Nel gioco.

di Alex Ally
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 2: *** Capitolo due. ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre. ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro. ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque. ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei. ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette. ***
Capitolo 8: *** Capitolo otto. ***
Capitolo 9: *** Capitolo nove. ***
Capitolo 10: *** Capitolo dieci. ***
Capitolo 11: *** Capitolo undici ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno. ***


Capitolo uno.

Camminava per le strade deserte della città completamente sola chiedendosi cosa ci facesse lì. Avrebbe dovutto essere a casa sua in quel momento ad occuparsi di suo figlio, ma la verità era che non se l'ha sentiva di farlo.
Era successo di nuovo e lei stava iniziando ad essere stanca di quella situazione, aveva rinnunciato a tutto per lui e per sostenerlo nella sua carierra d'attore e lui come la ripagava?
Filtrando spudoratamente con tutte le donne che incontrava a volte anche sotto il suo stesso sguardo. Non era mai successo niente di serio, ma il fatto che non pensase a come poteva sentirsi le faceva male.
In quel momento stava passando per la zona dei magazzini, di notte poteva essere pericolosa, ma lei era una maestra elementare perciò non aveva paura.
“Almeno finchè avrò ancora i miei poteri.” penso Libby, appena suo figlio avesse iniziato a svillupare i suoi lei gli avrebbe persi, ma infondo era una cosa normale nelle lienee ereditarie dei maestri elementari.
Però una volta che non avesse più avuto i suoi poteri cosa n'è sarebbe stato di lei? Sarebbe stata in grado di vivvere come una normale madre di famiglia per il resto della sua vita?
In quel momento senti un rumore provenire da uno dei magazzini, senza pensarci troppo andò a controllare e vide che all'interno c'era qualcuno.
“Potrebbero essere dei criminali.” penso guardandosi attorno alla ricerca di una possibille entrata e quando la trovo non ci penso due volte prima di entrare in azione. Poteva sentire la voce di Cliff o anche quella di Garmadon dirle di non fare pazzie e di chiamare la polizia perchè anche se era una maestra elementare era comunque da sola contro un numero sconosciutto di criminali. Ma quando era di mal'umore Libby non riusciva mai a ragionare a mente lucida perciò entrò nel magazzino completamente sola e senza che nessuno sapesse dove fosse.
Avanzo nell'oscurità attenta ad non fare rumore almeno finchè non colpi qualcosa che non aveva notato in tempo, dai tempi della Guerra delle Serpentine si era arruginita più del previsto evidentemente. Alzo lo sgurdo e vide che aveva colpito qualcosa coperta da un telo e incuriossità lo sollevo torvandosi davanti niente di meno che un videogioco, non sembrava essere vecchio come le altre cose e si chiese cosa si facesse lì.
“Prime Empire...” lesse il nome sul bordo del dispositivo. “Non è quel gioco che è stato ritiratto ancora prima di uscire?” penso inclinando la testa.
Il più grande diffetto di Libby, una cosa che in molti le facevano notare, specialmente Garmadon, era che si distraeva facilmente e infatti mentre era assorta a guardare quel vecchio gioco incuriosità non noto il ladro, il quale molto probabilmente l'aveva notata, che si avvicinava di soppiatto a lei con una sbarra di metalo in mano.
Senti solo il forte dolore alla testa che la fece cadere per terra, nella caduta dovette aver colpito qualcosa perchè vide che il gioco si stava accendendo.
Cerco di alzarsi nell'esatto momento in cui la polizia faceva irruzione nel magazzino, vide degli agenti avvicinarsi a lei per chiederle se stava bene e come si chiamava però Libby non riusciva ad aprire la bocca per rispondere.
Il dolore alla testa stava diventando sempre più forte e i suoi occhi sempre più stanchi.
“Jason...” penso prima di chiudere gli occhi, ma le parve di sentire una voce mai udita prima quasi meccanica che le faceva una domanda poco prima di perdere conoscenza.
«Vuoi entrare in Prime Empire?»

Quando ritrovo le forze per svegliarsi non sapeva quanto tempo fosse stata priva di sensi, ma la cosa fini presto come ultima nella sua lista delle preoccupazioni inminenti perchè non aveva idea di dove si trovava.
Il cielo e gli edifici che la circondavano erano strani di sicuro non era Ninjago City.
Perciò solo una domanda rimbombava nella testa di Libby: dove si trovava e soprattutto come poteva tornare a casa?

Angolo dell'autrice: guardate chi è tornata con una nuova storia. Dopo aver letto varie teorie e storie che collegavano la madre di Jay a Prime Empire(com'era nelle bozze originali della stagione)ho deciso di scrivere la mia versione... con il mio classico tocco di Angst sadico altrimenti che ci sto a fare qui? Se vi ho incuriositi con questo primo capitolo allora vi saluto e vi do appuntamento alla prossima.

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Capitolo 2
*** Capitolo due. ***


Capitolo due.

Ancora non poteva crederci era dentro ad un videogioco!
Ok, doveva ammettere a se stesso che forse entrare senza farsi due domande non era stata la sua idea più geniale, ma allo stesso tempo non poteva fare a meno di essere eccitato all'idea di trovarsi all'interno di una delle cose che più adorava in questo mondo. Guardandosi attorno Jay non pote fare a meno di rimanere a bocca aperta per la città in cui si trovava, era cosi luminosa, cosi... cosi... meravigliosa!
L'unica cosa che avrebbe potutto rendere tutto questo ancora più bello sarebbe stato il fatto che i suoi amici fossero lì con lui per godersi quest'esperienza incredibille. Ma era certo che sarebbero arrivati presto, non l'avrebbero mai lasciato lì da solo e quando sarebbero arrivati allora Jay avrebbe potutto dire che sarebbe iniziato il vero divertimento.
Infondo era solo un gioco, no?

Non era solo un gioco.
Jay aveva visto dei giocatori perdere le vite ed essere trasformati in cubi, ma la parte peggiore era che i cubi venivano raccolti e portati chissà dove. Con tutta la sue esperienza nel trattare con i folli piani dei pazzi alle spalle Jay era certo che non venissero rimandati a casa, ma non poteva nemmeno immaginare dove andassero una volta perso al gioco.
Doveva capire cosa stava succedendo era suo dovere di ninja infondo aiutare le persone e inoltre era anche suo dovere come appassionato di videogiochi aiutare i giocatori come lui. Si, non se n'è sarebbe stato fermo con le mani in mano.
Cerco di pensare a cosa avrebbero fatto Lloyd o Cole in una situazione del genere e alla fine opto per andare a cercare qualche indizio in giro, se c'era in corso un qualche complotto malvaggio allora avrebbe dovutto trovare qualche segno di esso da qualche parte.
Mentre si guardava attorno alla ricerca... bè di qualcosa che valesse la pena trovare vide un gruppo di strani tipi. Jay gli aveva già visti in giro, gli chiamavano i Visori Rossi ed avevano il compitto di mantenere la “pace” in Prime Empire punendo chi non seguiva le regole.
Jay rabbrividi aveva visto ciò che accadeva a chi disturbava, praticamente se i Visori Rossi ti puntavano per te era già Game Over. Innimicarsegli fin dall'inizio era deciamente in cima alla lista delle pessime idee proprio per questo quando erano nei paraggi Jay cercava di tenere un profillo basso, finora era già salito di vari livelli grazie a delle missioni secondarie e per fortuna non aveva attirato attenzioni indesiderate. Ciò nonostante non pote ignorare quando i tre Visiori circondarono un bambino, all'inizio cerco di ignorargli, ma quando i Visori Rossi iniziarono anche a maltratarlo non poteva continuare a fare finta di niente.
I livelli che aveva guadagnato gli permissero di sconfiggere senza troppi problemmi i Visori Rossi anche perchè quest'ultimi non aveva con loro le proprie armi.
«Grazie Ninja.» disse il bambino.
«Chiamami Jay.» rispose lui prima di andarsene.
Il bambino lo guardo allontanarsi e sorridendo modifico il suo avatar in modo da farlo somigliare al ninja che l'aveva appena salvato.

