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di valetraba
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PARTE 1 ***
Capitolo 2: *** PARTE 2 ***
Capitolo 3: *** PARTE 3 ***
Capitolo 4: *** PARTE 4 ***
Capitolo 5: *** PARTE 5 ***
Capitolo 6: *** PARTE 6 ***



Capitolo 1
*** PARTE 1 ***


Solo un battito di ciglia, basta così poco, che la tua vita cambi improvvisamente. La gente fa progetti di vita, programma viaggi, eventi, compleanni, matrimoni, dimenticandosi che se chiudi gli occhi un solo istante, la tua esistenza potrebbe capovolgersi.

“Cosa le dirai al suo risveglio?” Chiede qualcuno lontanamente con suono titubante. Attendo anch’io una risposta, ma esita ad arrivare.

“Non lo so, non posso perderla. Non accadrà di nuovo” E’ una voce maschile, cupa, sofferente, tento invano di riconoscere a chi appartiene, ma la mia mente non aiuta.

Sono giorni che ascolto conversazioni, nutro il bisogno di urlare, dir qualcosa, far percepire che sono qui. Nonostante la fatica il mio corpo si rifiuta di reagire, palpebre e labbra rimangono chiuse, serrate, insieme a tutto il resto del corpo completamente addormentato. Immersa nel nulla, e così che mi sento, solo buoi intorno a me, non so dove sia, di chi siano queste voci, ancor peggio non ho la minima idea di chi sia io. Come mi chiamo? Quanti anni ho? Come ci sono finita in un letto d’ospedale? Qualche brutta malattia?

E’ la mia unica certezza. Sono ricoverata, non ho idea da quanto tempo. Le voci dei dottori preoccupati del mio mancato risveglio, i “bip” delle macchine che mi tengono in vita e la continua presenza di un ragazzo accanto al mio letto. E’ tutto ciò che percepisco. Spesso mi sussurra quanto senta la mia mancanza, quanto sia dispiaciuto, l’amore incondizionato che prova. Sarà il mio ragazzo? Sono ridotta così a causa sua? Domande su domande, la mia testa è bombardata, incosciente, ma in grado di intuire piccoli particolari, finché non ricado in un lungo sonno dove tutto svanisce nuovamente.

“Dovrà essere lei a decidere non tu, lo capisci questo?” Un ragazzo impaziente, furioso, urla nella mia stanza. Dal timbro percepisco sia giovane, 25 massimo 28 anni, sono convinta sia lo stesso che chiedeva cosa mi avrebbe raccontato al mio risveglio.

Sobbalzo alla schianto di qualcosa contro un muro, forse una sedia, un tonfo ancora più forte, presumo una testata o un pugno, dal verso dolorante che ne segue. I loro respiri sono affannosi, minacciosi.

“Non farmi arrabbiare, ti farai gli affari tuoi come eravamo d’accordo!”

Inizio ad avere paura che questi due facciano qualche cazzata. Dove sono i medici quando servono? Parenti che fermano questi due pazzi? Amici? Fratelli? Sorelle? Cosa ho combinato? Se sono nei guai preferirei rimanere in questo stato, odierei risolvere problemi di cui non sono neanche a conoscenza. Lasciatemi qui e prometto non darò nessun fastidio, penso sia un buon compromesso vero?

“Devi lasciarle la possibilità di scegliere, Logan!”

“Scegliere cosa?” Sussurra una voce femminile, un po’ rauca e dolorante. I due di colpo si bloccano, per un istante sono sollevata, fin quando non intuisco che è la mia voce.

Entrambi si avventano su di me, prendendomi con delicatezza una mano ciascuno e urlando il disperato bisogno di un dottore. Nessuno entra, perciò uno di loro lascia andare la mia mano ed esce velocemente dalla stanza.

“Vicky mi senti?”

I miei occhi sono ancora chiusi, muovo appena le labbra, lentamente seguono le dita delle mani, e dopo un interminabile pausa trovo il coraggio e la forza di aprire leggermente gli occhi. Ho le palpebre pesanti, come tutto il resto del corpo. Faccio fatica a focalizzare le immagini, nonostante la stanza buia, quella leggera luce offuscata è causa di fastidio per le mie pupille. Mi guardo un po’ intorno, nell’attesa di incontrare altri volti, ma la stanza è vuota, solo fiori e bigliettini riempiono un piccolo tavolino. Rose rosse e margherite emano una leggera fragranza che copre lievemente l’odore di disinfettante presente in ospedale.

Dopo aver studiato ogni singolo particolare, i miei occhi incontrano quelli dell’ unico ragazzo presente. Siede affianco a me, tiene la mia mano accarezzandola delicatamente, lo osservo attentamente. E’ muscoloso, ben piazzato e le sue braccia riportano varie scritte e disegni tatuati. Non capisco cosa riproducono, né mi soffermo, proseguo seguendo i suoi lineamenti, curiosa di vedere chi sia. I miei occhi incontrano i suoi, pieni di speranza, lucidi e commossi. Occhi verdoni, penetranti, causano un leggero brivido che mi percorre la schiena.

Logan, è così che l’ha chiamato, è immobile e titubante, accenna un sorriso, in attesa di una mia risposta o reazione. Tolgo d’istinto la mia mano dalla sua e con coraggio, tremante sussurro: “Scusa, non so chi tu sia!” Il suo sguardo pieno di speranza, lascia posto al dolore, per un istante si incupisce ma senza nutrire meraviglia. Un nodo in gola mi toglie il respiro.

Il bel ragazzo, perché devo ammettere che chiunque sia questo tipo è un gran bel ragazzo, socchiude le sue carnose labbra per dir qualcosa, ma viene interrotto dall’entrata di un dottore.

Ringraziamo il cielo! Faccio un lungo sospiro di sollievo vedendolo entrare, dietro di lui segue un altro giovane, che si nasconde dietro la porta. Intravedo appena il suo viso, le labbra spaccate mi chiedo se siano state provocate un attimo fa. Indeciso se entrare, mi scambia una timida occhiata, poi riguardando Logan, scompare nuovamente dietro la porta.

Logan sentendo il loro arrivo, cede il suo posto, spostandosi ai piedi del letto. Il medico, un uomo sui sessant’anni, dal capello ben pettinato all’indietro, inizia a visitarmi chiedendo gentilmente di lasciarci soli. Finalmente! Non sopportavo più il suo sguardo.

“Allora Vicky, come si sente?” Cerca di mettermi a mio agio il dottore, sfoderando un sorriso d’incoraggiamento, mentre continua ad esaminare i valori delle macchine, guardami occhi, battito cardiaco e tutto il resto.

“Io.. non ricordo nulla, neanche il mio nome” deglutisco, nel pronunciare la frase.

Un silenzio assordante ne segue, ma la sua espressione rimane impassibile, come se non avesse ascoltato la mia risposta.

“Sono il dottore Jake, lo specialista che ti ha seguito in questo lungo mese. Ammetto che è stato un brutto colpo, è normale che non ricordi nulla, ma faremo degli accertamenti. I risultati sono comunque positivi. Questa totale dimenticanza ipotizzo si tratti di una reazione emotiva e non di un danno celebrare. Nella maggior parte dei casi, il paziente non ricorda parte della sua vita, ma tu come mi hai appena comunicato, non ricordi nulla, perciò procederemo con un periodo di riabilitazione fisico e psichico. Riprendendo la tua vita, i ricordi riaffioreranno, senza fare eccessivi sforzi. Nei prossimi giorni riceverai un calendario dettagliato per il tuo percorso riabilitativo. In ogni caso potrai contare sull’aiuto del tuo ragazzo.”

Ragazzo? NO, NO E NO! I battiti iniziano ad aumentare, la mia espressione si lascia travolgere da un sensazione di panico, non ricordo nulla, ma sono certa che non vorrei al mio fianco una persona che cerca solo guai. Il mio sesto senso ne ha la certezza: Logan non è il classico bravo ragazzo!

