C'è modo e modo nel dire le cose... L'importante è confessarlo

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Voglio solo amori impossibili e divertirmi un po' ***
Capitolo 2: *** Un passato che continua ad attanagliare ***
Capitolo 3: *** Cacciata di casa ***
Capitolo 4: *** Un continuo dolore ***
Capitolo 5: *** Una nuova storia ***



Capitolo 1
*** Voglio solo amori impossibili e divertirmi un po' ***


Una ragazza graziosa che nessuno può rimanerne indifferente.
Tu la guardi e vedi quanto possa essere perfetta con i suoi occhi chiari e i suoi capelli lunghi castano chiari.
Come possiamo rimanerne indifferenti.
Eppure gli occhi dicono tutto e le espressioni pure, ma si può davvero essere gelosi?
Lo sguardo indagatore di un umano mentre lei passa.
Tutti si bloccano e i suoi anni sono il fiore all’occhiello della sua generazione e della sua giovinezza.
In fondo chi la conosce, la giovane ragazza vuole solo divertirsi.
E mentre il giorno degli innamorati si avvicina, tutti ci provano ad invitarla.
E’ la ragazza più desiderata della scuola e centinaia di ragazzi si mettono anche in fila per contemplarla.
Contemplare i suoi modi di fare così gentili, ma in fondo lei è una stronza che vuole solo divertirsi.
ma non si può rimanerne indifferenti. Sarebbe troppo peccato.
Allora i ragazzini, anche quelli più piccoli, avanzano.
Si avvicinano e la guardano con desiderio.
< Ciao. Posso fare qualcosa per voi? > domandò la giovane ragazza in questione.
Niente, nessuno si azzarda a rispondere.
Ma cosa succede? Il mondo dei maschi si è improvvisamente bloccato e ha paura di manifestare i propri sentimenti.
Si dovrebbero svegliare, penserebbero alcuni di voi.
Eppure lei mette soggezione appena la vedi.
La perfezione non è mai stato un peccato come prima di allora.
E anche se manca poco al fatidico giorno, lei era ancora sola.
Attendeva la prima mossa di quei codardi, e invece…
Le amiche della ragazza non comprendevano come mai si potesse comportare in quel modo, eppure lei non lo faceva apposta.
< Ragazze, non è colpa mia se sono cresciuta così. Voglio essere me stessa e divertirmi adesso che posso. I ragazzi vanno e vengono. L'importante è essere felici. >
Certo, tutto è importante: l’amicizia, la famiglia, i propri affetti e anche i soldi.
Ma i ragazzi no. Non per lei.
< Non puoi continuare a fare così. Certe volte sei davvero ridicola > fece una di quelle ragazze.
< Tamara, ma sai che me ne frega? Mio fratello fa tanto il belloccio e il desideroso. Ed io? Devo fare la timida ragazzina tutta casa e chiesa? Non ci penso nemmeno. >
< Non ti abbiamo chiesto questo, però… Almeno uno dei ragazzi che ti viene dietro, potresti accettare la sua corte. No? >
< Devo vedere. Mi deve andare a genio. >
< Ma va via! >
Una ragazzina frivola che ancora non conosce il vero significato della vita.
Una ragazzina che ha avuto tutto dalla vita, tranne il vero amore.
Perché non gli interessava.
Non voleva fare in modo che tale destino potesse manifestarsi.
Eppure tali sguardi si sarebbero potuti incrociare in qualsiasi momento.
Perché anche in quella grande scuola, ci doveva essere per forza un ragazzo che avrebbe fatto battere il cuore alla nostra protagonista.
Ma tale carattere, sarebbe stato un muro da infrangere? Oppure la giovane ragazzina aveva il cuore di pietra e non manifestava nessun tipo di sentimento?
Troppe complicazioni, ed è per tale motivo che la maggior parte dei ragazzi voleva stargli alla larga.
La scuola e il proprio lavoro non erano minimamente importante nel vedere quelle coppiette che si amavano fingendo un bacio e sguardi che venivano corrisposti solo all’apparenza.
Ognuno faceva i propri interessi. Ed è questo quello che pensava tale ragazzina senza un briciolo di passione.
Eppure i suoi genitori non erano così.
Ma allora da chi può aver preso? Oppure è a causa di una delusione d’amore in cui la giovane ragazza non è mai riuscita a superare?
Solo la sua stessa famiglia sapeva. E nel raccontarlo, non faceva altro che dargli del dolore che lei non poteva sopportare.
Quell’amore non corrisposto che non riusciva a dimenticare e che tutta quella lugubre oscurità ancora albergava nella sua mente.
Aveva cercato di vendicarsi in tutti i modi uscendo e frequentando altri ragazzi, ma ciò non è stato possibile scalfire il suo menefreghismo.
Lui andava per la sua strada mentre lei lo guardava.
E mentre il suo pensiero fisso girovagava in quella scuola, la ragazzina non poteva essere minimamente tranquilla.
Era l’unico che la rendeva vulnerabile, e questo non lo riusciva a sopportare.
La sua rabbia si sarebbe trasformata in frivolezza e i suoi modi di fare sarebbero stati insabbiati dai suoi buoni propositi.
Lei per la sua famiglia era perfetta: la ragazza che avrebbero voluto chiunque.
Eppure lei non faceva altro che nascondere quel passato che gli ha per sepre cambiato la vita.
E quel momento indimenticabile con il suo ragazzo che l’avrebbe stravolta per sempre.
L’amore per lui l’aveva offuscata e non avrebbe mai pensato di ritrovarsi in tale situazione.
La famiglia non sapeva niente ma il suo male si sarebbe rivoltato presto contro.
ma in fondo la ragazzina doveva solo pensare al presente e a lei stessa, soprattutto adesso che un ragazzo gli si avvicinò con sguardo convinto e magnetico.
< Tu sei Phoebe, Grey? >
< Sì. E tu chi sei? >
< Frank… Ho sentito dalle tue amiche che hai bisogno di emozioni forti e di amori impossibili. >
< Davvero pensi ciò? >
< Sì, Phoebe. Tu mi intrighi parecchio… Che ne dici se per domani andiamo a mangiare qualcosa assieme. Forse posso davvero farti dimenticare il tuo passato che ti attanaglia. >
< Sai una cosa Frank? Tu non mi piaci minimamente. Come fai a sapere così tante cose di me? Chi sei veramente? Non ti ho mai visto girovagare in questa scuola. Come posso uscire con un ragazzo che conosco solo di nome? Sempre che questo sia il tuo vero nome. >
Mettendosi a ridere, Frank la fissava con circospezione.
< Deve essere una sfida per te. io sono la tua sfida. Prendere o lasciare. >
A quel punto con fare annoiato e con sguardo irriverente, Phoebe non poté far altro che accettare la sua proposta indecente.
< Sai chi sono veramente io e sai da che famiglia provengo? Molto bene. Ti aspetto domani sera alle sette. Non fare tardi. >
< Ci sarò… Phoebe Grey. >

