Writary

di Allen Glassred
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Biglietto aereo ***
Capitolo 2: *** Atlantide ***
Capitolo 3: *** Caramelle gommose ***
Capitolo 4: *** Ferrovia abbandonata ***
Capitolo 5: *** Piatto a base di pesce ***
Capitolo 6: *** Catacombe ***
Capitolo 7: *** Latte in cartone ***
Capitolo 8: *** Astuccio kawaii ***
Capitolo 9: *** Civiltà sconosciuta ***
Capitolo 10: *** Lucertola ***
Capitolo 11: *** Carne rossa o carne bianca? ***



Capitolo 1
*** Biglietto aereo ***


Day 1: Biglietto aereo
Storia: Where is the hatred, there is bloodsheed
Personaggi: Mello ed Alice

 

Il giovane dalla chioma bionda osserva distrattamente il proprio biglietto aereo: è deciso, pensa. Deve allontanarsi per sempre da quella città e, soprattutto, da lei. Dalla sola donna che abbia fatto battere il suo gelido cuore di Principe dei Demoni, la sola donna scampata alla sua terribile furia e la sola donna per la quale si è esposto al pericolo. Per causa sua pensa, suo fratello Near lo ha esiliato dalla loro famiglia e rinnegato come fratello, ma a questo punto che importa, si chiede? “ Niente… “. Sussurra solamente il principe Mello, stringendo tra le mani il proprio biglietto aereo e sospirando pesantemente. “ Ormai non conta nulla… “. Continua, eppure è in pace con sé stesso: lo rifarebbe altre dieci, cento, mille volte. Si frapporrebbe un milione di volte ancora tra l’attacco di Near e la sua amata Alice, rischierebbe infinite volte la vita per lei. Anche se lo sa, lei non lo perdonerà mai: non gli perdonerà mai il fatto di averle taciuto la propria vera natura, non le perdonerà mai il fatto di averla ingannata e non crederà mai che il suo amore per lei è sincero, che non l’ha presa in giro solo per avvicinarsi e riuscire ad ucciderla. Non le ha nemmeno fatto sapere che Near lo ha rinnegato, a che servirebbe ormai? “ Meglio che me ne vada e la lasci in pace: forse è vero. Demoni e streghe non potranno mai stare insieme “. Sussurra solamente, mentre si alza per poter effettuare il ceck – in. Ha preso un biglietto per una meta totalmente casuale, un biglietto per il primo volo disponibile e che lo porti quanto prima via da quella città, via da quella sua vecchia vita che, naturalmente, ha fatto e fa soffrire anche lui. Anche se lo sa: i problemi non svaniranno solo partendo, essi lo continueranno a seguire. Ma, pensa il figlio di Rossana e Mephisto, affrontarli in un’altra città sarà meno doloroso che affrontarli proprio lì, a Londra. “ Coraggio, Mello… “. Mormora, scuotendo il capo. “ … si parte “. Fa: deve essere risoluto, lo sa bene. Non sono ammessi errori e ripensamenti, ormai nulla lo lega più a quella città. Anzi: lì troverà solo altro dolore e sofferenza, il distacco è l’unica soluzione. Ancora non lo sa, ma forse i suoi piani sono destinati a cambiare molto presto.

 

“ il volo per Copenaghen è già partito?! “. Chiede una giovane donna dalla chioma bionda, mentre l’impiegata scuote il capo.

 

“ No, signorina. Non è ancora partito “. Fa, mentre lei posa delle banconote sul bancone: non sa nemmeno lei quante siano e nemmeno le importa, deve fare in fretta!

 

“ Allora la prego: mi dia un biglietto per quel volo! Io devo assolutamente salire su quell’aereo! “. Sentenzia, mentre la donna sembra inizialmente reticente. “ La prego! Mi dica che ci sono ancora posti disponibili e mi dia il biglietto, la prego! “. Continua la ragazza, riflettendo: deve, deve assolutamente ed a tutti i costi imbarcarsi in quell’aereo, deve salire e raggiungere il suo amato. Si, il suo amato pensa: non ha dubbi. Lei lo ama e lui ama lei, è stata solo una sciocca quando, scoperta la sua identità lo ha accusato di non amarla e di averla ingannata, senza nemmeno dargli il tempo di spiegarsi. In seguito ha scoperto la verità da Ryuzaki: suo fratello Near ha esiliato Mello, lo ha punito severamente e cacciato dal palazzo di famiglia. E tutto questo lo ha fatto perché il giovane dalla chioma bionda si è rifiutato di ucciderla, perché ha difeso quello che è il suo, il loro amore. E lei non potrebbe mai perdonarsi, se ora lo perdesse per sempre.

 

“ Oh! È fortunata: un solo posto, costa… “. Ma Alice interrompe bruscamente la donna, mettendo altre banconote sul bancone.

 

“ Credo che queste bastino, no?! Ora la prego: mi stampi quel maledetto biglietto, devo partire assolutamente su questo aereo! “. Fa, mentre l’altra la guarda un po' stranita: in realtà voleva dire che il biglietto sarebbe costato meno rispetto all’importo precedentemente posato sul bancone, ma la bionda pare avere talmente fretta da non curarsi nemmeno del denaro.

 

“ Certo: le stampo subito il biglietto… “. Sentenzia la donna, mentre Alice aspetta con ansia di poter avere il biglietto aereo per poter raggiungere il suo amato e, finalmente, poter vivere insieme il loro amore. Per potergli dire che lo perdona, per potergli dire che non le importa se lui è un demone e scusarsi per aver dubitato.

 

“ Aspettami, Mello: ti prego, aspettami! Sto arrivando “. Sussurra solamente la bionda che, una volta avuto il biglietto si precipita al ceck – in per potersi, in seguito, imbarcare.

 

Entrambi non lo sanno, ma la loro storia non è ancora sgombra da ostacoli, ed un giovane dalla chioma argentea ed il suo mutabile umore e pensiero potrebbero esserne la causa.

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Capitolo 2
*** Atlantide ***


Day 2: Atlantide
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Meg e Gaby

 

“ Tu credi sia esistita davvero? “. La voce della ragazzina poco più grande fa lievemente sussultare l’altra, che da prima sembrerebbe essersi persa nei propri pensieri. “ Meg? Mi senti? “. Chiede, mentre a quelle parole la rossa scuote lievemente il capo, per poi puntare il suo sguardo verde acqua in quello dell’altra giovane.

 

“ Come? Scusami! Non ti ho sentita, puoi ripetere? “. Fa, mentre colei che si rivela essere Gaby incrocia lievemente le braccia al petto.


“ Oh insomma! Ma dove hai lasciato la tua testa? Sei distratta! “. Fa, mentre la sorella non le risponde. Sospirando pesantemente, la bruna afferra il libro illustrato per poi, in fine, indicare una foto su di esso. “ Credi sia esistita davvero? “. Chiede, mentre Meg osserva la fotografia con attenzione.