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Capitolo 2
*** PARTE 2 ***


Le giornate in ospedale sono interminabili, passo da una visita all'altra sfoderando ai vari medici falsi sorrisi, quando mi annunciano che procede tutto alla perfezione. Alcuni ci credono altri fingono, come la dottoressa Elisabeth, una donna che per la sua età mantiene un fisico perfetto, avrà una cinquantina d'anni, ma estremamente ben portati. Intuisce i miei pensieri e le mie emozioni, in un solo sguardo, certo è anche il suo lavoro visto è una psicoterapista e psicologa. E contrariamente di quanto pensi la gente comune, chiacchierare con lei è beneficiante. Il suo studio al contrario del verde delle pareti del resto della struttura, è bianco e carta da zucchero, una piccola stanza ma molto accogliente, ben arredata per essere di un ospedale. Un grande tappeto beige accoglie un lettino con accanto una piccola poltrona marrone, l'arredamento si completa con una pianta di quelle tropicali e un grande dipinto che ritrae un famoso lago presente in Italia, lago di Braies, rileva la scritta accanto alla firma del pittore.

Elisabeth ha sempre una matita che utilizza per raccogliere i folti capelli neri, ma non appare mai in disordine. Li avvolge facendo un'acconciatura elegante, come quelle delle donne degli anni '80, lasciando quei pochi capelli mossi ricadere davanti agli occhi.

Abbiamo provato a iniziare questo percorso partendo dal mio ultimo ricordo, ma non avendo neanche quello, ha cambiato metodo focalizzando le mie sedute sul mio attuale stato d'animo e sul mio ragazzo.

"Cosa pensi di Logan?" Chiede Elisabeth. Non so cosa dire, titubante cerco una risposta.

"Sono sicura che sia stato un ottimo fidanzato, si prende cura di me nonostante la mia situazione difficile, lo apprezzo" Ammetto

"Perché dici "sia stato", non lo vorresti nella tua vita attualmente?"

Mi mette in difficoltà, lo percepisce, e mi incoraggia a continuare "Non sono qui per giudicarti Vicky, sono qui per aiutarti"

Senza controllare la mia espressione quasi disgustata ammetto "Lei l'ha visto vero? Un bel ragazzo certo, se pur troppo tatuato per i miei gusti. Non ho idea di che tipologia di ragazza fossi prima, ma non so se uno come Logan rispecchiasse i miei canoni di fidanzato" Un interminabile silenzio segue la mia secca risposta.

"Uno come Logan?" Mi incoraggia a continuare, alzando il sopracciglio sinistro.

Ripensando alla litigata con l'altro ragazzo aggiungo "Sembra uno che cerca guai"

Convinta che avrebbe ribattuto su questo mio modo superficiale di giudicare quel ragazzo, la dottoressa sorprendendomi nuovamente, conferma la mia teoria "Spesso amiamo l'imperfezione, ciò che ci fa star male, annoiati da questo mondo ossessionato dall'esser costantemente impeccabili". Quella donna così composta come appare, forse ha una vita più complicata della mia, per quel che poco che penso di sapere sulla mia.

Tra sedute e fisioterapia, Logan mi ha raccontato cosa è accaduto, ovviamente dopo che ho insistito in modo assillante. Sono vittima di un incidente con l'auto, ho perso il controllo, distrazione o malore si ipotizza, e sono finita fuori strada. Ho sbattuto la testa, per un mese sono stata in coma ma i risultati non mostrano gravi danni celebrali. Il mio corpo reagisce bene.

Chi fossi io prima? Non ho idea. Il ragazzo che è sempre nella mia stanza, anzi il mio ragazzo, dovrò abituarmi, dice che lavoravo come receptionist in un hotel, qui vicino New York, città dove vivo insieme a lui da due anni. La mia famiglia? Non ho una famiglia, sono figlia unica, i miei genitori sono morti anni fa ed io mi sono trasferita per ricostruirmi una nova vita, presa dal forte dolore della loro perdita. Su chi frequentassi prima di trasferirmi qui, lui sostiene di non sapere molto, sono sempre stata vaga, perché non gradivo parlare del mio passato, mi rattristiva, e ha sempre rispettato questa mia decisione.

Ho dei colleghi, ma non ho instaurato grandi amicizie, perciò mi limito a frequentarli solo in orario di lavoro. Le mie giornate ruotavano attorno a Logan e ai suoi amici, che ancora non ho avuto modo di conoscere, anzi rincontrare. I medici ritengono che ancora non sono pronta a gente nuova. Il percorso di recupero della memoria sarà lungo, e uscita dall'ospedale continuerò le sedute con la dottoressa Elisabeth, nessun può stabile quando i ricordi ritorneranno.

E' tutto ciò che sono riuscita a farmi raccontare da Logan, anche se i suoi occhi non sembrano sinceri come vorrebbero apparire. Ad esempio non so chi sia l'altro ragazzo che era presente al mio risveglio, non è più tornato. Ho provato a chiedere chi fosse ma in tono secco e intimidatorio la risposta è stata "Nessuno". Ho intuito che non avrei dovuto insistere, ma non è questo che intendo fare. Appena avrò recuperato un' altra buona dose di forze, tornerò sull'argomento, non sarà facile ma ricomporrò il puzzle della mia vita.

Non dubito di quanto amore ci sia negli occhi di questo ragazzo, seduto ogni giorno accanto a me, sempre pronto ad accompagnare ogni mio movimento. Infermieri, oss e medici lo elogiano, ricordandomi quanto io sia fortuna ad avere al mio fianco un uomo così, quasi mi volessero convincere.

Per quanto possa essere premuroso e affettuoso non ricordo nulla di lui, di noi, ed ogni domanda che gli faccio sulla sua vita, così come sulla mia, è sempre vago, sintetico.

Trascorriamo un po' di tempo insieme solo nel primo pomeriggio, quando non sono occupata con le visite. Spesso cerco di riposare, ma la sua continua presenza mi mette disagio.

"Cosa hai da pensare tanto?" Chiede Logan, alzando gli occhi dal suo tablet.

Sfuggo dai miei pensieri, ignorando la sua domanda: "Cosa rappresenta il tatuaggio che hai sotto la manica della t-shirt? Posso vederlo?" Tra le varie scritte, un piccolo disegno cattura la mia attenzione. La sua espressione cambia improvvisamente, lasciando spazio a una smorfia di dolore, trattenendo quasi le lacrime.

"Niente" Risponde secco, ma capendo che la sua espressione aveva tradito quella profonda bugia, posa il tablet sul tavolino e abbandona la comoda poltrona che giace all'angolo della stanza. Siede accanto a me e aggiunge: "Tatuaggi che si fanno da ragazzini". Insoddisfatta di quella risposta , con le dita gli sfioro il braccio accarezzandolo lentamente, per poi sollevare la manica e vedere ciò che rappresenta. Un tatuaggio insolito, una piccola stella colpita da una freccia. SI meraviglia al mio tocco sulla sua pelle, la sua espressione lascia spazio a un piccolo accenno di felicità, non abbandonando però il pensiero che lo tormenta. Nonostante sia preso da ogni mio tocco freddo sulla sua pelle chiara e calda, con un cenno di testa scaccia quel tormento, e cambiando completamente espressione aggiunge: "Forse questo lo ricorderai.." Si allontana leggermente dal mio letto e solleva la sua maglietta verde petrolio, che mette in risalto la muscolatura.

"Cosa fai?" Urlo incredula e sorpresa.

La sua risata rimbomba nella stanza, il suo sorriso crea leggere fossette sul suo volto, come l'espressione divertita che mostrano i bambini. Intuendo l'imbarazzo nei miei occhi, mi sfotte: "Tranquilla, voglio solo mostrarti un tatuaggio che ci appartiene"

Sul suo petto sinistro, appaiono due piccole e stilizzate rose che si intrecciano, una nera e l'altra rossa. Un lungo  silenzio alla vista di quell'immagine sovrasta la stanza, interrotto dal mio inutile e amaro sussurro:"Perché ci appartiene?"

Un'altra mancata risposta, prende il posto di uno dei suoi tanti sorrisi, questa volta ricchi di speranza. SI riabbassa la t-shirt sistemandosi, dolcemente avvicina il suo viso al mio, sfiorando i nostri nasi. Sento il mio respiro farsi affannoso, i battiti aumentare e il suo odore di menta sovrastarmi. Chiudo leggermente gli occhi sperando che si allontani, respingerlo mi sembra maleducato, ma sarebbe come baciare uno sconosciuto. Intuendo i miei pensieri, Logan sposta appena il suo viso, senza mostrare segni di delusione. Appoggia lievemente le sue labbra sulla mia fredda fronte, quasi fossi di cristallo, sussurrandomi vicino all'orecchio:"Presto lo ricorderai amore mio!".