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Capitolo 2
*** Un passato che continua ad attanagliare ***


Tornando a casa, la piccola Phoebe dovette scontrarsi con sua madre.
Anastasia, dal canto suo, non riusciva a capire il motivo per cui sua figlia potesse essere così irascibile e scontrosa.
< Phoebe, dobbiamo parlare. >
< Non posso, mamma. Ho molte cose da studiare. Non vorrai che io vada male a scuola. Sarebbe rovinosa per la nostra famiglia > rispose Phoebe con tono canzonatorio.
< Smettila di fare la spiritosa. È molto importante. >
< Mamma, non dovresti essere al lavoro? >
< Ho alcuni giorni di ferie arretrate. Perché? >
< Perché ho bisogno che tu mi lasci in pace e che tu mi lasci vivere la mia vita. Ti chiedo troppo? >
Vedendo che la situazione gli stava sfuggendo di mano, Anastasia ci rimase molto male per le parole di sua figlia.
Avrebbe chiesto volentieri aiuto a Teddy o addirittura a suo marito Christian, ma voleva arrivare in fondo a questa storia da sola, cercando di farcela con solo le sue forze.
< Phoebe, ti prego. Lasciati aiutare. >
< Mamma: lasciami in pace. >
Correndo verso la sua camera, Phoebe dovette scontrarsi anche con suo fratello Teddy, l’unica persona di cui si poteva fidare ciecamente.
< Vi ho sentito urlare. Che succede, Phoebe? >
< Non stavamo urlando, Teddy. Anche tu ti sogni le cose? >
< Phoebe, che succede? In questo periodo sei molto più irascibile del solito. >
< Adesso fai nostra madre? Theodore, ti ho già detto quello che mi è successo in passato con Mark. Quell’idiota non ha nessun diritto di rovinare la mia esistenza. >
< Ma infatti non stiamo parlando di lui. Se non vuoi parlarne… >
< Nostra madre ha bisogno di sapere. Per questo attanaglia la mia vita. Io non ce la faccio più. >
< Quel Mark ti ha fatto soffrire e ti ha cambiata per sempre trasformandoti in una ragazzina frivola e ingenua. Ecco quello che vede tua madre… Ma purtroppo non riesce a capire il motivo. Per questo ti rimane attaccata come un’ombra. >
Mordendosi il labbro proprio come fa sua madre, Phoebe aveva bisogno di rintanarsi nella sua solitudine senza poter vedere nessun.
Voleva fuggire, scappare da quella vita a cui non riusciva dire di no.
Credeva che la presenza di quel misterioso Frank che aveva appena conosciuta la poteva cambiare per sempre, ma chi poteva dirlo? Non aveva nessun tipo di certezza e la ragazzina si sentiva sola e abbandonata.
< Sei tu che vuoi sentirti abbandonata, Phoebe > fece Teddy prendendola per mano < Vedi di non fare altri errori. Gli uomini e le persone che non fanno parte della tua famiglia potrebbero essere molto pericolose. E sarà in quel momento h cela situazione potrebbe diventare irreversibile. Nessuno ti potrà davvero salvare. >
< Teddy, io non ho bisogno di essere salvata da nessuno. Lo vuoi capire sì o no? >
< Allora confessa tutto ai nostri genitori > fece Teddy con tono minaccioso < O lo farò io stesso. >
< Non potrai mai farlo. >
< Se è per salvare la mia stessa sorellina, lo farò con grande piacere. >
Dandogli uno schiaffo per fargli capire chi veramente comandava, Teddy rimase inerme e interdetto.
< Molto bene. Se è questo che vuoi… >
E rinchiudendosi in camera sua, Teddy si promise che non avrebbe mai aiutato sua sorella, qualunque cosa potesse accadere.


