Oltre la morte

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il dolore di Damon ***
Capitolo 2: *** Inchiostro ***
Capitolo 3: *** Lettere dall'aldilà ***
Capitolo 4: *** La Luna ***
Capitolo 5: *** I colori sgargianti ***
Capitolo 6: *** il cuore di Damon ***
Capitolo 7: *** La città - prima parte ***
Capitolo 8: *** La città - seconda parte ***
Capitolo 9: *** Così, senza senso ***
Capitolo 10: *** Di nuovo vampiri? ***
Capitolo 11: *** Sfondare la quarta parete ***
Capitolo 12: *** I bambini demoni ***
Capitolo 13: *** Euforia ***
Capitolo 14: *** Come ti controllo - prima parte ***
Capitolo 15: *** Magia a Manhattan e Parigi ***
Capitolo 16: *** Carrozze e laghi argentati ***
Capitolo 17: *** Oltre il lago ***
Capitolo 18: *** Stefan e Damon fanno l'amore e il ritorno di Zaccaria ***
Capitolo 19: *** Il ritorno di Zaccaria e Katherine ***
Capitolo 20: *** Stefan e Damon parlano di cosa faranno in Paradiso ***



Capitolo 1
*** Il dolore di Damon ***


Stefan si era sacrificato per lui.

Gli aveva iniettato il suo sangue e poi era morto.
Divorato dalle fiamme.

Damon gli aveva detto che gli dispiaceva averci messo così tanto per diventare un bravo fratello maggiore.
Ma alla fine non era stato capace di fare neanche questo. Proteggerlo.
Stefan era stato più furbo di lui e si era sacrificato per salvarlo.
Per regalargli quella vita con Elena, che aveva sempre voluto.

Che ora aveva.
 
 
Ma ce l’aveva?
Sì, la vita con Elena, sì, ma la felicità, ce l’aveva?

Aveva passato due secoli sempre insieme a Stefan, così tanto tempo che non era pronto ad immaginarsi senza vederlo al suo fianco.
Soprattutto dopo che avevano condiviso perfino la morte, ora esserci in quel mondo e lui no, sembrava semplicemente SBAGLIATO.
Erano morti così tante volte..ma non era mai stato definitivo come quella volta.
Per la prima volta era stata una scelta. Una scelta di Stefan.
Come hai potuto farmi questo?
 
 
Il primo mese era come se il tempo fosse rallentato, i colori fossero diventati più grigi, tutto era diventato più cupo.
Non sapeva se era essere diventato umano, a fargli quell’effetto o semplicemente il DOLORE.

Quel dolore che finora aveva sempre potuto mettere a tacere con un pulsantino.
Ma ora non poteva più.
Era troppo..UMANO e gli umani non riescono a mettere a tacere il dolore.
A meno di una botta in testa che li faceva svenire.

Il grigiore della città si mischiava allo smog che si alzava alto fino in cielo.
Sembrava di essere a New York. Ma niente romanticismo dietro a tutto questo.
Avrebbe dovuto essere più vampiro per apprezzarne l’ironia.
 
 
 
 
*

Il secondo mese filosofeggiava macabramente sui SOGNI.
In fin dei conti erano DAVVERO come una seconda morte.
Da umano, poteva apprezzare la poesia.
Dormi, ti addormenti, e sei da un’altra parte.
Quando sei vampiro, puoi scegliere di non dormire.

Puoi scegliere di guardare quello che l’altro stava pensando.
Era felice che Elena non potesse vedere quello che lui stava sognando.
Erano tutte immagini di devastazione, morte, fiamme, omicidi, dolore, sofferenza.
E poi continuava a rivedere l’ultima battaglia, in loop.
Aveva preso l’abitudine di alzarsi all’alba.

Gli piaceva vedere il sole, albeggiare e anche tramontare.
Gli piaceva vederlo ora che non poteva più fargli del male.
 
 
 
 
*

SECONDO MESE
Il sole non gli aveva mai risposto.
Gli aveva chiesto tante volte, cosa si provava ora, ad avere davanti a sé il nemico di sempre, quello che potevi distruggere con la tua LUCE, e d’un tratto, accorgerti che ce l’avevi davanti e non gli facevi più alcun male.
Ne era contento, il sole, oppure ne era infuriato?

Anche lui, come la società con gli assassini, lo malediva internamente, perché meritava di essere punito in maniera esemplare e invece poteva andarsene in giro, libero, senza essere punito?
Oppure, lo aveva perdonato?
E Damon aveva perdonato il sole?
Lo guardava sempre, in cima alla collina, da una strada, dietro una montagna, o davanti al mare.
Era strano guardare il tuo nemico e capire che non ti avrebbe fatto più del male.
Quasi desiderava che avrebbe potuto ancora.

Avrebbe dovuto trovare un nuovo nemico a questo punto.
 
 
 
*

TERZO MESE

L’alcool era un buon alleato.
Un buon nuovo nemico.
Faceva male, o almeno, lo faceva abbastanza.

La sua mente annacquava come barchetta che prendeva troppa acqua.
I suoi ricordi però rimanevano a galla, testardariamente.
Ma lui era più testardo.
Gli piaceva sommergerli d’acqua, per non ricordare.

C’era un qualcosa di stranamente godurioso in un ricordo sommerso d’acqua.
Il dolore sommerso d’acqua dava una strana sensazione.
Capivi e non capivi.
Avrebbe potuto abituarsi.
In fondo era sempre meglio della droga, no?

Gli umani ci facevano l’abitudine ai ricordi, ma pensava che diventando umano, certe cose le avrebbe dimenticate, dopo due secoli.
Invece no.
Facevano più male che mai.
E il Sole, non riusciva più a ferirlo.
Il suo anello, mentre pensa a queste cose, seduto sullo sgabello davanti al bancone di un pub, cadde per terra, dandogli un tuffo al cuore.

Non se n’era mai liberato. Neanche smettendo di essere un vampiro.
“Me l’avevi promesso, Stefan. Saremmo stati insieme per sempre. Dov’è la tua promessa adesso?" disse, giocherellando con l’anello.
 
 
 
 
*

QUARTO MESE

Erano già al quinto litigio in quattro mesi.
Elena non era soddisfatta della loro vita insieme.
Forse era infelice. Forse piuttosto che stare con lui, avrebbe desiderato restare nella bara.
Come dargli torto?
Anche suo fratello aveva preferito MORIRE..
Vorrei essere morto io stesso..

Solo ieri c’era stato l’ultimo litigio.
Elena aveva cercato di scuoterlo, di dirgli di trovarsi un lavoro.
Effettivamente ora che non erano più vampiri, dovevano provvedere al loro sostentamento in qualche modo.
Lui aveva reagito con rabbia, le aveva detto di andare via.

Lei ferita, gli aveva detto: “Credi che a me non manchi? Credi di essere il solo a soffrire??”
Lui l’aveva guardata sprezzante e le aveva detto:
“Era mio fratello. MIO FRATELLO. Non pensare che quello che provi tu può essere lontanamente paragonabile. Non lo sarà mai. MAI.”
Mai gli aveva detto parole tanto dure e cattive, Mai aveva voluto ferirla a tal punto. Mai.
Ciò nonostante non si era fermato.

“Siamo stati insieme molto più tempo di quanto io e te trascorreremmo mai. Come PUOI PRETENDERE DI CAPIRE QUESTO!
E aveva rovesciato tutti i soprammobili che c’erano in corridoio.
Vasi e suppellettili in frantumi.
Elena che piangeva.

Maledizione a te e a tutte le tue doppelgangher! Non avremmo mai dovuto conoscervi! MAI! Tutto questo per colpa tua. TUA!!”
Era andato troppo oltre.
“Ma perché diavolo non mi avete lasciato morire quel giorno, su quel ponte?”
Damon rimase allibito, ma non fece niente per fermarla, quando lei se ne andò.
Crollò sul pavimento tenendosi la testa tra le mani.
Un ricordo così vivido che faceva male come mille campane.

Stefan che cercava di metterlo in guardia dalla vita di coppia.
“L’amore finisce, invecchierai..soffrirai..vuoi davvero questo?”
Scosse la testa.
Se ci fosse stato ancora LUI, forse ce l’avrebbe fatta.
Ora senza Stefan, si rese conto di non poter fare niente, era solo un fallito.
Voleva solo morire.

 
 
Quella sera andò Alaric a casa sua, e sembrò come se niente fosse cambiato.
Era premuroso, lo abbracciava, stava al suo fianco e gli chiese di fare una partita a scacchi. Damon capì che Elena aveva parlato con Alaric.
Damon indossò la sua maschera come da copione.

Fece finta di stare meglio, che la compagnia del suo amico lo avesse rinvigorito e solo quando il suo amico andò via, si permise di crollare di nuovo.
Si fece una doccia ghiacciata, ma non bastava a spegnere nel cervello quella voce.
Ha visto la tua disperazione…sei un disperato..un disperato che cammina…per questo è venuto. Gli fai pena.
Ora voleva solo morire.
Senza suo fratello non era niente.
Senza suo fratello non valeva la pena vivere.
 
 
 
QUINTO MESE.


Quel mese sembrò a Damon come di vivere in una bolla.
Dove niente era reale e dove tutto era solamente come un riavvolgimento di tutta la sua vita.
Pensava a Katherine, a come era felice quando morì.
Pensò che forse dopotutto lei aveva trovato la pace adesso.

Se avesse avuto più coscienza, forse si sarebbe reso conto che la punizione peggiore era restare qui, in un mondo che non ti apparteneva più, senza chi amavi.
Era inutile girarci intorno, lui non faceva più parte di quel mondo.
A maggior ragione senza Stefan.
Lui sarebbe dovuto moire nel 1864, ma Stefan aveva voluto che lui vivesse e lui lo aveva fatto.
Per lui.

Ma ora che lui non c’era, ogni ragione per restare a quel mondo era svanita.
Elena..la amava..ma..
Non come amava Stefan.
Lui era il suo sangue. Si appartenevano.
Avevano un legame che con Elena non avrebbe potuto avere mai.
Si sentiva un MOSTRO, ma lo pensava ancora.

Se non avessero mai conosciuto Karherine..se non avessero mai conosciuto Elena..sarebbero stati forse felici.. forse non sarebbero mai diventati vampiri..forse sarebbero stati FELICI..
Stefan non sarebbe morto..
Avrebbe voluto riportare indietro quel tempo.
Ma cosa più importante..
Dopo tutti quei discorsi..amava ancora Elena???
 
 
 
SESTO MESE.


Aveva calcolato ogni possibile suicidio. Si era addirittura messo sopra i binari di un treno.
Ma alla fine aveva scelto il metodo più scenografico.
“Che cosa stai aspettando? Non ti sei dimenticato come si uccide un vampiro, vero?” lo provocò Damon.
“Tu sei pazzo da legare o mi stai prendendo per il culo.” Aveva detto Klaus, puntandoglielo contro.
“Beh, mi stai suggerendo un altro buon modo per decidere a farti dare UNA MOSSA.” Disse Damon spazientito.

“Perché DIAVOLO vorresti morire? Lo sai che potresti anche cessare di esistere, data la tua condizione vero?”
“Lo so!”
“Te lo ricordi, vero, che il mondo prigione non esiste più??”
“Chissà. Magari esiste il lunaprak di Pinocchio!” disse Damon con un gran sorriso.

“Sai che c’è? Ucciditi da solo, se ci tieni tanto!” disse Klaus.
“Klaus, ti prego!”
Klaus lo aveva guardato allibito.
“Lasciami il braccio.”
“Puoi dissanguarmi, se vuoi..o uccidermi con questo paletto, quello che preferisci..ma non togliermi l’ultimo desiderio che ho in vita. Quello di morire da vampiro..o da vittima.”
“Perché ci tieni tanto? Odi così a tal punto te stesso?”
Damon gli lasciò il braccio.

“Forse è solo un modo per sentirmi più vicino a Stefan..sperando che quando morirò..possa raggiungerlo. E se non sarà così, l’illusione mi accompagnerà..per il viaggio.”
Klaus lo guardò disorientato e a Damon sembrò poi quasi commosso.
“Non riesco ad immaginare di essere amato in questo modo..”
Ok, ora sembravano proprio lacrime quelle che Klaus si sforzava di trattenere.

“Se Elijah mi chiedesse una cosa del genere..io..ne morirei. Anzi, se lui morisse..io morirei.”
“Allora puoi capirmi,.quindi ti prego..”
Un urlo soffocato gli impedì di dire altro.
Klaus lo aveva appena pugnalato al cuore.
Era caduto.
“G-Grazie..” aveva detto, accasciandosi a terra.

“Addio, Damon..mi auguro che il tuo cuore possa guarire, là dove andrai..” gli aveva sfiorato il torace.
“Mi auguro che tu possa raggiungere tuo fratello.” aggiunse.
Nel frattempo se ne andò.
Damon era morto durante il tramonto, mentre una pioggerellina sottile, arrivava a coprire il cielo e il suo corpo.
Quasi come se il cielo stesso piangesse.






















Non mi sono mai rassegnata a stefan che muore sacrificandosi per il fratello, lasciandolo solo T_T lo so, scenograficamente è stato WOW..anche il finale con loro due che si riuniscino..ma io non posso pensare che rimangano separati per il tempo che Damon ci metterà a invecchiare T_T ma poi scusatemi, lasciamo stare la defan, ma due che sono stati insieme DUE SECOLI, uno muore definitivamente l'altro che rimane, come cavolo fa a sopravvivere??? Cioè, io non ci riuscirei, ammettiamo che tutto ciò esista davvero, ma chi ce la farebbe a sopravvivere a questo dolore? Ovviamente con questo capitolo non giustifico ne esalto il suicidio, ci tengo a mettere i puntini sulle I, ma spesso anche nei telefilm, i protagonisti riescono ad andare avanti sempre un po' come se niente fosse, a girare pagina troppo facilmente..una cosa che non mi è MAI andata giù..io credo invece di più a un Damon che non riesce a rassegnarsi, che la persona che l'ha accompagnato per così tanto tempo, è morta, lasciandolo solo!! Ecco! Questo a prescindere dalla defan!

Per il resto, volevo precisare delle cose..la storyline di CADE per me è stata co rivoltante e insulsa che per me non è ma esistita e non esiste neanche in questa storia! Quindi al posto di Cade c'è stato nella mia mente, un nemico anonimo qualunque..e le fiamme dell'esplosione non sono state quelle dell'inferno ovviamente, anche il ruolo di Katherine quindi, è un po' da rivedere..non si è alleata con Cade, è tornata, ma non ha tradito i due ragazzi..insomma.,delle piccole modifiche, ma niente di tutto questo è importante. Mi premeva precisare su Cade, perchè io ODIO quando mi vanno a ridicolizzare figure mitologiche!

Non lo faccio però solo per questo, ma perchè ora che Damon raggiungerà l'aldilà, costruirò una specie di limbo/aldilà, e quindi anche il concetto di inferno è tutto da rivedere, nella ff..quindi non poteva essere che come dicono negli episodi, l'inferno è andato distrutto (anche se ora non ricordo i dettagli)

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Capitolo 2
*** Inchiostro ***


Damon si risvegliò trovandosi con la faccia in mezzo al terreno.

Sul momento pensò che non fosse morto, che Klaus lo avesse tratto in inganno, ma quando si alzò, notò che Klaus era sparito e che non erano a New Orleans.

Per solo pochi secondi si preoccupò della fine che aveva fatto il suo corpo, ma poi subito dopo il suo pensiero tornò a Stefan.

“Devo trovare Stefan…Stefan, dove sei? Ma cos’è questo posto? Oh no, non dirmi che..”
Quella sembrava proprio Mystic Falls.
Deserta.
“Credevo che il mondo prigione non esistesse più..” scosse la testa.
Ma se quello non fosse davvero il mondo prigione?

Era morto come umano, con la cura di Stefan nel suo sangue.
Quindi quella forse era l’aldilà?
Sperò che non fosse così, non proprio.
Non poteva essere tutto lì.

“Ci dev’essere qualcun altro qui. Non mi sono tolto la vita solo per aggiungere un ulteriore grado di separazione. STEFAN, SE PUOI SENTIRMI, RISPONDIMI!”

Silenzio.
“Ti prego..” sussurrò.
Si sentiva debole. Uno sciocco.

Almeno quella volta, aveva avuto Bonnie a fargli da compagnia.
 
 
 
 
*

Era entrato nella LORO casa.

Quasi si aspettava di veder spuntare Elena da un momento all’altro.
Non sapeva cosa avrebbe fatto se fosse successo.

Forse sarebbe scoppiato a piangere e le avrebbe chiesto perdono per quello che ha fatto.
Elena però non c’era, come tutti gli altri.
Era tutto deserto.

Cerchiamo la solitudine per tutta la vita, per poi arrivare la morte e avere un solo desiderio.
Non averla desiderata mai..
Si muore soli, ma era davvero così?

La morte era una sposa che sarebbe rimasta attaccata a te come un secondo vestito per tutta l’esistenza, senza più null’altro a farti compagnia?
L’unica che non ti avrebbe mai lasciato, dopo che ti avevano lasciato tutti?
Stefan…
 
Un tappeto rosso si estende su per la scalinata come se fosse un castello.

Fiamme rosse e arancioni crepitano nel nostro camino.
“Sono all’inferno?” pensò con un sorrisino.
 
Damon si mise a salire le scale, a sdraiarsi sul suo letto e poi in quello di Stefan.
“Sento ancora il tuo disgustoso odore, fratellino. Dimmi che sei qui, dimmi..”
Ad un tratto sentì un profumo che riempì l’aria.

“Oh, vuoi scherzare, Stefan? Il tuo dopobarba? Scherzi? Sei sempre stato un vanitoso!”
Damon andò a cercarlo in bagno.
“Dunque, non sei qui..”
Spostò malamente il telo della doccia.
“E neanche qui!” disse decisamente arrabbiato.

“Ora mi sto davvero arrabbiando, Stefan! Mi sono fatto uccidere per te! Il MINIMO che puoi fare è degnarti di farti vedere!”
L’occhio poi gli cadde su un diario poggiato sulla mensola del bagno.
“Ma cosa..è uno dei tuoi diari?”

Appena si avvicinò, però, notò che dal soffitto cadeva del liquido nero, che gli cadde sulla faccia.
“Ma cos..sangue?? No..inchiostro..” disse guardandosi la mano.
In quel momento milioni di diari si materializzarono sopra di lui, sommergendolo.
“Ma cos…NOOOOOO.”

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Capitolo 3
*** Lettere dall'aldilà ***


Carrozze. Ville, giardini, parchi, panchine..tutto ciò che caratterizzava il 1800 era carico di cose semplici, un mondo dove il militare era il posto più d’onore che ci fosse, dove combattere era considerato alla stregua di essere cavalieri, dove il denaro era la forza motrice del mondo e l’amore significava matrimonio.
 
Dove fiumi di parole significavano LETTERE.
 
Lettere che suo fratello Stefan gli mandava in continuazione.
 
E lui le leggeva TUTTE. TUTTE. TUTTE.
 
Mi sono svegliato, accorgendomi di averti sognato.
 
Mi dispiace che tu non sia al mio fianco..
Ma presto ci vedremo.
A presto, mio caro fratello.
 
Damon ripensò a quelle parole, mentre faceva colazione in cucina nella loro villa e la domestica portava loro il caffelatte.
 
“Una bella giornata, non è vero, Stefan? Come dici? Sì, dopo andiamo al parco.” Disse guardando la sedia di Stefan, vuota.
 
 
 
Al parco della loro villa, seduto sulla panchina, ne trovò un altro.


Gli uccellini sono così meravigliosi..
Loro mangiano da noi il pane della vita
 
Che serve al loro nutrimento
Si fidano di NOI.
 
Oh, Damon, poter essere anche noi così..come bambini
Innocenti!
 
Come lo sono i bambini, prima che la frana della vita
Caschi loro addosso…
 
Damon accartocciò il biglietto e lo gettò a terra.
 
“Damon, puoi dire a tuo fratello di passare dal mio ufficio? Vorrei chiedergli dei consigli per i miei affari.” Disse la voce di suo padre.
 
“Certo, papà, tra un minuto sarà qui.” Disse Damon con il suo sorriso furbo.
 
Subito dopo si mise a guardare il posto seduto sulla panchina.
Era vuoto.
 
“Damon, Damon, oh, Damon!”


“Oh, no! In questo bell’incubo, mancavi giusto tu!” disse Damon.
 
Kahterine rise birichina.
 
“Sei così birichino, Damon. Mi piace come scherzi.”
“E chi stava scherzando?”
“Dov’è tuo fratello?”
“E dove vuoi che sia..a fare il fantasma in giro..e probabilmente a ridere di me..di noi.”
 
“Tu dici?” disse Katherine pensierosa.
“E dove altro potrebbe essere?” chiese lui.
Katherine cambiò espressione e d’un tratto divenne triste.
“Farebbe bene..a ridere di noi.”
“Cosa?” Il cambio lo spiazzò.
 
“Ma sì! È quello che facciamo NOI, per tutta la vita..deridiamo LORO pensando di essere migliori, più capaci..più intelligenti e invece alla fine, non ci accorgiamo, che vaghiamo per il mondo, spaesati, increduli, clown da circhi a recitare sempre le stesse battute, non ci accorgiamo che siamo già noi dei fantasmi.
 
Katherine era diventata sempre più evanescente, fino a diventare sempre più trasparente e poi dissolversi nell’aria.
Damon, il morale a terra, aveva raccolto il suo cappello. Unico testimone dell’unica cosa che era rimasta di Katherine.
 
 
Era salito sulla sua stanza, si era appoggiato al suo armadio, e si era scrollato i capelli con la mano, ripensando alle sue parole, poi aveva aperto l’armadio e i mille diari all’interno erano caduti.
 
Li aveva aperti ma erano TUTTI vuoti.
“Posta per il signorino Damon!!!” urlò il postino.
Damon uscì dalla sua stanza così in fretta che rischiò di farsi male. Si buttò dalla finestra, ma non aveva paura. Tanto era solo un sogno, no?
 
Atterrò con grazia, senza impatto, sul terreno. Come se fosse ancora un vampiro.
Sentì il sangue riscaldargli nelle vene. Il moto dell’entusiasmo di chi sa di poter fare cose incredibili senza affrontarne le conseguenze.
 
Come aveva potuto rinunciare a tutto questo per una vita mortale?
“Il signorino Damon?” chiese il postino.
“Sì, sono io. Ha della posta per me?”
“Sì, ecco a lei.”
 
Damon la strappò con furia e dopo aver dato una mancia al postino, la lesse.
Vorrei che tu fossi qui, fratello,
Per mostrarmi come affrontare queste nottate infinite.
 
Damon ricordava che la VERA lettera fosse molto più lunga, quelle che erano rimaste erano le parole più dolci che erano rimaste, quelle che avevano stretto e coccolato il suo CUORE. Pensò a quante parole lasciamo che lasciano la nostra bocca e quante poche di queste sillabe scarlatte, colorate e emotive, rimangano nella memoria di chi amiamo. Forse quelle che rimangono nel cuore, sono lanciate da noi, verso la Luna, là dove si dice che Ella e solo ella, conserva tutte le cose che crediamo vengono perse da noi. E vengono perse davvero, ma non scompaiono dalla memoria. La Luna, il luogo dove finiscono tutte le cose che si perdono su questa Terra..tutti i sogni...e immaginò di gettarla via, verso il sole o la luna.
 
Nel momento in cui lo immaginò, prese la lettera, facendolo davvero e nel momento in cui afferrò la lettera per lanciarla, era sceso incredibilmente il freddo e la notte, come se un imbianchino avesse fatto scendere una pennellata di notte blu scura verso l’atto successivo di una rappresentazione teatrale.
 
Vide il pezzetto di carta appallottolato, spiccare il volo come fosse un missile o un razzo, in direzione di quella pallida e grande luna rotonda e scomparire.
 
“STEEEEEFAAAAAN, DOVE SEIIIIIIII!!!”
 
In cambio della lettera lanciata, ne arrivò un’altra, poi un’altra, un’altra. Un sacco di biglietti arrivarono a lui moltiplicati per dieci, ma non ebbe tempo di aprirli, che si sentì svenire un’altra volta.
 
Ebbe il tempo di formulare un altro pensiero prima di svenire:
 
Gli alieni tentano da sempre di comunicare con noi..ci lanciano messaggi spaziali che non riusciamo a vedere.  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autrice: ciao ragazziiiiii. Mi dispiace per il ritardo con cui aggiorno! Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ne approfitto per dirvi che l'atmosfera a cui mi voglio ispirare è un  po' sullo stile "aldilà dei sogni" che adoro!

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Capitolo 4
*** La Luna ***


“Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità”.

Fu con queste parole che il primo uomo mise piede sulla Luna.

Damon si chiese perché mai, questa cosa, dacchè grandiosa, fu diventata solo normalmente bella, così come un mucchio di altre cose fantastiche di cui non avremmo dovuto abituarci alla bellezza, ma ne siamo stati abituati.

Era sulla Luna.
Era tutto così..ENORME..avrebbe potuto svenire dalla bellezza, o morirne addirittura.

L’uomo era andato sulla Luna..eppure sembrava che ce ne fossimo dimenticati tutti..era diventato solo un incidente, nel nostro paesaggio. Un bell’incidente. Una bella novità, ma tutto qui.
 
“Questo succede quando i passi diventano diecimila, e poi ventimila e poi trentamila..”

La voce femminile che aveva parlato, attirò la sua attenzione.

“Le cifre si susseguono fino a diventare così tante che non hai più voglia di contarle..e quando non puoi più contare, finisci per dimenticartene. In fin dei conti che cos’è l’amore, se non si può misurare?”

La donna, aveva un lungo abito bianco e un velo sulla testa, anch’esso bianco, sembrava una sposa, con un volto malinconico e tristissimo.
“Lei chi è?”
“Mi risponda, per favore.”

A Damon non piaceva quando gli imponevano di fare qualcosa.

“Ho una pessima relazione con l’amore, l’unica cosa che so per certo è che, tanto o poco, finisce SEMPRE e in fin dei conti trovo un sollievo, sapere che non hanno ancora inventato una formula per poterlo misurare.”

Sperò che quella risposta le bastasse  e la dama sorrise. Forse se la sarebbe cavata così.
“Che cos’è l’amore, Damon, mi risponda.”
Damon aveva voglia di gridare. Alla fine lo fece, ma le sue parole non erano quelle che si aspettava.

L’amore è un’energia che ti ricarica e ti prosciuga, che ti fa sentire gioioso o dannato, che ti spinge a creare poesie e a dipingere l’animo come quello di un fanciullo. È qualcosa che nasce e che può morire e che a volte, ma solo a volte, può anche risorgere…e che ha la forza di far risorgere i morti!”

Si mise una mano sulla bocca, stupefatto e poi incredibilmente commosso dalle sue parole.
“Ma lei..chi è?”

“Sono la guardiana della Luna. Mi occupo di custodire tutte le cose che gli esseri umani perdono su questa Terra, come i sogni.”
“Quando gli uomini misero piede sulla luna, non hanno visto alieni.” Disse Damon ridacchiando.

“Puoi essere in un posto e non esserci allo stesso momento. Avete idea della quantità di fantasmi, di cui siete circondati, anche quando pensate di essere soli?”
“È terribile.”

