Il Fascino Del Seccante - ShikaIno Moments

di Sakurina
(/viewuser.php?uid=31623)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ShikaIno #1: Il Fascino Del Seccante ***
Capitolo 2: *** ShikaIno #2: Di Tende e Di Passioni ***
Capitolo 3: *** ShikaIno #3: Di Sonni Solidali ***
Capitolo 4: *** ShikaIno #4: Di Giulietta E Del Suo Amore ***
Capitolo 5: *** ShikaIno #5: Di Biscotti Al Cioccolato ***
Capitolo 6: *** ShikaIno #6: Di Dichiarazioni Logiche ***
Capitolo 7: *** ShikaIno #7: Di Piccolezze Indispensabili ***
Capitolo 8: *** ShikaIno #8: Di Genitori Curiosi ***
Capitolo 9: *** ShikaIno #9: Di Donne Ammogliate ***
Capitolo 10: *** ShikaIno # 10: Di Amori E Distanze ***



Capitolo 1
*** ShikaIno #1: Il Fascino Del Seccante ***


Con un pesante tonfo, Ino si lasciò cadere sul morbido letto, sdraiandosi su quelle trapunte visibilmente datate, ma profumate di fresco e di bucato

ShikaIno #1:

“Il Fascino Del Seccante”

 

 

 

Con un pesante tonfo, Ino si lasciò cadere sul morbido letto, sdraiandosi su quelle trapunte visibilmente datate, ma profumate di fresco e di bucato. Il fastidioso scricchiolio della struttura in legno del letto le suggerì che non erano solo le coperte ad avere una certa età, ma tutta la piccola pensione in cui si erano rifugiati per nascondersi quella notte. Tutto profumava di vecchio, ma nel complesso quella cameretta spartana andava più che bene per un sonno riposante.

La ragazza si tirò su a sedere aiutandosi con le mani - avvolte dai lunghi guanti di seta bianca in coordinato col vestito –  sentendosi terribilmente impacciata in quell’ingombrante abito bianco, che la faceva sembrare una bomboniera più che una sposa.

Cercò di trovare una posizione stabile, sebbene il grosso tulle della gonna le impedisse di assumere una qualsiasi posa che non prevedesse l’essere sdraiate o lo stare in piedi: decisamente non era l’abito che avrebbe scelto per il suo matrimonio.

Uno sbuffo contrariato sfuggì dalle labbra della Yamanaka, mentre cercava di tirarsi su con l’agonia di una tartaruga rimasta schiena a terra, nell’inutile intento di raddrizzarsi.

In quel momento, la piccola porticina di legno della camera 22 si aprì, lasciando entrare uno Shikamaru dal viso stanco e un po’ provato.

Lo smoking nero, che avrebbe dovuto farlo apparire elegante, gli dava invece un’aria trasandata, essendo tutto sgualcito e stropicciato; la camicia era sbottonata presso il collo, mentre la cravatta probabilmente non si era nemmeno avvicinata alla giugulare del Nara, quasi vi fosse una specie di allergia reciproca che gli impediva di convivere.

Nel vedere Ino in quella situazione comica, un sorriso divertito si spaziò sul volto di Shikamaru, che si richiuse la porta alle spalle scuotendo la testa, come rassegnato dalla poca grazia della compagna pure in una situazione come quella.

-“Sì, ridi pure, non sei tu quello impachettato in una trappola di tulle, pizzi e perline, con tanto di corpetto a prova di asfissia!”- sbottò Ino, cercando disperatamente di slacciare i nodi che le comprimevano il petto in quel corpetto angusto.

-“Mendokuse, Ino…”- sogghignò Shikamaru, avvicinandosi alla ragazza e sedendosi accanto a lei sul letto. –“Se restassi ferma un secondo ti aiuterei io…”-

-“Ma se non riesco nemmeno a stare seduta! Mi tengo in equilibrio per miracolo, Nara! Ora ti prego liberami da questa tortura infame!”- sbraitò la biondina, con voce roca dall’isteria e dal fiato corto.

-“Okay, okay…”- assentì il ragazzo, prendendo a snodare l’intricato intreccio di fili del corpetto con un profondo sospiro seccato. –“Senti, la prossima volta che uno psicopatico daimyo* ti rapisce per sposarti, cerca di farmelo sapere prima di farti portare all’altare, così oltre al rischio di farci trucidare dalle sue guardie con la mia entrata in scena all’ultimo secondo, evito la fatica di slacciarti il pastrano che ti ha messo addosso.”- sbottò infine, riuscendo lentamente nell’impresa.

-“Mi scusi signor Nara, ma quello minacciava di farvi del male durante il ritorno dalla vostra missione. Cosa dovevo fare?!”- protestò Ino, continuando a dargli le spalle, premendosi le mani contro le tempie doloranti.

Shikamaru divideva il suo sguardo tra i fili del corpetto e le spalle e il collo della Yamanaka –  lasciati nudi dal vestito da sposa privo di spalline, teso a risaltare le forme del petto.

La sua pelle nivea pareva morbida e vellutata come la neve, ma calda come seta arroventata dai raggi del tramonto. Invitante.

-“Hai finito?”- domandò la ragazza, impaziente.

In quel momento, Shikamaru dovette affondare i denti nel labbro inferiore, distogliendo immediatamente gli occhi dalla pelle nuda della Yamanaka. Non sapeva se sentirsi più simile ad un vecchio perverso o ad un vampiro assetato.

-“Mendokuse”- sibilò infine il ragazzo, slacciando con velocità anormale gli ultimi laccetti del corpetto.

Finalmente, l’aria riprese a riempire i polmoni della biondina, che con un sospiro di sollievo si sollevò in piedi.

-“Oh, finalmente!”- esultò Ino, levandosi con uno strattone i lunghi guanti bianchi.

Senza badare alla presenza del compagno, Ino si levò il corpetto – che era anche la parte superiore dell’abito – con smania, restando presto in un semplice reggiseno senza spalline, sotto lo sguardo attonito di uno Shikamaru dalla mascella insolitamente spalancata.

-“I-Ino…”- cercò di richiamarla lui, grattandosi la nuca nell’intento di dissimulare l’imbarazzo – sebbene le gote arrossate parlassero benissimo da sole.

-“No, aspetta! La gonna, la gonna! Devo levarmi questa roba da ballerina classica obesa il più presto possibile!”- si disperò la ragazza, saltellando ovunque nell’esasperato intento di levarsi di dosso l’ingombrante gonna di tulle.

-“Ino…”- deglutì nervosamente Shikamaru, voltandosi nuovamente dall’altra parte nel notare che la ragazza era rimasta praticamente in lingerie, una volta che la gonna aveva raggiunto il corpetto al suolo.

-“Oh, finalmente libera!”- esultò Ino, lasciandosi andare sul letto. –“Oh, Shikamaru, che ci fai nell’angolino? Non ti metterai a fare il vergognoso, adesso!”- lo schernì poi lei, prendendo a levarsi le calze autoreggenti con sensuale lentezza.

-“Non faccio il vergognoso! Sei tu quella che si è dimenticata il significato della parola pudore! Ma ti pare che ci si spogli così davanti al primo uomo che capita?!”- sbottò il Nara, tradendo un certo nervosismo nella voce, cercando con febbricitante nervosismo il pacchetto di sigarette nelle tasche dello smoking.

-“Ma tu non sei il primo uomo che capita!”- sbottò Ino, stupita –“Insomma, ci conosciamo da una vita!”- concluse perplessa, lasciando a terra le calze.

-“Sì, ma la questione non cambia…”- sbuffò Shikamaru, rinunciando alla ricerca delle sigarette per portarsi la mano ad asciugarsi i rivoli di sudore che gli imperlavano la fronte.

-“Sei nervoso, signor Nara?”- domandò la voce improvvisamente vicina della Yamanaka, che, silenziosa, gli si era avvicinata da dietro le spalle.

Si era aggrappata al suo collo – alzandosi sulla punta dei piedi nudi per cercare di raggiungerlo, tanto era alto – e ora gli sussurrava con voce calda e suadente all’orecchio, provocandolo con volontaria e mirata malizia. 

-“Oh, come sei rigido, Shika! Non pensavo di farti quest’effetto!”- gli soffiò sul collo Ino, ridacchiando scherzosa.

Ma sentiva chiaramente il corpo del compagno fermo e irrigidito come una statua, così tanto che non riusciva nemmeno a voltarsi per guardarla. E forse, non era nemmeno felice.

La consapevolezza che l’unica a scherzare in quella stanza era lei investì Ino quando percepì le mani del Nara afferrarle con forza i polsi, scostandoli con uno strattone alquanto seccato dal suo collo.

-“Ehi… ahia Shika…”- brontolò fievolmente Ino, massaggiandosi i polsi e scoccandogli uno sguardo contrariato.

-“Piantala con queste stronzate.”- sibilò freddo il ragazzo, levandosi la giacca e lanciandogliela addosso, in un chiaro invito a coprirsi.

Senza aggiungere altro, Shikamaru la sorpassò, uscendo dalla stanza velocemente e chiudendo la porta con rumorosa veemenza.

Sì, era decisamente arrabbiato.

 

 

Quando rientrò nella stanza, circa mezzoretta dopo, Shikamaru aveva l’aria ancora più stravolta e un profumo amaro di nicotina lo avvolgeva da capo a piedi.

Aveva passato gli ultimi minuti in una specie di stato di autoconvinzione, nel quale si era ficcato in testa l’idea di essere immune al fascino sensuale della compagna di squadra.

Entrando nella stanza, sebbene spossato da tutto quello stress psicologico, il Nara era seriamente convinto di essersi vaccinato contro il “fascino del seccante”.

Ci volle esattamente un minuto per far crollare la sua mezzora di duro allenamento psicofisico.

La stanzetta era illuminata solo dalla fioca luce di una piccola lampada abat-jour appoggiata sul comodino accanto al letto.

Lì, Ino se ne stava accucciata in un angolino del letto, le snelle gambe nude piegate al petto, indosso solamente l’intimo e la giacca nera sgualcita, i lunghi capelli biondi sciolti lungo le spalle - finalmente liberi dalla pressione di mille forcine.

All’udire Shikamaru rientrare, Ino alzò la testa, che teneva appoggiata alle ginocchia, di scatto, fissandolo con occhi sbarrati e perplessi.

-“Shikamaru!”- esclamò lei, sorpresa.

Avrebbe voluto aggiungere altri mille insulti e tempestarlo di domande, ma non ne ebbe la forza. Era ancora allibita dalla reazione insolita di pochi minuti prima del compagno, e cominciava a prendere in considerazione l’idea di aver seriamente esagerato, questa volta.

-“Scusa, non volevo.”- sbuffò Shikamaru, grattandosi la nuca, nuovamente imbarazzato.

-“No, mi sa che sono stata io ad essere un po’ stronza…”- ammise Ino, storcendo il naso, perplessa.

-“Sì, decisamente stronza.”- assentì lui, senza troppi giri di parole.

-“Ah. Okay.”- sussultò la ragazza, vagamente offesa, visto che non si aspettava quella risposta. Ma del resto sapeva bene che Shikamaru non era uno da troppi complimenti.

-“Non puoi venirti a strusciare su di me mezza nuda.”- commentò il Nara, mettendosi a sedere di fianco a lei con un sospiro seccato.

-“Sì che posso.”- contestò Ino, ravvivandosi i capelli, con altezzosità. –“L’ho fatto per scherzare, mica con cattiveria!”-

-“Mendokuse, Ino… ma non lo capisci che… conciata così…”- brontolò fra sé e sé il ragazzo, grattandosi la nuca irritato e indicando la lingerie della compagna.

-“Scusa tanto se sono una donna.”- commentò la Yamanaka, sbuffando offesa.

-“Eh, scusa tanto se sono un uomo!”- ribatté prontamente Shikamaru, irritato dal commento della ragazza.

-“Ah.”- asserì Ino che, solo ora, realizzava quale fosse il vero problema del Nara. –“Shikamaru Nara! Non starai davvero fantasticando su di me?!”- scoppiò in una risata cristallina, infine.

-“…vado a chiedere all’oste se ha un’altra camera libera…”- borbottò il ragazzo, alzandosi per nascondere l’imbarazzo, infastidito dalle risate della compagna.

-“Ma dai, resta qui!”- lo pregò Ino, trattenendolo per il braccio, con occhi languidi e supplichevoli, che lasciavano trasparire tutto meno che innocenza –“Non vorrai lasciarmi sola durante la mia pseudo-luna di miele!”- protestò la ragazza, trascinando lentamente Shikamaru sul letto, accanto lei.

-“E perché dovresti volere proprio me a farti compagnia?”- domandò il Nara, ghignando rassegnato alle provocazioni della compagna.

-“Perché non dovrei?”- rispose lei, sorridendogli maliziosa e appoggiando il volto sulla sua spalla.

I due si osservarono per qualche secondo: lo sguardo scocciato di Shikamaru tradiva uno strano bagliore nelle iridi castane, lo sguardo languido di Ino trasmetteva desiderio e dolcezza accompagnate da un delizioso sorrisino malizioso.

-“Resta qui…”- sussurrò Ino, soffiando sulle labbra estremamente vicine del Nara, percependo improvvisamente un braccio del ragazzo cingerle la vita con forza.

-“Mendokuse, Ino-chan…”- mugugnò Shikamaru, prima di spegnere con la mano libera la piccola abat-jour sul comodino.

Ino pensò che in fondo rischiare di sposarsi con un altro uomo non era poi così male, se era questo ciò di cui aveva bisogno Shikamaru per svegliare l’uomo che era in sé.

Shikamaru, invece, si preoccupò seriamente: non avrebbe mai immaginato che Ino Yamanaka con un abito da sposa indosso potesse fargli quell’effetto devastante. Non osava immaginare l’ansia che il futuro marito di Ino avrebbe provato nel trovarsi all’altare con una bellezza sconvolgente e mozzafiato del genere.

…lo appurò sulla sua pelle un anno dopo.

 

 

 

š

 

 

 

*Il daimyō era la carica feudale più importante tra il XII secolo e il XIX secolo in Giappone.

 

 

 

*Angolo di Luly*

Care Mosche Bianche e non che leggete la prima shot di questa raccolta ShikaIno, grazie per aver letto! *O*

Lo so che la qui presente Sakurina ha una marea di long-fic da completare, ma si suppone che la sottoscritta non sempre sia ispirata nel continuarle. E poi non è colpa mia se ogni cosa che vedo mi ispira ShikaIno!

Così per diletto di tanto in tanto pubblicherò qualche shottina ShikaIno, giusto per scrivere qualcosa di leggero ed estremamente biancoH… <3

Il titolo “Il Fascino del Seccante” viene da una mia ficcy AU, “Un petalo di rosa nella notte d’Oriente”, ed è particolarmente piaciuto a zia Eleanor così ho deciso di riciclarlo. ù_ù

Spero vi aggradino! ^^

 

Una dedica speciale alla zia Eleanor, che ultimamente mi vizia troppo, e che si è gentilmente offerta di betare (ovvero si è catapultata XD) questa prima shottina.

Un’altra dedica di parte è da fare alla mamy Lee, visto che il “Mendokuse, Ino-chan…” è una citazione tratta da una delle sue ficcy che io amo particolarmente. (“Buongiorno perfetto” di Coco Lee, per chi voglia usufruire ù_ù).

Detto questo mi dileguo. <3

 

Baci bianchiH,

Luly

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** ShikaIno #2: Di Tende e Di Passioni ***


ShikaIno #2:

ShikaIno #2:

“Di Tende e Di Passioni”

 

Il fastidioso martellare metallico le rimbombava nelle orecchie, secco e assordante.

Ino sbuffò, sistemandosi un ciuffo dietro l’orecchio con nonchalance, sollevando lo sguardo annoiato su Choji che, inginocchiato di fianco a lei, affondava con un martello i chiodi per fissare la tenda nel terreno. Lentamente, il suo sguardo ceruleo si sollevò verso la sagoma di Shikamaru, comodamente appoggiato contro l’albero intento a studiare la mappa del territorio.

Le iridi cristalline della ragazza seguirono il profilo delle lunghe gambe del compagno, giungendo al giubbotto da chunin, soffermandosi sulle grandi mani tese a reggere la mappa; continuarono la loro salita fino al collo avvolto dal maglione nero, ed infine giunsero con sollievo sul volto del Nara. Inaspettatamente, però, i suoi occhi incontrarono immediatamente quelli di Shikamaru, che la fissavano con espressione perplessa ed interrogativa.

Ino distolse lo sguardo di scatto, arrossendo imbarazzata: che figura, farsi beccare da Shikamaru mentre lo squadrava da capo a piedi! Senza il bisogno di guardarlo, la Yamanaka poté chiaramente percepire un sorrisino compiaciuto e divertito spaziarsi sul volto del Nara, il che le fece saltare non poco i nervi.

Con uno sbuffo poco raffinato, Ino si alzò rozzamente, urtando per caso Choji con una gomitata.

-“Ehi Ino, che ti succede?”- domandò l’Akimichi, allarmato da quell’improvviso scatto d’ira.

-“Niente, Cho, scusami. Ho solo bisogno di un po’ d’aria.”- commentò la biondina, evitando accuratamente lo sguardo divertito del Nara.

-“Ma… se siamo all’aperto!”- trasalì Choji, sbigottito.

-“E fa niente! Ho bisogno di aria di bosco!”- sbottò Ino, ravvivandosi la coda nervosamente e dirigendosi verso il bosco a grandi falcate.

-“Okay, ma non allontanarti troppo! …quella ragazza comincia a diventare schizofrenica…”- commentò l’Akimichi, lanciando un’occhiata perplessa al compagno appoggiato all’albero.

Shikamaru scosse la testa, sogghignando divertito e rassegnato.

 

Ino si era sdraiata nel mezzo di un piccolo spiazzo verde della foresta, lo sguardo perso verso il cielo conquistato dai nuvoloni rosa del tramonto; ovviamente li guardava ma non li vedeva, persa com’era nei suoi ricordi della notte precedente.

Era tutto così confuso eppure così chiaro e nitido che le immagini e le sensazioni cozzavano fra di loro; l’odore del sangue le pizzicava ancora il naso, eppure le ferite non le dolevano già più, come se fossero passati lunghi mesi anziché poche ore.

Passi lenti e trascinati – che le erano fin troppo familiari – attirarono la sua attenzione, portandola a scostare leggermente il volto verso sinistra.

L’espressione annoiata di Shikamaru si riflesse nei suoi occhi di cristallo senza turbarli, anzi, facendoli piegare in uno sguardo indagatore e dubbioso.

Il Nara sbuffò seccato, intuendo che era arrivato il momento di parlare: quella parola – già irritante di suo – se relazionata alla Yamanaka diventava magicamente insopportabile.

Rassegnato, si lasciò cadere pesantemente al fianco di Ino, distendendosi con un sospiro.

-“Avanti, qual è il problema?”- domandò lui, annoiato.

-“Quello che hai detto ieri.”- rispose lei secca, cercando di nascondere l’ansia dietro la sua aria da dura.

-“Beh, mi pare che sia solo un problema mio. Non farti paranoie inutili, Ino.”- sbuffò Shikamaru, incrociando le braccia dietro la nuca, continuando a fissare il cielo.