 

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Capitolo 3
*** PARTE 3 ***


30 settembre 2022, è il giorno delle dimissioni, non so se essere felice o terrorizzata all'idea di tornare in una casa che non conosco, con un ragazzo che non conosco. Sapevo che questo momento sarebbe arrivato, ma non sono mai stata pronta ad affrontarlo.

Medici e infermieri, mi hanno salutato calorosamente, due volte a settimana dovrò ritornare per continuare le sedute con la dottoressa Elisabeth, mi ha lasciato il suo numero così dovessi avere urgente bisogno di parlare con lei potrò chiamarla. Nella mia condizione, alcuni sogni, o piccoli ricordi potrebbero sconvolgermi emotivamente, perciò il suo aiuto è fondamentale.

Dal mio risveglio non ho affrontato grandi conversazioni con Logan, perciò nessuna nuova notizia sulla mia vita si è aggiunta, invano ho provato a fargli domande più vaghe, tutto fiato sprecato.

Gli dovrei esser riconoscente per non avermi lasciata neanche un istante, per essere stato esageratamente paziente nei miei confronti. Non ha mai mostrato nessun cenno di cedimento, il suo modo di prendersi cura di me è impeccabile. Nonostante tutto sono terrorizzata.

Varcata la porta dell'ospedale, una leggera brezza autunnale, accarezza il mio volto pallido, spostandomi leggermente le lunghe onde dei capelli. Socchiudo gli occhi e accenno un sorriso per quel piccolo istante di libertà. E' una calda giornata di Settembre, il leggero gubbino verde mi infastidisce, abbasso la cerniera, lasciandolo addosso per non sfidare le mie scarse difese immunitarie. Logan ha proposto di portarmi per questo giorno uno dei pochi vestiti nell'armadio, ma mi sento così goffa ancora che ho preferito non osare e scegliere per un classico e comodo jeans con t-shirt.

I suoni e i rumori delle auto mi riportano alla tristezza cittadina, ricordandomi che è giunto il momento di affrontare la vita, la mia vita, qualunque essa sia.

Logan arriva all'entrata dell'ospedale con l'auto, Audi A4 nera, impaziente di riportarmi a casa, i suoi occhi non tradiscono la felicità che lo assale.

Il tragitto non dura molto, ammetto che è un bravo guidatore, anche galante, apre la mia sportella per farmi accomodare in macchina, spero non sia un gesto abituale, ma solo una cortesia data la mia scarsa forma fisica. Vorrei ricordargli che non sono invalida, tutte queste smancerie non le digerisco.

Sfreccia per la città deciso e disinvolto dirigendosi verso l'Upper East Side di New York, fermandosi davanti a un immobile formato da forse una cinquantina di appartamenti. Un design unico ed elegante sovrasta l'intera facciata in metallo lucidato, tutto incorniciato da forme scultoree e grandi pareti vetrate. Un piccolo giardino circonda l'intero edificio ospitando alcuni posti auto. Spalanco gli occhi, quando noto che il portiere, un uomo sui cinquant'anni dai lunghi baffi, apre la mia sportella per farmi scendere. Rimango comunque in silenzio senza fare domande, mentre l' uomo mi accoglie con un tenero sorriso :"Bentornata signorina".

Ricambio annuendo semplicemente e attendendo impalata sulla soglia del grande portone l'arrivo di Logan.

Prendiamo il moderno ascensore specchiato, ultimo piano, porta a destra. Resto dietro lui in silenzio sorpresa e impaurita di entrare, mentre tremante, preso dall'emozione, infila le chiavi nella serratura.

"Bentornata a casa" Sorride Logan, invitandomi ad entrare. Davanti a me un grande salone luminoso, dalle pareti bianche, è pronto ad accogliermi, centralmente un camino moderno e due divani , posizionati frontalmente a un 50 pollici, riempiono quella stanza, essenziale e pulita. Una porta conduce ad una stanza ancora più grande, tutta arredata in stile moderno, senza troppi ornamenti e arredi. Sulla destra una grande cucina bianca laccata e lucida risplende nella stanza, alcune parti sullo sfondo noce ad accogliere delle mensole, rendono l 'ambiente più accogliente e di grande impatto. Una piccola isola centrale con tavolo e due sgabelli alti, completano quell'arredamento, davanti un tavolo noce abbinato alla cucina, con sedie della stessa tonalità di grigio chiaro dei due sgabelli vicino l'isola. Poi la parte più bella, un'estesa vetrata conduce su una terrazza dove una fila di piante, per la maggior parte rose di vari colori, illuminano l'ampio spazio. Chiudo per un momento gli occhi, assaporando la leggera brezza e i raggi di sole, mentre immagino me stessa, prima dell'incidente, su una di quelle sdraio situate in un angolo, godendo di piccoli momenti di pace.

Proseguo il mio tour in silenzio, studiando ogni singolo particolare, mentre Logan mi segue con lo sguardo in attesa di una mia reazione. Dall'altro lato del salone, un piccolo corridoio porta a tre camere e due bagni: uno studio con scrivania, computer e una piccola libreria, un'altra stanza completamente vuota e una camera da letto, cosparsa da un delicato profumo di lavanda. La consapevolezza di un solo letto in quella enorme casa, accresce la mia ansia. Il pensiero di dover condividere da questa notte il mio letto con un ragazzo che attualmente non conosco, non solo incrementa le mie preoccupazioni, ma mi mette completamente a disagio. Cerco di scacciare quei pensieri per non farmi coinvolgere dal panico, dirigendomi verso l'armadio bianco lucido scorrevole, dove ritrovo tutti i miei vestiti perfettamente ordinati. Ne ho per tutte le occasioni, dagli abiti più eleganti, al casual o addirittura a tute di ogni genere, forse amavo praticare sport.

Ritorno nel salone dove Logan è rimasto, titubante, in attesa che dica qualcosa.

"E' come lo immaginavi?" Sfodera un sorriso.

"Molto di più" Ammetto "Non immaginavo che fossimo due ragazzi in grado di poterci permettere tutto questo"

"Cosa ti aspettavi? Una casa di paglia?" Ci ride su, come se avessi la sua stessa voglia di scherzare, ma intuisce dal mio piccolo e sforzato sorriso che il mio umore non è dei migliori.

Infastidita proseguo:"Che lavoro fai? Dato che possiamo concederci tutto questo. Nell'ultimo periodo sei stato chiuso in ospedale con me, potrò almeno sapere di cosa ti occupi vero?"

Alzo un sopracciglio, rivolgendomi scontrosamente, ma non riesco a infastidire il suo animo gentile. SI avvicina, afferra le mie mani e guardandomi negli occhi, mi spiega: "Gestisco con mio padre un' azienda di famiglia, godendo di tutti i permessi e ferie che desidero Non ti sto mentendo Vicky!".

Distolgo il mio sguardo dai suoi occhi intimidatori, posando la mia attenzione su una foto dietro di lui. Lascio la sua presa e mi avvicino alla cornice bianca che giace vicino ad una coccinella portafortuna in ceramica, su un mobiletto di legno noce. Osservo quei volti immersi in una risata spensierata, innamorati di quell'attimo di vita.

"E' l' unica foto che abbiamo insieme" Mormora da dietro, ricercando di nuovo un contatto con il mio corpo. Le sue mani scorrono lentamente sui miei fianchi. Deglutisco, per quell'estrema vicinanza, ma non lo distolgo.

"Come mai solo una foto?"

Sogghigna appena. "Odio essere fotografato, mi imbarazza, come imbarazza te. Questo è stato uno scatto rubato"

"Perché rubato?"

"L'autrice è una mia amica, la sera più bella della mia vita" Incerto continua "Eravamo un po' brilli, in una calda serata d'estate. I nostri abiti qui sono un po' bagnati, reduci di un attacco che hai iniziato tu" Si sofferma un istante, immerso in quel ricordo.

