Five Nights in Anime: La Maledizione

di Mattalara
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** 1 - Il Colloquio ***
Capitolo 3: *** 2 - Informazioni sul Lavoro ***
Capitolo 4: *** 3 - Pace Prima della Tempesta ***
Capitolo 5: *** 4 - L'Inizio dell'Incubo ***
Capitolo 6: *** 5 - Prima Notte: Parte I ***
Capitolo 7: *** 6 - Prima Notte: Parte II ***
Capitolo 8: *** 7 - Il Burattino ***
Capitolo 9: *** 8 - Il Progetto ***
Capitolo 10: *** 9 - Aiutare un Amico ***
Capitolo 11: *** 10 - Ricerche ***
Capitolo 12: *** 11 - Leon Spectre ***
Capitolo 13: *** 12 - 31/10/2020 ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


Il grande orologio che poteva essere ammirato subito una volta entrati segnava le 6:30.
Mezz'ora era passata da quando la guardia diurna avrebbe dovuto iniziare con l'apertura del locale e dare il cambio e la possibilità al collega notturno di andare a riposare, eppure era come se non fosse arrivato nessuno.
Il locale era ancora buio, le serrande ancora abbassate ad impedire l'entrata della luce solare dalle finestre e tutto all'interno di ogni stanza era come lo avevano lasciato gli inservienti prima della mezzanotte.
C'era solo una differenza, neanche tanto piccola o difficile da notare: due uomini.
Il primo era in piedi, rigido come una statua e considerando che erano passati diversi minuti da quanto aveva assunto quella posizione, avrebbe potuto tranquillamente passare per una scultura vera e propria, se non fosse stato per il volto contorto in una smorfia di disgusto e terrore fin troppo evidenti perché qualcuno potesse replicarli nel mero marmo. Il secondo uomo era sdraiato a terra come se stesse dormendo, la sua uniforme era strappata al punto che pochi lembi di stoffa erano rimasti appesi sul suo corpo, questo coperto di lividi su braccia e gambe, ma non erano quelli i dettagli più raccapriccianti, questi erano i fluidi che bagnavano l'uomo in alcuni punti e il colorito innaturale del suo volto, quello di qualcuno che era stato soffocato e che, assieme alla disperata espressione di chi aveva lottato fino all'ultimo pur di sfuggire al fato, tenevano il guardiano diurno bloccato in posa.
Quest'ultimo non reagì nemmeno quando un uomo entrò e si fermò di fianco a lui, guardando quel cadavere lasciato sul tavolo al centro del salone come un agnello sacrificale offerto all'altare.

<< È il terzo questo mese... >>

Borbottò l'uomo appena entrato, il suo tono era colmo di fastidio e mancava di ogni traccia di compassione, il suo stesso sguardo sembrava privo di emozioni, come se stesse guardando qualcosa di ogni giorno.

<< Aiutami forza, dobbiamo aprire fra poco e questo deve sparire. >>

Il guardiano si costrinse ad obbedire, non volendo far adirare il direttore in persona e rischiare il posto.
Dopotutto era vicino alla promozione e i soldi gli servivano, un collega in più o in meno non avrebbe fatto la differenza.

<< Nemmeno lo conoscevo tanto bene... >>

Si disse per darsi forza e si ripeté che era solo questione di abituarsi alla situazione e che, una volta superato il disgusto, non avrebbe avuto alcun problema.
Anche se avrebbe preferito di gran lunga non dover aiutare il capo ad eliminare le prove, solitamente erano la vicedirettrice e la segretaria ad occuparsi della faccenda, ma non erano ancora arrivate e lui non poteva di certo contestare la richiesta o far tardare l'apertura del locale.
Avrebbero fatto finire lui al posto di quel poveretto.

<< Angel, ci serve una buona copertura per giustificare la sparizione... >>

Disse il direttore al telefono, il suo tono era formale e tranquillo, aveva anche iniziato a ripulire il tavolo su cui era stato posato il corpo, tenendo il cellulare fra la spalla sinistra e il capo e lucidando distrattamente la superficie con un sorriso lieve sulle labbra, il suo umore era notevolmente migliorato.

<< ... e avverti Viola che ne abbiamo perso un altro. Voglio un nuovo guardiano notturno entro... oh, c'è già qualcuno in attesa? Magnifico! >>

Un sospiro strozzato lasciò le labbra del ragazzo che si stava pulendo le mani con del disinfettante, quelle parole e il pensiero di un futuro cadavere lo portarono ad accelerare i movimenti, finché non si fecero tanto intensi che sentì la pelle bruciare.

<< È adatto alla posizione? ... Uh-uh... perfetto, organizzatemi un colloquio peer la prossima settimana, lo voglio in divisa entro Lunedì. >>

A seguire quelle parole non fu un altro suono da parte del guardiano notturno, ma delle risate provenienti da dietro un sipario.

 

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Capitolo 2
*** 1 - Il Colloquio ***


Note dell'Autrice: per scopo informativo, scrivo qui la distinzione fra i simboli usati per le saparazioni nei capitoli.

"---": è usato per indicare quando c'è un salto temporale di poche ore e che quindi avviene nello stesso giorno e anche un cambio di luogo e/o scena ma sempre dallo stesso punto di vista.

"~~~~": indica un cambio di punto di vista e una distinzione fra il presente e flashback o sogni.

- LaraEndlight
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Era passato appena mezzogiorno quando il giovane ragazzo lasciò la camera da letto, trascinando i piedi come se pesassero due quintali e strofinandosi gli occhi fra uno sbadiglio e l'altro.

<< Buongiorno Colin, finalmente ci degni della tua presenza. >>

Scherzò Grey mentre gli offriva una tazza di caffè appena fatto.
Il rosso, Colin, ringraziò sbiascicando le parole e dileguandosi in bagno a darsi una rinfrescata prima di dedicarsi alla colazione.

<< Abbiamo una grande notizia! >>

Disse Barry, il terzo coinquilino e unico che sembrava essere in vena di parlare con un tono di voce non da funerale.

<< Barry, è illegale esclamare al mattino... >>

Borbottò il ragazzo che doveva ancora svegliarsi del tutto, chiedendo dopo un ennesimo sbadiglio: << Comunque, qual'è 'sta notizia? >>.

<< Ricordi quando hai mandato il curriculum a quel locale qui in fondo alla strada? >>
<< Intendi il Freddy's Anime Convention? >>
<< Quello ecco, hai un appuntamento per un colloquio! >>

Colin quasi si strozzò col caffè che stava bevendo, riducendosi ad un ammasso di tosse e gocce amare che piovevano per macchiare (e scottare) tutto, fortunatamente però riuscì a sopravvivere.

<< Davvero?! QUANDO?! >>
<< Sappiamo che hai un appuntamento stasera, quindi ci siamo presi la libertà di prendere appuntamento alle sedici oggi. >>
<< Ti portiamo lì, ti aspettiamo e poi ti scarrozziamo a prendere fiori per la tua dama. >>

Colin abbracciò i due felice, poteva forse chiedere amici migliori?

<< Vatti a preparare piuttosto, hai dormito anche troppo oggi. >>

Commentò Barry con un ghigno lieve sulle labbra.

<< Mh? Perché, che ore sono? >>
<< Le tre e mezza, avrai già notato che non intendo del matti- >>
<< CAZZO! >>

Guardando Colin saltare via dalla sedia e correre a prepararsi, i due se la risero per bene.
Ovviamente lo avrebbero svegliato loro se avessero visto che rischiava di fare tardi, si era alzato proprio qualche attimo prima che Grey aprisse la porta della camera visto che se l'erano presa con calma sapendo che il locale distava solo un paio di isolati da casa loro.

<< Puoi farcela Colin! >>
<< Sì, il caffè caldo sulla pelle è un'ottima sveglia! >>

Scherzarono ancora, accolti da un fine: << Fottetevi! >> da parte del ragazzo che, nella pessima imitazione di una testuggine, cercava di emergere dalla camicia che teneva in ostaggio la sua testa con tanta crudeltà.

<< Wow, hai battuto un nuovo record, solo pochi secondi per vestir- >>
<< IN MACCHINA SVELTI! >>

Guardando il rosso uscire dalla porta e lasciarla pure spalancata, i due si scambiarono espressioni divertite.
A quanto pareva, il loro coinquilino aveva scordato quanto distava il locale.

---

<< Buona fortuna. >>
<< Spaccali tutti! >>

Colin lasciò gli amici ad attendere ad un tavolo e davanti a delle buone pizze, lui, appena disse ad un dipendente di avere un colloquio, fu scortato in un ufficio e, subito dopo aver bussato, fu accolto da un: "Avanti!" talmente immediato che chiunque lo avesse pronunciato sembrava essere giusto dietro la porta ad aspettare il suo arrivo.

<< Ah! Il signor Fisher presumo. >>
<< Sì, sono io... buongiorno! >>

Esclamò Colin porgendo la mano per una stretta sicura e professionale, anche se internamente stava urlando varie frasi in preda all'agitazione, fra cui: "Che cazzo di saluto era?!" e qualche altra condita con parole molto meno gradevoli.

<< Io sono Il'Ya Vladislavich, direttore del Freddy's. Queste sono Viola e Angel, senza di loro non potrei portare avanti questo impero.>>
<< È un onore conoscervi di persona. >>

Sembrava molto una frase da lecchini, ma quell'uomo era davvero una persona da ammirare.
Dopotutto aveva un locale che era primo in quasi tutte le classifiche della zona, il merchandise del Freddy's era conosciuto anche agli anziani vicini di Colin e loro erano molto restii ad aprirsi alle novità (erano persone del tipo: "Andiamo allo stesso bar dai tempi della guerra, ogni nuovo lugo significherebbe sputare sulla tradizione del gruppo"). Inoltre Colin aveva sentito dire che erano state fatte varie offerte al signor Vladislavich per collaborazioni con altri locali e anche per aprire una catena intera, ma l'uomo aveva sempre rifiutato ogni proposta per mitivi sconosciuti.

<< Allora signor Fisher, abbiamo ispezionato il suo curriculum da cima a fondo e non abbiamo trovato nulla fuori posto o che indichi che lei non sia adatto al lavoro. >>

Iniziò Il'Ya.

<< Ma vorrei sapere perché vorrebbe lavorare qui? >>
<< Beh... >>

"Magari perché mi servono soldi?"
Sapeva che quelle erano domande di routine, ma il giovane in cerca di impiego non poteva non trovarle senza senso.

<< ... mi serve per supportare gli studi, inoltre... mi piacciono un botto le pizze che fate. >>

Stava balbettando come un bambino imbarazzato, certo che lo avrebbero sbattuto fuori solo a sentire come stava faticando a dare risposte più serie e professionali.
Per sua fortuna (e sorpresa) però, il direttore nob sembrava scontento e rise deliziato alla scena.

<< Colin, posso darti del tu? >>
<< Certo. >>
<< Non serve che ti spremi per una domanda di routine, avresti potuto dire che ti piacciono le animatroniche e ti darei pure ragione! >>

Disse ridendo e lasciando il giovane a rispondere con una risata incerta ma molto più rilassata.

<< Quindi... ho il posto? >>
<< Puoi cominciare Lunedì. >>
<< Davvero?! >>
<< Sì, ma spero tu sia consapevole degli orari che dovrai fare. >>

Preso dalla gioia di aver trovato un impiego in un posto simile, Colin scattò in piedi e scosse la mano del direttore a suon di: << Potrebbe anche dirmi di andare a spurgare i bagni alle cinque del mattino, non la deluderò! >> e, dopo un saluto più o meno da persone normali, corse dai suoi amici a comunicare la lieta novella.
Il colloquio era stato breve, poteva quindi godersi una pizza tanto deliziosa e festeggiare il fatto che quello era probabilmente il lavoro più facilmente ottenuto nella storia, era proprio fortunato.

 

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Capitolo 3
*** 2 - Informazioni sul Lavoro ***


Note dell'Autrice: ringrazie per la partecipazione come co-protagonista la mia amata FantasyThinker54 (alias: la miglior fidanzata del mondo❤).
Essendo omonime e programmando almeno un piccolo cameo di me stessa, chiedo scusa pera confusione in anticipo quando arriverà il momento.

- LaraEndlight
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<< Come sto? >>

Chiese Colin mentre mostrava una nuova acconciatura per la notte di lavoro alla sua compagna di corso.

<< Sei adorabile Colin. >>

Disse la ragazza mentre sollevava lo sguardo dal disegno di un bel gatto dal manto color fiamma che stava colorando.

<< Grazie La'. >>
<< Sono felice per il nuovo lavoro, potrai finalmente comprarti il motorino che volevi. >>
<< Già... penso però che le bollette vorranno dire la loro per prime. >>

Risero entrambi e Lara gli diede una pacca sulla spalla gentilmente.

<< Dai, una o due notti di lavoro sistemeranno le cose. La paga è buona? >>
<< Eh, mi becco un centone e qualcosa alla fine della settimana, non è male, ma qualcosa di più non mi sarebbe spiaciuto per aiutare Grey e Barry con le spese. >>
<< Andresti d'accordo con le mie coinquiline, anche loro pensano più a dare una mano in queste cose che al resto. >>

Sorridendo, il Colin felice di vedere che i colori usati per il felino erano i suoi, accennò un occhiolino e un sorriso più malizioso.