Il giorno di San Valentino era finalmente arrivato, ma la giovane Phoebe non si sentiva innamorata come poteva credere.
Per lei era un giorno insulso dove gli innamorati si scambiavano falsamente effusioni d’amore.
Un giorno inutile che non meritava di essere vissuto.
Uscendo di casa come se niente fosse, la piccola Phoebe evitò di fare colazione e di salutare la sua stessa famiglia.
< Esco. Ho molte cose da fare. >
A quel punto, toccò a suo padre Christian entrare in azione.
< Phoebe, ho bisogno di parlarti urgentemente. >
< Possiamo farlo stasera quando torno? Ho molte cose da fare oggi? >
< Stasera? E quando? Non so nemmeno a che ora tornerai. Sono convinta che si sei trovata un uomo che questa sera ti porterà a cena fuori. E la tua famiglia andrà ancora in secondo piano. >
< Non puoi saperlo, papà. Io ho la mia vita e sono ancora legata ala mia famiglia… Ma nessuno riesce a rendersene conto. >
< Phoebe, quanti anni hai? >
< Perché mi fai questa domanda, papà? >
< Allora rispondo io per te: hai diciotto anni ma ti comporti come una ragazzina frivola che ha appena compiuto quattordici anni. Chi ti credi di essere con il tuo atteggiamento spavaldo? Non sei nessuna. E sarai sempre una debole se non c’è nessuno che ti appoggia. >
Spostando lo sguardo verso suo fratello Teddy, Phoebe capì che non era riuscito a tenere a freno la lingua.
< Teddy, come hai osato tradirmi? >
< Teddy non ha fatto niente di male. Ha solo bisogno di proteggere la sua stessa sorella. Ma tu non te ne vuoi rendere conto. >
< Quando la smetterete di attanagliare la mia vita? Io ho bisogno di vivere, senza di voi! >
< Molto bene… E sai che ti dico? Non ti farò seguire da nessuna guardia del corpo. Terrò Taylor con me. Così ti sentirai una donna libera e senza alcun tipo di protezione. Sei contenta? >
< Christian, ma che diavolo stai dicendo? Sei impazzito? > fece Anastasia interrompendo la loro conversazione.
< Ana, ti prego. So quello che faccio. >
< Non mi sembra proprio, Christian. Stiamo parlando di nostra figlia. >
< Ana, per favore… >
Facendogli segno di tacere, la povera Ana si sentiva anch’ella interdetta e senza parole.
< Adesso vai pure, Phoebe, nessuno ti impedisce di essere libera. >
< A che gioco stai giocando, papà? Quale è il tuo secondo fine? >
< Nessun tipo di secondo fine. Voglio solo il bene della mia famiglia. E se il tuo bene vuol dire essere lasciata in pace, faremo così. Così saremo tutti contenti. >
< In questa famiglia non lo possiamo mai essere, papà. Vedi di non prendermi in giro. >
< Vattene via, Phoebe. Quando vorrai vedermi sai dove trovarmi. >
Sbattendogli in faccia la porta dopo averla trascinata fuori, Christian dovette fare di tutto per riuscire a mantenere il suo autocontrollo mentre Ana cercava di farlo calmare.
< Mamma, papà… non volevo che finisse in questo modo. >
< Teddy, tu devi dirci ancora un sacco di cose sul suo conto. >
< Papà, sai che non posso. >
< Non possiamo gettare Phoebe nel vortice della dimenticanza. Se dobbiamo aiutarla… >
< Lei non vuole. >
< E’ la nostra famiglia, dannazione! > sbraitò Christian inviperito < Se anche tu sei contro di me, vuol dire che come padre sono un totale disastro. Ti prego di non gettarmi nell’oblio dove non potrò mai rialzarmi. >
Prendendosi la giacca, Christian salutò il resto della sua famiglia in malo modo dopo che Taylor lo avrebbe accompagnato al lavoro.
< Mamma… >
< Teddy, ti prego. Tuo padre non si è mai sentito così debole e inerme. >
< Mamma, non posso tradire la fiducia di Phoebe. >
< Perché non riesci a capire che è proprio lei ad averci tradito impunemente? >
Rimanendo senza parole, ora toccò a Teddy prendere le sue cose per andare al lavoro.
< Teddy… pensaci bene. Prima che sia troppo tardi per tua sorella. >


Mentre rimase a scuola nel pomeriggio a finire i suoi progetti, Frank si avvicinò alla sua classe fissandola con circospezione.
Guardarla con i suoi occhi persi, gli fece provare un senso di malincuore finto che lo avrebbe spinto ad entrare nel mondo di Phoebe pieno di problemi.
< Disturbo? >
Nel vederlo sulla porta, Phoebe non riusciva a capire che cosa ci facessi il suo nuovo “amante”.
< E tu che ci fai qui? >
< Ero in punizione. >
< Che hai combinato? >
< Niente di che? Non ho solo fatto i compiti che i professori mi avevano assegnato. Tutto qui. Mentre tu? >
< Dovevo finire alcuni progetti. Ma ora ho bisogno di staccare la spina. Sono stanchissima. >
< Non puoi essere stanca alle cinque del pomeriggio. Abbiamo una serata insieme da trascorrere > fece Frank con tono sensuale.
< Ed io non vedo l’ora… Però vorrei evitare di tonare a casa perché ho litigato con la mia famiglia. >
< Spero niente di grave. >
< Vedremo nei giorni seguenti… Dicevi solamente se potevo cambiarmi a casa tua. Almeno così mi risparmio la visione di una famiglia ingrata che non capisce i miei sentimenti. >
< Certo. Vieni pure da me senza problemi. Sai dove abito? >
< Mandami la posizione. Ho la mia macchina. Vengo da sola. Poi andremo insieme al ristorante. Perché andiamo ad un ristorante, vero? >
< Il migliore della città > rispose Frank sorridente < Naturalmente con la mia auto. >
< Vedremo > mormorò Phoebe con sguardo silenzioso.
< Non vedo l’ora di essere da soli io e te. in un luogo molto intimo. >
< Siamo soli anche adesso < Fece Phoebe con tono sensuale avvicinandosi al ragazzo < Che ne dici di iniziare adesso? Ho bisogno di distrarmi. >
Capendo dove volesse andare a parare la sua ragazza, Frank cominciò a baciarla con passione mentre la foga del sesso cominciò a prendere piede.
Spogliandola e sbattendola contro la cattedra della sua classe, Phoebe si stava per sentire appagata e sottomessa al volere di un ragazzo che sapeva bene che cosa voleva dalla sua vita.
Il momento di tale eros sarebbe stato il primo passo di un rapporto malato condizionato da una persona che manovrava le azioni di un ragazzino che Phoebe non riusciva a conoscere appieno.
Ma quel momento per Phoebe sarebbe stato indimenticabile, in tutti i sensi.
Era sospinta da un volere che avvolgendola, avrebbe reso ancora il suo carattere irascibile più forte e convinto.
Quel momento di perdizione che costringeva Phoebe a vivere lontano da una realtà che presto l’avrebbe ferita ancora una volta mentre il suo passato doveva essere spiegato in modi in quella notte di San Valentino dove avrebbe attraversato quel dolore passato così presente da essere raccontato e ricordato ancora una volta.
Phoebe non si sarebbe mai fermata, nemmeno dinanzi all’evidenza.
E per paura di essere scoperti, lo sguardo compiaciuto di Phoebe trascinò via da quella classe Frank per finire il tutto nell’auto della ragazza.
< Qui staremo più comodi > fece Phoebe ancora eccitata.
< Con te al mio fianco sto sempre bene. >
< Ma se mi conosci a malapena! >
< Mi basta, Frank… Tutti noi nascondiamo qualcosa. Basta non farci del male a vicenda. >
< Tu ne avresti il coraggio? >
< Di fare cosa, Frank? >
< Di farmi del male. >
Non sapendo che cosa rispondere, Frank si limitò a sorridere, mentre quel passato offoscato e molto dirompente, avrebbe preso un sopravvento in una notte che per Phoebe avrebbe scatenato il male più profondo mentre una verità celata sarebbe stata così rapida ad uscire allo scoperto infrangendo quelle poche certezze che la piccola Phoebe aveva ancora con sé.