“No..è CONSOLATORIO. Pensate sempre di essere soli, ma cosa significa essere soli? Anche quando pensate di non esserlo, intorno a voi brulica la vita!”

“Anche la MORTE. Sono morto e continuo a vedere presenze, che non sono reali, come me d’altronde!”

“Solo perché sei diventato qualcosa d’altro dalla materia, non significa che tu non sia VIVO. L’energia è VIVA, se non lo fosse..non potreste neanche voi essere vivi e si dà il caso che proprio l’energia, è la forza motrice dei vostri SOGNI.”

“Ma guarda..e io che credevo fosse la passione!”
La signora sorrise.
“Senza energia, non potete bruciare di passione..e i vostri sogni vengono dimenticati..e portati quaggiù.”

Damon si mise a guardare ancora Buzz che continuava a saltare sulla Luna.
“Che cosa fa quel pover’uomo ancora qui?”

“Oh, lui non è davvero qui..quello che stai vedendo è il suo sogno..il sogno di un uomo appassionato..che ha dimenticato e ha fatto venire fin quaggiù.”

Damon non seppe più che dire, fino a che qualcosa non attirò la sua attenzione.
“Non ci posso credere..ma quello è..”
Si diresse subito verso un babbo natale in formato gigante con il suo sacco di doni.
“Questo..l’avevo regalato a Stefan quando compì 10 anni e gli dissi…”

So che non hai mai visto Babbo Natale..ma lui pensa sempre a te..e di sicuro vuole che tu ti ricordi sempre, che l’Amore è in grado di curarti ogni tristezza e anche quando non lo vedrai, sappi che sarà sempre presente in questi doni, pronto a curarti, quando meno te l’aspetterai. Credi sempre nell’amore, Stefan. Io ti aiuterò.” recitò la donna.

Damon pianse, sulle gambe della dama, come un bambino. Aveva dimenticato quanto era romantico. Un ragazzo pieno di sogni, che scriveva poesie, che credeva che l’amore ci avrebbe salvati tutti e alla fine aveva appallottolato anche quel sogno. Lo aveva lanciato alla Luna, da cui non aveva fatto più ritorno.

“Voglio riportarlo con me..posso?” disse Damon.

“Il peso di un sogno perduto può essere il peggiore dei pesi che un’anima può decidere di portarsi. Ti appesantirebbe soltanto e poi ormai appartiene a questo luogo. Non ritroveresti quell’innocenza neanche se ti fosse possibile portarlo via anzi saresti ancora più triste.”

“Perché hai cambiato aspetto?” disse Damon sbalordito, trovandosi davanti una zingara.
“Ho l’aspetto che tu mi dai e ora tu mi vedi come una ladra di sogni.” Disse lei.
“NON è VERO! Scusami, non volevo gridare.”

“Non preoccuparti. Odiamo sempre chi turba il nostro cuore, infatti è per questo che la maggior parte della gente, odia sé stesso.”
“Ti prego, dimmi dove posso trovare Stefan..sono morto apposta per raggiungerlo, ma non riesco a trovarlo..”

“Non so dove si trova il tuo amico..ma non è qui..questo significa che non lo hai gettato qui, il tuo cuore lo vuole ancora con sé.”
“E questo..è un bene o un male?”

“Sta a te stabilirlo..io posso solo darti un consiglio per riuscire a trovarlo..smetti di rimpiangerlo e lo ritroverai.
“Ma..ma che razza di consiglio è?”
“Il consiglio per ritrovare tutti i sogni che perdete quassù.” Disse lei, scomparendo lentamente.

“Aspetta, non te ne andare, non so cosa devo fare..ASPETTAA!”
Ma si accorse che non era l’unica cosa a scomparire.
“Tutto sta scomparendo..tutto…NOOOOO.”

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Capitolo 5
*** I colori sgargianti ***


“Mmmm..” Damon si risvegliò piano, accorgendosi di trovarsi sdraiato su una valle lussureggiante.

“Ma guarda..” disse toccando i fiori, sfiorandoli, ma sussultando, quando si accorge che al suo contatto, svanivano.
“No…no..perchè??” Non sapeva perché ma questo gli provocava una grande tristezza.

“Eh sì, è dura rendersi conto che non siamo che gocce nel deserto, effimeri come i fiori quando sbocciano..che NULLA è eterno.”

Damon si girò, cercando l’origine della voce, ma non la trovò.
“Chi sei??”

“Ohh, dovresti invece chiedermi DOVE sono.”
“Dove sei?”
“Da nessuna parte..e dappertutto.”
“Fottiti.”
L’uomo rise.

“Sei così emotivo.”
“E tu così..aspetta..non sei Dio, vero?”
“No, non sono Dio.”
“Bene, allora..tu sei un perfetto imbecille!”
“Perché ti ho detto che nulla è eterno?”

“Non è vero che nulla è eterno. Il mio legame per mio fratello lo è!”
A quel punto un uomo di colore si materializzò davanti a lui. Era vestito di bianco.
“Raccontami di lui.”

Damon non se la sentiva di raccontare la sua storia a quello sconosciuto, di dire a lui che erano dei mostri.
“Siamo stati legati per tutta la vita, abbiamo litigato, ce le siamo date di santa ragione, ci siamo voluti bene..e poi lui è morto. Fine della storia!” disse Damon.

“Bene, bene, bene. Sotto questa corazza da cinico, batte un cuore appassionato. Trasuda dalla tua voce e riveste la tua pelle come un secondo vestito.”

“Queste scempiaggini non mi aiutano. Trovare mio fratello, mi aiuterebbe. Ti prego, aiutami!”
“Non so dove sia tuo fratello.”

“Io credevo..credevo che nell’aldilà, saremmo vissuti tutti insieme accanto alle persone che amiamo!” disse Damon, inginocchiandosi e cominciando a piangere.

Ne provava vergogna, non era da lui piangere in quel modo, soprattutto davanti ad altre persone, ma da quando era arrivato lì, non faceva altro.

Cionostante continuò a farlo e a versare lacrime che divennero sempre più grandi e macchiarono l’erba fitta di verde, come una spruzzata di acquerello bianco.

“Affascinante..” disse lui.
“No..è solo patetico.” Disse Damon, che non era rimasto particolarmente colpito dal fenomeno atipico.
“Prendi..” disse, porgendogli una sua lacrima.

“Ma cosa.” Disse Damon, perplesso, toccandola e vedendola gonfiarsi come una bolla.
“Questo ti aiuterà.” Disse l’uomo, dandogli un pennello che era come comparso dal nulla.
“Ma cosa significa? Dimmelo!”

“Parole, parole, sempre solo parole! AGISCI. Dipingi. Dipingi le tue emozioni. “
“Ma perché?”
“La risposta giusta è..perchè no?”

Damon rinunciò a capire. Se Alice nel paese delle meraviglie avesse cercato di capire a ogni passo che percorreva, sarebbe rimasta impantanata nel mondo delle meraviglie per sempre.
 
Ecco allora, che intinse il pennello nella lacrima sospesa a mezz’aria e senza neanche sapere cosa stava facendo, pennellò in aria, e miracolosamente quello sembrò agire come un pennello su una tela. Damon continuò a dipingere, creando contemporaneamente delle figure, che poi si librarono nel laghetto sotto di lui.

Le figure erano diventate delle paperelle bianche che nuotavano nel laghetto.
“Mi complimento con te. È davvero un bello spettacolo.”
“Quelle..le ho create io?”

“Possiamo creare qualunque cosa vogliamo..è così anche sulla Terra, anche se pensiamo che quello che creiamo non sia reale..”
“Ma non capisco..loro..ESISTONO?”
“Le hai create tu, quindi esistono.”

“Ci sono..animali qui? Non intendo quelli che ho creato io..ovviamente. Ma quelli sulla Terra..”
“Sì, anche loro finiscono qui.”
“E i mostri? I mostri finiscono qui?”

L’uomo lo guardò con sguardo ambiguo.
“Dipende cosa intendi. In paradiso o all’inferno? Oppure in Purgatorio?”
“Oh, insomma. In qualsiasi di questi posti! Perché ho l’impressione che non mi vuoi rispondere?”

“Rispondo al tuo cuore e il tuo cuore non vuole davvero sapere. Non ancora, almeno.”
“Questo posto..è così bello..vorrei..restare qui per sempre..”
“Allora il tuo amore è ROSSO.”
“Prego??”

Rosso vermiglio. Appassionato.” Disse, mostrandogli un pennello rosso e cominciando lui a disegnare un cuore rosso piccolo.
Damon rise.
“Che c’è? Sapresti fare di meglio?”

Damon prese in mano il pennello e cominciò a disegnare un cuore grosso, bello, di un fuoco acceso, con le ali che però rimasero bianche.

Lo guardò volteggiare via, soddisfatto e gasato dalla sua opera, prese a dipingere altri cuori, decine di altri cuori, che come in fila, come sinfonie musicali, si accalcavano uno dopo l’altro.

A Damon sembrava di vivere in un altro mondo, tanto che ad un certo punto si sentiva come stregato. Stregato da una melodia invisibile che lo irretiva e lo ammaliava.
Rimase a guardare i cuori volare, con un sorriso soddisfatto.
 

“Questo sta dentro il tuo cuore? Non sembra così brutto.”
Qualcosa nelle parole dell’uomo gli fece venir voglia di piangere. Si trattenne.
“Non ho mai detto che lo fosse.”
“Eppure lo nascondi.”

“Io..io..a volte nascondiamo qualcosa per proteggerlo. Per evitare che possiamo soffrire.”
“Sono d’accordo..sei un bravo alunno, e vorrei regalarti qualcosa, Damon.”
“Aspetta, come sai il mio nome?” chiese Damon, mentre lui gli lasciava un libricino dorato, sull'erba soffice.

“Sappiamo già tutto, ma non lo sappiamo..” disse l’uomo, e fece per andarsene, attraversando il lago.
Aspetta! Dimmi almeno il tuo nome.”

“Mi chiamo Zaccaria.” Disse lui, prima di scomparire tra le anatre brillanti.

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Capitolo 6
*** il cuore di Damon ***


“Che nome curioso..” disse Damon, raccogliendo il libricino.
Il libricino era dorato con un cerchio al centro, sovrapposto da cerchi sempre più piccoli.

Il titolo era:

L’alchimista.

Decise di aprire la prima pagina, che era VUOTA.

Un vento fortissimo si innalzò. Damon alzò lo sguardo e vide i cuori volteggiare, ma c’era qualcosa di diverso adesso.
Sembravano in qualche modo..tristi..
O forse era lui a esserlo?
Il paesaggio..stava cambiando.

Chiuse gli occhi e gli parve che una tempesta di sabbia si abbattè su di lui.
Li riaprì, sentendo i piedi affondati nella sabbia.
Era nel deserto!

“Ma cosa diavolo..”
Guardò di nuovo la pagina, che rimase sempre vuota.
Cercò di aprire le altre pagine, ma non ci riuscì. Sembravano incollate!

“Zaccaria..che mi hai combinato?” borbottò Damon tra sé.

WOOOOOSCHHHH
Il vento minacciò quasi di farlo volare via.

“Okay, va bene,, va bene! Vorrà dire che andrò dove mi porta il vento, ok?”
FRUIIISCHH.

“Eh?” Damon rimase sbalordito, nel vedere un grande cuore nero disegnato e con le ali, volteggiare sopra la sua testa. “E quello?”

Il cuore si fermò e poi continuò a volteggiare a pochi metri da lui, ma molto in alto.

“Oh, perfetto, devo andare dove mi porta IL CUORE. Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima?? Ti ringrazio, Zaccaria! Non c’era persona migliore a cui chiederlo!
Zaccaria però non gli rispose.
“Scommetto che ti stai divertendo molto, vero?”

Nessuna risposta e quindi Damon continuò a camminare.
 
 
*

Dopo un bel po’ di cammino, Damon si convinse di avere le allucinazioni.
Andiamo dalla nostra donna del deserto. Lei ci ama. Ci aspetta. Dobbiamo muoverci. Si sente tanto sola senza di noi.

Era la sua voce quella.

“Forse sto diventando pazzo..”

Sì, siamo pazzi, pazzi di lei. Dobbiamo muoverci.
Quando infine il cuore si fermò, volteggiò sopra una ragazza, accucciata a un’oasi, con un velo bianco.

Era KATHERINE.
“No…no..”

Com’è bella..com’è pura e innocente. Consoliamola! Prendiamola tra le braccia!
“Smettila!! Lei è un vampiro! E non è buona..nè pura..non lo è mai stata!

POP.

Il cuore scoppiò e Damon sentì un assurdo senso di dispiacere, pensando che era lui la causa.
“No..”
Katherine si accasciò con un lamento, sulla sabbia e lui senza potendosene impedire, la prese tra le braccia.
“Katherine..perdonami.”

“Non sono lei..ma ti perdono lo stesso..e tu mi perdoni lo stesso, Damon?”
“Sì.” Disse lui triste.
“Grazie.” Disse lei, abbracciandolo e scomparendo poco dopo.
 
Il suo libricino si illuminò di giallo e sulla pagina bianca comparve una scritta

"il mio cuore è inquieto" disse il ragazzo, "sogna, si commuove, ed è innamorato di una donna del deserto, mi chiede tante cose e spesso durante la notte non mi lascia dormire, quando penso a lei"
"bene, il tuo cuore è vivo, continua ad ascoltare ciò che ha da dirti"
 
POP

Stavolta un cuore ROSSO prese il posto di quello nero.
E ricominciò a volteggiare.
 
 
“Ho paura..esistono molte storie, le conosco. Molti guerrieri sono andati in cerca di tesori e non sono mai più ritornati. Si sono persi e non si sono più ritrovati. Che ne sarà di noli?
“A me non succederà..sono Damon, il fottuto vampiro.”

Potrebbe succedere anche a noi..potremmo non scoprire mai il tesoro..o morire nel deserto.
“Io ti sto assecondando, lo sai..ma non sono sicuro che tu sia proprio il mio cuore. Non ho mai avuto tesori, io..altrimenti sarei miliardario.”

Ma non era vero. Da giovane aveva molti tesori. Ne aveva moltissimi.
Li chiamava sogni. È stato prima del militare, della guerra, prima di Katherine..
Eccolo. È uno dei nostri sogni!
“Cosa??”

Damon non poteva crederci. Qualche metro più in là, c’era un…un cammello.
 
Corse per raggiungerlo e riuscì a salirci. Lo abbracciò.

“Era il mio sogno da bambino..cavalcarne uno, con Stefan che sarebbe stato geloso marcio..mi sarei divertito per un po’ e poi quando sarei stato soddisfatto, gli avrei concesso di salire. Non si è mai avverato questo desiderio.” Disse Damon.

Diede un’occhiata al cuore che sembrava splendere di luce e vita propria!
“Avanti, andiamo, bello.”

Continuarono a cavalcare fino a quando non trovarono un’altra oasi.
Damon scese dal cammello e si sdraiò sulla sabbia. Stranamente non la sentiva bollente.
Sono felice.

Damon si sentiva felice del fatto che il suo cuore era felice.
 
“Anche se ogni tanto mi lamento,” diceva il suo cuore,
“lo faccio perché sono il cuore di un uomo e i cuori degli uomini sono così:

hanno paura di realizzare i sogni più grandi, perché pensano di non meritarlo, o di non riuscire a raggiungerli.

Noi, i cuori, siamo terrorizzati al solo pensiero di amori che sono finiti per sempre, di momenti che avrebbero potuto essere belli e non lo sono stati, di tesori che avrebbero potuto essere scoperti e sono rimasti per sempre nascosti nella sabbia.
Perché, quando ciò accade, noi ne soffriamo intensamente.”

 
Damon si sentì assurdamente in colpa.
E in quel momento il suo libro si illuminò di nuovo.
Il mio cuore ha paura di soffrire

Poi vide comparire delle altre scritte e il suo cuore incredibilmente atterrò vicino a lui, come un palloncino. Adesso era verde.
Come gli occhi di Stefan..
Lo prese tra le braccia, lo strinse forte al suo petto e lo riempì di parole dolci, le stesse che erano scritte sul libro.

“La paura di soffrire è peggiore della stessa sofferenza. Nessun cuore ha mai provato sofferenza quando ha inseguito i propri sogni.” Disse Damon.

Il suo cuore aveva una consistenza più dolce e cremosa man mano che parlava a lui, man mano che costruivano un legame, si sentiva sciolto con esso, come se il suo cuore gli stesse mandando baci invisibili e come se lui stesso, stesse diventando un cioccolatino.

E poi si sentì sciogliere. Il cuore scomparve, come se fosse compenetrato in lui.
 
E da allora, sprofondò dentro un incubo.
Comparve una carrozza e da essa, sbucarono fuori due donne.
Elena e Katherine.

“NO, NO, BASTA! Perché mi tormentate? Cosa volete ancora da me?? Non vi voglio! Non vi amo più! Io voglio solo Stefan, Stefan! Voi non c’entrate niente qui.”

“Damon..Damon..dovresti saperlo. Quando prendi una decisione, non puoi più tornare indietro..e tu hai deciso di amarci.” Disse Katherine.
“No..”

“Sì, Damon..sì. Un amore forte, potente! Dovresti saperlo che il rischio di creare un amore così, è che non ti lascerà mai..neanche quando sarai tu a non volerlo più!!” disse Elena.
Il suo libro si illuminò di nuovo.
Adesso il titolo recava “L’ultima riga delle favole.”
Girò la pagina e c’era scritto in caratteri viola:

Hai appena visto la tua anima. Uno sdoppiamento. Le due figure rappresentano crudeltà e debolezza. Chi è debole è sempre crudele.
Damon lasciò cadere il libro per terra.

“Non ci casco..è solo un’altra allucinazione…Zaccaria! Vieni subito qui. Che cosa c’entra tutto questo??”
Non se l’aspettava, non davvero. Ma Zaccaria apparve.
“Cerca di stare calmo e affronta la dualità dei tuoi sentimenti, Damon.”

“Non devo affrontare proprio niente, voglio solo che se ne vadano.” Disse Damon.
Le due figure scomparvero.
“Ohh, meno male. Non ci voleva molto, grazie.”

“Io non ho fatto niente, Damon.”
Dalla carrozza, sbucarono due Stefan.

Uno vestito come il 1864, l’altro aveva la faccia da vampiro.
“Ciao fratellino.”
“Zaccaria, ti scongiuro, perché mi stai facendo rivivere tutto questo?” disse, aggrappandosi a lui.

“Stai facendo tutto da solo, Damon..non te ne sei accorto? Il tuo cuore soffre..e sta sanguinando.
“Io..io..” sussultò nel rendersi conto che il suo stomaco era ricoperto di sangue.
Guardò i due Stefan che reggevano un cuore.

Grazie per avercelo regalato, fratellino.”
“Nooooooooo.” Gridò, scappando a perdifiato, ma era inutile.

Adesso sul deserto era scesa la notte, e si era trasformato in una foresta, dove nell’ombra degli alberi vedeva mille e mille volti orrendi, grotteschi, vittime e carnefici si mischiavano, facendolo impazzire. Gridava e correva e gridava e correva, invocando suo fratello.
Poi vide un pozzo.
E ci si buttò.

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Capitolo 7
*** La città - prima parte ***


Dopo che era caduto nel pozzo, Damon si era risvegliato in un prato, accudito da alcune contadine.
“Guarda, si è svegliato.” Disse una di loro.
“Che c’è? Che è successo? La mia testa..”

“Ti abbiamo trovato qui. Finalmente ti sei svegliato.” Disse la seconda contadina.
“Io ricordo di essere precipitato in un pozzo.” Disse Damon.

“È possibile. Molti arrivano qui nei modi più disparati.” Disse la prima contadina.
“Alcuni addirittura con un aquilone!” disse la seconda contadina.
“Mi chiamo Damon..voi siete..?” disse mettendosi in piedi.
“Io Flora..” disse la prima contadina.

“Io Fauna!” disse la seconda.
“Come le fate della bella addormentata?”
Le contadine risero.
“Basta con le sciocchezze. Vieni, così ti presentiamo!” disse Flora.
“Aspetta..io..devo trovare mio fratello!” disse Damon cercando di resistere.
“È molto probabile che sia qui intorno.” Disse Fauna.

Damon non ne era molto convinto, ma non aveva molta scelta e poi Stefan avrebbe dovuto essere da qualche parte, no?
 
 
 
 
 
*

“Sono passate ore da quando sei qui. Com’è possibile che tu non voglia mangiare niente?” lo rimproverava Fauna.
Damon sbuffò, mentre era seduto sulla grande scalinata che dava sulla piazza.

“Mi piace guardare il circo.” Disse lui ironico, continuando a guardare le ragazze che in piazza stavano dando spettacolo, ballando come odalische.

A dire il vero TUTTI ballavano, o cantavano, o suonavano. Sembrava che non esistevano macchine in quella città. Era tutto una festa. Bambini che giocavano con il pallone, musica, e il mercato a tutte le ore e gli aquiloni? Decine di aquiloni che attraversavano il cielo e signori che chiedevano se volevi l’anguria.

Gente con abiti colorati che andava in giro danzando, come se non avesse un problema al mondo, e ogni cinque metri, c’era un laghetto con dei cigni, anatre, pesciolini.
Eppure Damon si sentiva…TRISTE.
 
“Non essere cattivo..non sei felice qui in mezzo a noi?” chiese Flora, tirando fuori il suo ombrello e facendo volare bolle di sapone e coriandoli.
“No, non proprio.”

“Domani ci sarà il carnevale. Forse i carri ti metteranno di buonumore.”
“Toglimi una curiosità..qui è sempre così?? Festa tutti i giorni??”
“Certo! È la normalità.” Disse lei.

“Non capisco..” disse Damon, mettendosi la testa tra le mani. “Da quando sono morto..mi trovo sballottato da una parte all’altra..mi sembra di impazzire..non capisco mai dove mi trovo..e non faccio in tempo ad ambientarmi, che vengo sbattuto da un’altra parte..ti prego, aiutami, prima che impazzisca del tutto!” disse Damon, aggrappandosi a lei.

“Tu sei un’anima morta da poco, non è vero?”
“Sì.”
“Non hai ancora trovato la tua dimensione. Per questo vaghi da una parte all’altra.”
“Credevo che l’aldilà fosse un mondo unico..”
Fauna arrivò in quel momento e intervenne.

“Lo è, infatti, ma l’aldilà è molto più di questo. È quello che una creatura ha bisogno che sia. Il luogo in cui finisci, ha molto a che fare con quello che il tuo cuore cerca..spesso, prima di riunirci, noi anime tormentate, attraversiamo diversi luoghi, in cui soggiorniamo, per un tempo limitato, prima di accedere al livello successivo. Credo che in vita, li chiamassimo…Purgatorio.
 
Damon restò per diversi minuti, immobile, a riflettere quello che aveva appena sentito.

“Ci troviamo in Purgatorio? È..un po’ diverso da quello che mi ero immaginato.” Disse vedendo le ragazzine che ballavano, facendo volare via le bolle di sapone.
“Quello che immaginiamo, è sempre diverso da quello che poi è…e poi questo è solo un purgatorio.. ce ne sono diversi..” disse Flora.
“Quindi esiste anche il Paradiso?” chiese Damon.
“Sì, fa parte del livello più alto.” Disse Fauna.

“Che cosa si deve fare per raggiungerlo?” chiese Damon.
“Non lo sappiamo. Spesso qualcuno tra di noi, scompare, e questo significa che è passato di livello.” Disse Fauna.
“Tra questa gente ci sono anche…ehm…mostri, vampiri, stregoni?” chiese Damon.
Le due donne si guardarono.

"Ho detto qualcosa che non va?" chiese lui. “Credevamo che fosse ovvio, Damon. Tutte le persone che vedi qui, sono tutti mostri, stregoni o vampiri." Disse Flora.

"CHE COSA?"

Damon per lo shock, stava per crollare.

"Presto, sta svenendo. Aiutami a sorreggerlo!" disse Flora.

"No..no..sto bene." disse lui.

"Scusa, ma tu non sei uno di noi?" chiese Fauna.

"Non lo so..forse lo ero una volta, ma ora...ora non so più chi sono." disse confuso.

Le due donne si guardarono confuse.

"DOVETE aiutarmi..penso di essere in un gran casino." disse Damon disperato.

"Che cosa hai combinato?" chiese Fauna.

“Io e mio fratello eravamo dei vampiri..ma poi abbiamo preso una cura..e siamo tornati umani. Credevo che fossi morto come mio fratello, da UMANO, ma adesso..non ne sono più sicuro." disse Damon.

Le due donne si guardarono di nuovo.

"Pensi lo stesso che penso io, Fauna?"

"Sì. Temo che siano delle anime PERSE, Flora."






















Ciao ragazzi, stavolta mi arrendo alle note! Non avete idea di quanto mi ha fatto tribulare questo capitolo T.T all'inizio volevo mettere che mostri e umani stavano tutti insieme, ma poi proprio quando mi stavo arrendendo a questa idea, questo colpo di scena si è praticamente scritto da solo! Alla fine, se dobbiamo pensare ih termini astratti, mi sembra logico pensare che chi supera la barriera della materia, con magia e affini, abbia accesso a dimensioni diverse rispetto a chi non lo fa, ecco.

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Capitolo 8
*** La città - seconda parte ***


“Raccontatemi di questa storia delle anime perse.” Disse Damon.

“Non c’è molto da dire..vengono chiamate anime PERSE, coloro che hanno perso sé stesse..e non sanno più chi sono. Esse viaggiano da un mondo dell’aldilà all’altro, senza regole, come selvaggi.” Disse Flora.

“Solo che non gli è permesso. Anche l’aldilà ha delle regole..e non si può fare tutto quello che si vuole. Le anime perse sono senza controllo e sono ricercate dagli esseri celestiali, che li inseguono dappertutto, per riportarle nel loro giusto posto, per evitare che creino disordini in giro.” Disse Fauna.

“Beh, io non ho intenzione di creare problemi..sto solo cercando mio fratello e se non è neanche qua, continuerò a cercarlo, fino a che non lo troverò. A proposito, non mi avete ancora detto chi siete voi…io mi sono confidato con voi.”

“Oh, beh, noi..siamo delle streghe.” Disse Flora.

Damon si incupì per un istante.
“Che c’è? Non sopporti le streghe?” chiese Fauna.

“No, no..è solo che mi è sovvenuto un ricordo..una mia amica era una strega..è una strega. Ho dovuto dire addio a molte persone, quando sono morto.”
“Non ci hai ancora detto come sei morto.” Disse Flora mettendogli una mano sulla spalla.

“Io..mi sono ucciso, per ricongiungermi a mio fratello.”
“Numi.” Dissero in coro loro.

“Adesso CAPITE perché devo assolutamente trovarlo? Vi scongiuro, aiutatemi. Io non sono NIENTE senza di lui.”
 
 
 
*
 
“Vedi quei nuvoloni lassù? Presagiscono una tempesta a breve. Noi siamo streghe e anche se siamo morte, possiamo canalizzare l’energia della persona che tu ami, per cercare di allacciare un contatto telepatico.” Disse Flora.