-“Come sarebbe a dire?! Te ne salti fuori così a dire certe cose senza una ragione e poi mi dici di non farmi problemi?! Come faccio ad ignorare una cosa del genere?!”- sbottò Ino, tirandosi su a sedere e arrossendo un po’ per la rabbia, e un po’ per il ricordo di quelle parole…

 

-“Andatevene… lasciatemi qui…”-

-“Piantala di dire stronzate, Ino! E cerca di resistere!”-

-“Shika voi… io non… vattene ti prego…”-

-“No, Ino… piantala di blaterare!”-

-“Ma… perché…?”-

-“…perché ti amo, maledizione…”-

 

Immediatamente, gli occhi di Ino rotearono altrove, scostandosi dal volto di Shikamaru. Quelle parole suonavano così lontane nella sua mente, quasi come un sussurro confuso, eppure erano in un qualche modo nitide e stampate a fondo nella sua memoria. Ino era quasi certa di essere svenuta per il dolore subito dopo, eppure l’immagine dello sguardo serio e nervoso di Shikamaru che guardava altrove imbarazzato mentre pronunciava quelle parole… le si era scolpito nell’anima.

-“Perché… tu… in quel momento…”- ebbe il coraggio di chiedergli la ragazza, con voce tremante.

-“Perché pensavo che mi stessi lasciando pure tu. Ora basta con queste storie, Ino. Torniamo all’accampamento.”- sbuffò sonoramente il Nara, forse scocciato veramente da quei ricordi, o forse semplicemente troppo imbarazzato per affrontare seriamente la questione.

Si alzò in piedi, ficcandosi le mani in tasca e dando le spalle alla Yamanaka, tornandosene da dove era venuto senza aggiungere nient’altro.

A fatica, Ino si sollevò e prese a seguirlo, distanziandolo di alcuni passi indietro.

-“Shikamaru!”- lo richiamò improvvisamente a gran voce la ragazza, portandolo a fermarsi senza però voltarsi verso di lei –“Dimmi… come… come fai a far finta di niente così?!”- domandò lei, facendosi coraggio, confusa dal comportamento del compagno.

-“Mah, dopo quattro anni ci avrò fatto l’abitudine…”- sbiascicò lui, in una risposta seccata ma velata di tanta amarezza.

Ino ebbe un sussulto di incredulità nell’udire quelle parole e gli occhi avevano preso a bruciarle leggermente, mentre sentiva un magone di colpevolezza crescerle sul cuore.

 –“Tempo scaduto per le domande. Coraggio, muoviamoci o Choji finirà tutta la cena…”- la invitò Shikamaru con un cenno, rammaricandosi della risposta amara che le aveva dato poco prima. Conosceva Ino: ora si sarebbe sentita in colpa per i quattro anni a venire come contrappasso.

 

-“Scusatemi, non ho molto appetito.”- esordì Ino, appoggiando il suo piatto di fianco a Choji, con sguardo basso e serio.

-“Ma suvvia Ino! Sei uno stecchino, se non mangi non avrai mai le forze per continuare il viaggio verso Konoha!”- la riprese Choji, corrucciato.

-“Lasciale fare quello che vuole…”- intervenne Shikamaru, con tono rassegnato.

Choji non ebbe coraggio di ribattere, e, con espressione perplessa, guardò prima l’amico, poi fissò Ino rintanarsi nella tenda velocemente, come un gattino che fugge alla pioggia.

-“Ma cos’è successo?”- domandò l’Akimichi sottovoce.

-“Boh, avrà le sue cose.”- fece spallucce il Nara, mollando il suo piatto poco dopo. –“Vado a farmi un giro.”-

-“Ma… e nemmeno tu finisci di mangiare?!”- trasalì l’amico, stupito.

-“No, mi è passata la fame.”- borbottò Shikamaru, allontanandosi con le mani in tasca.

-“Ma… l’ho cucinata così male la cena oggi?”- mugugnò fra sé e sé Choji, gustando con più attenzione le pietanze, amareggiato.

 

Era ormai notte inoltrata quando Shikamaru rientrò all’accampamento.

Dal falò si alzava ancora un lieve strato di fumo, residuo del fuoco della cena, mentre la calma e le tenebre regnavano assolute. Solo il solito russare di Choji spezzava la naturale quiete del bosco, il che fece sorridere il Nara, che si intrufolò con cautela nella tenda.

-“Maledizione… occupa cinque posti da solo!”- borbottò Shikamaru, notando che l’amico era comodamente svaccato, occupando mezza tenda.

-“Alla buonora. Dov’eri finito?”- sussurrò improvvisamente la voce di Ino, sdraiata di spalle.

-“In giro.”- sbuffò lui, circumnavigando Choji e raggiungendo la ragazza.

Ino si voltò nuovamente in modo da non incrociare il suo sguardo, dandogli le spalle mentre si avvicinava di più all’Akimichi per fare spazio al Nara.

Shikamaru le si sedette accanto con un sospiro, levandosi con lentezza il giubbotto da chunin e lanciandolo poco lontano da lì. Sbuffò nuovamente, sdraiandosi con cautela al fianco della Yamanaka, ben attento a non urtarla in alcun modo per paura di causare una reazione… imprevista. Sì, dopo quella dichiarazione inaspettata e totalmente involontaria, Shikamaru non sapeva cosa aspettarsi dalla compagna.

Sospirò profondamente, percependo brividi di freddo percorrerlo da capo a piedi; erano soliti dormire con due coperte, ma visto che una era interamente arrotolata intorno a Choji, non osava chiedere l’altra che copriva il fragile corpo di Ino.

Effettivamente non ve ne fu nemmeno bisogno, visto che fu Ino di propria iniziativa ad allungargli un lembo di lenzuolo, invitandolo indirettamente a coprirsi.

Shikamaru sorrise silenziosamente, infilandosi sotto la coperta e sbiascicandole un “grazie”  piuttosto seccato, da interpretarsi come chiaro segno di gratitudine, per chi lo conosceva bene.

In risposta, inaspettatamente, ricevette un calmo e pacato “buonanotte”, che se ascoltato con cura poteva suonare vagamente dolce.

 

Riaprire gli occhi fu stranamente brusco, più simile ad un terremoto che non ad un risveglio. Difatti, la prima cosa che si presentò davanti agli occhi ancora offuscati di Shikamaru e Ino fu l’immagine di Choji che, probabilmente cercando di uscire con grazia dalla tenda per non svegliarli, aveva ottenuto esattamente l’effetto contrario, cappottandosi e distruggendone mezza.

-“Ah ah… scusate ragazzi…”- ridacchiò nervosamente l’Akimichi, grattandosi il capo imbarazzato.

Si rialzò, rimettendo su alla bell’e meglio la parte di tenda distrutta, dopodiché uscì velocemente, come se avesse una gran fretta di andarsene.

-“Mendokuse”- sbuffò Shikamaru, buttando nuovamente giù il capo e richiudendo gli occhi, assonnato.

Ino seguì l’esempio del compagno alle sue spalle, ancora troppo stordita per comprendere il comportamento strano dell’Akimichi.

Dopo poco, realizzando che non riusciva più a prendere sonno, Ino rimase ad occhi chiusi, cominciando a rilassarsi e ad analizzare l’atmosfera quieta e calda che regnava nella tenda. Solo allora percepì il corpo caldo – quasi bollente – di Shikamaru estremamente vicino al suo, praticamente… attaccato al suo.

Sbarrò gli occhi sorpresa, realizzando che non solo il Nara era attaccato alla sua schiena, che il suo fiato caldo e regolare le colpiva la nuca e il collo facendola rabbrividire, ma che un braccio del ragazzo le cingeva la vita, stringendola saldamente – volontariamente o non – a sé.

Ino deglutì nervosamente, arrossendo senza ritegno mentre fissava la grande mano del ragazzo saldamente appoggiata sul suo addome.

Adesso le era chiaro il comportamento di Choji! Sicuramente aveva interpretato male quel gesto, facendosi chissà quali viaggi su loro due e su quella notte…

I pensieri della Yamanaka si interruppero ancora quando percepirono la stretta di Shikamaru farsi più forte e il corpo del ragazzo muoversi nel sonno, probabilmente animato da qualche sogno insolitamente dinamico. E la mano del Nara sull’addome della ragazza scivolò – volontariamente o no – più su, posizionandosi comodamente sul seno, scatenando una vampata di calore in piena regola nel corpo della Yamanaka.

Col volto in fiamme, Ino non sapeva davvero come comportarsi: una parte di lei le suggeriva che Shikamaru era in realtà un gran furbone, e che per questo meritava di essere punito; l’altro invece credeva nella sua innocenza e prediligeva un risveglio dolce e un richiamo non troppo severo per il compagno.

In quel momento, dei mugugni sommessi richiamarono l’attenzione della biondina, suggerendole che probabilmente Shikamaru si stava risvegliando.

-“Ehm… Shika?”- lo richiamò Ino, con voce bassa e insolitamente insicura.

-“Mh?”- sbadigliò Shikamaru, sollevandosi e sporgendosi verso la compagna, scrutandola ancora perplesso.

-“Ehm… la mano.”- sforzò un sorrisino per nulla convincente la ragazza, indicandogli la mano che se ne stava beatamente appoggiata sul suo top viola.

Al principio Shikamaru inarcò un sopracciglio, piuttosto perplesso e disorientato; dopo che lo stordimento post-sonno fu passato, tutto gli apparve sotto la luce chiara e nitida della ragione.

-“Ah.”- asserì lui, alzando la mano con scatto secco, fissando perplesso la compagna. –“Scusa. Non vol-… scusa.”- si corresse all’ultimo, alzandosi di scatto senza darle il tempo di elaborare una risposta decente.

Afferrò il giubbotto da chunin ed indossò le scarpe con un’impressionante velocità, uscendo dalla tenda senza nemmeno dare il tempo a Ino di parlargli, e senza degnarla nemmeno di uno sguardo.

-“Shika… fa niente…”- sussurrò Ino, ormai a se stessa, con sguardo perplesso, mentre il calore di Shikamaru le bruciava ancora la pelle.

 

Il mattino seguente, i tre chunin erano in viaggio già di prima mattina, avvolti da un’aura insolitamente silenziosa.

Choji squadrò prima il volto placido e tranquillo di Shikamaru, che stava stranamente in prima fila, poi si volse indietro a guardare il volto basso e scuro di Ino, sempre più stranito.

Insomma, dov’erano finiti il perpetuo chiacchiericcio di Ino e le laconiche e polemiche risposte di Shikamaru? Cos’era quel silenzio assordante?

-“Uhuh… che bella giornata oggi, eh?”- esclamò Choji, fintamente allegro.

-“Mh, già.”- assentì Shikamaru, guardandosi attorno distrattamente.

-“Mh.”- sospirò Ino, ancora con volto basso e pensieroso.

L’Akimichi li squadrò ancora una volta, sconvolto, ed infine sospirò, scuotendo la testa, rassegnato. Aveva già capito che la situazione non sarebbe cambiata nemmeno con tutto il suo impegno.

 

Verso mezzogiorno, con loro grande sorpresa, a metà strada si ritrovarono davanti il team Gai -  stranamente senza Gai - anche loro di ritorno da una missione.

I due gruppi si unirono, con grande sollievo di Choji che, finalmente, poteva sfogare un po’ la sua voglia di chiacchiere, soffocata dalla strana atmosfera cupa fra i due compagni.

Neji e Shikamaru stavano in testa al gruppo, spiccicando qualche rapida parola sul lavoro, ma restarono in silenzio per la maggior parte del tempo; Ino e Tenten invece cinguettavano allegramente in fondo, lasciandosi sfuggire risatine squillanti e abbassando il tono quando trattavano pettegolezzi troppo osé perché i maschi li potessero capire; Choji invece era rallegrato dalle chiacchiere divertenti di Rock Lee e le loro diverse concezioni dell’esercizio fisico diedero il via ad un battibecco spassoso, che però finì per rallentare il gruppo, cosicché furono costretti ad accamparsi per un’altra notte prima di raggiungere Konoha.

All’udire quella notizia, sia Shikamaru che Ino si sentirono pervadere da dei strani brividi di nervosismo, che minarono la loro finta tranquillità mostrata a fatica durante quella giornata.

 

Seguendo il suo istinto schizzinoso, Neji optò per montare una terza tenda, in modo da dividere in modo equo lo spazio per la notte e di far stare tutti più comodi (se stesso in primis).

La serata intorno al fuoco passò stranamente serena e allegra, dato che sia Lee che Choji davano spettacolo battibeccando amichevolmente, e che il chunin dalla tuta verde teneva banco anche senza Gai-sensei a dare corda alle sue stramberie.

A furia di dar spettacolo furono proprio Lee e Choji i primi a cadere vittime del sonno, e fu deciso di comune accordo di piazzarli nella stessa tenda – quella posta più lontano dalle altre – in modo che il loro russare sincronizzato non disturbasse il sonno altrui.

A quel punto, Ino e Tenten si imbucarono nella loro tenda, mentre Neji e Shikamaru si ripararono in quella poco lontano da lì.

-“Ehi Ino-chan, ti vedo un po’ giù di corda… cosa succede?”- le domandò Tenten, mentre osservava l’amica levarsi il top viola per rimanere in un più succinto top nero sottostante.

-“Mh, sì… diciamo che… ho avuto qualche incomprensione con Shikamaru.”- ammise Ino, atteggiandosi ad indifferente.

-“Oh, una novità, insomma!”- ridacchiò sommessamente Tenten, ancora completamente vestita.

-“Già…”- sorrise la Yamanaka, un po’ amaramente, infilandosi sotto le coperte. –“Ma tu non dormi?”-

-“Mh? Ah sì! Sì, ovviamente… prima devo parlare un attimo con Neji però… ti raggiungo dopo!”- si congedò l’amica con tono stranamente nervoso, svignandosela di fretta dalla tenda.

-“Sì, come no…”- commentò fra sé e sé Ino, che ben conosceva i discorsi della compagna con lo Hyuga.

Fece spallucce rassegnata – e forse un po’ invidiosa – e si accomodò sotto le coperte, sprofondando immediatamente in un dolce dormiveglia.

 

Doveva essere passato poco tempo dall’inizio del suo sonno, perché quando Ino riaprì gli occhi, sentiva ancora lo scoppiettio del fuoco fuori dalla tenda.

Si stiracchiò con grazia e gattonò verso l’uscita, incuriosita dalla prolungata assenza di Tenten.

Non appena la sua testolina bionda sbucò fuori dalla tenda, i suoi occhi di zaffiro si posarono sulla lunga figura familiare sdraiata al lato del fuoco, che pareva sonnecchiare col volto appoggiato alla mano.

-“Shikamaru!”- lo richiamò Ino, con un sussulto.

All’udire il suo nome, il Nara si destò di colpo, voltandosi con aria seccata verso la ragazza.

-“Oh… Ino…”- mugugnò lui, sbadigliando.

-“Cosa diavolo ci fai qua fuori?”- sussurrò la biondina, perplessa.

-“Mh… lascio a Neji e Tenten la loro privacy, suppongo…”- borbottò Shikamaru, continuando a sbadigliare mentre indicava la tenda opposta.

-“Ma razza di cretino, ti pare il caso di dormire fuori? Vieni in tenda con me, avanti…”- lo rimproverò Ino, rintanandosi immediatamente nella tenda per nascondere il rossore che le aveva improvvisamente acceso le guance.

-“Ehm… Ino… non so quanto sia brillante come idea…”- protestò il Nara, titubante.

-“Ovvero?”- domandò la ragazza da dentro. -“Se ti riferisci ai tuoi tentacoli, se li allunghi ancora potrei affettarteli col kunai di sicurezza.”- cinguettò lei, teneramente minacciosa.

-“Mh…”- mugugnò Shikamaru vagamente allarmato, alzandosi di fatica e dirigendosi verso la tenda.

Si grattò la nuca perplesso prima di entrare, e sospirò a fondo, chiudendogli gli occhi: non si sentiva per niente in grado di gestire una notte da solo con Ino. Non dopo quello che era successo e con gli ormoni ancora in subbuglio a causa del giorno prima.

 

Quando si decise ad entrare, Ino era già sprofondata in mezzo alle coperte, avvolta come un fagotto. Di lei era visibile solo una chiazza dorata di capelli appoggiata sul cuscino. Il suo respiro alzava e sollevava la coperta, veloce e intenso: era chiaro che non stava dormendo, ma aspettava con impazienza l’arrivo di Shikamaru prima di chiudere gli occhi.

Il Nara le si sedette accanto con un pesante tonfo, sdraiandosi come per testare la comodità del letto: estrema. L’efficienza femminile pure nell’accamparsi lo frastornava.

A malavoglia si levò il giubbino da chunin, sentendosi come privato di un ulteriore protezione, e lo lanciò in fondo alla tenda: planò sopra a dei vestiti ordinatamente piegati in un angolo.

Al momento Shikamaru non capì di cosa si trattava: ma non appena i suoi occhi si abituarono all’oscurità, intuì di chi fossero i vestiti minuscoli che erano svaniti sotto il suo giubbetto.

Annuì fra sé e sé con occhi sbarrati e perplessi, come sconvolto nell’accettare la sua brillante deduzione.

Bene, Ino era mezza nuda sotto le coperte.

Continuò ad annuire come un ebete per altri minuti, aggrottando le sopracciglia, perplesso.

-“…tutto ok?”- bisbigliò Ino da sotto le lenzuola.

-“Mh… sì.”- rispose il ragazzo, massaggiandosi le tempie, come per concentrarsi.

Con un profondo respiro, alzò le coperte e vi si infilò, rimanendo piacevolmente colpito dal calore che emanava il corpo di Ino, inaspettatamente vicino.

-“Buonanotte…”- gli augurò la Yamanaka, con un mormorio sommesso.

-“Mh… ‘notte…”- ricambiò Shikamaru, girandosi dall’altra parte in modo da dare le spalle alla compagna, cercando di allontanarsi da quel calore invitante e da quel profumo dolce e familiare che lo inebriava assurdamente più del solito.

Sprofondò anche lui fra le morbide coperte, chiudendo gli occhi e sospirando per l’ennesima volta.

Ma stranamente, il sonno sembrava essersene andato molto lontano da lì. Più si concentrava a tenere la mente sgombra, e più i pensieri tornavano a martellarla: il ricordo di Ino morente fra le sue braccia, le parole che gli erano uscite di getto e la consapevolezza che non sarebbe mai riuscito a dimenticare quegli assurdi sentimenti per lei…

Strinse con più forza le palpebre, concentrandosi sul respiro ora calmo e regolare di Ino, così ipnotico e soave. Ma gli venne naturale immaginarsi il volto angelico addormentato della compagna e il sollevarsi cadenzato del suo petto, il suo petto mezzo svestito, e la sua pelle calda e morbida giusto lì vicino…

-“Cazzo!”- sibilò Shikamaru, alzandosi di scatto e scuotendo la testa.

-“Che c’è?!”- sussultò Ino, destandosi di colpo e sollevandosi lo stretto necessario per guardarlo.