Non avrebbe mai pensato di diventare cosi famoso all'interno dle gioco, dopo il suo primo scontro con i Vissori Rossi n'è seguirono altri e assieme a quelli aumentarono coloro che iniziavano a personalizzare il prorpio avatar per assomigliargli tanto che crearono un vero e proprio gruppo: “La lega di Jay”.
Mentirebbe se dicesse che la cosa non lo lusingava incredibilmente. L'attenzione gli piaceva non se n'è vergogniava, sopratutto amava quella positiva in contrasto con le varie prese in giro che aveva subito da piccolo però era difficile ricevere dell'attenzione solo per sé a volte. In ogni caso stava pensando che forse fin troppe persone stavano entrando nella lega e forse avrebbe fatto meglio a personalizzare anche lui il suo avatar in modo da distinguersi più facilmente in mezzo a tutti quei Jay.
Comunque quella situazione aveva anche dei lati positivi, molti giocatori che incontrava(quelli che avevano capito la pericolosità del gioco in cui si trovavano)erano più che disposti a dargli una mano e grazie a loro era riuscito a trovare una pista.
C'era una specie di giocatore leggendario che secondo alcuni avrebbe potutto avere delle informazioni su ciò che volevano veramente i Visori Rossi: si chiamava Scott. Secondo alcune voci era un esperto di macchine che si nascondeva nell'ombra e alcuni pensavano che fosse solo uan voce e che un giocatore del genere non essistesse nemmeno.
“Cosi come Kai diceva che non essistevano le Serpentine.” pensava Jay.
Aveva iniziato a cercarlo, ma era difficile riuscite a scovvare l'origine di una leggenda. Mentre cercava il suo nascondiglio in uno dei luoghi in cui si diceva che fosse Jay era cosi concentratto che non si accorse dei Visori Rossi che si avvicinavano a lui da dietro. Quando si accorse di loro era troppo tardi stavano per sparargli e toglierli una delel sue vita, ma il colpo per fortuna non arrivo mai perchè fu il suo turno di essere salvato questa volta. Una persona era accorsa sulla scena e aveva, da sola, sbaragliatto i Visori Rossi come se niente fosse con un agilità che Jay poteva atribuire solo ad un combattente esperto.
Curioso Jay si avvicino e notò che a salvarlo era stata una donna con lunghi capelli biondi e con una tutta da combattimento blu scuro, un blu che ricordava molto quello eletricco che indossava sempre lui.
«Stai bene?» chiese la donna.
«Si, non si preoccupi e grazie per l'aiuto.» disse Jay non riuscendo a togliersi di dosso la senzasione di averla già vista da qualche parte, ma non capiva dove.
«Bè se non aiutassi le persone che razza di maestro elementare sarei.» continuo la donna con un enorme sorisso in volto.
Jay la fisso stranito... era una...?
«Lei è una maestra elementere?» domando Jay confusso, non pensava ci fossero ancora elementi che lui e gli altri non socnoscevano, ma mentre ci pensava continuava a sentire la senzasione di aver già visto quella donna.
Immagini gli vorticarono in testa fino ad arrivare ad un quadro visto una volta in un museo tanto tempo prima, il quadro di una battaglia dove era stata dipinta una donna che aveva i suoi stessi occhi.
Gli stessi occhi che erano l'unico indizzio sul fatto che fosse adottato... occhi di un blu profondo.
Come il suo Gi, come il suo elemento...
«Libby Gordon, maestra elementare del fulmine al tuo servizio.»

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Capitolo 3
*** Capitolo tre. ***


Capitolo tre.

Sua madre... quella davanti a lui era sua madre... non poteva essere vero, non poteva!
Eppure era l'unica spiegazione logica per quanto assurda e spaventossa potesse essere. Il fiato gli si mozzo in gola e si sentiva come se stesse per avere un attacco di panico.
«Ti senti bene? Sembri uno che sta per avere un attacco di panico.» fece notare Libby allungando una mano verso di lui, ma Jay si ritrasse all'istante.
La sola idea di trovarsi in questa situazione non l'aveva mai nemmeno sfiorato e adesso che era lì non poteva fare a meno di esserne spaventato, anche dopo aver scoperto di essere stato adottato non era mai andato veramente in fondo alla questione.
Dopo che gli eventi causati da Nadhakan furono cancellati Jay non aveva mai più parlato con i suoi(o con Wu se è per questo visto che sospettava fortemente che sapesse la verità)della situazione, stava aspettando che fossero loro a farlo però a quanto pareva Ed e Edna non avevano intenzione di farlo visto quanto tempo era passato. L'unico motivo per cui aveva scoperto le sue origini era stata la lettera che lo informava della sua eredità, una lettere che senza l'intromissione di Nadhakan stava molto probabilmente predendo polvere all'interno dell'ufficcio postale da anni e senza quella non sapeva come iniziare il discorso con i suoi.
Perchè era questo che aveva fatto il Djin, aveva fatto in modo che il postino sapesse a chi recapitare la lettere e a dove trovarlo, non aveva fatto nient'altro. Quando cercando su i giornale aveva letto che Cliff Gordon, suo padre biologico, era morto come minimo una settimana prima che il Djin fosse anche solo liberato aveva potutto cancellare tutti i dubbi e i sensi di colpa sul fatto di essere in qualche modo responsabille dell'accaduto. Ma ciò significava che non c'era più nessuno per rispondere alle sue domande, per spiegargli il motivo per cui i suoi l'avevano abbandonato.
Adesso però le risposte che voleva erano lì davanti a lui eppure non poteva fare a meno di tremare dalla testa ai piedi, se i suoi amici l'avessero visto lì probabilmente non l'avrebbero riconosciutto visto il suo stato in cui non riusciva a spiccicare nemmeno una parola.
Alla fine fece un respiro profondo per calmarsi e fece l'unica cosa logica secondo lui.
Scappo.
Quando fu certo di essersi allontananto abbastanza si accascio contro il muro di un edifico cercando di calmarsi per davvero questa volta e cercare di ragionare su ciò che gli era appena successo.
Da quanto aveva visto sua madre non sapeva chi era, mentre Cliff Gordon aveva varie notizie e foto che lo riguardavano mentre Libby si era comportata come se avesse davanti un perfetto sconosiutto. I poteri erano eredittari perciò non avrebbe dovutto essere difficile per lei mettere assieme che lui Jay, ninja del fulmine era suo figlio... a meno che non lo sapesse.
Scosse la testa non aveva tempo di pensare a queste cose, doveva trovare questo Scott e capire cosa volevano essatamente i Visori Rossi dai giocatori.
Aveva una missione da compiere, ma in quel momento con la prospettiva che sua madre fosse lì nel gioco con lui e che forse avrebber anche potutto incontrarla di nuovo quando non era ancora lontanamente pronto a farlo gli faceva solamente desiderare che Nya fosse lì con lui.

Libby guardo quel ragazzo allontanarsi di fretta, quasi spaventato molto probabilmente era appena entrato in Prime Empire e n'è era rimasto terrorizzato gli faceva un po' pena se doveva essere sincera. Il suo abbigliamento però la incuriosiva, aveva indosso un Gi ninja... le faceva tornare in mente molti momenti del passato.
Libby scosse la testa non poteva permettersi di perdersi nei ricordi di quella che ormai considerava una vita precedente, aveva una missione da compiere. Guardo il luogo dove prima c'erano i Vissori Rossi che aveva eliminato, forse non sarebbe dovutta intervenire, ma odiava coloro che attacavano gli altri alle spalle.
In ogni caso se voleva vincere il gioco e tornare a casa non avrebbe più dovutto perdere tempo.
C'era Unagami che l'aspettava.

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro. ***


Capitolo quattro.

