JOHNNY IS COMING

di The Lone Soldier
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** UN FILM CROSSOVER ***
Capitolo 2: *** LA PRIMA DEL FILM ***
Capitolo 3: *** UNA VOCE DAL PASSATO ***
Capitolo 4: *** ASSALTO IN CASA ***
Capitolo 5: *** SOTTO SCORTA ***
Capitolo 6: *** LA NOTTE PIU' BUIA ***
Capitolo 7: *** VERITA' E CONSEGUENZE ***



Capitolo 1
*** UN FILM CROSSOVER ***


Universo 25
Hollywood, 13 Aprile 2016
Set del film Jimbo Jambo 4: l’arrivo del Dr. Neumann
Gli studi cinematografici erano stati allestiti per la realizzazione della quarta pellicola dedicata all’eroe di guerra Jimbo Jambo, sempre interpretato dall’attore Johnny Kruger che, per questo film, riveste anche il ruolo di aiuto sceneggiatore e produttore esecutivo.
Il film in questione presenta una novità: lo scontro con un personaggio appartenente ad un altro filone di film, ovvero il Dr. Neumann interpretato da Frank Vitaliano; costui interpreta uno scienziato pazzo che crea dei mostri per cercare di conquistare il mondo ma viene sempre sconfitto a causa della sua inadeguatezza.
La pellicola, quindi, rappresenta un crossover tra due saghe e le aspettative sono altissime per la riuscita e il successo.
 
Johnny Kruger era nel suo camerino e sostava dinanzi al suo specchio e osservava i suoi capelli castani tirati indietro con il gel, gli occhi verdi, il petto nudo e scolpito, le sue braccia muscolose, il tatuaggio di Bruce Lee nella parte alta del braccio sinistro, i guanti neri e i jeans attillati.
Indossò un paio di occhiali Ray Ban e rimase fisso, immobile.
All’improvviso partì una canzone: Cult of Personality dei Living Colour.
Strinse i pugni e i nervi si contrassero.
Qualcuno bussò alla porta e sbuffò. Spense la radio che teneva vicino allo specchio e si diresse alla porta. L’aprì e si trovò davanti il regista, un uomo sul metro e sessanta, capelli cortissimi, occhiali con montatura rossa e vestito con una maglietta grigia e pantaloni neri.
-La pausa è finita e dobbiamo girare la scena in cui lei deve uccidere un gruppo di zombie! –
Johnny sorrise. Si tolse gli occhiali e guardò in malo modo il regista.
-Sai non avevo nemmeno intenzione di fare questa quarta pellicola perché sentivo che con Jimbo Jambo, dopo una splendida trilogia terminata con me che mi portavo a letto una bellissima donna bionda e formosa, avevo dato tutto ma la produzione ha voluto insistere, e non solo: ha ordinato che il mio personaggio condividesse lo schermo con un idiota di un film di serie b. Per cosa? Per attirare più pubblico? Io attiro pubblico, non lui. –
Voltò le spalle al regista ma poi si fermò, come se avesse qualcos’altro da dire.
-Tra l’altro ho chiesto io che la regia venisse affidata a te, James! Se non era per me tu non eri nemmeno qui perciò abbi rispetto per chi ti ci ha portato. Torna alla tua sedia e fammi finire la mia seduta. Poi girerò la miglior scena che tu abbia mai visto e nella mia carriera ne ho fatte tante; anzi, quando Johnny recita è poesia in movimento.
Levati! –
Johnny intimò al regista di uscire dal camerino e di andarsene e così fece.
 