-“Niente, tu dormi.”- sbuffò il Nara, uscendo nervosamente dalla tenda.

La Yamanaka rimase attonita a fissarlo e, con sbuffo seccato, si tornò a sdraiare, pensierosa.

L’attimo di quiete non durò molto perché Shikamaru fu di ritorno due minuti dopo, apparentemente più nervoso e irritato di prima.

-“Che succede?!”- insistette Ino, dubbiosa.

-“Niente, Neji e Tenten non si danno un contegno…”- borbottò il Nara, infilandosi nuovamente sotto le coperte.

-“Ah ah ah! Sono rumorosi?”- domandò la Yamanaka, con punta di divertita malizia.

-“Già.”- mugugnò il ragazzo, di cui era visibile solo il codino spuntare da sotto le coperte.

-“Eh va beh, beati loro!”- sogghignò Ino, accomodandosi.

-“Ma come beati loro…”- schioccò la lingua sul palato il ragazzo, chiaramente irritato. –“Li invidi?”-

-“Beh, stanno bene insieme e si divertono. Chiunque li invidierebbe.”- asserì sottovoce la biondina, convinta.

-“Pensa che certe cose con Sai non le potresti fare.”- la stuzzicò Shikamaru, d’istinto.

-“Perché?”-

-“Beh, è chiaramente gay. E poi sai che passionale che sarebbe…”- commentò ironicamente lui.

-“Poverino! Va beh, per quel che me ne importa…”- sogghignò la Yamanaka, divertita.

-“Come sarebbe a dire?! Sai-san qui, Sai-san, e poi?”- sbottò il Nara, perplesso.

-“Ah… oh beh. Per quello dici?”- sussultò Ino, pensierosa –“Beh, ero affascinata da lui, ma niente di più. Il fascino dell’artista, hai presente? E poi… era divertente farti ingelosire.”- cinguettò infine.

-“Grazie tante.”- sbiascicò Shikamaru, ironico e scocciato.

-“E dai, non te la prendere…”- sogghignò la ragazza, allungando una mano all’indietro e passandola in una lieve carezza sulla schiena del compagno.

-“Ino!”- trasalì il Nara, che a quel contatto era stato percorso da mille brividi in ogni dove. –“Non farlo più!”- sbottò.

-“Perché no…?”- si sorprese Ino, ridacchiando stranita, senza voltarsi verso di lui.

Shikamaru non rispose, ma la ragazza percepì chiaramente una mano grande e calda scivolarle lungo la schiena nuda, in un gesto lento e soave.

-“Ah… Shikamaru!”- ansimò la Yamanaka, percependo il volto andarle a fuoco a quel contatto estremamente piacevole ed inaspettato.

-“Ecco perché no.”- commentò il Nara, allontanando la mano – ancora fremente – dalla morbida schiena della compagna.

-“Beh… è stato bello dai.”- asserì Ino qualche minuto dopo, con punta di decisa malizia.

All’udire quelle parole, Shikamaru percepì il cuore balzargli in petto, martellargli nella testa.

No, Ino Yamanaka non ci stava provando.

E lui non ci aveva provato con Ino Yamanaka.

No, quello non stava succedendo.

…sì che stava succedendo!

-“Ino… non so se è per le cose che ti ho detto l’altro giorno, se è l’influsso che viene dalla tenda di Neji e Tenten o cos’altro… ma no, non farlo, non dirlo!”- sussultò Shikamaru, con voce nervosa e incredula.

-“Ma Shika… cosa dici?”- si lagnò Ino con voce melodiosa, voltandosi verso di lui ed iniziando ad accostarsi.

-“E non avvicinarti nemmeno!”-

-“Oh avanti, sei assurdo Shikamaru!”-

-“Forse è meglio se vado a dormire fuori, eh?!”- si tirò su a sedere lui, pronto a levare le tende.

-“Ma dove vai, razza di idiota? Cos’è, hai paura di me?”- lo provocò lei, trattenendolo per la maglia.

-“Forse dovrebbe essere il contrario, Yamanaka…”- si girò improvvisamente il ragazzo, soffiandole sul volto, provocatorio. –“Ora basta, Ino… non sai a che gioco stai giocando.”- concluse infine, liberandosi dalla presa, seccato.

Involontariamente, lo strattone fu un po’ troppo veemente ed inaspettato, e Ino finì per perdere l’equilibrio, ricadendo sdraiata.

-“Accidenti Nara, che potenza…”- ridacchiò lei, assolutamente compiaciuta. Contava con ansia i minuti che avrebbe impiegato per far crollare Shikamaru alla sua volontà.

Gli occhi del ragazzo non poterono fare a meno di lanciarle un’occhiata apparentemente seccata, ma diretta ad indagare il corpo scoperto della compagna, finalmente privo di impedimenti di sorta. E quel top nero striminzito… era decisamente troppo striminzito!

E da quando i suoi occhi ci vedevano così bene al buio?!

-“Maledizione Ino, vuoi alzarti sì o no?!”- sbottò lui, nervosamente.

-“Assolutamente no!”- ridacchiò Ino, sempre più soddisfatta –“Perché non ti sdrai tu piuttosto?”- lo provocò ancora.

-“Ino… senti, so che ti stai divertendo ma per me non è così, okay? Non so che idea tu ti sia fatta ma no, non succederà nulla di nulla, hai capito, streghetta?”- la riprese Shikamaru, voltandosi altrove, nevrotico.  

-“Mh… non sarai gay, vero?”- lo sbeffeggiò Ino, ghignando.

-“Decisamente no. Su questo non ho dubbi di sorta.”- sbuffò il Nara, stressato da quel gioco di seduzione improvvisato dalla compagna.

-“Ah no? A me qualche dubbio me lo stai facendo venire, eh…”- ribatté lei, perplessa.

-“Credimi, se tu potessi sentire quello che sento io… non lo penseresti.”-

-“In che senso?”- cinguettò Ino, falsamente ingenua.

-“Ino, ti prego…”- sospirò Shikamaru, esasperato.

-“Cos’è che dovrei sentire per capire?”- domandò la Yamanaka, alzandosi d’improvviso e cingendo le sue braccia al collo del compagno, sussurrandogli suadentemente nell’orecchio.

-“Eh… il problema è che sei fisicamente impossibilitata a sentire questo.”- sbuffò lui, concentrandosi a fatica ora che aveva Ino appiccicata alla schiena.

-“C’entra l’amico delle regioni a sud?”- gli sghignazzò all’orecchio Ino, stringendo di più la presa al collo e strusciandosi lievemente sulla sua schiena.

-“Sì, proprio lui! Però, che intuito Yamanaka! E se magari evitassi di strusciare il tuo procace seno sulla mia schiena sarebbe di grande aiuto, sai?”- sforzò un sorrisino ironico il ragazzo, sudando freddo.

-“E chi dice che ti voglio essere d’aiuto?”- commentò la biondina, strusciando lievemente il naso sulla sua guancia.

-“Ino… ti diverte così tanto sapere che ora puoi fare tutto quello che vuoi di me? Ti piace così tanto l’idea di approfittare dei miei sentimenti e di usarmi come schiavetto? Sei felice ora che sai come sottomettermi?”- sibilò Shikamaru, sentendo che la sua pazienza aveva toccato i minimi storici.

-“Shikamaru… mi pare che io ti stia chiedendo tutto il contrario.”- asserì Ino, fissandolo negli occhi, seria e decisa.

Quello sguardo inaspettatamente risoluto e semplicemente sincero colpirono Shikamaru come una martellata in pieno stomaco, mandando in frantumi l’autocontrollo a cui era rimasto aggrappato disperatamente fino a quel momento.

-“Ino… oh, fanculo!”- sbottò Shikamaru, con voce ricolma di una frustrazione finalmente libera.

Con uno sfogo di sforza, il Nara afferrò Ino per le braccia, spingendola sulle coperte senza che lei ponesse resistenza.

Quando si piegò verso di lei, le braccia della compagna lo accolsero, cingendogli le spalle, mentre una mano delicata gli accarezzava la nuca, premendola verso il proprio volto.

Il contatto tanto bramato al principio fu dolce, perché baciare quelle labbra per lui era così irreale che voleva godersene bene il sapore e la consistenza, studiarne bene la forma ed intuire cosa preferivano.

Ma presto i buoni propositi vennero meno, e la bramosia ebbe il sopravvento: le labbra si unirono con veemenza, in un contatto intenso e febbrile, le gambe si attorcigliarono fra di loro, le coperte si aggrovigliarono; le mani iniziarono uno frenetico studio lungo il corpo dell’altro, sbarazzandosi di ogni ostacolo rappresentato dai vestiti.

La ragione era svanita completamente da quel luogo; era l’istinto il padrone incontrastato di tutto. Se qualcuno avesse chiesto a Shikamaru il suo nome, non avrebbe saputo rispondergli. La sua mente era piena degli ansimi di Ino, del piacevole dolore delle sue unghie sulla schiena e del desiderio di sentirla sua.

Nulla, il resto era nulla; non vi era nient’altro che loro là dentro. E solo loro, rendevano l’aria di fuoco; se la passione fosse stato un elemento materiale, probabilmente la tenda sarebbe esplosa per il poco spazio. Anche se probabilmente l’urlo di Ino l’aveva fatta tremare abbastanza.

 

Fu il cinguettare degli uccellini del mattino a disturbare il sonno di pietra di Shikamaru.

Mugugnò infastidito, e l’abitudine di rigirarsi nel letto fu naturale.

Il suo movimento venne ostacolato da qualcosa di caldo e morbido, rannicchiato sotto il suo braccio destro e comodamente appoggiato sul suo petto nudo.

Il ragazzo aprì gli occhi confuso, abbassando lo sguardo sulla cascata di capelli dorati che gli scivolavano leggeri fra le dita della mano destra, sparpagliati pure su buona parte del petto e sulle lenzuola.

Il viso di Ino spiccava fra quei fili aurei, candido e sereno, bellissimo alla luce dell’alba filtrata dal telo della tenda. Dello stesso colore era la sua graziosa spalla nuda che sbucava, morbida e sinuosa, fra la cascata d’oro.

Shikamaru aggrottò le sopracciglia confuso, dopodiché lasciò cadere la testa sul cuscino, con un sospiro. Lasciò vagare lo sguardo sul soffitto della tenda, perso e vago, la mente vuota. Poi un sorrisino compiaciuto si spaziò sul suo volto, stampandogli a grande lettere in faccia la parola “felicità”.

Con una delicatezza estranea alla sua natura, Shikamaru allontanò Ino da sé, adagiandola con cura sotto le lenzuola, attento a non svegliarla.

Si infilò al volo i pantaloni ed uscì dalla tenda, a petto nudo, a prendere una boccata d’aria. Si sorprese relativamente di trovarsi davanti Neji, di ritorno dal bosco con aria stanca ma soddisfatta. Shikamaru avrebbe scommesso di aver la stessa espressione sul proprio volto.

-“Ehilà, Neji.”- lo salutò il Nara, insolitamente brillante, mentre si stiracchiava rozzamente.

-“Nara.”- ricambiò l’altro con un cenno del capo. –“Ho sentito che vi siete divertiti, stanotte.”- insinuò lo Hyuga, con un sogghigno ben camuffato.

-“Ah… eh sì, Ino ha il timbro della voce un po’… alto…”- commentò Shikamaru, grattandosi la nuca, imbarazzato.

-“Ho notato. Contento di esserti stato d’aiuto, Nara.”- ghignò Neji, prima di rientrare nella sua tenda.

-“Non sai quanto, Hyuga.”- ricambiò Shikamaru, ritornando da Ino.

-“Ehi… con chi parlavi?”- mugugnò la biondina, ridestandosi in quel momento.

L’aria assonnata e i capelli arruffati le davano un aspetto terribilmente tenero, corrotto dalla sensualità conturbante delle spalle nude.

-“Con Neji, non ti preoccupare.”- le sussurrò dolcemente il Nara, adagiandosi al suo fianco e stampandole un dolce bacio sulla fronte.

-“Ehi, e il caffè dov’è?”- brontolò Ino, arricciando il naso infastidita.

-“E dove la trovo una moka in mezzo alla foresta?”- rise il ragazzo, baciando nuovamente la biondina sulle labbra, con dolce trasporto.

-“Allora la prossima volta dovrai portarmelo doppio!”-

-“D’accordo. E quand’è la prossima volta?”- domandò Shikamaru, ghignando malizioso.

Ino si morse il labbro inferiore, mentre gli occhi le brillavano splendenti, più profondi del cielo azzurro d’estate.

 

 

š

 

A Wishful Thinking, per il suo compleanno.

Ti voglio bene, nee-san <3

 

 

*Angolo di Luly*

Eccomi qui. Questa shot vi giuro che l’amo semplicemente. <3

È una delle poche cose che ho scritto che mi piaccia veramente. Non lo so perché. Forse perché è tenera, semplice, passionale e ShikaInosa al punto giusto. Mi piace come miscuglio, mi sembra ben riuscito!

E sì, è lunghina in effetti. Mi sono lasciata prendere la mano, lo ammetto.

Era nata con un intento fluff, ma ovviamente Lee me l’ha corrotta, portandola sulla via della lime.

*Lee: procreare, procreare, procreare!!! MWAHAHHAHA!*

*Luly: ç_ç*

 

Un grazie speciale ai recensitori <3

Sorellinexsv

Winry90

Ryanforever

Chi_lo_sa

Hachi92

Celiane4ever

Shika

Diana88

Terra storia

Kikkyxx14

Devilmaycry

Vi lovvoH! *__*

 

Baci bianchiH

Luly

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** ShikaIno #3: Di Sonni Solidali ***


Un picchiettio insistente, fastidioso, irritante

ShikaIno #3:

“Di Sonni Solidali”

 

Un picchiettio insistente, fastidioso, irritante.

Si rigira nel letto, Shikamaru, mugugnando infastidito.

Forse è sua madre che spolvera qualcosa di metallico in giardino.

Forse è un gatto che si è infilato in qualche angolo della casa.

Forse è un rubinetto con qualche perdita.

Chi se ne frega.

Si rigira ancora, Shikamaru, e ficca la testa sotto il cuscino.

Ma il sonno non lo spazza via, il picchiettio continua.

Insistente. Fastidioso. Irritante.

E allora Shikamaru… si stringe il cuscino alla testa e sprofonda nelle coperte, sperando di attutire il suono.

Ma ottiene esattamente l’effetto contrario: il suono si fa più pesante, un tonfo sordo, rimbombante.

Dargliela vinta è l’ultima cosa che vorrebbe fare, ma la sua pazienza nello stato comatoso in cui si trova non è proprio alle stelle.

Si alza con un ringhio, levandosi le coperte di scatto e facendo volare a terra il cuscino: odia essere disturbato nel sonno.

È stupito quando nota la sua stanza avvolta nella semiombra: eppure, è sicuro che doveva essere pomeriggio inoltrato.

Si volta verso la finestra per assicurarsi dell’ora o quantomeno del tempo, e sobbalza nel trovarsi davanti lei, che, dall’esterno, continua a colpire il vetro con volto imbronciato.

Shikamaru corruga la fronte in un’espressione irritata e si avvicina goffamente alla finestra, spalancandola con uno sbuffo sonoro.

Ino balza dentro con grazia, mentre lo scroscio della pioggia dall’esterno inonda la cameretta, fino ad allora avvolta da una specie di silenzio surreale.

-“Cazzo Ino…”- sbotta Shikamaru, stropicciandosi gli occhi, parecchio assonnato.

-“Oh avanti pigrone! Sono le quattro di pomeriggio! Ti sembra il caso di dormire ancora?”- lo rimprovera Ino, sedendosi sul letto disfatto con ghigno giocoso.

-“Ho fatto il turno di notte… una missione dell’ultimo momento… sono tornato tre orette fa…”- brontola lui, sedendosi al lato della ragazza per poi sdraiarsi dietro di lei, lungo il letto.

-“Ops, scusa, non lo sapevo…”- si scusa lei, portandosi la minuta manina bianca davanti alle labbra; sembra sinceramente dispiaciuta.

-“Ormai… fa niente. Piuttosto, perché all’improvviso risbuchi fuori? Dopo due settimane che ti davo per dispersa? Mi stavo pure dimenticando com’eri fatta…”- mugugna il ragazzo, lanciandole un’occhiata perplessa e interrogativa.

-“Impossibile che ti dimentichi del mio bel faccino, Nara!”- sogghigna la biondina, ammiccandogli.

-“Seh… dai, parla, mica stavi organizzando il festival dei fiori?”- domanda il Nara, sbadigliando, evitando di proposito di darle l’imbarazzante conferma della sua affermazione.

-“Sì, ma è due settimane che mezza, anzi, tutta Konoha si rivolge a me! Tutti che mi chiedono cosa e come devono fare cosa, dalla mattina alla sera, anzi, alla notte! Torno a casa che sono distrutta e dopo un sonno che sembra durare dieci minuti è già ora di ricominciare al mattino presto! Sono stanchissima, Shikamaru!”- si lamenta Ino, lasciandosi cadere al fianco del compagno, gli occhi chiusi e le guance gonfie d’aria a mo’ di protesta.

-“Non capisco perché ti sei messa in testa quest’idea di organizzare tu il festival dei fiori quest’anno…”-  commenta Shikamaru, nascondendo l’ansia che prova nell’averla al suo fianco sul suo letto dietro un’aria scocciata.

-“Ma quale idea e idea! È stata Tsunade-sama ad obbligarmi!”- piagnucola la Yamanaka, aggrappandosi con aria melodrammatica al braccio dell’amico.

-“Come sempre.”- deglutisce il Nara, mentre sente l’ansia salire ogni volta che il petto di Ino si strofina casualmente al suo braccio. –“Quella donna non sa cosa sia il libero arbitrio. E come hai fatto a fuggire?”-

-“Beh oggi piove e molti dei preparativi sono da fare all’esterno… ho approfittato del tempo libero per fuggire.”- cinguetta Ino, adagiando la sua testa sul petto del compagno.

-“E sei venuta qui?”- suona come una domanda lamentevole, la sua.

-“Oh, scusami tanto se ti disturbo! Scusa se dopo due settimane ero in astinenza di ‘mendokuse e di puzza di sigarette!”- brontola Ino, facendo leva sui gomiti per sollevarsi e fulminarlo con occhi offesi, forse un po’ lucidi.

-“Stai dicendo che ti sono mancato?”- domanda lui, lasciandosi sfuggire un ghigno maliziosamente compiaciuto sul volto.

-“Purtroppo sì, cretino.”- è lei a sbuffare adesso, soffiandosi via il ciuffo dorato dal volto, continuando a guardare il ragazzo con aria imbronciata.

-“Oh che carina!”- la schernisce Shikamaru, arruffandole la testolina bionda mentre scoppia a ridere divertito.

La sua risata è calda e roca, e a Ino suona stranamente sexy. Già sentirlo ridere è tanto bello quanto raro, ma sentirlo ridere da appena sveglio…

-“Non mandarmi via, non so dove altro nascondermi.”- stranamente, la voce di Ino suona come un miagolio spaurito, una supplica addolcita dagli occhioni da cerbiatta che sa sfoderare al momento giusto.