Un altro giorno bloccato in quel gioco senza speranza di riuscire ad uscire perchè per lui la speranza era morta da molto tempo. Adesso l'unica cosa che gli importava era continuare a nascondersi per evitare i Visori Rossi infondo era certo che nessuno avrebbe mai trovato la sua base segreta sopratutto dopo tutto il tempo che aveva impiegato per tenerla nascosta.
«Ehilà! C'è qualcuno qui?» strillo una voce e voltandosi Scott vide un ragazzo dai capelli castano-rossicci che si agirava per la sua officina come se niente fosse.
Chi era? E come era riuscito a trovarlo?
A prima vista pareva un giocatore, ma dopo che il gioco si era riaperto anche la popolazione degli NPC era aumentata e lui di certo non voelva risciare di avere a che fare di nuovo con uno come Light Dash, il fedele braccio destro di Unagami.
Un solo incontro gli era bastato e avanzato perciò chiunque fosse quel ragazzo doveva cacciarlo il prima possibille.
«Fuori di qui!» sbotto Scott.
«Calma amico... sei tu Scott?» chiese Jay e vedendo come la faccia del giocatore si fosse contorta capi di aver ragione. «Accidenti ti sto cercando da non sai quanto, ho bisogno del tuo aiuto.»
«Scordatello.» disse Scott iniziando a guardarsi attorno con aria preoccupata. «Sei stato seguito? Lavori con Unagami? Cosa vuoi da me?»
Jay lo guardo confusso, sembrava che fosse sia arrabbiatto che spaventato sia da lui che dal pensiero di Unagami... chiunque esso fosse.
«Calma, mi chiamo Jay e non so chi sia questo Unagami.» spiego sperando che questo bastase per calmare l'altro.
«Davvero non lo sai?» chiese Scott e Jay scosse la testa. «Unagami è... possiamo definirlo il boss finale, lui è la mente dietro Prime Empire e i Visori Rossi lavorano per lui.»
Jay ascolto ciò che disse Scott immaginando che Unagami altri non fosse che l'Avatar di Milton Dryer infondo era un classico colpo di scena dei videogiochi, il creatore che si rivella come vero boss finale se non sbagliava aveva visto una cosa simile in una serie tv, ma non era questo il punto.
«Sai come posso trovarlo?» chiese Jay e guardandolo di nuovo male Scott capi di avere a che fare con un normale giocatore o per meglio dire con un giocatore molto probabilmente folle che non aveva alcun istinto di sopravivvenza.
«Perchè mai vorresti farlo?» domando Scott.
«Per sconfiggerlo e farci uscire tutti da qui.» rispose Jay.
«Non si può fuggire da Prime Empire rassegnati.» disse Scott voltandosi per tornare a lavorare ai suoi veicoli, quel ragazzo era solo un sognatore speranzoso e lui non voleva perdere tempo con tipi del genere.
«Come fai a dirlo se non ci provi...» inizio Jay consapevole però che fare discorsi del genere non era il suo forte, Lloyd e Kai erano molto più bravi di lui quanto si trattava di incoraggiare gli altri, ma non erano qui perciò Jay doveva fare tutto da solo.
«Ci ho provato!» lo interruppe Scott. «Sono rimasto bloccato qui per trent'anni, per trent'anni ho cercato una via di fuga e sai quante ne ho trovate? Zero! Perciò non venire a dirmi che c'è speranza perchè non è vero.
Mi spaice dirtelo, ma tu e tutti gli altri nuovi giocatori siete condannati a rimanere qui per sempre... proprio come lo sono io.»
Jay guardo lo sfogo di Scott sorpresso da quelle rivelazioni, secondo le dicherire su di lui il ninja del fulmine aveva capito che era qui da molto però non si aspettava che fosse bloccato qui da cosi tanto tempo.
“Chissà se anche tua madre è bloccata qui da cosi tanto?” gli chiese una voce nella sua testa che lo fece sussultare.
Era davvero possibille che Libby...?
Per quanto non volesse pensarci dovveva ammettere che questo aveva senso, Libby non aveva avuto la minima idea di chi fosse e da nessuna parte durante le ricerche che aveva fatto in passato aveva sentito parlare di una possibille moglie di Cliff Gordon, si diceva sulle biografie che era stato sposato un tempo, ma nient'altro.
Nessun nome, nessuna foto, ma d'altronde non c'era mai nemmeno una riga sul fatto che l'attore avesse avuto un figlio e invece... bè lui sapeva fin troppo bene di essistere anche senza la conferma scritta della sua nascità.
Ma se la sua suppozisione fosse vera allora quando essatamente Libby era entrata nel gioco?
Forse era questo il motivo per cui l'avevano abbandonato?
Domande, troppe domande senza risposte e che anzi creavano solo nuovi interogattivi. E assieme a quelle sopragiunse un nuovo senso di colpa, se era vero ciò che teorizzava voleva dire che era scappato terorrizzando da sua madre dopo che lei forse non lo vedeva da quando era in fasce.
Non c'erano dubbi: una bellissima prima impressione.
Capendo che non avrebbe avuto altre informazioni da Scott Jay decise di andarsene promettendo al ragazzo che non avrebbe detto a nessuno di dove si trovasse la sua base segreta.
Adesso era di nuovo al punto di partenza, un alto livello nel gioco, ma zero indizzi su Unagami e il suo scoppo.
“Perchè non siete ancora qui, ragazzi?” si chiese Jay preoccupato.
Perchè se i suoi amici non fossero arrivatti presto c'era solo una persona alla qualle poteva chiedere aiuto per uscire dal gioco... sua madre.

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque. ***


Capitolo cinque.

