aveva deciso di precederli e andare sola con i suoi compagni, libera come l‘aria, com‘è sempre stata mia sorella), per questo mi stavo sbrigando a fare colazione, per poi andare al castello dei Lestrange e raggiungere Londra con Rod e Rab.

Quando, tramite la polvere volante, ho raggiunto il camino del castello, mi sono però accorta che qualcosa palesemente non andava come sempre.

C’ era un movimento strano intorno, non era tutto cupo, oscuro e silenzioso come al solito, ma c’ era più luce e maggiore agitazione.

Mi sono fermata un attimo nella sala del camino, senza sapere bene cosa fare e, quasi subito, è arrivato Rab.

Non era neanche lui come al solito, sembrava triste, incapace di esprimere il suo naturale modo di essere, mi guardava, ma sembrava non sapere come comportarsi.

Ha comunque detto piano: “Ciao Bellatrix, Rodolphus è ancora in camera sua… non è sceso” e poi ha distolto lo sguardo, infelice e incerto.

Strano che Rab non tentasse di passare un po’ di tempo con me, e subito mi allontanasse dicendomi di andare da Rod… non ci capivo più niente, e mentre valutavo queste cose, è comparso nella stanza un uomo che non avevo mai visto.

Bello, giovane, aristocratico, affascinante, elegante.

Con un accento molto francese ha detto: “Rabastan, hai visite?” non so perché, ma ho subito preso l’iniziativa io, avevo voglia di parlargli, senza aspettare la risposta di Rab e mi sono presentata, aggiungendo che ero venuta per Rod.

Lui si è presentato a me: con un gran sorriso felice e malizioso, baciandomi lievemente la mano, chiamandomi “mademoiselle Black” e notando come fosse fortunato ad avere una splendida fanciulla in casa sua, non appena arrivato dalla Francia.

Mi ha fatto sentire importante, bella, anzi… splendida.

Era il padre di Rod.

E mi affascinava parecchio.

Ma io non sono propriamente una fanciulla… sono una strega. E palesemente qualcosa non andava. Nello specifico: Rab lo odiava.

Rod neanche si era presentato davanti a lui quella mattina.

Appena sono restata sola con Rab, mentre lui faceva colazione e io sorseggiavo un succo di zucca, ho chiesto spiegazioni.

Non è stato facile farlo parlare… neanche Rod, di questa storia, discute mai. Ma Rab è più dolce, più affettuoso, più ingenuo. Mi ha parlato un po’ a tratti, come se fare un discorso compiuto lo infastidisse, ma mi ha detto: “Quello è nostro padre, è tornato ieri sera dalla Francia, penso starà qui un paio di giorni, poi tornerà dove gli piace stare”… ha fatto una pausa piuttosto lunga, poi ha letteralmente sputato fuori le parole: “Non lo conosco quasi, non c’ è praticamente mai, sarà comunque venuto a salutare Rodolphus. Non me. A me odia, perché ho ucciso sua moglie, ovvero mia madre. E non mi considera. Rod lo considera leggermente di più, perché è il primogenito. Perché non ha ucciso nessuno, Rod. Ma mio fratello lo odia e io ne sono contento. Lui è dalla mia parte, mio fratello non mi incolpa se sono nato e ho ucciso nostra madre subito dopo, era lei ad essere troppo debole” poi ci ha pensato su un po’ e ha aggiunto “Ma forse a te piacerò un po’ di più se ho ucciso qualcuno… cosa che Rod non ha mai fatto… questo ti affascina, deve affascinarti!”

Io lo ascoltavo attenta, queste cose non le sapevo, non sapevo neanche che, la madre dei due fratelli fosse, evidentemente, morta di parto dopo la nascita di Rab.

E questo signor Lestrange mi sembrava così interessante, anche se i suoi figli lo odiavano. Mi piacciono i Lestrange e io piaccio a loro, tutti loro. Il fatto di piacere mi fa sentire importante, adoro questa sensazione.

Non ho detto molto a Rab, non mi andava di dire cose dolci e scontate: “Ad Hogwarts staremo di nuovo tutti insieme, puoi stare di più con noi, se ti va, se ne hai il fegato come dici…” lui improvvisamente mi ha guardata e ha risposto: “Sì Bellatrix, certo che ne ho il fegato, mi sono avvicinato al fuoco più di quanto ti immagini, e non ho paura… di te… del fuoco”

Non mi era ben chiaro a cosa si riferisse con quella frase, non so perché, ma ho pensato a quella notte in cui mi ero spogliata nel parco… ma ho evitato il discorso.

Di proposito nessuno dei due ha più preso in esame ciò che Rab aveva fortemente insinuato tra noi, e cioè il tema se lui mi piace.

L’abbiamo lasciato nell’aria, senza un sì e senza un no.

Perché fare così gli dà speranza con me; e perché fare così mi dà potere su di lui.

Ultimamente Avery e Piton stavano molto per conto loro, si erano avvicinati più a Mulciber e tendevano a fare gruppo fra di loro. Passavano più tempo a studiare, noi eravamo invece tipi più inclini a fare. La banda si stava lentamente smembrando e c’era bisogno di qualcuno con noi, Rab lo trovavo perfetto.

Stavo salendo le scale per andare nella stanza di Rod e parlargli di tutto, quando ho incrociato di nuovo il signor Lestrange.

Mi ha sorriso ancora, meno malizioso e più contento.

“Posso chiederti se sei la ragazza di mio figlio Rodolphus?”

Io ho risposto sinceramente, sentivo come di potermi fidare di lui, diversamente da tutti gli altri adulti che avevo attorno: “Sì… sono la fidanzata. Vorremmo sposarci presto” lui, non si è infatti minimamente scomposto: “Sei una ragazza bella e particolare, sarò contento avere di nuovo una donna in famiglia. Vai pure da lui, non ho nulla in contrario”

Rab e Rod di certo lo odiano con ragione… ma a me il loro padre piace proprio.

Tanto, decisamente tanto, vorrei che fosse mio padre.

Che non mi odia perché sono femmina, ma mi ama perché sono bella, e sono donna.

Aggiornerò

Bella

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Volevo far stare tutto il racconto in un capitolo, ma sarebbe risultato troppo lungo (io amo i capitoli abbastanza brevi… in compenso cerco di aggiornare veloce)

Per cui terminerò l’argomento nel prossimo.

Ovviamente tutta la storia dei Lestrange è inventata, non è basata su nulla di vero che ho trovato sui libri, ma volevo approfondire un po’ il carattere cupo dei due fratelli, che poi diventeranno efferati mangiamorte!

Grazie ancora per le aggiunte ai seguiti!!

Ringraziamento speciale:

Clo_death eater: eccomi qui col nuovo aggiornamento. Anche tu pensi che Bella abbia odiato almeno per qualcosa, la sua famiglia? Io la trovo davvero diversa dagli altri Black. Lei era proprio una mangiamorte fino in fondo, senza ripensamenti né tentennamenti. Secondo me, almeno in parte, doveva risentire della differenza dagli altri, un disagio almeno fino a quando è vissuta a casa.

E mi fa piacere che ti piaccia “il mio Lord Voldemort” lei ancora si può permettere di chiamarlo così, e sente già quel legame che, in un certo senso, è tenero e innocente, quasi protettivo, per certi versi.

Non resisto dal rispondere a una delle domande che mi hai fatto sull’altra ff… non so se Bella sappia che Voldie è un mezzosangue. Dalla reazione che ha quando potter glielo dice nel 5, e dal candore con il quale lo dice tom riddle a scuola nel 2, nonostante odi questa cosa di sé, io direi che lo sa. Ma non ne sono certa. Ugualmente mi piace pensare che lei lo sappia, ma l’amore è più forte, magari neanche ci fa caso, e non ferire lui, perché sa che gli pesa, lo difende a spada tratta, in ogni modo e maniera. Secondo me lei è parecchio intelligente, o comunque intuitiva, anche perché molto innamorata, per cui capisce quanto lui odi il suo essere mezzosangue. Cerca di stargli vicina nel modo in cui, intuisce, a lui possa far piacere. Questa è però la mia visione personale, non ti saprei dire altro. Tu che dici?

Ok questo è un vero papiro!!!! Chiudo qui…

Alla prossima e grazie come sempre

ale

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Capitolo 36
*** Il centro dell'attenzione ***


Aggiornamento

Quando sono salita in camera di Rod, lui dormiva ancora, e in giro c’ era un casino pazzesco. Cose buttate in ogni lato della stanza, un mucchio di roba rotta, un paio di piatti sporchi, erbe e tabacco che volavano sul tappeto, sul comodino e sul tavolo, e a letto, lui ci era andato ancora vestito.

Istintivamente mi è salita una gran rabbia dentro: ho pensato fosse stato fuori, lui crede sempre di essere ancora da solo, libero e indipendente, di fare quello che gli pare, senza dirmi nulla… un po’ come me, a pensarci…

Siamo talmente simili che quando mi arrabbio a morte con lui, spesso, so di avercela anche con me stessa.

Ho tentato di calmarmi un po’ e mi sono seduta sul suo letto, senza tanta grazia, avrei voluto si svegliasse subito: “Rod… parlami” gli ho detto piano.

Buona parte della rabbia si è dileguata quando lui si è avvicinato strisciando nel letto, ha appoggiato la sua testa sulle mie cosce e ha mormorato stancamente: “Amore… sei venuta da me, ti ho desiderata tanto…”

Da quella frase si capivano migliaia di cose: che aveva paura, che non gli andava di stare con suo padre, che era andato in giro per buona parte della serata per non stare con lui, che aveva bevuto tanto, che però gli mancavo, che con me si sente al sicuro, che solo quando è ubriaco è capace di dirmi chiaramente che mi ama… però mi ama davvero.

Forse.

“Hai fatto un gran casino qui sai?” Ho risposto mettendomi più comoda sulle coperte “Quando devi combinare disastri, sappi che voglio essere con te, ti odio quando fai così, tutto da solo”

Rod ha sorriso leggermente, senza guardarmi: “Lo so, è che non volevo vedere mio padre, non ci voglio stare con lui” mi ha detto, stringendosi lievemente ai miei fianchi “Se ci sei tu, io sto bene, non ho bisogno di nessun altro”

Io Rod lo capivo benissimo, se si esclude Lord Voldemort ovviamente, anch’io sto bene solo con lui, mi basta per sentirmi felice, pronta a tutto, il resto del mondo non conta, li ucciderei tutti, così, tanto perché mi piace così.

“Avrei preferito non fosse tornato, ormai io e mio fratello stiamo benissimo da soli, preferiamo sempre che lui non torni” io l’ho stretto più forte a me e ho risposto: “Con me è stato gentile, mi è piaciuto tanto, mi piacerebbe un padre come il tuo”

Lui è sembrato divertito ma non stupito: “Tu sei una ragazza, e lui ha un sacco di donne, è bravo solo con le donne, ci sa fare, per questo è stato bravo con te” poi ha fatto una pausa e ha alzato la testa, guardandomi negli occhi: “A Parigi ha un sacco di donne, non gli importa di stare qui perché là è più libero; è che fare il padre proprio non gli riesce, non gliene frega nulla di noi, mio fratello poi, è come se nemmeno esistesse. Io odio che sia mio padre, così giovane, elegante, bello, pieno di talento. E tutti pensano che dovrei diventare come lui… io non sono lui e mi fa schifo pensare di diventarlo”

Mi sa che Rod faccia un po’ fatica a confrontarsi con suo padre tanto giovane e magnetico, almeno quanto lui è matto e scatenato, sono così diversi di carattere, anche se fisicamente un po’ si assomigliano.

Mi sono sdraiata vicino a lui sinuosa e sensuale. L’ho baciato varie volte: mi andava di essere grande, di sentirmi adulta fino in fondo, dopo che per tanti giorni ci avevo pensato, ne avevo avuto voglia e l’avevo desiderato: “Io personalmente preferisco te Roddy, tu sei speciale, e sai sempre come farmi sentire potente, bella e magica… Soprattutto in certi momenti… che sappiamo solo io e te…”

Lui ha capito immediatamente a quali momenti mi stavo riferendo, mi ha stretta a sé, come la cosa più bella e splendente dell’universo.

Poi, mentre ci stavamo baciando con passione e mi stava spogliando guardandomi tutta, facendomi sentire davvero una donna, solo perché lo faceva, solo perché era appassionato, solo per quei suoi occhi così terribilmente vivaci e pronti a qualsiasi cosa, gli ho detto seria: “Mi piaci, mi piaci soprattutto perché sei matto, io e te insieme… nessuno ci può fermare, sei matto quanto me”… a quel punto, ha smesso di baciarmi e mi ha guardata maliziosamente finché non è entrato dentro di me, e mi ha amata con una passione e una sfrontatezza speciali e particolari… così tanto e così bene, che per la prima volta ho avuto un orgasmo quando eravamo ancora insieme uniti.

È stato importante per me, mi ha fatto sentire diversa, più intima, più donna, più indipendente e adulta, più oscura e viziosa. Più vicina a Rod

Più strega.

Quante cose stavano cambiando in me, quasi non me ne rendevo conto, ma mi fanno sentire eccitata e felice.

Mentre poi Rod si sistemava decentemente, io sono scesa in fretta al piano di sotto: era tardissimo per andare alla stazione. Ho salutato suo padre educatamente, lui mi ha fatto un altro dei suoi sorrisi maliziosi: aveva capito al volo cos’era successo al piano di sopra, non mi ha rimproverata, non ha rimproverato neanche suo figlio.

Invece, mi ha detto: “Mademoiselle Black… posso chamarla per nome? È molto bello” ho risposto che ne sarei stata molto contenta e ha concluso: “Bene, mi fa piacere. Ti porterò un regalo da Parigi la prossima volta, qualcosa da indossare di parigino”

Mi sentivo di nuovo importante, anche per lui.

Rab non ha proferito parola, restava sempre zitto e rabbuiato.

Rod, sulle scale, lontano e indisponente, ha commentato: “La prossima volta che tornerai, Bellatrix vestirà con abiti da mangiamorte ormai… non le servono i tuoi regali”

Lui si è subito voltato verso di me e mi ha domandato: “Vuoi diventare mangiamorte? Anche se sei una ragazza? Saresti l‘unica, o quasi”

Io ho annuito. “Non importa, voglio essere la mangiamorte più potente, più vicina a Lord Voldemort”

Lui ha sorriso sospirando: “Lord Voldemort… lui riesce sempre ad essere al centro dell’attenzione, nel bene e nel male, l’abbiamo sempre invidiato tutti, in fondo”

Io lo ascoltavo letteralmente attonita: “Conosce Lord Voldemort?? Davvero? Mi potrebbe dire come?” e così lui ha risposto: “Dai tempi della scuola, lui era di qualche anno più giovane di me… lo conoscevo abbastanza bene”

Non sapevo che dire, lo ascoltavo, pendevo dalle sue labbra senza dire una parola, Rod ha capito e ha detto: “Vorrebbe sentire i tuoi racconti padre; Bellatrix di sicuro ti vorrebbe ascoltare mentre le racconti di lui… tutti qui vorremmo sapere di Lord Voldemort”

Così suo padre ha aggiunto: “Prometto che tornerò al più presto, e racconterò, a tutti e due, qualcosa di lui”… Mentre Rod urlava: “A tutti e tre! Ti ricordo che hai due figli!” e Rab si smaterializzava da solo verso la stazione, probabilmente ferito dalla frase di suo padre, io non riuscivo proprio ad odiare quell’uomo tanto egoista… aristocratico, giovane e bello che era il Signor Lestrange; che, poi, si è voltato elegantemente verso di me e mi ha sussurrato: “Ti porterò un bel regalo dalla Francia Bellatrix, uno a tutti e tre! E ti racconterò di Lord Voldemort e di quando eravamo compagni a scuola, a tutti e tre, promesso”

Ho sorriso felice, già adesso non vedo l’ora che torni.

Bella

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Grazie per la recensione:

Clo_death eater: sai che non avevo mai pensato che voldie, uccidendo il padre, si considerasse, in un certo senso, liberato dal fatto di avere una parte babbana? La trovo una bellissima interpretazione! Mi piace molto! (tra l’altro, pensa a come deve essersi sentito quando va a cercare i suoi parenti gaunt che l’hanno abbandonato e trova un brutto alcolizzato come zio, che vive in una fetida catapecchia! Certo che poi cerca di pensare al fatto di essere l’erede di slytherin e nient‘altro, altrimenti c’ è da suicidarsi!!! Gli unici parenti in vita che ha, fanno letteralmente pena!!)

Lestrange padre ti intrigava, probabilmente, anche perché conosce voldie (ai tempi della scuola la row nomina un lestrange, per cui ho immaginato questo) e quindi, presto o tardi ce lo descriverà quando era ragazzo ad hogwarts!

Stavolta mi mantengo nei limiti del commento breve e posto la ff… anche se avrei un mucchio di commenti da fare… magari pian piano riusciremo a dirci tutto di questi favolosi personaggi!!

Grazie ancora!

Aggiorno presto anche l’altra ff promesso!

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Capitolo 37
*** Droghe e magia ***


Ad Hogwarts c’ era la neve, quando sono arrivata, bianca che ricopriva tutto: il castello, le guglie, i ponti, le torri e la foresta proibita. Il lago nero è uno specchio di quasi tutto ghiaccio.

A me la neve non piace… troppo bianca, troppo pura, troppo fredda. Quando cade la neve, la terra viene tutta ricoperta di bianco e il suo riflesso spesso si staglia nel cielo di notte, rendendolo biancasto, quasi come fosse un tutt’uno.

Io amo i contrasti, amo la notte limpida e nera, non c’ è nulla di bianco e puro in me… questo mi pare di sentirlo ogni giorno di più.

Dopo le vacanze di Natale, pare che tutti gli insegnanti non facciano che pensare ai M.A.G.O. e ci riempiono di compiti, esercizi, dimostrazioni, ricerche, letture straordinarie.

Siamo tutti molto impegnati dunque, sia la mattina a lezione che il pomeriggio per i compiti, l’unico evento realmente degno di nota, è accaduto pochi giorni dopo il ritorno dalle vacanze: Barty Crouch vuole entrare a far parte del gruppo, questo mi pare chiaro, e si sta dando da fare in tal senso.

Poco prima di pranzo, un giorno, io e Rod stavamo camminando verso la sala grande e siamo stati raggiunti da Rab che, evidentemente, ha preso alla lettera il mio invito a rimanere di più con me e suo fratello, perché ora si unisce a noi molto più spesso di prima.

Non appena Barty ci ha visti tutti insieme, si è congedato dai suoi amici, bravi studenti e buoni ragazzi coi quali finge di essere amico, e ci ha raggiunti. Sì, fondamentalmente mi è chiaro che finge soltanto di essere loro amico, ma lui ha tutt’altri interessi, vuole frequentare tutt’altre persone. Ha esordito immediatamente e silenziosamente dicendo: “Vi va di provare una cosa pazzesca? A casa ho trovato un mucchio di erbe che utilizzavano anticamente maghi e streghe per le visioni, le divinazioni, per amplificare sensi e poteri, per conoscere l’oscurità dentro di loro… ora sono illegali, mio padre, che si occupa di far rigare dritto maghi e streghe, ne elimina parecchie, ma non sa che io ne ho trovate un bel po’ di queste erbe e gliele ho rubate.

Non immagina neanche che suo figlio sia capace di tanto. Vorrei condividerla con voi e con chi pare a voi”

Aveva un sorriso sincero e soddisfatto, un’espressione ansiosa di piacerci, di essere accettato da noi, mi guardava, me soprattutto, con occhi entusiasti.

Mi sono sentita grande, stavo molto al di sopra di lui, lo aveva capito e mi stava trattando come tale, questo mi piaceva molto di Barty, nonostante lo consideri ancora un ragazzetto.

Inoltre mi andava proprio di fare quello che facevano le streghe antiche e potenti, mettermi al completo e totale servizio dei miei poteri più oscuri e nascosti, volevo provare.

Nel momento in cui pensavo questo, Rod, molto scettico, ha domandato: “E cosa vorresti in cambio?”

Il viso di Barty si è indurito a quella domanda, ma palesemente si è trattenuto dal dire qualcosa di spiacevole a Rod e ha semplicemente risposto: “Solo conoscere voi ragazzi più grandi”

Quando Rod si è voltato verso di me per avere un’ opinione, io ho sorriso pronta per provare e così abbiamo risposto che ci si trovava nei sotterranei l’indomani sera tardi, se possibile, durante la notte.

Rab ha subito detto: “Mi sa che ci andiamo a cacciare in un mare di guai! Barty è pazzo sconsiderato e nessuno pare rendersene conto, siamo sicuri di voler fare qualcosa con lui?” Notoriamente, Rab e Rod litigano pressoché su tutto e sembrano essere diversi come il giorno e la notte, Rod gli ha risposto subito: “Basterà fare attenzione a chi invitiamo e a cosa ci porta Barty. Non fare sempre lo sfigato che di fatto sei, fratello”

Io, effettivamente avevo paura, ma era più forte l’eccitazione di provare la magia usata nell’antichità, quando tutto era potente, oscuro e imprevedibile, allora ho aggiunto: “Senti Rab, se ti ho detto di unirti a noi, non è certo per essere prudente, ma per diventare uno di noi, per essere una forza tutti insieme, fare magie proibite e diventare maghi che hanno provato e sanno fare tutto. Cosa decidi di fare?”

Rab, che già stava mandando al diavolo Rod, le cui parole non gli fanno più né caldo né freddo, non appena ha sentito quel mio intervento, si è rabbuiato, mi ha guardato offeso e arrabbiato e mi ha detto: “E sia Bellatrix… facciamo questa cosa, di fegato ne ho più di quanto pensi, penso io a radunare un piccolo gruppetto fidato che ci raggiunga nei sotterranei per questa cosa. D‘accordo?”

Rod gli ha lanciato uno sguardo indagatore e guardingo, fa sempre così quando Rab si comporta con me in maniera che non gli va a genio.

Ma poi, anche la sua voglia di provare la roba di Barty, deve avere avuto un grosso sopravvento e ha detto a Rab che andava bene, e poteva procedere.

Rimasti soli, ce ne siamo andati in biblioteca ad informarci meglio su usi e utilizzi delle piante e delle sostanze di cui ci aveva parlato Barty, nonostante non sapessimo esattamente quali di queste lui avesse portato con sé e volesse dunque usare.

Abbiamo trovato molte piante conosciute, delle quali non sapevamo gli usi particolari e delle quali, qui a scuola, non viene fatta alcuna menzione: la Mandragora e l'Atropa Belladonna (ovvero l’ “Erba delle Streghe“) hanno forti capacità psicoattive, il Giusquiamo che capace di produrre visioni profetiche, lo Stramonio (o “Erba del Diavolo” ) anche questo provoca visioni, vari funghi allucinogeni o velenosi come l‘Amanita muscaria, e la Cannabis giunta in Europa per mezzo proprio dei cavalieri Templari.

Io e Rod ci siamo guardati quasi nello stesso istante, eravamo un po’ impauriti di certo entrambi. Io ho preso coraggio, mi sono alzata dalla sedia e mi sono andata a sedere sulle sue ginocchia cingendogli il collo con le braccia: “Senti Rod, facciamolo, io voglio farlo” lui ha sorriso comprensivo accarezzandomi e guardandomi i capelli neri che ricadevano vicino al suo volto, facendogli il solletico sulla pelle, cercando di scansarli: “Sì lo so, sei bella e pericolosa… ma non ho nessuna intenzione di non farlo, pensavo solo a come sarà, e spero ardentemente che non ci beccheranno”

Io l’ho abbracciato stingendolo abbastanza forte: “Voglio farlo, voglio. Voglio essere come le streghe vere, voglio essere potente e sapere tutto, come loro. Non mi importa di altro, non voglio pensare ad altro”

E lui mi ha baciata subito, gli piaccio così, proprio come sono, lo sentivo chiaramente eccitato, stando seduta sulle sue ginocchia era facile capirlo e mi piaceva, lo eccitavo io, quelle parole che avevo pronunciato… e il bacio appassionato.

Ma dato che è arrivata Madama Pince, abbiamo riposto il libro velocemente e in gran segreto e siamo corsi, mano nella mano, come ragazzini scemi e innamorati, a sentire da Rab chi sarebbe venuto al ritrovo serale nei sotterranei.

Aggiornerò

Bella

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Eccomi con un altro aggiornamento lampo (ieri 1 ff, oggi l’altra), purtroppo sono costretta in casa causa emergenza ghiaccio e neve e non ho molto da fare se non scrivere.

Spero che presto rendano agibili le strade… o morirò dalla noia.

Ma le vostre recensioni mi tengono compagnia, per cui passo ai ringraziamenti (mi dilungo un po‘ già che posso):

P.S. Grazie a tutti/e come sempre per le letture e ringrazio già da subito chi si è aggiunta fra le seguite della storia! È sempre grande il piacere di vedere nuove aggiunte!

 

maja89: sono contentissima di rileggere i tuoi commenti sempre graditissimi!! Mi fa anche piacere ti piaccia rod (tu e tua cugina vi siete divise i fratelli equamente), è un tipo un po’ strano e nessuno l’ha mai commentato per cui non immaginavo se piaceva o meno.

In quanto al padre dei due, l’ho voluto fare affascinante, ma evidenziare comunque che ha un che di negativo (credo che la rowling voglia questi personaggi che tratto negativi, per cui tento di mantenerli almeno in parte tali…) e sono contenta che sia venuto fuori così. Tornerà anche lui più avanti. Per ora riprende la vita scolastica!

Recensisci pure se e quando puoi, a me fa sempre piacere ovviamente, ma non farti alcun problema!