 

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Capitolo 3
*** Cacciata di casa ***


Attendendo l’arrivo del suo tenebroso principe azzurro, Phoebe evitò di parlare con tutti i componenti della sua famiglia.
Non aveva nessuna intenzione di vedere nessuno e la sua irascibilità era ancora un colpo duro da digerire per la sua famiglia.
Guardando fuori dalla finestra, Teddy non poté credere come sua sorella potesse essere così distratta.
< Hai intenzione di non parlare con noi per il resto della tua vita? >
< Che cosa ci fai qui? Non hai nessun diritto di entrare in camera mia. >
< Eppure l’ho fatto. >
< Vattene, Teddy. O comincio ad urlare. >
< Certo che stai dando molti problemi alla nostra famiglia. Non c’hai mai pensato? Una ragazza ribelle. Peccato che ogni famiglia benestante e che si rispetti, ha con sé sempre una pecora nera. >
< Ti stai forse prendendo gioco di me? >
< No. Vorrei solo farti ragionare. Anche se un poco. >
< So molto bene quello che faccio, Teddy. Non ho bisogno di una balia. >
< A me sembra proprio di sì. >
Vedendo che Frank aveva raggiunto il cancello di casa dopo che egli gli aveva fatto un segno, Phoebe era pronta ad uscire da quella casa.
< Vai, fuggi pure via. Ma i problemi che ti attanagliano li porterai sempre dietro. >
< Sono affari miei, Teddy. Non tuoi. >
< Lo so bene. Ma lasciati aiutare. >
Senza dire una parola, Phoebe non poté impedire che incrociare lo sguardo dei suoi genitori.
< Rincasa al massimo a mezzanotte. Mi hai sentito? >
< Altrimenti che cosa farai, papà? Slegherai i tuoi scagnozzi? >
< Se ne ne darai occasione, sì. >
< Papà, ho diciotto anni. So benissimo quello che faccio. >
< Mi piacerebbe crederlo, ma so bene che non è così. Io sono tuo padre e lo sarò per sempre. >
Phoebe non aveva nessuna intenzione di litigare con la sua famiglia quella sera, ma sembrava non avere altre occasioni.
La sua esistenza era messa continuamente a dura prova e lei non faceva niente per sottrarsi a quel male.
< Devo andare. Il mio nuovo ragazzo mi sta aspettando. >
< Mi piacerebbe proprio conoscerlo. Giusto per capire che non sia un delinquente come l’ultimo che hai frequentato. >
< Fino a prova contraria, io esco con chi voglio. >
< Certo. Ma se queste persone non fanno altro che darti problemi… >
< Non sono loro a darmi problemi, ma tu. E il resto della mia famiglia. >
Christian non sapeva che dire al riguardo.
la situazione stava velocemente scappandogli di mano e vedere come sua figlia fuggiva in quel modo, riempiva il suo cuore e quello di sua moglie di dolore.
< Allora vai, Phoebe. Se non facciamo altro che darti problemi, forse è meglio che tu cerchi una nuova sistemazione lontana da qui. >
< Christian, che cosa stai dicendo? > fece sua moglie confusa < Stai cacciando nostra figlia? >
< Non mi sta dando altra scelta, Ana. Io non voglio che nessuno rimanga sotto il mio solito tetto se anche quella persona non lo vuole. Nostra figlia vuole essere libera? Ha le finanze per farlo. Ma non so se ha la sua stessa intelligenza. >
Cercando di trattenere le lacrime come segno di forza, Phoebe rimase silenziosa e indignata.
Ormai aveva tutto da perdere, cominciando dalla sua famiglia.
< Ritirerò le mie cose domani mattina. Quando voi non ci sarete. >
< La governante ti farà trovare tutte le tue cose quando arriverai. >
< Bene… Addio, allora. >
Una parola che racchiude tutto un dolore.
La sua vita sarebbe cambiata per sempre e questo Phoebe non poteva impedirlo.
Ormai il rapporto per lei sembrava incrinato impercettibilmente e le lacrime non potevano rimanere all’interno delle sue emozioni.
Entrando nell’auto di Frank, Phoebe diede sfogo a tutto il suo dolore.
< Phoebe, che cos’hai? Perché stai piangendo? >
< Adesso parti e non fare domande. >
< Ma Phoebe, ho bisogno di sapere. Stai piangendo disperatamente. >
< Non c’è nulla da sapere! > gridò la ragazza con tono arrabbiato < Andiamocene da qui. Non voglio più vedere questa casa fino a domani mattina. >
< Ma dopo il nostro appuntamento… >
< Se per te non è un problema, rimarrei a casa tua. Altrimenti mi cerco un albergo. >
< No… nessun problema. >
Improvvisamente, anche la durezza di Frank sembrava scalfita.
Vedere Phoebe in quelle condizioni, lo faceva destare dalle sue misteriose intenzioni.
Ai suoi occhi, Phoebe era soltanto ingenuo e frivola, incapace di manifestare tali sentimenti.
Ma piangere per lui non voleva dire debolezza, ma uno sfogo accettabile mentre la sua esistenza stava cadendo velocemente a pezzi.