Quel ragazzo era ovunque, Libby non poteva voltarsi senza vedere il ragazzo con il Gi ninja in ogni angolo delle strade di Prime Empire. Sapeva che molti di loro erano avatar di diversi giocatori, ma allo stesso tempo si chiese perchè fosse cosi popolare, era per caso un personaggio famoso?
Magari il protagonista di qualche cartone animato o film?
Certo era meglio per lei non andare a pensare a certi aspetti del mondo di fuori perchè le aumentavano la nostalgia, d'altaparte però al sua curiosità era troppa per evitare la questione per troppo tempo.
Fermo uno degli avatar e gli chiese perchè avesse quell'aspetto.
«Perchè faccio parte della Lega di Jay.» spiego lui.
«E chi sarebbe questo Jay?» domando Libby un po' imbarazzata per una domanda del genere, non aveva mai sentito un nome simile perciò ebbe la conferma che era un personaggio recente, chissà se suo figlio lo conosceva?
Suo figlio... Libby sospiro molto probabilmente adesso doveva già essere un giovane adulto, di certo dopo tutti questi anni non era più un bambino poco, ma sicuro.
Ogni tanto, molto spesso, si chiedeva che aspetto avesse se somigliava più a lei o a Cliff, se per caso avesse eredittato il suo potere elementare o no, cosa faceva adesso, le ambizioni o i sogni che poteva avere. E poi pensava ai suoi amici, agli altri maestri elementari, ma sopratutto che fine avessero fatto la sua amica Lilly e Garmadon.
La prima non la sentiva da quando era partita per Shintaro mentre il secondo... si chiedeva se negli anni avesse ceduto al veleno del Devouer o se stesso continuando a combatterlo.
E per finire si chiedeva come stesse Cliff, era riuscito a diventare un attore famoso come voleva?
La ricordava ancora oppure quando non l'aveva vista tornare era andato avanti con un'altra?
Non che quell'idea le piacesse, ma doveva essere realista infondo per quanto né sapeva Cliff lei poteva benissimo essere morta o peggio averlo abbandonato spontaneamente.
Troppe domande e troppi anni persi bloccata in quel gioco senza nessuna notizia del mondo esterno.
«Non conosci Jay è uno dei migliori giocatori di Pime Empire!» rispose il ragazzo con gli occhi che gli brillavano per l'eccitazione e questo fu più che sufficiente per contaggiare di gioia anche Libby sempre più curiosa di questo Jay.
Se era un giocatore cosi bravo doveva sapere il più possibille su di lui.
«Inoltre oltre a questo è anche uno dei ninja.» continuo il ragazzo. «Possibille che lei non gli conosca? Tutta Ninjago gli conosce sopratutto visto quante volte l'hanno salvata.»
«Sono... sono stata via per molto tempo.» rispose semplicemente Libby mentre la sua espessione cambiava, anche se solo per una frazione di un secondo assunze un'aria sconsolata.
Ninjago aveva avuto bisogno di essere salvata? E anche più di una volta?
Non era possibille lei e gli altri maestri elementari avevano combattuto nella Guerra delle Serpentine e contro i Gemelli del Tempo proprio per la pace di Ninjago... ma erano passati anni ovviamente le cose non sarebbero rimaste tranquille in eterno.
“L'equilibrio è sempre in pericolo, chiunque potrebbe provare a infrangerlo... e forse un giorno quel qualcuno sarò io.” le ripeteva sempre Garmadon.
Allora era vero... il suo migliore amico aveva cedutto al male? E lei non aveva potutto fare neinte per impedirglierlo?
Si passo una mano sul viso per calmarsi, anche se fosse questo ragazzo aveva appena confermato che Ninjago in questo momento era al sicuro grazie ai ninja.
«Potresti spiegarmi nel dettaglio chi sono questi ninja, per favore?» chiese Libby. Se tutto fosse andato secondo i piani presto avrebbe potutto tornare a Ninjago perciò almeno su questo non voleva trovarsi impreparatta.
«Ma certo.» disse il ragazzo. «Ci sono Lloyd il Ninja Verde, Kai il ninja del fuoco, Nya la ninja dell'acqua, Zane il nindroide e maestro del ghiaccio, Cole il ninja della terra...»
Ok, d'accordo non aveva idea di chi fosse questo Lloyd, ma almeno Wu aveva finalmente trovato il Ninja Verde, poi c'era il fatto che non sapeva cosa volesse significare la parola “Nindroide” però era certa che il maestro del ghiaccio non aveva discedenti perciò fosse aveva lasciato il suo elemento a qualcun'altro.
Gli altri tre invece erano più facili da identificare grazie ai loro elementi, a quanto pare Ray e Maya si erano datti da fare cosi come Lilly. Provo un misto di gioia e tristezza, era felice per loro, ma voleva anche dire che si era persa tali momenti nella vita dei suoi amici.
Già prima di finire qui non era mai stata brava a mantenere i contatti eppure adesso aveva la conferma che si. Tutti erano andati avanti mentre lei invece era rimasta bloccata indietro e quel che era peggio era che non aveva mai avuto la possibilità di cmabiare la situazione... almeno fino ad ora.
Poi però il ragazzo continua a parlare dicendole finalmente chi era questo Jay.
«E infine il nostro adorato Jay il ninja del fulmine.»
Libby spalanco gli occhi sorpressa.
Ninja del fulmine... ciò voleva dire che... Che quel ragazzo, quel Jay... era suo figlio!
E si trovava lì in Prime Empire come lei!

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Capitolo 6
*** Capitolo sei. ***


Capitolo sei.

Certe cose erano proprio ironiche, se prima la sola idea di rivedere sua madre lo spaventava come nient'altro adesso trovarla e farsi aiutare da lei era diventata la sua migliore opzione per uscire da cui. Anche se fosse rimasta intrappolata qua dentro per anni come Scott i due avevo scordato un dettaglio importante: il gioco era rimasto fuori servizio per tutto questo tempo.
Era impossibille che sua fosse qui da trent'anni, forse una ventina o giù di lì non di più altrimenti Jay non sarebbe qui in questo momento, in ogni caso Prime Empire adesso era di nuovo in funzione e i gicoatori continuavano ad entrare ciò voleva dire che in quelle condizione sarebbe stato molto più facile trovare anche un modo per uscire.
Forse se lo spiegava a Libby sarebbe stata ben felice di aiutarlo, c'era solo il problemma che Jay non sapeva se rivelarle la verità su di lui oppure no. Doveva dirle che era suo figlio? E se l'avesse fatto come avrebbe reagito la donna? Magari l'aveva addirittura abbandonato di sua spontanea volonta prima di essere intrapolata qui... forse era stata catapultata nel gioco più o meno nel suo stesso periodo... No, non doveva farsi queste domande.
Prima di tutto doveva trovare Libby e poi avrebbe pensato a cosa fare.
C'era solo il problemma che non sapeva dove trovarla.
«Jason! Jay! Aspettami!» senti una voce chiamarlo e voltandosi vide prorpio Libby corrergli incontro.
Bè era stato più facile del previsto.
Ingoiando a vuoto il suo nervosismo mosse qualche passo verso di lei, chiedendosi nel frattempo perchè l'aveva chiamato “Jason”, ma si fermo quando al vide inciampare e cadere a terra. Dopo qualche secondo rimasto lì a fissare la scena andò da lei aiutandola a rialzarsi.
«Tutto bene?» chiese.
«Si, non preoccuparti, mi capita spesso.» rispsose Libby rimettendosi in piedi e togliendosi la polevere di dosso. I due si guardarono senza dire niente, occhi blu contro occhi blu alla fine Libby si avvicino a lui.
«Sei... il ninja del fulmine, giusto?» chiese lei essitante.
«Si.» rispose Jay. «Lo sono.»
Libby sorrisse e fece per abbracciarlo tranne fermarsi all'ultimo momento tirandosi indietro.
«Immagino che sia troppo presto per questo, vero?» disse Libby. «Se fossi al tuo posto sarebbe presto per me, cioè incontrare per la prima volta la madre che non ho mai conosciutto, non so neanche quello che Cliff ti ha detto di me sempre che ti abbia detto qualcosa su di me, io non saprei che avrei fatto nella sua situazione, però sei cresciutto incredibilmente dall'ultima volta che ti ho visto. Certo, eri praticamente in fasce quando ti ho visto l'ultima volta perciò... sei un giovane adulto molto carino, lo sai? Anch'io avevo le lentigini alla tua età, in realtà le ho avuto fin da piccola ma a volte le nascondevo con del trucco e... scusa sto parlando troppo in fretta? Garmadon diceva sempre che quando iniziavo era impossibille farmi smettere, scusa sto continuando a paralre.»
A quel punto Libby si mise le mani sulla bocca in segno di voler tacere.
Jay invece non poteva fare a meno di sorridere, quella donna era veramente sua madre, in tutti i sensi e a quanto pareva aveva preso da lei molto di più che solo il suo elemento. E nel vedere queste somiglianze si sentiva meglio, come se molti suoi dubbi fossero svaniti infondo aveva avuto conferma che era rimasta intrappolata qui prima che venisse addotatto dai suoi genitori perciò... lei era rimasta intrappolata qui prima che venisse adottato!
Jay inizio a preoccuparsi di nuovo perchè in tutti i suoi dubbi aveva immaginato un simile scenario, ma solo adesso capiva cosa significasse daverro.
Non sapeva niente di lui, del fatto che fosse stato adottato o altro.
In ogni caso finchè non gli avesse fatto delle domande non sarebbe successo niente.
«So che ti ho detto che avrei smesso di parlare, ma non posso trattenermi.» inizio Libby guardandolo come un cucciolo bisognosso d'affetto. «Devo assolutamente farti delle domande su di te e sul mondo esterno.»
“Ovviamente.” penso Jay sospirando sconsolato, darle le risposte che voleva non sarebbe stato per niente facile.
«Come stai ho saputo che hai salvato Ninjago molte volte... da chi? Da cosa? Come? Ti fai chiamare Jay è un bel sopranome cioè Jason è un nome di famiglia, ma infondo la scelta è tua, come sta Garmadon? Come sta Wu? Le Serpentine sono ancora nella loro prigione? Tu hai una fidanzata? Se si è carina? Come sta tuo padre? Lui... lui si è risposato oppure...?» chiese Libby senza nemmeno riprendere fiato tra una domanda e l'altra.
Jay la guardo non sapendo come rispondere, c'era cosi tanto da dire su cosi tante cose con cui era cosi all'oscuro. E molte rispose non erano belle da sentire e per quanto fosse strana la situazione Jay non voleva spezzare il cuore di sua madre sopratutto non durante la loro prima vera interazione reciproca.
«Scusa io... immagino che tu non abbia preso da me la mia parlantina visto che stai li a far scena muta... scusami non volevo offenderti.» disse Libby passandosi una mano tra i boccoli biondi. «Non sto facendo una gran bella figura vero? Immagino che non ti aspettavi che al tuo primo incontro con me avresti pensato: “Wow mia madre sembra una pazza”, non rispondere se non te la senti veramente niente pressioni dimmi piuttosto come sei finito in Prime Empire.»
Jay la guardo e vide sul viso di Libby la stessa espressione che lui addottava quando si sentiva soprafatto da una situazione, quando si sentiva inadeguatto molto probabilmente sua madre stava provando lo stesso.
Questa situazione non era facile per nessuno dei due, ma era grato a Libby per il fatto che volesse cambiare argomento perchè se avesse saputo la verità nemmeno lei sarebbe stata pronta a ricevere le risposte che voleva. Però Libby poteva avere le risposte che voleva al suo contrario perchè era ovvia adesso: Libby non l'aveva abbandonato, era scomparsa con lui ancora a casa dei genitori biologici forse Cliff non si sentiva di crescerlo da solo, ma ormai era chiaro che l'attore era l'unico a conoscere la verità... una verità che era morta con lui.
Non poteva lasciare che anche Libby convivesse con domande senza risposta come le sue. Perciò fece un respiro profondo e si preparo a darle le risposte che voleva. Le risposte che meritava anche se non le sarebbero piaciutte.
«Mam...» inizio Jay per poi bloccarsi, non riusciva a dire quella parola ad alta voce.
«Chiamami Libby.» disse lei. «Capisco che per te deve essere difficile chiamarmi “mamma” perciò non farlo, prenditi il tuo tempo.»
«Grazie.» disse Jay sorridendole. «Allora ti dirò come sono finito qui, ma prima voglio parlarti della mia vita negli ultimi anni. Tutto è iniziato un giorno quando sono andato a testare una delle mie invenzioni, fu allora che conobbi il maestro Wu...»