 

“ Parli di Atlantide? “. Chiede, mentre la maggiore annuisce semplicemente. “ Non so, ci sono tante teorie al riguardo “. Mormora, per poi fare una breve pausa: da un po' di tempo lei e la sorella si stanno interessando alle città sommerse, dato l’amore di quest’ultima per il mare e l’acqua. “ Ma tuo padre dovrebbe saperlo! Perchè non glielo chiedi? “. Fa ad un certo punto, mentre a quelle parole Gaby abbassa lo sguardo, posando il libro sul tavolo e scuotendo il capo.

 

“ Non posso: mio padre è in coma da lungo tempo. Non accenna a svegliarsi, e… “. Capendo di aver risvegliato in lei brutti ricordi, Meg pone rapidamente una mano su quella della sorella maggiore: sarà pur vero che hanno due padri diversi, ma condividono la stessa madre. Sono sorelle e si vogliono bene, ed a lei non piace vedere Gaby soffrire.

 

“ Perdonami, non volevo risvegliare in te brutti ricordi “. Fa, mentre Gaby scuote ancora una volta il capo.

 

“ Ah! Io sto qui a lamentarmi, mentre tuo padre è morto e tu non potrai mai più rivederlo! Almeno, io ho una speranza. Ma tu… “, A quelle parole Meg sorride amaramente: è vero. Suo padre Crowley è morto suicida anni prima, per salvare la vita di Allen e Krad ed aiutare ad attuare l’incantesimo che avrebbe chiuso Abaddon nella gabbia. Lei non potrà più rivederlo, mentre Gaby ha ancora una speranza: infatti, suo padre Gabriel ha perduto la propria grazia ed è finito in coma, tuttavia questa si potrà rigenerare con il tempo e, sicuramente, lui si risveglierà. Tuttavia pensa la rossa, non prova invidia per la sorella: loro madre, Rowena, ha cresciuto entrambe con amore ed affetto e non ha mai fatto mancare loro nulla. E ciò le basta, continua a ripetere a sé stessa.

 

“ Ehi! “. Fa ad un certo punto la minore, facendo alzare lo sguardo all’altra. “ Basta frignare! Possiamo scoprire se Atlantide è realmente esistita, sai? “. Chiede, mentre Gaby la guarda decisamente strabiliata.

 

“ Cosa? E come…? “. Chiede, mentre con una punta d’orgoglio Meg si porta una mano chiusa a pugno al petto, annuendo determinata.

 

“ Sono la figlia di Rowena! La figlia dell’allieva di Elluka Glassred, la più potente delle streghe! A differenza tua, io ho approfondito gli studi di magia ed ora so usare gli incantesimi di nostra madre. Incluso viaggiare nel tempo ed il teletrasporto… “. Fa enigmatica, mentre la sorella la osserva sempre più sorpresa. “ Se Atlantide è esistita, il mio incantesimo ci indicherà dove e quando! Così potremo andare a vederla di persona “. Sentenzia, mentre Gaby perde istantaneamente la precedente tristezza ed osserva la minore con una lieve punta di soddisfazione.

 

“ Hai ragione! Con il tuo potere ci teletrasporteremo nel momento e nel luogo esatto, mentre con il mio riusciremo a respirare sott’acqua senza affogare! Ma la mamma non ce lo farà mai fare “. Fa, mentre con sguardo decisamente furbo, così simile a quello di Crowley, Meg volge la foto della madre verso la parete e, in seguito, ridacchia.

 

“ Ma se la mamma non lo sa, non ne soffrirà “. Fa mentre, finalmente convinta, Gaby da il cinque alla rossa ed annuisce.

 

“ Va bene, allora! Andiamo alla ricerca di Atlantide! “. Fa, mentre Meg va a cercare alcuni libri di magia che appartennero ad Elluka: libri di cui è in possesso all’oscuro della madre, ma che le potranno ben presto tornare molto utili. E non solo nella ricerca di Atlantide.



 

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Capitolo 3
*** Caramelle gommose ***


Day 3: Caramelle gommose
Storia: La nuova alba di Nemesis
Personaggi: Len, Tea, Glen e Lacie

 

Il bimbo di circa cinque anni gusta le proprie caramelle gommose, seduto al proprio banco d’asilo: a dire il vero pensa, è la prima volta che può permettersi di mangiarle: la nonna non gliene ha mai comprate prima d’ora, ma la maestra gliene ha date un po' e, ovviamente, lui non ha rifiutato l’offerta. “ Che buone! Mi piacciono un sacco “. Fa, mangiando con gusto le caramelle a forma d’orsetto dategli dall’insegnante. “ Oh! Mi ha detto di non mangiarle tutte subito, devo tenerne un po' per dopo! “. Continua, mentre una bimba dalla chioma bionda lo osserva silenziosa: anche a lei piacerebbe assaggiare quelle caramelle, le piacerebbe davvero ma non andrà di certo a chiederle al compagno di classe! È troppo timida anche solo per parlargli, figuriamoci chiedergli di dividere le sue caramelle gommose con lei. La bimba fa per allontanarsi, ma una voce la ferma poco prima. “ Lacie? “. La chiama semplicemente il piccolo dalla chioma corvina. La bimba di circa quattro anni rimane di spalle ed immobile, mentre lui prosegue di lì a poco la propria frase. “ Tieni! “. Fa con una certa insistenza, mentre lei si volge finalmente verso di lui.

 

“ Per… me? “. Chiede incerta, mentre lui le porge il sacchetto delle caramelle e sorride dolcemente.

 

“ Si! Ho visto che mi osservavi mentre le mangiavo… “. A quelle parole lei si porta le mani al viso, in imbarazzo. Fa per parlare, ma lui prosegue il suo discorso di lì a poco. “ … l’insegnante mi ha detto di non finirle tutte ora, ma di conservarle per dopo! Ma io preferisco dividerle con te, prendile! “. Insiste il corvino, mentre lei scosta le mani dal viso e lo guarda incerta.

 

“ D… davvero posso? “. Chiede, mentre lui annuisce e continua a tenere il sacchetto in mano ed aperto, per permetterle di afferrare una manciata di caramelle.

 

“ Si! Prendile, forza! “. Insiste, riuscendo in fine a convincere la compagna di classe: Lacie afferra una manciata di caramelle gommose, per poi assaggiarne una. Sul suo viso compare un’espressione felice: le piacciono davvero molto!

 

“ Grazie, Glen! “. Fa semplicemente la piccola, mentre assieme all’amichetto si siede e, di lì a poco entrambi iniziano a mangiare le proprie caramelle, stavolta insieme.