Dopo aver cenato in uno dei locali più famosi e costosi della città, Phoebe sembrava rinata da tutte quelle attenzioni che era dal suo ex fidanzato Mark non riusciva ad avere.
Rientrando nell’auto del ragazzo, Frank fu molto felice di rivederla cambiata e rincuorata.
< Hai mangiato bene, Phoebe? >
< Benissimo. Davvero. >
< Bene. Vuoi andare a prendere qualcosa da qualche parte? Non saprei. Anche un digestivo o qualcosa del genere. >
< No, grazie. Sono molto stanca. Vorrei andare a casa tua. >
< D’accordo. Come vuoi tu. >
Senza sapere che Frank era solo nella sua villa, Phoebe non aveva paura di affrontare altre persone che non fossero i suoi genitori.
Nel rivederla triste, Frank cercava di accarezzarla e di farla sentire a proprio agio.
Il percorso in macchina dal ristorante alla sua casa non era molto e in soli dieci minuti raggiunsero una villetta immersa in una valle boschiva poco fuori città.
< Eccoci arrivati. Qui non ci disturberà nessuno > fece il ragazzo una volta parcheggiata l’auto.
Scendendo, Phoebe non poteva credere che Frank potesse abitare in un luogo simile.
< Ma vivi da solo? >
< Con i miei genitori. Ma per festeggiare il loro San Valentino, hanno deciso di andare in Europa. A Roma, per la precisione. >
< Ho sempre sognato poter visitare l’Italia > ribatté Phoebe < Peccato non aver mai avuto l’occasione. >
< Ora siamo a Febbraio. L’Italia, anche se è bellissima visitarla in ogni periodo dell’anno, merita di più in estate. Quando finirà la scuola, potremmo prenderci una vacanza e… >
< Non potrò farlo visto che dovrò pensare all’università. >
< Phoebe, vedi di pensare alla tua vita e non solo ai tuoi impegni. >
< Nel corso della mia vita mi sono divertita molto. Te lo assicuro. >
< Sì. Ma non con me. >
Entrando in casa, Frank non perse tempo nel baciare la giovane ragazza per farla sentire protetta tra le sue braccia.
< Non vuoi perdere tempo, eh? >
< No. Anche se abbiamo tutta la notte per noi. >
Phoebe si sentiva stranamente libera da ogni oppressione e da ogni rancore, dimenticando un passato che fino a quel momento non era stato così lontano.
La sua vita avrebbe preso una strada sconosciuta per lei e la sua perdizione poteva davvero essere dimenticata una volta per tutte.
Ma come lei, anche Frank aveva molte cose da nascondere.
Una famiglia che all’apparenza poteva essere perfetta e senza difetti.
Un luogo magnifico immerso nel più bel verde e nel più grande silenzio.
C’erano solo loro due e nessun altro.
La giovane ragazza si stava velocemente innamorando di un nuovo ragazzo, ma sarebbe stata la decisione giusta?
Come si sarebbe comportato il giovane Frank?
Mentre gli occhi chiusi e persi nei baci di quella donna lo trascinavano lontano dai suoi propositi, gli occhi attenti di una sua conoscenza gli davano il tormento immerso nel buio.
< Cosa c’è? > fece Phoebe nel vederlo distratto < Perché ti sottrai dai miei baci? >
< Niente. Nessun problema. >
Improvvisamente Phoebe lo vedeva cambiato e non capiva perché.
< Andiamo in camera mia. Lì saremo più comodi. >
E una volta raggiunta la stanza, Frank fece un segno a quella persona misteriosa che li stava spiando che avrebbero parlato dopo, nel cuore di una notte molto lunga.