E Shikamaru sospira, come rassegnato.

-“Ma ti pare che ti mando via?”-

-“Quindi mi dai asilo politico?”- domanda la ragazza, un sorriso che lento e felice le illumina il viso.

-“Ovvio… mendokuse. Ma sappi che ho sonno e voglio dormire.”- sospira lui, sdraiandosi con un sorrisino sghembo. –“Passami il cuscino a terra, va.”-

Ino si piega a raccoglierlo e poi glielo porge, sistemandosi anche lei sotto le coperte accanto al ragazzo.

-“Che… che fai?”- domanda Shikamaru, tradendo una certa ansia nella voce.

-“Dormo per solidarietà con te.”- cinguetta Ino, abbracciandolo e accomodando ancora la testa al suo petto.

-“Oh… bene.”- annuisce lui, allarmato.

-“Buon sonnellino, Shika-kun.”- gli augura lei, sorridendo soddisfatta.

-“Mh. Anche a te.”-

 

“…e chi prende sonno con questa addosso?

 

mendokuse!”

 

 

 

š

 

A Sol, perché non le ho scritto nulla per il suo compleanno.

Perché è la zietta che ascolta i miei scleri con santa pazienza e accondiscende.

Ti voglioH beneH!

 

 

 

*Angolo di Luly*

La terza shot, la terza shot! 3 è il numero perfettoH!

Visto come sono stata brava che non sono caduta né nel lemon né nel lime? *___*

[Anche se ci è mancato poco, lo ammettoH.]

Spero vi sia piaciuta!

Non rispondo alle recensioni perché sono ancora di fretta… l’esame di letteratura inglese fra una settimana! ç_ç

Ringrazio però infinitamente tutti i recensitori! Sono così contenta che la raccolta vi piaccia, spero di non deludervi! ^^

 

Grazie mille a:

Ryanforever

Winry90

Kimly

Celiane4ever

Kikkyxx14

Diana88

Terrastoria

Wishful thinking

Shika giulia

Devilmaycry

Chi_lo_sa

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** ShikaIno #4: Di Giulietta E Del Suo Amore ***


Dannate donne

[Drammatico, triste]

 

ShikaIno #4:

“Di Giulietta E Del Suo Amore”

 

 

 

Dannate donne. Seccature seccature seccature.

Dalla prima all’ultima. Mendokuse.

Ovvio, non mi sarei mai avventurato verso Konoha di notte, ma restare un’altra notte a Sunauff, non fatemici pensare… mendokuse.

E passare una tranquilla serata al bar con gli amici no, eh, Temari?

“Ti ci vuole un po’ di cultura, Shikamaru, sei ai limiti storici!”

Ti detesto quando fai così. Sembri una zitella acida.

Altro che serata al bar… al teatro mi porta quella. Sì, al teatro! A vedere cosa? Romeo e Giulietta.

Oh Kami-sama, roba da pugnalarsi col primo kunai che trovi in giro.

Oltretutto… mi ci sono pure impegnato per capirne il filo logico! Inutile, visto che alla fine muoiono entrambi. Veramente, Romeo mi sembra il più grande idiota della storia. Ah no, dimenticavo Naruto.

 

E finalmente eccola, Konoha. Bella, bellissima come ogni volta che la rivedo dopo tanto tempo.

Attraversare le sue porte mi fa sentire più leggero, come se mi si togliesse un peso dal cuore.

Improvvisamente accelero il passo: ovvio, il mio amatissimo letto mi chiama, mi desidera, mi brama… tanto quanto io voglio lui. Eh sì, questo è vero amore.

“Shikamaru!”

Eh no, eh. Non cominciamo di già. Sono appena tornato! E il mio letto? Nessuno pensa a lui? Perché tutti mi cercate? Lasciatemi libero!

“Ehi Shikamaru… Tsunade-sama ha ordinato di recarti all’ospedale appena fossi tornato!”

“Grazie dell’informazione Raido, ci vado subito.”

All’ospedale?

 

Okay, io e quella parola non siamo mai andati molto d’accordo. Ospedale.

No, decisamente c’è poco feeling fra di noi e… okay, ora mi si è gelato il sangue nelle vene.

Hinata sta uscendo dall’ospedale ed è… a dir poco sconvolta dalle lacrime. Se non fosse per i suoi compagni, non si reggerebbe in piedi. Anche Kiba è sconvolto, è pallido e mortificato… mai visto in quello stato. Shino è… beh, lasciamo perdere.

Svaniscono quasi subito, non ho neppure il tempo di raggiungerli; mi sono bloccato in fondo alla strada per osservare la folla di gente che segue il Team 8. Infatti subito dopo di loro ecco sbucare Naruto e Sai, il volto basso, gli occhi lucidi e amareggiati.

“Cosa dirà Shikamaru?” domanda Naruto con voce rotta a quell’ameba di compagno che si ritrova.

Sai non gli risponde, girano a destra e svaniscono anche loro nel nulla.

Sentendo quelle parole, mi si è stretto un groppo in gola e le mie gambe si sono mosse da sole, correndo verso l’entrata dell’ospedale.

Inavvertitamente vado a sbattere contro qualcuno… Tenten.

“Scusami, Tenten.”

“Ah Shikamaru… sei… qui…” borbotta lei, impallidendo di brutto.

Un fremito la percorre, mentre abbassa gli occhi lucidi velocemente: non riesce a guardarmi in faccia, è evidente.

“Shikamaru.”

Comincio a non sopportare più il mio nome, seriamente.

Mi volto ancora e mi ritrovo Neji e Rock Lee dietro alla ragazza. Lo Hyuga lancia uno sguardo indagatore e le posa una mano sulla spalla, per calmarla.

“Oh Shikamaru… mi dispiace tanto!” scoppia a piangere Lee disperato, fuggendo via senza aggiungere altro.

Okay, ora tremo anche io. Cosa diavolo sta succedendo?!

Neji cinge le spalle di Tenten con un braccio, mentre questa crolla e si lascia andare ad un silenzioso pianto sofferto.

Il mio sguardo – scommetto che devo avere una cera terribile – si divide fra la kunoichi e Neji, che ora guarda me.

Allunga la mano verso la mia spalla e me la stringe, scuotendomi lievemente, come se dovesse infondermi coraggio.

Mi fulmina con uno sguardo intenso e poi se ne va, con Tenten ancora aggrappata a lui per sorreggersi.

 

Ho la morte nel cuore. Non so cosa mi aspetti nella camera 101, ma so per certo che non è nulla di buono. Non dalle reazioni dei miei amici.

Cammino lento, sento i piedi di piombo, il cuore pesante e il respiro affannato.

Finalmente raggiungo il corridoio giusto e vedo Sasuke appoggiato ad una parete, le braccia conserte, gli occhi chiusi.

Kami-sama, che odio. Anche se mi sforzo di sopportarlo, dopo il suo ritorno a Konoha… davvero mi risulta difficile.

Alza con lentezza estenuante il volto verso di me, con la sua solita aria di superiorità.

“Ti aspettavano.” mi dice, indicando con un cenno la porta 101.

“L’avevo intuito.” borbotto io sottovoce. Davvero non ho voglia di parlare con lui.

Mi avvicino alla porta e la apro senza neanche bussare, silenziosamente, e nessuno sembra accorgersene.

Impietrisco semplicemente.

Sakura è in lacrime – è devastata dalle lacrime – ed è seduta sul lettino. Fra le sue braccia stringe Ino, che l’abbraccia a sua volta, uno strano sorrisino tranquillo dipinto sulle labbra.

Stranamente Ino porta i capelli sciolti ed uno strano vestitino bianco. Accarezza dolcemente i capelli dell’amica e le sussurra parole di conforto, asciugandole le lacrime mentre le sorride amorevolmente.

Ora capisco perché mi manchi così tanto quando me ne vado, Ino.

Quanto sei… bella. In tutti i sensi per me lo sei. Tutti.

“Shikamaru!”

La voce di Choji. Ah sì, è dietro di Ino, non me ne ero reso conto. Un momento… anche lui piange.

Accidenti, ma chi è che sta male? Sakura o… Ino?

Richiamandomi, anche le due ragazze si sono girate verso di me, con un sussulto.

Sakura è impallidita quasi quanto Choji. Mi fissano con occhi sbarrati. Sembrano terrorizzati.

“Sakura… andiamo.” la richiama Sasuke, accostandosi all’uscio di fianco a me.

La Haruno annuisce e stampa un bacio sulla testa di Ino.

“Ti guarirò, te lo prometto.” singhiozza, per poi raggiungere Sasuke evitando accuratamente il mio sguardo.

“Choji puoi…?” domanda Ino, sforzando uno strano sorrisino angelico verso il nostro amico.

Un singulto scuote Choji – Kami-sama, l’ho visto così solo alla morte di Asuma-sensei – che si alza, uscendo dalla stanza come un cane bastonato, privo di forza persino per camminare. È pallido, si trascina come un fantasma verso di me. Mi lancia uno sguardo che sa solo di disperazione e poi esce, chiudendo la porta dietro di me.

“Ino, che diavolo succede?”

Le chiedo, la voce spezzata dal nervoso, la mano tremante per l’irritazione.

“Vieni qui.” mi sorride lei con quella strana dolcezza, facendo spazio sul lettino sghembo su cui è rannicchiata…

Kami-sama, com’è magra. Cosa diavolo è successo?! Come ha fatto a dimagrire così tanto nel giro di due settimane?!

“Ino…”

Mi si spezza il fiato.

“Vieni qui…” mi implora ancora, quel sorriso che finalmente capisco cos’ha di sbagliato. È un sorriso ricolmo di dolce amarezza.

Lei è triste. Ora riesco a vedere quel velo spento che le oscura le pupille sempre così brillanti. È triste ma… si preoccupa per me.

Mi siedo di fianco a lei, senza staccarle mai gli occhi di dosso, così come lei non li stacca dai miei.

Mi viene naturale alzare la mano verso il suo viso scarno e mi lascio sfuggire una carezza su quella pelle diafana, tremante. E lei sforza ancora le sue labbra a sorridermi, a tranquillizzarmi.

“Che cos’hai?” la mia voce trema come una corda di violino.

Ho paura. Sono terrorizzato. Mi spaventa vederla così.

Lei sospira profondamente, poi si morde le labbra come fa sempre quando è in difficoltà.

Vederla così triste, vuota, debole… mi uccide.

“Shika… io sono… malata.”

“Guarirai.” la mia risposta è immediata, semplicemente perché non accetto altre risposte. Non ci voglio nemmeno pensare.

“No, Shikamaru… sono troppo malata.” sorride debolmente. Ancora.

“Non capisco, Ino.”

“Sforzati, Shika.”

“No… no.”

“Shika…”

“…cos’hai?!” sbotto, nervoso e tremante. Ho una paura fottuta delle sue parole.

“Si chiama… leucemia fulminante. È ereditaria nella mia famiglia, ci sono stati altri casi e…”

“Cosa diavolo… è?”

“In poche parole… i miei globuli bianchi mi stanno uccidendo. Molto molto… velocemente.” sposta lo sguardo altrove, mentre parla fredda e oggettiva.

Così uccidi velocemente anche me, Ino.

“Cazzo.”

Sì, bella risposta Shikamaru. Veramente, sei un fottuto genio dell’imbecillità.

“No… no, no, Ino… dimmi che… che è uno fottuto scherzo. Dimmelo.” ho la voce spezzata, ma cos’altro potrei fare?

Lei mi sta dicendo che morirà fra pochi giorni.

Lei!

Lei è la mia migliore amica!

Lei è la mia seccatura più grande!

Lei è una parte di me!

Lei è… è la mia vita.

Io la amo, lei!

“Shika…” mi prega, la voce tremante, la sua piccola e debole mano fredda che mi scivola sulla mia guancia, le lacrime che le sfuggono dagli occhi di cielo azzurro d’autunno.

“No… NO! IO NON LO ACCETTO! NON PUOI! GUARIRAI DANNAZIONE! GUARIRAI! NON PUOI ANDARTENE PURE TU! NON PUOI!” grido.

Grido, perché non so in che altro modo farmi sentire da Dio. Perché non so a chi altro rivolgermi, adesso.

Ma no, Dio non esiste.

Se esistesse, non ti farebbe questo.

Tu che sei così rompiscatole, isterica, smaliziata e bella, dolce, altruista, unica… non ti farebbe questo.

Mi alzo ed esco di scatto dalla camera, perché non riesco a sopportare di essere io il consolato fra noi due. Però non ho nemmeno la forza per sostenerti in questo momento… scusami.

Ti sento piangere su quel lettino sghembo di ospedale e io scappo, fuggo da te, e mi precipito in terrazza. Non mi sorprendo di trovarci Choji qui, seduto a piangere in un angolino.

Lo raggiungo e mi butto sulla sua spalla e continuiamo a piangere, frignoni come solo noi sappiamo essere. E ci disperiamo per la nostra Ino-chan che non possiamo più salvare in alcun modo, perché qualcuno ci ha voluto punire per una colpa che non abbiamo mai commesso.

 

 

 

“Cosa ci fai qui, Shikamaru?”

Tsunade mi fulmina, sembra una leonessa furiosa. Probabilmente ha saputo della mia fuga molto decorosa dalla stanza di Ino. Che culo.

“Voglio vederla.”

“Mi pare un po’ tardi per svegliarsi.”

“La… prego. Io… ero sconvolto, Tsunade-sama.”

“Ora come stai?”

“Bene. Posso farcela.”

“Ottimo. Perché lei non può.”

“Allora è… definitivo?” deglutisco a fatica, preparandomi al pugno che mi sfonderà lo stomaco.

“Tre giorni, Shikamaru.”

Bang. Il pugno allo stomaco. Più forte del previsto.

Quando rientro in quella stanza, mi sento diverso. Sono scappato da bambino, sono tornato da uomo. Lei è entrata da donna, e donna è rimasta fino alla fine, anche se non mi sembra nient’altro che una bimba debole e spaurita.

“Shikamaru…!” trasale lei, alzandosi in piedi di scatto e dirigendosi verso di me.

Ma le sue gambe crollano sotto il suo peso piuma e la afferro senza sforzo, stringendola a me. Un fuscello ha più consistenza.

Tsunade-sama mi ha dato il permesso di uscire un’ultima volta, Shika.” mi dice lei, mentre l’aiuto a stendersi sul letto. “Solo che ho bisogno di qualcuno che mi sostenga.” aggiunge, con la sua voce venata di quella malizia che tanto amavo quando era ancora… non pensarci, Shikamaru.

“Dove vuoi che ti porti, seccatura?”

“In quel campo di fiori che mi piace tanto, a nord del villaggio… quello con i fiori bianchi.” sospira lei, sorridendo dal lettino – bella, bella, bella, eternamente bella.

 

E ti ci ho portata, in questo campo di fiori. Ti sei stretta alla mia schiena con le poche forze che ti rimanevano e ho corso, corso come mai in vita mia. Perché ogni secondo con te è prezioso come l’aria, dà valore alla mia vita.

Quando ti sdrai beata e sorridente fra i fiori bianchi, infuocati dal tramonto lontano, mi sento morire. Perché divento consapevole che il mio desiderio per te, che in così tanti modi ho cercato di reprimere, è rimasto sempre qui, non se n’è mai andato, dalla prima volta che ti vidi all’accademia.

Ritorni a guardarmi e mi sorridi ancora, sincera, e allunghi il debole braccio verso di me, invitandomi a sdraiarmi accanto a te.

“Shika… fai l’amore con me.”

“C-… Ino!” trasalgo, il cuore che mi è partito improvvisamente verso il cervello, la mente che lentamente smette di funzionare.

“Ti prego… ho solo tre giorni di tempo per fare tutto ciò che avrei desiderato fare… e questo è… ciò che desidero di più. Ti amo, Shika.” dice, mentre una lacrima le sfugge lungo la guancia, bagnandole quelle labbra piegate in un sorriso pieno di speranza.

Non le rispondo. O almeno, le rispondo a modo mio. La bacio. La bacio con tutto il desiderio represso di quegli anni, ma non posso esagerare, ho paura di farle male nella sua estrema fragilità.

E la spoglio, sento il suo corpo – così dannatamente caldo – scorrere sotto le mie mani, per la prima e ultima volta. Affondo il volto nell’incavo del suo collo, bacio ogni centimetro della sua pelle morbida, accarezzo i suoi capelli d’oro.

Perché devo amarti completamente e disperatamente, consapevole che fra meno di trentasei ore ti perderò per sempre? E perché ora che sei mia, con me, unita a me, parte integrante di me, sento che non ti perderò, che c’è ancora una speranza?

 

 

 

 

 

Ci sono tutti in questa squallida stanza di ospedale.

A sinistra Inoichi è seduto su di una poltrona, tiene la tua mano stretta nella sua. Piange silenzioso, osservandoti di sottecchi, consapevole di dover perdere il suo tesoro più prezioso.

E io sono a destra, sdraiato accanto a te, su questo penosissimo lettino che accoglie i tuoi ultimi preziosi respiri.

Sei pallida, le occhiaie scavano intorno ai tuoi occhi solchi più scuri che contrastano con la tua pelle di porcellana. Le tue labbra che mi permetto di baciare di tanto in tanto, fregandomene degli altri, sono fredde, ma mi trasmettono ancora così tanto amore. Solo tu sei in grado di rimanere forte fino alla fine, amore mio. Solo tu bella e forte, fino all’ultimo respiro.

“Ino…” stringo la tua mano, soffocando un singhiozzo. Tremo.

Shhh… Shika… non ti arrabbiare…” mi sorridi, mentre lasci scivolare lenta la tua mano sul mio volto. Ancora una volta se tu a consolare me. Che lurido che sono. Che codardo. Che debole.

“Come fai ad essere così…” ringhio, soffocato dal pianto che cerco di trattenere invano.

“Non è questo… l’ultimo ricordo che voglio avere… voglio ricordarmi di te e del nostro amore… che durerà per sempre anche se è finito così presto. E io ti guarderò e ti proteggerò per sempre da lassù, con Asuma-sensei, credimi.” sorridi, mentre una lacrima ti scivola lungo la guancia.

Sento i singhiozzi degli altri. Ci sono altre persone nella stanza, ma non so chi siano, non me ne frega nulla. Ci siamo solo noi, nei nostri ultimi eterni secondi di vita.

“Ti amo, Ino.”

“Anche io… Kami, che freddo che fa, no?” mi domandi, il labbro che trema, pallido.

“Sì, è vero.” la stringo di più a me per scaldarla, facendomi beffe dei quaranta gradi di luglio che infuocano la stanza.

“Ho sonno, Shika.” sussurri poi, come un pulcino bagnato, accoccolandoti alla mia spalla.

“E dormi, amore. Dormi.” singhiozzo io, affondando il mio volto nei tuoi capelli d’oro.

Dura tutto una velocissima eternità.

Il tuo cuore tamburella stanco, sempre meno, sempre più debole, accompagnando il tuo sonno come la ninna nanna di un carillon che si spegne lentamente.

Il tuo respiro mi accarezza un’ultima volta il collo.

Ad un tratto, capisco che mi hai abbandonato.

Non è vero che mi guardi e mi proteggi da altrove.