 

Da lontano, l’insegnante dalla chioma bionda osserva la scena con un lieve sorriso. Incrocia le braccia al petto, mantenendo un lieve sorriso stampato in viso. “ Sono davvero adorabili “. Sentenzia, mentre un’altra insegnante osserva a sua volta la scena con un lieve sorriso. “ Dico bene, Tea? “. Chiede, mentre la donna annuisce semplicemente.

 

“ Len, ricorda: nessuno dovrà sapere chi siamo e perché siamo qui “. Sentenzia, mentre lui annuisce semplicemente.

 

“ Tranquilla, il segreto è al sicuro con me “. Fa, posandole una mano sulla spalla e mentre, di lì a poco lo sguardo celeste di lei torna ad osservare il bimbo dalla chioma corvina e, di lì a poco afferrando una caramella gommosa e mangiandola, trovandola davvero deliziosa.

 
 

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Capitolo 4
*** Ferrovia abbandonata ***


Day 4: Ferrovia abbandonata
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Dean e Jeanne

 

Dean e Jeanne giungono alla vecchia ferrovia abbandonata. L’uomo estrae dalla tasca della giacca una mappa piuttosto datata, sulla quale una cosa ben precisa è contrassegnato un punto ben preciso. “ Ne sei certo? “. Chiede semplicemente la bionda, mentre lui annuisce sicuro.

 

“ Si: guarda anche tu. Mio padre e mia madre segnarono questo punto preciso, ma non capisco come mai. La loro lettera diceva chiaramente che, una volta trovata la mappa avrei dovuto recarmi a questa vecchia ferrovia abbandonata “. Spiega, mentre la donna annuisce un po' perplessa. I genitori di Dean erano semplici umani, come mai avrebbero fatto tutto questo? Non ha il tempo di chiedersi altro: qualcosa attira la sua attenzione.

 

“ Aspetta: prova ad osservare meglio i punti segnati “. Fa semplicemente la bionda, mentre il marito si concentra meglio ed osserva i punti segnati dal padre e dalla madre, su quella singolare mappa. “ Lo vedi anche tu? “. Chiede, dal canto suo l’uomo annuisce dopo essere lievemente sussultato.

 

“ Hai ragione! Hanno segnato cinque punti in cui si trovano cinque vecchie ferrovie abbandonate. Ma perché? “. Si chiede, non riuscendo davvero a comprendere il perché di tutto questo. “ Jeanne, cosa sapevano i miei genitori? Voglio dire: loro erano semplici medici umani, perché hanno…? “. Si blocca di scatto: la moglie avanza di qualche passo e si china, toccando il terreno sottostante.

 

“ Qui c’è della Grazia Demoniaca “. Sentenzia, mentre Dean sgrana gli occhi sconcertato. “ Questo vecchio cimitero è pregno: qui sotto c’è Grazia Demoniaca in elevate quantità “. Sussurra poi la bionda, mentre il marito chiude rapidamente la mappa e si inginocchia accanto a lei.

 

“ Ne sei sicura? Grazia Demoniaca qui, al cimitero? In un vecchio cimitero abbandonato? “. Chiede, mentre lei annuisce.

 

“ Mai stata più certa… “. Ammette la ragazza, facendo ulteriormente allarmare il marito. “ Dobbiamo scoprire cosa c’è sotto: sulla mappa ci sono cinque ferrovie abbandonate, ma Deanne e Frank ti hanno specificatamente chiesto, nella lettera, di raggiungere questa. Ci dev’essere qualcosa che ci sta sfuggendo, ci dev’essere… “. Continua ad esaminare il terreno, sfiorandolo con il palmo della mano: più avanza più la Grazia Demoniaca che avverte si fa forte.

 

“ Oh porca puttana… “. Mormora ad un certo punto Dean, posando una mano sulla spalla della moglie ed invitandola a guardare nella sua stessa direzione. “ Credo di sapere che cosa sia, la Grazia demoniaca che avverti... “. Lascia la frase a metà, forse non avendo nemmeno il coraggio di proseguirla o forse avendo timore che la sua teoria possa rivelarsi fondata.

 

“ Cosa…? “. Chiede semplicemente la bionda, guardando nella stessa direzione del marito e rimanendo, a sua volta, sconcertata ad una visione. “ Un sigillo? “. Chiede poi, mentre Dean scuote il capo.

 

“ Non è un semplice sigillo: sembra quasi una chiave o meglio: la serratura per una chiave “. Sentenzia, ed è vero: sulle rotaie di quella vecchia ferrovia abbandonata, esattamente al centro di essa è inciso un sigillo che i due ben conoscono dato che, purtroppo, si sono già trovati faccia a faccia con esso. “ La chiave per una porta ben specifica “. Conclude. A quelle parole Jeanne sbianca di colpo, rendendosi conto che Dean ha ragione.

 

“ Ora credo di aver capito, ciò che i tuoi genitori cercavano di proteggere a tutti i costi “. Mormora, mentre lui annuisce a sua volta.

 

“ La vera domanda è: come facevano a saperlo? Perché proprio loro si sono presi la briga di proteggere questo luogo, per anni ed anni? “. Fa semplicemente il biondo cenere, esprimendo ad alta voce la stessa domanda che si sta ponendo anche Jeanne: perché mai i suoi defunti suoceri si sono presi la briga di proteggere quel luogo tanto pericoloso? E com’erano coinvolti in questi affari divini? “ Come facevano a sapere che, proprio qui, c’era la porta dell’Inferno? “. Chiede in fine Dean, accorgendosi che lui e Jeanne sono in piedi al centro di un potente sigillo, che serve a mantenere chiusa la porta dell’Inferno. Due coniugi si guardano in volto: ci sono molte cose che dovranno ancora scoprire. Ma una cosa è sicura: devono tenere quel sigillo intatto, per evitare delle altre complicazioni molto, molto più gravi di quelle che hanno avuto fino a quel momento. Perché c’è una ragione per la quale il così detto “ Hell Gate “ deve rimanere chiuso e forse, ce n’è una anche perché siano stati scelti proprio loro per sorvegliarla.

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Capitolo 5
*** Piatto a base di pesce ***


Day 5: Piatto a base di pesce
Storia: White rose
Personaggi: Ayato e Pauline

 

Il giovane dalla chioma rossa osserva gli ingredienti sul tavolo, perplesso. In seguito il libro di ricette. “ Spaghetti allo scoglio? E che devo fare? Mettere uno scoglio dentro gli spaghetti? “. Si chiede perplesso colui che si rivela essere Ayato Sakamaki. “ Ma che! “. Fa poi, scuotendo il capo e guardando ancora una volta il libro delle ricette. “ Tra gli ingredienti non c’è scritto che devo comprare e mettere una roccia nel sugo! In oltre… “. Scuote il capo con energia, pensando. “ … dove lo troverei mai, uno scoglio qui in città? “. Conclude il discorso, prendendo in mano un gambero e guardandolo come fosse un alieno. “ Cosa devo fare con te? “. Si chiede poi, decidendosi finalmente, a leggere la ricetta: dovrà fare del suo meglio, pensa. Dovrà seguirla alla lettera se non vuole che la destinataria della sorpresa sia avvelenata dal suo stesso piatto.

