Sogno folle

di kiera
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Se di incontro si può parlare ***
Capitolo 2: *** Interludio ***
Capitolo 3: *** Imbarazzo ***
Capitolo 4: *** Inizio di intimità ***
Capitolo 5: *** Anfitrioni particolari ***



Capitolo 1
*** Se di incontro si può parlare ***


Rientro a casa dopo una giornata di lavoro. Non mi attende nessuno, do il comando ad Alexa per mettere un pò di musica jazz per rilassarmi, ed inizio a preparami un bagno caldo. Prendo il cambio e mi decido finalmente di provare la nuova camicia da notte. Dopo il bagno e dopo essermi messa in deshabille osservo il risultato finale.
Un metro e settanta tre per settanta chili, capelli mori quasi neri che mi cadono fin sulle spalle fianchi larghi, un filo di pancia in più a protezione delle ovaie. Realizzo che stò iniziando a fare l'elenco dei miei difetti e lo spettro che non vorrei sentire si fa strada esco di corsa dal bagno mentre mi metto la vestaglia abbinata alla camicia da notte. Un abbigliamento da casa forse un pò troppo audace per i miei standard, è una camicia da notte nera a brettelle con le stampe delle fiamme. La vestaglia è molto lunga e va a formare un leggero strascico, anche loro con le fiamme. Si mi piacciono le fiamme, anche se questo abbigliamento servirebbe per occasioni più calde che per andare meramente a letto, ma stasera voglio sentirmi sexy anche se vado semplicemente a dormire. Mi butto sul letto e riprendo la lettura di "Sniper" di Alan Altieri, e così mentre leggo la storia del tenente-colonnello Kane e della sua squadra mi addormento.
Mi accorgo che non sono più sul mio letto ma in un castello. Istintivamente controllo se sono vestita, giusto per evitare un sogno imbarazzante e da clichè, anche se sono conscia di star sognando non mi sveglio. La mia attenzione viene però rivolta alla struttura e a quello che c'è dentro. Una biblioteca, definirla enorme non le rende giustizia. Inizio a girovagare e finisco in quella che a tutti gli effetti è una sala del trono. Certo la struttura è strana ma le vetrate sono stupende, i colori e i disegni. Mentre sono rapita dallo spettacolo sento una voce di donna chiamarmi. Mi volto di soprassalto e la vedo, una donna in giacca e cravatta a mio avviso bellissima anche se ha un aria molto austera. Chiedo scusa e mentre inizio a incespicare cerco una strada per scappare. Nel mio goffo tentativo di fuga, Lucienne così si chiama, mi dice che sono attesa dal suo padrone. Dice di aspettare ma di non toccare i libri. Comincio a guardarmi nervosamente in giro non sapendo chi aspettarmi.
Poi lo vedo, è apparso sul suo trono. Una figura alta, capelli neri e la pelle è di un colore pallido. Non da morto, ma semplicemente di porcellana senza nei o imperfezioni. Vestito totalmente di nero e con un corvo appollaiato sulla spalla destra. Mi si avvicina e mi osserva come fossi una creatua a lui aliena. Lo seguo con lo sguardo, quando il volatile nero dice che non sono niente male. Istintivamente lo ringrazio, realizzo che stò parlando con un corvo ma so anche di stare sognando. Intanto il re pallido non parla, di istinto chiudo la