Hale Lover: no no! Non sotterrarti! Come farei senza i tuoi commenti??? Non importa se ogni tanto salti! Non farti problemi come dico sempre a maja! Sono super felice che ti piaccia rab (come sono felice che a maja piaccia rod) perché come vedi prende parte pian piano alla storia! A me fa tenerezza quando scrivo di lui, ma non riesco a vederlo cattivo crudele o scapestrato come rod… pian piano maturerà un po’ anche lui, ma resterà sempre la sua vena dolce, innamorata e sensibile che secondo me lo contraddistingue (ora sto facendo trip mentali tutti miei)

Il padre ricomparirà più avanti, è ambiguo e odioso ma anche molto intrigante soprattutto per bella

Clo_death eater: anch’ io avevo letto da qualche parte che il lestrange compagno di scuola di voldie, potesse essere proprio rod, ma al solito, nel libro 4 la rowling dice che bella e rod frequentavano la scuola nello stesso periodo… dunque non è possibile una delle due cose… ti confesso che tutte queste date del passato mi hanno creato un tale casino, che ormai ci bado ben poco, per cui se trovi delle incongruenze è appunto che non ci ho capito più nulla e ho fatto di testa mia.

Come sempre ti dico una piccola cosa della recensione di ieri: poi giuro che smetto di commentare a vanvera… anch’io ho fatto un piccolo pensierino sul fatto che prima di azkaban, voldie potesse guardare bella da un punto di vista fisico, in poche parole poteva averla desiderata (cavoli, è l’unica donna fra un mucchio di uomini… per me sono in tanti a volerla, sia prima che dopo azkaban). Nella storia però, dovendo scegliere una linea di condotta, mi sono attenuta a quella che mi piace di più: che lui prima la vedesse in un certo modo e dopo tanti anni la vedesse in uno tutto diverso.

Venendo a questo cap, spero ti piaccia! Comunque il padre di rod e rab tornerà a parlare di voldie a scuola… paziena alcuni capitoli (devo ancora inventarmi il collegamento…)

AliceRosy: ecco il seguito! Mi fa molto piacere che ti piaccia la ff! e anche vedere il tuo nuovo commento è stata una bella sorpresa! Forse il rapporto fra rab e suo padre un po’ migliorerà… ma temo non più di tanto. Allora ai prossimi reciproci aggiornamenti!!

 

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Capitolo 38
*** Al diavolo le brave ragazze ***


Quando la sera siamo scesi nei sotterranei, ancora più in basso del solito, in un posto silenzioso e nascosto, c’ erano soltanto i soliti della banda e pochi altri: Avery Mulciber e Piton, che erano lì più che altro per guardare, per curiosare, tentati dalla cosa ma non abbastanza coraggiosi (o scemi a detta loro) per provarla. Poi, come sempre Wilkes, Evan, Rod e io, con l’aggiunta di Rab e, naturalmente Barty.

Quest’ultimo, un ragazzino mingherlino ma con l’energia e i capricci di una bestia scatenata, biondo e scaltro, pronto a qualsiasi cosa per fare colpo su noi grandi, aveva per davvero una bella quantità di erbe e pezzetti di piante, radici e foglie.

Barty per certi versi mi piace: sa chi di noi vale e conta nella banda, ci tratta di conseguenza e ha già capito che, nel nostro gruppo, il potere bisogna conquistarlo a forza di esperienze, capacità, carattere, potenza e magia.

Io gli sto infinitamente sopra, questo gli è chiaro, e lui mostra di rispettarmi e di ammirarmi.

Credo che anche Rod abbia notato queste cose, ma non ne abbiamo ancora parlato insieme.

Mentre preparavamo un po’ di cose, Piton spiegava che la sua amica, la Evans di grifondoro, parlava molto male di noi, trovava pericoloso quello che facevamo e non amava che lui ci frequentasse, perché “avevamo una brutta influenza” su di lui appunto.

Tipico, la Evans è una brava ragazza.

Di quelle che si credono superiori, o si convincono di esserlo, perché non hanno il coraggio di fare nulla di cattivo, istintivo, piacevole e folle.

Non che mi importi… almeno finché non dovesse spiattellare ai suoi quasi amici malandrini ciò che facciamo noi della banda, sentendone parlare da Piton, perché, se mio cugino poi lo dovesse dire a casa, io sarei per davvero nei guai fino al collo.

Ho deciso di non pensarci, volevo fare le mie esperienze.

Al diavolo le brave ragazze.

Io non sono una brava ragazza, io sono una strega.

Siamo riusciti ad accendere qualche candela e a rendere l’ambiente più caldo e adatto. Stavamo proprio bene.

Barty, cercando di darsi un tono, ha spiegato le varie modalità di assunzione. C’era un silenzio irreale e la sua voce pareva quasi teatrale, in quel luogo magico, che ci eravamo ritagliati solo per noi, nei sotterranei di Hogwarts, con sopra il placido Lago Nero, che ci ricopriva con le sue acque piene deii suoi segreti.

Ricopriva così anche tutti i nostri segreti.

Avevamo davvero un mucchio di erbe, man mano che ce le passavamo, sospesi in un silenzio magico di attesa, ci guardavamo in faccia, scambiandoci sguardi divertiti, eccitati, sorridenti: ci sentivamo i migliori.

Ad un certo punto, Rod ha rotto il silenzio: “Ci vuole un po’ prima che arrivi l’effetto… e ci vuole che i sensi, la magia, possano percepire bene quest’effetto, le sensazioni, le visioni. La magia si deve man mano unire con l‘energia sprigionata grazie alle erbe”

Eravamo vicini io e lui, seduti tutti in cerchio, come in un cerchio magico, e io e Rod stavamo ovviamente vicini; mi sono voltata verso di lui e, un po‘ nervosamente, gli ho domandato: “Come lo sai?”

Lui, mi ha guardata un po’ sfrontato e un po’ imbarazzato, ma ha confessato subito: “Perché mi avevano dato cose simili, tempo fa, sai, amici, una sera. Io le ho prese, ma ci ho pure bevuto su… e non ho notato nulla di particolare.

Ma so da quella volta che si doveva attendere per l’effetto, lo si deve richiamare, in modo che si amalgami con i poteri magici che possediamo all’interno di noi stessi”

A queste parole Rab ha proposto di fare qualcosa: “Ok, se tu l’hai provata e dici così, proviamo a girare per i sotterranei, andiamo fuori, richiamiamo e creiamo un circolo, un vortice di energia: qualcosa succederà”

Rab spesso aveva ottime idee. Gli ho sorriso e lui mi ha sorriso di rimando. Complici.

Esattamente non so quando è successo, ma di certo ho iniziato, e come me gli altri, a sentire l’effetto, già girando per i corridoi bui, con le candele in mano. Sembrava che tutto avesse un aspetto diverso, magico, cangiante in ogni modo e maniera.

Luci ed ombre ed ombre e luci che si avvicendavano, risate, corse, volate sul pavimento freddo, senza nemmeno sentire male, tutto sembrava acquisire un aspetto mistico e un significato profondo, al di là del reale.

Sembrava quasi un rito, una danza delle streghe.

Anche se a ben pensarci, l’unica strega ero io, gli altri erano tutti ragazzi.

Mi sentivo bene come non mai, mancavano pochi giorni al successivo sabba, e già sapevo esattamente come lo volevo passare: così.

Fuori poi è stato splendido.

Il freddo non lo percepivamo neppure, ognuno era probabilmente perso dietro alle sue sensazioni, magie e riflessioni.

La prima cosa che ho visto è stata la notte, buia, limpida, piena di stelle. Ma senza luna. Una notte oscura di luna nuova.

L’ho sentita penetrare in me e io diventare parte di lei. Questa era di certo la mia visione, la mia magia, la mia sensazione.

L’oscurità.

Con solo il fuoco delle stelle a rischiararla.

Mi toglieva quasi il respiro, tanto quella visione era bella, quella sensazione forte, quella magia potente in me.

Per interi momenti, che potevano essere minuti, o anche ore, sono rimasta concentrata su di me, la notte e la magia mi sono entrati potentemente dentro, mi bastava respirare l’aria buia e gelida.

Poi ho guardato gli altri, gli altri che come me avevano assunto quelle piante meravigliose: li sentivo folli come me, forti e potenti quasi quanto me; coloro che non avevano voluto provare, mi erano estranei, per me erano più poveri di magia, meno potenti, in un abisso, incapaci di elevarsi e volare, terribilmente lontani.

Noi soli eravamo magici, noi soli eravamo mistici, noi soli sapevamo come sono realmente i nostri poteri interiori. I miei erano oscuri come la notte, illimitati come la notte.

Mi sono sentita di nuovo la strega più potente e mi sono messa a girare veloce su me stessa urlando felice e guardando il cielo nero sopra di me.

Sentivo l‘energia crescere e trasportarmi, man mano che i vortici aumentavano d‘intensità emotiva, e abbracciavo la notte con le braccia tese.

Mi pareva tutto bellissimo, nell’ordine normale delle cose, ho continuato sempre più veloce, urlando sempre più forte, sfrenatamente e felicemente, scambiando i miei poteri con quelli della notte, finché, non so neanch’io quanto dopo l’inizio di quelle urla felici e sconsiderate al cielo, ho sentito Rod che mi abbracciava, tenero ma fermo: le mie spalle fra le sue braccia, i capelli profumati, la pelle del mio viso che sfiorava la sua, tutta ruvida per la barba… sta proprio diventando grande Roddy…

Avvicinandomi e stringendomi forte a sé, mi ha sussurrato: “Zitta piccola, c’ è la McGrannitt”

Tutta la magia era finita con lei.

Aggiornerò

Bella

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Eccomi con l’altro aggiornamento lampo (non ho fatto in tempo ad aggiornare anche l’altra ff come doppio regalo, ma almeno questa è prontissima)

Non ha nulla di natalizio, infatti l’avevo scritta più che altro come regalo per Yule (solstizio appena passato) per restare in argomento di magia e streghe potenti!

In ogni modo, che sia per Yule o sia per Natale, tantissimi auguri a tutte voi, buon divertimento e spero riceviate tanti regali!!!

Ci sentiamo comunque presto col prossimo aggiornamento!

Grazie davvero per seguirmi sempre, è uno dei migliori regali per una folle scrittrice di ff!

ale

Altri ringraziamenti:

Hale Lover: hai visto? Ce l’ho fatta a farti un piccolo regalo! Ho aggiornato oggi (a metà fra il solstizio d’inverno e il Natale per restare in tema ff come dicevo sopra), se trovi qualche errore è perché ho fatto velocemente la correzione…

Siete fortissime tu e tua cugina!! Come farei senza di voi?? Ora vedremo a chi delle due piacerà di più Barty (che devo ancora decidere per bene come sarà……..) ma mi sa piacerà di più a maja! Di certo il più tenero e sensibile resterà Rab!

Ancora tantissimi auguri e grazie come sempre!

maja89: a grande richiesta di tua cugina, ma ho letto che anche tu lo desideravi, eccomi qui con l’aggiornamento! È un cap un po’ descrittivo ma l’ho voluto mettere comunque! Sento che Barty potenzialmente ti piace… cercherò di renderlo bene dunque (si sta ancora creando nella mia mente) anche perché col padre che ha, lui impronterà molte delle sue azioni sull’essere buono e bravo agli occhi di tutti e cattivo nella realtà di sé stesso… insomma come l’hai descritto tu è perfetto!

Anch’io ormai sono in vacanza, forse potrò aggiornare sempre velocemente (fantasia permettendo)

Ovviamente tanti auguri e grazie per le recensioni (regali molto belli)!

Clo_death eater: Eccomi qui con domande e commenti: poveri mangiamorte, son ben in pochi ad avere una donna! E la Alecto non può assolutamente essere considerata tale… ma, secondo te, voldie, da giovane e bello, aveva tante donne? Secondo me, andava a letto con molte tipe (ma proprio tante) senza amore ovvio! Mi sono fatta quest’idea, intanto perché è bello e spregiudicato, poi perché dai libri si capisce che ci sa fare molto con le donne, e dovrà aver imparato... Ma non so se sono solo io che la vedo così.

Per rispondere alla tua domanda sulle erbe e Voldie, per me, realisticamente sì, le usa! Lui è quello che viaggia per l’Europa con gli amici mangiamorte, che sperimenta incantesimi nuovi, che impara la magia nera, che si interessa di magia antica e sconosciuta, di superare le barriere fino al momento imposte alla magia… figurati se non prova certe erbe che, notoriamente, sono largamente utilizzate per ampliare le visioni e sensazioni magiche, sciamaniche ecc…

Però, come sempre è una mia idea… non so quanto la rowling sarebbe d’accordo con me…

P.s. penso che barty si comporti male per reazione al padre, più che per vera fede a voldie… poi nel 4 libro, lo aiuta perché comunque gli conviene, o ha imparato a crederci di più… ma di certo al processo, l’unica fedele è Bella! Barty cerca di cavarsela, gli altri due sono più che altro rassegnati. Io la vedo un po’ così…

Ed eccomi giunta agli auguri!!! Buone feste e grazie sempre per seguirmi e tenere in gran conto la mia visione della storia! Ancora auguri

AliceRosy: eccomi ai ringraziamenti e agli auguri! Grazie per esserti aggiunta ai miei recensori su questa storia (ovviamente quando puoi) è un bellissimo regalo! Spero che anche questo cap, un po’ descrittivo, ti sia piaciuto, e ovviamente aspetto il tuo aggiornamento…

Ora chiudo (devo ancora impacchettare i regali) con ulteriori auguri di buone feste!

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Capitolo 39
*** Il crescere dell'oscurità ***


Aggiornamento

Quando la McGrannitt ci ha domandato perché fossimo fuori e lo fossimo senza permesso, in orario proibito dalla scuola, mi sono accorta com’era facile fingere di essere lucidissima e seria. Molto più facile rispetto a quando bevo.

Mi ha fatto piacere: intimamente, avevo capito che quindi potevo stare così, in quello stato stupendo, quanto e quando mi pareva.

Rod ha parlato comunque per tutti e, con un paio di battute, è riuscito a farci mandare da Lumacorno, anziché essere puniti direttamente dalla McGrannitt, o peggio, dal preside.

E, come si sa, Lumacorno non ama punire i rampolli di buona famiglia…

Ce la siamo cavata con pochi punti tolti a serpeverde dunque, ma le conseguenze di tutta la storia che avevamo iniziato, non sono tardate a venire.

Per tutte le quattro settimane seguenti, non abbiamo fatto altro che farci con quelle cose, non tutti, non sempre insieme, ma di certo io non mi sono risparmiata mai.

Ho esagerato… io esagero sempre, in ogni cosa che faccio: è nel mio carattere.

Prima tutte le sere, poi tutti i pomeriggi e tutte le sere, e, di conseguenza, la mattina a scuola non ci capivo nulla. Non seguivo proprio più niente, né delle lezioni, né dei compiti che ci assegnavano, né dei lavori in classe. I miei voti sono calati a picco rapidamente. In tutte le materie, non una esclusa.

Esattamente in vista dei M.A.G.O.

Ogni giorno scoprivo però cose nuove: come gestire le sensazioni, come capire i presentimenti e le divinazioni, come usare l’energia, come incanalare la magia, come legare i poteri della bacchetta al mio corpo e alla mia magia, come sentire gli elementi, come trarre energia dal mondo circostante, come leggere le menti e mantenere segreta la mia, come manipolare gli altri con la mia forza mentale.

Era bellissimo, esaltante. Mi sentivo al di sopra di tutti, il tempo e lo spazio non esistevano più: solo io e la mia magia terribile e pericolosa.

Sentivo l’oscurità crescere sempre di più in me, man mano che mi conoscevo dall’interno. Sentivo anche le mie emozioni e modi di fare: tutto il mio modo di vivere era estremo, magia e sentimenti.

Solo Rod mi stava a pari con quella roba, io e lui eravamo quasi perennemente intenti a provare le erbe di Barty, il resto importava poco ad entrambi.

Fare l’amore era anche più bello. Più sfrenato, segreto, pazzo.

Ma decisamente questa storia delle erbe ha iniziato a distruggere la banda.

Almeno per com’era inizialmente.

Una sera ero ancora in sala comune ed era tardi, anche Avery era lì ed eravamo soli, ad un certo punto, mi si è seduto di fianco lentamente. Di certo non era lucido, ma comunque, capiva ciò che stava facendo: “Bellatrix” ha esordito, avvicinandosi molto a me: “Ma tu che ci fai in mezzo a tutti noi ragazzi? Cerchi qualcosa in particolare?”

Anche se eravamo solo amici, ho capito subito cosa lui stesse cercando da me in quel momento, e non ho fatto nulla per frenarlo.

Credo di essere davvero crudele, istintivamente mi comporto in maniera tale da creare guai e sofferenze, poi mi freno quando tutto ormai non si può più gestire, quando tutto sta già per avvenire. E creo il caos, il disastro.

Orribile lo so… ma mi fa sentire viva. E mi diverte.

“E quel che cerco cosa sarebbe secondo te?” ho risposto voltandomi verso di lui, un po’ seducente e con lo sguardo maliziosamente interrogativo.

“Non sei tanto seria come credi, lo so, qualunque ragazza che si rispetti, che fa parte di una banda, la dà a tutti i componenti. Perché tu solo ad uno di loro? Perché fai la preziosa?”

Io ho sorriso e non ho risposto.

Lui allora ha provato a saltarmi addosso, prima mi ha messo la mano fra le cosce, con forza, e poi si è avvicinato per darmi un bacio.

Non volevo assolutamente nulla da lui… ma devo sempre provocare fino all’ultimo, per poi scatenarmi. Ho afferrato la bacchetta, e senza neanche rendermi bene conto di come lo stessi facendo ho richiamato potere dal fuoco. Era tutto tremendamente istintivo, ad un movimento deciso del braccio, una lingua di fuoco del caminetto, è giunta velocissimamente sulla punta della mia bacchetta, mentre io mi alzavo in piedi. E guardavo Avery sorridendo: “Ora ti scaldo un po’ prima di farlo ok? Così ti viene meglio”

Riuscivo a far roteare il fuoco sull’apice della bacchetta e, ad ogni giro, il mio sguardo verso Avery, diventava sempre più affamato di male, dolore, sopraffazione, forza, potere mio sul suo.

Vendetta.

Lui è scattato subito in piedi, oserei dire terrorizzato: “Bellatrix, ma che diavolo fai? Dove l’hai imparato? Cosa vuoi fare con quell’incantesimo?”

Ho riso sempre più forte, avevo tutta quell’energia che mi scorreva nel corpo, e il fuoco in mio potere. Volevo fargli del male, Avery aveva osato troppo con me.

Ho deciso di farlo accerchiare dalle fiamme, solo ed esclusivamente parte del suo corpo e stringergliele sempre più vicino.

Sapevo che la fiamma scalda di più in alto e meno di lato, da piccola spesso giocavo col fuoco nel camino, lo conosco bene quell’elemento. Facevo avvicinare lentamente le spire di fuoco ardente, in modo che il calore comunque lo sentisse, e fosse sempre più forte e minaccioso.

Lui mi guardava, tremava quasi, piangeva. Più lasciavo avvicinare le fiamme, più lui urlava: “Sei pazza?? Tu sei matta!! Lasciami stare, ti prego, non farò mai più nulla”

Io ridevo, il fuoco scaldava anche me, il volto lo sentivo ardere, gli occhi mi parevano sprigionare calore, l’atmosfera creata dalle fiamme era paurosamente bella e mi eccitava.

L’adrenalina mi scorreva così tanta nelle vene, da farmi perdere totalmente quel briciolo di lucidità che mantenevo a fatica.

Non so se sarei arrivata ad ucciderlo.

Ma ho sentito dei passi provenire dai dormitori, ho abbassato le fiamme per poi farle tornare al loro posto nel camino.

Era Rod, a cui avevo dato appuntamento nella sua stanza, ma non c‘ ero ovviamente ancora andata: “Che succede?” ha domandato guardando Avery, che era seduto sconvolto sul tappeto della sala comune.

Io mi sono affiancata a lui e ho risposto: “Nulla, io e Avery abbiamo avuto una discussione” la mia voce risultava davvero minacciosa, bassa, fredda e quasi sibilante: “E credo di averla spuntata io… tutto risolto dunque”

Non sapevo se dire a Rod quello che avevo fatto. Ero stata vicina ad ardere vivo un nostro amico.

Decisamente, dopo tutti quei giorni di esperimenti e uso di erbe, neanche me ne sono accorta, ma i miei poteri sono mutati: cresciuti probabilmente.

Perché ero cambiata io: si è sprigionata un‘altra parte nascosta di me stessa.

Nascosta… fino ad adesso, ora è libera.

Non avevo mai imparato a fare una cosa simile col fuoco, e ora, riflettevo, ci ero riuscita in maniera del tutto improvvisa.

Questo mi piaceva molto, ma mi sentivo anche realmente confusa. Non sapevo come utilizzare i poteri, non sapevo come comportarmi, non sapevo neanche più chi ero.

Ho pensato: “Forse è venuto il momento di darsi una regolata”

Rod mi guardava e aspettava che gli dicessi qualcosa, ma ero assorta e non sapevo come affrontare l’argomento: Avery ci aveva provato con me… io stavo per ucciderlo… forse Rod avrebbe capito non appena avessi solo accennato al fatto che ci aveva provato con me.

Conoscevo la ferocia cieca di Rod.

Ho risposto: “Devo dirti un mucchio di cose, stiamo insieme stanotte”

Tornava continuamente nella mia mente, che tutto stava cambiando, la banda stava cambiando, ci stavamo smembrando, ci guardavamo in maniera diversa, e ci trattavamo reciprocamente in maniera diversa.

Barty aveva capito questo, aveva calcolato con chi gli conveniva agganciarsi e si avvicinava più di tutti a me e Rod. Questo ci faceva piacere, perché anche così misuravamo quanto potere avevamo nel gruppo. Gli altri erano invidiosi, si sentivano esclusi e messi da parte.

Spesso non facevamo che punzecchiarci e martoriarci reciprocamente.

Avery Mulciber e Piton, che erano fra i più giovani, non sopportavano la situazione e, man mano, si allontanavano sempre più.

Mentre pensavo a tutte queste cose, mi sono sentita un po’ persa, e nel buio e nella solitudine della sala comune, mentre Avery piangeva ancora sommessamente, ho preso la mano a Rod e l’ho stretta forte.

Noi due, lo sapevo per certo, qualcosa me lo diceva, saremmo stati insieme per sempre.

Nel bene e nel male.

 

Bella

 

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Ciao a tutte! Mi rendo conto della super lunghezza del capitolo, mi spiace se vi ho annoiate, ma non sono riuscita a dividerlo in due parti!

Ma se siete ancora qui a leggere, mi rincuoro!

Grazie moltissimo a coloro che, in questi giorni hanno letto questa mia storia!

Approfitto per augurare Buon Anno a tutte voi (penso non aggiornerò prima del nuovo anno perché sarò un po‘ impegnata) e come sempre buon divertimento.

Pensiero dolce e innamorato: domani, 31 dicembre, è il compleanno di Voldie…

Per cui questo cap in cui la sua futura mangiamorte più potente, diventa ancora più potente, è decisamente dedicato a lui!!

Ringrazieamenti:

Dully: intanto grazie moltissimo per aver letto tutta questa lunghissima storia! E averlo fatto così attentamente da lasciarmi una recensione così bella e precisa, mi ha fatto un enorme piacere! Ho letteralmente adorato come hai descritto rod e sono felice che risulti tale nella mia storia, circa la stessa cosa vale per bella! La differenza fra i sentimenti che ha per i “due uomini della sua vita”… ancora un grazie e auguri e ci sentiamo ai prossimi aggiornamenti!

Hale Lover: come forse hai notato, bella accetta, seppur vagamente, solo le arances di rab… vedi come ha trattato avery! Per cui tanto sfigato non è (è rod che gli dice sempre “sfigato”). Per quanto riguarda rod e bella, sì lei è più “strega” mentre lui è più “ragazzo estremo e violento” c’ è meno magia in lui. Questo ha un suo perché (a parte che li ho sempre immaginati così) che svilupperò nella mia ff successiva che si sta sempre creando nella mia mente…!

Ora ti faccio gli auguri e ti ringrazio come sempre!

AliceRosy: certo, il tuo parere è importantissimo per me!! Di tutte voi che recensite e mi fate capire cosa viene bene della storia e cosa posso modificare! Per cui mi fa piacere sapere che le descrizioni sono, per te, un punto forte!! (barty sarà un po’ matto e un po’ odioso… lo vedo così) Ti ringrazio ancora per la recensione!

Auguri anche a te e buon proseguimento di feste!!

Clo_death eater: prima di tutto ti dico che anch’io preferisco la coppia bella voldie… non so neanche dire quanto (mi piace tanto rod, per come lo vedo io almeno, credo i due in un certo senso, si amino, o siano legati in maniera speciale, ma davanti a voldie… insomma… hai capito). Ogni volta che butto l’occhio su wikipedia, spero di trovare che la Rowling ha finalmente svelato che i due si sono amati, sono stati insieme, sono amanti… insomma qualcosa… invece niente. Che palle. L’amore di bella per voldie, è stata l’unica cosa (o una delle poche) che mi ha entusiasmato del libro 7!!

Nel libro, io ho pensato (senza farci troppo caso a dire il vero), che il tipo magro fosse rod (perché era il più vicino a bella, se mi ricordo bene… non ne son sicura) e ho pensato che fosse un tipo più nervoso e agitato del fratello, perché era un seguace più vicino all’oscuro signore, mentre il tipo più grassoccio e dallo sguardo perso, mi dava l’idea di rab solo perché non viene mai descritto come molto attivo. Erano però solo mie elucubrazioni mentali, perché già ero tutta intenta su chi fosse la tipa che manifestava tanta fedeltà a voldie.

Bene, per ora ho detto tutto! Come sempre ti ringrazio per le recensioni! Non preoccuparti se sono lunghe perché mi fanno solo gran piacere!

Auguri ancora e a presto!!

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Capitolo 40
*** Ho paura di essere incinta ***


La sera stessa in cui mi sono accorta che i miei poteri erano così strani misteriosi e violenti nella loro manifestazione, ne ho parlato anche a Rod.