 

Qualche tempo dopo la cucina è totalmente a soqquadro: il piano cottura è un disastro e gli ingredienti sparsi qua e là. Ma il rosso sembrerebbe fiero di sé stesso. “ Ce l’ho fatta! “. Esordisce, guardando la sua meravigliosa “ opera d’arte “ nel piatto. “ Ce l’ho fatta! Beh, dopo aver messo tre volte lo zucchero nella pasta ed aver bruciato quasi tutto il sugo… “. Mormora, riflettendo sui disastri combinati in cucina e su tutte le volte in cui avrebbe solamente voluto mandare tutto al diavolo. A quando ha afferrato la teglia a mani nude, scottandosele e gettandola a tera, rischiando seriamente di ustionarsi con l’acqua bollente. Ma alla fine pensa, tutti i suoi sforzi sono stati premiati: nel piatto troneggiano degli spaghetti fumanti, sopra di essi alcune cozze e gamberi fanno un’ottima scenografia ed il profumo sembra essere davvero invitante. “ Ora però, dovrei pulire tutto questo macello… “. Borbotta, osservando il disastro. “ Altrimenti, se vedrà una cosa simile Pauline mi ucciderà ancor prima che possa darle il mio regalo di anniversario “. Continua poi il rosso, sbuffando sonoramente: dovrà darsi davvero da fare, per far si che la cucina torni a risplendere prima del ritorno della moglie.

 

Pauline Sakamaki rientra a casa dopo diverso tempo: posa l’ombrello nel portaombrelli, sbuffando sonoramente. “ Cavoli! Che tempaccio! “. Mormora solamente, per poi guardarsi intorno: dove sarà mai suo marito, si chiede? Una volta tolto anche il soprabito fa un passo avanti, per poi percepire nell’aria un odore molto particolare e diverso dal solito. “ C’è profumo di pesce? E chi lo avrebbe cucinato, se io sono l’unica che va d’accordo con i fornelli? “. Si chiede perplessa, portandosi una mano dietro il capo. Fa per chiamare il marito, ma lui l’anticipa sul tempo: si è infatti accorto del ritorno della corvina e, così, prima che entri lei in cucina decide di accoglierla lui stesso.

 

“ Bentornata a casa “. Fa una voce che la corvina ben conosce. “ Com’è andata oggi? E… “. Ma lei lo interrompe, con sguardo decisamente strabiliato: ma chi è quell’uomo? Dov’è il vero Ayato? Perché certamente, questo non è il comportamento tipico di suo marito. Fa per dire qualcosa, tuttavia lui è più rapido: quasi la spinge in sala da pranzo, facendola sedere senza darle il tempo di chiedere spiegazioni.

 

“ Ayato! Ma cosa…? “. Fa per chiedere lei, ma lo sguardo del marito la ammutolisce decisamente.

 

“ Sta ferma qui ed aspetta che ritorni “. Sentenzia, mentre lei non capisce dove voglia andare a parare. “ Devo darti la mia sorpresa, per il nostro anniversario! Quindi rimani qui ed aspetta che ritorni, ok? “. Chiede, mentre lei annuisce un po' sorpresa: allora pensa, si è ricordato della data di oggi! E lei che credeva se lo sarebbe scordato, come lo scorso anno.

 

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Capitolo 6
*** Catacombe ***


Day 6: Catacombe
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Vanitas, Ivy, Garry e Jeanne

 

È passato ormai diverso tempo da quando il gruppo si è introdotto nelle catacombe di Veritas, ancora di proprietà dei cacciatori. Due donne in abito da suora seguono in silenzio gli altri due componenti del gruppo, nonché mariti, a loro volta vestiti da preti. “ Ma ne sei sicuro? “. Chiede ad un certo punto il giovane dalla chioma corvina, rivolgendosi all’altro giovane, dalla chioma argentea. “ Credi davvero che siamo sulla strada giusta? “. Chiede nuovamente mentre, di lì a poco l’altro fa un cenno affermativo con il capo.

 

“ Certo che ne sono sicuro: queste catacombe sono da sempre proprietà degli Hunters, le conosco così come conosco i loro contenuti. E so anche che, in una certa posizione c’è una cripta in cui ci è sempre stato proibito entrare. Anche a me, malgrado sia ancora uno dei cinque capifamiglia “. Sentenzia, tenendo in mano una lampada ad olio e cercando di non inciampare. Le due donne rimangono al momento in silenzio mentre invece il corvino decide di dare una risposta.


“ E tu credi che lui si trovi lì? “. Chiede, mentre finalmente una delle donne prende parola.

 

“ Non so se nostro nonno o meglio, il suo corpo si trovi qui. Ma una cosa è certa: questi teschi mi inquietano “. Sentenzia la corvina, notando diversi teschi ad ambedue i lati delle pareti. La bionda accanto a lei osserva attentamente gli stessi teschi, un po' meno impressionata ma posando una mano sulla spalla all’altra.

 

“ Tranquilla, sono solo teschi vecchi e rinsecchiti! Non possono farti nulla “. Sdrammatizza ma, accorgendosi della gaffe commessa si tappa la bocca. “ Ops! Scusa, tesoro! Non volevo mancare di rispetto a questi Hunters caduti, ma… “. Colui che si rivela essere Garry si volge un istante verso la moglie, Jeanne. Poi sorride lievemente.

 

“ Sai che amo la tua sincerità, non saresti stata tu se non avessi esordito con una delle tue esclamazioni “. Fa solamente, per poi riprendere a guardare dritto davanti a sé. “ Ma cerca di non dirle in presenza di altri Hunters: sai, loro sono un po' più suscettibili di me “. Fa solamente, mentre lei annuisce per poi guardare la sorella maggiore, accanto a sé.

 

“ Ivy? Tutto ok? “. Chiede, mentre lei fa un cenno affermativo con il capo.

 

“ Io si, ma non sono io quella a cui dovresti chiederlo… “. Sussurra, guardando poi in direzione del marito. “ Vanitas? “. Lo chiama semplicemente la Regina, mentre lui si volta un momento verso di lei.