<< Mi piace andare d'accordo con loro, ma preferirei andare ancora più d'accordo con te. >>

La ragazza sorrise ingenuamente e rispose solo: << Non andiamo forse già d'accordo? >> con un'innocenza tale che lo lasciò a corto di parole.
Primo: perché era adorabile, secondo: perché aveva capito di non saper flirtare e ciò non era il massimo per un giovane scapolo che voleva conquistare la dama.

<< Che ne dici se Sabato allora ci beccassimo tutti assieme e andassimo a farci un giropizza nel mio nuovo posto di lavoro? >>
<< Vuoi ingraziarti il capo facendo vedere che sei dipendente dal suo cibo? >>
<< Ehi, se mi guadagno una promozione così, ben venga la finta pizza dipendenza. >>

Rise lui di gusto e fu felice di sentirla fare lo stesso, per lo meno aveva la certezza di saper far ridere le ragazze.
Avrebbero anche continuato con la conversazione, ma il professore era entrato e non aveva voglia di beccarsi un richiamo, per quanto potesse essere noiosa la storia a volte, doveva sforzarsi di prestare attenzione.
"Non vedo l'ora che arrivi Sabato..."
Non c'era solo un giropizza con la possibilità di flirtare meglio ad attenderlo poi, quel pomeriggio lui e i suoi amici avevano in programma un altro appuntamento molto importante.

~~~~

<< Che ne dite di un serpente? >>

Propose Barry guardando una teca grande abbastanza da arrivare al soffitto, all'interno c'era un pitone tranquillo a bearsi del calore della lampada e a guardarli pigramente.

<< Mh... gli animali esotici sono troppo delicati, non voglio avere un povero serpente sulla coscienza. >>

Disse Grey.

<< E poi non voglio beghe con quell'impicciona fissata della porta accanto. >>

Aggiunse.
La loro vicina di appartamento era una ficcanaso capace di scoprire ogni novità in poco tempo e come se ciò non fosse abbastanza, era una di quelle persone che si dichiaravano convinti difensori e amanti degli animali quando in realtà erano dei fanatici che di animali conoscevano solo i poveretti che trattavano come giocattoli, disprezzavano la natura vera (fatta di prede e predatori e non di "amici del cuore") e che non avrebbero mai compreso la differenza fra un domestico nato e cresciuto in casa e un qualsiasi serpente selvatico. La stessa donna aveva farneticato tante volte durante gli incontri occasionali su come gli animali che vivevano con gli umani e non potevano essere "riabilitati" meritavano la morte in quanto "traditori", avrebbe sicuramente dato di matto e quel tipo di vicini trovavano sempre, sempre il modo di fare qualcosa di male.

<< Mh... magari uno di questi piccoletti. >>

Propose quindi indicando un box dove un'adunata di cuccioli stava cercando di fare a pezzi un pupazzo.
Non erano gli unici cani presenti, quel rifugio era talmente grande e vario che avrebbero potuto trovare di tutto (eccetto ciò che non avrebbero mai potuto tenere) e i tre iniziavano a tenere di dover vagare in un labirinto di tenerezza fino a rimanerne ipnotizzati e non poter scegliere.
Almeno finché non giunse lui a salvarli: un giovane gattino che appariva quasi come una pallina nera visto dall'alto, solo prendendolo in braccio si accorsero che sotto era bianco come la neve.

<< Ma che carino! >>
<< Ma sciao! >>
<< Aww! >>

Furono queste le reazioni del trio, trio da cui il piccolo non si voleva staccare visto come affondò gli artigli nella manica di Colin per tenersi aggrappato e non essere ripreso dai volontari.

<< Sapete cosa si dice di un animale che ti si attacca addosso? >>
<< Che ti ha scelto? >>
<< Esatto. >>

Era il momento di adottare il gattino e, già che c'erano, di chiedere informazioni interessanti ad una delle forme di conoscenza più vaste dopo internet: gli anziani.

<< Signora Wh- >>
<< Cari, ve l'ho già detto, potete chiamarmi Agnes ormai, ci conosciamo da tanto tempo. >>

In realtà lei e il marito conoscevano meglio Grey e avevano incontrato gli altri due andando qualche sera nel bar dove lavora e dove gli anziani del quartiere giocavano a carte abitualmente.

<< Agnes, volevamo chiederti se tu e tuo marito sapete nulla del Freddy's. >>
<< Mh... >>

L'anziana si portò un dito al mento con fare pensieroso mentre Colin guardava i suoi amici come a dire: "Raga', non è che solo perché questa è una pettegola sa anche qualcosa su tutti i locali del quartiere".
Dopotutto, perché mai una coppia di anziani avrebbe dovuto interessarsi di una pizzeria per maggiorenni con gusti "particolari"?

<< C'è quella storia delle guardie scomparse. >>
<< Oh sì! >>

A quanto pareva, si interessavano anche a quello.

<< Guardie scomparse? >>

Chiese Colin giusto un poco preoccupato.

<< Sì, si dice che alcuni guardiani sono scomparsi, quelli che hanno dato le dimissioni soli. >>
<< E... perché sarebbero scomparsi? >>
<< Ve lo dico io perché! >>

Esclamò George, il marito di Agnes.

<< Hanno scoperto qualcosa di importante e li hanno fatti sparire! >>
<< George, per favore... >>
<< Taci Agnes! Sai che ho ragione, quel poco di buono del direttore ha i soldi e quelli coi soldi coprono tutto. >>
<< Congratulazioni Grey... >>

Mormorò Colin capendo che da un possibile discorso interessante non avrebbero ricavato nulla.

<< Che ne sapevo io che avrebbero discusso? >>
<< Caro, stai farneticando, quel caro giovane è... >>
<< Un poco di buono! È poi lo sai come sono quelli lì. >>
<< Quelli lì? >>
<< I ru- >>
<< Scusate! Possiamo avere il resto dei documenti per adottare Smudge? >>

Chiese Barry col fare meno infastidito possibile.
Nel mentre Colin tirò fuori il cellulare e aprì Google.
"Sicuramente saranno solo un botto di voci, nessuno può scomparire così senza fare scalpore!"
Peccato per lui che, almeno secondo Google, almeno due articoli sulla presunta scomparsa di due che avevano lavorato lì c'erano.
Capì dunque che non era proprio il massimo della sicurezza quel lavoro.

 

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Capitolo 4
*** 3 - Pace Prima della Tempesta ***


"Ricordate ragazzi, domani lavoro e festeggeremo proprio nel posto in cui m'hanno assunto, un po' di moderazione."

Queste erano state le ultime parole di Colin prima di andare a gustarsi le promesse pizze che aveva offerto ai suoi coinquilini e i loro amici.
Ora si ritrovava al quarto giropizza e al terzo bicchiere di birra, ma aveva ancora piena lucidità e si stavano divertendo tutti, lui e gli altri, anche se le animetroniche e il loro spettacolo erano un poco imbarazzanti per loro che non assistevano spesso a quel tipo di intrattenimento.

<< Solo io stento ancora a credere che un robottone possa muoversi tanto agilmente su un palo? >>

Chiese Evelyn guardando Bonnie esibirsi con una grazia tale che chiunque avrebbe creduto fosse un'attrice in costume e non un'animetronica dalle sembianze di coniglio.

<< Io invece stento a credere che le chiamino animetroniche e non animatroniche, non è un po' cringe? >>

Disse Shade, un ragazzo dai capelli e gli occhi blu scuro che andava in classe con la ragazza sopracitata, la quale rise e gli rispose con tono provocatorio: << Amico, non puoi pretendere di avere ragione se usi "cringe" al di fuori dei meme e se hai un nome da edgelord >>.

<< Davvero Eve'? >>
<< Davvero, c'è divieto di opinione oer chi fa 'ste cose. >>

Continuò sollevando una fetta di margherita e puntandogliela contro come se la mozzarella filante fosse un'arma pericolosa e se fosse stata ancora bollente come quando gliel'avevano consegnata, sarebbe potuta esserlo senza problemi.

<< Comunque, non ci hai detto com'è il capo Colin, incute davvero così tanto timore come si dice? >>

Chiese Lara.

<< Sì e no, nel senso che se lo vedi così, basso com'è... senza offesa eh... >>
<< Figurati. >>

Essendo fra i più alti del gruppo, Colin ci teneva a non offendere i suoi amici, non che davvero pensassero di lui come un balletto di quel livello o che se la prendessero per tanto poco, ma era fatto così.

<< Dicevo che se lo guardi non ti sembra così pericoloso come crede il signor White, ma quando parla ha quel non so che... insomma... sapete quando si capisce dalla voce che con uno non ci devi scherzare? >>
<< Sì, abbiamo presente. >>

Disse la seconda ragazza al tavolo, seconda coinquilina di Lara, sua omonima e "rivale" di Colin.
Non era un segreto che anche a lei piacesse la bellissima ragazza dallo stesso nome (beh, era un segreto solo alla diretta interessata in realtà, non se n'era accorta) e lui, essendo meno palese anche solo negli sguardi che le rivolgeva, non aveva ancora fatto notare da nessuno il suo interesse.
"Dovrò cominciare ad impegnarmi o rischio di perderla..."
Si disse, ma era speranzoso, dopotutto era un bravo studente, un grande amico e aveva un gatto e un lavoro, erano qualità da persona desiderabile no?

<< Ecco le vostre pizze. >>

Sorrise un'animetronica dal becco affilato e il piumaggio giallo acceso, aveva anche un chiaro accento spagnolo.

<< Secondo voi hanno dato a Chica il nuovo accento all'apertura o ce lo aveva anche nei locali precedenti? >>

Chiese Grey.
La tecnologia del luogo era stata riciclata dopo l'ennesima chiusura di una lunga serie di "Freddy's" che si erano trovati sotto i riflettori in tanti, troppi casini giudiziari molto seri per un luogo che avrebbe dovuto portare gioia ai bambini.
In fatti molti erano sorpresi del fatto che Il'Ya non avesse chiuso nel giro di un mese o che non fossero scoppiati incendi di dubbia origine, anche quegli articoli sulle guardie scomparse riportavano di infruttuose ricerche di indizi all'interno del luogo da parte degli agenti, era chiaro che qualunque cosa fosse successa loro non aveva a che fare col nuovo "Freddy's" e, essendo pochi casi, Colin non poteva certo gridare alla cospirazione e scartare la possibilità di casi isolati e di incidenti, o di persone che avevano solo deciso di cambiare aria.

<< -lin... ehi Colin! >>
<< Mh? Oh scusate! Ero sovrappensiero, cosa mi sono perso? >>
<< Stiamo pensando di andare al bowling dopo, vi unite a noi? >>

Chiese Evelyn e il rosso si unì agli amici in un annuire piuttosto coordinato, aggiungendo: << Prima dobbiamo passare a casa a dare la cena a Smudge, sono già le otto di sera >>.

<< Oh giusto, avete il gattino. >>
<< Possiamo incontrarlo? >>
<< Certo! >>

Seguito da un coro di gioiose esclamazioni, Colin andò a pagare il conto, concedendosi di scutare l'orsa che dava il nome al locale e che stava entrando in scena proprio in quel momento.
"Dormite tranquille care..."
Colin si concesse un ghigno vittorioso, come se avesse già ricevuto dei complimenti per l'ottimo lavoro ancora da svolgere.
"... questo sarà il mio regno e io sarò il miglior guardiano."
Si sentì stranamente osservato, ma non diede troppo peso alla cosa.

 

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Capitolo 5
*** 4 - L'Inizio dell'Incubo ***


Note dell'Autrice I: È stata apportata una piccola modifica, infatti ho cambiato nome in: "Marionette's Playhouse", la Marionetta regna.

- LaraEndlight
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Colin era appena giunto con un'ora d'anticipo nel locale per la sua prima notte di lavoro, l'orario era da mezzanotte alle sei del mattino, ma aveva voluto presentarsi in anticipo ed entrò danzando e fischiettando allegramente.
"E si comincia a lavorar~ le bollette un problema non saran~"
Appena entrato vide su uno dei tavoli nel salone principale una pizza calda, una soda e un biglietto con su scritto: "Un piccolo regalo per il guardiano".

<< Che gentili. >>

Prese tutto il necessario e si diresse nel suo ufficio, non era sorpreso dall'assenza delle animetroniche, sapeva che durante la notte erano in dei "camerini" privati e dubitava avessero motivo di uscire.
"Sarà un gioco da ragazzi."
L'ufficio era molto confortevole alla vista, per quanto lo stile "professionale" composto da colori grigi e spenti lasciasse a desiderare, la stanza era abbastanza grande da non dare la sensazione claustrofobica dei classici uffici da azienda e c'era una grande "finestra" proprio sulla parete che avrebbe guardato una volta seduto alla scrivania e che dava sul corridoio.

<< Oddio... sei bellissima! >>

E poi le scrivanie in mogano erano la sua passione.

<< Così elegante... quanto vorrei portarti a casa, per lo meno sembrerebbe più raffinata e potrei mostrare un castello alla mia dama! >>

Disse inginocchiato e mimando una posa drammatica che sarebbe stata benissimo in un quadro a tema bibblico, piegandosi all'indietro con una mano sulla fronte e una sul petto.
Non notò la "donna" che lo stava guardando finché non aprì gli occhi e la bocca per emettere un sospiro teatrale, come se afflitto dalla grande mancanza di raffinatezza dell'angolo dell'appartamento in cui lui e i suoi coinquilini tenevano il materiale da "studio e ricerca" (o tavolo fra due scaffali e con un portatile preistorico), quando la vide, pur non potendo scorgere la sua espressione dietro la maschera, poteva intuire che le opzioni erano solo due: o stava ridendo di lui, oppure era disgustata.

<< Bonsoir.¹ >>

Disse entrando nell'ufficio e emettendo un risolino lieve al Colin che si era alzato di colpo ed era arrossito di vergogna.

<< Buonasera signorina... sono Colin, piacere. >>

Disse cercando di risultare professionale, era difficile quando l'animetronica era la seconda sembrare più "umana" fra tutte, c'era un qualcosa di inquietante in ciò che sembrava così tanto umano ma non lo era.
La Marionetta porse lui una mano, l'intento era chiaro e lui la baciò inchinandosi e togliendosi il cappello.
Era incredibile (e un poco strano) quanto realistica era quella pelle sintetica che ricopriva l'animetronica, quasi non si sentiva il solido metallo sottostante a celare un endoscheletro che non aveva nulla del fascino di quella "donna". A guardarla da vicino, Colin doveva ammettere che aveva il suo fascino pur essendo inquietante, il corpo color pece con quelle striature bianche dava l'impressione di un innocuo pigiama molto attillato (preferiva pensarla lui in quel modo invece di vedere i bottoni sul petto cuciti su un corpo nudo) che aiutava a distogliere l'attenzione dal fatto che stava facendo il baciamano ad un robot smisuratamente alto e con una maschera.² Ora che ci faceva caso, riusciva a scorgere in quelle orbite, dietro una sottile rete nera che copriva gli occhi e (ipotizzava) la bocca, due occhi color violetti che brillavano privi di pupilla.
"Che peccato che siano nascosti, è un così bel colore."

<< So di essere bellissima, ma così mi consumi. >>
<< Mh? Oh! Mi scusi, non dovrei fissare... >>
<< Nessun problema, Colin... posso darti del tu? >>
<< Certamente. >>

"Perché sei qui?"
Sarebbe dovuta essere nel suo carillon, per quanto potesse essere una compagnia desiderabile, Colin era confuso dalla sua presenza, ma non voleva risultare scortese visto che, almeno da cosa aveva sentito in giro sul comportamento delle animatroniche, l'A.I. utilizzata sembrava capace di emulare le emozioni umane, quindi c'era il rischio che con la sua linguaccia lunga avrebbe potuto offenderla.

<< Comunque, volevo solo augurarti buona fortuna per il tuo primo turno Colin. >>
<< Grazie mille Marionetta. >>
<< Oh, puoi chiamarmi solo Marion se vuoi, siamo praticamente colleghi, amici se vuoi. >>

Disse con il tono che si abbassava in un sussurro delicato mentre calcava la parola "amici" in un modo che a Colin sembrava sottolineare la presenza di un "con benefici" da qualche parte.
"È solo una tua impressione Cole, smettila!"
Si disse cercando di rimanere professionale.

<< Certamente Marion... mi sa che le altre ti chiamano boss eh? Devi essere una specie di "Il'Ya seconda" per loro. >>

L'animetronica portò una mano davanti alla bocca della maschera e emise un risolino delicato.

<< Mi piacerebbe essere tanto importante, potrei comprarmi una macchina come quella del capo. >>
<< Oh? Ha tipo una macchina sportiva? >>
<< Va in giro direttamente in limousine. >>
<< ... io vado a derubarlo, ti porto in giro in macchina se mi copri. >>

Rise di nuovo e Colin sorrise dolcemente.
"Ehi, magari se mi esercito così riuscirò ad impressionare Lara, far ridere una ragazza è un buon segno."

<< Ci sto Colin. >>
<< Perfetto allora... come ti chiamano le altre? Potrei chiamarti così anche io se ti sta bene. >>

Pur non vedendole, sentiva che le labbra della Marionetta si erano sollevate in un ghigno divertito.

<< Allora chiamami maman. >>

E con ciò e un altro ghigno più che percepito, la Marionetta si voltò e si diresse fuori dalla stanza, fermandosi poco oltre la porta.

<< Bonne nuite, Colin. >>

"Okay Colin, puoi farcela".
Appellandosi ai ricordi delle lezioni di francese delle medie rispose: << Bonne nuit à vous aussi³ >>.
"Sì, ci so ancora fare!"
Dietro la maschera e il velo, l'espressione dell'animetronica era di puro dolore nel sentire quella pronunce e la storpiatura della sua povera lingua, ma lo nascose bene e annuì mentre tornava al suo carillon.
Era appena scoccata la mezzanotte e uno squillo fece finalmente notare a Colin un telefono appeso alla parete a cui non aveva ancora fatto caso visto che era stato catturato dell'eleganza della scrivania appena entrato.

<< Pronto? >>