Altrove non esiste. C’è solo qui e qui fa freddo, adesso, un fottutissimo freddo. E qui tu non ci sei più.

Ci sono io con questo pesante vuoto nel petto, un vuoto che arriva fino alla gola, che mi soffoca.

E poi all’improvviso il gelido vuoto si spezza, spacca a metà il mio torace e diventa fuoco che infiamma ogni cellula del mio essere. Diventa dolore.

Alzo gli occhi brucianti dal tuo petto per guardarti – non l’avessi mai fatto.

Chi è quella sconosciuta?

Pallida, magra, sciupata, senza anima.

“Dormi in pace, bambina mia” singhiozza Inoichi al suo fianco, accarezzandole la guancia fredda.

Ma quale bambina?! Quella non è la tua bambina, lei è… è… lei non è più. E io mi sento smarrito, perso.

Lei non è più?

Ma lei chi… perché… e io cosa…

Nemmeno io sono più.

E il mio sguardo scivola su quelle labbra dolci e carnose e allora mi ricordo chi sei, chi eri; e mi ricordo dell’amore che mi hai dato su quel campo di fiori e in una vita intera.

E non riesco a pensare che al tuo nome.

INO!”

 

 

“Scusami Romeo, alla fine…

…avevi ragione tu.”

 

 

 

 

 

š

 

A El-sensei,

Perché l’ho resa orgogliosa dei suoi insegnamenti.

<3

 

 

 

 

*Angolo di Luly*

Oh… *beve the*

Ci voleva un po’ di tristezza, nella vita. Non incolpate me, è colpa del Dr House! ç__ç

Sì, devo fare delle citazioni di dovere per questa shot.

Innanzitutto il grande Dr House, che nell’ultima puntata mi ha fatto versare lacrime assai amare, e da cui ho tratto la frase “Non è questo… l’ultimo ricordo che voglio avere…”. Questo è stata l’inizio di tutto.

Poi senz’altro mi ha aiutato il mio grande amore per Shakespeare, e soprattutto per Romeo e Giulietta, l’opera omnia.

Per i rapporti fra Ino e Shika invece mi sono ispirata a due film che mi hanno fatta dannare dal pianto, ovvero “I passi dell’amore” in primis, e poi qualcosina da “A time for dancing”, ma più che altro è la scena dove fanno love love.

Credo di aver detto tutto… ah sì, ovviamente accetto pure gli insulti come recensioni <3 [tutte le beta mi hanno dato della bastarda… MWAHAHAHAHA].

Dai prometto di essere più buona… forse. *w*

 

 

Celiane4ever: cara Vale… visto che ci ho fatto gli accenni NejiTen *occhioni sberluccicosi sperando di riparare al danno distraendola* comunque spero di non averti delusa stavolta, carissima. <3 Grazie mille per le recensioni, mia piccola YinYang preferita!

Ryanforever: ovvio che non riuscirà a dormire, è troppo divertente farlo dannare nel bel mezzo di una tempesta ormonale (il mio divertimento preferito). Grazie per recensire sempre, ne sono assai happy! *-*

Wishful Thinking: Sil, contenta che ti sia piaciuta la ShikaIno puccia e senza perversioni…anche questa lo è stata, no? *-* …scommetto che dopo questa non sono più un’adorabile scrittrice di adorabili fanfics, vero? ç_ç

Kikkyxx14: grazie per la recensione, cara! E comunque sì, non sono solo carini, sono bellissimi insieme, perché si amano tantissimo (anche a costo di perdere ore di sonno ù_ù).

Kimly: grazie per l’incoraggiamento per l’esame, carissima *-* e sono contenta che ti piaccia la raccolta, ne sono onorata. Potere all’insonnia di Shika! ;)

Diana88: Accidenti, sei sempre troppo esagerata con i complimenti ù///ù ti ringrazio tanto! Eh sì, è divertentissimo farlo soffrire il nostro mister Nara… insomma, gli ormoni dovrà pure averceli anche lui, no? Aspetto il tuo parere su quest’altra shot! *-*

Shika: Giulietta mia cara… ora che hai letto, sono veramente curiosa di sapere cosa ne pensi. L’avrei dedicata al tuo comply, ma… non mi sembrava appropriato. Te ne dedicherò una più allegra, I promise ù_ù

Nonna Rinoa: scommetto che dopo questa ficcy non me li fai più i biscotti, vero? ç_ç Comunque sono contenta che ti sia piaciuta la precedente, sebbene non fosse nulla di impegnativo. E quel “povero Shikamaru”… mi fai morire nelle recensioni, nonniz! Altro che povero… avrei voluto descrivere i pensieri che si è fatto durante la notte, ma dopo dovevo mettere il raiting rosso ù_ù. Ti do il permesso di non recensirla questa dopo la maxi recensione che mi hai fatto non ne avrai più voglia… *Luly cerca di convincerla perché ha paura degli insulti*

Solarial: zietta Sol! Ma che magnifica recensione! *O* Mi fai commuovere, seriamente. ç_ç Sono contentissima che ti sia piaciuta, e sono ancora più felice di essere riuscita a rendere a dovere i personaggi. Lo stesso non posso dire in quest’ultima ma… la situazione è un tantino diversa, direi che di essere giustificata. <3 Grazie ancora, zietta! *-* (mi vuoi insultare anche tu nella rece? XD)

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** ShikaIno #5: Di Biscotti Al Cioccolato ***


-“Beh, è stato strano, tutto qui

ShikaIno #5:

“Di Biscotti Al Cioccolato”

 

 

-“Beh, è stato strano, tutto qui!”- sbottò la ragazza, con un sospiro perplesso.

-“Mh. Immagino.”- mugugnò l’altro di tutta risposta, portandosi un biscotto al cioccolato in bocca con fare annoiato.

-“Insomma, ma ti pare? Mi fai il filo per due mesi come un ossesso e poi all’improvviso ti presenti qui da me e mi liquidi con quel sorrisino da ebete? Ma muori, Kiba!”- ruggì Ino, sistemandosi al fianco di Shikamaru, sul lettino d’ospedale sul quale era inchiodata da una settimana.

-“Dovresti startene sdraiata, la ferita non è ancora rimarginata completamente.”- mugugnò il Nara, osservando con sguardo seccato il volto irritato della compagna, ora accanto a lui.

-“No, sono stanca di starmene lì come una balena arenata!”- protestò Ino, afferrando un biscotto al cioccolato dalla scatola che Shikamaru teneva fra le mani.

-“Come un’acciuga arenata, vorrai dire…”- la sbeffeggiò il ragazzo, divertito.

-“Che buoni questi biscotti! Fai i complimenti a Yoshino!”- lo ignorò la biondina, per niente in vena di bisticci.

-“Mh, in realtà li ha fatti mia nonna.”- sospirò lui, esasperato.

-“Vuoi un gran bene alla nonna, eh?”- lo sbeffeggiò lei, all’udire quel tono che tutto sapeva tranne che di felicità.

-“Sì ma… è una vera seccatura! Come tutte le donne, del resto…”- sbuffò Shikamaru, addentando l’ennesimo biscotto casareccio.

 

-“Sei un uomo, Shikamaru! Alla tua età il mio Shikaku già era fidanzato con Yoshino!

Cosa stai aspettando a trovarti una brava ragazza?”-

 

-“Maledetta vecchiaccia…”- borbottò fra sé e sé il ragazzo, al ricordo di quella voce gracchiante.

-“Ma insomma Shika, mi ascolti o no?!”- sbottò Ino, stizzita.

-“Ah? Eh, sì… dicevi, di coso, Kiba…”- ritornò in sé Shikamaru, seccato.

-“Secondo te perché ha cambiato idea da un momento all’altro? Insomma, mi sembrava davvero deciso a voler uscire con me!”- protestò la biondina, nuovamente imbronciata.

-“Chissà, magari qualcuno gli avrà fatto cambiare idea.”-

-“Ovviamente non una ragazza, nessuno potrebbe preferire un’altra a me.”-

-“Chissà, magari è gay.”- continuò a mangiucchiare i biscotti Shikamaru, nascondendo un ghigno divertito.

-“Dubito! O magari qualche altro pretendente al mio cuore l’ha minacciato!”- cinguettò Ino, scherzosa.

Di risposta, il suo compagno di squadra rischiò di soffocarsi con il biscotto appena ingoiato.

-“Shika, tutto okay?”- domandò la Yamanaka, perplessa da quella reazione.

-“Sì, sì… ma insomma, se non te ne frega niente di Kiba, perché ci tieni tanto ad uscire con lui?”- le chiese Shikamaru, tradendo una nota irritata nella voce.

-“Ma perché mi annoio! E sono in carenza di affetto… uffa, voglio uscire con un ragazzo! Un ragazzo che sappia apprezzarmi e mi coccoli!”- piagnucolò Ino, gonfiando le guance a mo’ di protesta.

-“Beh… esci con me.”- fece spallucce il Nara, morsicando l’ennesimo biscotto con un sorrisino compiaciuto.

-“Ah, ah, ah sì… ma sei serio?”- domandò la biondina, fissandolo sbalordita.

-“Serissimo.”- assentì lui, posando lo sguardo sui biscotti dissimulando l’imbarazzo.

-“Ah… tu non c’entri niente con la rinuncia di Kiba, vero?”- cinguettò la ragazza, scrutandolo con sguardo indagatore.

-“Biscotto?”- le domandò Shikamaru, un sorrisino beffardo stampato sul volto.

 

 

š

 

A nonna Rinoa e zia Sol, perché sono sempre più fuori di testa ù_ù.

E alle loro sorelline, perché trovino la giusta ispirazione *w*

 

 

*Angolo di Luly*

Sono di fretta, domani ho l’esame di linguistica e mi aspettano altri due capitoli.  O__O

In realtà questa flash non era programmata, ma mi è venuta in mente e l’ho buttata giù al volo. [difatti non ha senso, però fa niente XD].

Qualcosa di simpatico per rimediare all’ultima angst. <3

 

Grazie a tutti per le recensioni, sono commossa! ç__ç La prossima volta risponderò a tutti, promesso. ù_ù

 

Un grazie speciale a:

Solarial

Kimly

Shika

Inochan

Ryanforever

Rinoa81

Diana88

Kikkyxx14

Hachi92

Chi_lo_sa

Elysa_chan

Sba

Devilmaycry

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** ShikaIno #6: Di Dichiarazioni Logiche ***


ShikaIno #6:

ShikaIno #6:

“Di Dichiarazioni Logiche”

 

 

 

La sua risata cristallina invase ogni angolo della locanda, attirando l’attenzione di qualche cliente che, curioso, si voltava verso il tavolo posto all’angolo vicino alla finestra: lì, la sua vista veniva stregata dalla bellezza della ragazza bionda che rideva graziosamente, una mano davanti alla bocca, le gambe accavallate elegantemente, i brillanti occhi azzurri socchiusi e il sorriso da fata.

Il cliente, conquistato a prima vista e col cuore palpitante, scostava allora il suo sguardo verso il ragazzo di fronte alla biondina; un tipo che ad una prima occhiata poteva sembrare strambo, con i capelli mori raccolti in quel codino grezzo e sgraziato, sul viso un’espressione seccata e sgraziata che stonava su dei lineamenti ben definiti da ragazzo che si avviava a diventare un uomo carico di fascino.

Eppure, il cliente, solo a guardare quei due amici seduti insieme al tavolo della locanda, poteva percepire immediatamente e senza problemi un’atmosfera rilassata e tranquilla, intima, familiare. Capiva che non vi erano segreti fra i due ragazzi, che si conoscevano a fondo e da tempo, che erano ampiamente a proprio agio insieme.

I buffetti che lui le dava sulla fronte, le linguacce di lei di risposta; la mano di lui che poi scivolava dal viso angelico ai capelli dorati,  giocando con nonchalance con quei fili serici, come se fosse una cosa di tutti i giorni; lei che lo guardava sorridente, soddisfatta di quel contatto, come se fosse un gesto loro, e loro soltanto, come se solo lui avesse il permesso di accarezzarle i capelli con quella dolcezza estrema.

Sospirando conquistato, il cliente trovava sempre qualche pretesto per alzarsi, per avvicinarsi al loro tavolo, fingendo pateticamente di guardare qualche quadro appeso alla parete, o di cercare qualcuno fuori dalla finestra, ansioso di carpire qualche parola dal discorso della coppietta.

-“Dai, che mi fai i nodi.”- protestò la bionda, pretendendo indietro la ciocca di capelli rapita dalle dita del compagno.

-“Mendokuse, Ino…”- sbuffò il ragazzo, lasciando andare il ciuffo con delicatezza e un po’ di malavoglia.

Il ragazzo si svaccò sulla sedia, gli occhi scuri fissi in quelli azzurri di lei, un ghigno conquistato sul volto.

E il cliente sospirava sempre, rivedendo in quegli occhi se stesso anni prima, alle prese col suo primo grande amore. Perché era palese che quel giovane chunin avesse seduta davanti agli occhi una persona verso la quale provava affetto e passione, non solo una cara amica d’infanzia.

-“Shikamaru, Choji è in ritardo…”- sospirò Ino, la voce velata di preoccupazione.

-“Arriverà più tardi, probabilmente. Sai che questa storia non gli va molto a genio.”- ghignò il ragazzo, amaramente, portandosi una sigaretta alla bocca per trattenere un’espressione sofferta.

Uno sguardo dispiaciuto si disegnò sul volto della bionda, che scostò gli occhi verso l’esterno, assorta nei suoi pensieri.

Una storia? Che non gli va a genio? Probabilmente il loro amico non vedeva di buon occhio la loro relazione, pensava il cliente curioso.

Del resto intraprendere una storia dopo anni di consolidata amicizia non doveva di certo essere semplice. Mettere a repentaglio un legame solido per una relazione di cui non si potevano prevedere la durata e i risvolti…

Ma lo sguardo del cliente venne attirato ancora una volta dagli occhi di Shikamaru, scuri e profondi, fissi sulla figura di Ino, assorta nella contemplazione del panorama.

La amava.

Semplicemente e disperatamente.

Era palese, quello sguardo non esprimeva altro che un profondo sentimento d’amore per la bionda che aveva davanti a sé.

E a stare bene attenti, si potevano notare il braccio e le labbra del ragazzo tremare lievemente, nervosi, irrequieti.

Il cliente strinse con forza i pugni, immedesimandosi completamente nella persona di Shikamaru, pregando mentalmente per dare coraggio a quel ragazzo.

Forza, abbracciala, baciala! Lei ti ricambia, non ti respingerà!

Pensava il curioso spettatore, nel suo silenzioso incitamento al chunin col codino.

Shikamaru deglutì rumorosamente, assorto nella contemplazione della bellezza di Ino. Il cuore in petto gli palpitava all’impazzata, mentre la sua mano si muoveva audacemente verso quelle della ragazza, appoggiate sul tavolino.

Stava osando troppo, e lo sapeva. A lui le mani di Ino erano sempre state precluse: non poteva toccare nulla di lei di propria volontà che non fossero i suoi capelli d’oro. Sfiorarle con un tocco fugace la pelle diafana sarebbe stato troppo per il loro rapporto, avrebbe significato sorpassare la linea di confine che da anni li divideva.

-“Cosa c’è, Shika?”- domandò preoccupata la biondina, notando l’espressione tesa sul volto del compagno.

Shikamaru arrestò la silenziosa avanzata della sua mano sul tavolino, racchiudendola in un pugno, per evitarne il tremolio nervoso. Affondò con forza i denti nel labbro inferiore, cercando di trattenere l’impulso pazzesco che aveva di stringerla a sé, di baciarla e di dichiararsi.

-“Devi dirmi qualcosa?”- lo incoraggiò poi lei, allungando la manina candida verso il pugno tremante del ragazzo, sorridendogli speranzosa.

Il misterioso spettatore deglutì, nascondendosi dietro ad un pilastro del locale, gli occhi tesi ad ammirare la scena: ora si sarebbe dichiarato, senz’altro. Era ciò che entrambi volevano. Era ciò che doveva succedere, se al mondo c’era almeno un po’ di logica razionale.

-“Ino…”- iniziò Shikamaru, la voce roca e bassa, incerta.

-“Ehi ciao ragazzi!”- un saluto acuto interruppe l’atmosfera sospesa fra i due, spezzando l’incanto e il batticuore, così come l’unione fra le loro mani, in un batter d’occhio.

Il cliente inveì contro il nuovo arrivato, usurpatore di un attimo magico e irripetibile di un amore sincero e promettente. Ma le maledizioni gli morirono nel cuore quando vide il ragazzo sedersi al fianco di Ino, cingerle le spalle con un braccio con naturalezza – quasi fosse un suo esplicito diritto -, stringerla al suo petto, e poi stamparle un bacio a fior di labbra, con semplice passione.

E gli occhi feriti e increduli dello spettatore si posarono su Shikamaru. Si era ritratto dal contatto con Ino, il più lontano possibile, rimanendosene appiccicato alla sua sedia come se dovesse scostarsi da un incendio, di cui gli doleva la sola vicinanza.

Lo sguardo scuro di Shikamaru era ferito, rivolto verso il basso: gli era impossibile sopportare la scena della sua amata fra le braccia di un altro uomo proprio davanti a sé, a due centimetri dal suo naso.

-“Ehi Shika, ma dove si è cacciato Choji?!”- domandò poi il fidanzato di Ino, rivolgendo al ragazzo di fronte a sé un cenno maleducato.

-“Se non è qui come faccio a saperlo, Kiba?”- rispose Shikamaru, sprezzante e infastidito solo dal suo tono di voce.

-“Simpatico come sempre, eh, Nara?”- sibilò il ragazzo dai segni rossi, alzandosi in piedi con ben poca grazia. –“Dai Ino-hime, andiamocene.”- la invitò, prendendole la mano che poco prima aveva stretto quella di Shikamaru.

-“Okay…”- assentì Ino, lanciando uno sguardo rammaricato verso il compagno. –“Salutami Choji, allora…”- si congedò lei, con un sorrisino finto e sofferto.

Il cliente misterioso guardò i due fidanzatini andarsene a dir poco scioccato, per poi riportare i suoi occhi curiosi su Shikamaru.

Il volto pallido, imbronciato; le braccia conserte al petto, in una posizione costretta e innaturale; i denti conficcati con forza nel labbro, aiutandolo a trattenere gli occhi lucidi, puntati da tutt’altra parte rispetto alla direzione di Ino e Kiba.

E il cliente soffriva per lui. Soffriva come lui. Perché vedere Ino allontanata da Shikamaru, era come sentirsi privato dell’aria.

Improvvisamente, una mano affettuosa si appoggiò sulla spalla del misterioso testimone della scena, richiamandolo alla realtà.

L’uomo si voltò di scatto, ancora scosso dalla scena a cui aveva appena assistito, ritrovandosi davanti il buon caro Choji, che lo fissava perplesso.

-“Salve, Kakashi-sensei!”- lo salutò l’Akimichi, radioso.

-“Ciao, Choji…”- ricambiò l’uomo, sforzando una felicità innaturale. –“Credo che Shikamaru ti stia aspettando.”-

-“Ah sì… arrivo sempre tardi perché non mi piace vedere Ino e Kiba insieme. Stanno proprio male. E lui non la potrà mai rendere felice.”- commentò Choji, con tono un po’ acido.

