1, 2, 3 not only you and me

di C_Totoro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Antonin si sedette sulla sua poltrona in pelle di drago preferita, un bicchiere di gin tonic tra le mani.
“Certo che se il Ministero dovesse venire qui ti sequestrerebbe la metà degli oggetti” commentò Rabastan chinandosi su uno dei teschi che erano esposti sopra il caminetto.
Antonin sorrise “Il Ministero non ci viene qua” sorseggiò il gin tonic “E anche se fosse… quei teschi appartengono a degli inutili goblin. Che venissero pure, a nessuno importa di quelle sudice creature”
Evan rise poi si sedette di fronte a Dolohov.
“Grazie, Tony, per quest’invito”
“È un piacere” rispose Antonin “Festeggiare la buona riuscita delle missioni con le nuove reclute, quelle più promettenti, è la parte più divertente di essere un Mangiamorte”
Bellatrix sbuffò. Era in un angolo, le braccia incrociate al petto. Lei, Evan e Rabastan erano Mangiamorte da qualche mese, poco meno di un anno, ed Antonin era stato il loro mentore, per così dire. Quella sera segnava la fine del loro training e Antonin aveva deciso di invitarli nel suo castello per bere tutti insieme e festeggiare.
“La parte più divertente di essere Mangiamorte è cruciare e uccidere chiunque osi mettersi contro l’Oscuro Signore” disse Bella, decisa.
Rabastan scosse la testa divertito.
“Bella, sei sempre così impettita, cazzo” commentò Evan “Lasciati andare” esclamò andando versò la cugina e prendendola per le spalle con fare giocoso.
“Mi lascio andare con chi voglio io, Evan!”
“Con l’Oscuro Signore, quindi” tossicchiò Rabastan, un ghigno a incurvargli le labbra.
Padrone, andiamo insieme a torturare i Babbani…” la imitò Evan “È questa la tua idea di appuntamento romantico?”
“Basta” interruppe Dolohov con voce dura, prima che Bellatrix potesse ribattere “Non fate gli idioti su certi argomenti. All’Oscuro Signore non piace”
“Non stavamo prendendo in giro lui, Tony” rispose Rabastan sedendosi sul divano con un album di foto in mano che aveva trovato sulla mensola a fianco ai teschi “Stavamo prendendo in giro Bella”
“Non importa” lo redarguì Antonin “Fatevi gli affari vostri”
Bellatrix sorrise e arrossì un poco “Ti ha… ti ha detto qualcosa, Tony?”
Dolohov sorseggiò il suo gin tonic, poi alzò lo sguardo su Bellatrix “No” fece una breve pausa “Non so che idea tu ti sia fatta del mio rapporto con lui ma non siamo amici”
Bella aggrottò le sopracciglia “Ti chiede sempre di rimanere dopo le riunioni…”
“Parliamo della Causa, non delle nostre relazioni sentimentali”
Gli occhi di Bella luccicarono “Ha una relazione sentimentale con me, quindi?”
Oh, Bella, per Salazar! Finiscila!” sbottò Evan annoiato “Ti scopa, sii contenta di quello e basta”
Bellatrix aprì la bocca per ribattere ma venne sovrastata da Rabastan “Certo che Lumacorno è sempre uguale cazzo” disse, sfogliando l’album che aveva tra le mani. Lo appoggiò sul tavolino di modo che anche gli altri tre potessero vederlo “Identico, è incredibile”
“Avrà creato qualche pozione illegale che ritarda l’invecchiamento” sbadigliò Evan, del tutto indifferente a Lumacorno “Oh ma quello è mio padre!” esclamò all’improvviso più interessato, chinandosi sulle foto “C’è anche tuo padre, Rab!”
“Guarda, Bella, zia Druella!” aggiunse Evan indicando una ragazza dai capelli biondi “Sembra la copia sputata di Narcissa”
“E questa è Walburga, suppongo?” chiese Rabastan. Socchiuse gli occhi “Bella sei un perfetto mix delle due. È come se avessi i lineamenti dei Rosier ma i colori dei Black”
Bellatrix si avvicinò a loro e guardò dall’alto le foto che stavano commentando. Sua zia e sua madre le sorridevano da una foto in bianco e nero. Le guardò per bene eppure, non riusciva a vedere in loro qualcosa di sé stessa… o forse, semplicemente, preferiva ignorare quelle somiglianze. Non voleva essere uguale a loro.
“E chi è questo troll?” domandò Rabastan poi si batté una mano sulla fronte “Ah no, scusa, sei tu Tony”
Dolohov alzò il dito medio, una smorfia in viso.
“Non prendertela Tony!” sghignazzò Evan “Lo sai che Rabastan è un cazzone… con questo taglio di capelli che tutti avevate, poi, difficile non sembrare troll”
“Andate a farvi fottere”
“Aspetta un attimo… non proprio tutti sembravano troll” Rabastan si chinò di più sulle foto “Chi è questo figo accanto a te?” chiese picchiettando su una foto. Antonin si sporse verso l’album, gettò un’occhiata veloce e poi rise “Quello, caro Rabastan, è l’Oscuro Signore”
Bellatrix sgranò gli occhi e si buttò a capofitto sull’album, strappando la foto dalle pagine per poterla osservare meglio.
Evan alzò gli occhi al cielo “Bella, dovresti rilassarti, prendere una camomilla, non so”
“Taci”
“Esatto, taci, Evan che Bella ha bisogno di un attimo per farsi delle fantasie su cui poi masturbarsi”
“Taci, ho detto!”
Bella si portò la foto vicino, avrebbe voluto entrarci dentro. Non aveva mai visto un uomo tanto bello in vita sua, alto, slanciato, i capelli neri pettinati all’indietro, zigomi alti… si sentì arrossire perché la sua mente continuava a portarla a fare determinati pensieri, proprio come Rabastan aveva predetto poco prima…
“Non dev’essere stato facile farsi qualcuna con lui accanto” osservò Evan spostandosi i capelli biondi dalla fronte “Voglio dire, senza offesa, Tony… ma non sei un adone”
Antonin alzò un sopracciglio. No, non era un adone. Ben sapeva di non avere tratti particolarmente piacenti. Quante volte gli era stato ripetuto nella sua vita? Quante ragazze lo avevano rifiutato? Nonostante il cognome che portava, non era riuscito a sposarsi come tutti i suoi compagni di Hogwarts. Forse solo ora, con Alecto, avrebbe avuto una possibilità di crearsi la famiglia che aveva sempre voluto e portare avanti il cognome dei Dolohov.
“Ma con lui a fianco… chiunque risulterebbe brutto”
Antonin bevve ancora un sorso di gin tonic, guardò per qualche secondo un’altra foto di lui e Tom insieme. Antonin aveva un braccio sulle spalle del giovane Tom Riddle che si girava nella sua direzione alzando un sopracciglio. Antonin pensò a come le cose fossero cambiate: mai, mai, si sarebbe permesso di compiere di nuovo un gesto di quel tipo ma, d’altro canto, sapeva bene come Tom Riddle non esistesse più ormai, era solo un lontano ricordo. Un amico che aveva perso.
“Be’, Tom… l’Oscuro Signore… è sempre stato piuttosto generoso”
Rabastan si sistemò meglio sulla poltrona, incuriosito. Sapeva fiutare quando le persone erano sul punto di rivelare qualcosa di grosso e, non c’erano dubbi, Antonin Dolohov aveva proprio delle prelibatezze sul Signore Oscuro. Ne era certo.
“Cosa vuoi dire?”