Non mi è stato di alcun aiuto per capire meglio il fenomeno, anzi, ha preso una quantità smodata di erbe e dopo poco, ci siamo intrufolati nel dormitorio.

Il regolamento scolastico, penso, vieti necessariamente agli studenti di fare sesso nei letti dei dormitori. Noi eravamo strafatti e strafelici, al regolamento non ci abbiamo nemmeno pensato.

Sono andata nel letto di Rod e abbiamo fatto l’amore, al buio, in silenzio, con le tende del letto tirate… soffocando con baci forsennati le urla dell’orgasmo.

Così da non farci sentire da chi stava nella stessa stanza.

Comunque Rod dorme nella stanza con Evan, Wilkes e Parkinson, e solo quest’ultimo potrebbe darci noie.

Noi ci sentivamo ugualmente grandi, adulti, infinitamente al di sopra di tutto e tutti.

Quando sono tornata in camera mia, erano quasi le due di notte e mi sono buttata sotto le coperte ancora vestita, dormendo totalmente fatta fino all’indomani.

Non ho fatto in tempo a decidermi di dare una regolata alle sperimentazioni, che subito le conseguenze di quelle settimane folli mi si sono parate davanti.

Stavo andando a lezione con un paio di compagne, quando Lumacorno mi ha chiamato nella sua stanza.

“Signorina Black, mi rincresce davvero doverglielo dire, ma i suoi voti sono sensibilmente peggiorati… alla fine dell’anno ci saranno gli esami, una studentessa dotata ed intelligente come lei, può aspirare ad ottimi risultati, e sarebbe un peccato sprecare il suo talento…”

Io stavo lì davanti a lui e non sapevo che dire, odiavo il semplice fatto che qualcuno mi dicesse come gestire la mia vita, i miei poteri, il mio eventuale talento. Sono una Black, e di direttive su come dovrei essere e come dovrei comportarmi, ne ho ricevute fin troppe.

Ma sapevo benissimo che, avanti così, non ci sarei potuta andare… e nemmeno mi conveniva: “Sì professore, vedrò di porre rimedio a questa situazione… non si preoccupi”

Di certo, il calo di attenzione di tutti noi della banda era stato generale, ma mentre gli altri avevano un profitto altalenante e non sempre brillante, io normalmente me la cavo molto bene, soprattutto in alcune materie che mi piacciono, per cui, la differenza, si era di certo notata.

Lumacorno ha aggiunto: “Posso chiedere se ci sono problemi in famiglia? Ho dovuto richiamare anche sua sorella Andromeda. Anche in lei abbiamo riscontrato un forte calo di attenzione, profitto e impegno”

Questa cosa mi era nuova, Andromeda ci ha sempre tenuto molto allo studio della magia, non per i voti, ma perché è attenta, intelligente ed interessata.

In effetti suonava molto strano anche a me… dovevo davvero tentare di ricominciare a parlare a mia sorella… ci eravamo tremendamente allontanate con la storia del nato babbano.

Speravo si fossero lasciati oramai.

Mi mancava mia sorella, mi mancavano le litigate, le chiacchiere, le cattiverie e i sorrisi tra di noi. Mi mancava di essere sgridata con lei, di notare quanto eravamo diverse e di comprare vestiti sempre più opposti riguardo lo stile.

“No professore, tutto bene a casa, io e Andromeda siamo semplicemente state superficiali. Parlerò anch’ io con lei e tutto tornerà a posto”

Mi pareva di averlo convinto. Mentre attraversavo il corridoio mi sono ripromessa di terminare la scorta di erbe di Barty e poi sperimentare con un po’ più di tranquillità, o tutto sarebbe finito in un disastro.

La cosa che mi veniva in mente più di frequente ultimamente, era se anche Lord Voldemort aveva avuto tutti questi incidenti di percorso come me, se anche lui, dentro di sé, dietro alla sua splendida aria di enigmatica e misteriosa perfezione, sentisse, o avesse sentito, la confusione, le paure, le incertezze, gli abbandoni, gli errori e tutto quel che sentivo e facevo io.

In ogni modo, il suo pensiero mi tirava sempre su il morale. Mi sapeva dare calore e sentire forte. Per lui. E per piacere a lui.

Ho bussato nella camera di mia sorella e l’ho trovata sdraiata sul letto, con un libro aperto, mentre mangiava qualche biscotto. Mi sono seduta di fianco a lei sulle coperte.

Io e mia sorella stavamo diventando incredibilmente diverse, lei era allegra, sempre sorridente nella sua aria di superiorità, misteriosa distaccata, ma in un certo senso piena di luce e positività. Persino dolce in certi casi.

Io ero sempre di più tutto l’opposto. Ma non era solo quello… l’ho osservata bene, le sta davvero succedendo qualcosa. Ha le guance più modellate e il sorriso più dolce, è allegra ma più pacata del solito, le sue forme sono incredibilmente perfette, da donna, non più da ragazzina. La trovavo strana.

“Ti succede qualcosa Dromeda?” le ho subito domandato: “Lumacorno mi ha richiamata e mi ha detto che ha dovuto fare lo stesso con te, i nostri voti sono troppo bassi”

Lei si è seduta vicina a me e mi ha subito incalzata: “E a te succede qualcosa Bella?”

Siamo rimaste a guardarci per un po’ in silenzio: nessuna si fida più dell’altra, non sapevamo cosa dirci, se confidarci o meno.

“Non mi succede niente Dromeda, ho solo fatto un po‘ di cose diverse dal solito”

A quelle parole lei ha sorriso: “Tu fai sempre cose diverse dal solito, tanto brutte che le tieni misteriosamente celate a tutti noi, tanto che solo la tua banda di amici fidati sa qualcosa di te” poi il sorriso le è, mano a mano, morto sulle labbra e ha aggiunto: “Non sappiamo quasi più nulla l’una dell’altra, siamo cresciute molto diverse”

Non riuscivo a dirle nulla di me, nemmeno in quel momento, non volevo parlarle né della magia oscura, né dei mangiamorte, né tanto meno di Lord Voldemort, la vedevo fragile, ma svelarle i miei segreti… non l’avrei fatto.

“Non ho fatto davvero nulla di che stavolta, davvero, sono sempre tua sorella, come mi conosci da sempre” le ho spudoratamente mentito: “dimmi di te, parlami”

Andromeda mi ha guardata con occhi vivissimi, impauriti ma di una saggezza infinita, poi mi ha detto: “No Bella, tu sei diversa, lo sei sempre stata e lo diventi sempre di più… però sei l’unica a cui posso parlare, sei mia sorella maggiore, sei sempre forte e piena di vita… devo dirti una cosa…”

“Dimmi” le ho risposto attenta, guardandola di rimando dritta negli occhi.

Così, sedute sul suo letto e sulle coperte pesanti colore verde argento, con le divise della scuola, sempre verde e argento, le cui gonne ancora si sfioravano l‘un l‘altra, i capelli lunghi entrambe, i miei nerissimi, di quel colore oscuro e profondo e i suoi castani scuri, di quel colore caldo e accogliente, lei ha detto: “Bella, ho paura di essere incinta”

Mi è preso un colpo.

Cercavo di pensare, ma non sapevo realmente cosa fare.

Aveva sedici anni e a casa l’avrebbero ammazzata, lapidata. Ma era mia sorella, la dovevo aiutare.

Solo che non sapevo come

E il peggio, doveva ancora saltare fuori.

Aggiornerò

Bella

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Ciao a tutte! Scusate se aggiorno un po’ in ritardo rispetto al solito, ma a dire il vero sono stata impegnata a godermi la fine delle vacanze e non mi sono collegata gran che.

Però un paio di capitoli erano già pronti e oggi posso già aggiornare

Da qui, gli avvenimenti della storia, in certi casi, prenderanno una piega un po’ diversa da come, forse, li intendeva la Rowling (esempio per Andromeda o Sirius) ma cercherò di attenermi il più possibile. D'altra parte, io mi sono sempre immaginata le cose andare così per loro.

Spero non vi dispiaccia.

Grazie ancora a tutte e al prossimo aggiornamento.

Ringraziamenti per le recensioni:

maja89: mi sono goduta le vacanze devo ammetterlo… ma in cambio il cap è lungo e forse ho compensato il ritardo! Ho dovuto accantonare un attimo i nuovi personaggi, ma proprio questo avvenimento di Andromeda li unirà di più, per cui torneranno presto!!

Grazie per la recensione e l’opinione sui personaggi o le preferenze, mi piace leggerle e poi mi sono anche utili mentre scrivo!!

Alla prossima

Dully: eccomi con l’aggiornamento! E ti ringrazio ancora tantissimo per la tua recensione su “Speciale” è stata super gradita! Ma veniamo a questa ff… Bella inizia pian piano a giocare col fuoco, è vero! È ancora giovane e inesperta, ma migliorerà col tempo (o peggiorerà, dipende da che parte la si considera…)

grazie sempre per seguirmi e alla prossima!

Clo_death eater: anch’io ho sentito di questa enciclopedia che dovrebbe scrivere! Spero che sia interessante e che non releghi l’amore di bella e voldie ad un semplice “lui non ama, lei è solo ossessionata”… ma non so cosa pensare onestamente.

Venendo alla storia, orami i protagonisti maschietti, vedono Bella come una ragazza, non solo come una compagna di malefatte, quando poi lei entrerà nel cerchio dei mangiamorte sarà anche peggio. (ma prima di scrivere di questo, succederanno alcune altre cose) a quel punto però entrerà in gioco anche voldie (sto gia buttando giù le prime cose)!!!

Grazie ancora per le recensioni sempre molto belle!

Alla prossima

Hale Lover: ed eccomi con un cap piuttosto lungo! Varia dalla solita storia descritta finora, ma non ho abbandonato né barty, né rod, né tanto meno il tuo rab, a cui succederà una cosa carina entro breve. Ti rendo ufficiale che ci sarà l’altra ff dopo questa!! Non è esattamente il seguito, perché ci saranno differenze, ma come diciamo sempre “consequenziale” a questa!! Con l’aggiunta di un protagonista fondamentale e tu-sai-chi è! E grazie tantissimo per avermi ispirato l’idea!!

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Capitolo 41
*** Il figlio di Ted Tonks ***


Aggiornamento

Cercavo qualcosa da dire a mia sorella, qualcosa di intelligente, qualcosa che la potesse aiutare, come quelle cose che spesso sapevano dire lei e Cissy per consolare qualcuno, ma non mi veniva niente.

Così, dopo qualche domanda esplicativa, le ho risposto cupa: “Dovremmo provare ad ottenere una pozione rivelatrice, così da esserne sicure, dopo tutto, non è detto che sia come pensi…” lei ha annuito, senza piangere, senza essere triste, sembrava solo sollevata di poterne parlare con qualcuno. Ma anche agitata di avere una risposta definitiva dalla pozione rivelatrice.

Ci siamo accordate: la domenica successiva, durante la gita ad Hogsmeade degli studenti, noi saremmo rimaste a scuola la mattina, io che sono più abile con le pozioni, avrei preparato l’occorrente, nel frattempo, lei avrebbe parlato anche con Cissy e, appena pronte, ci saremmo ritrovate tutte e tre insieme, come sempre quando c’ era qualche problema grosso, per vedere il responso.

Quel giorno abbiamo fatto esattamente così.

Mentre sfogliavo il giornale utile con gli ingredienti e preparavo l’occorrente, mi ha raggiunta Rod, il quale, sgranando gli occhi ha esclamato: “Merda! Sei incinta?” io ho riso e voltandomi a dargli un bacio ho risposto: “No tranquillo, nessun piccolo Lestrange in arrivo, è per mia sorella Andromeda, ha paura di essere incinta, non sappiamo come fare” lui ha alzato le spalle e si è avvicinato per aiutarmi a mescolare la pozione: “Cosa la preoccupa?”

Io mi sono stupita della sua calma: “Cazzo Rod, mia sorella ha sedici anni, lo sai? Come può avere un figlio? E poi i miei a casa la uccideranno… non vanno per niente d’accordo, ultimamente Andromeda sta diventando peggio di Sirius… a casa è solo un gran casino”

Lui continuava a guardare la pozione per vedere se era pronta, stavamo entrambi a mescolare il piccolo calderone bollente, in silenzio, assorti, poi mi ha detto: “Io sono nato che mia madre aveva diciotto anni, solo due più di Andromeda ed era anche più gracile e malata, eppure… almeno credo, perché non me lo ricordo, è stata buona e brava con me.

Sai? Ho le foto! Mi sorrideva e mi teneva in braccio.

Per cui, ce la può fare anche tua sorella. E in ogni modo, anche io e te ci sposeremo presto, è ora di crescere per tutti, non lo dici sempre anche tu che ci aspetta la conquista del mondo magico?”

Avevo smesso di stare attenta alla pozione, lo guardavo.

E pensavo che tante cose di Rod sono strane… lui sa essere così dolce a volte, io invece, non ci riesco mai.

Ho detto di sì comunque, e mi sentivo anche più tranquilla; ci siamo baciati per tutto il resto del tempo, sul pavimento della classe di pozioni, mentre quella sostanza bolliva ed emanava calore e fragranza di noci e farina morbida.

Quando è stato tutto pronto, Rod è andato con Rab e Barty ad Hogsmeade e ci siamo dati appuntamento per il pomeriggio. Poi ho raggiunto Andromeda e Narcissa nel dormitorio.

Mia sorella più piccola, era seduta composta sul letto, sempre perfetta, ma si torturava le unghie con le dita e anche gli anelli che portava, per cui ho afferrato subito quanto fosse agitata. Dromeda era ancora con la camicetta da notte, bellissima, rossa e bianca, le donava tantissimo, e mi guardava come per capire che doveva fare.

“Credo tu debba farci la pipì dentro Dromeda, dentro questa ampollina! E se il colore vira al rosa fuxia, sei incinta, altrimenti la pozione resterà trasparente” c’ è stato un gran silenzio a quel punto, rotto da Cissy che ha aggiunto: “Vuoi che veniamo in bagno con te? Hai bisogno?” ma Dromeda ha detto che preferiva fare da sola. Così mi sono seduta vicino a Cissy ad aspettare.

Lei subito mi ha preso la mano e piangendo mi ha detto: “Ci andremo di mezzo tutte, succederà il disastro a casa Bella! E qui a scuola che diranno?” improvvisamente ho come avuto una brutta sensazione: non avevo ancora chiesto chi fosse il padre.

Avevo dato per scontato troppo… non sapevo se mia sorella avesse osato insozzarsi con quel nato babbano… non ero più sicura di niente. Nemmeno Rod ci aveva pensato, ma ora qualcosa dentro di me, una di quelle sensazioni inspiegabilmente magiche che sento e che sempre si realizzano, mi diceva che sarebbe davvero successo un disastro.

Ho abbracciato forte Cissy, nonostante odiassi e odi le manifestazioni d’affetto di quel genere, dicendole: “Tranquilla, un modo ci sarà, noi due non ci allontaneremo, promesso, ti proteggerò io, nessuno ti farà soffrire Cissy”

Poi mi sono subito sciolta da quell’abbraccio che non sopportavo e, anche se il regolamento lo vieta, ho iniziato a fumare; dopo un bel po’ mi sono accorta che, questa volta, Rod mi aveva regalato le sigarette colorate al sapore di menta selvatica. Ho sorriso: pensare a lui in quel momento mi rendeva davvero felice, non so perché.

In quel momento l’altra mia sorella è uscita dal bagno, con un espressione davvero angosciata, ci ha guardate entrambe e ci ha detto che la pozione era diventata di un deciso colore fuxia acceso, poi si è buttata sul letto ripentendo: “E ora che faccio, come faccio?”

A quelle parole qualcosa si è risvegliato in me, non mi piaceva la situazione e volevo risolverla, ho chiesto: “Chi è il padre Andromeda?”

Lei mi ha guardato impaurita, Cissy si è voltata verso di lei attendendo una risposa, ancora una volta tutto taceva, finchè non ha risposto: “Ted Tonks”

E io, d’istinto, senza neanche dover riflettere più sulla faccenda ho aggiunto: “Allora devi abortire”

Cissy portava lo sguardo da me a Dromeda e da Dromeda a me, ancora confusa.

Mia sorella più grande mi ha guardato leggermente sulle difensive e mi ha detto: “Uccidere il bambino? Non so… forse è la soluzione migliore… ma non so cosa dire ora” io ero sempre più decisa: “Liberatene, e subito” ho detto quasi urlando.

Cissy a quel punto è saltata in piedi e si è affiancata a me: “Bella ha ragione, risolvi questo problema, fai tornare tutto alla normalità!” poi è uscita dalla stanza, dicendo che voleva andare ad Hogsmeade insieme ai suoi compagni.

Io volevo infinitamente fare lo stesso. Sapevo che stavamo tutte soffrendo, tutte lo sapevamo, ma sapere che il bambino sarebbe stato un mezzo babbano… questo non lo potevo tollerare. Odio i babbani, come loro odiano noi, non potremo mai mischiarci, mai.

“Allora, che hai deciso Dromeda?” lei mi guardava incerta, tremava leggermente: “Non lo so Bella, forse… forse farò come dici, non so come si cresce un bambino”

“Bene” le ho risposto, poi me ne sono andata, per la rabbia, la delusione nei confronti di mia sorella che era arrivata tanto in là con uno di quelli, uno dei babbani.

Mi sono sorpresa a pensare, percorrendo i corridoi verso la sala comune: “Uccidi quell’ammasso di cellule senza poteri magici. Sangue mezzobabbano. Se non lo farai tu sorella, prima o poi lo farò io”

Mentre indossavo il mantello scuro e pesante coi colori della mia casa, mi sono guardata alla specchio per vedere se ero carina e pronta per uscire.

Ma ho visto i miei occhi, la mia immagine oscura, i miei capelli neri a ricoprirmi parte del volto, mi sentivo strana, ho sfiorato la mia immagine allo specchio e mi sono detta di nuovo, questa volta a voce leggermente più alta: “Se non lo fai tu, lo farò io sorella, prima o poi”

Ho giurato a me stessa che non sarebbe finita lì.

Aggiornerò

Bella

……………………………....................................................................................................................

Grazie di cuore a tutte per le nuove aggiunte ai seguiti e per l’incremento delle letture!

Come sempre ringrazio:

Hale Lover: non preoccuparti, avevo alcuni cap già pronti, solo da rileggere, per cui gli aggiornamenti veloci continueranno nonostante la ripresa del lavoro (e anche dello studio dato che durante le vacanze ho fatto la metà di quel che mi ero riproposta di fare… tra le altre cose, durante la settimana, anch‘io mi riduco sempre a studiare la sera, anzi, la notte) ma che trauma riprendere i soliti ritmi!!! Un incubo!

Mi pare che Rab torni a farsi sentire nel prossimo cap! Per l’altra ff (non le ho ancora dato un titolo) hai tempo di goderti questa (sperando di continuare a scriverla bene) perché la pubblicherò poco dopo la fine! È vero, senza di te non ci avrei pensato, e ti rinnovo sempre i miei ringraziamenti!

Dully: ed ecco a te il seguito! in realtà si deve ancora decidere tutto su questa gravidanza, ma direi che Bella ha le idee già chiare in proposito, per fortuna Andromeda è comunque più umana di lei…

Anche a te, grazie per il supporto, spero di continuare a meritarmelo!

Clo_death eater: credo che andromeda cissy e bella fossero molto unite all’inizio, anche dromeda era a slytherin, avranno avuto la stessa età circa per cui è anche facile sia così… ed è stato anche per la loro unione che poi si sono allontanate con tanto odio ed ostinazione (oltre che per questioni di sangue magico), come se si sentissero tutte un po’ tradite. È una mia idea… comunque questo è quello che sto più o meno scrivendo qui. Anche Andromeda poteva essere un personaggio articolato ed interessante… ma la rowling l’ha bistrattata più di tanti altri già bistrattati!

Scusa se scrivo poco ma devo uscire entro breve! Per cui ti saluto e ti ringrazio tanto ancora della belle recensioni!

AliceRosy: grazie tantissimo per i complimenti; bella è peggiorata in spietatezza dopo la notizia del padre del bimbo di andromeda… ma la futura mamma è molto più umana a mio avviso per fortuna! Mi fa piacere che ti piaccia, perché sarà un po’ più presente insieme a sirius prossimamente

Grazie per le recensioni che mi fanno sempre piacerissimo! Ma non preoccuparti se salti!

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Capitolo 42
*** La carta del diavolo: lui ***


Aggiornamento

Ad Hogsmeade ho raggiunto gli altri, avevo voglia di distrarmi, di scatenarmi un po’ dopo quella mattina d’inferno.

Ho trovato Rod con suo fratello e Barty ad annoiarsi sopra alcune panchine di un parchetto.

Ricordo di aver pensato che i ragazzi, senza le ragazze, non combineranno mai nulla.

Quando li ho salutati, si sono subito animati, ho chiesto loro un’altra sigaretta e ho proposto il da farsi: “Entriamo alla Testa di Porco, rubiamo una bottiglia di whisky incendiario e ce la dividiamo per il pomeriggio; poi, verso sera, andiamo ai Tre manici di scopa, il locale di quei fottuti grifondoro e rompiamo i vetri a forza di palle di neve e ce ne scappiamo subito a scuola, allora, chi ci sta?”

Ho detto la frase tutta ad un fiato, gli altri mi guardavano interdetti.

Comunque, a questa proposta Barty ha detto di sì, senza neanche pensarci su, Rab non era molto d’accordo e si sono messi a discutere, nel mentre mi si è avvicinato Rod e mi ha domandato all’orecchio: “Tua sorella è incinta vero?” io ho abbassato lo sguardo e ho detto di sì. Lui è diventato più serio e stava per dire qualcosa, ma l’ho preceduto: “Di quel mezzo babbano, Ted Tonks”

Allora Rod ha solo detto: “Che schifo” e poi ha urlato agli altri: “Si fa quello che ha detto Bellatrix, fratello, smetti di fare lo sfigato e vieni con noi”

I due fratelli si sono guardati in maniera molto eloquente, ma incomprensibile ad estranei al loro strano linguaggio, e subito Rab ha detto: “Andiamo, ma veloci a rubare che devo fare un’altra cosa più tardi”

E così è stato, abbiamo fatto realmente tutto, compreso rompere i vetri, e correre via lontano, come matti, per non farci beccare, e durante tutto il pomeriggio, ero così ubriaca da divertirmi davvero tanto sulla neve, come una bambina scatenata e felice.

Mi ci ero buttata e rotolata e scivolata così tanto, che al ritorno a scuola ero quasi totalmente inzuppata dalla neve.

Camminavo con Rod per i corridoi, verso la sala comune e verso i dormitori e ridevamo, e lui mi abbracciava continuamente e mi spogliava, dai vestiti bagnati che avevo ancora addosso. Poi, nella sua stanza, al caldo del camino, chiusi dentro tramite un incantesimo oscuro rudimentale, ma che mi aveva reso molto orgogliosa per averlo saputo fare, ci siamo nascosti sotto le coperte ad asciugarci, mi ha spogliata tutta e abbiamo fatto l’amore.

Facciamo sempre di più l’amore ultimamente, perché ci riusciamo sempre meglio, e diventa sempre più bello.

Per questo anche io, ho sempre più voglia.

Rod lo farebbe in continuazione…

Anche se, dato che è ancora solo un ragazzino, non un uomo, spesso si sbrodola troppo presto e, quelle volte, io penso sempre che Lord Voldemort, di certo, è più bravo, più uomo…

Dopo aver passato un po’ di tempo a parlarci abbracciati, svestiti, sotto le coperte, e dopo essermi cambiata, e aver indossato vestiti pesanti per compensare il freddo preso, sono salita in sala grande per la cena. Non ho rivolto la parola ad Andromeda, sapevo che aveva bisogno di me, di un mio sguardo, anche solo di un sorriso, ma non sono riuscita a fare nulla di tutto ciò, non la capivo e non la capisco, per me sta solo rinnegando la sua natura di strega scegliendo di mischiarsi a quel mezzo babbano, che per natura appunto, non è un mago per davvero.

Ho salutato Cissy, che parlava, anche se in maniera un po’ triste, con le sue compagne del quarto anno. Prima di sedermi, mi si è avvicinato Rab in maniera misteriosa e circospetta: “Bellatrix” mi ha detto sfiorandomi leggermente il braccio con tanta delicatezza, tanta così, non l‘avevo mai sentita da nessuno: “quando hai finito di mangiare, possiamo vederci solo un attimo, io e te, prima di scendere in sala comune?” ho sorriso perché avevo capito che non voleva suo fratello tra i piedi, ma ho risposto di sì.

Dopo la cena mi sentivo veramente meglio, avevo mangiato e mi erano tornate le energie dopo quella giornata pazzesca, l’effetto dell’alcol che lentamente era sparito, mi aveva lasciato una sensazione dolce di stanchezza, e fare l’amore con Rod mi rendeva felice, mi sento sempre con l’umore alle stelle dopo averlo fatto: innamorata, contenta, appagata.

Sono andata, così, ad incontrare Rab.

“Volevo solo dirti che oggi ho preso una cosa per te” mi ha detto un po’ timido e un po’ pieno di entusiasmo.

“Mio fratello, quell’idiota, mi ha fatto capire che eri un po’ triste, ci siamo divertiti, ci siamo sfogati oggi, ma sapevo che desideravi questa cosa da tanto tempo, che qui a scuola non te la fanno usare, ma tu ci tieni… per cui te l’ho comprata io” dicendo questo mi ha porto un pacchettino rettangolare piuttosto piccolo.

“Come ogni strumento di una strega, o un mago, deve avere uno stretto legame con chi lo usa, strettissimo! Per questo spero ti piacerà, che sarà speciale e personale per te, e ti ricorderai che te l’ho regalato io, sempre, e che l’ho cercato e trovato pensando a te, tutto il tempo” poi è restato in silenzio… e alla fine ha aggiunto: “perché” … “perché non volevo tu fossi triste tutto qui, nient‘altro”

Credo volesse dire qualcos’altro, ma meglio che non l’abbia detto.