"Mi hai punzecchiato gettandomi un bicchiere d acqua, la tua risata riecheggiava nella festa. Sono stato al gioco, e ho ricambiato con una bottiglia d'acqua. Eri fradicia, e ti lamentavi perché non avrei dovuto rovinare i tuoi capelli durante un party. Appena hai raccolto la tua chioma castana, tutto si è completamente bloccato intorno a me" Sorride a quel ricordo "Sei ancora più bella, ti ho sussurrato a labbra socchiuse. Ignorando del tutto le mie parole, ti sei vendicata con un altro bicchiere d'acqua, pur di evitare quel momento intimo".

Per la prima volta , la risposta mi appare sincera, non posso negare che in quella foto l'innamorato non era solo lui. I miei occhi, catturati in quell'istante, sorridevano quanto i suoi, immersi in una risata di completa complicità.

"Ci siamo fidanzati quella sera?" Chiedo, deglutendo.

Fa una smorfia:" No, ma è stato l'inizio di una lunga serie di giornate insieme. Per convincerti che siamo due anime in perfetta sintonia non è stato semplice. Sono reduce di un lungo e faticoso corteggiamento. Eri una ragazza sulle tue, non ti sbilanciavi mai, ma era solo una forma di difesa l'ho capito conoscendoti."

"Difesa? E da cosa esattamente?"

"Non tutto oggi amore mio, ci arriveremo con il tempo" sfugge dal discorso.

"Abbiamo tutta la giornata, perché no?!" Insisto.

Prende le mie mani e le pone sul suo caldo petto, alzandomi leggermente il mento per poter incontrare il suo sguardo

"No abbiamo tutta la vita" mi corregge.

Annuisco leggermente, ma la tristezza tradisce il mio viso. Distolgo il suo sguardo dal suo e mi allontano.

"Faccio una doccia, ne ho bisogno"

Lascio Logan alle mie spalle, solo, probabilmente deluso.

 

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Capitolo 4
*** PARTE 4 ***


A casa il tempo è una tortura, le ore sembrano mesi, i minuti sono giorni e i secondi ore, è la percezione dello scorrere del tempo. E' domenica mattina, sono solo passati due giorni da quando sono uscita dall'ospedale, già rimpiango quell'ambiente che mi permetteva di sfuggire da Logan tra visite e sedute, qui nonostante l'enorme casa i momenti di privacy sono impossibili. Lui rispetta il mio silenzio, ma solo la sua continua presenza mi infastidisce, non riesco a gradire la sua compagnia, forse anche colpa della mia testardaggine. Mi infastidisce il suo disinteresse nell' avviare conversazioni che potrebbero aiutare la mia memoria, almeno per capire che tipo di coppia eravamo, non posso basarmi solo su un inutile foto presente in casa. E' impossibile che la nostra relazione non subiva mai litigi? Possibile che non esistessero dei momenti di discussione? Solo quotidiani fatti, ai suoi occhi futili, ci permettevano di essere angustiati.

Continuando a studiare le varie stanze di quella casa, nessuna traccia della mia vita precedente è presente: un diario, altre foto, un biglietto d'augurio...nulla! Appartenevo davvero a quella vita? Il mio cellulare con l'incidente si è perso chissà dove, quindi il mio nuovo iPhone è tutto da riscrivere, come la mia nuova vita. Odiavo anche la socialità, perché inserendo i miei dati su internet, non risulto in nessuna piattaforma social. Ero estremamente riservata, ha insistito Logan, ovviamente anche lui non è presente, altrimenti sarebbe stato troppo facile vero?!

Sono cosciente che sia io a giudicarlo brutalmente, lui ha continuato a mostrarsi galante, nonostante i mie continui cambiamenti di umore, curiosità, scontrosità e tristezza fanno a ruota nelle mie giornate. La notte è il momento peggiore, Logan si è offerto di dormire sul divano, notando il disagio della prima notte, ma ho rifiutato la sua proposta, una piccola parte di me vorrebbe conoscerlo davvero per far riemergere ciò che prima provavo. L'eccessiva vicinanza dei nostri corpi la notte, mi irrigidisce troppo, nonostante lui gentilmente, mi concede tutta la privacy girandosi dal lato opposto, corpo e mente si rifiutano, perciò le prime due notti le ho passate sul comodo divano del salotto.

"Basta! Ora usciamo e conosciamo i tuoi amici" Sbotto domenica mattina, mentre Logan prepara amorevolmente la ricca colazione ornata di una vasta varietà di biscotti, marmellate, crema alle nocciole, latte, caffè, spremuta d'arancia; un vero banchetto allestito, sembra di essere in una pubblicità.

"Non sei pronta lo sai, arriverà il momento in cui.."

"Logan, basta! Non ti sopporto più!" Lo interrompo spalancando gli occhi e cercando il suo sguardo continuo "Sei sempre così perfetto, non accenni mai segni di cedimento, nonostante io mi mostri spesso scontrosa nei tuoi confronti. A volte rilevi segni di compassione, altre sembri ferito da non so cosa, quando ti faccio determinate domande sfuggi. Ho bisogno di sapere la verità, altrimenti divento pazza!"

Sorpreso, da quella mia reazione, prosegue verso il tavolo, sedendosi con garbo e sorvolando quanto detto, rimane in silenzio, godendosi la sua colazione. Quel gesto disinvolto, quel ignorare completamente la mia presenza quasi, crea in me una rabbia ancora più forte. Senza batter ciglio, mi alzo dal tavolo scagliando la sedia, facendo cadere, sulla tovaglia bianca dai piccoli fiorellini gialli, la mia calda tazza di latte.

"Me ne vado" affermo con voce ferma, dandogli le spalle.

"Non vai da nessuna parte!" Incredula di quel tono minaccioso, mi incammino verso la camera da letto, ma vengo bloccata dalla sua forte presa sul mio polso destro, così energetica che costringe a voltarmi. I miei occhi incontrano i suoi, per la prima volta il suo sguardo abbandona il ragazzo amorevole e paziente conosciuto in questi giorni, svelando una nuova identità. Odio, rancore, rabbia tradiscono il suo animo gentile.

Un brivido di paura mi ripercorre la schiena.

"Non provarci mai più!" Lo avverto mostrandomi decisa. Con un brusco strattone mi libero dalla sua mano e con un passo svelto mi dirigo in camera da letto, non potendo fuggire a causa del pigiama che ancora indosso. Logan mi corre dietro, consapevole di aver tradito per la prima volta le apparenze.

"Vicky ti prego, scusami" Mi implora "Sono scosso, ammetto che è stato un periodo difficile, e sapere che la mia presenza ti infastidisce, mi fa star male. Desidero solo abbracciarti, scherzare, stare insieme a te. Sono ossessionato dall'idea di perderti". Le parole vengono smorzate dalla voce tremante, ma impaurita da quel gesto violento, gli ridò le spalle e lo imploro: "Lasciami stare, per favore!"

Mi chiudo in bagno, e scoppio in un pianto liberatorio, avrei preferito esser completamente sola, e non aver un ragazzo che non fa altro che accresce i miei sospetti. E poi questa sua reazione violenta? Guardo il mio polso, leggermente arrossato per la sua presa, rabbrividisco, e se fossi con un ragazzo aggressivo? L'immagine riflessa nello specchio, mostrano una ragazza impaurita, timorosa di scoprire la verità, ma determinata a riprendere la sua autonomia. Cerco di rilassarmi con una lunga doccia calda, e mentre lascio ancora cadere qualche lacrima, rifletto bene su come comportarmi. Non posso continuare così, devo dargli uno chance , e non basarmi solo su inutili sospetti o sul suo istinto, avrà sofferto tanto anche lui, si sarà sentito responsabile dell'incidente. Forse quel giorno abbiamo litigato, ero furiosa e ho perso il controllo dell'auto, o ancora l'avrò avvisato che non mi sentivo bene e non mi ha dato ascolto, magari tutto questo per lui è un tormento. Asciugo i capelli, trovo un Beaty con dei trucchi nel mobiletto del bagno e cerco di coprire con del fondotinta le piccole cicatrici rimaste, cercando di non nascondere le lentiggini che valorizzano le mia chiara carnagione. Un tocco di eyeliner per dar luce ai miei occhi verdi e un leggerissimo lucida labbra per terminare il mio make up. Mi accorgo solo dopo di non aver portato con me le robe. Apro leggermente la porta, per sentire dove si trova Logan, i rumori derivano dalla cucina, in silenzio mi dirigo in camera da letto, chiudo la porta e apro l'armadio per scegliere cosa indossare. Provo un vestito rosso, dalle maniche in pizzo, troppo appariscente per una semplice giornata e scoprire le gambe piene di lividi ancora non sembra adatto, opto per un paio di jeans e una camicetta bianca, prima di ritenermi soddisfatta mi assicuro che non sia trasparente da non attirare troppo l'attenzione. Lascio ricadere le onde dei capelli sulle spalle, prendo gli occhiali da sole ritrovati in una borsa a tracolla color cuoio, e li indosso portando leggermente i capelli all'indietro. Un ultimo sospiro per acquisire un po' di coraggio ed esco da quella stanza, per digerirmi decisa verso la cucina, dove Logan, pulisce ancora il mio disastro combinato con il latte.