Antonin gettò un’occhiata a Bellatrix: come avrebbe reagito la ragazza? Una parte di lui sapeva che avrebbe fatto la matta ma l’altra continuava a dirsi che erano passati anni, lei neanche era nata, cosa poteva pretendere?
“Diciamo che stare vicino a lui… mi ha dato chance che non avrei avuto in altro modo”
“Nel senso che vivevi di bellezza riflessa?”
“Nel senso che mi dava i suoi… scarti, per così dire”
“Quelle che non gli interessavano?”
“Quelle che si era già fatto e non voleva farsi di nuovo”
“E loro ci stavano?”
Antonin alzò le spalle “Quasi tutte. Si offendevano che un Mezzosangue osasse snobbarle… pensavano di fargliela pagare andando con uno dei suoi… amici… senza sapere che in realtà eravamo d’accordo. Era proprio lui a indicarmi quelle con cui andare”
“E ha sempre funzionato?”
“Più o meno…” Antonin si interruppe. Ancora una volta, il suo sguardo volò su Bella. Esitò per una frazione di secondo, poi proseguì “C’è stata una strega che si è fatta desiderare un po’ di più… ma solo perché era davvero molto… molto… presa da… Tom”
Evan alzò le sopracciglia e gettò un’occhiata a Rabastan che gli sorrise di rimando.
Druella” mimò Rabastan con le labbra senza parlare. Evan arricciò il naso e scosse la testa “Walburga” ribatté senza emettere un fiato. Rabastan si grattò il mento poi si rivolse ad Antonin “Chi?” domandò con fare innocente.
Antonin sorseggiò il gin tonic, prendendosi il suo tempo per riflettere. Non era un segreto ciò che era stato in passato, sapeva che al Signore Oscuro non importava ciò che diceva, tuttavia, non poteva ignorare Bellatrix. La ragazza sapeva essere fuori controllo, gelosa all’inverosimile. Ma si può essere gelosi di qualcosa che è successa ancora prima che si sia anche solo stati concepiti?
“Druella” rispose Antonin con un’alzata di spalle.
AH!” esclamò Rabastan agitando il pugno in aria in segno di vittoria e ammiccando verso Evan che fece schioccare la lingua sui denti con disappunto.
“Mia madre?” domandò Bellatrix. Era sbiancata e sembrava essere sul punto di svenire da un momento all’altro.
“Hai… mia madre… il Signore Oscuro…?”
“Bella, rilassati” le disse Evan prendendola per una mano e trascinandola sul divano accanto a lui “Respira”
“Che anni erano, Tony?” chiese Rabastan ritornando a guardare le foto.
Antonin si rilassò appoggiandosi sullo schienale della poltrona “Eravamo al quinto o sesto anno, credo… il 1942?”
“Dai, cazzo, Bella, non puoi prendertela per una cosa successa quasi dieci anni prima che tu nascessi!”
Bellatrix sembrava essere sul punto di vomitare.
“E il Signore Oscuro?” chiese in un sussurro appena percettibile.
“Il Signore Oscuro cosa?”
“Era… era… innamorato di… di mia madre?”
Dolohov alzò un sopracciglio, poi scoppiò a ridere “Dovresti conoscerlo, Bella, lo sai meglio di me com’è fatto, no?”
“Voglio sapere com’è andata!” sbottò Bellatrix accalorandosi “Voglio i dettagli”
“Ma perché devi farti del male?” domandò Antonin allibito dalla piega che aveva preso quella conversazione “Perché vuoi sapere…”
Dimmelo!” scattò Bellatrix alzandosi in piedi.
Evan e Rabastan si scambiarono un’occhiata.
“Bella”
“Taci, Rabastan!”
Dolohov strinse la bacchetta sotto la veste. Sentiva che Bellatrix avrebbe potuto iniziare a maledirlo da un momento all’altro.
“Lascia stare, Bellatrix”
“No, carino” sibilò Bellatrix, le narici le vibravano “Non puoi lanciare il sasso e nascondere la mano. Ora mi dici tutto… tutto… TUTTO!”
Antonin sussultò. Non importava che lei fosse tanto più piccola di lui, sapeva che Voldemort stava addestrando Bellatrix personalmente e l’Oscuro Signore non si sarebbe mai scomodato a tanto se non fosse stato sicuro delle qualità della ragazza.
“Non c’è niente da dire” provò a dire Antonin “Non è successo niente di speciale”
“Con quante donne è stato?”
“Ma non lo so, Bella, vallo a chiedere a lui!”
“Hai appena detto che tu ti facevi i suoi scarti. Quante?
Dolohov alzò le spalle. Quante? Non lo sapeva “Tutte” disse perché, effettivamente, non ricordava una ragazza Serpeverde – o anche di altre Case, per la verità – che Tom Riddle non si fosse fatto.
“Anche mia zia Walburga?”
Antonin si lasciò sfuggire un ghigno ma non appena vide lo sguardo di Bellatrix tornò serio.
“Voglio sapere di mia madre”
“Non so cosa dirti” ribatté Antonin “Volete ancora del gin tonic?” chiese alzandosi dalla poltrona e provando a raggiungere il mobiletto dove teneva i liquori ma Bellatrix lo bloccò “Oh, no. Non penserai davvero di potertela cavare così, vero?”
“Dai, Tony” si aggiunse Evan “Dacci qualche dettaglio piccante di zia Ella”
Dolohov si sentì come accerchiato. Aveva Bellatrix che gli stringeva con così tanta forza il braccio da fargli perdere la circolazione, Evan che lo fissava con un sorriso sornione e Rabastan che continuava a sfogliare quel cazzo di album fotografico alla ricerca di dettagli e spunti.
“E va bene” sospirò Tony “Vi racconto, allora…”
 
“Niente da fare” sospirò Antonin entrando nel dormitorio strascicando i piedi “Non ne vuole proprio sapere”
“Chi?” chiese Tom senza alzare lo sguardo dal libro che stava leggendo. Antonin incrociò le braccia sul petto e si appoggiò allo stipite della porta “Druella!” sibilò inviperito.
Gli angoli della bocca di Tom si sollevarono “Sei così inetto, Dolohov, neanche con l’aiuto riesci a scoparti le ragazze?”
Antonin si morse la lingua. Fosse stata qualsiasi altra persona avrebbe ribattuto ma come poteva andare contro a Tom Riddle? Sospirò e si avvicinò al letto a baldacchino sul quale era sdraiato Tom, sedendosi proprio accanto a lui.
“Credo sia innamorata di te”
Tom alzò un sopracciglio “Quante sciocchezze”
“Sentivo che parlava con Walburga… diceva che…”
“Non m’interessa” lo interruppe Tom finalmente concentrandosi sul suo compagno di stanza “Valla a consolare come hai fatto con le altre”
“Ci ho provato” protestò Antonin accorato “Non ne vuole sapere!”
“Passa a qualcun'altra, allora”
Antonin si rabbuiò.
“Druella è promessa in sposa a Cygnus” disse “Sarebbe bello vivere sapendo che mi sono fatto la moglie di tutti i Black. Prima Walburga, ora Druella…”
“Mi hai appena detto che Druella non vuole starci” rispose Tom. Antonin sapeva che era completamente disinteressato alla faccenda e che, anzi, con ogni probabilità lo stava anche irritando con quei discorsi, ma non era giusto che Tom Riddle potesse avere una nuova ragazza inginocchiata di fronte a lui ogni giorno mentre lui, Antonin, si ritrovava a dover pregare le ragazze anche solo per un limone.