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Capitolo 7
*** Capitolo sette. ***


Capitolo sette.

C'era... c'era veramente tanto da assimilare.
L'esilio di Garmadon, la sua caccia alle Armi D'oro, come Wu aveva reclutato Jas... Jay e gli altri e alla fine di come Garmadon fosse scappato. Wu non aveva mai permesso nemmeno a lei a agli altri maestri degli elementi della creazione di toccare le armi, nemmeno a Ray che era il suo migliore amico perchè diceva che potevano essere troppo potenti o instabilli e adesso le aveva messe nelle mani di un gruppo di adolescenti.
“Se non fossi finita qui avrei potutto evitare tutto questo?” si chiedeva Libby.
Quanto era ancora a Ninjago Garmadon riusciva a tenere a bada il veleno, ma era evidente che se si era spinto fino a quasi uccidere Wu, il suo stesso fratello, per i suoi obbiettivi non c'era più niente da fare. Ma lei... lei assieme a Wu e Misako riusciva a far ragionare Garmadon... avrebbe potutto fare qualcosa per fermarlo?
«Vuoi che mi fermi?» chiese Jay vedendo quanto sembrasse devastata Libby e ad un punto in cui si poteva dire che la storia era appena iniziata.
Non le aveva ancora detto niente delle Serpentine, dell'Overlord, di Chen... e sopratutto non le aveva ancora detto niente su i suoi genitori. Ma se già queste informazione l'aveva abbatutta cosi tanto avrebbe veramente dovutto continuare?
«Si, io... ho bisogno di una pausa.» disse Libby. «Parlarmi di qualcosa di più allegro... c'è l'hai o no una ragazza?»
Jay non poteva far e meno di sorridere a quella domanda e cosi inizio a parlare di Nya e della loro storia senza tralasciare nessun particolare, a parte quegli legati alla sua adozione però nel grande schema delle cose erano surplefui, e più parlava più poteva vedere che anche Libby stava sorridendo con gli occhi che le luccicavano per l'emozione.
«La figlia di Ray e Maya sembra veramente una ragazza fantastica a proposito come stanno loro due?» chiese Libby alla fine.
«Bene, hanno viaggiato per Ninjago negli ultimi anni.» rispose Jay decidendo che la parte: “sono rimasti prigionieri e separati dai propri figli per anni” non fosse necessaria. «In ogni caso dov'ero arrivato... ah, si stavo programmando di chiedere a Nya di essere la mia Yang, non è stato semplice e alla fine mi sono fatto coraggio e gliel'ho chiesto mentre stavamo affrontando gli Oni e...»
«Gli Oni!?» grido Libby sembrando completamente terrorizzata. «Quindi non solo Garmadon è diventato il signore degli inferi a causa del veleno, ma si è anche messo a capo di un gruppo di Oni solo per quelle pidocciose armi!»
Jay non disse più niente capendo che forse non avrebbe dovutto fermarsi a raccontare, ma in quel momento gli sembrava una buona idea darle una pausa adesso invece che la vedeva durante una crisi di rabbia mentre impreccava contro Garmadon, assieme a qualche minaccia, capì di aver combinato un guaio.
«Libby stai calma!» disse Jay sperando di tirarla fuori dal suo sfogo. «Garmadon ci ha aiutato contro gli Oni, non n'è era a capo.»
«Davvero?» domando Libby.
«Si.» confermo Jay. «Ci sono ancora molte cose che devo dirti.»
Libby fece un respiro profondo per calmarsi e poi si lascio cadere a terra.
«N'è è passata di acqua sotto i ponti da quando sono qui, vero?» chiese lei ridacchiando, ma non c'era alcuna traccia di gioia nella sua voce.
Jay si limito ad annuire non sapendo che altro fare, certo Garmadon era diventato buono ad un certo punto ma poi era tornato dal regno dei defunti più malvaggio di prima e tutti i ninja speravano che ovunque fosse in questo momento non avrebbe mai più mostrato la sua faccia a Ninjago City.
«D'accorodo ho bisogno di cambiare argomento.» disse Libby rialzandosi. «Lasciamo perdere Garmadon perlarmi di tuo padre. Come sta Cliff... cioè gli sono mancata almeno un po'?»
Perchè... perchè tra tutte le cose che doveva chiedergli proprio questo?
Si passava da una pessima notizia ad un'altra pessima notizia.
«Cliff Gordon è morto, qualche anno fa mi spiace.» confesso Jay, quella era notizia che non avrebbe mai pottuto tenere segreta perchè una volta a casa Libby ci avrebbe messo pochissimo a scoprire la verità.
Libby guardo il figlio senza dire niente come se all'improvisso davanti a lei ci fosse un fantasma o roba simille.
Morto... Cliff...
Non riusciva più a respirare, le gambe le cedettere e gli occhi le pizzicavano mentre cercava i trattenere le lacrime che cercavano con forza di uscire. Non poteva mettersi a piangere come una bambina, non davanti a suo figlio, non poteva lei...
«Vattene!» grido. «Va via! Sciò!»
Jay fu sconvolto nel vedere quella scena, Libby sembrava la disperazione in persona.
Alla fine fece come richiesto e la lascio sola. Voleva che Libby lo aiutasse ad uscire dal gioco e invece era riuscito ad essere solo un uccello del malaugurio. Poteva vincere i livelli del gioco, ma non poteva dare buone notizie a sua madre.
Anche con tutto il bene che lui e i suoi amici avevano fatto il mondo di Libby era completamente crollato mentre non c'era.
E lui non sapeva cosa fare per farla sentire meglio.

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Capitolo 8
*** Capitolo otto. ***


Capitolo otto.