“Ma i nostri poteri sono inutili quaggiù, infatti non ci è permesso comunicare dal mondo dei vivi a quello dei morti..troppo divario..se però tuo fratello è anch’esso morto, fa parte dello stesso mondo a cui fai parte anche tu..e un contatto è possibile.” Disse Fauna.
“Vi sarò per sempre grato.”

“Prima di ringraziarci, aspetta..potremmo fallire..guarda, sta cominciando a piovere.” Disse Flora.
“Presto, Damon, vai sotto quei nuvoloni.” Disse Fauna.
Con un po’ di tentennamento, Damon si sdraiò a terra e le due streghe iniziarono una specie di cantilena, riflettendo i fulmini in un piccolo specchio che Flora aveva nella sua borsa.

“Rischiamo molto anche solo ad aiutarti..” disse Flora.
“Cosa? No, allora, non posso accettare.” Disse Damon, cercando di tirarsi su.

“Sta zitto! sei impazzito? Interrompere il rituale è molto pericoloso.” Disse Fauna, rimettendolo giù.
“Ormai siamo in ballo..e balliamo.” Disse Flora.

Ripresero quindi quella sfilza di canto celtico e d’un tratto, dallo specchio di Flora uscirono dei fasci di luce che colpirono i fulmini, si amplificarono e caddero nel petto di Damon, facendolo gridare.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!”

“Sta soffrendo molto. Interrompiamo, presto!” disse Fauna.
“No, continuiamo! Sta funzionando!”
“Ma sta soffrendo!”
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAH. NOOOOOOOOOOO.”

“La strada per la vittoria è costellata di dolore. Non lasciare la mia mano.”
Po inaspettatamente, Damon sparì.
“Ehi, è sparito.” Dissero in coro le due streghe.

“Oh…oh no..lo abbiamo ammazzato! Lo abbiamo ammazzato, Flora!!” disse Fauna scuotendo l'amica.
“Non dire sciocchezze, Fauna. Come è possibile ammazzare qualcuno che è già morto??”

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Capitolo 9
*** Così, senza senso ***


Non so neanche più che mondo è questo. Se è ancora un mondo, oppure sono solo delle scale mobili che girano al contrario. Un mondo fatto di scale mobili, di tapis roulant che mi schiacciano, oppure il mondo com'era prima del Big Bang...

Forse era ancora il mondo degli Dei. Degli Dei invisibili che io non vedo, non sento, non incontro.

Ed è tutto grigio e io corro come un cieco, un sordo e un muto...corro come un disperato, un povero animale selvaggio, cercando di dare un senso a questo pasticcio di colori, di suoni e odori.

Un senso a questo mondo fantasma, che mi ha tolto ogni senso oramai, tutto tranne questa nebbia dantesca che mi ottenebra i sensi, la vista e mi getta un velo di freddo dolore sul cuore.

È forse questo che aspettava una bestia come me? Il NULLA? È questo che tutti i disperati, e romantici di questo mondo pensano di trovare? Tanta strada per trovare...QUESTO? IL NULLA?

Vorrei tornare indietro per gridare a tutti voi "SCIOCCHI! NON C'È NULLA DOPO IL GRANDE SCHERZO CHE È LA VITA! TRANNE IL NULLA! Ma non sarebbe la verità.

Già, perché l'aldilà esiste e anche una vita dentro di essa, ma io ho voluto essere ingordo. ho voluto di più. Andare oltre i confini. Pretendere di trovare qualcuno che non mi è concesso vedere.

E allora inciampo in queste pozzanghere di nulla. Grigie come catrame, più dolorose della pozza in cui il cavallo di Atreiu era sprofondato. E tutto odora di solitudine e devastazione e dolore. I sentimenti hanno un odore acre, di acido e morte. I colori sono grigi e si delineano come attraverso una tenda che io non voglio scoprire.

E continuo a correre, cercando di dimenticare chi sono, cercando di dissolvermi, mentre tutto attorno a me acquisisce contorni più nitidi, ma non più colorati...non più allegri.

Una città di nuovo..dove prima non c'era e io mi chiedo se è così che è nato l'Universo...semplicemente acquisendo un posto che prima non c'era. Nessun segreto miracoloso, semplicemente ad un certo punto l'Universo ha deciso di fare posto a uno spazio che prima non c'era.

Così, senza senso.
È così che nascono le cose ed è così che muoiono.
Senza ragione, senza senso...

E tu cammini per tutta la vita come un cieco, mettendo un piede davanti all'altro, illudendoti ..che un senso qualcosa ce l'abbia ancora. Che non finiremo tutti nell'indifferenziata un giorno o l'altro e che quando ci finiremo, rimarrà qualcosa del nostro dolce profumo.

Non rimarrà niente di noi. Neanche il ricordo e una volta che non ci sei più, anche i tuoi sogni ti abbandoneranno.
Stefan...
E non ci saranno i tuoi cari ad accompagnarti nella morte. Sarai solo...solo...
Tranne...le OMBRE...

Quando la ho viste la prima volta credevo fossero parte del paesaggio, adesso so che sono qui per me.
Per portarmi all'inferno.
Non so perché ancora scappo, perché lascio il mio corpo morto comportarsi come facevo in vita. Le mie pessime abitudini penso.

Poi dopo tanto correre mi accorgo di quello che sono.
UN VAMPIRO.
un vampiro non scappa.
Allora mi voltò e le affrontò. Le mordo, lascio che mi si avviluppano come serpenti fino a confondermi e non sapere più dove inizio io e finiscono loro.

Lascio che mi distruggono, annientano, che mi confondono e mi avvelenano, lascio che mi soggiogano e che mi facciano perdere il senno.
Non c'è niente che desidero di più al mondo che dimenticare chi sono e non provare più nulla.

E tutto torna ad acquisire una forma. Sono in una città spettrale, fantasma, con degli abitanti, ma non importa. Oramai sono uno zombi
"Damon..."
Sto sognando. Sì, non credevo di essere ancora capace di sognare..o di avere allucinazioni. Perfino tattili.

Una mano mi accarezza il viso e chiama ancora il mio nome, dolcemente.
I suoi contorni diventano più trasparenti quasi magici come se una fata li avesse disegnati in quel momento e i contorni del mio dolce e nostalgico fratello riprendono forma.

Vorrei stringermi a lui, ma sono perso dentro la mia testa.
Per fortuna ci pensa lui a stringermi.
La mia dolce adorabile allucinazione.
 





















Note dell'autrice: lo so, questo capitolo è...non ci sono parole..spero che almeno la fine vi abbia un po' rallegrato xd pensate che volevo rendere il viaggio alla ricerca di Stefan, anche più lungo e tormentato, ma alla fine non ce l'ho fatta..troppo dolore anche per me

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Capitolo 10
*** Di nuovo vampiri? ***


"Damon, sono io, fratellino...non sono un'allucinazione. Sono proprio io. Ti prego, Damon, svegliati. Non puoi farmi questo ora che finalmente siamo insieme. Damon."

Stefan cercava con tutte le sue forze di liberare il fratello da quella sorta di trance, ma Damon pareva non sentirlo. Stefan era accucciato in mezzo al selciato tenendo suo fratello per le braccia, cercando di rianimarlo.

"Non hai idea di quanto è stato doloroso per me, vederti struggerti cercando di raggiungermi...e ora che tu mi hai raggiunto, non posso permettere che ti arrenda così. Non ti perderò di nuovo."

Stefan senza indugiare, prese una bottiglia abbandonata sul marciapiede e la ruppe, poi si fece con essa un taglietto sul collo.

"Ecco, fratellino...come una volta...proprio come una volta...come ai vecchi tempi non è vero? Ti prego. Non mi deludere."
Avvicinò la testa di Damon al suo collo ma lui non reagì.

"Ti prego...so che il mio sangue non sarà come quello di un umano...ma meglio che niente no? Ti prego."
Le sue lacrime caddero sul suo volto e Damon ebbe un brivido.
"Damon? Mi senti? Sei sveglio?"
"Stefan...ma cosa...sto forse sognando?"

"No, fratellino, sono io...sono proprio io!" Disse Stefan con gli occhi lucidi di lacrime.
"il tuo collo...cosa...cosa è successo al tuo collo?"
"L'ho fatto per te...per rimetterti in sesto...ti prego, lascia che mi offra per farti stare meglio."

"Che stai dicendo? Sei impazzito? Il sangue di vampiro non mi farà stare meglio!"
"Ma qui siamo nell'aldilà. Non so più neanche cosa siamo...se siamo umani...o vampiri!"
"Non importa...non berrò il tuo sangue!"

"Ti prego, Damon...lascia che mi offra per aiutarti!"
"No!"
"Sì!"
"Maledizione a te, Stefan...sei sempre il solito cocciuto."
"La testardaggine l'ho presa da te!" Disse Stefan sorridendo.

"E..e va bene...ma non garantisco che starò meglio." Disse Damon, avvicinando la bocca al suo collo.
Avvertì il nervosismo di Stefan appena sfiorò il suo collo con la bocca, ma anche lui era nervoso. Parecchio. Questo sembrava dannatamente intimo.
Chiuse gli occhi e morse il collo di suo fratello.

"Ahhh." Avvertì il dolore di Stefan e cercò di tirarsi indietro ma lui lo bloccò.
"Non ti preoccupare, adesso passa. Continua!"
Damon si fece coraggio e cominciò a succhiare il suo sangue.
Era una vera prelibatezza.

Era come un gustoso nettare degli dei.
Ma insieme a quello, percepì anche altro.
Una sensazione meravigliosa di euforia e anche di tenerezza struggente.
Lui e Stefan stavano sperimentando una intimità sconosciuta ma elettrizzante.
"Sì, bravo...così "

Non sapeva cosa dire. Si sentiva così imbarazzato e allo stesso tempo dipendente da lui in quel momento.
Imbarazzato da come Stefan lo stringeva a sé ma anche stranamente contento. E lusingato.
Perché non l'avevano mai fatto? Perché Stefan non glielo aveva mai permesso e perché lui non glielo aveva mai chiesto?
"Damon...Damon..."

Si accorse a malapena di stare perdendo il controllo. Aprì gli occhi e realizzò di aver atterrato suo fratello e di essergli praticamente spalmato addosso.
"Perdonami...io...non l'ho fatto apposta." Disse Damon alzandosi.
"Figurati..." Disse Stefan alzandosi a sua volta.

"Non riesco a credere che finalmente ti ho trovato!" Disse Damon sorridendo.
"Io non riesco a credere a quello che tu hai fatto, Damon! "
Damon si incupì.
"Lo sai?"

"Certo che lo so! Oh, non hai idea del dolore che mi hai arrecato! Come hai potuto, Damon...come hai potuto farti uccidere da Klaus pur di raggiungermi..è una pazzia...ma perché lo hai fatto??"
"Non avresti mai dovuto lasciarmi. Mi hai abbandonato!"

"Il mio sacrificio è stato unicamente per salvarti! Per concederti una vita felice e lunga con Elena!"
"Non aveva senso, senza te al mio fianco!"
"Che cosa??"

"È la verità! Io sono morto nel 1864, Stefan! Ho continuato a vivere perché TU lo hai voluto! Come hai potuto pensare che io...avrei ancora voluto continuare a vivere se tu..."
"Credevo che lo avresti fatto per Elena! Mi hai sempre detto che la amavi molto!"

"È quello che credevo..ma da quando tu non ci sei più...siamo entrati in crisi e....la nostra vita insieme non aveva più senso."
"Damon, non hai idea di quanto mi dispiace."
"Va bene, va bene, ma adesso piantala con i dispiaceri. Non rovinare questo momento!"

"Vieni qui, idiota!" Disse Stefan ridendo e i due fratelli finirono in un abbraccio stretto e sdolcinato.
"Stefan...perché non mi dici il senso di tutto questo? Pensavo di finire all'inferno e invece sono finito .."
"In alice nel paese delle meraviglie?"
"Esatto!"

"Beh, fratello. Lascia che ti dica una cosa...l'aldilà è un manicomio...e noi in particolare siamo nella lista dei pazienti che non sono né carne né pesce!"
"Siamo...anime perse?"

"Sì, bravo, vedo che hai fatto i compiti."
"Diamine, Stefan, che cosa siamo diventati?"
"Beh, credo che siamo tornati a essere dei vampiri, Damon." Disse Stefan mostrando la faccia da vampiro.

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Capitolo 11
*** Sfondare la quarta parete ***


Cosa?? Eri finito in Paradiso?”
“Non credo lo fosse..o perlomeno una specie.” Disse Stefan. “All’inizio mi beavo nei miei ricordi, ricordi di una vita passata insieme, da umani..quando ancora nostro padre non era..non era..”
La voce di Stefan si spense.

“Quando ancora non era il mostro che uccide i suoi stessi figli.” Disse infine Damon per lui.

“Già…mi sentivo nonostante tutto, FELICE. Anche se sapevo, intuivo che non eravate davvero voi!”

“Lo sapevi??” chiese Damon attonito. Non riusciva a immaginare che dolore fosse per Stefan interagire con i fantasmi delle persone che amava. Lui non lo avrebbe sopportato. Quel poco tempo passato a vedere Katherine e suo padre, sembrava insopportabile. Non riusciva a immaginare come si sarebbe sentito se avesse visto addirittura STEFAN.

“Tu eri..più sereno. In pace con te stesso, credo. Apparivi ai miei occhi come un soldato glorioso, molto fiero di come combattevi, felice di quanto questo significasse per nostro padre, avevi una luce negli occhi..non credo di averti visto più felice!” disse Stefan.

Damon si perse a guardare la felicità che si intravedeva negli occhi di suo fratello. Quella luce speciale che sembrava sprigionare direttamente dalle sue iridi. E così saperlo felice per Stefan era indice addirittura di GIOIA?
“Eri bellissimo! Affascinante perfino, così tanto che sembravi irradiare LUCE direttamente insieme al sole e…beh, scusami, sto divagando!” disse Stefan imbarazzato.

Damon si accorse stupefatto, che Stefan aveva interrotto bruscamente il discorso, come se si vergognasse di essersi lasciato scappare troppo. In realtà questo gli dispiaceva, anche perché Stefan si stava aprendo con lui e lui non voleva si interrompesse. Gli faceva piacere sapere che la sua felicità provocava gioia al minore, forse poteva sembrare scontato, dopo che si era sacrificato per lui, per consentirgli di vivere felice con Elena, ma in realtà qui si parlava di ben altro. Di ricordi di una vita che entrambi non ricordavano più, che pensava che non significassero niente neanche per Stefan. E poi gli stava davvero chiedendo SCUSA? Solo per questo?

“Vai avanti a parlare, ti prego.” Lo supplicò.
Oh, perfetto, uno chiede scusa, non si sa neanche bene per cosa, e un altro supplica e neanche qui Damon avrebbe saputo dire esattamente per cosa. Uno meglio dell’altro, pensava Damon con sarcasmo.

“B-beh..io sapevo..ho intuito praticamente subito che non potevate essere VOI, però non mi importava..mi sentivo felice.”
“Ti sentivi FELICE? Ti sentivi felice a essere in compagnia di una mia copia perfetta?” Per qualche motivo, questa rivelazione lo rendeva pieno di rabbia.

Stefan era sgomento. Sapeva di essere ingiusto, ma non poteva farci niente. Quelle copie perfette di un fratello e un padre che non aveva mai avuto, si erano probabilmente beccate, abbracci di Stefan BACI di Stefan..parole dolci e gentili e riconoscenza..sentiva un gran mal di stomaco al riguardo. Perché delle cose che neanche ESISTEVANO, dovevano prendersi tutto quello che spettava a LUI?
“Damon? Ma che cos’hai?”

“Niente, perché?” cercò piuttosto goffamente di ripristinare una maschera sul viso per non far vedere al sua espressione, ma Stefan non ci cascò. Era suo fratello.
“Non mentirmi. Ti sei irrigidito.” Disse guardandolo male.
Mi conosce meglio di chiunque altro, maledizione..

“Che vuoi che ti dica, Stefan? Mi stai dicendo che eri FELICE qui, con un padre che non era tuo padre, un fratello migliore che non hai mai avuto..”
“Io non ho mai detto questo.”
“Con una famiglia che hai sempre voluto avere..”

“IO NON HO MAI DETTO QUESTO!” gridò.
Ora Stefan era sconvolto e sapere che era  lui il responsabile di avergli tolto il sorriso, gli straziava il cuore.

“Visto? Io ti faccio incazzare, ti faccio soffrire..scommetto che l’altro Damon, non ti ha mai ridotto così..”
“Non farei a cambio con lui, neanche adesso, se significherebbe non rivederti più, brutto idiota!”
Questo lo zittì.

“Non posso negare che io fossi felice..chi rinnegherebbe la felicità? Solamente uno sciocco. E non nego che avere QUESTO sollevava in parte, solo in parte, il dolore di averti perso..di essere da solo..come non ho mai voluto essere..ma POI..qualcosa è cambiato. E così ho capito, Damon..”

“Capito cosa?” chiese Damon stancamente.

“Che cos’è Matrix. Che cos’è davvero. Ti ricordi come ridemmo, insieme, quando lo guardammo la prima volta? Ci siamo chiesti tante volte, cosa sarebbe se esistesse davvero..che cosa sarebbe per noi..io non so se sono sicuro di averlo capito..ma posso solo dirti cosa era per ME!”

“E che cos’era per te?” gli chiese Damon pendendo dalle sue labbra.

Matrix è..il cambiamento di cui tu ti accorgi. Sì, quando siamo vivi..o non vivi, ma ancora su questa Terra, pensi sempre che del cambiamento non ti accorgi mai l’esatto momento in cui avviene, te ne accorgi solo dopo tanto tempo, ma l’ESATTO momento in cui avviene, tu non sai identificarlo..come quando si tratta di riconoscere istantaneamente il momento esatto di quando l’amore MUORE, di quando l’AMICIZIA muore, di quando un SENTIMENTO muore..”

“Ma quando siamo diventati VAMPIRI, abbiamo potuto cristallizzare quel singolo momento. Il bottoncino, rammenti? On-off, grazie a quello possiamo decidere noi quando accendere e quando spegnere i sentimenti.” Chiese Damon domandandosi dove Stefan volesse andare a parare.

“È vero…” concesse Stefan. “Ma è sempre un qualcosa che decidiamo NOI, noi decidiamo quando avviene e quando FINISCE e quindi è solo una delle tante cose che noi sappiamo perché possiamo decidere noi quando finisce e quando ricomincia..”

“Insomma, Stefan, dove vuoi andare a parare??” Non aveva mai avuto una passione per gli indovinelli. Lo innervosivano.

“Tutto quello che cambia, non per nostro volere, ovvero tutto ciò che noi non possiamo controllare, inizia e finisce senza che noi riusciamo a individuare il come, il quando e il perché.”
“Ma dai..hai scoperto la formula della matematica di Einstein? Davvero, Stefan, non ti capisco, mi stai dicendo delle cose elementari..”

“E se io ti dicessi che SAPERLO, corrisponde esattamente a sollevare il velo di Maya? A vedere Matrix per quello che è?”
“Penso che ti chiederei se devo eleggerti a stregone, insieme a Gandalf o a un ospedale psichiatrico del Purgatorio.”

“Io ho visto quel Velo, Damon. Ad un tratto ho notato qualcosa di diverso attorno a me..l’aria si era fatta più densa, meno leggera..c’era qualcosa attorno a me che non riuscivo a riconoscere, qualcosa di strano..qualcosa che non avevo mai sentito prima, neanche quand’ero vampiro..”

“Finalmente hai conosciuto il tuo senno!” disse Damon sarcastico.

Precognizione.” Disse Stefan.
Damon lo guardò allibito.
“La capacità di conoscere qualcosa, senza aver potuto ottenere l’informazione da nessuna parte..acquisendola semplicemente..DENTRO di te..in quel momento qualcosa è cambiato, attorno a me, DENTRO di me, Damon..il velo si è squarciato..e in quel momento è stato come se lo sapessi che tu..ERI MORTO.”

Damon lo guardava tremando.
“Io lo seppi all’improvviso..non so come, ma in quel momento per me Matrix era QUELLO. Eri TE. Non il te sorridente davanti a me, ma quello VERO e provai un dolore fortissimo. Non desiderai più rimanere lì in quella sorta di paradiso artificiale..desiderai adarmene..e nel momento in cui l’ho desiderato..non ero più lì..”

“Ma stai dicendo sul serio?”

“Desideravo comunicare con te, parole illogiche e razionali che sembravano provenire direttamente dalla mia anima, dal mio cuore..non erano logiche..anzi, erano del tutto senza senso..” disse Stefan asciugandosi una lacrima sorridendo. “Ma per qualche ragione credevo che era quello che avevamo bisogno di sentire..tu e anche io..”

“Oh mio dio..i biglietti che trovai..eri tu..”

“Erano dei biglietti? Io ricordo solo di averli pensati..non pensavo sarebbero arrivati come messaggi scritti.”

“Recitamene qualcuno, ti prego..ho bisogno di avere la certezza che eri tu..”

Mi sono svegliato, accorgendomi di averti sognato.
 
Mi dispiace che tu non sia al mio fianco..

Ma presto ci vedremo.
A presto, mio caro fratello.
Damon recitò dopo di lui.
Gli uccellini sono così meravigliosi..

Loro mangiano da noi il pane della vita
 
Stefan continuò
Che serve al loro nutrimento
Si fidano di NOI.

Oh, Damon, poter essere anche noi così..come bambini
Innocenti!
 
Damon finì:

Come lo sono i bambini, prima che la frana della vita
Caschi loro addosso…
Silenzio.
“Eri tu..sei sempre stato solo tu.”

Parole che apparvero molto più profonde del significato che avrebbe voluto che trasparissero e infatti un po’ provò imbarazzo e vergogna di essere così sdolcinato, ma Stefan sembrò apprezzare perché commosso, si gettò tra le sue braccia, piangendo.

Damon imbarazzato lo abbracciò timidamente. Avrebbe preferito che Stefan non piangesse, non sapeva come fare se il fratello lo abbracciava in quelle condizioni. Cosa faceva Elena quando era in quelle condizioni? Forse lo BACIAVA e questo era di sicuro un buon modo per calmarlo, peccato che lui era suo fratello e non poteva certo baciarlo!

Per qualche motivo la cosa sembrò infastidirlo. Perché mai? Beh, sicuramente perché lo faceva arrabbiare il fatto che una donna o meglio una fidanzata, fosse così facilitata in una situazione simile. Uno che non era il fidanzato, ma che era addirittura il FRATELLO, cosa avrebbe potuto fare?

“Perdonami per esser stato insensibile prima..non lo meritavi.”

Era il massimo delle scuse che Stefan poteva ottenere da lui e Stefan lo sapeva bene, ma allora perché si vergognava di questo? Ciononostante a Stefan sembrò bastare, perché si tranquillizzò.

“Non importa. È tutto perdonato una volta che sei qui..”

Questo lo riscaldò da dentro, ma subito il suo cuore sprofondò.
“Ah, ti riferivi al fatto di essere qui.” Disse un po’ deluso.
Stefan sorrise.

“Io non ho niente da perdonarti adesso, perché tutto quello che dovevo perdonarti, l’ho già fatto, quando eravamo vivi.”

“San Stefan..queste cose non cambiano mai.” Disse con un sorriso.
“Perfino qui, già. Beh, mi auguro che almeno qui le cose restino immutabili.” Scherzò Stefan.

“Non sembra che lo restino, da quanto hai appena detto.” Notò Damon.
“Già, è vero..” disse Stefan.
Stettero per un po’ in silenzio.

“Stefan, quelle ombre..prima che mi trovassi..cosa diavolo erano?” chiese Damon spaventato al ricordo.

“Ah, quelle..beh, devi sapere che ci sono queste GUARDIE..che si occupano di riportare i fuggitivi alla loro giusta collocazione..”

“I fuggitivi?” chiese Damon costernato. "Ah, sì, maledizione, ho incontrato, diciamo..degli esseri che mi hanno avvisato..ma non ho capito molto al riguardo. Dunque, hai detto fuggitivi...ma loro hanno parlato di anime PERSE.."

“Vengono chiamati in molti modi..anche i ribelli. Non sapevo di questo nome, ma non mi piace. Mi inquieta, mi ricorda troppo i periodi oscuri in cui mi vedevo proprio così.." disse e a Damon fece tenerezza. Sorrise. " Ci sono molti nomi per classificarci. "disse e alzò lo sguardo per guardarlo in faccia. "Credevi che fossimo liberi di fare come vogliamo solo perché siamo MORTI? No, Damon, esistono delle regole, perfino quaggiù. Esistono vari livelli, che puoi oltrepassare solo quando sei abbastanza pronto o meritevole..

“Meritevole..” ripetè lui allibito.
“Diciamo che è come un videogame..” disse Stefan.

“Oh, perfetto. Un videogame, certo. Ho sempre creduto che l’aldilà fosse una FAVOLA..e invece ora so che è un manicomio! E in questo assomiglia alla VITA!”

Questo fece ridere suo fratello e Damon sorrise. Adorava vederlo ridere. Non succedeva più molto, negli ultimi loro anni da viventi/non morti.
“Ok, forse a metà scala tra un videogame e una SCUOLA.”

“Ohh, ecco spiegato perché io fatto casini, non ho mai amato la scuola..troppe regole per me..e qualcosa mi dice che questa è la scuola più brutta di tutte..non vedo castighi, sospensioni, o bocciature, però, eccetto le guardie..insomma, tutti fanno più o meno quello che vogliono.”

“Fidati, sei qui da poco e hai visto poco..l’apparenza può ingannare..e comunque la maggior parte dei viventi che finisce nell’aldilà..non si accorge davvero di questo mondo..A SCALA..o meglio..A LIVELLI..insomma, VIVONO più o meno come facevano prima, tra ricordi, illusioni, speranze e desideri..”

“Come tu, prima..”

“La maggior parte di loro neanche capisce che si trova in uno stadio intermedio, o che è morto..e anche chi lo capisce..non gli importa..chi però ha oltrepassato la soglia dell’umanità, o la soglia tra la vita e la morte..è diverso..
“Stabilisci DIVERSO..”

“Mmmm..come posso fare con un esempio..ecco, cerca di immaginare di vedere un cinema, e che gli attori ad un tratto si rivolgono al pubblico..”
“Sì, ho presente..”

“Di norma, gli attori devono FINGERE di essere reali, quindi NON dovrebbero rivolgersi al pubblico..questo è chiamato..”

“Sfondare la quarta parete..” disse Damon accigliato.

“Sì, ecco. Esatto! Sfondare la quarta parete in pratica..equivarrebbe ai personaggi che comunicano con il nostro mondo, come se materialmente uscissero fuori dallo schermo..e se provi a uguagliarlo a noi che siamo qui, sfondare la quarta parete significherebbe..”

Sfondare pareti che non possiamo oltrepassare..” realizzò Damon sgomento.
Stefan annuì e per un po’ loro due si guardarono senza dire nulla.

“Tu hai avvertito che io sono morto..e mi hai cercato..” disse Damon.
“Le mie parole ti hanno raggiunto a una distanza che io non saprei neanche definire, come se te le avessi scritte a mano, di persona, davanti a te..”