“Tu sei maestro della manipolazione” disse Antonin cercando di adulare l’amico “Dovrai pur avere una tattica… un piano…”
“Ci tieni così tanto?” chiese Tom sistemando meglio il cuscino dietro la schiena e sedendosi più comodo.
“Sì”
Tom gli sorrise “Magari posso aiutarti”
“Lo faresti?” chiese Antonin senza riuscire a sopprimere una nota di speranza nella propria voce.
“Ma certo che lo farei, Antonin… io do una mano a te, tu dai una mano a me…”
“Come posso esserti utile?”
“Oh non adesso” rispose Tom agitando una mano come per scacciare una mosca “In futuro, quando i tempi saranno maturi per Lord Voldemort”
Antonin si raddrizzò “Lo sai che sono dalla tua parte, Tom”
“Sto pensando che sarebbe opportuno iniziare a reclutare Mangiamorte già da ora… instillare già il pensiero nelle persone, capisci?”
“E Silente?”
Tom si trattenne dall’alzare gli occhi al cielo “Non dobbiamo andare in giro a distribuire i volantini. Non siamo Testimoni di Geova”
“Testimoni di chi?”
“Lascia stare” sbottò Tom alzandosi in piedi all’improvviso “Voglio tu mi giuri fedeltà, Dolohov”
Antonin socchiuse gli occhi “Fedeltà? Tipo un matrimonio?”
Tom batté le palpebre e si chiese cosa avesse fatto di male per meritarsi un primo seguace così stupido.
“Voglio mi giuri che seguirai Lord Voldemort oggi, domani, sempre”
“Ma certo” disse Antonin con noncuranza “Voglio essere partecipe della creazione del mondo di cui tanto parli. È un disegno perfetto e non potrei immaginare un leader migliore di te”
Tom gli sorrise e si accucciò di fronte a lui per guardarlo negli occhi “Il servizio di Mangiamorte è a vita”
“Io… certo…”
“Significa Azkaban piuttosto che tradirmi” fece una pausa “La morte piuttosto che tradirmi”
Dolohov rabbrividì ma Tom lo stava guardando dritto negli occhi ed era difficile negargli qualcosa “Ovviamente”
“Verrai marchiato… ogni Mangiamorte porterà il mio Marchio… il Marchio Nero”
Antonin deglutì. Erano mesi che stavano parlando di tutte quelle questioni. Inizialmente Antonin aveva preso tutto quasi come fosse un gioco ma, più le settimane erano passate, più tutto si stava delineando nei minimi dettagli. L’idea di essere parte attiva di una rivoluzione di tale portata lo eccitava nel profondo. Tom, poi, non solo era carismatico ma conosceva incantesimi oscuri che smuovevano in Antonin qualcosa. Amava invischiarsi nelle Arti Oscure, leggere di formule e maledizioni proibite. Passavano così le loro serate, a pianificare come sovvertire il Mondo Magico e a creare nuovi incantesimi oscuri.
“Sì, certo, Tom” rispose Dolohov “Con te, per sempre”
“Mio Signore” ribatté Tom “E per rispetto, dovresti iniziare a darmi del voi”
“Sì, mio Signore… come desiderate” disse Antonin. Si sentiva quasi sotto Imperius. Perché era così difficile resistere a Tom? Ogni volta che parlava con lui si sentiva malleabile, creta nelle sue mani. Non sarebbe mai riuscito a dirgli di no a nulla “Ma non è strano se mi rivolgo a te a questo modo a scuola?”
Tom ridacchiò “Piano piano, Antonin. Iniziamo quando siamo soli… poi, quando Tom Riddle non esisterà più e ci sarà solo Lord Voldemort, non lo troverai più tanto strano, te lo prometto”
“Come dite voi, mio Signore”
“Vedi che impari in fretta”
A sentirsi elogiare, Antonin provò uno sprazzo di gioia inaudita.
“Tornando a questioni più mondane…” continuò Tom alzandosi di nuovo in piedi “Vediamoci nel bagno dei Prefetti stasera alla sette”
“Nel bagno dei Prefetti?”
“Vuoi farti Druella sì o no?”
“Sì, certo…”
“Fidati, Antonin”
 
Pur non capendo cosa c’entrasse il bagno dei Prefetti con Druella Rosier, Antonin non metteva mai in discussione ciò che diceva Tom. Fu quindi con estrema puntualità che si presentò al quinto piano, quarta porta a sinistra della statua di Boris il Basito.
Ci mise qualche secondo Antonin a capire che il bagno era già occupato e non solo da Tom. La vasca al centro era ricolma di acqua e bolle, a mollo addossato a bordo vasca c’era Tom e una ragazza era avvinghiata a lui come un polpo.
“Credo sia arrivato l’amico di cui ti ho parlato” sibilò Tom scostandosi da Druella e facendo un cenno ad Antonin che si sentì arrossire. Cosa stava succedendo?
“Dolohov?” chiese Druella, una nota delusa nella voce.
“Aspettavi qualcun altro?”
“Io… no, certo, se tu dici…”
“Erano questi i patti” la bloccò Tom “Ti ho detto che avremmo potuto farci un altro giro, solo se sperimentavamo questa mia fantasia a tre. Ricordi? E tu mi hai detto di sì”
“Lo so” rispose Druella, il suo sguardo si spostò su Dolohov che guardava la scena come se fosse una visione inaspettata.
“Vuoi deludermi, Druella?”
“No, certo che no…”
“Vuoi rendermi felice, giusto?”
Druella annuì.
“Dillo” la spronò Tom “Dillo che vuoi farmi felice”
“Voglio farti felice, Tom”
“Bene” Tom le sorrise e le fece una carezza sulla guancia, “Vieni, Antonin, cosa fai lì imbambolato?”
Antonin si riscosse, si liberò della veste ma si lasciò le mutande addosso. Si sentiva a disagio all’idea di farsi vedere completamente nudo da Tom. E poi si sentiva già eccitato… si calò nell’acqua calda e si avvicinò a Tom e a Druella che avevano ripreso a baciarsi come se lui fosse inesistente. Druella teneva gli occhi chiusi e continuava a passare le mani sul petto glabro di Tom, scendendo più in basso… ma Antonin si accorse come Tom, al contrario, avesse gli occhi spalancati, freddi, distanti.
“Non essere timido” lo invitò Tom come Druella si spostò dalla sua bocca per baciargli il collo e il petto “Unisciti a noi, Dolohov”
Antonin si avvicinò, guardò Tom che gli fece un ghigno e gesto di iniziare a toccare Druella. Antonin sentiva il cuore battergli in petto. Non aveva mai pensato di fare una cosa a tre benché meno con Tom Riddle. Si sentiva a disagio a stare nudo ed esposto nella stessa stanza con lui che, invece, era di una bellezza spaventosa, inaudita. Come, però, le sue mani sfiorarono le natiche di Druella e la sentì rabbrividire sotto il suo tocco, Antonin si ringalluzzì, abbandonando ogni timore. Le accarezzò le natiche, poi passò davanti intrufolando subito le dita nel suo sesso.
“Non perdi tempo, Antonin…” la sentì commentare con una risatina.
“Mi piace andare al punto” ribatté Dolohov, sentiva la voce incrinata dall’eccitazione e si stava già pentendo di non aver levato i boxer: la sua erezione premeva scomoda contro il tessuto.
Antonin si ritrovò presto a mordere il collo di Druella mentre le sue dita scivolano nel suo sesso bagnato; Druella invece continuava a essere china su Tom, baciandogli ogni punto di pelle raggiungibile. Solo Tom Riddle rimaneva fermo, le braccia appoggiate sul bordo della vasca, l’espressione fredda e distaccata.