-“Sai, penso che tu abbia ragione…”- assentì l’Hatake, amaramente.

Ma in quell’istante, la conferma che in quel mondo la logica razionale non esisteva, gli parve chiara come il sole.

Il maestro si congedò battendo lievemente due pacche sulla schiena del giovane chunin, e poi uscì dalla locanda, col cuore pieno di amarezza.

Choji sospirò, facendosi forza e raggiungendo il compagno al tavolo della locanda. Fissò per qualche secondo il suo viso sconvolto e poi si sedette pesantemente, gli occhi che cominciavano a pizzicare pure a lui.

-“Shika, dovresti smetterla di farti del male…”- asserì l’Akimichi, la voce spezzata.

-“Non posso, Cho. Ho bisogno di stare con lei. Anche se me la vedo sempre portare via da un altro… devo stare con lei almeno per qualche attimo. È assurdo, è masochistico, ma non posso farne a meno.”- rispose Shikamaru, lo sguardo lucido puntato fuori dalla finestra.

Choji emise un profondo sospiro, che sapeva di singhiozzo represso. Vedere Shikamaru in quella condizione, forse faceva più male a lui.

Dopo qualche attimo, finalmente la cameriera li raggiunse, per prendere le ordinazioni.

-“Doppia porzione di carne, la prego.”- ordinò l’Akimichi, mestamente.

-“Per lei?”-

-“Nulla, grazie.”- sbiascicò Shikamaru, mentre le sagome di Ino e Kiba abbracciati erano ora visibili pure dal vetro, all’orizzonte.

Il Nara inspirò profondamente, fissando l’amore della sua vita svanire in compagnia di un uomo indegno di lei, e non poté fare a meno di percepire gli occhi bruciare di più, maledetti traditori di emozioni.

-“Vi servirò fra meno di dieci minuti. Buon San Valentino, signori!”-

 

 

 

-“Buon San Valentino, amore…”-

-“Kiba…ti devo parlare.”-

-“Sapevo che prima o poi me l’avresti detto… perché proprio oggi che è San Valentino? Sei crudele.”-

-“Lo so, ma… oggi… io pensavo di farcela, ma io… è finita, Kiba.”-

-“Lo sospettavo, Ino-hime.”-

-“Perdonami.”-

-“Non credo che lo farò mai. E’ questa la differenza fra me e Shikamaru…  lui ti perdonerà.”-

 

 

 

š

 

 

 

Alla mia Rory Necchan/Nacchan,

Perché a S. Valentino siamo il 66. T_T

 

 

*Angolo di Luly*

Oh oh oh.

Che bastardata scrivere questa fic per San Valentino.

Allora, vi premetto che doveva essere ancora più bastarda (nonna Rinoa SA).

Perché vi dico che l’ultimo pezzetto in corsivo è stato aggiunto poco prima della pubblicazione .-.

Quindi sì, doveva finire KibaIno e tanti saluti a Shika. Perché l’ho modificato? Chiamatelo rimorso dell’ultimo momento. .-.

Alla fine non me la sono sentita di farli soffrire così a San Valentino… li amo troppo. T_T

E poi dopo l’ultimo capitolo di Naruto… almeno loro se lo  meritano l’happy ending. <3

Un grazie veramente speciale a tutti coloro che recensiscono, vi amoH! *__*

Hachi92

Sil nee-san

Ryanforever

Nonna Rinoa

Diana88

Kimly

Giulietta Shika

Devilmaycry

Kikkyxx14

Chi_lo_sa

Vale Celiane

Francy Nejisfan 94

 

Vi lovvoH moltiFFimo *ç*

Ja nee <3

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** ShikaIno #7: Di Piccolezze Indispensabili ***


ShikaIno #7:

ShikaIno #7:

“Di Piccolezze Indispensabili”

 

 

 

-“In bocca al lupo…”- lo incoraggiò Inoichi, battendogli una mano sulla spalla con fare angosciato, lanciando una rapida occhiata alla porta di fronte a loro.

L’uomo annuì flebilmente, per poi lasciare solo il ragazzo; svanì giù per le scale avvolto da un’aura scura e depressa, tipica di un’anima in pena.

Shikamaru storse la bocca, in un’espressione che sapeva di ansia e di irritazione. Perché quell’uomo si divertiva a girare il coltello nella piaga?

-“Mendokuse…”- sbuffò seccato, grattandosi la nuca nervosamente, mentre sollevava con lentezza disarmante la mano verso la porta.

-“Chi è?!”- sbraitò Ino, aprendo la porta della sua stanza con forza disumana, ancora prima che il Nara avesse il tempo di bussare.

-“Io.”- sbiascicò Shikamaru, scrutando con aria annoiata la compagna: la solita finezza da scaricatore di porto.

-“Perché tutto ‘sto macello in corridoio?! Ti pare il caso di fare comunella con mio padre davanti alla porta di camera mia?! Che vi stavate dicendo?!”- ringhiò lei, ravvivandosi la coda con scatto nervoso e dandogli le spalle, mentre rientrava in camera a grandi passi.

-“Mah… gli avrò chiesto la tua mano!”- commentò il Nara con ghigno ironico dipinto sulle labbra, mentre richiudeva la porta dietro di sé.

-“Cosa?!”- sbottò Ino, avvampando visibilmente, mentre fulminava il compagno con sguardo disorientato.

-“Ti piacerebbe, eh?”- sogghignò Shikamaru, avvicinandosi a lei divertito.

-“Deficiente! Lo capisci o no che non ho tempo da perdere con i tuoi giochetti?! Devo studiare!  Fra due giorni ho l’esame, Sakura ha già studiato e ristudiato e sa tutto alla perfezione, mentre io più studio più mi sembra di dimenticare le cose! È terribile!”- sbraitò la ragazza, prendendo i grossi manuali appoggiati sulla sua scrivania e sbattendoli a terra con forza, preda di un raptus di nervosismo estremo. –“Che odio!”- ringhiò, isterica.

Shikamaru storse il labbro, assistendo con aria seria alla sfuriata della compagna senza fiatare: era palese che avesse i nervi al limite.

-“Da quanto tempo è che te ne stai chiusa qui dentro senza uscire?”- domandò lui, piegandosi con uno sbuffo per raccogliere i libri al suolo.

-“Non lo so, non li conto i giorni.”- rispose la bionda, con voce chiaramente tremante.

La Yamanaka sospirò profondamente, sciogliendosi la chioma per potersi passare la mano fra i capelli – che in quei giorni avevano perso lucentezza - per poi avvicinarsi alla finestra della camera con passo svelto. Poggiò la fronte contro il vetro freddo, fissando i tristi alberi spogli d’autunno stagliarsi sullo sfondo di quel cielo infuocato dal tramonto: un’immagine tanto affascinante quanto deprimente.

-“Sono dodici giorni che te ne stai chiusa qua dentro, Ino.”- brontolò Shikamaru poco dopo, accompagnato da un sospiro di seccata rassegnazione mentre sbatteva con forza i libri sul tavolo.

-“Ah, meno male che ci sei tu a contarli per me.”- ironizzò la biondina, con tono acido, fissando le proprie labbra piegarsi in un ghigno contrariato nel riflesso della finestra.

-“Si nota.”-

-“Cosa?”-

-“La tua assenza. Sai, dopo un po’…”- rispose Shikamaru, in un mormorio basso e roco – imbarazzato?

-“Ah. Beh, sei sopravvissuto, no?”- commentò lei, voltandosi verso di lui con una rapida piroetta.

-“Sì, ma… sono qui.”- ammise il Nara, sempre con voce profonda e flebile, come uno sbuffo di scirocco sull’acqua calma.

Un brivido – caldo, bollente – salì lungo la schiena della biondina, pungendole come una scossa la nuca e le spalle.

Di scatto, Ino abbassò il volto, fissando un punto indefinito del pavimento, senza saper cosa pensare. Le scarpe di Shikamaru entrarono nel suo campo visivo, segno che il ragazzo si era avvicinato a lei.

-“Ultimamente non stavamo molto insieme comunque, pensavo non avresti notato la mia assenza.”- esordì Ino, cercando un qualsiasi pretesto che la trattenesse dal guardarlo in faccia: sentiva che quella permanenza prolungata in casa  l’aveva sfiancata, la solitudine aveva indebolito la sua tempra d’acciaio, e i suoi nervi erano parecchio instabili.

Aveva bisogno di qualcuno con cui sfogarsi – e quel qualcuno avrebbe dovuto essere Sakura, ma era troppo occupata a star dietro al neo-ritornato Sasuke per ricordarsi della sua esistenza – e ritrovarsi davanti Shikamaru non era la migliore delle soluzioni.

La domanda “cedere davanti a Shikamaru?” era accompagnato dalla risposta “mai” nel codice d’onore di Ino Yamanaka.

-“Già, lo so. Ma ovviamente Naruto ha chiesto l’intervento di persone fidate per gestire la ricostruzione di Konoha, e io ero il primo della lista… non potevo tirarmi indietro.”- spiegò il Nara, con voce accomodante e dannatamente bassa e gentile, così fuori dai suoi schemi.

Perché doveva essere così accondiscendente, dopo aver visto la sfuriata di Ino? Stava per caso provando pietà per lei?

-“Non ti sto biasimando, Shikamaru, anzi. Penso che Naruto non abbia potuto scegliere meglio.”- asserì Ino, assumendo un’espressione pensosa, il volto sempre rivolto verso il basso.

-“Sono sicuro che l’esame andrà alla grande, Ino, non ti preoccupare.”- la rassicurò improvvisamente Shikamaru, con tono confortante.

-“Oh insomma, Shikamaru! Si può sapere cosa c’è?! Ti faccio così tanta pena?!”- sbottò la Yamanaka, isterica, dando un lieve spintone al petto del compagno.

-“Perché dovresti?”- domandò il ragazzo, inarcando un sopracciglio, perplesso da quella reazione insolita.

-“Quella voce! Perché usi quel tono così… così… così…”-

Snervante? Arrendevole? Malleabile? …dannatamente sensuale?

Ino scosse violentemente la testa, come a far uscire quelle strane idee dalla sua testa.

-“Insomma quando sono seccato sono irritante, quando sono silenzioso sono noioso, quando faccio il carino è perché provo pena… e che cavolo Ino, non ti va bene mai niente!”- sospirò Shikamaru, allargando le braccia e portando gli occhi al cielo –“Oggi ho preso una pausa apposta per venire a trovarti e fai la acida. Beh, grazie tante…”-

-“Ma no… grazie, ho apprezzato molto…”- sospirò la Yamanaka, voltandogli nuovamente le spalle per tornare a fissare fuori dalla finestra.

Shikamaru assottigliò il suo sguardo sulla figura snella della ragazza: era senz’altro dimagrita, e quel colorito così pallido sul volto era segnato da delle profonde occhiaie, dovute all’assenza di luce e all’insonnia.

-“Sai… i documenti sempre in ordine nel mio ufficio, l’ombrello davanti alla porta quando devo tornare a casa sotto un improvviso acquazzone, lo spuntino quando mi risveglio dalla mia pennichella pomeridiana, il pranzo che c’è sempre sulla mia scrivania anche quando lo dimentico a casa, il vaso con fiori freschi ogni giorno sul davanzale dell’ufficio… sono piccolezze che nessuno potrebbe mai cogliere, ma se mancano non puoi fare a meno di sentirti un po’ vuoto.”- spiegò Shikamaru, avvicinandosi alla compagna, appoggiando comodamente il mento sulla spalla della ragazza.

Sorrise lievemente quando percepì delle leggere lacrime scivolare sulle guance della biondina, e con la coda dell’occhio poté catturare sul volto di Ino la solita espressione che aveva quando cercava di non commuoversi: estremamente crucciata, tanto da sembrare un tantino buffa.

-“Quindi sapevi che ero io.”- singhiozzò la biondina, stridula.

-“Mh, lo so che anche se fai la acida isterica hai il cuoricino d’oro.”- ridacchiò Shikamaru, tirandole un buffetto sulla fronte.

-“Scemo!”- piagnucolò Ino, dandogli nuovamente una lieve spinta, con aria imbronciata. –“Lo faccio solo perché sei uno scapestrato e senza di me non combineresti niente!”-

-“Vero.”- sogghignò il ragazzo, sorridendole provocatorio.

-“E non darmi ragione quando ti provoco apposta per essere contraddetta, maledetto!”- singhiozzò la ragazza, scaricandogli sul petto una serie di pugni, sfogando tutto il nervosismo e la tensione che aveva dentro di sé.

Shikamaru rimase impassibile, un sorrisetto compiaciuto stampato sul volto, finché Ino, esausta, non si fermò, appoggiandosi al petto del compagno.

-“Mh… sei eccitante quando ti mostri così debole, lo sai?”-

-“Stupido, io sono sempre eccitante… e sappi che mi sei mancato…”- singhiozzò Ino, mentre percepiva le braccia del ragazzo avvolgerla in un caldo e rassicurante abbraccio.

-“Di giorno o di notte?”- le domandò lui, malizioso.

-“Shikamaru!!!”- esclamò lei, arrossendo di botto.

-“Sei eccitante pure da imbarazzata… mendokuse…”- commentò Shikamaru, sul volto un’espressione seccata ma divertita.

-“Dillo che sei in astinenza di me, marpione.”- lo provocò Ino, asciugandosi gli ultimi residui di lacrime e scoccandogli un’occhiata di rinnovata malizia.

-“Eh, dopo dodici giorni, si va un po’ in crisi d’astinenza da Yamanaka, bisogna ammetterlo.”-

-“Se vuoi c’è mio padre!”-

-“…da Ino Yamanaka, s’intende.”- mugugnò Shikamaru imbarazzato.

E la abbracciò nuovamente, mentre la risata cristallina di Ino invadeva quella casa silenziosa da dodici lunghi giorni.

 

-“Ma quanto ci mettono quei due a parlare?”-

-“Ma sì Inoichi, dovranno chiarire parecchie cose…”-

-“Shikaku, era la scusa che usavi per chiuderti in camera con Yoshino, sai?”-

-“…ah. Sarà ereditaria.”-

-“…”-

-“…”-

-“Sono indeciso se uccidere prima te o lui, Nara.”-

 

 

 

 

š

 

 

 

A Giulia,

in ritardassimo per il suo comple.

Ma sei talmente dolce che mi perdoni, vero? *__*

 

 

 

*Angolo di Luly*

Nah, lo so che non è niente di che. Banale, scontata, dite quello che volete. È tutto questo, ma in verità è uno spaccato di vita quotidiana, e io amo Shika e Ino anche per questo, perché sono quotidiani, intimi, si conosco, vivono ogni attimo insieme e per quanto insignificante possa sembrare, viverli insieme acquista un nuovo significato. E quando non stanno insieme per tanto tempo, si mancano, inevitabilmente. *__*

E poi l’idea di Shika che abbraccia Ino in lacrime facendole notare quanto è sexy quando piange, mi girava in testa già da un po’. Meow. ù_ù

Ringrazio come sempre i fantastici recensitori, vi amoH. Alla fine, scrivo per voi. <3

 

Vale Celiane [se non recensisci sabato le prendi ù_ù xD]

Giulietta Shika [Tutta per te, spero ti piaccia anche se non è nulla di speciale ç__ç]

RyanForever [immancabile come sempre <3]

Nonna Rinoa [nonna… santa subito xD]

Kimly [grazie per non mancare mai :*]

Kikkyxx14 [grazie anche a te per recensire sempre, MB rulez ù_ù <3]

Diana88 [le tue rece mi commuovono sempre, tesoro ;*]

Rors Bonbon [n’awww… ti amoH semplicemente. ù_ù]

Hikaru90 [grazie per aver recensito e per la splendida email me commossa ç_ç]

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** ShikaIno #8: Di Genitori Curiosi ***


ShikaIno #8:

ShikaIno #8:

“Di Genitori Curiosi”

 

 

 

-“È incredibile, quella donna mi farà impazzire.”- sbottò Shikaku, muovendo con maestria la pedina sulla scacchiere da shogi.

-“Beh, dopotutto si occupa della villa dalla mattina alla sera, come darle torto?”- commentò Shikamaru, rispondendo alla mossa del padre.

Shikaku fulminò il figlio con sguardo sbigottito, lasciando penzolare leggermente la mascella.

-“Come sarebbe a dire? Ora le dai pure retta?!”- si sconvolse l’uomo, incrociando le braccia al petto, allibito.

-“Penso solo che ci vorrebbe una vacanza a mamma.”- fece spallucce Shikamaru, storcendo il naso, infastidito dall’interruzione del gioco.

-“In che senso?”- domandò il padre, muovendo una pedina.

-“Che ne so, fatti dare le ferie dall’hokage e portala una settimana al mare o in montagna.”- spiegò il figlio, rispondendo al gioco.

-“Ahhh, certo. Adesso ho capito.”- rise Shikaku, con espressione sorniona stampata sul volto.

-“Hai capito cosa?!”- domandò Shikamaru, scrutandolo con sguardo dubbioso.

-“Eh sì. Mamma e papà se ne vanno via una settimana, Shikamaru resta solo a casa e si porta la fidanzatina a dormire di notte. Te le ingegni proprio tutte eh, figliolo?”- ridacchiò l’uomo, scuotendo la testa.

-“Ma va, papà, perché devi sempre pensare a secondi fini? Mica lo faccio per quello. Sono solo preoccupato per la vostra salute mentale che da un po’ vacilla.”- spiegò Shikamaru, tradendo però un lieve rossore sulle gote.

-“Già, già. Vediamo se riesci a farmi scacco ora.”- commentò l’uomo, indicando con un cenno la scacchiera.

-“Okay.”-

-“…”-

-“…”-

-“…”-

-“…”-

-“…”-

-“…mendokuse. E va bene vecchiaccio. Intrufolarmi tutte le notti a casa sua, perdendo dieci anni di vita ogni volta che sento un rumore pensando che sia suo padre, alzarmi alle 5 del mattino per fuggire dalla sua stanza prima che il papino venga a darle il buongiorno… è fottutamente stressante. Ho bisogno di rilassarmi, con lei. Vi prego, lasciatemi la casa per una settimana…”- lo implorò Shikamaru, rivelandogli un volto esausto e scavato dalle occhiaie.

-“Oh, caro figliolo, vedi che la sincerità spesso paga?”- commentò Shikaku, compiaciuto.

-“Vuol dire che ve ne andrete in vacanza?”- trasalì il ragazzo, con occhi brillanti di speranza.

-“Ehi, ho detto spesso paga, non sempre.”- sogghignò l’uomo, sempre più divertito.

-“Ci godi a vedermi soffrire eh, vecchio bastardo?”- ringhiò il figlio, stizzito e offeso.

-“Carissimo, ci siamo passati tutti per questa strada, io prima di te con tua madre.”-

-“Ti prego, risparmiami i particolari.”- grugnì il giovane.

-“Però… c’è anche da dire che erano altri tempi. Chissà, magari il tuo papino potrebbe venirti incontro…”- ipotizzò Shikaku, grattandosi il pizzetto, con aria divertita e pensierosa.