Svegliandosi di soprassalto, Frank abbandonò il letto dopo fino a poche ore fa’ aveva fatto l’amore con Phoebe.
Per lui la giovane rampolla di casa Grey era una ragazza eccezionale, ma prima di tutto venivano gli interessi della sua famiglia. E la vendetta che non poteva essere celata per sempre.
Avanzando verso quei corridoi bi mentre la figura misteriosa lo stava attendendo, Frank aveva il cuore in gola per la paura.
< Sei sempre sveglio? > domandò Frank alla figura misteriosa.
< Ci hai messo molto > replicò con tono sommesso < Sei riuscito a fare breccia nel cuore di Phoebe molto più velocemente di quello che potevo credere. >
< Sei felice, no? Il nostro piano va avanti. >
< Quella dannata ragazzina deve pagare. Tutto quello che ha visto. >
< Mark, perché farla soffrire ancora? Lei vuole una vita diversa cercando di non pensare mai più a te. >
< Tu non sai bene che cosa è successo quella notte che abbiamo definitivamente rotto… >
< E cosa spetti a parlarmene. >
< Ogni cosa a suo tempo, Frank. >
< Se devo acconsentire ad un piano folle senza sapere la verità che si cela dietro, per me diventerà impossibile aiutarti. >
< Invece dovrai farlo > replicò Mark prendendolo per il collo senza però strozzarlo < Perché tu sei mio fratello. Sangue del mio sangue. >
< Adesso smettila, Mark. O mi metto a gridare. >
< Non sfidare la mia pazienza, fratello. Non ti conviene. >
< Ne ho abbastanza delle tue minacce. Raccontami quello che è successo. Anche a costo di rimanere sveglio tutta la notte. >
Fissandolo dritto negli occhi dopo aver acceso la luce che illuminava la sua stanza, alla fine Mark si convinse delle parole di suo fratello.
< Adesso capirai una volta per tutte chi ha davvero sbagliato quella notte in cui io e Phoebe abbiamo rotto. E che il sangue in cui mi ero macchiato era il pretesto per poterla salvare. >

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Capitolo 4
*** Un continuo dolore ***