Ero comunque molto contenta del suo regalo, del fatto che gli piacessi così tanto e non volevo in alcun modo che si allontanasse da me. Volevo continuare a piacergli sempre, allora l’ho afferrato dolcemente per il polso e gli ho dato un lungo e sensuale bacio sulla guancia, facendo scendere le mie dita, pian piano fra le sue.

Poi ho aggiunto: “Grazie Rabby, lo aprirò subito appena sarò sola, quando sarò nel mio letto. Buona notte” lui era così perso che è andato via veloce, dicendomi: “Notte Bella”

Ho sorriso… gli piaccio proprio… ma, strano, questo non mi disturba.

Nel mio letto, con le tende tirate, ho aperto finalmente il regalo, e devo dire che ero davvero tanto curiosa.

Un mazzo di tarocchi. Un regalo stupendo, l’ho desiderato molto, ma non trovavo quelli adatti a me. Questi di Rab erano invece perfetti, personali.

Il nostro preside, dice che la divinazione non è una buona arte magica. Non le dà importanza, mentre io penso siano solo sciocchezze… la divinazione è importante, collegare i poteri con sensazioni e visioni, che sono in grado di chiarirci evoluzioni, sia emotive che di situazioni reali, è fondamentale per un mago, o una strega e dovremmo impararlo bene. Ma il preside si sa, è un babbanofilo, non capisce nulla di antichi riti e usanze.

Comunque, io ad usare fuoco, specchi, acqua, o cristalli per la divinazione, non sono proprio portata; per leggere i significati nei tarocchi invece sì.

Subito ho creato la giusta atmosfera per leggerli e ho voluto vedere come terminerà questo anno scolastico, come sarò io.

Man mano che giravo le carte, sentivo come una sensazione: un presagio eccitante e sconvolgente allo stesso tempo.

Volevo arrivare veloce all’ultima carta, quella che indica i cambiamenti, gli incontri, ciò che mi aspetta, ciò che voglio finito questo periodo della mia vita.

Di questo presagio che percepivo, avevo un po’ paura e un po’ lo desideravo, lo agognavo anzi. E più mi avvicinavo alla carta in questione, più sentivo l’energia che emanava, che scaturiva magicamente da essa.

Poi l’ho girata… e c’era lui, lui, il diavolo.

Lo sapevo, lo sentivo.

Questa carta rappresenta il magnetismo, la volontà imperiosa, la passione sfrenata, è anche la carta del genio, colui che può permettersi il lusso di fare tutto.
Il diavolo è il simbolo della degenerazione e della rovina, la stregoneria malvagia, la magia oscura.

Io so chi rappresenta quella carta.

È lui, Lord Voldemort.

È lui che mi chiama.

È lui che mi vuole.

È destino.

Il mio destino.

 

Bella

……………………………....................................................................................................................

 

Ciao a tutte/i ragazze/i!

Non ho saputo resistere dall’introdurre questa sorta di profezia dei tarocchi di Bellatrix perché, a me, questa carta dei tarocchi appunto, ha sempre fatto venire in mente voldie, soprattutto ai tempi in cui tutto si doveva ancora decidere e compiere e lui era ancora giovane e occulto.

Grazie come sempre a tutte!

Grazie per le recensioni in particolare a:

Clo_death eater: ed eccomi qui con le prime introduzioni del futuro di Bella con Voldie! Man mano diventerà tutto sempre più palese e tangibile e lei si deciderà a fare qualcosa non appena capirà, anche a livello conscio oltre che di sensazioni magiche, cosa realmente sente per voldie e cosa vuole fare per lui e per se stessa. I due maschetti (rod e rab) per quanto siano lanciati nel diventare mangiamorte, un po’ seguono lei, che ha un carattere più infuocato e un po’ perché la vogliono entrambi (penso che ormai sia chiaro che anche a rab lei piace.

Anche se manca ancora abbastanza alla fine della ff, sarà meglio che inizi a fare il punto della situazione o continuerò a scrivere in eterno!!!

AliceRosy: Rod ha un risvolto un po’ dolce e maturo che però tiene ben nascosto a tutti, solo a volte viene fuori come nel cap scorso. In realtà per sopportare Bella deve avere una vena di bontà… e syessa cosa vale per Rab (in questo cap stavolta) anche se in maniera diversa

Spero ti sarà comunque piaciuto

maja89: grazie, che bel complimento mi hai fatto! Davvero! Dunque, la bimbetta che aspetta Andromeda è proprio Ninfadora (infatti Bella si ripromette di ucciderla prima o poi se sua sorella non abortirà, in realtà questo succederà davvero. Anche se Bella ora parla solo per rabbia, poi la ucciderà davvero, come sappiamo, anche per volere di voldie!!) Solo che ci saranno varie peripezie, prima di decidere (Andromeda poverina ha solo 16 anni)

Grazie ancora

Dully: sì ci hai perfettamente beccato! Questo momento è particolarmente importante per Bella e la spingerà ancora di più verso i mangiamorte e dunque verso la sua vita futura (infatti la sua magia di strega, leggendo le carte, lo percepisce già in maniera molto forte)

A volte il lato più dolce e maturo di Rod, spunta fuori, anche se lui lo tiene sempre ben nascosto, mi fa piacere che sia fatto bene anche lui.

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Capitolo 43
*** Molto più di quel che Sirius può pensare ***


Il giorno dopo, per la colazione, sono arrivata in sala comune per ultima: Cissy si stava incamminando verso le aule, vicina ad un paio di amiche e parlava di aritmanzia e del compito che avrebbero dovuto svolgere a breve. Ho capito dal suo sguardo che non sapeva nulla di nostra sorella, come me del resto.

Andromeda invece, non l’ ho vista per niente nella sala grande.

Guardando verso il tavolo dei tassorosso, ho notato anche l’assenza di Ted Tonks (o almeno così mi pareva, sono tutti così terribilmente simili, alcuni gruppi di ragazzi o ragazze, che stento a distinguerli).

Sentivo di odiarlo comunque, lui e il disastro che stava provocando.

Ma per la prima volta in vita mia, ho percepito più a fondo, anche di odiare mia sorella, di accostarla a quel mezzo babbano inutile ed estraneo. Sentivo sempre più che le cose fra noi stavano rompendosi, non sarebbero tornate più come prima, al punto in cui eravamo arrivate.

Loro, Dromeda e Tonks, erano diventati una coppia, facevano quel che facevamo io e Rod, quelle cose così intime, personali, profonde, quello spogliarsi di tutto l’uno davanti all’altra… lei aveva scelto di farlo con un mezzo babbano.

E noi tre invece, non saremmo più state le sorelle di un tempo. Come stavamo noi tre insieme non stava nessuno.

E Dromeda ha rovinato tutto. Perché?

Cercavo di mangiare qualcosa mentre pensavo a queste evoluzioni dei nostri sentimenti, ma non mi era affatto facile.

Mi sentivo solo arrabbiata, molto arrabbiata e anche tremendamente delusa.

In quel momento mi ha raggiunto Barty, in perfetta tuta da quiddich, alto per la sua età, magro e biondo, faceva già la sua figura, spiccava per la sua aria di altezzoso distacco e superiorità rispetto a molti, anche se era solo un pischelletto per me.

Sembrava davvero un perfetto giocatore della squadra di quiddich di serpeverde, se non fosse stato per una sigaretta avvoltolata frettolosamente in una cartina, che si rigirava per le mani con impazienza.

“Ciao Barty, non sapevo giocassi a quiddich!” gli ho detto mentre finivo la colazione. Lui ha trangugiato un succo di zucca e mi ha risposto: “Mio padre, quel bastardo, non mi lascia mai in pace, ora vuole che impari anche a fare il ragazzo bravo e sportivo, così ha fatto in modo di farmi entrare in squadra: odio il quiddich, odio dover infilare una palla in un cerchio e odio le stupide regole di gioco”

Ho sorriso, in fondo lo capivo benissimo… quante stupide costrizioni ho dovuto subire anch’io… “Forse, Barty, quello che odi è tuo padre…” ho detto, pensando anche a me stessa oltre che a lui.

“Forse sì” mi ha risposto scontroso, e poi ha aggiunto: “Fumi con me? Non ho voglia di entrare subito in classe”

Con tutte le materie che avevo da recuperare, saltare le ore di lezione non era esattamente la cosa più intelligente che avrei dovuto fare, ma non ho resistito: “Andiamo fuori, moriremo di freddo, ma almeno nessuno ci scoccerà”

Quando ho detto quella frase, non avevo idea di come mi stessi sbagliando…

Io e Barty infatti, stavamo parlando tranquillamente già da mezzora, quando, dal nulla, ci siamo imbattuti nel gruppetto di mio cugino: i quattro malandrini sfigati.

Potter e Sirius si vantavano ampiamente di aver convinto gli altri due a saltare la prima ora di esercitazioni per il G.U.F.O. di fine anno e ridevano gasandosi a vicenda.

Guardandoli avvicinarsi, ho di nuovo avuto quella brutta sensazione, quella sensazione di somiglianza con quel ragazzino impertinente e insopportabile di Sirius.

Il modo di camminare, anzi, di incedere, era lo stesso; il modo di parlare ad alta voce, in maniera del tutto naturale, entusiasta, era lo stesso; il modo di vantarsi di poter convincere chiunque, di avere sempre le idee migliori, era lo stesso. E poi quel suo sguardo verso di me.

Guardarsi dritto negli occhi. Senza paura, sfidandoci perennemente.

Lo stesso.

Si è avvicinato per primo Potter, lanciando non so quale offesa a Barty, perché era entrato di straforo nella squadra, solo grazie al padre e non ai suoi meriti…

Se solo Potter sapesse, ricordo di aver pensato, quanto Barty odia il quiddich, quasi quanto odia suo padre, non tirerebbe certo fuori queste stronzate.

Sirius continuava a guardarmi. Non l’aveva mai fatto per così tanto tempo, così a lungo e così intensamente. Mi sono avvicinata e lui e mi ha afferrato il polso, tirandomi leggermente da parte. Gli altri, impegnati a prendere in giro Barty e abituati alle continue lotte fra noi cugini, non ci hanno fatto caso.

Ma quella era una discussione più seria.

“Ho saputo di Dromeda” mi ha detto cupo.

“Come l’hai saputo?” ho semplicemente chiesto.

“Lei stessa me l’ha confidato! La sera della gita ad Hogsmeade, era sconvolta, impaurita poverina, aveva bisogno di supporto, di aiuto, e tu e quella piccoletta della tua degna sorella, l’avete lasciata sola! Ma che razza di persone siete?”

“Le ho detto quello che penso! Non avevo altro da dirle!” ho risposto incerta, nemmeno io so cosa dovrei fare con mia sorella, semplicemente non capisco perché sia stata tanto stupida da far succedere questa cosa.

“Allora sei stata tu a dirle di abortire!” pausa… “già, e chi se non tu… diabolica ragazzina senz’anima né coscienza! Egoista e semplicista!”

Ho risposto che non volevo discutere con lui di questa cosa, di come io la pensassi… ma ho chiesto comunque cosa le avesse consigliato di fare.

“Le ho detto di parlarne con il suo ragazzo, anche se è un mezzosangue, a lei non devono importare queste cose, la cosa che conta è un‘altra! Perché ne è innamorata: è questo quello che conta davvero”

A queste parole, qualcosa mi è nato dentro,,, innamorata di un mezzosangue… innamorata di un mezzosangue… mi vorticavano nel cervello e non capivo più nulla, era come se mi riguardassero così da vicino, così nel profondo, da non poterle nemmeno sopportare.

Non si trattava più di mia sorella, si trattava di me… ma non potevo sopportare questa cosa, non capivo nemmeno da dove mi venisse questa sensazione: innamorata di un mezzosangue.

Così, non so bene come, ho reagito contro Sirius: ho iniziato a colpirlo, a spingerlo, a picchiarlo. Entrambi volevamo afferrare la bacchetta per combattere, ma entrambi ci bloccavamo a vicenda. Ad un certo punto, mi sono buttata di peso sopra di lui, che ha perso l’equilibrio e siamo caduti a terra. Io sopra e lui sotto, a picchiarci, urlarci contro e facendoci male; lo facevamo spesso da piccoli, quando litigavamo, ma ora… ora c’era qualcosa di strano, diverso.

Cadendo mi ero rotta le calze e graffiata le ginocchia, sentivo il sangue uscirmi e il dolore martellarmi nei punti della botta, sentivo il mio battito veloce e lui che mi teneva le braccia strette, serrate fortemente. Mi avvicinava a sé e non capivo perché.

Ma era strano e bello. Era come stare vicina a me stessa, essere attratta da me stessa. E fare la guerra a me stessa.

Per un istante, mi sono persa in quei suoi occhi blu grigi… e lui, anche lui, guardava dritto nei miei, così, senza più muoverci. Mi sono persa nel suo odio… chiedendomi perché ne prova così tanto e così profondamente.

Quell'odio, mi piaceva. Mi faceva sentire forte.

Non appena gli altri ci hanno visti più fermi, ci hanno immediatamente separati. Noi continuavamo a guardarci, se possibile, con più odio di prima.

“Non immischiarti negli affari di mia sorella” gli ho urlato contro e lui, liberandosi dai compagni, si è avvicinato a me e mi ha detto con rabbia: “Tu stalle lontana! Tu fai soffrire chiunque con la tua cattiveria, tu sei peggio, molto peggio dei nostri genitori! Loro hanno in mente la loro facciata da purosangue e null’altro… ma tu, io ti conosco, io ti sento, ti percepisco: tu sei pericolosa, tu credi, sei convinta…”

Gli ho dato una sberla forte, molto forte, che l’ha zittito…

Poi ho aggiunto: “Non sono affatto come dici, ma molto, molto di più! Non mi sottovalutare”

Detto questo ci siamo tutti separati, silenziosi e pensierosi, concentrati sulle nostre riflessioni.

Bella

……………………………....................................................................................................................

Ciao! Finalmente sono riuscita ad aggiornare! -scusate il ritardo, ma, in un moto di rabbia dopo essermi beccata un virus, ho distrutto il pc e ho solo peggiorato la situazione (ovviamente), così ho impiegato un sacco di tempo a recuperare i dati persi…

Ora comunque eccomi tornata!

Vi ringrazio tantissimo perché, nell’ultimo cap, ho ricevuto ben 5 recensioni! Per questa ff sono state un record e io ne sono tanto felice!

Per cui grazie infinite!

E grazie anche e sempre a chi legge e mi segue!

Passo alle risposte:

maja89: rab diventa sempre più partecipe e gentile con bella perché, in fondo, lui ci spera sempre di piacerle, nonostante sappia che con di mezzo suo fratello, se speranze siano poche… tra l’altro non è che bella lo dissuada troppo da questa sua speranza…! Ora sto cercando di figurare un po’ meglio anche barty! (poi saranno importanti nel seguito della ff)

Per quanto riguarda andromeda, vedrai che pian piano sarà aiutata un po’ da tutti a strare al meglio (ted, i tonks e anche silente) però passerà ancora un po’ di tempo (credo sarà uno degli ultimi argomenti della ff) e, anche se in breve, ricomparirà anche ted (ancora devo pensare bene a come). Comunque trattandosi di ninfadora, terrà il bimbo (non volevo tanto entrare nel merito di aborti o meno proprio perché nemmeno io ne so molto, non so come ci si sente e finirei per descriverlo male temo). Scusa ancora per il ritardo, d’ora in poi non farò più gesti inconsulti sul pc!!!

Hale Lover: dato che ho letto poco fa che sei malata e io sono tornata presto dal lavoro, ho pensato di postare subito il cap, magari ti tiene compagnia! Mi hai fatto tantissimo piacere quando mi hai scritto che lo scorso cap, ti ha risollevato un po’ la giornata storta! Credo sia una delle cose più belle per cui ti ringrazio molto (anche io mi tiro su quando mi va tutto storto e improvvisamente mi arriva una recensione: è un bel regalo!). Anch’io ho voglia di iniziare la nuova ff, che sarà un po’ diversa da questa (credo una sorta di mix fra magia e realtà) e dall’altra parte continuerei a scrivere un sacco di cose su questi momenti… comunque sto pian piano tirando le somme nella mia testa! Però penso che nella prossima rab sarà più presente!

Allora grazie ancora e guarisci presto mi raccomando!

Dully: hai perfettamente ragione, rab non si rassegna e, come ho detto anche nelle risposte sopra, bella si crogiola in queste attenzioni e gli dà parecchia corda! Sto delineando un pò i caratteri dei 4 che sono in evoluzione in questo periodo della vita, comunque sì, bella è molto istintiva e sarà una caratteristica che manterrà anche andando avanti, rab è invece molto più riflessivo (anche molto sensibile)… ora sto pensando meglio anche a barty!

Grazie ancora anche per il tuo supporto!

A prestissimo (ho visto che hai aggiornato per cui presto leggo e recensisco)

Clo_death eater: grazie!! Sono contenta trovi Bella “versione giovane” sufficientemente ic (non essendo descritta dalla bowling è interpretabile in tanti modi) onestamente, non sono mai riuscita a vederla cattiva nel senso che stava con un mucchio di ragazzi e li trattava tutti male, ma finiva tutto lì… l’ho sempre immaginata in maniera diversa anche se in molte ff, il modo di descriverla era quello! E, insomma, sono contenta di non averla fatta troppo assurda! L’incontro con voldie non sarà troppo avanti ormai, sto già pensandoci, ma devono accadere ancora un paio di cose “importanti” che sfoceranno poi nel suo desiderio di vederlo!

Per quanto rignarda rab, direi che per ora lungi da lui il pensiero e l’atteggiamento del mangiamorte… è tutto preso dal suo amore per lei… ma il cambiamento pensavo di farlo avvenire dopo (in pratica nella ff che seguirà! Infatti sì, ho pensato alla follia pura di fare altri due episodi… anche se non seguiranno in tutto e per tutto il filo logico di questa, ci saranno variazioni! In più aggiungo voldie ovviamente, comunque vi aggiornerò strada facendo!)

Scusa ancora del ritardo, ma come ormai sai bene, ho combinato un mega guaio col pc!

A presto!

AliceRosy: tranquilla, non preoccuparti per le recensioni corte! Un commento è sempre bello, lungo o corto che sia! E ormai siete già in due a cui piace rab! Vedremo in seguito cosa ne penserete!!

Grazie ancora quindi!

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Capitolo 44
*** Il fratello maledetto ***


La sera stessa del litigio con mio cugino, sono successe diverse altre cose.

Ero seduta in sala comune, vicino ad uno dei tanti caminetti che riscaldano l’ambiente freddo e umido di quella parte di sotterranei. Nonostante ci avviciniamo ormai alla primavera, la sala comune di serpeverde, resta sempre piuttosto fredda.

Dato che le calze mi bruciavano ancora sulle ginocchia graffiate, avevo indossato un paio di pantaloni morbidi che mi fasciavano leggermente i fianchi dandomi un aria da adulta, soprattutto, mi pareva, rispetto alla solita divisa scolastica, che ormai indossavo da ben sette anni.

A volte mi chiedo se mi mancherà, una volta finita la scuola, la mia divisa, i miei colori smeraldo e argento… mi chiedo se mi mancherà tutto questo, la sala comune, i sotterranei, i corridoi che, all’inizio trovavo così eccitanti e misteriosi, il lago nero… tutto.

Ma poi, riflettendoci, forse non ci penserò più per niente.

Per farmi passare il dolore alle ginocchia per la botta, avevo provato un unguento creato da me per un’ esercitazione di erbologia: funzionava perfettamente e mi sentivo orgogliosa di questo.

Mi faceva sentire come una vera strega, sapevo creare le magie che più mi servivano, senza l’aiuto dei miei professori oramai. O quasi…

Rod era seduto ad un metro da me, sullo stesso divano. Era furioso e ogni due minuti in media litigavamo su qualsiasi cosa. Era arrabbiato perché ero rimasta fuori con Barty alle prime ore della mattina, era geloso… e poi era arrabbiato per come era andata la mia lite con Sirius, era geloso della posa che avevamo assunto durante la lite e del fatto che mi fossi fatta male a causa di mio cugino.

Quando si arrabbia con me è davvero cattivo, diventa aggressivo per ogni cosa, mi ferisce ed è duro e anche violento in certi casi.

Lo osservavo, aveva un’aria arrabbiata e triste, era molto silenzioso… sempre più spesso mi pareva crescere e diventare più adulto davanti ai miei occhi.

Io invece, mi trovavo sempre così ragazzina…

Mi sono avvicinata a lui, d’istinto. Non mi rendevo conto, ma ora che scrivo, rifletto sul fatto che ormai non sopporto che stia arrabbiato con me. Non mi sento felice e non mi sento bene. È come se ora dipendessi molto di più da lui rispetto a prima, rispetto ai primi mesi in cui stavamo insieme.

Non mi ero mai resa conto che il nostro rapporto fosse diventato tanto stretto, tanto intenso anche. “Rod, perché ti sei messo con me?” gli ho domandato abbassando lo sguardo sul libro che tenevo sulle ginocchia ed evitando di guardarlo in viso. Attendendo curiosa la sua risposta.

Dopo averci pensato poco su, sempre sfogliando con noncuranza un giornale di arti guerriere, Rod mi ha detto: “Perché sei purosangue, come me”

Mi ha risposto in maniera sincera, questo lo sapevo, ma senza eccessivo trasporto. Allora ho aggiunto: “Perché sei sempre geloso di me?” stavolta alzando lo sguardo verso il suo e aspettando la risposta con ansia.

“Perché sei bella… mi piaci, voglio che ti importi solo di me. Tu piaci molto agli altri ragazzi e per me, quelli, potrebbero pure morire ogni volta che ti guardano”

Avevo percepito un segnale chiaro di avvicinamento… così ho provato ad avvicinarmi a lui e sedermi sulle sue ginocchia.

Roddy, neanche ha atteso di avermi fra le braccia, che ha iniziato a baciarmi con tanta passione, quasi rabbia, tanto che mi faceva male alle labbra, le sentivo morse e afferrate fra i suoi denti in un ciclone di desiderio e voglia di possesso che ancora non avevo mai sentito.

Mi piaceva. Da matti.

Mi stringeva anche forte, con le braccia e le mani sui miei fianchi e poi cingendomi la vita. E io ho iniziato a stringerlo forte a me e ad accarezzargli la nuca e i capelli, con forza, con tanta passione.

Ci piaceva, penso, fare così lì, davanti a tutti, far vedere quanto sapevamo osare, quanto eravamo superiori, ma anche quanto ci amavamo e quanto eravamo uniti, sempre, fra mille litigi appassionati e mille offese da scalmanati.

Dopo un bel po’ di minuti che andavamo avanti in quella maniera, attorno al divano ha iniziato a girare qualcuno…

Girava lì, come un pescecane attorno alla preda.

Ho aperto leggermente gli occhi per vedere chi fosse, dato che pareva proprio volerci interrompere: Rab.

Esattamente l’attimo dopo, anche Rod ha aperto gli occhi e, alla vista del fratello, ha ripreso a baciarmi più intensamente di prima.

Io sapevo perché… e lo trovavo divertente. Per questo ho esagerato anch’io.

I ragazzini del primo e secondo anno, garantito, avrebbero avuto di che commentare per giorni.

Stavamo lì a baciarci per far arrabbiare Rab. Ci piaceva essere sadici, lo sapevamo, era un segreto inconfessato, chiaro e palese fra di noi, era nell’aria.

Improvvisamente però, il gioco si è fatto serio ed è finito male.

Erano ancora tutti in sala comune, per cui tutti hanno potuto assistere alla scena.

Nel momento in cui Rab, timidamente ci ha interrotti a parole, richiamando la mia attenzione pronunciando soltanto: “Bella…” Rod si è voltato verso di lui infuriato.

Come un matto ha iniziato ad urlargli contro: “Lasciaci in pace, ci sei sempre attaccato, credi non me ne renda conto? Stupido sfigato di un fratello del cazzo! Sparisci dalla mia vista!”

Ero un po’ sorpresa della reazione di Rod: i due Lestrange battibeccano in continuazione, ma non litigano praticamente mai, si vogliono bene in fondo.

Ora lui aggrediva così violentemente Rab… e non me lo aspettavo.

Mi sono alzata, perché ancora stavo seduta sulle ginocchia di Rod e lui si è alzato con me. Ma pareva proprio che Rab non avesse nessuna intenzione, stavolta, di battere in ritirata.

Infatti si è messo davanti al fratello e lo sovrastava anche di un po’ nonostante fosse più giovane.

“Smetti di tirartela solo perché stai con lei. Dopo tutto potrebbe preferire chiunque a te, non sei niente in fondo, non vali niente più di me”

A quel punto Rod gli ha dato un gran pugno in pieno viso…

Rab non si è scomposto particolarmente, ma il sangue gli usciva dal naso leggermente e già si intravedeva un labbro gonfio.

A me, a vedere questa scena, dietro i capelli lunghi lisci e lucenti, lasciati cadere di proposito sul viso, per coprire la mia cattiveria, la mia perversione crescente, a me, dicevo, è spuntato un lieve sorriso sulle labbra. Mi volevano entrambi…

E mi piaceva ciò.

Rab ha inveito ancora: “Non siete neanche fidanzati, chi ti credi di essere?”

Allora è stato Rod a sorridere e, con tutta la rabbia e la cattiveria del mondo, gli ha detto ciò che gli avevamo tenuto nascosto fino a quel momento.

Con uno sguardo soddisfatto, conscio e felice di tutto il male e il dolore che avrebbe creato, ha sibilato: “Davvero ci siamo scordati entrambi di dirtelo? Ci sposiamo dopo la fine della scuola fratellino… contento per noi?”