vestaglia e inizio a movere le dita in maniera nervosa. Mi chiede perchè sono agitata, in fondo se mi ha mandata chiamare è perchè interessato. Mi scappa una mezza risata e rispondo che difficilmente gli uomini come lui guardano una come me, non mi da tempo di finire la frase che risponde che non è un uomo. Voce di miele, si altro mio problema è che adoro le voci basse e calde, mi dice che non è un mortale e che non è condizionato dall'aspetto estetico come spesso gli uomini o le donne fanno. Istintivamente gli accarezzo il viso, gli dico che è uno dei pochi ma che mi sfugge il motivo di questo rendez-vous, ma noto anche la sorpresa di quel contatto non richiesto. Ritiro la mano e chiedo scusa per l'audacia, continuo a sentirmi osservata e gli faccio notare che la cosa può risultare inquietante se non c'è conversazione. Pelle alabastra mi rassicura che non è sua intenzione farmi nulla di male, mi porge la sua mano e mi dice di seguirlo. Il corvo, Matthew mi incita a prenderla a non esitare, cedo e mi rendo conto che stringerla è come toccare della seta. Finiamo in una serra, piena di rose rosse. Mi trovo ad ammirare il paesaggio rapita non curandomi dei miei accompagnatori silenziosi. Ma, eh si c'è sempre un ma, mi volto e gli chiedo che cosa vuole. Si ok stò sognando, ma nemmeno con la mia immaginazione posso spingermi a tanto, quindi gli chiedo in definitiva cosa vuole da me. Il re pallido alla fine si presenta come Morfeo, il dio dei sogni e dichiara il suo interesse nei miei riguardi e la voglia di conoscermi.
Sospiro e gli dico che anche fosse reale tutto ciò, io prima o poi dovrò svegliarmi. La proposta fatta dal dio è quanto di più orrido potessi sentire, rimanere li nel suo mondo mentre nella realtà io sono in coma. Mi fa apparire un anello di ossidiana con un rubino incasonato, mi rinnova promesse di vedere modi e posti che gli umani possono solo sognare. Lo mando al diavolo gli dico che se vuole consocermi, ammesso che tutto questo sia reale, deve farlo anche quando sono sveglia. Che mai mi annullerò di nuovo per un uomo o dio o qualunque cosa sia. Stò per piangere quando il signore dei sogni accetta la mia proposta, rimango basita del suo tranquillo assenso. Mi si avvicina, Matthew non è più sulla sua spalla non che mi importi in questo momento, solleva il mio mento e con quello che sembra essere un sorriso mi da il buongiorno. Mi sveglio con il respiro affannato e il batticuore. Mi copro gli occhi con il braccio e scoppio a ridere, dannazione che sogno. Mi alzo visto che la sveglia da li a mezz'ora si sarebbe attivata, un dio interessato e si ci mancavano i sogni impossibili. Mentre mi preparo il caffè realizzo che sulla mia mano sinistra c'è qualcosa. Mi trema la mano quando vedo l'anello di ossidiana con il rubino. Era vero, era reale, ci penso cerco prove del fatto che ho acquistato quell'anello ma nulla. Mentre medito su come affrontare tutto questo un corvo becca alla mia finestra, ha una rosa nel becco con un piccolo bisglietto legato. Apro la finestra e il messaggero svolto il suo compito si allontana.
Al momento ho un unico pensiero, in che guaio sono capitata.