Chiese sollevando la cornetta, quindi una voce sconosciuta disse: << Pronto? Pronto? Spero tu mi senta, perché questo è un messaggio pre-registrato e non potrò ripetermi. Comunque: ciao e benvenuto alla tua prima notte di lavoro! Io sono Daniel e ti farò da tutor diciamo, forse riusciremo anche ad incontrarci se passi durante il giorno, ma ora veniamo al dunque: come ben sai, dovrai solo tenere d'occhio il locale e accertarti che vada tutto bene. In caso dei malviventi tentino di entrare basta che premi il pulsante sotto la scrivania e le autorità verranno notificate in automatico, tu puoi scegliere se chiuderti in ufficio o in un'altra stanza ma fidati, sei perfettamente al sicuro >>.

<< Mi piace già questo lavoro. >>
<< Inoltre, devo avvisarti dei pericoli del lavoro. >>
<< Dei... cosa? >>
<< So che ti sembrerà assurdo, ma ti prego di credermi, ascoltarmi bene e prendere appunti: durante la notte le nostre animatroniche restano accese oer evitare che la batteria interna si danneggi a furia di fare accendi e spegni, hanno a disposizione delle stazioni di ricarica apposite e per il resto possono girare come vogliono e qui entri in gioco tu. Il tablet sulla scrivania è collegato al sistema di sicurezza e puoi accedere a tutte le telecamere interne e esterne, sono munite di suoni e visione notturna e dovrai usarle per controllare dove sono le animatroniche e accertarti che non entrino nell'ufficio. Ricarica il carillon con l'icona che appare quando controlli la telecamera numero cinque, così la Marionetta non uscirà; poi, il precedente ufficio non aveva porte, ma questo le ha e dovresti riuscire a chiuderle in tempo, se non riesci indossa la maschera nel cassetto a destra della scrivania e ti servirà per Bonnie, Chica, Mangle e Balloon Babe... >>
<< Calmo un at- >>
<< Foxy e Freddy non si faranno ingannare però, per loro devi affacciarti dai corridoi o dalla finestra e riuscire ad centrarle negli occhi con la torcia che invece troverai nel cassetto a sinistra e questo le infastidirà visto che i loro sensori ottici vanno ancora aggiornati. >>
<< Vanno anco-li aggiorneranno? Che succede se non l- >>
<< Ci sono un paio di animatroniche che non usiamo nella sala meccanica, ma sono disattivate non preoccuparti. >>
<< PERCHÉ NON DEVONO ENTRARE IN UFFICIO?! >>

Strillò Colin agitando le braccia con una certa frustrazione.

<< Ti prego di fare attenzione, se ti prenderanno ti... per favore, credimi. Ti violenteranno e poi ti soffocheranno. >>

La chiamata si interruppe e Colin rimase in silenzio per qualche minuto.
Poi scoppiò a ridere.

<< È sicuramente uno scherzo. >>

Rise mentre si metteva comodo, certo che quello si trattasse di un brutto scherzo.

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Note dell'Autrice II: (¹)= nel fangame the Marionette non sembra avere proprio una maschera, visto che muove le palpebre e le labbra (il suo jumpscare infatti è un bacio), ho scelto di apportare questa modifica al desing qui per avere un mix con il desing di FNiA e quello del personaggio originale di FNaF.

(²)= non so perché ma ce la vedo molto lei a parlare francese.
Anche questa è una differenza fra storia e gioco visto che in FNiA le animetroniche non parlano, emettono solo risatine divertite e gemiti eccitati quando fanno il jumpscare.
Marion emette giusto un suono in più quando appare nell'ufficio (l'unico modo per sgamarla se state guardando le telecamere in quel frangente): "Yum!".

(³)= volutamente scritto con l'errore grammaticale e il fatto che Colin le abbia dato di nuovo del voi.

(⁴)= il carillon non è presente nel fangame, per evitare la Marionetta è sufficiente guardare il tablet (o abbassarlo o rialzarlo).

- LaraEndlight

 

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Capitolo 6
*** 5 - Prima Notte: Parte I ***


Note dell'Autrice I: ci tengo ad avvisare del fatto che alcune scene potrebbero causare disagio.
NON ci saranno scene esplicite (anche perché è contro il regolamento entrare nel dettaglio), ma so bene che anche determinati comportamenti o argomenti possono essere difficili da digerire, soprattutto se qualcuno ha attivamente avuto a che fare con situazioni simili, quindi vi chiedo di tenerlo a mente per i prossimi capitoli se siete sensibili ad argomenti e scene riguardanti molestie e accenni a violenze peggiori.
Detto questo, buona lettura.

- LaraEndlight
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Erano passate tre ore dall'inizio del turno e ancora non era avvenuto nulla.
Colin aveva ispezionato ogni telecamera, da quelle nei camerini delle animetroniche a quelle nei bagni, praticamente ogni singola stanza aveva delle telecamere di sicurezza e Colin poteva vedere cosa stava accadendo ovunque, perfino all'esterno, eccetto l'ufficio di Il'Ya e quello di Viola e Angel, quelle richiedevano di inserire un codice numerico per potervi accedere.
"Va bene, tieniti pure i tuoi segreti capo."¹

<< Mi annoio... >>

Sospirò Colin, il quale teneva svogliatamente il pollice sull'icona per dare carica al carillon in cui risiedeva la Marionetta, anche se ci aveva impiegato un'ora intera solo per arrivare a metà carica, praticamente non aveva neanche bisogno di preoccuparsi di ciò.

<< Qualcuno che possa darmi una buona ragione per non dorm-dove sono? >>

Qualcuno doveva aver ascoltato le sue preghiere.
Aveva appena controllato i camerini, eppure, neanche pochi secondi dopo, quelli di Bonnie e Chica erano vuoti e le porte aperte.
Ricordava bene le parole di Daniel sul fatto che le animetroniche non venivano disattivate la notte e decise di andare ad interagire, non credeva alla storia dei pericoli che rischiava di affrontare e voleva solo passare una serata piacevole in compagnia, magari con la Chica in cucina che aveva visto approcciare i fornelli.
"Magari mi fa una pizza in più."
Si disse Colin con un sorriso mentre entrava nella stanza in questione.

<< Buonas tardes, señor. >>

"Okay Colin, non fare figure di merda anche stavolta."
Il ragazzo sorrise e accennò un timido: << Anche a voi signorina >> che sperava lo facesse apparire solo timido e non uno che aveva capito solo "señor" e solo perché aveva tirato ad indovinare grazie al fatto che "señor" e "signore" avevano un suono simile.

<< Possiamo darci del tu, Colin giusto? >>
<< In persona. >>

Strinse la "mano" alla robot, le piume sintetiche erano soffici e incredibilmente realistiche e doveva ammettere che l'animetronica era molto bella, pur essendo ben lontana dall'aspetto di un normale essere umano, Colin avrebbe potuto dire che era avvenente quanto ogni altra ragazza.
"Certo, preferirei non farmi baciare da un becco... o dalle zanne delle altre."
Aveva sentito che alcuni clienti pagavano un extra affinché le animetroniche scelte tenessero loro compagnia in modo "speciale", ma se doveva essere sincero, faticava ad immaginarsi quelle con l'aspetto meno umano a fare certe cose. Anche se avevano dei fisici perfettamente uguali a quelli delle donne umane, il resto del desing era stato curato affinché mantenesse delle caratteristiche più animalesche e ciò, almeno secondo lui, non era proprio il massimo per un'atmosfera intima.

<< Sei venuta per uno spuntino? >>

Chiese per fare conversazione e distrarsi da certi pensieri.

<< Sì, è difficile resistere alla tentazione. >>

Ridacchiò Chica mentre picchiettava gli ingredienti per la pizza con un dito, il rumore del metallo contro il vetro di un barattolo di olive era acuto, ma le piume e la pelle sintetica sottostante era sufficiente a non renderlo fastidioso.

<< Già, è come una droga. Qual'è il tuo gusto preferito? >>
<< Quattro stagioni, la mangerei ogni secondo se potessi. >>
<< È molto buona in effetti e... credo di non capire come possiate mangiare. >>

L'animetronica sorrise fieramente.

<< Il'Ya non è solo il direttore, è un bravissimo meccanico e programmatore, ha sviluppato un sistema di memoria che... non saprei come spiegartelo per bene, ma è come la memoria di un computer in cui tu ci metti le informazioni che vuoi sotto forma di dati e... funziona insomma. Per evitare danneggiamenti ai nostri meccanismi invece li ha ricoperti con una pellicola che non intralcia il movimenti e che non si rompe facilmente. >>

Colin era divertito da come Chica avesse rinunciato subito alle spiegazioni accurate e ai termini complicati, doveva ammettere di essere anche sollevato all'idea di non essere l'unico ignorante in fatto di programmazione e meccanica.

<< E il cibo e le bevande restano lì? >>
<< No, a fine giornata gli inservienti ripuliscono i costumi, è un lavoraccio e ammetto che mi sento sempre un po' in colpa quando li sento lamentarsi. >>

Spiegò lei.
Forse era il fatto che aveva un becco e non un volto umano (pur essendo anche lei molto espressiva sia con la faccia che con il linguaggio del corpo), ma l'espressione dispiaciuta che aveva fatto non era sembrata proprio sincera a Colin, per un secondo gli parve che stesse come trattenendo un ghigno o una risata.
"Chissà se Daniel è un fra questi..."
Si disse Colin.
"Magari è per questo che mi ha fatto uno scherzo simile, per vendicarsi di Chica."
A Colin non sembrava uno scherzo tanto gentile, pur essendo solo dei robot, il fatto che si comportassero in modo tanto umano lo portava a provare dispiacere sapendo che erano state vittime di uno scherzo simile.
Come si poteva spaventare un povero impiegato con qualcosa di simile?
O come si poteva tirare in ballo una povera gallina che voleva solo mangiare?
"Gallina o pulcina poi?"
Il ragazzo la guardò meglio, sapeva di una razza di galline col piumaggio dorato, le galline bionde piemontesi, ma dubitava che Il'Ya si fosse davvero messo a programmare un pollo piemontese nato in Spagna e il corpo molto meno formoso e la statura più minuta¹ (se si poteva chiamare così visto quanto erano alte) erano un buon indizio su cosa il direttore avesse mirato a ricreare quando l'aveva raccattata dalle rovine del locale precedente.
Non che fosse ignaro del fatto che le donne potessero avere misure e altezze diverse, Colin, ma non era così innocente da non sapere che tipi di persone potessero frequentare un locale simile.

<< Ahem~ >>
<< Mh? >>

Il sorrisetto di Chica gli stava dicendo chiaramente che aveva guardato troppo senza parlare.

<< Oh! Scusami, non volevo fissare... >>

Disse grattandosi la nuca con fare imbarazzato.

<< Oh tranquillo, so cosa vuoi davvero. >>
<< ... cioè? >>

"Ti prego, non dirmi che ho fatto un'impressione tanto brutta."
L'animetronica gli prese la mano destra e la sollevò per portarla verso il proprio petto, ma il guardiano liberò rapidamente il proprio polso.

<< No! >>

Esclamò Colin.

<< Cioè, mi spiace, ma non sono qui per questo. >>

Fece per allontanarsi, ma Chica lo afferrò ancora, con più forza, tirandolo per il braccio per tenerlo contro il proprio corpo mentre gli sussurrava all'orecchio: << Non essere sciocco, so che lo vuoi, tutti i nostri giocattolini lo vogliono in fondo >>.
Colin avrebbe voluto ridere e dire qualcosa come: "Bello scherzo, davvero, dov'è questo Daniel che salta fuori e ride?", ma l'istinto gli stava dicendo che non si trattava di uno scherzo, come una vocina nella sua testa che urlava e gli intimava di scappare.

<< Lasciami andare! Non è divertente! >>
<< Perché il vero divertimento deve ancora iniziare tontito~ >>

L'altra lo trascinò verso il bancone da cucina al centro della stanza e cercò di costringerlo su di esso, spingendo il ragazzo contro il bordo e cercando di farlo sdraiare, l'unica cosa che riuscì a fare fu far sbattere la schiena al ragazzo che aveva iniziato ad urlare in cerca di aiuto e a colpirla con la mano libera e con le gambe.

<< Chica? Non mi inviti? >>

Chiese una voce proveniente da poco fuori la porta, dove Bonnie li stava osservando con un broncio.
Chica interruppe i suoi tentativi di buttare Colin sul tavolo e sorrise alla coniglia.

<< Ow, lo siento hermanita, ma è difficile trattenersi con un tale bocconcino. >>
<< Oh beh, almeno non avete ancora iniziato... >>

Colin non stava prestando attenzione alle loro parole, il suo cuore batteva talmente forte che gli parve di udire solo quello, come se non ci fosse nessun altro suono, nemmeno quello d suo respiro affannato e i suoi flebili lamenti di dolore. Il bordo del bancone premeva dolorosamente contro la sua schiena e temette quasi di sentire il rumore di ossa spezzate da un momento all'altro, inoltre sentiva dolore ovunque lungo gli arti a furia di colpire un robot.
Avrebbe voluto tirare fuori un'arma di fortuna da un cassetto o usare qualche mossa di combattimento per liberarsi, ma era come paralizzato dalla paura e il dolore, stupito dall'essere abbastanza lucido da guardarsi intorno per cercare qualcosa, qualunque cosa che potesse usare come arma, ma non c'era molto a parte qualche vassoio impilato.

<< ... allora direi di iniziare. >>

Sentendo quelle parole, Colin afferrò uno dei vassoi con l'intento di colpire una delle due animetroniche, ma non riuscì a mantenere una presa salda e il vassoio volò contro una serie di bicchieri di vetro impilati e li fece cadere.
Non era ciò che voleva fare, ma funzionò, visto che Chica e Bonnie si erano staccate da lui e avevano iniziato a lamentarsi di una possibile ramanzina da parte di Il'Ya per i bicchieri rotti, quindi ne approfittò per costringersi ad ignorare il dolore e correre il più velocemente possibile verso l'ufficio. Tutte le porte s le finestre erano chiuse e dubitava di riuscire a tenere la mani ferme abbastanza a lungo da aprire almeno quella d'ingresso e fuggire prima che potessero prenderlo.

<< ¡Agárrenlo! >>

Non serviva essere un genio in lingue per capire che doveva accelerare e per sua fortuna, nonostante il dolore e il respiro che iniziava a mancare, riuscì ad entrare nell'ufficio e chiudere le porte.
"Le altre avrebbero potuto entrare mentre non c'ero..."
Si disse, ma non sembrava esserci nessun altro lì e Colin si lasciò cadere a terra con la schiena contro la porta.
Quindi scoppiò in lacrime.

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Note dell'Autrice II: (¹)= nei giochi è ironicamente quella col seno più grande (la stessa ragazza di Mairusu gli disse di "gonfiarla) e Freddy è quella con una taglia realistica e, come si può notare dall'immagine in copertina, Chica non ha un becco.

- LaraEndlight

 

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Capitolo 7
*** 6 - Prima Notte: Parte II ***


Era passata forse un'altra ora, Colin si era alzato da terra e aveva afferrato il tablet cercando di calmarsi.
Il carillon aveva ancora un poco di energia, non era un problema, ma iniziava a sospettare che l'indicatore di una batteria con sole tre barrette al lato dello schermo non indicasse la batteria rimanente del tablet, non aveva fatto caso al fatto che due indicatori di batteria insieme non potevano essere un caso fino a poco prima e Daniel non aveva detto nulla a riguardo.
"Quel bastardo..."
Colin avrebbe tanto voluto trovare chiunque avesse lasciato quel messaggio e urlargli contro, avrebbe voluto fare ciò anche con Il'Ya e chiunque in quel luogo fosse stato a conoscenza delle attività notturne delle animetroniche.
Come potevano far finta di nulla mentre uomini e donne innocenti correvano certi rischi?
"Sono stato così stupido..."
Quasi non riusciva a concentrarsi, non poteva fare a meno di sentirsi in colpa per aver abbassato la guardia, pur sapendo che una situazione simile era più unica che rara da affrontare e che le persone di tutti i giorni erano capaci nascondere la loro vera natura come se niente fosse e mostrarsi per quello che erano anche dopo tanto tempo (figurarsi dunque un qualcosa come un robot), non riusciva a sopprimere quella fastidiosa sensazione di vergogna. Aveva scherzato spesso con gli altri su come avrebbe reagito in situazioni simili, eppure, dopo essersi trovato in quella situazione ed esserne uscito non nel modo eroico in cui si era sempre immaginato, quel sollievo che aveva provato sfuggendo a Chica e Bonnie era mutato presto in qualcos altro.
"Avrei dovuto fare più attenzione..."
"Non sarei mai dovuto uscire..."
"Como ho fatto a non accorgermi prima che qualcosa non andava?!"
"Avrei dovuto..."
Pensieri folli, lui stesso lo sapeva, sapeva che contro due corpi di metallo come quelli non avrebbe potuto fare nulla a mani nude e che era stato bravo a mantenere la calma quanto bastava per salvarsi, ma non riusciva a scacciare quelle domande fastidiose e quella spiacevole sensazione.

<< Ho bisogno d'aiuto... >>

Controllò nuovamente la batteria segnata sul tablet.
"Deve trattarsi per forza del generatore collegato alle porte e le telecamere."
La batteria era ancora piena quando aveva iniziato ad usare il tablet e solo dopo la chiusura delle porte c'era stato quel calo della batteria, certo avrebbe potuto trattarsi anche d'altro, ma Colin non era interessato a fare ipotesi, gli bastava che le porte rimanessero chiuse.
Prese il cellulare e chiamò a casa, ci volle un po' prima che qualcuno rispondesse.

<< Mh... sì, pronto? >>

Era Grey.

<< Ehi Grey... >>
<< Colin! Tutto bene? Hai bisogno d'aiuto? >>

Non voleva farlo preoccupare, tentò quindi di darsi un contegno e rispose.

<< No io... io sto bene, volevo solo sentirvi e mi spiace di avervi svegli- >>
<< Non dire cazzate Colin, non a me. Cos'è successo? >>

Il ragazzo sentì nuovamente le lacrime bruciargli gli occhi, ma cercò di non farlo capire e di essere chiaro nella spiegazione mentre pregava di essere creduto, dopotutto era situazione più che surreale quella.