Rab lo ha guardato sorpreso e arrabbiato, poi, si è voltato verso di me con disperazione, forse sperando di vedermi negare… ma quando ha visto il sorriso sulle mie labbra, fra i capelli neri e le luci verdi della sala comune, l’espressione innocente e forse speranzosa che ancora aveva, gli si è gelata in volto.

Subito dopo ha detto: “congratulazioni allora Bella”

Prima di uscire dalla sala comune e andare verso i dormitori, si è avvicinato a Rod, ma nessuno si aspettava di vedere Rab fare un simile gesto… ha iniziato dicendo: “congratulazioni anche a te maledetto fratello” e gli ha assestato un gran pugno nello stomaco.

Garantito Rod ha accusato il colpo, perché per tutto il resto della serata è stato fermo e silenzioso, cosa assolutamente inusuale per uno come lui.

Bella

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Ultimamente devo dire che i miei personaggi litigano spesso… e non è neanche finita qui… ma dopotutto sono futuri mangiamorte e sono piuttosto “agitati“!

Spero di poter fare presto un aggiornamento lampo del prossimo capitolo, dove probabilmente si chiarirà la situazione e la decisione di Andromeda a proposito del bimbo, con reazioni conseguenti, ma non sono proprio certa!

Intanto, come sempre, grazie a tutte per seguirmi

e grazie per le recensioni:

Hale Lover: mi fa piacere che sia riuscita a tenerti compagnia nei noiosi giorni di malattia! Spero comunque tu stia meglio! Tutte le tue preoccupazioni per andromeda, sono legittime! Infatti volevo anch’io affrontare questo suo problema nel prossimo (o prossimi) capitoli (cercherò di aiutarla dato che si trova in difficoltà…)

Temo che nella prossima ff, rab sia presente, ma molto incasinato a causa del fratello che ha sempre la priorità agli occhi di bella… però, se ti può consolare, stavolta anche il fratello sarà incasinato a causa di un terzo tu sai chi… che avrà molta molta più priorità agli occhi di bella (insomma, mi sa che mi dovrò inventare parecchie cose… spero di farcela)

p.s. anch’io non sopporto james potter! E mi piace molto sirius!

Detto questo ti saluto e alla prossima

maja89: Ted, credo di farlo comparire già dal prossimo cap, così spiegherò anche come farla cavare alla povera andromeda! Non ho resistito a non introdurre un po’ sirius ultimamente perché anche a me piace molto e sono contenta che sia stata gradita la sua presenza (completamente in opposizione a bella… li ho sempre immaginati così, che si portano questa rabbia fra loro fino ad adulti, ma perché sono poi molto simili, solo con idee opposte)

Noto decisamente che tu parteggi per rod (tua cugina è schiettissima con rab!! Infatti, se vuoi qualche spoiler, leggi la risposta alla sua recensione)

Ora dovrei aggiornare più velocemente dato che ho eliminato il maledetto virus senza schiantare il pc! Quindi a presto

Clo_death eater: davvero era il tuo compleanno??? Tantissimi auguri anche se in ritardo! Sei nata nella cuspide capricorno-acquario? (sta uscendo la mia vena astrologica… ora mi calmo)

Veniamo a noi, sono contenta, come dicevo sopra, che l’introduzione di sirius sia andata bene, credo sia un personaggio molto importante per le vicende che succedono a bella nella sua adolescenza, anche se in contrasto netto con lei, anzi, forse proprio per questo contrasto! Inoltre sono molto simili (da come li descrive la rowling) oltre che cugini. Sirius poi come tipo mi è sempre piaciuto, è un piacere per me scrivere un po’ di lui. Per quanto riguarda barty, me lo sto immaginando a modo mio (non ho voglia di andarmi a rileggere le parti in cui si parla di lui a dire il vero…) e l’importante è che faccia il suo effetto, ma se non ti dispiace come tipo, è anche meglio!

Ti ringrazio infine per il complimento su come descrivo voldie e bella! Mi ha fatto stra super piacere e mi ha dato entusiasmo per sistemare i futuri cap dell’altra ff (quindi presto arriverà l’aggiornamento con la seconda parte dedicata a cissy e bella)

Ancora grazie a alla prossima avventura!

Dully: mi hai fatto una super domandona! Ammetto che ci ho dovuto pensare un po’… comunque, direi che secondo me siamo tutti in grado di provare un sentimento come l’amore (visto in tutte le sue sfaccettature) e che, come però riusciamo ad esprimerlo e a trasmetterlo agli altri, dipenda sia dal nostro carattere, sia dalle esperienze che abbiamo fatto nella vita. Per cui penso che anche bella sia in grado di provare amore (lo penso anche di voldie a dirti il vero) solo che lo esprime in maniera esagerata, a modo suo diciamo, molto personale. E lo prova solo per voldie, almeno a tal punto. Direi che più o meno io la vedo così, ma è solo una mia opinione, non sono una cima in psicologia, mi sa che vado meglio con l’astrologia!

p.s. credo anch’io che bella e sirius, nel loro piccolo, rappresentino abbastanza bene le idee e le aspirazioni che poi porteranno allo scontro futuro all’interno del mondo magico, non ci avevo fatto molto caso prima, ma ora che me lo dici, noto che è proprio vero!

Grazie ancora per la recensione e a presto

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Capitolo 45
*** Natural born killers ***


È passato un po’ dall’episodio del litigio fra Rod e Rab. In due settimane devo dire che ho incontrato poche volte Rab… e un po’ mi manca.

Mi ero abituata alla sua presenza, al suo continuo rimproverarmi se facevo cose assurde, cose da matta, come dice lui, mi ero abituata al suo essere gentile e premuroso con me, ai suoi regali sempre così personali…

Ai suoi sguardi nascosti e al suo rimanere senza fiato ogni volta che facevo la scema con lui. Mi manca, lo ammetto.

Cissy mi ha riferito che si è messo con una del terzo anno, Caroline Parkinson, che non possiede neanche la metà del mio stile, del mio fascino, della mia sensualità. Ma questo lo penso io… Rab evidentemente ha iniziato a pensarla diversamente.

Quando gliel’ho detto, Rod è rimasto stupito, non lo sapeva neanche lui, non se lo aspettava. Quindi, deduco, non si parlano ancora da quella volta.

L’ unico ad essere realmente felice della situazione, è certamente Barty. Ha preso momentaneamente il posto di Rab nel quartetto e non intende cederlo facilmente. Ultimamente pare evolvere davanti ai nostri occhi con la velocità della luce.

Si è letteralmente scatenato, dopo essere stato costretto a entrare nella squadra di quiddich, cosa che odia sempre più, di nascosto, in privato, con noi, è sempre peggio. Pare non importargli più di nulla, solo di attirare la nostra attenzione, solo di farci capire che è all’altezza di frequentarci. È violento con tutti, sfila per i corridoi ogni mattina, o quasi, con una ragazza diversa, diventa sempre più magro, ma anche più bello. Non ha più niente del ragazzetto di alcuni mesi fa, con la faccia ancora piena e rosea da bambino, pare davvero uno di noi ormai.

Uno della banda di serpeverde, uno di quelli che si comportano male, che fanno del male, e che stanno male.

Per contro, io e Rod, dobbiamo sempre alzare la posta per sentirci più grandi, per farlo sentire inferiore, per farci ammirare e seguire. Per dimostrare che noi siamo i capi, e lui deve continuare a considerarci i migliori.

Scorribande, insulti, incursioni e lotte sono all’ordine del giorno, per lo studio vero e proprio mi rimane davvero poco tempo. Per fare la ragazza corretta, brava e di antiche origini purosangue, ancora meno…

Ma a studiare ci tengo davvero, voglio essere brava come strega. Per cui sto recuperando lentamente in varie materie.

La cosa che davvero non ci voleva, riguarda una questione in sospeso ormai da parecchio tempo… sapevo si sarebbe arrivati ad affrontarla; ma non sapevo se sperare di farlo il prima possibile, o il più tardi possibile.

La questione è che mia sorella è incinta, e cosa avesse deciso di fare.

Poi un paio di giorni fa, durante la colazione, si è avvicinata prima a me e poi anche a Cssy e ci ha chiesto di incontrarci, nel pomeriggio, nell’aula vuota di aritmanzia, per parlarci di quella cosa importante.

Avevo capito che non saremo state sole noi tre sorelle, e percepivo anche che non saremmo mai più state sole noi tre sorelle, d‘ora in poi. Ma vedermi lì davanti Ted Tonks e mio cugino Sirius, questo non me l’aspettavo affatto.

La luce, lo ricordo benissimo, entrava dalla grande vetrata dell’aula e rendeva l‘atmosfera apparentemente tranquilla.

Mia sorella era vicina a Tonks, qul nato babbano e poi veniva Sirius. Tutti e tre erano in piedi e davano le spalle alla vetrata. La luce del pomeriggio li illuminava totalmente. Io mi sono seduta su un banco, di fronte a loro e Cissy era appoggiata a quello stesso banco, ma in piedi, stavamo vicine, penso, per trasmetterci forza l’un l’altra: nessuna di noi due avrebbe voluto essere lì.

Mia sorella Andromeda era zitta, non ha quasi parlato per tutto il tempo, non ha mai guardato negli occhi né me né Cissy. Aveva lo sguardo triste, ma sereno, e spesso, notavo, si portava la mano destra, sul ventre. Quasi per trasmettersi forza. Ogni volta che lo faceva, io guardavo la sua divisa, tale quale la mia. In contrasto con quella dei tassorosso e grifondoro che le stavano accanto, e mi domandavo perché, allora, eravamo tanto diverse. Cosa ci avesse separate così.

Stavo male, e sto male.

Intanto era Tonks a parlare, io quasi non facevo caso alle sue parole, dopo poco, avevo già sentito quello che mi interessava sapere “Dromeda terrà il bambino” aveva detto e io non avevo più mia sorella.

Solo a questo pensavo. Il resto lo percepivo vagamente: Tonks avrebbe preso il M.A.G.O. questa primavera, avrebbe trovato un buon lavoro, i genitori li avrebbero aiutati, i Tonks, schifosi babbani, erano davvero pronti a supportare i giovani genitori, qualora l’avessero desiderato… Lui ne aveva già parlato a casa e, dopo un po’ di smarrimento, tutti avevano cercato di venirgli incontro il più possibile.

Sirius aggiungeva che Dromeda avrebbe potuto terminare l’ultimo anno anche poco più avanti, se avesse voluto, che Silente di certo l’avrebbe aiutata, consigliata anche.

E io, noi, io e Cissy, non avremmo più avuto nostra sorella. Questo pensavo.

Mio padre e mia madre… non sapevo come avrebbero reagito.

Ma di certo male.

Pensavo anche: “Come si permette questo mezzo babbano di parlare per lei? Per mia sorella? Di parlare a me poi? E a Cissy?”

Sirius sembrava felice, e guardava Dromeda con entusiasmo. Lei sembrava solo sollevata… di stare con Tonks, di avere quel bambino mezzosangue, di sapere che Sirius le sarebbe stato vicino.

Cercavo di odiarla a morte, ma in quel momento mi sentivo solo tradita, abbandonata, odiata, e la mia rabbia cresceva, cresceva e non sapevo più come frenarla.

Guardavo Dromeda, i suoi capelli illuminati dal sole, mi sono ricordata che avevamo progettato di farci due ciocchettine di capelli colorate smeraldo e argento, prima della fine della scuola: non lo potremo più fare.

Lei mi aveva tradita. Perché? Per cosa?

Rabbia, rabbia, non ce la facevo più dalla rabbia.

Non avevo più mia sorella: così, improvvisamente, tutto scomparso. Come volatilizzato.

Non esisteva più lei, non esisteva più niente tra noi, non esistevamo più insieme.

Niente più ciocchettine di capelli tinti, niente più chiacchierate in camera di Cissy d’estate, niente più di niente.

Sedici anni passati insieme: da cancellare.

Sentivo male allo stomaco. Sentivo di volerli schiantare tutti. Sentivo di avere il potere di farlo. Sentivo i miei poteri crescere con la rabbia e l’odio che provavo.

Poi ho sentito la mano di Cissy sulla mia, la sua stretta lieve ma tenace. Mi sono calmata, mi ha fatto sentire meglio.

Con grande eleganza e dignità, mia sorella più piccola ha parlato ad Andromeda, dicendole che avevamo capito la sua decisione e che ora doveva parlarne con i nostri genitori.

Che lei, non voleva più saperne nulla di nulla.

Mentre diceva questo mi sono affiancata a lei, senza dire una parola a nessuno. Avevo capito che Cissy se ne voleva andare e io volevo andarmene con lei.

Siamo uscite dall’aula, lasciando gli altri a discutere insieme della decisione presa, o di non so che altro.

Io e Cissy non abbiamo parlato per tutto il tragitto fino al parco della scuola. Non c’era bisogno di parlarsi: sapevamo entrambe che ora eravamo solo in due sorelle, io e lei, Bella e Cissy, e nient’altro. Tutto il resto era cancellato.

L’ho guardata per un attimo prima di salutarla: aveva gli occhi pieni di lacrime e lo sguardo pieno di rabbia. Doveva provare esattamente i sentimenti che provavo io.

Mi sono diretta verso il lago nero dove normalmente stava ad aspettarmi Rod, durante le belle giornate come questa. Quando sono arrivata, lui infatti era lì.

Gli sono andata vicina e l’ho abbracciato, dicendo poco dopo: “Voglio uccidere Ted Tonks. Lo odio, odio lui e mia sorella”

Lo dicevo sul serio.

Rod si è leggermente staccato da me per guardarmi in viso, è rimasto a pensare per un po’ e poi ha detto: “No Bella, se lo fai, e si viene a sapere, ti espelleranno da scuola”

Ci siamo guardati entrambi attenti. Avevo detto al mio fidanzato di voler uccidere qualcuno, lui mi aveva appena risposto che non era sicuro, solo per via della scuola.

Assassini entrambi… per rabbia, per amore, per dolore. Per odio.

Abbiamo appena diciassette anni, quasi diciotto.

Abbiamo decisamente qualcosa che non va io e lui. Non siamo normali.

Ma a me piace così. Noi siamo così.

Bella

……………………………....................................................................................................................

N.B. Il titolo è preso a prestito dal film omonimo di Oliver Stone, non è opera mia!!

Questo capitolo è un po’ descrittivo, volevo spianare la strada ad Andromeda che si trova in una situazione complicata. Per cui ho evidenziato come, nonostante i problemi, molti siano dalla sua parte e dunque lei possa cavarsela grazie a vari appoggi.

Per quanto riguarda le sue sorelle, per loro si tratta di un tradimento e di un abbandono, nient’altro, e lo prendono come tale. Le loro strade dunque si separano sempre di più.

Da quello che ho sempre letto su vari libri di magia, non è strano che coloro che sono fortemente legati alle tradizioni magiche, estromettano chi se ne separa, come succede ad Andromeda per esempio, che viene emarginata.

Per questo, ho cercato di far capire che lei, Andromeda, conoscendo questo normale comportamento, ma decidendo di tenere suo figlio e restare con un nato babbano, si aspettasse la reazione delle sorelle, e ne fosse consapevole e in un certo senso rassegnata.

Direi che mi sono dilungata anche troppo. A voi eventuali commenti!!

Ringrazio intanto per i commenti sullo scorso capitolo:

Hale Lover: noto, sempre di più, un “leggerissima” propensione nei confronti di rab anziché di rod!!! Come avrai notato in questo cap, rab sta percorrendo altre vie… ma non è finita qui, tranquilla, c’ è un perché a tutto, anche al suo apparente allontanamento! (in due parole: sta facendo pratica con le ragazze per non essere da meno di rod…).

Dully: come vedi mi hai letto nel pensiero! È comparso ted che cerca, come può, di aggiustare le cose, dato che il bimbo, anzi la bimba, è sua! Ma non è finita perché ricomparirà ancora anche nel prossimo capitolo (i dissidi ovviamente cresceranno ancora). Per quanto riguarda il rapporto fra i fratelli lestrange, l’ho fatto molto difficile e intrigato, si odiano e si invidiano a vicenda (perché non pare, ma anche rod, sotto sotto è un po’ complessato rispetto a rab), però, per come li vedo io, sono molto sinceri l’uno con l’altro, si conoscono e si affrontano abbastanza apertamente

Clo_death eater: forse già lo sai, ma se sei nata nella cuspide hai le principali caratteristiche dell’acquario (perchè il sole entra nel segno dell’acquario in quel giorno) ma comunque restano abbastanza forti anche alcune caratteristiche del segno del capricorno!… ora bando all’astrologia però… credo che rab, dato che ha un carattere buono e gentile per natura, attragga più facilmente le cattiverie di rod e bella (che si sentono più forti, in realtà non lo sono)

Io penso che, indubbiamente, bella ami al 100000000000000% voldie, ma per rod provi qualcosa di particolare, anche se diverso, che si avvicina molto ad una condivisione e ad un’intesa particolare! (che per ovvi motivi non può avere con voldie…) da questo, mischiato alla loro insana follia, viene fuori quel senso di libertà che forse riesco a trasmettere (sarebbe un piace se riuscissi a farlo). forse ho immaginato di vederli, in parte, come i protagonisti di “natural born killers” di oliver stone (ho appena avuto l‘ispirazione per il titolo al capitolo!! Grazie!).

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Capitolo 46
*** Mi piaci da impazzire ***


Non ho davvero idea di come mia… di come Andromeda, che non è più mia sorella, potrà fare a dire a casa cosa le stia succedendo.

E cioè che è incinta, di un mezzosangue, che terrà il bambino e che dei babbani sono disposti ad aiutarla… e non so quali altre decisioni abbiano preso in merito, lei e il suo compagno mezzo babbano.

Magari si vuole pure sposare con quell’essere.

Non so né come farà ad affrontare tutto ciò, né cosa possa comportare tutto ciò.

Non ho idea di come reagiranno mio padre e mia madre, ma di certo male.

Sinceramente, non ho voglia di pensarci, sono già sufficientemente disgustata dal fatto che devo dimenticarmi di avere una sorella. Tutto a causa sua. E io la odio. Profondamente, per come mi ha tradita, per come ha tradito Cissy, per come ha gettato tutto via.

Non ho più una sorella

Finito

Tutto

A causa sua e di Ted Tonks, il nato babbano.

Cerco di non pensarci continuamente. Mi sono persino messa a studiare, a fare i compiti e gli esercizi. Molto diligentemente. Sto persino attenta in classe. Ma solo con difesa, erbologia, pozioni e incantesimi. Con le altre materie non ce la faccio proprio. Non perché non mi piacciano, ma perché Rod non sta mai attento e mi fa ridere, o mi impegna in conversazioni più interessanti. Risultato di tutto ciò, almeno una nota positiva, è che ho recuperato molte materie ottenendo i voti migliori. Penso di poter ottenere buoni risultati anche ai M.A.G.O. se mi metto un po’ d’impegno.

Vero, cerco di non pensarci continuamente, ma questa storia, tutta questa rabbia, comunque, torna prepotentemente alla mia mente.

Soprattutto quando li vedo.

Soprattutto quando Tonks tenta di sistemare le cose fra noi. Andromeda non ci prova neanche a sistemare le cose con le sue sorelle… forse perché non ci tiene, ma più probabilmente perché ha già capito che non c’ è più nulla da fare, quello che è successo, la decisione che lei ha preso, ha creato uno strappo troppo grande, una distanza incolmabile.

Tonks invece non si rende conto, cerca il mio appoggio dice che è per Andromeda, per aiutarla di fronte ai nostri genitori. Per un supporto. Non capisce neanche, quel mezzo babbano, che la più contraria, sono proprio io.

Non capisce, non conosce neanche le nostre leggi magiche, non sa nulla di come sia la vita e le regole per noi, streghe e maghi ereditari.

Ho deciso allora di farglielo capire… di fargli capire con chi ha veramente a che fare.

Quando mi ha fermata, per la seconda volta dopo la lezione di erbologia, fuori dalla serra, gli ho dato appuntamento nella stessa aula in cui ci avevano dato la notizia che il bambino mezzosangue, sarebbe venuto al mondo.

Non avevo idea di cosa avrei fatto, avevo solo idea che l’entità della mia rabbia era tale, che di certo non sarei riuscita a parlare.

Ho chiesto a Rod se voleva venire con me, lui ha annuito cupo, senza aggiungere altro.

Quando siamo entrati nell’aula, Tonks era davanti alla grande vetrata, come sempre, illuminato dal sole. Io me ne stavo vicino alla porta, come sempre, in mezzo all’oscurità.

Rod se ne stava in disparte, osservando la situazione.

“Bellatrix, devo parlarti” ha iniziato il mezzobabbano

“Cerca di capire, Andromeda sta attraversando un periodo difficile, affrontare tutto questo da sola, non le sarà facile, ha bisogno…”

Si è bloccato quando mi ha visto impugnare la bacchetta.

“Cosa stai facendo? Perché la bacchetta?”

Ha iniziato a guardarmi in maniera stranita quando mi ha vista sorridere.

“Perché fai così?” mi ha chiesto inquieto.

Ho smesso di sorridere a quella domanda, l’ho guardato inferocita.

“Ragiona, non puoi credere a tutte le sciocchezze che si dicono sui babbani e i mezzosangue. Siamo come voi, io sono come te e Andromeda ha bisogno di te e di me”

Quella frase, quella frase non doveva neanche osare pensarla.

“Io non sono come te! I maghi e le streghe non sono come te!” Ero talmente infuriata e urlavo talmente tanto che lui si è spaventato, non ha detto più nulla.

“E ora ti faccio anche capire la differenza: io ho più potere di te, e non puoi fermarmi, qualsiasi cosa ti farò, tu la dovrai subire, perché io sono una strega ereditaria, infinitamente più potente di te”

Mi guardava allibito.

Ho iniziato a lanciargli incantesimi di diverso tipo, tutti quelli che conoscevo per fargli del male, per attaccarlo, distruggerlo. E ne so tanti di incantesimi per fare del male.

Lui riusciva a stento a difendersi.

Rod non mi ha fermata stavolta. Mi guardava silenzioso, guardava Tonks tentare invano di frenare gli attacchi, aveva un vago sorriso sulle labbra. Sadico, l‘ho sempre saputo.

Ad un certo punto, non ricordo più bene come ho fatto, cosa sia successo, ma ho sentito crescere in me rabbia contro quel ragazzo che mi stava davanti, ed esaltazione per i miei poteri tanto forti… ho stretto forte la bacchetta, liberando una quantità spropositata di energia dal mio corpo. È bastato solo pensare di schiantarlo, in quel momento esatto, che poco dopo ho realizzato di aver usato un’ incantesimo così forte, da mandarlo dritto contro la vetrata e al di là di essa.

Io e Rod ci siamo guardati, poi ci siamo avvicinati alla terrazza: Tonks giaceva lì, senza parlare, fra vetri rotti, ancora illuminato dal sole.

Non sapevamo neanche se fosse vivo o morto.

E non abbiamo fatto niente, l’abbiamo semplicemente lasciato lì.

Mentre uscivamo dall’aula, il mio Roddy mi ha messo un braccio attorno alle spalle e mi ha dato un bacio fra i capelli, sussurrandomi poi all’orecchio: “Sei bellissima quando sei arrabbiata, mi piaci da impazzire”

Questa frase detta da lui “mi piaci da impazzire” da uno come lui, mi ha resa orgogliosa di me, della mia bellezza, della mia selvatica follia.

E l’ho baciato con passione.

E poi ancora, ci siamo baciati ancora e ancora, fuori, fra gli alberi che mettono le foglie, e ci nascondono da sguardi indiscreti.

Soltanto un ora dopo, però, siamo stati chiamati, con urgenza, nell’ufficio del preside

Aggiornerò

Bella

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Scusate per il ritardo con cui posto questo capitolo, ma è un periodo pieno di impegni.

Credo di fare meglio la prossima settimana.

Come previsto, la storia di Andromeda e Ted, crea ancora parecchio scompiglio fra i personaggi coinvolti.

Ora passo ai ringraziamenti:

Risposta alla recensione del primo capitolo

MEISSA_S: spero tanto che tu possa leggere la mia risposta anche se la metto qui! Tengo troppo a dirti che la tua recensione mi ha fatto enormemente piacere, non puoi immaginarti. Prima di tutto perché per me scrivi benissimo, sei bravissima e le tue ff sono entrambe magnifiche, molti romanzi e libri pubblicati li trovo meno belli, per cui figurati che bello per me, sapere che apprezzi questa mia ff.

Altro motivo perché, grazie proprio alla tua ff e ad un paio di altre molto belle, trovate su internet per caso, ho scoperto il mondo delle ff e la possibilità di scriverne. Per cui grazie doppiamente.

I primi capitoli non sono gran che, era la prima volta che scrivevo e non sono mai stata gran che brava… però mi impegno e spero di migliorare. E mi fa molto piacere che i miei personaggi, bella soprattutto, di rod non sappiamo praticamente nulla, siano abbastanza canon secondo te. Il loro rapporto l’ho immaginato sempre molto paritario e un po’ complesso, comunque profondo (condividono tanto insieme)

Grazie ancora tantissimo per la tua recensione e per seguirmi, è molto entusiasmante per me!

Risposte alle recensioni dell'ultimo capitolo:

Hale Lover: in questo capitolo guai in vista per il povero ted e, di conseguenza, anche per andromeda, ma vedrai che se la sapranno cavare, anche perché, almeno per come li vedo io, sono due persone in gamba e che si amano già molto.