Difficile dire i problemi. Lo è sempre stato.
Eppure affrontare i problemi è il primo passo per liberarsene, ma chi non volesse?
Eppure quel Mark aveva troppo da nascondere e la sua vendetta non faceva altro che ribollire nelle sue vene.
Che cosa poteva fare? Era davvero vero che suo fratello Frank l’aveva messo ad un fatto compiuto?
Mark sembrava avere tutto sotto controllo con la sua calma dirompente mentre il nervosismo di Frank era molto palpabile.
La notte trascorreva ancora lenta, mentre Phoebe dormiva nella camera poco distante da loro.
< Allora Mark, ti decidi a parlare? >
< Quanta fretta. Hai così tanta furia? >
< Voglio sapere! Cosa mi nascondi?! >
< La nostra famiglia non è mai stata contenta di te > gli confessò Mark < Il tuo nervosismo e le tue paure ti hanno sempre frenato. Per questo tu non potrai mai essere migliore di me. >
< Stai cercando di farmi arrabbiare? >
< Potrebbe essere un’idea… Sei tu che mi stai dando contro. >
< Ho una ragazzina dall’altro capo del corridoio e lei centra tutto con te. sei riuscita a cambiarla in maniera inconsapevole, ma in fondo lei non potrà mai essere così crudele e senza emozioni come te. >
< Io senza emozioni? Questa sì che è bella! >
Ridendo sommessamente, Mark stava facendo di tutto per far perdere del tempo a suo fratello.
< Vuoi avere ancora più paura? Io e Phoebe abbiamo ucciso un uomo. Ed è per questo che il nostro passato ci unisce incondizionatamente. >
< No… non è possibile… >
< Ebbene sì. Io e lei siamo degli assassini… Adesso hai paura di noi, Frank? E pensare che te la sei spassata bene in questi due giorni. Vedi come vola il tempo quando ci si diverte? >
Mark parlava a suo fratello come se fosse uno psicopatico e ancora Frank non riusciva a capacitarsi della situazione in cui si era messo.
< Com’è andata la faccenda? >
< Eravamo in un cimitero ed eravamo molto brilli. Il sesso aveva preso il sopravvento ed io volevo castigarla dinanzi a quelle tombe di tutti i morti… Era uno spettacolo allettante e l’adrenalina mi stava salendo a mille.
Non potevo fermarmi. Non ora.
La possedevo come mai avevo fatto con nessuno e poi avevo deciso di spingermi oltre perché ero completamente fuori di me.
La ragazzina, con i suoi occhi imploranti e innocenti mi domanda che cosa avrei fatto e subito dopo tiro fuori dalla mia tasca una pistola.
E nel vedere quel tossicodipendente che si stava bucando dinanzi a me e alla mia ragazza, non ci ho più visto.
Doveva sparire alla svelta mentre Phoebe mi pregava di fermarmi.
ma io non capivo più niente e non mi sono fermato.
Bang! >
Frank lo fissava con sguardo incredulo e senza parole.
Non riusciva a credere che suo fratello potesse spingersi a tanto solo a causa dell’alcol.
< Allora quelle sostanze che ho scoperto in camera tua qualche giorno fa’… >
< Fratello. Tu sei proprio un curiosone. Quando ti farai gli affari tuoi?! >
< Sei un criminale. E Phoebe? Dopo che è successo? >
< Niente di ché. Lei voleva scappare il più lontano possibile cercando di fuggire con la sua auto, ma sono riuscita a fermarla.
Dovevo parlarci. Dovevo chiarire questa situazione, ma lei non voleva capire.
Sono sincero: non ho mai visto una persona così spaventata prima d’ora. >
< Vorrei vedere! Ma che diavolo ti dice il cervello?! >
Mark continuava a ridere sommessamente come se il suo cervello non riuscisse più a parlare per lui.
E furono quelle risate furiose a far svegliare Phoebe e a fissarli con sguardo sconcertato.
< Adesso posso vederlo con i miei stessi occhi: voi due siete fratelli. >
< La grande scoperta del secolo! > fece Mark avvicinandosi a lei visibilmente alticcio < Ti meriti un premio, ragazzina dal cuore d’oro. E anche stavolta non potrai fuggire da me. >
< Non ho intenzione di farlo > replicò Phoebe con tono duro < Non mi fai paura. >
< La paura è un sentimento che non puoi controllare. Per questo non capisci mai quando si manifesta davvero. Ed è inutile fare la dura. >
Phoebe non aveva nessuna intenzione di farsi intimorire.
< Che cosa ti spinge con al mia presenza? >
< Un forte senso di ribrezzo, Mark. >
< Sono contento di constatarlo. >
Mentre lo sguardo di lei si spostava verso Frank, il fratello di Mark avrebbe voluto chiedergli scusa.
< Sei solo un vile traditore, Frank. Sei un bastardo. >
< Hai capito, fratello? Credi davvero di aver posseduto questa ragazza, e invece… >
< Chiudi il becco! >
Tirando fuori la pistola, Phoebe pensava che la situazione si stava ripetendo in maniera assurda.
< Mark, non avrai intenzione… >
< Phoebe, se me ne darà occasione, non mi fermerò adesso. Mio fratello non mi porterà mai più rispetto da questo momento. >
< Ma tu non puoi saperlo! >
< Mark, abbassa la pistola. >
< Perché? Non sto facendo niente di male. >
La situazione stava velocemente degenerando e Frank avrebbe voluto disarmarlo con le sue mani, ma Mark sapeva bene come difendersi.
< Vuoi davvero gettarti fino a questo punto? Ora che mi hai confessato il tuo crimine, dovresti sentirti più libero. Sai bene che non potrò mai tradirti, Mark. >
Ma Frank non sapeva tutta la verità, soprattutto quando iniziò Phoebe a parlare.
< Ho voluto far finire le sue pene. E il colpo finale l’ho dato io. >
Con il cuore che gli si ghiacciò in corpo, Frank non poté credere che fosse circondato da due assassini.
< No… non tu… >
< Vedi, Frank? Phoebe non è una brava ragazza > replicò Mark con tono canzonatorio < Lei mi assomiglia tanto. Per questo la amo alla follia. >
< Io non potrei più amare un viscido come te > rispose Phoebe con tono pieno di disprezzo.
< Ti credi superiore a me, Phoebe? Se solo volessi, ti strapperei i tuoi vestiti e ti sottometterei. Come tuo padre fa con tua madre. >
< Non osare parlare di loro! >
< Mi ricordo quanto ti divertivi prenderti gioco di loro. Nel vedere di nascosto i suoi giochi erotici… davvero divertente, non trovi? E quando lo facevamo noi due? L’hai dimenticato? Tu sei molto uguale a tuo padre. E forse è per questo che tu lo odi così tanto. >
< Tu non sai niente di me, Mark! >
< Invece ti conosco alla perfezione, Phoebe. Il tuo male e la tua oscurità è legata per sempre a me. Se io finisco in prigione, ci finirai anche tu. >
< Non lo farai mai! >
Piombando contro di lui cercando di disarmarlo, alla fine Frank cercò di aiutarla.
< Non ci riuscirai, Frank! Non mi tradirai ancora! >
Ma alla fine, Frank riuscì a prendere la pistola a suo fratello puntandola proprio contro di lui.
< Avanti Frank, non sai nemmeno usarla. >
< Scommetti? >
< Mettila giù, altrimenti ti farai del male. >
Frank era un continuo fascio di nervi e Phoebe non fece niente per fermarlo.
< Adesso puoi sparargli. Hai l’occasione della tua vita. >
< Che cosa, Phoebe? >
< Per lui sarai sempre il fratello inutile ed inetto e i tuoi genitori non ti vorranno mai bene come lo vogliono a lui. Ma tu puoi rimediare a tutto questo. >
Phoebe era profondamente cambiata.
Non era più la ragazza innocente di un tempo, ma la sua perfidia e la sua cattiveria stava toccando indici incredibili che nessuno mai avrebbe mai creduto.
< Vuoi istigarmi ad ucciderlo? >
< L’idea potrebbe essere questa… Ma sei tu ad avere la pistola. Sta a te. >
Mentre Mark era in valiade della droga e dell’alcol, non riusciva più a capire che cosa stava succedendo.
Improvvisamente, Frank prese in mano la situazione uccidendo a sangue freddo il suo stesso fratello.
Phoebe non disse nulla, a parte guardare il corpo di Mark martoriato dal dolore.
Gettando via la pistola, ora Frank gli domandò alla ragazza che costa stava provando in quel momento.
< L’ennesimo senso di liberazione > rispose in tono sicuro < Adesso possiamo essere felici io e te. >
Ma Frank si sentiva distrutto.
Aveva distrutto l’esistenza di suo fratello e di tutto il resto della sua famiglia.
Ormai non aveva più scampo e i suoi sensi di colpa l’avrebbero colpito indicibilmente.
Ma era davvero Phoebe la sua salvatrice?
Davvero avrebbero cambiato repentinamente la loro stessa esistenza insieme?
Ma ora il coltello dalla parte del manico ce l’aveva Phoebe e tutta la verità attendeva ad essere scoperta in quel vaso di pandora ricoperto di dolore e di sangue.