-“Spara, ricattatore.”-

-“Dimmi chi è lei, dai!”- gli ammiccò l’uomo, dando una gomitata d’intesa al figlio.

-“Mendokuse… ancora con questa storia?!”- sbuffò Shikamaru, portando gli occhi al cielo, con aria esasperata.

Era da quando l’aveva beccato scappare da camera sua alle due di notte che suo padre continuava a perseguitarlo con quella morbosa curiosità riguardo alla “fortunata prescelta da suo figlio”.

-“Papà, se non te lo dico ci sarà una valida ragione, no?”- borbottò Shikamaru, irritato.

-“Non dirmi che… è un lui!”- sbiancò Shikaku, atterrito dall’idea.

-“Fottiti papà.”- lo fulminò il figlio, indignato. –“È una lei, ovviamente. Ti basta sapere questo?”-

-“Mi basterebbe se tu non volessi che io e tua madre ci levassimo dai piedi. Ma sai, una vacanza costa, e vorrei qualche particolare in più per convincermi a partire…”- commentò l’uomo, sempre più sadicamente divertito.

Shikamaru si portò una mano sulla fronte, sospirando, esasperato. Era al limite della sopportazione, e se non voleva commettere un patricidio, gli conveniva sputare il rospo.

-“È Ino, okay?!”- sbottò il ragazzo, irritato.

-“…Ino?”-

-“Già.”-

-“…Ino, Ino, Ino? Ino… Ino Ya… Yamanaka?”- domandò Shikaku, con la mascella a terra dall’incredulità.

-“Sì, Ino Yamanaka, quante Ino conosci?!”- sospirò il figlio, aggrottando le sopracciglia, perplesso.

-“Oh… interessante. No, cioè… Ino Yamanaka sta con te?!”- caricò l’uomo, allibito.

-“Sì, sta con me! Qualcosa in contrario?”- lo fulminò Shikamaru, offeso da quello scetticismo.

-“No, no, anzi… sono contento, un po’ sorpreso, ma contento… immagino che Inoichi non sappia nulla, vero?”-

-“Già, e se ci tieni alla mia vita, mai dovrà sapere.”-

-“Capito. Beh, sono fiero di te, figliolo!”- commentò Shikaku, battendogli una mano sulla spalla con fare orgoglioso. –“Mi raccomando eh… state attenti! Va bene che voglio diventare nonno, ma non troppo presto…”-

-“PAPA’!!!”- ringhiò Shikamaru, arrossendo violentemente.

 

 

Shikamaru si svegliò di soprassalto, tirandosi su a sedere e guardandosi intorno, stordito dal sonno e allarmato dai raggi del sole che filtravano dalla sua finestra.

-“Merda, è tardi…”- sibilò, confuso.

-“Mh… no… non è vero…”- mormorò una vocina bassa e assonnata, di tutta risposta.

Una manina incerta scivolò dal basso verso l’alto lungo il suo petto nudo, facendo una lieve pressione, invitandolo a sdraiarsi.

Il ragazzo si lasciò cadere sul letto, scrutando con sguardo protettivo e pieno d’amore Ino, che dormiva beatamente al suo fianco, tutta accoccolata fra cuscino e coperte.

Shikamaru seguì con le dita la linea del braccio della ragazza, partendo dalla mano appoggiata al proprio petto, arrivando alla spalla morbida e nuda, coperta dalla cascata di capelli dorati sciolti e arruffati.

-“Mh… Shika… mi fai il solletico…”- commentò Ino, le labbra increspate in un sorriso, gli occhi ancora chiusi.

-“Mi ero dimenticato che i nostri sono in vacanza.”- ridacchiò Shikamaru, sovrastando la ragazza con la sua figura, per baciarle dolcemente guancia e testa.

-“Ma come… se è da due giorni che siamo a letto…”- sorrise Ino, accogliendo il ragazzo fra le sue braccia.

-“Già… e ne abbiamo ancora cinque a disposizione…”- le sussurrò il Nara suadente, prima di prendere a baciarla con passione, come se fosse il primo bacio dopo mesi di lontananza – anziché l’ennesimo dopo due giorni d’amore.

 

 

-“Ma Shikaku… avremmo fatto bene a lasciare Ino e Shikamaru da soli a casa?”-

-“Certo Inoichi! Perché, dubiti?”-

-“Magari anche a loro avrebbe fatto bene una vacanza…”-

-“Ma no, loro sono giovani… sono ragazzi! Si divertiranno di più a Konoha, fidati di me, amico.”-

-“Sai Inoichi, l’ultima volta che Shikaku mi ha detto di fidarsi di lui sono rimasta incinta.”-

-“Shikaku…”-

-“Ma dai Inoichi, ti fidi più di me che sono tuo amicone da anni o di mia moglie?”-

-“Di tua moglie.”-

 

 

 

 

š

 

 

A Tutte Le Mosche Bianche,

Perché siamo fantastiche

Nel nostro crederci sempre.

 

 

 

*Angolo di Luly*

Scusate, ma io amo troppo Shikaku e Inoichi. Sono la parte comica dello ShikaIno, secondo me. XD

Che grandi uomini. ù_ù

E un siparietto del genere fra Shika senior e junior era da tempo che lo sognavo!

Poi l’idea di Ino e Shika a letto da giorni e giorni a fare love lovekyaaaah, è da sbavo! *ç*

Un grazie caloroso a tutti quelli che recensiscono sempre. Questo capitolo è dedicato a voi! *O*

Hachi92

Nonna Rinoa

Vale Celiane

Ryanforever

Giulietta Shika

Kimly

Diana88

Kikkyxx14

Hikaru90

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** ShikaIno #9: Di Donne Ammogliate ***


Il grosso energumeno camminava avanti e indietro, grattandosi il grasso doppio mento con aria pensierosa

ShikaIno #9:

“Di Donne Ammogliate”

 

 

 

Il grosso energumeno camminava avanti e indietro, grattandosi il grasso doppio mento con aria pensierosa. Intorno era il silenzio, disturbato solo dal lieve frusciare delle sue lunghe e pacchiane vesti, e dallo scampanellare dei suoi pesanti gioielli d’oro.

Un lievissimo scricchiolare di nocche si mischiò al rumoreggiare della goffa andatura del governatore dalle vesti inconsuete, così lieve ma deciso che Ino scostò il suo sguardo cristallino dal trono, per volgerlo verso il compagno di squadra al suo fianco: le nocche delle sue ampie e rassicuranti mani venivano torturate da un tic continuo e insolitamente nervoso, mentre il suo sguardo era piegato in un’espressione seria e concentrata, che ad avviso della Yamanaka, lo rendeva estremamente sexy in quel momento di alta tensione.

“Ovviamente stiamo aspettando il responso di una importantissima missione e io me ne sto qui a fare fantasie erotiche su Shikamaru. Sei una ninfomane, Yamanaka.” si commiserò mentalmente Ino, percependo le guance infiammarsi lievemente, voltandosi nuovamente verso il trono.

Senza rendersene conto, si trovò a meno di cinque centimetri di distanza il grasso volto del governatore del Paese dell’Oasi, che la scrutava con aria decisamente troppo interessata.

Spaventata, Ino balzò all’indietro, lasciandosi sfuggire un gridolino acuto, mentre il governatore dal vestiario inusuale – in verità pareva un grande e grosso sacco di patate dotato di turbante in testa – scoppiava in una risata compiaciuta e sguaiata.

-“Spiacente di avervela spaventata, signorotita.”- commentò il governatore, nella sua pessima lingua.

-“N-no… s-si figuri…”- rispose Ino, riprendendosi dallo spavento causato da quell’inaspettato incontro ravvicinato del terzo tipo, e portandosi una mano al petto dove il suo cuore batteva ancora impazzito dalla paura.

-“Io stava pensadumelo… qui in Paese di Oasi, sapete voi che donne no potere sustare da sole?”- chiarì l’uomo seriamente, aiutandosi con grandi gesti delle braccia.

-“In che senso, scusi?”- domandò Ino, perplessa da quel concetto poco chiaro.

-“Donne no potere stare sole. Dovere stare con marito o fidanzato, altuarimenti potere essere rapite e sposate da abitante di Paese di Oasi, soparitutto governatori. Voi sapere questo, sì?”- asserì il governatore, annuendo convinto fra sé e sé, studiando con sguardo viscido e interessato il corpo di Ino avvolto nei suoi soliti vestitini succinti.

Le attenzioni ben mirate al corpo della Yamanaka vennero percepite da tutti i presenti nella sala reale, soprattutto da Shikamaru e Choji, ma la delicata situazione politica non permetteva reazioni troppo impulsive e istintive.

Però si udirono chiaramente le nocche del Nara scrocchiare con più forza nell’atmosfera pesante e silenziosa del luogo.

-“Ehm veramente no, non ne sapevo nulla…”- rispose Ino, lanciando disperate occhiate di soccorso a Shikamaru al suo fianco, senza che questo le ricambiasse. Più che lei, gli occhi del Nara fissavano il grosso politico davanti a loro, come se fosse intento a sondare i suoi propositi poco ortodossi – come se non fossero già abbastanza evidenti. Fosse stato per lei, avrebbe già tirato un pugno a quella grossa palla di lardo avvolta da seta e gioielli, ma Shikamaru l’aveva prevenuta dall’agire d’istinto come suo solito, avvertendola già in anticipo dell’ideologia misogina del luogo. Anche se, era bene sottolinearlo, le spudorate pretese di matrimonio di quel viscido andavano un po’ oltre al suo livello di sopportazione.

-“Sì, se donna piacere a governatore, se ella aggradare tutti i suoi cinque sensi… beh, lui può sposare lei. Lui avere potere di decisione indiscutibile, lui essere potente!”- spiegò l’omaccione, avvicinandosi a Ino e prendendole una ciocca di capelli fra le mani, annusandoli con fare morboso.

La Yamanaka chiuse gli occhi, sul volto un’impareggiabile espressione di disgusto, mentre i brividi la scuotevano lungo tutto il corpo, mettendo a dura prova i suoi nervi.

–“Sapere, signorotita Ino, tu aggradare tanto miei cinque sensi…”-

-“Sì, e se non la smette di allungare le mani su mia moglie presto perderà il senso dell’olfatto. A Konoha è lecito vendicarsi su chi alza le mani sulla donna altrui.”- commentò la voce secca di Shikamaru lì a lato, fredda e sferzante come una lama tremendamente appuntita.

Un pesante silenzio piombò nella sala reale, mentre il governatore levava velocemente la mano dai capelli di Ino e questa fissava il compagno di squadra con aria a dir poco sconvolta, le gote che velocemente acquisivano un bel colorito rosso e gli occhi che si illuminavano di una strana luce adorante.

Choji lì a lato aveva un’apertura mandibolare di circa un metro e gli occhi erano strabuzzati, letteralmente schizzati fuori dalle orbite.

-“Ah… voi essere… sposati?”- domandò il governatore, dandosi un contegno e dissimulando indifferenza con due colpetti di tosse.

-“Già. Un milione di volte almeno, ci siamo sposati in tutti i paesi in cui siamo stati.”- asserì Shikamaru con nonchalance, avvolgendo le spalle della Yamanaka con un braccio e attirandola a sé.

Ormai il volto della biondina aveva assunto una bella tonalità molto vicina al viola – non si era mai sentita così in sintonia con Hinata come in quel momento – e Choji lì a fianco probabilmente era vicino all’infarto: Shikamaru era così tranquillo e a proprio agio che risultava anche convincente, e l’Akimichi si chiese se in effetti i suoi compagni non si fossero davvero sposati in gran segreto.

-“Beh, io essere dispiaciuto, non sapere che voi due essere…”- si scusò il governatore, in evidente imbarazzo di fronte ai due abbracciati.

-“Ma si figuri, ormai ci sono abituato… piuttosto pensiamo a chiudere questi affari burocratici e non pensiamoci più, d’accordo?”- propose il Nara, liberando Ino dall’abbraccio e assumendo un tono perfettamente professionale, mentre i suoi compagni si scambiavano delle occhiate ricolme di imbarazzo e divertimento.

 

-“Beh, potevate almeno dirmelo, vi avrei fatto un pensierino!”- esordì Choji, varcando la porta d’ingresso che conduceva alla hall di quell’enorme albergo di lusso dalle decorazioni arabeggianti.

-“E piantala con questa lagna, Choji! Sei più seccante di Ino!”- borbottò Shikamaru, grattandosi la nuca, le guance leggermente arrossate e il tono vagamente irritato.

-“Figurati Choji, non lo sapevo nemmeno io di essermi sposata! Un milione di volte poi!”- cinguettò Ino, appiccicandosi al braccio del Nara con sorrisino beffardo e divertito.

-“Allora la prossima volta eviterò di inventarmi queste balle imbarazzanti e ti lascerò sposare un vecchio grassone bavoso, va bene?”- sbottò Shikamaru fulminando Ino, al culmine dell’irritazione, causando delle grasse risate da parte dei compagni di team.

In quel momento furono raggiunti da una Sakura in evidente panico, seguita da due divertiti Naruto e Sai, che sventolavano soddisfatti le chiavi delle stanze d’albergo.

-“Ino maialino! Una cosa orribile!”- proruppe Sakura, correndo verso l’amica con volto pallido. –“Lo sai che in questo paese negli hotel le donne devono dormire per forza con un ragazzo in una camera rigorosamente dal letto matrimoniale?! È una cosa assurda, maschilista e orrenda!”-

-“Già, l’ho scoperto a mie spese…”- commentò Ino, lanciando un’occhiata divertita al compagno dal codino al suo fianco.

-“Mendokuse…”- ribatté lui, come se intuisse già il finale di tutta quella faccenda.

-“Beh, Sakura-chan, se non vuoi dormire con me, non mi dispiacerebbe dividere il letto anche con Ino-san…”- affermò Sai, frapponendosi con sorriso smagliante fra le due ragazze.

-“Spiacente Sai-san, ma io sono già ammogliata… sposata un milione di volte!”- cinguettò Ino, accoccolandosi al braccio di Shikamaru, mentre questo sbuffava pesantemente, portando gli occhi al cielo con aria esasperata.

-“Mendokuse!”-

 

 

-“Ah Shikamaru, guarda che bello questo letto matrimoniale! È enorme!”-

-“Ripeto: mendokuse.”-

-“Ah Shika-kun… quante volte ci saremmo sposati?”-

-“Ripeto: un milione di volte… mendokuse.”-

-“Quindi… abbiamo ancora un milione di prime notti di nozze arretrate?”-

-“Secondo logica…”-
-“Niente mendokuse, Shika-kun?”-

 

 

 

 

š

 

 

Ad Akami,

un piccolo anticipo per il vero regalo di compleanno <3

 

A Giulietta,

perché è sempre troppo dolce e disponibile. <3

 

A Sil,

perché SSSSSSimo è troppo un figo della Brianza.

E per il betaggio, ovviamente. <3

 

A Zia Ele,

perché è così forte che supererà pure questa. <3

 

Alla Nonna Rinoa,

perché se ne va al mare e io sto a casa. =_=

 

 

 

*Angolo di Luly*

Okay, è una schifezza, ma mi faceva impazzire l’idea di Shikamaru che afferma pubblicamente che Ino è sua moglie *ç*

E poi dopo dei giorni con Sil, non si può non scrivere bakate bianche di questo genere.

Va beh, non starà in piedi come ficcy ma in fondo è una delle tante scuse per far vedere quanto si amino alla follia questi due. *___*

 

Grazie come sempre a tutti coloro che recensiscono! Mi riempite sempre di gioia immensa! ç__ç

Ryanforever

Celiane4ever

Kikkyxx14

Hachi92

Urdi

Kimly

Shika

Nejisfan 94

Chi_lo_sa

Diana88

Hikaru90

P_chan

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** ShikaIno # 10: Di Amori E Distanze ***


Sbam

ShikaIno #10:

“Di Amori E Distanze”

 

 

 

Sbam. Crash. Tum.

 

Il brusio fastidioso si spense di colpo, interrotto da quei bruschi rumori.

Ora sapeva che tutti gli occhi erano su di lei. Ma sapeva fin troppo bene che pure quei sussurri sommessi di poco prima la riguardavano, direttamente o indirettamente. Ed era furiosa.

La tenda divisoria si sollevò, lasciando sbucare la testa rosa di Sakura, che guardò i presenti stupita da tale silenzio: si rese conto che tutti fissavano la bionda che sostava di fronte al tavolo degli attrezzi, a terra una boccetta di acqua ossigenata fracassata al suolo e delle forbici, le mani della ragazza aperte sul tavolo, come se lo volesse tener fermo.

Poi i suoi occhi smeraldini sostarono sull’espressione di Ino: il volto era contratto in una smorfia ricolma di rabbia, ira che riusciva malapena a trattenere; si mordeva il labbro inferiore con i denti sforzandosi di tener chiusa la bocca, di non lasciar trapelare insulti da nessuna parte.

-“Ma guardatela…”- sussurrò una voce stridula dal fondo della tenda, e a quel mormorio fin troppo chiaro le mani di Ino si strinsero, graffiando con le unghie il compensato di legno del tavolo.

-“Cos’è successo, Ino?”- domandò Sakura, piegandosi a terra a raccogliere i cocci di vetro.

-“A-…”- cercò di rispondere la bionda, ma le parole le morirono in gola, soffocate da un singhiozzo di rabbia e angoscia che le saliva dal cuore.

Si fermò, guardando verso l’alto come a voler rimandare indietro le lacrime, incrociando le braccia e facendosi forza, perché scoppiare a piangere davanti a quelle pettegole era l’ultima cosa che voleva fare, su quella terra, in quel momento.

 

Quando uscì dalla tenda del pronto soccorso, Ino si diresse più veloce che poteva lontano dall’accampamento di emergenza sorto a Konoha in attesa della ricostruzione.

Un urlo soffocato misto di rabbia e disperazione sfuggì dalle sue labbra, mentre si accasciava a terra, iniziando a prendere a pugni il suolo, mentre le lacrime finalmente si liberavano lungo le sue guance, in un pianto disperato.

Dietro di lei, Sakura la fissava a qualche passo di distanza, il volto piegato in un’espressione depressa. Era da tanto che non la sentiva piangere così, ma ciò che le faceva più male… è che quella situazione l’aveva vissuta anche lei, tanto tempo prima, e quei sentimenti le bruciavano nel petto come se fossero causati da una ferita recente.

-“Cosa succede?”-

Una voce femminile, roca e sensuale, dalla cadenza tranquilla, accarezzò l’orecchio di Sakura, causando l’irritazione di Ino, che però non riuscì ad arrestare la sua crisi isterica – anche se davanti a lei le costava molto, troppo, mostrarsi così debole.

-“Io non…”- cercò di rispondere la Haruno, lanciando un’occhiata dispiaciuta a Ino, ancora inginocchiata al suolo.

-“Ti prego Ino, non mi pare il caso di fare certe scenate, non in questo momento.”- la riprese Temari, una nota seccata nella voce.