Sentendomi arrivare, alza lo sguardo ancora afflitto, ma rimane in silenzio quando i suoi occhi incontrano i miei. Con un timido sorriso, ignorando cosa sia successo, gli propongo "Ti va di fare un giro? Soli? Io e te"

Non ascolta la mia domanda e rimane a guardare ogni minimo dettaglio del mio corpo, cerco di richiamare la sua attenzione "Logan? Allora?"

"Sei bellissima" E' tutto ciò che riesce a dirmi.

Lusingata, abbasso timidamente lo sguardo, mi avvicino a lui, incrocio i suoi occhi "Cancelliamo ciò che è successo, ammetto di aver sbagliato, sono sempre così scontrosa, ma non è colpa mia. Non conoscere la mia vita, mi rende insicura e timorosa, ma davvero non sono arrabbiata con te. Dammi il tempo e la possibilità di riconoscerti, di capire chi sei, chi eravamo, ma facciamolo con spensieratezza uscendo, divertendoci, come se dovessimo conoscerci per la prima volta".

Sorpreso ma felice per la mia proposta, mi da un tenero bacio sulla guancia "Grazie, vado a prepararmi, sarà una bellissima giornata".

Facciamo un giro per la città e ci fermiamo per mangiare in una trattoria dai simpatici proprietari napoletani, una squisita pizza. Non ne potevo più di pappine e brodini dell'ospedale. Il mio stomaco però ancora si deve riprendere e riesce a contenerne solo metà, ma provvede Logan a non lasciarne neanche una briciola, tutti quei muscoli avranno bisogno di molte calorie.

Mi ritrovo a mio agio, riusciamo a trovare una straordinaria intesa, ridiamo e chiacchieriamo di argomenti futili, riscoprendo non solo lui ma anche me stessa, senza tormentarmi sul desiderio necessario di ricordare tutto in fretta. Logan appare sereno quanto me, abbandona completamente il tormento che trapelava, la sua postura rilassata rilevano una nuova parte di lui che apprezzo molto di più.

"Allora cosa mi racconti di te, affascinante ragazzo?" Inizio scherzando.

"Già che mi lusinghi definendomi affascinante, mi fa pensare che mi trovi interessante"

Faccio una smorfia per aver rilevato quel mio pensiero "Essere affascinante non basta"

"Si in effetti non ti è mai bastato" Ammette.

"Pretendevo tanto?"

"Mmm, no o forse ciò che pensavi di desiderare era tanto, ma poi ti sei accorta che basta veramente poco per esser felice insieme a qualcuno"

Cade un silenzio imbarazzante, cerco di riprendere la conversazione "Quali sono le tue passioni?"

Logan mi rileva il suo interesse per la box che non ha potuto coltivare a causa di un infortunio avvenuto da ragazzino, una caduta in bicicletta scaturì una frattura alla spalla e rinunciò al suo sogno. Alla montagna preferisce il mare, ma non per passarci l'estate, la sua stagione preferita è la primavera, dove puoi godere di quei momenti di solitudine sulla sabbia ancora fredda. Non è molto socievole, per questo evita ogni evento mondano e le feste comandate lo mettono di cattivo umore, perché costretto a passarlo in una falsa allegria famigliare, con zii e parenti che fingono di amarsi. Odia il cinema, perché non vuole condividere uno dei suoi film preferiti con perfetti sconosciuti, perciò preferisce godersi il suo televisore comodamente nel salotto di casa. La sua passione per l'arte cinematografica è forte quanto il suo interesse per l'arte contemporanea, sorprendendomi anche con delle riflessioni altamente culturali. Il suo artista preferito è Koons, forse per aver affrontato anche perfomance sessuali, ammette.

In un solo giorno riesco a scoprire tanti lati di lui che non avrei mai pensato, e mentre parla delle sue passioni, dei suoi cibi preferiti, delle sue avventure da ragazzo, io sono completamente trasportata da quelle parole, meravigliandomi di quanta bellezza d'animo, culturale e passione ci sia in un ragazzo come lui, apparentemente frivolo.

Dopo un lungo pranzo domenicale, facciamo un altro giro in città, prima di rientrare a casa. Stanca tolgo i vestiti e corro a rimettere la mia comoda tuta, so che sembra strano ma è difficile e stressante ritornare a indossare abiti normali dopo esser stata tanto tempo con comodi pigiami.

Mi siedo affianco a Logan sul divano, mentre guarda la tv, titubante chiedo "Domani rientrerai a lavoro?"

"Io preferirei rimanere un altro po' con te, non vorrei ancora lasciarti sola"

"Devo abituarmi, voglio che riprendi la tua vita, se avrò bisogno ti contatterò"

"Ti sei già stancata di me, dopo oggi?" Scherza.

"No, davvero. Non voglio che mi tratti come una malata però. Sarò tutto il giorno a casa, cosa dovrebbe accadermi?"

"La solitudine, nella tua situazione, non è d'aiuto sai?"

"Hai anche una cultura medica?" Dico in maniera sarcastica

"No, è un consiglio della dottoressa Elisabeth" Ammette "Facciamo cosi, io rientro a lavoro, ma devi promettermi che di qualunque cosa tu abbia bisogno mi chiamerai" Mi guarda negli occhi, severamente, rivelando preoccupazione.

"Prometto" ricambio il suo sguardo. Teneramente gli do un bacio sulla guancia per ringraziarlo della fiducia, sussurrandogli all'orecchio "Grazie, sono stata bene oggi".

 

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Capitolo 5
*** PARTE 5 ***


Oggi è la prima giornata che trascorro sola, stranamente mi sento un po' infelice, forse ha ragione la dottoressa Elisabeth non sono pronta, ma non lo ammetterò mai. Forse perché ieri ho gradito la compagnia di Logan, cambiando completamente opinione su di lui, è presto per confermare che siamo in sintonia e ricambio i miei sentimenti, ma ci vorrà del tempo, è normale.

Logan è uscito da casa presto, ha comunque lasciato la colazione preparata, accanto una rosa, raccolta dal nostro angolo verde, e un biglietto "Buon giorno amore mio! Non dimenticare la promessa!".

Sorrido alla vista di quel tenero gesto, ha un modo così elegante di corteggiarmi.

Faccio una doccia, metto la mia solita tuta bianca e grigia casalinga, raccolgo i capelli in una coda alta e mi dirigo sull'ampio balcone, pronta per riscoprire le mie doti di giardinaggio, in una fresca giornata di sole. Vicino al muretto ci sono dei libri per amanti del pollice verde, ne prendo uno, "la Regina dei fiori" e inizio a leggere. "

Saffo, la poetessa greca, definì la rosa la regina, elegante e sensuale, grande ispirazione di ogni epoca, utilizzata da noti scrittori come De Saint Exupèri nella sua opera "Il piccolo principe", simbolo di un amore incondizionato".

Sulla pagina accanto un aforisma scritto a matita, cattura la mia attenzione:

"La Rosa e la spina, come il dolore e la gioia, sono collegati tra loro".

Mi chiedo come mai avessi riportato quella frase, su un libro di giardinaggio. Continuo la lettura, proseguendo con le raccomandazioni per curare nel giusto modo queste piante, che giacciono vicino al muretto, rosa, rosse e bianche, raggianti e maestose. Le ammiro in silenzio, facendomi accarezzare dai pochi raggi di sole, il silenzio che mi circonda è appagante. Poto con cura le rose, accarezzandole delicatamente, togliendo loro le foglie appassite e le erbe selvatiche, distribuisco un po' di concime necessario, senza rileggere le istruzioni dettate dal libro, agisco spontaneamente, come se conoscessi cosa sia giusto, con naturalezza e spontaneità, come se quel ricordo non abbia mai abbandonato la mia mente.