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Capitolo 2
*** Interludio ***


Sfilo il biglietto e lo apro, è un invito a prendere un caffè, il bar ovviamente è quello dove vado spesso. Mi passo una mano tra i capelli e cerco di riassumere tutto il delirio in cui si è appena trasformata la mia vita. Metto la rosa in un vaso, sarà un clichè ma sorrido, insomma chi reg...Sospiro e mi vado a preparare, fortuna sono una dai gusti semplici e riesco a essere presentabile in poco tempo. Un jeans con la zampa di elefante, camicia bianca e una giacca nera a coprire. Uno dei pochi aspetti positivi è che ho le spalle larghe e quindi camicie e giacche mi vestono bene. Un trucco leggero, nulla di troppo complicato stò sempre andando a lavoro. Vado a mettere i soliti tre anelli quando mi ricordo che la mano sinistra è impegnata con una cosa che difficilmente potrei abbianare, così lascio perdere gli anelli. Prendo il necessario per affrontare il freddo e vado in ufficio.
Il lavoro non è nulla di importante sono una segretaria presso un ufficio legale, ma pagano bene e mi permette di avere tempo per i miei hobby quindi va bene così. Inoltre qui ho incontrato tre persone con cui mi sento molto legata, sono colleghe ma anche amiche. Le incontro all'ingresso, o meglio vengo travolta da Maria una ragazza di origine siciliana con capelli ricci occhiali occhi scuri e un corpo minuto. Mi piace essere abbracciata da lei è come essere abbracciata da un bambino,insomma un caldo e sincero abbraccio. Sento le voci di Sara e Silvia urlare verso Maki, l'impianto cocleare sebbene le permette di sentire non sembra coprire la gamma di suoni che vengono da una lunga distanza e di spalle. Ed ecco apparire le altre due: Silvia è alta più o meno come me, ma ha una figura più longilinea e un pò più di seno. Diciamo è bella e si nota, unica nota è che ha un carattere bello fumino e quindi spesso difficile da gestire. Sara invece è la più piccola di statura ma ha un viso che ricorda una bellissima bambola e un carattere più tranquillo se paragonato a tutte noi. Siamo le uniche italiane nello studio dove lavoriamo, si lavoriamo in Inghilterra, e sarà anche per questo ma abbiamo legato subito. Più che amiche ci consideriamo come sorelle, chiacchieriamo del più e del meno e le informo che dopo il lavoro ho una sorta di incontro, ovviamente scatta il momento spetteguless che per mia fortuna dura poco visto che appena entrate ci troviamo sommerse di lavoro.
Comunque devo trovare una buona storia da raccontare, sicuro non posso dirgli la verità, a stento ci credo io non oso immaginare loro. Durante la pausa pranzo cercano in ogni modo di avere informazioni ma l'unica cosa che posso dirgli è che sicuramente Morfeo è un bellissimo uomo, Silvia è un pò scetticca e mi chiede se posso realmente fidarmi, Maki dal suo canto è felice per me. Sara è diciamo il mix di felicità e preoccupazione per il mio stato emotivo. Gli dico che è un incontro non un matrimonio, finito il pranzo decidiamo di tronare in ufficio nella speranza di terminare tutto il carico di lavoro. Noto degli sguardi che puntano sulla mia scrivania, non capisco di norma lascio tutto in ord... e ora lo vedo, un mazzo di rose rosse trentatre rose rosse. Chiudo gli occhi intuendo vagamente,ma solo vagamente eh, chi possa essere stato. C'è un biglietto con un corvo sopra, altro clichè, ma sorrido. Apro il biglietto e in una stupenda grafia mi fa partecipe del cambio programma. Verrà personalmente in ufficio a prendermi per fare una passeggiata a Central Park.
Ovviamente le mie sorelle si sono piazzate dietro di me e hanno reazioni più esaltate di quella che ho io. Le invito a tornare immediatamente ai loro lavori se vogliono avere anche solo una mezza possibilità di vederlo. Sorridendo e burlandosi di me riprendiamo a lavorare. Le ore passano troppo in fretta ed eccoci arrivati al momento cruciale. Lo vedo fuori al portone, stessi abiti del mio sogno, però non vedo Matthew. Lo saluto e lui mi fa il baciamano, sento le voci da lontano delle mie sorelline e sorrido. Il re dei sogni mi guarda e mi chiede cosa c'è di così divertente, gli dico che sarà una piccola storia da raccontare durante la passeggiata.

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Capitolo 3
*** Imbarazzo ***