-“Senti, sei venuta da Suna per aiutarci a ricostruire Konoha o per fare le ramanzine a me?!”- sbottò la Yamanaka, facendo leva sulle braccia e alzandosi, lanciando uno sguardo ricolmo di astio verso Temari e accorgendosi che al suo fianco stava un silenziosa e mortificata Shiho.

Cos’era quella, la rimpatriata delle [troppe] donne di Shikamaru?!

Ino si asciugò il volto madido di lacrime e di mascara colato, per poi avvicinarsi con espressione fiera a Temari e Shiho.

Mostrarsi debole le faceva male, ma non si vergognava delle sue lacrime – non se erano per Shikamaru.

-“E’ da sciocchi comportarsi così, lo sai? Già è sciocco piangere per un uomo in generale, poi piangere per lui in questa situazione… è proprio…”-

-“Proprio cosa, sentiamo.”- replicò Ino, sfidando i suoi occhi di smeraldo con i propri di cristallo.

-“Non ti sto dicendo di non soffrire per Shikamaru, ma devi capire che non ce n’è il bisogno. È stata una sua scelta quella di andarsene.”- spiegò Temari, con un sospiro, rabbonendo la sua espressione.

-“Tu non puoi capire.”- scosse la testa Ino, come se non volesse stare a sentire quelle parole.

-“No, sei tu che ti sei intestardita e cerchi di giustificarlo in tutti i modi. Anche Shikamaru può sbagliare, Ino. E qui ha sbagliato. La strada che ha cercato di percorrere è la più sbagliata di tutte.”-

Le faceva male, troppo male sapere che prima di andarsene Shikamaru aveva parlato con Temari, si era confidato con lei, l’aveva salutata.

E lei invece si era svegliata una mattina, in mezzo a una Konoha devastata che stava ricominciando a rinascere, con la vita distrutta che stava ricominciando a riprendersi, col cuore spezzato che stavo ricominciano a rimarginarsi… e tutto si era distrutto di nuovo.

Una parola.

Fuggito.

Un’altra parola.

Nukenin.

Assurdo. Una risata divertita sulle labbra.

Con i ribelli, contro Danzo-sama.

Amara realtà. Una risata isterica sulle labbra.

E poi, lo sguardo pallido e sconfortato di Choji.

Era ciò che voleva davvero.

E poi, lo sguardo fermo e contrario di Temari.

Ho cercato di fermarlo, ma non mi ha dato retta.

Dolore. Il suo cuore che si spezzava ancora, in petto. E le lacrime che iniziavano a scorrere, insieme alla rabbia per l’incomprensione e poi al dolore per l’abbandono.

-“C’è un motivo per cui se n’è andato. Il regime di Danzo ci sta soffocando!”- urlò Ino, voltando le spalle alla bionda jonin per allontanarsi un po’ da lei – prima di fare mosse avventate.

-“E’ stato eletto Hokage, quindi si suppone agisca per il vostro bene. In caso così non fosse, ci sono autorità pronte a deferirlo. Non ha senso la fuga di Shikamaru, capisci? È un segno di immaturità. È stato impulsivo, non ha pensato…”-

-“Temari! È di Shikamaru che stiamo parlando! Sei davvero convinta delle tue parole?! O sono soltanto scuse che stai accampando in aria perché non riesci ad ammettere che questa volta nemmeno tu riesci a capire il comportamento di Shikamaru?!”- sbottò Ino, e questa volta il suo sguardo non era più di sfida, né di ira, ma di puro dolore, una sofferenza profonda visibile attraverso i suoi lucidi occhi celesti.

Temari abbassò lo sguardo, un velo di dubbio ad appannare i suoi occhi e, senza rispondere a quella domanda alquanto scomoda, si allontanò lentamente con fare incerto.

Nel vedere quella reazione insolita, Ino soffocò un altro urlo, riprendendo a battere i pugni contro il suolo, preda di un raptus d’ira. Nemmeno Temari era in grado di farla sfogare come avrebbe voluto.

Intanto con un lieve inchino, Shiho si congedò da Sakura, correndo verso il villaggio – apparentemente ben sicura della sua destinazione.

 

-“Choji-san!”-

Il ragazzone si voltò perplesso verso quella voce soave, ma animata da un filo di ansia.

-“Shiho? Qualche problema?”-

-“Sì… io… io ho assistito alla partenza di Shikamaru-san…”-

-“Sì, ce n’eravamo accorti…”- sorrise bonariamente l’Akimichi, battendo una mano sulla spalla della crittologa.

-“Ho sentito le raccomandazioni che Shikamaru-san ti aveva fatto a riguardo di Ino-san… e beh… oggi ho assistito al suo ennesimo crollo, che per poco non sfociava in una litigata con Temari-san…”- spiegò sommessamente Shiho, sistemandosi con cura gli occhiali.

Il volto di Choji si piegò in un’espressione profondamente dispiaciuta, seguita da un sospiro.

-“Lo sapevo che non l’avrebbe mai accettato…”-

 

 

-“Che cosa devo fare con te, Ino?!”- sospirò esasperata la signora Yamanaka, incrociando la braccia al petto con aria seccata.

-“Cosa vuoi, mamma? Non posso nemmeno essere libera di piangere in camera mia adesso?!”- sbottò Ino, spingendo la madre fuori dalla camera con veemenza.

-“Ino! Siamo tutti addolorati per la fuga di Shikamaru, ma continuare a piangerlo non servirà a nulla, anzi… non è il caso di piangere i traditori ora che Konoha ha bisogno di essere ricostruita. Si è comportato slealmente…”-

-“Ma Danzo-sama ci sta…”-

-“Ino! Non osare contraddire l’operato di Danzo-sama così deliberatamente e senza ragione!”- la riprese la madre risentita, mentre un potente tuono, annunciatore di un imminente temporale, troncava lì quel discorso. –“Ora vedi di dormirci sopra, e domani ti voglio sorridente e piena di energie; alla tenda ospedaliera hanno un gran bisogno di aiuto, e il tuo broncio non aiuterà i malati a sentirsi meglio.”-

-“Tu non capisci!”- ringhiò Ino, reprimendo l’ennesimo singhiozzo in petto; sfogò la sua rabbia soffocata contro la porta, chiudendola con un forte spintone che fece tremare tutti i vetri della casa.

Poi vi fu solo il letto ad attenderla, quelle lenzuola che da giorni accoglievano le sue lacrime,  che copiose e amare si ostinavano ad aumentare di giorno in giorno.

Sarebbero mai finite le lacrime per Shikamaru?

Sarebbe mai stato colmato il vuoto causato dalla sua perdita?

Passerà, ti ci abituerai, lo fanno tutti, è inevitabile.

E Sakura? Come aveva fatto Sakura a superare la fuga di Sasuke? Ma l’aveva davvero superata poi?

E quanti giudizi, quante sentenze sputate a zero sull’Haruno e sull’Uchiha con tanta facilità; e quanto era difficile ora ritrovarsi nella stessa situazione dell’amica e vedersi tutti quei giudizi e quelle sentenze rivoltate contro.

I singhiozzi aumentarono, il dolore che le pulsava in petto quadruplicò se possibile la sua acutezza, mentre i volti dipinti di astio degli abitanti di Konoha si riflettevano nella sua mente; quegli occhi che fino al giorno prima erano stati amorevoli con lei e Shikamaru, ora palesavano un odio profondo, una diffidenza crudele verso di lei, lei, come se fosse una copia vagante del compagno. Se Ino era l’unica a rivelare la sua sofferenza per quel tradimento tanto risentito dal popolo, doveva dunque essere la portatrice della stessa pena di Shikamaru?

Doveva dunque rinunciare al suo cuore per continuare ad essere amata dai suoi concittadini, dai suoi amici, dalla sua famiglia?

Debole e affranta, si lasciò scivolare giù dal letto, ritrovandosi in ginocchio, accasciata contro la specchiera.

 

Non ricordava da quanto tempo fosse in quello stato di assopimento, una specie di dormiveglia dovuta alla stanchezza e alla disperazione; ma un potente tuono ruppe il cielo e la quiete notturna con la sua rabbia, destando la ragazza dal suo sonno.

Ino si guardò attorno lievemente spaesata, poi rabbrividì; la notte stava iniziando a rinfrescare l’ambiente.

Sollevò lo sguardo, crucciandosi quando realizzò di aver lasciato la finestra aperta, notando che alcune piccole chiazze d’acqua piovana si erano formate sul pavimento.

Ino inspirò a fondo l’aria fresca e profumata di terra bagnata che proveniva dall’esterno, poi chiuse la finestra, scrutando il suo volto triste e pallido riflesso nel vetro.

Lasciò scivolare con lentezza un dito su di esso, tracciando un segno del suo passaggio sulla condensa, quando improvvisamente una piccola fiammella si accese, illuminando un punto poco al di sopra della sua mano.

Ino corrugò la fronte sostando sulla macchia scarlatta, confusa, come se volesse capire se quel fuocherello giungesse dall’esterno o se appartenesse a qualcosa alle sue spalle.

Il fuoco svanì, con un rumore secco e metallico.

Clack.

Qualcosa alle sue spalle.

Nell’aria un odore amaro – sgradevole, familiare, nostalgico.

I nervi le si paralizzarono, lo stomaco venne chiuso in una morsa dolorosa, mentre tutto ciò che sentiva le si contorceva come un groviglio di concetti incoerenti in gola, soffocandola nel suo spasmo caotico.

Troppe, troppe emozioni tutte insieme. Troppe cose da dire, e ancora di più da pensare.

-“Non dire nulla. Non voltarti.”- sibilò una voce roca e bassa – quella voce roca e bassa. –“E non piangere nemmeno, grazie.”-

-“M… ma… ma come ti permetti di…”- un fuoco avvampò nel corpo della ragazza, sbloccandole il respiro che prese a farsi rapido e affannoso, bruciandole gli occhi che iniziarono a lacrimare.

L’irritazione che solo lui era in grado di provocarle col suo tono annoiato, con una parola seccata, con una lamentela burbera.

Quell’odore acre di sigarette che non sentiva da tempo – del resto lui aveva smesso completamente di fumare, prima della sua fuga – le annebbiava il cervello.

La freddezza era lontana dalla sua mente quando l’ira le impose di voltarsi di scatto, violando tutte le richieste fatte da quell’ospite inaspettato.

E fu una pessima idea.

La figura di Shikamaru si confondeva con le tenebre della camera, illuminata solo da una vago bagliore grigiastro proveniente dalla finestra; un tiro alla sigaretta, e un brillio rossastro contornò le labbra serrate del ragazzo. Nemmeno mezzo secondo dopo un fulmine cadde, con tutta la sua rabbia e il suo fragore, e la sua luce  intensa mostrò interamente la sagoma del compagno alla bionda: cos’aveva di diverso? Forse era più alto? O più muscoloso? Aveva come l’impressione che quella figura abbigliata di nero, tutta ingobbita su se stessa, avvolta da un mantello fradicio, appoggiata contro il suo comodino fumandosi una sigaretta con nonchalance, avesse qualcosa di diverso, di più grande, di più imponente. O forse era semplicemente un’illusione della sua mente: abituata com’era a vedere Shikamaru tutti i giorni, solo ora, dopo un distacco prolungato, il suo cervello registrava il fatto che effettivamente il suo compagno era cresciuto, era maturato… era un uomo.

-“Sei… cambiato…”- singhiozzò Ino, e si ritenne parecchio patetica e superficiale perché non era riuscita a tirar fuori nulla di più profondo dopo mesi di lontananza.

-“Ti sei voltata, hai parlato, hai pianto nonostante ti abbia detto di non farlo, e riempi i miei pensieri dalla mattina alla sera, come se la lontananza non esistesse… tu invece non sei cambiata, per niente. Sei sempre la solita seccatura, Ino Yamanaka.”-

Quelle parole furono come una coltellata al petto, così profonda e acuta che il dolore si trasformò in un singhiozzo straziato.

-“Perché sei tornato…? Te ne andrai, non è vero? Te ne andrai ancora! E allora cosa sei tornato a fare?! Stavo cominciando a dimenticarti, stavo ricominciando a vivere e… e… e sei tornato! Perché devi sempre rovinare tutto?!”- sbraitò Ino, dandogli le spalle di scatto, preda di una crisi di rabbia mista a pianto.

Non si accorse nemmeno del movimento rapido e silenzioso che portò Shikamaru dietro di sé; le cinse con un braccio la vita mentre l’altra mano andava a tapparle la bocca delicatamente.

-“So che senti l’imperante bisogno di urlarmi contro il tuo odio… ma penso che tua madre sentirebbe l’imperante bisogno di tirarmi dietro un kunai se mi trovasse qui ora… quindi meglio rilassarsi un attimo, che ne dici?”- sussurrò il ragazzo all’orecchio della bionda, con voce seria e così dannatamente sensuale.

-“Ino, la pianti di urlare?!”- fu il puntuale rimprovero della madre che giunse dal piano terra qualche attimo dopo.

-“Sì, scusa mamma…”- urlò di rimando Ino, voltandosi verso Shikamaru mentre questo la liberava dal suo abbraccio.

Gli occhi della Yamanaka parevano essere di pregiato cobalto, immersi in quella semioscurità interrotta solo dal bagliore malinconico del temporale. E in quel mare oscuro si persero gli occhi di Shikamaru, un mare che avevano sognato per lungo tempo, ogni notte passata lontano da Konoha – e probabilmente anche in qualche nottata a casa sua, tempo prima, quando ancora tutto pareva essere “normale”, quando Ino era la sua scocciante compagna e non un riflesso lontano ricolmo di nostalgia e amarezza.

-“Dimmi che mi odi. Ti prego. Dimmi che mi odi, che non mi hai mai sopportata, che la tua vita è migliore da quando non ci sono più io, che venire a letto con me è stato il più grande sbaglio della tua vita! Dimmi che ogni momento della giornata che passo a pensarti è un momento sprecato, dimmi che non sei tornato per vedermi. Ti prego, ti prego… dimmelo. Dimmelo e lasciami vivere.”- supplicò Ino fra singhiozzi disperati, affondando le unghie nelle braccia, cercando di farsi male per riprendersi.

Un lampo fugace rivelò delle lacrime riflettersi negli occhi di Shikamaru, che smarrito si passò una mano sul viso, stravolto. Quella situazione era… devastante. Non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere. Né da parte di Ino, solitamente così orgogliosa, né da parte sua, partito con tutti i più solidi propositi di troncare definitivamente lì quel rapporto…

Ma non si poteva andare avanti così, lo sapeva. Era scappato, era un nukenin, e finché Danzou sarebbe stato al potere – ma sarebbe mai crollato quel regime? O lui sarebbe morto invano nell’intento di farlo cadere? – non poteva illudere Ino con false speranze, sogni irrealizzabili, che se infranti l’avrebbero senz’altro fatta soffrire più dell’amara verità.

O la morte o il lontano e perenne esilio da Konoha fra di loro, e quei ricordi di una vita passata insieme impressi in ogni respiro, e quei fugaci attimi di passione bruciati una sola volta e troppo, troppo in fretta – che si sarebbero dannati per poter rivivere ancora, una volta, una volta sola.

Improvvisamente un fischio ruppe il silenzio pesante, spezzando lo scrosciare della pioggia e attirando l’attenzione dei due ragazzi: era chiaramente un segnale, e Ino capì al volo dall’espressione di Shikamaru che era il suo segnale. Il loro tempo era finito.

Con che coraggio poteva guardarlo negli occhi ora? Non gli aveva detto nulla, nulla di ciò che avrebbe voluto rivelargli realmente. Avrebbe voluto baciarlo. O almeno abbracciarlo, sì, almeno un abbraccio stretto, di quelli soffocanti, che ti lasciano sentire solo il calore e il battito cardiaco dell’altro. E il suo profumo. E il suo respiro.

Ino stava per alzare la testa, per dirgli qualcosa, qualsiasi cosa, ma vide la sagoma di Shikamaru anticiparla e abbassarsi su lei, la guancia lievemente ispida di lui strusciare sulla sua vellutata mentre avvicinava le labbra al suo orecchio per sussurrarle qualcosa; il suo tono svogliato pronunciò poche ma rapide parole, animato da una strana vitalità: non sapeva dire se fosse gioia o tristezza.

Un tuono spezzò le tenebre di quella tempestosa Konoha, mentre le lacrime di Ino si andavano ad aggiungere alle gocce della pioggia…

 

…lacrime di gioia o di tristezza?

 

 

 

 

š

 

 

A me stessa,

perché dopo 2 anni sono ancora qui a scrivere ShikaIno e ne vado fiera.

 

A nonna Rinoa,

perché se la merita tutta, perché c’è stata, c’è e so che ci sarà sempre.

Perché lei in questo momento può capire questa fanfic e il mio stato d’animo

Meglio di chiunque altro.

 

A Paccy e Rory,

che hanno sopportato questa mia depressione dall’inizio alla fine,

e che stanno ancora sopportando e probabilmente sopporteranno.

Grazie. Senza di voi sarei persa.

 

A Sil e zia Eleanor,

perché solo loro riescono a partorire 3000 ShikaIno tutte diverse e fantastiche,

e sempre loro che mi stanno accanto nelle mie crisi “creative”

e mi danno la forza e la voglia di continuare.

 

E a El, Vale, Akami, Kiki, Blacks, Milly, Sol, Ellie, Reyka, Devil, Hikaru,

E a tutte le altre mosche bianche e non che leggono e commentano,

e a cui sono riuscita a regalare qualche sospiro e qualche sogno.

Senza di voi non sarei qui.

Grazie a tutti.

 

 

 

*Angolo di Luly*

Dunque. Inizio dicendo che oggi sono 2 anni che scrivo su EFP e che, dopo mesi di inattività a causa di poca fantasia, esami, depressioni e varie, oggi era d’obbligo scrivere qualcosa sulla mia adorata coppia che mi ha fatto iniziare tutto questo. Tutto questo cosa? Scrivere fanfiction ovviamente! Senza questa passione non avrei conosciuto il 70% delle persone che oggi occupano la mia vita quotidianamente, e sono alcune delle persone più splendide e fantastiche che io possa aver conosciuto. Oltretutto, questa è la mia 40° ShikaIno, non un numero importante, ma un gran bel numero. Ovviamente non batterò mai zia Ele, questo è poco ma sicuro *muore*

Però ho sofferto per scrivere questa fanfic, perché parla di me più di qualunque altra cosa che io abbia mai scritto. Non sarà un capolavoro, ma mi è stata molto utile.

Il finale sconclusionato, ambiguo, lasciato aperto, in sospeso?

Beh… essendo una vicenda pseudo-biografica diciamo che il finale non l’ho ancora vissuto, e un po’ perché non riuscivo davvero a figurarmelo, un po’ per scaramanzia diciamo, ho preferito lasciarlo così, in sospeso, nelle mani delle vostre fantasie. A me piace così.

 

Dunque, tornando a scusarmi per la lunga attesa, prometto di rimettermi a lavoro su tutte le ff lasciate in sospeso e di riprendere a postare il più presto possibile, sicuramente meno velocemente del solito causa università. Spero mi perdonerete. <3

 

Grazie a tutti coloro che hanno recensito e che recensiranno, e a tutti quelli che mi hanno fatto gli auguri. Vi amo!

 

 

Ja nee,

Luly

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=304577