~~~~

<< O-okay... io... Cristo santissimo... >>

Poteva sentire il dolore e la paura nella voce di Colin e, per quanto avrebbe voluto fosse solo un brutto scherzo, sapeva bene che il poverino non avrebbe mai fatto uno scherzo simile, soprattutto non a lui.
Se davvero ciò che Colin gli aveva detto era accaduto, non sarebbe rimasto con le mani in mano, avrebbero anche potuto essere dei colleghi con un pessimo senso dell'umorismo che manovravano le animatroniche in qualche modo, avrebbe affrontato sia del personale che dei robot impazziti per salvarlo.

<< Ascoltami bene Colin, io e Barry adesso veniamo subito lì, c'è un modo per entrare? >>
<< No, le porte e le finestre sono chiuse, dovrei lasciare l'ufficio per aprirle. >>
<< Non farlo. Per nessun motivo. >>

Si diede uno schiaffo in testa dopo quell'uscita, era come se avesse detto a qualcuno sospeso su una corda di non mettersi a saltare.

<< Resta calmo, finisci alle sei giusto? >>
<< Sì, allora dovrebbe arrivare qualcuno a darmi il cambio. >>
<< Allora ecco cosa faremo: io e Barry aspetteremo lì fuori e entreremo con chiunque arrivi, tu resta lì e tieni il telefono in carica per continuare a parlarci. C'è una presa? >
<< Sì, è qui sotto la scrivania. >>
<< Puoi rannicchiarti al sicuro lì sotto e stare in chiamata? >>

Ci fu qualche secondo di silenzio, poteva sentire Colin spostarsi e qualcosa di duro venire posato accanto al telefono.

<< Ci sono, dovrei avere abbastanza energia. >>
<< Che vuoi dire? >>
<< C'è un indicatore sul tablet, quello di una batteria, non mi hanno spiegato a cosa serve ma ho paura sia quello che tiene lufficio chiuso e sicuro... e se non durasse abbastanza?! >>

Sentì come un vento gelido soffiargli dritto nelle ossa, quella paura che sentiva nella voce di Colin non poteva essere finta, per quanto volesse rifiutarsi di accettare che qualcosa tanto orribile potesse stare accadendo proprio a lui.
Prima lo avrebbero salvato e poi avrebbero pensato ad accertarsi della veridicità della situazione.

<< Non pensarci, andrà tutto bene, okay? >>
<< Okay... okay... >>

Colin continuò a ripetersi per un po' mentre Grey svegliava Barry, intimandogli solo di andare di corsa in macchina e di farle dopo le domande.