“Siamo..GLI UNICI? O ci sono altri come noi?” chiese Damon sbigottito, dopo un po’.
Stefan sembrò pesare quella domanda.
“Ce ne sono altri, altri come noi..ma solitamente è una cosa individuale. 

“Insomma, non mi vorrai mica dire che non ci siano altri, come noi, che si cercano nei vari livelli dell’aldilà.”

Damon provò imbarazzo a dire la parola cercano. Gli sembrava troppo INTIMA, allo stesso modo di come gl sembrava troppo PATETICO continuare a considerare l’aldilà come un videogame a più livelli. Non sapeva se l’emozione preponderante fosse la parola cercarsi o vari livelli, per motivi diversi. Non era sicuro di volerlo sapere.

“N-no..è..solo che…”
Ma cosa stava succedendo? D’un tratto faceva il timido?

“Stefan, PARLA.” Lo esortò. Vedere Stefan esitare, lo faceva agitare ancora di più, perché non riusciva a capirlo?
“Beh..sì, ce ne sono altri, a cui è successa la stessa cosa che è capitata a noi..ma è una cosa RARA. Succede solo a chi condivide un legame MOLTO SPECIALE.”

Damon avvertì un pugno allo stomaco a quelle parole. Non credeva avrebbe potuto respirare ancora se Stefan avesse approfondito altro, ma suo fratello non sembrava ansioso di specificare meglio la questione, anzi pareva stranamente sollevato che Damon non facesse ulteriori domande.

Stranamente?
“Dai, vieni, ti mostro questa città, poi vorrei che anche tu mi raccontassi cosa ti è capitato. Voglio sapere TUTTO!” disse prendendogli le braccia e trascinandolo con lui, come se fosse un fanciullo.

Damon si sentì volare davanti a questo entusiasmo.
Aspetta un momento, TUTTO?
Avvampò. Non c’era bisogno che Stefan sapesse proprio TUTTO. Per esempio quando piangeva per lui.

No, questo era inaccettabile da raccontare, per non parlare dei momenti lacrimosi sulla Luna.  
 





















Note dell'autrice:  lo so, lo so, oltre DUE MESI di stop non è una cosa accettabile, ma cercate di capire..,mi sento già abbastanza in colpa, ma questa non è una storia facile ç_ç sto cercando di costruire una storia romantica, ma allo stesso tempo quasi eterea ed originale e non è facile..tuttavia sembra che mi sto sbloccando. Volevo dire che la frase: "Ho sempre creduto che l’aldilà fosse una FAVOLA..e invece ora so che è un manicomio! E in questo assomiglia alla VITA!” è una citazione dal libro L'ultima riga delle favole, che adoro!  preparatevi, inoltre, che per ora senmra tutto tranquillo, ma ben presto, ritornerà l'angst!

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Capitolo 12
*** I bambini demoni ***


“Guarda, Damon.” Diceva Stefan.
Damon non voleva guardare, ma guardò comunque, proprio come aveva visto fare a un personaggio di un libro, tanto tempo fa. **

Uno stuolo di bambini che sembravano indemoniati, ballavano nella piazza, aggredendo e picchiando la gente che passavano.
“Loro..non dovrebbero stare qui.” Disse Damon.

“È vero, non fanno parte di questo luogo..ma ci stanno comunque..e in fondo anche noi dovremmo essere da tutt’altra parte. Quindi come fare la morale a loro?”
“Cosa sono queste creature, Stef?”

“Mah..piccoli vampiri, o bambini posseduti dai demoni..alcuni sono adulti che non vogliono crescere, avvelenati dalla vita.”
“Lo dici come se fosse una cosa normale..diosanto..questo è l’ORRORE..l’orrore!”

“Credi davvero che sia questo, l’orrore, fratello?” chiese Stefan.

Damon guardò gli abitanti del paesello, chiudere la porta alle spalle dei bambini, alcuni erano spaventati, altri diffidenti, altri non si accorgevano neanche dei piccoli demoni che scalciavano sulla strada.

“No, mio povero fratello…esiste qualcosa di più grande di una malvagità senza senso..ed è l’indifferenza.” Disse Stefan.

“Voglio fare qualcosa per loro..posso?” chiese Damon alzando un braccio al nulla.

“Credi che dei vampiri come noi possono fare del bene?”
“N-no..”
“E invece SBAGLI.” Disse Stefan.
Damon lo guardò allibito.

“Te lo dimostrerò, guarda..” e dicendo così si avvicinò a un bambino con gli occhi neri, gli mise una mano sulla fronte e un fascio di luce bianca si sprigionò dai suoi occhi accecandolo.

“Stefan..cosa gli hai fatto?? Lo hai ucciso!” disse Damon allibito.
“No, fratello.”

Il bambino a quel punto, svanito il bagliore accecante, si alzò in piedi.
Niente più occhi neri.

“Capita sovente che quelli che salviamo, credono di morire..e finiscono per farlo credere anche a noi..ma quello che sembra morte, è invece RINASCITA!” disse.

Damon si avvicinò commosso e vide che i piccoli demoni attorno a loro, sembravano pregare in una lingua sconosciuta, anelando quella luce che Stefan aveva dato loro, mentre altri sembravano insultarlo o scappare via.

Damon aveva cercato di acchiapparli ma essi scappavano via come anguille e alcuni addirittura VOLAVANO via come uccellini.
“Non puoi prenderli. Rinuncia!” disse Stefan.
“Ma Stefan, dobbiamo fare qualcosa! Dobbiamo aiutarli. Dimostrare loro che non vogliamo fargli alcun male!” disse Damon.

“Non puoi convincere chi non è pronto, a essere salvato o a riconoscere il bene per quello che è. “ disse semplicemente suo fratello.
“Ma questo significa abbandonarli al loro destino!” disse Damon sconvolto.

“C’è una grande differenza tra abbandonare chi chiede aiuto e arrogarsi il diritto di voler cambiare la scelta di qualcun altro..e poi spesso il desiderio di aiutare il prossimo nasconde un egoismo dentro di noi. L’egoismo di sentirci migliori, non sincero e disinteressato desiderio di aiutare il prossimo!” disse Stefan.

“Spiegami com’è possibile che esseri come noi, riescano a guarirli.” Disse Damon, riportando alla normalità più bambini possibili.
“Noi siamo speciali. Abbiamo oltrepassato la linea della vita e della morte e siamo rinati, quindi possiamo far rinascere altri!” disse Stefan con calore.

Damon era sbigottito. Era stato sempre abituato al fatto che loro portavano la MORTE, che potessero ridare la vita, addirittura, era una novità..certo, il sangue di vampiro, curava la gente, ma questo..
“Cosa fai lì fermo come uno stoccafisso? Guarda che dobbiamo muoverci, prima che arrivino le guardie a portarli via!”
“Portarli..via?”

“Loro sono dei ribelli, come noi non fanno parte di questo mondo e se non li aiutiamo, verranno portati via dalle guardie.” Disse Stefan.
Damon era completamente sbigottito, ma prima che potesse reagire, arrivarono altri uomini, con delle tuniche bianche come sacerdoti.

“Non vi permetteremo di portare via questi bambini!” disse Damon con la migliore dignità che poteva assumere dopo essere stato spaventato da delle ombre.
“Damon, ma cosa stai facendo! Loro sono qui per aiutarci!” disse Stefan.
“Cosa? Ma che..”

“Mi presento, io mi chiamo Isahel e questi sono i miei compagni! Complimenti, li avete curati, ora portiamoli al campo. “ disse uno di loro.
“Certo. Andiamo, Damon?”
“C-campo?”
“Potete usufruirne anche voi se volete.” Disse il ragazzo che era simile ad un angelo, facendogli l’occhiolino.
“Usufruirne?”

“Presto, non c’è tempo. Le ombre stanno tornando. Venite con noi!” disse uno di loro, facendoli entrare in una porticina di una casupola.
Oltrepassata quella, scesero in cantina e poi giù nei sotterranei e ancora più sotto, attraverso dei cunicoli, come fossero topolini, fino a che non riemersero da una botola sul prato.

“Oh mio dio, siamo arrivati nei campi elisi.” Disse Damon.
“Non esattamente. Ma è molto meglio.” Disse Isahel, compiaciuto del loro sguardo mentre ammiravano l’enorme campo fiorito pieno di farfalle che svolazzavano, dove era fissato un grande campo da tennis.  






Per Damon era straordinario scoprire che c’era un gruppo di persone che si opponevano alla giustizia “angelica” proteggendo addirittura gli invasori, rischiando a loro volta.  Stefan gli aveva spiegato che in realtà loro non rischiavano niente, infatti, pur andando contro alle “guardie” loro erano intoccabili, perché le guardie non potevano certo portare via anche loro, finendo per fare di fatto lo stesso reato.

Damon credeva che fare certe cose, li facesse automaticamente scendere di livello, ma Stefan gli ricordò che le regole che valevano per la Terra, non valevano per l’aldilà. Se eri buono, restavi “buono.” Non venivi spostato di livello solo perché aiutavi qualcuno.

Damon ripensò alle due streghe buone che aveva incontrato nella “sua città”. Loro non avevano accennato a questi gruppi che aiutavano i ribelli..si trattava forse di una dimenticanza? Perché non erano state sincere con lui? Il seme del dubbio cominciò ad attanagliarlo come un laccio sul cuore, che faceva male..allo stesso tempo però ricordava come Flora e Fauna si erano spese per aiutarlo..e non erano costrette.

“Damon! Smettila di coltivare i cattivi pensieri.” Fu la voce di Stefan.
Damon si riscosse da lui come da un sogno. Davanti aveva uno Stefan che era talmente bello da sembrare quasi ringiovanito, se possibile. Il suo sorriso era più bello dei fiori germogliati e la sua pelle brillava più dei raggi del sole. Sembrava come quel vampiro innamorato di quell’umana.

“Come sai che stavo pensando cose brutte?”
“Hai una nuvoletta scura proprio sopra la testa.” Disse Stefan ridacchiando, indicando sopra la sua testa e ridendo in maniera infantile.

“Ma che..oddio!” disse Damon guardando la nuvoletta che ricalcava la vignetta di un temporale ma di fatto nessuna pioggia lo colpì.
Stefan scacciò con una manata, la nuvoletta che si dissolse.
“Ecco fatto!” disse Stefan.
Damon lo guardò sbigottito.

Si sentiva meravigliato dalla spensieratezza che suo fratello emanava e sbigottito che fosse così semplice smettere di avere pensieri negativi.
“Sembri diverso.” Osservò, sperando di non offenderlo.

“Lo so, ed è bellissimo. Sii come me, Damon.”
“Io non so..”
“Avanti, non pensare più a cose brutte. Divertiamoci….come bambini..
Gli porse le mani e Damon tentennò.

“Ma sì, perché no…” le prese senza sapere bene cosa volesse suo fratello, ma fidandosi di lui.

Cominciarono a fare un giro tondo che sembrava davvero molto infantile, ma lo rendeva FELICE. Senza quasi accorgersene, prese le mani degli altri bambini e poi di colpo non importava più quali e quanti mani prendesse. Erano tutti uguali, come se niente contasse di più, che il gioco. I fiori erano tutti belli e non c’era niente di più bello e felice che saltare sull’erba e andare in cerca di fiori colorati. Senza prenderli, solo beandosi del loro colore.

D’un tratto però tutto cambiò.
Improvvisamente.
Dolorosamente.
Il suo corpo sembrò spezzarsi, e delle fitte lancinanti lo pervasero.
Cadde carponi sul terreno.

Durò infiniti secondi, che sembrarono durare un’eternità intera.
Perso nel suo mondo, gli sembrò un mondo di dolore, dove nessuno si accorgeva di lui, dove nessuno sapeva che esistesse o potesse sentirlo.

Si abbracciò il corpo come un bambino, ma la gioia dell’infanzia era molto più lontana stavolta e non poteva più raggiungerlo.
Daaa – amoooon.”
Lontana, inenarrabile, come un eco che esisteva in luoghi molto remoti, il suono del suo nome.

“Deeeee-aaaa---mooooon”.
Pazzesco come il suono di un nome che non esisteva, potesse arrecare così tanto dolore.
“DAMON!”
Quelle mani, così calorose e morbide su di sé, quella voce così dolce che chiamava il suo nome.
Era per lui.
“DAMON! Ti prego!”

Anche io..anche io ti ho pregato, Stef,.,quando sei morto, ti ho pregato tanto di tornare..o di venire a prendermi con te
Il dolore cambiò e aumentò di intensità, facendolo gridare. La testa sembrò spaccarglisi in due.

Poi suo fratello fece una cosa che lo sconvolse per la seconda volta.
Gli offrì il suo collo.
“N-no..non voglio.”
“Sì..sì, invece.”
E così per la seconda volta bevve da lui.

Questa volta si avvinghiò di più a lui, come fosse la sua ancora di salvezza, mentre succhiava il sangue dal suo collo.
Sentì Stefan gemere e questo gli provocò una strana sensazione di eccitazione che lo spaventò.

Lo lasciò immediatamente.
“Damon, continua.” Lo incitò il fratello.
“No, no, cosa ti ho fatto..cosa ci è successo..”
“Non preoccuparti, continua!”
“NO, COSA CI È SUCCESSO! DIMMELO!”
Tutti attorno a loro, li guardavano sconvolti.

Avevano rovinato quel clima goliardico, quell’atmosfera gioiosa.
Era stata colpa sua. Lo sapeva.
“Ti sei allontanato dalla spensieratezza della gioventù e i tuoi demoni interiori sono tornati a torturarti. Hai aperto la porta al seme del DUBBIO e quella è la porta per far entrare i mostri interiori.” Disse Isahel.

“I mostri interiori..i MIEI mostri..” disse Damon mettendosi le mani sulla faccia.
Stefan le coprì con le sue.

“Tuo fratello era completamente immerso nella beatitudine, ma quando ti ha sentito soffrire, l’ha lasciata. È prova di un amore grandissimo. Infatti per quel che ne sappiamo, occorre grandissima forza per distaccarsi dalla beatitudine quando ne sei avvinto..oppure un grandissimo AMORE.”

Stefan non staccava gli occhi dai suoi, lui invece non riusciva a guardarlo. Si sentiva imbarazzatissimo dalla parola AMORE. Quella specie di monaco non aveva idea di che cosa stava parlando, altrimenti non avrebbe parlato così. Amore? C’era amore tra loro? Ma di quale amore parlava che da quando erano vampiri, non faceva che rovinargli la vita? Gli aveva addirittura fregato la ragazza. Tutto quello che lui aveva dato a Stefan non era altro che sofferenza. Non meritava il SUO amore.

Stefan gli prese il viso tra le mani. Per un folle istante pensò che volesse baciarlo, magari sulla fronte..e d’un tratto questo pensiero lo risollevava e reclinò il viso verso il suo.
Ma Stefan non fece niente del genere.
“Stai di nuovo pensando cose brutte. Smettila. Fai stare male anche me.”

La sua risposta fu abbracciarlo. Non sapeva cosa dirgli ma seguì il suo cuore e il suo cuore gli diceva che bramava dalla voglia di stargli appiccicato, di stringerlo.
Rimasero lì, in ginocchio, stretti abbracciati come fanciulli.






Intermezzo spirituale con Lana



Erano passati diversi giorni da quando Stefan e Damon si erano fermati in quel villaggio. Aveva un nome strano: Mattlebury.

I due vampiri ormai avevano stretto un legame con i bambini del villaggio. Non c’erano solo vampiri, ma anche lupi mannari, bambini e adulti, alle prese con i loro impulsi primordiali, che attaccavano i cittadini.

Non avrebbero dovuto essere lì. Erano dei fuggitivi che erano passati e si erano insediati lì, proprio come loro e scappavano dalle guardie.

L’idea che potessero esistere delle guardie in paradiso, faceva ancora rotolare dal ridere, Stefan e Damon, ma poi smettevano subito. Nel loro mondo erano successe cose ben più assurde, loro stessi erano creature della notte, creature che la maggior parte delle persone pensavano che non esistesse, come i lupi mannari.

Di tanto in tanto vedevano anche qualche fantasma, ma erano solo di passaggio. Spesso venivano catturati nuovamente e riportati nella sezione a loro indicata.

Succedeva talmente spesso che qualcuno veniva riportato indietro, che Stefan e Damon si chiedevano spesso se ciò non significasse che anche l’aldilà non era così PERFETTO come sembrava.

Il pensiero che l’aldilà non fosse PERFETTO, ma pieno di buchi che ognuno potenzialmente potesse infrangere volendo, riempiva di sconforto i due vampiri. La maggior parte delle persone riesce ad affrontare la vita, con la consapevolezza che almeno la MORTE la passeranno in un luogo dove tutte le regole siano perfette e non esistano buchi di nessun genere.

Eppure non era così. Stefan e Damon avevano incontrato diversi cittadini che avevano spiegato loro, come stavano davvero le cose.

Adesso, insieme a una fanciulla di nome Lana, dagli occhi azzurri, i capelli lunghi e biondi e la carnagione bianca come Biancaneve, disquisivano su quello che stavano vivendo e sugli errori di quel meccanismo.

“L’aldilà non è priva di bug…è come un treno in continuo movimento, pieno di fermate..quando sei in vita, pensi che sia un processo automatico, come respirare..pensi che verrai schizzato come un razzo su in alto..o” disse Lana, indicando in alto. “O giù in basso..” disse indicando in giù “come una stella cadente e che non devi preoccuparti più di nulla..ma non è così..molti si ribellano, per esempio..e non accettano di passare dall’altra parte..e così diventano fantasmi..

Aveva senso. In fin dei conti nel mondo esistevano molti fantasmi e sia Stefan sia Damon ne erano stati testimoni. Fantasmi dell’altro lato, che non potevano interagire con gli esseri viventi. Rimanevano intrappolati.

“Credevamo che fossero obbligati..una volta che morissero, a passare dall’altra parte..” disse Stefan.

“Lo credono tutti..” disse la fanciulla. “In realtà la coscienza è molto più forte di quello che crediamo quando siamo in vita..se il tuo desiderio di rimanere sulla Terra, è troppo forte, anche chi è designato di venire a prenderci, non può fare nulla..non che non ci abbiano provato..tuttavia a volte ci riescono a farli venire via, ma molte volte no..”

Stefan e Damon si figurarono l’immagine di un treno, e di un tassista estremamente pignolo, che con sguardo impaziente e un gesto di stizza, cercava piuttosto strenuamente di convincere dei passeggeri indisciplinati a salire sul TRENO. Magari gli altri passeggeri si sarebbero schiacciati con le mani sui finestrini per vedere come sarebbe finita e se l’avrebbero avuta vinta i passeggeri o il guidatore, come quando a scuola fai una marachella e i compagni guardano te e la professoressa che inveisce…magari qualcuno fingeva solo di farsi portare via e si buttava direttamente dal treno, da un finestrino.
Lana rise.

“A volte succede anche questo, quando vengono a prendere le anime con il treno.”
Stefan e Damon non erano ancora abituati a sentire parlare dei morti, come “anime.”

“Perché, a volte vengono a prenderti con altri mezzi?” Chiese Damon.

“Non esiste un modo universale. È la tua mente a decidere il come. Chi si aspetta di vedere un treno, verrà preso con il treno. Chi si aspetta una galleria in mezzo a una montagna, vedrà una galleria. “

Stefan e Damon chiesero alla fanciulla se l’aldilà fosse pieno di persone che cercavano di sfuggire alla postazione che era stata loro assegnata, ma la fanciulla confermò la spiegazione di suo fratello.

“La maggior parte degli esseri umani, non ha MOTIVO di ribellarsi..è FELICE di potersi lasciar andare e di non preoccuparsi più dell’angoscia terrena di sopravvivere..e quindi si affida completamente ai livelli che vengono loro assegnati..anche se si tratta del Purgatorio o dell’Inferno, accettano di buon grado di scontare la loro pena,consapevoli che quello che gli succede, se lo sono meritato…la maggior parte dei ribelli, sono ibridi tra umani e mostri..”

“Vampiri.” Concluse Stefan.

“Esatto..oppure lupi mannari..esistono così tanti ibridi sulla Terra..loro non si rassegnano, perché la pena da scontare per loro è più dura e dolorosa. Siccome hanno cercato di sfidare la morte, il loro soggiorno in Purgatorio è più penoso..”
Stefan e Damon si guardarono a occhi sgranati.

“Ho ricordi molto vaghi del mio soggiorno prima di vedere mio fratello, ma sono certo che non ero in Purgatorio..sembrava davvero molto il Paradiso..” disse Stefan.
“Hai detto di essere morto da umano, giusto?”

“Sì, con la cura in corpo, che mi ha somministrato a TRADIMENTO.” Disse Damon, ancora rancoroso al ricordo.
Stefan lo guardò accigliato. Damon notò che avrebbe voluto dire qualcosa, ma forse non voleva farlo arrabbiare, notò Damon.

Lana sembrò pensierosa.
“Forse sei morto da umano..o forse sei stato giudicato per le tue azioni buone. A volte succede che quello che si fa, possa cambiare la catalogazione, anche per gli ibridi..”

“Ma Stefan sostiene che adesso io e lui siamo entrambi vampiri..allora non è così? Io stesso l’ho sperimentato..” disse Damon scioccato.

“Anche nell’aldilà tutto può cambiare in base alle nostre azioni. Quando tuo fratello è morto, e tu hai voluto sfuggire al luogo in cui eri, per raggiungerlo..sei diventato a tutti gli effetti uno dei ribelli e hai perso l’accesso al Paradiso.”

“Quindi è vero..Stefan ha perso il Paradiso, per colpa mia?

Il peso di quella rivelazione, schiacciò Damon e si acquattò, per non rischiare di crollare. Lo aveva capito ma aveva voluto non crederci fino all’ultimo.

“Non me lo meritavo comunque, per tutto quello che ho fatto..” disse Stefan, cercando di consolare il fratello. Damon era diviso . Sapeva che lo diceva per consolarlo, ma pensava che una parte di Stefan continuava a pensare di essere un mostro e questo non cambiava solo perché per cinque minuti era stato in Paradiso. Conosceva Stefan. Piuttosto che pensare di essere meritevole di qualcosa di bello, tendeva a pensare che l’intero sistema fosse sbagliato.

“Evidentemente sì, invece.” Disse Lana.

“Beh, si sono SBAGLIATI!” scattò Stefan. “Sono stato lo squartatore..ho ucciso, dilaniato..ho fatto cose..” chiuse gli occhi. “Non credo fossi in Paradiso, probabilmente ero solo convinto che lo fossi, Damon.”

“Non importa oramai se lo era o se non lo era. Eri FELICE, lo hai ammesso tu stesso, ora non puoi rimangiartelo!” disse Damon.
Stefan si morse le labbra e Damon capì che stava maledicendo il momento in cui l’aveva ammesso.

“Eri FELICE e per colpa mia, hai perso tutto.”
“Ma allora vuoi ricominciare! Mi duole constatare che non sei cambiato, morte o no, fratello!”

“Ma non capisci..ti ho rovinato la vita, e continuo a farlo anche adesso..se non mi fossi ucciso, tu non saresti venuto a cercarmi e ora non saresti costretto a fuggire da reietto insieme a me!”
“A te sembra una cosa così orribile, stare con me?”

Stefan lo guardava arrabbiato e Damon si morse le labbra.
“Ma cosa stai dicendo..mi sono addirittura ucciso per raggiungerti..”

“Ecco..allora se è quello che volevi, smetti di pentirti e di dire cazzate!

Damon si zittì. Era parecchio che non subiva rimproveri di alcun tipo, da quando Stefan se n’era andato e in un certo senso gli era mancato anche questo. I suoi rimproveri.
“Te l’ho già detto..io preferisco averti qui in carne e ossa che in un ricordo..” disse stringendogli la spalla.

Damon si scoprì a stringersi a quella mano. Odiava mostrarsi così vulnerabile, ma non poteva farne a meno.
Lana cercò di alleggerire l’atmosfera.

“Siete davvero una coppia di fratelli che si vuole davvero molto bene. Ci capita di vedere qui persone di tutti i tipi, ma un legame come il vostro è indice di apprezzamento e di orgoglio da parte di molti di noi..”

“Siamo venuti qui a portare molto scompiglio..ci dispiace che state rischiando per colpa nostra.” Disse Stefan addolorato.
La fanciulla sventolò il braccio.

“Non possono farci niente. Non possono certo ricollocarci, in questo senso è un vantaggio di non essere ibridi..noi apparteniamo a questo posto e non possono spostarci prima che non sia il nostro turno..verrebbero sanzionate le guardie stesse se lo facessero. La gente di qui è molto contenta di quello che fate, prima che arrivaste, dovevamo convivere con gli ibridi che ci attaccavano. Non eravamo abituati a degli ibridi buoni, che sapessero controllarsi senza l’organizzazione adita a farlo.”

“Anche noi ci troviamo bene qui..e ci siamo affezionati ai bambini del villaggio..ibridi e non. Ci fa piacere che alcuni di loro giochino insieme.” Disse Stefan.

“Sì, è molto bello..era possibile anche prima, ma solo se erano controllati dai guardiani incaricati di fare attenzione che i bambini vampiri non perdessero il controllo e cominciassero ad attaccare i loro vietando umani. È ancora una scena agghiacciante, nonostante nell'aldilà si diventa meno impressionabili..."

Stefan e Damon non si sentivano a loro agio con questi discorsi, soprattutto visto che si parlava di bambini e entrambi cercarono subito di cambiare discorso.

“Ma alla fine è tutto reale, no? “ chiese Damon in preda a un dubbio lancinante. “Tutto quello che vediamo è REALE a suo modo..”

Ma la fanciulla non rispose. Stefan e Damon capirono che non lo sapeva neanche lei. Quando sei vivo ritieni che tutto ciò che vedi sia reale, ma nel mondo dei morti, dove ogni cosa poteva essere creata con il pensiero e modellata a tuo piacimento, il concetto di reale non aveva la stessa valenza che aveva prima.

“Quando siamo bambini, vediamo il ROSSO e diciamo: questo è il rosso. È semplice. Poi, un giorno la mamma ci fa vedere un pennarello di un colore diverso. Ti ho preso il rosso, dice la mamma. Ma mamma, questo non è il rosso. Sì, che lo è. Ma non era il rosso che TU avevi visto. Così cresci comprendendo che esistono tanti tipi diversi di ROSSO. È quella la linea di confine che segna la fine dell’infanzia. Molti pensano che è quando inizi a capire che esiste la MORTE, ma non lo è. È quando insieme al ROSSO, capisci che esistono diverse sfumature per tutto, in un mondo che non potrà mai essere davvero BUONO, perché per esserlo, bisognerebbe capire quali delle mille e mille sfumature di bontà è quella perfetta e scartare tutte le altre. È come per il bambino. Prima pensava di sapere quale fosse il colore rosso, ma poi è stato bombardato da tutte le sfumature e non sa più qual è il rosso. È quello, ma è anche quello, quello e quello. Ora immaginate di poter GUARIRE IL MONDO solo dipingendolo di ROSSO. Io sono Dio e chiedo a te, inserviente, di passarmi il pennarello ROSSO. “ disse Lana, rivolgendosi a Damon.

“ Non sarei in grado di passare il colore giusto..” disse Damon scandalizzato.
“La verità non può essere questa..” disse Stefan tremando.