Passo l'intera mattinata fuori, ne approfitto della bella giornata, per godermi il leggero pranzo alla luce del sole. Rifletto nuovamente su quella frase, forse era stata semplicemente scritta senza motivo, magari mi piaceva e non volevo che la dimenticassi.

I miei pensieri vengono interrotti dal suono del cellulare. Logan "Cena fuori stasera? Un collega mi ha parlato di un nuovo ristorante italiano al centro di New York, sembra che facciano dei primi squisiti. Amo la cucina italiana, ti va? O sei stanca?"

Sorrido, mi fa davvero piacere questa proposta, accetto senza pensarci un attimo "Stanca? Di esser a casa si, inizio ad annoiarmi"

"Arrivo intorno alle 19, il tempo di cambiarmi e usciamo. Mi manchi piccola"

Una leggera morsa allo stomaco alla vista dell'ultimo messaggio, inizio ad apprezzare i suoi gesti, le sue parole premurose, mi incoraggiano a lasciarmi andare. Sono passati pochissimi giorni da quando sono uscita dell'ospedale, ma è bastato davvero poco per cambiare idea su Logan. Ogni sua attenzione in più, fa accrescere il mio interesse. Sono indecisa se lasciarmi trasportare, se affidarmi completamente a lui, devo ammettere che sono troppe le cose che non mi ha chiarito, però se davvero ci fossero altre persone che tenessero a me, mi avrebbero cercata in qualche modo. Ho passato molto tempo in ospedale anche dopo il mio risveglio, è l'unico che mi è sempre stato accanto è Logan, come posso dubitare di un ragazzo così?!

Passo il pomeriggio a decidere cosa indossare per la serata, non so se sia un locale elegante o qualcosa di più semplice, non ho il coraggio di indossare l'abito rosso che mi attira da giorni, troppo vistoso per passare inosservata nella gente, non amo essere al centro dell'attenzione. Opto per un altro abito nero a mezza manica, mentre l'altra metà del pomeriggio la trascorro modellando le onde dei capelli. O non ero molto brava a preparami o sono adesso troppo indecisa su come apparire.

"Sono tornato" Urla dalla porta Logan. Gli vado incontro, meravigliato della piccola sfilata che gli dedico e del tono simpatico e allegro con cui mi rivolgo

"Allora sembro uscita da un incidente o da una vacanza ai Caraibi?"

"Saresti splendida anche con uno straccio addosso"

"Sono troppo elegante?" Chiedo intimorita

"No, sei troppo bella, è diverso!"

Il suo modo di lusingarmi mi mette ancora a disagio, ma mi compiace.

"Vado a rinfrescarmi e mi preparo anche io"

Lo attendo in camera da letto, mentre do qualche ritocco al leggero trucco, e decido quali stivaletti abbinare.

"Com'è andata la giornata?" Urla Logan dal bagno.

"Rilassante. Il tuo rientro a lavoro?"

"Giornata monotona"

"Di cosa ti occupi esattamente?"

"Davvero vuoi parlare del mio lavoro?"

"No, ma vorrei sapere di cosa ti occupi, non posso?" Avverte il mio cambiamento d'umore, al suo tentativo di sviare la conversazione.

Mi raggiunge in camera da letto, a mia sorpresa, a torso nudo e con un'asciugamano sui fianchi. Rimango immobile alla sua vista, riscopro altri tatuaggi sul resto della spalla e del petto, non è molto palestra, ma ha dei lineamenti perfetti. Cerco di distrarmi per non far notare che fisso il suo corpo disegnato da frasi, un leone, delle carte, ma lui cerca la mia attenzione smorzando la risposta secca di prima.

"Scusami. Mi sei mancata e trovo irrilevante parlare del mio lavoro. E' un'azienda meccanica, forniamo vari pezzi d'assembramento per dei motori"

Meravigliata del suo ruolo nella società, ammetto "Grazie, ti sembra banale, ma anche le piccole sfumature della tua vita per me sono importanti conoscerle"

"Scusami tu, è difficile ricominciare dal principio per me, e spesso mi dimentico che sto saltando lo step della conoscenza, do per scontato tante cose che per te sono importanti. Finisco di prepararmi ok?"
Solo in quel momento mi rendo conto di quanta fatica ci sia dietro ogni sua parola, ogni suo gesto, per Logan non è cambiato nulla, sono io che sto riscoprendo, ciò che ai suoi occhi è banale per me è una novità. Corteggiarmi la prima volta aveva ammesso che non era stato affatto semplice, ma lui non si sta arrendendo a rifarlo nuovamente.

Raggiungiamo il ristorante proposto dal collega di Logan, un piccolo locale, ma ben strutturato tutto in legno, con luci soffuse. Ad accoglierci un cameriere dall'accento italiano, ci indica le portate più consigliate dello chef.

"Allora, posso confermare che mi hai concesso un secondo appuntamento?" Chiede Logan appena siamo soli

Sorrido, "Sì, posso dire che il primo appuntamento mi ha sorpresa" ammetto

"Ti ha sorpresa" ripete pensieroso "Spero di non sembrare noioso al secondo, dovrò distribuire gli argomenti per avere più appuntamenti"

"Vorresti solo degli appuntamenti quindi? Non proseguire con qualcosa di serio e duraturo?" Sorprendo Logan, ma anche me stessa per la mia dichiarazione.

"Mi ci sono voluti mesi per conquistarti la prima volta, e immagino che ci vorrà del tempo per conquistarti anche questa volta"

Qualcosa dentro si era smossa ripensando a tutta la fatica di Logan, non voglio riaspettare mesi, non voglio perdere altro tempo, desidero solo lasciarmi andare, questa sera desidero che osasse, ma non voglio esser io a prendere iniziativa.

In pochi giorni, il mio umore con lui è cambiato, mi lusinga, mi fa ridere e divertire con poco, con semplici storie o gesti, e domani le avrei riferito tutto alla dottoressa Elisabeth. Non aspettavo altro che raccontarle tutto, forse per avere anche un suo saggio consiglio.

"Come hai passato la giornata oggi? Non penso sia stata tutto il giorno sul divano" Chiede Logan

"Mi sono dedicata al giardinaggio, ho riscoperto questa passione, le mani lavoravano come se sapessero già cosa fosse giusto fare. Penso che sia un buon inizio per il recupero della mia memoria , sono positiva" Gli svelo con entusiasmo.

Logan si incupisce un breve istante, svelando preoccupazione, rapidamente avverte il mio sguardo su di lui, e maschera quell'umore con un falso entusiasmo.

"E' una notizia meravigliosa, dobbiamo festeggiare!"

Non voglio rovinarmi la serata, mi convinco che sia solo una mia impressione, o che il ricordo del mio incidente ancora crea in lui turbamenti, alziamo i calici e continuiamo festeggiare quel piccolo successo.

Non reggo molto bene l'alcool, Logan mi riporta a casa sorreggendomi, mentre continuo a ridere ad ogni sua battuta, sfottendomi per i miei giramenti di testa causati da due calici di vino. "Ubriaca al secondo appuntamento, non è un ottimo modo per conquistare un ragazzo sai?"

"Ehi! Avresti dovuto saperlo che non reggo l'alcool, ti sei preso gioco di me" Scherzo provando a spingerlo, ma barcollo, la sua presa mi regge.

"Tu continuavi a proporre brindisi, sarebbe stato maleducato respingerli"

"Tu invece come fai a essere così lucido? Guarda non ti scomponi neanche un po'" con le dita, do dei tocchetti ai suoi fianchi, si sposta per il solletico.

"NON MI DIRE!" Urlo stupita "Soffri il solletico?" Scopro divertita.

Sorride "Sì, lo ammetto, ma mai quanto te!"

Improvvisamente, mi prende dalle gambe e mi butta sul divano, tenendomi le mani legate in modo che io non possa sfuggire al suo solletico sui fianchi. Siamo allegri e spensierati, la mia risata sotto la sua presa, rimbomba in tutta la casa, per poter bloccare il suo corpo, mi metto cavalcioni su di lui, è decisamente forte, con una mano blocca i miei polsi con l'altra mi punzecchia.