Non sapeva per quanto tempo avesse urlato e pianto, ma alla fine quando si era calmata era andata alla ricerca di Jay trovandolo poco distanza dal posto in cui avevano parlato finora. Sapeva bene che c'erano molto altre cose che non le sarebbe piaciutto sapere, ma ormai svuotata da quel poco che le era già stato rivelato decise di andare fino in fondo.
Jay cosi le racconto il resto, tralascio ancora qualche dettaglio per paura di sconvolgerla di nuovo però le ricapitolo le varie minaccie che avevano affrontato per tenere Ninjago al sicuro. Libby a quel punto conosceva l'Overlord, il come le Serpentine si fossero liberate e poi si fossero adattata a vivvere in pace con gli umani, ma sopratutto venne a conoscenza di tutta la storia tra Garmadon e Lloyd.
«Povero Garmadon...» sussurro Libby alla fine quando Jay arrivo al punto in cui si era dileguatto dopo la bataglia con gli Oni. Il ninja del fulmine avrebbe avuto da ridire a quell'affermazione, ma era anche vero che il Garmadon che Libby conosceva era praticamente una persona diversa da quello che Harumi aveva resuscitato e poi lui non avrebbe avuto la stesse reazione se al posto di sua madre e Garmadon ci fossero stati lui e Cole?
«Perciò il leggendario Ninja Verde è il figlio di Garmadon... chi l'avrebbe mai detto.» commento Libby scuottendo la testa.
«Conosci la profezia del Ninja Verde?» chiese Jay sorpresso.
«Certamente, tutti i maestri elementari la conoscono.» rispose lei. «E tutti sognavano di diventarlo... bè tutti tranne me.»
«Perchè no?» domando Jay.
«Perchè avevo paura che un giorno Garmadon potesse diventare il “signore oscuro” e a quell'epoca pensavo che essere destinato ad affrontare la sua migliore amica fosse la cosa peggiore che potesse capitarli... a quanto pare mi sbagliavo.» disse Libby cercando di forzare un sorisso, ma senza troppo successo.
Jay si limito ad annuire, il periodo in cui avevano addestrato Lloyd era stato per tutti estremamente faticoso a livelo emotivo.
Alla fine aveva argionato Libby su tutto ciò che gli chiedeva facendo molta attenzione a non rivelarle il fatto che fosse stato lasciato davanti ad una discarica di tutte le cose.
Quando faceva domande sulla sua infanzia rispondeva in maniera vaga evitando di fare un qualsiasi nome che non fosse la parola “papà” il fatto che la usava per riferirsi ad Ed e non a Cliff... bè quello Libby non lo sapeva. Infondo era la precedente maestra del fulmine non della mente. E poi quando le parlava dei momenti felici della sua infanzia Libby sembrava cosi felice che non aveva il cuore di farla sentire di nuovo male, una volta usciti da cui ci sarebe stato tempo per presentarle i suoi genitori.
Era certo che i tre sarebbero andati d'accordo.
«Bene ora che sono stata argionata sugli ultimi decenni tocca a te.» disse Libby indicando Jay.
«In che senso?» chiese lui.
«Figliolo sei un idolo, un'icona dentro al gioco perciò per quanto il tuo Gi sia carino è il momento di avere un avatar degno di questo posto!» esclamo Libby aprendo la schermata di Jay per la personalizzazione dell'avatar.
Jay annui eccitato e inizio a guardre vari opzioni con Libby alla fine fu grazie a lei che creo sia il Gi techno che il suo avatar da Rockin'Jay la super star... anche il nome fu un'idea di Libby, la qualle a quanto pare aveva una vera e propria passione per la muscia rock. E Jay avrebbe mentito spuduratamente se avesse detto che da piccolo non aveva avuto il sogno di diventare un rockstar tra le altre cose.
Adesso che si era calmata ed era uscita dal suo stato emotivo gravemente ferito era più facile andare d'accordo con Libby. La sua allegria, quella vera e non quella che si sforzava di fingere d'avere, era contaggiossa e con gioia di Jay i due avevano anche un senso dell'umorismo molto simille, Libby infatti rideva a tutte le sue batutte anche quelle che non piacevano nemmeno a Nya.
I due mentre iniziarono a cercare indizi su Unagami e nel mentre si dilletavano ad affrontare missioni e minigiochi assieme rafforzando il loro legame alla fine per quanto Jay non fosse ancora pronto a chiamare Libby “mamma” poteva dire che la sua paura iniziale era scomparsa e che anzi adesso era veramente felice di averla incontratta.

Libby era felice, nonostante tutto quello che aveva scoperto era felice.
Jay era un bravissimo ragazzo e lei era felice di averlo potutto incontrare anche se in circostanze non proprio rosee, ma questo non cambiava che il suo sogno di vedere il figlio si fosse finalmente avveratto.
«Perciò deducco che non t'interessi più uscire di qui?» domando una voce alle sue spalle.
L'intera zona era diventata rossa e il tempo per i giocatori sembrava essersi fermato, Libby si volto trovandosi davanti Unagami in persona.
«Unagami cosa...? No, certo che no!» si affretto a rispondere Libby. «Voglio ancora uscire da qui e tu hai promesso di aiutarmi!»
«La mia non era una promessa.» specifico Unagami avvicinado il suo viso a quello di Libby. «Era un accordo e se vuoi che io mentenga la mia parte anche tu dovrai fare lo stesso.»
Libby ingoio a vuoto avendo un presentimento di dove questa converzasione stava andando e non le piaceva.
«Il tuo compito è portare l'ordine a Prime Empire e aiutarmi a raccogliere energia per il portale verso il mondo esterno.» continuo Unagami per poi voltarsi per andarsene. «Ci siamo capiti Light Dash?»
Libby strinse i pugni, ma non pote obbiettare con ciò che diceva l'A.I.
Per lei c'era solo un modo per uscire da quel gioco ed era fare ciò che diceva Unagami anche se ciò voleva dire farsi odiare da Jay e mettersi contro di lui.
«Si, Unagami farò come dici.» rispose Libby e per la prima volta da molto, molto tempo senti un dubbio crescere dentro di lei.

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Capitolo 9
*** Capitolo nove. ***


Capitolo nove.

Un'altra missione completata.
Jay era felicissimo di essere riuscito anche in questa impressa guadagnando una considerevole quantità di Crediti, ma Libby non sembrava molto contenta il che era strana visto che era stata lei a decidere di partecipare a tale evento.
«Libby, tutto a posto?» chiese Jay mettendo una mano sulla spalla di sua madre.
«Certo solo... non sei stuffo di queste missioni? Cioè so che stai cercando Unagami e scoprire i suoi obbiettivi... forse ti sto solo facendo perdere tempo.» borbotto Libby come risposta senza però alzare lo sguardo da terra.
«Bè mi piace fare queste missioni, ma è vero che vorrei trovare qualche indizio prima che arrivino i miei amici.» commento Jay. «Sono sicuro che se solo Scott fosse disposto ad aiutarci allora...»
«Scott?» lo interruppe Libby. «Vuoi dire quel Scott? Il giocatore leggendario? L'hai incontrato? Sai dove si trova?»
«Certamente... gli ho promesso di non toranre più, ma se vuoi posso presentartelo magari lo convinci ad aiutarci.» rispose Jay.
Era sicuro che fosse una buona idea infondo le situazioni di sua madre e Scott erano cosi simili che forse Libby era la persona giusta per ridare speranza al giocatore, su questo non aveva dubbi.
Libby annui alla proposta del figlio. Scott quella spina nel fianco suo e di Unagami, già una volta se l'era lasciato sfuggire non sarebbe capitato di nuovo e se fosse riuscita in questo forse Unagami avrebbe accetato la sua richiesta di lasciare in pace Jay.
Doveva sperare, perchè in tutti gli anni in cui era rimasta qui la speranza era l'unica cosa che le rimaneva ancora.
Non poteva rinnunciarci proprio adesso.