D’altra parte anche chi li circonda li aiuterà (non l’ho messo se non velocemente, ma silente, che è molto saggio, farà di tutto per permettere ad andromeda di vivere la sua vita scolastica normalmente e arrivare ai risultati che lei desidera)

Purtroppo, bella è bella, non accetterà mai i discorsi di ted o sua sorella, ma dopotutto, sarà una mangiamorte tremenda, e già l’inclinazione è quella…

maja89: anche a me capita che, se seguo una storia e non mi collego per un po’ di tempo, poi perdo l’aggiornamento e mi scordo di recensire ecc… ti capisco! Questa ff non ha mai avuto molte recensioni, ma ultimamente noto che sono un po’ aumentate e che le letture aumentano, per cui immagina come sono felice!! Ma veniamo a noi, qui c’ è il secondo incontro, bella è più sè stessa, la sorpresa ha lasciato il posto a rabbia dolore e amarezza e lei cerca di farvi fronte a modo suo (come farà sempre anche da adulta) con la vendetta, la cattiveria, il tentativo di sentirsi comunque forte. Comunque teneva molto alla sorella, si volevano bene tutte e tre.

AliceRosy: purtroppo, nonostante anche a me piaceva tenere le tre sorelle ancora unite, prima o poi sappiamo che andromeda fa la sua scelta e, di conseguenza, le altre non la considerano più una di loro (in questo cap ribadisco il concetto…).

Non preoccuparti per le recensioni! Quando vuoi io sono qui! Senza problemi

Dully: come vedi bella ha metabolizzato un po’ il dolore e la sorpresa iniziali e poi è partita all’attacco, per come la vede lei, ted può solo morire (ma sappiamo che non lo uccide per cui io mi attengo ai dettami della rowling) ted, dal canto suo, fa di tutto per aiutare andromeda e per comportarsi da bravo futuro padre. Un po’ perché è un tassorosso buono, che si impegna e si prende le sue responsabilità, un po’ perché non sa cosa lo aspetta…

Grazie per la magnifica recensione sull’altra ff! ti rispondo per bene là

Clo_death eater: sì sono perfettamente d’accordo con te, bella per me voleva bene ad andromeda o comunque, erano legate da un rapporto particolare, insomma, erano sorelle, non è molto realistico che non si interessino per niente l’una dell’altra. Non credo onestamente che, se una persona è crudele, come può esserlo bellatrix o altri personaggi, questo indichi che è crudele con tutti in assoluto, non credo sia possibile. È crudele con chi le pare e quando le pare, e se prima voleva bene alla sorella, ora, sentendosi tradita, le vuole male. Io la vedo così, credo anche che le personalità dei personaggi evolvano nel tempo, cambino ecc!

Come vedi, credo che riuscirai tranquillamente a leggere gli aggiornamenti di entrambe le mie ff! ho aggiornato un cap solo di ognuna questa settimana, perché mi è mancato il tempo! Spero tut ti stia divertendo molto in settimana bianca!!

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Capitolo 47
*** Inesorabilmente attratti da lui ***


Aggiornamento

A quanto ho capito, Tonks non ha voluto dire chi era stato a ridurlo in quello stato. Era ricoverato in infermeria, abbastanza grave, ne avrebbe avuto per alcuni giorni. Ma le cure sapienti di madama Chips, già davano i loro frutti. (Ti pareva…)

A quanto diceva Silente, Tonks non voleva fare nomi, non tanto per difendere qualcuno, ma per non dispiacere troppo alla sua ragazza, Andromeda, che sarebbe rimasta troppo addolorata dalla notizia. “Patetico.” ho pensato.

Ma tutti immaginavano chi era stato, tutti sapevano che ero stata io, di questo ne ero certa, e infatti qualcuno ha fatto la spia, qualcuno che aveva visto me e Rod entrare nell’aula con Tonks.

Il preside era arrabbiato, anzi, disgustato e deluso, fa sempre così quando ha a che fare con me o con la banda.

Mi tratta come una ragazza dotata, ma, purtroppo, distorta dentro, sbagliata e, per questo, un talento non solo sprecato, soprattutto dannoso.

Guardava me soprattutto, più me che Rod, forse è già anche al corrente del fatto che Andromeda sia incinta. Ma questo non lo so per certo.

È stato Rod però a prendersi la colpa di tutto.

Quando il preside insisteva a chiederci: “Dunque, voglio sapere cosa è successo in quell’aula ragazzi, voi capite da soli la gravità di ciò che avete compiuto, non è vero?”

Io stavo cercando una qualsiasi scusa, qualcosa per non dover affrontare una grossa punizione, o peggio, una sospensione quasi sul finire dell’anno.

Mentre tentennavo, Rod si è fatto avanti e ha detto: “Sono stato io, ho litigato con lui, poi, con uno schiantesimo, l’ho mandato a sbattere contro la vetrata.”

Io ero stupita, ma non l’ho dato a vedere. Il preside sicuramente, non era del tutto certo che fosse stato davvero Rod, o Rod da solo, senza un mio intervento.

Infatti ha risposto: “Sono sette anni che vi osservo ragazzi, non si può dire che non abbia imparato a conoscervi, che non mi abbiate dato da pensare, per i vostri comportamenti, e per i vostri modi di essere e di comportarvi. Siete stranamente molto uniti voi due, non è vero?”

Noi lo guardavamo, entrambi sospettosi, senza però dire nulla, allora lui ha aggiunto: “Mi risulta difficile credere, signor Lestrange, che tu abbia agito da solo, senza nessuna collaborazione da parte della signorina Black.”

Rod ha risposto subito: “Lei era con me, ma non ha fatto molto, la colpa è stata mia, glielo ripeto professore. E non sono così folle da prendermi la colpa per qualcosa che non ho commesso.”

Il preside allora ha aggiunto: “E perchè lo avresti fatto dunque? Che motivo avresti avuto?”

È stato così che, forse per la prima volta dopo tantissimo tempo, Rod ha osato riportare a galla, nella nostra scuola un tema fondamentale, di cui nessuno parlava più apertamente, troppo abituati con la normale routine.

“Perché è un mezzosangue, signore.” ha risposto con odio, rabbia, tono di sfida e alterigia, tono di superiorità.

Credo che il preside sia rimasto colpito da quest’affermazione, ma si è lanciato nella sua solita difesa dell’eguaglianza, progressismo e tutte quelle assurdità che fuoriescono normalmente dalla sua bocca e dalla bocca dei filobabbani.

Non ho ascoltato una parola.

Soltanto nel momento in cui diceva a Rod che sarebbe stato sospeso dalle lezioni per quasi una settimana, ho ricollegato il cervello.

Mi dispiaceva seriamente per lui e, non appena siamo rimasti soli a parlare sugli spalti del campo di quiddich, mentre faceva buio, gliel’ho detto.

“Non preoccuparti, non credo possano evitare che io prenda i M.A.G.O. solo per una sospensione. Non me la cavo male a scuola. Basterà impegnarsi un po’ di più durante gli esami. Se fossi stata sospesa tu invece, i tuoi avrebbero fatto una tragedia. Mio padre, neanche si preoccuperà di sapere come sia successo e perché. Avrò una settimana di vacanza, tutto qui.”

Gli ho sorriso e gli ho confidato: “Volevo fargli più male, avrei voluto ucciderlo… ti spaventa questo di me?”

Sinceramente avevo un po’ paura, davvero, che io non gli piacessi per quello che ero veramente. Ci sarei rimasta malissimo, ne avrei sofferto enormemente, ma dovevo saperlo.

Lui mi ha guardato serio serio e ha risposto: “Tu mi ecciti sempre, sempre, non c‘ è una volta che io non sia attratto da te per qualcosa, anche per questa cosa.”

Mi ha afferrato la guancia, scivolando con la mano verso i capelli e mi ha dato un bacio. Uno di quei suoi baci lascivi e arditi. Che mi piacciono e mi fanno sciogliere, solo quando sono vicina a lui.

Siamo rimasti lì ancora a lungo, sul far della sera, quando il buio aumentava attorno a noi, a baciarci e parlare, a sfiorarci e ridere, completamente felici di quel che eravamo, soli noi due.

Contrariamente alle nostre rosee previsioni però, durante la colazione del giorno dopo, Rod ha ricevuto una strilettera per la prima volta nella sua vita. Da suo padre.

E per tutta la mattina è rimasto nervoso ed incattivito perché era stato sgridato davanti a tutti.

Dato che la sospensione è partita con effetto immediato, suo padre l’ha rivoluto a casa subito.

E io ho promesso che sarei scappata da scuola, per andarli a trovare, non appena ne avessi avuto la possibilità.

Per questo, durante il fine settimana, ho rinunciato, con mio grande sollievo, alla festa del Lumaclub, con una scusa qualsiasi di mal di testa, e con un po’ di metropolvere sono arrivata al castello dove abita Rod.

Lui aveva già raccontato a suo padre tutta la situazione (non prima di diverse litigate per estorcergli qualche parola) e suo padre non aveva infierito. Un po’ perché anche lui è un purosangue e, come tale, ha le sue idee sui mezzobabbani e un po’ perché afferma che, suo figlio, ha preso tutto da lui in fatto di donne.

“Non resisti al loro fascino, esattamente come me.” gli diceva, anche in mia presenza per prenderlo in giro “Per questo ti metti puntualmente nei guai per loro, figlio. E sicuramente ti sei scelto una ragazza che lascia poco spazio alle riflessioni e che di fascino ne ha da vendere.” terminava il discorso con un sorriso lanciato verso di me.

E io mi sentivo bella e felice. Accolta e ammirata.

Era molto bello stare lì con loro, anche se per punizione non potevamo uscire ed era sabato sera. Come si usa normalmente fra maghi e streghe in Francia, ma non solo in Francia a dire il vero, il padre di Rod non beve il tè tipico inglese, ma un infuso di erbe magiche profumate.

Mentre assaggiavamo questa novità, il discorso è caduto di nuovo sulla scuola, sulle usanze babbane, sulla magia e su quello che stava succedendo negli ultimi tempi nel mondo magico. Ovviamente il primo nome che è venuto fuori dopo poco è stato quello di Lord Voldemort.

“Allora, davvero lei era a scuola con Lord Voldemort, signor Lestrange?” ho chiesto speranzosa. Lui mi ha subito risposto: “Sì, ero a scuola con lui, entrambi a serpeverde, io avevo un anno di più, mi pare di ricordare… ma lui… lui era così particolare, così carismatico, nonostante fosse fra i più pischelletti del gruppo, che pareva sovrannaturale.

Spiccava molto fra di noi, in parte per il suo fascino magnetico che esercitava su chiunque, come fa tuttora, e in parte per la sua misteriosa indipendenza che palesemente era eccessiva, per un ragazzino normale.

Senza contare l’aria di colui che ha qualcosa di strano, di nascosto, di troppo inquieto, di fin troppo vivo. Tutti la percepivamo, ci affascinava e spaventava allo stesso tempo, ma eravamo terribilmente attratti da lui e gravitavamo attorno a Lord Voldemort come pianeti attorno al sole. Maschi o femmine che fossimo…

Inesorabilmente.

Credo, da quel che sento a Parigi, che non sia cambiato poi molto da allora… ”

Per queste poche parole su di lui, ero rimasta affascinata, incuriosita, avrei voluto sapere tutto, ancora di più.

“Non potrebbe raccontarmi di lui? Ci sono tante cose che vorrei sapere di quando aveva la mia età. Cosa faceva, cosa diceva, ma soprattutto, com’era lui ad Hogwarts?”

Rod, nonostante lo sguardo fortemente geloso, e le labbra viziosamente imbronciate, ha aggiunto: “Sì padre, dai, renditi utile una buona volta, raccontaci.”

Allora, per buona parte della serata, mi sono persa a sentire i racconti e immaginare lui, le situazioni e i momenti della sua vita, del mio Lord Voldemort, di quando andava ancora a scuola, di quando aveva la mia età e di quando si stupiva, ancora, di vedere l’enorme castello antico di Hogwarts e scoprire le magie che racchiudeva.

Aggiornerò

Bella

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Con questo capitolo termino momentaneamente le vicende scolastiche per fare una breve descrizione di voldie (che durerà praticamente tutto il prossimo capitolo) ai tempi della scuola. Poi riprenderò per concludere man mano.

Cerco di aggiornare coi soliti tempi, ma forse ci sarà qualche rallentamento… sorry.

Intanto vi ringrazio ancora per le recensioni:

Hale Lover: mi è arrivata proprio ora la tua recensione e ti rispondo subito! Anche io vedo Andromeda circa come la vedi tu, lo trovo anche un bel personaggio, positivo, entusiasta e, probabilmente, con una forte capacità di amare! Avrei voluto scrivere più cose di lei, ma dovendo tenere il pov di bella e nessun altro in questa ff, risulta più difficoltoso. Non avevo pensato ad un confronto ulteriore fra le due sorelle, più che altro perché penso che andromeda, ora, abbia cose ancora più importanti a cui pensare. Però non sono ancora certa perché, per ora, ho scritto solo la parte di voldie del prossimo cap.

Mi sa che questo cap, dove rod fa l’innamorato, non ti starà molto simpatico… ma ho in serbo il ritorno di rab sul finale di storia!

Clo_death eater: ho approfittato della punizione di silente per introdurre qualcosa di voldie (mi preparo a scrivere il seguito buttando giù qualcosa di lui). Credo effettivamente che Tonks sia onesto e ingenuo, sinceramente innamorato, per cui ha provato a parlare a bella per quel che lui pensava il bene di andromeda (la quale, sapendo già la reazione, già pensa al futuro con la sua bimba e il fidanzato).

Visti i risultati lascerà perdere… d’altra parte volevo anche far capire che nessuno è ancora abituato a vedere tanta violenza, già dentro le mura scolastiche, per le questioni che dilagheranno solo poi, con la progressiva ascesa di voldie. Infatti lo stesso silente rimane un po’ stupito di questo, quando rod tira fuori apertamente la questione, pur conoscendo la situazione esterna alla scuola.

maja89: come puoi ben vedere ted, anche perché è un tassorosso e anche perché cotto e innamorato di Andromeda, decide di non denunciare chi l’ha tramortito (comunque si viene a sapere… ma non che ai due importi molto… ormai si sentono troppo forti per pentirsi, o avere paura) per non dare troppo dispiacere alla fidanzata (come se lei per prima non lo potesse capire, o non avrebbe insistito con lui per saperlo… ma suvvia, gli uomini tentano sempre di fare un po’ gli eroi…)

Ti ringrazio anche per l’analisi alla mia ff e per avermi detto quelle belle cose! Io preferisco mille volte scrivere al meglio che posso e avere lettori che mi lasciano commenti così belli e non banali, piuttosto che scrivere di migliaia di amori e tradimenti senza logica (tanti personaggi, a soli 14 anni si sono fatti il mondo intero, ma senza un perchè!!!) ma avere scritto nelle migliaia di recensioni cose tipo “molto bella”…

Insomma, meglio pochi ma buoni! Tu/Voi di certo siete tra quelli buoni e ti/vi ringrazio.

p.s. io non seguo molto twilight (però mi sono mangiata le mani perché, al cinema, ho perso new mon) ma ti assicuro che, in quanto ad assurdità adolescenziali o tardo adolescenziali, anch’io mi difendo bene!!!! Non sei l’unica…!!!

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Capitolo 48
*** Tom Marvolo Riddle ***


Aggiornamento

Il signor Lestrange, sempre molto amante dello stare al centro dell’attenzione, ha accettato volentieri di raccontarci tutto ciò che riguardava Lord Voldemort, per come lui l’ha conosciuto ai tempi in cui erano ad Hogwarts.

È davvero bravo nel raccontare le cose, nel descrivere fatti e avvenimenti. O, forse, io ero così interessata che quasi mi pareva di sentire parlare di una storia bellissima e agghiacciante, raccontata con splendida maestria.

È molto acuto anche a cogliere i particolari della personalità di Lord Voldemort da studente e a ricordarsi ogni cosa.

Ma, come ci ha detto lo stesso papà di Rod, certe persone colpiscono così tanto, che poi è difficile dimenticare anche i particolari.

“Veniva da un orfanotrofio” ha iniziato accomodandosi sul divano, lasciando me totalmente spaesata, quasi sconvolta:

Lord Voldemort era un bambino senza genitori quindi, cresciuto nel mondo babbano… mai e poi mai l'avrei pensato.

“Questo era parecchio strano per uno studente appartenente alla nostra casa, serpeverde, come sapete da sempre appannaggio delle famiglie di maghi e streghe da generazioni.

Già questa stranezza, questa sorta di doppia essenza, lo rendeva molto diverso ai nostri occhi, a quella degli altri suoi compagni e di tutta la scuola in generale. Ma ciò, invece di emarginarlo fin dal primo momento, l’ha reso, invece, particolarmente interessante.

Lui, a dire il vero, sapeva rendere interessante tutto ciò che lo riguardava.

Ben presto comunque, abbiamo tutti smesso di fargli notare che non era uno di noi.

Non amava sentirselo dire e non era certo il tipo di persona che accetta di buon grado quello che non gli va a genio.

In ogni caso, dopo alcuni anni di ricerche instancabili, era riuscito a scoprire l’arcano, la ragione di questa particolarità: ovvero le sue origini nascoste.”

Il padre di Rod, a quel punto, ha fatto una pausa enfatizzante.

Io morivo dalla voglia di conoscere questo segreto, a che reale famiglia appartenesse Lord Voldemort.

Immaginavo dovesse essere una scoperta stupefacente e non sono rimasta delusa.

“Come era facile immaginare” ha continuato dunque il signor Lestrange “le sue origini erano ben più antiche e potenti delle nostre, lui era un discendente diretto di Salazar Serpreverde. Questo la diceva lunga sulle sue potenzialità e poteri.

Una sola cosa restava sempre uguale anche dopo quella scoperta: lui non era uno di noi, non era come noi, era molto diverso. Ci ha fatto subito capire, che era superiore.

Superiore in maniera strana, inquietante, particolare, dissociata.

Ma pur sempre superiore, diverso e affascinante.

Diverso e pericoloso: lo temevamo tutti. E lo ammiravamo straordinariamente.

Per la sua enorme indipendenza, per la sua forza di carattere, per la sua voce fredda, per il mistero che aleggiava, o sembrava aleggiare, attorno a lui, sempre.

Lo ammiravamo anche per la sua visibile instabilità, un attimo pareva in un modo: tranquillo, giudizioso, “il prefetto perfetto“, dicevamo. Studioso, amante della conversazione, gentile.

Un attimo dopo, in segreto, in solitudine, non visto, nascosto, lui diventava il diavolo.

Diventava una furia glaciale e incontrollata, incontrollabile e sterminante. Manovratore e manipolatore.

Sapeva ottenere tutto ciò che voleva, da chiunque. A tredici, quattordici anni, era maturo più di tutti noi messi insieme, compresi quelli dell’ultimo anno. Sapeva cavarsela, gestire la sua vita, tutto da solo, senza l’aiuto di nessuno, senza l’appoggio, il supporto e i consigli di nessuno.

“Ci sono abituato, non ho mai avuto bisogno di nessuno, è normale per me.” ci diceva quando glielo facevamo notare.

Poteva fare ciò che voleva e lo faceva.

E questo per noi, che lo guardavamo come un semplice compagno di scuola, era tutto quello che si poteva desiderare dalla vita.

Lui era più avanti di noi, era diverso da noi.

Splendido, caparbio, forte, adulto, implacabile e temibile.

In tutto questo, era anche fortemente contraddittorio.

Ora che sono cresciuto e maturato, comprendo molte cose che prima vedevo solo come stranezze, originalità del mio amico, o semplicemente caratteristiche e comportamenti assurdi, inconciliabili, dettati dal fatto che era cresciuto male.”

Altra pausa, questa volta un po’ pensierosa. Poi ha ricominciato il racconto un po’ più titubante. Ma noi, Rod e io, ascoltavamo rapiti. Senza dire una parola.

“In effetti è cresciuto male, e i segni li portava e li porta tuttora.

Il suo attaccamento alla vita era esagerato, eccessivo, a volte mi pareva di percepirlo come malsano, la sua voglia di fare sempre qualsiasi cosa, stravolgere i limiti imposti alla magia, o imposti ai comportamenti e alla normale vita quotidiana, era un bisogno troppo forte, quasi un’ossessione. Forse per non pensare, per compensare mancanze, o sfuggire pensieri molesti, dolorosi della sua mente.

Persino il suo aspetto era contraddittorio, pieno di contrasti eccentrici, ma non voluti, non ricercati, solo naturali.

Lui di certo non li notava, ma tutti attorno a lui sì.

Era un perfezionista, amava essere bello, amava essere guardato, avrebbe forse voluto essere impeccabile, perfetto, nei suoi abiti, nella sua divisa, nel modo di portare i capelli, di muoversi fra la gente, fra le grandi stanze del castello.

No… il suo aspetto… anch’esso tradiva qua e là un segreto celato, un disagio, uno spirito tormentato, libero, inquieto e abbandonato, scomposto e ribelle.

Arrabbiato. Forse malato.

Nonostante la divisa impeccabile, indossata ogni giorno con maggiore orgoglio e soddisfazione, quella, gli ricadeva addosso senza quasi coprirlo, lasciando intravedere tutto, fragilità dell’anima e sessualità del corpo… quest’ultima cosa, almeno, a quanto dicevano le ragazze.

Le ragazze gli cadevano ai piedi ogni giorno, nonostante fosse chiaro a tutte, come le usasse e le gettasse via senza attenzione.

Calpestando sentimenti, dignità, innocenza e verginità.

Adorava farlo. E lo faceva ogni giorno.

Ce lo annunciava con noncuranza, tanto per vederne l’effetto e ricavarne adulazioni e invidie.

I capelli, non volevano sapere di stargli in ordine. Questo lo ricordo, gli davano il tormento. Nerissimi come gli occhi, lucidi e vezzosi, si ribellavano perennemente al pettine, all‘ordine prestabilito.

Dimostravano la loro vera identità nonostante i tentativi di soggiogarli all’ordine e all’uniformità. Non restavano spettinati, questo no, ma ribelli, piegati e pettinati a modo loro. Questo gli dava quel fascino, speciale e unico, della bellezza al naturale.

Era magro; lui non ingrassava mai, diventava ogni anno più alto, dominante.

Mangiava pochissimo, non aveva mai appetito.

“Così dimostra di non aver ricevuto, né voler ricevere affetto.” gli diceva madama Chips durante le visite annuali agli studenti. "Il cibo è da sempre simbolo di affetto." rimarcava.

“Cerchi di mangiare di più.” aggiungeva infine.

E Tom sorrideva silenzioso, finto, malvagio. Arrabbiato.”

Al nome “Tom” mi sono momentaneamente distratta dall’incanto della sua descrizione.

“Tom?” ho domandato timidamente al papà di Rod.

“Sì Tom, scusa, mi sono dimenticato di dire che il suo vero nome era Tom, Tom Riddle mi pare.

Lo odiava.

Odiava il suo nome, non dovevamo mai chiamarlo, o s’inferociva letteralmente. Era temibile e inquietante anche da piccolino.” ha risposto il papà di Rod.

Poi ha terminato con questo racconto: “Quando poi è diventato un po’ più grande, non ricordo bene quando, ha letto su un libro che, nelle sette magiche più antiche e prestigiose, nessuno usava il nome vero, ma sempre un anagramma.

È rimasto entusiasta, non faceva che dire: “Lo sapevo che ero destinato a portare un altro nome.” Dopo aver letto quel libro, si sentiva legittimato, si sentiva scelto per diventare un grande mago. Leggeva sempre, ovunque.

La lettura, continua, quasi perenne, lo faceva crescere sempre più, diventare abile, pieno di idee, sapeva di tutto, parlava di tutto.

Ciò non faceva che aumentare il suo fascino agli occhi delle persone che lo circondavano.

Più imparava leggendo, più diventava pericoloso per chi gli andava contro.

Ad appena quindici, o sedici anni, aveva un fascino e un carisma inimmaginabile, una maturità fuori dal comune per un adolescente. Ma c’era qualcosa in lui, nel suo sguardo, nella sua proverbiale inquietudine di animo e di carattere. Qualcosa di nascosto agli occhi di tutti, di misterioso e di sinistro, che, sicuramente, lui teneva celato amorevolmente nel suo cuore, e lo faceva crescere dentro di sé, questo qualcosa, con cura e affetto.

Cambiò il suo nome in Lord Voldemort e da quel giorno, lui è Lord Voldemort, l’altro nome, non esiste più.

Credo lui si sia sempre sentito Lord Voldemort… doveva solo liberare l‘essenza più intima e nascosta di se stesso. Per avere finalmente quell‘identità, che la nascita gli aveva negato. E col privilegio, che la sua persona non era stata modificata, o influenzata, da genitori, o parenti, lui era così: se stesso e libero di esserlo, nella sua infinita solitudine.”

Quando ha finito il racconto, io stavo ancora ascoltando con gli occhi spalancati, pendendo dalle sue labbra per un particolare in più, un aneddoto dimenticato…

Anche Rod si era messo ad ascoltare incuriosito, buono e silenzioso, strano e raro per un tipo agitato come lui.

Ma il signor Lestrange ha guardato e sorriso verso di me, dicendo: “Ti interessa proprio tanto Lord Voldemort mi pare! Mi ha fatto piacere raccontarvi tutte queste cose, ora però vi devo lasciare, ho un appuntamento importante a casa dei Nott.”

Mentre rispondevo che per me era stato un piacere ascoltarlo, ha aggiunto: “Bellatrix, torna a scuola entro un’ora. Va bene che a serpeverde le regole non sono certo un punto di forza, ma già avete rischiato molto, non voglio che anche tu sia sospesa.”

“Va bene signor Lestrange, sarò brava.” ho risposto con un sorriso complice. Potevo ancora fare molte cose in un’ora.

E molte ne avevo da fare.

Aggiornerò

Bella

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Mia libera interpretazione di voldie ai tempi di Hogwarts! Spero vi sia piaciuta anche se non so se rientra precisamente in quel che la Rowling voleva dirci di lui.

È descritto da un compagno di classe, amico per quanto si potesse essere amici di voldie, ma non un fedele mangiamorte, per cui ho inserito un po’ di obiettività nell’analisi e nella descrizione che il signor Lestrange fa di lui.

Grazie a tutti per le letture!