Quindici minuti più tardi, il sig. Kruger uscì dal camerino così com’era e imbracciava un fucile d’assalto.
A circa dieci metri da lui c’erano degli zombie, i quali erano delle comparse truccate con effetti prostetici e dietro loro il Dr. Neumann: capelli neri e ricci, una benda sull’occhio destro, un camice bianco e sotto una tuta nera.
-Uccidete Jimbo Jambo purtridi vermi! -  disse Frank con accento tedesco
Gli zombie andarono verso Jimbo il quale, prima ancora che sparare appoggiò l’arma a terra, tirò fuori un sigaro e lo accese.
-Vi farò fuori! – disse tenendo il bocca il sigaro
Raccolse da terra l’arma utilizzando il piede destro, la prese al volo, urlò con ferocia e si mise a sparare colpi su colpi.
I nemici caddero sotto i suoi proiettili e lui indicò il Dottore.
-Jimbo Jambo non fa sconti a nessuno. Ti ucciderà! –
Suonò la campanella: la scena era riuscita al primo ciak e la battuta sopracitata era un marchio di fabbrica del personaggio.
Frank si avvicinò a Johnny e disse:
-Mi sono state riportate certe cose che sono uscite dalla tua bocca. Non solo non mi interessa ciò che dici ma sappi che i tre film del Dr. Neumann mi hanno divertito e mi ha permesso di crescere a livello professionale. Sui set, poi, non c’è mai stata competizione tra noi! –
Johnny alzò il dito medio.
-Per forza: le vostre pellicole sono uscite sempre in dvd o videocassetta, non come il sottoscritto che è uscito al cinema, e non solo con Jimbo Jambo ma sono stato un attore drammatico in “Il Ponte”. Vai a fare lezioni a qualcun altro, pivello! –
Frank non rispose ma in lui montò la rabbia.
-Giriamo l’ultima scena e consegnate la pellicola! – disse Johnny
 
Frank, professionalmente, si prestò a girare l’ultima scena in cui veniva bucherellato da diversi colpi di fucile.
L’ultima scena vedeva Johnny che teneva un piede sul tronco del Dr. Neumann, a terra e morente.
-Ancora una volta Jimbo Jambo salva il mondo! –
Alzò l’arma al cielo e sparò, urlando e divertendosi nel farlo.
 
Il film fu così terminato e portato alla produzione per il lancio nelle sale cinematografiche.

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Capitolo 2
*** LA PRIMA DEL FILM ***


Alla prima del film si presentarono Johnny Kruger e il coprotagonista, Frank Vitagliano. Entrambi vestiti in smoking si facevano le foto insieme ai fan e Johnny faceva facce buffe e sembrava trovarsi a suo agio. Ad un certo punto arrivò l’intervistatrice Paula Paquette e con la sua camicia azzurra e la sua gonna beige, decise di intervistare la star del film. Il protagonista rimase ammaliato dalla bella donna qual’era: rimase fisso a guardare i suoi occhi marroni, i capelli scuri che le scendevano fino al collo e le fossette quando sorrideva, oltre alla scollatura della camicia a cui buttò un occhio. -Sig. Kruger … - disse Paula -Chiamami pure Johnny bambola! – rispose ridendo - Va bene, Johnny. Quarto capitolo di questa saga di cui sei il protagonista e per il quale, lo ricordiamo, hai contribuito producendolo e aiutando a scrivere la sceneggiatura. Cosa ti ha spinto a impegnarti maggiormente? – Johnny annuì e mostrandosi sicuro di sé, esclamò: -Sai fin da quando terminai il terzo capitolo che mi vedeva andare via con un’attrice bellissima quale è Sara Wong, in tanti mi hanno chiesto se c’era ancora un futuro per Jimbo Jambo. La produzione non ne voleva sapere ma io, spinto dall’amore dei miei fans, ho deciso di spingere per un nuovo film, di ingaggiare un regista talentuoso come lo è James e il dare la possibilità ad un personaggio fantastico quale era, ed è, il Dr. Neumann interpretato dal mio caro amico Frank! – Johnny strinse a sé il collega che interpretava l’antagonista e gli scompigliò la folta chioma scura, per poi baciarlo sulla guancia. Frank non prese il tutto con amore e si mostrò imbarazzato. Johnny, poi, lo spinse via e gli fece l’occhiolino. Paula pose un’altra domanda. -Se questo avrà successo, ci sarà un’altra avventura per Jimbo Jambo? – -Ne ho parlato con la produzione e se questi non ne vogliono sentire, lo dirigerò io stesso! – Si allontanò dall’intervistatrice e continuò a farsi foto con i fan. Il film venne proiettato e il pubblico in sala fu tiepido. Molte delle critiche riguardavano il Dr. Neumann, un personaggio sconosciuto al grande pubblico e la recitazione troppo sotto le righe di Johnny Kruger, che grazie a quel personaggio aveva conosciuto il successo. Diversi abbandonarono la sala e osservando questo fenomeno, Johnny fece altrettanto. Uscì sul retro e imprecò a gran voce, colpendo vari oggetti che trovava nelle vicinanze. -Quell’italiano ha rovinato il film, la saga in sé. Poi mi offrono milioni per interpretare un film schifezza? Nossignore ho chiuso con certi filmacci di serie b. Io sono Johnny Kruger maledizione! – La via sul retro del cinema era fornita di poca luce e sentiva freddo sulle spalle. Dalla tasca prese il telefono e chiamò Andy, l’autista. Il telefono squillò due volte e poi Johnny vide un’auto simile venire nel vicolo. -Sia ringraziato il cielo che questo, almeno, capisce! – Johnny fece cenno all’autista di venirgli incontro ma questo non si mosse. Imprecò e gli ordinò di venire dove si trovava lui. L’autista, a veicolo fermo, accelerò forte e partì sgommando verso Johnny che lo investì. La schiena di Johnny scheggiò il vetro una volta sul cofano e fu gettato in avanti una volta che l’auto fece retromarcia. Urlò dal dolore invocando aiuto mentre osservava il veicolo allontanarsi. La sua vista si fece più pesante, il respiro affannoso. Perse conoscenza.