“Ti voglio…” sussurrò Druella, era scossa da tremiti e la sua voce era pregna di eccitazione.
“Ti piace come ti tocca Antonin?”
Druella arrossì e annuì. Si sentiva sporca, Antonin Dolohov non le piaceva per nulla e l’aveva rifiutato più volte ma lì, in quella vasca con Tom, senza guardare Antonin in faccia, era facile dimenticare chi ci fosse dietro di lei. Suo malgrado, doveva ammettere che Dolohov sapeva perfettamente ciò che faceva.
“È bravo?”
Druella annuì di nuovo, i capelli biondi bagnati le ricadevano sulla schiena.
“Dillo ad alta voce”
Druella strabuzzò gli occhi, abbassò lo sguardo e arrossì.
“Dillo che ti piace essere toccata da Antonin Dolohov” ripeté Tom e, questa volta, la sua voce era fredda e imperiosa. Antonin si sentì rabbrividire, non sarebbe mai riuscito a dire una cosa del genere.
“Mi piace…” balbettò Druella, incapace di resistere a Tom Riddle “Mi piace essere toccata da Antonin Dolohov”
Tom sorrise si chinò su di lei e la baciò con foga ma Antonin, ancora una volta, notò come gli occhi del suo amico fossero spalancati, freddi e distanti. Dopo qualche secondo, Tom si staccò da Druella e si spostò di lato.
“Dì ad Antonin quello che vuoi, Druella. Sono sicuro che sarà più che entusiasta di accontentarti”
“Oh, Tom” provò a ribellarsi Druella “Io vorrei… vorrei te…”
“Te l’ho detto la prima volta: io non scopo mai due volte con la stessa persona” Tom sospirò “Sto già facendo questo sforzo per te, perché sento che sei speciale, sono qui… e vorrei proprio vederti godere tra le braccia del mio amico Antonin… che pure ti piace. Lo hai detto prima che ti piace come ti tocca, no?” fece una pausa “Antonin, toccala di nuovo, falle sentire come sei bravo”
Antonin si avvicinò a Druella come un automa. Era incredulo del fatto che Druella si lasciasse toccare così da lui come se niente fosse, solo perché Tom glielo stava chiedendo. Le sfiorò di nuovo il sesso con le dita della mano destra, mentre la sinistra le torturava i capezzoli. La sua erezione era tra le natiche di Druella e Antonin vi si strusciava, simulando un atto sessuale. Sentiva che sarebbe potuto venire da un momento all’altro, ma doveva resistere, resistere perché voleva proprio scoparsi davvero, sul serio, fino in fondo, Druella Rosier. La prese e la fece voltare verso di sé. C’era poco da fare: Druella aveva dei lineamenti che sembravano essere stati scolpiti; anche le sue palpebre pesanti le donavano un’aria altera che non faceva altro che aumentarne il fascino. Antonin sentì l’eccitazione montare ancora di più in sé, si chinò su di lei per darle un bacio ma la ragazza si scostò.
“Non vuoi baciare Antonin?” la voce di Tom sembrava un sibilo.
Druella scoccò un’occhiata a Dolohov, poi portò la sua attenzione su Tom “Non mi piace”
“Ti stai facendo toccare da lui, però… Non mi sembrava ti dispiacesse”
Druella arrossì e abbassò lo sguardo “No, va bene ma…”
“Ma Antonin ti vuole baciare”
Rialzò il capo, all’improvviso fiera “Bacialo tu” gli disse con aria di sfida “Se lo baci tu poi lo bacio anche io… mi lascio scopare da lui, mi potrà fare ciò che vuole”
Tom inclinò il capo di lato, soppesò Druella per qualche secondo poi alzò le spalle e si avvicinò a Dolohov.
Antonin si allontanò in automatico.
“Non scappare, Antonin” gli ordinò Tom e, Antonin, come sempre, si ritrovò costretto a eseguire qualsiasi cosa Tom Riddle gli dicesse di fare. Non fece neanche in tempo a capire che cosa in realtà stesse succedendo che Tom allungò una mano e gli afferrò con forza la nuca portandoselo vicino. Antonin non aveva mai baciato un uomo, non era neanche attratto dagli uomini e aveva sempre pensato che per Tom fosse lo stesso. Si sorprese della facilità con cui aveva accettato di baciarlo. Possibile che non ne fosse schifato?
“Si fa quel che si deve, Antonin”
Antonin sussultò, la voce di Tom direttamente nella sua testa.
“Quando cresci come sono cresciuto io, impari a fare di necessità virtù…”
La bocca di Tom calò su quella di Antonin che dischiuse le labbra pronto al bacio. Lasciò scivolare la lingua fuori ma non trovò quella di Riddle.
“Sei proprio un idiota Antonin Dolohov”
Sentì i denti di Tom affondargli nelle labbra fino a quando non sanguinarono.
“Soddisfatta?” chiese Tom scostandosi da Dolohov “Adesso devi farti fare tutto da Antonin…”
Druella fece saettare gli occhi dal viso perfetto di Tom Riddle a quello di Antonin Dolohov, storto e poco armonioso. Non ebbe tuttavia il tempo di continuare a pensare, perché si ritrovò Dolohov addosso, la sua lingua in gola. Si sentì afferrare per le natiche e tirare su, fino a collidere col bordo della vasca e Antonin scivolò in lei senza grazia alcuna.
Antonin affondò in lei con foga e prepotenza, quasi in una sorta di vendetta per essersi lasciata desiderare così a lungo. Fu solo con la coda dell’occhio che si accorse che Tom Riddle si era volatilizzato nel nulla…
 
“E questo è quanto” concluse Antonin alzando le spalle e versandosi un po’ di gin liscio. Guardò Bellatrix dritta in faccia e quasi gli sembrò di stare parlando con Druella. Sentì qualcosa smuoversi tra le gambe ma cercò di mantenersi calmo e lucido: decisamente, Bellatrix Black non aveva nulla a che vedere con Druella Rosier.
“Mica male Druella” commentò Rabastan prendendo in mano una foto che la rappresentava “Non me la sarei mai immaginata a fare una cosa a tre nel bagno dei Prefetti”
“Certo che i vostri tempi erano movimentati” commentò Evan “Non credo di aver mai fatto sesso nel bagno dei Prefetti”
“È perché non sei stato Prefetto, Evan”
“Ah, perché, tu sì Rab?”
Antonin alzò gli occhi al cielo, poi portò la sua attenzione su Bellatrix che lo stava fissando in silenzio come se volesse staccargli la testa.
“Hai baciato il Signore Oscuro”
Antonin alzò un sopracciglio “Hai ascoltato – e capito – ciò che ti ho detto, sì?”
“Le sue labbra hanno toccato le tue”
“Bella, tutto era tranne che un bacio, te lo posso assicurare”
“E mia madre?”
“L’ho baciata, sì”
“Di quello che fai tu non me ne frega nulla, Tony! Il Signore Oscuro! L’ha baciata?”
Antonin sbuffò “Te l’ho appena raccontato. Sì, Bella”
“E c’è andato due volte?”
“No” rispose Antonin “Te l’ho detto, non è mai stato due volte con la stessa ragazza. Ha giocato un po’ con Druella la seconda volta solo per cercare di farmi avere la mia scopata”
“E con me?”
“Cosa?”
“Non sono anche io tra le sue conquiste da consolare? Non ci hai mai provato”
Dolohov afferrò il bicchiere e finì il gin alla goccia.
“Allora?” incalzò Bellatrix “Non ti piaccio?”