 

“ Sto bene, tranquille. Credo siamo sulla strada giusta: avverto la sua presenza, sempre più chiara e forte “. Ammette. A quelle parole Garry annuisce: anche lui la percepisce. Anche se non è discendente diretto di Vanitas Lunettes avverte comunque la sua presenza, sa che sono sulla strada giusta. Infatti, il motivo per cui lui, il fratello e le sorelle sono finiti in quelle catacombe e vestiti in quel modo è solo uno: introdursi nel luogo in cui, ne è certo, il corpo dell’ultimo Re della stirpe Lunettes è stato messo per dividerlo per sempre dalla sua anima, custodita dai Veghner. Infatti pensa, queste cripte appartenevano un tempo ai Delacour, prima di cadere nelle mani di altri Hunters: con tutta probabilità, Hans ed Anna o comunque i loro genitori o nonni hanno nascosto in questo luogo il corpo dell’ex sovrano, per questo anche ai capifamiglia è sempre stato precluso entrare in quella cripta misteriosa. Non osa pensare a cosa potrebbe succedere, se mai il sigillo venisse tolto ed il corpo tornasse ad essere disponibile ad accogliere l’anima del padrone. “ Eccoci qui… “. Sussurra ad un certo punto Vanitas, notando di essere finalmente giunti all’entrata di un’antica cripta.

 

“ Sei sicuro di voler entrare anche tu…? “. Chiede Garry, i cui pensieri sono stati interrotti dal fratello ed al quale pone una mano sulla spalla. “ Se volete, possiamo entrare solo io e Jeanne: non essendo i suoi discendenti diretti, magari ci lascerà in pace. O ancora meglio, solo io… “. Sentenzia, ma Vanitas scuote il capo per poi puntare lo sguardo in quello dell’altro.

 

“ Dobbiamo prima assicurarci che il suo corpo sia ancora qui e soprattutto, che sia sigillato. Non ricordo cos’ho fatto quando il suo spirito mi ha posseduto, dobbiamo accertarci che non mi abbia condotto qui per liberarlo “. Fa, per poi proseguire di lì a poco. “ In oltre, non è proprio così semplice: anche se tue Jeanne non siete i figli di mia madre, lo siete comunque di mio padre. E lui perseguita tutta la dinastia Hikari, senza eccezioni “. A quel punto anche Ivy decide di prendere parola, annuendo a quelle parole.

 

“ Vanitas ha ragione: il fatto che non siate figli di Luna non vi esclude dalla sua cerchia, anzi: potrebbe approfittarne, se vi trovasse da soli ed impreparati. Meglio se entriamo tutti e quattro “. Quelle parole trovano il consenso di Jeanne che, come sempre cerca di sdrammatizzare un po' le cose.

 

“ In oltre, muoio dalla voglia di vedere questo famigerato Re Pazzo! Colui che con la sua maledizione, mi ha privato di mio padre facendolo diventare un pazzo psicopatico ed anaffettivo, anche se ammetto che mi fa paura e mi servirà il sostegno morale di mia sorella “. Sorride lievemente mentre, di rimando, Ivy ricambia il sorriso.

 

“ Allora andremo insieme “. Fa, prendendo la mano della bionda e facendosi a sua volta coraggio. I loro mariti le osservano un momento poi, finalmente, entrambi i fratelli Hikari posano una mano sul cancello che li divide dall’interno di quella cripta misteriosa quanto inusuale.

 

“ Andiamo “. Sentenzia semplicemente l’argento, prima di aprire il cancello assieme al maggiore e pronto a scoprire la verità. Qualunque essa sia.


 

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Capitolo 7
*** Latte in cartone ***


Day 7: Latte in cartone
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Jean Jaques, Shilo e Men

 

È ormai mezzanotte passata a palazzo Veghner e tutti i componenti della famiglia stanno dormendo. Tutti, ma non lui: un giovane di circa vent’anni che, per quanto ci provi non riesce a prendere sonno. Riflette: a cena non ha mangiato un gran che ed ora gli sta pure venendo fame, ma cosa potrebbe mai mettere sotto i denti a quell’ora? Il corvino sbuffa sonoramente, dando un’ultima occhiata al ritratto di suo padre e, in seguito decidendo di alzarsi dal letto e dirigersi così verso la cucina. “ Ci sarà pur qualcosa di commestibile da mettere sotto i denti “. Mormora solamente, afferrando una delle candele per farsi luce. Per un solo istante una ventata gelida quasi lo investe, ma credendo di essersi sbagliato si limita a fermarsi qualche istante e, in seguito, scuotere il capo e riprendere il cammino. “ Dannati spifferi: mi fanno sempre prendere certi spaventi, specie a quest’ora di notte “. Mormora solamente l’unico figlio di Dominique e Mina, per poi arrivare alla tanto ambita meta: la cucina. “ Ed ora eccellenza illustrissima, si va a mangiare! “. Fa semplicemente il corvino, entrando a passo un po' più spedito e dirigendosi verso il frigorifero.

 

Ciò che Jean Jacques si trova davanti non è esattamente ciò che sperava: non c’è nulla in frigorifero, per lo meno nulla che non siano verdure! “ Ah! Lo ha fatto di nuovo! “. Sbuffa sonoramente, riflettendo: sua sorella Shilo deve, senza dubbio, aver detto alle domestiche di nascondere tutto quanto non sia un cibo – a suo dire – sano, sapendo che il fratello se ne sarebbe andato in giro per il palazzo di notte e che, sicuramente si sarebbe abbuffato nelle ore notturne. “ Shilo, questa me la paghi “. Sbuffa sonoramente il ragazzo, facendo per chiudere il frigorifero. “ Ed io cosa mangio adesso? “. Continua il proprio monologo, quasi rassegnato all’idea che rimarrà senza il proprio spuntino notturno. Ma fortunatamente per lui, le sue nefaste aspettative vengono disattese: il latte! Il latte in cartone è “ sopravvissuto “ all’ispezione di sua sorella minore: l’alimento che ama forse più di stufati e carni varie è proprio di fronte a lui, come lo stesse invitando a berlo. “ Il latte in cartone! “. Fa semplicemente il corvino: no, pensa. No, non deve ingozzarsi di latte a quell’ora, ma… ma… la tentazione è troppo forte. “ Devo resistere agli stupidi impulsi, devo resistere “. Fa semplicemente il giovane, cercando di darsi un contegno. Da le spalle al frigorifero ancora aperto, per poi osservare con la coda dell’occhio i vari cartoni di latte. “ Devo resistere “. Borbotta solamente ed ancora una volta il ragazzo, per poi in fine arrendersi. “ Ah! Al diavolo! “. Fa in fine, afferrando i cartoni di latte come fossero trofei e decidendo, in fine, che cosa farne.

 

La mattina dopo, una giovane dalla chioma corvina pare essere decisamente contrariata. Un giovane della sua stessa età, una sua versione maschile se così si può dire, entra in cucina decisamente assonnato. “ Uhm? “. Mormora solamente, notando la gemella minore di fronte al frigorifero con sguardo – a suo dire – assassino-. “ Shilo? “. Chiede solamente Men, fratello gemello di Shilo e figlio di Giyu e Mina. “ Sorellina, che hai? “. Chiede solamente, mentre una pericolosa aura indaco circonda il corpo della giovane.