"Mi arrendo!" Grido tra i gemiti

"Non è valido"Continua Logan divertito

"Ti prego, pietà" Lo imploro. Mi libera dalla sua presa, ricado su di lui, vicino al suo volto divertito, ma ora silenzioso. Mi accorgo solo in quell'istante di quanto i nostri corpi siano così vicini, uniti, intrecciati. Il nostro fiato è corto, il suo respiro alla mente mi invade. Logan mi guarda negli occhi, come se aspettasse una mia conferma, indeciso se lasciarsi andare o trattenersi. Titubante abbandono la mia mano alla ricerca della sua, vicino alla mia gamba scoperta dal vestito, il suo tocco scatena in me un brivido

"In questa posizione non riesco a resisterti Vicky" Sussurra

"Non resistere allora" lo incoraggio

Le sue labbra incontrano le mie e cedono a quel desiderio. I nostri corpi si muovono in perfetta sintonia, assetati da quella passione, le mani di Logan si fanno strada sotto l abito, sfilando con delicatezza la zip dell'abito, slanciando il reggiseno e avvicinandomi con forza a lui. Mi lascio andare, sbottono la sua camicia, mentre lui con tocchi veloci, avidi, abbandona la delicatezza che lo contraddistingue incolto da quel ferreo desidero di avermi. Ansimante le nostre labbra continuano a baciarsi.

"Non oggi Vicky" mi ferma, quando le mie mani provano a togliere la sua camicia

Deglutisco, vergognata da quel mio gesto. Logan intuisce subito e mi rassicura "Non voglio che tu sia brilla, potresti essere pentita domani. Ti desidero, non sai quanto, ma consapevole quanto me"

Spiazzata dalla sua galanteria, mi sposto dalle sue gambe, appoggio la mia testa sul suo petto e gli sussurro "Grazie. Scusami se ho dubitato di te"

 

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Capitolo 6
*** PARTE 6 ***


“Ti trovo raggiante!” Esclama Elisabeth vedendomi entrare nel suo studio.

E’ martedì, Logan ha insistito ad accompagnarmi in ospedale per la mia seduta settimanale, la prima da quando sono stata dimessa. Ho provato a convincerlo che ci sarei venuta da sola, alla fine non ho insistito molto, non mi entusiasma prendere l’autobus.

“Sì, ammetto che son bastati pochi giorni di liberà per riprendermi” Le rispondo sorridendo.

“Bene sarò felice di ascoltarti, iniziamo!”

Mi sdraio sulla poltrona e inizio in maniera differente la nostra lunga conversazione, trascurando per la prima volta il continuo tormento, protagonista dei miei racconti, dando spazio invece alla spensieratezza di questi giorni. Mi confido descrivendo anche quanto accaduto ieri sera, al mio desiderio di avere Logan in quel momento, accorgendomi che non è stato solo di un episodio causato da qualche bicchiere di vino in più.

“Pensa che sia troppo presto per, bhe, si, avrà capito” chiedo imbarazzata senza completare la frase.

“Sei una ragazza Vicky, non c’è nulla di male ad avere rapporti sessuali, non devi vergognartene”

“Si ma non lo conosco ancora, la scorsa settimana ero qui a piagnucolare su quanto non sopportassi la sua presenza, e invece adesso eccomi qui a chiederle il permesso se posso andare oltre”

“E’ il tuo ragazzo, state insieme da tanto tempo, tu non lo ricordi ok, ma non è vero che non lo conosci. Forse è questo subconscio che ti coinvolge totalmente, tanto da lasciarti trasportare anche in emozioni più forti, è un ottimo passo. La serenità mentale che stai raggiungendo è segno di positività per il ritorno della tua memoria, le emozioni che stai provando con Logan, è la consapevolezza che qualcosa sta riemergendo. Hai anche fatto qualche sogno che potrebbe ricordare qualcosa del tuo passato?”

“No” Riconosco tristemente “Ieri ho dedicato la mattinata alla cura delle mie rose sul balcone, sapevo già cosa fosse giusto fare, come se quei gesti mi appartenessero”

Sorride “Ottimo! Come per le piante anche il desiderio di Logan ti appartiene, per questo non devi provare timore a lasciarti andare. Il nostro cammino è iniziato da poco, ma i risultati sono positivi. Goditi il periodo senza rimuginare e vedrai che la memoria riaffiorerà”.

Terminata la seduta, all’uscita dell’ospedale Logan mi attende per riportarmi a casa.

“Com’è andata?” Mi chiede in macchina prendendomi la mano e dando un tenero bacio.

“Bene” ammetto senza raccontargli i dettagli.

Parte a razzo per le vie di New York. “Logan stai sbagliando strada!” Lo avverto vedendolo svoltare per una via opposta al nostro quartiere.

“No” mi sorride. Lo osservo arricciando le sopracciglia, in attesa di una risposta più soddisfacente. Dopo un lungo silenzio, mentre non gli stacco lo sguardo da dosso, riprende “Ho una sorpresa per te!”

“Non devi rientrare a lavoro?”
“Non sei contenta di stare un po’ insieme?”
“Certo, sì. Però le sorprese mi mettono un po’ d’ansia. Di cosa si tratta?”

“I nostri vecchi amici ci aspettano in un bar, sono entusiasti quando hanno appreso la notizia che stai meglio, vorrebbero riabbracciarti. Te la senti?”

Incredula, sbilancio il mio corpo verso di lui in un pessimo tentativo di abbracciarlo, senza distoglierlo dalla guida. Sono emozionata, felice, ma anche terrorizzata e imbarazzata per paura di tradire le loro aspettative. Forse prima ero una ragazza molto più simpatica, determinata, spigliata, tutte doti che adesso non penso mi appartengano, anzi contrariamente non conoscere la mia vecchia identità mi rende incerta e impacciata. Ammetto che incontrare con chi ci divertivamo, se ci fosse qualcuno con cui mi confidassi, sarebbe un ottimo passo per aiutare a ricostruire la mia vera identità. Logan intuisce la mia preoccupazione nello sguardo perso fuori dal finestrino e dal lungo silenzio che ne è seguito

“Lo sanno che non ricordi nulla Vicky, stai tranquilla. Loro si presenteranno come se fosse la prima volta”

Leggermente confortata dalle sue parole, faccio un lungo sospiro, allontano le mille preoccupazioni e recupero quel briciolo di coraggio rimasto.

Il bar, scelto da Logan, è un posto carino e accogliente, abbastanza grande per non avere gli sguardi del personale e del resto della clientela addosso, pur non essendo molto affollato. Varcata la porta d’ingresso, studio attentamente i vari particolari del locale contemporaneo, dallo stile luminoso e spazioso, ammobiliato con colori neutri e geometrie lineari, precise; gli arredi dai volumi compatti si sposano bene con gli spazi attorno. Un’ampia sala in parquet è separata dal bancone della caffetteria, dove un’immensa vetrina di dolci, stimola l’appetito, ma non il mio perché occupato a fare la lotta con l’ansia.

Una giovane cameriera ci chiede dove preferiamo accomodarci, Logan le comunica la prenotazioni, e con aria serena la ragazza ci indica la tavolata dove ci aspettano i nostri amici. Logan fa loro cenno alzando la mano sinistra e sfoderando uno dei suoi sorrisi, mentre con la destra tiene la mia mano. Tento di nascondermi dietro il suo corpo, abbassando il mio viso timidamente per non rilevare l’imbarazzo che mi pervade. Il mio ragazzo aveva perfettamente ragione quando insisteva nel ripetermi che no ero ancora pronta, ma facendomi coraggio razionalizzo che sono solo i nostri amici e sarà una piacevole chiacchierata. Raggiungiamo il tavolo , i ragazzi sono sei, quattro maschi e due femmine, avranno dai 23 ai 28 anni, mi chiedo come facciano ad essere qui alle 11 di un martedì mattina spensierati. Mostrano tatuaggi, due di loro addirittura dei piercing ben evidenti, cerco di non soffermarmi sulle apparenze.

“Ben arrivati” Esclama un ragazzo biondo, alzandosi in piedi e venendoci incontro. Saluta prima Logan, poi sorridendomi prosegue:

”Vi trovo in gran forma, e tu Vicky sei più figa del solito!”