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Capitolo 3
*** UNA VOCE DAL PASSATO ***


-Sig. Kruger! – La star del film Jimbo Jambo venne risvegliato da un medico dai capelli brizzolati e bianchi, occhi azzurri e rughe sul viso. Appena Johnny lo vide sorrise e sparò una delle sue battute. -Avrebbero potuto mandarmi una fotomodella ventenne a svegliarmi anziché lei …- Il dottore rise per la battuta. -Ero serio io! – esclamò Johnny L’espressione sul volto del medico cambiò di colpo, passando dall’essere sorridente al contrariato. Fece un dito medio al paziente e gettò la cartella clinica sul lettino dove stava la star del cinema. -Ho giurato che avrei curato ogni persona che avesse bisogno di cure ma, nel suo caso, mi sarei rifiutato per il suo atteggiamento altezzoso. Visto che è così bravo che si curi da solo! È stato fortunato: ha solo qualche costola incrinata e niente di più. – Uscì dalla stanza e Johnny si stiracchiò, sbadigliando. Un sasso, tirato dall’esterno, entrò nella stanza di Johnny e c’era un biglietto attaccato con un elastico di colore giallo. -Sarà qualche mia fan accanita! – pensò, sicuro di sé Scese dal letto, tenendosi il fianco sinistro e camminando lentamente, a piedi nudi, sul pavimento. Tolse l’elastico e lesse il messaggio, e non era quello di un’ammiratrice come sperava. -4 aprile 2004. Tu te la sei cavata ma non ho mai dimenticato il dolore che hai provocato! Ho assistito a ciò che hai fatto ed è inutile che tu faccia finta di nulla. Hai ucciso un innocente, un ragazzo giovane nel pieno della sua vita e non solo non lo hai aiutato ma hai nascosto il suo cadavere. Pensavi di averla fatta franca ma dopo dodici anni di intensa ricerca l’ho trovato e fossi in te accenderei la tv. Pagherai, hai le ore contate! – Il volto di Johnny perse colore, diventando biancastro. Le mani tremarono e il sudore gli scendeva dalla fronte. Decise di prendere il telecomando e accendere la Tv, sul canale 7. -Edizione straordinaria: il cadavere del sedicenne Marcus Perez, scomparso da casa, Springfield, Illinois il 4 aprile del 2004 e ritrovato oggi, 20 aprile 2016 vicino a Covington, Kentucky. La famiglia, che per anni ha cercato invano il figlio si è chiusa dietro silenzio stampa. Alla famiglia vogliamo dare le nostre condoglianze ed esprimere la nostra vicinanza. – disse il conduttore del telegiornale Johnny spense la tv e gettò il telecomando sul letto. Si sedette e si mise le mani in faccia. Riportò alla mente quel momento così orrendo, ovvero quando, dopo aver investito quel giovane e superato il limite di velocità, nel buio della notte e lontano miglia da centri abitati, trascinò il corpo di quel giovane in un campo, portandolo in un boschetto. Lì vi trovò una piccola costruzione in legno. Spalancò la porta e vi trovò dentro una pala per poter scavare. Lo fece e, dopo averlo fatto, trascinò il corpo senza vita del giovane e lo tumulò, promettendosi che non ne avrebbe parlato a nessuno né riportato alla mente quell’incidente. Ora, però, non solo il corpo era stato ritrovato ma qualcuno conosceva questo segreto e voleva vendicarsi. Guardò fuori dalla finestra e vide un uomo con una felpa nera a coprirgli il volto che l’osservava dalla strada di fronte all’ospedale. Johnny strinse i pugni e i denti.