Antonin spostò lo sguardo su Evan e Rabastan che però continuavano a ridacchiare, guardandosi bene dall’intervenire per aiutarlo.
“Non era così il vostro patto? Lui se le scopa la prima volta e tu le consoli dopo”
“Sì, ma…”
“E quindi? Non ti piaccio?”
Bellatrix gli si sedette a cavalcioni e Antonin pensò che di lì a breve sarebbe potuto svenire.
“Quante volte sei stata a letto con lui?”
Bellatrix rimase in silenzio. Si morse le labbra poi abbassò lo sguardo.
“Una”
“Una?” ripeté Antonin, sorpreso. Rimase per un attimo come paralizzato, poi provò a far alzare Bellatrix: la vicinanza della ragazza lo stava stimolando in modi che non avrebbe dovuto permettersi.
“Perché così sorpreso?” Bellatrix si chinò su di lui “Non è così che funziona con lui?”
Antonin si strinse nelle spalle “Sì, certo. Mai due volte con la stessa”
“E allora scopami” gli disse con tono imperioso “Tu vai con i suoi scarti, no? Per farti scopare mia madre ti ha anche baciato, io mi sto offrendo a te di mia spontanea volontà”
Dolohov avrebbe voluto mettersi a piangere. Bella non perdeva mai occasione per tormentarlo. Non era possibile.
“Non mi va, Bella”
“Ce l’hai duro…”
“Dai, Bella” Rabastan si era alzato in piedi e la stava prendendo per le spalle, cercando di farla spostare dal grembo di Antonin “Non vorrai mettere nei guai Tony, no?”
“E perché dovrebbe finire nei guai?”
“Dai, Bella, lo sai che il Signore Oscuro non è uno che condivide” disse Evan intervenendo anche lui, infine, a favore di Dolohov.
“Lo ha fatto. Ha condiviso mia madre”
“Bellatrix…” la voce di Antonin era roca. Si schiarì la gola e ci riprovò “Non… non sei come le altre, penso che questo dovrebbe esserti chiaro. Lui… tua madre è stata con Tom Riddle. Tu ti fai sbattere da Lord Voldemort”
“Quindi valgo qualcosa per lui?”
“Non posso risponderti a questa domanda”
Bellatrix pestò i piedi per terra come una bambina capricciosa “Non posso pensare al fatto che mi madre sia stata con lui!” gli occhi le si riempirono di lacrime “Che io e lei per il Signore Oscuro siamo la stessa cosa!”
“Ma perché non mi ascolti quando parlo?” chiese Antonin “Ti ho appena detto…”
“NIENTE!” lo interruppe Bella “Non mi hai detto niente! Non mi vuoi scopare perché hai paura di indisporlo ma non mi vuoi neanche dire che io sia… sia di più di mia madre!”
“Scusami tanto, Bella, ma io cosa ne so?”
Bellatrix stava per rispondere ma Rabastan si mise in mezzo tra Bella e Dolohov, abbracciandola “Dai, rilassati”
“Fai presto, tu, a dire rilassati! Come la prenderesti se sapessi che tuo padre si scopa Rita?”
“Non è che tua madre e il Signore Oscuro hanno scopato ieri, Bella. È successo una vita fa. Prima che tu nascessi…”
“Se l’è fatte tutte… io sono solo un premio, come le altre…”
“Non mi ha mai detto di poterci provare con te” rispose Dolohov “È per questo che non l’ho mai fatto. Ho sempre aspettato mi desse il suo permesso e me lo ha sempre dato, con tutte… ma non con te”
“Però mi rifiuta” balbettò Bella “Non mi vuole concedere la seconda volta. Perché?”
“Bellatrix, mi poni domande alle quali io non ho risposte. Chiedilo direttamente a lui”
Bellatrix fece una smorfia poi, però, dopo qualche secondo, Antonin vide comparire sul viso della ragazza un sorrisetto che non prometteva nulla di buono…

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Questa storia è dedicata a BlueBell9 che mi ha ispirata! 
Ha presto con la seconda e ultima parte di questa nuova prodezza XD
Clo

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Antonin osservò soddisfatto il salone delle feste gremito di gente. Aveva dovuto penare per rubare il privilegio di tenere quella festa ai Malfoy ma si disse che aveva fatto bene a insistere: era tutto perfetto.
“Sei davvero un padrone di casa eccezionale”
Antonin si girò sorridendo.
“Grazie, Alecto” disse con il cuore che iniziava a battere un po’ più forte. Gli sembrava incredibile di essere riuscito, per una volta, a sedurre una ragazza da solo e senza sotterfugi.
“Spero presto potremo organizzare questo tipo di feste insieme…”
Alecto ridacchiò civettuola “Ma certo, Tony” rise di nuovo “Sempre che mio padre sia d’accordo…”
Antonin abbassò il capo “Non potrà dire di no quando vedrà l’anello che ho comprato!”
Gli occhi di Alecto scintillarono, stava per ribattere entusiasta avvicinandosi al suo fidanzato quando vennero interrotti all’improvviso.
“Li hai visti?”
La voce di Bellatrix prese Antonin del tutto impreparato: non si era proprio reso conto che la ragazza si fosse avvicinata a lui. Dolohov seguì lo sguardo di Bellatrix e si rese conto che si stava riferendo a Lord Voldemort e Druella. Antonin li osservò per qualche istante, Voldemort era freddo e distaccato probabilmente stava parlando con Druella per il mantenimento delle apparenze che a lui erano care. Druella, d’altro canto, si sporgeva verso l’Oscuro Signore come tanto in passato aveva amato fare: era chiaro desiderasse qualcosa da lui. E su cosa fosse quel “qualcosa”, Antonin non aveva dubbi.
“E quindi?” domandò confuso Antonin, ormai disinteressato da quelle dinamiche. Non aveva più bisogno di prestare attenzione alle donne di Tom Riddle, aveva Alecto e non l’avrebbe mai scambiata per nessun altra.
“Niente” Bellatrix si strinse nelle spalle “Credo dovremmo andare a letto insieme, Tony” lo disse con una tranquillità disarmante, come se gli stesse proponendo di andare a prendere un gelato insieme.
Antonin si volse di scatto verso di lei, un’espressione basita in viso.
Cosa?” la voce di Alecto era così acuta che Antonin si vide costretto a fare un passo indietro.
Bellatrix le rivolse un’occhiata di sufficienza “Levati di torno, Carrow”
“Antonin sta con me!”
“Mica lo voglio sposare!” ribatté Bellatrix, annoiata “È una questione di sesso”
“Bellatrix, per cortesia” interruppe Antonin spazientito “Ne abbiamo già parlato”
Ne avete già parlato?” Alecto era viola, si sentiva offesa e umiliata. Un attimo prima era lì a parlare col suo fidanzato del loro matrimonio e ora doveva ascoltare gli sproloqui di Bellatrix su una possibile serata di sesso? Cosa stava succedendo tra quei due?
“No, Ale, Bella sta solo farneticando” ribatté subito Antonin provando a calmare Alecto “Lo sai che ho occhi solo per te”
“Ne abbiamo parlato ieri sera” rispose invece Bellatrix maligna, poi sorrise lasciva mettendo una mano sul petto di Dolohov “E gli è anche venuto duro…”
Alecto fece una smorfia. Li osservò per qualche istante poi scosse la testa, le lacrime che lottavano per non uscire “Mi fai schifo, Antonin! Schifo!” tirò su col naso e girò i tacchi, sparendo tra la folla.
“Sei proprio una stronza, Bella!” esclamò Dolohov poi fece per provare a seguire Alecto ma Bellatrix lo afferrò per la manica della veste, strattonandolo e trattenendolo lì con lei.