<< Stiamo arrivando Colin, tieni duro. >>

~~~~

Poteva sentire la voce di Barry passare dall'essere colma di stanchezza a colma di preoccupazione, Colin si sentì in colpa per averli fatti agitare tanto, ma alla stesso tempo era felicissimo di sentirli e della loro compagnia.
Era ancora agitato certo, ma la "presenza" dei due lo faceva sentire più tranquillo e lo stava aiutando a concentrarsi e soprattutto, ricordarsi di usare il tablet solo per ricaricare il carillon, era tentato di controllare le animetroniche, ma non voleva rischiare di prosciugare l'icona della batteria che, temeva, avrebbe significato la fine di ogni sua possibilità di salvezza.

<< Proprio un bel modo di iniziare il nuovo lavoro, eh? >>

Chiese retorico Barry e Colin forzò una risata.

<< Già, spero solo accettino le dimissioni dopo una sola notte. >>
<< Non possono certi tenerti a lavoro contro la tua volontà, sennò puoi sempre farti buttare fuori. >>
<< Già, potrei entrare nell'ufficio del capo e fare casino. >>

Era tentato di farlo davvero, ma se una persona era abbastanza ricca e potente da far passare gli "incidenti" di alcune guardie notturne (ormai era ovvio cosa fosse accaduto) come casi isolati e poter evitare denunce da tutti coloro che avevano lavorato lì, avrebbe rischiato inutilmente di mettersi in pericolo.
Per lo meno il problema delle animatroniche era stato risolto per quella sera, per quanto l'attesa fosse stancante riuscì ad arrivare alle sei del mattino senza problemi.
Furono Barry e Grey ad averne quando tentarono di entrare di corsa con l'impiegato del mattino e questo fece per chiamare la polizia temendo fossero dei malviventi, ma i tre erano troppo felici di essere di nuovo assieme (e senza un cadavere) per curarsene.

 

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Capitolo 8
*** 7 - Il Burattino ***


<< Mi spiace per l'incidente con il mio collega. >>

Colin avrebbe voluto usare tante altre parole contro Il'Ya e nessuna di quelle era civile o di scuse, ma sapeva bene che il modo migliore per non avere problemi con qualcuno che poteva fargliene passare era stare calmo, fingere che non fosse accaduto nulla di strano la sera prima e tirare fuori la prima scusa credibile per rafforzare il suo desiderio di dare le dimissioni.

<< Oh, non preoccuparti. >>

Disse l'uomo dietro la scrivania.
Il'Ya era seduto con un sorriso calmo e composto, la Marionetta era in piedi proprio dietro di lui, a guardare Colin da dietro la maschera con un'espressione celata, ma il ragazzo poteva sentire che quello sguardo fisso era accompagnato da un ghigno.

<< Puoi invitare i tuoi amici quando vuoi, ma magari avvisali di non entrare di corsa e rischiando di schiacciare il guardiano diurno, per poco non lo investivano correndo. >>

Il direttore sembrava più divertito che infastidito e Colin sorrise.
"È di buon umore..."
Si disse.
"... sarà facile liberarmi di questo lavoro."

<< Comunque, perché volevi vedermi?>>
<< Per dirle che... >>

La voce gli si smorzò in gola.
Colin non riusciva a capire perché, era come se di colpo avesse perso la voce, o qualcuno gli avessi afferraro il collo e lo avesse stretto per non farlo parlare.
Temette per un attimo di stare avendo un attacco o qualcosa di simile e aprì la bocca per chiedere aiuto, ma ciò che uscì fu: << Volevo ringraziarla per la splendida opportunità di lavoro! >>.
"Cosa?!"
Era certo che il suo sguardo mostrasse chiaramente quanto era disperato, che si potesse vedere bene quanto non volesse dire quelle parole, ma Il'Ya sembrava ignaro di tutto ciò e Colin non riusciva a fermare le proprie parole.
Era come se non avesse il controllo sul suo corpo, come se fosse addormentato e qualcuno stesse muovendo la sua bocca e parlando al posto suo, ma con la sua voce.

<< Mi sono divertito molto, è stata un'esperienza incredibile e non vedo l'ora di un'altra notte di lavoro! >>

"Zitto! Zitto! Zitto!"
Cercò di tirarsi uno schiaffo, sperando di poter fermare quelle parole che non gli appartenevano, ma neanche le braccia rispondevano al suo comando.
Ricordò una notte di qualche mese precedente, quando aveva avuto un episodio di paralisi del sonno e si era ritrovato capace di muovere solo gli occhi e pensare, proprio come in quel momento, incapace di muoversi e controllarsi se non per gli occhi color smeraldo che cercavano disperatamente l'aiuto del direttore.
Il'Ya continuava a comportarsi normalmente, come se non vedesse lo sguardo di Colin, o come se lo stesse ignorando.

<< Sono felice di sentirtelo dire. Cerchi per caso di beccarti una promozione? >>
<< Oh, non mi spiacerebbe... >>

Colin smise di prestare attenzione alle stesse parole che uscivano dalla sua bocca, aveva visto qualcosa che gli fece gelare il sangue.
Non aveva prestato molta attenzione alla Marionetta, aveva cercato in tutti i modi di evitare di guardarla e di sopprimere i brividi di paura e disgusto che sentiva anche solo pensando ad una di quelle creature robotiche disgustose, ma da quando era caduto in quello strano stato, aveva iniziato a muovere gli occhi in tutte le direzioni per cercare qualcuno che potesse aiutarlo, allora le aveva viste, le mani della Marionetta si muovevano in modo singolare: la sinistra era protesa con il palmo verso l'alto, come se tenesse qualcosa; la destra invece era sollevata proprio sopra di essa, aperta con le dita ben separate mentre il medio solo si muoveva, su e giù.
"Non dirmi che..."

<< C'è altro che vorresti dirmi Colin? >>
<< Sì, se sarò ancora bravo posso avere le pizze e lo stipendio assieme? >>
<< Ohohoh! Sei una sagoma Cole! >>

Colin era impallidito più di prima.
L'indice della marionetta si era mosso con ogni sua sillaba, come se fosse quello a muovere la sua bocca.
La sentiva osservarlo, poteva vederla sorridere più di prima mentre muoveva l'indice verso l'alto, con la stessa velocità in cui il ragazzo sollevò il braccio sinistro per stringere la mano al direttore.
Queel direttore che non poteva non aver visto lo sguardo del ragazzo saettare dal suo all'animetronica alle sue spalle per avvisarlo.
Quel direttore che aveva continuato a comportarsi come se nulla fosse, anche quando si era dovuto girare per prendere dei fogli da un cassetto e aveva visto i gesti della Marionetta che Colin tanto disperatamente voleva fargli notare.
Poteva essere stato "stregato" anche lui certo, ma il giovane impiegato sentiva dentro di sé che non era quello il caso, il suo istinto sembrava molto più attivo del solito quando si trattava di fargli notare cose molte brutte, come quel dettaglio per nulla insignificante sulla sua carriera.
Non avrebbe potuto fuggire e non avrebbe potuto dire nulla
"Sono io il burattino..."

<< Buona giornata Colin. >>
<< Bonne journée, petit chaton~ >>

Il ragazzo uscì dall'ufficio col passo più rapido possibile, ignorando il risolino udibile nella voce della Marionetta mentre raggiungeva Barry e Grey.

<< Allora, com'è andat-Colin?! >>
<< Stai bene?! >>

I due lo strinsero fra le braccia mentre Colin scoppiava in lacrime contro i loro petti e cercava di spiegare l'accaduto fra i singhiozzi.
Non avrebbe chiesto loro di tirarlo fuori con una fuga o cose simili, ora che sapeva di non potersi sottrarre al pericolo, non voleva rischiare di far soffrire anche loro ed era già tanto il fatto che li aveva coinvolti in quella faccenda invece di proteggerli.

<< Tranquillo, ora andiamo a casa e tu pensa a riposare. >>
<< Troveremo una soluzione. >>

Oh, quanto avrebbe voluto fosse possibile.

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Capitolo 9
*** 8 - Il Progetto ***


Quel giorno Il'Ya era di ottimo umore.
Doveva esserlo per forza se aveva chiesto loro qualcosa di semplice come andare a rovistare in cantina.
Angel e Viola erano entrate da pochi secondi e già potevano vedere mucchi e mucchi di scatoloni e pezzi di robot in giro, visto che era lì che tenevano ciò che restava dei precedenti locali della linea del Freddy's, tenevano lì quel poco che ne restava si intendeva, dopo tanti avvenimenti spiacevoli, alcuni cittadini avevano tentato di distruggere tutto ciò che era rimasto e avevano smantellato e bruciato tutto ciò che potevano distruggere in quel modo.

<< Strano che non abbiamo anche versato acqua santa ovunque. >>

Disse Angel spolverando una serie di funko pop e peluche che sembravano essere stati strappati e tagliati come se chiunque avesse compiuto tale atto avesse voluto inciderci sopra qualcosa.

<< Dici? La gente parlava di bambini morti, fantasmi e ex dipendenti blateravano su maledizioni e folli assassini che volevano risorgere. Fidati che hanno anche chiamato un prede a spargere sali sulle macerie. >>

Rise la gemella mentre sollevava una maschera sorridente e rovinata su cui sembravano esserci una mezza luna e un sole (non si capiva per nientr, ma la donna era convinta della grande "originalità" del Freddy's e della classica idea di sole e luna assieme).

<< Ma davvero la gente critica noi per aver costruito dei robot con corpi sensuali? Questi mandavano i loro bambini a guardare 'sti sgorbi! >>

Borbottò Viola mettendo da parte l'oggetto.
Avrebbe anche buttato la maschera in un cestino, ma Il'Ya non voleva buttare ciò che poteva essere riaggiustato e poi i collezionisti fissati con i "cimeli" di marchi famosi erano disposti a vendere i figli per una maglietta autografata dallo spazzino che aveva lucidato il pavimento del bar dove aveva bevuto un attore famoso, avrebbero sborsato anche per qualche maschera risistemata e i soldi erano sempre importanti in quel lavoro.

<< Comunque, Il'Ya ha chiesto qualcosa di preciso? >>
<< Angie cara, se passassi meno tempo a sbavare su di lui magari riusciresti ad ascoltarlo. >>

La donna dai capelli rosati sbuffò e incrociò le braccia, rivolgendo alla gemella un broncio che ebbe solo l'effetto di farla ridere, ma ottenne comunque una risposta.

<< Ha detto che vuole provare a programmare un animetronico maschio e vedere come questo influenzerà le vendite e... >>
<< Si è rotto le palle di quelli che ci accusano di istigare il pubblico a vedere le donne come giocattoli, o di quelli che ci accusano di aver tirato su un locale che discrimina tutti coloro che non gradiscono le tette? >>

Il'Ya non sarebbe mai stato tanto fine, ma a differenza sua, Angel era meno "devota" all'imprecare ogni due secondi, nonostante fosse comprensibile avere i nervi sensibili con un impiego nella ristorazione, era complicato, rischioso visto che molti locali chiudevano sul nascere e i clienti fuori di testa non mancavano mai e le loro "guardie speciali" non potevano certo aggredirli in pieno giorno.

<< Comunque, che ne dici di questo? >>

Chiese indicando un vecchio poster dove c'erano i quattro animatronici che componevano la band dell'ultimo locale prima del loro, in primo piano c'era un orso arancione con un microfono in zampa.

<< Oh, ricordo quest'orso, Freddy Fazbear in persona, era su tutti i giornali quando hanno arrestato quella guardia. >>

La notizia aveva causato la chiusura del luogo all'istante.
Il direttore aveva trovato gli animatronici distrutti e il locale danneggiato e la donna che lavorava lì aveva sostenuto ci fosse stata una rapina finita male, ma le fiamme nei "sotterranei" del locale e i resti meccanici di qualcosa di "grosso e spaventoso" (citando i giornali che ne sapevano quanto il pubblico visto che era stato insabbiato tutto) avevano convinto la direzione a liberarsi dei pochi dipendenti che non erano meccanici e poi a chiudere.

<< Perché però dovremmo scegliere questo? Abbiamo già Freddy. >>
<< Appunto, questi orsi sono le mascotte più famose in tutto il mondo, attireranno un botto di clienti in più e... possiamo cambiare nome alla nostra se proprio ti confondi. >>

Viola sbuffò.

<< Puoi chiamare questi cosi come ti pare, non li rende meno inquietanti. >>
<< Aw, scusa sorella cara, scordavo che hai paura di un paio di robottini. >>

Angel rise divertita, trovava esilarante il timore ingiustificato della gemella verso le animatroniche.
L'avrebbe compreso se avessero rappresentato un pericolo per loro, ma finché la Marionetta era sotto il controllo di Il'Ya, nessuna delle animetroniche sarebbe stata in grado di ferirle.
"Magari posso farla stare meglio..."
Si disse vedendo lo sguardo irato dell'altra, quindi si mise a cercare in uno scatolone e trovò per puro caso una maschera bianca e sorridente, quella del vecchio modello di Marionetta che c'era in passato, quando ancora il Freddy's era un locale per bambini.

<< Ehi Vio', chi sono? >>

Portò la maschera davanti al suo volto e iniziò a cambiare posa, mettendo prima in mostra il petto e poi i fianchi con fare suggestivo, quindi disse fra una posa e l'altra: << Omelette du fromage~ Baguette~ >> e altre parole a caso con l'accento francese più finto che riuscisse a fare, facendo ridere la gemella e guadagnandosi un sorriso gentile.