Ma certo che non lo è..” disse con tono ovvio la fanciulla. “Questa è una mia teoria..ne esistono così tante, più o meno logiche..e non puoi esprimerle tutte. Sei costretto quindi a sceglierne UNA, immaginando che possa essere la verità..tra le tante che si trovano nel nostro microcosmo. La verità sarà sempre quella che tu scegli di credere.” Disse la fanciulla e poi come era venuta se ne andò lasciando Stefan e Damon più confusi di prima.





**

"Damon, Damon! Sono stato bravo??" Gli chiedeva un bambino dai capelli arancioni e liscissimi.
"Stai andando benissimo, Peter!" Aveva risposto Damon orgoglioso.

Peter...come Peter Pan...a Damon gli si strinse il cuore a pensare che quel bambino sarebbe stato per sempre bambino...come il Peter pan della fiaba. Solo che lui aveva dovuto scoprire l'orrore in un'età in cui non avrebbe dovuto! Damon si ritrovò a chiedersi chi era stato a trasformarlo. Non glielo aveva mai chiesto e chissà se mai avrebbe mai avuto il coraggio. Non voleva sapere..non voleva davvero saperlo. Sapeva che altrimenti avrebbe desiderato ammazzare con le sue mani chiunque avesse rubato la sua innocenza a quel ragazzo, anche se fosse stata una donna, anche se fosse stata Katherine in persona , anzi se fosse stata lei , lui non avrebbe mai perso la testa per lei.Avrebbe capito subito la sua vera natura. Loro.. Stefan e lui non avevano mai attaccati i bambini. Non era giusto che loro diventassero dei vampiri.

"Stefan! Dimmelo anche tu! "
"Sei stato grandissimo!"

Tipico di Stefan, pensò Damon, doveva sempre esagerare per far contenti i bambini. Damon avrebbe preferito che Stefan non esagerasse con i compimenti ai ragazzini . avevano bisogno di mantenere la guardia alta ..dovevano capire che poteva cambiare tutto dall'oggi al domani e non potevano permettersi di abbassarla, perché era un attimo e sarebbero tornati i vampiri sanguinari che attaccavano i loro coetanei e le altre persone del villaggio, senza contare che così si sarebbero fatti scoprire molto più in fretta. Dovevano tenere un basso profilo.

A volte si chiedeva se lui e Stefan stavano facendo la cosa giusta, molto probabilmente l'organizzazione speciale che se ne occupava pensava di sì , però Damon non poteva fare a meno di domandarsi che se i ragazzini venivano prelevati , un motivo c'era.. loro non erano davvero di quel luogo, forse avrebbero dovuto lasciare che venissero presi.. lasciare che facessero il loro percorso in Purgatorio e che scontassero la loro pena. Questo non era davvero il loro posto.

ma non è neanche il nostro , una vocina insistente continuava a dirgli , però se l'avesse ascoltata avrebbe dovuto ammettere che la stessa cosa valeva per lui e suo fratello e pensare di rinunciare a lui ..Giammai! Nell'aldilà si sbagliavano . non avevano nessun diritto di trattare le anime come prigionieri. Va bene fare il loro percorso ma non come carcerati ..chi decideva qual era il momento giusto per passare di livello ? Chi decideva qual era il mondo giusto in cui abitare e quale no? Sulla terra pensavano di saperlo, decidendo chi era innocente e colpevole, ma la pena non era mai giusta e forse anche nell'aldilà facevano degli errori, come per esempio costringere dei ragazzini che non avevano nessuna colpa a scontare una pena che loro non meritavano in completa solitudine senza poter giocare tra di loro e senza l'affetto e il sostegno di altre creature ..tutto questo come poteva essere giusto?

"Un penny per i tuoi pensieri fratello." Disse Stefan facendo volare un monetina in un bicchiere lì accanto.
Damon sorrise, guardando il pub in cui si erano fermati.
"Andiamo fuori." Disse.

"Ti vedo sempre più pallido. E non ti vedo praticamente MAI bere sangue." Osservò Stefan mentre camminavano.
Damon sorrise.
"Questo è molto divertente. TU che rimproveri ME di non bere sangue." E scoppiò in una sonora risata.
"Trovi la cosa divertente?"

"Moltissimo! I ruoli che si ribaltano, peccato che io non bevo sangue di conigli e non stiamo più sulla terra, ops, non siamo neanche più vampiri, non siamo NIENTE!" Disse Damon continuando a simulare un'allegria che non provava.
"Non sono così sicuro come te che sia vero!" Disse Stefan.

"Già..già..la solita frase cliché che non tutto muore, che lo spirito resta!"
"L'ho visto in quei bambini...sono vampiri, ma.."
"Non nominare quei bambini, Stef.."

"Abbiamo insegnato loro a trattenersi e loro l'hanno fatto! Hanno scelto l'umanità, Damon! Il loro spirito è forte e vivo! Questo lo dimostra! Significa tutto invece!"

"Significa soltanto che nell'aldilà perdi tutto e anche i tuoi istinti animaleschi dopo un po' vengono persi di riflesso ..è per questo che loro riescono a controllare la sete e non per colpa o merito di qualche eccesso di bontà né tantomeno per merito nostro..questa è la verità Stefan, tutto il resto sono illusioni, favole per bambini...come quelle che noi stessi proponiamo a loro...degli eterni bambini che hanno scordato di essere dei..."

Stefan con la sua velocità da vampiro, attaccò Damon al muro di mattoni.
"Ouch! Che c'è, Stef? È l'unico modo che hai per zittirmi?"
Stefan lo guardò accigliato e per qualche ragione Damon temette che l'avesse capito. Aveva guardato le sue labbra troppo a lungo. L'avrebbe capito e l'avrebbe picchiato direttamente.
"È la sete a parlare, non sei tu..."

"Ma no! È la mia anima!" Disse sarcastico Damon e riprese a ridere.
"Perché fai cosi? Credevo fossi felice qui, con me, con questi bambini..."
"Pensi che potremmo fare questa vita per sempre? Prima o poi finirà! E quando accadrà...puoi star certo che ce la faranno pagare molto cara per esser scappati."
"Ti prego, devi bere..."

"Continui a non capire! Non ho più quella necessità...non voglio!"

"Sei cambiato...non mi guardi più e a malapena mi parli..perché? Cosa ti ho fatto?"
Damon trasalì. "Ora pure le manie e le paranoie, tra un po' arriveranno pure i deliri e le guardie arriveranno direttamente con i furgoni bianchi e delle belle camicie con i lacci."
"Pensi che non riconosca i morsi della sete? Ho visto me stesso e anche te parecchie volte così."

"Se me l'avessi detto ti avrei fatto una foto..." Disse Damon ma con un tono più turbato.
"Smettila!! Smettila di recitare! Ti ho chiesto cosa c'è che non va! Non vuoi bere sangue umano? Bevi il mio, almeno! Ma non puoi lasciarti andare cosi, sei sofferente e in questo modo fai soffrire anche me!"

Damon si voltò a guardarlo e con grande sofferenza gli rispose.
"Non posso più bere il tuo sangue, Stefan..non voglio più farlo!"

"Sei mio fratello! Te lo sto offrendo, farei qualsiasi cosa per te, lo sai! Se hai paura di farmi male.. ."
"Non è per quello che provi tu, ma per quello che provo io, razza di deficiente!!"

L'avevo ferito e me ne ero reso subito conto ma non avevo tempo di occuparmi dei suoi sentimenti. Ero troppo concentrato a rattoppare i miei. Quando Stefan mi fece bere il suo sangue, stavo cosi male ed ero cosi disperato da non aver avuto il tempo materiale di analizzare tutto quello che stavo provando, la tempesta che mi era piovuta addosso in quell'occasione. Ma quando la calma tornò, io potei farlo.

Quando Stefan mi fece bere il suo sangue, si stabilì una connessione tra noi, come se fossimo dei cavi elettrici che si stavano sentendo l'un l'altro.

Condividere il sangue è davvero TROPPO intimo. Solo le coppie di innamorati lo fanno e c'è un motivo per questo.
Quello che provai quel giorno fu...
Impossibile da descrivere.

So solo che in quel momento sentii Stefan come se fosse mio.
MIO. Non mio fratello. Mio.

Stava condividendo il suo sangue con me e dopo di questo, l'idea che possa essere di qualcun altro, che possa dare qualsiasi cosa di sé a qualcun altro è davvero troppo insopportabile.
Quando gli guardo le labbra non posso fare a meno di desiderare di scoprire se le sue labbra siano dolci come il suo sangue.

Se il suo corpo sia arrendevole contro il mio come lo è stato quando mi ha permesso di lasciare che mi nutrissi di lui.
Se la connessione che ho sentito in quel momento, la sentirei se i nostri corpi fossero intrecciati insieme e stessimo per avere un orgasmo.

Se gemerebbe allo stesso modo contro di me come ha fatto quando lo mordevo.

Se quando mi stringeva in quel modo contro di me, lo farebbe allo stesso modo se non ci fossero barriere di vestiti a separarci.
Se mi continuerebbe a tenere stretto anche mentre lo scopo, ancora e ancora e ancora.
Se mormorerebbe il mio nome fino a fargli perdere i sensi.

Scoprire che lo desidero così tanto è sconvolgente. Ho sempre bramato un maggior desiderio di contatto fisico con lui ma credevo fosse tutto normale. Almeno fino ad adesso. È tutta colpa del sangue, questi pensieri mi sono venuti per colpa del sangue.. deve avere un potere più magico e più malato di quanto pensassi e se il sangue da vampiro mi ha fatto venire questi pensieri su Stefan, allora tutti i tipi di sangue sono sbagliati.. mi sono sempre sbagliato! La cosa che bramo più al mondo è la mia peggiore rovina.. non intendo berlo mai più.. né quello di un vampiro né quello di un umano e neanche quello di un animale!!

"Damon, ti prego..." mi mette le mani sulla faccia e mi sento bruciare. Gli scaccio la mano, malamente. "Devi smetterla di toccarmi così, Stef! Non sono una ragazza!" Dico cercando di usare il sarcasmo come una difesa. Quando in realtà appena mi ha toccato, lo avrei scaraventato contro il muro, baciandolo fino a fargli perdere i sensi.

Ma cosa mi succede? Sono malato! Ci si può ammalare nell'aldilà?

"Dunque quello che senti è talmente spaventoso da non potermi neanche guardare più?"
La sua risposta è criptica non mi lascia capire se ha davvero capito oppure no ma d'altronde anche io non ho intenzione di spiegargli la verità rimaniamo lì inermi ciascuno con le proprie domande alle proprie risposte che non vuole dare Non siamo più bambini che rispondono semplicemente alle domande
 
“Sai che ti dico..anche tu puoi farne a meno!!”
“Eh??”
 
“Di chi bevi il sangue, Stef?? Di qualche contadino? Di qualche..bambino? Non di certo il mio..quindi come puoi pretendere che io beva il tuo??”

Ma che sto dicendo? Non mi sto riconoscendo neanche io e sto facendo una gran pessima  figura.
 
Mio fratello mi guarda come se fossi fuori di testa, ma non mi interessa. Sono del tutto ostinato a fargli confessare che tipo di sangue bevesse, perchè se non era lui..chi era? Non vedeva animali in giro e San Stefan era ormai troppo redento per farlo.
 
“Io…”

“Di chi, Stefan?? Non fare l’ipocrita. Di chi??”
“Di nessuno!”
 
Lo guardo sconvolto.
 
“Non è possibile..tu non faresti mai la morale a me, per niente. Se sei convinto che dovrei bere..”

“Perché ho intuito che tu ne avessi BISOGNO..”
“Ah..e tu no??”
“No..”
 
Scoppio a ridere.
“Ma certo! TU NO, perché tu sei forte, sano, io sono debole, malato e fuori di testa..fragile, sconnesso..”
“Qui non siamo sulla Terra, Damon..”
 
“Finalmente te ne sei accorto..ma non vale rubarmi le frasi.”
 
Mi guarda. Mio fratello non è mai stato così sconvolto..e bellissimo. Le sue guance sono rosse.
 
“ Non valgono le leggi terrene. Qui tutto ruota intorno a come ti senti. Chi vuole fuggire, RIESCE a fuggire..chi vuole restare prigioniero, resta prigioniero..quello che vediamo, riflette quello che siamo DENTRO..”
 
“E io sono un mostro assetato di sangue, giusto?”
“Tu…sei assetato..” disse Stefan e sembra vergognarsi.

Sono io che mi vergogno, perché invece ho fame. Ho fame di te. Bramo mio fratello. Che persona orribile sono. È questo posto, sicuramente, a farmi uscire di testa.
 
“Damon..ascoltami..”
“No, no, no! Non voglio sentire! Sembra che siamo ritornati a quando eravamo vampiri i primi tempi, ricordi? Anche allora mi dicevi che dovevo bere sangue, ma io non volevo..”
 
Mio fratello chiude gli occhi ma io continuo implacabile.
 
“Successivamente eri tu che non volevi più bere sangue umano..e adesso..mi stai dicendo che dovrei farlo di nuovo..quello fuori di testa sei tu, non io..e da CHI dovrei bere, sentiamo!”
 
“Da me! Puoi bere da me!”
 
Rido. Una risata senza allegria.
 
“L’abbiamo già fatto..non è successo niente..”
 
“PER TE!! Hai idea..” dico e mi avvicino nel farlo. “Di quanto sia..strano?”
“Strano perché? Cosa hai sentito in me che ti repelle tanto? Cosa?”
 
Lo guardo. È questo quello che pensa?
“Non..non hai capito nulla. Nulla!”
 
“Aiutami a capire, allora!”
“Lasciami in pace, Stefan!”
 
“Aspetta, io..” dice e mi tocca il braccio. Lo guardo allibito.
Non deve toccarmi. Non adesso.
 
Stefan sospira Sembra un gattino sofferente, anzi un leone.
 
“Damon, quando tu mi hai morso..io..”
 
Mi si mozza il fiato, sto per smettere di respirare.
 
“Tu..COSA?”
 
Stefan sospira e io gli prendo il viso tra le mani.
 
Rispondimi!”
 
“Sono..stato..BENE..”
 
Lo lascio andare, terrorizzato.
 
“Damon, mi dispiace, mi dispiace..”
 
“Stai zitto, non parlare!”
 
“Si è creata una connessione tra noi quel giorno, quando tu..”
 
“Ti ho detto di non parlare!!”
 
“Non ti ho mai sentito così vicino..non siamo mai stati così vicini.. non avevo mai sentito una sensazione così..così vicina all’estasi..
 
Lo guardo sgranando gli occhi. No. Non l’ha detto davvero.
 
“So che l’hai sentito anche tu..”
 
BASTA!!!”
 
“Insomma, perchè continui a respingere questo? Perché continui a respingermi? Perché non accetti che hai bisogno di me come io ho bisogno di te?”
 
“Un’altra parola e questo posto s riempirò di sangue ma in un altro senso..” lo avviso.
 
Mi guarda sconvolto. Forse anche lui sta pensando che sembriamo ritornati nemici.
Tutto torna come prima, ma non è più la stessa cosa.
A quei tempi non pensavo certo a scopami mio fratello. Ero ossessionato dalle doppelgangher.
 
Stefan apre bocca e sinceramente non so come fa a essere così ostinato senza stancarsi? Ma forse avere fantasie malate tutto il tempo per tuo fratello è una di quelle cose che toglie energie..
 
Ma non fa in tempo a concludere quello che vorrebbe dire, che delle esplosioni riempiono l’aria.
 
Stanno venendo a prendere i bambini! Li stanno portando via!!” urla qualcuno.
 
E l’incubo è iniziato.









Note dell'autrice:  anche se non viene raccontato nel capitolo. Damon ha ovviamente raccontato a Stefan cosa ha passato lui, prima di incontrarlo, non era necessario specificarlo xd e preciso che la frase a cui si riferisce Damon, era una frase dell'acchiappasogni " Harry non se la sentiva di guardare, ma guardò comunque, sentendosi impotente come una ragnatela."

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Capitolo 13
*** Euforia ***


È scoppiata una rivoluzione qui in paese. Dovunque distruzione e casino. Mentre io e Damon scappiamo, da un posto all'altro, cercando di sfuggire alle guardie, ci sembrava di essere tornati indietro di due secoli!

Eravamo convinti che non avrebbero fatto del male alle anime che stavano qui, ma ora non ne siamo più così sicuri.
Sono tutti terrorizzati, tutti scappano.

Nonostante ciò, non mollo mio fratello. Mi aggrappo a lui e fuggiamo insieme come gemelli siamesi.
"Damon, ora rimpiangerai la vita sulla Terra..." gli dico dolcemente mentre siamo nascosti in una cantina. Spero che non si arrabbi con me. Non posso fare a meno di preoccuparmi per lui.

"Mai...ti ho trovato..." dice e mi sfiora le mani. Rimango senza fiato. È come una dichiarazione d'amore e Damon non fa mai dichiarazioni al sottoscritto.

Mi rendo conto di quanto sono stato stupido ed egoista a volere che lui mi dicesse quanto tiene a me. Dopo tutto il tragitto che ha fatto per trovarmi. Senza mai perdere la speranza.

"E ora siamo qui...insieme...nemmeno la morte è riuscita a separarci." Gli dico cercando ancora le sue mani. Non posso farne a meno. So che sente imbarazzo per questo contatto ma so anche che anela questo contatto nella stessa misura in cui lo anelo io.

Di nuovo lo guardo e mi sembra così sofferente. Lo prendo tra le mie braccia e soffoca dei gemiti.
"Schhhh....ci sono io qui con te."
"Stefan, c'è una cosa che devo dirti..."

"Non sarà mica un altro insulto?" Sorrido cercando di sdrammatizzare.
"Salvare e proteggere quei bambini mi ha fatto sentire FELICE..."

Sorrido. Non vorrei che mi vedesse piangere ma sono commosso e non possi farci niente.
"Lo sapevo...Lo so..non l'ho mai dubitato..."
"Adesso però è tutto finito...e chissà dove li hanno portati..."

"No! Non li hanno portati via tutti e vedrai, riusciranno a scappare di nuovo o riusciremo a riprenderli noi, quando saremo più forti.. sì, Damon, non fare così, dobbiamo essere ottimisti..."
Ma Damon scuoteva la testa pessimista.

"Non siamo degli eroi, io soprattutto.. volevo solo raggiungerti, ho già quello che volevo.. "
Mi accarezza una guancia. Sembriamo due amanti ma non mi importa.
 
“Vado a cercare del cibo, tu aspettami qui..”
 
So che non dovrei lasciarlo da solo, ma abbiamo bisogno di mangiare. Damon, soprattutto. Mi rendo conto che sono pensieri stupidi, visto che siamo morti,  ma vedere Damon in quello stato…mi fa stare troppo male. Se non vuole bere sangue, almeno deve mangiare.
 
  *****

Torno dopo circa quindici minuti con dei panini caldi, formaggio e del salmone, spero che bastino a rimetterlo in sesto. Temevo di trovare le guardie ma fortunatamente non le ho viste.
 
“Damon? La spesa è arrivata. Purtroppo erano finite le torte. “ dico sperando di farlo ridere.
 
Ma la cantina è vuota.
 
“Damon? Ma che..”
 
Un uragano mi spinge a terra e mi fa cadere il sacchetto con il cibo. È Damon.
Oh no, ora si sarà sporcato.
 
Damon? Ma che fai?”
 
“Non saresti dovuto tornare, Stefan..”
 
“Ma che stai dicendo? Fammi alzare!” cerco di suonare perentorio.
 
“Speravo che con il mio comportamento tu avresti capito che dovevi starmi lontano..ma tu sei così ostinato..”
 
“Damon..non fare lo stupido..avanti..fammi alzare adesso.”
 
“NO!”
 
“Ascolta, Damon..mi dispiace tantissimo, mi addolora quello che provi, ma vedrai che..è temporaneo..qualsiasi cosa tu abbia percepito in me, bevendo il mio sangue, è temporaneo..qualsiasi cosa ti abbia fatto stare  male, la dimenticherai..te lo prometto.”
 
"Non capisci, Stef..io NON VOGLIO dimenticare..."
Rimango allibito. Neanche io...neanche io volevo dimenticare.
 
"Quello che ho provato, è stato....è stato BELLISSIMO ..intenso ...i nostri spiriti sono entrati così in comunione come non lo sono mai stati..."
 
Vorrei chiedergli perché allora si è comportato così, ma non riesco a parlare. Ho un groppo in gola che me lo impedisce.
 
“E tu, Stefan? Cos’hai provato TU?
 
Ero sicuro di averglielo già detto, come sono sicuro anche che mi ha zittito in malomodo, terrorizzandomi.
 
“L-lo sai già…”
“Allora, DIMMELO!”
 
“Damon, FAMMI ALZARE!”
 
Dimmelo ancora.. come il mio morso ti ha mandato in ESTASI..
 
 
Le sue parole sono come cartapesta caramellato incendiato, mi confondono e la sua bocca che alita sul mio collo, è la crema che le avvolge in un impasto friabile come le torte appena sfornate.
 
Qualcosa dentro di me si accende, tutto il mio corpo è in tensione schiacciato contro quello di mio fratello..il mio stesso corpo che prova PIACERE a essere sottomesso così da lui. No..
 
“Non parli? No?”
 
Damon si schiaccia ancora di più contro di me, mi è a cavalcioni. Si struscia su di me e soffoco dei gemiti, sostituendole con delle imprecazioni.
 
“Quindi? Hai perso le parole?” ripete Damon continuando e generando un attrito insopportabile.
 
Apro gli occhi e li rifletto in lui. Ha un’espressione arrabbiata ma anche gli occhi socchiusi dall’eccitazione. Dovrei essere sconvolto, incazzato a morte per cosa sta facendo, ma sono eccitato anch’io..no..
 
“Ti piace quello che vedi, Stefan?"
 
Le sue parole…no..
 
"Sei soddisfatto di vedere quello che mi hai fatto?"
 
Sta dando la colpa a me??
 
Damon si china su di me e struscia la testa sul mio collo.
 
“Volevi che mi arrendessi..bene, adesso mi sono arreso!”
 
Vorrei mandarlo via, ma riesco solo ad aggrapparmi ancora più a lui.
 
“A quello che desidero..” dice e mi lecca il collo. Damon mi desidera?? Ma non ho tempo di assimilare che vengo sopraffatto dalla sua lingua sulla mia pelle.
 
“Da.aa-moon..” inclino la testa all’indietro.
 
Mi ha ridotto a gelatina ormai. MI arrendo anche io. Non riesco più a combattere.
 
Damon mi morde.
 
Sento dolore. Come la prima volta, ma anche una certa componente di piacere..gioia..euforia..
 
Beve piano da me, mi succhia la pelle e il sangue, con la dolcezza di un amante..rimango sopraffatto, cerco di spingerlo un po’ via, ma lui mi tiene sotto, non mi permette di sottrarmi e anche se non vorrei, il mio corpo risponde eccitato a questo trattamento.
 
Continua a succhiarmi il collo e si posiziona senza pudore in mezzo alle mie gambe. Non c’è più alcuna distanza tra noi e sento Damon accarezzarmi le gambe, piano. Le nostre virilità sono attaccate, provo vergogna e il mio viso si infiamma a sentire che può capire che sono eccitato. E sento che lui è nelle mie stesse condizioni. La mia faccia brucia come l'inferno nel quale finiremo entrambi.
 
Mi succhia la pelle, mi lecca i rivoli di sangue che colano dal mio collo.
 
Struscia la bocca sul mio collo, risalendo piano e salendo infine sulle mie labbra.  
 
Struscia le sue labbra sulle mie, a bocca aperta, le lecca.  
 
Non è proprio un bacio, ma è già un punto di non ritorno e rimango sconvolto di quanto è elettrizzante solo far combaciare le nostre labbra.  
 
Ansima contro di me. Ansimiamo insieme.
E poi scompariamo insieme..come se non fossimo mai esistiti..
O come se stessimo nascendo di nuovo.

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Capitolo 14
*** Come ti controllo - prima parte ***


Guardo fuori dalla finestra del nostro appartamento. Manhattan di notte è magica. Come Las Vegas. Un milione di luci ci avvolge, come se fossimo dei vampiri nuovi in grado di combattere la luce del sole..o come se fossero loro delle luci nuove, speciali, nate per far sì che noi possiamo farci baciare dal sole senza ferirci..o forse progettate esse stesse per adattarsi a noi, al Male..non so quale delle due.

Forse c’è stato un Tempo, all’alba dei tempi, dei principi del mondo, in cui la luce era diversa, così PURA che non poteva ferire nessuno…

Ma forse qualcuno avrebbe potuto ferire una luce simile. Esseri come noi come avrebbero potuto ferirle..e allora fu così che sono nate altre luci..più forti..che avrebbero potuto soggiogare il male..per non essere ferite..
 
“Che cosa stai pensando, fratello?

“Che è una bella notte..e TU mi tieni chiuso qui..” dico, rivolgendomi a mio fratello Damon.
Lui sospira. Lo vedo arrabbiato. Di certo non è piacevole restare chiuso in una stanza con un altro vampiro.
“Mi hai chiesto di aiutarti..se non mi sbaglio.”

“Non ti ho chiesto di rinchiudermi, ma solo di controllarmi!
“A-ah questa è bella. Come potrei fare? Con un bel guinzaglio? E magari ci attacchiamo anche una bella museruola in omaggio?”

Ruggisco. In quel momento mi sento proprio come un LEONE.
“Mi hai ruggito? A me??” dice mio fratello. Sembra divertito.
“Sì..” un sorriso mi arriva alle labbra. “Portami fuori, dai.”
“No, non se ne parla.”
“Dai..voglio vedere il circo.”
“Cosa hai detto?”

“Voglio vedere come si comporta un leone in gabbia..voglio vedere..i miei simili.”

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Capitolo 15
*** Magia a Manhattan e Parigi ***


POV STEFAN

Damon accetta di farmi uscire. Usciamo insieme ed è magico, camminare insieme, nella notte a Manhattan.
Sotto tutte quelle luci che non possono farmi male. Non possono.

Cammino al fianco di mio fratello ed è come se tutti i mostri scomparissero, come se ci fossimo solo noi due. Come se tutto il resto del mondo fosse scomparso..o forse è come se ci fosse ancora, dopo che da ormai troppo tempo, il mondo dentro di me era crollato.

L’inevitabile accade. Io mi nutro e non so se davvero Damon ne è stupito, o se invece ha previsto che succedesse. Se è stato davvero ingenuo o l’ingenuo forse sono solo io, che non mi rendo conto e non riesco a capire i veri stati d’animo di mio fratello e i miei.

Mi nutro, sotto le luci di Manhattan..delle luci che accendono i riflettori su quello che sto facendo. Delle luci che non mi bruciano ma rivelano la mia vera natura, quella di un MOSTRO.
“Basta, Stefan…basta.” Mi ripete Damon e gentilmente mi tocca le spalle.

Oh, fratello! Se bastasse accarezzare un leone, una bestia selvaggia, per ammansirla o peggio, per fermare l’orrore..l’essere umano non avrebbe trovato da anni, SECOLI, il modo per sconfiggere DAVVERO il MALE? Eppure esiste dall’alba dei tempi..fino alla fine del tempo..

“Stefan..”