“Dove credi di andare?”
“Da Alecto! Bella, io me la voglio sposare!”
Bellatrix strabuzzò gli occhi poi scoppiò a ridere “La Carrow? Vuoi sposarti Alecto Carrow?” poi si avvicinò di più a lui, suadente, mettendogli le braccia intorno al collo “E rinunceresti a un giro con me per stare con quella racchia?”
Antonin sospirò e cercò di scansare il viso. Era difficile resistere a Bellatrix. Non era solo questione di mera bellezza fisica, era l’aura intorno a lei a essere… elettrica, spaziale.
“Mi piace” sussurrò imbronciato Dolohov evitando il contatto visivo con Bella “E tu ti stai comportando esattamente come tutte le altre”
“Tutte le altre?”
“Tutte si concedevano a me per fare ingelosire lui… e questo è il tuo intento: far ingelosire il Signore Oscuro… ma io non posso accontentarti, Bella. Lui non mi ha dato il permesso”
Bellatrix sentì i brividi scenderle lungo la schiena.
Come tutte le altre.
Questo era lei? Un’altra tacca sulla cintura? Si volse verso l’angolo della stanza dove il Signore Oscuro e sua madre erano ancora intenti a parlare. Vide sua madre sfiorare la mano di lui e a Bella salì la nausea.
“Non sono come le altre!”
Antonin fece una risatina cattiva “Oh, invece sì. Ti ha scopata, ti sta ignorando, e tu per cercare di farti notare da lui fai la gatta morta con la persona che credi essergli più vicino e che quindi possa colpirlo di più. Sbaglio?”
Bellatrix si morse le labbra “Ma lui non ti ha dato il permesso”
“No, infatti”
“Perché no?”
Antonin gonfiò le guance, stufo “Ti ho già detto di chiederlo a lui, io non lo so”
“E se io volessi scopare con te?”
“Il fatto è che tu non vuoi”
“Ti sto dicendo che voglio”
“Solo per farlo ingelosire…”
“Ma voglio”
Dolohov si strinse nelle spalle “Chiederò ad Alecto di sposarmi”
Bellatrix alzò gli occhi al cielo “Alecto Carrow…
“Sono innamorato di lei, Bella!”
“Ma ti viene duro con me”
“Cosa c’entra, è una questione fisiologica!”
Bellatrix ringhiò spazientita da quelle rimostranze, afferrò Dolohov per un braccio e lo trascinò fuori dal salone delle feste, in una stanza appartata poco lontana. Chiuse la porta dietro di loro e guardò Antonin come un leone guarda una gazzella.
“Bella… Ti sto dicendo di no”
Antonin fece per uscire ma Bellatrix avanzò verso di lui minacciosa e Dolohov si ritrovò costretto a indietreggiare fino a quando non andò a sbattere contro il grosso tavolo in legno di quercia che era al centro della stanza.
“No perché non vuoi o no perché lui non ti ha dato il permesso?”
“No perché non voglio perdere Alecto!” ribatté Antonin “È così difficile da capire che non voglio perdere l’unica ragazza che accetterebbe di sposarmi e mettere su famiglia con me?”
Bellatrix gli mise le braccia intorno al collo e fece aderire i loro corpi.
Oh…” pigolò Bella all’orecchio di Antonin “No, no, no… e poi ti trovo duro senza neanche averti sfiorato!”
“Bella, per cortesia, perché mi vuoi male!” Antonin provò a levare le braccia di Bella dal proprio collo.
“Non ti voglio male, voglio solo giocare un po’” Bella rise e si sporse verso di lui ma Antonin si scostò.
“Dai, per Salazar…”
“Come fai il prezioso!”
“Interrompo qualcosa?”
La voce fredda di Lord Voldemort fece attorcigliare le viscere di Antonin, alzò le braccia in alto come a voler dimostrare di non stare facendo niente.
“Assolutamente nulla!”
“Mi sembravate… intimi
Bellatrix si volse verso il Signore Oscuro con un sopracciglio alzato “E se anche fosse, mio Signore?”
Dolohov avrebbe voluto tirarle una testata. Lei aveva deciso di voler morire? Benissimo, ma non capiva per quale motivo volesse portarlo con sé in quel suicidio.
“Nulla” rispose Voldemort con un’alzata di spalle avanzando nella stanza e lasciando che la porta si richiudesse dietro di sé “Continuate pure”
Antonin deglutì “Padrone” iniziò conciliante perché conosceva bene quell’espressione fredda, gli occhi rossi e le narici che vibravano: era infuriato.
“Io dovrei tornare alla festa… Alecto… devo parlare con Alecto”
“Credi davvero vorrà continuare la relazione con te sapendo che ti apparti con Bellatrix?”
“Non ci siamo appartati…”
“Ma anche se fosse?” chiese di nuovo Bellatrix allontanandosi finalmente da Antonin e voltandosi verso Lord Voldemort “È passato più di un mese da quando… da…” arrossì “Una donna capisce quando una causa è persa”
Voldemort la fissò in silenzio per alcuni attimi poi si avvicinò a lei con fare predatorio “Causa persa?” le chiese chinandosi su di lei e sfiorandole il lobo dell’orecchio con la bocca. Bellatrix rabbrividì e si morse le labbra per trattenere un gemito. Com’era possibile che solo con un gesto del genere fosse completamente sciolta, partita, andata?
“Antonin” chiamò Voldemort “Pensavo avessimo un patto”
Dolohov avrebbe voluto mettersi a piangere “Lo so, mio Signore. Non me ne sono certo dimenticato”
“Non ti ho dato il permesso”
Antonin chiuse gli occhi “Ve lo assicuro, non volevo fare nulla con Bella… è lei che… ha… molto insistito…”
“E non sei in grado di resistere a una ragazzina?”
“Padrone” lo chiamò Bella perché, un pochetto, Tony iniziava a farle pena “Ha cercato di resistere in tutti i modi”
Voldemort fece una smorfia “Non si tocca ciò che è mio” sibilò afferrandole il viso con una pallida mano bianca “E tu appartieni a me, Bella” Voldemort si fiondò sulla bocca di Bellatrix mordendola e baciandola con foga.
Antonin fece un passo all’indietro e sgranò gli occhi, sorpreso, allibito. Aveva visto Tom Riddle baciarsi più e più volte con tante, innumerevoli, donne. Ma con Bellatrix… non lo aveva mai visto davvero trasportato come con lei. La stava stringendo in una morsa come se non volesse più lasciarla allontanare da lui. Dolcezza non era certo la prima parola che Antonin avrebbe associato a Tom Riddle – benché meno a Lord Voldemort – eppure, in quel bacio passionale, vi scorgeva altro oltre alla possessività, c’era qualcosa di diverso, qualcosa di più. Ciò che più colpì Antonin, tuttavia, fu constatare come il Signore Oscuro stesse baciando Bella tenendo gli occhi chiusi, immergendosi con tutto sé stesso nella ragazza. Se quando lo aveva visto con Druella tanti anni prima ogni suo gesto era stato un invito per Antonin a unirsi a loro, ogni gesto con Bella era invece orientato a lasciare fuori Dolohov, escludendolo, rimarcando come Bellatrix fosse solo ed esclusivamente sua.
Antonin li osservò in silenzio per qualche istante poi scosse la testa e fece per allontanarsi, gli veniva quasi da ridere: era la prima volta che la tattica di avvicinarsi a lui per far ingelosire Tom funzionava davvero.
“Cosa sta succedendo qua?”