<< Bel tentativo, ma non riuscirai a farmi stare simpatica quella bestia. Quella me la sognerò la notte prima o poi. >>

Angel fece per aggiungere qualcosa sui rapporti fra Francia e un paio di altre nazioni quando vide che la "bestia" di cui stavano parlando, quella che più inquietava la sorella, era proprio alle sue spalle.
Non era sorpresa, le sarebbe anzi sembrato strano vederle entrare dalla porta come un robot normale.

<< Cosa? >>

Chiese Viola vedendo lo sguardo della sorella fisso su un punto alle sue spalle e, prendendo un profondo respiro, si voltò verso il suo incubo.
La Marionetta non sembrava offesa, battè anzi le mani con fare allegro e emise un risolino deliziato e un: << Bien fait! Un'ottima imitazione Angie, ma dovresti lavorare di più sull'accento >>, quindi abbassò lo sguardo su Viola, ampliando il ghigno sotto la maschera e posando una mano sulla sua spalla mentre il tono si faceva meno giocoso e più lento e sensuale.

<< Mi auguro di comparire presto nei tuoi sogni, petit fleur, credo di sapere quali intendi. >>
<< Incubi, quello intendo. >>

Viola si allontanò e prese per mano la gemella e il poster, quindi la trascinò in corridoio il più rapidamente possibile.

<< Odio queste cose... >>

Borbottò.

<< Dai, non sono così male le altre. >>
<< Angie, sono un branco di bas-FREDDY! >>

L'orsa stava sorseggiando un caffè mentre stava sdraiata su un divanetto in pelle, neanche le degnò di di uno sguardo.

<< Apriamo fra dieci minuti! Dovresti essere sul palco per il riscaldamento! >>
<< Mh... "Freddy! Dovresti essere sul palco!" >>

La imitò Freddy, aggiungendo un: "Mimimimimi" canzonatorio prima di ridere e lasciare Viola ad essere trascinata via dalla sorella.

<< Calma cara, pensiamo a lavorare al progetto. >>
<< Io queste le smonto! >>

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Capitolo 10
*** 9 - Aiutare un Amico ***


<< ... e quindi è successo tutto questo. >>

Finì Grey.
Colin aveva provato ad andare avanti e affrontare un corso pomeridiano come se nulla fosse accaduto quella notte prima.
Avevano notato tutti il suo stato pietoso, le occhiaie e il passo strascicato e il costante stringersi la testa come se in preda all'emicrania, avevano notato come scattava lontano da ogni tocco, come se qualcuno lo potesse scottare anche solo sfiorandolo e sarebbe stato forse più sopportabile degli incubi e delle ore passate sotto la doccia a strofinarsi le braccia e il corpo con una spugna quasi fino a farsi male, per cancellare quel disgusto che sentiva verso il proprio corpo e la sua debolezza contro quella aggressione. Non avrebbe mai voluto coinvolgere gli altri, ma Lara (entrambe), Shade, Evelyn e forse anche quei compagni di classe di cui conosceva solo i nomi e con cui aveva scambiato qualche saluto, tutti avevano visto com'era ridotto e i suoi amici avevano subito cercato di chiedergli se stesse andando tutto bene e se potessero fare qualcosa.
Sembrava avessero paura di risultare pure troppo insistenti e si stavano solo preoccupando per un amico come chiunque avrebbe fatto.
Colin aveva vuotato il sacco.
Non si spiegava nemmeno il perché lo avesse fatto, né come fosse stato così semplice farlo, il solo ricordo e il solo ripensare a quel terrificante incontro gli faceva venire la nausea, eppure aveva detto tutto con una risata amara, come se stesse raccontando una storia spiacevole sì, ma non a quel punto.
Forse credeva che quel terrificante ricordo avrebbe iniziato a fare meno male a furia di parlarne e affrontare il ricordo e il disgusto ogni volta, o forse sperava di non essere creduto, di allontanarli da sé con la maschera di qualcuno capace di scherzare e mentire su qualcosa di tanto brutto, così che non potessero rimanere invischiati nella situazione per cercare di aiutarlo come Grey e Barry.
Avrebbe dovuto arrangiarsi con il primo obbiettivo però, perché i quattro non risero di lui come se avesse raccontato una barzelletta, né lo avevano guardato con disgusto o chiesto che problemi avesse. Poteva vedere che erano scettici sì, ma si scambiarono comunque un paio di sguardi curiosi, come se stessero ponderando attentamente ogni parola appena detta dal ragazzo che sembrava uno zombi.
"Anche secondo loro non mentirei mai così? Anche loro si fidano tanto?"
Erano suoi amici certo, ma non poteva certo aspettarsi totale fiducia da tutti loro dopo una scena simile.

<< Fa-fai sul serio? >>

Chiese Shade incerto e Colin annuì, sapeva che l'amico non voleva certo essere scortese con quella domanda.

<< Sembra assurdo e vorrei tanto che lo fosse. >>

Mormò mentre scopriva il proprio volto da qualche ciocca di capelli, tenendo lo sguardo fisso sul banco e sugli esercizi di algebra conclusi in una serie di scarabocchi senza senso.

<< Colin... >>

La dolce ragazza su cui avrebbe tanto voluto fare colpo e che lo stava vedendo in uno stato tanto pietoso (probabilmente pensando che fosse pazzo) gli prese il viso fra le mani e lo fissò dritto negli occhi.

<< ... giuri seriamente di non starci prendendo in giro? >>
<< Sulla mia vita... >>

Mormorò incerto, confuso da tanta serietà inaspettata.
Davvero nessuno si era messo a ridere?

<< Allora dicci come possiamo aiutarti. >>
<< COME?! >>

Gli altri studenti si girarono a guardarli e furono rapidamente invitati a farsi i fatti loro da un gesto di Evelyn.

<< Cosa? Pensi davvero che ti lasceremmo solo? >>
<< Ma... io... insomma... sì! >>

Sussurrò Colin.

<< Vi ho appena detto qualcosa di assurdo! Come fate a credermi così? Senza prove?! E poi non voglio mettervi in peric- >>
<< Alt! >>

L'altra Lara gli posò un dito sulle labbra.

<< Colin, non dire ciò, non si abbandona nessuno nel momento del bisogno e la nostra scelta di essere bravi amici non è certo una tua colpa. >>
<< E poi, scusa se te lo dico, ma ti sei visto? >>

Chiese Evelyn indicandolo da capo a piedi e ignorano lo sguardo lievemente acido di Colin.

<< Se davvero tutto questo è una messa in scena, ti faccio i miei complimenti per l'impegno. Ma ti conosciamo abbastanza bene da non buttarti via così e da fidarci ciecamente di te. >>

Il ragazzo dalla fulva chioma sorrise, gli tremavano le labbra dal bisogno di curvarsi in una smorfia mentre lacrime di sollievo e commozione iniziavano a bagnargli le guance.
"Cazzo, sto piangendo troppo..."
Si disse asciugandosi gli occhi e cercando di controllarsi.
Avrebbe tanto voluto lasciarsi abbracciare e accarezzare sulla schiena come sua madre aveva fatto quando i suoi fratelli maggiori avevano iniziato la scuola e lui e sua sorella avevano avuto paura di rimanere soli per sempre, ma aveva paura di come avrebbe potuto reagire ai loro tocchi. Quando Grey e Barry lo avevano stretto fra di loro si era sentito protetto, ma la spiacevole sensazione di timore e fastidio (fortunatamente non c'era stato il disgusto) era stata altrettanto chiara, non voleva rischiare di spingerli via o magari schiaffeggiare le loro mani.

<< Rilassati Cole, va tutto bene. >>

Mormorò dolcemente una delle tre ragazze, riconosceva una voce femminile, ma il rumore dei propri singhiozzi, per quanto soffocati da una sua mano (o almeno, ci stava provando ad attutire il suono), stava rendendo difficile distinguere a chi apparteneva.

<< Ora pensiamo ad uscire prima da qui e portarti a casa, poi decideremo il da farsi. >>

Colin annuì, certo avrebbe preferito non causare un tale disagio all'intero istituto, ma Shade e Evelyn avevano comunque deciso di usare il metodo più veloce e azionare l'allarme antincendio.
"Spero i loro piani siano meno caotici..."
Le speranze di Colin erano sul punto di essere infrante.

---

<< Okay, io e Grey abbiamo studiato un piano. >>

Sorrise la Lara di cui Colin era cotto.
"Spero si inventino qualche soprannome per il piano."
Si disse mentre accarezzava Smudge e si lasciava avvolgere da una calda coperta.

<< Ci divideremo in tre gruppi: io, Shade e Evelyn studieranno dei piani di protezione per sopravvivere a queste notti di lavoro, Grey ed io ci occuperemo di scegliere i turni in cui andremo in ufficio con Colin per aiutarlo... >>
<< No! È pericolos- >>

Barry zittì Colin ficcandogli in bocca un cucchiaio di gelato al puffo.

<< Grazie Barry. Quindi dicevo: chiederemo al direttore di Colin se possiamo sostituirlo un paio di notte e se non è possibile, visto che ha detto Colin può invitare qualcuno... ha detto così no? >>
<< Sì. >>
<< Ecco, a turno, uno di noi andrà in ufficio con Colin e lo aiuterà grazie ai piani studiati e nel mentre potremmo contattare il Dottor Müller, potrebbe aiutare... se te la senti Colin. >>

Il rosso annuì lentamente, l'idea di andare in terapia aveva già sfiorato la sua mente, ma non si sentiva ancora pronto e sperava potessero capire e rispettare ciò.

<< E il terzo gruppo? >>
<< L'essere qui accanto... >>

Disse Lara indicando la sua omonima.

<< ... e Barry cercheranno informazioni sul luogo, su Il'Ya e su tutto ciò che potrebbe aiutare. >>

E con ciò, il Colin che aveva fortunatamente evitato di gelarsi la bocca annuì ancora confuso e preoccupato.
Certo era felicissimo di avere amici che si fidavano tanto di lui e gli credevano, ma in cosa si stavano cacciando pur di aiutarlo?

 

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Capitolo 11
*** 10 - Ricerche ***


<< Hanno chiuso anche questi. >>

Sospirò Barry e gettò via un altro foglio di appunti.
Lui e Lara avevano praticamente fatto casa nella biblioteca cittadina ed erano sul punto di dare fuoco a tutto pur di non avere a che fare con quell'incessante ricerca.

<< Nemmeno questo s'è salvato. >>
<< Quale? >>
<< "Doug&Rachel" e qualcosa... >>
<< Chiudono tutti e non il "Chuck E. Cheese"?! >>

Sbottò Lara lasciando cadere la testa su un libro.

<< Cos'hai contro il povero Chuck? >>

Chiese lui.

<< Ma li hai visti gli animatronici di quel luogo? Chiunque abbia progettato quei cosi e abbia pure pensato che fossero adatti a dei bambini è uno psicopatico. >>
<< ... okay... comunque qui ci sono solo tanti morti. Incidenti, omicidi, sparizioni, insomma, questi tipi di locali sembrano essere maledetti. >>
<< Allora Il'Ya a breve perderà il posto. >>

I due chiusero i vecchi volumi e ritagli di giornale a portata di mano e decisero di dedicarsi ad altri modi di cercare informazioni: cercare su internet.

<< Almeno su Il'Ya si trova qualcosa in più? >>

Chiese la ragazza la cui pigrizia premeva affinché cessasse ogni attività per qualche attimo, lei neanche riusciva a finire i video tutorial su come scaricare mod di "The Sims", concentrarsi su ricerche lunghe e infruttuose la stava uccidendo.
"Fallo per il tuo amico."
Si disse mentre Barry la risvegliava dallo stato di trance in cui era momentaneamente caduta con un'esclamazione di vittoria.

<< TROVATO! >>

Le altre persone presenti in biblioteca lo zittirono in malo modo, il ragazzo arrossì di vergogna e chinò lo sguardo sul portatile con cui stava facendo le ricerche e che si era portato dietro proprio perché aveva previsto di dover ricorrere alla tecnologia, da bravo studente che aveva passato notte insonni a cercare su Google e qualsiasi altro sito di ricerca ciò che la biblioteca non voleva rivelargli (e sì che pochi potevano dire di aver avuto difficoltà a fare una ricerca sulla storia dei crogioli).

<< Spero che non finisca come la mia ricerca sui densimetri. >>

Sospirò Lara.

<< Anche tu non hai trovato nulla nei libri? >>
<< Manco online, è venuta fuori una ricerca lunga ma le informazioni trovate erano le stesse su ogni sito: chi l'ha creato, perché e come funziona. Poi ci ho messo foto e descrizione di ogni singolo tipo di densimetro esistente. >>
<< E come è finita? >>
<< La professoressa mi ha dato un sei e manco mi ha fatto finire la presentazione perché ci stava volendo troppo.¹ >>
<< Mi spiace. >>

Barry diede due pacche sul capo all'altra, quindi cercò su Google il nome "Il'Ya Vladislavich".
"Deve esserci qualche informazione su du lui."
C'era ovviamente un'intera pagina di Wikipedia dedicata all'uomo, i collegamenti portavano tutti alla sua attività e il locale e la vita dell'uomo sembrava essere quella di una persona qualunque, dall'infanzia tranquilla, agli studi e all'attività che aveva aperto prima della "Marionette's Playhouse".

<< Aveva un negozio di peluche, ha anche partecipato ad un vecchio programma per bambini con alcuni dei suoi pupazzi. >>
<< Dici che possiamo trovare qualche informazione in più se ci guardiamo gli episodi? >>

Scherzò la ragazza, notando poi un dettaglio interessante in una delle foto presenti.
La data della foto era quella dell'apertura del Marionette's, in essa Il'Ya sedeva ad uno dei tavoli e aveva un braccio attorno alle spalle di un uomo alto e robusto, vestito in modo elegante e molto pallido, con dei capelli bianchi come la neve che facevano risaltare gli occhi di un azzurro particolarmente chiaro.