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Capitolo 4
*** ASSALTO IN CASA ***


Cinque giorni più tardi l’aver ricevuto un sasso con un messaggio e la notizia del ritrovamento del cadavere di quel ragazzo, la mente di Johnny Kruger era occupata da tanti pensieri, e non relativi a sé stesso o ai film che faceva. Qualcuno sapeva ciò che aveva fatto, ne era un testimone e conosceva il suo segreto. E se avesse detto alla polizia chi era l’assassino? Gli venne un forte mal di testa e salito su un taxi, fece ritorno alla sua immensa villa immersa nella campagna più verde. La casa è su tre piani, ospita otto stanze da letto, quattro bagni, le finestre sono state decorate con motivi gotici, due cucine e un campo da tennis sul retro, oltre ad una piscina idromassaggio e statue di marmo con raffigurati guerrieri classici quali Ercole o Achille. Aperto il cancello la macchina virò a destra, portando il cliente davanti all’ingresso della sua abitazione. Pagò per il servizio e si sentì sollevato di essere tornato. Entrò in casa e si trovò davanti la scala in marmo che lo portava al piano superiore, adornata con tappeti persiani e vide due donne indaffarate nelle pulizie. Le salutò e salì al piano superiore per poi andare a sinistra verso un corridoio dove c’erano due camere, sul lato destro, e un bagno. Entrò nella prima stanza e vide il letto a baldacchino dove si coricò, togliendosi la camicia e osservando il petto muscoloso e definito. Di fronte al letto, c’era un armadio in legno massiccio semiaperto. -Quante volte ho già detto a Sasha di chiudere l’armadio che mi da fastidio! – Si alzò, controvoglia e si avviò all’armadio e prima che potesse toccare le ante, uscì da esso un uomo in passamontagna nero, il quale assalì Johnny, facendolo cadere di schiena. Lo colpì con un pugno nel basso ventre e poi una gomitata sul volto. L’assalitore, poi, tirò fuori un coltello da dietro la schiena e rivolse la lama verso il basso, pronto a colpire l’attore. Quest’ultimo alzò mezzo busto e colpì l’assalitore con una testata, permettendo che si allontanasse e raggiunse il comodino; dopo averlo aperto tirò fuori una pistola e prima che si girasse l’assalitore gli fu ancora addosso e lo ferì sul pettorale destro, per poi colpirlo con un calcio alle parti basse. Johnny era in preda al più forte dei dolori e dovette appoggiarsi sul letto e in quei piccoli istanti si accorse che nella colluttazione l’arma da fuoco era caduta sul letto. La prese e aprì il fuoco tre contro l’assalitore. Un’ora più tardi arrivò la polizia, la scientifica e i paramedici che sentirono, e curarono, Johnny per le ferite riportate. L’assalitore venne portato via dalla scientifica per l’autopsia e riconosciuto come Sammy Johnson, un pregiudicato con precedenti penali. Johnny cominciò a pensare che l’assalitore era collegato al messaggio, sperando che i due fossero collegati. Arrivò un sms sul cellulare dell’attore; lo prese e lo lesse. -Ciao Johnny. Ammetto che hai avuto coraggio nel difenderti. Sappi che quello era il primo avvertimento. Consegnati, dì la verità o la tua vita diventerà un inferno, perché io sono il Diavolo in persona! -

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Capitolo 5
*** SOTTO SCORTA ***