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Capitolo 5
*** Una nuova storia ***


< Che cosa provi in questo momento, Phoebe? Non ti senti più libera? >
Ma la ragazzina aveva un forte bisogno di piangere e di non vedere mai più tutto quel sangue.
< Tu e tuo fratello… siete due persone orribili. >
< Come puoi dire questo? Io ti ho salvato! >
Phoebe, dal canto suo, si sentiva più imprigionata di prima.
Rivedere tutto quel sangue e l’ennesimo morto dinanzi a suoi occhi, non poteva far altro che ucciderla dentro mentre le sue grida di dolore non potevano essere ascoltate.
Voleva fuggire, ma come avrebbe fatto? E soprattutto, Frank gliel’avrebbe permesso?
< Frank, che cosa pensi di fare adesso? >
< Non lo so… Ma uccidere mio fratello, mi cambierà per sempre la vita. >
< Come farai a parlare con la tua famiglia? >
< Non ci parlerò. Perché fuggiremo insieme. >
< Che cosa? >
Imbavagliandola e legandola contro la sua volontà, la povera Phoebe era ancora ostaggio di un dolore che non poteva controllare.
Frank era cambiato repentinamente e la sua sottomissione sarebbe stato la forza che l’avrebbe reso un uomo spregevole.
< Frank, ti prego. Tu non sei questo. >
< Taci, ti prego. Per me è una situazione difficile. >
Legandola sul sedile del passeggiero, Phoebe piangeva dalla disperazione mentre Mark cominciò a guidare come un pazzo senza sapere dove andare.
< Frank, non puoi fare questo. >
< Stai zitta! Mi devo concentrare! >
Guidare a velocità forsennata per le vie del bosco fu solo il preambolo di una tragedia che si poteva benissimo evitare.
Infatti, dopo pochi chilometri, il ragazzo perse il controllo della sua auto andando a finire contro un albero e schiantarsi.
Phoebe non ebbe il tempo di realizzare tutto quello che gli stava circolando intorno, cadendo in un sonno profondo cercando di liberarsi della sua stessa esistenza che non aveva più nessuna intenzione di essere vissuta.


Quando la ragazzina si risvegliò dopo il colpo subito, fu circondata dall’amore di tutta la sua famiglia.
Sua madre Anastasia, suo padre Christian e suo fratello Teddy gli erano rimasti accanto, senza mai abbandonarla per un istante.
< Che cosa ci fate voi qua? Che è successo? >
< Hai avuto un incidente, Phoebe. Ma per fortuna non hai avuto dei grossi rischi di salute. A parte lo spavento che ci hai fatto correre. >
Teddy parlò con voce roca mentre un sospiro di sollievo colse quella famiglia che continuava a soffrire impercettibilmente.
< Frank… che cosa gli è successo? >
< Frank è morto, Phoebe. E tu ti sei salvata per miracolo > rispose invece Christian
< Come è morto? >
< Non ricordi niente di quello che è successo? > gli domandò invece sua madre.
< No… Io… non so cosa dire. >
< La polizia è qui fuori, mamma. Insistono per parlare con Phoebe. >
< Digli che non possono, dannazione! > urlò inviperito Christian contro un innocente Teddy < Si è appena svegliata, dannazione! >
< Lo sanno. Ma riguarda l’uccisione di suo fratello Mark. >
< Falli entrare. Io non ho niente da nascondere > mormorò Phoebe con tono flebile.
< Ma tesoro, sei sicura? >
< Sì, mamma. È giunto il momento che la mia verità conosca quei momenti tanto distruttivi che mi hanno cambiato per sempre. >


Phoebe rimase a parlare con gli agenti di polizia per più di un’ora.
La sua stessa famiglia non capiva il motivo per cui l’interrogatorio sarebbe durato per così tanto tempo e Christian diventava sempre più irascibile e impaziente.
< Christian, calmati ti prego. >
< Come posso farlo, Ana? Stanno torturando nostra figlia in maniera indegna. Me lo sento. >
< Nostra figlia non corre più alcun pericolo. >
< E’ la verità il suo pericolo! Perché non riesci a capirlo? >
< Mi stai forse trattando come una sciocca? >
< Sei una sciocca, Ana. Dovresti usare un minimo d’intelligenza se vuoi capire. >
< Non ti permetto di parlarmi così, Christian! >
Cercando di placare quegli animi burrascosi, la polizia alla fine uscì dalla stanza da letto di Phoebe fissando la famiglia con sguardo serio.
< Allora? Che cosa avete scoperto su di lei? >
< Non rischia niente vostra figlia, ma è una testimone importante su quello che gli è accaduto nelle ultime settimane. L’uccisione di un barbone nel centro della città è ricollegato a Mark Cavendish. E l’uccisione di quest’ultimo è stato provato che è stato suo fratello Frank, visto le impronte digitali trovate sull’arma del delitto… Vostra figlia ha bisogno di un buon periodo di riposo. Solo così potrà tornare alla sua vita. Grazie anche al vostro amore. >
Ringraziando gli agenti per il lavoro svolto, Ana non poté trattenere la sua gioia.
Recandosi nella camera da letto di Phoebe, la strinse forte al suo petto come non gli accadeva da tanti anni.
< Phoebe, ti prometto che ti proteggeremo. Anche a costo della nostra vita. Torneremo ad essere una famiglia unita. >
< Mamma… Sono io che proteggerò voi e smetterò di farvi soffrire. Credo che dopo tutte queste settimane che collegano queste due uccisioni, io abbia capito molte cose. >
< Sei sicura che non dovremmo mai più preoccuparci di te? > fece Christian con il suo solito tono serio.
< Christian, ti sembrano domande da fargli? >
< Papà ha ragione, mamma. È normale che non si fidi di me. >
Mentre anche lui si avvicinò a sua figlia, vederla in quel letto d’ospedale gli riempiva il cuore di dolore.
< Phoebe, sei una delle cose più care che mi è successo durante la mia esistenza. Non potrò mai avercela con te. ti amo più della mia stessa vita. >
< Anch’io, papà. >
mentre anche quell’unione fu finalmente ricostruita mediante un amore sincero, la famiglia Grey attraversò quel periodo di serenità tanto voluto, mentre i loro stessi figli divennero più responsabili lontano dalle tentazioni e dai dolori che avrebbero scatenato ancora una volta catene di dolori che in ogni famiglia che si rispetti, rispecchiano un mondo che non dovrebbe appartenere a nessuno.

 

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