O forse siamo noi gli STUPIDI che non abbiamo mai davvero capito che basta accarezzare le bestie per renderle inoffensive..forse l’unica cosa che chiedono..l’unica che hanno sempre voluto..era solo un po’ d’AMORE..

“Stefan, basta..”

Guardo mio fratello come risvegliandomi da un sogno..riappare di fronte ai miei occhi come velato attraverso un sogno…e mi chiedo se siamo rimasti gli stessi, se la parola FRATELLI esiste ancora tra noi, anche dopo quello che siamo diventati..mi chiedo se sei fratello per sempre, non solo per tutta la vita..ma anche DOPO..quando ormai non sei più umano, ma sei diventato qualcosa di non umano..qualcosa che non è più vivo, né morto..il legame fraterno esiste ancora, quando tutto di te stesso è andato in rovina? Quando perfino il tuo SANGUE non conta più niente, quando ne hai bevuto così tanto da non sapere più se sei pieno di sangue di innocenti da aver sorpassato quello che una volta era il tuo, come può quello di un tuo consanguineo, contare qualcosa?

“Stefan..mi stai sentendo? Ehi, Stefan?”

Chissà se facessi l’esame del DNA adesso..cosa direbbe..segnerebbe lo stesso che Damon è mio fratello? Oppure quando diventi un mostro, hai sorpassato oramai le leggi della fisica e della chimica, e non riuscirebbe a individuare NULLA? Forse non abbiamo neanche più un DNA..

Mi butto tra le sue braccia appena realizzo che sta per darmi uno scrollone, arrabbiato.

Scoppio in singhiozzi, realizzando la mia paura più grande. Non voglio scoprire che Damon non è più mio fratello..non voglio scoprire che il vampirismo mi ha tolto tutto, anche il legame con Damon..no..è l’unica cosa che mi rimane..LUI è l’unico che mi rimane..non voglio che la morte mi porti via anche i miei sentimenti..

“Fratellino..d’ora in poi non mischierai più il rum al sangue umano..ti fa uno strano effetto, eh?”
“Non lasciarmi!!” Grido e mi sembra di esser tornato bambino, quando lo supplicavo di non partire per la guerra e di non lasciarmi solo.

“Adesso piantala..si può sapere che ti prende?”
Mi prende che sono impazzito. Non lo so. So solo che voglio mio fratello disperatamente accanto a me. Per sempre al mio fianco.
“Lasciami, Stefan..”

Ci metto un po’ a realizzare che quegli occhi azzurri mi fissano ancora più sorpresi e forse con un po’ di paura. Mi rendo conto di averlo afferrato e di averlo sbattuto contro il muro.
“Ci pensi mai, Damon?”
“A cosa?” Mi chiede sempre più impaurito.

“Al nostro sangue..alla possibilità di..bere il nostro sangue a vicenda!”
“Tu sei diventato FOLLE, Stefan!” sbotta lui.

“No, no..non è così..pensaci..potremo FINALMENTE disintossicarci dal sangue umano..non avremmo più la paura di farci scoprire..non dovremmo più nasconderci..potremmo nutrirci a vicenda!” Quell’ultima frase, ha una strana cadenza perfino alle mie orecchie e sento Damon irrigidirsi sotto di me. Mi guarda con una strana espressione, come se stesse valutando per davvero l’idea e la stessa idea gli facesse paura.

Pochi attimi..bastano per cambiare il corso di una vita. Io so bene che se lo avessi morso in quel momento, ci sarebbe stato..non avrebbe opposto resistenza, si sarebbe fatto fare da me, tutto quello che volevo.

“Adesso BASTA.

Ma io esito. Forse perché spero di vedere nei suoi occhi la conferma, una traccia di supplica, non lo so.
O forse perché ho paura anche io..

Pochi attimi..bastano questi per cambiare il corso di una vita..
Il primo pugno mi coglie impreparato. Stavo guardando i suoi occhi e non me lo aspetto.

Il secondo pugno non poi così tanto. Damon è arrabbiato e quando è arrabbiato non si controlla, ma non ho il tempo di reagire.

Il terzo e il quarto, lascio che Damon mi colpisce. Non reagisco apposta. Forse è una sorta di masochismo. DESIDERO essere punito perché forse so che è l’unico modo per fermarmi.

“Che cazzo credevi di fare, eh??”
Lo guardo, ma non rispondo. Tra l’altro, cosa potrei dire?
“Io ti ammazzo!”

Sussulto. Damon mi solleva, prendendomi per il collo, come se non avessi peso..forse è la forza del vampiro che è in lui..o solo della sua rabbia.. e perfino mentre mi sento soffocare dalla sua presa, sento una elettricità possessiva tra di noi, che mi da piacere.  Mi odia..però almeno è con me.

“Sei un..animale.” la voce di Damon si fa roca..o forse è solo una mia sensazione. La sua vicinanza mi confonde e il suo profumo è tutto attorno a me.

Impazzisco del tutto. Immagino di baciarlo. Forse lo sogno anche, per pochi istanti. E ho come la sensazione che lui stia per farlo.

Ad un tratto, a strapparmi dai miei sogni a occhi aperti, Damon! Mi stringe forte i capelli tanto da farmi male. Grido.
“Sai, fratellino..tu riesci a tirare fuori i miei peggiori istinti..”

Se stava per aggiungere altro, non lo fa. Con la supervelocità mi porta via e fuggiamo insieme, fino a quando non mi scaraventa sul pavimento della cantina del nostro appartamento, poi si china su di me e mi afferra la guancia con la dita come per farmi un pizzicotto:

Una notte al fresco, ti aiuterà a smaltire la sbornia." poi mi da uno schiaffetto giocoso, sorridendo ed esce. Sento la chiave fare un rumore violento mentre gira nella toppa, anche se so che non può superare il rumore della sua furia.

"Non me lo dai il bacino della buonanotte?" rispondo spavaldo.

"Non ti conviene che ritorno dentro, credimi." dice Damon, volendo sembrare spavaldo, ma la sua voce ha una strana cadenza tremula.

Sbuffo. Il gioco mi ha annoiato e le botte fanno ancora male..o forse è l'orgoglio ferito.

"Ah, Stefan..se dovessi riprovarci, io ti ROVINO, hai capito?" mi chiede Damon gioviale, poi senza aspettare la risposta, mi congeda con un allegro: "Buonanotte!”
Mi rigiro sottosopra e non posso fare a meno di pensare che io non ero sbornio..e neanche TU.
 
 
 
 
 
 
 
*

PARIGI, la città dei sogni.
 
POV DAMON

“Pensi di restare a crogiolarti nell’acqua tutto il giorno? Abbiamo una festa importante, te lo voglio ricordare.”

Quanto detesto ricordare a mio fratello anche le cose più semplici. Stefan troppo spesso è come un bambino..devo seguirlo come un bambino..a volte è come avere un figlio, non un fratello.
Ma se avessi voluto farmi ingabbiare, lo avrei fatto quando ancora potevo farlo.
“Quanto sei noioso, fratello..dovresti imparare a divertirti un po’..”

Sto per rivolgergli una replica piccata, ma all’improvviso, compare Stefan in soggiorno.
Nudo.
Ma che diavolo..

Nudo coperto da schiuma e con una scia rossa sangue addosso.
“Ma che diavolo..cos’hai fatto di sopra?” gli chiedo.

Quella vista mi eccita. Cerco di controllare i miei occhi, i miei denti..ma non ce la faccio. Il mio viso si deforma preda di un'eccitazione incontrollabile. Mi volto bruscamente, angosciato.

È terribile quando non puoi controllare il tuo corpo. Il tuo STESSO corpo.
Stefan sorride in modo ambiguo.

“Sta calmo..è solo bagnoschiuma al mirtillo..” dice con uno strano tono ambiguo.

“IDIOTA! Sbrigati a vestirti! Siamo in ritardo!” dico, voltandomi e respirando forte. Sento il suo sguardo dietro di me.
Perché sono così arrabbiato?
Devo calmarmi. Respira, coraggio, respira.
Sento il suo sguardo dietro di me.
È stato quello che pensavo fosse il sangue di una fanciulla, a turbarmi..a..
Eccitarmi..

Solo pensare questo rivolto a mio fratello, basta a darmi la nausea.

Lui continua a guardarmi.
“Va tutto bene, Damon?”

Gli lancio una camicia che era appoggiata a una sedia. Gliela lancio senza guardarlo.
Vestiti! Sei indecente!”
Stefan continua a sorridere. Lo sento anche se non lo guardo negli occhi e vorrei tanto spaccargli la faccia..ma abbiamo un appuntamento.
 
 
 
 
*

POV STEFAN

Durante una delle nostre feste tra i vampiri della città, perdo Damon.

Non è una novità. Di recente si da alla pazza gioia, con ogni donzella che incontra..basta che vede un esemplare di sesso femminile e mi molla.
Si dimentica di me.
Ora voglio proprio vedere cosa combina.

Qualunque cosa abbia in mente, sarà più divertente farla insieme..e io glielo dimostrerò.
La porta al piano di sopra è aperta e io mi sorprendo a spiarlo.
Mi spaccherebbe la faccia, se mi scoprisse.
Ma non riesco a distogliere lo sguardo.
Bacia donne..e UOMINI..

E quest’ultima novità, mi turba profondamente..
Vedere Damon attorniato da donne era diventato in un certo senso un’abitudine, ma a questo non ero preparato.

Li tocca in un modo così intimo, che con me non ha mai osato..
Bacia un biondino, quasi strappandogli la bocca a morsi, mentre tocca un altro moretto sulla sua virilità, coperta dai pantaloni.
Mi sento bruciare dall’imbarazzo.
Vorrei scomparire.
Cado in ginocchio e piango.
 
 
 
 
Siamo a Los Angeles. Mi sono lasciato dietro una scia di sangue. Invasori in una casa che non è nostra, mentre i proprietari sono in vacanza, diamo festini quasi ogni sera, con conseguenze devastanti.

La mia sete di sangue è solo paragonabile alla mia fame di SESSO.

È come se non ne avessi mai abbastanza. Lo spettacolo di qualche settimana fa, ha infiammato le mie fantasie. Perché solo Damon ha il diritto di farlo e io no?
Non ho dormito per notti intere dopo quelle scene, lui continuava a chiedermi che cosa avessi e io non gli ho mai risposto..che cosa avrei potuto dirgli? Che ero geloso? LO ERO.

Un po’ esageravo apposta, non facevo che seminare sangue in giro, per preoccupare Damon quel tanto che bastava a evitare che si allontanasse troppo da me. Volevo essere una mina vagante, un pericolo pubblico.
Dove credi di andare?”

Mio fratello si rivolge a me e mi sembra di risvegliarmi da un sogno..o forse un incubo.

“Hai capito quello che ti ho detto? Noi ce ne andiamo. SUBITO.”
“Te lo scordi, fratello. Voglio divertirmi ancora un po’.”
“Ti sei divertito ABBASTANZA, credo!”

“Ah sì? Che ne dici che decido io quando mi sono divertito abbastanza?” lo sfido.
“Hai quasi ucciso a morte quelle ragazze!”
Rido.
“Un po’ di sesso non ha mai fatto male a nessuno.”
“E io invece dico che può farlo, se lo fai come fai tu..”
Lo derido. Lo scanso.

“Mio fratello, l’esempio di purezza e moralità..”

“Che ti succede, Stefan? Senti, io sono un uomo, okay, so cos’è il sesso violento, ma tu..lo fai come se fossi un animale.”
“Forse è quello che sono..”
“Un animale che SOFFRE!”

Rido. Rido e poi piango insieme. Non mi importa che mi guardi.
Mi prende il viso tra le mani per costringermi a guardarlo.

“Guardami, fratello, che cosa ti succede?”
“Voglio solo scopare..lasciami in pace.”
“Non sei mai stato così..”
“Forse lo sono diventato..”

“No, non è possibile..tu non..cosa..cosa stai facendo?”
Mi spoglio senza nessuna inibizione, davanti a lui.

“Ti ho visto, quel giorno a Manhattan..come mi guardavi..
“Ma di che cosa stai parlando???”

“Hai guardato il mio corpo..il MIO CORPO..e non so neanche se è davvero mio, o se forse non mi appartiene più da quando sono morto..e sono diventato qualcos’altro..lo guardasti con curiosità, lussuria..e un pizzico di paura..”

“Tu sei folle..non sai quello che dici..” dice, allontanandosi un po' da me.
Mi avvicino a lui con passo felino e un sorriso ambiguo sul volto.
“Tu – invece – sei – gay..”
“COSA??”

“Ti ho visto..fratello..a Manhattan..tutti quei ragazzi..oh, era qualcosa di così disdicevole.se qualcuno ti avesse visto..cosa avrebbe pensato…” lo sbeffeggio, mettemdomi un dito in bocca.

“Tu non..ma come diamine hai fatto?? Non avresti dovuto vederlo..tu..NON AVRESTI DOVUTO SPIARMI!!” urla, mettendosi le mani nei capelli, come a volerseli strappare. Una massa vaporosa di riccioli neri in cui avrei voluto affondare le mani.

“Schhhh..fratello..non ti devi preoccupare, è tutto a posto..non c’è niente di cui spaventarsi..io non ti rinnego..”
Gli prendo la faccia tra le mani. Ha gli occhi lucidi, abbassa lo sguardo, e sembra imbarazzarsi..sono in mutande davanti a lui..e forse sono troppo vicino.

“Dici..davvero?”
“Sì..sono tuo fratello..e non ti giudico per i tuoi gusti sessuali..”
“Oh, meno male..Stefan, davvero, mi rendi..”
“MA..ti GIUDICO per preferire qualcun altro a ME..”
“Cosa?? Stefan..”

“Sono anch’io un UOMO..non ho niente in meno di LORO..anzi forse ho qualcosa in più…e ho visto come mi guardavi..quando sono uscito dalla vasca con quel bagnoschiuma rosso..”

“NO!! TU SEI IMPAZZITO..sei FOLLE..io non..SONO UN VAMPIRO MA NON SARÓ MAI UN PERVERITO! MI HAI SENTITO? PAZZO..TU..NON PUOI VOLERE QUESTO! Mi hai sentito?? SONO TUO FRATELLO. TUO FRATELLO, CAZZO. RITORNA IN TE!!”

Mi scuote tremendamente. Io lo lascio fare, poi gli prendo le mani e gliele tolgo dal mio bavero della camicia, con lentezza.

“Io non sono più NIENTE..e sono figlio solo della notte.”
“Dove credi di andare?”
“A SCOPARE, non ho ancora finito.”

Damon mi sbarra la porta della camera per non farmi uscire. Ridacchio.

“Cosa c’è, fratello..se non ti conoscessi bene, direi che sei geloso.”
“Tu in questo stato non esci da nessuna parte. Non sei in te! Qualche strega..ti ha fatto qualcosa.."
“Io – voglio – fare sesso – quindi se non hai intenzione di..”
Non faccio in tempo a terminare la frase con “offrirti” che Damon appiccica le labbra alle mie.

Rimango di sasso. Dopo tutte le mie provocazioni non credevo davvero che…insomma, io stavo solo giocando..non credevo davvero che..
“Damon..”
“Ti faresti davvero TOCCARE da me?”

Mi sfiora il collo con le mani, e le spalle..delicato come una foglia..i miei occhi si fanno opachi.

Le sue mani scendono sul mio petto in carezze più lente.

Chiudo gli occhi, mentre lui si avvicina, in una sorta di semi abbraccio, appoggia le labbra sul mio collo.
“Ti faresti davvero baciare da me?”
“Sì..”

“Lasceresti che io..” non termina la frase ma mi abbraccia la vita in una stretta possessiva ma delicata.
L’emozione mi toglie la voce, ma il mio ansito sembra avergli dato la conferma che aspettava.

Mi bacia il collo, con passione. Gli tolgo la bocca da lì. All’improvviso dopo aver tanto desiderato che mi scopasse..mi ritrovo quasi con incredulità a desiderare che mi baci.

Gli alzo il viso e lo bacio, quasi con furia..e passione..e disperazione e lui mi segue…mi bacia come ho sempre desiderato che mi baciasse..
Poi, come se non aspettasse altro, mi spinge sul letto, senza smettere di baciarmi.
Si arrampica sopra di me.

“Voglio fare l’amore con te, fratellino.”
“Dillo ancora..”
Mi guarda.
“Quella parola..”
Sorride.

“Ti eccita? Che ti chiamo così?? Fratellino. Fratellino. Fratellino.
Mi contorco sotto di lui, mentre lui mi bacia in tutto il viso.
Apro gli occhi e mi sento quasi svenire dall’emozione.

Damon ha degli occhi che..se li guardi troppo da vicino, potresti rimanerne abbagliati.
Possono farti svenire.

Gli faccio riabbassare la testa sul mio collo e riprende a succhiarmi la pelle, facendomi gemere.
“Ti amo..” esalo.
Mi sembra che rabbrividisce.

“I mostri come noi..non possono AMARE..” mi dice.
Ma mi bacia di nuovo.
Mi bacia mentre il suo cuore batte più forte a contatto con il mio.
Ci baciamo di nuovo sotto le stelle di Parigi.
 
 
 
*

Quando il sogno finisce, riacquistiamo i nostri ricordi come se un fulmine bianco ci colpisse, tempestato di luce blu. La notte è fredda e noi ci stiamo proprio sotto.
Eppure le stelle sembrano infonderci calore al loro modo.
Sono fredde, ma infondono calore, grandi come non le abbiamo mai viste.

Sembrano guardarci, testimoni silenziose del nostro amore peccaminoso.

Sono di nuovo vestito, nonostante poco prima mi fossi tolto i vestiti davanti a mio fratello, rivivendo un passato che non era più mio..che mai avrebbe potuto essere NOSTRO. Mi rannicchio attorno a lui. Ha ancora i vestiti del gala di quella sera. Ci abbracciamo ed è come se fossimo entrambi più giovani.

“Credo che sia finito il Sogno..” dico e la voce mi si rompe.
“Avrei voluto davvero che le cose fossero andate così..lo avrei voluto davvero..” dice Damon.

“Eppure non mi hai fermato..non mi hai neanche parlato..te ne sei andato..e basta..”
“Avevo paura..paura di TE e anche di me..” dice Damon.
Gli bacio la mano. Le lacrime mi rigano le guance.
“Credi che sarebbe andata..proprio così..”

“No..credo che ti sarei saltato addosso subito..senza farmi pregare così tanto..” dice Damon ridacchiando.
Mi bacia. Lo guardo perplesso.

Il bacio sembra durare una vita. Mi sciolgo tra le sue braccia.
“Oh, Stefan..ti amo..ti amo anche se sei mio fratello..ti amo anche se mi hai costretto a trasformarmi in vampiro e forse anche per quello..ti amo perchè anche se ti dissi che ti odio, la verità è che non posso stare senza di te, come tu non potevi vivere senza di me..ti amo..ti amo..ti amo..”
Gli prendo il viso tra le mani. Lo bacio e piango di nuovo. Non credevo che l’aldilà mi avrebbe reso l’uomo più felice del mondo.























Note dell'autrice: ciao ragazziiii. FINALMENTE aggiorno!! Finalmente aggiorno e mi tolgo un gran peso! Pensavo davvero che non sraei riuscita ad aggiornare mai più T_T vi chiedo scusa, sono capitoli molto complicati per me questi..penso che non farò una storia simile, MAI PIù X:X Ma cmq ho in mente la trama e dove voglio andare a parare, STATE TRANQUILLI XD che per questo ci sono già io a essere agitata ahhah xd allora, sciolgo dei dubbi che forse so già che vi verranno..questi erano ovviamente ricordi del passato, due acpitoli fa ci eravamo lasciati con Stefan e Damon che cadevano mentre si baciavano, vi ricordate?? Poi abbiamo iniziato un enigmatico flashback e qui l'abbiamo finito..ebbene, si tratta di momenti del passato, che ho inventato io, però loro hanno vissuto veramente solo i primi due, hanno vissuto anche il terzo, ma come dicono nel capitolo, era finita diversamente..loro hanno rivissuto il loro passato come se fosse la prima volta, poi dopo, quando si sono baciati nel letto, il sogno è svanito di nuovo, e si sono ricordati che in realtà è andata diversamente..infatti se ricordate bene, il loro primo bacio avviene in questa storia nell'aldilà..non nel passato dunque, ma lascio intendere che si piacevano già allora..anche se non lo accettavano e reprimevano questi sentimenti..
lo so che forse sarebbe stato meglio se durante la terza scena avrei fatto mettere che Stefan aveva dissanguato e ucciso le sue vittime, ma non me la sono sentita..ho preferito lasciare così..e tranquilli, non avremo più molti altri flashback..ho fatto apposta questo capitolo così lungo, per finire tutto adesso in un unico capitolo..adesso il prossimo sarà totalmente diverso, senza flashback

ps ci tengo a specificare che loro rivivono veramente il loro passato, non è che lo sognano soltanto o lo "vedono" ..nei momenti in cui invece "vedono" loro stessi da giovani al di fuori, sarò sempre a specificarlo

PPS ci tengo a specificare che Stefan e Damon SI AMANO DAVVERO, non è solo sesso tra loro..forse con il romanticismo non vado molto forte, ma vi assicuro che si amano e anche le parti romantiche non mancheranno..

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Capitolo 16
*** Carrozze e laghi argentati ***


Stefan, Stefan, svegliati…

Ma che cos’era questa voce? Come osavano interrompere il suo meraviglioso sogno con Damon? Pussa via..

“Stefan, devi svegliarti..
No, non voglio..
Ti prego, devi fidarti di me…

No, fidarmi, io? Quando tutti mi hanno sempre tradito? MAI. D’ora in avanti mi fiderò solo e soltanto di mio fratello..


Se non farai come ti dico io, perderai tuo fratello per sempre..
KATHERINE??? MA COSA..TU SEI MORTA..

Ci aveva messo tempo, ma finalmente aveva riconosciuto la sua voce.

Sì…e sono sola..e separeranno anche voi due se non mi ascolti subito..

TI ASCOLTO..che sta succedendo..dov’è Damon??

Lo stanno portando via, Stefan..lo stanno portando via e tu non puoi fare più nulla per raggiungerlo, ma puoi fermarli..
Io non capisco quello che tu dici…

Tra pochissimo ti sveglierai, aspetta di vedere un laghetto argentato davanti a te, non fare domande e buttati..in questo modo vi salverete!

Tu mi hai sempre ingannato, fino all’ultimo!! Come pretendi che faccia quello che mi dici senza battere ciglio???

Nell’aldilà sappiamo già le cose per quello che sono..tu sai che ho ragione..sai già quello che devi fare..Stefan, non devi ubbidire a me..ma alla tua anima!

Katherine…

Svegliati, Stefan, svegliati!!
 
Stefan si svegliò da quello strano sogno e capì che non erano più in quella sottospecie di paesaggio stellato. Si sentiva in movimento. Si guardò intorno e capì che era su una specie di carrozza.

ROSA.

“Sono diventato Cenerentola!” disse sgomento. “Ehi, cocchiere, cocchiere, ferma la carrozza!”
“Spiacente, ma non possiamo farlo..” disse il cocchiere.

Stefan si sporse dalla finestrella e notò con orrore che un’altra carrozza, questa volta azzurra, era poco più avanti di lui e Damon, si sbracciava per attirare la sua attenzione.
Katherine, se questo è uno dei tuoi scherzi, me la pagherai..
Ricordati del lago, Stefan..

Fateci scendere! Fateci scendere o brucio questa carrozza!!”

Damon sembrava disperato, continuava a sbracciarsi e a cercare di uscire dalla carrozza che pareva bloccata. All’improvviso si buttò fuori, cercando di raggiungerlo. Subito il cocchiere si fermò e uscirono le guardie, gettandosi all’inseguimento.
Oh no, Damon aveva appena rovinato tutto?

All’improvviso dopo l’ennesima curva, di quello che pareva una specie di tunnel in una metropolitana, intravide il laghetto sotterraneo.
Brillava come se ci fossero all’interno cristalli e gemme preziose.
Senza pensarci, si buttò a sua volta dal finestrino della carrozza.

Il selciato bruciava come l’inferno, ma non si preoccupava. Sapeva che le ferite sarebbero scomparse entro breve.
Corse fino ad arrivare al laghetto, con Damon che lo rincorreva, forse chiedendosi perché mai stava virando in quella direzione.
Un fischietto accompagnò quella brusca frenata. Damon non era riuscito a raggiungerlo.

“Allontanati da quel lago. Con delicatezza!”

“Perché…cosa c’è qui di tanto pericoloso?” chiese Stefan avvicinando il piede scalzo all’acqua.
“NO, NON FARLO!!”

“Ma guarda..è davvero così pericoloso? Chissà dove conduce..” disse Stefan fischiettando.
“All’inferno..conduce all’inferno, sciocco!”
“Davvero? Strano..direi che non riesco a immaginarmi un inferno peggiore di quello che ho passato io, quando avete cercato di separarmi in tutti i modi da lui..”

Le guardie rimasero scioccate dalla sua pronta risposta.
“Riporta alla carrozza, lui..non farlo avvicinare al lago.” Disse una guardia rivolta a Damon.
“Fottetevi. Senza mio fratello non vado da nessuna parte, BESTIE!” disse Damon, trattenuto da un’altra guardia.

Andate a prendere l’altro.” Disse un’altra guardia, venuta da chissà dove.
“Questo non è il vostro posto, Stefan, arrenditi anche tu..e probabilmente, nel posto a cui siete destinati, dopo un periodo di riabilitazione, potrete ricongiungervi.”

“ANDATE AL DIAVOLO! Voi, il vostro paradiso…voglio solo mio fratello, vogliamo solo stare insieme!” disse Stefan.

“Non è possibile, avete combinato troppi danni..” disse un’altra guardia. “Ora, vieni da solo, o dobbiamo venire a prenderti?”
Stefan sorrise amabile.

così, si buttò, tra le grida generali.

Damon, seppur preda dello shock, ebbe la prontezza di riflessi, di approfittare di tutta quella confusione, per gettarsi a sua volta nel lago cristallino e argentato.
Un tuffo nel grigio più profondo!

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Capitolo 17
*** Oltre il lago ***


Dopo essersi gettato nel lago, delle braccia avvolsero il corpo di Damon e lo tirarono su.
Capì immediatamente che si trattava di Stefan.
 
Un solo istante ebbe paura che fosse qualche demone che stesse cercando di tenerlo di nuovo lontano da suo fratello, ma durò solo un istante e poi capì che si trattava di lui. Il suo cuore glielo diceva. Poi si sentì sollevare e riportato sulla riva, sdraiato su una specie di spiaggia blu. Incantevole e suggestiva.
 
“Damon…Damon..stai bene?” gli chiedeva Stefan con le mani sul suo viso.
 
Damon rispose, cogliendolo di sorpresa con un bacio.
 
“Sto magnificamente, adesso che siamo di nuovo insieme, fratellino.”
 
“Sai, Damon..” disse Stefan, accarezzandogli una guancia. “Ho sempre amato che mi chiamassi così..”
 
“Lo so.” Rispose lui con un sorriso.
 
Si baciarono di nuovo, più appassionatamente, poi Damon, lentamente, cominciò a sbottonargli la camicia e a infilare la mano dentro di essa.
 