<< Guarda qui. >>
<< "Il'Ya durante l'inaugurazione con Leon Spectre"... Spectre? Che razza di cognome è? >>

Chiese Barry confuso.

<< Barry, ci sono persone che chiamano i loro figli con nomi che dovrebbero essere illegali, un cognome come Spectre mi pare pure sobrio. >>
<< In effetti... comunque, cosa c'è di strano? >>
<< Conosco Leon Spectre... e lo hai anche pronunciato male. >>
<< Come? >>
<< Non è come Léon, è Leon con la "i". >>
<< Ah okay, va avanti ora, come lo conosci? >>
<< Lo conosco di fama, è un ricercatore e ha un podcast su cui parla delle sue scoperte. Io lo seguo e forse, se conosce Il'Ya, potrà dirci di più, da come sono messi in questa foto sembrano in buoni rapporti. >>

Il ragazzo annuì, ma era sempre più confuso, non aveva mai sentito parlare di tale Leon, eppure non si reputava così ignorante.

<< È un ricercatore di che tipo? Ci tocca subire una lezione extrascolastica di scienze o qualche racconto su reperti storici? >>
<< È uno studioso di occulto. Ricerca leggende, fenomeni paranormali e... cosa? >>

Barry era immobile a guardare davanti a sé con fare silenzioso, quasi perso.

<< Non avrei mai pensato di veder arrivare questo giorno. >>
<< Che giorno? >>
<< Quello in cui vorrei una soluzione razionale e realistica ad un problema serio, ma so che è successo qualcosa di così anormale da non potermi permettere di essere scettico. >>

Dopotutto il povero Colin era stato molestato da due robot e una delle attrazioni era stata in grado di controllarlo e fargli dire ciò che voleva, come se lo avesse stregato.
Poteva dunque dubitare dell'utilità di qualcuno che studiava fantasmi?
Assolutamente no, avrebbe cercato prima spiegazioni logiche agli eventi della notte precedente e poi avrebbe deciso se aveva il diritto di mostrarsi scettico o meno.

<< Andiamo, diciamo agli altri cosa abbiamo scoperto e vediamo di capire dove abita questo tizio. >>
<< In teoria non dovrebbe abitare troppo lontano. >>
<< Specifica il "troppo lontano". >>
<< Potremmo dover uscire di città e trovare qualche buco sperduto. Dalle panoramiche di casa sua, oserei dire che si andrà per i boschi. >>

"Un tizio che studia fantasmi, è amico di uno che ha robot stupratrici e vive in mezzo al nulla... qua stiamo andando a farci ammazzare da uno psicopatico."
Barry sospirò, certo che sarebbe stata una ricerca più lunga del necessario.

<< Se andassimo a chiedere ai signori White? >>
<< Quelli del negozio di animali? >>
<< Uh-uh. >>
<< Barry, ci occorrono informazioni serie, non i gossip di due che ti guardano camminare dalle finestre manco fossi un criminale. E poi lo sai come sono quelli lì. >>
<< Quelli lì? >>
<< I vecchi. >>

"E psicopatico in mezzo al bosco sia..."
 

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Note dell'Autrice: (¹)= storia dolorosamente vera, tutt'ora ho con i densimetri un rapporto amore-odio.

- LaraEndlight

 

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Capitolo 12
*** 11 - Leon Spectre ***


<< Ci siamo persi? >>
<< Sì. >>

Barry e Lara giravano in strada da ore.
Erano finiti su un percorso che sembrava una striscia bianca che attraversava una foresta, c'erano solo alberi e arbusti su entrambi i lati e un mare di sassolini bianchi a coprire ogni possibile traccia di terra e polvere, praticamente la macchina tremava ad ogni passo e un fastidioso rumore accompagnava quel viaggio che si era fatto silenzioso dopo che Lara aveva tormentato Barry con battute terribili fino a costringerlo a passare al Mc Donald per farla tacere.

<< Hai qualcosa da mettere in radio? >>

Chiese l'autista disattivando il Bluetooth del suo cellulare.

<< Oh sì, ho diverse Playlist. >>
<< Che generi? >>
<< Tutti, anche cover, canzoncine sceme da web serie e qualche sigla di anime. >>
<< Ecco, mettine una va, droghiamoci di ricordi. >>

Sorrise Barry mentre rubava una patatina.
Solo che fra le serie tratte dai manga e presenti in quella Playlist non c'erano solo quelle con sigle rock che sarebbero state benissimo in una discoteca, Barry se ne accorse quando giunse quello che, a detta di Lara, sarebbe stato "IL drop", poco prima che questa iniziasse a sbracciare al ritmo di: "Viva gli Ham Ham friends così pic-co-li! Vivacissimi ma dolcissimi!"¹.
"Devo ammettere che il ritmo è figo."

<< Ehi, chiediamo indicazioni. >>

Disse la ragazza indicando un giovane di passaggio e abbassando il volume della radio.

<< Ehi salve. >>

Sorrise Barry dopo aver abbassato il finestrino.

<< Salve. >>
<< Io sono Barry e lei è la mia amica Lara, ci scusi per il disturbo signor... ? >>
<< Chiamatemi Fay. >>
<< Okay Fay, sai dove abita un certo Leon Spectre? >>
<< Oh, andate avanti e prendete la strada fra quei due pini a destra, poi tutto in fondo. >>
<< Grazie mille. >>

I due proseguirono il viaggio, affrontando buche tanto profonde da dover essere attraversate con la massima lentezza e qualche imprecazione-mezza preghiera rivolta al santino che Barry e compagnia tenevano in auto (una foto di Smudge subito dopo l'adozione), fin quando non giunsero di fronte ad una villa che sembrava urlare: "Guardate quanti soldi ho!" da ogni mattone.
I due parcheggiarono e si avvicinarono alla porta più piccola accanto al cancello che sembrava dover far passare una nave da crociera più che una semplice auto.

<< Dici che il citofono ha un suono normale, o parte "Money! Money! Money!"? >>
<< La seconda. >>

Per loro fortuna il padrone di casa non sembrava avere gusti tanto esagerati e solo un coro di campane rispose al pulsante premuto.

"Sì?"
<< Il Signor Spectre? >>
"Siete giornalisti?"
<< No, siamo solo curiosi di conoscerla e fare due chiacchiere. >>
"Oh, okay! Prego, entrate e non temete, i miei cuccioli non mordono~"

I due entrarono nel grande cortile sentendosi un po' confusi.

<< Mi sembra troppo facile, da uno che fa questo mestiere non mi aspetterei una tale ingenuità nel fidarsi a far entrare di due tizi a caso. >>
<< Beh, era uno di quei citofoni con telecamera no? Magari ha visto che siamo due giovani universitari e non due malviventi armati. O forse si sente solo. >>

I due si accorsero del vero motivo dietro tanta calma quando videro gli "animaletti" a cui Leon aveva accennato: un leone, una tigre e un leopardo stavano sdraiati davanti al portico a prendere il sole, i loro manti bianchi sembravano pronti a rifletterne i raggi.

<< Ehm... tu che studi biologia, i felini scappano se agiti le braccia e gli vai contro di muso urlando no? Non si aspettano che tu non abbia paura... >>

Mormorò Barry immobile come una statua, quasi temesse che anche solo respirare potesse innervosire i tre.
L'altra ballettò un: << E tu che pratichi arti marziali, riesci a colpire forte sul muso? >> facendo sbiancare l'altro che, pur essendo alto e muscoloso come "un armadio a quattro ante direttamente", avrebbero detto gli altri, dubitava di poter sconfiggere tre grandi felini predatori e aveva solo una bottiglietta di spray al peperoncino e un coltellino che aveva dai tempi in cui era un giovane scout e che aveva portato per protezione.

<< Ah! Miei cari ospiti! >>

Esclamò Leon uscendo di casa con un accappatoio azzurrino e un paio di occhiali da sole.
I felini si alzarono per andarsi a strusciare contro di lui e farsi accarezzare.

<< Non abbiate timore, potete coccolarli pure, amano ricevere attenzioni. >>
<< Oh... come si chiamano? >>

Chiese Lara per iniziare la conversazione in modo amichevole.

<< Il leone è Muffin, questo bel tigrotto è Cupcake e la signorina a macchie è Frost. >>
<< Oh, deve essere dura pulire la letteria, eh? >>

Scherzò Barry elargendo una risata dal padrone di casa.

<< È stato più difficile ottenere tutti i permessi necessari dopo averli salvati da cuccioli, ma ora venite, ditemi pure cosa cercano due anime curiose da un investigatore del paranormale. >>

Mentre lo seguiva all'interno della villa e aspettava che Lara smettesse di abbracciare i "micioni" con aria beata e fargli foto da mandare alla sua omonima, Barry notò che i capelli di Leon avevano una leggera sfumatura cerulea, come se avesse usato una tinta azzurra molto chiara.
"Sembra ciano... questo non è albino, questo ha un fetish strano per i fantasmi e vuole brillare al buio a momenti. Ecco perché ricerca il paranormale..."
Accomodandosi senza dare voce ai suoi pensieri, Barry attese che Lara lo raggiungesse e che Leon si sedesse davanti a loro, sperando in una spiegazione sobria su ciò che stava succedendo e, cercando di non fissarlo troppo e risultare cafone, guardandosi intorno con curiosità.

<< Che... porta singolare. >>

Disse notando una strana porta color rosso con una scritta che non riusciva a leggere.

<< Grazie caro, va in cantina, lì ci sono i giocattoli che uso quando vengono a trovarmi degli "amici". >>
<< Mh? Oh, fate gruppi di roleplay tipo D&D? >>

Chiese innocentemente il ragazzo che fece perdere i polmoni per le risate agli altri due, accorgendosi di essere troppo puro per quel luogo quando Lara mormorò a bassa voce: << Un dungeon c'è, ma non ci sono draghi temo >> e di essere quindi nella villa sperduta in mezzo ai boschi di un riccone eccentrico che studiava i fantasmi, aveva animali domestici pericolosi e un probabile sex dungeon.
"... okay, prendiamo lo spray e il coltellino dal marsupio e teniamoli vicini."
Fortunatamente le tasche dei pantaloni erano tanto larghe da concedergli di estrarre le armi rapidamente.

<< Allora signor Spectre... >>
<< Chiamatemi Leon, vi prego. >>
<< Leon, io sono Lara e lui è Barry, di recente un nostro amico ha iniziato a lavorare al Marionette's e... diciamo che ci sono stati degli incidenti e volevamo chiederle se magari può dirci di più. >>

Togliendosi gli occhiali da sole, Leon rivelò un certo interesse in quegli occhi azzurri.

<< Cosa vi fa credere che possa aiutarvi? >>
<< Sembravate molto amici in quella foto su Wikipedia. >>

Disse la ragazza, accorgendosi dopo aver parlato che il ragionamento appariva sempre più forzato ogni secondo.
Ma visto cosa aveva rischiato Colin la prima notte di lavoro, potevano anche dichiararsi abbastanza disperati da attaccarsi ad una foto.
Leon trattenne a stento una risata mentre si copriva le labbra e fingeva di tossire, quindi tornò serio e assunse una posa più professionale.

<< Siete fortunati, io sono colui che ha reso possibile il successo del Marionette's. >>

I due batterono le palpebre sorpresi, avevano davvero azzeccato?
Una semplice foto aveva portato alla soluzione?

<< Ci dica tutto, la prego. >>
<< Non so se mi crederete... >>
<< Senta, un ragazzo innocente stava per essere stuprato a morte da una cazzo di robot e una di quei cosi lo ha come controllato per non fargli dare le dimissioni. Le sembriamo disposti a fare gli scettici rincoglioniti?! >>

Sbottò Barry alzando un poco la voce davanti al ghigno divertito dell'altro, il quale mutò presto in un'espressione seria a quello sfogo.

<< Non serve scaldarsi. E... beh, dopotutto sono un investigatore del paranormale, sono abituato a non essere creduto, non credo ferirete i miei sentimenti non credendomi. >>

Leon si appoggiò allo schienale della sedia e sorrise con fare più giocoso quella volta, eppure la voce era priva di ogni traccia di scherzo o gioco.

<< Nel mio campo di ricerche non si parla solo di poltergeist o fantasmi birbanti che aprono le finestre, si parla anche di entità molto più potenti, da luoghi ben differenti dal nostro mondo. >>
<< Come il Paradiso e l'Inferno? >>

Chiese Lara, ma l'altro scosse il capo.

<< No, non ho ancora trovato tracce di entità riconducibili a ciò che è scritto nella Bibbia, ma ne ho trovate molte che parlano di un piano astrale differente e che io chiamo Limbo. >>
<< E questo cos'ha a che fare con il nostro problema? >>

Chiese Barry battendo un piede infastidito e Leon sbuffò con un: "Che impaziente" e accettò di tagliare corto.

<< Abbiamo evocato un demone e lo abbiamo sigillato nell'animetronica che chiamano la Marionetta, il sigillo è inciso sulla maschera e con quello Il'Ya la fa obbedire a sé, ma ha ancora abbastanza potere per controllare le altre robot, una vittima in un forte stato emotivo come il vostro amico e ogni giornalista o direttore di altre aziende che entra nell'ufficio, sapete, per accettarsi di non far uscire scandali sui giornali e di averla vinta sui locali rivali. Ma può farlo con una persona sola e... sto correndo troppo? >>

I due ragazzi lo guardarono a lungo, cercando ogni traccia di battuta in quelle parole, disperati e pronti a pregare qualsiasi divinità (anche di quel fantomatico Limbo) perché non stessero davvero andando contro un demone.
Ma Leon non sorrideva neanche per mostrare compiacimento per aver zittito Barry.