La voce di Druella lo riportò alla realtà. Quando era arrivata?
“Niente, Druella” rispose Antonin affrettandosi a raggiungerla alla porta “Non sta succedendo niente” fece per prenderla per un braccio e trascinarla fuori ma Druella si divincolò “Mi fate schifo” entrò come una furia nella stanza, gli occhi fissi su Voldemort e Bellatrix che continuavano a baciarsi come se nulla fosse. “Non vi vergognate ancora con queste… questi tranelli! Avete più del doppio della sua età, lasciate in pace mia figlia”
Antonin la raggiunse di nuovo e la prese per le spalle “Non è nessun tranello. Non stiamo facendo niente”
“Mi credi stupida?”
“Druella…”
Voldemort interruppe il bacio con Bellatrix e si volse infine verso Druella con un ghigno “Bellatrix appartiene a me”
Gli occhi di Druella si assottigliarono. Fece per ribattere, poi sembrò ripensarci e portò l’attenzione su Bellatrix che da canto suo sembrava vergognarsi di essere stata trovata da sua madre in una situazione tanto intima.  
“Forza, Bella, andiamo” disse Druella allungando una mano verso sua figlia “Questi due lavorano in coppia, tu pensi che sarà Tom a stare con te e invece…” gettò uno sguardo verso Dolohov che arrossì.
“Non ti ho obbligata a fare nulla” si difese prontamente Antonin incrociando le braccia al petto.
“Ti avevo detto di no!” sbottò Druella “Non mi piacevi, non mi sei mai piaciuto”
“Ma ti piaceva come ti toccava” s’intromise Voldemort “No? Non è forse quello che gli hai detto?”
Druella avvampò e si morse le labbra “Tu sei un mostro. Un mostro manipolatore”
“Un mostro manipolatore al quale ti sei offerta, di nuovo, per la centesima volta, non più di mezz’ora fa” a sentire quelle parole Bellatrix rialzò la testa. Sua madre ci aveva provato col suo Signore?
“Vieni, Bellatrix” ripeté Druella ignorando i commenti di Voldemort “Non ti fidare di lui”
Bellatrix non si mosse. Continuò a fissare sua madre in silenzio da sotto le sue palpebre pesanti “Io appartengo all’Oscuro Signore” disse aggrappandosi a un braccio di Voldemort “Non mi muovo di qui” esitò ma poi la gelosia la travolse “Ti sei offerta a lui?” chiese in un sussurro intimidatorio. Non importava che fosse sua madre, qualunque persona si avvicinasse troppo al suo Signore era una minaccia… una minaccia da eliminare. Poi come osava? Come osava farle la ramanzina quando lei stessa avrebbe voluto…
“Non dire idiozie, Bellatrix” rispose Druella con tono autoritario “Sono sposata con tuo padre e non ho più diciassette anni. Vieni, non rovinare la tua reputazione dietro a un Mezzosangue”
Bellatrix digrignò i denti: la vergogna di poco prima sembrava essere scomparsa nel nulla.
“Come osi insultare il Signore Oscuro?” fece per mettere mano alla bacchetta, ben felice di avere una scusa per scagliarsi contro di lei. Aveva passato tutta la sua infanzia e adolescenza a temere sua madre, il suo giudizio… ma ora, tra le braccia dell’Oscuro Signore, si sentiva protetta e accettata.
“Bellatrix, non farmi alterare!” sbottò Druella “Vieni via da lì”
“Gelosa?” s’intromise Voldemort afferrando per i fianchi Bellatrix e portandosela addosso “Gelosa che con tua figlia… che a tua figlia concederò la seconda volta? E poi una terza, quarta…”
Le labbra di Druella vibrarono “Devi lasciare in pace mia figlia, se credi ti lascerò qui a consegnarla a Dolohov…”
Voldemort alzò un sopracciglio “Dolohov stava andando via” sibilò “E se lo vedo di nuovo allungare le mani su Bella gliele taglio” i suoi occhi rossi incrociarono quelli di Antonin che abbassò subito lo sguardo.
“Accompagna Druella fuori, Antonin, Bella ed io abbiamo ancora da… discutere”
Antonin strattonò Druella come un automa, ogni parola di Lord Voldemort era sempre stata per lui legge “Forza, Druella, vieni”
“Non mi devi toccare, Tony!” sbottò Druella “E tu non devi toccare mia figlia!”
Voldemort le voltò le spalle, indifferente, e prese a baciare il collo di Bellatrix. Aveva capito che Bella sarebbe stata diversa da qualsiasi altra persona sin dal primo istante in cui aveva posato gli occhi su di lei. Non aveva nulla a che fare col suo aspetto fisico (quante donne attraenti aveva avuto in passato?), aveva a che fare col suo portamento, atteggiamento… con la sua magia. La loro magia si completava in modo perfetto, quanti rituali oscuri avrebbero potuto fare insieme?  L’avrebbe plasmata a sua immagine e somiglianza, sarebbe diventata la sua luogotenente numero uno, la sua arma prediletta.
“Sei venuto a letto con me, sua madre, sei stato a letto con Walburga, sua zia… non provi ribrezzo nei confronti di te stesso?”
Voldemort sorrise contro la pelle candida di Bellatrix “Avessi saputo che avresti messo al mondo Bellatrix non ti avrei mai neanche sfiorata, Druella. Ahimè, però, non ho il dono dell’onniscienza”
Antonin afferrò Druella per un braccio e iniziò a trascinarla fuori dalla stanza di peso, senza grazia alcuna; d’altro canto, la donna sembrava troppo shockata per opporre resistenza.
“È innamorato di lei?” chiese Druella quando furono fuori dalla stanza. Era spaesata, non capiva. Antonin alzò un sopracciglio “No, non credo” rispose svogliato. Non ne poteva più di essere tirato in mezzo in quelle questioni, soprattutto ora che non ne aveva più nulla da ricavare.
“Ha… è davvero la seconda volta che sta con Bella?”
“Sì”
“Non l’ha mai fatto”
Antonin si strinse nelle spalle “Bella è diversa”
“È innamorato di lei?” chiese di nuovo Druella.
Antonin alzò gli occhi al cielo “Sei proprio come tua figlia: non mi ascolti”
Druella socchiuse gli occhi, si volse perché voleva rientrare nella stanza e fermare quell’assurdità una volta per tutte ma Antonin la bloccò “Non ci provare neanche” le sibilò per poi sospingerla di nuovo verso il salone delle feste.
“Non posso credere che… che… ma tu davvero non… non avete fatto come con me?”
“No”, sospirò Antonin “Io voglio stare con Alecto!” possibile che nessuno sembrasse ascoltare – e capire – quello che diceva?
Druella si volse verso la porta chiusa della stanza dove erano Voldemort e Bellatrix.
“Non posso lasciare mia figlia… lei si deve sposare con Rodolphus!”
“Ci si sposa, infatti”
“Tony…”
“No, nessun ‘Tony’!” sbottò Dolohov lasciando andare Druella non appena misero piede nel salone “Basta così. Sono stufo. Tu sei sposata con Cygnus, Bellatrix si sposerà con Rodolphus… siamo tutti felici e contenti”
“E Tom?”
Antonin rise “Tom è morto da anni”
Druella scossa la testa, un sorrisetto sulle labbra “Credi davvero alla fantasia di Lord Voldemort?”
“Non è una fantasia, Druella” rispose Antonin con voce bassa “Il Signore Oscuro… lui è davvero qualcosa di diverso”
“È un manipolatore… è un…”
Non mi interessa” la interruppe Dolohov “Io vado da Alecto” dichiarò, prima di allontanarsi a passo spedito dalla Black per andare a cercare la sua futura moglie… o quella che sperava di poter rendere tale.