Passò una settimana dal tentativo di omicidio nei confronti di Johnny Kruger e per la polizia intervenuta sul posto fu chiaro che era necessario mettere l’attore sotto attenta scorta. Alla villa vennero mandati due agenti per sorvegliare e proteggere la star del cinema; costui cominciò a sentirsi più tranquillo e il proprio cellulare venne analizzato da cima a fondo: chi aveva mandato il messaggio minatorio era abile nelle operazioni di hackeraggio. Seduto sul suo letto sorseggiò un bicchiere di Whisky invecchiato, sorseggiandolo con gusto e osservando l’armadio da cui uscì quell’uomo, identificato come Juan Rivera, un uomo di origine messicana con precedenti penali quali furto e spaccio di droga. Johnny si chiese quale rapporto potesse avere quel tale con chi lo minacciava di sapere la verità sull’omicidio del giovane Marcus Perez. Alla sinistra del letto vi era il televisore a schermo piatto che accese, digitando sul telecomando il tasto 5. Andava in onda il telegiornale e mentre andava in onda un servizio dedicato al tempo meteorologico lesse, in basso, la notizia che scorse era: “scoperte le ragioni della morte del giovane Marcus Perez, scomparso dal 2004 “. Johnny tremò: qualcuno aveva parlato? All’improvviso la tv e la luce che illuminava la stanza si spense e non solo lì, anche nell’intero edificio. Johnny si allarmò e guardò alla finestra. Vide degli uomini vicino al cancello d’ingresso ma non riuscì a distinguerli. Dieci secondi dopo una forte esplosione fece saltare le inferriate e vi entrò un fuoristrada che si diresse all’ingresso. I due poliziotti, vedendo il veicolo avvicinarsi, puntarono le pistole intimando al guidatore di scendere. -Scendi dal veicolo e alza le mani! – La porta del guidatore venne aperta. Uno dei poliziotti si avvicinò ma vide il laser a infrarossi sul proprio corpo. Guardò il petto e alzò lo sguardo, non rendendosi nemmeno conto che un colpo lo trafisse in piena fronte. L’altro accorse ma non si accorse che dalla parte del passeggero uscì un uomo con un passamontagna, vestito di nero e armato di fucile d’assalto il quale aprì il fuoco contro l’agente, uccidendolo. Dal veicolo scese il guidatore, a volto coperto e venne raggiunto non solo dall’uomo armato di fucile d’assalto ma anche da chi aveva ucciso l’agente sparandogli in fronte, posto all’esterno della proprietà. Tre erano gli uomini venuti per assaltare la villa di Johnny Kruger. Dal retro del pickup presero una tanica di benzina e la sparpagliarono contro le siepi che circondavano la proprietà e anche alla veranda. Il guidatore prese l’accendino e dopo aver creato la fiamma lo gettò sulla benzina. Fece cenno all’uomo col fucile d’assalto di sfondare la porta ed entrarono nella casa, lasciando l’esterno un inferno fatto di fiamme.

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Capitolo 6
*** LA NOTTE PIU' BUIA ***


I tre assalitori sfondarono la porta d’ingresso della villa Kruger e si trovarono alla scala che portava al piano superiore. Accesero le torce e salirono per gli scalini, tenendo le armi puntate e pronte a far fuoco. Johnny, sentendo i rumori, capì che avrebbero raggiunto il piano superiore dove alloggiava e perciò prese dalla parte basse del comodino una mitraglietta, con un caricatore di cinquanta proiettili. La impugnò e si nascose dietro il letto, attendendo che i suoi nemici sfondarono la porta. Sentì che abbatterono una porta, sullo stesso piano e li sentì parlare: non erano americani e gli sembrò quasi una lingua slava. Poté udire e vedere che la maniglia d’ingresso era stata mossa: stavano arrivando. Entrò il primo, l’autista del veicolo e Johnny si palesò e gli scaricò venti proiettili, uccidendolo. L’uomo armato col fucile d’assalto sparò dalla parte sinistra esterna alla stanza, bucando diverse volte il muro e ferì, indirettamente, Johnny il quale si ritrasse, toccandosi la spalla sinistra, insanguinata. L’assalitore terminò di sparare ed entrò nella camera, seguito dall’altro armato di fucile di precisione. Pensarono che l’obiettivo si trovasse nelle vicinanze del letto e si fecero cenno di andare lì. Videro che l’attore non si muoveva e pensarono di averlo ucciso. L’uomo armato di fucile di precisione gli si avvicinò, guardandolo in volto. Johnny si svegliò di colpo, sorrise e in una frazione di secondo sparò al suo assalitore e poi girò la sua arma contro l’ultimo rimasto, quello col fucile d’assalto, ferendolo alle cosce. Johnny si rialzò, tenendosi a fatica e si sgranchì. -Mai sottovalutare un attore e soprattutto Jimbo Jambo. Hai capito amico? – Colpì col piede destro il ferito, proprio dove si era ferito e fece pressione per fargli uscire più sangue. -Faresti meglio a guardarti le spalle! – disse l’assalitore ferito, urlando. Johnny sottovalutò ciò che disse e un braccio destro, armato di pistola Beretta, entrato per poco nella stanza, sparò un colpo alla schiena dell’attore, trapassandolo. La star del cinema s’accasciò a terra e l’assalitore guardò nella penombra l’uomo che lo aveva salvato, dicendo: -Era ora ti facessi vivo! – CONTINUA