Rispondo subito alle recensioni:

maja89: ti ringrazio infinitamente per le tue tante recensioni! Davvero, è bellissimo vedere il tuo commento e mi fa sempre piacere sapere che ti piacciono i miei racconti e i veri personaggi! Cerco di renderli tutti diversi e particolari a modo loro. Spero vivamente che anche voldie giovane sia stato interessante in questo capitolo!

p.s. quando ho trovato quell’immagine che poi ho messo nella mia pagina, mi è parsa perfetta!!! Sono esattamente i personaggi come me li immagino io, o quasi e a caricatura mi sembravano troppo espressivi, non potevo non aggiungerli… da sinistra a destra sono: mcnair, piton, lucius, voldie, bella, rod e codaliscia (nella versione che ho io, più grande, si vedono meglio)! Sono felicissima ti piacciano

Clo_death eater: eccomi finalmente con voldie, non riuscivo a smettere di scrivere di lui ed è saltato fuori un capitolo parecchio lungo. Ma mi alleno a rappresentarlo anche per la prossima storia… compaiono un pò di cose di lui, compreso che aveva molte ragazze. Tra l’altro, bella, tutta presa dal racconto, non ci ha fatto caso… ma prima o poi dovrà fare i conti anche con questa cosa! Dato che è un capitolo tutto incentrato su voldie, spero ti sia piaciuto… so che sei un’intenditrice per cui ci spero molto!

Hale Lover: eccomi qui col tanto annunciato capitolo incentrato su voldie giovane! Anticipa in parte quel che sarà nella prossima storia, per questo gli ho dato molta rilevanza (cioè ho scritto un papiro che non finisce più). Dunque la tua hit parade di personaggi maschili è voldie, rab e rod… meno male che non ami molto i personaggi romantici perché i miei sono tutti folli assassini, poco inclini alle romanticherie…

Cercherò di aggiornare un po’ più velocemente i capitoli conclusivi, ma sono un po’ incasinata in questo periodo (che palle)

Dully: eccomi qui col nuovo capitolo! Ho tentato di rappresentare voldie giovane, già un po’ inquietante perché io lo immagino già così fin dai tempi della scuola, quando man mano scopriva le sue potenzialità.

Riguardo Silente, credo che abbia già capito benissimo le attitudini dei suoi studenti (quando nel capitolo “la storia del principe” ha parlato brevemente di bella, mi pareva l’avesse descritta in un modo chiaro, ho pensato l’avesse osservata già ai tempi della scuola) e ho voluto evidenziare la sua saggezza (alla fine è soprattutto un bravo prof per come me lo vedo io)

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Capitolo 49
*** Io sono l'inferno ***


Aggiornamento

Quando il signor Lestrange è uscito, io l’ho salutato educatamente e, per la prima volta in vita mia, affettuosamente.

È così bello e affascinate che mi sa di avere un debole per lui. Ma in senso buono, ovvio.

E poi… conosce così bene Lord Voldemort…

Il suo racconto era stato così importante per me, che non riuscivo a pensare ad altro.

Ho anche domandato se potevo guardare nella biblioteca del castello prima di andare via, e lui ha acconsentito, aggiungendo che mi aveva portato un regalo da Parigi e di non scordarlo prima di uscire.

Rod guardava storto la scena ed è stato felice quando suo padre se n’ è andato.

“Ora che succede? Ti sei presa una cotta per mio padre?” mi ha urlato poco dopo.

Io lo guardavo allibita. Ovviamente non aveva nessuna ragione di preoccuparsi, ma era geloso comunque. Era sempre geloso. Di tutti.

A volte penso che si comporti così, solo per avere la scusa di litigare, alzare la voce, scatenarsi un po’ con me.

“Dai non fare il cretino ora. Perché sei sempre così nervoso, agitato, infantile?” gli ho chiesto irritata “hai sempre paura che io preferisca gli altri a te, chiunque altro a te, non ti sopporto.”

“Stronza, non fare tanto la superiore. Ti atteggi a forte e adulta, ma non sei che una ragazzina. Una ragazzina, che si innamora degli adulti, o che ha un debole per gli adulti, solo perché ha una paura matta di tutto, è insicura e cerca una guida e una protezione. Non sei certo meglio di me e sappi, che neanch‘io ti sopporto.”

Quando mi ha detto così, non sapevo più se mettermi a piangere, o gridargli contro con tutto il fiato che avevo.

Non sapevo cosa fare, ero arrabbiata e, onestamente, anche disperata.

“Allora basta! Lestrange io ti odio” gli ho urlato e, subito dopo, ho afferrato il mantello e sono uscita rapidamente nel grande corridoio d‘entrata e poi, fuori dal portone, nel giardino.

Faceva ancora un po’ freddo la sera. Ho sentito il vento raffreddarmi le lacrime che tentavo di respingere, ma che evidentemente mi stavano colando lentamente sulle guance.

Mi aveva colpito sul vivo.

Sapeva come farmi male Rodolphus.

Sapeva dove colpire, mi conosceva bene. E lo faceva con una violenza inaudita. Per questo lo amavo, ma lo odiavo anche, per lo stesso motivo.

Non avevo usato la metropolvere perché, in segreto, speravo mi venisse dietro, mi rincorresse, tentando di fare pace.

Invece niente. Mi ritrovavo lì, da sola, al buio e iniziavo ad avere freddo, a sentirmi persa.

Mi sono appoggiata con la schiena ad una colonna dell‘atrio e ho pianto.

Pianto come non facevo da tanto tempo.

A contatto col freddo marmo che mi trasmetteva gelo su tutto il corpo, guardando la luna che illuminava il limpido cielo stellato e illuminava anche le rifiniture verde e argento della mia divisa, mi illuminava fra i capelli sempre più lunghi che mi ricadevano da tutti i lati del viso. Ho pianto per un tempo lunghissimo, che neanch’io ricordo.

Piangevo perché ero sola senza nessuno, piangevo perché mia sorella mi aveva abbandonata per stare in mezzo ai babbani, piangevo soprattutto perché avevo litigato con Rod.

E lui non veniva a prendermi. A consolarmi e tenermi fra le braccia.

Per fare pace.

E piangevo perché era vero che ero innamorata di Lord Voldemort e non sapevo come fare.

Poi, non so perché, dopo un bel po’, la rabbia e la furia, hanno preso il sopravvento: ho bussato all’enorme portone del castello.

Rod in pochi secondi mi ha aperto. Sapeva che sarei tornata, aspettava crudele che ritornassi sui miei passi, mentre io speravo fosse lui a cercarmi. Ci siamo guardati con grande odio e tempestoso disprezzo.

“Sono rientrata solo per servirmi del tuo camino, nient’altro.” ho detto subito.

Lui ha risposto cupo: “Non è vero, lo sai.”

Allora gli ho dato uno schiaffo, non troppo forte, non troppo convinto. Lui mi ha preso il polso e mi ha guardata, mi pareva fosse sul punto di piangere: “Tu sei peggio dell’inferno… molto peggio davvero, ma non mi lasciare, voglio stare con te.”

Allora mi sono sentita disperatamente felice. Non ci ho pensato su un solo secondo e l’ho baciato, dicendo che lo odiavo, piangendo io, ma non so se un po’ piangesse anche lui.

L’amore l’abbiamo fatto sul grande divano della sala del castello.

Sperando non arrivasse suo padre. Che, per fortuna, è stato tutta la notte dai Nott.

E io sono stata quasi tutta la notte con Rod, fregandocene della scuola e delle sospensioni. Ci importava solo di fare pace, di guardarci e di amarci. Tanto.

Sotto quei lampadari esageratamente grandi del soffitto, i cui cristalli riflettevano i bagliori della luna sino a noi. Fra i drappi vellutati del divano, morbido e voluttuoso sotto la nostra pelle nuda. Fra le candele che gli illuminavano quei suoi grandi occhi castani, che sanno essere dolci come i miei mai sapranno essere.

A notte ormai inoltrata, sono andata nella grande libreria del castello e ho subito cercato il libro che mi interessava, portandolo con via me. Ho preso anche il regalo del signor Lestrange, prima di salutare Rod con un sacco di moine e tornare a scuola.

Dopo quel gran litigio, fare pace era stato più profondo, intenso, ci siamo legati ancora di più, baciandoci poi mille volte, come due fidanzatini scemi.

“Credo sarai bellissima quando userai il regalo che ti ha fatto mio padre. La strega più bella.” mi ha detto Rod davanti al camino, prima di rientrare a scuola.

Era tardissimo quando sono arrivata in camera mia e mi sono infilata sotto le coperte. Ancora una volta, in silenzio e di nascosto dalle altre che dormivano, ho messo il pacchetto sulle gambe e lentamente l’ ho scartato tentando di non fare rumore e ho guardato il mio regalo.

Era un vestito bellissimo. Con una collana con più fili di perle nere abbinata.

Mi sono incantata a guardarlo per alcuni minuti.

Non era il classico vestito da ragazza, perché era splendidamente seducente e provocante. Ma non era neanche un vestito completamente da adulta a dire il vero, perché aveva un che di intrigante e grazioso, malizioso, che i vestiti da donna non hanno.

Lo trovavo davvero bellissimo.

Non ho saputo resistere e l’ho indossato, guardandomi subito allo specchio, nel bagno.

Per la prima volta mi trovavo davvero speciale, non esattamente una strega oscura, come ho sempre desiderato. Quello no…

Ma mai prima di quel momento, dopo tutto quello che è successo in questo periodo, mi trovavo somigliante a come avrei voluto essere. E nemmeno me n’ero accorta: avevo scordato, da un po’ di tempo a questa parte, di guardarmi sempre allo specchio.

Ma mentre mi guardavo, con la scollatura perfetta, che mi faceva risaltare il seno, con la collana che donava mistero oscuro ed eleganza ricercata, i pizzi della gonna, i laccetti di raso del vestito, ero davvero splendida.

I capelli erano lunghi, della lunghezza giusta per creare seduzione, pettinati sul viso nella maniera giusta per creare mistero e minaccia.

Il mio sguardo, nero e profondo, lo trovavo adatto per creare terrore e perdizione.

Avrei voluto restare per sempre così.

Bella

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Ultimamente ho preso gusto con gli aggiornamenti notturni ed eccomi qui.

Ormai la storia sta per volgere al termine (mancano pochi capitoli che ho già buttato giù) e fra amori e litigi ci si avvicina agli esami finali.

Angolo di Voldie: mi fa enormemente piacere che il capitolo scorso, tutto dedicato a lui, sia davvero piaciuto.

È come realmente me lo immagino io. Più o meno sono riuscita a renderlo bene.

Ho dovuto tagliare tante cose però che volevo dire di lui, ma ci saranno altre storie e altre occasioni.

Grazie davvero a tutte.

Risposte alle recensioni:

Clo_death eater: sono davvero contenta che l’ultimo capitolo sia venuto bene, quando si parla di voldie non si sa mai… ho sempre l’impressione che sia facile uscire dal personaggio. Comunque tu, secondo me, sei davvero un’intenditrice, sotto tantissimi aspetti (non ti sfugge nemmeno il più sottile riferimento che io faccio nelle mie ff!!) per cui sono contentissima di avere il tuo commento e supporto.

Il particolare del cibo l’ho pensato da subito di voldie, quando leggevo (almeno mi pare) che era piuttosto magro, me ne sono ricordata scrivendo e l’ho aggiunto (mi piace aggiungere particolari collegati alla realtà, fa sembrare la storia più realistica secondo me) spero solo che non sembri appiccicato a forza…

Grazia davvero dei complimenti.

p.s. Bella non ha ben colto che lui è mezzosangue (inconsciamente lo sa, ma consciamente non ci vuole far caso), rimando la vicenda su questo tema alla storia successiva dove riuscirò a trattarla meglio.

Hale Lover: sono super felice, lo ripeto un po’ ovunque, che il capitolo scorso abbia avuto successo. Ho introdotto voldie anche per come sarà nella prossima storia (lo sto costruendo pian piano nella mia mente e io lo vedo proprio in quel modo) perché non avendo molte informazioni su di lui da giovane, sarà un po’ sperimentale e originale forse. Grazie tantissimo del supporto!

So che ti aspettavi una reazione di Bella al racconto sul suo amore, ma la vita attuale la impegna parecchio più dei sogni al momento ed è presa fra pianti e gelosie a causa del tuo odiatissimo Rod… porta pazienza… (tra l’altro sto trascurando il tuo rab, ma comparirà prima della fine!)

maja89: leggere le vostre recensioni sul capitolo “tom marvolo riddle” è stato davvero un piacere doppio! Primo perché è sempre bello trovare un vostro commento, secondo perché mi avete davvero fatto tutte capire che voldie, per come l’ho descritto, vi è piaciuto sul serio. Ovviamente ne sono contentissima e, dato che ormai questa ff è agli sgoccioli e sto pensando un po’ all’altra, sapere che vi piace così mi entusiasma parecchio. (anch’io quando me lo immagino fisicamente mi sciolgo davanti alla sua immagine… per questo, mi sa, poi lo descrivo bello, affascinante ecc…)

Grazie davvero per la recensione bellissima

Dully: grazie davvero, non mi stanco di ripeterlo in ogni risposta, sono felice che voldie sia tanto piaciuto! È un grande incentivo per la storia futura! Anche da ragazzo ci ho messo quel non so che di strano, misterioso e un po’ malato che poi degenera alla grande, da adulto. Mi è quasi dispiaciuto terminare il racconto in un solo capitolo, ma volevo andare avanti con la storia dei protagonisti. Comunque credo proprio di aver bilanciato bene così!

Grazie ancora del bel commento!

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Capitolo 50
*** Voglio diventare una mangiamorte ***


Dopo essermi ammirata parecchio davanti allo specchio quella notte, la mattina mi sono svegliata piuttosto tardi. Per fortuna era domenica.

Avevo tutto il tempo di sbrigare alcune cose importanti prima di andare a pranzo, perché, ormai, la colazione l’avevo persa.

Le mie compagne erano già tutte andate in sala comune per cui avevo anche pace e tranquillità nella stanza. Ho sfogliato subito il libro che avevo preso nella biblioteca del castello dei Lestrange, era un libro sui tarocchi, ma molto molto antico e molto molto dettagliato.

Avevo urgente bisogno di sapere qualcosa di più sul tempo a cui si riferiva la lettura delle carte che avevo fatto qualche tempo prima. Per cui ho iniziato a leggere attentamente il libro.

Era bellissimo e sapeva di antico e potente, pareva che da un attimo all’altro, potesse svelare ogni segreto e mistero racchiuso in quelle carte magiche.

Mi sono incantata a guardarlo, a percepirne il potere mistico e solo dopo un bel po’ di tempo sono arrivata alla carta del diavolo.

La trovavo bellissima, forse perché mi ricordava lui; non riuscivo a smettere di leggerne il significato, forse perché mi ricordava lui…

“Rappresenta un individuo energico e magnetico, dotato di carisma e poteri, che vive seguendo i propri istinti.”

Ogni volta che leggevo questa frase, mi gettavo sul letto, fra le coperte e le lenzuola e sorridevo. Pensavo a lui, lo immaginavo, mi sentivo felice.

Mi sentivo completamente scema, ma felice. Innamorata.

Solo dopo parecchio tempo, mi sono risolta di leggere per bene i tempi della previsione.

A quanto pare ci sarebbero voluti attorno ai cinque mesi per incontrarlo.

O per avere stabilmente a che fare con lui.

“Bene” mi sono detta “Esattamente attorno alla data di fine scuola.”

Calcolando infatti dal momento in cui avevo letto le carte erano passati circa tre mesi, dunque, fra circa un altro paio di mesi al massimo, saremmo arrivati alla fine di maggio, termine del periodo scolastico.

Allora era davvero destino…

Allora davvero avrei potuto incontrarlo…

Allora davvero sarei potuta diventare mangiamorte…

Mi sentivo più felice che mai, avevo persino voglia di affrontare i M.A.G.O. nonostante l’enorme mole di studio che avrebbero comportato, per poi essere libera, anzi “indipendente” come mi aveva detto lui e iniziare la mia vita vera.

Al suo fianco.

Mentre fantasticavo su queste cose, Cissy ha bussato ed è entrata in camera mia. Sembrava molto triste e assorta, pensavo mi dovesse dire qualcosa di Andromeda, invece ha esordito con: “Hai sentito cosa si dice in giro sorellina?”

“No” ho risposto, mentre lei si sedeva sul mio letto “mi sono svegliata tardi e non sono salita per la colazione, perché Cissy? Cos’ è successo ancora?”

Cissy ha abbassato lo sguardo appoggiando le mani sulla sua gonna azzurra leggera e setosa e mi ha detto, torturandosi le unghie brillantinate: “A quanto pare, Andromeda non sarà la sola a creare problemi. Ho sentito dire che Sirius non vuole tornare a casa per l’estate, dice che andrà a stare dal suo amico. Potter mi pare.”

In quel momento molti sentimenti mi sono sopraggiunti in maniera istantanea.

Non sono mai andata particolarmente d’accordo con mio cugino Sirius, anzi, tutto il contrario. Non è stato come sapere del tradimento di Andromeda, alla quale volevo bene, non sapevo neanche se fosse una delle solite bravate di mio cugino, che ogni tanto si inventa qualcosa per creare casini. Non mi importava quel che faceva, tanto ha sempre fatto a modo suo, ci siamo sempre schierati per parti opposte… fin da bambini litigavamo spesso. Non andavamo d’accordo. Poi a scuola: io a serpeverde e lui a grifondoro, io con la banda dei cattivi, dei violenti, lui con il gruppo dei malandrini, buoni e scherzosi. Non avevamo assolutamente nulla in comune, niente per cui stare legati… eppure… eppure qualcosa provavo.

Non sapevo bene cosa, non voglio pensare che, in verità, mi mancherà. Mi mancherà potermi confrontare con lui, odiare lui, litigare l’uno con l’altra, misurarci con la magia, per farci male veramente. Mi mancherà sentirmi forte e potente quando lo battevo in duello, quando lo zittivo con una cattiveria, una battuta, una frase crudele.

Mi mancherà la rabbia che provavo quando era lui a vincere contro di me, la voglia di rivalsa, di vendetta, il crescere insieme… così opposti e originali. Così contrari.

Sapevo per certo, in cuor mio, che non sarebbe più tornato. Conoscevo troppo bene me stessa per non capire lui, che era uguale opposto a me e avevo capito che aveva preso la sua decisione. Per sempre. Di fare il reietto a vita, di stare dalla parte di mia sorella e con lei di tutti i mezzosangue, di promuovere le idee così dette progressiste di accettare i babbani e mezzi babbani tra noi maghi ereditari.

Inammissibile…

Ma lui aveva scelto, aveva già scelto la sua vita e aveva poco più di quindici anni. Come Andromeda a sedici.

Volevo farlo anch’io. Ormai era la cosa che più desideravo al mondo.

Unirmi ai mangiamorte, a lui, Lord Voldemort.

Sapevo da che parte si sarebbe messo Sirius e che non sarebbe stato lì a guardare: l’avrei affrontato di nuovo, prima o poi, di sicuro.

Questo, non so perché, mi rendeva più contenta. Eravamo nemici, da sempre e lo saremo stati per sempre. C’ era qualcosa di particolare a legarci.

Cominciava a piacermi l’idea di poterlo affrontare di nuovo, in battaglie ben più importanti che gli sciocchi giochetti che avevamo architettato finora io e lui. Lo aspettavo al varco, lui di certo aspettava me. Prima, o poi.

Noi siamo sempre stati i due maghi realmente più potenti e dotati di tutta la famiglia, i più belli, affascinanti, vivi. Ci brucia qualcosa dentro che ci distingue, che ci fa odiare.

Ma che ci lega indissolubilmente e ci costringe ad annientarci prima o poi.

“Vedremo chi vincerà in futuro.” ho detto distrattamente ad alta voce, sdraiandomi sul letto.

Cissy si è voltata a guardarmi senza capire: “Cosa vuol dire Bella?”

“Niente di che, solo che credo che sia perfettamente inutile frenare, o far ragionare nostro cugino, lui è stato da sempre così, non mi va di inseguire tutti coloro che si allontanano solo perché sono della nostra famiglia. Odio gli amici di babbani. Lascia che prendano la loro strada. Un giorno, semplicemente, li ucciderò. Vendicherò il sangue di strega che mi scorre nelle vene.”

Cissy mi ha guardato ancora più sconvolta di prima: “Cosa significa che un giorno li ucciderai? Ti ha dato di volta il cervello?”

“Ti prego sorellina, non fare la degna rappresentante dei Black! Quando si tratta di parlare, sono tutti pronti a dire qualsiasi cosa contro babbani e mezzi babbani, ma poi, quando si tratta di fare qualcosa concretamente, tutti si tirano indietro, si spaventano, si scandalizzano, si limitano a bruciare un arazzo su una parete. Mi dici a cosa serve?” ho detto a Cissy con rabbia, poi l’ho guardata dritto negli occhi, piena di entusiasmo e orgoglio e ho aggiunto: “Io non sono così. Sappilo.”

Lei mi ha restituito uno sguardo pieno di paura da una parte, inquietudine e sospetto e, dall’altra, ammirazione, infinita.

Allora le ho confidato: “Io voglio diventare una mangiamorte.” sorridendole, come faccio di solito, con i capelli davanti agli occhi e lo sguardo cupo, un po' esaltato anche. Poi ho preso dal cassetto del comodino i tarocchi e le ho mostrato la carta raffigurante il diavolo “voglio davvero fare qualcosa davvero. Non solo parlare. Guarda qui, questo mi hanno predetto le carte, lo sai… è lui…”

Quando Cissy ha preso in mano il mazzo per vedere cosa le stessi dicendo, quella carta si è come mossa da sola al suo tocco. Scivolando poi sul pavimento.

Una predizione forse. Quando ci siamo avvicinate entrambe inginocchiandoci sul tappeto, vicine alla carta, piene di curiosità, Cissy l’ha girata.

Era il diavolo ovviamente, ma stavolta capovolto.

 

Bella

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Eccomi col nuovo aggiornamento un po’ più veloce rispetto agli ultimi tempi.

Volevo aggiungere qui il significato della predizione per Cissy, per far capire meglio le cose: la carta capovolta, normalmente, significa che tutti i presagi della carta, simboleggiati da voldie (vedi capitoli precedenti) vengono subiti in maniera passiva dalla persona in questione, ma questa può liberarsene, può lasciare la via indicata dalla carta dritta e cercare la sua strada se diversa.

L’ ho aggiunta perché secondo me spiega bene il futuro di Cissy che accoglierà la vita da mangiamorte fino ad un certo punto, non diventando una di loro, ma stando a stretto contatto con loro e vivendo tutto in maniera più distaccata e passiva. Alla fine poi se ne distaccherà totalmente o quasi

Spero di aver spiegato decentemente la cosa.

Grazie per le recensioni:

Dully: grazie per i complimenti, ho finalmente finito la storia (mancano pochi capitoli ormai) e qualche litigio salta sempre fuori perché i due sono parecchio focosi e litigiosi (ce ne sarà un altro successivamente, ma di entità molto piccola…), comunque diciamo che sanno anche far pace in modo molto piacevole!

AliceRosy: in entrambe le recensioni ho notato che il litigio fra i due è stato gradito! E anche il loro modo di fare pace… Mi fa piacere! Sono anche contentissima che la parte solo su voldie ti sia piaciuta (anche a me piace troppo come personaggio) e mi dà coraggio per scrivere la storia successiva dove di certo comparirà! Per cui grazie ancora!

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Capitolo 51
*** La luce e le tenebre ***


Dopo l‘evento della sospensione di Rod, a scuola non sono successi molti fatti importanti.

Un po di pace ci voleva data lagitazione degli ultimi mesi. E credo che Andromeda aspetterà la fine della scuola per comunicare a casa la notizia, forse vuole trovare un posto dove andare, dove rifugiarsi con quello sporco mezzobabbano, dato quello che succederà coi nostri genitori.

In ogni caso, quel che decide di fare, non mi riguarda più.

I miei unici impegni ultimamente sono per i M.A.G.O. insieme a tutti gli altri studenti del settimo anno.

I professori ci ricoprono letteralmente di compiti da fare e capitoli aggiuntivi da studiare. Oltre questo, ci sono vari argomenti da approfondire per le varie materie, a seconda delle nostre aspirazioni per il futuro post scolastico.

Alcuni corsi, o lavori sono veramente patetici: tutti di impronta nettamente babbana.

Lavori da svolgere nel mondo magico che corrispondono esattamente a quelli svolti dai babbani nel loro mondo.

Io non farò certo nulla di simile.

Non solo perché non ho bisogno di lavorare per mantenermi, ma perché i miei progetti sono altri.

Quando spiego ai professori perché scelgo approfondimenti apparentemente strani, dico che è per curiosità: non avendo bisogno di trovare un impiego, posso semplicemente fare ricerche per puro diletto.

In realtà, ogni argomento è collegato, più o meno strettamente, alla magia oscura, o alla capacità di riuscire bene nei duelli magici.

Perché mi servirà poi.

I compiti ormai li possiamo fare allaperto: Rod Wilkes Evan ed io, spesso ci ritroviamo in gruppo, per scambiarci informazioni e ridere insieme.

Sui prati vicino al lago nero.

La divisa invernale non la userò mai più, mi fa un certo effetto scriverlo comunque è così, ormai la scuola è quasi finita e non tornerò qui lanno prossimo.

Indosso la divisa estiva e mi piace molto di più. Sa di quasi libertà.

Non mi importa nemmeno più di abbellirla in modo particolare, come facevo gli anni passati, ora è Cissy a lanciare le mode a serpeverde, è giusto che sia così, mi sento grande ormai, mentre lei per queste cose è perfetta, piena di particolari ed accessori che fanno puntualmente tendenza fra quelle della sua età.

Io mi sento a metà, sospesa fra la vita qui dentro che ho sempre condotto e che ho imparato a padroneggiare e a gestire come mi pare e piace e la vita fuori di qui.