 

“ Questo – è – troppo! “. Fa semplicemente la fanciulla, mentre il fratello deglutisce un paio di volte: ah si, conosce bene quello sguardo e sa che, quando la sorella è infuriata c’è un solo componente in famiglia a tenerle testa, a parte ovviamente i loro genitori.

 

“ Shilo cara, rischi di far esplodere la cucina se non ti contie… “. Non finisce la frase Men, mentre la ragazza inizia a gridare su tutte le furie.

 

“ Jean Jacques!! Dov’è il mio latte in cartone!? “. Grida, decisamente fuori dai gangheri e mentre il gemello maggiore riflette: non vuole essere nei panni del fratello, quando Shilo lo troverà!

 

“ Questo amore per il latte in cartone, devono averlo preso dalla mamma “. Mormora solamente il corvino, afferrando la sua tazza e versandovi il caffè: menomale pensa, che lui non ha questo tipo di problemi. Certo, almeno finché non gli verrà a mancare il suo beneamato caffè.

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Capitolo 8
*** Astuccio kawaii ***


Day 8: Astuccio kawaii
Storia: La nuova alba di Nemesis
Personaggi: Kevin e Lacie

 

La ragazza dalla chioma bionda osserva per qualche istante l’oggetto presente sul suo banco. È strano, pensa: fino a poco prima non c’era, chi lo ha messo lì? Da prima aveva pensato appartenesse alla sua migliore amica Anya, ma questa ha smentito: non ha mai visto prima quell’astuccio anche se, deve ammettere, non le sarebbe dispiaciuto essere la destinataria di tale regalo. Lacie prende tra le mani l’oggetto in questione, come lo stesse esaminando: su uno sfondo rosa sono state disegnate delle margherite, il suo fiore preferito. Poi c’è la scritta su di esso. “ Little Daisy “. Sussurra solamente la bionda, capendo che il regalo è stato realmente destinato a lei: ci sono alcuni suoi amici, due in verità, che la chiamano in quel modo: infatti sono a conoscenza sia della sua passione per gli astucci Kawaii, sia di quella per le margherite. Passioni delle quali sono a conoscenza solo loro: non lo ha mai confidato a nessuno, nemmeno ad Anya. Non che ci sia qualcosa di cui vergognarsi, questo no ma.. il filo dei suoi pensieri viene interrotto dalla mano dell’amica, che si posa sulla sua spalla mentre la corvina sorride lievemente.

 

“ Credo sia tu la destinataria di questo regalo, Lacie! “. Sentenzia, mentre la ragazza si riscuote dai suoi pensieri ed annuisce lievemente, ancora un po' confusa.

 

“ Ok, ma chi può essere stato? “. Chiede più a sé stessa: i candidati sono comunque due, ma nessuna traccia su chi possa essere stato. Una parte di lei sa già chi sperare sia stato: per un momento lo sguardo della fanciulla si posa sul suo compagno di classe dalla chioma ebano: Glen. Uno dei due candidati, uno dei soli due a conoscenza di queste sue passioni. Vorrebbe avvicinarsi e chiederglielo, ma per la prima volta sente una sorta di soggezione: non è normale, pensa. Conosce Glen da una vita intera, sono praticamente cresciuti insieme e di certo, non le è mai capitato di sentirsi così in imbarazzo nel domandargli alcun che. Ma da un po' di tempo a questa parte le cose sono cambiate: ogni volta che è vicina a Glen si sente stranamente agitata, le mani sudano ed il cuore sembrerebbe volerle uscire dal petto. Non comprende le ragioni di tale stato d’animo, tuttavia sa che si presentano sempre più di frequente e che accade ogni volta che è vicina al giovane dalla chioma corvina.

 

“ Pensi sia stato lui? “. Chiede Anya, notando come la sua amica stia osservando con insistenza il compagno di classe. “ Ah, Glen! Eh si, immagino ti piacerebbe se fosse stato lui, eh? “. La canzona un po' la corvina, mente l’altra arrossisce vistosamente.

 

“ Anya! “. La richiama la bionda, arrossendo a quelle parole e mentre l’amica continua a ridere.

 

“ Comunque, chissà chi può essere stato…? “. Mormora solamente, mentre anche Lacie inizia a farsi pensierosa: non sa se non sia stato Glen a farle quel regalo, ma se così non fosse stato c’è un altro solo possibile candidato. Ma la vera domanda è, perché? In fin dei conti non è tipo da fare questo genere di cose. O meglio: così crede lei.

 

Il giovane dalla chioma argentea osserva la scena qualche istante, rimanendo fuori dalla porta. Sorride lievemente, decidendo comunque di non entrare nella classe della sua amica e mentre un compagno lo osserva, braccia incrociate al petto ed espressione seria. “ Kevin? “. Lo chiama, senza tuttavia ottenere risposta. “ Potresti anche dirle che sei stato tu: le farebbe piacere “. Sentenzia, mentre l’altro ghigna lievemente e, in seguito, scuote il capo.

 

“ A tempo debito, Rei. A tempo debito saprà tutto “. Calca sulla parola tutto, colui che è il “ secondo candidato “ nella “ lista “ di Lacie. Ma perché non voglia rivelarle di essere l’artefice del regalo, questo ancora nessuno lo sa. Almeno, per il momento.

 

l'astuccio in questione: https://images.eprice.it/nobrand/0/Lightbox/416/213095416/HTB1wZvGXYY1gK0jSZTEq6xDQVXaL_e350d12a-c56a-4ec0-8664-ef6793edce13.jpg

 

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Capitolo 9
*** Civiltà sconosciuta ***


Day 9: Civiltà sconosciuta
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Michael ed Hamriel
 

Un giovane alato osserva un altro eterno giovane: anche lui ha delle ali, tuttavia ne ha decisamente più di lui. “ Signore “. Lo chiama solamente colui che è un Angelo minore. A quel richiamo, l’altro si riscuote dai propri pensieri: lo osserva con la coda dell’occhio, senza tuttavia volgersi completamente verso di lui.

 

“ Hamriel “. Lo chiama semplicemente, per poi riprendere parola di lì a poco. “ Ti sento turbato, cosa c’è? “. Chiede semplicemente l’eterno giovane dalla chioma rossa, mentre il biondo abbassa da prima lo sguardo. Solo in seguito prende parola, sospirando pesantemente.

 

“ Cos’è che state osservando da così tanto tempo? Sembrate così assorto nei vostri pensieri, da dimenticare la missione che il Padre ci ha affidato “. Ammette senza mezzi termini: è inutile nascondere ciò che pensa, lo sa benissimo che se mentisse finirebbe solamente per far infuriare maggiormente colui che è la Spada di Dio, il suo primogenito e gemello di Lucifero.