Druella si guardò intorno, ancora incredula riguardo a ciò che aveva assistito, incredula del fatto che Bellatrix potesse avere ciò che lei e altre centinaia di ragazze avevano sempre desiderato.
Quando Bellatrix emerse di nuovo dalla stanza, la festa stava già quasi volgendo a termine. Si guardò intorno, vide Dolohov che parlottava concitato con Alecto che, tuttavia, si ostinava a guardare dall’altra parte, vide sua madre rivolgerle uno sguardo di fuoco. Ma cosa le importava? Erano finiti i tempi in cui Druella Rosier in Black potesse avere da ridire su di lei e sulla sua vita.
“Hai una faccetta proprio soddisfatta, Bella!” esclamò Rabastan cogliendola di sorpresa.
“La faccia di chi si è fatta dare due colpi” aggiunse Evan con un ghigno.
“Due?” chiese Bella con fare innocente “Non dire fesserie, Evan. Lo hai preso per una scopa da corsa?”
“Rapporta solo la sua esperienza personale a quello che fanno gli altri…”
“Vaffanculo, Rabastan. Nessuna si è mai lamentata delle mie performance”
“Se vai con le ragazzette appena maggiorenni non penso abbiano un metro di paragone… per questo nessuna si lamenta”
Evan alzò gli occhi al cielo “Almeno io ho una vita sessuale attiva, non mi sembra si possa dire lo stesso di te”
“È che io sono raffinato…” Rabastan si volse a guardare l’altro lato della sala “Mica come Tony che si accontenta degli scorfani”
Bellatrix rise e seguì la linea dello sguardo di Rabastan. Vide Antonin che continuava a pregare Alecto che però scuoteva il capo, testarda. Un senso di disagio pervase Bellatrix. Lei tendeva a essere individualista e menefreghista ma voleva bene a Dolohov; per quanto amasse dargli fastidio e farlo esasperare non lo voleva vedere infelice. Bella sospirò “Lasciate in pace Tony, ragazzi”
“Dai, riesce a farsi dare due di picche anche da Alecto!” esclamò Evan ridendo.
“Non è colpa sua” Bellatrix storse il naso “Vado ad aiutarlo”
“Oppure a chiudere la sua tomba?” chiese Rabastan.
Bellatrix alzò il braccio sopra la testa senza voltarsi e gli fece il dito medio.
“Oh, guarda chi c’è, Tony” lo interruppe Alecto non appena vide Bellatrix avvicinarsi a loro “La tua nuova fidanzata”
Antonin fulminò con lo sguardo Bellatrix… se solo non fosse stata la protetta del Signore Oscuro l’avrebbe squartata.
“Non sono la sua fidanzata” disse Bellatrix fermandosi proprio di fronte alla coppia “Senti, Carrow” Bellatrix fece una smorfia, si doveva proprio sforzare per dire quelle cose ma Antonin era suo amico… “Sono stata una stronza, prima. Volevo solo usare Tony per i miei scopi, lui non voleva e non ha fatto nulla, è solo colpa mia”
Alecto alzò un sopracciglio “Avete discusso di scopare insieme?”
“No” era una menzogna solo in parte “Io gliel’ho chiesto e lui ha detto di no”
“Le hai detto di no?” chiese Alecto a Dolohov.
“Te lo sto ripetendo da ore!”
“E perché tu saresti interessata ad Antonin, sentiamo. Perché mai dovrei credere a questa fesseria”
“Non sono interessata ad Antonin” chiarì subito Bella “È solo… volevo… volevo far ingelosire una persona…”
Alecto socchiuse gli occhi soppesando Bellatrix e Antonin. L’idea che Bellatrix Black fosse interessata ad andare a letto con Antonin Dolohov quando tra le sue scelte aveva un ragazzo come Rodolphus Lestrange era ridicola.
“Volevi far ingelosire Rodolphus?” chiese guardinga.
“No, non Rod…”
“Chi?”
“Questi sono affari suoi, Alecto” interruppe Antonin.
“Tu devi stare zitto, Dolohov! Ho diritto di sapere, di vederci chiaro. Mi hai mentito”
“Non ti ho mentito!”
Bellatrix roteò gli occhi.
“Lo ha fatto per fare ingelosire me”
La voce di Lord Voldemort era fredda e fece rabbrividire tutti, tranne Bellatrix che si sentì come coccolata da quel tono basso e quasi minaccioso.
“Vo… voi, mio Signore?” balbettò Alecto intimidita dall’arrivo del Signore Oscuro.
“Me” annuì Voldemort poi mise un braccio intorno alle spalle di Antonin che si irrigidì, impaurito da quell’improvviso gesto “Posso assicurarti, Carrow, che se Antonin avesse allungato le mani su Bella non sarebbe qui per raccontarlo” sorrise “Non punirlo per qualcosa che non ha fatto, è un mio caro amico… e mi rende felice sapere abbia finalmente trovato una ragazza alla sua altezza”
Alecto arrossì “Io… mio Signore… non sapevo…. Cioè, avevo male interpretato tutto, allora” lo sguardo di Alecto si posò su Antonin “Potevi spiegarti meglio, Tony”
Antonin si morse le labbra. Erano ore che si stava spiegando meglio ma ora che la situazione era risolta non gli sembrava il caso di rimarcare le cose.
“Lasciateci” ordinò Voldemort rivolto a Bellatrix e ad Alecto. Bella lanciò un ultimo sguardo di fuoco a Voldemort, sembrava non averne mai abbastanza, poi raggiunse di nuovo Evan e Rabastan.
“Vi ringrazio, Padrone” disse Antonin quando anche Alecto si fu allontanata a sufficienza.
“Sei sempre stato un prezioso amico, Antonin” annuì Voldemort “Un fedele alleato, un abile Mangiamorte… il mio braccio destro”
“Mi onorate con queste parole, mio Signore”
“Dovrai lasciare questo posto a Bellatrix”
Antonin sgranò gli occhi, quelle parole ebbero l’effetto di una pugnalata.
“A Bella?”
“Sarà lei la mia luogotenente. È giovane, acerba e inesperta ma proprio per questo duttile e malleabile… perfetta per essere la mia allieva di Arti Oscure”
Antonin avrebbe voluto protestare. Amava le Arti Oscure almeno quanto Voldemort, sicuramente almeno quanto Bella, e aveva sempre adorato stare ad ascoltare le nuove maledizioni create da Tom. Ingoiò tutte le rimostranze che aveva e chinò il capo, abituato a sottostare al volere del Signore Oscuro.
“Ma certo, mio Signore” acconsentì forzando un sorriso “Mi rimetto al vostro volere, come sempre”
“Bene” commentò Voldemort.
Antonin osservò l’Oscuro Signore allontanarsi e poi smaterializzarsi. Aveva passato la maggior parte della sua vita a essere il perfetto Mangiamorte, discreto compagno sempre pronto ad aiutare il suo Padrone e ora quel posto gli veniva soffiato dalla prima ragazzetta appena più sveglia e magica delle altre. Sospirò ormai avvezzo ad assaporare quella felicità dal retrogusto amaro, senza avere mai tutto ciò che desiderava.

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Più ci penso, più credo che questa storia si dovrebbe intitolare "Beautiful"... ma comunque XD
Grazie a chi ha avuto la forza di arrivare fino a qui. Dedico questo capitolo a Sev dato che ieri era il suo compleanno! Ancora auguri, 


Clo

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