Passeggiamo ma non diciamo molto, o meglio, lui non dice molto io cerco di sostenere una conversazione ma risulta difficile trovare un argomento quando stai parlando con un essere immortale per di più silenzioso. Ma di qualcosa bisogna pur parlare. Decido nel mentre di spiegare chi sono le ragazze che ridevano e del perchè. Noto un espressione abbastanza perplessa quando gli spiego il legame tra me e le mie sorelle e finalmente decide di dialogare un pò.
Mi chiede come posso considerarle sorelle se non c'è un effettivo legame di sangue. La spiegazione è abbastanza semplice, per me, ed è perchè ci siamo state le une per le altre, in ogni momento. Gioia, dolore, noia, follia ci siamo sempre state e questo ha creato un legame più forte di un amicizia. Gli chiedo come mai sembra così estraneo a questa tipologia di rapporto, ma ottengo solo l'effetto di farlo chiudere di nuovo a ricco. Central Park è stupendo anche in inverno, però questa situazione cominicia a essere imbrazzante e senervante.
Gli faccio notare che non lavoro in polizia e che fare l'interrogatorio non è il mio lavoro e da li cala il silenzio. Non so quanto passa, ma l'eterno comincia a parlare. Mi spiega che non è avvezzo come sua sorella al trattare con noi mortali e si scusa di conseguenza per le sue mancanze, gli dico che non è l'unico a trovarsi in una situazione strana. In fondo nemmeno io so come interagire con un dio, vengo corretta dicendo che lui è un eterno. Gli chiedo se c'è qualche differenza e mi viene spiegato in sintesi che gli eterni sono nati con la cerazione dell'universo, lui è nato quando la prima creatura vivente ha sognato. Un dio invece è un'entità nata dalle necessità dell'uomo e se l'uomo smette di credere in lui quello stesso dio cessa di esistere. E' un informazione abbastanza importante da digerire quando ripenso a una sua frase, gli domando quali altri sono gli eterni. Ma un muro di silenzio si frappone di nuovo, sospiro e gli dico che vorrei tornare a casa il freddo non so gli eterni ma la mortale lo comincia ad accusare.
Mi offre il braccio mentre mi scorta fino a casa, la metro affollatissima mi permette un contatto ravvicinato con il moro. Emana un tepore che non mi dispiace osservo i suoi lineamenti e porca miseria se è il mio tipo. Viso squadrato ma non troppo spigoloso, labbra sottili...insomma tutto in proporzione, diciamo è l'unico moro che ha destato il mio interesse. Sorrido Morfeo non ha tempo di chiedermi il perchè del mio sorriso che gli dico di scendere che siamo arrivati. Percorro la strada il più velocemente possibile ed entriamo nell'appartamento. Appena apro la porta noto lo sguardo curioso dell'eterno. Il salone presenta un comodo divano grigio circondato da una libreria piena di libri e fumetti e un tavolo con una macchina da cucire e un caos degno di questo nome. Ehi non potevo sapere che avrei avuto ospiti, ma noto come studia quella postazione. Con l'ansia che sale decido intanto di mettere le rose in un vaso e di attivare Alexa. Scelgo il brano Take five di Chet Atkins, invece di essere suonata la tromba il brano viene eseguito con la chitarra elettrica. Fortuna che il salone ha la cucina open space che mi permette di iniziare a preparmi un caffè d'orzo con un pò di caffè. Sento il suo sguardo che mi osserva e c'è una piccola parte di me che vorrebbe non si limitasse ad osservare, ma devo frenare i bollenti spiriti.
Gli dico che se vuole può mettersi comodo sul divano o almeno togliersi le scarpe. Insomma mi casa es su tu casa, preparo la macchinetta da sei persone e accendo il fuoco. Mi volto per chiedergli se ne voleva un pò anche a lui. Quando ecco che vedo un attacco alle mie ovaie in piena regola.

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Capitolo 4
*** Inizio di intimità ***