Scott sorisse soddisfatto di se stesso, aveva aumentato la sicurezza per la sua officina adesso era sicuro al cento per cento che niente e nessuno sarebbe riuscito ad entrare senza il suo consenzo o senza che se n'è accorgese.
«Scott, sei qui? Sono tornato!»
“Mi state predendo in giro!” penso Scott irritato.
Ma come aveva fatto?
E sopratutto perchè era di nuovo qui?
Aveva chiarito a Jay che non l'avrebbe aiutato e che non voleva più che venisse da lui con il rischio di essere seguito e svellare ai Visori Rossi il suo nascondiglio.
«Jay si può sapere perchè sei tornat...» inizio Scott, ma si blocco di colpo quando vide chi c'era assieme al ragazzo.
Non poteva crederci, perchè l'aveva portata lì?
Possibille che fosse cosi stupido da non sapere che aveva letteralmnte accanto il braccio destro di Unagami?
«Allora so che non volevi che tornassi, ma lascia che ti presenti...» disse Jay, ma fu interrotto da Scott che lo afferrò per un polso trascinandolo verso di sé prima di estrare un arma e puntarla su Libby.
«Perchè sei qui cosa vuoi?» chiese Scott, ma Libby non rispose limitandosi a sorridere e questo fece infuriare ancora di più il giocatore.
«Scott, ma che stai facendo? Lei è mia madre.» disse Jay e Scott lo guardo con gli occhi spalancati.
«Ma sei impazzito? Come può essere tua madre non è nemmeno una persona!» grido Scott. «È un NPC ed è anche al servizio diretto di Unagami.»
Jay lo guardo incredullo, ciò che diceva non poteva essere vero... Libby un NPC?
Ma era impossibille! Conosceva troppi dettagli su i maestri degli elementi per non essere chi diceva di essere. Apri la bocca per ribattere, ma fu qualcun'altro a rispondere al suo posto.
«È vero.» disse Libby. «Quello che dice il tuo amico è la verità.»
«Cosa?» sussuro Jay non credendo alle sue orecchie per poi alzare il volume della voce. «Ma allora tu chi sei? Se non sei mia madre allora come... che storia è questa?!»
«Tempo fa feci una stupidaggine.» inizio Libby. «Sono stata troppo impulsiva in un momento in cui non stavo ragionando lucidamente e finire in questo gioco è stato il prezzo che ho pagato, ma... non ci sono finita come voi. Solo la mai mente è finita qui dentro per questo sono un NPC e non un giocatore come voi... sono diventata parte di Prime Empire.»
Jay la guardo sorpresso allora era cosi che era andata quando scomparve, questo spiegava perchè nessuno aveva mai più sentito una parola da lei o su di lei, ma se lavorava con Unagami voleva dire... voleva dire che aveva portato i Visori Rossi da Scott!
Scott che al suo contrario era rimasto con una sola vita!
«Ascolta Jay so che sei arrabbiatto.» continuo Libby mentre Jay si guardava attorno alla ricerca di una possibille via di fuga. «Ma in queste condizioni lavorare con Unagami e aiutarlo era l'unico modo per uscire da qui, non ti sto chiedendo di perdonarmi o di capirmi, ma credimi quando ti dico che a parte questo sono sempre stata sincera con te.»
«Come potrebbe Unagami aiutarti?» chiese Jay pensando che avrebbe potutto capire meglio i piani del padrone del gioco. «Se sei parte di prime Empire come potrestri uscire?»
«Non ti sei chiesto perchè i cubi vengono raccolti?» disse Libby. «Il loro scopo è dare energia ad un portale che condurrà verso il mondo reale e a quel punto potro lasciare questo gioco nonostante cosa sono ora.»
«Ma Perchè Milton Dryer dovrebbe volerlo?» chiese Jay. «Lui ha creato questo gioco, se vuole può uscire quando gli pare, no?»
«Tu credi...? No, Jay hai sbaglaitto tutto Unagami non...» inizio Libby oer poi venire interrotta da un forte rumore.
Una parette dell'officina era stata distrutta e in meno che non si dica si era rimepita di Visori Rossi.
«Siamo qui per Scott non per te.» disse Libby cambiando argomento, c'erano cose più importanti al momento di cui occuparsi che le cose che suo figlio pensava fossero vere. «Non voglio affrontarti e preferire che arrivassi alla fine del gioco con tutte le tue vite, ma ho un dovere da compiere perciò te l'ho chiedo per favore: spostati e lasciaci occupare di Scott.»
«Mi spiace Libby, ma come te anch'io ho un compito da svolgere in quanto ninja spero che capirai.» rispose Jay.
«Purtroppo l'ho faccio.» rispose Libby scuottendo la testa, se era veramente studente di Wu avrebbe dovutto aspettarsi che non le avrebbe reso le cose facili.
Ma a chi piacevano le cose troppo facili?

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Capitolo 10
*** Capitolo dieci. ***


Capitolo dieci.

Due paia di occhi blu si fissavano entrambi determinati e dubbiossi al tempo stesso. Nessuno dei due voleva far del male all'altro, ma che alta scelta avevano?
Nonostante continuase a dirsi che le era rimasta solo la speranza Libby in realtà era giunta ad un punto in cui la disperazione guidava ormai tutto ciò che faceva finchè avesse ottenuto la possibilità di uscire da lì avrebbe fatto ciò che credeva giusto... perchè non ragionava più in maniera lucida e questo Jay l'aveva capito per questo cerco di bloccarla ogni volta che si faceva avanti per attaccare Scott di persona.
Per fortuna quest'ultimo sembrava abbastanza in gamba da evitare la maggior parte dei colpi dei Visori Rossi riuscendo anche ad eliminarne qualcuno, ma non avrebbe potutto continaure cosi in eterno la situazione di stallo che si era creata prima o poi sarebbe finita e quel momento stava per arrivare.
«So che vuoi tornare a casa, ma questo non è il modo giusto per farlo.» disse Jay dissarmando Libby.
«Lo so che non è il modo giusto, ma è l'unico che ho.» rispose Libby coprendosi il volto con le mani, Jay ebbe l'impressione che stava per scoppiare a piangere, ma quando Libby rialzo il viso non c'erano traccie di lacrime il suo viso sembrava vuoto privo di qualunque emozione.
Jay capì che la disperazione aveva preso il sopravento su di lei. Doveva trovare un modo per aiutarla.
«Possiamo trovarne un altro assieme.» continuo Jay. «Ti prego mamma.»
Libby sgrano gli occhi, Jay l'aveva appena chiamata...?
«Pensi davvero che ci sia un modo diverso? In tanti anni non l'ho mai trovato.» disse lei.
«Sicuro, fidati di me c'è sempre un altro modo.» confermo Jay sorridendole.
Libby senti come se un grosso pesso le fosse appena stato tolto dal petto, per anni aveva credutto che seguire Unagami fosse l'unica strada possibille, ma ora aveva davanti a sé una nuova opzione. Apri la bocca per parlare, ma non pote dire niente quando vide uno dei Visori Rossi puntare l'arma contro Jay e sparare.
«No!» grido Gettandosi di fronte al figlio.
Tutta questa storia era iniziata per un suo gesto impulsivo... e a quanto pareva sarebbe finita allo stesso modo.
Il colpo del blaster la centro in pieno, c'era una differenza molto precissa tra i giocatori e gli NPC i primi avevano a dispozisione quattro vite... i secondi no.
Una volta che avevano perso non c'era modo per tornare indietro i loro dati venivano cancellati in maniera definitiva. Era stata la prima cosa che Unagami le aveva detto quando era finita nel gioco.
Mentre Libby si inginnochiava dolorante al suolo mentre i suoi dati venivano cancellati Scott elimino l'ultimo dei Visori Rossi per poi precipitarsi al fianco della donna come Jay.
«Aspetta.» disse Jay quasi gridando, non poteva accadere, non poteva... un orribille senso di Deja vù lo invasse. Questa scena gli era fin troppo famigliare perciò sapeva bene come sarebbe andata a finire. Ma stavolta non ci sarebbe stato un desiderio per annullare tutto.
Stavolta le cose non potevano tornare indietro.
«Ci... ci sono ancora cosi tante cose che devo dirti.» continuo Jay. «Cosi tante domande, ti prego non...»
«Sei veramente un ragazzo meraviglioso.» lo interruppe Libby. «E sono felice che tu mi abbia chiamato mamma... sentirtelo dire almeno una volta era il mio più grande desiderio... grazie.»
E dopo aver sorisso al figlio un'ultima volta i dati di Libby si cancellarono.