Spalanco gli occhi incredula, le guance si colorano di rosso fiammante. Perfetto ora sono più impacciata di prima. Stringo involontariamente la mia mano sudata a quella di Logan, che mi avverte dando una pacca sulla spalla dell’amico

”Vicky, lui è il mio migliore amico Bryan, ed è uno stronzo!”

Ridono entrambi divertiti, mentre io resto lì immobile e meravigliata della disinvoltura di Logan nonostante l’esclamazione dell’amico. Bryan, mostra sulle braccia alcuni tatuaggi uguali a quelli dell’amico o per lo meno ripetono gli stessi personaggi, carte da poker, frasi, anche un drago colorato, a differenza del mio ragazzo non ha un solo puntino di pelle che non sia pulita.

Il resto della comitiva non si differenzia molto: Kevin, Stef, Steven, Allyson e Evelyn. Timidamente porgo la mia mano a tutti loro, mentre Logan mi elenca i loro nomi.

Kevin e Stef discutono tra di loro su una gara persa con la moto, aggiornando Logan sugli ultimi fallimenti di Kevin, Steven e Allyson si tengono la mano, scambiandosi teneri baci evitando il resto del gruppo, mentre Elisabeth mi osserva attentamente, scambiandomi occhiatacce e cerando invano lo sguardo di Logan, che ignora completamente la sua presenza.

Ordiniamo il nostro aperitivo, mentre alcuni di loro sussurrano esclamazioni poco educate sul seno e sul sedere della cameriera, che educatamente continua a servirci le dieci portate senza rispondere a quelle provocazioni, cerco di star zitta ma il mal umore prende il sopravvento di fronte a tale maleducazione.

“Non hai fame?”Mi sussurra Logan in un orecchio, preoccupandosi del mio piatto vuoto.

“No, ho fatto una ricca colazione questa mattina e adesso non ho appetito” Mento.

Pensavo dovessi essere in sintonia con i suoi amici, ma nessuno di loro mi è apparso veramente entusiasta nel rivedermi, forse perché Logan gli aveva avvertiti di non mettermi pressioni, o semplicemente perché sono anche loro in imbarazzo. Nonostante non ricordi la mia vita precedente, sono sicura che non riuscirei a frequentare ragazzi come loro, che espongono cattivi commenti su una ragazza che svolge umilmente il suo lavoro.

Alcuni discutono su argomenti sportivi, osservo i loro volti e la loro sintonia che rileva una consolidata amicizia, le ragazze organizzano il weekend cercando invano di coinvolgere anche i maschi. L’organizzatrice è Evelyn, una ragazza esuberante, un po’ volgare ai miei occhi, a causa di una minigonna e una t-shirt scollata che lascia intravedere il suo seno prosperante, non nascosto neanche dai lunghi capelli biondi raccolti in una coda alta. Ammetto che è una bella ragazza dagli occhi azzurri, rovinati da un trucco pesantemente nero, ma il suo sguardo svela astuzia e invidia, non so esattamente verso chi o cosa. Allyson annuisce soltanto alle sue proposte, per non rimanere emarginata, cerco di interagire.

“Cosa avete in programma queso fine settimana?”
Incredula Evelyn si blocca, sfidandomi con aria nervosa e rimanendo in silenzio, speranzosa di incutermi timore. Logan al mio fianco continua a chiacchierare fingendo di ignorare cosa stia accadendo, ma mi accorgo che si irrigidisce, tradendo la sua apparente calma. Solo l’improvvisa voce di Allyson , rompe quel silenzio, donando un piccolo sospiro di sollievo all’intera comitiva.

“Ancora non sappiamo Vicky, ma vorremmo andare nella villa di Evelyn fuori città. I genitori saranno via per lavoro, e vorremmo approfittare ancora del bel tempo, avendo una piscina bellissima. Vi unite a noi?”
“Cosa?!” Urla Evelyn incredula di quell’invito chiaramente non gradito.

“Sì, dai Logan è l’occasione giusta per ricominciare” Lo incoraggia Kevin, ignorando l’espressione stupita e di rabbia dell’amica

“Si, cosa hai da temere?” Scherza Ryan, divertito ed eccitato da quel invito.

Sono in confusione, non comprendo il sarcasmo di Bryan, le occhiatacce di Elisabeth e il silenzio di Logan, vorrei solo andare via e chiedergli cosa stia succedendo, perché quelle reazioni se sono davvero anche i miei amici?! Pretendo delle riposte!

“Prometto che ci pensiamo” risponde Logan, mentendo chiaramente.

“Certo, devi avere sempre il suo permesso vero?” Lo accusa Evelyn

“Mio?” Confusa non riesco a capire

“Non chiudi mai quella boccaccia vero Evelyn?” Alza la voce Logan verso di lei.

“Hai paura di qualcosa forse Logan?”

I due si scambiano una lunga occhiata, Ryan interviene divertito:”Ok ragazzi, così non è un bel modo di presentarsi alla nostra  vecchia amica”

Viene verso di me, poggia le sue mani sulle mie spalle proseguendo: “Vicky, siamo solo un po’ a disagio anche noi, comprenderai che non sappiamo come comportarci per non urtare la tua sensibilità”

“Si lo vedo!” Dico sarcasticamente.

Logan accanto a me, non smette di guardare Allyson furiosamente, poi si rivolge all’amico: “Smettila e levagli quelle mani da dosso Ryan” spinge via l’amico liberandomi.

“Dai Logan non è di cristallo, non si rompe!” Grida Stef.

Sono irritata anche io adesso, parlano ignorando completamente la mia presenza, mi alzo di botto per andar via, non ne posso più di questi stupidi ragazzini.

“Attenzione, la signorina si è arrabbiata e va via, che peccato” Canticchia Evelyn, chiaramente divertita.

Mi soffermo un attimo prima di abbandonare il tavolo “Ci vediamo sabato nella tua villa!” La sfido voltandomi. Incredula, rimane in silenzio cambiando repentinamente umore. Segue un piccolo coro da Stef, Ryan e Kevin “Attenzioneeeee!”

“Qui il discorso si fa interessante” prosegue Stef

“Amici, non vedo l’ora che sia sabato” aggiunge Ryan

“Grazie” esclama sarcasticamente Logan guardandoli tutti, prima di raggiungermi fuori e lasciarli lì.

“Sono dei maleducati! Come fai a sopportarli? Come puoi frequentare certa gente?” Inizio ad urlarli una volta entrati in macchina

“Vicky, scusami, Evelyn è solo arrabbiata con me e ti ha preso di mira approfittando della situazione” Prova a calmarmi pacatamente

“Solo lei ,Logan? Non mi pare che gli altri siano mister simpatia!”

“Dai, non essere così  crudele nel giudicarli, non sapevano come comportarsi” Li difende incrementando la mia ira.

“Se generalmente il loro modo di comportarsi vuol dire fare commenti sgradevoli su cameriere da un bell’aspetto, non ci tengo molto a frequentarli!”

“Cazzo! non essere melodrammatica, stavano solo scherzando!”Continua sollevando gli occhi.

“Li giustifichi? Sono scioccata, evidentemente ciò che hai mostrato nei miei confronti, rispetto e gentilezza, non ti appartengono”

“Ora te la prendi con me? Sei tu che volevi conoscerli”

“Il problema sono io che volevo conoscerli, e non loro che sono dei maleducati?”

“Hai voglia di litigare Vicky? Un tempo ti divertivi anche tu con noi!”

“Bene, è l’occasione per cambiare la brutta persona che ero!”

“Ne riparleremo quando ti sarai calmata, ora dici cose deliranti!”

“Sarò pure arrabbiata, ma sono abbastanza lucida da confermarti ciò che penso adesso! Comunque li darò una seconda possibilità, vorrei vedere se come si comporteranno questo weekend!”

“Oh no, noi non parteciperemo?”

“E’ perché mai? Di cosa hai paura? Un tempo mi divertivo anche io no?”Affermo con sarcasmo.

“Smettila di comportarti come una bambina Vicky!” Mi rimprovera Logan, provando a mantenere un tono tranquillo.

“Ci andremo, tralascerò i miei pregiudizi, non si discute!”

“Ne riparliamo, ora non penso di essere lucido neanche io!” Mente.

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