Il re dei sogni è di fronte a me mezzo nudo, con solo un pantalone molto largo e una vestaglia con le fiamme alla fine. Evidentemente la mia faccia risulta abbastanza perplessa perchè mi fa notare che sono stata io a dirgli di mettersi comodo, non posso dargli torto in effetti solo che non mi aspettavo che mi prendesse così alla lettera.
Comunque la sbobba, così chiamo il mix di caffè e orzo, è pronto e preparo i due bicchieri. Mi siedo e poso i bicchieri bollenti sul tavolino, chiudo gli occhi e inizio ad ascoltare la musica è partito il brano Golgotha Tenement Blues. Inizio a canticchiarla, nonostante sia la base a una delle scene più strambe del film il corvo, mi ha sempre rimandato a un che di sensuale e si stò ignorando un pò Morfeo. I silenzi mi mettono a disagio, riapro gli occhi solo per vedere cosa stà facendo e bhè mi osserva. Stà a pochi centimentri dal mio viso, non voglio girarmi perchè...
No non c'è un perchè, in fondo le regole del corteggiamento forse sono diverse se si ha a che fare con un eterno. Mi volto, il mio naso gelato tocca il suo, per istinto inzio a strusciare il mio naso con il suo. Emana un tepore che non mi dispiace, non aspetto che sia lui a fare la prima mossa decidio io. Il bacio è leggero e a stampo e ora mi fermo ad osservare la sua reazione, non ne ha una. Dannazione perchè deve avere la faccia da poker, stò per alzarmi ma il dio dei sogni mi ferma il viso con le mani e riprende il discorso bacio.
E' lento, un pò come se volesse mangiarmi ma con molta calma, mi lascia e un leggero lamento gli fa capire che non deve tirarsi indietro. Con l'indice destro inizio a sfiorare il suo petto, è una cosa che volevo sempre provare. Toccare ma non toccare, l'eterno non dice nulla e quindi proseguo, inizio a baciarlo all'altezza del cuore e con sorpresa noto che batte ed è un battito un pò accelerato. Mi mordicchio il labbro per nascondere, non riuscendoci, un sorriso di soddisfazione. Salgo sul collo e lo mordicchio leggermente e infine riprendo il bacio. Da questo momento accantono ogni mia paranoia, mi alzo e lo conduco verso la camera da letto. Ai piedi del letto gli sfilo la vestaglia e continuo ad osservarlo, mentre mi avvicino al laccio dei pantaloni l'eterno mi ferma e mi fa notare che non è giusto che lui sia mezzo nudo e io ancora vestita.
Alzo le spalle e gli dico che non dipende da me, e gli faccio una leggera linguaccia e vedo una cosa buffa un mezzo sorriso sul volto del signore dei sogni. Mi sbottona la camicia e la lascia cadere per terra, il reggiseno di pizzo fa risaltare quella terza scarsa che ho. Sfila il reggiseno e istintivamente corpo il mio seno, mi chiede se va tutto bene. Gli dico si e decido di togliere il dente, scopro il seno. Inutile girarci intorno è chiaramente visibile che ho un seno più grande rispetto all'altro, di norma questo crea disagio, per me. Invece il dio mi dice che nella loro asimmetria sono perfette e io vorrei crederci con tutto il cuore, ma al momento decido solo di annuire.
Mi bacia come a riprendere il discorso e facciamo quello che potrei definire il miglior sesso di sempre. Non ho mai ricevuto così tante attenzioni dal partner e ammetto che una parte di me è stra felice di tutto ciò. Non so quanto tempo è passato ma in questo momento sono tra le sue braccia con i capelli arruffati e un tepore che mi fa addormentare serenamente.

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Capitolo 5
*** Anfitrioni particolari ***