“Mmmm..Damon..aspetta..”
 
“Oh no…non fermarmi, Stefan..ti prego…io..ti desidero così tanto..credo che tutti questi sogni mi abbiano fatto perdere la testa..” sorrise.
 
“È proprio questo che mi spaventa!” ammise Stefan.
 
“Cosa? Che cosa vuoi dire? Oh dio, Stefan, non avrai..paura di me?”
 
“No..ma devo chiedertelo..sei certo che..tutto questo sia giusto? Voglio dire..forse esiste una ragione per cui ci tengono divisi..forse quello che desideriamo è..”
 
Damon gli mise una mano sul mento a sollevarglielo.
 
“Allora anche sconfiggere la morte lo è…ma non ci importava prima..”
 
“Ma prima eravamo ancora..VIVI..”
 
“E ora siamo nell’aldilà..e siamo vivi..a modo nostro..viviamo ancora e ci AMIAMO ancora..”
 
“Damon, io..”
 
“Oh no, no, no, Stefan, stavolta i tuoi occhioni traballanti di lacrime, non mi incantano..se vuoi che io cambi idea, pretendo che tu mi dia una motivo valido per cui dovremmo continuare a sentirci SBAGLIATI e non rifilarmi di nuovo al storia dell’incesto perché comincia a diventare stucchevole! Che poi, chi ci giudica saranno le stesse persone che trova eccitante farsi succhiare il sangue da un vampiro! Bella ipocrisia!”
 
“Katherine vuole che io e te stiamo insieme.”
 
“COSA?”
 
“È la verità! È stata lei! È stata lei a suggerirmi di gettarmi nel lago! Diceva che era l’unico modo per salvarci!”
 
“Menti! Non c’era Katherine lì con noi..”
 
“Sì! Sì, invece! C’era. Nella mia mente! L’ho sentita..era lei..”
 
“No. No. Tu..ti sei sbagliato o qualcuno ti ha tratto in inganno..”
 
“Damon, Damon, ascoltami, era lei!”
 
“Ok, ok, hai vinto. Volevi che fosse una buona motivazione? Beh, il ‘L’ha detto Katherine’ direi che è un’ottima motivazione. Se l’ha detto lei, evidentemente deve essere sbagliato..lei ci vuole male!”
 
“No. Non è così..”
 
“Sì, è vero. Ci odia!”
 
“Senti, magari una volta era così..ma stavolta..ti assicuro che è cambiata. È cambiata davvero. Se non fosse stato per lei..adesso noi due non saremmo qui di nuovo insieme.”
 
Damon annuì.
 
“Ok, ma non capisco..stai cercando di convincermi a fare l’amore o a non farlo?”
 
“I-io..non si tratta di questo. Volevo solo convincerti delle sue buone intenzioni!”
 
“Ma prima stavi dicendo il contrario.”
 
“Eh già..è vero…ohhh, al diavolo, tu mi confondi!” disse esasperato Stefan.
 
Damon ridacchiò.
 
“Come ai vecchi tempi sulla Terra eh? Quando mi gridavi addosso e io non ti ascoltavo. Ora mi sento più me stesso.”
 
“Perché adesso non ti senti più così?” chiese Stefan amareggiato.
 
“Beh, non puoi certo dire che sia un cambiamento non da poco..siamo OOC e non poco, caro il mio fratello adorato..ma sbaciucchiarti e averti TUTTO PER ME, dopo che abbiamo passato la vita e anche la morte a giocare a Cain e Abel, non è neanche minimamente scioccante quanto vedere KATHERINE fare la Biancaneve della situazione.”
 
“Ehm..beh, sì..ammetto che è strano..” disse Stefan grattandosi la testa.
 
“No, Stefan, non è strano, ma TREMENDO e anche inquietante!”
 
“Adesso non esagerare.”
 
“Non mi convincerai mai a fidarmi di lei..o della sua buona..fede! Pfui..non la perdonerò mai per essersi finta Elena.
 
“Già..è stata una cosa tremenda per te..la ferita ti brucia ancora, vedo.” Disse Stefan voltandosi dall’altra parte.
 
“Già, ma non per quello che credi…non posso perdonarla per aver cercato di rimettersi con te.
 
Stefan si voltò di scatto verso di lui, poi sorrise beffardo.
 
“Guarda, guarda..sei geloso?”
 
“Le strapperò i capelli a uno a uno, appena la rivedo..altro che ringraziarla!”
 
“Ohh, Damon, il tuo non è un atteggiamento paradisiaco.”
 
“Non mi importa il paradiso! L’unico inferno che potrei avere sarebbe separarmi da te.”
 
Stefan si avvicinò a lui, languido.
 
“Dunque, non ti fidi quando ti dico che desidera solo che noi due siamo felici.”
 
“NO! Chissà chi hai sentito..probabilmente hai avuto un’allucinazione..un sesto senso che è diventato il settimo senso da quando siamo qui..diciamo che ti sei IMMAGINATO la sua voce, per giustificare la magia di sapere qualcosa senza saperlo. Sì, deve essere così..”
 
“Dunque non mi credi.”
 
“NO!”
 
“Eppure…ti sei fidato di me..quando ti chiesi di diventare vampiro..quando ti dissi che avremmo potuto farcela..INSIEME..”
 
Damon lo guardò, boccheggiando, poi rispose con un bacio molto passionale a quelle parole. Così passionale che Stefan gemette dalla sorpresa.






















perdonatemi l'imbarazzante ritardo..vi giuro, farò di tutto affinchè non succeda più..ps nel prossimo capitolo i due faranno l'amore FINALMENTE.

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Capitolo 18
*** Stefan e Damon fanno l'amore e il ritorno di Zaccaria ***


Amavo Damon. Lo amavo così tanto. Lo amo da quando eravamo fratelli da umani. Lo amai anche quando partì per la guerra, lo amavo quando si era innamorato di Katherine e anche quando gli chiesi di affrontare la morte e l’eternità INSIEME.
Continuai ad amarlo ancora di più quando mi giurò un’eternità di sofferenza per averlo costretto a condividerla con me.
Il mio cuore sanguinava quando spariva e poi riappariva come un fantasma, rincorrendomi attraverso i decenni, attraverso i secoli.
Lo amavo disperatamente. Perché aveva bisogno di me.
Lo odiai quando si innamorò di Elena.
Lo odiai e lo amai disperatamente perché IO avevo bisogno di lui.
Noi condividiamo lo stesso sangue, la stessa vita..lo stesso amore, bianco e corrotto, nero e rosso.
Bianco perché quando nasciamo siamo tutti PURI, bambini dell’isola che non c’è.
Corrotto perché dall’istante in cui entriamo nel regno fanciullesco, cominciamo a corromperci a poco a poco, senza rendercene conto, fino a che non usciamo dal regno dell’infanzia..il meraviglioso mondo dei balocchi che è troppo puro per continuare a ospitarci e come pinocchi che non sono più puri, ci caccia via..
Rosso perché per tutta la nostra adolescenza soffriamo e sanguiniamo, amando con disperazione le nostre passioni, il nostro amore, il nostro cuore..amiamo follemente, disperatamente, amiamo piangendo..come dei bambini che si disperano perché gli togli un ciuccio..e impariamo che AMARE è soffrire. Il nostro amore è ROSSO, pulsa e sanguina, come il sangue..e fa soffrire, come il bambino dell’isola che non c’è, che nasce, coperto di sangue. È cieco il bimbo, non può vedere tutto quel sangue, ma ne è ricoperto. È meraviglioso quando siamo ancora ciechi, inconsapevoli di vivere in mezzo all’ORRORE.
E infine il nostro amore diventa NERO, da adulti, quando oramai niente rimane tranne che CENERE..tutto nero attorno a noi, ma nero dappertutto, dentro il nostro cuore..noi vediamo ANCORA..vediamo il nero della notte, quando non ci sono i lampioni, e vediamo il cielo notturno, coperto di stelle..e possiamo anche vedere il nero senza NIENTE, se spegniamo la luce..ma non siamo CIECHI..non è come quando sei bambino, che non vedi il male del mondo.. i ciechi sono uomini che hanno deciso di non vederlo..ma non sono PURI..solo gli infanti sono puri, perché essi sono ciechi, ma non sono consapevoli di cosa NON stanno vedendo..e che per questo pensano che non esiste.
 
 
POV DAMON.
Come la VITA, Stefan. Come non riusciamo a vedere una vita dopo la morte, ma TU sì. Tu la vedevi e mi hai accompagnato attraverso la LUCE. Sono stato così CONTENTO di seguirti, fratellino..se non lo avessi fatto, lo avrei rimpianto per sempre, nell’aldilà..mai sarei stato capace di scordarti..come si fa a scordare la persona per cui avresti condiviso l’Eternità? Ora capisco di averti sempre amato. Elena e Katherine erano solo dei palliativi per cercare di dimenticarti..per togliertele a te, perché ero GELOSO..anche se ancora non consapevole di cosa fossi geloso..oh, Stefan, perdonami. Sei tu il mio unico amore. L’unico.
 
 
POV STEFAN
Damon mi spoglia. Le sue mani sono calde, le sue dita sono ghiacciate e poi tutto al contrario..è freddo, e poi caldo..sento il suo cuore battere forte, per me. Mi bacia. Amo i suoi baci. Mi fanno pensare al whisky al caramello..a generosi cuori di cioccolato traboccanti di miele e fuoco. Oh, Damon, ti amo.
 
POV DAMON.
Quanto sei sentimentale, Stefan..quasi come se stessi scrivendo il tuo diario..lo hai mai saputo che il tuo fascino da bel tenebroso mi ha fatto sempre impazzire? Cosa? Sei sorpreso? Secondo te perché credevi che leggessi sempre il tuo diario?
 
POV STEFAN
Per prendermi in giro?
 
POV DAMON
Che sciocco..perchè volevo essere sicuro che nel tuo cuore ci fossi solo io.
 
POV STEFAN
Non lo avrei comunque scritto in un diario.
 
 
Damon tocca, accarezza, bacia Stefan, poi le sue dita entrano in quella parte di Stefan che non ha fatto mai toccare a nessuno e Stefan avverte solo un pizzico di imbarazzo, ma poi si aggrappa a Damon, incollando le labbra alle sue, commosso, quasi, di aver scelto di donarsi così profondamente a suo fratello. Solo a lui.
 
“L’hai mai fatto prima?” gli chiese Stefan preoccupato.
 
“No..mi dispiace..credo che io..”
“Schhh..sono contento.” Disse Stefan mettendogli un dito sulle labbra.
Damon fece un sorrisetto malizioso.
 
“Non sarà come da umani..forse sarà meno intenso, ora che siamo morti..” osservò Damon.
 
“Damon..non importa se in carne o in spirito..il mio corpo trema di emozione ogni volta che mi tocchi.”
 
Damon lo guardò basito senza sapere cosa dire.
 
“Mi basta che sia tu..tu non hai idea..di quanto ti ami..e di quanto sono stato geloso di Katherine.”
 
“E io di lei.” Disse Damon.
 
Stefan prese le mani di Damon e poi gli baciò le dita in adorazione, guidandolo.
 
“Sembra quasi di suonare una melodia.” Disse Damon.
 
E la melodia arrivò davvero. Era così dolce. Così dolce che i due fratelli iniziarono a lacrimare. Si baciarono e quando Damon entrò in lui, fu come se i loro due cuori gridassero e si fossero abbracciati.
Due anime gemelle finalmente riunite!
 
“Amore mio..amore mio..amore mio..”
 
“C-continua, Damon..continua..”
 
“Aver aspettato tanto per questo..” disse Damon.
 
“Non fermarti..continua..non lasciarmi..”
 
“Non hai capito, Stefan..io non ti lascerò..nè ora..nè mai.. “ disse mentre continuava a spingere.
Non seppero quanto fecero l’amore, forse per un’ora..i vampiri sapevano essere molto resistenti. Adoravano restare stretti, mentre guardavano il cielo stellato e quella luna piena, immobile, bianchissima e gialla come se fosse un colore splendente e puro, dimenticato. Le stelle e la luna brillavano come a illuminare il loro amore. Era bello guardarle. Poi una voce li interruppe, mentre da abbracciati, guardavano il cielo e sulla sabbia azzurra, si sussurravano parole dolci d’amore.
 
“Ho sempre fatto il tifo per voi, da quando ho incontrato il mio allievo, che disegnava cuori volanti.” Disse una voce sconosciuta.
“CHI SEI?? COSA VUOI?” saltò subito Stefan.
 
“Uhhh il tuo amore è molto sensibile. Lo immaginavo, più sono cuori volanti più sono emotivi.”
 
“I cuori volanti..aspetta, io questa voce la conosco..MA TU SEI ZACCARIA!” disse Damon saltando su.
 
“L’angelo??” Stefan era basito e sconvolto.
 
“Bene, bene, bene, vedo che qui qualcuno ha fatto i compiti.” Rise Zaccaria.
 
“Stefan, Zaccaria è l’uomo che mi ha accompagnato durante il mio inizio nell’aldilà..” spiegò Damon.
 
“Non mi avevi detto che era un angelo.” Squittì Stefan.
 
“Ma insomma, era importante? Sei tu quello acculturato! E poi ti scandalizzi di un angelo quando abbiamo incontrato dei bambini demoniaci e delle streghe??”
 
“Forse è razzista.” Commentò l’angelo divertito.
 
“Non facciamo scherzi. Tu sei un ANGELO. Dovresti odiare a morte quelli come noi.” Disse Stefan preoccupato.
 
“E perché mai? Gli angeli non odiano nessuno. È una prerogativa degli umani, questa. Non potete pretendere che viviamo i sentimenti come voi. Siete un po’ arroganti.” Disse Zaccaria.
 
“Beh, anche tu lo sei.” Commentò Stefan, e stavolta strappò una risata a entrambi.
 
“È vero, ma è divertente esserlo! Soprattutto quando riesci a instillare un po’ di quell’amore sublime a dei vecchi voi. Come LEI.”
 
“Lei chi??” chiese Damon.
 
“IO!” disse una voce angelica, ma che riconobbero subito.
 
“KATHERINE??” e ci mancò poco che i due svenissero.






















ciao ragazzi. Finalmente i due fanno l'amore!! scusatemi se ho indugiato poco su questo e molto invece sulla parte sentimentale ma non volevo che fosse una cosa solo carnale, e fisica,,soprattutto visto quanto ho indugiato sull'attrazione fisica nei precedenti capitoli xd volevo fosse qualcosa di profondamente romantico! e siccome penso non si capisca molto bene questi pov, specifico che i due "pensano" ma è come se potessero leggersi nella mente. Per questo si rispondono pure xd ma non mi andava di mettere le parti in corsivo, che riservo quasi sempre ai flashback! Siete contenti del ritorno di Zaccaria e di Katherine? Non ve l'aspettavate eh? LOl

Ps OVVIAMENTE anche per Damon, è lo stesso, riguardo all'esclamazione di Stefan, che quando lo tocca "trema" ma non gli sembra importante in quel momento, ricambiare. Nel senso che le loro menti e i loro cuori sono uniti, sa che Stefan sa che per lui è lo stesso:))

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Capitolo 19
*** Il ritorno di Zaccaria e Katherine ***


Stefan e Damon non riuscivano neanche a spiegare quanto fosse incredibilmente sorprendente sentire di nuovo la voce di quella ragazza. Il suono di una voce che non avrebbero mai più pensato di poter udire ancora. Un suono per cui avevano associato dei brutti ricordi e ora tornavano a sentirla proprio in quel luogo sospeso tra lo spazio e il tempo. Che cosa voleva da loro? Un conto era sentirla come allucinazione misto a uno stato di sogno, una specie di guida spirituale, che non esisteva veramente e che serviva da fare da loro coscienza, un po' come il grillo parlante di Pinocchio.. un'altra era sapere che era proprio lei e che parlava con voce sorprendentemente gentile e celestiale. Dopo pochi secondi, le immagini di entrambi riflettono il volto di Zaccaria e quello di Katherine. Ma era diversa da come l'avevano conosciuta. Aveva dei lunghissimi capelli ricci a incorniciare il viso, ma i suoi capelli sembravano più morbidi, come quelli di una bambola antica, il colore dei suoi capelli sembrava di cioccolato al latte e i suoi occhi sembravano come due nocciole. Perfino il suo viso sembrava più armonioso, come una mela appena matura e dal suo collo si notava che portava una sorta di camicetta bianca, di un tessuto così leggero da sembrare quasi inconsistente.
 
"Sì, lo so, siete molto sorpresi di vederla."
 
"No, in realtà tu non sei una sorpresa. Tu sei un incubo." disse quel solito arrogante di suo fratello Damon, però per una volta tanto Stefan non se la sentì di contraddirlo. In effetti continuare a sentire Katherine perfino lì, poteva assomigliare benissimo a un incubo.
 
"E comunque.. Perché ti sei trasfigurata in un abitante della città del Mulino Bianco?" continuò Damon,mentre Stefan pensava che dopotutto se Katherine assomigliava a un abitante del Mulino Bianco, l'angelo Zaccaria non era di sicuro da meno. Vestito interamente di rosso con quella pelle scura, poteva sembrare una pianta di agrumi al sole,oppure un uomo che stava trascorrendo una vacanza ai Caraibi.

"Non siate troppo duri con lei, non è più la stessa persona che conoscevate un tempo." "Ma davvero". disse suo fratello. "Non pensavo che tra le tante arti e doti di Katherine, ci fosse anche quella della trasfigurazione."
 
"Damon ha ragione, Katherine. Perché sei qui? Un conto è vederti come allucinazione, ma un conto è.. insomma.. che cosa vuoi da noi?" chiese Stefan.
"Non prendetevela con lei, l'ho cercata io." disse Zaccaria.
 
"Non ci crederò mai. Quando Katherine viene cercata, è sempre perché è stata lei a volersi far trovare." disse Damon.
 
"Lascia stare, Zaccaria, in fondo hanno ragione a modo loro, però quello che non sanno ancora è che anche io sono stata una pedina nella loro vita."
 
"OH, andiamo! Tu pedina adesso? Non cominciare a fare la vittima. Non è da te." disse Stefan.
"Invece è proprio quello che è stata. Vittima delle leggi dell'universo. Non vi chiedete come faccio a conoscerla?"
 
"Avanti, sentiamo, come fai a conoscerla?" chiese Stefan con accondiscendenza.
"Beh, insomma.. dopo che io e Damon abbiamo fatto quel simpatico colloquio con i cuori svolazzanti, ho sentito il bisogno di saperne un po' di più sul mio allievo."
 
"Scusa, ma sentirti parlare di allievo, è una cosa orribile! Non sei mica un mio professore!"
"In un certo senso, sì, lo sono. Tutti noi angeli custodi lo siamo e io anche se per poco tempo con te lo sono stato. Angelo custode temporaneo!"
 
Stefan aveva la bocca letteralmente sbalordita e Damon invece scoppiò a ridere.
"Non ci crederò mai che sei il mio angelo angelo custode temporaneo. I vampiri non possono avere angeli custodi."
 
"Tutte le creature viventi meritano di avere un angelo custode. Quello che pensate sull'aldilà ha una concezione del tutto sbagliata. Per esempio, pensate che gli angeli custodi servano a guidare le persone sulla terra, ma non è sempre così. Molte volte, noi angeli guidiamo le anime che sono appena decedute e hanno bisogno di un tour nell'aldilà per riuscire ad accedere ai livelli più alti, per arrivare al Purgatorio e infine al Paradiso o all'inferno.. e tu ne avevi bisogno."
 
"In effetti non sento a crederlo. Ha sempre un po' bisogno di qualcuno che lo raddrizzi sulla strada giusta da seguire."disse Stefan sghignazzando.
"Stai zitto, signor perfettino! Mi devi ancora raccontare i dettagli dei tuoi inizi nell'aldilà.. non pensare che me ne sono scordato.."
 
"Ma ti ho detto che ricordo poco e niente!"
"E io continuo a dirti che non ti credo!"
 
Katherine sorrise. "Sono rimasti proprio come li ricordavo. Una volta li avrei schermiti. Adesso invece mi sembrano solo adorabili.." disse Katherine. Questo fece smettere i due fratelli.
 
"Questa è la riprova che questa vecchia coppia di Katherine non è l'originale,ma solo una doppelgangher della doppelganger della doppelgangher! Non ce ne libereremo mai. Esistono doppelganger perfino nell'aldilà!" disse Damon terrorizzato.
 
Questo fece ridere Zaccaria.
 
"Amo l'umorismo di Damon! Devo ammettere che l'ho trovato da subito un soggetto interessante. Quando poi ha cominciato a dipingere quei cuori che volavano, ho deciso che dovevo assolutamente saperne di più sulla sua vita! Certo, non che sia stato il primo a farlo, ma è una cosa che genera sempre molta curiosità anche tra di noi."
"Hai fatto ricerche su di me?" chiese Damon arrabbiato.
 
"Lo facciamo con tutte le anime appena decedute che hanno dei conti in sospeso e che per questo il loro tragitto e loro proseguimento nell'aldilà potrebbe apparire difficoltoso! L'ho fatto per aiutarti e ho scoperto delle cose veramente interessanti. Ho scoperto di Stefan e anche di lei e ho scoperto che i vostri destini sono intrecciati molto più di quanto immaginate,anche se molto probabilmente nella vostra lunga vita, avete maledetto il nome di Katherine in tante e tante volte, lei è quella che tra di noi chiamiamo bussola di intersezione."
Punto di che??" chiesero i due.
 
"Le bussole di intersezione sono quelle persone che nell'arco della vostra vita piombano tra di voi come elemento disturbante per mettere alla prova o per favorire la realizzazione di un amore! Spesso lo permettono, ma altre volte ne favoriscono la rottura, per permettere ai due amanti di smettere di tormentarsi in quella vita attuale e potersi ritrovare in quella prossima, quando saranno più felici, più sereni e meno arrabbiati con sè stessi, o più semplicemente quando avranno guarito le ferite della loro anima e saranno pronti ad aprire il lorio cuore. Spesso infatti, molte coppie insistono a voler restare insieme anche se non è il loro tempo..anche se lo sarà in un'altra vita..o in una decina di altre vite..generando solo dolore e sofferenza, fino a che non arriva il punto di intersezione a mettere fine a tutta questa sofferenza. Saranno poi loro stesse a decidere, nelle eventuali loro vite successive, se questo loro legame Karmico è così forte da diventare un legame di ANIME GEMELLE, o di amore temporaneo o di amicizia karmica, in base a quello che succederà loro all'esterno e all'interno dentro di loro. Vedo che mi guardate, terrorizzati, scommetto che state pensando e vorreste chiedermi se allora tutte le coppie che hanno sofferto e sono stati mali per amore e hanno subito delusioni e maltrattamenti, si ritroveranno in seguito."  
 
"Esattamente quello che pensiamo." disse Stefan.

"Esattamente come per le amicizie che definite nel vostro gergo *tossiche* non è scontato che vi ritroverete. A volte il punto di intersezione avvia una separazione che potrebbe essere anche definitiva, o trasformare il vostro legame karmico in tutt'altro rispetto a quello che era prima..soprattutto se ci si mette in mezzo un'altra persona che può darvi più tranquillità..in questi casi, il punto di intersezione arriva a dividervi, perchè un'altra persona è più giusta per voi..e quindi ovviamente è difficile che poi in un'altra vita decidiate di riunirvi con la persona con cui stavate prima, invece che con quella che vi ha ridato tranquillità.."

"Con persona più giusta, intendi.." disse Damon.

"Più giusta.." sottolineò Zaccaria. "So che pensi alle ANIME GEMELLE. Ma non me la sento di illudervi. Il punto di intersezione fa entrambe le cose. Separare una coppia per unirla a qualcuno di più giusto per lei..e in questo caso, allora, è possibile che nella prossima vita, ci possa essere una sorta di regressione e tornare alla persona che avevate incontrato prima..i CASI OSTINATI..così li chiamiamo..succede raramente una regressione, perchè in teoria voi umani tendete sempre a voler andare AVANTI, ma se succede, allora significa che forse hai già trovato la tua futura anima gemella ed è proprio quella che pensavi non fosse giusta per te..sì, a volte i punti di intersezione ti fanno CREDERE che non l'hai trovata, solo perchè sei tu a non crederci per primo..l'altra persona sembra più giusta, ma è solo un modo di metterti alla prova."
 
"E se invece..se invece è il contrario..se la persona con cui stai non è la tua anima gemella e non è giusta per niente..e incontri qualcun altro.. incontri.,.la..la tua.." disse Stefan.
 
"Se INVECE..incontri la tua anima gemella..è come il SOLE..il sole è..TUTTO..voi umani vi abituate presto alla BELLEZZA e non vi accorgete più neanche di quanto sia bella, in realtà, dal momento che ce l'avete sotto gli occhi tutti i giorni..come vedere un'alba o un tramonto..non ricordate più com'è..ma la vostra anima non lo può scordare..e cosa succederebbe se d'un tratto l'alba e il tramonto non si facessero più vedere..vi mancherebbe, e vi mancherebbe come uno struggimento senza precedenti. Vi accorgereste subito che manca, anche se molti di voi non vi assistono. Come una mancanza che si fa vedere nella pelle, nelle ossa...e l'anima gemella è così..una volta che la incontri, sceglierai sempre LEI."
 
Zaccaria prese un sospiro e continuò a parlare.  
 
"Dunque, visto che vi ho già dato un assaggio, smettiamo di parlare di amori che non sono pronti e chissà se lo saranno mai..di amori che devono ancora decidere cosa essere e cosa saranno, ma che di certo non lo sono, adesso, pronti. Ma penso che voi vogliate invece sapere di amori che lo sono, adesso, PRONTI. Nel presente. Ebbene, il punto di intersezione agisce in entrambi i sensi..così come separa chi non è pronto e chi non è destinato e chissà se lo sarà mai, unisce chi invece lo è...persone che sono destinate a stare insieme, potrebbero non capirlo mai, se non arrivassero fattori esterni ad aprire la loro coscienza e a illuminarli. In pratica Katherine è arrivata a voi per farvi capire che non c'era niente di più importante del vostro legame e per permettervi di unirvi ancora di più. Spesso infatti le persone che sono destinate a stare insieme, le cosiddette anime gemelle, non sono in grado di capirlo da soli e occorrono elementi di disturbo che possono inconsciamente, per mezzo di tante disegni intrinseci che non potete capire, permettere ai due, di stare insieme!"
 
"Non ho bisogno che nessuno mi aiuti a capire che amo mio fratello!" disse Damon e Stefan rimase scioccato di sentire una tale dichiarazione così pubblica, ma fu quello che disse dopo Zaccaria, a sconvolgerlo di più.
"Invece ne avevi bisogno. Ne avevate bisogno entrambi."
 
"Katherine ci ha divisi, invece di unirci..Damon mi ha odiato moltissimo, quando credeva che lei fosse morta." disse Stefan, ancora non del tutto convinto.
"Stefan, Stefan, Stefan..e dire che il paradiso avrebbe dovuto ILLUMINARTI. Forse non ci sei stato ABBASTANZA. Credi davvero che Damon ti odiasse? sul serio? Forse hai dimenticato cosa fece quando volevi restare in quella fattoria, con quella famiglia?"
 