 

“ Non l’ho dimenticata affatto “. Sentenzia inaspettatamente calmo l’Arcangelo del Fuoco, stringendo la propria spada come fosse il più ambito dei trofei e ritornando a puntare lo sguardo in quello che, di fatto è il lago di Gabriel. Uno dei punti dai quali si può osservare quella civiltà sconosciuta, quegli umani. “ Diciamo che sto solo studiando come eseguire gli ordini al meglio “. Ammette enigmatico, mentre Hamriel non sembra capire fino in fondo le sue parole.

 

“ Studiando? “. Chiede semplicemente, mentre colui che non è altri che l’Arcangelo Michael annuisce. Solo in seguito decide di dare una spiegazione delle spiegazioni.

 

“ Si: sto studiando quella civiltà sconosciuta che papà ha creato, quegli umani “. Sentenzia semplicemente. “ Ci ha ordinato di andare a proteggerli. Degli esseri così imperfetti e sciocchi, mi chiedo se se lo meritino davvero… “. Mormora poi, ma non abbastanza a bassa voce da non farsi udire dall’altro. “ Ah, dimentica ciò che ho detto “. Fa poi la Spada di Dio, ritornando al suo tono fiero ed autoritario ed uscendo da quella riflessione che, se ci riflette, non è poi tanto lontana dalla visione di suo fratello Lucifero. No: scuote il capo con enfasi alla sola idea. Lui non è come Lucifero, non è un volgare peccatore che si ribella al Padre ed alle sue decisioni. Lui è un bravo figlio, il figlio buono, ora il figlio prediletto. E niente e nessuno potrà sottrargli questa carica, niente e nessuno lo farà vacillare: anche se ritiene sbagliato obbligare gli Angeli e gli Arcangeli a proteggere quegli umani, lo farà. Lo farà non perché vuole, ma perché deve. Perché è questo il volere di Dio, che è la sola cosa che conti.

 

“ Allora, ditemi: qual’è il primo umano che dobbiamo proteggere? “. Chiede semplicemente il biondo, mentre il rosso osserva un uomo ed una donna in quel lago, ghignando.

 

“ Eccoli lì “. Sentenzia, mentre Hamriel si limita ad annuire a quella frase, avvicinandosi lentamente per poter vedere chi siano gli umani che lui ed il suo signore devono proteggere.

 

“ Oh… capisco. È tutto chiaro “. Mormora semplicemente, mentre Michael riflette un istante, poco prima di scomparire in un turbine di fuoco e lasciando il sottoposto da solo, con altre mille e più domande.

 

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Capitolo 10
*** Lucertola ***


Day 10: Lucertola
Storia: La diciottesima luna
Personaggi: Luca e Fukiko

 

Il giovane dalla chioma bruna osserva da un po' la lucertola che sta “ camminando “ indisturbata tra un vaso e l’altro, arrampicandosi su di essi di tanto in tanto. D’altra parte invece, la fanciulla dalla lunga chioma bionda si limita a fissare lui: lui, che volente o nolente deve ammettere che quella ragazza gli assomiglia in molti punti, ereditati probabilmente dalla madre dato che, di fatto, hanno un padre diverso. “ Luca “. Lo chiama solamente lei, interrompendo di fatto il suo “ osservare “ e di fatto, anche i suoi pensieri. Luca Perry Hikari rimane da prima in silenzio, quasi non volendole rispondere. In seguito decide di prendere parola, ed affrontare una volta per tutte la situazione.


“ Che cosa vuoi da me, Fukiko? “. Chiede quasi con rassegnazione l’erede dei Perry, sospirando pesantemente come fosse realmente stanco, sfinito. La sorella lo osserva qualche istante, stringendo il manico del proprio parasole: la stessa abitudine di loro madre, pensa Luca. La stessa abitudine di portarsi in giro un parasole ovunque vadano.

 

“ Voglio che mi ascolti “. Sentenzia con determinazione l’ultima erede in vita di Dominique e Jeanne, mentre a quella frase sente istantaneamente il fratello irrigidirsi ed il ritmo del suo sangue cambiare radicalmente. “ E no: stavolta non mi caccerai come la volta scorsa. Stavolta mi starai a sentire “. Conclude determinata, mentre a quelle parole lui stringe i pugni in ira.


“ Non ho nulla da dirti “. Mormora, mentre la lucertola passa accanto a Fukiko in quel momento. Ma la giovane erede dei Lunettes non sembra affatto schifarsi, tutt’altro.

 

“ Sei proprio come questa lucertola, tu “. Sibila solamente la bionda, mentre lui non capisce dove voglia esattamente andare a parare. “ Hai il sangue freddo, pare che tu abbia il ghiaccio che ti scorre nelle vene “. Continua, mentre da prima lui vorrebbe ribattere. Ma non ci riesce: che sia vero, si chiede? Che il ghiaccio che ha imparato a controllare abbia anche ricoperto il suo cuore? “ Pavi e Luigi mi avevano avvertita che non era un buona idea venire da te, ma io sono stata una stupida ed ho pensato che avremmo potuto parlare. Perché sai, mio caro fratello… “. E calca sulla parola fratello con una malcelata ironia, per poi concludere la frase di lì a poco. “ … anche se forse ti stupirà, io non sono mio padre. Non ho colpa per ciò che ti ha fatto, così come non ho colpa per ciò che ha fatto alla mamma. Ma tranquillo: se continui a pensarla così… “. Si gira poi, facendo per andar via e riflettendo: Pavi e Luigi l’avevano messa in guardia, ma lei ha voluto comunque creder che suo fratello l’avrebbe perdonata, che l’avrebbe ascoltata e che forse avrebbero potuto costruire un rapporto normale. Ma si rende conto di essere stata un’illusa: ciò non avverrà mai, non finché Luca continua a vedere Dominique in lei. Tuttavia, nel sentire quei nomi qualcosa cambia radicalmente nell’animo dei giovane Hunter.

 

“ Luigi e Pavi? “. Chiede solamente, trattenendo la sorella per un polso prima che possa andarsene.

 

“ Si: ho incontrato due ragazzi con questi nomi. Hanno detto di essere lontani parenti di tuo padre e che tu non mi avresti mai perdonata. Mi chiesero di seguirli, ma mi rifiutai: preferii venire qui, da te. Ma non temere, questa è l’ultima volta e… “. Ma lui interrompe ogni sua possibile altra frase: quasi senza rendersi conto attira la bionda a sé: smeraldo e zaffiro sono l’uno riflesso nell’altro, mentre lui prende parola di lì a poco.

 

“ Non devi mai fidarti di quei due “. Sentenzia, mentre lei non capisce: come? Prima suo fratello la odia ed ora la mete in guardia, si chiede? “ Fukiko, per favore fai come ti ho detto: quei due non sono solo lontani parenti. Sono molto pericolosi per entrambi, oltre che per l’intera famiglia. Dammi retta “. Sentenzia, mentre lei lo guarda per poi scuotere il capo.