Non vedo lora di intraprendere la vita fuori di qui, ma mi dà anche una certa sensazione di mistero, paura, incertezza. Entusiasmo.

Qualche volta, durante le pause, scappando dagli impegni pomeridiani, anche Barty e Rab vengono al lago a farci compagnia, loro sono più giovani e di questi problemi non ne hanno.

Rab ha mollato la tipa con cui stava, ma nessuno sa perché. Per questo è molto libero ed è tornato con noi a fare danni.

Le lezioni della mattina sono tutte improntate al ripasso e preparazione per i M.A.G.O. prove e voti pressoché perennemente.

Questa mattina poi faceva davvero caldo.

Ormai la scuola è agli sgoccioli e ad un certo punto non riuscivo più a stare in classe dove, letteralmente, si soffocava.

Per il caldo e per la tensione degli esami.

Ognuno di noi reagisce in maniera diversa, ma tutti siamo agitati, inquieti, un po’ impauriti. Wilkes prepara tutti gli stratagemmi più strani, Rod e più inquietante e affascinante del solito, quando fa ticchettare la piuma sul banco intento a risolvere una diluizione di pozioni avanzate, gli si vedono tutti i muscoli tesi, belli, forti… e mi fa dimenticare il procedimento per estrarre il principio attivo dell’Echinacea.

Evan si è persino messo a studiare, dopo essersi introdotto nell’ufficio di Lumacorno in cerca dei testi degli esami scritti, ma senza il benché minimo risultato soddisfacente.

Io… io sogno più del solito, ho perennemente la testa per aria. Penso sempre a cosa sarà dopo, quando conoscerò lui…

Stavo giusto sognando, quando ho incontrato mio cugino.

Ero affacciata ad uno dei tanti balconi del castello che danno sul parco circostante. Mi godevo lo spettacolo per una delle ultime volte e il vento nei capelli, vento che, immaginavo, venisse da lontano, da Londra, dove stava lui.

E la brezza, si mischiava col profumo dei miei capelli.

Vento di cambiamento.

Sirius è arrivato dietro di me e mi ha chiamata: “Hey cugina, voltati”

Quando mi sono voltata, ce l’avevo di fronte, vicinissimo: occhi negli occhi, lui ed io, grifondoro e serpeverde, cugino e cugina, la luce e le tenebre, Black contro Black.

“Ti posso dire addio finalmente, volevo farlo di persona. Ti odio e non ti rivedrò più.” mi ha detto bruscamente, sputandomi addosso tutto il suo odio e disprezzo.

“Ho sentito che passerai l’estate da Potter…” ho iniziato a rispondere e, mentre dicevo così, lui mi ha interrotta: “Sì, parto con lui fra qualche giorno, subito dopo la fine della scuola. Non tornerò mai più a casa.”

Nonostante lo sapessi già, quella frase, quella cosa, mi faceva un certo effetto.

Ero arrabbiata con lui, lo disprezzavo anch’io ora. Lui stava sempre di più dall’altra parte. Io diametralmente all’opposto.

Non so perché, nella mia famiglia, è andato tutto a finire così.

Da piccoli eravamo in cinque, sempre insieme. Tre sorelle e due fratelli. Grimmuld place numero undici e Grimmuld place numero dodici.

Ora ci odiamo quasi tutti.

Sirius improvvisamente si è seduto sul parapetto, coi capelli mossi al vento, per dimostrarmi quanto era bello e spavaldo. Poi ha continuato: “Vi combatteremo sai?”

Sono rimasta in silenzio per ascoltarlo, ha subito aggiunto: “So cosa vuoi fare, so cosa vuoi diventare. Un’ assassina. Sei pazza, siete tutti pazzi e pericolosi. Vi fermeremo. Io lo so, i miei amici lo sanno. Silente farà qualcosa e noi lo aiuteremo. Non vincerai tu Bella, non vincerete voi.”

Trovavo molto strano che, mentre io pensavo all’amore, mio cugino, che è più piccolo di me, già facesse discorsi così profondi, quasi politici.

“Non mi importa niente di nulla e di nessuno Sirius. Io sono una strega, non mi mischierò ai tuoi amici babbani, preferisco morire che vivere in un mondo di babbani. Io resterò sempre fedele a Lord Voldemort. Sempre. Combatterò per lui, farò tutto per lui. Perciò, fammi pure la guerra, organizzati pure con Silente e gli altri suoi compagni, fai pure l’eroe. Ma sappi che la volta che lui me lo chiederà, io vi ucciderò tutti. Lo farò davvero. Perché tu lo sai, sono io la strega più potente. Solo io. Nessuno di voi può arrivare dove arriverò io.”

Sirius a quel punto è saltato giù dal parapetto, non so se per andarsene semplicemente lontano da me, o perché aveva intravisto il suo amico Potter, anche lui fuori dall’aula in quel momento.

Ma prima di sparire mi ha guardata: “Addio cugina, questa sarà una guerra del bene contro il male, ci rivedremo e vedremo chi vincerà.”

“Io non mi fermerò mai, niente e nessuno può frenarmi, tu lo sai” ho risposto “per cui non è un addio, trema perché mi rivedrai.”

Dopo un ultimo sguardo di fuoco, lui si è allontanato.

Io ho ricominciato a guardare il cielo in lontananza. Ho acceso una sigaretta, credo al pino silvestre questa volta e ho iniziato a riflettere.

Certo che erano tutti ben determinati. Io mi sentivo soprattutto innamorata invece. Il resto veniva in secondo piano.

A volte avevo veramente paura che Lord Voldemort mai e poi mai avrebbe apprezzato una semplice ragazzina innamorata.

A volte invece sentivo che sarei stata capace di essere una brava mangiamorte nonostante il fatto che tutto, per me, girasse intorno al mio amore per lui.

A volte non sapevo proprio più che pensare e mi dicevo che crescere è tutt’altro che facile.

Tornata in classe, tutti questi pensieri sono scomparsi, sostituiti dalla comunicazione delle date degli esami. Erano tante e comprendevano sia gli scritti che gli orali.

Gli esami, le guerre, l’amore per Lord Voldemort, il diventare grande, quello che provavo per Rod, erano tutte cose che in questo momento mi spaventano a morte.

Finito di ricopiare orari, classi e impegni, ho guardato Rod in maniera forse un po’ troppo indifesa. Forse non è da me, forse l’ho colpito troppo, forse non è abituato… forse l’istinto di protezione dei maschi nei confronti delle femmine è esploso nel suo cuore proprio quel momento, fatto è che mi ha abbracciata e baciata, appassionatamente, in classe, davanti a tutti.

Ci hanno messo in punizione fino al termine delle giornate scolastiche.

Per fortuna, non sono molte.

Bella

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Ormai siamo quasi alla fine e l’atmosfera si prepara al cambiamento che avverrà col termine dell’anno scolastico.

Una storia successiva è già in cantiere nella mia mente diabolica e malata e spero vi piacerà e che seguirete anche quella, vi darò sicuramente qualche notizia in più nei prossimi capitoli finali (se avete qualche curiosità subito però, chiedetemi pure, risponderò molto volentieri!!)

Grazie a coloro che hanno aggiunto la storia ai preferiti!! Grazie davvero!

Grazie come sempre per le recensioni!!Rispondo subito:

Hale Lover: sono davvero contenta che, nonostante i problemi di connessione, tu sia riuscita a recensire! (Per me i tecnici del pc o dell’adsl ci capiscono meno di noi, per cui non si fanno vedere quando si ha bisogno!!!) Ormai qui siamo agli sgoccioli, mancano due capitoli mi pare, infatti sto pensando bene all’altra storia che si delinea nella mia mente (con spaventosa lentezza!!!). Attendo anche con ansia la tua decisione se scrivere una long ff… mi raccomando tienimi aggiornata!!

Lady Greece: grazie per la tua recensione e grazie anche per aver seguito la storia per tanto tempo, mi fa piacere che ti abbia appassionata! Anche a me il personaggio di rod piace, anche se non saprei dirti come l’ho creato fatto così, ma l’ho sempre visto in questo modo. Spero che le mie recensioni sulla tua storia ti siano state utili!

Dully: anche a me piacciono molto i tarocchi, anche se non mi ricordo mai a memoria il significato delle carte… però trovo il tutto molto affascinante! Infatti ho pensato di introdurlo perché molto “magico”

Anche a me dispiace finire la storia, ormai si scriveva praticamente da sola… e mi sono molto affezionata… spero comunque che troverai bella anche l’altra (che non è proprio un seguito, ma personaggi e alcune vicende saranno collegate questa)

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Capitolo 52
*** Notte prima degli esami ***


La punizione che ci hanno inferto fino allo scadere dell’ultimo giorno di scuola, che noi tanto abbiamo odiato, in fin dei conti ci è stata utile.

Sicuramente non divertente, ma utile.

Dopo aver spostato, risistemato e rinvasato decine di erbe e piante magiche di ogni genere, abbiamo ben imparato il nome e la fisionomia di tante di esse, in quali tipi di terreni crescono, di che nutrimenti hanno bisogno.

Dopo aver riordinato, pulito e catalogato decine di pozioni, abbiamo imparato i colori che le contraddistinguono, gli usi, gli arnesi che servono per produrle e ogni ambiente congeniale alla loro conservazione.

Poi, per quanto riguarda l’ultima settimana, la cosa si è fatta persino interessante: dovendo risistemare e riaggiustare molti oggetti oscuri rotti dai vari studenti durante le esercitazioni di difesa, siamo diventati bravissimi a maneggiare questi arnesi, padroneggiarli e comprenderne azioni e utilizzi.

Mi sono persino sentita un po’ triste durante l’ultimo pomeriggio di punizioni, quando innegabilmente tutto era finito, compresa la scuola, compresa la mia vita lì. Mancavano soltanto gli esami finali.

Già, gli esami.

Tutti oramai tentiamo di impegnarci nello studio e nella pratica delle varie materie che abbiamo deciso di preparare per avere i M.A.G.O.

Rod ed io ci scambiavamo ripetizioni, spiegazioni e consigli durante tutti i pomeriggi di punizioni.

O quasi tutto, parte del tempo era impiegato nei baci, parte dell’altro a progettare scorribande notturne. Le ultime.

Abbiamo allagato mezza scuola, bruciato gli stendardi di grifondoro del campo da quiddich, creato una rissa durante la partita finale, capovolto e intagliato banchi e sedie di tutte le aule, lanciato cibo e bevande sulle pareti e giù dalle torri.

Tutte le notti eravamo in giro a fare queste cose. Dovevamo lasciare un ricordo.

Solo l’ultima notte, la notte prima degli esami, ci siamo accordati per studiare. Volevamo farlo seriamente, tutti insieme, sia per utilità che per divertimento.

Ma si sa, la notte prima degli esami è strana, unica, nulla va come vorresti.

Ogni cosa significa tutto e niente, ogni cosa è importante ed inutile.

Noi del settimo anno, ci siamo trovati nella foresta proibita a notte inoltrata. Non ci importava di essere riposati per il giorno dopo, ci importava solo stare lì quella notte, attorno ad un piccolo fuoco perché a quell’ora fa ancora un po’ freddo, mangiando zuccotti di zucca come bambini e chiacchierare scambiandoci informazioni, o pettegolezzi e goderci quel momento tutto nostro.

Ero appoggiata con la schiena alla spalla di Rod e giocavo con un ramoscello: gli facevo prendere fuoco e me lo avvicinavo al volto, osservandolo. Mi piaceva il fuoco. Mi ossessionava quando l’avevo così vicino.

Mentre chiacchieravamo tutti insieme così, ho notato che Rod guardava spesso il seno abbondante di Rita, Rita Skeeter, che era seduta quasi di fianco a noi.

Lei è sempre stata più formosa di me.

Questo mi faceva imbestialire. Volevo sempre essere io la più bella, la più ammirata.

Invece sapevo che Rod la trovava una figa “una con cui stare mille volte”

Così diceva prima che ci mettessimo insieme io e lui.

Di certo lo pensava ancora.

Di certo io sono gelosa… perché appena l’ho visto fare così, gli ho scagliato addosso l’ennesimo ramoscello che avevo incendiato e me ne sono andata senza dire una parola.

Dando foga, con la bacchetta, al fuoco.

Lui ancora mi gridava contro: “Stronza! Stronza! Sei pazza! Mi vuoi ardere vivo? Che ti è preso ora?”

Ma non avevo nessuna voglia di parlare con un essere tanto spregevole da permettersi di guardare il seno di un’altra solo perché, forse, è più grande e desiderabile del mio.

Mi sono diretta di filato verso la scuola, sperando di incontrare qualcuno con cui vendicarmi. Ma quando ho incontrato Rab, le cose sono andate molto diversamente.

“Ho litigato con tuo fratello, lo odio, è un bastardo traditore” gli ho detto senza neanche salutarlo. Mi aspettavo ne approfittasse subito per fare qualcosa con me, qualsiasi cosa.

Lo desideravo forse. Invece niente.

Si è rattristato e, un po’ risentito, ha esclamato: “Magari fosse vero! Magari odiassi mio fratello! Che ti ha fatto stavolta?”

“Ha guardato il seno di Rita Skeeter… dici che gli piace? Lei è più bella di me?” gli ho detto mentre lui si incamminava verso il lago nero, con le mani in tasca e l’aria un po’ scocciata.

“Ma di che ti lamenti? Noi… hem… lui deve sopportare i tuoi perenni sospiri per Lord Voldemort, mentre tu fai una tragedia per un’ occhiata a Rita. Non ti pare di essere un po’ troppo egoista e pretenziosa?”

Io sono rimasta un po’ perplessa: Rab prendeva le difese di Rod e, per giunta, non aveva tutti i torti… Ma volevo che difendesse me…

“Va bene, lo so, sono gelosa ed egoista, ma lui dovrebbe fare ciò che desidero.” ho detto calmandomi decisamente “e poi… Rita è più bella di me ti ho chiesto?”

Lui a quella domanda è diventato stano e appassionato, si è seduto vicino al lago e mi ha detto di sedergli a fianco: “Sediamoci qui, tanto, con la fortuna che mi ritrovo, mio fratello verrà a cercarti non appena Evan, o Wilkes, avranno placato le sue ire. Almeno resta ferma per un momento.”

Mi sono seduta incurante del riferimento al fatto che voleva restarci lui con me e ho di nuovo detto: “Sono bella?”

“Sì che sei bella, bellissima, la più bella creatura che io abbia mai visto in tutto il mondo magico e oltre, in tutto l’universo. Sei più bella della stella di cui porti il nome.” mi ha risposto con enfasi.

Gli ho sorriso felice, soddisfatta e un bel po’ maliziosa. Ma ho deciso di non chiedere spiegazioni sui suoi sentimenti. Mi piaceva continuare così… ad averlo anche se non lo volevo davvero.

Allora ha parlato lui: “Come farò senza di te l’anno prossimo?” mi ha domandato sconsolato.

“Fammi una promessa” ho risposto “diventa anche tu mangiamorte! Come me e Rod. Saremo maghi potentissimi, faremo di tutto, tutto quello che vorremo, avremo poteri e conoscenza magiche grandissime, oltre ogni immaginazione. Te lo immagini?” ho detto entusiasta.

Rab mi guardava dubbioso, non mi pareva particolarmente felice come me di diventare mangiamorte, comunque mi ha risposto: “Ci penserò su. Non ho mai valutato realmente l’idea. Comunque ho tutto quest’anno per pensarci, sarò sempre solo, mi mancherai.”

Non ho nemmeno fatto caso alle ultime parole, ero solo felice del fatto che, così presto, avevo reclutato, forse, un altro che si unisse a noi. Ai mangiamorte. Già quasi mi considero tale…

Così mi sono alzata felice ed entusiasta e gli ho detto: “Sono felice allora! Ora però devo andare, ci vediamo domani, vado a cercare Rod, mi sa che tocchi a me scusarmi! Ciao Rab, grazie” e senza aspettare la risposta sono andata via.

Rod l’ho trovato che camminava in mezzo alla foresta vicino al lago, con il ramoscello che ardeva ancora, lui lo teneva così con la magia.

Quando mi ha vista ha avvicinato il fuoco ad entrambi, ci siamo avvicinati fino a sentirne bene il calore sulle guance, ci guardavamo dritto negli occhi.

“Sei gelosa, mi ami allora, mi vuoi?” mi ha chiesto con quello sguardo da lupo con la preda in trappola.

“Infinitamente.” ho risposto sorridendo, sogghignando.

Allora ci siamo baciati a lungo, in piedi, stringendoci e muovendoci con passione, il fuoco ha smesso di ardere dopo poco e tutto si è fatto buio pesto, tra i rami degli alberi, si infiltrava solo e leggermente la luce della luna.

Così era più bello, magico, misterioso. Eravamo soli, solo i versi degli animali notturni si mescolavano coi nostri sospiri appassionati.

Tutto ci eccitava, anche il fatto che l‘indomani c‘erano i M.A.G.O.

E noi eravamo lì, a litigare, fare pace, vivere la nostra nottata speciale.

Abbiamo finito col fare l’amore nella foresta, soli, nell’erba fredda della notte, stringendoci come se fossimo le uniche due persone sulla terra.

Per l’ultima volta abbiamo fatto l’amore ad Hogwarts, non si potrebbe fare, è contro le regole ed è stato bellissimo.

Bella

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Ecco qui il penultimo capitolo della storia, l’ultimo sarà molto breve, una sorta di epilogo. Ma spero vi piacerà comunque. Dopo il termine di questa ff, prenderò una pausa per ispirarmi e, non so bene quando, ma prima o poi arriverà, inizierò a postare una specie di seguito.

Grazie infinitamente a coloro che, ultimamente, hanno aggiunto questa storia fra le loro preferite, è stato molto bello per me vedere le aggiunte proprio poco prima della fine e sono contenta di aver fatto in tempo a ringraziarvi!

Il titolo di questo capitolo è ovviamente preso a prestito dal titolo dell’omonimo film (versione anni 80) che mi è letteralmente rimasto nel cuore!

Ora passo a rispondervi alle recensioni per le quali, naturalmente, vi ringrazio:

cinemalostdari: che bello vederti anche qui!!! Sono stata felicissima della tua recensione! Nel capitolo “tom marvolo riddle” ho espresso al massimo quello che penso io di voldie da giovane e come lo vedo, mi fa piacere che sia piaciuto! Per quanto riguarda il personaggio di rod, anche su di lui ho espresso la mia visione. In molte lo immaginate completamente diverso come dicevi tu, ma io proprio non riesco che a vederlo così: molto simile a bella e con lei condivide tantissime cose della vita. Questa idea mi è venuta quando ho letto dai libri che rod e bella erano i due migliori e più fedeli mangiamorte. Per quanto poi riguarda, non ho pensato che la nettissima preferenza di bella per voldie dipendesse dal fatto che avesse un marito da poco, brutto e stupido, ma proprio dal fatto che, nonostante suo marito fosse un tipo valido e nonostante a lei piacesse parecchio stare con lui, l’amore per voldie è troppo grande, troppo superiore e troppo particolare… per cui poi lei vede solo voldie. Forse è una visione eccessivamente romantica… ma ho quest’idea in testa e così l’ho resa nella ff! in ogni caso mi fa davvero piacere che la storia ti sia piaciuta, e alcune immagini ti siano rimaste impresse!

Dully: sì la storia sta finendo e il matrimonio si avvicina! Però, dato che volevo descrivere per bene appunto il matrimonio di bella e rod, mi sa che per comodità ed esigenze di trama, lo metterò nel seguito (o quasi seguito) della storia. Lo immagino un matrimonio molto particolare (visti i due sposi…) per cui volevo dare più spazio alla cosa. Con questo capitolo finisce la parte scolastica della vita dei protagonisti, mi sa che un po’ mi mancherà hogwarts… ma sto cercando di inventarmi qualcosa di bello e particolare per il “dopo”…

Hale Lover: te lo dicevo che ormai siamo più pratiche noi del pc che i tecnici!! Anche perché senza ff io resisto poco tempo…! Come noterai siamo arrivati agli sgoccioli della storia (devo dire che mi mancherà molto) e il finale di questo e del prossimo capitolo, saranno poi collegati con l’altra (non so ancora quando la pubblicherò, ma ci sto lavorando…) qualcosa dell’atmosfera pre esami e fine scuola si nota anche qui, è un’atmosfera che trovo sempre affascinante e un po’ malinconica, ma mi piace! Ora vado a controllare se hai pubblicato la tua nuova storia, comunque, quando lo farai, sarò super pronta a commentare ed elargire i miei consigli (disutili perché sei brava da sola!!)

Lady Greece: purtroppo sta proprio finendo… mancherà tantissimo anche a me! È stata la mia prima storia a capitoli e ci sono tanto affezionata!!! Comunque sì, la prossima storia parla sempre di bella che sarà la protagonista e rod (è una sorta di seguito, ma con delle differenze generali), solo che lascerà più spazio anche ad altri personaggi! Scusa se ho perso dei capitoli della tua storia, appena ho un po’ di tempo, li recupero e ti faccio sapere!

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Capitolo 53
*** Bellatrix Black ***


 

A Dully che, da quando ha iniziato a leggere, mi ha sempre regalato il suo supporto e i suoi bellissimi commenti.

Ad Hale Lover senza la quale questa storia non avrebbe avuto un seguito.

A maja89 che per prima ha commentato e amato ogni capitolo e mi ha sempre aiutato a renderli più belli.

 

 

 

 

 

Epilogo

 

Incantesimi: Eccellente

Difesa: Eccellente

Erbologia: Eccellente

Pozioni: Oltre Ogni Previsione

Astronomia: Oltre Ogni Previsione

Rune: Accettabile

Esame supplementare di Volo: Oltre ogni previsione

***

Ero contenta di essere finalmente libera dopo la fine della scuola.

Ero una strega, mi sentivo brava, abile e indipendente.

Con la banda di serpeverde, unita per l’ultima volta, abbiamo passato giorni bellissimi festeggiando nella mia casa vicino al mare.

Sulle scogliere, facendo i bagni la notte.

Accendevo i fuochi sulla roccia a picco sul mare, sentivamo le onde infrangersi violente sugli scogli. Il mio fuoco è più impetuoso di quello di tutti gli altri.

Più magico.

Significherà che sono una strega del fuoco?

Forse.

***

Quando sono arrivati i risultati degli esami del M.A.G.O. lui li ha voluti vedere.

Li ho portati a lui prima che ai miei genitori.

Non mi importa di nessun altro se non di lui.

Il mio maestro.

Lui si interessa sempre a me, io mi interesso sempre a lui.

È così bello.

Da vicino, quando gli parlo, quando mi insegna, è ancora più bello.

Quasi mistico, sempre misterioso.

Così in alto, superiore, così perfetto.

Il mio maestro.

Così strano, così estremo, esalta tutto quello che c’è in me.

Esalta tutta me stessa solo per il fatto che esiste, qui, vicino a me.

È stato soddisfatto, io sono stata felice.

I miei sette anni di scuola, per quel suo sorriso quando ha visto i voti. Impagabile.

Vivo per lui.

Sono felice quando sono con lui.

È bravissimo in tutto.

Il mio maestro.

Non ha ancora imparato a chiamarmi col mio nome.

“Ragazzina” mi dice. Incurante, affascinante, distaccato, mi prende in giro…

“Ragazzina” … sa che metto il muso quando mi chiama così.

Sa quanto desidero che mi chiami per nome.

Mi tortura e mi sorride divertito.

Ma solo io sono la sua allieva.

Solo io imparo la magia da lui.

Solo io sarò la sua strega più potente.

Per sempre.

Bella

……………………………....................................................................................................................

Mi sembra proprio strano dirlo, ma la storia è finita.

Mi piaceva tanto scriverla che non riuscivo a pubblicare la conclusione pur di non terminarla …

Soprattutto dopo le tante dimostrazioni di affetto e coinvolgimento da parte vostra in questi ultimi capitoli.

Quello che sarà un quasi seguito, penso, inizierò a pubblicarlo tra una ventina di giorni circa (giorno più giorno meno) appena avrò un po’ aggiustato la trama nella mia mente.

Ringrazio tutte voi che, sul finale, mi avete supportato con recensioni e commenti tanto positivi, ringrazio coloro che hanno letto ben 60 capitoli aggiungendo la storia fra le preferite e seguite proprio ultimamente.

Grazie grazie grazie!

Grazie a tutte coloro che mi hanno sempre seguita, capitolo dopo capitolo, anche in silenzio senza commenti, è stato un grande piacere sapere che avreste comunque letto.

Vi assicuro che le recensioni sullo scorso capitolo sono state fra le più belle che ho mai ricevuto!

Spero di continuare a scrivere storie che vi appassionino e che vi facciano sognare, divertire, arrabbiare e amare.

Grazie a marik89 che mi segui sempre, mi supporti sempre e grazie per il tuo commento anche su questa storia, che è stata la mia prima e mi ha fatto enormemente piacere sapere che ti è piaciuta e ti mancherà

Grazie a Lady Greece per i tuoi sempre graditissimi commenti su questi capitoli

Grazie a Hibernia per la splendida recensione che mi hai lasciato, davvero, mi ha reso felice sapere che hai potuto immedesimarti nei personaggi e nella storia, che ti sia piaciuta più di ogni altra su Bella e Rod e spero di scrivere sempre storie che ti appassionino così

Di nuovo grazie a Dully, Hale Lover e maja89 per le bellissime recensioni anche sullo scorso capitolo, grazie Hale Lover perché mi hai fatto davvero commuovere.

Grazie a tutte coloro che hanno lasciato un commento e un’opinione su questa storia, nei vari capitoli iniziali o finali, è sempre stato un grosso supporto per me.

Quindi grazie di cuore a: cinemalostdari; Clo_death eater; MEISSA_S; AliceRosy; KatyAniFrancy; Nerida R Black; Mizar; Nyappy.

 

 

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