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Note dell'Autrice: (¹)= solo io la trovo una sigla fantastica?

E, un saluto ad mio amico (che ha chiesto di non essere citato per nome vero) nel breve cameo di Fay.

- LaraEndlight

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Capitolo 13
*** 12 - 31/10/2020 ***


<< Sei sicuro di voler proseguire? >>

Chiese Leon.
Il'Ya annuì, osservando il libro che l'altro aveva fra le braccia con sguardo colmo di bramosia, impaziente di vedere cosa sarebbe uscito da quella seduta.

<< Bene. >>

Scesi dall'auto, i due e gli altri passeggeri si recarono all'interno dell'edificio ormai in rovina.
Il'Ya aveva acquistato il Pizzaplex prima che il luogo (quel che ne restava dopo l'ennesimo incendio) potesse venire demolito, quindi era ancora in piedi, solo sporco, svuotato di ogni cosa potesse essere recuperabile (probabilmente da qualche sciacallo in cerca di pezzi da rivendere) e coronato dai segni di bruciatura e del tempo che si era accanito dove le fiamme non avevano potuto fare nulla. Il posto che interessava loro era nelle fondamenta, da lì erano partite le fiamme e lì era celato il Freddy's originale, ridotto ormai a poche macerie dove avevano trovato così tanti pezzi di ricambio per gli animatronici che avevano creduto per un attimo di aver scoperto qualche deposito segreto per la manutenzione delle attrazioni.

<< Avete sentito delle voci su questo posto? >>

Chiese Daniel mentre seguiva il gruppo giù per una scalinata che sembrava sul punto di cedere ad ogni passo.

<< Fai attenzione Daniel, quelle sulla sicurezza scadente sono già abbastanza spaventose. >>

Disse il rosso mentre gli tendeva la mano, i due avevano anche del peso aggiuntivo causato dall'endoscheletro di uno dei loro progetti, quello che speravano di rendere la prima attrazione del locale che intendevano aprire.
Viola si rivolse alla porta che sembrava così lontana e mormorò un: << Sicuri non resteremo sepolti? >> al quale Leon rispose ridendo e scuotendo la testa.

<< Perché non possiamo fare la seduta al piano di sopra? >>
<< Perché sento che c'è più energia spirituale qui sotto, tanta rabbia e terrore, deve essere accaduto qualcosa di grosso qui. >>

La ragazza non aveva una così grande fiducia nell'uomo che il suo capo aveva assunto, soprattutto perché lui e Daniel l'avevano incontrato rimorchiandolo in un bar, ma non volle rischiare di infastidirli e, pregando di non cadere in un buco, li seguì fin dentro il famosissimo ufficio culla di tante voci e pettegolezzi, anche se di questo non rimaneva nulla, solo un pavimento con dei pezzi di pareti e di soffitto sparsi in giro. Leon usò una manica della giacca per togliere la polvere da dei pezzi di qualcosa (muro o soffitto che fosse), quelli abbastanza leggeri da essere spostati, allora li mise in cerchio e invitò gli altri a sedersi, quindi prese dalla sua tasca una scatola di fiammiferi con dei buchi e tolse il coperchio per mostrare un piccolo serpente dalle scaglie scure, posandolo a terra e aprendo il libro.

<< Il serpente a che serve? >>
<< Gli animali possono sentire  se c'è qualcosa che non è umano e non posso certo portare i miei cuccioli a rischiare, no? >>

Chiese retorico mentre sfogliava le pagine.

<< Mhmh... okay, Angel inizia a versare il sale, devi circondarci per bene. >

La ragazza sfilò il barattolo dalla borsa e iniziò a fare il cerchio.

<< Il'Ya, hai portato le candele? >>
<< Anche l'incenso. >>
<< Accendi solo queste per ora  e mettile intorno alla luna, poi posa l'endoscheletro al centro. >>

Leon prese una bomboletta di vernice spray rossa dalla borsa di Angel, avevano messo lì dentro tutto il necessario visto che le borse delle donne contenevano di tutto, quindi creò un cerchio a terra, rotondo come la luna nel cielo, rossa e piena.

<< Perfetto! Possiamo iniziare. >>

L'albino fece per leggere, ma fu interrotto da Il'Ya e il suo: << Trova qualcosa che possa aiutarci, voglio ricchezza e potere senza ripercussioni >>.

<< Nessun problema caro~ e ora, ricordate bene le mie istruzioni: non parlate se non ve lo dico io e pensate sempre, sempre, a tutto fuorché il nostro vero obbiettivo, non deve capire cosa vogliamo fare. >>

Sfogliando un paio di volte il volume, si fermò su una pagina con l'illustrazione di tre mani disegnate come se fossero i vertici di un triangolo ed erano collegate da dei fili che pendevano dalle estremità delle dita.
Sorridendo, Leon iniziò a leggere a bassa voce, come se non volesse farsi udire dagli altri, che di tutto il discorso afferrarono un paio di parole, pronunciate come se stesse narrando di una figura storica molto importante, con il rispetto e l'ammirazione che avrebbe riservato ad un idolo e mano a mano che andava avanti, la voce si alzava e si alzava, si alzò al puntò che stava fieramente esclamando a gran voce mentre con un braccio fendeva l'aria in un gesto teatrale, lasciando gli altri confusi.
Stava forse cercando di impressionare l'entità?
Non che avessero intenzieno di interromperlo, le uniche conoscenze in materia che avevano venivano dai film guardati e da qualche tutorial su internet, ma erano tutti da siti poco attendibili e se uno che faceva quel mestiere usava quel metodo, voleva dire che sapeva quel che stava facendo. Dopotutto anche i ciarlatani avevano un minimo di conoscenza dell'argomento per mettere in piedi una buona truffa non tutti i partecipanti a quella seduta si fidavano ancora di Leon.

<< Siete dunque qui con noi? Signore dell'inganno e del peccato? >>

Chiese, aspettando qualche secondo prima di chiedere ancora.

<< Sto dunque parlando con tre delle più potenti entità del luogo bagnato dalla luna di sangue? Coloro che regnano nel potere illimitato e la lussuria più sfrenata? Se ci state graziando con la vostra presenza, vi preghiamo di comunicare con noi. >>

A rispondere fu un silenzio di pochi secondi, poi il rumore di una porta che si apriva e delle ante che sbattevano contro le pareti.
Non poteva essere la sicurezza, Il'Ya aveva già acquistato il posto e mandato a casa tutte le guardie per quella sera.

<< Eccallà, il capocantiere è venuto prima... >>

Sbottò Viola e si alzò prima che potessero fermarla.

<< ... io l'avevo detto quando è venuto da noi, non era affida- >>
<< Non lasciare il cerchio! >>

Le era bastato mettere un singolo piede oltre il sale a terra, quindi dal piano inferiore parve scendere lì sotto un vento gelido, talmente forte che quando colpì la sua gamba sentì come uno schiaffo, come una mano che la schiaffeggiò e si avvolse alla sua caviglia in una stretta solida.
Angel fece per prenderle una mano, ma Leon si allungò e la fermò con un braccio, limitandosi ad osservare la gemella mezza fuori dal cerchio rimanere immobile e rigida, come se qualcuno le avesse appena dato la scossa e l'avesse lasciata in quella posa, come una statua i cui occhi si chiusero di colpo per diversi minuti, prima di aprirsi nuovamente per mostrare due sclere bianche e prive di ogni colore.

<< ... sa girare gli occhi all'indietro? >>

Chiese Il'Ya alla gemella in abito da sera.

<< N-no... >>
<< Avete chiamato? >>
<< E neanche cambiare voce così bene! >>

La voce di Viola si era fatta più bassa, delicata, con un accento che la sorella non riusciva a distinguere, invece la voce di quest'ultima era acuta come il pigolio di un uccellino, era spaventata nel vedere la sua sorellona sorridere con calma e ritirare a sé la gamba, infrangendo il cerchio di sale e tornando a sedersi accanto a lei.
Anche se non fossero state gemelle e non avessero avuto quel legame speciale, sarebbe stato impossibile non notare quel qualcosa di sbagliato in lei, come se le ronzasse attorno qualcosa che urlava: "Pericolo! Pericolo!".
Ognuno dei presenti se lo sentiva dentro, quel cosidetto sesto senso che non sbagliava mai, stava dicendo tutti loro che quella non era Viola.

<< Sì, desideriamo parlarvi. >>

Disse Leon rispondendo alla precedente domanda della creatura.

<< Le mie sorelle non possono raggiungermi stasera, spero di essere abbastanza per voi~ >>

Non fosse stato per quegli inquietanti occhi bianchi, il tono improvvisamente suadente della ragazza avrebbe fatto effetto senza problemi sull'uomo con cui stava parlando.

<< Oh, non c'è problema mia signora... >>

Leon sorrise e fece un inchino.

<< ... chiediamo solo la vostra benedizione. >>
<< Volete davvero la mia? Oh! Una piccola folla di ammiratori! Le mie sorelle ne saranno così liete, tutti hanno un piccolo culto di seguaci ad adorarli e portare loro doni, sembra quasi che non ci consideri nessuno. >>

Disse la creatura con tono lamentoso.
Leon si rivolse agli altri con un sorriso cordiale e uno sguardo rapido, non c'era bisogno di ricordare loro che non dovevano farsi sfuggire il vero piano, se la creatura avesse provato a leggere i loro pensieri, avrebbe trovato solo tante domande, su chi era, cosa era in grado di fare e chi fossero le sue sorelle.
Aveva anche provato a leggere i loro pensieri, ma tutte quelle domande le avevano quasi fatto venire il mal di testa.

<< Cosa devo benedire? >>

Leon indicò l'endoscheletro a terra e si rivolse al rosso accanto a lui.

<< Il'Ya e Daniel vogliono mettere su la loro attività, starebbe molto bene lì dove dimorate. >>
<< Esatto! >>

Disse Daniel, avendo solcato molte volte il palcoscenico di un teatro era più abituato alla pressione di un pubblico "particolare" e sapeva indossare rapidamente la maschera più adatta all'occasione.

<< Un bel luogo dove tutti potranno vivere le loro fantasie senza essere giudicati, purtroppo molte persone qui sono ancora chiuse mentalmente e tendono a giudicare e boicottare ciò che non gradiscono, anche se non fa male a nessuno. >>
<< Oh, so quanto possono essere fastidiosi certi individui. >>

La creatura sorrise, il ragazzo rabbrividì davanti a quegli occhi vuoti e bianchi quanto i denti scoperti.

<< Direi che un po' di fortuna sarebbe perfetta. >>
<< Potreste donarcela? >>
<< Oh, posso fare molto di più... >>

Daniel deglutì nervosamente quando scrutò in quelle sfere vuote, anche senza le pupille, sentiva lo sguardo bruciare nel suo e sentì la mano di Viola venire mossa per sfiorare il suo ginocchio con l'indice, accarezzandolo in un movimento circolare prima di alzarsi e andare ad inginocchiarsi accanto all'endoscheletro, sorridendo dolcemente mentre posava una mano su quella dell'oggetto.
Leon mise una delle sue dietro la schiena.

<< Allora questo sarà il simbolo del mio dono e finché sarà con voi- >>
<< Richiudete il cerchio! >>

L'albino aveva nascosto bene l'oggetto più importante, vedendolo con la giacca ancora indosso si sarebbe potuto tranquillamente pensare che aveva freddo, non c'erano certo i riscaldamenti in quel luogo. Ma celata sotto la giacca, finemente tenuta dai pantaloni, non era stato piacevole stare seduto con un oggetto di metallo infilato lì dentro, anche se solo in parte (quanto bastava perché stesse fermo ma sporgesse tanto da essere sfilato rapidamente).
Leon si gettò in ginocchio a terra e attaccò la maschera sul voltò dellendoscheletro mentre Il'Ya e Angel sistemavano il sale e la creatura emetteva un urlo sorpreso, non foce in tempo a ritirare la mano e le vene di Viola si illuminarono come se del liquido al neon le attraversasse, "liquido" che uscì in una serie di di fili dalle sue dita e si avvolse all'endoscheletro, circondando ogni centimetro di quel corpo fino a ricoprirlo con una serie di fili moventi che apparivano quasi come lombrichi striscianti, poi il sigillo inciso sull'interno della maschera brillò, decretando quindi la riuscita della missione e limprigionamento della creatura. I fili presto cancellarono ogni traccia dell'endoscheletro, queli "vermi" striscianti si erano uniti e si stavano come trasformando, lasciando il corpo nudo di quella che sembrava una donna qualunque e che stava borbottando vari insulti mentre cercava di togliersi la maschera senza successo, come se fosse fusa alla sua pelle.

<< Bene Il'Ya, il sigillo l'hai inciso tu, è tua. >>
<< Perfetto. >>

Il'Ya rise deliziato, incurante della Angel che cercava di scuotere la gemella svenuta e la preoccupazione altrui.

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<< ... e così Il'Ya ha la sua serva e Viola ha un bel trauma, se avete notato, le sbarre del mio cancello e del resto del mio delizioso confine sono sigilli di protezione. >>

Spiegò Leon, ovviamente i suoi ospiti non avevano prestato attenzione a ciò e in quel momento, mentre cercavano di metabolizzare ogni informazione, non sembravano in grado di prestare attenzione ad altro.

<< Ehi, me li avete chiesti voi i dettagli, io già è tanto se mi ricordo la data precisa... certe cose so' difficili da scordare in effetti. >>

 

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