"Ehm..no..è meglio non rivangare il passato." disse Damon.
I due fratelli rimasero scioccati per alcuni secondi.
 
"Cioè.. ci stai dicendo che la nostra conoscenza con Katherine è stata voluta dal destino per permetterci di stare insieme??" chiese Stefan attonito.
"Beh,è stato detto in modo un po' buzzurro, però di fatto è così..quando certi soggetti sono un po' TARDI a capire..hanno bisogno di qualche aiuto.."
"Ci stai dando degli ottusi? Ci sta dando degli ottusi?" disse Damon prima a Zaccaria, poi a Stefan.
 
"Quindi i nostri sentimenti non sono reali??" chiese Stefan ferito.
 
"Certo che sono reali! Sono la cosa più reale che esiste, insieme ai pensieri e alle emozioni e soprattutto l’amore! l'amore è la cosa più reale che esiste! Le vostre energie psichiche, emotive e sentimentali si sono attirate l'una con l'altra ma siete stati voi inconsciamente a cercare Katherine.. eravate voi che inconsciamente vi attiravate e vi respingevate fin da quando eravate umani e sempre voi che inconsciamente avete espresso un desiderio, quello che ha dato origine a tutto!!"
 
"Desiderio?" chiese Stefan.
"Noi..non abbiamo desiderato.." disse Damon.
 
"Lo avete fatto invece." disse Zaccaria sornione. "Eravate ancora umani..era il tempo della guerra..e tuo fratello continuava a essere chiamato per combattere..,quando però vi riunivate, era come se il tempo non fosse mai passato..tu attendevi che lui tornasse e si sedesse accanto a te insieme a vostro padre, come attendevi le risposte alle tue lettere e lui attendeva il rientro a casa, per giocare con te a pallone sotto le stelle e batterti e avere una scusa per poterti abbracciare. Ma il tempo non era mai abbastanza, vero? EVANESCENTE, così vi sembrava. Effimero, come tutte le cose..chissà se lo sarebbe stata anche la guerra..eppure dentro di voi avevate il dubbio, la paura, che la guerra sarebbe durata per sempre e il vostro legame NO."
 
Stefan e Damon sentirono i loro occhi pizzicare e poi annacquarsi e annebbiargli la vista. Ci mancava solo un dannato angelo che dapprima irriverente si riscopriva un dannato Albus Silente filosofico.
 
"Voi non ne eravate neanche coscienti allora.ma avete DESIDERATO..avete desiderato che qualcosa vi unisse ancora di più..e l'universo vi ha soddisfatto! Inoltre non siamo noi del cielo che decidiamo I legami che diventeranno karmici o anime gemelle..siete sempre voi.Avete il libero arbitrio su questo!"
"Non sembra.. stai appena dicendo che Katherine è stata usata per farci capire che eravamo destinati ad essere amanti e tutto questo anche se siamo fratelli! non sembra tutto così sbagliato??" disse Stefan.
 
"Questo perché continuate a pensare con la vostra logica umana! L'incesto è moralmente sbagliato?? Contro la legge? Contro la natura? Addirittura contro Dio? Ci risulta che per molti secoli, egiziani e faraoni abbiano praticato indisturbati relazioni con i propri consanguinei, ma Dio non abbia mai scaricato fulmini re saette come proiettili giganti a richiamare una nuova glaciazione per sterminare tutti!"
 
Stefan e Damon erano ipnotizzati e forse anche un po' spaventati.
"Oh, non vi preoccupate..se non lo abbiamo fatto durante le prime due Grandi Guerre, non credo dobbiate avere qualcosa da temere in breve tempo. Noi non giudichiamo. Ho già cercato di spiegarvelo. Noi nel cielo non ragioniamo come fate voi umani. La logica del libero arbitrio non è quella che pensate voi. Per voi libero arbitrio, significa fare tutto quello che volete,ma in realtà libero arbitrio significa seguire la vostra vera volontà, quella più profonda del vostro cuore,quella che non sapete neanche che esiste e questo consiste anche andare contro ai vostri desideri più immediati. Se per esempio provate attrazione verso una persona e volete stare con essa, ma la vostra vera volontà desidera invece allontanarla,sarà questa ad avere la meglio."
 
"Sembra un copia e incolla di un libro che ho letto.." disse Stefan, mentre Damon sussurrava "Secchione."
 
"Baciami le chiappe." sussurrò Stefan di rimando.
"Magari dopo." disse lui, facendolo avvampare.
 
"The secret, vero?" disse l'angelo facendoli sussultare, visto che non credevano che in paradiso avessero una biblioteca. "Devo ammettere che, sì, con quel libro la razza umana è andata molto vicino alla verità."Un'altra cosa che voi non riuscite mai a capire è la differenza tra personalità ed anima. Le vostre anime si cercavano e si volevano da molto tempo, prima ancora che i vostri corpi si desideravano e quindi è stata la prima ad attrarre la persona che era più indicata come personalità, destino e caratterizzazione a darvi le risposte che stavate cercando."
 
"Usata come navigatore per i Salvatore Brothers. Che triste destino." disse Katherine ridendo.
 
"Un duro colpo per la tua autostima." disse Damon ridendo.
 
“Ma io e mio fratello Damon non pensavamo a queste cose quando eravamo umani!” disse Stefan, cercando negli occhi del fratello una risposta che non trovò, anche se in quel momento entrambi si chiesero se fosse veramente così.
 
L'angelo scosse la testa sorridendo. "Un conto è il corpo, un conto le proprie anime. Le anime sono in grado perfino di leggere il futuro. Sanno già che cosa desiderano, che cosa vogliono e quello che sarà. Sanno il passato e sanno anche il futuro. L'anima sa a chi è destinata, solo che il cervello non lo sa e continua a cercare. L'anima può soffrire molto,per questo, perché è inconsapevole. Il cuore sa, ma gli occhi sono ciechi, ma prima o poi il cuore stesso della vostra anima attraverso mille cartelli riesce a trovare la via. La via non è mai diretta, ma subisce tante diramazioni e ramificazioni."
"I nostri destini erano intrecciati fin dall'inizio."disse Katherine." Io avevo bisogno di voi per ritrovare me stessa perché forse avevo bisogno di sentirmi amata e avevo bisogno di sentire che ero più forte di quello che credevo, nonostante le perdite che avevo subito. Avevo bisogno proprio di quello e voi avevate bisogno di me per capire che nessuna donna era mai in grado di separarvi e che l'unica cosa importante eravate voi due.”
 
“Neanche la morte vi ha separato. Anzi, avete deciso di morire e rinascere solo per stare insieme per non essere soli! Forse voi non sapete che cosa significa, ma la morte e la rinascita hanno un valore molto importante perfino nell'aldilà. Sono considerate come la prova di un Sacramento eterno e voi avete deciso di fare entrambe. É una cosa rara perfino quaggiù." disse Zaccaria.
 
Stefan e Damon non avrebbero mai pensato di sentire tali parole da un angelo. Un conto era sentirlo da un rappresentante della razza umana, un conto era sentire certe parole da un ANGELO. Acquisivano un significato molto più sacro e VERO..non si trattava più solo di una pura e mera metafora sdolcinata. Si sentirono avvampare e in effetti le loro guance erano molto rosse e per diversi secondi non dissero una parola.
"Quindi io e Stefan siamo anime gemelle in un certo senso?"chiese Stefan.
 
"Io credo di sì, ma se vi state chiedendo se vi siete già incontrati in passato, questo non posso saperlo. Sono solo un angelo custode dopotutto. "disse Zaccaria.
 
"Perché ci state raccontando tutte queste cose?"chiese Stefan.
 
"Perché avete bisogno di saperlo! La vostra anima lo anelava, anche se non avevate il coraggio di ammetterlo e sapevate, immaginate, che io sapevo le risposte e forse anche che le avreste avuto anche da colei che avete odiato di più."
 
"Perdonatemi per tutto il male che vi ho fatto, ma come succede alla maggior parte degli esseri umani, spesso nella nostra vita ci comportiamo in maniera crudele, perché siamo disperati. La disperazione ci fa fare tante cose che non vorremmo fare, però tutto ha una morale. Tutto ha un senso e una volta che muori, capisci il senso di tutto. Capisci che tutte le tue azioni sono servite a far funzionare qualcos'altro e ora che io so che sono servite a unirvi, sono contenta e in pace!"
 
Stefan e Damon erano commossi.
 
"Katherine?? Dove sei? Mi manca picchiarti."disse Damon sorridendo.
Stefan gli diede una gomitata e lui disse" E anche.. Abbracciarti. Magari."disse timido.
"Vorrei tanto abbracciarvi anche io.. Ma sono in un altro luogo adesso e non posso raggiungervi.”
Stefan e Damon guardarono Zaccaria con una strana espressione timorosa e lui li rassicurò con un sorriso.
“Non temete, la vostra amica è in Paradiso adesso. Non dovete preoccuparvi per lei. È felice adesso..insieme a sua figlia.”
 
“Io..non ero preoccupato.” Si schermì Damon e Stefan sorrise. Suo fratello era adorabile anche e soprattutto quando si vergognava di far vedere il lato migliore di sé e lo amava anche per questo.
 
“Questo significa che io e Stefan potremmo vivere felici e contenti in paradiso come una classica coppia disneyana?” scherzava Damon.
Stefan si rese conto che effettivamente le cose sarebbero potute andare anche così e che presumibilmente oltre il sarcasmo apparente, Damon ne era felice.
 
Se ce l’avessero detto solo qualche secolo fa, l’avrebbe presa malissimo..ora invece ne siamo contenti entrambi..come cambiano le cose.
 
Zaccaria sembrò perplesso.
 “In effetti sono venuto appunto a dirvi questo e a informarvi che ci sono delle fazioni in Paradiso che stanno studiando la vostra posizione!”
 
“Che cosa significa che stanno studiando la nostra posizione? non siamo mica dei carcerati!!” si ribellò Damon.
 
Stefan si sentì sprofondare.
 
Lo sapevo che era troppo bello per essere vero. Io e Damon felici insieme come nella Disney, dopo tutto quello che abbiamo fatto? Non può esistere felicità per dei vampiri assetati di sangue!
 
“In un certo senso siete più dei carcerati! Siete degli evasi. Non avete voluto seguire le linee guida avete, infranto tutte le regole che abbiamo stilato per quanto riguarda le evoluzioni della vostra anima trapassata, non avreste dovuto incontrarvi subito, non in questo modo, non avreste dovuto incontrare le città che avete incontrato, non avreste dovuto arrogarvi il diritto di far scappare i bambini demoni, non avreste dovuto sfuggire alle guardie..”
 
“Ehi, vacci piano con la lista della spesa, Zaccaria..li hai tramortiti.” Disse Katherine.
“Adesso sei la vecchia stronza che amavamo tanto. Bentornata, tesoro.” Disse Damon.
“Grazie!” disse lei.
 
“Sto solo dicendo loro la verità.” Disse Zaccaria.
“Un corno!” disse Stefan, abbandonando per qualche secondo la sua compostezza. “Insomma, prima ci elogi come delle divinità e poi ci bastoni in questo modo..credevamo che il bastone e la carotina fosse una prerogativa della razza umana.” Disse Stefan.
 
 “Potrei ribattere dicendo che vedere solo il lato brutto degli eventi è una prerogativa SOLO UMANA..ma non lo farò. Non abbiamo tempo per questo.” Disse Zaccaria, malgrado lo avesse ricalcato eccome. “Mettervi al corrente di ciò che siete e che cosa rappresentate e la vostra forza, è quello di cui avete bisogno per avere l’energia per fare quello che dovete fare.”
 
I fratelli lo guardarono ancora interrogativi e Zaccaria sbottò.
 
“Ecco perché non interagiamo con voi umani come voi siete abituati a fare! Può essere molto frustrante parlarvi e cercare di farvi capire le cose e non siamo abituati alla pazienza quando la consapevolezza arriva in tempi così tardivi!”
 
“Ehi, ho l’impressione che stai cercando di nuovo di insultarci senza farlo apparire come un insulto..” disse Damon, venendo zittito subito dopo da Stefan.
 
“Non ci arrivate? Avete trasgredito a un mucchio di regole e siete a tutti gli effetti dei ribelli!Ci sono alcuni di noi che stanno pensando di punirvi, separandovi ulteriormente per farvi capire la lezione!”
 
 
“Davvero??” chiese Stefan.
 Oh,cazzo! E meno male che siete Angeli e dovreste essere più buoni.” Disse Damon.
“Sta zitto Damon! Per quanto tempo vorrebbero separarci una volta che riuscirebbero a beccarci di nuovo?” chiese Stefan fremendo.
 
“Beh, se prima sarebbero stati disposti ad essere comprensivi, dopo l’offesa che avete arrecato loro, buttandovi sotto il lago.. è difficile dirlo..diciamo.. forse un centinaio di anni..”
 
“CHE COSAAA??” urlarono in coro.
“Ma che cosa vi aspettavate dopo quella fuga? Insomma, li avete sfidati apertamente! Avete sfidato le guardie celesti proprio sotto al loro naso!”
 
"Un momento, momento, momento!! Hai appena detto che siamo ANIME GMELLE!! Devono tenerne conto per forza! Non possono davvero volerci separare!!" disse Damon.  
 
"Concordo con Damon, stavolta. Andrebbe contro ogni etica o logica!!" disse Stefan.  
 
Zaccaria sospirò davanti alla loro ingenuità.  
 
"Sembrate dei bimbi. La vostra ingenuità mi fa tenerezza. Pensate davvero che questo conti? Oh, certamente come sentimento, conta tantissimo, ma se avessimo dovuto valutare questo come la cosa più importante, per il destino delle anime e della vita sulla Terra, non pensate che allora avremmo fatto in modo che le anime gemelle non dovessero lottare per ritrovarsi e cercarsi sulla Terra? E se non vi rendiamo la ricerca facile sulla Terra, perchè qui dovrebbe essere diversi?" chiese Zaccaria.  
 
I fratelli sembrarono scioccati, poi Stefan tentò una replica timida.  
 
"Forse perchè è la *vostra casa*?" chiese lui.  
 
"Ti amo come non mai, Stefan." disse Damon.  
"Grazie, fratello." rispose lui.  
 
"Apprezzabile argomentativa, Stefan..un po' debole, considerato che la nostra logica non è come la vostra..ma apprezzabile il tentativo." disse l'angelo.  
 
"Mi dispiace, ragazzi, ma agli angeli non interessa che siete anime gemelle..così come a chi è destinato il Paradiso, non viene risparmiato il Purgatorio, prima di entarci..si tratta di seguire le linee guida e in questo ricorda molto la nostra giustizia terrena." disse Katherine.  
 
Zaccaria la guardò male.  
 
"Per questa volta ti perdono, perchè non sai quello che dici..ma mi dichiaro OFFESO." disse lui.  
 
"Zaccaria, sei così carino quando ti offendi." disse lei ridendo e con orrore dei due fratelli, l'angelo sembrò arrossito.  
 
“A proposito..perchè non ci sono ancora addosso? Perché non ci hanno seguiti?” chiese Stefan, desiderando cambiare argomento. Non credeva che fossero pronti per vedere un angelo flirtare. Avrebbe cominciato a sgorgare cuori dalla schiena e unicorni dagli occhi?
“Credevo lo avreste capito ormai..il percorso che raggiungete si basa sulla vostra essenza spirituale..sulle vostre emozioni..è come una strada che solo voi conoscete..come un portale che si è aperto e richiuso sulle vostre vibrazioni..anche io non sono davvero qui, vi percepisco, ma non sono qui con  voi, perché in questo momento volete restare da soli…ma non sarà così a lungo..” disse, intuendo che stavano tirando un sospiro di sollievo.” Dovete che capire che quello che avete fatto è davvero molto grave..nel vostro mondo se trasgredite alle regole sacre della chiesa o anche solo all’ ordine giudiziario,venite incarcerati per molti anni,quindi come pensate che potrebbe essere vista una trasgressione e una ribellione davanti alla giustizia Celeste?Anzi, dovete in un certo senso anche ringraziare che vi hanno dato solo 100 anni,perché volevano darvene almeno 300 ..molti di noi hanno presentato un esposto e sono riusciti a diminuirvi la pena.”
 
Siete molto gentili.” Disse Damon a denti stretti.
 
“Tuttavia il mio gruppo sta facendo una specie di petizione, sì.. penso che nel vostro mondo la chiamate petizione.. per far sì che veniate in un certo senso perdonati e messi in una specie di prova,nei campi celesti,però non è facile ottenere il permesso, perché molti di noi ci ostacolano. Tuttavia potreste rifugiarvi da noi nella città bianca!”
 
 “E ora che cosa diavolo è la Città Bianca ??” chiese Damon.
 
“È la città in cui risediamo noi Angeli! Perché quelle facce? Pensavate forse che noi angeli risiedessimo sulle nuvolette del cielo come nei film o nei cartoni animati? No, anche noi viviamo da qualche parte qui in paradiso e viene chiamata *la città bianca*. Tuttavia non è facile da raggiungere e non è accessibile a molti di voi,solo a privilegiati che hanno svolto tutte le funzioni speciali per il Paradiso e a quelli che hanno dimostrato di essere diversi per alcune caratteristiche morali speciali.”
 
“Ci stai dicendo che noi potremmo venire a stare da voi fino a che la nostra situazione non si sarà tranquillizzata?” chiese Stefan allibito.
“Sì,perché prima o poi verrete beccati dalle guardie. Pensate di essere furbi,ma loro lo sono molto più di voi!” disse Zaccaria.
 
“Ma come raggiungiamo questa città bianca?” chiese Stefan.
“Oh, questo dovrete farlo da voi, io non posso aiutarvi!”
“Ma come??”
“Io posso solo mostrarvi la strada, l'inizio.. ma il percorso dovrete raggiungere da soli! Gli angeli non possono portare gli umani nella loro città, ma solo indirizzarli verso l'entrata.”
Quale entrata?Qui non si vede niente. è come essere nel deserto!” disse Damon.
 
“È come nella vita. Non siete in grado di vedere la via fino a quando non vi si sbattono dentro!”disse Zaccaria.
 Stefan e Damon lo guardarono con aria interrogativa fino a quando l'Angelo non alzò la mano e con una spinta li spinse verso un buco nel terreno che prima di adesso non c'era.
“Ahhhhhh!” gridarono mentre caddero giù in una specie di voragine nel terreno.
 
"Bye bye bitches!" trillò la soave Katherine."

"Vaffanculo Katherine!" fece in tempo a dire Damon prima che sparirono del tutto.

“È sempre così quando cadi dentro una nuova via.. te ne accorgi sempre quando ormai sei già dentro. Non la vedi mai arrivare. Così è la vita, così è dappertutto!” disse l'angelo sorridendo.






















Buongiorno, ragazzi!! Innanzitutto vi voglio dire che questo capitolo mi è piaciuto veramente tanto <333 è stato dolce ,profondo, sentimentale, romantico ...mi è piaciuto davvero scriverlo!! volevo scrivere questa cosa come prima cosa anziché iniziare scusandomi per il ritardo . una volta tanto volevo fare qualcosa di diverso!! Ahahah A parte gli scherzi è inutile dirvi che mi dispiace tanto.. le scuse trovano il tempo che trovano.. posso solo promettervi che cercherò di aggirare più frequentemente la prossima volta.. Almeno questo capitolo è un po' più corposo, e spero servirà anche un minimo a farmi perdonare!! Questo può sembrare un capitolo copia incolla di tutti gli altri ma vi assicuro che non è così.. In questo capitolo troverete molte risposte a molte domande lasciate in sospeso e in un certo senso segna un po' la svolta per i nostri eroi

ps il capitolo si è allungato molto di più di quello che pensavo io xd in alcuni punti mi stavo anche un po' impappinando, però su una cosa voglio essere chiara e sottolinearlo anche se l'ho già fatto fare all'angelo Zaccaria..lui non intendeva dire che tutte le coppie tossiche si ritroveranno in seguito, ma SOLO quelle che davvero sono destinate a stare insieme, e se una coppia tossica si divide perchè entra in campo la persona a cui davvero è destinata, vincerà ovviamente il destino, contro la testardaggine xd

inutile che vi dica che le mie ship di cui scrivo nelle mie storie sono tutte destinate *_*

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Capitolo 20
*** Stefan e Damon parlano di cosa faranno in Paradiso ***


Stefan e Damon si erano trovati in quella che sembrava una immensa cavità sotterranea dal cielo bianco come nebulose. Tutto era bianco attorno a loro come se si trovassero in una grotta bianca polare, ma non era il paradiso perché era tutto bianco cupo ma non splendente.

"Avresti mai pensato che l'aldilà fosse in questo modo, Damon?"
"Più divertente del mondo terrestre? Certo che no. Però non mi immaginavo nemmeno che ci sarebbe stato da scappare ancora. Credevo di arrivarci e potermi finalmente riposare e invece.."

"Bugiardo! Tu credevi che per quelli come noi, non ci fisse NULLA dopo la morte.. Che saremmo scomparsi e ridotti in cenere!"
"Beh, dopo quello che era successo a Katherine, come biasimarmi..ti ricordi che Bonnie ci disse che era stata presa dalle ombre nere!"

"Chissà cosa le è successo dopo.. E chissà se ce lo racconterà mai!"

"Scusa, fratellino, ma non ci tengo proprio a saperlo. Che c'è, perché fai quella faccia, Stefan? Voglio dire, per aver ottenuto il perdono chissà cosa ha dovuto fare.. O subire.. Magari l'hanno torturata! E sono stufo di sentir parlare di torture e male.. "
" Potevamo chiederglielo prima.. "

"Scusa, ma ero un tantino distratto dalla nostra situazione! Se non ti è ancora chiaro stiamo scappando da una stirpe di angeli molto incazzati!"
Stefan sbuffò.

"È solo che.. Sapere cosa è successo a lei ci potrebbe servire per capire cosa succederà a noi.. Dopo.."
"Perché? Tu forse hai dei dubbi che staremo insieme?"
A quelle parole, Stefan si sciolse.

"E una volta che saremo insieme in paradiso, che cosa faremo?"
"Beh, di tutto.. "disse Damon con un sorrisetto malizioso.
"Andiamo, pensa anche ad altro, Dam.."

"Non ce la faccio.. È la mia natura.. Tu piuttosto non penserai, dopo una sola volta, di fare voto di castità a vita??"
"Ohhh, non ci penso nemmeno.."

"Volevo ben dire.. Tanto ti avrei convinto del contrario..." sogghignò Damon.
"Dico solo...che cosa si fa in paradiso? Pensi che.. Ci annoieremo?"
Damon rise.
"Sei tu quello che è stato in paradiso. Tocca a te dirmelo."

"É tutto simile a un sogno.. Ricordo che mi hanno guidato, come succede a te, che mi hanno raccontato cosa mi era successo e dove mi trovavo e che avevo fatto del male ma che per via del mio sacrificio, meritavo una specie di regalo.. Rivivere i ricordi più dolci del mio passato.. Mi dissero che questo era solo uno dei tanti paradisi che noi anime possiamo avere.. E che più avanti avrei potuto avere altro, accedere ad altri paradisi, se avessi voluto.. Condividere l'aldilà con altre anime se avessi voluto.. Anche con te, quando saresti arrivato."

"Ma tu dicesti che ad un certo punto ti sei accorto che non ero io..quindi avevi dimenticato.."

"A volte.. Rivivere quello che tu ha reso felice, può portarti a inganni.. Ci sono stati dei momenti che mi dimenticavo.. Di essere morto.. A volte credo proprio che il mio cuore avesse voluto dimenticare.. Fingere che tu eri ancora lì con me.. Fingere che nostro padre non ci abbia mai fatto quello che ci ha fatto.. Ci sono riuscito per un po'.. Fino a quando.."

"Non sono arrivato io a rompere le uova nel paniere. "
"Sono felice che tu l'abbia fatto. Preferisco una cruda realtà a una dolce menzogna e averti qui è più bello di qualsiasi fantasia.."
"Modestamente, io sono meglio che una copia."disse Damon.
"Che vanesio.."disse Stefan prima che Damon si avvicinò per baciarlo dolcemente.

"Dunque, cosa vuoi fare quando saremo in paradiso?? Che cosa fa una coppia di fratelli come noi in paradiso per passare il tempo?" lo stuzzicò Damon.
"Non lo so.. Tu cosa facevi quando sei stato rinchiuso nel mondo prigione insieme a Bonnie?"
"Mmmm. Una cosa che amavo fare era preparare pancakes."
"Quella è una cosa che mi manca..e poi potremmo.. Che ne so.. Riprendere a giocare con la palla.."

"Ti manca quando ti stracciavo sempre?? Lo sapevo che in fin dei conti sei un masochista." ridacchiò Damon.
"Mi ricordo che tu mi atterravi sempre nel prato quando mi prendevi la palla.. Se lo facessi ora.. Potresti.. Farla finire in modo diverso."disse Stefan senza slacciare le braccia dal suo collo.
"Mmmm.. Senti, senti, Stefan il santo. Pensavi anche in passato queste cose?"

"No.. Forse.. Chi lo sa.. Forse la mia mente no, ma la mia anima sì."
"Troppo comodo rispondere così.." ridacchiò Damon. "Possiamo avere tutto quello che vogliamo in paradiso?"
"Da come mi hanno detto prima di confinarmi nel passato, sì.. Ma devo ancora sperimentarli.. Per esempio.. Casa nostra!! Mi piacerebbe un sacco sdraiarci su quel divano, mentre ci baciamo e il camino crepita."

"Mmm.. Allettante.. Aspetta.. Hai idea di quante volte abbiamo fatto sesso con altre donne sul divano?"
"Adesso non rovinare il romanticismo.. E poi non sarebbe comunque il vero divano!"
"Non mi importa.. Allora se possiamo ricrearci la nostra casa, desidero il nostro divano quando ancora nessuno dei due aveva fatto sesso su quel divano.. Voglio omaggiarlo con te."
"Che romantico.." disse Stefan baciandolo ancora.

"Non hai idea neanche.. Ricordi quel negozio di panini che ti piaceva tanto?? Mi chiedevi sempre di portartici, ma non potevo perché ero sempre in guerra.."
"Oddio non vorrai andarci ora?"
"Perché no? E ci facciamo fare i panini dal vecchio Donald!"
"Da una copia di un uomo che ora magari sarà un fantasma o che altro?"

"Ehi, non ti dispiaceva quando dovevi trascorrere del tempo con la tua famiglia copia!!" disse Damon. "E va bene, magari potremmo.. Che ne so.. Ricreare i luoghi ma chiedere a delle anime vere di frequentarli.. Che ne dici? Mischiare Mystic falls del passato e Mystic falls vera con anime vere presenti da tutte le parti dell'aldilà."
"Potrebbe diventare un business.. Ci sto.. "disse Stefan, prima di baciarlo." Sei un pazzo.
"E io ti amo.. Ti amo tanto.."

"Per te, Stef, farei qualsiasi cosa, devi solo restare al mio fianco.. E tutto sarà possibile...Ora che siamo di nuovo insieme."
" Speriamo che non ci dividano di nuovo."
"Non succederà. Insieme siamo imbattibili. Siamo diventati vulnerabili solo quando volontariamente abbiamo scelto di separarci.. Ma non accadrà più. Mai più."
 

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