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Capitolo 7
*** VERITA' E CONSEGUENZE ***


L’uomo che aveva sparato entrò nella stanza e osservava con rabbia Johnny. Aveva i capelli ricci e neri ed era il suo collega Frank Vitaliano, collega di lavoro sul set del film Jimbo Jambo 4: l’arrivo del Dr. Neumann dove interpretava proprio il nemico del personaggio interpretato da Johnny Kruger. Tenendo la pistola puntata raggiunse la posizione del ferito, lo girò per vederlo in faccia. -Nel nostro film mi avrai pure sconfitto ma nella vita vera io batto te! – Il volto di Johnny era più chiaro e aveva perso molto sangue ma in quegli attimi capì chi avesse di fronte e sputò il sangue sul volto di Frank. -Maledetto! – disse Johnny Frank tirò fuori un fazzoletto dalla tasca destra per ripulirsi e poi, di tutta risposta, si rimise sopra Johnny e gli sparò alla coscia sinistra. -Io maledetto? Tu lo sei! Dovresti vergognarti per come sei. Sei solo un riccone egocentrico pieno di sé che non ha rispetto di nessuno e farebbe sesso con sé stesso se potesse. Tu, idiota che non sei altro, hai ucciso un ragazzo e per tutti questi anni hai fatto finta di nulla! – -Tu non sai! – rispose Johnny -Fino a poco tempo fa sì e non avrei mai pensato fossi capace di un’azione così brutta ma è tutto cambiato quando, un mese fa circa, ero al commissariato a denunciare il furto di un orologio quando ho sentito un agente parlare di un omicidio perpetrato da una star di Hollywood. Ho teso l’orecchio e parlavano di te. All’inizio non potevo crederci ma poi l’agente si lasciò scappare una località e il nome di una donna, la madre di Marcus Perez, Moira, ricoverata in ospedale per una leucemia. Il lavorare con te, poi, mi ha spinto ad andare a fondo della questione e la donna, in fin di vita, mi raccontò che il figlio non aveva mai fatto ritorno. Mi disse che c’erano delle tracce in Kentucky così mi sono diretto là, ho chiesto informazioni e quando ritrovarono il cadavere… mi fu chiaro che la donna non mentiva. Morì poco dopo e spero che il buon Dio la tenga a sé: ha sofferto davvero troppo, anche per colpa tua! Ho assoldato sicari, ti ho minacciato sperando dicessi la verità ma non è stato abbastanza. Così, ora, sono qui per vendicare la morte di quelle due persone! – Si preparò a sparare a Johnny, puntando la pistola al volto quando l’attore, alzato le mani in segno di resa, decise di rispondere al lungo monologo. -Non ho commesso quell’omicidio volontariamente; potessi tornare indietro eviterei tutto! – -Ma non lo hai fatto e per sedici anni quel ragazzo è rimasto sepolto. Aveva ancora una lunga vita davanti! – urlò Frank Prima che poté sparare fecero irruzione le forze speciali americane che entrarono nella stanza e intimarono a Frank e al suo complice di gettare le armi. Dieci uomini accerchiarono i tre uomini e posero le manette a Frank e al complice, facendolo uscire dalla stanza. Ad un certo punto entrò un uomo con un impermeabile di colore marrone, baffi neri, capelli neri e stempiati, tirati indietro; costui fumava una sigaretta e avanzava con la mano sinistra nei pantaloni. Si avvicinò a Johnny, lo guardò e fece cenno a due uomini. -Signor Johnny Kruger la dichiariamo in arresto per omicidio e occultamento di cadavere. Verrà curato e, una volta guarito, portato al carcere di massima sicurezza dove sconterà la sua pena. – Alzarono Johnny e lo trascinarono giù per le scale e caricato su un’ambulanza. Un mese più tardi Johnny Kruger venne condannato a dieci anni di reclusione, da scontare al carcere di massima sicurezza di San Quintino mentre Frank Vitaliano due anni con la condizionale. Per l’attore le porte di Hollywood e del mondo si chiusero, passando da attore in grado di trainare da solo un film a crudele assassino. FINE

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