“ E se anche fosse? “. Chiede, mentre lui sgrana gli occhi sorpreso. “ Cosa ti importa? Tanto tu mi odi a prescindere, e… “. Ma senza darle il tempo di rispondere lui scuote il capo.

 

“ Se hai davvero incontrato quei due, se si sono avvicinati a te non è saggio che rimanga da sola al di là del confine: saresti una preda troppo facile per loro “. Sentenzia, mentre lei non capisce a cosa sia dovuto questo repentino cambio d’umore. “ Puoi rimanere qui, con me, Eda e Suhan: in questo modo ti avrò sott’occhio per tutto il tempo “. Sentenzia in fine il figlio maggiore di Garry e Jeanne, mentre la sorella lo osserva stranita: lì con lui, sua moglie e sua figlia?

 

“ Come? Non dicevi di odiarmi? Che ero pericolosa, che avevo gli stessi geni maledetti di mio padre? Ed ora vuoi che rimanga qui, con te e la tua famiglia? “. Chiede, mentre a quelle parole Luca riflette: beh pensa, forse è davvero stato troppo crudele con Fukiko.


“ Hai ragione su un punto “. Inizia il discorso, per poi prendere un profondo sospiro e proseguire di lì a poco. “ Tu non sei tuo padre e forse, io sono stato troppo crudele con te: non hai colpa per quello che Dominique ha fatto e, che io lo voglia o no sei mia sorella minore. Il mio compito è proteggerti. Quindi si: puoi rimanere “. Spiega, mentre lei avverte un mutamento nello scorrere del sangue del maggiore e non solo: le sue stesse emozioni hanno un odore differente. Ciò che lui non dice a parole, lei lo ha già capito.

 

“ Allora non sei proprio come questa lucertola “. Sorride lievemente la bionda, pensando a quel buffo paragone tra il rettile e suo fratello, fatto in quel momento di collera. Lui arrossisce lievemente, mentre finalmente lei riesce a mantenere un lieve sorriso. “ Luca? “. Lo chiama, mentre lui si volge per andare via, fermandosi solo un istante.

 

“ Benvenuta a villa Perry “. Fa solamente, senza volgersi verso di lei ed avviandosi per andare via, lasciandola da prima interdetta.

 

“ Oh… “. Fa solamente l’unica erede femmina dei Lunettes, mantenendo il proprio sorriso. “ Grazie, fratello “. Sussurra, prima che lui le faccia un cenno come ad invitarla a seguirla, cosa che la ragazza fa di lì a poco. Forse pensa, questo potrà davvero essere l’inizio di qualcosa di buono per lei e suo fratello.

 

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Capitolo 11
*** Carne rossa o carne bianca? ***


Day 11: Carne rossa o carne bianca?
Storia: La diciottesima luna
Personaggi: Sayoko e Nezuko

 

La giovane neo regina osserva i piatti di fronte a lei: dentro ad essi, ogni tipo di prelibatezza. In particolare tuttavia, l’attenzione di Nezuko viene focalizzata su uno specifico elemento: la carne. “ Ah… non so scegliere “. Mormora solamente, accarezzandosi dolcemente il ventre. “ Piccolo, tu di che cos’hai voglia? Carne rossa o carne bianca? “. Chiede: fosse per lei mangerebbe tutto quanto, ma si rende conto che in seguito si sentirebbe male e che non è proprio il caso. “ Pollo o bistecca? “. Chiede, mentre alla pronuncia della parola “ pollo “ il suo piccolo scalcia.

 

“ Mia signora, tutto bene? “. Chiede premurosa una cameriera, notando la lieve smorfia di Nezuko e mettendole una mano sulla spalla con fare gentile. Smorfia che ben presto diviene un sorriso dolce, mentre la neo regina di Imperia sorride ancora una volta.

 

“ Si, Sayoko: sto bene “. Fa, per poi guardare il pollo di fronte a lei e prendendone un’abbondante porzione nel piatto. “ Sai, credo che al piccolo sia gradita la carne bianca, quest’oggi “. Fa, mentre la domestica annuisce. Fa un inchino rispettoso di lì a poco, avvicinandosi alle pietanze di carne rossa e facendo per toglierle.

 

“ Con il vostro permesso… “. Mormora solamente, mentre Nezuko non può fare a meno di osservarla qualche istante: sa bene che quelle prelibatezze andranno gettate, che ai domestici non è nemmeno concesso toccarle malgrado le loro condizioni di povertà e malgrado un po' di cibo decente farebbe davvero loro bene. Sa bene che se osassero e suo fratello lo scoprisse, sarebbero grossi guai. Ma sa anche che Sayoko ha sempre fatto molto per lei: l’ha aiutata nel suoi momenti bui, sin dall’inizio della gravidanza è rimasta al suo fianco e l’ha aiutata, sempre lei le è stata fedelmente accanto quando Ryo è stato eliminato da Muzan, la notte dell’incendio. Tutte cose che la fanciulla dalla chioma corvina non riesce a scordare.

 

“ Sayoko “. La chiama, mentre a quel richiamo la donna dalla chioma bruna si ferma e, in seguito si inchina nuovamente.

 

“ Mia regina…? “. Chiede, attendendo il prossimo ordine o di essere redarguita, credendo di aver sbagliato qualcosa.

 

“ Carne rossa o carne bianca? “. Chiede, indicando i piatti con il capo e facendo un cenno all’altra donna, che la guarda decisamente sorpresa da quelle parole.

 

“ Mia signora, non so se io… “. ma lo sguardo di Nezuko, ora così simile a quello di suo fratello Muzan, l’ammutolisce immediatamente. La regina indica una sedia accanto a lei, per poi prendere parola di lì a poco.

 

“ Me la vedrò io con mio fratello, se avrà qualcosa da ridire. Ma d’ora in poi, tu mangerai qui insieme a me. E ciò che rimarrà sarà distribuito tra la servitù, così che tutti abbiano un pasto dignitoso “. Fa, mentre a quelle parole la bruna non può fare a meno di commuoversi lievemente.

 

“ Grazie, mia signora… “. Sussurra solamente, mentre l’altra sorride lievemente e mentre, di lì a poco la sua fedele dama di compagnia si siede al suo fianco come sua amica e pari, senza distinzione tra serva e sovrana.

 

“ E’ il minimo “. Risponde con gratitudine Nezuko, prima di servire una bistecca a Sayoko. “ Ed ora, mangiamo! “. Conclude poi, mentre a quelle parole l’altra annuisce con gratitudine e promettendo a sé stessa che, qualunque cosa succeda, lei rimarrà sempre al fianco della sua amata regina e l’aiuterà come potrà a sopportare il peso della corona, che solo da poco grava sulla sua testa ma che già parrebbe, a volte, essere davvero eccessivo.


 

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