Mi sveglio di soprassalto, ansimando e con il battito cardiaco accelerato. Mi libero per un pò dalla copertura data dalle lenzuola e aspetto che passi.Mi compro gli occhi con l'avambraccio maledicendomi perchè pensavo di essermene liberata di questo problema, lentamente riprendo il controllo. Nel mentre la mia mente mi ricorda di un ospite particolare, infine mi volto per vedere se dorme. Sono in parte felice che non ci sia, che non era presente in quel momento però mi avrebbe fatto piacere non svegliarmi sola. Ma immagino che gran parte del suo lavoro si svolga di notte quindi non ci penso oltre, non che abbia tutte queste alternative, e mi butto di nuovo nel mondo onirico. Stò sognando, o almeno credo, mi trovo in un bosco e di fronte due case simili per struttura ma diverse per estetica. Oh sarà un abitudine ma controllo sempre come sono vestita, sarà una paranoia ma meglio prima che poi.
Mi rendo conto di indossare un pantalone nero a palazzo comodo e una maglietta a mezze maniche bianca, e delle comode scarpe da ginnastica. Stò valutando il mio outfit quando sento voce di miele arrivare e capisco che non stò semplicemente sognando, mi volto e lo guardo. Ancora una parte di me non realizza che quest'essere sia realmente interessato a me, ma mentre l'osservo Matthew reclama la mia attenzione posandosi sulla mia spalla sinistra. Lo saluto e lo accarezzo un pò, mi chiede come lo trovo e gli dico che al momento nessun essere animale può eguagliarlo. Il nero volatile si compiace del complimento e vorrebbe aggiungere qualcosa quando il suo re lo richiama all'ordine. Mi porge la mano e gli dico di non essere geloso, in fondo ho parlato di animali non di esseri eterni. Gli faccio una leggera linguaccia e poi lo abbraccio, si mi piace quel tepore che emana, è un calore così piacevole. Non so quanto tempo passa ma alla fine Morfeo mi fa notare che a breve dovrò tornare nel mondo della veglia e vorrebbe quanto meno farmi vedere un pezzetto della sua realtà.
Decido di fidarmi, gli prendo la mano e gli chiedo di farmi strada e porca miseria se non vedo un sorriso sul suo volto. Non dico nulla, non vorrei interrompere la magia. Mi vuole far conoscere due abitanti del suo regno e solo ora noto un cimitero, occhi di ossidiana nota la mia curiosità e chiede solo di attendere che a breve tutto sarà chiaro. Stò per rispondere quando sento un impatto sul mio petto mi volto e ora lo vedo. Un essere, non saperi come altro definirlo, dorato munito di ali vedo che stà faticando a mantenere il volo e gli offro le mie mani come appoggio. Sorrido mentre guardo questa blisacca creatura, Morfeo mi spiega che è un gargoyle gli sorrido e gli dico che è una creatura troppo carina.
E per una volta ho sopreso l'immortale, gli spiego che non ho mai trovato brutti i gargoyle e poi gli faccio vedere il cucciolo, gli dico di notare quanto è buffo e carino. Mentre illustro altre mie stranezze sento una voce che urla quello che a questo punto penso sia il nome del piccolino. E noto ora che le persone che corrono sono due, si avvicinano e nonostante il fiatone si prodigano in saluti pomposi nei riguardi del dio dei sogni. E dopo qualche secondo notano la mia presenza e chiedono chi io sia e perchè tengo Goldie, il gargoyle, tra le mie mani. Stò per spegargli l'accaduto quando voce di miele prende parola, spiega che sono sua gradita ospite e non apprezza la loro mancanza di educazione, subito i due si presentano. Sono Caino e Abele, gli chiedo se sono quei Caino e Abele. Caino, fedele alla sua storia risponde in maniera aggressiva, anche se poi si scusa subito, credo il tutto dovuto alla presenza di Morfeo al mio fianco.
Avrei mille domande da fare, ma il tutto si riduce nella spiegazione rapida e gentile di Abele, rappresentano le storie raccontate e che l'essere che tenevo in braccio era un loro amico. Capii e chiesi loro scusa per non essermi presentata, mi avvicinai ad Abele e gli restituisco Goldie, gli feci notare che era è un bellissimo gargoyle. Vedo il fratello minore arrossire leggermente e penso che la loro storia sia forse la più triste, in fondo Abele che colpa aveva, ma noto lo sguardo di Caino e decido di rimettermi al fianco di Morfeo. Gli stringo la mano e lo guardo sorridendo, non voglio farlo preoccupare. Il fratello maggiore, interviene e assicura l'immortale che è tutto pronto. Lo guardo perplessa e lui mi chiede di fidarsi, che non è sua intenzione farmi del male.
Gli dico che la fiducia va guadagnata, ma che se lui volesse farmi del male non potrei farci assolutamente nulla. Caino sbraita sulla mia maleducazione, gli rispondo che forse ammazzare il fratello è più da cafoni. Vedo la sua espressione rimanere basita, ma non mi interessa, continuo a tenere la mano di Morfeo e ora faccio una richiesta al dio dei sogni. Che per oggi lui non si deve azzardare a toccare il fratello in qualsiasi modo con intento omicida. Abele vuole abbassare i toni, ma sono io che non li voglio abbassare, dicendogli che forse è ora che qualcuno gli insegni l'educazione. Prendo un lungo respiro, voglio non risultare più aggressiva di quanto già non appaio, ma l'eterno mi asseconda. E rimango un pò perplessa, non mi da tempo di indagare oltre che mi conduce verso la mia sorpresa.

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