Angolo dell'autrice: si, lo so ho appena messo su un drama degno di Shekspear o di una tragedia greco-romana spero che non mi lincerette per questo. Visto che la storia di Libby è finita potrei anche concludere qui, no? Invece la storia continua con Jay che sconfitto Unagmi dovrà affrontare le conseguenze di ciò che ha scoperto mentre era da solo nel gioco. Alla prossima.

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Capitolo 11
*** Capitolo undici ***


Capitolo undici.

«Dov'è finito Unagami?» chiese Cole.
«Dove dovrebbe essere.» rispose Jay sorridendo agli amici, era cosi bello riavergli al suo fianco. «A casa.»
«Ci siamo persi molte cose, vero?» domando Kai confusso dalla risposta di Jay.
«Si e vi racconterò tutto, ma ora penso che sia meglio se anche noi andiamo a casa.» disse Jay continuando a guaradarsi attorno come se fosse alla ricerca di qualcosa.
Nya notò come sembrasse inquietto, ma non riusciva a capirne il motivo forse a lei e agli altri mancavano dei pezzi della storia, ma Jay era riuscito a sconfiggere Unagami e tutti i giocatori trasformati in cubi erano stati liberati eppure negli occhi del suo ragazzo c'era una strana ombra di delusione. Decise che avrebbe parlato con lui una volta al monastero adesso era semplicemente felice di poter riabbracciare tutti quanti, ma sarebbe passato un bel po' di tempo prima che Nya decidesse di giocare di nuovo ad un videogame... esclusso quello del ballo alla sala giochi ovviamente.

Niente, non riusciva ad accedere alla memoria interna di ciò che rimaneva di Prime Empire... lui era bravo ad inventare, am non era un hacker.
Sospiro eppure anche Unagami gliel'aveva confermato: i dati cancellati venivano eliminati in maniera permanente nemmeno lui poteva riportargli indietro. Gli aveva fatto le sue condoglienze e detto che se avesse potutto fare qualcossa l'avrebbe fatto per ripagarlo di ciò che aveva fatto per lui, ma Jay sapeva che se nemmeno quando era solo un A.I. avrebbe potutto aiutarlo di certo non avrebbe potuto adesso.
Libby non c'era più e lui si sentiva cosi male sia per averla perso dopo averla appena conosicutta e anche perchè le aveva mentito.
«Jay tutto bene?» chiese Nya bussando alla porta della sua camera. «Se c'è qualcosa che non va puoi dirmello.»
Jay apri la porta alla ragazza facendola entrare nella stanza, aveva vermanete bisogno di dire a qualcuno ciò che gli era successo e Nya era la persona giusta, sia perchè era l'unica che sapeva la verità sulle sue origini sia perchè... bè perchè l'amava, c'era per caso un motivo migliore?
I due si sedettero sul letto di Jay e quest'ultimo racconto tutto ciò che gli era successo prima dell'arrivo degli altri, dall'incontro con Libby a quando era stato costretto a dirle addio.
Alla fine della storia Nya l'abbraccio forte per consolarlo, molti di loro avevano ritrovato un genitore scomparso, ma nessuno l'aveva perso subito dopo.
«Pensi che abbia fatto la scelta giusta?» chiese Jay. «Non dirle niente, farle credere di essere cresciutto a casa... avrei dovuto dirle dei miei genitori?»
Questo dubbio lo stava attanagliando da tempo, era stato giusto mentire a Libby? Farle abbandonare questo mondo ignara della verità? Certo era qualcosa che la rendeva felice, ma non si meritava di conoscere la vera storia di suo figlio?
«Penso che non ci sia una risposta adeguatta a questa domanda.» rispose Nya.
«Già.» disse Jay passandosi una mano sul viso stanco e affranto, era riuscito a superare tutto questo nel gioco prima dell'arrivo degli altri e ci era riuscito da solo, ma ora che era fuori e la conferma di non poter più vedere o conoscere ulteriormente Libby era diventata qualcosa che non poteva più negare penso che era bello avere Nya al suo fianco.
«Speravo che... non sempre le speranze vengono esaudite, vero?» disse Jay con voce che tremava.
«Cosa pensi di fare adesso?» chiese Nya strigendogli le mani.
«Penso... penso che sia ora che inizii a prettendere le risposte che so già.» rispose Jay dopo un attimo di silenzio.

Ed e Edna erano sempre felici quando il figlio veniva a trovargli sopratutto quando si portava dietro Nya, ma stavolta entrambi poteva dire che c'era qualcosa che non andava in Jay. Sembrava cupo e nervosso quasi inquietto e ciò preoccupava molto la coppia che aveva paura che fosse capitato qualcosa al figlio.
Jay e Nya si scambiarono un'occhiatta e dopo un respiro profondo il ragazzo parlo.
«Mamma, papà io... di recente ho fatto alcune ricerche su... su i miei poteri ed ecco... si, insomma... per caso... non è che sono stato come dire... adotatto?» chiese Jay.
Ovviamente lui sapeva già la risposta, ma faceva ancora male vedere l'espressione di sorpressa e dolore sul volto dei suoi genitori. Edna si allontano in silenzio per poi tornare con una busta e una chiave.
Jay le riconobbe, la verità era stata nuovamente svellata.
Senti i suoi dirgli come l'hanno trovato e allevato, usando le stesse identiche parole dell'ultima volte eppure per quanto sia preparato, per quanto sapesse tutto questo da anni sentirle di nuovo lo fa sentire come la priva volta.
Disorientato, sorpresso e triste
«Ma sappi questo figliolo.» inizia Ed. «Anche se non abbiamo lo stesso sangue tu sei e resterai sempre la nostra migliore invenzione.»
«Lo so e so anche che i miei genitori biologici sarebbe felici di sapere che sono stato cresciutto da due genitori meravigliosi come voi.» disse Jay sorridendo e sa che è vero.

Dopo ave affrontato l'argomento con i suoi Jay era andato a parlare anche con il maestro Wu come sospettava anche lui era a conoscenza della sua situazione, ma pensando che non fossero affarri suoi dirgli che era stato adottato era rimasto zitto.
Gli aveva anche detto che Libby era sempre stata brava a far perdere le sue traccie, ma mai si sarebbe immaginato che avrebbe rinnunciato spontaneamente a lui perciò la sua mente era volata agli scennari peggiori che dopo varie ricerche erano stati confermati. Aveva trovato la descrizione di una donna identica a Libby rimasta ferita gravemente durante una rapina, Jay a quel punto aveva chiesto dopo sarebbe potutto andare per “trovarla” e Wu gli diede l'indirizzo del cimitero di Ninjago City.
Il tempo passo e dopo che i ninja furono tornati da Shintaro fu nuovamente il periodo del Giorno di chi non c'è più e quest'anno Jay sapeva per chi accendere le sue lanterne.
Aveva ignorato ciò per anni, ma adesso con accanto i suoi genitori accesse una lanterna per Libby e un'altra per Cliff Gordon. Forse non avrebbe mai saputo tutta la verità dietro al motivo per cui era finito davanti alla discarica, ma non gli importava più.
Aveva una famiglia, i suoi genitori, i suoi amici, Nya e adesso anche i ricordi di Libby non aveva bisogno di sapere altro.
Mentre vedeva le lanterne salire in cielo fu assolutamente certo di una cosa in questo momento Libby lo stava guardando dal regno dei defunti e sorrideva finalmente felice e in pace.

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